IPA Dolomiti Venete 2008-2010

2. DESCRIZIONE DELLA SITUAZIONE ATTUALE 2.1. Definizione dell’area di intervento La proposta di intesa programmatica dell’area della Dolomiti Venete riguarda 28 comuni inte- ramente montani della provincia di , coincidenti con l’ambito amministrativo delle tre Comunità Montane “Agordina”, “della Valle del ” e “ Longaronese Zoldo”, istituite dall’articolo 2 della legge regionale 3 luglio 1992, n. 19 e s.m.i., in base a criteri di omogeneità territoriale, economica e sociale:

N. Codice ISTAT Comuni Fondi strutturali comunitari 2000-2006

Comunità Montana Agordina

1 025001 Obiettivo 2) 2 025003 Obiettivo 2) 3 025023 Canale d’Agordo Obiettivo 2) 4 025010 Obiettivo 2) 5 025014 Obiettivo 2) 6 025019 Obiettivo 2) 7 025025 Obiettivo 2) 8 025027 Obiettivo 2) 9 025030 Livinallongo del Col di Lana Obiettivo 2) 10 025043 Obiettivo 2) 11 025044 Obiettivo 2) 12 025049 Obiettivo 2) 13 025054 Obiettivo 2) 14 025059 Obiettivo 2) 15 025062 Obiettivo 2) 16 025067 Obiettivo 2)

Comunità Montana della Valle del Boite

17 025007 Obiettivo 2) 18 025013 Obiettivo 2) 19 025016 Cortina d’Ampezzo - 20 025051 - 21 025066 Obiettivo 2)

Comunità Montana Cadore Longaronese Zoldo

22 025009 Obiettivo 2) 23 025024 Obiettivo 2) 24 025031 - 25 025035 Obiettivo 2) 26 025057 Obiettivo 2) 27 025068 Obiettivo 2) 28 025069 Zoppè di Cadore Obiettivo 2)

Dei 28 comuni complessivi, 25 sono interamente classificati dalla decisione della Commissione delle Comunità europee 2000/530/CE del 27 luglio 2000, come “ zone rurali in declino ”, am- missibili all’ obiettivo n. 2 dei Fondi strutturali comunitari per il periodo 2000-2006, ai sensi dell'articolo 4, paragrafo 6, del regolamento (CE) n. 1260/1999.

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Inoltre, tutti i 28 comuni sono totalmente delimitati dal Piano di sviluppo rurale 2000-2006 del- la Regione del come “ zone agricole svantaggiate di montagna ”, in base all’articolo 55, comma 4 del regolamento (CE) n. 1257/1999 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del FEAOG.

L’area delle Dolomiti Venete nella provincia di Belluno

2.2. Diagnosi territoriale

2.2.1 Territorio e ambiente L’area delle Dolomiti Venete é situata nel Veneto nord-orientale, nella parte settentrionale della provincia di Belluno e confina a ovest e a nord con le province di Trento e di Bolzano, a est, con la provincia di Udine della Regione Friuli Venezia Giulia e a sud con la Valbelluna. Essa copre una superficie complessiva di 1.395,0 kmq, pari al 38% della superficie provinciale e a circa l’8% di quella regionale.

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I comuni della Comunità montana Agordina occupano il 47% della superficie territoriale totale, quelli della Comunità montana della Valle del Boite il 30% e i comuni della Comunità montana Cadore Longaronese Zoldo il rimanente 23%. Cortina d’Ampezzo è il comune che ha la maggiore estensione territoriale ed occupa oltre il 18% del territorio di riferimento; ultimo per estensione, il comune di Zoppè di Cadore, che ne occupa poco più dello 0,2% (4 kmq). La caratteristica fondamentale dell’area è costituita dalla sua morfologia montana, caratterizza- ta dalla presenza della catena montuosa dolomitica: si tratta della porzione dolomitica centra- le, con cime di rinomanza internazionale quali la Marmolada, il Pelmo, il Civetta, le Tofane, l’, il Cristallo, il Sorapis, oltre a valli e ambiti di eccezionale valore ambientale e pae- saggistico.

Comunità Montane e Comuni Superficie in kmq Zona altimetrica (*) Altezza sul livello del mare (mt) (**) Comunità Montana Agordina Agordo 23,7 M 611 Alleghe 29,8 M 979 Canale d’Agordo 46,1 M 976 Cencenighe Agordino 18,0 M 773 Colle Santa Lucia 15,2 M 1.453 Falcade 53,1 M 1.137 Gosaldo 48,9 M 1.141 La Valle Agordina 48,7 M 800 Livinallongo del Col di Lana 99,1 M 1.475 Rivamonte Agordino 23,2 M 973 Rocca Pietore 76,0 M 1.143 San Tomaso Agordino 19,2 M 1.081 Selva di Cadore 33,1 M 1.335 Taibon Agordino 89,9 M 618 Vallada Agordina 13,2 M 969 Voltago Agordino 23,0 M 858 Comunità Montana della Valle del Boite Borca di Cadore 27,0 M 866 Cibiana di Cadore 21,7 M 985 Cortina d’Ampezzo 254,4 M 1.211 San Vito di Cadore 61,6 M 1.010 Vodo Cadore 46,9 M 901 Comunità Montana Cadore Longaronese Zoldo Castellavazzo 18,8 M 498 Forno di Zoldo 79,7 M 848 Longarone 103,5 M 490 Ospitale di Cadore 40,1 M 473 Soverzene 14,8 M 424 Zoldo Alto 61,9 M 1.177 Zoppè di Cadore 4,4 M 1.460 Totale Dolomiti Venete 1.395,0 - Fonte: ISTAT – 14° Censimento generale della popolazione e delle abitazioni - Anno 2001 (*) P = Pianura C = Collina M = Montagna (**) I dati sono forniti dalla Provincia di Belluno e si riferiscono all’altezza calcolata presso la sede legale del Comune.

Il pregio naturalistico dell’area è opportunamente riconosciuto anche dalla pianificazione nazio- nale, regionale e locale, che prevede la tutela di vaste parti del territorio mediante l’istituzione di aree naturali protette in base alla legge 6 dicembre 1991, n. 394 “Legge quadro sulle aree protette”. L’area delle Dolomiti Venete vede, innanzitutto, la presenza di due parchi naturali: 1. il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi , istituito con decreto del Ministero dell’Ambiente del 20 aprile 1990. Con D.P.R. del 12 luglio 1993 è stato, invece, istituito l’Ente Parco. Il Parco,

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che ha una superficie di circa 31.512 ettari, si estende sul territorio di 15 comuni della pro- vincia di Belluno, cinque dei quali compresi nell’area delle “Dolomiti Venete”: Forno di Zol- do, Gosaldo, La Valle Agordina, Longarone e Rivamonte Agordino; 2. il Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d’Ampezzo , istituito con legge regionale 22.03.1990, n. 21 e gestito dalla Comunanza delle Regole d’Ampezzo, si estende su un’area di 11.320,00 ettari, a nord del centro abitato di Cortina d'Ampezzo.

I parchi istituiti nell’area delle Dolomiti Venete

Le riserve naturali statali inserite nel 5° Aggiornamento dell’elenco ufficiale delle aree naturali protette, approvato con Delibera della Conferenza Stato-Regioni del 24.7.2003, pubblicata nel Supplemento ordinario n. 144 alla Gazzetta Ufficiale n. 205 del 4.9.2003, sono quattro:

Riserva naturale Comuni Soggetto gestore Atto Superficie Tipologia interessati istitutivo (ha) Monti del Sole Rivamonte Ag. Ex Azienda Statale DM 29.12.75 3.032,00 Riserva Naturale Bioge- Foreste Demaniali DM 2.3.77 netica Piani Eterni – Errera – Gosaldo Ex Azienda Statale DM 29.12.75 5.463,00 Riserva Naturale Bioge- Val Falcina Foreste Demaniali DM 2.3.77 netica Valle Imperina Rivamonte Ag. Ex Azienda Statale DM 20.12.75 237,00 Riserva Naturale Bioge- Foreste Demaniali DM 2.3.77 netica Val Tovanella Ospitale di C. Ex Azienda Statale DM 29.03.72/ 1.676,00 Riserva Naturale Orien- Foreste Demaniali DM 02.03.77 tata e Biogenetica Totale Dolomiti Venete 10.408,00

L’area delle Dolomiti Venete rientra anche nella regione biogeografica alpina, di cui all'articolo 1, lettera c), punto iii), della direttiva 92/43/CEE del Consiglio delle Comunità europee, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (cd. Direttiva “Habitat”), la quale comprende il territorio comunitario del- le Alpi (Austria, Italia, Germania e Francia), dei Pirenei (Francia e Spagna), degli Appennini (I- talia) e le montagne della Fennoscandia (Svezia e Finlandia).

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La Decisione della Commissione 2004/69/CE del 22 dicembre 2003, recante adozione dell'elen- co dei siti di importanza comunitaria per la regione biogeografica alpina, ha definitivamente approvato undici dei dodici siti di importanza comunitaria (SIC) proposti, di tipo “C” (che vedo- no cioè la presenza di almeno un tipo di habitat naturale e/o specie prioritaria a norma dell'ar- ticolo 1 della direttiva 92/43/CEE): 1. Gruppo del Sella 2. Gruppo Marmolada 3. Torbiere di Lac Torond 4. Pale di San Martino: Focobon, Pape-San Lucano Agner-Croda Granda 5. Dolomiti Feltrine e Bellunesi 6. Civetta - Cime di San Sebastiano 7. Monte Pelmo - Mondeval – Formin 8. Dolomiti D’Ampezzo 9. Val Talagona – Gruppo Monte Cridola – Monte Duranno 10. Monte Dolada: versante S.E. 11. Val Tovanella - Bosconero Non risulta incluso, nella citata decisione comunitaria, il SIC denominato “Serrai di Sottoguda”, nel Comune di Rocca Pietore, afferente alla Comunità montana Agordina. L'articolo 4 della direttiva "Habitat" al comma 4 stabilisce che, una volta definito l'elenco dei Siti di Importanza Comunitaria in seguito all'accordo tra la Commissione e ognuno degli Stati membri, “lo Stato membro interessato designa tale sito come Zona Speciale di Conserva- zione il più rapidamente possibile ed entro un termine massimo di sei anni, stabilendo le prio- rità in funzione dell'importanza dei siti per il mantenimento o il ripristino, in uno stato di con- servazione soddisfacente, di uno o più tipi di habitat naturali di cui all'allegato I o di una o più specie di cui all'allegato II e per la coerenza di Natura 2000, nonché alla luce dei rischi di de- grado e di distruzione che incombono su detti siti.” Le Zone di Protezione Speciale (ZPS) che interessano l’area sono invece otto: 1. Pale di San Martino: Focobon, Pape-San Lucano, Agner-Croda Granda 2. Col di Lana – Settsas - Cherz 3. Dolomiti Feltrine e Bellunesi 4. Civetta - Cime di San Sebastiano 5. Gruppi Antelao – Marmarole - Sorapis 6. Dolomiti d’Ampezzo 7. Val Tovanella – Bosconero 8. Val Talagona – Gruppo Monte Cridola – Monte Duranno I SIC ricadenti nel territorio delle tre Comunità montane si estendono per circa 59.000 ettari e corrispondono dunque ad oltre il 42% della superficie totale. Considerando la loro superficie rapportata alla popolazione, nelle Dolomiti Venete vi sono 139 ettari di aree ZSC ogni 100 abi- tanti, contro una media regionale di 7,7 ettari ogni 100 abitanti.

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I Siti di Importanza Comunitaria (SIC) proposti nella Comunità montana Agordina

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I Siti di Importanza Comunitaria (SIC) proposti nella Comunità montana della Valle del Boite

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I Siti di Importanza Comunitaria (SIC) proposti nella Comunità montana Cadore Longaronese Zoldo

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Le Zone di Protezione Speciale (ZPS) nell’area della Comunità montana Agordina

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Le Zone di Protezione Speciale (ZPS) nell’area della Comunità montana della Valle del Boite

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Le Zone di Protezione Speciale (ZPS) nell’area della Comunità montana Cadore Longaronese Zoldo

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Infine, il vigente Piano territoriale regionale di coordinamento (PTRC) individua le seguenti “a- ree di tutela paesaggistica”, già ricomprese nelle aree naturali protette, nelle aree SIC o ZPS.

Denominazione N. Scheda Istituzione area Comuni del Patto interessati Altri Comuni interessati Superficie norme naturale protetta complessiva specifiche (ha) di tutela Ambiti per l’istituzione di parchi e riserve naturali regionali, soggette all’articolo 33 delle norme di attuazione del PTRC: Dolomiti d’Ampezzo 8 Parco naturale regionale Cortina d’Ampezzo - 11.320,00 L.R. 22.3.1990, n. 21 Monte Pelmo 9 Non istituita San Vito di Cadore; Borca di Cado- - 7.339,02 re, Vodo di Cadore; Zoppé di Cado- re; Selva di Cadore; Forno di Zoldo; Zoldo Alto Monte Civetta 10 Non istituita Zoldo Alto; La Valle Agordina; A- 4.420,15 gordo; Taibon Agordino; Alleghe Dolomiti Bellunesi 11 Parco Nazionale DM 20 Longarone, Forno di Zoldo, La Val- , , , Ce- 32.000,00 aprile 1990 e DPR 12 le Agordina, Gosaldo, Rivamonte siomaggiore, , luglio 1993 , , , Belluno, Marmolada Ombretta 12 Non istituita Rocca Pietore - 1.569,62 Antelio, Marmarole e 14 Non istituita Vodo di Cadore; San Vito di Cado- , ; 16.580,33 Sorapis re; Cortina d’Ampezzo ; Calalzo di Ca- dore; ; Valle di Cado- re SUB-TOTALE 73.229,12 Aree di tutela paesaggistica di interesse regionale e competenza provinciale, soggette all’articolo 34 delle norme di attuazione del PTRC: Monti Cridola-Duranno 30 Non istituita Castellavazzo; Ospitale di Cadore ; Domegge; 12.182,38 Pieve di Cadore; Perarolo Val Tovanella-Bosco 31 Riserva naturale statale Ospitale di Cadore; Forno di Zoldo; Perarolo; 8.486,23 Nero DM 29.03.72 e DM Longarone; Castellavazzo; Cibiana; 02.03.77 Monte Dolada Non istituita Soverzene Pieve d’, Ponte nelle Alpi 599,77 SUB-TOTALE 21.268,38 Aree di tutela paesaggistica di interesse regionale, soggette a competenza degli enti locali e all’articolo 35 delle norme di attuazione del PTRC: Valli di Gares e S. 46 In corso di adozione il Canale d’Agordo; Cencenighe; - 11.734,96 Lucano Piano d’area “Valle del Falcade; Gosaldo; Taibon Agordi- Biois e di Gares” (DGR no; Voltago; Vallada Agordina 77/Cr del 29.09.2000) Serrai di Sottoguda 48 Non istituita Rocca Pietore - 97,01 SUB-TOTALE 11.831,97 TOTALE AREA DOLOMITI VENETE 106.329,47

L’area non risulta interessata da alcuna problematica ambientale specifica, né da fenomeni persistenti di inquinamento: indagini svolte da diversi istituti di ricerca, assieme alla Provincia di Belluno, sulla qualità dell’aria, rivelano che non sono presenti nell’aria inquinanti organici o inorganici di origine industriale, mentre, nel periodo invernale, quello di maggiore affluenza tu- ristica, in alcune località – in particolare, nella Valle del Boite (Cortina d’Ampezzo) - il benzene raggiunge livelli confrontabili con quelli delle città, a riprova che è il traffico veicolare la causa principale di inquinamento dei centri abitati, soprattutto di quelli collocati lungo le principali di- rettrici viarie. Sono inoltre state segnalate dai Comuni alcune aree da bonificare, già oggetto di discariche (Falcade, Castellavazzo), di attività minerarie o di cava (Falcade, Rivamonte Agordino e Taibon Agordino) o siti industriali dismessi (Longarone, Castellavazzo, Ospitale). Quale indice di evoluzione delle pressioni esercitate sul suolo, appare rilevante la situazione del volume complessivo di fabbricati residenziali e non residenziali di nuova costruzione, sulla base delle concessioni rilasciate nel 2002 e nel 2003 dalle Amministrazioni comunali. L’area delle Dolomiti Venete ha registrato, tra il 2002 ed il 2003, una decisa diminuzione sia nel numero che nel volume di nuovi fabbricati residenziali e non residenziali, mentre sono au- mentati gli ampliamenti. La densità delle abitazioni nell’area risulta inferiore alle medie provinciale e regionale: sono in- fatti presenti circa 28 abitazioni ogni kmq, mentre a livello provinciale le abitazioni sono 36 per

