Supplemento al n. 13 del 1° aprile 2016 di Riforma – L’Eco delle valli valdesi FREEPRESS APRILE 2016 NUMERO QUATTRO reg. Trib. di n. 175/60. Resp. Luca Maria Negro. Poste italiane S.p.A. – Spedizione in A.P. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB/CN

Foto Pietro Romeo Agape sulla frontiera

Agape-Prali e il resto del La crisi del mercato della 25 anni fa i primi sbarchi di mondo. Alla scoperta del Pietra di Luserna, con il albanesi sulle coste pugliesi: Centro ecumenico, situato in fallimento della Cave Gontero un esempio di integrazione nel fondo alla val , spa e la situazione delle scuole tessuto sociale in val Pellice, voluto fortemente appena superiori fuori Pinerolo: e nelle chiese valdesi (alle dopo la fine della Seconda Collegio valdese e Agrario valli) ci sono state 76 Guerra mondiale (1946) per di Osasco, alle prese con nuove ammissioni con le riavvicinare le persone problemi diversi confermazioni e i battesimi nelle chiese locali L’amore non verrà mai meno... (1 Corinzi 13, 8) Daniela Di Carlo sempre una comunità, nella quale scambiarsi reci- questo versetto di Paolo che è inciso nella procamente doni, seppur in forma transitoria, una RIUNIONE DI QUARTIERE chiesa all’aperto di Agape e che cerca di ispi- settimana, un mese, un anno. Esporci per saper rare gli incontri che accadono lì. Agape rap- condividere la propria storia, la propria spiritualità «Agape siamo noi presenta per molte e molti la casa dove sen- rende possibile capire e vedere la forza di Dio nelle nessuno si senta escluso» Ètirsi accolti e amati. Il filosofo Roberto Esposito ci nostre vite e nel mondo intero e ci permette di met- ricorda che ciò che è comune «non è proprio, né tere al centro della propria vita la relazione come Manuela Masini e Iacopo Vaggelli appropriabile da qualcuno; che è di tutti, o quan- forma essenziale con la quale abitare una terra, la gape ha festeggiato da poco i suoi ses- tomeno di molti...». Ci fa inoltre notare che la pa- nostra, testimone di continue relazioni interrotte. sant’anni e, al di là della solidità che il rola latina communitas contiene la parola numus Agape è un posto ai margini del mondo nel quale paesaggioA alpino e la struttura stessa richiama- (legge, ufficio ma anche dono). Non si parla però di assaporare quel respiro di Dio incarnato negli in- no, Agape continua a cambiare, a crescere e un dono generico, per il quale esiste la parola do- contri che vengono fatti e dal quale poter ripartire ripensarsi. Cambiamento che è scritto nel Dna num, ma di un dono che non si riceve e che viene nel mondo con quella passione gioiosa necessaria di Agape, frutto di quella avventurosa alchimia esclusivamente dato. «Ciò significa che i membri per aver fiducia e orientamento nel nostro presen- della comunità, piuttosto che da un’appartenenza, te. Paolo, l’apostolo, chiedeva le stesse cose alle sue che ci parla continuamente di incontro, con- sono vincolati da un dovere di dono reciproco, da chiese perché lui sapeva, con certezza assoluta, che fronto e condivisione di spazi di vita, di lavoro e un obbligo donativo, che li spinge a sporgersi fuori quel mondo nuovo fatto dell’amore di Cristo per di pensiero. di sé, letteralmente esposti, per rivolgersi all’altro e noi, che non morirà mai, e del nostro per le altre e Non tutti i cambiamenti sono facili e felici; quasi a espropriarsi in suo favore». Agape crea da gli altri era ed è alla portata di tutte e tutti. ricordiamo con tristezza che circa un anno fa è mancata Caterina Dupré, direttora del centro per cinque anni; la sua malattia ha portato a una transizione più accelerata e violenta del solito, momento che è stato superato grazie alla vicinanza e all’impegno di una molteplicità di persone che si sono strette intorno al progetto Agape. Ci preme, in questo spazio, rinnovare un ringraziamento di cuore a tutti e a tutte loro. Dopo una coppia direzionale al femminile, i prossimi anni saranno accompagnati da un team maschile con Demetrio Canale alla dire- zione e Malte Dahme alla vicedirezione. A loro e ai Comitati spetterà il compito di mantenere vivo lo «stare nel mondo» di Agape. Nonostante una posizione geografica a dir poco decentrata, Agape e le persone che ne fan- no parte continuano a sentirsi in prima linea nella riflessione e nella partecipazione su temi centrali e fondanti della nostra società. Attività nel grande salone - foto Agape Vivere Agape significa partecipare a trasfor- mazioni e sperimentazioni che attraversano tut- te le proposte del Centro, che si frequenti Agape Un anno e mezzo con questo strumento Alberto Corsani come campista, che si scelga di mandare ad el corso di un anno e mezzo, su questo tenuto forte il legame con il loro territorio. Ora Agape i propri figli o le proprie figlie, che si deci- giornale nato all’interno del progetto «Ri- in questo territorio le chiese valdesi lavorano in- da di dedicare del tempo vacanza per il Campo forma si fa in quattro», abbiamo affron- sieme a tanti compagni di strada, nella vita civile, Lavoro, del tempo vita come Gruppo Residenti, o tato molti temi locali che però potevano amministrativa, culturale, consapevoli di portare del tempo libero come componente dei Comitati. Navere valenza più generale e, soprattutto, potevano nella società un’esperienza forte, ma oggi più che Parafrasando De Gregori, «Agape siamo noi, essere visti secondo un’ottica legata al territorio mai da condividere, da mettere a disposizione. I nessuno si senta escluso» anche nella fatica, del Pinerolese e delle valli valdesi: è stato così per valdesi non sono soli quando conducono batta- anche nella meraviglia che il cambiamento la crisi, nel nostro primo numero dell’ottobre 2014; glie per avere servizi migliori, una sanità migliore, genera. ma è stato così anche quando abbiamo affronta- modi di vivere adeguati ai tempi: sanno, però, che to i problemi della casa, oppure delle opportuni- ereditano questa sensibilità dalle generazioni che, RIUNIONE DI QUARTIERE tà lavorative. Abbiamo raccontato i problemi, ma sole in questo lembo di terra, sono state soccorse La sera, nelle borgate delle valli valdesi, la riunione anche le esperienze positive, inventate, magari oc- da altre nazioni e da chiese sorelle in Europa. serve a discutere di Bibbia, storia, temi di attualità casionalmente e quasi per caso, dalle «teste» più Con questa consapevolezza parliamo di Agape, aperte al nuovo. Abbiamo parlato di musica e di un centro dove migliaia di giovani hanno impara- borgate, di confini e di cibo da condividere. to a essere se stessi e a crescere fiduciosi dei propri In qualche modo abbiamo riassunto l’esperien- mezzi: una consapevolezza da spendere, poi, nelle za secolare delle comunità valdesi, che hanno abi- loro chiese e nelle loro città, a fianco di tanti altri tato la montagna come altre popolazioni; hanno e tante altre; preparati a questo da un centro ab- patito la fame, l’esilio e la morte, ma hanno man- barbicato in una borgata di montagna.

