Elenco degli artisti presenti in mostra

Annan, James Craig - Cameron, Julia Margaret - Coburn, Alvin Langdon -Davison, George - Demachy, Robert - De Meyer, Baron Adolf Gayne - Eugene, Frank - Evans, Frederick Henri - Haviland, Burty Paul - Hill, David Octavius e Adamson, Robert - Käsebier, Gertrude - Kühn, Heinrich - Puyo Constant - Rubincam, Harry C. - Seeley, George Henry - Steichen, Jean Edward -Stieglitz, Alfred - Strand, Paul - Struss, Karl F. - White, Clarence Hudson

Biografie

Annan, James Craig (Hamilton, Scozia, 1864 - Glasgow, 1946) Figlio di Thomas Annan, che fu per qualche tempo associato al celebre calotipista David Octavius Hill, egli apprende molto facilmente l’arte di fotografare dal padre. Dopo gli studi di Chimica e Filosofia all’università di Glasgow, nel 1883 si reca a Vienna per studiare l’héliogravure dal suo inventore Karl Klic. Di ritorno in Scozia, cerca di mettere a profitto le sue nuove conoscenze: nel 1890, cosciente dell’importanza dei suoi compatrioti Hill e Adamson, realizza una serie di fotografie a partire dai loro negativi calotipi. Interessato dall’aspetto artistico del mezzo fotografico, Annan diviene nel 1895 membro del Club Linked Ring di Londra. La sua opera è fortemente influenzata dall’estetica dei suoi amici della scuola impressionista di Glasgow, dall’arte giapponese così come da Velásquez e Whistler. Nel 1904, Stieglitz pubblica nella rivista una selezione delle opere di Annan che diviene il primo presidente dell’International Society of Pictorial Photographers. Ha partecipato a tutte le esposizioni internazionali del movimento pittorialista fino al 1916, proseguendo ugualmente la sua carriera nello studio fotografico familiare.

Cameron, Julia Margaret (Calcutta, 1815 - Ceylon, 1879) Nata in India, a Calcutta, da una famiglia agiata e colta, sposa il diplomatico Charles Hay Cameron nel 1838. Torna in Inghilterra dieci anni più tardi, prima a Londra, e poi nell’isola di Wight nel 1860. Comincia a fare pratica di fotografia al collodio nel 1863. Legata a numerose personalità artistiche e scientifiche come Watts, Tennyson, Herschel, considera le sue fotografie più come una creazione personale che come svago da dilettante. Espone e vende le proprie fotografie. Predilige i tempi di posa lunghi, l’indefinitezza della messa a punto, l’illuminazione di atmosfera e si specializza nel ritratto e nelle scene allegoriche ispirate alla Bibbia o alle leggende medievali. Il suo stile artistico, vicino alla pittura, annuncia già il pittorialismo. Di ritorno da Ceylon nel 1875, muore quattro anni dopo.

Coburn, Alvin Langdon (Boston, 1882 - Colwyn Bay, 1966) Iniziato alla fotografia da suo cugino Fred Holland Day, da cui forse eredita una tendenza al non conformismo, Coburn è il migliore rappresentante del versante modernista del pittorialismo. Nato a Boston da una famiglia di industriali, ha la possibilità di viaggiare in Europa; si lega a Steichen, Stieglitz e Demachy; espone a Londra nel 1900 e prende lezioni da Käsebier. Apprende la tecnica dell’héliogravure e stampa lui stesso le tavole dei suoi portfolio London e New York. Ventisei sue immagini vengono pubblicate su Camera Work, ma Corbun si distingue anche per le fotografie del Grand Canyon (1911), per Octopus (1912), per la Casa dalle mille finestre, per le illustrazioni per The Cloud di Shelley (1912). Le vedute dei porti, degli operai, delle fabbriche sono ben lontane dal pittorialismo dei Saloni. La sua esperienza più avanguardista nella fotografia è del 1917, nel quadro del vorticismo fondato da Ezra Pound e Wyndham Lewis: sono i Vortograph, fotografie di effetti di luci in una sorta di caleidoscopio. È del 1922 la sua ultima pubblicazione di ritratti di celebrità artistiche, More Men of Mark. La visione di Coburn è qualche volta aristocratica, spesso tinta da connotazioni spirituali, come se il linguaggio dell’immagine dovesse passare dalla metafora, dal simbolismo dell’ombra e della luce, dal nero o dal bianco, che sono effettivamente i fondamenti della pratica fotografica.

