ISSN (print): 2421-6798 ISSN (on line): 2421-7158

ISTITUTO DI RICERCA SULLA CRESCITA ECONOMICA SOSTENIBILE RESEARCH INSTITUTE ON SUSTAINABLE ECONOMIC GROWTH Working Paper Numero 6/2016

Fame e abbondanza. Il glossario. Scelte lessicologiche, criteri di lemmatizzazione e analisi testuale Grazia Biorci , Greta Falavigna Biorci G., Falavigna G. Working Paper IRCrES, N° 06/2016

WORKING PAPER CNR-IRCRES Anno 2, Numero 6, Dicembre 2016

Direttore Responsabile Secondo Rolfo

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Segreteria di redazione Enrico Viarisio [email protected]

Copyright © Dicembre 2016 by CNR - IRCRES Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016

Fame e abbondanza. Il glossario. Scelte lessicologiche, criteri di lemmatizzazione e analisi testuale1

[Famine and feast. The glossary. Lexicology choices, lemmatization criteria and textual analysis]

Grazia Biorci e Greta Falavigna

CNR-IRCrES National Research Council of Italy Research Institute on Sustainable Economic Growth Via Real Collegio 30, Moncalieri (TO) Mail:[email protected] [email protected]

ABSTRACT: This working paper aims at showing the design of a textual and linguistic analysis focusing on the specific field of food in the Piedmont literature. Texts studied are stored in an online repository, i.e., FABB, that collects Piedmont literature as well as some popular tales, short narra- tives, novels, lyrics, interviews written in Piedmont from the beginning of the Twentieth Century. In addition, it considers a collection of fifty dialect poems by Giovanni Rapetti, a contemporary Pied- mont poet. In this study, a sample of all these work has been analysed through the definition of a glossary built on the corpus collected in FABB Repository and gives advices on its utilisation. The main issue of the glossary description concerns the definition, in a clear and univocal way, of the cri- teria chosen for its redaction, in order to realise a coherent pattern useful for further studies. The goal of this work is twofold: to display the completion of a useful linguistic research tool; and to investi- gate the food theme within the corpus of Piedmont literature contained in the FABB Repository.

KEYWORDS: glossary, lemmatization, textual analysis, food, Piedmont literature

JEL CODES: Z13

1 Il presente lavoro è strutturato in due parti: la prima, fino al paragrafo 5 compreso, è stata curata da Grazia Biorci e presenta la struttura e i criteri che hanno animato la redazione del glossario stesso. La seconda, dal paragrafo 6 al pa- ragrafo 10 compreso è stata curata da Greta Falavigna che si è occupata di descrivere il contenuto del glossario pro- ponendo una breve sintesi sia del contesto storico-sociale del primo Novecento sia degli autori considerati. In questa parte, l’autrice propone alcune considerazioni sui testi presenti nel corpus FABB con l’obiettivo di mostrare l’utilizzo e l’utilità dello strumento del glossario. Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016

INDICE

1. Introduzione 6 2. Creazione del corpus 7 3. Procedure per l’estrazione della terminologia specifica legata al cibo dal corpus di letteratura popolare 9 4. Lo studio delle concordanze e dei cotesti. Come funziona il programma e quali informazioni si ottengono attraverso questo tipo di analisi 11 5. La redazione del glossario del cibo in FABB 12 6. Contesto storico-sociale di inizio Novecento 15 7. Pavese, Fenoglio, Calvino, Arpino, Beccaria: brevi cenni biografici 17 8. Giovanni Rapetti: il dialetto come espressione della cultura popolare 19 9. I testi a confronto: un’analisi linguistica sul cibo 21 9.1 La ricchezza linguistica del corpus letterario analizzato 22 9.2 Il glossario come strumento di analisi delle opere italiane 23 9.2.1 Il pesce e la carne 23 9.2.2 Le bevande 26 9.2.2.1 L'acqua e il vino: simbolo e bevanda 27 9.2.2.2 Altri tipi di bevanda 27 9.2.3 Frutta, ortaggi e altri alimenti 27 9.2.4 I mestieri e i luoghi di consumo, vendita e produzione di cibo e bevande 29 9.2.5 Utensili in cucina e non 31 9.2.6 Alcune considerazioni conclusive sui testi in lingua italiana 31 9.3 Il cibo nella poesia dialettale piemontese di Giovanni Rapetti 32 10. Alcune riflessioni conclusive sul lavoro compiuto 34 11. Bibliografia 37 12. Sitografia 38 Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016

1. INTRODUZIONE verso scritture e narrazioni diverse per sco- prire le peculiarità territoriali, umane e am- bientali che ne fanno da cornice. er un gruppo di ricercatori di di- Una sperimentazione multipla, inoltre, di versa provenienza disciplinare, le metodologie di indagine che si integrano e P manifestazioni organizzate dal convergono nella realizzazione di un porta- CNR per Expo 2015 sono state l’occasione le (http://fabb.ircres.cnr.it/) in cui è possibi- per sperimentare in corpore vivo metodolo- le navigare fra la lettura di testi integrali a gie di ricerca innovative e trasversali sia dal video, l’ascolto di canzoni e la proiezione di punto di vista dei contenuti sia dal punto di interviste, tutti oggetti raccolti e organizzati vista dei metodi e della realizzazione. Si in un repository, pezzo forte del progetto, sono incontrati, e ‘sposati’ in questa occa- sulla cui struttura e funzionalità è dedicato sione, scienze umane e informatica, lettera- un altro working paper. tura e ingegnerizzazione della lingua, arti Il repository può essere definito, ridutti- visive e musica tutti accomunati dal tema vamente, come un grande deposito di og- del cibo nelle sue diverse sfaccettature cul- getti diversi in formato digitale organizzato turali, antropologiche, ambientali e prati- con connessioni relazionali complesse, ma che. La valenza preminente di questo lavoro dotato di un front-end molto intuitivo. In risiede in due condizioni fondamentali ed esso, alle fiabe, ai racconti e ai romanzi da essenziali del cibo che così profondamente sfogliare a video si affiancano diverse regi- influenzano la vita culturale, oltre che bio- strazioni sottotitolate di testimonianze orali logica, degli individui e della società: la sua sulla cultura della alimentazione e della disponibilità e la sua mancanza. produzione agricola piemontese, brani di Su questa idea è nato il progetto “Fame e canzoni popolari, la prima edizione critica Abbondanza nella narrazione popolare in in formato e-book di una raccolta di poesie Piemonte. Pratiche di valorizzazione del pa- in dialetto dell’autore piemontese Giovanni trimonio culturale”, (d’ora in avanti FABB) Rapetti, un glossario ed alcuni working pa- finanziato dalla Cassa di Risparmio di To- per. L’obiettivo di questo working paper è rino e realizzato da IRCrES – CNR in col- quello di tracciare il percorso di ideazione, laborazione con l’Università degli Studi di studio e ricerca che ha portato alla redazio- Scienze Gastronomiche (UNISG), ne del glossario e della sua funzio- l’Università del Piemonte Orientale (UPO) ne/ragione all’interno del repository e in re- e con l’Istituto per la storia della resistenza lazione al corpus dei testi. Proprio per la e della società contemporanea di Alessan- sua struttura di connessione diretta e reci- dria (ISRAL) - Centro di cultura popolare proca con il corpus dei testi scelti per il la- “Giuseppe Ferraro”. Obiettivo del progetto: voro, il glossario è costruito in modo tale da un focus sul cibo nelle rappresentazioni let- poter essere incrementato ogni qualvolta si terarie, musicali, poetiche e etnografiche decidesse di ampliarne il corpus di riferi- piemontesi fra fine Ottocento e Novecento. mento inserendo nuovi testi. Un’esplorazione del mondo rurale, carat- Quando abbiamo progettato il glossario, terizzato dalla fatica e dalla frugalità, attra- ci siamo calati nei panni degli ipotetici

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Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016 utenti e ci siamo interrogati su quali potes- al maschile e al femminile se si tratta di un sero essere i ‘bisogni’ di un navigatore del aggettivo, sia come lemma, ovvero nella nostro repository. Soprattutto di un naviga- suo aspetto lessicalizzato, cioè ricondotto tore non piemontese. Una delle prime cu- alla sua forma positiva e singolare (maschi- riosità riguardava il nome di alcuni piatti le per gli aggettivi) o nel modo infinito per i tipici: non ci sembrava sufficiente conosce- verbi. La ricerca pertanto potrà essere effet- re semplicemente la denominazione della tuata sia partendo dal testo sia partendo dal specialità, avremmo voluto leggere la sua glossario. composizione, sapere in che occasione vie- Dal testo, poiché durante la lettura si po- ne preparata e in che zona del Piemonte si trebbe avere la curiosità di conoscere qual- trova più frequentemente e, soprattutto, se che particolarità o significato di una parola: si tratta di una tradizione passata o se è una il sistema permette di andare a ritrovare pratica ancora viva… insomma avremmo quella parola nel glossario con le sue spie- voluto sapere tutto su quel cibo e sul conte- gazioni e i riferimenti ai testi in cui essa ap- sto sociale, culturale e storico in cui era pare. immerso. La ratio del glossario è stata que- Dal glossario, data la reciprocità di rela- sta: offrire un repertorio quasi enciclopedi- zione, poiché, indipendentemente dalla let- co relativo ai termini del cibo presenti nei tura, potrebbe essere interessante per un testi esaminati e rendere al contempo la ri- utente andare a scoprire in quali testi si par- cerca nel testo e la comparazione fra più la di un determinato cibo, o si menziona pezzi letterari facile, veloce e intuitiva. una specialità gastronomica. Il glossario è infatti un luogo di riflessio- Il vantaggio di questo strumento è la sua ne linguistica, storica e antropologica. In pressoché illimitata capacità di inglobare esso sono raccolte e spiegate tutte le parole dati: più numerosi saranno i testi inseriti nel italiane o dialettali, legate all’ambito del ci- repository, maggiore e con più alta varietà bo per significato, per vicinanza concettua- linguistica sarà la composizione del glossa- le, per similitudine o per tradizione, presenti rio opportunamente rielaborato. nei testi oggetto della ricerca. Come sarà illustrato più avanti, nel glossario sono considerate solo le cosiddette parole 2. CREAZIONE DEL CORPUS piene – nomi maschili e femminili, aggetti- vi e verbi – che compongono significativa- Per costruire il glossario di FABB e per mente il panorama dell’ambito cibo nella attuare un’analisi testuale quantitativa e narrazione piemontese del Novecento. qualitativa, è stato costruito un corpus di Il glossario e i testi sono stati posti a si- testi organizzato in modo da poter essere stema in una condizione di puntuale reci- sottoposto a un trattamento automatico di procità, per cui ogni termine relativo al cibo spoglio. nei testi ha un suo riferimento nel glossario, La primissima fase è stata la scelta e la nel quale apparirà sia come forma, ovvero raccolta dei testi da studiare e analizzare. coniugato se si tratta di un verbo, al plurale I primi testi inseriti nel corpus sono i se- o al singolare se si tratta di un sostantivo o guenti:

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, La luna e i falò, Einaudi parti, se presenti, mentre per le fiabe e le 2013, (1 file txt) poesie è stato scelto di considerarle ciascu- • Beppe Fenoglio, La malora, Einaudi na a sé per avere una maggiore facilità nel 1954 (1 file txt) recuperarne il titolo o la posizione • Beppe Fenoglio, I Penultimi. Estratto all’interno della raccolta. Una volta scelto e da Racconti sparsi e inediti in Beppe raccolto il materiale per formare il corpus, Fenoglio, Opere, edizione critica di si è avviata la fase di acquisizione digitale Corti M., Vol 3, Einaudi, 1978 (1 file degli oggetti e della loro organizzazione. txt) Di seguito si descrivono le diverse fasi • Arpino, Giovanni; Beccaria Gian Luigi, dei processi di trattamento automatico e Fiabe piemontesi / scelte da Gian Luigi manuale, di lemmatizzazione e di analisi Beccaria e tradotte da Giovanni Arpino, dei dati testuali e del processo di redazione Mondadori. Estratto (69 file txt) del glossario. Inizialmente si è proceduto • , Fiabe italiane raccolte alla scansione di volumi o di parte di essi e dalla tradizione popolare durante gli alla loro trasformazione in OCR (optical ultimi cento anni e trascritte in lingua character recognition) per permettere il ri- dai vari dialetti, Mondadori 1993 conoscimento testuale. I file ottenuti, epura- (1 file txt) ti dagli inevitabili – per ora – errori di for- • Fame e Abbondanza in cinquanta poe- mato3, sono stati poi trasformati in file te- sie di Giovanni Rapetti a cura di Franco sto, formato più adatto al trattamento auto- Castelli, Antonella Emina, Piero Mila- matico di AntConc® un software open nese, 2016 (54 file txt). source che abbiamo utilizzato per ottenere velocemente e in modo attendibile liste di A ciascun testo corrisponde uno o più file parole, frequenze, collocazioni e concor- txt a seconda dei criteri di metadatazione2 danze, strumenti indispensabili per la co- decisi per ciascun oggetto. Si è preferito, struzione del glossario. per esempio, considerare i romanzi come un Per eseguire l’analisi con tale software si testo unico privo di divisioni in capitoli o in sono dovuti preparare opportunamente i te- sti con le seguenti operazioni: 2 Con metadatazione si intende la serie di informa- zioni univoche standardizzate a livello europeo che • l’eliminazione della sillabazione, sicché riguardano il testo preso in considerazione. È una ogni occorrenza risultasse intera e non forma più sofisticata della schedatura catalografica classica, poiché attuandosi su sistemi informatici, può fosse erroneamente interpretata dal si- essere dotata di una serie di collegamenti e intercon- stema come parola composta, avente nessioni che permettono ricerche avanzatissime e a livello internazionale. Naturalmente, maggiore è la 3 I file pdf trattati in OCR risultano ‘sporchi’ e pieni raffinatezza della metadatazione, maggiori sono le di segni non identificabili o fuorvianti dovuti a una possibilità di matching a livelli diversi con altri og- ‘cattiva interpretazione’ di lettere o gruppi di lettere, getti. A seconda delle esigenze specifiche di un pro- di segni di punteggiatura o diacritici, da parte del si- getto, si può procedere a metadatazioni più o meno stema di lettura ottico. Una delle cattive interpreta- complesse, ampliabili in un secondo momento, poi- zioni più frequenti è la confusione della lettera minu- ché comunque, quelle informazioni avranno corri- scola “i” con il numero “1” e viceversa, tanto per fare spondenze univoche. un esempio pratico.