Riforma - L’Eco delle Valli Valdesi Redazione Eco delle Vall Valdesi Direttore: Alberto Corsani ([email protected]) Supplemento realizzato in collaborazione Supplemento al n. 13 del 1° aprile 2016 recapito postale: Direttore responsabile ai sensi di legge: con Radio Beckwith Evangelica: Simone di Riforma - L’Eco delle Valli Valdesi, Redazione centrale - Torino via Roma 9 - 10066 (To) Luca Maria Negro Benech, Denis Caffarel, Leonora Camusso, registrazione del Tribunale di Torino via S. Pio V, 15 • 10125 Torino tel. 366/7457837 oppure 338/3766560 In redazione: Samuele Revel (coord. Eco delle Matteo De Fazio, Daniela Grill, Alessio Lerda, ex Tribunale di Pinerolo tel. 011/655278 e-mail: [email protected] Valli), Marta D’Auria (coord. Centro-Sud), Marco Magnano, n. 175/51 (modifiche 6-12-99) fax 011/657542 Claudio Geymonat, Piervaldo Rostan, Federica Diego Meggiolaro, Susanna Ricci, Paolo Rovara, e-mail: [email protected] Tourn (coord. newsletter quotidiana), Sara Matteo Scali Stampa: Alma Tipografica srl - Villanova Tourn. Grafica: Pietro Romeo Mondovì (CN) tel. 0174-698335

Editore: Edizioni Protestanti s.r.l. via S. Pio V 15, 10125 Torino

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 2 DOSSIER/Agape La frontiera che unisce; alla scoperta della vita del centro, delle difficoltà (di un tempo) con il territorio e degli sguardi su un mondo e su un futuro sempre più estesi L’attenzione al cambiamento

Matteo De Fazio a copertina dello scorso numero del gior- nale richiamava un mondo senza frontiere. Frontiere intese come luogo di divisione, di separazione o di ostacolo allo scambio Le al confronto tra le persone. Ma, si sa, c’è anche un altro modo di intendere il termine «frontiera». Per esempio come un luogo in cui due elementi differenti si toccano e si incontrano; dove i bordi dell’uno e dell’altro possono mischiarsi e influen- zarsi. In questo senso Agape Centro ecumenico è un luogo di frontiera: un luogo di sperimentazio- ne e di confronto in cui culture e modi di vivere diversi si sono incontrati e contaminati. Lo è da sempre, da quando dopo la Seconda Guerra mon- diale il centro fu costruito da volontari di tutta Europa, che fino a poco tempo prima erano stati nemici: un luogo di riconciliazione che da allora non ha smesso di essere anche spazio di scambio e lavoro comune. Il centro esprime queste carat- teristiche soprattutto grazie ai suoi campi, princi- palmente estivi, che ogni anno sono realizzati da staff di volontari che si preparano per poter tra- smettere al meglio l’offerta formativa di Agape ai Gli spazi all’aperto e le montagne - Foto Agape campisti di tutte le età. Ad Agape i gruppi di lavoro per i campi si chia- testo internazionale che frequenta le sue mura» a essere fondamentale anche oggi». Insomma per mano staff. Le staff, al femminile. La storia vuole dice Demetrio Canale, direttore della struttura. Il continuare con le metafore Agape può sembrare che il «forestierismo» sia arrivato ad Agape mol- Gruppo Residenti è un insieme di persone che vive un porto franco, un luogo in cui prendersi il tem- to prima che si utilizzasse nel mondo del lavoro ad Agape e si occupa di tutti gli aspetti del cen- po dell’ascolto e del confronto, isolato ma anche e nel linguaggio italiano, per via dei ferventi con- tro: «Il gruppo riunisce identità diverse, di diversa inserito nel mondo che va oltre i monti che lo cir- tatti internazionali da cui il centro è sempre stato provenienza, cultura e abitudini, creando una pic- condano: «Un luogo di cui oggi abbiamo sempre caratterizzato. Il contesto decise di declinarlo al cola comunità – continua il direttore – con una più bisogno – conclude Bernardini – come dimo- femminile. grande valenza educativa, secondo noi. In questi strano i numeri di bambini, adolescenti e adulti Il piccolo aneddoto è in realtà la punta dell’ice- anni il gruppo è composto da persone giovani, in che frequentano il centro». berg quando parliamo dell’innovazione che Aga- un’età importante per imparare la diversità, la re- pe ha sempre portato con sé nei diversi temi che sponsabilità e l’incontro con l’altro. Tra loro, ma ha affrontato: la riflessione sull’identità di genere, anche con i partecipanti dei campi, che vanno dai il rapporto tra fede e omosessualità o nuovi me- minori agli adulti, dai campi lavoro ai campi di ge- Il Gruppo Residenti La quotidianità ad Agape è or- todi educativi e di animazione sono stati affron- nere, così come nei campi internazionali, politico ganizzata dal Gruppo Residente tati in anticipo rispetto al resto del paese. Qui si e teologico. Anche in questo si esprime la caratte- composto da una decina di persone. è parlato prima che in altri luoghi di pace e ri- ristica del centro Agape come collettore di idee e Caterina Lo Presti, Claire Sofi, Daniel conciliazione, di globalizzazione, di consumo cri- ispiratore di nuove modalità». Kupffer, Danilo Galloro, Deme- tico, di sud del mondo e di capitalismo. Di teatro I temi e le idee, come dicevamo, sono in dive- trio Canale, Giovanni Jarre, Jakob Rauber, Kateryna Tolmachova, dell’oppresso e di Lgbtqi (lesbiche, gay, bisessuali, nire. Chissà se il centro riuscirà ad avere ancora Lucía Díaz Tarraga, Malte Dahme, transgender, queer, intersessuali). «Trovare nuo- la sua visione in avanti, come è stato in passato: Merle Hoffmann: questi sono i vi argomenti è una sfida – dice Manuela Masini, «Guardando indietro indubbiamente ci sono stati nomi dell’attuale gruppo, nomi che presidente del Comitato esecutivo della struttu- filoni di discussione che sono rimasti nella storia lasciano intuire provenienze da ra – nel futuro il centro dovrà farsi avanguardia del centro – dice Eugenio Bernardini, moderato- diverse parti del mondo. «Chiediamo a chi vuole entrare in questo gruppo di nuove tematiche e continuare a realizzare la re della Tavola valdese e presidente del Comitato di fermarsi come minimo per un propria vocazione ecumenica. Il senso di Agape generale di Agape – come i campi Europa-Afri- anno – ci spiega Canale – anche se è mettere insieme le persone: senza di questo sa- ca all’epoca della decolonizzazione degli anni ’60, in passato i residenti rimanevano rebbe solo una casa per ferie». o i campi donne nel momento del protagonismo per più tempo: oggi invece è difficile Non va dimenticato il luogo particolare in cui il femminile degli anni ’70, i campi su omosessua- e il mercato del lavoro non aiuta: “fermarsi” più di un anno rischia di centro si trova, ovvero l’estremo della val Germa- lità e fede cristiana, o ancora i seminari su fede allontanare troppo le persone dal nasca, sopra Ghigo di Prali, località turistica e di cristiana ed ebraismo, molto importanti ancora mondo del lavoro e conosciamo tutti villeggiatura. «Come ha sempre fatto in passato, oggi per il protestantesimo italiano. La riflessio- la situazione, perdere un’occasione oltre a essere a cavallo tra le chiese e il mondo ne è stata utile anche per aggiornare la riflessione lavorativa oggi è molto più rischioso esterno, in una dialettica non sempre facile, Aga- delle nostre chiese, metodiste e valdesi in partico- di 20 anni fa. L’età media è giovane, siamo attorno ai 20-22 anni». pe è anche un punto di contatto tra Prali e il con- lare. L’attenzione verso il cambiamento continua l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 2 l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 3 DOSSIER/Agape Un piccolo borgo di appena 245 residenti a contatto con il mondo: fra difficoltà e momenti di condivisione. Le ricadute del Centro sul comune di Prali e sulla popolazione Prali: a due passi dalla frontiera

