Provincia di

Area Tecnica Ufficio Urbanistica PIANO REGOLATORE GENERALE

REGOLAMENTO URBANISTICO

Progettista Arch. Giancarlo Tesei VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA RAPPORTO AMBIENTALE (AI SENSI DELL’ART. 9 C. 6 DEL D.LGS. N.152/2006 CON S.M.) 1.Premessa 2. Il rapporto ambientale: Metodologia e contenuti 3. Il quadro di riferimento programmatico 3.1 Gli obiettivi del Regolamento Urbanistico 3.2 Sintesi matriciale degli obiettivi del Regolamento Urbanistico 4. Lo stato dell’ambiente 5. Struttura e metodologia 5.1 Gli indicatori di pressione 6. I fattori socioeconomici 6. Inquadramento territoriale socio-economico 6.1 I fattori demografici 6.2 Andamento demografico provinciale dal censimento 1991 ad oggi 6.3 Bilancio demografico 7. Le infrastrutture sociali 8. Gli insediamenti produttivi e la localizzazione delle attività economiche 9. Inquadramento territoriale ambientale 9.1 Il sistema fisico 9.2 Il sistema geologico e geomorfologico 9.3 Il sistema idrogeologico 9.3.1 Risorse idriche 9.3.2 Elementi idrografici 10. Valutazioni sul dissesto idrogeologico del comune di 10.1 L’entità del rischio 10.2 Rischio idrogeologico 10.2.1 Scheda della valutazione del rischio 10.3 L’attività dei comuni per la mitigazione del rischio idrogeologico 10.4 I risultati della Toscana e quelli del comune di Roccalbegna 11. Risorse, caratteristiche ambientali ed indicatori 11.1 Risorsa “aria” 11.2 Risorsa “acqua” 11.3 Risorsa suolo e sottosuolo 11.4 Ecosistemi di flora e fauna 11.4.1 Aree protette, SIC e SIR 11.4.2 Sito di importanza regionale (SIR): 119 Alto Corso del Fiume Fiora 11.4.3 Sito di importanza regionale (SIR): 118 Monte Labbro e Alta Valle dell’ 11.4.4 Sito di importanza regionale (SIR): B22 Torrente Trasubbie 11.4.5 Riserva provinciale del Pescinello 11.4.6 Riserva provinciale dei Rocconi 11.5 Energia 11.6 Elettromagnetismo 11.7 Rumore 11.8 Rifiuti 12. La verifica di coerenza 12.1 La verifica di coerenza esterna 2 12.1.1 Verifica di coerenza con il PIT della Regione Toscana 12.1.2 Verifica di coerenza con il PTCPdi Grosseto 12.2 La verifica di coerenza interna 12.2.1 Verifica obiettivi generali del RU. 12.2.2 Schema di analisi del bilancio per aree omogenee in ambito urbano 12.2.3 Schema di analisi del bilancio per aree omogenee in ambito extraurbano 13. Il monitorraggio degli effetti indotti 13.1 L’esito della verifica di coerenza interna per le aree urbane 13.2 Schema di analisi del bilancio per aree omogenee in ambito extraurbano

3 1. PREMESSA

Il Comune di Roccalbegna, fin dall’agosto 2009 ha avviato il procedimento di valutazione integrata di cui all’articolo 11 della L. R. T. n. 1 del 3 Gennaio 2005 nell’ambito della procedura di adozione del Regolamento Urbanistico Comunale disciplinato dall’art. 55 della L.R.T. n. 01/2005. Da allora, nel rispetto della disciplina regionale, la struttura tecnica di supporto all’Ente, ha avviato, nel rispetto della propria autonomia, il processo valutativo del R.U. partendo dall’analisi degli obiettivi e comparandoli sia con i piani sovraordinati provinciali e regionali che con il PS. Sono stati individuati gli scenari di riferimento fondamentali per tutta la valutazione con particolare riferimento al Rapporto Ambientale, è stata verificata la fattibilità della proposta ed è stata avviata la fase di partecipazione. Successivamente è entrato in vigore, il 13/2/32009, il D.Lvo 152/2006 per la parte relativa alla V.A.S.; In considerazione di ciò il procedimento di Valutazione Integrata, avviato in base alle indicazioni della Legge Regionale Toscana è stato integrato e completato per la parte inerente il Rapporto Ambientale di cui all’art.13 del D.Lvo 152/2006. Si è quindi dato corso al processo di valutazione integrata e valutazione ambientale alla luce delle disposizioni del D. Lgs 152/06 per la parte essenzialmente legata al rapporto ambientale, coordinata con le indicazioni della REGIONE TOSCANA

Nell’ambito della valutazione ambientale strategica del Regolamento Urbanistico, nel rispetto delle fasi e attività previste dalla L.R. 12.2.2010 n.10, sì è redatto un rapporto preliminare all’interno del quale sono stati trascritti gli esiti della fase preliminare di valutazione dei possibili effetti ambientali degli interventi previsti dal nuovo regolamento urbanistico. Tutti gli elementi contenuti nei precedenti elaborati e nelle precedenti meta- analisi e valutazioni, in questa fase sono integrati e se necessario approfonditi, in relazione alle previsioni di regolamento urbanistico per giungere ad una valutazione definitiva degli impatti ambientali dello strumento urbanistico e alla verifica della loro sostenibilità.

2. IL RAPPORTO AMBIENTALE: METODOLOGIA E CONTENUTI

La Valutazione Ambientale Strategica rappresenta un reale contributo ed un costruttivo sostegno alla pianificazione territoriale consentendo di evidenziare le connessioni tra le varie specializzazioni dell’ambito ambientale e la programmazione territoriale di dettaglio: nel nostro caso il Regolamento Urbanistico. Il coinvolgimento reale sia in fase preliminare, progettuale, che in fase di attuazione delle organizzazioni locali e dei cittadini consente di valutare le criticità in anticipo rispetto alle scelte decisionali degli organismi competenti. In questo senso la Valutazione Ambientale Strategica rappresenta un insostituibile strumento per la società civile, che attraverso questa provedura può valutare quelle fasi che precedono la attuazione della pianificazione e scelte finali di pianificazione, e che spesso appaiono di difficile interpretazione per chi non sia un addetto ai lavori. In questo modo si può intervenire nelle scelte (la norma parla infatti esplicitamente dei momenti di partecipazione, consultazione e condivisione).

4 La procedura di Valutazione ambientale strategica è stata introdotta con la Direttiva 2001/42/CE dal titolo “Valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”, recepita con il D. Lgs. 152/2006 – parte seconda

Ai sensi della vigente normativa in materia di VAS il Rapporto Ambientale costituisce il documento in cui sono individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l’attuazione del piano o del programma potrebbe avere sull’ambiente nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano o del programma. Il rapporto ambientale interessa l’intero territorio comunale di Roccalbegna ed al suo interno viene garantita la partecipazione dei soggetti preposti a esprimersi così come regolato dagli art. 25, 26, 27, 28 e 29 della Legge regionale 10/2010. Di seguito sono riportati in sintesi i contenuti del rapporto ambientale ai sensi dell’allegato I della Dir 2001/42/CEE (come ripreso nell’allegato VI del D.Lgs 152/06 e s.m.i. e nell’allegato 2 della Legge regionale 10/2010):

1. illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi; 2. aspetti pertinenti allo stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del piano; 3. caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate dalle azioni di piano; 4. qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano, ivi compresi quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle Dir. 92/43/CEE e 79/409/CEE (relazione di incidenza relativa a Siti della Rete Natura 2000); 5. obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano e indicazione del modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto degli obiettivi e di ogni considerazione ambientale; 6. possibili effetti significativi sull’ambiente compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori; 7. misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo gli eventuali effetti negativi significativi indotti sull’ambiente dall’attuazione del piano; 8. sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché delle eventuali difficoltà incontrate nella raccolta delle informazioni richieste; 9. descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del piano o del programma.

5 3. IL QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO 3.1 Gli obiettivi del Regolamento Urbanistico

1) Il Regolamento Urbanistico costituisce la governance e operativa del P.R.G.

2) Il Regolamento Urbanistico in perfetta aderenza con i criteri generali della sostenibilità delle azioni urbanistiche ha come obiettivi principali il recupero e il riuso del patrimonio edilizio esistente e non ridurre le risorse essenziali del territorio, in modo da salvaguardare i diritti delle generazioni presenti e future, a fruire delle stesse.

3) Il Regolamento Urbanistico dovrà rinnovare il metodo pianificatorio adottando un’impostazione meno verticistica ed integrando in modo più efficace i mezzi di azione delle sue politiche con strumenti di tipo non legislativo ma direttamente tecnico amministrativo. Come il Piano Strutturale, esso dovrà riconoscere quale parametro fondamentale l’osservanza degli obiettivi e delle prescrizioni disposti dai due atti pianificatori sopraordinati, vale a dire il Piano di Indirizzo Territoriale predisposto dalla Regione ed il Piano Territoriale di Coordinamento predisposto dalla Provincia.

4) Il Regolamento Urbanistico dovrà sviluppare gli indirizzi e gli obiettivi del Piano Strutturale, ed individuare le superfici ed ambiti per lo sviluppo degli insediamenti urbani esistenti, sia attraverso interventi di nuova edificazione che di saturazione; individuare le superfici ed ambiti in cui realizzare interventi di urbanizzazione primaria e secondaria e di infrastrutturazione del territorio sia all’interno che all’esterno dei centri abitati; stabilire la disciplina per la gestione e il recupero del patrimonio edilizio esistente sia negli aggregati di matrice storica, sia nel territorio extraurbano.

5) L’obbiettivo di fondo del Regolamento è che comunque vengano elaborate e adottate le indicazioni programmatiche e le relative procedure devono essere più aperte, più facili da seguire e più comprensibili. Il Regolamento, con la sua struttura “aperta e di facile lettura” ha come obbiettivo di: • instaurare un dialogo più sistematico con i rappresentanti delle autorità regionali e provinciali in particolare in materia di tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e paesaggistiche oltre che per le scelte di tipo infrastrutturale; • introdurre maggiore flessibilità nelle modalità esecutive della normativa urbanistica, in modo da tenere conto delle specificità locali • definire e verificare rendendoli pubblici i criteri di qualità (standard minimi) da rispettare nelle attuazioni delle previsioni urbanistiche; • indirizzare la pianificazione verso scelte che impongano di superare gli standard minimi per proporre un modello di sviluppo che, non dimenticando la necessità di che interviene, lega ogni intervento alla necessità di mantenere una tipicità, un valore ambientale che sono il patrimonio capitalizzato di Roccalbegna.

6) Nello specifico il R.U. assume e specifica in dettaglio, riguardano due distinti ambiti tematici: 6.1 l’uso delle risorse non rinnovabili correlate al mantenimento delle caratteristiche di naturalità dei sistemi di paesaggio,

6 6.2 il miglioramento delle prestazioni della struttura insediativa esistente

Fanno parte del primo ordine di obiettivi:

6.1.1 la tutela del paesaggio 6.1.2 il mantenimento e la tutela degli apparati vegetazionali 6.1.3 il mantenimento e la tutela delle emergenze 6.1.4 la riduzione del rischio idraulico, 6.1.5 la protezione del sistema delle acque superficiali e delle falde freatiche dai rischi di inquinamento, 6.1.6 la prevenzione dei fenomeni di instabilità dei versanti e di erosione del terreno agricolo,

Fanno parte del secondo ordine di obiettivi:

6.2.1 la protezione, conservazione valorizzazione dei valori paesistici e storico- culturali, 6.2.2 la reintegrazione e ricostituzione dei sistemi insediativi “storici” che ancora costituiscono elementi fondamentali della struttura del territorio, 6.2.3 la prescrittività della regola insediativa che veda la piena utilizzazione dell’edificato e delle infrastrutture esistenti prima di accrescerne numero e capacità.

Dal punto di vista della struttura demografica si ipotizza di opporre al lento fisiologico decremento una serie di azioni che necessariamente passerà attraverso una modifica della composizione storica, con la sostituzione degli “anziani” con coppie giovani provenienti da fuori comune e fuori provincia, se non da ambiti extranazionali.

Questo però consentirà di:

6.2.4 Perseguire un maggiore equilibrio demografico 6.2.5 Migliorare la qualità urbana delle parti storiche o consolidate 6.2.6 Migliorare la qualità urbana dei nuclei urbani di recente edificazione 6.2.7 Salvaguardare e valorizzare il paesaggio 6.2.8 Valorizzare e connettere gli elementi della rete di livello superiore 6.2.9 Valorizzare e connettere gli elementi della rete locale 6.2.10 Favorire il successo delle piccole aziende locali nella competizione regionale e nazionale.

3.2 Sintesi matriciale degli obiettivi del Regolamento Urbanistico

OBIETTIVI AZIONI Utilizzazione delle disponibilità del Controllo del consumo di suolo regolato dimensionamento del Piano Strutturale dalle dinamiche sociali, demografiche ed effettuate in diretta relazione alle esigenze economiche intervenenti Disciplina specifica concordata con gli organi Conservazione e tutela delle emergenze preposti alla tutela per le emergenze di archeologiche Roccalbegna, Cana e per quelle ubicate nel territorio extraurbano

7 Conservazione e tutela delle emergenze Interventi di manutenzione e restauro oltre che storiche antiche disposizioni normative collegate Schedatura e classificazione del patrimonio edilizio esistente presente già nel Catasto leopoldino Definizione, salvaguardia e tutela attiva dei centri storici di Roccalbegna, Cana, Tutela e recupero dei tessutu urbani di e Triana importanza storica e documentale Valutazione di nuove ipotesi di scorrivento veicolare all’interno del centro storico di Roccalbenga, razionalizzazione dei collegamenti pubblici con la costa e la montagna Sviluppo dell’edificato e delle infrastrutture direttamente connesso con l’esistente, senza ipotizzare la nascita di nuovi insediamenti Evidenziazione e potenziamento degli assi Consolidamento e rafforzamento dei nuclei e viari esistenti attraverso la localizzazione di delle realtà urbane esistenti nuove attività sia produttive che sociali Individuazione e definizione dei “centri urbani” ovvero di quelle puntualità che da sempre aggregano i cittadini, migliorandone le caratteristiche. Individuazione e coinvolgimento delle entità pubbliche e private per eliminare i manufatti Verifica delle condizioni generali di ambiti o le sistemazioni ambientali e territoriali interessati da forme di degrado ambientale incongrue e sostanziale superamento delle situazioni di degrado Riqualificazione del patrimonio edilizio recente anche attraverso incentivi correlati alla normativa, finalizzate in linea prevalente alla ricomposizione ed lla tutela dell’antico e dell’esistente. Verifica e promozione di una politica evolutiva Riqualificazione del patrimonio edilizio del territorio legata al tema della sostenibilità esistente, legate alla ricomposizione e al ambientale “ridisegno” architettonico dei più significativi ambiti urbani nonché all’adeguamento dei livelli prestazionali degli edifici dal punto di vista del contenimento dei consumi energetici e del superamento delle barriere architettoniche Interventi di completamento e riqualificazione Integrazione e rafforzamento del tessuto al fine di saturare il tessuto urbano esistente urbano esistente evitando un ulteriore consumo di suolo Rafforzamento del ruolo centrale delle aree Impostazione di un’azione di pubblicizzazione tutelate dei parchi delle Riserve dei Rocconi dei sentieri che collegano i vari ambiti protetti e del Pescinello in correlazione al sistema del con partenza dai luoghi centrali dell’abitato verde urbano Redazione di un piano della mobilità e sosta che preveda zone a traffico controllato, pedonali e piste ciclabili Regolazione e miglioramento del tema della Definizione e miglioramento del sistema viario mobilità e della sosta all’interno dei nuclei costa-montagna, del suo collegamento con le di Roccalbegna, Vallerona, Cana e Santa aree parco e della formazione di una rete di Caterina strade vicinali e antiche di collegamento. Interventi puntuali di ricucitura della maglia viaria e potenziamento dei sistemi di sosta 8 Correlazione ed integrazione tra i progetti Adeguamento e modernizzazione della rete infrastrutturali sovracomunali e le realtà urbane stradale di rilevanza sovracomunale esistenti Formazione di un repertorio grafico e Tutela della viabilità vicinale e dei tracciati viari fotografico dello stato delle strade vicinali e di importanza storica dei tracciati antichi, collegato ad una ipotesi di disciplina ed utilizzazione integrata Strumento flessibile che consenta di dare Tutela ed incentivazione del commercio e della risposte immediate o almeno rapide a produzione artigianale sollecitazioni diretta rivolte all’Amminisrazione. Tutela ed incentivazione della natura Disciplina dei manufatti e degli annessi agricoli prevalentemente agricola del territorio Discipline specifiche per le aree a prevalente Salvaguardia degli ambiti extraurbani con funzione agricola di rilevanza produttiva e a l’obbiettivo di garantire la conservazione prevalente funzione agricola degli elementi caratterizzanti il paesaggio Disciplina dei valori paesaggistici attraverso pedemontano l’individuazione dei coni visivi da tutelare e dei crinali Disciplina di valorizzazione ambientale e Tutela degli ambiti di valore paesaggistico storico culturale Disciplina finalizzata alla valorizzazione ed alla tutela del patrimonio boschivo e al Tutela delle aree boschive recupero agricolo e/o silvo-pastorale delle aree abbandonate Prescrizione della conservazione e la manutenzione degli elementi costitutivi dei Tutela delle sistemazioni agrarie manufatti, nei loro caratteri formali e funzionali di presidio idrogeologico, come struttura di riferimento del paesaggio agrario storico Interventi che interessano aree prossime ai Tutela e valorizzazione del reticolo idrografico corsi d’acqua al fine di conservare e qualificare superficiale e della vegetazione riparia la vegetazione ripariale Previsione di aree finalizzate alla realizzazione di interventi strutturali per la riduzione del Interventi di regimazione idraulica rischio idraulico e realizzazione di casse di espansione con funzione accessoria di invaso di accumulo idropotabile Disciplina di tutela della dotazione boschiva e delle formazioni vegetali in genere, della Miglioramento della fruizione di aree verdi sia viabilità vicinale e poderale, della rete dei tutelate che di importanza rilevata in sede di sentieri e della viabilità forestale e delle forme redazione del quadro conoscitivo di coltivazione tradizionali (castagneti) Censimento delle barriere architettoniche nelle aree pubbliche Attivazione di azioni di promozione finalizzate Valorizzazione delle Riserve dei Rocconi e del alla estensione della fruizione pubblica, ad Pescinello, del Parco dell’Albegna e del Fiume esperienze di carattere culturale ad attività di Fiora, dell’area protetta delle Trasubbie. natura didattica, scientifica e ricreativa Rafforzamento del rapporto con i Fiumi Albegna Disciplina specifica di valorizzazione e Fiora e con il Torrente delle Trasubbie ambientale per il Parco fluviale dell’Albegna

9 Individuazione di aree di margine e/o intercluse Particolare attenzione al tema della prevalentemente ad uso agricolo permeabilità biologica del territorio aperto, con Individuazione e disciplina delle aree mantenimento e formazione dei varchi naturali periurbane residuali e dei corridoi biologici

10 4. LO STATO DELL’AMBIENTE

L’analisi delle risorse e delle caratteristiche ambientali del Comune di Roccalbegna, e la conseguente individuazione degli indicatori, è stata effettuata considerando i seguenti elementi: • Fattori socio-economici • Aria • Acqua • Suolo e sottosuolo • Ecosistemi di flora e fauna • Energia • Elettromagnetismo • Rumore • Rifiuti • Insediamenti e infrastrutture • Patrimonio storico-culturale

I dati ambientali che formano la base conoscitiva del presente elaborato sono riferibili e rintracciabili all’interno delle azioni che il Comune, la Provincia di Grosseto e parzialmente la Regione Toscana hanno attivato ed elaborato nel merito. • il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Grosseto (2004) • la Relazione sullo stato dell’Ambiente in Toscana 2011 (ARPAT) • il quadro degli elementi conoscitivi del Piano Strutturale del Comune di Roccalbegna • il quadro degli elementi conoscitivi del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Grosseto • il quadro degli elementi conoscitivi del Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana • il Rapporto ambientale del Programma operativo Regionale (POR) della Regione Toscana (Fondazione Toscana Sostenibile – Ambiente Italia Istituto di Ricerche 2007) • il Rapporto Ambientale del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana 2007-2013 • Un essenziale approfondimento dei dati ambientali deriva dalla consultazione della banca dati SIRA Toscana (Sistema Informativo Ambientale della Regione Toscana) e dagli esiti delle attività di controllo e monitoraggio effettuati dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana (ARPAT) e da altri istituti che operano nel settore ambientale.

Ritornando al Piano Strutturale, le risorse essenziali, le invarianti e le variabili funzionali sono riportate: nella relazione generale • nella descrizione che viene riportata sia nell’ambito dei Sistemi di Paesaggio • che delle UTOE • nelle tavole del quadro conoscitivo • nella valutazione degli effetti ambientali • nel piano di classificazione acustica • nell’ambito delle analisi geologiche

11e idrogeologiche • Il P.S. quindi, nei documenti sopra elencati, contiene informazioni riguardanti: nquadramento territoriale • le caratteristiche geologiche, idrogeologiche e geomorfologiche •• lal’i pericolosità idraulica • lo stato delle frane attive e di quelle storiche • la natura e la qualità della rete idrografica • la ubicazione e la descrizione delle aree urbane e dei nuclei urbani • valutazione in ordine alla popolazione residente ed al trend demografico • l’analisi delle a

La redazione di questattività analisi-valutazione estrattive prende quindi l’avvio formalmente con la formazione del Regolamento Urbanistico, e fin dal momento dell’avvio della redazione dello strumento urbanistico si è operato in stretta sinergia comparativa tra due elementi principali: l’analisi delle risorse e dei fattori individuati dai documenti elencati nel paragrafo precedente (in particolare gli esiti del quadro conoscitivo del Piano Strutturale), poi approfonditi, aggiornati ed ampliati con la verifica delle risultanze ambientali aggiornate; la collazione delle richieste, delle tendenze, dei suggerimenti diretti della comunità di Roccalbegna.

5. STRUTTURA E METODOLOGIA • Il Rapporto Ambientale si articola nella analisi dell’inquadramento generale territoriale attraverso: nalisi delle risorse fisiche, produttive e sociali; • la de Il primo• l’a esito dell’analisi, indiretto ma estremamente significativo, è l’emergere eventuale scrizionedi criticità delle nell’ambito sue caratteristiche delle risorse, fisiche, siano morfologicheesse derivate e da territoriali; fattori endogeni alle risorse stesse, siano esse prevedibilmente derivate dalle azioni indotte dalla attuazione dello strumento urbanistico stesso. In particolare lo studio approfondisce il metodo di verifica attraverso la determinazione di quelli che vengono generalmente definiti: gli indicatori di pressione. La struttura di analisi è poi derivata direttamente da quella utilizzata negli strumenti sovraordinati ed in particolare le azioni progettuali proposte dalla Provincia di Grosseto. Nell’analisi complessiva ritengo che si possa, per Roccalbegna, fare riferimento sia alle valutazioni espresse per un ambito a cavallo tra l’Amiata e le cosiddette Colline dell’Albegna.

Gli indicatori di pressione Svariati sono gli indicatori che conducono alla conclusione che Grosseto, ed all’interno del sistema grossetano, Roccalbegna, sia un ambito di scarso rilievo sul piano delle attività produttive. Un modo particolarmente efficace per misurare l’entità delle pressioni ambientali esercitate dalle attività produttive, è quello che ricorre ai coefficienti di concentrazione territoriale delle varie attività, a cominciare da quelle manifatturiere. La Toscana complessivamente intesa è, tra le regioni manifatturiere italiane, quella meno

12 industrializzata, dato che detiene il minor numero di sistemi locali specializzati in questo campo. Confrontando i consumi elettrici delle diverse province emerge come Grosseto sia in fondo alla classifica e a significativa distanza dalle altre province con grande estensione territoriale. Esaminando il rapporto tra il consumo elettrico per l’industria e il consumo totale, la situazione rimane confermata. Grosseto è dunque fra le province in cui è minore il peso dell’industria, in particolare della grande industria, con valori percentuali inferiori alla media regionale.

Ad ogni risorsa ambientale corrisponde, infatti, una serie di indicatori. Per ogni tema, è stato riportato un elenco degli indicatori ritenuti adatti a monitorare la risorsa o il fattore ambientale, inserendo i seguenti contenuti indicatore per indicatore: • “Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi”, consistente in una descrizione dell’indicatore, facendo riferimento alle normative esistenti per i diversi ambiti, ai metodi di calcolo e di analisi utilizzati, e infine alle fonti dei dati reperiti; • “Evidenze riscontrate e stato della risorsa” in cui emerge il risultato delle analisi, dei rilievi e delle elaborazioni dei dati (numerici e statistici); • “Sintesi ed elementi per la valutazione” ovvero una sintesi conclusiva delle evidenze riscontrate, al fine di cogliere lo stato complessivo della risorsa o del fattore e le eventuali criticità, completata da una tabella che riunisce tutti gli indicatori utilizzati per la singola risorsa o fattore, riportando per ognuno gli obiettivi.

La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

Lo schema così proposto permette di relazionare logicamente le azioni antropiche 13 (DP), le condizioni di stato/qualità ambientale (P-S/I) e le scelte programmatiche e di politica ambientale (S/I-R).

RISPOSTE ---- DETERMINANTI RISPOSTE ---- PRESSIONI RISPOSTE ---- IMPATTI RISPOSTE ---- STATO DETERMINANTI ---- PRESSIONI PRESSIONI ---- STATO IMPATTI ---- RISPOSTE

Il modello D-P-S-I-R dell’Agenzia Europea dell’Ambiente: le relazioni logiche In ultimo occorre precisare che la scelta degli indicatori per ognuno dei temi analizzati è connessa alla disponibilità dei dati. Tale disponibilità in termini quali-quantitativi (Alta, Buona, Scarsa, Insufficiente) è stata opportunamente riportata a fianco di ogni indicatore. La rappresentazione del quadro comunale tenta quindi di tracciare un andamento sullo stato delle risorse e dei fattori e poterne valutare le dinamiche future. Si riporta di seguito l’elenco delle risorse e fattori descritti e dei relativi indicatori che sono stati scelti per monitorarne lo stato:

RISORSE DESCRIZIONE Indicatore Rete di monitoraggio della qualità dell’aria Monitoraggio chimico Monitoraggio biologico-lichenico ARIA QUALITA’ DELL’ARIA Monitoraggio biologico-ozono Emissioni varie (civili, industriali, altre) Aree a rischio inquinamento atmosferico Qualità delle acque superficiali: indici della qualità biologica e chimico fisica dei corsi d’acqua ACQUE SUPERFICIALI E Qualità delle acque sotterranee SOTTERRANEE Acquiferi termali: qualità e caratteristiche Fabbisogni idrici:evoluzione della domanda idrica e ripartizione per settore ACQUA Consumi idrici da acquedotto: prelievi, evoluzione dei APPROVVIGIONAMENTO consumi ed efficienza della rete IDRICO Consumi idrici da acquedotto: tipologia di utilizzi e dotazioni idriche DEPURAZIONE E Utilizzo della risorsa idrica a scopi idroelettrici SCARICHI Capacità di depurazione

14 Struttura dell’uso del suolo Edificazione del suolo: percentuale di superficie territoriale edificata per area Siti da bonificare: presenza di siti e stato di attuazione degli interventi di bonifica SUOLO E Pericolosità geomorfologica e superficie a rischio CONSUMO E STATO SOTTOSUOLO di frana Pericolosità idraulica Rischio sismico e ZMPSL Attività estrattiva: siti di cava sul territorio comunale e quantitativi estratti Emergenze geologiche ambientali AREE PROTETTE SIC E Vedi Valutazione di Incidenza SIR ECOSISTEMI AREE DI PERTINENZA Specifici accordi provinciali FLUVIALE

ENERGIA ELETTRICA Consumo elettrico GAS Consumo di gas naturale ENERGIA COMBUSTIBILI Consumo di benzina Impianti di produzione di energia elettrica da fonti PRODUZIONE ENERGIA rinnovabili Sorgenti di inquinamento SORGENTI E LIVELLI ELETTRO Livelli di inquinamento elettromagnetico rilevanti DELL’INQUINAMENTO MAGNETISMO Popolazione potenzialmente esposta ELETTROMAGNETICO all’inquinamento elettromagnetico Classificazione acustica: stato dello strumento di zonizzazione RUMORE CLIMA ACUSTICO Zonizzazione acustica Popolazione esposta all’inquinamento acustico, livelli sonori Produzione di rifiuti urbani: rifiuti prodotti, residui e recuperati; totale, pro capite e per area Raccolta differenziata: raggiungimento degli obiettivi, recuperi totali e PRODUZIONE E RIFIUTI per materiali e area RACCOLTA Produzione di rifiuti speciali: rifiuti pericolosi e non pericolosi; ripartizione per settore produttivo e area Intensità di produzione di rifiuti speciali: produzione di rifiuti speciali, pericolosi e non, per addetto

15 Superficie urbanizzata CENTRI E INSEDIAMENTI Produzione edilizia: volume dei fabbricati costruiti annualmente per tipologia e area Infrastrutture viarie: capacità ed estensione della rete infrastrutturale Mobilità locale: rapporto tra spostamenti con SISTEMI DEGLI origine e spostamenti con destinazione INSEDIAMENTI INFRASTRUTTURE, Mobilità locale: spostamenti giornalieri per modo di MOBILITÀ E TRAFFICO trasporto Flussi di traffico: flussi veicolari sulla rete stradale extraurbana Motorizzazione privata: dimensioni, densità e caratteristiche del parco veicolare circolante SERVIZI E STANDARD Servizi e standard Popolazione: andamento della popolazione e densità abitativa per area DEMOGRAFIA E Popolazione residente POPOLAZIONE Indici di età: anziani per bambino, Indice di dipendenza strutturale, Indice di vecchiaia Numero di abitazioni esistenti - numero di PATRIMONIO ABITATIVO abitazioni occupate da persone residenti Sistema produttivo: unità locali e addetti per FATTORI SOCIO- settore di attività e area ECONOMICI Tasso di occupazione Aziende agricole LAVORO E ATTIVITÀ Impianti soggetti alle norme IPPC: impianti soggetti ECONOMICHE all’applicazione del d.lgs 59/2005 Effetti ambientali dell’industria: contributo delle attività industriali alle emissioni e ai consumi totali Turismo: i diversi settori Strutture turistiche: ricettive Patrimonio storico culturale: entità, distribuzione PATRIMONIO CENTRI STORICI E ed investimenti STORICO INSEDIAMENTI, BENI Interventi di restauro, manutenzione e CULTURALE STORICO CULTURALI conservazione

Tra questi indicatori per le risorse ed i fattori del territorio sono stati, nel seguito, scelti quelli che maggiormente, sia per qualità che quantità, ma anche per facilità di gestione dei dati parte dell’Amministrazione Comunale, permettono di monitorare gli effetti della disciplina e delle trasformazioni previste dal R.U., tenendo presente anche gli elementi di criticità ambientale emersi nel corso della redazione del presente elaborato.

16 6. I FATTORI SOCIOECONOMICI

6.1 Inquadramento territoriale socio-economico Punto di partenza del presente rapporto è la descrizione delle principali caratteristiche socioeconomiche del territorio e l’analisi della loro evoluzione passata e futura; scopo principale di quest’approccio è indicare l’impatto che tali caratteristiche possono imprimere sulla qualità ambientale per arrivare ad individuare le azioni che meglio consentano di coniugare la crescita economica e produttiva con uno sfruttamento dell’ambiente che non ne intacchi la riproducibilità delle risorse, conciliando così le esigenze di breve periodo con quelle delle future generazioni. Tutto questo in considerazione anche di un rapporto di condizionamento reciproco esistente fra sviluppo economico e questioni ambientali. Infatti, non sono soltanto la presenza umana, le attività produttive, i trasporti o i flussi turistici ad esercitare pressioni sulle condizioni ambientali, ma sono anche queste ultime a ripercuotersi significativamente sulle condizioni di vita e di lavoro, sui fattori di localizzazione delle imprese, sulla consistenza e la qualità della dotazione infrastrutturale ma anche sui fattori di competitività del sistema economico. Nel territorio della provincia di Grosseto sono facilmente riconoscibili quattro diverse aree, che, pur presentando alcuni tratti comuni tipici di tutta la Toscana meridionale, quali la scarsità di popolazione, la vocazione prettamente agricola e la ricchezza del patrimonio naturalistico e ambientale, hanno anche alcune caratteristiche distintive. Si tratta delle , della pianura grossetana, della valle dell’Albegna e dell’Amiata grossetano. […omissis…] La valle dell’Albegna si estende dalle ultime propaggini montuose dell’Amiata alla pianura costiera. Dal punto di vista demografico mostra una densità di popolazione molto bassa, soprattutto nei comuni dell’entroterra collinare in cui si è avuto, a partire dagli anni ’60, un continuo calo demografico che si è tradotto nell’aumento di popolazione dei comuni costieri di e . Nonostante l’abbandono dell’attività agricola sia stato più o meno diffuso in tutta l’area analizzata, i comuni dell’entroterra mantengono ancora carattere prettamente agricolo, mentre in quelli costieri il calo dell’agricoltura è stato più accentuato in ragione di un notevole incremento dell’attività turistica. La bassa densità demografica, lo scarso sviluppo industriale, l’agricoltura a carattere estensivo spiegano la buona qualità ambientale delle zone interne, mentre l’area costiera risente, invece, del forte afflusso turistico dei mesi estivi e delle pratiche agricole intensive e specializzate, con alto impiego di concimi e fertilizzanti. L’area dell’Amiata costituisce il più importante sistema montuoso della Toscana meridionale. La quasi totalità della popolazione dell’area, peraltro assai scarsa, si concentra entro una fascia di uno o due chilometri attorno all’anello stradale dell’Amiata, dove si collocano anche le maggiori sorgenti idriche. Le caratteristiche fisico geografiche hanno condizionato lo sviluppo demografico e l’assetto socioeconomico della zona che, nel passato, ha fondato la sua economia sullo sfruttamento delle risorse minerarie, sull’agricoltura e sull’attività silvo-pastorale. L’inesorabile declino di tutte e tre queste attività ha determinato la forte crisi dell’area, sempre più interessata dallo spopolamento, dalla disoccupazione e dall’assenza di un tessuto imprenditoriale locale in grado di fare nascere attività alternative a quella mineraria che in passato ha monopolizzato la forza lavoro e gli investimenti. A questa debolezza economica, al ruolo di marginalità che l’Amiata da sempre 17 assume nel contesto regionale, si contrappone una grande ricchezza naturalistica ed ambientale su cui poter gettare le basi per lo sviluppo futuro, uno sviluppo attento alla qualità ambientale che potrebbe avvenire in tre diverse direzioni: il turismo naturalistico, l’agricoltura biologica, la geotermia. Il quadro delineato mostra un territorio in cui, fatta eccezione per le aree costiere, dove il turismo e l’agricoltura meccanizzata sono divenuti i principali motori dell’economia, sono piuttosto diffusi i fenomeni dello spopolamento e della disoccupazione, a causa del progressivo declino dell’agricoltura e delle attività minerarie, della debolezza del tessuto imprenditoriale locale, dell’isolamento e delle carenze infrastrutturali. A livello ambientale tutto ciò si traduce, nell’entroterra, in terreni non più coltivati, opere di sistemazione del territorio non più eseguite, boschi non più utilizzati e progressivo dissesto idrogeologico, sulla costa, in fenomeni di salinizzazione delle falde idriche, inquinamento da concimi e fertilizzanti, sovrapproduzione di rifiuti nel periodo estivo.

6.2 I fattori demografici La prima pressione esercitata sull’ambiente è certamente quella derivante dalla presenza della popolazione, che si traduce nello sfruttamento delle risorse naturali, nella modifica dell’ambiente originario, nella produzione di rifiuti. Al crescere del numero degli abitanti di un territorio, crescerà anche la pressione che essi esercitano sul delicato equilibrio ambientale; ma è anche vero, seppure meno palese, che l’abbandono del territorio provoca conseguenze ambientali rilevanti. La relazione fra qualità dell’ambiente e dimensione demografica non è, dunque, univoca e risente di molteplici fattori, quali le scelte localizzative e produttive, la tipologia dei consumi, il grado di istruzione e di salute, la dotazione infrastrutturale. Tutti questi fattori devono essere presi in considerazione nel valutare l’impatto antropico sul territorio. Per quanto riguarda le tendenze demografiche regionali, è da rilevare innanzitutto un cambiamento. La provincia di Grosseto è tra le meno popolose della Toscana, con un numero di abitanti superiore soltanto a quello della provincia di Massa Carrara, mentre risulta prima per estensione territoriale. La sua densità demografica è perciò molto bassa e nettamente inferiore alla media regionale (48 ab/ kmq contro 153 ab/ kmq). All’interno della provincia, la situazione è piuttosto variegata ed è rilevabile un’ampia forbice fra la densità dei comuni montani più isolati, e quella dei grossi centri industriali e terziari dell’area pianeggiante. Si passa infatti dai valori minimi di 11 e 12 abitanti per kmq, rispettivamente di Roccalbegna, Monterotondo M.mo e Montieri, a quelli più alti di , Monte Argentario e Grosseto, rispettivamente di 383, 217 e 153 abitanti per kmq. Per quanto attiene alle dinamiche demografiche dei singoli comuni si può notare come tutte le aree montane, insieme a quelle più interne e decentrate continuano a perdere abitanti, mentre solo i comuni costieri di Follonica, Grosseto, e pochi altri vedono crescere la propria popolazione, anche se in misura molto modesta.

6.3 Andamento demografico provinciale dal censimento 1991 ad oggi In Italia il primo censimento ufficiale risale solo al 1861, cioè subito dopo l’unità d’Italia. Da quel momento sono state eseguite 14 rilevazioni con cadenza decennale (a parte alcune eccezioni), l’ultima delle quali risale al 2001. Da diversi decenni 18 i censimenti sono effettuati dall’ISTAT. Nel prospetto sottostante è riportata la variazione percentuale dell’incremento o decremento registrato dalla popolazione residente della provincia di Grosseto dal 1991 (anno del penultimo censimento) al 2008.

Provincia di Grosseto Popolazione residente Variazione % anno ANNO Saldo Totale al 31 dicembre precedente 1991 215.778 1992 215.370 - 408 -0,19 1993 214.899 -471 -0,22 1994 214.569 -330 -0,15 1995 213.598 -971 -0,45 1996 213.114 -484 -0,23 1997 212.646 -468 -0,22 1998 212.123 -523 -0,25 1999 211.720 -403 -0,19 2000 211.258 -462 -0,22 2001 210.876 -382 -0,18 2002 212.001 1.125 0,53 2003 215.834 3.833 1,81 2004 218.159 2.325 1,08 2005 219.496 1.337 0,61 2006 220.742 1.246 0,57 2007 223.429 2.687 1,22 2008 225.861 2.432 1,09

Dal 1991 fino al 2001 la popolazione provinciale presenta negli anni un costante calo mentre dal 2002 al 2008 comincia a risalire lentamente. L’andamento demografico provinciale disaggregato per i 28 comuni di pertinenza è riassunto nel prospetto sottostante in cui sono stati messi a confronto i saldi totali degli anni post censimento, 1992 e 2002, con l’anno 2008 e le relative variazioni percentuali. Nella tabella sono stati evidenziati in rosso i valori negativi.

Periodo 1991/2001 Periodo 2001/2009 -0,4 6,0 -1,7 3,3 -6,3 11,8 -1,1 7,5 CASTELL’AZZARA -13,5 -9,0 CASTIGLIONE DELLA PESCAIA 1,3 2,5 -10,3 0,6 CIVITELLA -1,9 3,6 FOLLONICA -0,9 4,6 3,1 9,0 GROSSETO -0,1 11,0 ISOLA DEL GIGLIO -10,1 4,6 -8,5 0,9 -3,6 9,6 -7,3 0,2

19 MONTE ARGENTARIO -3,9 6,5 -12,9 8,7 MONTIERI -16,4 -0,1 ORBETELLO -1,9 3,7 -4,3 -3,1 ROCCALBEGNA -15,3 -5,9 -2,1 3,4 SANTAFIORA -8,0 2,0 -6,1 4,7 12,9 13,1 -12,7 3,0 -9,4 -9,5 -6,6 -5,4 TOTALE PROVINCIALE -2,3 7,1

Nell’ultima colonna “Variazione %” sono stati messi a confronto i periodi prima e dopo il censimento 2001 ed è evidente come la popolazione residente, in netto calo nel periodo 1991-2001 nella maggior parte dei comuni grossetani, sia tornata a crescere nel periodo 2001-2008 con saldi totali nettamente positivi in quasi tutti i comuni.

Il confronto dei dati demografici con le altre province toscane permette di affermare che l’aumento della popolazione degli ultimi anni nella provincia di Grosseto è stato determinato soprattutto da un saldo migratorio nettamente positivo che mette la nostra provincia ai primi posti.

6.4 Bilancio demografico La prima tabella (quella relativa al bilancio demografico della popolazione residente totale nell’anno 2008 mostra che: • - La maggior parte dei comuni della provincia ha registrato un aumento della popolazione ad eccezione di Montieri, Cinigiano, Castell’Azzara e Roccalbegna, che hanno avuto un decremento da 1 a 20 unità, mentre a Pitigliano dal 1° gennaio al 31 dicembre dello scorso anno la popolazione risulta essere invariata; • - I comuni della provincia che nell’anno 2008 hanno registrato un incremento demografico superiore alle 100 unità sono stati solo quattro, Gavorrano, Follonica, Arcidosso e Manciano, oltre naturalmente a Grosseto, in cui si riscontra un aumento di 1.142 abitanti. La variazione registrata nel capoluogo però risulta essere inferiore di ben 257 unità rispetto all’aumento avvenuto nell’anno 2007; • - Il saldo naturale è decisamente negativo in tutti i comuni della provincia ad eccezione di Scarlino, dove registriamo un aumento di 20 unità (15 maschi e 5 femmine) con una inversione di tendenza rispetto al 2007; • - Il saldo migratorio provinciale del 2008, pur essendo positivo e attestandosi sulle 3.370 unità, risulta inferiore di 326 abitanti rispetto a quello dell’anno precedente. Da evidenziare che nel comune capoluogo la flessione registrata è stata di ben 266 unità. • - Il saldo totale provinciale del 2008 è positivo attestandosi sulle 2.432 unità, nonostante i saldi totali negativi registrati nei comuni di Castell’Azzara (-6), Cinigiano (-6), Montieri (-3) e Roccalbegna (-19).

20 Popolazione residente nella Provincia di Grosseto per S.E.L. I comuni grossetani sono qui raggruppati in SEL (Sistemi Economici Locali); tale classificazione è basata su caratteristiche economiche e territoriali generali e collettive, quali per esempio la quantità e qualità delle risorse economiche disponibili: in un’economia agricola sono prevalenti il ruolo delle risorse ambientali, il peso delle attività connesse all’agricoltura e la parte di popolazione in esse impegnata; in un’economia industriale sono più importanti la quantità e qualità del capitale fisico, la maggior parte dei beni prodotti proviene della trasformazione industriale e la popolazione è soprattutto impiegata nelle fabbriche; in un’economia dei servizi diventano sempre più rilevanti i fattori immateriali, sia dal lato della produzione (qualità del capitale umano, dell’istruzione, dell’informazione) che da quello del consumo (servizi alla persona, salute, sicurezza). I comuni della nostra provincia sono stati raggruppati in cinque SEL, secondo caratteristiche ambientali, economiche e sociali: Amiata Grossetana: Arcidosso, Castel del Piano, Castell’Azzara, Cinigiano, Roccalbegna, , Seggiano, Semproniano; · Area Grossetana: Campagnatico, Castiglione della Pescaia, , Grosseto, Roccastrada; · Costa d’Argento : Capalbio, Isola del Giglio, Magliano in Toscana, Monte Argentario, Orbetello; · Colline Metallifere: Follonica, Gavorrano, Montieri, Scarlino, Monterotondo Marittimo, Massa Marittima; · Colline Interne: Manciano, Pitigliano, Scansano, Sorano

Nella Tabella seguente sono riportati i dati relativi all’analisi del movimento naturale e migratorio e dei tassi di natalità e di mortalità registrati nei cinque SEL grossetani nell’anno 2008. Il tasso di natalità a livello provinciale rileva un dato pari a 8.25 (circa 8 nascite ogni 1000 abitanti); i SEL dove tale valore è più alto sono l’Area Grossetana, la Costa d’Argento e le Colline Metallifere mentre il valore è inferiore nelle Colline Interne e nell’Amiata Grossetana. Di contro il tasso di mortalità è inferiore al valore provinciale, che risulta pari a 12.42 (dato pressoché stabile rispetto allo scorso anno), nelle zone Area Grossetana e Costa d’Argento mentre risulta superiore nei restanti tre SEL (Colline Metallifere, Colline Interne e Amiata Grossetana).

Popolazione Popolazione SEL Movimento Saldo Saldo residente al 1° Movimento Migratorio residente al 31 2009 Naturale naturale migratorio gennaio dicembre Nati Morti tot iscritti tot cancellati Amiata 19.414 156 306 -150 914 625 289 19.582 grossetana Area 101.281 891 1.140 -249 3.510 1.940 1.570 102.602 grossetana Costa 37.341 284 434 -150 1.232 803 429 37.620 d’Argento Colline 45.683 381 603 -222 1.935 1.253 682 46.143 metallifere Colline 19.710 141 308 -167 784 413 371 19.914 interne Totale 223.429 1.853 2.791 -938 8.375 5.034 3.341 225.861

21 L’andamento dell’indice di anzianità della popolazione negli ultimi anni è stato analizzato disaggregato per comune strutturale è stato messo a confronto con la media provinciale (pari a 2,18). Dal confronto emerge che il comune di Orbetello riporta un valore (2,17) vicino alla media provinciale, mentre i comuni di Gavorrano (2,01) e Capalbio (2,07) presentano valori appena sotto la media. I comuni con l’indice di anzianità più alto rispetto della media provinciale sono Semproniano (4,69) e Castell’Azzara (5,88) e Roccalbegna (3,92) e quelli con l’indice nettamente più basso sono Scarlino (1,61), Grosseto (1,76) e Monte Argentario (1,85).

ARCIDOSSO 2,51 CAMPAGNATICO 2,41 CAPALBIO 2,07 CASTEL DEL PIANO 2,37 CASTELL’AZZARA 5,88 CASTIGLIONE DELLA PESCAIA 2,75 CINIGIANO 3,38 CIVITELLA PAGANICO 2,28 FOLLONICA 2,37 GAVORRANO 2,01 GROSSETO 1,78 ISOLA DEL GIGLIO 3,38 MAGLIANO IN TOSCANA 2,52 MANCIANO 2,55 MASSA MARITTIMA 3,05 MONTE ARGENTARIO 1,85 MONTEROTONDO MARITTIMO 2,45 MONTIERI 3,51 ORBETELLO 2,17 PITIGLIANO 2,78 ROCCALBEGNA 3,92 ROCCASTRADA 2,24 SANTAFIORA 2,96 SCANSANO 2,64 SCARLINO 1,61 SEGGIANO 3,28 SEMPRONIANO 4,69 SORANO 3,35 TOTALE PROVINCIALE 2,18

Le previsioni demografiche per i prossimi anni non segnalano, a livello regionale, particolari cambiamenti rispetto alle tendenze in atto finora descritte. Sono sostanzialmente confermati sia il processo di senilizzazione, sia i flussi di popolazione in entrata e in uscita. La Provincia di Grosseto ripropone i fenomeni suddetti, senza grandi variazioni. Anche qui, infatti, ci si attende un aumento della popolazione adulta e anziana (nel 2011 gli ultraottantenni saranno il 36,2% in più, gli ultrasessantacinquenni il 2,1% in più e gli ultraquarantacinquenni il 13,7% in più) e una diminuzione soprattutto della fascia compresa tra 20 e 44 anni (15,6% in meno), mentre quella più giovane ricomincerà a crescere dopo il 2006, anche se in misura contenuta (3,5% in più).

22 Popolazione prevista per classi di età nella Provincia di Grosseto 1996 2001 2006 2011 0-19 33.948 32.628 33.843 35.141 20-44 76.161 74.977 71.160 64.245 45-64 59.630 61.888 63.172 67.788 65-79 36009 37.310 37.215 36.763 >80 11.322 11.444 14.144 15.424 TOTALE 217.070 218.247 219.534 219.361

7. LE INFRASTRUTTURE SOCIALI Nodo cruciale del rapporto fra popolazione e territorio sono le infrastrutture sociali. La Toscana è fra le regioni italiane più dotate di servizi e strutture sociali, con un capitale superiore del 19% alla media nazionale, anche se inferiore a quello delle altre regioni del Centro-Nord. Queste ultime, però, raggiungono livelli più alti anche in materia di reddito disponibile e reddito prodotto, variabili da cui dipende strettamente la disponibilità di servizi. La dotazione infrastrutturale della Toscana risulta perciò in linea con la sua prosperità economica. La posizione regionale risulta più favorevole nel settore culturale e in quello dell’istruzione, rispettivamente sesta e settima nella graduatoria delle regioni italiane, mentre è più critica nei settori della sanità e dell’assistenza sociale (ottava e decima), pur rimanendo comunque a livelli superiori alla media nazionale. La dotazione infrastrutturale deriva soprattutto da cospicui investimenti fatti negli anni ’70; infatti, confrontando i dati delle graduatorie 1981/82 e 1991/92 emerge un arretramento relativo avvenuto negli ultimi anni e dovuto al graduale contenimento della spesa pubblica verificatosi in Toscana, come nel resto d’Italia. Questo rallentamento non ha impedito, però, alla nostra regione di mantenere indici di infrastrutturazione sociale superiori alla media nazionale.

Scendendo nel dettaglio delle singole province toscane, il giudizio varia a seconda del settore di infrastrutture che si prende in considerazione. La provincia di Grosseto occupa nella graduatoria di tutte le province posizioni medio-basse, infatti, risulta penultima sia per disponibilità di posti letto negli ospedali, sia per numero di posti negli asili nido. Più favorevoli i risultati registrati nel campo delle infrastrutture culturali e di quelle educative, nelle quali occupa rispettivamente la terza e la quinta posizione.