Davison, George (Lowestoft, 1854 - Antibes, 1930) La personalità di George Davison, membro fondatore del London Camera Club (1885), membro della Royal Photograpich Society (1886) e più tardi cofondatore del Linked Ring (1892), attraversa tutta la storia del pittorialismo inglese. Dapprima discepolo delle teorie naturaliste apprese da Hemerson, e in questo avversario dell’accademismo difeso da Robinson, cerca di emanciparsi fondando un ‘impressionismo fotografico’ nel 1890. Da quella data, si affianca a Maskell e Hinton. Corrispondente a Londra del Paris-Photographe di Nadar, presente ai Saloni organizzati nelle capitali europee, Davison si specializza nell’iconografia dei paesaggi di campagna e principalmente quelli dei dintorni di Harlech nel Galles. Lì acquista un castello grazie a una fruttuosa carriera a capo della filiale britannica della compagnia Kodak. Attivo in politica e sostenitore del movimento anarchico, Davison diventa un rischio per l’immagine della Kodak da cui si dimette definitivamente nel 1913.

Demachy, Robert (Saint-German-en-Laye, 1859 - Hennequeville, 1936) Membro della Société Française de Photographie dal 1882, membro fondatore nel 1894 del Secessionist Photo-Club di Parigi, insieme a Constant Puyo e René Le Begue, habitué dei Saloni internazionali di fotografia, Demachy è uno dei principali teorici del pittorialismo. Scrive infatti di fotografia con grande competenza ed eleganza; in particolare pubblica articoli sulla stampa alla gomma bicromatata e sul suo impiego nella fotografia impressionista. Lavora soprattutto con le gomme bicromate e i pigmenti oleosi: le sue stampe somigliano più ai disegni a carboncino, alle litografie, oppure ai pastelli, piuttosto che alle fotografie. Le sue ballerine e i nudi, ispirati chiaramente a Degas, testimoniano la sua abilità a manipolare le immagini fotografiche. Di solito lavora allo stesso negativo, ma in modi diversi:con il pennello, il pastello oppure il taglierino, per poi stamparne varie versioni, come nel caso di Dans les coulisses e Behind the Scenes. Dopo il 1905, si oppone all’evoluzione generale del pittorialismo guidato dagli americani della Photo Secession; rinnega tali metodi e si isola -e con lui l’intera scuola francese- per ritirarsi dalla scena artistica nel 1914.

De Meyer, Baron Adolf Gayne (Parigi ? Dresda ?, 1868 - Hollywood,1946) Dilettante dal passato poco illustre, De Meyer intorno al 1895 fa parte dell’elegante società britannica che gravita intorno al principe di Galles. Nel 1899, sposa Olga Alberta Caracciolo, figlia illegittima del futuro re Edoardo VII e che serve da catalizzatore al suo talento. I due formano una coppia mondana ed esteta, con una grande passione per i balletti russi di Diaghilev. All’inizio del secolo, De Meyer si consacra alla fotografia, e le personalità del mondo cosmopolita dell’aristocrazia e delle arti corrono numerose a posare da lui. Questi ritratti sono classificabili nella produzione pittorialista. I suoi lavori, vicini a quelli di Stieglitz sono esposti alla Galleria 291 (1909) e pubblicati in Camera Work (1912). Nel 1916 cambia il suo nome in Gayne de Meyer. Su Vogue (1914-1922) e poi su Harper’s Bazaar (1922-1934), de Meyer è uno dei primi a trattare la fotografia di moda in maniera soggettiva, aggiungendo charme ed eleganza a una immagine ridotta sino ad allora alla sua funzione descrittiva. Per fare questo utilizza il simbolismo e il pittorialismo, dando un tono a tutte le foto di moda dal 1914 al 1924. Dagli inizi degli anni ’30, l’opera di De Meyer passa di moda e l’artista viene dimenticato.

