Impianto idroelettrico “Briglia Cellina” PROCEDURA DI VIA – STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE – SINTESI NON TECNICA

REGIONE AUTONOMA Provincia di Comune di

IMPIANTO IDROELETTRICO “BRIGLIA CELLINA”

Studio Impatto Ambientale Sintesi Non Tecnica Ai sensi dell’Allegato VII Dlgs. 4/2008

Committente:

Realizzazione:

Dottore Naturalista Michele Piccottini Viale Aldo Moro 25 – 33028 TOLMEZZO (UD)

TEL/FAX 0433.41573 – p.i. 02365430301

Data Timbro e firma

AGOSTO 2017

Dott. Naturalista MICHELE PICCOTTINI – Viale Aldo Moro, 25 – 33028 TOLMEZZO (UD) p.i. 02365430301 tel/fax: 0433.41573 cell: 3398652088 e-mail: [email protected] 1

Impianto idroelettrico “Briglia Cellina” PROCEDURA DI VIA – STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE – SINTESI NON TECNICA

Sommario

Premessa...... 4 1. Introduzione ...... 5 1.1. Schema dell’impianto idroelettrico “Briglia Cellina” ...... 5 1.2. Inquadramento territoriale ...... 6 1.3. Corso d’acqua interessato dalla captazione e derivazioni già esistenti ...... 12 1.4. Tipologia dell’opera ...... 13 1.5. Storia del progetto e criteri generali di intervento ...... 13 2. Quadro di compatibilità programmatica ...... 15 3. Quadro progettuale ...... 17 3.1. Caratteristiche del progetto ...... 17 3.1.1. Premesse ...... 17 3.1.2. La briglia esistente sul Torrente Cellina ...... 17 3.2. Le opere civili ...... 18 3.2.1. Generalità ...... 18 3.2.2. Gli accessi ...... 18 3.2.3. Sghiaiatore esterno ...... 18 3.2.4. Opere di captazione ...... 18 3.2.5. Locale turbina-generatore e locali tecnici ed accessori ...... 19 3.2.6. Galleria di scarico e manufatto di restituzione ...... 20 3.2.7. Allacciamento alla linea elettrica ...... 20 3.2.8. Demolizione e ricostruzione della viabilità...... 21 3.2.9. Dispositivo di rilascio del DMV e scala di risalita della fauna ittica ...... 21 3.3. Valutazione disponibilità delle risorse idriche ...... 22 3.3.1. La complessiva portata attesa alla derivazione dell’impianto ...... 22 3.4. Dimensionamento dell’impianto...... 23 3.4.1. Il DMV ...... 23 3.4.2. La portata utilizzata dall’impianto ...... 23 3.4.3. La portata rilasciata dall’impianto ...... 24 3.4.4. Grado di utilizzazione del corso d’acqua ...... 24 3.5. Potenza dell’impianto ...... 26 3.6. Produzione dell’impianto ...... 26 3.7. Dati caratteristici dell’impianto ...... 27 4. Analisi ambientale ...... 28 4.1. Inquadramento geografico ...... 28 4.2. Geologia e geomorfologia (a cura del dott.Geol Andrea Mocchiutti) ...... 29 4.2.1. Inquadramento geomorfologico...... 29 4.2.2. Inquadramento geolitologico ...... 29 4.2.3. Inquadramento tettonico ...... 29 4.2.4. Prescrizioni per la realizzazione delle opere ...... 29 4.3. Inquadramento bioclimatico ...... 31

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4.4. Il Torrente Cellina ...... 32 4.4.1. Idrografia ...... 32 4.4.2. Identificazione del corso d’acqua ...... 33 4.4.3. Aspetti idromorfologici ...... 35 4.4.4. Valutazioni delle condizioni di habitat ...... 38 4.4.5. Valutazione dello stato morfologico – L’indice (IQM) ...... 44 4.4.6. L’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF)...... 45 4.4.7. Stato Qualitativo del corpo idrico ...... 46 4.4.8. La fauna ittica- L’Indice ISECI ...... 49 4.5. Qualità dell’aria ...... 53 4.5.1. Emissioni in atmosfera ...... 53 4.6. Clima acustico ...... 55 4.6.1. Il PCCA di Barcis ...... 55 4.7. Biosistema ...... 57 4.7.1. Gli habitat dell’area dell’impianto idroelettrico ...... 57 4.7.2. Descrizione degli habitat ...... 58 4.8. Il Paesaggio ...... 58 4.8.1. L’Ambito Paesaggistico 3 “Alte valli Occidentali” ...... 58 4.8.2. Valutazioni paesaggistiche ...... 58 4.8.3. Inserimento delle opere nel paesaggio ...... 60 4.9. Sistema infrastrutturale e viabilità ...... 61 4.10. Il contesto socio-economico ...... 62 4.11. Il sistema energetico...... 62 5. Analisi e valutazione degli impatti ...... 63 5.1. Criterio di valutazione degli impatti ...... 63 5.2. Stima numerica della significatività degli impatti ...... 63 5.3. Riassunto impatti in fase di lavorazione ...... 64 5.4. Riassunto impatti relativi al funzionamento dell’impianto idroelettrico ...... 65 5.5. Valutazione complessiva degli impatti ...... 67 6. Conclusioni ...... 70

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Premessa

All’art. 4 punto 3 del Dlgs. 4/2008 emanato al fine di fornire ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale si definisce che “la valutazione ambientale di piani, programmi e progetti ha la finalità di assicurare che l'attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile, e quindi nel rispetto della capacita rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di un'equa distribuzione dei vantaggi connessi all'attività economica. Per mezzo della stessa si affronta la determinazione della valutazione preventiva integrata degli impatti ambientali nello svolgimento delle attività normative e amministrative, di informazione ambientale, di pianificazione e programmazione.”

All’art. 4 punto 4 lettera b) si precisa che la valutazione ambientale dei progetti ha la finalità di proteggere la salute umana, contribuire con un migliore ambiente alla qualità della vita, provvedere al mantenimento delle specie e conservare la capacita di riproduzione dell'ecosistema in quanto risorsa essenziale per la vita. A questo scopo, essa individua, descrive e valuta, in modo appropriato, per ciascun caso particolare e secondo le disposizioni del presente decreto, gli impatti diretti e indiretti di un progetto sui seguenti fattori: 1. l'uomo,la fauna e la flora; 2. il suolo, l'acqua, l'aria e il clima; 3. beni materiali ed il patrimonio culturale 4. l'interazione tra i fattori di cui sopra

Ai sensi dell'art. 20 del D.Lgs. 4/2008, il presente progetto:  ricade all’interno della lista di cui al punto 2 comma m) dell'Allegato IV al D.Lgs. 4/2008, “Impianti per la produzione di energia idroelettrica con potenza installata superiore a 100 kW”.  non è localizzato all’interno di alcuna area protetta

Per i succitati motivi il proponente EN Celinia s.r.l. di Belluno ha trasmesso preliminarmente all'autorità competente lo Studio Preliminare Ambientale e copia del progetto preliminare come previsto dall’art 20 del D.Lgs. 4/2008. Con la nota prot. SVA/2562/SCR/1461 dd. 02 febbraio 2016, ai sensi della L.R. 7/2000, è stato comunicato l’avvio al procedimento di verifica di assoggettabilità alla VIA. Con il Decreto n° 943/AMB del 18.04.2016 il Servizio Valutazioni Ambientali della Direzione Centrale Ambiente ed Energia della Regione FVG ha sancito che il progetto riguardante l’impianto idroelettrico “Briglia Cellina” con derivazione delle acque dal Torrente Cellina in Comune di Barcis (PN) sia da assoggettare alla procedura di VIA di cui alla L.R. 43/1990 e Dlgs 152/2006 e s.m.i. La presente Sintesi Non Tecnica dello Studio di Impatto Ambientale viene predisposto, secondo le indicazioni di cui all'allegato VII del Dlgs. 4/2008.

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1. Introduzione

1.1. Schema dell’impianto idroelettrico “Briglia Cellina”

L’iniziativa prevede l’utilizzo dell’esistente salto idraulico generato tra i profili di monte e valle della briglia presente lungo il Torrente Cellina immediatamente a monte dell’abitato di Arcola. Dal punto di vista idrografico l’impianto utilizza le acque del torrente Cellina derivandole immediatamente a monte e restituendole immediatamente a valle della esistente briglia posta a quota 423.55 m smm. Le acque verranno captate con soglia posta a quota 422.25 m smm e restituite sempre in destra idrografica con soglia posta a quota 420.05. L’estensione del bacino imbrifero sotteso alla derivazione è pari a 312.33 kmq. L’estensione del bacino imbrifero sotteso alla restituzione è pari a quella del bacino sotteso alla derivazione. Di seguito si riporta la tabella con le coordinate geografiche Gauss-Boaga nel Sistema Geodetico di Riferimento Monte Mario/ Zone 2 del punto di presa e restituzione.

Derivazione Restituzione Coordinata est 2328187 m 2328233 m Coordinata nord 5119694 m 5119658 m Quota alveo 423.55 m smm 420.05 m smm Bacino sotteso 312.33 kmq 312.33 kmq

423.30 m slm PMS

422.25 m slm soglia derivazione

420.05 m slm soglia restituzione

FIGURA 1: Schema dell’impianto

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1.2. Inquadramento territoriale

Barcis è un Comune della Provincia di Pordenone di 252 abitanti situato nella parte più meridionale del bacino montano del Torrente Cellina. Il territorio è posto nella fascia centrale (prealpina) della Regione FVG all’estremità ovest e confinante con la Provincia di Belluno. La superficie del territorio comunale è di 103,41 km2 con una densità abitativa molto bassa (2,44 ab/km2). Oltre al capoluogo comunale, Barcis, il territorio comunale comprende anche diverse frazioni e località che sono Armasio, Cimacosta, Fontane, Losie, Molassa, Pentina, Pezzeda, Portuz, Predaia, Ribe, Roppe, Vallata e Arcola. L’impianto idroelettrico è localizzato proprio in quest’ultima frazione. Il Torrente Cellina è lungo circa 58 km e nasce dal monte Gialina (nelle Prealpi Carniche 1.634 m slm) e sfocia nel fiume Meduna nei pressi di (Pordenone) tra le quote di 89 m e 57 m slm). Il territorio comunale è esclusivamente montano. La conca dove sorgono il paese e le sue frazioni è chiusa a Nord dal Monte Resettùm (2.067 m), a Ovest dai monti Crep Nudo (2.207 m) e Messer (2.230 m) a Sud dai monti Cavallo (2.251 m) e Cjastelât (1.641 m), a Est dai monti Raut (2.026 m) e Fara (1.342 m)

FIGURA 2: Localizzazione del Comune di Barcis (PN) all’interno del territorio della Regione FVG.

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FIGURA 3:Grafo stradale e capoluoghi comunali attorno all’area interessata dal progetto.

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FIGURA: 4 Localizzazione geografica dell’impianto idroelettrico su base CTR 1:5.000.

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FIGURA: 5 Localizzazione maggiormente accurata dell’impianto idroelettrico su base CTR 1:5.000.

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Briglia su Torrente Cellina

FRAZ. ARCOLA

BARCIS

FIGURA 6 Elaborazione al software “Ambiente Italia 3D” della localizzazione dell’impianto idroelettrico in corrispondenza della briglia del Torrente Cellina appena a monte della piccola frazione di Barcis (PN) chiamata Arcola.

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Briglia su Torrente Cellina

FRAZ. ARCOLA

FIGURA 7: Elaborazione al software “Ambiente Italia 3D” della localizzazione dell’impianto idroelettrico in corrispondenza della briglia del Torrente Cellina da cui si può evincere l’Unità fisiografica di riferimento per questo progetto.