26 IPA Dolomiti Venete 2008-2010 kmq e a livello regionale circa 107 per kmq. A livello provinciale, il 65% delle abitazioni risulta occupato da residenti, mentre il residuale 35% degli alloggi è costituito da abitazioni non occu- pate o occupate da non residenti. Nell’area delle Dolomiti Venete la proporzione è ben diversa: poco più del 46% delle abitazioni risultano occupate da residenti, mentre per quasi il 56% le abitazioni dell’area risultano non occupate o occupate da non residenti. In particolare, i comuni di Alleghe, Borca di Cadore, Canale d’Agordo, Cibiana di Cadore, Colle Santa Lucia, Cortina d’Ampezzo, Falcade, Gosaldo, Rocca Pietore, San Vito di Cadore, Selva di Cadore, Vallada Agordina, Zoldo Alto e, in minor grado, Rivamonte Agordino, San Tomaso A- gordino, Vodo di Cadore e Voltago Agordino, presentano un totale di “seconde case” superiore rispetto a quello delle abitazioni occupate da residenti. Il fenomeno vale nell’intero Alto bellu- nese per ben 25 comuni, che sono in particolare quelli ad alta valenza turistica: in termini as- soluti il maggior numero di “altre abitazioni” si trova a Cortina d’Ampezzo, seguita da Auronzo di Cadore. Per quel che riguarda le unità locali, negli ultimi trent’anni a livello regionale il valore medio per kmq è raddoppiato passando da 10,4 unità locali per kmq a più di 20. La provincia di Bel- luno e, in misura ancora maggiore, l’area delle Dolomiti Venete, presentano una densità di uni- tà locali molto ridotta – vista la montuosità dell’area – e notevolmente inferiore alla media re- gionale, con rispettivamente 5 e 3 unità locali per kmq, ma con una punta di oltre 14 unità lo- cali per kmq ad Agordo e di quasi 7 ad Alleghe e Cencenighe Agordino.

Percentuale di abitazioni non occupate od occupate da non residenti - anno 2001

0 20 40 60 80 100

Agordo 27,27 Alleghe 59,22 Canale d’Agordo 57,45 Cencenighe Agordino 41,47 Colle Santa Lucia 67,19 Falcade 66,93 Gosaldo 61,51 La Valle Agordina 37,58 Livinallongo Col di L. 39,56 Rivamonte Agordino 51,81 Rocca Pietore 63,98 San Tomaso Agordino 56,6 Selva di Cadore 78,67 Taibon Agordino 35,1 Vallada Agordina 65,98 Voltago Agordino 50,71 Borca di Cadore 64,77 Cibiana di Cadore 60,51 Cortina d’Ampezzo 62,12 San Vito di Cadore 70,07 Vodo di Cadore 51,25 Castellavazzo 24,9 Forno di Zoldo 46,36 Longarone 17,36 Ospitale di Cadore 39,84 Soverzene 12,5 Zoldo Alto 69,02 Zoppè di Cadore 45,85

Fonte: elaborazione EURIS srl su dati ISTAT

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La rete acquedottistica e la rete fognaria coprono pressoché la totalità degli abitati, ma si regi- strano forti ritardi nell’attuazione della normativa in materia di ciclo integrato delle acque. Dall’1 gennaio 2004 il Servizio Idrico Integrato relativo alla gestione del ciclo integrale dell’acqua (acquedotto-fognatura-depurazione) è stato affidato da tutti i Comuni della provin- cia di Belluno alla Società BIM GESTIONE SERVIZI PUBBLICI Spa. Per la depurazione delle ac- que, a eccezione di alcuni Comuni che dispongono di impianti di depurazione, la forma preva- lente di trattamento dello smaltimento delle acque è l’utilizzo di vasche biologiche di tipo Im- hoff, che, come è noto, non rispettano i parametri del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, ma sono tuttavia ammesse in via transitoria per gli insediamenti urbani con meno di 50 abitanti equivalenti. Lo sviluppo turistico dell’area e le esigenze di tutela dell’ambiente e delle persone impongono, tuttavia, l’urgente adeguamento dei sistemi di depurazione delle acque almeno ai parametri minimi indicati dalla normativa vigente. Per quel che riguarda la gestione dei rifiuti, l’area appartiene all’A.T.O. dell’Alto Veneto e l’Autorità d’ambito è la Provincia di Belluno, mentre il servizio di raccolta e smaltimento dei ri- fiuti solidi e urbani è effettuato dalle tre Comunità montane su delega dei rispettivi comuni: ri- sultano presenti nell’area alcune discariche di inerti, ma nessun impianto di smaltimento o di riciclaggio dei rifiuti. La percentuale di raccolta differenziata, che nel 2004 risultava pari al 30% del totale dei rifiuti urbani (con notevoli differenze tra le tre Comunità Montane), in linea con la media provinciale, si è notevolmente incrementata negli ultimi anni, superando la media del Veneto. % rifiuti differenziati CM Agordina 36,20 CM della Valle del Boite 60,30 CM Cadore Longaronese Zoldo 52,50 Media area Dolomiti Venete 49,60 Media Provincia di Belluno 30,91 Media Regione Veneto 45,08

Per la distribuzione di energia elettrica, la rete si estende nell’intera area. Il soggetto gestore del servizio di distribuzione è ancora l’ex-monopolista nazionale (ENEL Spa), anche se alcuni Comuni iniziano a scegliere fornitori diversi. La distribuzione del gas metano è poco diffusa, ma in alcuni territori l’azienda BIM Gestione Servizi Pubblici Spa ha effettuato e programmato importanti investimenti per la realizzazione di reti locali, come evidenziato nella seguente cartina relativa alla situazione nel 2002. I sistemi di risparmio energetico e di produzione di energia da fonti alternative e/o rinnovabili sono pressoché assenti, anche se si registrano sporadiche iniziative di singoli Comuni per la produzione di energia mediante centraline idroelettriche che sfruttano i corsi d’acqua esistenti o mediante impianti a biomasse: si tratta, tuttavia, di iniziative finalizzate più ad assicurare entrate proprie agli Enti locali, che ad una organizzazione locale dell’accesso al mercato dell’energia.

2.2.2 Infrastrutture di collegamento e mobilità La consistenza complessiva del parco veicolare dell’area, nel 2001, è di 28.129 veicoli, pari al 18,9% dell’intera provincia e con una media di 664 veicoli circolanti ogni 1.000 abitanti, infe- riore alle medie provinciale, regionale e nazionale, ma con una punta superiore a tali medie nella Comunità Montana della Valle del Boite, che presenta circa 800 veicoli ogni 1.000 abitan- ti. Anche analizzando le sole “autovetture”, il quadro rimane il medesimo: ne risultano circolanti nell’area 21.968, pari al 18,7% delle provinciali, con una media di 518 autovetture ogni 1.000 abitanti, al di sotto della media provinciale e regionale, ma con una punta di 610 autovetture ogni 1.000 abitanti nella Comunità montana della Valle del Boite. Nel solo comune di Cortina d’Ampezzo di registrano, nel 2001, circa due autovetture per abitante in età da patente.

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Parco veicolare al 31.12.2001 Autovetture ogni Motocicli ogni Veicoli ogni 1.000 abitanti 1.000 abitanti 1.000 abitanti CM AGORDINA 500 52 635 CM DELLA VALLE DEL BOITE 610 67 793 CM CADORE LONG. ZOLDO 471 57 663 AREA DOLOMITI VENETE 518 57 664 PROVINCIA BELLUNO 559 56 712 REGIONE VENETO 584 59 738 ITALIA 574 64 724

Per quel che riguarda le infrastrutture di trasporto, l’area è dotata di collegamenti viari e, sul versante longaronese, di una rete ferroviaria ad un binario non elettrificata, che collega Longa- rone con , lungo il tracciato della strada statale 51 dell’Alemagna. L’area è attraversata, sul versante orientale, dalla strada statale 51 di Alemagna che collega Longarone con Cortina d’Ampezzo, attraversando il Cadore Centrale. Gli altri collegamenti interni all’area sono costituiti dalle strade, oggi di competenza regionale, indicate nella tabella seguente.

Denominazione strada Comuni interessati S.R. 48 “delle Dolomiti” Livinallongo, Cortina, Auronzo S.R. 203 “Agordina” Sedico, Belluno, Sedico, La Valle Agordina, Agordo, Taibon Agordino, Cenceni- ghe, San Tomaso Agordino, Cencenighe, San Tomaso Agordino, Alleghe, San Tomaso Agordino, Rocca Pietore, Alleghe, Colle Santa Lucia, Livinallongo S.P. 251 “della e Val Cellina” Castellavazzo, Longarone, Forno di Zoldo, Zoldo Alto S. Vito di Cadore, Selva di Cadore, Colle Santa Lucia S.P. 346 “del Passo di San Pellegrino” Falcade, Canale d’Agordo, Vallada Agordina, Cencenighe Agordino S.P. 347 “del Passo Cereda e Passo Duran” Gosaldo, Voltago Agordino, Agordo, Taibon Agordino, Agordo, La Valle Agordina, Zoldo Alto, Forno di Zoldo, Cibiana di Cadore, Valle di Cadore S.P. 563 “di Salesei” Alleghe, Rocca Pietore, Livinallongo S.P. 638 “del Passo Giau” Cortina, S. Vito di Cadore, Colle Santa Lucia, Selva di Cadore, Colle Santa Lucia, Selva di Cadore, Colle Santa Lucia, Selva di Cadore

S.P. 641 “del Passo Fedaia” Rocca Pietore

L’estensione complessiva delle diverse categorie di strade e delle piste ciclabili é, invece, indi- cata nella seguente tabella.

KM STRADE KM STRADE KM STRADE KM STRADE KM PISTE STATALI REGIONALI PROVINCIALI COMUNALI CICLABILI CM AGORDINA 0 84,1 155,0 550,3 90,2 CM DELLA VALLE DEL BOITE 47,2 28,9 22,6 164,7 6,2 CM CADORE LONG. ZOLDO 23,0 0 26,2 278,0 34,0

29 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

AREA DOLOMITI VENETE 70,2 113,0 203,8 993,0 130,4

I principali indicatori della rete stradale dell’area rilevano una situazione apparentemente più favorevole rispetto alla situazione regionale e nazionale: si riscontrano, infatti, oltre 9 km di strade statali, regionali e provinciali ogni 1.000 abitanti, rispetto ai 2,2 km del Veneto e ai 2,9 dell’Italia. Tuttavia sono anche da considerare, da un lato le problematiche derivanti dalle caratteristiche montane del territorio, che rendono precari e insicuri molti tratti stradali e poco accessibili i centri abitati minori; dall’altro, l’affluenza turistica stagionale, che provoca ricorrenti fenomeni di congestione soprattutto in prossimità e nelle principali località turistiche.

Rete stradale statale, regionale e provinciale Km strade ogni 1.000 Km strade ogni Km di strade ogni 1.000 abitanti 100 kmq veicoli circolanti CM AGORDINA 11,2 36,2 17,6 CM DELLA VALLE DEL BOITE 9,9 23,9 12,4 CM CADORE LONG. ZOLDO 4,5 15,2 7,4 AREA DOLOMITI VENETE 9,1 27,7 13,8 REGIONE VENETO 2,2 54,0 3,0 ITALIA 2,9 56,0 4,1

Nelle figure che seguono è evidenziato il sistema dei collegamenti stradali e ferroviari dell’area.

30 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

I principali collegamenti stradali dell’Agordino

31 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

I principali collegamenti stradali e ferroviari della Valle del Boite

I principali collegamenti stradali e ferroviari del Cadore Longaronese Zoldo

32 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

La situazione dei parcheggi per ciascuno dei Comuni dell’area è sintetizzata nella seguente ta- bella, dove si evidenziano vistose carenze, soprattutto nelle località turistiche, con riferimento ai periodi di maggiore afflusso. COMUNE POSTI AUTO DICHIARATI AGORDO 245 ALLEGHE 560 CANALE D’AGORDO 40 CENCENIGHE AGORDINO 60 COLLE SANTA LUCIA 24 FALCADE 792 GOSALDO 40 LA VALLE AGORDINA 120 LIVINALLONGO COL DI LANA 140 RIVAMONTE AGORDINO 83 ROCCA PIETORE 20 SAN TOMASO AGORDINO 70 SELVA DI CADORE 500 TAIBON AGORDINO 80 VALLADA AGORDINA 45 VOLTAGO AGORDINO 90 TOTALE CM AGORDINA 2.909 BORCA DI CADORE 104 CIBIANA DI CADORE 50 CORTINA D’AMPEZZO 927 SAN VITO DI CADORE n. d. VODO DI CADORE 25 TOTALE CM DELLA VALLE DEL BOITE 1.106 CASTELLAVAZZO 0 FORNO DI ZOLDO 0 LONGARONE 300 OSPITALE DI CADORE 35 SOVERZENE 12 ZOLDO ALTO 506 ZOPPÈ DI CADORE 12 TOTALE CM CADORE LONG. ZOLDO 865 TOTALE AREA DOLOMITI VENETE 4.880 Per quel che riguarda le infrastrutture di trasporto programmate a livello nazionale e regionale, la Società Autostrade Spa ha in corso di elaborazione il progetto per il completamento della A27 Venezia-Belluno da Pian di Vedoia a Lorenzago di Cadore: sarebbe, quindi, previsto il completamento di tale asse fino a Cortina e Dobbiaco, al fine di favorirne l’interconnessione con l’autostrada A22 del Brennero tramite la viabilità ordinaria dalla Val Pusteria. In connessione con tale progetto, è altresì in corso uno studio di fattibilità, promosso congiun- tamente dalle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, sull’allacciamento del Cadore, all’altezza di Lorenzago di Cadore, alla A23 Udine-Tarvisio, tramite un traforo sul Passo della Mauria; infi- ne, la stessa Regione del Veneto ha elaborato il progetto preliminare del nuovo collegamento ferroviario Calalzo-Cortina-Dobbiaco. Si tratta di opere che mirano a fornire uno sbocco diretto a Nord per il Veneto e il Bellunese, ma per le quali, tuttavia, non esiste ad oggi alcuna linea di finanziamento, né risultano dichia- rate prioritarie nell’ambito delle opere di rilevanza strategica nazionale e regionale. Con riferimento, invece, alle infrastrutture di telecomunicazione, l’operatore TELECOM Italia spa utilizza la tecnologia ad anelli in fibra ottica fino alle principali centrali locali. L’accesso de- gli utenti alle reti a banda larga è assicurato dalla tradizionale rete in rame, applicando, quindi, le tecnologie di compressione del segnale su rame (xDSL), che consente, come è noto, di forni- re servizi a larga banda utilizzando, come mezzi trasmissivi, i doppini in rame già installati. I servizi informatici e telematici sono scarsamente diffusi tra gli enti pubblici e altrettanto scar- samente utilizzati dalle imprese e dalla popolazione. L’espansione territoriale delle reti a fibra ottica o dei ponti radio per l’impiego delle tecnologie Wireless Local Loop - considerata a livello

33 IPA Dolomiti Venete 2008-2010 nazionale e comunitario una delle condizioni essenziali per lo sviluppo economico - richiede in- vestimenti che l’attuale domanda e le stesse caratteristiche fisiche del territorio non giustifica- no e l’impiego del satellite risulta un’alternativa troppo onerosa per gli utenti. I benefici che possono derivare a tale area dalla diffusione di tali tecnologie, in termini di supe- ramento della situazione di isolamento e di marginalità, ma anche di sviluppo di nuove attività economiche, sono evidenti. Tuttavia, secondo la classificazione del “Piano nazionale per la dif- fusione e lo sviluppo della larga banda” del Ministero delle Comunicazioni, l’area rientra tra le “zone caratterizzate da un basso potenziale di diffusione e sviluppo dei servizi a larga banda”, nelle quali maggiori risultano le esigenze di investimenti pubblici, mancando le condizioni di mercato per investimenti privati.

