COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

PARERE n. 17 del 15 Aprile 2011 (o.d.g. 10 del 15 Aprile 2011)

OGGETTO: Comuni di , San Martino Buon Albergo, . Varianti parziali ai piani regolatori generali comunali per l’individuazione del Parco Naturale di Pontoncello. Verifica di Assoggettabilità (art. 12 D.Lgs. 152/2006, come modificato dal D.Lgs. 4/2008).

PREMESSO CHE – l’ art. 6 comma 3 del D. Lgs. 152/2006 prevede che in caso di modifiche minori di piani o programmi esistenti, o di piani o programmi che determinino l’uso di piccole aree a livello locale debba essere posta in essere la procedura di verifica di assoggettabilità di cui all’art. 12 del medesimo Decreto legislativo ; – con deliberazione n. 791 del 31.03.2009 la Giunta Regionale ha, tra l’altro, stabilito le procedure da seguire per la verifica di assoggettabilità individuando alcune tipologie e casistiche da escludere dalla suddetta procedura nonché dalla procedura VAS; – Questa Commissione, individuata ex art.14 della LR n.4/2008, si è riunita in data 15 Aprile 2011 come da nota n. 179608 del 13.04.2011 del Dirigente della Unità di Progetto Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV), segretario della commissione; – I Comuni di San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo e Zevio hanno di recente sottoscritto un Protocollo d’Intesa per la costituzione del Parco naturale di Pontoncello con la finalità di adottare tutti i provvedimenti utili alla istituzione del parco in un’area protetta lungo la fascia fluviale dell’Adige ricadente nei tre comuni. A seguito del Protocollo d’Intesa sottoscritto in data 12 marzo 2009 i singoli Comuni hanno istituito nel proprio territorio per l’ambito di competenza il “Parco naturale di Pontoncello” ai sensi dell’art.27 L.R. 40/1984 ed in sintonia con quanto normato dal PTRC che nella tavola 2 individua l’Ambito fluviale del Fiume Adige fra gli “ambiti naturalistico-ambientali e paesaggistici di livello regionale” ai sensi dell’art. 36. Infine, i Comuni hanno adottato le varianti ai rispettivi strumenti urbanistici generali vigenti con i seguenti provvedimenti: • Comune di S. Giovanni Lupatoto : Deliberazione Consiglio Comunale n. 13 del 26.03.2009 - Delimitazione e istituzione “Parco naturale di Pontoncello”; Deliberazione Consiglio Comunale n. 27 del 14.05.200 9 – Adozione Variante Parziale al PRG n. 40 per individuazione “Parco naturale di Pontoncello”; • Comune di S. Martino Buon Albergo : Deliberazione Consiglio Comunale n. 29 del 12.05.2009 – Delimitazione e istituzione “Parco naturale di Pontoncello” ed adozione Variante Parziale al PRG n. 55 per individuazione “Parco naturale di Pontoncello”; • Comune di Zevio : Deliberazione Consiglio Comunale n. 57 del 19.05.2009 – Istituzione “Parco naturale di Pontoncello”; Deliberazione Consiglio Comunale n. 58 del 19.05.2009 – Adozione Variante Parziale al PRG n. 38 per individuazione “Parco naturale di Pontoncello”. La superficie complessiva interessata dall’istituzione del Parco naturale di Pontoncello è di circa 53,2 ha rispettivamente di ha 21,4 per il comune di San Martino Buon Albergo, ha 18,4 per il comune di San Giovanni Lupatoto, ha 13,4 per il comune di Zevio. L’adozione del “Parco naturale di Pontoncello” comporta l’attivazione delle “Misure temporanee di salvaguardia” ai sensi dell’art. 6 LR 16 agosto 1984, n. 40 "Nuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionali" e successive modificazioni. In seguito i Comuni predisporranno il Piano Ambientale ai sensi dell’art 27 L.R. 40/1984 e s.m.i.; prevedendo, quindi, che istituito il Parco sia redatto un Piano ambientale, con i contenuti dell’ art. 9 della medesima legge. L’area del Parco naturale di Pontoncello ricade interamente nel sito Natura 2000 SIC – “Fiume Adige tra Est e Badia Polesine” identificato con il codice IT3210042.

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Il Parco naturale di Pontoncello è stato istituito per conservare e valorizzare l’ambiente e gli habitat già individuati nel tratto interessato del Sito di Importanza Comunitaria e per favorire la fruizione a fini scientifici, culturali e didattici che il parco stesso potrà offrire a livello locale e provinciale. L’istituzione del Parco naturale di Pontoncello è vista dalle Amministrazioni come l’inizio di un percorso condiviso e come primo passo verso una possibile istituzione di un parco fluviale lungo l’intera asta dell’Adige attraverso il coinvolgimento di altre Amministrazioni Comunali interessate.

FONTI CONSULTATE Il presente Rapporto Ambientale Preliminare è stato redatto previa raccolta, selezione e consultazione di documenti riguardanti piani, progetti e interventi presenti e/o previsti sull’area del Parco di Pontoncello, nonché di eventuali valutazioni e analisi ambientali esistenti relativamente al medesimo territorio. In particolare sono stati esaminati: • Piano Territoriale Regionale di Coordinamento; • Piano di Area “Quadrante Europa”; • Piano di Area delle Valli Grandi Veronesi; • Relazione ambientale al Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento. • PRG vigenti dei Comuni di San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo e Zevio; • PAT del Comune di San Giovanni Lupatoto; • Rapporto ambientale della variante parziale al PAT del Comune di San Giovanni Lupatoto; • Studio di impatto ambientale di un progetto di riordino idraulico; • Valutazione di incidenza ambientale di un progetto di riordino idraulico; • Studio preliminare ambientale di un progetto di forestazione; • Valutazione di incidenza ambientale di un progetto di forestazione; • Rapporto sullo stato dell'ambiente della Provincia di Verona - Anno 2006.

