CIVICO MUSEO GRUPPO DI SCIENZE GEO-PALEONTOLOGICO NATURALI VOGHERESE

quaderni DEL CIVICO MUSEO DI SCIENZE NATURALI DI VOGHERA

NUOVA SERIE N. 3 Anno 2003 Sommario

ENRICO MACCHIAVELLO Ambienti e associazioni vegetali nella zona del Guardamonte (AL-PV) ...... pag. 1

ALFREDO GATTI

Indagine sulla flora micologica dell’alta Valle (PV) ...... pag. 17

AUGUSTO GENTILLI

Censimento ofidiologico della Valle Staffora (PV) ...... pag. 31

SIMONA GUIOLI Malacofauna pliocenica di Volpedo (AL) del Museo Civico di Scienze Naturali di Voghera (PV) ...... pag. 41

THOMAS ABELI Nota preliminare sulle specie di Orchidaceae delle Valli Staffora (PV) e Curone (AL) ...... pag. 49 QUADERNI del CIVICO MUSEO DI SCIENZE NATURALI

GRUPPO GEO-PALEONTOLOGICO VOGHERESE

REDAZIONE Via Gramsci, 1 27058 Voghera (PV) Tel. 0383 644200 [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILE Giuseppe Orlandi

COMITATO SCIENTIFICO Alfredo Gatti, Simona Guioli, Pierangelo Nardi, Giovanni Repetto, Carlo Violani

Registrazione N. 52 Tribunale di Voghera del 10 marzo 1978

GRAFICA E IMPAGINAZIONE www.arte-digitale.com

STAMPA ABC Stampa - Tortona

Nuova serie N. 3 - 2003 Questo numero dei Quaderni è dedicato alla memoria dell’amico Franco Gabba, nel decimo anniversario della scomparsa.

Ancora oggi lo ricordiamo per la sua grande passione e per il suo entusiasmo, che lo hanno portato ad essere co-fondatore del Gruppo Geo-Paleontologico Vogherese e del Museo di Scienze Naturali. AMBIENTI E ASSOCIAZIONI VEGETALI NELLA ZONA DEL GUARDAMONTE (Province di e Alessandria)

ENRICO MACCHIAVELLO Civico Museo di Scienze Naturali Via Gramsci, 1 - 27058 Voghera (PV)

Riassunto

Nel 2003, fra aprile ed ottobre, è stato svolto un censimento delle specie erbacee più rappresentate nella zona del Guardamonte, evidenziando la presenza di 130 piante a fioritura evidente. Poacee, Pteridofite e Briofite non vengono citate in questo articolo, salvo alcune specie facilmente ri- conoscibili in campo. Considerando le caratteristiche di suolo e sopras- suolo arboreo ed arbustivo unitamente al rilevamento di alcuni parame- tri fisici e climatici, sono stati definiti i diversi ambienti presenti su que- sto ristretto territorio, ponendo in relazione ad essi la presenza di deter- minate specie vegetali.

Summary

Between april and october 2003, the author conducted a census of the most represented herbaceous plant species in the Guardamonte area, no- ting the presence of 130 taxa with obvious flowers. Poacee, Pterydophyta and Bryophyta are not trated in this paper, ex- cept some taxa easly recognizable in the field. Taking into account the features of the soil and of the shrub and tree la- yers, as well as the survey of some physical and climatic parameters, the author defines the different environments present in this restricted area, relating to them the occurrence of some particular plant species.

Introduzione

Il monte Vallassa si trova sullo spartiacque fra la val Curone e la valle Staffora, al confine tra le provincie di Alessandria e Pavia. Il luogo è no-

- 1 - Enrico Macchiavello Ambienti e associazioni vegetali nella zona del Guardamonte to per le molteplici peculiarità che ne fanno una vera e propria attrazio- gue in direzione est, passa sulla sinistra dell’agriturismo Guardamonte, ne per escursionisti, sportivi e studiosi quali naturalisti, archeologi, geo- per poi voltare a nord e collegarsi con il primo percorso. Per tornare al logi e paleontologi, siano essi professionisti o appassionati. punto di partenza si può percorrere il sentiero che, rimanendo nel ver- Nonostante archeologia, paleontologia e geologia siano i profili maggior- sante alessandrino, si sviluppa in direzione ovest a circa cinquanta me- mente studiati, anche dal punto di vista botanico questa zona rappre- tri sotto il crinale, con andamento pianeggiante; nella parte finale, esso senta un interessante campo di studio, su cui la Natura è riuscita a con- interseca la carrareccia che, dall’abitato di Musigliano, sale verso locali- centrare numerose specie da ritenersi quantomeno interessanti, alcune tà Cà del Monte. La distanza che separa la località Cà del Monte dalla anche rare. cima del monte Vallassa è di circa milleduecento metri. Quello esamina- L’obiettivo di questo articolo non è un censimento completo; si desidera to è dunque un territorio di pochi chilometri quadrati, delimitato chia- piuttosto rendere note le specie erbacee più rappresentate, presenti nel- ramente dai sentieri descritti, che gravita attorno alla rupe del l’area esaminata. Inoltre, esse non verranno raggruppate, come di con- Guardamonte. sueto, secondo criteri tassonomici; si è preferito infatti inquadrarle in base alle loro esigenze ecologiche, mettendole in relazione alle diverse componenti che costituiscono il paesaggio del monte Vallassa. In altre pa- Caratteristiche ambientali generali role si vuole fornire un semplice ma significativo esempio di quanti am- bienti differenti possano coesistere, raccordandosi tra loro, su un terri- Il monte Penola ed il monte Vallassa, entrambi costituiti da rocce sedi- torio di modesta estensione come quello preso in esame e come questi mentatesi in ambiente marino, fanno parte di quel tratto di appennino possano essere riconosciuti, in modo relativamente rapido, in base al ti- emerso durante l’orogenesi terziaria (la stessa che ha originato la catena di vegetazione. alpina e l’appennino). Dal punto di vista forestale, la attuale copertura vegetale va ascritta all’alleanza Quercion pubescenti-petraeae. La direttrice est-ovest della breve dorsale definisce mesoclimi ben distin- Il percorso ti per ciascuno dei due versanti, favorendone la diversificazione in am- bienti, la cui vegetazione mostra caratteristiche assai differenti. Il ver- Il monte Penola ed il monte Vallassa danno origine ad una dorsale di mo- sante , esposto a nord, ha una maggiore superficie boscata ed ospi- desta estensione, che si sviluppa approssimativamente in direzione est- ta diverse specie erbacee legate appunto all’ambiente forestale, mentre ovest per circa milleottocento metri. scarseggiano quelle meglio adattate ad ambienti aridi. I fattori ecologici Il percorso che viene illustrato, su cui è stato effettuato il campionamen- che caratterizzano questo versante esposto a nord, che verranno discus- to delle specie ed i rilevamenti necessari alla definizione dei vari am- si nel relativo paragrafo, favoriscono il persistere di un clima più fresco bienti, si sviluppa proprio lungo la direttrice originata dalla dorsale. e umido rispetto a quello delle zone in pieno sole; risultano pertanto più Esso ha inizio dalla località denominata Cà del Monte, nei pressi dell’o- moderate le variazioni di temperatura e umidità nell’arco della giornata monimo agriturismo; mantenendosi sul crinale per qualche centinaio di e meno estreme le condizioni cui i vegetali sono sottoposti. metri, si dirige in direzione sud-est; poi, volgendo lievemente verso nord- La maggiore estensione del soprassuolo arboreo e conseguentemente la est, passa sul versante pavese, esposto a nord. maggiore fitomassa favoriscono l’accumulo di notevoli quantità di so- Al primo bivio, il sentiero di sinistra conduce alla località San Ponzo, stanza organica, originando suoli abbastanza profondi ed evoluti, con un mentre quello di destra sale al monte Vallassa. Al secondo bivio, il sen- orizzonte superficiale ricco in nutrienti, adatto a specie ecologicamente tiero di sinistra rimane sul versante pavese e raggiunge la cima del mon- più esigenti. te Vallassa dirigendo a nord-est e poi bruscamente a sud nel suo ultimo Qui, a causa della maggiore profondità del suolo, risulta inoltre più dif- tratto. Il sentiero di destra raggiunge la cima dal versante alessandrino, ficile osservare l’affioramento in superficie del substrato litico. Il ver- esposto a sud e quindi più arido. Una variante di questo sentiero prose- sante alessandrino, invece, è totalmente esposto a sud e si differenzia in

- 2 - - 3 - Enrico Macchiavello Ambienti e associazioni vegetali nella zona del Guardamonte ambienti diversi, in relazione alla presenza o assenza di copertura arbo- lungo il percorso condizioni di marcata aridità; ciò a causa delle precipi- rea. La vegetazione rispecchia in genere un clima arido, soprattutto su tazioni e delle temperature ancora piuttosto miti, riscontrabili in questa substrato affiorante, dovuto ad un irraggiamento quasi ortogonale, alla stagione. Un discorso a parte meritano comunque gli ambienti rupestri, maggiore influenza dei venti, alla natura del substrato litico ed all’accli- dove le condizioni rimangono estreme, pressoché in ogni periodo. vità dei pendii (soprattutto nella parte superiore). L’insieme di questi fattori determina una riduzione quantitativa dell’acqua nel suolo e del- l’umidità atmosferica e favorisce inoltre un rapido drenaggio delle acque Ambienti e fioriture superficiali. In questa esposizione e con le condizioni descritte, i vegeta- li vengono sottoposti ad uno stress idrico, a causa di un incremento dei PRATO ARIDO valori di evapotraspirazione. La scarsa copertura arborea mette spesso in evidenza le formazioni geo- Come detto in precedenza, il percorso ha inizio sulla sella fra le cime dei logiche che costituiscono il monte Vallassa; di esse daremo qualche breve monti Penola e Vallassa, in località Cà del Monte. Inizialmente il sentie- ma doveroso cenno, utile anche nella determinazione degli ambienti trat- ro si sviluppa sul crinale, fra coltivi a sinistra e bosco termofilo (Orno- tati nel presente articolo. Quercetum pubescens) a destra. Lungo il tracciato si trovano ambienti La parte inferiore della montagna è costituita dalle Marne di Antognola: aridi, perlopiù di modeste dimensioni, derivanti probabilmente dalla si tratta di argille marnose la cui sedimentazione risale all’Oligocene su- modificazione della copertura arborea per opera dell’uomo. periore-Miocene, a partire cioè da circa 36 milioni di anni fa. Al basa- Generalmente in questi ambienti lo spessore del suolo e la sua complessi- mento costituito da queste rocce si sovrappone il massiccio corpo tabula- tà sono ormai ridotti ai minimi termini e non è raro veder affiorare il re costituito dalle Arenarie del Monte Vallassa, di origine miocenica (cir- substrato roccioso; le attuali condizioni rendono quindi difficile immagi- ca 20 milioni di anni); una roccia compatta, derivante dalla deposizione, nare che qui potessero vegetare piante più grandi di un arbusto. In real- avvenuta in condizioni di mare poco profondo, di ingenti quantità di are- tà le specie arboree che costituiscono il bosco circostante (Quercus pube- narie bioclastiche la cui frazione organica risulta costituita da resti di al- scens, Fraxinus ornus, Ostrya carpinifolia) riescono a radicare in con- ghe e frammenti di lamellibranchi, brachiopodi, echinidi, coralli ed altri dizioni edafiche estreme, cioè su suoli molto primitivi, a volte quasi del organismi a guscio calcareo tipici di ambienti di scogliera. Questo litoti- tutto inesistenti, dove anche le riserve idriche sono spesso assai limitate. po, su cui si articola l’intero percorso, è osservabile in vaste quanto spet- Nonostante nella costituzione di questo genere di bosco, un ruolo pionie- tacolari porzioni di roccia affiorante, la più nota delle quali è sicura- ro sia svolto frequentemente da Fraxinus e Ostrya, Quercus pubescens mente la Rupe del Guardamonte, che forma la cima stessa del monte risulta essere la specie dominante; grazie alla più accentuata sclerofillia Vallassa. ed alle caratteristiche microclimatiche e di esposizione del suolo, che ben La copertura arborea sul versante esposto a mezzogiorno è riferibile ad si confanno alle sue esigenze, questa quercia si dimostra molto competi- un Orno-quercetum pubescens, cui tipicamente si associano Ostrya, tiva su questo substrato. Corylus, Laburnum, Cornus, etc.; sul versante nord prevalgono Quecus Va comunque ricordato che in questo luogo la pressione esercitata dal- petrae e Castanea sativa, occupando superfici considerevoli. Là dove l’uomo sull’ambiente perdura da migliaia di anni. In conseguenza allo l’utilizzo del legname ha causato un notevole quanto evidente depaupe- stress indotto da tale fenomeno e al clima arido dovuto all’esposizione ed ramento della copertura arborea, con conseguente erosione degli oriz- alla topografia del luogo, risulta inevitabile che, in sostituzione alla co- zonti superiori del suolo, si trovano prati aridi e garighe. Quando si par- pertura vegetale originaria, almeno in alcuni punti si trovino ambienti la di ambienti aridi, va comunque tenuto in considerazione che la mag- costituiti da una vegetazione a carattere steppico, costituita da specie gior parte delle fioriture, di cui si allega un elenco al presente articolo, è adattate ad ambienti aridi, caldi e fortemente illuminati (aspetto riscon- visibile fra aprile e giugno, quindi in piena primavera. Se non sussistono trabile un po’ ovunque, nella fascia collinare dell’appennino). Ne sono condizioni climatiche anomale, è difficile in questo periodo osservare un esempio i prati antropogeni a poaceae, su cui in primavera fanno la

- 4 - - 5 - Enrico Macchiavello Ambienti e associazioni vegetali nella zona del Guardamonte loro apparizione numerosi esponenti dei generi Orchis e Ophrys. te dimensioni delle foglie, il mag- Già all’inizio del percorso troviamo a bordo strada, fra garighe e bo- gior rapporto volume/superficie schetti, piccole radure, riconducibili al tipo di prato in esame. Su di es- in queste ultime e altri aspetti fisi- se prevalgono le Poaceae, accompagnate già ad aprile dalle bianche co- ci e fisiologici che, per ovvie ra- rolle di Helianthemum apenninum (Cistaceae), da Euphorbia cyparis- gioni di spazio, non possono esse- sias (Euphorbiaceae) e da Coronilla vaginalis e Lotus corniculatus re evidenziati in questo lavoro. (Fabaceae). Numerose anche le orchidee spontanee, fra cui la più co- Con l’estate farà qui la sua com- mune è senz’altro Orchis morio. Per il genere Ophrys, fra l’inizio e la parsa Hypericum perforatum. metà di maggio ha avuto luogo una copiosa fioritura della specie fuciflo- Queste specie vegetano su un suo- ra; sul finire dello stesso mese hanno fatto la loro comparsa alcuni esem- lo primitivo, assai povero in ma- plari della specie berto- teria organica ed in nutrienti, de- loniiformis subsp. be- rivato dal disfacimento meccanico nacensis, forma ibrido- della roccia affiorante (Arenaria gena frutto dell’incro- del M. Vallassa). Imboccato il sen- cio fra Ophrys bertolo- tiero per il Guardamonte, si cam- nii ed Ophrys sphego- mina in parte sulla linea di spar- des. Nello stesso perio- tiacque, dove incontriamo chiarie do compaiono Linum di bosco termofilo ed ambienti as- bienne, Stachys recta, solati con substrato affiorante, Potentilla recta. assimilabili al tipo vegetazionale Poche centinaia di me- descritto. Fanno inoltre la loro tri dopo l’inizio del sporadica comparsa altre orchi- percorso, superati sul- dee, fra cui Orchis ustulata, O. la sinistra alcuni prati tridentata e, in mezz’ombra, falciati, al bivio Limodorum abortivum (fig. 2). Guardamonte (destra)- Presente anche Convolvulus can- Fig. 2: Limodorum abortivum Fig. 1: Piante di Thymus parassitate da Orobanche Grotte di San Ponzo tabrica in unica stazione. (sinistra), troviamo Altri begli esempi di prato arido si sulla nostra destra un trovano, in esposizione sud, nei pressi della rupe del Guardamonte, do- altro esempio di prato arido. Qui le Poaceae hanno una massa assai mi- ve si ha una notevole riduzione dei generi di orchidee; fra essi, nore rispetto all’esempio precedente. Troviamo ancora le già citate spe- Cephalanthera damasonium e Limodorum abortivum, entrambi fioriti cie (eccetto Ophrys bertoloniiformis), accompagnate però da altre fiori- in diversi esemplari al margine del bosco. Sempre ben rappresentati ture fra cui, Globularia punctata (Globulariaceae), Leopoldia comosa Heliantemum appenninum, Euphorbia ciparissias, Thymus serpillum, (Liliaceae), Saponaria ocymoides (Caryophyllaceae) e Thymus serpil- Leopoldia comosa, Globularia punctata. Compaiono inoltre Linaria lum (Lamiaceae), unitamente a numerosi esemplari del genere parassita vulgaris, Acinos arvensis, Veronica officinalis, Onobrychis viciifolia e, Orobanche (Fig. 1). Osservando generi come Saponaria e Thymus si ha fra le Fabaceae, Astragalus sp. e Onobrychis viciifolia; nel mese di luglio un ottimo esempio di come i vegetali sappiano far fronte a stress climati- Origanum vulgare, Melilotus officinalis (Fabaceae), Cirsium vulgare, ci e idrici grazie a particolari adattamenti morfologici (xeromorfismo) Anthemis tinctoria (Asteraceae). volti a ridurre la traspirazione e quindi le perdite idriche, come le ridot- Le lievi differenze nella composizione floristica all’interno di ambienti

