24 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 25

tersezione del piano j colla sezione suprema del pilastro dallo spigolo lato a che si considera, c Si tratta di cercare il valore massimo di S la differenza in luogo del peso intero P col variare j. Ora evidentemente il fattore tang j -f cresce indefinitamente con j sino a j = 90°, e dovremo mettere nella formola 1) solo d'altra parte per tutte le posizioni del piano j TORRI, CASE E CASTELLI che stanno al disopra di quello passante pel centro della sezione suprema del pilastro, il peso P da NEL considerare nella formola deve diminuire coll'area della base del tronco di prisma che si considera, onde osservando che la quale di costante e triangolare che era per tutti gli angoli j che stanno sotto a quello in quistione, diviene trapezia e decrescente al cre- scriveremo : scere di quest'angolo al disopra del limite sud- detto. MEMORIA Diciamo h l'altezza del pilastro, a il lato della LETTA NELL'ADUNANZA DEL 13 DICEMBRE 1889 sezione suprema, b la distanza della retta d'in- ossia : dal Socio Ing. CAMILLO BOGGIO.

espressione di cui dobbiamo cercare il valore massimo col variare di j. Uguaglieremo pertanto a zero la sua derivata, e sarà: L'impero Carolingio, per l'inettezza di coloro quei primi castelli è pochissimo nota. Certo però che succedettero al suo grande fondatore, per in quell' epoca l' arte viveva solo nella pace l'avversione dei popoli disparati che lo compo- del chiostro, centro di tutto lo scibile d'allora. Il nevano e sotto i colpi delle nuove invasioni di monaco meditava i più eletti modi del costrurre, Normanni, Ungheri e Saraceni nel secolo nono e dalle celle dei monasteri di S. Benigno e di ossia Onde ne consegue che facendo lavorare il ferro si sfascia e crolla. S. Stefano d' uscivano degli artisti che 8 chg. per mill.2 ognuna di esse dovrebbe pre- Le grandi masse che lo compongono si fran- in Normandia e sulle rive del Reno diffondevano sentare una sezione di tumano e alla lor volta, col crescere incessante quel sistema d'architettura religiosa, dinanzi al quale si ferma ancora riverente il viaggiatore. Il coefficiente di attrito f si desume dai pron- della confusione politica e dello sfacelo d'ogni Alla cella del monaco quindi doveva pure pic- tuarii di circa 0,75, e dalle misure dirette potere centrale, si sminuzzano anche i grandi chiare il feudatario che voleva innalzare la te- si ottiene a = m. 1,00, h = m. 3,50; per cui la feudi dopo i grandi stati. Nel caso pratico in luogo di una lamiera muta sua rocca, ed il monaco, nella dimora feu- formola finale si può scrivere così: Il potere locale dei piccoli signori, per lo continua formante un involucro furono sostituite stesso portato dei tempi, ambiziosi, insofferenti dale, rifletteva le cognizioni statiche ed arti- tang3 j — 20 tang j = 24,28, 4 cerchiature di ferro; una all'altezza del capi- di freno, battaglieri, prevale sempre più sull'ombra stiche che aveva usate per innalzare templi e tello, una seconda al piede del pilastro e le altre chiostri. dalla quale si ricava con molta approssimazione di potere centrale che ancora sussiste. Il pos- due intermedie alle prime a distanze uguali da sesso delle terre e gli uffici regali si cumulano Dopo il mille i conti del Canavese si mol- tang j = 5,00, cotg. j = 0,20. queste e fra loro. Il criterio per determinare il nella loro persona, divengono ereditarii nelle tiplicano, si dividono in varii rami, ciascuno Sostituendo allora nella eq. 1) alle lettere i numero e la posizione fu quello di impedire lo loro famiglie; la proprietà si confonde colla so- occupa una terra da cui prende il nome. Essi numeri, si trova: sfasciamento del pilastro tenendo conto della vranità, s'inizia il periodo storico del feudalismo. sono usurpatori, prepotenti, provocatori, gelosi grossezza e della disposizione dei pezzi di cui si S = l,02 P. In questo periodo lo stato normale è la con- di diritti il più spesso infondati. Sono minacciati compone. La sezione retta di ogni fasciatura per- fusione e la guerra. Sui dirupi, nelle gole dei dai vicini, che alla lor volta minacciano, onde Dalle misure dirette risulta che il carico P è tanto fu adottata approssimativamente di mill. monti, ai guadi dei fiumi, sulle colline domi- la necessità di aggiungere difese a difese. E quello dovuto ad un volume di circa m. c. 33 di 100[12, onde in complesso si ebbe una sezione nanti le corse pianure, sorgono trincere, sorgono così sorsero i castelli dei primi conti di muratura del peso approssimativo di chg. 2200 resistente di circa mill. 4800 in luogo di 4625. torri, mura, fortilizii, castelli. Le plebi avvilite, e di S. Martino, ricordati nei contratti e nelle con- al mc, cioè vale circa chg. 72600 ; cosicchè sa- Messe a posto le fasciature e debitamente chiuse, paurose, ne ricercano la protezione. ferme, costrutti appunto allorquando l'architet- rebbe approssimativamente si ottenne una valida azione delle medesime contro Appiè dei castelli si rannicchiano i poveri ca- tura cominciava a smettere quell' apparenza la faccia del pilastro mercè l'introduzione forzata S = 74000 chg. solari, formano borghi, villaggi, tutta l'Europa schiacciata, grave e massiccia che aveva nei fra ferro e muratura di cunei e di biette, e ad si copre d'un' architettura nuova, profondamente primordii del medioevo, per diventare, senza Se pertanto supponiamo il pilastro rivestito di operazione finita si ricopri ogni cosa con intonaco. caratteristica, militare e civile insieme, l'archi- perdere l'originaria robustezza, più proporzionata un involucro in lamiera di ferro continua, ogni tettura feudale. nelle diverse parti che la compongono, più ar- Torino, Novembre 1889. parete dell'involucro sopporterà la pressione di Intendo nel presente lavoro di occuparmi moniosa e più aggraziata nel suo insieme. 74000 chg. che dovrebbe essere elisa dalla resi- Ing. G. G. FERRIA. dell'architettura di quest'epoca nel Canavese e Ma i Valperga ed i S. Martino si azzuffano stenza alla tensione delle due pareti contigue. di esaminare i principali residui, tutti più o fra di loro ed i castelli soffrono le conseguenze meno deformati, che consistono in pochi castelli, degli assedi e delle devastazioni. , Riva- qualche torre e qualche casa. L'architettura di rolo, , Orio, Front, S. Giorgio sono 26 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 27 assaliti. Il castello di Sparatone e al principio dello scorso secolo, e, giusta la mo- È una torre isolata, tutta di pietre, a quattro resi inabitabili, è saccheggiata, Cassarum, I. derna iscrizione, fu ricostrutto l'attuale nel 1716 piani, la cui base è un unico masso sporgente Castrimi Thellarii ed altri in principio della non più con massi quadrati, ma con scheggioni. dal suolo. Un piccolo muro racchiude breve spazio vallata di Pont sono espugnati e disfatti; quel Il diploma del 882 di Carlo il alla Sull'antico ponte vi era la porta meridio- di terreno attorno, e gradini tagliati nel vivo di è distrutto e gravi danni soffrono i Chiesa di S. Eusebio di Vercelli ci fa conoscere nale detta del Ponte, qua itur versus Canapi- sasso danno l'accesso al piano terreno nel quale castelli di e di (1). l'esistenza presso di una selva immensa tium, — come è detto in diplomi — chiusa da si entra per una porta a stipiti in pietra su cui Oltre a ciò guasti immensi soffrirono i ca- appellata Fullicia, d'una Roboretum presso Bosco- ponte levatoio, giacchè nella relazione dell'8 gira un arco, esso pure di pietre spaccate. A stelli dei signori per opera del Tuchinaggio. Lo nero ai confini di una terza, la Gerulfia, la quale Ott. 1356 d'Umberto di Savoia, inviato quale com- volto semicircolare è pure la finestra del terzo scatenarsi di quel fiotto popolare distrusse ed occupava gran porzione dei terreni presso S. missario al governo della città d'Ivrea occupata piano, il cui volto è una pietra sola poggiante incendiò quelli di Brozzo, Chy, , Stram- Benigno tra l'Orco ed il Malone, tutta traver- dalle armi di Giacomo d'Acaia, risulta che non su stipiti irregolari. La luce di quella del primo binello, , Astruzzo, Arundello, Lo- sata dalla strada Sumari che dipartivasi da gli fu permesso l'ingresso pontem levando. Hanno e secondo piano è rettangolare, però l'archivolto renzè (2). Bedoledum, terra scaduta al di là dell'Orco. Non tutta l'apparenza di ponti medioevali eziandio della prima è un masso tagliato a sei lati con Ond'è che quando, per opera di casa Savoia, è fatta menzione in diplomi d'altre selve tranne quelli sul torrente Piova poco a monte dalla strada angolo esterno acuminato, mentre quello della gli antichi signori furono reintegrati nel possesso che di quella di Volpiano colla Vauda nel 1019, Castellamonte Cuorgnè e quello sottostante al seconda è tagliato a corona semicircolare. I delle antiche terre, trovarono le loro rocche o rase ma è facile congetturare che a più forte ragione ponte dei preti sulla Chiusella. piani sono divisi da solai in legno comunicanti al suolo od inabitabili e quindi la necessità di ce ne dovevano ancora esistere più a monte sulle Le condizioni della società, ripartita in no- l'uno coll'altro mediante