Dotazione infrastrutturale ‘91-’92 nelle province toscane

posti letto ospedali posti nido per 100 ab. indice infr. Cult. Indice infr. Educ. Province per 100 ab. 0-2 anni (Italia=100) (Italia=100)

Arezzo 5,6 84,8 120,1 159,1 Firenze 6,4 77,5 160,4 108,2

Grosseto 5,5 59,8 139,1 86,9 Livorno 5,5 34,2 121,6 81,8 Lucca 6,1 64,3 131,1 85,5 Massa Carrara 6,0 97,9 122,3 119,4 Pisa 7,8 79,3 130,5 80,8 Pistoia 4,4 105,0 248,8 125,8 Siena 8,7 102,7 109,5 76,9

23 Ad un primo sguardo regionale, caratteristica peculiare della Toscana risulta essere la forte variabilità territoriale delle condizioni di vita. Le province possono essere raggruppate in due insiemi principali, un primo gruppo con livelli di benessere elevati (Siena, Firenze, Arezzo e Pisa), un secondo gruppo con livelli più bassi (Lucca, Livorno, Massa Carrara e Grosseto). La provincia di Grosseto appartiene, dunque, al secondo gruppo e presenta valori particolarmente critici in materia di partecipazione al lavoro, benessere economico e grado di istruzione. La presenza di bassi livelli di istruzione, in concomitanza con una scarsa partecipazione al lavoro si spiega sia con il marcato grado di invecchiamento della popolazione (la popolazione in età avanzata ha un minore grado di scolarizzazione), sia la diffusione, specialmente nelle zone più interne, di modelli culturali tradizionali, poco inclini all’investimento negli studi. Su livelli bassi si assestano anche il benessere abitativo, il grado di infrastrutturazione.

8. GLI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI E LA LOCALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ ECONOMICHE La provincia di Grosseto presenta un ricco patrimonio naturalistico e ambientale, denso di paesaggi collinari e montani poco alterati dall’azione umana e in cui la vocazione agro-forestale è ancora rilevante, una densità della popolazione molto bassa e una maglia degli insediamenti assai rada, una vocazione prettamente agricola, affiancata ad un tessuto industriale poco sviluppato, essenzialmente legato alle risorse minerarie e agro-forestali e caratterizzato dalla presenza di imprese di piccola e media dimensione, eccezion fatta per il polo chimico-minerario del di Scarlino, ultima propaggine dell’industria pesante della costa livornese. Nel quadro di queste caratteristiche comuni, si possono individuare quattro diversi comprensori: le Colline Metallifere, la pianura grossetana, la valle dell’Albegna e l’area amiatina. L’area attraversata dall’Albegna comprende le propaggini meridionali del territorio montuoso amiatino, la fascia centrale collinare e la pianura costiera. Nonostante l’abbandono dell’attività agricola sia stato più o meno diffuso in tutta l’area in esame, i comuni dell’entroterra mantengono ancora carattere principalmente agricolo, mentre in quelli costieri il calo dell’agricoltura è stato più accentuato in ragione di un notevole incremento dell’attività turistica. Tuttavia i comuni costieri continuano ad ospitare un’attività agricola intensiva, idroesigente, con prevalente produzione di cereali e di prodotti ortofrutticoli, mentre quelli dell’entroterra si caratterizzano per un’agricoltura estensiva, poco specializata e con ampie superfici destinate a prati e pascoli o, frequentemente, abbandonate ed incolte e soggette a fenomeni di degrado e dissesto per la mancanza dell’intervento dell’uomo. Le attività industriali si trovano solo nelle aree di pianura e nella zona dell’Argentario e sono costituite essenzialmente da industrie della pesca, alimentari e chimiche, nel primo caso, e da una serie di cantieri navali e meccanici nel secondo. Come si è detto, l’area amiatina rappresenta il più importante sistema montuoso della Toscana meridionale. Le caratteristiche fisico-geografiche hanno condizionato lo sviluppo demografico e l’assetto socioeconomico della zona che, nel passato, ha fondato la sua economia sullo sfruttamento delle risorse minerarie, sull’agricoltura e sull’attività silvo-pastorale. Il declino dell’area, culminato nel 1976 con la chiusura 24 delle miniere di mercurio, ha origini ben più lontane e comincia negli anni ’50 con le profonde trasformazioni che nel dopoguerra investono il mondo rurale e con l’abbandono dell’agricoltura che segna tutti gli anni ’60 e ’70. Anche la crisi mineraria comincia nel dopoguerra, con un lento calo della domanda mondiale di mercurio che, in concomitanza con la naturale obsolescenza delle miniere, nel ’76 porta alla cessazione completa dell’attività estrattiva. La causa principale del declino dell’area, ma soprattutto della sua incapacità di ripresa economica sembra potersi individuare nella monocultura mineraria: la concentrazione della forza lavoro nell’attività estrattiva non ha stimolato lo sviluppo di altri settori produttivi e ha fatto sì che, al momento della crisi mineraria, non vi fossero alternative occupazionali per coloro che avevano perso il lavoro. Neppure gli strumenti che successivamente sono stati utilizzati per la ripresa socio-economica dell’area (Progetto Amiata ENI-Regione Toscana, finanziamenti CEE ecc.) sono riusciti a risollevare l’Amiata dalla crisi che, a tutt’oggi, interessa il comprensorio e rischia di assumere dimensioni ancora più preoccupanti a causa del continuo calo demografico, del forte indice di disoccupazione giovanile, dell’assenza di un tessuto imprenditoriale locale, del declino agricolo e del mancato decollo turistico. A questa debolezza economica, si contrappone una grande ricchezza naturalistica ed ambientale che ha stimolato negli anni più recenti numerose iniziative volte alla valorizzazione economica di questa risorsa; essa costituisce, infatti, uno dei principali ambiti di intervento su cui orientare lo sviluppo futuro, uno sviluppo attento alla qualità ambientale che potrebbe avvenire in tre diverse direzioni: il turismo naturalistico, l’agricoltura biologica, la geotermia. Per misurare l’impatto ambientale della presenza e delle attività umane, è interessante prendere in considerazione alcuni indicatori specifici, e precisamente una misura del carico idrico inquinante delle attività industriali e della zootecnia, ottenuta rapportando gli abitanti equivalenti alla superficie disponibile (abitanti equivalenti/ kmq), e una misura del grado di “giustificabilità” dell’impatto ambientale, calcolata dividendo la ricchezza prodotta per gli abitanti equivalenti (PIL/abitanti equivalenti). Ne emerge che le province con il più alto carico idrico inquinante sono Prato e Lucca, in cui si concentrano rispettivamente l’industria tessile e quella della carta. E’ da notare, però, che anche le province di Livorno, Pistoia, Massa Carrara e Pisa presentano valori superiori alla media regionale. Se a questo dato si affianca quello relativo alla ricchezza derivante dalla presenza di queste attività inquinanti, vediamo come la provincia di Grosseto occupi una posizione non troppo favorevole, essa, infatti, è terzultima per impatto ambientale e ultima per il rapporto esistente fra il carico inquinante e la ricchezza prodotta. La pressione ambientale è, dunque, piuttosto ridotta, ma si affianca a livelli di benessere molto contenuti.

Indicatori Ambientali Abitanti eq./kmq PIL/abitanti eq. PIL/abitanti Arezzo 396 3.964 16.227 Firenze 616 9.229 20.756 Grosseto 456 1.599 15.332 Livorno 980 4.595 16.276 Lucca 1.585 2.130 15.991 Massa Carrara 684 3.419 13.709 25 Pisa 671 3.779 16.221 Pistoia 854 5.120 16.026 Prato 2.413 4.974 20.200 Siena 325 3.666 18.200 TOSCANA 647 4.157 17.623

Per il territorio comunale si evidenzia la seguente situazione complessiva Roccalbegna Le attività rilevabili sul territorio comunale Isolata rispetto alle grandi vie di comunicazione, Roccalbegna ha limitato le sue attività economiche, nel passato, alle tradizionali colture dei cereali, della vite e dell’olivo. Oggi l’agricoltura che impiega oltre un terzo della popolazione attiva, vede il predo- minio delle colture foraggere avvicendate e, in misura minore, dell’olivo, mentre la forma di allevamento più praticata è quella ovina. Le attività manifatturiere, di scarso peso, si identificano in larga parte con l’edilizia, cui si affiancano poche aziende artigiane attive nei settori meccanico, del legno e alimentare.

Localizzazione Scuole Officine Impianti Pubblici esercizi Totale attività sportivi

TRIANA BINDI 1 RISTORANTE 1 1 1 2 Localizzazione Scuole Officine Impianti Pubblici esercizi Totale attività sportivi

SANTA CATERINA CORRIDORI E CORSETTI 1 UFFICIO POSTALE 1 DISTRIBUTORE BENZINA 1 CAMPO DI CALCETTO 1 ALIMENTARI E EDICOLA 1 1 1 2 4 Localizzazione Scuole Officine Impianti Pubblici esercizi Totale attività sportivi

CANA SCUFFIOTTI UMBERTO 1 UFFICIO POSTALE 1 CAMPO POLIVALENTE 1 RISTORANTE 1 1 1 2 4 Localizzazione Scuole Officine Impianti Pubblici esercizi Totale attività sportivi

VALLERONA

26 Localizzazione Scuole Officine Impianti Pubblici esercizi Totale attività sportivi

TRIANA BINDI 1 RISTORANTE 1 1 1 2 Localizzazione Scuole Officine Impianti Pubblici esercizi Totale attività sportivi

MECCANICA MR 1 UFFICIO POSTALE 1 SCUOLA ELEMENTARE 1 ALIMENTARI 1 1 1 2 4 Localizzazione Scuole Officine Impianti Pubblici esercizi Totale attività sportivi

ROCCALBEGNA UFFICIO POSTALE 1 UFFICI COMUNALI 1 FARMACIA 1 POSTAZIONE CROCE ROSSA 1 CARABINIERI 1 PRO LOCO 1 BANCA 1 RISTORANTE 1 CAMPO POLIVALENTE 1 SCUOLA MATERNA 1 SCUOLA ELEMENTARE 1 SCUOLA MEDIA 1 3 1 8 12 Scuole Officine Impianti Pubblici esercizi Totale attività sportivi

TOTALE 4 4 3 15 26

27 9. INQUADRAMENTO TERRITORIALE AMBIENTALE L’inquadramento territoriale del Comune di Roccalbegna si articola secondo i seguenti profili di analisi: • Il sistema fisico • Il sistema geologico e geomorfologico • Il sistema idrogeologico

9.1 IL SISTEMA FISICO Il comune di Roccalbegna, con una superficie di circa .124,95. Kmq, occupa la porzione centrale del territorio provinciale, immediatamente a ridosso del massiccio amiatino. Il territorio confina ad Est con il Comune di S. Fiora, a Nord con quello di Arcidosso, ad Ovest con il Comune di Campagnatico, a Sud-Ovest con quello di Scansano e a Sud-Est con quello di Semproniano. I confini attraversano, dalla parte più orientale in senso antiorario: il Fiume Fiora, il Fosso Buio, a Sud di Poggio La Sassaiola di M. Labbro e P.ggio Le Sassaie, il Fosso Riccione, il Fosso Istrico, il T. Trasubbie, circa il T. Melacciole, e poi, verso Sud, dalle Coste dei Canesi al Poggione fino ad incrociare la valle del Fosso Fronsina, del T. Trasubbie e Trasubbino; dall’ agro della Castellina, Castelluccio a Colle Lungo, da l’ incrocio con il T. Fiascone, con il Fosso di Mazzabue, il Fosso dell’ Asinarco, il T. Rigo, il F. Albegna, il Fosso Calizzano e Fosso del Bove, affluente di destra del Fiume Fiora. Il territorio comunale di Roccalbegna, dal punto di vista cartografico, ricade nei quadranti 128 I, 128 II e 129 III della Carta Topografica d’ Italia, alla scala 1:25.000.

Dal punto di vista morfologico, l’area in studio presenta una notevole varietà essendo caratterizzata da prevalenti paesaggi di alta collina ad energia di rilievo variabile e da zona di montagna tra Roccalbegna e Monte Labro. Le quote più alte s.l.m., si riscontrano presso Poggio Le Volturaie (1054 m), Poggio Pietriccione (1043 m), M. Farleto (1022 m) e M. Faete (772 m), Poggio Bellavista (627 m) posto più a Sud. La morfologia degrada da Nord-Est a Sud-Ovest dove si riscontrano le quote più basse in corrispondenza del Fosso Fronsina (circa 185 m), del Fosso dell’ Asinarco (circa 215 m), del T. Trasubbino (circa 238 m). Il paesaggio, articolato secondo alti morfologici e valli anche molto incise, è dotato di pendenze oscillanti da 0 a più del 100% dove si riscontrano limitate aree pianeggianti in corrispondenza dei corsi d’acqua come i T.ti Trasubbie e Trasubbino, o comunque a bassa energia di rilievo, nella parte Sud del territorio comunale, tra il T. Fiascone ed il T. dell’Asinarco. Le aree in dissesto attivo sono presenti su tutto il territorio comunale, da Nord a Sud: -M. Farleto, Poggio Petriccione, S-E di Poggio Cornetto e nei centri abitati di Roccalbegna, Vallerona e Cana: frane dovute al crollo con rotolamento massi con detriti in fase di mobilitazione ancora attiva e frane rototraslative sono la peculiarità di queste aree; -lungo la strada statale 323, che collega Roccalbegna con Triana, nell’area a Nord del T. Trasubbie, limitrofa e a Sud e Nord del centro urbano di Cana, limitrofe ed all’interno del centro urbano di Vallerona.

28 9.2 IL SISTEMA GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO

Nel territorio del comune di Roccalbegna, le unità litostratigrafiche affioranti sono state attribuite a quattro unità tettoniche e ad un complesso neoautoctono trasgressivo; il substrato di età meso-cenozoica (Trias-Eocene) è costituito da formazioni geologiche appartenenti al Dominio Toscano; questo, è sormontato dal Dominio Ligure sia interno che esterno (Cretaceo-Eocene); la trasgressione mio- pliocenica è rappresentata da depositi sia continentali che marini neo-autoctoni che giacciono trasgressivi e discordanti sul substrato pre-neogenico esistente. Nell’ambito del territorio comunale sono state individuate diverse unità litostratigrafiche.

-Terreno di riporto vedi cartografia geologica -Depositi antropici vedi cartografia geologica -Frane Attive-quiescienti vedi cartografia geologica -Frane con stato di attività indeterminato vedi cartografia geologica -Frane senza indizi di evoluzione vedi cartografia geologica -Depositi da debris flow e mud flow vedi cartografia geologica -Depositi di versante vedi cartografia geologica -Depositi eluviali vedi cartografia geologica -Detriti di falda vedi cartografia geologica Blocchi lapidei accumulatasi e derivanti dal disfacimento per frane di crollo: affiorano a Roccalbegna e a Nord del capoluogo. Si tratta di accumulo di frammenti rocciosi non elaborati e non classati, per gravità, alla base dei pendii pedemontani. -Depositi colluviali vedi cartografia geologica -Conoide alluvionale vedi cartografia geologica -Depositi alluvionali attuali vedi cartografia geologica -Depositi alluvionali terrazzati vedi cartografia geologica

Neoautoctono I terreni appartenenti al complesso Neoautoctono affiorano prevalentemente nel settore nord occidentale al confine con il Comune di Campagnatico, a Sud (Usi) e ad Est di Roccalbegna, in modo più o meno continuo ed irregolare, poggiando trasgressivi sulle unità litostratigrafiche pre-neogeniche e sulle unità tettoniche delle Unità Alloctone Liguri.

Dominio toscano Falda toscana F. Del macigno (oligocene medio sup.) Flysch rappresentato da sequenze torbiditiche di arenarie gradate a grana minuta o media, quarzoso-feldspatico-micacee. Scaglia Toscana Aree relativamente vaste della valle del F. Albegna sono occupate dalle formazioni appartenenti alla Scaglia Toscana. Con questo termine si vogliono qui indicare le

29 formazioni che sovrastano il livello di scollamento rappresentato nella regione dalla Formazione di Burano. La maggior parte degli affioramenti sono costituiti dalla Scaglia Toscana s.s. mentre i livelli a questa sottostanti compaiono quasi esclusivamente lungo una stretta fascia che segue il decorso dei F. Albegna ed il tratto inferiore del T. Rigo (oasi WWF). Formazione di Burano (Trias) La Formazione di Burano non compare mai in affioramento ma è presente a varie profondità nel substrato di tutta la regione amiatina, come risulta dalle stratigrafie delle perforazioni eseguite per ricerche geotermiche (CALAMAI et alii, 1970); è in corrispondenza di questa formazione che la Falda Toscana può separarsi dal basamento, lungo superfici di scollamento che la tagliano a diverse altezze e che di volta involta la rendono compartecipe delle deformazioni della copertura o, almeno in parte, di quelle del basamento. Nell’area in studio la Formazione di Burano è stata incontrata in alcuni sondaggi ubicati rispettivamente nelle vicinanze di Roccalbegna (Ponte delle Zolferate), nella zona della Capitana (ad est di Semproniano) e nei pressi di . Soltanto nel primo di questi sondaggi la Formazione di Burano risulta sottostare a terreni di «facies» toscana, mentre in quelli eseguiti nell’area della Capitana essa è direttamente ricoperta dalle formazioni delle Unità liguri e subliguri e, a Saturnia, dai soli terreni del ciclo pliocenico. Calcari e marne a Rhaetavicula contorta (Retico) La migliore esposizione resta pertanto quella già segnalata da GELMINI et alii (1967) lungo il F. Albegna e da questi autori dettagliatamente descritta. Si tratta di calcari dolomitici grigi e nerastri in strati di potenza variabile da pochi centimetri ad oltre il metro, molto fratturati e localmente brecciati, ricementati da calcite spatica. La componente dolomitica della roccia aumenta gradualmente verso il tetto della formazione ove è costituita da vere e proprie dolomie (GELMINI et alii, 1967). Calcare Massiccio (Lias inferiore) Gli affioramenti più estesi di questa formazione si rinvengono lungo il T.Rigo (valle dei F. Albegna) e lungo il F. Albegna, da Poggio il Sasso fino all’altezza di C. Montecchio di sopra. Altri affioramenti di più modeste estensioni compaiono a Poggio Monticchio, ad est di S. Martino sul Fiora e nei pressi di Podere la Casaccia (a Sud di Semproniano). Si tratta di calcari bianchi grigio chiari, rosati o nocciola a stratificazione indistinta o più raramente in strati massicci con giunti mal definiti. Quasi ovunque i calcari sono intensamente fratturati e presentano un alto grado di ricristallizzazione tanto che, nell’affioramento di Podere la Casaccia, sono costituiti a luoghi quasi interamente da spatite in grossi cristalli. In quest’ultima località sono presenti anche livelli a laminazione piano parallela spessa, con frequenti e grossi coralli in parte bioaccumulati. Nella cava di Mezzagne compaiono numerosi piccoli Gasteropodi e Lamellibranchi e, al tetto della formazione, filoni sedimentari, con un riempimento costituito da silt con resti di Crinoidi, di colore rosato. Filoni sedimentari di grandi dimensioni sono presenti anche a Poggio il Sasso e sono stati descritti da FAZZUOLI & PIRINI RADRIZZANI (1980). Rosso Ammonitico (Lias inf.-medio) Le formazioni sovrastanti ai Calcari massicci, deposte nell’intervallo di tempo compreso tra il Lias inferiore ed il Giurassico superiore, mostrano una grande 30 variabilità di spessore e possono essere lateralmente discontinue anche su brevi distanze. Questi fenomeni sono particolarmente evidenti nei Calcari rossi ammonitici e nei sovrastanti Calcari seleiferi. La Formazione del Rosso Ammonitico affiora in modo continuo soltanto lungo il T. Rigo ed il F. Albegna, da Poggio il Sasso fino all’altezza di ; in tutte le altre località di affioramento della Copertura toscana invece essa manca completamente o è ridotta ad un sottile livello, al massimo di pochi metri di spessore. Lo spessore dei Calcari rossi ammonitici a nord di Rocchette, si aggira al massimo sulla ventina di metri, ma nella zona di Mezzagne si riduce a pochi metri; a sud di Rocchette, lungo il F. Albegna e a Poggio Monticchio la formazione è tuttavia assente ed ai Calcari massicci seguono direttamente i Calcari seiciferi. Calcare selcifero di Limano (Lias medio-sup.) Ai Calcari rossi ammonitici, ove presenti, o ai Calcari massicci, segue in continuità di sedimentazione e con passaggio graduale la Formazione dei Calcari selciferi. Anche questa unità litostratigrafica, come la precedente, mostra notevoli variazioni di spessore ed in alcune località è ridotta a pochi metri o è assente. Si tratta di calcari a grana fine di colore grigio chiaro o nocciola in strati, spesso ad andamento lenticolare, di potenza variabile da 5-10 cm a 60-70 cm, contenenti frequenti noduli e liste di selce nera e grigia. Localmente (come a Poggio Monticchio, ad est di S. Martino sul Fiora) si rinvengono strati di calcari marnosi avana o rosati, sottili interstrati di marne e singoli strati di calcareniti grigie a grana fine, probabilmente risedimentati. Lungo il F. Albegna, ad est di C. Montecchio di sopra, la stratificazione si presenta molto disturbata (Fig. 1); sono visibili livelli caotici od orizzonti con ripetute pieghe metriche a cerniera acuta a superficie assiale quasi orizzontale che vengono qui interpretati come dovuti a frane intraformazionali (slumps). Lo spessore della formazione varia notevolmente in senso NS, presentando valori minimi (intorno a 15-30 m) a Poggio il Sasso e nella zona di Mezzagne, nella parte centrale degli affioramenti rnesozoici, mentre a nord e a sud di quest’ultima località tendono ad aumentare gradualmente fino a raggiungere i valori massimi che si aggirano intorno a 100-200 m. Marne a Posidonomya (Lias sup. – Dogger) Le Marne a Posidonomya affiorano esclusivamente ed in modo discontinuo nella valle dei T. Rigo, regolarmente comprese tra i Calcari selciferi alla base ed i sovrastanti Diaspri ai quali esse fanno passaggio graduale. Lo spessore massimo della formazione si aggira sui 15-20 m, quello minimo è di pochi metri e può ridursi fino ad annullarsi. Infatti nelle restanti località di affioramento del Mesozoico toscano, la formazione è assente ed i Diaspri riposano direttamente sui Calcari selciferi. Calcareniti di Montegrossi (Cretaceo inf. – Paleogene) Nell’area in studio questa unità litostratigrafica affiora lungo un’ampia fascia in posizione centrale e allungata in senso NS, da Roccalbegna fino a S. Martino sul Fiora. Essa si presenta per lo più suddivisa in zolle di svariate dimensioni e forme, separate le une dalle altre dalle altre unità della Scaglia Toscana. Calcareniti di Dudda (Creta inf. Paleogene) Estesi affioramenti appartenenti a questa formazione si rinvengono a nord di Roccalbegna e lungo una fascia continua di ampiezza variabile che si estende in direzione NS (da Triana a ) e localizzata, per lo più, in prossimità dello spartiacque tra il F. Albegna ed il F. Fiora.

31 Dominio ligure Dominio ligure esterno Unità di Monte Morello, Unità di S. Fiora, Unità del Cassio Pietraforte (creta sup.) Ben nota dagli studi di LOSACCO (1958) la Formazione della Pietraforte è presente in limitati affioramenti, la maggior parte dei quali di modesta estensione, separati gli uni dagli altri ed irregolarmente distribuiti su tutta l’arca, ad eccezione della zona mediana che corrisponde ad un alto strutturale allungato in senso appenninico (alto di Catabbio - Cadirossi). A nord di tale struttura le Arenarie Pietraforte affiorano a NE e a SE di Triana e nei dintorni di .

Dominio ligure interno Serpentiniti (Giurassico) Trattasi di affioramenti spesso di modesta estensione e potenza che affiorano in lembi soprattutto tra Roccalbegna e Triana e sempre immersi nella Formazione delle Argille a Palombini. Tipico ed imponente l’affioramento che accoglie il Castello della Triana.

Gabbri con filoni basaltici (Giurassico) Trattasi di affioramenti spesso di modesta estensione e potenza che affiorano in lembi soprattutto tra Roccalbegna e Triana e sempre immersi nella Formazione delle Argille a Palombini. Roccia magmatica plutonica granulare di colore generalmente verde nerastro, formata da plagioclasio, pirosseni, olivina e biotite. Si riscontrano filoni di basalto.

Oficalci (Giurassico sup.) Trattasi di affioramenti spesso di modesta estensione e potenza che affiorano in lembi soprattutto tra Roccalbegna e Triana e sempre immersi nella Formazione delle Argille a Palombini

Diaspri (Malm) La Formazione dei Diaspri è costituita da una monotona ripetizione di sottili strati centimetrici (da 3 a 10 cm di spessore) di selce policroma di colore variabile dal rosso cupo, al grigio verde e al nerastro. La potenza massima della formazione si aggira a 20-30 m ma è difficilmente valutabile con esattezza poiché non affiorano mai nello stesso luogo, contemporaneamente, la base ed il tetto; lo spessore minimo invece è di pochi metri e si registra nella zona di Mezzagne (a SW di Rocchette).

Calcari a Calpionelle (Creta inf.) Trattasi di affioramenti spesso di modesta estensione e potenza che affiorano in lembi soprattutto tra Roccalbegna e Triana e sempre immersi nella Formazione delle Argille a Palombini.

Argille a Palombini (Creta inf.) E’ rappresentato prevalentemente da argilliti a cui si intercalano calcari e calcari silicei, arenarie calcarifere, siltiti laminate ed infine, subordinatamente marne più o meno calcaree.

32 Argille a Palombini – litofacies arenacea (Creta inf.) Gli affioramenti appartenenti a questa formazione, non sono egualmente distribuiti in tutta l’area ma mostrano una preferenziale concentrazione nel settore meridionale compreso tra Poggio Capanne e S. Martino sul Fiora. In passato (Foglio 129 «S. Fiora») ma anche di recente (Foglio 332 «Scansano») queste arenarie sono state spesso confuse di volta in volta con il Macigno o con la Pietraforte.

Unità dei flysch ad Elmintoidi (Creta sup.) Nella zona ligure esterna si depositano sedimenti prevalentemente calcareo- marnosi, in facies di flysch (Flysch calcareo marnosi ad Helmintoidi). Attualmente troviamo questi sedimenti dispersi in placche tettoniche alle quali impropriamente sono stati dati nomi diversi; fra questi troviamo appunto la Formazione calcareo- marnosa di Monteverdi M.mo.

Lineamenti del Sistema geomorfologico L’elaborazione della carta geomorfologica in scala 1:10.000 -Tavola 2-, ha permesso di cartografare puntualmente le forme morfologiche presenti, distinguendole in base al processo alla causa, al tipo di movimento, all’attività od inattività del medesimo. Inoltre sono state prese in considerazione anche la Banca Dati Del Servizio Geologico Nazionale, della Provincia di Grosseto, Autorità di Bacino ed IFFI. Dal punto di vista morfologico, l’area in studio presenta una notevole varietà essendo caratterizzata da prevalenti paesaggi di alta collina ad energia di rilievo variabile e da zona di montagna tra Roccalbegna e Monte Labro. Le quote più alte s.l.m., si riscontrano presso Poggio Le Volturaie (1054 m), Poggio Pietriccione (1043 m), M. Farleto (1022 m) e M. Faete (772 m), Poggio Bellavista (627 m) posto più a Sud. La morfologia degrada da Nord-Est a Sud-Ovest dove si riscontrano le quote più basse in corrispondenza del Fosso Fronsina (circa 185 m), del Fosso dell’ Asinarco (circa 215 m), del T. Trasubbino (circa 238 m). Il paesaggio, articolato secondo alti morfologici e valli anche molto incise, è dotato di pendenze oscillanti da 0 a più del 100% dove si riscontrano limitate aree pianeggianti in corrispondenza dei corsi d’acqua come i T.ti Trasubbie e Trasubbino, o comunque a bassa energia di rilievo, nella parte Sud del territorio comunale, tra il T. Fiascone ed il T. dell’Asinarco. Le aree in dissesto attivo, sono presenti su tutto il territorio comunale, da Nord a Sud: M. Farleto, Poggio Petriccione, S-E di Poggio Cornetto e nei centri abitati di Roccalbegna, Vallerona e Cana: frane dovute al crollo con rotolamento massi con detriti in fase di mobilitazione ancora attiva e frane rototraslative sono la peculiarità di queste aree; lungo la strada statale 323, che collega Roccalbegna con Triana, nell’area a Nord del T. Trasubbie, limitrofa e a Sud e Nord del centro urbano di Cana, limitrofe ed all’interno del centro urbano di Vallerona.

In questa sede pare necessario ricordare come la storia del territorio sia sempre stata indissolubilmente legata allo sfruttamento delle risorse minerarie: oggi, attraversando la campagna rocchigiana difficilmente ci si accorge delle indelebili tracce lasciate da questa attività nell’ambiente ma, soprattutto, nell’animo e nella formazione psicologica degli abitanti. 33 Forme, strutture e depositi di origine antropica Pozzi minerari: sono stati cartografati i pozzi minerari ormai dimessi nell’area della Miniera di Cana e del Cava inattiva: è presente una cava dismessa (Cava del Sasso) impostata sul Calcare Massiccio nella parte centro-meridionale del territorio comunale (oasi del WWF).

In tutto il territorio comunale, è presente quindi una sola cava dismessa in loc. Poggio del Sasso.

Nella storia di queste terre le variazioni demografiche sono state legate alla causa ambientale (aree costiere malsane) alla causa politico-sociale (scorrerie mussulmane e piratesche), tendenze all’incastellamento medievale e al controllo del territorio con la creazione di nuclei fortificati tra l’XI° ed il XV° secolo, alla causa economica, rappresentata dallo sfruttamento industriale delle risorse minerarie ed infine dagli esiti delle bonifiche e dallo sviluppo agricolo e turistico della fascia costiera.

Interessantissima appare la storia delle miniere che in modo chiarissimo evidenzia e spiega non tanto i motivi dell’odierno spopolamento quanto le ragioni di una densità demografica altrimenti non spiegabile.

Riporto molto volentieri questo significativo tratto di storia: Più importante è stata in passato l’attività estrattiva riguardanti le miniere: “La Miniera di lignite di Baccinello. ‘...... La concessione ‘Baccinello’ (Comuni di Roccalbegna, Scansano e Campagnatico) originariamente accordata alla Società Agricola Industriale Maremmana con D.M. 8 agosto 1935 e successivamente trasferita alla Società Mineraria del Valdarno con D.M. 25 Settembre 1941, veniva trasferita alla Cooperativa Minatori Baccinello con D.M. in data 26 Luglio 1956. .... La concessione Baccinello si estende a circa 21 Km in linea d’area ad Est di Grosseto e vi si accede a mezzo di una buona strada carrozzabile. La concessione copre una superficie di 1109 ettari; il complesso dei lavori minerari si è sviluppato su di una striscia di terreno posta alla destra del torrente Trasubbie con estensione di circa 30 ettari. E’ da ritenersi praticamente esaurita. Il giacimento, per la parte già coltivata e per quella esigua parte residuale,risultava costituito da un esteso ed unico banco di lignite picea di potenza variabile sui 2-2,50 metri, avente a tetto argille mioceniche ed a letto uno strato di marne carboniose (pure mioceniche) di modesto spessore riposanti a loro volta su di una formazione calcareoargillosa, dal Lotti ritenuta di età eocenica e da altri invece considerata alloctona. Il banco lignitifero si sviluppava secondo una direzione Nord 10° Est per una lunghezza in superficie di circa 1500 m. e si immergeva verso Ovest con una pendenza di circa 30’. Esso risultava limitato all’estremo Nord e Sud da due faglie, rispettivamente denominate Faglia della Paolona e Faglia di Val Nebbiaia...... L’inizio di un’attività mineraria nel bacino di Baccinello risale al 1916. In quell’anno, sotto lo stimolo della guerra in corso, furono sviluppati lavori di tracciamento e perforazione a partire dagli affioramenti di Castioni, Dogana, Fittaia e Mulinella. Negli anni seguenti l’attività estrattiva assunse un notevole impulso tanto da richiedere la costruzione di una ferrovia a scartamento ridotto che, attraverso le valli delle Trasubbie e dell’Ombrone, collegò Baccinello con la stazione di Istia per 34 una lunghezza complessiva di circa 32 chilometri. La ferrovia fu poi raccordata alla stazione di Grosseto mediante un tratto lungo 16 chilometri a scartamento normale, che si inseriva in quella a scartamento ridotto nella località . A partire dal 1920 l’attività si ridusse e nell’anno 1921 i lavori furono sospesi. Furono però ripresi nel 1922 e sino al 1926 la miniera ebbe una vita assai stentata. Nel 1927 si verificò una nuova crisi con una conseguente sospensione dei lavori; si ebbe un accenno di ripresa negli anni 1928 e 1929 per poi verificarsi una nuova chiusura della miniera nel 1930 che questa volta si prolungò sino al 1935 (è da notare che in questo periodo venne resa inservibile e poi smantellata la ferrovia). Nel 1936 la miniera fu riaperta quasi ex novo: fu eseguita una campagna di sondaggi e ricostituito il sotterraneo dove, salvo una sospensione negli anni 1944-45 connessa all’ultimo conflitto, l’attività è proseguita fino alI’Aprile 1959. La Cooperativa Minatori Baccinello ottenne, come detto, la miniera in concessione nel Luglio 1956. A quella data il giacimento risultava completamente esaurito dagli affioramenti esterni, di quota 270 circa, sino al livello 80 ed era stato parzialmente coltivato nei sottostanti livelli 60 e 40. La gestione della Cooperativa si svolse in un primo periodo con esito soddisfacente con l’impiego di 150-200 operai. La favorevole congiuntura di mercato dei combustibili esistente all’atto della riapertura della miniera, facilitò il compito della Cooperativa che nel primo anno di attività non solo riuscì a pagare i debiti contratti per la riorganizzazione iniziale del sotterraneo e dei servizi esterni, ma anche a rinnovare e migliorare alcuni impianti oltre a mettere a punto un nuovo sistema di coltivazione (da lavori a fondo cieco con cantieri in serie si passò a quello con ventilazione ascendente e cantieri indipendenti). Purtroppo il periodo di mercato favorevole fu di corta durata; il prezzo delle ligníti discese rapidamente e già all’inizio del 1958 la Cooperativa, anche offrendo il combustibile al prezzo di costo, (che durante il periodo di attività è stato in media di L. 6000-6100 con oscillazioni tra L. 5300 e L. 6800) non riusciva ad esitare tutta la produzione. Nel 1959 l’acuirsi della crisi delle ligniti (rientrante nella più generale crisi dei carboni che investe anche oggi un ampio settore dell’economia europea) trovava a Baccinello altre concause specifiche quali la tendenza sempre più marcata dell’uso degli oli combustibili nelle fornaci di laterizi e la vendita a bassissimo prezzo degli stock di lignite della miniera di . Tutto ciò metteva in sempre più intollerabili difficoltà l’esercizio della miniera e costringeva la Cooperativa a sospendere definitivamente ogni lavoro a partire dall’1 Aprile. A quella data il sotterraneo della miniera, di circa 5 Km. di sviluppo, risultava schematicamente costituito da una discenderia principale di estrazione detta Prima Nord, che era anche di entrata d’aria, da due discenderie interne (Prima e Seconda) di carreggio, dalle gallerie dei livelli 135, 60, 40 e 15 e da due discenderie di riflusso, poste grosso modo ai limiti Nord e Sud del sotterraneo ...... I lavori svolti negli ultimi due anni di attività della miniera dimostrarono che le consistenze del giacimento di Baccinello erano notevolmente inferiori a quelle preventivate all’epoca della cessazione dei lavori della Società Mineraria del Valdarno; e ciò soprattutto a causa dell’elevata incidenza negativa dei disturbi tettonici incontrati nei nuovi livelli della miniera, sia anche a causa della più forte convergenza riscontrata nell’andamento della Faglia di Val Nebbiaia che chiudeva assai più rapidamente del previsto il giacimento in profondità ...... A partire dal mese di Giugno dei 1959 la Cooperativa 35 nell’impossibilità di continuare la manutenzione del sotterraneo, soggetto ad un progressivo e rapido degradamento in conseguenza delle spinte ragguardevoli esercitate dalle rocce plastiche incassanti, iniziò il recupero del materiale e delle attrezzature esistenti all’interno, provvedendo contemporaneamente a sbarrare gli accessi ai cantieri e alle varie gallerie. La Miniera di lignite di Cana ‘....’La concessione ‘Cana”, originariamente accordata per la durata di anni trenta con D.M. in data 27 Marzo 1942 alla Società Mineraria del Valdarno, veniva trasferita con D.M. in data 2 luglio 1956 alla Cooperativa Mineraria Baccinello ...... La concessione di lignite “Cana” si estende a circa 23 Km. in linea d’area ad Est di Grosseto e vi si accede a mezzo di una buona strada carrozzabile. La concessione della superficie di ettari 811,67 confina ad Ovest con la ex concessione “Baccinello” (già esercitata dalla Cooperativa Minatori Baccinello e rinunciata dalla stessa in data 15 Gennaio 1962) ed è attraversata per tutta la lunghezza dal torrente Trasubbie, che scorre da Nord - Est a Sud- Ovest. Le trascorse vicende della miniera di Cana sono sempre state strettamente legate, e in certo modo subordinate, a quelle della più importante e vicina miniera di Baccinello, con la quale costituisce un unico bacino minerario. La miniera di Cana, esercitata sempre dalla stessa società titolare della concessione Baccinello, non ha mai avuto, infatti, una vita autonoma avendo sempre usufruito dei servizi di Baccinello, quali l’impianto di cernita, le officine elettrica e meccanica e la stessa direzione tecnica dei lavori. I primi lavori di ricerca nella zona di Cana risalgono al 1918. Queste ricerche effettuate dal Commissariato dei Combustibili Nazionali, si svilupparono con lavori diretti nelle località Bachine e Molinello, in prossimità degli affioramenti del banco sulla riva sinistra del torrente Trasubbie e in una campagna di sondaggi dei quali però non sono rimasti elementi. Il giacimento rintracciato era costituito da due strati sovrapposti di lignite picea della potenza complessiva di metri -1,20 -1,80, separati da un intercalare argilloso- marnoso dello spessore variabile da 40 a 70 cm. Il giacimento, avente direzione Nord Est - Sud Ovest, pressoché parallelo al torrente Trasubbie, s’immergeva con un’inclinazione di 220 verso il torrente stesso, raggiungendo nei pressi del Trasubbie una profondità massima di 25-30 m. rispetto al piano di campagna. Il banco, racchiuso in terreni miocenici, si estingueva sulla riva sinistra del Trasubbie contro l’appoggio delle argille con calcari palombini che quasi fiancheggiano il corso d’acqua. In quel periodo del primo dopoguerra la miniera Baccinello ebbe una ben più notevole attività tanto più che fu collegata a Grosseto con un tronco ferroviario di 32 Km. Nel 1921 una prima crisi determinò la sospensione dei lavori per alcuni mesi. Successivamente si ebbe un periodo di ripresa e nel 1923 si raggiunse la massima produzione. In seguito l’attività andò sempre scemando, per cessare del tutto nel 1930. La miniera di Cana attraversò nei primi anni della sua esistenza le medesime alterne vicende della miniera di Baccinello. Essa però non fece a tempo a passare dallo stato di ricerca a quello di regolare coltivazione poiché la crisi del primo dopoguerra fece sospendere colà i lavori assai prima che a Baccinello. Nel 1936 furono ripresi i lavori nella miniera di Baccinello che nell’anno successivo entrava in produzione. A Cana invece bisogna aspettare fino al 1940 per vedere iniziare ex novo i lavori sotterranei. Nel 1942 Cana, fino allora permesso di ricerca, con D.M. in data 27 Marzo veniva 36 assegnata in concessione alla Società Mineraria Valdarno. Dal 1940 l’attività nella miniera, salvo una sospensione negli 1944-45 connessa all’ultimo conflitto, è proseguita fino al 1950. I lavori minerari eseguiti a Cana in questo periodo erano costituiti da tre discenderie contro banco poste sulla riva sinistra del torrente Trasubbie a pochi metri dal suo alveo, che raggiunsero lo strato di carbone nel suo lembo più superficiale. La parte di banco coltivata era interrotta da numerose faglie che costrinsero ad una coltivazione per pannelli. La prima díscenderia ebbe breve vita e fu chiusa dopo un paio d’anni, dopo aver coltivato una piccola porzione di banco risultata staccata completamente dal resto del giacimento. Nel 1950 un incendio sviluppatosi in corrispondenza di vecchi lavori costrinse al definitivo abbandono del sotterraneo ormai completamente sfruttato. Gli accessi di quei sotterranei risultano franati e cancellati dalla superficie restituita allo stato agrario. La cooperativa Minatori Baccinello ottenne la miniera in concessione nel Luglio 1956; a quell’epoca come già detto ogni attività mineraria risultava sospesa da oltre 6 anni, non esisteva più un sotterraneo aperto e accessibile e mancava qualsiasi impianto e attrezzatura. Si era però in un momento di congiuntura particolarmente favorevole a causa della crisi di Suez e la Cooperativa, con giustificato ottimismo e con l’intenzione di trovare un succedaneo al giacimento di Baccinello che si stava estinguendo, decideva di riprendere le ricerche nella concessione di Cana e in particolare su quella zona del bacino, posta sulla destra del torrente Trasubbie, che era rimasta praticamente inesplorata salvo i sondaggi di cui si è fatto cenno eseguiti dal Commissariato Combustibili negli anni 1918-1919 e altri quattro sondaggi eseguiti intorno al 1950 dalla Società Valdarno che aveva accertato la prosecuzione del giacimento. I nuovi lavori della Cooperativa ebbero inizio a Cana nell’Agosto 1957. La zona prescelta di ricerca, ubicata alla destra del Trasubbie, si trovava in prossimità di un sondaggio piazzato alla quota 210 s.l.m. effettuato dalla Società Valdarno che aveva incontrato alla profondità di circa 50 m. due strati di carbone ciascuno di circa un metro di potenza, separati da una intercalazione mamosa-argiuosa di un metro di spessore. Ogni lavoro di tracciamento però cessava il 28 febbraio 1958. Il numero di operai occupati in questa ricerca non superò mai le 28 unità. Nel 1959 l’acuirsi della crisi delle ligniti .... costringeva a sospendere definitivamente ogni attività sia a Baccinello che a Cana a partire dal I’ Aprile 1959. Fino a quel momento il breve sotterraneo della miniera di Cana era stato mantenuto aperto e anzi erano state eseguite nei dintorni cinque perforazioni esplorative delle quali soltanto due però accertarono la presenza del banco lignitifero. Acuitasi la crisi della Cooperativa, sfociata nella nomina di un Commissario liquidatore, ogni ulteriore programma di ricerca fu abbandonato e quel breve sotterraneo lasciato franare per mancanza di ogni mezzo finanziario nonché di ogni prospettiva di mutamento di congiuntura.... La Miniera “Monte Labbro I”’ (minerali di mercurio) ‘...... La Società Mercurifera Italiana S.M.I. chiede di ottenere la trasformazione dei tre permessi di ricerca ‘Monte Labbro 10’, ‘Podere Segalari-Podere Spolveravolpi’ e “Poggio Prato Nanzi-Podere Le Paole” dei quali è titolare, in concessione mineraria per mercurio e suoi minerali. La concessione da denominarsi ‘Monte Labbro I’ ricade in territorio dei comuni di Roccalbegna, Arcidosso e Santa Fiora, in Provincia di Grosseto. La sua area comprende per intero quella del permesso “Monte Labbro 1” ed una buona parte delle aree confinanti ed appartenenti agli altri due permessi citati.... 37 .... L’area della concessione si sviluppa a Nord-Est dell’abitato di Roccalbegna tra l’alto corso del fiume Albegna che lo delimita verso Ovest e un lungo tronco della strada statale n° 323 che lo circonda verso Sud per attraversarla poi longitudinalmente nel versante orientale. Questa stessa strada con il raccordo di 2,5 Km, costruito a spese della Società richiedente nel 1961, costituisce l’unica via carrozzabile di accesso al campo minerario e di collegamento con l’impianto metallurgico di , nel quale viene trattato sia il minerale estratto nell’omonima e vicina miniera della S.M.I., sia quello proveniente dai lavori di Monte Labbro I’ .... L’area chiesta in concessione dalla Società Mercurifera Italiana con quella limitrofa della quale è concessionaria la Società Monte Amiata formano un unico campo minerario nel quale lavori di ricerca e coltivazioni furono iniziati circa 50 anni fa e, proseguiti poi, in modo discontinuo e con poco profitto sino al 1933. Nel periodo immediatamente successivo al primo dopoguerra due aziende, la Società Monte Amiata e una Società Mineraria Italiana, che con la richiedente attuale non ha nessun legame oltre la fortuita omonimia della ragione sociale, si assicurarono il possesso dei sottosuoli della zona e se ne ripartirono il territorio secondo una linea di confine, per un tratto coincidente con il Fosso delle Solforate, che è quelle stessa che a tutt’oggi divide la vigente concessione Monte Labbro 2’ (di cui è titolare la Monte Amiata) dal Permesso Monte Labbro l’. Nel 1919 la prima Società Mercurifera Italiana iniziò, con il tracciamento a quota 973 sulla sponda destra del fosso Solforate, l’apertura di un sotterraneo che negli anni successivi veniva ampliato sino a comprendere due livelli sottostanti, un pozzetto di estrazione, varie vie di ventilazione e carreggio. A varie quote del sotterraneo furono aperti diversi cantieri di coltivazione rimasti attivi sino al 1933, anno in cui la miniera venne abbandonata per fallimento della società esercente. Successivamente venivano alienati i terreni, rimossi gli impianti e i sottosuoli di Monte Labbro l venivano dichiarati disponibili. Durante la sua vita stentata la miniera produsse circa 90.000 tonnellate di minerale trasportato per mezzo di lunga teleferica nell’impianto metallurgico installato a Bagnore. Se ne ricavarono circa 4.000 bombole di metallo, con una resa complessiva di circa l’1,75 x 1000 che non poteva non essere, soprattutto a quei tempi, fortemente antieconomico. Divenuta nel 1956 titolare del permesso di ricerca, la nuova Società Mercurifera Italiana riprese nuove indagini geologiche e geofisiche, culminate con la perforazione di un primo sondaggio posto a circa 250 metri ad Est del Poggio Pietriccione, e iniziò la riapertura ed il riattamento del vecchio sotterraneo. Negli anni successivi i lavori di esplorazione e di tracciamento sono stati intensificati ed estesi tanto in superficie che all’interno. Il sotterraneo, completamente rinnovato anche nella rete di gallerie e pozzetti già esistenti, è stato notevolmente ampliato e consta già di oltre m. 1.500 di vie che si sviluppano su tre livelli a quota di 920, 900 e 885 metri s.m ..... Con D.M. in data 31 gennaio 1973 la concessione ‘Monte Labbro I” viene intestata, a decorrere dal 1 Novembre 1972, alla Montecatini Edison s.p.a. Con D.M. in date 6 febbraio 1974 la concessione passa alla Soc.Solmine, a decorrere dal 30 Aprile 1973. Con D.M. in data 5 febbraio 1976 la Soc.Solmine rinuncia alla concessione e.... La miniera ‘Monte Labbro I’ di cui trattasi è destinata ad un abbandono definitivo o quanto meno ad un abbandono per un tempo indeterminato certamente lungo. E ciò perché il giacimento è stato esaurito senza che le ricerche effettuate abbiano dato qualche risultato incoraggiante e perché la situazione del mercato del mercurio non lascia prevedere per il prossimo futuro un’inversione di tendenza sino al punto da far 38 riprendere in considerazione l’arca mineraria testé abbandonata...... nel verbale di chiusura della miniera, oltre alle vie sotterranee ha elencato tra le pertinenze quattro fabbricati (adibiti rispettivamente ad uffici di cantiere ecc, a sede dell’argano ecc, a sede del gruppo elettrogeno ecc, a cabina elettrica), l’impianto di estrazione (argano e relative apparecchiature, caschetto, gabbia, silo metallico), ed una parte dell’apparecchiatura della cabina elettrica...... La superficie occupata dalla concessione si estende sulla parte occidentale del giacimento cinabrifero ubicato circa un chilometro a Sud del Monte Labbro...... La zona in argomento è attraversata da alcune grosse faglie con direzione appenninica incrociate da faglie trasversali le quali hanno determinato localmente un alto tettonico. La mineralizzazione ha sede in un banco sub-orizzontale di diaspri a strati sottili e fessurati di circa 40 metri ed inclusa tra calcare maiolica a tetto e calcare marnoso a letto. Essa è rappresentata da spalmature di cinabro nelle fessure, prevalentemente concentrata in corrispondenza delle fasce di tetto e di letto della formazione diasprina, potenti rispettivamente 10 e 4 metri circa come massimo, e da cinabro diffuso nella ganga argillosa della breccia di frizione delle faglie principali. Il tenore medio del minerale proveniente dal banco diasprino è di circa l’1,6 x 1000 in Hg mentre quello scavato, in quantità minore, lungo le faglie è risultato generalmente più ricco...... una normale galleria di avanzamento che si stacca dalla galleria principale diretta del livello 920 e viene scavata nel corpo della formazione liassica di diaspri e ftaniti saltuariamente mineralizzata a cinabro. Questa formazione geologica si presenta così intensamente fratturata da risultare suddivisa in minuti parallelepipedi lungo le cui facce le soluzioni mineralizzanti depositarono, a suo tempo, la leggera patina cinabrifera che conferisce alla roccia valore economico e rappresenta l’oggetto dell’attività mineraria. .... la galleria o traversa è alta m. 2,35 e larga m. 1,90 al piede e m. 1,60 in corona. Essa è provvista di armature di sostegno costituite da quadri di legno posti a distanza l’uno dall’altro di circa m. 1,20. Ciascuno di tali quadri è formato da tre elementi: due puntelli verticali addossati alle pareti dello scavo, sui quali si appoggia un traversone o cappello, disposto orizzontalmente in modo da sorreggere la volta della galleria. Sui traversoni sono collocati dei robusti tavoloni che costituiscono la soffittatura della galleria stessa...... Le fasi di lavoro attraverso le quali si attua l’escavazione e l’avanzamento progressivo delle traverse sono le seguenti: perforazione dei fori da mina, sparo delle mine, sgombero del materiale abbattuto dalle mine ed infine posa in opera del quadro di armamento. Dopodiché il ciclo ricomincia con le medesime operazioni nell’identica successione. Effettuato il brillamento delle mine e prima di iniziare lo sgombero del materiale abbattuto si innesta un’operazione particolare, che se necessario viene ripetuta anche in seguito durante lo svolgimento delle altre fasi di lavoro. Essa consiste nel saggiare il fronte delle pareti e della volta dello scavo, provocando deliberatamente la caduta di massi o blocchi eventualmente in falso equilibrio, in modo che il loro distacco non abbia a verificarsi istantaneamente all’insaputa degli operai.

39 9.3 IL SISTEMA IDROGEOLOGICO

9.3.1 RISORSE IDRICHE Sorgenti potabili: esistono n°4 sorgenti per uso idropotabile distinte negli elaborati cartografici; sono state cartografate altre sorgenti fornite dall’ATO (cartografate anche nella carta idrogeologica), che non hanno un uso idropotabile.

9.3.2 ELEMENTI IDROGRAFICI Laghetti: catografati dalla base topografica hanno origine per lo più antropica. Reticolo di interesse (PAI Ombrone e Fiora): sono evidenziati tutti i fossi di interesse facenti parte del reticolo significativo del P.A.I..

