Da Auronzo di Cadore vetta del Nuvolau e (mantenendosi a S sedimentarie e vulcaniche e con punti di al Gruppo del Sella delle ) si volge verso il Settsass, Principali caratteristiche geologiche interesse scientifico eccezionali soprat- fino a scendere a Corvara in Badia; di Le Dolomiti (fig. 5.2) rappresentano un tutto per la comprensione della genesi Attraverso le Dolomiti, Patrimo- qui risale verso il Gruppo del Sella e ne insieme costituito da vari sistemi mon- delle antiche “scogliere” coralline; pro- nio dell’Umanità dell’UNESCO raggiunge la vetta al Piz Boè (3152 m). tuosi che, pur a luoghi fisicamente di- segue con i movimenti tettonici che L’itinerario si sviluppa fra 1011 e 3152 scontinui, mostrano una straordinaria hanno fratturato, piegato e dislocato le Riferimenti alla Via Alpina: m. È organizzato in 5 Tappe giorna- unitarietà. Esse contengono un’ampia ed formazioni geologiche; arriva alle vi- vicina e in alcuni tratti coincidente con i liere, per totali 57 Km. I livelli di diffi- esemplare casistica di forme, che deri- cende erosive e sedimentarie più re- segmenti B19, B20 e B21 della Via Alpina. coltà sono vari: prevalentemente vano dalla loro complessa struttura geo- centi, legate ai ghiacciai quaternari o ai “escursionistici”, ma per alcuni tratti è logica e dalle condizioni climatiche vistosi fenomeni di degradazione e di Breve descrizione dell’Itinerario richiesta una certa esperienza. passate ed attuali: torri, guglie, pinna- frana. Si possono inoltre osservare L’itinerario si sviluppa secondo una di- coli e scarpate calcaree e dolomitiche, esempi di vegetazione e di flora con par- rezione più o meno meridiana (fig. N° delle tappe: 5 giogaie e contrafforti di rocce magmati- ticolare carattere di originalità, sia per 5.1): da E, parte dalla valle dell’Ansiei Punto di partenza: che, dolci declivi in terreni argillosi, trin- le forme di colonizzazione, che per al- (intorno ai 1100 metri, a monte di Au- Somadida (Auronzo), 1135 m cee e fessure lungo filoni vulcanici o cune specie rare ed endemiche; anche la ronzo di Cadore), supera un valico fra Punto di arrivo: fratture tettoniche, falde e coni detri- fauna è ricca con specie di vertebrati e il Sorapis (a N) e i gruppi delle Marma- Piz Boè (Gruppo del Sella), 3152 m tici, macereti di frana, ripiani, laghi, invertebrati, per cui è facilissimo incon- role e dell’ (a SW), attraversa Luogo: Dolomiti bellunesi e alto-atesine gole torrentizie ecc. trare camosci o rari coleotteri; si riscon- (a S di S.Vito di Cadore) la valle del Contesto geologico: La storia delle montagne attraversate trano anche vestigia di insediamenti , si inerpica fra la Rocce sedimentarie e vulcano-clastiche dall’itinerario è quanto mai ricca e sug- preistorici e medioevali e siti coinvolti (a N) e il Pelmo (a S), raggiunge i passi in prevalenza mesozoiche e depositi gestiva: inizia dalle origini geologiche nelle vicende della Grande Guerra. Giau, Falzarego e Valparola, sale sulla quaternari delle loro rocce, con esempi di litologie Al piacere di un’amena passeggiata si

Fig. 5.2 - Il Sassolungo e il Sassopiatto in un disegno di J. Gilbert Fig. 5.1 - Tracciato dell’Itinerario, con l’indicazione delle 5 tappe giornaliere (metà del 1800) 84 possono unire tanti motivi culturali di at- parte inferiore della Formazione di Dolomia Cassiana (+/- Carnico inf.). Do- trazione e di stimolo. S.Cassiano). Successivamente (circa 227 lomia cristallina massiccia “di scogliera”, Le vicende geologiche e geomorfologi- milioni di anni fa) si ristabilirono le con- di colore grigio-nocciola, più o meno che, che hanno dato luogo alle Dolomiti, dizioni ambientali atte all’insediamento coeva alla Formazione sopra descritta. si possono far risalire ad almeno 250 mi- di nuove “scogliere” (Dolomia Cassiana), Formazione di Dürrenstein (Carnico lioni di anni fa, quando in un ambiente separate da bacini di sedimentazione de- medio-sup.). In prevalenza dolomie gri- tropicale fra l’Europa e l’Africa vi era un tritica (Formazione di S.Cassiano). Dopo gie, stratificate. grande oceano: la Tetide; qui avveniva la altri 2-3 milioni di anni il mare cominciò Formazione di Travenanzes (Carnico sup.). deposizione di una gran quantità di sedi- a ritirarsi e la regione divenne una vasta Argille e marne prevalenti varicolori. menti. Dall’inizio del Triassico (circa 250 piana marina o lagunare, con deposi- Dolomia Principale (Norico – Retico). Do- milioni di anni fa) e per circa 20 milioni zione di fanghi calcarei (Formazione di lomie grigio-chiare, stratificate e local- di anni, la profondità del mare oscillò più Dürrenstein) e detritici (Formazione di mente fossilifere (Megalodonti). volte provocando anche l’emersione di Travenanzes). Con il Norico (circa 220 Gruppo dei Calcari Grigi (Retico sup. – alcuni tratti dei fondali, con conseguente milioni di anni fa) la piana costiera fu Liassico inf.). Banchi di calcari chiari e loro parziale erosione. A partire da circa progressivamente invasa dal mare con di calcareniti oolitiche.

235 milioni di anni fa, il fondale marino l’accumulo di un’imponente successione Fig. 5.3 – Colonna stratigrafica schematica Formazione del Puez (Cretacico inf.). Auronzo di Cadore al Gruppo del Sella Da cominciò progressivamente a sprofon- di sedimenti carbonatici stratificati (Do- delle formazioni prevalentemente affioranti Marne e calcari di vari colori, a luoghi dare (subsidenza). Gli organismi, che vi- lomia Principale). Alla fine del Triassico lungo l’Itinerario. Gli spessori non sono in fossiliferi (ammonoidi ecc.) scala; i numeri indicano milioni di anni fa vevano sul fondo del mare (alghe, e all’inizio del Giurassico la regione L’itinerario attraversa anche varie e spugne, coralli ecc.), che edificavano venne completamente invasa da un mare attraversate dall’itinerario sono qui sin- spettacolari strutture tettoniche: faglie, “scogliere” (come quelle degli attuali poco profondo ove si depositarono ban- teticamente descritte, procedendo dai sovrascorrimenti e pieghe. mari tropicali) e che avevano il loro ha- chi di calcari (Calcari Grigi). In alcuni livelli più antichi a quelli più recenti. Dal punto di vista geomorfologico, s’in- bitat in acque basse, calde, ossigenate e luoghi delle Dolomiti sono presenti anche Gruppo di Wengen (Ladinico superiore). contrano numerose vestigia connesse pulite, cominciarono ad ingaggiare una resti di sedimenti cretacici di ambiente È una potente e complessa successione all’ultima espansione glaciale del Plei- lotta per la sopravvivenza, protendendo marino profondo (Marne del Puez). di rocce vulcaniche e vulcano-clastiche stocene superiore (LGM), sia come forme via via i loro edifici verso la superficie L’itinerario attraversa prevalentemente (derivanti cioè dallo smantellamento e d’erosione, che come accumuli detritici. marina, in opposizione ai fenomeni di rocce del Trias medio-superiore. La serie dalla risedimentazione delle prime), di Fra le prime, i circhi glaciali, depressioni sprofondamento. Si verificarono poi in- stratigrafica (fig. 5.3) è rappresentata colore nerastro; sono testimonianza del semi-circolari o semi-ellittiche, domi- genti episodi vulcanici, accompagnati da soprattutto da formazioni di età com- vulcanismo che interessò le Dolomiti nel nate da pareti rocciose e parzialmente altri cataclismi, che modificarono l’evo- presa tra il Ladinico superiore (Gruppo di corso del Trias medio. sbarrate verso valle da una soglia in roc- luzione geologica della regione: lave, Wengen) ed il Retico (Dolomia Princi- Formazione di S. Cassiano (Ladinico sup. cia più o meno rilevata, a luoghi rico- tufi e detriti vulcanici provocarono pale); a luoghi affiorano anche rocce del – Carnico inf.). Alternanza di argille e perta da una morena frontale. Altre l'estinzione delle "scogliere" e l'accumulo Giurassico inferiore (Calcari Grigi) ed esi- marne di colore grigio-nerastro, famosa forme caratteristiche sono le valli so- di detriti nei bracci di mare fra queste gui lembi del Cretacico inferiore (Forma- per i suoi fossili (Ammoniti e piccoli in- spese, connesse alla differente capacità (rocce del Gruppo di Wengen e della zione del Puez). Le principali rocce vertebrati). erosiva di due lingue glaciali confluenti,