- 6 - - 7 - Enrico Macchiavello Ambienti e associazioni vegetali nella zona del Guardamonte ascrivibili ad un unico tipo, possono essere rapportate al grado di aridi- sus e Pyrus piraster in giovani esemplari, testimonia i frequenti inter- tà ed alla profondità del suolo (in altre situazioni anche a variazioni del venti antropici sulla struttura del bosco (per lo più ceduazione). Lo stra- substrato litico ed a fattori microclimatici). to erbaceo è costituito da un tappeto continuo di Poaceae. L’esposizione A causa della mancanza di uno strato arboreo, che solitamente assicura verso mezzogiorno sottopone questo bosco ad una intensa insolazione ed una buona intercettazione delle precipitazioni ed un notevole apporto di all’azione dei venti dominanti, che qui spirano da sud-sud ovest: ciò in- materia organica, in questo tipo di ambiente il suolo va generalmente in- duce un incremento della traspirazione nel manto vegetale, nonché un contro ad una degradazione, a causa del dilavamento di minerali e so- aumento dell’evaporazione dell’acqua a livello del suolo, causando alle stanze di derivazione organica, operato dalle acque meteoriche. Ha piante un cosiddetto “stress idrico”, consistente in un bilancio sfavore- quindi origine un processo di acidificazione che caratterizza anche la vole fra le perdite di acqua dovute alla traspirazione e l’approvvigiona- composizione del popolamento vegetale, con la scomparsa di specie lega- mento ad opera dell’apparato radicale, per la riduzione della quantità di te a substrati basici (per esempio Cardamine hirsuta) e la relativa com- acqua nel terreno. Senza esaminare i vari meccanismi di risposta e adat- parsa di altre più adatte al nuovo ambiente più “acido” (per esempio tamento a questo tipo di situazione, possiamo quindi considerare le spe- Polygala vulgaris). Contrariamente alle aspettative però, le misurazioni cie che vegetano su questo versante, adatte a sopportare sbalzi anche no- del grado di acidità effettuate in tutti questi prati hanno evidenziato un tevoli dei valori di temperatura e di umidità, grazie a modificazioni del- carattere neutro-basico del suolo, con valori di pH compresi fra 7 e 7,4. la forma e della fisiologia, soprattutto a carico dell’apparato fogliare. Una possibile spiegazione a questo fenomeno potrebbe risiedere nella no- Dopo il primo bivio, percorso qualche centinaio di metri, si passa sul tevole frazione carbonatica riscontrabile nelle Arenarie del M. Vallassa: fianco esposto a nord, la cui superficie è quasi completamente boscata. essa infatti potrebbe esercitare un effetto tampone, impedendo la disce- sa dei valori di pH.

BOSCO

È impossibile nell’ambito di questo lavoro illustrare in modo esaustivo la complessità dei fattori ecologici che agiscono sul bosco e le loro numero- se interazioni; tuttavia qualche accenno è doveroso e necessario per com- prendere, almeno in linea generale, le differenze di paesaggio fra i due versanti del monte Vallassa, dovute alla diversa distribuzione spaziale delle varie specie arboree. La formazione boschiva, a tratti abbastanza fitta, che si incontra nella prima parte del percorso è caratterizzata da una discreta luminosità an- che sotto le chiome e da una pluristratificazione al suo interno, con uno strato erbaceo ed uno strato arbustivo ben rappresentati. Si tratta, co- me è già stato accennato, di un querceto misto a Roverella, cui si asso- ciano Orniello e Carpino nero; la struttura è discontinua ed il bosco la- scia spesso il posto a chiarie di modeste dimensioni. Lo strato arbustivo, talora molto fitto, è originato prevalentemente da Ligustrum vulgare, Corylus avellana, Juniperus communis, Viburnum lantana, Crataegus Fig. 3: Variazione del numero di fioriture in bosco chiuso dalla primavera all’autun- monogyna, Cornus sanguinea. no. Il valore massimo viene raggiunto nel periodo che precede la fogliazione degli albe- La relativa abbondanza di specie quali Prunus spinosa, Rubus frutico- ri o contemporaneamente ad essa, quando la radiazione solare arriva al suolo in quan- tità maggiore ed il volo degli insetti pronubi è meno ostacolato.

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Già a prima vista è facile notare in questo bosco una diminuzione della Guardamonte vegeta copiosa Cephalanthera damasonium. Troviamo luminosità ed una rarefazione dello strato arbustivo e di quello erbaceo poi Euphorbia serrulata (Euphorbiaceae), Helleborus foetidus rispetto al versante sud. Anche lo strato arboreo mostra differenze nella (Ranunculaceae), Convolvulus cantabrica (Convolvulaceae), Lathyrus composizione: difatti alle essenze costituenti il bosco precedentemente sylvestris (Fabaceae), Hypochoeris maculata (Asteraceae), Arabis hir- descritto, qui si sostituiscono Quercus petraea, Castanea sativa, suta (Cruciferae). Cephalanthera, Euphorbia ed Helleborus sono pre- Carpinus betulus. Lo strato arbustivo non presenta variazioni sostanzia- senti in entrambi i tipi di bosco; le rimanenti specie sono state campio- li nella composizione, anche se qui è per lo più limitato al margine del nate solo nell’ambiente in esame e possono essere quindi considerate ca- sentiero. Le severe condizioni di luce ed il maggiore accumulo di lettiera ratteristiche (in particolare Arabis hirsuta e Hypochoeris maculata). che si hanno sotto questa copertura inibiscono in modo evidente lo svi- Passando al bosco sul versante settentrionale l’elenco delle specie cam- luppo del sottobosco, ciononostante lo strato erbaceo risulta essere ina- pionate si allunga; prenderemo quindi in esempio solo quelle caratteri- spettatamente vario nella composizione. stiche, rimandando per le rimanenti all’elenco allegato. Va precisato che In questo ambiente l’evaporazione e la traspirazione sono più contenute, qui la maggior parte delle fioriture ha luogo nella prima metà della sta- in funzione della minore influenza del vento e della radiazione solare, gione primaverile (Fig. 3), quando la fogliazione ancora incompleta del- che qui arriva in modo meno diretto. L’umidità atmosferica permane le specie arboree permette un maggiore flusso di radiazione solare a li- quindi più a lungo, così come l’acqua contenuta nel suolo. vello del suolo ed ostacola in minor misura il volo degli insetti impollina- Notevoli variazioni riguardano proprio anche quest’ultimo: infatti, tori (pronubi). un’ulteriore differenza fra le due cenosi arboree considerate risiede nel Fra le specie che più si confanno alle caratteristiche ecologiche qui pre- maggior sviluppo del soprassuolo nella seconda, che presenta anche mag- senti troviamo Hepatica nobilis, Helleborus viridis (Ranunculaceae), giore eterogeneità nelle classi d’età rispetto al bosco termofilo del ver- Corydalis cava (Fumariaceae), Polygonatum odoratum, Scilla bifolia sante sud. Il cospicuo accumulo di lettiera sul terreno in funzione di una (Liliaceae), Ajuga reptans, Glechoma hederacea (Lamiaceae), Vinca maggiore fitomassa e la minore “aggressività” dei fattori climatici, dan- minor (Apocynaceae), ed altre ancora. no luogo ad un orizzonte organico ben umificato, ricco in minerali e nu- trienti, a pH neutro-basico (humus di tipo mull), in grado di trattenere AMBIENTI RUPESTRI una notevole quantità d’acqua, il tutto a favore di piante esigenti sia sot- to il profilo idrico, sia sotto quello dei nutrienti. In questo ambito le uniche osservazioni a riguardo sono state fatte sulla Questo del Guardamonte è un esempio banale, ma lampante di come sot- Rupe del Guardamonte: con un’altitudine di 751 metri, essa forma la to il termine generico “bosco” possono in realtà essere comprese fitoce- vetta del monte Vallassa. La sommità della rupe è costituita da una su- nosi forestali assai differenti fra loro, in funzione di fattori ecologici perficie di circa centoventi metri quadrati, inclinata verso settentrione (vento, acqua, radiazione solare…) che ne influenzano lo sviluppo e ne con un angolo di circa 20°. E’ stato rilevato come quest’ultimo fattore in- fissano i limiti sia a livello topografico che su scala geografica. fluenzi le correnti d’aria che arrivano da sud, moderandone gli effetti al Vediamo ora alcune piante, per lo più erbacee, la cui presenza, stretta- suolo. mente correlata alle caratteristiche ecologiche tipiche dell’ambiente fo- A questo proposito è bene ricordare che anche qui i venti predominanti restale, risulta essere un utile complemento nella definizione delle diver- arrivano da sud-sudovest e che, per ragioni topografiche, si manifestano sità esistenti fra i tipi citati. in tutta la loro portata. Il lato a precipizio è rivolto a mezzogiorno per Nel bosco termofilo il numero di fioriture campionato è assai ridotto e la una lunghezza di circa venti metri, interrotto solo da una cengia, che ta- quasi totalità delle specie vegeta in chiarie o al margine del bosco stesso. glia la parete in senso trasversale poco sotto la cima. La radiazione sola- A rappresentare le Orchidacee troviamo Orchis ustulata, Orchis triden- re arriva in modo quasi ortogonale, almeno nella buona stagione. La roc- tata, Limodorum abortivum, quest’ultima presente anche sotto la co- cia nuda è colonizzata da diversi generi di licheni crostosi, almeno cin- pertura arborea; al margine del bosco nei pressi della rupe del que, che la ricoprono quasi totalmente (circa 80-90%).

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In alcune piccole depressioni della superficie è possibile notare l’accu- parte della roccia e qua e là si trovano le piccole felci Asplenium tricho- mulo dei prodotti derivati dalla disgregazione del substrato litico, opera- manes e Asplenium ruta-muraria (Polypodiaceae). ta dall’attività biologica dei licheni stessi, unitamente a residui organici In uno spazio assai contenuto troviamo quindi piante adattate a forte in- per lo più prodotto della decomposizione di talli lichenici o porzioni di solazione e condizioni di aridità in esposizione sud, mentre sul lato op- essi. Il paleosuolo così originato viene abilmente sfruttato da alcune spe- posto troviamo piante con necessità ben differenti. La rupe del cie fra cui la xerofila Thymus pulegioides, Scutellaria minor Guardamonte rappresenta dunque un esempio significativo, osservabile (Lamiaceae), Euphorbia cyparissias (Euphorbiaceae). Con l’arrivo del- con poca fatica, di come determinati fattori ecologici già descritti (vento, l’autunno fanno la loro comparsa i generi Saxifraga e Carex. Qui l’azio- sole, acqua) siano determinanti nella distribuzione spaziale dei vegetali. ne del vento e il dilavamento operato dalle acque meteoriche sulla su- Iniziando la discesa verso ovest si giunge ad un piccolo prato, dal quale perficie inclinata impediscono l’accumulo di materia organica e prodotti si può accedere alla cengia che passa sotto la rupe, di cui ritroviamo le di erosione, rendendo quindi assai difficile la formazione di un suolo ve- stesse condizioni di aridità ed esposizione. Fra le poche le piante che qui ro e proprio. vegetano troviamo: Linaria vulgaris, Leopoldia comosa ed una stazione Le piante possono quindi radicare solo nelle piccole depressioni già de- insolita di Malva sylvestris. La morfologia di questo luogo ha permesso scritte, ma anche nelle crepe presenti qua e là, lungo la parete (un esem- l’accumulo di detriti e prodotti del disfacimento della roccia, su cui que- pio in questo caso è fornito da Silene nutans). Una di queste, di propor- sti vegetali possono radicare (come dimostrato dalla presenza della bul- zioni ragguardevoli, taglia la rupe del Guardamonte in direzione N-S, a bosa Leopoldia comosa). Alle specie citate si accompagnano alcune quer- circa due terzi della sua lunghezza, creando due superfici distinte; sul- ce, la cui crescita stentata ha conferito loro un aspetto arbustivo. l’orlo in alto è riuscito a radicare un cerro (Quercus cerris) che, con il Continuando la discesa, la roccia affiorante dà luogo a piccoli ambienti suo portamento arbustivo, testimonia in modo evidente gli effetti pro- rupestri, dove fioriscono Petrorhagia saxifraga (Cruciferae), dotti dall’azione eolica sugli alberi (nel caso specifico l’azione del vento è Helianthemum apenninum (Cistaceae), Acinos arvensis (Lamiaceae), di notevole intensità, ma gioca un ruolo fondamentale anche la ridottis- Globularia punctata (Globulariaceae), ecc. In estate fanno la loro com- sima disponibilità idrica). La spaccatura origina anche zone d’ombra do- parsa Anthemis tinctoria, Cirsium vulgare (Asteraceae), Melilotus offi- ve riesce a vegetare, oltre alle specie già citate, Geranium dissectum cinalis, Ononis spinosa (Fabaceae). Nell’ultimo tratto, il tracciato ritor- (Geraniaceae). Presenti anche alcuni muschi non classificati. Va inoltre na pianeggiante e attraversa un bosco xerofilo dove troviamo lungo il segnalata, sempre in esposizione sud, la presenza di una popolazione di sentiero fioriture tipiche di ambienti aridi: Hypochoeris maculata Buxus sempervirens (Buxaceae), un arbusto sempreverde piuttosto ra- (Asteraceae), Lathyrus sylvestris, , Melilotus officinalis (Fabaceae), ro nelle nostre valli e da ritenersi quindi un’ulteriore peculiarità di que- Onobrychis viciifolia (Fabaceae). Il bosco ha una struttura discontinua sto luogo. Il Bosso predilige terreni calcarei ed è in grado di sopportare a maglia; nelle piccole garighe, fra le Poaceae che costituiscono un folto bene gelo e siccità: la sua ecologia e le caratteristiche morfologiche del strato erbaceo, spiccano in primavera le singolari fioriture di alcune spe- luogo fanno sì che esso trovi sulla Rupe del Guardamonte un habitat, ma cie del genere Carex (Cyperaceae). Nello strato arbustivo la presenza di anche un ottimo rifugio. Viburnum lantana testimonia la basicità del terreno. A nord il bosco lambisce la rupe, arrestandosi al contatto con essa. Su questo lato la roccia forma una piccola parete subverticale, alta fino a quattro metri vicino alla spaccatura. Grazie alla particolare esposizione Curiosità che favorisce l’ombreggiamento, ostacolando di conseguenza l’evapora- zione, briofite e pteridofite trovano su questa parete un ottimo habitat. Un aspetto curioso e quanto mai affascinante del mondo vegetale risiede Per compiere il loro ciclo riproduttivo, questi due gruppi di piante ne- nel fatto che nonostante la vita e la distribuzione delle piante sia regola- cessitano di acqua (pioggia o rugiada). Prediligono ambienti con micro- ta da leggi e meccanismi caratteristici e costanti (aspetto anche clima umido, almeno per una parte dell’anno. Il muschio ricopre gran al regno animale), non è raro sul campo imbattersi in singolari eccezio- ni. Incongruenze che, senza togliere veridicità alle regole generali, met-

- 12 - - 13 - Enrico Macchiavello Ambienti e associazioni vegetali nella zona del Guardamonte

tono in evidenza le straordi- Conclusioni narie, a volte imprevedibili, capacità di adattamento di Non è raro, trovandosi immersi nel verde durante una passeggiata, ri- questi viventi. manere colpiti dai colori e dalla bellezza di una fioritura oppure dalla In questo ambito è da segnala- maestosità di un castagno secolare. Si tende cioè a scorporare il singolo re la presenza sul versante elemento dall’ambiente circostante, considerandolo per le sue caratteri- settentrionale, all’interno del stiche unitarie e questo, a fini estetici, non è affatto sbagliato. bosco, di una popolazione di Anche nell’ambito di una semplice escursione, può rivelarsi interessante Dictamnus albus (Rutaceae - considerare un individuo vegetale come componente di una popolazione Fig. 4) formata da qualche formata da una pluralità di individui della stessa specie: infatti, vicino decina di individui, sparsi su all’albero o al fiore oggetto della nostra attenzione, troveremo con ogni un territorio di circa un centi- probabilità altri individui simili, magari dai colori o dalle dimensioni me- naio di metri quadri o poco no spettacolari. L’insieme di individui della stessa specie dà origine ad più. Questa specie vegeta di una popolazione. Le varie popolazioni che abitano nello stesso luogo, in- consueto in luoghi aridi e sas- teragendo fra loro e con l’ambiente, formano una comunità, che spesso, sosi, in posizioni assolate; per l’organizzazione raggiunta e per la sua stabilità spaziale e tempora- quindi in condizioni di suolo le, costituisce un’associazione vegetale. Quindi possiamo dire che un’as- poco evoluto o degradato e sociazione vegetale viene definita sulla base della sua stessa composizio- sottoposto ad intensa insola- ne floristica. Per ragioni geomorfologiche e di esposizione, il paesaggio zione che, nel caso specifico, del monte Vallassa risulta costituito da un mosaico di ambienti anche può anche provocare la com- bustione di un olio volatile prodotto dalle foglie di questa pianta che, secondo alcuni autori, può indurre l’auto- combustione della pianta stes- sa. La popolazione del monte Fig. 4: Dictamnus albus Vallassa si trova invece a ve- getare in condizioni ecologi- che totalmente differenti (vedi paragrafo sul bosco, esposizione nord), quasi agli antipodi di quelle che sono ritenute le sue normali esigenze. Un’altra curiosità, sicuramente meno spettacolare, risiede nella presen- za di specie prevalentemente calcòfile (Cephalantera damasonium, Orchis ustulata, Convolvulus cantabrica) anche in stazioni in cui insi- stono condizioni ritenute causa di una possibile acidificazione del suolo. La presenza di queste piante potrebbe rappresentare un punto a favore dell’effetto tampone esercitato dall’abbondante frazione organogena presente nella roccia madre che, come già accennato, impedirebbe la di- scesa del pH del suolo verso valori di acidità. Fig. 5: Rappresentazione grafica della distribuzione delle specie campionate nel periodo che va dalla primavera all’autunno, poste in relazione ai diversi ambienti

- 14 - - 15 - Enrico Macchiavello molto diversi fra loro, ognuno dei quali caratterizzato da differenti asso- INDAGINE SULLA FLORA MICOLOGICA ciazioni vegetali come espressione diretta delle caratteristiche fisiche am- DELL’ALTA VALLE STAFFORA bientali esistenti in un determinato sito (Fig. 5). Senza entrare nello specifico, lo scopo del presente lavoro è quello di ren- ALFREDO GATTI dere nota la componente vegetale del paesaggio, definendo i singoli am- Gruppo Micologico Vogherese bienti in base alle relative caratteristiche, nonché evidenziare una dis- Via Gramsci, 1 - Voghera (PV) creta ricchezza floristica, da porre in relazione proprio alla varietà di [email protected] ambienti presenti.