LUNG NEL NOME LUNG TOT (KM AUTORITA’ DI BACINO COMUNE (KM) FIUME ALBEGNA 13 70 OMBRONE FOSSO CALIZZANO 3 6 OMBRONE FOSSO CAPITORIO 3 3 OMBRONE FOSSO CAPRAIO 2 2 OMBRONE FOSSO CONFINO 2 2 OMBRONE FOSSO DEGLI SCOPETI 2 2 OMBRONE FOSSO DEGLI SCOPETI (2) 1 1 OMBRONE FOSSO DEGLI STACCIONI 1 1 OMBRONE FOSSO DEI CANAPAI 2 2 OMBRONE FOSSO DEI CANAPAI (2) 1 1 OMBRONE FOSSO DEI CASTAGNETI 1 1 OMBRONE FOSSO DEI CASTAGNI (6) < 1 1 OMBRONE FOSSO DEI CONFINI 1 1 OMBRONE FOSSO DEI COSTONI 1 1 OMBRONE FOSSO DEI FAGGI 2 2 OMBRONE FOSSO DEI MOLINI (2) 2 2 OMBRONE FOSSO DEI PERUZZI 1 1 OMBRONE FOSSO DEI POGGI 2 2 OMBRONE FOSSO DEI POGGI (3) 1 1 OMBRONE FOSSO DEI PRATACCI 1 1 OMBRONE FOSSO DEI SALONI 1 1 OMBRONE FOSSO DEI SASSI BIANCHI 1 1 OMBRONE FOSSO DEI SEGALARI < 1 1 OMBRONE FOSSO DEI SORBONI 1 1 OMBRONE FOSSO DEL BACCINELLO 1 1 OMBRONE FOSSO DEL BENEFIZIO 1 1 OMBRONE FOSSO DEL BOTRON GROSSO 3 3 OMBRONE FOSSO DEL BOTTAIO 2 2 OMBRONE FOSSO DEL CAMPO DEL MAGGIO 1 1 OMBRONE FOSSO DEL CAMPO DI BOMBA 1 1 OMBRONE FOSSO DEL CAPANNONE (2) 2 2 OMBRONE FOSSO DEL CASINO (4) 1 1 OMBRONE FOSSO DEL CASINO (5) 3 3 OMBRONE FOSSO DEL CASTAGNOLO 1 1 OMBRONE FOSSO DEL DOCCIO 2 2 OMBRONE

40 FOSSO DEL FIASCONCINO 1 1 OMBRONE FOSSO DEL GATTINO 1 1 OMBRONE FOSSO DEL GREPPO PINZUTO 1 1 OMBRONE FOSSO DEL LECCIONE 2 2 OMBRONE FOSSO DEL LUCONE < 1 2 OMBRONE FOSSO DEL MACERATELLO 1 1 OMBRONE FOSSO DEL MARRUCHETONE 2 2 OMBRONE FOSSO DEL MELETTO 2 2 OMBRONE FOSSO DEL MORTICINO 1 1 OMBRONE FOSSO DEL MUGNAIO 1 1 OMBRONE FOSSO DEL PIDOCCHIO 3 3 OMBRONE FOSSO DEL PISPIGNONE 2 2 OMBRONE FOSSO DEL PODERONE 2 2 OMBRONE FOSSO DEL POGGIO 1 1 OMBRONE FOSSO DEL TERMINE 1 1 OMBRONE FOSSO DEL VOLPAIO 1 1 OMBRONE FOSSO DELL’ACQUA VIVA 3 3 OMBRONE FOSSO DELL’ACQUA VIVA (7) 5 5 OMBRONE FOSSO DELL’ACQUABONA 1 1 OMBRONE FOSSO DELL’AIA DI BRAVETO 1 1 OMBRONE FOSSO DELL’ 1 1 OMBRONE FOSSO DELL’ALTETA 3 3 OMBRONE FOSSO DELL’ARMANCIONE 3 3 OMBRONE FOSSO DELL’ASINARCO 5 7 OMBRONE FOSSO DELL’IMPOSTO 1 1 OMBRONE FOSSO DELL’ULIVETA 2 2 OMBRONE FOSSO DELLA CANNUCCIAIA 1 2 OMBRONE FOSSO DELLA CASTELLINA 1 1 OMBRONE FOSSO DELLA CAVA (2) 1 1 OMBRONE FOSSO DELLA CHIAVE 1 1 OMBRONE FOSSO DELLA CHIUSA 1 1 OMBRONE FOSSO DELLA FAINA 2 2 OMBRONE FOSSO DELLA FICAIA 2 2 OMBRONE FOSSO DELLA FICAIA (3) 1 1 OMBRONE FOSSO DELLA FONTANACCIA 2 2 OMBRONE FOSSO DELLA FONTE (21) 1 1 OMBRONE FOSSO DELLA LOCCA 1 1 OMBRONE FOSSO DELLA MACCHIA FOLTA 1 1 OMBRONE FOSSO DELLA PESCINA (4) 2 2 OMBRONE FOSSO DELLA PIANELLA 1 1 OMBRONE FOSSO DELLA PIGNA 1 1 OMBRONE FOSSO DELLA RUTA 2 2 OMBRONE FOSSO DELLA SELVA 1 1 OMBRONE FOSSO DELLA STERPETA 1 1 OMBRONE FOSSO DELLA STIACCIA 2 2 OMBRONE FOSSO DELLA VIGNA (5) 1 1 OMBRONE FOSSO DELLE 3 3 OMBRONE FOSSO DELLE CABINE 2 2 OMBRONE FOSSO DELLE FAINE 4 4 OMBRONE

41 FOSSO DELLE MACINE 1 1 OMBRONE FOSSO DELLE MARIE 2 2 OMBRONE FOSSO DELLE MORRE 1 1 OMBRONE FOSSO DELLE PIANE (4) 1 1 OMBRONE FOSSO DELLE PORRE < 1 1 OMBRONE FOSSO DELLE SERRATE (2) 1 1 OMBRONE FOSSO DELLE TASSONAIE 1 1 OMBRONE FOSSO DELLE VENE 2 2 OMBRONE FOSSO DELLE VERONE 2 2 OMBRONE FOSSO DELLE VOLTE 1 1 OMBRONE FOSSO DELLE ZOLFERATE 6 8 OMBRONE FOSSO DELLO SCOGLIETTO 1 1 OMBRONE FOSSO DETTO DI FOSSONE 1 1 OMBRONE FOSSO DI BANDITA 1 1 OMBRONE FOSSO DI BEATRICE 2 2 OMBRONE FOSSO DI CAMPOSOMA 1 1 OMBRONE FOSSO DI MANCIO 2 2 OMBRONE FOSSO DI NICCIOLETO 1 1 OMBRONE FOSSO DI PELAGRILLI 1 1 OMBRONE FOSSO DI PIAN DI MAGGIO 2 2 OMBRONE FOSSO DI POGGIO AIONA 1 1 OMBRONE FOSSO DI POGGIO ALLA PESCINA 2 2 OMBRONE FOSSO DI POGGIO ALLE LOGGE 1 1 OMBRONE FOSSO DI POGGIO CORNO 1 3 OMBRONE FOSSO DI POGGIO DEL TESORO 1 1 OMBRONE FOSSO DI PORCIANO < 1 1 OMBRONE FOSSO DI QUARCONIA 2 3 OMBRONE FOSSO DI RICUPACCE 1 1 OMBRONE FOSSO DI SAN PELLEGRINO 2 2 OMBRONE FOSSO DI VALLE SODA 1 1 OMBRONE FOSSO DI VALLICONE 1 1 OMBRONE FOSSO FRONZINA 2 6 OMBRONE FOSSO GINEVRA 1 1 OMBRONE FOSSO GRANDE 1 1 OMBRONE FOSSO GROSSO (2) 3 3 OMBRONE FOSSO GROSSO (3) 1 1 OMBRONE FOSSO ISTRICO 2 3 OMBRONE FOSSO MAZZABUE 3 11 OMBRONE FOSSO MOZZO 2 2 OMBRONE FOSSO RICCIONE 3 5 OMBRONE FOSSO RIGO 7 7 OMBRONE FOSSO SANSOLA 2 9 OMBRONE FOSSO TAFONE < 1 3 OMBRONE TORRENTE BUFALONE < 1 4 OMBRONE TORRENTE FIASCONE 5 15 OMBRONE TORRENTE MELACCIOLE 4 21 OMBRONE TORRENTE TRASUBBIE 7 29 OMBRONE TORRENTE TRASUBBINO 10 23 OMBRONE

42 La condizione generale del reticolo idrografico del Comune di Roccalbegna non è dissimile da quella che caratterizza il resto del territorio nazionale, anche se l’area sub amiatina coincidente con il territorio comunale è stata interessata da azioni di controllo e regimazione che la pongono tra quelle maggiormente tutelate sul piano della sicurezza idrogeologica.

In questo senso si riportano gli esisti di un recente studio in merito1

10. VALUTAZIONI SUL DISSESTO IDROGEOLOGICO DEL COMUNE DI Roccalbegna

Ecosistema Rischio 2011 raccoglie ed elabora dati di carattere generale sul dissesto idrogeologico in Italia e allo stesso tempo monitora nel dettaglio le attività dei comuni nel cui territorio si trovino aree ad elevato rischio idrogeologico individuate sulla base dello studio pubblicato nel 2003 da Ministero dell’Ambiente e UPI - Unione delle Province Italiane e nella monografia Il rischio idrogeologico in Italia redatto sempre dal Ministero dell’Ambiente nel 20081. La nostra indagine ha individuato come campione per l’invio dei questionari l’elenco dei comuni in cui sono presenti aree a potenziale rischio idrogeologico più elevato secondo le perimetrazioni contenute nel report sopra citato risalente al 2003, l’unico attualmente disponibile con criteri uniformi su base nazionale. Tuttavia, soprattutto per alcune regioni la mappatura delle zone esposte a pericolo di frana o alluvione risultava particolarmente lacunosa. Abbiamo ritenuto opportuno per alcune regioni (Sardegna e Puglia) integrare l’elenco a disposizione con dati più aggiornati, contenuti nello studio del 2008, che tiene conto degli aggiornamenti relativi ai Piani stralcio per l’assetto idrogeologico2. Il nostro questionario, quindi, è stato inviato a 5.900 amministrazioni comunali in cui sono state perimetrate aree a rischio idrogeologico. La scelta di concentrare una parte rilevante del monitoraggio sulle attività delle amministrazioni comunali deriva essenzialmente da due fattori: in primo luogo, i comuni hanno un ruolo determinante nelle scelte sulla pianificazione urbanistica del territorio e sono, quindi, strategici nella mitigazione del rischio idrogeologico; in secondo luogo, i sindaci rappresentano, come stabilisce la legge, la prima autorità di protezione civile. Le amministrazioni comunali, infatti, possono intervenire per contrastare il rischio idrogeologico essenzialmente in due diversi settori: • nelle attività ordinarie legate alle gestione del territorio, quali la pianificazione urbanistica, gli interventi di delocalizzazione di abitazioni e di altri fabbricati dalle aree a rischio, l’adeguamento alle norme di salvaguardia dettate dalla pianificazione di bacino e la corretta manutenzione del territorio; • nella redazione dei piani di emergenza – che devono essere aggiornati e conosciuti dalla popolazione, perché sappia esattamente cosa fare e dove andare in caso di emergenza – nonché nell’organizzazione locale di protezione civile, al fine di garantire soccorsi tempestivi ed efficaci in caso di alluvione o frana. Nella scheda inviata per l’anno 2011 alle amministrazioni comunali, riportata in

1 ECOSISTEMA RISCHIO 2011 Monitoraggio sulle attività delle amministrazioni comunali per la mitigazione del rischio idrogeologico Indagine legata a “Operazione Fiumi 2011” campagna nazionale di monitoraggio, prevenzione e informazione sulla mitigazione del rischio idrogeologico realizzata da Legambiente con la collaborazione del Dipartimento della Protezione Civile Dicembre 2011 43 seguito nel dettaglio, abbiamo ritenuto opportuno valutare la presenza in aree esposte a pericolo di esondazione dei corsi d’acqua o a rischio frana, oltre che di abitazioni, quartieri e insediamenti industriali, anche di strutture sensibili (come scuole e ospedali), ricettive, turistiche o commerciali (alberghi, campeggi, ecc.). Inoltre, abbiamo chiesto ai Comuni di indicare una stima del numero di cittadini che vivono o lavorano ogni giorno in zone esposte a pericolo. Nella seconda parte del questionario l’attenzione si è invece focalizzata sugli interventi per un corretto uso del suolo, che sappia limitare l’urbanizzazione eccessiva delle zone esposte a rischio idrogeologico. Si è valutato, in particolare, l’eventuale avvio di pratiche per la delocalizzazione di strutture presenti nelle zone soggette a maggiore pericolo e il recepimento nel piano urbanistico delle perimetrazioni contenute nel PAI (Piano per l’Assetto Idrogeologico), al fine di stabilire i vincoli all’edificazione delle zone a rischio. Abbiamo chiesto, inoltre, se il Comune, o qualunque altro ente preposto, abbia svolto attività di manutenzione ordinaria delle sponde o delle opere di difesa idraulica; se siano state realizzate opere di messa in sicurezza e di quale tipologia; se siano stati previsti, nell’ambito della programmazione nazionale o regionale sulla difesa del suolo (ad esempio Accordi di programma Ministero dell’Ambiente/Regioni) interventi volti alla mitigazione del rischio idrogeologico. Infine, si è ritenuto opportuno valutare la realizzazione da parte delle amministrazioni comunali di un efficiente sistema locale di protezione civile, in primo luogo attraverso la redazione e l’aggiornamento dei piani comunali o intercomunali d’emergenza. Si tratta di elementi parimenti importanti: infatti, è indispensabile da un lato operare, a lungo termine, per rendere il territorio più sicuro, non vulnerabile e non soggetto a fenomeni di dissesto idrogeologico, dall’altro essere capaci di intervenire prontamente in situazioni di oggettiva emergenza. La presenza di un buon sistema di protezione civile deve essere valorizzata perché, a evento già in corso, è fondamentale per assicurare il soccorso alla popolazione e salvare vite umane; tuttavia, non deve trasformarsi in un alibi per non realizzare una corretta gestione del territorio in “tempo di pace”. L’indagine ha dunque voluto verificare l’effettiva realizzazione di tali interventi monitorando sia il livello attuale di rischio, sia le attività svolte dai comuni per mitigarlo. Sulla base di tali parametri è stato assegnato ad ogni comune un voto (da 0 a 10) ed è stata realizzata una vera e propria classifica dell’azione dei comuni in materia di mitigazione del rischio idrogeologico.

10.1 L’entità del rischio Secondo il report redatto dal Ministero dell’Ambiente nel 2008, sono ben 6.633 i comuni italiani in cui sono presenti aree a rischio idrogeologico, l’82% del totale. Una fragilità che è particolarmente elevata in regioni come Calabria, Molise, Basili- cata, Umbria, Valle d’Aosta e nella Provincia Autonoma di Trento (dove il 100% dei comuni è classificato a rischio), seguite da Marche e Liguria (99%), da Lazio e Toscana (98%). Sebbene in molte regioni la percentuale di comuni interessati dal fenomeno possa essere leggermente inferiore, la dimensione del rischio è comunque preoccupante, come testimonia l’alluvione del 2010 che ha colpito una vasta area del Veneto, re- gione in cui si registra la percentuale più bassa di comuni interessati da fenomeni di dissesto idrogeologico (pari comunque al 56% del totale) ma in cui evidentemente l’entità del rischio, seppure in aree di estensione più concentrata in alcuni territori, è molto elevata. 44 La superficie delle aree ad alta criticità idrogeologica si estende per 29.517 Kmq, il 9,8% dell’intero territorio nazionale, di cui 12.263 kmq (4,1% del territorio) a rischio alluvioni e 15.738 Kmq (5,2% del territorio) a rischio frana.

COMUNI A RISCHIO IDROGEOLOGICO IN ITALIA Calabria 409 100% Provincia Autonoma di Trento 222 100% Molise 136 100% Basilicata 131 100% Umbria 92 100% Valle d’Aosta 74 100% Marche* 239 100% Liguria 232 99% Lazio 372 98% Toscana 280 98% Piemonte 1.049 87% Abruzzo 294 96% Emilia Romagna* 313 95% Campania 504 92% Friuli Venezia Giulia 201 92% Sardegna 306 81% Puglia 200 78% Sicilia 277 71% Lombardia 929 60% Provincia Autonoma di Bolzano 46 59% Veneto 327 56% TOTALE 6.633 82%

Fonte: Report Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio “Rischio idrogeologico in Italia” – ottobre 2008 *dato aggiornato con l’avvenuto passaggio di 7 amministrazioni Comunali dalla Regione Marche alla Regione Emilia Romagna nel 2009

In 1.121 comuni (l’85% di quelli analizzati in Ecosistema rischio 2011) sono pre- senti abitazioni in aree golenali, in prossimità degli alvei e in aree a rischio frana, e nel 31% dei casi in tali zone sono presenti addirittura interi quartieri. Nel 56% dei comuni campione della nostra indagine in aree a rischio sono presenti fabbricati in- dustriali che, in caso di calamità, comportano un grave pericolo oltre che per le vite dei dipendenti, per l’eventualità di sversamento di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni. Nel 20% dei comuni intervistati sono state costruite in aree a rischio idrogeologico strutture sensibili come scuole e ospedali, e nel 26% dei casi strutture ricettive turistiche o commerciali.

45 10.2 Rischio idrogeologico 10.2.1 Scheda della valutazione del rischio

Informazioni sul territorio comunale Quesito: Nel territorio comunale sono presenti ... si no fabbricati e/o insediamenti industriali in area a rischio di esondazione dei corsi d’acqua o in area a ri- 0 0,5 schio frana? abitazioni in area a rischio di esondazione dei corsi d’acqua o in area a rischio frana? 0 0,5 interi quartieri in area a rischio di esondazione dei corsi d’acqua o in area a rischio frana? 0 1 in aree a rischio idrogeologico strutture sensibili (ad esempio scuole, ospedali, ecc..)? 0 0,5 in aree a rischio idrogeologico strutture commerciali o strutture ricettive turistiche (ad esempio alberghi, 0 0,5 campeggi, ecc.)? quanti cittadini vivono o lavorano in zone esposte a pericolo di frane e/o alluvioni 0 da 1 a 100 0 1 da 100 a 1.000 0 2 da 1.000 a 10.000 0 3

MAX 3 Risultato sommatoria per Roccalbegna 1,5

Area tematica Gestione del territorio Quesito si no Nel territorio comunale è stata svolta nel corso dell’ultimo anno - dal comune o da qualunque 0,5 0 altro ente - una manutenzione ordinaria delle sponde, delle opere di difesa idraulica e più in ge- nerale del territorio? Nel territorio comunale sono state realizzate - dal Comune o da qualunque altro ente - opere di 0,5 0 messa in sicurezza dei corsi d’acqua e/o di consolidamento dei versanti franosi?

Se sì di che tipo di interventi si tratta? costruzione di nuove arginature o ampliamento di arginature già esistenti X

ripristino di aree di espansione naturale dei corsi d’acqua X riapertura di tratti tombinati/intubati dei corsi d’acqua sistemazione fluviale attraverso briglie X sistemazione fluviale attraverso risagomatura dell’alveo X rimboschimento di versanti montuosi e collinari fragili X altro Nell’ambito della programmazione nazionale o regionale sulla difesa del suolo (ad esempio Ac- si no cordi di programma Ministero dell’Ambiente/Regioni), sono previsti nel territorio comunale inter- venti volti alla mitigazione del rischio idrogeologico?

Il comune ha intrapreso, negli ultimi due anni, azioni di delocalizzazione di abitazioni presenti in 1 0 aree a rischio idrogeologico? Il comune ha intrapreso, negli ultimi due anni, azioni di delocalizzazione di fabbricati presenti in 1 0 aree a rischio idrogeologico? Il comune ha recepito nel proprio strumento urbanistico il Piano di Assetto Idrogeologico redatto 0,5 0 dalla competente Autorità di bacino?

MAX 3,5 Risultato sommatoria per Roccalbegna 1,5

46 Area tematica Allertamento, Pianificazione d’emergenza e attività d’informazione Quesito si no Nel comune sono presenti sistemi di monitoraggio finalizzati all’allerta in caso di pericolo di allu- si no vione o di frana?

Il comune ha recepito il sistema di allertamento regionale in caso di pericolo di frana o alluvione? 1 0

Esiste un piano di emergenza comunale o intercomunale per il rischio idrogeologico? si no Se sì, il piano è stato aggiornato negli ultimi due anni? 1 0

Il piano prevede e indica le strutture destinate a diventare in caso di emergenza sedi del Centro si no Operativo Comunale, dei Centri di Accoglienza e dell’Area di Ammassamento Soccorritori?

Il comune ha trasmesso alle autorità locali (Provincia, Prefettura, Regione) il piano d’emergen- si no za? Nel territorio comunale esiste una struttura operativa in modalità h24 per rispondere alle emer- 0,5 0 genze? Il comune ha svolto nel 2010 attività di informazione rivolte ai cittadini? 0,5 0 Se sì, quali modalità di comunicazione e strumenti informativi ha adottato l’amministrazione comunale per informare i cittadini sui rischi che incombono sul territorio e sui contenuti del piano d’emergenza? pagine dedicate sul sito web dell’amministrazione iniziative di sensibilizzazione e informazione nelle scuole X realizzazione di opuscoli informativi da distribuire ai cittadini organizzazione di incontri pubblici sui temi relativi al rischio idrogeologico X altro Il comune ha organizzato nel corso del 2010 esercitazioni rivolte alle strutture operative e alla 0,5 0 cittadinanza?

MAX 3,5 Risultato sommatoria per Roccalbegna 3,5

ROCCALBEGNA RAGGIUNGE IL PUNTEGGIO DI 7,5

La somma matematica del punteggio ottenuto rispondendo, positivamente o negativamente, ai quesiti di ogni area tematica fornisce il punteggio finale del comune interessato dall’iniziativa compreso tra 0 e 10. Nella graduatoria finale vengono così create cinque categorie di merito:

Da 0 a 3,5 Comuni che svolgono un insufficiente lavoro di mitigazione del rischio

Da 4 a 5,5 Comuni che svolgono uno scarso lavoro di mitigazione del rischio

Da 6 a 6,5 Comuni che svolgono un sufficiente lavoro di mitigazione del rischio

da 7 a 9 Comuni che svolgono un buon lavoro di mitigazione del rischio

da 9,5 a Comuni che svolgono un ottimo lavoro di mitigazione del rischio 10

47 URBANIZZAZIONE DELLE AREE A RISCHIO DI FRANE E ALLUVIONI NEI COMUNI ITALIANI

Numero Co- Attività Percentuale Comuni muni

Abitazioni in aree a rischio idrogeologico 1.121 85%

Quartieri in aree a rischio idrogeologico 403 31%

Industrie in aree a rischio idrogeologico 743 56%

Strutture sensibili in aree a rischio idrogeologico 257 20%

Strutture ricettive o commerciali in aree a rischio 339 26%

48 10.3 L’attività dei Comuni per la mitigazione del rischio idrogeologico

Nonostante l’urbanizzazione delle aree più fragili ed esposte a rischio nel territorio della penisola sia molto pesante, come dimostrano i dati riportati nella tabella pre- cedente, non si nota purtroppo una seria inversione di tendenza nella gestione del territorio. Complessivamente soltanto il 4% dei comuni italiani intervistati ha intrapreso azioni di delocalizzazione di abitazioni dalle aree esposte a maggiore pericolo e appena nel 2% dei casi si è provveduto a delocalizzare insediamenti o fabbricati industriali. Le delocalizzazioni delle strutture presenti nelle aree esposte a maggiore pericolo e gli abbattimenti dei fabbricati abusivi rappresentano una delle principali azioni per rendere sicuro il territorio, anche attraverso la realizzazione di interventi di rinatura- lizzazione delle aree di esondazione naturale dei corsi d’acqua volti alla mitigazione del rischio. Partendo dal dato di fatto che non tutto può e deve essere protetto da arginature, per correggere gli errori urbanistici del passato è necessario abbattere e spostare dove possibile ciò che non si può difendere dalle alluvioni e dalle frane. Un’azione tanto utile quanto poco praticata nel nostro Paese. Se l’eccessiva antropizzazione delle aree a rischio rappresenta un elemento par- ticolarmente preoccupante, nel 79% dei comuni intervistati sono stati redatti piani urbanistici che hanno recepito le perimetrazione delle zone esposte a maggiore pericolo. Dato che conferma la necessità di dare maggiore efficacia ai Piani di As- setto Idrogeologico, fondamentale strumento che deve guidare in modo sempre più vincolante la pianificazione urbanistica. Il 69% dei comuni intervistati ha dichiarato di svolgere regolarmente un’attività di manutenzione ordinaria delle sponde dei corsi d’acqua e delle opere di difesa idrau- lica e il 70% di aver realizzato opere per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua o di consolidamento dei versanti franosi. Questi interventi, tuttavia, se non realizzati adeguatamente e sulla base di attenti studi per valutarne l’impatto su scala di bacino, rischiano in molti casi di accrescere la fragilità del territorio piuttosto che migliorarne la condizione, e di trasformarsi in alibi per continuare ad edificare lungo i fiumi e in zone a rischio frana. Gli interventi di messa in sicurezza, infatti, andrebbero realizzati dove strettamente necessario, seguendo criteri precisi e puntuali, e valutandone preventivamente con studi seri i possibili effetti, così da scongiurare il rischio che un’opera realizzata finisca per ren- dere più precaria e pericolosa la condizione delle zone limitrofe.

ATTIVITÀ REALIZZATE DAI COMUNI ITALIANI PER LA PREVENZIONE DI FRANE E ALLUVIONI

Numero Co- Percentuale Co- Attività muni muni Delocalizzazione di abitazioni 56 4% Delocalizzazione di fabbricati industriali 29 2% Manutenzione 912 69% Opere di messa in sicurezza 926 70% Recepimento PAI nel piano urbanistico 1035 79%

Nettamente migliore la situazione per quanto riguarda l’organizzazione del sistema locale di protezione civile, strumento fondamentale per rispondere alle emergenze 49 in maniera efficace e tempestiva. L’82% dei comuni si è dotato di un piano di emer- genza da mettere in atto in caso di frana o alluvione. Tuttavia, soltanto la metà dei comuni intervistati ha dichiarato di aver aggiornato il proprio piano d’emergenza negli ultimi due anni, il che significa che troppi avrebbero a disposizione un piano vecchio in caso di necessità. Il 71% dei comuni, inoltre, riferisce di aver recepito il sistema di allertamento regio- nale: un importante passaggio per far sì che il territorio sia informato con tempesti- vità su eventuali situazioni di allerta e pericolo. Il 48% dei comuni che hanno par- tecipato all’indagine, inoltre, ha indicato di disporre di una struttura mdi protezione civile operativa in modalità h24.

Complessivamente, sono ancora troppe le amministrazioni comunali italiane che tardano a svolgere un’efficace ed adeguata politica di prevenzione, informazione e pianificazione d’emergenza. Appena il 29% dei comuni intervistati svolge un lavoro positivo di mitigazione del rischio idrogeologico e un terzo delle amministrazioni campione dell’indagine risulta gravemente insufficiente. Con le dovute diversità relative all’effettiva entità del rischio tra zona e zona, sono oltre novecento le amministrazioni comunali che risultano svolgere un lavoro di pre- venzione del rischio idrogeologico ancora sotto la sufficienza. Dati che confermano come sia ancora lunga la strada da percorrere per garantire la sicurezza della po- polazione da frane e alluvioni.

LAVORO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO SVOLTO DAI COMUNI ITALIANI

Percentuale co- Lavoro svolto Percentuale comuni Classe di merito Numero comuni muni Ottimo 0 Positivo 29% Buono 119 9% Sufficiente 268 20% Scarso 536 41% Negativo 71% Insufficiente 393 30%

50 10.4 I risultati della Toscana e quelli del Comune di Roccalbegna

LAVORO COMPLESSIVO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO SVOLTO DAI COMUNI PER REGIO- NE (percentuali rispetto alle risposte totali ricevute) Regione Positivo Ottimo Buono Sufficiente Negativo Scarso Insufficiente

%

Veneto 43 19 24 57 42 15

Friuli Venezia Giulia 40 30 10 60 47 13 Marche 40 6 34 60 34 26

Lombardia 37 12 25 63 42 21

Toscana 36 9 27 64 50 14

Emilia Romagna 36 8 26 64 42 22

Piemonte 34 13 21 66 43 23

Umbria 29 4 25 71 46 25

Liguria 26 26 74 43 31

Puglia 24 5 19 76 24 52

Lazio 20 4 16 80 30 50

Calabria 17 1 16 83 43 40

Sicilia 16 5 11 84 37 47

Campania 15 6 9 85 33 53

Basilicata 14 14 86 27 59

Valle d’Aosta 11 5,5 5,5 89 78 11

Molise 11 11 89 33 56

Abruzzo 4 4 96 36 60

Sardegna 4 4 96 42 54

Trentino Alto Adige nd nd

Toscana

Tra le amministrazioni comunali toscane intervistate, sono 100 quelle che hanno risposto al questionario di Ecosistema rischio (il 35% dei comuni a rischio della re- gione). Di queste, i dati relativi a 4 amministrazioni sono stati trattati separatamente, poiché i competenti uffici comunali hanno dichiarato di non avere strutture in aree a rischio, il che giustifica parzialmente il non essersi attivati in azioni di prevenzione e pianificazione. Sono state invece conteggiate quelle amministrazioni che, a segui- to di interventi di consolidamento e delocalizzazione, pur non avendo fabbricati in zone a rischio, svolgono comunque un buon lavoro di mitigazione del rischio idro- geologico. Le tabelle riportate nel dossier si riferiscono quindi a 96 amministrazioni comunali della Toscana.

51 ATTIVITÀ REALIZZATE DAI COMUNI DELLA TOSCANA Esposizione ai rischi Numero Comuni Percentuale Comuni Abitazioni in aree a rischio idrogeologico 84 88 Quartieri in aree a rischio idrogeologico 34 35 Industrie in aree a rischio idrogeologico 69 72 Strutture sensibili in aree a rischio 23 24 Strutture ricettive 29 30 Attività di prevenzione Numero Comuni Percentuale Comuni Manutenzione 89 93 Opere di messa in sicurezza 78 81 Delocalizzazione di abitazioni 3 3 Delocalizzazione di fabbricati industriali 5 5 Recepimento PAI nel piano urbanistico 87 91 Attività di protezione civile Numero Comuni Percentuale Comuni Piano d’emergenza 88 92 Aggiornamento del piano d’emergenza 55 57 Individuazione COC, area accoglienza, ecc 89 93 Trasmissione piano 85 89 Struttura protezione civile h24 70 73 Recepimento sistema allertamento regionale 87 91 Sistemi di monitoraggio e allerta 66 69 Attività di informazione 44 46 Esercitazioni 39 49

LAVORO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO SVOLTO DAI COMUNI DELLA TOSCANA

Lavoro svolto Percentuale co- Classe di merito Numero comuni Percentuale comuni muni Positivo 36% Ottimo 0 9 Buono 9 27 Sufficiente 26 Negativo 64% Scarso 48 50 14 Insufficiente 13 Sintesi valutativa ROCCALBEGNA Provincia di Grosseto NO Presenza industrie in area a rischio idrogeologico NO Presenza case in area a rischio idrogeologico NO Presenza quartieri in area a rischio idrogeologico SI Manutenzione ordinaria sponde e opere difesa idraulica SI Opere di messa in sicurezza SI Recepimento sistema allertamento regionale SI Piano d’emergenza comunale aggiornato ultimi due anni NO Attività di informazione e sensibilizzazione alla popolazione SI Esercitazioni NO Delocalizzazione case e/o fabbricati industriali da aree a rischio

52 7 BUONO 11. RISORSE, CARATTERISTICHE AMBIENTALI ED INDICATORI

11.1 RISORSA “ARIA”

Il Regolamento Urbanistico, ad un diverso livello rispetto al Piano Strutturale rife- risce la propria programmazione ai dati raccolti in forma generale dall’ARPAT di Grosseto.

RISORSE DESCRIZIONE Indicatore

Rete di monitoraggio della qualità dell’aria

Monitoraggio chimico Monitoraggio biologico-lichenico ARIA QUALITA’ DELL’ARIA Monitoraggio biologico-ozono Emissioni varie (civili, industriali, altre) Aree a rischio inquinamento atmosferico

Il sistema regionale di rilevamento della qualità dell’aria

La qualità dell’aria in Toscana e quindi anche nel territorio di Roccalbegna, viene controllata tramite un sistema di monitoraggio regionale composto da reti provinciali pubbliche e da reti private. Le reti provinciali sono costituite da stazioni che rilevano sia le concentrazioni delle sostanze inquinanti che i parametri meteorologici. La gestione operativa delle unita` di rilevamento, la raccolta e validazione dei dati e` demandata ai Centri Operativi Provinciali (COP), di cui fanno parte i Dipartimenti provinciali ARPAT. La Regione ha la funzione di coordinamento del sistema, la cui realizzazione e buon funziona- mento sono finalizzati alla programmazione della tutela e risanamento della qualità dell’aria. Alle reti provinciali pubbliche si aggiungono, integrandosi, reti private, re- alizzate in prossimità di poli industriali e gestite dagli industriali stessi o dai Diparti- menti ARPAT, a seguito di convenzioni specifiche o accordi programmatici. La Regione Toscana ha approvato il “Piano regionale di Rilevamento della Qualità dell’Aria”, che contiene lo stato dell’arte del sistema di monitoraggio e i criteri per la sua realizzazione, organizzazione e gestione. Il controllo della qualità dell’aria in To- scana avviene in 48 Comuni (9 capoluoghi di provincia, 12 Comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti), dove risiedono circa 2 milioni di abitanti, pari al 50% del totale regionale (dati aggiornati al 2002). Le stazioni presenti sul territorio possono essere di vario tipo e sono organizzate in reti pubbliche e private, con alcune stazioni private dislocate in prossimità di impian- ti industriali e di servizi di particolare rilevanza ambientale. I dati raccolti dalle reti gestite da ARPAT vengono divulgati attraverso il bollettino quotidiano della qualità dell’aria. Annualmente i dati vengono analizzati, elaborati e sintetizzati in una rela- zione mirata a fornire alle Amministrazioni competenti il quadro conoscitivo neces- sario a determinare le politiche di gestione dell’ambiente.

Il Comune di Roccalbegna viene monitorato occasionalmente nel quadro dei rileva- menti programmati. La valutazione preliminare della qualità dell’aria

53 La predisposizione di un rapporto annuale sulla qualità dell’aria era prevista dal D.M. 163 del 1999 (articolo 2 comma B), successivamente abrogato dal D.M. 60 del 2 aprile 2002 (articolo 39). Il rapporto, redatto dai sindaci in collaborazione con gli uffici comunali, ARPA e AUSL, riguardava i comuni con popolazione - superio re ai 150.000 abitanti, oltre che i comuni con popolazione inferiore, per i quali la situazione meteoclimatica e l’entità delle emissioni facessero prevedere possibili superamenti dei livelli di attenzione e/o degli obiettivi di qualità per gli inquinanti atmosferici. Il D.Lgs. 351 prevede la comunicazione periodica dei dati e dei valori che superano il limite, con i relativi motivi di superamento, per le zone che nella valutazione preli- minare hanno mostrato di essere per uno o piu` inquinanti sopra il valore limite. Que- ste informazioni devono essere disponibili al pubblico, ma non viene fatto espresso riferimento ad una relazione della qualità dell’aria. Nonostante cio`, i Dipartimenti provinciali ARPAT predispongono una relazione annuale, consultabile attraverso il menu` di questa pagina, che rappresenta una sintesi provinciale delle attività svolte, dei dati raccolti e fornisce una valutazione della qualità dell’aria. Il Comune di Roccalbegna non presenta situazioni di particolare rilievo.

Emissioni in atmosfera

Il controllo delle emissioni in atmosfera, unitamente al monitoraggio della qualità dell’aria, costituisce uno dei momenti conoscitivi fondamentali per l’individuazione delle cause che portano al deterioramento della composizione naturale della bassa atmosfera. Il controllo delle emissioni consente di valutare l’efficacia delle azioni adottate sui processi produttivi, sulle tecnologie di produzione e/o di abbattimento degli effluenti gassosi, miranti alla riduzione delle pressioni sulla matrice “aria”.

I controlli alle emissioni sono finalizzati alla:

• verifica del rispetto delle autorizzazioni, di cui al DPR 203/88 e/o dei limiti in emissione, di cui al DM 12 luglio 1991 e alla Deliberazione Regionale nБЛ 33 del 19 Febbraio 1991; • conoscenza in termini quali-quantitativi delle pressioni in atmosfera, in un determinato territorio; • acquisizione di informazioni sulla correlazione tra i processi produttivi e gli “output “nella matrice aria; • acquisizione di dati sperimentali per la costruzione di fattori di emissione per determinati settori produttivi; • valutazione della qualità dell’aria attraverso l’utilizzo di modellistica diffusio- nale; • verifica dell’efficacia dei provvedimenti adottati per la riduzione delle emis- sioni, a seguito di modifiche apportate sui processi produttivi, alle materie prime, ai sistemi di abbattimento degli effluenti, ecc.

La Legge regionale n. 66/95, che ha istituito l’Agenzia regionale per la protezio- ne ambientale della Toscana, ha individuato le attività di competenza in materia di emissioni in atmosfera e inquinamento dell’aria:

54 • attività di accertamento tecnico e di controllo, campionamenti, misure, anali- si di laboratorio, elaborazioni e valutazioni documentazioni tecniche sulle condizioni ambientali, sulle fonti ed i fattori causali dei fenomeni di inquinamento dell’aria; • supporto tecnico scientifico, finalizzato alla verifica di compatibilità ambien- tale ed alle istruttorie relative all’approvazione di progetti ed al rilascio di autorizza- zioni in materia di emissioni in atmosfera. II recepimento della Direttiva quadro 96/62/CE, avvenuto con D.Lgs. n.351 del 4 agosto 1999 ha stabilito il nuovo contesto in cui dovrà muoversi la valutazione e gestione della qualità dell’aria, sia in termini di protezione della popolazione che di salvaguardia dell’ambiente nel suo complesso. La conoscenza della qualità dell’a- ria, basata fino ad oggi esclusivamente sui dati prodotti dal monitoraggio, e` ora collocata in una visione integrata, dove le reti rappresentano uno dei tre elementi fondamentali insieme agli inventari delle emissioni e alla modellazione dei processi diffusionali e di trasformazione chimica degli inquinanti. Questo obiettivo sarà perseguito mediante l’adozione di strategie comuni per defini- re un sistema armonizzato di raccolta e diffusione delle informazioni garantendo la prevenzione, l’eliminazione o riduzione dei fenomeni inquinanti

Ribadito che in relazione alla risorsa aria il territorio del Comune di Roccalbegna (marginalmente interessato dalle sole emissioni dei siti geotermici del Monte Amiata) si pone a livelli di qualità “alta”, gli indicatori individuati potrebbero e dovrebbero essere: • Rete di monitoraggio della qualità dell’aria • Monitoraggio chimico • Monitoraggio biologico: lichenico • Monitoraggio biologico: biomonitoraggio dell’ozono • Emissioni (civili, industriali, altri tipi) • Aree a rischio di inquinamento atmosferico

Rete di monitoraggio della qualità dell’aria

Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi A partire dal 1/1/2011 la qualità dell’aria viene monitorata attraverso la nuova rete regionale di rilevamento gestita da ARPAT, che va a sostituirsi alle preesistenti reti provinciali.

L’intero sistema è improntato ai dettami legislativi contenuti a livello comunitario: nella Direttiva 2008/50/CE livello nazionale: nel D.Lgs. 155/2010 livello regionale: nella L.R. 9/2010 e nella DGRT 1025/2010 e mira a garantire una valutazione ed una gestione della qualità dell’aria su base regionale anzichè su base provinciale. Uno dei vantaggi introdotti dal nuovo sistema consiste nella possibilità di sganciare la valutazione della qualità dell’aria dal rigido sistema dei confini amministrativi a favore di un sistema fondato sulla ripartizione del territorio in zone omogenee dal punto di vista delle fonti di inquinamento, delle caratteristiche orografiche e meteo-climatiche e del grado di urbanizzazione. Per ciascuna zona è previsto un certo numero di stazioni di monitoraggio che di- pende dalla popolazione residente e dallo storico delle misure effettuate nella zona. I dati relativi agli inquinanti misurati attraverso le centraline vengono elaborati quo- tidianamente da ARPAT e messi a disposizione della comunità attraverso la pubbli-

55 cazione del bollettino quotidiano della qualità dell’aria. I valori riportati nel bollettino hanno superato esclusivamente il processo di verifica giornaliero e hanno validità sino all’effettuazione di più approfonditi controlli: nel cor- so dell’anno l’Agenzia è impegnata in una continua attività di gestione e validazione dei dati raccolti quotidianamente fondata sull’utilizzazione di strumenti statistici da impiegare su lunghe serie di dati. E’ su questi dati di indiscutibile attendibilità ed affidabilità che vengono costruiti gli indicatori di lungo periodo ed elaborato il Rap- porto annuale della qualità dell’aria, documento di sintesi mirato a fornire alle Am- ministrazioni competenti il quadro conoscitivo necessario a determinare le politiche di gestione dell’ambiente. La qualità dei dati viene assicurata anche garantendo il mantenimento degli standard di qualità richiesti dalla normativa relativi in particolare all’approvazione degli stru- menti di campionamento e misura della qualità dell’aria (art. 17 del D.lgs 155/2010); a tale scopo, come previsto dalla L.R. 9/2010 art. 5 comma 4, la Regione si avvale del Centro regionale di Riferimento per il controllo e l’assicurazione di qualità dei dati (C.R.R.Q.A.) di ARPAT che esercita la funzione di controllo ed assicurazione di qualità dei dati prodotti dalla rete regionale di rilevamento.

Evidenze riscontrate e stato della risorsa Nel territorio di Roccalbegna non vi sono stazioni di monitoraggio, per cui il reperimento dei dati è possibile solo attraverso un laboratorio mobile. La rete di monitoraggio non appare quindi ad un livello soddisfacente in termini di dotazione e adeguatezza.

Monitoraggio chimico

Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi Gli standard di qualità utilizzati per il monitoraggio chimico dell’aria sono indici statistici che descrivono la distribuzione delle concentrazioni medie orarie e/o giornaliere, per i periodi di osservazione prefissati, degli inquinanti di seguito descritti, peraltro ottimizzati e modificati rispetto a quelli indicati nel Piano Strutturale. Di tali inquinanti la normativa specifica valori limite e/o valori guida che devono essere rispettati. La verifica del rispetto di tali valori è realizzata mediante la misurazione delle concentrazioni degli inquinanti e la valutazione di tipo statistico dei dati ottenuti.

Evidenze riscontrate e stato della risorsa

Monossido di carbonio (CO) Il monossido di carbonio è un gas incolore ed inodore che si forma dalla com- bustione incompleta degli idrocarburi presenti in carburanti e combustibili. La principale sorgente di CO e` rappresentate dai gas di scarico dei veicoli, soprattutto funzionanti a bassi regimi, come nelle situazioni di traffico intenso e rallentato. Altre sorgenti sono gli impianti di riscaldamento e alcuni processi industriali, come la produzione di acciaio, di ghisa e la raffinazione del pe- trolio

Biossido di Zolfo Il biossido di zolfo e` un gas incolore, dall’odore pungente e irritante. Il biossido di zolfo si forma nel processo di combustione per ossidazione dello

56 zolfo presente nei combustibili solidi e liquidi (carbone, olio combustibile, ga- solio). Le fonti di emissione principali sono legate alla produzione di energia, agli impianti termici, ai processi industriali e al traffico. L’SO2 e` il principale responsabile delle “piogge acide”, in quanto tende a trasformarsi in anidride solforica e, in presenza di umidita`, in acido solforico. In particolari condizioni meteorologiche e in presenza di quote di emissioni elevate, puo` diffondersi nell’atmosfera ed interessare territori situati anche a grandi distanze.

Biossido di Azoto (NO2) Il biossido di azoto e` un gas di colore rosso bruno, di odore pungente e al- tamente tossico. Il biossido di azoto si forma in massima parte in atmosfera per ossidazio- ne del monossido (NO), inquinante principale che si forma nei processi di combustione. Le emissioni da fonti antropiche derivano sia da processi di combustione (centrali termoelettriche, riscaldamento, traffico), che da pro- cessi produttivi senza combustione (produzione di acido nitrico, fertilizzanti azotati, ecc.)

Anidride Solforosa (SO2) L’Anidride Soforosa è un gas incolore dal tipico odore empireumatico.

Idrogeno Solforato E` un gas incolore dall’odore caratteristico di uova marce, per questo definito gas putrido. E` idrosolubile ha caratteristiche debolmente acide e riducenti. E` presente nelle emissioni delle zone vulcaniche e geotermiche, e` prodotto dalla degradazione batterica di proteine animali e vegetali. E` un coprodot- to indesiderato nei processi di produzione di carbon coke, di cellulosa con metodo Kraft, di raffinazione del petrolio, di rifinitura di oli grezzi, di concia delle pelli, di fertilizzanti, di coloranti e pigmenti, di trattamento delle acque di scarico e di altri procedimenti industriali.

Particolato Sospeso e Pollini L’aria degli spazi confinati e degli spazi aperti contiene in sospensione un enorme numero di particelle di varia origine, forma e dimensione, che costi- tuiscono l’aerosol atmosferico. Il Comune di Roccalbegna è particolarmente esposto a questo tipo di inqui- namento “naturale” e gli abitanti sono esposti al rischio di “pollinosi”. La pollinosi è una delle più tipiche malattie allergiche. Essa è dovuta alla inalazione di pollini che vengono trasportati dalle correnti aeree anche a no- tevoli distanze dai luoghi dove vengono prodotti I sintomi più comuni sono rappresentati da riniti, congiuntiviti e talvolta da asma bronchiale. Le pollinosi hanno un decorso tipicamente stagionale ed in rapporto al loro periodo di insorgenza vengono distinte in preprimaverili, primaverili ed autunnali.

Non sono reperibili dati significativi riguardanti il monitoraggio degli inquinanti nel Comune di Roccalbegna. Anche se in linea di massima ed in attesa di rilevamenti più precisi si può affermare che solo nel caso del particolato sospeso-pollini ed in quello dell’Idrogeno solforato derivante dalle emissioni degli impianti geotermici possono verificarsi temporanee 57 concentrazioni, sempre comunque inferiori ai livelli ammessi dalla normativa.

Riprendendo le indicazioni del Rapporto Ambientale del Piano Strutturale si propone l’utilizzazione di un sistema di rilevazione definibile come:

Monitoraggio biologico: lichenico

Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi Il monitoraggio biologico fornisce informazioni sulla qualità dell’ambiente attraverso l’analisi e la valutazione della distribuzione di particolari organismi viventi (licheni epifiti) in una determinata area. In particolare esso consiste nello studio di variazioni ecologiche indotte da fattori inquinanti, il cui effetto si esplica principalmente attraverso variazioni di distribuzione geografica di specie che sono sensibili a:

- situazioni di inquinamento (bioindicatori); - modificazioni morfologiche a carico di un determinato biotipo (indicatori di reazione); - fenomeni di accumulo di sostanze inquinanti nei tessuti biologici (bioaccumulo).

Tali licheni sono sensibili principalmente ai gas fitotossici, quindi ossidi zolfo e di azoto, ma anche agli idrocarburi e ai metalli pesanti. Questo tipo di indagine consentirebbe lo studio della qualità dell’aria attraverso un’indagine più mirata nella aree di fondovalle, ambiente con un clima molto favorevole allo sviluppo delle specie licheniche.

All’interno del territorio comunale dovranno essere individuate specifiche postazioni per l’installazione di stazioni per il rilevamento floristico. L’indice di qualità ambientale sul quale vengono costruite le mappe è lo IAP (Index Air Purity). Esso fornisce in maniera sintetica la misura della biodiversità lichenica di un determinato territorio basandosi sul numero, la frequenza e la tolleranza delle specie licheniche presenti in una data area, tenendo conto che ad un valore basso dell’indice corrispondono aree inquinate, mentre ad un valore alto corrispondono aree pulite. In altre esperienze la scelta delle stazioni è stata condotta in modo da seguire la rapidità di variazione dei valori di IAP adottando una più alta densità di campionamento in corrispondenza di aree particolarmente soggette a degrado. La densità media di campionamento per gli studi di bioindicazione dovrà pari a 0,45 stazioni per kmq.

Evidenze riscontrabili e stato della risorsa

Il risultato dell’indagine sarà una mappatura del territorio in sei ambiti distinti: Ambito 1 con IAP compreso tra 0 (deserto lichenico) e 2 (inizio dell’area di pre- deserto) interessa zone con qualità dell’aria molto deteriorata (generalmente riscontrabile in corrispondenza di importanti assi viari e di ferrovie, nonché di emissioni da impianti industriali ed estrattivi). Ambito 2 con IAP compreso tra 2 e 10 interessa zone con qualità dell’aria deteriorata (caratteristico dei centri abitati densamente insediati)

58 Ambito 3 con IAP compreso tra 10 e 20 interessa zone con qualità dell’aria scarsamente deteriorata (ambiti planiziali marginali ai corsi d’acqua) Ambito 4 con IAP compreso tra 20 e 30 interessa zone con qualità dell’aria discreta. Ambito 5 con IAP compreso tra 30 e 40 interessa zone con qualità dell’aria relativamente buona (generalmente la media collina non insediata, ovvero la stragrande maggioranza del territorio comunale di Roccalbenga) Ambito 6 con IAP superiore a 40 interessa zone con qualità dell’aria buona (generalmente rappresentata dalla fascia collinare alta). Il Comune di Roccalbegna non è interessato da questo tipo di monitoraggio.

Monitoraggio biologico: biomonitoraggio dell’ozono

Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi Non sono presenti specifici rilevamenti delle concentrazioni di ozono. Se saranno eseguiti, potranno essere basati sull’uso integrato sia delle centraline automatiche sia di “centraline biologiche”, equipaggiate con piante di tabacco ozono- sensibile, dislocate sul territorio secondo una griglia di campionamento sistematico. In considerazione dell’estrema dinamicità dell’andamento temporale delle concentrazioni di ozono, è possibile che i dati debbano essere raccolti lungo un periodo temporale superiore all’anno solare.

Emissioni

Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi La stima della quantità e della qualità di emissioni inquinanti deriva sia dalla misura diretta delle emissioni che dal prodotto di un fattore di emissione per un indicatore di sorgente. Gli indicatori di sorgente sono grandezze caratteristiche delle attività generatrici di inquinanti. Le sorgenti emittenti possono essere classificate secondo due criteri: geometria della sorgente e tipologia dell’emissione. Pertanto abbiamo: - sorgenti diffuse riferibili genericamente alla combustione con esclusione dell’industria, riferibili alla combustione di derivazione industriale ed ai processi produttivi, traffico auto veicolare, riferibili ad evaporazione di solventi, riferibili ad attività naturali. - sorgenti puntuali: riferibili genericamente alla combustione con esclusione dell’industria, riferibili alla combustione di derivazione industriale ed ai processi produttivi, - sorgenti lineari: traffico auto veicolare lungo le principali linee di comunicazione.