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1.3. Corso d’acqua interessato dalla captazione e derivazioni già esistenti

La captazione interesserà il Torrente Cellina (Codice FVG LV03001) per un tratto di circa 60 metri. In merito agli impianti già esistenti sul Torrente Cellina e su alcuni dei suoi affluenti, in base all’Infrastruttura Regionale di Dati Ambientali e Territoriali per il Friuli Venezia Giulia (IRDAT) si segnala che sono presenti 14 prese ad uso idroelettrico e 2 prese ad uso potabile.

FIGURA 8: Prese superficiali sul Torrente Cellina e su alcuni dei suoi affluenti.

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1.4. Tipologia dell’opera

Esistono diversi sistemi di classificazione degli impianti idroelettrici, basati su differenti parametri. La classificazione più importante e più utilizzata e quella per categoria, che prevede tre tipologie di impianti (a serbatoio, a bacino e ad acqua fluente) in relazione alla durata di invaso dei loro serbatoi o bacini di accumulo. Altre classificazioni fanno riferimento alla potenza nominale media, al salto lordo e alla portata derivata massima.

TIPOLOGIE DI IMPIANTI IDROELETTRICI POTENZA NOMINALE MEDIA Class. UNIPEDE (Unione Internazionale dei produttori e distributori di Class. UNIDO (United Nations Industrial Development Organization) energia elettrica) riconosciuta dall’ ESHA (European Small Hydropower Association) Micro-impianti (P < 100 kW) A serbatoio (durata di invaso ≥ 400 ore) Mini-impianti (P = 100 ÷ 1000 kW) A bacino (durata di invaso = 2 ÷ 400 ore) Piccoli-impianti (P= 1000 ÷ 10000 kW) Ad acqua fluente (invaso assente o durata di invaso < 2 ore) Grandi-impianti (P >10000 kW) SALTO LORDO PORTATA DERIVATA MASSIMA Layman’s guidebook (versione tradotta ad aggiornata dal progetto europeo APER (Associazione Produttori di Energia Elettrica da Fonti SHERPA, cofinanziato dall’Intelligente Energy for Europe) Rinnovabili) A bassa caduta (H = 2 ÷ 30 m) Piccola portata (Q < 10 m³/s) A media caduta (H = 30 ÷ 100 m) Media portata (Q = 10 ÷ 100 m³/s) Ad alta caduta (H = 100 ÷ 1000 m) Grande portata (Q = 100 ÷ 1000 m³/s) Ad altissima caduta (H > 1000 m) Altissima portata (Q > 1000 m³/s)

L’opera in progetto prevede la realizzazione di un Mini impianto idroelettrico (Potenza nominale media di kW 231,71) ad acqua fluente, ovvero senza accumulo delle portate in un invaso artificiale che permetterebbe di regolare il flusso dell’acqua e quindi la produzione di elettricità, ad bassa caduta (Salto lordo di 2,42 m) e a media portata (Portata derivata massima di 12,00 m³/s).

1.5. Storia del progetto e criteri generali di intervento

La società EN CELINIA srl con sede in via Caffi 15/C Belluno nasce dalla fusione delle esperienze nel settore energetico e delle capacità economico-finanziarie delle società En&En e Celinia srl che da anni operano nel territorio nazionale per lo sviluppo, realizzazione e gestione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. La società EN CELINIA srl, in questa ottica, intende avviare una nuova iniziativa tesa all’utilizzo, per fini idroelettrici, delle acque del t. Cellina in Comune di Barcis (PN). L’iniziativa prevede l’utilizzo dell’esistente salto idraulico generato tra i profili di monte e valle della briglia presente lungo il Torrente Cellina immediatamente a monte dell’abitato di Arcola. Le particolari condizioni di sofferenza derivante dal sovralluvionamento dell’alveo e dall’evidente oscillazione del piano delle ghiaie che interessa il t. Cellina a monte dello sbarramento di Barcis hanno consigliato:  Di escludere il sopralzo, con sistemi di ritenuta fissi e mobili, della quota di ritenuta oltre a quella ad oggi disponibile e pari alla quota della gaveta della briglia esistente. Sulla scorta di tale scelta si penalizzerà certamente la producibilità dell’impianto che di fatto potrà usufruire di un minore salto, ma non si aggraveranno le già critiche condizioni del corso d’acqua e delle infrastrutture presenti lungo il suo corso.

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 Di minimizzare gli interventi che, ancorché al di fuori della gaveta, risultano comunque nell’ambito dell’alveo del corso d’acqua.

I temi sopra citati che hanno guidato la progettazione hanno condotto alla definizione di opere di e minima interferenza con il corso d’acqua e di minimo impatto paesaggistico.

Da non dimenticare che il fine principale dell'opera e comunque l'incremento della produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, nel rispetto degli obiettivi di pianificazione internazionale e nazionale in materia energetica. Il nuovo impianto, con una produzione annua stimata in circa 1,207 MWh, contribuirà a risparmiare, per ogni anno di vita, circa 226 tonnellate equivalente di petrolio (tep) e 489 tonnellate di CO2 equivalente.

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2. Quadro di compatibilità programmatica

Di seguito viene analizzata la coerenza tra i vari strumenti di pianificazione per quanto riguarda le linee fondamentali di programmazione dell’assetto del territorio per l’area e gli obiettivi del progetto. La rappresentazione della coerenza o meno e di forma schematica per una maggiore visibilità e immediata comprensione.

Lo strumento di pianificazione e/o programmazione risulta Coerenza specifica  totalmente coerente con gli obiettivi del progetto Lo strumento di pianificazione e/o programmazione risulta Coerenza generale  genericamente coerente con gli obiettivi del progetto Lo strumento di pianificazione e/o programmazione risulta Nessuna coerenza  incoerente con gli obiettivi del progetto

LINEE GENERALI DI PIANIFICAZIONE PIANO OBIETTIVI/STRATEGIE ridurre i consumi e i costi energetici attraverso misure volte ad accrescere l’efficienza e ad aumentare la produzione e l’utilizzo delle energie rinnovabili; Piano di Governo del Territorio (PGT) Per incrementare la competitività del settore produttivo regionale, inoltre, è essenziale assicurare al  sistema imprenditoriale la possibilità di approvvigionamenti energetici economicamente competitivi e, preferibilmente, derivanti da fonti energetiche rinnovabili. Il progetto persegue l’obiettivo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili Il P.A.N. sembra indicare di spingere, per il settore idroelettrico, nello sviluppo di impianti di dimensione medio-piccole (micro idroelettrico sotto 1MW e mini idroelettrico tra 1MW e 10MW),

Piano Energetico Regionale (PER) Obiettivo specifico 23: Usare in modo sostenibile le risorse naturali e tutelare l’ambiente naturale salvaguardandone la biodiversità;

 Obiettivo specifico 31: Favorire la realizzazione di nuovi impianti con le migliori e più innovative tecnologie e con metodologie gestionali caratterizzate da bassi consumi, alti rendimenti e ridotti impatti ambientali; Il progetto prevede la realizzazione di un impianto microidroelettrico (Potenza nominale di 231,71 kW) la cui progettazione tende a tutelare le risorse naturali in modo sostenibile usando le tecnologie migliori e più innovative

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Piano Regionale di Tutela delle Acque Deflusso minimo vitale (DMV)

(PRTA) QDMV =K ⋅T ⋅P ⋅M ⋅QMEDIA

 Per l’impianto in progetto Con riferimento all’art. 2 della LR21/2013 e all’art 38 comma 6 delle NTA del Piano di Tutela delle Acque, visto che l’impianto utilizza una traversa esistente e vista la brevità del tratto sotteso, il DMV viene quantificato in 150 l/s atti alla sola alimentazione della scala per la risalita della fauna ittica. Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) Interferenza con aree a pericolosità idraulica P3 Interferenza con aree fluviali  Per gli art. 9,10 e 13 la captazione delle acque in corrispondenza della briglia sul Torrente Cellina e sulla sponda destra gravata da una pericolosità idraulica elevata è una delle opere ammesse dal PAI. Nelle aree fluviali è consentita, previa acquisizione dell’autorizzazione idraulica della Regione la realizzazione, ampliamento o manutenzione delle opere di raccolta, regolazione, trattamento, presa e restituzione dell’acqua; Tra gli obiettivi di qualità per la rete ecologica il PPR Piano Paesaggistico Regionale (PPR) prevede:  Conservazione della naturalità complessiva dei  corsi d’acqua.  Garantire il continuum ecologico rispetto a sbarramenti e derivazioni Il progetto di impianto idroelettrico sulla briglia del Torrente Cellina, essendo oltretutto una derivazione senza tratto sotteso che conserva la naturalità del corso d’acqua,, prevede la realizzazione di una scala di risalita per la fauna ittica che risulta funzionale agli obiettivi di ricostituzione della continuità ecologica del corso d’acqua. Art.56 Sottozona E 7 A -Degli alvei fluviali e torrentizi In queste fasce non sono consentiti interventi edilizi, ma sono consentiti interventi di manutenzione e di regimazione Piano Regolatore Comunale (PRGC) idraulica, di sfruttamento energetico e di scarico acque solo se approvate dai competenti Organi Regionali per i corsi d'acqua […]  Art.46 Sottozona E 2 A -Boschi di protezione La sottozona è destinata a svolgere un ruolo preminente nella difesa del suolo, oltre che naturalistico e paesaggistico; Al fine di potere realizzare l’impianto idroelettrico dovrà essere approntata una variante ad hoc che dovrebbe comprendere tutte le aree interessate dal progetto al fine di potere rendere compatibile urbanisticamente l’infrastruttura in progetto.

Tra gli obiettivi di progetto e le linee di programmazione e di pianificazione sovraordinata al progetto in esame esiste una generale coerenza.

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3. Quadro progettuale

3.1. Caratteristiche del progetto

3.1.1. Premesse

La società EN CELINIA intende avviare una nuova iniziativa tesa all’utilizzo, per fini idroelettrici, delle acque del Torrente Cellina in Comune di Barcis (PN). L’iniziativa prevede l’utilizzo dell’esistente salto idraulico generato tra i profili di monte e valle della briglia presente lungo il Torrente Cellina immediatamente a monte dell’abitato di Arcola. Dal punto di vista idrografico l’impianto utilizza le acque del torrente Cellina derivandole immediatamente a monte e restituendole immediatamente a valle della esistente briglia posta a quota 423.55 m smm. Le acque verranno captate con soglia posta a quota 422.25 m smm e restituite sempre in destra idrografica con soglia posta a quota 420.05. L’estensione del bacino imbrifero sotteso alla derivazione è pari a 312.33 kmq. L’estensione del bacino imbrifero sotteso alla restituzione è pari a quella del bacino sotteso alla derivazione. Di seguito si riporta la tabella con i dati cartografici del punto di presa e restituzione. Derivazione Restituzione Coordinata est 2328187 m 2328233 m Coordinata nord 5119694 m 5119658 m Quota alveo 423.55 m smm 420.05 m smm Bacino sotteso 312.33 kmq 312.33 kmq

3.1.2. La briglia esistente sul Torrente Cellina

Poco a monte dell’abitato di Arcola, immediatamente a valle della confluenza Prescudin-Cellina, a quota di alveo 423.55 m smm, il torrente Cellina vede la presenza di una briglia in calcestruzzo. Tale manufatto, il cui progetto risale a fine anni ’60, veniva concepito come “Opera di trattenuta lungo l’asta del medio Cellina a salvaguardia della viabilità e degli abitati”. Ad oggi tale manufatto si presenta in precarie condizioni statiche e soggetto ad un importante fenomeno di sifonamento. Gli interventi per il ripristino dell’officiosità idraulica del manufatto sono ad oggi stati avanzati dagli Enti competenti. I tempi per il completamento delle procedure per l’avvio dei lavori e la mera esecuzione degli stessi è compatibile con i tempi dell’iter istruttorio ed autorizzativo dell’impianto in oggetto. L’esistente briglia è suddivisa in 2 parti. La prima, di luce circa 43.60 m, costituita dalla vera e propria briglia ovvero dalla gaveta rivestita in massi e sagomata. La seconda invece, di luce 8.20 m circa, è costituita da profili metallici verticali e da una soletta posta a quota 424.20 m smm. Tale luce era probabilmente destinata a dare una continuità al trasporto solido ordinario, ma causa dell’intasamento dei profili metallici verticali si nota la formazione di un deposito prevalentemente di sabbie sino alla quota della soletta.