85 in conseguenza del diverso spessore del glaciers (ghiacciai di pietre, pietraie se- la repubblica di Venezia e poi il regno L’Assemblea dell’UNESCO, riunitasi a Si- ghiaccio, e all’erosione laterale del moventi): si tratta di accumuli detritici d’Italia a S e a E: il confine si estendeva viglia a fine giugno del 2009, ha procla- ghiacciaio della valle principale. Si in- a forma di lingua, di lobo o di goccia, più o meno dal lago di Garda (a SW) alle mato le Dolomiti “Patrimonio mondiale contrano anche rocce montonate, super- nettamente rilevati sul terreno circo- Tre Cime di Lavaredo (a NE). Con i trat- dell’Umanità”, con la motivazione che fici rocciose modellate in gobbe stante e sviluppati in lunghezza per al- tati post-bellici del 1919 tutte le Dolo- costituiscono uno dei più spettacolari e convesse, sagomate secondo la direzione cune decine di metri. Si possono miti diventarono parte dell’Italia. rappresentativi paesaggi montani del e il verso del movimento del ghiacciaio: osservare anche delle nivomorene, cor- Dal punto di vista economico-sociale, da mondo. Esse infatti sono state iscritte lisce e arrotondate sul lato controcor- doni di forma allungata o a festone, co- un’attività agricola e pastorale, caratte- nella lista dei beni naturali per i criteri rente, scabre e spezzate sul lato oppo- stituiti da detriti che, scivolando su rizzata da consuetudini più o meno rigide estetico-paesaggistico e geologico-geo- sto, a luoghi con caratteristiche superfici nevose, si accumulano alla base (maso chiuso, Regole d’Ampezzo, Comu- morfologico. striature. Fra gli accumuli detritici i più dei versanti. nità di Fiemme ecc.), si è passati, verso Di tutte le Dolomiti sono stati scelti nove diffusi sono quelli morenici: si tratta di Lungo l’itinerario o da alcuni punti d’os- la metà del ‘900, a un’economia legata differenti “sistemi”, che si integrano e si depositi litologicamente eterogenei e servazione panoramici, si possono osser- a un turismo estivo e invernale. Il turi- completano a documentare un insieme di granulometricamente compositi, in rela- vare alcune fra le più spettacolari cime smo di massa ha portato profonde modi- montagne straordinarie, di paesaggi zione alle caratteristiche geologiche del dolomitiche e alcuni fenomeni franosi di ficazioni anche nel paesaggio: unici, di rocce e di forme del rilievo, che bacino di provenienza, e con elementi varie tipologie ed entità, fra i quali l’im- l’espansione edilizia ha infatti cono- racconta in modo mirabile un lungo in- più o meno smussati, a seconda dell’en- ponente frana nei pressi di Corvara in sciuto ritmi frenetici e caratteri specu- tervallo della storia della Terra e processi tità del trasporto subito; si possono tro- Badìa. lativi, soprattutto nel ventennio geologici e geomorfologici di valore mon- vare grandi blocchi rocciosi (massi 1955–1975, con lo sviluppo di “seconde diale. erratici) frammisti ad argille e limi. Contesto storico – economico – sociale case” di vacanza e di una formidabile Altre forme del rilievo, dette perigla- Le Dolomiti si trovano nel settore NE del- rete di impianti di risalita a fune. Tutta- Descrizione della tappa N° 1: ciali, si sono prodotte all’esterno dei l’Italia, sono costituite da una quindicina via i cambiamenti più intensi hanno ri- Somadida (Auronzo) – ghiacciai, al di sotto del limite delle nevi di gruppi montuosi principali, separati da guardato la compagine sociale ed S. Vito di Cadore persistenti e comunque collegate al- vallate e valichi. Sono limitate a N dal economica, infatti in varie aree la popo- La tappa si sviluppa attraverso i gruppi l’azione del gelo. Fra quelle più diffuse fiume Rienza, a S dalle Prealpi venete, a lazione attiva è stata assorbita per la dolomitici del Sorapis (a NW) e delle sono le falde e i coni detritici, connessi E comprendono le Dolomiti friulane e a massima parte da attività direttamente Marmarole e dell’Antelao (a SE), risa- ai processi di frammentazione del gelo- W quelle di Brenta. o indirettamente connesse al turismo e lendo il versante destro della valle disgelo (gelifrazione). Tale materiale, Dal punto di vista storico, le Dolomiti fa- all’amministrazione, con la sopravvi- dell’Ansiei e scendendo lungo il versante che precipita per gravità al piede di un cevano parte dell’impero romano e, venza di alcune attività artigianali, sinistro della valle del Boite, torrenti versante, si dispone in depositi più o dopo la caduta di questo, furono luogo di dell’allevamento del bestiame e della entrambi affluenti di destra del Piave. meno acclivi, a seconda del materiale conquista da parte di varie popolazioni, coltivazione. Negli ultimi anni si sta tro- Dal punto di vista geologico si attraver- che lo costituisce, formando una falda dagli Unni via via fino ai Franchi. Succes- vando un nuovo equilibrio, attraverso la sano rocce comprese fra il Carnico e il (se il pendio è uniforme) o un cono (se è sivamente, per circa un millennio e fino regolamentazione delle nuove edifica- Giurassico inferiore, di composizione pre- convogliato da un canalone). Altre forme alla Grande Guerra (1915-18) erano di- zioni e una maggior attenzione all’am- valentemente calcarea o dolomitica. Dal periglaciali caratteristiche sono i rock vise fra l’Austria, nella parte N e NW, e biente. punto di vista geomorfologico è possibile