Evidenze riscontrate e stato della risorsa Nel territorio comunali sono presenti, anche se in entità limitatissima emissioni civili diffuse da combustione.

59 In considerazione delle rarefatte concentrazioni demografiche, il territorio rocchigiano è caratterizzato da un basso coefficiente di metanizzazione, mentre appare consistente (sempre però riferito all’esigua concentrazione demografica) il fabbisogno energetico soddisfatto dall’uso di legname. Questo aspetto però viene mitigato, se non annullato considerando che se gli studi della Regione Toscana attestano che mediamente il 9-10% del fabbisogno energetico ad usi civili sia soddisfatto dalla combustione di legna, il territorio comunale ha una copertura boschiva notevolmente superiore alla media regionale.

Aree a rischio di inquinamento atmosferico

Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi L’indicatore descrive la situazione del territorio in riferimento al sistema di classificazione adottato dalla Regione Toscana in applicazione del D.Lgs. 351/1999. La norma stabilisce che le regioni debbano effettuare la valutazione delle qualità dell’aria e dell’ambiente e, sulla base di essa, provvedano ad individuare le zone e gli agglomerati del proprio territorio in cui le concentrazioni degli inquinanti: rischiano di superare o superino i valori limite e le soglie di allarme eccedono il valore minimo aumentato del margine di tolleranza; sono compresi tra il valore limite e il valore limite aumentato del margine di tolleranza; non superano i valori limite né rischiano di superarli.

Evidenze riscontrate e stato della risorsa Il Comune di Roccalbegna non evidenzia situazioni di criticità ambientale.

Sintesi ed elementi per la valutazione

Il Comune di Roccalbegna presenta ottimi valori della qualità dell’aria grazie alla lontananza dai maggiori centri urbani e alla presenza di ampie superfici boscate. La marginalità del territorio comunale sia alle entità insediative e produttive della Provincia di Grosseto, sia a quelle della Regione Toscana portano ad una relativa mancanza di dati e di rilevamenti, ovvero ad una scarsità, occasionalità e limitatezza del monitoraggio ambientale. Non si rilevano criticità. Pertanto l’analisi condotta sulla risorsa aria fa consente di concludere che: Il territorio comunale è privo di una rete di monitoraggio della qualità dell’aria e l’acquisizione dei dati è possibile solo attraverso l’uso di una stazione mobile. Mancano dati organizzati in relazione al monitoraggio chimico. Non è strutturato un essenziale monitoraggio lichenico, anche se poi, anche ad una analisi diretta più del 90% del territorio comunale può essere considerato caratterizzato da una ottima qualità dell’aria. Da rilevare un progressivo possibile decadimento della qualità dell’aria nei fondovalle dei fiumi e dei torrenti principali dove il contesto orografico favorisce il progressivo accumulo degli inquinanti atmosferici negli strati più bassi dell’atmosfera. Non si rilevano aree a rischio di inquinamento atmosferico, rientrando il Comune in classe A per tutti gli inquinanti valutati, in relazione alla classificazione fatta ai fini della protezione degli ecosistemi e della vegetazione

60 11.2 RISORSA “ACQUA”

In relazione alla risorsa acqua, gli indicatori individuati sono: • Qualità delle acque superficiali: indici di qualità biologica e chimico-fisica dei corsi d’acqua • Qualità delle acque sotterranee • Fabbisogni idrici: evoluzione della domanda idrica e ripartizione per settore • Consumi idrici da acquedotto: prelievi, evoluzione dei consumi ed efficienza della rete • Consumi idrici da acquedotto: tipologia di utilizzi e dotazioni idriche • Capacità di depurazione

RISORSE DESCRIZIONE Indicatore Qualità delle acque superficiali: indici della qualità biologica e chimico fisica dei corsi d’acqua ACQUE SUPERFICIALI E Qualità delle acque sotterranee SOTTERRANEE Acquiferi termali: qualità e caratteristiche Fabbisogni idrici:evoluzione della domanda idrica e ripartizione per settore ACQUA Consumi idrici da acquedotto: prelievi, evoluzione dei consumi ed efficienza della rete APPROVVIGIONAMENTO IDRICO Consumi idrici da acquedotto: tipologia di utilizzi e dotazioni idriche Utilizzo della risorsa idrica a scopi idroelettrici DEPURAZIONE E SCARICHI Capacità di depurazione

Qualità delle acque superficiali: indici della qualità biologica e chimico fisica dei corsi d’acqua

Circa la risorsa acqua si ricorda che i corsi d’acqua principali che precorrono il territorio comunale sono i seguenti quelli riportati a pag. 32. Per quanto riguarda le sorgenti captate per uso idropotabile e le principali sorgenti non captate o captate da privati con portate mediamente superiori ad 1 l/sec si ha un quadro dettagliato della loro collocazione nella relazione geologica allegata al P.S. ed al R.U. ed in particolare nelle indagini geologico tecniche di supporto in cui sono individuate su cartografia e sorgenti e delle relative aree di salvaguardia. Inoltre è opportuno ricordare che la gestione dei servizi idrici (acquedotto, fognatura e depurazione) nel Comune di .Roccalbegna è a carico dell’Acquedotto del Fiora/ ATO6.

Bacino Ombrone grossetano Area d’indagine

Il bacino dell’Ombrone grossetano è il secondo bacino idrografico per dimensioni della Toscana, pari a circa 3500 kmq, il maggiore della zona meridionale. Il fiume Ombrone che si articola per oltre 160 km ha la maggiore portata di sedimenti in so- 61 spensione dei fiumi toscani; attraversa parte delle province di Siena e Grosseto per confluire in mare con un ampio delta, all’interno del Parco naturale della Maremma. L’area intorno a Bocca d’Ombrone, si presenta come un mosaico ambientale all’in- terno del quale sono presenti aree temporaneamente allagate da acque con diverse percentuali di salinità, dove si sviluppa la Salicornia (Sarconcornia perennis), aree a pinete, aree a pascolo ed, infine, aree colonizzate da arbusti tipici della macchia mediterranea. Il territorio in prossimità della foce dell’Ombrone, assieme alla zona palustre della Trappola, riveste un ruolo di estrema importanza nel fornire rifugio ed alimentazio- ne a molte specie di uccelli acquatici. La presenza di un gradiente di salinità nelle acque e nel terreno crea un particolare ecotopo con la presenza di specie ittiche e di invertebrati, sia terrestri che acquatici, capaci di vivere in queste particolari con- dizioni ambientali. In prossimità della foce la pianura alluvionale arriva fino al mare e ne rimane sepa- rata da una serie di cordoni di dune che formano zone di difficile deflusso occupate un tempo da pantani e da laghicostieri, solo recentemente prosciugati. Tutta la zona in prossimità della foce è stata da sempre sottoposta ad opere di boni- fica, attualmente rimangono a testimonianza numerose opere idrauliche quali il Ca- sello Idraulico e l’Idrovora San Paolo, oltre a molti canali di prosciugamento lungo i quali cresce abbondante la cannuccia di palude (Phragmites australis). La vegetazione in prossimità del fiume è rappresentata da lentisco, mirto, ginepro e leccio; risalendo verso l’interno si incontrano vasti boschi di leccio e, nelle vallette più umide, roverelle e olmi. Procedendo dal mare, percorrendo il fiume, si incontrano i ginepri, i giunchi marini e i tamerici. Nel suo tratto terminale assume le caratteristiche di un ambiente lentico, caratteriz- zato da uno scorrimento estremamente rallentato delle acque che risultano ricche di particelle inorganiche ed organiche in sospensione. Risalendo il fiume fino ad Istia d’Ombrone il letto fluviale è molto sinuoso e forma molte penisole; il fondo è per la maggiore parte limoso e argilloso, le acque inoltre, presentano un decorso lento e l’aspetto è quello di un largo corso d’acqua calmo e profondo. Proseguendo verso Campagnatico, il fiume scorre su depositi alluvionali e presenta un alveo formato da ghiaia con profonde pozze costituite da sassi, ciottoli e depositi di materiale argilloso con alternarsi di lunghe spianate di media e costante profon- dità. Il vasto territorio della provincia di Grosseto attraversato dall’Ombrone è a bassa densità abitativa, con vaste zone a bosco e ampie superfici coltivate, con formazioni geomorfologiche particolari ed interessanti emergenze naturalistiche. Tra i principali affluenti di destra vengono monitorati l’Arbia e il Merse, tra quelli di sinistra l’Orcia ed altri torrenti minori come il Trasubbie e il Melacce. Il Torrente Arbia nasce alle pendici del Poggio Caballari (m 648), presso Castellina in Chianti nella provincia di Siena, si immette poi nell’Ombrone a Buonconvento. Grazie alla ricchezza di vegetazione e di elementi faunistici che caratterizzano le sponde del Merse e del torrente Farma, suo primo tributario, questi due fiumi mantengono in molti tratti un aspetto naturale. Il Merse risente tutt’oggi dell’attività estrattiva delle miniere di (da cui si estraeva rame fino al 1994), il cui effetto è amplificato dall’assenza di acqua nel periodo di magra. Tra gli affluenti di sinistra il più importante è l’Orcia, interessato da una scarsa pres- 62 sione urbana nella parte alta del suo percorso, dove comunque insistono attività lavorative come draghe o colture agricole intensive cerealicole. Il Bacino dell’Ombrone è suddiviso in quattro sottobacini idrografici: Ombrone, Al- begna, Bruna e Osa, nei quali la Regione Toscana ha individuato la Laguna di Or- betello, la Laguna di Burano e il Padule della Diaccia Botrona come aree sensibili. Sebbene non sia ancora stato emanato il decreto ministeriale per la definizione del bilancio idrico ed il minimo deflusso vitale, è in corso di definizione da parte della Regione la prima individuazione, il cui rispetto determinerà sicuri benefici sulla qualità delle acque nei periodi di magra dei corpi idrici, ovvero sugli ecosistemi sottesi

Bacino dell’Albegna

Albegna e Bruna insieme ad Osa sono sottobacini del bacino regionale dell’Ombro- ne grossetano. Il Bacino del Fiume Fiora interessa il territorio comunale in modo assolutamente marginale ed ininfluente sulla redazione dello strumento urbanistico. La superficie totale del sottobacino Albegna è di 748 kmq, il fiume nasce dalle pen- dici del monte Buceto (m 1152), nella provincia di Grosseto, sfocia nel mar Tirreno a Torre Saline, in località , senza entrare nella laguna di Orbetello ma restando a nord di poche centinaia di metri. L’asta fluviale ha una lunghezza di 66 km. Nascendo in prossimità del Monte Amiata risente della anomalia geochimica da mercurio di questa area e l’alta valle presenta una geomorfologia varia e accidentata, con pareti rocciose di calcare massiccio. La superficie totale del sottobacino del Bruna è di 441 kmq. Il fiume Bruna nasce dalle Serre, a m 214, presso Forni dell’Accesa in provincia di Grosseto e sfocia nel mare Tirreno a Castiglione della Pescaia, dopo aver percorso 44 Km. L’intrusione di acqua marina nella falda della pianura di Grosseto è un fenomeno stagionale e progressivo nello stesso tempo e sta diventando un fenomeno molto complesso. L’intrusione procede nel periodo estivo e retrocede nel periodo inverna- le ma ogni tanto conquista terreno. Oltre al richiamo di acqua marina, per effetto dei pompaggi, c’è almeno in certe aree, la risalita di acqua mineralizzata profonda, che in parte si mescola con quella marina. Molto probabilmente un altro fenomeno con- tribuisce alla salinizzazione dell’acqua nel sottosuolo: il drenaggio di acqua connata (quindi salata) delle argille marine e lagunari. L’acquifero ospitato nelle vulcaniti del Monte Amiata è considerato il più importan- te serbatoio idrico della Toscana meridionale; ad esso, infatti, attingono numerosi acquedotti che servono buona parte delle province di Siena e Grosseto e dell’Alto Lazio. Sulle acque del fiume Albegna ha un impatto considerevole un’area ad agricoltura intensiva condotta a mais che drena, a mezzo di impianto idrovoro nell’Albegna

Qualità delle acque superficiali Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi Evidenze riscontrate e stato della risorsa

Lo stato di qualità ambientale dei corpi idrici superficiali è definito, ai sensi del D.Lgs. 152/1999, sulla base dello stato ecologico e dello stato chimico del singolo corpo 63 idrico. Per quanto riguarda lo stato ecologico, l’indice di inquinamento dei macrodescrittori (LIM), ovvero dei principali parametri chimico-fisici utilizzati per determinare lo stato ecologico di un corso d’acqua superficiale (D.Lgs. 152/1999: ossigeno disciolto, BOD5, COD, azoto ammoniacale, azoto nitrico, fosforo totale ed Escherichia coli), consente di verificare le variazioni del livello di inquinamento chimico-fisico edi evidenziare le eventuali criticità. L’Indice Biotico Esteso (IBE) è basato sullo studio delle comunità di macroinvertebrati (Insetti, Crostacei, Oligocheti, Molluschi, Irudinei, Tricladi, Gasteropodi) che vivono stabilmente nei corsi d’acqua e mostra il grado di danno biologico apportato dalle turbative ambientali. Lo stato ecologico di un corso d’acqua può quindi essere descritto attraverso la costruzione di un indice sintetico, il SECA (Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua), derivante dall’analisi congiunta del livello dei macrodescrittori e dell’IBE, analisi che tiene quindi conto sia della diversa sensibilità agli inquinanti di quei gruppi di macroinvertebrati più sensibili, sia del numero totale di unità sistematiche rilevate. L’attribuzione dello stato ambientale avviene infine rapportando i dati relativi allo stato ecologico con quelli relativi alla presenza degli inquinanti chimici. Il Livello di inquinamento da macrodescrittori (LIM) ha un andamento decrescente procedendo da monte a valle, mentre presenta un trend in miglioramento se si con- siderano le singole stazioni, attestandosi prevalentemente su un livello 2. Da notare che nelle due stazioni più a valle si ravvisa un miglioramento dal 2004 con valori che raggiungono la fascia verde (qualità buona). Meritano un approfondimento i valori dell’Indice biotico esteso, in quanto se ci limi- tiamo al valore medio ottenuto nelle tre stazioni di monitoraggio sull’Albegna, esso non si distacca troppo da 8, che indica qualità buona. Ma nell’ambito della stessa stazione si ha una progressiva tendenza alla diminuzione del valore che si avvici- na alla III classe (7). A nostro avviso è interessante notare la sottigliezza in quanto l’IBE, per sua stessa natura, è un indicatore in grado di memorizzare lievi ma per- sistenti cambiamenti che interessano l’alveo fluviale e quindi può funzionare come campanello d’allarme meglio di altri parametri chimici. Ancora una volta, l’indicatore sintetico SECA non si dimostra in grado di percepire lievi cambiamenti nel tempo, infatti in base al SECA il fiume Albegna si mantiene in stato ecologico buono.

Asta principale del Fiume Albegna Trend dei valori parametrici

Azoto totale e ammoniacale presentano valori piuttosto elevati nel punto Ponte per (MAS 055). Da notare che fino al 2003 i valori di ammoniaca sono decisamente più bassi, appena apprezzabili, inferiori a 0,04 mg/l, mentre per quanto riguarda l’azoto totale presenta livelli alti. L’ipotesi più plausibile sembra essere quella di un apporto di acque termali a monte del punto di monitoraggio, che determina l’incremento di tali composti. Da questa situazione emerge chiaramente come la tendenza dei singoli macro- descrittori possa fornire delle informazioni aggiuntive importanti, rispetto all’indice sintetico di per sé. Le concentrazioni di cloruri nella stazione Barca dei Grazi, ad appena 4,5 km dalla foce, confermano la presenza di intrusione salina

64 Sostanze pericolose

Lo stato ambientale (SACA) sul fiume Albegna in località Montemerano diventa sca- dente per presenza di arsenico con valore medio, nel quadriennio, superiore al limite previsto. A Barca dei Grazi lo stato ambientale non cambia rispetto allo stato ecologico ma si ha un 5% circa di determinazioni di piombo e cadmio con valori superiori ai limiti previsti.

Qualità delle acque sotterranee Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi

Nel paragrafo successivo si riporta la metodologia prevista dal D. Lgs. 152/99 per la classi- ficazione delle acque sotterranee. Nei paragrafi seguenti è riportata la sintesi del quadro conoscitivo attuale.

Stato di qualità ambientale delle acque sotterranee Gli indici utilizzati per la valutazione dello stato di qualità delle acque dei corpi idrici significativi sotterranei sono: • SquAS = Stato Quantitativo delle Acque Sotterranee; • SCAS = Stato Chimico delle Acque Sotterranee; • SAAS = Stato Ambientale delle Acque Sotterranee. Lo stato di qualità ambientale (indice SAAS) è determinato dall’integrazione degli stati quantitativo e chimico.

Stato quantitativo delle acque sotterranee (SquAS) Diversamente a quanto previsto per la classificazione dei corpi idrici superficiali, lo stato quantitativo costituisce per i corpi idrici sotterranei un parametro necessario ai fini della valutazione del loro stato ambientale. Lo stato quantitativo, espresso come indice SquAS, è definito dal D. Lgs. 152/99, sulla base delle alterazioni delle condi- zioni di equilibrio connesse con la velocità naturale di ravvenamento dell’acquifero. In particolare, lo stato quantitativo può essere ricondotto a quattro classi come ripor- tato nella tabella seguente.

Classi Giudizi

Impatto antropico nullo o trascurabile con condizioni di equilibrio idrogeologico. Le estrazioni di Classe A acqua o alterazioni della velocità naturale di ravvenamento sono sostenibili sul lungo periodo.

Impatto antropico ridotto, vi sono moderate condizioni di disequilibrio del bilancio idrico, senza che S Classe B tuttavia ciò produca una condizione di sovrasfruttamento, consentendo un uso della risorsa soste- q nibile sul lungo periodo. u A Impatto antropico significativo con notevole incidenza dell’uso sulla disponibilità della risorsa evi- S denziata da rilevanti modificazioni agli indicatori generali sopraesposti (nella valutazione quantita- Classe C tiva bisogna tenere conto anche degli eventuali surplus incompatibili con la presenza di importanti strutture sotterranee preesistenti).

Impatto antropico nullo o trascurabile, ma con presenza di complessi idrogeologici con intrinseche Classe D caratteristiche di scarsa potenzialità idrica

Lo stato qualitativo delle acque sotterranee che interferiscono nel territorio comuna- 65 le di Roccalbegna viene collocato in CLASSE A

Stato chimico delle acque sotterranee (SCAS)

Relativamente allo stato chimico, il D. Lgs. 152/99 pone di utilizzare ai fini della classificazione il valore medio, rilevato per ogni parametro di base o addizionale nel periodo di riferimento (l’arco di tempo di un anno in cui sono state eseguite le campagne nel periodo morbida e nel periodo di magra). Lo stato chimico valutato con i macrodescrittori è determinato dal parametro che ricade nella classe per cui è previsto il limite in concentrazione più alto (classe peg- giore); nel caso di superamento del limite per uno qualsiasi dei parametri addizionali viene attribuita, indipendentemente dall’esito derivante dai parametri macrodescrit- tori, la classe IV o la classe 0 relativa allo stato naturale particolare. Per quanto concerne i parametri addizionali, l’indagine su di essi è definita dall’au- torità competente a seconda dell’uso del suolo, delle attività presenti sul territorio, in considerazione della vulnerabilità della risorsa. La presenza di un determinato elemento nella facies idrochimica “caratteristica” o “naturale” del corpo idrico significativo (classe 0) è stata esclusa in prima appros- simazione, a meno di approfondimenti successivi, per gli acquiferi che denunciano uno stato quantitativo in classe C. È certo infatti che, sia per quanto riguarda i tenori di Fe e Mn che quelli dei cloruri, la condizione di stato naturale particolare appare incompatibile, per definizione, con acquiferi che denunciano un grave squilibrio di bilancio, dato che tale squilibrio determina proprio la perdita delle caratteristiche intrinseche e naturali dell’acquifero stesso: come precedentemente espresso, in risposta ad uno squilibrio di bilancio dovuto ad un incremento del termine “prelievi antropici”, il sistema, dato che il termine IE della ricarica risulta costante e comun- que indipendente dalle dinamiche interne del sistema acquifero, può rispondere oltre che col progressivo svuotamento della risorsa anche con l’incremento degli scambi idrici da acque superficiali e sotterranee adiacenti. Gli effetti di uno squilibrio di bilancio, che non necessariamente può portare allo svuotamento del sistema, possono quindi variare da situazione a situazione in di- pendenza della disponibilità idrica dei corpi idrici superficiali e sotterranei adiacenti e soprattutto delle loro caratteristiche chimiche. Si pensi al richiamo di acque salate ed al conseguente arricchimento di Cl, od al richiamo da sistemi isolati di acque poco ossigenate e ricche in Fe, Mn ed NH4.

Lo stato chimico delle acque sotterranee che interferiscono nel territorio comunale di Roccalbegna viene collocato in CLASSE B in relazione ai parziali ed incerti dati derivanti dall’inquinamento delle aree poste in zona di prospezione geotermica.

Stato ambientale delle acque sotterranee (SAAS)

Lo stato ambientale dei corpi idrici sotterranei, come si evince dallo schema riporta- to di seguito, viene ottenuto “incrociando il risultato chimico con quello quantitativo”. Mentre lo stato chimico può essere determinato sia per acquifero che per singolo pozzo monitorato, lo stato ambientale è, invece, definito per acquifero (paragrafo 4.4.3 dell’Allegato 1 al D. Lgs. 152/99) e non per singolo pozzo. Per tali motivi si è

66 effettuata la classificazione chimica anche per acquifero, eseguendo la media dei parametri macrodescrittori e dei parametri addizionali determinati sui pozzi ricadenti nello stesso. Nel caso di stato chimico dell’acquifero superiore alla classe 2, e nel caso di stato 0, si sono indicati in nota nella tabella dello stato ambientale, i parametri che hanno determinato l’esito della classificazione. Nei casi in cui la concentrazione del parametro è risultata inferiore al limite di rileva- bilità della tecnica analitica, per calcolare la media, si è riportato il valore corrispon- dente alla metà del limite di rilevabilità Tabella 27 – Stato di qualità ambientale definito per gli acquiferi individuati come significativi ai sensi della DGRT 10 marzo 2003 n. 225 (fonte: Regione Toscana 2003, ARPAT 1997-2003).

LEGENDA A Nome dell’acquifero considerato, come indicato nella DGRT 10 marzo 2003, n. 225.

Stato quantitativo dell’acquifero espresso come indice SquAS = Stato Quantitativo delle Acque Sotter- B ranee per ciascun acquifero. Le lettere in grassetto indicano la classe di qualità.

Stato di qualità chimica dell’acquifero espresso come indice SCAS = Stato Chimico delle Acque Sot- C terranee (rif. Tab. 20 All. 1 al D. Lgs. 152/99): i dati sono relativi all’anno 2002 per ciascun acquifero. I numeri in grassetto indicano la classe di qualità.

D Numero di punti di monitoraggio dello stato qualitativo. Stato Ambientale dell’acquifero considerato espresso come indice SAAS = Stato Ambientale delle E Acque Sotterranee: in tabella si riporta il giudizio ottenuto incrociando i dati relativi agli indici SquAS e SCAS A B C D E F CORPI IDRICI SOTTERRANEI STATO DI QUALITÀ AMBIENTALE RILEVATO SIGNIFICATIVI Num. DENOMINAZIO- RIF. SquAS SCAS Punti SAAS Note NE QL Acquifero dell’A- Intero acquifero B 0 9 PARTICOLARE Fe, As miata Acquifero delle Vulcaniti di Piti- Intero acquifero A 3 4 SUFFICIENTE NO3 gliano

Classificazione di qualità delle acque sotterranee La rete di monitoraggio

Nelle tabelle seguenti sono riportati per ogni corpo idrico sotterraneo significativo i punti di monitoraggio individuati con DGRT 225/03, cui si aggiungono nuovi punti (indicati in corsivo), successivamente individuati di concerto con ARPAT ed il Set- tore Servizio Idrologico Regionale. I punti asteriscati sono quelli del monitoraggio quantitativo (QTC) scelti per l’installazione di misuratori in continuo del livello pie- zometrico.

Tabella 23 – Elenco dei corpi idrici significativi sotterranei (fonte: ex Tab. 3 All. 2 DGRT 10 marzo 2003, n. 225).

LEGENDA (ex Tab. 3 All. 2 DGRT 10 marzo 2003, n. 225) Colonna A Bacino idrografico/Autorità di Bacino di riferimento Colonna B Codice di identificazione del corpo idrico significativo sotterraneo Colonna C Denominazione del corpo idrico significativo sotterraneo

67 Numero di punti di monitoraggio costituiti da pozzi per ogni corpo idrico significativo identificato sud- Colonna D diviso per punti monitoraggio qualità (QL) e punti monitoraggio quantità (QTC). Numero di punti di monitoraggio costituiti da sorgenti per ogni corpo idrico significativo identificato Colonna E suddiviso per punti monitoraggio qualità (QL) e punti monitoraggio quantità (QTC). Colonna Numero totale dei punti di monitoraggio per ogni corpo idrico significativo identificato. F/G A B C D E F CORPO IDRICO SIGNIFICATIVO RETE DI MONITORAGGIO BACINO/I DI N. N. N. N. TOT. TOT. RIFERIMEN- CODICE DENOMINAZIONE POZZI POZZI SORGENTI SORGENTI QL QTC TO QL QTC QL QTC Tevere, Fiora, 99MM020 Acquifero dell’Amiata 2 1 8 3 10 4 Ombrone Acquifero delle vulcaniti Tevere, Fiora 23FI010 1 0 6 1 7 1 di Pitigliano

Evidenze riscontrate e stato della risorsa

Lo studio piezometrico e chimico analitico delle acque di falda è stato effettuato attraverso il monitoraggio di un congruo numero di pozzi, sia di tipo acquedottistico che per uso domestico. Il quadro delineato porta ad individuare la presenza di due tipologie di inquinamento, generalmente di tipo naturale o derivanti dalle attività estrattive o geotermiche.

Acquiferi termali

Si segnala la presenza nel comune di acquiferi termali all’origine di un sistema di terme importante, e che si conclude nell’emergenza di Saturnia e che interessa il territorio di Roccalbegna nell’ambito denominato dell’Acquaforte. Relativamente a questo tipo di acquiferi allo stato attuale non ci sono dati disponibili, ma poiché le trasformazioni e/o funzioni territoriali possono incidere su essi, è opportuno avviare un monitoraggio che tenga conto delle specifiche caratteristiche di tali acquiferi, non solo come qualità delle acque, ma anche della portata (l/s) e temperatura (C°). A tale proposito quindi nel presente documento si riporta un indicatore nuovo “qualità degli acquiferi termali” di cui però non è possibile dare attualmente un rapporto sullo stato della risorsa.

Fabbisogni idrici Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi

L’indicatore è stato sviluppato sulla base delle analisi condotte dalle Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale 6– Ombrone (ATO6) ai fini della redazione dei rispettivi Piani di ambito. La stima dei fabbisogni idropotabili è stata condotta ipotizzando un fabbisogno procapite di 150 litri/ab.giorno, che costituisce la soglia minima definita dal Dpcm 4 marzo 1996 (Disposizioni in materia di risorse idriche), per quanto riguarda i consumi di tipo domestico. Nel R.U. i consumi minimi sono stati ipotizzati pari a 300 lt/per abitante al giorno. Devono inoltre entrare a far parte del computo i fabbisogni dovuti alle presenze turistiche, ai consumi di tipo collettivo (scuole, etc) e ai fabbisogni di acqua potabile 68 da parte delle attività produttive e commerciali.

Evidenze riscontrate e stato della risorsa

A livello comunale le stime condotte dalle Autorità d’Ambito mettono in evidenza la prevalenza dei fabbisogni idrici a scopo domestico sulle altre tipologie di utilizzo. Con riferimento al 2010, il 72% del fabbisogno complessivo è infatti costituto dalle necessità a fini domestici privati (esigenze idropotabili), mentre il restante 28% è da imputarsi ai fabbisogni idrici a fini irrigui e per le attività produttive. Le stime condotte dalle Autorità d’ambito sull’evoluzione dei fabbisogni idrici nel periodo 1996-2017 evidenziano una sostanziale stabilità della domanda idrica per tutti i settori considerati.

Consumi idrici: prelievi, consumi ed efficienza della rete Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi

Per lo sviluppo dell’indicatore, si è fatto riferimento in primo luogo alle analisi condotte dalle Autorità di Ambito Territoriale ATO6 Ombrone. Questo indicatore consente di verificare il livello di sfruttamento delle risorse idriche ad uso idropotabile e le perdite causate da disfunzioni della rete distributiva; inoltre permette di evidenziare i determinati dal risparmio e riutilizzo dell’acqua, o al contrario le tendenze a un aumento della pressione antropica sulla risorsa.

Evidenze riscontrate e stato della risorsa

L’approvvigionamento idrico nel Comune di Roccalbegna. è garantito da un gran numero di pozzi e sorgenti distribuiti sull’intero territorio, oltre che dalla presenza di corsi d’acqua direttamente captabili a fini idropotabili. Come in tutta la rete il dato riguardante i prelievi a fini acquedottistici, evidenzia come una parte dei quantitativi prelevati sia riconducibile a spreco, essendo questi significativi rispetto ai consumi rilevati.

Utilizzo della risorsa idrica per scopi idroelettrici Non presente

Capacità di depurazione Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi

L’indicatore consente di verificare l’adeguatezza del trattamento di depurazione agli standard minimi, e viene definito come frequenza di campioni il cui carico inquinante in uscita dall’impianto o la cui percentuale di abbattimento (rispetto alla concentrazione in entrata), risulti conforme o meno ai limiti stabiliti dalla normativa nazionale. Le informazioni attualmente disponibili non consentono di applicare correttamente la metodologia per il calcolo dell’indicatore perciò si fornisce qui un quadro indicativo basato sugli abitanti equivalenti trattati a livello comunale. Il carico organico nelle acque derivanti dalle diverse fonti, civili, industriali e dall’attività 69 zootecnica, viene generalmente espresso in “abitanti equivalenti” (Ab.Eq). L’Ab.Eq è convenzionalmente definito come la quantità di carico inquinante corrispondente a quella prodotta da un individuo nell’arco di 24 ore per un anno; tale carico equivale a circa 60 g di BOD5 (Domanda biochimica di ossigeno in 5 giorni, misurata in grammi di O2), per cui la valutazione del carico si basa in primo luogo, sul contenuto di materia organica biodegradabile e sulla concentrazione di azoto (N) e fosforo (P).

Per il presente indicatore sono stati stimati gli abitanti equivalenti di tipo civile, per la popolazione residente e per le presenze turistiche, applicando il seguente metodo di calcolo: - residenti: ciascun abitante rappresenta un abitante equivalente. - turismo: dai dati sulle presenze turistiche a livello comunale, espressi in termini di giorni di presenza, sì è proceduto a individuare il contributo al carico in termini di Ab.Eq, esprimendo tali presenze su base annuale.

Evidenze riscontrate e stato della risorsa

Il sistema della depurazione nel territorio comunale è articolato su due impianti di depurazione principale e su un restante appartato di depurazione puntuale aerobica. La capacità di depurazione del carico civile (residenti + turismo) mette in evidenza la quasi completa copertura delle esigenze. Alcuni deficit potrebbero emergere in una analisi di dettaglio condotta a carico dei piccoli nuclei e case sparse che caratterizza ampiamente il territorio comunale, ambiti all’interno dei quali spesso risulta difficile la realizzazione e il mantenimento in efficienza di impianti di depurazione.

70 11.3 RISORSA SUOLO E SOTTOSUOLO

In relazione alla risorsa “suolo” e sottosuolo, gli indicatori individuati sono: • Struttura dell’uso del suolo • Edificazione del suolo: percentuale di superficie territoriale edificata per area • Siti da bonificare: presenza di siti e stato di attuazione degli interventi di bonifica • Pericolosità geomorfologica e superficie a rischio di frana • Pericolosità idraulica • Rischio sismico e Zone a Maggiore Pericolosità Sismica Locale • Attività estrattiva: presenza di siti di cava sul territorio comunale e quantitativi estratti • Emergenze geologiche ambientali

Struttura dell’uso del suolo Edificazione del suolo: percentuale di superficie territoriale edificata per area Siti da bonificare: presenza di siti e stato di attuazione degli interventi di bonifica SUOLO E Pericolosità geomorfologica e superficie a rischio di frana CONSUMO E STATO SOTTOSUOLO Pericolosità idraulica Rischio sismico e ZMPSL

Attività estrattiva: siti di cava sul territorio comunale e quantitativi estratti

Emergenze geologiche ambientali

Struttura dell’uso del suolo Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi

La classificazione degli usi del suolo del territorio comunale è stata effettuata attraverso l’utilizzo della carta di uso del suolo elaborata nel 1995 dalla Regione Toscana per tutto il territorio regionale, attraverso l’utilizzo della metodologia Corine Land-Cover, a partire dall’interpretazione di immagini da satellite nel periodo 1990-1992 e dalla fotointerpretazione di immagini di voli aerei condotti nel periodo 1988-1989. Recentemente, la Regione ha condotto un aggiornamento di tale cartografia definendo i dati al 2001. Il territorio in base alla classificazione CORINE Land Cover è stato suddiviso in: • territori modellati artificialmente • territori agricoli • territorio boscati o ambienti seminaturali • zone umide • corpi idrici

Evidenze riscontrate e stato della risorsa

Il territorio del comune di Roccalbegna. risulta caratterizzato da un suolo prevalentemente non edificato. Il territorio edificato, e più in generale il territorio modellato artificialmente (aree urbane), è localizzato intorno ad insediamenti di 71 impianto storico e a preesistenze. La superficie libera è costituita prevalentemente (quasi il 95% della superficie complessiva) da territorio boscato o comunque seminaturale, ovvero da aree di elevato pregio naturale.

Edificazione del suolo Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi

L’indicatore è espresso in termini di superficie territoriale edificata e fornisce quindi un’indicazione sull’estensione della superficie urbanizzata. I dati sono calcolati sulla base dei dati ISTAT del censimento della popolazione del 2001, tramite l’aggregazione delle superfici delle sezioni di censimento del 2001 corrispondenti ai centri e nuclei. È necessario specificare che il dato sulla superficie edificata ricavato dall’interpretazione delle sezioni di censimento può risultare sovrastimato rispetto alla situazione reale a seguito dei criteri di calcolo propri del censimento.

Evidenze riscontrate e stato della risorsa

Il rapporto tra la superficie edificata e la superficie territoriale rilevato per il Comune di Roccalbegna è pari a 0,23%, valore che risulta inferiore rispetto a tutti gli altri comuni della Provincia di Grosseto

Siti da bonificare Assenti

Pericolosità In materia di pericolosità (idraulica, gemorfologica e sismica locale) è necessario ricordare che il territorio del comune di .Roccalbegna ricade all’interno del bacino idrografico del Fiume Ombrone. Per tale bacino è vigente il Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I), redatto ai sensi del D.L. 180/1998 che delimitata le aree ricadenti nelle diverse classi di pericolosità, (elevata e molto elevata) individuando altresì gli interventi necessari alla messa in sicurezza e alla riduzione del rischio per la popolazione. Circa la individuazione della pericolosità è opportuno inoltre ricordare che a supporto alla redazione del R.U. comunale è in corso di redazione lo studio geologico-tecnico al quale si rimanda per ogni valutazione. All’interno del quadro progettuale geologico troviamo le analisi e le prescrizioni riguardanti: • Pericolosità geomorfologica • Pericolosità idraulica • Pericolosità sismica e ZPSL

Attività estrattiva Assente

Emergenze geologiche e ambientali Si veda l’apparato del quadro conoscitivo geologico.

72 11.4 ECOSISTEMI DI FLORA E FAUNA

11.4.1 Aree protette, S.I.C e S.I.R.

QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO E METODOLOGIA OPERATIVA QUADRO NORMATIVO RIFERIMENTI NELLA LEGISLAZIONE EUROPEA E NAZIONALE

Nel 1979 la CEE con la Direttiva CEE n° 409 sulla conservazione degli uccelli selvatici (conosciuta come Direttiva “Uccelli”) stabilì che dal 1981 gli Stati membri dovevano realizzare una serie di azioni per la conservazione di numerose specie avifaunistiche (indicate negli allegati della direttiva stessa) e dei loro habitat ed individuare sul loro territorio le Zone di Protezione Speciale (ZPS) all’interno delle quali attuare tali misure di conservazione. Molti anni dopo, con la direttiva CEE n° 43 del 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali della flora e della fauna selvatiche, fu individuata una rete ecologica europea costituita da zone speciali di conservazione, denominata Rete Natura 2000, che comprendeva anche le ZPS individuate a norma della precedente Direttiva 79/409. Si concepì quindi una rete di Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) ove si trovavano habitat naturali, elencati nell’allegato I, e habitat delle specie, di cui all’allegato II, dove garantire il mantenimento oppure, se necessario, il ripristino di un soddisfacente stato di conservazione. Ambedue le direttive quindi prevedono misure di conservazione per evitare nelle Zone Speciali di Conservazione il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie, ma anche perturbazioni alle specie per cui le zone furono individuate, nella misura in cui tale perturbazione potrebbe avere conseguenze significative per il perseguimento degli obiettivi previsti. In particolare, ai sensi dell’art. 1 lett. e) della Dir. 92/43/CEE, lo stato di conservazione di un habitat è ...“l’effetto della somma dei fattori che influiscono sull’habitat naturale in causa, nonché sulle specie tipiche che in esso si trovano, che possono alterare a lunga scadenza la sua ripartizione naturale, la sua struttura e le sue funzioni, nonché la sopravvivenza delle specie tipiche”; mentre lo stato di conservazione di una specie (lett. I) è ...“la somma dei fattori che, influendo sulla specie in causa, possono alterare a lungo termine la ripartizione e l’importanza delle sue popolazioni.” La direttiva Habitat prevedeva anche le misure di salvaguardia adottate dagli Stati membri (art. 6, par. 2) ...“per evitare nelle zone speciali di conservazione il degrado degli habitat di specie, nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state designate nella misura in cui tale perturbazione potrebbe avere conseguenze significative per quanto riguarda gli obiettivi”. E’ proprio nella Dir 92/43 ed esattamente all’art 6 che si prevedono valutazioni quando si predispongono strumenti di programmazione del territorio: comma 3: Qualsiasi piano o progetto non direttamente connesso e necessario alla gestione del sito ma che possa avere incidenze significative su tale sito, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti, forma oggetto di una opportuna valutazione d’incidenza che ha sul sito, tenendo conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. Alla luce delle conclusioni della valutazione dell’incidenza sul sito e fatto salvo il

73 paragrafo 4, le autorità nazionali competenti danno il loro accordo su tale piano o progetto soltanto dopo aver avuto la certezza che esso non pregiudicherà l’integrità del sito in causa e, se del caso, previo parere dell’opinione pubblica. comma 4: Qualora, nonostante conclusioni negative della valutazione dell’incidenza sul sito e in mancanza di soluzioni alternative, un piano o un progetto debba essere realizzato per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale o economica, lo Stato membro adotta ogni misura compensativa necessaria per garantire che la coerenza globale di Natura 2000 sia tutelata. Lo Stato membro informa la Commissione delle misure compensative adottate. Qualora il sito in causa sia un sito in cui si trovano un tipo di habitat naturale e/o una specie prioritari, possono essere adottate soltanto considerazioni connesse con la salute dell’uomo e la sicurezza pubblica o relative a conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente ovvero, previo parere della Commissione, altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico.

All’art. 7 della Direttiva Habitat si precisa che gli obblighi derivanti dall’art. 6, paragrafi 2, 3 e 4, si applicano anche alle Zone Speciali di Conservazione previste dall’art. 4, paragrafo 2, della direttiva Uccelli. Ulteriore importante precisazione riguarda il territorio di riferimento: come è scritto chiaramente nella “Guida all’interpretazione dell’art. 6 della Dir.va Habitat 92/43/ CEE” (Commissione Europea, DG Ambiente, 2000) “La probabilità di incidenze significative può derivare non soltanto da piani o progetti situati all’interno di un sito protetto, ma anche da piani o progetti situati al di fuori di un sito protetto. Ad esempio, una zona umida può essere danneggiata da un progetto di drenaggio situato ad una certa distanza dai confini della zona umida. La procedura dell’art. 6, par. 3 e 4, è attivata non dalla certezza ma dalla probabilità di incidenze significative derivanti non solo da piani o progetti situati all’interno di un sito protetto, ma anche da quelli al di fuori di esso”; inoltre, all’allegato IV della Direttiva Habitat sono elencate specie animali e vegetali per cui sono previste misure di protezione indipendentemente dal fatto che esse siano localizzate all’interno di un sito Natura 2000. La Direttiva Habitat è stata recepita nell’ordinamento giuridico italiano con il D.P.R. 357/97 “Regolamento recante attuazione della Dir. 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche”, modificato e integrato dal D.P.R. n° 120/2003. L’art. 4 comma 1 del DPR 357/97, come modificato e integrato dal D.M. Ambiente del 20/01/1999 e dal DPR 120/2003, assegna alle regioni e alle province autonome il compito di prevedere le misure che evitino il degrado dei SIC. In particolare, al c. 2 si precisa che devono essere adottate, entro 6 mesi dalla designazione delle ZSC, misure di conservazione che implicano, se necessario, appropriati piani di gestione specifici o integrati ad altri piani di sviluppo le opportune misure regolamentari, amministrative o contrattuali. L’art. 5 del D.P.R. 120/03 sostituisce integralmente quello del D.P.R. 357/97, specificando finalità e contenuto (allegato G) della valutazione di incidenza. 1. Nella pianificazione e programmazione territoriale si deve tenere conto della valenza naturalistico-ambientale dei proposti siti di importanza comunitaria, dei siti di importanza comunitaria e delle zone speciali di conservazione. 2. I proponenti di piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico-venatori e le loro varianti, predispongono, secondo i contenuti di cui 74 all’allegato G, uno studio per individuare e valutare gli effettiche il piano può avere sul sito, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. Gli atti di pianificazione territoriale da sottoporre alla valutazione di incidenza sono presentati, nel caso di piani di rilevanza nazionale, al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e, nel caso di piani di rilevanza regionale, interregionale, provinciale e comunale, alle regioni e alle province autonome competenti. 3. I proponenti di interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano, ai fini della valutazione di incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare, secondo gli indirizzi espressi nell’allegato G, i principali effetti che detti interventi possono avere sul proposto sito di importanza comunitaria, sul sito di importanza comunitaria o sulla zona speciale di conservazione, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi (…)

Riferimenti normativi regionali Nell’ambito del Progetto Bioitaly, coordinato dal Ministero dell’Ambiente, la Regione Toscana aveva individuato un elenco di SIC e di ZPS (Del C.R. 342/98) che furono classificati dello Stato con D.M. del 03/04/2000. A livello regionale, la Direttiva è stata recepita con L.R. 56/00 “Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche” – Modifiche alla L.R. 7/98 – Modifiche alla L.R. 49/95”, recentemente modificata e integrata da altre disposizioni legislative. Questa Legge attua la Direttiva Habitat e il D.P.R. n. 357/1997, ma amplia il quadro di azioni previste per la conservazione della natura, in quanto viene fornito un elenco di specie e di habitat d’interesse regionale più ampio di quello d’interesse comunitario (153 ulteriori specie, tra vegetali, invertebrati e vertebrati), per le quali è possibile individuare Siti di Importanza Regionale. Inoltre si prevede l’applicazione immediata in tutti i SIR di quanto richiesto da direttiva e D.P.R. per i siti della rete Natura 2000: salvaguardie, valutazione d’incidenza, misure di conservazione, monitoraggio. La Legge prevede l’affidamento alle province delle competenze per la sua attuazione, oltre a varie competenze per gli enti gestori di aree protette. Si configura quindi una rete ecologica regionale formata dai SIR, che sono tutti quelli individuati, a suo tempo, nel progetto Bioitaly, compresi i siti della rete Natura 2000 (SIC e ZPS) e quelli nuovi che si sono aggiunti; ciò perché la Regione intende considerare e intervenire contestualmente sia nei siti della rete europea Natura 2000 sia nei siti di importanza regionale che non ne fanno parte. L’allegato D della L.R. 56/00 riporta l’elenco aggiornato dei siti di importanza regionale (S.I.R.) all’interno dei quali sono compresi i siti della Rete Natura 2000 (pSIC, ZPS) e i siti di interesse regionale per la presenza di habitat e specie di interesse conservazionistico a livello toscano. L’elenco dei siti è stato successivamente modificato con Del. G.R. n. 18/2002 e con Del. C.R. 06/2004 sono stati individuati i confini su scala 1:10000 così da dare attuazione ai vincoli di salvaguardia previsti dall’art. 81 del PIT. Inoltre, con la stessa deliberazione, sono state designate zone di protezione speciale in quei SIC che anche parzialmente coincidevano con aree IBA. La Regione Toscana inoltre, con Del. G.R. 644/00, ha dato attuazione all’art. 12, comma 1, lett. a) della L.R. 56/00, approvando le “norme tecniche relative alle forme 75 e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di Importanza Regionale (SIR)”. Per la valutazione di incidenza in particolare si citano i seguenti riferimenti normativi: L’art. 1 c.4 della L.R. 56/00, come modificato dall’art. 194 della L.R. 1/2005, così recita: “I siti di cui all’allegato D, nonché i genotipi di importanza regionale (GIR) di cui all’art. 11, costituiscono invarianti strutturali ai sensi dell’art. 4 della L.R. 1/2005 e fanno parte dello statuto del territorio di cui all’art. 48, c.1 e 2 della medesima legge. Essi sono considerati elementi di rilievo ai fini della redazione della carta della natura di cui all’art. 3 c. 3 della L. 394/91 (legge quadro sulle aree protette), da ultimo modificata dalla L. 172/2003, anche in conformità con quanto previsto negli atti statali di indirizzo.” L’art. 15 c.2 della L.R. 56/00, come modificato dall’art. 194 della L.R. 1/2005, in coerenza con l’art. 6 della Dir.va n° 43/92 CEE, recita “gli atti della pianificazione territoriale, urbanistica e di settore, non direttamente connessi o necessari alla gestione dei siti, per i quali sia prevista la valutazione integrata ai sensi della L.R. 1/2005, qualora siano suscettibili di produrre effetti sui siti di importanza regionale di cui all’allegato D, o sui genotipi di importanza regionale di cui all’art. 11, devono contenere, ai fini dell’effettuazione della valutazione di incidenza di cui all’art. 5 del D.P.R. 357/97, apposita relazione di incidenza” L’approvazione dei piani da parte dell’amministrazione competente è subordinata al fatto che la relazione di incidenza accerti che la loro attuazione non pregiudichi l’integrità del sito (art.15 c.4). La procedura da attivare se debba essere approvato un piano nonostante l’esito negativo della valutazione di incidenza, segue quanto indicato dagli artt. 8 e 9 del D.P.R. 357/97. La Regione non ha ancora definito le specifiche norme tecniche per l’effettuazione della valutazione di incidenza, per cui al momento si applicano le previsioni di cui all’allegato G del D.P.R. 120/03.

Metodologia operativa Relativamente alla significatività dell’incidenza, la Guida all’interpretazione dell’articolo 6 della direttiva Habitat (Commissione Europea, DG Ambiente, 2000) fornisce il seguente contributo: “Il concetto di ciò che è significativo deve essere interpretato in modo obiettivo. Al tempo stesso, bisogna determinare la significatività in relazione alle particolarità ed alle condizioni ambientali del sito protetto cui si riferisce il piano progetto, tenendo particolarmente conto degli obiettivi di conservazione del sito.” Come si evince da molti passaggi della Guida all’interpretazione dell’art. 6, sopra ricordata, tale valutazione o studio di incidenza deve essere svolto prima della realizzazione dell’intervento; valga per tutti il seguente passaggio: “è anche importante il fattore tempo. La valutazione è una tappa che precede altre tappe alle quali fornisce una base: in particolare, l’autorizzazione o il rifiuto di un piano o progetto.” Per valutare la significatività delle opere/interventi previsti dal piano strutturale è stata effettuata una prima fase di “screening” raccogliendo informazioni da una serie di fonti. Sappiamo che le decisioni sullo screening possono essere formulate, se ne ricorre il caso, sulla base di materiale già pubblicato o ricerche in corso. E’ stata quindi condotta un’analisi bibliografica per disporre dei dati relativi alle risorse floro- faunistiche presenti sul territorio di Roccalbegna in cui ricadono i Siti di Importanza 76 Regionale e le aree limitrofe. Importanti le conoscenze dirette dei territori, basate sulla esperienza professionale in campo agro ambientale. Per ciascun SIC/SIR si è fornita una breve descrizione e un inquadramento territoriale. La fase di screening risulta a sua volta suddivisa in: a) una descrizione sintetica degli elementi previsionali contenuti nel Piano Strutturale ed in particolare di quelle che possono avere attinenza con i SIC/SIR; b) una descrizione dei caratteri peculiari dei SlC/SIR, con distinzione delle criticità rilevabili e delle misure di conservazione da adottare, avuto riguardo alle priorità evidenziate dalla Regione Toscana e agli studi specifici condotti sulla zona. Per analizzare le potenziali interferenze sul Sito, l’analisi conseguente allo screening è rivolta ai seguenti aspetti: - perdita e/o danneggiamento di habitat prioritari riconducibili al Sito interessato; - perdita e/o danneggiamento di specie prioritarie, di interesse comunitario o regionale; - perdita e/o danneggiamento di altre specie che sono importanti nell’ambito del Sito ai fini del mantenimento dei rispettivi habitat; - alterazione dell’integrità del Sito in grado, nel medio – lungo periodo, da risultare non compatibile con gli obiettivi di conservazione degli habitat e delle specie presenti. Con l›evidenziazione della matrice di screening, si sono proposte una serie di valutazioni. Quindi, dopo aver inquadrato naturalisticamente il territorio compreso all’interno dei SIC/SIR, sono state esaminate le previsioni di piano strutturale; per ogni SIC/SIR è stato verificato se le previsioni di P.S. possano produrre direttamente o indirettamente incidenze significative sulle componenti biotiche, abiotiche ed ecologiche e dove ciò possa accadere anche potenzialmente (a breve o a lungo termine), è stata prodotta una relazione di incidenza. Dobbiamo tenere conto che le previsioni di Piano Strutturale non hanno un livello di dettaglio elevato e quindi se gli interventi previsti hanno la potenzialità di produrre effetti significativi sui siti della rete ecologica, è necessario che vengano effettuati specifici studi di incidenza per i singoli progetti; altrettanto potrà dirsi se si introducono elementi puntuali rilevanti in sede di Regolamento urbanistico o di Piani attuativi. Comunque, nella valutazione dello screening effettuato e nella adozione delle misure di mitigazione si è fatto riferimento al “principio di precauzione” ex rt 175 del Trattato della Comunità Europea, applicabile nei casi in non si abbiano precisi dati progettuali: …la politica della comunità in materia ambientale mira a un livello elevato di tutela, tenendo conto della diversità delle situazioni nelle varie regioni della comunità. Essa è fondata sui principi della precauzione e dell’azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente, nonché sul principio “chi inquina paga”… Alla fase di screening segue la fase di previsione degli elementi di criticità emersi, mediante una check-list del piano e un esame dei dati sull’integrità dei siti. La matrice di screening ha quindi evidenziato le valutazioni sugli interventi, concludendo che vi sono interventi non significativi, oppure che possono essere significativi. Per questi si produce eventualmente una valutazione appropriata delle misure di mitigazione.