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3.2. Le opere civili

3.2.1. Generalità

L’impianto idroelettrico in progetto sarà del tipo ad acqua fluente. Non verranno pertanto regolati volumi idrici a monte della derivazione. L’impianto sarà completamente automatizzato e telegestibile da remoto senza la necessità della presenza continuativa di operatori sul posto. Sarà inoltre munito di adeguati sensori di livello idrometrico e delle ghiaie in grado di monitorare in continuo le condizioni della derivazione (ovvero della portata derivata e rilasciata) e del Torrente Cellina attivando a mezzo di apposito sistema PLC le azioni necessarie al buon esercizio dell’impianto. La tipologia di impianto, posto a cavallo di una briglia, non prevede la presenza di una condotta di adduzione delle acque derivate all’edificio centrale, ma le acque del Cellina verranno direttamente convogliate verso l’organo di produzione e quindi restituite. Tutte le opere dell’impianto saranno collocate al di fuori dell’alveo ovvero in destra idrografica del muro di contenimento esistente.

3.2.2. Gli accessi

Il sito in cui verranno realizzate le opere risulta accessibile mediante una viabilità asfaltata che si stacca direttamente dalla SS 251 Della Val Cellina. Non si prevede pertanto la realizzazione di nuove piste se non quelle provvisionali di cantiere per il mero accesso all’alveo.

3.2.3. Sghiaiatore esterno

Al fine di rendere funzionale la seconda parte del manufatto esistente di trattenuta costituito, come descritto in precedenza, da profili metallici posti verticalmente, si è optato per una sua riconversione a sghiaiatore esterno a servizio dell’impianto. In questa ottica si è reso necessario prevedere la demolizione della soletta e la rimozione dei profili metallici. Il tutto verrà sostituito da n.2 paratoie piane a strisciamento di luce 2.62 m asservite a misuratore di livello e delle ghiaie. Le paratoie scorreranno in gargami inghisati in nuove pile di altezza pari a quella esistente della briglia ovvero 429.30 m smm. Il fondo dello sghiaiatore esterno verrà realizzato con soletta di calcestruzzo a quota 421.00 m smm rivestita in acciaio cor-ten e sagomato con pendenza del 10%. Le fondazioni dello sghiaiatore esterno sono previste su micropali. Essendo la quota di massima regolazione (ritenuta per le condizioni di regime) pari a 423.50 m smm, il tirante idrometrico a monte delle paratoie sarà pari a circa 3 m.

3.2.4. Opere di captazione

Nelle previsioni progettuali e nelle condizioni di regime le acque del Torrente Cellina dovranno essere ritenute a quota 423.50 m smm, ovvero al di sotto della quota della gaveta della briglia.

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Per i motivi di seguito esposti la derivazione avverrà in destra idrografica collocando tutte le opere a tergo del muro di contenimento esistente:  Sono già presenti i manufatti per lo sghiaiamento esterno  Accessibilità  Spazi per collocamento manufatti La bocca di presa avrà luce di 6 m e per consentire un’adeguata direzione di imbocco è stato previsto di utilizzare come linea di derivazione la congiungente tra lo spigolo di monte del muro di contenimento esistente e lo sperone roccioso che funge da spartiacque tra il bacino del Cellina propriamente detto ed il bacino del Torrente Prescudin. Tale direzione di derivazione consentirà anche un efficace effetto dello sghiaiatore esterno. La bocca di presa sarà presidiata da una griglia grossolana. Al fine di confinare le acque di piena all’interno dell’alveo si è optato per sopralzare l’esistente muro di contenimento sino alla quota di sicurezza pari a 428.30 m smm e prolungarlo verso monte sul tracciato fissato per la derivazione. La soglia di derivazione sarà sagomata prevedendo delle quote crescenti da 421.75 m smm, in corrispondenza al limite dell’alveo, sino a 422.25 m smm materializzati circa 3.15 m verso l’interno della derivazione. In corrispondenza della soglia di derivazione è stata prevista l’installazione di una paratoia piana a strisciamento a comando oleodinamico asservita a misuratore di livello con funzione di paratoia di intercettazione. Tale paratoia nelle condizioni ordinarie si manterrà sollevata a +5 cm rispetto alla quota di regime. Verrà invece abbattuta in caso di piena. A valle della derivazione le acque verranno avviate verso l’organo di produzione mediante un canale di invito sempre di larghezza 6 m, ma in grado di approfondire la propria quota di fondo al fine di garantire una importante decelerazione alle acque utilizzate. All’interno del canale di invito è prevista una griglia fine la cui pulizia sarà affidata ad uno sgrigliatore automatico. A valle della griglia fine le acque verranno sostenute alla quota di 423.30 m smm grazie ad un misuratore di livello idrometrico messo in comunicazione con il gruppo di produzione.

3.2.5. Locale turbina-generatore e locali tecnici ed accessori

Le acque che giungeranno nella sezione di valle del canale di invito verranno avviate alla semispirale della turbina Kaplan per poi essere rilasciate lungo il condotto diffusore. Al di sopra della semispirale Kaplan sarà posto il locale generatore posto con piano di calpestio pari a 423.56 m smm. Ad esso si accederà dalla soletta di copertura del canale di invito posta a quota 425.30 m smm. All’interno del locale generatore troveranno alloggiamento anche i quadri BT. La calata e la estrazione del generatore e/o dei quadri BT potrà avvenire grazie ad una botola prevista sulla soletta del locale generatore e con l’ausilio di un sistema di sollevamento anche direttamente dalla strada. Sopra il piano generatore sono stati previsti 2 ulteriori piani. A quota 428.30 m smm è stato previsto il piano per l’alloggiamento dei quadri MT e automazione, locale trasformatore elevatore e locale igienico. Questi locali saranno accessibili mediante una scala dalla viabilità. Per quanto concerne la calata e l’estrazione dei quadri o del trasformatore, questa potrà agevolmente avvenire utilizzando l’estradosso della soletta di copertura del locale generatore. A quota 431.60 m smm è stato invece previsto il piano per l’alloggiamento del locale Enel e del locale misure. Questi locali saranno accessibili dalla viabilità mediante un piccolo stacco carrabile.

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Tutti i locali tecnici ed accessori necessari per corretto esercizio dell’impianto sono stati previsti immediatamente a monte della esistente viabilità e posti in altezza al fine di minimizzarne il loro impatto paesaggistico.

3.2.6. Galleria di scarico e manufatto di restituzione

Le acque in uscita dal diffusore di scarico verranno restituite al t. Cellina mediante un canale di scarico realizzato in galleria. La estesa della galleria sarà di poco inferiore a 35 m. Le caratteristiche geostrutturali degli ammassi rocciosi interessati sono tali da permettere la realizzazione della galleria mediante scavo con tecnica tradizionale. La galleria verrà realizzata procedendo da monte verso valle sfruttando la necessità di realizzare il fondo in contropendenza. Il cantiere principale verrà pertanto realizzato laddove successivamente verranno edificati i 3 piani alloggianti i locali tecnici ed accessori. Il portale di imbocco dovrà essere opportunamente consolidato mediante l’utilizzo di chiodature. Localmente, nei tratti di roccia dalle caratteristiche inferiori, verranno realizzati consolidamenti con bulloni in calotta, aventi lunghezza 2¸3 metri, spaziatura 2¸2,5 metri ed eventualmente collegati da rete metallica. La copertura della galleria appare sempre sufficiente a garantire la stabilità della stessa. La sezione di scavo sarà variabile:  Nella sezione di imbocco sarà sufficiente una sezione grossomodo circolare di diametro 7 m  Nella sezione di sbocco invece sarà sufficiente una sezione a doppio arco di larghezza circa 7 m ed altezza di 4.50 m Le pareti della galleria saranno rivestite con spritz-beton di spessore 50¸100 mm come base per eventuale impermeabilizzazione; il fondo della galleria sarà invece gettato in calcestruzzo in modo da creare un piano di transito orizzontale di larghezza pari a 2.5 m per consentire la manutenzione dell’opera. In calotta della galleria verranno infine alloggiati i cavidotti metallici, staffati, per le linee elettriche B.T. e di trasmissione dei segnali.

Lo smarino prodotto dalla realizzazione della galleria, pari a 1250 mc, potrà essere riutilizzato in loco per il riempimento delle sezioni scavo e per la ridefinizione del tratto di versante, strada compresa, che verranno demoliti al fine di poter operare con maggiore sicurezza. Lo scarico delle acque utilizzate avverrà a quota 420.05 m smm e sarà presidiato da una paratoia piana a strisciamento asservita a misuratore di livello idrometrico in alveo. Tale paratoia verrà abbattuta qualora sussistano condizioni di piena. La quota di rilascio è stata individuata coerentemente alle quote di fondo del corso d’acqua attuali ed in rapporto alla necessità di una periodica risagomatura del piano delle ghiaie.

3.2.7. Allacciamento alla linea elettrica

La energia prodotta dall’impianto verrà consegnata alla cabina Enel prevista al 3° piano del fabbricato di centrale. Dalla cabina Enel dipartirà un elettrodotto alla MT in cavo interrato che giungerà sino al vicino elettrodotto alla MT in cavo aereo. Il nuovo elettrodotto verrà posato sul sedime della esistente viabilità. La estesa dell’elettrodotto è pari a circa 300 m.

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3.2.8. Demolizione e ricostruzione della viabilità

Per la realizzazione delle opere in oggetto è necessaria l’apertura di un fronte di scavo, a monte della viabilità, il cui fondo è posto a -18 m dalla viabilità stessa. Viste caratteristiche geolitologiche dei suoli pare adeguato e soprattutto cautelativo per le maestranze prevedere di raggiungere la quota di fondo scavo mediante messa nudo della roccia e quindi mediante demolizione della esistente viabilità e di tutto il versante che dalla viabilità giunge sino all’alveo lungo il lato di monte briglia. Una volta messa a nudo la roccia e posto il versante in sicurezza per la caduta massi, potrà essere creato un modesto portale di imbocco ed iniziare ad aggredire il fronte di scavo. Alternativamente, nella ipotesi di voler cercare di mantenere la esistente viabilità, sarebbero necessarie delle opere di sostegno del versante la cui entità e la cui officiosità sono ad oggi difficilmente stimabili. Di fatto sarebbe necessaria, ad esempio, una berlinese di altezza 18 m circa che, una volta tirantata al versante roccioso, dovrà essere tagliata ricavando una breccia di ampiezza pari alla sezione di imbocco della galleria. Sulla base di quanto sopra pare evidente che la soluzione che anche prevede un minore tempo di esecuzione è rappresentata dalla completa rimozione di tutto il materiale sciolto presente in sito e quindi anche della sede stradale.