86 osservare forme del rilievo connesse ad 1:50.000 foglio 1 e 1:25.000 foglio 03 SE, si possono ammirare i circhi delle un recente glacialismo e a fenomeni at- Quota minima: Marmarole (fig. 5.4), bell’esempio di- Sosta N° 2 – Incrocio con l’ “Alta Via tuali di tipo essenzialmente periglaciale. S. Vito di Cadore – 1011 m dattico del retaggio dell’ultima pre- delle Dolomiti” (2047 m) Da lontano si possono ammirare esempi Quota massima: senza di ghiacciai di circo in queste Questo punto di osservazione è dominato molto didattici di morfologie strutturali. Forcella Grande – 2255 m montagne; volgendosi invece verso W, dal torrione calcareo (Calcari Grigi) della Dislivello totale in salita: 1120 m è visibile sul versante SE del Sorapis Torre Sabbioni, isolata tutt’intorno da fa- Accesso Dislivello totale in discesa: 1244 m una spettacolare piega sinclinale so- glie e fratture. I fianchi e il fondo della Partendo da Auronzo di Cadore, si per- Durata: 6 h spesa, che coinvolge gli strati della for- valle sono per gran parte costituiti da de- corre la strada statale n° 48 “delle Dolo- Lunghezza percorso: 15 km mazione dei Calcari Grigi (fig. 5.5). positi morenici, che si raccordano con i miti”, in direzione di Cortina d’Ampezzo, Livello di difficoltà: E Intorno alla quota di 1200 m il sentiero rilievi circostanti a luoghi modellati in fino alla località Ponte degli Alberi. Di qui procede lungo la valle di S.Vito, attra- forme di circhi glaciali. La roccia calca- si prende una strada forestale (sentiero n° Sosta N° 1 – Somadida (1135 m) versando via via falde detritiche e af- rea presenta una tipica morfologia car- 226), che attraversa il bosco di Somadida. La sosta d’inizio coincide con il luogo fioramenti di rocce dolomitiche sica a “campi solcati”, che si sviluppano di confluenza del rio di S.Vito con il (Dolomia Principale) e calcaree (Calcari sulle gradinate degli strati: si possono os- Partenza: Somadida (1135 m): Lat. N torrente Ansiei; il primo tratto della Grigi). Proseguendo, la valle (impostata servare solchi più o meno rettilinei o si-

46°31’50,29’’ – Long. E 12°16’56,44’’ tappa si svolge lungo il sentiero n° 226, lungo una faglia) si fa sempre più nuosi, combinati a vaschette di Auronzo di Cadore al Gruppo del Sella Da Arrivo: S.Vito di Cadore (1011 m): Lat. percorrendo all’inizio l’asse longitudi- stretta e le rocce appaiono a luoghi corrosione, cavità d’interstrato ecc. N 46°27’45,78’’ – Long. E 12°12’16,69’’ nale dell’ampio ventaglio del cono al- erose da cavità carsiche: queste, in oc- Base topografica: Carta topografica luvionale del rio suddetto. Proprio casione d’intensi piovaschi estivi, pos- per escursionisti, Editrice Tabacco: all’avvio della tappa, volgendosi verso sono fungere da risorgive.

Fig. 5.5 - Piega sinclinale rovesciata, che ha deformato strati di Calcari Grigi, sul versante SE del Sorapis. Fig. 5.4 – Circhi glaciali sulla vetta delle Marmarole Foto di Martin Price 87 numerose tracce tardo-glaciali più o Zoppa, si attraversa una serie di falde Sosta N° 3 – Forcella Grande (2255 m) meno mascherate da falde e coni detri- e colate di detrito, che si spingono fino Dal punto di vista geologico, i versanti tici (fig. 5.6): archi morenici, frane su all’abitato di S.Vito di Cadore. A valle e i picchi montuosi che circondano il ghiaccio, rocce montonate e depositi di questo, sul versante sinistro del tor- passo sono costituiti verso NE dalla for- morenici. Al di sotto di queste coltri de- rente Boite e sopra il paese di Borca, si mazione dei Calcari Grigi e verso SW da tritiche si presume possano esserci altri può osservare una morfologia a dossi e quella della Dolomia Principale. Le depositi morenici di età pleni-glaciale, contropendenze, corrispondente a vari rocce sono variamente intersecate da riferibili ad un apparato che spingeva la corpi di frana. L’area infatti è stata più faglie e fratture, con direzioni preva- sua massa di ghiaccio in direzione NE, volte coinvolta da fenomeni di “debris lenti N-S. Dal punto di vista geomorfo- entro la valle di S.Vito per confluire in flow” (colata di detrito); fra quelli di Fig. 5.7 – Profilo geologico schematico del logico, la forcella limita verso S quella dell’Ansiei. Pelmo. 1) formazioni di Wengen e di maggiore intensità è l’evento del 22 lu- un’ampia conca dominata dalle bastio- S.Cassiano; 2) Dolomia Cassiana; 3) glio 1868, che provocò 11 vittime. Un nate del Sorapis, della Croda Marcora e Sosta N° 4 – Rifugio S.Marco (1823 m) formazione di Travenanzes; 4) Dolomia episodio recente è avvenuto il 7 agosto Principale; 5) Calcari Grigi della Punta Taiola. La conca presenta Poco a monte del rifugio, in corrispon- 1996 ed ha invaso parte del paese sud- denza di un’incisione torrentizia, af- cornice in Dolomia Cassiana della Roc- detto, fino oltre la strada statale n° 51 fiora una delle sezioni stratigrafiche più chetta, che domina il tratto iniziale “di Alemagna”, con un fronte di 250 m significative della Formazione di Trave- della Tappa n° 2. (fig. 5.8). Il disastro (annunciato!) si è nanzes, interposta fra quella di Dürren- drammaticamente ripetuto il 18 luglio stein e la Dolomia Principale. Si tratta Sosta N° 5 – S.Vito di Cadore (1011 m) 2009… di più di 100 metri costituiti (dal basso Scendendo dal Rifugio S.Marco e incon- verso l’alto) da alternanze carbonatiche trando il Rifugio Scotter e la Baita della e detritiche fossilifere, da arenarie ne- rastre, da dolomie grigio-chiare e da marne, argilliti e dolomie varicolori. Dal rifugio stesso, volgendosi verso SW, si osserva una spettacolare panoramica morfo-strutturale del massiccio del Pelmo (fig. 5.7): è costituito dalle for- mazioni della Dolomia Principale e dei Calcari Grigi, in forma di ampia sincli- nale sospesa; sulla destra la depressione Fig. 5.8 – Effetto Fig. 5.6 - Schizzo geomorfologico della conca morfologica della Forcella Forada rivela del “debris a N di Forcella Grande. 1) roccia affiorante; flow”, che il 7 2) falda detritica; 3) cono detritico; la minor resistenza all’erosione della agosto 1996 ha 4) deposito morenico: 5) archetto morenico; Formazione di Travenanzes. Volgendosi invaso l’abitato 6) antico accumulo di frana su ghiaccio; invece verso W, si può vedere la lunga di Borca di 7) nicchia di distacco di frana; 8) sentiero Cadore 88 Quota massima: Fig. 5.9 – S.Vito di Cadore, nella valle Forcella Giau, 2360 m Descrizione della tappa N° 2: del Boite. Sullo S. Vito di Cadore – Passo Giau Dislivello totale in salita: 1479 m sfondo: al centro Questa tappa, agevole ma piuttosto Dislivello totale in discesa: 254 m Cortina d’Ampezzo, lunga, offre l’opportunità di attraver- Durata: 7 h a sinistra le Tofane, a destra il Sorapiss. sare affioramenti rocciosi di rocce do- Lunghezza percorso: 14 km Foto di Martin Price lomitiche e vulcano-clastiche di età dal Livello di difficoltà: E Ladinico al Retico e forme del rilievo di tipo soprattutto periglaciale e molto Sosta N° 1 – S.Vito di Cadore (1011 m) esemplari. Si possono rinvenire anche Il paese di S.Vito di Cadore (fig. 5.9) alcuni fossili particolarmente caratteri- giace sull’ampio cono alluvionale del rio stici ed importanti nelle formazioni di Secco, alla sua confluenza nel torrente S.Cassiano e della Dolomia Principale. Boite, sulla sinistra orografica di questo. E’ possibile infine raggiungere un sito Il lago di S.Vito ha avuto origine dal par- preistorico di straordinaria impor- ziale sbarramento della valle del Boite,

