FIRENZE la sezione

architettura 1.2009 1.2009

firenze architettura firenze architettura la sezione ISSN 1826-0772 Periodico semestrale Anno XIII n.1 Euro 7 Spedizione in abbonamento postale 70% Firenze In copertina: © Gordon Matta-Clark, by SIAE 2009 Office Baroque, Antwerp, Belgium, 1977 FIRENZE Cibachrome 30 x 20 inches 76.2 x 50.8 cm Courtesy the Estate of Gordon Matta-Clark and David Zwirner, New York architettura 1.2009

editoriale La sezione Eleonora Mantese 2 percorsi Gordon Matta Clark - Di tagli e (rivel)azioni Andrea Volpe 8 IN TRE MOSSE: La piramide rovesciata di Nauman, le “gesticulating entrails” di Gehry e due ossa di Galileo Giacomo Pirazzoli 14 progetti e architetture Paolo Zermani Chiesa di San Giovanni Apostolo a Perugia Carlotta Passarini 18 Alberto Breschi La piazza continua - Nuovo Auditorium per Isernia Giovanni Bartolozzi 24 Fabrizio Rossi Prodi Nuovo Palazzo della Provincia di Arezzo Fabiano Micocci 30 Francesco Collotti e Giacomo Pirazzoli A riveder le stelle - Da macchina da guerra incompiuta a machine à voire Francesco Collotti e Giacomo Pirazzoli 36 Laura Andreini - Archea Teatro e Auditorium del Maggio Musicale Fiorentino Laura Andreini 42 Maria Grazia Eccheli e Riccardo Campagnola L’ultima stazione Alberto Pireddu 48 la sezione Alberto Campo Baeza La Luce e la Materia Michelangelo Pivetta 54 Arnaldo Pomodoro Nello squarcio ferrigno della terra - 1973 il progetto per il nuovo cimitero di Fabio Fabbrizzi 62 Carmen Andriani Sala Congressi del Villaggio Mediterraneo a Chieti Carmen Andriani 70 opera prima Valerio Barberis MDU architetti Poolhouse Fioravanti Valerio Barberis 78 eredità del passato Il segreto di Adriano - Luigi Moretti e lo spazio negativo Valentina Ricciuti 84 Giovanni Michelucci: anatomia dello spazio Francesca Privitera 94 Una sezione sul tempo - Pasquale Poccianti e l’acquedotto Leopoldino di Livorno Silvia Catarsi 100 Periodico semestrale* del Dipartimento di Progettazione dell’Architettura ricerche Il vuoto svela il progetto viale Gramsci, 42 Firenze tel. 055/20007222 fax. 055/20007236 Barbara Aterini 110 Anno XIII n. 1 - 1° semestre 2009 “Sguardo in ciò che è” - Nello spazio della sezione Autorizzazione del Tribunale di Firenze n. 4725 del 25.09.1997 Elisabetta Agostini 116 ISSN 1826-0772 ISSN 2035-4444 on line Sezione Giulio Barazzetta 120 Direttore - Maria Grazia Eccheli riflessi La lezione di Paolo Galli Direttore responsabile - Ulisse Tramonti Vittorio Pannocchia 124 Comitato scientifico - Maria Teresa Bartoli, Giancarlo Cataldi, Loris Macci, Adolfo Natalini, Ulisse Tramonti, Paolo Zermani Pensieri e Collages Capo redattore - Fabrizio Rossi Prodi Luca Barontini 130 Redazione - Fabrizio Arrigoni, Valerio Barberis, Fabio Capanni, Francesco Collotti, Fabio Fabbrizzi, Francesca Mugnai, Giorgio Verdiani, Andrea Volpe, Claudio Zanirato eventi Galleria dell’architettura italiana Casa della finestra Altana di piazza Tasso Firenze Info-grafica e Dtp - Massimo Battista Paolo Zermani e Fabio Capanni 132 Segretaria di redazione e amministrazione - Grazia Poli tel. 055/20007296 E-mail: [email protected]. Non già rifiniti impeccabilmente, (…) ma nudi e schietti Francesco Collotti 136 Proprietà Università degli Studi di Firenze Progetto Grafico e Realizzazione - Massimo Battista - Centro di Editoria Dipartimento di Progettazione dell’Architettura letture a cura di: Federica Visconti, Saverio Pisaniello, Adolfo Natalini, Vittorio Gregotti, Enrico Bordogna, Fabio Fabbrizzi, Alessandro Masoni, Andrea Volpe, Ulisse Tramonti, Francesco Collotti 138 Fotolito Saffe, Calenzano (FI) Finito di stampare maggio 2009 *consultabile su Internet http://www.unifi.it/dpprar/CMpro-v-p-34.html english text 142 La sezione

Eleonora Mantese

Se è possibile leggere la storia dell’archi- ragni trova in sezione la controprova di tettura ma non solo, la storia delle idee, la essere tale e non potrebbe essere altri- storia nel suo complesso come tentativo menti; lo stesso Terragni nella relazione di di dare ordine al disordine e disordine progetto scrive: “…immaginare e tradur- all’ordine, in ogni momento di disconti- re in pietra un organismo architettonico nuità, il concetto di unità si affaccia con che attraverso le equilibrate proporzioni costanza perché esige la sua verifica, so- dei suoi muri, delle sue sale, delle sue prattutto, nei tempi più tormentati. Questo rampe, delle sue scale dei suoi soffitti, ci hanno insegnato Leon Battista Alberti, del gioco mutevole della luce e del sole, Andrea Palladio, Omero, Dante, Goethe, che penetri dall’alto, possa dare a chi per nominare solo alcuni grandi autori percorra gli spazi interni la sensazione di capaci di riportare a unità la complessità isolamento contemplativo di astrazione in momenti cruciali. dal mondo esterno permeato di troppa L’architetto, mentre fa stazione nel luogo vivacità rumorosa e di ansia febbrile di specifico di una costruzione che, per movimento e traffico.” È solo attraverso definizione, è unitaria, sente l’imprescin- la sezione, quando si tratta di progetti dibile necessità di disvelare i diversi piani a direzione obbligata, che il progetto si sequenziali, di aprirli per leggerli, studiarli, disvela; questo vale per il Danteum come scrutarli nella pianta, negli alzati e nella se- per il museo a crescita illimitata a spirale zione che rappresenta l’essenza spaziale di Le Corbusier, come per il Guggenheim dell’edificio. Questa disamina anatomica, museum di F.L. Wright. “From within questa volontà quasi ossessiva per un ar- outward” sarà la titolazione della gran- chitetto di guardare alle parti è legata alla de esposizione che inizierà a maggio, volontà di riportare l’edificio a unità. dedicata a F.L. Wright in occasione del La rivista Firenze architettura nell’ultimo restauro del Guggenheim riprendendo la numero dedicato alla ‘grande pianta’ ha sua idea di legame inscindibile tra interno contribuito a questa necessità e lo fa, ed esterno quando scrive che lo spazio ora, entrando nel corpo vivo dell’archi- interno deve essere espresso all’esterno tettura perché a questo serve la “sectio”, come “spazio incluso.” nella sua origine latina nata come taglio e, nel tempo, arricchita di significati in Un altro brusco passaggio temporale: alcuni casi molto complessi. come capire, se non attraverso la sezione, Cerchiamo di dimostrare questa ricchez- la ricchezza della Casa/Accademia che za e complessità di significati attraverso John Soane mette in scena oltre la cortina pochi esempi. della facciata morigeratamente controllata Alcune esperienze paradigmatiche riba- dei numeri 12-14 di Lincoln’s Inn Fields discono l’importanza della sezione por- a Londra? È anche questo un percorso tandola a estremi concettuali e narrativi; ascensionale e didattico, dalla catacomba 1 si potrebbe, per alcuni edifici, parlare di al Dome, pensato come una sintesi imma- John Soane “grande sezione” perché la narrazione si ginativa di quanto Soane ritenesse utile The Dome, 1810 svolge attraverso di essa con un anda- alla formazione dell’architetto nell’unione drawing by George Bailey (Dr. XIV. 6. 3) tratto da: John Soane, Architectural mento ascensionale enfatizzato. di scultura, architettura e pittura. Monographs, Academy Editions, London - La ‘grande pianta’ del Danteum di Ter- La prima descrizione dell’edificio, redatta St. Martin’s Press, New York, 1983 1

2 3 dall’amico antiquario John Britton si inti- La base del Palazzo del Governatore a tola appunto “The union of Sculpture, Chandigar, con i suoi possenti pilastri and Painting.” cruciformi, imprime all’opera un incipit Una sezione, in particolare, fa capire il che si sviluppa per sovrapposizioni doppio registro, museale e domestico stratificate con sempre maggiore levità della casa: è quella, disegnata da Frank mentre sale. Copland nel 1818 che affianca il Soane Ogni strato coniuga una specifica logica museum, a doppia altezza e illuminato simbolica e formale. Questi tre esempi dall’alto, ricco di frammenti antichi e la mettono bene in luce l’affondo che un Breakfast Room con la cupola a pennac- architetto può imprimere attraverso la chi e la lanterna ottagonale. sezione radicandosi dentro la terra, trac- L’accostamento, nella sezione prospet- ciando un solco profondo da cui elevare tica, dei due spazi, uno tormentato e l’edificio. C’è, poi un uso della sezione di accademico e uno sereno e domestico natura concettuale e poetica: un tipo di consente di raggiungere “quegli effetti sezione concettuale, per antonomasia, è fantastici che costituiscono la poesia la serie delle Wall houses di John Hejduk: dell’architettura” tanto ricercati da Soane. è una sezione temporale e atemporale, In una delle tavole che John Soane molto vicina all’insegnamento di Terragni: preparava per le sue lezioni alla Royal estremizzare il concetto di spazio e tempo Academy la sezione della Rotonda della porta ad assegnare attributi simbolici a Bank of England è incastonata nell’edifi- ogni elemento del progetto: il muro come cio della Radcliff Camera di Oxford, a sua simbolo del tempo presente è memore volta inserita nella sezione del Pantheon del passato e proietta il tempo futuro nelle sullo sfondo dell’alzato della Basilica di innumerevoli rappresentazioni e figure San Pietro; la sezione serve qui a com- che Hejduk aggrappa al muro. parare edifici di diversi momenti storici Il progetto di Hejduk si rapporta all’an- e diversi luoghi rappresentati alla stessa damento di vitalità del tempo. Le sezioni scala; un modo diverso di rafforzare l’idea di Aldo Rossi, talvolta ingigantite nella di confronto instaurato da Louis Durand rappresentazione nella volontà di testi- con il “Recueil e parallèle des édifices en moniare ‘la grandezza’ della vita interna tout genre anciens et modernes.” di un edificio pubblico, come nella gran- Per rimanere sul tema di un tipo di se- de sezione del Palazzo del cinema per zione simbolicamente ascensionale, il il Lido di Venezia oppure la quotidianità pensiero va, con connubio arduo alla se- dello spaccato di una casa, molto spes- zione di Palazzo Guell di Antoni Gaudì e so piccola casa, dove gli oggetti d’uso al progetto per il Palazzo del Governatore domestico sono messi in rilievo, sono di Chandigar di Le Corbusier il quale era, eco e rimando di antiche memorie. peraltro, molto attento all’opera di Gaudì; C’è un altro tipo di sezione che non scriverà alcune note di introduzione a affonda le radici nel suolo ma si incunea un libro sull’architetto “encuentro con dentro l’elemento naturale: è l’incom- la obra de Gaudì” ricordando l’incontro parabile esempio dell’avventura che Le che lui, architetto de la “caisse à savons” Corbusier attraversa insieme all’impre- ebbe nel 1928 con l’architettura di eleva- sario Edouard Trouin nella Basilica della te intenzionalità dell’architetto catalano Sainte-Baume. annotando “…l’arquitectura es fruto del Agli inizi di questo nuovo millennio fa irru- caràcter, justamente eso: una manife- zione nella Pariser Platz di Berlino il pro- staciòn de caràcter.” getto di Frank Gerhy per la nuova sede Il palazzo costruito da Gaudì per il suo della Deutsche Bank regalandoci una mecenate Eusebio Guell si può capire grande lezione sul tema della sezione. solo attraverso la sezione che accompa- Dietro la facciata trilitica che affaccia gna dallo spazio di cripta delle scuderie, sulla piazza il capitano Achab porta al al vestibolo, all’alta sala centrale sopra- riparo la sua balena; ma Gehry, la cui 2 stante coperta a cupola. biografia ha numerosi punti di contatto Charles Tyrrell È una sezione/ascensione di tipo pira- con quella di Herman Melville è più Disegno redatto per illustrare una lezione di midale ricca di mistero: il lusso che la di- Ismaele che capitano se ricordiamo non John Soane alla Royal Academy matita, acquerellatura grigia, tempera mora del gran signore richiedeva è celato solo l’inizio di Moby Dick: “Chiamate- tratto da: John Soane architetto 1753-1837, attraverso una ricercata penombra, ac- mi Ismaele” ma anche una sua frase a cura di Margaret Richardson e MaryAnne centuata da grate e verande come condi- all’inizio dell’ottantaduesimo capitolo: Stevens, Skira ed., Milano 2000 pubblicato in occasione della mostra zione di isolamento rispetto all’ambiente “Vi sono alcune imprese per le quali un organizzata dal Centro Internazionale di studi esterno. I materiali hanno una funzione accurato disordine è l’unico metodo va- di Architettura Andrea Palladio, Vicenza 2000 fondamentale nella costruzione di questa lido.” C’è una valutazione del luogo sen- Pubblicato per la prima volta in occasione della mostra “John Soane Architect: Master sezione, usati con una logica rappresen- za dispendio di forme irruente, anzi, con of Space and Light tativa e strutturale molto serrata. un’accentuazione tettonica del fronte, Royal Academy of Arts, Londra 1999

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mentre all’interno è riservata la mera- per singoli apparati tipologici, dai pa- per Procida, per ogni luogo che abbia un viglia, la sorpresa e, per tornare a John lazzi alle chiese, ai campanili, ai campi corpo aggrovigliato su se stesso di cui Soane, “The poetry of architecture”. e campielli, ai giardini o attraverso un serve capire i passaggi, i cambi di quota, Piace, infine, ricordare che la sezione di repertorio scenico. Venezia è stata la la stratificazione; certo vale più per Roma ogni edificio concorre alla costruzione di fonte più ricca per l’esercizio immagi- archeologica e per Napoli sotterranea un corpo urbano, alla complessità della nifico del Capriccio però non è studiata che per Milano o Firenze. Queste brevi città. Mentre alcune città trovano nell’im- abbastanza, anzi pochissimo, la sua divagazioni in forma di esame anatomico pianto planimetrico la loro chiarezza storia di innesti, commistioni, improvvisi hanno volutamente lasciato da parte la dichiaratoria oppure, all’opposto, la loro disvelamenti legati alle sezioni. quintessenza dell’insegnamento sulla indeterminatezza di metropoli senza limiti In realtà potrebbe essere proprio la sezio- sezione, il progetto mentale e spaziale di che si espande senza forma, ci sono città ne ad arricchire la nostra conoscenza più Adolf Loos perché, da solo, traccia una la cui conoscenza resta superficiale senza profonda di Venezia; parzialmente hanno vita mentale, intellettuale, architettonica una lettura in sezione: penso, in particola- contribuito a questo più il cinema, il teatro, ascrivibile al tema della sezione. re, alla grande mancanza di una lettura di la letteratura che lo scavo architettonico. In realtà è sempre ad Adolf Loos che il Venezia per sezioni o parti di sezioni. Forse il tema della necessità di una lettura pensiero architettonico corre quando è 3 - 4 Su Venezia si è riversato un florilegio di sub specie sectionis vale per gran parte interrogato sul tema della sezione nella Frank Gerhy La nuova sede della Deutsche Bank letture in piante reali o immaginifiche; delle città mediterranee in senso lato; volontà di scomporre le parti per riunirle Pariser Platz, Berlino la città è stata analizzata in mille modi certo vale per Ragusa/Dubrovnik come secondo il dettato albertiano. foto Maria Grazia Eccheli 4

6 7 Gordon Matta Clark 1 Di tagli e (rivel)azioni

Andrea Volpe

“Since you seem to feel that your life has diaspora surrealista newyorchese. Una become a senseless driving from here sorta di avanguardia domestica per- to nowhere, you need an end. Let it be manente che -nonostante il tradimento architecture (remember that ‘no where’ compiuto dal padre nei confronti della can be ‘now here’).”1 disciplina di formazione a tutto vantag- È singolare come il sistema dell’arte si gio della brillante carriera artistica inter- confermi ogni volta puntuale nell’antici- nazionale- rimarrà comunque permeata pare il nostro presente e nel decifrare il da una visionaria cultura del progetto, nostro futuro. Si è infatti recentemente grazie alla frequentazione della famiglia conclusa al Santa Maria della Scala con architetti quali Buckminster Fuller di la prima grande retrospettiva e Bernie Kirschenbaum. Ed è forse per italiana dedicata all’opera di Gordon questo motivo che Roberto Matta si pre- Matta Clark. Singolare figura di artista murerà di guidare allo studio dell’archi- al quale i primi anni del nuovo millennio, tettura il dubbioso Gordon, scrivendogli densi di drammatiche crisi politiche, la lettera da cui abbiamo tratto l’incipit di economiche ed ecologiche, sembrano queste brevi note. Non è dunque azzar- legittimamente restituire uno status in- dato affermare che tutta l’opera di Gor- ternazionale di visionario profeta. don Matta Clark in ultima analisi possa Nato a New York nel 1943 e prematu- già poter venir letta in nuce attraverso ramente scomparso a soli 35 anni nel quel remoto gioco di parole. Una tensio- Per le immagini 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 © Gordon Matta-Clark, by SIAE 2008 1978, Matta Clark cresce nel milieu de- ne che sembra scaturire dall’oscillazione Courtesy the Estate of Gordon Matta-Clark gli artisti d’avanguardia2 che gravitano fra il riconoscimento della potenzialità and David Zwirner, New York attorno al padre Roberto Sebastian An- estetica delle violente trasformazioni Per l’immagine 8 © Gordon Matta-Clark, by SIAE 2008 tonio Matta Echaurren. Famoso pittore della New York negli anni ’60 e ’70 © Carlo Fei, by SIAE 2008 cileno, laureatosi architetto a Santiago -perpetrate nel nome della car culture e negli anni ’30 e successivamente tra- della manesca urbanistica modernista 1 Gordon Matta Clark sferitosi in Europa: dapprima a Madrid americana ed il cui risultato sarà la pro- ‘Day’s End’ (Pier 52), 1975 dove conoscerà Garcia Lorca e Rafael duzione di seriali episodi indifferenziati4- 2 Alberti e poi a Parigi. e l’incessante ricerca dell’occasione per Gordon Matta Clark al Pier 52 (‘Day’s End’), 1975 Qui, dopo aver lavorato brevemente rendere unici e straordinari quei luoghi, come disegnatore nello studio di Le condannati altrimenti all’oblio dalla logi- Pagine successive: Corbusier allora impegnato nel progetto ca del big business. 3 - 4 - 5 Gordon Matta Clark de La Ville Radieuse, rinnegherà polemi- Iscrittosi alla Cornell University e ben Fotogrammi dal film ‘Conical Intersect’, 1975 camente l’impostazione modernista del presto polemico nei confronti dalla 6 maestro aderendo con convinzione al rigida impostazione teorica finalizzata Gordon Matta Clark 3 ‘Conical Intersect’, 1975 movimento surrealista. Sempre nella ca- alla formazione di colti professionisti, Cibachrome photograph pitale francese, Roberto Matta incontrerà Matta Clark maturerà nel corso degli 7 Anne Clark, designer americana -già le- studi una singolare concezione del fare Gordon Matta Clark ‘Splitting’, 1974 gata ad Isamu Noguchi- con cui riparerà architettura. Slegata dalla logica della 8 oltreoceano nell’oscuro 1939 europeo. produzione corrente e ben più vicina Gordon Matta Clark Gordon ed il fratello gemello Sebastian alla dimensione del progetto site speci- ‘Garbage Wall’, 1970 ricostruzione fatta in occasione della mostra dunque sperimenteranno quotidiana- fic dell’allora nascente Land Art. di Siena, 2008 mente l’ambiente bohemienne della Ed è in occasione della mostra Earth Art, foto di Carlo Fei 2

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organizzata a Cornell nel 1969, che Matta Clark ha modo di conoscere Robert Smi- thson e Walter De Maria. E di collaborare direttamente con Dennis Oppeneheim alla realizzazione dell’opera Accumulation Cut. Taglio praticato con una motosega sulla superficie di un lago ghiacciato de- stinato a richiudersi nelle ventiquattr’ore successive. Un’operazione di per sé assurdamente laboriosa ed effimera, pen- sata in funzione del successivo processo di documentazione fotografica.5 La dimensione del sublime racchiusa nel paesaggio che circonda il campus, così ricco di gole, vallate, strapiombi; la sco- perta della nuova possibilità di concepire il paesaggio stesso come un nuovo orizzonte disponibile al lavoro dell’artista; lo stesso processo di definizione delle azioni mutuato da quello del progetto d’architettura; tutti fattori che costitui- ranno una formidabile spinta per Matta Clark a trasferire i propri interessi nel campo dell’arte d’avanguardia. Con un distinguo fondamentale però. Così come i land artists modificano il paesaggio naturale, così Matta Clark modificherà il paesaggio urbano e suburbano: realiz- zando aeree architetture di corda da co- struire sugli alberi dei parchi (Tree dance, 1971). Proponendo soluzioni abitative a basso costo per gli homeless di New York mediante la costruzione di porzioni di muro fatte con i rifiuti6 (Garbage Wall, 1970). Ma soprattutto aprendo squarci e prospettive mozzafiato negli edifici ab- bandonati del Bronx destinati alla demo- lizione dalla brama di arricchimento degli speculatori (Bronx floors, 1973). Una mostra ed un intervento importante a Genova (A W-hole house: datum cut, 6

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1973) saranno la prova generale della sua che sembra illustrare alla perfezione le camera: potrei farlo ma sempre si arresta opera più iconica (Splitting, 1974). Ele- parole di Benjamin sulla concezione dello ad un vuoto che non si può rappresenta- mentare casa di periferia in attesa di de- spazio del flâneur nella Parigi capitale del re. Per molti versi questo vuoto è la sua molizione (di proprietà della sua gallerista XIX secolo.7 Ed è forse questa la forza del felicità e la sua assenza».9 Holly Salomon) che viene tagliata a metà lavoro di Matta Clark. La possibilità che ed ambiguamente inclinata mediante la ancora ci offre di avvicinare altre immagini rimozione parziale di alcune pietre del ba- ed altri significati, al di là della sua parti- samento della struttura lignea principale. colare storia. Al di là anche del fin troppo 1 “Dal momento che ti sembra che la tua vita sia diven- tata un viaggio senza senso verso il niente, hai bisogno L’intimità del focolare interrotta; la fragilità ovvio accostamento che alcuni critici di una meta per questo tuo viaggio. Lascia che questa del sogno americano della villa suburba- spesso propongono fra la sua opera ed il meta sia l’architettura (ricorda che ‘da nessuna parte’ na per tutti, l’imminente minaccia della decostruttivismo architettonico. potrebbe essere ‘qui e ora’.” Lettera di Roberto Matta al figlio Gordon Matta Clark, 9 Gennaio 1962. demolizione che prelude alle quantità Il bel catalogo della mostra senese ci 2 Oltre a Marcel Duchamp, vicino di casa nell’esilio dell’edilizia speculativa. Il tutto esplicitato consegna una testimonianza sulla con- americano e compagno di interminabili partite a nell’ultimo sussulto di vita della casa, ora servazione dei materiali del fondo Matta scacchi, Roberto Matta ‘inizierà’ alle più recenti teorie artistiche europee ed alle tecniche di improv- attraversata dalla sottile lama di luce che Clark presso il Canadian Centre for Ar- visazione pittorica artisti come Jacson Pollock e penetra all’interno degli ambienti. chitecture. E come questo, assieme ad Robert Motherwell. Sezione che rivela una dimensione più altri fondi, sia stato oggetto di una recen- 3 L’insofferenza (ed il malinteso) verso Le Corbusier, 8 in quanto simbolo dell’atopia modernista, sarà ampia dello spazio in virtù dell’inversione te mostra. Talvolta il caso ci restituisce trasmessa da Roberto Matta al figlio Gordon. Cfr. Ja- del consueto processo costruttivo. Ov- preziosi indizi. Ed è ripensando allo stu- mes Attlee ‘Towards anarchitecture: Gordon Matta vero mediante la sottrazione di materia pefacente, necessario, dialogo fra le for- Clark and Le Corbusier’ http://www.tate.org.uk/rese- arch/tateresearch/tatepapers/07spring/attlee.htm con quei tagli che diverranno la sua cifra me e le figure elementari dell’architettura 4 Simbolo di questa politica è Robert Moses, conside- stilistica più conosciuta. con i tagli ed i precipizi incisi da Gordon rato da molti come il Barone Hausmann della New York Due opere in particolare emergono nella Matta Clark. Alla stessa prossimità nelle dagli anni ’30 agli anni ’50. Promotore di numerosi ope- razioni di rinnovamento urbano spesso discutibili come produzione dell’artista. La prima (Day’s sale di un lontano museo canadese dei quella per Washington Square e della costruzione delle End, 1974) sfida la scala della città di materiali dell’artista americano con quelli numerose expressways che rimodelleranno le shore- New York intervenendo sul Pier 52. Molo di Aldo Rossi, che intravediamo il balena- lines di Manhattan. È stato considerato dai suoi più feroci critici come colui che preferiva le automobili alle allora noto per alcune particolari frequen- re di un altro possibile nesso. persone e la velocità delle autostrade aeree alle strade tazioni del demimonde metropolitano. «Come stabilire la dimensione e quale di quartiere, alla dimensione del neighborhood. Matta Clark trasforma la grande struttura dimensione? In questa estate del 1977 5 Fotografie che Matta Clark includerà nella sua produzione artistica fino a stravolgerne le cornici in uno spazio basilicale post industriale. stavo all’Osteria della Maddalena quan- del fotogramma, quando questo non basterà più Aprendo una sorta di astratto rosone sul do nel corso di una conversazione poco a raccontare la ricchezza dello spazio. Tagliando i fronte verso il fiume ed incidendo il lato afferrabile ho colto una definizione archi- negativi e le stampe, riassemblando il tutto in una nuova composizione spaziale. Unica testimonianza lungo della struttura in modo che i riflessi tettonica. L’avevo trascritta: «C’era uno dell’intervento eseguito sugli edifici. dell’acqua brillino al suo interno. Fino al strapiombo di dieci metri nel punto più 6 Spazzatura che allora in città non mancava di trionfo di luce al tramonto, al climax della alto della stanza». Ignoro a quale conte- certo, data la drammatica crisi del sistema di smal- timento dei rifiuti. fine del giorno. Il secondo intervento, for- sto si riferisse questa frase ma trovo che 7 «Paesaggio ecco cosa diventa la città per il flâneur. O se ancora più impressionante, è realizzato una nuova dimensione si era stabilita: è più esattamente: la città per lui si scinde nei suoi poli per la Biennale di Parigi (Conical intersect, possibile vivere in camere con strapiom- dialettici, gli si apre come paesaggio e lo racchiude come stanza». Walter Benjamin, I «passages» di Pari- 1977). L’artista interviene su una casa bo? Esiste la possibilità di un progetto gi, Giulio Einaudi editore, Torino, 2000, [Parigi, capita- seicentesca (destinata al sacrificio per far di questo tipo che sia rappresentabile le del XIX secolo, 1986], Il flâneur, [M 1,4 ], p. 466. posto al costruendo Centre Pompidou di oltre la memoria e l’esperienza? È inutile 8 ‘Out of the box: price rossi stirling +matta clark’, CCA Montréal, 2003. Piano e Rogers) con una straniante inter- che io dichiari che ho tentato inutilmente 9 Aldo Rossi, Autobiografia scientifica, Pratiche sezione di coniche. Una visione surreale di disegnare questo progetto o questa Editrice, Milano, 1999 [1981], p.34. 8

12 13 IN TRE MOSSE: La piramide rovesciata di Nauman, le “gesticulating entrails” di Gehry e due ossa di Galileo (segue da Firenze Architettura 1-2008)

Giacomo Pirazzoli

2. Frank O. Gehry e le “gesticulating diverrà di certo una scultura con tanto di Gehry rispetto alle modalità costrutti- entrails” ovvero como bailan los ca- “modellato”; d’altro canto la dimensione ve,6 o meglio allo sviluppo graduale del ballos andaluces (foto a fianco) dei lavori di questi american artists,4 progetto architettonico. Che, nei casi è a volte grande, ma rarissimamente correnti, passando dall’1.500 all’1.1 Ciò detto a proposito della Square de- comparabile con la dimensione di un cambia, e diviene più appropriato pression (1977-2007) di , edificio. Inoltre i lavori medesimi così anche in virtù delle tecnologie, essen- ecco ora un ragionamento ozioso, per prodotti, non hanno praticamente mai do questa scelta parte del lavoro del analogo stile d’analisi, che si potrebbe le intrinseche caratteristiche costruttive progettista; mentre il lavoro di Gehry condurre per caso sul molto celebra- (per materiali e durevolezza) né funzio- sembra restare concentrato nella forma to Guggenheim Bilbao1 che in effetti nali (per modalità di fruizione) di una del “grande oggetto”, che viene go- contiene e dimostra un distacco dagli architettura. vernato attraverso la modellazione 3d aspetti tecnico-architettonici piuttosto Se si pensa in particolare agli artisti ed i plastici “più storto lì, meno curvo simile a quello praticato da alcuni im- ai quali più degli altri Gehry è stato là”, come il film di Pollack evidenzia. portanti american artists – dal neo-dada vicino, Oldenburg-VanBruggen, è rela- In sopralluogo con occhio smaliziato di alla pop-art di Olden- tivamente chiaro che la natura pop del il Guggenheim può in effetti perfino burg2 – che Gehry frequentava.3 Il film di loro lavoro costituisce anche il punto sembrare eseguito da una società che Pollack, al di là del valore di documenta- di partenza per la ricerca di Gehry; ma lavora “conto terzi” (quasi alla maniera rio o di promo, ci consegna l’ex grande la natura intrinseca degli “oggetti” che protocollare delle Società di ingegne- regista che, ripetendo continuamente Oldenburg-VanBruggen – e Oldenburg ria italiane) cioè staccata dalla mente di non saper nulla di architettura, è ri- da solo, in una prima stagione – produ- dell’architetto, tanti sono i particolari preso spessissimo mentre a sua volta cono non implica background tecnico- glissati, i gradini che finiscono a fetta di filma con la telecamera il suo amico costruttivo: sono appunto “oggetti”, formaggio, le cimase tagliate come le Gehry architetto; se, da una parte vien come martelli, pinze, viti e coltelli, che cornici dei quadri del soggiorno, le parti da pensare alla narrazione inconscia “saltano di scala” (ma non “passano di strutturali dimensionate senza rapporto di un non-esperito rapporto cinema/ scala”, evolvendosi per ulteriori specifi- visivo con ciò che sostengono. architettura, nel merito tecnico si coglie cazioni, come invece è per le architettu- Per tutta una serie di apparenze, sem- qualcosa del modo di lavorare di Gehry, re), diventano enormi e si appropriano brerebbe anche legittimo pensare al che somiglia in effetti moltissimo a quel- in modo geniale di spazi non prevedibili. Guggenheim-Bilbao come alla più nota lo degli american artists insieme ai quali Sono oggetti tecnicamente costruiti ed evidente forma di continuazione si è formato: nel film egli non traccia mai (quasi sempre da altri, assistenti e tec- dell’esperienza espressiva delle “ge- un segno con la matita, mai un colpo di nici) in genere con modalità da sceno- sticulating entrails” scovate da Colin forbice al modello vien dato di persona, grafia, a volte con materiali più durevoli, Rowe nel lavoro di Le Corbusier nel c’è sempre un assistente che tocca quando devono rimanere all’aperto; convento de La Tourette.7 Tuttavia materialmente le cose; in effetti proprio ma – a differenza dell’architettura – non non sarà vano rilevare che le plastiche quel gruppo di artisti di riferimento hanno un uso diretto, né p.e. una inter- “viscere gesticolanti” del Maestro, lavorano soprattutto sull’idea, e poco nità; sono in effetti oggetti, fatti di solito individuabili nei canons-à-lumiére che sulla sua materializzazione. Restando per essere guardati e neanche tanto sporgono a catturare la luce dalla nel campo del lavoro d’artista, ciò ha toccati;5 e alla fine, la differenza tra il cappella laterale della chiesa (riletta da una doppia valenza: da una parte signi- modello e l’opera eseguita deve essere Rowe come “il bastione che le suppor- fica riconoscere il peso “concettuale” minore possibile, nel senso che conta ta”, le viscere medesime) del volume dell’opera, mantenendone la necessaria l’immagine (dunque il “carter”), e poco a megaron della chiesa stessa – sono astrazione, per cui non viene così tanto rilevante è il contenuto tecnico. meccanismi strettamente legati ad un da toccarlo, il modello, ché in effetti non In tal senso il sostanziale distacco di uso (dirigere la luce in un certo modo)

14 e in specifica relazione con lo spazio disce il segreto di equilibrio. luogo, finiscono col rivoluzionare sen- interno della zona presbiteriale per la La seconda riflessione (foto 10) è, sta- sibilmente, giorno dopo giorno, forse concelebrazione. Da un punto di vista volta, relativa all’interno, in particolare con inegual clamore rispetto a quanto tecnico, quella cappella laterale di La alle condizioni di fruizione museale di mediatica sorte ha riservato finora al Tourette è inoltre una delle primissi- “Three Spanish Red Venuses” di Jim Guggenheim di Frank Owen Gehry, la me applicazioni del precompresso: si Dine,10 che può essere vista prevalen- percezione di quel pezzo di Bilbao. scorgono gli attacchi dei cavi sul pe- temente in controluce naturale (cosa (segue nel prossimo numero) rimetro, trattati da Le Corbusier (e da piuttosto strana per un museo) ovvero Iannis Xenakis che seguì direttamente il dall’alto, da uno cioè dei ponti che attra- lavoro come ingegnere) con quella mo- versano la hall; proprio dal ponte l’opera dalità consumata di non-chalance che – sovrastata da una controventatura 8 prese il nome di brutalismo. È proprio della facciata assai generosamente di- 123 a margine della cattiva esecuzione del mensionata (che avrebbe potuto essere muro perimetrale della cappella delle risolta in mille altri modi, fino ad annullar- 456 “viscere gesticolanti” che si può con- ne la presenza adottando una soluzione getturare qualcosa: se infatti è evidente strutturale specifica) – di fatto non si può 789 che il bel profilo curvilineo previsto nei vedere per intero, se non accettando la 10 11 12 disegni (indubbiamente mutuato da un presenza (tra l’opera e l’occhio) della Foto Giacomo Pirazzoli tipo di linea sinuosa che Le Corbusier controventatura di cui sopra. 1 Vd. Guido Guerzoni, Il Guggenheim globalizzato, in era solito percorrere quotidianamente La terza riflessione (foto 11) riguarda Sole-24h, domenica 4 Novembre 2007; questo arti- nella sua mezza giornata di attività da ancora lo spazio interno, e viene dall’in- colo ha il merito di affrontare in modo complesso - e pittore e scultore)9 non viene trascritto terazione dei lavori di Richard Serra con senza preponderante riferimento alle questioni d’ar- chitettura, non essendo peraltro Guerzoni architetto esecutivamente se non con una linea lo spazio dell’ampia sala al piano terra - il grande successo del Guggenheim Bilbao. spezzata ed esitante: tuttavia è proprio a questi dedicata; le grandi Torqued 2 con tutte le riserve sulla maniera di etichettare la natura brutalista del manufatto che ellypses, che hanno indubbiamente la che corrisponde (o non corrisponde) a queste due definizioni di correnti artistiche spesso più vicine di assorbe espressivamente questo tipo forza straordinaria alla quale Serra ci quanto non si possa ritenere. di “errore”; che in effetti non viene per- ha abituati, lasciano, per quello spazio 3 Cfr., Sketches of , regia di Sidney cepito come tale, sia perché è dentro la concitato – verosimilmente, nelle inten- Pollack, U.S.A. 2005; in Italia il film è stato tarocca- to con il titolo Frank Gehry creatore di sogni. scala delle cose, sia perché la tecnica zioni, una sorta di omaggio al modo di 4 Cfr., Barbara Rose, Paradiso Americano - saggi costruttiva è pensata in modo con- lavorare di Serra – un po’ così: la sala sull’arte e l’anti-arte 1963-2008, Scheiwiller, sustanziale al tipo di espressione del stessa, tutta illuminata artificialmente, Milano 2008. 5 A coté, vorrei anche precisare che si tratta di progetto, senza soluzione di continuità. sembra esprimere in effetti una sovrap- oggetti espressamente concepiti per creare luoghi Quattro piccole riflessioni vorrei ag- posizione (di rumore?) inseguendo e altri (reidentificando completamente, cioè, il luogo giungere, per individuare meglio la na- facendo eco con pareti di cartongesso come era), non già per assumere senso dai luoghi stessi, come site-specific. tura di “grande oggetto” del Guggen- alle pur potenti torsioni dei ferri. Per 6 Per il Guggenheim-Bilbao, per esempio, viene heim-Bilbao continuando a postulare caso, nel 1988, vidi le Berlin Curves spesso fatto cenno all’impiego “innovativo” dello la sua concezione come staccata dagli nella quota giardino della Neue Natio- zinco-titanio “in dialogo con la pietra”; ma in effetti nel primo caso sia il materiale che la tecnica di aspetti espressivo-realizzativi propri nalgalerie di Mies van Der Rohe: banal- posa erano già ben note: la novità è stata soprat- dell’architettura. (foto 1-9) mente, lo scarto tra il nitore degli spazi tutto il riflesso mediatico, nel senso che ora tutto La prima riflessione viene dal rapporto miesiani (ancorché ridotti, rispetto alla il mondo (dei non addetti ai lavori) sa che esiste lo zinco-titanio (e pensa che sia una soluzione del manufatto con una delle “opere dimensione della sala di Bilbao) e la innovativa), perché è stato usato in quell’edificio. d’arte di completamento”, il diverten- forza di quel lavoro di Serra generava Per la parete ventilata in pietra, questa è stata una te 10m tall dog di Jeff Koons che sta un interstizio, qualcosa che conservo tecnica molto diffusa fin dagli anni ’80. 7 C. Rowe, Dominican Monastery of La Tourette, all’ingresso, e che è ancora lavoro pop nella memoria come la più vera – per Eveux-sur-Arbresle, Lyon - architect: Le Corbusier, realizzato tecnicamente in modo assai me – materializzazione dell’entre-deux in “Architectural Review” n.772 – June 1961, p.401; interessante (senza essere un’architet- di cui al duo Deleuze-Guattari. in questo formidabile saggio Rowe pone tra l’altro le basi del successivo ed insuperato Trasparenz tura, ovviamente). Se, astraendo dal La quarta riflessione (foto12) riguarda (1968, con R.Slutzki); “gesticulating entrails” è tra- vero, si pensa al modello, è ragione- una new entry nella città di Bilbao, ducibile in italiano come “viscere gesticolanti”. Su volmente facile vedere e controllare lì il la Biblioteca universitaria che Rafael La Tourette mi permetto di rimandare a G.Pirazzoli, Le Corbusier a La Tourette-qualche congettura, rapporto tra il cane e l’insieme degli altri Moneo Vallès ha appena completato Edizioni all’Insegna del Giglio, Firenze 2000. oggetti che plasticamente compongo- lungo il medesimo argine del fiume, 8 Il convento fu realizzato dalla ditta Sud Est no il museo (come “viscere gesticolan- vicinissima al Guggenheim; si tratta di Travaux Construction; la vicenda costruttiva e di cantiere è opportunamente ricostruita in Ferro, ti”?): si tratta in definitiva del rapporto un edificio poco appariscente, con un Kebbal, Potié, Simonnet, Le Couvent de La Tou- tra oggetti della stessa specie (pop?), lavoro di ricerca tecnica sulla “parete” rette, Ed.Parenthèses, Marseille 1987. forse non c’è troppo da preoccuparsi che si traduce in un cristallo molato 9 Vd. S.Von Moos, Le Corbusier as Painter, in “Op- positions”, n.19-20, 1980, pp.87-107. per capire la “texture”, la “grana” o miracolosamente corrispondente alla 10 A margine del lavoro di Jim Dine (il quale credo l’inclinazione della luce come quando tonalità del cielo normalmente pesto di sia stato peraltro uno degli american artists sodali di si cerca di capire il rapporto tra una Bilbao. Vien da pensare ad una sorta Frank Gehry) non posso non ricordare lo straordina- rio film di uno fra i più “americani” dei grandi registi scultura ed un edificio “tradizionali”; né di Maison Clarté basca, tanto per dire; italiani, Elio Petri, che girò nel 1968 Un tranquillo po- ricorre, d’altro canto, il caso complesso non è, questa di Moneo, una mossa po- sto di campagna; Petri, che indubbiamente aveva la della grande parete cieca della chiesa pular; pare piuttosto, un monumento, vista lunga, chiamò proprio Jim Dine per insegnare a Franco Nero a dipingere “nel modo giusto”, per que- de La Tourette che del “bastione che cioè uno di quei cosi che, con propria sto suo film che segnò tra l’altro la fine della collabo- supporta le viscere gesticolanti” custo- solitudine ed irripetibile specificità di razione con Tonino Guerra come sceneggiatore.