3.2.9. Dispositivo di rilascio del DMV e scala di risalita della fauna ittica

Con riferimento all’art. 2 della LR21/2013 e all’art 38 comma 6 delle NTA del Piano di Tutela delle Acque adottato, in regime di salvaguardia, dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia con DGR 2000 dd 15/11/2012, visto che l’impianto utilizza una traversa esistente e vista la brevità del tratto sotteso, il DMV viene quantificato in 150 l/s atti alla sola alimentazione della scala per la risalita della fauna ittica. Il DMV verrà rilasciato attraverso lo sfioro di una paratoia a ventola di larghezza 50 cm regolata da un misuratore di livello ed un sistema PLC. Il sollevamento massimo della paratoia, a quota 423.18 m smm, si avrà per le condizioni di regime ovvero per quota idrometrica del Cellina pari a 423.50 m smm. Qualora la quota idrometrica del Cellina dovesse diminuire il sistema PLC trasformerà l’input del livello idrometrico in azione per la paratoia che pertanto verrà gradualmente, ma istantaneamente, abbassata per mantenere un carico idraulico costante di 32 cm. L’abbassamento della paratoia avverrà fino alla quota di sfioro pari a 422.98 m smm corrispondente ad una quota idrometrica del Cellina pari a 423.30 m smm. Tale quota rappresenta la quota minima per cui l’impianto è in esercizio. La oscillazione della paratoia pertanto sarà pari a soli 20 cm. La scala per la risalita della fauna ittica sarà del tipo a bacini successivi con salti di fondo pari a 25 cm e bacini di dimensioni 1.00x1.50 m. I bacini verranno creato mediante la apposizione di setti metallici. Il fondo della scala sarà sagomato a “scivolo” in modo da consentire una facile pulizia dell’intero manufatto una volta rimossi i setti metallici. La scala verrà collocata in affiancamento al muro di contenimento delle piene. A garanzia del rilascio del DMV verrà posta altresì una sonda di misura del livello delle ghiaie che, qualora la luce di rilascio dovesse intasarsi, comanderà la apertura delle paratoie dello sghiaiatore esterno. Verrà inoltre collocata una webcam per poter verificare in ogni istante anche visivamente la entità del rilascio.

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3.3. Valutazione disponibilità delle risorse idriche

3.3.1. La complessiva portata attesa alla derivazione dell’impianto

La complessiva portata attesa sarà pari a 10.63 mc/s come riportato nella tabella sottostante.

PORTATA NATURALE SOTTOBACINO CELLINA 1926-1962 (mc/s) GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC MEDIA 6.012 5.892 7.079 11.605 16.072 13.475 8.731 6.262 8.062 13.381 21.585 9.295 10.621

FIGURA 9: Curva di durata alla derivazione sulla Briglia Cellina.

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3.4. Dimensionamento dell’impianto

3.4.1. Il DMV

Con riferimento all’art. 2 della LR21/2013 e all’art 38 comma 6 delle NTA del Piano di Tutela delle Acque adottato, in regime di salvaguardia, dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia con DGR 2000 dd 15/11/2012, visto che l’impianto utilizza una traversa esistente e vista la brevità del tratto sotteso, il DMV viene quantificato in 150 l/s atti alla sola alimentazione della scala per la risalita della fauna ittica.

GENERALITÀ Il dimensionamento di un impianto della tipologia in oggetto, quindi senza asta sottesa e senza condotta forzata, verrà eseguito come tipicamente accade cercando solo la massimizzazione della producibilità. Vista la curva di durata pare opportuno, anche in relazione alla tipologia di turbina che verrà installata, utilizzare una portata massima corrispondente ad una Q90 ovvero 12 mc/s. La portata minima utilizzata può essere assunta pari a 3 mc/s. L’uso di una portata massima inferiore a 12 mc/s non comporta vantaggi evidenti in quanto la portata minima utilizzata, viste le portate minime del corso d’acqua, non incrementa il tempo di turbinamento. Si ritiene ragionevole escludere l’esercizio dell’impianto per portate del Cellina superiori a 75 mc/s.

3.4.2. La portata utilizzata dall’impianto

Definita la portata massima e minima utilizzata e fissato il DMV è possibile definire in ogni istante il valore della portata realmente utilizzata dall’impianto. L’algoritmo di gestione della portata utilizzata sarà implementato in un sistema PLC a cui verrà asservita tutta la parte elettromeccanica dell’impianto. L’algoritmo prevede:  Se la portata naturale detratta della portata di rispetto è maggiore della portata massima utilizzabile dall’impianto, allora la portata utilizzata sarà pari a quella massima utilizzabile  Altrimenti, se la portata naturale detratta della portata di rispetto è minore della portata minima utilizzabile dall’impianto, allora la portata utilizzata sarà nulla Di seguito si riporta la tabella delle portate medie mensili utilizzate dall’impianto.

PORTATA UTILIZZATA DALL’IMPIANTO 1926-1962 (mc/s) GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC MEDIA 5.462 4.871 5.853 8.082 10.121 10.183 8.033 5.919 6.139 6.931 8.566 7.108 7.272

La portata media annua utilizzata è pari a 7.27 mc/s.

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3.4.3. La portata rilasciata dall’impianto

La disponibilità idrica del t. Cellina nonostante l’esercizio dell’impianto Arcola e l’esercizio dell’impianto in oggetto consente comunque per lunghi periodi dell’anno lo sfioro delle portate eccedenti a quella massima. Lo sfioro avverrà direttamente allo sbarramento mediante sfioro sulla gaveta oppure mediante sollevamento della paratoia sghiaiatrice regolato da misuratore di livello in modo da coniugare le esigenze di esercizio nei limiti di concessione e favorire una continuità del trasporto solido e pulizia costante della bocca di presa. Le portate medie mensili rilasciate dall’impianto sono riportate nella seguente tabella.

PORTATA RILASCIATA DALL’IMPIANTO 1926-1962 (mc/s) GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC MEDIA 0.550 1.021 1.226 3.523 5.951 3.292 0.698 0.344 1.922 6.450 13.019 2.188 3.349

La portata media annua rilasciata è pari a 3.35 mc/s pari a circa il 50% della portata utilizzata. Il tutto sostanzialmente senza asta sottesa.

3.4.4. Grado di utilizzazione del corso d’acqua

Il grado di utilizzazione del corso d’acqua da parte dell’impianto è possibile costruirlo sulla base di quanto appena calcolato. In particolare è possibile istruire la seguente tabella delle portate medie mensili naturali, utilizzate e rilasciate.

Portata Portata Portata Mesi naturale utilizzata rilasciata (mc/s) (mc/s) (mc/s)

Gennaio 6.012 5.462 0.550 Febbraio 5.892 4.871 1.021 Marzo 7.079 5.853 1.226 Aprile 11.605 8.082 3.523 Maggio 16.072 10.121 5.951 Giugno 13.475 10.183 3.292 Luglio 8.731 8.033 0.698 Agosto 6.262 5.919 0.344 Settembre 8.062 6.139 1.922 Ottobre 13.381 6.931 6.450 Novembre 21.585 8.566 13.019 Dicembre 9.295 7.108 2.188 MEDIA 10.621 7.272 3.349

Si riportano di seguito l’istogramma delle portate medie mensili e la curva di durata ed utilizzazione dell’impianto.

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25,000

20,000

15,000 mc/s 10,000

5,000

0,000

mesi

Portate NATURALI Portata UTILIZZATA Portata RILASCIATA

FIGURA 10: Grafico delle portate medie mensili NATURALI, UTILIZZATE e RILASCIATE dall’impianto idroelettrico in progetto.

FIGURA 11: Curva di durata delle portate NATURALI, UTILIZZATE e RILASCIATE dall’impianto idroelettrico in progetto.

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3.5. Potenza dell’impianto

La potenza erogata dall’impianto può essere espressa con la seguente formulazione:

P = g (HLORDO – ΔH) Qη

Dove: g = accelerazione di gravità = 9,8 m/s2

HLORDO = salto lordo = 2,42 m ΔH = perdita di carico = 0,05 m Q = portata utilizzata η = rendimento medio e globale delle apparecchiature elettromeccaniche = 0,82

La potenza massima generata è pari a 209 kW.

3.6. Produzione dell’impianto

La produzione elettrica dell’impianto è calcolabile moltiplicando la potenza calcolata per il periodo di riferimento. E’ buona norma adottare una riduzione dell’energia prodotta in virtù tipicamente dei seguenti fattori:  Frequenza del dato di riferimento  Fermo macchina tecnico Di norma, se la produzione viene calcolata sulla base di un modello che utilizza serie storiche di dati di portata giornaliera non è necessaria alcuna riduzione. Man mano che la frequenza del dato utilizzato diminuisce è necessario apportare una riduzione al valore di produzione ottenuto in quanto la produzione calcolata col valore medio può solo essere superiore od al più uguale a quella calcolata con dati che generano il valore medio. L’utilizzo in particolare di dati di base a frequenza giornaliera spesso comporta dei forti scostamenti e la necessità di apportare riduzioni anche dell’ordine del 15%. Nel caso in oggetto viene apportata una riduzione del 5% in quanto si utilizzano dati decadici.

La produzione elettrica dell’impianto è pari a 1,207 MWh e ridotta del 5% risulta pari a 1,150 MWh.

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3.7. Dati caratteristici dell’impianto

Comune Barcis Provincia Pordenone Tipo di Impianto Acqua fluente Quota soglia derivazione 422,25 m ssm Quota soglia restituzione 420,05 m ssm Quota idrometrica media in vasca di scarico 423,30 m ssm Portata massima derivabile 12,000 mc/s Portata media derivabile 7,272 mc/s Salto lordo medio utilizzato 2,42 m Potenza massima 209 kW Produzione media annua attesa 1,207 MWh Salto di concessione 3,25 m Portata media di concessione 7,272 mc/s

Potenza di concessione 231,71 kW

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4. Analisi ambientale

4.1. Inquadramento geografico

L’area del progetto ricade all’interno dell’alveo del Torrente Cellina, in Comune di Barcis (PN) ad un’altitudine di 422 m ssm. alla confluenza tra il Torrente Prescudin proveniente da ovest e lo stesso Cellina che scorre in questo tratto con direzione NW-SE. In questo tratto la valle del Torrente Cellina è molto stretta. L’alveo di morbida del Cellina in questo tratto è largo circa 70 m. Al piede del versante subverticale in sinistra idrografica elevata di circa 12 metri dal piede dell’alveo corre la SR251 della Valcellina mentre in destra idrografica, ricavata al piede del versante è presente la strada comunale asfaltata che porta in località Prescudin che, proprio all’altezza della briglia dove verrà realizzato l’impianto idroelettrico, svolta a sinistra per seguire il versante in destra idrografica che delimita la stretta vallecola del Torrente Prescudin. Questa strada asfaltata, a traffico limitato da una sbarra, si imbocca dalla SR251 attraversa il Torrente Cellina 180 m a valle della briglia e verrà usata come strada di servizio all’area del cantiere.

FIGURA 12: Schema dell’’impianto idroelettrico e relazioni con le infrastrutture presenti nell’area.

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4.2. Geologia e geomorfologia (a cura del dott.Geol Andrea Mocchiutti)

4.2.1. Inquadramento geomorfologico

L’area di studio si colloca geograficamente nelle Prealpi Carniche e costituisce la porzione orientale del bacino del Torrente Cellina, il più occidentale dei bacini del Friuli Venezia Giulia. L’opera in progetto è posta lungo sulla briglia esistente sul torrente Cellina, immediatamente a valle della confluenza del torrente Prescudin nel torrente Cellina, ad una quota di circa 423 m s.l.m.m.. A grande scala l’area di indagine presenta numerosi affioramenti rocciosi, alternati a zone meno acclivi coperte da vegetazione boschiva; sono presenti incisioni vallive, con direzione NE-SW, oblique rispetto al corso del t. Cellina.

4.2.2. Inquadramento geolitologico

Nell’area di indagine prevalgono le alluvioni quaternarie nel fondovalle, mentre i versanti sono costituiti da dolomie e calcari dolomitici. Le litologie affioranti sono le seguenti: DOLOMIA PRINCIPALE Dolomie e calcari dolomitici in parte biocostruiti ed in parte bioclastici, con colore dal grigio al bianco nocciola. La stratificazione si presenta regolare, con spessore degli strati in genere da decimetrico a pluridecimetrico. DETRITO DI FALDA Detrito di falda è presente alla base dei versanti ed è costituito da materiale sciolto di natura dolomitica, immerso in matrice terrosa. DEPOSITI ALLUVIONI ATTUALI E RECENTI Presenti sul fondovalle sono caratterizzati da ghiaie grossolane medio-fini, sabbie da grosse a medie, ciottoli anche di grandi dimensioni e da trovanti di piccole dimensioni.