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cioè il trattino in mezzo alle due com- 3. PROCEDURE PER ponenti della parola stessa; L’ESTRAZIONE DELLA TERMINO- • eliminazione dei riferimenti al numero LOGIA SPECIFICA LEGATA di pagina e tutte le possibili intestazioni AL CIBO DAL CORPUS nei margini, in questo modo sono stati DI LETTERATURA POPOLARE4 eliminati i possibili rumori che avrebbe- ro prodotto falsi risultati sul trattamento In FABB l’interesse fondante è il cibo automatico. nella narrazione sia in prosa sia in poesia. Anche l’analisi testuale qualitativa e quanti- Ogni file testo è così diventato testo puro, tativa e la redazione del glossario sono fo- pronto per lo spoglio automatico. calizzate sullo stesso argomento e quindi I primi risultati quantitativi dello spoglio sullo stesso ambito semantico: il cibo in con AntConc® mostrano un corpus testuale quanto prodotto di coltivazione o alleva- formato da 152 file contenenti 158189 oc- mento, il cibo in quanto preparazione ga- correnze e 17143 forme diverse. stronomica, il cibo in quanto occasione di Il corpus è organizzato per blocchi testua- convivio, o, al contrario, come penuria. Il li. Come accennato sopra, per agevolare il glossario è dunque specializzato nella ter- ritrovamento (retrieval) di parole o di por- minologia relativa al cibo espressa nelle tre zioni di testo, si è deciso di considerare le accezioni. unità testuali in questo modo: i romanzi, Per ottenere la lista dei termini che pote- soprattutto se divisi in capitoli privi di titolo vano entrare come voci nel glossario, si so- autonomo, come La malora, sono stati inse- no messe in atto delle procedure sia auto- riti come una unica unità testuale; i volumi matiche sia manuali per lo spoglio dei testi di racconti o di fiabe, invece, benché inseri- e la loro comparazione. Il processo è avve- ti in un unicum, sono costituiti da diverse nuto in diverse fasi successive, tutte conca- unità narrative indipendenti, ciascuna con tenate. un proprio titolo. Come si è accennato, una volta raccolto e Per questa tipologia di testo, si è deciso di preparato il materiale testuale, si è scelto di scomporre l’intero in singoli elementi e as- processare tutto il corpus con AntConc®, segnare a ciascuno il suo riferimento speci- che permette diverse indagini quantitative e fico, rappresentato, per tutti, dal titolo del comparative sui testi, facilitando, grazie una racconto o della fiaba assieme al riferimen- efficace e semplice archiviazione degli out- to al titolo dell’opera in cui è attestato. In put delle ricerche, lo studio dei risultati off- questo modo, quando si esaminano i risulta- line. Il programma permette infatti di salva- ti delle diverse operazioni di analisi testua- re come file txt le ricerche fatte e conte- le, sarà immediato risalire alla fonte cui stualmente permette una comparazione a l’occorrenza in esame si riferisce, facilitan- video immediata delle interrogazioni ese- do le diverse indagini comparative intrate- guite sul corpus consentendo al ricercatore stuali, fra fonti diversi, fra autori differenti, di cogliere, e salvare, gli elementi e i risul- ecc.

4 Popolare nel significato di argomento popolare e

tradizionale.

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Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016 tati utili per la sua indagine. Lo spoglio dei resse per il ricercatore. La lista dei cotesti testi con AntConc® e le analisi che su di con al centro un node word impostato dal esso possono essere eseguite favorisce ricercatore, permette la visualizzazione si- l’approccio disciplinare dello studio della multanea di tutti i passi, lunghi n caratteri e lingua corpus-driven5 che è il contesto teo- ciascuno con i riferimenti sia al titolo sia al rico cui si fa riferimento in questo lavoro. testo intero, in cui quel termine appare in La prima analisi effettuata sul corpus è tutti i testi presi in esame. Se sul program- stata verificare la distribuzione delle fre- ma si avvia una ricerca delle concordanze quenze, sia in ordine di frequenza, per avere per il termine pane, per esempio, apparirà un’idea complessiva della quantità di ter- sullo schermo un elenco di stringhe lunghe mini ricorrenti appartenenti alla sfera del n caratteri aventi tutte la parola “pane” al cibo fossero presenti nel corpus, sia in ordi- centro. La lettura e l’analisi di tutte le altre ne alfabetico, per avere un’idea delle va- parole a destra e a sinistra di “pane” costi- rianti lessicali presenti nel corpus. L’analisi tuiscono il cotesto6 di “pane”, appunto, e delle frequenze è stata eseguita sia possono fornire moltissime indicazioni di all’interno delle singole unità testuali (ro- carattere linguistico ma anche antropologi- manzi, poesie, fiabe) sia all’interno del cor- co, culturale e stilistico. pus considerato come un unicum. I risultati Nel nostro corpus testuale sono analizzati di questa indagine sono riportati nel contri- attentamente i cotesti, composti da almeno buto di Grata Falavigna nei paragrafi 9 e 200 caratteri, in cui i node words rappresen- 10. tano termini relativi al cibo significativi, sia Dalla lista delle frequenze, si sono estratti dal punto di vista semantico sia dal punto di i sostantivi, i verbi e gli aggettivi apparte- vista della distribuzione delle frequenze. nenti ai domini semantici del cibo come Dalle concordanze è possibile effettuare, prodotto, come preparazione gastronomica inoltre, ulteriori approfondimenti sulla natu- e come consumo/mancanza. Sono stati in- ra del lessico e sulla sua composizionalità. clusi nella lista anche quei termini che nei Avviando una ricerca sulle cosiddette col- contesti facevano riferimento al cibo, pur locazioni, ossia sintagmi composti da due o non possedendone intrinsecamente una tre parole che si presentano come formazio- connotazione specifica. Tale inclusione è ne fissa, e.g. “pezzo di pane”, si possono stata possibile solo grazie alla possibilità di osservare tali lessie complesse nei loro con- controllare nella sezione file view del pro- testi, riuscendo a rilevare, per esempio, la gramma, la congruità dei contesti. connotazione più utilizzata (“pezzo di pa- Dalle concordanze si osservano i cotesti. ne” nel senso letterale o nel senso figurato Il programma permette, infatti, di isolare come metafora di buono, persona buona). delle stringhe di testo, composte da un nu- Tramite l’analisi delle concordanze, dei mero n di caratteri a destra e a sinistra del cotesti delle collocazioni, la ricerca ha per- cosiddetto node word. messo di analizzare a fondo le espressioni Questo è il termine che si trova al centro letterarie i cui contenuti trasmettono aspetti della stringa e rappresenta il punto di inte- 6 Il cotesto è composto dai componenti lessicali e 5 Elena Tognini Bonelli, Corpus at work, 2001. grammaticali di una frase.

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Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016 culturali e antropologici legati al cibo che, zioni e le diverse sfumature di significato sebbene possano emergere comunque alla siano dati dalle connotazioni e dai valori lettura spontanea, sono alquanto onerosi, in semantici dei termini vicini alla parola pro- termini di fatica e di tempo, da recuperare, tagonista, il node word. quantificare e visualizzare in forma sinotti- I risultati di questo tipo di indagine pos- ca. sono rispondere alle esigenze del ricercato- re di scoprire, per esempio, quante volte la parola “acqua” appare in questi romanzi e 4. LO STUDIO DELLE CON- in quali circostanze narrative. L’utente po- CORDANZE E DEI COTESTI. trebbe voler cercare quali sono gli aggettivi COME FUNZIONA IL PROGRAM- che la accompagnano o le differenze di si- MA E QUALI INFORMAZIONI gnificazione di “acqua” fra diversi autori. SI OTTENGONO ATTRAVERSO La gamma delle domande può essere infini- QUESTO TIPO DI ANALISI ta. Non solo, il ricercatore potrebbe avere la necessità di sapere esattamente in quale Come accennato, dopo aver individuato i punto della narrazione appare l’acqua come termini che si è interessati ad approfondire7, calamità e avere la curiosità di capire me- partendo dalla lista delle frequenze e delle glio il contesto narrativo in cui si sviluppa collocazioni, si è avviato uno studio delle questo concetto, oppure o anche il riferi- concordanze. mento bibliografico dello stesso passaggio: Avendo un termine evidenziato nel suo titolo del volume, titolo del capitolo o del contesto, il ricercatore è facilitato a osser- racconto, pagina, riga, ecc. 8 varne le valenze di significato, le connota- Il programma permette inoltre di eviden- zioni e grazie all’ampliamento dell’osser- ziare, anche visivamente, le parole che vazione ai termini vicini, può fare ipotesi stanno intorno ai node word facilitando così sulla significatività della parola in evidenza possibili interpretazioni e ipotesi di lettura. rispetto al contesto, può dare connotazioni Nel nostro caso esse esplicitano quello all’intera frase e può determinare se quel che è l’intorno socio-culturale o la tradizio- termine, all’interno di quell’opera, è utiliz- 8 zato sempre con la stessa accezione, o se Come gli altri programmi – GATTO e DBT svilup- l’accezione varia, e come, nel testo a se- pati da colleghi del CNR rispettivamente presso gli istituti pisani OVI (Opera del Vocabolario Italiano) e conda del contesto. Soprattutto, il ricercato- al ILC (Istituto di Linguistica Computazionale) –, re può misurare quanto gli scarti, le varia- anche AntConc®, può contemplare, se l’utente lo de- sidera, la compilazione dettagliata di una scheda con 7 In questa sede tralasciamo tutte le altre operazioni metadati dei diversi file di testo, in modo da creare che possono essere fatte sui testi analizzati con questi una relazione univoca tra le informazioni bibliografi- metodi: rimari, dizionario inverso, collocazioni, che e i riferimenti all’interno del testo. Il programma lemmatizzazione, index locorum, base dati di esempi organizza il testo scritto indicizzandolo riga per riga, utilizzabili in lessicografia, studio delle solidarietà per cui sia text mining sia text retrieval sono molto sintagmatiche, osservazione dell’evoluzione diastrati- precisi. Queste specifiche tecniche sono in realtà mol- ca e diacronica della lingua, ricerche sui modi gerga- to utili quando si hanno grandi quantità di dati o un li, sulle forme idiomatiche e sulla loro evoluzione, corpus composto di enormi quantità di elementi te- per citarne solo alcuni. stuali.

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Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016 ne cui si fa riferimento, o di cui si narra sia sa, senza quindi la struttura di una defini- in una ricostruzione storica e culturale sia zione canonica di dizionario. A parte rari nella fruizione degli strumenti a disposizio- esempi di definizione tassonomica di alcuni ne per l’opera artistica. lemmi, soprattutto relativi a specie animali e vegetali, o relativi a oggetti di uso arcaico, la descrizione provvede a dare informazioni 5. LA REDAZIONE di carattere culturale, storico e antropologi- DEL GLOSSARIO DEL CIBO co inerenti al significato del lemma. IN FABB È importante sottolineare la funzione del- la descrizione nel glossario poiché, essendo La redazione del glossario nasce dall’idea una lista di lemmi relativi al cibo, alcune di raggruppare in un unico documento con- entrate possono risultare molto generiche e sultabile on-line il materiale lessicale appar- non connotanti rispetto al tema. La loro pre- tenente all’ambito semantico del cibo pre- senza è giustificata dal contesto in cui la sente nel corpus. L’interesse non è soltanto forma descritta si trova. Spesso, infatti, una quello di isolare i lessemi relativi particolare solidarietà sintagmatica diventa all’alimentazione, ma anche di realizzare denotante e connotante per una determinata una sorta di mappa concettuale di tale ar- forma. Il verbo “acchiappare”, per esempio, gomento attraverso l’analisi testuale delle è di per sé poco significativo in ambito ali- narrazioni e tramite lo studio di aspetti lin- mentare, ma quando nel testo è seguito dal guistici, quali le solidarietà sintagmatiche, sostantivo “pesce”, le due parole associate le lessie complesse e le forme fraseologi- assumono il senso letterale di “pescare” che, attestate nel corpus dei testi. che, invece, può rientrare nel campo seman- Il glossario è composto da una lista di tico del cibo. lemmi, ottenuti da una lemmatizzazione La redazione del glossario ha comportato manuale delle forme non grammaticali9 ri- alcune scelte, che sono qui riportate breve- cavate dallo studio delle frequenze, delle mente al fine di rendere più agevole e im- concordanze e dalla lista delle collocazioni, mediata la consultazione. I criteri delle scel- distinti secondo quattro categorie gramma- te riflettono l’idea della massima fruibilità ticali: verbo, sostantivo maschile e femmi- dell’oggetto da parte di un pubblico vasto. nile, aggettivo e locuzione. Ogni vo- Per questa ragione, per esempio, molte ce/lemma è seguito dalla lista delle forme delle descrizioni sono citazioni da dizionari flesse o coniugate attestate nel corpus e da cartacei e on-line, i.e. una descrizione del significato del lemma Il Grande Dizionario Italiano dell’uso stesso o della forma flessa in forma di glos- (GRADIT), Il Nuovo De Mauro (http://dizionario.internazionale.it/), il De- 9 Per ottenere la lista delle parole non grammaticali è voto Oli, il vocabolario Treccani on-line stata caricata nel sistema di gestione automatica dei http://www.treccani.it/vocabolario e l’enci- dati linguistici – Antconc – una stopword-list compo- clopedia Treccani http://www.treccani.it sta da 475 termini ‘grammaticali’: congiunzioni, pre- posizioni semplici e articolate, aggettivi numerali, /enciclopedia/, altre, in particolare quelle numeri, forme coniugate degli ausiliari, pronomi e relative a pratiche di coltivazione, ricette di aggettivi personali, pronomi indefiniti, ecc.