Eugene, Frank (New York, 1865 - Monaco, 1936) Frank Eugene Smith si trasferisce da New York a Monaco, per seguire i corsi dell’Accademia delle arti plastiche. Membro fondatore della Photo Secession con Stieglitz, diviene maestro della manipolazione delle fotografie ‘non fotografiche’. Le sue immagini sono sovente pubblicate nelle lussuose riviste pittorialiste quali Camera Club, o Camera Work. Nel 1906, si trasferisce definitivamente a Monaco, prendendo la nazionalità tedesca e cambiando il nome in Franck Eugene. Acquisisce una grande reputazione di fotografo ma anche di pittore dell’Art Nouveau. Aperto alle nuove tendenze, dal 1907 utilizza il procedimento dell’autochrome. Lo stesso anno organizza a Monaco un summit pittorialista che riunisce Stieglitz, Steichen e Kühn, in un momento particolare del movimento, diviso tra le tesi francesi e lo spirito innovativo proveniente dagli Stati Uniti. È a partire da questa data che il pittorialismo tedesco si congiunge definitivamente con le tesi americane. Nel 1913 l’Accademia reale crea per la prima volta una cattedra di fotografia pittorialista.

Evans, Frederick Henry (Londra, 1853 - 1943) Libraio a Londra, comincia ad occuparsi di fotografia nel 1880. Nel 1887 riceve una medaglia dalla Photographic Society per le sue microfotografie, che rivelano un grande rigore di visione. Amico di Aubrey Beardsley e di George Bernard Shaw, Evans esegue i loro ritratti rispettivamente nel 1894 e nel 1895. Realizza delle vedute delle cattedrali di Francia nel 1896. Membro del Linked Ring nel 1900, fa parte dei più brillanti pittorialisti inglesi, e i suoi contatti con gli Stati Uniti sono stretti. Intraprende una corrispondenza con Stieglitz dal 1901, esponendo nello studio di Fred Holland Day a Boston nel 1903; Stieglitz riproduce le sue foto nel primo numero di Camera Work. Nel 1906 Evans espone alla Galleria 291. Nemico delle manipolazioni care ai pittorialisti, è seguace della . Nel 1911 realizza per il giornale Country Life una splendida veduta della Cattedrale di Westminster. Le immagini di questo artista amante della architettura e dei paesaggi puri sfuggono al reportage documentario. Evans abbandona la fotografia nel 1912 e fino al 1919 si dedica a realizzare delle platinotipie per delle illustrazioni. Nel 1928, la Royal Photographic Society lo elegge membro d’onore.

Haviland, Burty Paul (Parigi, 1880 - 1950) Figlio di Charles Haviland (Haviland & Co., manifattura di Limoges) e di Madeleine Burty, figlia del celebre critico d’arte Philippe Burty. Dopo gli studi in Francia e il diploma all’Università di Harvard nel 1901, rappresenta la ditta Haviland negli Stati Uniti. Dal 1898, si dedica anche alla fotografia. Nel 1908, incontra Stieglitz, che gli offre di finanziare la Galleria 291 sulla Fifth Avenue, luogo dove fa esporre degli artisti pittori e scultori francesi d’avanguardia. Redige degli articoli per Camera Work ed alcune sue fotografie vengono pubblicate su tale rivista: Châle espagnol (Rose Cohen), Miss Doris Keane, The Japanase Lantern, riprodotte nel numero 39. Come Steichen, di cui realizza il ritratto, diviene membro del gruppo Photo Secession, chiamato in Francia movimento pittorialista. Del suo soggiorno a New York restano numerose fotografie tra cui New York at Night pubblicata anche questa su Camera Work (n° 46). Nel 1916 rientra in Francia per lavorare alla manifattura di Limoges. Sposa Suzanne Lalique, pittrice e decoratrice, figlia del celebre designer del vetro René Lalique.

David Octavius Hill (Perth, 1802 - 1870) e Robert Adamson (Edimburgo, 1821 - 1848) David Octavius Hill, nato a Perth, si dedica sin da giovane al disegno e alla pittura. Nel 1843 è incaricato di rappresentare quattrocentocinquanta membri del clero scozzese in un solo quadro e ricorre alla fotografia. È assistito da Robert Adamson, allievo di Sir David Brewster, inventore della fotografia stereoscopica. Il loro sodalizio dura fino al 1847 ed è all’origine di numerosi ritratti, di paesaggi, di vedute di Edimburgo e di scene di genere, in particolare i pescatori e gli abitanti di New Haven. Sulla tela alla quale lavora, a partire dal 1844 e che porterà a concepimento nel 1866, Hill ha ritratto anche Adamson con la sua macchina fotografica, in omaggio all’amico prematuramente scomparso.

