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_ Anno X N. 94 | Maggio 2021 | ISSN 2431 - 6739 [email protected] n. 94 W il 1° Maggio festa internazionale del lavoro. Il cinema rende omaggio Il mondo del lavoro nella storia del cinema Nel 1901, il pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo dipinge un quadro famoso, dal titolo Quarto Stato (operai, contadini, artigiani), che rappresenta un corteo di lavoratori, che avanzano compatti per rivendicare i loro diritti e conquistare un loro posto nella società: in esso – in maniera emble- matica – sono presenti tutti i lavoratori di cui qui ci occuperemo, visti attraverso il mondo del cinema, e anche tutti quelli che non avremo la pos- sibilità di trattare e tratteggiare Il Primo Maggio Stati Uniti, Chicago, 1886: un gran numero di lavoratori è in scio- pero da diversi giorni, manifestando per il mancato rispetto della legge che istituiva il Nino Genovese tetto delle otto ore la- vorative al giorno; durante una di queste ma- nifestazioni, la polizia spara sulla folla, ucciden- do due persone, il che porta come conseguenza altre dure proteste, a loro volta represse con la forza. Così, il primo maggio, si arriva alla gran- de manifestazione di Haymarket, la piazza del mercato delle macchine agricole, durante la quale, però, muoiono altre persone a causa di un attentato esplosivo. Gli organizzatori della manifestazione (o presunti tali) vengono ar- restati e processati; sette di loro sono condan- nati a morte, con prove molto incerte o inesi- stenti; due condanne vengono trasformate in ergastoli; un condannato a morte si uccide in “L’uscita degli operai dalle officine lumière” (1895) dei fratelli Lumière prigione il giorno prima dell’esecuzione, altri quattro vengono “giustiziati” in carcere. Per all’aperto, ma che, ben presto, si trasforma in nuovi documenti desecretati, getta una nuova questo motivo, nel 1890, la Seconda Interna- dramma perché un attacco armato deciso dal- luce sul drammatico avvenimento. In Italia la zionale Socialista decide di promuovere in la mafia, con la complicità dei latifondisti, ricorrenza della Festa del lavoro è tradizional- tutto il mondo la Festa del lavoro o dei Lavora- porterà alla morte di undici persone e al feri- mente festeggiata anche con il “Concertone” tori, scegliendo come data emblematica pro- mento di altre ventisette; il bandito Salvatore di Roma, che – organizzato congiuntamente prio il primo maggio. Soppressa dal fascismo, Giuliano viene identificato come il capo degli dai sindacati CGIL, CISL e UIL e giunto alla tale festa, in Italia, viene ripristinata nel 1945. autori della strage, ma le ipotesi sui veri man- ventinovesima edizione – quest’anno, a causa Il primo maggio del 1947 duemila persone – danti sono state molteplici: tutto ciò viene del Covid, è trasmesso in streaming, per ricor- soprattutto contadini – manifestano contro il raccontato mirabilmente nel capolavoro Salva- dare, ancora una volta, quel lavoro, espressa- latifondismo a Portella della Ginestra, in pro- tore Giuliano (1962) di Francesco Rosi, cui, in mente citato nella nostra Costituzione, negli ar- vincia di Palermo, con una grande riunione che tempi più recenti, fa seguito Segreti di Stato ticoli 1 («L’Italia è una Repubblica assume le caratteristiche di una bella festa (2003) di Paolo Benvenuti, che, sulla base di segue a pag. successiva “C’è Speranza” Maggio 2021 di Pierfrancesco Uva 2 [email protected] segue da pag. precedente democratica fondata sul lavoro») e 4 («La Repub- blica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto»). Poteva il cinema dimenticarsi di questo argo- mento così importante, che riguarda tutti noi?!?... Il mondo operaio - Infatti, probabilmente non è un caso che il primo film in assoluto della storia del cinema riguardi (sia pure indirettamente) il mondo del lavoro. Era il 28 dicembre 1895 quando – a Parigi, presso il “Salon Indien”, ubicato nel seminter- rato del “Grand Café”, al 14 del Boulevard des Capucines, vicino l’Opera – 33 stupefatti spet- tatori dell’epoca assistettero a quella prima proiezione pubblica a pagamento - realizzata, con il “Cinematographe” di loro invenzione, dai fratelli Auguste e Louis Lumière - che co- stituisce la nascita “ufficiale” del cinema. Il “Tempi Moderni” (1936) di Charlie Chaplin) primo filmato di quel programma (composto ma ne costituisce solo il contesto per raccontare Paolo Chirumbolo in un saggio molto approfon- da 10 titoli) era L’Uscita dalle Officine Lumière qualcosa di diverso, Mimì metallurgico ferito dito: Il Posto dell’anima (2003) di Riccardo Mi- (La Sortie des Usines), peraltro già proiettata il nell’onore (1972) di Lina Wertmüller, con Gian- lani, che pone l’obiettivo sul dramma delle 22 marzo dello stesso anno, in cui si vede un carlo Giannini e Mariangela