Ringraziamenti Riassunto

Desidero ringraziare sentitamente Mimosa Magnani per la preziosa col- Viene riportato l’elenco delle specie fungine censite in una zona partico- laborazione sul campo e per il contributo in materia sistematica. larmente interessante della nostra provincia, il territorio comunale di Ringrazio anche la dott. Simona Guioli e Daniele Caielli rispettivamente , preceduto da brevi cenni sull’indagine in corso e sugli per il contributo ed il materiale relativo agli aspetti geologici. ambienti boschivi collinari e montani. Vengono pure segnalate alcune entità floristiche caratteristiche dei luoghi.

Summary

This work provides a list of the mushroom species identified in a parti- Bibliografia consigliata cularly interesting area of our province, the municipal district of Brallo di Pregola (province of Pavia - – northern ). The list is - E. Banfi, F. Consolino, “Alberi”. Istituto Geografico De Agostini - M. Paci, “Ecologia forestale”. Calderini Edagricole preceded by a short overview of the study we are conducting and by a - E. De Martino, G. Marconi, N. Centurione, “Orchidee spontanee dell’Emilia Romagna”. Calderini Edagricole description of the environment in our woods, hills and mountains. A - G. Simonetti, M. Watschinger, “Erbe di campi e prati”, OM Editore brief description of some typical local plant species is also provided.

Scopi e metodi della ricerca

I funghi svolgono funzioni essenziali all’interno di qualsiasi ecosistema come biodemolitori di sostanze organiche ed inoltre la loro simbiosi con le piante assume una fondamentale importanza nel mantenimento degli equilibri fra le varie popolazioni vegetali. Come avviene per le piante superiori, per la flora e per gli animali, anche i funghi vanno studiati e segnalati sui vari territori, al fine di facilitare interventi che consentano di salvaguardarne la biodiversità: perché tutto ciò sia possibile, si ren- dono indispensabili il censimento e la mappatura del territorio. Nel 1999 l’AMB Gruppo Micologico Vogherese ha iniziato in modo siste-

- 16 - - 17 - Alfredo Gatti Indagine sulla flora micologica dell’Alta Valle Staffora matico un’indagine sulla micoflora in Oltrepò Pavese. Si tratta inoltre di l’ambiente è in parte influenzato dall’uomo, il quale ha operato nel un programma di censimento finalizzato all’allestimento di un erbario tempo vasti disboscamenti e sottratto spazio ai boschi, favorendo in tal micologico (che sarà conservato presso la sezione Scienze Naturali del modo la formazione di pascoli e prati falciati: quest’ambiente rimane Civico Museo di Voghera) ed all’individuazione d’aree particolarmente comunque ecologicamente simile a quello rappresentato dalle radure interessanti nonché di specie fungine rare, eventualmente minacciate da naturali. Sono praticamente presenti tutti i tipi di terreno, anche se tro- pericolo d’estinzione. viamo prevalentemente rocce argillose, calcaree e marnose. Più rara- I metodi di lavoro sono quelli tradizionali usati per simili ricerche: le mente si possono osservare, presso le frazioni Pregola, Colleri e Casone, caratteristiche delle varie specie osservate durante le escursioni, sono rocce eruttive ofiolitiche (conosciute comunemente come Sassi Neri) par- annotate su schede appositamente predisposte e contenenti informazioni ticolarmente interessanti. sulla data, la località e la quota di ritrovamento, l’ambiente e il substra- to di crescita, l’indice di abbondanza, il nome del raccoglitore e del AMBIENTE BOSCHIVO COLLINARE determinatore, il riferimento cartografico. Le specie non individuate sul posto di ricerca vengono raccolte e studiate, preferibilmente presso la I boschi ricoprono princi- sede del museo, quindi i dati vengono archiviati su computer. Presso l’er- palmente le sponde del tor- bario viene solitamente depositata un’essicata di riferimento ed un’im- rente Avagnone, il cui baci- magine fotografica. no è esposto a sud e per- Un’area particolarmente interessante è stata individuata nel territorio corre il tratto da Passo comunale di Brallo di Pregola (Fig. 1), dove, oltre ai rilievi costante- Brallo (metri 950) fino al mente effettuati, sono state organizzate, per tre anni consecutivi, gior- fiume (metri 370), nate di ricerca e studio. A queste hanno partecipato numerosi micologi, al confine con la provincia che hanno significativamente contribuito all’approfondimento dello stu- di Piacenza. Altri impor- dio ed all’individuazione di nuove specie fungine per il territorio. tanti insediamenti boschivi si possono osservare a nord-ovest, sul versante Fig. 1: Veduta panoramica di Brallo di Pregola Descrizione orografico destro del torrente Staffora e, più a nord, dove il territorio confina con il comune di . CENNI SUL TERRITORIO COMUNALE DI BRALLO DI PREGOLA La fascia collinare presenta una vegetazione arborea in cui prevalgono la roverella (Quercus pubescens) spesso legata a luoghi impervi e soleggiati Il territorio comunale è geograficamente situato nella parte meridionale ed il carpino nero (Ostrya carpinifolia). Alle quote più elevate ed in della provincia di Pavia, in quell’unico tratto di Appennino appartenen- ambienti meno secchi, le specie più comuni sono il cerro (Quercus cer- te alla Regione : misura una superficie di circa 4600 ettari con ris), il castagno (Castanea sativa) e talora la rovere (Quercus petraea). altitudine variabile dai 370 m sulla sponda sinistra del fiume Trebbia ai In questa fascia si trovano inoltre l’acero (Acer campestre), l’orniello 1724 metri del Monte Lesima (la cima più alta di tutto l’Oltrepò Pavese). (Fraxinus ornus) ed alcune rosacee come, ad esempio, il pero selvatico L’area considerata si può quindi dividere in zona collinare e zona mon- (Pyrus communis) ed il ciliegio selvatico (Prunus avium). Lungo i corsi tana, attribuendo approssimativamente a quota 800/900 metri il punto di d’acqua ed in zone umide trovano l’habitat ideale i pioppi (Populus alba divisione fra le due fasce, altrimenti difficilmente distinguibili. e Populus tremula), parecchie specie di salice (Salix sp.) e l’ontano nero La scarsa urbanizzazione, l’evoluzione demografica negativa e l’attività (Alnus glutinosa). Da segnalare inoltre la presenza di ridotti impianti di agricola poco praticata, conferiscono all’ambiente un aspetto particolar- conifere composti da pino nero (Pinus nigra) e pino silvestre (Pinus mente selvaggio, soprattutto alle quote inferiori, essendo appena sfiora- sylvestris). Importante è pure la presenza di specie arbustive, che spes- to dall’antropizzazione. Alle quote superiori e verso i crinali, invece, so crescono assieme e talvolta intrecciate con le piante ad alto fusto. Di

- 18 - - 19 - Alfredo Gatti Indagine sulla flora micologica dell’Alta Valle Staffora questi arbusti si ricordano i più comuni: il nocciolo (Corylus avellana), aucuparia). Alle massime elevazioni s’incontrano radure, pascoli e pra- il biancospino (Crataegus monogyna), il salicone (Salix caprea), il pru- terie: è in questi ambienti che in primavera ed in estate s’incontrano sva- gnolo (Prunus spinosa), il ligustro (Ligustrum vulgaris) e le rose selvati- riate specie erbacee fiorite, che accendono di colori un paesaggio già che (Rosa sp. pl.). Da segnalare pure la presenza del ginepro (Juniperus notevolmente piacevole. Allo sciogliersi delle nevi è possibile ammirare i communis) e quella non comune del pungitopo (Ruscus aculeatus). In crochi (Crocus albiflorus e Crocus neapolitanus), quindi appare copio- questi boschi, sovente misti, ben esposti e prevalentemente su terreno sa, con il suo colore blu intenso, la genziana (Gentiana kochiana) e poi neutro-basico, crescono un’infinità di specie fungine tipiche. Alcune di la vistosa primula officinale (Primula veris). A primavera già inoltrata queste specie sono comunissime, altre molto rare ed interessanti (almeno fanno la loro comparsa il botton d’oro (Trollius europaeus), il tulipano per i micologi) quali, ad esempio, il gruppo dei boleti legati ai suoli basi- giallo (Tulipa australis), la Viola calcarata, l’arnica (Arnica montana) e ci (Boletus lupinus, B. torosus, B. pulchrotinctus, B. satanas, B. rhodo- le orchidee (Dactyloriza sambucina, Orchis pallens, Orchis mascula, purpureus, B. radicans). Nigritella nigra, ecc.). Soprattutto nelle radure, o comunque nelle immediate vicinanze di albe- AMBIENTE BOSCHIVO MONTANO ri, le prime specie ad apparire sono il campanellino primaverile (Leucojum vernum) e la scilla (Scilla bifolia), mentre in stagione più Il faggio (Fagus sylvatica) è l’essenza dominante ad un’altitudine supe- avanzata fanno la loro comparsa il giglio rosso (Lilium bulbiferum var. riore ai 900 metri: l’abbondante piovosità e i venti umidi provenienti dal croceum), il sempre più raro giglio martagone (Lilium martagon) e le mare, favoriscono la vegetazione di questa pianta che richiede climi fre- aquilegie (Aquilegia vulgaris e Aquilegia atrata). schi ed umidi, accompagnati da escursioni termiche non eccessive. Alle Se nella fascia collinare le specie fungine sono tante ed interessanti, la quote inferiori il faggio cresce in associazione soprattutto a querce zona montana presenta una varietà ancora maggiore, dovuta sicuramen- (Quercus cerris e Quercus petraea), mentre alle quote superiori tende a te alla concomitanza di fattori favorevoli, quali la situazione termica, la formare boschi puri. Numerosa è la presenza di conifere, tutte introdot- natura diversa del substrato che può essere indifferentemente acido, te nella prima metà del secolo scorso, che spesso crescono mischiate alle basico o neutro e soprattutto la vegetazione arborea molto varia che faci- latifoglie più comuni, altre volte creano compatte formazioni ben indivi- lita la fruttificazione di funghi simbionti. Bellissime e molto interessanti duabili anche in lontananza. sono infine le specie legate agli ambienti praticoli, tra le quali si segnala- Molto diffuso è il pino nero (Pinus nigra), un po’ meno il pino silvestre no, per rarità o semplicemente per i variopinti colori, numerose (Pinus sylvestris), il larice (Larix decidua), l’abete rosso (Picea excelsa) Hygrocybe (H. punicea, H. quieta, H. psittacina, H. intermedia. H. e l’abete bianco (Abies alba). Sparso e isolato vegeta l’acero montano ovina, H. clorophana, H. unguinosa, H. calyptriformis, H. coccinea). (Acer pseudoplatanus), mentre presso i corsi d’acqua o in terreno molto umido si possono osservare il pioppo tremulo (Populus tremula), il piop- po bianco (Populus alba), l’ontano bianco (Alnus incana) ed alcuni sali- ci (Salix sp. pl). Fra le specie a portamento arbustivo sono comuni il nocciolo (Corylus avellana), il ginepro (Juniperus communis), i rovi (Rubus sp. pl.), le rose selvatiche (Rosa sp. pl.), mentre alle quote più alte troviamo il lam- pone (Rubus idaeus), il mirtillo nero (Vaccinum mirtillus), il brugo (Calluna vulgaris) ed il fior di stecco (Daphne mezereum) dai profuma- tissimi fiori che appaiono prima delle foglie. Sempre ad alte quote, isola- ti od in piccoli gruppi cespugliosi, vegetano i maggiociondoli (Laburnum anagyroides e Laburnum alpinum) ed i sorbi (Sorbus aria e Sorbus