2.2.3 Popolazione La popolazione residente nell’area delle Dolomiti Venete è risultata, all’ultimo Censimento de- mografico ISTAT del 2001, pari a 42.376 unità, che rappresentano oltre il 20% della popola- zione provinciale bellunese e poco meno dell’1% di quella residente nella regione Veneto.

Popolazione residente per Comune nell'area delle "Dolomiti Venete" – Anno 2001

0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000

Agordo 4.281 Alleghe 1.408 Canale d’Agordo 1.236 Cencenighe Agordino 1.484 Colle Santa Lucia 418 Falcade 2.207 Gosaldo 884 La Valle Agordina 1.208 Livinallongo Col di L. 1.417 Rivamonte Agordino 688 Rocca Pietore 1.451 San Tomaso Agordino 812 Selva di Cadore 563 Taibon Agordino 1.772 Vallada Agordina 556 Voltago Agordino 991 Borca di Cadore 774 Cibiana di Cadore 483 Cortina d’Ampezzo 6.085 San Vito di Cadore 1.718 Vodo di Cadore 936 Castellavazzo 1.716 Forno di Zoldo 2.892 Longarone 4.122 Ospitale di Cadore 365 Soverzene 422 Zoldo Alto 1.184 Zoppè di Cadore 303

Fonte: elaborazione Euris srl su dati ISTAT

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Il 50% della popolazione residente è concentrata nell’Agordino, il 26% nella Valle del Boite, il rimanente 24% nei comuni del Cadore Longaronese Zoldo. I comuni più popolati sono Cortina d’Ampezzo, Agordo e Longarone, mentre Zoppè di Cadore, Ospitale, Soverzene, Colle Santa Lucia e Cibiana di Cadore sono i comuni meno popolati. L’area risulta scarsamente popolata a causa della montuosità del territorio: la densità media della popolazione è di oltre 30 abitanti per kmq, inferiore alla densità media sia provinciale (57 abitanti/kmq), che regionale (246 abitanti/kmq). Il Cadore Longaronese Zoldo presenta la densità più alta (34 abitanti/kmq), seguita dall’Agordino (32,4 abitanti/kmq) e dalla Valle del Boite (24,3 abitanti/kmq). La densità media dell’area è diminuita nell’arco dell’ultimo ventennio, passando dai circa 35 a- bitanti per kmq nel 1981 agli attuali 30. Lo stesso trend negativo si registra a livello provinciale, mentre a livello regionale il valore è in costante aumento.

Densità della popolazione: variazione anni 1981, 1991, 2001

300 236 238 246 250

200

150

100 60 58 57 50 35 32 30 0 1981 1991 2001

Dolomiti Venete Provincia Belluno Regione Veneto

Fonte: elaborazione Euris srl su dati ISTAT Nell’area sono state censite nel 2001 17.993 famiglie: il dato che emerge è che la famiglia me- dia risulta composta di 2 persone per nucleo familiare, in linea con la media provinciale (2,38 componenti per nucleo familiare), lievemente inferiore alle medie regionale e nazionale (rispet- tivamente 2,62 e di 2,60 componenti per nucleo familiare). La popolazione residente nell’area Dolomiti Venete è in costante diminuzione: nel ventennio compreso tra il 1981 ed il 2001 si registra una flessione di circa il 12,4%, in termini assoluti di 5.981 unità, contro il 5% a livello provinciale e un andamento positivo del 4,2% a livello regio- nale. Nel corso dell’ultimo decennio intercensuario, vale a dire tra il 1991 ed il 2001, la flessione è stata del 6% circa (2.510 residenti in meno), molto più elevata di quella registrata a livello provinciale (-1,2%) ed in controtendenza rispetto all’incremento di popolazione che si è verifi- cato a livello regionale (+3,8%). La flessione più consistente in termini percentuali tra il 1981 ed il 2001 ha interessato la Co- munità montana della Valle del Boite (-17,03%), seguita dal Cadore Longaronese Zoldo (- 11,27) e dalla Comunità montana Agordina (-10,59%).

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Andamento demografico dell'area delle Dolomiti Venete 1981-2001

49.000 48.357 48.000 47.000 46.000 45.000 44.886 44.000 43.000 42.376 42.000 41.000 40.000 39.000 Residenti 1981 Residenti 1991 Residenti 2001

Fonte: elaborazione Euris srl su dati ISTAT

Il saldo naturale della popolazione residente nelle Dolomiti Venete risulta negativo (-214 uni- tà), ossia durante l’anno di riferimento il numero dei decessi ha superato il numero delle nasci- te (in tutti i comuni con l’eccezione di Borca di Cadore, Soverzene, Vallada Agordina e Voltago Agordino), così come avvenuto a livello della complessiva provincia di Belluno, mentre, a livello regionale, dal 2000 per la prima volta dopo una lunga serie di valori negativi, il saldo naturale assume un valore positivo. Il saldo naturale è comunque negativo in tutte e tre le macro-aree di riferimento (Agordino, Valle del Boite e Cadore Longaronese Zoldo). Il saldo migratorio della popolazione residente nelle Dolomiti Venete è anch’esso negativo (-73 unità tra l’inizio e la fine dell’anno), al contrario di quanto succede a livello provinciale e regio- nale. I comuni che presentano saldi migratori negativi più marcati sono Forno di Zoldo, Gosal- do, Cortina d’Ampezzo, Borca di Cadore, Longarone, Castellavazzo, Canale d’Agordo e La Valle Agordina. Il saldo migratorio è nel complesso negativo nelle macro-aree della Valle del Boite e del Cadore Longaronese Zoldo, mentre risulta positivo (+59 unità) nella macro-area dell’Agordino.

Indicatori della dinamica demografica - Anno 2006 10 8 7,4 6,4 6 4,1 4

2 0,7 1,0 0 -2 -1,8 -4 -3,4 -6 -5,1 -8 -6,9 Dolomiti Venete Provincia di Belluno Regione Veneto Incremento naturale Incremento migratorio Incremento totale

Fonte: elaborazione Euris Srl su dati anagrafici comunali

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Il tasso di mortalità complessivo all’anno 2006 si attesta sul valore di 13,2 per 1000 abitanti, superiore al dato provinciale (11,6‰) e alla media regionale (8,9‰). Il tasso di natalità risulta invece pari a 8 per 1000 abitanti ed è in linea con il dato provinciale (8,3‰), ma inferiore rispetto a quello regionale (9,9‰).

Tassi di natalità e mortalità - Anno 2006 14 13,2

12 11,6 9,9 10 8,9 8,0 8,3 8

6

4

2

0 Dolomiti Venete Provincia di Belluno Regione Veneto Tasso di natalità Tasso di mortalità

Fonte: elaborazione Euris Srl su dati anagrafici comunali

Per quanto riguarda la distribuzione della popolazione per sesso ed età si registra all’anno 2006 una prevalenza della popolazione femminile (21.776) rispetto a quella maschile (19.783), do- vuta all’allungamento della vita che influisce maggiormente sulla componente femminile.

Piramide delle età della popolazione residente - Anno 2006

100 e più 95-99

90-94 85-89

80-84 75-79

70-74 65-69

60-64 55-59

50-54

45-49 40-44

35-39 30-34

25-29 20-24

15-19 10-14

5-9 0-4

54321012345

maschi femmine

Fonte: elaborazione Euris Srl su dati Regione Veneto

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Per quanto riguarda la distribuzione della popolazione per classi di età i dati rilevati conferma- no tutti il persistere di un trend demografico che ha visto un progressivo invecchiamento della popolazione. Nell’area delle Dolomiti Venete, la percentuale di anziani, cioè di persone di età uguale o supe- riore a 65 anni, è del 23,19%, leggermente superiore al valore provinciale che è del 22,29%, più sensibilmente al valore regionale che è del 19,42%. La percentuale di giovani, cioè di colo- ro che non hanno ancora compiuto 15 anni, è per contro del 12,53%, in linea con il valore me- dio provinciale che è pari a 12,63%, ma inferiore a quello medio regionale, pari al 13,98%. A livello disaggregato, la Comunità montana della Valle del Boite ha una popolazione “più gio- vane” rispetto alle altre due aree.

Indicatori della struttura demografica - Anno 2006

200 185 176 180 156 160 146 139 140 129 125 121 120 109 100 80 56 60 54 50 40 20 0 Indice di dipendenza Indice di ricambio Indice di struttura Indice di vecchiaia Dolomiti Venete Provincia di Belluno Regione Veneto

Fonte: elaborazione Euris Srl su dati Regione Veneto

L’indice di vecchiaia dell’area (dato dal rapporto tra la popolazione con 65 anni ed oltre, consi- derata economicamente improduttiva, e quella con meno di 14 anni) è pari a circa 185: signifi- ca che sono presenti 185 anziani ogni 100 giovani. Il dato indica una presenza di soggetti an- ziani rispetto ai molto giovani superiore sia alla media provinciale (pari a 176) che a quella re- gionale (pari a 139). L’indice di vecchiaia più alto viene registrato nei comuni del Cadore Lon- garonese Zoldo (194), seguita dall’Agordino (186) e dalla Valle del Boite (175). L’indice di dipendenza dell’area, denominato anche carico sociale, (dato dal rapporto tra la po- polazione con 65 anni d’età e oltre più la popolazione con meno di 14 anni e la popolazione in età dai 14 ai 64 anni) è pari a 56 superiore sia al valore medio provinciale (54) che a quello regionale (50). Significa che nell’area delle Dolomiti Venete sono presenti 56 persone non atti- ve ogni 100 persone in età attiva. Il denominatore di questo indice rappresenta la fascia di po- polazione che dovrebbe provvedere al sostentamento della fascia rappresentata al numeratore. E’ un indice sensibile alla struttura economica della società che indica la dipendenza economica della fascia improduttiva da quella produttiva. Invecchiando la popolazione, comincia anche a mancare il ricambio per la popolazione in età lavorativa: nell’area di riferimento la popolazione “in uscita” dal mercato del lavoro supera del 56% la popolazione entrante in età lavorativa. L’indice di ricambio dell’area, dato dal rapporto tra quanti sono prossimi a lasciare il mondo del lavoro (popolazione con età compresa tra 60 e 64 anni) e quanti stanno invece per entrarci (popolazione con età tra i 15 e i 19 anni), è pari a 156, superiore al valore provinciale (146) e anche al valore medio regionale (129). L’indice di struttura dell’area, dato dal rapporto tra il numero di persone con età superiore a 40 e inferiore o uguale a 64 anni e la popolazione con età compresa tra i 15 e 39 anni, è pari a 125, superiore sia al valore medio provinciale (121), che a quello regionale (109). Il denomi- natore di questo indice rappresenta le 25 generazioni più giovani in attività destinate a sosti-

38 IPA Dolomiti Venete 2008-2010 tuire le 25 generazioni più anziane anch’esse in attività. Un indice di struttura inferiore a 100 indica una popolazione in cui la fascia in età lavorativa è giovane.

2.2.4 Servizi alla persona Istruzione e formazione L’offerta scolastica delle Dolomiti Venete, per le scuole dell’infanzia (già materne) e il primo ci- clo di istruzione (già scuole elementari e medie) vede la presenza di 5 istituti comprensivi, 1 circolo didattico, e due scuole medie non verticalizzate, nonché la presenza diffusa di scuole paritarie, in prevalenza nel segmento delle scuole dell’infanzia. Il tasso di iscrizione alle scuole dell’infanzia è stimato superiore alla media provinciale e, so- prattutto, regionale, mentre il rapporto alunni classi è inferiore alle due medie provinciale e re- gionale, con una situazione molto differenziata tra gradi di istruzione e Comunità montane, come evidenziato nelle seguenti tabelle.

SCUOLE DELL’INFANZIA INDICATORI N. BAMBINI N. SEZIONI CM AGORDINA Totali 526 29 Rapporto alunni/classi 18,13 Tasso di iscrizione 79% CM DELLA VALLE DEL BOITE Totali 280 11 Rapporto alunni/classi 25,45 Tasso di iscrizione 70% CM CADORE LONGARONESE ZOLDO Totali 242 11 Rapporto alunni/classi 22,00 Tasso di iscrizione 72% AREA DOLOMITI VENETE Totali A.S. 2003/2004 1.048 51 Rapporto alunni/classi 20,54 Tasso di iscrizione 75% Totali A.S. 2002/2003 969 48 PROVINCIA DI BELLUNO Totali 2.764 130 Rapporto alunni/classi 21,26 Tasso di iscrizione 54% REGIONE VENETO Totali 41.653 1.734 Rapporto alunni/classi 24,02 Tasso di iscrizione 34%

SCUOLE PRIMARIE INDICATORI N. ALUNNI N. CLASSI CM AGORDINA Totali 942 71 Rapporto alunni/classi 12,66 CM DELLA VALLE DEL BOITE Totali 413 26 Rapporto alunni/classi 15,88 CM CADORE LONGARONESE ZOLDO Totali 401 31 Rapporto alunni/classi 12,94 AREA DOLOMITI VENETE Totali A.S. 2003/2004 1.756 128 Rapporto alunni/classi 13,71 Totali A.S. 2002/2003 1.748 132 PROVINCIA DI BELLUNO Totali 8.502 568 Rapporto alunni/classi 14,96 REGIONE VENETO Totali 197.940 11.153 Rapporto alunni/classi 17,75

39 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

SCUOLE SECONDARIE DI PRIMO GRADO INDICATORI N. ALUNNI N. CLASSI CM AGORDINA Totali 563 34 Rapporto alunni/classi 16,55 CM DELLA VALLE DEL BOITE Totali 248 15 Rapporto alunni/classi 16,53 CM CADORE LONGARONESE ZOLDO Totali 260 14 Rapporto alunni/classi 18,57 AREA DOLOMITI VENETE Totali A.S. 2003/2004 1.071 63 Rapporto alunni/classi 17,00 Totali A.S. 2002/2003 1.091 61 PROVINCIA DI BELLUNO Totali 5.379 284 Rapporto alunni/classi 18,94 REGIONE VENETO Totali 123.185 5.747 Rapporto alunni/classi 21,43 Per il secondo ciclo di istruzione, invece, nell’area hanno sede i poli scolastici di Agordo, Falca- de, Valle del Boite e Longarone, con un’offerta abbastanza differenziata, che spazia dal liceo classico allo scientifico, dagli istituti tecnici industriali e commerciali alla scuola d’arte, all’istituto alberghiero, fino a coprire il canale della formazione professionale. A Cortina d’Ampezzo vi è anche un liceo linguistico paritario. Il tasso di scolarità dell’area nella scuola secondaria di secondo grado è stimato intorno al 74%, inferiore sia al tasso provinciale che regionale: il proseguimento degli studi oltre la scuo- la dell’obbligo è nell’area limitato, fenomeno dovuto – come in molte parti del Veneto - ad una prevalenza di scelte familiari orientate ad un lavoro e a un reddito immediati, questi ultimi fa- voriti dalla presenza di un sistema produttivo caratterizzato da produzioni assai semplici che non richiedono elevati livelli di professionalità in entrata.

SCUOLE SECONDARIE DI SECONDO GRADO INDICATORI N. ALUNNI N. CLASSI CM AGORDINA Totali 635 37 Rapporto alunni/classi 17,16 Tasso di scolarità 60% CM DELLA VALLE DEL BOITE Totali 418 29 Rapporto alunni/classi 14,41 Tasso di scolarità 90% CM CADORE LONGARONESE ZOLDO Totali 399 24 Rapporto alunni/classi 16,63 Tasso di scolarità 76% AREA DOLOMITI VENETE Totali A.S. 2003/2004 1.452 90 Rapporto alunni/classi 16,13 Tasso di scolarità 74% Totali A.S. 2002/2003 1.299 76 PROVINCIA DI BELLUNO Totali 7.629 390 Rapporto alunni/classi 19,56 Tasso di scolarità 88% REGIONE VENETO Totali 167.034 7.852 Rapporto alunni/classi 21,27 Tasso di scolarità 85%

Infine, a San Vito di Cadore è presente dal 1962 un Centro Studi per l'Ambiente Alpino del Di- partimento territorio e sistemi agro forestali dell’Università degli Studi di Padova che svolge at- tività di ricerca in ecologia forestale e di divulgazione scientifica.

