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Anno X N. 94 | Maggio 2021 | ISSN 2431 - 6739

[email protected] n. 94

W il 1° Maggio festa internazionale del lavoro. Il cinema rende omaggio Il mondo del lavoro nella storia del cinema Nel 1901, il pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo dipinge un quadro famoso, dal titolo Quarto Stato (operai, contadini, artigiani), che rappresenta un corteo di lavoratori, che avanzano compatti per rivendicare i loro diritti e conquistare un loro posto nella società: in esso – in maniera emble- matica – sono presenti tutti i lavoratori di cui qui ci occuperemo, visti attraverso il mondo del cinema, e anche tutti quelli che non avremo la pos- sibilità di trattare e tratteggiare

Il Primo Maggio Stati Uniti, Chicago, 1886: un gran numero di lavoratori è in scio- pero da diversi giorni, manifestando per il mancato rispetto della legge che istituiva il Nino Genovese tetto delle otto ore la- vorative al giorno; durante una di queste ma- nifestazioni, la polizia spara sulla folla, ucciden- do due persone, il che porta come conseguenza altre dure proteste, a loro volta represse con la forza. Così, il primo maggio, si arriva alla gran- de manifestazione di Haymarket, la piazza del mercato delle macchine agricole, durante la quale, però, muoiono altre persone a causa di un attentato esplosivo. Gli organizzatori della manifestazione (o presunti tali) vengono ar- restati e processati; sette di loro sono condan- nati a morte, con prove molto incerte o inesi- stenti; due condanne vengono trasformate in ergastoli; un condannato a morte si uccide in “L’uscita degli operai dalle officine lumière” (1895) dei fratelli Lumière prigione il giorno prima dell’esecuzione, altri quattro vengono “giustiziati” in carcere. Per all’aperto, ma che, ben presto, si trasforma in nuovi documenti desecretati, getta una nuova questo motivo, nel 1890, la Seconda Interna- dramma perché un attacco armato deciso dal- luce sul drammatico avvenimento. In Italia la zionale Socialista decide di promuovere in la mafia, con la complicità dei latifondisti, ricorrenza della Festa del lavoro è tradizional- tutto il mondo la Festa del lavoro o dei Lavora- porterà alla morte di undici persone e al feri- mente festeggiata anche con il “Concertone” tori, scegliendo come data emblematica pro- mento di altre ventisette; il bandito Salvatore di Roma, che – organizzato congiuntamente prio il primo maggio. Soppressa dal fascismo, Giuliano viene identificato come il capo degli dai sindacati CGIL, CISL e UIL e giunto alla tale festa, in Italia, viene ripristinata nel 1945. autori della strage, ma le ipotesi sui veri man- ventinovesima edizione – quest’anno, a causa Il primo maggio del 1947 duemila persone – danti sono state molteplici: tutto ciò viene del Covid, è trasmesso in streaming, per ricor- soprattutto contadini – manifestano contro il raccontato mirabilmente nel capolavoro Salva- dare, ancora una volta, quel lavoro, espressa- latifondismo a Portella della Ginestra, in pro- tore Giuliano (1962) di Francesco Rosi, cui, in mente citato nella nostra Costituzione, negli ar- vincia di Palermo, con una grande riunione che tempi più recenti, fa seguito Segreti di Stato ticoli 1 («L’Italia è una Repubblica assume le caratteristiche di una bella festa (2003) di Paolo Benvenuti, che, sulla base di segue a pag. successiva

“C’è Speranza” Maggio 2021 di Pierfrancesco Uva 2 [email protected]

segue da pag. precedente democratica fondata sul lavoro») e 4 («La Repub- blica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto»). Poteva il cinema dimenticarsi di questo argo- mento così importante, che riguarda tutti noi?!?... Il mondo operaio - Infatti, probabilmente non è un caso che il primo film in assoluto della storia del cinema riguardi (sia pure indirettamente) il mondo del lavoro. Era il 28 dicembre 1895 quando – a Parigi, presso il “Salon Indien”, ubicato nel seminter- rato del “Grand Café”, al 14 del Boulevard des Capucines, vicino l’Opera – 33 stupefatti spet- tatori dell’epoca assistettero a quella prima proiezione pubblica a pagamento - realizzata, con il “Cinematographe” di loro invenzione, dai fratelli Auguste e Louis Lumière - che co- stituisce la nascita “ufficiale” del cinema. Il “Tempi Moderni” (1936) di Charlie Chaplin) primo filmato di quel programma (composto ma ne costituisce solo il contesto per raccontare Paolo Chirumbolo in un saggio molto approfon- da 10 titoli) era L’Uscita dalle Officine Lumière qualcosa di diverso, Mimì metallurgico ferito dito: Il Posto dell’anima (2003) di Riccardo Mi- (La Sortie des Usines), peraltro già proiettata il nell’onore (1972) di Lina Wertmüller, con Gian- lani, che pone l’obiettivo sul dramma delle 22 marzo dello stesso anno, in cui si vede un carlo Giannini e Mariangela Melato, è un film “morti bianche”, oltre che sui licenziamenti e nutrito gruppo di operai (specialmente don- che pone sulla scena il mondo del lavoro, co- la disoccupazione; Mi piace lavorarere. Mobbing ne) che uscivano dalla fabbrica Lumière di la- me anche il successivo Tutto a posto e niente in (2004) di Cristiana Comencini, che affronta il stre fotografiche, a Montplaisir, periferia di ordine (1974), su alcuni emigrati a Milano e le tema della precarietà e delle vessazioni nel Lione. difficoltà che devono incontrare quotidiana- mondo del lavoro; La Febbre (2005) di Alessan- Il mondo del lavoro, con particolare riferimen- mente, e anche Romanzo popolare (1974) di Ma- dro D’Alatri, incentrato sul contrasto tra la ri- to agli operai, entra così nella storia del cinema rio Monicelli, con Ugo Tognazzi, Ornella Muti cerca del posto fisso e sicuro e il desiderio di e, da quel momento in poi, non ne esce più. e Michele Placido, cui fa da leit-motiv la canzo- realizzare i propri sogni. Il primo film del famoso regista sovieti- Altri film sulla precarietà del lavoro sono co Sergej M. Ejzenštein, realizzato nel Figli delle stelle (2010) di Lucio Pellegrini; 1925, riguarda uno Sciopero, organizza- Generazione 1000 euro (2009) di Massimo to, nel 1912, dagli operai di una fabbrica Venier; Scusate se esisto! (2014) di Riccardo per protesta e solidarietà nei confronti Milani, con Paola Cortellesi; Smetto quan- di un loro compagno che, accusato in- do voglio (2014) di Sydney Sibilia. giustamente di un furto, si era suicida- Da ricordare, poi, il regista ed attivista to; ma una rivolta sta alla base anche del britannico Ken Loach, che ha dedicato leggendario La Corazzata Potemkin (1925), tutta la sua opera cinematografica al così come anche nel film di carattere fan- mondo del lavoro e alle condizioni di tascientificoMetropolis (1927) di Fritz Lang. vita degli operai o dei ceti meno ab- Pochi anni dopo, una feroce satira, gio- bienti, dimostrandosi molto sensibile cata sul ritmo dell’umorismo, verso il la- verso i temi della sottomissione e ves- voro meccanizzato e alienato dell’opera- sazione del proletariato urbano e non io, inserito come un automa nella società facendo mancare critiche al governo industriale, è quella che effettua Charlie britannico, in particolare quello della Chaplin, nel filmTempi moderni del 1936. Thatcher; così, ecco film comeKes (1969), In Italia, invece, bisogna aspettare tem- Riff Raff (1991), Piovono pietre (1993), Lady- pi più recenti per individuare, ne La bird Ladybird (1994), In questo mondo libero “L’emigrante” (1915) di Febo Mari Classe operaia va in Paradiso (1971) di Elio (2007), La Parte degli angeli (2012), Io, Da- Petri, il film italiano più importante incentra- ne di Enzo Jannacci Vincenzina davanti alla fab- niel Blake (2016), e tanti altri. to sul mondo del lavoro, girato veramente in brica. Il mondo contadino una fabbrica (uno stabilimento di Novara in In precedenza, nel 1963, lo stesso Monicelli – Un altro regista italiano molto sensibile ai te- cui si producevano ascensori), in cui la rabbia anticipando il tema degli autunni caldi degli mi del lavoro è Ermanno Olmi, il cui sguardo, e l’alienazione del protagonista – un formida- operai delle grandi aziende – aveva trattato il ne L’Albero degli zoccoli (1978), si posa sulle po- bile Gian Maria Volontè – derivanti dalla tema delle lotte sindacali nell’ambito della so- vere vite di quattro famiglie di contadini e sul- meccanizzazione e spersonalizzazione del la- cietà capitalistica di fine Ottocento nel film I le loro dure condizioni lavorative, nella pro- voro, costituiscono l’emblema di un’intera Compagni. vincia bergamasca della fine dell’Ottocento; classe sottomessa e vilipesa nella sua dignità Nel film La Stella che non c’è (2006), tratto dal cosa che fa anche Bernardo Bertolucci nelle sociale ed umana. romanzo La Dismissione di Ermanno Rea, due parti del film Novecento (1976), in cui, at- D’altronde, non è un caso che l’operaio “perfetto” Gianni Amelio racconta il lungo viaggio dall’I- traverso uno “spaccato” della storia d’Italia nella sia considerato, nel film Omicron (1963) di Ugo talia alla Cina dell’operaio di uno stabilimento prima metà del XX secolo, si sofferma in parti- Gregoretti, quello del cui corpo si impossessa un siderurgico (Sergio Castellitto) per rimediare colare sul mondo contadino; ma molti altri sono alieno, facendolo diventare quasi un robot, una a un errore da lui commesso nella vendita ai i film che cercano di analizzare l’anima origina- macchina perfetta per eseguire il suo lavoro. Cinesi di un altoforno. ria profondamente contadina del nostro Paese. Ed anche se non è il tema principale del film, Vi sono, poi, tre film “particolari”, ricordati da segue a pag. successiva 3 n. 94

segue da pag. precedente Il lavoro impiegatizio Se nel cinema Ermanno Olmi aveva esordito con Il Tempo si è fermato (1958), incentrato sulla solidarietà che si viene a creare tra due lavo- ratori, uno anziano e un giovane studente, che si trovano su una montagna isolata, come guardiani di una grande diga, il suo film suc- cessivo – Il Posto (1961) – offre un ritratto di un’Italia che sta cambiando profondamente, attraverso le vicende di due giovanissimi che, nella Milano caotica del boom economico, so- no alla ricerca di un posto fisso impiegatizio in una grande azienda; mentre è sempre Ol- mi a raccontare una sorta di emigrazione all’incontrario ne I Fidanzati (1963), con un operaio milanese mandato dalla sua azienda a lavorare in Sicilia. Il mondo impiegatizio – in questo caso quello bancario – visto soprattutto nei suoi aspetti negativi, è il protagonista anche del film Im- piegati (1985) di Pupi Avati, che – secondo lo stesso regista – costituisce una sorta di “rilet- tura” de Il Posto di Ermanno Olmi. Ma l’impiegato per antonomasia, sottomesso, “La classe operaia va in paradiso” (1971) di Elio Petri umiliato, bistrattato, perfino offeso ed insul- tato, è – naturalmente – il “nostro” Fantozzi poi, nello stesso anno, anche da Augusto Ge- in Nuovomondo (2006) di Emanuele Crialese, (“nostro” perché ciascuno di noi vi si può rico- nina in Tre storie proibite. con una nave di emigranti siciliani diretti a noscere), che, a partire dal primo film del 1975, Ma di lavoro, in Italia, ve n’è sempre poco, ed New York; ma sono moltissimi i film america- diretto da Luciano Salce, dà l’avvio ad una ve- allora bisogna avere il coraggio di andarsene, ni che tratteggiano la situazione degli Italiani ra e propria saga composta in totale da 10 film di cercarlo altrove. negli Stati Uniti, non sempre “mafiosi” di suc- (gli ultimi diretti da Neri Parenti), che getta Il tema dell’emigrazione cesso (come nella grande saga de Il Padrino, film uno sguardo tanto esilarante quanto dram- Ed infatti il problema dell’emigrazione verso diretti dall’italo-americano Francis Ford Coppola matico (spesso all’insegna del paradosso e del condizioni di vita migliori ha riguardato da e tratti dai romanzi di un altro italo-americano, surreale) sul mondo impiegatizio e sui mecca- sempre l’Italia (e non solo), con particolare ri- Mario Puzo), ma anche persone che si sono com- nismi perversi che ne caratterizzano l’identità. ferimento alle regioni del Sud (ma non solo); portate onestamente e hanno saputo inserirsi nei Le donne lavoratrici ed ecco – dopo l’unità d’Italia – un’emigrazio- gangli portanti della vita sociale ed economica Naturalmente, il mondo del lavoro riguarda ne verso i paesi più ricchi del Nord Europa o, della grande nazione; ricordiamo L’Emigrante anche le donne, che, al di là dei lavori tradizio- addirittura, oltre Oceano (Stati Uniti d’Ameri- (1973) di Pasquale Festa Campanile, con Adria- nali (la cura della casa, l’agricoltura, il settore ca, Argentina, Canada, Australia, ecc.). no Celentano, che emigra accontentandosi di infermieristico, dattilografe e segretarie, cas- Il primo film italiano sull’emigrazione, risa- esercitare mille umili mestieri; o Alberto Sor- siere, ecc.), al di là del mondo dello spettacolo lente al periodo del muto, è L’Emigrante (1915) di, che in Un Italiano in America (1967), da lui (attrici teatrali e cinematografiche, ma anche di e con Febo Mari (famoso divo e regista dell’e- diretto, finisce con il fare negli Stati Uniti lo cantanti e ballerine), con il passar del tempo poca del muto, di origine messinese), incentrato stesso lavoro (l’addetto a una pompa di benzi- assumono anche quei lavori che, prima, erano su un giovane costretto a trasferirsi in Argenti- na) che esercitava in Italia. ad appannaggio quasi esclusivo degli uomini, na per trovare un lavoro, che, però, non riuscen- L’emigrazione in Australia, molto consisten- come quello di dottoresse, avvocatesse, notai, do ad inserirsi nel nuovo, diverso contesto so- te, è raccontata nel film Bello, onesto, emigrato giudici e magistrati, imprenditrici, vigilesse, ciale, è costretto a rientrare in Italia, da sconfitto. Australia sposerebbe compaesana illibata (1971) di autiste, calciatrici, ecc. Un lavoro solo femmi- Sempre all’epoca del muto risale anche Dagli Luigi Zampa, con e Claudia Car- nile, però, è quello delle mondine di Riso ama- Appennini alle Ande (1916) di Umberto Paradisi, dinale; mentre uno spaccato dell’emigrazione ro (1949) di Giuseppe De Santis, con una splen- tratto dal noto romanzo omonimo di Edmon- in Canada è quello raccontato nel film La Sar- dida Silvana Mangano, in pantaloncini corti e do De Amicis. rasine (1992) di Paul Tana, su sceneggiatura di calze smagliate a mostrare le belle gambe, L’emigrazione verso l’Argentina (Paese anco- Bruno Ramirez (due autori di origine italia- mentre è chinata a raccogliere il riso; vi sono ra oggi pieno di abitanti di origine italiana, na), incentrato su un fatto vero, che ha per - naturalmente - le casalinghe (come la super- come rivelano i loro cognomi) è trattata in di- protagonista una famiglia di siciliani (rappre- ba del film del 1977 Una giornata versi altri film, tra cui Emigrantes (1948) di e sentati dal messinese Tano Cimarosa). particolare di Ettore Scola); le impiegate e con Aldo Fabrizi e Il Gaucho (1964) di Dino Risi, Invece, l’emigrazione (a volte avventurosa- quelle alla ricerca di un posto fisso impiegati- con Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Amedeo mente clandestina) verso la Francia si trova in zio, come Le Ragazze di Piazza di Spagna (1952) Nazzari. Ancora più frequente, naturalmente, Fuga in Francia (1948) di Mario Soldati e – so- di Luciano Emmer, sulla vita e i sogni di tre risulta l’emigrazione verso gli Stati Uniti, come prattutto – ne Il Cammino della speranza (1950) ragazze di estrazione popolare che lavorano dimostra la presenza di moltissimi italo-ameri- di Pietro Germi; mentre la Svizzera è meta co- come sarte; o quelle che lo cercano, come le cani, anche nel campo dello spettacolo, sebbene, stante di tanti emigrati (specie meridionali): e duecento ragazze, donne che, in attesa di un ormai, molti di essi di “italiano” abbiano conser- qui non si può non citare il bellissimo Pane e colloquio di lavoro, per ottenere un posto di vato solo il cognome: Rodolfo Valentino, Frank cioccolata (1974) di Franco Brusati, riguardante dattilografa, si accalcano sulle scale di una Capra, Mario Lanza, John Travolta, Martin Scor- un emigrato italiano in Svizzera, Nino Manfre- palazzina provocandone il crollo, con la morte sese, Francis Ford Coppola, Quentin Tarantino, di, che, per sfuggire alle vessazioni e discrimi- di una ragazza e il ferimento di molte altre: Al Pacino, Robert De Niro, John Turturro, Dan- nazioni cui è sottoposto, si tinge i capelli bion- fatto veramente accaduto, raccontato da Giu- ny De Vito, Joe Pesci, ecc... Questo viaggio della di e finge di essere svizzero, fino a quando, da seppe De Santis nel film Roma ore 11 (1952), e speranza verso il paese dei sogni è ricordato segue a pag. successiva 4 [email protected]

segue da pag. precedente da un bar affollato di tifosi svizzeri, durante la visione di una partita fra l’Italia e la Svizzera, non riesce a trattenersi dall’esultare in un gri- do liberatorio davanti a un goal dell’Italia, ri- affermando orgogliosamente la sua identità. Un altro film in cui si parla di emigrazione ri- guarda sempre Nino Manfredi, che lavora co- me cameriere in un ristorante di Londra, quando viene coinvolto in una rapina, in Spa- ghetti house (1982) di Giulio Paradisi. In precedenza, Rocco e i suoi fratelli (1960) di Luchino Visconti racconta, in maniera reali- sticamente pregnante, le vicissitudini di una povera famiglia lucana, costretta a lasciare il Sud in cerca di lavoro nella Milano industria- lizzata, alle soglie del “boom”; mentre il meno noto La Ragazza in vetrina (1961) di Luciano Emmer contiene una lunga sequenza su alcuni lavoratori intrappolati in una miniera (che ri- corda il drammatico fatto, veramente accadu- to, nel 1957, nella miniera belga di Marcinelle). Molto acuto è il modo in cui Gianni Amelio “Il cammino della speranza” (1950) di Pietro Germi tratta il tema dell’emigrazione in Così ridevano addosso (2006) di Costanza Quatriglio, Fuoco- (1964) di Henry Hathaway; e gli italiani Totò 3 (2006), attraverso la storia, sul finire degli an- ammare (2016) di Gianfranco Rosi, ecc. D - Il più comico spettacolo del mondo (1953) di ni Cinquanta, di due fratelli siciliani emigrati Altri lavori Mario Mattoli, con Totò; La Strada (1954) e I in una Torino caratterizzata dalla discrimina- Poi vi sono tutti gli altri tipi di lavoro, che è Clowns (1970) di Federico Fellini, ecc. zione nei confronti dei meridionali; mentre impossibile citare poiché ognuno di essi ri- Il mondo del giornalismo, poi, registra film co- Trevico-Torino. Viaggio nel Fiat Nam (1973) di Et- chiederebbe un articolo a parte. me Quarto potere (1941) di e con Orson Welles, tore Scola fa vedere un emigrante catapultato Comunque, ci piace ricordare, a volo d’uccel- L’Asso nella manica (1951) e Prima pagina (1974) en- all’interno dei cancelli della grande industria lo, in un rapidissimo excursus, diverse altre at- trambi di Billy Wilder, Tutti gli uomini del Presi- automobilistica torinese, costretto a fare i tività. Innanzitutto, il mondo della Scuola, dente (1976) di Alan J. Pakula, Quinto potere / conti con la catena di montaggio, come tanti con il delicato compito dell’insegnante che ha Network (1976) di Sidney Lumet, e tantissimi al- altri emigranti che, prima e dopo di lui, si so- a che fare con una realtà sempre diversa e ri- tri; da ricordare anche che il primo film di Fran- no trovati e si troveranno nelle sue stesse, dif- bollente: se vi sono tanti film americani ed in- cesco Calogero, La Gentilezza del tocco (1987), con- ficili condizioni. glesi che si svolgono nei vari colleges, tra cui il tiene una sequenza girata all’interno di una Ma se prima gli emigranti eravamo noi (e lo più famoso è sicuramente L’Attimo fuggente vera redazione giornalistica, quella della «Gaz- siamo stati per tantissimo tempo, andando (1989) di Peter Weir, con Robin Williams nei zetta del Sud», quotidiano di Messina; lo stesso nei paesi del Nord Europa ed anche Oltre Oce- panni di un professore anticonformista, che Calogero, insieme con Ninni Bruschetta, descri- ano e poi con un’emigrazione interna sulla cambierà la vita dei suoi studenti, in Italia ve il mondo del giornalismo girando a Taormina direttiva Sud-Nord), adesso la situazione si è possiamo ricordare film come La Scuola (1985) un film durante lo svolgimento della “Rasse- capovolta, poiché sono molti i “disperati”, pro- di Daniele Luchetti, Notte prima degli esami gna Cinematografica Internazionale” del venienti dai Paesi africani o dalle Filippine o (2006) di Fausto Brizzi, Immaturi (2011) di 1988, dal titolo Visioni private; e a lui possiamo dallo Sri Lanka, o anche da alcuni Paesi dell’Est Paolo Genovese, La Scuola più bella del mondo ascrivere anche l’unico film che abbia come (ad esempio, dall’Albania, su cui ricordiamo il (2014) di Luca Miniero; ma ci vengono in men- protagonista un lavoro tra i più trascurati, film Lamerica di Gianni Amelio, risalente al te anche due maestri molto “particolari”, come quello della guardia notturna, nel film Metro- 1994), per i quali l’Italia – anche grazie ai nu- Renato Pozzetto in Paolo Barca, maestro elemen- notte (2000) con Diego Abatantuono. merosi, stereotipati, edulcorati messaggi pub- tare praticamente nudista (1979) di Flavio Moghe- E, a proposito di “guardie”, vi sono i vigili ur- blicitari e filmati delle condizioni di vita otti- rini, o Paolo Villaggio in Io speriamo che me la ca- bani, come Guardia, Guardia scelta, Brigadiere e mali, che descrivono una realtà sicuramente vo (1992) di Lina Wertmüller; oppure, Alain Maresciallo (1956) di Mauro Bolognini, in cui i un po’ diversa da quella effettiva – è diventata Delon, affascinante professore di Italiano, sup- quattro zelanti personaggi del titolo sono ri- l’Eldorado, l’America, il paese dei sogni e della plente in un liceo classico di Rimini, che - nello spettivamente Alberto Sordi, Peppino De Fi- felicità, del benessere e della vita dignitosa. stupendo La Prima notte di quiete (1972) di Vale- lippo, Aldo Fabrizi, Gino Cervi; ma il più “cat- Infatti, ormai da molti anni a questa parte, rio Zurlini - indossa per tutto il film l’ormai tivo” di tutti è Alberto Sordi, che riprenderà e siamo noi Italiani a dover accogliere molti mitico cappotto di pelo di cammello (indossa- porterà all’esasperazione questo ruolo im- stranieri di varie nazionalità, che si acconten- to anche da Marlon Brando in Ultimo Tango a prontato all’inflessibilità nel film Il Vigile tano di esercitare anche i mestieri più umili Parigi di Bernardo Bertolucci); o anche Miche- (1960) di Luigi Zampa. (che molti compatrioti sdegnosamente rifiu- le Placido, il professore che fa le sue lezioni ai E come non ricordare i grandi detective ed in- tano); e il cinema ne racconta ancora una vol- giovani detenuti del carcere di Malaspina a vestigatori privati dei film noir americani, ma ta le difficoltà incontrate per integrarsi, la dif- Palermo, nel film Mery per sempre (1989) di anche inglesi, a partire dal grande Sherlock fidenza quando non l’ostracismo e il razzismo Marco Risi, che ripropone l’esperienza vera- Holmes? di cui diventano vittima (così come capitava mente vissuta da Aurelio Grimaldi. Come non ricordare il grande Commissario ai meridionali costretti ad emigrare nelle città Vi è il mondo del circo, molto “gettonato” dal Maigret (ottimo Jean Gabin in Francia e Gino del Nord o all’estero); ed ecco film come Pum- cinema di tutto il mondo; ricordiamo solo gli Cervi in Italia)? marò (1990) di Michele Placido, sui raccoglito- americani Il Circo (1928) di e con Charlie Negli Stati Uniti, tra le forze dell’ordine spicca- ri di pomodoro; Vesna va veloce (1996) di Carlo Chaplin; Il più grande spettacolo del mondo (1952) no personaggi come quelli di Serpico (1974) di Mazzacurati, Il Vento fa il suo giro (2005) di di Cecil B. De Mille; Trapezio (1956) di Carol Re- Sydney Lumet, con Al Pacino; de Gli intoccabili Giorgio Diritti, Quando sei nato non puoi più nascon- ed, con Burt Lancaster, Tony Curtis e la nostra Gi- (1987) di Brian De Palma, con Sean Connery, derti (2005) di Marco Tullio Giordana, Il Mondo na Lollobrigida; Il Circo e la sua grande avventura segue a pag. successiva 5 n. 94

segue da pag. precedente Kevin Costner, Robert de Niro, Andy Garcia; o come l’Ispettore Callaghan di una serie di film, cui presta il suo volto Clint Eastwood; ma an- che in Italia non mancano i nostri “eroi”. Moltissimi, ad esempio, sono i vari commis- sari delle fiction televisive: innanzitutto, il Commissario Cattani interpretato da Michele Placido nella serie televisiva di grande succes- so La Piovra; ovviamente vi è Il Commissario Montalbano e - via via - Il Commissario Nardone, L’Ispettore Coliandro, Il Commissario Manara, il Vice-questore Rocco Schiavone, Il Commissario Ricciardi, ecc.; nonché i protagonisti di alcuni “Riso amaro” (1949) di Giuseppe De Santis film importanti, come Il Commissario Pepe (1969) di Ettore Scola, con Ugo Tognazzi, op- Ragonese, Micaela Ramazzotti in Tutta la vita Così, se gli Amici miei della fortunata trilogia pure il commissario sui generis dello stupendo davanti, 2008, di Paolo Virzì); alle ballerine, can- sono dei personaggi che esercitano un’attività Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto tanti ed attrici di teatro o d’avanspettacolo (co- lavorativa, essi certamente al lavoro preferi- (1970) di Elio Petri, con un formidabile, ecce- me in Luci del Varietà, 1950, di scono una vita errabonda, una delle loro fre- zionale Gian Maria Volontè, o ancora Confes- e Federico Fellini o Polvere di stelle, 1973, di e quenti “zingarate”, che hanno la precedenza sione di un Commissario di Polizia al Procuratore con Alberto Sordi e Monica Vitti); ai bagnini su tutto; si pensi al grande Adolfo Celi, prima- della Repubblica (1971) di Damiano Damiani, Il (ad esempio, Bagnomaria, 1999, di e con Gior- rio chirurgo di un Ospedale, che rimanda l’in- Commissario Lo Gatto (1986) di Ettore Scola, gio Panariello); ai tassisti (Taxi driver, 1976, di tervento ad un paziente già pronto sul lettino con Lino Banfi, ecc. Martin Scorsese, con Robert De Niro; Il Tassi- della sala operatoria nel momento in cui si Vi sono, poi, i vari Carabinieri (ad esempio il naro, 1983, di e con Alberto Sordi; Taxisti di not- sente chiamare da fuori dai soliti amici. Maresciallo Cecchini interpretato da Nino te,1991, di Jim Jarmusch, con – fra gli altri – il Ed ecco I Vitelloni (1953) di Federico Fellini, Frassica nella serie televisiva Don Matteo) o i nostro Roberto Benigni); ai cantanti; perfino, giovani di provincia che trascorrono le loro Poliziotti interpreti di tanti film, come – ai gondolieri veneziani, nel filmVenezia, la Lu- giornate nell’ozio, tra il caffè, il biliardo, le per citarne solo qualcuno – il pittoresco poli- na e Tu / I Due Gondolieri del 1958 (sia pure in- passeggiate, gli amori inutili, i progetti non ziotto hippie Nico Naldini, chiamato Er Mon- terpretati da due “improbabili” veneziani co- realizzati; emblematica la scena in cui Alberto nezza, interpretato da Tomas Milian, o i Piedi- me Nino Manfredi e Alberto Sordi). Sordi, in macchina con altri amici “sfaccenda- piatti Renato Pozzetto ed Enrico Montesano, I pensionati ti”, sbeffeggia un gruppo di operai che faticano nel film di Carlo Vanzina del 1991; o gli Sbirri Vi sono poi i lavoratori che, per raggiunti li- sotto il sole, con il grido di «Lavoratorii!» seguito (2009) di Roberto Burchielli; o anche i militari miti di età o per motivi di salute, devono an- dal gesto dell’ombrello e da una pernacchia, quasi di professione. dare in pensione, intraprendendo una vita a a far vedere concretamente il contrasto fra due Ovviamente, non può mancare la descrizione volte impregnata di tristezza e di malinconici concezioni di vita molto diverse; i Leoni al sole del mondo medico, che concerne tantissimi ricordi; ed ecco il grande medico svedese in (1961) di Vittorio Caprioli, che si abbandonano film, alcuni drammatici (come Bisturi - La ma- viaggio per ricevere un importante premio al- alla dolcezza e alla struggente malinconia di fia bianca, 1973, di Luigi Zampa, con Enrico la carriera, nello stupendo Il Posto delle fragole una vita spensierata e gaudente; I Basilischi Maria Salerno e Gabriele Ferzetti) e altri in (1957) di Ingmar Bergman; il povero pensio- (1963) di Lina Wertmüller, giovani di un pae- chiave satirica ed umoristica (ma, per questo, nato italiano ridotto alla miseria, ottimamen- sino del Sud, che - come lucertole al sole - tra- non meno graffiante), comeIl Medico della mu- te descritto in Umberto D (1952) di Vittorio De scorrono le loro giornate nell’accidia e nell’a- tua (1968) di Luigi Zampa, e i film successivi Sica; Il Comandante (1962) di Paolo Heutsch, patia, senza voglia di fare nulla; i ragazzi incentrati sullo stesso argomento, con Alberto con Totò nei panni di un colonnello in pensio- perditempo e dediti all’ozio di Santa Maradona Sordi nei panni del prof. Guido Tersilli. ne, che cerca di rendersi utile combinandone (2000) di Marco Ponti; e – per finire – Toni E il mondo dello sport? Anch’esso è un lavoro di tutti i colori; i vecchietti che acquistano ener- Servillo, giornalista che trascorre le sue gior- quando assume i connotati della professiona- gia e giovinezza venendo a contatto con dei nate a vagare fra gli eventi mondani della Ro- lità, e il cinema ha trattato a iosa argomenti come bozzoli alieni nelle acque di una piscina, in ma degli anni 2000, ne La Grande bellezza quelli del calcio (sport nazionale per eccellenza), Cocoon (1985) di Ron Howard; i vari ospiti delle (2013) di Paolo Sorrentino, così come Marcello del ciclismo, del pugilato, dell’atletica, ecc. Case di riposo per anziani, ecc. Mastroianni, anche lui giornalista, aveva fatto Insomma, chi più ne ha, più ne metta, ché, Sempre meglio che lavorare nella Roma degli anni Sessanta, ugualmente tanto, il cinema non si è dimenticato proprio A mo’ di postilla conclusiva, per chiudere con cinica e superficiale, minata dalla noia di vive- di nessuno: pensiamo a Il Ferroviere diretto ed un sorriso, accanto a un mondo di persone re, ne La Dolce vita (1960) di Federico Fellini. interpretato da Pietro Germi; al proiezionista che hanno dedicato tutta la loro esistenza al Per tutti questi giovani, e per molti altri, que- Alfredo, interpretato da Philippe Noiret, in lavoro, visto in tutte le sue numerose espres- sta loro vita apparentemente “inutile” e senza Nuovo Cinema Paradiso, 1988, di Giuseppe Tor- sioni e sfaccettature, ricordiamo anche quelli significato costituisce, invece, una valvola di natore; ai cuochi di tanti film (per esempio, che non vogliono proprio lavorare, e non tan- sfogo all’incasellamento nella società lavorati- Tutte le donne della mia vita, 2007, di Simona Iz- to perché un lavoro non ce l’hanno e nemme- va, che li vuole “inseriti” ed “integrati”, mentre zo, con Luca Zingaretti, nei panni di un noto no lo cercano, ma perché esso costituisce qua- invece per loro lavorare è un male da evitare a chef) e ai tanti camerieri e “ristoratori”; ai ca- si l’opposto della loro idea di vita, basata su tutti i costi, tanto che qualsiasi cosa è Sempre mionisti (Il Bestione, 1974, di Sergio Corbucci, sogni ed ideali molto diversi dalla routine del meglio che lavorare (come recita il titolo del film con Giancarlo Giannini e Michel Constantin); lavoro quotidiano, considerato quasi come es- del 2016, scritto, diretto e interpretato dal trio ai dentisti (il Silvio Orlando di Un’altra vita, senza di una società borghese e capitalistica, romano The Pills, composto da Matteo Corra- 1992, di Carlo Mazzacurati, o quelli di Denti, incentrata sul business, sugli affari, sul guada- dini, Luigi Di Capua e Luca Vecchi)!... 2000, di Gabriele Salvatores); agli orchestrali di gno, sul “dio denaro”; una vita, insomma, vi- Ma, spesso, la vita non perdona e si prende la Prova d’orchestra, 1979, di Federico Fellini; alle sta esclusivamente sub specie oeconomica e lavo- rivincita!... lavoratrici di un’industria tessile in crisi, in 7 rativa, lontana dai loro sogni e dai loro ideali minuti (2016) di Michele Placido, o a quelle dei di libertà, indipendenza, ricerca del nuovo, vari call-center (come Sabrina Ferilli, Isabella del diverso, dell’avventura. Nino Genovese 6 [email protected] Un movimento culturale cinematografico presente nella storia Il 14 Aprile diventerà la Giornata Internazionale del Circolo del Cinema

La Giornata Nazionale del Cineclub (National Cineclub Day) viene ricordata in Portogallo il 14 aprile di ogni anno con l’intento di evidenziare la realtà di una originale e universale esperienza associativa cinematografica, strettamente legata alla storia dei Cineclub e all’importante funzione educativa che questi hanno avuto e hanno ancora nel mon- do. Questa promozione nazionale da parte della Federazione portoghese dei Cineclub o Circoli del Cinema che dir si voglia, è volta a valorizzare la specifica funzione culturale e associativa che i cineclub hanno nella formazione di un nuovo pubblico. La Giornata Nazionale del Cineclub ha oggi come obiettivo far conoscere il lavoro svolto e le diverse manifestazioni dei vari circoli locali, favorire la nascita di nuovi Cineclub e ampliare l’adesione di nuovi associati. Tale Giornata vuole anche essere un’occasione particola- re di riflessione volta a sviluppare nuove strategie per far crescere la formazione del pubblico, ampliare la conoscenza alle diversità culturali dei popoli e far crescere un circuito culturale cinematografico alternativo al sistema cinematografico esclusiva- https://www.fpcc.pt/ mente commerciale. La Giornata Nazionale del Cineclub, approvata nel Novembre 2018 dall’Assemblea Generale della FPCC – Federazio- ne Portoghese dei Cineclub, è stata già realizzata in due edizioni, nel 2019 e nel 2020. Nell’anno in corso, il 2021, è stato inviato dagli organizzatori del National Cineclub Day un messaggio al Presidente dell’IFFS – International Federation of Film Societies Joao Paulo Macedo, col quale gli si propone la creazione della Giornata Internazionale IFFS – International Federation of del Circolo del Cinema. Il presidente Macedo ha già manifestato il proprio apprezzamento e sostegno all’iniziativa con Film Societies la lettera che segue e che Diari di Cineclub ha il piacere di pubblicare in tre lingue: italiano, portogrese, inglese. DdC 14 aprile 2021 - Gior- 14 de Abril de 2021 – April 14th, 2021 – nata Nazionale del Dia Nacional do Cine- National Day of Film Cineclub (Portogallo) clube Societies (Portugal) Nel tempo stabilito, il Em boa hora a Direcção da Federação Portu- In good time, the Board of FPCC - Portuguese Consiglio della FPCC - guesa de Cineclubes propôs a realização do Federation of Film Societies proposed the ce- Federazione Portoghe- Dia Nacional do Cineclube, comemorado pela lebration of the National Day of the Cineclub, se dei Circoli del Cine- primeira vez em 2019, e proposto à FICC – Fe- held for the first time in 2019. It was proposed ma ha celebrato la deração Internacional de Cineclubes para o to the IFFS - International Federation of Film Giornata Nazionale dei seu estabelecimento internacional, onde será Societies for its international establishment, Circoli del Cinema, or- objecto de apreciação. where it will be the object of appreciation. ganizzata per la prima Completam-se nesta data 114 anos da criação The first Film Society was founded 114 years Joao Paulo Macedo volta nel 2019. In que- do primeiro cineclube e, 38 anos menos um dia ago, today. Thirty eight years less a day later, sto ultimo incontro è emersa una proposta in- depois, da criação do primeiro Cineclube Por- the first Portuguese film club was founded in dirizzata direttamente alla IFFS - Federazione tuguês – o Cineclube do Porto. Cruzam-se hi- the city of Oporto: the Cineclube of Porto. Sto- internazionale dei Circoli del Cinema, affinché stórias de resistência e luta, de cultura e cinema. ries of resistance and struggle, culture and ci- tale Giornata possa avere una proiezione inter- A criação do primeiro cineclube em Paris, em nema intersect. nazionale, cosa che sarà sicuramente oggetto di 1907, por Edmond Benoit-Lévy, abriu o pri- The foundation of the first Film Society (Paris, specifico esame da parte della sua dirigenza. meiro capítulo da história do movimento cine- 1907) by Edmond Benoit-Lévy opened the first Il primo Cineclub fu fondato 114 anni fa, pro- clubista, fundamental na cultura do século chapter of the Film Societies’ Movement, a prio nel giorno del 14 Aprile. Ed esattamente XX. O movimento começa a ganhar expressão fundamental step in the culture of the 20th trentotto anni fa meno un giorno da quella da- primeiro na Europa e, depois, na América Lati- century. The movement starts to gain expres- ta, nella città di Oporto viene fondato il primo na nas décadas seguintes. A criação da FICC – sion first in Europe and then in Latin America, Cineclub portoghese: il Cineclub di Porto. Da Federação Internacional de Cineclubes, em in the following decades. The creation of the allora storie di resistenza e lotta, di cultura e Outubro de 1947, durante o Festival de Cinema IFFS – International federation of Film Socie- cinema si sono intrecciate. de Cannes possibilitou a articulação e coope- ties during the Cannes Film Festival (October, La fondazione del primo Cineclub (Parigi, ração internacionais, a partilha de experiênc- 1947) enabled international articulation and 1907) si realizzò con Edmond Benoit-Lévy che ias, a circulação de filmes e o reconhecimento cooperation, the sharing of experiences, the ebbe il merito di aprire il primo capitolo del entre pares do trabalho desenvolvido em cada circulation of films and the recognition among Movimento dei Cineclub, un passaggio decisi- nação. peers of the work developed in each nation. vo per la cultura del XX secolo. Tale Movimen- Os Cineclubes são colectivos populares, próxi- Film Societies are popular collectives, close to to inizia a prendere forma prima in Europa e, mos do público, envolvidos com o público. Ga- the public, involved with the public. Ensuring successivamente nei decenni successivi, in rantindo a diversidade cultural e são pontos cultural diversity and the formation and disse- America Latina. La nascita della FICC – Féd- fundamentais formação e divulgação da cultu- mination of cinematographic culture are fun- èration Internationale des Ciné-Clubs (oggi ra cinematográfica. Os Cineclubes são um damental points. Film Societies are a demo- meglio conosciuta come IFFS - International espaço democrático, participado e enquadra- cratic space participated and framed in their Federation of Film Societies) durante il Festi- do na sua comunidade, capaz de activar envol- community, capable of activating involvement val di Cannes nell’Ottobre del 1947, determinò vimento e cumplicidade, partilha e aprendiza- and complicity, sharing and learning, valuing l’articolazione e la cooperazione del nuovo gem, valorizando o Cinema e as Pessoas. Cinema and People. Movimento sul piano internazionale, avviando la O Dia do Cineclube pode parecer um mero Cineclub Day may seem like a mere comme- condivisione tra le diverse esperienze nazionali, evento comemorativo, mais do que isso, deve morative event, more than that, it should be a segue a pag. successiva segue a pag. successiva segue a pag. successiva 7 n. 94

segue da pag. precedente segue da pag. precedente segue da pag. precedente divulgando la circolazione di film e il ricono- scimento tra pari del lavoro culturale cinema- tografico che si sviluppava in ciascuna realtà sociale (non presente nell’originale: è sempre del 1947 la fondazione presieduta dal regista Antonio Pietrangeli della FICC – Federazione Italiana dei Circoli del Cinema, la prima in Ita- lia a nascere delle Associazioni Nazionali di Cultura Cinematografica aderendo da subito alla Fédèration Internationale des Ciné- Clubs). I Cineclub o Circoli del Cinema sono collettivi popolari, associazioni del pubblico, organizza- ti dal pubblico. I punti fondamentali della loro ser um momento para reflectirmos sobre a im- azione, oltre alla diffusione della cultura cine- portância dos Cineclubes, o seu papel na co- matografica, riguardano il rispetto delle diver- munidade em que se inserem e a sua diferen- sità culturali e la formazione del pubblico. I ciação sobre outros exibidores de cinema, Circoli del Cinema sono quindi uno spazio de- ainda que não comerciais. mocratico partecipato che si colloca all’interno Na actualidade e nos tempos conturbados que della propria comunità, con l’intento di svilup- vivemos, somos confrontados com a forçada pare partecipazione attiva, condivisione di co- individualização e limitação da nossa vida cul- noscenze, promozione del Cinema e forma- tural e social. O quadro de pandemia é um de- zione del pubblico. safio à manutenção da nossa comunidade ci- La Giornata Nazionale del Cineclub potrebbe neclubista e, importa reflectir, à definição do apparire come un puro evento commemorati- nosso papel após a pandemia. Será de relevar a vo, in realtà essa vuole rappresentare un mo- sua importância no retorno às salas, na saúde time to reflect on the importance of Cineclubes, mento specifico di riflessione sull’importanza colectiva e numa actividade que consiste, fun- their role in the community in which they ope- dei Cineclub nella società, sul loro ruolo for- damentalmente, em juntar pessoas para assi- rate and their differentiation from other cine- mativo nelle comunità in cui operano e sulla stir, apreciar e discutir o Cinema. ma exhibitors, although non-commercial ones. loro differente funzione rispetto ad altri eser- O esforço subsequente terá de ser o de con- Nowadays and in the troubled times that we centi cinematografici, anche tra quelli non di- struir pontes, preservar e desenvolver a unida- live, we face the forced individualization and chiaratamente commerciali. de, no respeito pela identidade de cada Cine- limitation of our cultural and social life. The Al giorno d’oggi e nei tempi difficili che com- clube e de cada pessoa envolvida. Uma unidade pandemic situation is a challenge to the main- plessivamente viviamo, siamo costretti ad af- feita de diferenças e de respeito pelos muitos tenance of our film society’s community and, frontare una individualizzazione forzata delle pontos de vista sobre o cinema, a actividade de it is important to reflect, to define our role af- attività e la limitazione della nostra vita cultu- cada Cineclube e a defesa intransigente do di- ter the pandemic. Its importance in returning rale e sociale. La situazione pandemica è una reito à participação pública no quadro institu- to the theatres, in collective health and in an sfida all’organizzazione delle comunità dei no- cional nacional. Unidos por objectivos comuns activity that consists, fundamentally, of bring- stri Circoli del Cinema e, cosa importante su a todos os Cineclubes no mundo inteiro: orga- ing people together to watch, enjoy and dis- cui ragionare, alla ridefinizione del ruolo nizar, servir e lutar pelos direitos do Público e cuss cinema. dell’associazionismo culturale cinematografi- pela Cultura Cinematográfica. The Chart of Tabor, proclaimed by Film Societ- co dopo la pandemia. E’ importante in questo A Carta de Tabor, proclamada pelos Cineclu- ies from around the world in 1987, defines the quadro ritornare al cinema, per sviluppare at- bes de todo o mundo em 1987, define os Direi- Rights of the Public, rights that are fought for tività culturali – certamente in piena sicurezza tos do Público, direitos por que se luta e que se and that are intended to be established as the rispetto alla salute pubblica - rivolte, fonda- pretendem estabelecer como bases da basis for Film Societies activities in a universal mentalmente, ad associare le persone per ve- actuação cineclubista de forma universal. Per- way, according to the local needs and possibil- dere film, crescere bene insieme discutendo di mitir ao público o direito de escolha e de aces- ities. Allow the public the right to choose and cinema. so à diversidade da produção cinematográfica, access the diversity of cinematographic pro- La Carta di Tabor, proclamata dalla Federazio- o direito de se educar, de ser livre e de ser inde- duction, the right to educate, to be free and to ne Internazionale dei Circoli del Cinema nel pendente. be independent. 1987, definisce in dieci punti la carta dei diritti Nós somos o Público! We are the Public! del pubblico; diritti per i quali ci si sente anco- Joao Paulo Macedo Joao Paulo Macedo ra impegnati e che risultano essere a tutt’oggi Presidente Iffs International Federation of Film Societies Presidente Iffs International Federation of Film Societies obiettivi universali imprescindibili nell’attivi- *Per leggere la Carta dei diritti del pubblico, detta Carta *Per leggere la Carta dei diritti del pubblico , detta Carta tà culturale dei Circoli del Cinema, in propor- di Tabor, clicca qui: https://bit.ly/32bQ5y3 di Tabor, clicca qui: https://bit.ly/32bQ5y3 zione alle specificità e alle possibilità di ognu- no di loro. Avendo l’obiettivo ultimo di consentire al pubblico il diritto di scelta critica rispetto alle differenti produzioni cinemato- grafiche, di poter creare per se stesso le condi- zioni del diritto di autoformarsi, in piena li- bertà e in modo indipendente. Noi siamo il pubblico!