Käsebier, Gertrude (Des Moines, Iowa, 1852 - New York, 1934) Nata in una famiglia di quaccheri, Käsebier si trasferisce presto a New York, dove si sposa. A 36 anni decide di dedicarsi alle arti plastiche e studia pittura al Pratt Institute di Brooklyn. Nel 1894 intraprende un viaggio in Europa per perfezionare la sua arte e soggiorna brevemente a Parigi e poi in Germania. Di ritorno da New York, crea il suo studio sulla Fifth Avenue e si impone come ritrattista. Nel 1899, espone al Camera Club di New York ed è ammessa al Linked Ring l’anno successivo. Vicina a Stieglitz, partecipa alla fondazione di Photo Secession e pubblica la foto Happy Days nel primo numero di Camera Work (1903). Le sue immagini, sovente tirate al platino, associano il ritratto femminile e le scene d’interni con il simbolismo come The Magic Crystal (1905). Nel 1901 Käsebier ritorna in Europa; si unisce a Parigi a Demachy e incontra nuovamente Steichen, all’epoca nell’entourage di Rodin. Il suo successo è internazionale e la sua produzione compare in tutti i Saloni fotografici. Un terzo viaggio in Europa (1905) le permette di incontrare Rodin e di fotografarlo. Dopo l’esposizione di Buffalo (1910), si allontana da Stieglitz e nel 1915 fonda insieme a Clarence Hudson White e Alvin Langdon Coburn i Pictorial Photographers of America.

Kühn, Heinrich (Dresda, 1866 - Birgitz, 1944) Nato in Germania, Kühn compie i suoi studi di Medicina a Berlino e successivamente a Innsbruck. Dopo aver sostenuto la tesi, decide di trasferirsi in questa regione e si dedica alla fotografia dal 1888. L’agiatezza economica gli permette di impiegare tutta la sua attività e le sue energie a studiare la resa della visione. A Innsbruck si fa costruire una sontuosa casa, sul cui frontone viene inciso: «Viva il sole, viva la luce». Con Hans Johann Josef Watzek e Hugo Henneberg, tutti membri del Wiener Camera Club, fonda il Trifolium o Kleeblatt che diviene un luogo di iniziazione alla fotografia e culla della scuola pittorialista di Vienna. Kühn trova il suo supporto tecnico espressivo nell’uso della gomma bicromatata. Le possibilità di interpretazione del procedimento gli permettono di realizzare numerosi ritratti e nature morte di un grande vigore; e presenta queste opere alla maggior parte dei Saloni fotografici tra il 1895 e il 1920. Oltre il procedimento della gomma e dell’olio, l’artista utilizza anche l’autochrome dal 1907. A causa della crisi finanziaria del 1929, deve vendere la sua casa a Innsbruck e trasferirsi nel vicino paese di Birgitz. Per vivere, diviene giornalista del Photographische Rundschau und Mitteilungen. Artista, ma anche teorico di movimenti pittorialisti, amico intimo di Stieglitz, scrive una serie di articoli alcuni dei quali diverranno fonte di polemica con Constant Puyo.

Puyo, Constant (Morlais, 1857 - 1933) Il francese Émile Joachim Constant Puyo, chiamato anche Commandant Puyo, per la sua attività militare, si avvia alla fotografia nel 1889. Come l’amico Robert Demachy, Puyo, si dedica subito a una fotografia pittorialista, secondo la moda che stava avvincendo allora molti fotografi, tesi a rivendicare l’artisticità della fotografia, specialmente nel confronto con l’arte figurativa tradizionale, ‘fatta a mano’, e in particolare il disegno e la litofotografia, con la quale si metteva in concorrenza. Come autore, Puyo entra subito nel Photo Club di Parigi e viene invitato a far parte dell’elitario Linked Ring di Londra, fondato da Alfred Maskell e dal maestro del pittorialismo, Henry Peach Robinson. Costruisce le immagini secondo pose e strutture compositive statiche di matrice pittorica, quindi adeguando la stampa positiva alle nuove tecniche pittorialiste. Utilizza anche il lampo al magnesio, per creare effetti notturni, sempre secondo uno stile romantico. Ha scritto inoltre vari saggi sulle problematiche della fotografia artistica, soprattutto nella rivista, avviata assieme a Demachy, La Revue de photographie, e un libro magistrale nel 1896, Notes sur la photographie artistique.