Agape-Prali

Dal Centro si vede il villaggio di Prali. Si vedono la seggiovia e le abitazioni, la pista di fondo e le montagne che circondano la picco- la conca. «Agape “ricade” sul ter- ritorio – spiega Demetrio Canale, il direttore –: nel piccolo comune montano acquistiamo il pane e molti altri generi alimentari e non solo. In un paese di 260 abitanti, con pochi esercizi commerciali, la presenza di 11 persone in più (356 giorni all’anno) si fa sentire. Ancor di più quando ci sono i campi. Siamo arrivati a 65 presenze, a cui va aggiunto il campo lavoro, la staff e i residenti… arrivando praticamente a 100 persone. Inol- tre accogliamo anche famiglie che vengono a trascorrere qualche giorno immersi nella natura o sulle piste da sci». Ma le ricadute non sono solo sulle attività com- merciali. «Partecipiamo anche alla vita della chiesa valdese di Prali. Tre residenti fanno parte della corale, il nostro vice-direttore Malte Dahme è anche un organi- sta e quindi accompagna i culti e altre cerimonie religiose. La mia idea è quella di dare una mano alle chiese del territorio della val Germanasca, offrendo la predica- zione qualora servisse in qualche chiesa, perchè in fondo Agape fa parte di questa realtà». (s.r.) 1951, l’ inaugurazione - foto Agape

Vito Gardiol* sto all’avanguardia su molti temi discussi e digeri- sione stabili da ormai parecchi anni. el periodo della costruzione di Agape i ti dalla chiesa con molta lentezza. La cena di Natale organizzata dal centro, aperta pralini e la chiesa di Prali furono natu- La chiesa di Prali e la popolazione pralina han- a tutti e tutte i pralini e le praline, che raccoglie ralmente coinvolti in vari modi: dalla no avuto il privilegio di essere a pochi passi dalla una comunità che va oltre i limiti geografici, cul- collaborazione volontaria ai lavori all’o- frontiera e pur non condividendo sempre quanto turali e religiosi e offre spazi di apertura stimo- Nspitalità, alla condivisione dei momenti di culto accadeva ad Agape sono stati coinvolti volenti o lanti; la partecipazione alla corale di alcuni resi- nel vecchio tempio che si rivelò ben presto troppo nolenti in cambiamenti di grossa portata, stimola- denti, la condivisione di alcuni momenti di culto piccolo per accogliere giovani che provenivano da ti a riflettere da un rapporto vis-à-vis con chi fre- con partecipanti ai campi di Agape, la partecipa- luoghi, non solo geograficamente ma anche cul- quentava Agape che non permetteva loro di essere zione attiva a uno dei cicli di riunioni quartierali turalmente, molto lontani. L’idea di Tullio Vinay indifferenti. del gruppo residenti sono alcuni degli aspetti più apparve non solo come un sogno difficilmente -re I ricordi legati agli anni della costruzione e evidenti di un rapporto che va oltre la semplice alizzabile ma anche come un disegno fuori luogo successivi sono comunque positivi; lo stupore e pacifica convivenza. e fuori tempo, insomma un proposito assurdo. La la diffidenza iniziali nei confronti di persone che Agape rimane un luogo di frontiera ancora oggi stessa percezione, com’è noto, era diffusa in tutta provenivano da tutto il mondo, di culture e storie ma a differenza di ieri questo aspetto è accolto la chiesa e non solo in quella di Prali. La perso- diverse non impedirono ai pralini di essere acco- non come una difficoltà ma come un’opportunità nalità e la capacità di persuasione del past. Vinay glienti e di manifestare la loro generosità. I rappor- di respiro mentale, culturale e spirituale che per- vinsero i timori della chiesa tutta. Da quando si ti che si stabilirono fra Agape e la chiesa di Prali mette a tutta la chiesa di non rimanere un luogo svolsero i primi campi ad Agape in poi, i rapporti non furono sempre idilliaci, ci furono momenti di chiuso ma di essere sempre e di nuovo uno spazio fra la chiesa e il centro ecumenico non furono mai grande tensione ma anche di ampia comunione. aperto alle novità e libero di servire una Parola semplici e d’altronde non poteva accadere diversa- Oggi il rapporto fra il Centro ecumenico di che non può essere incatenata. mente: l’obiettivo di Agape è sempre stato quello Agape e la chiesa di Prali è consolidato da relazio- di essere una frontiera per la chiesa, un avampo- ni di reciproca apertura e da momenti di condivi- * pastore valdese della comunità di Prali

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 4 DOSSIER/Agape Il Centro ecumenico attraverso le parole dell’ideatore Tullio Vinay e Sergio Ribet, che ne è stato suo direttore negli anni ’80: «Nessuna pietra da sola ha un senso» Il valore di un’idea