- 20 - - 21 - Alfredo Gatti Collybia cir Indagine sulla flora micologica dell’Alta Valle Staffora Collybia confluensrhata Collybia dr Collybia kuehnerianayophila Collybia maculata (Pers.) KummerCuphophyllus vir (Wulf.: Kovalenko Elenco micoflora censita (Pers.:Fr.) Kummer (Huds.:Pers.) Willdenow Collybia per Cyathus striatusgineus Qui di seguito riportiamo l’elenco delle specie rinvenute e determinate sul territorio. (Bull. :Fr.) Kummer Cystoder (Scop.) Fayod Coprinus atramentariusonata Singer L’elenco è aggiornato al dicembre 2002. Cystoderma amianthinum Coprinus auricomus (Alb. & Schw.:Fr.) Quélet ma amianthinum (Lor.) Sm. & Sing. Agaricus alber Bon Bjerkandera adusta Coprinus comatus (Bolt.:Fr.) Kummer fm. r (Persoon:Fr.) Fayod (Bull.:Fr.) Fr. ugosor (L.:Fr.) Pers. Agaricus ar tii Sch.: Fr. Bolbitius vitellinus Coprinus disseminatus Cystoder eticulatum (Quélet) Saccardo Patouillard Daedaleama quer car (Bolt. ex Fr.) Schroet Agaricus bitorvensis Boletinus cavipes Coprinus domesticus (Mull.:Fr.) Pers. charias (Hoff. ex Fr.) Fr. L.:Fr. (Willd.:Fr.) Karsten Daedaleopsis cinaconfragosa Agaricus campestrisquis Bon Boletinus cavipes f.ma aur (Pers.:Fr.) Fr. Coprinus lagopus (Pers.:Fr.) S.F. Gray Fries Agaricus essettei (Moeller) Moeller Boletopsis leucomelaena (Klotzsch:Fr.) Kalchbrenner Coprinus micaceus (Bolt.:Fr.) S.F.Gray Diatrype discifor Fries Agaricus langeii (Moller) Moller Boletus aer ea (Roll.) Sing Coprinus niveus (Fr.:Fr.) Fr. Elaphomyces granulatusmis (Bull.) M.L.Farr Orton Pers. (Bull. :Fr.) Fr. Elaphomyces muricatus (Berk. & Br.) Saccardo Agaricus nivescens Boletus aestivaliseus Coprinus plicatilis (Pers. :Fr.) Fr. (Fr.:Fr.) Kummer Freeman Bull.:Fr. Enteridium lycoper Agaricus porphyr Boletus edulis (Paulet) Fr. Cortinarius aleuriosmus (Curt. :Fr.) Fr. (Fries) P.Karsten (Moeller) Moeller Entoloma bloxami Agaricus praeclarhizon Fr. Boletus fechtneri Bull. :Fr. Cortinarius anomalus Maire don (Fr.:Fr.) Quélet Velenovscky (Fr. :Fr) Fr. Entoloma griseocyaneum (Fr. :Fr.) Kummer Agaricus purpur esquamosus Sch.: Fr. Boletus lupinus Cortinarius anserinus (Vitt.) Peck Fr. (Vel.) R. Henry Entoloma porphyr (Fr.) Noord. Agaricus semotusellus Boletus luridus Cortinarius ar (J.Lange) Pilat Sch.:Fr. R.Henry Entoloma pr (J.Lange) Noordel. Agaricus silvaticus Boletus luteocupr Bertéa & Estades Cortinarius atrquator Kalchbrenner ophaeum (Bull.:Fr.) Kummer Génevier um Entoloma r unoloides Agaricus silvicola Boletus pseudor eus (Hub.) Estades Cortinarius bulliarovirens (Pers. :Fr.) Fr. (Bull.:Fr.) Fr. (Sch.) Fr, Entoloma rhodopolium (Schaeffer:Fr.) With. Agaricus subfloccosus Boletus pulchr egius Alessio Cortinarius caer di Schulzer (Pers. :Fr.) Fr. Entoloma sericeoideshodopolium fm. nidor (Curt. :Fr.) Karsten Agaricus xanthoder Boletus queletiiotinctus Cortinarius calochrulescens Agaricus xanthoder var. griseus (Pears.) Bon & Capp. Pers. :Fr. Fries Entoloma sinuatum (Batsch) Kuhner Boletus radicans Cortinarius caninus (Secretan) Fr. osum(Leyss.:Fr.) P.Karsten Agrocybe aegerita mus mus (Brig.) Fayod Smotlacha ous Exidia glandulosa Albatr (Schaeff. :Fr.) Kotl. & Pouz. Boletus r (Krombholz) Kallenbach Cortinarius cephalixus Fr. Trog ellus cristatus hodopurpur Fr. Fistulina hepatica Pers.:Pers. Aleuria aurantia (Pers.:Fr.) Fuckel Boletus r Lenz Cortinarius cinnabarinus Huijsm. hodoxanthuseus Fr. Cor Fr. Flammulina velutipes (Sow.) Pouzar Amanita beckeri Boletus satanas tinarius cotoneus R.Henry Junghuhn (Scop.:Fr.) Pers. Pers. :Pers. Cor Galerina mar Amanita caesar (Berk. & Br.) Boudier Boletus tor (Pers.:Fr.) tinarius elatior (Sch.:Fr.) Fr. Vittadini osus Ganoder ginata (Sch.:Fr.) S.F.Gray Bovista plumbea (Batsch:Fr.) Fr. Cortinarius elegantissimus Moser (Wallroth) Paoletti Amanita ceciliaeea Gautierama otthii lucidum (Price) Q. & Bat. Bulgaria inquinans (Pers.:Fr.) Fr. Cortinarius glaucopus (Pers.:Fr.) Fr. Tulasne & C. Tulasne AmanitaAmanita cr citrina Fr. Geaster quadrifidum (Sch.:Fr.) Fr. var. alba (Quélet) Melzer Calocera cor (Fr.:Fr.) Singer Cortinarius glaucopus AmanitaAmanita franchetiiocea citrina (Boudier) Fayod (Sch. :Pers.) Perdeck Eich. Geastr (Scopoli) Fries Calocera viscosanea um sessile Amanita fulva (Sch.:Fr.) Fr. (Bull.:Pers.) Jaap Cor (Fr.) Lge. Geastr (Pers.:Fr.) S.F.Gray Calocybe gambosa tinarius infractus Lge. um triplex (Jacq.) D.C. Amanita lividopallescens (Gillet) Seyot (Fr.:Fr.) Fr. Cor var. olivaceus Geastr Foley Calvatia expulifor Quélet tinarius lar (Cordier) Gillet um vulgatum (Pers.:Fr.) P.Karsten Amanita mair (Linn.:Fr.) Hooker (Pers. :Fr.) Fr. Cortinarius magicusgus Kuhn. Genea fragrans (Bull.:Fr.) Quélet Canthar Calvatia utrifor mis ei (Bull.:Fr.) Link ellus ciner Pers. :Fr. Cor (Pers.:Fr.) Fr. Métrod ex Bon Amanita muscaria Canthar Cantharvar. amethisteusmis tinarius nemor Genea sphaerica Amanita ovoidea (De Cand,;Fr.) Krombholz ellus lutescenseus ellus cibarius Desm. Cor R.Henry Gomphidius glutinosus (Pers.) Quélet Canthar Canthar tinarius olidusensis Fr. (Bull. :Fr. ) Ricken Amanita pantherina (Vaill.:Fr.) Link ellus melanoxerellus cibarius Fr. :Fr. Cor Gomphidius maculatus (Pers. :Fr.) S.F.Gray Canthar (Bull.:Fr.) Bataille tinarius praestans (Fr.:Fr.) Fr. Quélet ellus tubaefor Cor Amanita phalloides Gillet Chalcipor os Vittadini tinarius r Lange Gomphus clavatus (Pauley) Gillet mis Cor ufoalbus (Sch.:Fr.) Fr. (Scop. :Fr.) Amanita r (Fr.) Kummer Choir us piperatus (Sch. :Fr.) O.K.Miller tinarius r Gymnosporangium clavariaefor ubescens (Fr.:Fr.) Dorfelt & Roth omyces meandrifor Fr. Cor ufoolivaceus (Fr.:Fr.) Fr. Afz.:Fr. AmanitaAmanita spissa r Chr tinarius splendens Hapalopilus r ubescensvar. annulosulfur (Gillet) Bataille oogomphus r (L. :Fr.) Donk Cor (L.:Fr.) Fr. Hebeloma crutilans (Pers.:Fr.) Karsten Amanita spissa (Bull.:Fr.) Vittadini Clavaria ver mis (Bull.:Fr.) Schroeter tinarius tophaceus Moser (Pers.:Frme .) Bon ea utilus Cor Hebeloma edurustulinifor Amanita umbrinolutea (Sow.:Fr.) Pearson & Dennis Clavariadelphusmicularis pistillaris (L.:Fr.) Schroeter tinarius tor (Cooke) Maire (Pers.) Rostaf. var. excelsa Cor vus me Amanita vaginata Marxmuller & Romagnesi Clavulina ciner (Fr.:Fr.) Kummer tinarius trivialis (L. :Fr.) Pers. Hebeloma mesophaeumum (Fr.:Fr.) Brefeld (Vahl.:Fr.) Kummer (Pers.:Fr.) Kummer Cortinarius varius (Pers. :Fr.) Kummer Hebeloma radicosum (De Cand.) Singer Anellaria semiovata Clavulina cristataea (Pers.) Pers. (Hom:Fr.) Karst. (Romagnesi) Herink (Bull.:Fr.) Quélet Cortinarius venetus Hebeloma sacchariolens Armillaria gallica (Scop.:Fr.) Emeland Clitocybe cer (Pers.:Fr.) Kummer (Huds.) Kambly (Pers. ex Schw.) Banker Cortinarius violaceus Hebeloma sinapizans Armillaria mellea (Pers.:Pers.) Morgan Clitocybe clavipesussata (Sow.:Fr.) Gillet (Orton & Watling) Bon Tulasne & C. Tulasne Cortinarius vitellinus (Pers.:Fr.) Bon Helvella crispa L.:Fr. Armillaria ostoyae (Quélet) Pouzar Clitocybe geotr (Batsch:Fr.) Kummer (Bull.) Wettstein (Bull.:Fr.) Kummer Cor (Berk. & Miller) Bon Helvella lacunosa Sch. :Fr. Ar Clitocybe gibbaopa tinarius xanthophyllus millaria tabescens (Dicks.:Pers. (Schum.:Fr.) Kummer Crater Astraeus hygr Clitocybe inor ellus cor Helvella macr S.F.Gray (Scop.:Fr.) Quélet Crepidotus variabilisnucopioides Hemipholiotaopus pupulnea Aur (Fr.:Fr.) Singer Clitocybe nebularisnata (Fr. :Fr.) Quélet eoboletus ometricusgentilis Cribraria ar Auricularia auricula-judae(Batsch ex Fr.) Korf & Carpenter Clitocybe odora (Bull.:Fr.) Kummer Hemitrichia clavata Cr gillacea Auricularia mesenterica Clitocybe suaveolens ucibulum laeve Heterobasidium annosum Cuphophyllus berkeleyi Auriscalpium vulgar Clitopilus pr Hohembuehelia geogenia Cuphophyllus pratensis Baeospora myosura Collybia asemaunulus Hydnellum caer e Cuphophyllus r Bispor Collybia butyracea Hydnellum concruleum ella citrina ussocoriaceus Hydnobolites cerescens Hydnum r ebrifor Hydnum repandum mis ufescens - 22 - - 23 - Alfredo Gatti Indagine sulla flora micologica dell’Alta Valle Staffora

Hygrocybe calyptrifor (Berk.) Fayod Laccaria tor (Bolt. :Fr.) Cooke Limacella guttata (Pers.:Fr.) Konrad & MaublancMycena sanguinolenta (Alb. & Schw.:Fr.) Kummer Hygr (Sch.) Murril Lactarius acertilis Britzlemayr Limacella illinata (Fr.:Fr.) MurrilNectria fuckeliana Booth ocybe canthar mis (Wulf.:Fr.) Kummer (Bolt.:Fr.) S.F.Gray (L.) Fries (L.:Fr.) Schroeter Hygr Lactarius acrisrimus L Ochr ocybe ceraceaellus (Fr. :Fr.) Wunsche (Fr. :Fr.) Fr. ycogala epidendr Pers. :Pers. opor (De Cand. :Fr.) Fayod Hygr Lactarius aspideus Lycoper Omphalotusus igniarius olearius ocybe chlor (Lange) Schaeffer (Buillard) Fries don echinatumon Bonord. (Pers.:Fr.) Fuckel Hygr (Sch.:Fr.) Kummer Lactarius azonites (Fr. Fr.) Fr. Lycoper Pers.:Pers. Otidea onotica (Pers.) ocybe citrinovirophana don foetidum Hygr (Scop. :Fr.) Kummer Lactarius blennius Reid Lycoper Pers. :Pers. Otidea umbrina (Bull. ex Kummer) Moser ocybe coccineaens don mammaefor Hygr (Fr.) Singer Lactarius britannicus Fr. Lycoper Pers.:Pers. Oudemansiella longipes (Rhel.:Fr.) Singer ocybe conica (Pass.) Fayod Fr. don molle Sch.:Pers. (Bull.:Fr.) Karsten Hygr Lactarius chr Lycoper me Oudemansiella radicata ocybe for (Bresadola) Moeller (Pers.:Fr.) Fr. don perlatum (Vittadini) Bon (Batsch:Fr.) Fr. Hygrocybe internicata (Pers.) Wunsche Lactarius cirysorrheus (L. :Fr.) S.F.Gray Lycoper (Fr. :Fr.) Singer Panellus stipticus (Batsch.:Fr.) Fr. (Bull.:Fr.) Kuhner cellatus Groger don pirifor (L.ex St-Amans) Kuntze Hygrocybe marmedia Lactarius contr Lyophillum conglobatumme Paxillus atr Hygr chii (Britz.) Singer Lactarius deliciosusoversus Boudier Lyophillum decastes Paxillus involutusotomentosus Pers.:Fr. ocybe nitrata (Sch.:Fr.) Kummer (Fr. :Fr.) Fr. (Pers. :Fr.)Kuhner & Romagn. Ex Orton (Fr.) Pat. Hygr Lactarius deter L Paxina acetabulum ocybe ovina (Fr.:Fr.) Kummer S.F.Gray yophillum fumosum (Karst.) Karst. (Fr.:Fr.) Kuhner Hygrocybe persistens (Kuhner) Singer Lactarius fluensrimus (Fr. :Fr.) Fr. Lyophillum leucophaetum (Britzz.) Singer Peziza badia L.:Fr. Hygrocybe psittacina (Fr.:Fr.) Karsten Lactarius fuliginosus (Pers. :Fr.) Fr. Lyophillum transfor (Schum. :Fr.) Wasser Phaeolus schweinitzii (Fr. :Fr.) Karsten (Wulf.:Fr.) Maire (Sw. :Fr.) Fr. (Barla) Bon (Sch.:Fr.) Sing. Hygrocybe punicea Lactarius luridus Macrolepiota exoriatame Phaeomarasmius erinaceus Hygr (Fr.) Fr. Lactarius mitissimus (Scop. :Fr.) Pers. Macr (Huijsm. ex Ort.) Mos. Phallus impudicus (Lasch:Fr.) Singer ocybe quieta (Fr.) Fr. Rolland olepiota fuliginosa (Fr.:Fr.) Singer (Lasch) Q. Hygrocybe unguinosa Lactarius pallidus Romagnesi Macrolepiota konradii Moser Phellodon niger (Pers. :Fr.) Kummer Hygrophor Lactarius per (Bull.:Fr.) Fr. Macrolepiota mastoidea (Scop.:Fr.) Singer Pholiota flavida (Jacq. :Fr.) Kummer opsis aurantiaca Romagnesi (Pers. :Fr.) Reid Hygrophor Lactarius piperatusgamenus Macrolepiota olivascens (Vittadini) Singer Pholiota gummosa us agathosmus (Fr. :Fr.) Fr. (Vel.) Bellù & Lanzoni (Sch. :Fr.) Kummer Hygr Hygr (Alb. & Schw.) Haas & Haller ex Bon Lactarius por Macr Pholiota lucifera ophor ophor Fr. olepiota pr (Fr.) Berthier (Britz.) Sacc. us atramentosusus arbustivus (Batsch.:Fr.) Fr. Lactarius pterninsis Macr Pleur Hygrophor Romagnesi olepiota r ocera (L.:Fr.) Fr. otus dr (Pers. :Fr.) Kummer (Sow.:Fr.) Fr. Hygr us chr Lactarius pyrospor (Paulet :Fr,) Fr. Macr hacodes (Pers.:Fr.) Fr. Pleur yinus (Pers. :Fr.) Kummer ophor ysodon (Bull. :Fr.) Fr. us olepiota rickenii otus ostr Hygr us cossus Lactarius quieticolorogalus Heim & Leclair Macr (Bolt. :Fr.) Fr. Plicatur eatus (Timm.) Kreisel ophor Fr. otyphula juncea us ebur Lindgren (Fr.) Fr. opsis crispa (Jacq. :Fr.)Fr. Hygr (Fr. :Fr.) Fr. Lactarius quietus Marasmius andr Pluteus cer ophor neus (Fr. :Fr.) Fr. (Scop. :Fr.) Fr. (Pers.:Fr.) Fr. us gliocyclus Britzelmayr Lactarius r Marasmius epiphyllus Pluteus r vinus Hygrophor (Fr.:Fr.) Fr. osaceus (Fr.:Fr.) Fr. (Bull.:Fr.) Moser us hypothejus Moser ubr omellii Hygr Lactarius r ocinctus (Otto :Fr.) Fr. Marasmius or Berk. & Br. Pluteus salicinus (Bull.:Fr.) Orton ophor Kalchbrenner Hygr us latitabundus Lactarius sanguifluusuginosus (Fr.:Fr.) Fr. Marasmius prasiosmuseades(Bull. :Fr.) Patouillard Pluteus umbr (Bull.:Fr.) Sing. ophor (Pers.:Fr.) Fr. us lindtneri (Bull.) S.F.Gray (Saccardo) Konrad osus (Pers.:Fr.) S.Rauschert Hygr Fr. Lactarius semisanguifluus Marasmius r Polypor ophor (Schulzer) Moser & Reis (Bull.:Fr.) Patoillard us dur (Scop.:Fr.) Karsten Hygr us lucor Arnolds Lactarius subumbonatus Marasmius scorotula Polypor us ophor um (Schulz.) Singer (Pers.:Fr.) Murril us leptocephalus(Jacq.:Fr.) Karsten us nemor Heim Hygr Lactarius uvidus Pilat & Dermek Marasmius wynneaeodonius(Pers.:Fr.) Karsten Polypor (Schaeffer) Quélet ophor eus (Sch. :Fr.) Quélet us varius Hygr us penarius Lactarius veller (Hoffm.:Fr) P.Karsten Melanoleuca br (Romagnesi) Orton Psathyr (Pers. :Fr.) Ricken ophor Vittadini ella lacrimabunda us personii Lactarius violascens (Bolt.:Fr.) Ito Melanoleuca evenosa(Sow.:Fr.) Singer Psathyr (Sch. :Fr.) Quélet Hygr Soehner eus evipes ophor (L.:Fr.) Fr. (Hoffm.:Fr.) Sing. ella pilulifor (Pers.:Fr.) Quélet Hygr us poetar Vittadini Lactarius volemus Melanoleuca grammopodia Pseudoclitocybe cyathifor ophor um Pers. (Vent.) Pers. mis (Bres.) Ricken us r Tulasne & C.Tulasne Leccinum aurantiacum Melanoleuca melaleuca Pseudocrater Hymenogasterussula citrinus (Hoffm.:Fr.) Quélet Krombholz (Pers.) Quélet Tulasne & C.Tulasne Hymenogaster hessei Leccinum carpini(Bull.:Fr.) Kummer Meripilus giganteus(Pers.:Fr.) Boudier Pseudohydnumellus gelatinosum undulatus(Pers.:Frmis.) Quélet Hymenogaster lycoper Leccinum(Alb. duriusculum & Schw.:Fr.) Kummer Micr (Huds.:Pers.) Fr. Pycnopor Quélet (Huds.:Fr.) Kummer omphale brassicolens Moeller & Lange ex Lange (Fr :Fr.) Quélet us cinnabarinusFr. & Nordh. Hymenogaster populetor Lange Leccinum quer Micromphale foetidum Ramaria aur dineus Reid (Scop. :Fr.) S.F.Gray (Fr.) Kuyper & Noordeloos (Sch. :Fr.) Quélet Lentinellus cochleatus Micr Ramaria botrea Hymenogaster vulgaris cinum(Bres.) Singer omphale(Bull. prasiosmus :Fr.) Kummer (Lasch) Singer (Pers.um ex Fr..) Kickx Hymenoschyphus calyculus Lentinellus flabellifor(Scop.) Patouillard Morchella costata(Scop.:Fr.) S.F.Gray Ramaria flavaytis (Bull.:Fr.) Bon Berkeley Hypholoma fascicular Lenzites betulina(Bull.:Fr.) Cooke Mor (Pers.:Fr.) Kummer Ramaria for (Bull.) Bon (Weinm.) Quélet mis chella rigida (Fr.) P.Karsten (Pers.:Fr.) Kummer mosa Romagnesi Hypholoma radicosum Quélet Leotia lubrica Morchella r Ramaria pallida e (Fr.:Fr.) Singer (Fr.) Quélet Fr. Hypholoma subblateritium(Fr. :Fr.) Kummer Lepiota aspera Mutinus caninusotunda Ramaria sanguinea (Q.) Bon & Boiff. (Berk. & Cke.) Saccardo Lindblad (Pers. :Fr.) Kummer Hypoxilon fragifor Lepiota clypeolaria(Vittadini) Wasser Mycena aurantiomar(Fr. :Fr.) Quélet Ramaria stricta Krombholz (Bull.:Fr.) Kummer Hysterangium nephriticum Lepiota(Alb. cristata & Schw.:Fr.) Singer Mycena epipter(Bull.:Fr.) S.F.Gray Ramaria versatilis (Pers.:Fr.) Fr. (Scop.me :Fr.) Singer & Smith ginata Lepiota fuscovinacea(Schulzer) Bo Mycena (Pers.:Frfilopes .) Kummer Rhizopogon luteolus Pers. Inocybe bongar (Huds.) Cooke ygia (Bull.) Gramberg Inocybe cor (Maire) Orton Lepiota ventriosospora Mycena galericulata Rhodocybe gemina dii (Fr.:Fr.) Kummer Inocybe geophyllaydalina (Scop.:Fr.) Cooke Lepista glaucocana Mycena galopus Rodocybe mundula Inocybe pyriodora Singer Lepista inversa Mycena haematopus Rugosomyces chr Inocybe rimosa Lepista nuda Mycena inclinata Rugosomyces ionidesysenter Kuenner Lepista panaeola Mycena meligena Russula acrifolia on Laccariaomyces amethystina mutabilis Lepista sor Mycena pelianthina Russula adusta Laccaria bicolor Leucoagaricusdida cinerascens Mycena polygramma Russula aer varLaccaria. moelleri laccata Leucoagaricus leucothites Mycena pura Russula albonigrauginea Laccaria laccata Leucocor Mycena r Russula alutacea Leucopaxillustinarius macr bulbiger Mycena rosea Russula aur osella ea - 24 - ocephalus - 25 - Alfredo Gatti Indagine sulla flora micologica dell’Alta Valle Staffora