Rubincam, Harry C. (Philadelphia, 1871 - Denver, 1940) Compie i primi studi a Philadelphia e Camden, nel New Jersey. Entra a lavorare nella importante azienda paterna; a seguito però del fallimento di un suo business presso tale impresa, si sposta a New York dove viene impiegato con vari incarichi in una drogheria; scrive in quel periodo anche per diversi giornali che si occupano di commercio. Nel 1894 si sposa e comincia a lavorare a New York presso la Equitable Life Assurance Society. Nel 1897 si sposta a Denver per una cura per la tubercolosi. Apre un ufficio di assicurazioni per la Equitable. Comincia a interessarsi di fotografia e nel 1900 partecipa attivamente al Colorado Camera Club, ed è fortemente influenzato dalle idee artistiche del suo presidente, William Cooke Daniels. Nel 1901 scrive di fotografia su Outdoor Life, ed entra in disaccordo con il Colorado Camera Club. Nel 1903 diviene un associato di Photo Secession. Nel 1904 viene rappresentato alla mostra di Photo Secession a Pittsburgh e espone Frightened Boy al Salone fotografico di Londra. Nello stesso anno incontra Stieglitz a New York. Negli anni successivi a questo incontro espone alla Photo Secession Gallery. Nel 1907 pubblica una foto su Camera Work. Nel 1914 la sua agenzia di assicurazioni a Denver ha grande successo e nel 1917 e 1918 viene eletto presidente della National Petroleum Corporation, una compagnia dell’Oklahoma, che però viene sciolta nel 1919. Rubincam si sposta con la famiglia in un ranch nella contea di Douglas in Colorado. Intorno al 1925 ritorna a Denver dove viene impiegato nella Capitol Life Insurance Company come manager nel settore degli immobili. Muore nel 1940.

Seeley, George Henry (Stockbridge, 1880 - 1955) Seeley è conosciuto soprattutto per le sue pitture di nature morte. Compie i suoi studi di pittura e disegno presso la Massachutsetts Normal Art School a Boston. Sotto l’influenza di Fred Holland Day, riprende la fotografia che aveva praticato fin dall’infanzia. Nel 1904, i suoi lavori incontrano i favori della critica al momento della sua partecipazione al Primo Salone di Fotografia americana, organizzato dal Metropolitan Club e dal Salon Club, alla Galleria Clausen di New York. È membro della Photo Secession, e diciannove dei suoi studi sono pubblicati sulla rivista Camera Work tra il 1906 e il 1910. I suoi lavori, vicini a quelli di Clarence Hudson White hanno il gusto del mistero e di sperimentazioni luminose. È ugualmente attirato dallo studio dei riflessi: espone nel 1910 a Buffalo dei paesaggi di neve tirati alla gomma bicromatata. Nel 1920 lascia la fotografia per consacrarsi alla pittura e all’ornitologia (partecipa al Biological Survey di Washington).

Steichen, Jean Edward (Lussemburgo, 1879 – New York 1973) Nato nel Lussemburgo, Steichen si trasferisce con la famiglia nel 1881 negli Stati Uniti, precisamente nel Michigan. Si sposta nel 1889 a Milwaukee e si interessa alla fotografia dall’età di 16 anni. Nel 1895 compra la sua prima Kodak. Nel 1899 due sue fotografie vengono esposte nel Secondo Salone di Fotografia a Philadelphia; nel 1900 partecipa al Terzo Salone e riceve una lettera di incoraggiamento da Clarence White, che scrive anche a Stieglitz parlando di lui. A New York, Steichen va a trovare Steiglitz, il quale gli compra tre fotografie pagandogliele cinque dollari l’una. Steichen lascia poi New York per spostarsi a Parigi dove vivrà dal 1901 esponendo regolarmente sia nella capitale francese che a Londra, declinando tuttavia l’invito a partecipare al Linked Ring. Incontra Rodin e si concentra sui ritratti di artisti e scrittori (tra cui lo stesso Rodin). Pittorialista, usa la luce in maniera poetica. Nel 1902 ha luogo la sua prima esposizione personale alla Maison des Artistes a Parigi. Nello stesso anno ritorna a New York dove sino al 1906 collabora con Stieglitz alla creazione della rivista Camera Work e alla Galleria 291, permettendo così a diversi pittori moderni europei di esporre sul continente americano. Nel 1904 continua a ricevere numerosi premi e comincia a sperimentare la fotografia a colori: un suo lavoro è pubblicato su Camera Work (n° 7). Nel 1906 ritorna a Parigi e nel 1907 utilizza il nuovo procedimento della fotografia a colori creato da Louis Lumière: la plate autochrome. Dieci autocromi vengono esposti alla Photo Secession Gallery. A Parigi introduce Stieglitz all’arte di Cézanne, nel 1907 riesce a portare alla Photo Secession Gallery le opere di Matisse e nel 1910 anche quelle di Cézanne. Nel frattempo continuano ad essere pubblicate su Camera Work molte sue fotografie. Nel 1914 termina la collaborazione con Stieglitz. Nel 1917, ingaggiato come luogotenente nell’armata americana in Francia, viene incaricato di realizzare fotografie semplici e realiste. Dal 1919 abbandona gli effetti pittorici, per dedicarsi a fotografare gli oggetti sotto forma astratta. Lavora per Vogue e Vanity Fair; si specializza nel ritratto (Greta Garbo, 1928) e la moda. La sua celebrità è tale che nel 1929 Carl Sandburg pubblica Steichen, the Photographer. Tra il 1942 e il 1945 viene nominato direttore del U.S. Naval Photography. Dal 1947 chiude il suo studio commerciale per dirigere il dipartimento di fotografia del M.O.M.A. di New York. Nel 1955 organizza la famosa esposizione The Family of Man. Nel 1962 si ritira e nel 1963 scrive la sua biografia Steichen, a Life of Photography. Muore nel 1973.