1947, il culto prima dell’inizio dei lavori - foto Agape

Susanna Ricci sperienza della guerra non era stata solo trauma- te, continua a esistere, le mie necessità continue- n tempi di crisi, se facessimo un’attenta analisi tica ma anche rivelatrice: essa aveva rivelato ai più ranno a dover convivere con quelle degli altri. sui campi in cui bisognerebbe investire, credo consapevoli che la guerra non era soltanto – colpa Che cosa ci chiede Agape, e cosa, noi, possia- scopriremmo che nulla vale di più delle idee. loro –, degli altri, e che in tutti c’era stata una se- mo dare ad Agape? Sergio Ribet: «Agape è stata Chi scrive, dipinge, chi fa ricerca e propone greta complicità e corresponsabilità, per cui tutti costruita, non c’è sempre stata, e non è nata da Inuove tecnologie può guadagnare molto sotto vari dovevano pentirsi e voltar pagina». sola e non continuerà se non ci sarà, generazio- punti di vista, che si tratti di denaro, riconoscen- Ancora Vinay: «Agape fu anzitutto proprio ne per generazione, chi ci saprà mettere fantasia, za, soddisfazione personale, fama e gloria. L’idea questo: un atto collettivo di confessione di pec- progetto, sudore e fatica… Nessuna pietra da sola a sostegno dell’atto creativo fa la differenza fra cato e di pentimento all’indomani della fine della ha un senso; tutte insieme danno un risultato, e le artigianato e arte. Nella pratica ci sono esempi guerra, con un’Europa ridotta a un campo di ma- pietre immobili ci rinviano alle pietre viventi che eccellenti: quelli che grazie a un brevetto o a una cerie. L’impegno era, sì, ricostruire l’Europa, ma le hanno poste ciascuna al proprio luogo, perché canzone hanno potuto condurre una vita agiata. soprattutto di costruire un’Europa diversa: non formassero un villaggio vivente». Oppure chi, come Kandinskij, ha cambiato l’idea militarista, non nazionalista, non imperialista, di estetica nella pittura, e nell’arte in generale, non totalitarista, non razzista, non classista». C’e- Citazioni tratte da «L’amore è più grande. La partendo dalle sue idee sul colore, creando l’a- ra bisogno di un posto dove tornare esseri uma- storia di Agàpe e la nostra» di Tullio Vinay. Prefa- strattismo. Le idee, quindi, le valutiamo anche in ni. La guerra aveva diviso, creato sospetto verso zione di Paolo Ricca. Introduzione di Sergio Ribet, base al modo in cui riescono a influenzare, addi- il diverso, creato difese che portano a riconoscere scritta ad Agàpe il 13 maggio 1989, data dell’ottan- rittura a cambiare, la nostra vita. due categorie di persone: noi e gli altri: una dico- tesimo compleanno di Tullio Vinay. Il pastore Ribet Sergio Ribet: «Agape una volta non c’era, qual- tomia naturale, ma pericolosa. Dietro ogni amico, è stato direttore di Agape dal 1986 al 1991. cuno ha dovuto immaginare, accarezzare con la nemico, straniero, eccentrico, diverso o simile c’è fantasia un’utopia: poi la fantasia è diventata pro- un essere umano. La natura del Centro e il motivo getto, poi il progetto si è fatto carne, sassi, muri, per cui è nato vogliono invitare, arrivando, a spo- prati». L’idea funziona quando risponde a una gliarsi di questi pregiudizi, di queste false identità precisa necessità del luogo e del tempo in cui na- che non rappresentano, non devono rappresenta- sce; l’idea «dialoga» con la realtà circostante. Il re niente, ad Agape, se non la possibilità di avvici- tempo e il luogo da cui partiamo sono l’Italia di narsi a un altro essere umano. inizio ’900. Più precisamente era il 1909 quando Spogliarsi del superfluo, dei pregiudizi, non si- a La Spezia nasceva Tullio Vinay. Vinay studiò gnifica però rinunciare ad avere un ruolo, un valo- Teologia alla Facoltà valdese, a partire dal 1934 fu re specifico all’interno della comunità sempre in pastore a Firenze. Dopo la fine della guerra lasciò rinnovamento che ad Agape si crea. La vita che Firenze e si fece ideatore e promulgatore della co- si è invitati a condividere insieme agli altri è di struzione di Agape, i cui lavori iniziarono nel 1947. tolleranza e di confronto; ma, secondo un precet- Tullio Vinay: «La grande esplosione di odio di to totalmente cristiano, soprattutto di incontro. cui la guerra era, al tempo stesso, frutto e radice, Un incontro che presuppone necessariamente un reclamava, per contrastarla, una grande manife- ascolto: di noi, di quello che ci aspettiamo, dell’al- stazione di amore. Là dove l’odio era abbondato, tro e delle sue necessità. Anche se non ascoltiamo, doveva sovrabbondare l’amore. Tanto più che l’e- la comunità grande o piccola di cui facciamo par-

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 5 DOSSIER/Agape L’importanza a livello architettonico della struttura: una pagina fondamentale dell’architettura organica in Italia. Il grande salone, la chiesa all’aperto, le tre casette...

Agape vista dall’alto - disegno di Marco Rostan Una bella e sana follia

Marco Rostan scala dove si passava a rischio con in mano il vas- non si badi troppo alla funzionalità, al punto che el raccontare la storia di Agape spesso ci soio dei cibi). ci si dimenticò di localizzare i servizi igienici. si dimentica di dire che il villaggio rap- Il cuore di Agape è il grande salone, che si pro- Negli anni ’60 invece, appena alzati nel gelo del- presenta una pagina importante dell’ar- lunga nella chiesa all’aperto e si conclude con ma- le camerette, ci si riuniva nei gabinetti, dove c’era chitettura organica italiana, quella che troneo e campanile. All’estremo l’unica stufa. Il tetto del caseg- Nebbe un punto di riferimento mondiale nel grande opposto vi era uno spazio-cami- giato fu l’emblema della «fol- architetto americano Franck Lloyd Wright (anche no ora purtroppo scomparso per Gli organi di gestione di Agape lia costruttiva» della coppia Se Agape ha una struttura com- i non esperti conoscono la «Casa sulla cascata» o esigenze di funzionalità. Il salone plessa a livello di mura anche la Leo-Tullio. Realizzare un tet- il Museo Guggenheim di New York). L’architettu- è uno spazio di incontro e di li- struttura organizzativa è artico- to in lose con pendenza delle ra organica è anti-classica, contro tutti i fascismi e bertà, laico, pluralista, la «piaz- lata. falde verso l’interno a 1500 i regimi dittatoriali, non è invasiva dell’ambiente, za» delle città medievali... Nel COMITATO GENERALE: presieduto mt. con nevicate anche di due anzi fa entrare l’esterno all’interno, non conosce salone si fa tutto: la conferenza e da un rappresentante della Tavola metri, gelo e disgelo continuo, valdese (in questo caso il mode- gerarchie fra spazi più o meno nobili, usa materia- il ping-pong, il culto e il ballo, la ratore Eugenio Bernardini) indica significa chiedere troppo alla li del luogo, è attenta alla persona e alla comunità, festa con la tristezza della solitu- le linee generali. Si riunisce due grazia di Dio. Ne erano certi è democratica e aperta... Di questo molti sentiva- dine, si canta, si suona, si predica, volte l’anno e approva i temi dei i pralini con il loro buonsen- no l’esigenza nell’immediato dopo-guerra, questo si celebra la S. Cena. Per facilita- campi. All’interno del Comitato tre so. Le magnifiche vedute delle cercava Tullio Vinay nella sua visione dell’Amore re i lavori di gruppo oggi ci sono membri sono nominati dalla Fgei montagne, attraverso le am- (Federazione giovanile evangelica di Dio per noi, questo realizzò l’architetto Leonar- panche mobili, ma inizialmente in Italia) in quanto la Fuv (Federa- pie finestrature, creano una do Ricci (ideatore anche del progetto del Servizio vi era una sorta di sedile conti- zione delle Unioni valdesi) ante- splendida luce all’interno ma cristiano di Riesi, in Sicilia) con la collaborazione nuo, intorno ai tavoli e lungo le signana della Fgei ebbe un ruolo complicano tremendamente il dell’ingegnere Nino Messina, che diresse i lavo- pareti, e ci si vedeva tutti in fac- fondamentale nell’edificazione di riscaldamento e la manuten- ri con pochissimi muratori o gente del mestiere cia: la comunità. Altro «cuore» Agape. zione. COMITATO ESECUTIVO: si riunisce e centinaia di volontari e volontarie, provenienti del complesso sono i «saloncini» una volta al mese e ha il compito Eppure Agape c’è ancora, da tutto il mondo. Il progetto, che inizialmente nelle casette, con la scaletta di le- di gestire il «quotidiano» di Agape. i campi sono ben frequenta- prevedeva quattro casette, fu poi proseguito con gno e il soppalco. Una funzione fondamentale è quel- ti, l’Amore di Dio non viene l’arch. Gianni Koenig (uffici e casa dei residenti). Capita spesso che nelle grandi la di scegliere i membri del Gruppo meno. Ci sostiene nelle nostre In anni più recenti si è aggiunto il grande edificio visioni, quasi mistiche, di Vinay Residenti a cui viene chiesto di visioni anche un po’ folli, per- fermarsi nel Centro per almeno un delle cucine (all’inizio piccole, scomode, collega- e di quanti coinvolse nell’impre- anno. ché sa che Agape, a Prali, è per te con il salone con una ripida, scivolosa e stretta sa, a cominciare dal progettista, tanti ancora un luogo unico.