tanza, connesso alla sepoltura di un ad opera del suddetto cono alluvionale mente coinvolto in un movimento di rock m) (fig. 5.10), costituito di Dolomia prin- Auronzo di Cadore al Gruppo del Sella Da cacciatore di circa 7000 anni fa. che, fra l’altro, ha spostato il corso del glacier (“ghiacciaio” di pietre). Di qui si cipale; alla sua base e verso W, s’incon- torrente verso il versante destro della prosegue sul sentiero n° 436, che fino trano due archetti morenici, che Accesso valle. Dal lago ci si dirige verso W, attra- alla Forcella Ambrizola fa parte testimoniano l’ultima posizione di un Partendo da Pieve di Cadore, si percorre versando depositi detritici che, alle dell’“Alta Via delle Dolomiti”. Il percorso piccolo ghiacciaio di età tardo-glaciale. la strada statale n° 51 “di Alemagna”, in quote inferiori, sono di prevalente ori- è dominato dal Becco di Mezzodì (2603 Nei blocchi del detrito è possibile rinve- direzione di Cortina d’Ampezzo, fino al gine glaciale e poi di degradazione dei paese di S.Vito di Cadore. Di qui si rag- versanti. Al di sotto di queste coperture, giunge il Lago di S.Vito, da dove si prende a tratti affiorano rocce di origine vul- una strada forestale (sentiero n° 458). cano-clastica, riferibili al Gruppo di Wen- gen. Si prosegue sul medesimo sentiero Partenza: S.Vito di Cadore (1011 m): Lat. n° 458, di facile ma lungo cammino, fino N 46°27’45,78’’ – Long. E 12°12’16,69’’ al tabià Ruoibes, nei pressi del quale si Arrivo: Passo Giau (2236 m): Lat. N attraversano alcuni corpi di frana, pro- 46°28’57,06’’ – Long. E 12°02’48,54’’ venienti in parte dal versante a N, cioè Base topografica: Carta topografica per dalle pendici della Rocchetta, e in parte escursionisti, Editrice Tabacco: dal versante opposto. In corrispondenza 1:50.000 foglio 1 e 1:25.000 foglio 03 della Malga Prendera si attraversa un Quota minima: altro più antico accumulo di frana, pro- Fig. 5.10 Il Becco S.Vito di Cadore, 1011 m veniente dalla Rocchetta, e più recente- di Mezzodì

89 nire dei megalodonti (molluschi bivalvi Sullo sfondo è la depressione che ospita Fig.5.12 - Serie di argini fossili) (fig. 5.11), tipici della formazione un laghetto e all’orizzonte la vallata di detritici di dolomitica suddetta. Cortina d’Ampezzo, dominata dal M.Cri- nevaio, alla stallo. base della Cima Sosta N° 2 – Forcella Ambrizola Proseguendo lungo il sentiero n° 436 si Ambrizola (o da Lago) (2277 m) possono osservare alcuni argini detritici Da questo punto di osservazione, volgen- di nevaio (fig. 5.12), alla base del ver- dosi verso E, si può avere una suggestiva sante a SW della propaggine meridionale panoramica della conca di Fedèra, do- della Cima Ambrizola, e si attraversa un minata a W dall’imponente cresta in Do- tipico rock glacier, costituito da grossi lomia Principale della Croda da Lago. massi disposti in rughe concentriche a Nella conca si possono distinguere un ar- formare una lingua diretta verso W. Dalla gine morenico laterale (sulla sinistra), forcella, volgendosi verso S si ha una un archetto morenico (al centro) e nu- spettacolare panoramica del Pelmo, le merosi festoni detritici di valanga, pro- cui caratteristiche geologiche sono state venienti dai fianchi della Croda da Lago. descritte alla Sosta n° 4 della Tappa n° 1 storico di straordinaria importanza, con- quote così elevate delle Dolomiti. Il sito (dal Rifugio S.Marco). tenente lo scheletro di un cacciatore me- archeologico è ubicato in una conca, che solitico. Si tratta di una sepoltura rappresenta una vallecola glaciale “so- Sosta N° 3 – Mondeval de Sora strutturata e intenzionale, che costitui- spesa” sulla val Fiorentina; esso è posi- (2158 m) sce il primo rinvenimento del genere a zionato sotto un lato leggermente Le caratteristiche geologiche e geomor- fologiche dell’area sono raffigurate nello schizzo della fig. 5.13. In particolare af- fiorano (dalle più antiche alle più re- centi) le formazioni di Wengen (W), della Dolomia Cassiana (DC), di Dürrenstein (DU), di Travenanzes (T) e della Dolomia Principale (Dp). Fra i depositi quaternari si distinguono: falde e coni di detrito (1), accumuli di frana (2), argini detritici di nevaio (3), coni di ruscellamento con- centrato (4), accumuli di “debris flow” (5), rock glacier (6), detriti morenici (7). Fig. 5.13 – Schizzo geomorfologico della conca di Mondeval. 1) falde e coni detritici; 2) accumulo A 2150 m di quota è stato scoperto e stu- di frana; 3) argine detritico di nevaio; 4) cono di ruscellamento concentrato; 5) accumulo di Fig. 5.11 – Fossile di Megalodonte diato (Antonio Guerreschi) un sito prei- “debris flow”; 6) “rock glacier”; 7) deposito morenico; DP) Dolomia Principale; T) formazione di (Dolomia Principale), alto 30 cm Travenanzes; Du) formazione di Dürrenstein; DC) Dolomia Cassiana; W) gruppo di Wengen. 90 aggettante di un grosso masso erratico, il Civetta a S, la Marmolada a E, il Sella proveniente dai Lastoni di Formin e tra- a NE e il Nuvolau-Averau a N. Accesso sportato più in basso da un ghiacciaio nel Sul versante orientale del vicino Col Il Passo è sulla strada provinciale n° 638 Tardo-glaciale. Piombin sono visibili i detriti di scarto di e si raggiunge o da Cortina d’Ampezzo, La ricostruzione geomorfologica indica alcune miniere di galena e di blenda, in attraverso , o da Selva di Cadore, anche che nel Mesolitico, al centro parte attive fino al 1943. Inoltre, presso oppure anche dal Passo Falzarego, attra- della conca, vi era un piccolo specchio il passo, in comune di S.Vito di Cadore, verso Pocol. d’acqua. L’area presentava le caratte- si possono osservare delle incisioni rupe- ristiche tipiche dei luoghi che i caccia- stri, forse riferibili al culto del dio Mitra Partenza: Passo Giau (2236 m): Lat. N tori mesolitici prediligevano per gli (Dino Dibona). 46°28’57,06’’ – Long. E 12°02’48,54’’ insediamenti estivi in alta quota: in- Arrivo: Rif. Valparola (2168 m): Lat. N torno ai 2000 metri, in prossimità di Descrizione della tappa N° 3: 46°31’31,44’’ – Long. E 11°59’36,93’’ passi, vicino a laghetti, con possibilità Passo Giau – Rifugio Valparola Base topografica: Carta topografica per di addossare le tende a pareti di grossi Il percorso proposto è adatto ad escur- escursionisti, Editrice Tabacco: massi (fig. 5.14). sionisti sufficientemente esperti, com- 1:50.000 foglio 1 e 1:25.000 foglio 03