16 Paolo Zermani

Chiesa di San Giovanni Apostolo a Perugia Carlotta Passarini

Lo sguardo dell’architetto è rivolto ad Il percorso avanza giungendo all’altare, un paesaggio disgregato e corroso, accompagnato da un segno di luce fragile custode di antichi codici che ne e dal ritmo di colonne addossate alle conservano l’identità. Egli sa leggere pareti; continua poi attraverso la sagre- e selezionare quei segni eloquenti, stia fino alla cappella feriale, per risalire in attesa, presenti nel paesaggio, ma all’esterno dove si trova la piazza so- soprattutto sa coglierne la trasforma- praelevata. Il taglio che incide entrambe zione in atto. Le sue architetture sono le facciate, prosegue sulla copertura, “una continua, incessante cura della segnando un’ulteriore croce rivolta al ferita che l’uomo ogni giorno arreca al cielo e alle colline circostanti. corpo del mondo”. I percorsi collegano così piazze poste Perugia, una città costruita sulla rupe, a quote differenti, restituendo al pae- fatta di piazze innalzate a diverse quote saggio, sempre più isolato, la lentezza e di collegamenti fra di esse, manifesta di una misura perduta, ed il corpo della il suo costante interrogarsi sul rapporto chiesa appare inglobato nella terra come fra città e campagna, attraverso le sue per custodire la sensibile zona presbi- architetture, evidenziandone il caratte- teriale dalle trasformazioni che hanno re verticale: sotto la chiesa del Gesù si modificato il paesaggio circostante. sovrappongono tre oratori che collega- Alla sommità del pendio, sulla seconda no idealmente le due quote. piazza, si sviluppa il centro parrocchia- Perugia è una città edificata su se stes- le, costituito da un corpo porticato su sa, dove la Rocca si è calata sul corpo due fronti, che si inserisce nel paesag- dell’abitato utilizzandolo come basamen- gio in qualità di frammento, manifestan- to, chiudendo nei suoi sotterranei strade do un presente lacerato rispetto ad un e case. Paradossalmente la Rocca ha ordine dimenticato. Una lieve rotazione divorato parti della città, preservandole rispetto al resto del sistema ne mostra dalle trasformazioni del tempo. la capacità di ricomporre rapporti fra La nuova chiesa di San Giovanni Apo- uomo e natura, la dove la regola si in- Chiesa di San Giovanni Apostolo stolo ed i suoi ambienti parrocchiali, frange per seguire i pendii della terra e Ponte d’Oddi, Perugia sorgono su un terreno scosceso sul selezionare la vista di precise porzioni Concorso 1997 fondovalle nella periferia di Perugia, a di paesaggio. La medesima quota di Realizzazione 2001-2006 Ponte d’Oddi. L’accesso all’area av- gronda tiene insieme i due edifici. Progetto: viene dal basso, attraverso il sagrato In fondo l’intero complesso si manife- Paolo Zermani della chiesa, da cui inizia un duplice sta come un unico blocco di mattoni, percorso. Il primo è costituito da sca- una sostruzione per sorreggere una con: Mauro Alpini linate esterne che conducono ad una pausa nella periferia, un basamento Fabio Capanni piazza rialzata, il secondo procede in per il paesaggio di cui la chiesa diviene Giacomo Pirazzoli piano lungo lo sviluppo longitudinale fondamenta. Fabrizio Rossi Prodi della chiesa a cui si accede attraverso Con pochi segni intensi e necessari collaboratori: “un’ombra” che incide verticalmente Paolo Zermani incide il corpo del pa- Giovanna Maini la facciata e forma la croce con una esaggio, rigenerandone i processi di Tomohiro Takao putrella orizzontale, la quale ribadisce identificazione. Foto: il rapporto fra le quote delle due piazze. Mauro Davoli

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Pagine precedenti: 3 1 Il presbiterio Vista dal sagrato 4 2 Pianta generale Vista dalle colline 5 L’aula principale

22 23 Alberto Breschi

La piazza continua Nuovo Auditorium per Isernia Giovanni Bartolozzi

Il progetto per il nuovo auditorium di specifico di questo tema (la sezione, Isernia, secondo classificato per il me- appunto), la scuola fiorentina ha fornito desimo concorso, è, tra i più recenti dei contributi tutt’oggi esemplari: tra i progetti di Alberto Breschi, quello che tanti aspetti, essa si è principalmente meglio si presta ad indagare il tema del- caratterizzata per la capacità dei suoi la sezione proposto da questo numero protagonisti - Michelucci in testa - di della rivista. L’architettura contempo- saper leggere e concepire piante come ranea ha di fatto superato da decenni matrici di organismi spaziali e sezioni il tradizionale metodo di composizione come strumenti di misura di complessi per assemblaggio di parti e piani parziali livelli di comunicazione. (piante, sezioni e prospetti), in favore di I più recenti e conosciuti progetti di una visione più omogenea e complessa Breschi riguardano degli inserimenti che propone operazioni progettuali tali urbani in contesti stratificati e spesso da coinvolgere piante sezioni e prospetti difficili, densi di storia, di tracce e si in un continuum inscindibile. Dentro caratterizzano per la sintesi rigorosa ma questa cornice la sezione diviene un sempre espressiva e materica che essi 1 momento di verifica indispensabile per stabiliscono con il contesto. Si tratta di la rispondenza di un organismo architet- progetti che interessano in buona parte tonico e soprattutto essa rimane il prin- spazi pubblici, piazze, recuperi di edifici cipale strumento per dosare la spazialità esistenti o ampliamenti di preesistenze e di un edificio. In breve, l’architettura non lavorano su quella idea di trasformazio- è più concepita da una sezione gene- ne urbana, di metamorfosi che Breschi rante, ma da una sequenza di sezioni teorizza da anni fuori e dentro la Facoltà che tengono insieme il racconto spazia- di Architettura. Questi progetti sentono le. Il progetto per il nuovo auditorium di la città come un campo esteso di inter- Isernia attua questo procedimento e lo ferenze e rileggono l’esistente come una dilata a scala paesaggistica. fase intermedia della vita urbana sog- Parlare di questo progetto del prof. getta a continue sovrapposizioni. Senza Breschi implica un’adesione che non scadere mai nel commercio formale Concorso Internazionale di Progettazione si esaurisce nella sua rilettura critica, con la storia, il progetto di metamorfosi Nuovo Auditorium Città di Isernia ma, inevitabilmente, è anche quella diviene lo strumento per innestare delle 2° classificato dell’allievo che ha seguito in questi anni ricuciture, per stabilire dei momenti di 2005-2006 un percorso e ne ha assorbito delle dialogo con le preesistenze attraverso metodologie, delle sostanze. Sottolineo inserimenti ragionati, attenti, che mai Committenza: quest’aspetto perché credo in certo rinunciano al rinnovamento linguistico e Comune di Isernia tipo di insegnamento universitario che tecnologico. A Isernia ci troviamo invece Progetto: fa perno sulla continuità di una “scuola” di fronte ad un progetto ex novo, a con- Alberto Breschi di pensiero che trova in alcuni docenti, fronto con un contesto paesaggistico Paolo di Nardo Eugenio Martera e in Breschi in particolare, una cerniera di grande valore: siamo cioè nel vivo con: importante, e mi sembra doveroso, in dell’architettura e di tutte le sue implica- Carlo Baistrocchi questo periodo di smarrimento e di crisi zioni a differenti scale. Giacomo Benvenuti Claudia Giannoni delle istituzioni e dell’architettura, avere Il nuovo auditorium si inserisce nell’area Stefano Mignani dei riferimenti culturali. Non solo, nello dell’ex campo sportivo, in un contesto Eugenia Valacchi

24 delicato e strategico poiché stabilisce si raccorda alla copertura del volume una sorta di limite tra il centro urbano e la dedicato alle funzioni accessorie in una nuova area di espansione. Esso s’inne- piazza panoramica. Infine l’impronta sul sta in un sistema assai più articolato pre- terreno della grande superficie genera visto dal progetto che, sinteticamente, un piano interrato dedicato ai parcheg- prevede nell’area di crinale lungo il fiume gi, che risolve il lieve dislivello col piano Carpino, la creazione di un parco urbano stradale retrostante. polifunzionale ideato come elemento La superficie che compone l’intero pro- connettivo tra la viabilità esistente, il mu- getto è controllata, tenuta insieme dallo seo Paleolitico e il nuovo auditorium, af- studio della sezione trasversale che ne fiancato da una molteplicità di funzioni al scandisce i passaggi di quota, i doppio contorno come la galleria urbana, l’area volumi, le connessione con la grande espositiva, l’Isernia Info Point, il centro rampa, gli aggetti e le rientranze, il rap- di formazione, i servizi di ricezione, gli porto interno-esterno. Dalla sezione è spazi di ristoro e i parcheggi. inoltre leggibile la scelta progettuale più La soluzione progettuale è di una chia- rilevante, che è quella di incastrare la rezza esemplare, a tal punto che non grande sala dell’auditorium tra la piazza necessitano spiegazioni aggiuntive a inclinata e la piazza del primo livello, 4 quelle che le sue immagini esprimono, per coinvolgerla in un meccanismo di e per questo ci limiteremo ad alcune ri- sovrapposizione funzionale continuo flessioni trasversali muovendo dalla sua che si conclude all’ultimo livello con la idea di fondo, che è quella di spogliare terrazza panoramica. Con una logica l’edificio dalla sua tradizionale massa distributiva che alterna la cadenza di Pagine precedenti: 1 per restituirlo in un gesto a scala pae- spazi pubblici alle funzioni specifiche, Il concetto saggistica. Questa idea si attua attra- le piante riflettono senza sbavature l’ar- 2 verso la stesura di un’ampia superficie ticolazione complessiva messa a punto Veduta del progetto materica, una sorta di superficie pubbli- nella sezione e la dilatano liberamente 3 ca innestata sul suolo, tagliata secondo sull’ingombro irregolare dell’isolato. Prospetto inserito nel paesaggio traiettorie funzionali e articolata su più La sezione diviene dunque il primo 4 Studio dell’acustica livelli. Questa superficie fascia le funzio- gesto, il primo atto generativo che da 5 ni e conforma all’esterno spazi pubblici una parte ricerca il coinvolgimento Pianta quota 00 e sezione a differente vocazione: si dilata in una spaziale, l’integrazione delle possibilità Pagine successive: grande piazza al primo livello, si solleva di movimento e dall’altra stabilisce un 6 - 7 in una piazza inclinata ai livelli intermedi, rapporto, una dialettica emozionale col Vedute del progetto 5

26 27 paesaggio. Per questo essa diviene l’unico strumento per dare una risposta coerente alle due scale che caratteriz- zano il progetto: quella architettonica e quella paesaggistica. L’impianto rifiuta i tradizionali schemi tipologici e organizza il programma in un serrato dialogo con gli spazi pubblici esterni. Al primo livello la grande piazza attrezzata si apre su Viale Risorgimento e concentra gli accessi all’auditorium polivalente, alla galleria urbana e all’area espositiva, mentre una porzione di essa, nel coprire la grande sala dell’auditorium, diviene una gradonata che serve il terzo livello interamente dedicato all’Isernia Info Point e al centro di formazione. La gradonata, come un lungo spalto, defini- sce la piazza inclinata indicata per mani- festazioni ed eventi all’aperto. Quest’ul- tima si raccorda infine alla copertura del volume, una terza piazza panoramica proiettata sul paesaggio, sull’area ar- cheologica della pineta sottostante e sul museo Paleolitico. La sezione restituisce fedelmente questo senso di continuità della superficie, che in un gesto unico genera gli spazi pubblici esterni e avvol- ge le funzioni interne, e perfino il volume parallelepipedo staccato da terra si configura come una piegatura, un avvol- gimento dell’intera superficie. Dagli interni alle coperture, ogni spazio di questo progetto è ideato per la fru- 6 izione. Il risultato è un’architettura che si percorre in infiniti modi, che si vive in ogni sua parte. L’operazione proget- tuale è capillare, secca, decisa e per questo svincolata da dettami e nostalgie linguistiche. Insomma questo progetto continua quelle riflessioni, quel filo con- duttore interrotto che è stato tracciato dalla scuola fiorentina per il semplice motivo che esso subordina tutto il suo impianto al senso del percorso, dello spazio pubblico, dell’evento. L’edificio in fondo è una piazza continua. Rifiuta ogni tipo di mediazione e presenta con dichiarata fermezza la sua idea: è una superficie permeabile che si fruisce con un livello imprevedibile di possibilità ed è al contempo un segno, una sagoma seduta sul paesaggio che diviene essa stessa paesaggio.

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28 29 Fabrizio Rossi Prodi

Nuovo Palazzo della Provincia di Arezzo Fabiano Micocci

Il progetto per un’ulteriore sede della virtualmente senza fine. La forma rein- provincia di Arezzo tenta di dare una terpretata si spezza su di un lato come risposta alla doppia esigenza di definire una rovina permettendo una lettura del un’immagine per una sede istituzionale suo interno che invoca la partecipa- moderna e incorporare i materiali archi- zione rendendo lo spazio ivi racchiuso tettonici e urbani della città attraverso pubblico e dove, al momento dell’in- un intervento capace di riaffermare valori terruzione, viene collocato l’ingresso architettonici e civili, coniugando un ele- principale; sull’altro lato la massa com- vato grado di autorevolezza con spazi e patta si sospende su un lungo taglio caratteri figurativi familiari agli abitanti. che contraddice una l’imponenza e Questo obiettivo è raggiunto attraverso permettere l’inclusione di ciò che è fuo- l’uso di elementi desunti dalla tradizio- ri. La scomposizione del volume induce ne e dal paesaggio, riletti, reinterpre- ad una lettura dei fronti in sequenza tati ed adattati alle richieste tecniche dinamica in cui le interruzioni invocano dell’amministrazione mirate ad una penetrazioni verso l’interno. fattibilità economica che ha indirizzato L’accesso è mediato da un basamento le scelte verso un volume contenuto e per accrescerne l’autorevolezza, come compatto ma articolato in più parti. nelle costruzioni acropoliche, che re- Il recupero di immagini e concetti con- stituisce un’immagine più tradizionale solidati nelle tradizioni e nell’orografia e compassata, ma il profilo dell’edificio del luogo vengono però traslati verso arretra dai limiti creando ambiti inaspet- nuove interpretazioni trasgredendo tati ed evocando una passata monu- queste figure e introducendo quelle mentalità oramai inattuale, suggerendo incertezze che sono espressione di una sin dall’arrivo un cammino da seguire maggiore dinamica sociale in cui l’auto- lungo una serie di luoghi in successione rità di fonde con il diritto a partecipare. che narrano l’articolazione del volume. L’edificio si pone come una presenza La varietà di questi spazi viene intro- Concorso di progettazione per un’ulteriore nodale, in parte autoreferenziale ma in dotta da due scalinate opposte, una più sede della Provincia di Arezzo continuità di masse e rapporti di scala lenta e una più rapida, collegate da un 2005 Progetto vincitore con il contesto, in un’area strategica percorso obliquo che attraversa l’edifico della città poco distante dalla stazione e e mette in relazione le parti della città. Progettista Capogruppo: dal centro storico, senza però continui- All’interno la piazza, simbolo di libera Fabrizio Rossi Prodi Gruppo di progettazione: tà con un tessuto caratterizzato da una partecipazione democratica, sorge Paolo Spinelli pianificazione aperta e priva di caratteri come un vuoto nel costruito in una peri- Marco Zucconi significativi. Da qui la declinazione di un feria diradata in cui l’assenza di rapporti Simone Abbado Emiliano Romagnoli organismo in forma di palazzo dai forti tra le volumetrie determina un’impos- Collaboratori: valori simbolici in grado di esprimere sibilità di definizione di luoghi. Questa Caterina Ciampi l’esercizio dell’amministrazione civiche. piazza, grazie alle articolazioni e alle Jacopo Maria Giagnoni Georgios Kapourniotis L’impianto quadrilatero del palazzo interruzioni nei volumi, cessa di essere Fabiano Micocci rinascimentale italiano però si contorce una “stanza” privata e diventa un per- Nicola Spagni e ripiega su se stesso dando vita a una corso esperibile nel tempo articolandosi Francesco Tarentini Enrico Tomidei spirale che deforma la statica pianta in una successione di più spazi ordinati Consulenti: centrale in un percorso avvolgente e secondo una regola emisimmetrica. Giancarlo Martarelli

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32 33 Questo cammino prosegue attraverso la corte interna verso la grande scalinata dell’atrio che evoca il principio inse- diativo della città e il tema delle piazze arroccate, disposte in salita e corredate da scale, dalla quale si accede a tutti i livelli dell’edificio e ai principali servizi. Lo spazio che si dilata in questa suc- cessione di piani è regolato dai partiti strutturali perimetrali che ne delimitano lo spazio recuperando la regola figura- tiva della Pieve di S. Maria che articola gli spazi urbani al centro della città. La scalinata è chiusa in alto da una grande vetrata orizzontale schermata che ma- nifesta la sua vocazione a luogo esterno che ospita la vita collettiva resa viva dall’intensa luce solare filtrata con un brise-soleil posto in copertura. Realiz- zata come una serie di luoghi articolati in successione, tra i quali viene ospitato anche un auditorium e una piccola sala conferenze, questo grande atrio è un luogo di attese e di partenze, centro d’informazione, spazio espositivo e di divulgazione, per ospitare e orientare. I percorsi di distribuzione partono da qui e connettono tutti i livelli tra loro mentre il resto dell’edificio è un corpo in cui la distribuzione si articola linearmente lun- go la spirale, con interruzioni nei giusti strutturali e con una estrema razionaliz- zazione dei percorsi verticali che mira al contenimento della volumetria. L’edificio, che reinterpretare alcune 5 elementi caratterizzanti del luogo attra- verso un’operazione di trasposizione, declina il rapporto con il paesaggio e la natura anche su un grado di biocom- patibilità attraverso accurate soluzioni tecnico-progettuali per una maggiore efficienza climatica quali una corretta esposizione, l’uso di elementi natu- rali come schermatura, agevolazione della ventilazione naturale attraverso il 6 basamento interrato, la raccolta delle acque piovane, lo sfruttamento passivo dell’energia solare per mezzo di una Pagine precedenti: doppia vetrata orientata verso sud e che 1 Vista della piazza interna e della successione funziona da “macchina solare”. degli spazi lungo la scalinata 2 Sezione della piazza interna coperta 3 Vista della testa e della coda della spirale e dello spazio compreso 4 Pianta del piano terra e del piano primo

5 Il fronte principale con la scalinata d’ingresso 6 Sezione della corte 7 Sezione trasversale del rapporto tra la piazza coperta e quella scoperta 8 8 Planimetria generale

34 35 Francesco Collotti e Giacomo Pirazzoli

A riveder le stelle Da macchina da guerra incompiuta a machine à voire Francesco Collotti e Giacomo Pirazzoli

Incompiuta allo scoppio della Grande installato nell’originaria posizione segnerà Guerra, la fortezza austroungarica ipo- nella notte questo racconto di memoria. gea di Pozzacchio (dietro Rovereto) è Conduciamo la rilettura della “fonte fi- uno dei luoghi del sistema (di forti, trin- sica” insieme alla relativa “fonte scritta” cee, osservatori etc.) ove da anni lavoria- (secondo simmetrica definizione degli mo per risignificare paesaggi fortificati. archeologi),2 e ci è naturale il riferimento Inizialmente (1997-2000) abbiamo reso al lavoro sul vuoto di Rachel Whiteread. “introduzione” al sito museale la pseudo- Abbiamo messo a fuoco una strategia di archeologia delle casermette: con qualche intervento site specific che lascia da parte 1 distanza da coloro che oggi ricostruireb- sia la “pura invenzione dell’architetto” bero tutto come se nulla fosse accaduto, (contributo alla scemissima e colpevole abbiamo cercato di far rivivere i manufatti distruzione del paesaggio italiano) sia la Località Forte Pozzacchio non solo per la loro presenza, ma in quan- altrettanto penosa “completa ricostruzio- Comuni di Trambileno e Vallarsa to fatti spaziali. Indirizzando l’occhio del vi- ne” figlia di una iper-storia dimentica della Provincia Autonoma di Trento sitatore della domenica, abbiamo protetto contemporaneità (e in molti casi arbitra- 1997-2009 i ruderi con due tettoie in legno rette da ria). Peraltro nel programma del progetto pilastri in tubo di ferro: una di esse, a base abbiamo previsto anche un apposito Progetto: Francesco Collotti quadrata e andamento isotropo, ospiterà comitato scientifico che, in collaborazione Giacomo Pirazzoli il modello in cemento e ferro della fortez- col MART di Rovereto, renda questo riu- za, fruibile fino a salirci sopra, tenendo sato paesaggio eccezionale sala all’aper- collaboratori: Nicola Cimarosti insieme pianta e sezione, spiegando così to per il lavoro di selezionati artisti, sensata Mauro Boasso l’interno scavato che l’esterno naturale esperienza del contemporaneo. Yoichi Sakasegawa non svela. Quindi, avendo il Comune Nelle sale scavate a volta NON rifaccia- Serena Acciai Ilaria Corrocher acquistato il forte previa nostra opera di mo stanze di legno COM’ERANO quanto Eric Medri assistenza, la seconda mossa, stavolta piuttosto DOV’ERANO, concettualizzan- su incarico della Sovrintendenza ai Beni do i materiali; invece del legno il ferro Strutture: Giacomo Pirazzoli (concept) Architettonici della Provincia Autonoma - grigliato per gli orizzontamenti, per uno Claudio Senesi (calcoli) di Trento (2005-2009): le foto della rico- “sguardo trasparente” su quel che c’era, Impianti elettrici: gnizione aerea (1918 – Archivio Museo la traccia; e le stanze nella grotta diven- Enzo Giusti - Sind s.r.l. della Guerra, Rovereto) mostrano i resti gono “teche rovesce” illuminate nell’in- Committente Provincia Autonoma di Trento, di un cantiere, così per noi il tema diviene terstizio perimetrale, per veder lo scavo. Sovrintendenza ai Beni Architettonici la fruibilità in “ragionevole sicurezza” con Da quell’interno scuro, con una scala in narrazione dello sviluppo costruttivo e ferro disegnata a misura nel pozzo che Bibliografia lavori primo stralcio: spaziale. Anche qui, come sugli Altipiani di avrebbe dovuto esser del montacarichi BSA Bund Schweizer Architekten Jahrbuch - Annuario Folgaria Lavarone e Luserna,1 un capitolo - site specific come rimettere il torsolo della Federazione Architetti Svizzeri, Herisau 2002; G. Pirazzoli, Paesaggio, archeologia, progetto contempo- particolare della nostra ricerca progettua- alla mela cui l’avevan tolto - si giunge, raneo, Ed. all’Insegna del Giglio per CNR, Firenze 2003; le volta a re-istituire misura al paesaggio per la passerella-calco dei corridoi di Identità dell’architettura italiana ,2 Diabasis, Reggio Emilia 2004; insiste sulla natura di opere costruite collegamento tra le cupole corazzate mai F. Collotti, Paesaggi fortificati della Grande Guerra, in “Il per traguardare senza essere viste; e sul messe in opera, a riveder le stelle. Nuova parco urbano come strumento di riqualificazione” a cura campo abbiamo ritrovato tra le macerie le machine à voire (le paysage). di R. Capozzi, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 2006; Befestigte Landschaft 1, Entwürfe für die Umgestaltung sedi dei tubi ottici puntati verso una “in- einiger k.u.k. Festungen, Trentino 1997/2006 in “Dort- 1 G. Pirazzoli F. Collotti, Il sistema delle fortificazioni munder Architekturheft” n.19 Stadtbaukunst: Das sospettabile” casa nella valle, stazione di degli Altipiani - progetto preliminare PAT 2006 Straßenfenster, Dortmund/Köln 2007 collegamento tra le fortezze: così un laser 2 Der Kavernenbau, Wien, August 1917.

36 Pagine precedenti: 1 Schizzo del modello della fortezza 2 e 4 Tettoie in legno a protezione dei ruderi, primo stralcio lavori 1997-2000 3 Plastico di studio per la collocazione del modello in cemento e ferro della fortezza

5 Foto ricognizione aerea 1918 Archivio Museo della Guerra, Rovereto 6 Piante di progetto ai vari livelli 7 Riferimento: Rachel Whiteread, Untitled (Stairs) 2001 8 Concept e disegno esecutivo della scala 9 Progetto da due a tre dimensioni 10 Quel che si vede della fortezza foto Massimo Battista

Pagine successive: 11 Fonte scritta (Der Kavernenbau, Wien, August 1917) 12 Render, concept e disegno esecutivo delle sale interne 13 Nuova “machine à voire (le paysage)” 9

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12 13 Laura Andreini Archea

Teatro e Auditorium del Maggio Musicale Fiorentino Laura Andreini

Firenze vanta una lunghissima tradizio- Firenze in un periodo di particolare inte- ne teatrale e musicale, una tradizione resse per l’intera storia europea. costantemente alimentata nel tempo da Primato tecnologico, primato artistico, una continua innovazione, sperimenta- tradizione, innovazione, “abitano” un zione e adattamento dei canoni classici guscio architettonico che contiene il alla contemporaneità e ai gusti del tem- cuore del teatro del Maggio strutturato po, una sorta di rinascenza che costitui- come una lunghissima onda armonica sce il carattere distintivo della città. organizzata senza soluzione di conti- Per questo motivo il Maggio ha attra- nuità, una sorta di strumento musicale versato numerose stagioni ricche di a metà tra il violino e l’accostamento successi e periodi di crisi non smen- di più pianoforti a coda le cui casse tendo tuttavia le aspettative di un pub- armoniche, differenziate per dimensio- blico appassionato e competente a cui ni, segnano dall’esterno la presenza manca ancor oggi una vera e completa dell’edificio come strumento musicale. casa della musica come avvenuto per Un continuum plastico che racchiude le Roma con il nuovo Auditorium di Santa funzioni previste, le due sale d’ascolto Cecilia o a Milano con il rinnovato tea- principali, ma al tempo stesso si apre tro della Scala. ad una permeabilità percettiva multidi- 1 In questo panorama e con queste pre- rezionale prospettando sia verso la città messe si situa la proposta progettuale che verso l’Arno. dello Studio Archea per il concorso del Non un semplice contenitore funziona- Nuovo Teatro e Auditorium nuovo Teatro e Auditorium del Maggio le, non la torre d’avorio dello specialista del Maggio Musicale Fiorentino Musicale Fiorentino inserito nelle opere ma un luogo circoscritto e al tempo Porta al Prato Firenze 2007 parzialmente finanziate con i fondi per stesso eterodiretto, aperto all’univer- la celebrazione dei 150 anni dell’Uni- salità dell’arte e della conoscenza, Progetto: tà d’Italia, un impegno accolto, oltre musica solidificata in forma, baricentro Studio Archea Marco Casamonti l’esito del concorso e del progetto, articolato da rapporti di relazione con- Laura Andreini come contributo culturale nei confronti tinui, con il margine edilizio multiforme Silvia Fabi della città che possiede nel suo codi- della città storica, con quello naturale Massimiliano Giberti Gianna Parisse ce genetico la capacità di coniugare e frastagliato del Parco delle Cascine, Giovanni Polazzi tradizione e innovazione, modernità e con quello compatto e definito dei fron- classico, una sfida giocata su un piano ti urbani più recenti. Strutture: Favero & Ingegneria squisitamente intellettuale che relazio- Lo spazio connettivo di tutto il comples- Impianti tecnologici: ne il valore dell’opera al suo contesto. so è sotteso da una grande area pedo- Studio TI Il luogo prescelto dall’Amministrazione nale pubblica, una specie di piazza delle Consulenti: Silvano Cova Comunale per la localizzazione è di per arti e della musica popolata da sculture Matteo Cova sé uno spazio strategico per la città, es- a tema progettate appositamente da Acustica: sendo ubicato all’inizio del parco delle Giuliano Vangi. Uno spazio che oltre ad Eleonora Strada Sculture: Cascine con affaccio sulla cerchia dei affermare uno specifico valore architet- Giuliano Vangi viali, e al contempo simbolico, non una tonico integrato con l’involucro edilizio, impatto ambientale: semplice area ferroviaria in dismissio- in modo da definirne flussi e gerarchie, Studio Ingeo geologia: ne ma una delle prime aree ferroviarie assume il carattere di giardino di pietra, Eros Ajello d’Italia, un primato tecnologico colto da di punto di osservazione e di ascolto GeoEco Engineering 2

42 43 della musica all’aperto. nalità che portano dal bianco al verde, Non uno spazio libero semplicemente racchiude al suo interno la sala del tea- lastricato ma il piano guida su cui si tro lirico da 2000 posti completamente svolge la promenade architecturale at- rivestita in legno, oltre la complessa torno al teatro, variabile altimetricamen- macchina scenotecnica e organizzativa, te dalla quota stradale sul lato del viale l’auditorium da 1000 posti, anch’esso Fratelli Rosselli fino a quello prossimo interamente trattato in legno, adattabile alle due sale aggettanti sulla piazza, im- a ridotto teatrale. Si tratta nella sua con- preziosito da installazioni e prospettive formazione progettuale di uno dei pochi in continua mutazione che sembrano esempi in Europa di una così complessa confluire nella cavea esterna da 2000 macchina funzionale organizzata all’in- posti posizionata sotto l’aggetto del te- terno di un medesimo complesso archi- atro lirico e dedicata alle manifestazioni tettonico trattato in modo unitario. teatrali e sinfoniche estive. Come spazio L’intero volume si allunga verso il lato di relazione aperto alla città, il piano pe- sud della vecchia stazione Leopolda, donale risulta permeabile e totalmente cingendola e integrandosi con la sua accessibile sia dal lato del Parco delle nuova funzione di polo espositivo, Cascine, mediante una piastra sul ca- rispettandone tuttavia l’unicità e la nale Macinante in corrispondenza del caratterizzazione data dalla sua ap- foyer baricentrico alle due sale, che dal partenenza al neoclassico tipico della lato nord corrispondente al retro delle stagione lorenese. In questo asse sale e agli accessi di servizio, il cui trat- funzionale, che si proietta verso il viale tamento architettonico è pari al fronte Fratelli Rosselli, prendono posto sia in quanto lato più prossimo al tessuto alcune funzioni organizzative connes- edilizio urbano recente e corrisponden- se al teatro e all’auditorium sia attività te alla stazione metropolitana. commerciali previste dal Progetto Preli- Il guscio plastico caratterizzato da minare, assolvendo al duplice scopo di morbidi accenti e sfumature, offerte da elemento distributivo per l’area pedo- una studiata superficie esterna in cotto nale pubblica e gli spazi a parcheggio smaltato dai colori cangianti nelle to- coperti, nonché segno architettonico 3

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45 proiettato in direzione della città storica. La presenza al suo interno delle funzioni commerciali e di ristorazione, inclu- dendo anche attività di intrattenimento ludico, costituisce di fatto l’elemento simbolico di collegamento con la città, la cerniera dove le varie funzioni s’in- contrano smistandosi successivamente in direzione sia degli spazi pedonali che di quelli dedicati alla musica o all’intrat- tenimento. Questo elemento funzionale rappresenta il raccordo tra l’esclusività degli spazi teatrali e sinfonici con quelli ludici e commerciali, ed è un richiamo a percorrere gli ambienti successivi addentrandosi progressivamente in un percorso che si conclude idealmente nei grandi spazi coperti sacralizzati dal- la musica e dall’arte teatrale. Un percorso con cui Firenze può riap- propriarsi dell’universalità della musi- ca, della bellezza naturale della vege- tazione e dei colori delle Cascine di cui il parco della musica doveva costituire un elemento fondamentale.

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Pagine precedenti: 1 Teatro Lirico vista interna 2 Teatro Lirico sezione 3 7 Auditorium vista interna 4 Progetto dell’intero complesso prospetto, sezione e pianta 5 Auditorium sezione

6 Teatro Lirico vista interna 7 Vista esterna con scultura di Giuliano Vangi 8 Foyer 7 8 vista interna

46 47 Maria Grazia Eccheli e Riccardo Campagnola

L’ultima stazione Alberto Pireddu

Nel dipingere la Crocefissione di Pietro Il progetto della nuova Aula del Commiato all’interno della Cappella Paolina, Miche- nel Cimitero di Verona di Maria Grazia Ec- langelo coglie le figure come in preda ad cheli e Riccardo Campagnola parte proprio una costrizione misteriosa e inevitabile, da qui, dal tentativo di fermare nella con- ad un’oppressione occulta. cretezza di un’architettura quel momento 1 Spazi vuoti si avvicendano con sinistri in cui pare che “l’anima debba resistere affollamenti e desolate zone desertiche mentre il corpo rinunzia ad affermarsi”.4 stanno accanto a grovigli umani stret- Lo spazio dell’estinzione terrena declina, tamente avviluppati, come in un brutto pertanto, l’archetipo formale della piramide sogno. La profondità dello spazio non è tronca, da sempre associato all’illusione di ottenuta gradualmente ma si apre all’im- una vita oltre la morte. Una forma univer- provviso nello scorcio di un cielo che sale che restituisce una sorta di giustizia fora, col proprio intensissimo azzurro, la al triste rito del saluto poiché, come anno- superficie dipinta. I personaggi perdono tava un giovane Rilke in visita a Firenze, ogni carattere individuale: i segni dell’età, “l’essenziale alla fine è questo: vedere del sesso, del temperamento sono can- tutto dentro la vita, conferendo dignità cellati e tutto tende all’astrazione, mentre ad ogni elemento: anche al misticismo, il senso dell’individuo svanisce di fronte anche alla morte”.5 a quello universale dell’essere umano, Il luogo del progetto è un piccolo edificio smarrito dinanzi all’Assoluto. del lavoro, in parte dismesso e ridotto Michelangelo affronta il tema della morte a rudere, situato tra la parete nord della in maniera sublime e drammatica al tempo chiesa del Cimitero Monumentale e il stesso, raggiungendo, come ha sottoline- Campo degli Evangelici, nel punto in cui ato Arnold Hauser, “il trapasso dall’opera l’armonia compositiva e la maestosità alla confessione estatica, una singola- dell’impianto del Barbieri improvvisa- rissima visione di quell’interregno dello mente si allentano, generando spazi che spirito, in cui la sfera estetica confina con non hanno mai saputo acquisire forme la metafisica e l’espressione, oscillando fra definitive e sono rimasti come sospesi, sensibile e soprasensibile, par che si liberi in attesa di un nuovo ordine. L’intervento Nuova Aula del commiato Cimitero Monumentale di Verona a forza dallo spirito. E quel che infine si crea accetta la preesistenza e costruisce al suo 2006 è prossimo al nulla, informe, inarticolato”.1 interno una rovina artificiale, che instaura È un tema delicatissimo, di fronte al quale con essa una precisa dialettica, in pianta Committenza: AGEC si arrende la stessa rinuncia di Adolf Loos come in sezione. Lo spazio esistente a parlare con l’architettura, nell’estrema viene tripartito secondo una nuova gerar- Progetto: convinzione che solo al servizio di funzioni chia interna, che dispone al centro l’Aula Maria Grazia Eccheli Riccardo Campagnola illusorie sia “possibile costruire spazi virtua- e ai suoi lati la Piccola Stanza destinata con: li”,2 sia possibile alludere a quell’“abitare al luogo dell’ultimo saluto per cerimonie Ufficio tecnico AGEC poetico” tanto caro a Friedrich Hölderlin. celebrate altrove, e la Stanza delle Ceneri, Collaboratori: Michelangelo Pivetta “Se in un bosco - scrive Loos - troviamo un l’ultima stazione del rito. tumulo, lungo sei piedi e largo tre, disposto I tre ambienti compongono così una ideale Modello: con una pala a tronco di piramide, ci faccia- “scena del lutto”, che convive con il “te- James Annovi mo seri e qualcosa dice dentro di noi: qui è atro del mondo”, “entrambi spazi di quel Foto: sepolto qualcuno. Questa è architettura”.3 dramma di cui l’uomo recita qui l’ultimo Carmelo Provenzani

48 atto”.6 Quattro porte, ricavate nelle pareti della piramide, li pongono in comunicazio- ne, mentre una quinta porta, sulla parete di fondo, introduce l’invisibile retroscena dove materialmente si consuma la liturgia crematoria. Antistante all’edificio è, invece, il Giardino del Commiato, delimitato dal muro di cinta del Cimitero Monumentale e da un portico che dilata gli spazi interni delle cappelle ed accoglie, a oriente, il luogo della “memoria” con incastonate le piccole pietre a cui la pietà cristiana affida il ricordo dei nomi dei defunti. Al di sopra del portico la nuova facciata è pensata come un frammento, una forma incompiuta che narra dell’impossibilità di stabilire oggi una relazione con la straordinaria scena della Chiesa del Cimitero Monumentale, oltre che della brevità dell’esistenza umana: il profilo a capanna dell’edificio preesistente viene svuotato in modo che la piramide, costretta tra i muri che la chiudono, abbia come vera conclusione il vuoto del cielo. Ed è, infatti, con il cielo che l’Aula del Com- miato cerca continuamente di instaurare un dialogo, nel tentativo di restituire al rito il suo significato e la propria inalienabile di- gnità. Una luce zenitale discende sulle pa- reti della piramide tronca fino a fermarsi sul pavimento. Varia con l’ora e la stagione, segna il passare del tempo e, contempo- raneamente, come è per ogni luce zenitale, sembra indipendente da esso; tutto lo spa- zio è agitato dal contrasto tra quell’azzurro lontano e luminoso e l’ombra dell’intorno. Nella Piccola Stanza, a est, il chiarore del mattino si riflette su uno specchio d’acqua posto sul luogo dell’originario accesso con l’intento di dilatare lo spazio e diradarne le ombre, mentre nella Stanza delle Ceneri, a ovest, la luce irrompe sull’unico arredo (un blocco di pietra al centro della stanza su cui si appoggerà la piccola urna) da una sola apertura che inquadra le vuote aperture del cimitero neoclassico. La serena luminosità degli spazi sottolinea 3 il desiderio di silenzio che anima questo progetto, in cui a “parlare” sono i pochi ma significativi elementi sopra descritti. Pagine precedenti: 1 Poiché è nel silenzio che sempre “muore il Schizzo di studio solitario arpeggiare dell’animo inquieto”.7 2 Modello: la facciata nord

3 1 Arnold Hauser, Storia sociale dell’arte. Rinascimento, Modello: la sezione Manierismo, Barocco, Torino, Einaudi, 1987, p. 113. 4 2 Manfredo Tafuri, La sfera e il Labirinto, Torino, Giulio Modello: il nuovo portco in fregio al recinto Einaudi Editore, p. 334. del Cimitero Monumentale 3 Adolf Loos, Parole nel vuoto, Milano: Adelphi, 1962, p. 255. Pagine successive: 4 Konrad Burdach, Riforma, Rinascimento, Umanesi- 5 mo, Firenze, Sansoni, 1935, p.138. Misure: pianta e sezione (in rosso il nuovo 5 Rainer Maria Rilke, Il dialogo fiorentino, Milano, intervento a fronte della preesistenza) Biblioteca Universale Rizzoli, 1990. 6 6 Marco Biraghi, “La scena del lutto”, Casabella n. Modello: la copertura 682, ottobre 2000, p. 85. 7 7 Georg Trakl, Poesie, Torino, Einaudi, 1979, p. 57. 4 Modello: l’Aula del Commiato

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52 53 Alberto Campo Baeza

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La Luce e la Materia Michelangelo Pivetta

Impluvium de luz La prima creatura di Dio fu la luce. En Granada, en la carretera de Armilla, (F. Bacon) se levanta el nuevo edificio central de la Caja de Granada, la entidad bancaria Un volume chiaramente stereotomico más significativa de esta ciudad. immerso nel cielo luminoso dell’An- Se propone un gran volumen dalusia, posizionato su un podio a semicúbico que sirva de referencia sovrastare il confuso sviluppo urbano di para esa nueva parte de la ciudad. Para Grenada si erge ai limiti della città e al di recoger la pendiente del terreno se crea là del suo fiume. un gran basamento sobre el que se La Caja General si presenta come un asienta una pieza cúbica. En este podio contemporaneo tempio alla civiltà uma- se resuelven aparcamientos, archivos na, dove l’uomo e la sua opera rappre- y Centro de Proceso de Datos (C.P.D.). sentano il centro di ogni cosa ma sempre La caja cúbica emergente, se construye sotto l’inflessibile autorità degli essenziali con una trama de hormigón armado de elementi naturali: la luce e la materia. La 3 x 3 x 3 m que sirve de mecanismo profonda visione di Campo Baeza, frutto para recoger la luz, tema central de di un lungo lavoro di ricerca e di notevoli esta arquitectura. Las dos fachadas a precedenti esercizi di minor scala, qui sur funcionan a modo de “brise-soleil” nella Caja General de Ahorros trova con- e iluminan, matizando esa luz potente, ferma e nuova straordinaria energia. las zonas de oficina abierta. Las dos Velasquez e Goya nella pittura, Almen- fachadas a norte, sirviendo a las oficinas dros ed Erice nel cinema, sembrano es- individuales, reciben la luz homogénea sere solo gli astri premonitori dell’espe- y continua propia de esa orientación rienza artistica spagnola nell’indagine y se cierran al exterior, mediante una della condizione volumetrica della luce plementería de piedra y vidrio. in quanto soggetto di identità peculiari, El patio central interior, verdadero ancora oggi, anche attraverso l’opera di “impluvium de luz”, recoge la luz sólida Campo Baeza, tematica potentemente IMPLUVIUM DE LUZ del sol a través de los lucernarios y, iberica. La luce è materiale proprio del Sede centrale della Caja General de Ahorros Caja de Granada reflejándola en los paramentos de progetto, nessuna forma può essere Granada alabastro, aumenta la iluminación de concepita senza tener conto degli effetti las oficinas abiertas. Funcionalmente drammaticamente unici che questa ha su Concorso 1992 el edificio es de una gran compacidad, tutto ciò che ci circonda; per questo l’uso Realizzazione flexibilidad y sencillez. colto delle forme e dei materiali secondo 1999-2001 En resumen, se trata de una caja de la loro capacità di rifletterne o assorbirne Progetto: hormigón y piedra que atrapa la luz le conseguenze diviene tema composi- Alberto Campo Baeza del sol en su interior para servir a las tivo principale. Ciò ad una prima rapida funciones que se desarrollan dentro de osservazione sembra mettere in secon- ese “impluvium de luz”. do piano altre considerazioni di ordine Quiet materials Moving materials Alberto Campo Baeza tipologico – compositivo, ma lo sviluppo Concrete Light di questo rapporto tra superfici/materiali Iron Shadows Glass Brightness e loro esposizione non prevarica mai il Stone Darkness gusto sapiente per il riferimento e per Alabaster

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Pagine precedenti: 1 Corte coperta schizzo di studio 2 Corte interna angolo nord con rivestimento in lastre d’alabastro opalescenti foto Hisao Suzuki

3 Scorcio dal patio dei tigli foto F. Alda 4 Sezione trasversale 5 Pianta a quota ingresso 6 Impluvium de luz foto Hisao Suzuki 5

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l’espressione di astrazioni enunciate tra ventre cavo, a questo scopo senza mai le righe di un testo solo all’apparenza concedersi a formalismi o deflessioni semplice ed immediato. Questo fa linguistiche; al contrario tutto appare dell’architetto madrileno l’esatto con- volutamente e elegantemente ieratico e trario del raffinato minimalista, come è definito. I materiali, dal calcestruzzo al stato più volte definito; essenzialità non prezioso alabastro sono trattati con la è minimalismo ma chiarezza di intenti, stessa precisione anche al di là della loro semplicità nel rivelare idee al contrario funzione, siano essi paramenti, chiusure, complesse. Così il volume della Caja strutture o dettagli. Tanto è importante la General richiama nelle proprie misure luce che di giorno permea dai semplici senza equivoci il Palazzo di Carlo V lucernari posti all’interno della struttura di nell’Alhambra, la sezione non è altro che copertura, tanto è articolato ma non inu- il risultato dell’evoluzione costante delle tilmente complesso il modo in cui questa ipotesi riflessive già espresse in Casa viene convogliata, plasmata, ostacolata Turègano, le perfette costruzioni geome- e riflessa nel suo percorso all’interno del- triche e le loro variazioni nelle piante e la vasta sezione incastonata nell’edificio nei fronti sono un conscio sguardo verso che nulla ha di volutamente monumenta- Terragni e Libera, ma senza che tutto le se non le proprie oggettive dimensioni. questo venga mai proposto con l’intento La sera, le pareti di alabastro illuminate della semplice condivisione ma anzi con lasciano intravedere il movimento delle quello marcatamente propulsivo della persone percorrere i piani come soggetti costante innovazione. Il parallelepipedo della grande Comedia del lavoro di cui all’interno si svuota, lasciando percepire questo edificio è in ogni caso scena, la propria reale funzione di macchina per tanto quanto ne furono scena i borghi e i la captazione, deflessione e rigenera- Palazzi di pietra per i costumbristas ed i zione della luce; ogni singolo elemento loro straordinari personaggi. della composizione si piega, in questo

58 Pagine precedenti: 7 Prospettiva interna dell’Impluvium de luz 8 Impluvium de luz foto di D. Malagamba

9 Dettaglio della facciata d’alabastro 10 - 11 Interno e scorcio facciata sud-est 9 foto Hisao Suzuki

60 61 Arnaldo Pomodoro

Nello squarcio ferrigno della terra 1973, il progetto per il nuovo cimitero di Urbino Fabio Fabbrizzi