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 6 l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 7 DOSSIER/Agape Lei giovane studentessa olandese, lui cuoco siciliano di Riesi. L’incontro esattamente a metà strada, in val Germanasca, e la storia di una vita trascorsa insieme La storia di Mieke e Rocco La storia si ripete Siamo sempre ad Agape, durante un campo invernale. L’ennesimo per Marco, figlio di Mieke e Rocco, anche lui «rapito» da Agape. «Stranamen- te non sono stati i miei genitori a spingermi più di tanto a provare i campi di Agape, ci sono arrivato attorno ai 18 anni e ne ho seguiti molti, anche in qualità di aiuto nell’organizzazione quotidiana e poi nelle staff», racconta Marco. In quegli anni una mail arriva dall’altro capo dell’Italia. In una Facoltà universitaria friulana. C’è bisogno di interpreti per Agape, per un campo internazionale dove la presenza straniera è molto forte ed è necessaria la traduzione in alcuni momenti. «Con un gruppetto di amici universitari decidiamo di partire, prendiamo questa espe- rienza come una sorta di vacanza nel periodo estivo, fra varie sessioni di esami. È stato amore a prima vista. Con Agape. Negli anni successivi sono tornata diverse volte in alta val Germana- sca, sempre forte è stato il richiamo del Centro», ricorda Martina. Se fra Mieke e Rocco l’asse era stato fra Nord e Sud Europa, la storia di Marco e Martina si svilup- pa fra l’Est e l’Ovest dell’Italia, fra Torre Pellice e Mieke e Rocco oggi -foto Riforma Trieste. «Ad Agape ci siamo conosciuti e – con- tinuano in coro – ci siamo rivisti in un secondo Piervaldo Rostan che aveva deciso di passare le sue ferie in giro per campo». Nonostante la lontananza geografica e due anni di studio a Vienna per Martina, il legame ampi politici, diritti umani, ambienta- l’Europa, se ne arrivò a sua volta. instaurato a Prali dura e si fortifica. «Ci siamo lismo. Fra questi momenti di crescita e Mieke torna ad Agape l’anno dopo e nel frat- ritrovati a metà strada (o quasi): in Veneto. E consapevolezza politica e umana, Agape è tempo i due fanno coppia fissa... l’anno scorso ci siamo sposati», e a officiare le stata tante volte occasione di incontro fra Ma perché Rocco Butera, siciliano di Riesi, era nozze è stato Marco (Fornerone), pastore valde- giovani non solo italiani. Il caso di Rocco e Mieke finito ad Agape? se, conosciuto indovinate dove? Ovviamente ad C Agape. A questo punto non resta che aspettare è emblematico. «Per sette anni avevo lavorato al Servizio cri- la terza generazione per vedere se anche questa «Abitavo in una cittadina olandese, Deventer, stiano di Riesi, a contatto con Tullio Vinay e sua sarà segnata così profondamente da Agape. era il 1976 e decisi di fare, giovane studentessa, moglie che spesso ci parlavano di Agape. Nel ’73 [s. r.] un’esperienza all’estero; mi ero affidata a un’agen- il golpe fascista in Cile dà vita a un forte dibatti- zia – ricorda Mieke –. Avevo davanti due possibi- to politico in cui la Chiesa valdese è fortemente lità, la Gran Bretagna o, appunto, Agape: alla fine impegnata». Rocco aveva anche partecipato a un fu proprio l’agenzia a propormi l’alta val Germa- campo politico ad Agape nell’estate; a un certo nasca sottolineandone anche la vocazione ecume- punto decide di chiudere l’esperienza riesina e sale nica per me, cattolica, importante». a Torino dove viveva già una sorella. Da Agape la chiamata arriva a luglio; nel grup- «E proprio lì mi raggiunge una chiamata dall’al- po di volontari molti erano gli stranieri. C’erano lora direttore di Agape, Bruno Rostagno: stavano anche altri olandesi. «A me sono sempre piaciute cercando un cuoco e non so bene come mi hanno molto le montagne – ricorda Mieke – ma conosce- trovato a Torino; dapprima ho avuto un contratto vo molto poco di Agape. Quando arrivai a Torino di un anno poi in realtà ho fatto parte del gruppo sapevo di dover prendere un autobus fino a Pero- residente per 5 anni. Il mio impegno in cucina, dalla sa e poi sarebbero venuti a prendermi da Agape. colazione alla cena, non mi consentiva certo di par- Provai a telefonare per annunciare il mio arrivo. tecipare molto alla vita del Centro: allora il gruppo Allora i telefonini non esistevano e per chiamare residente era più numeroso e nei momenti più impe- bisognava inserire il gettone nell’apparecchio. Io gnativi salivano ulteriori forze da Pinerolo». litigai per mezz’ora col gettone che non voleva sa- Segue, per Rocco, un anno al Convitto valdese perne di entrare e mentre io faticavo c’era un tizio di , poi per Mieke si apre la prospetti- che mi guardava e rideva; decise di aiutarmi e in va di lavorare all’istituto Gould di Firenze; nuovo un attimo mise il gettone dal lato giusto». trasloco, e Rocco trova un impiego da cuoco in E così arrivò la salita a Prali; «appena parcheg- una trattoria fiorentina. Altri anni in una realtà di giato mi venne incontro Rocco con un grembiu- grande interesse culturale e nel 1982 il ritorno alle le tutto insanguinato (era il cuoco di Agape...). valli, questa volta a Torre Pellice, al Bistrò che li Questo ricordo mi è rimasto a lungo nella mente; vede tutt’oggi impegnati dopo oltre 30 anni. ma non lo rividi per un bel po’ di giorni». Invece Agape resta una tappa fondamentale; nel con- quando si dice il destino... Si era ammalata la ra- fronto fra giovani di Paesi diversi si son formate gazza che si occupava del lavaggio dei piatti e a coscienze, sono nati amori e famiglie; «del resto Mieke venne chiesto di sostituirla. Il periodo del sai che nostro figlio e nostra figlia sono diventati volontariato durò alcune settimane, poi venne il valdesi...», sottolinea Mieke mentre ripensa ai pri- tempo di tornare in Olanda: finita l’estate, Rocco, mi anni passati sui monti di Prali. l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 6 l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 7 Un percorso lungo la storia di Agape Dalla fondazione ai primi campi passando attraverso gli ampliamenti della struttura e la nascita degli incontri più importanti e frequentati: una storia ancora aperta e in movimento Infografica: Leonora Camusso Infografica:

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 8 DOSSIER/Agape La breve esperienza di Agape a Pinerolo: un modo di fare testimonianza cristiana nella lotta anticapitalista e il dialogo con la parrocchia cattolica di San Lazzaro Vita quotidiana negli anni ‘50 Foto di Ferruccio Corsani Ferruccio di Foto

C’era una volta Agape a Pinerolo Matteo Scali ficoltà di fare una testimonianza cristiana nella dei movimenti sociali e politici del Pinerolese e è stato un tempo in cui un pezzo di lotta anticapitalista, essendo “fuori dal mondo”». anche delle chiese». Tra questi il «Comitato eser- Agape si è trasferito a Pinerolo. Per rac- Agape provava a entrare nel dibattito e nei con- cito» di Pinerolo, la Raccolta fondi pro Vietnam, contarlo bisogna riavvolgere la pellicola flitti che animavano il territorio, attraverso un il Gruppo ecumenico di Pentecoste. I nomi si ac- della storia fino al lontano 1973, tra im- percorso comunitario inserito nella dimensione cavallano tra le pagine della storia e trovano il C’magini dai colori tendenti al beige e rumori di dita cittadina. «Alcuni erano sposati e la notte viveva- loro riflesso nei temi dei campi studio estivi. che battono sulla macchina per scrivere. no a casa – prosegue Corsani –. Altri affittarono Con il passare del tempo l’attrezzatura venne L’inizio degli anni ’70 ha visto, anche nel Pine- un alloggio su stradale San Secondo. Durante il spostata al tempio valdese, in via dei Mille. L’e- rolese, il coinvolgimento dei movimenti giovanili giorno ci si ritrovava per lavorare insieme». sperienza si concluse nel 1978, quando il Comita- delle chiese nel dibattito che coniugava l’analisi Si trattava anche di un lavoro ecumenico con- to generale sciolse il gruppo di Pinerolo. I tempi, marxista e la confessione di fede cristiana. Dibat- dotto in dialogo con i sacerdoti della parrocchia allo svoltar del decennio, stavano cambiando, per tito nel quale il gruppo che animava Agape era di San Lazzaro. «Partecipavamo al “Collettivo Agape e per il mondo. Ci si preparava, forse incon- inserito, pur trovandosi in una posizione geogra- Bonhoeffer” abbiamo dato vita a un collettivo sciamente, a un periodo che vedeva l’emergere di fica decentrata. biblico-ecumenico cui partecipavano valdesi e nuovi luoghi di frontiera su cui lavorare. «Agape Dal 1973 parte del gruppo residente di Agape si cattolici. Sul fronte della chiesa c’era il lavoro per tornò al suo relativo distacco dall’impegno in pri- trasferì così a Pinerolo, stabilendo la propria sede far crescere i gruppi Fgei, come quello di Luser- ma persona» conclude Corsani. nel centro sociale di San Lazzaro, dove venne spo- na San Giovanni». Ma se si sceglie di ripercorrere, pur criticamen- stata l’attrezzatura per la stampa, e producendo E poi un’attività intensa sul territorio. «Dal te, quel film, si possono scorgere la ricchezza del- un’intensa attività politica, in collegamento con le punto di vista sociale e politico Agape parteci- le relazioni e la profondità della riflessione di cui realtà di base e della sinistra extraparlamentare Pi- pava a un collettivo operaio a Agape si è nutrito, dando corpo a un’idea di inter- nerolese. «Uno dei problemi che si viveva ad Agape e c’era la collaborazione al Giornale di Pinerolo e vento nella società che provava a tenere insieme il in quel periodo – racconta Paolo Corsani membro Valli. Era un periodo ricco di rapporti e relazio- ruolo istituzionale e di preparazione dei campi e il del primo gruppo residente a Pinerolo – era la dif- ni. Il centro stampa venne messo a disposizione radicamento nel territorio.

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 9 TERRITORIO Il ricco e florido mondo dell’estrazione della Pietra di Luserna di fronte alla crisi con la chiusura di una grande azienda di Barge: il futuro degli 87 dipendenti fra ammortizzatori sociali e ricollocamento in altri ambiti lavorativi