prende infatti anche un tratto di via Quota minima: incrocio con la strada Auronzo di Cadore al Gruppo del Sella Da Sosta N° 4 – Forcella Giau (2360 m) Fig. 5.15 – Resti di fossili nella formazione ferrata, per raggiungere il rifugio Nu- statale “delle Dolomiti”, 1960 m Per raggiungere la forcella si percorre un di S.Cassiano, ingranditi circa x 10 volau, da dove si possono ammirare al- Quota massima: versante attraversato da una serie di pic- cune fra le più spettacolari montagne Rifugio Nuvolau, 2575 m cole scarpate fra loro sub-parallele, dovute Arrivando alla forcella, al di sotto dei de- dolomitiche. Vengono tuttavia proposte Dislivello totale in salita: 547 m agli strati del Gruppo di Wengen, poco più triti di falda, a luoghi affiora la forma- anche due alternative, che permettono Dislivello totale in discesa: 615 m inclinati del pendìo, che mettono in rilievo zione di S. Cassiano ricca di microfossili di ricongiungersi al percorso principale Durata: 5 h le loro testate. Il laghetto delle Baste è (oloturie e foraminiferi) e di resti di cri- nei pressi delle ; queste Lunghezza percorso: 9 km proprio in una contropendenza fra una te- noidi, brachiopodi ed echinidi (fig. 5.15). costituiscono un caratteristico didat- Livello di difficoltà: E E stata e un piano di strato. L’importanza di questi fossili è notevole tico esempio di frana per espansione dal punto di vista paleontologico e sono laterale e per ribaltamento Nella se- Sosta N° 1 – Passo Giau (2236 m) stati oggetto di ricerca da parte di molti conda parte della tappa, fino al passo Dal passo, volgendosi verso N, la visuale è studiosi, fra i quali Rinaldo Zardini. di Valparola, è possibile visitare delle dominata dalla Gusela del Nuvolau (fig. interessanti vestigia della Prima 5.16), che rappresenta una scogliera car- Sosta N° 5 – Passo Giau (2236 m) Guerra Mondiale: due musei all’aperto bonatica (Dolomia Cassiana) coeva alla Il passo è ubicato in corrispondenza di ed un forte militare con annesso formazione marnoso-argillosa di San Cas- rocce prevalentemente arenacee del museo. Dal passo Falzarego una devia- siano. Questa affiora lungo il sentiero fra Gruppo di Wengen. Di qui si ha una splen- zione porta al castello medievale di An- circa la seconda metà del percorso e fino dida visuale di alcune fra le più spetta- draz, di particolare suggestione alla base della Gusela; lungo la prima Fig. 5.14 – Schizzo dell’insediamento colari vette delle Dolomiti: il Pelmo a SE, culturale e paesaggistica. metà affiora invece la formazione vul- mesolitico di Mondeval (Antonio Guerreschi) 91 Il castello di Andraz in un disegno del 1829 di Peter Favai 92 Il castellodi Andraz oggi

93 Da Auronzo di Cadore al Gruppo del Sella cano-clastica di Wengen. Il sentiero che si Fig. 5.16 - colari delle Dolomiti: quelle già indicate Gusela del diparte dal passo, dopo circa 250 m, si bi- per la panoramica dal passo Giau (sosta Nuvolau, dal forca: a destra è il n° 443, a sinistra il n° passo Giau n° 5 della tappa n° 2), con in più le To- 452. Questo aggira a W il Nuvolau e, alla fane verso NE (fig. 5.17), spaziando fino forcella del rifugio Averau, si ricongiunge all’Ortles e alle Alpi Austriache. Dal rifu- con quello qui descritto: è senz’altro più gio si scende attraverso un sentiero ri- facile, di livello “turistico”; attraversa pido, ma agevole fino alle Cinque Torri, macereti di frana e di falda, a luoghi in ancora entro una trincea di faglia, nel forma di rock glacier. Proseguendo invece primo tratto, e sopra ripiani della sco- verso N, dopo altri 300 m circa, il sentiero gliera dolomitica (Dolomia Cassiana), nel si biforca ancora: a sinistra si dirige verso secondo. il Nuvolau (sentiero n° 438), a destra ag- gira a E il Nuvolau, per ricongiungersi con Sosta N° 3 – Cinque Torri quello qui descritto alla località Cinque (Rifugio Scoiattoli) (2225 m) Torri (sosta n° 3): anche questo è facile, Le Cinque Torri (fig. 5.18) rappresentano di livello “escursionistico”; attraversa pre- corrisponde all’“Alta Via delle Dolo- zazione: è un percorso attrezzato, non uno spettacolare esempio di frana per valentemente macereti di frana e di falda. miti”, che porta fino al lago di Braies, e facile, da affrontare in sicurezza, fa- “espansione laterale” e per “ribalta- si affronta la via ferrata della Gusela. cendo attenzione per il pericolo di ca- mento”: si tratta di una serie di torrioni Sosta N° 2 – Rifugio Nuvolau (2575 m) La ferrata si insinua entro una trincea di duta sassi. dolomitici (Dolomia Principale) separati Dopo aver lasciato il sentiero n° 443, si faglia, limitata ai lati da una roccia do- Dal rifugio Nuvolau si ha un magnifico pa- da fratture beanti e poggianti su rocce prosegue lungo il sentiero n° 438, che lomitica molto fratturata dalla tettoniz- norama su molte delle vette più spetta- argillose (Formazione di Travenanzes) e