Russula aur Krombholz Tephrocybe rancida (Fr. :Fr.) Donk Tuber r Pico:Fries ora Pearson (Wulf. :Fr.) Pil. ufum (Batsch.) J.F.Gmel. (Bull.) Quélet Russula cessans Trametes hirsuta Tubifera fer (Reid) Bon Russula chlor (Krombholz) Bresadola T (Schum.:Fr.) Pil. V ruginosa (Pers.:Pers.) Kreisel Cooke rametes pubescens (Planer:Fr.) Cunn. ascellum pratense Engel & Bruckner (De Cand.:Fr.) Boekhout & Enderle Russula cutefractaoides (Sch.) Fr. Trametes velutina (L. :Fr.) Lloyd Volvariella gloiocephala (L. :Fr.) Quélet Russula cyanoxantha Singer Trametes versicolor Pers.:Fr. Volvariella sur (Knapp) Singer Xerocomus chr (L. :Fr.) Greville (Quélet) Quélet Xer (Pers. :Fr.) Greville Russula cyanoxantha fm. pelterMoeller & J.Schaeffer Tremella foliacea Retz.:Fr. Xerocomus arrecta ocomus leonisysenter (Sing.) Svrcek (Rostaf) Ing. Xer on Russula cur TrichiaTremella varia mesenterica meniacus ocomus quer tipes Fr. var. karstenii (Pers.) Pers. Xer Russula decipiens eaui Gillet T Trichia contor (Bull.:Fr.) Quélet ocomus subtomentosuscinus richoloma acerbum Xylaria hypoxylon Russula delica Cooke Tricholoma albumta (Sch.:Fr.) Kummer Romagnesi (Shev.) Saccardo Xylaria polymorpha Russula densifolia Tricholoma atr Russula drimeia (Fr.:Fr.) Fr. (Sch.:Fr.) Ricken (Pers.) Fr. Tricholoma aurantiumosquamosum Basso & Candusso Russula faginea (Pers.:Fr.) Fr. Tricholoma bonii Clemençon Russula fellea (Fr.:Fr.) Fr. Tricholoma br (Almf.) Jacobasch Russula foetens (Fr.) Fr. Tricholoma cingulatumesadolanum (Fr.:Fr.) Kummer Rea (L.:Fr.) Kummer Russula fragilis Tricholoma columbetta Russula heter Quélet & Roze Alessio (Bull.) Fr. Tricholoma equestr (Batsch.) Kreisel Conclusioni Russula lepidaophylla Singer (Fr.:Fr.) Quélet Tricholoma filamentosume Russula luteotacta (Sch.) Pers. Tricholoma fracticum (Fr.:Fr.) Kummer Sch. (Pers. :Fr.) Lange Russula maculata Tricholoma gausapatum L’indagine sulla micoflora in alta Val Staffora, nonostante il breve perio- Russula nigricans Peck Quélet Fr. Tricholoma imbricatum Quélet do di osservazione, ha già consentito di ottenere risultati importanti e di Russula nobilis Quélet Tricholoma myomices Lange ricavare dati molto interessanti: tutto questo sarà sicuramente stimolan- Russula olivacea Maire Tricholoma orir (Fr.) Quélet (Lam. :Fr.) Fr. (Kalchbrenner) Quélet Russula parazur Tricholoma parubens te per proseguire nella “infinita” opera di ricerca e censimento. Russula pectinatoidesea (Schm.) S.Rauschert Bon Ferdinansen & Winge Tricholoma populinumdinum (Fr.) Kummer La notevole eterogeneità del territorio preso in considerazione, sia sotto Russula queletii Bresadola Tricholoma por (Cooke) Rea l’aspetto morfologico sia della vegetazione, unitamente ai diversi micro- Russula raoultii Fr. Tricholoma psammopustentosum (Fr.) Quélet Russula r (Sch.) Fr. Tricholoma pseudonicticans(Pers.) C.Martin climi che si creano, favorisce indifferentemente la fruttificazione di spe- Russula romellii Fries (Sow.:Fr.) Quélet (Santi ex Stendel) Pouzar Tricholoma saponaceum Bresadola cie termofile e mesofile e di specie legate sia ai suoli acidi che a quelli Russula sanguinariaubra Tricholoma scalpturatum Fr.:Fr. Tricholoma saponaceum (Sch.) Saccardo Russula solaris Tricholoma sciodes var. squamosum basici. Il periodo di cresci- (Bull.:Pers.) Pers. Tricholoma sejunctum Bresadola Russula tor Pers.:Fr. (Bull. :Fr.) Kummer ta è stato in questi anni Russula vescaulosa Tode : Pers. Tricholoma squar (Sch. :Fr.) Kummer Russula (Vviritt.) Tulasne & C.Tulasne Tricholoma striatumrulosum (Scop.:Fr.) Quélet particolarmente influenza- (Willd. :Fr.) Fr. (Fr.:Fr.) Kummer Russula vitellinaescens Tricholoma sulfur to dall’andamento climati- (Scop.:Fr.) Berk. Tricholoma sulfur Romagnesi Sar (Wulf.:Fr.) Singer escens (Sch.:Fr.) Kummer cosphaera crassa T co anomalo rispetto allo Schizophyllum (Curcommunet.:Fr.) Quélet richoloma ter eum Moser Scler Kreisel Tricholoma tristereum (Sch. :Fr.) Siger standard del territorio, oderma ver(Bull.:Fr.) Quélet Tricholoma ustale Vittadini caratterizzato nei primi Spathularia flavida(L.r ucosum:Fr.) O.Kuntze Sphaer Tricholoma ustaloides obolus stellatus(Fr.) O.Kuntze T due anni da piogge scarsis- Stephensia bombycina(L.Fr.) Roussel richoloma vaccinum (Klotzsch) Singer Tricholoma viridilutescens sime e clima precocemente Stereum hirsutum Str (L. :Fr.) Roussel Tricholomopsis r rigido. Fortunatamente obilomyces(Bresadola) str Singer Str Tuber aestivum utilans obilurus(Sw esculentus.:Fr.)obilaceus O.Kuntze T sono stati migliori (anche Str (L.) Roussel uber aestivum fm. uncinatum opharia aer T Fig. 2: Hygrocybe calyptriformis se non normali) i due anni (Holmskj.Str :Fr.) Koruginosaf & Rogers uber bor (Chatin) Montecchi & Borelli opharia caer T chii Str ulea uber br Vittadini successivi, dei quali il 2001 si è manifestato con notevole siccità, con le opharia cor T umale Suillus bovinusonilla uber excavatum Vittadini prime piogge apparse solamente a metà settembre e quindi fruttificazio- Suillus collinitus Tuber macr Vittadini ospor Vittadini Suillus granulatus Tuber magnatumum ne delle specie estive a fine settembre, con conseguente ritardo e scarsità T Pico Suillus gr uber melanospor Vittadini di quelle autunnali. T Suillus luteusevillei uber mesentericumum Vittadini Di contro l’anno successivo ha presentato copiose precipitazioni già dai Suillus tridentinus Tuber puber Berkeley & Broome ulum Suillus variegatus primi giorni del mese di agosto con giornate in cui le temperature subi- Suillus viscidus Tarzetta catinus - 26 - - 27 - Alfredo Gatti Indagine sulla flora micologica dell’Alta Valle Staffora vano notevoli variazioni: rimarchevole è stato quindi l’anticipo del Gymnosporangium clavariaeforme, di collocazione non ben definita ed periodo di crescita per le specie autunnali con abbondanza, ad esempio, attribuibile all’Ordine Dacrimycetales. di Tricholomataceae e Hygrophoraceae (Fig. 2) già dalla prima quindi- Tra le Famiglie ben rappresentate sono le Tricholomataceae (22,5%), cina di settembre. Russulaceae (14,3%), Cortinariaceae (9%), Hygrophoraceae (7,3), Osservando alcuni dati statistici possiamo notare che dal 1999 al 2002 la Boletaceae (7,3%), Agaricaceae (6%). ricerca ha consentito il censimento di 553 specie: numerose altre sono già state individuate e sono in attesa di verifiche e controlli per il loro cor- retto censimento. Ringraziamenti

Le specie e relative varietà o forme sono così sistematicamente suddivise: Ringrazio tutti i soci del AMB Gruppo di Voghera per la collaborazione nel reperire il materiale fungino e l’ingegner F. Polani sempre disponibi- 2 Divisioni le e prodigo di consigli. Un particolare pensiero al compianto amico 3 Classi Giampaolo Botta, ispiratore del censimento e compagno di tante escur- 4 Subclassi sioni. 31 Ordini 58 Famiglie 150 Generi

Delle specie fungine osservate 446 pari al 98,75% appartengono alla Bibliografia consigliata Divisione Eumycota, solo 7, pari al 1,25%, alla Divisione Mixomycota. Tra i Mixomycota le 7 specie appartengono a 6 Generi, 3 Famiglie AMB Gruppo di Varese, 2000, Censimento dei funghi della Provincia di Varese, Nicolini Editore, Gavirate (Lileaceae, Trichiaceae, Reticulariaceae) 2 Ordini (Liceales e AMB CSM, 2000, 2001, Atlante fotografico dei funghi d’Italia Trichiales) e 1 Classe (Mixomycetes) Breitenbach J., Kranzlin F., 1986, 1987, Champignons de Suisse, Edition Mycologia Luzern Bogliani G., Cova C., Polani F., 2003, La natura tra Nure e , Amministrazione Provinciale Pavia Proseguendo nella statistica rileviamo che nella Divisione Eumycota Capecchi F., 1996, Un altro Oltrepò pavese, piacentino, tortonese, edizioni Croma Pavia scarseggiano gli ascomiceti, 41 pari al 7,51%, contro 505 basidiomiceti Galli R., 1998, I boleti, Edinatura Milano Gatti A., 1998, Benvenuti in Oltrepò pavese, I funghi dove...quando, 49, Edinatura Milano pari al 92,49%. Montecchi A., Sarasini M., 2000, Funghi ipogei d’Europa, AMB Centro Studi Micologici, Vicenza Nella Classe Ascomycetes sono rappresentati 5 Ordini (Pezizales 43,9%, Tuberales 26,8%, Helotiales 12,2%, Sphaeriales 12,2%, Elaphomycetales 4’9%), 14 Famiglie con buon risultato in Tuberaceae (11 specie pari al 26%) e 22 Generi. Per quanto riguarda la Classe Basiomycetes, le 4 Subclassi sono rappre- sentate nelle seguenti misure: Hymenomycetidae 422 specie (83,6%) distribuite in 70 Generi,19 Famiglie, 8 Ordini Aphyllophoromycetidae 51 specie (10,1%), 31 Generi, 11 Famiglie, 8 Ordini Fragmobasidiomycetidae 6 specie (1,2%), 4 Generi, 2 Famiglie, 2 Ordini Gastromycetidae 23 specie (4,5%), 15 Generi, 8 Famiglie, 5 Ordini Lo 0,6% (3 specie) è dato da Calocera viscosa, Calocera cornea e

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Nota redazionale AUGUSTO GENTILLI Università degli Studi di Pavia - Dip. Biologia Animale Piazza Botta, 9 - PAVIA

Dal 2003 il Civico Museo di Scienze Naturali di Voghera collabora con la Regione Lombardia al cen- Riassunto simento floristico regionale (che fa parte di un censi- L’autore analizza l’ofidiofauna della Valle Staffora (PV). Alla luce delle mento più vasto su scala nazionale ed europea). ultime ricerche nell’area sono presenti otto specie: sette colubridi (Hierophis viridiflavus, Elaphe longissima, Coronella austriaca, Coronella girondica, Natrix natrix, Natrix tessellata, Natrix maura) e un viperide (Vipera aspis). Sono, inoltre, fornite brevi indicazioni sulla La zona di competenza del museo comprende tutto distribuzione geografica e altitudinale e alcune considerazioni ecologiche l’areale dell’Oltrepò pavese. e sistematiche.

Summary Chiunque avesse informazioni utili (dati di campo o di erbario) e fosse interessato a collaborare, è prega- The author reports the check list of snakes of Valle Staffora (PV). In the to di contattare il personale del museo (tel. 0383 study area eight species of snakes are present (Hierophis viridiflavus, Elaphe longissima, Coronella austriaca, Coronella girondica, Natrix 644200 - e-mail: [email protected]). natrix, Natrix tessellata, Natrix maura and Vipera aspis). Some infor- mations about ecology and systematics of these species are also reported.

Introduzione

I rettili (ed i serpenti in particolare) sono scarsamente considerati sia dal grande pubblico sia dal mondo scientifico: nonostante le specie di verte- CIVICO MUSEO brati ectotermi siano circa 31000 contro le 13000 di omeotermi, solo il DI SCIENZE 29% degli articoli scientifici si occupa di pesci, anfibi o rettili (Bonnet et NATURALI al., 2002). Questo articolo, ovviamente senza la pretesa di colmare tale Voghera lacuna, si propone di fornire alcune indicazioni sulla comunità di ser- penti della Valle Staffora (PV).

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Materiali e metodi Fig. 2: Distribuzione altitudinale di Hierophis viridiflavus in Valle Staffora

Questo contributo si basa sui dati presenti nel database della Sezione Francesco Barbieri della Societas Herpetologica Italica previa autoriz- zazione del coordinamento regionale. L’area indagata è compresa in sette unità di rilevamento (quadrati Fig. 1: Area in studio (reticolo UTM) 10x10Km) basati sul reticolo UTM (Fig 1). Il numero complessivo di segnalazioni utilizzate è di 173. I 250 dati sono stati raccolti durante il periodo compreso fra il 1973 ed il 2000. L’area di studio coincide con la valle 265 266 del torrente Staffora a partire dal Passo del Brallo e dalle pendici set- HIEROPHIS VIRIDIFLAVUS – BIACCO tentrionali del Monte Lesima fino a Questa specie è presente in tutte le unità di rilevamento con un totale di 273 Voghera con un intervallo altitudi- 48 osservazioni: si tratta di una specie euriecia e ben adattabile, anche nale compreso fra i 1724 metri del 272 ad ambienti fortemente antropizzati (Zuffi, 1984; Scali & Zuffi, 1994). Lesima e i 75 metri di . Gli La quota massima a cui il biacco è stato segnalato nell’area in oggetto è ambienti compresi nell’area sono 276 di 1100 m s.l.m. (Fig. 2). Il biacco si nutre prevalentemente di micro- estremamente diversificati e com- 275 mammiferi e rettili (Rugiero & Luiselli, 1985; Zuffi, 2001; Filippi et al., prendono pascoli, boschi di latifoglie 2003), anche della propria specie (Gentilli, oss. pers.); sono noti casi di e conifere (quest’ultimi di origine predazione su vipere (Vanni & Lanza, 1977; Morisi & Molinaro, 1980). antropica), prati aridi e da sfalcio nonché zone umide quali stagni e ambienti golenali. La presenza umana è relativamente diffusa e ha modificato fortemente l’area sia con le atti- vità tradizionali (agricole, zootecniche e forestali) sia con quelle indu- Fig. 3: Distribuzione altitudinale di Elaphe longissima in Valle Staffora striali.