− CARATTERISTICHE DELLE VARIANTI PARZIALI AI PRG Le Varianti parziali ai PRG come quadro di riferimento per piani e programmi Le Varianti parziali ai PRG, in quanto connesse all’adozione del Parco naturale di Pontoncello, costituiscono riferimento per i piani territoriali e per i piani di settore che insistono e che possano avere effetti sull’area, in quanto contestualmente all’istituzione del Parco stesso entrano in vigore le Misure temporanee di salvaguardia ai sensi della LR 40/1984, art. 6. In particolare dovranno tenere conto delle Misure temporanee di salvaguardia il Piano di Assetto Territoriale e i suoi strumenti attuativi, Piano degli interventi e Piani Urbanistici Attuativi, eventuali PATI, il Piano di Area Quadrante Europa e il Piano di Area Valli Grandi Veronesi. Il Parco tutela e valorizza l’ambiente ed è utile anche allo sviluppo economico e sociale dell’area, perciò gli strumenti di pianificazione territoriale devono necessariamente confrontarsi con tutto ciò che comporta la sua istituzione. Interazione delle Varianti parziali al PRG con altri piani Le Varianti ai PRG per l’istituzione del Parco naturale di Pontoncello interagiscono necessariamente con le altre pianificazioni con competenze sull’area, in particolare PTRC (Piano territoriale Regionale di Coordinamento), Piano di Area Quadrante Europa, Piani di Assetto Territoriale, e con altri strumenti cui faccia riferimento la gestione della zona, che ricade interamente nel sito Natura 2000 SIC – “Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine” identificato con il codice IT3210042. Per quanto riguarda il Comune di San Giovanni Lupatoto, nel PAT (Tav. 2 “Carta delle Invarianti”) l’area del Parco ricade all’interno dell’ “Ambito naturalistico dell’Adige” nel quale costituiscono invariante da tutelare e valorizzare i caratteri naturalistico-ambientali e nell’ “Ambito per la formazione dei parchi e delle riserve naturali di interesse comunale”, all’interno dell’ATO sistema “A” con caratteri dominanti del sistema paesaggistico-ambientale , e nello specifico nel sottosistema “A1”- Ambito del fiume Adige e nello specifico nell’ATO “A1.1 – Parco dell’Adige” . Per quanto riguarda il Comune di San Martino Buon Albergo nel PRG vigente l’area ricade in ZTO E Agricola – sottozona E1 speciale. Per quanto riguarda il Comune di Zevio nel PRG vigente l’area ricade in ZTO E1 Rurale.

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A seguito dell’istituzione del Parco naturale di Pontoncello in queste aree sono entrate in vigore le Misure temporanee di salvaguardia ai sensi della LR 40/1984, art. 6 e, quindi, fino all’entrata in vigore del Piano Ambientale ivi valgono i seguenti divieti: a) apertura di nuove strade, a eccezione di quelle al servizio dell’attività agrosilvopastorale; b) esecuzione di tagli boschivi, anche parziali a eccezione dei tagli per la coltivazione del pioppo, nonché di quelli necessari per evitare il deterioramento del popolamento, salvo quanto previsto dalle successive prescrizioni; c) riduzione a coltura dei terreni boschivi; d) movimenti di terreno e scavi suscettibili di alterare l’ambiente; e) apertura di nuove cave e riapertura di quelle inattive da oltre un anno; f) esercizio venatorio con esclusione della caccia di selezione; g) interventi di bonifica di qualsiasi tipo; h) interventi che modifichino il regime o la composizione delle acque; i) raccolta, asportazione e danneggiamento della flora spontanea, e delle singolarità geologiche e mineralogiche; j) introduzione di specie animali e vegetali suscettibili di provocare alterazioni ecologicamente dannose; k) navigazione a motore sui corsi d' acqua con motori superiori a Hp 5 effettivi; l) uso dei mezzi motorizzati in percorsi fuori strada, con esclusione dei mezzi necessari ai lavori agricoli, alle utilizzazioni boschive e per i servizi di protezione civile e di rifornimento dei rifugi alpini; m) abbandono dei rifiuti. L’istituzione del Parco naturale di Pontoncello risulta essere conforme e compatibile con le previsioni, le direttive e le prescrizioni della normativa e della pianificazione sovraordinata. Si fa qui presente che nell’area sono in corso un progetto di ricalibratura dell’alveo dell’Adige e un progetto di riforestazione, attualmente in fase preliminare e per i quali sono in corso le opportune valutazioni ambientali in reciproco coordinamento. I progetti citati non entrano in contrasto con le misure di salvaguardia attivate che, allo stesso articolo su citato, prevedono le prescrizioni di seguito riportate: 1. sono consentiti i tagli boschivi secondo le previsioni dei piani economici silvo - pastorali e le prescrizioni di massima di polizia forestale; 2. tra gli interventi di cui alle lettere g), h), i), l) sono consentiti quelli relativi alle opere per il soddisfacimento dei fabbisogni idropotabili e quelli relativi alle opere di difesa idrogeologica e per la acquacoltura, l’irrigazione e lo scolo delle acque nonchè quelli relativi alle attività agricole in atto; 3. sono consentite solamente costruzioni pertinenti alla conduzione agricola, con volumetria, riferita alla sola residenza ammessa, non superiore a 0,001 mc/mq, e comunque non oltre i 1.300 mq di altitudine; 4. per gli edifici esistenti, sono consentiti unicamente interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e risanamento conservativo, di adeguamento igienico, nonchè la demolizione totale o parziale, fatte salve le malghe, esclusa comunque qualsiasi trasformazione d' uso; 5. non sono consentite nuove recinzioni delle proprietà se non con siepi, salvo le recinzioni temporanee a protezione delle attività silvo-pastorali e quelle strettamente pertinenti agli insediamenti edilizi e agli usi agricoli e zootecnici. 6. Si precisa ulteriormente che ogni altro piano, progetto e intervento che insista sull’area del Parco naturale di Pontoncello dovrà confrontarsi con le suddette misure di salvaguardia. Pertinenza delle Varianti parziali al PRG per l’integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile Le Varianti parziali al PRG per l’istituzione del Parco naturale di Pontoncello si trovano sicuramente in linea con considerazioni ambientali per lo sviluppo sostenibile. Infatti, l’istituzione del Parco ha fatto entrare in vigore le Misure temporanee di salvaguardia ai sensi dell’art. 6 della L.R. 40/1984, e la stessa legge si pone all’art. 1 le seguenti finalità: • tutela dell’ambiente naturale; • conservazione e valorizzazione dell’ambiente naturale nelle zone di particolare interesse paesaggistico, naturalistico ed ecologico; • promozione dello studio scientifico delle stesse zone; UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 3

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• utilizzo sociale dei beni e creazione di migliori condizioni di vita per le collettività locali. Le Varianti parziali ai PRG e la contestuale adozione del Parco naturale di Pontoncello, quindi, sono strumento di tutela e salvaguardia dei beni ambientali e di fruibilità sostenibile di questi per la comunità. Problemi ambientali pertinenti alle Varianti parziali ai PRG Le Varianti parziali al PRG per l’istituzione del Parco naturale di Pontoncello si pongono come strumento di tutela e di valorizzazione dell’area e individuano obiettivi per il mantenimento e il miglioramento della qualità ambientale, non determinando quindi problemi ambientali. Si sottolinea, tuttavia, che ogni piano, progetto e intervento che intervenga nell’area dovrà essere sottoposto alle opportune valutazioni secondo le normative di settore vigenti e nel rispetto delle Misure temporanee di salvaguardia ai sensi dell’art. 6 della LR 40/1984. Rilevanza delle Varianti parziali ai PRG per l’attuazione della normativa comunitaria nel settore dell’ambiente Le Varianti parziali ai PRG sono allineate all’attuale normativa comunitaria ambientale in quanto correlate all’istituzione del Parco naturale di Pontoncello e alla conseguente entrata in vigore delle Misure temporanee di salvaguardia di cui all’art. 6 della LR 40/1984 "Nuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionali" . Come già evidenziato questa legge regionale, pur datata, risponde ad obiettivi di tutela, valorizzazione e conservazione dell’ambiente, analoghi quindi a quelli delle attuali normative ambientali comunitarie, in particolare proprio relativamente alle restrittive misure di salvaguardia da rispettare fino all’approvazione del piano ambientale.