Joao Paulo Macedo Presidente Iffs International Federation of Film Societies *Per leggere la Carta dei diritti del pubblico, detta Carta Immagini del laboratorio di animazione. Espalhafitas - di Tabor, clicca qui: https://bit.ly/32bQ5y3 Immagini sul palco - Espalhafitas (2018) Animaio 2016 8 [email protected] I Cineclub portoghesi promuovono la Gior- Cinema nata del Cineclub La rivista digitale della FPCC - Federazione Portoghese dei Cineclub La Federazione Portoghese dei Cine- A Federação Portuguesa de Cineclubes (FPCC) club (FPCC) ha stabilito la data del 14 Aprile co- assinala a 14 de Abril o dia do Cineclube. Na me la Giornata del Cineclub. Gli sviluppi per génese desta comemoração, em 2019, promo- questa ricorrenza, partita nel 2019 e promossa vemos, em conjunto com 23 cineclubes federa- da 23 circoli del cinema federati alla FPCC, dos na FPCC, um conjunto de diversas iniciati- hanno prodotto un insieme di iniziative cultu- vas, num programa que contou com o rali cinematografiche col riconoscimento e il reconhecimento e apoio do ICA -Instituto do sostegno dell’ICA - Istituto del Cinema e Au- Cinema e Audiovisual. Uma celebração que foi diovisivo. Una ricorrenza celebrativa che va além do dia, mas sobretudo da prática que nos oltre la giornata specifica e che consente la leva a reunir com regularidade e pensar coleti- possibilità alla FPCC di attivare regolarmente vamente sobre a imagem projectada e as reali- incontri collettivi per discutere di cinema e dades representadas. dei problemi delle realtà dei circoli. A FPCC escolheu o dia de 14 de Abril com base La FPCC ha scelto la data del 14 aprile sulla ba- em factos históricos, nomeadamente quando se di precisi riferimenti storici, e precisamente em 1907, Edmond-Benoit-Lévy, director da re- per il fatto che nel 1907, Edmond-Benoit-Lévy, vista Photo-Ciné-Gazette anuncia a fundação direttore della rivista Photo-Ciné-Gazette, ebbe do primeiro “ciné-club”, instalado no boule- ad annunciare la fondazione del primo “ciné- vard Montmartre, 5, em Paris. Este primeiro club”, che nasceva in Francia, a Parigi nel Viale “ciné-club” situava-se nas instalações do cine- Senza dubbio, dal 1974 in poi, il 2020 è stato di Montmartre, 5. La nascita di questo primo ma Pathé Omnia, um dos primeiros cinemas l’anno più difficile per il movimento dei cine- “ciné-club” si ebbe nei locali del cinema Pathé de Paris, inaugurado no ano anterior. Este club portoghesi. Il numero 47 della rivista Ci- Omnia, uno dei primi cinema di Parigi, inau- “ciné-club” propunha à sua comunidade um nema ha fatto un bilancio del 2020 sull’attività gurato l’anno precedente. Questo “ciné-club” local de reunião, uma sala de projecção, uma del movimento cineclubista, riportando le sue proponeva al proprio pubblico un luogo di in- biblioteca e um “boletim oficial do ciné-club”. diverse creative e resilienti iniziative. Un 2020 contro, una sala proiezioni, una biblioteca e un Em suma a comunhão da comunidade com a che ha ricordato anche la vita di Henrique “bollettino ufficiale del ciné-club”. Così, inizia- cultura e assim“trabalhar para o desenvolvi- Espírito Santo, straordinaria figura del cine- va l’organizzazione del pubblico attraverso la mento e progresso do cinematógrafo sob to- ma portoghese scomparso proprio in quest’an- cultura cinematografica con l’obiettivo di “la- dos os pontos de vista’’. no. A lui si è voluto dedicare il dossier speciale vorare per lo sviluppo e il progresso del cinema Este movimento colectivo cessou ao fim de di questo numero, con la partecipazione di cri- nel suo complesso’’. pouco tempo, mas é retomado em 1920 pelo re- tici, sceneggiatori e registi, in modo tale da es- Questo movimento associativo cessò dopo po- alizador Louis Delluc e alguns amigos, que sere ricordato dalle generazioni presenti e fu- co tempo, ma venne successivamente recupe- fundam no início do ano o Ciné-club de France ture del movimento cineclubista. rato nel 1920 dal regista Louis Delluc e da alcu- e, 11 dias depois, a 14 de Janeiro, o Journal do Nella nostra rivista Cinema, per la sezione C’e- ni suoi amici, che all’inizio di quell’anno Ciné-club que se dirigia aos “habitués do cine- ra una volta…, è stata presentata un’opera di fondarono il Ciné-club de France facendo nasce- ma” e procurava fidelizar um público ávido de Inês Fernandes sui processi di colorazione di re anche, dopo poco tempo, il 14 gennaio, il conhecimento e legitimar o cinema como arte. due film di Rino Lupo e Tiago Fernandes, pro- Giornale del Ciné-club per proporlo ai “fre- Em Portugal a história do Cineclubismo escre- ponendo inoltre di esaminare con attenzione quentatori del cinema” che già come pubblico veu-se também em colectivo. Na véspera de 14 il lavoro di Alexandre Gonçalves, uno dei regi- manifestavano un bisogno di conoscenza le- de abril, fundou-se em 1945, o Clube Português sti storici del nuovo cinema portoghese che gittimando l’idea del cinema come arte. de Cinematografia, mais conhecido como Ci- non può essere dimenticato. Anche in Portogallo la storia del Cineclubismo neclube do Porto, marcando o início do movi- Nell’anno che segna il 75 ° anniversario della è stata scritta in modo collettivo. Alla vigilia mento cineclubista nacional. Hoje celebramos nascita del Clube Português de Cinematogra- del 14 aprile del 1945, veniva fondato il circolo o 76.º aniversário do Clube Português de Cine- fia / Cineclube do Porto, ancora la rivistaCine - del cinema di Porto, meglio conosciuto come matografia/ Cineclube do Porto, o mais antigo ma ha intervistato José Alberto Pinto, collabo- Cineclub do Porto, segnando la nascita del mo- Cineclube em exercício e olhamos com dicoto- ratore di lunga data del più antico Cineclub vimento cineclubista nazionale. Quest’anno si mia para o futuro. Se 2020 foi um dos anos portoghese per ricordare i momenti più oscuri celebra il 76° anniversario del Cineclub/Circolo mais difíceis do movimento cineclubista, con- della storia del cineclubismo di Porto. del Cinema portoghese di Porto, il più vecchio templamos com optimismo o futuro, na espe- La rivista Cinema, organo della Federazione por- Cineclub in attività che ci consente di guarda- rança que se perceba, mais uma vez, que o cine- toghese dei cineclub, è stata fondata nel 1982 da re con dicotomia il futuro. Se il 2020 è stato clubismo é feito de resistência e irreverência, Henrique Alves Costa, primo direttore e figura di uno degli anni più difficili del movimento dei tenacidade e unidade, desafios e superação. spicco del movimento cineclubista. cineclub, vogliamo guardare al futuro prossi- Essa é também a força de uma Federação. Essa Nel corso dei decenni, la rivista si è affermata co- mo con ottimismo, nella speranza che si ripro- é a força do cineclubismo e aqui deixamos al- me voce del movimento dei Cineclub portoghesi. duca, ancora una volta, come il Cineclub sia gumas provas da enorme resiliência do Cine- La rivista Cinema è una pubblicazione digitale ad fatto di resistenza e irriverenza, di tenacia e clubismo Português. Não desmotivamos, em accesso gratuito tramite il sito web FPCC: https:// unità, di sfide e del loro superamento. 2022 vamos fazer uma grande festa! bit.ly/3vayD9g Questa è anche la forza di una Federazione. Um grande viva ao Cineclubismo! A cura della FPCC Questa è la tenacia del cineclubismo cinema- ca, Cine Clube de Viseu, Cine-club dell’isola di Terceira, fico straordinario, Torres Novas Cineclub, Club cinemato- tografico rappresentata qui dalla grande vo- Aurélio da Paz dos Reis Cineclub (Argument Prodigy - As- grafico di Vila do Conde, Barreiro Cineclub, Polpo Cine- lontà e resistenza del cineclubismo cinemato- sociação Cine-Equipa), Cine-reattore 24 film club, Cine- club, Cinema in Conversation - Il Cineclub di Maia , grafico portoghese. W il Cineclubismo! club di Bairrada / Club de Ancas, Cine Club di Guarda, Ribeira Grande Cinema Club, Chaves Cinema Club / Te- 50 Cuts Cinematographic Association, 9500 - Ponta Del- Cineclub dell’Università di Évora, Amarante Film Club, atro Sperimentale Flaviense, Club della cinematografia gada Cineclub, ABC - Lisbon Film Club, Ao Norte - Asso- Fafe Cineclub, Faro Film Club, Guimarães Film Club, portoghese - Porto Film Club, Espalhafitas - Abrantes Ci- ciazione di produzione audiovisiva e animazione, Center Cineclub di Joane, Monsoon Club, Santarém Cineclub, neclub / Abrantes Straw, Fest - Cineclub / Associazione for Cinematographic Studies / AAC ,Cine Clube de Avan- Tavira Cineclub, Tomar Film Club - Piano cinematogra- Culturale, Row K Cineclub, Zoom - Barcelos Cineclub 9 n. 94 Era di Maggio «…Ché loro non hanno/memoria del lavoro/e dei suoi abiti/di quando davvero il Capitale/ ebbe paura di noi/- o finse? - /dei nostri muchos Vietnam/da Berkeley alla Primavera di Praga/mica noi ci siamo dimenticati…»

Il tempo di primavera di Bruce Springsteen, Cassandra Wilson, America Latina e combatteva in Africa contro inoltrata non perde le Aretha Franklin, Eric Clapton, Bob Dylan. il comunismo cubano, nel mentre che in Italia rudezze di aprile, il The Weight è un canto ebbro. Così la prima la strategia della tensione la faceva da padro- più crudele dei mesi, strofa, in una traduzione letterale in italiano: na. Tutti ladri della speranza, profanatori del anche se il Primo Mag- «Mi spinsi verso Nazareth, mi sentivo quasi tempo di maggio. Gli utopisti, via via sceman- gio resta, così canta il mezzo morto, avevo bisogno di un posto dove ti, diradatisi, sempre meno massa coesa, ce- poeta Peppino Marotto, posare la testa. “Ehi, signore, può dirmi dove devano al capitalismo liberista e guerrafonda- sa Paska Manna, Pasqua un uomo potrebbe trovare un letto?” Con una io proprio sul terreno della speranza, sul Natalino Piras Grande, de su munnu faccia da grinfia mi strinse la mano, e, “No!” diritto alla dignità, al lavoro, alla coltivazione proletariu. Specie al tempo della peste che tutto fu tutto quello che disse. Togliti il peso Fan- del sogno dell’utopia. Addirittura in Italia il tende a fare diventare assenza. Se non ci fosse nie, toglilo liberamente, togliti il peso Fannie berlusconismo ha demonizzato la parola “uto- la memoria di Maggio, “carico di fiori, di rose e lascia che il peso cada su di me». pia”, ha voluto cancellarla dal vocabolario. e di viole”, cantava il Canzoniere In- Noi la rilanciamo. Come fenomeno ternazionale, a rendere fatto storico del globale e del locale. Paret unu maju l’assenza, a dare voce ai silenzi. vioritu, dice una canzone in lingua Il cinema attiva di continuo questa sarda, sembra tutto un fiorito mag- memoria storica individuale e collet- gio. Dico di quelli che adesso abbia- tiva, del singolo e di una e più comu- mo settant’anni e però non la smet- nità, in un interscambio di continen- tiamo di credere possibile un mondo ti. Il cinema rende vicino il lontano, nuovo. specie nel tempo di maggio. Abbiamo anche noi le scansioni, sto- Ancora prima del maggio francese, i riche e cinematografiche, da mette- prodromi del ’68, quello che da due re nel discorso. differenti punti di vista cantano Fa- C’è il maggio di Peppino Impastato e brizio De André (Storia di un impiega- di Aldo Moro che raccontano tra gli to, 1973) e Ivan Della Mea (Venne mag- altri i film ll caso Moro (1986) di Giu- gio, 1969) ci fu, nel settembre 1964 la seppe Ferrara, I cento passi (2000) di rivolta di Berkeley, in California, nei Marco Tullio Giordana, Buongiorno, campus universitari, i giovani che “Fragole e sangue” (1970) di Stuart Hagmann notte (2003) di Marco Bellocchio iniziano a manifestare per i diritti civili, con- In questa linea ebbra di The Weight potremmo Il 9 maggio del 1978, fu ritrovato in via Caeta- tro il razzismo, contro la guerra in Vietnam. allora dire che era di maggio quando a Berke- ni a Roma il corpo di Aldo Moro ucciso dopo La repressione di quella rivolta viene raccon- ley, a Londra, a Parigi, a Berlino, persino da 55 giorni di sequestro ad opera delle Brigate tata in Fragole e sangue (The Strawberry State- noi in Italia, iniziarono moti di speranza. La Rosse. Nel mentre che l’Italia e il mondo con- ment, 1970, Premio della giuria a Cannes) di contestazione del sistema occidentale, un canone sumavano in diretta l’elaborazione del lutto Stuart Hagmann. È l’altra faccia di Berkeley capitalistico – per invertire qui la terminologia per la morte del Presidente della Democrazia quale ci mostra invece, ordinata e elegante letteraria di Harold Bloom – era sostenuta Cristiana, nella notte tra l’8 e il 9, a Cinisi, in quanto ipocrita, Il laureato (The Graduate, 1967, dall’altrimenti impossibile binomio: studen- Sicilia, la mafia ammazzava facendolo esplo- regia di Mike Nichols dall’omonimo dere col tritolo, un ragazzo di romanzo di Charles Webb, 1963). La trent’anni, Peppino Impastato. La ricomposizione del film di Nichols stessa mafia pensava a come far cre- con Fragole e sangue a contestazione dere all’opinione pubblica che la del sistema la dà Mrs. Robinson di Si- morte di Peppino Impastato fosse mon&Garfunkel che scandisce il cor- stata un suicidio. Già, Peppino Im- rere di Dustin Hoffman su un’Alfa pastato, quello di Radio Aut, radio li- Romeo Duetto diretto a Berkeley per bera, quello dei cento passi, il comu- riconquistare Katharine Ross. nista che si metteva contro il suo Due anni dopo Il laureato, nell’afflato stesso padre, un mafioso al servizio di questa nostra Berkeley ci fu Easy di Tano Badalamenti, e martellava Rider (1969, Premio opera prima a nella sua denuncia a voce insieme Cannes) di Dennis Hopper, dove è la forte e gioiosa. Questo aveva com- repressione opera dei padri e di gen- preso Peppino Impastato, il potere te del profondo sud a uccidere i sogni di comunicare opposizione e dissen- e con questi i corpi dei figli. Molte so. Combatteva a voce forte ma a delle canzoni di Easy Rider ci sono in mani nude. E lo faceva con il senso The Big Chill (Il grande freddo, 1983) di dell’eroismo quotidiano che è nei Lawrence Kasdan, dolente raduno di combattenti clandestini, nel banale e reduci del Sessantotto. Una per tutte la “Easy Rider” - Libertà e paura (1969) di Dennis Hopper nell’oscuro però spinti, come i veri canzone The Weight, nell’album Music from Big ti-lavoratori. Insieme a coltivare l’utopia di un partigiani, da un’esigenza di giustizia e liber- Pink del gruppo canadese The Band. The Weight mondo se non senza guerre perlomeno di tà, di eguaglianza. Quanto l’esposizione lunga è considerata una delle canzoni più celebri del- progressiva affermazione dei diritti dell’uo- del cadavere di Aldo Moro nasconde o in qual- la controcultura che ha il 68 come centro. La mo. C’è stata una forte spinta planetaria verso che maniera tende a velare è la carica senti- rivista “Rolling Stone” la mette al 41° posto nel- il raggiungimento di questa utopia nel men- mentale, prima che progetto politico, che la la classifica delle migliori 500 canzoni della tre però che rinfocolava la guerra in Vietnam, vita e la morte di Peppino Impastato in effetti storia del rock. Tra le migliori incisioni quelle la Cia organizzava un golpe dietro l’altro in segue a pag. successiva 10 [email protected]

segue da pag. precedente aveva 48 anni. Lo riportarono a Bitti a un me- vivificante del tempo storico e della sua ne- sono: un esempio per la gente di buona volontà se esatto dalla morte, chiuso dentro una bara cessaria narrazione. Una vita, quella di Sophie Aldo Moro era un uomo giusto e retto. Ma era con il coperchio di vetro, vestito dei paramen- Scholl, che sarà sempre segnata dalla giovi- una persona di potere, del Potere: con quanto ti sacerdotali, il rosso del martirio. I funerali nezza, pienamente compiuta, mai recisa, di terribile e devastante, di scandali e stragi, furono una cosa solenne, di immensa folla, neppure dalla lama della ghigliottina, quel 22 anche potere mafioso, la parola comportava una magnifica sequenza cinematografica. febbraio 1943, a Monaco di Baviera. in quella notte della Repubblica. Peppino Im- Tutto si tiene nella memoria, specie in questo Sophie Scholl è nell’armata degli eroi. ll senso pastato contro questo potere combatteva e tempo di uscita dalla peste del Covid-19. del dolore dell’individuo si fa uno con il senso per questo suo combattere è andato consape- C’è il maggio della morte di don Lorenzo Mila- di dolore della Storia. Il senso della giovinezza volmente incontro alla morte. ni, il 27 del 1967, presenza costante in Diari di rimane integro guardando a Sophie Scholl. Una storia che attende ancora di diventare film è Cineclub. Come forza perenne della ribellione e del sa- quella di padre Salvatore Carzedda. C’è il maggio, 22 del 2013, della morte di don crificio di sé. Come beltà mai persa. Era della Sera del 20 maggio 1992, Zamboanga, nelle Filippi- Andrea Gallo e che sempre resta nei cuori di Rosa Bianca, di ispirazione cristiana, lei, il

Don Andrea Gallo Don Lorenzo Milani fratello Hans e un altro gruppo di giovani pro- tutti noi di Diari di Cineclub. Perché stava fessori e studenti dell’università di Monaco. con gli emarginati e con gli ultimi e tutti lo Lo racconta bene un film anche questo spesso consideravano uno di loro. Perché era stato nelle nostre cronache, La Rosa Bianca (Die partigiano da giovane e sempre resterà giova- letzten Tage, 2005) di Marc Rothemund. I gio- ne e partigiano, perché intonava Bella ciao in vani della Rosa Bianca erano dentro la Ger- chiesa. Conosceva a memoria la Costituzione mania in sfacelo, il quotidiano sordido della Padre Salvatore Carzedda (Battore) con i suoi bambini, e alcuni articoli li recitava tutti i giorni come guerra combattuta altrove che però pretende- nella missione di Zamboanga preghiera. Sappiate navigare nella Rete, in- va obbedienza assoluta da parte di tutti. Il ter- ne. Battore Carzedda, bittese, mio compaesano, contrerete sempre don Andrea. Sia che vi ac- rore del nazismo: la primaria mancanza di li- torna a casa dopo una giornata di lavoro. È colga con un sorriso o con un rimbrotto, dite- bertà. Una nazione in guerra, la logica dello missionario del dialogo tra cristiani e musul- gli sempre grazie. sterminio come metodo. Il livido predomina, mani. Testimone del proprio operare, Battore C’è il maggio della morte di Boris Pasternak, il il colore della fame a contrasto con i rossi ac- Carzedda avvertiva una costante esigenza di 30 del 1960. Il dottor Živago, libro e film, torna cesi che preludono all’ispessimento del buio. «riconciliazione e pace nel tempo della globa- spesso nelle nostre cronache. Il gruppo della Rosa Bianca si forma nel 1942. lizzazione che rende sempre più insopporta- C’è il 15 maggio 1886 quando muore a Amherst Sono già entrati in funzione lager e forni per bili, assurdi, la guerra, la violenza, il terrori- (Massachusetts) una delle più grandi potesse ebrei, zingari, omosessuali, malati di mente, smo, le divisioni ideologiche ed economiche di sempre, Emily Dickinson: «Ho bevuto un inabili al combattimento e prigionieri politici. che separano i popoli». Quella sera, l’auto gui- unico sorso di vita/Ti dirò quanto l’ho pagato:/esat- La Rosa Bianca sa e intuisce di come terrore e data da Battore si schianta contro un palo del- tamente un’esistenza/il prezzo di mercato, mi han livore generino il tremore nella massa osse- la luce. Non poteva essere più governata. Bat- detto». A Quiet Passion (2016) di Terence Davies quiente. Impossibile pensare alla Resistenza. tore era già morto, ucciso a colpi di pistola è un frammento di questa storia. Eppure la Rosa Bianca organizza la Resisten- sparatigli da motociclisti che si erano accosta- Si torna al 9 maggio, 1921, cento anni fa, come za. La loro pratica summa di antinazismo è ti, integralisti islamici. Battore Carzedda data di nascita di Sophie Scholl, segno scrivere e diffondere opuscoli e volantini con- tro la guerra e contro Hitler. Parola e scrittura sono la loro unica arma. Deflagreranno nel si- lenzio, nel terrore e tremore. Un bidello dell’u- niversità di Monaco scoprì gli autori e i diffu- sori dei volantini. Li denunciò e consegnò alla Gestapo i fratelli Scholl e gli altri professori e studenti. Quattro giorni di torture per Sophie. Nessuna ritrattazione. Salì il patibolo con una gamba rotta dicendo: «Come possiamo aspet- tarci che la giustizia prevalga quando non c’è quasi nessuno disposto a dare se stesso indi- vidualmente per una giusta causa? È una gior- nata di sole così bella, e devo andare, ma che importa la mia morte, se attraverso di noi mi- gliaia di persone sono risvegliate e suscitate all’azione?» Un coraggio indicibile, da vera combattente della Resistenza. Sophie Scholl avrà per sem- pre 21 anni. Unu maiu vioritu. Natalino Piras “I cento passi” (2000) di Marco Tullio Giordana 11 n. 94 La critica cinematografica nell’epoca della comunicazione di massa In dieci anni tutto è alla sua logica, al suo linguaggio, alle sue condizioni cambiato nel mondo per poter entrare, alla sua codifica e decodifica”2. Il della cinematografia. problema con la vecchia critica cinematogra- La propagazione del fica è che essa ci ha impiegato troppo tempo digitale ha trasforma- per adattarsi alla nuova logica del sistema di- to tutte le professioni gitale. La critica cinematografica si è svilup- legate al sistema cine- pata attraverso un legame stretto e solido con ma, tranne quella del- il professionismo giornalistico, sebbene col la critica. La visione di passare del tempo si sia generata una palese un ampio settore della confusione. La critica si è progressivamente Àngel Quintana critica cinematografi- discostata dalla carta stampata per occupare ca è rimasto però indietro rispetto ai princi- un posto su internet in blog specializzati, sui pali mezzi di comunicazione di massa, conti- social network, finendo per sperimentare nuo- nuando a esprimere i propri giudizi senza ve forme di scrittura audiovisiva come i cosid- tener conto dei cambiamenti in atto avvenuti detti saggi video che alcuni analisti pubblica- nel sistema audiovisivo. Di fronte all’irruzio- no sui canali Vimeo o YouTube. ne di una più larga e diversificata diffusione La crisi o le mutazioni del mezzo cinemato- di schermi, la critica è rimasta ferma su quan- grafico che si sono generate con l’avvento del mento nel web. to continuava a proporre con la sala cinema- digitale, hanno coinciso con la crisi del gior- Un altro cambiamento importante che la cri- tografica viva, luogo del cinema considerato nalismo e della stampa cartacea. Allo stato at- tica ha vissuto è legato al sopravanzare della unico ed esclusivo. All’inizio del nuovo millen- tuale, la critica continua ad essere presente postmodernità, con la sua carica forte di scet- nio, opere di registi importanti hanno inizia- come pura testimonianza sui giornali e in al- ticismo, che ha generato un’importante tra- to ad essere presentate in altri luoghi. Registi cune riviste specializzate di cinema ormai sformazione nella creazione degli immagina- come Agnès Varda, Apichatpong Weeraretha- stantie, in concomitanza all’invecchiamento ri collettivi. I cambiamenti dei referenti della kul, Abbas Kiarostami, Victor Erice o Albert di chi continua a leggere i giornali. Vent’anni critica hanno influenzato l’estetica e la forma Serra hanno iniziato a proporre le loro opere fa lo strumento coincideva col messaggio e, cinematografica stessa, creando nuove inter- in luoghi diversi dalle classiche sale cinemato- nell’istituzione cinematografica, la critica pretazioni ai limiti di quanto sempre istitu- grafiche. Nel frattempo, la televisione aveva corrispondeva con ciò che lo strumento infor- zionalmente inteso. Come integrare allora cessato di essere la sorella povera del cinema mativo voleva rappresentare e valere. La com- questi nuovi referenti in un nuovo approccio per diventare nuovo spazio potente per la cre- parsa di riviste specializzate online o l’esisten- critico, senza cadere nella banalità della pro- azione di fiction, creando sperimentazioni za di siti web di informazione e critica hanno mozione culturale verso tutto ciò che viene con- più audaci rispetto a quelle che si potevano indebolito le vetuste impostazioni critiche osservare nei cinema. presenti sui giornali, di fatto mettendole in Nel primo numero della rivista Cahiers du Ci- crisi. Questo aspetto ha determinato una nuo- nema-Spagna apparve un mio articolo in cui va condizione per la quale la figura del critico esaminavo il ruolo della critica di fronte alle dilettante ha sopravanzato quella del critico mutazioni audiovisive: “Se il cinema cambia, sa- professionista. Inoltre, mentre il critico pro- rebbe assurdo pensare che la critica non debba fessionista si muove sempre all’interno dello cambiare. Gli strumenti utilizzati da alcuni critici schema istituzionale e continua a sopravvive- hanno cominciato a non funzionare più. Per com- re sulla carta stampata, adattando talvolta la prendere le trasformazioni estetiche di alcuni film, sua critica a determinate pratiche di promo- dobbiamo andare oltre il campo classico della cine- zione pubblicitaria al film recensito, il critico matografia per dialogare con il mondo dell’arte, dilettante non ha smesso di rapportarsi con della filosofia, della letteratura o del teatro contem- altri campi divulgativi. In tante occasioni si è siderato nuovo? La nascita di queste domande poraneo. Quello che per la critica degli anni Ses- creato il paradosso che il critico dilettante ab- ha inciso sul modo di scrivere dei critici che si santa era un bel film forse non lo sarebbe più per la bia dimostrato come la critica dei professioni- adattavano ai nuovi gusti di diversi spettato- critica di oggi, perché le condizioni di accoglimento sti risultasse inquadrata in un contesto ormai ri, verificando come i valori con i quali si era- si sono trasformate. Perché il cinema del presente esaurito. Negli interventi critici che girano no formati nel passato fossero lontani dai diventi conoscenza, la critica dovrebbe collocare sui social emergono riflessioni sul bisogno di nuovi strumenti divulgativi, e che quanto questo cinema contemporaneo in proiezione con l’e- sondare nuove proposte cinematografiche, questi invece trasbordassero rispetto al terri- stetica del suo presente“1. sulla necessità di rompere con i programmi torio preciso dell’analisi critica. Il testo si basava sull’osservazione del fatto predefiniti e sull’urgenza di ripensare a tanti Per molto tempo, per la critica istituzionaliz- che a volte i critici cinematografici nei festival altri aspetti. Il critico dilettante pecca spesso zata sembrava che nelle sale cinematografi- si atteggiano quasi a specialisti dell’arte del di mancanza di formazione rispetto alle pra- che uscisse solo il cinema mainstream. Cinema Rinascimento, impegnati a criticare le opere tiche consolidate del critico cinematografico per il quale venivano ignorate tutte le produ- esposte in un museo d’arte contemporanea. professionista, ma nel contempo questi non zioni che non avevano distribuzione e forme Ora, siamo in un’epoca in cui ciò che caratte- cessa di creare nuovi campi di indagine molto promozionali per la visione nelle sale. rizza i nuovi sistemi di comunicazione, basati suggestivi. È vero che, ad esempio, una parte Oggi non è difficile vedere come molte riviste sull’integrazione digitalizzata e interconnes- di queste critiche che gli youtuber fanno sui lo- specializzate - su carta o in digitale – cominci- sa da più modalità di comunicazione, è la loro ro canali appaia approssimativa e poco docu- no a parlare di film non necessariamente pub- capacità di includere e comprendere tutte le mentata, ma nello stesso canale si possono blicizzati, ma che possono però avere elemen- espressioni artistiche, e come avvertiva il so- anche trovare saggi video realizzati da acca- ti importanti nella loro costruzione o nello ciologo Manuel Castells anni fa “il prezzo paga- demici con analisi strutturali tipiche degli an- stimolo di poter ragionare di cinema. Vent’an- to per l’inclusione nel sistema è quello di adattarsi ni Settanta, con critica testuale e approfondi- ni fa era difficile in determinate riviste trovare testi su registi come, tra i tanti, Béla Tarr, Pedro 1 Àngel Quintana, “No sólo el cine 2 Manuel Castells, La era de la informa- cambia, la crítica también”. Cahiers du cine- ción. La sociedad en red. Vol 1. Madrid: Alianza Costa, Hou Hsiao-hsien o Bertrand Bonello. segue a pag. successiva ma-España. n. 1, mayo, 2007, p. 6-7. Editorial, 1997, p. 451. 12 [email protected]

segue da pag. precedente La critica generalista ignorava le loro propo- ste, incluse quando queste erano presentate nei grandi festival, poiché venivano conside- rate parte di un’alterità che non aveva nulla a che vedere con i grandi autori che raggiunge- vano i circuiti commerciali. I distributori non volevano scommettere su questi film perché dubitavano della loro capacità commerciale. Oggi molte di queste opere possono essere vi- Béla Tarr ste a prescindere. In Spagna, ad esempio, non sono mai usciti film importanti comeNoctura - Bertrand Bonello ma (2016) di Bertrand Bonello, La flor (2018) di Mariano Llinás, Mektoub, My Love, Canto Uno (2017) di Abdel Kechiche, Todo comenzó por el fin (2015) di Luis Ospina, Meek’s Cuttof (Il sen- tiero di Meek, 2010) di Kelly Reichardt o Ho- meland: Irak Year Zero (2015) di Abbas Fahdel. Viceversa, di tutti questi film sono stati pub- blicati articoli in riviste che sono in rete e mol- ti di loro sono pure oggetto di culto. Davvero, qualcosa è cambiato. Un fenomeno chiave di cambiamento avvenu- Hou Hsiao-hsien to nel campo della critica è stato quello dell’in- Pedro Costa corporazione delle serie televisive nel momen- essere seriofili, cosa che induceva la stessa cri- to in cui si parla del cinema contemporaneo. In tica cinematografica a non ignorare più il ci- quando Albert Serra presentò La mort de Louis passato c’era una evidente barriera tra chi con- nema che si proponeva in televisione. La que- XIV (2016) o Liberté (2019) a Cannes, sono stati siderava brutto vedere un film in TV e chi inve- stione chiave si pone nel considerare se le i critici cinematografici a dare evidenza ai ce pensava che fossero più godibili le serie delle serie rispondono a una logica diversa rispetto suoi film. La critica d’arte in quelle occasioni fiction televisive rispetto al cinema nelle sale. ai film, o se, viceversa, esse sono un modello non scrisse nulla al riguardo. Perciò le diffe- Ogni campo cinematografico istituzionalizzato di fiction che non può essere spiegato senza te- renti istituzioni artistiche continuano a crea- aveva i suoi critici di riferimento e tra di loro nere conto dell’evoluzione che il cinema ha re separatezza e a contribuire a rendere in- non vi era concorrenza. Nel 2003, la rivista subito negli ultimi anni. Certo è che oggi, tut- comprensibile l’interdisciplinarietà tra le arti. Cahiers du Cinéma pubblicò un dossier dal tito- te le riviste di cinema condividono l’interesse Queste barriere impediscono che un impor- lo “Séries. L’age d’or ”, incentrato sulla serie te- e l’analisi delle serie televisive al pari delle an- tante regista possa essere studiato in tutta la levisiva in voga in quel momento, Alias ​​y Los teprime cinematografiche, al punto tale che sua complessità. Il problema non è nuovo. Le Sopranos.3 Il servizio divenne un piccolo even- diversi festival hanno ospitato le anteprime di monografie e gli studi su Ingmar Bergman to perché introdusse il fatto che anche una ri- alcune di queste serie, come è successo al fe- parlano dei suoi film, ma nessuno parla delle vista di critica cinematografica poteva consi- stival di Cannes nel 2017, quando questi ospitò numerose produzioni teatrali che ha diretto e derare la televisione, con il fenomeno delle “Twin Peaks. The Return”, uscendo quasi contem- che lo hanno reso una delle figure fondamen- serie dei film, un importante luogo di analisi. poraneamente al festival e nelle piattaforme te- tali per capire poi l’evoluzione e le trasforma- Nelle votazioni effettuate nel numero di Gen- levisive. zioni del teatro europeo. È possibile poter co- naio 2020 per decidere quale fosse per i critici In altri campi dell’audiovisivo, l’istituzione noscere il regista cinematografico Bergman il miglior film del decennio,Cahiers du Cinema culturale che si differenzia nella critica conti- separandolo dal regista teatrale? Probabilmen- te non è possibile, così come non è possibile co- noscere compiutamente Orson Welles senza il suo teatro, né Roberto Rossellini senza il suo lavoro televisivo, né così Luchino Visconti sen- za le sue produzioni operistiche. I confini tra le arti generano limitazioni nella co- noscenza e impediscono di comprendere la cul- tura nel senso più ampio e completo. La costru- zione dei modelli critici è sempre stato un aspetto fondamentale nella formalizzazione delle sepa- razioni e divisioni dei differenti settori artistici. La presenza di più mezzi dove vedere gli au- diovisivi, la moltiplicazione delle offerte e la coesistenza di estetiche diverse ha finito per creare un problema non semplice nella criti- ca, che non poteva coprire la totalità degli spa- zi emittenti perché il fenomeno audiovisivo “Twin Peaks. The Return” (2017) di David Lynch era diventato multiforme e complesso. Nel premiò “Twin Peaks. The Return” (2017) di Da- nua a essere notevole. Sebbene un regista co- campo della musica è assolutamente normale vid Lynch. La rilevanza che acquisivano le se- me Albert Serra abbia portato al Documenta de che il critico di jazz sia diverso da quello del rie televisive era la chiave per comprendere Kassel una produzione di oltre 100 ore dal titolo rock e che il critico di musica classica non sia un’importante mutazione riferita al fatto che Els tres Porquets, la critica cinematografica ha qualificato per parlare delle ultime tendenze molti vecchi cinefili si erano convertiti ad ignorato tale programmazione/performance della musica elettronica. La critica musicale si è mentre è stata la critica d’arte presente al con- specializzata perché la musica è di per sé varia 3 AA.VV. “Séries. L’age d’Or”. Cahiers du cine- corso tedesco a dare evidenza all’evento. Invece, segue a pag. successiva ma. n. 287, julio 2003. 13 n. 94

segue da pag. precedente limite di non andare a curiosare al- e la sua comprensione richiede una formazio- tre proposte da lui meno apprezzate. ne musicale specifica. Nel mondo del cinema La funzione del critico cinematogra- - e dell’audiovisivo più in generale - non si è fico non è quella di consigliare buoni sviluppato un processo che richiedesse la for- film, né quella di mettere in eviden- mazione di critici specifici per settore. Però za la propria competenza il proprio sempre più spesso stanno emergendo critici ombelico, ma di chiedersi quale ri- tendenti ad approfondire specifici settori ci- flessione possono contenere i film, nematografici, che siano essi del documenta- partendo dal fatto che tutti quanti rio, cinema d’avanguardia, cinema d’anima- ragionano sui film visti. Insieme alla zione o particolari cinema nazionali. Queste ricerca e all’esame intorno a una ri- divisioni non sono così esplicitate come nel flessione che le immagini sottendo- versante musicale, perché nel cinema conti- no, la seconda grande domanda che nua a prevalere l’idea del critico che deve dar il critico dovrebbe porsi è quella di co- conto in termini generali della parte più si- noscere l’origine e la provenienza di gnificativa di un audiovisivo senza superarne quelle determinate immagini. Il criti- i confini delle evidenze più esplicite. co deve sempre muoversi su un dop- Il critico cinematografico potrebbe oggi vede- pio binario di ricerca, che parte sia re tutto, sapere tutto e analizzare tutto? Se il dall’interpretazione di ciò che il film critico oggi volesse vedere tutte le serie che mostra e sia dalla conoscenza dei ri- vengono proposte su alcune piattaforme co- ferimenti da cui vengono quelle stes- me Netflix, HBO e Amazon, se volesse vedere se immagini. In base a questa dupli- le anteprime settimanali, perdersi nel cinema ce funzione, il campo di esplorazione seminascosto proposto nei festival ed esplo- che si presenta alla critica è molto rare le ultime tendenze audiovisive nel campo vasto e ampio, forse difficile da - co espositivo, la sfida sarebbe impossibile da re- prire tutto quanto, ma ogni processo di sele- dai difetti presenti nello strumento stesso. Si alizzare. Il volume della produzione cinema- zione non dovrebbe partire da criteri legati al rompe così con la sociologia degli studi culturali tografica che può essere digerito da un critico gusto personale, bensì dall’interesse che tale per collocarsi a piè pari in un vasto territorio non ha nulla a che vedere con la portata di ciò opera manifesterebbe rispetto alle problema- segnato dalle ambiguità dello strumento. A che vedevano i vecchi spettatori, i cui confini tiche del mondo in cui noi viviamo. partire da queste lacune possiamo chiederci erano perfettamente delimitati dal cinema ame- Nel suo libro, Les écarts du cinema, il filosofo Ja- dove stia andando il cinema oggi, senza che ci ricano e da alcuni specifici cinema nazionali. cques Rancière sviluppa un tema che appare sia il bisogno di specificarne la particolarità. Per un altro verso, è anche vero che la specia- fondamentale per comprendere il ruolo della Le lacune consentono il confronto di punti di lizzazione tende a creare compartimenti sta- critica cinematografica e della scrittura nel vista differenti e rompono con qualsiasi idea gni. È impossibile sapere cosa succede nel ci- tempo presente; il concetto di écart, che alcuni di totalità, ma allontanano dall’idea della spe- nema documentario senza tenere conto che i hanno tradotto come distanza, a mio parere cializzazione come campo di ricerca chiuso. suoi confini sono stati ormai infranti, che ci ha un significato più prossimo a differenza. Le Un’immagine può essere letta da più punti di sono prodotti documentari prossimi alle fi- differenze del cinema, quindi. Rancière indaga vista e la critica deve saper convivere con que- ction o ad altre produzioni che vengono pro- nel suo lavoro sulle crepe che implicitamente ste molteplici teorie, che non fanno altro che poste in ambienti rivolti alle avanguardie cul- esistono nel corpo cinematografico. Il filoso- generare differenti modalità di pensiero at- turali. È anche impossibile del resto specializzarsi fo si oppone all’idea che il cinema parta da ciò torno all’evento cinematografico. nel cinema spagnolo e latinoamericano, elimi- che visivamente si evidenzia e che le forme del I film non sono un oggetto fisso, ma uno spa- nando ogni possibile riferimento ad altri ca- pensiero stabiliscano certezze solo attraverso zio che può essere attraversato e reinterpreta- polavori internazionali con i quali il cinema di le immagini: “Il cinema può essere una moltitudi- to da pensieri diversi. Questi limiti sono ciò questi paesi si è intrecciato. Probabilmente la ne di cose. È il luogo fisico in cui andiamo a diver- che fa sì che il cinema possa considerarsi co- questione centrale non è tanto la specializza- tirci per guardare uno spettacolo di ombre, anche se me un essere vivente, un essere che può co- zione della critica ma quale scelta fare in queste ombre finiscono per contrassegnarci in un stantemente ridefinirsi. I limiti del cinema quest’epoca di abbondanza. Ma cosa dovreb- modo più diretto di quanto possa segnarci una sem- fanno emergere dibattiti contraddittori ma be lasciar perdere il critico? E poi, il critico do- plice digressione. Ma il cinema è anche ciò che si ac- arricchenti. Quando la critica diventa una vrebbe puntare solo sui lavori importanti o cumula e si sedimenta in noi a causa di queste pre- semplice manifestazione del gusto, finisce dovrebbe occuparsi anche dei prodotti com- senze, come la realtà che si cancella o si altera ... Il per dimenticare che il cinema non è solo merciali insignificanti? cinema è un sistema ideologico che genera una se- un’arte ma anche un’idea di mondo. La critica Uno dei problemi fondamentali della critica quenza di immagini che circolano nella società, at- cinematografica è un sistema di scrittura che corrente riguarda il modo differente col quale traverso le quali riconosce la particolarità del pre- può aiutarci a comprendere meglio la com- il critico fa le sue scelte, dal modo cioè in cui sente ma intravede anche l’immagine del passato o plessità dell’arte e del mondo, ma per farlo può lui mascherare la sua personalità in rife- certi possibili scenari futuri. E ancora contiene in sé non deve pretendere di cercare e dare certez- rimento ai suoi particolari gusti. La scelta anche il concetto di arte, che crea una linea di de- ze in un’opera, quanto piuttosto interrogare non si manifesta dalle analisi, né dal modo in marcazione problematica che isola certe produzioni costantemente tutti i molteplici ambiti e pro- cui il critico azzarda tendenze o stabilisce re- dai sistemi dell’industria, evidenziando quelle ope- spettive che la compongono. Come possiamo lazioni tra opere disparate, ma dal modo in re che meritano di essere considerate come popola- far coesistere i molteplici livelli del pensiero cui esso si pone quale giudice di un tribunale zioni di un regno fatto di arte”.4 attorno al cinema senza la necessità di eclis- per dare voti ai film in una pagella. Questo In un certo senso, Rancière rompe con l’orto- sarlo o imporci su di esso? Questa è la sfida aspetto può determinare il fatto che la critica dossia delle analisi accademiche sorte col fondamentale della critica e questa sfida ha possa orientarsi a determinare ogni sette post-strutturalismo e finalizzate a trovare le poco a che fare con le modalità differenti di ci- giorni un capolavoro e a condizionare l’orien- strategie linguistiche del discorso cinemato- nema. tamento del pubblico al di la di una riflessione grafico a partire dall’idea che per comprende- vera sui contenuti del film. re il cinema bisogna iniziare dalle sue lacune, Àngel Quintana Per altro verso, il critico è specializzato in quel 4 Jacques Rancière, Les écarts du cinéma. Pa- che più presumibilmente può piacergli con il ris: La fabrique éditions. 2011, p. 12. Traduzione dallo spagnolo di Marco Asunis 14 [email protected] Lovecraft ritorna nel Colore venuto dallo Spazio Il Colore venuto dallo Spa- vantaggi possibili da tale forma senza al con- i segni del nuovo ecosistema che si sta svilup- zio è un film del 2019, di- tempo includerne i limiti. Con un certo talen- pando nella proprietà dei Gardner. Gli insisti- retto dal semi-scono- to visionario, Stanley (a quanto pare realmen- ti dettagli visivi sulle piante, sugli animali e sciuto Richard Stanley te fissato con l’occulto e col misterico) offre soprattutto sull’acqua incautamente bevuta ed ispirato (praticamen- una intelligente interpretazione dell’indescri- dai personaggi, accrescono quella tipica sen- te è la trasposizione ci- vibile Colore alieno, utilizzando semplici sazione di pericolo immanente, a cominciare nematografica) al noto trucchi psichedelici di grande effetto visivo, dal suggestivo incipit in cui il regista inqua- racconto fanta-horror di raffinatamente reindirizzati con la miglior dra lividi scorci delle colline ad ovest di Ar- Howard Phillips Love- CGI disponibile. Un film di atmosfera, inquie- kham mentre la voce narrante legge le prime craft, The Colour Out of tante e impressionante, perfettamente in li- righe del racconto. Tutti gli elementi messi in Space del 1927. Da gran- nea con l’opera di Lovecraft, che narra prati- campo dal regista contribuiscono dunque a de fan di Lovecraft che camente di come un brutale ecosistema alieno ricreare un’atmosfera malata e insana, in cui i Giacomo Napoli era capace di scrivere finisca per contaminare e sostituire quello protagonisti scivolano lentamente e inesora- storie eccezionalmente spaventose e al tempo terrestre, in un disperato e crudele darwini- bilmente in un vortice di angoscia e follia, stesso incredibilmente futuristiche già cento smo cosmico. mentre un orrore inspiegabile e indescrivibile anni fa, non mi sono lasciato prende gradualmente pos- sfuggire questa opera di nic- sesso delle loro vite e del loro chia, che non si trova sui co- mondo. Certo, ci sono anche lossi di streaming e che non debolezze nel film, prima fra ha avuto una gran distribu- tutte la fissazione mutuata zione nonostante il livello da Stanley verso il personag- medio-alto della produzione. gio di Lavinia, una vera os- Tra gli attori spicca ovvia- sessione per la stregoneria mente Nicholas Cage, sem- che però non risulta né vera- pre bravo in ogni parte nono- mente importante né parti- stante la tipica espressione colarmente essenziale ai fini da cane bastonato, ma anche della storia e finisce per ap- gli altri interpreti non scher- pesantire inutilmente la tra- zano e soprattutto Madeleine ma di elementi superflui. Arthur ed Elliot Knight risul- Certi piccoli inciampi nella tano piacevolmente convin- sceneggiatura stridono qua e centi e a loro agio. La trama è là e qualche indugio sul rit- una delle più riuscite ed ori- mo può risultare fastidioso ginali dell’antico maestro di ma generalmente si tratta di Providence; un Colore, inteso piccole imperfezioni in un proprio come radiazione tessuto orrorifico e fanta- senziente che brilla di una lu- scientifico di tutto rispetto, ce vibrante al di fuori dello che finisce per funzionare lo spettro visivo umano, preci- stesso, a mio avviso, egregia- pita nel cortile di una banale mente. Decisamente consi- fattoria del New England e, gliato sia per gli amanti del come un organismo ostile e genere fanta-horror sia so- infestante, innerva piano pia- prattutto per gli irriducibili no ogni forma vivente (pian- fan di Lovecraft. Un’opera te, animali ed esseri umani) veramente interessante, an- fino a contaminare l’intera che e particolarmente a livel- vallata, per poi tornarsene lo visivo, intrisa di violetti, verso il suo pianeta scono- indaci e fucsia assolutamen- sciuto all’interno di una di- te psichedelici. mensione parallela altrettan- Vorrei chiudere con una cita- to ignota, dopo aver sterminato zione particolarmente evo- ogni cosa. I riferimenti a capo- cativa tratta direttamente lavori del genere come La Co- dal racconto originale: «Che sa di John Carpenter e il mol- cosa sia, Dio solo lo sa. In ter- to più recente Annientamento mini di materia suppongo di Alex Garland, non sono af- che la cosa sia un gas, ma ob- fatto casuali e rientrano piut- bediente a leggi che non so- tosto nelle intenzioni citazio- no quelle del nostro cosmo; niste del regista che crea, con non è il frutto dei pianeti o quest’opera, un film assolutamente solido e Così come nel racconto originale, anche nella dei soli che splendono nei telescopi […] non è convincente, con grande rispetto per il testo pellicola assistiamo ad un lento e inesorabile un soffio dei cieli di cui i nostri astronomi mi- originale che viene accuratamente aggiornato progredire di un orrore che si insinua, prima surano i moti e le dimensioni […] era soltanto ai giorni d’oggi senza minimamente restarne sotterraneamente e poi in modo sempre più un colore venuto dallo spazio, messaggero snaturato, anzi. Lo stesso impianto narrativo manifesto, nella realtà quotidiana che circon- spaventoso degli informi reami dell’infinito, della pellicola, che si riflette inevitabilmente da i protagonisti. Piante e animali comincia- al di là della natura che conosciamo.» sulla struttura registica, è quello tipico del no a mutare; si intravedono fiori bizzarri, lu- B-movie e riesce sapientemente a trarre tutti i certole ed insetti dagli strani colori diventano Giacomo Napoli 15 n. 94 Luciano Salce, maestro di ironia Artista poliedrico e profondo conoscitore del costume italiano