Risultati

L’ofidiofauna della Val Staffora è risultata composta da otto specie: sette colubridi (Hierophis viridiflavus, Elaphe longissima, Coronella austria- ca, Coronella girondica, Natrix natrix, Natrix tessellata, Natrix maura) e un viperide (Vipera aspis). Di seguito sono riportate brevi note di commento alla distribuzione e all’ecologia delle singole specie.

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ELAPHE LONGISSIMA – SAETTONE COMUNE Il saettone è presente in tutte le unità di rilevamento con un totale di 21 Fig. 5: Distribuzione altitudinale di Coronella girondica in Valle Staffora osservazioni. Questa specie frequenta prevalentemente boschi e radure in ambienti ben conservati (Zuffi, 1984; Naulleau, 1984); nell’area di studio è stata osservata fino a 1200 m s.l.m. in comune di Menconico (Fig. 3). La sua dieta è basata in gran parte su micromammiferi e uccel- li (Luiselli & Rugiero, 1993). Recentemente è stata proposta, su basi bio- molecolari, l’assegnazione di questa specie al genere Zamenis col nome Z. longissimus (Utiger et al., 2002).

Fig. 4: Distribuzione altitudinale di Coronella austriaca in Valle Staffora

CORONELLA GIRONDICA – COLUBRO DEL RICCIOLI Il colubro del Riccioli è presente con 17 segnalazioni in 5 unità cartogra- fiche della porzione collinare della Valle in fascia altitudinale compresa fra i 230 () e i 630 metri di quota () (Fig. 5). Poco è noto sull’ecologia di questo serpente oviparo in Italia (Agrimi & Luiselli, 1994): si tratta di specie termofila tipica di ambienti aperti e soleggiati. Si nutre prevalentemente di piccoli rettili. Questa specie, di difficile osservazione, svolge frequentemente la propria attività al crepuscolo o durante la notte (Cheylan, 1986).

CORONELLA AUSTRIACA – COLUBRO LISCIO Fig. 6: Distribuzione altitudinale di Natrix natrix in Valle Staffora Questo serpente ovoviviparo è presente in 5 unità di rilevamento con un totale di 12 segnalazioni. È stato osservato sia nella parte di pianura (Voghera e Rivanazzano) sia nella porzione montana (Brallo di Pregola) del territorio in esame. La quota massima per l’area è di 1000 m s.l.m. (Fig. 4). È una specie adattabile che predilige aree aperte e ben soleggia- te ed è spesso presente anche all’interno dei centri abitati (Rugiero et al., 1994; Gentilli, oss. pers.). Si nutre prevalentemente di piccoli sauri (Rugiero et al., 1995).

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NATRIX NATRIX – NATRICE DAL COLLARE La natrice dal collare è presente in tutte le unità di rilevamento a parti- Fig. 8: Distribuzione altitudinale di Natrix maura in Valle Staffora re dalla pianura (Lungavilla) fino a quota 1380 m s.l.m. in comune di Santa Margherita di Staffora (Fig. 6), con un totale di 26 segnalazioni. È un colubride euriecio che frequenta sia gli ambienti umidi, lotici o lenti- ci, sia aree più aride; è frequente anche in ambienti antropizzati (Dolce, 1983; Madsen, 1984; Zuffi, 1984; Gentilli & Zuffi, 1995; Nagy & Korsos, 1998). Si nutre prevalentemente di anfibi e pesci ma, talvolta, preda anche rettili, uccelli e mammiferi (Ferri, 1985; Luiselli & Rugiero, 1991). Svolge spesso attività notturna (Cheylan, 1986).

Fig. 7: Distribuzione altitudinale di Natrix tessellata in Valle Staffora

NATRIX MAURA – NATRICE VIPERINA La natrice viperina è ben rappresentata nell’area di studio essendo pre- sente in 6 unità cartografiche. Complessivamente, sono state effettuate 16 osservazione comprese fra la pianura ed i 680 m s.l.m. (Fig. 8). Si tratta di un serpente legato alle acque correnti anche se, spesso, è osser- vabile anche ad una certa distanza dall’acqua. Si nutre sia di pesci sia di anfibi (Vericad & Escarre, 1976). Durante la stagione calda svolge un’in- tensa attività notturna (Scali, et al., 2001). GRUPPO VIPERA ASPIS – VIPERA COMUNE La Vipera comune è presente in media e alta Valle in tre unità cartogra- fiche con un totale di 25 segnalazioni comprese fra i 540 e i 1200 metri di NATRIX TESSELLATA – NATRICE TASSELLATA quota (Fig. 9). Si tratta dell’unica specie velenosa presente nell’area Questa specie è presente nella porzione mediana della Valle in 4 unità di anche se la sua pericolosità è sempre stata sopravvalutata: è, infatti, un rilevamento per un totale di otto segnalazioni comprese fra i 242 m s.l.m. serpente elusivo e poco aggressivo che morde solo se fortemente distur- () e i 550 m s.l.m. (Santa Margherita di Staffora) (Fig. 7). È una bato. La vipera comune frequenta ambienti ben soleggiati, ricchi di eco- specie molto più acquatica della precedente che predilige le acque cor- toni e ad elevata naturalità (Zuffi, 1984; Luiselli & Capizzi, 1997; Jäggi renti (Gruschwitz, 1986), anche se talvolta si osserva anche in ambienti & Baur, 1999). Gli adulti si nutrono quasi esclusivamente di micromam- più aridi (Gentilli, oss. pers); si nutre in prevalenza di pesci (Luiselli & miferi, mentre la dieta dei giovani è basata prevalentemente su piccoli Rugiero, 1991). Nella stagione calda svolge spesso attività notturna sauri (Capula & Luiselli, 1990; Luiselli & Agrimi, 1991; Saviozzi & (Scali, et al., 2001). Zuffi, 1997). Lo status distributivo e sistematico del gruppo Vipera aspis è attualmen- te oggetto di profonde revisioni (Zuffi & Bonnet, 1999; Zuffi, 2002, Conelli, 2002; Ursenbacher, 2003). Recentemente sono state riconosciu-

- 36 - - 37 - Augusto Gentilli Censimento ofidiologico della Valle Staffora te quattro specie appartenenti al gruppo: Vipera aspis (Francia ad esclu- Conclusioni sione della porzione sud-occidentale e sud orientale ed Italia centro set- tentrionale ad est della linea - Val Staffora - Golfo di Genova e a La comunità di serpenti della Val Staffora mostra, quindi, una situazio- nord della linea Gargano - Vesuvio), Vipera atra (Italia settentrionale a ne di elevata diversità comprendendo la quasi totalità delle specie di ser- ovest della linea Ticino - Val Staffora - Golfo di Genova, Svizzera cen- penti lombarde, con la sola eccezione di Vipera berus. Questa favorevo- trale ed occidentale e Francia sud orientale fino alla Valle del Rodano), le situazione per i rettili è confermata anche dalla presenza di cinque spe- Vipera hugyi (Italia meridionale a sud della linea Gargano - Vesuvio e cie di sauri (Anguis fragilis, Lacerta bilineata, Podarcis sicula, Podarcis Sicilia) e Vipera zinnikeri (Pirenei e Francia sud-occidentale). Le popo- muralis, Chalcides chalcides) sulle sei presenti nella nostra Regione. lazioni italiane di Vipera aspis sarebbero quindi da ascriversi alla sotto- (Bonini et al., 2000). È meritevole di segnalazione la simpatria delle tre specie francisciredi; in Francia è presente V. aspis aspis. In Val specie del genere Natrix, che trovano nell’Appennino pavese, ed in parte Staffora, quindi dovrebbero essere presenti sia V. aspis sia V. atra e le di quello emiliano e alessandrino, l’unica zona di sovrapposizione dei loro forme di transizione (Zuffi et al, 2003). loro areali. Di sicuro interesse è, inoltre, la presenza in Valle di due taxa La distinzione tra le diverse specie è stata effettuata su basi morfologiche appartenenti al gruppo Vipera aspis e delle loro forme di transizione. utilizzando caratteri meristici, quali numero di squame ventrali e nume- ro di barre dorsali, e la morfologia degli emipeni. Per quanto riguarda la distinzione morfologica esterna tra le specie oggetto di questa ricerca, Ringraziamenti Vipera atra ha una numero significativamente più alto di ventrali, sotto- caudali e barre dorsali rispetto a V. a. francisciredi. Inoltre, entrambe Si ringrazia il coordinamento della Sezione Francesco Barbieri della queste specie hanno un maggior numero di squame ventrali e sottocau- Societas Herpetologica Italica per aver permesso l’utilizzo dei dati pre- dali e di barre dorsali rispetto a V. hugyi (Zuffi, 2002). senti nella loro banca dati. Recenti indagini genetiche sulla base del DNA mitocondriale sembrano in parziale contrasto con quanto sopra descritto: tali analisi infatti tendo- no a porre in sinonimia V.aspis con V.atra mentre evidenziano nette dif- Bibliografia ferenze per quanto concerne V. aspis francisciredi (Conelli, 2002; AGRIMI U., LUISELLI L., 1994 - Ecology of theCor snakeonella gir (Reptilia: Colubridae) in central Italy. Vie Milieu, 44: 203-210. Ursenbacher, 2003). BONINI L., GENTILLI A., RAZZETTI E. & SCALI S., 2000. Progetto atlanteondica erpetologico lombardo: cartine definitive (27 maggio 2000). Societas Herpetologica Italica Sezione Lombardia, Centro stampa dell'Università di Pavia: 1-24. BONNET X., SHINE R. & LOURDAIS O., 2002 - Taxonomic chauvinism. Trends in Ecology and Evolution, 17(1): 1-3 CAPULA M., LUISELLI L., 1990 - Contributo allo studio della microteriofauna di un'area dell'Italia Centrale (Monti della Tolfa, Lazio) Fig. 3: Distribuzione altitudinale di Vipera aspis in Valle Staffora mediante analisi del contenuto stomacale di Vipera aspis(Reptilia, Viperidae). Hystrix, 2: 101-107. CHEYLAN M., 1986 - Mise en evidence d'une activité nocturne chez le serpent MéditerranéenElaphe scalaris(Ophidia, Colubridae). Amphibia-Reptilia, 7: 181-186. CONELLI A., 2002. Phylogéographie mitochondriale del la vipère aspis, Vipera aspis(Viperidae) et organisation de l'ADN mitochondrial chez trois espèces de vipères européennes ( Vipera aspis, V ). Travail de diplome 2001-2002, Université de Lausanne: 1-36 . ammodytes et V DOLCE S., 1983 - Osservazioni eco-etologiche su Natrix natrix(L.) negli stagni del .Carso ursinii triestino. Atti Mus.Civ.Stor.Nat.Trieste, 35: 313- 328. FERRI V., 1985 - Predazione di lucertola muraiola, Podarcis muralis, da parte della natrice dal collarNatrixe, natrix(Reptilia). Natura. Milano, 76: 113-114. FILIPPI E., CAPULA M., LUISELLI L., 2003 - Dietary shifts in western whip snake Coluber viridiflavusLacépède, 1789, of the small medi- terranean island of Ustica. Herpetozoa, 16: 61-66. GENTILLI A., ZUFFI M., 1995 - Thermal ecology of a grass snake ( Natrix natrix) population in northwestern Italy. Amphibia-Reptilia, 16: 401-404. GRUSCHWITZ M., 1986 - Notes on the ecology of the dice snake, Natrix tessellataLaur. in West Germany. In: Studies in herpetology, Rocek Z. (ed.), pp. 499-502.

- 38 - - 39 - Augusto Gentilli

JÄGGI C., BAUR B., 1999 - Overgrowing forest as a possible cause for the localV extinctionipera aspis inof the northern Swiss Jura moun- MALACOFAUNA PLIOCENICA DI VOLPEDO (AL) tains. Amphibia-Reptilia, 20: 25-34. LUISELLI L., CAPIZZI D., 1997 - Influences of area, isolation and habitat features on distribution of snakes in Mediterranean fragmented DEL MUSEO CIVICO DI SCIENZE NATURALI woodlands. Biodiversity and Conservation, 6: 1339-1351. LUISELLI L., RUGIERO L., 1991 - Food niche partitioning by water snakes (Genus DI VOGHERA (PV) Natrix) at a freshwater environment in central Italy. J. Freshwater Ecol., 6: 439-444. LUISELLI L., RUGIERO L., 1993 - Food habits of the Aesculapian snake, Elaphe longissima, in Central Italy: do arboreal snakes eat more SIMONA GUIOLI birds than terrestrial ones? Journal of Herpetology., 27: 116-117. Civico Museo di Scienze Naturali LUISELLI L.M., AGRIMI U., 1991 - Composition and variation of the diet of Vipera aspis franciscirin relation to age and reprodudtive Via Gramsci, 1 – 27058 Voghera PV age. Amphibia-Reptilia, 12: 137-144. edi MADSEN T., 1984 - Movements, home range size and habitat use of radio-tracked grass snake ( Natrix natrix) in southern Sweden. Copeia, [email protected] 3: 707-713. MORISI A., MOLINARO E., 1980 - Su un nuovo caso di viperofagia da parte del biacco, austriaca Coluber viridiflavusLacépède. Riv.Piem.St.Nat, 1: Riassunto 201-205. NAGY Z.T., KORSOS Z., 1998 - Data on movements and thermal biology of grass snake ( Natrix natrixL.) using radiotelemetry. In: C. MIAUD & R. GUYETANT, Current studies in herpetology., pp. 339-343. Negli anni ’70 del secolo scorso alcuni collaboratori del Museo Civico di NAULLEAU G., 1989 - Étude biotélémétrique des déplacements et de la température chez la couleuvre d'EsculapeElaphe longissima Scienze Naturali di Voghera (PV) raccolsero, nei pressi di Volpedo (AL), (Squamata, Colubridae) en zone forestière. Bull. Soc. Herp. Fr., 52: 45-53. un discreto numero di nicchi di molluschi fossili. Il materiale via via rac- RUGIERO L., CAPULA M., FILIPPI E., LUISELLI L., 1995 - Food habits of mediterranean populations of the smooth snake ( Coronella colto fu depositato nel suddetto Museo, dove ancor oggi è conservato, ma ). Herpetological Journal, 5: 316-318. RUGIERO L., CAPULA M., LUISELLI L., 1994 - Scelta dell'habitat di la maggior parte degli esemplari è rimasta indeterminata per lungo Coronella austriaca(Reptilia: Colubridae) in ambiente alpino e le sue relazioni con lo stato riproduttivo. Boll.Mus.reg.Sci.nat.Torino, 12: 187-200. tempo. RUGIERO L., LUISELLI L., 1995 - Food habits of the snake Coluber viridiflavusin relation to prey availability. Amphibia-Reptilia, 16: 407- La recente donazione di una ricca collezione di campioni provenienti 411. SAVIOZZI P., ZUFFI M., 1997 - An integrated approach to the study of the diet of dalla medesima località ha offerto lo spunto per il riordino, la prepara- Vipera aspis. Herpetological Review, 28: 23-24. SCALI S., DIMITOLO G., MONTONATI S., 2001 – Attività notturna comparata di Natrix maurae Natrix tessellata. In: BARBIERI F., BERNI- zione e la collocazione sistematica anche di quanto già presente in Museo. NI F. & FASOLA M. Atti Terzo Congresso Nazionale Societas Herpetologica Italica. Pavia, 14-16 settembre 2000. Pianura, 13: 287-290. In questo articolo vengono presentati i risultati preliminari dell’analisi di SCALI S., ZUFFI M., 1994 - Preliminary report on a reptile community ecology in a suburban habitat of northern Italy. Boll. Zool., 61: 73- 76. questi reperti. URSENBACHER S., CONELLI A., GOLAY P., MONNEY J.-C., ZUFFI M. A. L., THIERY G., DURAND T. & FUMAGALLI L., 2003. Intraspecific phylogeography of the asp viper ( Vipera aspis) inferred from mitochondrial DNA. Abstracts of 12 O.G.M. S.E.H. Saint - Petersburg, Russia, 12 - 16 August 2003: 165-166 Summary UTIGER U., HELFENBERGER N., SCHÄTTI B., SCHMIDT C., RUF M., ZISWILER V., 2002 – Molecular systematics and philogeny of old and new world ratsnakes, ElapheAuct. and related genera (Reptilia, Squamata, Colubridae). Russian Journal of Herpetology, 9: 105-124. In the 1970s some collaborators of the Museo Civico di Scienze Naturali VANNI S., LANZA B., 1977 - Predation by the european whip snake,Coluber viridiflavusLacépède, on the asp viperVipera, aspis (Linnaeus). Natura. Milano, 68: 285-289. di Voghera (PV) collected a fairly large number of shells of fossil mol- VERICAD J.R., ESCARRE A., 1976 - Datos de alimentacion de ofidios en el levante sur iberico. Mediterranea, 1: 3-32. luscs. The material collected was deposited in the above mentioned ZUFFI M. A. L. & BONNET X., 1999. Italian subspecies of the asp viper, Vipera aspis: patterns of variability and distribution. Ital. J. Zool., Museum, where it is still preserved today, but the specimens were most 66: 87-95. ZUFFI M., 1984 - Cenni sulla distribuzione dell'ofidiofauna in un ambiente tipo dell'Appennino pavese: fasce preferenziali e loro condizio- left unidentified for a long time. The recent donation of of a rich collec- ni ecologiche. Natura. Milano, 75: 65-68. tion of samples emanating from the same locality has offered the starting ZUFFI M., 2001 - Diet and morphometrics of Coluber (=Hier on the Island of Montecristo (Tyrrhenian sea, Italy). point for the reorganization, the preparation and the systematic arran- Herpetological Journal., 11: 123-125. ophis) viridiflavus ZUFFI M.A.L., 2002. A critique of the systematic position of the asp viper subspecies gement also of the older material owned by the Museum. In this papaer Vipera aspis aspis(Linnæus, 1758),Vipera aspis atra Meisner, 1820,V ipera aspis franciscirLaurenti, 1768,Vipera aspis hugyiSchinz, 1833 andVipera aspis zinnikeriKramer , 1958. the preliminary results of the analysis of this material are presented. Ampibia-Reptila, 23: 191-213. edi ZUFFI M.A.L., GENTILLI A., RAZZETTI E. & SCALI S., 2003 - Transition-hybridization areas in parapatric Vipera aspisgr oup from northern Italy. In: Vogrin M. (Ed). Proc. 11th Ordinary General Meeting Societas Europaea Herpetologica. _alec, Slovenia, July 13-17, 2001. Biota 3 (1-2): 191-196