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Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016 cucina e notizie su riti e tradizioni, sono ri- gati alla produzione del cibo, per cui si è cavate da portali debitamente riportati o svi- deciso di introdurre anche alcune forme di luppate dai redattori del glossario secondo questo ambito cercando di restringere ai la propria esperienza e conoscenza. termini semanticamente più vicini alla tra- Le decisioni relative alla redazione del sformazione del prodotto agricolo in cibo glossario riguardano: (e.g. non è stato inserito il verbo “arare”, mentre il verbo “trebbiare” sì). Introdurre 1) scelte lessicologiche anche il lessico legato alle attività agricole è 2) la lemmatizzazione una delle proposte di ulteriore sviluppo del 2) la disambiguazione dei termini progetto di mappatura concettuale 3) l’inserimento delle locuzioni dell’ambiente popolare piemontese del No- 4) i toponimi e gli antroponimi vecento attraverso la narrazione. La lemmatizzazione: come si è accennato, Le scelte lessicologiche: la prima grande nel glossario sono raccolte solo parole non azione sul corpus è stata la scelta dei termi- grammaticali – verbi, sostantivi e aggetti- ni da inserire nel glossario. Volendo con- vi – attinenti alla sfera del cibo. Tali parole centrarci sul campo semantico del cibo, si è sono state ricondotte al loro lemma nella deciso di raccogliere in un elenco le forme forma all’infinito per i verbi, al singolare sostantivi e verbi, referenti a tipi di cibo per i sostantivi e al maschile singolare per (“pane”, “vino”) e a gesti specifici relative gli aggettivi. La lista dei lemmi è solo in al cibo (“mangiare”, “bere”); sono stati in- italiano, anche quando le forme sono in clusi naturalmente gli aggettivi specifica- piemontese. mente connotanti il cibo (“gustoso”, Questa è stata una scelta ragionata dettata “aspro”, “dolce”). Oltre a queste forme spe- dalla struttura interattiva del portale, cifiche, sono state incluse nel glossario le all’interno del quale si trova anche il glos- forme sintagmatiche (verbo + sostantivo, sario, che permette agli utenti di navigare sostantivo + aggettivo, sostantivo + sostan- nei diversi ambienti del repository (testi, tivo) e le forme fraseologiche (forme idio- musica, interviste, glossario) in modo intui- matiche, proverbi, nomenclatura popolare o tivo e libero. pseudoscientifica) che sono state riunite Come già accennato, per quello che ri- sotto la generica categoria locuzione che guarda il glossario, l’interfaccia del sistema sarà oggetto di approfondimento in una par- permette che ogni forma e ogni lemma pre- te dedicata. Una ragione di discussione è sente nel glossario siano ricercabili sia co- stata la scelta di inserire o meno nel glossa- me lemma, sia come forma – in italiano e in rio verbi, sostantivi e aggettivi, indiretta- piemontese – sia come locuzione, se parte mente referenti il cibo, che denotano difatti di una locuzione. pratiche dell’agricoltura o della vita rurale Per quanto riguarda le forme in piemonte- (“lavorare la terra”, “filari d’uva”, “trebbia- se, ognuna è stata ricondotta al lemma cui re”). Benché non specificamente compresi corrisponde nella traduzione di Franco Ca- nel campo semantico del cibo, quei lessemi stelli, lo studioso che ha raccolto e tradotto in qualche modo sono concettualmente le- 56 poesie inedite di Giovanni Rapetti qui

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Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016 pubblicata per la prima volta come e- tazioni. In questo glossario si è deciso di book10. Questo comporta che sotto il lemma adottare come principio di classificazione “mangiare”, per esempio, si troveranno tut- della locuzione attenendosi alla (nostra) te le forme coniugate in italiano ricavate dai formulazione funzionale: le locuzioni sono testi in italiano presenti nel corpus, tutte le tutte quelle forme sintagmatiche complesse forme in piemontese ricavate dai testi in formate da più parti del discorso in combi- piemontese e tutte le locuzioni sia in italia- nazioni differenti; esse possono essere fisse, no sia in piemontese. Nello spazio della de- con inserimenti, oppure prestiti dal dialetto, scrizione si trovano la traduzione della for- o calchi di espressioni consolidate in altri ma dialettale, la sua spiegazione, quando idiomi o in altre aree regionali. necessaria, e le spiegazioni delle locuzioni, Si sono considerate locuzioni anche quel- italiane o piemontesi, più opache (e.g. “pan le formazioni di sostantivo e sostantivo o dl’aptit”, pane dell’appetito, ovvero il cibo, verbo e sostantivo o sostantivo e aggettivo qualunque esso sia, sempre molto apprezza- che nell’uso sono diventate delle colloca- to quando si prova la fame). zioni, con forti solidarietà sintagmatiche La disambiguazione dei termini: i rari casi difficilmente alterabili da inserimenti o da di ambiguità relativa alla categoria gram- derivati o alterati. “Albero di mele”, ad maticale di un termine è stata risolta verifi- esempio, risulta come locuzione benché non cando i contesti in cui le forme ambigue so- vi sia nulla di particolarmente divergente, no attestate. Grazie allo spoglio effettuato dal punto di vista del significato, rispetto con AntConc® e la verifica sul testo effet- alla sequenza letterale dei componenti del tivo che il programma permette, questa ope- sintagma. È tuttavia trattato come locuzione razione è stata agevole e la correttezza ga- poiché la sua attestazione rinforza e amplia, rantita. aumentandone i collegamenti semantici e I toponimi e gli antroponimi sono stati in- concettuali, l’ambito semantico del cibo. seriti nel glossario con la stessa ratio dei Nella fattispecie, considerando i termini che lemmi. Come entrata il toponimo o il nome compongono la locuzione, entrerebbe nel proprio appaiono nella versione in italiano, glossario solo “mele” e non “albero”, men- le variabili in dialetto si trovano immedia- tre l’intero sintagma, di per sé, è parte de- tamente di seguito. Anche per queste cate- terminante nel campo semantico. gorie si sono selezionate solo le forme atti- Le locuzioni presenti nel glossario sono nenti al ambito semantico del cibo, quindi dunque: nomi di osti e di locande o luoghi che pre- • espressioni del lessico quotidiano, come sentano toponimi denotanti qualche caratte- appunto “albero di mele”, che in quanto ristica specifica. forma sintagmatica espande il lessico Le locuzioni sono un fenomeno linguisti- relativo al cibo con elementi linguistici co complesso che si presta non solo a diver- complessi; se definizioni, ma anche a diverse interpre- • espressioni idiomatiche il cui significa- to è diverso rispetto alla sequenza lette-

10 Fame e Abbondanza in cinquanta poesie di Gio- rale delle forme che compongono il sin- vanni Rapetti a cura di Franco Castelli, Antonella tagma. Si prenda ad esempio fare fuori, Emina, Pietro Milanese, 2016 www.ircres.cnr.it.

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che nel contesto del cibo prende il si- sa, in poesia e in dialetto. Ogni voce, inseri- gnificato di mangiare tutto con avidità ta lemmatizzata come un’entrata di diziona- mentre il significato ‘canonico’ è ucci- rio, è stata corredata tutte le sue forme, e dere, per ciascuna di esse il glossario rimanda al- • espressioni che denotano delle speciali- la pagina del testo in cui quella forma è at- tà culinarie, pane e lardo, in italiano e testata. In aggiunta, le voci sono corredate in piemontese, pulèinta coi lacet, alle informazioni di carattere etnografico e cul- quali sono sempre associate le tradu- turale. Questo rende il glossario uno stru- zioni, polenta e frattaglie, e l’eventuale mento di interazione attiva fra l’utente e i spiegazione per quelle formazioni più testi e non lista di parole statica. opache. Il glossario così costruito è parte integran- • espressioni che denotano azioni specifi- te sia del lavoro di analisi dei testi inseriti che relative alla produzione di cibo sia nel corpus sia del lavoro di ingegnerizza- in ambito agricolo sia in ambito casa- zione del repository. È infatti studiato per lingo o di vendita. un data retrieval bilaterale ad ampio raggio. Come accennato, oltre alle parti testuali, Nel sistema glossario, le locuzioni sono presto il glossario comprenderà anche le ritrovabili per intero come entrata in italia- forme derivanti dal parlato12 delle intervi- no e in piemontese, ma è possibile rintrac- ste, dalle parti video e delle parti musicali ciarle anche tramite la ricerca di uno dei con la sperimentata flessibilità e la modalità termini che la compongono: i.e. “polenta”, di facile intuizione. “pulèinta”, “lardo”, “lacet”, “frattaglie”. Infine, la progettazione e la realizzazione Nonostante già alla prima lettura e di questo glossario ha permesso di speri- all’ascolto tradizionali, emergessero dai te- mentare, secondo noi con successo, sti delle peculiarità lessicali relative al cibo, un’applicazione pratica di un modello di alla sua penuria o alla sua produzione molto repository interattivo complesso e espandi- evidenti, si è cercata una conferma ‘nume- bile in diverse tipologie di output. Esso ri- rica’ di tali aspetti. Fra le azioni program- sponde, inoltre, alla crescente domanda di mate, infatti, si è individuata quella di isola- esemplificazione e verifica delle possibili re i termini connotanti i concetti di fame e ricadute sul pubblico e sul territorio delle di abbondanza anche per descriverne e con- tecnologie legate alle Digital Humanities. frontarne la lingua utilizzata in dimensioni diamesiche11 diverse, come, in particolare in questa occasione, la prosa letteraria, la 6. CONTESTO STORICO- poesia, interviste audio-video e brani musi- SOCIALE DI INIZIO NOVECENTO cali cantati. Tale confronto, insieme all’elaborazione del glossario ad esso rela- Prima di procedere a segnalare e com- tivo, sarà oggetto di studi successivi, poiché mentare alcuni dei risultati più significativi in questa fase di redazione del glossario ci che si possono ottenere da una ricerca te- si è concentrati solo sulla letteratura in pro- 12 Grazie all’applicativo downloadabile da 11 Ossia attraverso mezzi comunicativi diversi. www.islandora.org .

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Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016 stuale ingegnerizzata, ricordiamo breve- • [RAP] - Giovanni Rapetti, Fame e mente il contesto storico-sociale a cui si fa Abbondanza in cinquantacinque riferimento nonché le opere esaminate e gli poesie in dialetto piemontese (Ca- avvenimenti più significativi delle vite degli stelli et al., 2016)16 autori analizzati. Le opere presenti in FABB che sono state elaborate nel presente Gli autori delle opere presentate nascono working paper sono presentate qui di segui- nel primo trentennio del secolo scorso e to, corredate dei rispettivi acronimi scrivono prevalentemente nel secondo do- all’interno delle parentesi quadre13: poguerra, eccezion fatta per Pavese. • [FIC] - Italo Calvino. Un estratto Quest’ultimo, nato nei primi anni del Nove- delle Fiabe Italiane relative al Pie- cento partecipa da spettatore ad entrambe i monte (Calvino, 1993)14 conflitti mondiali e la sua produzione lette- • [FIA] - Giovanni Arpino. Un estrat- raria ne risulta chiaramente influenzata. to delle Fiabe Piemontesi (Beccaria Anche Fenoglio assiste al secondo conflitto e Arpino, 1982)15 mondiale e la sua partecipazione al movi- • [LEF] - Cesare Pavese. La luna e i mento della Resistenza segna senza alcun falò (Pavese, 2013) dubbio le sue opere. • [MAL] - Beppe Fenoglio. La Malo- Gli anni immediatamente successivi alle ra (Fenoglio, 1997) due guerre (dal 1945 in poi) vengono ricor- • [PEN] - Beppe Fenoglio, I Penulti- dati dalla storia della letteratura come un mi (Fenoglio e Corti, 1978) tempo in cui la maggioranza degli scrittori e degli intellettuali pensavano alla cultura con un rinnovato spirito. Difatti, sia Segre e 13 Si tenga presente che FABB viene incrementato e Martignoni (1992) sia Ferroni (1996) asse- dunque le opere qui presentate sono solo un campio- gnano a questo particolare momento ne di tutti i testi collezionati nel repository. 14 Le fiabe selezionate dal testo di Calvino sono le l’etichetta di ‘cultura dell’impegno’. seguenti: Il naso d’argento; La barba del conte; La Alla fine della seconda guerra mondiale, bambina venduta con le pere; La biscia; I tre castelli; la società si interrogava su differenti pro- Il principe che sposò una rana; Il pappagallo; I dodi- spettive e viveva tra grandi speranze e ci buoi; Crich e Croch; Il principe canarino; Re grandi delusioni. La “questione” politica Crin; I biellesi, gente dura. veniva vissuta sotto diversi punti di vista: 15 I testi estratti dal volume di Arpino sono i seguenti: da un lato vi era la necessità di ricostruire Il figliuolo del re, maiale; La moglie trovata con la frombola; I dodici buoi; Il figlio del ciabattino; La un paese uscito perdente dal conflitto; penna dell’uccello Grifone; Rosafiore moglie dall’altro, la società sentiva il bisogno di dell’imperatore; Il giardino stregato; Mirabè; La riflettere sugli eventi accaduti e sui cam- serva delle streghe; La Marion di legno; Margheriti- biamenti che il fascismo aveva portato. na; La fava fatata; La serpicina fatata; Le tre sorelle; Questa tensione si è ripercossa sulla pro- Il pastorello fortunato; Il cavallo magico; I quattro duzione letteraria, come se la scrittura non doni magici; La storia del re Crin; Le sette paia di fosse solo memoria ma anche razionalizza- scarpe di ferro; Il palazzo incantato; La regina delle tre montagne; La figlia del re di Torino; La sepolta viva; Filomena dalle mani moze; Giovannino dei 16 Ulteriori raccolte delle opere di Rapetti si trovano maiali; La Morte burlata; Il sale nella minestra. nei volumi Rapetti (1987) e Rapetti (1993).