Sceneggiatore, regista, da Nino Manfredi. Successivamente sarà Ugo attore, autore e condut- Tognazzi l’attore con il quale sviluppa una fer- tore radiofonico, diplo- tile collaborazione, scelto come protagonista mato in regia all’Accade- di una serie di film di successo: Il federale, me- mia d’Arte Drammatica, morabile ritratto di un tipico italiano fascista Luciano Salce, nato a smarrito di fronte alla superiorità culturale di Roma il 25 settembre un professore antifascista; La voglia matta, del 1922, è stato un ecletti- 1962, incentrato su di un quarantenne dalla co uomo di spettacolo, fragilità emotiva, spaventato dalla spontanea Pierfranco Bianchetti la cui storia privata e sessualità di una sedicenne. Ancora nel 1963 è professionale raccontata nel film-documen- la volta di Le ore dell’amore, sempre con To- tario L’uomo dalla bocca storta (2009) di Ema- gnazzi, la storia di due amanti che dopo molti nuele Salce e Andrea Pergolari, ricostruisce la anni insieme decidono di sposarsi per poi sua vita movimentata e drammatica attraver- scoprire la monotonia del matrimonio e anco- so le testimonianze di colleghi ed amici tra i ra L’anatra all’arancia, 1975, divertente comme- quali Paolo Villaggio, Franca Valeri, Catherine dia incentrata su Livia e Livio, una coppia be- Spaak, Paolo Ferrari, Giorgio Albertazzi e con nestante felicemente insieme da tempo, che Luciano Salce (1922 - !989) molto materiale di repertorio. Luciano, attratto dal teatro fin da giovanissi- convinto però che il suo nuovo programma mo, studia all’Accademia d’Arte Drammatica Vediamoci chiaro riuscirà a risolvere i suoi pro- di Roma formando con Vittorio Gassman e al- blemi finanziari. tri allievi, un gruppo di intelligenti e preparati Di grandissimo successo è ancora Fantozzi, attori per il palcoscenico. 1975, il primo film dedicato al mitico -perso Gli anni quaranta e cinquanta sono intera- naggio inventato da Paolo Villaggio che darà il mente dedicati all’attività teatrale. Si fa nota- via ad una lunga serie di altri capitoli dell’av- re in Rosalinda di Shakespeare ed è poi diretto ventura semitragica del famoso ragioniere, da Giorgio Strehler, Orazio Costa e altri. Se- simbolo di tutti i frustrati della nostra società. gue poi una esperienza formativa in un locale “Le ore dell’amore” (1963) di Luciano Salce Seguiranno Il secondo tragico Fantozzi, 1976 e notturno romano, L’Arlecchino e il trasferi- entra in crisi quando un giovane straniero di- Professor Kranz tedesco di Germania, 1978. Indi- mento nel 1949 a Parigi dove nasce il gruppo stinto inizia a corteggiare la donna. Non tra- dei Tre gobbi, insieme ad Alberto Bonucci, Vit- scurabile è anche La cuccagna, 1962, una sorta torio Caprioli e Franca Valeri, il cui repertorio è di commedia amara e in qualche misura anar- incentrato sul vaudeville e sulla satira sociale. chica, nella quale debutta sul grande schermo Luciano Salce, artista capace di esprimersi a Luigi Tenco che in una sequenza canta La bal- tutto campo, si dimostra soprattutto un gran- lata dell’eroe scritto da Fabrizio De Andrè. dissimo cineasta. Nel 1950 e 1951, il gruppo va Nel 1969 il regista gira una pellicola curiosa e in tournèe in Brasile e a San Paolo avviene coraggiosa, Colpo di stato, ambientata alla vigi- l’incontro con Adolfo Celi e Ruggero Jacobbi. lia delle elezioni politiche del 1972, che danno Salce e i suoi soci decidono di rimanere met- per scontata la vittoria della DC. A causa di un tendo in scena varie opere teatrali classiche. prodigioso calcolatore elettronico giunto dall’ In terra brasiliana Luciano può anche debut- America, a sorpresa viene invece annunciato tare alla regia cinematografica con due pelli- il trionfo dei comunisti. Il film all’ epoca è sta- “Le pillole di Ercole” (1960) di Luciano Salce cole, Una pulce nella bilancia e Colline in fiore, to boicottato da tutta la politica e ha avuto entrambe nel 1953. scarsissima diffusione nelle sale cinemato- menticabile è il contributo di Salce al mezzo Tornato in Italia inizia la carriera di attore ca- grafiche. Nello stesso anno per lui arriva il radiofonico, con diverse trasmissioni del po- ratterista prima di affrontare nuovamente la successo di pubblico con Il prof. Dott. Guido meriggio nelle quali commenta i fatti del gior- regia con il film Le pillole di Ercole interpretato Tersilli primario della clinica Villa Celeste conven- no prendendo in giro bonariamente il costu- zionata con le mutue, l’unica pellicola girata con me nazionale. Alberto Sordi. Del 1984 è Vediamoci chiaro con Infaticabile, Luciano Salce lavora in teatro, in Johnny Dorelli, giovane manager di una tv cinema, in radio e in tv e si dedica anche alla privata con qualche problema economico, scrittura realizzando una serie di racconti. Nel 1983 la sua salute si fa precaria per un ictus celebrale che però riesce a superare. Gli ultimi anni della sua intensa vita professiona- le sono dedicati alla regia teatrale. Poi le sue condizioni di salute peggiorano e dopo vari ri- coveri in ospedale, muore nel suo apparta- mento romano il 17 dicembre 1989 per un in- farto. Straordinaria figura di artista poliedrico e all’avanguardia, Salce, un popolare espo- nente della più tradizionale commedia all’ita- liana, è ricordato per la sua ironia e per il suo cinismo irriverente che rimangono ancora oggi insuperabili. “L’anatra all’arancia” (1975) di Luciano Salce “La voglia matta” (1962) di Luciano Salce Pierfranco Bianchetti 16 [email protected] Il federale (1961), di Luciano Salce Le tragicomiche avventure del soldato Arcovazzi Roma 1944. Al “segna- Dux, ai Littoriali dello sport, ai corsi di mistica le” la porta d’un con- fascista. I suoi bicipiti, i pettorali esibiti con vento cede il passo a vanto sono il vessillo d’un pensiero di regime dei bei pezzi di fi- le cui fondamenta vacillano sotto il peso della gliuole, e son baci e ar- mistificazione. Ai latini il Fascismo è debito- denti abbracci. Sotto re, e l’antica massima “mente sana in corpo sano” le tonache, mariti, fi- è traviata, per limite o per dolo, nel suo senso: gli, fratelli che da quel la vigoria fisica è tratto imprescindibile dal sa- luogo ritemprano la lubre esercizio delle facoltà spirituali. Di ri- resistenza. Tra questi, torno verso la capitale – col Bonafè che lo os- Demetrio Nunnari in abiti civili, Erminio serva sgomento - Primo Arcovazzi si produce Bonafè (Georges Wil- al sellino in una sfilza uggiosa di figure da -pa son), intellettuale che tra casa e chiesa elude rata. Più avanti, discorrendo col professore, ogni volta i blitz della milizia. Altrove, il solda- dileggia invece Leopardi chiamandolo “gob- to Primo Arcovazzi (Ugo Tognazzi) si busca betto”. Un odioso dispregio dell’alterità che, una filippica. Ad una retata s’è fatto sfuggire il figlio dell’impostura di cui sopra, richiama al- pesce grosso; il teorico della causa antifasci- la mente Faccetta nera, l’inno della propaganda sta, e capo designato della nuova repubblica, coloniale. In una sorta di contrappasso, difat- Bonafè. Il poveretto ha un coccolone. Arco- ti, allo strepito degli ordigni bellici il volto di vazzi è un fedelissimo capace di cose inaudite. Arcovazzi si ricopre di caligine. E d’istinto ac- Da Cremona a Roma a piedi per il Duce, che cenniamo ad un sorriso, consapevoli di come non lo riceve. Il 25 luglio del ’43, poi, rifiutatosi il tapino sia un eroe “al contrario” e la sua im- di togliere la camicia nera finisce alSan Giaco- presa tragicomica. La guerra de Il federale (del mentre si esercita al cerchio, Arcovazzi si pre- mo degli Incurabili. Queste ed altre amenità. ’61) non miete vittime, e la sola scena cruenta senta a questi con la berretta in fiamme. E la Così, con la promessa d’esser fatto federale, è quella del pestaggio del povero graduato. sua “scheda” non è delle migliori: confinato in l’ardito va alla cerca del birbante. E lo acciuffa Ben più crudo è il clima de La marcia su Roma psichiatria; rigetta la caduta del Partito. Lui, in Abruzzo, nascosto nella finta cassettiera di (di Risi, del ’62), in cui Tognazzi racconta con che non ha studiato tanto, pasticcia con le lin- una cascina di campagna. Il viaggio a ritroso è Gassman non il declino ma la rabbiosa ascesa gue facendosi consegnare ai compagni dell’As- però un’odissea. Costretti alla sosta, son presi dei Fasci. Chiamato a rapporto dai superiori se dall’astuto Bonafè. Annega, quasi, a bordo a schioppettate dai partigiani cui fa gola il del mezzo anfibio più scassato del secolo, sidecar. Ma Arcovazzi mira al fusto di ben- e vien colto da Bardacci in effusioni d’a- zina d’ordinanza e scatena fuoco e fiam- more con la propria mogliettina. Le stram- me. Sono salvi. Più avanti, per schivare be traversie de Il federale, insomma, rical- una ragazza dietro a un tornante son di cano a piè pari quelle de Il buon soldato nuovo fuori strada. Lisa (Stefania Sandrel- Švejk (1921-23) di Hašek. Il romanzo anti- li), figlia del popolo, vive di stenti e d’astu- militare, tradotto in ogni dove, avvia un fi- zia: rivende al Bonafè gli occhiali che l’uo- lone nuovo e prolifico sino a tempi recenti: mo ha perso cadendo e si dilegua in un da Bonvi (con Sturmtruppen; ‘68) a Vojno- baleno. Con la moto in panne Arcovazzi e il vič (Il soldato Ivan Čonkin; ‘71) a Woody Al- prigioniero legano un pò a suon di versi. len (Amore e Guerra; ’75). Scaturito da tal Leopardi contro Bardacci, mistico del Fa- genia, dunque, Primo Arcovazzi è un sol- scio. Intanto, il mezzo è requisito da un datino improbabile, incapace finanche di drappello della Wehrmacht, e i due messi in spennare una gallina. La sua tara è di esser gattabuia. Anche la Gestapo cerca Bonafè. grezzo e credulone, persuaso al midollo Evasi durante un raid aereo, vedono le loro dell’immancabile vittoria. Ma il rientro in strade ricongiungersi poco dopo in un pol- Capitale ha per lui il sapore di un amaro ri- laio, sotto i morsi della fame. Davanti al sveglio, quando – in uno dei passi più in- fuoco, e ad uno spiedo, ragionano così di tensi – è Bonafè il prigioniero a renderlo libertà e democrazia. Ma all’alba il soldato libero. Se, difatti, l’Armistizio scambia le sta in maglia e mutande, mentre Lisa – sorti di oppressori e oppressi, qualsiasi fe- ch’era lì con loro – è sparita coi vestiti. Ar- de cieca è sempre schiavitù. Si dice sia nel covazzi e Bonafè cercano dunque ristoro a dettaglio il senso di un’opera, e le tensioni casa del Bardacci, che ha invece ripudiato drammatiche del momento cui Il federale si il regime e attende in soffitta tempi - mi volge son rese con una levità che le lascia gliori. Ripreso il cammino, lungo un trat- ai margini. E non a caso. Luciano Salce è, turo i due incrociano Lisa, che rifila ad Ar- per due anni, prigioniero di vari campi di covazzi una livrea da federale. In fondo gli sterminio. Gli asportano le protesi denta- spetta. Con quella addosso, gonfio d’orgo- rie, deformandogli il viso per sempre. Di glio, il graduato compie la sua missione. altre efferatezze non una parola sul diario Ma Roma è già libera, e senza esitare i par- personale. Così, il “regista dalla bocca tigiani lo pestano a sangue. Lesto, Bonafè storta” liquida l’evento bellico con un laco- chiede di passarlo per le armi. Poi, più lon- nico motto del suo Bonafè: “in guerra per- tano, gli rende la sua libertà. “Il destino è dono tutti”. nel nome”, recita un vecchio adagio, e il mi- lite Arcovazzi è primo in tutto: ai campeggi Demetrio Nunnari 17 n. 94 Anthony Minghella (1954-2008) “Talvolta avrei voluto essere Fellini oppure i fratelli Taviani oppure Zhang Yimou”. (5 ottobre 1998)

Per descrivere la fulgi- da e breve carriera di Anthony Minghella è necessario iniziare in media res, ovvero nell’in- tervallo di tempo che intercorre tra il succes- so planetario de Il pa- ziente inglese (The English Patient, 1996), incensato Roberto Baldassarre nel 1997 con ben 9 Oscar, e la messa in produzione de Il talento di Mr. Ripley (The Talented of Mr. Ripley, 1999), lussuosa versione cinematografica dell’omonimo romanzo di Pa- tricia Highsmith. Questi 2 anni e mezzo sono per l’inglese Minghella il vero momento d’oro, in cui da regista poco conosciuto – ma apprez- zato – di film minimalisti, improvvisamente è catapultato, dal sistema industriale cinema- Anthony Minghella (1954-2008) vincitore dell’Oscar nel 1997 per “Il paziente inglese” tografico, nell’empireo delle star di prima grandezza per quelle 9 statuette vinte. Il pa- pubblico. Tornando a quel magico 1998, una Taviani e Yimou. L’esternazione di Minghella ziente inglese, con la sua corposa durata e il preziosa particolarità, che si aggiungeva andrebbe considerata solamente a livello ci- trionfale esito mondiale, al netto dei giudizi all’atteso Il talento di Mr. Ripley, è che gran par- nefilo, perché nel suo cinema non si riscon- critici che può suscitare, è come se avesse ri- te della pellicola sarebbe stata girata in Italia, trano recuperi stilistici desunti dalle opere dei portato in auge il lontano cinema colossale, ricreando minuziosamente, nelle scenografie Taviani (per inciso l’opera prediletta è La notte letterario e passionale di David Lean, tipo Il e negli umori, il belpaese della fine degli anni di San Lorenzo, 1982), e per quanto riguarda dottor Živago (Doctor Zhivago, 1996), La figlia di Cinquanta. È proprio durante lo staziona- Zhang Yimou, ci potrebbero essere dei legami Ryan (Ryan’s Daughter, 1970) o Passaggio in In- mento della produzione a Ischia che Irene Bi- con l’eleganza della messa in scena o le descri- dia (A Passage to India, 1984). Non a caso tale gnardi (La Repubblica) realizzò un’intervista zioni di figure femminili tanto fragili quanto inatteso – e insperato – trionfo cinematogra- istruttiva, che fa comprendere bene lo status coriacee. Alla fine dell’intervista, quando la fico spinse il British Film Institute a inserire autoriale in cui il regista inglese si barcame- Bignardi gli domanda se è contento di riceve- la pellicola di Minghella nella lista dei migliori nava in quel momento. È un’intervista che si re il Premio De Sica (onorificenza istituita da cento film britannici del XX secolo, precisa- snoda tra piccole curiosità inerenti al film, e Gian Luigi Rondi nel 1975 per gli Incontri inter- mente alla posizione 55º. Questo lasso di tem- domande sul background personale e profes- nazionali del cinema di Sorrento), Minghella ri- po diviene anche una cesura che distingue sponde: “Quando scrivevo commedie, sentivo di una prima fase, meno fastosa ma più sincera, non essere in sintonia con i commediografi inglesi. dalla seconda, in cui Minghella ha potuto usu- Poi ho visto Visconti, De Sica, Rossellini, e ho senti- fruire di budget più sostanziosi però realiz- to di essere vicino a quel mondo, a quella cultura. zando opere sterili nelle passioni descritte. La mia ambizione di oggi è quella di fare un film Chi era Anthony Minghella e chi avrebbe voluto es- che raggiunga almeno la metà della qualità di La- sere dri di biciclette o di Il giardino dei Finzi Contini”. Anthony Minghella nacque a Ryde, cittadina Anche in questo caso, al di là dei riscontrabili sita nell’Isola di Wight, il 6 gennaio 1954. Era pregevoli gusti cinefili nostrani del regista, bi- figlio di Edward Minghella, nato a Cervaro sogna dire che Minghella, in riferimento a (comune di Frosinone) e trasferitosi poi gio- “Il fantasma innamorato” (1990) quello della seconda fase, ha seguito lo stile di vanissimo in Inghilterra, e di Gloria Arcari, De Sica dell’ultimo scorcio di vita registico. inglese, però figlia di emigrati provenienti da Sebbene il letterario Il giardino dei Finzi Contini Valvori (provincia di Frosinone). Minghella, fu un clamoroso successo, finanche coronato mentre era ancora studente all’università, ini- con l’Oscar come miglior pellicola straniera, è ziò a frequentare un corso d’arte drammatica, un film con una messa in scena ben curata, e i primi passi in ambito artistico li muove ma poco appassionante e profondo a livello di proprio in piccole rappresentazioni teatrali trama. universitarie, destreggiandosi come assisten- Minghella regista te (da leggere come factotum) e anche come La breve carriera cinematografica di Minghel- acerbo commediografo. I primi premi critici la consta di 9 regie, tra cui un episodio di un “Mister Wonderful” (1993) li ottenne, nella prima metà degli anni Ottan- serial televisivo e un cortometraggio. Fil rouge ta, proprio per alcuni applauditi allestimenti sionale del regista, e l’alquanto “pomposa” ri- che accomuna tutte le sue opere sono le storie teatrali. Nel medesimo periodo, Minghella sposta messa in esergo, è la replica a una do- d’amore che coinvolgono appassionatamente scrisse differenti plot per produzioni altrui, manda della Bignardi che, riferendosi al i personaggi, in particolare le figure femmini- iniziando con un programma per bambini e desideroso cambio d’identità di Tom Ripley li. Per tanto non è errato definire Minghella proseguendo con la scrittura di fortunati telefilm (Matt Damon), chiede a Minghella “Lei chi vor- un efficace regista di ritratti femminili, e an- inglesi. Questa fase televisiva, in cui deve lavorare rebbe essere?”. È scontato il nome di Fellini, uno che nel misogino Il talento di Mr. Ripley il regi- su “commissione”, gli servirà per definire meglio degli autori più apprezzati e omaggiati/copiati, sta abbozza, attraverso i personaggi di Marge la sua scrittura e avvicinarsi al gradimento del mentre è inusuale il tirare in ballo i fratelli segue a pag. successiva 18 [email protected]

segue da pag. precedente paziente inglese (1992) di Michael Ondaatje, li- (Gwyneth Paltrow) e Meredith (Cate Blan- bro di grande successo e testo che si presta chett), due tragiche figure femminine abba- perfettamente per un adattamento cinemato- stanza bene delineate. Ufficialmente la carrie- grafico, poiché si può recuperare il grande ci- ra registica di Minghella inizia nel 1990, però nema di un tempo (ampie scenografie), e allo bisogna aggiungere un’esperienza “primiti- stesso tempo raccontare un’appassionata sto- va”, ovvero A Little Like Drowining (1978). Me- ria d’amore minimalista. Quest’ultimo elemen- diometraggio semi-amatoriale di circa 55 mi- to, tra l’altro, rientra nelle corde di Minghella. nuti, fu realizzato in 15 giorni. Questo primissimo L’autore inglese in sede di sceneggiatura ese- gue un notevole prosciugamento del ro- “Ritorno a Cold Mountain” (2003) manzo, trattenendo solamente quegli ele- menti funzionali a creare il giusto pathos and Entering, 2006), ossia a una storia mini- drammatico e sentimentale. Un adatta- malista contemporanea su una coppia. Un ri- mento definito da parte della critica come torno a piccole storie e piccoli budget, ma ruffiano, perché fatto volutamente per pia- nemmeno con questo lungometraggio, rite- cere alle masse, ma dall’altro lato è inecce- nuto troppo fasullo e lontano dalla realtà che pibile questo lavoro svolto in quella dire- vorrebbe descrivere, riuscì a recuperare il fa- zione, proprio perché ha dato i suoi frutti, sto notorio ottenuto in quel 1997-1998. L’ulti- sia per gli incassi e sia per i premi ottenuti. ma sua regia è l’episodio pilota The No. 1 Ladies’ Il talento di Mr. Ripley (1999), primo “tassel- Detective Agency (2008), del serial omonimo. lo” del nuovo corso cinematografico dell’au- Minghella muore improvvisamente il 18 mar- tore, sebbene sia un pregevole prodotto, ri- zo 2008, per un’emorragia post operazione vela già i prodromi delle pellicole a seguire: (un cancro alle tonsille e al collo). “Il paziente inglese” (1996) ineccepibile a livello registico, con anche Minghella produttore e sceneggiatore qualche scena indimenticabile (durante il lavoro si può catalogare come una di quelle battage pubblicitario italiano, spopolava la giovanili prove registiche che molti futuri au- scena di Fiorello con Jude Law e Matt Damon tori attuavano per prendere dimestichezza che cantano Tu vuo’ fa’ l’americano), e ingegno- con il mezzo. In questa primissima prova, co- so per alcune soluzioni psicologiche (l’accen- munque, c’è già come protagonista una figura tuata omosessualità di Tom), ma alla fine dei femminile, Leonora (Ann Gow). Il fantasma in- conti è una versione troppo costruita a tavoli- namorato (Truly, Madly, Deeply, 1990) è il vero no, fredda e metodica, a cui si aggiunge una esordio professionale, e inizialmente la BBC visione dell’Italia d’antan troppo cartolinesca. voleva trasmetterlo solamente in televisione, Prima di realizzare il suo quinto lungome- ma valutata la buona qualità del prodotto, de- traggio, Minghella gira il cortometraggio Play “Complicità e sospetti” (2006) cise di distribuirlo nei cinema. Il titolo dato (2000), tratto da una pièce di Samuel Beckett dalla distribuzione italiana, voleva far leva su e facente parte del progetto Beckett on Film Minghella è ricordato come regista/autore, un plot simile a quello del coevo Ghost – Fanta- (2001), in cui 19 registi hanno trasposto, alla ma scorrendo il suo curriculum si può vedere sma (Ghost, 1990) di David Zucker, mentre il ti- loro maniera, un testo a scelta del dramma- che ha lavorato alacremente anche in altri am- tolo originale cita un gioco che fanno i due turgo inglese. Il segmento di Minghella, dai biti, come sceneggiatore e come produttore. protagonisti. Anche se la distribuzione italia- toni semi-sperimentali, è quasi un ritorno alle Per quanto riguarda gli script, esclusi quelli na ha cercato di agganciarsi al mega successo origini, alle rappresentazioni teatrali che gli dei suoi film, come si è scritto poco sopra, di Zucker, la pellicola di Minghella si rivelò un diedero i primi incensamenti critici, e Beckett Minghella ha lavorato per progetti altrui spe- fiasco in Italia. Il secondo lungometraggio, fu uno di quei drammaturghi che gli portaro- cificamente negli anni Ottanta, e tra queste Mister Wonderful (1993), è un’altra commedia no maggior fortuna. Con Ritorno a Cold Moun- scritture ci sono le applaudite tre sceneggia- romantica di stampo minimalista, ma questa tain (Cold Mountain, 2003), dopo la tiepida ac- ture per il serial Ispettore Morse (Inspector Mor- volta realizzata con capitali americani e con coglienza del film precedente, Minghella se, 1987-2000). Unica sceneggiatura cinema- due attori, in quel momento, sull’onda del cerca di ritornare prepotentemente ai fasti tografica realizzata per un altro autore è stata successo. Purtroppo questo primo approccio avuti con Il paziente inglese. Pellicola tratta quella di Nine (2009) di Rob Marshall, sfarzo- con gli standard americani, sebbene Minghel- dall’omonimo romanzo di Charles Frezier, co- so musical che si rifà a 8 e ½ (1963) di Federico la abbia mantenuto il proprio tocco personale, me il testo di Michael Ondaatje anche questo Fellini. Molto più interessante e lodevole, è la non riscuote il successo sperato, e non gli apre possiede nelle proprie pagine un coacervo di carriera nelle vesti di produttore, cominciata le porte di Hollywood. Dovendo ricominciare elementi che possono funzionare sul grande nel nuovo millennio. Le pellicole prodotte, daccapo, Minghella ha la giusta intuizione di schermo, ammaliando masse di spettatori, in benché realizzate da altri con alterni risultati, adattare per il grande schermo il romanzo Il particolare quelle femminili. Pellicola in co- rientrano pienamente nel gusto narrativo di stume, dal lussuoso cast e dalle sfarzose Minghella, essendo storie d’amore o racconti scenografie, con Cold Mountain Minghella avvincenti in bilico tra letteratura e descrizio- cerca nuovamente di ricollegarsi al cinema ni sociali. Ecco la lista delle opere prodotte: kolossal dei vecchi tempi, e anche se la sua Iris – Un amore vero (Iris, 2001) di Richard Eyre; maestria registica nel forgiare ottime se- Heaven (2002) di Tom Tykwer; The Quiet Ame- quenze è confermata, quello che manca è rican (2002) di Phillip Noyce; The Interpreter una sincera emozione, adagiandosi a un li- (2005) di Sydney Pollack; Catch a Fire (2006) di rismo manierista troppo hollywoodiano. Phillip Noyce; Michael Clayton (2006) di Tony Sebbene avesse ricevuto sette candidature Gilroy; The Reader – A voce alta (The Reader, agli Oscar (l’unica vinta andò a Renée Zel- 2008) di Stephen Daldry; Margaret (2011) di lwelger), la pellicola fu un sonoro fiasco a Kenneth Lonergan, uscito dopo ben 6 anni a livello mondiale. Dovendo ricominciare causa di lunghi problemi di post-produzione. nuovamente, Minghella decise di ritornare “Il talento di Mr. Ripley” (1999) alle origini con Complicità e sospetti (Breaking Roberto Baldassarre 19 n. 94 Las olvidadas. Daniela e le altre. Le dimenticate del Cinema italiano fra gli Anni Sessanta e Settanta Il ruolo della donna fi- che Guia Ielo ha fatto del testo ‘Sabbie mobi- no a tutti gli Anni Cin- li’1, scritto da Domenico Trischitta per l’Editri- quanta e la prima metà ce Algra.2 degli Anni Sessanta, (sul set di Divorzio all’italiana) prima che la svolta del Pietro – immergiti nella fanghiglia, fingi di Sessantotto con i suoi sprofondare, comincia a gesticolare movimenti femmini- e urla a più posso! sti e la rivoluzione ses- suale finisse col mutar- (v.f.c.) – Il successo è una meteora…Nacque, ne profondamente le soffrì e morì. Oppure ascesa e caduta. coscienze e gli orienta- Come dire, la vita, come essa è, e nient’altro. Valeria Consoli menti, era rappresen- tato da tutta una serie di ‘luoghi comuni’ decre- (v.f.c.) – ‘L’attrice Daniela Rocca è stata coin- tanti una sostanziale immobilità nel perpetuarsi volta ieri mattina in un incidente stradale. di ruoli e funzioni, che la società patriarcale ave- Mentre tornava in Sicilia per impegni eletto- va a questa assegnato da tempi immemorabili. rali, ha perso il controllo della sua vettura, Fino a quel momento, poco altro rimaneva che è uscita fuori strada. per quella parte di loro – e non erano poche – che mal si adattava alla morale corrente, che le (v.f.c.) – E’ morta a 57 anni in una casa di ripo- voleva essenzialmente mogli e madri, per lo so di Milo3 l’attrice Daniela Rocca. Protagoni- più casalinghe dipendenti esclusivamente dal sta di uno dei migliori film di Germi, “Divor- lavoro maritale. Una scappatoia tuttavia c’e- zio all’italiana” con Marcello Mastroianni e Laura Antonelli (1941 – 2015) ra…i Concorsi di Bellezza, soprattutto quello Stefania Sandrelli. Daniela Rocca passò pre- di Miss Italia, che per le più avvenenti rappre- sto nel dimenticatoio dopo alcuni film di scar- giovanissimo Alessandro Momo, con cui gira sentava una sorta di ‘fabbrica dei sogni’. Non so successo. Questo le aveva provocato forti successivamente Peccato veniale e che di lì a po- soltanto dunque un passe – partout per la ce- turbamenti psichici e lunghi soggiorni in case co scompare tragicamente. Protagonista di lebrità e per la ricchezza ma soprattutto la di cura e manicomi’ (l’ultima frase non viene fi- alcuni film in costume ambientati agli inizi possibilità di evadere da quel non luogo, che nita, perché sfumata prima). del Novecento, come La Divina Creatura e L’in- per molte di loro la vita di provincia rappre- nocente, l’ultimo film girato da Luchino Vi- sentava, per rassicurante e tranquilla che po- L’ironia della sorte aveva fatto si che Stefania sconti (’76) e tratto dall’omonimo romanzo di tesse sembrare almeno all’apparenza. Sandrelli, rivale in amore della Rocca in “Di- Gabriele D’Annunzio, inizia di lì a poco per lei Era quanto con ogni probabilità dovevano vorzio all’italiana”, alcuni anni dopo sarebbe una sorta di parabola discendente, che la vede avere pensato due giovani e bellissime ragaz- coinvolta dapprima in un presunto traffico di ze, nate in due località molto diverse fra loro, stupefacenti quindi in uno sfortunato inter- in Sicilia e precisamente a Catania la prima, vento di chirurgia plastica, che finisce col de- in Toscana anzi in Versilia l’altra, allorché si turparle il volto. Ormai disfatta e pressoché ir- erano presentate ai rispettivi concorsi cittadi- riconoscibile, muore dimenticata da tutti a ni per l’accesso a Miss Italia. Daniela Rocca e Ladispoli, nel suo appartamento di due came- Stefania Sandrelli, i cui destini artistici si sa- re cucina e bagno a 74 anni! rebbero ben presto incrociati nello stesso film Non ha maggior fortuna la bellissima Dalila Divorzio all’italiana di Pietro Germi (’61), se Di Lazzaro, originaria di Udine. Dopo avere una sorte beffarda non le avesse successiva- girato alcuni film come Oh Serafina! a fianco mente divise! Mentre infatti Stefania San- di Renato Pozzetto ed il drammatico Voltati drelli sarebbe diventata ben presto una delle Stefania Sandrelli (1946) Eugenio, la sua carriera comincia a subire alti e bassi. Tenta anche la fortuna negli Stati Uniti, stata scelta da Antonio Pietrangeli per Io la co- segue a pag. successiva noscevo bene (’65), che ha come argomento la scalata al cinema di una giovane e bellissima ragazza di provincia, che si conclude con la drammatica fine della protagonista! Diversi anni più tardi – siamo entrati ormai negli An- ni Settanta - una sorte altrettanto amara sa- rebbe toccata a Laura Antonelli, al secolo Lau- ra Antonaz, originaria di Pola. Dal fisico Daniela Rocca (1937 - 1995) molto sensuale su un volto pulito, diventa un attrici più famose nel panorama del Cinema autentico sex simbol con Malizia (’73) di Salva- italiano, Daniela Rocca dopo un breve mo- tore Samperi, in cui ha come partner il mento di notorietà, arrivatale dal successo a livello internazionale del film, è stata ben pre- 1 Il titolo allude alla scena forse più memora- sto dimenticata dai registi e dai produttori di bile di ‘Divorzio all’italiana’, quella in cui il protagonista, Cinecittà ma anche e soprattutto da Pietro interpretato da Marcello Mastroianni, immagina che l’o- Germi, che era stato il grande amore della sua diata moglie, interpretata per l’appunto dalla Rocca, stia vita! Un tardivo omaggio di Catania e del suo sprofondando nella sabbie mobili. Teatro Stabile l’ha voluta ricordare, alcuni an- 2 Domenico Trischitta, Sabbie mobili, Algra ni fa, attraverso la magistrale interpretazione, Editore, 2016, Viagrande (Catania) Dalila Di Lazzaro (1953) 3 Località di villeggiatura sull’Etna 20 [email protected]

segue da pag. precedente Petizioni dove però viene a suo dire giudicata troppo la- tina per gli stereotipi dello star system hollywo- odiano mentre a Cinecittà è di contro conside- Latina Film Commission, salviamola rata un po’ troppo nordica. Alla soglia dei Petizione #SalvaLaLatinaFilmCommission (su Change.org) quarant’anni, la sua vita viene nel frattempo sconvolta dalla perdita dell’unico figlio di soli

Agostina Belli (1949) ventidue anni, mentre alcuni anni più tardi – nel ’97 – mentre si trova sulla moto di un ami- co, la stessa Dalila è vittima di un incidente, che le procura uno stato di invalidità durato per parecchi anni. Agli inizi degli Anni Settanta la milanese Ago- www.latinafilmcommission.it stina Belli, viene ingaggiata giovanissima per il film Angeli senza Paradiso (’70) al fianco di Al- Ken Loach, mentre ritirava la Palma d’oro al fe- che si pensi ad una modalità strutturale di ordi- bano Carrisi e di Romina Power, che era di- stival di Cannes lanciava il suo atto d’accusa ad namento politico-amministrativo per il territorio ventata nel frattempo sua compagna di vita, un mondo sfrenato e senza regole: “Non solo provinciale. Che si sostenga e si rafforzi la Film imperniato sull’amore infelice del musicista un altro mondo è possibile, ma è necessario”, Commission della Provincia di Latina, compe- Franz Schubert per la contessina Anna Este- dove bisogna combattere per avere giustizia ed tenza e patrimonio locale con il polso delle esigen- razy. Nel corso del film un episodio inquietan- equità, rispetto e dignità delle persone. E lui, ze del territorio e dei suoi professionisti. Che si te blocca temporaneamente le riprese. Le voci che ci ha insegnato la lezione del cinema capa- risolva lo squilibrio dei contributi all’audiovisivo corrono e si parla di una infatuazione della bella ce di raccontare, commuovere e smuovere le Regionali pendenti verso Roma, penalizzando le Agostina per il cantante pugliese, culminata nel coscienze, oggi, con quelle parole dure e coe- province e le sue attività produttive. Solo così è tentativo di suicidio da parte di quest’ultima, che renti, dette a pugno chiuso, ci restituisce nuo- possibile far tesoro dei talenti e delle risorse, ga- però si affretta a smentire tutto! La sua popolari- va forza per affermare la nostra battaglia per il rantire una continuità complessiva, mettere in tà cresce per tutti gli Anni Settanta, specie dopo Cinema e la Cultura come perno di sviluppo ci- campo una programmazione a lungo termine e, la sua apparizione nel film Profumo di donna al vile, le cui fondamenta sono rappresentate da quindi, “fare sistema” tra territorio provinciale e fianco di Vittorio Gassmann, poi anche per lei Leggi e Regole che garantiscano tutti. Regione. È giunto il momento di cambiare que- inizia il declino come attrice, forse anche per una Autori, registi, attori, tecnici e operatori del sto inaccettabile stato di cose e di evitare il dram- sua scelta di vita, che la porta lungo il sentiero cinema della provincia di Latina si sono riuni- matico rischio di lasciare lavoratori e fruitori del della meditazione spirituale. ti in un comitato spontaneo per sollecitare cinema pontino nell’incertezza più assoluta, la Giunta Regionale a definire fondi e dotazio- mentre altrove, in Italia, si creano condizioni ni per la Film Commission di Latina e tutto il di stabilità e sviluppo. comparto audiovisivo locale, oggi in gran- La strada non può che essere quella di rafforzare de difficoltà. un consolidato sistema di rete territoriale creato La petizione è rivolta oltre che a Zingaret- dalla Latina Film Commission, sottoscritto da ol- ti, anche ai suoi Consiglieri della provincia di tre 500 professionisti e operatori e basato sulla Latina Gaia Pernarella, Angelo Tripodi, Salva- considerazione complessiva del comparto cine- tore La Penna, Giuseppe Simeone ed Enrico ma: sviluppo e produzione cinematografica, pro- Forte, al Ministro Dario Franceschini, alla mozione culturale e formazione, diffusione della Lisa Gastoni (1935) Presidente della Commissione Cultura del propria identita’ storica e turistica. Parlamento Europeo Sabine Verheyen, alle al- Aiutiamo la Latina Film Commission, fonda- Una sorte simile è riservata a Lisa Gastoni, tre Film Commission non regionali, ai politici zione non-profit, creata dalla Provincia di La- avente nelle vene sangue irlandese per parte di e amministratori locali, con la richiesta d’in- tina a continuare a fornire gratuitamente i madre e che alle soglie dei trent’anni debutta tervenire per colmare questa grave lacuna. Ma propri servizi che vanno dal sostegno econo- nel film di Carlo Lizzani Svegliati e uccidi (’66), sarà diretto soprattutto al Ministro France- mico delle imprese alla assistenza per i profes- girato interamente a Milano e imperniato sul- schini, ricordando l’articolo nella Legge Cine- sionisti ed artisti locali, dall’assistenza logisti- la vita del bandito Luciano Lutring, uno dei ma nazionale che dice: “la Film Commission” ca all’ottenimento dei vari permessi, dalla protagonisti delle cronache di nera dell’epoca. è un tramite irrinunciabile per dare ad ogni ti- ricerca di location alla facilitazione nell’acces- Lisa ha due splendidi occhi azzurri e uno po di produzione audiovisiva servizi concreti, so a risorse tecniche e finanziarie locali. Ma sguardo che ammalia. Malgrado questo, i suoi puntuali e sostegni preziosi. Avere una Film soprattutto a garantire la qualità e delle com- ruoli nel Cinema di quegli anni sono in genere Commission locale sul proprio territorio vuol petenze professionali di alto profilo, ed essere marginali e riconducibili essenzialmente alla dire sfruttare e potenziare quella straordina- un ottimo strumento di marketing territoria- sua sola avvenenza, come del resto era stato ria ricchezza dei territori, dai panorami natu- le e volano per l’economia turistica locale. per le sue sfortunate colleghe…Las Olvidadas4, rali a quelli storico-architettonici”. La petizione si puo’ firmare a questo link: per l’appunto le dimenticate! Il Comitato spontaneo per un sostegno Regionale https://www.change.org/SalvaLaLatinaFilmCom- Valeria Consoli alla Latina Film Commission, insieme a tutti colo- mission 4 Il riferimento è al film di Luis Bunuel “Los ro che stanno firmando la petizione, chiede che si Olvidados” (’50), in spagnolo “I Dimenticati” esca dalla logica degli interventi una tantum e DdC 21 n. 94