77 PRINCIPALI MISURE DI CONSERVAZIONE Da adottare in linea generale

Principali obiettivi di conservazione a) Conservazione degli habitat di prateria e dei relativi popolamenti floristici (comprendenti anche un endemismo locale) e faunistici. b) Mantenimento/riqualificazione degli habitat forestali di interesse conservazionistico.

Indicazioni per le misure di conservazione Verifica della situazione attuale (tendenze in atto, carichi di pascolo) delle praterie secondarie, pascolate o in via di chiusura, rispetto agli obiettivi di conservazione e adozione delle misure contrattuali (o gestionali) adeguate. Tutela delle aree con il caratteristico agroecosistema a mosaico, mediante misure contrattuali finalizzate al mantenimento delle attività agropastorali tradizionali. Interventi selvicolturali finalizzati a una maggiore caratterizzazione ecologica dei soprassuoli arborei e alla tutela delle cenosi rare, provvedendo, in particolare, alla tutela/incremento della maturità dei nuclei di maggior pregio e alla promozione d’interventi finalizzati all’estensione di tali cenosi in stazioni idonee.

Necessità di Piano di Gestione specifico dei siti Media o elevata, per la tutela di ambienti la cui conservazione è legata alla permanenza di attività antropiche tradizionali. Potrebbe essere sufficiente la realizzazione di 1 o 2 piani di settore.

Necessità di piani di settore Necessità elevata di un piano per il recupero/mantenimento delle praterie secondarie e degli agroecosistemi. Necessità media del coordinamento della pianificazione forestale alla scala del sito.

Incidenza del Regolamento Urbanistico sui Siti La individuazione di nuove previsioni urbanistiche sia di espansione che di ristrutturazione, sia riferibili ad attività private che pubbliche o di interesse pubblico potrebbe comportare effetti di un certo rilievo sui SIR . In attuazione della metodologia indicata dall’UE, nella eventualità di interventi specifici si procederà all’avvio della fase di screening, valutando quindi le possibili incidenze derivanti dall’eventuale esecuzione del progetto, tenendo comunque conto sia che le opere previste vengano attuate all’interno del Sito di Importanza Regionale o in aree limitrofe comunque connesse sotto il profilo ambientale con il sito stesso.

Incidenze sugli habitat In genere, salvo alcune isolate eccezioni le aree interessate dalle previsioni di cui al punto precedente possono in linea generale considerarsi prive degli habitat individuati dai SIR: d’altra parte non vengono previsti nuovi interventi all’interno delle aree protette. Le possibili ripercussioni derivanti dalle più generali attività di cantiere legate alla attuazione di opere anche ai margini delle aree protette, dovranno essere valutate nella loro “temporaneità” e “reversibilità”.

78 Tutta l’area è interessata da un corridoio biologico, ove si prevede il mantenimento delle aree boscate e il divieto di introduzione di specie infestanti. Nel caso di rimboschimenti dovranno essere previste solo specie autoctone con preferenza per le specie riparie e alberi da frutto selvatici. Per la viabilità interna ai siti SIC/ZPS/SIR è previsto il solo mantenimento di quella esistente ed il divieto di asfaltatura delle strade stesse. 2 Le eventuali reti di trasporto energetico dovranno essere realizzate in maniera da annullare l’impatto visivo e funzionale (elettrodotti o recinzioni). Il R.U. non prevede per l’area e per le zone limitrofe attività degne di nota, che possano avere una qualche conseguenza nel turbare l’equilibrio degli habitat e delle specie segnalate. Potrebbero individuarsi azioni di recupero naturalistico delle ex aree di cava, abbandonate da molti anni, la possibilità di edificare piccoli volumi in adiacenza ai laghetti esistenti per consentire l’attività di pesca sportiva o la realizzazione di strutture precarie per la caccia.

2 In accoglimento della osservazione 28.9.2009 dell’Area Territorio, Ambiente e Sostenibilità della Provincia di Grosseto 79 11.4.2 SITO DI IMPORTANZA REGIONALE (SIR) 119 Alto corso del Fiume Fiora (IT51A0019) Tipo sito anche SIC e ZPS

CARATTERISTICHE DEL SITO Estensione 7.119,26 ha Presenza di area protetta Sito non compreso nel sistema delle aree protette. 80 Tipologia ambientale prevalente Corsi d’acqua e vegetazione dei greti sassosi e dei terrazzi fluviali (garighe a santolina), formazioni arboree ripariali, versanti boscati a dominanza di latifoglie termofile e mesofile. Altre tipologie ambientali rilevanti Zone agricole, pascoli, casolari sparsi. Principali emergenze Habitat

Cod. Cod. All. Dir. Nome habitat di cui all’Allegato A1 della L.R. 56/2000 Corine Nat.2000 92/43/ CEE Praterie dei pascoli abbandonati su substrato neutro-basofilo (Festuco- 34,32-34,33 6210 AI* Brometea)

Boschi ripari a dominanza di Salix alba e/o Populus alba e/o P.nigra. 44,17 92 A0 AI

Alvei ciottolosi della Toscana meridionale con cenosi di suffrutici adominanza 32 4 AI* di Santolina etrusca e Helichrysum italicum (Santolino-Helichrysetalia) (1).

(1) Habitat non indicato nella scheda Natura 2000.

Specie animali (AII) Lutra lutra (lontra, Mammiferi) - Presente con quella che è forse l’ultima popolazione vitale della Toscana. (AI) Emberiza hortulana (ortolano, Uccelli) – Segnalato come nidificante, da confermare. Sono comunque presenti ambienti molto idonei per questa specie. Importanti popolamenti faunistici, legati agli ambienti fluviali ben conservati.

Altre emergenze Lunghi tratti di medio corso con alveo naturale ed estesi terrazzi fluviali non antropizzati, con formazioni vegetali caratteristiche e in buono stato di conservazione.

Principali elementi di criticità interni al sito • Captazioni idriche (in particolare per l’acquedotto del Fiora, gli impianti geotermici e le attività agricole). • Inquinamento delle acque per scarichi civili, percolazione da vecchie miniere, scarichi connessi alle attività geotermiche. • Taglio della vegetazione ripariale e interventi di rimodellamento dell’alveo. • Cessazione del pascolo nei santolinieti e nelle praterie. • Presenza di specie alloctone (pesci, robinia). • Passaggio di automezzi, con conseguenti disturbo e possibile distruzione di nidiate e alterazione di habitat. • Notevole afflusso turistico estivo per le attività di balneazione (su aree limitate).

Principali elementi di criticità esterni al sito • Gestione delle risorse idriche nel bacino sino ad ora non condizionata da criteri conservazionistici. • Presenza di fonti inquinanti nel bacino (centri abitati, insediamenti produttivi).

Il Regolamento Urbanistico non riporta specifiche previsioni interne al sito.

81 Principali misure di Conservazione da adottare

Tutta l’area è interessata da un corridoio biologico, ove si prevede il mantenimento delle aree boscate e il divieto di introduzione di specie infestanti. • Nel caso di rimboschimenti dovranno essere previste solo specie autoctone con preferenza per le specie riparie e alberi da frutto selvatici. Per la viabilità è previsto il solo mantenimento di quella esistente ed il divieto di asfaltatura delle strade stesse. Le eventuali reti di trasporto energetico dovranno essere realizzate in maniera da annullare l’impatto visivo e funzionale (elettrodotti o recinzioni). Il R.U. non prevede per l’area e per le zone limitrofe attività degne di nota, che possano avere una qualche conseguenza nel turbare l’equilibrio degli habitat e delle specie segnalate. Potrebbero individuarsi azioni di recupero naturalistico delle eventuali ex aree di cava, abbandonate da molti anni, la possibilità di edificare piccoli volumi in adiacenza ai laghetti esistenti per consentire l’attività di pesca sportiva o la realizzazione di strutture precarie per la caccia. Oltre a: • Conservazione/ripristino della qualità delle acque e della naturalità dell’alveo, anche quale condizione necessaria per la sopravvivenza di Lutra lutra (EE). • Mantenimento di un deflusso minimo nei mesi estivi, da valutare anche in rapporto alla presenza di Lutra lutra (E). • Mantenimento del mosaico vegetazionale costituito da vegetazione dei greti, garighe, boscaglie, ecc. (EE), ed eventuali interventi di riqualificazione della vegetazione ripariale (M). • Conservazione delle garighe a Santolina etrusca (E). • Miglioramento dei livelli di naturalità dei popolamenti di pesci (M). • Eventuali programmi a medio termine di recupero/ampliamento dell’alveo, a scapito di aree coltivate all’interno o in prossimità delle aree di pertinenza fluviale (B).

Indicazioni per le misure di conservazione • Accordo di programma tra tutti gli Enti, per l’utilizzo compatibile delle acque, previa valutazione delle portate minime attuali, rispetto all’esigenze delle specie e delle comunità più sensibili (EE). • Limitazione degli interventi di gestione della vegetazione in alveo a quelli strettamente necessari per motivi di sicurezza e definizione di un protocollo tecnico per l’esecuzione di tali interventi (valido anche per gli altri SIR con caratteristiche simili) (E). • Pianificazione razionale (o totale cessazione) delle immissioni di pesci a scopo alieutico (M). • Misure contrattuali per l’uso razionale a pascolo delle praterie e delle garighe (B). • Misure contrattuali per la cessazione delle pratiche agricole in aree esondabili, da “restituire” progressivamente alla competenza fluviale (B). • Controllo dello scarico di rifiuti solidi in alveo (B). • Controllo del passaggio di veicoli in alveo (da consentire solo presso guadi ben definiti) (B). • Interventi di rinaturalizzazione della vegetazione ripariale (B) 82 Necessità di Piano di Gestione specifico del sito Elevata, per l’esigenza di definire, con dettaglio, le aree dove sono necessarie, oppure ammesse, determinate forme di uso del suolo (a esempio, il pascolamento di aree con vegetazione seminaturale, la riconversione a pascolo di aree attualmente coltivate), per regolamentare l’uso delle acque e per definire (anche attraverso una loro zonizzazione) le tipologie e le modalità esecutive degli interventi in alveo ammissibili.

Necessità di piani di settore Elevata per gli aspetti idraulici. Tale piano può essere sostituito dalla verifica/ integrazione del piano stralcio per la tutela delle risorse idriche superficiali dell’Autorità di Bacino del Fiume Fiora o dalla elaborazione di piani d’azione relativi alla gestione della vegetazione e agli interventi in alveo.

83 11.4.3 SITO DI IMPORTANZA REGIONALE (SIR) 118 Monte Labbro e alta valle dell’Albegna (IT51A0018) Tipo sito anche SIC e ZPS

CARATTERISTICHE DEL SITO Estensione 6.300,23 ha

84 Presenza di area protetta Sito in parte compreso nelle Riserve Naturali Provinciali “Monte Labbro”, “Rocconi” e “Pescinello”.

Altri strumenti di tutela Sito in parte compreso nell’Oasi WWF Bosco di Rocconi.

Tipologia ambientale prevalente Area alto collinare e montana, con orografia e paesaggio vegetale molto eterogenei. Prevalgono i complessi mosaici di seminativi, prati pascoli, praterie con affioramenti rocciosi e boschi, nella porzione settentrionale. La porzione meridionale comprende il corridoio fluviale del Fiume Albegna, caratterizzato da profonde gole, con boschi di forra e habitat rupestri.

Altre tipologie ambientali rilevanti Fitto reticolo di siepi e alberature, sistema di pozze e abbeveratoi, complessi ipogei, rimboschimenti.

Principali emergenze Habitat

Cod. Cod. All. Dir. Nome habitat di cui all’Allegato A1 della L.R. 56/2000 Corine Nat.2000 92/43/ CEE

Praterie dei pascoli abbandonati su substrato neutrobasofilo AI* (Festuco-Brometea).

Boschi misti di latifoglie mesofile dei macereti e dei valloni su AI* substrato calcareo (Tilio-Acerion).

FITOCENOSI • Fitocenosi casmofitica delle rupi calcaree sull’Albegna, fra Pod. Rocconi ela confluenza col Torrente Rigo. • Popolamenti camefitico-suffruticosi su diaspri di Pietra Sorbella e Pietra Rossa. • Fitocenosi litofile e calcicole del Monte Labbro.

Specie animali (AII*) Euplagia [=Callimorpha] quadripunctaria (Insetti, Lepidotteri). (AII) Bombina pachypus (ululone, Anfibi). (AII) Testudo hermanni (testuggine di Herman, Rettili). (AII) Elaphe quatuorlineata (cervone, Rettili). (AI) Circaetus gallicus (biancone, Uccelli) – Nidificante. (AI) Falco biarmicus (lanario, Uccelli) – Nidificante regolare, uno dei siti chiave per la specie in Toscana. (AI) Emberiza hortulana (ortolano, Uccelli) – Nidificante (uno dei pochi siti dove la specie è ancora presente). (AII) Rhinolophus euryale (rinolofo euriale, Chirotteri, Mammiferi) – Sedentario. (AII) Canis lupus (lupo, Mammiferi) – Presente. Il sito ha un valore molto elevato per l’avifauna legata agli ambienti rupicoli, alle praterie rocciose o agli ambienti agro-pastorali “tradizionali” (ad es. ospita

85 probabilmente il principale nucleo nidificante della Toscana di Circus pygargus); per molte specie rare e minacciate è uno dei siti più importanti a livello regionale.

Altre emergenze • La parte settentrionale del sito rappresenta uno dei migliori esempi della Toscana di paesaggio agrosilvo-pastorale tradizionale, con elevato valore conservazionistico. • Le gole dell’alto corso del Fiume Albegna costituiscono una notevole emergenza geomorfologica. • Ecosistemi fluviali con formazioni ripariali arboree ed arbustive in ottimo stato di conservazione.

Principali elementi di criticità interni al sito • In gran parte del sito, il paesaggio vegetale è determinato dalle attività agropastorali tradizionali, il cui mantenimento non è garantito, in assenza di un piano di gestione supportato da opportuni investimenti. • Localizzate condizioni di sovrapascolamento, anche con innesco di fenomeni erosivi, e diffusi fenomeni di abbandono o sottoutilizzazione del pascolo, con degradazione o perdita di habitat prioritari. • Rischio di abbattimenti illegali di specie presenti a bassissime densità. • Presenza di linee elettriche con tipologia costruttiva pericolosa per l’avifauna. • Ipotesi di realizzazione di impianti eolici, con rischio di compromissione di habitat prioritari di prateria e pericolo per le specie rare di rapaci. • Deficit idrico estivo, accentuato da prelievi e captazioni. • Disturbo alle colonie ipogee di Chirotteri, causato dall’attività speleologica. • Casi di bracconaggio. • Recente incremento della fruizione turistica.

Principali elementi di criticità esterni al sito • Diffusa riduzione del pascolo e scomparsa di sistemi agropastorali tradizionali. • Abbattimenti illegali di rapaci. • Presenza di siti estrattivi.

Il Regolamento Urbanistico non riporta specifiche previsioni interne al sito ad esclusione di un intervento di recupero edilizio senza aumenti di volume, all’interno dell’UTOE di Roccalbegna.

Principali misure di conservazione da adottare

Tutta l’area è interessata da un corridoio biologico, ove si prevede il mantenimento delle aree boscate e il divieto di introduzione di specie infestanti. Nel caso di rimboschimenti dovranno essere previste solo specie autoctone con preferenza per le specie riparie e alberi da frutto selvatici. Per la viabilità è previsto il solo mantenimento di quella esistente ed il divieto di asfaltatura delle strade stesse. Le eventuali reti di trasporto energetico dovranno essere realizzate in maniera da annullare l’impatto visivo e funzionale (elettrodotti o recinzioni). Il R.U. non prevede per l’area e per le zone limitrofe attività degne di nota, che 86 possano avere una qualche conseguenza nel turbare l’equilibrio degli habitat e delle specie segnalate. Potrebbero individuarsi azioni di recupero naturalistico delle eventuali ex aree di cava, abbandonate da molti anni, la possibilità di edificare piccoli volumi in adiacenza ai laghetti esistenti per consentire l’attività di pesca sportiva o la realizzazione di strutture precarie per la caccia. Oltre a: • Conservazione e, ove necessario, ripristino del complesso mosaico ambientale, determinato dalle forme tradizionali di uso del suolo (EE). • Conservazione dei rilevanti popolamenti di uccelli nidificanti legati agli ambienti agropastorali e rupestri (EE). • Conservazione degli elevati livelli di naturalità dei corridoi fluviali (e delle numerose specie animali d’interesse conservazionistico legate a questi ambienti) e dei boschi di forra (E). • Conservazione dei popolamenti di Anfibi (E).

Indicazioni per le misure di conservazione • Attuazione delle previsioni del piano di gestione del sito (cfr. oltre) (EE). • Elaborazione di un piano di settore che analizzi in dettaglio la situazione attuale e le prospettive delle attività agro-pastorali all’interno del sito in rapporto alle esigenze di conservazione e individui le misure da adottare per il raggiungimento di detti obiettivi (EE). • Tutela delle stazioni faunistiche di maggiore interesse, anche rispetto al potenziale disturbo provocato dall’escursionismo naturalistico, che è in aumento (EE). • Controllo degli scarichi e dei prelievi idrici, tutela dei corridoi fluviali e dei boschi di forra (E). • Controllo delle attività speleologiche nei siti d’interesse per i Chirotteri (M). • Conservazione/ripristino del sistema di pozze di abbeverata importanti per gli Anfibi (E).

Necessità di Piano di Gestione specifico del sito Un Piano di Gestione del sito è stato recentemente elaborato nell’ambito di un progetto LIFE Natura. Per la porzione di sito interna al sistema di aree protette è vigente il regolamento delle Riserve della Provincia di Grosseto

All’interno del SIR si colloca una piccola porzione dell’UTOE di Roccalbegna, caratterizzata dalla presenza di volumi edilizi di vecchio impianto e dalla seguente previsione:

UTOE di ROCCALBEGNA

EER5

Edilizia esistente con prevalente destinazione residenziale Si prevede il mantenimento dei volumi esistenti con utilizzazione degli stessi e riconversione dei volumi accessori in volumi residenziali, senza aumento di superficie coperta complessiva e prescrivendone l’accorpamento

87 Previsione attuativa assolutamente indifferente rispetto all’assetto esistente e futuro del SIR.

Incidenza dell’intervento sul SIR Necessità dello screening preliminare alla valutazione di incidenza La individuazione dell’intervento potrebbe in linea teorica determinare effetti sul SIR. Sulla base della ubicazione ed estensione eventuali incidenze potrebbero interessare gli habitat e le specie animali e vegetali, tali quindi da alterare gli obbiettivi di conservazione previsti per il SIR ed elencati nella Del.G.R. 644/04. In attuazione della metodologia indicata dall’UE, e sulla base degli schemi del PTC provinciale, da cui questa metodoligia deriva, si dovrà procedere, prima della realizzazione del progetto all’avvio di una fase di screening, valutando le possibili incidenze derivanti dall’eventuale esecuzione del Progetto.

88 Inquadramento delle probabili incidenze In relazione al SIR (ed in questo caso anche SIC e/o ZPS coincidenti totalmente con aree protette di cui alla L.394/91 e LRT 49/95) si configura una incidenza collegata alle progettazioni, pianificazioni o interventi previsti ed attuati per la gestione delle aree e dei siti. In tali casi l’Ente Progettante dovrà intervenire per ridurre al minimo tali impatti o addirittura renderli migliorativi in relazione alle misure di conservazione indicate nelle Norme Tecniche di cui alla DGR 644/2004.

Checklist e matrice di screening In questa sezione si presenta, in forma sintetica: 1. CHECKLIST DEL PROGETTO (azione che dovrà essere ripetuta al momento della attuazione sulla base delle effettive caratteristiche del progetto di dettaglio

SONO STATI IDENTIFICATI I SEGUENTI SI NO NOTE VARIE ELEMENTI DEL PROGETTO? Non vi saranno aumenti di impegno di suolo, trattandosi Dimensioni, entità e superfici occupate x di ristrutturazione di volumi esistenti Cambiamenti fisici che deriveranno dal Progetto x Fabbisogno di risorse x Non vi saranno variazioni rispetto alla emissione di rifiuti attualmente in essere, Pssando Emissione e rifiuti x Da una destinazione produttiva ad una destinazione residenziale e trovandoci all’interno dell’abitato di Roccalbegna Esigenze di trasporto x

Durata delle fasi 2 anni

Distanza dai SIR All’interno del SIR

Impatti cumulativi con altri Piani x

2. CHECKLIST PER L’INTEGRITÀ’ DEI SIR

OBIETTIVI DI CONSERVAZIONE

il progetto può potenzialmente: SI NO NOTE VARIE

provocare ritardi nel conseguimento degli obiettivi di conservazione del x sito ?

eliminare fattori che contribuiscono a mantenere le condizioni favorevoli x degli habitat e del sito?

interferire con l’equilibrio, la distribuzione e la densità delle specie principali che rappresentano gli indicatori favorevoli dell’integrità del x sito?

provocare cambiamenti negli aspetti caratterizzanti e vitali che x determinano le funzioni del sito?

modificare le dinamiche delle relazioni che determinano la struttura e le x funzioni del sito?

89 interferire con i cambiamenti naturali attesi o possibili sul sito? x

ridurre la popolazione delle specie prioritarie? x ridurre la popolazione delle specie prioritarie? x modificare l’equilibrio tra le specie principali? x ridurre l’area degli habitat principali? x ridurre la biodiversità? x provocare una frammentazione degli habitat? x

provocare una perdita o una riduzione degli habitat o dei loro caratteri x principali?

CRITERI DI VALUTAZIONE

CAMBIAMENTI CHE POTREBBERO VERIFICARSI NEL SITO IN SEGUITO A:

Non funzionalità degli Riduzione dell’area degli habitat NO habitat

la perturbazione può avvenire per le Perturbazione di specie notevoli del Sito NO quotidiane operazioni di manutenzione nel sito

Il Progetto ne prevede la Frammentazione di habitat o di specie NO riduzione

Sono da prevedere anche Riduzione di densità delle specie NO naturalmente

Variazioni negli indicatori chiave dei valori di Legato al recepimento conservazione (qualità dell’acqua, antropizzazione, delle NO ecc.) Direttive

Minimi cambiamenti Cambiamenti microcroclimatici NO microclimatici

INDICATORI ATTI A VALUTARE LA SIGNIFICATIVITA’ DELL’INCIDENZA SUL SITO INDIVIDUATI IN BASE AGLI EFFETTI IN TERMINI DI :

Non ci sono indicatori che fanno presumere una perdita o Perdita o danneggiamento di habitat danneggiamento

Frammentazione di habitat Non ci sono indicatori che fanno presumere una frammentazione

Perturbazioni di specie notevoli Non ci sono indicatori che fanno presumere una perturbazione

Cambiamenti di elementi chiave per la Non ci sono indicatori che fanno presumere una perturbazione conservazione dei SIR

Conclusioni ed indicazioni circa le misure di mitigazione e compensazione Sintesi della Relazione di incidenza

90 L’impatto dell’intervento risulta assai limitato, anche per mezzo della realizzazione delle misure di mitigazione e compensazione di seguito previste e descritte: si può concludere che il progetto previsto non abbia un’incidenza significativa sui SIR e in particolare sul complesso degli habitat e delle specie da essi tutelati: si dovrà però verificare che nell’ambito della realizzazione del Progetto si facciano proprie le misure di conservazione previste dalle schede allegate alla Deliberazione di Giunta Regionale 05 luglio 2004, n.644 “Attuazione art.12 comma1 lettera a) della LR 56/2000 (Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche). Adottando il principio di precauzione, dovranno essere messe in atto tutte le opportune e necessarie misure di mitigazione e compensazione. L’individuazione di misure di mitigazione prende spunto dalle opere che potrebbero dare luogo ad incidenze sugli habitat e sulle specie vegetali e animai selvatiche, con riferimento quindi: a) agli eventuali usi impropri e diverse interpretazioni delle esigenze e delle specifiche progettuali; b) alla compensazione delle superfici boscate così come definite dalle L.R.T 39/2000 e s.m.i., compromesse dallo svolgimento delle previste azioni antropiche; c) all’eventuale interruzione delle continuità dei corridoi ecologici utilizzabili da parte delle specie vegetali e animali selvatiche per la migrazione e la distribuzione geografica. Si prescrive quindi l’adeguata e scrupolosa realizzazione di opere e misure di mitigazione per la riduzione degli impatti sugli habitat e le specie.

Di seguito si riporta una lista delle misure di mitigazione da prevedere. La presente lista non intende esaurire il tema della misure di mitigazione, piuttosto è tesa a fornire un elenco minimo di pratiche, da ampliare e contestualizzare in relazione alle specifiche caratteristiche del progetto in riferimento alle caratteristiche del Sito . Le misure di mitigazione consistono in: a) adeguata realizzazione di misure di mitigazione legate alle infrastrutture viarie come: · riduzione delle frammentazioni di habitat · ripristino della connettività degli habitat · realizzazione di ponti paesaggistici · sovrappassi e sottopassi per animali di grossa taglia · sovrappassi e sottopassi per animali di piccola taglia · passaggi per anfibi · recinzioni selettive per invitare ai sovra-sottopassi · ripristino di habitat anche alternativi ai preesistenti, per evitare impatti legati al passaggio della fauna stessa fra habitat diversi b) realizzazione di siepi e alberature con specie autoctone, anche – ma non esclusivamente – con lo scopo di ridurre l’impatto estetico-paesaggistico nei luoghi di realizzazione di impianti ed opere ad uso produttivo. In particolare si prescrive la realizzazione di filari e siepi almeno a doppio strato con specie arbustive ed arboree, ogniqualvolta sia necessaria la funzione fono-assorbente per i rumori, di barriera per le polveri, di mitigazione dell’impatto visivo, di ricovero e riduzione del disturbo per la fauna selvatica, per la creazione di nuovi habitat; c) realizzazione di alberature e siepi come sopra descritte, lungo le viabilità e in 91 prossimità di abitazioni o luoghi frequentati; d) adeguate e significative riduzione, orientazione e dimensionamento delle luci notturne, evitandone una diretta influenza sulle possibili zone sensibili del Sito; e) predisposizione, negli edifici di qualsiasi tipo, di bat-box, nidi artificiali edaltri accorgimenti architettonici per favorire la presenza di avifauna (es.rondini, rondoni, rapaci, ecc.), rettili (es. gechi) e mammiferi come i Chirotteri.

92 11.4.4 SITO DI IMPORTANZA REGIONALE (SIR) B22 Torrente Trasubbie (IT51A0103) Tipo sito SIR non incluso nella rete ecologica europea Natura 2000.

CARATTERISTICHE DEL SITO Estensione 1381,7 ha Presenza di area protetta Sito non compreso nel sistema delle aree protette.

Tipologia ambientale prevalente Corso d’acqua ad alveo ampio con vegetazione pioniera dei greti sassosi e dei terrazzi fluviali, arbusteti e boschi ripariali; boschi di latifoglie e di sclerofille, arbusteti, seminativi e altri coltivi, pascoli e prati pascoli.

93 Altre tipologie ambientali rilevanti Seminativi e pascoli con vecchi alberi sparsi. Principali emergenze Habitat

Cod. Cod. All. Dir. Nome habitat di cui all’Allegato A1 della L.R. 56/2000 Corine Nat.2000 92/43/ CEE Pratelli di erbe graminoidi e erbe annuali (Thero- 34,5 6220 AI* Brachypodietea)

Alvei ciottolosi della Toscana meridionale con cenosi di suffrutici a dominanza di Santolina etrusca e Helichrysum italicum (Santolino- 32,4 AI Helichrysetalia) (1). (1) Habitat non indicato nella scheda Bioitaly.

Specie animali (AII) Testudo hermanni (testuggine di Herman, Rettili) – Frequente. (AI) Burhinus oedicnemus (occhione, Uccelli) – Nidificante, presente con un elevato numero di coppie. (AI) Circaetus gallicus (biancone, Uccelli) – Presumibilmente nidificante in zone boscate prossime al sito, utilizzato come area di alimentazione. (AI) Coracias garrulus (ghiandaia marina, Uccelli) - Presumibilmente nidificante. Importanti popolamenti di Uccelli legati al mosaico di praterie, garighe, arbusteti e boscaglie ripariali.

Altre emergenze Uno dei migliori esempi toscani (T. Trasubbie e T. Trasubbino) di tratti fluviali residui con alveo ampio, estesi greti ghiaiosi, formazioni ripariali autoctone in buono stato di conservazione e condizionamento antropico relativamente scarso.

Principali elementi di criticità interni al sito • Periodi estivi di magra, forse accentuati da captazioni ed emungimenti. • Pregresse attività di prelievo di inerti che hanno modificato la dinamica fluviale. • Disturbo antropico dovuto ad attività ricreative (caccia). • Possibile riduzione/cessazione del pascolo nelle garighe a santolina e nelle praterie. • Presenza (limitata) di specie alloctone (robinia). • Presenza di appezzamenti coltivati all’interno dell’area di competenza fluviale. • Trasformazioni degli agroecosistemi, con progressiva scomparsa di siepi e alberature, e conseguente aumento della frammentazione degli habitat per le specie più sensibili legate a questi ambienti (nell’area tali fenomeni sono comunque ancora assai modesti). • Localizzati fenomeni di espansione delle aree coltivate a scapito dell’alveo mediante realizzazione di arginature con materiale derivante dallo spietramento dei campi. • Localizzati interventi di regimazione idraulica con asportazione della vegetazione in alveo. • Possibile disturbo/distruzione di nidiate provocato dal passaggio di automezzi. • Gestione forestale da verificare rispetto agli obiettivi di conservazione.

Principali elementi di criticità esterni al sito 94 • Possibili prelievi idrici nel bacino. • Trasformazioni degli agro-ecosistemi, con progressiva scomparsa di siepi e alberature, e conseguente aumento della frammentazione degli habitat per le specie più sensibili legate a questi ambienti (nelle aree circostanti al sito tali fenomeni sono comunque ancora assai modesti). • Progetto di realizzazione di impianti eolici in prossimità del sito.

Nella valutazione di incidenza si riporta per tutti gli usi del caso una esaustiva ed interessantissima relazione avente come tema la: Analisi degli elementi naturalistici e formulazione di indicazioni gestionali per il torrente Trasubbie Claudia Angiolini (Dott. Naturalista) – Impostazione del lavoro, flora e vegetazione, valutazione delle emergenze e linee guida per la gestione Emiliano Arcamone Rilievi avifaunistici Manuela Boddi (Dott. Naturalista) – Cartografie e uso del suolo. Linda Colligiani (Dott. Forestale) – Elaborazione dati avifaunistici, ricerca bibliografica e stesura relazione avifauna, fauna non ornitica, valutazione delle emergenze e linee guida per la gestione, cartografia Paolo Dall’Antonia (Dott. Biologo) - Rilievi avifaunistici Flavio Frignani (Dott. Naturalista) – Flora Marco Landi (Dott. Naturalista) - Flora e vegetazione, valutazione delle emergenze e linee guida per la gestione Il Regolamento Urbanistico non riporta specifiche previsioni interne al sito

Principali misure di Conservazione da adottare SITO DI IMPORTANZA REGIONALE (SIR) B22 Torrente Trasubbie (IT51A0103)

Tutta l’area è interessata da un corridoio biologico, ove si prevede il mantenimento delle aree boscate e il divieto di introduzione di specie infestanti. Nel caso di rimboschimenti dovranno essere previste solo specie autoctone con preferenza per le specie riparie e alberi da frutto selvatici. Per la viabilità è previsto il solo mantenimento di quella esistente ed il divieto di asfaltatura delle strade stesse. Le eventuali reti di trasporto energetico dovranno essere realizzate in maniera da annullare l’impatto visivo e funzionale (elettrodotti o recinzioni). Il R.U. non prevede per l’area e per le zone limitrofe attività degne di nota, che possano avere una qualche conseguenza nel turbare l’equilibrio degli habitat e delle specie segnalate. Potrebbero individuarsi azioni di recupero naturalistico delle eventuali ex aree di cava, abbandonate da molti anni, la possibilità di edificare piccoli volumi in adiacenza ai laghetti esistenti per consentire l’attività di pesca sportiva o la realizzazione di strutture precarie per la caccia. Oltre a: • Conservazione della naturalità dell’alveo e mantenimento del mosaico ambientale costituito da greti sassosi, praterie asciutte e umide, garighe e boscaglie ripariali (EE). • Conservazione delle garighe a Santolina etrusca (E).

95 • Conservazione dei popolamenti di occhione e di altre specie minacciate di uccelli (E). • Mantenimento del complesso mosaico ambientale che caratterizza gli agroecosistemi delle aree interne e circostanti al sito (E). • Programmi a medio/lungo termine di recupero/ampliamento dell’alveo a scapito di aree coltivate interne (soprattutto nell’area compresa fra Trasubbie e Trasubbino) o adiacenti all’alveo (M). • Incremento dei livelli di maturità e del valore ecologico degli ambienti forestali (M).

Indicazioni per le misure di conservazione • Misure regolamentari tese a evitare interventi che favoriscano un aumento dell’artificialità e del carico antropico nel sito (a es., realizzazione di viabilità a uso non esclusivamente agricolo) (EE). • Limitazione degli interventi di regimazione idraulica (e di gestione della vegetazione in alveo) a quelli strettamente necessari per motivi di sicurezza e definizione di un protocollo tecnico per l’esecuzione di tali interventi (valido anche per gli altri SIR con caratteristiche simili) (EE). • Misure contrattuali per la progressiva riduzione delle attività agricole in aree di competenza fluviale, promuovendone l’utilizzazione per il pascolamento controllato (E). • Definizione di misure contrattuali per il mantenimento dell’elevata complessità delle zone agricole interne e circostanti al sito (E). • Misure contrattuali e/o normative finalizzate alla progressiva cessazione dei tagli nei boschi di sclerofille e a un allungamento dei turni nelle aree esterne (M). • Controllo degli scarichi (anche di rifiuti solidi) in alveo (B). • Controllo del passaggio di veicoli in alveo (da consentire solo presso guadi definiti) (B).

Necessità di Piano di Gestione specifico del sito Elevata, per l’esigenza di definire, a livello di dettaglio, le aree dove sono necessarie, oppure ammesse, determinate forme di uso del suolo (a es., pascolo di aree con vegetazione seminaturale, riconversione a pascolo di aree attualmente coltivate) e di definire (anche attraverso una loro zonizzazione) tipologie e modalità esecutive degli interventi in alveo ammissibili.

Necessità di piani di settore La verifica ed eventuale integrazione dei contenuti del Piano di bacino del Fiume Ombrone rispetto agli obiettivi di conservazione, unita all’elaborazione di piani d’azione relativi alla gestione della vegetazione e agli interventi in alveo, potrebbe rendere non necessario il piano di gestione complessivo

Note generiche sulla incidenza di interventi modificativi all’interno del SIR Necessità dello screening preliminare alla valutazione di incidenza La individuazione dell’intervento potrebbe determinare effetti sul SIR. Sulla base della ubicazione ed estensione eventuali incidenze significative potrebbero interessare gli habitat e le specie animali e vegetali, tali quindi da alterare gli obbiettivi di conservazione previsti per il SIR ed elencati nella Del.G.R. 644/04. 96 In attuazione della metodologia indicata dall’UE, e sulla base degli schemi del PTC provinciale, da cui questa metodoligia deriva, si dovrà procedere, prima della realizzazione del progetto all’avvio di una fase di screening, valutando le possibili incidenze derivanti dall’eventuale esecuzione del Progetto.

Inquadramento delle probabili incidenze In relazione al SIR (ed in questo caso anche SIC e/o ZPS coincidenti totalmente con aree protette di cui alla L.394/91 e LRT 49/95) si potrebbe configurare una incidenza collegata alle progettazioni, pianificazioni o interventi previsti ed attuati per la gestione delle aree e dei siti. In tali casi l’Ente Progettante dovrà intervenire per ridurre al minimo tali impatti o addirittura renderli migliorativi in relazione alle misure di conservazione indicate nelle Norme Tecniche di cui alla DGR 644/2004.

Checklist e matrice di screening In questa sezione si presenta, in forma sintetica: 1. CHECKLIST DEL PROGETTO GENERICO

SONO STATI IDENTIFICATI I SEGUENTI SI NO NOTE VARIE ELEMENTI DEL PROGETTO? Dimensioni, entità e superfici occupate Cambiamenti fisici che deriveranno dal Progetto Fabbisogno di risorse Emissione e rifiuti Esigenze di trasporto Durata delle fasi Distanza dai SIR Impatti cumulativi con altri Piani

2. CHECKLIST PER L’INTEGRITA’ DEI SIR

OBIETTIVI DI CONSERVAZIONE

- il progetto può potenzialmente: SI NO NOTE VARIE

provocare ritardi nel conseguimento degli obiettivi di conservazione del sito ? eliminare fattori che contribuiscono a mantenere le condizioni favorevoli degli habitat e del sito? interferire con l’equilibrio, la distribuzione e la densità delle specie principali che rappresentano gli indicatori favorevoli dell’integrità del sito?

provocare cambiamenti negli aspetti caratterizzanti e vitali che determinano le funzioni del sito?

modificare le dinamiche delle relazioni che determinano la struttura e le funzioni del sito?

97 interferire con i cambiamenti naturali attesi o possibili sul sito?

ridurre la popolazione delle specie prioritarie? ridurre la popolazione delle specie prioritarie? modificare l’equilibrio tra le specie principali? ridurre l’area degli habitat principali? ridurre la biodiversità? provocare una frammentazione degli habitat? provocare una perdita o una riduzione degli habitat o dei loro caratteri principali? CRITERI DI VALUTAZIONE

CAMBIAMENTI CHE POTREBBERO VERIFICARSI NEL SITO IN SEGUITO A:

Riduzione dell’area degli habitat Non funzionalità degli habitat

la perturbazione può avvenire per le Perturbazione di specie notevoli del Sito quotidiane operazioni di manutenzione nel sito

Frammentazione di habitat o di specie Il Progetto ne prevede la riduzione

Sono da prevedere anche Riduzione di densità delle specie naturalmente Variazioni negli indicatori chiave dei valori di Legato al recepimento delle conservazione (qualità dell’acqua, antropizzazione, Direttive ecc.)

Cambiamenti microcroclimatici Minimi cambiamenti microclimatici

INDICATORI ATTI A VALUTARE LA SIGNIFICATIVITA’ DELL’INCIDENZA SUL SITO INDIVIDUATI IN BASE AGLI EFFETTI IN TERMINI DI :

Non ci sono indicatori che fanno presumere Perdita o danneggiamento di habitat una perdita o danneggiamento

Non ci sono indicatori che fanno presumere Frammentazione di habitat una frammentazione

Non ci sono indicatori che fanno presumere Perturbazioni di specie notevoli una perturbazione

Cambiamenti di elementi chiave per la Non ci sono indicatori che fanno presumere conservazione dei SIR una perturbazione

Conclusioni ed indicazioni circa le misure di mitigazione e compensazione Sintesi della Relazione di incidenza Si dovrà verificare che nell’ambito della realizzazione di progetti anche esterni al Sito si facciano proprie le misure di conservazione previste dalle schede allegate

98 alla Deliberazione di Giunta Regionale 05 luglio 2004, n.644 “Attuazione art.12 comma1 lettera a) della LR 56/2000 (Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche). Adottando il principio di precauzione, dovranno essere messe in atto tutte le opportune e necessarie misure di mitigazione e compensazione. L’individuazione di misure di mitigazione prende spunto dalle opere che potrebbero dare luogo ad incidenze sugli habitat e sulle specie vegetali e animai selvatiche, con riferimento quindi: a) agli eventuali usi impropri e diverse interpretazioni delle esigenze e delle specifiche progettuali; b) alla compensazione delle superfici boscate così come definite dalle L.R.T 39/2000 e s.m.i., compromesse dallo svolgimento delle previste azioni antropiche; c) all’eventuale interruzione delle continuità dei corridoi ecologici utilizzabili da parte delle specie vegetali e animali selvatiche per la migrazione e la distribuzione geografica. Si prescrive quindi l’adeguata e scrupolosa realizzazione di opere e misure di mitigazione per la riduzione degli impatti sugli habitat e le specie.

Di seguito si riporta una lista delle misure di mitigazione da prevedere. La presente lista non intende esaurire il tema della misure di mitigazione, piuttosto è tesa a fornire un elenco minimo di pratiche, da ampliare e contestualizzare in relazione alle specifiche caratteristiche del progetto in riferimento alle caratteristiche del Sito . Le misure di mitigazione consistono in: a) adeguata realizzazione di misure di mitigazione legate alle infrastrutture viarie come: · riduzione delle frammentazioni di habitat · ripristino della connettività degli habitat · realizzazione di ponti paesaggistici · sovrappassi e sottopassi per animali di grossa taglia · sovrappassi e sottopassi per animali di piccola taglia · passaggi per anfibi · ripristino di habitat anche alternativi ai preesistenti, per evitare impatti legati al passaggio della fauna stessa fra habitat diversi b) realizzazione di siepi e alberature con specie autoctone, anche – ma non esclusivamente – con lo scopo di ridurre l’impatto estetico-paesaggistico nei luoghi di realizzazione di impianti ed opere ad uso produttivo. c) adeguate e significative riduzione, orientazione e dimensionamento delle luci notturne, evitandone una diretta influenza sulle possibili zone sensibili del Sito;

99 11.4.5 RISERVA PROVINCIALE DEL PESCINELLO RPGR11 C.P. n° 71 del 13-mag-98

La Riserva di Pescinello si trova nell’Alta valle dell’Albegna, sulla riva sinistra del fiume, a monte dell’abitato di Roccalbegna. Si estende su una superficie complessiva di 149 ettari con un’area contigua di altri 92. Il territorio è collinare, con rilievi, come Poggio Crivello e Poggio Cerrino, che hanno altezze medie, superiori agli 800 metri sul livello del mare. Pescinello presenta la stessa formazione geologica della Riserva di Rocconi con calcari vari: rosso ammonitico, a calacareniti, ad argilliti e a diaspri. Il territorio è notevolmente accidentato con ripidi crinali che ospitano una flora e una fauna pregevole. Alcune pareti di roccia calcarea, esposte a sud completano la varietà del territorio. La Riserva è ricca d’acqua: sorgenti, stagni, risorgive e abbeveratoi sono presenti in gran numero e contribuiscono a mantenere elevata la biodiversità del territorio. La flora di questa area è un vero tesoro verde. Il difficile accesso a molte zone boscate, il taglio moderato ed attuato con metodi antichi hanno fatto sì che all’interno della Riserva sopravvivessero vecchi alberi di dimensioni straordinarie. La ricchezza di acqua (da cui forse deriva il nome Pescinello) ha permesso la 100 sopravvivenza di una fauna minore, altrove minacciata o addirittura estinta. Negli stagni e nelle sorgenti oltre ai comuni tritoni, crestato e italico, sono presenti due rarità: l’ululone dal ventre giallo e il gambero di fiume. Il Regolamento Urbanistico non riporta specifiche previsioni interne al sito

11.4.6 RISERVA PROVINCIALE DEI ROCCONI RPGR12 C.P. n° 89 del 15-GIU-98

Il Regolamento Urbanistico non riporta specifiche previsioni interne al sito.

La Riserva naturale di Rocconi si estende nell’Alta valle dell’Albegna e interessa i Comuni di Semproniano e Roccalbegna. Occupa una superficie complessiva di 371 ettari con un’area contigua di complessivi 253 ettari. Questa area protetta insiste per buona parte sull’Oasi di proprietà del Wwf (130 ettari). Il territorio è formato da colline con un’altitudine massima che varia da circa 500 metri sul livello del mare nella parte settentrionale ai 200 metri del confine meridionale segnato dal Fosso Paradisone e presenta una geomorfologia estremamente varia ed accidentata. Sono presenti infatti in questo comprensorio altissime pareti rocciose di calcare massiccio alla cui base scorrono i fiumi dell’Albegna e Rigo, sul cui versante destro non mancano, inoltre, grotte e cavità, di cui la più importante è il Crepaccio di Rocconi. Nella parte meridionale della Riserva, dove l’orografia diventa più dolce, scorgiamo invece le caratteristiche dell’entroterra maremmano ancora ben conservate. La storia della Riserva di Rocconi inizia 1991, in seguito ad una serie di escursioni naturalistiche di un piccolo gruppo di ornitologi toscani, soci del Wwf. Le gole 101 dell’Albegna, sotto le e del suo affluente Rigo, rivelarono subito agli occhi di questo gruppo di esperti una straordinaria ricchezza di fauna e di flora. Nella parte settentrionale dell’area prevalgono le zone boscate che si possono distinguere in: bosco misto, soprattutto nel territorio compreso tra i fiumi Albegna e Rigo, in cui prevalgono la roverella e il cerro, ma sono presenti anche frassini, carpini, aceri, peri, meli, ciliegi e sorbi; bosco a prevalenza di leccio, che si estende nel versante ad ovest del Rigo e dell’Albegna; flora arbustiva e arborea ripariale, lungo il greto del fiume Albegna. Nella parte meridionale della Riserva prevalgono, invece, oliveti, prati, pascoli, incolti e piccoli seminativi, intercalati da folte siepi di biancospino, rovo, olmo, prugnolo e corniolo, che svolgono un ruolo fondamentale per la fauna selvatica. Di particolare interesse anche le associazioni vegetazionali rupicole e la straordinaria varietà di orchidee spontanee (25 le specie censite). Per la fauna la Riserva di Rocconi assume un’importanza straordinaria. Esclusiva è la presenza di rari rapaci diurni come il biancone e il lanario, specie prioritaria a livello Cee, in decremento in Europa. Importante è anche l’esistenza di esemplari della tartaruga di Hermann e di alcuni rettili come il cervone, il biacco, la biscia d’acqua, la vipera comune e il colubro di Riccioli. Tra i mammiferi, è di rilievo la presenza del gatto selvatico, della martora, del tasso e sporadicamente del lupo e della lontra. L’importanza faunistica all’interno di Rocconi è però soprattutto ornitologica. Sono infatti presenti moltissime specie inserite nelle “liste rosse” europee e tutelate dalla Convenzione di Berna: l’albanella minore, l’assiolo, l’averla capirossa, il falco pecchiaolo, il gufo comune, il martin pescatore, il picchio verde e il merlo acquaiolo. (riferimenti tratti dal Piano Provinciale per le Attività estrattive e dai siti ambientali dedicati)

Il Regolamento Urbanistico non riporta specifiche previsioni interne al sito

102 11.5 ENERGIA

In relazione all’energia, gli indicatori individuati sono: • Consumo Elettrico • Consumo di Gas naturale • Consumo di Benzina • Impianti di produzione di energia elettrica: impianti idroelettrici

ENERGIA ELETTRICA Consumo elettrico GAS Consumo di gas naturale ENERGIA COMBUSTIBILI Consumo di benzina Impianti di produzione di energia elettrica da PRODUZIONE ENERGIA fonti rinnovabili

Consumo Elettrico Definizione dell’indicatore e metodologia di calcolo Per analizzare il dato relativo al consumo elettrico, sono stati forniti dall’Enel i dati riguardanti i consumi a livello comunale, raggruppati per settore di utilizzazione: illuminazione pubblica, usi domestici, agricoltura, industria e terziario (i dati ENEL non sono comprensivi però dell’autoproduzione, per cui non sempre rappresentano il consumo effettivo). Questi consentono di avere per ciascun comune e settore di utilizzazione le necessarie informazioni: numero di utenti, energia elettrica fatturata. I consumi elettrici del Comune di Roccalbegna sono al di sotto della media provinciale.

Consumo di Gas naturale Il dato relativo al consumo di gas naturale è fornito da GEA, a scala provinciale, con la ripartizione in categorie. Evidenze riscontrate Il trend provinciale riguardante il consumo di gas naturale, riflette quello regionale, che vede sempre maggior impiego di tale combustibile. I consumi di gas naturale del Comune di Roccalbegna sono al di sotto della media provinciale.

Consumo di Carburanti: benzina Definizione dell’indicatore e metodologia di calcolo I dati relativi al consumo di benzina sono forniti dal bollettino dell’Unione Petrolifera. In base a dati forniti dall’UTIF di Livorno è possibile analizzare nel dettaglio i dati relativi alla vendita di benzina nel territorio provinciale. Evidenze riscontrate Il trend della provincia è caratterizzato da una sostanziale stabilizzazione dei volumi di consumo delle benzine, con un trend di crescita quasi nullo. I consumi di gas naturale del Comune di Roccalbegna sono al di sotto della media provinciale.

Impianti di produzione di energia elettrica Assenti

103 11.6 ELETTROMAGNETISMO

Per l’elettromagnetismo, gli indicatori individuati sono: • Sorgenti di inquinamento • Livelli di inquinamento elettromagnetico rilevati • Popolazione potenzialmente esposta all’inquinamento elettromagnetico

Sorgenti di inquinamento SORGENTI E LIVELLI ELETTRO DELL’INQUINAMENTO Livelli di inquinamento elettromagnetico rilevanti MAGNETISMO ELETTROMAGNETICO Popolazione potenzialmente esposta all’inquinamento elettromagnetico

Sorgenti di inquinamento L’indicatore misura la presenza sul territorio comunale delle sorgenti di onde elettromagnetiche non ionizzanti. Tali sorgenti sono rappresentate da:

- linee ed installazioni elettriche (alta, media e bassa tensione); - stazioni radio base (SRB) per la telefonia mobile; - impianti di diffusione radiotelevisiva (RTV).

La disponibilità del dato è sufficiente a livello provinciale per quanto riguarda le linee elettriche, date le competenze acquisite dalla Regione Toscana in materia energetica a seguito del D.Lgs. 122/1998 e la diffusione dei dati relativi alla presenza e alla densità di linee elettriche sul territorio da parte del Gestore della rete (GRTN). Per quanto riguarda le stazioni radio base, la conoscenza di siti esistenti è legata ai dati reperibili presso i gestori e alle informazioni risultanti dall’attività di Arpat. La conoscenza degli impianti per la diffusione radiofonica e televisiva deriva, oltre che dall’attività di controllo di Arpat, dal Piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la radio diffusione televisiva del 1998, che dà però solo un’informazione parziale sulla situazione esistente, in quanto è relativo al sito autorizzato nel suo complesso e a siti con ERP (potenza massima irradiata) non inferiore a 200 W; non è quindi disponibile il dato relativo al numero effettivo di impianti ripetitori effettivamente presenti nel sito.