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Beni e attività storico-culturali L’offerta culturale delle Dolomiti Venete si concentra attorno alla presenza di 23 musei, 27 bi- blioteche e 4 sale cinema. I musei sono i seguenti:

COMUNE TIPOLOGIA/DENOMINAZIONE CM AGORDINA: AGORDO MUSEO MINERALOGICO COLLEZIONI OTTICHE E OCCHIALI - Raccolta Rathschuler-Luxottica MUSEO MINERALOGICO FALCADE STUDIO MUSEO AUGUSTO MURER LIVINALLONGO COL LANA MUSEO DI STORIA, USI, COSTUMI E TRADIZIONI DELLA GENTE LADINA ROCCA PIETORE MUSEO DELLA GRANDE GUERRA IN MARMOLADA SELVA DI CADORE MUSEO CIVICO DELLA VAL FIORENTINA “VITTORINO CAZZETTA”

COMUNE TIPOLOGIA/DENOMINAZIONE CM DELLA VALLE DEL BOITE: BORCA DI CADORE MUSEO NATURALISTICO OLIMPIA PERINI CIBIANA DI CADORE ITINERARIO DEI MURALES - PINACOTECA ALL’APERTO MUSEO DI ARTE E STORIA DELLE DOLOMITI CORTINA D’AMPEZZO MUSEO D’ARTE MODERNA M. RIMOLDI MUSEO PALEONTOLOGICO R. ZARDINI MUSEO ETNOGRAFICO DELLE REGOLE D’AMPEZZO MUSEO STORICO DELLA GUERRA 1915-1918 DI POCOL SAN VITO DI CADORE MUSEO DELLE TRADIZIONI POPOLARI CM CADORE LONGARONESE ZOLDO: CASTELLAVAZZO MUSEO ETNOGRAFICO DEGLI ZATTIERI E MENADAS DEL PIAVE MUSEO DEGLI SCALPELLINI MOSTRA ARCHEOLOGICA FORNO DI ZOLDO MUSEO CIVICO DEL CHIODO LONGARONE MUSEO CIVICO LONGARONE MOSTRA VAJONT SOVERZENE PERCORSO ARTISTICO BELLUNESE ZOLDO ALTO MUSEO DEGLI USI E DEI COSTUMI DELLA VALLE DELLA GOIMA ZOPPÈ DI CADORE MUSEO ETNOGRAFICO DELLE TRADIZIONI POPOLARI

Biblioteche civiche sono presenti in quasi tutti i Comuni dell’area, mentre le quattro sale cine- ma-teatro sono nei Comuni di Falcade, Rocca Pietore, Cortina d’Ampezzo e Longarone. I principali indicatori circa la dotazione di strutture culturali dell’area sono evidenziati nella se- guente tabella.

41 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

Musei N. musei Musei ogni 10.000 abitanti CM Agordina 7 3,3 CM della Valle del Boite 8 8,0 CM Cadore Longaronese Zoldo 8 7,2 Area Dolomiti Venete 23 5,4 Provincia di Belluno 42 2,0 Regione Veneto 222 0,5 Biblioteche N. biblioteche Biblioteche ogni 10.000 abitanti CM Agordina 15 7,0 CM della Valle del Boite 7 7,0 CM Cadore Longaronese Zoldo 5 4,5 Area Dolomiti Venete 27 6,3 Provincia di Belluno 60 2,9 Regione Veneto 905 2,0 Sale cinema N. sale cinema Sale cinema ogni 10.000 abitanti CM Agordina 2 0,9 CM della Valle del Boite 1 1,0 CM Cadore Longaronese Zoldo 1 0,9 Area Dolomiti Venete 4 0,9 Provincia di Belluno 17 0,8 Regione Veneto 501 1,1

Completa l’offerta culturale un ricco patrimonio di beni ambientali e culturali, peraltro non sempre adeguatamente valorizzati, offerta legata, in particolare, alla presenza di borghi mon- tani e nuclei rurali alpini a carattere storico, un itinerario di chiese costruite tra l’XI e il XIX se- colo, testimonianze della religiosità popolare (pievi, capitelli rogazionali, edicole, ecc.), siti della Grande Guerra, testimonianze delle tradizioni locali e degli antichi mestieri, ma anche malghe e casere e ruderi dell’archeologia industriale (Valle Imperina), siti archeologici (Mondeval) e della memoria (Vajont). Una ricca rete di sentieri escursionistici e naturalistici caratterizza l’area, la quale è interessata anche da alcune delle “Alte Vie delle Dolomiti”, nonché da alcune tra le più prestigiose passeg- giate dolomitiche. Manifestazioni culturali sono diffuse nell’intero arco dell’anno e sono, soprattutto, legate alla cultura e alle tradizioni locali. Sono state recensite oltre 130 associazioni culturali, mentre le sale pubbliche destinate a incontri sono una ventina. Attività e strutture sportive L’attività sportiva è molto diffusa, sostenuta da adeguate strutture diffuse capillarmente nel territorio e da oltre 120 associazioni sportive con sedi in loco . Nell’area sono presenti, oltre ai consueti e numerosi campi da calcio e tennis sparsi ovunque nel territorio, due palazzetti dello sport ad Agordo e Longarone, tre piscine pubbliche (Agordo, Cortina d’Ampezzo e Longarone), diversi stadi del ghiaccio (a Cortina d’Ampezzo uno stadio o- limpico e altri a Agordo, Alleghe, Forno di Zoldo). Cortina d’Ampezzo è il centro di strutture sportive di rilevanza internazionale, collegate - sin dalle Olimpiadi invernali del 1956 - agli sporti invernali e sedi ancora oggi di ricorrenti gare eu- ropee e internazionali. Un discorso a sé merita l’impiantistica relativa allo sci, che negli ultimi anni è stata notevol- mente potenziata: risultano, infatti, presenti nell’area 108 impianti di risalita, 235 km di piste di sci da discesa (il 70% dell’intera offerta bellunese) e quasi 190 km da fondo.

42 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

Si tratta di dati che, in termini quantitativi, sono molto inferiori rispetto all’offerta delle con- termini province autonome di Trento e di Bolzano, le quali presentano, rispettivamente, più del doppio e quasi il quadruplo dell’offerta per sport invernali delle Dolomiti Venete. Tuttavia, se tale offerta viene messa in relazione con i posti letto disponibili nelle diverse aree e, soprattutto, con le presenze turistiche, l’offerta bellunese appare sovradimensionata rispetto alla potenziale domanda, come evidenziato nelle tabelle della pagina seguente. Al fine di poter assicurare la sufficiente redditività nella gestione degli impianti e delle strutture risulta, quindi, urgente, oltre ad un processo di riorganizzazione imprenditoriale del settore fi- nalizzato a creare economie di scala, anche un incremento dell’offerta ricettiva locale, cui po- trebbero far fronte – anche al fine di ridurre drasticamente i ricorrenti fenomeni di congestione - aree attualmente marginali rispetto ai tradizionali poli di attrattività turistica dell’area.

Offerta per gli lo sci da discesa e da fondo nella Provincia di Belluno Comunità Montane e comprensori Impianti Piste da discesa Piste da fondo N. % sul tot. N. Km % sul tot. N. Km % sul tot. CM Agordina 57 37% 83 120,18 36% 15 97,00 27% CM della Valle del Boite 39 25% 83 96,68 29% 8 68,50 19% CM Cadore Longaronese Zoldo 12 8% 15 18,23 5% 5 24,20 7% TOTALE DOLOMITI VENETE 108 70% 181 235,1 70% 28 189,7 53% Valcomelico 5 4% 6 20,50 6% 7 50,00 14% 16 10% 20 25,00 8% 5 20,00 5% TOTALE COMELICO SAPPADA 21 14% 26 45,50 14% 12 70,00 19% Cadore - Auronzo – Misurina 9 6% 14 25,20 7% 4 40,00 11% TOTALE CADORE CENTRALE 9 6% 14 25,20 7% 4 40,00 11% Belluno – Nevegal 8 5% 18 16,35 5% 2 18,00 5% Alpago 3 2% 3 5,61 1% 4 35,00 10% Feltrino 4 3% 8 8,65 3% 2 7,50 2% TOTALE ALTRE AREE BELLUNESI 15 10% 29 30,61 9% 8 60,50 17% TOTALE PROVINCIA DI BELLUNO 153 100% 250 336,41 100% 52 360,20 100%

Impianti di risalita e piste per lo sci da discesa e da fondo nelle province di Belluno, Trento e Bolzano

Aree geografiche Impianti di risalita Km piste da discesa Km piste da fondo

DOLOMITI VENETE 108 235,1 189,7

COMELICO E SAPPADA 21 45,5 70,0 CADORE CENTRALE 9 25,20 40,00 PROVINCIA DI BELLUNO 153 336,40 360,20 PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO 250 619,00 473,00 PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO 378 960,00 800,00

Rapporto tra l’offerta dei posti letto disponibili e l’offerta dello sci da discesa e da fondo

Aree geografiche Posti letto alberghieri ed Numero impianti ogni Km di piste da discesa Km piste da fondo extra-alberghieri 2002 1.000 posti letto ogni 1.000 posti letto ogni 1.000 posti letto

DOLOMITI VENETE 57.735 1,9 4,1 3,3

COMELICO E SAPPADA 10.268 2,0 4,4 6,8 CADORE CENTRALE 15.392 0,6 1,6 2,6 PROVINCIA DI BELLUNO 100.877 1,5 3,3 3,6 PROVINCIA DI TRENTO 155.828 1,6 3,9 3,0 PROVINCIA DI BOLZANO 211.459 1,8 4,5 3,8

43 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

Rapporto tra le presenze turistiche e l’offerta dello sci da discesa e da fondo

Aree geografiche Presenze turistiche Numero impianti ogni Km di piste da discesa Km piste da fondo ogni 2002 100.000 presenze ogni 100.000 presenze 100.000 presenze

DOLOMITI VENETE 3.137.706 3,4 7,5 6,0

COMELICO E SAPPADA 342.625 6,1 13,3 20,4 CADORE CENTRALE 661.110 1,4 3,8 6,0 PROVINCIA DI BELLUNO 5.243.498 2,9 6,4 6,9 PROVINCIA DI TRENTO 13.532.057 1,8 4,6 3,5 PROVINCIA DI BOLZANO 25.303.416 1,5 3,8 3,7

Sanità, servizi sociali e sicurezza Il territorio delle Dolomiti Venete rientra nella ULSS n. 1 di Belluno. Ogni Comunità montana gravita attorno a un diverso distretto socio-sanitario: la Comunità montana Agordina al distretto n. 2, con sede ad Agordo e sedi periferiche ad Alleghe e Canale d’Agordo; la Comunità montana della Valle del Boite al distretto n. 1, con sede a Pieve di Cadore, fuori dell’area di riferimento, e sede periferica a Cortina d’Ampezzo; la Comunità montana Cadore Longaronese e Zoldo al distretto n. 3, con sede a Belluno e sedi periferiche a Longarone e a Forno di Zoldo. Nell’area, oltre agli ambulatori dei medici e dei pediatri di base presenti in ogni comune, vi so- no due importanti strutture ospedaliere pubbliche, l’ospedale di Agordo e quello di Cortina d’Ampezzo, cui è da aggiungere la struttura privata di Cortina “Codivilla-Putti”. Sono presenti anche strutture veterinarie pubbliche e private e 20 farmacie, una ogni 2.119 abitanti, in numero, quindi, superiore rispetto alla media provinciale (1 farmacia ogni 3.953 a- bitanti), regionale (1 farmacia ogni 3.671 abitanti) e nazionale (1 farmacia ogni 3.465 abitan- ti). I centri maggiori dell’area sono dotati di una buona rete di servizi sociali sia per i giovani che per le famiglie, i soggetti portatori di handicap, i disabili, gli anziani. Alcuni Comuni, anche in associazione tra loro, hanno istituito asili nido o case di riposo per an- ziani. Le associazioni del volontariato sociale sono una cinquantina. Per quanto riguarda la situazione della sicurezza, in base alle informazioni fornite dai Comuni, vi sono 26 operatori della polizia municipale, 8 sedi del Corpo forestale dello Stato, 11 di cara- binieri, polizia e guardia di finanza e 32 sedi dei vigili del fuoco.

44 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

COMUNE Polizia amministrativa Corpo forestale Carabinieri, Polizia, GdF Vigili del fuoco comunale dello Stato

Sedi Addetti Sedi Addetti Sedi Addetti Sedi Addetti

CM AGORDINA 15 19 4 15 6 43 15 420

CM DELLA VALLE DEL BOITE 4 3 0 0 2 0 6 0

CM CADORE LONG. ZOLDO 2 4 4 9 3 20 11 68

AREA DOLOMITI VENETE 21 26 8 24 11 63 32 488

2.2.5 Economia

I principali indicatori economici e i servizi alle imprese Nell’area delle Dolomiti Venete risultano presenti, al 31.12.2007, 4.159 unità locali apparte- nenti ai diversi settori economici (agricoltura, industria, servizi e commercio), 2 in più rispetto al dicembre 2006, e 3.195 sedi di impresa, 32 in meno rispetto a dicembre 2006. La maggior parte delle imprese sono ubicate nei comuni di Cortina D’Ampezzo, seguita da A- gordo e Longarone, dove vi sono anche le zone industriali e artigianali più estese. Le unità locali e le sedi d’impresa sono localizzate rispettivamente per il 46% e il 47% nella Comunità montana Agordina, per il 36% ed il 34% nella comunità montana della Valle del Boite, per il rimanente 18% e 19% nel Cadore Longaronese Zoldo. In alcuni comuni dell’area si registra un aumento del numero complessivo di unità locali tra la fine del 2006 e la fine del 2007, ma vi sono tuttavia dei comuni (Alleghe, Borca di Cadore, Cencenighe Agordino, Cibiana di Cadore, Colle Santa Lucia, Gosaldo, Ospitale di Cadore, San Tomaso Agordino, Selva di Cadore, Soverzene, Taibon Agordino e Vallada Agordina. Per quan- to riguarda le sedi d’impresa, valori negativi riguardano i Comuni di Borca di Cadore, Cenceni- ghe Agordino, Cibiana di Cadore, Colle Santa Lucia, Cortina d’Ampezzo, Gosaldo, La Valle A- gordina, Livinallongo del Col di Lana, Ospitale di Cadore, San Tomaso Agordino, Selva di Cado- re, Soverzene e Taibon Agordino.

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Unità locali tra dicembre 2006 e dicembre 2007

1.022 Cortina d'Ampezzo 1.010 387 Agordo 382 351 Longarone 347 281 San Vito di Cadore 279 241 Falcade 239 229 Livinallongo del Col di Lana 225 184 Alleghe 185 155 Forno di Zoldo 154 151 Taibon Agordino 158 147 Rocca Pietore 142 133 Zoldo Alto 131 111 Cencenighe Agordino 116 91 Borca di Cadore 94 88 Selva di Cadore 93 76 Vodo Cadore 74 70 Canale d'Agordo 68 67 La Valle Agordina 67 61 Castello Lavazzo 56 56 Voltago Agordino 54 56 Colle Santa Lucia 59 41 Rivamonte Agordino 41 34 Gosaldo 42 33 San Tomaso Agordino 39 26 Vallada Agordina 27 22 Ospitale di Cadore 25 22 Cibiana di Cadore 23 19 Soverzene 22 5 Zoppé di Cadore 5

0 200 400 600 800 1.000 1.200

UL 31/12/2006 UL 31/12/2007

Fonte: elaborazione Euris srl su dati Infocamere - Stock view La composizione settoriale delle imprese presenti nell’area vede la prevalenza del settore se- condario (settori manifatturiero e delle costruzioni), seguito dai settori del commercio e degli alberghi e ristoranti, degli altri servizi alle imprese e dall’agricoltura e silvicoltura.

