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Moto 3: è campione del mondo! Mondiale rugby, eliminazione a sorpresa per gli “All backs” di G.Dorati – A.Ivaldi 30 Ottobre 2019 – 14:44

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Lorenzo Dalla Porta. Un nome che per tanti può non dire niente. Non per me. O comunque per tutti gli appassionati di motociclismo del nostro paese. Il ragazzo toscano di Montemurlo ha infatti compiuto un’impresa non ancora realizzata da nessun pilota italiano: vincere il Mondiale di Moto 3.

Grazie alla vittoria conquistata domenica sul circuito di Philip IslandDalla Porta si è laureato campione del mondo di Moto 3 con due gare di anticipo, portando in alto il tricolore italiano. Tre gare vinte (le ultime due consecutivamente) e 10 podi, ma soprattutto tanta costanza di risultati: ecco ciò che gli ha permesso di battere il suo rivale Canet, caduto in Australia e al terzo zero consecutivo. Il pilota italiano è sempre andato a punti (cioè nei primi quindici), tranne che nel gran premio della Catalogna, costretto al

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ritiro per un problema alla sua . La sua moto, quella col numero 48, anno di nascita della nonna Nicoletta, a cui Dalla Porta aveva promesso la vittoria del Mondiale.

Nonna scomparsa poco tempo fa ma fondamentale nella vita motociclistica di Lorenzo: è stata lei a comprargli la prima mini-moto e ha sempre creduto in lui, appoggiandolo nell’idea di poter diventare un pilota professionista. E Dalla Porta pare esserci riuscito alla grande, diventando il primo italiano a diventare campione della moto 3. La Moto 3, la classe minore del Motomondiale, un tempo 125.

Un nome assunto a partire dalla stagione 2012, quando il cambio di regolamento ha introdotto novità sul motore delle moto, passandodalla cilindrata di 125 cm3, a un motore 4 tempi monocilindrico da 250 cm3. Cambiamenti adottati per adattarsi alle nuove tecnologie ma per ridurre i costi. Una categoria che produce sempregare spettacolari, con tantissimi sorpassi e bagarre avvincenti spesso decise sul traguardo finale tra una moltitudine di piloti arrivati in gruppo fino all’ultima curva. Gp divertenti e mai noiosi, in una classe in cui gareggiano principalmente giovanissimi piloti in rampa di lancio. Così era in 125, ancor di più oggi in Moto 3. Quindi una dura gavetta per i futuri campioni della moto Gp. Come Vinales e Mir, campioni negli anni scorsa e ora nella classe regina.

Tanti i giovani italiani protagonisti nelle sette precedenti stagioni. Tuttavia nessuno è riuscito a essere costante nell’arco di una completa stagione come lo è stato quest’anno il 22enne Dalla Porta. Hanno vinto almeno una gara in Moto 3 , Niccolò Antonelli, , , Andrea Migno, e Marco Bezzecchi. Ma i migliori risultati erano solo secondi posti nel Mondiale, per Fenati, Bastianini e Di Giannantonio, con il solo Bezzecchi andato veramente vicino alla conquista del Mondiale, l’anno scorso. Fortunatamente Dalla Porta ci è riuscito, riportando in Italia il titolo di questa classe dopo 15 anni, quando nel 2004 un giovaneAndrea Dovizioso divenne campione del mondo della 125.

L’anno prossimo Dalla Porta farà il salto in moto 2, seguendo lo stesso percorso di tanti

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giovani piloti italiani che sono presenti nella classe di mezzo. L’augurio è che in Moto 3 e in Moto 2 i motociclisti del nostro paese possano crescere tanto e arrivare pronti in Moto Gp. La scuola motociclistica italiana si è rivelata negli ultimi anni quasi alla pari con quella spagnola. Manca un salto di qualità che ci permetta di battagliare alla pari con i piloti spagnoli, soprattutto in moto Gp. Dove si spera che i nostri giovani talenti possano arrivare e competere per il titolo iridato espezzare il dominio Honda – Marquez. Perché l’ultimo Mondiale vinto da un italiano nella classe regina risale al 2009, con . Tanto, troppo tempo fa.

Mondiale di rugby. Un mondiale di rugby spettacolare come quello che sta andando in scena in Giappone non lo si ricordava da molto tempo. Partite scoppiettanti e colpi di scena incredibili hanno attirato l’attenzione su una competizione molto sentita nei paesi d’Oltremanica, ma meno nella nostra nazione.

In Italia di solito solo gli appassionati seguono la nazionale di rugby, che non attira chi non segue quello sport come invece fanno ad esempio gli azzurri di Mancini.

Comunque sia i nostri rugbisti non hanno sfigurato, giocandosi fino all’ultimo la qualificazione ai quarti dopo aver battuto Canada e Namibia. Il Sudafrica prima e la Nuova Zelanda poi hanno però estromesso gli uomini di O’Shea dal Mondiale, scatenando anche diverse polemiche a causa della decisione di annullare l’ultimo match del girone.

Parisse e compagni hanno infatti a lungo protestato per lo zero a zero a tavolino imposto dagli organizzatori della World Cup contro gli All Blacks (a causa della minaccia rappresentata dal tifone Hagibit), che ha impedito ai nostri azzurri di giocarsi la qualificazione sul campo.

La nostra selezione ha comunque concluso il suo girone al terzo posto, guadagnandosi la qualificazione al Mondiale 2023 che si disputerà in Francia.

Arriviamo ora a parlare delle sorprese che si sono verificate in questa competizione, che per certi versi rimarrà nella storia. Sicuramente Irlanda e Sudafrica erano tra le favorite, ma nessuno osava mettere in dubbio la vittoria finale della Nuova Zelanda, squadra in grado di imporsi nelle precedenti due edizioni.

Gli uomini di Hansen sembravano in grado di rispettare il pronostico, soprattutto dopo aver vinto il proprio girone imponendosi sugli acerrimi rivali del Sudafrica per 23-13.

I quarti di finale erano temuti dai supporter neozelandesi, anche perché l’Irlanda è sempre stata un osso duro. L’Haka però ha spaventato anche la squadra di Joe Schmidt, che è capitolata sotto i colpi degli All Blacks con il risultato di 46 a 14.

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P.S. Se non sapete cosa sia l’Haka non preoccupatevi, scriviamo anche per questo: essa è una danza maori che i neozelandesi mettono in scena prima di ogni partita. Per i giocatori è un modo per affermare la loro identità e il legame con il Paese che rappresentano.

Sabato 26 ottobre l’ostacolo da superare per la Nuova Zelanda prima di raggiungere la finale era l’Inghilterra, nazionale ostica, sicuramente la rivelazione di questo Mondiale.

Questa volta il ballo iniziale non ha portato gli effetti sperati e, la prima meta di Tulagi dopo appena due minuti, ha fatto capire ai favoriti che non sarebbe stato semplice vincere il match. 80 minuti di grande intensità hanno portato poi a un incredibile verdetto:All Blacks eliminati (che quindi giocheranno la finale per il terzo/quarto posto)e Inghilterra in finale, dove affronterà l’indomabile Sudafrica.

Per farvi comprendere quanto sia clamorosa l’impresa compiuta dei giocatori di Jones ci facciamo aiutare dalle statistiche: la Nuova Zelanda non perdeva una partita ufficiale dal 2007 (quando fu eliminata dalla Francia ai quarti di finale di World Cup) e, prima di sabato, aveva vinto 18 match su 18 disputati.

La squadra di Hansen inseguiva inoltre un sogno: nessuna nazionale era mai riuscita a vincere tre Mondiali di fila e proprio gli All Blacks potevano riscrivere la storia se avessero vinto quest’anno. Adesso dovranno invece pensare a ricostruire, dato che il capo allenatore Hansen saluterà dopo la “finalina” contro il Galles per il terzo/quarto posto e molti giocatori daranno il loro addio alla nazionale.

Il Mondiale di rugby quindi ha regalato diverse sorprese chissàe che sabato l’Inghilterra non riesca a dire la sua in una finale che sembra scritta…

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