100 anni di Nino Manfredi Nino Manfredi. La malinconica comicità di un grande attore La ricorrenza del cen- figli editore, Roma-Bari, 1988). Al gesto Man- raggiungono il loro vertice con l’ottimo Per tenario della nascita fredi accompagna spesso una espressione grazia ricevuta (1971) del quale è anche il prota- di Nino Manfredi ha straniata che mescola stupore e rabbia e che gonista. Pellicola nella quale Manfredi inne- offerto alla televisione gli consente di rendere con assoluta precisio- sta i ricordi dell’infanzia in una Ciociaria con- la possibilità di riper- ne l’animo dei suoi personaggi di uomini tadina profondamente cattolica, ripercorrendo correre la carriera di sfruttati e umiliati che lottano per riconqui- l’educazione religiosa di un giovane uomo tra uno dei più grandi at- stare la propria dignità. Rispetto alle figure di spiritualità e superstizione. Grande successo tori italiani attraverso italiani opportunisti ed egoisti ma capaci di ottiene il suo Geppetto nello sceneggiato tele- Fabio Massimo Penna interviste e film me- incredibili slanci di generosità portati sul visivo Pinocchio (1972) di trat- morabili. La sua eccel- grande schermo dagli altri mostri sacri della to dal celebre romanzo di Carlo Collodi. L’at- lente vena interpretativa ha trovato la colloca- commedia all’italiana (Sordi, Gassman e To- tore dona all’anziano falegname un candore zione ideale in quel grande momento del gnazzi) Manfredi rivolge la propria attenzio- infantile e un’ingenuità che ne fanno una del- cinema nostrano che è la “commedia all’italia- ne a personaggi marginali, portatori di un le interpretazioni più originali del personag- na”. Si tratta di un genere filmico che rispon- dramma, di un profondo dolore interiore, “Fi- gio. La sua perfetta misura recitativa trova un de ai cambiamenti della società italiana a par- gure verso le quali il pubblico prova in genere altro vertice nell’assicuratore che arrivato in tire dagli anni Sessanta che vengono registrati un senso di solidarietà” (Gian Piero Brunetta, Puglia viene scambiato per il podestà di Anni con aspra ironia e che ha i suoi ruggenti (1962) di Luigi Zampa, alfieri in Alberto Sordi, Vittorio pellicola nella quale duetta alla Gassman, Ugo Tognazzi e Nino grande con attori del calibro di Manfredi. Un affresco di oppor- Salvo Randone e Gino Cervi. tunismi e creatività, inaffidabili- Ispirato all’Ispettore generale di tà e capacità di adattamento por- Gogol il film mette alla berlina tato sul grande schermo da il fascismo, evidenziando con eccezionali geni della recitazio- tagliente ironia le ipocrisie e la ne e della comicità. Tra loro corruzione che innervavano la Manfredi si segnala per una via vita italiana di provincia du- tutta sua alla commedia all’ita- rante il ventennio. Diretto da liana. L’attore ciociaro fonda il Luigi Magni, Manfredi recita proprio lavoro su di una recita- in pellicole storiche, condite zione per sottrazione, aliena da satira anticlericale, am- dal gesto enfatico e dalla mec- bientate nella Roma papalina canica ripetizione esteriore di dell’Ottocento quali Nell’anno del clichés, uno stile che lo porta a Signore (1969) e In nome del Papa trovare una cifra attoriale es- re (1977). Nella prima interpre- senziale ma di straordinaria ef- ta Pasquino, il popolano che ficacia. La sua è una comicità lasciava violenti scritti antigo- controllata e innervata da una vernativi sotto la famosa statua potente vena melanconica. parlante di Pasquino mentre nel- Questa capacità di unire in uno la seconda è un monsignore che stesso momento ironia e mesti- aiuta un rivoluzionario accusato zia pare rinviare a quello che di un attentato dinamitardo. Manfredi stesso reputa il mo- Sul versante drammatico si dello assoluto al quale ispirarsi: deve menzionare il personag- Charlie Chaplin. Chiamato a gio dell’uomo qualunque che, dirigere L’avventura di un soldato di fronte alla violenza dell’epo- per la pellicola a episodi L’amore ca in cui vive, decide di armarsi e difficile (1963) opta, infatti, per difendersi da solo di Il giocattolo un ritorno al film muto con una (1979) di Giuliano Montaldo, ama- recitazione fondata esclusiva- ra fotografia dell’Italia degli anni mente sui gesti e sugli sguardi. Nino Manfredi (1921 - 2004) del terrorismo. L’attore tratteg- Manfredi, in questo modo, esi- gia, con una recitazione misu- bisce l’essenza del cinema, in particolar modo Il cinema italiano contemporaneo, Gius. Laterza rata e rigorosa, una figura negativa che scivola del cinema delle origini, quando al posto della & figli editore, Roma-Bari, 2007). A questa ca- pian piano nella violenza privata. Dotato di parola vi era la pantomima. Nelle sue inter- tegoria si inscrivono a pieno titolo il protago- personalità eclettica, Manfredi esordisce nel pretazioni l’attore di Castro dei Volsci sembra nista di Pane e cioccolata (1974) di Franco Bru- mondo dello spettacolo a teatro dove recita sempre cercare la verità interiore del perso- sati, un operaio emigrato in Svizzera costretto nella compagnia Maltagliati-Gassman e al naggio rifacendosi in questa sua ricerca alle a vivere in clandestinità, il portantino comu- Piccolo Teatro di Milano, dove è diretto da parole di Stanislavskij: “La verità del gesto ci nista di C’eravamo tanto amati (1974) di Ettore Giorgio Strehler. Nella commedia musicale viene provata dalla reazione interiore che Scola, ex partigiano deluso costretto con due ottiene grande successo nel Rugantino di Gari- quel gesto provoca: se parallelamente al gesto amici a fare il bilancio di un periodo italiano nei e Giovannini, spettacolo che viene portato nascerà dentro di noi una linea logica e coe- pieno di contraddizioni o l’emigrato fallito de in tournée negli Stati Uniti. Notevole anche la rente di sensazioni avremo imboccato la via Il gaucho (1964) di Dino Risi, per il quale l’ap- sua presenza in televisione sia negli sceneg- giusta e otterremo, come risposta quasi inat- prodo in Argentina è stato non l’agognato mo- giati che nel varietà (nel 1959 prende parte a tesa, altri gesti perfettamente rispondenti al mento di riscatto sociale ma l’incontro con la Canzonissima creando il personaggio del bari- nostro stato d’animo” (Fausto Malcovati, Sta- povertà più nera. Le incursioni dietro la mac- sta ciociaro Bastiano). nislavskij. Vita, opere e metodo, Gius. Laterza & china da presa dell’attore di Castro dei Volsci Fabio Massimo Penna 22 [email protected] Nino Manfredi in “Café Express” (1980) di Nanni Loy nella caricatura Luigi Zara 23 n. 94

100 anni di Nino Manfredi Girolimoni e i mostri del populismo Il 22 Marzo 2021 Nino commesso. Manfredi, avrebbe com- Il popolino, sempre pronto a cadere nelle reti piuto 100 anni, era nato del più violento populismo, non si lascia sfug- nel 1921 a Castro dei gire il povero Gino che bolla come MOSTRO Volsci, in provincia di da lapidare. Riflettendoci, i tempi passano, Stefano Pavan Frosinone. ma le dinamiche sulla giustizia italiana pur- Una carriera immen- troppo restano. sa, uno dei principali protagonisti della storia In una Roma fiacca e assonnata nel marzo del cinema italiano, amato dal pubblico e ap- 1924, i romani, che ancora non hanno guarda- prezzato dalla critica. Manfredi ci ha sempre to in faccia il vero volto del fascismo, stravol- regalato un italiano diverso da quello portato geranno l’esistenza di un uomo innocente. sue parole meno che mai, i giornali che prima in scena da Sordi. I suoi personaggi, toccava- E Gino è un uomo innocente, quando, quasi lo avevano crocifisso ora non proferiscono no le coscienze e, tra una risata e un sorriso, ci in parallelo con l’assassinio di Giacomo Mat- una riga per riabilitarlo. invogliavano a riflettere sulle scelte che la vita teotti, viene volutamente associato al “mo- Il popolo lo vuole colpevole e, malgrado sia ci pone davanti. stro” che nei quartieri romani di Borgo e di fuori dal carcere, Girolimoni, non riuscirà a Più di cento i film girati, ricordiamo:Operazio - Ponte, sevizia e uccide bambine. La polizia si rialzarsi perché è impotente e solo dinnanzi ne San Gennaro, Audace colpo dei soliti ignoti, muove disordinatamente brancolando nel buio. alla violenza di un muro di populismo e igno- Straziami ma di baci saziami, Nell’anno del Signo- I quotidiani nascondono la notizia nelle pagi- ranza. re, In nome del Papa re, C’eravamo Manfredi ci regala un’interpreta- tanto amati, Pane e cioccolata, Brutti, zione sublime dove anche nella sporchi e cattivi, La mazzetta, Cafè disperazione e nell’abbrutimen- Express, Per grazia ricevuta (dove è to del suo personaggio, riesce a stato anche regista e sceneggiato- far parlare gli sguardi senza mai re). cadere nella retorica. Oggi lo voglio ricordare con un Un film che si propone di rende- film coraggioso del regista Da- re giustizia ad un uomo innocen- miano Damiani: Girolimoni, il mo- te distrutto dalla cultura del pre- stro di Roma. giudizio e del sospetto in un Una storia vera, rimaneggiata paese che ha perso la dignità. nella sceneggiatura, ma che ri- Il film si può dividere sostanzial- porta alla luce un’ingiustizia terri- mente in due parti che comba- bile che partì dal criminale regime ciano rispettivamente con l’iro- fascista fino ad arrivare alla- con nia e la disperazione. Lo spettatore, danna popolare “per sentito dire” alla fine del lungometraggio, non che è peggio di quella di un tribuna- può non provare un profondo sen- le, specialmente quando quest’ulti- so di commiserazione nei con- mo ha riconosciuto l’accusato in- fronti del protagonista, ormai de- nocente. vastato e dimenticato da una La storia di Gino Girolimoni, un fotografo ro- ne interne, le direttive del Ministero dell’In- società impietosa e ingiusta. mano arrestato durante il fascismo e usato terno sono chiare: niente enfasi, niente foto- Dettagli: La sceneggiatura scritta a più mani come capro espiatorio per mettere a tacere il grafie. La polizia non riesce a trovare il mostro da Damiano Damiani, Fulvio Gicca Palli, En- caso di un assassino seriale di bambine. Così e l’immagine di Mussolini ne è danneggiata. rico Ribulsi ci presenta una storia vera, rima- Gino venne dipinto con l’infamante accusa di Si diffonde il terrore, la folla spesso si avventa neggiata nei dettagli in quanto il vero Mostro essere il mostro/pedofilo. su chiunque sia anche lontanamente sospet- (nel film un giovane Gabriele Lavia che uccide Damiano Damiani, con una precisa ricostru- tato. una nipote in casa, un episodio inventato) zione degli ambienti del ventennio, insieme C’è bisogno di “ordine e disciplina”, Mussolini nella realtà dei fatti era probabilmente un alla magistrale interpretazione di Nino Man- esige un colpevole e la parola d’ordine è: “tro- prete protestante inglese Ralph Lyonel Bryd- fredi nei panni di Girolimoni, e con un cast di vare il mostro ad ogni costo”, non si può tollerare ges, noto pedofilo. A trovare le sue tracce fu primordine ci presenta un incontenibile atto che lo Stato venga deriso e accusato di incapa- un abile ispettore di polizia, Giuseppe Dosi d’accusa diretto verso il delinquenziale regi- cità, la tranquillità deve tornare. che indagò sul mostro e scagionò Girolimoni, me fascista. Bastano un marito geloso e un brigadiere am- ma venne ostacolato dai superiori, per inge- Regime, in questo caso responsabile, prima, bizioso e Gino Girolimoni, agiato fotografo, renze della chiesa Anglicana su Mussolini al- della voluta costruzione di un errore giudizia- viene marchiato come l’assassino. Malgrado lora Ministro dell’interno, e chiuso in manico- rio, e, dopo, di aver occultato le prove dell’inno- le prove accusatorie siano inconsistenti, il fa- mio fino al 1940. cenza attraverso l’imposizione, minacciosa, scismo annuncia entusiasticamente di aver li- Stefano Pavan agli organi di stampa di un silenzio sull’errore berato Roma dal “mostro”. Il fascismo, consapevole dell’innocenza di Gi- no si serve di quest’ultimo per rinsaldare il suo pugno di ferro e decantare la sua efficien- za. La stampa distruggerà la reputazione del protagonista. Eppure, date le scarse prove, la polizia dovrà riconoscere che Girolimoni è in- nocente, ma ormai è troppo tardi. Per tutti egli è il Mostro. La sua estraneità ai fatti delit- tuosi e la sua scarcerazione non contano, le Gino Girolimoni (1889 - 1961) 24 [email protected] Un treno, un film # 22 L’uomo sul treno (2018) Se i film fossero -sem pre specchio della real- tà, a guardare L’uomo sul treno lo spettatore non potrebbe che in- quietarsi: perché ciò che succede a Michael McCauley, tranquillo assicuratore che vive Federico La Lonza in una cittadina a po- chi chilometri da New York, sul convoglio che ogni giorno feriale prende per recarsi al lavoro a Manhattan, ha dell’inverosimile. Chi ha visto il film diretto nel 2018 da Jaume Collet-Serra, potrà opinare che con la sua curiosità il tranquillo Michael quell’incubo se l’è cercato: ma ditemi voi come si può non essere curiosi quando, marito e pa- dre di famiglia, si è appena stati licenziati e un’interlocutrice sconosciuta ti offre un antici- po di 25.000 dollari più altri 75.000 se porterai davvero l’anticipo di 25.000 dollari si rende alla polizia il suo comportamento sospetto, e a buon fine un compito che richiede acume e conto che la faccenda è seria. il treno viene fermato per un accertamento, destrezza ma non pare gran che pericoloso. A dispetto della necessità di guadagnare, per costretto a nascondersi nella botola accanto al Ma addentriamoci meglio nella trama. Come non farsi coinvolgere Michael tenta di lasciare morto, egli perde i 25.000 dollari. tantissimi altri pendolari, Michael, un ex poli- il treno, ma sul marciapiede del binario una Alla ripresa della corsa, mancando poche fer- ziotto che lavora nel ramo assicurazioni, co- ragazza gli consegna in una busta la fede nu- mate al capolinea, sabotando l’erogatore d’a- pre in treno quotidianamente il percorso tra ziale della moglie, sicché egli comprende che ria condizionata del treno Michael costringe i Tarrytown - cittadina situata una trentina di se rinuncerà all’incarico ciò si ritorcerà sulla cinque passeggeri rimasti sul convoglio a ri- chilometri a nord di New York - e Grand Cen- sua famiglia; non osando chiamare la consor- fugiarsi nell’ultima carrozza: sospetta che tral Terminal nel cuore della Big Apple. Un te, per cercare di salvare i suoi cari egli scrive Prynne sia Oliver, un musicista afroamerica- brutto giorno, recandosi al lavoro scopre d’es- un messaggio d’aiuto sul giornale dell’amico no, ma questi è invece il killer agli ordini di Jo- sere appena stato licenziato; non sapendo co- pendolare Walt, chiedendogli di avvisare la anna e l’aggredisce: lui però riesce a ucciderlo me dirlo alla moglie, egli si consulta al telefo- polizia, ma alla prossima fermata del treno ri- gettandolo fuori dal finestrino. Joanna chia- no con l’amico Murphy, un poliziotto suo ex ceve al cellulare una chiamata da Joanna, che ma Michael: se vuol salvare la sua famiglia, a collega; sul treno che lo riporta a Tarrytown, gli chiede di guardare fuori: davanti ai suoi questo punto dovrà fare lui il lavoro sporco. mentre pensa al suo problema, viene avvici- occhi, Walt viene ucciso da qualcuno che lo Infine quest’ultimo individua Prynne nella se- nato da Joanna, una misteriosa signora bion- spinge sotto un autobus. Comprendendo dicenne Sofia: ella, che ha visto uccidere un da, al corrente del suo passato nella polizia, d’essere strettamente tenuto d’occhio, Micha- suo cugino, urbanista del comune, ha con sé che gli prospetta una sfida: su quel treno c’è el decide di cercare Prynne: e crede d’indivi- un hard-disk, che attesta corruzione e perve- una persona, il cui nome in codice è Prynne, duarlo in un giovane con cui a un certo punto sità di molti elementi della polizia e dei politi- che costituisce una minaccia per tutti gli altri litiga, e sul quale riesce a piazzare il localizza- ci e amministratori comunali, destinato all’F- passeggeri: egli reca con sé un oggetto rubato; tore: quindi chiama al cellulare l’amico Mur- BI che l’attende in stazione a Cold Spring. compito di Michael sarà quello di individuarlo phy, che lo informa su Prynne: è un testimone Joanna risente Michael, minacciandolo anco- e piazzare nella sua borsa un localizzatore scomodo che molti vorrebbero sopprimere; ra per persuaderlo ad uccidere Sofia, ma lui GPS che ella gli fornisce, prima che scenda al per salvargli la vita, egli allora corre a cercarlo: rifiuta; azionando a distanza degli esplosivi capolinea, la stazione di Cold Spring; se riu- ma lo rinviene cadavere in una botola del tre- piazzati sul convoglio, lei allora provoca il de- scirà in questo verrà ricompensato con la no; dai suoi documenti, apprende però trattar- ragliamento del treno, affinché muoiano tutti somma che abbiamo citato. Ciò detto, Joanna si di un agente dell’FBI. Infatti poco dopo Joan- coloro che sono a bordo. Coadiuvato da Sam, scende alla prossima fermata. Subito Michael na lo informa al telefono che Prynne non era il capotreno, che finisce per rimetterci la vita, pensa a uno scherzo, ma la curiosità lo spinge a quello, invitandolo a proseguire la ricerca se tie- in una curva Michael riesce però a staccare dal recarsi nel w. c. indicatogli da lei, dove trovando ne alla sua famiglia. Ma qualcuno ha segnalato segue a pag. successiva

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segue da pag. precedente chiamato Joanna per farle il nome di Mi- convoglio l’ultima carrozza: e a dispetto chael, mostrandole certo qualche sua fo- delle molte sbandate, essa finisce per ar- to e fornendole il suo numero di cellula- restarsi senz’alcun danno per gli occu- re, coloro che vogliono sopprimere panti. Prima che il vagone venga circon- Prynne hanno già fatto in tempo a recar- dato da uomini della SWAT (squadra si a casa dello stesso, catturare la moglie anticrimine) e della polizia, decisi ad ar- e il figlio, impossessarsi della fede nuzia- restarlo con l’accusa di terrorismo e se- le di lei e percorrere alla velocità della lu- questro di persone, Michael ha fatto ce la distanza che li separa da quella fer- chiudere tutti i finestrini e li ha coperti mata del treno per affidare la busta a una con fogli di giornale bagnati; a trattare loro incaricata affinché la consegni a Mi- con lui giunge Murphy: questi però si tra- chael: siamo nel più puro surrealismo! E disce, sicché Michael comprende che è ancora: alla terza fermata del treno, il stato lui ad avere ucciso il cugino di Sofia. povero Walt viene spinto sotto un auto- Nella collutazione che nasce tra loro, Mi- bus: da chi? Dal killer sul treno è impos- chael gli strappa di dosso il cartellino sibile, perché così facendo avrebbe ri- identificativo elettronico, sicché piglian- schiato di restare a terra, dato che il dolo per lui i cecchini degli SWAT gli spa- convoglio era in procinto di ripartire. rano uccidendolo. Dunque si dovrebbe arguire che in ogni Alla fine, grazie anche alla testimonianza stazione del percorso i ‘cattivi’ avessero di Sofia, oltre a salvare la sua pelle e quel- piazzato almeno un loro killer pronto ad la dei suoi cari, per interessamento del intervenire: sono così organizzati, eppu- capitano Hawthorne, suo ex superiore re non conoscono l’identità di Prynne! nella polizia, Michael viene di nuovo as- Michael McCauley è stato impersonato sunto nel corpo col ruolo di detective. E da Liam Neeson; Vera Farmiga è Joanna, un bel giorno, su un altro treno che torna L’uomo sul treno è stato scritto nel 2010, a New York da Chicago, è proprio Micha- ma solo nel ’16 le parti interessate sono el a trovare Joanna ed arrestarla. giunte ad un accordo per la sua produ- Coproduzione americana, francese e in- zione, affidandone la regia a Collet-Ser- glese dal titolo The Commuter (ovvero il ra, col quale sia Neeson che la Farmiga pendolare), il film è stato prodotto da An- avevano già lavorato. Le riprese del film, drew Roma e Alex Heineman per Studio iniziate il 25 luglio del ’16, si sono conclu- Canal, The Picture Company ed Ombra se nel tardo autunno; sono state svolte Films, con Michael Dreyer, Juan Sola e lo parte in Inghilterra, nei Pinewood Stu- stesso Collet-Serra quali produttori ese- dios di Buckinghamshire e nella stazio- cutivi; la fotografia è stata curata da Paul ne ferroviaria di Worplesdon, nel Sur- Cameron, il montaggio da Nicolas De rey, parte negli Stati Uniti, a New York e Toth, la scenografia da Richard Brigland nei luoghi del percorso ferroviario verso e le musiche sono di Roque Baños. Byron Cold Sping. Willinger e Philip de Blasi hanno conce- Presentato in anteprima a New York Ci- pito una storia, poi sceneggiata con l’aiu- ty l’8 gennaio 2018 e uscito nei cinema to di Bryan Engle, che pur essendo ben statunitensi quattro giorni dopo e il 25 congegnata dal punto di vista drammati- gennaio in quelli italiani, distribuito dal- co non è priva di palesi incongruenze, a la Eagle Pictures, L’uomo sul treno, che du- tutto danno della credibilità. Ad esem- ra 105 minuti, è costato 40 milioni di dol- pio: coloro interessati a individuare ed lari e ne ha incassato complessivamente eliminare Prynne, sapevano evidente- 119, 9, di cui meno di un terzo negli Stati mente che il testimone era atteso dall’FBI Uniti. Nei giudizi, la critica si è mostrata a Cold Spring e anche quale treno avreb- assai combattuta: anche a prescindere be preso, eppure ne ignoravano l’identi- dal rilievo delle evidenti assurdità, la tà. Tuttavia, nel giro di poche ore hanno principale accusa mossa al regista è di potuto far piazzare tranquillamente sul aver confezionato un film troppo simile treno delle telecamere nascoste in ogni a Non-Stop (’14), il precedente film del re- vagone, un carico di esposivo pronto a gista, dove Neeson era anche qui prota- conflagrare ove mai fosse stato il caso (e gonista, accanto a Julianne Moore. Lodi guarda un po’, la necessità si prospet- pressoché unanimi ha invece giusta- terà), e un killer con l’incarico di elimina- mente ricevuto la prestazione di Neeson re Prynne. Inoltre: costoro hanno appena e in generale di tutto il cast. La migliore appreso da Murphy che il suo amico Mi- valutazione sul film resta forse quella di chael, ex poliziotto, essendo stato licen- Rotten Tomatoes, il sito aggregatore di ziato potrebbe fare al caso loro, e Joanna recensioni, che ha affermato: «Il cast di subito si presenta da lui per proporgli di The Commuter è migliore della sua sce- collaborare; ella scende alla fermata suc- neggiatura», aggiungendo come ciò aiu- cessiva, e alla seconda è Michael a scen- ti a far sì che il film valga comunque «il dere, deciso a rinunciare all’incarico: vie- prezzo di un biglietto per matinée o no- ne però avvicinato dalla ragazza che gli leggio, se non di un biglietto a prezzo consegna la famosa busta con la fede nu- pieno». ziale. In pratica, nel corso di una decina di minuti da quando Murphy ha Federico La Lonza 26 [email protected] I dimenticati # 75 Charles de Rochefort Figura emblematica con l’amico attore Girbal, che si rivelò una linea del fuoco. Coraggioso, disciplinato, ri- per capire cos’era il ci- perdita economica), nel 1910 cominciò a lavo- spettato e capace d’imporsi, in pochi mesi egli nema negli anni tra rare con Max Linder, una delle personalità fu nominato caporale, poi sergente. Combatté l’apogeo del muto e il francesi più brillanti della settima arte. Char- a Verdun, e in quell’autentico macello umano, primo decennio sono- les apparve con lui in almeno nove cortome- citato all’ordine della brigata per l’attitudine ro, Charles de Roche- traggi della serie Max: Max si sposa (Max se al fuoco, venne decorato con la Croix de Guer- fort meriterebbe più marie, 1911), Max e la suocera (Max et sa belle re, e nel marzo ’16 nominato sottotenente. Ma attenzione da parte mère, id.), Max boxeur par amour (1912), Max co- il 5 settembre di quell’anno, nella cruciale bat- degli addetti ai lavori: cher de fiacre (id.), Max Linder pratique tous les taglia della Somme, ferito, durante l’attacco a Virgilio Zanolla quasi sconosciuto in sports (id.), Il duello di Max (Le duel de Max, Vermandovillers fu catturato dai tedeschi; Italia, non è stato studiato neppure in Francia 1913), La rivalité de Max (id.), Max professeur de tentò la fuga e venne rinchiuso nel campo di e Stati Uniti, paesi dove operò. tango (id.) e Max et le commissaire (’14); ho scrit- Gütersloh in Renania, una cinquantina di chi- Charles d’Authier de Rochefort era nato il 7 lu- to «almeno» perché come si sa, dei circa cin- lometri a nord-est di Dortmund; fingendosi glio 1887 a Port Vendres, ridente località dei quecento film interpretati e spesso diretti da folle fu internato in un sanatorio svizzero. Il Pirenei Orientali affacciata sul Mediterraneo, Linder o codiretti con Lucien Nonguet, pur- suo rimpatrio avvenne alla fine del ’18; nel una cinquantina di chilometri a sud-est di troppo ne resta circa un quinto. Nelle comiche marzo ’19, dopo oltre quattro anni, finalmente Perpignano e una decina a nord del confine da una o due bobine Max, sano ed elegante vi- Charles venne smobilitato. francese con la Spagna, dal trentanovenne taiolo, scapolo (a volte sul punto di maritarsi) Nel frattempo, s’era sposato con Thérèse For- marchese Paul-Charles-Dominique e dalla tren- o maritato (ma spesso a caccia di gonnelle, e gerot, che nel ’22 gli dette la figlia Eliane. E tatreenne Camille-Caroline-Rose-Felicité Guel- perciò propenso a mettersi nei guai), aveva aveva ripreso a lavorare nel cinema, stavolta fucci, d’illustre famiglia corsa: ultimogenito talvolta Charles come suo rivale in amore. in ruoli di rilievo. Jean Durand lo volle partner dopo il fratello Alexander e la sorella Marie-Mar- di Jacqueline Forzane nel serial in dodici epi- guerite. Il padre, nato in Algeria, nominato di- sodi Imperia (’20), girato a Nizza, che gli recò rettore della Compagnie Générale Transat- una certa popolarità. Apparve quindi in Fille lantique si trasferì ad Orano con la famiglia. du peuple di Camille de Morlhon (id.), nel Qui Charles compì gli studi. Fin da ragazzo, drammatico Marthe di Gaston Roudès (id.), egli manifestò amore per la recitazione: tanto con Paulette Duval; poi l’attore, regista e pro- che, quando ancor minorenne la famiglia si duttore Léonce Perret, che realizzava in Fran- trasferì a Parigi, lasciò un impiego come assi- cia film per il mercato statunitense, lo volle curatore e si fece assumere da una compagnia nella parte del giudice in The Empire of Dia- teatrale: ma la madre lo fece licenziare dal ca- monds, girato quell’anno in Costa Azzurra, a pocomico e lo cacciò di casa. Cominciò per lui Parigi, Londra, New York e a bordo d’un tran- una vita da bohémienne, di giorno insegnan- satlantico. Per Charles fu il primo indiretto do sport ai rampolli dell’alta società e di sera approccio col cinema americano. esibendosi recitando poesie in locali come Au Nel ’21 fu il protagonista di Renaud ne Le roi de Lapin Agile. Finché qualcuno gli suggerì di re- Camargue di André Hugon, accanto ad Elmire carsi a Vincennes, presso gli studi Pathé, a la- Vautier, e Georges de Margemont nel dram- vorare nel cinema. La paga era di soli 5 franchi matico Gigolette d’Henri Pouctal. Nel ’22 ap- al giorno, e per arrotondare Charles tornò a parve nel serial in sei episodi L’empereur des esibirsi in teatro, usando vari pseudonimi per pauvres di André Antoine e René Leprince, poi non scontentare i genitori; fece anche il trape- ne L’homme qui pleure di Louis d’Hee e Louis de zista, il lottatore nelle fiere, e tentò l’ammis- Verande, e ne L’Arlésienne di Antoine; ne Le dia- sione al conservatorio. A vent’anni, benché mant noir di Hugon, in due episodi, ebbe una fosse alto 183 cm., avesse un fisico atletico e parte di fianco, e nel successivo Nôtre-Dame fosse in ottima salute, alla visita di leva venne Ma egli non lavorò soltanto con Linder; nel ’12 d’Amour di Hugon, altro film ambientato in riformato per un’anchilosi del braccio destro, apparve in altri tre film: La vengeance de Lici- Camargue, fu Pastorel, mentre in The Spanish dovuta a una caduta da cavallo. nius di Georges Denola, un ‘corto’ ambientato Jade di John Stuart Robertson, pellicola d’av- Dopo due occasioni perdute (i filmLe scandale de all’epoca dell’antica Roma, i cui esterni furono ventura di produzione inglese girata in Spa- Monte-Carlo, mai uscito perché il casinò mone- girati a Napoli, La fin de Robespierre di Albert gna tra Madrid e l’Andalusia, vestì i panni gasco l’acquistò e distrusse nel timore d’averne Capellani, e La maschera dell’orrore (Le masque dell’antagonista Esteban, un giocatore d’az- cattiva fama, e Le tango rouge, scritto e prodotto d’horreur) di Abel Gance, un horror di 93 mi- zardo che finirà ucciso dal suo stesso pugnale. nuti dove apparve con Édouard de Max, Flo- Questi film accrebbero ulteriormente la sua relle (Odette Rousseau), Mathilde Thizeau e fama. Jean Toulot: la storia d’uno scultore che crea Come attore, il ’23 fu l’anno di suo maggior un’orrenda maschera con cui si compiace di impiego, giacché apparve in ben otto film. Ad studiarsi allo specchio. Hollywood, quando Rodolfo Valentino lasciò A interrompere la sua carriera nel cinema la Famous Players-Lasky per la United Artists, pensò lo scoppio della prima guerra mondia- per rimpiazzarlo il produttore Jesse Lasky le. Benché riformato, Charles volle a ogni co- non volle ricorrere ai suoi pallidi imitatori: sto arruolarsi: nel novembre ’14 venne ritenu- qualcuno del suo staff aveva visto The Spanish to idoneo al servizio attivo dal comitato di Jade, apprezzando la prova di Charles, il quale, revisione del dipartimento della Senna; poche in un ruolo un po’ canagliesco, pur fisicamen- settimane dopo, al fronte, suo fratello perse la te lontano dal tipo dell’‘amante latino’, oltre Charles de Rochefort con Barbara La Marr e Conway vita. Incorporato in fanteria, nel marzo ’15 Char- alla prestanza aveva mostrato indubbie doti di Tearle (The White Moth, 1924) les fu assegnato al 166° reggimento e inviato sulla segue a pag. successiva 27 n. 94

segue da pag. precedente Jack Holt e Mary Astor, interpretò per la pri- fascino; cosicché, il nostro attore fu ingaggiato ma volta un personaggio del tutto positivo, il dalla Famous Players (futura Paramount) con fauno Sylvani. Il fastoso I dieci comandamenti un contratto da 250 dollari a settimana: dové (The Ten Commandments) di Cecil Blount però cancellare due dei tre film che aveva in DeMille, fratello minore di William, segnò l’a- programma in Italia per la Cines. Apparve ne pice della sua carriera cinematografica: qui, La faute des autres di Jacques Olivier, e in soli nel prologo biblico disegnò il ruolo del temibi- otto giorni interpretò a Roma La signora col na- le faraone Ramses II, affiancato da interpreti stro di velluto (La dame au ruban de velours) di quali Julia Faye, Theodore Roberts, Estelle Giuseppe Guarino, a fianco di Arlette Marchal Taylor, la Ayres, e nella parte moderna, Rod La e Gina Manès; dove la permanenza sotto con Roque, Nita Naldi, Richard Dix e Leatrice Joy. le forti luci degli studi gli procurò una tempo- Apparve poi quale se stesso in Hollywood, un ranea cecità. Si riprese durante la traversata lungometraggio di James Cruze dove molti atlantica a bordo del “France” che lo portò in attori e registi si prestarono come lui a dei ca- America. meos, e nel ruolo dell’apache Fernand fu prota- gonista con Pola Negri, Huntley Gordon e Adolphe Menjou in Nell’ombra di Parigi (Sha- dow of Paris) di Herbert Brenon. Nel ’24, per la Universal Pictures, interpretò Pierre Dupont nel drammatico e sentimenta- le Love and Glory di Rupert Julian, accanto a Wallace MacDonald e Madge Bellamy: un’al- Charles de Rochefort (Love and Glory, 1924) tra pellicola della quale al presente non si co- nosce copia; fu poi il ballerino Gonzalo Mon- Uniti e Francia, facendo soprattutto l’impre- trez in The White Moth di Maurice Tourneur, sario (nel ’29, nel crollo della borsa di Wall “The Marriage Maker” con Agnes Ayres con Barbara La Marr e Ben Lyon. Street, perse ben 29 milioni di dollari), tornò definitivamente in patria; rimase nel - cine Si pensò inizialmente di proporlo in ruoli ma, assumendo l’incarico di curare le versio- esotici, da simpatico ribaldo. Egli esordì da ni europee di alcuni film della Paramount protagonista, come Charles De Roche, ne Il nell’attrezzato studio di Saint-Maurice: ini- minareto in fiamme (Law of the Lawless) di Vi- ziò occupandosi delle versioni in lingua fran- ctor Fleming, accanto a Dorothy Dalton. Nel- cese e rumena di Paramount on Parade, e nel la trama, era il capo zingaro Costa, che acqui- ’31 curò la versione italiana, Televisione, del stava in un mercato la bella tartara Sahande, film Magie moderne di Dimitrj Buchowetzi. fidanzata con Sender (Theodore Kosloff); Tra il ’29 e il ’31 diresse però anche alcuni film quest’ultimo, sfidato da lui, lo fa imprigiona- suoi, shorts, mediometraggi e due lungome- re in una torre: quand’essa prende fuoco, tut- traggi, nei quali ebbe il merito di lanciare tavia, Sahande capisce di amare Costa e corre un’attrice come Odette Joyeux. La croix du Sud in suo aiuto. Molto pubblicizzato, il film (che di Hugon (’32), film che venne girato per lar- durava 70 minuti, e del quale purtroppo non ga parte nell’amata Algeria, fu il suo ultimo rimane copia) ebbe buona accoglienza, non Charles de Rochefort come Ramses II (The ten impegno sul set, stavolta come attore. In quel tale però da soddisfare in pieno le aspettative commandments, 1923) periodo, per questioni di cachet Charles com- di Lasky. mise l’errore di rifiutare la parte del commis- Nel ’25 Charles tornò in Francia, dove per la sario Maigret in un film offertagli da Jean Renoir. Paramount interpretò il suo ultimo ruolo di Nel ’36 tornò al suo primo amore, il palcosce- rilievo, quello del soldato eppoi maresciallo nico, assumendo la direzione del teatro pari- francese François Joseph Lefebvre, innamora- gino Albert-Ier, al 64 di rue du Rocher, che ri- to e riamato dalla protagonista, in Madame battezzò dandogli il proprio nome. Per esso Sans-Gêne del vecchio amico Perret. Intera- scrisse dei testi (sotto lo pseudonimo di Chas mente girato lì, con un cast che includeva Glo- D. Strongtone), ne curò la regia e li interpretò. ria Swanson (nelle vesti della lavandaia eppoi Frattanto aveva divorziato e s’era risposato duchessa Catherine Hubscher detta Madame con l’attrice comica Mary Grant. Nel ’39, allo Sans-Gêne), Émile Drain, Suzanne Bianchet- scoppio della nuova guerra, fu mobilitato e ti, Arlette Marchal, Renée Heribel e un giova- promosso capitano di riserva; l’anno dopo, al nissimo Pierre Brasseur, il film costò circa fronte, venne ferito. Sotto l’occupazione tede- 700.000 dollari e venne girato larga parte in sca, in collaborazione col giornalista Pierre palazzi dove aveva abitato Napoleone, resi di- Andreu scrisse e pubblicò una raccolta di ri- sponibili dal governo francese. Anche questa cordi, Le Film de mes souvenirs, secrets de vedettes pellicola, che pure ebbe gran risonanza, tran- (Parigi, Société Parisienne, 1943). Arrestato e ne pochi spezzoni viene purtroppo considera- internato per sospetto antigermanismo, ven- ta perduta. Sempre in Francia, fu poi il clown ne liberato grazie all’interessamento dell’at- Charles de Rochefort e Gloria Swanson (Madame ne La principessa e il clown (La princesse aux trice Michèle Alfa, all’epoca amante d’un nipo- Sans-Gene, 1925) clowns) di Hugon, con Huguette Duflos e Magda te di Goebbels. Charles morì a Parigi il 31 Roche, film del quale curò anche il montaggio. gennaio 1952, all’età di sessantaquattro anni. Charles prese poi parte a La vampa (The Che- Dopo d’allora, Charles non ebbe molt’altre oc- La moglie assunse la direzione del suo teatro, at) di George Fitzmaurice, con Pola Negri, do- casioni come attore. La gloriosa era del muto che mantenne fino alla morte, nel ’71; oggi es- ve impersonava un falso principe indiano. In era ormai al crepuscolo: consapevole di ciò, so è intitolato al commediografo Tristan Ber- Una catena d’oro (The Marriage Maker) di Wil- egli decise saggiamente di tirare i remi in bar- nard. liam Cecil DeMille, accanto ad Agnes Ayres, ca. Dopo qualche anno trascorso tra Stati Virgilio Zanolla 28 [email protected] La memoria di ieri e di oggi: articoli ritrovati. Rinascita n. 25 - pag. 25-26 -ottobre 1962 Un individualista in crisi Solo sotto le stelle Il cow boy è una figura dei singoli. Su questa falsariga, le varianti­ ap- Solo sotto le stelle di David Miller si rivela di no- mitica della cinemato- portate nel corso di mezzo secolo al fine di tevole interesse­ poiché, in chiave di accorata grafia americana. Mi- ringiovanire schemi esausti e consunti, nulla nostalgia e di polemica, quei miti si prefigge gliaia di film, realizza- hanno tolto o aggiunto alla nervatura ideolo- di sottoporre a un vaglio severo­ e, per alcuni ti dai tempi di Thomas gica di film, che riflettono — al livello del­la re- versi, di sconvolgerli.­ Volendo etichettarlo, lo Ince ai giorni nostri, torica — i miti individualistici di una società, classificheremo un western contemporaneo, ne hanno tessuto l’elo- il cui ordinamento si basa, per contrasto, sulla non solo e non tanto perché l’azione è am- gio o decantato tutte dittatura dei monopoli e sull’atomismo delle bientata nel ’62 ma in quanto il film materia- Mino Argentieri le virtù pos­sibili o im- masse ridotte al rango di consumatori. lizza se non una proble­matica, per lo meno maginabili. La stessa Se osservato sotto questo profilo, un film come sentimenti e umori­ (tipicamente americani) parola cow boy ha assunto un fascino, che se- di una sconcertante modernità. Domina la duce adulti e bambini e pochi punti­ ha in co- pellicola un cow boy, Jack, dalle ca­ratteristiche mune con la ben diversa evidenza dei fatti. abbastanza inconsuete. Egli deriva, alla lon- Privato dell’alone leggendario attribuitogli tana, dalla tradi­zione delle anime vagabonde dal cinema, il cow boy rimane quello che è: un del Far West ma, a differenza dei suoi prede­ guardiano di mandrie, il quale trascorre­ le cessori, non serve la causa della proprietà­ sue giornate inchiodato al­la sella e afflitto da privata. I suoi muscoli li ado­pera esclusiva- incombenze tutt’altro che entusiasmanti. mente per guadagnarsi il pane, lavorando Nondimeno la letteratura popolare, il folklo- ora in questa ora in quella fattoria, ma mai li re, i fumetti e il cinematografo ne hanno fat- mette al servizio della difesa dei beni, to una sorta di cavaliere errante nelle im- insidia­ti dai fuorilegge e dai violatori dei pa- mense distese della prateria, un «giusto» per trimoni altrui. Contrariamente ai suoi avi, antonomasia, un generoso­ o temerario pala- non opera per consolidare la proprietà priva- dino delle cause più nobili, il simbolo dell’Ame­ ta, ma con la sua con­dotta la nega. Rispetto rica pionieristica e avventurosa. Che poi que- al cliché clas­sico del cow-boy pistolero vanta sto emblema travisi persino i dati elementari un amore sconfinato per la libertà, che costi- della cronaca, poco importa ai fabbricanti di tuisce la più assoluta negazione di ogni egoi- miti, pro­pensi a ingigantire e gonfiare la di­ smo e di ogni limite posto all’uomo. Pertanto mensione degli avvenimenti. A co­minciare odia i recinti di filo spinato che suddividono dal rispetto dell’iconogra­fia dell’epoca, il tra- la terra in appezzamenti, più o meno vasti; dimento viene consumato secondo le anti- allo stesso modo di come detesta la nozione che regole della celebrazione. di frontiera applicata alle nazioni­ e alla fra- Chi ha visto in TV l’interessantissi­mo docu- tellanza dei popoli. Nel contatto quotidiano mentario II vero West, alle­stito sulla scorta di con la natu­ra, nella possibilità di spostarsi preziose testimo­nianze fotografiche, non ha con­tinuamente, senza avere una meta fissa, tardato a rendersi conto che Hollywood, nel trae alimento per una esistenza randagia, cantare l’epopea dell’Ovest selvaggio e tu- che rifugge dagli stabili vincoli della casa e multuoso, è ricorsa alle note più false e orec- della famiglia. chiabili. Malgrado l’esauriente impiego di Jack, in sintesi, è una specie di bohémien trovate pirotecniche e di rudimentali compli- proletario, una sorta di anarchiste della pia- cazioni psicologiche,­ il tessuto dei western nura, una pianta anacronisticamente sboc- hol­lywoodiani resta ancorato a un inestirpa- ciata in un mondo organizzato e retto da bile ed endemico infantilismo, appena cor- leggi implacabili. Un suo caro amico, Paul, retto dalla preoccupazione di esaltare l’indi- che scrive romanzi, è stato rinchiuso in pri- vidualismo più esa­sperato, negando i valori gione per avere assistito alcuni immigrati propri della socialità. Per questa ragione spes- clandestini. Jack desidera aiutarlo a fuggire so diffidiamo nei confronti dei film western, di prigione e, pur di recargli la sua solida- anche se, diversamente da altri, non ci lascia- rietà, si fa ar­restare. In carcere, un guardia- mo colpire dalla carica di violenza in essi con- no crudele lo prende di mira: si tratta di un tenuta e dosata con intendimenti che a volte vero fascista che riversa il suo odio su Paul, rasentano gli estremi lembi del sadismo.­ Ciò che ha il torto di essere un intellettuale, e su nonostante non v’è dubbio che, a prescindere Jack che non sop­porta le prepotenze e le an- dai ragguardevoli risultati artistici consegui- gherie. In­vano Jack tenta di convincere il ti in taluni casi, il filone più caratteristico del- com­pagno a seguirlo: Paul non ama il ri­ la cinematografia americana offre parecchi­ schio, è deciso a scontare la pena e a inte- spunti a un esame di tipo sociologico,­ che grarsi nel sistema cui in precedenza­ si oppo- contempli gli strumenti della cultura di mas- neva. Sua moglie e suo figlio l’attendono e sa, i metodi di volgarizzazione della storia na- sognano una vita normale e tranquilla. Scap- zionale, nonché le matrici ideali di un sistema pato dal penitenziario, Jack attira su di sé le sociale che, nelle sue manifestazioni sovra- attenzioni degli organi di vigilanza statale: strutturali, si ostina a incensare la potenziale ormai è un evaso e alla polizia­ spetterà cattu- positività dell’iniziativa privata e a proporre un rarlo. Sulle piste dell’inseguimento scende uno modello di eroismo fondato sulla eccezionalità segue a pag. successiva 29 n. 94

segue da pag. precedente Chisciotte del XX secolo; e se è pur vero che il scerif­fo, che è una trasposizione aggiornata suo concetto di libertà è vago e incorporeo, Esce Bianco e Nero n. del victorughiano Javert. Un Javert acutamen- non tralasceremo di additare l’ombra di ama- 599 te tratteggiato da Trumbo nella fattispecie rezza che vela il volto del protagonista e la dello sbirro instancabile,­ che nasconde una simpatia che gli autori del film nutrono per lui tenacia da mastino sotto la molle crosta di e sollecitano­ a suo favore. A ogni modo, co- una sonnolenta bonarietà. E’ questi un po­ munque lo si giudichi sul terreno dell’esito ar- liziotto annoiato, flemmatico, incalli­to masti- tistico e della poetica western, attraverso le ca- catore di chewing gum, sepolto­ nel mare della denze anarcoidi­ della narrazione, il personaggio burocrazia e degli incartamenti, osservatore di Jack rientra nei tracciati dell’indi­vidualismo, — per disperazione­ — di piccoli atti costante del cinema ame­ricano. Un indivi- abitudina­ri, e benché non si atteggi a S. Gior­ dualismo in crisi, malato, sofferto, che ha per- gio della giustizia, pronto a escogitare strata- so le un­ghie, la rapace aggressività propria gemmi per impadronirsi del fuggitivo.­ Fra Ja- della fase espansiva del capitalismo e non tro- ck e lo sceriffo si disputa­ una partita emozionante, va altro rimedio alla sua insoddisfazione che che il film descrive con ricchezza di so­luzioni spet- in una impossi­bile fuga dalle strettoie del tacolari e con pennellate le quali non si esauri- tempo e della storia. Di questa fuga Dalton scono in una ricerca gratuita dell’emozione. Trumbo ci mostra gli aspetti utopi­stici e vel- Da una parte v’è Jack, che incarna un ideale di libertà; dal­l’altra, v’è un uomo d’ordine, che si propone di riportare l’evaso in un luogo in cui si offende e mortifica la dignità degli esseri umani. Jack avrà la meglio sullo sceriffo, ma durante una notte di pioggia, quando si sente al sicuro, un camion lo in- veste in­sieme con il suo inseparabile caval­ lo. Lo sceriffo lo raggiunge, lo scru­ta da ca- È dedicato a Mariangela Melato il numero 599 po a fondo, lo fissa negli oc­chi gonfi di di “Bianco e Nero”, la rivista del Centro Speri- lacrime, lo interroga con lo sguardo nel si- mentale di Cinematografia. lenzio di una stra­ziante agonia, e rinuncia Lunedì 19 aprile, il numero è stato presentato a identificarlo,­ dichiarando: «Non posso di- in diretta streaming dalla Casa del Cinema di re se è lui l’individuo che cerchiamo. Non Roma dal direttore della rivista Felice Lauda- l’ho mai visto da vicino». dio assieme ad Anna Melato, Lidia Ravera e Questa la trama trasparente e i termini di Renzo Arbore. conflitto rilevabili in un racconto che un re- La rivista “Bianco e Nero”, diretta da Felice gista di scarso prestigio,­ David Miller, ha Laudadio e pubblicata dal Centro Sperimenta- diretto con inconsueto vigore e Dalton le di Cinematografia e da Edizioni Sabinae, ri- Trumbo ha sceneggiato sforzandosi di corda Mariangela Melato, la grande attrice che render­lo corposo e significante. Motivi vec­ nel 2021 avrebbe compiuto 80 anni. Il numero chi e nuovi della tematica western coesisto- è curato dal giornalista del “Corriere della Se- no in una vicenda che ha una netta eviden- ra” Maurizio Porro, e contiene saggi sull’attivi- za allegorica. Al passato, se si preferisce alla tà teatrale, cinematografica e televisiva di Ma- convenzione, appartiene­ la marcatura ro- riangela Melato. È inoltre ricco di testimonianze mantica del personaggio di Jack, ritagliato di grandi artisti che hanno lavorato con lei, da a uso e consumo di Kirk Douglas, attore Renzo Arbore alla sorella Anna Melato, fino a che ama esibirsi in ruoli di ribelli, si tratti Giancarlo Giannini, Gabriele Lavia, Ottavia di guidare alla rivolta un esercito di schiavi leitari, anche se nella tragedia­ raffigurata par- Piccolo, Paola Gassman, Galatea Ranzi, Toni contro il potente impero romano (Spartacus), teggia, sino alla fine, per un eroe destinato a Servillo, Lidia Ravera, Pupi Avati, Massimo oppure l’insorgere di fronte alle assurdità e ai perire. Ma nel connubio di partecipazione Ranieri e tantissimi altri. crimini del militarismo (Orizzonti­ di gloria). Al sentimentale e di atteggiamento critico­ verso “Bianco e Nero” si avvia a tagliare un traguar- passato appartie­ne quel tanto di enfatico e te- il personaggio di Jack, Trumbo riesce a darci do molto prestigioso, il numero 600, che atrale che accompagna sempre la venerazione­ la dolente misura­ di un dramma che non uscirà in primavera. Sarà dedicato a un tema dei gesti clamorosi e risonanti nonché l’asso- rispar­mia i settori di una cultura, la quale si al tempo stesso antico e attualissimo, il rap- ciazione della idea di li­bertà a quella di natu- sforza di credere nella democrazia benché le porto fra cinema e Medioevo: si pensa imme- ra. Al presente tuttavia, va ricondotto lo circostanze la inducano a un pessimismo pro- diatamente a L’armata Brancaleone o ai film sui struggimen­to di un personaggio, che si rifiuta fondo. Di qui semmai quel senso di impoten- capitani di ventura, ma l’immaginario medie- di accettare l’ordine borghese e a questo si op- za che emerge frequentemente dai migliori e vale è centrale anche nel cinema e nelle serie pone con la forza della sua sacrosanta eppur più stimolanti film americani e investe­ l’area del XXI secolo, da Il signore degli anelli al Trono inutile protesta solitaria. Non occorrono lumi di una intellettualità smarritasi nell’approccio di spade. specia­li per riconoscere nell’alternativa sug­ con il marxismo­ e impossibilitata, per la sua Il numero è curato dal massimo medievalista gerita una via senza uscite, del re­sto simbo- fondamentale onestà, a lasciarsi rias­sorbire italiano, Franco Cardini. leggiata dall’immagine, in­trodotta all’inizio dalla élite al potere; ma di qui anche un trava- del film e ripresa nell’epilogo di Jack che, con glio sincero, una inquietudine che sono pur Presentazione in diretta web live streaming del nuovo nu- il suo destriero, fatica ad attraversare una sempre se­gni di vita in un cimitero di elefanti mero di “Bianco e Nero”, dedicato a Mariangela Melato strada solcata da automobili sfrec­cianti. Di- e occasioni — sovente felici — per guardarsi www.fondazionecsc.it remmo anzi che, nella fe­deltà ai propri con- allo specchio c confessare la propria rabbia. vincimenti libertari,­ Jack ha qualcosa di disuma- Bianco e nero digitalizzato dal 1937 al 2002 no che lo porta al limite massimo del­l’astrazione https://www.fondazionecsc.it/pubblicazione/ e lo apparenta a un in­guaribile e patetico Don Mino Argentieri bianco-e-nero-1937/ 30 [email protected] La memoria di ieri e di oggi: articoli ritrovati. Rinascita n. 10 - pag. 452 - 453 Ottobre 1949 Il convegno cinematografico di Perugia Il Convegno cinema- nessun gusto giustificabile nel mondo del ci- lennissima lezione di questo Convegno. tografico tenutosi a nema come arte, che non possa definirsi di si- E, del resto, non l’ha detto perfino Benedetto Perugia, dal 24 al 28 nistra. Qui è il significato e la ragione delle Croce, quando punzecchiava il fascismo, che settembre, è stato prudenti assenze e dei prudentissimi silenzi in tempi di reazione la sola cultura valida è concordemente criti- dei cineasti reazionari. Questa è la prima so- quella all’opposizione? cato dalla stampa Una riprova di tutto ciò se ne può avere Umberto Barbaro di destra: si è det- leggen­do la stampa governativa e clerica- to che esso ha mantenuto i risultati che le che ha cer­cato di svalutare i lavori del era lecito attendersene,­ perché, sebbene Convegno. Con quali argomenti? Dichia- inizialmente promosso da cineasti di di- randolo un Convegno di tendenza,­ una verse tendenze, strada facendo ha preso specie di comizio politico, nel quale la vo- un carattere spiccatamente di sinistra. ce più autorevole, quella di Pudovkin, Ora che il Convegno abbia preso un carat- avreb­be perduto ogni persuasività, per- tere spiccatamente di sinistra è un fatto ché non più voce indipendente, perché che nessuno si sogna di negare. Ed è un fattasi ormai paladina di una idea. fatto che avrebbe potuto­ indurre a qual- E non è strano, a parte la sciocca e arbi- che riflessione: avrebbe potuto, partendo traria deformazione della posizione teo- dai più semplici e immediati inter­rogativi rica e della personalità artistica di Pudo- — perché i «destri» si sono squagliati vkin, che queste difese dell’arte per l’arte ci all’ultimo momento? e perché quelli di lo- vengano proprio da certi pulpiti? Ma se le ro che hanno partecipato al Convegno segnalazioni del C.C.C. (Centro cattolico non hanno preso la parola? — porre più cinematografico) se la critica Osserdell’ - vasti e più interessanti problemi. vatore Romano e del Popolo e di tutta la I tempi in cui la classe dominante è soli- stampa cattolica sono basate proprio damente al potere e produttiva, cioè in sull’accettabilità morale­ per essi, dei grado di svilup­pare fino in fondo le forze film? Né si tratta di un criterio nuovo o attive della produzione, l’ideologia che ne recentemente escogitato: forse che dal deriva organizza, regolamenta, celebra Concilio di Trento non nacquero anche ed esalta i corrispondenti rapporti di pro- norme morali per gli artisti, e particolar- duzione: la cultura è allora una espressio- mente rigorose? O forse che l’index libro- ne organica­ della società e della struttura rum prohibitorum è com­pilato in base a va- che ne è la base. Ma quando la base è fra- lori formali? dicia e franante — come oggi — «precipi- Questa flagrante contraddizione denun- ta, con essa, tutta l’enorme sovrastruttu- zia, nei reazionari, la coscienza di man- ra» (Marx). Tutta la vecchia cultura entra car d’argomenti, la coscienza di essere in stato di crisi e, come oggi: ogni fatto nel torto. Quindi la impossibilità­ di so- moralmente, culturalmente e artistica- stenere, alla luce del sole, quelle me­ mente valido viene a prendere un carat- schine calunnie sussurrate nelle orecchie tere spiccatamente di sinistra. Se in Italia dei gazzettieri­ e dei piccoli minosse della si producono dei buoni film, essi, anche critica cinematografica: perché spuntas- indipendentemente da una precisa­ vo- sero le loro sentenze di condanna sui lontà degli autori, vengono a prendere un giornali clericali e governativi. carattere spiccatamente di sinistra. Se le L’unanimità di congressisti, pure così di- donne italiane chiedono scuole per i versi per nazionalità, per cultura, per bambini, questa semplice richiesta, in un specializzazione, avrebbe dovuto indurre paese dove l’istruzione è per legge obbli- a riflettere. Uno scrittore delicato e sensi- gatoria, viene a prendere un carattere­ bile come Zavattini ha aperto il congresso spiccatamente di sinistra; se si esalta co­ con una rappresentazione viva e dram­ munque la pace, questo fatto viene a maticamente artistica del problema pro- prendere immediatamente un carattere posto; un giorno uscimmo dal cinemato- di sinistra o addi­rittura sovversivo. grafo dove eravamo andati a divertirci e Data la situazione attuale dunque che il all’uscita gli strilloni annun­ciavano lo convegno di Perugia abbia avuto ricono- scoppio della guerra. Il cinematografo sciutamente un carattere di sinistra è sol- non ci aveva avvertiti del pericolo, non ci tanto una riprova della sua importanza, aveva indotto a combatterlo — il cinema- della sua validità come fatto di cultura. tografo ci ha divertito, ci ha distolto dalla Perché cultura significa «ado­zione fran- realtà, ha seguito Meliès e non Lumière, ca ed aperta del punto di vista di un de- ha tradito il suo compito. Quello che gli chie- terminato gruppo sociale» (Lenin). diamo oggi è ritrovare il compito­ suo essen- L’assenza dei rappresentanti di una ziale: quello di farci intendere la realtà. cinemato­grafia e di una cultura che non Chi è contro la richiesta che il cinema, po- fosse di sinistra, l’assenza di contraditto- tente strumento di informazione e di for- rio di quelli che erano pre­senti autorizza- mazione, sia messo a servizio della pace? no infatti questa conclusione: nes­suna Chi è contro questo grido di allarme, contro idea sana, nessuna teoria coerente, segue a pag. successiva 31 n. 94

segue da pag. precedente La risposta non è difficile: perché si vuole che La posta del Dott. Tzira Bella questo «no» alla guerra? il cinema nuovamente distolga gli occhi del Tutti, hanno riaffermato questo «no» alle for- pub­blico dalla realtà: da una realtà che è di per Scrivete a: Dott. Tzira Bella, C/O Laboratorio Veterinario ze della distruzione e del male. Un «no» che si sé abbastanza eloquente. della Dott.ssa Zira, Planet of the Apes. ri­peteva, impressionante di argomenti e di Non si chiede più nemmeno un’arte d’ispira­ Il Dott. Ubaldugo Tzira Bella docu­menti, nei ricordi di Ioris Ivens; che ri- zione cristiana. Perché tutti capirebbero: sultava ben chiaro dalle analisi storiche della un’arte d’ispirazione democristiana. E demo- Supercazzolo Ditta- cinemato­grafia americana (Strand, -Barz cristiano è oggi aggettivo squalificato moral- tore, subito! man), di quella francese (Sadoul, Lodz), di mente. Democri­stiano è il governo di Scelba, Come Cincin Innato! quella cecoslovacca (Brousil), di quella unghe- della provocazione e della guerra civile, demo- Ci scrivono ancora dalla Sardegna, orami ospiti fissi rese (Hont), di quella polacca (Ford), di quella cristiano è il governo dello smantellamento della nostra rubrica. Da un italiana (Lizzani), e so­prattutto di quella so- delle industrie, democristiano­ è il governo che paesino sperduto nelle lande vietica (Circof, Papava); un «no» alla guerra e prospetta ai lavoratori italiani­ la sola possibili- che già videro le miniere alle forze del male che risultava dalle teorizza- tà di vita nell’emigrazione e nel lavoro nei ran- degli antichi romani. Sto zioni di Pudovkin, di Barz- studiando la vostra storia, mann, di Galvano della Volpe e quella sarda in particolare; dalla mia: un «no» che si con- chissà che non mi trasferisca cretava nella ricerca e nell’iden- un giorno da quelle parti, a tificazione delle forze reaziona- portare un po’ della nostra rie e guerrafondaie­ e che civiltà ipergalattica. Se riuscirò proponeva i mezzi per combat- Dott. Tzira Bella a imparare la lingua sarda, terle. che vagamente somiglia Anche i reazionari sono contro all’italiano. Chissà? Non prendiamo sottogamba il la guerra a parole. E siccome lo suggerimento che dall’isola ci arriva. Tante volte, non sono soltanto a parole la nostra dagli scienziati, ma dalle anime semplici vengono le chiarezza li offende e li esaspe- soluzioni geniali, da uomini e donne che hanno tanto ra. Li offende e li esaspera la de- tempo per pensare. Tanto da quelle parti pare non ci sia nunzia precisa degli interessi un cazzo da fare. che son dietro alla guerra, la de- nunzia dei servitori di quegli Studiatissima Signora Tzira Bella, o non lha ancora interessi. incingiata eddè che è rimasta signorrina? Perché Avrebbero voluto un Congresso lei essa medesima è una donna femmina, vero? che si risolvesse in un abbrac- Che il suo nome e cognomino accabano, come cio generale, una risoluzione si dice in ‘ntaliano? finniscono là! Chi la scrive a che edulcorasse il sincero e egli è una donna femmina anziana et fiuda che il commosso grido di allarme di suo ammato mairitto pobiddu è morto crepato Zavattini, che si mettesse al di di poco, di un piccollo paese della Sardegna sudo sopra del tempo e dello spazio, cidentalle, che eddè anche piccollo e poverro ma per al di là del bene e del male, nei me stessa medesima è il più bello luoggo di tutti, il campi sereni dello spirito. Di- borgo più bello inItaglia, come che diccono sempre chiarazioni di que­sto genere ne nella tellevisiore, dolce come il mielle delle api che abbiamo avute a iosa in Italia; da queste parti di quì le diciammo appillonne da anzi c’era, al tempo del fasci- quanto che sonno grandi, ma sonno bbuonne, smo, un istituto che sembrava non pungonno, non fanno malle, anzisi, e forte, fatto apposta per dotte e uma- accommenti de su binu asceddu, ma sanno, fatto nitarie disquisizioni­ di questo in cassa, allantica di prima. In questo mommento genere destinate a lasciare il di pandeoiamummia a salvare lItaglia ci vorrebbi tempo che trovano: era l’Istituto Internazio­ chos feudali del sud-america, democristiano è un superreroe, come che eddè Nembochid o nale del Cinema Educatore e aveva sede in il governo che propone di uscire dalla crisi Brechi Mailcigno o Szagor e Cicco. Nella nostra una dipendenza di Villa Torlonia, cioè nel sot- mediante il piccolo risparmio, e lo propone in bidda paese ‘nce nnè avviamo uno che si chiama toscala di casa Mussolini. periodo di villeggiatura, a pochi giorni di di- Marieddu Mullè, ma tutte le donne femmine del Al Congresso di Perugia è stata notata la pre­ stanza da quella svalutazione della sterlina paese lo chiammanno inItagliano Supercazzo, senza di Padre Morlion, padre domenicano, o che, oltre a costare quaranta miliardi all’era- che non l’ossò che cosa che vuolle dire, anima mia come si diceva una volta «segugio del Signo- rio, ha trasformato di colpo i risparmiatori limpia, che sempre stata al mio posto sotto posta a la re» e uomo ben autorizzato a discutere di ci- italiani in quello che nel gergo cinico delle buonnanimma che dero, ma molte donne femmine nema. Come mai l’illustre prelato ha taciuto? banche si chia­ma il campo di buoi destinati al che lo connosconno diccono che fa miraccolli. Ecco Una volta, su di una rivista cinematografica, macello dell’allineamento della lira. Perché so- la mia pro posta: perché non lo facciammo dittatore padre Morlion ha ricordato che l’OCIC (Office prattutto cri­stiana è la scomunica di coloro capo dellitaglia per vincere sa battalla contro questa Catholique Interna­tional du Cinema) ha pre- che si oppongono alle mene imperialistiche e peste che ‘ncistà inpestando? Come che dera quelo miato Vivere in pace, ed ha ammonito benevol- guerrafondaie, e democristiano­ il governo del rumeno, Cincin Innato, o edera Curzio Scevola? Co mente i cineasti che «c’è un pericolo nella Patto atlantico e della guerra. munque, che lui, Marieddu Mullè detto Supercazzo, scuola neo realista italiana, ed è quello di per- Ecco perché, i compilatori di indici e gli accen­ questo Coddiv 69 sello mangia senza neanche dere il contatto con le sorgenti pro­fonde della re- ditori di roghi si sono precipitosamente fatti masticarlo, sello, arriddere loffà. Poi morto il altà umana, che, in Italia, o è cristiana­ o non è». pa­ladini dell’arte pura, dell’arte per l’arte. Ed virus, come si chiama, la pandeoiamummia, a il Perché oggi non si entra più nell’argomento ecco perché, in nome dell’arte per l’arte, han- Dittatore, un calcio in cullo e via! ahahahah! Non vivo? Perché oggi non ci si pone più dinnanzi no con­dannato in blocco il Congresso di Cine- è una buonna iddea? A la connoscerla nel ciello, a questo dilemma? Perché non si chiede più matografia di Perugia. Signora (o signorrina?) Tzira Bella. un contenuto­ cristiano all’arte ma le si chiede di essere giuoco, divertimento, evasione? Umberto Barbaro Petronilla Acquaecamomilla 32 [email protected] La Resurrezione nel cinema: La Passione di Cristo in Mel Gibson Fin dai suoi inizi, il ci- Non vi è dubbio che il nema si è largamente lavoro di Mel Gibson, interessato al tema nel suo film La“ Passione della Resurrezione di di Cristo”, ha saputo co- Cristo, in particolare gliere, soprattutto nelle per una duplice ragio- scene della Resurrezio- ne. Per un verso per- ne, l’elemento nascosto ché la Resurrezione della divinità abbinata rappresenta l’inizio allo spirito oltre che al Abderrahim Naim del Cristianesimo co- corpo di Gesù Cristo. me religione, al pari del Giudaismo; per un al- Egli è stato in grado di tro verso perché la rappresentazione della Re- esprimere cinemato- surrezione nel cinema fa emergere un graficamente, secondo elemento estetico che continua a suscitare nel la sua concezione di tempo l’interesse ancora di tanti cineasti. profondo credente, co- È del tutto evidente che la rappresentazione me la Resurrezione sia cinematografica della Resurrezione di Cristo potuta avvenire. Il regista riprende il luogo ampiamente suddivisa tra la forma spettaco- risulta sempre una operazione complessiva dove è avvenuto l’evento, mostrando il suda- lare e la parte sacra. Il regista riesce a creare intrigante, ma fino a che punto essa è riuscita rio bianco macchiato di sangue appartenente attraverso lo strumento cinematografico una a definire, attraverso le diverse proposte cine- a Gesù Cristo, sottolineando semplicemente forma drammatica di un movimento nasco- matografiche, l’elemento sacro che dovrebbe con questa scelta l’elemento sacro dell’imma- sto ai confini tra l’evento reale e l’immagina- caratterizzarla? gine del figlio di Maria. rio. “La Resurrezione di Cristo contiene in sé una parte Mel Gibson, facendo parlare Gesù di Nazareth Ciò che l’estetica produce nel cinema non è al- storica (...), in quanto rientra tra le cose tramanda- in aramaico e rendendo la storia fedele ai tro che il tentativo di concretizzare un sapere te dal passato attraverso le conoscenze della società Vangeli, si sforza di avvicinare il suo film a comunemente affermato e individualmente umana. Cosa questa che si estende a tutto ciò che è una realtà definita. In un modo che si rifà atteso. Nonostante ciò, le modalità di una accaduto all’uomo. Potremmo dire che tutto ciò che all’immagine comune che tutti i credenti han- rappresentazione sacra tendono a orientare è storico è certamente accaduto, ma non tutto ciò no della Resurrezione. verso una visione da parte dello spettatore che è accaduto è necessariamente storico. Tutto ciò Oltre ad una musica particolarmente coinvol- fragile ed esitante. che è accaduto, che potremmo dire appartenente al- gente che tocca l’anima, la sequenza delle im- È chiaro che le grandi figure divine sono sem- la realtà, ha però una diversa espressione rispetto magini della telecamera su una parte del cor- pre state oggetto di grandi discussioni. Il con- alla parte storica.” po di Gesù, evidenzia tutta la forza estetica fronto tra i fedeli e la rappresentazione del sa- Va da sé che il cinema, in quanto forma arti- della Resurrezione. cro attraverso il cinema è sempre stata stica, ha tentato fin dalla sua nascita di pro- Perché si deve evidenziare la parte estetica complessa. E questo avviene ancora oggi. Lo muovere una riproduzione estetica con il te- per valorizzare un film e raccontare della sua spettatore non sempre riesce a cogliere il fatto ma della storicità e della realtà della bontà artistica? Perché, di fronte ai diversi che la rappresentazione del sacro nel cinema Resurrezione come un grande evento della pregiudizi religiosi, non è semplice mettere in è una forma dialettica del pensiero come al- storia umana. evidenza un immaginario sacro profonda- tre. Un evento visto come un atto di passaggio Una particolare rappresentazione del sacro dalla morte alla vita eterna. Nel caso della Re- che mette in discussione la sacralità dell’og- surrezione di Gesù, ciò riguarda un atto di fe- getto filmato non dovrebbe assolutamente de e non un fatto storico. I discepoli, come te- considerarsi come atto blasfemo, come spes- stimoni della vita di Gesù Cristo e del suo so succede nelle comunità cristiane e musul- viaggio iniziatico, non furono in grado di rac- mane, ma dovrebbe considerarsi solo un mo- contare della sua Resurrezione. Solo Maria do critico di vedere ciò che viene considerato avrebbe assistito all’evento. Questa assenza di come divino. Le grandi manifestazioni negli testimonianze scritte, ha dato libero sfogo StatiUniti, così come in altri paesi, contro all’immaginazione complessiva da parte di re- film che raccontano di Cristo o Maometto so- gisti cinematografici di questo particolare no un esempio perfetto. evento. Il cinema come strumento di espressione Fin dagli albori, il cinema si è interessato complessa e straordinaria vacilla nelle rappre- all’immagine religiosa della Resurrezione. sentazioni delle storie che riguardano temati- Prima degli anni ‘60 e per ragioni di profonda che di carattere religioso, scomponendosi tra intimità spirituale, la rappresentazione di l’epica presente nei libri sacri e la parte lirica Gesù non veniva vista nella sua forma esplici- delle sue espressioni spirituali. La conseguen- ta di figura fisica. La sua figura veniva solo za che ne deriva è quella di ritrovarsi davanti a immaginata. Viceversa, con registi come Pa- un cinema combattuto tra la creazione artisti- solini, Scorcese, Ferrara o Mel Gibson, con i ca e la ricerca di una provocatoria blasfemia. loro rispettivi film sulla vita di Gesù, la sua Da questo punto di vista, la rappresentazione passione e la sua resurrezione, l’immagine fi- della Resurrezione nella storia del cinema ap- sica di Cristo risultava ben evidenziata. pare come un tema contraddittorio e mai The Passion of the Christ è un film americano mente radicato nella mente umana, concre- scontato. scritto, prodotto e diretto da Mel Gibson nel tizzando una figura divina come, ad esempio, Abderrahim Naim 2004 con la partecipazione di attori famosi quella di Cristo. (Marocco) come Jim Caviezel (Gesù), Maia Morgenstern Nel film di Mel Gibson, in modo specifico nel- (Madonna), Monica Bellucci (Maria Maddale- la scena della Resurrezione, diventa subito 1 Edouard POUSSET, S.J., 60-Chantilly, « Les fontai- na) e Luca Lionello (Giuda). evidente che la rappresentazione di Cristo è nes », La résurrection, p1 33 n. 94

QL Quaderni letterali #10 Quando la parola è doppiamente glorificata: il testo teatrale L’appuntamento mensile di cultura editoriale condotto da Maria Rosaria Perilli. L’argomento di questo mese tratta di testi teatrali con il dram- maturgo napoletano Luca Cedrola. La rubrica è a disposizione in podcast su DdCR | Diari di Cineclub Radio https://bit.ly/2YEmrjr

In Italia, il teatro ha Luca, che momento sta vivendo la scrittura teatrale? una storia che risale ai È difficile dare una risposta a questa doman- tempi dell’antica Ro- da. Stiamo attraversando un momento stori- ma ed è stato precedu- co assolutamente nuovo e imprevedibile che to da quello greco, da sicuramente trasformerà la sensibilità degli cui noi abbiamo ap- autori e anche del pubblico. In linea generale preso l’origine venen- prima della pandemia si stava assistendo nel do in contatto con esso nostro Paese a un timido tentativo di dare al tempo delle prime maggiore spazio alla scrittura teatrale dei conquiste territoriali. Da contemporanei aprendo a nuovi autori e pro- allora, e parliamo di ol- poste. Il problema è che la scrittura è collegata Maria Rosaria Perilli tre 2000 anni, questa alla produzione e che quest’ultima cerca quasi forma di intrattenimento culturale non ha cono- sempre “il nome” sia riguardo i protagonisti sciuto soste, continuando ad affascinare non in scena e sia e – forse ancor di più – rispetto Parliamo di pubblicazione del testo teatrale. Que- solo il pubblico, ma anche gli scrittori molti all’autore. Questo accade in verità solo in Ita- sta avviene quando si sono già presi accordi con la dei quali hanno dato vita a opere diventate dei lia. All’estero la drammaturgia è quasi sola- compagnia per la rappresentazione o è precedente? classici. Non solo Pirandello o De Filippo, ma mente quella di autori viventi. Il repertorio La pubblicazione di un testo teatrale è alquan- anche Pasolini, Testori, Ginzburg. E qui par- classico è molto meno utilizzato. È vero che to rara. Leggere un testo teatrale non è cosa liamo esclusivamente del vicino ’900, dell’e- un classico è in un certo senso “sempre con- semplice ed è anche vero che alcune opere rie- sperienza di maestri detentori di un sapere temporaneo” e chi lo mette in scena si rappor- scono ad apprezzarsi solamente se sono viste. tecnico unanimemente riconosciuto e sicu- Però per molte drammaturgie la pubblicazio- ramente di proposte esemplari come model- ne può rappresentare davvero un valore ag- lo di riferimento dei contemporanei, che giunto offrendo allo spettatore una straordi- però ovviamente dovranno poi “vivere del naria occasione di arricchire la fruizione proprio” ossia creare testi moderni. Anche la della messa in scena. Oltre all’esperienza di scrittura teatrale è infatti cambiata, restando Sottotesto, la collana di drammaturgia con- comunque manifestazione di un particolare ta- temporanea di cui sono curatore per la Nar- lento espressivo. Sviluppare un’opera desti- dini Editore, purtroppo non vi sono tantissi- nata al palcoscenico richiede un approccio e me possibilità di trovare editori che una “forma” diversi da quelli usati in un ro- accolgono testi teatrali. Credo che a chiun- manzo, in un racconto, in quanto la scrittura Luca Cedrola e Maria Rosaria Perilli nell’incontro in Zoom que scriva per il teatro farebbe piacere essere deve mirare a far andare avanti l’azione sceni- ta in qualche modo al suo tempo, ma è chiaro pubblicati. Il problema è che è difficilissimo ca, e personaggi (sul logos di ognuno bisogna che il Teatro italiano ne esce penalizzato. Per- essere rappresentati per la ragioni di cui ho riflettere a lungo) e dialoghi la fanno da pa- ché si rischia di rendere sempre più evidente parlato prima. drone. Non può esserci una prosa che spiega la distanza tra il linguaggio teatrale rispetto al Un consiglio ai giovani drammaturghi. Conviene ma unicamente gli attori, lì, a impersonare la linguaggio del cinema e soprattutto delle se- presentare il proprio lavoro a un editore o a una nostra creazione. Il già citato Pasolini diceva rie TV che rappresentano oggi il modo più fre- compagnia teatrale? che “nel teatro la parola è doppiamente glori- quente e diffuso attraverso cui il pubblico go- Mandare il testo a un editore può avere senso ficata: è scritta, come nelle pagine di Omero, de della narrazione di una storia. solamente se l’opera verrà poi messa in scena. ma è anche pronunciata, come avviene fra Cosa si intende per drammaturgia contempora- E come abbiamo detto non sono tanti gli edi- due persone al lavoro: non c’è niente di più nea? tori pronti a pubblicare testi teatrali. Ci sono i bello”. E deve essere davvero una sensazione In senso anagrafico la drammaturgia scritta concorsi. Alcuni realmente prestigiosi e seri. bellissima assistere alla rappresentazione di da autori viventi o “mancati da poco”. È chiaro Va detto che attori e registi cercano testi ben un proprio lavoro. Il punto è arrivarci. Una che si può parlare del contemporaneo senza scritti e quindi un autore può sicuramente volta che la stesura di un testo è conclusa, cosa necessariamente scrivere una storia ambien- trovare chi apprezza e creda nel suo lavoro. bisogna fare? Partecipare a un concorso lette- tata nel nostro tempo. È sempre stato così a Per quello che mi riguarda sono arrivato al Te- rario? Non si sa mai… Però prima sarà meglio ben vedere sin dal teatro classico greco dove si atro attraverso un libro su Charles Baudelaire. farlo pubblicare? In fondo è interessante anche raccontavano vicende risalenti a quattro cin- Nel mio caso ho avuto non solo la fortuna che semplicemente leggerlo. Già, ma esisteranno que secoli prima ma con il linguaggio, un sen- il libro fosse letto da un grande regista napo- case editrici che pubblicano testi teatrali? E a so, una poetica contemporanea. È chiaro, letano ma anche quella di trovare chi produ- quali condizioni? O meglio lasciar perdere la però, che se non si ambienta la storia nel pre- cesse lo spettacolo. Si torna sempre lì. Serve pubblicazione e cercare direttamente una sente diviene difficile usare il linguaggio del una svolta a livello di sistema – e che non può compagnia di attori? Forse sì e… dove trovarla? proprio tempo. Si può fare, ovviamente, ma è che passare attraverso una nuova strategia Insomma, se il percorso di un romanzo, di una difficile. Torniamo al punto di prima. Più pas- dei Teatri Nazionali – per far sì che si produ- silloge poetica è ben chiaro e indicativamente sa il tempo più il pubblico vuole qualcosa che cano spettacoli scritti da autori contempora- sappiamo tutti come muoverci, nell’ambito del parli in un modo noto e congeniale ai suoi gu- nei. Sono certo che il pubblico – diversamente teatro la faccenda è abbastanza nebulosa. sti. E allora sarebbe importante fare un passo da quanto evidentemente pensano molti di Chiedo quindi una mano, per orientarci in deciso verso il raccontare storie che accadono quelli che “potrebbero fare qualcosa” – sareb- questo ambiente, al drammaturgo partenopeo nel presente, che raccontano la nostra vita di be felice di vedere un Teatro davvero connes- Luca Cedrola, direttore di “Sottotesto”, la colla- oggi perché questo esalterebbe ancora di più so con il presente e con la nostra vita. na di Nardini Editore di Firenze dedicata alla la funzione di questa Arte straordinaria che è drammaturgia contemporanea. il Teatro. Maria Rosaria Perilli 34 [email protected]

35 n. 94 L’incompiuto nel cinema: tra mito e realtà Uno dei temi più affa- scinanti della storia del cinema è senza dubbio quello del pro- blema dei film incom- piuti. E’ nota nell’arte la tesi dell’incompiuto Michelangiolesco, ri- Leonardo Dini ferito alle opere del Buonarroti, ma anche nel cinema esiste qualcosa del genere e pro- prio tra i grandi del cinema tra i Maestri, si trova il segno del genio, proprio nelle opere incompiute. Si potrebbero citare innumerevoli esempi: tanto nel cinema italiano che in quello Inter- nazionale, viceversa, esistono anche opere che si potrebbero definire, all’opposto, troppo compiute: Heimat ne è il paradigma per defi- “Heimat” (1984) di Edgar Reitz nizione, essendo un film di moltissime ore di visione, quasi un film simile ai serial televisivi con Dustin Hoffmann. Il film su Firenze fu Zeffirelli forse nel tempo, mediante gli studio- a puntate. Al riguardo è giusto ricordare che per moltissimi anni un progetto centrale ed si daranno un’idea più precisa di questa fan- esistono films a episodi e quelli che costitui- essenziale per Zeffirelli, progetto che però ri- tasia creativa del maestro fiorentino su Firenze. scono una serie, oltre ai sequels e agli spin-off: mase per vari motivi incompiuto. Un altro film che letteralmente è rimasto sulla si pensi alle trilogie o multilogie, per usare un Tanto che Zeffirelli ha unito il suo nome, per carta della sceneggiatura, pure se integrale e neologismo, di Lars Von Trier, di Kieslowsky antonomasia, al documentario sull’alluvione perfino pubblicata è: Teo porno kolossal, l’ulti- con i film denominati da tre colori e con ilDe - di Firenze e al film Un té con Mussolini, che in ma e finale creazione del genio friulano Pier calogo, storicamente film comeRogopag o I Mo- parte è ambientato a Firenze ma in assoluto Paolo Pasolini. Come è noto Pasolini voleva stri, nel cinema italiano, e ancora a film epici ha mancato il suo progetto più caro ai suoi af- realizzare una singolare opera affresco che come Novecento, il capolavoro di Bertolucci fetti e più sentito, quello di un film sui geni come il suo libro Petrolio, intendeva descrivere che nasce prevedendo in partenza una prima Fiorentini e operanti a Firenze tra 1400 e 1500, a tinte forti in un apologo mitologico apocalit- e seconda parte suddivisa in due films. durante gli anni migliori del Rinascimento tico, un mondo che il regista vedeva sempre Ancora in Bertolucci troviamo opere come Ul- Fiorentino, film dunque sui Medici e su Mi- più succube delle contraddizioni della sua timo tango a Parigi che trovano un loro sequel chelangelo, Leonardo e Raffaello e il loro en- epoca. naturale nel più recente film di Bertolucci sui tourage culturale e privato, un tema talmente Non va dimenticato che aveva appena realiz- giovani universitari a Parigi con Eva Green. complesso, difficile e arduo che finora nessun zato Salò o le 120 giornate di Sodoma, dunque in- Spesso i super film, vale a dire le produzioni regista ha osato realizzare un kolossal o più tendeva proseguire nel suo stile con un film kolossal e internazionali si sono trovate di modestamente un film di autore su di esso. quasi fantasy in aperta polemica con le visioni fronte al rischio di incompiutezza: il caso più Interessante e suggestivo è immaginare come del mondo tradizionaliste. singolare in merito è senza dubbio il pastiche sarebbe stato il film di Zeffirelli e gli Archivi di segue a pag. successiva involontario del film Caligola di Tinto Brass, conteso perfino finanziariamente tra produ- zioni e contraddizioni di sceneggiatura. Esi- ste però un non finito di autore nel cinema che riguarda temi e nomi illustri. Parliamo in- fatti di tre casi esemplari: Fellini, Zeffirelli e Pasolini, tre Maestri assoluti, appunto,del ci- nema mondiale. Si è parlato di progetti non finiti anche a ri- guardo di Stanley Kubrick: i dubbi, tuttora non del tutto chiariti, su alcuni suoi film e in particolare su Eyes wide shut. Anche le opere del periodo finale di Bergman e di Antonioni e dello stesso Fellini pongono di fronte a questi dubbi. Spesso poi esistono semplicemente delle sceneggiature irrealizzate o incompiute, oltre ai film che per molteplici e contrastanti ragioni non arrivano nel circuito cinemato- grafico. Talvolta storia e mito si intrecciano: è il caso del film I Fiorentini, opera incompiuta ma a lungo sognata e progettata da Franco Zeffirelli. Talmente ragionata nel tempo da ispirare una serie tv Rai sui Medici che a sua volta, per in- sondabili ragioni, è rimasta inattuata, e da ispirare la recente produzione italo interna- zionale del film tv su i Medici per Rai Cinema, Pier Paolo Pasolini (1922 – 1975) 36 [email protected]

segue da pag. precedente Del resto proprio il Maestro Friulano eviden- ziava la dicotomia tra Progresso e evoluzione. L’esperienza di sceneggiatura di Pasolini an- teriore con Il fiore delle Mille e una notte, I rac- conti di Canterbury, già anticipava, in nuce, al- cuni dei temi di Teo porno kolossal. Esistono poi degli autori, penso a Guy Debord e al suo situazionismo e a Jean Luc Godard, che volutamente sono per definizioni incom- piuti e poliedrici nella lettura semiotica dei lo- ro films. D’altra parte chi in assoluto si è reso protago- nista del più clamoroso e strano caso di in- compiuto cinematografico è l’autore che ha fatto del cinema un fumetto e un sogno: Fede- rico Fellini. Ci riferiamo al film mito, perché tale è rimasto nella storia cinematografica e nella coscienza collettiva dei connaisseurs di cinema, Il viaggio di Mastorna, la cui sceneggiatura ha ispirato an- “Ultimo tango a Parigi” (1972) di Bernardo Bertolucci che il racconto a fumetti Viaggio a Tulum, di Mi- nella storia del cinema in modo altamente av- occorse agli attori e registi, si pensi ai film di lo Manara e che ha fatto discutere generazione venturoso, resi incompiuti ma paradossal- Bruce Lee o a quelli con James Dean o allo di critici e di appassionati di cinema. mente non dal regista ma dalla censura. stranissimo caso del film Hollywoodiano gira- E’ il caso di Bertolucci e del suo Ultimo tango a to in un deserto americano dove alcuni dei Parigi, unico film al mondo mandato addirittura protagonisti scomparvero per circostanze ca- al rogo in funzione di una sessuofobia anacroni- suali proprio durante le riprese. stica e aberrante, proprio mentre in Usa ed Eu- Sono esistiti infine films regolarmente usciti ropa nasceva il cinema porno. Altri film come i cortometraggi di Stan Brackhage o del regista e pittore est europeo Andy Wahrol sono nati come dei non-film, cioè volutamente sperimentali e incompiutamente lontani anni luce dal cinema classico, eppure proprio per questo unici e rivolu- zionari e antesignani di nuovi modi e modalità del fare cinema. Tuttora gli esperimenti di Schi- fano, Wahrol visivi e quelli semi- otici di Debord e Godard scon- Jean-Luc Godard (1930)

ma con al loro interno delle situazioni di in- compiutezza visiva o di paradosso visivo: il film western di Sergio Leone girato in un altro Fin dal titolo il progetto del film costituisce un deserto, film in cui, incredibilmente, apparve enigma: il viaggio di cui si parla sarebbe in re- alla troupe un Ufo durante la lavorazione e in altà il racconto di un sogno psicoanalitico del cui l’Ufo, ripreso involontariamente, sullo regista riminese tradotto per immagini e fin sfondo, in cielo, dalla cinepresa, entra nelle ri- dal titolo alludente a una cifra psicoanalitica prese e resta nel film, dentro a un frame, con esoterica. Il significante: Giulietta Masina un Detour che neppure Debord potrebbe de- torna e il significato: mas,cioè non torna, allu- scrivere. derebbe alla precognizione in Fellini del suo Insomma, per concludere, esiste qualcosa che tragico destino da anziano. nasce e resta incompiuto comunque ed è la In ogni caso il regista considerò talmente pe- esegesi interpretativa dei film d’arte: si pensi a ricoloso il tema da allontanarlo Apotropaica- quanto ancora critici e studiosi si interrogano mente sino a cancellarlo. sul significato di alcuni capolavori di Antonio- Esistono poi altri tipi di incompiuto nel cine- ni, Bergman, Altman, Fellini, Almodovar,… sol- ma, in primis l’incompiuto dovuto più prosai- tanto per fare alcuni esempi. camente a questioni di produzione o di censu- Guy Deboard (1931 - 1994) La forza del cinema sta anzi proprio nella sua ra o di distribuzione o ancora più banalmente certano chi non comprende il cinema incompiutezza interpretativa che rende pos- di casting o di polemiche tra gli sceneggiatori. elitario ma essenziale che fa sperimenta- sibile, anche vedendo un film di un secolo fa, E’ realtà e non mito che nel cinema intellettua- zione vera, il cinema come esperimento, che sognare, pensare, interrogarsi e quindi entra- le internazionale ed italiano alcuni potenziali proprio come un esperimento scientifico an- re con lo sguardo e con la mente nella poesia capolavori non sono mai stati realizzati pro- ticipa spesso di molti anni, se non di secoli le visiva degli autori. prio a causa di questi problemi. esperienze virtuali e visive future. Altri films invece sono sopravvissuti a mille di- Esistono poi i film cosiddetti maledetti, non savventure per approdare nelle sale ed entrare finiti per delle situazioni a dir poco incredibili Leonardo Dini 37 n. 94 Bertrand Tavernier, tra tradizione narrativa e imprevedibilità auto- riale Bertrand Tavernier sa- peva cosa fosse il cine- ma, ne aveva un’idea precisa, lo conosceva sia come appassionato critico e scrittore su ri- viste come Cahiers du cinéma o Positif, sia co- me regista e scrittore di sceneggiature. I suoi Tonino De Pace amori cinematografici, come accade per molti, gli fecero abbandonare gli studi per dedicarsi completamente al cinema. Come critico rivol- se la sua attenzione a quel cinema americano che costituiva l’ossatura forte di quella cine- matografia, quegli autori considerati minori, la cui produzione diventava racconto ininter- Bertrand Tavernier (1941 – 25 marzo 2021) rotto di un Paese che stava ancora formando i vincere l’Orso d’argento al Festival di Berlino e dei generi, quanto, invece, incide sullo spes- suoi valori e che viveva sul mito di una irrag- che peraltro ha segnato l’inizio della sua colla- sore psicologico dei suoi personaggi calati in giungibile frontiera. King Vidor, André de borazione con Philippe Noiret. Tavernier di- contesti storici precisi. Da qui anche la diffici- Toth ad esempio, ma anche altri illustri ame- ventava autore che sapeva spezzare la tradi- le categorizzazione del cinema di Bertrand ricani defilati da un cinema di genere, come o zione formatasi con la Nouvelle Vague per un Tavernier, riccamente ondivago nelle sue am- autori europei la cui filmografia restava estra- lavoro che non avrebbe più rinunciato al rac- bientazioni e nelle storie che ha raccontato. nea ai generi come quella di Joseph Losey o conto nel quale riversare i temi e i tratti uni- Forse è questo il tratto dominante della sua quella dell’inglese Michael Powell, portatore filmografia in questo così simile quanto a ric- di una variegata e profonda cultura tutta eu- chezza espressiva, a certo cinema americano. ropea. Ma al fondo di questi amori per Ber- Ma Tavernier è autore europeo e i suoi rac- trand Tavernier vi era la vera passione per il conti non possono prescindere da una radica- racconto, per l’affabulazione dentro la quale ta connaturata cultura. È su queste fonda- sistemare i temi che con il cinema si potevano menta che nasce il suo cinema successivo nel affrontare. Il regista lionese, che ci ha lasciato quale ad una riflessione maturata in una pre- qualche settimana fa, dopo l’apprendistato cisa cornice storica si accompagna il lavoro con Jean Pierre Melville – altro grande narra- sulle passioni umane, con i suoi personaggi tore – nella sua attività di regista si seppe fare posseduti da un segreto demone che enfatiz- erede della grande tradizione narrativa fran- za il lato oscuro dell’esistenza. Già L’orologiaio cese, di quella letteratura che tra ‘800 e ‘900 “Colpo di spugna” (1981) di Saint Paul aveva lambito il tema e se in quel aveva segnato la cultura letteraria europea dei versali del suo sguardo originalmente intro- caso il male era questione da comprendere, da suoi racconti proverbialmente fluviali (Proust, spettivo, nel quale ritrovare il destino dei suoi capire da parte del padre, nel progredire del ma anche Balzac e Simenon, che vogliamo personaggi travolti dagli eventi e da una real- suo lavoro il male diventa il tema costitutivo considerare francese). È su questa modalità, tà romanzesca, ma aderente al reale. del suo cinema. Già questo avviene con Che la prettamente, ma non esclusivamente, narra- È proprio in queste condizioni che il suo tem- festa cominci, ispirato ad un romanzo di tiva, che i suoi film hanno trovato una forma peramento di regista/narratore sembra trova- Alexander Dumas, ambientato durante la precisa, quasi inconfondibile, per una filmo- re forma. Tavernier scoprì presto di avere bi- Reggenza di Filippo D’Orleans dopo la morte grafia che sa trarre dai generi il meglio senza sogno di una riconoscibile cornice storica di Luigi XIV. Il male è la dissolutezza dei co- adagiarsi sui cliché, che sa lavorare sulla tra- dentro la quale fare muovere i suoi personag- stumi di Corte, quella depravazione che di- ma per conferire fluidità al racconto, inne- gi per costruire il loro percorso esistenziale. venterà il fertile humus nel cui calore germo- stando nella narrazione i temi ispiratori orga- Che la festa cominci del 1975, Il giudice e l’assassi- glieranno i semi della rivoluzione, quella festa nicamente ricompresi nel senso finale del no film del 1976, sono i due film che proprio su della nuova era invocata a gran voce sul finire film. questi scenari storici fondano la propria ric- del film. In questa prospettiva il suo esordio del 1974 ri- chezza. È il confronto tra il bene e il male il tema di Il giu- spetta questi canoni, compresa quella specie Due film che raccontano, peraltro, della- im dice e l’assassino. Il racconto trae ispirazione da di imprinting di silenziosa efficacia propria di prevedibilità del suo autore che è tra quelli il un fatto di cronaca accaduto nella regione dei certo cinema noir americano. L’orologiaio di cui cinema, sempre ispirato ad una necessità, Pirenei sul finire dell’800. Quello che oggi chia- Saint Paul, tratto da L’orologiaio di Everton di non risponde ai criteri di approfondimento meremmo un serial killer, “l’anarchico di Dio”, Georges Simenon, si direbbe un legal thriller, che massacrò senza pietà numerosi abitanti di ma in realtà non lo è. Il tema del film non è, in- quei luoghi. Il contrapporsi di mondi, l’opposi- fatti, l’omicidio, evento che si consolida senza zione tra culture, quella contadina contro quella sorprese sin quasi dall’incipit, ma il lacerato borghese, stanno al centro dell’indagine dell’au- rapporto padre-figlio che proprio la disgrazia tore in quella ulteriore opposizione dei ruoli dei sembra dovere ricucire. Un esordio senza cla- protagonisti, che costituisce in quella reciproca mori, quasi in sottotono, ma carico di quella fascinazione nell’opposta funzione che svolgo- ricchezza di sentimenti che con multiforme no, un altro tema dominante del film. atteggiarsi avrebbero attraversato la filmogra- Con La morte in diretta del 1980 Tavernier getta fia di Tavernier. Un esordio, che gli consentì di “La morte in diretta” (1980) segue a pag. successiva 38 [email protected]