Inoltre, a tali impianti vanno aggiunti altri impianti per la radiodiffusione sonora in tecnica digitale (PNAF – DAB) e per la radiodiffusione televisiva in tecnica digitale (PNAF – DVB), i cui piani di assegnazione delle frequenze sono stati emanati dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni rispettivamente nel 2002 e 2003. La piena attuazione dei disposti di legge relativi alla creazione di un catasto regionale delle sorgenti di emissione (Dm 381/1998, L. 36/2001, L.R. 54/2000) consentirà una maggiore e più dettagliata conoscenza dei siti e degli impianti presenti sul territorio.

Evidenze riscontrate e stato della risorsa

Nel territorio comunale sono assenti significative sorgenti di inquinamento elettromagnetico. Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi

104 11.7 RUMORE

Gli indicatori per il rilevamento dell’inquinamento acustico sono: • Presenza dello strumento di classificazione acustica • Zonizzazione acustica • Popolazione esposta all’inquinamento acustico: livelli sonori e popolazione esposta in aree ferroviarie e autostradali e quindi stradali generiche.

Presenza dello strumento di classificazione acustica

Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi

Il Comune di Roccalbegna è dotato di Piano Comunale di Classificazione acustica datato 23 gennaio 2006.

Il Quadro Conoscitivo ed il Piano Comunale di classificazione acustica, di cui il Co- mune si è dotato in applicazione della L.R. 89/98, è stato formulato tenendo conto dei criteri desunti dalle linee guida approvate con D.C.R. 77/2000.

Il Piano Comunale di classificazione acustica è stato approvato prima del Regola- mento Urbanistico ed assunto quale parte integrante del quadro conoscitivo del Pia- no Strutturale di cui tenere obbligatoriamente conto nella formazione dei principali piani di settore di competenza comunale e nelle valutazioni che il Piano Strutturale e le vigenti norme prescrivono come necessarie per le previsioni insediative e infra- strutturali che saranno attuate dal R.U. e dagli eventuali P.I.I..

Comunque le scelte del Regolamento Urbanistico non sono tali da influenzare o essere influenzate dalle emissioni acustiche delle attività proposte. In attuazione dell’art. 3 della legge n.447/95, “Legge quadro sull’inquinamento acustico”, il DPCM 14.11.97 determina i valori limite di emissione e immissione, i valori di attenzione e quelli di qualità, riferiti alle classi di destinazione d’uso del territorio.

Zonizzazione acustica Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi La classificazione in zone del territorio contenuta all’interno del documento “Classificazione acustica del territorio comunale di Roccalbegna” è il risultato di una analisi del territorio sulla base del piano regolatore e della situazione esistente.

CLASSI ACUSTICHE CLASSE I - aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc. CLASSE II - aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali. 105 CLASSE III - aree di tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traf- fico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici . CLASSE IV - aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree ur- bane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie. CLASSE V - aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti mindustriali e con scarsità di abitazioni. CLASSE VI - aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.

CLASSIFICAZIONE DELLE ZONE DI CLASSE I La procedura consigliata dalla Regione Toscana per l’attribuzione delle classi acu- stiche consiste nell’iniziare dalle classi I (di particolare rispetto), V e VI (prevalente- mente ed esclusivamente industriale). Ricordiamo la prescrizione contenuta nella legge n.447/95 che richiede che tra due aree adiacenti non vi sia una differenza superiore ai 5 dB(A). Questo impedisce di porre a confine, ad esempio, un’area di classe I ed un’altra di classe IV o III.

Per separare aree ben identificate la cui destinazione d’uso differisca in modo tale da evidenziare un’incongruenza del tipo citato, vengono tracciate aree con classifi- cazione a scalare fino a rispettare il criterio dei 5 dB(A) di differenza. Esse vengono definite fasce di decadimento sonoro e la loro profondità non è fissa ma varia in funzione della morfologia del terreno e della presenza di ostacoli che fungano da schermo.

Si deve di volta in volta calcolare quale sia la distanza necessaria perché l’emissio- ne delle sorgenti possa disperdere la propria energia sonora in misura sufficiente a rendere logici i livelli che il Piano impone di raggiungere.

La classe I dovrebbe essere attribuita ad aree su cui insistano edifici scolastici, ospedali e case di cura o di riposo ed ad aree che, per il loro utilizzo richiedano particolari situazioni di quiete, come l’oasi naturalistica.

Le scuole del Comune di Roccalbegna non sono collocate in aree isolate o protette, anzi, sono affacciate su vie anche se con modesti flussi di traffico: questo non ha permesso di attribuire loro la classe I senza cadere in incongruenze con le aree e la viabilità adiacente.

Si è ritenuto che prevedere onerosi e scarsamente efficaci interventi di risanamento acustico ambientale avrebbe prodotto più problemi di quelli che si vogliono risolvere. Si ritiene ragionevole che l’indice di isolamento acustico delle facciate e dei serra- menti in occasione mdi interventi più generali di ristrutturazione sia sufficiente per il 106 raggiungimento all’interno dei locali della classe II, mentre nella corte esterna esi- stono le condizioni per la Classe III. La classe I è stata assegnata alle due oasi naturalistiche: • • tur NonOasi esistendo WWF: Bosco aree sia Rocconi a carattere esclusivamente industriale che prevalentemente industrialiRiserva non na esistonoale Pescinello territori con classe V e VI.

CLASSIFICAZIONE DELLE ZONE DI CLASSE II, III, IV Tenendo conto di quanto precedentemente affermato, si provvede a riservare ad una fascia di 100 metri per ogni lato delle infrastrutture stradali provinciali la classe IV, comprendendo le aree degli agglomerati urbani vicine alle stesse, quindi gli abi- tati di: • occalbegna, • Vallerona, • SantaR Caterina, • Triana sono stati posti in Classe IV, mentre Cana è stata inserita in classe III perché distan- te dalla strada provinciale.

La maggior parte del territorio comunale è stato inserito in Classe III perché destina- to ad attività agricola interessate dall’uso di macchine operatrici. Le aree in classe II sono quelle di cuscinetto tra la classe I e la III, inoltre è stata inserita in classe II anche l’area su cui insiste il castello di Triana.

Sono state altresì individuate alcune Aree destinate a manifestazioni temporanee in luogo aperto al pubblico:

• a sono state individuate N°3 aree (S1-S2-S3) • a Vallerona sono state individuate N°3 aree (S4-S5-S6) • a CanSanta Caterina sono state individuate N°2 aree (S7-S8) • a Roccalbegna s • Porta di Maremma • S10- Piazza Chiesaono state SS. individuate Pietro e Paolo N°6 aree (S9-S10-S11-S12-S13-S14): S9-• S11- Piazza IV Novembre • S12- Area Campo di calcetto • S13- Cassero • S14- Gora del M

Le zone artigianali sonoulino individuate di Mezzo dal nuovo P.S.: • Caterina • a Roccalb e sonoa Santa state inserite in classe IV. egna Le aree SIR (torrente Trasubbie e Trasubbino) sono in Classe III come peraltro consigliato dalla Provincia, anche perché la vicinanza alla strada in Classe IV non consente di assegnare la Classe II.

107 11.8 RIFIUTI Gli indicatori individuati sono: • Produzione di rifiuti urbani: rifiuti prodotti, residui e recuperati; totale, pro capite e per area • Raccolta differenziata: raggiungimento degli obiettivi, recuperi totali e per materiali e area • Produzione di rifiuti speciali:rifiuti pericolosi e non pericolosi; ripartizione per settore produttivo e area • Intensità di produzione di rifiuti : produzione di rifiuti speciali, pericolosi e non, per addetto

Produzione di rifiuti urbani: rifiuti prodotti, residui e recuperati; totale, pro capite e per area Raccolta differenziata: raggiungimento degli obiettivi, recuperi totali e RIFIUTI PRODUZIONE E RACCOLTA per materiali e area Produzione di rifiuti speciali: rifiuti pericolosi e non pericolosi; ripartizione per settore produttivo e area Intensità di produzione di rifiuti speciali: produzione di rifiuti speciali, pericolosi e non, per addetto

Produzione di rifiuti urbani Definizione dell’indicatore e metodologia di analisi Scopo dell’indicatore è valutare il quantitativo totale e pro capite di rifiuti urbani prodotti per anno e la conseguente pressione indotta sull’ambiente da questa componente. I dati derivano dalle certificazioni ARRR su dati forniti dai comuni. L’analisi è condotta a scala comunale e a livello di Sistema economico locale (SEL). Evidenze riscontrate e stato della risorsa In merito alla produzione totale di rifiuti urbani e alla produzione pro capite nel comune di Roccalbegna la quantità risulta inferiore alla media provinciale e viene conferita all’impianti di Cannicci.

Raccolta differenziata Non applicata

108 12. LA VERIFICA DI COERENZA

12.1 LA VERIFICA DI COERENZA ESTERNA

La verifica della di coerenza esterna esprime le capacità del piano di risultare non in contrasto, eventualmente indifferente o portatore di contributi alle politiche di governo del territorio degli altri enti istituzionalmente competenti in materia. E’stata intenzione dell’Amministrazione redigere il primo Regolamento Urbanistico in assoluta coerenza con le previsioni del Piano strutturale. Il processo di valutazione della coerenza esterna è stata valutata in riferimento ai seguenti strumenti di pianificazione: Piano di Indirizzo Territoriale approvato con delibera di consiglio regionale n. 72 del 24 luglio 2007; Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Groseto approvato con delibera del Consiglio provinciale n. 20 del 11 giugno 2010; Piano Strutturale del Comune approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 19 del 27 agosto 2010.

LA SINTESI GRAFICA DELA VERIFICA DI COERENZA La verifica di coerenza si sintetizza in quattro simboli grafici che traggono origine dal confronto integrato e sinergico tra la norma o prescrizione del PIT e gli obiettivi nonchè i contenuti del R.U..

Piena coerenza Impatto positivo

Coerenza Impatto trascurabile, nessun impatto

Incertezza

Nessuna coerenza

109 12.1.1 VERIFICA DI COERENZA CON IL PIANO DI INDIRIZZO TERRITORIALE DELLA REGIONE TOSCANA

Per procedere alla verifica di coerenza del Regolamento Urbanistico con ilPIT regionale sono stati messi a confronto gli obiettivi del R.U. oltre che con le invarianti strutturali del PIT, che sono poi risultate rispettate, anche con i temi desunti dalle “ Schede dei paesaggi e individuazione degli obiettivi di qualità relative all’ambito specifico delle Colline dell’Albegna. Pertanto anche per questa verifica si sono utilizzati delle tabelle dove sono indicati i contenuti dell’Ambito 25 COLLINE DELL’ALBEGNA del PIT con l’indicazione un giudizio di coerenza del PS e del R.U. espresso attraverso l’utilizzo di specifiche simbologie grafiche

AMBITO 25 LE COLLINE DELL’ALBEGNA

DESCRIZIONE DEI CARATTERI STRUTTURALI DEL PAESAGGIO

Elementi costituti- Caratteri strutturali identificativi Caratteri strutturali ordinari vi naturali La sorgente del fiume Albegna è situata tra due imponenti rocce cal- caree che sovrastano l’omonimo Versante collinare poco acclive fra la centro urbano. piana dell’Albegna e i rilievi interni. Geomorfologia Le gole dell’Albegna e , i Territorio vocato all’agricoltura e diffu- massi di Cellena, Rocconi e Pie- samente coltivato. tricci. Il Sasso di Roccalbegna e l’altura di Saturnia. Idrografia natu- Il corso dell’Albegna dalle sorgenti rale fino alla . Vegetazione Macchie boscate, siepi camporili. Assetti agricoli e forestali Idrografia artifi- ciale Nelle vallecole strette e incise si trova- no prevalentemente i boschi, mentre sulle sommità prevalgono i prati e i pascoli. I Paesaggio agra- versanti montani che sovrastano Ca- rio e forestale stell’Azzara hanno come dominante il storico mosaico forestale. Al suolo estremamente roccioso dell’alta valle dell’Albegna corrispondono attività di pascolo

110 L’orditura del paesaggio rurale denota un denso sistema continuo di corridoi e macchie di vegetazione in corri- Paesaggio agra- spondenza alla trama dei seminativi rio e forestale semplici. moderno Paesaggio rurale di collina con pre- senza di oliveti e vigneti. Caratteristica la suddivisione dei cam- pi con siepi. Insediamenti e infrastrutture I centri storici collinari, in posizioni dominanti, sono contornati da aree boscate e da oliveti. Le fortificazioni storiche costitui- scono complessi architettonici con grande capacità figurativa. che Insediamenti assumono rilievo significativo nello storici scenario del paesaggio. Da segnalare gli insediamenti di Marsiliana, Ghiaccio Forte, Ma- gliano, Roccalbegna, Scansano, Semproniano, Rocchette di Fazio e gli Usi. Insediamenti mo- derni e contem- poranei Viabilità e infra- strutture storiche Viabilità e infra- strutture moderne La SR 74 Maremmana e contemporanee

RICONOSCIMENTO DEI VALORI Valutazione sintetica di coerenza tra le scelte del Regolamento Urbanistico e il PIT

Valori naturalistici C

111 L’ambito è caratterizzato morfologicamente dal crinale che dal Monte Labbro scende verso la costa, comprendendo anche una piccola porzione dei Monti dell’Uccellina, dalle colline del fiume Albegna fino a comprendere il sistema delle colline interne con una estesa copertura forestale a cui si alternano spazi aperti a pascolo con grandi alberi sparsi. Carat- teristica in quest’area la presenza di zone carsiche con sistemi ipogei che ospitano varie specie di chirotteri. ELEMENTI CO- Numerose sono le emergenze naturali, come la sorgente dell’Al- STITUTIVI NATU- begna, il biotopo di Santissima Trinità e la Riserva Naturale RALI di Pescinello e Rocconi Il corso del fiume Albegna, che nasce Geomorfologia presso il centro abitato di Roccalbegna scorre in alveo naturale, Idrografia naturale inizialmente in profonde gole di natura calcarea, dominata da ve- Vegetazione getazione riparia, da leccete e habitat rupestri, poi, in fondovalle, in un alveo ampio con greti ghiaiosi ancora in buone condizioni di integrità, nonostante la presenza dell’importante centro di turi- smo termale di Saturnia. Il corso del Fiora presenta lunghi tratti, soprattutto nel medio cor- so, caratterizzati da greti sassosi e da terrazzi fluviali con forma- zioni vegetali in buono stato di conservazione. (SIR 118 Monte Labbro e alta valle dell’Albegna, SIR 119 Alto corso del Fiume Fiora, SIR Monte Penna, Bosco della Fonte e Monte Civitella). Valori storico-culturali ELEMENTI CO- STITUTIVI NATU- La dotazione di valori storico culturali nell’ambito dei caratteri di RALI naturalità è riconducibile al forteto delle zone interne di Capalbio Geomorfologia e Orbetello per la consolidata attività venatoria e per i riferimenti Idrografia naturale storici al brigantaggio Vegetazione Valori estetico-percettivi ELEMENTI CO- STITUTIVI NATU- La dotazione di valori estetico-percettivi nell’ambito dei caratteri RALI di naturalità è notevole. Geomorfologia Il complesso delle gole di Roccalbegna con i resti del castello di Idrografia naturale Rocchette di Fazio. Vegetazione Valori naturalistici

112 Il mosaico paesaggistico risulta diffusamente differenziato dall’al- ternanza di boschi e colture agrarie miste e specializzate Il mo- saico paesaggistico presenta un apprezzabile equilibrio di aree boscate, seminativi e prati pascolo, delimitati da siepi e con qual- che albero isolato Le formazioni forestali più rappresentate sono ELEMENTI CO- le cerrete e i boschi a dominanza di latifoglie decidue termofile. STITUTIVI AN- L’alta valle dell’Albegna e le pendici del Monte Labbro ospitano TROPICI ambiti che conservano inalterate le caratteristiche del paesaggio Idrografia artifi- agro-silvo-pastorale ciale tradizionale di rilevante valore. Anche l’ecosistema fluviale pre- Paesaggio agrario senta formazioni ripariali arboree ed arbustive in ottimo stato di e forestale storico conservazione. Paesaggio agrario La media valle dell’Albegna presenta pendici più dolci dove alle e forestale mo- aree boscate si sostituiscono le coltivazioni, prevalentemente a derno oliveto e vigneto nelle parti più ondulate, mentre sulle aree più pianeggianti prevalgono i seminativi. Alla significativa presenza delle colture specializzate risulta asso- ciata una consistente dotazione di filari, siepi e macchie boscate, che conferisce una specifica fisionomia al paesaggio Valori storico-culturali ELEMENTI CO- STITUTIVI AN- TROPICI Idrografia artifi- La dotazione di valori storico culturali nell’ambito del territorio ciale rurale è notevole ed in particolare valore esprime la caratteristica Paesaggio agrario organizzazione del territorio rurale riconducibile al latifondo in cui e forestale storico assumono particolare rilevanza le fattorie storiche pedecollinari Paesaggio agrario e forestale mo- derno

113 INTERPRETAZIONE, DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DELLA QUALITA’ Valutazione sintetica di coerenza tra le scelte del Regolamento Urbanistico e il PIT

Funzionamento e di- Obiettivi di qualità C namiche evolutive Priorità Obiettivi di qualità Conservazione degli elevati livelli di naturalità attraverso azioni volte a: ELEMENTI - la tutela dei corridoi fluviali del corso dell’Al- COSTITU- begna e del Fiora anche attraverso adeguati TIVI NATU- indirizzi per il controllo degli scarichi e dei pre- RALI lievi idrici. Geomorfolo- - la tutela delle gole di Roccalbegna e Roc- gia Idrogra- chette di Fazio (con Cellena e Saturnia). L’ambito comprende fia naturale i versanti collinari Vegetazione Azioni prioritarie e montuosi che di- Tutela e conservazione integrale delle gole di gradano dal crinale Roccalbegna e Rocchette di Fazio che costitui- Monte Labbro-Poggio scono una emergenza geomorfologica. Murella verso l’alto Recupero e valorizzazione del patrimonio di ar- corso dell’Albegna.; cheologia mineraria attraverso la bonifica dei siti la lunga vallata con minerari dismessi ed il restauro e la valorizzazio- orientamento nord-sud ne del patrimonio edilizio anche nell’ambito delle del corso del fiume iniziative per il Parco Museo delle Miniere dell’ Fiora, i versanti del Amiata. Monte Penna e Monte Tutela e conservazione di tutti i nuclei storici e Civitella della loro relazione anche visuale con gli spazi Sono numerose anche rurali e di margine attraverso la definizione di in- le emergenze naturali dirizzi per orientare le eventuali addizioni. (sorgente dell’Albe- Gestione sostenibile delle attività legate allo gna, biotopo di Santis- sfruttamento e alla valorizzazione economica sima Trinità, Riserva ELEMENTI della risorsa termale mediante il monitoraggio Naturale di Pescinello COSTITU- della quantità e della qualità della risorsa idrica, e Rocconi). TIVI NATU- una adeguata programmazione delle strutture di Il corso del fiume RALI servizio e di quelle ricettive finalizzata a ridurre Albegna si presenta Geomorfolo- gli impegni di suolo e ad orientare gli interventi ancora sufficientemen- gia Idrogra- verso un elevato livello di qualità anche attra- te integro nonostante fia naturale verso il recupero dei caratteri storici e simbolici l’incidenza del centro Vegetazione dei siti termali quali elementi di indirizzo per la turistico termale di Sa- progettazione. turnia. Azioni prioritarie La tutela del paesaggio agrario di età romana, riscontrabile nella sopravvivenza dei tracciati centuriali romani nelle divisioni agrarie e nella viabilità afferente,e nelle emergenze delle ville monumentali di e di Casale Vit- torio Veneto. La tutela e valorizzazione dell’area urbana di Saturnia e delle sue Necropoli, e dell’area di Marsiliana d’Albegna e delle sue necropoli.

114 RICONOSCIMENTO DEI PAESAGGI DI ECCELLENZA Valutazione sintetica di coerenza tra le scelte del Regolamento Urbanistico e il PIT

D.M. 27/08/1973 – G.U. n. 256 del 03/10/1973 Zona sita nei comuni di Roccalbegna e Triana (centri abitati e zone circostanti) PAESAGGI DI La zona predetta ha notevole interesse pubblico perché, ambien- ECCELLENZA tata in un quadro naturale costituito da roccioni emergenti dal suo- Aree ed immobili lo e torrenti montani incombenti sull’abitato di Roccalbegna, deter- dichiarati di note- mina una visione unica di estrema bellezza. Tra questi due centri vole storico-monumentali la caratteristica vegetazione maremmana, interesse pubblico formata da ulivi nelle colline e querce tra le fenditure dei massi, contribuisce a dare alla zona un particolare e singolare aspetto meritevole di conservazione

115 12.1.2 VERIFICA DI COERENZA CON IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DELLA PROVINCIA DI GROSSETO

Il Regolamento Urbanistico di Roccalbegna è stato elaborato elaborato nel pieno rispetto delle indicazioni di sviluppo dettate dal Piano Strutturale è coerente con il PTC approvato con D.C.P. n. D.C.P n. 20 dell’11/06/2010 Coerenza La verifica di coerenza si sintetizza in quattro simboli grafici che traggono origine dal confronto integrato e sinergico tra la norma o prescrizione del PTC e gli obiettivi nonché i contenuti del R.U.. In alcuni casi il riferimento deve essere necessariamente quello dei contenuti del PS. Si ricordano gli obiettivi principali del R.U.: • la tutela del paesaggio • il mantenimento e la tutela degli apparati vegetazionali • il mantenimento e la tutela delle emergenze • la riduzione del rischio idraulico, • la protezione del sistema delle acque superficiali e delle falde freatiche dai rischi di inquinamento, • la prevenzione dei fenomeni di instabilità dei versanti e di erosione del terreno agricolo, • la protezione, conservazione valorizzazione dei valori paesistici e storico- culturali, • la reintegrazione e ricostituzione dei sistemi insediativi “storici” che ancora costituiscono elementi fondamentali della struttura del territorio, • la prescrittività della regola insediativa che veda la piena utilizzazione dell’edificato e delle infrastrutture esistenti prima di accrescerne numero e capacità.

Il confronto tra gli indirizzi del PTC e gli obbiettivi contenuti nella programmazione del R.U. si trascrive nel seguente modo:

Piena coerenza Impatto positivo

Coerenza Impatto trascurabile, nessun impatto

Incertezza

Nessuna coerenza

116 LA MATRICE DI CONFRONTO

Riferimento della nor- Riferimento alla normati- Dettaglio della normativa mativa corrispondente Coerenza va del PTC del PTC nel R.U. o, in alternati- va, nel P.S. SCHEDA 3 USO E GESTIONE DEL- LA RISORSA ACQUA - 300 litri giornalieri pro 3A. PARAMETRI PER LA capite per la popolazione Norme di Attuazione del SOSTENIBILITÀ IDRICA residente; PS DELLA CRESCITA INSE- - 200 litri giornalieri pro Prescrizione, cogente in DIATIVA capite per la popolazione ambito di RU ospite Norme di Attuazione del 1. Individuazione delle aree P.S. con problematiche idrogeo- Prescrizione, cogente in logiche ambito di RU 2. Redazione delle carte di Norme di Attuazione del vulnerabilità degli acquiferi R.U. 3B. INDIRIZZI PER LA 3. Tutela delle aree con pro- Apparato di analisi e TUTELA DELLA RISOR- blematiche idrogeologiche regolamentazione idro- SA IDRICA geologica del PS e del R.U. 4. Disciplina provinciale per Norme di Attuazione del la ricerca, coltivazione e P.S. utilizzazione delle acque mi- Prescrizione nerali, di sorgente e termali Cogente in ambito di RU Norme di Attuazione del 3C. CRITERI PER IL RI- P.S. EQUILIBRIO DEL TRA- Prescrizione SPORTO SOLIDO Cogente in ambito di RU Norme di Attuazione del 3D. INDIRIZZI PER IL P.S. RIUTILIZZO DELLE AC- Prescrizione QUE REFLUE Cogente in ambito di RU

117 Riferimento della nor- Dettaglio della normativa del mativa corrispondente Riferimento alla normati- Coerenza PTC nel R.U. o, in alternati- va del PTC va, nel P.S. SCHEDA 4 ACQUA E SUOLO: ASSETTI, RISCHI, DIS- SESTI Norme di Attuazione del 1. Relazione di supporto al P.S. P.S. e relative varianti Prescrizione 4A. INDIRIZZI PER LE 2. Carta geomorfologica Norme di Attuazione del INDAGINI GEOLOGI- 3. Carta delle aree con pro- R.U. CHE blematiche idrogeologiche Apparato di analisi e 4. Studi di stabilità dei ver- regolamentazione idro- santi geologica del PS e del R.U. Norme di Attuazione del P.S. Prescrizione Norme di Attuazione del 4C. INDIRIZZI A INTE- R.U. GRAZIONE DEI P.A.I. Apparato di analisi e regolamentazione idro- geologica del PS e del R.U. Norme di Attuazione del P.S. Prescrizione 4D. INDIRIZZI PER LA Norme di Attuazione del TUTELA DEI SUOLI R.U. AGRARI Apparato di analisi e regolamentazione idro- geologica del PS e del R.U.

Riferimento della norma- Riferimento alla normativa Dettaglio della normativa del tiva corrispondente nel Coeren- del PTC PTC R.U. o, in alternativa, nel za P.S. SCHEDA 5 Norme di Attuazione del RISORSE DEL SOTTO- P.S. SUOLO Prescrizione 5A. CRITERI PER L’E- Norme di Attuazione del SERCIZIO DELLE ATTIVI- P.S. TÀ ESTRATTIVE Prescrizione Norme di Attuazione del P.S. Prescrizione 5C. ELENCO DELLE Norme di Attuazione del CAVE DISMESSE R.U. Apparato di analisi e re- golamentazione idrogeo- logica del PS e del R.U. 118 Riferimento della norma- Riferimento alla normativa Dettaglio della normativa del tiva corrispondente nel Coeren- del PTC PTC R.U. o, in alternativa, nel za P.S. Norme di Attuazione del 5D. EMERGENZE P.S. GEOLOGICHE E SPELE- Prescrizione OLOGICHE Cogente in ambito di RU 1. Tutela delle grotte e delle Norme di Attuazione del cavità artificiali di interesse P.S. storico-architettonico Prescrizione 5E. GROTTE, IPOGEI, 3. Tutela delle aree carsiche Norme di Attuazione del CAVITÀ ETC 4. Obiettivi e criteri per la R.U. tutela e valorizzazione del Apparato di analisi e re- patrimonio speleologico e golamentazione idrogeo- carsico logica del PS e del R.U.

Riferimento della norma- Riferimento alla normati- Dettaglio della normativa del tiva corrispondente nel Coeren- va del PTC PTC R.U. o, in alternativa, nel za P.S. SCHEDA 7 PATRIMONIO FLORO- FAUNISTICO ED EMER- GENZE AMBIENTALI Norme di Attuazione del P.S. Prescrizione Norme di Attuazione del 7A. RISORSE FLORO- R.U. FAUNISTICHE Artt. 20.3-20.5-20.6 Apparato di analisi e re- golamentazione idrogeo- logica del PS e del R.U. 7C. AMBITI A RIDOTTO POTENZIALE ANTRO- PICO (A.R.P.A.) Norme di Attuazione del Siti di Importanza Comunita- P.S. ria (S.I.C. - L.R. 56/00) Prescrizione Monte Labro ed alta valle Norme di Attuazione del 7D. ELENCO DEI SITI dell’Albegna R.U. BIOITALY Alto corso del fiume Fiora Apparato di analisi e re- Medio corso del fiume Albe- golamentazione idrogeo- gna logica del PS e del R.U. Valutazione di incidenza

119 Riferimento della norma- Riferimento alla normati- Dettaglio della normativa del tiva corrispondente nel Coeren- va del PTC PTC R.U. o, in alternativa, nel za P.S. Norme di Attuazione del P.S. Prescrizione Siti di Importanza Regionale Norme di Attuazione del (S.I.R. - L.R. 56/00) R.U. Torrente Trasubbie Apparato di analisi e re- golamentazione idrogeo- logica del PS e del R.U. Valutazione di incidenza Norme di Attuazione del P.S. Riserve naturali provinciali Prescrizione Monte Labbro (Del. C.P. n. Norme di Attuazione del 7E. BIOTOPI E AREE 73 del 13.05.1998), Pesci- R.U. PROTETTE nello ( Del. C.P. n. 71 del Apparato di analisi e re- 13.05.1998), Rocconi (Del. golamentazione idrogeo- C.P. n. 89 del 15.06.1998) logica del PS e del R.U. Valutazione di incidenza

Riferimento della norma- Riferimento alla normati- Dettaglio della normativa del tiva corrispondente nel Coeren- va del PTC PTC R.U. o, in alternativa, nel za P.S. SCHEDA 8 SISTEMA MORFOLOGI- CO TERRITORIALE U.M.T. R10.1 “Alta Valle dell’Albegna B5 – Assetti dell’insedia- mento di montagna nei rilievi strutturali E5 - Assetti della Riforma Agraria nei rilievi strutturali

120 Riferimento della norma- Riferimento alla normati- Dettaglio della normativa del tiva corrispondente nel Coeren- va del PTC PTC R.U. o, in alternativa, nel za P.S. Dinamiche in atto Processi di abbandono con espansione del bosco e dell’incolto a detrimento dei suoli agricoli e dei castagne- ti. Distribuzione spaziale delle aree agricole sempre più Norme di Attuazione del irregolare e connotata da foraggere alternate ai prati per- P.S. manenti e ai pascoli (settori B2, B5). Presenza di colture Prescrizione promiscue intorno alle Rocchette di Fazio. Norme di Attuazione del Marginalizzazione degli edifici e degli aggregati rurali nel- R.U. le zone meno accessibili e lontane dai centri abitati princi- Apparato di analisi e re- pali con perdita della viabilità minore ad essi collegata. golamentazione idrogeo- Limitato sviluppo delle attività turistico rurali e agrituristi- logica del PS e del R.U. che (settori B2, B5, E5). Sostanziale permanenza degli Si vedano in particolare assetti insediativi consolidati nell’aggregato di Castello il tema trattato nell’am- delle Rocchette di Fazio e nell’aggregato lineare di Pe- bito della tutela dei coni tricci. A Semproniano trasformazione urbana del centro visuali. murato mediante espansione lineare lungo strada e occu- pazione dei versanti a maggiore panoramicità, con rischio di alterazione dell’immagine consolidata di centro murato di altura. Norme di Attuazione del P.S. Vocazioni da sviluppare Prescrizione Valorizzazione economica, nel rispetto dei valori formali Norme di Attuazione del dell’U.M.T., delle risorse storico-naturali, delle produzio- R.U. ni tipiche locali e delle forme di turismo sostenibile ad Apparato di analisi e re- esse collegato attraverso la promozione di misure volte golamentazione idrogeo- ad incentivare, nell’ambito delle opere di miglioramento logica del PS e del R.U. dell’ambiente e dello spazio rurale, il mantenimento de- Il tema viene approfon- gli assetti agrari tradizionali presenti nei S.m. dell’unità. dito in modo specifico Eventuali interventi di nuovo appoderamento persegui- nell’ambito delle norme ranno le regole insediative della preesistenza. “agricole”del Piano Strut- turale U.M.T. R9.2 “Montelab- bro e Pendici dell’Amiata” B5 – Assetti dell’insedia- mento di montagna nei rilievi strutturali C4 - Assetti dell’impianto me- dioevale nei colline sabbioso ciottolose D5 - Assetti dell’appodera- mento otto-novecentesco nei rilievi strutturali E5 - Assetti della Riforma Agraria nei rilievi strutturali

121 Riferimento della norma- Riferimento alla normati- Dettaglio della normativa del tiva corrispondente nel Coeren- va del PTC PTC R.U. o, in alternativa, nel za P.S. Norme di Attuazione del P.S. Prescrizione Norme di Attuazione del R.U. Apparato di analisi e re- golamentazione idrogeo- logica del PS e del R.U. Il RU non prevede alte- razioni dell’aspetto e del- Dinamiche in atto la percezione “panora- Processi di abbandono soprattutto nella struttura dei mica” dei centri insediati rilievi (settori B5, C5, D5 ed E5). Espansione del bosco antichi. e dell’incolto a detrimento dei suoli agricoli e dei casta- Si vedano in particolare gneti. Distribuzione spaziale delle aree agricole sempre il tema trattato nell’am- più irregolare e connotata da foraggere alternate ai prati bito della tutela dei coni permanenti e ai pascoli. Presenza di colture promiscue visuali. ciglionate o terrazzate intorno a Roccalbegna, Vallerona Le possibili espansioni e Cana. definite “lineari lungo Marginalizzazione degli edifici e degli aggregati rurali nel- strada” temdemzialmen- le zone meno accessibili e lontane dai centri abitati princi- te imputate a Roccal- pali con perdita della viabilità minore ad essi collegata. Li- begna, Cana, Vallerona mitato sviluppo delle attività turistico rurali e agrituristiche. e Santa Caterina, sono A Roccalbegna e Cana trasformazione urbana dei centri state in parte contrastate murati mediante espansione lineare lungo strada. con la formazione di pic- Ruolo attrattivo della viabilità principale con densificazio- coli e definiti nuclei inse- ne edilizia e formazione di vere e proprie cortine lineari diativi collocati all’interno lungo strada a Vallerona e a Santa Caterina. delle aree già insediate. Talvolta, quando comun- que l’espansione ha ne- gli anni seguito la strada, ogni eventuale nuovo intervento è stato guida- to dalla regola di lasciare ampi spazi destinati al verde sia pubblico che privato. Vocazioni da sviluppare Valorizzazione economica, nel rispetto dei valori formali Norme di Attuazione del dell’U.M.T., delle risorse storico-naturali, delle produzio- P.S. ni tipiche locali e delle forme di turismo sostenibile ad Prescrizione esse collegato attraverso la promozione di misure volte Norme di Attuazione del ad incentivare, nell’ambito delle opere di miglioramento R.U. dell’ambiente e dello spazio rurale, il mantenimento de- Apparato di analisi e re- gli assetti agrari tradizionali presenti nei S.m. dell’unità. golamentazione idrogeo- Eventuali interventi di nuovo appoderamento persegui- logica del PS e del R.U. ranno le regole insediative della preesistenza.

122 Riferimento della nor- Riferimento alla normativa Dettaglio della normativa del mativa corrispondente Coeren- del PTC PTC nel R.U. o, in alternati- za va, nel P.S. SCHEDA 10 EVOLUZIONE INSEDIA- TIVA 10C. INDIRIZZI PER I NUCLEI INSEDIATIVI NEL TERRITORIO APER- TO Norme di Attuazione del P.S. Prescrizione Norme di Attuazione del Capisaldi Energetici R.U. Eolico: Scansano, Roccalbe- Sistema ambientale n.4, 10E. CAPISALDI INFRA- gna e Semproniano del Monte Faete – Inter- STRUTTURALI DI INTE- Capisaldi del Lavoro venti nn. 13 e 14. RESSE STRATEGICO Poli Ricettivi del Turismo Sistema ambientale n Rurale: Roccalbegna (La 2/3, Torrente Trasubbie. Triana), Intervento n.1 Apparato di analisi e regolamentazione idro- geologica del PS e del R.U. Norme di Attuazione del P.S. Prescrizione Norme di Attuazione del R.U. Poli Ricettivi del Turismo 10F. INDIRIZZI PER LO Sistema ambientale n. Rurale: Roccalbegna (La SVILUPPO TURISTICO 7/8 Rocconi Zolferate. Triana), Intervento n. 5 Apparato di analisi e regolamentazione idro- geologica del PS e del R.U.

Riferimento della norma- Riferimento alla normativa Dettaglio della normativa del tiva corrispondente nel Coeren- del PTC PTC R.U. o, in alternativa, nel za P.S. SCHEDA 11 QUALITÀ URBANA Norme di Attuazione del P.S. Prescrizione 11A. TESSUTI DI PRE- Norme di Attuazione del GIO R.U. Artt. 11- 11.1- 11.1.1- 11.1.2-11.1.3-11.1.4-23- 24-25-26-e-27

123 Riferimento della norma- Riferimento alla normativa Dettaglio della normativa del tiva corrispondente nel Coeren- del PTC PTC R.U. o, in alternativa, nel za P.S. SCHEDA 12 INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITÀ RETE “DELLE CITTÀ” ASSI SECONDARI DI BA- CINO Norme di Attuazione del 12A. INFRASTRUTTURE “Città” d’Acqua e Pietra − P.S. VIARIE “Città” dei Poderi: S.P. 10 Prescrizione Follonata e S.P. 155 Fib- bianello per Semproniano e Roccalbegna. Norme di Attuazione del PERCORSI CICLABILI P.S. GR10 – Itinerario “Monte- Norme di Attuazione del cucco” Con partenza da R.U. Casteldelpiano raggiunge Generico riferimento alla Roccalbegna e ritorna a Ca- necessità di individuare steldelpiano. percorsi pedonali e ci- clabili STRADE PARCO Strada PARCO dell’AMIATA . I punti focali sono costituiti Norme di Attuazione del da: Casteldelpiano, VETTA P.S. AMIATA, Riserva Naturale Prescrizione POGGIO all’OLMO, Riserve Norme di Attuazione del Naturali di PESCINELLO, R.U del MONTE LABBRO,di Valutazione di incidenza ROCCONI, del MONTE PENNA, SS. TRINITA’. STRADE DI VALORE PAE- SAGGISTICO Norme di Attuazione del S.P. 10 FOLLONATA e S.P. P.S. 155 FIBBIANELLO S.P. 112 USI

Riferimento della norma- Riferimento alla normativa Dettaglio della normativa del tiva corrispondente nel Coeren- del PTC PTC R.U. o, in alternativa, nel za P.S. Norme di Attuazione del Territorio e ambiente P.S. 1. Valorizzazione degli ac- Prescrizione Vision di “Città” quiferi Norme di Attuazione del “Città” dei Poderi 2. Riqualificazione degli as- R.U. setti rurali di interesse pae- Apparato di analisi e re- saggistico golamentazione idrogeo- logica del PS e del R.U.

124 Riferimento della norma- Riferimento alla normativa Dettaglio della normativa del tiva corrispondente nel Coeren- del PTC PTC R.U. o, in alternativa, nel za P.S. Infrastrutture e insediamenti Norme di Attuazione del 3. Promozione di interventi P.S. integrati per la ricettività e il Prescrizione turismo stanziale Norme di Attuazione del 4. Riqualificazione degli inse- R.U. diamenti produttivi Norme di Attuazione del P.S. Prescrizione Norme di Attuazione del R.U. Sistema ambientale 1 Fattoria del Baccinello. Intervento 1 – Intervento Attività e servizi 2 5. Potenziamento e specia- Sistema ambientale 2/3 lizzazione del settore agro- Trasubbie. Intervento 5. alimentare Intervento 6. Intervento 7. Incentivazione del “turismo 7. rurale” Sistema ambientale 4. 8. Valorizzazione delle risor- Monte Faete. Intervento se termali 5. Intervento 7. Interven- 10. Valorizzazione turistica to 8. Intervento 9. Inter- delle riserve naturali vento 10. Intervento 11. 11. Sviluppo della filiera ve- Sistema ambientale n.5. natoria Gli Usi. Intervento 1. In- Valorizzazione delle aree ar- tervento 3. cheologiche Sistema ambientale n. 6 Grillese. Interven to 1. Intervento 2. Intervento 3. Sistema ambientale n. 7/8. Rocconi Zolferate. Intervento 1. Intervento 2. Intervento 5 Valutazione di incidenza

125 12.2 LA VERIFICA DI COERENZA INTERNA

La valutazione di coerenza interna esprime un giudizio sintetico sulla capacità del piano di perseguire gli obiettivi che lo stesso ha stabilito (razionalità e trasparenza delle scelte) ed ha lo scopo di esprimere un giudizio sui contenuti dello strumento urbanistico in in relazione a:

• obiettivi prestabiliti, • effetti attesi • conseguenze prevedibili.

La valutazione della coerenza interna è finalizzata soprattutto a verificare l’efficacia e la conformità delle azioni previste dal R.U. stesso, come specificato negli artt. 7 e 8 del Regolamento di attuazione dell’Art. 11 della L. R. 01/2005.

La valutazione trova la sua prima sintesi nella predisposizione di matrici di confronto e analisi con in evidenza le coerenze tra gli obiettivi definiti nella valutazione iniziale ed intermedia, e la azioni previste.

Concretamente si rappresenta come una matrice di valutazione tra azioni ed obiettivi dove, per ciascun confronto, è stato espresso un giudizio di coerenza attraverso l’utilizzo dello schema sotto riportato:

Piena coerenza Impatto positivo

Coerenza Impatto trascurabile, nessun impatto

Incertezza

Nessuna coerenza

126 12.2.1 Verifica obiettivi generali del R.U.

Nella tabella successiva sono messi in evidenza i livelli di coerenze tra gli obiettivi generali definiti nella valutazione iniziale ed intermedia, e la azioni previste.

APPARATO NORMATIVO Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza Le norme e le prescrizioni dettano i contenuti delle trasformazioni in totale coerenza con i propri obiettivi e quindi con gli obiettivi del PS. Particolare attenzione si è prestata per favorire la riduzione degli impatti sull’ambiente e sul paesaggio prevedendo incentivi finalizzati a NTA questo scopo. Le NTA sono state elaborate in modo semplice, chiaro e puntuale, individuando sia le norme e le prescrizioni di carattere generale che quelle di tipo puntuale per zona/Utoe tentando di ridurre al massimo gli spazi interpretativi.

STRUTTURE INSEDIATIVE Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza Il R.U. tende ad attivare processi di riqualificazione, riordino, strutturazione e consolidamento urbanistico, dei centri, dei nuclei e degli abitati esistenti, con specifica 9 Tipi di intervento sul valenza e metodologia per i diversi subsistemi territorio, sugli edifici esistenti territoriali, per le U.T.O.E. e per i vari gradi di e sulle pertinenze valore ambientale 9.3 Opere di urbanizzazione Si opera sul piano normativo per il primaria e secondaria riconoscimento e consolidamento delle 11 Norme e regole per gli caratteristiche peculiari e dei conseguenti valori ambiti urbani Le aree degli ambiti insediati e delle strutture urbane di insediate UTOE nuova formazione. 20.3 Principi per il I processi di riqualificazione interessano tutti gli mantenimento della qualità interventi sul territorio, siano essi finalizzati alla ambientale residenza, alla produzione che alla dotazione di servizi ed alla fornitura di beni. Sono stati incentivati interventi mirati a conseguire la fruibilità e la accessibilità degli spazi urbani e delle aree di pregio ambientale.

127 EDILIZIA RESIDENZIALE PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza 9 Tipi di intervento sul territorio, sugli edifici esistenti e sulle pertinenze 9.1 Interventi di nuova edificazione 9.2 Interventi sul patrimonio edilizio esistente Il RU prevede e prescrive 9.2.1 Interventi di manutenzione • la protezione, conservazione ordinaria valorizzazione dei valori paesistici e 9.2.2 Interventi di manutenzione storico-culturali, straordinaria, • la reintegrazione e ricostituzione 9.2.3 Interventi di restauro e di dei sistemi insediativi “storici” che ancora risanamento conservativo costituiscono elementi fondamentali 9.2.4 Interventi di ristrutturazione della struttura del territorio edilizia 9.2.5 Interventi di ristrutturazione urbanistica e sostituzione edilizia. 9.3 Opere di urbanizzazione primaria e secondaria 11 Norme e regole per gli ambiti Il RU prevede e prescrive urbani • la protezione, conservazione 11.1.1 Impianto antico (fino alla prima valorizzazione dei valori paesistici e metà del 1700) storico-culturali, 11.1.2 Impianto antico • la reintegrazione e ricostituzione 11.1.3 Impianto lorenese dei sistemi insediativi “storici” che ancora 11.1.4 Impianto lorenese puntuale costituiscono elementi fondamentali 11.1.5.1 Impianto recente Aree a della struttura del territorio prevalente destinazione residenziale Il RU prevede • la prescrittività della regola 11.2.2 I lotti di completamento insediativa che veda la piena 11.2.4 Nuclei agricoli isolati posti utilizzazione dell’edificato e delle all’interno dell’edificato infrastrutture esistenti prima di accrescerne numero e capacità.

Il RU prevede e prescrive la protezione, conservazione 22 Interventi sul patrimonio edilizio valorizzazione dei valori paesistici e esistente storico-culturali, 22.1 interventi di manutenzione • la reintegrazione e ricostituzione ordinaria dei sistemi insediativi “storici” che ancora 22.3 interventi di restauro e di costituiscono elementi fondamentali risanamento conservativo della struttura del territorio. 22.4 interventi di ristrutturazione • la prescrittività della regola edilizia insediativa che veda la piena 22.5 interventi di ristrutturazione utilizzazione dell’edificato e delle urbanistica e sostituzione edilizia. infrastrutture esistenti prima di accrescerne numero e capacità.

128 23 Interventi sugli immobili di valore storico, architettonico, documentale. Il RU prevede e prescrive 24 Modalità di intervento per gli edifici • la tutela del paesaggio posti all’interno delle aree urbane e • il mantenimento e la tutela delle non schedati emergenze 25 Modalità di intervento per gli • la protezione, conservazione edifici di valore storico posti in ambito valorizzazione dei valori paesistici e extraurbano storico-culturali 26 Modalità generali di intervento • la reintegrazione e ricostituzione per gli edifici di valore storico posti in dei sistemi insediativi “storici” che ancora ambiti sia urbani che extraurbani e costituiscono elementi fondamentali per gli interventi sull’apparato edilizio della struttura del territorio appartenente agli impianti antichi, • la prescrittività della regola medievali e lorenesi. insediativa che veda la piena 27 Particolari criteri insediativi per le utilizzazione dell’edificato e delle nuove edificazioni interne ai nuclei infrastrutture esistenti prima di edificati di impianto antico, antico (fino accrescerne numero e capacità. alla prima metà del 1700) e lorenese.

129 NUOVE PREVISIONI RESIDENZIALI Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza Le nuove localizzazioni ed i nuovi impegni di suolo si sviluppano con un rafforzamento delle entità urbane esistenti e verso una possibile rivitalizzazione di quegli antichi piccoli borghi che caratterizzavano l’antica maglia insediativa del territorio sub amiatino. Particolare attenzione viene prestata al miglioramento della qualità del vivere e dell’abitare salvaguardando e valorizzando il patrimonio storico e l’ambiente naturale. La localizzazione ha tenuto conto: - della compatibilità ambientale e paesaggistica dei nuovi inserimenti in 11.2.8 Aree di trasformazione rapporto a quelli di antica formazione ed agli a prevalente destinazione ambiti di pregio; residenziale - della continuità con i processi di antica e 21.1 La nuova edificazione recente formazione dei nuclei, degli aggregati 21.2 gli interventi di ristrutturazione e dei centri edificati; urbanistica - della perimetrazione delle aree in relazione 21.4 gli interventi di sostituzione ai vincoli sovraordinati; edilizia In particolare si è ricercata: • la protezione, conservazione valorizzazione dei valori paesistici e storico- culturali, • la reintegrazione e ricostituzione dei sistemi insediativi “storici” che ancora costituiscono elementi fondamentali della struttura del territorio • la prescrittività della regola insediativa che veda la piena utilizzazione dell’edificato e delle infrastrutture esistenti prima di accrescerne numero e capacità.

Il comune di Roccalbegna, ai sensi delle vigenti disposizioni, non è assoggettato all’obbligo di redazione del P.E.E.P.. Si ritiene opportuno, comunque, ricordare che ogni previsione insediativa residenziale può assumere le caratteristiche dell’edilizia di tipo economico popolare per soddisfare i bisogni delle fasce di popolazione meno abbienti. Tali previsioni potranno essere comunque Edilizia sociale collocate, come quota percentuale, all’interno delle aree di espansione edilizia. Tale sistema consentirà sia di evitare processi di marginalizzazione che di perequare i danni che l’inserimento di aree preordinate al vincolo espropriativo potrebbe produrre. Per quanto attiene alle modalità di acquisizione si rimanda a quanto scritto in ordine alla perequazione

130 Le aree già insediate e quelle di nuovo insediamento costituiranno l’elemento di maggiore rilevanza per il conseguimento degli indirizzi e delle linee del P.S. e del RU. Vi si dovrà favorire la qualità urbana ed edilizia da riscoprire nelle regole non scritte che sono alla base dei processi di formazione e di crescita degli insediamenti così come alla base della produzione dei tipi edilizi Dovranno differenziare le tipologie edilizie nel rispetto dei vari contesti e dei diversi subsistemi territoriali e delle diverse U.T.O.E.. In ogni ambito specifico dovrà essere assicurata un’offerta differenziata sia in La qualità degli insediamenti termini di tagli degli appartamenti che di funzioni e destinazioni in modo da evitare eccessiva specializzazione funzionale e/o sociale. Le norme che regoleranno i nuovi processi di trasformazione contengono l’esatta perimetrazione dell’ambito oggetto di intervento. Sono state dettate di norme e regole mirate a conseguire una maggiore qualità complessiva degli interventi anche attraverso l’individuazione di forme incentivanti che consenta comunque un rapido insediamento e l’attuazione della previsione E’ stata inserita in modo generico, nel primo R.U., una quota pari al 70% delle previsioni contenute nel Piano Strutturale e si sono definite le qualità tipologiche e formali degli interventi. Il dimensionamento del il R.U. è individuato Dimensionamento degli interventi tenendo conto delle indicazioni contenute nel Piano Strutturale, coordinato con il Piano Territoriale dei Coordinamento. In particolare si è valutata la scarsa reattività del territorio comunale e la improbabile presenza di specifiche attività imprenditoriali.

INSEDIAMENTI PRODUTTIVI ESISTENTI E DI PROGETTO Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza

131 Con la pianificazione proposta si tende e si tenta di limitare l’esodo delle attività produttive verso la piana grossetana. Le localizzazioni ed i nuovi impegni di suolo hanno come obiettivo secondario il consentire lo sviluppo delle attività economiche nel territorio al fine di mantenere ed incentivare presenza di imprese nel rispetto della qualità del vivere senza confliggere con il patrimonio storico e l’ambiente naturale. La localizzazione ha tenuto conto delle 11.1.5.2 Impianto recente Aree a le caratteristiche dei nuovi inserimenti in prevalente destinazione produttiva rapporto agli insediamenti esistenti e della 11.1.6 Elementi edificati non ammissibilità delle attività in relazione alle congrui all’area nella quale caratteristiche dei nuclei, degli aggregati e dei ricadono centri edificati 11.2.9 Aree di trasformazione a In particolare si è ricercata: prevalente destinazione produttiva • la protezione, conservazione valorizzazione dei valori paesistici e storico- culturali, • la reintegrazione e ricostituzione dei sistemi insediativi “storici” che ancora costituiscono elementi fondamentali della struttura del territorio • la prescrittività della regola insediativa che veda la piena utilizzazione dell’edificato e delle infrastrutture esistenti prima di accrescerne numero e capacità.