- 40 - - 41 - Simona Guioli Malacofauna pliocenica di Volpedo

Introduzione pieno, mise infatti allo scoperto un affioramento di argilla grigio-azzur- ra, ricchissimo di molluschi fossili, di circa un metro di altezza per uno Il presente lavoro si inserisce in un più vasto programma di studi, in di larghezza. Negli anni successivi la raccolta del materiale paleontologi- corso di elaborazione presso il Civico Museo di Scienze Naturali di co ad opera di ricercatori dilettanti ha incrementato l’estensione dell’af- Voghera (PV), sulle località fossilifere che si trovano ubicate nel territo- fioramento a circa tre metri di larghezza. rio dell’Oltrepò Pavese e nelle province limitrofe. Con tale progetto si mira allo studio delle malacofaune plioceniche presenti nei musei locali e degli affioramenti individuati in queste aree geografiche. Descrizione

Tutti i campioni provengono comunque dalle Sabbie di Asti (“marne sab- Inquadramento geografico e geologico biose, sabbie, arenarie e conglomerati, verso l’alto in parte di deposito continentale”). La località fossilifera di Volpedo (AL) è conosciuta in letteratura paleon- tologica fin dal XIX secolo con la denominazione di Cascinetta (o Cascinella, secondo gli autori) di Volpedo, ovvero da quando (1879) studiò la fauna a molluschi raccolta nelle marne sabbiose affio- ranti in diverse sezioni della regione, tra cui quella in questione. L’autore riconobbe 47 specie per i soli gasteropodi e 34 per i bivalvi. L’affioramento di Cascinetta di Volpedo venne poi studiato da altri illu- stri autori (Bellardi, 1873-1887; Bellardi e Sacco, 1889-1890; Sacco, 1897-1904) che hanno segnalato e descritto innumerevoli specie e sotto- specie di molluschi provenienti da questi livelli, unitamente ai resti di altri organismi, quali briozoi, echinodermi o pesci. Più recentemente la località è stata oggetto di studi accurati da parte di Benigni & Corselli (1982) che, grazie all’analisi della malacofauna rinvenuta, hanno con- fermato l’età strettamente pliocenica dell’associazione fossilifera, evi- denziando trattarsi di depositi di zona infralitorale e di transizione. L’affioramento di Cascinetta di Volpedo è sito a circa 280 m s.l.m., lungo Fig. 1: Niso eburnea la sinistra orografica del torrente Limbione, a pochi metri dal laghetto artificiale che si sviluppa al di sotto della Cascina Piani. I livelli affio- ranti, in base alle Note Illustrative del Foglio 71 (Voghera) della C.G.I. La collezione è composta da conchiglie di molluschi, riconducibili alle sono (dal basso verso l’alto): Argille di Lugagnano (Pliocene inf.?) e classi1 Bivalvia (31 taxa, 475 esemplari, 52% del totale) e Gastropoda Sabbie di Asti (Pliocene medio/superiore). (63 taxa, 438 esemplari, 48% del totale). Il rapporto tra gasteropodi e Gli strati pliocenici divennero più evidenti quando, nel 1950, a valle bivalvi è quindi pari a 1.08. Il buono stato di conservazione ha permes- della confluenza del Rio delle Volpi con il Rio Limbione, venne costruito un laghetto artificiale utilizzato dai proprietari dei terreni attigui come riserva di acqua per l’irrigazione dei terreni durante i periodi estivi e, 1 verificati con confronto bibliografico (Bellardi, 1873-1888; Sacco, 1897-1904; Cerulli Irelli, successivamente, come riserva di pesca. 1908-1916; Nordsieck, 1969-1970; Malatesta, 1974; Parenzan, 1976; Pinna & Spezia, 1978; L’azione erosiva operata dall’emissario del laghetto, che funge da troppo Ferrero et al., 1981; Ferrero et al., 1981bis; Cavallo & Repetto, 1992; Sabelli et al., 1992; Giannuzzi Savelli et al., 1996-1997-1999, 2001.)

- 42 - - 43 - Tabella 1: Elenco sistematico e numero di esemplari delle specie della collezione

NUMERO NUMERO GENERE E SPECIE ESEMPLARI GENERE E SPECIE ESEMPLARI

GASTROPODA Trigonostoma cassideum (Brocchi, 1814) 2 Diodora graeca (Linneo, 1758) 1 Trigonostoma doderleinii (Mayer, 1868) 2 Diloma (Paroxystele) patulum (Brocchi, 1814) 7 Solatia hirta (Brocchi, 1814) 1 Cerithium crenatum (Brocchi, 1814) 34 Solatia piscatoria (Gmelin, 1790) 3 Cerithium vulgatum Bruguière, 1792 4 Conus brocchii Bronn, 1831 1 Bittium latreillei (Payraudeau, 1758) 1 Conus ponderosus Brocchi, 1814 1 Strombus coronatus Defrance, 1827 3 Conus pyrula Brocchi, 1814 6 Aporrhais pespelecani (Linneo, 1758) 13 Gemmula (Unedogemmula) contigua (Brocchi, 1814) 4 Aporrhais uttingeriana (Risso, 1826) 5 Clavatula interrupta (Brocchi, 1814) 3 Calyptraea chinensis (Linneo, 1758) 9 Hastula costulata (Borson, 1825) 2 Petaloconchus (Macrophragma) glomeratus Linneo, 1758 2 Hastula farinesi (Fontannes, 1881) 17 Natica (Naticarius) tigrina (Defrance, 1825) 71 Strioterebrum postneglettum (Sacco, 1891) 11 Naticarius pseudoepiglottina (Sismonda, 1847) 2 Strioterebrum reticulare (Pecchioli in Sacco, 1891) 13 Euspira fusca (Blainville, 1825) 1 Subula fuscata (Brocchi, 1814) 13 Neverita josephinia Risso, 1826 12 Terebra acuminata Borson, 1820 6 Sinum striatum De Serres, 1829 1 Acteon semistriatus (Férussac, 1822) 1 Ficus geometra (Borson, 1825) 1 BIVALVIA Phalium saburon (Bruguière, 1792) 22 Nuculana (Jupiteria) commutata (Philippi, 1844) 1 Cymatium corrugatum (Lamarck, 1816) 1 Arca noae Linneo, 1758 1 Epitonium commune (Lamarck, 1822) 1 Anadara diluvii (Lamarck, 1805) 28 Niso eburnea (Risso, 1826) 3 Glycymeris glycymeris (Linneo, 1758) 67 Bolinus brandaris (Linneo, 1758) 2 Atrina pectinata (Linneo, 1767) 4 frammenti Muricopsis cristata (Brocchi, 1814) 1 Pecten jacobaeus (Linneo, 1758) 4 Ocinebra scalaris (Brocchi, 1814) 1 Aequipecten (A.) opercularis (Linneo, 1758) 89 Buccinum corneum (Linneo, 1758) 2 Chlamys (C.) varia (Linneo, 1758) 14 Phos polygonus (Brocchi, 1814) 1 Amusium cristatum (Bronn, 1827) 64 Polia dorbignyi (Payraudeau, 1826) 1 Korobkovia oblonga (Philippi, 1844) 2 Metula mitraeformis (Brocchi, 1814) 1 Lissochlamys excisuum (Bronn, 1831) 2 Fusinus (Fusinus) rostratus (Olivi, 1792) 1 Anomia ephippium Linneo, 1758 2 Nassarius (Nassarius) cabrierensis (Locard, 1886) 12 Pododesmus (Monia) patelliformis (Linneo, 1758) 1 Nassarius (Gussonea) semistriatus (Brocchi, 1814) 25 Ostrea edulis Linneo, 1758 101 Nassarius (Hinia) reticulatus (Linneo, 1758) 1 Ostreola stentina Payraudeau, 1826) 16 Nassarius (Niotha) clathratus (Born, 1788 ) 47 Neopicnodonte cochlear (Poli, 1795) 2 Nassarius (Sphaeronassa) longoastensis (Sacco, 1890) 1 Glans (Glans) intermedia (Brocchi, 1814) 10 Nassarius (Sphaeronassa) mutabilis (Linneo, 1758) 11 Venericardia antiquata (Linneo, 1758) 8 Nassarius (Sphaeronassa) obliquatus (Brocchi, 1814) 2 Acanthocardia (A.) spinosa (Solander, 1786) 4 Nassarius (Uzita) lima (Dillwyn, 1817) 27 Spisula subtruncata (Da Costa, 1778) 21 Nassarius (Zeuxis) eurostrus (Fontannes, 1879) 1 Solen marginatus Pulteney, 1799 1 frammento Anachis semicostata (Sacco in Bellardi, 1890) 3 Tellina (Peronaea) planata Linneo, 1758 2 Columbellopsis astensis (Bellardi, 1890) 2 Tellina (Tellinella) pulchella Lamarck, 1818 1 Ancilla (Baryspira) glandiformis (Lamarck, 1810) 1 Macoma (M.) cumana (Costa O. G., 1829) 5 Mitrella subulata (Brocchi, 1814) 1 Azorinus chamasolen (Da Costa, 1778) 3 Vexillus (Pusia) ebenus (Lamarck, 1811) 1 Venus (Ventricoloidea) nux Gmelin, 1791 6 Mitra sp. 2 Venus foliaceolamellosa (Dillwyn, 1817) 8 Ziba fusulus (Cocconi, 1873) 1 Chamalea gallina (Linneo, 1758) 2 Cancellaria (C.) cancellata (Linneo, 1767) 7 Callista chione (Linneo, 1758) 2 Cancellaria (C.) contorta (Basterot, 1823) 1 Callista italica (Defrance, 1818) 3 Sveltia varicosa (Brocchi, 1814) 2 Pelecyora brocchii Deshayes, 1836 1

- 44 - - 45 - Simona Guioli Malacofauna pliocenica di Volpedo so il riconoscimento a livello specifico di 93 taxa sui 94 presenti. Solo per te contributo alla conoscenza delle malacofaune marine del tardo terzia- i due esemplari afferiti al genere Mitra l’evidente usura del nicchio ha rio italiano. In particolare, la presenza di alcune specie ancor oggi viven- impedito qualsiasi interpretazione successiva alla generica. Parecchi ti nel Mediterraneo permette di effettuare interessanti correlazioni. campioni, attribuiti alle specie Natica tigrina, Niso eburnea (Fig. 1) e Il metodo di campionamento (manuale e, soprattutto, soggettivo) inficia Hastula costulata, mostrano tracce della colorazione originaria. Dalle qualsiasi tentativo di ricostruzione paleoambientale o cronostratigrafica. Ciononostante va detto che il buono stato di conservazione delle conchi- glie (che tenderebbe a far escludere un eventuale trasporto post-mortem delle stesse) e la presenza di alcune specie (Neverita josephinia, Spisula subtruncata e Tellina planata) esclusive, secondo Pérès & Picard (1964), della biocenosi delle “sabbie fini ben calibrate”, forniscono una prima indicazione sul possibile ambiente di deposizione originario. Saranno invece necessarie ulteriori ricerche, condotte con metodologie più rigorose, per chiarire il significato biocenotico delle specie predili- genti altri ambienti (in particolare del “detritico del largo” e del “detri- tico costiero”), presenti però in un minor numero di esemplari. La quasi totalità delle entità ancora viventi in Mediterraneo, e ritrovate fossili a Volpedo, colonizza la fascia infra-circalitorale, in particolare Pecten jacobaeus, Anadara diluvii, Venus foliaceolamellosa, Petaloconchus (Macrophragma) glomeratus, Neverita josephinia, Nassarius (Gussonea) semistriatus e Nassarius (Sphaeronassa) mutabi- lis sono esclusive del piano infralitorale. Inoltre, anche se sono presenti Fig. 2:Phalium saburon forme tipiche di fondale rigido (Ostrea edulis, Bittium latreillei, Petaloconchus (Macrophragma) glomeratus), vi è una netta prevalenza dimensioni delle conchiglie, si desume siano appartenute prevalentemen- di forme caratteristiche dei fondali mobili sabbioso-pelitici. te ad individui adulti. Nel computo numerico degli esemplari, le specie Anche dal punto di vista cronostratigrafico sono emersi dati interessan- più rappresentate sono Ostrea edulis (101 esemplari, 11% del totale), ti: nonostante la quasi totalità delle specie riconosciute risultino segnala- Aequipecten (A.) opercularis (89 esemplari, 9.7% del totale), Glycymeris te non solo per il Pliocene, una di queste (Nassarius (Zeuxis) eurostrus) glycymeris (67 esemplari, 7.3% del totale), Natica (Naticarius) tigrina è esclusiva del Pliocene; altre invece compaiono all’inizio del Pliocene (71 esemplari, 7.7% del totale), Nassarius (Niotha) clathratus (47 esem- (Pecten jacobaeus, Acanthocardia (A.) spinosa, Phalium saburon (Fig. plari, 5.1% del totale), Cerithium crenatum (34 esemplari, 3.7% del 2), Nassarius (Sphaeronassa) obliquatus o si estinguono al termine di totale). Tale dato è comunque solo indicativo, poiché la raccolta è stata esso (Callista italica o Pelecyora brocchii). E’ infine da segnalare la pre- effettuata senza alcun rigore scientifico: i campioni sono stati prelevati senza di due forme esclusivamente mioceniche: Ancilla (Baryspira) glan- manualmente e la scelta soggettiva del raccoglitore ha sicuramente diformis e Trigonostoma doderleinii, evidentemente rimaneggiate. La influenzato molto la composizione della collezione. risedimentazione dei due taxa miocenici è testimoniata, in particolar modo dal depauperamento dello stato di conservazione dei due esempla- ri di A. glandiformis. Tale dato era già stato evidenziato anche da Conclusioni Benigni & Corselli (1982), anche se non erano specificate le specie mio- ceniche trovate. Malgrado la ridotta numerosità della collezione in esame (913 esempla- Pur ribadendo nuovamente i limiti imposti dal tipo di campionamento, è ri), anche questa raccolta di conchiglie fossili può offrire un interessan- significativo osservare che le ipotesi formulabili sono comunque in accor-

- 46 - - 47 - Simona Guioli do con quanto già riportato da altri autori e costituiscono quindi un ulte- NOTA PRELIMINARE riore contributo per lo studio della malacofauna di Volpedo. SULLE SPECIE DI ORCHIDACEAE DELLE VALLI STAFFORA E CURONE