ABITARE I SECOLI Il giorno del Signore

Claudio Pasquet ono particolarmente istruttivi gli atti dei SSinodi valdesi tenutisi a fine ’600. I valdesi erano appena tornati dall’esilio svizzero nel 1689, avevano trovato le loro terre all’abbandono, i loro templi distrutti, e molte loro famiglie Pietra Luserna di di Riforma – foto Cave erano decimate. Non stupirebbe che, data la situazione, si preoccupassero solo delle questioni pratiche e contingenti: ricostruire ciò che la guerra aveva distrutto, coltivare i campi incolti, far tornare chi è ancora La Gontero Spa è fallita in esilio. Tutte queste cose vengono certa- mente fatte, ma non si dimentica e non si Diego Meggiolaro lascia da parte il tema della fede vissuta garantire almeno il 40% del livello occupazione i è riunito a fine febbraio, nella sede della dell’azienda fallita». nella quotidianità. Un esempio di questo Giunta regionale di piazza Castello a Tori- Nel caso nessuno si facesse avanti, l’assessore Pen- è l’attenzione che si pone, fin da subito, no, il tavolo di confronto sulla Gontero spa tenero metterà a disposizione dei percorsi di riqua- alle violazioni dell’osservanza del riposo di Barge, dichiarata fallita, insieme alla con- lificazione e di ricollocamento per i lavoratori. «Tra domenicale. Già nel Sinodo del 1693 ci si Strollata Balma Oro di Bagnolo Piemonte. Fin dagli qualche settimana il commissario liquidatore farà preoccupa «degli eccessi che si commet- anni ’50 controllava il ciclo produttivo di estrazione, il bando per mettere in liquidazione la struttura – tono nel giorno della domenica», e viene lavorazione e vendita di quarzite, gneiss di Luser- dichiara Pentenero –, se andrà deserta i lavoratori votato un ordine del giorno che sarà ripe- na e di ardesia. Il tavolo è stato convocato dagli as- perderanno gli ammortizzatori. Verso metà marzo tuto nel 1694 invitando i Concistori a fare sessori al Lavoro, Gianna Pentenero, e alle Attività è stato nominato il commissario liquidatore che sta osservare il riposo «con mano forte». Dato Produttive, Giuseppina De Santis e ha visto la parte- procedendo alla definizione dei passaggi per l’avvio cipazione dei sindaci delle due cittadine interessate, della liquidazione. In questa fase intermedia si cer- che l’osservanza di questi atti non era della Provincia di Cuneo, dei sindacati Fillea Cgil e cherà di capire qual è il patrimonio e qual è l’attività sicuramente diffusa, i due Sinodi del 1695 Filca Cisl, e di un consulente del cu- necessaria da svolgere per la liquida- riprenderanno la questione specificando ratore fallimentare. zione. Poi si emetterà il bando per ca- che «i giochi delle carte, les débauches, La Gontero occupava 87 lavora- pire se c’è qualche soggetto interessa- e i festini sono assolutamente vietati di tori, ora in mobilità, e la sua attivi- to all’acquisto della Gontero spa». domenica», e si lascerà a ogni Concistoro tà generava un indotto calcolato su Nel caso il bando andasse deserto? locale il compito di «punire i contravven- circa 300 persone. Gli amministra- «Proseguirà la mobilità così come la tori». La questione andrà avanti e sarà tori hanno espresso la preoccupa- stanno portando avanti oggi i lavo- ripresa in moltissimi Sinodi successivi! zione per le ripercussioni sociali ed ratori e dopo il periodo di mobilità economiche che la crisi dell’azienda previsto dalla legge, diversificato a Fissazione legalista? Oppure profonda potrebbe avere sul territorio anche seconda del periodo di assunzione convinzione che la fede vada vissuta in perché le nuove direttive del Jobs per ognuno di loro, noi metteremo modo vigile nella propria vita di ogni Act escludono il ricorso alla cassa in- a disposizione di ognuno di loro gli giorno riservando al tempo del riposo tegrazione straordinaria nel caso dei strumenti di riqualificazione e ricol- l’osservanza dovuta ai doni del Signo- fallimenti, quindi i dipendenti non locamento per le persone che sono re? Mi è tornato in mente questo tema ne potranno usufruire. Ora c’è da occupate alla Gontero». passando davanti a un supermercato valutare la possibilità di individua- Quali sono questi strumenti? «Noi che affigge con orgoglio un nuovo orario re un soggetto interessato ad acqui- utilizziamo risorse del Fondo socia- dove si legge semplicemente «sempre sire la Gontero spa. L’assessora alle le europeo, che sono progetti che Attività Produttive Giuseppina De permettono di prendere in carico le aperto». Una quindicina di anni fa ave- Santis ha ricordato l’esistenza di una persone a seconda di quello che è il vo visto cartelli simili negli Usa dove era misura che agevola l’acquisizione di Blocchi di quarzite percorso lavorativo, la professiona- scritto lapidariamente: «24/24; 365/365». aziende in crisi e di impianti produt- lità, le attitudini e le potenzialità di Comodità o ubbidienza al nuovo tivi chiusi o a rischio di chiusura, salvaguardando ciascuno. Con questo i lavoratori possono essere legalismo della legge del mercato? le strutture produttive e le risorse umane. «Sul sito accompagnati o all’interno di un percorso profes- Internet di Fin Piemonte, nella sezione bandi/ac- sionale o di ricollocazione attraverso gli strumenti quisizione aziende in crisi, ci sono tutti i dettagli classici di reinserimento come stage e tirocini che ABITARE I SECOLI Pagine di storia nelle valli valdesi dei contributi economici regionali e degli interven- permettono di reintegrarsi. Per alcune situazioni e nel Pinerolese ti previsti – spiega De Santis – che possano aiutare sarà anche previsto un reddito che permetterà loro *Claudio Pasquet un’impresa che voglia rilevare in tutto o in parte la di frequentare l’attività proposta e se si riuscirà a Pastore Valdese Gontero. Anche le grandi imprese possono essere svolgere delle azioni mirate è possibile che scatti beneficiarie del contributo. L’investimento deve es- una nuova assunzione all’interno di un nuovo con- sere di almeno un milione e mezzo di euro e deve testo e di una nuova realtà».

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 10 TERRITORIO Torre Pellice e Osasco: gli unici due Comuni all’infuori di Pinerolo con una scuola superiore. Scuole che si sono trovate di fronte a problemi strutturali (mancanza di aule per Osasco) e di importanti cambiamenti a livello gestionale (al Collegio valdese)

Samuele Revel rischiato di averne troppo poche. offerta formativa, parlando di «Un segno tangibile del buon ser- scuole superiori, nel Pinero- vizio offerto è che dopo un anno lese è concentrata a Pinerolo, di pausa è stato riattivato l’indi- fra il centro studi e il «Por- rizzo “classico” con alcuni iscritti e L’porato». Al di fuori della cittadina Scuole che fra i vari progetti a cui stiamo esistono e resistono ancora due real- pensando c’è il potenziamento lin- tà: l’Istituto agrario di Osasco (che fa guistico – sono le parole di Marco capo all’istituto «Prever» di Pinerolo) Fraschia, professore e preside vica- e il Collegio valdese di Torre Pelli- rio –: importanti sono le iscrizioni ce (privato ma paritario). Entrambe resistenti all’indirizzo classico che rischiava le scuole sono alle prese con alcuni di venire disattivato e farlo ripartire problemi che con alcune difficoltà si sarebbe complesso (gli altri indiriz- stanno superando. zi sono scientifico e linguistico)». Ma i problemi maggiori il Collegio AGRARIO li ha incontrati con alcuni «cambi» Quasi tutti ricordiamo l’iniziativa sono lievitati. A oggi, marzo 2016, Riassumendo: la Città metropolitana in posizioni chiave. Il 19 dicembre CaScO (Cantiere Scuola Osasco) che di aule nemmeno l’ombra. Un basa- ha approvato il progetto e stanziato passato ci sono state le dimissioni si poneva l’obiettivo di raccogliere mento costruito con i fondi raccolti 140.000 euro. In sostanza spenderà del preside Marco Dapiran, che da 60.000 euro per poter ampliare gli e nient’altro. Ma qualcosa si muo- tutti i soldi stanziati per realizzare il pochi mesi, dall’estate, era succedu- spazi didattici visto il costante au- ve: qualche novità, per il progetto di nuovo pezzo di scuola (tre aule con to a Ester Gontero, già insegnante mento delle iscrizioni e i problemi ampliamento della Scuola agraria di il corridoio di collegamento alla par- del Collegio. A poca distanza poi di spazio creatisi. Sembrava che per Osasco, è emersa dal confronto di te esistente) come previsto mentre è arrivato anche il pensionamento l’inizio dell’anno scolastico si sa- poche settimane fa fra il comitato il CaScO utilizzerà i fondi raccolti per la segretaria Adriana Prochet, rebbero avute le aule e invece… «La promotore dell’iniziativa CaScO e (60.000 euro) per terminare i lavo- che per via dei numerosi anni tra- Città metropolitana, nella figura il Dirigente del settore Edilizia del- ri di preparazione del sito iniziati scorsi al Collegio ne conosceva dell’ingegnere Sandro Petruzzi, ci la Città metropolitana a Torino. La la scorsa estate e per pagare alcune perfettamente tutti i «segreti». Ma ha consigliato di cambiare idea per gara per l’assegnazione dei lavori è parti impiantistiche e i lavori ester- oggi il «Valdese» come sta, quali diversi motivi. I costi previsti non quasi pronta; da verificare se l’ente ni, consistenti nella finitura (in le- sono le prospettive? «Abbiamo cer- sarebbero stati quelli reali, la dura- riuscirà a farla partire entro breve gno a cappotto, ecologica e innova- cato di invitare il corpo docenti a ta “tecnica” di quella struttura non (Patto di stabilità e altri vincoli buro- tiva) e nelle pavimentazioni esterne. guardare avanti, a superare questo poteva superare i 20 anni, non erano cratici-amministrativi-politici per- In conclusione: l’ampliamento avrà momento difficile e pensare sempre prefabbricati funzionali. Ci siamo mettendo). «Se la gara parte a metà un valore complessivo di 200.000 agli studenti» ci dice Paola Rostan, fatti convincere anche perché ci era marzo, si chiude con l’assegnazione euro e sarà all’avanguardia dal pun- presidente del Comitato del Colle- stato assicurato che i fondi mancanti lavori a metà aprile, due mesi per la to di vista architettonico ed ecologi- gio. Che chiude commentando il li avrebbe trovati la Città metropoli- costruzione in cantiere e le pratiche co; la scuola potrebbe essere pronta numero di iscritti per il prossimo tana e i tempi di consegna si sareb- di autorizzazione (ufficio sismico e per l’estate, patto di stabilità per- anno: «Abbiamo raggiunto finora bero allungati di due mesi soltanto» Comune) e siamo a metà giugno; un mettendo... il numero di 13 iscritti, un risulta- ci spiega Marco Ramotti, docente paio di settimane dovrebbero basta- to per noi importante per la nostra all’«Agrario» e segretario di CaScO. re per trasporto e montaggio. Poi i COLLEGIO VALDESE piccola realtà, che speriamo possa Le cose sono andate diversamen- lavori esterni e i collaudi e abbiamo Se a Osasco il problema sono le salire fino a 20, prima dell’inizio del te. I tempi si sono dilatati e i costi finito» è il commento di Ramotti. troppe iscrizioni, a Torre Pellice si è prossimo anno scolastico».