segue da pag. precedente proustiano. Seguirà, nel 1987, quasi come rea- uno sguardo, lucido e anticipatorio ad un zione a tanta soffusa poesia Quarto comanda- tempo, su un’altra modalità di atteggiarsi di mento, titolo italiano del più intenso e aderen- quel subdolo male che attraversa i corpi socia- te La passion Béatrice. Tavernier si fa duro e li. Uno sguardo malinconico e distopico rivol- spigoloso come il medioevo lugubre e inospi- to al futuro. La morte in diretta riflette sulla ine- tale che mette in scena. Nessuna concessione vitabile spettacolarizzazione che diventa allo spettacolo e una relazione padre-figlia visione globalizzata, esibizione oscena di un che diventa pericolosa. Tavernier sperimenta evento sconosciuto. Un giornalista si installa una narrazione cruda e scarna, per un film una telecamera nell’occhio per seguire le sorti tutt’altro che pacificatorio. di una donna ammalata di cancro. Un film og- Gli scenari bellici saranno ancora al centro “L’orologiaio di Saint Paul” (1974) gi trascurato, ma che resta insuperato non so- della sua successiva filmografia a cominciare attività della polizia a caccia di criminali spac- lo per la presenza di Romy Schneider e Har- da La vita e niente altro del 1989. Un film am- ciatori. Più strettamente narrativo è, invece, vey Keitel, ma per il suo assunto profetico. L’esca del 1995. Un film ispirato ad un sangui- Nel 1981 il regista francese trova ispirazione noso fatto di cronaca che vide come protago- nel romanzo di Jim Thompson, tra i massimi nisti tre giovani senza scrupoli, privi di ogni scrittori americani di noir, tanto che le sue senso del dolore e della altrui sofferenza. L’e- narrazioni hanno catturato l’attenzione di sca è un film spietato, che focalizza la propria grandi registi, da Kubrick a Peckinpah o più attenzione su una pericolosa mutazione so- recentemente anche Frears. Colpo di spugna ciale, su quella devianza crudele che mette al ancora con Noiret ed una provocante Isabelle centro della propria esistenza il desiderio di Huppert, spostando l’azione in una colonia ricchezza che non trova limiti e non conosce africana degli inizi del ‘900, mette in scena morale. Pop 1280, un racconto immorale che esplora la Agli inizi del nuovo secolo la carriera di Taver- strisciante violenza della corruzione in un “Quarto comandamento” (1987) nier volge al termine e in quegli anni produ- luogo in cui non esiste il bene. Colpo di spugna zioni minori con limitate distribuzioni hanno è un racconto sulla sordida abiezione del po- caratterizzato la sua attività, L’occhio del ciclone tere. Un noir maledetto e irrazionale nel quale - In the Electric Mist del 2009, con il quale tor- il malvagio e perfido Cordier sembra il conti- nerà in Louisiana subito dopo l’uragano Ka- nuatore del dissoluto Filippo D’Orleans. trina; Quai d’Orsay, del 2013, un’indagine che L’imprevedibilità era una sua caratteristica e, mette al centro i temi della guerra in Iraq. trascinato dall’amore per il blues e dalle fasci- “Il giudice e l’assassino” (1976) Il suo ultimo lavoro di regia è del 2016 e si inti- nazioni musicali ancora nascoste nel delta del tola Voyage à travers le cinéma français. Un film Mississipi, nel 1984 con Mississipi blues, girato bientato nel 1920, subito dopo la prima guerra sul cinema francese ispirato dall’analogo lavo- insieme a Robert Parrish, si dedica ad una ri- mondiale e nel quale si ritroveranno il suo Phi- ro di Martin Scorsese sul cinema americano. cerca sulle origini di quelle melodie tra gli ul- lippe Noiret e Sabine Azéma. È il tema dell’ob- Un film che ha avuto una lavorazione di sei timi testimoni di un tempo passato durante il bedienza che si scontra con i dettami della anni per una durata di tre ore di materiale quale la malinconia del blues diventava riscat- legge morale a tematizzare il film. Seguiran- montato. to dalle speranze deluse. Anche Round midni- no Capitan Conan del 1997 e di Laissez-passer Bertrand Tavernier è stato insignito del Leone ght del 1986 avrebbe costituito un esplicito del 2002, ancora due storie quotidiane che si d’Oro alla carriera al Festival di Venezia del omaggio a questa musica. Un film che nasce- determinano dentro un più grande scorrere 2015, ma forse il suo lavoro complessivo non è va dalla biografia di due grandi musicisti Bud del tempo. stato del tutto apprezzato come avrebbe meri- Powell e Lester Young. Il film vinse l’Oscar per tato. Il suo era un cinema carico di amore per le migliori musiche composte da Harbie Han- la settima arte, che ha amato come critico e cock, altro mostro sacro del jazz. come regista. Un cineasta che è stato, forse er- Nel frattempo, nel 1984 usciva Una domenica in roneamente, accostato a Truffaut, ma dal campagna, film su una malinconia esistenziale quale differiva per svariate caratteristiche. quasi trattenuta, appena tratteggiata come i Anzi Tavernier è stato un autore che ha rotto quadri impressionisti che il film, in filigrana, l’incantesimo della Nouvelle Vague e che con sembra raccontare. Tratto dal romanzo di il suo marcato eclettismo ha restituito nuova Pierre Bost M. Ladmiral va bientôt mourir, è an- linfa al cinema d’oltralpe. Una linfa che si ri- cora un film che scandaglia le relazioni pater- trova in quella ricerca della fluidità narrativa, ne nell’evolvere dei costumi, qui siamo agli “L’esca” (1995) in quelle ambientazioni così influenti sulle vi- inizi del ‘900, ma anche nell’avanzare dell’età. te dei suoi personaggi, in quella ricerca di re- Tavernier sembra di nuovo sconvolgere il suo Ma Tavernier sembra quasi girarci attorno e, lazioni e sentimenti e in una visione tutta per- assetto narrativo con un film pienamente e dopo avere ricercato altre condizioni dentro sonale di un male quotidiano così insinuante culturalmente immerso nella cultura france- le quali dare corso alla sua vena artistica, nel e quasi domestico. Un regista, Tavernier, che se, quella di una memoria indelebile di sapore 1990 con Daddy nostalgie tornerà a raccontare i facendo della sua imprevedibilità autoriale un temi di una difficile condizione di paternità. marchio tutto personale, si è mosso dentro i Dirk Bogarde e Jane Birkin danno i volti ai canoni di una classicità narrativa, ma aggior- due personaggi principali. Una ricerca reci- nando i temi dei suoi racconti, sempre alla ri- proca, tardiva, ma anche appagante, è il tema cerca di un cinema denso e appagante, fatto del film sulla breve deriva di una malattia sen- di una solidità non comune e soprattutto se- za scampo. gnato da una invidiabile continuità evolutiva, Al principio degli anni ‘90 due film che legano rimarcando le tracce di quello dei suoi amati il suo cinema alla metropoli parigina. L 627 del registi americani d’epoca. 1992, scritto con un ex poliziotto, è un film sul mondo degli stupefacenti in efficace equilibrio tra “Una domenica in campagna” (1984) fiction e non fiction si addentra nell’incessante Tonino De Pace 39 n. 94 Non solo d’amore vive l’uomo L’archetipo dell’aman- sua feroce voglia di soddisfazione fisica o, al te spesso risulta il più contrario, di tenersi lontano dai peccati del frainteso all’interno mondano chiudendosi in un disperato isola- della narrativa. Solita- mento da tutto ciò che vi è di bello al mondo. mente si tende a colle- Nell’universo del comics americano un esem- garlo a concetti come pio assai interessante di Amante lo possiamo l’empatia o l’amore ro- trovare nell’arco narrativo dello Swamp Thing mantico, ma di base di Alan Moore e più specificatamente in “Le- Nicola Santagostino l’amante si racchiude zioni di Anatomia”. Alec Holland, un biologo in un unico termine: passione. Sia chiaro che esperto di vegetazione, dopo un grave inci- non parliamo però della passione come spes- dente di laboratorio mentre sperimentava un so viene intesa, l’amante incarna a modo suo siero per la crescita vegetale finirà fuso con le la forza motrice che porta l’archetipo narrati- piante della palude in cui ha sede il suo labo- vo dell’Innocente, l’idealista per eccellenza, ratorio, ma la saga di Moore cambierà le carte verso una concretizzazione e un’uscita dalla in tavola. In questa storia che è considerata ri- delusione tramite una spinta interiore. L’a- voluzionaria per la storia del fumetto ameri- mante non solo spinge a questo, ma anche al cano il protagonista scoprirà che non è il vero rapporto con gli altri, a comprendere che “tut- Alec Holland ma semplicemente i ricordi di ti siamo legati” e che la comprensione dell’al- Alec, la sua “identità genetica”, assorbita dalla tro ci aiuta a comprendere noi stessi e di con- vegetazione circostante potenziata a causa seguenza l’universo. Ma la passione che muove del siero. e alimenta l’amante è anche la joie de vivre, il Da quel momento tutta la storia prenderà una godere della bellezza delle piccole cose poiché piega molto più misticheggiante e lentamen- anche in esse si nasconde splendore. Il goder- te si verrà a scoprire un lato mistico del mon- La fredda logica di Eymerich si la vita con leggerezza e nel rispetto degli al- do molto legato alle forze del- tri, il comprendere che il nostro dolore non è la natura e dove la biosfera è diverso da quello di chi si trova dall’altra parte una vera e propria forza sen- del nostro sguardo e allo stesso tempo capire ziente. Come contraltare a che sono le idee e gli ideali a cambiare il mon- questa visione dell’amante, do e che non vi è peccato nel viverle come la come sua ombra, viene inve- benzina che ci alimenta. Se il Cuore del Sovra- ce interessante porre Nicho- no è il suo Regno, è l’Amante quello che lo aiu- las Eymerich di Valerio Evan- ta a non renderlo arido, insegnandogli ogni gelisti, il supremo inquisitore giorno a godere della bellezza che sta colti- del Regno di Aragona. Logico vando e dando al Guerriero, al Mago e agli al- e pragmatico ai limiti della tri archetipi l’ancora per non perdersi nelle lo- brutalità, il protagonista del- ro elucubrazioni. L’amante è la gioia che non la saga di Evangelisti vive la si attacca alla speranza del futuro, ma vive carnalità e i piaceri mondani semplicemente il presente per quello che è e come una crudele catena che alla fine di tutto questo capisce che comunque trattiene l’essere umano lon- il dolore è solo passeggero e che davanti alla tano da Dio, nella sua testa meraviglia del creato di cui anche lui fa parte forma ultima di razionalità su- tutto è allo stesso tempo insignificante e fon- prema contrapposta al mondo damentale. L’Ombra dell’Amante, però, è sem- “femmineo” delle emozioni. pre lì pronta a brancare chi non ascolta la sua Eymerich si porrà quindi co- voce interiore, in attesa furente di scatenare la me forza fredda, spietata, sterile e qua- si disumana atta a demo- lire qualsiasi forma di gio- ia o libertà le- gata al mon- do materiale, fino ad arri- vare a colo- nizzare, nel corso dei vo- lumi, l’im- Swamp Thing e Alec Holland maginario umano per purifi- esssere il falso dio. E così nella cultura pop l’A- carlo dai simboli che non mante non si rappresenta come spesso lo si rappresentano il potere che pensa, ma si nasconde nei modi più disparati lui ha deciso di servire fino a mentre i suoi lati più oscuri forniscono otti- diventare, quasi per ironia, lo mo materiale per anti-eroi o cattivi che in fon- stesso Demiurgo degli gno- do fanno vibrare in noi certe corde. stici che si è trovato a giudi- L’amante, simbolo della fine dei confini care più volte dichiaravano Nicola Santagostino 40 [email protected] 10 film su storie d’amore particolari # Nona Puntata

Difficile sapere come iniziare questa nuova puntata di 10 film sen- za rischiare d’esser banali, o facendo inu- tili preamboli sul te- ma. Le storie d’amore è uno dei cibi preferiti dei consumatori di storie. E già di per sé lo spettro di varietà Giorgio Campani delle storie è ampio, perché nonostante il fulcro sia sempre l’in- contro tra due esseri umani, è il loro carattere, il loro passato, e l’intreccio tra queste due per- sone che fa la storia. Alcuni film che parlano di tutto questo mi sono, ancora, molto cari (bastano pochi fotogrammi de I Ponti di Madi- son County o del Paziente Inglese, per attaccar- mi allo schermo e piantare tutto ciò che sto fa- cendo, importante o meno che sia). Altri sono tremendamente scontati e piatti. Anzi soprat- tutto in un’era come quella attuale, dove vivia- mo letteralmente su piattaforme on demand digitali, la quantità di film di bassa produzio- cominciare questo gruppo di storie d’amore “Harold e Maude è la più grande storia d’amo- ne o ancor più bassa qualità che ci vengono ri- particolari. Harold è un ragazzo di diciotto re dei nostri tempi”. Ed è innegabile quanto filati “per far massa” nell’interminabile indice anni, figlio di una famiglia benestante che questo film e le sue tematiche abbiano- in di titoli disponibili, è enorme. E le storie d’a- cerca continuamente di indirizzarlo verso fluenzato i celebri fratelli Farrely, registi di more sono un gran numero di questi. Alcuni una vita preconfezionata, piena di obblighi. questo e molti altri film che trattano la stra- registi, anche grazie ad alcuni scrittori ispira- Ed Harold vive infatti una vita da depresso, nezza di alcune storie d’amore (Io me e Irene, ti, hanno prodotto nel passato storie d’amore inscenando continuamente suicidi finti coi Fratelli per la pelle, Lo spaccacuori, Amore a prima particolari, non convenzionali. Ed alcune di quali spaventare la propria madre. Un giorno svista). Un must assoluto. queste sono assolutamente indimenticabili, a conosce Maude, una meravigliosa ottanten- Se mi lasci ti cancello Michel Gondry, 2004 patto certo che le abbiate già viste. La cosa più ne, piena di vita, e tra i due sboccia subito una Michel Gondry è diventato molto famoso gra- meravigliosa ed allo stesso tempo destabiliz- profonda amicizia. Maude considera la vita zie a questo film, una storia che è una vera e zante di una storia d’amore, è che non ha un dono, nonostante le tante peripezie che, si propria discesa dentro i ricordi e le esperien- niente a che vedere con la mente, le ze di una coppia: Joel (Jim Carrey) nostre abitudini, il nostro modo di e Clementine (Kate Winslet). Gon- essere. Anzi spesso ci capita di inna- dry non propone mai la realtà così morarci di persone che apparente- come la conosciamo, ma aggiunge mente non hanno niente a che vede- sempre qualche elemento fantasti- re con quanto sopra, una forza co. In questo caso Joel, stanco illogica ma molto naturale ci attrae dell’incomprensione di Clem, de- come un piccolo chiodo verso una cide di rivolgersi alla Lacuna inc., enorme calamita. Spesso questi in- una società che garantisce la rimo- contri improbabili, queste misture zione totale di alcuni ricordi gra- incredibili, stravolgono proprio quel- zie ad un procedimento scientifi- lo che credevamo sarebbe stato un co. Per tutto il film ci ritroveremo nostro caposaldo: le nostre abitudi- in mezzo ai ricordi di Joel, confusi ni, il nostro modo di essere. La cosa e vorticosi, e conosceremo passo fantastica di questo genere filmico è passo come lui e Clem si sono co- che tutte le tematiche che vi sotto- nosciuti, innamorati, e poi lasciati. porrò non hanno praticamente sen- Tralasciando (a malincuore) le in- so, sono quasi grottesche. Ma guar- terpretazioni dei due protagonisti dando i film e immergendosi nelle (Carrey eccezionale anche in un storie, questo alone di pregiudizio ruolo che è l’esatto opposto del suo “Harold e Maude” (1971) di Hal Ashby scompare totalmente, e viene fuori so- cliché espressivo, e cioè un ragazzo lo la passione e l’unione di queste due entità, percepisce, abbia vissuto. Harold viene travol- depresso ed introverso), i punti forti di questo mettendo in secondo piano tutto, in modo na- to dalla personalità e dalla visione della vita di film sono la sceneggiatura (Charlie - Kauff turale. Questi dieci film che elencherò di se- Maude, ed i due finiscono per innamorarsi. man, immenso) e la scelta di Gondry di non guito sono, in una magnifica sintesi di perso- Sembra strano, scritto cosi, ma vi assicuro che usare effetti digitali ma effetti speciali artigia- naggi e situazioni, ciò che ho appena tentato assistere alla loro storia rende tutto più natu- nali. Quando siamo nei ricordi di Joel, ogni di ricordarci. Iniziamo: Harold e Maude, Hal rale; questa è una vera e propria storia d’amo- parete che scompare, ogni oggetto che com- Ashby, 1971 re. In Tutti pazzi per Mary, Cameron Diaz e Ben pare, sembra molto più di effetto che un qualsiasi Penso che questo sia la storia perfetta con cui Stiller, quasi contemporaneamente affermano segue a pag. successiva 41 n. 94

segue da pag. precedente se volete basta dare un’occhiata su Google Im- ritocco grafico. Gondry riprenderà questo te- magini all’interno della sua casa (provateci). ma, ovvero quello della storia d’amore con le Protagonisti di questa improbabile, ma pro- sue piccole stranezze, anche nel seguente babile (come direbbe Luttazzi) storia d’amore L’arte del sogno, che vi consiglio caldamente. sono Elisa (inserviente muta di una base mili- Her, Spike Jonzie, 2013 tare sotterranea) e un essere anfibio, intrap- Spike Jonzie è un altro regista surreale, ed an- polato in esso dal governo americano per po- che questa storia è degna di uno dei migliori terlo studiare e trarne ispirazioni per episodi della serie TV Black Mirror. Theodore innovazioni in campo bellico. Il tutto sembra (un enorme Joaquin Phoenix) è un impiegato davvero grottesco, ma come ho scritto qual- di un’azienda che produce lettere e messaggi che riga più in su, l’attrazione e l’istinto trova- per altre persone. I computer ed i telefoni so- no strade laddove sembra non ce ne siano. I no parte della vita di ogni persona, ognuno vi- due infatti riescono a comunicare grazie alla ve con gli auricolari nelle orecchie, cellulare e lingua dei segni, a condividere il silenzio, a computer agiscono prettamente attraverso perdersi negli occhi dell’altro. Il buon Doug comandi vocali (un passo che non sembra Jones, attore che interpreta sempre le creatu- troppo lontano anche nella nostra realtà). re di Del Toro in ogni suo film, è un’altra volta Theodore è introverso, timido e bisognoso di eccezionale, con la sua mimica fisica, e la co- un nuovo rapporto amoroso, di confidenza, lonna sonora di Desplat (già eccezionale in ma non ha il coraggio di iniziarne uno con Gran Budapest Hotel) rende ogni momento ma- una persona nuova. Il nuovo sistema operati- gico. vo “OS 1” viene rilasciato, Theodore lo installa, Lars e una ragazza tutta sua, Craig Gillespie, ed una voce di donna comincia a gestire le sue 2007 di volte, senza sapere il perché. Tenterà di uc- mail, i suoi messaggi, la sua vita. Ma non in Lars è un ragazzo introverso, chiuso, che fa cidersi, di cambiare le cose, senza riuscirci. In maniera fredda, piuttosto come se fosse un davvero fatica a relazionarsi non solo con la una serie di vicende tristi e comiche, il clou invisibile segretaria, che di li a poco diventa comunità ma anche con la propria famiglia. del film diventerà la ricerca di sé stessi e la sto- confidente, ed in fine, amante. Theodore può Per non parlare delle ragazze. Un giorno co- ria d’amore che Phil tenterà di costruire con Ri- parlare con Amy in qualsiasi momento, al te- munica alla famiglia di aver conosciuto la ta (Andie McDowell), costruendo quell’unico lefono, al PC, in casa. Jonzie esprime con que- donna della sua vita, Bianca. Una volta pre- giorno con lei ogni giorno da capo, cercando sta storia, il bisogno irrefrenabile di intera- sentata, essi scoprono che Bianca non è altro di essere esattamente come lei desidera. Il zione e di affetto che ogni essere umano ha. che una bambola a grandezza naturale, una di compianto Harold Ramis, regista e sceneg- Secretary, Steven Shainberg, 2003 quelle che vengono usate per soddisfare i pro- giatore di questo capolavoro, costruisce una Lee (Maggie Gyllenhaal) è una ragazza con la pri piaceri sessuali. Preoccupata della salute storia semplice e geniale. Per chi non l’avesse tendenza all’autolesionismo. Determinata a mentale di Lars, la famiglia, ed in seguito tut- visto, procurarselo subito. rifarsi una vita, decide di proporsi come se- to il vicinato, decideranno di assecondare Lolita gretaria in un ufficio dove incontra l’enigma- Lars. Non vi svelo altro, basta solo aggiungere Qui il clou è comunque la storia, quindi potre- tico signor Grey (James Spader). Edward Grey che la sceneggiatura di questo film è stata ste scegliere sia la versione di Kubrick, del ha una serie di manie e di tendenze molto candidata all’Oscar, ed è la chicca di questa 1962 (ben più distante dal racconto del roman- strane (un perfezionismo assurdo tra le altre), storia, insieme ad un grande Rian Gosling. zo di Nabokov. Kubrick ha sempre preso testi ed una connaturata tendenza alla predomina- In the mood for love, di Wong Kar-Wai, 2000 già esistenti per poi rielaborarli a modo suo) o zione. Lee e Edward scopriranno di essere at- Beh questa è forse la meno non-convenziona- quella di Adrian Lyne, del 1997 (ben più fedele tratti sessualmente e sentimentalmente, non le delle storie d’amore citate in questo pezzo, al romanzo, più manierista ed estetica). Per- senza grandi colpi di scena. Ho adorato, in ma ho voluto comunque citarla perché ha una sonalmente sono più affezionato alla versione questo film, la trasformazione di Lee grazie particolarità: i due protagonisti si innamora- di Kubrick, anche perché usciva in un periodo ad Edward, alla “persona giusta” (che costan- no l’uno dell’altra senza però mai baciarsi, toc- molto più conservatore rispetto a 35 anni più temente cerchiamo). La sua tendenza all’esse- carsi, senza neanche sapere coscientemente, tardi. La storia penso la conosciate tutti. re sottomessa non è un difetto, ma una quali- insieme, di essere innamorati. Chow e Su si Tutta una vita, Claude Lelouche, 1973 tà che si sposa perfettamente col bisogno di conoscono grazie ad una situazione fortuita e Conosciamo Sarah e Simon come due indivi- comandare di Edward, poteri che a volte si stranissima (sospettano entrambi che i loro dui separatamente. Li vediamo nascere, cre- scambiano. Un rapporto che stravolge, arric- coniugi abbiano una relazione extra-coniuga- scere, vediamo le loro origini, e la loro vita. La chisce e fa scoprire più di sé stessi. Mi ha sem- le), vivono nello stesso palazzo, si sfiorano narrazione del film non è la storia di due per- pre incuriosito come il Mr Grey di Isia molto continuamente, molte volte senza neanche ac- sone insieme, ma sono due nastri separati e simile al Mr Grey del celeberrimo romanzo e corgersene. E’ la rappresentazione di un amore paralleli, ed ognuno racconta la vita dei prota- film50 sfumature di grigio, tutti e due capi d’uf- che chiameremmo “non realizzato”, ma che in- gonisti. La caparbia e testarda Sarah, figlia di ficio, con la tendenza alla dominazione e con vece è vivido e presente nelle vite di ognuno un grande industriale, i suoi cambiamenti, le lo stesso cognome. Che Erika Leonard James dei due personaggi. Uno dei più bei film sull’a- sue delusioni d’amore, le sue relazioni. E Si- abbia preso ispirazione da questo film per more degli ultimi anni. mon, di origini ben più modeste, sempre in creare il suo personaggio? Come ultima nota, Ricomincio da capo, Harold Ramis, 1993 mezzo alla gente, determinato a diventare un la colonna sonora di Angelo Badalamenti è un Questa è probabilmente una delle commedie regista ed un narratore di storie. Ma non ve- trionfo di sensualità. Ripensando a questo più geniali e più sottovalutate del Cinema mo- diamo solamente la loro storia, ma anche film mi viene in mente la frase che Robin Wil- derno. Il concetto è semplice: Phil Connors quella delle loro famiglie precedenti, dei loro liams psicologo dice a Matt Damon, in Will (Bill Murray), cinico ed egocentrico meteoro- genitori, dei loro avi (interpretati sempre da- Hunting, a proposito dell’amore. Poi dobbiamo logo di una TV locale, viene inviato, come ogni gli stessi attori che interpretano Sarah e Si- decidere chi far entrare nel nostro piccolo strano anno, insieme alla troupe televisiva, in un pic- mon). L’intero film è un contorno, un prelu- mondo… colo paese chiamato Punxsutawney, per assi- dio, al loro incontro, che avverrà solo negli La forma dell’acqua, Guillermo del Toro, 2017 stere alla festa in cui la celebre marmotta Phil ultimi secondi del film, su un aereo. Tutta una Del Toro difficilmente girerà mai un film che rivelerà se l’inverno sarà corto o più lungo. Per vita, tutto un film per preparare quel singolo non abbia a che fare con creature fantastiche e circostanze inspiegabili, Phil si troverà a rivivere incontro. del soprannaturale, lo dice la sua filmografia, e da capo quel giorno per una serie imprecisata Giorgio Campani 42 [email protected] I fumetti di Ax, rivista d'avanguardia, un'oasi nel deserto degli ste- reotipi Partiamo con alcune stime. La stragrande maggioranza di ap- passionati di manga - ipotizziamo un buon ottanta per cento - co- noscerà Shonen Jump, il settimanale su cui Ali Raffaele Matar per decenni sono stati serializzati titoli amatissimi dai più giovani, da Dragon Ball e Slam Dunk a Gintama e One Piece, detentori di tutti i record di vendite nell'industria del fumetto. Percentuali di no- torietà nettamente minori sono riservate, in- vece, alle riviste che ospitano fumetti rivolti ad altri target, come le storiche riviste di man- ga per ragazze, da Ribon a Margaret e Na- kayoshi, contenitori dei principali shojo man- ga, dedicati a un pubblico prevalentemente femminile. Che siano note o meno in Europa, queste riviste di manga hanno in comune un tratto non indifferente: sono depositi com- merciali, costruiti a tavolino per lanciare suc- cessi da milioni di copie, destinati a decollare Edizione italiana di Kappa at work dalla carta verso il grande e piccolo schermo. Numero 100 di AX, illustrata da Sakabashiri Imiri Per concretizzare questo obiettivo, è naturale e stereotipato – non può che far da repellente Tokyo Zombie di Hanakuma Yusaku e l'onirico che autrici e autori siano sottoposti a rigidi al pubblico più raffinato, amante della bande Il mondo degli insetti di Kondoh Akino. L'anno regole di mercato. E così, la creatività viene dessinée e del cinema d'autore. Qual è, dun- successivo, Dynit sceglie di tradurre due tra i messa in secondo piano, castrata e sacrificata que, l'antidoto a una siffatta voragine edito- più grandi capolavori di AX: Viaggio alla fine in onore delle vendite. Tematiche e stili devo- riale? Solamente le riviste underground. Ne- del mondo dei fratelli Nishioka Kyoudai, dalle no sottostare agli standard pensati per com- gli anni, riviste come la leggendaria Garo sono atmosfere kafkiane, e Una donna e la guerra di piacere il grande pubblico. Chi non segue le divenute rifugio per gli artisti più innovativi, Kondo Yoko, ispirato alla letteratura di Saka- logiche del mainstream non troverà spazio sperimentali e intransigenti del panorama guchi Ango. Nel 2020, l'editore perugino Star nel settore. A meno di dimostrare di sapersi nipponico. Artisti che, potendosi esprimere Comics ha avuto l'ardire di ospitare nel suo adattare, come hanno fatto negli anni artisti senza vincoli, hanno dato vita a generi narra- catalogo una delle firme ricorrenti di AX, il versatili come Furuya Usamaru. Ne deriva un tivi alternativi come il gekiga (incentrato su particolarissimo Sakabashira Imiri, attraver- quadro soffocante in cui, agli occhi dei lettori drammi sociali e esistenziali), l'ero-guro (storie so i volumi The Box Man e Kappa at Work. L'av- pretenziosi, il manga appare come un mezzo sadiche e grottesche) e l'heta-uma (un filone vio della protagonista di Kappa at Work verso il di espressione limitato, così come lo stile a oc- disegnato volutamente con un tratto appros- luogo in cui dovrà sostenere un colloquio di chioni e capelli a punta - bambinesco, ripetitivo simativo, al limite dello scarabocchio). Oggi, lavoro si trasforma in un'Odissea fantastica, la libertà che trasudava in passato da Garo (at- dalle mille commistioni stilistiche, in cui la lo- tiva dal 1964 al 2002, pur con basse tirature), gica narrativa lascia spazio alle sorprese visi- ha ritrovato linfa vitale sulle pagine di AX, lan- ve che si celano nelle dettagliatissime tavole ciata nel 1998 dall'editore Seirinkogeisha e dell'opera. La china portentosa di Sakabashira tutt'oggi pubblicata a cadenza bimestrale. Tra crea mondi bizzarri, in cui animali, piante, ci- i pochi periodici giapponesi veramente indipen- bi e palazzi si muovono, parlano, interagisco- denti, AX accoglie autrici e autori dagli stili più di- no, e più lingue e culture si intrecciano, crean- sparati, talvolta esordienti sco- do un mondo utopico, a nosciuti ma creativi, talvolta metà tra fiaba, sogno e fan- vecchie firme note di Garo. Per tascienza, dove i personaggi il decennale della fondazione secondari omaggiano quelli di AX, nel 2008, l'editore sta- di Tsuge Yoshiharu e Ebisu tunitense Top Shelf ha dedi- Yoshikazu, storici autori di cato alla rivista un volume Garo. D'altronde, la bizzar- antologico contenente trenta- ria e l'imprevedibilità sono tre storie accuratamente sele- un marchio di fabbrica degli zionate dagli archivi, per testi- artisti pubblicati su AX, un moniare lo spirito anarchico e universo creativo che va sco- variegato del magazine. perto per fuggire dall'aridità In Italia, l'interesse per le ope- dell'omologazione di cui è da re sperimentali di AX è notizia sempre vittima il fumetto recente. Nel 2018, per Coco- nipponico. nino Press escono due opere serializzate su questa rivista: Edizione giapponese di Viaggio alla fine del mondo il caposaldo dello heta-uma Edizione italiana de Il mondo degli insetti Ali Raffaele Matar

43 n. 94 L’ultima minaccia (Deadline – U.S.A. 1952) Stati Uniti d’America, pubblica opinione, tanto in positivo quanto in per poi intersecarsi con la vita privata del pro- anni ’50. Il giornale in- negativo, contribuendo comunque al neces- tagonista, andare a coinvolgere gli sporchi af- dipendente The Day sario sviluppo di una coscienza comune. E’ fari di Rienzi (nella versione italiana le origini sta per essere posto in un’opera permeata di un forte idealismo ma siciliane del boss vengono omesse, tanto da vendita, nonostante il che non scade nella banalità della facile retori- mutarne nome, Rodzich, e provenienza, l’Eu- parere contrario della ca, in quanto attraversata da un senso di ama- ropa dell’Est), ed infine convergere con la so- signora Margaret Gar- ra consapevolezza, appena stemperata da una luzione dell’omicidio della ragazza, il tutto se- rison (Ethel Barrymo- certa ironia, nel rappresentare con asciutto guendo l’orientamento dato dal faro della re), vedova del fonda- realismo i mutamenti che andavano ad attra- piena fedeltà ai principi dell’incorruttibilità tore, ferma sostenitrice versare la comune morale, strali contro i quali morale in ogni settore del civile consesso (“la dell’adamantina linea prende le armi, moderno cavaliere, l’Ed libera stampa è come la vita libera, è sempre in pe- editoriale sostenuta dal Hutcheson interpretato da Bogart, qui, volto ricolo”, esclama Hutcheson), come evidenziato Antonio Falcone direttore Ed Hutcheson granitico da fiero incassatore, in una delle sue dallo splendido dialogo fra la vedova Garri- (Humphrey Bogart), fie- migliori interpretazioni nel ritrarre realisti- son, resa con naturale impeto da Ethel Barry- ro rappresentante di un giornalismo dalla schiena camente, sempre lottando fra disillusione e more, ed il ferreo direttore, affidando poi alla dritta, fortemente ancorato a determinati idea- pervicacia, anche l’aspetto privato del perso- stampa un rilevante ruolo di mediazione nel li di trasparenza e veridicità nel riportare le naggio, vincente nella professione, ma per- riportare il più fedelmente possibile le noti- notizie, anche per il tramite di un’accurata ri- dente nel privato, un matrimonio fallito alle zie, così da instaurare nel tempo, riprenden- cerca delle fonti, mentre le due sue figlie, Kitty spalle, con l’ex moglie, Nora (Kim Hunter), do quanto su scritto, un vero e proprio patto (Joyce MacKenzie ) ed Alice (Fay Baker), azio- della quale è ancora innamorato, ormai pros- di lealtà con i propri lettori (la sequenza in cui niste di maggioranza, sono solidali alla ces- sima a risposarsi. Democratico convinto e con l’anziana madre di Bessie, la signora Schmidt, sione. E’ dunque necessario l’intervento del un passato da cronista, Brooks, ispirandosi ad Kasia Orzazewski, spiega ad Hutcheson per- giudice, il quale dovrà esprimersi sulla liceità accadimenti realmente avvenuti (la cessione ché si è rivolta al giornale e non alla polizia della vendita ad un giornale concorrente, The del New York World nel 1931, per decisione dei nel rivelare importanti prove sull’omicidio Standard, dall’impostazione più spregiudicata figli di Joseph Pulitzer, che lo aveva creato nel della figlia, “da voi ho appreso come essere buona e “moderna”, assecondando quella tendenza 1860; il giornale di cui si ipotizza la vendita è cittadina, come leggere, scrivere…voi avete cercato per cui “al lettore non bastano più le sole noti- di scoprire la verità”). Il tutto troverà poi zie…vuole fumetti, concorsi, rebus…vuole sape- opportuna chiosa finale nella famosa re come conquistare un amico o influenzare battuta rivolta da Hutcheson a Rienzi al l’avvenire…ergo: oroscopi, pronostici sui caval- telefono, con le rotative ormai avviate li, interpretazioni dei sogni, che li illudano di per la stampa di quello che sarà l’ultimo poter vincere alle lotterie, e se incidentalmente, numero di The Day, contenente scottanti qualche volta, si imbattono nella prima pagi- rivelazioni sul gangster: “È la stampa, bel- na, notizie…”, come commenta laconico lezza! La stampa! E tu non ci puoi far niente! Hutcheson nel corso della “veglia fune- Niente!”. Il giornale dunque sarà ingloba- bre” organizzata in un bar dalla redazio- to dal concorrente “gossiparo”, ma re- ne al completo per la prossima scomparsa sterà indissolubile quell’assunto di cui si del loro giornale. Ma The Day ha ancora è reso portatore e che si vorrebbe ormai delle carte da giocare, vedi l’inchiesta sul consolidato nel vivere sociale e politico di gangster italoamericano Tomas Rienzi ogni nazione, la libera manifestazione (Martin Gabel), recentemente accusato del pensiero da parte di ciascun indivi- dalla Commissione Governativa di brogli duo ed in particolar modo nell’ambito elettorali e con le mani in pasta un pò degli organi d’informazione, scevri dappertutto, come risulterà dalle indagi- quest’ultimi da qualsivoglia ingerenza ni dei giornalisti sull’omicidio della gio- dominante riguardo il proprio operato. vane Bessie Schmidt, amante proprio di Forse meno celebrato rispetto ad altri Rienzi e d’altronde anche suo fratello film incentrati su identiche tematiche, Herman (Joe De Santis) era stato in con- Deadline- U.S.A. rivela tuttora una vivida tatto con lui… Sceneggiato e diretto da Ri- attualità, stringendo un simbiotico lega- chard Brooks, autore non sempre ricor- me tra il cinema d’impegno civile d’im- dato come meriterebbe la sua notevole pronta classica e il giornalismo più puro abilità nella scrittura di dialoghi sciolti e e concreto: certo, si narrano eventi appa- fortemente rappresentativi, al pari di rentemente distanti, però credo sia suffi- quella relativa ad una regia sempre incisi- ciente pensare all’odierno apporto velo- va nel valorizzare ambientazioni ed in- cistico ma a volte superficiale del web e terpretazioni attoriali, Deadline - U.S.A è ad altre distorsioni giornalistiche dalla un film che già dal titolo (“linea della mor- strada maestra, per circoscriverne l’ur- te”, ovvero, nel mondo del giornalismo genza di quanto messo in scena con la anglosassone, il termine entro il quale chiude- ispirato nella sua impostazione al Sun, fonda- nostra quotidianità, dove la sinergica combi- re il giornale ed inviarlo in stampa), vuole ri- to nel 1833 da Benjamin Day e chiuso nel 1950), nazione tra una stampa veramente libera, chiamare l’attenzione sulla necessità della so- non solo visualizza un vibrante e realistico ri- non irreggimentata, e l’autodeterminazione pravvivenza di un giornalismo “puro”, che, tratto della vita in redazione sfruttando inso- del singolo dovrebbero servire da opportuna come diceva Montanelli, dovrebbe ricono- lite angolazioni di ripresa, ma delinea anche, livella contro quelle puntuali esternazioni di scersi in un solo proprietario, i suoi lettori, con arguzia ed abilità, le tracce di diversi per- potere proprie di chi, citando Orwell in chiu- all’interno di un libero, democratico, scambio corsi narrativi. Viene dunque visualizzato un sura, si sente “più uguale degli altri”, all’inter- di pareri, riconoscendo opportunamente la ben congegnato dedalo che prende il via dalla no di una conclamata eguaglianza tra simili. propria responsabilità nell’influenzare la descritta ipotesi di vendita del quotidiano, Antonio Falcone 44 [email protected] Ambiente-Donna È possibile avere con- del mistero, si congiunge per il tipo di attività sapevolezza di una co- delineata dalla valentia del regista – quella che scienza che non sia la non posso che appellare come (ricerca di) gra- propria? Partecipando zia. Tale modello ci viene proiettato nella ci- della riflessione già nematografia del periodo contemporaneo, posta dal filosofo M. specialmente, là dove si esprime con una certa Schlick rispetto alla car- esattezza il ruolo tutt’altro che subalterno del- tesiana analogia, il que- la donna emancipato dall’essere «figura». sito vale nel frangente Esemplare in tal senso è The Hours, il film che dell’ambiente donna in S. Daldry diresse nel 2002: tre donne di diver- ambito cinematografi- sa condizione sia sociale che culturale e tem- Carmen De Stasio co. Nello specifico, l’am- porale; tre tempi delineati attraverso la storia biente che in questo re- di ciascun tempo, come di ciascun personag- port guida la nostra argomentazione riguarda gio all’interno dei suoi tempi interiori ed este- le modalità operative finalizzate al modo in riori a dispetto dell’evidente differenza, senza cui il cinema di qualità sviluppi il canovaccio per altro mai giungere a una prepotente diva- entro il quale la protagonista – come pure le ricazione e, anzi, conseguendo negli effetti protagoniste – si presentano al pubblico. una continuità che si riverbera in uno spazio Perspicace e preciso, l’ambiente cinematico ci particolare e, dunque, un ambiente del tutto appare come il maggiormente consono a gra- particolare e comune, soprattutto (ciò che le- duare, per svolgimenti intrinseci e in ogni ca- ga le tre donne è Mrs. Dalloway, il libro che V. so collegati tra loro, l’efficacia di tutte le con- Woolf – nel film impersonata da un’irricono- dizioni che compongono quel che vuol dire scibile N. Kidman – pubblicò nel 1925). Julianne Moore tanto e che sottace vuoi per limiti di spazio È a questo punto che intendo affermare che il che di tempo, vuoi per il fatto di giovarsi ri- cinema si proietti come verosimiglianza nel familiare e credibile nella misura in cui appa- spettivamente di detto, ovverosia di parole caso predetto e per il quale mi riferisco alla co- re intraprendente per verosimiglianza di che stabiliscano un processo a vasi comuni- scienza analitica e alla significanza rispetto umanità senza non-interruzione. Quel che canti e che non si lascia intralciare da insi- accade è il permanere in una dimensione diosi mutismi, insieme a tanto non detto coerente di non detto ed è la sensazione perché non si ecceda – o non si acceda – che quei personaggi e non altri continuino nell’intimità. A questo punto, il cinema – ad esistere a luci spente, oltre la soglia della dove gli spazi e i tempi evitano qualsiasi conclusione tecnica. In tal senso il cinema tentativo di discriminare la diversità dei è ambiente evocativo: impresso di unità luoghi e la diversità cronologica, quanto, minime di un discorso più vasto, sfugge al- ancora, la temporalità individuale tra gli al- le regole cronologiche, equivalendo nella tri e l’individualità intesa nei processi inti- singolarità di ciascuna situazione estirpata mi e di intimizzazione –, si emancipa dal dall’anonimato, nuovamente senza appor- criterio della divisione tra i modi per via di re alcun sigillo di disgregazione, anche una coscienza analitica pronta a scanda- Meryl Streep quando le parti appaiono dissezionate al gliare le evasioni dalla semplice inquadra- loro interno. tura o dalla strumentale frase che potrebbe at- alla finzione, momento, cioè, in cui l’obiettivo Ambientedonna, dunque, oserei dire, e il colle- trarre al di sotto della propria significanza. non fa che scandagliare la sola sembianza. La gamento prevale nella fusione tra condizioni Sull’altro versante – che sia opposto o collate- nostra propensione va alla prima forma per il pre-agenti – che invadono l’attualità in una rale non è rilevante – esso si emancipa dai mo- fatto di delineare l’ergonomicità non soltanto costante riservata – e situazioni dell’attualità: di imperturbabili che fissano le sembianze della qualità dell’opera (e The Hours ne è vali- al centro insiste la lettura di un ambiente nel non solo della fisicità di primari e comprima- dissima prospettiva), quanto della qualità quale l’istante scompare, così come scompare ri, quanto anche la fisicità concepibile attraver- connaturata al saper inserirsi in una situazio- l’arguta e sterile elucubrazione per lasciar po- so lo schermo, insieme alla fugacità dell’evento ne quale essa sia e renderla interessante sto a una realtà integra e dotata di proprio as- inteso come patrimonio di predestinazione. L’e- (nell’etimo del termine) e memorabile; viepiù setto. Altresì scompare qualsiasi finzione an- mancipazione si rivela in maniera evidente an- che allorquando balugini una tale esistenza che quando le opere portate sullo schermo so- nel fantastico che, pertanto, non sarà mai gio- no riprese da testi scritti, prevalendo la grazia co invasivo. Ecco, allora, che l’ambientedonna del regista a comporre un quadro mobile dove vada a raccordarsi con la presenza in una con- anche l’aspetto circostanziato viene elaborato tiguità al di sopra di qualsiasi condizione me- in modo tale da coinvolgere il mistero. diante una sensibilità diatopica: che si tratti Non sfugge che l’identità integri la disposi- di donne immerse in tempi cronici e luoghi zione a velare e, contemporaneamente, a rive- diversi per ruolo sociale e/o culturale, la di- lare nell’esattezza dei tempi cinematografici il sposizione attitudinale che il cinema di esse flusso di coscienza che si destreggia nel me- promuove conduce ad avvertirle come eroine desimo tempo e nel medesimo spazio della nel e del vivere non già nella sua attività di at- donna, andando a generare quell’ambiente traversamento. Quel che, in altre parole, è l’e- nel quale la coscienza di sé si attiva come con- lemento principale della costruzione dell’am- quista. Una conquista che colloca le protago- bientedonna al di sopra di qualsiasi iconografia. niste a tali pur se sovente esse non rimarchino un ruolo di rilevanza. In più, quando ciò acca- Carmen De Stasio de, l’essere simultaneamente sui due fronti * Prossimo numero: del detto e del non detto, come del visibile e Nicole Kidman Il camuffament 45 n. 94

