A cura di Giovanni Ferrarese

La crescente complessità del fenomeno migratorio rende sempre più difficile una comprensione sociale di esso libera da posizioni faziose o strumentali. Prevalgono visioni parziali, semplificazioni e mistificazioni che tendono ad occupare il dibattito, condizionando pesantemente l’opinione pubblica. L’immagine dell’immigrato che “ruba il lavoro agli italiani”, ad esempio, ha fagocitato qualunque analisi sul rapporto tra stranieri e mercato del lavoro radicandosi negli stati d’animo collettivi creati da un processo di ristrutturazione dell’economia capitalistica mondiale, che a partire dagli anni Settanta ha progressivamente ridotto l’area dell’occupazione1 e che oggi si manifesta con la crisi delle economie occidentali a partire dal 2008. Diventa, quindi, sempre più difficile restituire al dibattito pubblico un’analisi asettica della realtà che non venga tacciata come strumento per difendere posizioni ideologiche o precostituite. Per non essere risucchiati nel vortice della controversia mediatica e pubblica sull’immigrazione, dove prevale la logica del muro contro muro o del bianco e nero senza sfumature, è fondamentale far parlare i dati. Anticipando la metodologia usata e alcuni dei temi trattati nel I Quaderno dell’ Ires , in queste poche righe cercheremo di dare spazio agli immigrati che creano lavoro nella nostra regione. Rimandando al I Quaderno dell’Ires per un’analisi caratterizzata da maggiore completezza sul mercato del lavoro immigrato in Basilicata, qui si intende fornire uno spunto di riflessione sulla capacità di autoimpiego degli immigrati nella nostra regione, basato sui dati delle Camere di Commercio di e Matera. Una descrizione realistica del fenomeno ci porta ad affermare che solo poche collettività straniere riescono a ricavare un considerevole spazio di protagonismo nell’universo dell’imprenditoria lucana. In molti casi è proprio il background culturale che gioca un ruolo fondamentale nella vocazione imprenditoriale di alcune collettività. Come nel resto d’Italia, anche in Basilicata, marocchini, cinesi e romeni rappresentano le comunità straniere che dimostrano un maggiore spirito di iniziativa imprenditoriale, seguite con numeri nettamente inferiori, nel caso lucano, da pakistani e albanesi2. I dati di Unioncamere sulla localizzazione comunale delle imprese straniere ci permettono di constatare una distribuzione delle imprese su quasi tutto il territorio regionale3. Nel 2014 nella provincia di Potenza si contano 1.187 imprese registrate e

1 Cfr. I. Masulli, Gli aspetti economico-sociali della crisi degli anni Settanta e le trasformazioni successive, in Gli anni Settanta tra crisi mondiale e movimenti collettivi a cura di A.. De Bernardi, V. Romitelli, C. Cretella, Archetipolibri, Bologna, 2009. 2 Sul profilo nazionale degli imprenditori di origine straniera in Italia, oltre ai già citati rapporti del Centro Studi e Ricerche IDOS, si rimanda a: Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, Il profilo nazionale degli immigrati imprenditori, Roma, 2011. 3 Nel 2014 sono solo 8 i comuni lucani a non avere imprese straniere localizzate entro il proprio territorio; si tratta di , San Chirico Nuovo, , , , , , Cirigliano. A cura di Giovanni Ferrarese

1.068 attive, mentre nel territorio materano 737 registrate e 686 attive4. In entrambe le province alcuni comuni fanno registrare un particolare dinamismo imprenditoriale. Oltre a Potenza e Matera che nel 2014 contano sul loro territorio imprese straniere attive, rispettivamente: 133 la prima e 172 la seconda. Tra i comuni in cui si registra un maggior numero di imprese straniere troviamo Bella, in provincia di Potenza e Pisticci, Montescaglioso, Policoro e Scanzano Jonico in Provincia di Matera5. Nel comune di Bella è presente una consistente comunità marocchina impegnata nel commercio ambulante. La storia della comunità marocchina di Bella segue un copione andato in scena in tante altre realtà italiane. Agli inizi degli anni Novanta alcuni venditori maschi di origine marocchina trovarono possibilità di alloggiare nei prefabbricati post terremoto messi a disposizione dell’amministrazione comunale di Bella in località Braida. Il processo di integrazione sociale ed economica ha negli anni trasformato il volto di questa comunità, oggi composta da interi nuclei familiari, ma il commercio resta il settore trainante dell’imprenditoria immigrata di origine marocchina a Bella. Nel 2014, 43 delle 63 imprese a guida straniera sono attive nel settore commerciale e 4 delle 7 imprese nate nel territorio comunale tra il 2011 e il 2014 sono imprese commerciali6. In provincia di Matera, invece, si concentra l’imprenditoria manifatturiera cinese. Prima di chiudere questa finestra sul mondo dell’imprenditoria straniera presente sul nostro territorio regionale è possibile completare il quadro delineato con una veloce analisi basata su una prospettiva generazionale e di genere. I dati forniti da Unioncamere sulle imprese a guida femminile7 ci dicono che a fronte di un calo delle imprese femminili “italiane” che dal 2011 al 2014 perdono 1.308 imprese registrate e 1.245 imprese attive, si registra una sostanziale tenuta delle imprese femminili straniere che passano da 611 a 652 (registrate) e da 580 a 602 quelle attive8. Di segno inverso è, invece, l’andamento dell’imprenditoria straniera giovanile9. La seguente tabella ci permette di visualizzare come, a prescindere dal paese di nascita dei titolari, le imprese giovanili hanno registrato una variazione numerica negativa

4 Elaborazioni Ires Basilicata su dati Unioncamere Basilicata. 5 Elaborazioni Ires Basilicata su dati Unioncamere Basilicata. 6 Elaborazioni Ires Basilicata su dati Uniocamere Basilicata. I dati si riferiscono alle imprese “attive”. 7Si considerano "imprese femminili" le imprese partecipate in prevalenza da donne. Il grado di partecipazione di genere è desunto dalla natura giuridica dell'impresa, dall'eventuale quota di capitale sociale detenuta da ciascun socio donna e dalla percentuale di donne presenti tra gli amministratori o titolari o soci dell'impresa. In generale si considerano femminili le imprese la cui partecipazione di donne risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e di cariche amministrative detenute da donne, per tipologia di impresa. 8 Elaborazioni Ires-Cgil Basilicata su dati Unioncamere Basilicata. 9Si considerano "imprese giovani" le imprese la cui partecipazione del controllo e della proprietà è detenuta in prevalenza da persone di età inferiore ai 35 anni. Il grado di partecipazione di genere è desunto dalla natura giuridica dell'impresa, dall'eventuale quota di capitale sociale detenuta da ciascun socio e dalla percentuale di giovani presenti tra gli amministratori o titolari o soci dell'impresa. In generale si considerano giovani le imprese la cui partecipazione di giovani risulta complessivamente superiore al 50% mediando le composizioni di quote di partecipazione e di cariche amministrative detenute da giovani, per tipologia di impresa.

A cura di Giovanni Ferrarese nel periodo considerato.

Anno di Imprese Imprese Imprese Imprese riferimento italiane straniere italiane attive straniere registrate registrate attive 2011 7.032 415 6.397 386 2014 6.368 336 5.683 302 Var. ass. -664 -79 -714 -84 2011/2014 Elaborazione Ires-Cgil Basilicata su dati Unioncamere Basilicata su imprese giovanili.