Fig. 5.17 – Le Tofane e (in primo piano) le Cinque Torri; dal rifugio Fig. 5.18 - Nuvolau Le Cinque Torri 94 quindi in precarie condizioni di equili- brio. L’imbibizione del substrato argilloso Descrizione della tappa n. 4: ne provoca l’instabilità, con movimenti Rifugio Valparola – Corvara di espansione laterale, che si trasmette in Badia ai torrioni provocandone ribaltamenti e La tappa inizia nei pressi del lago di crolli. Un recente episodio di ribalta- Valparola, che segna un punto dello mento è avvenuto nel giugno del 2004. spartiacque fra il bacino del Cordevole, Nei pressi è possibile visitare un museo quindi del Piave, a S e il bacino della all’aperto dedicato alla Prima Guerra Val Badia, quindi della Val d’Isarco e Mondiale (1915-18), con numerose posta- dell’Adige a N. Siamo nel cuore della zioni della linea difensiva italiana. regione dolomitica, in un’area attor- Dal rifugio Scoiattoli si prende il sentiero niata da cime tra le più famose, che lo 440 e si attraversa un bel esempio di rock Fig. 5.19 - Schizzo geomorfologico dell’area sguardo può abbracciare dal punto di glacier, coinvolgente detriti di frana ca- tra i passi Falzarego e Valparola. 1) falde e osservazione situato sulla cima del Pic- coni detritici in alimentazione; 2) detriti di duti dal versante N dell’Averau. Si arriva falda antichi; 3) accumulo di frana; 4) “rock colo Settsass. quindi ad incrociare la s.s. n° 48 (“delle glacier”; 5) argine detritico di nevaio; 6) Fig. 5.20 – Il castello di Andraz in un Nella parte iniziale, presso il lago di Auronzo di Cadore al Gruppo del Sella Da Dolomiti”), da dove è preferibile rag- arco morenico: 7) roccia affiorante disegno del 1829 di Peter Favai Valparola, dopo un breve tratto in di- giungere il passo Falzarego tramite il pa- famiglia del luogo e poi venduto al vescovo della Grande Guerra, con materiale pro- scesa, si procede in graduale e blanda rallelo sentiero che passa per il rifugio di Bressanone verso il 1200. Dopo varie e veniente dall’area del fronte bellico cir- salita verso il Settsass, sotto le ripide Col Gallina. complesse vicende divenne nel 1803 pro- costante. Tutto il territorio costituisce pareti in Dolomia Cassiana. Dalla sella prietà del governo austriaco. Nel 1853 un un altro interessante museo all’aperto fra i due Settsass si discende gradual- Sosta N° 4 – Passo Falzarego (2105 m) nuovo proprietario ne saccheggiò strutture (“del ”), con trincee, posta- mente lungo una cresta prativa, a luo- Il passo è situato in corrispondenza di un lignee, arredi e documenti. Nel 1986 la Re- zioni e gallerie. ghi fra macereti di rocce, fino al affioramento di rocce argillose della For- gione ne iniziò il restauro; ora è mazione di Travenanzes e della presenza sede di importanti manifestazioni culturali di una doppia linea di sovrascorrimento durante la stagione estiva. tettonico. Nell’area si possono osservare dei detriti di roccia dolomitica disposti ad Sosta N° 5 – Rifugio Valparola archetto morenico sormontati (verso N) da (2168 m) un rock glacier, da un macereto di frana e Dal Passo Falzarego si raggiunge il Passo Fig. 5.21 – Il forte da falde e coni di detrito (fig. 5.19). di Valparola per mezzo della strada pro- austriaco dei Tre Una breve deviazione lungo la s.s. n° 48 vinciale che conduce in Val Badia. Fra i Sassi, attualmente in restauro e sede verso S permette di visitare i resti del Ca- due passi è ubicato un forte austriaco di un Museo, in una stello di Andraz (fig. 5.20). E’ stato co- (“dei Tre Sassi”) (fig. 5.21) in corso di fotografia alla fine struito intorno all’anno 1000 da una restauro, sede di un interessante museo della Prima Guerra Mondiale 95 rifugio di Pralongià (punto di ristoro). prima di tutto i grandiosi spalti dolomi- simula un piccolo ghiacciaio e che è la S. Cassiano si possono rinvenire fossili Di qui si discende ancora lungo terreni tici delle Conturines, rotti da una cengia, causa principale dello sbarramento lacu- che hanno suscitato l’interesse dei pale- dissestati e ricchi d’acqua, fino a Cor- che si è impostata lungo un piano di so- stre. ontologi di tutto il mondo per l’eccezio- vara in Badia. vrascorrimento. Volgendo lo sguardo In prossimità del laghetto sono stati in- nale stato di conservazione e la verso i Lagazuoi, si vede la Dolomia Cas- dividuati due siti mesolitici, messi in evi- ricchezza della fauna: spugne calcaree, Accesso siana costituita di grossi blocchi detti denza da alcuni manufatti di selce e di alghe, radioli di echinodermi, piccoli Il rifugio è sulla strada provinciale che “megabrecce”. Guardando ad E, si nota di rocca. molluschi e anche coralli. Dalla cima del porta in Val Badia ed è quindi raggiungi- il piano inclinato che scende dai Settsass Dal rifugio si prende il sentiero n° 43, fin Piccolo Settsass, ove sono i resti di un os- bile sia dal Passo Falzarego, che dai paesi e che rappresenta una superficie strut- sotto il Piccolo Settsass. servatorio austriaco della Grande di La Villa e di S.Cassiano. turale della scogliera. Guerra, è possibile osservare numerose Gli elementi geomorfologici più evidenti Sosta N° 2 – Piccolo Settsass (2429 m) vette dolomitiche. Volgendosi verso E, da Partenza: Rif. Valparola (2168 m): Lat. fra qui e il Passo Falzarego sono illustrati Questo punto di osservazione è situato sinistra verso destra si distinguono: la To- N 46°31’31,44’’ – Long. E 11°59’36,93’’ nella fig. 5.19. Vi sono depositi morenici, sulla cima del Piccolo Settsass (fig. 5.22), fana di Rozes sovrastante i Lagazuoi, il Arrivo: Corvara in Badia (1568 m): Lat. costituiti da grossi blocchi dolomitici, costituito di Dolomia Cassiana. La sella Sasso di Stria, il Sorapis, la Croda Mar- N 46°32’49,16’’ – Long. E 11°52’23,94’’ che occupano il fondo della depressione poco a N è invece impostata su marne cora, I’Averau, il Nuvolau, i Lastoni di Base topografica: Carta topografica per fra i Lagazuoi e il Sasso di Stria: sono della Formazione di S.Cassiano. La cima Formin, il Cernera, sovrastato dal Pelmo. escursionisti, Editrice Tabacco: stati accumulati da un ghiacciaio di pen- è detta anche Sasso Richthofen, in onore Verso W, invece, il panorama è dominato 1:50.000 foglio 2 e 1:25.000 foglio 07 dio, che si appoggiava al versante dei La- del geologo pioniere che veniva a stu- dalla Marmolada, alla quale si frappone Quota minima: gazuoi, ultima traccia in questo settore diare queste zone; egli già nel 1860 rico- la catena Sasso Cappello - Monte Padon: Corvara in Badia, 1568 m del glacialismo quaternario: la sua età è nobbe che questi picchi rappresentano la si noti la diversa morfologia della prima Quota massima: ascrivibile al Tardo-glaciale, cioè fra testimonianza di antiche scogliere orga- (in rocce calcaree) rispetto alla seconda Piccolo Settsass, 2429 m 16.000 e 12.000 anni fa circa. Nivomo- nogene. Nelle marne della Formazione di (in rocce vulcaniche). A S il panorama è Dislivello totale in salita: 429 m rene si trovano sul versante sud-occiden- Fig. 5.22 – Il Dislivello totale in discesa: 1029 m tale dei Lagazuoi, a sovrastare i depositi Settsass (a Durata: 5 h morenici: formano due cordoni paralleli destra), che domina il Piccolo Lunghezza percorso: 11,5 km alla base del versante; li sovrastano Settsass (Sasso di Livello di difficoltà: E falde di detrito, che si raccordano alle Richthofen) in pareti dolomitiche. Una caratteristica Dolomia Cassiana. Nella Sosta N° 1 – Rifugio Valparola (2168 m) forma di rock glacier è situata a S del selletta fra i due Salendo al cocuzzolo appena dietro il ri- lago di Valparola: si tratta di un ammasso affiora la fugio, si osservano delle dolomie parti- di detriti, provenienti prevalentemente formazione di S.Cassiano (ricca colarmente fratturate e scagliate, in dall’accumulo morenico precedente- di fossili) e si contatto tettonico con argille e marne mente descritto. Questo corpo detritico rinvengono resti della Formazione di S. Cassiano. Ponendo forma una specie di lingua, con una serie di trincee della Prima Guerra lo sguardo verso la Valparola, si notano di solchi e di ondulazioni sul dorso, che Mondiale