4.2.3. Inquadramento tettonico

A scala generale l’area risulta interessata da una grande piega anticlinale, con direzione WNWESE, interessata da faglie inverse parallele alla struttura, con tendenza a sovrascorrimento verso ENE. La dolomia che affiora nell’area indagata presenta immersione SW presso l’opera di presa ed immersione W presso la centrale in progetto, nel settore mediano gli strati sono spesso verticali per presenza di faglie e pieghe

4.2.4. Prescrizioni per la realizzazione delle opere

Nel settore fluviale in cui è prevista la derivazione, l’alveo unicursale si presenta molto ampio e caratterizzato da una forte dinamicità. Questo tratto fluviale è caratterizzato da elevate portate e da elevato trasporto solido che avviene non solo in caso di piena ma anche di morbida, con continuo rotolamento sul fondo.

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Nel punto in cui sono previste le opere di captazione è presente un muro spondale e a tergo di questo si rilevano materiali sciolti di versante. La roccia affiora nelle immediate vicinanze, tuttavia sarà necessario asportare il materiale detritico sciolto e costituito da elementi rocciosi di piccole dimensioni, in parte derivanti dallo scavo della sovrastante viabilità. In ragione degli esigui spazi di lavorazione e del materiale sciolto si renderà probabilmente necessario interrompere la viabilità nel corso delle fasi di cantiere. L’imbocco della galleria andrà consolidato mediante la realizzazione di infilaggi in calotta di lunghezza non inferiore a 10 metri sostenuti da centine e proiezione di spritz-beton. Lo scavo, eseguito con il metodo tradizionale, potrà prevedere l’utilizzo di esplosivo. Le volate andranno adeguatamente monitorate al fine della ottimizzazione delle stesse e della mitigazione dell’impatto sull’ambiente dato da rumore, vibrazioni e polveri che potranno essere facilmente contenute con sistemi convenzionali. La breve galleria prevista dal progetto si sviluppa tutta in roccia dolomitica sana o poco fratturata caratterizzata tuttavia da una intensa stratificazione decimetrica. La classe della roccia secondo BIENIAWSKI [RMR], 1989 CLASSE II con qualità dell’ammasso roccioso BUONA Tuttavia vista la posizione parietale della galleria e la stratificazione per il sostengo della volta saranno opportune chiodature in calotta in fase di avanzamento con chiodi della lunghezza di 3-4 metri tipo swellex e interventi di sostegno con centine. Il materiale di scavo sarà tutto costituito da dolomia e calcare dolomitico e potrà essere utilizzato per rilevati, sottofondi stradali, inerti con il più ampio spettro di utilizzi. Le scarpate di scavo, per quanto possibile, andranno ripristinate con tecniche di ingegneria naturalistica.

FIGURA 13: Carta geolitologica.

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4.3. Inquadramento bioclimatico

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC SOMMA 146,2 98,8 172,1 157,2 183,3 193,8 142,9 180,8 254,1 323,2 313,1 254,5 2420,0

350,0 323,2 313,1 300,0 254,1 254,5 250,0 193,8 183,3 200,0 172,1 180,8 157,2 146,2 142,9 150,0 98,8 100,0

50,0

0,0 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

FIGURA 14: Tabella e grafico relativi alle precipitazioni medie mensili e annue in mm registrate alla stazione di Barcis (409 m slm) dal 2005 al 2016 (dati forniti da OSMER FVG.)

GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC MEDIA -0,4 1,0 4,7 10,1 14,2 17,4 19,3 18,2 15,0 10,0 4,9 -0,1 9,5

19,3 20,0 17,4 18,2 15,0 14,2 15,0 10,1 10,0 10,0 FIGURA 15: Temperature medie 4,7 5,0 1,0 4,9 mensili e annue in °C registrate alla -0,4 0,0 -0,1 stazione di Barcis (409 m slm) dal mm gen feb 2005 al 2016 (dati forniti da OSMER -5,0 mar apr mag giu lug ago set ott nov mesi dic FVG.)

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L’area ha complessivamente un clima abbastanza mite, specie sulla fascia pedemontana esposta al sole e riparata dai venti, ma disturbata da episodi piovosi, a volte particolarmente intensi (specie nelle stagioni di passaggio), con la presenza di correnti umide sciroccali. Nei mesi invernali prevalgono giornate soleggiate, quindi gradevoli durante il giorno, e decisamente fredde nelle ore notturne, mentre d’estate la calura diurna è spesso interrotta da temporali, che portano aria più fresca. Nelle vallate più interne il clima ha tratti alpini, comunque mitigati dalla vicinanza della pianura e del mare Adriatico. Durante la stagione fredda in questa zona le scarse precipitazioni piovose vengono trasformate in precipitazioni nevose sempre relativamente abbondanti. La seguente tabella illustra i dati relativi alla nevosità estrapolati da “Il clima del Friuli-Venezia Giulia” - Livio Stefanuto - OSMER Osservatorio Meteorologico Regionale ARPA Friuli-Venezia Giulia - FEBBRAIO 2003

500 m 1000 m. NEVE FRESCA IN UN ANNO (cm) 65 180 NUMERO DI GIORNI NEVOSI 10 19 PERMANENZA DI ALMENO 1 CM DI NEVE AL SUOLO (GIORNI) 50 95 PERMANENZA DI ALMENO 10 CM DI NEVE AL SUOLO (GIORNI) 11 20

4.4. Il Torrente Cellina

4.4.1. Idrografia

Il bacino del torrente Cellina si sviluppa nell’area di Nord Ovest della regione Friuli Venezia Giulia ed appartiene al Bacino principale del Fiume Livenza. La sua lunghezza è di circa 58 km e nasce nel monte Gialina (nelle Prealpi Carniche 1.634 m slm) e sfocia nel fiume Meduna nei pressi di Vivaro (Pordenone). Questo segmento di Torrente Cellina è posto a circa 24 km dalla sorgente e a circa 34 km dalla sua confluenza con il Torrente Meduna di cui è l’affluente principale. Il tratto di Torrente Cellina oggetto di studio scorre all’interno di una valle molto stretta e sinuosa ed è ancora compreso nel suo bacino montano che termina, a valle, in corrispondenza della diga di Ravedis presso .

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FIGURA 16: Bacino idrografico naturale del Torrente Cellina

4.4.2. Identificazione del corso d’acqua

Il Torrente Cellina è un corpo idrico superficial dell’elenco regionale delle acque pubbliche (Codice FVG LV03001). Ricade all’interno dell’Idro - ecoregione HER 2 ed appartiene al bacino idrografico del Fiume Livenza. Considerando il suo bacino montano e la distanza dalla sorgente (25-75 km) che è strettamente correlata con la dimensione del bacino stesso (446 km2 ovvero compresa tra 150-750 km2), in base alla sua “taglia” (rapportata alle 5 classi di taglia per corso d’acqua) il Torrente Cellina può essere codificato con un codice 3 ovvero un Corso d’acqua medio. Per quanto riguarda la sua tipizzazione, questo tratto di torrente Cellina interessato dalla captazione è stato incluso nell’elenco dei corpi idrici riportato nell’ambito del Piano Regionale di Tutela delle Acque Generale dove gli è stata attribuita la categoria 02SS3T3.

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Tabella: Corrispondenza tra la taglia di un corso d’acqua e la distanza dall’origine

 Il corpo idrico 02SS3T3 ha una lunghezza 9,732 km.  Il Torrente Cellina ha una lunghezza totale di 58,0 km  Essendo un impianto idroelettrico puntuale che in sostanza non sottende alcun tratto di corso d’acqua la distanza dalla sorgente è di 24 km e la distanza dalla foce è di 34 km

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FIGURA 17: Elaborazione al GIS dei dati estrapolati dal Catalogo dei Dati Ambientali e Territoriali della Regione FVG in cui si illustra il corpo idrico a cui appartiene il tratto di Torrente Cellina indagato.

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FIGURA 18: Estratto dalla Tavola 2 del Piano Regionale di Tutela delle Acque – Impatti idromorfologici delle opere idrauliche

Da quanto si evince dalla Tavola 2 “Impatti idromorfologici delle opere idrauliche” del Piano Regionale di Tutela delle Acque, il tratto di Torrente Cellina indagato presenta un grado di impatto idromorfologico di grado BASSO. Nel corpo idrico interessato dalla captazione infatti, l’unica briglia presente è quella su cui verrà impostato l’impianto idroelettrico. Il tratto di Torrente Cellina indagato inoltre non è attualmente interessato da altre derivazioni a scopo idroelettrico. 14 sono le prese ad uso idroelettrico su tutto il tratto di Torrente Cellina. Numerose inoltre invece le domande di derivazione ancora soggette a essere valutate dai competenti uffici Regionali relative sostanzialmente a tutto il Torrente Cellina.

4.4.3. Aspetti idromorfologici

In questo paragrafo verranno analizzati:  Le principali caratteristiche idromorfologiche  Il tipo di substrato  Le caratteristiche del flusso idrico del tratto di Torrente Cellina oggetto di studio. La lunghezza del tratto su cui si basa l’analisi idromorfologica corrisponde a un tratto di circa 200 m. di lunghezza (dalla confluenza Prescudin – Cellina, a monte, fino al ponte sul Torrente Cellina a valle) considerando il fatto che il tratto di Torrente Cellina interessato dalle opere è lungo circa 50 m. I rilievi sono stati effettuati in condizioni di portata di magra in data 8 dicembre 2015.Ll’intero tratto presenta omogeneità per gli aspetti idromorfologici alla scala di unità geomorfologica che è quella scala spaziale in grado di percepire i cambiamenti in un arco di tempo dell’ordine di grandezza di 10-20 anni. 1. La larghezza dell’alveo di piena ordinaria varia da 50 m appena a monte della briglia, a 63 m nel punto più largo fino ad tornare a circa 50 m all’altezza del ponte sul Cellina 2. Questo tratto è confinato con un grado di confinamento > al 90%.

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L’indice di confinamento (IC) molto basso, sicuramente compreso tra 1 e 1,5 (più vicino a 1). 3. La morfologia dell’alveo alla scala di tratto è A CANALE SINGOLO 4. La morfologia torrentizia che si basa sulla configurazione del fondo, alla scala di unità morfologica, definisce il tratto come un ALVEO ALLUVIONALE A FONDO MOBILE; L’unità morfologica sostanzialmente esclusiva è il RIFFLE-POOL che corrisponde a tratti caratterizzati dalla successione di unità a pendenza più sostenuta e tiranti ridotti (riffle, talvolta chiamati raschi) e unità aventi tiranti maggiori (pool) e pendenze molto basse (fino a negative, pozze o pool). Vi sono, all’interno di questo tratto, unità di transizione tra pozze e riffle caratterizzate da una pendenza positiva ridotta e flusso quasi parallelo al fondo. Tale alternanza di unità morfologiche è accompagnata dal susseguirsi ritmico di barre laterali alternate.; 5. La pendenza media del tratto (dall’opera di presa all’edificio centrale) è dell’2,16%. Il substrato in questo tratto presenta le seguenti caratteristiche granulometriche che sono le caratteristiche sono tipiche dei materassi alluvionali dei tratti montani – collinari dei Torrenti Alpini. 6. La profondità del tirante idrico nel canale principale alle portate di magra di dicembre variava tra i 40 e i 80 cm. nei tratti a riffle; in corrispondenza delle pools poste nei tratti di curva del canale le altezze sono anche a 1,0 m; 7. La velocità nel canale principale è compresa tra 0,5 e 1,5 m/s, mentre scende a valori compresi tra 0,2 e 0,5 m/s vicino alle sponde; 8. La vegetazione ripariale in questo tratto è sostanzialmente assente in quanto le sponde sono su verticali e caratterizzate dalla vegetazione dei versanti a pino nero e carpino nero prevalente.

50 m

63 m

50 m

FIGURA 19: In azzurro la larghezza dell’alveo di piena ordinaria nel tratto di Torrente Cellina indagato. In rosso l’ingombro dell’impianto idroelettrico.