scaletta pure in legno, riedificarle o riattarle. Si era arrivati allora circa sponde dell'Orco, non altrimenti che su quelle bili signori di feudi, qualche arimanno e poi copre il tutto un tetto a due falde in ardesie. alla metà del secolo XIV ed in quel tempo nel della Dora e della Chiusella, oggidì ancora assai censuari o livellari loro dipendenti, i quali nel Una bicocca era la torre così detta del dia- Canavese era già entrato e completamente sta- popolate di piante. Esaminando i catasti dei co- signore ricercavano protezione e difesa, facevano volo presso lvrea sulla strada di Torino, la quale bilito quel nuovo sistema d'architettura più scien- muni, troviamo segnati in tempi non lontani sì che quasi nessuna casa era sparsa nella cam- presenta quasi intatta la primitiva struttura. tifico e più vario che chiamasi ogivale. Basta per come incolti o sparsi di boschi alcuni terreni pagna e gli agricoltori abitavano tutti borghi e Forse era una bicocca la Torre di Cives sul provarlo, gettare uno sguardo al castello delle ora dissodati e ridotti a vigneti (1). Se a ciò si villate posti per l'ordinario sopra qualche colle monte Rosso presso Baldissero ove si fortificarono quattro torri, sorto ad lvrea nel 1357 per opera aggiunge la quantità di colline tuttora coperte o poggio atto a difesa. i Tuchini e sulla quale fu- di Amedeo VI di Savoia. L'esempio del principe di boscaglie, possiamo conchiudere che nel medio Solo a distanza da essi ed in certi siti di rono poi innalzate nel 1450 venne seguito dai conti Canavesani ed i ca- evo la superficie coltivata nel Canavese si ridu- lunga visuale si ergevano delle bicocche, torri le forche sovra due pilla- stelli da essi riedificati furono costrutti appunto ceva a poca estensione. in legname od in muratura che servivano alle riis lapideis per punire fin d'allora con quello stile in cui tutto è acuto, Rare e mal tenute pure dovevano essere le vedette, che con segnali trasmettevano gli avvisi i più colpevoli rivoltosi. piramidale, frastagliato. strade principali. Oltre alla sovraccennata dei ai luoghi fortificati. La porta di queste torri era Questa, a differenza di Il medio evo frattanto scompare, l'invenzione Sumari non abbiamo memoria che della via Pa- ad una certa altezza dal suolo, nè vi si poteva ac- quella del diavolo che è della polvere rende necessaria una prima riforma vonasca, quae dicitur Alborella, citata nel di- cedere che mediante scala a piuoli. Divise in varii tutta in mattoni, è di delle opere di difesa finchè gli antichi castelli ploma del 1041, di fondazione del monastero ed piani, che avevano piccole finestre ai quattro venti, pietre informi su pianta sono trovati inetti a sostenere un attacco ed ab- abazia di S. Stefano d'lvrea, la quale, traversando vi si saliva dall'uno all'altro piano per una scala quadrata di metri cinque di lato con mura di bandonati alla più desolante rovina, e quelli che la Pedagna composta dalle terre di Lourodonum mobile interna sino alla sommità spesso coro- un metro di grossezza alla base; la sua porta già erano stati trasformati nel 500 e nel 600, (Loranzé), Salerano, Pavone, , terminava a nata di merli. d'ingresso è a metri 4,50 dal suolo con una sia nella guerra tra Francia e Spagna, sia nella Vianascum ora distrutto. — Dovevano poi senza Un bell'esempio di queste costruzioni ce lo sola finestra aperta verso la pianura; mozzata guerra civile, caddero essi pure per ordine di dubbio ancora esistere le due strade romane offre la cos' detta torre della pietra a Salto. alla sua estremità non ne rimane che un'altezza Luigi XIV di Francia, il quale volle ridurre a principali segnate nella tavola peutingeriana, di metri undici. paese aperto tutti gli stati del duca di Savoia, che facevano capo ad lvrea, venendo una da Torino, affinchè questo principe non potesse più opporgli l'altra da Milano per Novara e Vercelli e che alcuna fortezza per contrastargli il passaggio. traversando la città seguivano pella valle d'Aosta Quindi col 1705 si può segnare la scomparsa al passo dell' Alpis graia. Delle altre strade, II. nel Canavese di ogni castello o fortilizio atto che dovevano infallantemente risalire le vallate I borghi erano fortificati con mura e torri ad una difesa, per non lasciarci che o monchi dell' Orco e della Chiusella, nessun documento di cui talune si conservarono fino ad epoca non scheletri o palazzi manifestanti lo sfarzo impe- ce ne fa menzione, come non vien ricor- tanto da noi lontana. La loro esistenza è provata rioso delle magnatizie famiglie del seicento e dato altro ponte sui corsi d'acqua che i due a dalle superstiti porte, dagli statuti di alcuni co- del settecento con tutte le stranezze dell' arte Pont (ad duos pontes) uno sull' Orco e 1' altro muni e dalle memorie dei loro assedi. Talora sui barocca. sulla Soana ed il pons maximus ad Ivrea borghi torreggiava la rocca feudale ; talora essa sulla Dora, mentovato in carta del 1041. Di tale mancava e si fortificava solo il borgo per di- ponte costrutto dai Romani si contano ancora i fenderlo dalle aggressioni e per premunirsi contro corsi inferiori dei cunei dell'arco ; venne solo di- i vicini. (1) DATTA. Storia dei principi di Savoia del ramo d'Acaia, strutto nelle guerre combattute contro Luigi XIV Alcuni di questi borghi, spesso privilegiati signori del Piemonte dal 1294 al 1418 - PIETRO AZARIO. De con franchigie ed esenzioni, si creavano poi Bello Canapiciano presso il MURATORI Rerum. ltal. Script. borghi franchi. Ivrea, per esempio, edificò a tom. XVI pag. 427 e seg. - BOLOGNINO. Notizia dell'origine (1) Quando nel 1480 fu cinto di mura S. Giorgio, il marchese e delle guerre dei conti canavesani. Manos. bibl. naz. - Cro- di Monferrato a compenso della spesa da sopportarsi dal Co- nel 1250 una villa o castel franco (1). naca di Saluzzo di GIOFREDO DELLA CHIESA - Cronaca del mune gli permise la goldita di 100 giornate di beni ancora Monferrato di BENVENUTO DA S. GIORGIO. allora incolti nelle regioni Lusani, Fogliola ed altrove, regioni (1) CIBRARIO. Istituzioni della Monarchia di Savoia. Specchio (2) CIBRARIO. Il Conte Rosso. ora fertilissime. cronologico, p. 42. 28 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 29

Borgofranco, accennato nella dedizione delle terre difesa chiamata falsabraga o barbacane, ed il Alla faccia piana esterna delle torri si sostituì borgo. Era però prima d'allora cintato e con d'Ivrea al marchese di Monferrato nel 1278, venne nome di barbacana, rimasto a varie contrade o un saliente acuto, o viceversa ai puntoni o ri- porte, giacché nel 1361 i Cuorgnatesi chiudono costrutto dalla riunione dei comunelli Buo Quinto vicoli esterni dei nostri villaggi, ne prova l'esi- vellini addossati alla cinta si aggiunsero i fianchi; le porte agli ufficiali del Conte di Savoia che e Montebuono per tenere in freno i signori di stenza in antico. il rapporto fra le faccie ed i fianchi fu mutato accompagnavano Isabella figlia del Re di Francia, Settimo, di Pont S. Martin e di Vallesa; , I fossati furono tutti ricolmi coll' ingran- e le cortine divennero più lunghe. Cessate le per cui il Conte occupò Cuorgnè. oggetto di continue lotte tra Ivrea e Vercelli, dirsi dei borghi, ma ne abbiamo un tratto offese piombanti dall'alto delle mura, si dispo- Negli statuti di Valperga e della Castellata divenne pure borgo franco verso il principio del scoperto davanti alla porta N. 15 in via sero le mura stesse a scarpa dal cordone in del 1350 si fa cenno delle porte di Cuorgnè al secolo XIII. Giulio a S. Giorgio, del qual sono men- giù. Il recinto poi venne terrapienato, essendo cap. De exiundo portas Corgnati antequam Gli scrittori che si occuparono di alcuni vil- zionati i fossati all'art. LXV degli statuti del 1343. giocoforza formare piazzali per sostenere le ar- candela sit combusta : dove spiega che tutti gli laggi, studiarono la configurazione della cerchia Gli statuti di Agliè prescrivono delle pene per tiglierie e tirare con esse d'in su le mura ed uomini dai 15 ai 60 anni, quando sarà fatta la delle loro mura. Il professore Dondana ci dà chi avesse lasciato pascolare nel fossato delle inoltre perché dovendo resistere alle artiglierie grida di seguir le bandiere dei signori, devono quella di , Giacobbe quella di Caluso fortificazioni ; quelli di all'art. 48 pre- dell'offesa i recinti abbisognavano di rinforzo. presentarsi sotto le medesime antequam candela ed è da augurarsi che altri voglia occuparsi scrivono di non traversare i fossati; quelli di Le torri furono abbassate al livello delle mura si qua accensa fuerit et positam ad portam della propria terra e ce ne faccia conoscere la Favria del 1472 vietano di pescare nei fossati e col tempo si fece man bassa anche sui merli Corgnati sit combusta tota. primitiva topografia. dei fortilizi senza licenza dei consoli. non potendo essi resistere alle artiglierie e per- Dagli statuti di Barbania, risulta che essa Io ben vorrei qui descrivere la cerchia era ancora munito di fossato nel 1571, giacché chè le scheggie che vi producevano erano mi- aveva due porte con guardie speciali. Favria delle mura di S. Giorgio quale venne costrutta gli statuti