96 Fig. 5.23 – Masso testimoniano che tutto l’altopiano di Pra- Si tratta di un lento movimento franoso, erratico di dolomia, longià era ricoperto da una massa di che dal crinale fra le località suddette che testimonia sul Pralongià la ghiaccio, estesa fin sopra i valichi dolo- scende verso Capanna Nera, coinvolge il copertura di mitici circostanti (Falzarego, Campolongo campo da golf, tutto il settore fra i torrenti ghiaccio durante e Gardena), cioè al di sopra dei 2.200 m. Chiesa e Rutorto e si arresta proprio sopra l’ultima glaciazione Dallo stesso punto di sosta si ha una spet- il paese di Corvara. Il dissesto ha iniziato tacolare vista del Gruppo del Sella (fig. la sua attività circa 10.000 anni fa, ricono- 5.24), meta della tappa n° 5. sciuta sulla base dei tronchi d’albero coin- volti nel movimento franoso e datati col Sosta N° 4 – Corvara in Badia (1568 m) metodo del radiocarbonio. Il fenomeno è Il versante rivolto a W e a SW fra le località tuttora attivo, con movimenti a volte e a di Pralongià e di Braida Fraina è costituito luoghi di alcuni decimetri, testimoniati da un imponente fenomeno di frana (fig. anche dai periodici dissesti della strada n. 5.25), che si estende fin’oltre i tornanti 244, del campo da golf e di alcuni manu- dominato dal Col di Lana, anch’esso in di S.Cassiano, in parte coperti da detrito della strada n. 244 del Passo di Campo- fatti. Fortunatamente l’abitato di Corvara

rocce vulcaniche del Gruppo di Wengen. eluviale e da grossi massi caduti dalle do- longo, all’incirca fra i km 33,500 e 35,500. non appare a rischio, perché la continua Auronzo di Cadore al Gruppo del Sella Da Di qui è possibile scorgere in volo qualche lomie sovrastanti. esemplare di aquila reale e incontrare branchi di camosci. La selletta e i luoghi Sosta N° 3 – Pralongià (2109 m) circostanti rivelano ampie tracce della Da questo punto di osservazione si pos- Grande Guerra: trincee, caverne con fe- sono dominare con lo sguardo altre spet- ritoie, filo spinato, pali ecc. Infatti qui tacolari vette dolomitiche: a W il erano insediate le truppe austriache, maestoso Gruppo del Sella, con la carat- mentre di fronte, sul Col di Lana, erano teristica cengia in corrispondenza della appostate quelle italiane: tutta l’area è Formazione di Travenanzes, e a NW l’al- stata teatro di sanguinosi combattimenti. trettanto grandioso Gruppo del Puez- Poco oltre il punto di osservazione si at- Gardenaccia-Odle, con a fronte il traversa un terreno molto dissestato, che torrione del Sassongher, dominante Cor- costituisce la corona di una grande vara in Badia. frana, che si estende fino in prossimità Dal Pralongià, una breve deviazione verso del paese di Cherz, sul fondovalle del N, in direzione del Piz Sorega, permette Cordevole. Più avanti (sempre lungo il d’incontrare dei massi erratici di dolo- sentiero n. 23), fino al rifugio di Pralon- mia, sopra i terreni della Formazione di già (punto di ristoro), si attraversano ter- S.Cassiano (fig. 5.23). Essi rappresentano reni argilloso-marnosi della Formazione rari ma importantii resti morenici, che Fig. 5.24 - Il Gruppo del Sella, meta della Tappa n° 5, con al centro l’arrivo dell’ovovia del Boé 97 Fig. 5.25 - Arrivo: Piz Boè (3152 m): Lat. N dato da vette montuose che superano i La frana di 46°30’41,8” – Long. E 11° 49’ 31,23” 2.500 metri di quota (Puez-Gardenaccia Corvara in Badia, con Base topografica: Carta topografica e Sella) ed è dominato dal torrione del l’ubicazione per escursionisti, Editrice Tabacco: Sassongher (fig. 5.26) (2665 m). La piana dei principali 1:50.000 foglio 2 e 1:25.000 foglio 07 di Corvara testimonia un antico specchio strumenti di misura Quota minima: lacustre, che misurava poco meno di 500 geotecnici. Corvara in Badia, 1568 m mq e si estendeva prevalentemente Foto di Quota massima: verso W. Il lago era stato originato dallo Alessandro Corsini Piz Boè, 3152 m sbarramento del rio Gadera ad opera di Dislivello totale in salita: 1584 m (dei una frana, a più riprese, staccatasi dalle quali circa 950 con impianti di risalita) pendici del gruppo Puez-Gardenaccia, al- Dislivello totale in discesa: pratica- l’altezza del Col Maladet. Il fenomeno mente tutto il percorso è in salita franoso principale è stato datato ad un Durata: 4 h più circa un’altra ora con periodo fra 10.500 e 7.200 anni fa, grazie gli impianti di risalita a misure radiometriche su resti di legno Lunghezza percorso: 7,5 km e di torbe rinvenuti all’interno di son- Livello di difficoltà: E daggi meccanici nel deposito lacustre. Partendo da Corvara, il primo tratto si Sosta N° 1 – Corvara in Badia (1568 m) percorre con l’ovovia del Boè, sorvo- azione erosiva dei torrenti Chiesa e Ru- rocce ubicate nell’area del Piz Boè, ap- Il paese di Corvara in Badia (fig. 26) è lando un versante prevalentemente co- torto riesce a smaltire tutto il materiale di partenenti alla formazione giurassica dei ubicato in un ampio fondovalle, circon- perto da bosco. frana proveniente via via da monte. “Calcari grigi” e a quella cretacica “del Puez”. Anche i terreni quaternari appar- Descrizione della tappa n. 5: tengono essenzialmente alle stesse tipo- Corvara in Badia – Piz Boè logie descritte precedentemente cioè La tappa inizia dal paese di Corvara in d’origine glaciale e periglaciale. Badia, importante località turistica estiva ed invernale. Il percorso si effettua gene- Accesso Fig. 5.26 - ralmente in due tratti: un primo fino alla Corvara in Badia si trova all’incrocio Il Sassongher, che sosta 3, con due impianti di risalita (ovo- delle strade del Passo di Campolongo domina Corvara in via Boè e seggiovia Vallon) e un secondo a (verso S) e della val Gardena (verso W). Badia; le nubi piedi, fino al Piz Boè. Le formazioni geo- simulano l’altezza più o meno logiche affioranti sono essenzialmente Partenza: Corvara in Badia (1568 m): raggiunta dai analoghe a quelle della tappa prece- Lat. N 46°32’49,16’’ – ghiacciai durante dente, con l’aggiunta di alcuni lembi di Long. E 11°52’23,94’’ l’ultima glaciazione 98 Fig. 5.28 - morene”, cordoni di forma allungata o a Il laghetto del Lech Sosta N° 2 – Arrivo ovovia del Boè festone, costituiti da detriti che, scivo- de Boa: a destra la (2198 m) scarpata di faglia lando su superfici nevose, si accumulano All’arrivo dell’ovovia (fig. 5.24), ci si af- all’origine della alla base dei versanti. faccia dal belvedere, volgendosi verso E depressione; al centro la conca e, percorrendo l’orizzonte da sinistra a rimodellata da processi Sosta N° 4 – Piz Boè (3152 m) destra, si può avere un’ampia panora- carsici e glaciali La salita al Piz Boè si attua percorrendo mica di molte cime dolomitiche: Contu- il sentiero n° 638, che non presenta par- rines, Tofane, Pelmo, Civetta e ticolari difficoltà, salvo alcuni tratti un Marmolada. Da questo punto di osserva- po’ ripidi e disagevoli. Si attraversano le zione è possibile analizzare in tutta la falde e i coni detritici, le “nivomorene” sua complessità la grande frana di Cor- e le morfologie glaciali, già osservate vara, descritta alla sosta n° 4 della dalle vicinanze del Rifugio Kostner, e le tappa 4. Proprio di fronte allo stesso metri il picco isolato del Crep da Munt Sosta N° 3 – Rifugio Kostner (2500 m) rocce dolomitiche. Arrivati sulla sommità punto di osservazione si erge a pochi (fig. 5.27), costituito dalla formazione Dall’arrivo della seggiovia fino al Rifugio del Sella, si può osservarne la superficie