L’Agrario di Osasco - Foto Riforma

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 11 TERRITORIO Pinerolo: a cavallo fra fine maggio e inizio giugno si andrà a votare per il nuovo sindaco. L’uscente Eugenio Buttiero al momento non fa parte della rosa dei candidati ma ci sono ancora movimenti, soprattutto nell’area di Forza Italia...

I candidati sindaco di Pinerolo SPORT GIOVANE Talento, dono per pochi Samuele Revel ma anche dalla certezza che, per vincere le elezioni am- inerolo si avvicina a un appuntamento impor- ministrative, bisogna essere maggioranza in città e, allo Pietro Canale tante: le elezioni che indicheranno il successo- stesso tempo, in molti hanno sostenuto un altro candi- o sport insegna, non c’è re di Eugenio Buttiero. La data non è ancora dato. Da oggi lavorerò, a partire dal programma e dalla Lche dire. A un passo dal certa anche se la legge prevede che si vada alle coalizione, per essere il candidato di tutti, di chi mi ha campo, carichi e convinti Purne entro la metà di giugno. I fine settimana quindi votato e anche di chi non mi ha votato, sempre mosso di noi stessi, entriamo nella più probabili per indire elezioni saranno o l’ultimo di dalla voglia di ascoltare e di confrontarmi per costruire parte di chi si appresta ad maggio o il primo di giugno. relazioni e per rappresentare al meglio l’articolazione, la affrontare una nuova sfida. Siamo pron- Manca quindi poco. Abbiamo cercato di capire chi ricchezza della società in cui viviamo e i suoi bisogni. Il si presenterà e a distanza di due mesi cinque nomi mio obiettivo principale era, ed è, quello di vincere, tutti ti a metterci in gioco per spingere ancora sono certi e cinque sono anche gli ambiti politici che insieme, le elezioni amministrative». Queste le parole di una volta i nostri limiti, il nostro corpo, sono rappresentati. Barbero uscito vincitore dal confronto con Pinchiaro- le nostre capacità, oltre quella soglia che MOVIMENTO 5STELLE glio con 728 voti favorevoli contro 574 su un totale di instancabile, imperterrita, si ripropone Sono stati i primi a uscire allo scoperto presentando 1312 votanti: «In un quadro difficile credo sia stato un assidua chiedendoci un ulteriore sforzo Luca Salvai, già consigliere in questa tornata, sostituito ottimo risultato» termina Barbero. per essere nuovamente superata. E noi, pochi mesi fa da Luigi . Che temi affronte- LEGA NORD più testardi e cocciuti, siamo sempre lì, rete nel caso di una vostra elezione? «Prima ancora dei «Abbiamo deciso di correre da soli come in altri pronti ad accettare la sfida per cercare temi per noi è importante la partecipazione. Voglia- comuni, abbiamo aspettato a lungo che l’area di cen- di ampliarne i confini. Ci alleniamo, mo mettere il cittadino al centro della cosa pubblica. tro-destra/Forza Italia facesse un nome ma ormai i L’unica risposta che possiamo dare alla disaffezione e tempi sono maturi e non possiamo più aspettare per ci impegniamo, ci crediamo: nulla di all’indifferenza nei confronti della politica è quella del- far partire la campagna elettorale» dice Gualtiero Caf- più giusto e nulla di più sano, lo sport, la partecipazione. Questo vuol dire trasparenza e vuol faratto, segretario della Circoscrizione di Pinerolo. padre e creatore della competizione, dire mettere in campo dei processi decisionali un po’ «Nel caso venissi eletto sindaco due sono i punti car- con noi stessi, e con gli altri. Purtroppo innovativi. Anche chi ha la buca sotto casa ha bisogno dine del nostro programma che uscirà a breve: sicu- però, alle volte siamo costretti ad aprire di ascolto e merita attenzione. E qui l’amministrazione rezza e legalità. E quando parlo di sicurezza voglio dire gli occhi per fermarci ad osservare la deve dare una risposta tempestiva. Questo è un primo sicurezza sotto tutti i punti di vista. Questo vuol dire realtà con occhi obiettivi e subire ferite aspetto, l’altro è quello di far sentire il cittadino parte- tappare una buca su una strada ma anche dare sicurez- che solo questa magia di fiato e sudore cipe delle decisioni con sondaggi o indagini su temi di za nei parcheggi allontanando chi chiede l’elemosina è in grado di regalare, perché l’impegno pubblica utilità come l’edilizia scolastica o la gestione (vietato da un’ordinanza comunale). Verificheremo la delle scuole. Le persone, se le coinvolgi, partecipano. La presenza dei rom sul nostro territorio e se nel campo e la determinazione non sono sempre trasparenza è un mezzo per raggiungere l’obiettivo del- sia tutto in regola e le tasse vengano pagate, come da all’altezza di quel limite che con cuore e la partecipazione. Tu non puoi pensare di coinvolgere tutti i cittadini. Altro obiettivo è quello di rilanciare il anima cerchiamo di oltrepassare. