Procol Harum

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Procol Harum Procol Harum Scritto da Mastro Gobbetto Lunedì 26 Ottobre 2009 13:54 - L'eterno dibattito sulla genesi del rock progressivo probabilmente non troverà mai una vera soluzione. Tali e tante difatti sono le influenze che hanno portato alla nascita e allo sviluppo del genere musicale che tanto amiamo. Tradizionalmente, il primo vero disco di rock progressivo è considerato In The Court Of The Crimson King, uscito nel 1969, ma è innegabile che anche in precedenza vi fossero stati dischi e gruppi che già presentavano le caratteristiche tipiche del prog. Tralasciando di scomodare i Beatles, si possono citare almeno tre gruppi che, verso la fine degli anni Sessanta, hanno pubblicato dischi che, a parere di chi scrive, possono già essere considerati progressive tout court. Le tre band sono, in ordine alfabetico: Moody Blues , Nice e Procol Harum che, in modi differenti, hanno dato l'avvio alla meravigliosa stagione musicale progressiva. Fra questi, i meno progressivi di tutti sono considerati i Procol Harum (per via della loro influenza in altri ambiti musicali, in particolare quello del pop). Un'analisi dettagliata della loro discografia, tuttavia, può mostrare dei lati assolutamente insospettati e insospettabili. Siamo nel 1967 e il mercato discografico è letteralmente squassato da un 45 giri firmato da un gruppo chiamato Procol Harum. La canzone, che ebbe un successo a dir poco clamoroso era A Whiter Shade of Pale . Non ho bisogno certo qui di ricordare quanto questo brano sia entrato nell'immaginario collettivo di milioni di persone, tanto che ancora oggi la melodia è straconosciuta anche da chi non abbia la più pallida idea di chi siano e cosa abbiano rappresentato i Procol Harum. Questo anche per via del fatto che la canzone è stata riproposta in più di una versione alternativa. In Italia, ad esempio, molti la conosceranno con il titolo Senza luce , interpretata dai Dik Dik . Il pezzo oltre a definire l'essenza del suono Procol Harum ha in sé degli elementi di novità assolutamente epocali (anche in un'ottica progressive). Anzitutto, la doppia tastiera, con il piano suonato dal leader del gruppo Gary Brooker (autore anche di quasi tutte le musiche e strepitoso cantante) e l'organo hammond suonato da Gary Fisher ; un paroliere, Keith Reid , che si occupa unicamente della stesura di testi originalissimi (un precursore di Pete Sinfield ?); l'utilizzo di melodie classiche riarrangiate in contesto rock (la linea melodica principale del pezzo deriva nientemeno che da Bach ). Insomma, una canzone che rappresenta un perfetto apripista per una sfolgorante carriera. Quella del leader della band, Gary Brooker, era iniziata nel 1962 con una band chiamata 1 / 19 Procol Harum Scritto da Mastro Gobbetto Lunedì 26 Ottobre 2009 13:54 - Paramounts . Con lui c'erano il chitarrista Robin Trower , il bassista Chris Copping e il batterista B.J. Wilson . I Paramounts erano, sostanzialmente, una cover band R&B/soul. La vita di Brooker cambiò proprio con l'incontro con il paroliere Keith Reid. Un incontro che portò alla nascita dei Procol Harum, cui si unirono l'organista Mathhew Fisher e, in un primo momento, il bassista David Knights , il chitarrista Roy Royer e il batterista Bill Eyden . Il clamoroso successo di A Whiter Shade of Pale , fu doppiato, qualche mese dopo, da quello di un altro singolo dal grande impatto, intitolato Homburg e anch'esso coverizzato in Italia (ne esistono addirittura due versioni con testi differenti, la prima intitolata L'ora dell'amore e portata al successo dai Camaleonti , la seconda intitolata C'era una strada e interpretata dai Diabolici ). Per registrare questo secondo singolo singolo, Royer e Eyden furono sostituiti rispettivamente con gli ex Paramounts Trower e Wilson. E' con questa formazione che la band, alla fine del 1967, entra in studio per realizzare il primo album. DISCOGRAFIA PROCOL HARUM(1968) Il disco di debutto della band fu registrato “live in studio” e, nella sua prima edizione, non conteneva A Whiter Shade Of Pale, che vi comparve solamente in una ripubblicazione di qualche anno dopo. Si tratta di un disco privo di punti deboli, che però non ottenne il successo spropositato dei due singoli che lo precedettero. La canzone più famosa 2 / 19 Procol Harum Scritto da Mastro Gobbetto Lunedì 26 Ottobre 2009 13:54 - è senz'altro lo strumentale conclusivo Repent Walpurgis unico brano uscito dalla penna di Matthew Fisher (gli altri sono della coppia Brooker/Reid). Si tratta di un brano talmente bello ed evocativo da lasciare senza parole. L'anima classicheggiante di Fisher ci accompagna in un crescendo dominato dall'hammond, in cui il piano di Brooker si occupa essenzialmente delle rifiniture e Trower si produce in sommessi ma deliziosi interventi alla sei corde. Dopo un intermezzo pianistico, riprende la lenta cavalcata di hammond fino alla conclusione. Ancora oggi è uno dei cavalli di battaglia della band e uno dei brani più conosciuti. Anch'esso è stato coverizzato in Italia. La storia della cover italiana di Repent Walpurgis è davvero particolare. Il brano, cui venne attribuito il titolo Fortuna , venne pubblicato e trasmesso alle radio nella sua versione originale strumentale. L'unica cosa che cambiò fu proprio il titolo. Il fortunato (è proprio il caso di dirlo) inventore del titolo percepì a lungo parte delle royalties del pezzo! In ogni caso solo per la presenza di questo brano il disco varrebbe l'acquisto, ma non è il solo valido dell'intero LP. Il disco si apre con la veloce Conquistador , un brano ideale per aprire dischi e concerti e prosegue con la bellissima She Wandered Through The Garden Fence , che introduce uno schema classico per i brani dei Procol Harum: tema iniziale cantato da Brooker, fase centrale con assolo di hammond (e che assolo!) e ripresa del tema iniziale. Il tutto in poco più di tre minuti di intensa bellezza. Brani più lunghi e complessi sono invece Cerdes (Outside The Gates Of) , che si apre con il basso protagonista e prosegue su alti livelli ma in maniera abbastanza inconsueta rispetto allo standard delle altre canzoni del disco; e infine A Christmas Camel 3 / 19 Procol Harum Scritto da Mastro Gobbetto Lunedì 26 Ottobre 2009 13:54 - che, ad orecchie “sintonizzate” su sonorità progressive, potrebbe apparire il brano più gradito. In sostanza, un grande disco d'esordio che contiene in sé i semi di un'esplosione che arriverà con il successivo lavoro. SHINE ON BRIGHTLY (1968) La partenza di questo disco pare in tutto e per tutto simile, nella struttura, a quella del precedente. L'opener Quite Rightly So, uscita anche come singolo, può essere tranquillamente assimilata a Conquistador ; mentre la title track (conosciuta in Italia con il titolo Il tuo diamante ) riprende, con risultati ancora superiori, lo schema compositivo di She Wandered Through The Garden Fence . Vi sono poi tre brani interlocutori che preludono alla breve, ma splendida Magdalene (My Regal Zonophone) . Ciò che rende questo disco immortale e rivoluzionario, tuttavia, è la sua seconda facciata, occupata interamente da una suite suddivisa in 5 movimenti! In Held Twas In I incomincia con Glimpses Of Nirvana , movimento caratterizzato da toni drammatici e con il testo recitato da Brooker, su sonorità che richiamano direttamente la musica indiana. Dopo un'esplosione strumentale si ritorna su toni più pacati ed evocativi che preludono, a seguito di un suono di campane, alla divertente follia di Twas Teatime At The Circus . Riguardo a questa parte della suite, nulla mi toglierà mai dalla testa 4 / 19 Procol Harum Scritto da Mastro Gobbetto Lunedì 26 Ottobre 2009 13:54 - che i Genesis l'avessero ben presente nel momento in cui composero Willow Farm , all'interno di Supper's Ready . Il terzo movimento della suite, In the Autumn Of My Madness , ci riporta a melodie più consuete per i Procol Harum, con l'organo di Fisher protagonista. Si passa poi a Look To Your Soul , che si apre con una parte strumentale, puramente “progressiva” per arrivare poi al Gran Finale strumentale, con un bellissimo assolo di Trower. La suite è accreditata a Brooker/Fisher/Reid, ma è probabile che Fisher sia responsabile solamente dell'ultimo movimento. Insomma, oltre diciassette minuti di pura magia per quella che, probabilmente può essere considerata la capostipite di molte altre suite rock. In base alla descrizione, chiunque potrà rendersi conto di quanto questo pezzo sia importante e quanto abbia influenzato generazioni di musicisti. Tanto per fare un esempio: Pete Townshend ha più volte affermato come In Held Twas In I abbia rappresentato una delle maggiori ispirazioni per l'opera rock Tommy . La suite ha avuto, recentemente, anche una cover da parte del supergruppo Transatlantic che ne ha realizzato una versione abbastanza fedele (guarda caso si tratta del brano senz'altro migliore del primo disco dei Transatlantic, che spicca decisamente all'interno della precotta e poco originale proposta del gruppo formato da Morse 5 / 19 Procol Harum Scritto da Mastro Gobbetto Lunedì 26 Ottobre 2009 13:54 - , Stolt , Portnoy e Trewavas ). I Procol Harum, comunque, sono ormai all'apice del successo, e di lì a poco, si avviano a registrare il loro terzo disco. A SALTY DOG (1969) Si tratta di un disco che presenta numerose novità rispetto ai predecessori. Il brano di maggiore successo è stato senz'altro la title track che altro non è se non la più classica delle song a firma Brooker/Reid, nobilitata da una delle prestazioni vocali più strepitose ed emozionanti di sempre. Una canzone famosissima, che si apre con un canto di gabbiani e prosegue per circa 4 minuti da brividi. Manco a dirlo anche A Salty Dog fu ampiamente coverizzata in Italia, dove ne furono realizzate due versioni: Il marinaio , interpretata da i Fratelli , dai The Beans e da Massimo Ranieri ; I giorni sono lunghi interpretata dai Beati .
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