Stieglitz, Alfred (Hoboken, 1864 - New York, 1946) Critico e fotografo, Stieglitz è uno dei pittorialisti americani meglio conosciuti, probabilmente quello che più ha contribuito allo sviluppo della fotografia e alla sua accettazione come arte all’inizio del ventesimo secolo. Nativo del New Jersey, comincia a studiare Ingegneria in Germania, lasciando poi gli studi per dedicarsi alla fotografia. Dal 1885, redige alcuni articoli per delle riviste specializzate tedesche. Viaggia e riprende con la sua macchina fotografica diversi paesi europei fra cui l’Italia. Rientra definitivamente a New York nel 1890 e diventa direttore del giornale American Amateur Photographer dal 1893 al 1896. È inoltre il primo americano a divenire membro del Linked Ring di Londra nel 1894. Nel 1899, una esposizione personale gli è dedicata da Camera Club, dal quale si dimette nel 1900. Crea il movimento Photo Secession a New York nel 1902, pubblica la rivista Camera Work e apre le Little Galleries of Photo Secession, meglio conosciute sotto il nome di Galleria 291: qui presenta le avanguardie artistiche europee, non solo fotografiche. In questi anni diviene influente come scrittore e conferenziere nell’intento di far riconoscere la fotografia come un’arte autonoma, con i propri criteri di dignità e di legittimità. Così finisce per contrastare l’atteggiamento pittorialista, i cui procedimenti tendevano a rivaleggiare con la pittura, in rottura con i principi della fotografia fino al punto di creare confusione. Stieglitz ha sempre sostenuto il rigore della fotografia perché, diceva, consente anche la metamorfosi e l’effusione poetica. Nel 1910, sostenuto da Paul Haviland, Max Weber e Clarence Hudson White, organizza l’International Exhibition of Pictorial Photography alla Galleria Albright di Buffalo. La sua seconda esposizione personale ha luogo nel 1913 alla Galleria 291 durante l’Armory Show. Dal 1910 al 1916 pubblica la rivista 291. Nel 1917, comincia il Georgia O’Keeffe: A Portrait. È la fine di Camera Work e della Galleria 291. Nel 1923 Stieglitz espone le sue fotografie di nuvole, nel 1925 dirige la Galleria Intimate e dal 1929 al 1946 apre An American Place. Smette di fotografare nel 1937. Nel 1934 viene pubblicato America and : A Collective Portrait. Si spegne nel 1946.