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Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016 zione dei fatti accaduti. Si era aperto dun- lo personaggio ma l’intera collettività. I que un periodo in cui le tensioni tra le spe- principali autori italiani che per alcune delle ranze disattese e le speranze per il futuro loro opere possono essere considerati neo- spingevano gli intellettuali a diventare ‘or- realisti sono Elio Vittorini, Cesare Pavese e ganici’ (Gramsci, 2001), cioè capaci di par- Beppe Fenoglio. tecipare alla vita economico-sociale del Per quanto concerne l’opera di Italo Cal- paese e di essere aperti al panorama euro- vino, egli è stato autore non solo di testi di peo. matrice neorealista, quelli legati alla sua Grazie a questo allargamento di orizzonti giovinezza, ma anche di una produzione let- alla cultura europea, i letterati avevano ab- teraria ricca di sperimentalismi. Poiché nel bracciato nuove teorie filosofiche, come presente lavoro sono state analizzate le fia- l’esistenzialismo di Jean Paul Sartre che pur be italiane da lui raccolte e dunque non in- ergendosi su basi astratte si esplicitava poi fluenzate dal contesto storico-letterario in atteggiamenti e comportamenti reali op- dell’autore, non si approfondisce il discorso pure come il neopositivismo che puntava relativo agli anni successivi al neorealismo. invece alla descrizione scientifica del mon- Discorso analogo per Giovanni Rapetti do, focalizzando l’attenzione sui ragiona- che, pur essendo nato a cavallo delle due menti logici tipici del metodo scientifico. guerre, nelle sue poesie è presente soprat- Dagli anni Trenta, ma con più vigore nel tutto il profondo legame che egli sente con periodo della Resistenza e nell’immediato la sua terra e i caratteri che la popolano. dopoguerra, si diffuse una modalità di rap- Nelle sue poesie infatti, si legge una dichia- presentazione popolare, chiamata neoreali- razione d’affetto per i personaggi rappre- smo17, che prevedeva un avvicinamento al sentativi di Villa del Foro, borgata da cui popolo con un linguaggio di tipo ‘medio’ egli proviene, e per la semplice vita che essi (Ferroni, 1996), caratteristiche che ben si conducevano. adattavano al periodo di denuncia degli atroci fatti avvenuti durante la guerra. In questo contesto, non era più la figura 7. PAVESE, FENOGLIO, dell’intellettuale ad assumere connotazioni CALVINO, ARPINO, BECCARIA: eroiche ma venivano idealizzati i gesti delle BREVI CENNI BIOGRAFICI persone comuni, del popolo. Come suggeri- scono Segre e Martignoni (1992), la Resi- Cesare Pavese nacque nel 1908 a Santo stenza aveva creato un nuovo spirito di Stefano Belbo, nelle Langhe in Piemonte. unione tra le persone e i fatti, anche tragici La sua famiglia, di estrazione piccolo- avvenuti in quel periodo, che venivano rac- borghese, si trasferì a Torino dove Pavese, contati nel modo più oggettivo possibile divenuto orfano di padre, studiò. Negli anni perché il vero protagonista non fosse un so- universitari e successivamente si interessò sia alla traduzione di testi della letteratura

inglese e americana (Defoe, Dickens, Mel- 17 Si noti che il termine fu utilizzato in modo del tutto nuovo nel 1942 da Mario Serandrei per il film di Lu- ville, Whitman, Joyce e Faulkner) sia alla chino Visconti “Ossessione”. Per un approfondimen- stesura di saggi sulle opere straniere. to sul tema del cinema si veda Rondolino (2000).

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Fu arrestato nel 1935 per aver intrattenuto ‘maledetto’ intrinseco alla condizione uma- rapporti con esponenti del gruppo “Giusti- na. zia e Libertà” e dopo essere stato processato Beppe Fenoglio nacque ad Alba nel venne inviato al confino a Brancaleone Ca- 1922. A causa della chiamata alle armi fu labro dove restò fino alla fine del 1936. In costretto ad interrompere gli studi e fece ri- questo stesso anno uscì la raccolta di poesie torno alla città natale solo dopo l’armistizio Lavorare stanca. dell’8 settembre del 1943. Divenne quindi Finito il periodo di prigionia, tornò a To- protagonista attivo tra i partigiani e verso la rino ma la sua vita era tormentata da un fine della guerra fu ufficiale di collegamen- senso di vuoto e di insoddisfazione. In que- to con la missione inglese presente in Mon- sti anni si dedicò alla narrativa e nel 1941 ferrato. uscì il romanzo Paesi tuoi. Dopo la liberazione lavorò come procura- Durante il periodo dell’occupazione tede- tore per un’azienda vinicola delle Langhe e sca, si trasferì nel Monferrato dove osservò si dedicò alla narrativa. Morì a Torino di con distacco l’attività del movimento della cancro nel 1963. Resistenza, senza mai parteciparvi. Come sottolinea Ferroni (1996), Fenoglio Finita la guerra si iscrisse al partito co- affronta il tema della Resistenza senza però munista, collaborò con “l’Unità” e diede documentare o identificare dei modelli. avvio a un periodo di lavoro molto intenso. La sua narrazione è direttamente legata Tuttavia, accanto alla forza e sicurezza che all’esperienza autobiografica e dunque deve gli derivavano dal successo ottenuto con il essere collocato agli «antipodi del neoreali- pubblico, Pavese soffrì sempre per la falsità smo» (pag. 1.054). nei rapporti umani e per la sua incapacità a Alcune tra le sue opere principali sono: la partecipare attivamente a un’iniziativa che raccolta I ventitré giorni della città di Alba fosse autonoma e indipendente dalla sua (1952), La malora (1954, nella collana “I persona. Fin da giovane Pavese pensò a un Gettoni”, Einaudi), Una questione privata, gesto estremo e definitivo e il 27 agosto Il partigiano Johnny (1968 e 1978), La pa- 1950, dopo aver ricevuto il Premio Strega ga del sabato (1969). Il romanzo breve La per il volume La bella estate, pose fine alla malora rappresenta la vita contadina nei sua vita in una stanza d’albergo a Torino. suoi aspetti più cruenti e violenti. Tra le opere più rilevanti ricordiamo: Italo Calvino nacque nel 1923 a Santiago Paesi tuoi (1941), La casa in collina de Las Vegas a Cuba, dove i suoi genitori,

(1948), La luna e i falò (1950). Quest’ ulti- biologi, si erano recati per motivi di lavoro mo romanzo narra la storia di Anguilla, perso- e di studio. naggio tornato dall’America a visitare le Trascorse l’infanzia e l’adolescenza in colline delle Langhe in cui era nato. Il ri- Italia, a Sanremo, dove la famiglia si trasfe- cordo dei falò propiziatori che venivano ac- rì due anni dopo la sua nascita e dove seguì cesi alla fine d’agosto sulle colline lascia la studi regolari. Oppositore convinto del re- scena ai falò di morte che semina invece la gime fascista, partecipò attivamente alla guerra durante la Resistenza partigiana e Resistenza che ispirò le opere Il sentiero dei l’autore propone una visione di un destino nidi di ragno (1947) e Ultimo viene il corvo

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(1949). Nel 1945 si stabilì a Torino, dove demia delle Scienze di Torino. Collabora lavorò per l’editore Einaudi e collaborò a con diversi periodici e quotidiani.21 diversi giornali e riviste. Calvino morì a Siena nel 1985. Tra le sue opere più famose si ricordano Il visconte dimezzato (1952), Il 8. GIOVANNI RAPETTI: barone rampante (1957), Il cavaliere inesi- IL DIALETTO COME ESPRESSIONE stente (1959), Marcovaldo ovvero le sta- DELLA CULTURA POPOLARE gioni in città (1963), Le Cosmicomiche, Le città invisibili (1972), Se una notte Giovanni Rapetti22 nasce a Villa del Fo- d’inverno un viaggiatore (1979). Il testo ro23, frazione di Alessandria, nel 1922 e Fiabe italiane, che è stato elaborato in que- muore all’inizio del 2014 ad Alessandria. sto progetto, venne pubblicato nel 1956. Si Non poté terminare gli studi intrapresi riportano qui di seguito brevi cenni biogra- presso l’Accademia Albertina di Torino fici sia su Giovanni Arpino sia su Gian perché chiamato per arruolarsi in guerra, Luigi Beccaria. Il primo ha tradotto le fiabe durante la quale fu fatto prigioniero dai te- dal piemontese contenute nel volume ana- deschi dopo l’armistizio dell’8 settembre lizzato; il secondo ha curato la raccolta e del 1943. Tuttavia, riuscì a fuggire e quindi redatto l’introduzione del testo18. a collaborare con il movimento della Resi- Giovanni Arpino nacque a Pola stenza. Partecipò a numerose mostre nazio- (all’epoca ancora italiana) ma si trasferì nali e vinse prestigiosi premi quali il “Me- prima a Bra, città d’origine di sua madre, e dardo Rosso” per la scultura e il “Leonardo poi a Torino, dove rimase per il resto della da Vinci” per il disegno. Rimase sempre sua vita. Si laureò presso l’Università degli legato al suo paese d’origine e alla sua co- Studi di Torino in lettere e nel 1952 esordì munità, in particolare alla Società di Mutuo con il suo primo romanzo Sei stato felice, Soccorso a cui dedicò per il Carnevale del Giovanni pubblicato da Einaudi. Arpino 1973 un poemetto-bosinata24 (Er fugaron) scomparve a Torino nel 1987. Alcune tra le in dialetto alessandrino. opere più significative sono: L’ombra delle colline (1964, Premio Strega), Il buio e il miele19 (1969), Randagio è l’eroe (1972), Il 21 fratello italiano (1980).20 Le informazioni biografiche son state tratte dall’Enciclopedia Treccani. Gian Luigi Beccaria (1936) è professore 22 Le informazioni biografiche su Giovanni Rapetti ordinario di Storia della Lingua Italiana sono state estratte dal sito dell’ISRAL e dal testo di all’Università di Torino. È membro Tesio e Malerba (1990). 23 dell’Accademia della Crusca e dell’ Acca- Ad essere precisi Villa del Foro è l’antica Forum Fulvii, municipium romano posto sulla riva destra del Tanaro, lungo la via consolare Fulvia. 18 Per un approfondimento circa le fonti del testo, si 24 La “bosinata” (o “bosinada”) è una composizione rimanda a pag. 47 di Beccaria e Arpino (1982). poetica popolare, scritta in dialetto milanese su fogli 19 Questo romanzo ispirò i due film: “Profumo di volanti, recitata da cantastorie e di contenuto quasi donna” del 1974 e “Scent of a Woman” del 1992. sempre satirico. Il componimento Er fugaron si può 20 Le informazioni biografiche sono state tratte da leggere al seguente sito web http://www.isral.it/ Romano (1974). web/culturapopolare/rapetti-poesia-0002.htm.

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Per le sue composizioni trae ispirazione raccontato le loro storie, i loro pensieri non- dai personaggi del suo paese e dalla loro ché i loro modi di pensare (Damon e Li- semplicità. Sono proprio gli abitanti del vingston, 2009; Diamond, 2004; Diamond, borgo che ispirano il suo lavoro successivo 1964; Zimmer-Tamakoshi, 1995). costituito da più di 1.300 poesie in dialetto Nei testi, soprattutto in quelli così radi- locale che mostrano la vita e i caratteri pre- calmente legati al territorio come quelli di senti nel suo territorio. Rapetti, si legge un senso di identificazione Le opere in versi da lui composte gli per- della società stessa con il paese, così come mettono di vincere il premio “Nino Costa” suggerito da Candea (2010) relativamente nel 1974 e dal 1984 partecipa alle Biennali agli studi condotti in Corsica. di poesia di Alessandria. Ha sempre colla- Lo stesso autore nell’incipit della poesia I borato con l’Istituto per la storia della resi- baròs dra Vila (Rapetti, 2012), dichiara il stenza e della società contemporanea in suo manifesto poetico, sottolineando provincia di Alessandria “Carlo Gilarden- l’importanza che la lingua assume nel de- ghi” (ISRAL) fin dalla sua fondazione. scrivere la vita popolare. I versi sono infatti Le raccolte principali delle sue poesie25 i seguenti: sono il già citato Er fugaron nel 1974 (trad.: «Omero quintava ‘r nav, noi i baròs chil Troia, Il Rogo), I pas ant l’èrba del 1987 (trad.: I noira Vila, ‘n paiz balòs passi nell’erba), Ra memoria dra steila nel quintoma ‘r furchi e i bras, i camp ‘d bataja ‘r 1993 (trad.: La memoria della stella), Er fagòt di stras, ‘na lèingua tòst zmentiaia» len-ni an Tani del 2012 (trad.: Le lune in (Trad.: Omero contava le navi, noi i barocci lui Tanaro). Troia, noi la Villa, paese di birbanti / contiamo Come si può intuire, la poesia di Rapetti le forche, le braccia, i campi di battaglia il fa- riveste grandissima importanza all’interno gotto degli stracci, una lingua tosto dimentica- degli studi antropologici ed etnologici poi- ta). ché attraverso le sue opere descrive la so- Per quanto riguarda il piano linguistico, si cietà di Villa del Foro. è già detto che il valore della poesia di Ra- Già Nigra (1888) aveva raccolto i canti e petti acquista un valore aggiunto poiché le ballate dell’alto Piemonte, intuendo la scritta in dialetto e dunque fortemente lega- necessità di collezionare quanto potesse de- ta al territorio. scrivere al meglio il tessuto sociale di quel- Da questo punto di vista, Castelli (Rapet- la specifica zona in un periodo temporale, ti, 2012: 64) nella raccolta Er len-ni an Tani facilitando il compito ad etnologi ed antro- si è espresso nel seguente modo «… è una pologi. Il legame infatti tra la letteratura e le varietà rustica di alessandrino con venature discipline sociali è sempre stato riconosciu- di monferrino che lo rendono foneticamente to. più prossimo alle parlate di Oviglio e Sole- Direttamente o indirettamente, attraverso ro (comuni confinanti a ovest e a nord- i testi, le interviste, i canti, gli uomini hanno ovest) che alla parlata del capoluogo, Ales- sandria, distante solo 6 chilometri…». Mae-

25 Per approfondimenti sul genere letterario del testo stri in Er len-ni an Tani (Rapetti, 2012: 54) poetico, si veda il volume di Brioschi e Di Girolamo lo definisce «… un dialetto di affermazione (1984).