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Microhabitat Descrizione % Copertura Ghiaie Diametro sedimenti 2mm – 20 mm 10 Microlithal Diametro sedimenti 20mm – 60 mm 30 Mesolithal Diametro sedimenti 60mm – 200 mm 55 Macrolithal Diametro sedimenti 200mm – 400 mm 5 Megalithal Diametro sedimenti > 400 mm roccia affiorante inclusa -

FIGURA 20: La morfologia a CANALE SINGOLO, l’unità morfologica a RIFFLE-POOL esclusiva, e la granulometria prevalente a ghiaia e ciottoli, e l’assenza di vegetazione in alveo e ripariale.

FIGURA 21: A sinistra l’area di alveo dove verrà realizzata la bocca di presa. Si noti la possibilità di divagazioni dell’alveo sul letto alluvionale costituito da ghiaie a causa della forte dinamicità e dell’elevato trasporto solido.

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4.4.4. Valutazioni delle condizioni di habitat

In questo paragrafo verranno descritti ed analizzati le Unità morfologiche, l’idoneità di habitat per la fauna ittica, le variazioni spazio-temporali degli habitat torrentizi del brevissimo tratto (50 metri circa compreso l’ingombro della briglia) di Torrente Cellina che prevedibilmente subirà la diminuzione di portata per captazione. Di seguito vengono illustrate, al fine di inquadrare gli habitat, le macro-unità morfologiche per un tratto di lunghezza circa 500 metri a cavallo tra la briglia sul Torrente Cellina all’altezza della quale è prevista la derivazione in destra idrografica. Verrà poi calcolato per ciascuna macro-unità il dato spaziale quantitativo (area).

FIGURA 22: Divisione del segmento di Torrente Cellina indagato in Macro Unità.

Macro Unità Superficie (m2) Superficie (%) Codice Elementi artificiali 1.559 2,6 A Alveo di magra 30.617 51,0 C Unità emerse 27.803 46,4 E TOTALE 59.979 100,0

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100% 51,0% C 80% E 60% A 40% 46,4%

20% 2,6 % 0%

FIGURA 23: Abbondanza relativa (%) delle Macro Unità.

FIGURA 24: Unità Morfologiche di alveo (unità sommerse e unità emerse) del tratto indagato.

Unità Morfologica Superficie (m2) Superficie (%) Codice Briglia 865 1,46 AC Pool 1.838 3,10 CP Riffle 28.779 48,54 CF Barra Centrale 18.232 30,75 EC Barra Laterale 9.571 16,15 EA TOTALE 59.285 100,00%

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100% 30,75% EC 80% EA 16,15% CF 60% CP 40% 48,54% 3,1% AC 20% 1,46% 0% Unità Morfologiche

FIGURA 25: Abbondanza relativa (%) delle unità morfologiche di alveo.

Nella seguente figura in seguito ad un’analisi sull’idoneità di habitat per la fauna ittica (trota fario e trota marmorata) effettuato con l’ausilio del software PHABSIM si illustrano i valori di tale idoneità per le unità morfologiche osservate durante la campagna di rilevamento dei dati.

FIGURA 26: Idoneità per la fauna ittica all’interno delle singole unità morfologiche di canale nel tratto indagato

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Bocca di presa

Scarico

FIGURA 27: Il tratto di Torrente Cellina che verrà effettivamente interessato dalla captazione ed i relativi gradi di idoneità per la fauna ittica (Zoom del riquadro della precedente figura)

Viene di seguito infine calcolato, sempre attraverso il software PHABSIM l’habitat disponibile, per le due specie trota fario e trota marmorata in fase adulta e giovanile (avanotto) , in relazione alle portate fluenti in alveo, attraverso la curva habitat-portata. In rosso l’area bagnata disponibile.

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FASE ADULTO

FASE AVANOTTO

FIGURA 28: Relazione habitat-portata determinata con la metodologia PHABSIM per le specie trota fario e trota marmorata allo stadio adulto e giovanile.

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Sulla base dei precedenti valori viene calcolato l’Indice di disponibilità spaziale dell’habitat fluviale (ISH) che si ottiene confrontando l’area disponibile media in condizioni idro-morfologiche di riferimento (AHD,R = 10,0 mc/s) con quella in condizioni alterate (AHD) ovverosia corrispondenti alle condizioni (4,0 mc/s) ) che si avranno in seguito alla captazione. In accordo all’impostazione della Direttiva Quadro Acque, l’integrità dell’habitat viene definita nelle cinque classi riportate di seguito. ISH CLASSE ISH ≥ 0,8 ELEVATO 0,60 ≥ ISH > 0,80 BUONO 0,40 ≥ ISH > 0,60 SUFFICIENTE 0,20 ≥ ISH > 0,40 SCADENTE ISH ≤ 0,8 PESSIMO

TROTA FARIO 2 2 2 ISH = AHD,R - AHD / AHD,R = 13.000 m – 3.100 m / 13.000 m = 0,46 ISH 0,76 BUONO

TROTA MARMORATA 2 2 2 ISH = AHD,R - AHD / AHD,R = 13.000 m – 3.600 m / 13.000 m = 0,48 ISH 0,72 BUONO

FIGURA 29: Il tratto di Torrente Cellina a valle della briglia che verrà interessato dalla captazione e su cui è stata effettuata l’indagine riguardante la disponibilità di habitat fluviale in condizioni di alterazione. Si noti che il tratto è lungo circa 50 metri.

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4.4.5. Valutazione dello stato morfologico – L’indice (IQM)

Per il tratto del Torrente Cellina indagato si è proceduto, come previsto dal Manuale tecnico – operativo dell’ISPRA, settembre 2015 alla valutazione delle condizioni di habitat sulla base di informazioni (scala locale: tratto) relative ai seguenti aspetti: substrato, vegetazione e detrito organico, caratteristiche di erosione/deposito, flussi, continuità longitudinale, struttura e modificazione delle sponde, tipi di vegetazione/struttura delle sponde e dei territori adiacenti. Le valutazioni numeriche determinano un indice numerico denominato Indice di Qualità Morfologica (IQM). I risultati ottenuti per ciascun tratto vengono confrontati con la seguente tabella che definisce le CLASSI DI QUALITA’ MORFOLOGICA:

INDICI E CLASSI DI QUALITÀ del tratto

IAM = Indice di Alterazione Morfologica (0≤IAM≤1)

IAM IAMmin IAMmax

0,25 0,22 0,25

IQM = Indice di Qualità Morfologica (0≤IQM≤1)

IQM IQMmin IQMmax

0,75 0,75 0,78

CLASSI DI QUALITÀ (IQM)

CLASSEmed CLASSEmin CLASSEmax

Buono Buono Buono

L’Indice di Qualità Morfologica per questo tratto di Torrente Cellina è BUONO.

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4.4.6. L’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF)

L’’IFF (Indice di Funzionalità Fluviale) fornisce uno strumento, rigoroso ma di facile uso, per leggere e comprendere le relazioni che intercorrono tra un corso d’acqua ed il territorio che con esso scambia materia ed energia, con la fauna e la flora acquatica e terrestre che dipende dal corso d’acqua, con il sedimento e e con l’universo che lo popola, è con la falda sotterranea che, a seconda delle stagioni, alimenta o è alimentata dal fiume. La scheda IFF si compone di un’intestazione con la richiesta di alcuni metadati e di 14 domande che riguardano le principali caratteristiche ecologiche di un corso d’acqua; per ogni domanda è possibile esprimere una sola delle quattro risposte predefinite. Il punteggio di IFF, ottenuto sommando i punteggi parziali relativi ad ogni domanda, può assumere un valore minimo di 14 e uno massimo di 300. Il punteggio finale viene tradotto in 5 livelli di funzionalità (L.F.), espressi con numeri romani (dal I che indica la situazione migliore al V che indica quella peggiore), ai quali corrispondono i relativi giudizi di funzionalità; sono inoltre previsti livelli intermedi, al fine di meglio graduare il passaggio da una classe all’altra.

Per quanto riguarda il Torrente Cellina verrà calcolato l’IFF per lo stesso tratto omogeneo precedentemente individuato per la valutazione dell’IQM.

Sponda sx Sponda dx Punteggio totale 169 169 Livello di funzionalità III III Giudizio di funzionalità MEDIOCRE MEDIOCRE Colore di funzionalità

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4.4.7. Stato Qualitativo del corpo idrico

Per il corpo idrico 02SS3T3 c’è a disposizione i dati della Stazione di Monitoraggio ARPA FVG posta in località Mezzocanale (cod. stazione PN28) posta circa a 1,5 km a monte della briglia dove verrà impostato l’impianto idroelettrico “Briglia Cellina”.

Impianto idroelettrico “Briglia Cellina”

FIGURA 30: Localizzazione della Stazione di Monitoraggio ARPA PN28 e localizzazione dell’impianto idroelettrico in progetto

La Scheda della Stazione viene qui sotto riportata.

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Impianto idroelettrico “Briglia Cellina” PROCEDURA DI VIA – STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE - Sintesi Non Tecnica

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4.4.8. La fauna ittica- L’Indice ISECI

Per il tratto oggetto di studio non è stato possibile, effettuare un campionamento della fauna ittica presente. Tuttavia in occasione di uno studio simile è stata effettuata una ricognizione con campionamento della fauna ittica all’interno del medesimo corpo idrico su un segmento posto circa 2,4 km a monte della briglia dove è previsto il presente progetto di impianto idroelettrico. Nonostante il campionamento sia stato effettuato più a monte, le caratteristiche morfologiche di questo segmento sono perfettamente analoghe a quelle del tratto di Torrente Cellina attualmente indagato. Il campionamento è stato effettuato in data 1 dicembre 2014. La localizzazione è evidenziata nella seguente figura.

Tratto campionamento fauna ittica

Impianto idroelettrico “Briglia Cellina”

FIGURA 31: Tratto di Torrente Cellina monitorato. Il tratto è lungo 200 m. e la larghezza media è 12 m.

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FIGURA 32: Un’ immagine del segmento interessato dal monitoraggio.

Il numero totale di catture è stato di 28 esemplari. 23 di trota fario (Salmo trutta trutta) e 5 di temolo (Thymallus thymallus)

8 7 6 5 4 3 2 numero catture di numero 1 0 0-15 15-18 18-22 22-26 26-30 > 30 classi di misura in cm

FIGURA 33: Classi di lunghezza in cm. e numero di individui di trota fario catturate.

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10 8 6 4 2 numero catture di numero 0

classi di peso in gr.

FIGURA 34: Classi di peso in gr. e numero di individui di trota fario catturate.

7 6 5 4 3 2 numero catture di numero 1 0 2+ 3+ 4+ 5+ 6+ ckassi di età

FIGURA 35: Classi di età in anni e numero di individui di trota fario catturate.

350 W = 0,0227Lt2,744 300

250

200

150

W - peso gr.. in peso W - 100

50

0 0 5 10 15 20 25 30 35 Lt - lunghezza in cm.

FIGURA 36: Relazione lunghezza – peso per la trota fario relativa ai dati raccolti.

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180 3,0026 160 W = 0,0096Lt 140 120 100 80

W - peso gr. in peso W - 60 40 20 0 0 5 10 15 20 25 30 Lt - lunghezza in cm

FIGURA 37: Relazione lunghezza – peso per il temolo relativa ai dati raccolti.

Il calcolo dell’ISECI (Sergio Zerunian,2007) è basato sulla popolazione attesa (sezione B, tabella 1, Allegato 1.6 DM 260/2010) per la tipologia torrentizia a cui appartiene il corpo idrico del Torrente Settimana compreso all’interno della ZONA A SALMONIDI DELLA REGIONE PADANA. Essa prevede una composizione costituita da: 1. Salmo (trutta) trutta 2. Salmo (trutta) marmoratus 3. Thymallus thymallus 4. Phoxinus phoxinus 5. Cottus gobio

La classificazione dello stato di qualità biologica in funzione della fauna ittica secondo l’ISECI così calcolato è data dalla seguente tabella CLASSI VALORE ISECI (F) GIUDIZIO SINTETICO COLORE I 0,8

Quindi il valore di ISECI per questo tratto di Torrente Cellina calcolato pari a 0,809 determina uno Stato Ecologico = ELEVATO attestandosi precisamente a metà della CLASSE I.

ISECI = 0,809 ELEVATO

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4.5. Qualità dell’aria

4.5.1. Emissioni in atmosfera

I dati forniti dall’INEMAR (Inventario Emissioni Aria) del FVG nell’area del Comune di Barcis nell’anno 2013 riferiscono delle emissioni in atmosfera dei principali gas inquinanti divisi per macrosettori di origine e sono illustrati nella seguente tabella..

TOTALE TOTALE industriale industriale macchinari macchinari Agricoltura Agricoltura combustibili combustibili assorbimentu Uso di solventi di Uso Altre sorgenti e Altre Combustione non non Combustione Processi produttivi Processi Trasporto su strada su Trasporto Altre sorgenti mobil sorgenti mobil o Altre Combustione industriale Combustione Estrazione e distribuzione e Estrazione

CH4 3,77 - - - - 0,12 - 2,0 - 5,82 tonn/anno

CO 45,15 0,00016 - - - 8,26 0,0011 - - 53,41 tonn/anno

CO2 0,21 0,0012 - - - 1,86 0,0003 - - 116,74 -114,67 Ktonn/anno

N2O 0,17 0,00003 - - - 0,04 0,00002 0,12 - 0,33 tonn/anno

NH3 0,18 - - - - 0,21 - 0,49 - 0,88 tonn/anno

NOx 1,32 0,001 - - - 6,05 0,0038 0,025 - 7,39 tonn/anno

PM10 4,58 0,00045 0,00008 - - 0,48 0,00019 0,00076 0,0096 5,07 tonn/anno

PM2,5 4,53 0,00039 0,00005 - - 0,34 0,00019 0,00023 0,0097 4,88 tonn/anno

SO2 0,26 0,0077 - - - 0,011 0,00001 - - 0,28 tonn/anno

Per il Comune di Barcis si confrontano di seguito i dati sull’incidenza percentuale del bilancio emissivo comunale sul bilancio emissivo provinciale.

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INCIDENZA % INCIDENZA PORDENONE PORDENONE TOTALE PROVINCIA PROVINCIA TOTALE TOTALE COMMUNE BARCIS COMMUNE TOTALE

CH4 5,82 9.094 0,063 % tonn/anno

CO 53,41 15.402 0,346 % tonn/anno

CO2 -114,67 1.112 - 10,312 % Ktonn/anno

N2O 0,33 488 0,067 % tonn/anno

NH3 0,88 3.444 0,025 % tonn/anno

NOx 7,39 6.059 0,121 % tonn/anno

PM10 5,07 1438 0,352 % tonn/anno

PM2,5 4,88 1293 0,377 % tonn/anno

SO2 0,28 721 0,038 % tonn/anno

TABELLA Incidenza percentuale del bilancio emissivo del comune di Barcis sul bilancio emissivo provinciale di Pordenone (fonte: INEMAR 2013).

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4.6. Clima acustico

4.6.1. Il PCCA di Barcis

Con i piani comunali di classificazione acustica (PCCA) il Comune suddivide il proprio territorio in zone acusticamente omogenee. Per ciascuna zona sono indicati i limiti da rispettare e gli obiettivi di qualità di medio e lungo termine.

FIGURA 38: Estratto dalla Tav 9 del PCCA di Barcis con la localizzazione dell’area dove verrà realizzato l’impianto idroelettrico “Briglia Cellina”.

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L’area interessata dal progetto ricade a cavallo tra area a CLASSE I e aree a CLASSE II. L’intera area di progetto, compreso l’intero cantiere per la sua realizzazione ricade però all’interno della fascia di pertinenza infrastrutturale . Lungo le infrastrutture stradali principali e maggiormente trafficate, classificate come strade di tipo Cb come la SR 251 (extraurbane secondarie) esistenti e stata introdotta a partire dal confine dell’infrastruttura stradale una fascia in CLASSE V pari a 100 m (fascia A) ed una in CLASSE IV pari a 50 m (fascia B) per un totale di 150 m di pertinenza.

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4.7. Biosistema

4.7.1. Gli habitat dell’area dell’impianto idroelettrico

FIGURA 39: Carta degli habitat

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4.7.2. Descrizione degli habitat

GRETI SUBALPINI E MONTANI CON VEGETAZIONE ERBACEA VALORE ECOLOGICO ALTO SENSIBILITA’ ECOLOGICA BASSA PRESSIONE ANTROPICA MOLTO BASSA FRAGILITA’ AMBIENTALE MOLTO BASSA

PINETE ALPINE DI PINO NERO VALORE ECOLOGICO MOLTO ALTO SENSIBILITA’ ECOLOGICA MOLTO ALTA PRESSIONE ANTROPICA MOLTO BASSA FRAGILITA’ AMBIENTALE MEDIA

4.8. Il Paesaggio

4.8.1. L’Ambito Paesaggistico 3 “Alte valli Occidentali”

Come già illustrato all’interno del Paragrafo 2.5.3 – Il Piano Paesaggistico Regionale del presente documento, l’area interessata dalle opere in progetto è compreso all’interno dell’Ambito Paesaggistico 3 (AP 3) “Alte Valli Occidentali”.

4.8.2. Valutazioni paesaggistiche

La metodologia suggerita dalla Regione Lombardia (DGR 8 Novembre 2002 – N. 7/II045) propone una lettura del territorio per valutarne la sensibilità, attraverso chiavi di lettura a scala sia sovra locale che locale, e successivamente, per determinare l’incidenza del progetto. Infine, dal confronto tra sensibilità del paesaggio e magnitudo dell’incidenza, fornisce una stima dell’impatto paesistico del progetto. La sensibilità di un sito rispetto ad un determinato intervento è data dalle caratteristiche del sito stesso nonché dai rapporti che esso intrattiene con il contesto paesistico con il quale interagisce. Il giudizio complessivo circa la sensibilità paesistica è il risultato di tre differenti criteri di valutazione:  morfologico - strutturale (sistemico);  vedutistico;  simbolico.

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La valutazione qualitativa sintetica del GRADO DI INCIDENZA PAESISTICA DEL PROGETTO rispetto ai quattro criteri e ai parametri di valutazione considerati risulta su una scala da 1 a 5 pari al valore 2 (BASSA).

VALUTAZIONI SUGLI IMPATTI PAESISTICI L’impatto paesistico del progetto viene infine calcolato come prodotto tra i valori di classe di sensibilità del sito (scala da 1 a 5) e del grado di incidenza del progetto (scala da 1 a 5). In questo caso si incrociano una CLASSE DI SENSIBILITA’ DEL SITO MEDIO = 3 con un GRADO DI INCIDENZA DEL PROGETTO BASSA = 2

Impatto Paesistico dei Progetti = Sensibilità del Sito x Incidenza del Progetto Grado di incidenza del progetto Classe di sensibilità del sito 1 2 3 4 5 5 5 10 15 20 25 4 4 8 12 16 20 3 3 6 9 12 15 2 2 4 6 8 10 1 1 2 3 4 5 TABELLA: Matrice di valutazione dell’impatto paesistico

Una rappresentazione grafica della magnitudo di impatto paesaggistico come sopra definita è la seguente. I range possibili con la scala così costruita sono i seguenti:

 Da 1 a 4: impatto paesistico sotto la soglia di rilevanza.

 Da 5 a 10: impatto paesistico sopra la soglia di rilevanza ma sotto la soglia di tolleranza, è opportuna una attenta

valutazione sulla necessità di misure di mitigazione.

 Da 11 a 15: impatto paesistico sopra la soglia di rilevanza ma sotto la soglia di tolleranza, è opportuno introdurre

adeguate misure di mitigazione.

 Da 16 a 25: impatto paesistico sopra la soglia di tolleranza, oltre alle misure di mitigazione è opportuno considerare

l’introduzione di misure di compensazione o modifiche al progetto.

Le valutazioni sopra riportate determinano un impatto paesaggistico del progetto pari al valore 6; l’impatto risulta pertanto SOPRA la soglia di rilevanza ma SOTTO la soglia di tolleranza ed è opportuno svolgere comunque una valutazione sulla necessità di misure di mitigazione. In linea generale si ritiene che l’opera non produca effetti negativi sul valore paesistico del territorio.

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4.8.3. Inserimento delle opere nel paesaggio

FIGURA 40: Fotoinserimento delle opere in progetto. Come si vede la gran parte dell’impianto è interrato.

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4.9. Sistema infrastrutturale e viabilità

FIGURA 41: Grafo stradale relativo all’area di progetto.

La viabilità principale di accesso all’area di progetto è rappresentata dalla SR 251 della Valcellina. Circa 250 metri a monte dell’abitato di Arcola (frazione di Barcis) per accedere all’area del cantiere è necessario prendere sulla sinistra una strada asfaltata in discesa che porta al ponte sul Torrente Cellina che permette di imboccare la Strada Comunale della Val Prescudin. Per raggiungere l’area dell’impianto idroelettrico in progetto si percorre in salita la Strada Comunale per esattamente 180 m.

La SR 251 della Val di Zoldo e Val Cellina è una Strada Extraurbana secondaria con classificazione funzionale C1 che collega il Veneto con il Friuli Venezia Giulia. Ed in particolare attraversa le province di Venezia, Belluno e Pordenone. La tratta friulana inizia in località Villotta nel comune di (PN), prosegue verso e da qui arriva a Pordenone dove interseca la SS13 Pontebbana. Andando in direzione nord, la strada attraversa i comuni di San Martino di Campagna, dove incontra la SP19, , Montereale Valcellina. Proseguendo, la strada entra in Valcellina dopo un tratto in galleria. Da questo punto il tracciato segue un percorso montano e tortuoso e attraversa i comuni di Barcis, Arcola e . Superato il paese di Casso la strada entra in Veneto dove assume la denominazione di SP251.

Non si ritiene che l’incremento di flusso temporaneo implichi un peggioramento sui livelli di servizio della SR 251. Potranno verificarsi eventuali criticità temporanee localizzate, per la sovrapposizione di determinate attività di cantiere, che saranno risolte mediante una dettagliata progettazione delle stesse e accorgimenti organizzativi/logistici.

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4.10. Il contesto socio-economico

Piccola comunità di montagna, di origine medievale, la cui economia si basa su una modestissima presenza industriale, oltre che sulle tradizionali attività rurali. I barciani, con un indice di vecchiaia da primato, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, numerosissime case sparse e le località Molassa, Predaia, Ribe e Roppe. L’abitato, immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, presenta segni di espansione edilizia; il suo andamento plano- altimetrico è vario. L’agricoltura è basata essenzialmente sulla produzione di ortaggi, a causa delle caratteristiche del territorio, che non risulta adatto a diversi tipi di coltivazioni; poco praticato è anche l’allevamento di bovini e caprini. Le attività industriali, limitate a qualche piccola azienda che opera nei comparti edile e della silvicoltura, non sono molto rilevanti. Alquanto modesta è pure la presenza del terziario: la rete distributiva è appena sufficiente al soddisfacimento delle esigenze primarie della popolazione. È possibile frequentare soltanto le scuole elementari; si può però usufruire di una biblioteca per l’approfondimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità sia di ristorazione che di soggiorno. L’assenza di una farmacia rende necessario rivolgersi altrove anche per i servizi sanitari di base.