46 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

Unità locali suddivise per attività economica al 31/12/2007

G Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa 956

H Alberghi e ristoranti 798

F Costruzioni 644

D Attivita' manifatturiere 588

K Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 345

A Agricoltura, caccia e silvicoltura 295

O Altri servizi pubblici,sociali e personali 209

I Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. 122

J Intermediaz.monetaria e finanziaria 112

E Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua 22

M Istruzione 18

C Estrazione di minerali 12

N Sanita' e altri servizi sociali 11

B Pesca,piscicoltura e servizi connessi 0

0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000

Fonte: elaborazione Euris srl su dati Infocamere - Stock view

Nel territorio risultano scarsi i servizi alle imprese: ad Agordo vi sono una sede dell’INPS, dell’Agenzia delle entrate ed uno sportello dei servizi per l’impiego. Sempre ad Agordo e a Cortina d’Ampezzo e Longarone hanno sede alcune sedi di associazioni di categoria, mentre a Longarone sono presenti un centro di formazione professionale e un la- boratorio prove e ricerche nel settore dell’occhialeria. Lo sportello unico per le attività produttive è gestito dai singoli Comuni, se si eccettua un ten- tativo di gestione in forma associata da parte della Comunità montana della Valle del Boite. Vi sono 45 sportelli bancari (1,1 ogni 1.000 abitanti, superiore alla media provinciale e regionale). L’elevata presenza di banche esterne denota che il territorio é un’area di raccolta del risparmio a basso costo per le banche, le quali, tuttavia, impiegano la maggior parte dei capitali raccolti in loco nelle aree più sviluppate, dove la domanda è più forte e l’interesse il più elevato. Si registrano, infatti, difficoltà di accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese e tassi più elevati rispetto ad altre aree regionali. Gli uffici postali sono 41 e sono presenti in tutti i Comuni. Agricoltura Nell’area delle Dolomiti Venete l’agricoltura non è importante tanto per il prodotto, il reddito e l’occupazione che è in grado di fornire - trattandosi di fattori in ogni caso poco remunerativi - mentre il primario può giocare un ruolo insostituibile nella tutela del fragile territorio montano, migliorandone al contempo l’immagine, con ricadute positive anche sul turismo. L’area è classificata nel Piano di sviluppo rurale 2000-2006 della Regione del Veneto, come “zona agricola svantaggiata di montagna”, nella quale l’attività agricola è necessaria per la conservazione dell’ambiente naturale, ma è altresì caratterizzata da naturali limitazioni delle possibilità di utilizzazione delle terre e dai notevoli costi di produzione. Le zone agricole svantaggiate di montagna, infatti, sono soggette a condizioni climatiche che riducono il periodo vegetativo e da fattori orografici limitanti, quali le pendenze, che impedi- scono la meccanizzazione e richiedono l’impiego di materiali assai onerosi. L’esatta determinazione del numero di imprese agricole è un’operazione complessa e, presso- ché impossibile, in considerazione della pluralità di fonti statistiche che applicano criteri di rile- vazione disomogenei.

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I dati di fonte “ Stock view ” di Infocamere forniti dalla CCIAA di Belluno, indicano la presenza nell’area, al 31 dicembre 2007, di 295 unità locali attive nel settore di attività economica “ A – Agricoltura, caccia e silvicoltura ”. Per quanto riguarda, invece, i dati che emergono dai risultati del V° Censimento generale dell’agricoltura (22 ottobre 2000), va precisato che l’unità di rilevazione censuaria (“azienda agricola”) viene definita dall’ISTAT come “ l’unità tecnico-economica in cui si attua la produzio- ne agraria, forestale e zootecnica ad opera di un conduttore, e cioè persona fisica, società o ente, che ne sopporta il rischio ”. Si tratta dunque di un universo di riferimento ben più ampio della platea delle imprese agricole propriamente dette e cioè effettivamente operanti sul mer- cato, senza alcun riferimento alla dimensione dell’azienda, alla sua capacità economica, alla destinazione commerciale delle sue produzioni o al carattere professionale dell’attività svolta dal conduttore stesso, per cui viene rilevato un numero molto consistente di microaziende con superfici e capacità produttive molto limitate. L’obiettivo del censimento dell’agricoltura, infatti, è di rappresentare nel modo più dettagliato l’intero mondo rurale e non solo il suo core produt- tivo. Il numero di aziende fornito dall’ISTAT si differenzia rispetto alle informazioni desumibili da altri archivi amministrativi e in particolare dal Registro delle imprese tenuto presso le CCIAA, in cui sono escluse le aziende di piccole dimensioni e quelle che non intendono usufrui- re delle provvidenze concesse dall’amministrazione pubblica. Tenendo in considerazione tale premessa, al Censimento del 2000 nell’area delle Dolomiti Ve- nete sono state rilevate 486 aziende agricole, zootecniche e forestali, che rappresentano il 6,2% delle aziende agricole presenti nella provincia di Belluno. Le aziende agricole sono per il 72% ubicate nella comunità montana Agordina, per il 14% nella Valle del Boite, per un altro 14% nel Cadore Longaronese Zoldo. La superficie agricola totale (SAT) ammonta a 69.058,51 ettari, corrispondenti a circa il 35% del totale provinciale ed a quasi il 6% del totale regionale. La superficie agricola rappresenta dunque la metà della superficie totale dell’area delle Dolomiti Venete. Il 46% della SAT si trova nella Valle del Boite, un altro 39% nell’Agordino, ed un 15% ricade nel Cadore Longaronese Zoldo. La superficie agricola utilizzata (SAU) – cioè quella destinata alle coltivazioni agricole – as- somma a 12.506,52 ettari, pari ad oltre il 23% del totale provinciale e a circa l’1,5% del totale regionale. La SAU è così ripartita: il 55% nella Valle del Boite, il 40% nell’Agordino, il 5% nel Cadore Longaronese Zoldo. La quota di SAU sulla SAT, diminuita notevolmente tra il 1980 ed il 1990, ha poi visto un in- cremento nell’ultimo decennio: oggi ne rappresenta più del 20%. A livello regionale la quota di SAU sulla SAT si è mantenuta stabile nel ventennio, mentre a livello provinciale, dopo una di- minuzione tra il 1982 ed il 1990, il dato è ritornato sui livelli del 1982. Sia a livello regionale che provinciale il trend ai tre censimenti ISTAT considerati (1982, 1990 e 2000), che fotografano gli ultimi vent’anni di agricoltura, è sempre stato negativo. Nella pro- vincia di Belluno in particolare la contrazione delle unità produttive è stata più sostenuta rispetto alle altre province venete: sono infatti uscite dal campo entità marginali dal punto di vista produttivo e si è registrata la contrazione più consistente nella superficie totale, nei terreni rocciosi, nei boschi non coltivati e nei prati abbandonati. Si è verificato un processo di complessiva ristrutturazione del settore primario provinciale che ha portato alla chiusura di aziende marginali, soprattutto d’alta montagna, caratterizzate da piccole o piccolissime dimensioni, da una modesta produttività e da insufficienti attrezzature. In linea con questo andamento generale, tra il 1982 ed il 2000, nell’area delle Dolomiti Venete il numero delle aziende agricole è diminuito di oltre l’80%, pari a 1.991 unità, passando così da un totale di 2.477 aziende nel 1982 a 486 aziende nel 2000. Si tratta di una flessione considerevole, superiore sia a quella registrata a livello provinciale (- 55,75%), sia a quella media regionale (-20,88%). A livello disaggregato, i comuni che hanno registrato la più consistente diminuzione, in termini assoluti, nel numero di aziende nel ventennio considerato sono stati Cibiana di Cadore (159 a-

48 IPA Dolomiti Venete 2008-2010 ziende agricole in meno), Alleghe (155) e Castellavazzo (143). Solo le aziende agricole dei tre comuni di Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana e Forno di Zoldo hanno subito una flessione percentuale inferiore alla media provinciale. Tra il 1982 ed il 2000 la SAT ha subito una riduzione di poco meno del 23%, pari a 20.194 et- tari, passando così dagli 89.252,4 ettari del 1982 ai 69.058,51 ettari del 2000: una flessione in termini percentuali superiore – anche se di poco - a quella media provinciale che è stata di ol- tre il 20% e di molto, invece, rispetto a quella media regionale di poco meno del 9%. Esaminando le variazioni percentuali tra i tre censimenti, si nota che tra il 1982 ed il 1990 la SAT era aumentata (+3,18%), mentre è diminuita in modo considerevole nel periodo intercen- suario 1990-2000 (- 25,01%). La superficie agricola è diminuita in tutti i comuni dell’area tranne Canale d’Agordo, Gosaldo, Taibon Agordino, Cibiana di Cadore, Cortina d’Ampezzo, San Vito di Cadore. La Val Boite nel complesso registra un lieve aumento della SAT. Tra il 1982 ed il 2000 la SAU ha subito una flessione di quasi il 31%, pari a 5.511 ettari, pas- sando così dai 18.017,91 ettari del 1982 ai 12.506,52 ettari del 2000. La flessione della SAU è stata superiore in termini percentuali sia alla media provinciale del 23,36% che a quella regionale del 6,70%. La SAU è diminuita notevolmente tra il 1982 ed il 1990 (-35,19%), mentre è aumentata tra il 1990 ed il 2000 (+7,10%), in particolare nei co- muni di Borca di Cadore, Cibiana di Cadore e San Vito di Cadore. Come già detto, rispetto al Censimento del 1982, il numero delle aziende è diminuito dell’80%, a fronte di una riduzione del 23% della SAT e del 31% della SAU. La consistente riduzione delle aziende si è dunque riflessa solo in parte e diversamente sulle superfici occupate, cosicché le superfici medie delle aziende localizzate nell’area delle Dolomiti Venete sono sensibilmente aumentate nel periodo intercensuario: da 36,03 a 142,10 ettari in termini di SAT e da 7,27 a 25,73 ettari in termini di SAU. Anche a livello provinciale e regionale si registra un aumento in entrambi i casi. La superficie media aziendale nell’area delle “Dolomi- ti venete” risulta tuttavia più estesa di quella media regionale per via delle grandi superfici bo- schive. Oltre la metà della aziende agricole delle Dolomiti Venete appartiene alla classe di SAT com- presa tra meno di 1 e 5 ettari, ma ben 44 appartengono alla classe con 100 ed oltre ettari di SAT. Per quanto riguarda l’utilizzazione dei terreni aziendali all’anno 2000, la forma di utilizzazione dei terreni più diffusa è costituita dalle superfici boschive che investono il 66% delle superfici aziendali con 45.070,20 ettari.

Destinazione della superficie agricola nell'area delle Dolomiti Venete secondo l'utilizzazione dei terreni - Anno 2000

1% 14% 2% 0% 17%

66%

Seminativi Coltivazioni legnose agrarie Prati e pascoli Boschi Superf. agraria non utilizzata Altra superficie

Fonte: ISTAT – Censimento generale dell’agricoltura - Anno 2000

Le superfici aziendali boschive rappresentano circa il 42% del totale provinciale. Sono diminui- te dell’8% (3.896,06 ettari) tra il 1982 ed il 2000, in percentuale inferiore rispetto alla media provinciale (-15%) e regionale (-16%).

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Le superfici aziendali investite in prati permanenti e pascoli rappresentano attualmente il 17% delle superfici investite e la quasi totalità della SAU delle Dolomiti Venete, essendo trascurabile la superficie dedicata ai seminativi e alle coltivazioni legnose. Nell’ultimo ventennio intercen- suario sono diminuite del 36% (6.428,99 ettari in meno), contro il 38% a livello provinciale e il 25% nella complessiva regione Veneto. Le superfici aziendali a prati e pascoli dell’area rappre- sentano oggi oltre il 24% del totale provinciale. Per quanto riguarda il comparto zootecnico, il confronto tra i vari censimenti mette in evidenza come, nell’ultimo ventennio, ci sia stato nell’area delle “Dolomiti Venete” – ma allo stesso mo- do in tutta la regione Veneto – un brusco ridimensionamento del settore. Nell’area di analisi nel 2000 sono state censite 206 aziende con allevamenti di bovini/bufalini (pari al 18% del totale provinciale) e 43 dedite all’allevamento dei suini. Per l’allevamento dei bovini si tratta di un dato inferiore di oltre il 78% a quello rilevato nel 1982 (contro una fles- sione a livello provinciale e regionale rispettivamente del 76% e del 69%), il che indica l’abbandono della pratica zootecnica da parte di un gran numero di aziende. Il ridimensionamento del comparto zootecnico appare non molto meno drastico se considerato dal punto di vista della consistenza degli allevamenti. Limitando l’esame alle specie più diffuse, si osserva infatti che il numero dei capi bovini è diminuito nell’area delle “Dolomiti Venete” di oltre il 57% tra il 1982 ed il 2000 (contro un decremento a livello provinciale del 42% e a livel- lo regionale di circa il 33%). La situazione appare grave soprattutto per il fatto che la zootecni- ca è la ragione essenziale della permanenza di prati e pascoli. Come risultato della forte riduzione del numero di aziende attive del settore, che è stata supe- riore a quella registrata nel numero dei capi, la dimensione media delle aziende zootecniche dell’area, per quanto riguarda l’allevamento dei bovini, è cresciuta rispetto al 1982, passando da 3,3 a 6,5 capi per azienda, rimanendo tuttavia inferiore a quella media regionale (43,2 capi per azienda). Le aziende dedite alla produzione del latte sono 213: nell’area delle Dolomiti Venete vengono prodotte 4.578 tonnellate di latte. Il latte prodotto è per circa il 79% consegnato a caseificio, per oltre il 5% direttamente venduto, per le piccole quote rimanenti consumato in azienda, uti- lizzato per l’alimentazione del bestiame o trasformato in azienda. La fotografia del comparto delle produzioni di qualità scattata al V censimento dell’agricoltura permette di inquadrare la dimensione di questa particolare realtà produttiva. Secondo la defi- nizione censuaria rientrano in questo comparto le aziende che adottano tecniche di produzione biologiche, a basso impatto ambientale o che offrono prodotti sottoposti ad un disciplinare di produzione, sia riconosciuto a livello comunitario (DOC, DOCG, DOP, IGP), sia autonomamente stabilito da gruppi di produttori o nell’ambito di accordi di filiera. Le aziende dell’area delle Dolomiti Venete con produzioni di qualità sono 27 sulle 187 esistenti a livello provinciale. A Canale d’Agordo, Gosaldo e Taibon Agordino, Castellavazzo risultano presenti 12 aziende che producono coltivazioni biologiche (ortive, fruttiferi) cui sono dedicati 0,22 ettari di SAU. Di quelle censite, 9 aziende, localizzate a Forno di Zoldo, Gosaldo, Longaro- ne e Taibon Agordino, sono dedite all’allevamento biologico. Per quanto riguarda il titolo di possesso dei terreni, il titolo di possesso della SAT di gran lunga più diffuso è la proprietà. La SAT di proprietà rappresenta circa il 95% del totale. Sotto questo profilo si osserva un certo scarto con la situazione provinciale (89%) e regionale (60%). La SAU aziendale, invece, è per il 79% è di proprietà, contro il 69% a livello provinciale ed il 67% a livello regionale. Per quanto riguarda la forma di conduzione delle aziende agricole, le aziende agricole possono essere suddivise in due grandi gruppi: quello, largamente maggioritario, delle aziende a con- duzione diretta del coltivatore (405, oltre l’83% del totale) e quelle condotte con salariati, ov- vero “in economia” (79, poco più del 16% del totale). Tra le aziende a conduzione diretta, oltre il 97% è condotto con sola manodopera familiare. La forza lavoro impiegata nelle aziende agricole dell’area delle “Dolomiti Venete” è costituita da 1.094 lavoratori, 923 dei quali appartengono alla famiglia del conduttore, mentre sono presenti

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35 impiegati a tempo indeterminato e 23 a tempo determinato, 32 operai a tempo indetermi- nato e 81 operai a tempo determinato. La forza lavoro del settore agricolo appare dunque an- cora caratterizzata dalla larghissima prevalenza della manodopera familiare. Le giornate di lavoro totali nell’area di riferimento sono 129.471.Dai dati sul conduttore dell’azienda emerge che è in corso un processo di progressivo miglioramento del livello cultura- le e del grado di professionalità specifica: infatti sono in aumento sia i conduttori laureati che quelli diplomati in materie di ambito agrario. Questo è anche un indicatore del ricambio gene- razionale della categoria innescato dalla necessità dei nuovi capo azienda di rimanere a passo con i tempi per poter usufruire delle attuali possibilità offerte dalla politica agraria. Un comparto significativo è inoltre quello dell’agriturismo che ha visto nell’ultimo decennio uno sviluppo intenso in Veneto. Nel 2000 si rilevano nell’area delle Dolomiti Venete 24 aziende a- gricole che esercitano questo tipo di attività, sulle 798 regionali.

Attività produttive

In base ai risultati dell’ultimo Censimento dell’industria e dei servizi dell’ISTAT relativo all’anno 2001, nell’area delle Dolomiti Venete risultano presenti 4.160 unità locali e 19.617 addetti che rappresentano rispettivamente il 22,2% ed il 23,1% del totale provinciale.

Le unità locali censite sono ubicate per il 47% nell’Agordino, per un altro 34% nella Valle del Boite, solo per il rimanente 19% nel Cadore Longaronese Zoldo. Gli addetti censiti riguardano per il 46% le unità locali dell’Agordino, per un altro 23% quelle della Valle del Boite e per il ri- manente 31% le unità locali del Cadore Longaronese Zoldo.

Numero di unità locali e addetti nell'area delle Dolomiti Venete - Anno 2001

12.000 10.723 10.000 8.000 6.000 4.316 4.000 2.709 1.730 2.000 1.127 806 1.869 497 0 Industria Commercio Servizi Istituzioni

Numero Addetti

Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT - Anno 2001

Le unità locali dell’industria (manifatturiera, delle costruzioni, estrattiva, dell’energia) rappre- sentano il 27% delle unità locali totali. Il settore del commercio (al dettaglio e all’ingrosso) in- clude il 19% delle unità locali, mentre nel macrosettore degli altri servizi (che comprende i set- tori relativi ad alberghi, pubblici esercizi, trasporto e comunicazioni, servizi finanziari ed assicu- rativi, servizi professionali e servizi svolti per le imprese e le famiglie) le unità locali hanno raggiunto nel 2001 il 42% delle unità locali totali. Le unità locali delle istituzioni (pubbliche e private: attività delle amministrazioni pubbliche e delle istituzioni non profit) rappresentano il 12% del totale.

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Unità locali dell'industria, commercio, servizi e istituzioni nell'area delle Dolomiti Venete - Anno 2001

12% 27%

42% 19%

Industria Commercio Servizi Istituzioni

Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT - Anno 2001

Nell’area delle Dolomiti Venete risultano presenti circa 10 unità locali (dei settori industria, commercio e servizi) ogni 100 abitanti, come di seguito indicato:

Aree Industria Commercio Servizi Totale Unità locali*100 Unità locali*100 Unità locali*100 Unità locali*100 abitanti abitanti abitanti abitanti CM Agordina 2,5 1,7 3,6 9,2 CM della Valle del Boite 3,4 2,8 6,8 14,3 CM Cadore Longaronese Zoldo 2,3 1,4 2,5 7,0 Dolomiti Venete 2,6 1,9 4,0 9,8 Provincia Belluno 3 2 3 8 Regione Veneto 3 2 4 9

Le unità locali censite nel 2001 sono diminuite del 6,9% rispetto al 1991, mentre a livello pro- vinciale il numero è rimasto pressoché invariato e a livello regionale si registra un aumento del 24%. Le unità locali sono diminuite nel decennio in tutti i comuni delle Dolomiti Venete, ad ec- cezione di Agordo, Alleghe, La Valle Agordina, Livinallongo del Col di Lana, Rivamonte Agordino e Selva di Cadore.

Unità locali dell'industria, commercio, servizi e istituzioni nell'area delle Dolomiti Venete - Anno 1991

8% 31%

39%

22%

Industria Commercio Servizi Istituzioni

Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT - Anno 2001

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Unità locali: variazione assoluta anni 1991-2001

60 53

40 23 17 20 5 1 4 0 -1 -3 -1 -5 -6 -4 -3 -1 -20 -12 -12 -15 -17 -21 -18 -26 -40 -30 -30 -37 -33 -40 -44 -60 -52 Variazione unità locali 1991-2001

Agordo Alleghe Canale d’Agordo Cencenighe Agordino Colle Santa Lucia Falcade Gosaldo La Valle Agordina Livinallongo Rivamonte Agordino Rocca Pietore San Tomaso Agordino Selva di Cadore Taibon Agordino Vallada Agordina Voltago Agordino Borca di Cadore Cibiana di Cadore Cortina d’Ampezzo San Vito di Cadore Vodo Cadore Castellavazzo Forno di Zoldo Longarone Ospitale di Cadore Soverzene Zoldo Alto Zoppè di Cadore

Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT - Anno 2001

La diminuzione complessiva delle unità locali rispetto al 1991 ha prodotto anche una loro redi- stribuzione tra i diversi comparti economici, cosicché il peso delle unità locali dell’industria sul totale è diminuito passando dal 31% del 1991 al 27% del 2001, mentre è aumentata la quota delle unità locali dei servizi, passate dal 39% al 42% del totale. Si è ridotto anche il peso delle unità locali del commercio, dal 22% del 1991 al 19% del 2001, mentre è aumentato quello del- le istituzioni pubbliche e private, passate dall’8% al 12%. Se si effettua il confronto in termini di addetti (dipendenti ed indipendenti), emerge tuttavia che è il settore dell’industria nel 2001 ad assorbire la maggiore quota di addetti: infatti, dei 19.617 addetti censiti nel 2001, il 54% sono impiegati dall’industria, il 10% dal commercio, il 22% dalle unità locali degli altri servizi e il 14% dalle istituzioni pubbliche e private.

Addetti delle unità locali dell'industria, commercio, servizi e istituzioni nell'area delle Dolomiti Venete - Anno 2001

14%

22% 54% 10%

Industria Commercio Servizi Istituzioni

Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT - Anno 2001

53 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

Malgrado la diminuzione delle unità locali, gli addetti sono aumentati nell’area delle Dolomiti Venete dell’11% rispetto al 1991, a fronte di un aumento del 7,5% a livello provinciale e del 13% a livello regionale. L’aumento è dovuto in gran parte agli andamenti ampiamente positivi di Agordo e Longarone.

Addetti delle unità locali: variazione assoluta anni 1991 e 2001

-1 -14 -4 -29 2.019 -72 -52 -51 -78 -687 4 -98 -89 5 1 78 -24 -9 -60 -21 116 -18 -75 -16 -14 2 -3 -95 1.236

-1.000 -500 0 500 1.000 1.500 2.000 2.500

Agordo Alleghe Canale d’Agordo Cencenighe Agordino Colle Santa Lucia Falcade Gosaldo La Valle Agordina Livinallongo Rivamonte Agordino Rocca Pietore San Tomaso Agordino Selva di Cadore Taibon Agordino Vallada Agordina Voltago Agordino Borca di Cadore Cibiana di Cadore Cortina d’Ampezzo San Vito di Cadore Vodo Cadore Castellavazzo Forno di Zoldo Longarone Ospitale di Cadore Soverzene Zoldo Alto Zoppè di Cadore

Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT - Anno 2001

La distribuzione degli addetti tra le diverse attività economiche è cambiata tra il 1991 ed il 2001: la quota degli addetti nel settore industriale rispetto al totale è aumentata passando dal 49% del 1991 al 54% del 2001, mentre è diminuita dal 24% al 22% la quota degli addetti del settore dei servizi e dal 13% al 10% quella degli addetti del settore del commercio. E’ rimasto invariato al 14% il peso degli addetti delle istituzioni pubbliche e private.

54 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

Addetti delle unità locali dell'industria, commercio, servizi e istituzioni nell'area delle Dolomiti Venete - Anno 1991

14%

49% 24%

13%

Industria Commercio Servizi Istituzioni

Fonte: Elaborazione Euris srl su dati ISTAT - Anno 2001

Industria Nell’area delle Dolomiti Venete i dati definitivi relativi all’ultimo Censimento dell’industria e dei servizi del 2001 rilevano la presenza di 1.127 unità locali (oltre il 21% del totale provinciale) e di 10.723 addetti (oltre il 26% del totale provinciale), per la maggior parte concentrati nella Comunità montana Agordina e in particolare nel comune di Agordo.

Distribuzione delle unità locali dell'industria per Comunità montana - Anno 2001

CM Cad. Long. Zoldano 22% CM Agordina 48%

CM Val Boite 30%

CM Agordina CM Val Boite CM Cad. Long. Zoldano

Distribuzione degli addetti alle unità locali dell'industria per Comunità montana - Anno 2001

CM Cad. Long. CM Agordina Zoldano 46% 43%

CM Val Boite 11%

CM Agordina CM Val Boite CM Cad. Long. Zoldano

Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT - Anno 2001

Le unità locali dell’industria sono diminuite del 19% rispetto a quelle censite nel 1991 (-261 u- nità), contro una flessione media provinciale di oltre il 13% (-813 unità) che vede il bellunese in controtendenza rispetto al complessivo andamento regionale che ha registrato un aumento

55 IPA Dolomiti Venete 2008-2010 del 9% (+10.467 unità). La perdita di unità locali dell’industria ha interessato tutti i comuni dell’area con l’eccezione dei comuni di La Valle Agordina, Rocca Pietore, Selva di Cadore e Tai- bon Agordino che hanno registrato piccoli incrementi. Per quanto riguarda gli addetti, invece, sono aumentati di oltre il 26% rispetto al 1991 (+2.233 addetti), contro il 9% a livello provinciale (+3.571) e il 5% a livello regionale (+37.221). L’aumento degli addetti è dovuto quasi interamente ai due comuni di Agordo e Longarone che insieme hanno visto incrementare di 3.102 unità gli addetti del settore indu- striale. I dati di fonte “Stock view” di Infocamere, forniti dalla CCIAA di Belluno, indicano la presenza nell’area, al 31 dicembre 2007, di 1.266 unità locali attive nel settore dell’industria. L’analisi delle risultanze relative al periodo 2006-2007 hanno evidenziato a livello provinciale alcune criticità, in particolare il ridimensionamento del manifatturiero, che negli ultimi 12 mesi ha visto un decremento del 2,7% delle proprie imprese, mentre le unità locali hanno perduto un punto percentuale. Il decremento è in linea con quello registrato negli anni precedenti e ri- guarda in particolare l’occhialeria. Il quadro complessivo a livello provinciale delle imprese del comparto dell’occhialeria bellunese è piuttosto preoccupante, evidenziando in un anno (tra giugno 2006 e giugno 2007) un calo percentuale del 5,9% degli insediamenti produttivi (scesi, in termini numerici, da 648 a 610), e del 7,5% delle sedi d’impresa, posizionandosi sotto quota 500 (da 533 a 493). Nelle tre Comu- nità montane Agordina, della Valle del Boite e Cadore Longaronese Zoldo le unità locali sono passate da 80 a 76. Hanno tenuto le imprese della Val Boite (che sono passate da 5 unità locali a 6), mentre l’Agordino ha perso 3 unità locali nell’anno e 2, invece, il Cadore Longaronese Zoldo. A livello provinciale, con riferimento al tipo di attività, a soffrire di più, in termini percentuali (- 12,8% tra giugno 2006 e giugno 2007) è il più ridotto settore degli astucci per occhiali (che ha visto scendere a 34 il totale delle imprese, perdendone 5 tra giugno 2006 e giugno 2007), tre delle quali nell’area delle “Dolomiti Venete”. Ma a preoccupare, in termini numerici, è l’uscita di scena dalla provincia di Belluno di una trentina di occhialerie in senso stretto tra il 2006 e il 2007, tre delle quali ubicate nell’area delle Dolomiti Venete (dove si è passati da 71imprese a 68). L’andamento delle imprese della galvanica è rimasto stabile a livello provinciale, mentre nell’aere delle Dolomiti Venete si è verificato un aumento di 2 unità locali. Per quanto riguarda le imprese artigiane dell’occhialeria, risultano presenti, al 30 giugno 2007, 28 sedi attive, 2 in meno rispetto all’anno precedente. Artigianato Nell’area delle Dolomiti Venete risultano presenti, in base ai dati del Censimento dell’industria e dei servizi del 2001, 1.239 unità locali artigiane (1.195 delle quali sedi d’impresa) con 3.246 addetti che rappresentano rispettivamente il 21% e il 18% del totale provinciale. La comunità montana Agordina concentra 614 unità locali e 1.605 addetti (50% e 49% del to- tale dell’area), la comunità montana Cadore Longaronese Zoldo 223 unità locali e 562 addetti (18% e 17% del totale dell’area) e la Comunità montana della Valle del Boite 402 unità locali e 1.064 addetti (32% e 33% del totale dell’area). Le unità locali artigiane e i rispettivi addetti sono così distribuiti nei tre settori economici: il 75% delle unità locali e l’81% degli addetti nell’industria, il 9% e l’8% nel commercio e il 16% e 11% negli altri servizi. Rispetto al 1991, le unità locali delle imprese artigiane dell’area sono diminuite di 446 unità (di cui 50 sono sedi d’impresa) e gli addetti di 286 unità. L’erosione più consistente si è avuta nell’Agordino (87 unità locali e 251 addetti in meno), seguito dalla Valle del Boite (32 unità lo- cali e 49 addetti in meno), mentre nel Cadore Longaronese Zoldo si registrano 17 unità locali in meno, ma 14 addetti in più. Tutti i comuni mostrano una diminuzione ad eccezione dei co- muni di Livinallongo, Rivamonte, Taibon, Forno di Zoldo, Longarone e Soverzene.

56 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

Commercio I dati definitivi relativi all’ultimo Censimento dell’industria e dei servizi del 2001 rilevano la presenza di 806 unità locali (il 19% del totale provinciale) e di 1.869 addetti (oltre il 17% del totale provinciale). L’Agordino concentra la maggior parte delle unità locali, ma è la Val Boite ad assorbire la mag- giore quota di addetti nel settore: in particolare Cortina d’Ampezzo concentra oltre il 27% delle unità locali e oltre il 36% degli addetti.

Distribuzione delle unità locali del commercio per Comunità montana - Anno 2001

CM Cad. Long. Zoldano 20% CM Agordina 45%

CM Val Boite 35%

CM Agordina CM Val Boite CM Cad. Long. Zoldano

Distribuzione degli addetti alle unità locali del commercio per Comunità montana - Anno 2001

CM Cad. Long. Zoldano 15% CM Agordina 41%

CM Val Boite 44%

CM Agordina CM Val Boite CM Cad. Long. Zoldano

Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati ISTAT - Anno 2001

Le unità locali del commercio sono diminuite del 19% nel periodo intercensuario (-191 unità), a fronte di una contrazione provinciale complessiva del 15%, mentre a livello regionale è stato registrato un incremento del 2,4%. La perdita di unità locali ha interessato, anche se per poche unità, tutti i comuni dell’area. Gli addetti sono diminuiti del 20% rispetto al 1991 (-481 unità), contro una flessione media provinciale del 9%, mentre a livello regionale il valore è aumentato del 3%. La perdita di ad- detti ha riguardato tutti i comuni (salvo la tenuta dei due comuni di Gosaldo e San Tomaso A- gordino). I dati provenienti dagli “Osservatori del Commercio”, sistema gestito dalle Camere di Commer- cio, evidenziano che nella prima metà del 2007 i nuovi esercizi commerciali di vicinato censiti nell’area sono stati in tutto 17, 1 in più rispetto all’analogo dato del 2006. Vi sono state inoltre 9 cessazioni definitive, 5 in meno rispetto al 2006. Il saldo tra aperture e cessazioni è positivo in entrambi gli anni considerati ed è aumentato, passando da 2 a 8 unità. Degli esercizi di vici- nato aperti durante il 1° semestre del 2007, la maggior parte riguarda esercizi non alimentari.