del 15 agosto di quell'anno proibi- cidiali ai difensori ritirati dietro di essi. cogli statuti del 17 luglio 1472 prescrive l'ob- per editto del marchese Guglielmo di Monfer- scono a chiunque di passare i fossati della cinta. Le mura settentrionali d'Ivrea danno un'idea bligo della guardia diurna e notturna alle porte rato del 24 Settembre 1480, col quale ordi- Da atto 31 marzo 1357 risulta una differenza delle prime fortificazioni quando piccole spin- per turno a tutti gli abitanti. nava l'abbattimento delle antiche mura e che tra la comunità di Masino e per le garde, cerbottini, archibusi da posta, venivano Nel 1391 alli 16 marzo il Conte di Savoia fa si cingesse il borgo con mura, fossi e ba- mura della villa di Masino ed i fossati non che solo adoperati dai belligeranti; ma le colossali costrurre fortalicium supra unam portarum stioni acciò possa resistere agli assalti, alle forze pro eadem villa Maxini eiusque castro clau- ruine di quelle di Volpiano ci offrono esempio di per sicurezza del luogo e di Vial- alle insidie ed ai tentativi ostili, che per avven- dendis et infortiandis (1). delle fortificazioni che nel novembre 1555 si op- fredo, e Guidone Ravaisi di S. Morizio è incari- tura, stante la condizione dei tempi, avesse a sop- Al di là del fossato e pescanti in esso si in- posero agli assalti dei Francesi comandati dal cato della direzione. portare. Dette mura dovevano essere fatte secondo nalzavano le mura. Non è il caso di provarne maresciallo Brissac, fortificazioni che già ave- La forma e disposizione di queste porte ci è di- il disegno di apposita deputazione e con mattoni l'esistenza, in quasi tutti i documenti dei singoli vano sostituito quelle che esistevano quando nel mostrata da monumenti abbastanza ben conservati. ben fatti ed intonacati da buona calce sino alla comuni essendo esse ricordate; pur troppo però 1300 Pietro da Settimo al servizio del Marchese Il più bello ed il più completo esempio di porta concorrente di lire quattrocento mila, da sop- esse o furono demolite od adattate a muri pe- di Monferrato prese possesso del castello a nome torrita si ha ad OGLIANICO. (Fig. 1, 2, 3, 4, 5. portarsi da tutti gli abitanti del luogo, sia fo- rimetrali di case, bucandole per aprir finestre del suo signore. Tav. II). La torre è quadrata ed aperta verso l'a- rastieri o possessori di qualunque sorta di beni e ricoprendole d'intonaco. bitato : misura internamente metri 4, 83 di lar- nel territorio, eccettuati gli ecclesiastici ed i Le più antiche memorie sulle mura risalgono ghezza per metri 4,30 di profondità, fra muri nobili del luogo. al 1292, nel qual anno Filippo d'Acaja fece cin- III. spessi 0,95 costrutti con ciottoli di fiume, scheg- Ma il limitarmi qui alla descrizione di un gere di mura Caluso (2). gie e scapoli di pietrame. sol borgo escirebbe dal compito mio ; accennerò Le mura medioevali erano colle sole fonda- L'entrata nei borghi era praticata nella cinta Nel muro di facciata, che presenta una fronte solo che le mura di S. Giorgio esistevano ancora menta sotto terra e correva internamente una murale, ove esistevano le porte. Caluso aveva lunga met. 6, 75 si apre la porta arcuata della intatte verso la metà del cinquecento, poiché con or- banchina nella loro parte superiore per colloca- quattro porte, la Fanciana a ponente, la Crealis larghezza di met. 2,52 ed alta 3,30 con ac- dinato del 24 giugno si mandò a chiudere le porte mento dei difensori dietro ai merli. Tratto tratto a levante, la Canalis a giorno, e a notte la Tur- canto una pustierla pei pedoni, larga 0,72. della Riva e di Molinato, assestar i bastioni e le le mura erano interrotte da torri quadrangolari rifera o Vinealis, che era la maggiore e munita Tanto la porta quanto la pustierla erano mu- mura e mettere custodie alle porte, e con altro del o circolari, torrioni collocati specialmente agli di torre. nite di ponte levatoio girante su incastri in 27 Settembre 1550 si enuncia che fu ordinata la angoli congiungenti le linee e puntoni o rivel- Montanaro pure ne aveva quattro : quella di pietra e calettanti in corrispondenti incassature distruzione delle mura e porte, il che pare non lini il cui scopo era di fiancheggiare, cioè di- S. Nicolao, la porta del Ponte detta più tardi nel muro, nascondendo completamente le passate. si fosse totalmente fatto, giacché un ordine del fendere il piede del muro tra una torre e l'altra del molino, quella di Malgrato e quella di Sopra la porta si hanno due lunghe fenditure principe Tommaso di Savoia del 24 settembre mediante il trar di balestra, epperciò coll'inter- Borcanino. rettangolari verticalmente disposte larghe oltre 1641 mandò alle comunità di S. Giorgio, , vallo di non più di 46 metri tra le torri, corrispon- S. Giorgio ne aveva eziandio quattro. Dall'or- 30 centim. che servivano pel giuoco dei due , Lusiglié ed di ultimare la de- dente al tiro efficace della balestra stessa. Queste dinato 2 aprile 1486 si rileva come, essendovi bracci di leva (bolcioni) sporgenti fuor della molizione delle porte. offese unite a quelle piombanti, che appunto dai pericolo di guerra, si deputarono delle persone torre per sollevare il ponte, a questo collegati da speciali catene. Di dietro si apriva ancora Cingeva le mura spesso il chiuso cui si così detti piombatoi si gettavano dall'alto delle alle porte per custodirne l'ingresso ed in esse una porta in legno a due battenti, e ad un solo accedeva girando entro al tornafolle, cancello mura e delle torri, tendevano ad impedire lo sono nominate le porte di Platonia, Molinato, pella pustierla. La torre è divisa in tre piani, in legno che teneva luogo pei piccoli paesi del- stabilimento del nemico in vicinanza delle mura Ritania e della Riva detta anche del Borgno, il primo è a met. 3, 47 dal suolo, gli altri due l'antiporta murata che si costruiva pelle grandi od ai piè delle medesime per abbatterle con sita sulla strada al Convento a circa 130 metri sono rispettivamente fra loro distanti met. 4, 10. città. macchine o per darvi la scalata. dalla piazza. Il loro pavimento è in legno facilmente smon- Di chiusi limitati dallo steccato o palancato Introdottosi l'uso della polvere da fuoco la Cuorgnè, che aveva tre castelli, uno dei tabile nel frattempo in cui gli assalitori salissero fortificazione dovette subire una modificazione. Valperga, l'altro dei Silveschi di Salto ed il in legno e dal ciglio esterno del fossato non ri- sulle mura. Non ha aperture che all'ultimo terzo dei Dro o Droy o Droenghi di Barbania, mangono a noi reliquie di sorta. piano, le quali si potevano chiudere colle im- aveva pur le sue porte, e se ne ha il nome da Gli statuti di S. Giorgio però del 1343 al- poste di legno tenute in bilico su assi orizzon- (1) Stampato in Diplomata Comitum Valpergioe, Bibl. un ordinato del 1438 cioè : Pasquarolo, Carrera l'art. LIII, parlano dei tornafolli del villaggio. del Re. tali dette dai toscani ventiere e da noi mantelli. Talvolta questo chiuso era fatto di una forte (2) DELLA CHIESA. o carraia, Rivassola, Fontana ed Al piè del 4 80 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 31

Sull'angolo della torre si innalza ancora una a volta ad arco acuto dello spessore di quaranta tagliare, che il nemico non trovasse mai luogo la sollecitudine che mostrarono eziandio i co- bertesca o belfredo per speculare i moti del centimetri alla chiave e capace quindi di reg- ove nascondersi o stare in agguato. Per ciò e muni per la buona costruzione degli edifizi e per nemico sopraelevantesi di circa la quarta parte gere potenti macchine di getto. Questo secondo per essere le strade sempre strette e tortuose, l'abbellimento delle città. della torre e totalmente fabbricato in mattoni. piano è coronato di merli; ve ne sono tre per triste era 1' aspetto dei borghi, e più ancora di Allora le case si fecero a tre piani fuori terra, La porta, la pustierla e gli spigoli pel passaggio cadun lato, variando così l'aperta dall'uno al- quelli posti sulla cima dei colli o dei monti, stante la facciata di rado era arricciata, ma lasciava dei travi del ponte sono fatti con mattoni, il l'altro. Su questo piano se ne è ora elevato 1' ancor più limitata area che occupavano. Tali vedere la sua struttura ora completamente in resto è in pietrame. un'altro il quale venne ommesso nel disegno. dovevano essere nel Canavese Fontenedum, mattoni nei paesi di pianura, ora in ciottoli La torre sovrastante alla porta di , La torre era munita di ponte levatoio e di porta Barsan e Suana, che facevano parte dei vicani piatti di torrente a corsi generalmente inclinati interna. Suanenses in val Soana, Roveredum in riva e scompartiti ogni cinquanta o sessanta centi- Analoghe alla porta di Perosa sono le due all' Orco nei pressi dell' attuale , Ri- metri da correggie di uno o due corsi di mat- di ROMANO, colla differenza però che in queste parupta, Canava verso Cuorgnè e Cortereg- toni nei luoghi vicini alle acque, come si vede alla sommità i merli si gio presso S. Giorgio menzionati nel X secolo, in alcune case di Volpiano, ora completamente elevavano sur un' ar- e Vigolfo, Bedoledo, Mansilione, Macugnano e in pietrame massime nei paesi di montagna. cheggiatura sostenuta Misobolo, ancora in piedi nel XI secolo, e di- Spesso al piano terreno vi erano dei porticati ad da robusti modiglioni strutti nei secoli seguenti in un con Cozzadio, arco coperti od a solaio od a volta a crociera, in pietra, tra i quali Chalonghe, Giflenga, Anzasco, Livione, Suglaco, con robusti pilastri quadri o rotondi. — Sotto ai sono praticati i piom- ed altri che si trasformarono in altri comuni. E portici spesso vi era una cantina sotterranea, batoi. che veramente misere dovessero essere le casu- alla quale si discendeva per una scaletta che si Ho citate queste torri, pole che li componevano, deve dedursi dalla con- sviluppava tra i due pilastri esterni, ed il cui come le più complete e siderazione che nelle stesse città, pei privati, ingresso si chiudeva con un'inferriata orizzontale quali abbraccianti tutti tranne Venezia, non esistevano case sufficiente- e che si apriva girando su due cardini dal basso i particolari, che par- mente belle e comode. A Genova le case dei all'alto per permettere l'ingresso. Si possono zialmente si rinven- cittadini furono di legno fin quasi al XIII secolo trovare a Cuorgnè degli esempi di tali portici gono nei ruderi delle e pochissime, come scrive il Serra, di pietre e con cantine. torri di Caluso, Castel- mattoni. Quando si ricostrusse Milano dopo la Quando nei muri di facciata si aprivano bot- lamonte, Piverone e S. Martino. distruzione per opera del Barbarossa, le sole teghe, esse avevano una disposizione tutta loro case dei nobili erano in mattoni, quelle degli particolare, che ricorda quelle che si incontrano altri in legno, coperte di paglia. Nel 1175 in nelle rovine di Pompei. Esse erano generalmente IV. Asti, come scrive il cronista Ogerio Alfieri, solo larghe alla sommità met. 1.70 od 1.80 ed alte i nobili avevano le case fatte di pietra, le altre due metri ed in basso solo 0,80, la restante Varchiamo la soglia della porta ed entriamo erano di legno e tavole. Il Theitmari narrando parte rettangolare essendo otturata da un banco nel borgo. Quale spettacolo meschino e doloroso l'incendio di Pavia per opera di Arduino af- formato dalla stessa muratura coperto da una si offrirebbe ad un visitatore dei nostri tempi ferma che le case popolane erano coperte di lastra in pietra su cui disponevasi la mer- invece, è circolare e chiusa, dell'altezza di che si avventurasse nei tortuosi viottoli fiancheg- paglia; e solo nel 1288 gli statuti di Ferrara canzia. Tale apertura era poi chiusa da im- metri 24. È completamente costrutta di ciottoli giati da miserabili casupole, rifugio di una plebe prescrissero che le case si coprissero non di poste che si ravvolgevano in più parti su se con finestra in cotto a circa metà altezza ed oppressa ed avvilita, viottoli che costituiscono le paglia ma di tegole, e quelli di Casale ancora stesse. Nelle vecchie vie di Ivrea si trovano di aperture all'ultimo piano. vie principali dei primi borghi medioevali. In un nel secolo seguente davano delle disposizioni tali esempi. per le case coperte di paglia. Quella di (Fig. 6, 7. Tav. II) all'op- tempo in cui necessità ed unico ordine era la Alcune case avevano al piano superiore un posto ha molta analogia con quella di Oglianico, guerra, le abitazioni tutte manifestavano la dif- Nel Canavese poi Agliè aveva ancora delle balcone sporgente — lobia — in legno, i cui ma è chiusa tutto attorno, ed il ponte levatoio gi- fidenza nella quale principi, privati o monaci vi- case coperte di paglia nel 1448, giacché nello rava verso la campagna mentre la porta a due vevano, in tanto bollor di fazioni e di parti. Tutti statuto di quell'anno all'art. XVI vi è ancora la battenti chiudeva il lato verso l'abitato. La pianta nella casa non cercavano che un asilo, nè punto prescrizione di non far fuoco in quelle case interna di questa torre è un quadrato di lati 3, 75 ; si curavano di renderla confortevole ed elegante ; quando soffiava gran vento. la luce della porta è larga met. 2, 45 ed alta 3, 40, il popolo poi aveva appena quel tanto che fosse Col progredire dei tempi, acconciandosi la sul prospetto sonvi traccie di pitture del sec. xv, necessario per ripararsi dalle intemperie sfrut- società a modi più colti e civili, essendo sorti divise in scompartimenti. In uno di essi si ri- tato com'era e ridotto alla condizione la più servile. cittadini che il commercio e la fortuna avevano conosce un Cristo, sull'altro la Madonna col D' ordinario le case non avevano che tre ca- meglio favoriti, le case si partirono in mag- bambino in braccio e sotto di essi sonvi traccie mere, domus, la casa propriamente detta cioè gior numero di vani e più vasti, ed al di fuori, sbiaditissime di stemmi. la cucina, thalamus, la camera da letto, sola- come era possibile, si decoravano di facciate La torre della porta di PEROSA (Fig. 8 a 13, rium la camera superiore; quest' ultima spesso ornando gli stipiti delle finestre con mattoni Tav. II) ha pianta quadrilatera. Aperta essa pure mancava. — Erano isolate, basse quasi per dimo- sagomati od a fiorami e segnando esterna- verso l'abitato ha il muro esterno dello spessore di strar umiltà rispetto al castello, coperte di paglia mente la divisione dei piani con fregi e fascie, met. 1,10 ed i laterali di 0, 70. La porta ha una lar- od assicelle, con una porta sola assai bassa, e delle quali un bell'esempio si trova ad Ivrea nel ghezza di met. 2, 75 ed un'altezza di met. 2, 90 alla finestre piccole aventi per vetri tela oliata; non fianco del palazzo municipale, che è un resto del- chiave dell'arco acuto che la chiude. È divisa mai giardini, di cui le case dei villaggi son ora l'antica casa degli Stria, principalissima famiglia in due piani, il primo in legname a met. 4, 75 quasi tutte più o meno fornite. I cortili medesimi d'Ivrea, casa ove alloggiarono Amedeo VII ed dal suolo ; il secondo a met. 8, 50 dal suolo è erano poco spaziosi per evitare nel continuo bat- altri principi (Tav. III, Fig. 1, 2). Contribuì a ciò 32 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 33 modiglioni, pure in legno, sagomati od erano Guglielmo Valbertino di Candia, risulta rogato viottoli si ha a Perosa, in quel tratto che dopo Sono in pietra i capitelli variamente scolpiti. incastrati nel muro od erano formati dallo quest' atto in villa antiqua Macugnani subter la porta sale a sinistra verso il monte; ivi un Copre il porticato un solaio e tre aperture, due stesso prolungamento dei travi che formavano Ecclesiam dicti loci et prope puteum. portone e rade finestre al primo piano ren- laterali di botteghe ed una centrale d'ingresso il solaio della camera interna. — Di queste Non mancavano poi nei borghi i forni pub- dono la triste e povera apparenza di quei tempi sono nel muro interno, esso pure archeggiato come lobie ci parla l'Azario descrivendo l'assedio blici. Montanaro ne aveva uno solo, quello di andati. il porticato, ma con archi decorati con mattoni di Caluso nel 1342. Egli scrive che la gran Borcanino, ma S. Giorgio ne aveva tre, uno di Dei tratti poi di case si incontrano qua e ornati e sagomati. Ha poi un fregio a livello porta del torrione sulla via erta e ripida con- Piatonia presso l'attuale palazzo municipale, uno là nei villaggi. A Valperga, per esempio, si ha del parapetto delle finestre alla lor volta con- duceva direttamente alla piazza superiore del a Molinatto al capo occidentale della piazza Pe- un portone semicircolare largo 2,65 ed alto 2,84 tornate da stipiti ed archi acuti in cotto decorati. castello fra dirupi laterali e fra le case munite scatore, e quello di Ritania quasi di rimpetto alla chiave con una porticina accanto larga 0,87 Un altra casa assai completa esternamente di lobie. all'Albergo dell'Angelo. ed alta 1,15 alla chiave dell'arco; gli stipiti sono si ha ad Ivrea sulla piazza Marsala. E nel 1518 quando la popolazione di S. Gior- L' edifizio più importante poi del borgo era grosse pietre irregolari nella faccia verso il muro gio si sollevò contro i suoi feudatari ed as- la Chiesa. — La Chiesa era un luogo nel medio e con corsi in pietra nel volto. Salassa ha pure salì, invase e saccheggiò il castello, non tro- evo eminentemente popolare : le vendite, le do- una casetta medioevale con un sol portone al vando il loro agente Giovan Pietro Oddonino, si nazioni si facevano nell'atrio della chiesa. — In piano terreno con volto a pieno centro colle righe recarono alla sua abitazione e lo scoprirono na- chiesa si rappresentavano fatti dell' antico e del secondo i raggi fatte con la cazzuola per imitare scosto super lobiam. nuovo testamento, della vita e del martirio dei i corsi in pietra e con tre righe concentriche Vi sono dei casi in cui sul filo esterno del santi — Le ordalie, ossia quelle prove giudi- fatte nello stesso modo nella arricciatura; una balcone si innalzava un muriccio trattenuto da ciali per cui si faceva dipendere da meri ac- finestrella rettangolare si apre in alto a sinistra un'intelaiatura in legno che chiudeva così, allar- cidenti il criterio della verità, erano accompa- del portone e tre al primo piano. Sulla piazzetta gandola, la camera superiore oltre il muro pe- gnate da cerimonie religiose, e le prove si fa- della chiesa di Fiorano un gruppo di casette dal rimetrale di facciata, e ciò accadeva specialmente cevano d'ordinario presso la Chiesa. piccolo ingresso e brevi finestrelle sono pure anti- se la casa era con porticato a solaio. Castella- Due spesso erano le chiese, una situata vi- chissime case medioevali, le quali dal lato verso monte ci offre di tali esempi. cino al castello e serviva pei castellani e lor co- la pianura sono ancora ben conservate e mostrano Quando si soppressero i tetti di paglia, si co- loni e l'altra nel centro del paese a comodo della intatto il primitivo loro aspetto. Esse sono tre, prirono le case con tegole od ardesie sostenute popolazione; talora costituenti due parrocchie, ed coerenti l'una all'altra: le due laterali hanno da cavalletti in legno molto sporgenti e poggianti ancora oggidì ad , , Pont, finestre basse con arco circolare a monta ribas- esternamente su modiglioni in legno sagomati. , Strambino, il parroco al suo ingresso sata: quella centrale ha due finestre al piano Lo scopo della sporgenza era non solo di ri- piglia possesso delle due parrocchie riunite dopo inferiore e quattro fra loro rilegate ad arco se- parare dalla pioggia i viandanti, ma di difendere il feudalismo. micircolare al piano superiore. Nel triangolo le pareti esterne delle case, molte delle quali L'idea della Chiesa plebana ci è offerta mistilineo fra gli archi sono grossolanamente oltrechè di ornati in cotto erano decorate di di- dall' antica chiesa di San Martino. Una se- segnati nella muratura con mattoni dei finti merli. pinti. Servivano poi ancora a preservare dalle rie d'arconi a sesto acuto impostano su tozzi Questa casa centrale è in pietrame, solo la linea intemperie i panni che si facevano sciorinare su pilastri a base e capitelli sagomati, sui quali che termina il parapetto delle finestre all'ultimo bastoni poggianti avanti alle finestre su appositi poggiano i travi che sostengono i travicelli in- piano è formata da due corsi orizzontali di mat- ganci sporgenti conficcati nei muri. clinati, poi dei mattoni e finalmente le lastre toni racchiudentene uno a dente di sega; in Con beccatelli, archeggiatura e merlatura non in pietra. La chiesa termina in tre piccoli absidi mattoni è pure l'archivolto circondato da un arco finiva che qualche edifizio pubblico d'ordine ornati esteriormente di una cornice in mattoni semicircolare concentrico, pure a dente di sega, assai distinto, qualche casa di cittadini faziosi e con archeggiatura pensile. che risvolta poi orizzontalmente sino a raggiun- le torri, le quali spesso erano esse pure coperte Ci presenta poi un tipo della chiesa castellana gere l'arco della finestra successiva : lo racchiude da tetto molto sporgente. S. Lorenzo in castello a Settimo Vittone e S. Gior- poi un ultimo corso di mattoni in piano; si è Era ambizione dei potenti elevare altissime gio pure in castello a Valperga. — Ma di que- da questo corso che partono i beccucci dei finti torri fin dai tempi più antichi. S. Arialdo, par- ste due chiese parlai distesamente in un con tutti merli. lando il linguaggio cristiano al popolo di Milano, gli edifizi religiosi nell'altra mia monografia : Le Quanto a finestre decorate con stipiti, contro- nel 1076 diceva che stimava i più beati quelli prime chiese cristiane nel Canavese (1). stipiti ed archivolti in cotto sagomati ed ornati che potevano elevar torri. — Una torre ro- se ne incontrano in molti villaggi come a Ca- tonda ed una quadrata ci rimasero nell'interno a stellamonte, Montanaro, Favria, Oglianico, ma la Cuorgnè e ad Ivrea sussiste tuttora quella del casa più completa in ornati, almeno al piano vescovo. V. terreno si trova a Cuorgnè nella via Arduino Sulla piazza principale davanti alla chiesa, o (Tav. III, Fig. 8 a 14). Ha essa pure il portico davanti in due sole negli incrocicchi delle vie v'erano pozzi pubblici Una certa idea delle vie dei borghi me- Tale casa ha la facciata lunga metri 10,23 arcate ad arco acuto e due piani sovrastanti, il e nei paesi di montagna delle fontane d'acqua di dioevali ce la danno alcuni vicoli di Busano, con porticato davanti, formato da tre arcate, secondo dei quali ha il filo esterno del muro sorgente, che si conduceva mediante tubi di le- la piccola contrada del ricetto dietro il castello due laterali di circa tre metri caduna di lar- sporgente di alcuni centimetri sulla faccia del gno o di pietra e più tardi di ferro vuoto. Il ad Ozegna, sebbene molte case siano già trasfor- ghezza ed alte 3,20 alla chiave ed una centrale muro del piano inferiore mediante una frangia prof. Dondana nota un pozzo ampio e profondo mate, ma l'aspetto più completo di uno di tali larga solo met. 1,45 ed alta 2,75; gli archi di mattoni, che si ripete alla sommità per fare a Montanaro. Da un istrumento del 1329, citato acuti che li ricoprono sono impostati a met. 1,84 da cornicione. I mattoni che decorano le finestre dal Bolognino, d'infeudazione d'una parte di (1) Atti della Società d'archeologia e belle arti della dal suolo. I pilastri estremi sono larghi circa 0,80 sono assai originali. e della Torre fatta dal Conte San Martino d'Agliè a Provincia di Torino. Vol. V. e quelli centrali 0,60 circa collo spessore di 0,47. 34 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 35

zario chiama della Soana, dice essere con mirabil Masino; quel di Montalto quantunque sguernito » passato (1500) simili a questo di effetto se non VI. arte costrutto e contro il quale vano riusciva ed abbandonato avrebbe nondimeno potuto ancor » di titolo, si honorò con qualche lavoro benché ogni tentativo, essendo la costruzione di esso per giovare come alloggiamento a presidii, egual- » imperfetto, della novella architettura; e sopra Estrema risorsa alla resistenza negli assedi un miglio in ripa altissima e l'entrata fra mezzo mente che i castelli di , Tina ed Al- » '1 colle contiguo al castello e al fiume, fu di- stava il CASTELLO, abitazione del feudatario, alle rupi con una torre che sbarrando il pas- biano. Narra che era bastita in qua- » rizzato dagli Spagnuoli un angusto e trian- massa solida e forte che doveva poter sfidare saggio ne custodiva l'ingresso. drangolo non quadrato con baluardi negli angoli » golare forticello, chiamato il Maluicino ora il le varie macchine atte all'espugnazione e più L'assedio di Caluso fatto dal marchese Gioanni e mezze lune frammezzo che dietro a sè na- » castiglio, che nell'idioma del nome conserva tardi le armi da fuoco. Collocato per l'or- di Monferrato, narrato pure dall' Azario, ci indica scondono le porte e vi restava ancora in pié » la memoria dei suoi fabbricatori. Coprirono dinario in luoghi di difficile accesso, acqui- colà bastioni, porte, ponte levatoio del torrione; la circumvallatione lavorata dai Francesi » ancora la porta Vercellese con un'alto e forte sta poi ancora per arte quella forza che non l'assedio di Volpiano ci dimostra il castello cir- l'anno avanti. Ci offre poi una descrizione » caualliere; e poco appresso i francesi col bel- sempre consentiva la natura del luogo. Se condato da alte mura con merli ed altissima d'Ivrea che piacemi qui riportare siccome quella » louardo chiamato di S. Stefano, che nella pace nelle facciate degli edifizi religiosi si prodiga- torre in cui vigilava continuamente il torriere. che permette di raffigurarci quasi completamente » fu demolito, la fiancheggiarono verso la Dora : vano gli ornamenti, di questi si era estremamente Dai documenti riprodotti dal Bertolotti (1) la città nella metà del secolo XVII. » ma il rimanente maggior difesa non aveva parchi in tali costruzioni esposte ad assedi con- apprendiamo che Montanaro era terra murata « Sorge la città d'Ivrea su '1 vivo masso in » che un semplice recinto con rade torricelle tinui, per cui la eleganza sarebbe stata poco et ha torrioni fora de le mura che battono » figura di una distesa e torta piramide, che » ed alcun angolo irregolare. » d'accordo colla ruvida destinazione, ed inoltre dreto alle mura e che la rocha di questa terra » nel lato settentrionale, dove supera se mede- Chiama poi Castellaccio una « ruina immi- avrebbe cogli sporti e cogli ornati contri- è assai più forte che la lunga non demonstrava. » sima, ha la porta Augustana, la Vercellese nente alla sponda del fiume, che fu il Castello buito a renderli più accessibili. Se qualche Impariamo ancora che S. Benigno aveva mura » alla base e la Torinese nella sua cuspide, che di S. Maurizio, antico albergo dei marchesi di volta si usavano era per decorare i prospetti in- ben difese, e non aveva le mura tanto » col ponte domando quell'indomito fiume, di lui Monferrato. » terni ove le terre cotte ed i dipinti ornavano alte nè tanto gagliarde ma de fosso con l'acqua » si serve a rigirar le sue macine (1); e a pro- Più avanti discorrendo dell'assedio narra come le pareti che circondavano i cortili. L'architetto dentro e molto più forte ed aveva una torre » teggere le sue mura verso il meriggio. Ma davanti alla porta Torinese eravi « un piccolo non badava più che tanto ai comodi od alla seu forcia. Dalla relazione delle battaglie nella » da mezzanotte vien minacciata dagli alpestri sobborgo, che alquanto capace nel suo principio venustà dell'edifizio, sibbene specialmente ad guerra tra Francia e Spagna (2) non possiamo » e nudi monticelli della Stella, di S. Giuliano s'andava stringendo nella via pubblica incavata imprimergli potente forza di resistenza e capa- apprendere alcuna notizia sulla conformazione » e d'altri monti, distinti da brievi laghi ed nel sasso vivo: dal cui destro lato si mostra il cità di rifugio sicuro. dei castelli. Solo sappiamo che a Felletto eravi » alle Alpi onde nascono incatenati. Laonde a miracolo di S. Gaudenzio, ch'escluso dalla città, Spigolando fra i pochi documenti superstiti, una torre presa d'assalto dagli imperiali; che forte » tanta opportunità del sito il sito medesimo è quivi dormì: e dove dormì lasciò i vestigi della sebbene a tutto il XIV secolo si trovino ricor- castello era S. Martino e che nel 1552 i Fran- » grandemente importuno, et seben dagli antichi sua giacitura nella dura selce stampati. Sopra dati tutti i Castelli del Canavese, poche però sono cesi resero inespugnabile la torre Tellaria e de- » storiografi si numeri questa fra le quattro più questo sasso è fondato il Castelletto; ora piccol le notizie che ci diano idea della loro struttura. molirono la vicina torre Ferranda. Il De Boyvin » famose e forti piazze delle provincie traspa- palagio di piacere, ma stato nelle passate guerre Da un atto di divisione dei conti di Castella- poi ci dà un cenno sul castello di Volpiano » dane, nondimeno, cambiata la scola e gl'istru- un militar bastimento ; secondo dimostra il nome monte del 10 dicembre 1292 risulta che a e scrive. Il est cómme salis situé sur le pen- » menti dell'espugnare, fu giudicata men degna e il sito, opportunissimo per l'altezza a signo- e Lessolo vi era già un castello. È menzionato dant d'un coustau ayant sur icelurs un chasteau » di fortificazioni reali e lasciata nell'antica sem- reggiare il Borgo, la città e la via coperta di il castello di Barbania in atto 20 ottobre 1308 tout de brique: il n'est habitè que de gens de » plicità alla custodia del suo fiume e di un Cittadella (1). » e di nuovo in altro del 26 giugno 1318. Da atto labeur, garnys de fort bonnes murailles et » castello, che nel più eminente luogo par fab- 17 settembre 1323 appare che i signori di Mazzè fosses qui sont tous pleins d'eau et de bourbe. » bricato, più tosto per carcere che per sog- Premesse queste poche notizie, le uniche che avevano da poco costrutto presso Caluso un ca- Les boulevards en sont forte petits mais fort » giorno. Quinci nelle turbolenze del secolo si abbiano sui nostri castelli, passo senz'altro a stello detto Castellazzo. Nel 1325 alli 12 luglio grands a l'endroit du chasteau en forme de descrivere quelli che sono ancor degni d'esame Enrico di Vische dona al principe Filippo di tenaille. perchè non totalmente deformati dalle stranezze Acaja il castello di Barone. Nel 1374 il castellano » S. M.tà più volte connesso a li consuli comuni et homini dell'arte barocca. Il Tesauro narrando la guerra civile del » del locho di Uisca che douessino ruinar et spianare il re- di Lanzo va nella valle di Pont per distrarre 1641 nel Canavese (3) scrive che Vische era » cetto, torre et castello di esso luoco di Uisca acciò che li Salto e la torre dei Grossi. forte importante (4). era spalleggiato da, » inimici non habiano causa de mettersegli dentro per il che L'Azario poi che scriveva nel 1363 narra che eminente castello e nobil castello star pure a » uisto la negligentia et pertinatia loro di non uolere ube- il castello di Vische era cinto da alte mura; » dire et eseguire nostri mandati la qual cossa cede in gran- Castello di Montalto. » dissimo danno et preiuditio di S. M.tà. — Per tenor delle Rivarolo aveva due castella, ossia quello di Mal- » presenti et per l'autorità tenemo vi comettemo et espressa- grate con torre rotonda e mura, ed altro castello; (1) Spedizioni militari in Piemonte sconosciute o poco (Tav. IV, V, VI) note di Galeazzo Maria Sforza duca di Milano nell' Archivio » mente comandiamo a voj sindici, consuli et homini di detto quello di Montalenghe stava nel più eminente storico Lombardo del 1883. » luoco di Uischa che vista la presente senza dillatione al- luogo della pianura del Canavese ; quello d'Orio (2) CONTILE. Storia di Cesare Maggi — MIOLO di Lom- » cuna subito debiati ruinare et spianare del tutto il recetto » torre et muraglie di esso castello sotto la pena della di- Torreggiava il castello di Montalto all'imbocca- costituiva un unico grandissimo palazzo posto briasco, Cronaca — FRANCOIS BOYVIN , sieur du Villar, tura della valle di Aosta sopra una vetta acuta Histoire générale des guerres de Piémont Savoy Monferrat. » sgrazia regia et de essere messa a focho e sangue et con- sopra monte frammezzo a grandissimi fortilizi » fiscatione de vostri beni la qual esecutione vi sarà inre- e dirupata, bello e maestoso. con immensa spesa fabbricati ; il castello di Spa- (3) Campeggiamenti del serenissimo Principe Tomaso di Savoia descritti dal Conte e Cavaliere gran croce D. Ema- » missibilmente fatta. Comandando a gentil homini et a qua- Montalto col suo fortissimo castello dava il ratone presso Candia aveva grosse mura. Narra nuele Tesauro patrizio Torinese. Torino 1674. » lonche altro a che apertenerà che non habiano a molestar nome ad una piccola vallata, che estendevasi che il castello di Front era molto forte e che (4) Sebbene Vische fosse ancora in quei tempi forte im- » nè al presente nè per lo avenire a li detti homini per la » ruina del detto loco sotto la pena sopradetta. fin oltre Montestrutto, andando più tardi fino a presso Pont esistevano tre castelli, uno Cassarum, portante tuttavia non era più l'antico medioevale distrutto , e più tardi ancora fu compreso con ossia un recinto di mura a guisa di castello, nel 1543, come risulta dal seguente documento fornitomi dal- » Dat. alii 25 de luglio 1543. Signata LUDOUICO BIRAGO ». l'altro Castrum Thellarii ed un terzo in principio l'amico e collega Vayra. della vallata; il castello di Pertica poi a capo « Ludouico Birago S.or di Verrolengo, de S. M.tà, scu- (1) Altrove nota che cinque erano i molini natanti : tre (1) Un'incisione rappresentante la città d'Ivrea in gran » diero et colonnello et regio gubernatore di Chiuasso, infra il Ponte per mezzo al Convento di S. Francesco e parte conforme a questa descrizione trovasi nel Novum Thea- della valle di , che erroneamente l'A- » hauendo noj per grandissimo interesse et seruitio de due di sopra al ponte. trum Pedemontii et Sabaudiae 1726. 36 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 37

Ivrea nel Canavese. Spettava al Vescovo, che con mazzette di 0, 35, il muro di cinta che lo compongono tutte a volta, di cui la più ampia Per la ricchezza degli elementi decorativi, spic- davane i castelli in feudo a chi meglio conve- rilega ai portoni seguenti è spesso 0, 75, prati- misura 127 met. q. La quinta camera è quella catamente caratteristici della architettura del nivagli. Vari signori di Montalto collegati con cabile alla sua sommità ed avente una pustierla quasi sotterranea del mastio. Si sale al piano no- quattrocento sotto l'influenza potentissima dello quelli di Settimo Vittone la facevano da masna- di soccorso vicino all'ingresso larga solo 64 c.mi. bile, alto met. 7, 13 sul terreno, mediante ripida stile gotico, si presterebbe assai ad un intelli- dieri profittando della posizione dei loro castelli Il cassero è un irregolare quadrilatero, le cui scala esterna a tre rampe, la prima normale al gente ristauro. su passaggio assai frequentato dai commercianti. due dimensioni medie sono met. 54 e 32. I muri fabbricato e le due altre consecutive interrotte Il fabbricato medioevale nascosto dietro il In diplomi del xIII secolo si trova frequente perimetrali in pietrame hanno lo spessore di da un ripiano. castello moderno del conte di Villanova ha quasi menzione dei signori di Montalto. Il Vescovo met. 1,45 in media alla base e terminano collo I gradini della scala sono di c.tri 32 di pe- intatti i prospetti verso i cortili, decorati con infeudò il castello nel 1230 ai Solerio, nel 1318 spessore di met. 1, 10 alla sommità. Dal piano data per 24 d'alzata e larghi 1,45. Dava accesso finestre ad ornati in cotto ; una torre rotonda in lo concedeva in enfiteusi perpetua a Roggero fu della soglia del portone al cammino dei merli si a diverse altezze al mastio ed alle camere, era mattoni, essa pure ornata, — contiene una Ruffo Taglianti e ad Ubertino fu Fucio della hanno metri 13,75. I merli (Fig. 3, 4 tav. VI) sono in chiusa dopo la prima rampa ancora da una porta bella scala a chiocciola ; la sua porta si chiu- Stria. Troviamo nei documenti storici che Amedeo mattoni ed a coda di rondine, dello spessore di e terminava al salone baronale. deva con una saracinesca di cui si vede an- di Savoia alli 28 marzo 1344 comprò il Castello c.mi 38 e della larghezza di m. 1,10 con l'aperta di Questa è la camera principale del castello cora il posto del suo maneggio. — Interes- da Manfredo ed Armando fu Emanuele di Mon- eguai dimensione. Sono alti 90 c.mi sino al prin- dove il signore si mostrava agli ospiti nelle più santissimo poi è il soffitto del salone baronale talto al prezzo di lire 1400 imperiali. Da una cipio dei beccatelli, alti alla lor volta 0, 67; il solenni occasioni. — Essa è un quadrilatero dai che è un solaio dipinto a cassettoni, ognuno dei investitura data da Amedeo di Savoia nel 1403 parapetto che li rilega è di un metro d'altezza lati in media 15,80 per 9,35. Molta luce vi pe- quali contiene una testa coi costumi del tempo. il castello risulta infeudato ai fratelli Giordano e poggia su archetti di 0,30 di raggio impo- netra dalle finestre larghe 1,32 ed alte 2,35, che Il castello ora è abbandonato completamente. di Bard, che per molti anni dopo sempre lo con- stati su tre ordini di modiglioni in pietra larghi nella strombatura hanno un sedile per parte in servarono, finchè, essendosi estinte le famiglie 0, 30 e di 1, 50 d'altezza e sporgenti 70 c.mi; muratura, larghi ed alti 0,50, lunghi 0,62, solle- dei signori di Montalto, Vittorio Amedeo II do- rimangono così degli spazi vuoti tra i modi- vati su un gradino di 35 c.tri. — Pare fossero nava, addì 30 agosto 1712, il feudo comitale di glioni di lm 00 per 0, 35 costituenti i piombatoi. La bifore con colonnina e decorate esternamente Castello di Ozegna. Montalto al barone Filiberto Antonio di Valesa, strada di ronda al livello della merlatura resta con stipiti in pietra. Un immenso camino largo dai discendenti del quale passava poi per via di larga 0, 75 e su essa viene a defluire l'acqua 2,90 ad ali con cappa sporgente si eleva in una (Tav. IX e X, Fig. 1 a 4) nozze al conte di Guarene (1). Ora il castello del tetto. Tale cammino dei merli è interrotto parete; un cesso largo appena 0,63 e profondo appartiene al Cav. Ing. Severino Casana. ai quattro angoli da tre belfredi circolari e da 80 c.tri con sedile largo 34 c.tri è tagliato in un Io non so con qual fondamento il Baldassano Il castello era già assai guasto nel 1661 una torre rotonda che discende sino a terra. I angolo nel muro; nell' angolo adiacente havvi un nella storia di S. Maurizio dica Ozegna fondata e si ebbe ancora gran crollo in quel tempo du- belfredi sporgenti dal vivo del muro hanno orinatoio per uomini, costituito da una vaschetta da un Eugenio tiranno nel 394; quel che è certo rante la guerra civile; tuttavia potè ancora al- met. 2, 65 di diam. e la torre met. 5, 10. Essi in pietra. Tali luoghi, che noi ora chiamiamo si è che nel" 882 Ozegna venne da Carlo il loggiare numeroso presidio lasciatovi dal D'Har- si innalzano di met. 6,60 sul cammino dei merli, di decenza ed allora erano semplicemente d'uso, Grosso donata alla chiesa di Vercelli, dalla quale court. E davvero poteva essere stanza a nume- divisi in due piani, il primo in legname a 2, 90, hanno la canna che si scarica tosto libera- fu tolta da Arduino per donarla a quella d'Ivrea, rosi soldati essendo uno dei più vasti castelli ed il secondo a volta emisferica, con un'apertura mente all' esterno. — Il salone era alto 5,50 da che l'infeudò ai S. Martino. — Morto nel 1257 forti che ci rimangano. pel passaggio al pavimento superiore al quale piano a piano, il pavimento era in semplice Guidone senza prole, passò ai conti di Valperga Lasciate a sinistra alcune annerite mura con si arrivava con una scala a piuoli. La torre e smalto di calce e ghiaia ed il soffitto era a so- signori di . — Vessati gli abitanti nelle merli, che formavano un piccolo fortilizio avan- le torricelle si potevano attraversare passando laio in legno i cui travi erano sostenuti da men- guerre dei feudatari, si sottoposero a Gottofredo zato di difesa, per erto e ciottoloso viottolo si per due porticine che all' occorrenza si chiu- sole in pietra. Le altre camere di minor dimen- di per avere protezione, ed egli accettò sale al castello. devano ed intercettavano il passaggio. sione sono presso a poco come il salone, esse purché gli Ozegnesi ampliassero il castello ed Non si arriva al portone principale che dopo Torreggia su tutto il castello il mastio, torre pure con camino, cesso ed orinatoio. erigessero un fortilizio cinto da solide mura. Nel aver oltrepassato tre altre porte rilegate fra loro alta e quadrata di m. 8 per 9,20 di lato a più piani Una scala chiusa applicata in un angolo del 1432 le fortificazioni erano compite e sostennero da un forte muro esterno al cassero lungo met. in legno con scala interna, colla quale si saliva cortile è opera posteriore all' impianto generale nel 1433 l'assedio che per ordine di casa Savoia 36 circa. Non aveva ponte levatoio, nè saraci- alla strada di ronda. E terminata da una mer- del castello, sebbene essa pure di epoca medio- pose loro Teobaldo di Avanchier, che da quella nesca, ma tutte le porte erano chiuse da im- latura liscia e da una volta in cui stava la ve- evale. Le facciate verso il cortile terminavano ebbe poi in feudo il borgo espugnato. — I figli di poste ferrate, giranti in due battenti su cardini detta. Di lassù si può abbracciare di un sol colpo sotto il tetto in un cornicione di mattoni varia- Teobaldo vendettero Ozegna ai conti d'Agliè, ai in ferro, alcuni dei quali rimangono ancora for- d'occhio, in tutta la sua imponenza, il forte ca- mente disposti e decoravano le finestre e porte quali rimase, finché, passata per via di donne ai temente confitti nel muro ; la chiusura delle im- stello. ornati in cotto. Solo il mastio aveva finestre a conti Parpaglia di Revigliasco, fu alienata nel 1657 poste veniva poi assicurata mediante sbarre che Rimane ora lo scheletro merlato invaso stipiti in pietra con inferriate. al conte Filippo S. Martino d'Agliè, marchese di si infiggevano orizzontalmente nell'interno in ap- da una selvatica vegetazione col casotto del S. Germano. I suoi successori la vendettero poi posite buche praticate negli squarci. portiere a sinistra dell' ingresso, la cappella a a Carlo Emanuele III di Savoia, che ne formò Il primo portone arcuato è largo met. 1, 98 destra, ora riformata, lo spazioso cortile con pozzo un appannaggio pel suo figlio Duca del Chiablese. ed alto 2, 35 ; torreggia su esso una merlatura e le rovine di un lungo fabbricato a due piani, Castello di Strambino. Ora il castello appartiene al Duca di Genova, con sottostante archeggiatura pensile; dietro forse la caserma, e finalmente gli appartamenti padrone anche del vicino castello d'Agliè. alla merlatura corre un ripiano a quattro metri del signore. (Tav. VII, VIII) Le antiche fortificazioni sono scomparse, delle dal suolo, accessibile mediante alcuni gradini Presa così un' idea generale del fabbricato, costruzioni medioevali rimane il corpo princi- tagliati nel muro di cinta. Una feritoia centrale entriamoci. Le camere al pian terreno sono Se le robuste mura del castello di Montalto pale del castello con porticato verso il cortile permette al guardiano di speculare all'esterno. a differente livello tra loro, avendo il co- ci conservarono il rozzo ed imponente aspetto ed una bella torre rotonda. La parte occidentale Lo spessore del muro del portone è di met. 0, 95 struttore secondato le accidentalità del sotto- dei manieri medioevali, quello di Strambino è è d'epoca posteriore. suolo roccioso e quindi raccordato mediante gra- un prezioso esempio della eleganza che in epoca La parte più antica ha al pian terreno am- (1) BERTOLOTTI. Passeggiate nel Canavese. dini i pavimenti delle quattro camere che lo posteriore presentavano i castelli del Canavese. pie sale con immensi camini e soffitti a solaio 5 38 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 39

dal capitolo, per 2234 fiorini d'oro, alcune case in legno sostenuto da mensole pure in legno sa- tembre il vescovo d'Ivrea imponeva a Corrado vicino alla cattedrale e per 350 0 il palazzo di gomate, ed altrettante camere al piano supe- di Settimo di rispettare i Vercellesi che transi- Castello d'Ivrea. Giorgio Solerio suo gran cancelliere, che furono riore dai piccoli ingressi con bellissime finestre tavano pella vallata e di non esigere dazio pelle abbattuti. decorate verso notte. Il porticato ha colonne in pietre dei molini che i Vercellesi producevano. Nella guerra del tuchinaggio Ivrea ebbe Non fu possibile trovare chi ne abbia dato muratura con capitelli cubici su cui girano delle A giudicare dagli sparsi ruderi di muri di a provare gravissimi danni, avendovi preso il disegno, o diretto la costruzione; certo però arcate a segmenti di circolo di 3,30 di corda fondazione, il castello di Settimo doveva essere parte tutti i suoi patrizi. Ma ben più deplo- è uno stupendo esempio della severa eleganza per 90 c.tri di saetta coronati da un fregio a li- amplissimo con una delle più antiche cappelle revoli sarebbero stati i danni che avrebbe dei tempi di mezzo. La pianta della rocca vello del parapetto in mattoni parte ornati e che descrissi ed illustrai nel mio opuscolo sulle parte sagomati. — La galleria del piano terreno chiese del Canavese. Ora del castello ci rimane è a volta e quella del piano superiore è a solaio, una torre, tre camere al piano terreno, tre al sorretta da colonnette in legno di