− COERENZA ESTERNA Si sottolinea che l’area: • è definita in riferimento all’art. 36 delle NTA del PTRC della Regione come “Area protetta di iniziativa locale” ed è inoltre compresa nel Progetto di Valorizzazione Ambientale dell’ ”Asta centrale dell’Adige” (Progetto di qualificazione del corridoio biologico) previsto dal PTP della Provincia di Verona; • è ricompresa all’interno degli “Ambiti di interesse paesistico – ambientale” (art. 61) e del “Parco fluviale dell’Adige” (art. 93) definiti dal PAQE (Piano di Area Quadrante Europa) che individua le zone che per valore ambientale e collocazione nell’ambito del sistema fluviale del fiume Adige costituiscono elementi centrali del progetto urbano di tutela e di riequilibrio dell’ ecosistema comunale, e costituiscono gli ambiti preferenziali per l’istituzione di parchi e/o riserve naturali di interesse comunale; • ricade interamente nel sito Natura 2000 SIC – “Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine” identificato con il codice IT3210042; • è tutelata dalle Misure temporanee di salvaguardia ai sensi all’art. 6 della LR 40/1984 "Nuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionali" .

− CARATTERISTICHE DEGLI IMPATTI E DELLE AREE INTERESSATE DALLE VARIANTI PARZIALI AI PRG Gli obiettivi e le azioni delle Varianti parziali al PRG per l’istituzione del Parco naturale di Pontoncello risultano essenzialmente essere le stesse Misure di salvaguardia, ovvero i seguenti divieti: a) apertura di nuove strade, a eccezione di quelle al servizio dell’attività agro - silvo - pastorale; b) esecuzione di tagli boschivi, anche parziali a eccezione dei tagli per la coltivazione del pioppo, nonchè di quelli necessari per evitare il deterioramento del popolamento, salvo quanto previsto dalle successive prescrizioni; c) riduzione a coltura dei terreni boschivi; d) movimenti di terreno e scavi suscettibili di alterare l’ambiente; e) apertura di nuove cave e riapertura di quelle inattive da oltre un anno; f) esercizio venatorio con esclusione della caccia di selezione; g) interventi di bonifica di qualsiasi tipo; h) interventi che modifichino il regime o la composizione delle acque; i) raccolta, asportazione e danneggiamento della flora spontanea, e delle singolarità geologiche e mineralogiche; UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 4

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j) introduzione di specie animali e vegetali suscettibili di provocare alterazioni ecologicamente dannose; k) navigazione a motore sui corsi d' acqua con motori superiori a Hp. 5 effettivi; l) uso dei mezzi motorizzati in percorsi fuori strada, con esclusione dei mezzi necessari ai lavori agricoli, alle utilizzazioni boschive e per i servizi di protezione civile e di rifornimento dei rifugi alpini; m) abbandono dei rifiuti. Queste azioni avranno evidentemente effetti su ogni componente ambientale, su flora, fauna e sul paesaggio, in particolare: • tutelando e mantenendo regime e composizione delle acque (punti h e k); • riducendo le emissioni inquinanti in atmosfera (punti e, k ed l); • impedendo l’alterazione e l’inquinamento del suolo (punti d, e ed m); • mantenendo il patrimonio floristico (punti b, c ed i); • mantenendo il patrimonio faunistico (punti f e j); • mantenendo habitat e habitat di specie (tutti i punti); • tutelando e mantenendo il paesaggio (tutti i punti).

− CARATTERE CUMULATIVO DEGLI IMPATTI Le azioni delle Varianti parziali al PRG per l’istituzione del Parco naturale di Pontoncello dirette su flora, fauna e componenti ambientali interagiscono sinergicamente per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, in quanto intervengono in comparti strettamente connessi. E’ importante evidenziare che il presente elaborato analizza gli intenti delle Varianti parziali al PRG per l’istituzione del Parco naturale di Pontoncello riguardo all’entrata in vigore delle Misure di salvaguardia di cui all’art. 6 della L.R. 40/1984 "Nuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionali" , ma che ogni successivo progetto o intervento dovrà essere valutato anche secondo quanto previsto dalle normative di settore vigenti.

− RISCHI PER LA SALUTE PUBBLICA O PER L’AMBIENTE Non si riscontrano rischi per la salute umana o per l’ambiente, visto che le Varianti parziali al PRG per l’istituzione del Parco naturale di Pontoncello si prefiggono obiettivi che tendono in particolare a mantenere la qualità dell’ambiente.

− ENTITA’ ED ESTENSIONE NELLO SPAZIO DEGLI EFFETTI Le Varianti parziali al PRG per l’istituzione del Parco naturale di Pontoncello prevedono delle azioni che inducono negli ambienti effetti circoscritti all’estensione del parco stesso che è, di fatto, l’unico territorio sul quale hanno valore. Tuttavia, anche a fronte delle considerazioni fatte a proposito dell’interazione delle Varianti con altre pianificazioni si ritiene che potenzialmente si avranno effetti positivi anche sulle aree dei Comuni di San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo, Zevio limitrofe al Parco di Pontoncello e potenzialmente anche sui comuni confinanti più vicini (, , , , , , Palù, Ronco all'Adige, Verona).

− QUADRO AMBIENTALE DELL’AMBITO TERRITORIALE INTERESSATO DALLA VARIANTE E RELATIVE CRITICITA’ Atmosfera Nel riportare le analisi sullo stato dell’atmosfera si evidenzia che le stazioni di rilevamento prossime alla zona del Parco di Pontoncello sono quelle di San Giovanni Lupatoto e di San Martino Buon Albergo. Nel Rapporto sono analizzati gli andamenti delle concentrazioni dei principali inquinanti rilevati dalla rete di controllo della qualità dell’aria in provincia di Verona nell’anno 2007. I valori di concentrazione sono confrontati con i limiti previsti dall’attuale normativa. Biossido di zolfo: non vengono superati né i limiti per la protezione della salute umana, né quelli previsti per la protezione degli ecosistemi. Vi è generalmente una diminuzione nei valori medi giornalieri nel periodo estivo e al sabato ed alla domenica. Biossido di azoto: si segnala il superamento del valore limite più il margine di tolleranza, per la protezione della salute umana nelle postazioni di San Martino Buon Albergo e Villafranca. Si segnala, inoltre, il superamento del valore limite per la protezione della salute umana pari a 40 g/mc, che