Poetiche Il canto d’amore di J. Alfred Prufrock E per cento visioni e revisioni, to sul muro Prima di prendere un tè col pa- Come potrei allora cominciare ne abbrustolito A sputar fuori tutti i mozziconi dei miei gior- ni e delle mie abitudini? . Nella stanza le donne vanno e Come potrei rischiare? vengono E ho già conosciuto le braccia, conosciute tut- Parlando di Michelangelo. te - Le braccia ingioiellate e bianche e nude E di sicuro ci sarà tempo (Ma alla luce di una lampada avvilite da una Di chiedere, « Posso osare? » e, leggera peluria bruna!) « Posso osare? » E’ il profumo che viene da un vestito Tempo di volgere il capo e Che mi fa divagare a questo modo? scendere la scala, Braccia appoggiate a un tavolo, o avvolte in Con una zona calva in mezzo uno scialle. ai miei capelli - Potrei rischiare, allora?- T. S. Eliot (1888 - 1965) (Diranno: «Come diventano Come potrei cominciare? radi i suoi capelli! ») Allora andiamo, tu ed io, Con il mio abito per la mattina, con il colletto ...... Quando la sera si stende contro il cielo solido che arriva fino al mento, Come un paziente eterizzato disteso su una Con la cravatta ricca e modesta, ma asseríta Direi, ho camminato al crepuscolo per strade tavola; da un semplice spillo - strette Andiamo, per certe strade semideserte, (Diranno: « Come gli son diventate sottili le Ed ho osservato il fumo che sale dalle pipe Mormoranti ricoveri gambe e le braccia! ») di uomini solitari in maniche di camicia affac- Di notti senza riposo in alberghi di passo a po- ciati alle finestre?... co prezzo Oserò E ristoranti pieni di segatura e gusci d’ostri- Turbare l’universo? Avrei potuto essere un paio di ruvidi artigli che; Che corrono sul fondo di mari si- Strade che si succedono come un lenziosi tedioso argomento Con l’insidioso proposito ...... Di condurti a domande che oppri- mono... E il pomeriggio, la sera, dorme così Oh, non chiedere « Cosa? » tranquillamente! Andiamo a fare la nostra visita. Lisciata da lunghe dita, Addormentata... stanca... o gioca a Nella stanza le donne vanno e ven- fare la malata, gono Sdraiata sul pavimento, qui fra te e Parlando di Michelangelo. me. Potrei, dopo il tè e le paste e, i gelati, La nebbia gialla che strofina la Aver la forza di forzare il momento schiena contro i vetri, alla sua crisi? Il fumo giallo che strofina il suo Ma sebbene abbia pianto e digiuna- muso contro i vetri to, pianto e pregato, Lambì con la sua lingua gli angoli Sebbene abbia visto il mio capo (che Edvard Munch, “Sera sul viale Karl Johan” (1892) della sera, comincia Indugiò sulle pozze stagnanti negli scoli, In un attimo solo c’è tempo un po’ a perdere i capelli) Lasciò che gli cadesse sulla schiena la fuliggi- Per decisioni e revisioni che un attimo solo in- Portato su un vassoio, ne che cade dai camini, vertirà lo non sono un profeta - e non ha molta im- Scivolò sul terrazzo, spiccò un balzo improv- portanza; viso, Perché già tutte le ho conosciute, conosciute Ho visto vacillare il momento della mia gran- E vedendo che era una soffice sera d’ottobre tutte: - dezza, S’arricciolò attorno alla casa, e si assopì. Ho conosciuto le sere, le mattine, i pomeriggi, E ho visto l’eterno Lacchè reggere il mio so- Ho misurato la mia vita con cucchiaini da caf- prabito ghignando, E di sicuro ci sarà tempo fè; E a farla breve, ne ho avuto paura. Per il fumo giallo che scivola lungo la strada Conosco le voci che muoiono con un morente E ne sarebbe valsa la pena, dopo tutto, Strofinando la schiena contro i vetri; declino Dopo le tazze, la marmellata e il tè, Ci sarà tempo, ci sarà tempo Sotto la musica giunta da una stanza più lon- E fra la porcellana e qualche chiacchiera Per prepararti una faccia per incontrare le tana. facce che incontri; Così, come potrei rischiare? Fra te e me, ne sarebbe valsa la pena Ci sarà tempo per uccidere e creare, E ho conosciuto tutti gli occhi, conosciuti tutti E tempo per tutte le opere e i giorni delle mani - D’affrontare il problema sorridendo, Che sollevano e lasciano cadere una domanda Gli occhi che ti fissano in una frase formulata, Di comprimere tutto l’universo in una palla sul tuo piatto; E quando sono formulato, appuntato a uno Tempo per te e tempo per me, spillo, E tempo anche per cento indecisioni, Quando sono trafitto da uno spillo e mi dibat- segue a pag. successiva 46 [email protected]

segue da pag. precedente E di farlo rotolare verso una domanda che op- Il cinema come arte della trinità temporale prime, Ciò che è registrato su ed irripetibile. Il cinema prova che la realtà fi- Di dire: « lo sono Lazzaro, vengo dal regno dei pellicola si riferisce ad sica ha parti temporali (passate) che esistono morti, oggetti, luoghi e perso- allo stesso modo di quella presente; l’io del pre- Torno per dirvi tutto, vi dirò tutto » - ne immortalati in un sente non esisterebbe se si cancellassero gli io Se una, mettendole un cuscino accanto al ca- dato istante del tempo del passato, l’io del futuro è l’io dell’avvento di un po, presente. Il presente nuovo presente, di un nuovo io ed è ugualmente Dicesse: « Non è per niente questo che volevo esposto dalla pellicola è esistente. Il tempo fisico (causale) ha natura me- dire. un tempo che è stato il ta-fisica in quanto derivante dallo spazio-tempo Non è questo, per niente. » presente per l’oggetto assoluto (a-causale) che dà origine alla materia, E ne sarebbe valsa la pena, dopo tutto, della visione e che è ne- all’esistenza. Il cinema (che naturalmente non Ne sarebbe valsa la pena, cessariamente il passa- può risalire allo spazio-tempo primordiale) per- Dopo i tramonti e i cortili e le strade spruzzate Giovanni Mazzallo to in relazione al pre- mette di vedere che la realtà del tempo fisico va di pioggia, sente che lo spettatore ben oltre l’attualità del divenire perché il pre- Dopo i romanzi, dopo le tazze da tè, dopo le vive nel momento della visione cinematogra- sente è unità inscindibile con il passato tratte- gonne strascicate sul pavimento fica. Il cinema è arte sia del tempo passato sia nuto nella memoria del soggetto. Il presente E questo, e tante altre cose? - del tempo presente. Il futuro è tempo presen- (padre e figlio contemporaneamente sia del E’ impossibile dire ciò che intendo! te-passato in avvenire perché, non appena si passato sia del futuro) è dunque padre e figlio Ma come se una lanterna magica proiettasse il realizza, non è più futuro e viene istantanea- di se stesso in tale unità trinitaria in cui tutto disegno dei nervi su uno schermo: mente carpito dall’obiettivo cinematografico è tempo presente nelle qualificazioni di passa- Ne sarebbe valsa la pena che annette a sé la natura fondamentale della to, presente e futuro date nel divenire della Se una, accomodandosi un cuscino o toglien- realtà fisica, ossia il continuo divenire. Il dive- materia. La realtà oggettiva è tale non solo per dosi uno scialle, nire è comprensivo del presente trascorso (il l’obiettività fornita dai sensi, ma anche perché E volgendosi verso la finestra, dicesse: tempo passato) e del presente che nell’imme- alla sua formazione concorre la soggettività « Non è per niente questo, diato sarà e che, una volta trascorso, diverrà della memoria, ossia il passato. Il cambio della Non è per niente questo che volevo dire. » passato (il tempo futuro, che realizza in modo guardia (episodio tratto dalla terza stagione continuo il tempo presente nella catena cau- della storica serie tv Ai confini della realtà) mo- ...... sale degli eventi). Il presente è la dimensione stra un docente di un college (sulla via del pen- temporale dell’esistenza fisica ed è simultane- sionamento) che medita di uccidersi perché No! lo non sono il Principe Amleto, né ero de- amente padre (nel suo scorrere) e figlio (nel sente di non aver insegnato niente a nessuno. stinato ad esserlo; suo formarsi) sia del passato sia del futuro; è Egli, in seguito, torna sui propri passi quando Io sono un cortigiano, sono uno figlio del futuro perché il futuro sorge, nel suo (con la potenza del ricordo) “riporta in vita” Utile forse a ingrossare un corteo, a dar l’avvio farsi presente, dal presente già passato e il (nei fantasmi della sua memoria) i suoi vecchi a una scena o due, presente è dunque figlio del futuro nato dal studenti (nel frattempo morti per via della Ad avvisare il principe; uno strumento facile, passato che è stato presente. Il cinema è arte guerra e di altre calamità) che parlano con lui di certo, del presente perché presenta ciò che c’è e che e gli permettono di comprendere come (senza Deferente, felice di mostrarsi utile, configura la dimensione del presente (il tem- di lui) loro non sarebbero divenuti gli uomini Prudente, cauto, meticoloso; po è la realtà fisica in tutte le forme di esisten- che poi sono diventati. Questo è un chiaro Pieno di nobili sentenze, ma un po’ ottuso; za, il fluire del tempo è il fluire della materia). esempio dell’eternità del presente (nel suo es- Talvolta, in verità, quasi ridicolo - Il cinema è anche arte del passato e lo è in una sere passato, presente e futuro) come segno di- E quasi, a volte, il Buffone. duplice veste: sia perché il presente immorta- stintivo della realtà fisica. Il cinema è arte fisica lato è passato in relazione al tempo fisico attua- e meta-fisica, è l’arte del tempo. Divento vecchio... divento vecchio... le; sia perché il cinema può creare (mediante il Giovanni Mazzallo Porterò i pantaloni arrotolati in fondo. montaggio) più tempi all’interno del tempo uni- co della pellicola e questi tempi si distribuiscono Dividerò i miei capelli sulla nuca? Avrò il co- nei rapporti di anteriorità, contemporanei- raggio di mangiare una pesca? tà e posteriorità all’interno dell’architettu- Porterò pantaloni di flanella bianca, e cammi- ra filmica. Il cinema ha la capacità evoca- nerò sulla spiaggia. tiva di mostrare il flusso dei pensieri e dei Ho udito le sirene cantare l’una all’altra. ricordi perché rende presente quanto è già divenuto passato (la memoria, nell’es- Non credo che canteranno per me. sere umano, è la pellicola del suo tempo passato) dimostrando che oggetti e per- Le ho viste al largo cavalcare l’onde sone non vivono in (non sono) un presen- Pettinare la candida chioma dell’onde riso- te spazio-temporale rigido perché esso è spinte: elastico e si protende nella natura quadri- Quando il vento rigonfia l’acqua bianca e nera. dimensionale della realtà fisica. Ciò si- gnifica che un oggetto, una persona è Ci siamo troppo attardati nelle camere del ma- identica a sé (ha la sua identità) non per- re ché è uguale a se stessa in modo fisso, ma Con le figlie del mare incoronate d’alghe rosse perché è uguale a sé nell’evoluzione conti- e brune nua di tutte le diverse persone che è stata Finché le voci umane ci svegliano, e anneghia- e senza le quali non sarebbe la persona mo. che è nel dato istante del presente. Una persona è la sua storia personale, data dal patchwork continuo di tutte le sue forme di esistenza contemplate nella forma identi- T. S. Eliot taria del suo peculiare essere individuale 47 n. 94

48 [email protected] Dio è donna e si chiama Petrunya – dalla piccola Macedonia un po- tente ritratto di donna Durante una festa religiosa, gli uomini di una piccola città della Macedonia competono per trovare una croce, gettata in acqua dal prete. Quest’an- no, però, è una donna di nome Petrunya a trovarla, facendo infuriare la comunità maschile

Dio è donna e si chiama ma si estende alla definizione di ruoli, all’esercizio e inamovibile nella prima parte lascia il posto a Petrunya, vincitore del dell’autorità e soprattutto alla volontà e capaci- inquadrature movimentate, nervose nella se- Premio Lux come mi- tà di Petrunya di affrontare e mettere in di- conda parte dove le sicurezze vengono meno e glior film europeo, è il scussione lo Status Quo. La vicenda è inoltre la possibilità di un cambiamento prende corpo. quinto lungometrag- seguita da una giornalista (Labina Mitevska) La stessa regista sottolinea come proprio la ri- gio della regista mace- che comprende la portata sovversiva del gesto cerca nell’utilizzo dello spazio sia stata una done Teona Strugar della giovane e cerca di evidenziare i paradossi componente importante tanto da definire lo Mitevska. Già cono- e l’anacronismo di un sistema patriarcale che spazio come uno degli interpreti della vicen- sciuta dagli addetti ai arranca nella difesa a oltranza dei suoi mecca- da, ciò diventa evidente in quella che è la scena Tonino Mannella lavori, con quest’opera nismi. Il film è incentrato sull’evoluzione di chiave del film nella quale la condizione della riesce a raggiungere anche il grande pubblico, Petrunya la quale inizialmente non sembra donna è rappresentata in maniera plastica: il nonostante il periodo tormentato di chiusure e possedere particolari motivazioni emancipa- colloquio di lavoro. La scena si svolge in una limitazioni, grazie alla distribuzione Amazon torie (il problema vero della comunità è la grande fabbrica di vestiti dove eseguono il lo- che l’ha inserito nel catalogo Prime video. mancanza di lavoro, come viene più volte ripe- ro lavoro una schiera di donne alle prese con la Prima di parlare specificatamente del film è -in tuto da diversi personaggi) ma, nel corso della macchina da cucire. Al centro dell’ambiente, teressante soffermarsi sulla sua genesi e sul narrazione, acquista via via coscienza di sé e nell’ufficio delimitato da vetrate che ospita il percorso che ha portato la regista a intrapren- del suo ruolo evidenziando uno sviluppo del capo, avviene il colloquio con Petrunya. La po- dere importanti scelte organizzative. Il master personaggio che viene accompagnato da preci- sizione dell’uomo è evidente, le lavoratrici ap- statunitense e le primissime esperienze ci- paiono come sue schiave e la posizione di nematografiche hanno infatti indotto, Teo- controllo lascia pochi dubbi in merito. La se- na e i suoi due fratelli Labina e Vuk, a fondare quenza riesce a trasmettere in maniera effi- la Sisters and Brother Mitevski Production, cace la sensazione di inadeguatezza rispetto una casa di produzione indipendente che le a chi detiene il potere che induce all’obbe- ha consentito una maggiore libertà di movi- dienza piuttosto che alla ribellione. Un altro mento nella realizzazione dei suoi progetti. ambiente che caratterizza il film è la stazio- Particolarmente rilevante è stata la precisa ne di polizia, lì avviene il vero è proprio scelta di avere delle donne nei punti chiave scontro tra autorità religiosa e la legge degli dell’organigramma produttivo, oltre alla pre- uomini ma è un conflitto paradossale, senza senza dei fratelli Vuk (scenografo) e Labina armi poiché la questione non riguarda reati (una delle protagoniste del film). La forte ma tradizioni e regole inafferrabili. presenza femminile è anche un tratto distin- Oltre alla messa in scena, un contributo im- tivo del film e ne determina l’orientamento portante è dato dall’intensa recitazione di femminista: uno sguardo alla situazione Zorica Nusheva (Petrunya) che affronta un della donna nelle piccole realtà rurali del pa- ruolo drammatico pur essendo una delle ese balcanico che, al tempo stesso, rende più famose attrici comiche in Macedonia ri- evidente i caratteri di universalità di tale con- uscendo a dosare la componente dramma- dizione. tica e ironica e ottenendo un bell’effetto di Petrunya è una giovane donna, non bella, naturalezza e credibilità. In un’intervista la laureata ma che vive con i genitori, alla ri- regista ha dichiarato di essersi resa conto, cerca, senza ormai troppa convinzione, di durante il casting, che la scelta di un comi- una occupazione. Dopo l’ennesimo collo- co per la sua sensibilità ai tempi di recitazio- quio di lavoro scoraggiante e umiliante si ri- ne avrebbe aiutato la costruzione, così la trova ad assistere all’annuale rito della croce scelta è caduta felicemente, su Zorica. nel quale un gruppo di uomini si tuffa nel Nonostante alcune situazioni un po’ forzate fiume tentando di recuperare la croce di le- nelle quali la narrazione indulge nella reto- gno lanciata dal prete locale dopo la benedi- rica, vedi alcune scene relative alla giornali- zione. Secondo la tradizione, al vincitore della se scelte registiche: se nella prima parte infat- sta, il film è ben costruito, avvincente e credibi- competizione, sarà assicurato un anno di for- ti vediamo la ragazza isolata o incorniciata nei le, tanto più che trae ispirazione a un evento tuna e prosperità fino al successivo rito. Assi- riquadri creati nell’ambiente circostante che realmente accaduto nel 2014 quando una don- stendo alla cerimonia Petrunya segue l’impul- la separano dagli altri personaggi, successiva- na riuscì a prendere la croce nel suddetto rito. so di gettarsi nell’acqua riuscendo a prendere mente Petrunya sembra avere più consapevo- In quell’occasione ciò che colpì la regista non la croce prima degli altri, ovviamente la tra- lezza della sua presenza riempiendo lo spazio in fu tanto l’episodio in sé quanto piuttosto il trat- sgressione della regola non scritta per la quale maniera più decisa e autorevole. Analogamente tamento mediatico che della vicenda fu fatto, solo gli uomini possono partecipare, scatena gli uomini ricevono dalla regista un tratta- in particolare la totale assenza di un qualsiasi la reazione dei concorrenti, contrastata con mento particolare, spesso vengono mostrati accenno alla condizione femminile e alle impli- difficoltà dal sacerdote che non riesce a far -ra sfocati, relegati sullo sfondo o in controluce, i cazioni della trasgressione delle tradizioni, con gionare la folla. Approfittando della bagarre loro corpi tagliati dall’inquadratura a sottoli- questo film quindi la Mitevska cerca, riuscen- Petrunya scappa con il trofeo ma verrà presto neare la perdita di centralità e di potere. Lo sti- doci, di dare voce e speranza a tutte le donne rintracciata e portata nel posto di Polizia nel le di regia si fa notare inoltre nella composizio- esortandole a ribellarsi a una condizione impo- tentativo di redimere la questione. Da qui in poi ne dell’inquadratura che segue la progressione sta e interiorizzata per troppo tempo senza la donna diventa il fulcro di un conflitto che non del personaggio: la ricerca di ordine e di sim- perdere l’ironia e la capacità di sorridere. riguarda più solamente una disputa tra paesani metria che identifica un sistema di regole rigido Tonino Mannella 49 n. 94 Cineforum Rivista di critica e cultura cinematografica L’indice analitico 2020 di Cineforum

A cura di Arturo Invernici È arrivato l’indice analitico 2020 di Cinefo- Interviste rum: i contenuti dei numero 591 e 592 della ri- È gratis e lo puoi scaricare su www.cinebuy. vista di critica e cultura cinematografica in un com solo volume Contiene: Film citati Registi Recensioni CineforumBook Festival, rassegnee convegni Primipiani Le lune del cinema Editoriali Saggi monografici e profili di autori Cinematografie nazionali

Détournement di Massimo Pellegrinotti maggio 2021 Il leone di Calabrywood Nino Spirlì, Presidente della Regione Calabria, alimenta sogni di gloria assecondando le richieste del Commissario della Calabria Film Commission (CFC) Gianni Minoli, che ha trasformato la CFC in un Centro di produzione televisiva con in mente un progetto di produzione di una soap-opera di durata pluridecennale sul modello di Un posto al sole. In quest’ottica pochi giorni fa la Giunta regionale presieduta da Spirlì ha deliberato lo stanziamento di 20 milioni di Euro per costruire degli Studios per produzioni audiovisive. Non è stato reso pubblico alcun piano economico-industriale di sostenibilità, mentre in Calabria la scuola, l’associazionismo culturale, le istituzioni culturali, restano abbandonate e senza risorse. E poi c’è la sanità…ma questa è un’altra storia. DdC 50 [email protected] Servizi bibliotecari: bilancio dopo un anno di emergenza sanitaria A causa dell’emergen- za epidemiologica e dei conseguenti DPCM che a partire dal mese di marzo 2020 hanno disposto la chiusura di tutti gli istituti cultu- rali, le biblioteche hanno iniziato a pro- grammare la sospen- sione dei servizi al pubblico in presenza. Università di Firenze Biblioteca di Scienze Sociali, Via delle Pandette, 2 Francesca Palareti In un lasso di tempo molto breve, in particolare nel periodo mar- obbligo di distanziamento, mascherina, mi- Sono stati consolidati i servizi di assistenza zo-aprile, dopo l’immediato comprensibile surazione della temperatura ed igienizzazio- telefonica per ricevere informazioni di carat- smarrimento i bibliotecari si sono impegnati ne delle mani. tere generale e di consulenza bibliografica, a garantire la continuità dei servizi a distan- La maggior parte delle biblioteche si è orga- erogata sia via mail sia attraverso piattaforme za, implementando soluzioni innovative per il nizzata mantenendo i servizi essenziali, in web. supporto all’utenza e provvedendo alla con- primis prestito e restituzione. In alcune realtà Per verificare la disponibilità dei materiali è versione in digitale della propria offerta docu- sono stati previsti anche il prestito a domicilio possibile collegarsi al catalogo online delle bi- mentale. rivolto ai cittadini impossibilitati per motivi blioteche ed in molti casi è utilizzabile la piat- Per analizzare più nel dettaglio l’impatto della di salute o gravi patologie a raggiungere la bi- taforma MediaLibraryOnLine, biblioteca di- situazione emergenziale sulla comunità bi- blioteca, la spedizione postale e la diffusione gitale che permette di consultare e prendere bliotecaria, è stata condotta dall’ISTI 1 un’in- dei libri attraverso le edicole. in prestito gratuitamente quotidiani, riviste, dagine capillare, che ha proposto un questio- Sono stati gradualmente riattivati quasi tutti i e-book in streaming e download, audiolibri, nario articolato in tredici sezioni. I risultati, servizi, svolti nella piena osservanza delle pre- musica (file mp3), banche dati, film, immagi- dedotti da più di un migliaio di adesioni per- scrizioni igienico-sanitarie e legislative, com- ni. venute, hanno dimostrato come i bibliotecari preso quello di prestito interbibliotecario, che Presentazioni di libri ed eventi letterari si si siano adattati tempestivamente alla nuova consente di richiedere libri che non siano pos- svolgono esclusivamente online, così come realtà lavorativa e come la consapevolezza nei seduti dalla biblioteca di riferimento. L’acces- incontri formativi e corsi. L’utilizzo estensivo confronti dell’istituzione biblioteca sia rima- so alle biblioteche per ritirare e restituire i do- di evoluti strumenti digitali consente di gesti- sta per lo più stabile, nonostante le interazio- cumenti, frequentare le sale studio e lettura e re focus group e attività laboratoriali, condivi- ni siano state prevalentemente virtuali. cercare i libri a scaffale è tuttora consentito dere opinioni e suggerimenti su libri, musica Nei mesi di chiusura delle strutture sono stati solo su prenotazione, contattando diretta- e cinema all’interno di una community e par- attivati e via via potenziati nuovi canali infor- mente la biblioteca o utilizzando software tecipare a gruppi di lettura. mativi sia per la comunicazione esterna con online. È, inoltre, possibile seguire tutti gli aggiorna- l’utenza sia per quella interna menti su iniziative e servizi in del personale, ricorrendo all’u- presenza e a distanza attraver- tilizzo sistematico di piattafor- so social network, sito web e al- me dedicate alla gestione di vi- tri canali online delle bibliote- deoconferenze, da Google Meet che, come newsletter e mailing a Microsoft Teams, da Zoom a list. Jitsi e ad altri tool liberamente Le biblioteche, quindi, nell’ulti- disponibili in rete, strumenti mo anno hanno saputo dimo- ormai divenuti indispensabili a strare l’importanza del loro fronteggiare le fasi critiche suc- ruolo nel panorama culturale, cessive a quella iniziale. con una notevole reattività e Inoltre, per venire incontro alle capacità di adattamento ai necessità della didattica e della nuovi scenari, elementi efficaci ricerca e contenere le ricadute a sancire una ritrovata identi- delle misure restrittive, presti- tà. La sfida per il futuro sarà giosi editori e distributori così quella di far sì che le buone pra- come imprese ed associazioni tiche attuate non vengano cir- del settore pubblico e privato coscritte all’emergenza sanita- hanno messo a disposizione ria, ma rappresentino un gratuitamente risorse di norma impegno quotidiano per tutte le a pagamento, molte delle quali biblioteche, e che i processi già accessibili da remoto attraver- Firenze, Biblioteca delle Oblate (Sezione contemporanea), Via dell’ Oriuolo, 24 avviati – come la transizione al so il portale “Solidarietà digita- segue a pag. successiva le” del Ministero per l’innovazione tecnologi- ca e la digitalizzazione. Con la riapertura parziale delle sale a maggio 2020, per rispettare le misure di prevenzione e sicurezza è stato ammesso l’ingresso ad un numero contingentato di persone, con 1 Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informa- zione “A. Faedo” del CNR. 51 n. 94

segue da pag. precedente Teatro digitale – da frammentari e disomogenei di- ventino degli standard operativi. Le misure eccezionali sperimentate durante In scena la vita e la poesia di Wisława Szym- questi mesi, infatti, potrebbero essere adotta- borska, Nobel 1996 per la letteratura te in forma permanente, in particolare il ricor- La letteratura non de- so alle piattaforme digitali, un sistema intuiti- tiene il monopolio del- vo che non richiede competenze tecnologiche la meraviglia. Anche la specifiche da parte dei bibliotecari e degli vita di tutti noi, quella utenti finali, presumibilmente interessati a consueta, è fonte di in- mantenere attiva anche questa modalità di ac- cessante stupore “Co- cesso ai servizi al di là dell’orizzonte segnato me Bach suonato su dall’emergenza pandemica. un bicchiere per un Il ritorno alla “nuova normalità” non potrà, istante”, titolo del mo- quindi, prescindere dal trarre insegnamento nologo interpretato da dall’esperienza maturata, individuando nuovi Giuseppe Barbanti Silvia Piovan, che ne modelli di gestione e proposte sempre più mi- ha curato pure la drammaturgia, è l’ultimo rate alle esigenze degli utenti. Silvia Piovan (foto di Simone Cherubini) verso della poesia “Progetto un mondo” di Wi- E proprio nell’ottica di rispondere in modo più sława Szymborska, premio Nobel per la lette- cui i momenti narrativi si mescolano a quelli efficace ai bisogni della cittadinanza, dal mese ratura nel 1996. “Mi auguro che il teatro ritrovi poetici. Nel susseguirsi incalzante degli eventi scorso è in fase di sperimentazione il progetto la poesia, genere bistrattato, soprattutto in lo spettatore perde il confine tra racconto e “Colombo” 2, un portale di informazione di co- ambito scolastico dove, come dice la stessa poesia: i versi sciolti si confondono e si mesco- munità del Quartiere 5 di Firenze che sarà atti- Szymborska, viene purtroppo visto come un lano insieme, in un unico flusso. Il pubblico vato a breve nelle biblioteche “Buonarroti” e obbligo” sostiene Piovan. Attrice di prosa ver- diventa testimone diretto della vita di una “Orticoltura”. satile che con questo lavoro ha intrapreso un donna che, tra fumo di sigarette, naufragi di Nato da una riflessione sul ruolo sociale delle approfondito studio sulla poesia contempora- coppia e ristrettezze economiche, vede nella biblioteche pubbliche, il portale ha l’obiettivo nea. Sin da ragazza Wislawa Szymborska, una produzione poetica una sorta di isola in cui ri- di costituire un punto di riferimento affidabile delle voci più significative della letteratura del trovare se stessa. Fino a toccare l’apice, tutto per chiunque cerchi strutture, recapiti, indi- ‘900, sognava di diventare una scrittrice affer- racchiuso in quel toccante “non so”, nel di- rizzi, orari relativi ad attività che si svolgono mata. La natura ha voluto darle il talento di scorso tenuto all’Accademia di Stoccolma il 7 nel quartiere di riferimento. Attraverso la me- condensare in versi pagine di romanzi e rac- dicembre 1996, durante la cerimonia per il diazione preziosa e competente dei biblioteca- conti. “Per rappresentare il suo vissuto (la conferimento del premio Nobel per la Lettera- ri, sarà possibile recuperare informazioni Cracovia che va dagli anni ‘20 del secolo scor- tura. “La fonica, curata da Roberto Barcaro, sempre aggiornate in diversi ambiti di interes- so al 2012) e per dare spazio e respiro alla sua assume un ruolo molto importante nel conte- se (cultura, educazione e formazione, lavoro, voce e al suo pensiero, ho scelto una imposta- sto dell’allestimento. Ho cercato di evitare mobilità, salute, sport e tempo libero). Allo zione registica che va alle radici del fare tea- qualsiasi effetto distorsivo che potesse essere stesso tempo, in una prospettiva di scambio e tro – prosegue Piovan - niente effetti tecnolo- dovuto ad un impiego non oculato dei micro- collaborazione, i cittadini saranno invitati a gici, quindi, ma tutto il mio personale foni – prosegue l’interprete - non ci sono dif- partecipare attivamente al progetto, segnalan- impegno a creare situazioni, immagini, pae- ferenze fra momenti in cui si racconta la vita do alle biblioteche associazioni, iniziative o saggi e personaggi che potessero evocare la della poetessa e quelli in cui invece si recitano servizi allo scopo di creare, grazie alla condivi- presenza di Szymborska. Ho cercato di inseri- brani o intere sue liriche”. Successivamente al sione collettiva, una più efficiente rete territo- re le sue poesie in modo fluido nella narrazio- debutto di questo spettacolo Silvia Piovan ha riale. ne”. L’unica eccezione all’impiego esclusivo di condotto più laboratori in cui è stato messo a Francesca Palareti parola e azione è una proiezione video “vinta- fuoco il rapporto fra scena e poesia. ”Credo ge” realizzata in scena per mezzo di una lava- che il mio spettacolo faccia anche un servizio gna luminosa. A Malgosia, amica d’infanzia, alla poesia, tradizionalmente vista come un voce narrante che ricorda i momenti vissuti ambito della letteratura elitario e di nicchia. con la poetessa, è affidato il compito di raccon- Penso, invece, che un allestimento che ha nel- tare, alternando a frammen- la poesia profondissime ra- ti della vita di Szymborska, a dici debba trasmettere ne- partire dall’infanzia, mo- gli spettatori il desiderio di menti in cui prendono vita leggere le liriche della poe- le poesie. Il tono ironico, tessa che ne ha consentito, leggero e divertito, in sinto- con la vita e le opere, la co- nia con la scrittura della po- struzione - conclude l’attrice etessa polacca, affiorerà da- e regista - Ed è questo che gli attimi di vita narrati soprattutto mi auguro come dall’amica, mentre i pensie- ideale epilogo lontano dal ri di Szymborska (l’interro- palcoscenico nella vita di cia- garsi sulla vita e sulla mor- scuno dei miei spettatori”. te, sull’amore e sul ruolo del L’allestimento gode anche il poeta e della poesia) si ritro- sostegno della Fondazione 2 È una delle attività organizzate all'interno vano nelle poesie, in uno Szymborska, diretta da Mi- del progetto "Biblioteca Circolare. Il quartiere si legge", spazio“sospeso”, dove la pa- chal Rusinek. vincitore del bando “Biblioteca casa di quartiere” realizza- rola si fa corpo oltre che vo- Giuseppe Barbanti to nell’ambito del Piano “Cultura Futuro Urbano” promos- ce e l’insieme di racconti e so dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del poesie assume lo spessore Come Bach suonato su un bicchiere Turismo per promuovere iniziative culturali nelle perife- del monologo. Lo spettacolo L’attrice Silvia Piovan (foto di Giorgia per un istante // Teaser: www.you- rie. si svolge in un atto unico, in Chinellato) tube.com/watch?v=CO8iLjktNZ0 52 [email protected] Il parco dei cervi: quando il fumetto ha valore cinematografico 1. Terrifying Girls’ High School: Lynch Law Classro- Di recente ho rivisto om (Kyôfu joshikôkô: bôkô rinchi kyôshitsu) con rinnovato piacere entrambi usciti nel 1973. Female Prisoner #701: Il manga creato insieme a Kamimura quindi Scorpion, diretto da sembra coinvolgere lo stesso Suzuki in un Shunya Ito (1972), con esperimento incestuoso, affascinante e fatale, Ignazio Gori la conturbante Meiko mettendolo di fronte al suo stesso spettro, lo Kaji. Uno dei massimi spettro del suo passato, che lo giudica schiac- del genere denominato “pinku eiga” o “pinky ciato nello stesso gregge che lui qui critica violence”, ovvero quel filone giapponese – ma aspramente. a raggera mondiale – di gran voga negli anni Senza troppo svelare ai lettori di Diari di Ci- ’70, fino ai primissimi ’80, dedicato a torbide neclub i risvolti della trama e del finale, augu- storie di violenza femminile, spesso oltremo- randomi che questo volume venga acquistato, do decorate di ogni sorta di perversione ses- posso appena anticipare il plot principale. suale. Wakaba, la protagonista della nostra storia, è La visione di questo capolavoro del genere, la figlia della famosa attrice Fumiko Azusa, molto amato da Quentin Tarantino e Umber- che si è tolta la vita in circostanze mai del tut- to Lenzi, mi ha permesso, quasi in simbiosi to chiarite. La giovane arriva a Kyoto, non si critica, di apprezzare meglio Il parco dei cervi, sa per quale motivo e con quale intento. Qui fumetto uscito in Giappone nel 1976 dalle ma- conosce Murase, aiuto-regista frustrato, che ni della coppia Kazuo Kamimura e Noribumi vive nell’attesa che venga finalmente il suo Suzuki, e ora finalmente pubblicato anche in momento, quello che attendono tutti gli aiu- Italia dalla Coconino Press in una bella ed elegan- to-registi, ovvero di dirigere in prima persona Female Prisoner 107 Scorpion te veste grafica (a cura di Paolo La Marca, con una un film di successo. Murase farebbe di tutto mente nella tradizione popolare antica. nota di Giacomo Calorio, pp. 184, Euro 22). per assicurarsi questa possibilità e l’opportu- Kamimura sembra trattenere, in un lungo Questo manga è ambientato nel mondo torbi- nità gliela serve proprio la giovane e affasci- singhiozzo, proprio come fanno certi abili re- do del cinema giapponese, appunto nel perio- nante Wakaba, con la quale inizia una relazio- gisti di genere, quello che è l’aspetto più in- do del “pinku eiga”, del cinema rosa striato di ne passionale e contorta. controllabile dell’uomo: l’istinto sessuale, ma sangue. Come farà Murase a scaval- attenzione, non lo fa privan- Come si evince dalle prime pagine, l’intento care, a scalzare il maestro doci di vedere scene esplicite degli autori è svelare, a chi magari non cono- del cinema giapponese – seppur velate da una “cen- sce i retroscena delle produzioni cinemato- Kenzo Makiguchi e dirige- sura” ancor più meta-cine- grafiche di quegli anni (ma anche odierni se re lui stesso La passione del matografica – bensì tirando pensiamo al “caso Weinstein”), il degrado mo- serpente? Che ruolo avrà agli estremi l’animo di Wa- rale degli operatori dell’industria del cinema. Wakaba? Anzi, chi è effetti- kaba, sfumandone le sem- Il giardino dei cervi dunque – che ha lo stesso vamente Wakaba? Un de- bianze in maniera sublime, nome del parco giuochi sessuale del re di mone? Uno spettro? La fino a poter affermare che Francia Luigi XV, ma nessuna attinenza nar- reincarnazione dello spiri- Wakaba non sia effettiva- rativa, semmai ipertestuale – si presenta co- to vendicativo di Fumiko mente una donna, bensì me una perversa parabola per indagare la ge- Azusa? un’idea; una donna-infinito, nesi di un film, La passione del serpente, che E contro chi vuole vendi- che ingloba ogni lato, anche i sembra allo stesso tempo il sequel, a scopo carsi Fumiko? Non si è trat- più oscuri, dell’essere femmi- vendicativo, di un delitto misterioso e una in- tato allora di suicidio? nile. tricata manipolazione psicologica di tipo sa- Tutte idee che iniziano a Io amo particolarmente le domasochistico. tormentare il lettore dalle storie che non hanno un fi- Lo stessa lettura del manga quindi si dipana prime vignette di questo nale netto, ma aperto, che come se fosse una sceneggiatura di un film, manga che ti avvolge, ti scal- lascia a varie interpretazio- Noribumi Suzuki diretto da Kamimura e sceneggiato da Su- da e ti stritola, fino a lasciarti ni e in questo fumetto ho tro- zuki, con Wakaba Azusa come attrice prota- senza fiato, come le spire di un serpente, leitmo- vato anche questo aspetto per me affascinante. gonista (del film nel fumetto o del fumetto nel tiv didascalico e simbolico di tutta la vicenda. Il parco dei cervi è per questi aspetti assimilabi- film?), una donna ambigua, arrivista,- sedu Aldilà del gusto che si può o meno trovare nel- le più che altro a un sogno, al sogno di un fan- cente, ribelle e vendicativa … insomma, il pro- la storia, del tipo di emozioni suscitate, dello tasma accecato, a un incastro di ombre. totipo dell’antieroina, che, come l’attrice e stile del tratto, emerge la psicologia dei vari Qualcuno disse che la nostra ombra è nera cantante Meiko Kaji, l’apripista di questo to- personaggi, sviscerata nella maniera più sub- perché è l’incastro e la sovrapposizione di pas- pos, ci ha mostrato nelle sue interpretazioni – dola: è l’uomo il serpente dell’uomo, questo sioni irrisolte. Credo sia una parafrasi calzante. su tutte appunto Female Prisoner #701: Scorpion sembrano spifferarci nell’orecchio, con la lin- 3. – esce sempre intatta, pura, giusta. gua biforcuta, Kamimura e Suzuki. Il tema della degradazione della donna? La storia raccontata non è affatto di pura im- 2. Dell’uomo burattino, soggiogato dall’inganno di maginazione, cioè, lo è nei termini artistici Ora, esaminando in maniera più personale un “peccato originale” che si rinnova all’infinito? del caso specifico, ma è una summa delle reali l’opera, che io mi sento di definire quasi me- Questi temi lasciamoli a chi è incapace di di- esperienze di Suzuki, che ci ha lasciato nel ta-cinematografica, potrei dire che la poetica, squisire. 2014, considerato, insieme a Shunya Ito, tra i o meglio sarebbe dire l’atmosfera impressa al- Cos’è l’immoralità? maestri del genere. Suzuki ha girato circa qua- la narrazione è - seppur intrisa di violenza - Forse la tendenza morale a far finta che non ci sia. ranta film, alcuni anche come sceneggiatore, morbida, tenera, e anche lo strazio del dolore Pier Paolo Pasolini ha detto: “Le persone serie tra cui consiglio caldamente Sex and Japan, co- sembra assorbito da una delicatezza sopran- sono prima di tutto immorali”. nosciuto anche come Sex and Fury (Furyô ane- naturale. Elementi che si confanno alla tradi- Come dire: lasciate sempre la porta aperta! go den: Inoshika Ochô) e il succulento stracult zione mitologica, alle storie tramandate oral- Ignazio Gori 53 n. 94

Abbiamo ricevuto La stagione del raccolto Il cinema come strumento per comprendere la vecchiaia

di Mauro Cauzer, Francesco Mosetti d’Henry e Alan Viezzoli Dapero Editore

Prefazione Ho letto questo libro con l’emozione di quan- do si percorre un sentiero in mezzo a un pae- saggio unico: film gia visti che riaffiorano alla mente, storie che mi ero perso, intrecci e ri- mandi, finestre che si aprono una dopo l’altra su una stagione della vita che normalmente non sembra offrire molte sorprese. Un mio amico artista, Guido Morgavi, dice che la vec- chiaia e un tempo in cui le persone possono continuare a crescere. E mi viene da pensare che la stagione del raccolto possa ben essere anche una stagione di crescita nel presente, di innesti tra passato e futuro e dunque in qual- che modo di semina. L’espressione “invec- chiamento attivo” non ha forse questo signifi- cato? Il cinema come “palestra emozionale” e un’esperienza straordinaria. Ci specchiamo nelle vite degli altri, ci attiviamo con i nostri neuroni a specchio, soffriamo e godiamo con i protagonisti che ci lasciano dentro insegna- menti e considerazioni che altrimenti suone- rebbero lontani o astrusi. Anche dal punto di vista architettonico, il cinema nel senso della sala cinematografica, luogo dove si proiettano le pellicole e le aspettative della gente, e un ambiente molto “raccolto” in cui da un lato siamo soli con noi stessi, persi nelle storie che seguiamo sullo schermo, e dall’altro ci sentia- mo parte di una collettivita, in una dimensio- ne “pubblica” e condivisa. Questa sensazione si riproduce anche in un salotto casalingo: quando siamo a casa, e vero o no che non e mai la stessa cosa guardare un film da soli o in compagnia? Scorrere il cartellone ragionato di questo catalogo e come andare al cinema e ritrovarsi comunita. [...]. Dalla A di Adorabile Nemica alla V di Vuoti a rendere (che personal- mente ho molto amato) passando per la pian- tina geniale della Casa del Sorriso (che devo as- solutamente recuperare): una carrellata, una cavalcata di cinema che corre di pagina in pa- gina, lasciandoci alla fine inevitabilmente, -fi gli o genitori, anziani o giovani, diversi (e mi- gliori) rispetto a quando eravamo partiti. [...]Perché alla fine, vecchi e non vecchi, sani e meno sani, una cosa bella della vita e conti- nuare a crescere, ciascuno con la propria eta/ infatti contribuire a farci vivere positivamen- di stili di vita finalizzati a mantenere un ade- velocita/morbidita, con passo di bradipo o di te l’età senile. I film raccolti in questo agile guato benessere psicofisico e una rete protet- ghepardo. compendio non mancano di esplorare le diffi- tiva di affetti sinceri... Michele Farina (Giornalista del Corriere della coltà insite nell’invecchiamento; sanno avvici- Sera, Presidente di Alzheimer Fest) narci al mondo delle persone affette da malat- La stagione del raccolto. Il cinema come strumento per Testo della quarta di copertina: tie degenerative o alle sfide quotidiane che i comprendere la vecchiaia La stagione del raccolto è un catalogo di film che caregiver devono affrontare, ma sanno soprat- di Mauro Cauzer, Francesco Mosetti d’Henry e Alan Viez- insegnano a invecchiare bene. L’idea del libro tutto promuovere un’idea di senilità che ne va- zoli nasce in seno alla rassegna cinematografica lorizza le potenzialità di crescita attiva. Una Dapero Editore. Data di uscita: 12 marzo 2021 La Stagione del Raccolto, la maturità della vita nel buona qualità di vita durante la vecchiaia è l’e- Editrice Dapero 2021 cinema, che dal 2004 viene realizzata a Trieste. sito di un atteggiamento di prevenzione che ISBN 9788832254112 Il cinema, come emerge da queste pagine, può inizia si dall’età adulta e che prevede l’adozione Pagine: 224 - Prezzo: 20,00€ 54 [email protected] L’innovatore e il maestro. Per una analisi rosselliniana Un cinema per la libertà Paisà, di Roberto Rossel- con la luce radente ad lini, Ita, 1946. esaltarne il gesto. Nel E’ solo con questo pro- prefinale del film, il- pri digioso film che il pen- mo piano del povero Ed- siero a chi ha combattu- mund viene illuminato ad to per la libertà diventa evidenziarne il dramma coinvolgimento totale e interiore per l’eliminazio- piena immersione nella ne del padre, che lo por- Danilo Amione realtà dell’epoca. Ros- terà alla scelta suicidiaria sellini non racconta la Storia, si immerge nel finale. quotidiano tragico dei nostri padri, lascian- Il sacro e il realismo doci un messaggio universale, senza tempo Francesco, giullare di Dio, nè spazio. Il suo film non parla solo di quella di Roberto Rossellini, Ita, guerra, parla di tutte le guerre. Non dice solo 1950. la verità su un dramma spaventoso, va oltre. Il Francesco di Rossellini Racconta dell’eterno scontro tra bene e male. si muove tra realtà e tra- Il suo dire è scarno, essenziale, fatto di sguar- scendenza, disegnando di, di silenzi, di rumori, di mezze parole, di un’umanita’ alla ricerca lingue che si mescolano alla ricerca di un solo di sé stessa, consapevole Roberto Rossellini (1906 – 1977) scopo: l’amore per l’uomo. L’umanesimo ros- che solo la nostra volontà saprà distinguere selliniano è la pagina più alta che la storia del tra bene e male. La pioggia e il fango in cui si cinema abbia mai scritto. muovono Francesco e i suoi fratelli sono quel- li dell’impasto divino originario, l’essere tutti uniti, come in un unico corpo, delinea l’uomo che è tale solo se si preoccupa del suo simile. Se per Rossellini ogni inquadratura deve esse- re una scelta morale, questa opera diventa l’a- poteosi del suo pensare il cinema.