trentasette primo piano ridotte a casa colonica con scala centimetri di diametro. esterna. Un salone al primo piano è dipinto a rombi azzurri e bianchi chiusi in alto da una fascia in rosso vivo sormontata da un fregio for- mato da un festone a righe azzurre con una pal- Castello di Settimo Vittone. metta in ogni concavità. Eleganti sono le deco- (Tav. X, Fig. 5 a 8) razioni delle finestre. Esse sono a sesto acuto con stipiti a gusci e dentelli diagonalmente disposti fra loro, inquadrati in una modanatura a dentelli Vuoisi, senza fondamento di sorta però, che terminante in alto in una fascia orizzontale a Settimo Vittone fosse corte di Anscario marchese rosette, lasciando poi i triangoli mistilinei la- d'Ivrea sullo scorcio del nono secolo. Le noti- terali in mattoni lisci in piano; il parapetto ha patito questa città, ove i Vescovi non avessero zie più antiche risalgono al 1193 in cui alii 23 set- un'archeggiatura trilobata sorretta da mensoline. interposta la provvida opera loro, onde amman- sare gli animi inviperiti dei cittadini rimet- tendo parte dei loro diritti. Il Vescovo Palaino Avogadro nel 1337, cedette, a titolo di permuta, al Conte Amedeo VI di Savoia i diritti che aveva come Vescovo fin dal 1003 sopra i castelli di Chivasso, S. Giorgio, Ozegna, ed Orio. Il suo successore Giacomo de Francisco savoiardo d'origine, già monaco cistercense ed abate di Al- tacomba cedeva il 9 gennaio 1357 allo stesso conte Amedeo le ragioni competenti al suo Vescovado sopra i luoghi di Montestrutto, , Set- è un trapezio colle due dimensioni massime timo, Cesnola, , su tutta la valle di di met. 48 per 53, gli angoli penetrano in Valesa e , Montestrutto, Montalto, con quattro alte torri merlate. — Doveva avere dal monizione a tutti i sudditi ed abitanti dei sud- lato dell' ingresso almeno il fossato, essendovi detti luoghi di riconoscere detto principe per traccie di ponte levatoio con pustierla. Sulle mura loro signore. correva poderoso cornicione con merlatura soste- Entrato Amedeo VI in Ivrea venne accolto nuta da archeggiatura che poggia su triplice colle dimostrazioni che convenivano ad un tal ordine di modiglioni in pietra. principe ; li uomini d'Ivrea giurarono a lui Di quel castello non rimane che il cassero e solo fedeltà, e la città stabiliva che tanto il le torri circolari, delle quali una fu mozzata dallo podestà che i consiglieri e credendarii dovesser scoppio della polveriera ivi stabilita, avvenuto per prima di prender possesso, giurare che non caduta del fulmine il 17 giugno 1676. I vari piani si costruisse alcun edifizio sulla rocca di S. Mau- della torre sono praticabili mediante scala in rizio, ove sorgeva l'antico castello abbattuto dai muratura tagliata nello spessore dei muri. Le cittadini, e stabilirono che il giudice nel pren- finestre sono tutte alte dal suolo e rade, una fra gli serve di piedestallo. — Era feudo d'un conte der possesso del suo uffizio dovesse portarsi le altre è spartita da un' esile colonnina con ar- di S. Martino. Castello di . a cavallo colli rettori e consiglieri della città, cheggiatura gotica. Le antiche costruzioni che Varcata la soglia del portone appare un cor- ove esisteva il diroccato castello ed ivi, fattane racchiudevano le abitazioni furono tutte demo- tile umido e fosco d'un aspetto strano e mi- staccare una pietra con un martello dal manico lite per lasciar posto a nuove case che servirono Poco lungi dal ponte così detto dei Preti, sterioso. Traccia d'arconi al piano terreno, coperto di velluto cremisi, la gettasse nella Dora di prigioni di Stato per i giovani discoli sino sulla sinistra sponda della Chiusella sorge il ca- ora otturati, dei ballatoi con modiglioni in legno pronunciando le parole: in spretum marchionis al 1850, poscia a casa di relegazione e final- stello di Strambinello, che cito come esempio di sconquassati, alcune finestre a stipiti in mattoni Montis ferrati. Amedeo VI, privo del castello an- mente dal 1861 fu destinata a carcere giudizia- piccolo maniero. All'esterno ha più l'aspetto sagomati ricordano l'abitazione medioevale. Ora tico, fece costrurre quello delle quattro torri, di cui rio a cui le mura perimetrali servono di cinta. di un cascinale che di una dimora feudale. Il il portico è trasformato in stalla ed i saloni su- conservasi tuttora il recinto, comprando nel 1357 torrente lambisce il piede del promontorio che periori servono alle provvigioni pel bestiame. 40 ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO ATTI DELLA SOCIETÀ DEGLI INGEGNERI E DEGLI ARCHITETTI IN TORINO 41

nale suo primitivo impianto, e le torri che te- tragone al tempo grandeggiano a ricordo dei VII. castelli di Pont, Salerano, Colleretto — Parella, Ho discorso dei castelli che possono interes- ELENCO DEI SOCI sare l'artista per un complesso di reliquie degne AL 31 DICEMBRE 1889. di studio. Ho tralasciato di dire del castello di Pavone, siccome quello che presentando ancora

Onorari.

1 391 BRIN S. E. Comm. Ing. Benedetto, Direttore generale del Genio Navale, Ministro della Marina ROMA. 2 9 FOSCOLO Ing. Cav. Professore Giorgio Via Bogino, 21. Via dei Mille, 24. Candia e del Castellazzo di Rivarolo. — Lascierò 3 356 GRANDIS Comm. Ing. Sebastiano 4 383 MENABREA S. E. Federico, Marchese di Valdora, tenente generale, poi di occuparmi delle poche e cadenti mura che PARIGI. rimangono dei castelli che si formarono nei due ambasciatore d'Italia 5 267 Rossi Comm. Alessandro, Senatore del Regno secoli precedenti al nostro coll' adattare le anti- SCHIO. (Vicenza) che mura o ricostruendoli di sana pianta, perchè 6 107 SCHIAVONI Comm. Federico, Professore di Geodesia teoretica nella R. Università di uscirei dal compito mio. NAPOLI. 7 108 TURAZZA Comm. Domenico, Professore e Direttore della R. I nuovi castelli, sparsi sulle ubertose colline, Scuola d'applicazione per gli Ingegneri in . ultimi contrafforti di quella porzione delle Alpi, PADOVA. i resti di varie epoche invogliò il comm. D'An- che staccano limpidamente sull' azzurro del bel drade a farne un ristauro e quindi basterà ri- cielo canavesano, tra la Ciamarella ed il Mon- Effettivi residenti. cordarlo perchè non sia dimenticato fra i mo- barone, sono spogli della ruvida ma forte e ca- numenti medioevali del Canavese. Gli studiosi di ratteristica poesia dei manieri medioevali. In 1 384 Albert Ing. Alfredo Via dell' Ospedale, 11. cose antiche, visitandolo potranno apprezzare e alcuni di essi tuttavia, qua una finestra archiacuta 2 170 Allasia Comm. Ing. Piliberto Piazza Vitt. Eman. I, 10. gli avanzi degli antichi tempi e l'opera intelli- in terra cotta, là un fregio, un dipinto sbiadito, 3 361 Amoretti Ing. Paolo Via Giannone, 18. gente del ristauratore. Il Castello di Malgrà a un gran pezzo di muro rammentano l'antica 4 337 Antonelli Cav. Ing. Costanzo Via di Vanchiglia, 11. Rivarolo colla sua porta e postierla con dipinti, primitiva costruzione uscita dalla mente d'uomini 5 144 Banaudi Comm. Ing. Carlo, Ispettore Capo del Genio Civile Via Alfieri, 19. sebbene abbia ancora qualche resto interessante, che, sotto il titolo modesto di maestri muratori, 6 217 Bass Cav. Ing. Vittorio Corso V. E. II, 78. 7 399 Bellia Ing. Giuseppe Via Corte d'Appello 9. è assai deformato. Il temuto maniero d'Arundello furono sovente valenti architetti ed in tempi di 8 395 Belloc Ing. Luigi Via Arsenale, 17. oppressione e di barbarie seppero trasfondere in su quel di Pecco, che i Tuchini diroccarono 9 341 Berra Ing. Cesare, Industriale Via Principe Tommaso, 31 facendo vendetta dei baroni, è ridotto ad un nelle loro opere potenza d'ingegno e squisito 10 114 Berruti Comm. Ing. Giacinto, Direttore del R. Museo Industriale cascinale. Non rammenterò che di passata il senso dell'arte. Italiano Via dell' Ospedale, 32. piccolo maniero d' isolato nei campi, Via Mazzini, 50. Ing. C. BOGGIO. 11 401 Bertinaria Ing. Giuseppe quello di Villacastelnuovo che conservò l'origi- 12 264 Bignami Cav. Ing. Orlando, Direttore della Ferrovia Torino - Ciriè- Lanzo Via al Ponte Mosca, 4. 13 258 Bobbio Ing. Vittorio, Capo Riparto del Servizio della Manutenzione nelle Strade Ferrate del Mediterraneo Corso Re Umberto, 17. 14 260 Boella Cav. Ing. Francesco, Direttore della Società Italiana per Via Silvio Pellico, 8. il Gas Via Milano, 3. 15 311 Boggio Cav. Ing. Camillo 16 342 Bolzon Ing. Giuseppe, Assistente alle Cattedre di Meccanica applicata e Idraulica, e d'Economia ed Estimo rurale alla R. Scuola di ap- plicazione per gli Ingegneri, in Torino Corso V. E. II, 44. 17 398 Bon Ing. Giuseppe Via Fabro, 3. 18 307 Bonelli Ing. Enrico, Professore incaricato di meccanica applicata presso il R. Museo Industriale Italiano Via Sacchi, 18. 19 24 Borella Comm. Ing. Candido Via dell'Ospedale, 48. 20 388 Borgatta Ing. Vincenzo Via Saluzzo, 3. 21 296 Borzini Ing. Emilio Via Orto Botanico, 30. 22 360 Borzone Ing. Francesco, Applicato al Servizio del Materiale nelle Via Santa Teresa, 15. Strade Ferrate del Mediterraneo 23 251 Brayda Cav. Ing. Riccardo, Assistente alla Cattedra d'Architettura Via Siccardi, 2. nella R. Scuola di applicazione per gli Ingegneri, in Torino Corso S. Maurizio, 75. 24 173 Camperi Ing. Giacomo 5