Parlare di un cimitero vuol dire parlare Tullio Zini e dallo psicologo Paolo Bo- della morte e parlare della morte oggi, naiuto, con il motto “L’interiorità”. non è facile. Il luogo è quello deputato dal Piano Viviamo infatti la labile condizione che Regolatore di Giancarlo De Carlo del deriva dal retaggio difficile da stempe- 1964; una sferica collina in aderenza rare, della visione rassicurante di una all’ottocentesco cimitero esistente e in morte purificatrice delle umane miserie, prossimità del Mausoleo dei Duchi da incrociata ad un più rapido senso di ane- Montefeltro, ovvero la Chiesa di San stetizzazione che pervade tutto quanto Bernardino costruita da Francesco di la riguarda, riducendola non più ad un Giorgio sui dolci rilievi che circondano fatto sociale ma ad un momento estre- Urbino. Una collina che Pomodoro non mamente privato e soprattutto negativa- costruisce, ma che immagina solcata mente privo di un suo riconoscimento. dal vibratile segno di un cretto vaga- Cancellarne le tracce, ma credere che mente cruciforme. Una faglia che lascia in fondo, essa contenga un lascito per i intonsa la rotondità naturale e che vivi, qualunque esso sia, consegnando scopre tra la profondità dei suoi lembi al suo -pur se sempre più debole- la vivace presenza di accumuli umorali pensiero, una qualunque cosmogonia e materici, diversamente finiti ad acco- possibile, rappresenta forse l’unico gliere inumazioni e tumulazioni. sentimento che la nostra era è capace La forza di questo progetto di Pomo- di sviluppare nei suoi confronti. doro, risiede nel travaso delle sue con- Pur nell’apparente assenza, l’universa- suete dinamiche plastiche, dalla scala lità insita nell’idea di morte, ne fa quindi dell’oggetto a quella del territorio, prefi- un tema interpretativamente aperto, gurando una frattura, una sottrazione di suscettibile di veicolare posizioni an- materia, che ribadisce l’antica consue- che molto diverse tra loro, nelle quali tudine dell’artista di corrodere superfici però si ritaglia sempre come corollario assolute, geometrie riconoscibili e volu- prioritario, il concetto di natura. mi certi, da coaguli di altre costellazioni Anche parlare di natura è un fatto al- di forme secondarie, disposte secondo trettanto complesso e lo è ancora di movimenti e direzioni di possibili stratifi- più quando la natura si trova a dover di- cazioni successive, litificando le variabili ventare antropizzata, offrendosi quale pulsazioni dei dinamici flussi interni. In base per la possibilità dell’architettura. questa tensione, le sue forme assumo- L’idea di un’architettura dedicata alla no in contemporanea, tonalità opposte, Concorso morte da costruirsi nella natura, incar- vibrando tra l’essere pelle e struttura, per l’Ampliamento del Cimitero di Urbino 1 - 2 Progetto vincitore Arnaldo Pomodoro na quindi la concretizzazione dei temi carne e vertebra, massa e sezione. 1973 Progetto per il nuovo cimitero di Urbino 1973 che vengono interpretati con forza dal Anche l’idea di questo cimitero vive di bronzo, 20 x 152 x 177 cm progetto, purtroppo non realizzato, di questa preziosa ambiguità che suscitò Progetto: (Foto Antonia Mulas) Arnaldo Pomodoro Arnaldo Pomodoro, per l’ampliamento non poche polemiche nel dibattito del con: Pagine successive: del Cimitero di Urbino. Progetto vin- tempo. Perché è scontato dirlo, ma Carlo Trevisi 3 - 4 - 5 citore di un concorso presentato nel un dibattito accesissimo e dilazionato, Lorenzino Cremonini Arnaldo Pomodoro Marco Rossi Progetto per il nuovo cimitero di Urbino 1973 1973 insieme agli architetti Carlo Trevi- questo progetto trascinerà fino quasi Tullio Zini bronzo, 20 x 152 x 177 cm si, Lorenzino Cremonini, Marco Rossi, ai giorni nostri, rendendo ancora più Paolo Bonaiuto (Foto Antonia Mulas) 2

62 63 grottesca e come non mai ancora più suo mistero proprio nella stessa identi- progetto di Pomodoro, un valore generi- Land Art, ma nemmeno colta appieno quali non paiono esserci più opposte do la sua modificazione con il coinvolgi- bruciante e attuale, la privazione subita ficazione tra uomo e natura. Il progetto co e non individuato, dovuto soprattutto nel suo essere contemporaneamente cosmogonie che si fronteggiano; nem- mento della terra, si definisce attraverso in seguito alla scelta di non costruirlo. di Pomodoro quindi non è impulso ed alla mancanza di alberi, quali elementi di scultura e architettura. Non ancora di- meno nel pensiero della morte, mentre una sorta di processo “a levare”. Come A rileggere i momenti salienti di tale istinto, ma scrittura artistica, che parte identità e di caratterizzazione. Quindi si luita forse, la ricorrente fallacia della vi- i molti complessi sistemi filosofici oggi se da una massa unitaria venissero dibattito a distanza di 30 anni, una volta dal luogo per quel luogo e che appro- auspica un dialogo con una natura as- sione dello spazio involucrante e ancora in piedi, hanno una coabitazione che sottratte porzioni di volumi concatenati sfrondato dalle code e dagli interventi da non ad un semplice segno, ma ad solutamente non concettuale, bensì con forse troppo recente quella dello spazio oramai a nessuno più sorprende. tra loro, non più solamente attraverso di una cultura retriva e provinciale, la un complesso itinerario spaziale, vero “quella” natura, frutto forse più di una strutturante, il progetto per Urbino, non Pomodoro ha avuto la lucidità di avan- le consuete operazioni costitutive dello caratura delle argomentazioni si risolve quanto malinconico -dice ancora Ar- visione teleologica che non ontologica. fu colto appieno in tutta la sua portata zare una propria visione di questa spazio, ma anche tramite scavi, conteni- di fatto in pochi temi direttori, riassu- gan- come un canto di Leopardi. A questa riflessione estetica, Assunto innovativa. Esso non solo proponeva coabitazione, proprio ricorrendo ad menti, argini, incisioni, che la solcano di mibile nella lucida dialettica tra le posi- Ma questa commistione malinconica aggiunge anche una riflessione sul una nuova tipologia di architettura fu- un approccio topografico al proget- rughe, di increspature e di fenditure e ne zioni di Giulio Carlo Argan e di Rosario tra l’uomo, il suo destino, il senso della senso etico che quello spazio suggeri- nebre, ma anche la prefigurazione di un to, cogliendo cioè quello che di fatto imprimono forme e figure le cui sinesteti- Assunto, intese quali punte di due op- natura e quello del paesaggio, conduce sce nei confronti della morte e dei suoi nuovo approccio compositivo. attualmente succede con molta più che geometrie, ben si colgono e contem- posti sentimenti, seppur accomunate anche alla visione di una laica religiosi- riti. Alla visione densamente popolata L’ambiguità colta nelle pieghe del dibat- disinvoltura e soprattutto condivisione poraneamente al meglio si controllano, da una medesima stima nei confronti tà, grazie alla quale, attraverso l’opera da una sorta di universale collettività tito di allora, non trovò riscontro nella scientifica di allora, ovvero il fatto che solo attraverso l’uso della sezione. dell’intuizione artistica. si rende manifesta la rigenerazione riscontrabile in Argan, egli oppone un classificazione del fenomeno. Oggigior- architettura e paesaggio possono con- A guardare i riflessi ferrigni e le tonalità Argan,1 mette ben in risalto il rapporto continua della vita, nella quale la madre principio di singolarità, che rivendica no parlare di ibridazione fra architettura, tenersi a vicenda. Questo, attraverso scabre ed ossidate della splendida ma- che la formatività proposta da Po- terra si spacca e restituisce alla luce, al posto di una memoria collettiva, una arte e paesaggio pare cosa acquisita, una cosciente alterazione del consueto quette in bronzo patinato del progetto, modoro allestirebbe nei confronti del una quotidiana visione della morte. memoria fatta di individui. Una memoria ma nello scampolo dei tardi anni 70, rapporto di figura/sfondo tra l’edificio e il esposta permanentemente nei rinno- paesaggio. Una forma ben colta nel Una visione corale nella quale i defunti, legata agli uomini che in quanto tali, di quando ancora il vero dibattito e quindi sito, per cui attraverso la sintesi proget- vati spazi industriali della recente sede suo valore architettonico e non sculto- non più collocati in spazi differenziati e essi riesca a rivendicarne oltre a ricor- il vero scontro, non era tanto sulla forma tuale, non esistono più la forma e il luo- della Fondazione Arnaldo Pomodoro reo, capace di essere assonante con personalizzati come specchio della vita darne, proprio l’infinita “ciascunità”. ma sulle ideologie che esse veicolava- go come entità distinte tra loro, anche a Milano, questa potenza intenzionale la natura circostante ma anche con le e delle sue classi sociali, divengono tutti Ma a queste riflessioni si accompagna no, questa commistione di sensi era se la loro relazione può essere quella di del lavoro in sezione si coglie in tutta la misure umane presenti nel luogo. Nella uguali di fronte ad un uguale mistero. un comune sentimento di base originato davvero difficile da comprendere. Ades- un riuscitissimo dialogo, ma una terza sua portata espressiva e con una inten- sua difesa, egli intuisce la creazione di Non in opposizione ma trasversalmen- proprio dall’allora inclassificabilità attri- so la nostra liquidità culturale si nutre di entità che riunendole le supera. sità che sicuramente non traspare dai uno spazio poeticamente dedicato alla te a queste argomentazioni, Assunto2 buita all’opera. Un opera giustamente categorie quali quelle dell’ambiguo, del Nella sostanza, il coinvolgimento dell’ar- disegni e dai fotoinserimenti. La collina morte e al suo pensiero, risolvendo il attribuisce alla natura antropizzata dal non inquadrata nelle dinamiche della frammento e del decategorizzato, nelle chitettura con la fisicità del luogo attivan- è al contempo composta e plasmata,

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6 - 7 - 8 - 9 Arnaldo Pomodoro Progetto per il nuovo cimitero di Urbino 1973 bronzo, 20 x 152 x 177 cm (Foto Fabio Fabbrizzi)

Pagine successive: 10 Progetto per il nuovo cimitero di Urbino veduta prospettica, 1974 matite colorate su carta, 50 x 70 cm Disegno a cura di Dialmo Ferrari (Foto Studio Boschetti) 11 Progetto per il nuovo cimitero di Urbino veduta dall’alto, 1974 matite colorate su carta, 50 x 70 cm Disegno a cura di Dialmo Ferrari 9 (Foto Studio Boschetti)

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riuscendo ad individuarne nel disegno ma nel quale, grazie anche alla metafo- ricavato, criteri di intelligibilità e criteri ra dell’incisione in questa terra aperta di gestualità, come se la forma fosse per ricevere ma anche per rendere, coralmente, resa discreta e contempo- sia possibile comprendere e accettare raneamente dissolta. nella finitizzazione dell’infinito, la nostra Leonardo Benevolo,3 individua in que- infinita finitezza. sta coralità, le cui accezioni paiono marcare le molte tonalità di questo lavoro di Pomodoro, non tanto il frut- L’autore desidera ringraziare oltre al Maestro, anche Lorenzo Respi della Fondazione Arnaldo to di una possibile sottesa visione di Pomodoro e Bitta Leonetti dello Studio Arnaldo religiosità, quanto l’azione interdisci- Pomodoro, per avere messo a disposizione con plinare di competenze diverse che in passione e disponibilità, il materiale necessario alla redazione di questo articolo. esso convergono, in quanto fenomeno complesso e perfettibile. Perfettibile come ogni lavoro ancora Bibliografia di riferimento lasciato nella sospensione della sua ARGAN G. C., Il caro estinto va in collina, in: mancata realizzazione, ma a distanza “L’Espresso”, 30/10/1977. di molto tempo dalla sua ideazione, ASSUNTO A: Foscolo e il cimitero (nuovo) di Urbi- no, in: “L’Espresso”, 11/1977. ancora forse più che in passato, mag- BENEVOLO L., Se la necropoli è moderna, in: giormente meritevole di additare una “L’Unità”, 4/1/1979. contemporanea via alla rammemora- LEONETTI F., a cura di:, Il cimitero sepolto, Feltri- nelli, Milano, 1982. zione tra polarità opposte, ma capace VETTESE A., VERZOTTI G., Fondazione Arnaldo anche nella mancanza di tali polarità, Pomodoro. La collezione permanente, Skira, Mi- di individuare il senso arcaico del ra- lano, 2007. ZEVI B., Al cimitero c’è un’assemblea, in: dicare una forma a un luogo. In questa “L’Espresso”, 27/2/1977. molteplice visione di complessità, que- sta opera è capace di disvelare nelle sue forme solo prefigurate, l’evidente 1 Cfr. ARGAN G. C., Il caro estinto va in collina, in: possibilità di un mondo riconciliato “L’Espresso”, 30/10/1977. con le sue molte ideologie. Un mondo 2 Cfr. ASSUNTO A., Foscolo e il cimitero (nuovo) di Urbino, in: “L’Espresso”, 11/1977 nel quale non è più importante se gli 3 Cfr. BENEVOLO L., Se la necropoli è moderna, in: opposti si fronteggiano o si annullano, “L’Unità”, 4/1/1979.

68 69 Carmen Andriani

Sala Congressi del Villaggio Mediterraneo a Chieti Carmen Andriani

Nell’ambito del villaggio mediterra- Pannelli modulari di ‘pietra sottile’ neo la cui realizzazione si prevede per ‘incartano’ completamente il monolite l’inizio dei giochi olimpici del 2009, Il rifoderandone anche alcune parti in- nuovo centro congressi occupa una terne. Il trattamento degli interni, for- posizione strategica, sia dal punto temente caratterizzati da una struttura di vista della altimetria del terreno importante e da una considerevole che da quello delle potenzialità come quantità di impianti, dovrebbe preve- spazio pubblico. Si tratta di un’area dere l’uso di materiali industriali, lamie- a ridosso del campus universitario di re stirate per la sala, resine e cemento Chieti a metà fra uso agricolo, residuo trattato per gli spazi di connessione, naturale ed eterogeneità suburbana; impianti a vista, griglie e passerelle un’area che si apre verso nord su di metalliche per la manutenzione, cabina una valle discretamente antropizzata regia come volume sospeso e semitra- e segnata sullo sfondo dal viadotto sparente sul fondo della sala. dell’A25. Il progetto per una nuova La posizione, trasversale alle due prin- sala di 900 posti interpreta ed in qual- cipale strade di accesso, di cui quella che misura accentua alcune delle ca- a monte preesistente e quella a valle ratteristiche del contesto, assumen- di progetto, rendono possibili due dole come proprie e restituendole in accessi, uno superiore, in contatto tracciati essenziali: il salto di quota di naturale con il campus universitario e circa 10 metri verso valle concentrato con una vasta area pubblica pedo- sul lato nord e la contiguità con la nale, l’altro inferiore, raggiungibile in piazza del rettorato, sono elementi auto, con disponibilità di parcheggi che il progetto rielabora. pertinenziali e quindi a carattere più Si parte da una idea molto semplice: evidentemente urbano. platea interna e relativa copertura Il salto di quota di circa m.8.00 fra realizzano un doppio piano inclinato, i due accessi, viene superato attra- in contropendenza rispetto al salto di verso un sistema articolato di rampe, quota naturale. Tettonica (o apparte- cordonate o muri di contenimento Sala Congressi del Villaggio Mediterraneo nell’ambito dei Giochi del Mediterraneo nenza al suolo) più che architettura, dei locali tecnici, che accentuano in Chieti semplificazione dei materiali di uso in- questo modo il senso di continuità 2007-2009 dustriale, sia per le finiture interne che spaziale fra materiali eterogenei di Progetto: per le sistemazioni esterne, mettono paesaggio urbano. Carmen Andriani questo ‘non edificio’ in continuità con con: lo spazio pubblico, variandone com- Domenico Paparelli (responsabile di progetto) plessivamente la altimetria attraverso Chiara Scocco una nuova modellazione del suolo. Federica Vazzana Ne risulta un monolite conficcato obli- Paolo Caracini e Michela Finarelli (prima fase) quamente a cavallo del salto di quota, Strutture: la cui copertura risulta per un lato Francesco Marzullo, Marzullo Srl parzialmente percorribile a mezzo di collaboratori: Paola Del Pinto una cavea che ne continua in elevato Biagio Biscione il foyer superiore esterno. Luca Franceschini

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Pagine precedenti: 1 Sezione 2 Vista laterale 3 Vista laterale prima fase

4 Prospetto 5 Sezione trasversale 6 Prospetto Sud 7 Dettagli parete 8 Pianta

Pagine successive: 9 Vista generale 10 Prospetto Ovest 11 - 12 Render di studio 13 Veduta verso l’Auditorium 14 Vista dall’alto del plastico 15 Planimetria con fotomontaggio 7 8

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76 77 Valerio Barberis MDU architetti

oPoolhouse Fioravanti era Valerio Barberisprima “Fondare sembra concesso solo a chi relazionale dell’architettura nella sua mantiene la coscienza che oltre il nuovo possibilità di ri-definire il rapporto tra sistema di ordine, di orientamento, rimane l’uomo e la natura. sempre la possibilità di perdersi”.1 Il fronte sud è caratterizzato dai fronti J. Rykwert integralmente vetrati della zona living, che si estende verso l’esterno in un Ci troviamo nella vallata del fiume Bi- portico: l’architettura è concepita come senzio in Toscana, in uno di quei luoghi uno strumento visivo il cui obiettivo è nei quali la natura è ancora oggi l’ele- quello di immergere l’abitante in uno mento dominante. spazio dominato dalla presenza degli Natura che si manifesta nella sua espres- elementi naturali. sione più pura e primigenia, nei movi- menti tettonici dei rilievi montuosi e delle “Cerco di fare dei miei edifici delle cornici colline più dolci, nel tracciato dei corsi neutrali, in cui gli uomini e le opere d’arte d’acqua minori che affluiscono nel fiume possano condurre la loro vita autonoma principale, nel passare lento delle nuvole [...] Anche la natura dovrebbe vivere la sua in cielo a cui fanno da cornice i profili dei propria vita. [...] Dovremmo sforzarci di rilievi montuosi che delineano la valle. riportare a un’unità superiore la natura, le Natura che mostra anche l’azione con- case, gli uomini ”.2 tinua che l’uomo ha operato su di essa, Mies van der Rohe 1 nel tentativo di assecondare i ritmi sta- gionali alle proprie necessità, seguendo L’infisso in ferro verniciato si integra una cultura antica basata sul rispetto e con la struttura della copertura costitu- la sostenibilità. Così muri a secco in pie- ita da pilastri in profilati a C accoppiati, tra di alberese, che formano terrazza- in modo da minimizzarne la presenza in menti di terra su cui si pratica la coltura funzione della vista verso l’esterno. dell’olivo, segnano il paesaggio con le Il fronte nord, all’opposto, è una sequen- loro linee orizzontali, come un reticolo di za di volumi rivestiti interamente in pietra canali in terra o pietra tracciano il suolo alberese, che planimetricamente defini- con un arcaico “disegno”. scono una fascia di funzioni “seconda- La Poolhouse Fioravanti è collocata in rie”, la cucina ed il servizio. Questo fronte questo paesaggio, in un luogo carat- dialoga con la querceta retrostante che terizzato dalla presenza di una serie risulta visibile dall’interno attraverso al- di terrazzamenti con muri in pietra di cuni scorci tra i blocchi in pietra. Poolhouse Fioravanti alberese, una grande oliveta, una pic- La piscina è concepita come un piano Faltugnano, Vaiano, Prato 2000 - 2007 cola, fresca, querceta ed il paesaggio d’acqua su cui far riflettere il paesaggio, delle montagne di fronte: questi sono i il cielo, l’architettura, ed è caratterizza- Progetto: “materiali” con cui è stata costruita. ta dalla soluzione di raccolta a traci- MDU architetti Valerio Barberis L’edificio nasce dai terrazzi di terra e mazione che mantiene il filo dell’acqua Alessandro Corradini dai muri a secco esistenti: si configura alla stessa quota della pavimentazione Cristiano Cosi come l’estensione di un terrazzamento esterna, con il bordo vasca ed il percor- Marcello Marchesini verso il paesaggio, una sorta di “pon- so in lastre di pietra di cardoso. Foto: te” emotivo che enfatizza il significato L’edificio “respira” il luogo, è fatto di esso. Pietro Savorelli 2

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Pagine precedenti: 1 La facciata principale 2 Sezione trasversale

3 Veduta verso la vallata del fiume Bisenzio 4 I materiali: pietra di alberese, ferro verniciato, acciaio, vetro, rame 5 Dettaglio del fronte sud 6 Veduta notturna

Pagine successive: 7 Il fronte ovest: l’edificio sembra nascere dai muri a secco in pietra alberese esistenti 8 Dettaglio del portico verso il paesaggio 9 Il living: uno spazio totalmente proiettato verso il paesaggio naturale 10 Il living: le tende veneziane filtrano la vista 4 5 6 dell’esterno

80 81 Il fronte vetrato a Sud permette l’ac- cesso ai raggi del sole nel periodo in- vernale, mentre, l’aggetto pronunciato della copertura, garantisce un ombreg- giamento naturale nel periodo estivo. Il fronte nord risulta estremamente compatto e integralmente rivestito in pietra in modo da sfruttarne le capacità di inerzia ed isolamento termico. Le aperture contrapposte nei fronti nord e sud garantiscono un ricambio e raffre- scamento naturale dell’aria all’interno, usufruendo della ventilazione domi- nante della vallata, che, nel periodo estivo, garantisce l’ingresso della fre- sca brezza proveniente dalla querceta sul retro. Infine una breve nota sulla pietra: il rivestimento delle pareti in alberese è stato realizzato impiegando esclusivamente il materiale rinvenuto nel corso dello scavo per la costruzione delle fondazioni dell’edificio.

“Noi vogliamo appoggiare saldamente i piedi per terra, ma vogliamo raggiungere con la testa le nuvole”.3 Mies van der Rohe 7 8

1 Cit. in F. La Cecla, Perdersi, L’uomo senza am- biente, Laterza, Bari, 1988, p. 20 2 C. Norberg-Schulz: Un colloquio con Mies van der Rohe (1958), in F. Neumeyer, op. cit., p. 325 3 Conferenza (manoscritto, 19 giugno 1924), cit.. in F. Neumeyer, Mies van der Rohe. Le architetture, gli scritti, Skira editore, Milano, 1996, p. 265. 9 10

82 83 Il segreto di Adriano. Luigi Moretti e lo spazio negativo

Valentina Ricciuti 1

Il ruolo incomparabile che spetta alla per questa ragione che risulta difficile, rappresentazione proiettiva nell’archi- ripercorrendo le fasi dell’evoluzione tettura viene definito dal fatto che nel dell’attività professionale e di ricerca di disegno dell’edificio le sue proprietà Luigi Moretti, non richiamare alla mente 1 spaziali si esprimono nel modo più certe trasmutazioni alchemiche dell’ar- Luigi Moretti modello di studio della struttura compositiva chiaro. La prestazione della sezione chitettura medievale, il passaggio dalla ideale del vestibolo della biblioteca nell’opera di Luigi Moretti è proprio fabbrica gotica a quella rinascimentale, Laurenziana e soltanto, in questi termini, quella di la trasfigurazione di un’architettura 2 Luigi Moretti esibire una dialettica, lasciata volu- dalle strutture aguzze e affilate ad una palazzina detta “Il Girasole” al quartiere tamente irrisolta, tra la definizione di formata da cavità ben sagomate, l’ina- Parioli, vista del fronte su via Buozzi. una precisa circostanza spaziale inte- spettata “efflorescenza” dei pilastri che Roma, 1947-50 (foto Vasari) sa come esito di un pragmatismo di cessano di espandersi radialmente e Pagine successive: derivazione moderna, e la costruzione che invece si dipartono incorporando 3 disinvolta di situazioni di vera propria generose nicchie, descrivendo, nei Luigi Moretti modelli di studio degli spazi interni di alcuni “produzione visiva” di matrice baroc- tracciati planimetrici, una spazialità edifici, realizzati considerando le superfici ca. Conservando in ogni suo progetto ormai compiutamente cinquecentesca, interne delle architetture esaminate come un’evidente nostalgia naturalistica, pervenendo a quei segni in cui il Bra- matrici di forma. Le immagini dei modelli furono pubblicate nel 1952 sul settimo ed Moretti subisce la tentazione della mante del primo progetto per S. Pietro ultimo numero della rivista “Spazio”, diretta forma organica, vagamente antropo- seppe trovare “il più bell’ornamento da Luigi Moretti. morfa, la sola che riunisca l’architettura di cavità rotonde e cupolari, tenute Da sinistra a destra: Villa Adriana, sequenza degli spazi interni portico, aula quadra alla fisionomia più esplicita del mondo. assieme ed estese in ogni direzione da absidata e natatorio, a sua volta composto Quanti ne abbiano conosciuto davvero nicchie semicircolari”. Basta pensare, dal peribolo porticato, dalla piscina anulare il temperamento e la posizione morale tornando a Moretti, al rapporto tra le e dall’isola; Guarino Guarini, progetto per la chiesa di S. Maria della Provvidenza a affermano di intravedere, nell’insistita opere realizzate precedentemente e Lisbona; Guarino Guarini, progetto per la propensione per l’uso della curva, successivamente al secondo conflitto chiesa di S. Filippo Neri a Casale Monferrato; tracce del suo grande interesse per la mondiale, che - seppur tradendo la Michelangelo, progetto per la chiesa di S. Giovanni dei Fiorentini a Roma; Basilica di maestosità della statuaria romana, di sua propensione al ricorso a certe S. Pietro in Vaticano, sequenza maestra cui lo studio di via Panisperna, a Roma, funamboliche, acrobatiche “correzioni degli spazi interni atrio, navata, tribuna, custodiva esemplari di rara bellezza. di tiro”, imposte di volta in volta ai presbiterio; Antonio Da Sangallo il giovane e Michelangelo, Palazzo Farnese, sequenza Certo Moretti non mancò di sottolinea- progetti dalle circostanze, da situazioni maestra degli spazi interni vestibolo, portico, re ancora più esplicitamente e insisten- che alcuni storici hanno amato definire, cortile; Frank Lloyd Wright, casa McCord, temente, dalle pagine di “Spazio” - la spesso senza sottacere una manifesta spazi interni del piano terreno; Luigi Moretti, Accademia di Scherma al Foro Italico cui stessa impostazione editoriale non antipatia nei confronti dell’architetto, 4 lasciava dubbi sulla sua personalità “accondiscendenti” - sembra descri- Gian Lorenzo Bernini multiforme e intrinsecamente plurale, vere, con convincente chiarezza, una dettaglio del manto dell’angelo portante il Cartiglio della Croce. incline allo sconfinamento, a ciò che continua e ininterrotta evoluzione del Roma, chiesa di S. Andrea delle Fratte. Francesco Moschini avrebbe poi defi- suo linguaggio, rendendo merito a una Gli angeli del Cartiglio e della Corona del nito lo “sguardo incrociato” tra disci- ricerca complessa, pluridisciplinare, Bernini erano destinati al Ponte S. Angelo ma Clemente IX ne dispose la collocazione pline - la matrice classica della propria multiforme anche se attraversata da presso la chiesa di S. Andrea delle Fratte architettura, su cui la storia sembra co- motivi ricorsivi, insistiti, da una scrittura perché non fossero esposti alle intemperie. stantemente apporre segni del suo si- coerente e fortemente autografica. Lo 5 Francesco Borromini mulacro iconico, di quel sistema in fieri si può osservare nel confronto tra l’edi- modanatura interna del Convento dei Filippini di valori definitivi e sempre attuali. Ed è ficio per la G.I.L. di Trastevere - vera e a Roma

84 85 propria griglia sollewittia- Roma“, ma anche le costellazioni di na ante litteram - e le mo- forme emergenti da un sedime di ma- danature fungiformi delle teria compatta di derivazione caravag- ville Pignatelli nei pressi gesca, la cui silenziosa eloquenza fa di Santa Marinella o ”l’ap- pensare all’assenza come “possibilità parizione”, sulla copertura di costruzione” dello spazio. Cosicché della palazzina al quartiere l’architettura morettiana, al confronto Monteverde, di oggetti con la città, viene spesso a trovarsi “a reazione poetica” di nella situazione intrinsecamente con- corbusiana memoria. Ma traddittoria di dover produrre con lo anche nel rapporto tra le spazio urbano su cui insiste una totalità opere romane e milanesi unitaria, mentre è essa stessa già una del dopoguerra - straor- totalità. Di Roma recepisce il tema della dinariamente disinvolte sezione in quanto, come scrive Franco nell’esibire un senso di radicamento al Purini, “costruzione del rudere”, tra- contesto che poche altri architetti han- slandolo nelle molteplici realtà con cui no saputo restituire ai luoghi attraverso il suo avveduto professionismo gli con- i caratteri dei propri progetti - come in sentì di confrontarsi, come quella mila- via Corridoni a Milano, dove gli edifici nese, di cui però incorpora i caratteri di evocano ”l’ascolto” saviniano della essenzialità della forma e raffinatezza città o le rocambolesche incursioni geometrica. verbali di Gadda, sospese tra ragione e sentimento. Nondimeno il linguaggio Come contorni figurativi dell’immagi- plastico di Luigi Moretti, come ogni ne dell’edificio, dove ogni spezzatura sistema determinato dalle energie e è giustificata solo nella misura in cui dalla forma dei propri elementi, il cui contribuisce a intensificare un’impres- scorrere omogeneo le caratterizza e al sione fino al proprio massimo, le sue tempo stesso ne custodisce il segreto, sezioni avanzano o arretrano nello ha una sua logica di coordinazione so- spazio secondo i moti della concavità, stenuta da radici profonde, intessuta di descrivendo traiettorie tensionali in riflessioni sedimentate, di cui ciascuna modo da lasciare che lo sguardo pos- architettura si appropria e in cui per- sa rifluire costantemente su se stesso. mane la sua “coscienza vivente”. Lo Perseguendo le ragioni della storia in si riconosce nei passaggi tra i nuclei quanto orma conradiana cui non è pos- plastici della palazzina di via Jenner, in sibile sottrarsi, la sezione rappresenta cui riaffiora la temporalità plastica delle ancora, per Moretti, una condizione di architetture borrominiane, la dissemi- spazio negativo, che acquista il carat- nazione di segni e di zone rapprese tere di figura grazie all’asimmetria e alla sulle algide sagome degli “angeli sopra complessità della propria configurazio- 4 5

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6 Caravaggio Flagellazione di Cristo. Napoli, chiesa di S. Domenico Maggiore 7 L’edificio per uffici e abitazioni in corso Italia a Milano di Luigi Moretti fotografato da Gabriele Basilico. Da La ciudad interrumpida, Barcelona 1999. 8 Niki de Saint Phalle Hon, disegni di studio, 1966 9 William Hogart The Analysis of Beauty, Londra 1753. Dettagli della Tavola I pubblicata unitamente al saggio. Da sinistra a destra: le curve “trite e grette” (dett.49, n.1-2-3), la curva “della bellezza” (dett.49, n.4), le curve “grossolane e chionze” (dett.49, n.5-6-7). Nei dettagli successivi le stesse curve sono applicate nel disegno della gamba di una sedia e di un busto. 7

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88 89 ne perimetrale. L’irrisolvibile ambiguità con cui l’interfaccia della gola archi- tettonica della palazzina al quartiere Parioli a Roma - che trascina all’interno dell’edificio la grande fessura sulla facciata - si offre allo sguardo presen- tando un organismo architettonico che finge una sua centralità senza raggiun- gerla, può probabilmente considerarsi tra i più efficaci accorgimenti prospet- tici messi in scena da Luigi Moretti per dimostrare le potenzialità estetiche della forma cava. Al Girasole risulta infatti difficile stabilire se la contrazione dello spazio evocata dalla forte con- cavità della sezione sia da attribuirsi alla spinta del corpo edilizio che gli sta intorno o alla presenza del vuoto che esso stesso determina, sospingendo vorticosamente l’occhio verso l’alto e rivelando, con chiaro procedimento piranesiano, un inconsueto repertorio di scale, ballatoi e passaggi. Occor- re tuttavia osservare come, forse in nome di una perseguita concordantia oppositorum da parte dell’architetto, vi siano anche opere in cui le superfici e gli appoggi puntiformi che articolano gli spazi contrastano con il carattere do- minante delle figure cave. Questi organi interni dell’edificio, infatti, possiedono quasi sempre una dimensione e una consistenza materica propria, recla- mando una marcata funzione positiva, e rafforzano quella lecita richiesta di appropriazione dello spazio avanzata da chi lo percorre. Sono soprattutto i progetti realizzati per il regime ad indicare questa direzione del lavoro di Luigi Moretti, come la Casa delle Armi al Foro Italico in cui, precisamente, è lo studio dei tracciati fisici e l’imposizione di certe “circostanze emotive” a sugge- rire la configurazione più consona degli spazi, o l’impiego di soluzioni materiche ostentatamente scenografiche, seppur sublimate dall’alchemica plasticità che il maestro ha saputo conferirgli. Ed è proprio in questo dualismo d’intenti, che sospende le opere morettiane tra la potenza prospettica della classici- tà e la contratta antiprospetticità del secondo Novecento, fondendone gli elementi, che si rintracciano gli esiti 9 10 dei suoi studi sulle strutture degli spazi del Borromini, sui “valori” non figurativi delle modanature, sulle discontinuità e sulle sequenze di forme, sulla possibi- lità di “trasfigurare” gli elementi dell’ar- chitettura. Come dimostra, nel 1952, la comparsa sulle pagine di Spazio delle immagini dei calchi delle fabbriche classiche, dei diagrammi di tensione

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delle forme e del loro equilibrio recipro- lo spazio e comprimendolo da ogni architettoniche degli uomini che le Pagine precedenti: co. Una tassonomia di spazi negativi lato. Dalla lezione dell’opera adrianea, abitano, le sue sezioni, spesso marca- 9 Luigi Moretti presentati come restituzioni delle im- Moretti seppe trarre proprio il segreto tamente concave, si comportano come palazzina della Cooperativa Astrea al quartiere magini interne delle architetture, otte- della concavità, definito dalla naturale se l’architetto vi esercitasse il suo Monteverde, vista del fronte su via Jenner. nuti considerandone le infinite sezioni tendenza alla sottomissione alle forze potere, come se avessero acquisito la Roma, 1947-51 (foto Vasari) 10 possibili, chiamati a rappresentare quel da essa generate e dalla predisposi- loro forma passiva arrendendosi ad un Luigi Moretti cosmico stato di quiete apparente di zione alla dilatazione in rapporto alle possessore invadente. palazzina della Cooperativa Astrea al quartiere forze governate da dinamiche oscure dimensioni e alla strettezza degli ele- Monteverde, dettaglio del fronte su via Jenner. Roma, 1947-51 (foto Vasari) e potenti cui forse soltanto l’interno del menti delimitanti. Dalle geometrie del Pantheon rende davvero testimonian- razionalismo apprese invece che il gio- 11 - 12 za, per trovarsi ad essere l’unico spazio co antagonistico tra forza e controforza Luigi Moretti palazzina detta “Il Girasole” al quartiere Parioli, mai costruito dove la tensione verticale si approssima alla neutralità nel caso in viste dell’atrio. che solleva lo sguardo verso la som- cui le delimitazioni dello spazio siano Roma, 1947-50 (foto Vasari) mità della cupola risulta perfettamente rappresentate da piani o linee rette, o, 13 Luigi Moretti bilanciata dall’espansione radiale e se si preferisce, che un vano cubico si Referenze iconografiche palazzina detta “Il Girasole” al quartiere Parioli, centrifuga della percezione orizzontale, espande a partire dal proprio centro, Le immagini delle palazzina del Girasole, della dettaglio del corpo scala. il solo interno la cui forma concava, ma lo fa assai meno perentoriamente casa dell’Astrea e del modello della biblioteca Roma, 1947-50 (foto Vasari) Laurenziana provengono dal Fondo Luigi Moretti, 14 nel sottomettersi alla propria stessa di uno cilindrico. Ed è forse questa depositato presso l’Archivio Centrale dello Stato Giovanni Battista Piranesi espansione, reagisce racchiudendo la ragione per cui, come controfigure (Concessione alla pubblicazione n. 752/08). 14 prospettiva della Scala della conserva dell’acqua

92 93 Giovanni Michelucci: anatomia dello spazio

Francesca Privitera

La dissezione anatomica rappresenta- no tra uomo e spazio. ta da Rembrandt nel dipinto La lezione Così le sezioni prospettiche dei dipinti di anatomia del dott. Tulp è, per il pit- prerinascimentali, le rovine di Pompei ed tore olandese, metafora della volontà Ercolano, i resti della Roma imperiale, le 1 di indagare e sviscerare fino in fondo macerie fiorentine della guerra svelano la realtà e le verità nascoste sotto la a Michelucci, come veri e propri spac- superficie delle cose. cati “anatomo–architettonici”, nessi e Il medico mostra il funzionamento del relazioni strutturali funzionali e spaziali braccio, insegna i muscoli e i tendini ma anche, e forse soprattutto, umani rivelati dalla dissezione; i tre allievi ri- e spirituali. Sono queste le immagini tratti nella parte superiore del dipinto, e le figure che acquisite dall’architetto concentrati sull’autopsia, sintetizzano, negli anni della giovinezza riaffiorano nel loro atteggiamento, il processo che durante gli anni della maturità, come traduce l’osservazione delle immagini conseguenza di una riflessione critica in intuizione, comprensione e cono- e come reminescenza di suggestioni scenza della realtà. di tipo figurativo, ponendo le basi della Così la sezione architettonica, bisturi serrata relazione che lega alcuni cardini dell’architettura, sembra essere lo del pensiero teorico michelucciano con strumento analitico – compositivo più il progetto in sezione: la fondazione eti- 1 adatto a sviscerare la profondità della ca del progetto e la centralità dell’uomo, Giovanni Michelucci Chiesa di S. Giovanni Battista costruzione. Essa, priva dell’astrazione la dialettica fra spazio interno e spazio Campi Bisenzio, Firenze insita nella pianta e delle distorsioni esterno, fra architettura e ambiente. studio di percorsi, 1961-1964 proprie della prospettiva, permette il Dalla lettura cronologica e comparata 2 Giovanni Michelucci costante controllo dell’ordinamento degli scritti, dei progetti e dei disegni Santuario della Beata Vergine della Consolazione degli elementi che intervengono nella emerge chiaro il ruolo della sezione Borgo Maggiore, San Marino composizione architettonica, delle loro come strumento più adatto a tradurre i studio di sezione con inserimento ambientale, 1964 proprietà intrinseche e delle loro relazio- principi teorici sui quali Michelucci fon- Pagine successive: ni, mantenendo un punto di vista privile- da la propria poetica in progetto d’archi- 3 - 4 giato: quello dell’osservatore. tettura, evolvendo da strumento di rap- Giovanni Michelucci Elementi di Città, 1970 Così l’esercizio della sezione sembra presentazione in vero proprio strumento 5 - 6 essere per Giovanni Michelucci,1 a compositivo, matrice del progetto. Giovanni Michelucci partire dal secondo dopo guerra, lo Gli schizzi - sezione fanno la loro prima studi per la ricostruzione del centro di Firenze, 1945 7 strumento di ricerca favorito della forma apparizione nel secondo dopoguerra, in Giovanni Michelucci necessaria, ovvero di una forma sincera occasione delle proposte urbanistiche Chiesa di S. Giovanni Battista espressione della verità delle cose. Essa per la ricostruzione della zona intorno Campi Bisenzio, Firenze, 1964 8 indaga e rivela il ventre dell’architettura, al Ponte Vecchio, tra il 1944 e il 1950, Giovanni Michelucci come una dissezione anatomica mostra per consolidarsi a partire dai primi anni Santuario della Beata Vergine della Consolazione l’organismo ed il suo funzionamento, sessanta, ma le premesse teoriche e Borgo Maggiore, San Marino studio di sezione con inserimento ambientale, 1961 gli elementi portanti e quelli portati, i critiche che hanno condotto all’eserci- 9 materiali e le loro connessioni, esplora zio della sezione sono da rintracciarsi Giovanni Michelucci la cavità dello spazio interno e la sua re- già durante gli anni della formazione, Cassa di Risparmio di Firenze, 1953-1957 10 lazione con quello esterno, verificando trascorsi tra le fonderie di famiglia e la Giovanni Michelucci costantemente i rapporti che intercorro- Scuola di Architettura presso l’Accade- sezione su via dell’Agnolo e via Ghibellina, aprile 1968 2