Il Regolamento Urbanistico favorisce la liberalizzazione delle destinazioni d’uso nei limiti di compatibilità, igienica funzionale e normativa prevista dalle norme vigenti e dal Piano Strutturale. Il R.U. prende atto della particolare vocazione turistica ricettiva del territorio comunale favorendo il recupero del patrimonio edilizio esistente per tali destinazioni. I centri storici esistenti rappresentano il luogo ideale per tali localizzazioni. I nuovi interventi di tipo turistico ricettivo e di ristoro, sia attraverso il recupero del Attività di ristoro e ricettive patrimonio edilizio esistente che per le nuove previsioni sono ubicati nelle residue porzioni del territorio in coerenza con quanto stabilito nel P.S. Sia nel Centro storico che nelle altre zone, compreso le zone A, esterne al Centro Storico, e ne territorio rurale, per le attività esistenti è prevista la possibilità di incrementare il numero dei posti letto e la dotazione dei servizi. In queste zone sono inoltre ammessi cambi di destinazione d’uso che permettano l’insediamento di attività di ristoro e ricettive.

132 Il Regolamento Urbanistico favorisce la liberalizzazione delle destinazioni d’uso nei limiti di compatibilità, igienica funzionale e normativa prevista dalle norme vigenti e dal Piano Strutturale. Le attività commerciali che per specializzazione merceologica e dimensione non sono compatibili con la residenza e con il tessuto edilizio prevalentemente residenziale, Attività commerciali, strutture di potranno essere collocate anche all’interno vendita delle aree a destinazione prevalentemente produttiva. Le strutture di vendita, tutte nella dimensione del vicinato, potranno essere realizzate all’interno o in diretta continuità con gli attuali sviluppi urbani in modo tale da evitare la formazione di nuove aggregazioni territoriali estranee rispetto ai processi di formazione dei centri esistenti. Il dimensionamento generale di riferimento è quello riportato nel PS. E’ stata inserita in modo generico, nel primo R.U., una quota pari al 70% delle previsioni contenute nel Piano Strutturale e si sono definite le qualità tipologiche e formali degli interventi. Dimensionamento degli interventi Il dimensionamento del il R.U. è individuato tenendo conto delle indicazioni contenute nel Piano Strutturale, coordinato con il Piano Territoriale dei Coordinamento. In particolare si è valutata la scarsa reattività del territorio comunale e la improbabile presenza di specifiche attività imprenditoriali.

AREE AGRICOLE MARGINALI Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza Particolare attenzione sarà posta alle aree della colline e dei rilievi che fanno riferimento visivo diretto con i nuclei principali del territorio comunale, ed in tal senso si è concretizzata una normativa tesa alla tutela ed al rispetto ambientale e paesaggistico dei luoghi, correlando tali 11.2.5 Aree interne all’edificato obiettivi con lo sviluppo e la necessità di destinate al verde pubblico d sviluppo sostenibile importanza superiore Le norme sono state adeguate 11.2.6 Aree interne all’edificato differenziandole per le singole sottozone destinate al verde privato e regolando di conseguenza i processi 11.2.7 Aree agricole interne di trasformazione in zona agricola, sono all’edificato, aree marginali inoltre state coordinate con le disposizioni L.R.1/2005 e del successivo regolamento esecuzione. Per gli edifici non classificati di pregio sono inserite norme che consentano, nei limiti stabiliti dalla legge, interventi di miglioramento ed adeguamento alle necessità dei residenti.

133 DISCIPLINA DELLA PEREQUAZIONE Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza

La disciplina della perequazione, introdotta con la legge regionale 1/2005 non ha, al suo attivo, particolari esperienze e quelle sinora intraprese non presentano elementi di coerenza tra di loro. Nel primo stralcio attuativo del Regolamento Urbanistico la disciplina della perequazione sarà applicata in forma semplice e facilmente comprensibile così da rendere possibile il superamento della diffidenza che il nuovo strumento comporterà soprattutto in situazioni ad antico frazionamento proprietario ove è prassi il costruire all’interno del proprio appezzamento di terreno. Si potranno individuare, in sede di attuazione della previsione, comparti edificabili autonomi che comprendano anche le viabilità e le attrezzature limitrofe e comunque tutto il sistema infrastrutturale 9.4 La disciplina della per rendere funzionale l’area oggetto dei processi perequazione di trasformazione. Per particolari ambiti la disciplina del comparto potrà essere estesa anche a zone di completamento. Sono individuate di aree di interesse pubblico, per le quali potrebbe essere ammissibile l’acquisizione da parte dell’Amministrazione, alle quali in fase di attuazione della previsione potrebbe essere verificata l’opportunità di assegnare una quota di potenzialità edificatoria in caso di cessione gratuita delle stesse. La perequazione consiste nell’assegnare a tali aree o immobili una potenzialità edificatoria, in base all’importanza del comparto, e comunque sempre nell’ambito del dimensionamento complessivo del R.U. Parimenti potrà essere verificata la possibilità di incrementare le potenzialità edificatorie dei comparti in caso di cessione gratuita di aree destinate ad edilizia sociale

134 DIMENSIONAMENTO E STANDARDS Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza

E’ stata inserita in modo generico, nel primo R.U., una quota pari al 70% delle previsioni contenute nel Piano Strutturale e si sono definite le qualità tipologiche e formali degli interventi. Il dimensionamento del il R.U. è individuato tenendo conto delle indicazioni contenute nel Piano Strutturale, coordinato con il Piano Territoriale dei Coordinamento. In particolare si è valutata la scarsa reattività del territorio comunale e la improbabile presenza di specifiche attività imprenditoriali.

8.8 Aree a standards In considerazione del fatto che gli interventi sono Allegati alle NTA complessivamente esegui si è operato sul piano • Dimensionamento normativo in modo che le nuove tipologie, nonché le e standards metodologie costruttive di maggiore qualità possano • Sintesi del superare gli schemi rigidi e più difficilmente gestibili dimensionamento della valutazione in termini volumetrici e favorire • Sintesi del primo la differenziazione delle destinazioni dei vari piani dimensionamento dell’edificio e l’uso terziario del piano terra.

E’ stato sostituito parametro del mc. con quello del mq. secondo quanto suggerito dalla Regione. Per quanto riguarda le modalità di calcolo della superficie sono state individuate norme atte a garantire la qualità edilizia dei nuovi processi di trasformazione. In particolare si auspica che nel regolamento edilizio non si conteggino come superficie: i muri perimetrali oltre un certo spessore; le scale ed i vani ascensore; i locali interrati o parzialmente interrati; i locali sottotetto con limitazioni tese ad impedirne usi impropri; i garage e cantine a servizio esclusivo dell’abitazione.

135 PARCHEGGI Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza 8.8 Aree a standards Allegati alle NTA Il R.U. prevede l’incremento degli standard • Dimensionamento e esistenti sia per la dotazione pubblica che per standards quella privata. • Sintesi del Gli standard di legge che per quanto riguarda i dimensionamento parcheggi pubblici risalgono al 1968 e per quelli • Sintesi del primo privati al 1989. sono stati ritenuti inadeguati. dimensionamento

INDICI E PARAMETRI URBANISTICI Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza In considerazione del fatto che gli interventi sono complessivamente esigui si è operato sul piano normativo in modo che le nuove tipologie, nonché le metodologie costruttive di maggiore qualità possano superare gli schemi rigidi e più 7 Relazione tra il difficilmente gestibili della valutazione in termini regolamento urbanistico e il volumetrici e favorire la differenziazione delle regolamento edilizio destinazioni dei vari piani dell’edificio e l’uso 8 Termini utilizzati nel terziario del piano terra. Regolamento Urbanistico E’ stato sostituito parametro del mc. con quello Allegati alle NTA del mq. secondo quanto suggerito dalla Regione. • Dimensionamento e Per quanto riguarda le modalità di calcolo della standards superficie sono state individuate norme atte a • Sintesi del garantire la qualità edilizia dei nuovi processi di dimensionamento trasformazione. • Sintesi del primo In particolare si auspica che nel regolamento dimensionamento edilizio non si conteggino come superficie: i muri perimetrali oltre un certo spessore; le scale ed i vani ascensore; i locali interrati o parzialmente interrati; i locali sottotetto con limitazioni tese ad impedirne usi impropri; i garage e cantine a servizio esclusivo dell’abitazione.

136 LA QUALITÀ’ DELLA STRUTTURA EDIFICATA Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza Si è cercato di conseguire una maggiore qualità edilizia degli insediamenti, garantire 21 Modalità di intervento sul un razionale ed ordinato sviluppo del territorio patrimonio edilizio esistente. Tipi e ottenere processi di trasformazione più di intervento sul territorio, sugli coerenti con i caratteri architettonici e edifici esistenti e sulle pertinenze tipologici riferibili alla tradizione locale. 21.1 Interventi di nuova Si è tentato di privilegiare l’utilizzazione di edificazione materiali edilizi che assicurino il benessere 22.5 interventi di ristrutturazione fisico delle persone, la salubrità degli immobili urbanistica e sostituzione edilizia. e del territorio, il contenimento energetico, il 23 Interventi sugli immobili di rispetto dei requisiti di fruibilità, accessibilità valore storico, architettonico, e sicurezza per ogni tipo di utente estedendo documentale questa regola anche al complesso degli 24 Modalità di intervento per gli insediamenti esistenti. edifici posti all’interno delle aree Sono state introdotte norme specifiche per urbane e non schedati regolare i processi di trasformazione edilizia 25 Modalità di intervento per gli ed urbanistica. In particolare edifici di valore storico posti in • si è operata una verifica che ambito extraurbano riducesse al massimo l’indice di edificabilità 26 Modalità generali di intervento fondiaria, per gli edifici di valore storico posti • è stato contenuto l’indice di in ambiti sia urbani che extraurbani edificabilità fondiaria nelle zone di e per gli interventi sull’apparato saturazione; edilizio appartenente agli impianti • si è introdotto un taglio medio per antichi, medievali e lorenesi. abitazione pari a 75 mq ; 27 Particolari criteri insediativi • sono stati individuati gli elementi per le nuove edificazioni interne ai tipologici ed architettonici ai quali fare nuclei edificati di impianto antico, riferimento nei diversi ambiti territoriali; antico (fino alla prima metà del • sono state indicate tecniche 1700) e lorenese. costruttive e sistemi compositivi per l’edilizia non specialistica che facessero riferimento alla tradizione costruttiva locale.

137 EDILIZIA SOSTENIBILE Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza Si è ritenuto importante incentivare la realizzazione e la trasformazione del patrimonio insediativo in coerenza con le disposizioni nazionali, regionali e locali, confermate anche se con modifiche successivamente all’approvazione del P.S. ed alla adozione del R.U. Si auspicano agevolazioni ed incentivi per 21.1 Interventi di nuova interventi che pongano come obiettivo edificazione primario il contenimento dei consumi 22.5 interventi di ristrutturazione energetici e l’utilizzo di fonti energia urbanistica e sostituzione edilizia. rinnovabile oltre ai limiti minimi fissati dalla legge; si propone di favorire quegli interventi che abbiano come obiettivo la realizzazione di strutture ecocompatibili con particolare riferimento all’uso di tecniche di bioarchitettura. Pur ribadendo la necessità di operare in coerenza con i caratteri tipologici ed architettonici tradizionali.

IL CAPOLUOGO COME ELEMENTO TRAINANTE DELLO SVILUPPO TERRITORIALE Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza Con la stesura del R.U. si tende a confermare Roccalbegna come elemento trainante per lo sviluppo del territorio, confermandone il ruolo centrale e primario per quanto riguarda la cultura, le attività amministrative e civiche. Obiettivo primario è quello di incrementare La normativa specifica per le la presenza di residenti interrompendo il UTOE e per i Sistemi insediativi processo di delocalizzazione ed impoverimento I Progetti Speciali del PS delle funzioni legate alla stanzialità abitativa e il proliferare trasformazioni finalizzate esclusivamente all’offerta turistica. Sono favoriti il mantenimento e l’inserimento di attività culturali, sociali, amministrative e civiche; si propone di aumentare la dotazione di parcheggi a servizio dei residenti e dei visitatori.

138 EMERGENZE STORICHE ED ARCHEOLOGICHE Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza 11.1 La Città del recupero e della conservazione, la Città consolidata 11.1.1 Impianto antico (fino alla prima metà del 1700) 11.1.3 Impianto lorenese 11.1.4 Impianto lorenese puntuale Portare a termine la stesura del Piano per 24 Modalità di intervento per gli i centri storici, individuare e valorizzare le edifici posti all’interno delle aree emergenze storiche ed archeologiche con la urbane e non schedati formazione di una mappa geografica di facile 25 Modalità di intervento per gli lettura. edifici di valore storico posti in Definire i processi di trasformazione ammessi ambito extraurbano per le proprietà private, per l’edificato e per le 26 Modalità generali di emergenze. intervento per gli edifici di Evidenziare una serie di “percorsi storici” che valore storico posti in ambiti sia attualmente sono dimenticati ed in stato di urbani che extraurbani e per gli abbandono. interventi sull’apparato edilizio Realizzazione del parco archeologico appartenente agli impianti antichi, medievali e lorenesi. 27 Particolari criteri insediativi per le nuove edificazioni interne ai nuclei edificati di impianto antico, antico (fino alla prima metà del 1700) e lorenese.

139 L’OFFERTA TURISTICA Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza Obiettivo del R.U è quello di incentivare il turismo su tutto il territorio, favorire la diffusione dell’offerta sia all’esterno dei nuclei edificati che al loro interno (nota è la ricerca di formare un’offerta che possa essere riconducibile a quella definita comunemente come “paese albergo”). Individuare forme di compenetrazione con le attività tipiche della residenza e della produzione, specialmente nel capoluogo e nei borghi , con attività tipiche della residenza Gli interventi di recupero o e della produzione senza che questo alteri specificamente destinati alla la qualità urbana. In particolare si vuole realizzazione di strutture ricettive evitare l’estromissione dai principali luoghi all’interno delle UTOE della cultura e della tradizione autoctona la popolazione locale favorendo al contrario Gli interventi di recupero o forme di interscambio culturale che non specificamente destinati alla rendano recessive le caratteristiche di questi realizzazione di strutture ricettive luoghi nell’ambito dei Sistemi insediativi E’ preso in considerazione anche il e nell’agro decentramento delle funzioni legate al turismo in zone del territorio esterne al centro storico. E’ favorito l’utilizzo di contenitori dimessi e il recupero di edifici con altre destinazioni per tutti gli utilizzi legati a questa possibile importante voce dell’economia locale. Sono dettate disposizioni per il recupero e l’addizione volumetrica che garantiscono standard qualitativi tali da permettere un corretto equilibrio fra richiesta, qualità ambientale, rispetto dei caratteri storico architettonici e paesaggistici.

RISORSE TERRITORIALI PER LA SALUTE Azioni Coerenza Riferimenti del R.U. Il R.U. opera su tre piani distinti:

il miglioramento della connettività tra i centri minori, l’agro ed il capoluogo,

Specifiche scelte del PS la formazione di un piccolo polo UTOE di Roccalbegna ambulatoriale nel capoluogo

la connessione rapida anche non veicolare con i centri maggiori.

140 VIABILITÀ’ Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza Il R.U. tenta di evidenziare alcuni percorsi virtuosi per il mantenimento della presenza attiva della popolazione nel territorio

il miglioramento e la velocizzazione dell’asse Grosseto-Monte Amiata

lo svincolo della viabilità all’altezza del Cartografia del R.U. capoluogo, con lo spostamento del traffico Cartografia del P.S. pesante all’esterno del centro storico I progetti speciali la manutenzione delle strade secondarie, poderali e vicinali, come presidio per la permanenza delle attività agricole e silvo pastorali

la valorizzazione ed il recupero della viabilità storica a fini turistici

SISTEMA DEI PARCHI E DELLE AREE PROTETTE Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza Il R.U. con la definizione di dettaglio dei confini delle aree protette ottiene che: si possano identificare con esattezza i confini UTOE e le sovrapposizioni tra le aree protette e le SISTEMI URBANI aree urbane e quindi calibrare e verificare SISTEMI AMBIENTALI l’impatto ambientale delle scelte di piano Cartografia del R.U. si possa progettare la formazione di piste ciclabili, percorsi pedonali ed ippovie, ad oggi mancanti

PROTEZIONE E TUTELA DELLE BELLEZZE NATURALI CONSERVAZIONE E MANTENIMENTO DEL PATRIMONIO ANTROPICO Riferimenti del R.U. Azioni Coerenza

SISTEMI AMBIENTALI Questo obiettivo, sintesi dello statuto dei Cartografia del R.U. luoghi del PS, viene ulteriormente riconosciuto Cartografia del PS ed approfondito nel R.U. 3.2 Attuazioni in presenza di vincoli sovraordinati In questo senso viene assicurata la coerenza 20.2 I crinali ed i coni di del Regolamento Urbanistico con le direttive percezione visuale e prescrizioni del P.S. nonché il rispetto delle 20.3 Principi per il mantenimento tutele stabilite con la individuazione e la della qualità ambientale definizione delle invarianti.

141 12.2.2 Schema di analisi del bilancio per aree omogenee Ambito urbano

Il Monitorraggio degli effetti indotti

Il Controllo degli Effetti Ambientali (CEA) indotti dalla attuazione delle previsioni del Regolamento Urbanistico si attua attraverso un sistema di “indicatori ambientali”. Particolare attenzione nella lettura delle evenienze del sistema di controllo dovrà essere rivolta alla individuazione di effetti negativi imprevisti e dovranno essere ipotizzate e predisposte le opportune misure correttive.

SISTEMA INDICATORE UNITA’ DI MISURA AMBIENTALE

Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici tipologia di utenza

n. pozzi risultanti dall’archivio Prelievi da fonti idriche autonome provinciale e relativi prelievi di acqua (mc/anno) per tipologia di utilizzo

Copertura rete fognaria % popolazione servita

Livello di inquinamento da Macrodescrittori (LIM) o LIMeco, Indice Biotico Esteso (IBE) o stato Qualità delle acque superficiali e comunità biologiche, Stato Ecologico sotterranee dei Corsi d’Acqua (SECA), Stato Acque e rischio Chimico relativi ai corpi idrici inseriti idraulico nella rete di monitoraggio della Regione Toscana

% superfici soggette a pericolosità idraulica (o in alternativa Pericolosità idraulica aggiornamento della carta di pericolosità idraulica)

n. eventi nel periodo di riferimento e Eventi di esondazione e allagamento aree interessate

Piani di regimazione e opere idrauliche realizzate e progettate; N° e caratteristiche degli interventi interventi di messa in sicurezza effettuati effettuati

142 SISTEMA AMBIENTALE INDICATORE UNITA’ DI MISURA

Siti contaminati e ambiti di bonifica n. e caratteristiche dei siti censiti; censiti dall’anagrafe provinciale n. bonifiche in corso

Aree produttive dismesse e/o n. ed estensione dei siti degradate Suolo e rischio geologico e sismico % superfici soggette a pericolosità geomorfologica (o in alternativa Pericolosità geomorfologica aggiornamento della carta di pericolosità)

n. indagini effettuate nel periodo di Indagini di microzonazione sismica riferimento

SISTEMA AMBIENTALE INDICATORE UNITA’ DI MISURA

Aggiornamento del quadro Emissioni di inquinanti in atmosfera emissivo IRSE (NOx, PM10, PM2,5, COV, CO)

Aria Concentrazioni giornaliere e medie annue dei principali inquinanti Livelli di qualità dell’aria (PM10, NO2, O3). N. superamenti annui dei valori limite

SISTEMA AMBIENTALE INDICATORE UNITA’ DI MISURA

Aggiornamento del quadro Clima e microclima Emissioni di gas ad effetto serra emissivo IRSE (CO2, CH4, N2O)

SISTEMA AMBIENTALE INDICATORE UNITA’ DI MISURA

n. annuo degli esposti mpervenuti Esposti per inquinamento acustico (per tipologia di sorgente); n. annuo interventi

Rumore n. annuo superamenti dei limiti Livelli di esposizione al rumore normativi riscontrati in sede di controllo (per tipologia di sorgente)

classificazione acustica comunale del % popolazione per classe acustica territorio

SISTEMA AMBIENTALE INDICATORE UNITA’ DI MISURA

143 Elettrodotti Km linee elettriche A.T. presenti

n. e caratteristiche impianti di Impianti di radiocomunicazione radiocomunicazione installati

Eletttromagnetismo Livelli di esposizione della Esposizione alle frequenze di rete popolazione nelle aree di intervento previste dal RU Livelli di esposizione della Esposizione alle radiofrequenze popolazione nelle aree di intervento previste dal RU

SISTEMA AMBIENTALE INDICATORE UNITA’ DI MISURA

Consumi di energia elettrica MWh annui per tipologia di utenza

MSmc annui per tipologia di Consumi di gas metano utenza Potenza elettrica e termica Produzione di energia tramite fonti derivante da fonti rinnovabili Energia rinnovabili installata nelle aree di intervento previste da RU

SUL complessiva degli interventi Livelli prestazionali degli involucri del RU realizzati con parametri edilizi prestazionali degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge

SISTEMA AMBIENTALE INDICATORE UNITA’ DI MISURA

Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati Rifiuti Produzione di rifiuti speciali Tonn anno RS prodotti Sistemi innovativi di raccolta dei rifiuti n. e tipologia di interventi realizzati

SISTEMA AMBIENTALE INDICATORE UNITA’ DI MISURA

mq di aree verdi pubbliche in ambito urbano e % incremento Aree verdi urbane e loro fruibilità rispetto allo stato attuale; % popolazione che risiede entro 300 mt da aree verdi pubbliche % territorio soggetto a vincolo Aree soggette a vincolo paesaggistico paesaggistico Paesaggio ed Ecosistemi Specie animali e vegetali minacciate n. specie inserite in lista di attenzione

patrimonio boschivo e aree di Ha patrimonio boschivo; interesse naturalistico e faunistico- ha aree di interesse naturalistico e venatorio faunisticovenatorio

144 L’esito della verifica di coerenza interna La comparazione degli obiettivi di carattere generale con le azioni individuate dal R.U. danno un esito generalmente positivo o indifferente. Le uniche conflittualità derivano da quelle decisioni di pianificazione chesi sovraordinano rispetto alle scelte locali. Pertanto dall’analisi emerge che gli unici punti negativi sono riferibili alla manutenzione straordinaria delle vie di comunicazione principale. Questo elemento, se non risolto, porterà sicuramente un grave nocumento sia alla comunità rocchigiana in sè che alla attuazione di alcune parti delle previsioni urbanistiche.

Schema di analisi del bilancio per aree omogenee Ambito extraurbano

Sistema ambientale n. 1 Fattoria del Baccinello

SISTEMA AMBIENTALE n.1 Fattoria del Baccinello… Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità Condizione attuale: negativa o e priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non Condizione attuale: non valutabile o influenti sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile l’intervento: impatto non valutabile/ e non modficiativo in modo incerto irreversibile delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 1 Attività turistiche, ricettive e di ristorazione tipiche (albergo di campagna) Punto 6.2.6.3 delle Norme Tecniche Generali Denominazione Fattoria del Baccinello Volume massimo complessivo mc {(65 x 50) + [(65 x50)/2]} 4.875 mc

Intervento 2 Albergo La Fattoria del Baccinello Nell’ambito della fattoria del Baccinello, a fianco della strada bianca è prevedibile un insediamento alberghiero per un numero complessivo di 50 posti letto e secondo il seguente schema:

Albergo La Fattoria di Baccinello 145 Area di trasformazione con destinazione turistico ricettiva Volume massimo complessivo mc {(65 x 50) + [(65 x 50).0,7]} 5.525 mc

Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi

Migliorare la fruizione e l’accessibilità delle aree verdi

Favorire la diffusione di pratiche di bioedilizia, risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili

Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici Salvaguardare e tutelare aree boscate, aree fluviali, specie vegetali ed animali minacciate e biodiversità terrestri anche andando ad aumentare il territorio sottoposto a protezione naturalistica

Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico

Elevato fabbisogno idrico per usi domestici/assimilabili (per l’elevato carico antropico)

Criticità del sistema depurativo (a saturazione) nell’attuale configurazione (per il quale tuttavia sono previsti futuri interventi di adeguamento)

Copertura limitata del servizio di fognatura e depurazione

Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti

146 Elevata produzione di rifiuti urbani da aree residenziali Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio Assetto paesaggistico frantumato e incompleto derivante dalla compresenza di siti produttivi dismessi, aree residenziali, edifici con insediamento misto e porzioni di terreno adibite ad usi agricoli amatoriali in cui si registrano usi incongrui e/o situazioni di degrado localizzato Assetto paesaggistico di pregio, caratterizzato da aree coltivate e relitti di naturalità Assetto paesaggistico naturale, intatto o rinaturalizzato, caratterizzato da bosco, pascoli ed incolti Non si rilevano particolari criticità Sistema Ecosistemi Elevata antropizzazione del territorio Non si rilevano particolari criticità

RISORSE Condizioni attuali Condizioni prevedibili

Acque

Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla potenziale incidenza delle trasformazioni (soprattutto per Aria-Fattori Climatici- emissioni indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità Clima Acustico acustica e atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico.

147 Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario Acque e Rischio e depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità idraulico del maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/ miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, a Energia sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti. Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di geologico-sismico dettaglio connesse alle problematiche sismiche locali

Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti previsti con la presenza di relative sorgenti, Campi al fine di consentire il rispetto dei limiti di esposizione elettromagnetici vigenti e l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

148 13. MONITORAGGIO

(estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale.

L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale.

Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede:

D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti)

P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….).

S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.).

I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza).

R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

149 MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici (P) tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio Prelievi da fonti idriche autonome provinciale e relativi prelievi di acqua (P) (mc/anno) per tipologia di utilizzo Acque e rischio idraulico Copertura rete fognaria (R) % popolazione servita

Piani di regimazione e opere idrauliche realizzate e progettate; N° e caratteristiche degli interventi interventi di messa in sicurezza effettuati effettuati (R)

Suolo e rischio Aree produttive dismesse e/o n. ed estensione dei siti geologico e sismico degradate (P)

n. annuo superamenti dei limiti Livelli di esposizione al rumore normativi riscontrati in sede di (S) Clima Acustico controllo (per tipologia di sorgente) Classificazione acustica % popolazione per classe acustica comunale del territorio (S) Elettrodotti (P) Km linee elettriche A.T. presenti

Campi elettromagnetici Impianti di radiocomunicazione n. e caratteristiche impianti di (P) radiocomunicazione installati

Consumi di energia elettrica (P) MWh annui per tipologia di utenza Consumi di gas metano (P) MSmc annui per tipologia di utenza Potenza elettrica e termica derivante Produzione di energia da fonti rinnovabili installata nelle tramite fonti rinnovabili (R) Energia aree di intervento previste da RU SUL complessiva degli interventi Livelli prestazionali degli involucri del RU realizzati con parametri edilizi (R) prestazionali degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati (P) Rifiuti Produzione di rifiuti speciali (P) Tonn anno RS prodotti Sistemi innovativi di raccolta dei n. e tipologia di interventi realizzati rifiuti (R)

Paesaggio e Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo Ecosistemi paesaggistico (R) paesaggistico

150 Sistema ambientale n. 2-3 Torrente Trasubbie SISTEMA AMBIENTALE n. 2-3 …TORRENTE TRASUBBIE

Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di Condizione attuale: negativa o qualità e priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non Condizione attuale: non valutabile o influenti sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile l’intervento: impatto non valutabile/ e non modficiativo in modo incerto irreversibile delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 1 Impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili Impianto fotovoltaico Ambito del Podere La Cava

Denominazione Ambito del Podere La Cava Superficie complessiva dell’area 202.500 mq Superficie massima edificabile 200 mq lordi Volumetria massima edificabile 900 mc lordi

Il progetto per la attuazione della previsione dovrà tenere conto delle norme sia nazionali che regionali vigenti in materia. In particolare dovrà adeguarsi alle norme vigenti in Provincia di Grosseto e precisamente quelle derivanti dalla applicazione dei contenuti dell’art. 34 delle NTA del PTC, comma 5, 6, 7 (titolo 1, lett. d)), 8 e della Scheda 13, punto D), comma 1, 2, 4. Nella porzione territoriale denominata “1a”, caratterizzata da una pericolosità geomorfologica molto elevata (G4) non potranno essere localizzati impianti, attrezzature o costruzioni di qualsiasi natura ma l’intervento dovrà limitarsi alle sole modellazioni superficiali e definizioni colturali

Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili Ridurre l’inquinamento atmosferico, e la relativa esposizione della popolazione, dovuto principalmente al traffico sulle vie di comunicazione di livello sovracomunale (strade provinciali ed ex statali da e per la montagna) Mantenere il buon stato di qualità dell’aria nell’ambito extraurbano e nei nuclei abitati

151 Salvaguardare e tutelare aree boscate, aree fluviali, specie vegetali ed animali minacciate e biodiversità terrestri anche andando ad aumentare il territorio sottoposto a protezione naturalistica

Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio

Assetto paesaggistico naturale, intatto o rinaturalizzato, caratterizzato da bosco, pascoli ed incolti

Sistema Ecosistemi Non si rilevano particolari criticità

RISORSE Acque

Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

152 Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla Aria-Fattori potenziale incidenza delle trasformazioni (soprattutto per Climatici-Clima emissioni indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità Acustico acustica e atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario e Acque e Rischio depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità del idraulico maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, a Energia sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti. Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di geologico-sismico dettaglio connesse alle problematiche sismiche locali

Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti previsti con la presenza di relative sorgenti, al fine di Campi consentire il rispetto dei limiti di esposizione vigenti e elettromagnetici l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti 153 obiettivi di miglioramento in materia ambientale.

L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale.

Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede

D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti)

P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….).

S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.).

I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza).

R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Piani di regimazione e opere Acque e rischio idrauliche realizzate e progettate; N° e caratteristiche degli idraulico interventi di messa in sicurezza interventi effettuati effettuati (R)

% superfici soggette a Suolo e rischio pericolosità geomorfologica (o in Pericolosità geomorfologica (P) geologico e sismico alternativa aggiornamento della carta di pericolosità)

Potenza elettrica e termica Produzione di energia derivante da fonti rinnovabili Energia tramite fonti rinnovabili (R) installata nelle aree di intervento previste da RU

Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo paesaggistico (R) paesaggistico Paesaggio e Ecosistemi Specie animali e vegetali minacciate inserite in lista di n. specie attenzione (P)

154 SISTEMA AMBIENTALE n. 2/3 …Torrente Trasubbie Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità e Condizione attuale: negativa o priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti sulla Condizione attuale: non valutabile o dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modficiativo in modo irreversibile delle incerto dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 2 Cantina ed impianto produttivo agricolo “Villa Patrizia” Ampliamento dell’insediamento produttivo.

Area di trasformazione con prevalente destinazione produttiva e commerciale Superficie utile lorda dei nuovi fabbricati 5000 mq produttivi

Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili

Prevenire il rischio idraulico concorrendo a completare la realizzazione degli interventi di regimazione idraulica e garantire il rispetto delle condizioni di sicurezza

Perseguire l’aumento della raccolta differenziata e delle attività di recupero e riciclaggio dei rifiuti

Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi

Limitare l’esposizione all’inquinamento acustico in prossimità delle infrastrutture stradali (strade provinciali) e conservare il buon stato della risorsa in ambito direttamente extraurbano

Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici

Condizioni Condizioni CRITICITA’ Sistema delle Acque e rischio idraulico attuali prevedibili

Vulnerabilità al rischio idraulico in assenza di interventi di prevenzione e mitigazione

155 Copertura limitata del servizio di fognatura e depurazione

Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico

Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio

Assetto paesaggistico di pregio, caratterizzato da aree coltivate e relitti di naturalità

Sistema Ecosistemi Non si rilevano particolari criticità

RISORSE Acque

Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

Ecosistemi

156 BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla Aria-Fattori potenziale incidenza delle trasformazioni (soprattutto per Climatici-Clima emissioni indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità Acustico acustica e atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario Acque e Rischio e depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità idraulico del maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/ miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, a Energia sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti.

Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di geologico-sismico dettaglio connesse alle problematiche sismiche locali

Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti previsti con la presenza di relative sorgenti, al fine di Campi consentire il rispetto dei limiti di esposizione vigenti e elettromagnetici l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella 157 provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici (P) tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio provinciale Prelievi da fonti idriche autonome e relativi prelievi di acqua (mc/anno) per (P) tipologia di utilizzo Livello di inquinamento da Macrodescrittori (LIM) o LIMeco, Indice Acque e rischio Qualità delle acque superficiali e Biotico Esteso (IBE) o stato comunità idraulico sotterranee biologiche, Stato Ecologico dei Corsi (S) d’Acqua (SECA), Stato Chimico relativi ai corpi idrici inseriti nella rete di monitoraggio della Regione Toscana Piani di regimazione e opere idrauliche realizzate e progettate; N° e caratteristiche degli interventi interventi di messa in sicurezza effettuati effettuati (R) Emissioni di inquinanti in Aggiornamento del quadro emissivo Aria atmosfera (P) IRSE (NOx, PM10, PM2,5, COV, CO) Emissioni di gas ad effetto serra Aggiornamento del quadro emissivo Fattori Climatici (P) IRSE (CO2, CH4, N2O) n. annuo superamenti dei limiti normativi Livelli di esposizione al rumore riscontrati in sede di controllo (per (S) Clima Acustico tipologia di sorgente) Classificazione acustica % popolazione per classe acustica comunale del territorio (S)

158 Consumi di energia elettrica (P) MWh annui per tipologia di utenza Potenza elettrica e termica derivante da Produzione di energia fonti rinnovabili installata nelle aree di tramite fonti rinnovabili (R) Energia intervento previste da RU SUL complessiva degli interventi del RU Livelli prestazionali degli involucri realizzati con parametri prestazionali edilizi (R) degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati (P) Rifiuti Produzione di rifiuti speciali (P) Tonn anno RS prodotti Sistemi innovativi di raccolta dei n. e tipologia di interventi realizzati rifiuti (R)

Paesaggio e Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo Ecosistemi paesaggistico (R) paesaggistico

SISTEMA AMBIENTALE n. 2/3 …Torrente Trasubbie

Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di Condizione attuale: negativa o qualità e priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile l’intervento: impatto non valutabile/ e non modficiativo in modo incerto irreversibile delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto

159 SISTEMA AMBIENTALE 2/3 …TORRENTE TRASUBBIE Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di Condizione attuale: negativa o qualità e priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modficiativo in modo irreversibile incerto delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 4 Ambito del Podere Orto di Boccio Realizzazione di una attrezzatura turistica, campeggio ed area sosta campers. L’ambito all’interno del quale si prevede la realizzazione del campeggio-area sosta campers ricade nella UMT R9.2.

Ambito del Podere Orto di Boccio Area di trasformazione con destinazione turistico ricettiva Superficie edificabile per servizi 500 mq detratto l’esistente Volumetria complessiva massima, 1600 mc detratto l’esistente

Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili Mantenere il buon stato di qualità dell’aria nell’ambito extraurbano e nei nuclei abitati

Perseguire l’aumento della raccolta differenziata e delle attività di recupero e riciclaggio dei rifiuti

Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi Limitare l’esposizione all’inquinamento acustico in prossimità delle infrastrutture stradali (strade provinciali) e conservare il buon stato della risorsa in ambito direttamente extraurbano

Migliorare la fruizione e l’accessibilità delle aree verdi

160 Favorire la diffusione di pratiche di bioedilizia, risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili

Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici Salvaguardare e tutelare aree boscate, aree fluviali, specie vegetali ed animali minacciate e biodiversità terrestri anche andando ad aumentare il territorio sottoposto a protezione naturalistica

Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico Non si rilevano particolari criticità Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio

Assetto paesaggistico di pregio, caratterizzato da aree coltivate e relitti di naturalità

Non si rilevano particolari criticità Sistema Ecosistemi Non si rilevano particolari criticità

RISORSE Acque

Suolo

Aria

161 Clima Acustico

Energia

Paesaggio

Ecosistemi

Condizione attuale: positiva, di Condizione attuale: negativa o qualità e priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modficiativo in modo irreversibile incerto delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla Aria-Fattori potenziale incidenza delle trasformazioni (soprattutto per Climatici-Clima emissioni indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità Acustico acustica e atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico.

162 Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario e Acque e Rischio depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità del idraulico maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, a Energia sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti.

Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di dettaglio geologico-sismico connesse alle problematiche sismiche locali

Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti previsti con la presenza di relative sorgenti, al fine di Campi consentire il rispetto dei limiti di esposizione vigenti e elettromagnetici l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate 163 dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici (P) tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio Prelievi da fonti idriche autonome provinciale e relativi prelievi di acqua (P) Acque e rischio (mc/anno) per tipologia di utilizzo idraulico

Copertura rete fognaria (R) % popolazione servita

Esposti per inquinamento acustico n. annuo degli esposti pervenuti (per (P) tipologia di sorgente); n. annuo n. annuo superamenti dei limiti Clima Acustico Livelli di esposizione al rumore (S) normativi riscontrati in sede di controllo (per tipologia di sorgente) Classificazione acustica comunale % popolazione per classe acustica del territorio (S) Elettrodotti (P) Km linee elettriche A.T. presenti n. e caratteristiche impianti di Impianti di radiocomunicazione (P) radiocomunicazione installati Campi Livelli di esposizione della elettromagnetici Esposizione alle frequenze di rete popolazione nelle aree di intervento previste dal RU Livelli di esposizione della Esposizione alle radiofrequenze popolazione nelle aree di intervento previste dal RU Consumi di energia elettrica (P) MWh annui per tipologia di utenza Consumi di gas metano (P) MSmc annui per tipologia di utenza Potenza elettrica e termica derivante Produzione di energia da fonti rinnovabili installata nelle tramite fonti rinnovabili (R) Energia aree di intervento previste da RU SUL complessiva degli interventi Livelli prestazionali degli involucri del RU realizzati con parametri edilizi (R) prestazionali degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati (P) Rifiuti Produzione di rifiuti speciali (P) Tonn anno RS prodotti Sistemi innovativi di raccolta dei n. e tipologia di interventi realizzati rifiuti (R)

164 mq di aree verdi pubbliche in ambito urbano e % incremento rispetto allo Aree verdi urbane e loro fruibilità stato attuale; (S) % popolazione che risiede entro 300 Paesaggio e mt da aree verdi pubbliche Ecosistemi Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo paesaggistico (R) paesaggistico Specie animali e vegetali minacciate inserite in lista di n. specie attenzione (P)

SISTEMA AMBIENTALE 2/3 TORRENTE TRASUBBIE…

Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità e Condizione attuale: negativa o priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modficiativo in modo irreversibile incerto delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 5 Albergo ai Castagni Nell’ambito dell’esistente Ristorante I Castagni è prevedibile un insediamento alberghiero per un numero complessivo di 30 posti letto e secondo il seguente schema:

Albergo I Castagni Area di trasformazione con destinazione turistico ricettiva Volume massimo complessivo mc {(65 x 30) + [(65 x 30).0,5]} 2.925 mc

Ristorante “I Castagni” Sarà possibile potenziare la struttura esistente con un ampliamento dell’edificato esistente per una superficie lorda massima di 300 mq ed un volume massimo ammissibile di 960 mc.

Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili

165 Prevenire il rischio idraulico concorrendo a completare la realizzazione degli interventi di regimazione idraulica e garantire il rispetto delle condizioni di sicurezza

Perseguire l’aumento della raccolta differenziata e delle attività di recupero e riciclaggio dei rifiuti

Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi

Migliorare la fruizione e l’accessibilità delle aree verdi

Favorire la diffusione di pratiche di bioedilizia, risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili

Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici

Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico Non si rilevano particolari criticità Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio

Assetto paesaggistico naturale, intatto o rinaturalizzato, caratterizzato da bosco, pascoli ed incolti

Sistema Ecosistemi Non si rilevano particolari criticità

Condizioni Condizioni RISORSE attuali prevedibili

166 Acque Suolo Aria

Clima Acustico

Energia Paesaggio Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario e depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità del maggior carico indotto con il sistema depurativo, Acque e Rischio attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta idraulico realizzazione delle previste opere di adeguamento/ miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, Energia a sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti. Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di Rifiuti raccolta, anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Paesaggio

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, 167 soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici (P) tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio Prelievi da fonti idriche provinciale e relativi prelievi di acqua autonome (P) Acque e rischio (mc/anno) per tipologia di utilizzo idraulico

Copertura rete fognaria (R) % popolazione servita

Consumi di energia elettrica MWh annui per tipologia di utenza (P) Consumi di gas metano (P) MSmc annui per tipologia di utenza Potenza elettrica e termica derivante Produzione di energia da fonti rinnovabili installata nelle Energia tramite fonti rinnovabili (R) aree di intervento previste da RU SUL complessiva degli interventi Livelli prestazionali degli del RU realizzati con parametri involucri edilizi (R) prestazionali degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani indifferenziati e differenziati Tonn/anno RSU prodotti e % RD Rifiuti (P) Produzione di rifiuti speciali Tonn anno RS prodotti (P)

mq di aree verdi pubbliche in ambito urbano e % incremento rispetto allo Aree verdi urbane e loro Paesaggio e Ecosistemi stato attuale; fruibilità (S) % popolazione che risiede entro 300 mt da aree verdi pubbliche

168 SISTEMA AMBIENTALE 2/3 TORRENTE TRASUBBIE… Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità Condizione attuale: negativa o e priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modficiativo in modo irreversibile incerto delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 6 Albergo all’Aia Bruciata Nell’ambito del Podere Aia Bruciata e con la utilizzazione del volume esistente oltre ai necessari ampliamenti, è prevedibile un insediamento alberghiero per un numero complessivo di 25 posti letto e secondo il seguente schema:

Albergo Aia Bruciata Area di trasformazione con destinazione turistico ricettiva Volume massimo complessivo mc {(65 x 25) + [(65 x 25).0,5]} 2.763 mc

Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili Prevenire il rischio idraulico concorrendo a completare la realizzazione degli interventi di regimazione idraulica e garantire il rispetto delle condizioni di sicurezza

Perseguire l’aumento della raccolta differenziata e delle attività di recupero e riciclaggio dei rifiuti

Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi

Migliorare la fruizione e l’accessibilità delle aree verdi

Favorire la diffusione di pratiche di bioedilizia, risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili

169 Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici

Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico Non si rilevano particolari criticità Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio

Assetto paesaggistico naturale, intatto o rinaturalizzato, caratterizzato da bosco, pascoli ed incolti

Sistema Ecosistemi Non si rilevano particolari criticità

Condizioni Condizioni RISORSE attuali prevedibili Acque Suolo Aria

Clima Acustico

Energia Paesaggio Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto

170 Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario e depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità del Acque e maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente Rischio a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle idraulico previste opere di adeguamento/miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, a Energia sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti. Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Paesaggio

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici (P) tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio Prelievi da fonti idriche autonome provinciale e relativi prelievi di acqua (P) Acque e rischio (mc/anno) per tipologia di utilizzo idraulico

Copertura rete fognaria (R) % popolazione servita

171 Consumi di energia elettrica (P) MWh annui per tipologia di utenza Consumi di gas metano (P) MSmc annui per tipologia di utenza Potenza elettrica e termica derivante da Produzione di energia fonti rinnovabili installata nelle aree di tramite fonti rinnovabili (R) Energia intervento previste da RU SUL complessiva degli interventi del RU Livelli prestazionali degli involucri realizzati con parametri prestazionali edilizi (R) degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati (P) Rifiuti Produzione di rifiuti speciali (P) Tonn anno RS prodotti

mq di aree verdi pubbliche in ambito urbano e % incremento rispetto allo Paesaggio e Aree verdi urbane e loro fruibilità stato attuale; Ecosistemi (S) % popolazione che risiede entro 300 mt da aree verdi pubbliche

SISTEMA AMBIENTALE n. 4 …Monte Faete

Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità Condizione attuale: negativa o e priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modficiativo in modo irreversibile incerto delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 1 Podere Belluccia Ristrutturazione a fini residenziali dei volumi esistenti

Area di trasformazione con prevalente destinazione residenziale. Sull’area è prevista la realizzazione di due unità immobiliari Nell’ambito della applicazione delle regole della perequazione l’A.C. potrà individuare diverse e più onerose regole insediative. Volume complessivo lordo 800 Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente

172 Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili

Perseguire l’aumento della raccolta differenziata e delle attività di recupero e riciclaggio dei rifiuti

Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi Limitare l’esposizione all’inquinamento acustico in prossimità delle infrastrutture stradali (strade provinciali) e conservare il buon stato della risorsa in ambito direttamente extraurbano Favorire la diffusione di pratiche di bioedilizia, risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili

Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici

Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico

Copertura limitata del servizio di fognatura e depurazione

Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico

Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio Assetto paesaggistico frantumato e incompleto derivante dalla compresenza di siti produttivi dismessi, aree residenziali, edifici con insediamento misto e porzioni di terreno adibite ad usi agricoli amatoriali in cui si registrano usi incongrui e/o situazioni di degrado localizzato Sistema Ecosistemi Non si rilevano particolari criticità

173 RISORSE Condizioni attuali Condizioni prevedibili

Acque

Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla Aria-Fattori potenziale incidenza delle trasformazioni (soprattutto per Climatici-Clima emissioni indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità Acustico acustica e atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario e Acque e Rischio depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità del idraulico maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, a Energia sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti.

174 Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di geologico-sismico dettaglio connesse alle problematiche sismiche locali

Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti previsti con la presenza di relative sorgenti, al fine di Campi consentire il rispetto dei limiti di esposizione vigenti e elettromagnetici l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

175 MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici consumi idrici (P) per tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio Prelievi da fonti idriche autonome provinciale e relativi prelievi di Acque e rischio (P) acqua (mc/anno) per tipologia di idraulico utilizzo

Copertura rete fognaria (R) % popolazione servita

Classificazione acustica Clima Acustico % popolazione per classe acustica comunale del territorio (S)

Potenza elettrica e termica Produzione di energia derivante da fonti rinnovabili tramite fonti rinnovabili (R) installata nelle aree di intervento previste da RU Energia SUL complessiva degli interventi Livelli prestazionali degli involucri del RU realizzati con parametri edilizi (R) prestazionali degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati (P) Rifiuti Sistemi innovativi di raccolta dei n. e tipologia di interventi realizzati rifiuti (R) mq di aree verdi pubbliche in ambito urbano e % incremento rispetto allo Aree verdi urbane e loro fruibilità stato attuale; (S) % popolazione che risiede entro Paesaggio e Ecosistemi 300 mt da aree verdi pubbliche Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo paesaggistico (R) paesaggistico

176 SISTEMA AMBIENTALE n. 4 …Monte Faete

Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: negativa o Condizione attuale: positiva, di qualità e compromessa priva di emergenze Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: l’intervento:impatto negativo impatto positivo o migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: l’intervento:impatto accettabile e non impatto non valutabile/incerto modficiativo in modo irreversibile delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 2 Podere Casibosco Espansioni produttive agricole e commerciali-produttive,legate alle produzioni locali e tipiche. Suddiviso in due interventi distinti. Si potrà realizzare un edificio ben integrato con le caratteristi dell’ambito periurbano.

Area di trasformazione con prevalente destinazione produttiva e commerciale ------Superficie utile lorda dei nuovi 1.500 mq fabbricati produttivi ------Intervento 3 Podere Bandita de’ Bovi Espansioni produttive agricole e commerciali-produttive,legate alle produzioni locali e tipiche. Si potrà realizzare un edificio ben integrato con le caratteristi dell’ambito periurbano.

Area di trasformazione con prevalente destinazione produttiva e commerciale ------Superficie utile lorda dei nuovi 1.500 mq fabbricati produttivi ------Intervento 4 Podere Casibosco Espansioni produttive agricole e commerciali-produttive. Si potrà realizzare un edificio ben integrato con le caratteristi dell’ambito periurbano.

Area di trasformazione con prevalente destinazione produttiva e commerciale Superficie utile lorda dei nuovi 1.500 mq fabbricati produttivi 177 Intervento 6 Ambito di Casetta Corridori Espansioni commerciali-produttive. Si potrà realizzare un edificio ben integrato con le caratteristi dell’ambito periurbano.

Area di trasformazione con prevalente destinazione produttiva e commerciale Superficie utile lorda dei nuovi 1.200 mq fabbricatiIndicatori produttiviper la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili Prevenire il rischio idraulico concorrendo a completare la realizzazione degli interventi di regimazione idraulica e garantire il rispetto delle condizioni di sicurezza Perseguire l’aumento della raccolta differenziata e delle attività di recupero e riciclaggio dei rifiuti Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi Limitare l’esposizione all’inquinamento acustico in prossimità delle infrastrutture stradali (strade provinciali) e conservare il buon stato della risorsa in ambito direttamente extraurbano Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici

Condizioni Condizioni CRITICITA’ Sistema delle Acque e rischio idraulico attuali prevedibili

Vulnerabilità al rischio idraulico in assenza di interventi di prevenzione e mitigazione

Copertura limitata del servizio di fognatura e depurazione

Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico

Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia

178 Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio

Assetto paesaggistico di pregio, caratterizzato da aree coltivate e relitti di naturalità

Sistema Ecosistemi Non si rilevano particolari criticità

RISORSE Acque

Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla potenziale Aria-Fattori incidenza delle trasformazioni (soprattutto per emissioni Climatici-Clima indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità acustica e Acustico atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico.

179 Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario e Acque e Rischio depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità del idraulico maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, a Energia sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti.

Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di dettaglio geologico- connesse alle problematiche sismiche locali sismico Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti Campi previsti con la presenza di relative sorgenti, al fine di consentire elettromagnetici il rispetto dei limiti di esposizione vigenti e l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.).