Ringraziamenti THOMAS ABELI Gruppo Micologico Vogherese Desidero ringraziare il sig. Giovanni Repetto del Museo Civico «F. Via Gramsci, 1 – 27058 Voghera PV Eusebio» di Alba per l’aiuto fornitomi nella determinazione dei pezzi e per [email protected] i suggerimenti utili per l’impostazione della ricerca. Vorrei inoltre ringra- ziare il sig. Danilo Caffarone e suo padre per la gentile donazione effet- tuata al Museo di Scienze Naturali di Voghera, senza la quale questo stu- Riassunto dio avrebbe potuto contare su un numero ben più limitato di campioni. Viene qui presentato un elenco delle specie di Orchidaceae censite negli ultimi due anni nel territorio della Valle Staffora e della Val Curone. I Bibliografia dati raccolti e presentati in via preliminare saranno la base di uno studio più completo e approfondito, che mira al censimento di tutte le specie di Bellardi L., 1873-1887 – I molluschi dei terreni terziari del Piemonte e della Liguria, Mem. R. Accad. Sci. Torino, 1-5:1-1204. Bellardi L. & Sacco F., 1889-1890 – I molluschi dei terreni terziari de l Piemonte e della Liguria, Mem. R. Accad. Sci. Torino, 6. Orchidaceae di una più vasta area, che comprenderà tutto l’Oltrepò Benigni C. & Corselli C., 1982 – Paleocomunità a molluschi bentonici del Pliocene di Volpedo (AL), Riv. It. Paleont. 87:637-702. Pavese e che sarà completato nei prossimi anni. Cavallo O., Repetto G., 1992 – Conchiglie fossili del Roero. Ass. Amici Museo «F. Eusebio», Mem. Ass. Nat. Piem., II, pp 1-251. Cerulli Irelli S., 1908-1916 - Fauna malacologica mariana. Palaeont. Ital., Pisa, XIII, pp. 65-140; XIV, pp. 1-63; XV, pp. 125-213, XVI, pp. 231-278¸ XVII, pp. 229-275; XVIII, pp. 141-170; XX, pp. 183-277. Ferrero Mortara E., Montefameglio L., Novelli M., Opesso G., Pavia G. & Tampieri R., 1981 - Catalogo dei tipi e degli esemplari figurati delle collezioni Bellardi e Sacco, Museo Reg. Sc. Nat., Torino, I, pp. 1-484. Summary Ferrero Mortara E., Montefameglio L., Pavia G. & Tampieri R., 1981 bis - Catalogo dei tipi e degli esemplari figurati delle collezioni Bellardi e Sacco, Museo Reg. Sc. Nat., Torino, II, pp. 1-327. Giannuzzi Savelli R., Pusateri F., Palmieri A. & Ebreo C., 1996 - Atlante delle Conchiglie marine del Mediterraneo. I, pp 1-125. Preliminary contribution to the knowledge of the species of Orchidaceae Giannuzzi Savelli R., Pusateri F., Palmieri A. & Ebreo C., 1997 - Atlante delle Conchiglie marine del Mediterraneo. II, pp. 1-258. in the Staffora Valley and Curone Valley areas (Northern Apennines, Giannuzzi Savelli R., Pusateri F., Palmieri A. & Ebreo C., 1999 - Atlante delle Conchiglie marine del Mediterraneo. III, pp. 1-127. Giannuzzi Savelli R., Pusateri F., Palmieri A. & Ebreo C., 2001 - Atlante delle Conchiglie marine del Mediterraneo. VII, pp. 1-246. Northern Italy). In this article 32 species of orchids are listed found in Malatesta A., 1974 - Malacofauna pliocenica umbra, Mem. Serv. Geol. Ital., XIII, pp.1-498. the last two years by the author and other collaborators, including data Nordsieck F., 1969 – Die europaischen Meeresmuscheln (Bivalvia) von Eismeer bis kapverden und Mittelmeer. Fischer, Stuttgart, pp. 1-256. Nordsieck F. 1970 - Die europaischen Meere Gehauschnecken, Fischer. Stuttgart, pp. 1-539. about the localities in which this species are found. The data presented Parenzan P., 1976 - Carta d’identità delle conchiglie del Mediterraneo., Bias Taras Ed., Taranto, I-II-III, pp. 1-283. here are not complete and the number of species may be about 40. The Parona C.F. , 1879 - Il Pliocene dell’Oltrepò pavese, Atti Soc. it. Sc. nat. Museo civ. Stor.. nat., Milano, 21:1-113. Pérès J.M. & Picard J., 1964 - Nouveau manuel de Bionomie Benthique de la Mer Mediterranée, Rec. Trav. Stat. Marine Endoume Paris, presence of many species in such a limited area can be due to the hete- 31:1-137. rogeneity of territory, mainly the difference of altitude of 1600 m. A more Pinna G., Spezia L., 1978 - Catalogo dei tipi del Museo Civico di Storia Naturale di Milano. I tipi dei gasteropodi fossili di Brocchi, Atti Soc. it. Sc. nat. Museo civ. Stor.. nat., Milano, 4:125-180. complete work will be published when the census of Orchidaceae of Sabelli I. B., Giannuzzi Savelli R. & Bedulli D., 1992 - Catalogo annotato dei Molluschi marini del Mediterraneo, Soc. It. Malac., 1-2; 31- Oltrepò pavese and surrounding areas will be finished. 781. Sacco F., 1897-1902 - I Molluschi dei terreni terziari del Piemonte e della Liguria, Mem. Regia Acc. Sc., Torino, 23-30:1-2570. Servizio Geologico d’Italia, 1971 – Note illustrative della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:100.000, Foglio 71 (Voghera), Roma, pp. 1- 121. Introduzione

Questa nota preliminare si colloca in uno studio più ampio, che sarà svi- luppato nel corso delle prossime stagioni, concernente il censimento delle orchidee spontanee dell’Appennino Pavese e delle zone limitrofe. Tale

- 48 - - 49 - Thomas Abeli LOCALITÁ ORCHIDACEE DELLE VALLI STAFFORA E CURONE E ZONE LIMITROFE progetto ha come obiettivo finale non solo il censimento di tutte le GENERE E SPECIE Orchidaceae presenti, ma anche il tracciamento della distribuzione di Cephalanthera rubra (L.) M. Marcellino (), M. Musso tali specie nell’area suddetta. L. C. M. Richard, (1817) (), Guardamonte (Brignano Frascata) I dati esposti riguardano due stagioni di ricerca, che hanno portato al Cephalanthera damasonium (Miller) M. Marcellino, M. Musso, Guardamonte, Druce, (1906) M. Giarolo (AL) riconoscimento di 32 entità specifiche, alcune delle quali poco comuni o Cephalanthera longifolia (L.) Fritsch, (1888) M. Marcellino, M. Musso molto rare per l’Appennino settentrionale. Vi sono poi altre segnalazio- Epipactis palustris (L.) Crantz, (1769) Brallo di Pregola ni, non ancora verificate, che porterebbero tale numero a circa 40 spe- Epipactis sp. M. Marcellino, M. Musso cie. Risulterà molto significativo, nell’ambito della valorizzazione dal Coeloglossum viride (L.) Hartman, (1820) M. Ebro, M. Lesima punto di vista naturalistico dell’area locale, stilare un elenco di entità Limodorum abortivum (L.) M. Musso, Riva Bose (Codevilla), con le relative distribuzioni e frequenze. Occorrerà anche pianificare Swartz, (1799) Oramala, Guardamonte Neottia nidus-avis (L.) L. C. M. Richard, (1817) S. Antonino, Brallo di Pregola, M. Giarolo interventi di protezione a salvaguardia delle specie più rare e minaccia- Corallorhiza trifida Chatelain, (1760) M. Lesima * te sia direttamente dalla raccolta indiscriminata sia indirettamente dalla Listera ovata (L.) Portico (Torrazza Coste), Rubera (Codevilla), distruzione dell’habitat. R. Brown, (1813) Brallo di Pregola Platanthera bifolia (L.) M. Marcellino, M. Musso, S. Ponzo Semola, L. C. M. Richard, (1817) Brallo di Pregola, M. Giarolo, M. Lesima, Platanthera clorantha (Custer) M. Marcellino, M. Musso, Brallo di Pregola Delimitazione dell’area di studio Reichenbach, (1828) Gymnadenia conopsea (L.) R. Brown, (1813) M. Marcellino, M. Giarolo, M. Ebro Le specie segnalate nel presente lavoro sono state censite in Valle Gymnadenia odoratissima (L.) Brallo di Pregola * L. C. M. Richard, (1817) Staffora, in Val Curone e sui monti che costituiscono lo spartiacque di Pseudorchis albida (L.) Love, (1969) Cima Colletta, M. Lesima * queste due valli rispettivamente con la Val Trebbia e con la Val Borbera Anacamptis pyramidalis (L.) Oramala, M. Marcellino (M. Lesima, Cima Colletta, M. Chiappo, M. Ebro). In questo areale ho L. C. M. Richard, (1817) individuato quattro zone di raccolta dati, per le quali mi era già nota Nigritella nigra (L.) Brallo di Pregola *, M. Lesima, M. Ebro l’abbondanza di specie di orchidee. Comunque non ho trascurato la Reichenbach, (1851) sensu latu Aceras antropophorum (L.) Aiton F. M. Marcellino restante parte della zona, dove mi sono limitato ai ritrovamenti casuali. Ophrys apifera Hudson, (1762) M. Marcellino Questo perchè, come anticipato, la ricerca è ancora in fase preliminare e Ophrys holoserica (Burman) Greuter (1967) M. Marcellino, M. Musso, Oramala, Guardamonte quindi non si è ancora proceduto ad una ricerca sistematica su tutto il Ophrys insectifera L., (1753) Casarone (Torrazza Coste), M. Musso territorio. Ophrys bertoloni Moretti M. Marcellino, Riva Bose Tuttavia i dati raccolti sono sufficienti per effettuare alcune considera- Dactylorhiza maculata (L.) S. Antonino, Brallo di Pregola, M. Giarolo, zioni iniziali. Soo, (1962) sensu latu M. Lesima Dactylorhiza latifolia (L.) Guardamonte, Brallo di Pregola, M. Lesima, Cima H. Baumann & Kunkele (1983) Colletta, M. Chiappo, M. Bogleglio, M. Giarolo, M. Ebro Orchis morio L., (1753) Oramala, M. Marcellino, Riva Bose, Elenco delle specie censite Guardamonte, M. Giarolo Orchis ustulata L., (1753) Oramala, Guardamonte, M. Giarolo Orchis tridentata Scopoli, (1772) M. Marcellino, M. Musso, Oramala, Viene di seguito fornito l’elenco delle specie di orchidee spontanee ritro- Guardamonte, M. Giarolo vate nell’area di studio da parte dell’autore e da altri appassionati di Orchis purpurea Hudson, (1762) Pontazzo (Torrazza Coste), Volpedo, Torre degli alberi, botanica, che gentilmente hanno messo a disposizione i dati raccolti (per M. Marcellino, M. Musso, Guardamonte, Brallo di Pregola alcune specie e relative località mi sono affidato anche alla bibliografia Orchis pallens L., (1771) Colleri, Brallo di Pregola, M. Giarolo Orchis mascula L., (1755) M. Marcellino, Portico, Oramala, più recente - indicata in elenco con il simbolo *). Brallo di Pregola M. Giarolo, M. Ebro, Per ciascuna entità vengono riportate tutte le stazioni sinora note. Traunsteinera globosa (L.) M. Ebro, M. Giarolo Reichenbach, (1842) Himantoglossum adriaticum Baumann, (1978) M. Marcellino, Guardamonte

- 50 - - 51 - Thomas Abeli Orchidaceae delle Valli Staffora e Curone

Considerazioni ai generi Platanthera e Cephalanthera già incontrati. Il M. Ebro si trova nel territorio piemontese al termine della Val Curone Le località in cui i rilevamenti sono stati effettuati in modo sistematico e fa da spartiacque tra questa e la Val Borbera. Raggiunge quota 1700 m sono: M. Marcellino (nel comune di Torrazza Coste-PV) e M. Musso (nel s.l.m. ed è caratterizzato dalla presenza di ampi prati adibiti a pascolo comune di Codevilla-PV), una zona nelle vicinanze di Oramala e l’area nella parte prossima alla cima; più in adiacente il Rifugio La Faggeta (Brallo di Pregola-PV), per quanto basso è presente invece una vegetazione riguarda la Valle Staffora. Per la Val Curone: il M. Ebro. Tali località arborea ed arbustiva rada con sorbi, mag- erano già note per l’abbondanza di specie di orchidee e per il loro nume- giociondoli e faggi. A causa della differen- ro di esemplari. za di quota e della diversità di ambienti si La zona del M. Musso e M. Marcellino è caratterizzata dalla presenza di assiste ad un cambiamento quasi totale di boschi misti di castagno, quercia e roverella e da prati incolti. Nelle zone forme. Infatti qui prevalgono specie tipi- di bosco misto con tappeto erboso si trovano quelle specie che prediligo- che di maggiore altitudine, come le comu- no ambienti abbastanza ombreggiati, quali quelle appartenenti ai generi nissime Dactyloriza latifolia (Fig. 1) e Cephalanthera e Platanthera; nelle Gymnadenia conopsea (Fig. 2 - quest’ulti- radure caratterizzate da vegetazione ma presente anche ad altitudini minori, arbustiva e nei prati più esposti si ritro- ma con pochi esemplari). vano le specie del genere Ophrys con Altre specie degne di nota sono grande abbondanza di esemplari. Coeloglossum viride (poco appariscente), Interessante segnalare che tra le varie Traunsteinera globosa e Pseudorchis specie di orchidee, O. holoserica è sicura- albida. mente la più comune in tutta la bassa e Per quel che riguarda gli altri monti con Fig. 2 - Gymnadenia conopsea media collina nell’ambito delle Valli quote superiori ai 1400 m (M. Bogleglio, Staffora e Curone. M. Lesima, Cima Colletta, M. Chiappo) sostanzialmente vale la descri- Si ritrovano poi, abbastanza frequente- zione dell’Ebro. mente, alcune specie del genere Orchis Un discorso a parte va fatto per alcune specie di Orchidaceae poco comu- (O. morio, O. mascula). ni sull’Appennino settentrionale come Corallorhiza trifida (individuata La zona di Oramala è simile dal punto di solamente nelle faggete del M. Lesima), Epipactis palustris, vista vegetazionale a M. Marcellino e M. Himantoglossum adriaticum e Gymnadenia odoratissima (specie rarissi- Musso, anche se sono presenti alcune ma per la zona). Quest’ultima la si ritrova infatti soltanto nel territorio pinete e l’altitudine è maggiore; comun- Fig. 1 - Dactyloriza latifolia del Comune di Brallo di Pregola, in una delle pochissime zone umide que le specie presenti sono per lo più le rimaste, ove cresce anche Epipactis palustris. stesse. Per quanto riguarda Himantoglossum adriaticum va detto che, pur L’area del Rifugio la Faggeta si trova all’incirca a quota 1000 m s.l.m. ed essendo considerata una specie rara o comunque poco comune, la si è ubicata nel Comune di Brallo di Pregola; essa presenta caratteristiche ritrova in almeno due stazioni e, in modo particolare, a M. Marcellino è differenti dalle zone finora descritte: infatti vi sono boschi di conifere, presente con un buon numero di esemplari. costituiti prevalentemente da abeti rossi e larici oltre che pino nero e pino silvestre. Le orchidee ivi presenti appartengono soprattutto a quel- le specie in grado di vivere in ambienti anche molto ombreggiati (specie sciafile); ne sono un esempio Listera ovata e Neottia nidus-avis, oltre che

- 52 - - 53 - Thomas Abeli

Conclusioni

Nonostante i dati sinora raccolti siano tutt’altro che definitivi e comple- ti, questi permettono già di farsi un’idea della grande varietà di orchidee spontanee individuate nell’areale considerato. La presenza di un così ampio panorama di specie è dovuto all’eteroge- neità della zona, considerata sotto vari aspetti. I fattori che maggiormente influiscono sulla biodiversità delle Orchidaceae sono essenzialmente la presenza di diverse tipologie di ter- reno e lo scarto altitudinale tra la zona di pianura e i rilievi più elevati, che determina il succedersi di ambienti di vario tipo. Infine, la diversa esposizione dei versanti favorisce in alcuni casi l’instaurarsi di microcli- mi e particolari condizioni locali. Per tutti questi motivi l’Appennino Pavese, e in generale l’Appennino settentrionale, è decisamente interessante dal punto di vista orchidologi- co; vale quindi la pena continuare ricerche in tal senso.

Ringraziamenti

Desidero ringraziare tutti coloro che hanno fornito utili dati per la com- pilazione dell’elenco in modo particolare il compianto amico Paolo Botta, Pierluigi Casanova, Fiorenzo Cignoli, Enrico Macchiavello e Pietro Mazza. Ringrazio altresì Alfredo Gatti per la lettura critica del manoscritto e gli utili consigli.

Bibliografia consigliata

Bogliani G., Cova C., Polani F., 2003 – La natura tra Nure e Scrivia. Il territorio del Giardino di Pietra Corva, Provincia di Pavia, Pavia Cavallo O., Cavallo R., Dellapiana G., 1993 – Guida alle orchidee spontanee delle Langhe, Amici del Museo “F. Eusebio”, Alba Perazza G., 1992 – Orchidee spontanee in Trentino Alto Adige, Manfredini Editori, Calliano (TN) Perazza G., 1997 – Cartografia Orchidee Tridentine (COT) Due ibridi naturali nuovi per il Trentino Annali del Museo Civico di Rovereto, 13: 253-263

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...... Sommario

ENRICO MACCHIAVELLO Ambienti e associazioni vegetali nella zona del Guardamonte (AL-PV) ...... pag. 1

ALFREDO GATTI

Indagine sulla flora micologica dell’alta Valle Staffora (PV) ...... pag. 17

AUGUSTO GENTILLI

Censimento ofidiologico della Valle Staffora (PV) ...... pag. 29

SIMONA GUIOLI Malacofauna pliocenica di Volpedo (AL) del Museo Civico di Scienze Naturali di Voghera (PV) ...... pag. 39

THOMAS ABELI Nota preliminare sulle specie di Orchidaceae delle Valli Staffora (PV) e Curone (AL) ...... pag. 49 .arte-digitale.com www

CIVICO MUSEO GRUPPO DI SCIENZE GEO-PALEONTOLOGICO NATURALI quaderni Voghera VOGHERESE DEL CIVICO MUSEO DI SCIENZE NATURALI DI VOGHERA