57 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

Servizi I dati definitivi relativi all’ultimo Censimento dell’industria e dei servizi del 2001 rilevano la presenza di 1.730 unità locali (oltre il 24% del totale provinciale) e di 4.316 addetti (il 24% del totale provinciale) in questo settore che comprende anche gli alberghi e i pubblici esercizi, per la maggior parte concentrati nei comuni di Agordo, Cortina, Falcade, San Vito di Cadore e Lon- garone.

Distribuzione delle unità locali dei servizi per Comunità montana - Anno 2001

CM Cad. Long. Zoldano 16% CM Agordina 45%

CM Val Boite 39%

CM Agordina CM Val Boite CM Cad. Long. Zoldano

Distribuzione degli addetti alle unità locali dei servizi per Comunità montana - Anno 2001

CM Cad. Long. Zoldano 17% CM Agordina 42%

CM Val Boite 41%

CM Agordina CM Val Boite CM Cad. Long. Zoldano

Fonte: ISTAT – Censimento generale dell’industria e dei servizi - Anno 2001

Le unità locali dei servizi sono aumentate dell’1% nel periodo intercensuario (+18 unità), a fronte di un incremento provinciale complessivo del 13%, mentre a livello regionale è stato re- gistrato un incremento del 57%. I soli comuni che hanno registrato una flessione nelle unità locali di questo settore sono stati Cencenighe Agordino, Gosaldo, Rocca Pietore, Voltago Agor- dino, Cibiana di Cadore, Vodo di Cadore, Castellavazzo, Forno di Zoldo. Sebbene si sia registrato un lieve aumento delle unità locali, gli addetti sono lievemente dimi- nuiti dello 0,3% rispetto al 1991 (-11 unità), contro un incremento medio provinciale dell’11% e regionale di oltre il 45%. La perdita di addetti ha riguardato in particolare i comuni di Alle- ghe, Gosaldo e Cortina d’Ampezzo. Turismo I dati relativi all’anno 2006, forniti dalla Provincia di Belluno, indicano una presenza nell’area delle Dolomiti Venete di 265 esercizi alberghieri, con 13.512 posti letto complessivi, e di 4.835 esercizi extralberghieri che offrono un totale di 33.414 posti letto.

58 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

Esercizi alberghieri e relativi posti letto per comunità montana - Anno 2006 8000 6.985 7000

6000 5.642

5000

4000

3000

2000 885 1000 87 22 156 0 CM Valle del Boite CM Cadore Longaronese CM Agordina Zoldo

Numero Posti letto

Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati della Provincia di Belluno

Esercizi extralberghieri e relativi posti letto per comunità montana - Anno 2006 16000 13.667 14000 13.313

12000

10000

8000 6.434 6000

4000 2.149 1.909 2000 777 0 CM Valle del Boite CM Cadore Longaronese CM Agordina Zoldo

Numero Posti letto

Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati della Provincia di Belluno

Gli esercizi alberghieri, che rappresentano poco meno del 60% del totale provinciale, sono con- centrati per il 59% nell’Agordino, per il 33% nella Valle del Boite e per il rimanente 8% nel Ca- dore Longaronese Zoldo. Tuttavia, oltre l’80% delle strutture alberghiere dell’area si trovano nei principali comuni turistici dell’area: Cortina d’Ampezzo (57), Livinallongo del Col di Lana (42), Falcade (26), Rocca Pietore (25), Alleghe (23), San Vito di Cadore (18), Selva di Cadore (14) e Zoldo Alto (14). Per quanto riguarda i posti letto delle strutture alberghiere, che rappresentano il 68% del tota- le provinciale, l’Agordino concentra il 52% dei posti letto complessivi, la Val Boite un altro 42%, il Cadore Longaronese Zoldo il rimanente 6%. Anche in questo caso, quasi il 90% dei po- sti letto complessivi sono concentrati nei comuni a maggiore vocazione turistico-ricettiva. Gli esercizi extralberghieri, quasi la metà di quelli dell’intera provincia di Belluno, sono distri- buiti per un 45% nella Val Boite, per un altro 39% nell’Agordino e per il rimanente 16% nel Cadore Longaronese Zoldo. Circa l’80% delle strutture extralberghiere si trova nei comuni di Cortina d’Ampezzo (1.902), Falcade (633),Forno di Zoldo (404), Zoldo Alto (360), Rocca Pieto- re (219), Alleghe (211) e Canale d’Agordo (199).

59 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

I posti letto delle strutture extralberghiere, che rappresentano circa la metà del totale provin- ciale, si trovano per il 41% nella Val Boite, per un altro 40% nell’Agordino e per il rimanente 19% nel Cadore Longaronese Zoldo. L’area ha dunque un tasso di ricettività pari al 113% (contro una media provinciale del 40%): significa che l’area offre 113 posti letto ogni 100 abitanti. Rispetto al 2002, l’area ha diminuito l’offerta ricettiva di 1.598 strutture e 11.035 posti letto: gli esercizi alberghieri sono diminuiti di 14 unità, per un totale di 1.670 posti letto in meno. Gli esercizi extralberghieri sono diminuiti del 25% (-1.584), con un decremento dei posti letto pari al 22% (-9.365).

Nel 2006 sono stati registrati complessivamente 548.646 arrivi e 2.936.551 presenze. L’area delle Dolomiti ha dunque un tasso di turisticità pari a 1941‰. Rispetto al 2002 si registra un aumento del 9,5% degli arrivi e una diminuzione del 5,5% delle presenze, a conferma delle modificazioni intervenute nel comportamento dei turisti, che privilegiano soggiorni sempre più brevi.

Arrivi e presenze per comunità montana - Anno 2006

1500000 1.334.525 1.376.373 1250000

1000000

750000

500000

255.297 225.653 249.966 250000 43.383 0 CM Valle del Boite CM Cadore Longaronese CM Agordina Zoldo

arrivi presenze Interessante, sul piano dell’offerta turistica, è un confronto con le altre due aree dell’Alto Bel- lunese in cui sono stati attivati patti territoriali (Cadore Centrale e Comelico e Sappada). Per quanto riguarda l’offerta ricettiva, la figura che segue mostra come l’area delle Dolomiti Venete concentri la quota più alta di strutture ricettive e posti letto rispetto alle tre aree consi- derate, oltre che di arrivi e presenze.

Esercizi alberghieri ed extralberghieri e relativi posti letto - Anno 2006 50000 46.926 45000 40000 35000 30000 25000 20000 15000 13.576 10.172 10000 5.100 5000 1.611 1.769 0 Cadore Centrale Comelico Sappada Dolomiti Venete Totale esercizi Totale posti letto

60 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati Provincia Belluno

Arrivi turistici - Anno 2006 600000 548.646

500000

400000

300000

200000

95.314 100000 51.081

0 Cadore Centrale Comelico Sappada Dolomiti Venete

Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati Provincia Belluno

Presenze turistiche - Anno 2006 3500000

2.936.551 3000000

2500000

2000000

1500000

1000000

510.315 500000 322.636

0 Cadore Centrale Comelico Sappada Dolomiti Venete

Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati Provincia Belluno Anche gli indicatori di sintesi seguenti mostrano come l’area delle Dolomiti Venete presenti tas- si di turisticità e di ricettività più alti rispetto alle altre due aree.

Tassi di ricettività e turisticità - Anno 2006 250

200 194

150

111 113 96 100 72 74

50

0 Cadore Centrale Comelico Sappada Dolomiti Venete

Tasso di ricettività Tasso di turisticità

61 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

Fonte: Elaborazione Euris Srl su dati Provincia Belluno L’organizzazione della promozione turistica dell’area è alquanto articolata e complessa e vede la presenza di 10 uffici turistici provinciali (ex APT e IAT), dislocati nelle maggiori località turi- stiche e di 25 iniziative private (consorzi di operatori turistici e pro-loco ) diffuse anche nelle a- ree a minore attrattività turistica.

Comune Struttura Gestore Servizi offerti CM AGORDINA: Agordo Ufficio turistico provinciale Provincia di Belluno Informazione e assistenza Alleghe Ufficio turistico provinciale Provincia di Belluno Informazione e assistenza Consorzio Operatori turistici Alleghe e Caprile Privati Informazione e promozione Consorzio Dolomiti Stars Privati Informazione e promozione Canale d’Agordo Ufficio turistico Pro Loco Privati Informazione e promozione Cencenighe Agordino Ufficio turistico Pro Loco Privati Informazione e promozione Colle Santa Lucia Ufficio turistico Pro loco Privati Informazione e promozione Falcade Informazione e assistenza turistica Provincia di Belluno Informazione e assistenza Consorzio turistico Val Biois Privati Informazione e promozione Pro loco di Caviola Privati Informazione e promozione Gosaldo Ufficio Pro Loco Privati Informazione e promozione La Valle Agordina Ufficio Pro Loco Privati Informazione e promozione Livinallongo Col di Lana IAT Arabba Provincia di Belluno Informazione e assistenza Azienda Turistica Arabba Livinallongo-Consorzio albergatori Privati Informazione e promozione Consorzio Albergatori Sella Ronda Privati Informazione e promozione Rivamonte Agordino - - - Rocca Pietore Ufficio Turistico Provinciale Provincia di Belluno Informazione e assistenza Consorzio operatori turistici Marmolada Privati Informazione e promozione San Tomaso Agordino Pro loco Privati Informazione e promozione Selva di Cadore Pro loco Val Fiorentina Privati Informazione e promozione Taibon Agordino Pro loco Privati Informazione e promozione Vallada Agordina Pro loco Privati Informazione e promozione Voltago Agordino Ufficio Promotour Frassené Agordino Privati Informazione e promozione CM DELLA VALLE DEL BOITE: Borca di Cadore Pro Loco Privati Informazione e promozione Cibiana - - - Cortina d’Ampezzo Servizio comunicazione e promozione P.tta San Francesco Provincia di Belluno Informazione e assistenza Ufficio informazioni P.zza Roma Provincia di Belluno Informazione e assistenza Assessorato al turismo Comune Informazione e assistenza Cortina turismo Privati Informazione e promozione Associazione albergatori di Cortina Privati Informazione e promozione San Vito di Cadore Ufficio turistico provinciale Provincia di Belluno Informazione e promozione Consorzio albergatori San Vito Borca Vodo Privati Informazione e promozione Vodo di Cadore - - - CM CADORE LONGARONESE ZOLDO: Castellavazzo - - - Forno di Zoldo Ufficio turistico Forno di Zoldo Provincia di Belluno Informazione e assistenza Longarone Ufficio informazioni Pro Loco Privati Informazione e promozione Ospitale di Cadore - - - Soverzene - - - Zoldo Alto Ufficio Turistico Zoldo Alto Provincia di Belluno Informazione e assistenza Ufficio Pro Loco Privati Informazione e promozione Consorzio promozione turistica Val Zoldana Privati Informazione e promozione Zoppé di Cadore Pro loco Privati Informazione e promozione

2.2.6 Pubblica amministrazione I 28 comuni e le tre Comunità montane dell’area delle Dolomiti Venete contano, al 31.12.2003, 532 dipendenti effettivi, rispetto ai 609 previsti nelle piante organiche approvate. Negli ultimi anni sono stati sviluppati alcuni servizi in forma associata, su base volontaria o, in certi casi, obbligatoria.

62 IPA Dolomiti Venete 2008-2010

La Provincia di Belluno gestisce, su delega dei Comuni, l’ufficio del difensore civico, nonché i servizi relativi al mantenimento dei figli naturali minori e alcuni servizi in materia di espropri, assistenza negli appalti di lavori pubblici. Alla società BIM Gestione Servizi Pubblici spa sono stati affidati la gestione del servizio idrico integrato e la gestione del catasto, in luogo dell’Agenzia del territorio. A livello locale ognuna delle tre Comunità montane gestisce alcuni servizi per conto dei rispet- tivi comuni. La Comunità montana Agordina i servizi del personale, dei tributi, dell’informatica, della sicu- rezza sul lavoro, nonché la gestione dei rifiuti, i servizi ambientali, ecc. La Comunità Montana della Valle dei Boite, oltre ai rifiuti, lo sfalcio dell’erba, l’assistenza domiciliare, i servizi foresta- li, ecc. Inoltre, la Comunità montana Cadore Longaronese Zoldo i servizi del personale, la ge- stione dei rifiuti, la manutenzione ambientale, il servizio informatico, la manutenzione della sentieristica. Infine, alcuni Comuni condividono la gestione di alcuni servizi, dalla segreteria generale, agli asili nido, dai servizi cimiteriali alla vigilanza.

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2.3. Punti di forza e di debolezza dell’area (analisi SWOT)

La diagnosi territoriale dimostra che la valorizzazione delle risorse endogene del territorio e la creazione di un ambiente favorevole allo sviluppo sostenibile, trovano nell’area delle Dolomiti Venete diverse potenzialità, ma anche diversi ostacoli: alcuni di carattere orizzontale, che ri- guardano, quindi, l’intero territorio; altro di carattere verticale, che interessano, cioè alcune parti di esso. 2.3.1 Aspetti generali Tutte le problematiche dell’area delle Dolomiti Venete possono essere sintetizzate nel fatto che la popolazione residente è ancora in costante e forte diminuzione: negli ultimi venti anni ad un ritmo più che doppio rispetto alla media provinciale; negli ultimi dieci anni, ad una velocità cin- que volte superiore, sempre rispetto alla media provinciale. Negli ultimi decenni, inoltre, il processo di sviluppo dell’area delle Dolomiti Venete è stato so- stenuto da una struttura territoriale articolata attorno a tre poli urbani locali - Agordo, Cortina d’Ampezzo e Longarone – nei quali si sono concentrate le principali funzioni e che hanno, quin- di, esercitato un’attrazione di rilievo nei confronti della popolazione residente nei comuni circo- stanti, per gruppi predeterminati di servizi (privati, sanitari, scolastici, pubblica amministrazio- ne, ecc.). Tuttavia, mentre nella Comunità montana Agordina l’articolazione dei servizi fondamentali ri- sulta ancora oggi sufficientemente distribuita nel territorio, nelle Comunità montane della Valle del Boite e del Cadore Longaronese Zoldo il sistema di sviluppo territoriale, da un lato, ha svuotato di funzioni e di servizi i centri abitati minori, dall’altro, ha prodotto nei centri maggiori forme di congestione e di degrado ambientale tipiche delle aree metropolitane: forse questo contribuisce a spiegare la maggiore accentuazione del fenomeno dello spopolamento che inte- ressa la Valle del Boite e il Cadore Longaronese Zoldo, rispetto all’Agordino. E’ anche da rilevare che i tre poli locali appena indicati non riescono ad organizzarsi secondo una logica di specializzazione, in modo da generare - anche nell’assenza di grandi concentra- zioni urbane - un effetto metropolitano, cioè quella accumulazione di risorse umane, servizi, funzioni, infrastrutture di rango superiore, necessaria per farli divenire strutture propulsive del- lo sviluppo, attraverso il loro irradiamento sul territorio: pertanto, questi poli urbani locali han- no continuato, negli anni, a vivere di una sorta di “rendita di posizione”, la quale non solo non ha prodotto sviluppo diffuso, ma non è nemmeno riuscita a conservarsi intatta. Un esempio di quanto affermato è rappresentato da Cortina d’Ampezzo, che nell’ultimo decennio – a fronte del persistere di un notevole livello di sviluppo turistico - ha perso sia popolazione residente (- 14,4%), unità locali in tutti i settori produttivi e posti di lavoro, in una proporzione oltre cinque volte superiore rispetto agli altri due poli urbani di Agordo e Longarone. 2.3.2 Territorio e ambiente Dal punto di vista ambientale, l’area delle Dolomiti Venete si caratterizza per un patrimonio na- turalistico e ambientale di grandissimo rilievo, in grado di assicurare qualità della vita e attrat- tività turistica. Inoltre, l’istituzione di vaste aree protette garantisce la preservazione e la valo- rizzazione dell’ambiente e del paesaggio. Infine, sono pressoché assenti criticità ambientali e fenomeni irreversibili di inquinamento e di degrado ambientale. A fronte di tali punti di forza, l’area sconta tuttavia le limitazioni naturali e le difficoltà struttu- rali tipiche di tutte le zone di montagna, con le esigenze di una continua manutenzione del ter- ritorio volta a prevenire i fenomeni di dissesto idrogeologico e le calamità naturali e ad assicu- rare le necessarie condizioni di sicurezza dei centri abitati e degli assi viari, la carenza di spazi per l’insediamento civile e industriale, le difficoltà dei collegamenti interni ed esterni ed i con- seguenti maggiori costi per i cittadini e le imprese. Si registrano, inoltre, ritardi nell’attuazione delle normative di settore in materia di tutela am- bientale, soprattutto nel campo del ciclo integrato delle acque, della raccolta differenziata dei rifiuti, del risparmio energetico e della difesa del suolo e una sovrapposizione di competenze tra diversi Enti locali, provinciali e regionali che spesso produce immobilità amministrativa. In-