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mia di Belle Arti. matrici di spazi, come cavità suscitatrici biziosa ed ipocrita che nasconde dietro lidarsi dell’esercizio della sezione. Vecchio, attraverso quelle per il risa- dell’edificio e spazialità interna. Il loro È plausibile che sia presso le officine pa- di sensazioni e di comportamenti.3 la finzione la miseria di un’esistenza co- Ad un ragionamento filosofico architet- namento del quartiere di Santa Croce, profilo non è una linea che avviluppa un terne che Michelucci comincia a conce- Infatti la maggiore libertà formale che stretta a vivere nella povertà. Il problema tonico sullo spazio e sulla civiltà antica fino ai visionari Elementi di città, in cui vuoto, ma l’incontro fra massa interna e pire il ruolo del disegno come strumento contraddistingue le opere successive del mascheramento dell’interno dell’edi- si affianca una suggestione delle rovine gli edifici sono ridotti a puro telaio strut- massa esterna. All’interno o davanti ad intimamente legato alla costruzione e agli anni ’504 è caratterizzata da una ficio attraverso “le belle facciate” diventa di tipo pittorico. Gli scavi di Ercolano turale. Edificio e città sono totalmente esse, i personaggi degli apòlogi sacri oc- non solo all’indagine formale, come in crescente espressività dello spazio allora, prima ancora che un problema fanno emergere la sezione delle case compenetrati, la vita fluisce ininterrotta cupano il loro posto prima di tutto come quegli stessi anni l’Accademia insegna. interno alla quale si affianca il pro- architettonico, un problema etico e mo- che senza soluzione di continuità le lega in un’incessante susseguirsi di spazi uomini. L’uomo, la cui misura è una La Scuola di Architettura infatti, è fon- gressivo allontanamento dall’esercizio rale. Così i disegni per la ricostruzione al terreno e alla città7 vincolando, in un e di relazioni: la sezione, animata da misura morale prima che fisica, è il fulcro damentalmente una accademia di dise- della pianta come strumento di indagine dell’area del Ponte Vecchio proiettano continuum inseparabile, l’uomo alla na- un brulicante movimento di uomini è della narrazione e dello spazio. L’uomo gno, il suo insegnamento è incentrato progettuale. La genesi del progetto, da l’immagine di una città priva di cortine tura e all’architettura, in un fluire inces- l’assoluta interprete di questo inedito giottesco crea lo spazio intorno a sé in su problemi estetici grafici e formali, quell’epoca in poi, avviene dall’interno murarie, espressione di una rinnovata sante di spazi costruiti e naturali, di in- itinerario intellettuale. Emerge chiara la virtù del suo essere e del suo agire. sulla composizione di piante e prospetti verso l’esterno, cioè dalla funzione che società democratica. Le costruzioni teressi pubblici e privati. Così il progetto corrispondenza tra il progetto in sezione L’architetto si sofferma di fronte alle che, come ricorda Michelucci, “non diviene spazio e solo in ultima analisi sono prive dei fronti non tanto perché per la Cassa di Risparmio di Firenze, e lo scorrere incessante della vita, ovve- opere di Duccio e dei Lorenzetti, nelle combinavano quasi mai”.2 forma. Lo strumento compositivo privi- gli edifici siano rappresentati in sezione realizzato circa vent’anni dopo è l’occa- ro il movimento, che diventa, come si quali la cavità dell’architettura in primo Nelle officine, al contrario, il disegno legiato di questo inedito itinerario critico quanto perché i prospetti sono sostituiti sione per trasferire il ragionamento sullo legge nella sintetica sezione disegnata piano, quasi uno spaccato prospettico, è lo strumento necessario alla verifica e progettuale sembra essere la sezione, da un “diaframma sensibile”,6 ovvero spazio continuo dalla dissertazione teo- da Michelucci per la chiesa di San Gio- svela all’osservatore la scena interna, le e alla realizzabilità di un idea in rap- che da strumento di rappresentazione dalla proiezione geometrica in facciata rica alla concretezza progettuale. L’idea vanni Battista a Campi Bisenzio “giusti- azioni dei suoi abitanti, le loro emozioni porto alla forma che meglio risponde diventa vera e propria matrice del pro- dell’articolazione muraria interna: la fondante è sinteticamente annotata da ficazione di una forma” oppure, come e i loro sentimenti ponendola in relazio- alla funzione, alla natura del materiale getto, come se il suo utilizzo emergesse sezione è il prospetto. Qui l’uso dello Michelucci a margine del disegno della nel Santuario della Beata Vergine della ne diretta con l’ambiente esterno. La utilizzato, alle tecniche di lavorazione dalla volontà di superare il problema spaccato è spinto a tal punto da fluire sezione del salone centrale della banca: Consolazione a Borgo Maggiore matri- “sezione virtuale” che racchiude e svela messe a punto attraverso secoli di della forma della costruzione rompendo naturalmente da strumento compositivo “Lo spazio vivente filtrante. La città ce del progetto. È attraverso la sezione all’osservatore gli interni rappresentati tradizione. Michelucci si abitua così il binomio forma-planimetria.5 in immagine stessa dell’architettura. At- continua”. È infatti in questo disegno - infatti che Michelucci analizza la spina sulle tavole dei maestri prerinascimen- a considerare il disegno soprattutto Osservando in ordine cronologico gli traverso la sezione Michelucci controlla che evoca attraverso la ricchezza degli dei percorsi indagando il raccordo tra tali non è un limite, una separazione, come il mezzo necessario al controllo schizzi del maestro è evidente che l’uti- il carattere e il funzionamento della città episodi formali e spaziali la complessità le quote sfalsate del terreno e la strada ma la linea sulla quale interagiscono e alla comunicabilità di un’idea già pre- lizzo dello spaccato sembra essere tanto da lui proposta; disegna il moltiplicarsi e il dinamismo della città - che è pos- interna, rendendo inseparabili l’interno e sincroniche relazioni di vita interne ed figurata nello spazio. È dalla dicotomia più stringente quanto più l’architetto si di suoli artificiali, il sovrapporsi delle sibile leggere il concetto alla base del l’esterno, i termini architettonici da quelli esterne, come su quei muri-recinto che teoria accademica – pratica artigianale allontana dai canoni tradizionali dell’ar- gallerie e delle logge, i collegamenti con progetto: la totale assenza di frattura paesaggistici ed ambientali. nelle sacre rappresentazioni racchiudo- che probabilmente germina la futura chitettura, come se la ricerca di una il fiume e con la collina, studia la viabilità, fisica e simbolica fra costruzione e città, I profili dei resti di Ercolano inoltre rivela- no il luogo del miracolo, al di là del quale critica all’insegnamento accademico, alternativa via compositiva necessitasse analizza il rapporto fra gli spazi privati tra interessi privati e cittadini. no all’architetto la particolare misura che si scorge il paesaggio “oltre”, attraverso presupposto necessario all’avviarsi anche di alternativi strumenti di indagine. e quelli collettivi e fra l’ampiezza della La meditazione sul rapporto tra edificio e armonicamente proporziona lo spazio: un varco o sopra di esso, non confine di quell’itinerario culturale, prima che Nell’ambito di questa stessa critica all’in- strada e l’altezza degli edifici. città ed edificio e paesaggio porterà l’ar- quella umana. A Pompei l’uomo è il invalicabile ma superficie di incontro di progettuale, che porterà Michelucci segnamento accademico è rintracciabile L’urgenza delle tematiche sociali sol- chitetto ad un progressivo superamento protagonista dello spazio come in quegli complesse relazioni spaziali e spirituali; verso la progressiva emancipazione dal probabilmente anche il germe dal quale levate dalle devastazioni della guerra della tipologia tradizionale dell’edificio affreschi “spaziosi”8 dipinti da Giotto e soglia tra interno ed esterno, tra privato concetto accademico di composizio- nasce l’interpretazione della facciata inoltre, sollecita l’approfondimento del delimitato da un recinto per approda- di fronte ai quali Michelucci si sofferma e pubblico tra sacro e profano. ne architettonica, intesa come ricerca come apparato retorico, espressione di pensiero critico di Michelucci sul valore re, dopo la guerra, ad una concezione a meditare fin dalla giovinezza, quando, La pratica michelucciana della sezione puramente formale, per avvicinarsi ad una società accademica e borghese at- simbolico del recinto che tradizional- della costruzione totalmente aperta e alla ricerca delle proprie origini culturali sembra così trovare una sorta di ante- una ricerca compositiva radicata in un tenta esclusivamente all’esteriorità delle mente racchiude l’architettura, già permeabile all’incessante scorrere della si rivolge agli archetipi della cultura figu- cedente storico nella meditazione av- ragionamento al cui centro è l’uomo e forme e priva di contenuti. Ragionamen- percepito come ostacolo alla socialità vita umana e quindi progettato, inevita- rativa italiana ricevendone una lezione venuta di fronte alle pitture dei maestri ad una interpretazione dell’architettura to che sarà completato dopo la visione dopo la visita ad Ercolano e Pompei bilmente, attraverso la sezione. figurativa e morale mai dimenticata. fiorentini e senesi del duecento e del totalmente estranea a preoccupazioni delle macerie fiorentine della guerra e nel 1934. La scoperta della civiltà Le proposte architettonico – urbani- In particolare è sul profilo delle piccole trecento, in particolare sembra essere di ordine estetico. Tale itinerario cono- che caratterizzerà non solo le proposte pompeiana tramite la vista delle rovine stiche rispecchiano, verificano e com- architetture giottesche, teatro delle l’astrazione di quel primo piano che scitivo è condotto attraverso gli unici per la ricostruzione dell’area distrutta segna una vera e propria fase evolutiva pletano questi presupposti teorici, a narrazioni evangeliche, e sul rapporto racchiude, come un profilo, lo spazio in- strumenti compositivi riconosciuti da intorno al Ponte Vecchio ma tutta l’opera nella maturazione del pensiero teorico cominciare dalle prime sperimentazioni uomo - spazio su cui Michelucci sem- terno dell’architettura. Tramite lo studio Michelucci; le piante e le sezioni “lette” matura dell’architetto. La facciata rap- michelucciano e, parallelamente, segna avvenute in occasione delle proposte bra soffermarsi. Il disegno delle edicole di sezioni costantemente animate dalla come generatrici di organismi, come presenta l’immoralità di una società am- una tappa fondamentale verso il conso- per la ricostruzione dell’area del Ponte rivela un rapporto nuovo fra plasticità presenza umana Michelucci modella lo

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spazio di un’architettura pensata per come in quello per Campi Bisenzio, non presenza di una umanità in transito. 4 È Michelucci stesso che individua in questi anni ed arte di levare avendo come fine ultimo demarca, come un recinto, il confine La grande sezione, quindi, come atto in particolare nel progetto per la Cappella di Lagoni a Sasso Pisano, 1956-1958 l’epoca in cui compren- dell’atto progettuale la realizzazione entro cui è racchiuso e protetto lo spazio conclusivo di quel lungo processo, de la possibilità di rompere con tutti i vincoli della dell’uomo: emerge il binomio centralità sacro ma identifica una soglia, come in durato circa un secolo, che ha portato concezione accademica della composizione archi- dell’uomo – esercizio della sezione. quelle antiche rappresentazioni sacre Michelucci alla comprensione e quindi tettonica per intraprendere una strada completa- mente autonoma. Cfr. G. Michelucci – F. Brunetti, in Nel progetto per il Santuario della Beata osservate da Michelucci durante gli anni alla conoscenza della realtà, attraverso F. Brunetti (a cura di), Giovanni Michelucci, Intervista Vergine della Consolazione a Borgo della giovinezza. l’intuizione e l’osservazione delle figure sulla nuova città, ed. Laterza, Roma, 1981, p.62. Maggiore lo spaccato controlla la forma L’esercizio della sezione, che accom- e delle immagini amate ed acquisite 5 Cfr. G. Michelucci in F. Brunetti, Giovanni…, Op. Cit. 6 Il diaframma sensibile è una proposta teorico- archi- dello spazio cavo annidato nella profon- pagna l’architetto lungo tutto il suo durante la sua lunga vita. tettonica di G. Michelucci descritta in una lezione uni- dità della materia, governa la dialettica percorso critico e progettuale precipita, La grande sezione, come la dissezione versitaria inedita dell’architetto. “Pensavo e penso, tra accentuazione muraria e cavità e tra negli anni ’70, in una sorta di grande se- anatomica raffigurata da Rembrandt, che se alla facciata si sostituisse un diaframma sensi- bile che rivelasse la struttura interna, si stabilirebbe un spazialità interna e costruttività, forse zione inedito strumento di controllo e di sembra allora divenire metafora di quel rapporto nuovo tra casa e strada…il diaframma sa- affioramento alla memoria di suggestioni racconto della forma urbana. Michelucci principio etico e morale che ha accom- rebbe lo specchio di una società in cui esiste la pos- spaziali dell’antica architettura romana. dispone i vari elementi con virtuosa abi- pagnato Michelucci lungo tutta la sua sibilità di una vita dignitosa… costruire un diaframma 9 sensibile è una dimostrazione di coraggio morale..”. La linea che senza soluzione di continui- lità compositiva, combina parti che sono attività di uomo prima che di architetto: G. Michelucci, Archivio delle lezioni universitarie, in F. tà fra muro e copertura definisce il profilo proprie della città, arterie stradali, ponti, l’incessante ricerca della verità. Privitera, Disegnare…, Op. Cit., p. 87-88 del Santuario si deforma plasticamente piazze pubbliche, parcheggi, passeggia- 7 G. Michelucci “Casa di Ercolano, davanti lo spet- tacolo del mare, il mare c’è ma non si vede….è registrando tensioni spaziali opposte, in- te pedonali, con altre che sono proprie cosa con cui la casa stabilisce un esatto rapporto terne ed ambientali, così come il “colpo dell’architettura, interni assembleari, d’integrazione. Una cosa valorizza l’altra, la sua se- d’ascia”9 - incontro fra la massa esterna ambienti a doppia altezza, scale, ballatoi zione è legata alla città e al terreno” G. Michelucci, 1 La relazione tra l’esercizio della sezione e la po- Archivio delle lezioni universitarie, in F. Privitera, e quella interna dell’edificio - nella chie- e corridoi, iterazione di vani modulari, etica di Giovanni Michelucci è oggetto di studio e Disegnare…, Op. Cit., p. 59-60. sa di San Giovanni Battista a Campi forse abitazioni. Il paesaggio partecipa approfondimento critico nel libro F. Privitera, Dise- 8 Il riferimento è al saggio critico di R. Longhi, Giotto Bisenzio definisce in un solo gesto sia alla composizione che sembra subire gnare dialoghi, Esercizio della sezione e progetto spazioso, in <> n. 31, 1952, pp. 18-24, nell’opera di Giovanni Michelucci, Bandecchi e che rivoluzionò l’interpretazione dello spazio pitto- la spazialità interna - suggerendo la un’ulteriore estensione: le infrastrutture Vivaldi Editori, Pontedera, 2008 rico giottesco. Il rapporto tra l’opera di Michelucci divisione tra presbiterio e aula - sia la partecipano al contempo alla costru- 2 G. Michelucci, in F. Borsi (a cura di), Giovanni e la pittura di Giotto è oggetto del saggio critico, drammatica deformazione del profilo zione del territorio e dell’organismo Michelucci, intervista, L’occhio e le seste, LEF, F. Privitera, Giotto spazioso e la costruzione dello Firenze, 1966, pp.28. spazio michelucciano, in <>, n. 78, esterno della tenda. La linea di sezione in architettonico. Natura e città fluiscono 3 Cfr. G.K. Koenig, Architettura in Toscana, ERI, 2008, pp. 63-68. sintesi, nel progetto per Borgo Maggiore l’una nell’altra animate dall’incessante Torino, 1968. 9 G.K. Koenig, Architettura…, Op. Cit. 10

98 99 Una sezione sul tempo 1 Pasquale Poccianti e l’acquedotto Leopoldino di Livorno

Silvia Catarsi

“Nulla è più seducente – e nulla, in certi cisterne e fontane, destinate a con- casi, è meglio fondato – del mostrare durre l’acqua e a garantirne la qualità. le forme sottomesse ad una logica Mentre i casotti si configurano come interna che le organizza”.1 È forse ba- semplici fabbriche utilizzate per filtrare sandosi su un’intuizione analoga che l’acqua e rallentarne la caduta naturale, l’architetto Pasquale Poccianti sceglie, le cisterne, oltre ad assolvere alle stes- attorno agli anni trenta dell’Ottocento, se funzioni dei casotti, hanno lo scopo di completare la facciata del Cisterno- di assicurare il continuo e costante ne di Livorno con la realizzazione di una approvvigionamento idrico della città, volta sezionata. Del resto la ricerca su anche nei casi di guasti all’impianto. questo fronte viene intrapresa dall’au- Per queste opere, il programma compo- tore già qualche anno prima, quando sitivo avanzato dall’architetto, fa sì che si avvia alla progettazione del vasto le attività di funzionamento delle mac- acquedotto labronico, di cui la Gran chine idrauliche vengano identificate e Conserva o Cisternone è senza dubbio risolte ciascuna secondo una propria l’elemento più rappresentativo. autonomia geometrica, in modo che, Il desiderio del Poccianti di concretare, anche nelle strutture più complesse, in un’unica forma, macchina idraulica e si conservi una rigorosa essenzialità 1 architettura, si realizza attraverso l’im- plastica. Ad esempio, nelle cisterne la Veduta panoramica dell’acquedotto di piego di una metodologia progettuale forma architettonica è costituita dall’ac- Livorno, incisione Biblioteca Labronica di Livorno elaborata dal francese J. L. N. Durand, costamento di diverse parti funzionali, 2 che gli consente di trasformare age- mentre la griglia strutturale, data dai Interno della Gran Conserva o Cisternone volmente gli schemi di funzionamento pilastri che sostengono le volte di co- vano della vasca d’acqua degli impianti tecnologici in strutture pertura, si rivela l’elemento regolatore di Pagine successive: architettoniche. Secondo questo siste- tutte le possibili aggregazioni. A questo 3 ma, sperimentato nei corsi dell’Ecole proposito, appaiono significative alcune Disegno per il viale degli Acquedotti, 1820 Biblioteca Labronica di Livorno Polytechnique di Parigi, le parti com- descrizioni fornite dall’autore riguardo 4 ponenti un edificio, separatamente alle cisterne più grandi, dove si esprime Sezione longitudinale del Cisternone analizzate, vengono combinate tra loro in modo evidente il legame tra forma e Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Firenze 5 nella costrizione di una maglia modu- funzione. Nel caso della Gran Conserva, Prospetto della facciata del Cisternone lare; si tratta di un procedimento di ad esempio “...la forma di una croce Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Firenze “riduzione scientifica” dello schema vi- troncata parte anteriore della quale ser- 6 Pianta del Cisternone, primo progetto, 1827 truviano, che spinge l’architettura ver- virà ad uso di cisterna, la posteriore da Biblioteca Labronica di Livorno so un’evoluzione razionalistica. Questo Purgatoi”;2 come pure per la Cisterna 7 aspetto, chiaramente identificabile nel di Pian di Rota “...la sua figura è quella Pianta della cisterna o Cisternino di Pian di Rota, primo progetto, 1827 complesso dell’acquedotto livornese, di un parallelogrammo rettangolo dai Biblioteca Labronica di Livorno fa dell’intera infrastruttura un chiaro cui lati minori sporgono due emicicli, 8 simbolo della cultura modernista che le sommità delle quali sono congiunte Sezione e prospetto del Cisternino di Pian di Rota, primo progetto, 1827 caratterizza la Toscana Granducale. al canale. Dalla prima di esse passa Biblioteca Labronica di Livorno Il progetto, articolato secondo un trac- l’acqua del condotto per depurarsi, e ne 9 ciato lungo ben diciotto chilometri, si risorte dalla seconda chiarificata che sia Pianta della cisterna o Cisternino di città, 3 da edificarsi nella Piazza di Porta a Pisa, compone di una serie di strutture archi- per seguitare il suo corso”. primo progetto, 1827 tettoniche: casotti, purgatoi, viadotti, Tuttavia, sebbene la scelta di segnala- Biblioteca Labronica di Livorno

100 101 re i dispositivi funzionali dell’impianto attraverso volumi stereometrici, con- tribuisca a stabilire i registri espressivi dell’opera, la maturità in tal senso viene raggiunta dal Poccianti soltanto successivamente, in concomitanza dell’esperienza costruttiva. Durante questa fase, vengono effettuate numerose modifiche al progetto, che contribuiscono ad arricchire l’opera di una forte quanto inattesa componente semantica.4 La cifra stilistica segue la strada della sperimentazione composi- tiva condotta dagli architetti illuministi francesi come Ledoux e Boullée, se- condo la quale i nuovi equilibri formali nascono dall’abile giustapposizione di dissonanze dimensionali. Nella piccola cisterna di città, infatti, gli equilibri tra le misure che caratterizzano i disegni iniziali, vengono completamente stravolti: “il massiccio piano è spropor- zionatamente alto, in rapporto alla bassa loggia colonnata che lo sovrasta”.5 Assai più indicativa, in tal senso, è la rielaborazione della facciata del Ci- sternone, nella quale, ai tradizionali 4 rapporti che regolano l’impaginato, si contrappongono le accresciute misure della volta emisferica. Nello specifico, l’interazione tra due diverse sintassi compositive si manifesta attraverso lo scontro tra un’idea di compiutezza albertiana e l’antitetico senso di “non finito” suggerito dall’emisfera che si ammorsa sull’attico dell’edificio. L’immagine del grande vuoto che l’ar- chitetto sembra voler porre sopra le certezze inamovibili dell’umanesimo, testimonia certamente il ruolo simbolico giocato dalle forme in questo genere di composizione, dove le ombre diventano spesso la guida selettiva dell’attenzione. In particolare, si può osservare come il contrasto tra l’ombra prodotta dall’am- pio incavo della calotta sezionata e la luminosità irradiata dall’avancorpo sot- tostante, produca un curioso artificio ot- tico: la luce che immaginiamo provenire dall’alto6 ad illuminare con progressiva intensità la sommità del monumento, procura qui l’effetto opposto, dal mo- 5 mento che il portico appare più lumino- so del soprastante coronamento. Per il resto le ombre, nella poetica poc- ciantiana, sono spesso utilizzate per en- fatizzare le volumetrie plastiche delle ar- chitetture. Allo stesso tempo, negli edifici caratterizzati da una spiccata autonomia delle parti, come nel caso della cisterna di Pian di Rota, le ombre portate che pro- iettano i volumi adombranti sulle superfici delle masse contigue, offrono una più 3 6

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solidale lettura della forma costruita. dove gli scenari naturali e urbanizzati sempre in un perfetto gioco di equilibri tra La modulazione della luce diviene una concorrono nello stabilire i caratteri della le parti. Qui, la cura per i particolari non valida risorsa anche per la modellazione progettazione. prende mai il sopravvento sulla forma degli interni: insieme ai giochi prospettici Lungo un percorso in costante declivio, che, nella propria essenzialità geome- del telaio strutturale, essa contribuisce l’acqua scorre dentro canali costruiti nel trica, garantisce il dialogo ideale con la alla percezione di uno spazio dilatato. Ad sottosuolo o sollevati su trincee ed arca- spontaneità dell’ambiente naturale.9 esempio, negli ambienti delle cisterne, te, incontrando, nei diversi tratti, strutture In prossimità della città le cisterne si fan- molto si deve al vasto specchio d’acqua destinate a purificare e regimentare il no interpreti della trasformazione del pa- che riflette le volte della copertura ed flusso. Queste presenze frammentarie, esaggio; da quella di Pian di Rota posta ai amplifica la profondità dei vani in una conservano tuttavia una naturale voca- piedi delle colline Livornesi, fino all’ultima, sorta di quarta dimensione. A conferma zione all’unitarietà dell’opera, che è cer- serrata nella maglia urbana, l’architettu- dell’intenzionalità di questa scelta stanno tamente riduttivo attribuire all’uso della ra diventa portatrice di una narrazione gli studi condotti dal Poccianti per le “ca- medesima matrice stilistica. geografica. Così, pur acquistando un mere termiche”7 costruite nel sottotetto Esiste infatti un’evidente sintonia, che si maggior grado di complessità formale, degli edifici. Qui, dove trovano alloggio compie attraverso precise relazioni se- l’edificio di Pian di Rota mantiene la stes- le calotte volutamente estradossate8 mantiche, tra i diversi contesti attraversati sa essenzialità plastica dei piccoli casotti della copertura, la luce è il gradiente che dall’acquedotto e le architetture che lo che lo precedono nella campagna; men- sfuma i contorni delle cupole stereome- costituiscono. Nella campagna le solide tre il Cisternino di città, che conclude l’ac- triche, replicandole nella penombra di un strutture dei condotti, spesso risolte in quedotto pocciantiano,10 risente del con- paesaggio lunare. grandi ponti a cavallo delle vallate, si testo urbano che lo circonda, riportando Lo spazio dunque, attorno al quale pren- alternano alle piccole fabbriche dei ca- in facciata il tema tipologico della loggia, de corpo l’acquedotto, appartiene ad sotti di pianta quadrata o circolare. Questi evidente richiamo ai caratteri tradizionali un mondo fatto di seduzioni estetiche in semplici volumi vengono realizzati dal dell’edilizia residenziale. cui le immagini offerte dall’architettura Poccianti ponendo particolare attenzione Una situazione ancora diversa si ha per aprono la strada all’esperienza sensibile. alle proporzioni, tanto che le dimensioni la Gran Conserva che, posta fuori le Una regia, quella del Poccianti, ispirata delle coperture, le altezze delle superfici antiche mura di Livorno, appare come 14 da suggestioni visive e regole tecniche, murarie e le luci delle aperture, rientrano una “rovina” nel paesaggio rarefatto dei

104 105 sobborghi ottocenteschi. stratigrafia del corpo dell’architettura la Le evidenti analogie della cisterna con gli pienezza del suo significato. antichi edifici termali, restituiscono la me- moria della romanità, introducendo alla moderna “invenzione” della volta sezio- 1 H. Focillon, La vita delle forme, ed. Einaudi, nata. Nell’ingegnosa soluzione composi- 2002, p. 15. tiva, il mancato compimento della cupola 2 Relazione che accompagnava il progetto con- Pagine precedenti: segnato alla Deputazione degli Acquedotti il 30 10 testimonia la perdita di un valore d’uso Aprile 1827, in I. Arrighi, L’acquedotto di Colognole “Casotto Circolare” destinato alla riunione delle dell’architettura; a ciò si deve gran parte (1792-1868). La storia, la memoria, i documenti di acque provenienti dalle sorgenti principali dell’efficacia estetica del Cisternone, che un’architettura, cura editoriale Ufficio Pubblicazioni 11 del Comune di Livorno, 1992, pp. 70-72. “Casotto della Riunione” disposto in asse consiste proprio nella capacità di evocare 3 Ibidem con il “Casotto Circolare” raccoglie le acque l’idea della “rovina”, senza per l’appunto 4 La critica ipotizza il coinvolgimento dell’architetto di quest’ultimo e quelle delle polle situate ad esserlo. Nel degrado che la natura opera Giovanni Antolini nell’ideazione della simbolica ovest lungo il torrente Camorra volta sezionata, riconoscendo nella vena ideologica 12 17 sui ruderi si avverte il fascino delle trasfor- e intellettuale del professore di Bologna, una più Tratto del condotto rialzato su trincea mazioni in atto e del divenire delle cose spiccata propensione alla sperimentazione, rispet- 13 con il trascorre del tempo. to all’inclinazione prettamente ingegneristica che Arcate sul rio la Tanna caratterizza la gran parte dei lavori pocciantiani. 14 In questo come negli interventi descritti AA.VV., Pasquale Poccianti Architetto, 1774-1858, Pianta del “Casotto Circolare” e dell’ampia sopra, Poccianti affida alla valenza evo- Ed. Centro Di, 1974, pp. 39-49. muraglia a intercapedine, progettata per il cativa dell’edificio i presupposti per una 5 E. Kaufmann, L’architettura dell’illuminismo, Ed. consolidamento del poggio delle sorgenti Einaudi, 1991, p.143 Biblioteca Labronica di Livorno coesistenza con lo scenario circostante. 6 Secondo studi scientifici il nostro apparato visivo Qualificando il lungo tracciato idrauli- presuppone che la luce provenga dall’alto. M. Ba- 15 co come uno sviluppo progressivo di xandal, Ombre e lumi, Ed. Einaudi, 2003, p. 49. Particolare dell’attico e della grande nicchia 7 Termine usato dal Matteoni per indicare la dop- del Cisternone riferimenti visivi, l’autore offre utili indizi pia copertura delle cisterne, destinata ad isolare 16 all’orientamento, evitando la frammenta- l’acqua dal calore esterno. D. Matteoni, Pasquale Studio per la facciata del Cisternone; sulla zione del sistema architettonico nel terri- Poccianti e la “Gran Cisterna” di Livorno, Silvana specularità del prospetto vengono verificate due Editoriale, Livorno, 2001, pp.119-120. possibili soluzioni di coronamento dell’edificio torio livornese. Il paesaggio si completa 8 Nella prima versione del progetto le calotte rima- Biblioteca Labronica di Livorno dunque della memoria, di sedimenti tem- nevano intradossate. 17 porali, che aprono a prospettive infinite, 9 Pratica nota al linguaggio classico dell’epoca Cisternino di Pian di Rota, fronte principale nell’arte del giardino paesistico. 18 come l’emblematica metafora della volta 10 le fontane studiate dal Poccianti non saranno Cisternino di città, vista sui lati della loggia e sezionata il cui taglio rivela nella ricca realizzate. 16 dell’abside 18

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19 Struttura di copertura del Cisternone 20 Veduta prospettica del sistema di copertura del Cisternone Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, Firenze 21 Interno del Cisternone, vano della vasca d’acqua 20

108 109 Il vuoto svela il progetto

Barbara Aterini

Le straordinarie matrici geometrico- azione scultorea come eliminazione del compositive che si trovano alla base sovrappiù finalizzata a liberare la forma della costruzione laterizia del campanile che ha vita autonoma all’interno del di San Martino a Pietrasanta, denotano blocco di marmo, così come l’anima un’architettura rinascimentale di altis- all’interno del corpo umano. Poiché simo valore e l’inedita struttura interna, in quegli stessi anni Michelangelo era percorsa da una grandiosa vite funzio- presente a Pietrasanta mentre il suo col- nante da rampa auto-portante per ac- laboratore Donato Benti1 è indicato, fino cedere alla cella campanaria, si presen- ad oggi come progettista del campanile, tano come un’invenzione architettonica non possiamo che avanzare l’ipotesi di nella quale la straordinaria complessità un progetto concepito dalla genialità geometrica si accompagna ad una ge- scultorea di Michelangelo stesso che niale sapienza tecnologico-costruttiva, ha riproposto la colonna Traiana, a lui nonché ad un ardito riutilizzo delle forme ben nota, all’interno del campanile in dell’arte edificatoria classico-romana. un gioco accattivante ove il positivo di- La ricerca effettuata ha dimostrato am- venta negativo cioè la colonna, oggetto piamente come la parte esterna e quella tangibile, è qui rappresentata dal vuo- interna del campanile siano due entità to. Il campanile si presenta come una architettoniche distinte, ma comunque struttura autonoma, a pianta quadrata, in stretta correlazione. La monoliticità sviluppato per 36 metri di altezza con un dell’esterno contrasta con lo spazio estradosso non finito che rivela l’inten- interno articolato e progettato nella sua zione di un mancante rivestimento mar- 1 avvolgente complessità. Ma cosa era moreo. L’interno, contrariamente a qua- stato preso ad esempio per l’idea pro- lunque aspettativa, presenta una singo- gettuale che scolpisce il vuoto? Nella larità costituita dalla scala che appare Roma degli inizi del Cinquecento, fa- ricavata nella sezione muraria e salendo mosa ed ammirata, troviamo la colonna si avvolge a chiocciola. Tale costruzione dettata dalla necessità di ricostruire ne di un punto proprio. dimostrano come la scala avvolgendosi Traiana con un cartiglio avvolgente che supera l’impostazione trilitica più usuale l’oggetto in pianta, visualizzarlo in se- I margini di questa sono due eliche generi un occhio che si comporta come si sviluppa per cento piedi di altezza. Il con la creazione di un aggetto generato zione e al contempo studiarlo nella sua (superiore ed inferiore) che non hanno il fusto di una colonna; in altre parole la vuoto del campanile ne materializza il dalla muratura di mattoni sul quale pog- tridimensionalità. Questo modo di rap- distanza costante. Infatti, nell’ipotesi torre presenta un’entasi e descrive una fusto richiamandola nella dimensione giano i gradini, ottenendo una struttura presentare l’architettura ha il vantaggio che il profilo di questo vano sia quello di affusolatura. Indagando il manufatto ed ordine. D’altra parte in questo pe- auto-portante che gira su se stessa e di suscitare una consapevolezza edilizia un fusto ionico, se immaginiamo di inta- secondo i canoni mensori dell’epoca si riodo storico la scuola neoplatonica, determina l’occhio centrale. Per studia- quasi come se si fosse in cantiere, tal- gliare nel suo spessore interno un inca- è individuato nel piede romano il canone rinvigorita dagli scritti di Marsilio Ficino re accuratamente questa architettura ché si è facilmente individuata la super- vo che si avvolge a elica attorno all’asse adottato che rispondeva perfettamente diventa ginnasio formativo e luogo di è emersa la necessità di realizzare una ficie rigata che volve internamente. La centrale, questa scanalatura generata alla descrizione architettonica in pianta grande dibattito fra gli artisti per indi- serie di sezioni verticali del campanile curvatura principale emersa in sezione dalla sovrapposizione dei vari letti di ed in alzato. Lo studio condotto ha viduare la funzione dell’opera d’arte e tramite piani ideali perpendicolari al è una particolare superficie determinata posa dei mattoni assumerà sezioni di- suggerito la presenza di un asse pro- la sua potenza evocativa. Fra i più ce- piano di riferimento. Effettuando queste dalla copertura della scala che sale se- verse al variare del diametro interno del- prio3 nell’organizzazione di cantiere ed il lebri rappresentanti di questo pensiero sezioni teoriche, secondo i principi della condo una traiettoria elicoidale si tratta le circonferenze direttrici perpendicolari piede romano, con la sua aggregazione troviamo Michelangelo Buonarroti che geometria proiettiva, si è rilevata tutta di un elicoide cerchiato retto chiuso, all’asse del campanile, caratteristica pura in palmi, si componeva secondo denuncia l’esistenza dell’idea come la superficie elicoidale. Il rilievo è stato cioè una superficie generata da una costruttiva necessaria per mantenere due assialità e si attagliava perfettamen- innata e connaturata nell’essenza del- restituito graficamente tramite il metodo circonferenza che si sposta con moto costante il passo dell’elica della scala. te alla giacitura radiale dei mattoni. le cose, tanto che usa definire la sua della prospettiva parallela:2 una scelta elicoidale intorno ad un asse in direzio- Le sezioni orizzontali alle diverse quote L’analisi geometrico-mensoria ha sve-

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lato la chiave del proporzionamento del scala6 a quelli esistenti si supera la volta La sezione, dunque, di questa struttura campanile. Possiamo affermare che la a botte, che interrompe bruscamente il cela una organizzazione architettonica scala elicoidale si svolge intorno all’asse vano scala e appare fuori contesto e si al servizio di una idea che fa dell’opera ideale della fabbrica, qui sostituito dal arriva a coprire tutta la sezione della cella architettonica un’opera d’arte. vuoto, realizzando una grandiosa scul- campanaria raggiungendo così 185 gra- tura in negativo a volume coclide.4 dini a quota pari a quella del centottanta- Una ulteriore notazione è che la pianta cinquesimo gradino della Traiana. quadrata della struttura è orientata con Qual’è quell’architetto che può pen- 1 Donato Benti (Firenze 1470-1537). i quattro punti cardinali secondo le dia- sare di trattare l’architettura come uno 2 Cfr. Barbara Aterini, La Prospettiva Parallela, 5 Alinea Editrice, Firenze, 1995. gonali ed è controllata nella crescita se- scultore il suo blocco di marmo? Evi- 3 Per l’individuazione e l’aggregazione delle aree condo i rapporti di una voluta ionica. La dentemente chi pensa che all’interno di quadrate che individuano un protocollo geometrico scala interna gira da est verso nord, cioè ciascun blocco di marmo esista l’idea in di controllo sia in fase progettuale che di cantiere cfr. Cecilia M.R. Luschi, Il canone architettonico e la sua con andamento destrorso; ma ancor di sé, secondo un principio neoplatonico aggregazione in Bini M., Luschi C.M.R., Bacci A., Il più la sua scansione avvolgente indivi- ampiamente discusso fra gli artisti. Castello di Prato. Strategie per un insediamento me- dua una superficie che come una buccia E poiché altezze, diametri, moduli di rife- dioevale, pp. 36-48, Alinea editrice, Firenze, 2005 4 Cfr. Tesi di laurea di Enrico Venturini dal titolo La si avvita intorno al fusto della colonna. rimento, proporzioni, tutto corrisponde, scala a chiocciola del campanile del Duomo di San Le sovrapposizioni fra la sezione del se non è Michelangelo questa struttura Martino ai Pietrasanta-Lucca, discussa il 6 aprile campanile e la colonna Traiana hanno ha come autore sicuramente un genio! 2009 con il massimo dei voti legali e lode e dignità di pubblicazione, relatori prof. Barbara Aterini e prof. visualizzato coincidenze precise nei rap- Un genio che ragiona però secondo Gabriele Morolli, rilievi topografici dell’architetto porti proporzionali ed hanno sottolineato principi scultorei e non solo architetto- Mauro Giannini del Dipartimento di Progettazione come i lavori subirono un arresto brusco nici, che visualizza tridimensionalmente dell’Architettura dell’Università degli studi di Firenze. 5 Cfr. Cecilia M.R. Luschi, La relazione tra teoria e pra- sicuramente con la morte del Benti. In- lo spazio e lo scolpisce in modo da tica nell’architettura federiciana, op. cit. pp. 35-36 fatti se si aggiungono altri due ordini di preservare intatta l’idea progettuale. 6 Un ordine equivale a 36 gradini

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Pagine precedenti: 1 Il campanile del Duomo di S. Martino a Pietrasanta Vista interna dall’alto dove è evidente la voluta ionica di impostazione planimetrica 2 - 3 Vista interna da cui si può valutare lo spessore murario per la presenza dell’apertura raccordata al piano dello scalino

4 Il campanile del Duomo di S. Martino a Pietrasanta 5 - 6 Vista interna dal basso dove si può apprezzare lo sviluppo della superficie elicoidale rigata che genera il volume coclide. 7 Prospettiva parallela con lo studio delle ombre a mezzogiorno dell’equinozio di primavera (Disegno di Enrico Venturini) 8 Prospettiva parallela e relative sezioni di studio (Disegno di Enrico Venturini) 9 Prospettiva parallela e relative sezioni del confronto con la colonna Traiana inserita nel volume coclide del vano scala 4 (Disegno di Enrico Venturini)

114 115 di una sezione di territorio, appunta in divisi tra un corpo fisico sempre meno so è sotteso alla definizione di un tema, una sequenza di schizzi il ragionamento importante ed un’immagine mediatica o misura, che si identifica nel distacco suscitato dall’osservazione dei templi dotata di una progressiva invadenza necessario dalla città adagiata lungo il all’interno del paesaggio, assaporando (…) essi sono rimasti opachi, materici, fiume Arno. La disposizione altimetrica nella compenetrazione interno-esterno tattili (…) solidi e muti, definendo ancora del piazzale attende una geo-metria il cui la spazialità del mondo mediterraneo.3 volumi dotati di pienezza plastica (…)”.7 punto di appoggio è il piano della città In una visione attualizzata il viaggio, che Le secolari espressioni della città italia- stessa, ovvero la misura della distanza nelle parole di Giorgio Manganelli è “uno na, raccontate dall’intenso trascorrere del livello dell’affaccio da quello del spazio longilineo, dentro il quale, come dei suoi passaggi, ci narrano da lungo fiume, per ritrovare, all’interno del pano- in una fessura del pianeta, cadono im- tempo di una sostanza dello spazio che, rama conosciuto, l’esatta collocazione magini, profili, parole, suoni, monumenti lasciata riposare nei luoghi della memo- della veduta. “Attesa la sua giusta distan- e fili d’erba”,4 è ancora metafora di un ria, riaffiora come entità misurabile nel za ed elevatezza dal piano della città”,10 “Sguardo in ciò che è” 1 interno in cui potersi introdurre per il pensiero del progetto di architetture. scrive Poggi a proposito del progetto, a tramite di una sezione. Quell’appartenenza ai luoghi come de- voler fissare un imprescindibile rapporto Nello spazio della sezione Nella accezione di progetto architetto- rivazione spontanea e necessaria dagli di continuità con il principio dell’osserva- nico come pensiero disegnato, della cui stessi, quello stare tra interno ed ester- zione che è immediata conseguenza di Elisabetta Agostini narrazione si fa carico il segno ad appe- no che la città costruita ha saputo espri- una sezione di paesaggio, sia esso na- santire il reciproco e proficuo relazionarsi mere sia negli spazi dedicati alla coralità turale che urbano, affinché possa essere di peso e pensiero, il rovesciamento dal degli individui che in quelli pensati per il individuata la giusta distanza di ciò che piano orizzontale, che individua la pianta, singolo, non può che essere riconosciu- dovrà innestarsi tra la terra ed il cielo. “Il mio mondo comincia con le cose; glia da cui e attraverso cui si avvera il a quello verticale compreso nella sezio- ta da entità di misura trascritte oltre che e così anche il più piccolo degli uomini è già cambiamento della scala a generare il ne, fa sì che ad un tratto “con le cose” nella pianta, nel rapporto di alzato. La terra: nello scavo risiede il nucleo terribilmente grande in esso, quasi eccessivo”. distacco, o la prossimità, delle cose. entri in relazione l’uomo, il suo poggiare originario del pensiero dello spazio. Ci- (R.M. Rilke, Appunti sulla melodia delle cose) Nella esperita consuetudine del grand sulla terra al riparo del cielo, il suo essere “La storia raccoglie le nostre azioni e le clicamente rinnovato nel principio della tour era lo stesso viaggiatore a divenire entità di misura – anche quando non depone via via nel passato”.8 Nell’as- costruzione, il gesto sacro della sottra- artefice del tracciamento di una sezione rappresentata -, della sezione stessa. È sunzione di concretezza della forma zione di materia dal suolo è chiamato a ideale di territorio, nell’intento di decodi- in ragione dell’uomo, e del suo desiderio urbana in modo spontaneo nei confronti concorrere nella definizione del carattere ficarne le misure, esse stesse custodite di infinito, che lo spazio riceve la pesan- dell’appartenenza ai paesaggi è ancora dell’architettura. In esso è già presente in quella esatta porzione di paesaggio. tezza o leggerezza necessari. Dinanzi alle oggi ravvisabile, nonostante le ingenti l’impronta fetale dello spazio architetto- In una ricognizione attenta l’attraversa- rovine del tempio di Giove di Girgenti, alterazioni introdotte nel corso del XX nico che ne nascerà. Precedentemente mento di una stanza dopo l’altra faceva meta del suo italianische reise, Goethe, secolo – alterazioni in ragione di una irri- alla sua assunzione di forma lo scavo è sì che la mente del viaggiatore si soffer- guidato da un profondo desiderio di verente provocata discontinuità rispetto ponderato nella distensione di una linea masse ripetutamente sulla disposizione 1 conoscenza, assume il proprio corpo alla forma originaria-, il valore determina- che è demarcazione, confine, “luogo” delle cose al fine di comprenderne Aldo Rossi, Studio per un palazzo dei come unità di misura: “Mi son provato to da un senso di finitezza, o misura, che della differenza, e, al tempo stesso, sigil- congressi a Milano, 1982, in “Aldo Rossi accuratamente le distanze reciproche, Opere recenti”, a cura di Savi V., Lupano M., a misurare il triglifo a braccia aperte, il paesaggio italiano, e quindi la città che lo di un intenso rapporto di comunione. vale a dire esercitandosi nella sezione Modena 1983, p. 65. senza riuscire a contenerlo; quanto alla ne è derivazione tangibile, ha saputo fare È la medesima linea che distinguendo dei luoghi. Alla vista dell’inquietante 2 scannellatura della colonna, basti che, a proprio.9 Questo grado di compiutezza, lo spazio dalla terra che si prepara ad Le Corbusier, Atene, L’Acropoli, 1920 circa, bellezza del Partenone Le Corbusier in “Le Corbusier Viaggio in Oriente”, a cura di tenermi diritto in piedi, la riempivo come evocato dalla città italiana e cristalliz- accoglierlo, lo “illumina” nel plasmare Gresleri G., p. 334. se mi fossi trovato in una nicchia, toccan- zatosi nella stessa come consapevole il contatto con l’esterno. Preludio allo 3 done il sommo con le spalle”.5 gesto di affezione ai luoghi, si rende studio del progetto di concorso del ci- Giuseppe Poggi, La sezione del Piazzale Michelangelo, in Agostini E. M., “Giuseppe riconoscibile oggi anche, ed in modo mitero che sorgerà a Sesto Fiorentino, o Poggi. La costruzione del paesaggio”, Reggio T. S. Eliot colloca la differenza tra pre- puntuale, nel principio della sezione. Fatti deducibile come altrettanto valida rifles- Emilia 2002, p. 82. sente e passato nello scarto di una esemplificativi sono affidati all’architettu- sione condotta a posteriori sul significato 4 Paolo Zermani, Il cimitero di Sesto Fiorentino, misura, quella distanza critica la cui ra costruita oltre che rappresentata, ed dell’architettura pensata, gli schizzi delle 1 1998-99, in Zermani P., “Paolo Zermani. entità è la conoscenza stessa “in un in alcuni casi maggiormente edotti nel sezioni del cimitero eseguiti da Paolo La forma perentoria della città – il ma- Costruzioni e progetti”, Milano 1999, p. 145. senso e in una misura mai raggiunti disegno piuttosto che nell’episodio della Zermani confermano il suo costante 5 nufatto architettonico per eccellenza ed Gabetti e Isola (con Guido Drocco), Casa per come consapevolezza di sé, dal passa- costruzione. La sezione che Giuseppe soffermarsi sull’idea di sezione. Nel tratto espressione compiuta della alchemica alloggi in via Sant’Agostino, Torino, 1980-83, to”.6 L’accertamento delle misure del Poggi esegue del piazzale Michelangelo, veloce con cui il segno incontra le cose ragione del locus-, sia essa sorta dalla in Zermani P., “Gabetti e Isola”, Bologna paesaggio italiano rappresenta un pro- 1989, p. 140. trascrizione di un’astratta geometria 6 fondo e fedele atto di riconoscimento, orientata o dalla adesione profonda ad Paolo Zermani, Museo dell’Acropoli, Atene, e la consapevole assunzione di dette una conformazione di Natura, rende 1989, in Zermani P., “Paolo Zermani. misure si pone come unica consolatoria Costruzioni e progetti”, Milano 1999, p. 51. testimonianza di una adusa e costante 7 promessa per la trascrizione dell’identi- rilevazione della distanza, profondo atto 2 Francesco Venezia, Disegni della Casa tà. Il progetto dello spazio, che sul suolo di accertamento della misura appro- ricorda: “Di fronte alla precisione di Malaparte a Capri di Adalberto Libera, in italiano si è evoluto in continua percetti- 3 “Scritti brevi 1975-1989”, Napoli 1990, p. 6. priata. Nell’armonica concatenazione questa rovina, si approfondisce sempre 8 bile oscillazione tra universalità del tipo straordinario e copioso tributo al tema subentrano spazi, rialzamenti del suolo di stanze che lungo il territorio italiano di più il divario tra l’anima che capisce Francesco Venezia, Teatrino all’aperto a e specificità della forma, nell’inverarsi della veduta di Firenze - sebbene la so- ad accogliere cavità o punti di traguardo si susseguono ad aprire e chiudere in- e lo spirito che misura”.2 L’autore, in- Salemi, 1983-86, in Venezia F., “Francesco dell’architettura della città e dell’edificio stituzione dei piccoli poderi collinari con visivo ad avvicinare l’orizzonte, resi me- Venezia. L’archiettura, gli scritti, la critica”, quadrature verso i paesaggi, o, secondo tensamente affascinato dal rapporto Milano 1998, p. 101. che ne è sostanza costitutiva, è divenu- la grande apertura del piazzale non risulti diante addensamenti e distensioni di ma- una doppiezza di sguardi da questi ulti- altimetrico dell’Acropoli, la città alta, 9 to intenso e grave senso della tradizione in fin dei conti convincente nella dimen- teria, perpetuando una tradizione che da mi verso paesi e città, l’esercizio della con il paesaggio circostante come Francesco Venezia, Museo di Gibellina, nel dare voce alla sonora intavolatura di sione planimetrica eccessiva conferitagli tempo secolare dispone le cose ragio- 1984, in Venezia F., “Francesco Venezia. sezione stabilisce la corrispondenza, intera messa in opera di un pensiero L’archiettura, gli scritti, la critica”, Milano compenetrazioni possibili di interni ed rispetto all’intimo e minuto apparire dei nando in sezione. Assolvendo alla presa il passaggio, la dimensione della so- spaziale “informato” dal delineamento 1998, p. 61. esterni. “Gli edifici italiani non si sono luoghi interessati-, il progetto dello stes- d’atto della singolarità delle cose è nel