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Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016 e di resistenza, teso tra l’asprezza indignata fagiolini («...Patata dròm, Cupòt e Fiasc e la contratta amarezza». gurgulu, Mòli e Barnas strafugnu, Fùa fa u Le opere qui analizzate sono formate da fulu...»; trad.: Patata dorme, Ciotola e Fia- endecasillabi a rima baciata, dunque ogni sco gorgogliano, Molle e Paletta stropiccia- verso è formato da 11 sillabe e due versi no, il Fuoco fa il sornione). In questa poesia consecutivi rimano tra loro (Pittàno, 1997). ‘fantastica’ anche gli animali che abitano La poesia Tumein! Siràs! presenta anche quel luogo acquisiscono qualità bizzarre, una strofetta di canzone tradizionale mentre ‘straordinarie’ («…Zgrafigna-fùa (…) Azu- nel componimento Tufein, er Merican ri- ciut, (…) Bèrta-andvenna (…) gal Babòna troviamo una filastrocca della tradizione. (…) Gril da-camein», trad.: Sgraffigna- I primi due testi della raccolta analizzata fuoco, cioè il gatto; Asino-civetta; Berta- (Tumein! Siràs! e L’anciuè) rientrano nella indovina; gallo Scarafaggio; Grillo-da- serie intitolata Er Frustia (trad.: Il Forestie- camino). ro) che è dedicata ai mestieri ambulanti e Le opere dunque di Rapetti si rivolgono a raccoglie tutte le opere inventariate da 18 a quel pubblico interessato ad indagare la vita 33. contadina del Basso Piemonte sia sotto il Qui, Rapetti descrive la vita questi perso- profilo sociale sia sotto il profilo linguisti- naggi, venditori che stagionalmente si reca- co. vano a Villa del Foro. L’analisi che verrà qui proposta, si foca- Scorrendo i titoli delle poesie, ci si accor- lizzerà sul tema del cibo che, come espresso ge che nel ‘micro-mondo’ del borgo ales- in precedenza, risulta essere centrale per la sandrino sono i mestieri e gli alimenti stessi comunità di Villa del Foro descritta i protagonisti; così Rapetti ci regala versi dall’autore. ispirati alle personalità del paese: Cino il fornaio (Cinu ’r furnè), Pen il norcino (Pen er Masaghen, letteralmente ‘ammazzamaia- 9. I TESTI A CONFRONTO: li’) e Giuan il panettiere (Giuan er panatia) UN’ANALISI LINGUISTICA oppure dedicate a piatti tipici come la po- SUL CIBO lenta con i crauti (letteralmente i cavoli in agrodolce). Nel seguente paragrafo verrà affrontata Ancora Rapetti ci racconta di Mariu, con- una breve e certamente non esaustiva anali- tadino perseguitato dalla fame (Mariu der si sul tema della fame e dell’abbondanza Plicon) o di Tufein (Tufein er Merican), derivante dall’elaborazione del glossario. piccolo proprietario terriero particolarmente Prima di tutto, verranno fornite alcune stati- parsimonioso ma è nella poesia Er gril de stiche descrittive sul campione di testi con- camein (trad: Il grillo del focolare) che siderato ed in seguito saranno proposte al- l’autore all’interno di una cucina di una po- cune considerazioni sul corpus letterario vera casa contadina, fa prendere vita alle elaborato sia in relazione alla lingua italia- posate, alla patata, alla cipolla, all’aglio, ai na, sia al dialetto.

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9.1 La ricchezza linguistica del letteratura, soprattutto perché rappresenta corpus letterario analizzato un semplice ma efficace strumento per va- lutare l’evoluzione di una lingua. Numerosi L’analisi testuale che sottende la realizza- sono gli studi effettuati a questo proposito zione glossario è stata condotta, come si è legati sia alle differenze di vocabolario tra accennato nei paragrafi 3, 4 e 5, utilizzando lingue scritte e parlate (si veda ad esempio AntConc. Di seguito sono esplicitati i risul- il contributo di Hill et al., 2015), sia relativi tati dell’analisi testuale operata sul corpus alla crescita del corpus linguistico per che si possono differenziare in: analisi con- esempio dei bambini (Richards, 1987). trastive relative ai contenuti letterari e poe- Inoltre, lavori recenti, ad esempio quello tici; analisi statistiche di distribuzione del di Mitchell, 2015, studiano modelli che sia- lessico e analisi statistiche sulla ricchezza e no in grado di rappresentare la relazione tra 26 la varietà del lessico. Un’informazione types e tokens. molto interessante che ci fornisce subito il Sui testi analizzati, è stato calcolato il software riguarda la quantificazione del TTR sia per le singole opere sia per i rag- corpus letterario nella coppia word ty- gruppamenti in base al genere letterario pe/word tokens. Secondo quanto riportato (i.e., fiabe e narrazioni). nel Dizionario di Linguistica di Beccaria Come si evince dalla tabella 1, sono le (2004) la suddetta coppia designa «un ele- opere di Fenoglio a presentare un maggior mento linguistico concreto, osservabile (to- numero di forme, seguite dal romanzo di ken) e la classe astratta alla quale può essere Pavese. ricondotto (type)» (pag. 781). Confrontando invece i generi letterari in Il rapporto tra numero di types e numero italiano sono le fiabe le più ricche, così co- di tokens rappresenta un indice di creatività me un lessico assai vario è presente nelle o ricchezza del lessico: se a parità di tokens poesie in dialetto. il testo analizzato contiene molti types, si- Per quanto concerne i dati presenti in ta- gnifica che la fonte (o le fonti) analizzate bella 1, è necessario sottolineare che il nu- hanno un ricco vocabolario che presenta mero totale di types per genere letterario poche ripetizioni (Beccaria, 2004; Casadei, non è dato dalla somma del numero di type 2001). Si ricorda infatti che i tokens non delle singole opere. Ciò accade perché al- sono altro che il numero di occorrenze per trimenti conteremmo più volte le stesse pa- ogni type. Se invece a parità di tokens i testi role. Ad esempio, pensando di sommare i presentano pochi types, allora il contenuto types delle fiabe, la congiunzione “e” sa- che si sta analizzando sarà ripetitivo e mo- rebbe considerata 2 volte poiché 1 volta è strerà molte occorrenze per ogni parola. Il calcolata come type nelle FIA e 1 volta nel- rapporto types/tokens (anche chiamato TTR, le FIC. Type-Token Ratio) è stato molto studiato in Procedendo nella somma dei types dun-

que incorreremmo in un errore di sovrasti- 26 Per facilitare la lettura delle pagine che seguono: in ma che invece si evita di commettere effet- termini grassetto sono lemmi inseriti nel glossario; in TONDO MAIUSCOLO gli acronimi dei titoli dei tuando il conteggio di types e tokens su tutti volumi cui si fa riferimento, come dallo schema a i testi contemporaneamente.FFFFFFFFFFF pag. 9.

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Tabella 1: Types, Tokens e TTR per il corpus letterario esaminato

ID Input files Types Tokens TTR 1 Arpino - Fiabe 3.547 21.883 16,21% 2 Calvino - Fiabe 2.790 14.841 18,80% 3 Fenoglio - La Malora 3.883 25.330 15,33% 4 Fenoglio – I Penultimi 1.769 5.592 31,63% 5 Fenoglio - Racconti 4.906 23.325 21,03% 6 Pavese - La Luna e i Falò 5.688 43.374 13,11% Totale fiabe 4.977 36.724 13,55% Totale narrativa 10.634 97.621 10,89% Rapetti – Poesie in dialetto 4.610 23.844 19,33%

I tokens invece possono essere sommati in categorie di cibo definite rispetto ai lemmi quanto rappresentano effettivamente il nu- presenti nei testi in lingua italiana contenuti mero di volte in cui un lemma o una sua all’interno del repository. forma (cioè il type) compare all’interno del testo27. Tuttavia, è necessario porre atten- 9.2.1 Il pesce e la carne zione a paragonare i testi sulla base di que- sto indice poiché sia la lunghezza sia il tipo di testo possono influenzare certamente la La prima analisi che viene illustrata è re- ricchezza del dizionario utilizzato, così co- lativa al pesce che all’interno delle fiabe me spiegato in Piscopiello e Bertaccini viene spesso considerato un animale attra- (2009) e Richards (1987). (1987). verso il quale avvengono delle magie men- tre nei romanzi è chiaramente considerato cibo ma nemmeno troppo consumato. Tut- 9.2 Il glossario come strumento di tavia, questo risultato non deve sorprendere analisi delle opere italiane visto che in Piemonte la tradizione culinaria ha radici prevalentemente contadine (Sori- In questo paragrafo vengono presentate ni, 2009). alcune considerazioni relative alle principali Un animale invece tipico della cultura piemontese è la rana che occorre, conside- 27 Considerando l’esempio sulla congiunzione (type) rando tutte le sue forme, 24 volte nelle fiabe “e”, questo compare 1.036 volte (n. tokens) nelle FIA e 2 nei testi Fenoglio. In nessun caso però è e 703 volte nelle FIC. Se conduciamo la stessa ricerca messo sulla tavola quale cibo e anzi, nel ca- all’intero di tutte le fiabe presenti nel corpus ottenia- so della storia La moglie trovata con la mo che “e” occorre 1.739 volte (la somma dei to- frombola (Arpino) e della sua variante Il kens). Ciò significa che considerando il corpus intero delle fiabe a disposizione, noi avremo che al type “e” principe che sposò una rana (Calvino), nel- (uno solo) corrispondono 1.739 occorrenze (tokens). le vesti di questo animale si nascondono ri-

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Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016 spettivamente «una bellissima donna» e una Ne LEF, Anguilla ricorda «… Venne Na- principessa. tale, Capodanno, l’Epifania; si arrostivano Una precisazione va fatta sull’anguilla, le castagne, tirammo il vino, mangiammo poiché il protagonista del romanzo di Pave- due volte il tacchino e una l’oca…». È se porta proprio questo soprannome. Anche l’unico caso in cui i due animali vengono in questo caso, seppur il lemma presenti 3 nominati nei romanzi, nelle fiabe invece occorrenze nella fiaba di Arpino Il figlio del non sono mai considerati come alimento29. ciabattino e 10 ne LEF, questa non viene Gli altri animali da cortile presenti nei testi mai associata al cibo, nonostante sia la base sono galline e polli. Le prime vengono di ricette tipiche piemontesi (Casalegno, mangiate insieme al loro brodo solo nel ro- 2008). manzo di Fenoglio («…Per pranzo c’era Numerosi sono i riferimenti all’agnello tonno, sardine e olive, gallina e il suo bro- che occorre 16 volte nei racconti fiabeschi. do…»); il lemma pollo invece ricorre sia Analizzando i testi, questo compare in 3 nelle fiabe sia in due racconti di Fenoglio. fiabe: I dodici buoi sia nella versione di Ar- Solo ne La storia del re crin di Arpino si fa pino sia di Calvino e I figli col marchio di indirettamente riferimento al volatile come Arpino. Solo in un caso vi è il riferimento a cibo («…Fumo fumo, sento di pollo un all’animale come cibo «…ho bisogno di buon profumo…» e «…Fumo fumo, sento mangiare un pezzo di quell’agnello…» (da I odore di pollo al vapore…»). dodici buoi, Arpino) che però non finisce All’appello mancano ancora molti animali sulla tavola come pietanza poiché è il fratel- ed in particolare il cavallo e l’asino. Il pri- lino («agnellino») della protagonista, tra- mo ricorre 50 volte nelle fiabe e 51 nelle sformato in animale da una strega. Nel ro- opere di Pavese e Fenoglio. In questi ultimi, manzo di Fenoglio, il cucciolo della pecora non è mai considerato come un alimento ma non viene direttamente cucinato o mangiato come mezzo di trasporto. Nelle fiabe, dove ma dalle parole dell’autore, ben s’intende, gli animali acquistano personalità, i cavalli quale sia la sua fine «…come se io fossi un sono magici (Il cavallo magico di Arpino) e agnello in tempo di Pasqua». spesso sono associati a descrizioni che ne Anche il bue (sia al singolare, sia al plu- aumentano la rilevanza (ne Il pastorello for- rale), che ricorre 20 volte in 6 differenti fia- tunato di Arpino troviamo: «cavalli di cri- be di entrambe gli autori, viene chiaramente stallo»; «cavalli d’argento»; «cavalli e fiori inteso come cibo in una sola occasione d’oro»; «cavallo e briglie d’oro»). In ogni («…un tale che sta mangiando tre buoi ap- caso, non è mai considerato un animale da pena arrostiti…» ne La figlia del re di Tori- mangiare. Per quanto concerne l’asino, se no di Arpino). Pavese si riferisce a questo consideriamo i romanzi e i racconti, esso bovino per ben 8 volte ma in nessuna situa- zione viene chiaramente considerato quale se dei buoi alle quali venivano associati canti e fonte di approvvigionamento, piuttosto co- strambotti. Non solo, come rileva Grimaldi (1993), lo 28 me risorsa per il lavoro nei campi . spazio che i buoi, lasciati liberi, circoscrivevano as- sumeva quasi la connotazione di ‘sacro’.