Melato, è un film “morti bianche”, oltre che sui licenziamenti e nutrito gruppo di operai (specialmente don- che pone sulla scena il mondo del lavoro, co- la disoccupazione; Mi piace lavorarere. Mobbing ne) che uscivano dalla fabbrica Lumière di la- me anche il successivo Tutto a posto e niente in (2004) di Cristiana Comencini, che affronta il stre fotografiche, a Montplaisir, periferia di ordine (1974), su alcuni emigrati a Milano e le tema della precarietà e delle vessazioni nel Lione. difficoltà che devono incontrare quotidiana- mondo del lavoro; La Febbre (2005) di Alessan- Il mondo del lavoro, con particolare riferimen- mente, e anche Romanzo popolare (1974) di Ma- dro D’Alatri, incentrato sul contrasto tra la ri- to agli operai, entra così nella storia del cinema rio Monicelli, con Ugo Tognazzi, Ornella Muti cerca del posto fisso e sicuro e il desiderio di e, da quel momento in poi, non ne esce più. e Michele Placido, cui fa da leit-motiv la canzo- realizzare i propri sogni. Il primo film del famoso regista sovieti- Altri film sulla precarietà del lavoro sono co Sergej M. Ejzenštein, realizzato nel Figli delle stelle (2010) di Lucio Pellegrini; 1925, riguarda uno Sciopero, organizza- Generazione 1000 euro (2009) di Massimo to, nel 1912, dagli operai di una fabbrica Venier; Scusate se esisto! (2014) di Riccardo per protesta e solidarietà nei confronti Milani, con Paola Cortellesi; Smetto quan- di un loro compagno che, accusato in- do voglio (2014) di Sydney Sibilia. giustamente di un furto, si era suicida- Da ricordare, poi, il regista ed attivista to; ma una rivolta sta alla base anche del britannico Ken Loach, che ha dedicato leggendario La Corazzata Potemkin (1925), tutta la sua opera cinematografica al così come anche nel film di carattere fan- mondo del lavoro e alle condizioni di tascientificoMetropolis (1927) di Fritz Lang. vita degli operai o dei ceti meno ab- Pochi anni dopo, una feroce satira, gio- bienti, dimostrandosi molto sensibile cata sul ritmo dell’umorismo, verso il la- verso i temi della sottomissione e ves- voro meccanizzato e alienato dell’opera- sazione del proletariato urbano e non io, inserito come un automa nella società facendo mancare critiche al governo industriale, è quella che effettua Charlie britannico, in particolare quello della Chaplin, nel film Tempi moderni del 1936. Thatcher; così, ecco film comeKes (1969), In Italia, invece, bisogna aspettare tem- Riff Raff (1991), Piovono pietre (1993), Lady- pi più recenti per individuare, ne La bird Ladybird (1994), In questo mondo libero “L’emigrante” (1915) di Febo Mari Classe operaia va in Paradiso (1971) di Elio (2007), La Parte degli angeli (2012), Io, Da- Petri, il film italiano più importante incentra- ne di Enzo Jannacci Vincenzina davanti alla fab- niel Blake (2016), e tanti altri. to sul mondo del lavoro, girato veramente in brica. Il mondo contadino una fabbrica (uno stabilimento di Novara in In precedenza, nel 1963, lo stesso Monicelli – Un altro regista italiano molto sensibile ai te- cui si producevano ascensori), in cui la rabbia anticipando il tema degli autunni caldi degli mi del lavoro è Ermanno Olmi, il cui sguardo, e l’alienazione del protagonista – un formida- operai delle grandi aziende – aveva trattato il ne L’Albero degli zoccoli (1978), si posa sulle po- bile Gian Maria Volontè – derivanti dalla tema delle lotte sindacali nell’ambito della so- vere vite di quattro famiglie di contadini e sul- meccanizzazione e spersonalizzazione del la- cietà capitalistica di fine Ottocento nel film I le loro dure condizioni lavorative, nella pro- voro, costituiscono l’emblema di un’intera Compagni. vincia bergamasca della fine dell’Ottocento; classe sottomessa e vilipesa nella sua dignità Nel film La Stella che non c’è (2006), tratto dal cosa che fa anche Bernardo Bertolucci nelle sociale ed umana. romanzo La Dismissione di Ermanno Rea, due parti del film Novecento (1976), in cui, at- D’altronde, non è un caso che l’operaio “perfetto” Gianni Amelio racconta il lungo viaggio dall’I- traverso uno “spaccato” della storia d’Italia nella sia considerato, nel film Omicron (1963) di Ugo talia alla Cina dell’operaio di uno stabilimento prima metà del XX secolo, si sofferma in parti- Gregoretti, quello del cui corpo si impossessa un siderurgico (Sergio Castellitto) per rimediare colare sul mondo contadino; ma molti altri sono alieno, facendolo diventare quasi un robot, una a un errore da lui commesso nella vendita ai i film che cercano di analizzare l’anima origina- macchina perfetta per eseguire il suo lavoro. Cinesi di un altoforno. ria profondamente contadina del nostro Paese. Ed anche se non è il tema principale del film, Vi sono, poi, tre film “particolari”, ricordati da segue a pag. successiva 3 n. 94 segue da pag. precedente