116 117 Dispensario Antitubercolare di Igna- Punta Masullo sintetizzato rapidamente muovendo dall’interno verso l’esterno né vicine, e sono, per così dire, senza distacco?”. zio Gardella ad Alessandria (1934) in nelle annotazioni a schizzo, su di un atto e viceversa, necessita di un atto di ri- Cfr Heidegger M., Conferenze di Brema e Fribur- go, Milano 2002, pp. 17-97. cui la stessa si fa sezione risultante insediativo primario, l’abitare, raggiunto levazione metrica senza il quale alcuna 2 Le Corbusier, Il Partenone in Viaggio in Oriente, a di un luogo interno in un processo di da Adalberto Libera attraverso il “prolun- dimensione potrebbe essere resa. Esito cura di Gresleri G., Venezia 1995, pp. 324-325. graduale smaterializzazione ottenuto gamento artificiale del sito (…) pietra di di una pianta come messa in opera di 3 Per Le Corbusier, desideroso di comprendere l’impronta lasciata dal luogo fisico e metafisico 4 dalla ricomposizione di filtri materici paragone (…) che separa due momenti un principio di ordine, la sezione dello sulle costruzioni che l’uomo ha innalzato, anche disegno della sezione che queste vengo- che conferisce pesantezza di significato di diversa consistenza. A distanza di e misura le alternanze cicliche”13 in una spazio diviene sostanza di misura della il particolare diviene mentore di una netta volontà no disposte in reciproca corrispondenza, al progetto dell’isolato di Via Sant’Ago- alcuni decenni Paolo Zermani identifica sorta di ritratto pietrificato del luogo. È vicinanza tra le cose nel momento in di accordo con le intenzioni universali. Annota infatti del piano dell’Acropoli: “La corona di pietre cosicché possano essere comprese stino a Torino, in cui il luogo interno il museo dell’acropoli di Atene con la attraverso il pensiero della sezione che cui, attraverso il taglio, le incontra, e le che delimita il piano ha la funzione di evitare ogni nelle rispettive similitudini e dissonanze digradante delle logge, nucleo primi- la dimora si distende sul ciglio roccioso fa concorrere in una narrazione, richia- sguardo inutile. Il livello dell’Acropoli è isolato e una volta fermate nelle distanze recipro- genio della composizione, è risultato di a definire il limite dell’orizzonte all’inter- mando il paesaggio, sia esso naturale senza secondo piano, senza connessione di sorta con ciò che c’è ai piedi dei contrafforti. Lo spirito che all’interno della continuità del reale. quattro sezioni di piramide allontanate no del quale l’introduzione dell’artificio che dominio della scena costruita, a pronto si impossessa del tempo e piomba sbalor- Il progetto del cimitero trae certezza nel e reciprocamente slittate ad ottenere lascia germogliare lo spazio dell’architet- rappresentare un testo “misurabile” ed dito in una lontananza che non occorre ricostitui- riportare alla luce la tradizione insediativa un percorso cruciforme che è intima tura come “sopraelevazione del luogo”, intenso dell’architettura di ogni tempo. re”. Le Corbusier, Viaggio…, cit, p. 324. 4 Manganelli G., Viatico in La favola pitagorica, ancora presente, reiterando con profon- relazione, ma al tempo stesso cesura. esaltando il carattere di quest’ultimo Un appello che Italo Calvino non potrà Milano 2005, pp. 11. da sincerità il gesto con cui viene model- La sezione del progetto, messa a fuoco senza ferire la Natura, se questa guar- rivolgere ad un pubblico (sarà fedelmen- 5 Cfr Goethe J. W., Viaggio in Italia, Milano 1997, lata la linea di separazione tra la terra ed attraverso numerose ipotesi progettuali, da con simpatetica adesione l’innesto te trascritto nelle postume Six memos p. 282. 6 Eliot T.S., Tradizione e talento individuale in Ope- il cielo, la stessa che la necropoli etrusca distanzia le cose incontrate conferendo 6 dell’opera umana. Anche Francesco for the next millennium) denuncia il di- re 1904.1939, Milano 2001. aveva affermato con il netto rigore della profonda complessità di significato: nel- riemersione di un gigantesco rocchio Venezia, ricalcando il ben delimitato sol- sagio per la perdita di forma constatata 7 Cfr Purini F., La misura italiana dell’architettura, figura ripetuta ed addensata in una com- la spaccatura centrale della casa di via di colonna, “colossale reperto affiorante co di una vocazione italiana dà voce ad nella vita a cui è urgente opporre una Bari 2008. 8 Savinio A., Dico a te, Clio, Milano 1992, p. 11. movente forma naturale, coniugando Sant’Agostino verso le quattro direzioni dalla terra, sezionato trasversalmente, architetture in cui la messa a fuoco del difesa per riappropriarsi della fisicità del 9 Pier Paolo Pasolini è uno degli autentici testimoni il peso della ma- con una internità cava”,11 per ricondurci progetto di sezione diviene fatto fondan- mondo apparente, nonché della parola della pienezza di significato espressa dalla città teria sottratta alla ad un ragionamento in sezione in cui te ed assoluto. A Salemi, sito modificato stessa che “collega la traccia visibile italiana, della sua forma disegnata in relazione ad un territorio, e dei suoi abitanti come parte, essi dolcezza del suolo lo spazio progettato si appesantisce alla cosa invisibile, alla cosa assente, stessi, di un’intenzione corale. “Per quelle città ondulato, come se della duplice forza evocata e dall’avere alla cosa desiderata o temuta, come un dalla forma intatta e dai confini precisi con la cam- una mano sapiente presenza di rovina affiorante nonché di fragile ponte di fortuna gettato su vuo- pagna (…)” racconta dell’Italia degli anni 30-40: “(…) si poteva appassionatamente credere nella 5 15 e leggera vi si fosse figura incompiuta dal destino in fieri, e to”. Calvino, dichiarando di prediligere rivolta o nella rivoluzione, ché tanto quella meravi- adagiata per tradurla in stampo. Così la dimora dilata gradualmente la vista dal suo farsi corpo abitato. le forme geometriche, le simmetrie e le gliosa cosa che era la forma della vita, non sarebbe dal recinto esterno, margine costruito verso il paesaggio urbano della città proporzioni numeriche, insiste sull’idea cambiata. Ci si poteva sentire eroi del mutamento e della novità, perché a dare forza e coraggio era dai tre livelli di colombari, all’ossario, il costruita, che diviene dimensione essa Il cielo: l’adesione alla forma del suolo di limite, o di misura, in ragione del suo la certezza che le città e gli uomini, nel loro aspetto corpo più alto, ai campi di inumazione, stessa del progetto, ancora una volta a trova corrispondenza nella linea dell’oriz- contenere anche ciò che non ha fine profondo e bello, non sarebbero mai mutati (…)”. fino a raggiungere le cappelle del ricordo racchiudere una stanza del paesaggio. zonte. Il disegno della sezione richiama come “la successione dei numeri interi, Cfr Pasolini P., Scritti corsari, Milano 2005. 10 “Si sarebbero godute, attesa la sua giusta di- privato accumulatesi al riparo di una col- L’edificio torinese non rappresenta un un duplice margine ad accogliere lo spa- le rette di Euclide”; per parlare dell’esat- stanza ed elevatezza dal piano della città, le parti tre erbosa che ridiscende nella vasca di momento unico ed isolato di riflessione zio: la separazione dalla terra fa derivare tezza Calvino ha dovuto incedere nel più elevate ed imponenti dei grandi monumenti che sopr’essa si innalzano e, volendo, si sarebbe esondazione del canale limitrofo, il luogo sul tema ma una sorta di valido punto un contatto con il cielo e tra i due viene 8 campo incommensurabile del cosmo, potuto analizzarli, così nelle linee generali, come della sepoltura assume la pesantezza di ancoraggio del percorso progettuale, ad essere collocato lo spazio. All’interno dai crolli conseguenti il sisma del 1968, poiché del visibile è parte integrante nei loro particolari”. Poggi G., Come avvenne che di corpo plasmato a partire da una sola ogni volta distintamente declinato. A delle due linee di demarcazione edificio- il teatrino si pone come sezione atta a ri- anche l’invisibile. L’idea di spazio che trovai la posizione del piazzale Michelangelo, lette- entità, che è luogo e materia, in cui il partire dal generoso e poetico riparo terra/edificio-cielo, che diventano sin- congiungere i luoghi conferendo dignito- scaturisce dalla pulsione di una sezione ra indirizzata all’amico Giuseppe Barellai, trascritta in Poggi G., Ricordi della vita e documenti d’arte, vuoto ed il pieno si avvicinano compe- che identifica la Sede della Società cronicamente principio di una intensa sa presenza al vuoto dei corpi scomparsi “misurata” racchiude in sé la dimensio- Firenze 1909. netrandosi secondo un’antica e devota Ippica Torinese del 1960, al complesso esistenza in comunione, è raccolto il dalla scena urbana: “un alveo di pietra ne dell’infinito. 11 Zermani P., Paolo Zermani. Costruzioni e pro- attitudine. Forma di “intelligenza” dello residenziale Olivetti di Ivrea costruito carattere della sezione architettonica. drammatizza la trasformazione: il vecchio getti, a cura di Capanni F., Milano 1999, p.50. spazio il disegno della sezione diviene negli anni 70 in cui l’idea di spazio “Casa Malaparte è una sopraelevazione centro ed il paesaggio congiunti sulla 12 In relazione alla Villa Malaparte di Capri si rinvia 14 agli schizzi ed al testo di Francesco Venezia en- sintetica ed esatta rilevazione del reale coincide con una sezione trasversale, il del luogo (…) la residenza si sviluppa scena. A filo di orizzonte…”. La cavea 1 Parte del titolo ricalca letteralmente quello della trambi contenuti in Venezia F., Scritti brevi 1975- nonché espressione compiuta del carat- ragionamento in sezione ricorre anche “al di sotto” e indipendentemente, col- del piccolo teatro composta con gli altri conferenza di Brema del 1949 che Heidegger 1989, Napoli 1990, pp. 6-8. tere dell’architettura in ragione dei luoghi, nella casa-albergo Eca (1968) la cui mando il vuoto tra il piano artificiale e spazi ricostruisce il paesaggio naturale e apre interrogandosi sul significato della vicinanza 13 Venezia F., Scritti…, cit. p.7. 14 12 e della distanza delle cose nel momento in cui le Venezia F., Francesco Venezia. L’architettura, gli mentali e fisici, che l’architetto richiama. grande copertura a falde di impianto la linea naturale della sella rocciosa”. urbano attraverso la linea dell’orizzonte, distanze stesse sono state ridotte a tal punto da scritti, la critica, Milano 1998, p. 101. I progetti di Paolo Zermani, elaborati nei padano si annuncia nel panorama tori- Francesco Venezia nei suoi Scritti Brevi sorgente certa ed indiscussa dell’eserci- risultare, in alcuni casi, assenti: “Che cos’è questa 15 Cfr Calvino I., Lezioni americane, sei proposte modelli di studio oltre che nei disegni, nese, nella concisa icasticità, come una ragiona, con fedele richiamo al ciglio di zio della sezione. uniformità in cui tutte le cose non sono né lontane per il prossimo millennio, Milano 1993, pp. 63-88. insistono con assidua e consapevole sezione inattesa e quasi provvisoria. Gli appunti raccolti nel tempo sul tema memoria sul significato del pensiero La densità emotiva di alcuni episodi della sezione costituiscono una sorta di della sezione, scaturigine sostanziale costruttivi menzionati rimanda ad una collazione il cui fine è mettere da parte e coerente di una sensibilità italiana robusta specificità dell’architettura ita- punti di appoggio per una meditazione del costruire. Nell’introdurre l’opera liana che risiede nella volontà di rivelare costante su un elemento costitutivo, di Gabetti e Isola – definiti “architetti l’interna duplicità dell’edificio, intima nonché costruttivo, dell’architettura. misuratori della superficie”-, Paolo manifestazione di ciò che dovrebbe Risulta certo che soltanto in quella stra- Zermani, analizzando alla fine degli risultare invisibile e contenuto. Torna ordinaria dimensione che è il rapporto anni 80 l’opera fin lì condotta dai due alla mente l’intensa opera di revisione uomo-mondo trova identità il significato autori torinesi, riflette sul valore affidato con cui Pasuale Poccianti trasforma dell’architettura come dicotomica quan- all’“idea del lavorare attraverso sezioni”. nel XIX secolo il progetto della facciata to solidale relazione interno-esterno, È proprio lungo l’asse di sezionamento del Cisternone di Livorno, per svelarne contatto tra singolare ed universale, che avviene quel magico spostamento un’internità inattesa ed eloquente, fino armonioso o dissonante istinto di for- di materia, per arte di levare e per suc- a quel momento celata. Volontà non ma, essenza, ragione. Il passaggio da cessiva ri-accumulazione della stessa, dissimile si esprime nella facciata del 7 una categoria all’altra dello spazio, 9

118 119 classico passa dalla sezione al profilo cui si mostrano il controllo del clima e nel confronto analitico fra diversi edifi- dell’ambiente interno di una architettura ci. Dai disegni di Soane per le proprie e di come questa si avvalga dell’orienta- lezioni ci si ritrova a utilizzare la sezione mento. Negli schemi degli specialisti gli nelle raccolte di studio di rilievi di edifici obbiettivi sono il buon comfort e i rendi- così evidente nella tradizione beaux- menti energetici mentre nei disegni degli arts e dei recueils. architetti il luogo e la trasformazione pro- dotta dall’edificio sono spesso il dispo- sitivo per meglio figurare la sua ecologia oltre che la sua economia costruttiva. Si veda ad esempio la sezione di Alejandro de la Sota della palestra del Colegio Maravillias a Madrid in cui il program- Sezione

Giulio Barazzetta

4 6 dei problemi del funzionamento dell’edi- La sezione è impianto di raffigurazione dei “... Chi ricorda le città d’Europa dopo i modo in cui l’architettura si edifica. ficio in quanto ente materiale che il patri- caratteri di un edificio mediante la rappre- bombardamenti dell’ultima guerra ha di fronte a monio di conoscenze che presiede alla sentazione convenzionale dello scheletro sé l’immagine di quelle case sventrate dove tra Vediamo rivelarsi in sezione lo spazio di frammentazione dell’edifico nel dettaglio strutturale e degli elementi costruttivi delle 7 le macerie rimanevano ferme le sezioni dei locali grandi sale, altezze multiple o singoli piani costruttivo. Non si tratta di una cosa inso- murature, di ciò che esse contengono, ma assegnato del raddoppio del suolo familiari con i colori sbiaditi delle tappezzerie, ripetuti. Veniamo a sapere anche come i lita che Daniele Barbaro si permette di ti- della loro composizione. Si nota come nel viene risolto dalla capriata metallica, ma i lavandini sospesi nel vuoto, il groviglio delle pesi vengano ripartiti, come ci si appog- rare in ballo nel suo commento ma di una rapporto fra costruzione e disegno siano tale dispositivo statico diviene anche canne, la disfatta intimità dei luoghi...” gia a terra, della qualità del rivestimento. idea radicata nella cose, di una metafora ricercati sia l’esattezza del componente, macchina solare che ospita un riparo ac- Aldo Rossi, L’architettura della città, Padova, 1966 Si mostra come si prende luce, come ci si che passa dal titolo del trattato di Andrea che degli elementi costruttivi che vengano cogliente. Ci si sofferma qui sulle opere copre dalle piogge e dal sole, dove pas- Vesalio3 al procedimento di scansione del messe in evidenza le relazioni fra le parti. che ricavano lo spazio dell’architettura Come ogni architetto sa la sezione è la sano le condutture e così via. La sezione corpo umano nella diagnostica attuale. dall’ampliamento del sito: sulla capriata rappresentazione del taglio dell’edificio, è dunque quella figura del progetto che 2 Una coincidenza originaria che è tutta in- È da ricondurre al dispositivo di descri- che sorregge il nuovo suolo e sulle so- condotto dall’alto in basso lungo un pia- rappresenta l’architettura per le sue carat- Meno astrattamente della pianta, non scritta nell’analogia dell’organismo. Con zione degli elementi costruttivi il letterale struzioni che sostengo il terreno. no ortogonale a quello della pianta. teristiche fisiche e per il suo funzionamen- essendo interessata al delineamento dei un legame sufficientemente profondo da smontaggio della cosa materiale edificata to in quanto riparo, sia come macchina luoghi come superfici, la sezione, rivolta essere riscontrabile facilmente osservan- nei suoi pezzi: fondazioni, struttura, rive- Il progetto di Sota ci aiuta a mettere in statica che come clima artificiale. alla conformazione dello spazio e alla ne- do i disegni degli architetti e i diversi modi stimenti, impianti, etc. analisi per com- luce il nesso che lega l’operazione del cessità della fabbrica, procede per punti di illustrazione dei loro progetti. ponenti, organi e membra si rintracciano taglio dell’edificio con la sua interse- “… La terza idea è il profilo, detto sciografia, critici e spezzettando l’edificio nei suoi nelle figure dei trattati di anatomia e nei zione col suolo, il ruolo che la sezione dal quale grande utilità si prende, perché elementi, mostrando il rapporto fra di loro La sezione è un dispositivo di spiegazio- manuali sugli elementi delle costruzione: come convenzione di progetto svolge per la descrittione del profilo si rende conto e la forma generale del profilo dell’archi- ne di progetti di piccoli edifici nei quali è il corpo viene definitivamente scomposto nel procedimento della rappresentazio- delle grossezze dei muti degli sporti, delle tettura che si sviluppa dalla terra al cielo. ben chiaro il suo essere passaggio dalla nei suoi pezzi. Questa analogia si ritrova ne dell’architettura alla scala urbana. ritrattioni d’ogni membro, & in questo pianta ai prospetti, il suo carattere di laddove il montarsi dei testi e delle imma- Ciò corrisponde al designare il luogo, l’Architetto come Medico dimostra tutte le necessità. Le figure di alcune costruzioni gini insegue il processo costruttivo nei nel senso di individuare il punto in cui parti interiori, & esteriori delle opere, & però di architetti come Erik Gunnar Asplund, suoi atti e elementi. Una figura che regge si stabilisce l’edificazione interpretando in questo ufficio ha bisogno di grandissimo come la cappella del cimitero di Stoc- il trattato sull’architettura di Philibert de il suolo, costruendo la corrispondenza 1 pensamento, & giudicio, & pratica, come colma o il tribunale di Lister. Entrambi l’Orme 1567 come i manuali tedeschi di fra l’andamento altimetrico del sito e le “… la terza parte di questo disegno si è à chi, considera gli effetti del profilo è progetti che hanno il valore di modello costruzione e che giunge a noi nelle pagi- possibilità dello scavo, piuttosto che la quella che avemo detto chiamata «parete manifesto: perché la elevatione della fronte, 3 di architettura civile, edifici che asso- ne del manuale dell’architetto del 1947. composizione geologica del terreno su di dentro», con li suoi ornamenti. E questa & la maestà non dimostra gli sporti, le Nell’atto del tagliare per conoscere la migliano alla possibile descrizione di un Tale somiglianza anatomica non regge cui appoggiare saldamente la struttura è necessaria non meno che l’altre due, et ritrationi, le grossezze delle cornici, de i sezione penetra nelle architetture come funzionamento istituzionale e spaziale. fino in fondo nel caso di un architetto della costruzione. In altri termini ciò si- è fatta medesimamente dalla pianta con capitelli, de i basamenti, delle scale, & d’altre il medico di benjaminiana memoria. come Renzo Piano che progetta spesso gnifica che in sezione l’operazione “ur- le linee parallele, come la parete di fora e cose, però è necessario il profilo; …2. Come si vede il suo furore analitico è mediante una rappresentazione dell’edifi- banistica” critica è stabilire la quota zero, dimostra la metà dello edificio di dentro, prossimo a quello dell’anatomia e della cio fatta per sezioni prossime, susseguenti isolarla e riconoscerla come principio del come se fosse diviso per mezzo...”1. Nella ripartizione del disegno - ben mo- chirurgia. Scienze che indagano e pon- l’una all’altra nello spazio, condotte per progetto, come tracciare una planimetria strata dalle tavole ad esso dedicate del gono rimedi introducendosi nel corpo piani a distanza costante che, pur essendo significa rendersi conto della differenza L’immagine che compare se procedia- Vitruvio di Perrault - la sezione completa umano, conoscendone la conformazio- simile alla tecnica delle tomografie assiali o fra l’andamento del sito e l’orientamento mo a questa operazione, è quella della il procedimento di rappresentazione ne fisica e studiando il funzionamento delle scansioni a risonanza magnetica, geografico di un luogo. cavità dello spazio contenuto nell’invo- dall’interno all’esterno, per il suo costi- degli organi essendo l’una necessaria sembra rimandare più credibilmente alla lucro dell’edificio e, simultaneamente, tuirsi di proiezioni condotte attraverso all’altra per operare. 5 tradizione del disegno per ordinate della In questo senso l’architettura e il vuoto quella delle sue qualità specifiche. La l’edificio. Nello sforzo di rappresentare La sezione è apparato di invenzione, di carpenteria navale, cioè al disegno di su- che essa ricava con la sua costruzione rappresentazione dell’architettura che ciò che c’è, sia nel senso costruttivo che Il congegno della sezione è dunque quel- svelamento degli spazi interni median- perfici curve per piani susseguenti. coincidono con il ridisegno del suolo, ne questa convenzione ci rende se la met- di spazio, di mostrare quella parte di in- lo che comporta lo studio della formazio- te la tecnica del chiaroscuro. Il disegno sono equivalenti delineazioni, individua- tiamo in atto è la configurazione degli visibile che le compete, la sezione taglia ne anatomica, dell’architettura beninteso, delle ombre come rappresentazione L’idea dell’organismo presiede anche zione della differenza fra il sottosuolo interni, delle qualità degli ambienti e del l’involucro in modo simile alla pianta. il suo procedimento presiede sia l’analisi dello spazio vuoto nel disegno neo- quelle sezioni generali degli impianti in e ciò che sta sopra, che lo completa

120 121 con la edificazione. Mettere in luce le qualità, individuare le contraddizioni, la variabilità e la profondità della quota zero equivalgono a porla in relazione con le operazioni di scavo e di disegno del suolo, che lo rendono atto all’abitare. Così come separare la modellazione del suolo dalla individuazione degli appoggi dell’architettura corrisponde a connotare le differenze fra lo scavo e la carpenteria, ad individuare il confine fra il basamento e la costruzione. 12

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9 L’intersezione dell’edificio con il piano del suolo segna inizio e fine del piano terre- no, come il piano terra metta in relazione quota zero e spazio pubblico, come il suolo urbano regoli il nesso fra infrastrut- ture viarie, reti di servizio e vuoto come luogo di relazione delle nostre città. È stato questo il pensiero guida, l’idea dello 13 spazio pubblico che abbiamo voluto met- tere in forma nel ridisegno della piazza del Pagine precedenti: municipio di Villasanta, un nostro lavoro 1 ora in costruzione. Un progetto che ridi- John Soane, modello in sezione segna ciò che c’era in superficie con la 2 C. Perrault, les dix livres d’architecture de ridefinizione della piazza del municipio e Vitruve, Paris, 1684; livre I planche III la ricollocazione del monumento ai cadu- 3 ti. Ma il luogo della memoria e dell’iden- E.E. Viollet le Duc, Histoire d’une maison, Paris, 1888, Bruxelles, 1978; coupe sur le site, p. 47 tità coincide nel sottosuolo con il nuovo 4 archivio municipale, memoria attiva Leonardo da Vinci, feto umano nell’utero, corrente, e il piano dello spazio civico per 1510-1512, Windsor royal library 5 eccellenza è sorretto dalle colonne del E.G. Asplund, Woodland Chapel nuovo parcheggio per i servizi comunali. (Skogskapellet), 1920, sezione Nelle tavole che qui illustrano il progetto 10 6 H.A. Revoil, Architecture romane du Midi de la si mostrano i due volti della “quota zero” France, Paris, 1873; coupe de l’oratoire de st. sopra e sotto il suolo civico, lo spaccato Trophime, Montmajeur, Arles, v. I planche IV del suolo nei suoi due piani, l’articolazio- 7 A. de la Sota, gimnasio del colegio Maravillas, ne degli ordini sovrapposti, del vuoto che madrid, 1960_62, schizzo di sezione regge sullo sfondo del basamento inter- rato del municipio novecentesco. 8 L. Mies van der Rohe, casa nelle Alpi, schizzo, 1934 9 J. Utzon, Progetto per il museo d’arte Asger Jorn, Silkeborg, 1963, sezione 10 - 11 sbgarchitetti, Milano, riqualificazione piazza 1 dalla lettera a Leone X di Raffaello Martiri della Libertà, Villasanta (MI) 2007 2 da Vitruvio, I dieci libri di architettura, tradotti e 12 - 13 - 14 commentati da Daniele Barbaro (1567), il Polifilo, B. Morassutti, unità d’abitazione “le fontanelle”, Milano 1987, pp. 29-32 san Martino di Castrozza,1963, Archivio Bruno 3 Andrea Vesalio “de humani corporis fabrica” 1543 11 Morassutti, IUAV archivio progetti 14

122 123 La lezione di Paolo Galli

Vittorio Pannocchia

Accade in tutte le occasioni nelle quali bisbiglio. Pare utile, quindi, domandar- si devono trattare questioni che inte- ci per quali ragioni sia indispensabile ressano contemporaneamente il pen- entrare nel pensiero e nel mondo poeti- siero ed il “modus operandi” umano co dell’architetto Paolo Galli, ponendo (sia che questi perseguano fini pratici attenzione al più piccolo particolare, od artistici) di dover anteporre alcune anche se soltanto in apparenza tra- precisazioni. Così, anche nel nostro scurabile, ed avere grande accortezza caso, inizia proprio da queste ultime quando si esprimono giudizi sulle sue lo sviluppo di alcune riflessioni sulla attività di ricerca e di insegnamento. La lezione di Paolo Galli. migliore risposta che merita una richie- A ben vedere ciò è dovuto ai fatti reali. sta, per nulla retorica, è presto detta: Pare qui sufficiente rammentare la co- “perché il personaggio ed i pensieri da struzione, mai giunta a termine, della lui espressi, nel corso della vita, intorno “Barca”. Così egli chiamava i succes- ai fatti dell’Architettura come a quelli sivi risultati perseguiti in un lungo pe- delle Arti visive, lo reclamano”. riodo di tempo, durato qualche decina Anni fa, egli ha dato inizio ad una ricerca di anni, nel quale aveva compiuto, da denunciando con fermezza: “Bisogna solo, tutte le operazioni e le pratiche provare a non pensare più con la testa, necessarie per rendere reale un sogno far scendere lo spirito dentro lo spes- anzi il suo sogno. Ma, anche se avesse sore vivente dei nervi e dei muscoli, qui condotto a buon fine questa opera, prende corpo e dinamismo; brevemente 1 poco gli sarebbe interessato che essa bisogna trasformare una vibrazione tut- fosse “rimasta a galla”. Il fatto non è ta nervosa in una impressione”.1 paradossale poiché l’importante era Proposito mantenuto in ogni situazione costruirla, con amore ed infinita pazien- che gli si è presentata per ampliare za, secondo l’insieme di regole poste i propri interessi culturali. Ha infatti alla guida del lavoro manuale. Attraver- suggerito a tutti di iniziare da quanto so le energie consumate per realizzare esiste effettivamente, ovvero cade, in qualcosa egli attualizzava l’idea scatu- modo diretto, sotto i nostri sensi. Que- rita dalle parole ripetutamente dette da ste parole esprimono uno dei principi Leonardo Savioli: “Lo spazio si tocca posti alla guida delle facoltà stesse del con le mani”, quasi che esso avesse pensiero proprie a chi intende “fare”. Immagini e testi di Paolo Galli una sua specifica concretezza. Almeno nei territori dell’Architettura la 1 Senza dubbi questo speciale corto cir- frase indica, da sempre, l’inizio delle Sperando di cogliere un ritmo comune si cuito, avvenuto tra la facoltà del pensa- operazioni (pratiche, mentali) avviate mescolano varie rappresentazioni di spazio: paesaggio, piante, sezioni, rapporti di re e quella del voler fare, non solo gli ha dai progettisti che, in realtà, hanno ben qualità, proporzioni permesso di riunire il momento teorico presenti sia le probabili utilizzazioni 2 con quello pratico ma soprattutto di delle materie e dei materiali, necessari È un disegno fatto sognando di ricostruire uno spazio sperimentato, sempre vivo evitare equivoci sull’importanza propria alla costruzione di un’opera, quanto le nella memoria, amato. Tenendo ben saldo a ciascuno dei due. leggi e le regole da seguire. quello che si crede fondamentale, per gesti Sebbene il nostro ragionamento mostri Così dopo accurate osservazioni di ciò essenziali, seguendo un ordine preciso, sentendo bene delle distanze immaginarie grande valore dobbiamo esprimerlo che cade sotto i nostri sensi possiamo come se fossero vere, si organizzano forme con un tono pacato forse quasi in un carpire i concetti fondamentali nascosti e rapporti 2

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in maniera più o meno determinata. gato e poi, ancora una volta, unito a biamo dunque “…cercare di mettere 5 Soltanto allora un’opera esprime com- molti altri secondo leggi e regole nuove in rilievo l’incidenza delle interruzioni” pletamente la sua vitalità, indispensa- diverse da quelle che hanno guidato rintracciate “…dietro alle grandi con- bile per comprenderne la “grandezza” la composizione originaria dell’ope- tinuità di un genere, di una forma, di e le “potenzialità” celate. D’altra parte, ra. Non si tratta, quindi, di risultati una disciplina.”4 Con buone probabi- fin dal passato, architetti e pittori ed in ottenuti con un calcolo combinatorio lità è questo l’atteggiamento assunto generale i grandi maestri hanno avuto poiché questi esiti sono nati per primi dalla nostra mente per guardare la ben chiari questi fatti. Dobbiamo perciò nel nostro animo, reso disponibile ad realtà, dopo tutto “scegliere anche un rammemorare i contenuti dei taccuini essere conquistato proprio da quanto frammento del passato è operare un di Le Corbusier, e quelli dirompenti può esprimere una certa porzione che ricominciamento di tante discontinui- di Pablo Picasso con letture ed inter- ha disvelato tutte le sue potenzialità. tà”.5 Ancora una volta, quindi, partiamo pretazioni di capolavori a lui cari quali È utile perciò, “tenere gli occhi aperti dalla suddivisione di qualcosa cioè la Las Meninas di Diego Velazquez e Le cercare in ciò che è stato pensato la via continuità imprescindibile del tempo. déjeuner sur l’herbe di Edouard Manet. verso il non pensato.”2 Ma, è utile precisare, il fatto sarebbe La rivisitazione del risultato concreto, Se le azioni, da noi compiute per as- vero qualunque specie di coesione raggiunto da un artista, a ben vedere semblare nuovamente molte cose, fosse stata interrotta. è una operazione che esprime un pen- denunciano anche i modi secondo Sebbene gli interessi e le ricerche svi- siero inequivocabile. Indica la volontà cui le abbiamo interpretate allora ciò luppate da Paolo Galli non mostrino di perseguire un esito certo poiché la indica un fatto importante: in quei unitarietà di intenti, anzi l’opposto, pare realtà rende disponibile, a chiunque momenti, piuttosto che applicare con utile tornare a ragionare della mancan- 3 - 4 Certi disegni sono degli ibridi, fissano in uno intenda impossessarsene, almeno un rigore un metodo, stiamo seguendo un za di continuità, “ci sembra di poter spazio che non esiste, innamoramenti per frammento (di un pensiero complesso, processo creativo. Le nostre parole, in trovare una poetica dell’architettura in architetture reali mescolati a sogni e finzioni. di una immagine estesa, di un grande conclusione, hanno posto in evidenza i queste fratture della continuità”6 dove Raccontano storie sentimentali vere e immaginarie. Seguendo un rito propiziatorio oggetto, in ogni modo di una opera motivi che inducano gli ideatori a rea- le fratture sono state generate nel tem- preparano stanze per accogliere desideri costruita importante). lizzare più disegni, di intenzione come po dall’interruzione del nesso che lega legati alla materia e allo spazio. Per sottrarre una parte all’unicum, rea- li chiamava Leonardo Savioli, conside- l’uno all’altro i fatti importanti quanto gli 5 L’occhio prima scandisce con ritmi sicuri la lizzato dall’uomo, sia essa una nicchia, rati indispensabili fin dal momento in accadimenti, forse stimati usuali. successione degli spazi a terra, poi segue una colonna ma anche un capitello cui si intendono avviare le operazioni E qui sta il punto poiché di solito non un movimento che si espande verso l’alto oppure un muro od un architrave è progettuali. è il persistere delle forme attraverso secondo l’impulso di una crescita vegetale. 6 necessario sostituirla con qualcosa Diventati ormai consapevoli che in il tempo che può suscitare interesse Spazio dai ritmi complessi difficili da capire d’altro, ingannevole perché prodotto tutto quanto l’uomo ha pensato nel semmai ciò “…sembra confermare la e da rappresentare. È l’unico edificio a tre dall’immaginazione. Così, intenzional- tempo fino ad oggi possiamo prima riduzione del prodotto dell’architettura piani. Dall’alto delle sue rovine appare una 7 spazialità bella e terribile insieme. In un mente privato del contesto iniziale, il selezionare “…dei frammenti densi di a semplice merce”. Le parole, ora ci- rapporto frontale con ogni singolo edificio si frammento può essere prima interro- intuizione”3 e poi renderli attuali, dob- tate, meritano alcune osservazioni per coglie la totalità della Villa. 6

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approfondire la conoscenza dei sensi vatrice”, che Paolo Galli ha comunicato ad esse propri. Questo è necessario a tutti sono nati per certi versi dal non tanto perché i valori che comuni- voler fare mentre per altri dal desiderio, cano potrebbero essere interpretati da quasi mai completamente soddisfat- qualcuno in maniera approssimativa to, di ricavare alcuni spunti da nuove od addirittura fraintesi ma perché dob- interpretazioni di ciò che esiste. Tutto biamo dire altro. I contenuti espressi questo dipende come egli ha sempre da questa frase diventano facilmente sostenuto da un fatto ineludibile. “Nel comprensibili se, per un attimo, pen- precisare dell’Architetto” permane siamo alla grande quantità di rappre- “il misurare del poetare”8 e qui pare sentazioni elaborate dagli architetti. opportuno puntualizzare, secondo il Esse, da sempre, sono state indispen- nostro convincimento, “allorché queste sabili quando è nata la necessità di attività derivano anche dalle riflessioni far immaginare, con disegni rispettosi dei grandi pensatori contemporanei”. delle convenzioni, quanto ancora non era realizzato. Ad esempio, nel caso in cui si sia trattato di edifici, anche 1 P. Galli, Parentele fra le cose, il corpo e il pensiero, Firenze 1994, p.9. la forma, ha subito degli adeguamenti 2 P. Galli, La poetica dell’immaginazione contenuto alle regole comuni (compreso l’insieme in AA.VV., Riuso urbano. Ipotesi ed interpretazioni, 8 proprio alle tecniche rappresentative). Alinea Ed., Firenze 1985, p.159. Dai ragionamenti sviluppati e dalle diverse riflessioni, fatte in questo In questo modo è diventato reale il come in altri scritti, emerge in modo chiaro l’in- rischio di assimilare i risultati, raggiunti fluenza che su di essi ha esercitato il pensiero di nei territori dell’architettura, a quelli di alcuni filosofi francesi contemporanei tra questi J. Derrida G. Bachelard e J. Baudrillard. 7 - 8 altri campi nei quali, alla conclusione 3 Op. Cit., p. 157. “La mia camera - piantina degli affetti” di ogni processo intrapreso, era impor- 4 Ivi, p. 156. La chiarezza di uno spazio affettivo aumenta tante ottenere soltanto merce. 5 Ivi, p. 157. col tempo, cementati in uno spazio senza 6 Ivi, p. 156. forma che tutto accoglie nel momento I suggerimenti, ma sarebbe più rispon- 7 Ibidem. del suo accadere, i ricordi acquistano una dente al vero dire “la concezione inno- 8 Ivi, p. 161. consistenza fisica e danno riferimenti spaziali

128 129 910 Pensieri e Collages Luca Barontini

“Ogni forma che parte dalla natura contiene scenografia nella quale il Professor Paolo Questo processo di regressione, come ebbe ci appare a metà fra architettura e natura e garantisce alla città un armonico rapporto con diverse scene sorte in un primo momento in Galli, durante lo svolgimento del corso di a scrivere Savioli, garantiva a noi studenti la ognuna delle due sembra contribuire al fasci- il proprio sistema territoriale, ma la capacità di maniera discontinua, erratica, che però chie- Architettura degli Interni, proiettava i suoi ac- libertà di “mettere a fuoco lo spazio e di misu- no dell’altra. È proprio questa condizione che instaurare un sincero dialogo natura-pietra. dono di federarsi e di formare in tal modo un querelli realizzati negli anni ’70 sul tema delle rarlo a nostro modo”, assicurando alla forma stabilisce delle basi per sviluppare certi temi “Quello che rimane del costruito infatti si pre- piccolo racconto, giacché raccontare non è rovine di Tivoli. Al ruvido supporto cartaceo, la flessibilità dovuta “da un automatismo del nostro lavoro che riguardano l’organizza- stava ad essere analizzato sia in termini di im- altro che collegare fra loro mediante un pro- scelto dall’artista come medium necessario scelto”, selezionato e stimolato intimamente zione dello spazio e la sua percezione”. pressioni fisiche che in termini di associazioni cesso metonimico un numero ridotto di unità all’assorbimento di numerosi veli di china, in rapporto alla natura. Lo studio per frammenti di quello che una mentali, proprio come succede nell’aperto definibili, misurabili in qualche modo[…]. La sovrapponeva fotogrammi delle agorafobi- La misura di Villa Adriana non era più rintrac- volta fu il sogno di immortalità di un uomo, della natura. Il paesaggio e il costruito si in- familiarità con Villa Adriana, la disponibilità di che previsualizzazioni di Ansel Adams o di ciabile univocamente, come condizione di che compose un testamento di pietra e trecciano quasi senza soluzione di continuità: una documentazione sufficientemente ampia, altri importanti fotografi. Il misurarsi delle due un solo tipo di relazione, ma si palesava in calce volto a consegnare il proprio tempo al così si finisce per reagire nello stesso modo. ci incoraggiano a comunicare proprio da qui rappresentazioni contrapposte, decostruiva in molteplici dimensioni, tante quante erano gli futuro, è un pre-testo per Paolo Galli per in- Variazione di livello si succedono in maniera 9 le nostre riflessioni. Il nostro intento non è uno noi, studenti pregni di un accademismo tradi- utenti che a questa si rapportavano. dagare l’antico rapporto natura architettura naturale, si pensa di entrare in uno spazio Nonostante le grandi dimensioni, gli spazi studio della natura che attraverso delle ope- zionale, la percezione spaziale dell’opera. “La bellezza della natura è quel sembrare di ed il mito primigenio. chiuso e questo si slarga in una spianata che del Serapeo e del Canopo non sopportano razioni mimetiche riesca a metamorfizzarla in Lo spazio, il cui messaggio era cifrato e stori- più di quello che essa stessa non sia. Strappa- La natura è creazione, opera del demiurgo, si trasforma in prato, l’ombra si articola e varia la presenza dei visitatori, l’incanto si rompe. architettura, ma è quello di aumentare il pia- camente consolidato si trasfigurava a favore re questo di più alla contingenza, impadronirsi modello di ogni processo ideativo: l’inventio in mille modi: prima si modula fra gli ulivi, poi Hanno bisogno di silenzio e di solitudine e cere delle suggestioni che l’architettura può di una lettura allusiva, evocativa, pretestuale. della sua apparenza e anche negarla come di ogni forma sottende un principio, trova bruscamente si offre ritmata dalla luce di un sono fra i più frequenti dare, mettendo meglio in relazione lo spazio Il dis-ordine logico delle complesse volumetrie irreale, è l’idea dell’arte[…]. Il fascino che rapporto di similitudine con metamorfosi criptoportico. Sensazioni di caldo e di freddo 10 architettonico con lo spazio della natura” adrianee si riscriveva così attraverso diversi ancora oggi esercita Villa Adriana non è sem- partorite dalla natura stessa. si alternano a impressioni tattili, si vorrebbe Lo scavo, la tumulazione, gesti elementari di Protetta dai rebbi del tridente di Nettuno e gradi percettivi: talvolta assumibili in presa plice da capire. Le spiegazioni che possiamo La natura è madre delle arti e pietra fondati- toccare gli intagli preziosi di una colonna un rapporto essenziale con la terra, sembrano cinta dalla sequenza filmica delle metope del immediata, tangibile e diretta, talvolta mediati dare variano a seconda del punto di osserva- va di ogni nuovo disegno della forma urbis. come si toccherebbe un frutto o un corpo”. presiedere all’organizzazione dello spazio del Partendone, l’Aula Minerva era la seducente da una più lontana ed evocata adesione. zione[…]. Villa Adriana, nel suo stato attuale, Non è la quantità di verde, ripeteva Galli, che Palazzo Pretorio e delle Grandi Terme

130 131 Galleria dell’architettura italianaL’idea che una architettura contempo- eventi Casa della finestra Altana di piazzaranea potesse Tasso portare Firenze in sé e fissare per Nel corso di un dialogo con Giovanni qualche istante o per qualcuno quella Michelucci, nel 1987, parlando di Firenze, sintesi, ci guidò a concepire una scala descriveva, ad uno di coloro che scrivono dotata di soste che non dovevano essere questa nota, la sua idea di modernità ap- soltanto pianerottoli, ma luoghi per osser- plicandola ad alcuni esempi, che trovava- vare vedute precise di Firenze, intervallata no intensi, rapidi, incessanti riferimenti alle da accessi ai piccoli appartamenti delle botteghe artigiane della città, ai suoi quar- classi popolari, fino ad arrivare alla grande tieri, tra cui S. Croce, in cui si ripetevano i finestra e a rimettere in circolo l’altana esi- riti sempre nuovi dell’esperienza. stente, all’altezza delle mura, queste ultime Le sue mani disegnavano, più ancora delle ritrovate e liberate, a terra, dalla cartella di parole, immagini di luoghi di lavoro e di muro novecentesca che le soffocava. trasformazione accessibili, che vivevano Il percorso, lassù, si poteva ritenere tem- sulla strada e nutrivano un tessuto di pie- poraneamente compiuto, perché, oltre alla tre, di metalli, di legnami immediatamente Cupola e al campanile del Duomo, con- capace di trasformarsi, di fondersi, di addi- sentiva di traguardare Bellosguardo, il luo- zionarsi in edifici, case, architetture, mura go da cui Firenze era stata osservata, per accessibili. Una lunga, infinita e atempora- secoli, da artisti e architetti. Un frammento le processione di figure, artefici, materiali senza tempo era stato cercato. che idealmente costruiva e ricostruiva, dal Da oggi nell’Altana troverà posto la “Galleria basso, la città che più di ogni altra era stata dell’architettura italiana”, sublimando tem- concepita per essere vista dall’alto. poraneamente, in un certo senso, quel dif- Dall’alto: Michelucci non trascurava questo ficile discorso sulla modernità che abbiamo elemento, che aveva ripetutamente evocato intrapreso in questi anni di scuola e accom- nei documentari girati in tempi diversi su pagnato con i convegni annuali dedicati alla Firenze, come bene ci ha mostrato Riccardo Identità dell’architettura italiana, come una Butini, ove parlava delle mura come sistema difficile e non evasiva ricerca della misura. per un itinerario di scoperta e rivelazione. Nel cuore della Firenze popolare, il rito Progettando, dieci anni fa, con la collabo- di che la “Casa della finestra” ha recitato razione di alcuni amici, l’addizione all’antico ogni giorno in questi anni nel proprio collo- convento di S. Salvatore in Piazza Tasso, quio con la vita vera dei suoi abitanti e con sul sedime del Bastione di Cosimo, a qual- la strada (mentre in basso qualcuno ha già che metro dalle mura, la scelta di inserire provveduto a richiudere lo spazio da noi una intensa fenditura nel paramento mu- riaperto verso le mura con una cancellata rario dell’edificio, che è esplicita continuità e portalino in pietra addossate al sedime con il marciapiede, il cui materiale di pavi- del bastione di Cosimo), si arricchirà lassù mentazione continua indistinto nell’interno di testimonianze della ricerca, della rifles- del piano terra per accedere alla scala in sione, della discussione contemporanea, ferro, abbiamo ricordato quella sequenza coscienti del concetto semplice che è interminabile, ma ogni volta precisa, quel- veramente moderno soltanto ciò che è la processione di artefici, immaginata, degno di diventare antico. diretta idealmente, nel suo muoversi, alla Paolo Zermani e Fabio Capanni rappresentazione di un concetto intenso e senza tempo: la città.