28 Il bue era un animale particolarmente importante 29 Il lemma oca occorre nella sola fiaba di Arpino I nella tradizione piemontese. Si pensi alle famose cor- quattro doni magici per 11 volte.

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Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016 compare solo nelle opere di Fenoglio per maialino (da La storia del re Crin di Arpi- indicare un comportamento sciocco («… no). Baldino rideva come fanno le asine quando Per leggere una connotazione dispregiati- le portano al maschio…»). Nei componi- va, dobbiamo considerare il lemma porco menti fiabeschi il lemma asino compare 23 che ricorre più sovente in Calvino (5 occor- volte ed anche in questo caso è spesso lega- renze ne Re Crin di Calvino e 1 ne La sto- to al suo utilizzo come mezzo di trasporto. ria del re crin di Arpino) ma che mai viene Si consideri però il suo ruolo di “dono” nel- inteso come alimento. la storia I quattro doni magici di Arpino. Se nei testi fiabeschi il maiale ha un ruolo Seppur in modo bizzarro e certamente non di rilievo, nei romanzi compare solo 2 volte elegante, l’asino porta ricchezza al protago- nel testo di Pavese e 1 volta nella forma nista («…l’asino che se gli dici “caca dena- plurale nel racconto San Benedetto di Feno- ri” ne fa cadere di dispari e di pari…») e, glio. In tutti questi casi, non vi è un diretto come per il cavallo, non viene mai mangia- riferimento al cibo ma certamente il ruolo to. dell’animale è ben differente in quanto si Grande assente dalla tavola degli autori tratta del ricordo della sua uccisione. esaminati è il maiale che rientra tuttavia nel Tuttavia, benché dai testi non si evinca titolo di alcune fiabe, riportate in diverse l’utilizzo del maiale come cibo, se ne com- versioni. prende però la rilevanza per la società. La Leggendo i testi di Arpino, si incontrano cultura popolare ci dice che il Crin è il tre storie in cui il maiale è protagonista: Il principe, il re e dunque ne sottolinea figliuolo del re maiale, La storia del re Crin l’importanza. Lo si mangia infatti solo in e Giovannino dei maiali.30 Le prime due occasioni speciali e con timore reverenziale. sono varianti di una stessa storia in cui il Anche ne LEF, si percepisce la stessa suino non solo è un attore ma è un principe, sensazione poiché Nuto, narratore delle un re! Anche nei testi di Calvino compare atrocità della guerra perché rimasto nelle il lemma maiale ma reso in piemontese con Langhe a combattere, ricorda la prima volta il termine Crin. che vide Anguilla ripensando a un momento Quest’ultimo occorre 14 volte nella fiaba centrale della vita contadina cioè quando Re Crin che, seppure espressa in altri termi- «ammazzavano il maiale…». Pavese dun- ni, presenta lo stesso contenuto della storia que, che scrive di un periodo di povertà e di Arpino. difficoltà (si pensi alla considerazione che È bene notare che questo animale, che fa a proposito del Valino come giustifica- oggi consideriamo prevalentemente cibo, zione dei suoi momenti di violenza «…era viene associato ad un aggettivo qualificati- la miseria, la rabbia di quella vita senza vo positivo come “bel” (da Re Crin di Cal- sfogo»), associa il ricordo dell’incontro tra vino e Giovannino dei maiali di Arpino) Nuto e Anguilla a un momento cruciale per oppure utilizzato nella forma diminutiva la società della campagna, cioè quando la collettività assisteva all’uccisione del maia-

30 In queste tre fiabe il lemma di cui si discute occorre anche nelle forme maiali e maialino.

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Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016 le per poi banchettare con la torta fatta del fretta ti berrei in una scodelletta...», presen- sangue appena raccolto (Grimaldi, 2012)31. te in entrambe le fiabe). Ne Il pastorello Per concludere le considerazioni riguar- fortunato (Arpino) si mette in guardia il danti i cibi a base di carne, quest’ultimo protagonista di non attraversare un ruscello lemma occorre 23 volte nelle fiabe di Arpi- «… perché al di là di quell’acqua il ragazzo no e di Calvino, mentre arrosto è presente avrebbe incontrato la morte». Ancora, 4 volte ne I quattro doni magici di Arpino. l’acqua salva dal Male come ne Filomena È dunque chiaro che nelle storie il riferi- dalle mani mozze e ne La sepolta viva (en- mento ai cibi a base di carne è soprattutto trambe di Arpino). Prima di concludere il generico. Nei romanzi e nei racconti, ritro- discorso relativo a questo lemma, è interes- viamo solo 19 volte il lemma carne ma si sante notare come la parola pozzo, stretta- possono leggere altri alimenti, derivati dagli mente connessa all’acqua, ricorra ben 5 vol- animali, quali il salame, che ricorre 6 volte te e che quasi in tutti i casi questo risulta (presente sia in Pavese, sia in Fenoglio) e il essere uno strumento di trasformazione o di lardo, presente 6 volte in entrambe gli auto- passaggio tra il mondo reale e il mondo ri. immaginario, fantastico, tipico delle narra- zioni fiabesche. 9.2.2 Le bevande Differente il discorso sul vino che invece solo in poche occasioni ha poteri magici e 9.2.2.1 L’acqua e il vino: simbolo nella forma plurale è sempre associato ad e bevanda altri cibi. In questo secondo caso è riferito a Nelle fiabe ricorrono in misura maggiore i momenti di festa e abbondanza. Si pensi al- lemmi acqua e vino. La prima riveste ruoli la fiaba I quattro doni magici (Arpino): particolarmente significativi nelle fiabe poi- «…arrosti, capponi, vini, pietanze, dolci e ché non ha la sola funzione di dissetare ma tutto ciò che si vuole…» oppure ne Le sette talvolta è anche una potente pozione capace paia di scarpe di ferro (sempre Arpino): di trasformare 12 giovani in buoi, come ac- «…Vi fu grande festa, con tanti cibi e vini e cade ne I dodici buoi (sia di Arpino, sia di allegria…». Calvino). Ad una lettura più attenta, po- Nei romanzi, il lemma acqua occorre più tremmo dire che l’acqua spesso segna un volte sia nel romanzo La Malora sia nel te- confine che i protagonisti devono superare. sto di Pavese. Nel testo di Fenoglio non si Si pensi a Margheritina di Arpino o La beve mai questa bevanda, così come ne La bambina venduta con le pere di Calvino luna e i falò, Tuttavia, in quest’ultima ope- (versioni differenti della stessa storia), in ra, viene usata la forma derivata acquetta cui la protagonista, Margheritina o Perina, che sulla base di quanto espresso da invoca l’acqua del fiume, quasi umanizzan- Sant’Albino (1859) è un’espressione pie- dola, perché si ritiri e lei possa così andare a montese utilizzata per indicare il vinello, prendere il tesoro custodito dalle streghe cioè, un vino leggero e povero. Nel roman- («... Acquetta bella acquetta, se non avessi zo si legge infatti «…Tutto mancava in quella casa. Non mangiavano pane. Beve- 31 Per un approfondimento sulle feste connesse al ci- vano acquetta…». bo, si veda ad esempio Camporesi (1980).

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Per quanto concerne il vino, ricorre spes- fernet (in due casi associato al caffè) e il so nelle opere di entrambe gli autori ed è, moscato, dall’altro, Pavese nomina la bir- come nel caso delle fiabe, associato ai pasti. ra, lo spumante, il tè, il vermut, il whisky Fenoglio lo nomina sia insieme al lemma e un bicchiere di menta. Il fernet di cui cibo sia con pane e robiole («...si fermaro- parla Fenoglio non è solo «una goccia di no a far merenda, la mezzadra gli portò pa- fernet nel caffè» ma un modo per spiegare ne e vino e quattro robiole...»). Nel testo di la storia della nonna di Agostino, il prota- Pavese si legge il vino associato a molti gonista de La Malora. Pavese utilizza un alimenti: il formaggio, il pane, le castagne, liquore per descrivere i profumi della sua il grano e la carne. Non solo, quando si tro- terra quando si trova a Canelli a percorrere va a riflettere sulle speranze disattese e sul un viale che ai suoi tempi non c’era: «… valore di quella valle nella sua vita, per sentii subito l’odore - quella punta di vinac- comprendere il significato della luna e dei ce, di arietta di Belbo e di vermut…». An- falò, l’autore si esprime nel modo seguente: cora Pavese utilizza liquore per ricordare il «… Bisogna averci fatto le ossa, averla nel- periodo americano vissuto a Fresno (Cali- le ossa come il vino e la polenta…». Il vino fornia) in compagnia di Rosanne. Per quan- dunque, così come la polenta, non è solo to riguarda il tè, Pavese ne parla con una cibo per Pavese ma è un elemento forte- sfumatura quasi negativa, per esempio lo mente radicato nella cultura della sua terra. associa a un giudizio certamente non lusin- Prendendo in considerazione le altre be- ghiero: «… (le ragazze della Mora) non vande, nelle fiabe sono presenti i generici erano in gamba, che col loro pianoforte, coi lemmi bevanda e succo. Nel primo caso si romanzi, col tè, coi parasoli, non sapevano tratta di un sonnifero «… noi daremo al re farsi una vita, esser vere signore, dominare una bevanda che lo farà russare tutta la not- un uomo e una casa». In seguito si esprime te…» (ne Le sette paia di scarpe di ferro di ancora nel seguente modo riferendosi Arpino). Si noti che nella storia di Calvino all’assenza di Silvia e Irene alla festa del Re Crin, viene utilizzato lo stesso espedien- Buon Consiglio: «…Con tutto il loro tè e le te che però viene chiamato con il termine visite e gli amici, Silvia e Irene non poteva- tecnico «indormia» («.. Gli daremo no andarci…». l’indormia e lui non si sveglierà…»). Allo Meritano ancora un commento a proposi- stesso modo anche il succo è magico, per- to di bevande zucchero e spezie. Il primo, ché deriva da «frutti meravigliosi», così ne Il principe canarino di Calvino viene come spiegato ne Il cavallo magico di Ar- aggiunto all’acqua; le spezie vengono inve- pino («… E chi ne mangiava o ne beveva il ce mescolate con il vino caldo (ne La barba succo godeva eterna felicità»). del conte di Calvino).

9.2.2.2 Altri tipi di bevanda 9.2.3 Frutta, ortaggi e altri alimenti Nei romanzi è stato invece possibile iden- tificare una varietà maggiore di bevande. All’interno di tutti i testi analizzati hanno Caffè e latte compaiono in entrambe i testi sicuramente un ruolo di rilievo i frutti e gli e se da un lato Fenoglio nomina anche il ortaggi.

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Nei testi di Arpino e di Calvino sono o un na, simbolo di umiltà e povertà, si chiama prodotto della magia oppure un mezzo at- appunto Melina. traverso il quale essa si manifesta. Uno dei Un ruolo rilevante è rivestito dalla noce frutti più ricorrenti nelle fiabe è il fico che che nelle fiabe viene considerata alimento viene mangiato una sola volta (ne Il palazzo una sola volta, in particolare in una frase di incantato di Arpino) mentre negli altri casi chiusura ne Mirabè di Arpino («… fanno (nelle due versioni della stessa fiaba Le tre un pranzo e un pranzone sprecando mele e sorelle di Arpino e La biscia di Calvino), noci e grano…»). Tuttavia la funzione prin- dopo essere cresciuti grazie alla magia («… cipale che assume questo frutto, così come perché è inverno e fichi non ne nascono», accade per la nocciola, è quella di nascon- dalla versione di Arpino), servono come dere al suo interno grandi meraviglie: finis- preziosa merce di scambio che permetterà sime tele (ne La moglie trovata con la alla protagonista di recuperare le proprie frombola di Arpino e ne Il principe che sembianze. Stessa funzione salvifica, sposò una rana di Calvino), «… gran bei all’interno delle due sopracitate fiabe, è af- vestiti e merletti e pizzi…» ne La storia del fidata alle pesche. re crin di Arpino, un arcolaio d’oro ne Le Differente il discorso per i romanzi e i sette paia di scarpe di ferro di Arpino. racconti: per Pavese, che lo utilizza più fre- Nei romanzi e nei racconti, come per il fi- quentemente rispetto a Fenoglio, il fico as- co, Pavese nomina più volte l’albero delle sume un potere evocativo poiché fortemen- noci come punto di riferimento e anche di te connesso al territorio («… le sere d’estate riconoscimento della propria terra. Il frutto si sentiva baccano e odor di vigna e di fichi viene invece nominato insieme al grano e nell’aria…»). Lo stesso albero del fico se- all’uva, tutti prodotti della terra che erano gna i luoghi cari a Pavese e nell’unica occa- venduti. sione in cui l’autore ne mangia, si esprime Ne Filomena dalle mani mozze di Arpino, nel seguente modo «…Presi il fico, e rico- il papà di Filomena raccoglie cavoli per nobbi quel sapore…». sfamare le sue 7 figlie mentre la biscia de Il Si prenda ora in considerazione la mela mondo sotterraneo (Arpino) mangia le uo- che nelle fiabe non riveste troppa importan- va dell’aquila e al narratore de La penna za ma Pavese, nel ricordare la sua vita al dell’uccello grifone (Arpino) non lasciano paese, riflette nel modo seguente: «...Come che «… un uovo derelitto». Le uova occor- avessimo potuto cavarci da mangiare, era rono anche nei romanzi, di più in Fenoglio un mistero…» e aggiunge: «… Allora ro- ma è Pavese che ci suggerisce una ricetta sicchiavamo delle mele, delle zucche, dei americana “le uova al lardo” che, a diffe- ceci…», facendoci intendere che la mela renza di altri elementi, nell’autore non su- era considerato un frutto semplice da reperi- scitano senso di appartenenza così come di- re e poco costoso. Anche nell’opera di Fe- ce riguardo le stelle «… non erano le noglio ritroviamo questo frutto, sia come mie…». dono per il fratello entrato in seminario sia Contrariamente a quanto si è detto rispet- nella forma diminutiva come nome della to alle uova, la zucca è nuovamente per Pa- madre di Agostino, il protagonista. La don- vese un simbolo della sua terra e lo cita