64 IPA Dolomiti Venete 2008-2010 fine, forti pressioni ambientali sono esercitate dai crescenti volumi di traffico e dall’impatto del- le infrastrutture turistiche sulle aree più sensibili. 2.3.3 Economia locale Attività produttive Nel suo complesso l’area delle Dolomiti Venete presenta un buon grado di differenziazione pro- duttiva e un elevato tasso di occupazione, anche se Agordo vede la presenza di una grande impresa multinazionale dell’occhialeria, che tende ad assorbire la maggior parte della forza la- voro disponibile in loco e a mortificare lo “spirito imprenditoriale”, tradizionalmente presente nella popolazione, con il conseguente abbandono di altre attività economiche e Longarone è parte del distretto dell’occhialeria bellunese e vive, quindi, i rischi collegati alla crisi del settore. Tuttavia, notevoli risultano ancora oggi, soprattutto nei Comuni oggi più marginali, le potenzia- lità di diversificazione e segmentazione delle vocazioni turistiche dell’area e di nuove attività economiche collegate all’offerta integrata di beni ambientali, culturali, prodotti tipici, attrazioni turistiche: infatti, se è vero, come si è accennato, che lo sviluppo dell’area si concentra princi- palmente attorno ai tre poli urbani locali di Agordo, Cortina d’Ampezzo e Longarone, è altret- tanto evidente che la maggior parte dei Comuni minori dispone di una potenziale offerta di be- ni culturali e ambientali ancora non adeguatamente valorizzata. Se quelli appena evidenziati sono i punti di forza, altrettanti sono gli elementi di debolezza del sistema produttivo locale: la polverizzazione, ovvero il fatto che il tessuto di piccole imprese, in gran parte operanti in settori merceologici tradizionali e a basso contenuto tecnologico, risulta fortemente parcellizzato; la sottocapitalizzazione delle piccole e medie imprese e la separatez- za del sistema creditizio dal sistema produttivo; la scarsa internazionalizzazione; in alcuni co- muni, il ridimensionamento occupazionale del comparto dell’occhialeria. Inoltre, le PMI non trovano “nell’ambiente produttivo” locale quei fattori che ne possono favori- re l’acquisizione della competitività necessaria per fronteggiare il mercato internazionale ricon- vertendo la propria strategia, da quella basata sui vantaggi relativi (produzioni a basso costo ed a basso contenuto tecnologico), verso una strategia complessa basata sull’innovazione pro- duttiva ed organizzativa. Nonostante gli sforzi profusi anche dalla politica regionale in questo senso, l’ambiente competi- tivo locale è ancora carente del sostegno sia di un terziario qualificato per l’innovazione, sia degli altri componenti del sistema, ed in particolare del sistema bancario e dei servizi finanzia- ri, del sistema della formazione professionale. Infine, la totale assenza di integrazioni di filiera e di rete tra settori produttivi e di offerta con- giunta dei beni dell’area, l’assenza di politiche in grado di valorizzare in maniera integrata le vocazioni dei diversi territori, sono altri ostacoli ad una crescita equilibrata che miri ad un be- nessere “diffuso”, soprattutto in funzione del mantenimento della popolazione e delle imprese in loco . Agricoltura L’area delle Dolomiti Venete costituisce un terreno fertile e vocazionalmente predisposto all’applicazione del nuovo paradigma ambiente-natura, elemento di riferimento nello sviluppo dei concetti di produzioni agricole tipiche e di qualità, e che costituisce lo sfondo per nuovo modello di agricoltura basato sulla salvaguardia degli equilibri idrogeologici e della qualità e- stensiva dell’ambiente naturale, sul recupero naturalistico delle aree interne e marginali, sul riassorbimento degli attuali squilibri ambientali. Nonostante gli sforzi degli ultimi anni, il perseguimento di questo modello, tuttavia, trova at- tualmente difficoltà in problemi legati a vari nodi strutturali del sistema agricolo locale, dall’invecchiamento degli addetti all’abbandono dell’attività agricola, dalla necessità di innova- zione continua nei processi produttivi e nelle tecniche di commercializzazione e di ricerca di nicchie di qualità e tipicità, imposta dalle pressioni competitive analoghe a quelle dell’industria, da sostenere attraverso un adeguato sistema di servizi e di ricerca e sviluppo, alla carenza di imprenditorialità e professionalità adeguate, ai problemi strutturali del riordino fondiario.

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Turismo Il turismo rappresenta il fattore-chiave dello sviluppo economico dell’area delle Dolomiti Vene- te, dove si concentrano emergenze naturalistiche tra le più rilevanti in Europa, per dimensione e qualità. Oltre alle tradizionali e rinomate località, in grado di esercitare un’attrazione turistica che si e- stende all’intero mercato mondiale, l’area è anche dotata di un sistema di parchi ed aree pro- tette e di beni culturali che, pur rappresentando attualmente un segmento ancora residuale dell’offerta, è il vero elemento distintivo dell’area. Espressione di un mercato nazionale e inter- nazionale in forte crescita, tale segmento si caratterizza per una forte trasversalità che rac- chiude diversi segmenti turistici (turismo pluriuso), si identifica con il paradigma ambientale e culturale che oggi pervade in modo esplicito o implicito tutti i comportamenti turistici, e si pro- pone come elemento caratterizzante l’immagine locale e come grande risorsa per lo sviluppo futuro dell’area, all’interno di un nuovo modello di sviluppo ecosostenibile.

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Matrici SWOT

Punti di forza Punti di debolezza

- Arresto dei fenomeni emigratori - Popolazione in costante diminuzione - Importante potenziale rappresentato dalla com- - Dinamiche demografiche negative: tasso di mortalità ponente femminile dell’area, attualmente sottouti- superiore alla media provinciale e regionale; tasso di lizzata natalità inferiore alle medie provinciale e regionale - progressivo invecchiamento della popolazione - popolazione in uscita dal mondo del lavoro superiore a quella in entrata: in assenza di immigrazioni Popolazione Popolazione dall’esterno, la popolazione attualmente residente non è in grado di assicurare il ricambio lavorativo - Patrimonio naturalistico e ambientale di grandis- - Area di montagna sottoposta a limitazioni naturali e a simo rilievo, in grado di assicurare qualità della difficoltà strutturali vita e attrattività turistica - Ritardi nell’attuazione delle normative in materia am- - Vaste aree protette che garantiscono la preserva- bientale (acque, rifiuti, risparmio energetico, suolo) e zione e la valorizzazione dell’ ambiente e del pae- sovrapposizione di competenze saggio - Forti pressioni ambientali dovute ai crescenti volumi di - Assenza di criticità ambientali e di fenomeni irre- traffico e all’impatto delle infrastrutture turistiche sul- versibili di inquinamento e di degrado ambientale Ambiente le aree sensibili - Fragilità del territorio sotto il profilo idrogeologico e conseguenti rischi di calamità naturali - Buona dotazione della rete stradale interna, in - Posizione marginale dell’area e basso livello di acces- grado di assicurare collegamenti adeguati alla sibilità, soprattutto dei centri abitati minori domanda di mobilità dell’area - Scarsa sicurezza di alcuni tratti della viabilità interna - Servizi di trasporto extra-urbano adeguatamente - Intasamenti e congestioni della rete viaria nei periodi dimensionati rispetto alla domanda di mobilità di maggiore afflusso turistico dell’area - Scarsa presenza di modalità di trasporto alternative al - Localizzazione dei centri abitati vicino ai principali trasporto su strada assi di collegamento - Scarsa diffusione tra gli Enti pubblici, le imprese e le Comunicazioni Comunicazioni persone delle tecnologie dell’informazione e della co- municazione - Buona dotazione della rete scolastica - Basso tasso di scolarità dei giovani - Presenza di significative risorse culturali, storiche - Progressiva riduzione dei servizi scolastici di base nei ed archeologiche: piccoli centri storici di pregio; centri abitati minori antichi sistemi abitativi quali borghi e nuclei di an- - Mancata attuazione di politiche territoriali integrate di tica origine; forti; chiese ed edifici di valore stori- valorizzazione dei beni ambientali e culturali co ed architettonico; siti archeologici; edifici tipici - Scarso utilizzo dei beni culturali, che non sono oggetto dell’ambiente di montagna di un’elevata fruizione e scarsa diffusione di una - Elevato potenziale di siti poco conosciuti dal turi- cultura manageriale e industriale nell’offerta di servizi smo nazionale e internazionale culturali e della messa in rete del patrimonio - Buona diffusione di strutture sportive, soprattutto - Sovradimensionamento degli impianti per gli sport per gli sport invernali (impianti di risalita, piste da invernali rispetto alla domanda, con conseguenze ne- discesa e da fondo) gative sull’equilibrio economico-finanziario di gestione - Diffusione della pratica sportiva e dell’associazionismo persona alla Servizi

- Sufficiente presidio sanitario e socio-assistenziale - Carenza di strutture sociali territoriali (asili nido, resi- del territorio denze per anziani, centri per l’assistenza ai giovani e - Diffusa presenza del volontariato sociale alle famiglie, ecc.) - Elevato tasso di occupazione - Assenza di integrazioni di filiera e di rete tra settori - notevoli potenzialità di diversificazione e segmen- produttivi e di un’offerta congiunta dei beni del terri- tazione delle vocazioni turistiche dell’area torio - Potenzialità di sviluppo di nuove attività agricole - Sottocapitalizzazione delle imprese e separatezza del ecocompatibile e agrituristiche sistema creditizio dal sistema produttivo - Potenzialità di sviluppo di nuove attività economi- - Assenza di una politica di marketing territoriale in che collegate all’offerta integrata di beni ambien- Economia grado di valorizzare le risorse dell’area tali, culturali, prodotti tipici, attrazioni turistiche - Capacità di governo delle amministrazioni locali, - Debolezza dei piccoli centri e delle aree interne e pro- che hanno prestato crescente attenzione a valo- gressiva riduzione dei servizi alla persona e alla collet- rizzare e promuovere le risorse del territorio tività - Buona dotazione e diffusione dei servizi a rete: - Scarso sviluppo dei servizi gestiti in forma associata in acqua, energia, telecomunicazioni settori strategici per lo sviluppo (sportello unico per le imprese, energia e risparmio energetico, tributi, ecc.) - Assenza di una pianificazione territoriale intercomuna- le e integrata - Scarsa diffusione negli enti pubblici dei servizi avanza- Amministrazione Amministrazione ti di comunicazione

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Opportunità Rischi

- Esistenza di una normativa di riforma nei settori - Permanenza di una bassa capacità di programmazio- acqua, rifiuti, difesa del suolo e risparmio energe- ne e di coordinamento tra pubbliche amministrazioni tico, che sollecita la razionalizzazione e e scarso interesse dei privati ad investire l’ammodernamento dei servizi e introduce - Complessità e mancanza di coordinamento delle nor- elementi di concorrenzialità e di crescita della im- mative settoriali, che si ripercuotono in difficoltà e ri- prenditorialità tardi di attuazione e pianificazione previsti dalle nor- - Crescente attenzione del pubblico per le tematiche mative vigenti ambientali, suscettibile di esercitare una maggiore Ambiente - Scarso coordinamento delle amministrazioni locali e pressione sulle amministrazioni a fini di tutela e sovrapposizione delle competenze e degli strumenti di prevenzione dell’inquinamento e del rischio programmazione - le infrastrutture di trasporto di interesse strategico - “effetto tunnel”: tendenza degli investitori, anche nazionale e regionale programmate possono mi- pubblici, a concentrarsi nei nodi delle grandi reti in- gliorare la accessibilità dell’area alle principali di- frastrutturali programmate, trascurando le aree in- rettrici di traffico nazionale ed europee termedie o di piccole dimensioni - le opportunità offerte dalle nuove tecnologie - la scarsa propensione della popolazione e delle im- dell’informazione e della comunicazione (tele- prese all’innovazione tecnologica può determinare ri- lavoro, tele-assistenza, ecc.) possono consentire tardi nella diffusione dei vantaggi delle tecnologie del- di superare l’isolamento dell’area, concorrere alla la informazione e della comunicazione creazione di nuove attività economiche e a uno Comunicazioni sviluppo territoriale equilibrato - aumento della domanda locale di servizi di qualità, - la razionalizzazione della rete scolastica e la riforma di fruizione delle risorse e degli usi ricreativi e na- della scuola primaria possono comportare un ulteriore turalistici, associata a una maggiore sensibilità dif- ridimensionamento delle strutture scolastiche esisten- fusa per il patrimonio culturale, le tradizioni, le i- ti dentità locali - la concorrenza, sul mercato culturale, delle attività e - l’autonomia delle istituzioni scolastiche consente delle produzioni localizzate in aree confinanti più do- di organizzare un’offerta formativa adeguata alle tate sarà sempre più elevata anche nel segmento del esigenze del territorio e di migliorare le opportuni- turismo culturale tà di accesso all’informazione e alla conoscenza - le esigenze di contenimento della spesa sanitaria e - la maggiore incidenza del turismo di qualità legato sociale possono determinare una drastica riduzione alla valorizzazione della identità storico-culturale dei servizi

delle popolazioni, all’ambiente, alla salute, può persona alla Servizi concorrere a offrire opportunità di sviluppo e mi- glioramento della qualità della vita - possibilità di una forte diversificazione e tipicizza- - scarsa propensione all’investimento da parte dei pri- zione dell’offerta turistica ed integrazione con le vati risorse ambientali, culturali e gli altri settori pro- - aumento di attrattività (in termini di investimenti di- duttivi retti) di altre aree rispetto all’area delle Dolomiti Ve- - aumento della domanda di prodotti tipici e a basso nete impatto ambientale - concorrenza internazionale più aggressiva a fronte - forte potenzialità di sviluppo nel turismo culturale dell’internazionalizzazione dei mercati e - interesse crescente da parte del mercato naziona- dell’estensione dei Paesi UE le ed estero per le produzioni agro–alimentari tipi- - difficoltà delle produzioni tipiche locali a inserirsi nei

che Economia circuiti di commercializzazione - liberalizzazione, affermazione di un quadro mag- giormente concorrenziale e abbattimento delle barriere all’ingresso di nuovi operatori, che posso- no creare condizioni di maggiore efficienza ed at- trarre nuovi investimenti - il decentramento in atto nella pubblica ammini- - carenza di risorse dovuta alla riduzione dei trasferi- strazione offre nuove opportunità per i centri di menti statali e regionali e conseguente diminuzione piccole dimensioni di sviluppare funzioni urbane a dei servizi sul territorio sostegno dei processi di sviluppo - scarsa capacità di assicurare il cofinanziamento dei - il riconoscimento della specificità dell’ area bellu- progetti e, quindi, di attrarre risorse aggiuntive co- nese nel nuovo Statuto regionale può concorrere munitarie, statali, regionali all’incremento delle risorse finanziarie disponibili - aumento della spesa corrente a scapito di quella per - la maggiore responsabilità degli enti locali nella investimento, dovuta anche alla mancanza di econo- gestione delle politiche può rappresentare un ele- mie di scala derivanti dalla cooperazione tra Enti loca- mento per mirare le scelte d’intervento, nella linea li

della integrazione delle diverse iniziative e atten- Amministrazione zione alle compatibilità ambientali, realizzando un effettivo ruolo di sviluppo dei soggetti locali

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