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Pagine precedenti: 1 Casa della finestra di piazza Tasso a Firenze foto Mauro Davoli

2 - 5 Galleria dell’architettura italiana Altana allestimento mostra Giorgio Grassi - La nuova sede della Cassa di Risparmio di Firenze - I disegni foto Duccio Ardovini

Pagine successive: 6 - 8 Giorgio Grassi Disegni per la Nuova sede della Cassa di Risparmio di Firenze foto Luca Barontini 9 Giorgio Grassi Modello della Nuova sede della Cassa di Risparmio di Firenze foto Cinzia Argenti 10 - 12 Inaugurazione mostra foto Cinzia Argenti 4 5

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Non già rifiniti impeccabilmente, (…) ma nudi e schietti Infelice quella stagione in cui le prime- sempre in affanno per mostrare l’ancora col mondo dell’architettura e la costru- donne dell’architettura si rubano la sce- mai visto, le tavole di Grassi hanno al zione che si adatta al mondo com’è per na a colpi di effetti speciali con l’ansia contrario l’ambizione di avvicinarsi il più poterlo migliorare.2 di bucare lo schermo, enfatizzando per possibile all’architettura come si do- E se per Grassi parlare di Alberti significa mezzo del disegno cose che nel proget- vrebbe costruire, sforzandosi di ridurre in realtà parlare del proprio lavoro e del to non ci sono, né mai ci saranno nella lo scarto tra la rappresentazione e la proprio modo di lavorare, rimettendoli in realtà costruita. realtà, usando il disegno per meglio in- discussione proprio attraverso il lavoro Al contrario, nel ritrovato spazio della dagare i singoli elementi dell’architettu- dell’Antico Maestro, i disegni e i modelli Casa della finestra, lontano dalle luci ele- ra in relazione al tutto, comunque senza esposti a piazza Tasso sembrano rispec- ganti delle gallerie che compravendono lasciarsi ingannare né tradire da effetti chiarsi in maniera immediata e letterale il segno e i gesti degli artisti à la page, che rendano in qualche modo accatti- nel famoso passo del De re aedificatoria hanno trovato ospitalità per qualche vante ciò che si sta cercando. dove Alberti mette in guardia dall’esibizio- settimana le tavole che Giorgio Grassi Il cantiere della Cassa di Risparmio di nismo di quell’architetto che per ambizio- 10 11 aveva predisposto per la realizzazione Firenze, ora giunto al termine ancorché ne cerca di attrarre con esteriorità l’occhio della Cassa di Risparmio a Novoli. privato di alcuni degli interni presentati di chi guarda, distraendone la mente da In fila una dopo l’altra la prima serie di in mostra (come l’autorevole auditorium una ponderata disamina delle varie parti concorso, ancora poco convinta di dive- di rappresentanza o l’atrio principale del modello per riempirla di meraviglia. nire pietra costruita, e la seconda serie di in prospettiva con cielo), ha obbligato Meglio quindi che si continuino a esporre disegni destinata all’esecutivo del cantie- Grassi a far precipitare una riflessione (e a far fare ai nostri studenti) disegni e re nel suo farsi. Disegni costruttivi da ma- su Leon Battista Alberti e l’architettura modelli, non già rifiniti impeccabilmente, nuale, in scala, per sezioni ortogonali, fatti romana che aveva per lungo tempo forbiti e lucenti, ma nudi e schietti, sì da per capire il problema ancora prima che intersecato il suo lavoro. mettere in luce l’acutezza della concezio- per raccontarlo. Viste assonometriche dal Come dice Alberti il percorso del pro- ne, non l’accuratezza dell’esecuzione.3 basso, con taglio analogo a quello che getto va dall’idea al disegno alla costru- Francesco Collotti Choisy utilizzava per costruire-ricostruire zione, cioè dal generale al particolare, 1 Non si spendono qui altre parole sulla questione, gli edifici degli Antichi, cercando di co- ma la cosa che conta alla fine è solo rimandando direttamente alla recensione che glierne il segreto tecnico: particolari co- quel particolare (anche l’idea e il dise- chiude questo numero di Firenze Architettura. struttivi degli angoli della casa laddove si gno hanno la loro conferma solo in quel 2 Giorgio Grassi, Leon Battista Alberti e l’architet- 1 tura romana, Franco Angeli, Milano, 2007. mostra l’architettura com’era. particolare), cioè l’idea che si confronta 3 Così ancora il pezzo dal De re edificatoria ripreso A fronte dei facitori di mirabolanti render con la realtà, il progetto che si confronta da Giorgio Grassi nel volume citato. 9

136 137 Gianni Braghieri In questo quadro il disegno di architettura e gli scatti tanto più nella condizione di un contesto “incognito” Uscito nel 2008 dopo la lunga gestazione ha preso Ulisse Tramonti Architettura, rappresentazione, fotografi a fotografi ci - come emerge anche da quanto ne scrivo- nella vacuità di un luogo che rappresenta una sorta di anche la forma del progetto multitask grazie al sito La luce e la città - L’illuminazione nel centro storico di Forlì a cura di Annalisa Trentin no rispettivamente Annalisa Trentin e Stefania Rössl - tempo “interrotto” della storia, nella particolarissima www.03d.it. La redazione ha raccolto di seguito al- Edizioni MDM, Forlì, 2008 letture (con Letizia Biondi, Christian Casadei e Lorena Pulelli) non costituiscono, per Braghieri, passioni scindibili da dimensione di un piccolo borgo del territorio tosca- cune delle numerose lettere indirizzate agli autori a ISBN 88-96080-02-9 CLUEB, Bologna, 2007 quella per l’architettura ma ancora un lavoro sapiente no da sempre teso tra “mito” letterario e realtà. Allora commento del volume. ISBN 978-88-491-2945-8 sulle proprie ossessioni, un esercizio dello sguardo, “Dentro le forme del vuoto” si trasforma in una rifl es- Nella lettura architettonica e storica della città, siamo so- una ricerca sul valore della luce e dell’ombra nella de- sione sulle soggettive costellazioni di senso, dove di- Caro Pirazzoli, caro Collotti, ho ricevuto il vostro liti dimenticare uno tra i tanti “materiali” che naturalmente L’architettura come esperienza di vita, totalizzante, e fi nizione delle forme architettoniche e sulle variazioni viene importante, più che il confronto, l’ascolto; quindi libro. Invece di ringraziarvi subito per il gentile pen- concorrono a formarne l’identità. Le materie, i colori, i rit- il lavoro sui temi propri del mestiere inteso non come ammissibili del tipo: una lezione di grande interesse posizionarsi in “attesa” per registrare, su quella che siero mi sono lasciato prendere dalle incombenze mi delle masse, i rapporti tra pieni e vuoti, tendono a di- ricerca di una individualità a tutti i costi - oggi spes- anche su come discipline altre possono arricchire il potrei defi nire una mappa di Bellmann i reciproci ap- quotidiane… e invece un libro come il vostro esce ventare le principali categorie costitutive dello spazio, fa- so inventiva più che espressiva - ma piuttosto come nostro lavoro senza sostituirsi alla strumentazione porti alla conoscenza di un luogo “altro”. La sequenza dalla routine e merita un’attenzione straordinaria. cendoci perdere di vista quella componente che spesso applicazione paziente su pochi temi, tramandati dal- propria dello specifi co disciplinare. In particolare poi dei progetti, riuniti in forma comparativa, li trasforma Insegnare architettura in una Facoltà che l’ha smar- li riunifi ca e li riporta ad una dimensione comune. Questo la storia e passibili di sperimentazioni e applicazioni la ricerca di Braghieri sulla adeguatezza e risponden- nella trascrizione, per interposta persona, trasferendo rita per strada e in una città che crede di custo- materiale, forse il più impalpabile, ma sicuramente il più condivisibili e trasmissibili: sono queste le più impor- za della rappresentazione delle sue architetture al lin- al lettore una realtà che mano a mano tenta di con- dirla, ma la odia, è un’operazione eroica, faticosa assoluto, è la luce. La luce che riesce a rendere vibratile tanti delle questioni che emergono dalla lettura del guaggio che esse propongono rappresenta uno dei frontarsi con la dimensione del progetto. e frustrante. Ho cercato di farlo per quarant’anni e la staticità propria di una arte solida come quella archi- testo sull’opera di Gianni Braghieri, architetto, autore pochi casi riusciti, fuori dalle mode, di far corrisponde- Il “modello” oltre che ovvio e necessario strumento ora mi sento come quel giapponese che in un’isola tettonica, capace altresì di far diventare viva l’immobilità di disegni di architettura dotati di quieta bellezza ma re alle procedure del progetto una loro chiara espres- operativo si traslittera in un “ritratto” di un “io” che si fa del Pacifi co continua a nascondersi e combattere, delle forme e mutevole la loro percezione. Anche la luce anche di signifi cativi contenuti, fotografo e, aggiun- sione analitica che non diventa mai pura immagine. “plurale”. Credo che operare collettivamente o meglio quindici anni dopo la fi ne della guerra… . Forse pro- artifi ciale, forse a maggiore ragione della luce naturale, gerei, docente che alla Scuola ha dedicato una parte Architettura e Rappresentazione esauriscono così che l’esercizio, non solo didattico, dell’agire plurale sia prio per questo guardo con ammirazione e affetto rimane spesso non considerata dalle dinamiche proget- importante del suo percorso di vita. compiutamente la descrizione dei progetti rendendo uno degli aspetti che meglio permette di connettere un tutti quelli (pochi) che come voi ci provano ancora. tuali. Spesso infatti viene dimenticato come una cattiva La lettera che apre il volume, indirizzata da Arduino bastevoli le epigrammatiche didascalie di corredo. percorso progettuale ad un “Gradus ad Parnasum”, L’unica salvezza è insegnare nei primi anni, prima luce artifi ciale arriva non solo a modifi care il senso della Cantàfora al caro Gianni, ben oltre la affettuosa scel- Così, complessivamente, questo libro è un’occasio- dove per operazioni sempre più complesse si giunga che il curriculum di studi e le riviste e i libri nuovi ab- forma, ma anche ad infl uire negativamente sulla sua vi- ta della forma epistolare, assurge a dignità di saggio ne per ritrovare, ben documentate, visibili e - mi pare alla visione di una dimensione urbana che proietta un bian fatto danni irreparabili. Si comincia sempre a vibilità. A tutto questo, pare rispondere il libro di Ulisse intenso sullo stato presente del pensiero occidentale importante sottolinearlo - vive le tracce di una ricerca, “vuoto” nello spazio del desiderio. La calma analitica disegnare la propria mano, questo miracolo di sta- Tramonti che raccoglie le sue rifl essioni progettuali per e su un suo possibile destino cui forse l’autore non evidentemente mai realmente interrotta, che ha le sue dei progetti, guidati dalla precisione dell’idea di spazio tica (meccanica) economia e bellezza: ho ritrovato l’illuminazione del centro storico di Forlì. Il libro comin- guarda con grande ottimismo. D’altra parte è proprio radici in una concezione dell’architettura intesa come architettonico, riesce a tenere insieme mondi, pensieri, questo fondamentale esercizio nel vostro singolare cia con una storia urbana dell’illuminazione pubblica, su una ricerca come quella di Braghieri, partita dal costruzione razionale ed intelligibile di un sapere interno storie e culture, in modo tale da permetterci di vedere il libro album, seguito poi da tanti altri in una sorta affrontata durante il periodo di tempo che va dal 1796 sodalizio con Aldo Rossi ma cui il ‘testimone’ Can- ad una tradizione, alla ricerca costante di un equilibrio “vuoto” come luogo dove il pensiero può generare pa- di “gradus ad parnassum”. Poi ho guardato con in- al 1935. Aiutati dal ricco materiale iconografi co d’archi- tàfora riconosce non solo autonomia ma un profondo tra espressività soggettiva e oggettività trasmissibile e role nuove, parafrasando Loos. Questo rende “Dentro teresse i vostri esercizi personali di avvicinamento vio che correda questi capitoli, la lettura delle varie fasi apporto di contenuti verso quella che fu la costruzio- condivisibile (che possa ricordare la più attraente defi - le forme del vuoto” un libro denso e lieve allo stesso all’architettura. Alla mia generazione è mancato un dell’illuminazione di Forlì, riporta alla stessa storia urbana ne progettuale e teorica di Rossi, che è necessario, nizione di razionalismo esaltato di rossiana memoria). momento, acuta rifl essione e dimostrazione della di- laboratorio che ci insegnasse il mestiere. Mi auguro della città, grazie alle cui tappe, ha potuto assumere il oggi più che mai, continuare a lavorare nella Scuola È indubbio come questa linea non abbia avuto molto mensione “didattica” come arte. che vada meglio per voi: ve lo meritate! Un augurio volto odierno. Dopodiché il libro, dopo avere riportato gli per fare in modo che torni l’architettura come la vita a spazio negli ultimi decenni ed è per questo che quello Il workshop si è tenuto presso il plesso didattico do e un abbraccio da un vecchio. orientamenti contemporanei dei progetti per l’illumina- fi lare diritta fra passato, presente e futuro, guardando sull’opera di Gianni Braghieri è ‘un libro che serve’: non Santa Teresa a Firenze dal 16 al 20 aprile e dal 30 aprile Adolfo Natalini zione nei centri storici, passa al censimento e all’analisi a se stessa per riconoscersi. (A. Cantàfora) solo a lui per fare il punto sul suo lavoro di quasi qua- al 4 maggio 2007 e presso Palazzo Cerchi (Kent Sta- dei sostegni e delle componenti di arredo legate all’illu- Ancora una forma ‘originale’ - quella della conversazio- ranta anni ma a quanti, appartenenti alla generazione te University – Florence program) a Firenze nei giorni Carissimi, in questi tempi che voi defi nite gentil- minazione oggi esistenti nel centro di Forlì, attraverso ne a due voci – caratterizza il secondo saggio nel quale di chi scrive, credono ancora in quel progetto culturale 31 marzo – 5 aprile 2008. Il seminario è stato curato mente “penosi” e che a me sembrano disastrosi per una bella e sostanziosa ricerca fotografi ca eseguita da Gianni Braghieri, rispondendo a Carlos Martí Aris, riper- e provano faticosamente a continuare a ragionarci so- da Fabrizio Arrigoni, Antonello Boschi, Andrea Bulleri, molte cose, specie per l’architettura, è stato per me Giorgio Sabatini. Ricerca strumentale e propedeutica corre le tappe della propria vita, dalla tesi di laurea del pra e a fare appassionare i più giovani studenti - anche Massimo Gasperini e promosso dal Dipartimento di oltre che un piacere una grande consolazione vede- alla formalizzazione della proposta di Tramonti, rac- 1970 al recente lavoro nella Facoltà di Architettura di e soprattutto per loro credo sia questo testo - ad un Progettazione dell’Architettura (Università degli Studi re che c’è ancora qualcuno che insegna l’architettu- contata attraverso carte tematiche di individuazione di Cesena che ha voluto intitolare ad Aldo Rossi. mestiere che, così inteso, è complesso e faticoso, ma, di Firenze, Facoltà di Architettura) con la collabora- ra, senza chiusure provinciali ma senza immotivati percorsi di orientamento visivo e delle emergenze sto- Debbo dire che, avendo per prima cosa osservato con anche per questo, tanto affascinante. zione del Dipartimento di Ingegneria Civile (Università entusiasmi per la globalizzazione dei mercati. Molti rico artistiche del centro della città, insieme alle analisi attenzione gli oltre trenta progetti documentati nella Federica Visconti degli Studi di Pisa, Facoltà di Ingegneria). I docenti in- complimenti a voi e ai vostri studenti. delle strutture che defi niscono sistemi urbani unitari e sezione Architettura del libro alla ricerca di una possi- vitati sono stati Walter A. Noebel (Fakultat Architektur Vittorio Gregotti sottosistemi omogenei di intervento. Questo approccio, bile chiave interpretativa del lavoro di Gianni Braghieri, Stadtebau und Bauingenieurwesen – Universitat Dort- consente di immaginare una applicabilità delle nuove programmaticamente prima di aver letto i testi in esso mund), Andrea Ponsi (Kent State University College Vi ringrazio molto della bella pubblicazione che do- illuminazioni, secondo modalità differite eventualmente contenuti, avevo individuato il valore di questa ricerca Dentro le forme del vuoto of Architecture & Environmental Design), Franco Pu- cumenta i lavori dei vostri laboratori fi orentini e il vo- nel tempo, in modo da poter rendere maggiormente so- in un lavoro paziente e lungo, attraverso molti progetti e Bientina - Seminario di progettazione urbana rini (Facoltà di Architettura, Valle Giulia, Università La stro modo, intelligente e appassionato, di insegnare. stenibile l’intervento da un punto di vista economico. Alla nell’arco di svariati anni, sui medesimi tipi e sui mede- Urban Design Workshop Sapienza, Roma). Visiting critics sono stati Giancarlo Come forse potete immaginare, per la formazione casistica delle varie soluzioni-tipo ipotizzate per i diversi simi temi, di volta in volta ‘adattati’ e riformulati in rap- a cura di Fabrizio F.V. Arrigoni, Antonello Boschi Cataldi, Gianni Cavallina, Grazia Gobbi, Adolfo Natalini, che ho avuto sono portato al sottotono e l’ansia di luoghi della città, si affi anca una carrellata di simulazioni porto ai caratteri del luogo e alla ragione ed al senso dei Skira editore, Milano, 2008 Domenico Taddei. Gli studenti sono stati 70. teoria non è tra quelle che mi tolgono il sonno (come renderizzate delle nuove ipotesi di illuminazione, nelle manufatti. E si deve certo alla chiarezza paradigmatica ISBN: 978-88-6130-766-7 Saverio Pisaniello ha scritto recentemente, con la solita magnifi ca ar- quali si gusta l’effetto migliorativo delle poche ma es- dell’opera dell’architetto più che alla abilità del recen- guzia, Luciano Semerani commentando i disegni di senziali modifi che illuminotecniche proposte. sore se è questo il tema che ricorre anche nel saggio Il lavoro collettivo sviluppato in un workshop permette Giorgio Grassi), però i progetti dei vostri studenti e Il libro, oltre a veicolare un progetto nel suo specifi co, ha di Giovanni Leoni su La ricerca architettonica di Gianni di assumere un punto di vista del tutto particolare. La quello che voi scrivete mi sono sembrati veramente il merito di porre l’accento su un problema tanto impor- Braghieri i cui valori sono proprio individuati nella fi ssità relazione di cerniera, tra dimensione “teorica” e “pra- Giacomo Pirazzoli e Francesco Collotti belli e interessanti, certamente tra le cose utili da co- tante quanto trascurato, dimostrando in fondo come la della ricerca, nella permanenza dei temi progettuali, nel- tica operativa”, obbliga ad una presa di distanza tra il Da zero a tre dimensioni noscere, che ultimamente non sono molte. luce non sia solo un mezzo per evidenziare architetture la tensione verso una elementarità architettonica che proprio personale “vedere” per trasformarsi in visione From zero to three dimensions Enrico Bordogna e oggetti della città, ma anche un elemento e una possi- conduce a forme ‘trovate’ (nella storia dell’architettura, speculare, ricorrendo a Valery si potrebbe parlare di a cura di Lisa Ariani e Caterina Bini bilità, capace di far vivere in maniera diversa l’esperienza nella città della storia, nella propria memoria) piuttosto “vedere vedersi”. Attraverso l’operare, i giovani pro- Biblioteca del Cenide, Cannitello (Rc), 2007 dello spazio e della sua percezione. che inventate (nel senso di create ex nihilo). gettisti mettono alla prova la personale soggettività, ISBN 978-88-87669-53-4 Fabio Fabbrizzi

138 139 Fabio Capanni ha fatto sì che il materiale edito risulti ibridato e rechi in dall’altro di profonda gratifi cazione per la possibilità di a quella di linguaggio. Egli legittima culturalmente que- Giorgio Grassi rivestimento come è, tagliato di netto a mostrare la se- Di alcune fi gure e caratteri dell’edilizia residenziale sé tratti specifi ci di ciascuno di essi. La speculazione ac- ricostruirne la genesi -assieme a quella di altri episodi sta idea attraverso una serie di temi, che analizza come Una vita da architetto zione dell’edifi cio fatta di pietra e mattoni, nei fatti il suo in Toscana cademica si è dovuta confrontare con la prassi tecnica non certo minori: dalle Photo fry alle Art cards. Da Fresh permanenti e costanti, all’interno del tempo e dei diversi Franco Angeli, Milano, 2008 frontespizio cieco. Mi ritrovo tra quelli che chiami allie- Noèdizioni, Firenze, 2008 del costruire e dell’amministrare, dando al contempo ad air cart a Reality Properties: Fake Estates. Da Jacob’s itinerari progettuali, dimostrando come ogni poetica, ISBN 88-06-14380-8 vi curiosi ed esigenti, che vogliono sapere quello che ISBN 978-88-8976-659-0 essa la possibilità di elevarsi qualitativamente. La ricerca Ladder ad Offi ce Baroque per citarne solo alcuni. La- pur portando con se caratteri di ovvia unicità, riesca a pensavi e pensi del nostro comune lavoro e di come quindi, pur nella sua dichiarata e ovvia non esaustività, ha vori esposti e pubblicati con estrema dovizia e cura in contenere quale retroazione profonda, un nucleo teori- Caro Giorgio, il libro che hai scritto e in cui ti sei prefi s- ogni volta l’hai affrontato. Scegliersi dei Maestri – del Percorrere il paesaggio toscano, osservarlo, indagar- il grande merito di proporsi come riferimento per la cono- un’agile edizione che presenta fi n dalla copertina un co e operativo comune. Si profi la così un’idea di Scuola so di essere sincero dovrebbe - proprio per questo - resto – è stato per anni il vero titolo del tuo corso di lo, studiarlo. Visitare i borghi, le città e le campagne, scenza e la sistematizzazione di una eredità di enorme sottile ed intrigante messaggio subliminale: una foto in intesa quale generale paradigma di riferimento, carat- essere letto da tutti gli allievi della Scuola, affi nché non Composizione III a Milano. Allora facevi lezione per po- respirarne il carattere. Scoprire le peculiarità dei suoi valore che sempre più deve assumere un ruolo centrale bianco e nero, una delle tante che documentano l’opera terizzato dalla variegatissima complessità delle diverse possano dire che nessuno li aveva avvertiti. L’esatto chi studenti di lungo corso che l’esame lo avevan già frammenti, ognuno dei quali presenta caratteristiche nel lavoro di progettisti, committenti e amministratori. Conical Intersect, commissionata dalla Biennale di Pa- espressioni linguistiche, che ci aiutano a ricordare che contrario di quanto ti chiedi nelle prime righe di una vita dato o non l’avrebbero dato mai, forse per non sporca- uniche generate dalla storia della propria evoluzione, al La struttura del libro è agile e chiara. Le fi gure e i caratteri rigi nel 1977. Una foto scattata dall’interno dell’edifi cio le diversità altro non sono che elementi da custodire e da architetto, mettendo in dubbio che la storia del tuo re la passione. All’inizio dell’anno, a dichiarare adesione fi ne di ricomporre il mosaico che essi costituiscono e individuati vengono analizzati, descritti e schedati. Il risul- e che descrive l’intersezione delle invisibili coniche cui da esaltare nell’uniformità. Attraverso il fi ltro di queste lavoro possa interessare a dei giovani architetti. Per a una famiglia spirituale, parlavi di quanti hanno scritto che struttura quella unità coerente che è il paesaggio tato è un abaco di soluzioni messe in opera nella storia fa riferimento il titolo dell’intervento. Una sorta di enor- tematiche comuni, effi cacemente inquadrate nei capitoli questo ho letto le tue pagine come un necessario Na- del loro lavoro raccontando come lo facevano: Arturo costruito toscano. Ricercare con pazienza le fi gure ele- che porta a comprenderne le ragioni e ad individuare gli me ed irregolare oblò che inquadra una via del Marais iniziali, le tre generazioni di progettisti, sfi lano in sequen- chlaß, un lascito intellettuale scritto in vita (con qualche Martini inseguendo l’antichità e quei suoi valori primor- mentari che ricorrono nel patrimonio edilizio residenziale strumenti progettuali utilizzati e utilizzabili. Si apre così all’epoca della costruzione del Centre Pompidou. Una za generazionale, documentate da biografi e critiche e molto franco regolamento di conti che, in un mondo diali di pura materia, Bresson con la sua ossessione con lo scopo di stilarne un campionario che ne conten- all’architetto “un orizzonte all’interno del quale possa bella immagine certo, ma soprattutto una descrizione ragionate delle loro poetiche, svelando, così in una ine- falso, non guasta a render le cose più chiare e a se- compositiva (costruisci il tuo fi lm sul bianco, sul silenzio, ga anche le variazioni e le deroghe. Operazione scien- muoversi riscoprendo il senso dei luoghi e delle loro perfetta dell’effetto che l’opera di Matta Clark ha sul visi- dita visione di insieme e di possibili reciproche relazioni, gnare il fatto che poi non ci siamo mai stati a fare delle sull’immobilità), Ingres che spiegava a sua volta come tifi ca, tassonomica, che si pone come punto fermo ne- tradizioni costruttive: una sorta di raccolta di materiali tatore della mostra e sul lettore del catalogo. l’altissimo spessore culturale che le caratterizza. Uno porcherie). Prendi in prestito nel titolo una fi gura del aveva fatto il bianco (ammirando Raffaello, capolavori cessario alla base di tutti i ragionamenti sul patrimonio resistenti all’azione del tempo tramite l’ausilio della quale Non sarà per niente facile ritornare a vedere la realtà spessore nel quale, permangono evidenti i nuclei forti Liga, dichiarando incondizionata affi nità per quei per- fatti per persuadere e non per stupire). Come con la ra- ereditato e sulla sostenibilità degli interventi futuri, e che risulti meno arduo il tentativo di colmare l’attuale distan- come se niente fosse successo. Non sarà per niente che strutturano la continuità tra passato e presente; un sonaggi intelligenti, generosi e altruisti che stan disco- gazza che a Firenze ti chiedeva dello spigolo: neanche invece troppo spesso è stata data per scontata, sotto- za fra il progetto di architettura e le sempre più cogenti facile rinunciare a vederla dall’interno del corpus delle presente nel quale queste “tematiche di collimazione”, sti dalla scena e fanno il loro mestiere, si attengono al un attimo a parlare del perché, a lungo interrogandosi valutata, provocando, come scrive l’autore, “l’amnesia istanze di sostenibilità ambientale”. opere di Gordon Matta Clark. come l’autore molto effi cacemente le nomina, vengono loro ruolo e non devono inventare niente, senza l’osti- del come le cose si fanno, della nostra ansia di cono- che ha colpito negli ultimi decenni l’intero processo che Alessandro Masoni Andrea Volpe maggiormente stemperate nelle prove progettuali più re- nazione del difensore puro, né i tic isterici e le frenesie scenza per cogliere il segreto, per imparare e rifarlo. porta alla realizzazione dell’edilizia residenziale”. centi, in virtù della comune decategorizzazione subita da da prima donna di tutti gli attaccanti. Come le api fanno Cioè a dire del come quelli bravi lo avevano fatto. A In questo scritto il patrimonio esistente non è mai conce- tutti gli aspetti della nostra cultura contemporanea. il miele, c’era scritto una volta sul retro di copertina di Klein-Glienicke, mentre stavamo facendo il concorso pito come “possibile repertorio linguistico”, ma piuttosto In questa fi orentina coralità fatta di voci diverse, l’autore architettura come mestiere e non ho mai capito se fos- per il Prinz Albrecht Palais, ci siamo fermati davanti a come “sapere stratifi cato”. Le fi gure che vi vengono in- Gordon Matta Clark Fabio Fabbrizzi coglie la coabitazione di radici opposte tra loro, capaci se una nota redazionale tuo malgrado, oppure una di quel punto magistrale dove il “vecchio” edifi cio tocca il dividuate sono lette e schedate con intento compositivo, Catalogo a cura di Lorenzo Fusi e Marco Pierini Opere e progetti di scuola fi orentina 1968-2008 di fare resistere nella stessa progettualità, la presenza quelle cose di buon senso e fulminanti á la Tessenow, “nuovo”, lì dove il Maestro piazza il pluviale a segnare sono elementi la cui natura e le cui relazioni reciproche Silvana Editoriale, Milano, 2008 Alinea Editrice, Firenze, 2008 dello statuto disciplinare e quello istintivo, la razionalità come quella sua idea dell’ornamento paragonato al lo stacco tra i due corpi di fabbrica. O ancora restando sono frutto di una saggezza progettuale millenaria che ISBN 88-366-1170-2 - ISBN13 978-88-3661-170-6 ISBN 978-88-6055-206-8 e l’emozione. Addentrarsi nelle sue tappe e nei suoi sorriso in una persona timida o come il papavero nel a lungo ammirati sul fi anco dello Altes Museum, dove trascende l’imitazione per farsi puro processo evolutivo, momenti essenziali, signifi ca comprendere proprio i campo di grano. Comunque sia, questa tua prova di la bravura di Schinkel si coglie nel saper stare al proprio il quale, come del resto accade in natura, si attua per “Io appartengo a quel vasto gruppo di persone che L’esplorazione di un vasto panorama architettonico temi di queste diversità, che paiono spesso scaturire, rifl essione è proprio all’opposto di una autobiografi a posto ricomponendo un ineccepibile fronte (apparen- sottili scarti e miglioramenti minuziosi, piuttosto che per stanno tentando in una maniera artistica di creare ed abitato da ben tre generazioni di progettisti, rivela la proprio dalla struttura ambientale della stessa città di scientifi ca, con quel tendere invece sempre col lavo- temente) secondario. Non un attimo a pensare alla grandi invenzioni. L’intenzione della ricerca è esplicita: espandere la ‘mitologia dello spazio’. Non so nemmeno reale, ma attraente diffi coltà dell’addentrarsi all’interno Firenze, dove ancora oggi come in passato, il proget- ro alle cose necessarie, più interessato all’architettura risposta del problema, indagando invece la domanda fornire un “viatico per una straordinaria possibilità in- cosa voglia dire la parola spazio. La continuo ad usare. dell’incerto orizzonte della critica progettuale. La pri- to, prima di essere un progetto di forme è un progetto che alla propria opera, più al destino dell’architettura sottesa alla ragion d’essere delle forme, inseguendo ventiva fondata e mai gratuita” in continuità con la storia Ma non sono molto sicuro di cosa signifi chi.” ma sensazione, sfogliando il volume, è dominata da di relazioni. Da qui l’idea suggestiva di scuola come che alla propria gloria. Ed è questa un’idea che mi è quel segreto tecnico fondato nelle cose, nella loro dei nostri luoghi. Nel passato il processo evolutivo della Con queste parole, tratte da un’intervista del 1978 a cura un sentimento di sorpresa, poiché il primo bilancio del operatore culturale e operativo capace di contenere sempre sembrata tecnica e politica al contempo, a realtà. Che ti sia trovato in imbarazzo a parlare di te, prassi costruttiva ha avuto il fi ne di “sfruttare appieno di Judi Russi Kirshner posta a conclusione del volume, complesso corpo dell’architettura fi orentina, risale a cir- l’insieme delle modalità tese a raggiungere la forma e partire dalla tecnica però, dal particolare al generale dunque si capisce. Contro il personale in arte: si fi nisce le intrinseche potenzialità di elementi che, da sempre, Gordon Matta Clark sembra lasciare volutamente irrisol- ca 40 anni fa, per mano di Giovanni Klaus König, che non soltanto a nominarla, che è cosa profondamen- come si diceva: farsi carico della città, pensando che sempre per fare l’autoritratto (personalità è la più gran- sono stati utilizzati dall’uomo per ottimizzare il rapporto to ed indeterminato l’oggetto della sua opera. Ma solo in con seducente ed intrigante disinvoltura ebbe il merito di te diversa. E dalla lettura del libro ci accorgiamo che senza amore per l’architettura a farne le spese sono de delle negazioni). Credo tu ci avessi detto in qualche della costruzione con le condizioni climatiche locali”. Ciò apparenza. Se lo spazio è per lui apparentemente inde- concentrare l’attenzione su questa realtà; così come si tutto questo è avvenuto e avviene attraverso piccole sempre le nostre città, appunto. E anche qui, simme- lezione, forse ancora a proposito di Ingres, che il vero riconduce questa ricerca nell’orizzonte della sostenibilità, fi nibile ed inconoscibile, sicuramente quello che emerge può essere colti da un sentimento di diffi denza, pensan- modifi cazioni che hanno di fatto evoluto la ricerca tricamente all’architettura com’era (di cui a buon diritto artista parte dal materiale, l’artista sentimentale parte al centro del confronto sulla costruzione di una edilizia in modo chiaro e netto dal suo lavoro su tale sfuggente do che niente potrà eguagliare quell’opera, così come progettuale senza stravolgerne il senso più profondo, sostieni le ragioni) verrebbe voglia di parlare della poli- sempre dal soggetto. Mi interessa infi ne tornare qui sul sostenibile, temi dei quali oggi spesso si parla senza elemento è l’indubbia coscienza della sua dimensione niente potrà sicuramente trattare in maniera esaustiva le che viene messo in luce, quale ragione di un divenire tica com’era... intendo quella che perseguiva la felicità tuo giudizio rispetto alla Scuola, dato che gli studenti piena coscienza, dando adito a fraintendimenti e sottili mitica. Evocata continuamente mediante imprese ad molte sfaccettature dell’argomento. Dopo aver viaggiato che è in fondo continuità. Quindi in ultima analisi, que- di tutti, non il vantaggio di qualcuno. dovrebbero essere il motivo più importante e confor- ipocrisie. Si tenta qui di fornire gli strumenti per compren- un tempo titaniche ed effi mere, tutte volte a fi ssare la nella lettura delle quasi 500 pagine, opera di appassio- sta magistrale ricognizione di Fabbrizzi negli ultimi 40 Questo numero di Firenze Architettura esce nei giorni tante della nostra presenza tra questi muri, per mette- dere il paesaggio costruito toscano e al tempo stesso di sua epifania nelle fotografi e, negli assemblage di ciba- nata ricerca e di critica compiuta da Fabio Fabbrizzi, anni di progettualità di Scuola Fiorentina, altro non è in cui nell’altana di Piazza Tasso sono esposti i tuoi di- re a disposizione di quelli che intendono condividerla mettere in condizione il progettista di attingere ad una chrome, nei fi lm in super 8. E poiché ogni il mito trova il non possiamo altro che abbandonare ogni punta di per- che un lavoro prezioso sul senso di una nostra comu- segni per la Cassa di Risparmio appena fi nita a Novoli. un’idea dell’architettura il più chiara e ordinata possibile. tradizione costruttiva pienamente sostenibile, di agire in suo fondamento nella distanza e nel culto dei simulacri plessità, per confermare davvero la sorpresa che in un ne identità architettonica. Un tentativo di riscoperta e A una studentessa che alla vernice ti chiedeva il per- Dal tuo libro si capisce che si impara per incidenti, sotto continuità col paesaggio, al fi ne di prevenire quelle detur- e non nelle opere conservate nei musei o nelle gallerie, il primo momento ci solleticava e che ci fa sentire risarciti di riaffermazione di un signifi cato che poteva apparire ché di quel cornicione interrotto sullo spigolo dell’edi- l’urgenza di fare quella cosa lì e non la sai fare: non si pazioni che rischiano sempre più di snaturarlo, di privarlo destino effi mero delle anarchitetture di Matta Clark pare da un’opera che mancava. Mancava perché nessuno sovrapposto, disarticolato, dislocato e diffuso, ma che fi cio, hai al solito risposto parlando del come, di una impara a freddo, non serve a niente. Al contrario di quei di quel suo carattere peculiare che è la “perfetta simbiosi dunque essere non solo ovvio (trattandosi per la mag- prima di lui aveva avuto l’impegno e la responsabilità invece attraverso la lettura dei vari capitoli, si sente non casa che doveva essere tutta in mattoni nella massa, professionisti con l’ambizione dell’insegnamento che tra uomo e natura”. La ricerca, svolta dal Dipartimento gior parte di lavori su edifi ci destinati all’abbattimento) culturale di tale nuovo ed esaustivo bilancio di questa re- soltanto descritto, ma anche soprattutto “salvato”. ma rivestita di pietra sulla facciata e che, girando su non avevano nemmeno il tempo di venire regolarmente di Progettazione dell’Architettura dell’Università di Firen- ma del tutto necessario. È per questo che visitando la altà fi orentina, addentrandosi nuovamente nelle pieghe Con voce volutamente diversa, l’opera non si presen- un altro lato, non doveva farsi mancare di mostrare il a lezione, soprattutto non avevano niente da insegnare, ze, è il frutto di un lavoro corale dei ricercatori Michela mostra e poi sfogliando le pagine del bel catalogo, ac- di una così diffi cile ricognizione. Diffi coltà questa che va ta come il semplice sequel della sua precedente illu- trucco disvelato: come se la casa di mattoni dietro ci niente da trasmettere del loro lavoro, del loro impegno Bracardi, Stefano Bruni, Riccardo Butini, Inge Iacoviel- compagnati dai saggi dei curatori, dal contributo della di pari passo alla complessità che sempre caratterizza stre omologa. Al contrario, con la sua propria caratura fosse veramente. Una testa di mattoni per lato, dispo- nel loro lavoro. Erano stati i tuoi professori, ed è di poco lo, Adelaide La Fauci, Claudio Marrocchi, Francesca vedova Jane Crawford, dall’arguzia critica di Richard le sue espressioni progettuali e che mal si ricuce in un e la sua autonoma statura, costituisce sicuramente un sti a libro a far l’angolo, accenna a questa voglia della conforto il sospetto che le pratiche di quella Scuola sia- Mugnai, Gianni Voto, e coordinato da Fabio Capanni. Il Attlee e dalla testimonianza delle curatrici dell’archivio in lineare discorso culturale, riconducibile all’ambito di una momento basilare che non è limitato al solo ristretto casa. Le hai mostrato l’altra assonometria del tratto di no ancora un po’ rimaste… Per questo mi ritrovo con lavoro di ricerca dell’Università è stato inoltre promosso deposito presso il CCA di Montréal, si fi nisce per prova- possibile semplifi cazione chiarifi catrice. Fabbrizzi che fa ambito fi orentino, bensì aperto al confronto e al dibat- mezzo del complesso, dove questo fatto è a maggior te – ancora - quando dici che hai un’idea abbastanza e sostenuto dalla Regione Toscana e dalla cooperativa re un sentimento contraddittorio: da un lato di nostalgia di questa complessità il fuoco distintivo della sua lettura, tito con l’intera cultura architettonica italiana. ragione evidente: ai lati del corpo principale la faccia- alta di come deve essere una lezione universitaria. di abitanti UNICA. Questa sinergia tra soggetti differenti e rimpianto per la defi nitiva perdita dei lavori maggiori, non cade però nell’errore di omologare l’idea di scuola Ulisse Tramonti ta non gira - alla maniera di un manuale - si mostra il Con affetto e riconoscenza, Francesco Collotti