“I quattrocento colpi” (1959) di François Truffaut da un altro “aguzzino”, uno spietato ricettato- re, per sole due confezioni di carne in scatola. “Paisà” (1946) di Roberto Rossellini. Per questo egli, appena rientrato, verrà umi- Espressionismo e neorealismo liato e maltrattato dal padrone di casa. Germania anno zero, di Roberto Rossellini, Ita, Ne I 400 colpi, di Francois Truffaut, Fra, 1959, 1948. l’irrequieto dodicenne Antoine, dopo aver sot- In Germania anno zero, Roberto Rossellini ri- tratto una macchina da scrivere dall’ufficio corre genialmente, nel raccontare la tragica del padre, tenta di venderla insieme all’amico vicenda del piccolo Edmund, anche a modali- “Germania anno zero” (1948) di Roberto Rossellini Renè. Contattato un ricettatore, questi, con la tà tutte espressioniste delle messa in scena. Rossellini e Truffaut scusa di non poterla vendere, cercherà di ru- Due esempi, legati al caratteristico uso della Come Antoine vendicò Edmund bargliela. All’improvviso, appare un gendar- luce disposta “narrativamente” in riprese dal In Germania anno zero, l’adolescente Edmund me in fondo alla strada ed Antoine minaccia il basso verso l’alto. In una scena significativa, Il è costretto a vivere con la famiglia in una casa malvivente di denunciarlo. Riavrà indietro la cattivo maestro nazista di Edmund, alla noti- sequestrata dagli alleati al suo tirannico nuo- macchina da scrivere! zia che questi gli dà di aver ucciso il padre ma- vo “padrone di casa”. Questi lo incarica di ven- Quando Truffaut vide Germania anno zero ave- lato seguendo il suo consiglio, si impaurisce e dere alla borsa nera una bilancia in cambio di va 16 anni. E’ facile immaginare che per un ri- assume le sembianze di un moderno Nosferatu, almeno 200 marchi. Gli viene, però, sottratta belle come lui dovette essere particolarmente insopportabile (lo è già per tutti noi...) la se- quenza-vicenda di Edmund che ho sopra sin- tetizzato. A distanza di anni, al suo esordio dietro la macchina da presa, dopo essere stato allievo di Rossellini, si vendicò, grazie al suo alter ego Antoine e, soprattutto, vendicò Ed- mund e anche noi spettatori! Le due sequenze contribuiscono fortemente a sviluppare la te- matica dell’inconciliabilità tra il mondo degli adulti e quello dell’infanzia, teorizzata da Rossellini nella sua opera del 1948 e centrale anche nel film di Truffaut del 1959.

“Francesco, giullare di Dio” (1950) di Roberto Rossellini Danilo Amione 55 n. 94 Ad maiora - vittime di una malattia invisibile, la fibromialgia Il primo docu-film sulla malattia uscirà il 9 maggio 2021

Lo stiamo attendendo da molto tempo un docu-film che spieghi e permetta di far capi- re che cosa è la fibro- mialgia e cosa si trasci- na appresso quando entra nella vita delle per- Tiziana Voarino sone. E’ una sindrome non ancora riconosciu- ta, una patologia cronica invalidante che af- fligge tutto il corpo e dilania con artigli sottili e invisibili, a poco a poco, in silenzio, la vita degli ammalati. Un’immagine che rimarrà negli occhi dopo aver visto il lungometraggio è il corpo di una bellissima donna, l’attrice fi- bromialgica Cristina Rotellini, davanti allo specchio con segni sul corpo, ottenuti con un sapiente ed efficace make up, non evidenti co- me nelle violenze, ma che traspaiono quasi da sotto la pelle, diffusi, ramificati sulle ossa, sul- vedere le loro vite sgretolarsi davanti ai loro Abbiamo costruito una grande rete con refe- le fibre dei muscoli, dei nervi, una ramifica- occhi, dopo aver fatto tanta fatica a raggiun- renti in tutte le regioni italiane che possano zione di dolore che scava sotto la pelle. Un’im- gere le loro realizzazioni. Perché donne? Per- dare supporto capillare, seguito e sostegno al- magine toccante, discreta e significativa che ché la fibromialgia colpisce maggiormente le le circa 80.000 persone che ci seguono sui no- ben rende visibile la gabbia di dolore in cui il donne, anche se ci sono uomini e ragazzi fi- stri canali social, in particolar modo è diven- corpo e la mente sono attanagliati. bromialgici; più diffusa tra le donne di mezza tata punto di riferimento la pagina ufficiale Il giovane regista Federico Liguori Fibromialgia News by CFU – Italia con la sua produzione Dedalus39 odv. Ci stiamo battendo affinché ha affrontato un lungo e complesso la fibromialgia sia riconosciuta e lavoro di raccolta di materiali e in- inserita nei LEA, I Livelli Essenzia- terviste ad ammalati, medici e refe- li di Assistenza, ossia le prestazio- renti politici, per dar vita a questo ni, i servizi e le attività che i citta- progetto di cui è ed stato un testi- dini hanno il diritto di ottenere dal mone diretto, avendo la madre af- Servizio Sanitario Nazionale. E lo fetta da fibromialgia. Ha voluto facciamo uniti, con una consisten- concretizzare con Ad maiora-vittime te e costante campagna di sensibi- di una malattia invisibile una missio- lizzazione e raccolta firme, ma an- ne sociale che potesse colmare un che di informazioni essenziali per vuoto informativo sulla sindrome, affrontare la condizione di fibro- documentare in modo da far acqui- mialgici, di reale e tangibile sup- stare consapevolezza, far capire di porto a noi ammalati mediante la più su un dramma umano che non possibilità di accedere a conven- è fatto solo di dolore fisico: sfocia zioni, incontri, dibatti, convegni, nell’ incomprensione, nel non rico- eventi di approfondimento e spor- noscimento, di conseguenza nella telli cittadini. CFU con il proprio frustrazione che culmina nell’alie- Comitato Scientifico si impegna e nazione e a ricaduta nelle conse- porta avanti anche alcuni studi e guenze a volte più estreme. Ha im- indagini, come quella sul bio mar- patti devastanti sulla sfera personale, catore che conduce insieme a Fon- sociale, familiare, lavorativa. L’am- dazione ISAL per la Ricerca sul malato è costretto ad affannarsi e Dolore. Abbiamo da anni avviato ad annaspare in un percorso con L’attrice Cristina Rotellini nel film “Ad Maiora” (2021) l’iniziativa Comuni a sostegno difficili vie di uscita versa la ricerca con cui coinvolgiamo l’ente di ri- di una soluzione medica non ben individuata età, anche se esistono purtroppo casi tra gio- ferimento territoriale a sostenerci nelle e definita, come per altro lo è la diagnosi che vani donne e bambini/e. La presidentessa di nostre iniziative di sensibilizzazione e se avviene ancora per esclusione da altre patologie. CFU - Italia Barbara Suzzi è una donna che ha possibile di assistenza: sono molte le città e Ma Ad maiora non è solo questo. E’ anche la avuto ampio successo lavorativo come im- cittadine che hanno aderito. Il 12 maggio, per storia di un grande viaggio di unione di pa- prenditrice, anche all’estero, madre e moglie, la giornata internazionale della fibromialgia zienti e ammalati, che coesi nel Comitato Fi- ha poi dovuto abbandonare a causa della ma- molti monumenti delle città si tingeranno di bromialgici Uniti, CFU – Italia, lavorano da lattia la sua azienda costruita con anni di sa- viola proprio per ricordarci e noi come CFU – anni senza tregua per far riconoscere la fibro- crifici. L’associazione di ammalati fibromial- Italia proporremo un palinsesto di testimonian- mialgia come malattia esistente e invalidante gici, ci spiega, ha un messaggio altamente ze e di interventi di eccellenza per aggiornare su qual è. Si delinea soprattutto un’associazione positivo: “Uniti si può. Il CFU è nato per racco- quanto fatto e sui futuri inarrestabili pro- costituita da donne forti, prima di tutto capar- gliere gli ammalati di fibromialgia. Insieme si grammi. Quest’anno celebreremo la Giornata bie, capaci, realizzate, che non si rassegnano a può fare la differenza nelle azioni e nei risultati. segue a pag. successica 56 [email protected]

segue da pag. precedente in maniera particolare con l’anteprima del pri- Le ragioni della filosofia, le certezze della mo docu-film sulla fibromialgia Ad maiora - fede vittime di una malattia invisibile che andrà in on- da in anteprima il 9 maggio sul canale YouTube A me non interessa chiedervi se siete o non siete credenti, vi chiedo però se siete credibili. della casa di produzione Dedalus39. Ci per- (don Andrea Gallo, prete, partigiano, filantropo, angelicamente anarchico) metterà di condurre anche chi non conosce ancora la nostra malattia, o chi ne ha soltanto C’è gente che eredita la fede, come eredita i terreni, il casato, i titoli nobiliari, il denaro, una biblioteca e il sentito parlare, nel nostro mondo, nella nostra castello. Fede per censo, ereditaria. quotidianità fatta di difficoltà spiazzanti, ma (Ennio Flaiano, scrittore di libri e di cinema, giornalista, critico cinematografico, drammaturgo, umori- anche nel nostro percorso di forza, di speran- sta) za, di riscatto, nonostante il tunnel buio in cui viviamo con coraggio e dignità. Questo do- La colpa di Eva è stata quella di voler conoscere, sperimentare, indagare con le proprie forze le leggi che cu-film è importante e fondamentale perché fa regolano l’universo, la terra, il proprio corpo, di rifiutare l’insegnamento calato all’alto,d in una parola capire quello di cui abbiamo bisogno. Dimo- Eva rappresenta la curiosità della scienza contro la passiva accettazione della fede. stra la tenacia che noi ammalati di fibromial- (Margherita Hack, scienziata appassionata) gia abbiamo e il meraviglioso viaggio uniti che stiamo facendo come CFU – Italia”. Rare sono le persone che usano la mente, poche coloro che usano il cuore, uniche coloro che usano entram- Il lungometraggio immerge davvero nel mon- bi. do e nel modo in cui sono costrette a vivere le (Rita Levi-Montalcini, scienziata, Premio Nobel per la medicina nel 1986, accademica, senatrice a vita persone affette da fibromialgia. Le loro varie e italiana) a volte mutevoli invalidità creano situazioni difficili in tutte le sfere delle loro vite e del loro Non mi sento obbligato a credere che lo stesso Dio che ci ha dotato di sensi, ragione e intelletto abbia inteso lavoro: spesso diventano vittime di mobbing, permetterci di rinunciare al loro utilizzo. di svalutazione delle capacità e quindi di dere- (Galileo Galilei, toscano, uomo di raro intelletto, padre della scienza moderna, perseguitato dalla stupidi- sponsabilizzazioni nelle mansioni, di corro- tà del suo tempo) sione di competenze, di incomprensioni da parte di disability manager, fino ai licenzia- La ragione ha i suoi limiti, la stupidità è sconfinata. menti per chi ha un datore di lavoro o alla (Žarko Petan, scrittore, sceneggiatore e regista teatrale e cinematografico sloveno) chiusura delle proprie attività, o rinuncia alla propria professione, per chi lavora in proprio. La filosofia, cioè la ra- altri oggetti, altre regole. La ragione è fondata Analizza anche un altro aspetto e in questa di- gione, vive della nega- sull’autorevolezza che ne deriva a coloro che la namica il lungometraggio diventa un po’ zione della sua negazio- usano correttamente, cioè secondo regole tra- “thriller”. Il mancato riconoscimento della fi- ne, cioè della negazione bromialgia alimenta infatti il mercato oscuro della religione, cioè del- delle cure non ufficiali: pillole, terapie miraco- la fede, la fede come lose, guru, purtroppo interessi economici. Do- presunzione del sapere vrebbero esserci, invece, davvero consistenti e certo, ricevuto per gra- seri investimenti nella ricerca. La fibromialgia zia. Al sapere certo del- è una gabbia, costringe il corpo, ma anche la la fede, alla presunzio- mente in una morsa tangibile fatta di dolore fi- Antonio Loru ne della fede fondata sico. L’ intangibile armatura che li stringe e sull’interiorità dell’io, al credo, la filosofia, cioè la ragione, risponde circonda sono le frustrazioni a cui si è sottopo- Ennio Flaiano (1910 – 1972) sti nei rapporti con chi si ha attorno, che non con l’umiltà del so da qui fino a qui, col suo es- capisce perché non vede la stanchezza che non sere utilizzabilità, oggetto, insieme di regole; sparenti e pubbliche. La fede si auto fonda ha mai fine e la mancanza di un sollievo tanto e come tutti gli oggetti, tutte le regole, se non sull’autorità, sul mistero, sull’assenza o unidi- anelato che non arriva mai. I fibromialgici ol- funzionano, se non servono a far funzionare, rezionalità delle regole che stabiliscono ipso tre ad avere urgenza che la fibromialgia sia ri- molto semplicemente si sostituiscono con facto chi deve comandare e chi deve obbedire, conosciuta come una malattia invalidante chi ha ragione a prescindere, (direbbe Totò) e hanno necessità di essere capiti. Devono esse- chi sempre a prescindere ha torto, chi governa re compresi gli sforzi enormi che comunque e chi è governato, in una parola chi è libero e fanno per tenere fede ai loro impegni, la gran- chi invece non lo è. Il principio di autorità è de difficoltà che affrontano per continuare ad fondato sulla libertà. La libertà è una categoria avere una vita dignitosa, anche se non hanno dell’individualità, il singolo libero vive e si nu- supporti. tre della mancanza di libertà dell’altro. L’auto- Purtroppo ne ho esperienza diretta. E’ davvero revolezza affonda il suo principio nella giusti- importante che questo docu-film sia visto dal zia. La giustizia è una categoria dell’universale, più ampio numero di persone possibile affin- finché un solo uomo subisce ingiustizia, tutto ché quando incontrerete o vi interfaccerete il mondo è ingiusto. Nessun grande filantropo con un fibromialgico possiate davvero - com ha mai posto la libertà in sommo ai valori so- prenderlo nella sua dignità di ammalato che ciali, da Socrate a Gesù Cristo e Francesco combatte ininterrottamente, anche se non ve- (quello di Assisi, diffidare delle imitazioni); da dete le sue cicatrici e le sue ferite, e riusciate Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Tho- così ad essergli di supporto almeno con la sen- mas More, a Marx, Lenin e Gramsci. Mentre la sibilità e la consapevolezza da parte vostra che fede non ragiona, ostinatamente si rifiuta alla si merita perché non è un ammalato invisibile. ragione, la ragione cerca le ragioni della fede, la osserva con passione scientifica, senza pre- sunzione; la scienza è umile, parte dalla terra Tiziana Voarino Don Andrea Gallo (1928 – 2013) segue a pag. successiva

57 n. 94

segue da pag. precedente soprattutto per le guerra, attività che ha ac- e alla terra ritorna dopo qualche volo, control- compagnato l’uomo dalle sue origini e tutt’ora lato, nel cielo delle ipotesi. La fede è presun- continua; avete presente la leva militare, tuosa, arrogante e spocchiosa, altera discende quando il servizio, di leva, appunto, era obbli- dal cielo delle certezze a miracol mostrare e tosto gatorio? Nelle grandi e ancora attuali religioni ritorna al perfetto ordine dei cieli incorruttibili la- monoteiste, di sesso ludico, di sesso prima del sciando a ogni sua visita le stìmmate del disprezzo matrimonio, neanche a parlarne: è immondo, per la bassa terra. Ride il fideista altier ch’in Dio peccato mortale, per le donne soprattutto, ché crede/D’ogni ragion nimico. Troppo spesso con- sono proprietà esclusiva di chi se le sposa, (di fondiamo la ragione con la logica tout court. chi le compra, in realtà) dopo essere state pro- Certo, la logica è un aspetto fondamentale prietà del padre e dei fratelli; il matrimonio della ragione, ma non la esaurisce. La logica è come atto etico-giuridico di passaggio di pro- solo una delle tante funzioni della nostra spe- prietà! L’aborto e l’eutanasia sono sempre e in cificità umana, le sue strìnghe riducono il ogni caso delitti, l’ha detto Dio ai suoi mini- mondo in modelli e rendono più semplice il stri, rappresentanti suoi in Terra, che lo dico- lavoro agli scienziati e agli uomini comuni, ci no agli altri uomini, soprattutto ai medici che permettono di calcolare, fare la più semplice, così diventano obiettori di coscienza per non ma fondamentale, delle operazioni dalla qua- sottostare alle leggi dello Stato, (dove queste le derivano tutte le altre: mettere a confronto leggi ci sono), che ne regolano l’attuazione; e sempre ispirati dalla fede conducono batta- Galileo Galilei (1564-1642) glie, senza esclusione di colpi, spesso nel sen- so forte della parola, (negli USA, per esempio i dominare attraverso la comprensione. Sono comitati per la vita ad ogni costo, sono molto nati così i racconti, le leggende e i miti, la reli- agguerriti) per fare abrogare queste leggi, (la gione, la scienza, la filosofia. I guai sono -co cattolicissima Polonia di oggi ne è un esem- minciati quando la religione ha tradito la pra- pio). La ragione in politica, (la scienza più alta tica della domanda, si è fatta positiva, ha dato di tutte, la scienza di cui abbiamo bisogno, se- risposte in forma di comandamento, ha detto condo Platone) si chiama dialettica. Vere e io so invece che io vorrei sapere e sapere fin proprie scuole di dialettica politica, dalla fine Margherita Hack (1922 – 2013) dove posso sperare di sapere: è diventata, per Seconda Guerra Mondiale fino agli Anni No- dirla con Hegel, religione positiva, e ha co- vanta di Tangentopoli, (poi il mondo italiano il grande col piccolo e con l’uguale e misurar- minciato a imporre per fede la verità di un è cambiato, in peggio) erano normalmente ne poi precisamente il rapporto in numeri e Dio a cui è gradita la carne e sgradita la dieta presenti e attive, patrimonio didattico-forma- figure. Non c’è però solo la logica o ragione mediterranea, niente erbe, legumi, cereali, tivo, in tutti i grandi partiti di massa, (Demo- calcolante; c’è una ragione sentimentale, ci ma carni, meglio se grasse. I monoteismi, in crazia Cristiana, Partito Comunista, Sociali- sono ragioni morali, deontologiche, etiche e particolare l’ebraismo, il cristianesimo e l’isla- sta) ricostituitisi dopo la parentesi del politiche; ci sono ragioni estetiche. La ragione mismo, hanno riempito il mondo di coman- Ventennio dittatoriale fascista. Per avere un è anche passione; è in definitiva ragione uma- damenti, precetti, ordini e ingiunzioni e per minimo di consapevolezza della differenza na. L’uomo è complesso, la ragione è comples- non lasciare il sacco a metà, diffide, intimida- tra i politici di allora e quelli dei nostri attuali, sa, perché l’uomo è entità razionale. La ragio- zioni, e ancora, proibizioni, impedimenti, in- tristi giorni, si metta a confronto il loro elo- ne si occupa di tutto col dovuto rispetto, quio, gli interventi in Parlamento dei leader anche della fede, nella quale vede l’insoppri- politici di allora, le Tribune politiche di quel mibile desiderio di totalità, di aspirazione alla periodo con i Porta a porta attuali. Oggi la for- perfezione. Niente di male, fa parte di quella mazione politica di alcuni ministri ha avuto strana cosa che chiamiamo natura, nel nostro luogo tra i Boy Scout. Per le donne Girl Scout. caso, umana, essere spiriti religiosi. In fondo, E abbiamo detto tutto, direbbe il principe de uno dei possibili significati della parola reli- Curtis di Bisanzio. In arte Totò. gione potrebbe derivare dal verbo re-legare Antonio Loru insieme le cose; legare e legarci per poter me- glio osservare i misteri che da sempre ci affa- scinano e turbano non poco, per cercare di ca- pire, perché è caratteristica peculiare dell’uomo, per quello che ne sappiamo, Žarko Petan (1929-2014) terdizioni, veti: le carni del porco, una religio- ne ai fedeli le concede, un’altra no. Il sesso prima del matrimonio, il sesso ludico, che in alcune antiche religioni pagane non solo era tollerato ma promosso attraverso vere e pro- prie orge tribali, che rafforzavano il senso di appartenenza alla comunità dei figli conse- guenti, bambini che in ogni adulto vedevano il proprio padre e la propria madre, (Platone auspica una cosa del genere nelle sue opere politiche, ed è verosimile che ciò che auspi- chiamo sia, in qualche modo, già stato), e poi, in questo modo la prole della comunità, na- sceva tutta, più o meno nello stesso periodo, con grande vantaggio per la produzione dei Rita Levi-Montalcini, (1909-2012) beni necessari alle comunità di villaggio, ma Antonio Gramsci (2014) caricatura di Luigi Zara 58 [email protected]

DdCR | Diari di Cineclub Radio - PODCAST dal 29 marzo 2021 al 25 aprile 2021

BFM | 39 Bergamo Film Meeting | Seconda Poesia del ‘900 (XLIV). Pierfranco Bruni leg- l’incipit. Conduce Maria Rosaria Perilli. Puntata. Primo giorno. 24 Aprile – 2 maggio ge Matilde Serao, “O anime trafitte”, da “Leg- |14.04.2021|04:28 | https://bit.ly/3mRP3AD 2021. Diario di un cinefilo a cura di Ugo Bai- gende Napoletane”, 1881 |20.04.2021|01:10 | Poesia del ‘900 (XLIII). Pierfranco Bruni legge strocchi. |25.04.2021|23:51 | https://bit.ly/3d- https://bit.ly/3gpg7pH Carlo Betocchi, “Musici, giocolieri, bambini, N7O5q La lanterna magica di Bergman | Decima Par- gioia”, da “Realtà vince il sogno”, 1932. 1945/2021 W il 25 Aprile festa di Liberazione. te. “Bergman e Il flauto magico di Mozart”. |13.04.2021|01:48 | https://bit.ly/2RvJqfY Poesia dedicata a tutti i caduti per un mondo Conduce Roberto Chiesi. |20.04.2021|07:08 | La Fiaba nella Fiaba | Ventottesima Puntata. più umano, a cura di Maria Giovanna Pasi- https://bit.ly/3as0tGq Il profumo di Lentischio e il viaggio di Kalika. ni. Diari di Cineclub sostiene i Valori della Re- Raccontare la Fotografia | Quinta Puntata. Prima Parte. Da “Mammoy, di Catorchio, Cle- sistenza. |24.04.2021|01:24 | https://bit.ly/3ni- Shoot for yourself: una lettura delle fotografie tus e altre avventure” di Patrizia Boi. Conduce 52bj di Vivian Maier. Conduce Iris Claudia Pezzali. l’autrice. |12.04.2021|14:36 | https://bit.ly/3m- BFM | 39 Bergamo Film Meeting | Prima pun- |19.04.2021|36:13 | https://bit.ly/3dwZgQ8 BJshO tata. Introduzione al Festival. 24 Aprile – 2 La Fiaba nella Fiaba | Ventinovesima Puntata. Le persecuzioni razziali e la Shoah | I Puntata. maggio 2021. Diario di un cinefilo a cura di Il profumo di Lentischio e il viaggio di Kalika. Le leggi razziali del 1938. Conduce Giorgio Ugo Baistrocchi. |24.04.2021| 27:14 | https:// Seconda Parte. Da “Mammoy, di Catorchio, Ajò. |09.04.2021|16:13 | https://bit.ly/3dOcfM6 bit.ly/3tN42P6 Cletus e altre avventure” di Patrizia Boi. Con- Roma e i suoi fasti | Ventiseiesima Puntata. Le persecuzioni razziali e la Shoah | III Pun- duce l’autrice. |19.04.2021|21:38 | https://bit. “Gli ultimi imperatori romani durante l’anar- tata. 16 ottobre 1943, la razzia degli ebrei di ly/3x5ZxRC chia militare”. Conduce Roberto Luciani. Roma. Conduce Giorgio Ajò. |23.04.2021|20:35 Le persecuzioni razziali e la Shoah | II Punta- |09.04.2021|14:02 | https://bit.ly/3rY1KLa | https://bit.ly/3vfMlbi ta. Ebrei di pura razza ariana. Conduce Gior- Daniela Murru legge Gramsci (XLIX). Lettura Roma e i suoi fasti | Ventottesima Puntata. gio Ajò. |16.04.2021|10:32 | https://bit.ly/3sq- della lettera scritta da Antonio Gramsci dal “Gli ultimi imperatori illirici che restaurarono q34L carcere milanese di San Vittore a sua sorella l’Impero”. Conduce Roberto Luciani. Roma e i suoi fasti | Ventisettesima Puntata. Teresina: Milano, 20 febbraio 1928. |23.04.2021|15:04 | https://bit.ly/32FZbDj “I primi imperatori illirici che restaurarono |09.04.2021|03:45 | https://bit.ly/3wGvEHq Daniela Murru legge Gramsci (LI). Lettu- l’Impero”. Conduce Roberto Luciani. Frammenti dall’Inferno | II Brano. Il M° Ser- ra della lettera che Antonio Gramsci scrisse |16.04.2021|10:19 | https://bit.ly/3dkVoBx gio Ciulli interpreta Dante - II Brano: Per me dal carcere milanese di San Vittore a sua mo- Daniela Murru legge Gramsci (L). Lettura del- si va... Introduzione musicale del M° Daniele glie Giulia Schucht: Milano, 27 febbraio 1928. la lettera che Antonio Gramsci scrisse dal car- Andriola. |08.04.2021|03:54 | https://bit.ly/3w- |23.04.2021|05:27 | https://bit.ly/32B3jV4 cere milanese di San Vittore a sua cognata Ta- DlGGO Frammenti dall’Inferno | IV Brano. Il M° Ser- tiana: Milano, 27 febbraio 1928. Magnifica ossessione di Antonio Falcone (XI). gio Ciulli interpreta Dante - IV Brano: Paolo e |16.04.2021|07:20 | https://bit.ly/2OR8Wv2 Magnifica ossessione, la rubrica mensile di Francesca... Introduzione musicale del M° Frammenti dall’Inferno | III Brano. Il M° Ser- Antonio Falcone (X). Dedicata a Nino Manfre- Daniele Andriola. |22.04.2021|11:54 | https:// gio Ciulli interpreta Dante - III Brano: Caron- di e al suo film “Per grazia ricevuta”. bit.ly/2Pbd6y0 te... Introduzione musicale del M° Daniele |08.04.2021|09:30 | https://bit.ly/3t5M7mg Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (XLII). Andriola. |15.04.2021|06:23 | https://bit. Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (XL). Leggo le prime quattro sequenze della sce- ly/3uTh0uJ Leggo i 4 componimenti tratti dalla raccolta neggiatura di “Che cosa sono le nuvole? - epi- QL Quaderni Letterari | Decima Puntata. “Il “L’Hobby del Sonetto”. 1971-1973 edita integral- sodio pasoliniano del film ad episodi “Capric- testo teatrale”. Intervista a Luca Cedrola, mente solo nei meridiani Mondadori nel 2003. cio all’Italiana” (1968) |22.04.2021|09:20 | drammaturgo e direttore di “Sottotesto”. |08.04.2021|04:27 | https://bit.ly/3t6g9qc https://bit.ly/2QK0RsH Conduce Maria Rosaria Perilli Incontro con il regista Mario Monicelli | Pri- Riflessioni su arte e cinema | Trentaseiesima |15.04.2021|24:22 | https://bit.ly/3stzkcp ma Parte - di Sonja Riva. Trasmesso il 30 no- Puntata. Noi Italiani e la nostra lingua (mas- Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (XLI). vembre 2010 - Radiotelevisione svizzera – La- sacrata). Conduce Giacinto Zappacosta Leggo un brano tratto da “Squarci di notti ro- ser |07.04.2021|23:52 | https://bit.ly/3wD7hdN |21.04.2021|05:2310 | https://bit.ly/32zn0N5 mane” (1950) pubblicato in “Alì dagli occhi az- Nobel per la letteratura | Trentacinquesima Alfred Channel | Nona Puntata. 10 FILM su zurri (1965). |15.04.2021|06:31 | https://bit. Puntata. Anatole France, premiato nel 1921. storie d’amore particolari condotta da Gior- ly/3ad7YAO Da “Il giglio rosso” (1894), l’incipit. Condu- gio Campani |21.04.2021|15:56 | https://bit.ly/ Riflessioni su arte e cinema | Trentacinquesi- ce Maria Rosaria Perilli. |07.04.2021|04:35 | 3dC6cLB ma Puntata. Censura e libertà. Quali prospet- https://bit.ly/3wB2auA Nobel per la letteratura | Trentasettesima tive? Conduce Giacinto Zappacosta. Poesia del ‘900 (XLII). Pierfranco Bruni legge Puntata. Albert Camus, premiato nel 1957. |14.04.2021|04:22 | https://bit.ly/32i6OiU Libero De Libero, “Da nulla che ero...”, da “Ro- L’incipit del romanzo “Lo straniero”, 1942. Nobel per la letteratura | Trentaseiesima Pun- manzo”, 1965. |06.04.2021|01:08 | https://bit. Conduce Maria Rosaria Perilli. |21.04.2021|04:19 tata. Olga Tokarczuk, premiata nel 2018 - Dal ly/3mniome | https://bit.ly/3n5mVKo romanzo “I vagabondi” (Bompiani, 2018), segue a pag. 61 59 n. 94 Diari di Cineclub | YouTube www.youtube.com/diaridicineclub Ultimi programmi caricati sul canale di Diari di Cineclub di YouTube mese di Aprile. Inizia a seguire i nostri programmi video. Iscriviti, è gratuito Pier Paolo Pasolini | conseguenze. | https://youtu.be/AasF8XPlb8s Film Medea è un film del 1969, diretto da Pier Paolo Accattone è un film Pasolini. Il soggetto è basato sull’omonima del 1961 scritto e diret- tragedia di Euripide e la protagonista princi- to da Pier Paolo Paso- pale è Maria Callas. Il film, i cui esterni furono lini. Opera che segna girati in Cappadocia (Turchia), ad Aleppo (Si- il suo esordio alla re- ria), a Pisa e a Grado, ebbe un’accoglienza po- gia, Accattone può es- sitiva da parte della critica, ma non riscosse il Nicola De Carlo sere considerato la successo commerciale sperato. | https://you- trasposizione cine- tu.be/HUCeRd3kJHI matografica dei suoi precedenti lavori lettera- Appunti per un’Orestiade africana è un film ri. In questa pellicola insegue una sua idea di documentario italiano del 1970, diretto da narrazione epica e tragica. | https://youtu.be/ Pier Paolo Pasolini, girato come sopralluogo scWGM4Ihe50 in Africa per la produzione successiva, mai ef- MzxXnfzxw Mamma Roma è un film del 1962 scritto e di- fettuata, di un film che prendesse spunto dal- Primo piano - Pier Paolo Pasolini. Regia: Car- retto da Pier Paolo Pasolini ed interpretato da la tragedia dell’Orestiade di Eschilo. Si tratta lo Di Carlo - Casa di produzione: Unitelefilm Anna Magnani. È il secondo film del regi- di uno dei più importanti documenti di cine- Anno: 1967 | https://youtu.be/BQeCmTlwwSk sta-scrittore dopo Accattone e come il primo ma in Africa e rappresenta un importante do- Pier Paolo Pasolini | Interviste si muove sullo sfondo della periferia romana. cumento per l’antropologia dell’immagine. Fu Enzo Biagi intervista Pier Paolo Pasolini La prima proiezione fu alla XXIII Mostra in- presentato fuori concorso al Festival di Can- (1971). “III° B facciamo l’appello” programma ternazionale d’arte cinematografica di Vene- nes 1976. | https://youtu.be/tjcx8Mhtoxc curato e condotto nel 1971 da Enzo Biagi, con zia il 31 agosto 1962. https://www.youtube. Il Decameron è un film del 1971 scritto e diret- la collaborazione di Maurizio Chierici. | ht- com/watch?v=PlcEGe_k-UQ to da Pier Paolo Pasolini, tratto dall’omonima tps://youtu.be/1svqr4PG6uM Ro.Go.Pa.G. è un film del 1963 diviso in quat- opera di Giovanni Boccaccio. È il primo episo- Vittorio Adorni intervista Pier Paolo Pasolini. tro episodi, il cui titolo è una sigla che identi- dio della cosiddetta “Trilogia della vita”, pro- Nel 1969, durante una trasmissione del Pro- fica i registi dei quattro segmenti: Rossellini, seguita con I racconti di Canterbury (1972) e cesso alla tappa di Sergio Zavoli, Pier Paolo Godard, Pasolini e Gregoretti. | https://youtu. completata da Il fiore delle Mille e una notte Pasolini viene intervistato da Vittorio Adorni. be/wv3_ly8r02M (1974). Ebbe diversi problemi con la censura | https://youtu.be/TnI5arbTZgI Il Vangelo secondo Matteo è un film del 1964, che sequestrò e dissequestrò il film e aprì an- Pasolini, l’ultima intervista | https://youtu.be/ diretto da Pier Paolo Pasolini e incentrato sul- che un processo, che alla fine vide giudicati TDlFVafsTzg la vita di Gesù come è descritta nel Vangelo non colpevoli gli imputati (tra cui il regista Buon compleanno Faber | Diari di Cineclub secondo Matteo. | https://youtu.be/Awa- stesso). In Germania e in gran parte dell’Eu- Media Partner so0MNprY ropa invece il film ebbe notevole successo e Non una cover non un omaggio e nemmeno un Uccellacci e uccellini è un film del 1966 diretto vinse l’Orso d’argento al Festival del Cinema ricordo (nona edizione) Signora Libertà Signo- da Pier Paolo Pasolini, interpretato da Totò e di Berlino. | https://youtu.be/10ksKIKa3W0 rina Fantasia (dedicato a Paolo Finzi e Gianni Ninetto Davoli e prodotto da Alfredo Bini, co- I racconti di Canterbury è un film del 1972 Mura) Direzione artistica Gerardo Ferrara me dice la canzone che apre la pellicola. È l’ul- scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini, tratto Egidia Beretta Arrigoni e Luisa Morgantini a timo film da protagonista interpretato da dall’omonima opera di Geoffrey Chaucer. È Buon Compleanno Faber 2021 | Per la nona Totò. | https://youtu.be/YDF6ODBbKgA l’episodio centrale della cosiddetta “Trilogia edizione di Buon Compleanno Faber quest’an- Edipo re è un film del 1967 scritto e diretto da della vita” di Pasolini, segue Il Decameron no online anche dai canali della Monserrato- Pier Paolo Pasolini, liberamente tratto dall’o- (1971) e precede Il fiore delle Mille e una notte teca, Gerardo Ferrara e Marco Asunis incon- monima tragedia di Sofocle e con protagoni- (1974). In Italia, come il capitolo precedente, il trano Egidia Beretta Arrigoni e Luisa sta Franco Citti nel ruolo di Edipo. È stato film venne ampiamente censurato, ma vinse Morgantini per dialogare sul libro Il viaggio presentato in concorso alla 28ª Mostra inter- l’Orso d’oro come miglior film al Festival di di Vittorio editore Baldini+Castoldi | https:// nazionale d’arte cinematografica di Venezia | Berlino 1972. | https://youtu.be/c6HPXe-8APA youtu.be/tGqSSDE0i_c https://youtu.be/iT8xtiMQYy8 l fiore delle Mille e una notte è un film del 1974 Pino. Vita accidentale di un anarchico, con Teorema è un film del 1968, scritto e diretto da scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini, tratto Claudia Pinelli figlia di Giuseppe Pinelli con le Pier Paolo Pasolini, prodotto da Franco Ros- dall’omonima opera. testimonianze di Claudia Cipriani (regista) e sellini e Manolo Bolognini. Il film è divenuto È il terzo e conclusivo capitolo della cosiddet- Niccolò Volpati (sceneggiatore) coordina poi un omonimo romanzo che ricalca l’im- ta “Trilogia della vita”, dopo Il Decameron Marco Asunis (Presidente Ficc) | https://youtu. pronta visiva del film, ma è arricchito da sno- (1971) e I racconti di Canterbury (1972). Il film be/7VnT8FJNo5E di e approfondimenti. | https://youtu.be/0Ci- ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria al Prigionieri Amorosi. Dialogando su Antonio jWgjcJFE 27º Festival di Cannes. | https://youtu.be/uFeg- Gramsci e Fabrizio De Andrè con Gerardo Porcile è un film del 1969 diretto da Pier Paolo g7tuzsw Ferrara e Giuseppe Casu (regista) | https:// Pasolini. Il film, fortemente criticato, è suddi- Filmografia su Pasolini youtu.be/EkSSekfHc1M viso in due parti che si uniscono durante l’in- Pasolini, un delitto italiano è un film del 1995 Mi sono innamorato di Pippa Bacca con Si- treccio e che vogliono denunciare il potere e diretto da Marco Tullio Giordana. mone Manetti (regista) Antonietta Pasquali- l’influenza negativa che hanno alcuni genitori Il film, che fu presentato in concorso alla 52ª na di Marineo (sorella di Pippa) Michele Lo- nei confronti dei figli. Per l’incipit di ciascun Mostra internazionale d’arte cinematografica baccaro (Radiodervish) coordina Marco episodio vengono riprese e lette delle lapidi di Venezia, ricostruisce le vicende del proces- Asunis (Presidente Ficc) | https://youtu.be/ nelle quali si parla della disobbedienza dei fi- so contro Pino Pelosi, accusato dell’omicidio gwuLKnjY5wQ gli verso i genitori e delle tragiche e severe di Pier Paolo Pasolini. | https://youtu.be/Gr- A cura di Nicola De Carlo 60 [email protected]

segue da pag. 59 Milva La lanterna magica di Bergman | Nona Parte. “Passione per il cinema”. Conduce Roberto Chie- (1939 – 23 aprile 2021) andata via alla vigilia del 76 si. |06.04.2021|08:52 | https://bit.ly/3unY0nQ anniversario della festa di liberazione Raccontare la Fotografia | Quarta Puntata. “Non si nasce Fotografi, si diventa. Chiacchie- All’età di 81 anni nella sua casa a Milano, alla vigilia del 25 aprile se ne è andata Milva, La Rossa, re estive del 1885”. Conduce Iris Claudia Pez- voce resistente. Per il colore dei suoi capelli era appunto anche nota come La Rossa (titolo di una zali. |05.04.2021|25:22 | https://bit.ly/39MaaPo famosa canzone scritta per lei da Enzo Jannacci, alla quale dedicò l’omonimo album La Rossa La Fiaba nella Fiaba | Ventisettesima Puntata. del 1980); il colore caratterizzava anche la sua fede politica di sinistra, rivendicata in numerosi I Pescatori di Corallo e la Bacchetta di Sambu- interventi. co Seconda Parte. Da “Mammoy, di Catorchio, Milva aveva dato la voce ai morti di Reggio Emilia, alle poesie di Alda Merini e al teatro di Ber- Cletus e altre avventure” di Patrizia Boi. Con- told Brecht, alle mondine e a Bella Ciao. duce l’autrice. |05.04.2021 |18:08 | https:// Milva ha sempre avuto il coraggio e l’orgoglio di portare quella musica e quelle storie sui palchi bit.ly/2R7vJUh più popolari. Roma e i suoi fasti | Venticinquesima Puntata. DdC “I primi imperatori romani durante l’anarchia militare”. Conduce Roberto Luciani. | 02.04.2021|08:38 | https://bit.ly/31FRQDf Daniela Murru legge Gramsci (XLVIII). Lettu- ra di due lettere scritte da Antonio Gramsci dal carcere milanese di San Vittore a sua madre Giuseppina Marcias ed a sua cognata Tatiana Schucht: Milano, 2 gennaio 1928. |02.04.2021|07:09 | https://bit.ly/3rJJtkz Giorgia Bruni legge Pier Paolo Pasolini (XXXIX). Leggo i primi 4 dialoghi di “L’Usi- gnolo” testo tratto dal volume di poesie “L’Usi- gnolo della Chiesa Cattolica” edito da Longa- nesi nel 1958. |01.04.2021|06:58 | https://bit. ly/3fvbs50 Riflessioni su arte e cinema | Trentaquattresi- ma Puntata. Il Miserere. Un video da brividi. Conduce Giacinto Zappacosta. |31.03.2021|04:36 | https://bit.ly/3wdToSY Nobel per la letteratura | Trentaquattresima Puntata. Toni Morrison, premiata nel 1993. Da “Bellissina”, uscito nel 1987, l”incipit. Condu- ce Maria Rosaria Perilli. |31.03.2021|04:19 | ht- tps://bit.ly/2PNMd3m Poesia del ‘900 (XLI). Pierfranco Bruni leg- ge Giorgio Caproni, “Generalizzando”, da “Res Amissa” 1991. |30.03.2021 |00:57 | https://bit.ly/ 3sDt9mC La storia del cinema | Lezione IX. Prof. Paolo Minuto, l’appuntamento periodico di cultura cinematografica. | “Elvira Notari alle origini del cinema italiano”. |30.03.2021|16:22 | ht- tps://bit.ly/31x1Mio Sunflower | di Stefano Pavan. Brano singolo, farà parte del prossimo Album. Anno 2021 |29.03.2021|04:11 | https://bit.ly/3rv8EHv La Fiaba nella Fiaba | Ventiseiesima Puntata. I Pescatori di Corallo e la Bacchetta di Sambuco Prima Parte. Da “Mammoy, di Catorchio, Cle- tus e altre avventure” di Patrizia Boi. Conduce l’autrice. |29.03.2021|15:16 | https://bit.ly/31t- Qn2Y A cura di Nicola De Carlo

“Milva La Rossa” (2021) di Luigi Zara 61 n. 94

Ripubblichiamo con new entry segnalate dai lettori offesi per alcune involontarie esclusioni La televisione del nulla e dell’isteria (XLIX) La Rai TV, insieme al cinema, è stata la più grande industria culturale del paese, che ha favorito l’integrazione nazionale, una lingua comune a tutti, il superamento dei dialetti locali, la possibilità di accesso ad una qualità formativa prima riservata a pochi. L’avvento della TV commerciale ha portato al ribasso senza alcuna resistenza da parte di un pubblico ormai educato ad essere oggetto di consumo in una società dello spettacolo, effimero, volgare, evasivo che conduce alla resa. La TV è anche il più importante mezzo di comunicazione capace di mutare i costumi e le abitu- dini degli spettatori. E il massacro è avvenuto con la responsabilità dei politici interessati alle logiche di spartizione del potere e di favorire risor- se senza un progetto culturale. Ma oggi, quale è la responsabilità di questa ex industria culturale sulla formazione e lo sviluppo del bullismo ita- lico? Chi sono e cosa hanno in comune tra di loro questi personaggi, quale è il loro contributo alla cultura del nostro paese e al resto del pianeta. Perchè la TV dedica molta attenzione a questi personaggi che tutta questa bellezza non hanno e quindi incapaci di condurre e donare bellezza e garbo? Contiamo sui vostri contributi per capirci qualcosa su questa unica “buona scuola” del nulla e dell’isteria. Quale può essere il nostro im- pegno verso la TV che va difesa dai partiti e aiutata a migliorare nella capacità di produzione culturale contro sprechi, clientele e lottizzazioni.

“...Fra 30 anni l’Italia sarà non come l’avranno fatta i governi, ma come l’avrà fatta la televisione...” (Profezia avverata)

Paolo Del Debbio Sandra Milo Mauro Corona

Marco Amleto Belelli noto Alessandro Cecchi Paone Alessia Marcuzzi Alfonso Signorini Antonella Clerici come divino Otelma

Barbara D’Urso Fabio Fazio Gigi Marzullo Flavio Insinna Bruno Vespa

Maria De Filippi Mario Giordano Massimo Giletti Maurizio Costanzo Vittorio Sgarbi

Simona Ventura Teo Mammucari Mara Venier Mara Maionchi Tina Cipollari segue a pag. successiva 62 [email protected]

segue da pag. precedente

Gigi e Ross Gialappàs Band Tiziano Crudeli Angela Troina (Favolosa cubista) Luca Barbareschi

Cristiano Malgioglio Platinette (M. Coruzzi) Daniela Santachè Rocco Siffredi Iva Zanicchi

Emilio Fede Valeria Marini Alba Parietti Vladimir Luxuria Paola Perego

Morgan Marco Castoldi Flavio Briatore Antonino Cannavacciuolo Alda D’Eusanio Alessandro Sallustri

D. Parenzo e G. Cruciani Lele Mora Maurizio Belpietro Federica Panicucci Patrizia De Blank & f.

Vittorio Feltri Mario Adinolfi Piero Chiambretti Loredana Lecciso Costantino della Gherardesca Dalla TV Italiana con qualche imbarazzo

63 n. 94

Omaggio La grande illusione (1937) di Jean Renoir Tenente Rosenthal (Marcel Dalio) e tenente Maréchal (Jean Gabin) – Bisogna finirla questa guerra, no? Speriamo che sia l’ultima. –Oh, non ti fare illusioni, ritorna alla realtà. e fuggitivi davanti alla frontiera Svizzera – Ma sei sicuro che sia la Svizzera laggiù di fronte? – Che discorsi… Più che sicuro! – A me sembra tutto uguale, qui. – Eh, che cosa vuoi… Le frontiere non si vedono mica. Sono un’invenzione dell’uomo: la natura se ne fotte!

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