180 I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici (P) tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio Prelievi da fonti idriche autonome provinciale e relativi prelievi di acqua (P) (mc/anno) per tipologia di utilizzo

Acque e rischio Livello di inquinamento da idraulico Macrodescrittori (LIM) o LIMeco, Indice Qualità delle acque superficiali e Biotico Esteso (IBE) o stato comunità sotterranee biologiche, Stato Ecologico dei Corsi (S) d’Acqua (SECA), Stato Chimico relativi ai corpi idrici inseriti nella rete di monitoraggio della Regione Toscana

Emissioni di inquinanti in Aggiornamento del quadro emissivo Aria atmosfera (P) IRSE (NOx, PM10, PM2,5, COV, CO) Emissioni di gas ad effetto serra Aggiornamento del quadro emissivo Fattori Climatici (P) IRSE (CO2, CH4, N2O) n. annuo superamenti dei limiti normativi Livelli di esposizione al rumore riscontrati in sede di controllo (per (S) Clima Acustico tipologia di sorgente) Classificazione acustica % popolazione per classe acustica comunale del territorio (S) Consumi di energia elettrica (P) MWh annui per tipologia di utenza Potenza elettrica e termica derivante da Produzione di energia fonti rinnovabili installata nelle aree di tramite fonti rinnovabili (R) Energia intervento previste da RU SUL complessiva degli interventi del RU Livelli prestazionali degli involucri realizzati con parametri prestazionali edilizi (R) degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati (P) Rifiuti Produzione di rifiuti speciali (P) Tonn anno RS prodotti Sistemi innovativi di raccolta dei n. e tipologia di interventi realizzati rifiuti (R)

Paesaggio e Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo Ecosistemi paesaggistico (R) paesaggistico

181 SISTEMA AMBIENTALE n.4 Monte Faete…

Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità Condizione attuale: negativa o e priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modficiativo in modo irreversibile incerto delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 5 Attività turistiche, ricettive e di ristorazione tipiche (albergo di campagna) Punto 6.2.6.3 delle Norme Tecniche Generali

Denominazione Podere Casibosco Volume massimo complessivo mc {(65 x 25) + [(65 x25)/2]} 2.438 mc Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi

Migliorare la fruizione e l’accessibilità delle aree verdi

Favorire la diffusione di pratiche di bioedilizia, risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili

Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici

Salvaguardare e tutelare aree boscate, aree fluviali, specie vegetali ed animali minacciate e biodiversità terrestri anche andando ad aumentare il territorio sottoposto a protezione naturalistica

182 Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico

Elevato fabbisogno idrico per usi domestici/assimilabili (per l’elevato carico antropico)

Criticità del sistema depurativo (a saturazione) nell’attuale configurazione (per il quale tuttavia sono previsti futuri interventi di adeguamento)

Copertura limitata del servizio di fognatura e depurazione

Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Elevata produzione di rifiuti urbani da aree residenziali Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio Assetto paesaggistico frantumato e incompleto derivante dalla compresenza di siti produttivi dismessi, aree residenziali, edifici con insediamento misto e porzioni di terreno adibite ad usi agricoli amatoriali in cui si registrano usi incongrui e/o situazioni di degrado localizzato Assetto paesaggistico di pregio, caratterizzato da aree coltivate e relitti di naturalità Assetto paesaggistico naturale, intatto o rinaturalizzato, caratterizzato da bosco, pascoli ed incolti Non si rilevano particolari criticità Sistema Ecosistemi Elevata antropizzazione del territorio Non si rilevano particolari criticità

RISORSE Condizioni attuali Condizioni prevedibili

Acque

183 Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla Aria-Fattori potenziale incidenza delle trasformazioni (soprattutto per Climatici-Clima emissioni indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità Acustico acustica e atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario e Acque e Rischio depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità del idraulico maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, a Energia sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti. Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di geologico-sismico dettaglio connesse alle problematiche sismiche locali

184 Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti previsti con la presenza di relative sorgenti, al fine di Campi consentire il rispetto dei limiti di esposizione vigenti e elettromagnetici l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici (P) tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio provinciale Prelievi da fonti idriche autonome e relativi prelievi di acqua (mc/anno) per (P) tipologia di utilizzo Acque e rischio idraulico Copertura rete fognaria (R) % popolazione servita

Piani di regimazione e opere idrauliche realizzate e progettate; N° e caratteristiche degli interventi interventi di messa in sicurezza effettuati effettuati (R)

185 Suolo e rischio Aree produttive dismesse e/o geologico e n. ed estensione dei siti degradate (P) sismico

n. annuo superamenti dei limiti normativi Livelli di esposizione al rumore riscontrati in sede di controllo (per (S) Clima Acustico tipologia di sorgente) Classificazione acustica % popolazione per classe acustica comunale del territorio (S) Elettrodotti (P) Km linee elettriche A.T. presenti Campi elettromagnetici Impianti di radiocomunicazione n. e caratteristiche impianti di (P) radiocomunicazione installati

Consumi di energia elettrica (P) MWh annui per tipologia di utenza Consumi di gas metano (P) MSmc annui per tipologia di utenza Potenza elettrica e termica derivante da Produzione di energia fonti rinnovabili installata nelle aree di tramite fonti rinnovabili (R) Energia intervento previste da RU SUL complessiva degli interventi del RU Livelli prestazionali degli involucri realizzati con parametri prestazionali edilizi (R) degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati (P) Rifiuti Produzione di rifiuti speciali (P) Tonn anno RS prodotti Sistemi innovativi di raccolta dei n. e tipologia di interventi realizzati rifiuti (R)

Paesaggio e Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo Ecosistemi paesaggistico (R) paesaggistico

SISTEMA AMBIENTALE 4 Monte Faete… Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità e Condizione attuale: negativa o priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modficiativo in modo irreversibile incerto delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto 186 Intervento 7 Albergo nell’ambito di Casetta Corridori Nell’ambito di Casetta Corridori e con la utilizzazione dell’eventuale volume esistente oltre ai necessari ampliamenti, è prevedibile un insediamento alberghiero per un numero complessivo di 25 posti letto e secondo il seguente schema:

Albergo nell’ambito di Casetta Corridori Area di trasformazione con destinazione turistico ricettiva Volume massimo complessivo mc {(65 x 25) + [(65 x 25).0,5]} 2.438 mc Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili Prevenire il rischio idraulico concorrendo a completare la realizzazione degli interventi di regimazione idraulica e garantire il rispetto delle condizioni di sicurezza

Perseguire l’aumento della raccolta differenziata e delle attività di recupero e riciclaggio dei rifiuti

Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi

Migliorare la fruizione e l’accessibilità delle aree verdi

Favorire la diffusione di pratiche di bioedilizia, risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili

Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici

Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico Non si rilevano particolari criticità Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità

187 Sistema Rifiuti Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio

Assetto paesaggistico naturale, intatto o rinaturalizzato, caratterizzato da bosco, pascoli ed incolti

Sistema Ecosistemi Non si rilevano particolari criticità

Condizioni Condizioni RISORSE attuali prevedibili Acque Suolo Aria

Clima Acustico

Energia Paesaggio Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario e depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità del Acque e Rischio maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente idraulico a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, a Energia sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti. Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Paesaggio

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- 188 Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici (P) tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio provinciale Prelievi da fonti idriche autonome e relativi prelievi di acqua (mc/anno) per (P) Acque e rischio tipologia di utilizzo idraulico

Copertura rete fognaria (R) % popolazione servita

Consumi di energia elettrica (P) MWh annui per tipologia di utenza Consumi di gas metano (P) MSmc annui per tipologia di utenza Potenza elettrica e termica derivante da Produzione di energia fonti rinnovabili installata nelle aree di tramite fonti rinnovabili (R) Energia intervento previste da RU SUL complessiva degli interventi del RU Livelli prestazionali degli involucri realizzati con parametri prestazionali edilizi (R) degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati (P) Rifiuti Produzione di rifiuti speciali (P) Tonn anno RS prodotti

mq di aree verdi pubbliche in ambito urbano e % incremento rispetto allo Paesaggio e Aree verdi urbane e loro fruibilità stato attuale; Ecosistemi (S) % popolazione che risiede entro 300 mt da aree verdi pubbliche

189 SISTEMA AMBIENTALE n. 4 Monte Faete Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità Condizione attuale: negativa o e priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modficiativo in modo irreversibile incerto delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 8 Area destinata alla realizzazione di un impianto sportivo per il gioco del golf. Impianto a nove buche.

Area di trasformazione con destinazione sportiva Superficie lorda massima del fabbricato 200 mq di servizio Volume lordo massimo del fabbricato 900 mc Interventodi servizio 10 Podere Bellaria Area destinata alla realizzazione di un impianto sportivo per il gioco del golf. Impianto a nove buche.

Area di trasformazione con destinazione sportiva Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili

Mantenere il buon stato di qualità dell’aria nell’ambito extraurbano e nei nuclei abitati

Tutelare la risorsa idrica superficiale e sotterranea dal punto di vista qualitativo e quantitativo Prevenire il rischio idraulico concorrendo a completare la realizzazione degli interventi di regimazione idraulica e garantire il rispetto delle condizioni di sicurezza Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi

190 Migliorare la fruizione e l’accessibilità delle aree verdi

Tutelare la qualità della risorsa idrica superficiale e sotterranea

Favorire la diffusione di pratiche di bioedilizia, risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili

Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici

Salvaguardare e tutelare aree boscate, aree fluviali, specie vegetali ed animali minacciate e biodiversità terrestri anche andando ad aumentare il territorio sottoposto a protezione naturalistica

Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico

Elevato fabbisogno idrico per usi non domestici

Criticità del sistema depurativo (a saturazione) nell’attuale configurazione (per il quale tuttavia sono previsti futuri interventi di adeguamento)

Vulnerabilità della risorsa idrica sotterranea sia in termini qualitativi che quantitativi

Copertura limitata del servizio di fognatura e depurazione

Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico

Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio

191 Assetto paesaggistico di pregio, caratterizzato da aree coltivate e relitti di naturalità

Sistema Ecosistemi Non si rilevano particolari criticità

RISORSE Condizioni attuali Condizioni prevedibili

Acque

Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla potenziale Aria-Fattori incidenza delle trasformazioni (soprattutto per emissioni Climatici-Clima indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità acustica e Acustico atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario e Acque e Rischio depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità del idraulico maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee.

192 Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione Energia atti a contenere il fabbisogno energetico, a sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti. Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso. Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di dettaglio geologico- connesse alle problematiche sismiche locali sismico Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti Campi previsti con la presenza di relative sorgenti, al fine di consentire elettromagnetici il rispetto dei limiti di esposizione vigenti e l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

193 MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici consumi idrici (P) per tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio Prelievi da fonti idriche autonome provinciale e relativi prelievi di (P) acqua (mc/anno) per tipologia di utilizzo Livello di inquinamento da Macrodescrittori (LIM) o LIMeco, Indice Biotico Esteso (IBE) o Qualità delle acque superficiali e stato comunità biologiche, Stato sotterranee Ecologico dei Corsi d’Acqua Acque e rischio (S) (SECA), Stato Chimico relativi idraulico ai corpi idrici inseriti nella rete di monitoraggio della Regione Toscana % superfici soggette a pericolosità idraulica (o in Pericolosità idraulica (P) alternativa aggiornamento della carta di pericolosità idraulica) Piani di regimazione e opere idrauliche realizzate e progettate; N° e caratteristiche degli interventi di messa in sicurezza interventi effettuati effettuati (R)

Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo Paesaggio e Ecosistemi paesaggistico (R) paesaggistico

SISTEMA AMBIENTALE n.4 Monte Faete Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità Condizione attuale: negativa o e priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modficiativo in modo irreversibile incerto delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 9 Attività turistiche, ricettive e di ristorazione tipiche (albergo di campagna) Punto 6.2.6.3 delle Norme Tecniche Generali

194 Denominazione Podere Bellaria ------Volume massimo complessivo mc {(65 x 25) + [(65 x25)/2]} 2.438 mc ------Intervento 11 Attività turistiche, ricettive e di ristorazione tipiche (albergo di campagna) Punto 6.2.6.3 delle Norme Tecniche Generali

Denominazione Podere Montebello Volume massimo complessivo mc {(65 x 25) + [(65 x25)/2]} 2.438 mc Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi

Migliorare la fruizione e l’accessibilità delle aree verdi

Favorire la diffusione di pratiche di bioedilizia, risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili

Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici

Salvaguardare e tutelare aree boscate, aree fluviali, specie vegetali ed animali minacciate e biodiversità terrestri anche andando ad aumentare il territorio sottoposto a protezione naturalistica

Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico

Elevato fabbisogno idrico per usi domestici/assimilabili (per l’elevato carico antropico)

Criticità del sistema depurativo (a saturazione) nell’attuale configurazione (per il quale tuttavia sono previsti futuri interventi di adeguamento)

Copertura limitata del servizio di fognatura e depurazione

Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità

195 Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Elevata produzione di rifiuti urbani da aree residenziali Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio Assetto paesaggistico frantumato e incompleto derivante dalla compresenza di siti produttivi dismessi, aree residenziali, edifici con insediamento misto e porzioni di terreno adibite ad usi agricoli amatoriali in cui si registrano usi incongrui e/o situazioni di degrado localizzato Assetto paesaggistico di pregio, caratterizzato da aree coltivate e relitti di naturalità Assetto paesaggistico naturale, intatto o rinaturalizzato, caratterizzato da bosco, pascoli ed incolti Non si rilevano particolari criticità Sistema Ecosistemi Elevata antropizzazione del territorio Non si rilevano particolari criticità

RISORSE Condizioni attuali Condizioni prevedibili

Acque

Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

Ecosistemi

196 BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla potenziale incidenza delle trasformazioni (soprattutto per Aria-Fattori Climatici- emissioni indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità Clima Acustico acustica e atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario Acque e Rischio e depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità idraulico del maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/ miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, a Energia sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti. Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di geologico-sismico dettaglio connesse alle problematiche sismiche locali

Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti previsti con la presenza di relative sorgenti, al fine di Campi consentire il rispetto dei limiti di esposizione vigenti e elettromagnetici l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di

197 stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici (P) tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio Prelievi da fonti idriche autonome provinciale e relativi prelievi di (P) acqua (mc/anno) per tipologia di utilizzo Acque e rischio idraulico Copertura rete fognaria (R) % popolazione servita

Piani di regimazione e opere idrauliche realizzate e progettate; N° e caratteristiche degli interventi interventi di messa in sicurezza effettuati effettuati (R)

Suolo e rischio Aree produttive dismesse e/o n. ed estensione dei siti geologico e sismico degradate (P)

n. annuo superamenti dei limiti Livelli di esposizione al rumore normativi riscontrati in sede di (S) Clima Acustico controllo (per tipologia di sorgente) Classificazione acustica % popolazione per classe acustica comunale del territorio (S) Elettrodotti (P) Km linee elettriche A.T. presenti

Campi elettromagnetici Impianti di radiocomunicazione n. e caratteristiche impianti di (P) radiocomunicazione installati

198 Consumi di energia elettrica (P) MWh annui per tipologia di utenza Consumi di gas metano (P) MSmc annui per tipologia di utenza Potenza elettrica e termica derivante Produzione di energia da fonti rinnovabili installata nelle tramite fonti rinnovabili (R) Energia aree di intervento previste da RU SUL complessiva degli interventi Livelli prestazionali degli involucri del RU realizzati con parametri edilizi (R) prestazionali degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati (P) Rifiuti Produzione di rifiuti speciali (P) Tonn anno RS prodotti Sistemi innovativi di raccolta dei n. e tipologia di interventi realizzati rifiuti (R)

Paesaggio e Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo Ecosistemi paesaggistico (R) paesaggistico

SISTEMA AMBIENTALE n. 4 …Monte Faete Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità Condizione attuale: negativa o e priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modficiativo in modo irreversibile incerto delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 12 Podere Montebello Ristrutturazione a fini residenziali dei volumi esistenti

Area di trasformazione con prevalente destinazione residenziale. Sull’area è prevista la realizzazione di due unità immobiliari Nell’ambito della applicazione delle regole della perequazione l’A.C. potrà individuare diverse e più onerose regole insediative. Volume complessivo lordo 2.100

Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente

199 Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili

Perseguire l’aumento della raccolta differenziata e delle attività di recupero e riciclaggio dei rifiuti

Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi Limitare l’esposizione all’inquinamento acustico in prossimità delle infrastrutture stradali (strade provinciali) e conservare il buon stato della risorsa in ambito direttamente extraurbano Favorire la diffusione di pratiche di bioedilizia, risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili

Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici

Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico

Copertura limitata del servizio di fognatura e depurazione

Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico

Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio Assetto paesaggistico frantumato e incompleto derivante dalla compresenza di siti produttivi dismessi, aree residenziali, edifici con insediamento misto e porzioni di terreno adibite ad usi agricoli amatoriali in cui si registrano usi incongrui e/o situazioni di degrado localizzato Sistema Ecosistemi Non si rilevano particolari criticità

200 RISORSE Condizioni attuali Condizioni prevedibili

Acque

Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla Aria-Fattori potenziale incidenza delle trasformazioni (soprattutto per Climatici-Clima emissioni indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità Acustico acustica e atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario e Acque e Rischio depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità del idraulico maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, a Energia sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti.

201 Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di geologico-sismico dettaglio connesse alle problematiche sismiche locali

Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti previsti con la presenza di relative sorgenti, al fine di Campi consentire il rispetto dei limiti di esposizione vigenti e elettromagnetici l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

202 MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici (P) tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio Prelievi da fonti idriche autonome Acque e rischio provinciale e relativi prelievi di acqua (P) idraulico (mc/anno) per tipologia di utilizzo

Copertura rete fognaria (R) % popolazione servita

Classificazione acustica Clima Acustico % popolazione per classe acustica comunale del territorio (S)

Potenza elettrica e termica derivante da Produzione di energia fonti rinnovabili installata nelle aree di tramite fonti rinnovabili (R) intervento previste da RU Energia SUL complessiva degli interventi del RU Livelli prestazionali degli involucri realizzati con parametri prestazionali edilizi (R) degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati (P) Rifiuti Sistemi innovativi di raccolta dei n. e tipologia di interventi realizzati rifiuti (R) mq di aree verdi pubbliche in ambito urbano e % incremento rispetto allo Aree verdi urbane e loro fruibilità stato attuale; (S) Paesaggio e % popolazione che risiede entro 300 mt Ecosistemi da aree verdi pubbliche Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo paesaggistico (R) paesaggistico

SISTEMA AMBIENTALE n. 4 MONTE FAETE Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità e Condizione attuale: negativa o priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modificativo in modo irreversibile incerto delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto

203 Intervento 13 Impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili Impianto fotovoltaico Ambito del Podere Alice

Denominazione Ambito del Podere Alice Superficie complessiva dell’area 332.324 mq Superficie massima edificabile 250 mq lordi IlVolumetria progetto per massima la attuazione edificabile della previsione1.125 dovrà mc lordi tenere conto delle norme sia nazionali che regionali vigenti in materia. In particolare dovrà adeguarsi alle norme vigenti in Provincia di Grosseto e precisamente quelle derivanti dalla applicazione dei contenuti dell’art. 34 delle NTA del PTC, comma 5, 6, 7 (titolo 1, lett. d)), 8 e della Scheda 13, punto D), comma 1, 2, 4. Nella porzione territoriale denominata “1a”, caratterizzata da una pericolosità geomorfologica molto elevata (G4) non potranno essere localizzati impianti, attrezzature o costruzioni di qualsiasi natura ma l’intervento dovrà limitarsi alle sole modellazioni superficiali e definizioni colturali

Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili Ridurre l’inquinamento atmosferico, e la relativa esposizione della popolazione, dovuto principalmente al traffico sulle vie di comunicazione di livello sovracomunale (strade provinciali ed ex statali da e per la montagna) Mantenere il buon stato di qualità dell’aria nell’ambito extraurbano e nei nuclei abitati Salvaguardare e tutelare aree boscate, aree fluviali, specie vegetali ed animali minacciate e biodiversità terrestri anche andando ad aumentare il territorio sottoposto a protezione naturalistica

Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità 204 Sistema Rifiuti Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio

Assetto paesaggistico naturale, intatto o rinaturalizzato, caratterizzato da bosco, pascoli ed incolti

Sistema Ecosistemi Non si rilevano particolari criticità

RISORSE Acque

Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla potenziale incidenza delle trasformazioni (soprattutto per Aria-Fattori Climatici- emissioni indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità Clima Acustico acustica e atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico.

205 Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario Acque e Rischio e depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità idraulico del maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/ miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, Energia a sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti. Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di Rifiuti raccolta, anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di geologico-sismico dettaglio connesse alle problematiche sismiche locali

Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti previsti con la presenza di relative sorgenti, Campi al fine di consentire il rispetto dei limiti di esposizione elettromagnetici vigenti e l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate 206 dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA

Piani di regimazione e opere Acque e rischio idrauliche realizzate e progettate; N° e caratteristiche degli interventi idraulico interventi di messa in sicurezza effettuati effettuati (R)

Suolo e rischio % superfici soggette a pericolosità geologico e Pericolosità geomorfologica (P) geomorfologica (o in alternativa sismico aggiornamento della carta di pericolosità)

Potenza elettrica e termica derivante da Produzione di energia Energia fonti rinnovabili installata nelle aree di tramite fonti rinnovabili (R) intervento previste da RU

Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo paesaggistico (R) paesaggistico Paesaggio e Ecosistemi Specie animali e vegetali minacciate inserite in lista di n. specie attenzione (P)

SISTEMA AMBIENTALE n. 4 MONTE FAETE Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità e Condizione attuale: negativa o priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile l’intervento: impatto non valutabile/ e non modificativo in modo incerto irreversibile delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto

207 Intervento 14 Impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili Impianto eolico Ambito del Podere Bellaria

Denominazione Ambito del Podere Bellaria Superficie complessiva dell’area 161.128 mq Superficie massima edificabile 250 mq lordi IlVolumetria progetto per massima la attuazione edificabile della previsione1.125 dovrà mc lordi tenere conto delle norme sia nazionali che regionali vigenti in materia. In particolare dovrà adeguarsi alle norme vigenti in Provincia di Grosseto e precisamente quelle derivanti dalla applicazione dei contenuti dell’art. 34 delle NTA del PTC, comma 5, 6, 7 (titolo 1, lett. d)), 8 e della Scheda 13, punto D), comma 1, 2, 4. Nella porzione territoriale denominata “1a”, caratterizzata da una pericolosità geomorfologica molto elevata (G4) non potranno essere localizzati impianti, attrezzature o costruzioni di qualsiasi natura ma l’intervento dovrà limitarsi alle sole modellazioni superficiali e definizioni colturali

Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili Ridurre l’inquinamento atmosferico, e la relativa esposizione della popolazione, dovuto principalmente al traffico sulle vie di comunicazione di livello sovracomunale (strade provinciali ed ex statali da e per la montagna) Mantenere il buon stato di qualità dell’aria nell’ambito extraurbano e nei nuclei abitati Salvaguardare e tutelare aree boscate, aree fluviali, specie vegetali ed animali minacciate e biodiversità terrestri anche andando ad aumentare il territorio sottoposto a protezione naturalistica

Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità 208 Sistema Rifiuti Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio

Assetto paesaggistico naturale, intatto o rinaturalizzato, caratterizzato da bosco, pascoli ed incolti

Sistema Ecosistemi Non si rilevano particolari criticità

RISORSE Acque

Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla Aria-Fattori potenziale incidenza delle trasformazioni (soprattutto per Climatici-Clima emissioni indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità Acustico acustica e atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico.

209 Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario e Acque e Rischio depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità del idraulico maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, a Energia sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti. Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di geologico-sismico dettaglio connesse alle problematiche sismiche locali

Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti previsti con la presenza di relative sorgenti, al fine di Campi consentire il rispetto dei limiti di esposizione vigenti e elettromagnetici l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). 210 I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA

Piani di regimazione e opere Acque e rischio idrauliche realizzate e progettate; N° e caratteristiche degli interventi idraulico interventi di messa in sicurezza effettuati effettuati (R)

% superfici soggette a pericolosità Suolo e rischio geomorfologica (o in alternativa Pericolosità geomorfologica (P) geologico e sismico aggiornamento della carta di pericolosità)

Potenza elettrica e termica derivante Produzione di energia Energia da fonti rinnovabili installata nelle aree tramite fonti rinnovabili (R) di intervento previste da RU

Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo paesaggistico (R) paesaggistico Paesaggio e Ecosistemi Specie animali e vegetali minacciate inserite in lista di n. specie attenzione (P)

Sistema ambientale n. 5 Fattoria degli Usi

SISTEMA AMBIENTALE n. 5 Gli Usi Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità e Condizione attuale: negativa o priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modficiativo in modo irreversibile incerto delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto I 211 ntervento 1 Podere Cancellone Ristrutturazione a fini residenziali dei volumi esistenti

Area di trasformazione con prevalente destinazione residenziale. Sull’area è prevista la realizzazione di sedici unità immobiliari Nell’ambito della applicazione delle regole della perequazione l’A.C. potrà individuare diverse e più onerose regole insediative. Volume complessivo lordo 6.400

Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili

Perseguire l’aumento della raccolta differenziata e delle attività di recupero e riciclaggio dei rifiuti

Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi Limitare l’esposizione all’inquinamento acustico in prossimità delle infrastrutture stradali (strade provinciali) e conservare il buon stato della risorsa in ambito direttamente extraurbano Favorire la diffusione di pratiche di bioedilizia, risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili

Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici

Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico

Copertura limitata del servizio di fognatura e depurazione

Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico

Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità 212 Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio Assetto paesaggistico frantumato e incompleto derivante dalla compresenza di siti produttivi dismessi, aree residenziali, edifici con insediamento misto e porzioni di terreno adibite ad usi agricoli amatoriali in cui si registrano usi incongrui e/o situazioni di degrado localizzato Sistema Ecosistemi Non si rilevano particolari criticità

RISORSE Condizioni attuali Condizioni prevedibili

Acque

Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla potenziale incidenza delle trasformazioni (soprattutto per Aria-Fattori Climatici- emissioni indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità Clima Acustico acustica e atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico.

213 Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario Acque e Rischio e depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità idraulico del maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/ miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, Energia a sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti. Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di Rifiuti raccolta, anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di geologico-sismico dettaglio connesse alle problematiche sismiche locali

Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti previsti con la presenza di relative sorgenti, Campi al fine di consentire il rispetto dei limiti di esposizione elettromagnetici vigenti e l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….).

214 S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici (P) tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio Prelievi da fonti idriche autonome provinciale e relativi prelievi di Acque e rischio (P) acqua (mc/anno) per tipologia di idraulico utilizzo

Copertura rete fognaria (R) % popolazione servita

Classificazione acustica Clima Acustico % popolazione per classe acustica comunale del territorio (S)

Potenza elettrica e termica derivante Produzione di energia da fonti rinnovabili installata nelle tramite fonti rinnovabili (R) aree di intervento previste da RU Energia SUL complessiva degli interventi Livelli prestazionali degli involucri del RU realizzati con parametri edilizi (R) prestazionali degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati (P) Rifiuti Sistemi innovativi di raccolta dei n. e tipologia di interventi realizzati rifiuti (R) mq di aree verdi pubbliche in ambito urbano e % incremento rispetto allo Aree verdi urbane e loro fruibilità stato attuale; (S) Paesaggio e % popolazione che risiede entro 300 Ecosistemi mt da aree verdi pubbliche Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo paesaggistico (R) paesaggistico

215 SISTEMA AMBIENTALE n. 5 Gli Usi

Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: negativa o Condizione attuale: positiva, di qualità e compromessa priva di emergenze Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: l’intervento:impatto negativo impatto positivo o migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non Condizione attuale: non valutabile o influenti sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: l’intervento:impatto accettabile impatto non valutabile/incerto e non modficiativo in modo irreversibile delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 2 Podere Cancellone Ristrutturazione a fini commerciali e produttivi agricoli dei volumi esistenti

Area di trasformazione con prevalente destinazione produttiva e commerciale Superficie utile lorda dei nuovi 3.000 fabbricati produttivi

Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili Prevenire il rischio idraulico concorrendo a completare la realizzazione degli interventi di regimazione idraulica e garantire il rispetto delle condizioni di sicurezza Perseguire l’aumento della raccolta differenziata e delle attività di recupero e riciclaggio dei rifiuti Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi Limitare l’esposizione all’inquinamento acustico in prossimità delle infrastrutture stradali (strade provinciali) e conservare il buon stato della risorsa in ambito direttamente extraurbano Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici

216 Condizioni Condizioni CRITICITA’ Sistema delle Acque e rischio idraulico attuali prevedibili

Vulnerabilità al rischio idraulico in assenza di interventi di prevenzione e mitigazione

Copertura limitata del servizio di fognatura e depurazione

Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico

Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio

Assetto paesaggistico di pregio, caratterizzato da aree coltivate e relitti di naturalità

Sistema Ecosistemi Non si rilevano particolari criticità

RISORSE Acque

Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

217 Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla Aria-Fattori potenziale incidenza delle trasformazioni (soprattutto per Climatici-Clima emissioni indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità Acustico acustica e atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario e Acque e Rischio depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità del idraulico maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, a Energia sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti.

Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di geologico-sismico dettaglio connesse alle problematiche sismiche locali

Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti previsti con la presenza di relative sorgenti, al fine di Campi consentire il rispetto dei limiti di esposizione vigenti e elettromagnetici l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti 218 ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici (P) tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio Prelievi da fonti idriche autonome provinciale e relativi prelievi di acqua (P) (mc/anno) per tipologia di utilizzo

Acque e rischio Livello di inquinamento da idraulico Macrodescrittori (LIM) o LIMeco, Indice Biotico Esteso (IBE) o stato Qualità delle acque superficiali e comunità biologiche, Stato Ecologico sotterranee dei Corsi d’Acqua (SECA), Stato (S) Chimico relativi ai corpi idrici inseriti nella rete di monitoraggio della Regione Toscana

Emissioni di inquinanti in Aggiornamento del quadro emissivo Aria atmosfera (P) IRSE (NOx, PM10, PM2,5, COV, CO) Emissioni di gas ad effetto serra Aggiornamento del quadro emissivo Fattori Climatici (P) IRSE (CO2, CH4, N2O) n. annuo superamenti dei limiti Livelli di esposizione al rumore normativi riscontrati in sede di (S) Clima Acustico controllo (per tipologia di sorgente) Classificazione acustica % popolazione per classe acustica comunale del territorio (S)

219 Consumi di energia elettrica (P) MWh annui per tipologia di utenza Potenza elettrica e termica derivante Produzione di energia da fonti rinnovabili installata nelle aree tramite fonti rinnovabili (R) Energia di intervento previste da RU SUL complessiva degli interventi Livelli prestazionali degli involucri del RU realizzati con parametri edilizi (R) prestazionali degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati (P) Rifiuti Produzione di rifiuti speciali (P) Tonn anno RS prodotti Sistemi innovativi di raccolta dei n. e tipologia di interventi realizzati rifiuti (R)

Paesaggio e Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo Ecosistemi paesaggistico (R) paesaggistico

Sistema ambientale n. 6 Grillese

SISTEMA AMBIENTALE 6 Grillese

Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità Condizione attuale: negativa o e priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modficiativo in modo irreversibile incerto delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 1 Attività turistiche, ricettive e di ristorazione tipiche (albergo di campagna) Punto 6.2.6.3 delle Norme Tecniche Generali Denominazione Podere Aia della Colonna Volume massimo complessivo mc {(65 x 25) + [(65 x25)/2]} 2.438 mc ------Intervento 2 Attività turistiche, ricettive e di ristorazione tipiche (albergo di campagna) Punto 6.2.6.3 delle Norme Tecniche Generali

220 Denominazione Podere Quarcona ------Volume massimo complessivo mc {(65 x 25) + [(65 x25)/2]} 2.438 mc Intervento 3 Attività turistiche, ricettive e di ristorazione tipiche (albergo di campagna) Punto 6.2.6.3 delle Norme Tecniche Generali

Denominazione Podere Greppacci Volume massimo complessivo mc {(65 x 25) + [(65 x25)/2]} 2.438 mc Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi

Migliorare la fruizione e l’accessibilità delle aree verdi

Favorire la diffusione di pratiche di bioedilizia, risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili

Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici

Salvaguardare e tutelare aree boscate, aree fluviali, specie vegetali ed animali minacciate e biodiversità terrestri anche andando ad aumentare il territorio sottoposto a protezione naturalistica

Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico

Elevato fabbisogno idrico per usi domestici/assimilabili (per l’elevato carico antropico)

Criticità del sistema depurativo (a saturazione) nell’attuale configurazione (per il quale tuttavia sono previsti futuri interventi di adeguamento)

Copertura limitata del servizio di fognatura e depurazione

Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità

221 Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Elevata produzione di rifiuti urbani da aree residenziali Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio Assetto paesaggistico frantumato e incompleto derivante dalla compresenza di siti produttivi dismessi, aree residenziali, edifici con insediamento misto e porzioni di terreno adibite ad usi agricoli amatoriali in cui si registrano usi incongrui e/o situazioni di degrado localizzato Assetto paesaggistico di pregio, caratterizzato da aree coltivate e relitti di naturalità Assetto paesaggistico naturale, intatto o rinaturalizzato, caratterizzato da bosco, pascoli ed incolti Non si rilevano particolari criticità Sistema Ecosistemi Elevata antropizzazione del territorio Non si rilevano particolari criticità

RISORSE Condizioni attuali Condizioni prevedibili

Acque

Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento

222 Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla Aria-Fattori potenziale incidenza delle trasformazioni (soprattutto per Climatici-Clima emissioni indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità Acustico acustica e atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario e Acque e Rischio depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità del idraulico maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, a Energia sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti. Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di geologico-sismico dettaglio connesse alle problematiche sismiche locali

Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti previsti con la presenza di relative sorgenti, al fine di Campi consentire il rispetto dei limiti di esposizione vigenti e elettromagnetici l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. 223 Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede

D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti)

P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….).

S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.).

I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza).

R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici (P) tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio Prelievi da fonti idriche autonome provinciale e relativi prelievi di acqua (P) (mc/anno) per tipologia di utilizzo Acque e rischio idraulico Copertura rete fognaria (R) % popolazione servita

Piani di regimazione e opere idrauliche realizzate e progettate; N° e caratteristiche degli interventi interventi di messa in sicurezza effettuati effettuati (R)

Suolo e rischio Aree produttive dismesse e/o n. ed estensione dei siti geologico e sismico degradate (P)

n. annuo superamenti dei limiti Livelli di esposizione al rumore normativi riscontrati in sede di (S) Clima Acustico controllo (per tipologia di sorgente) Classificazione acustica % popolazione per classe acustica comunale del territorio (S) Elettrodotti (P) Km linee elettriche A.T. presenti

Campi elettromagnetici Impianti di radiocomunicazione n. e caratteristiche impianti di (P) radiocomunicazione installati

224 Consumi di energia elettrica (P) MWh annui per tipologia di utenza Consumi di gas metano (P) MSmc annui per tipologia di utenza Potenza elettrica e termica derivante Produzione di energia da fonti rinnovabili installata nelle tramite fonti rinnovabili (R) Energia aree di intervento previste da RU SUL complessiva degli interventi Livelli prestazionali degli involucri del RU realizzati con parametri edilizi (R) prestazionali degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati (P) Rifiuti Produzione di rifiuti speciali (P) Tonn anno RS prodotti Sistemi innovativi di raccolta dei n. e tipologia di interventi realizzati rifiuti (R)

Paesaggio e Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo Ecosistemi paesaggistico (R) paesaggistico

Sistema ambientale n. 7/8 Rocconi / Zolferate

SISTEMA AMBIENTALE 7/8 Rocconi/Zolferate

Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità Condizione attuale: negativa o e priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modficiativo in modo irreversibile incerto delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 1 Attività turistiche, ricettive e di ristorazione tipiche (albergo di campagna) Punto 6.2.6.3 delle Norme Tecniche Generali

Denominazione Podere di Sano Volume massimo complessivo mc {(65 x 25) + [(65 x25)/2]} 2.438 mc Nell’ambito potrà realizzarsi una struttura per la ricerca ambientale, per un volume massimo complessivo lordo di 1.000 mc. ------225 ------Intervento 2 Attività turistiche, ricettive e di ristorazione tipiche (albergo di campagna) Punto 6.2.6.3 delle Norme Tecniche Generali

Denominazione Podere Pian d’Acquaio Volume massimo complessivo mc {(65 x 25) + [(65 x25)/2]} 2.438 mc Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi

Migliorare la fruizione e l’accessibilità delle aree verdi

Favorire la diffusione di pratiche di bioedilizia, risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili

Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici

Salvaguardare e tutelare aree boscate, aree fluviali, specie vegetali ed animali minacciate e biodiversità terrestri anche andando ad aumentare il territorio sottoposto a protezione naturalistica

Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico

Elevato fabbisogno idrico per usi domestici/assimilabili (per l’elevato carico antropico)

Criticità del sistema depurativo (a saturazione) nell’attuale configurazione (per il quale tuttavia sono previsti futuri interventi di adeguamento)

Copertura limitata del servizio di fognatura e depurazione

Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità

226 Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Elevata produzione di rifiuti urbani da aree residenziali Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio Assetto paesaggistico frantumato e incompleto derivante dalla compresenza di siti produttivi dismessi, aree residenziali, edifici con insediamento misto e porzioni di terreno adibite ad usi agricoli amatoriali in cui si registrano usi incongrui e/o situazioni di degrado localizzato Assetto paesaggistico di pregio, caratterizzato da aree coltivate e relitti di naturalità Assetto paesaggistico naturale, intatto o rinaturalizzato, caratterizzato da bosco, pascoli ed incolti Non si rilevano particolari criticità Sistema Ecosistemi Elevata antropizzazione del territorio Non si rilevano particolari criticità

RISORSE Condizioni attuali Condizioni prevedibili

Acque

Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto

227 Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla potenziale incidenza delle trasformazioni (soprattutto per Aria-Fattori Climatici- emissioni indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità Clima Acustico acustica e atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario Acque e Rischio e depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità idraulico del maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/ miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, Energia a sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti. Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di Rifiuti raccolta, anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di geologico-sismico dettaglio connesse alle problematiche sismiche locali

Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti previsti con la presenza di relative sorgenti, Campi al fine di consentire il rispetto dei limiti di esposizione elettromagnetici vigenti e l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti-

228 Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici (P) tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio Prelievi da fonti idriche autonome provinciale e relativi prelievi di acqua (P) (mc/anno) per tipologia di utilizzo Acque e rischio idraulico Copertura rete fognaria (R) % popolazione servita

Piani di regimazione e opere idrauliche realizzate e progettate; N° e caratteristiche degli interventi interventi di messa in sicurezza effettuati effettuati (R)

Suolo e rischio Aree produttive dismesse e/o n. ed estensione dei siti geologico e sismico degradate (P)

n. annuo superamenti dei limiti Livelli di esposizione al rumore normativi riscontrati in sede di (S) Clima Acustico controllo (per tipologia di sorgente) Classificazione acustica % popolazione per classe acustica comunale del territorio (S) Elettrodotti (P) Km linee elettriche A.T. presenti

Campi elettromagnetici Impianti di radiocomunicazione n. e caratteristiche impianti di (P) radiocomunicazione installati

229 Consumi di energia elettrica (P) MWh annui per tipologia di utenza Consumi di gas metano (P) MSmc annui per tipologia di utenza Potenza elettrica e termica derivante Produzione di energia da fonti rinnovabili installata nelle tramite fonti rinnovabili (R) Energia aree di intervento previste da RU SUL complessiva degli interventi Livelli prestazionali degli involucri del RU realizzati con parametri edilizi (R) prestazionali degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati (P) Rifiuti Produzione di rifiuti speciali (P) Tonn anno RS prodotti Sistemi innovativi di raccolta dei n. e tipologia di interventi realizzati rifiuti (R)

Paesaggio e Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo Ecosistemi paesaggistico (R) paesaggistico

SISTEMA AMBIENTALE n. 7/8 Rocconi/Zolferate Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità Condizione attuale: negativa o e priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modficiativo in modo irreversibile incerto delle dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 3 Podere Conti Ristrutturazione a fini residenziali dei volumi esistenti

Area di trasformazione con prevalente destinazione residenziale. Sull’area è prevista la realizzazione di quattro unità immobiliari Nell’ambito della applicazione delle regole della perequazione l’A.C. potrà individuare diverse e più onerose regole insediative. Volume complessivo lordo 1.200

230 Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili

Perseguire l’aumento della raccolta differenziata e delle attività di recupero e riciclaggio dei rifiuti

Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi Limitare l’esposizione all’inquinamento acustico in prossimità delle infrastrutture stradali (strade provinciali) e conservare il buon stato della risorsa in ambito direttamente extraurbano Favorire la diffusione di pratiche di bioedilizia, risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili

Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici

Condizioni Condizioni CRITICITA’ attuali prevedibili Sistema delle Acque e rischio idraulico

Copertura limitata del servizio di fognatura e depurazione

Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico

Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio Assetto paesaggistico frantumato e incompleto derivante dalla compresenza di siti produttivi dismessi, aree residenziali, edifici con insediamento misto e porzioni di terreno adibite ad usi agricoli amatoriali in cui si registrano usi incongrui e/o situazioni di degrado localizzato

231 Sistema Ecosistemi Non si rilevano particolari criticità

RISORSE Condizioni attuali Condizioni prevedibili

Acque

Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla Aria-Fattori potenziale incidenza delle trasformazioni (soprattutto per Climatici-Clima emissioni indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità Acustico acustica e atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario e Acque e Rischio depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità del idraulico maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee.

232 Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il fabbisogno energetico, a Energia sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti. Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di geologico-sismico dettaglio connesse alle problematiche sismiche locali

Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti previsti con la presenza di relative sorgenti, al fine di Campi consentire il rispetto dei limiti di esposizione vigenti e elettromagnetici l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

233 MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici (P) tipologia di utenza

Acque e rischio n. pozzi risultanti dall’archivio provinciale Prelievi da fonti idriche autonome idraulico e relativi prelievi di acqua (mc/anno) per (P) tipologia di utilizzo

Copertura rete fognaria (R) % popolazione servita Classificazione acustica Clima Acustico % popolazione per classe acustica comunale del territorio (S)

Potenza elettrica e termica derivante da Produzione di energia fonti rinnovabili installata nelle aree di tramite fonti rinnovabili (R) intervento previste da RU Energia SUL complessiva degli interventi del RU Livelli prestazionali degli involucri realizzati con parametri prestazionali edilizi (R) degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati (P) Rifiuti Sistemi innovativi di raccolta dei n. e tipologia di interventi realizzati rifiuti (R) mq di aree verdi pubbliche in ambito urbano e % incremento rispetto allo Aree verdi urbane e loro fruibilità stato attuale; (S) Paesaggio e % popolazione che risiede entro 300 mt Ecosistemi da aree verdi pubbliche Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo paesaggistico (R) paesaggistico

234 SISTEMA AMBIENTALE n. 7/8 Rocconi/Zolferate Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Condizione attuale: positiva, di qualità Condizione attuale: negativa o e priva di emergenze compromessa Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto positivo o l’intervento:impatto negativo migliorativo Condizione attuale: accettabile e/o con criticità reversibili o non influenti Condizione attuale: non valutabile o sulla dotazione di base incerta Condizione prevedibile dopo Condizione prevedibile dopo l’intervento:impatto accettabile e non l’intervento: impatto non valutabile/ modficiativo in modo irreversibile delle incerto dotazioni di base Condizione attuale: in equilibrio stabile, ben definito, conosciuto e monitorato Condizione prevedibile dopo l’intervento: impatto trascurabile, nessun impatto Intervento 4 L’imposto Ristrutturazione a fini commerciali e produttivi agricoli dei volumi esistenti

Area di trasformazione con prevalente destinazione produttiva e commerciale Superficie utile lorda dei nuovi 1.560 fabbricati produttivi Indicatori per la valutazione dell’impatto dell’intervento previsto rispetto agli obiettivi, alle criticità e alle risorse individuate dal quadro conoscitivo dello stato attuale dell’ambiente

Condizioni Condizioni OBIETTIVI (in relazione alla natura dell’intervento) attuali prevedibili

Prevenire il rischio idraulico concorrendo a completare la realizzazione degli interventi di regimazione idraulica e garantire il rispetto delle condizioni di sicurezza Perseguire l’aumento della raccolta differenziata e delle attività di recupero e riciclaggio dei rifiuti Riqualificare dal punto di vista architettonico e funzionale l’ambito urbano attraverso l’inserimento di funzioni specialistiche e residenziali e integrazione di spazi verdi Limitare l’esposizione all’inquinamento acustico in prossimità delle infrastrutture stradali (strade provinciali) e conservare il buon stato della risorsa in ambito direttamente extraurbano Conservare e tutelare il carattere specifico del territorio aperto e dei nuclei storici

235 Condizioni Condizioni CRITICITA’ Sistema delle Acque e rischio idraulico attuali prevedibili

Vulnerabilità al rischio idraulico in assenza di interventi di prevenzione e mitigazione

Copertura limitata del servizio di fognatura e depurazione

Locali situazioni di abbandono delle opere idraulico-agrarie di prevenzione al rischio idraulico

Sistema Suolo e Rischio geologico e sismico Non si rilevano particolari criticità Sistema Aria Non si rilevano particolari criticità Sistema Fattori Climatici Non si rilevano particolari criticità Sistema Clima Acustico Non si rilevano particolari criticità Sistema Campi Elettromagnetici Non si rilevano particolari criticità Sistema Energia Non si rilevano particolari criticità Sistema Rifiuti Non si rilevano particolari criticità Sistema Paesaggio

Assetto paesaggistico di pregio, caratterizzato da aree coltivate e relitti di naturalità

Sistema Ecosistemi Non si rilevano particolari criticità

RISORSE Acque

Suolo

Aria

Clima Acustico

Energia

Paesaggio

236 Ecosistemi

BILANCIO Valutazione complessiva della sostenibilità ambientale dell’intervento Valutazione Prescrizioni/Interventi compensativi e mitigatori finale di impatto Valutazioni di dettaglio, al fine di individuare eventuali necessità di interventi di mitigazione, relativamente alla potenziale Aria-Fattori incidenza delle trasformazioni (soprattutto per emissioni Climatici-Clima indirette dovute al traffico indotto) sulla qualità acustica e Acustico atmosferica dell’area, nonché relativamente all’esposizione dei nuovi insediamenti residenziali alle sorgenti acustiche e di inquinamento atmosferico. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione atti a contenere il consumo di risorse ed il rischio idraulico. Prescrizioni e vincoli connessi alla vulnerabilità degli acquiferi, ed alla previsione di interventi nelle “zone di rispetto” di punti di captazione ad uso acquedottistico. Verifica dell’impatto degli interventi sul sistema fognario e Acque e Rischio depurativo, con particolare riferimento alla compatibilità del idraulico maggior carico indotto con il sistema depurativo, attualmente a saturazione (verifica dell’avvenuta realizzazione delle previste opere di adeguamento/miglioramento dell’efficienza del sistema depurativo complessivo). Svolgimento, per gli interventi di riqualificazione di aree produttive, di verifiche ambientali atte ad individuare eventuali necessità di bonifica delle acque sotterranee. Valutazioni di dettaglio e prescrizione di interventi di mitigazione Energia atti a contenere il fabbisogno energetico, a sviluppare l’uso di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica degli insediamenti.

Valutazioni di dettaglio dell’impatto sul sistema di raccolta, Rifiuti anche finalizzate all’ottimizzazione del sistema stesso.

Suolo e Rischio Prescrizione di approfondimenti valutativi e indagini di dettaglio geologico- connesse alle problematiche sismiche locali sismico Verifica di compatibilità elettromagnetica degli insediamenti Campi previsti con la presenza di relative sorgenti, al fine di consentire elettromagnetici il rispetto dei limiti di esposizione vigenti e l’adozione di tutti i provvedimenti atti a minimizzare le esposizioni stesse.

Paesaggio

Ecosistemi

MONITORAGGIO (estratto dal Rapporto Ambientale) La scelta degli indicatori ambientali si è orientata fra quelli ufficialmente riconosciuti ed utilizzati per rappresentare le tendenze e le relazioni causa-effetto ed i conseguenti

237 obiettivi di miglioramento in materia ambientale. L’utilizzo di indicatori ufficialmente riconosciuti ha offerto anche l’opportunità di stabilire confronti spazio-temporali con le altre realtà locali, prima fra tutte con quella provinciale. Gli indicatori scelti sono conformi al modello noto come D-P-S-I-R (Determinanti- Pressioni- Stato- Impatti- Risposte) messo a punto dall’A.E.A (Agenzia Europea dell’Ambiente) che prevede D- gli indicatori Determinanti rappresentano le cause generatrici primarie e indirette degli stati ambientali (es. popolazione, agricoltura, turismo, trasporti) P- gli indicatori di Pressioni costituiscono le attività che influenzano direttamente gli stati ambientali (es. rifiuti, consumi idrici, emissioni, uso del suolo….). S- gli indicatori di Stato identificano le condizioni ambientali, specie quelle influenzate dalle attività antropiche (es. qualità delle acque, qualità dell’aria, verde urbano, ecc.). I- gli indicatori di Impatti sono le variazioni delle condizioni di stato ambientale, soprattutto per effetto delle attività antropiche (es. urbanizzazione, edificazioni, sicurezza). R- gli indicatori di Risposte identificano le azioni messe in campo, in specie da parte della Pubblica Amministrazione, per la soluzione e/o mitigazione di problemi ambientali.

MONITORAGGIO INDICATORE (D/P/S/I/R) UNITA’ DI MISURA Mc/anno consumi acquedottistici per consumi idrici (P) tipologia di utenza n. pozzi risultanti dall’archivio Prelievi da fonti idriche autonome provinciale e relativi prelievi di acqua (P) (mc/anno) per tipologia di utilizzo Acque e rischio Livello di inquinamento da idraulico Macrodescrittori (LIM) o LIMeco, Indice Biotico Esteso (IBE) o stato Qualità delle acque superficiali e comunità biologiche, Stato Ecologico sotterranee dei Corsi d’Acqua (SECA), Stato (S) Chimico relativi ai corpi idrici inseriti nella rete di monitoraggio della Regione Toscana

Emissioni di inquinanti in Aggiornamento del quadro emissivo Aria atmosfera (P) IRSE (NOx, PM10, PM2,5, COV, CO) Emissioni di gas ad effetto serra Aggiornamento del quadro emissivo Fattori Climatici (P) IRSE (CO2, CH4, N2O) n. annuo superamenti dei limiti Livelli di esposizione al rumore normativi riscontrati in sede di (S) Clima Acustico controllo (per tipologia di sorgente) Classificazione acustica % popolazione per classe acustica comunale del territorio (S)

238 Consumi di energia elettrica (P) MWh annui per tipologia di utenza Potenza elettrica e termica derivante Produzione di energia da fonti rinnovabili installata nelle tramite fonti rinnovabili (R) Energia aree di intervento previste da RU SUL complessiva degli interventi Livelli prestazionali degli involucri del RU realizzati con parametri edilizi (R) prestazionali degli involucri edilizi più elevati rispetto ai limiti di legge Produzione di rifiuti urbani Tonn/anno RSU prodotti e % RD indifferenziati e differenziati (P) Rifiuti Produzione di rifiuti speciali (P) Tonn anno RS prodotti Sistemi innovativi di raccolta dei n. e tipologia di interventi realizzati rifiuti (R)

Paesaggio e Aree soggette a vincolo % territorio soggetto a vincolo Ecosistemi paesaggistico (R) paesaggistico

239