140 141 The Section by Eleonora Mantese subtle shadow enhanced by grates and verandahs as a mean to be insulated from scribing our present and revealing our future. A vivid example of its predicting parisian flâneur’s concept of space. (page 2) the outdoor. The buildings materials have a fundamental function in the construction quality was recently shown at the Santa Maria della Scala Museum in Siena. The Probabily this is the best proof of Gordon Matta Clark’s powerful opus. The pos- Should it be possible to read the history of archi- of this section when utilized with a stringent representative logic. occasion was given by the first Italian retrospective dedicated to Gordon Matta sibility that he gives us still to add new images and visions to his work, beyond its tecture, but also the history of ideas, the history The base of the Governor’s palace with it’s cross-shaped imposing pillars im- Clark. An artist who seems to gain, year after year, a prophet like status in the specific history and context. Beyond obvious references that some critics propose, by herself, as an effort to restore the order where presses to the building an incipit that progresses by stratified superimpositions international art scene. between his work and the architectural deconstructivism. there is disorder or to shalter what was an estab- revealing more and more lightness while ascending. Every layer implies a peculiar This is particularly true if we consider the beginning of our new century and its The Siena exhibition catalogue includes an interesting essay dedicated to the lished situation, always, when there is disconnec- and symbolic logic. These three examples reveal how an architect may inprint the devastating economical, ecological and political crises. All aspects much antici- Matta Clark archive at the Canadian Centre for Architecture. Shown among oth- tion with the past, it is needed to deal with the section pulling the roots inside the earth, ploughing a deep furrow. pated by Matta Clark’s works. ers in a recent exhibition organized by CCA. concept of unity which reclaims to be investigated, Furthermore there is a use of the section that has a poetic and conceptual nature. Born in New York in 1943 prematurely dead in 1978 at 35, Matta Clark grew up Sometimes and by chance, it is possible to recognize precious clues even if these mainly during hard times. The paradigmatic example of such section is represented by the serial Wall houses in the avantgarde milieu gravitating around his father Roberto Sebastian Matta are not directly linked to each other by any logical evidence. Let’s try to think of On this matter the mankind has learned a lot from by John Heiduk: it is a section which may be both temporal or atemporal, close to Echaurren, the Chilean surrealist painter. Matta after graduating in architecture in Matta Clark’s pieces from this particular viewpoint. Let’s think of the dialogue the great personalities of the past like, just to make the teaching of Terragni: to bring at the uttermost the conception of space and time Santiago in the ‘30’s moved to Europe. artist set between his cuts and the elementary figures and forms of architecture. some examples, Leon Battista Alberti, Andrea implies to entrust every piece of the project with symbolic endowement. The wall as During a brief time in Madrid he had the opportunity to meet Federico Garcia Lorca Let’s think of the proximity between his archive and the Aldo Rossi’s one. Both Palladio, Omero, Dante, Goethe that have been a symbol of the present is reminiscent of the past and casts the future toward the and Rafael Alberti before settling down in Paris where he worked as a draughtsman exhibited in the same room in a far away Canadian Museum. Probabily it is not by able to convey to unity the splintered minds that numberless images that Hejduk cings to the wall. in Le Corbusier’s office. chance that we recall another image, another possible correlation: emerge when history crosses crucial hours. The Heiduk’s project is correlated to the vital corse of the time. Soon seduced by Surrealism, Matta promptly rejected the modernist theories of “How to set the dimension, and what kind of dimension? During this summer of The architect, while standing thinking to a construc- The sections conceived by Aldo Rossi, sometime blown up as a will to witness the the Swiss master and began a new career as a painter. While in Paris he met Anne 1977 I found myself in the Osteria della Maddalena when in the midst of a conver- tion that, by definition, represents a whole unity, “grandeur” of the inner of a public building, as it happens with the great section Clark, an american designer and former girlfriend of Isamu Noguchi, and with her on sation not so understandable I heard an architectural definition. I wrote it down: feels the impulse to dissect the different and connected plans in order to be able to of the Cinema’s Palace in , or the current domestic life of a house, often his side, he crossed the Atlantic ocean leaving behind the gloomy europe of 1939. «There is a ten meters drop in the highest part of the room». I ignore the context open them and to read them, to examine them and to penetrate them in the plan, in a small house, where the household tools are on evident display echoing and Gordon and his twin brother, Sebastian, will experience on a daily basis the crea- of this sentence but I think that a new dimension was set up: It is possible to live in the elevation, in the section that reflects the essential space of the building. reminishing old memories. tivity of the New York based surrealist diaspora. A sort of permanent, domestic, rooms with a drop? Does there exist any real possibility for a project of architecture This anatomic dissection, this nearly obsessive will by wich an architect stare the There is another kind of section that has no roots into the soil, but penetrates the avantgarde lifestyle, in which design culture blossomed in spite of the international to be designed beyond memories and experiences? Needless to say that I’ve tried parts depend on the aim to restore the construction to unity. nature: that’s the matchless adventure that le Corbusier crosses together with the artistic career pursued by the father and thanks to family acquaintances like Buck- to design this project or room: I could do it but it always stops itself in front of an The review Firenze Architettura in the last issue about the theme of the “Great plan” contractor Edouard Trouin for the Sainte-Baume Basilica. minster Fuller and Bernie Kirschenbaum. unconceivable void. For many reasons this void is both its joy and its absence.” has contributed to this need and now repeat the effort by entering in that essential At the beginning of the third millenium breaks in the Pariser Platz of Berlin the project No doubt these are the reasons behind the words quoted at the beginning of body of the architecture that is the “sectio”, in her latin origin conceived as a “cut” and by Frank Gehry for the new headquarters of the Deutsche Bank granting us a great this article. A piece of advise to a doubtful son from a father who still considering in the long run endowed with many significances, some of them very complex. lesson on the theme of the section. himself an architect rather than solely an acclaimed artist. I will try to explain this richness and complexity of the attributes through few examples. Behind the trilitical facade that faces the square, captain Achab shelters his whale: Maybe it is not so strange to read the whole Matta Clark’s work through the creative Some paradigmatic experiences enhance the importance of the section which but F. Gehry whose biography somehow resembles that of Herman Melville is more tension spreading from the wordplay set between ‘no where’ and ‘now here’. assumes patterns extremily conceptual and narrative. As for some buildings they Ismael than the captain. Just recall the incipit of Moby Dick: “Call me Ismael” and An undefined workspace used by the artist to modify moments of the brutal Fabrizio Rossi Prodi could be detected as a “big section” where the narration unfolds by an emphasized what he says at the beginning of the eightysecond chapter “there are some enter- transformations of New York during the ‘60’s and the ‘70’s to create extraordinary Provincial Headquarters, Arezzo by Fabiano Micocci ascensional course. The “great plan” of the Terragni’s Danteum finds in the section prises for which an accurate disorder is the only valid way” There is an evaluation of pieces and events. (page 30) the counterproof of it’s essence and it could not be otherwise. the site without an exessive rushing patterns, on the contrary, by a tectonic impulse Matta Clark enrolled Cornell University in 1962. He got soon disappointed by the The project for the new provincial Terragni himself, introducing the project, writes: “To imagine and transfer into stones of the front, while the marvelous, the surprise are reserved to the inner space, and, rigid theoretic layout of the course designed to train up well educated profession- heaquarters in Arezzo aims to define an architectonic work that trough balanced proportions of the walls, of the halls, of just to go back to John Soane, “The poetry of architecture”. Finally, it should never als. As a reaction he started to develop a personal approach towards architecture an institutional but modern image for an the ramps, of the staircases, of the ceilings, of the inconstance play of lights and the be forgotten that the section of any building contribute to the creation of an urban free from the strict boundaries of the practice and close to the site specific issues administrative building and to integrate beam of the sun, that may break from above and diffuse to those that move within texture, to the complexity of the town. pursued by land artists. architectural and urban surrounding the inner spaces, the feeling of a contemplative seclusion from the outer world where While some cities find in the plan their clarity or, on the contrary, their metropolitan In 1969, one year after his B.A., Cornell staged the ‘Earth art’ exhibition. On this features to reassert civil values by the prevail an excess of uncomfortable uproar, anxious excitement insane rushing”. sprawl there are cities whose knowledge remains superficial without an analysis of occasion Matta Clark had the opportunity to meet artists like Robert Smithson mix of high rapresentative authority and It is only trough the section, when one deals with projects with an obliged direction, the section. I think specifically at the lacking perception of Venice without examining and Walter De Maria. Moreover he assisted Dennis Oppeneheim in making ‘Ac- familiar imageries for the inhabitants. that the project gets unveiled: this is true for the Danteum as well for the spiral-shaped the sections or part of the sections. cumulation Cut’. A cut made with a chainsaw on the icy surface of a lake situated This purpose is achieves by a ma- museum by Le Corbusier, as well for the F.L. Wright’s museum in New York. Over Venice there has been an impressive quantity of lecture on plans, some near the Campus. An ephemeral and huge work, designed to last only twenty four nipulation of traditional and landscape “From within outward” will be the headline of great exibition dedicated to F.L. Wright realistic, some imaginative. The city has been variously examined, trough uniques hours and whose real objective was the photographic documentation. elements. Those are revistited and that will be inaugurated next mouth of May conciding with the opening of the re- structures from the palaces, to the churces, to the bell towers, to the “campi” e The dramatic landscape around Cornell, with its gorges, sheers and falls, the ef- modified to meet customer tecnical modeled Guggenheim recapturing his idea of an inseparabile connection between “campielli”, to the gardens or by mean of a scenic background. Venice has been fects of the sublime experienced daily during Campus life, the endless possibilities requests for an economic feasibility: inside and outside as he himself wrote that the inner space must be expressed the richest source for the immaginative exercise of the “capriccio”, but never has given to the artists by this landscape combined with same operational approach the architects choosed a moderate and outside as “space included”. been sufficiently enquired the history of the inserts, mixtures, sudden disclosures by land artists and architects were elements and factors which progressively led compressed but articulated volume. Another sudden event: how to understand, if not by mean of the section the rich- connected with the sections. Matta Clark towards the avantgarde art scene. Well-estabilished images and features recovered from a traditional background ness of the House/Academy that John Soane set up like a stage beyond the cour- Concretely the section could be the mean to improve a different knowledge of Ven- But with a big difference. While land artists through their work modify the natural and orography are differently modified by new interpretations and the introduction tain softly controlled of the numbers 12-14 at Lincoln’s Inn Field in London? ice. Partially a contribution has been given by cinema, theater, litterature; probably landscape Matta Clark will focus on a different scenery: the New York one. Its that bring to a kind of uncertainty as an expression of social dynamics that mix the This is also an ascensional and teaching corse, from the Catacombe to the Dome, this kind of contribution has been bigger than that of architectural excavations. It is abandoned buildings, its uncertain spaces filled up by homeless with their ready- authority power with the democratic right to partecipate. that has been conceived as a synthesis of what Soane deemed essential for the possibile that the matter of reading a city trough the sections made shelters, its run-down New Jersey suburbs. The area is a strategic site near the railway station and the hystorical center; it is educational making up of an architect by emphasazing the unity of sculpture, is valid for all the mediterranean cities: certainly this is true for Dubrovnik, as well for Through this intellectual judo-move Matta Clark explores an alternative way of characterized by an unsignificant and deterritorialized urban frame. The project is a architecture and painting. Procida, for each site that has an entangled structure. In such sites it is needed to living the City. Trees in the parks used to build aerial homes (Tree dance, 1971). single building who stands by his own but in a volumetric and dimensional continuity The first descrption of the building written by his friend and antiques dealer John understand the passages, the heights, the stratifications, certainly this more pertinent Recycled rubbish to build modular units for quick build homes for bums (Garbage with the surrounding. Britton, brings as a title: “The union of Sculpture, Architecture and Painting”. to the archeological Rome or the underground Naples than to Milan or Florence. Wall, 1970). Cutting abandoned buildings scheduled for demolition and trasform- Architects choosed the traditional typology of the italian palazzo as expression of Particularly there is a section that keenly explains the double function of the house, These short digression that appears as an anatomic examination have set apart the es- ing them into walk-through sculptures snatched from the developers’ greedy high symbolic civic values, but the italian renaissance four-side system breakes and as a museum and as household: it’s that designed by Frank Copland in 1818 sential teaching on the section, the mental and spatial project of Adolf Loos, that only by hands for the duration of a photo frame (Bronx floors, 1973). distorts into a spiral shape to deform the static plan into a wrapping journey appar- alongside the Soane Museum at double height, enlightened from above, rich with himself establishes a course by wich the architecture is descrivible trough the section. An important project and an exhibition in (A W-hole house: datum cut, 1973) will ently without end. The volume is interrupted in a corner of the system as a ruin to ancient fragments and the Breakfast room with the Dome shaped as a plume and Infact the tought of any architect goes back to Adolf Loos when he has to tear apart give Matta Clark a preview of his most iconic piece (Splitting, 1974). A simple, elemen- allow the perception of what is kept inside; the inner square is discovered and it in- the octogonal lantern. the pieces and then unite them according to Alberti’s rule. tary, suburban house destined for demolition (property of the artist’s gallerist Holly Solo- vokes the whole community partecipation. The main entry is placed in this fractured The siding, in the prospectic section, of the two spaces, one highly problematic and Translation by Bruno Gerolimetto mon) split into two by a long cut, starting from the roof and ending at the basement. corner. On the other side the great volume is suspended over an horizontal cut that accademic, the other quiet and cozy, induces to reach “those dreaming effects that The house, part lowered through a rearrangement of its foundation stones, stands gives lightness and allowed the penetration, so that each side offers a different view represent the poetry of the architecture”, as intensely pursued by Soane. now inclined in an absurd manner. Its broken intimacy reveals the fragility of the of the building. This disarticulation suggests the perception of the four facades in a In one of the drawings that Soane was prepared for his lectures at the Royal Acad- american dream, its failure in granting everyone one a suburban villa, the underlay- dynamic continuity, with the possibility of penetration throught the interruptions. emy, the section of the Dome of the Bank of England is set within the building of ing threat of demolition revealing the developers’ lucrative plans. All these images A great podium imposes authority and gives a traditional and calm image as the Radcliff Camera in Oxford, that at her turn is framed within the section of the are sublimated in last spasm of life of the house bisected by a thin ray of sun light. an acropolic building; at the same time the borders are withdraw to create new Pantheon that appears in front of S. Peter Basilica in Rome. Gordon Matta Clark Cuts and revela(c)tions by Andrea Volpe New dimensions of space are ‘built’ through the inversion of the normal building unexpected places and to avoid excessive and obsolete monumentality. A path is The section, in this case, is useful in order to compare constructions realized in (page 8) process: through the removal of materials from an existing structure. Through those arranged in a succession of places to explain the volume articulation. The variety different historical periods and different places, represented on the same scale: a “Since you seem cuts which will become his most known mark. of those places is introducted by two stairs in the podium, the fast and the slow singular procedure to reinforce the idea of comparison adopted by Louis Durand to feel that your Two pieces emerge from Matta Clark’s body of work. The first one (Day’s End, one, that generate a cross path throught the building able to connect opposite with the “Recueil and parallèle des édifices en tout genre anciens et modernes”. life has become 1974) challenges the scale of New York City, revitalising Pier 52 an abandoned sides of the city. Just to reiterate the issue of the ascensional section, it is possibile to establish a a senseless driv- pier used as a meeting point by criminals, drug dealers and S&M lovers. The surrounding peripherical area cannot define important volumetric relations similar conception between the section of the Palace Guell by Antoni Gaudì and the ing from here to Matta Clark transforms the temple-like structure into a post-industrial basilica. among buildings so that the piazza, elected to rappresent the democratic com- Governor’s Palace in Chandigarh by le Corbusier, who, by the way, were a keen nowhere, you Opening up a sort of rose window on the river front and cutting the floor and the munity, is a void in the mass. Articulations and interruptions in the spiral avoid the observer of Gaudì’s works. need an end. Let walls on the southern side. The light of the setting sun now enters freely through the perception of the piazza as a closed room: it is a dynamic space to be experi- Infact he wrote the introductory notes to a book on Gaudì, ”Encuentro con la obra it be architecture cuts. Reflected by the water inside the nave, turns the pier into a magical place. enced step by step: it generates places ordered by an emisimmetrical law. de Gaudì” where he remembers the encounter he had on 1928 with the works of (remember that The second piece, if possible more outstanding than the first one, is commissioned The inner court is the continuity of the exteriore space: a big and articulated stair the catalan architect, remarking the appreciation he had for his personality. ‘no where’ can be by the Paris Biennale (Conical intersect, 1977). The artist decided to work on a XVII evokes the origin of traditional orographic square placed in a slope. There are The Palace built by Gaudì for his Maecenas Eusebio Guell can be understood only ‘now here’).” century building, whose destiny was to be demolished in order to clear up space connections to all the storeis and facilities. The space is organized in a multiplicity trough the section that goes along with it’s structure from the basament to the Dome. Contemporary for the near, quickly growing, Centre Pompidou by Piano and Rogers. Matta Clark of levels and is regulated by the perimetrical structural figurative law translated We are in the presence of an ascensional section with a piramidal shape full of art seems always designed a void shaped by the intersection of conical figures. The result is a sur- from the Pieve S. Maria, a big church seattled in the ancient center of the city. A

mistery: the luxury that the residence of a grand seigneur requested is hidden by a © Gordon Matta-Clark, by SIAE 2008 Courtesy the Estate of Gordon Matta-Clark and David Zwirner, New York punctual in de- realistic vision perfectly illustrating the words of Walter Benjamin dedicated to the big horizontal skylight make this place as an exterior court to give hospitality to

142 143 public life; sunlight is filtered by a concrete beam brise-soleil. Laura Andreini - Archea of the theatre and the concert hall and the less demanding activities of amusement and contemporary, as it happens to every zenithal light, seems indipendent from it. The The stair gives hospitality to a lot of different functions, including an auditorium and Theatre and Auditorium for the Maggio Musicale in Florence shopping, acting as an invitation to stroll through the sequence of different areas, gradu- space is troubled by the contrast between that distant and bright blue and the sur- a little conference hall: it is a place of arrivals and departures, with an informative by Laura Andreini ally exploring an itinerary which ideally leads to the large covered spaces consecrated rounding shadow. In the eastern small room, the morning glimmer get reflexed on point, for expositions and a divulgative area: it is an instrument of orientation in pub- (page 42) to music and theatre. An itinerary which may enable Florence to re-appropriate the a water surface set on the place where originally there was the entrance. The aim lic life. The connective paths that leave from here are directed to the whole building Florence vaunts a universality of music and the natural beauty of the vegetation and colours of the Cascine is that to dissipate the shadows, while in the ashes room at the west side, the light throught a linear distribution along the spiral with interruptions at the structural joints very long tradition of gardens, in which context the music park was to play an essential role. break in upon the only furniture (a stone block in the centre of the room on which and a simple and rational vertical connection: the result is a tight volume. theatre and music, a the urn with the ashes will be laid) from a unique opening trough which it is possible As for the interpretation of characteristic features of the place, the building in- tradition which is kept to stare the void openings of the neoclassical cemetery. terprets the relation with the landscape and the nature throught a bio-ecological alive by continuous in- The quiet brightness of the spaces underlines the wish of silence that inspires this attention by some technical and projectual solutions to reach a good climate novation, experimen- project where “those who speak” are the few elements before described. efficiency: good exposition, natural ventilation by the use of the underground tation and adaptation As it is in the silence that always “dies the lone harping of the restless soul”. basement to reproduce fresh air, the gathering or rainy waters, the passive use of of classical canons to Maria Grazia Eccheli and Riccardo Campagnola Translation by Bruno Gerolimetto solar energy by a south oriented double glass wall as a “solar machine”. contemporary moods The last “home” by Alberto Pireddu and tastes, a kind of (page 48) renaissance which is Michelangelo, depicting “La crocefissione the distinctive charac- di Pietro” inside the “Cappella Paolina”, ter of the city. This is why, although the Maggio Fiorentino has seen many success- catches the personages as if they were over- ful seasons and gone through periods of crisis as well, it has never disappointed helmed by an unavoidable and mysterious Alberto Campo Baeza Francesco Collotti and Giacomo Pirazzoli the expectation of an enthusiastic and knowledgeable public which still lacks a true constriction, by a hidden tiranny. The Light and the Matter by Michelangelo Pivetta From the unfinished war-machine to the “machine à voire” home for music, unlike Rome which has the new Santa Cecilia Auditorium and Empty spaces are alternated by grim (page 54) by Francesco Collotti and Giacomo Pirazzoli Milan which vaunts its new, renovated Scala theatre. throngs and distressed desert parts lay Impluvium of light (page 36) This is the scenario and premises for the design proposal of Studio Archea for the beside strictly entangles human mess as if In the undefined outskirts of Granada, the Like in the stone of the Alps sunken battle- competition for the new theatre and auditorium for the Maggio Musicale in Florence, it were an ugly dream. central offices of the Caja General, the most ships, just before WW1 the Austro-Hungarian one of the projects that are partially financed by the funds dedicated to the celebra- The depth of the space is not achieved significant bank of the city, has been built. empire built a fortresses’s crown on the south- tion of the 150 years of the Unity of Italy, a commitment which has been accepted, gradually but is suddendly disvealed by a A great semi-cubical volume serves as a ern border to prevent the former allied Italy beyond the results of the competition and the project, as a cultural contribution to short glimpse of the intense blue sky that reference to tense this new part of the city. In invading Tyrol. the city which has an innate ability to combine tradition and innovation, modernity pierces the painted surface. The personages order to resolve the slope of the site and the Unfinished at the outbreak of the war, the and classicism, a challenge accepted on a purely intellectual level, where the value lose any individual pattern: the marks of the age, the sex identity, the character, all is ground floor level, a great base is created Pozzacchio fort is one among the strong- of the work is related to its setting. cancelled and everything seems abstract, while the individuality fades away in front of the between the two highways that border point’s system were since fifteen years we are The site chosen by the Municipal Administration is, as such, a strategic space for universe where the human beeing feels bewildered in front of the absolute. the site upon which the cubic piece sits. In attending at putting of fortified landscapes to the city, as it is located on the edge of the Cascine park, overlooking the alleys Michelangelo tackles the theme of the death dramatically and in the same time sub- this podium, parking and future additions work. Sequences of mountains, valleys and encircling the city. At the same time it is symbolic: not just a railway area in disuse, lime obtaining, as remarked by Arnold Hauser: “the transition from the masterpiece are resolved. The emerging, stereotomic, high tablelands measured and sighted via little but one of the first railway areas in Italy, a technological primacy achieved by Flor- to the captured confession, a peculiar vision of the interregnum of the spirit where cubic box, is built of a reinforced concrete monuments, reference points, old trenches’s ence in a period of particular interest in the history of all Europe. the aesthetic domain borders with the metaphisycs and the expression swinging grid 3 x 3 x 3 meters, which serves as traces (following an ancient idea of archi- Technological primacy, artistic primacy and innovation “animate” an architectural shell between the sensible and the oversensible appears to get free trough the spirit. At a mechanism to collect light, the central tectural cultivation of the landscape, not far housing the heart of the Maggio theatre, structured as a very long harmonic wave, in a the end what is created approaches the shapeless and distressed nothing.” theme of this architecture. The two southern indeed from K.F. Schinkel’s way TO GO ON smooth and uninterrupted development, a kind of musical instrument half-way between It is a very subtle theme in front of wich the refusal of Loos to speak with the archi- facades function as a “brise-soleil,” finely shading the potent light, and providing WILDERNESS WITH ARCHITECTURE). a violin and an arrangement of several tailplanes whose soundboxes of different sizes tecture is compelled to surrender as, at the end, he is persuaded that it is possible illumination to the areas of open offices. The two northern facades, giving onto the Starting as introduction to the museum-site by roofing the remains in the way of make the exterior of the building remind of a musical instrument. A plastic continuum, to contrue virtual spaces only if they are depending on deceptive functions or to hint individual offices, receive the homogeneous and continuous light characteristic of this the archelogist far from the temptation to reconstruct all as if here nothing hap- which encloses the two theatres, but that is at the same time open to a perceptive to that “poetic dwelling” so beloved by Friedrich Holderlin. orientation, and are enclosed by stone and glass in horizontal bands. pened (1997-200), we tried to let the original artifacts live again as space-facts. multidirectional permeability, with prospects of both the city and the Arno. “If in a wood we find a grave six feet long and three feet large and one side shaped The central interior courtyard, a true “impluvium1 of light,” gathers the solid Trying to educate the eyes of the Sunday’s visitor, we protected the ruins of No mere functional container, no ivory tower for specialists, but a place that is as a pyramidal trunk suddendly we get serious as we feel: here somebody is buried. southern light from the skylights and, reflected by the alabaster parameters, soldier’s barracks with light wooden sheds on tight rusty steel legs. One of this circumscribed yet heterodirectional, open to the universality of art and knowledge, This is architecture.” The project of Maria Grazia Eccheli and Riccardo Campagnola augments the illumination of the open offices. Functionally the building has a great realised sheds, the square-like shaped one, will repair an iron-and-concrete music in a tangible form, barycentre articulated and connected by continuous rela- for the “Aula del commiato”, crematorium hall at Monumental Cemetery in Verona capacity, flexibility, and simplicity. scale model of the whole fortress, able to show at the same time plan and cross tions, with the variegated edge of the urban tissue of the old town, with the natural starts exactly from the effort to fix in concretenes of the architecture the instant Simply, it is a stereotomic, containing, stone and concrete box, that traps section, EXPLAINING THE BORED AND MINED INTERIOR THAT THE WILD and jagged one of the Cascine Park, and with the compact and well-defined one when the soul appears willing to resist while the body fades away. sunlight in its interior to serve a tectonic, contained, box enclosed in an efficient MOUNTAIN DOESN’T IMMEDIATELY DISCLOSE. of the more recent urban fronts. The space of the terrestrial extinction declines the formal archetype of the pyrami- “impluvium of light.” A diagonal space crossed by a diagonal light. As second step (2005-2009), after the purchase by the local Municpality of the The space of the entire aggregate is held together by a large public pedestrian area, dal trunk always associated with the illusion of a life beyond the death. Stereotomic and Tectonic are terms used here in the sense used by Kenneth Frampton. whole fortified place (suggested by us to put this place to its best use) we worked a kind of square dedicated to art and music, which is inhabited by sculptures dedi- It is a universal attitude that copensate the sad rite of the farewell cerimony as, ac- Container and Contained are terms used here in the sense used by Hans Sedlmayr to let the in the body of the mountain’s bored tunnelnet safe and accesible. cated to this theme, made especially for this site by Giuliano Vangi. A space which, cording a young Rilke remark while visiting Florence: “the essential is to see all within 1 the uncovered portion in the center of the atrium of a Roman house, where the rainwater enters. On behalf of the Superintendence for monuments of the Provincia Autonoma di apart from asserting a specific integrated architectural value by means of the shell the life conferring dignity to any element, also the mysticism, also to the death.” Alberto Campo Baeza Trento (2005-2009) of the building, thus defining its flows and hierarchies, becomes a stone garden, a The site of the project is a small building, partly dismantled and wrecked placed interpretating the aerial photos shooten by the reconnaissance-aircrafts (1918) point for watching and listening to music in the open. between the northern wall of the church of the Monumental Cemetery and the Field showing the fortress still on the stocks at the end of the war, we decided not to Not an open, simply paved space, but an area where the visitor is guided on an of the Evangelians, enough at the point where the compositive harmony and the The first creature of God was the light. complete the site but to let its use reasonably safe, in the same way TO PUT ON architectural promenade around the theatre, along a path that varies in height, majesty of the Barbieri’s construction suddenly relent, generating spaces that never (F. Bacon) THE STAGE THE NARRATION of its building and space development. from street level in the area closest to Viale Fratelli Rosselli to the point near the two have been able to acquire stable shapes and remained unaccomplished seemingly A stereotomic volume clearly dipped in the luminous sky of Andalusia, placed on a We reflect on the “physical source” together with the related “written source” (ac- theatres which project on the square, where installations and constantly changing waiting for a new order. The project accepts what was already existing and builds podium to surpass the confused city development of Grenada stands out the limits cording to the symmetrical definition by archeologists), and the reference to the prospects seem to converge on the outdoor theatre with 2000 seats placed below up inward and artificial wreckage that establishes between them a precise dialectic of the city and beyond its river. work on empty spaces carried on by Rachel Whiteread is fully natural. the projecting part of the theatre, intended for the staging of theatre and symphonic in the plan as well in the section. The Caja General is introduced like a contemporary temple to the human civilization, We fucus a site specific working strategy, leaving aside both the “pure invention events in the warm season. As a space for relations, open to the city, the pedestrian The existing space is subdivided in three parts according to an internal hierarchy; where the man and its work are in the center of everything but always under the by the architect” (contribution to the dumbest and guilty destruction of the Italian area is completely open and accessible both from the side nearest the Cascine at the center l’“Aula”, the hall flanked by the small room, la “piccola stanza” suited inflexible influence of the essential natural elements: the light and the matter. The landscape) and the equally painful “completes reconstruction” coming from a Park, thanks to a slab crossing the Macinante canal by the foyer on which the two as the place of the last farewell for cerimonies celebrated somewhere else and the sage Baeza’s vision, fruit of a long research in the relationship within between these hiper-history forgetting about the contemporary (and in many cases arbitrary). theatres pivot, and from the north, on the rear side of the theatre by the service ashes room, la “stanza delle ceneri”. elements and remarkable previous exercises on smaller scale buildings, in the Caja Moreover in the developing program of the project we have suggested also an entrances, whose design makes it appear as a second main facade, as it is this side The three rooms form an ideal “mourning stage” that lives along with the “Theatre of General de Ahorros finds confirmation and extraordinary new power. appropriate scientific committee that, in collaboration with MART (the Museum of which is nearest the recent urban building tissue and the subway station. the world”, “both spaces of that drama that the human being performs the last act”. Velasquez and Goya in the painting, Almendros and Erice in the cinema, seem to be Contemporary Art in Rovereto) will make of this exceptionally re-used landascape The plastic shell, characterized by the soft accents and nuances provided by a carefully Four doors along the walls of the pyramid connect each other while a fifth door in only the premonition stars of the Spanish artistic and cultural experience in surveying the the ein-plein-air annex of the Museum for selected artists. studied exterior in earthenware glazed in shifting colours ranging from white to green, the backstage wall introduces the invisible behind the scene where materially the light volumetric condition as peculiar identity, thematic condition in architecture today, In the interior space, into the mined voulted rooms, we’re NOT going to rebuild houses the lyric theatre seating 2000, completely faced in wood, the auditorium seating cremation lythurgy is consumed. also through the Campo Baeza’s work, powerfully Iberian. The light is material own of wooden rooms AS they were, but exactly WHERE they were, by conceptualizing the 1000, which also vaunts a wooden interior, and which may be used as foyer. The de- In front of the building there is the farewell garden, “Il giardino del commiato” limited the plan, no form can be conceived without thinking about the dramatic effects that it materials; wood is re-placed by iron – grills for the floors, for a “transparent view” on sign makes it one of the few examples in Europe of such a complex functional machine by the external wall of the Monumental Cemetery and by a portico that expand the has on everything that encircles to us; for this forms and materials the sage use in their the pre-existing traces; at the same time the rooms inside become “reverted show- organized within one single architectural complex, designed as a unitary structure. internal space of the chapels and receive in the eastern side the place of memory ability to reflect or to absorb the consequences, becomes main composition theme. cases” enlighted all along the perimetral interstice in order to let visible the digging. The entire volume continues in an elongated arrangement towards the southern side with the setting of the small stones to which the chstian pity commit the memory This consideration, in a first and fast observation, seems to put other considera- From that dark interior, by an iron stair precisely designed for the space of the of the old Leopolda station, encircling it and becoming a part of this structure, now an of the names of the defuncts. tions in second plane about typologic - composing order, but the development sink that would have hosted the elevator - site specific like replacing the inner exhibition centre, at the same time respecting the unique and characteristic traits as Above the portico the new facade is conceived like a fragment, an accomplished of this relationship between surfaces/materials and they exposure never prevail part of the apple to an apple which had it digged – you’ll come up; there a a typical neoclassical building from the Lorrainese period. This functional axis, which pattern that narrates the impossibility of establishing a relation with the extraordinary over the clever taste for the reference and the abstractions expressing enunciated footbridge-footprint of the connection upper corridors - between the never placed projects towards Viale Fratelli Rosselli, hosts both administrative premises connected to scene of the church of the Monumental Cemetery, not only but also with the short between the lines of a text only at the appearance simple and immediate. iron cupolas – will lead you to see again the stairs. The ancient fortress is a new the theatre and the auditorium, and the shops featured by the Preliminary Project, serv- human life: the profile designed as a cabin of the preexisting building is emptied so This makes the Madrilenian architect the exact contrary of the refined minimalist, as “machine à voire (le paysage)”. ing both as a distributive element for the public pedestrian area and the covered parking that the pyramid, encapsuleded between the walls by which she is sorrounded, he was been many times defined; essentiality is not minimalism but clarity of attempts, area, and as architectural landmark, projected towards the old town. The presence, in- confined with the emptyness of the sky. simplicity in the detection of on the contrary complex ideas. side this building, of shops, cafes and bars as well as leisure activities, in fact represents Infact it is with the sky that the farewell hall endeavours to have a dialog in the effort Thus the volume of the Caja General recalls in own measures without misunder- a symbolic link to the city, a hinge where the different activities meet, to be shifted both to relinquish to the rite it’s meaning and the unquestionable dignity. A zenithal light standings the Palace of Carl V in the Alhambra, the section is the result of the con- towards the pedestrian areas and towards those dedicated to music and entertain- descends on the walls of the trunked pyramid, until she reaches the floor. stant evolution of the hypotheses already expressed in Turègano House, the perfect ment. This functional element represents the connection between the exclusive nature The light varies upon the hour and the season, marks the passing of the time, and geometric constructions and their variations in the plans and fronts are a conscious

144 145 looking towards Terragni and Libera, without that never will be proposed with the it was the creation of a space poetically dedicated to death and its idea, resolving Assunto A., Foscolo e il cimitero (nuovo) di Urbino, in: “L’Espresso”, 11/1977. transferring this into the many realities that his shrewd professionalism allows him to ad- attempt of the simple sharing but with that one in a marked manner propulsive of its mystery by identifying human beings with nature. Pomodoro’s project is not an Benevolo L., Se la necropoli è moderna, in: “L’Unità”, 4/1/1979. dress, like the Milanese reality, from which, however, he incorporates the characteristics constant innovation. The parallelepipedon inside is emptied out, leaving to perceive impulse or instinct. It is artistic writing, starting from the place as itself and arriving Leonetti F., edited by, Il cimitero sepolto, Feltrinelli, Milan, 1982. of an essentiality of form and geometrical refinement. own real function of machine for the caption, deflection and regeneration of the at something more than a mere sign, a complex spatial trajectory, as true as it is Vettese A., Verzotti G., Fondazione Arnaldo Pomodoro. La collezione permanente, Skira, Milan, 2007. Like figurative outlines of the image of the building, where each break in the line is light; every single element of the composition fold, in this bowels hollow, for this melancholy, as Argan said, like a Leopardi poem. Zevi B., Al cimitero c’è un’assemblea, in: “L’Espresso”, 27/2/1977., justified only by the extent to which it helps intensify an impression, his cross-sections purpose without never grant to formalisms or linguistic deflections; on the contrary This melancholy mixture between human beings, our fate, the meaning of nature and advance or retreat in space according to the movements of the concavity, tracing everything appears intentionally elegantly ieratic and defined. The materials, from that of the landscape, leads to a vision of a secular religiosity, which, through the work, 1 See: Argan G. C., Il caro estinto va in collina, in: “L’Espresso”, 30/10/1977. trajectories of tension so that the eye is allowed to double back on itself constantly. the concrete to the precious alabaster are worked with the same precision also makes manifest the continuous regeneration of life, with Mother Earth breaking open 2 See: Assunto A., Foscolo e il cimitero (nuovo) di Urbino, in: “L’Espresso”, 11/1977 Accepting the realities of history as a Conradian footprint which must be followed, for beyond their function: vestments, closings, structures or details. So the light is and bringing back to light an everyday view of death. His is a unified view in which the 3 See: Benevolo L., Se la necropoli è moderna, in: “L’Unità”, 4/1/1979. Moretti the cross-section still represents a condition of space in the negative, which important that during the day it permeates from the simple skylights placed inside deceased are no longer laid in differentiated, personalized spaces like a mirror of life acquires the characteristics of a figure thanks to the asymmetry and the complexity of the cover structure, so articulated but not uselessly complex the way in which and its social classes. Instead, they all become equal before an equal mystery. of its own perimeter form. One of the most effective of Moretti’s uses of perspective this light is convoyed, molding on, hindering and reflecting in its distance inside of Assunto2’s arguments are not in opposition to these opinions, but rather cross them, in demonstrating the aesthetic potential of the concave form is probably the Girasole the building immense hidden section that nothing has intentionally monumental but as he attributes the human-influences nature of Pomodoro’s project to a general, un- apartment building in Rome’s Parioli district; this thanks to the unresolved ambiguity only for its own dimensions. In the evening, the illuminated alabaster walls leave to specified value, due mainly to the lack of trees as elements of identity. Therefore, we with which the interface of the architectonic cleft greets the eye, dragging the façade’s catch a glimpse the movement of the persons as subjects of the great Comedia of find a dialogue with nature that is absolutely not conceptual, rather with “that” nature Hadrian’s Secret great fissure into the building’s interior and presenting an architectonic organism that the job of which this building is however the scene, as well as the stone villages and which perhaps comes more out of a teleological, rather than ontological, view. Luigi Moretti and the negative space by Valentina Ricciuti fakes its own centrality without actually attaining it. Here, in fact, it is hard to establish Palaces were the scene for the costumbristas and their extraordinary characters. In addition to this aesthetic thought, Assunto also commented on the ethical mean- (page 84) whether the contraction of the space evoked by the powerful concavity of the vertical ing that this space suggests in relationship to death and its rituals. He counters The projection plays an unparalleled role in archi- cross-section is a result of the thrust of the body of the building surrounding it or of Argan’s view, populated with a universal collectivity, with a principle of singularity, tecture thanks to the fact that the spatial charac- the presence of the void that this creates, pushing the eye vertiginously upwards and which, instead of a place of collective memory, claims one made of individuals. This teristics of a building are most clearly expressed revealing, in an obviously Piranesian manner, an unusual repertoire of stairs, balconies memory is connected to people for whom, in their very humanity, it manages to lay in drawings. The cross-section in the work of and passageways. However, it is worth noting that, perhaps in the name of an obstinate a claim and remember their infinite “eachness”. These ideas are joined by a shared Luigi Moretti serves the precise and the sole concordantia oppositorum on the part of the architect, there are also works in which the Arnaldo Pomodoro underlying feeling that came out of the perceived inability to classify the work at the purpose, in these terms, of exhibiting a dialectic, surfaces and the pointed supports that articulate the spaces contrast with the domi- In the earth’s metallic gash time. This project could not fit properly within the idea of Land Art, nor be completely left deliberately unresolved, between the defini- nating characteristic of the concave forms. In fact these internal organs of the building 1973, project for the cemetery in Urbino by Fabio Fabbrizzi understood as simultaneous sculpture and architecture. Perhaps because the re- tion of a specific spatial circumstance, which can almost always have a material consistency and dimension of their own, claiming an (page 62) current fallacy of the view of the enveloping space had not yet been attenuated and be seen as the result of a modern pragmatism, unmistakably positive function, and they reinforce the legitimate desire to appropriate Talking about a cemetery means talking that of the structuring space was still too recent, the project for Urbino was not fully and the confident construction of veritable “visual the space on the part of its users. It is above all the projects realised for the Fascist about death, and in our era, it’s not easy understand in its full innovative scope. The project did more than suggest a new productions”, baroque in stamp. Maintaining, in regime that point to this direction in Luigi Moretti’s work, like the Casa delle Armi in the to talk about death. We are living in a type of cemetery architecture, it also prefigured a new compositional approach. every one of his projects, an evident nostalgia for Foro Italico in which it is the study of the physical perimeters and the imposition of cer- transient condition, born of a legacy that is The ambiguity captured in the twists of debate of the time found no solution in the nature, Moretti yields to the temptation of the or- tain “emotive circumstances” to have suggested the most appropriate configurations difficult to dilute, with the reassuring view classification of the phenomenon. In our times, talking about the hybridization of archi- ganic, vaguely anthropomorphic, form, the only of the spaces, or the use of materials that are ostentatiously theatrical, albeit exalted by of a death that purifies human miseries tecture, art and landscape seems like a given. Yet at the tail end of the 70s’ when the form in which architecture is reunited with the the alchemic plasticity that the master-architect gives them. It is in precisely this duality crossed with a quickly spreading sense of real debate and conflict was less about the form and more about the ideologies they most explicit physiognomy of the world. Those of intent – the works of Moretti suspended between the perspectival power of classi- anesthetization, pervading everything that conveyed, this crossing of meanings was very difficult to understand. Now our cultural who really knew him, his temperament and his moral outlook, claim that his insistent use cism and the contracted anti-perspective of the second half of the twentieth century, has to do with it, reducing it into some- currency is fueled by categories such as the ambiguous, the fragment and the decate- of the curve reveals traces of his great enthusiasm for the majesty of Roman statuary, fusing the elements of the two – that we can see the results of his study of Borromini’s thing that is no longer a social matter. It gorized, in which there no longer seem to be opposing world views set against each some extremely beautiful examples of which were kept in his Via Panisperna studio in spaces, of the non-objective “values” of mouldings, of discontinuities and of sequences becomes an extremely private moment other, not even for the concept of death. The many complex philosophical systems Rome. The editorial style of “Spazio” left no doubt as to his multiform and intrinsically of forms, of the possibility of “transfiguring” the elements of architecture. This is made that is, most markedly, negatively lacking that are currently in operation coexist in a way that no longer surprises anyone. pluralistic personality, his tendency to cross boundaries, his inclination towards what clear by the appearance, in 1952, in the pages of “Spazio”, of the images of models in its sense of recognition. Pomodoro had the insight to put forward his view of this coexistence. He used Francesco Moschini would later define as the “intersecting gaze” across disciplines, and of classical constructions along with diagrams illustrating the tension and reciprocal Perhaps the only sentiment that our era manages to have in regards to death means a topographical approach to the project, capturing what currently happens with in the pages of “Spazio” Moretti certainly did not fail to underline, explicitly and insistently, equilibrium of their forms. A classification of negative spaces presented as the repre- erasing all signs of it, though ultimately believing that it has a bequest for the living, what- much more nonchalance and more support from architectural experts than it did the classicism of his own architecture, to which history seems to have constantly applied sentation of the internal images of the constructions, obtained by considering the infinite ever it is, giving it to the (though increasingly feeble) idea of it some kind of world view. then, supporting the idea that architecture and landscape can contain one another. signs of its iconic simulacrum, of that still-evolving system of definitive values that are number of possible cross-sections, called on to represent that cosmic state of apparent Even in its seeming absence, the universality inherent in the idea of death makes it Through a conscious alteration of the usual relationship between figure/background always contemporary. For this reason, looking back over the evolution of Luigi Moretti’s calm between forces governed by obscure and powerful dynamics to which perhaps a topic open to interpretation, open to bearing positions that may different greatly, between the building and the site with the design synthesis meaning that there are professional work and research it is hard not to recall certain alchemic transmutations only the interior of the Pantheon truly testifies, being the only space ever constructed in in which, however, the idea of nature always finds its place as a priority corollary. no longer the form and the place as entities distinct from one another. Though their of medieval architecture: the transition from the Gothic building to that of the Renais- which the vertical tension that draws the gaze up towards the summit of the cupola is Talking about nature is likewise a rather complex undertaking, all the more so relationship may be one of a perfectly successful dialogue, it is a third entity that sance; the transfiguration of an architecture of slender, pointed structures to one formed perfectly balanced by the radial and centrifugal expansion of the horizontal perception; when nature becomes human-influenced, serving as a basis for the possibility of goes beyond them by uniting them. In essence, the involvement of architecture of clean-cut cavities; the unexpected “efflorescence” of the column, which ceases to the only interior whose concave form in yielding to its own expansion, reacts by enclos- architecture. The idea of an architecture dedicated to death to be built in nature is with the place’s physicality, initiating its transformation through the earth, is defined expand radically and, instead, steps to one side, incorporating generous niches, in plans ing the space and compressing it on all sides. From the lesson drawn from Hadrian’s the embodiment of themes that are powerfully interpreted in Arnaldo Pomodoro’s through a kind of process of removal. It is as if from a single mass, sections of now outlining a fully sixteenth-century space, arriving at those forms in which Bramante, building, Moretti learnt the secret of the concavity – its natural tendency to yield to the design for the expansion of the Cemetery of Urbino, which was unfortunately never volumes were removed that were linked all together. This is no longer done solely in his first designs for St Peter’s, found, “the most beautiful ornament for round and force that it generates itself, and the tendency to dilate according to the scale and the built. The project was the winner of a competition in 1973 with architects Carlo through the usual operations of building space, but now through excavations, con- domed cavities, held together by and extending in every direction through semi-circular narrowness of the elements that circumscribe it. Whilst, in contrast, from the geometrics Trevisi, Lorenzino Cremonini, Marco Rossi, Tullio Zini and the psychologist Paolo tainments, banks and incisions that furrow the land with wrinkles and fissures and niches”. Turning back to Moretti, we need only consider the relationship between the of Rationalism he learnt that the antagonistic play between force and counterforce cre- Bonaiuto. Its motto was “L’interiorità” [innerness]. impress forms and figures whose geometric simulations are both best captured works produced before the Second World War and those produced afterwards: whilst ates an approximate neutrality if the space is delineated by planes or straight lines, or, if The place was assigned by Giancarlo De Carlo’s Master Plan in 1964, a spherical and best controlled only through the use of the section. betraying his propensity to make use of certain rather acrobatic “corrections of aim” – at one prefers, if a cubical space expands outwards from its own centre, although is does hill attached to the existing 19th-century cemetary and near the Mausoleum of the Looking at the iron reflections and the rough and rusted colors of the project’s times imposed on the projects by the circumstances, by situations that some historians, so much less peremptorily than a cylindrical space. This is perhaps the reason why, as Duchi da Montefeltro, or the church of San Bernardino, built by Francesco di Gior- beautiful scale model in patinated bronze, on permanent display in the renovated often with ill-concealed hostility towards the architect, have defined as “condescending” architectonic counterparts of the men who inhabit them, his often markedly concave gio on the soft hills around Urbino. This hill that Pomodoro never built he envisioned industrial spaces of the new location of the Fondazione Arnaldo Pomodoro in Milan, – the comparison of his pre- and post-war work seems to reveal, with convincing clarity, cross-sections act as though the architect exerts his power there, as though they had furrowed by the oscillating mark of a vaguely cross-shaped fissure. It is like a fault this deliberate power of the work in cross-section can be appreciated in its full ex- a continual and uninterrupted evolution in his style, merit of a research that is complex, acquired their passive form by yielding to an invading possessor. line that leaves the hill’s natural roundness unscathed and discovers in the depths pressive scope and with an intensity that can surely not be captured from drawings interdisciplinary and multiform, albeit permeated with recurring, insistent motifs, with a of its edges the vibrant presence of the earth’s rises mounds, which become the and photo insertions. The hill is both a composition and a molded sculpture. In the coherent and strongly personal signature style. This can be seen in the comparison homes of burials and tombs. design created, it corresponds both to criteria of architectural science and artistic of the G.I.L. building in Trastevere (a very Sol LeWittian grid – ante litteram) and the The power of Pomodoro’s design is in the shift of his defining sculptural dynamics inspiration, as if the form were at once composed of self-standing parts and dis- mushroom-like silhouettes of the Pignatelli villas at Santa Marinella or the “apparition” of from the scale of the object to that of the land. He envisioned a fracture, a subtrac- solved into the landscape. objects on the roof of the apartment building in the Monteverde district that are “poetical tion of material, in keeping with the long-standing habit of artists to cut into absolute Leonardo Benevolo3 considers this multiplicity, whose different senses seem to mark reactions” recalling Le Corbusier. But also in the relationship between his Roman and A section on time surfaces, recognizable shapes and sure volumes to make new constellations of the many tones of this work by Pomodoro, less the result of a possible underlying his Milanese work in the post-war years – work which exhibits an extraordinarily assured Pasquale Poccianti and the Leopoldino aqueduct of Livorno secondary forms, ordered following the movements and lines of possible subse- view of religiosity and more of an interdisciplinary action of different roles that con- sense of being rooted in its context, something that few other architects have known by Silvia Catarsi quent layers, fossilizing the variable vibrations of internal dynamic flows. Within this verge in it, as a complex, perfectible phenomena. It is perfectible like any work that how to contribute to places through their projects – as for example in Via Corridoni in (page 100) tension, its forms simultaneously take on opposite undertones, oscillating between is still left in suspension, never having been built. Yet, with the hindsight of the many Milan, where the buildings evoke a Savinian “receptiveness” to the city or the picaresque “Nothing is more seducing - and nothing in some being skin and structure, flesh and vertebra, mass and section. years since it was designed, perhaps even more than in the past, it serves to point verbal incursions of Gadda, hovering between reason and sentiment. Nevertheless, like cases, is more reasonable - than showing the The concept of this cemetery also exists in this delicate ambiguity, which raised quite the way to a contemporary path of memory between opposite poles. Even in the lack any system determined by the energies and the form of its own elements, the homoge- shapes submitted to an internal logic which keeps a controversy in its day. It goes without saying, but it was a fierce, long debate, and of these opposites, it can identify the archaic meaning of rooting a form to a place. In neous flow of which gives it its character and at the same time holds the secret to it, the them well organized”.1 It is perhaps on the basis of this project would drag on until our times, making the loss suffered from the choice to this multiple vision of complexity, this work is able to reveal in its outlined forms the plastic language of Luigi Moretti has its own coordinating logic, sustained by deep roots, a similar intuition that around 1830, the Architect not build it all the more horrible and never more painful and relevant than it is now. clear possibility of a world reconciled with its many ideologies. This is a world in which woven through with well-grounded reflections, which each piece of architecture appro- Pasquale Poccianti decides to complete the fa- Thirty years after the fact, reading the salient points of this debate, once the rem- it no longer matters if opposites come against one another or cancel each other out, a priates for itself and in which there lies its “living consciousness”. This can be seen in the cade of the Cisternone in Livorno with a sectioned nants of comments from a reactionary, provincial culture are put aside, the heart world in which the metaphor of an incision in this land, open to take as well as to give, transitions between the plastic nuclei of the apartment building in Via Jenner, in which vault. Actually this study had been undertaken of the arguments can be quickly pared down to a few main lines of thought. These helps us understand and accept the finitization of the infinite, our infinite finiteness. the temporality of the forms of Borromini’s architecture resurfaces, the dissemination of by the author some years before, when he starts can be summed up in the clear dialectic between the positions of Giulio Carlo Argan signs and of coagulated zones on the algid outlines of his “angels over Rome”, but also projecting the vast aqueduct, of which the big and Rosario Assunto, as the top representatives of two opposite positions, though The author would like to thank Lorenzo Respi of the Fondazione Arnaldo Pomodoro and Bitta the constellation of forms emerging from a Caravaggesque ground of compact material, reservoir or Cisternone is undoubtedly the most both shared respect for artistic intuition. Leonetti of the Studio Arnaldo Pomodoro for having generously made the material available the eloquent silence of which makes one think of absence as a “possible construction” representative element. Inspired by the method Argan1 clearly emphasized the relationship that the forms suggested by Pomodoro needed to write this article. of space. So Moretti’s architecture, in its relationship with the city, often finds itself in the elaborated by the French architect J. L. N. Durand, would create with the landscape. This form was well understood for its architectural Traslation by Miriam Hurley intrinsically contradictory situation of having to produce, with the urban space on which Poccianti manages to merge hydraulic devices and rather than sculptural value, able to be brought into accord with the surrounding Reference bibliography it acts, a unitary whole, whilst it is, in itself, already a whole. In Rome he perceives the architecture into a unique shape. nature as well as with the human scale of the site. In his defense, he understood Argan G. C., Il caro estinto va in collina, in: “L’Espresso”, 30/10/1977. theme of the cross-section as, in Franco Purini’s words, a “[re]construction of the ruin”, According to this system, experimented during the