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Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016 all’interno del testo richiamandone un tipi- zione con altri cibi. Fenoglio suggerisce co uso, come si legge anche in Sant’Albino «… pane e vino e quattro robiole…»; «… (1859): «… Potevo spiegare a qualcuno che pane e il lardo e il pintone di vino…»; «… quel che cercavo era soltanto di vedere pane e formaggio…»; «… pane e un bari- qualcosa che avevo già visto? (…), una letto di peperoni sott’olio…»; «… pane e zucca da bere, …»32. Nelle fiabe invece salciccia…»; «… pane e cipolla…». Anche compare come metafora della testa (ne La Pavese accosta il pane al vino, alla robiola e storia del re crin di Arpino ritroviamo: «… più genericamente al formaggio. a me vien dato un mestolo sulla zucca» e ne La figlia del re di Torino di Arpino si legge: «… Io penso alle cose che gli uomini ten- 9.2.4 I mestieri e i luoghi di consumo, gono nella zucca…»). vendita e produzione di cibo e bevande I ceci e i fagioli compaiono in Pavese; i All’interno delle opere analizzate sono primi insieme alla polenta per definire un stati considerati anche i mestieri connessi pasto povero in cui l’unica fonte proteica all’alimentazione, nonché i luoghi dove era data dal legume stesso: «...Bevevano vengono consumati, venduti o prodotti i ci- acquetta. Polenta e ceci, pochi ceci…». Si bi. osservi a questo punto come all’interno del Il contadino è certamente la figura che si corpus analizzato la polenta sia poco pre- incontra con più frequenza all’interno delle sente. Essa compare infatti 11 volte (3 nel fiabe. Nella maggioranza dei casi, ricopre il romanzo di Fenoglio e le restanti in quello ruolo di protagonista o di padre, come nel di Pavese). Questo risultato è apparente- caso de Le tre sorelle di Arpino ma in nes- mente contradditorio rispetto a quanto inve- suna fiaba si trova in stretta connessione ce si evidenzierà nelle poesie in piemontese con la terra o il cibo. di Rapetti che invece considera questo fari- Per quanto concerne i testi di Fenoglio e naceo come il vero protagonista della tavola Pavese il lemma ricorre 11 volte. Come per contadina. Quanto ottenuto rispetto ai testi le fiabe, mai il contadino è intento a lavora- in italiano e in riferimento a questo alimen- re la terra o a raccoglierne i frutti. A questo to sorprende ancora di più se si pensa che si proposito, Pavese ad un certo punto, si tratta senza dubbio di uno degli alimenti ti- esprime nel seguente modo «… Crede per- pici della cucina piemontese. ché sta in Alba e porta le scarpe tutti i gior- La focaccia nelle fiabe è un alimento de- ni e nessuno lo fa lavorare, di valere di più cisamente apprezzato ed è presente sia nella di un contadino come noi (…) Sei tu che lo forma plurale sia nel diminutivo focaccina. mantieni lavorando le terre dei suoi…» mo- Anche pane occorre 17 volte a dimostra- strando come il lavoro dei campi sia consi- zione della diffusione di tale alimento. Nei derato un mestiere dei poveri. In entrambe i romanzi e nei racconti è spesso preso in romanzi è anche presente il lemma mezza- considerazione, specialmente in combina- dro; al contrario, nelle fiabe non si incontra mai. 32 La zucca veniva svuotata e lasciata seccare, quindi È invece il massaro il più presente ne veniva utilizzata come contenitore per le bevande, più LEF ed è simbolo della ricchezza sognata frequentemente vino.

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Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016 da Anguilla quando era bracciante, come si bientati, nelle fiabe questi assumono un evince per esempio dal seguente brano: ruolo fondamentale perché hanno il compi- «… vendevamo il grano e le noci, vende- to di far sentire il destinatario partecipe del- vamo di tutto, e il massaro metteva ancora la storia. da parte (…) le sue figlie suonavano il pia- Accanto ai mestieri, sono stati considerati no e andavano e venivano dalle sarte a Ca- nell’analisi anche i luoghi in cui cibi e be- nelli, l’Emilia li serviva in tavola…». Que- vande vengono consumati o venduti. sto mestiere non si ritrova nell’opera di Fe- Senza ombra di dubbio l’osteria è il prin- noglio e nemmeno nelle fiabe. cipale lemma utilizzato in tutti i testi esa- Il pastore è protagonista di 2 fiabe di Ar- minati. Fenoglio richiama spesso l’«osteria pino e 1 di Calvino, mentre nei testi di Pa- di Manera» in cui Agostino spesso si rifu- vese e Fenoglio non è mai nominato. Simile giava e Pavese definisce chiaramente cosa sorte riguarda il fornaio che appare solo si consumi prevalente in quella locanda, fa- nelle storie La moglie trovata con la from- cendo una distinzione con i caffè: «I caffè bola di Arpino e Il principe che sposò una di Canelli non sono osterie, non si beve vi- rana di Calvino33. Un sinonimo di no ma bibite». L’osteria nelle fiabe è sem- quest’ultimo lemma è panettiere che è pre- pre un luogo dove ci si incontra e si mangia, sente nel testo La storia del re crin di Arpi- oppure in cui il povero narratore si reca do- no e anche nella versione di Calvino (Re po essere stato escluso dai festeggiamenti Crin). È invece Fenoglio che utilizza 2 vol- (ne Il pastorello fortunato di Arpino nella te questo termine nel suo romanzo e 1 nel chiusa ritroviamo «… ma io, per levarmi la racconto i Penultimi. fame, dovetti andarmene all’osteria» e ne Cuciniere e macellaio sono presenti nel La biscia di Calvino si legge «…Per man- romanzo di Fenoglio e lattaio in quello di giare andai all’osteria. E così finisce la sto- Pavese mentre nelle fiabe non compaiono. ria mia»). In queste ultime invece sono presenti anco- Simile al caffè, Pavese utilizza la parola ra il cacciatore, il mulinaio, il mugnaio, bar in 4 occasioni, mentre nelle fiabe en- l’oste e il pescatore. trambe i lemmi non sono presenti. Come si può notare, nelle fiabe si eviden- La bottega e la locanda compaiono solo zia una più copiosa presenza dei mestieri. nei romanzi e nei racconti. Ne La Malora, Questa osservazione è chiaramente spiegata Agostino si reca per rispondere alla richie- dal fatto che nei componimenti fiabeschi i sta del fratello Emilio: «…. A quella botte- protagonisti sono gli umili, i semplici, le ga che c’è sul mercato dei piatti gli comprai persone comuni che cercano di migliorare per quattro soldi di mele in composta e per la propria situazione. Se dunque nei roman- sei di pesci marinati…» mentre per Anguil- zi e nei racconti, queste figure sono presenti la (ne LEF di Pavese) si tratta di nuovo di quale rappresentazione della povertà carat- un ricordo legato al passato, al padre di Nu- terizzante il periodo storico in cui sono am- to: «… Ti ricordi i discorsi che facevamo con tuo padre nella bottega? ». Locanda in-

33 Si ricorda che La moglie trovata con la frombola e vece ricorre solo nell’opera di Fenoglio. Il principe che sposò una rana sono versioni differenti della stessa fiaba.

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9.2.5 Utensili in cucina e non per nascondersi. Si riferisce al vino solo in una fiaba ma attraverso la forma botticella. Il lemma più utilizzato tra gli utensili Anche la cisterna, presente nelle due ver- connessi al cibo è la tavola che si presenta sioni de I dodici buoi, viene sempre utiliz- anche nella variante maschile tavolo. Il zata come un mezzo utile allo svolgimento primo lemma viene usato solo da Arpino; il della storia ma mai con la sua originaria de- secondo compare unicamente in una fiaba stinazione d’uso. Coltello e forchettone di Calvino, mentre il suo diminutivo tavo- nelle fiabe servono rispettivamente per uc- lino è presente nelle due versioni della stes- cidere e per difendersi mentre la pentola ri- sa storia Margheritina di Arpino e La bam- copre sia la sua funzione tradizionale, sia bina venduta con le pere di Calvino. come luogo in cui avvengono prodigi come Tovaglia occorre 13 in un’unica fiaba di nel caso di Rosafiori che «… pone le mani Arpino (I quattro doni magici) e possiede in una pentola, dice “pesce-pesce”, le mani un enorme potere. Si tratta infatti di una diventano pesci…» (da Rosafiori di Arpi- «… tovaglia che quando riceve l’ordine no). “apparecchia” subito si ricopre di dolci, ar- rosti, vini». Nei romanzi e nei racconti in- vece non è mai nominata. 9.2.6 Alcune considerazioni conclusive Bicchiere, bottiglia e piatto sono presen- sui testi in lingua italiana ti in tutti i testi. In Pavese è frequente l’espressione «bere un bicchiere», mentre In quest’ultimo breve paragrafo, si pren- Arpino ne usa il diminutivo bicchierino. La dono in considerazione alcuni lemmi che bottiglia de La figlia del re di Torino di non sono stati inclusi nelle categorie prece- Arpino è «di allegria», nei romanzi invece è denti ma dei quali è stato rilevato un signi- quasi sempre riferita a bevande alcoliche, ficativo impatto quantitativo. tranne per Fenoglio che parla di «bottiglino Nelle opere di Pavese e Fenoglio il termi- d’acqua d’odore». I piatti nelle fiabe si ne cacciatore non si legge mai ma vi rientra rompono oppure sono pieni di ricchi cibi; caccia che per Fenoglio è «alla volpe», ne LEF sono associati nuovamente a un ri- mentre per Pavese è «di nidi» e «di caval- cordo della Mora: «… rivedere le donne lette». Ricordiamo ancora l’importanza per grattugiare, impastare, farcire, scoperchiare Pavese dell’odore che evoca ricordi e inten- e far fuoco, e mi tornava in bocca quel sa- sifica il senso di appartenenza a quei luoghi, pore…». come si evince nel seguente inciso «… È un Molti sono gli utensili legati al vino. Nei caldo che mi piace, sa di un odore: ci sono romanzi troviamo barile, bigoncia34, bren- dentro anch’io a quest’odore…». ta, pintone e torchio. Nelle fiabe invece si È necessario fare ancora una considera- annoverano botte e cisterna, tuttavia il zione riguardo all’aggettivazione, nei testi primo lemma non compare quasi mai in as- di Arpino e Calvino i più frequenti sono sociazione con il vino ma serve più sovente apparecchiato e cotto. Nei romanzi e nei racconti ve ne sono molti di più e i più ri-

correnti sono buono e secco. 34 La bigoncia è un recipiente utilizzato per trasporta- re l’uva (Sant’Albino, 1859).

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Infine, a conclusione di tutto questo capi- trad.: la fame è riempita) grazie alla dieta tolo sul cibo, ricordiamo ancora i lemmi le- imposta dall’inverno: cotechino, cavoli, gati ai momenti dei pasti. Cena ricorre 23 polenta e maiale («…cudghein e còj [..] volte nei romanzi e 3 volte nelle fiabe. pulèinta […] sèint vìarz ant l’ òrt […] masà Pranzo è presente 14 volte nelle opere di ‘r ghein… », trad.: cotechino e cavoli [...] Fenoglio e Pavese ma è nelle fiabe che lo polenta [...] cento cavoli nell’orto [...] am- ritroviamo più assiduamente: ben 23 occor- mazzato il maiale). Non solo, Rapetti ci renze considerando anche le forme pran- racconta la ricetta di questa prelibatezza che zetto e pranzone. Questo lemma viene uti- viene valorizzata se accompagnata con il lizzato, nella maggior parte dei casi, per pane (trad.: soffritto di cipolla tritata, spic- chiudere la fiaba e in occasioni di importan- chio d’aglio schiacciato, conserva [...] verza ti festeggiamenti come le nozze dei prota- dura, bianca [...] cotechino [...] zucchero gonisti. Più precisamente, sempre il narrato- [...] aceto). re rimane escluso dagli abbondanti banchet- Tuttavia, il re della tavola che segna ti per gli invitati. Come suggerisce Beccaria l’avvicinarsi della fine del periodo più fred- nell’introduzione alle fiabe (Beccaria e Ar- do e difficile dell’anno è il maiale, difatti si pino, 1982), il lettore è riportato alla realtà legge «...‘r cudghein l’è fèsta gròsa...» attraverso questo espediente e non gli resta (trad.: con il cotechino è festa grossa). che rimanere a guardar terminare la storia Nell’inverno invece era il merluzzo a rap- «… dove vien dato un gran pranzo con tanti presentare la novità insieme alle patate ro- piatti dove ciascun invitato mangia e beve e sicchiate. In questo stesso componimento pilucca mentre…» al narratore/spettatore tuttavia, Rapetti ancora elenca tutti gli ali- «… vien dato un mestolo sulla zucca» (da menti, tipici della tradizione, con cui si po- La storia del re crin di Arpino). teva gustare la polenta: le aringhe, il gor- gonzola, il burro, il latte. Questo cibo è ancora presente nella poesia Pen, er masa- 9.3 Il cibo nella poesia dialettale ghen (trad.: Pen, l’ammazzamaiali ) in cui piemontese di Giovanni Rapetti l’autore descrive la scena dell’uccisione del maiale che «...sautà diznè e sèina/ criava Contrariamente a quanto è emerso cme ’n strasè, fava tròp pèina...» (trad.: dall’analisi dei testi in italiano, la polenta è ...saltato il pranzo e la cena/ gridava come in assoluto uno dei piatti protagonisti delle uno straccivendolo, faceva troppo pena). tavole di Villa del Foro. Viene mangiata da Rapetti qui racconta un’altra ricetta a base sola ma più spesso accompagnata da altri di polenta, un piatto con le frattaglie e gli alimenti. Rapetti dedica una poesia alla po- scarti della macellazione. A questo proposi- lenta con i crauti (Pulèinta cou sacrau) che to, i cibi elencati sono zampini, fegato ma è il componimento che più degli altri de- anche il sangue per fare la tipica torta ripre- scrive le abitudini alimentari della società sa anche da Pavese nella Luna e i Falò35. contadina. Difatti, nei primi versi l’autore ci spiega come la fame possa essere allontana- 35 L’uccisione del maiale rappresenta un momento ta dalla famiglia («… ra fam r’ è ‘mpija…», cruciale per la società della campagna, cioè quando la collettività assisteva all’evento per poi banchettare