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA entrerà definitivamente in vigore il 1 gennaio 2010 oltre che nelle precedenti postazioni, anche a , e . In tutte le postazioni, tranne quella di Boscochiesanuova, viene superato il valore limite per la protezione degli ecosistemi. Durante la settimana i valori più elevati si registrano il mercoledì, il giovedì ed il venerdì. Sono stati, inoltre, misurati 1 superamento del limite orario per la protezione della salute umana, pari a 200 g/m3, presso le stazioni di San Martino Buon Albergo e San Bonifacio, e 2 superamenti presso la stazione di Legnago. Monossido di carbonio: nel corso del 2007 non sono stati registrati superamenti del valore limite per la protezione della salute umana (media massima su 8 ore), né dei valori limiti previsti dal DPCM 28/03/83. Si registra una diminuzione dei valori medi giornalieri in estate e nei giorni festivi. Ozono: in tutte le postazioni sono stati registrati numerosi superamenti del livello di attenzione (DM 25/11/94), del livello di protezione della salute (DM 16/05/96) e dei livelli previsti per la protezione degli ecosistemi (DM 16/05/96). E’ interessante notare la differenza tra il giorno tipo della stazione di Boscochiesanuova e quello di San Bonifacio, il primo presenta valori più alti e per lo più costanti per tutto il corso della giornata dovuti alla cosiddetta “riserva di ozono” tipica della fascia collinare- pedemontana, mentre il secondo risente del meccanismo di produzione-rimozione con massimo nelle ore di maggior soleggiamento. Infine presso le postazioni di Legnago e San Bonifacio è evidente il cosiddetto “effetto weekend” ovvero un aumento della concentrazione di ozono il sabato e la domenica collegato alla diminuzione delle emissioni di ossidi di azoto, che in assenza di una corrispondente diminuzione delle emissioni dei composti organici volatili favorisce la formazione di ozono. Benzene: le concentrazioni medie annuali misurate tramite rilevatori passivi presso le postazioni fisse risultano inferiori a 5 g/mc, Valore Limite (VL) annuale per la protezione della salute umana. Le Misure di salvaguardia entrate in vigore con l’adozione del Parco di Pontoncello da parte dei Comuni consolidano e potenziano la funzione ecologico-ambientale dell’area stessa, producendo quindi effetti positivi che contrastino l’inquinamento atmosferico come minimo nel microclima urbano. Risorse idriche sotterranee e superficiali Le Varianti parziali al PRG per l’istituzione del Parco naturale di Pontoncello ne individuano il territorio di competenza in entrambe le sponde di un’ansa del Fiume Adige in corrispondenza dei confini comunali. Quindi, evidentemente, l’area rientra nel bacino del Fiume Adige stesso. Per la valutazione della qualità è stato preso in considerazione il RSA 2008 della Provincia di Verona e sono state esaminate le schede relative alle Stazioni di monitoraggio dell’Adige subito a monte e a valle della zona interessata dalle Varianti. A monte dell’area si trova la stazione di Bosco Buri in Comune di Verona e a valle quella di Albaredo d’Adige. A Bosco Buri, nell’ultima campagna di monitoraggio, l’Adige si presenta come un ambiente molto alterato (Classe IV). Presso la stazione di Albaredo d’Adige si è assistito ad un progressivo peggioramento della qualità biologica dall’inizio del periodo dei controlli stagionali ad oggi (Classe IV nel 2007). Gli ultimi campionamenti attestano una ormai consolidata IV C.Q. che caratterizza un Ambiente molto inquinato o comunque molto alterato. A partire dal 2006 si sono misurate anche classi di qualità V. Questa situazione è indicativa del notevole impatto che esercitano sulle acque del fiume Adige gli apporti inquinanti della città di Verona e dei distretti agricoli ed industriali localizzati nelle parte sudorientale della Provincia. A seguito dell’istituzione del Parco naturale di Pontoncello in queste aree sono entrate in vigore le Misure temporanee di salvaguardia che implicano azioni di mantenimento dell’equilibrio idrico e idrogeologico per la conservazione dell’area. Suolo Il territorio interessato dalle Varianti parziali al PRG per l’istituzione del Parco naturale di Pontoncello si localizza nel grande conoide dell’Adige, che è stato depositato dal F. Adige in milioni di anni a seguito del trasporto dei sedimenti fluvioglaciali trasportati dal corso d’acqua stesso. Il conoide è costituito da due lembi, separati dal solco nel quale scorre il fiume, che risultano terrazzati rispetto al piano di divagazione. Sulla superficie del conoide sono stati individuati alvei talora abbandonati, altre volte sovradimensionati rispetto ai corsi d’acqua che ospitano. Tali alvei costituiscono un’estesa rete di canali intrecciati. Dal punto di vista morfologico il conoide è più elevato con terrazzi rispetto ai sedimenti del piano di divagazione dell’Adige. Esso è costituito da depositi alluvionali di natura prevalentemente ghiaiosa.

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Il territorio del Parco di Pontoncello occupa l'estremità sud orientale dell'area di alta pianura veronese che si sviluppa tra lo sbocco della valle montana dell'Adige tra e ed il limite superiore delle risorgive compreso tra i comuni di e Zevio. Il sottosuolo è costituito da un potente materasso formato da materiali sciolti a granulometria prevalentemente ghiaiosa, di origine fluvio-glaciale e alluvionale, depositati prevalentemente dall'Adige e in misura minore dai corsi d'acqua delle valli lessinee. All'interno del materasso alluvionale la distribuzione dei materiali a differente granulometria varia da zona a zona: ad un'ampia fascia centrale costituita da un materasso ghiaioso indifferenziato, che si sviluppa secondo la direttrice nord-sud, si sostituiscono procedendo sia verso sud che verso ovest ed est (in particolare quindi verso il territorio di interesse) alternanze ripetute di livelli ghiaioso-sabbiosi e limoso-argillosi. Questa struttura differenziata secondo la direttrice est-ovest testimonia il verificarsi periodico di diverse condizioni di sedimentazione succedutesi tra le alluvioni fluvio-glaciali, condizioni che hanno dato luogo alla deposizione di materiali più fini (per lo più di origine lacustre o palustre, ma verso est anche legati all'attività di deposizione dei corsi d'acqua che scendevano dai rilievi della Lessinia) in aree periferiche rispetto alla zona occupata dalle sedimentazioni ghiaiose dell'Adige. La differenziazione strutturale del materasso alluvionale secondo la direttrice nord-sud è invece una differenziazione tipica di tutti i bacini idrogeologici dell'arco alpino. E' la conseguenza del progressivo assottigliamento delle conoidi dell'Adige da monte verso valle, da attribuirsi alla diminuzione della capacità di trasporto solido del fiume. Ciò comporta una vulnerabilità alta ai nitrati, così come evidenziato anche nel Quarto Rapporto sullo Stato dell’Ambiente della Provincia di Verona e nell’elenco delle Zone Vulnerabili della Regione del Veneto. Gli obiettivi delle Misure di salvaguardia sono chiaramente orientati a prevenire e a mitigare effetti di degrado e/o di inquinamento del suolo e risultano perciò portare un positivo impatto su questo comparto ambientale. Clima Ponendo come obiettivi principali il mantenimento e la tutela dell’area naturalistica del Parco di Pontoncello le Varianti parziali al PRG potenzialmente consolidano la funzione ecologico ambientale dell’area stessa e si possono perciò ipotizzare effetti positivi nel microclima urbano. Flora, Fauna L’area interessata ricade all’interno del sito SIC IT3210042 “Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine” . Si rileva la presenza, in direzione sud-est ad una distanza minima di 3.500 m, del SIC-ZPS 3210019 “Sguazzo di Rivalunga” e, ad una distanza minima di 5.900 m nella medesima direzione, del SIC-ZPS IT3210014 “Palude del Finiletto – Sguazzo del Vallese” . Per questi ultimi, considerata la distanza e la mancanza di interconnessioni ecologiche con il fiume Adige (presenza continua di terreni destinati ad agricoltura intensiva, viabilità e tessuto urbano discontinuo), non è ipotizzabile alcun tipo di incidenza. Per il sito di importanza comunitaria IT3210042 “Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine” per le tre varianti urbanistiche è stato redatto lo screening della Valutazione d’Incidenza Ambientale da cui non emergono incidenze significative sullo stesso date dall’attuazione del Piano in esame. In ogni caso di seguito si riporta una descrizione delle caratteristiche principali di flora e fauna presenti nel territorio interessato dalle Varianti parziali al PRG per l’istituzione del Parco naturale di Pontoncello. Vegetazione e flora La cartografia ufficiale degli habitat riporta che nel sito di progetto sono presenti due habitat natura 2000, in particolare il 91E0 (Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior) lungo la sponda in destra idrografica e il 3260 (corsi d’acqua degli orizzonti di pianura a quelli montani con vegetazione sommersa o galleggiante di Ranunculion fluitantis e Callitricho- Batrachion ) lungo l’asta del fiume Adige. I caratteri della vegetazione riparia e retroriparia rivestono particolare rilevanza naturalistica. Si tratta di cenosi strettamente legate alla presenza dell’acqua, costituite da specie adattate, spesso in maniera esclusiva, agli ambienti fluviali. L’ambiente ripario è una zona di ecotono (transizione) tra l’ambiente acquatico in senso stretto e quello terrestre limitrofo. Essa è direttamente interessata dalle piene e dai rapporti con le falde di subalveo. Le specie arboree ed arbustive presentano adattamenti morfologici e fisiologici - es. flessibilità fusto e

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA radici – in grado di rispondere alle modificazioni frequenti delle condizioni stazionali. Dal punto di vista della vegetazione predomina sulle rive la formazione a bosco igrofilo ripariale. Tale formazione boscata si è insediata sia sulla barra principale presente al centro del fiume formatasi nel tempo per effetto del trasporto solido durante gli eventi di piena e che costituisce un’isola al centro del fiume, sia sulle rive delimitanti l’alveo inciso. I boschi ripariali sono formazioni pioniere, in grado di colonizzare suoli poco evoluti e soggetti a frequenti trasformazioni legate ai regimi idrologici del fiume, alle esondazioni al deposito di sedimenti. In questo area, soggetta alla libera divagazione degli alvei fluviali, tali formazioni sono soggette a frequente rinnovo e spesso si mantengono agli stadi arbustivi nelle aree più vicine all’alveo raggiungendo la struttura arborea nelle aree meno soggette a forte corrente di piena, ma ancora periodicamente allagate e soggette a deposito. Man mano che ci allontana dal fiume e si determinano condizioni di maggiore stabilità, che consentono l’evoluzione dei suoli, queste formazioni lasciano gradatamente il posto a popolamenti che sempre più si avvicinano alla composizione e struttura dei popolamenti planiziali. Le specie guida più facilmente rinvenibili sono Salix alba e Populus nigra. Accanto a Salix alba troviamo soprattutto, Ulmus minor e, più raramente, anche Populus alba . Nelle parti più alte delle scarpate troviamo anche l’invadente Robinia pseudoacacia , specie esotica avventizia. Lo strato arbustivo è costituito da Cornus sanguinea , Sambucus nigra , Amorpha fruticosa , Frangula alnus , Salix elaeagnos , Salix purpurea , cui si accompagnano specie lianose come Humulus lupulus e Hedera helix . Lo strato erbaceo annovera Phalaris arundinacea , Glecoma hederacea , Equisetum arvense , Alliaria officinalis , Poa trivialis , Galium mollugo , Rubus caesius , Solidago gigantea , Artemisia vulgaris. L’importanza di questo tipo di formazione risiede da un lato nella sua valenza ecologica di ecotono fluviale nell’ambito del corridoio stesso e, dall’altro nella sua funzione di elemento connotante il paesaggio del fiume stesso. Nel contesto ambientale la valenza ecologica di questi ambienti è molteplice; infatti la componente arborea ed arbustiva lungo le rive: • contribuisce a proteggere dall’erosione; • influenza il trasporto dei sedimenti attraverso l’intrappolamento fisico dei materiali in sospensione; • regola il regime idraulico dell’alveo (riduzione della corrente e trattenimento del sedimento), impedisce il rapido deflusso delle acque dopo le piene, • favorisce la deposizione dei materiali e mantiene per lungo tempo l’umidità in ampie porzioni del suolo, • conserva e promuove a biodiversità animale, soprattutto per quanto riguarda l’avifauna, i rettili, gli anfibi e molti gruppi d’insetti. • influenza localmente il microclima. Fauna Avifauna Per quanto riguarda la descrizione dell’avifauna presente si è proceduto a considerare le tipologie di ambienti presenti e la loro idoneità ambientale relativamente alle specie osservate nella provincia di Verona. La presente check-list è stata inoltre compilata integrando l’elenco delle specie di uccelli presenti nelle aree destinate a Parco dell’Adige (De Franceschi P. 1975-1992), con l’Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Verona (De Franceschi P. 1991. Memorie del Museo Civico di Storia Naturale, II serie, n. 9.), con due recenti liste relative all'avifauna del veronese (M. Sighele) e del Veneto (Fracasso G. et al. (eds.), Check-list degli uccelli del Veneto. Atti III Convegno Faunisti Veneti. Boll. Mus. Civ. St. Nat. Venezia, suppl. al vol.51/2001). Anfibi Le specie potenzialmente presenti lungo il corso dell’Adige sono: la salamandra pezzata ( Salamandra salamandra) , il rospo comune ( Bufo bufo) , il rospo smeraldino ( Bufo viridis) , la raganella italiana ( Hyla intermedia) , la rana verde ( Rana kl. Esculenta) , la rana dalmatina ( Rana dalmatica). Le specie presenti sono piuttosto comuni e non hanno particolare interesse faunistico. Non ci sono specie di interesse comunitario individuate nell’area di indagine. Rettili Anche per quanto riguarda i rettili che potenzialmente possono frequentare l’area non si segnalano presenze di particolare interesse conservazionistico ma solo specie piuttosto comuni negli ambienti in UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 8

COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA questione. Tra le specie di rettili presenti si segnalano il Ramarro e la Natrice dal collare. Altre specie potenzialmente presenti sono l’orbettino (Anguis fragilis), la lucertola muraiola (Podarcis muralis), il biacco (Coluber viridiflavus), la natrice del collare (Natrix natrix), il saettone comune (Elaphe longissima) e, rara, la vipera comune (Vipera aspis). Ittiofauna Tra le specie di maggior interesse ci sono il Temolo (Thymallus thymallus),, il Barbo (Barbus plebejus) e la Trota mormorata (Salmo (trutta) marmoratus), specie un tempo molto diffusa e attualmente quasi scomparsa a causa delle modificazione dell’ambiente e del disturbo arrecato da altre specie tra cui la Trota fario introdotta per fini di pesca sportiva. Molto comuni sono il Cavedano Leuciscus cephalus e la Trota iridea quest'ultima introdotta dal Nord- America nel secolo scorso e diffusasi notevolmente anche grazie alla sua frugalità. Altre specie presenti sono il cavedano (Leuciscus cephalus), la citata trota fario (Salmo (trutta) trutta) e lo scazzone (Cottus gobio). La frammentazione del fiume determinata dagli sbarramenti artificiali rende impossibile la risalita dei pesci ai siti riproduttivi cosicché specie il cui ciclo è legato alle migrazioni quali gli Storioni, la Savetta e il Pigo sono in forte calo. Teriofauna Tra i mammiferi che frequentano ambienti boscati si segnala la presenza del Riccio europeo, del Toporagno comune, della Crocidura minore, della Talpa europea, dell' Arvicola campestre, della Donnola e della Faina. In spazi aperti possono essere osservati il riccio, della Talpa, della Lepre, del Coniglio selvatico. Numerosi sono i micromammiferi (Topi e Arvicole) che a loro volta attirano un nutrito gruppo di predatori come Faine, Donnole e Volpi. Per quanto riguarda i Chirotteri ci sono ancora pochi dati sulla loro reale distribuzione, sia a livello nazionale che locale, a causa della particolare difficoltà di osservazione e della localizzazione dei dormitoridiurni. La loro presenza è comunque ipotizzata sulla base della presenza di habitat di alimentazione idonei. Le Misure di salvaguardia entrate in vigore ai sensi della LR 40/1984 (art. 6) dall’adozione del Parco di Pontoncello comprendono delle azioni specifiche di tutela con effetti positivi su vegetazione, flora e fauna. Paesaggio L’analisi del paesaggio è realizzata a partire da una elaborazione cartografica da aerofotogrammetria relativa all’uso del suolo dell’area contermine a quella dell’intervento, delimitata ad un buffer di 400 m dal confine del Parco per comprendere anche il territorio adiacente all’area interessata dai progetti di variante. Sono state quindi definite 7 macrocategorie di uso del suolo: • Ambito Fluviale : area di pertinenza dell’alveo, comprendente zone golenali e arginature, greti, barre fluviali; • Tessuto urbano : zona destinata all’insediamento umano e relative attività antropiche; • Aree industriali : zona destinata all’insediamento di attività produttive in senso lato; • Formazioni riparie : formazioni arboree, arbustive, saliceti presenti principalmente lungo gli argini fluviali, caratterizzate da una larghezza minima di 20 m; • Terreni agricoli : terreni destinati all’agricoltura, in particolare a seminativo; • Canali : corsi d’acqua regimati a servizio di attività industriali o agricole • Diga : infrastruttura di sbarramento. L’area oggetto di studio presenta una notevole abbondanza di terreni destinati all’agricoltura, prevalentemente intensiva, pur costituendo le aree naturalisticamente importanti, formazioni riparie e ambito fluviale, una buona percentuale di copertura (circa il 27%). Si evidenzia che l’ambito fluviale risulta schermato, confinato e protetto da una fascia arborata pressochè continua che abbatte gli eventuali disturbi dovuti all’attività agricola. Le attività antropiche maggiormente fonti di perturbazione, quali l’industria e l’urbanizzazione, rappresentano una piccola frazione della copertura totale. Il territorio interessato dalle Varianti parziali ai PRG per l’istituzione del Parco di Pontoncello è essenzialmente caratterizzato dalla presenza dell’alveo del Fiume Adige, dal greto del fiume stesso, dalle golene e dagli argini e dalle formazioni vegetali ivi presenti. Le Misure di salvaguardia entrate in

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vigore ai sensi della LR 40/1984 (art. 6) dall’adozione del Parco di Pontoncello comprendono delle azioni specifiche di tutela con effetti positivi su ciascuno di questi elementi e, conseguentemente, sul paesaggio stesso.

− EFFETTI SU AREE O PAESAGGI PROTETTI L’area interessata dalle Varianti parziali al PRG per l’istituzione del Parco di Pontoncello ricade interamente nel sito di importanza comunitaria IT3210042 “Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine” . Tuttavia, la stessa Valutazione di Incidenza Ambientale delle varianti stesse conclude che proprio l’entrata in vigore delle misure temporanee di salvaguardia (art. 6 LR 40/1984) e dei relativi divieti ad attività potenzialmente dannose all’ambiente apportino effetti positivi per il mantenimento della biodiversità, degli habitat e specie tutelate dalla normativa natura 2000. Nell’area del Pontoncello il valore paesaggistico è legato a quello naturalistico e, quindi, analogamente, si può concludere che le Varianti apportino effetti positivi per il paesaggio.

− CONSULTAZIONE CON LE AUTORITA’ AMBIENTALI Si riportano di seguito, in forma sintetica, i pareri espressi dalle Autorità consultate: 1. Parere prot. n. 104696 del 30 agosto 2010 dell’ARPAV di Verona: “a parere di questo Dipartimento non si ritiene necessaria una fase di valutazione strategica del Piano”; 2. Parere n. 4899 del 2 settembre 2010 del Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta: “ Presa d’atto della Relazione di Compatibilità Idraulica relativa all’istituzione del Parco Naturale di Pontoncello”. 3. Parere n.0001325 del 24 settembre 2010 dell’Autorità di Bacino Nazionale del Fiume Adige: “…si richiama la necessità di fare riferimento per la valutazione dell’assoggettabilità in oggetto citata, anche ai fini della sicurezza idraulica, alle linee guida presenti nello Studio per il Recupero Naturalistico e Morfologico del fiume Adige, tratto Pontoncello-Tombazosana, redatto dalla Segreteria Tecnica di questo Ente…”. 4. Parere n.10339/13012 del 18.10.2010 del Comune di Ronco all’Adige: “… si ritiene l’intervento non assoggettabile a procedura di VAS e nel contesto si dà assenso alla sua realizzazione”. 5. Parere n. 476400 del 9 settembre 2010 della Segreteria Regionale all’Ambiente e Territorio: “1. Questioni legate alla componente acqua Per quanto riguarda le questioni legate alla tutela delle acque, nonché al sistema idrico integrato, il parere reso dalla struttura regionale competente (Direzione Tutela Ambiente) evidenzia quanto segue: Il rapporto ambientale preliminare appare poco approfondito sugli aspetti relativi alla qualità delle acque. Infatti, accanto ad evidenti imperfezioni tecniche (come ad esempio il riferimento alla "velocità della corrente" del Fiume Adige ad Albaredo d'Adige, definita "media e laminare" che manifesta nello specifico l'assoluta lontananza del testo dall'uso di termini tecnici corretti), si nota la vetustà dei dati utilizzati per definire la qualità delle acque del Fiume. Inoltre si individua il motivo della asserita scarsa o pessima qualità delle acque fluviali nei soli apporti inquinanti della Città di Verona e dei distretti agricoli ed industriali localizzati nella parte sudorientale della Provincia. E' appena il caso di ricordare come il fiume Adige arrivi in territorio veneto già "dotato" di apporti inquinanti di diversa natura provenienti da fuori Regione. Inoltre, il riferimento diretto ad "apporti inquinanti della Città di Verona" può apparire ai più correlato alla qualità dello scarico dell'impianto di depurazione della Città, essendo noto che il territorio cittadino è dotato di una buona se non ottima copertura del servizio di collettamento fognario. Si ritiene quindi che tale affermazione non possa corrispondere a piena correttezza e che vada invece calibrata, ovvero collocata in un contesto più corretto di più ampio respiro territoriale, che comprenda anche la parte più a monte del bacino idrografico afferente al Fiume. 2. Questioni legate alla componente suolo e sottosuolo Per tale ambito, la Direzione Difesa del Suolo riferisce quanto segue. Per quanto riguarda il capitolo 3 (Fonti consultate) si ritiene necessario siano esaminati anche: • lo “Studio per il recupero naturalistico e morfologico del Fiume Adige Tratto Pontoncello – Tombazosana” - Autorità di Bacino del Fiume Adige – Trento 2007; • la Delibera del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del Fiume Adige n. 01/2008: Linee guida per il recupero naturalistico e morfologico del fiume Adige - tratto Pontoncello - Tombazosana. Approvazione ai sensi art. 10 delle norme di attuazione del Piano Stralcio per la Tutela dal rischio idrogeologico. Per quanto riguarda il capitolo 4 (Caratteristiche delle varianti parziali ai PRG) - Paragrafo 4.2 (Interazione delle Varianti parziali al PRG con altri piani) si UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 10

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osserva che l’Allegato I alla parte II del D.Lgs. 3.4.2006 n. 152 stabilisce che, tra l’altro, debba essere valutato come il piano o il programma influisce su altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati. In questo caso si ritiene necessario che sia attentamente verificata la congruenza della variante con quanto stabilito dall’Autorità di Bacino dell’Adige nell’ambito delle linee guida per il recupero naturalistico e morfologico del fiume Adige, approvato ai sensi dell’art.10 delle norme di attuazione del Piano Stralcio per la Tutela dal rischio idrogeologico che interessano il tratto compreso proprio tra Pontoncello e Tombazosana. Il Piano Stralcio per la Tutela dal rischio idrogeologico costituisce, infatti, un fondamentale stralcio del Piano di Bacino che, com’è noto, è un Piano di Settore sovraordinato agli altri piani, e in particolare al PRG, e che, quindi, deve essere preso in considerazione nell’elaborazione della variante di cui trattasi. La variante deve consentire infatti tutte le attività, necessarie all’attuazione del PAI compreso il recupero morfologico e naturalistico del fiume Adige, approvate dalla competente Autorità Idraulica. Sempre nel Paragrafo 4.2 è specificato che, le misure di salvaguardia del parco, tra l’altro, generalmente prevedono il divieto degli interventi che modifichino il regime o la composizione delle acque. Sono ammesse, tuttavia, alcune eccezioni tra le quali è compresa, la possibilità di realizzare opere di difesa idrogeologica. A questo riguardo nel rapporto preliminare si fa presente che, su tale base, nell’area è stato possibile anche avviare un progetto di ricalibratura dell’alveo del fiume. A questo proposito si deve chiarire che le attività, legate alla corretta gestione idraulica del territorio, sono prioritarie anche in considerazione della delicatezza dell’area del parco e delle caratteristiche idrogeologiche e idromorfologiche del Fiume Adige. E’ necessario ribadire che solamente attraverso la corretta gestione idraulica del territorio possono essere preservate e salvaguardate le caratteristiche naturalistiche, ambientali e forestali ecc. dell’area. Per quanto riguarda il capitolo 5 (Caratteristiche degli impatti e delle aree interessate dalla variante parziale al PRG) e in particolare il paragrafo 5.6.2. – (Risorse idriche sotterranee e superficiali) si ritiene che, per quanto riguarda le risorse idriche superficiali, sia necessario considerare: • le criticità prodotte sul sistema idromorfologico ed ambientale dalla presenza dello sbarramento di Pontoncello, anche in relazione alle problematiche legate alla necessità di rispettare il minimo deflusso vitale secondo quanto disposto dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Veneto del novembre 2009; • le criticità di tipo idraulico esistenti nell’area golenale. La funzione propria delle aree, comprese tra gli argini di un fiume, è quella di consentire l’espansione delle acque nel caso di eventi di piena. Tali aree, a questo fine, vanno salvaguardate. Certamente le golene possono essere considerate ambiti destinati anche ad assolvere molte altre funzioni, ad esempio paesaggistiche, naturalistiche, legate alla fruizione turistica del territorio, ecc. ma è necessario che queste non contrastino con la funzione fondamentale della golena che, si ribadisce, è quella idraulica. • le problematiche connesse con la necessità di ripristinare e recuperare le zone soggetta a gravi alterazioni in conseguenza di una serie di eventi di piena nei periodi 1998, 2000 e 2002. Per quanto riguarda il paragrafo 5.6.5. (Flora e Fauna) sulla vegetazione riparia e retroriparia, è necessario tenere in considerazione le problematiche legate alla corretta gestione degli elementi arbustivi ed arborei che si sviluppa nell’ambito golenale. Infatti, si deve ritenere opportuna, anche per la buona conduzione del parco, una corretta manutenzione che abbia cura di eliminare le piante morte, ammalate, pericolanti, debolmente radicate, vecchie e gli schianti e che attui una gestione selettiva degli individui presenti, favorendo l’instaurarsi di vegetazione giovane che abbia caratteristiche di flessibilità, di resistenza alle sollecitazioni della corrente e alle temporanee sommersioni. Per gli aspetti legati alle attività estrattive, la Direzione Geologia e Attività Estrattive riferisce quanto segue. Il settore orientale dell’area del parco in progetto rientra all’interno dell’IE7 (Insieme Estrattivo n. 7) del PRAC (Piano Regionale delle Attività di Cava) ma non coincide con nessuna cava attiva o dismessa. Si ritiene, pertanto, che per l’area in oggetto non sussistano impedimenti alla realizzazione del Parco, fatto salvi e impregiudicati gli indirizzi adottati con DGR 3121/2003 e con DGR 135/CR/2008 relativi al PRAC. 3. Questioni legate ai Siti della Rete Natura 2000 e alla Valutazione di Incidenza Per quanto riguarda le questioni legate alla Rete Natura 2000 e alla Valutazione di Incidenza, il parere della struttura UNITA’ DI PROGETTO COORDINAMENTO COMMISSIONI (VAS-VINCA-NUVV) 11