146 147 courses of the Ecole Polytechnique in Paris, the vitruvian scheme analyzed from a The Empty discloses design by Barbara Aterini 3 Identification and aggregation of the square areas that set a control geometric protocol as spontaneous and necessary derivation from the same places, that sense of being scientific point of view, will bring architecture toward a rationalistic evolution. Just for (page 110) during the project and bulding yard fase see Cecilia M.R. Luschi, Il canone architettonico e between the internal and the external that a build city has been able to express both in these reasons the Leopoldino aqueduct can be considered as a clear symbol of the The brick building of Saint Martin la sua aggregazione, in Bini M., Luschi C.M.R., Bacci A., Il Castello di Prato. Strategie per un the space dedicated to the chorus of individuals and in those conceived for the single, modernist culture in the Granducale Tuscany. The project is composed of several bell tower is based over outstand- insediamento medioevale, pp. 36-48, Alinea, Florence, 2005. it cannot be ignored by entities of measures transcribed not only in the plant, but also in “casotti”, “purgatoi”, viaducts, reservoirs and fountains located along a distance of ing constituent- geometric matri- 4 See Degree Thesis of Enrico Venturini titled La scala a chiocciola del campanile del Duomo di the elevation relation. “History collects our actions and places them in the past”.8 In the 18 km in the Livorno territory. ces which reveal a very hight value San Martino ai Pietrasanta-Lucca, discuss on 6th april 2009 with full marks and honours and acquisition of concreteness of the urban form in a spontaneous way towards a sense All the structures, even the most complex ones, are characterized by a simple geo- Renaissance architecture. dignity to be issue, supervisors prof. Barbara Aterini e prof. Gabriele Morolli, topographic re- of belonging to the landscapes, it is still appreciable, despite the substantial changes metric shape. From this point of view, the relationship between shape and function An unknown internal structure is lieves by arch. Mauro Giannini of Dipartimento di Progettazione dell’Architettura dell’Università introduced during the xx century,- changes due to an irreverent discontinuity com- is clarified by the author himself in the description of the big reservoir: “...la forma carved by magnificent screw that degli studi di Firenze. pared to the original form- the value determined by a sense of finitude, or measure, that di una croce troncata parte anteriore della quale servirà ad uso di cisterna, la pos- works as self load-bearing flight 5 See Cecilia M.R. Luschi, La relazione tra teoria e pratica nell’architettura federiciana, op. cit. the Italian landscape, and therefore its tangible derivation (which is the city), has been teriore da Purgatoi”;2 as well as in the note describing the Pian di Rota reservoir “... that leads into the bell room. This pp. 35-36 able to capture.9 This level of completeness, evoked by the Italian city and crystallized la sua figura è quella di un parallelogrammo rettangolo dai cui lati minori sporgono architectural invention joints extraor- 6 A stair turns equivalent to 36 stairs. in it as conscious gesture of affection to the place, it is punctually recognizable even due emicicli, le sommità delle quali sono congiunte al canale. Dalla prima di esse dinary geometric complexity with today, in the principle of the section. Examples are given to architecture which was passa l’acqua del condotto per depurarsi, e ne risorte dalla seconda chiarificata che ingenious technological structural built over represented, and in some cases better acquainted in the design rather than sia per seguitare il suo corso”.3 knowledge as well as a brave reuse of the Classic-Roman ars aedificatoria shapes. in the building process. The section done by Giuseppe Poggi of Piazzale Michelangelo, Anyway, Poccianti will be able to achieve a higher level of composition skill only Our research has widely proved that even if the external façade as the internal part copious and extraordinary tribute to the theme of the view of Florence - although the afterwards, thanks to the practice made on construction sites. During this phase, seem two different architectonical entitys, they are tightly correlate. The outside replacement of the hilly small poderi with great openness of the Yard is not ultimately the plan is subjected to several modifications, which surely contribute to unexpect- monolithic clashes with encircling inner space. What has suggested the project “A look at what it is”1 convincing in the excessive planimetry conferred over the intimate minute appearance edly enrich the semantic and symbolic value of the whole work.4 In connection with idea that carves the empty space? In the early Rome XVI century, famous and In the space of the section by Elisabetta Agostini of the affected places, the draft of that is behind the definition of a theme, or measure, this, the style will be obtained by looking at the experimentation on composition admired, we find the Traiano’s Column wraps with a cartouche running around for (page 116) which identifies the necessary detachment from the city laying along the river Arno. carried out by the architects belonging to the French enlightenment movement, one hundred Roman feet hight. The empty stairwell materializes the Colum’s shaft “My world starts with things; and so even the The altimetry of the square attends to a geometry which point of support is the plan such as Ledoux and Boullée. During the construction of the small reservoir located with his architectonical order and dimensions. smallest of men is already terribly big in it, of the city itself, or the measure of the distance from that level the outside-facing to in the city, the ratio between dimensions as reported in the initial project will be In the early XVI century the Neoplatonic school receives new vigour by Marsilio almost excessive”. the level of the river, in order to find, within the known landscape, the exact location of subsequently changed: the solid basement is excessively high in respect of the low Ficino’s writings and it becames instructive gymnasium and place where artists (R. M. Rilke, Appunti sulla melodia delle cose) the sight. “Attended the right distance and elevation from the plan of the city”,10 Poggi 5 colonnade loggia positioned above it. Whereas, in the reprocessing of the Cister- are use to discussing over the meaning of work of art and its evocative power. The peremptory form of the city - the architec- writes about the project, wanting to establish an essential relationship of continuity with none’s facade, the enhanced dimensions of the hemispheric vault contrast with the Among the more famous representatives of this way of thinking we find Michelangelo tural artifact par excellance and accomplished the principle of observation that is immediate consequence of a section of landscape, traditional measures of the facade. In this last case, the impression of “unfinished Buonarroti who supports the existence of innate and ingrained idea as essence inside expression of the alchemical reason of the whether natural and urban environment, in order to find the right distance of what will work” evoked by the hemisphere positioned on the attic of the building, clashes things. Michelangelo is use to explaining his sculpturing by process of taking surplus locus -, whether risen from the transcription be built between the earth and the sky. against the antithetical idea of Albertian completeness. The image of the sectioned away, aiming to free the mould that has own life inside of marble block as the same of an abstract oriented geometry or from the Earth: the original core of the thinking of the space lies in the excavation. Cyclically re- vault shows the symbolic role plaid by the shapes in this type of structures, where time soul inside the human body. In the same years Michelangelo was in Pietrasanta deep adhesion to a conformity with Nature, newed in the principle of construction, the sacred gesture of subtraction of matter from the shadows often guide selectively the attention of the observer. with Donato Benti1 his collaborator, to whom has up to day been ascribed the project testifies a constant and habitual recognition of the ground is called to assist in defining the architecture. It is already the fetal hallmark For example, the light, which normally is supposed to come from above,6 in this case of the bell tower, but after our studies we believe acceptably that idea was conceived the distance, intense act of determination of the of architectural space that will be born. Prior to his appointment to form, the excavation looks like coming from below; in fact, the colonnaded basement appears lighted, by Michelangelo’s sculptural genius. He would have used the Traiano’s Column, well appropriate measure. In the harmonic chain of shall be weighed in the distension of a line that is borderline, border, “place” of differ- whereas the semi-vault crowing the building remains obscured by its own shadow. known, in a fascinating spatial distribution where positive becames negative that is rooms that all along the Italian territory follow one ence, and at the same time, the seal of an intense relationship of communion. It is the Actually, light modulation technique is a valid resource even for interior modelling. For the Column, tangible object, that is represented here by the empty stairwell. The bell another to open and close shots to landscapes, same line separating the area from the land that is ready to accept it, by “enlightening” example, in the environments of the reservoirs, the wide water surface reflecting the tower with a square plan is 36 metres high. It present itself as autonomous building or, according to a duplicity of looks, from them it while shaping the contact with the external. Prelude to the study of the project of the ceiling’s vaults tends to amplify the room depth, creating a sort of fourth dimension. which extrados is not finished and it showes a missing marble facing. Inside, contrary towards villages and cities, the practice of the section establishes the correspondence, cemetery that rise in Sesto Fiorentino, or can be inferred as equally valid a posteriori At the same time, in the “thermic chambers”,7 characterized by the presence of the to all expectations, showes a singular spiral staircase carved in the masonry wall. This the passage, the dimension of the threshold from which and through which the change reflection on the meaning of thought architecture, the sketches of the sections of the external part8 of the ceiling’s caps, the light softens the contour of the stereo-metric kind of staircase goes over to the usual trilith setting by a boss produced by bricks of scale comes to generate the detachment, or the proximity, of things. In the experi- cemetery done by Paolo Zermani confirm his continued focus on the idea of section. domes, almost evoking a lunar landscape. Along a sloping trail, water runs inside set in a particular way, on which the stairs are rested, obtaining a self load-bearing enced habit of the grand tour it was the same traveler to become a creator of the track- In the fast line where the sign meets the things, there are spaces, ground raised to ac- canals built underground or lifted upon trenches and arches, finding on its way flight winds around a circular hole named central eye. We have studied carefully this ing of an ideal section of territory in order to decode the measures, stored in the exact commodate cavity or points of visual achievements to bring the horizon closer, made by structures and devices intended to purify and limit its flow. These fragmentary pres- architecure, through vertical sections perpendicular to reference plane and passing portion of landscape. Upon a deeper reconnaissance, the crossing of a room after the thickening and distension of the matter, perpetuating a secular tradition that arranges ences, leaving in perfect harmony with the environments they are located in, testify through the tower axis. Making these theoretical sections according to projective other meant that the mind of the traveler will elaborate on the arrangement of several things in section. According to the recognition of the uniqueness, it is in the design of the the natural uniformity of the entire work. In the countryside, solid watercourses al- geometry principles, the whole helicoidal surface has been surveyed. The geometrical things in order to understand thoroughly the mutual distance, meaning practicing in the section they are arranged in mutual correspondence, so that they can be understood in ternate with small constructions “casotti”, whose simple volume helps the dialogue survey has been drawn by the principles of Parallel Perspective2 choosen to design section of places. In front of the view of the disturbing beauty of the Parthenon, Le Cor- their similarities and dissonances, once their distances are arrested, within the continuity with the natural environment.9 the object in plan and section and at the same time tridimensionally. busier remembers: “in front of the accuracy of this ruin the gap between the soul that of reality. The project of the cemetery draws its certainty by lightening the settlement’s In proximity of the urban areas, the buildings used as water reservoirs, interpret the The surface curvature come out from section is a particular surface formed by understands and the spirit that measures is deepening more and more”.2 The author, tradition still present, repeating with deep sincerity the gesture with which it is modeled landscape modification. The small reservoir in the city, last element in Poccianti’s the staircase covering that climbs along helicoidal trajectory and it named closed intensely fascinated by the altitude profile of the Acropolis, the high city, with the land- the separation line between the earth and the sky, the same as the Etruscan necropolis aqueduct,10 is clearly affected by the surrounding urban context; with a loggia oc- straight ringed helicoid. This surface is generated by a circumference that runs scape as the whole setting up of a spatial thought “informed” by the outlined section of had argued with the sharp rigor of the figure thickened and repeated in a touching cupying its facade, it is an evident reference to the traditional aspects of residential in helicoidal path around axis towards a finite point. The closed straight ringed land, takes notes with a sequence of sketches of the reasoning prompted by the ob- natural form, combining the weight of the material removed from the gentle undulating housing. At the same time, the big reservoir, located outside the old Livorno city helicoid edges are two helixes (upper and lower) keeping costant distance. Infact, servation of the temples in the countryside, savoring the spatiality of the Mediterranean ground, as if a wise and gentle hand had been placed there to translate it into the mold. walls, appears like a “ruin” in the discontinuous landscape of the 19th century sub- supposing that the stariwell profile were like a ionic shaft one, if we figure to carve a world in the interpenetration internal-external.3 In an modern vision the travel, that with Thus from the outer fence, margin built by the three levels of the dovecotes to the fields urbs. Here, in fact, the unfinished cupola suggests the image of a ruin, expressing winding helical groove around central axis in the whole thickness, this groove will be the words of Giorgio Manganelli is “a slender space, where, as in a slit on the planet, of burial, up to the chapels of the private memory accumulated in the shade of a grassy the fascination of ongoing transformation. generated by overlapping of bricks planes, and it will assume different sections that fall pictures, profiles, words, sounds, sights and blades of grass”,4 it is still a metaphor blanket down in the overflowing tubs of the neighboring waters,the site of the burial The evocative strength of this building, as well as of the others located along the aque- changes with the inner diameter belongs to directrix circumferences perpendicular of an internal where it is possible to introduce by means of a section. In the meaning takes the heaviness of a body molded from a single entity, which is place and matter, in duct trail, act as a useful visual reference point, favouring the orientation on the territory. to bell tower axis. This structural characteristic needs to keep costant the helical of architectural project as a designed thought which story will be borne by the sign to which emptiness and fullness become closer according to an old and devout attitude. The landscape finds its completion with memory, temporal layers which open staircase pitch. The horizontal sections belongs to different elevations show that the encumber the mutual and beneficial relationship of weight and thought, the overthrow Form of “intelligence” of the space, the design of the section is a summarized and ac- infinite perspectives; like the sectioned vault whose cut metaphorically reveals the staircase winding itself moulds an eye acts like a column shaft, in other words the from the horizontal plane, which identifies the plant, to a vertical plane included in the curate detection of the real and complete expression of the character of the architecture deep stratigraphy of architecture “body” in the richness of its meaning. tower has an entasis delineating a taper shape. section, causes that, all in a sudden, the man enters into relationship “with the things”, because of the places, mental and physical, that the architect draws. Paolo Zermani’s Comparing the tower with the Renaissance age measures we have found the Ro- the man leaning to the ground, away from the sky, who is scale of measurement - even projects, developed in patterns of study in addition to the drawings, emphasize with dili- 1 H. Focillon, La vita delle forme, ed. Einaudi, 2002, p. 15. man span matches precisely with its dimensions plan and façade. By this way we when not represented – of the section itself. It is because of the man, of his desire for gent and conscious memory on the meaning of thinking of the section, substantial and 2 Report accompanying the project given by Poccianti to Deputazione degli Acquedotti il 30 Aprile have also found an own axis3 in the plan according with building yard. Geometric- the infinite, that the space receives the heaviness or lightness required. In front of the consistent spring of an Italian sensitivity for building. In the introduction of Gabetti and 1827, in I. Arrighi, L’acquedotto di Colognole (1792-1868). La storia, la memoria, i documenti di dimensional analysis have revealed the proportional key of the bell tower. We can ruins of the temple of Jupiter in Girgenti, destination of his italienische reise, Goethe, led Isola’s work - called “architects meters of the surface” - Paolo Zermani reflects on the un’architettura, cura editoriale Ufficio Pubblicazioni del Comune di Livorno, 1992, pp. 70-72. assert that helicoidal staircase winds around ideal building axis, here replaced by by a profound desire of knowledge, takes his own body as a units of measurement: “I value assigned to the ‘idea of working through sections” while analyzing the work of the 3 Ibid empty carring out a grandiose negative sculpture with spiral volume.4 have tried to measure the triglyph with open arms without succeeding in containing it, two authors of Turin at the end of the 80’. It is just along the cutting axis that the magic 4 Critics suppose that the architect Giovanni Antolini may have been involved in the idea of the simbolic Further observations show that the square plan diagonals5 are orientated towards as for the flute of the column, it suffices that, to hold me standing up, I filled it as if I was moving of material occurs, for the art of subtraction and subsequent re-accumulation sectioned vault. On the other hand, the professor of Bologna University was more inclined to experimen- cardinal points. The superimposition of bell tower images with Traiano’s Column in a niche, touching the fund of it with my shoulders”.5 of the matter, which gives a weighty meaning to the project of the city-block of St. Au- tation than Poccianti who, instead, used to have amore practical and approach, as most of his works one have demonstrated precise coincidences into proportional ratios underlining T.S. Eliot places the difference between past and present in a measure-lag, that criti- gustine Street in Turin, where the internal place of the sloping lodges, primitive nucleus demonstrate. AA.VV., Pasquale Poccianti Architetto, 1774-1858, Ed. Centro Di, 1974, pp. 39-49. also how works stopped suddenly with the Benti’s death. Infact if we add two cal distance which magnitude is the same knowledge “within a sense and a measure of the composition, was found in four sections of the pyramid removed and pushed 5 E. Kaufmann, L’architettura dell’illuminismo, Ed. Einaudi, 1991, p.143 stair turns6 from the bell cell, we reach 185 stairs like into Traiano’s Column. never reached before like the self- awareness from the past”.6 The determination of the each other to obtain a cruciform path which is intimate relationship, but at the same 6 According to some scientific publications our visual apparatus gives for granted that the Who is that architect who may think to treat with the architecture like a sculpter measures of the Italian landscape is a deep and faithful act of recognition, and the con- time fracture. The section of the project, focused through several design hypothesis, comes from above. M. Baxandal, Ombre e lumi, Ed. Einaudi, 2003, p. 49. deals his marble block? It’is clear that person feels to exist an inner living idea in scious assumption of such measures is the only consolatory promise for the transcrip- outmarches the encountered things giving profound complexity of meaning: from the 7 Term used by Matteoni to indicate the double covering of the reservoirs, used to isolate the water each marble block according to Neoplatonic principles discussed widly among tion of identity. The project of the space, that all along the italian territory has evolved central split in four directions of the house of St. Augustine the house gradually expands from the external heat. D. Matteoni, Pasquale Poccianti e la “Gran Cisterna” di Livorno, Silvana Renaissance artists. in a perceptible continuous oscillation between universality of the type and specificity the view to the urban landscape of the city built, which is size of the project itself once Editoriale, Livorno, 2001, pp.119-120. As highs, diameters, reference patterns, proportions, all of them agree with gen- of the form, in the realization of the architecture of the city and the building, which is again to enclose a room of the landscape. The building in Turin is not a single, isolated 8 In the original version of the project the caps where supposed not to be seen. ius mind whether not Michelangelo who else? A genius thinking like a sculptor its constitutive substance, has became an intense and severe sense of tradition to moment of reflection on the topic but a good kind of anchor point of the trail project, 9 This practice was frequently adopted in the landscape planning dealing the space to preserve the project idea intacts. The whole structure hides state the resonant tablature of possible sympathy internal-external. “Italian buildings every time distinctly declined. From the generous and poetic shelter that identifies the 10 The fountains projected by Poccianti will never be realized an architectonical organization related by project idea who makes this bricks did not separate in a physical body less and less important and a media image with Headquarters of the Society Horse Racing of Turin of 1960, to the Olivetti residential handmade a work of art. a progressive intrusiveness (...) they remained opaque, material, tactile (...) stable and complex in Ivrea built in the 70’s where the idea of space coincides with a cross-section, Traslation by Enrico Venturini silent, defining again volumes of plastic fullness (...)”.7 The secular expressions of the the reasoning in section is also in the Eca house-hotel (1968) whose great sloped roof- Italian city, recounted by the intense succession of its landscapes, tell of a substance ing (typical plant form Padania) it is announced in the panorama of Turin, in concise 1 Donato Benti, (Florence 1470-1537). of the space that, left to rest in the places of the memory, re-emerge as a measurable representative art as an almost unexpected and provisional section. The emotional 2 See Barbara Aterini, La Prospettiva Parallela, Alinea, Florence, 1995. entity in the thinking of proposed . That sense of belonging to the places density of certain mentioned constructive episodes leads to a strong specificity of the

148 149 Italian architecture that is in the willingness to reveal the duplicity of the building, intimate “For those cities untouched by the shape and the precise boundaries with the countryside (…)” tells reality that has disclosed all its potentialities. It is useful, then, “to keep one’s eyes representations allowed us, students bred by academic tradition, to deconstruct expression of what should be invisible and restrained. Back to mind the intense work of of the years 30-40: “(...) you could passionately believe in revolt or revolution, since so much wonder- open and search the not-yet-thought in what has already been thought of”.2 the spatial perception of the work. Space, whose message was coded and histor- revision with which Pasquale Poccianti transformed in the nineteenth century the design ful thing that was the form of life, it would not be changed. You could feel like an hero of change and It is significant that the actions we make in order to assemble things in new com- ically secured, opened up to more allusive, evocative, and pre-textual readings. of the façade Cisternone of Livorno, to reveal an unexpected and eloquent sense of innovation, as to give strength and courage was the certainty that cities and men, in their profound binations also betray our interpretation of them: on these occasions, rather than The logical and complex volumetric disorder of Adrian’s site inscribed itself into differ- inside, hitherto hidden. A similar purpose is expressed in the façade of the Dispensario and beautiful appearance, would never change (...)”. See P. Pasolini, Scritti corsari, Milan 2005. strictly complying with a method, we are enacting a creative process. In conclusion, ent perceptual layers sometimes graspable in a straightforward and palpable manner, Antitubercolare of Ignazio Gardella in Alessandria (1934) where the section is a result 10 “It would be enjoyed, pending the right distance and elevation from the floor of the city, the these words intend to point out the reasons why creative types make many “draw- other times conveyed through a more distanced and evocative comprehension. of an internal process of gradual dematerialization obtained from the reconstruction highest shares of large and imposing monuments that rise above it and, if you wish, you could ings of intenzione”, to quote Leonardo Savioli, and regard them as essential once As Savioli once wrote, this process of regression granted us the liberty to “bring of material filters of different texture. Few decades after Paolo Zermani identifies the analyze it, so in general, as in their particular”. Poggi G., Come avvenne che trovai la posizione they have undertaken a project. space into focus and to measure it in our own way” while form enjoyed the flex- Acropolis Museum in Athens with the emersion of a huge rock column, “colossal find- del Piazzale Michelangelo, letter addressed to Giuseppe Barellai, transcribed in Poggi G., Ricordi After understanding that from the immemorial repository of men’s thoughts, we can ibility resulting from “a chosen automatism”, sorted out and fostered for its intimate ing emerging from the ground, cut transversally, with an internal cave”,11 in order to go della vita e documenti d’arte, Florence 1909. first select “fragments fraught with intuition”3 and then bring them up to the present, we relation to nature. back to a interpretation of section where the designed space is loaded by a dual evoked 11 Zermani P., Paolo Zermani. Costruzioni e progetti, edited by F. Capanni, Milan 1999, p.50. must “strive to highlight the importance of the discontinuities” that are to be found “be- The measure of Villa Adriana could no longer be single-handedly established as if strength and by having the presence of surfacing ruin and incomplete picture of the fate 12 In relation to the Villa Malaparte in Capri, please refer to the sketches and lyrics by Francesco hind the great continuities of a genre, a form, a discipline.”4 This is likely to be our mental it descended from just one relation. Instead it disclosed its manifold dimensions, in fieri, and of his body becoming inhabited. Venezia both contained in Venice F., Scritti brevi 1975-1989, Naples 1990, pp. 6-8. attitude toward reality since, after all, “singling out a fragment from the past entails the as many as the users that related to it. Heaven: the adhesion to the form of the ground finds correspondence in the line of 13 Venezia F., Scritti..., cit. p.7. re-commencement of sundry discontinuities”.5 Once again, it is a matter of rupturing “The beauty of nature resides in that it appears to be more than it actually is. To the horizon. The design of the section draws a double scope to accommodate the 14 Venezia F., Francesco Venezia. L’architettura, gli scritti, la critica, Milan 1998, p. 101. something that is necessarily continuous: the flow of time. Still, it must be noted that this take this something more out of contingency, to seize its appearance and even space: from the separation from earth implies a contact with the sky and the space 15 See Calvino I., Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio, Milan 1993, pp. 63-88 very principle would hold true for the interruption of any sort of continuum. negate it as unreal, this is the idea of Art (…). The spell of Villa Adriana is easily is to be located between them. Within the two lines of demarcation building-earth/ Because Paolo Galli’s interests and research are all but homogenous, it is appropriate understood. Its explanations vary depending on one’s point of view (…). In its building-sky, that become synchronic principle of an intense existence in communion, to keep reflecting upon the lack of continuousness, “it seems to us that the poetics of present state, Villa Adriana appears to be halfway between architecture and there is the nature of the character of the architectural section. “Casa Malaparte is an architecture can be discerned in these discontinuities”,6 discontinuities that develop nature, and both of the latter add up to each other’s charm. This very condition elevation of the place (…) the residence develops “down below” and independently, in time, stemming from the interruption of the logical connection between important, lays the ground for the development of certain subjects of our work concerning bridging the gap between the artificial plan and the natural line of the rocky saddle”.12 albeit usual, facts and events. This is the crux of the matter: the persistence of forms the organization of space and its perception.” Francesco Venezia in his Scritti brevi thinks, with accurate reference to the edge of Paolo Galli’s Lesson by Vittorio Pannocchia in time is interesting only insofar as it “attests the commodification of architecture”.7 The fragmentary study of what had been a man’s dream of immortality, a man Punta Masullo rapidly synthesized in the drafts, about a primary settlement act, the (page 124) In order to understand the deep meanings of this last quote, a closer examination is whose stone-and-lime testament was meant to deliver his present time to the housing, reached by Adalberto Libera through the “artificial prolongation of the site (...) In dealing with questions re- needed. This is necessary not only to dodge some imprecise, and altogether incor- future, is a pretext for Paolo Galli’s investigation of the ancient nature-architecture touchstone (...) that separates two phases and measures the cyclic alternations”13 in a garding at the same time a rect, interpretations of it but most importantly because something else needs to be relation and its primeval myth. sort of petrified portrait of the place. It is by the thought of the section that the dwelling human being’s thought and pointed out. The meaning of this quote comes clear if we recall to our minds the many Nature is creation, a demiurge’s work, the model of every ideational process: lays over the rocky edge to the breadth of horizon within which the introduction of the his modus operandi (aimed representations that are made by architects. Representations, namely drawings every inventio of form is premised on a principle, and is akin to nature-induced artifice originates the space of architecture as “the elevation of the place”, extolling its at either pragmatic or artistic sketched in keeping with conventions, have always catered to the primary need to metamorphosis. character without damaging the Nature, if it looks with sympathetic consent the graft goals), several considerations figure forth what has yet not been realized. For instance, in the case of buildings, even Nature is the mother of all arts, the foundation stone of each new design of the of the human work. Even Francesco Venezia, taking the well-defined path of an ital- must always been taken into form has had to shape up and conform itself to conventions (including those regard- forma urbis. Indeed, Galli often maintained that the harmonious relation between ian vocation, gives voice to architectures in which the focus of the proposed section account. From these con- ing representational techniques). For this reason, the risk of assimilating architecture the city and its natural environment is not warranted by the quantity of green areas is made basic and absolute. In Salemi, site changed by the collapses resulting from siderations we shall move to to other process fields in which the end products are just commodities proved real. but rather by the city’s ability to develop a genuine nature-and-stone dialogue. the earthquake of 1968, the theater is the section to rejoin the places giving dignified develop our reflections on the For some Paolo Galli’s suggestions, or rather his “innovative conception” of archi- “That which remains of the built environment can be appraised both in terms of presence to the void of the body disappeared from the urban scene: “a riverbed stone lesson of Paolo Galli. tecture, derived from his will to make, for others they came from his desire, never physical impressions and in terms of mental associations, as it happens outdoors dramatizes the transformation: the old center and the landscape are joint on scene. To be sure, this is required by entirely fulfilled, to seek new stimuli in ever new interpretations of the existent. As he in nature. Landscape and the built environment grow almost completely enmeshed A thread of horizon…”.14 The cavea of the small theater composed with the other the actual circumstances. Suffice it to mention the building, never finished, of the repeatedly maintained, this is due to one inescapable truth: “the measure of poetry” into each other so that one ends up reacting to them in the same way. Ground- spaces reconstructs the natural and urban landscape across the line of the horizon, “Barca”. “Barca” is how Galli used to name the series of accomplishments achieved lingers in “the precision (il precisare) of the Architect”.8 And, to this quote, we can- level differences smoothly follow one other. One is convinced to enter an enclosed certain and indisputable source of the practice of the section. over a long period of time during which he managed to realize, all by himself, every- not but add that “these activities are also derived from the reflections of the great space but this opens up into a clearing that becomes a meadow. Shadows vary The notes gathered over time on the theme of the section is a form of collation with the thing that was necessary to make a dream, his own dream, come true. Yet, had he contemporary thinkers”. and change a thousand times: they first perform among olive trees and later, quite object to put aside points of support for a constant meditation on a constitutive and also succeeded in accomplishing his enterprise, he would not have cared much whether Translation by Anna Lovecchio abruptly, they are spaced out by the light of a cryptoporticus. Hot and cold sensa- constructive element of the architecture. It appears certain that only in the extraordinary it remained “buoyant” or not. This must not seem paradoxical, for what mattered was tions are followed by tactile impressions: one wants to touch the valuable carvings dimension of the man-world relationship, the meaning of architecture as supportive that it was built, with love and endless patience, in keeping with the rules of hand- 1 P. Galli, Parentele fra le cose, il corpo e il pensiero, Firenze 1994, p. 9. of a column as he would touch a fruit or a body”. dichotomy in the relationship internal-external, contact between singular and universal, work. Expending energies to realize something, he practiced an idea derived from 2 P. Galli, La poetica dell’immaginazione in AA. VV. Riuso urbano. Ipotesi e interpretazioni, Translation by Anna Lovecchio harmonious or dissonant instinct of the form, essence, reason, finds its own identity. Leonardo Savioli’s often repeated words about space: “Space must be touched by Alinea Ed. Firenze 1985, p. 158. From the arguments fostered and the reflections developed in The transition from one category of the space to another, moving from inside to the out- hands”, almost as if it had its own concreteness. these as well as in other writings, it emerges clearly the influence of some French contemporary side and vice versa, requires an act of metric detection without which any size could be Undoubtedly, this peculiar short-circuit between the thinking faculty and the will philosophers including J. Derrida, G. Bachelard, and J. Baudrillard. made. Result of a plant as the implementation of a principle of order, the section of the to make, allowed him to merge theory and practice and, above all, to eschew 3 Op. cit., p. 157. space is essentially to measure the proximity of things when, through the cut, it faces misunderstandings about the importance of each. 4 Ibidem, 156. them, and makes them compete in a narrative, describing the landscape, whether it is In spite of the significance of this argument, we must make it quietly, almost whisper 5 Ibidem, 157. natural or the domain of the scene constructed to represent a “measurable” and intense it. It is worthwhile to wonder why in approaching the thought and poetics of archi- 6 Ibidem, 156. text of the architecture of all time. An appeal by Italo Calvino that he would not be able to tect Paolo Galli one must weight carefully the tiniest detail, trivial only in appearance, 7 Ibidem. address to a public (it will be faithfully transcribed in posthumous Six memos for the next and why one must be extremely careful in evaluating his research and teaching. The 8 Ibidem, 161. millennium) complaints the discomfort for the loss of form found in life, which is urgently best answer is soon given: “because his own persona and the very thoughts about needed to oppose a defense in order to take possession again of the physicality of Architecture and the Visual Arts developed during his lifetime demand it.” the apparent world and also of the word itself that “links the visible track to the invisible Years ago, he undertook a research premised on a strong statement: “We must thing, to the absent, feared or desired thing, as a fragile bridge of chance thrown on give up thinking with our head, we must let our soul descend into the dense life of the blank”.15 Calvino by stating to prefer the geometric shapes, the symmetries and our nerves and muscles to achieve substance and dynamism; in short, we must numerical proportions, insists on the idea of limit, or measure, because of its containing turn a nervous vibration into an impression”.1 He proved faithful to this project Thoughts and Collages by Luca Barontini what did not end as “the sequence of integers, the Euclid’s straight lines”;16 in order every time he had a chance to broaden his cultural interests. He suggested to (page 130) to speak about the accuracy Calvino has had to gait in the immeasurable area of the commence from that which actually exists or hits directly upon our senses. These “Every form derived from nature cosmos, because the invisible is also part of the visible. The idea of space that stems words convey one of the tenets guiding the thinking faculty of he who wants to features several scenes. After com- from an impulse of the “measured” section implies the dimension of infinity. “make”. As far as Architecture is concerned, this tenet has always been referred ing into existence in a discon- to the those operations (either practical or intellectual) undertaken by planners tinuous and erratic matter, these 1 Part of title repeats literally the conference in Bremen in 1949 that Heidegger opens by inquiring who, from the start, are keenly aware of both the possible uses of matters and scenes confederate and become a about the meaning of closeness and distance of things when the distances involved were reduced materials needed to build something and the laws and rules to be abode by. short story for telling a story is noth- to such an extent as to be, in some cases, absent: “What is this uniformity in which all things are Thus, after careful consideration of what happens before our senses, we can grasp ing but relating a certain number neither close nor distant, and are, so to speak, without posting?”. See Heidegger M., Conferenze di quite clearly the most hidden, essential ideas. Only then, a work can fully express of clear-cut, somehow measur- Brema e Friburgo, Milan 2002, pp. 17-97. its vitality, indispensable to understand its “greatness” and the “potentialities” it able, units through the metonymic 2 Le Corbusier, Il Partenone in Viaggio in Oriente, edited by G. Gresleri, Venice 1995, pp. 324-325. conceals. Certainly, architects, painters, and the great masters of the past have process (…). Our familiarity with 3 For Le Corbusier, eager to understand the impression left by the physical and metaphysical place known this truth since a long time. We cannot avoid mentioning the contents of Villa Adriana together with the on buildings that man has lifted, the particular becomes mentor to a strong desire to agree with Le Corbusier’s notebooks and Picasso’s freewheeling drawings that interpret his availability of many records about the universal intentions. He writes down about the plan of the Acropolis: “The circle of stones that beloved masterpieces like Las Meninas by Diego Velazquez and Le déjeuner sur it prompt our thoughts. Our goal demarcates the plan is designed to avoid any unnecessary gaze. The Acropolis is isolated and l’herbe by Edouard Manet. The re-interpretation of a finished work made by an artist is not to make a study from nature without the background, with no connection whatsoever with what is at the foot of the buttresses. conveys an undeniable idea: the will to pursue a sure outcome given that the world whose mimetic approach would The quick spirit takes possession of the time and it swoops amazed in a remoteness that there is makes available at least one fragment (of a complex thought, of an extended image, metamorphose nature into architecture. Rather, we want to enhance the pleasure no need to rebuild”. Le Corbusier, Viaggio..., cit, p. 324. of a large object, of an important work) to everyone interested in owning it, of architectural suggestions by relating architectural and natural space.” 4 Manganelli G., Viatico in La favola pitagorica, Milan 2005, pp. 11th In order to single a piece out from a man-made continuum, be it a niche, a capital, but also Guarded by the prongs of Neptune’s trident and surrounded by the filmic se- 5 See Goethe J. W., Viaggio in Italia, Milan 1997, p. 282. a wall or an architrave, it is necessary to replace it with something else, something quence of the Partendone’s metope, the Aula Minerva was the suggestive setting 6 Eliot T.S., Tradizione e talento individuale in Opere 1904.1939, Milan 2001. deceiving because produced by the imagination. Thus, willfully culled from its wherein Professor Paolo Galli taught the Interior Architecture course during which 7 See Purini F., La misura italiana dell’architettura, Bari 2008. original context, the fragment can be questioned and, afterwards, combined with he used to show his 1970s watercolors about the ruins of Tivoli. Onto the rough 8 Savinio A., Dico a te, Clio, Milan 1992, p. 11. other fragments by rules different from those who governed the first making of the paper medium, chosen for its capacity to absorb several layers of Chinese ink, he 9 Pier Paolo Pasolini was one of the authentic witness of the fullness of meaning expressed by the work. These outcomes do not derive from combinatorial calculus; they first come superimposed photograms of the agoraphobic previsualizations of Ansel Adams Italian city, by its form designed in relation to a territory and its inhabitants as part of a choral intention. into existence within our soul if we are ready to be enthralled by a certain portion of or of other important photographers. The confrontation of these two dissimilar

150 151 Università degli Studi di Firenze - Dipartimento di Progettazione dell’Architettura Direttore - Ulisse Tramonti - Sezione Architettura e Città - Loris Macci, Ulisse Tramonti, Alberto Baratelli, Antonella Cortesi, Maria Gabriella Pinagli, Mario Preti, Antonio Capestro, Enzo Crestini, Fabio Fabbrizzi, Renzo Marzocchi, Andrea Ricci, Claudio Zanirato - Sezione Architettura e Contesto - Adolfo Natalini, Giancarlo Cataldi, Pierfilippo Checchi, Stefano Chieffi, Benedetto Di Cristina, Gian Luigi Maffei, Fabrizio Arrigoni, Gianni Cavallina, Piero Degl’Innocenti, Carlo Mocenni, Paolo Puccetti - Sezione Architettura e Disegno - Maria Teresa Bartoli, Marco Bini, Roberto Corazzi, Emma Mandelli, Stefano Bertocci, Marco Cardini, Marco Jaff, Giovanni Anzani, Barbara Aterini, Alessandro Bellini, Gilberto Campani, Carmela Crescenzi, Cecilia Luschi, Alessandro Merlo, Giovanni Pratesi, Paola Puma, Marcello Scalzo, Marco Vannucchi, Giorgio Verdiani - Sezione Architettura e Innovazione - Alberto Breschi, Antonio D’Auria, Marino Moretti, Laura Andreini, Flaviano Maria Lorusso, Vittorio Pannocchia, Marco Tamino - Sezione I luoghi dell’Architettura - Maria Grazia Eccheli, Fabrizio Rossi Prodi, Paolo Zermani, Fabio Capanni, Francesco Collotti, Alberto Manfredini, Giacomo Pirazzoli, Elisabetta Agostini, Mauro Alpini, Riccardo Butini, Andrea Volpe - Laboratorio fotografico - Edmondo Lisi - Centro di editoria - Massimo Battista - Centro di documentazione - Laura Velatta - Assistente Tecnico - Franco Bovo - Responsabile gestionale - Manola Lucchesi - Amministrazione contabile - Cabiria Fossati, Lucia Sinceri - Segreteria - Gioi Gonnella, Grazia Poli