4.11. Il sistema energetico

L’impianto in progetto stima una produzione annua pari a 1.207 MWh, pari al 0,09% del consumo regionale domestico. Il consumo pro-capite nel settore residenziale per abitante (dati popolazione Friuli Venezia Giulia al 2003) e di circa 1126 kWh; i consumi teorici stimanti per il comune di Barcis sono 305 MWh. L’impianto pertanto copre mediante l’utilizzo di energia rinnovabile 4 volte i consumi energetici domestici del comune di Barcis

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5. Analisi e valutazione degli impatti

5.1. Criterio di valutazione degli impatti

Verranno di seguito elencati i potenziali impatti sulle componenti AMBIENTALI, PAESAGGISTICHE, CULTURALI, SOCIALI ed ECONOMICHE determinati dalle azioni da mettere in atto per la realizzazione dell’impianto idroelettrico sul Torrente Cellina. La valutazione di compatibilità ambientale del presente progetto, in fase di cantiere ed in fase a regime, verrà effettuata attenendosi al criterio di significatività degli impatti e alle analisi già effettuate degli strumenti programmatici e pianificatori e dello stato di fatto dell’ambiente. Ai fini dell’accettabilità è conveniente associare a ogni impatto considerato una valutazione in termini di significatività. Infatti anche qualora dall’analisi dei livelli dell’inquinamento di fondo risultino ancora consistenti margini di ricettività ambientale, non possono di regola essere considerati accettabili nuovi impatti che si traducono in peggioramenti significativi della situazione esistente. A tal fine un impatto verrà di regola considerato: • non significativo se il suo effetto sull’ambiente non è distinguibile dagli effetti preesistenti • scarsamente significativo se le stime effettuate portano alla conclusione che esso sarà chiaramente apprezzabile sulla base di metodi di misura disponibili, e che però – anche tenuto conto dell’incertezza della stima – il suo contributo non porterà a un peggioramento significativo della situazione esistente. • significativo se la stima del suo contributo alla situazione esistente porta – tenuto conto dell’incertezza della stima – a livelli che implicano un peggioramento significativo ; parimenti un impatto può dirsi significativo se, in una situazione già critica, caratterizzata cioè da superamenti dei limiti di legge, contribuisce a innalzare in misura sensibile la frequenza e l’entità di detti superamenti. • molto significativo se il suo contributo alla situazione esistente porta a livelli superiori a limiti stabiliti per legge o tramite altri criteri ambientali – qualora in assenza dell’opera tali limiti non vengono raggiunti; parimenti un impatto può dirsi molto significativo se, in una situazione già critica, caratterizzata cioè da superamenti dei limiti, contribuisce a innalzare in misura rilevante la frequenza e l’entità di detti superamenti. • significativo positivo

5.2. Stima numerica della significatività degli impatti

GRADI DI SIGNIFICATIVITA’ STIMA NUMERICA NESSUN APPREZZABILE 0 NON SIGNIFICATIVO -1 MODERATAMENTE SIGNIFICATIVO -2 MOLTO SIGNIFICATIVO -3 MODERATAMENTE SIGNIFICATIVO POSITIVO +1 SIGNIFICATIVO POSITIVO +2 MOLTO SIGNIFICATIVO POSITIVO +3

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5.3. Riassunto impatti in fase di lavorazione

Componenti ambientali ARIA ARIA FAUNA FAUNA SUOLO ACQUA ACQUA TRAFFICO TRAFFICO PAESAGGIO PAESAGGIO VEGETAZIONE VEGETAZIONE POPOLAZIONE POPOLAZIONE

TOTALE TOTALE Ambientale

Qualita’aria Qualita’aria vegetazionale vegetazionale Geomorfologia Statoecologico Qualita del traffico Qualita del Disturbo dell’habitat Disturbo Qualita’ del paesaggio delQualita’paesaggio Riduzione di superficie superficie diRiduzione Indicatore Disturbo alla Disturbo popolazione Riduzione superficie habitat superficie Riduzione Azioni

Movimenti terra e scavi 0 -3 -7 -8 0 -1 -2 0 -1 -22

Presenza, transito ed azione mezzi d’opera 0 0 0 0 0 0 -3 0 -2 -5

Presenza strutture, materiali e mezzi di cantiere 0 0 0 -3 0 0 0 0 0 -3

Rimozione vegetazione 0 0 0 -1 0 0 0 0 0 -1

TOTALE 0 -3 -7 -12 0 -1 -5 0 -3 -31

38,7% 12 10 8 22,6% 6 16,1% 4 9,7% 9,7 % 2 3,2% 0,% 0% 0 % 0

FIGURA 42: Quantificazione percentuale degli impatti in fase di lavorazione per ciascun INDICATORE AMBIENTALE coinvolto.

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3% 10% 16%

71%

Movimenti terra e scavi Presenza, transito ed azione mezzi d’opera Presenza strutture, materiali e mezzi di cantiere Rimozione vegetazione

FIGURA 43: Quantificazione percentuale degli impatti cagionati in fase di lavorazione da ciascuna azione di progetto.

5.4. Riassunto impatti relativi al funzionamento dell’impianto idroelettrico

Componenti ambientali

ACQUA ARIA SUOLO PAESAGGIO VEGETAZIONE FAUNA POPOLAZIONE TRAFFICO ECONOMIA

Ambientale Ambientale

paesaggio paesaggio

Indicatore Indicatore

Azioni Statoecologico Qualitàidromorfologica Qualita’aria Geomorfologia delQualita’ superficie diRiduzione vegetazionale habitat superficie Riduzione dell’habitat Disturbo alla Disturbo popolazione traffico Qualita del economici Benefici TOTALE

Presenza nella zona di attività lavorative 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 +1 +1

Captazione idrica 0 -1 0 0 0 0 -2 0 0 0 0 -3

Presenza manufatti +2 0 0 0 -1 0 +1 0 0 0 0 +1

Rumore e vibrazioni impianto 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

Produzione energia da fonti rinnovabili 0 0 +1 0 0 0 0 0 0 0 +1 +2

TOTALE +2 -1 +1 0 -1 0 -1 0 0 0 +2 +1

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3

2

1 1 1 1 0 0 0 0 0 0

-1 -1

-2 -2 -2

-3

FIGURA 44: Quantificazione degli impatti in fase a regime per ciascun indicatore ambientale coinvolto. Le colonne in verde rappresentano gli impatti positivi.

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Impianto idroelettrico “Briglia Cellina” PROCEDURA DI VIA – STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE - Sintesi Non Tecnica

5.5. Valutazione complessiva degli impatti

Componenti ambientali ARIA ARIA SUOLO FAUNA ACQUA TRAFFICO ECONOMIA PAESAGGIO VEGETAZIONE POPOLAZIONE

Ambientale

Qualita’aria vegetazionale Geomorfologia Stato ecologicoStato Indicatore Qualita Qualita del traffico Benefici Benefici economici Disturbodell’habitat Qualita’ paesaggioQualita’ del Riduzionedisuperficie Qualità Qualità idromorfologica Disturboallapopolazione

Azioni Riduzionesuperficie habitat

Movimenti terra e scavi 0 - -2 -7 -8 0 -1 -2 0 -1 -

Presenza, transito ed azione mezzi d’opera 0 - -1 0 0 0 0 -3 0 -2 -

Presenza strutture, materiali e mezzi di cantiere 0 - 0 0 -3 0 0 0 0 0 -

Rimozione vegetazione 0 - 0 0 -1 0 0 0 0 0 -

FASE DI LAVORAZIONE FASE DI LAVORAZIONE 0 0 -3 -7 -12 0 -1 -5 0 -3 0 SUBTOTALE -31

Presenza nella zona di attività lavorative 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 +1 Captazione idrica 0 -1 0 0 0 0 -1 0 0 0 0 Presenza manufatti +2 0 0 0 -1 0 0 0 0 0 0 Rumore e vibrazioni impianto 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

FASE A REGIME FASEA REGIME Produzione energia da fonti rinnovabili 0 0 +1 0 0 0 0 0 0 0 +1 +2 -1 +1 0 -1 0 -1 0 0 0 +2 SUBTOTALE +1 +2 -1 -2 -7 -13 0 -2 -5 0 -3 +2 TOTALE -30

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14 13 12 10 8 7 5 6 3 4 2 2 1 2 0 0 0 -2 -2 -2 -4

FIGURA 45: Quantificazione complessiva degli impatti per ciascun indicatore ambientale coinvolto. Le colonne in verde rappresentano gli impatti positivi.

4 2 0 -2 -4 -6 -8 -10 -12 -14 -16 -18 -20

Fase di CANTIERE Fase A REGIME

FIGURA 46: Confronto tra gli impatti in fase di cantiere e a regime per i vari indicatori ambientali. Gli impatti positivi sino le sono rappresentati dalle colonne sopra lo 0. Gli impatti negativi rappresentati dalle colonne sotto lo 0.

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L’impatto maggiormente evidente è quello sul PAESAGGIO ed è sostanzialmente legato alle fasi di cantiere. E’ però decisivo far notare come su un valore complessivo numerico stimato di tutti gli impatti pari a -30, la totalità degli impatti negativi, è di tipo transitorio e sostanzialmente, tale impatto scompare con la fine delle lavorazioni, peraltro piuttosto brevi per la realizzazione di un impianto idroelettrico. Alcuni impatti infatti sono presenti solamente durante le fasi di realizzazione delle opere come il disturbi sugli habitat e alla popolazione e le interferenze con il traffico sulla viabilità comunale che cessa quando i mezzi d’opera avranno finito di operare. Da segnalare che né la POPOLAZIONE né la VEGETAZIONE saranno interessati dalle opere sia in fase di cantiere che, tanto meno, in fase a regime Da segnalare che la presenza di attività lavorative nella zona cagioneranno ricadute positive sulle attività ricettivo-alberghiere della zona di Barcis assieme al riconoscimento dei canoni relativi al BIM al demanio e all’Amministrazione Comunale determineranno ricadute sull’ECONOMIA significative.

La possibilità di generare energia da fonti rinnovabili non inquinanti inoltre consente di ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera con conseguente ricadute positive sulla componente ARIA. La realizzazione della scala di risalita per la fauna ittica consentirà di risolvere un annoso problema legato alla interruzione di continuità fluviale che ha finora diviso le comunità ittiche poste a valle e a monte della briglia sul Cellina. Questi due ultimi fattori di valutazione positivi, hanno determinato il valore positivo della realizzazione dell’impianto idroelettrico, che a fronte di impatti di valore assoluto non significativo, grazie alle dimensioni e alla tipologia di impianto proposto, consentono, nella valutazione complessiva di sostenibilità ambientale, di considerare il progetto non solo correttamente inseribile nel contesto ambientale ma addirittura auspicabile.

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6. Conclusioni

Considerato che:  Esiste una sostanziale coerenza tra il progetto e gli obiettivi e le direttive contenute negli strumenti programmatici e pianificatori  Le dimensioni dell’impianto sono contenute sia in termini di dimensioni dei manufatti, sia per quanto il tratto captato che risulta molto esiguo;  Il monitoraggio biologico di ARPA FVG del 2013 ha valutato con giudizio ELEVATO lo Stato Ecologico del corpo idrico interessato dalla captazione;  Gli impatti della derivazione sulle componenti ambientali sono stati oggettivamente valutati come non significativi;  La quasi totalità degli impatti sono di carattere transitorio e sono legati alle fasi di lavorazione cessando quindi il loro effetto contestualmente alla fine delle lavorazioni;  Il progetto e le opere oltre a venire realizzate con le migliori tecniche disponibili hanno prima di tutto ottemperato alla massima preservazione della risorsa idrica e delle condizioni di elevata qualità ecologica del sito;  Il progetto seguirà sostanzialmente le prescrizioni e gli obblighi urbanistici ed i vincoli territoriali, ambientali e paesaggistici a cui è sottoposta l’area interessata dal progetto;  La captazione delle acque rispetta i limiti imposti dalla Legislazione attualmente in vigore;  La realizzazione dell’impianto permetterà la messa in atto di mitigazioni/compensazioni come la realizzazione della scala di rimonta per la fauna ittica che determineranno senza dubbio un miglioramento in termini ecologici a fronte di impatti sostanzialmente nulli; si valuta il progetto di captazione delle acque sul Torrente Cellina al scopo idroelettrico pienamente plausibile dal punto di vista ambientale e auspicabile non solo in termini economico-sociali ma anche ecologici.

AGOSTO 2017

Dottor Naturalista Michele Piccottini

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