dolomitica “di Dürrenstein”, inarcata da Kostner si attraversa una morfologia a strutturale, costituita di “Dolomia Princi- Auronzo di Cadore al Gruppo del Sella Da spinte tettoniche. gradini, depressioni, contropendenze e pale” (fig. 5.31). Di qui si ha una splen- Di qui la tappa si svolge lungo il sentiero macereti di detrito (fig. 5.29). Le conche dida panoramica delle più famose vette n° 638, oppure utilizzando la seggiovia più piccole, a perimetro sub-circolare, dolomitiche, dominate dalla Marmolada del Vallon. Dopo un breve percorso, si sono dovute a fenomeni carsici e pren- e dal suo ghiacciaio (fig. 5.32). giunge al Lech de Boa (2252 m) (fig. dono il nome di “doline”. Altre, più vaste Sul Piz Boè, vetta del Sella e punto più 5.28), laghetto contenuto in una conca- e irregolari, in genere delimitate verso elevato dell’itinerario, sono conservati i vità molto caratteristica, dovuta a più monte da alti gradini e verso valle da ac- resti isolati delle ultime fasi di sedimen- cause geologiche e geomorfologiche. In- cumuli di detrito dolomitico, fanno parte tazione nei periodi Giurassico e Creta- fatti inizialmente si è trattato di una di una tipica e complessa morfologia gla- cico (fino a circa 30 milioni di anni fa), depressione tettonica, dovuta ad una ciale: circhi anche a gradinata, conche avvenuta in un mare profondo fra i 1000 faglia, il cui piano sub-verticale è evi- di sovraescavazione, depositi morenici a e i 2000 metri. Le rocce più recenti sono denziato dalla parete strapiombante luoghi in forma di archetti, rocce “mon- costituite prevalentemente di marne fi- posta a W del lago. Successivamente la tonate” tipicamente levigate ecc. Vol- nemente stratificate e di colore rossastro conca ha subito importanti fenomeni gendosi verso il Gruppo del Sella, si e verdastro (“Marne del Puez”). In ge- erosivi sia ad opera di processi carsici possono osservare ripide pareti sub-ver- nere nella regione dolomitica queste for- (cioè di soluzione chimica della roccia ticali di dolomia, solcate da nette frat- mazioni, facilmente erodibili, non sono dolomitica), sia di processi glaciali (con- ture verticali e cinte al piede da falde e conservate; qui invece un fenomeno di nessi alla presenza di un piccolo ghiac- coni detritici (fig. 5.30). Altre forme ca- “sovrascorrimento” tettonico di una Fig. 5.27 – Crep da Munt: strati di dolomia di Dürrenstein in posizione sub-verticale ciaio di circo). ratteristiche e ben visibili sono le “nivo- placca di Dolomia Principale sopra le

99 Fig. 5.29 – Schizzo geomorfologico dell’area BIBLIOGRAFIA Panizza M. (1990) - Il fascino e le vi- circostante il rifugio Kostner. 1) scarpata strutturale; 2) Bosellini A. (1996) - Geologia delle cende della storia geomorfologica delle corpo di frana per crollo; Dolomiti. Athesia, Bolzano, 192 pp. Dolomiti. In: Comunità Montana Agor- 3) dolina e/o altra forma dina, Le Dolomiti un patrimonio da tu- carsica; 4) orlo di circo glaciale; 5) archetto Carton A., Soldati M. (1993) - Geomor- telare e amministrare, 19-31. morenico; 6) falde e coni phological features of the detritici; 7) sentiero. In (Italy). In: Panizza M., Soldati M., Ba- Panizza M. (a cura di) (1988-1991) – bianco è rappresentata la roccia affiorante (Dolomia rani D. (eds.), First Europ. Intens. Guide naturalistiche delle Dolomiti ve- Principale) Course on Appl. Geomorph. – Proceed., nete. Ediz Dolomiti, Cortina d’Am- Univers. Modena: 13-29 pezzo, 3 vol.

Coratza P., Marchetti M, Panizza M. Zardini R. (1980) – Fossili cassiani. Ediz. marne ne ha formato una specie di pia- e agevole valle glaciale “sospesa” di (2004) – Itinerari geologici-geomorfolo- Ghedina, Cortina d’Ampezzo, 29 pp. strone protettivo. Mezdì (sentiero n° 651), oppure verso il gici in Alta Badia. APT Corvara in Un accogliente punto di ristoro alla fine Passo Pordoi lungo i facili sentieri n° 638 Badia. 3 carte. dell’itinerario è rappresentato dalla Ca- e 627 e poi per mezzo dell’ovovia, che panna Fassa, proprio sotto il Piz Boè. Per porta al passo omonimo. Un’altra possi- Gianolla P., Micheletti C., Panizza M. il ritorno è possibile rifare all’inverso la bilità è quella di proseguire lungo la Via (2008) - Nomination of the Dolomites for tappa, oppure scendere verso la Val Gar- GeoAlpina, prendendo di qui l’itinerario inscription on the World Natural Heritage dena e Corvara attraverso la suggestiva che prosegue verso la Val di Fassa. List UNESCO. Dolomiti, Belluno,3 vol.

Fig. 5.30 - Scarpate del Sella in Dolomia Principale, Fig. 5.31 – La solcate da superficie fratture e cinte sommatale del alla base da falde Sella, in Dolomia e coni detritici principale 100 di Cadore:04369119 Azienda Promozione Turistica, S.Vito Cadore: 0437720243 Azienda Promozione Turistica, Selvadi in Badia:0471836176 Azienda Promozione Turistica, Corvara di Cadore:0435400161 Azienda Promozione Turistica, Auronzo zano: 0471307000 Azienda Promozione Turistica, Bol- 0437 940083 Azienda Promozione Turistica, Belluno: 0471 279750 Corpo forestaledelloStato,Bolzano: 0437 941985 Corpo forestaledelloStato,Belluno: Elenco numeriutilieservizi: Selva diCadore:0437720100 Museo civico“Vittorino Cazzetta”, dini”, Cortinad’Ampezzo:0436875002 Museo paleontologico“RinaldoZar- MUSEI salvo diversaindicazione Fotografie diMarioPanizza ton, Paola CoratzaeMauroMarchetti con lacollaborazionedi Alberto Car- [email protected] Università diModenaeReggio Emilia, Dipartimento diScienzedella Terra, Mario PANIZZA Autore: Principale Dolomia una scarpatain piano adestra Sella; inprimo dalla vettadel Marmolada ghiacciaio della Fig. 5.32–Il 101 Da Auronzo di Cadore al Gruppo del Sella