Strand, Paul (New York, 1890 - Orgeval, 1976) Strand può essere considerato il padre della Straight Photography. Scopre la fotografia all’età di 12 anni. Nel 1907 segue i corsi di Lewis Hine che lo introduce a Stieglitz e alla Galleria 291, di cui diviene membro nel 1915. Sebbene nato come pittorialista, egli pensa come Stieglitz che il solo mezzo per far diventare la fotografia un’arte sia quella di valorizzarne le caratteristiche specifiche ossia di ritrascrivere puramente e semplicemente la realtà. Nel 1916, la Galleria 291 organizza la sua prima esposizione personale. Nel 1917, gli ultimi numeri di Camera Work gli sono interamente dedicati. Sin dagli inizi, sono visibili i suoi maggiori interessi nelle fotografie: l’interesse sociale (Blind Woman); l’interesse formalista con dei giochi di linee, di contrasti e di prospettive (White Fence) e l’interesse per l’astrattismo, con forme pure senza riferimenti a un oggetto, opere intitolate sobriamente Fotografie. Nel 1918 viene arruolato nel servizio della radiologia militare. Al ritorno alla vita civile nel 1919, si dedica a fotografare i suoi primi paesaggi così come i primi piani delle rocce della Nuova Scozia. Nel 1921 realizza il suo primo film Manhatta in collaborazione con Charles Sheeler. Durante gli anni ’20 Strand continua le sue ricerche sui primi piani (radici di alberi nel 1926 e piante o rocce nel 1927-1928). Nel 1929 si interessa in modo particolare alle nuvole ed espone alla Intimate Gallery di Stieglitz. Tra il 1930 e il 1932 si dedica alle architetture di mattoni e alle città fantasma del Nuovo Messico. Viaggia in Messico nel 1932 e scatta delle foto di Indiani e di paesaggi pubblicate nell’album Twenty Photographs of Mexico nel 1940. Durante i dieci anni successivi, realizza per Pathé, Fox e M.G.M. documentari divenuti oggi dei classici (The Plow that Broke the Plains; Heart of Spain; Native Land). Ritorna alla fotografia pura nel 1943-1944; successivamente si trasferisce in Francia nel 1951 a Orgeval, dove realizza i ritratti di intellettuali francesi; visita l’Egitto (1959), la Romania (tra il 1960 e il 1967), il Marocco (1962), il Ghana (1963-1964) e pubblica numerosi album di foto. Si spegne nel 1976.

Struss, Karl F. (New York, 1886 - 1981) Struss nasce a New York, dove compie i primi studi di fotografia con Clarence Hudson White. I suoi primi successi li ottiene vendendo fotografie a Vogue, Vanity Fair e Harper’s Bazaar. Nel 1919, si sposta a Los Angeles e lavora con Cecil Blount De Mille come cameraman e successivamente lavora a molti film. Viene ammesso negli anni successivi all’American Society of Cinematographers. Nel 1949 comincia il suo lavoro in ‘stereo cinematografia’ e ne diviene uno dei primi promotori. Dal 1920 al 1950 ottiene per quattro volte le nominations dalla Academy Award for Best Cinematography con i film: Sunrise: A Song of Two Humans (1929); Dr. Jekyll and Mr. Hyde (1932); The Sign of the Cross (1934) e Aloma of the South Seas (1942). Vince solo la prima volta con Sunrise.

White, Clarence Hudson (West Carlisle, Ohio, 1871 - in viaggio, 1925) Obbligato a lavorare (è contabile in una azienda), comincia a dedicarsi alla fotografia come amatore nel 1893 e si interezza al pittorialismo. Nel 1898 fonda, con altri, la Newark Camera Club. Nelle prime foto si sofferma su scene intime e di ritratti femminili cercando di creare una armonia poetica con gli studi sulla luce: Miss Grace (1898), Interior with Figure (1899), The Cave (1901), Morning (1905). Più simbolista ancora, è l’opera The (1906-1907). Egli tira le sue fotografie al platino e qualche volta facendo ricorso alla gomma bicromatata. Membro d’onore di Camera Club di New York e del Linked Ring di Londra, partecipa alla fondazione nel 1902 del gruppo Photo Secession con Alfred Stieglitz, Eduard Steichen e Gertrude Käsebier. Una sfera di cristallo (che evoca l’emblema del gruppo: un disco d’oro che simboleggia la luce) è l’elemento principale delle immagini che realizza in quel periodo: Raindrops e Still Life. White si trasferisce a New York e insegna alla Columbia University prima di fondare nel 1914 la sua scuola. Rompe con Stieglitz che ritiene troppo ancorato al passato e crea con Käsebier e Alvin Langdon Coburn, il gruppo Pictorial Photographers of America, presiedendolo. Partecipa alla maggior parte dei Saloni pittorialisti dal 1899 ed espone solo al Pratt Institute, Brooklyn (1902) e al San Diego Museum (1914).