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regionale competente (Direzione Pianificazione Territoriale e Parchi – Servizio Reti Ecologiche e Biodiversità) riferisce quanto segue. Dall’esame del “Rapporto Ambientale Preliminare” emerge che l’area interessa direttamente il sito della rete Natura 2000 “IT3210042 – Fiume Adige tra Verona Est e Badia Polesine” e mostra, come anche evidenziato dal Rapporto, numerose e documentate presenze di habitat e specie di interesse comunitario, pertanto, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE e del D.P.R. 357/97 e ss.mm.ii., sarà necessario elaborare uno studio per la Valutazione di Incidenza secondo le indicazioni riportate dall’Allegato A alla D.G.R. 3173/2006, in quanto non esistono, per l’intervento in esame, fattispecie di esclusione dalla procedura per la Valutazione di Incidenza”.

– L’Unità di Progetto Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV), esaminati i documenti trasmessi ha elaborato la propria istruttoria;

PREMESSO che Il vigente Codice dell’Ambiente (D.Lgs. 152/2006 e smi), all’art. 6 sancisce: 1. La valutazione ambientale strategica riguarda i piani e i programmi che possono avere impatti significativi sull'ambiente e sul patrimonio culturale. 2. Fatto salvo quanto disposto al comma 3, viene effettuata una valutazione per tutti i piani e i programmi: a) che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV del presente decreto; b) per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione d'incidenza ai sensi dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni. 3. Per i piani e i programmi di cui al comma 2 che determinano l'uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al comma 2, la valutazione ambientale e' necessaria qualora l'autorità competente valuti che producano impatti significativi sull'ambiente, secondo le disposizioni di cui all'articolo 12 e tenuto conto del diverso livello di sensibilità ambientale dell'area oggetto di intervento.

TUTTO CIÒ CONSIDERATO LA COMMISSIONE REGIONALE VAS

ESAMINATA la documentazione relativa alle Varianti parziali ai piani regolatori generali comunali per l’individuazione del Parco Naturale di Pontoncello.

RITENUTO che la proposta di Piano in esame non riguarda le singole varianti ai PRG dei Comuni di San Giovanni Lupatoto, San Martino Buon Albergo e Zevio non potendo essere considerate singolarmente quali Piani “…che determinano l'uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al comma 2”, ma l’oggetto di valutazione è il “Parco Naturale di Pontocello”.

VISTE - la Direttiva 2001/42/CE ; - il D.Lgs. n.152/2006, come modificato dal D.Lgs. 4/2008, ed in particolare l’art. 11, comma 4, che stabilisce che la “VAS viene effettuata ai vari livelli istituzionali tenendo conto dell’esigenza di razionalizzare i procedimenti ed evitare duplicazioni nelle valutazioni.” .; - la LR 4/2008; - la D.G.R. 791/2009

ESPRIME IL PARERE DI ASSOGGETTARE ALLA PROCEDURA VAS

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COMMISSIONE REGIONALE VAS AUTORITÀ AMBIENTALE PER LA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA il Piano del Parco Naturale di Pontoncello poiché l’attuazione dello stesso potrebbe avere effetti negativi significativi sull’ambiente. A tale Piano (“piano di competenza di altre Amministrazioni, la cui approvazione non spetta alla Regione ma che comunque esplicano i loro effetti entro il territorio regionale” ) vanno applicate le procedure individuate nell’allegato C della DGR 791/2009. In sede di redazione del Rapporto Ambientale, si dovrà ottemperare alle seguenti prescrizioni: 1. far emergere con chiarezza il ruolo che la VAS deve svolgere durante la fase di elaborazione del Piano in ordine all’individuazione degli eventuali scostamenti delle dinamiche in atto rispetto alle previsioni del Documento Preliminare stesso, fornendo indicazioni circa le alternative possibili quali esiti del pubblico confronto e degli approfondimenti conoscitivi; 2. valutare le prescrizioni/raccomandazioni poste dalle Autorità Ambientali consultate; 3. sviluppare adeguatamente i capitoli relativi alle varie componenti ambientali. In particolare, per quelle componenti ambientali che presentano le criticità evidenziate nel documento di valutazione e/o non analizzate, dovranno essere individuate le relative cause e, per quelle derivanti dalle azioni di Piano, le misure di mitigazione e/o compensazione; 4. individuare gli obiettivi di sostenibilità economica e sociale del Piano; 5. puntualmente individuare le azioni concrete finalizzate al raggiungimento degli obiettivi indicati; 6. individuare, descrivere e valutate le alternative ragionevoli al fine di garantire che gli effetti dell’attuazione del Piano siano presi in considerazione durante la loro preparazione e prima della loro adozione; 7. redigere, ai sensi della DGR 3173 del 10.10.2006, la Valutazione d’Incidenza Ambientale anche di SIC/ZPS che, ancorchè esterni al territorio del Parco, possano essere interessati dalle azioni di Piano. In particolare, si fa presente che secondo quanto previsto dall’Allegato A della citata DGR, mediante lo studio per la valutazione di incidenza dello strumento di pianificazione comunale, è possibile prevedere, per progetti ed interventi in area residenziale, l’esclusione da tale procedura, qualora tale valutazione sia stata approvata positivamente ai sensi della direttiva 92/43/CEE e del DPR 357/1997 e smi. Tale previsione è valida sia per le aree residenziali poste fuori dai siti della rete Natura 2000, sia per quelle poste all’interno. Per potersi avvalere di tale disposizione occorrerà individuare le aree residenziali e per ciascuna di esse approfondire lo studio per la valutazione di incidenza identificando chiaramente quando progetti ed interventi sono non significativamente incidenti; ciò permette, attraverso un unico momento valutativo, di evitare ulteriori aggravi per i cittadini nelle aree residenziali e di snellire le pratiche amministrative correlate, la cui istruttoria e approvazione è in capo alle amministrazioni comunali. Infine, si fa presente che quanto emerge da tale valutazione se ne dovrà dare conto nel Rapporto Ambientale; 8. redigere il Rapporto Ambientale secondo le indicazioni contenute nell’art. 13 del D.Lgs. 152/2006, come modificato dal D.Lgs. 4/2008.

Gli adeguamenti dei vigenti strumenti urbanistici comunali alle previsioni del Piano Ambientale in epigrafe non vanno assoggettati a procedura VAS.

FIRMATO Il Presidente della Commissione Regionale VAS (Segretario Regionale per le Infrastrutture) Ing. Silvano Vernizzi

FIRMATO Il Segretario della Commissione Regionale VAS (Dirigente della U. P. Coordinamento Commissioni (VAS – VINCA – NUVV) Avv. Paola Noemi Furlanis

Il presente parere si compone di 13 pagine

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