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Di quanto fosse un momento importante, l’immagine di un Crivìala che dichiara tutta di festa, se ne accorge anche il gatto che la sua avversione a uno dei cibi più consu- lecca la neve dove il sangue è caduto ma mati durante l’inverno e la quaresima: il soprattutto l’autore che non sa chi fosse Pen merluzzo («“Marlìs, sèimp marlìs. Ma cse ma racconta di come fosse permesso a lui, ch’u j’ è ’nt is mar?”/ Pschèisu der vachi, di bambino, di aiutarlo a fare la salsiccia, altro ghein, chil j’è pì car», trad.: “Merluzzo, cibo derivato dal maiale, nutriente e ben sempre merluzzo! Ma che cosa c’è nel ma- presente nella cucina piemontese. re?”/ Pescassero vacche o maiali, lui sareb- È ancora il gatto insieme alla salsiccia che be contento). ritroviamo in un’altra poesia (Er gat ‘d Ma- Per quanto concerne le verdure, le più riu, ra Crivìala). Qui Rapetti si diverte a presenti sono già state citate: verze e cavoli descrivere la battaglia tra il gatto e Mario, ma vi sono anche crauti, peperoni, patate protagonista anche del componimento Ma- e pomodori. Non solo, Rapetti propone rio der Plicon, i quali in una casa contadina inoltre quegli ortaggi che tipicamente ser- in cui tutto l’anno era quaresima («...tit l’an vono per insaporire gli alimenti e per fare quarèizma...»), si contendono il cibo. In soffritti: aglio e cipolla. Aceto, olio, burro questa lotta per la sopravvivenza, è il Cri- e conserva non mancano nelle case conta- vìala, che è soprannome di Mario ma anche dine del sobborgo alessandrino. sinonimo di appetito insaziabile, che ha la Se consideriamo i mestieri è già stato meglio concedendo della salsiccia ma piena spiegato come Rapetti abbia dedicato dei di peperoncino al gatto, il quale, dopo aver- componimenti ai mestieri ambulanti. In la mangiata, «...sautava ’nt l’aria a coua questi componimenti, l’autore sembra di- dricia» (trad.: saltava in aria con la coda pingere i venditori che pian piano prendono dritta). forma con i loro ‘strumenti del mestiere’: Inoltre, Rapetti, in questa poesia, non rac- pentole, calderoni, ceste, bilancia, coltelli. conta solo le avventure di Mario e il suo Si percepisce il passaggio di questi perso- gatto ma propone un insieme di piatti pre- naggi dai rumori dei pentolini o dagli odori parati nelle cucine contadine di Villa del (trad.: ...fa traballare i pentolini...ne «Tu- Foro: gli agnolotti, cibo prelibato e deside- mein! Siràs!» e trad.: ...Non potevi resistere rato, budella, salamini, tagliolini, latte, al profumo che avevano (le salacche)... ne zuppa, brodo e frittatina. L’anciuè). Nell’altro testo dedicato all’insaziabile L’autore non si ferma qui e dedica un Mario (Mariu der Plicon) si legge il deside- componimento a Cino il fornaio (Cinu ’r rio del contadino di mangiare carne: furnè) che è ‘forestiero’ e arriva a Villa del «...trantasìas salamein ant na ribòta/ tracc zì Foro senza molte risorse. Inoltre, la consue- ’nt er gargarìz...» (trad.: trentasei salamini tudine, nonché necessità, di pagamento di- in una ribotta/buttati in gola). Non solo, lazionato non migliorano l’economia della l’incipit del componimento ci mostra famiglia di Cino ma Rapetti ricorda, anche ora che il forno ormai è un rudere vicino al con la torta fatta del sangue appena raccolto (Grimal- Tanaro, i momenti di festa in cui si poteva- di, 2012). Per un approfondimento sulle feste connes- no gustare delle buone torte. A questa atti- se al cibo, si veda ad esempio Camporesi (1980).

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Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016 vità è legato anche Giuan il panettiere si ritrovano anche nei romanzi che sono (Giuan er panatìa) che, venuto dalla Lo- ambientati sempre nel Basso Piemonte. mellina, prepara il pane per Villa del Foro e Se la polenta risulta essere il cibo più cu- non solo perché in inverno ammazza anche cinato perché riempie la pancia, soprattutto i maiali. dove la fame in inverno bussa alla porta, la Si noti infine come sia il focolare delle festa giunge con l’uccisione del maiale del case uno degli ambienti che spesso fa da quale non si butta via nulla e rende gustosi palco scenografico per le poesie dell’autore molti piatti insipidi. alessandrino. Difatti, poche volte viene no- Infine, possiamo dunque concludere che minata l’osteria che però non sembra rive- sulle tavole di Villa del Foro, così come più stire troppa rilevanza all’interno della vita genericamente su quelle del Basso Piemon- sociale del paese. Anche il vino, che spesso te, si trovano i cibi che la terra del luogo si consuma proprio in questi locali, è poco produce e si legge l’importanza del focola- presente, più frequente è il latte, non perché re, della casa con gli animali domestici e si beve ma poiché si mangia, da solo come tutti gli attrezzi utili a cucinare. in Er gat ’d Mariu, ra Crivìala («Siete gen- In questo mondo, dove tutto prende vita, a te da mangiare il latte nelle scodelle») op- noi non resta che sederci ad ascoltare il pure insieme alla polenta come in Pulèinta «Grillo bianco (che) raccontava la storia di cou sacrau. Fagiolino/ fagiolini dall’occhio che diven- È dunque chiaro come il cibo sia fonda- tano tutti ragazzini/ voleva saltare nel pozzo mentale per questa società descritta da Ra- per acchiappare la luna/ tirava su il sec- petti che non solo stuzzica l’appetito del let- chiello, poppante da culla» (da Er gril da tore raccontando le ricette tipiche e camein). l’entusiasmo dei protagonisti nel gustarle, ma ci regala un quadro completo anche del- le cucine, degli ‘attrezzi del mestiere’ e del- 10. ALCUNE RIFLESSIONI la divisione del lavoro a Villa del Foro. È CONCLUSIVE SUL LAVORO così che l’uomo lavora i campi, ‘batte il COMPIUTO grano’, prepara il pane mentre la donna si ritrova in cucina con il grembiule («scusà») Come la biologia insegna, senza cibo dove c’è il «camein» (trad.: focolare) e la l’uomo non può vivere, altrimenti non esi- «mèiza» (trad.: dispensa) insieme a piatti sterebbe l’espressione ‘morire di fame’, uti- («tond»), cucchiai («cugìa»), coltelli («cu- lizzata anche dagli autori studiati. tìa»), forchette («furslen-ni»), padelle Per questo motivo, in letteratura spesso si («padelee») e pentole («ramarenni»). è parlato di tale argomento e difficilmente Dall’analisi del corpus qui proposto è sta- in un testo, anche indirettamente, non ne to comunque possibile delineare alcuni troveremo le tracce. Si pensi a un romanzo: aspetti caratterizzanti il territorio rispetto al è inevitabile che il verbo mangiare venga tema del cibo. Difatti, gli alimenti che più utilizzato e gli stessi personaggi, perché esi- frequentemente sono presenti nelle poesie, stano devono cibarsi.

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Come si evince dalla consultazione dei te- no di Arpino) ma, come è stato sottolineato sti, cibo compare 7 volte nelle fiabe di Ar- più volte, le storie sono un mondo fantasti- pino, presenta 2 occorrenze nel romanzo di co nel quale lo stesso narratore ci dice di Fenoglio, 1 in quella di Calvino, in Pavese non cadere in inganno perché per noi, come non è mai nominato, così come accade nelle per lui del resto, «…non vi fu neanche un poesie di Rapetti. avanzo» (da Le tre sorelle di Arpino). Tuttavia molti termini che vi si riferisco- Nelle fiabe la fame è placata dal pane o no direttamente o indirettamente ricorrono dai frutti; Fenoglio, quando ne parla sottoli- in tutti i generi letterari esaminati con fun- nea la povertà del tempo. La fame non la- zioni talvolta molto diverse da quelle che sciava dormire («La fame non mi lasciava generalmente vengono ad essi associate. addormentare…») e talvolta portava anche Dalle elaborazioni che sono state presen- a rubare («Fu in quell’epoca che rubai il sa- tate, si deduce che nelle fiabe il cibo è fon- lame: non avevo mai avuto tanta fame…»). damentale e ha l’importantissima funzione Per Pavese invece il timore di essere consi- di portare festa poiché associato sempre ad derato un “morto di fame” ha spinto eventi lieti e allegri. l’autore ad andare a cercare fortuna in Gli animali, principali fornitori di protei- America, così come spiega a Nuto: «In pae- ne, sono attori nelle fiabe, solo in casi rari se non sarei stato mai altro che un servitore, vengono mangiati e quando accade, si trova che un vecchio Cirino (…) e allora tanto il generico termine “carne”. All’interno di valeva provare, levarmi la voglia, dopo che questo genere letterario, il maiale, la rana, il avevo passata la Bormida, di passare anche bue non solo sono antropomorfizzati ma il mare». danno anche il titolo ad alcune storie36. Nei In entrambe i generi letterari dunque, il due romanzi analizzati invece gli animali cibo riveste grande importanza, benché sono fonte di approvvigionamento ma, poi- considerato in modi differenti. ché il contesto storico di riferimento risale a Le fiabe si concludono quasi tutte con una un periodo di guerra e dunque di povertà, i festa, un banchetto per i protagonisti ma la- pasti non sono abbondanti e nemmeno a ba- sciando il narratore a bocca asciutta, talvol- se di cibi sostanziosi. Fenoglio, nel cui ro- ta costretto a ricorrere all’osteria («Fecero manzo ritroviamo con più frequenza il tanto lusso e spatusso/ Ma io ero dietro lemma pranzo, lo associa prima alla morte l’uscio,/ Per mangiare andai all’osteria/ E del padre e dopo al matrimonio di Ginotta. così finisce la storia mia» da La biscia di Ne deriva che abbondanti pasti si avevano Calvino). solo in caso di avvenimenti, non sempre tra Per quanto concerne le poesie di Rapetti è l’altro, piacevoli da ricordare. Solo nelle possibile concludere che il cibo riveste fiabe il pranzo diventa pranzone (da Mira- grande importanza soprattutto perché legato bè di Arpino) e i banchetti son ricchi «di alla tradizione popolare e al focolare. I ogni bendidio» (da La figlia del re di Tori- momenti di aggregazione e di festa sono sempre infatti contraddistinti da banchetti

36 Si pensi alle fiabe di Arpino: Il cavallo magico, Il che, seppur poveri, si presentano gustosi e figliuolo del re maiale, La storia del re crin, Giovan- ricchi di allegria. nino dei maiali. Di Calvino ricordiamo Re Crin.

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Il procedimento utilizzato per analizzare i FABB, che, come ricordato, viene costan- testi è risultato sicuramente efficiente dal temente incrementato. punto di vista del tempo poiché il software Potrebbe essere interessante valutare il AntConc® ha permesso di effettuare auto- ruolo del cibo nella letteratura di un diverso maticamente la lista delle parole presenti contesto storico oppure analizzare e dunque nelle opere considerate e di poter seleziona- confrontare altri generi letterari come i rac- re i termini che interessavano per costruire conti, le poesie oppure le canzoni, tutti ma- il glossario. teriali che, come descritto nell’introduzione, Contestualmente, è stato possibile fare saranno raccolti e inseriti nel repository in- delle ricerche all’interno dei testi, cosa che terattivo di cui si è parlato. sarebbe stata difficoltosa da portare corret- In base ai testi raccolti, si potrebbe pensa- tamente a termine senza il programma in- re di fare un’analisi più legata alla localiz- formatico. zazione geografica con l’obiettivo di verifi- L’analisi successiva dei testi è risultata care ed eventualmente sottolineare le diffe- dunque più semplice e veloce e trarre delle renze linguistiche ma anche relativamente considerazioni su un tema specifico, in que- al cibo, che vi sono tra aree vicine. Si po- sto caso il cibo, è risultato agevole. trebbero in questo modo anche valutare le Si potrebbe quasi dire che il metodo qui reciproche influenze tra la lingua e il terri- utilizzato sia induttivo, le scienze applicate torio. lo considererebbero ‘empirico’. Partire dai testi per ottenere delle informazioni di ca- rattere più generale è stata sicuramente una possibilità che l’analisi di tipo linguistico ci ha permesso di fare. Allo stesso tempo però è necessario fare attenzione a generalizzare i risultati ottenuti nel presente lavoro poiché si possono ri- scontrare dei punti di debolezza, primo tra tutti l’esiguità del corpus dei testi analizza- to. Le conclusioni tratte sul tema in esame non possono certo considerarsi esaustive di tutte le opere letterarie piemontesi. Anzi, questo studio deve essere considerato come una dimostrazione procedurale di come è possibile utilizzare e consultare i testi pre- senti on-line. Ipotizzando di rimanere in Piemonte, la naturale evoluzione del presente lavoro è quella di aggiornare lo studio effettuato in base alle opere presenti sul repository

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11. BIBLIOGRAFIA tacinque poesie di Giovanni Rapetti, ISRAL e IRCRES-CNR.

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Biorci G., Falavigna G. - Working Paper IRCrES, N° 06/2016

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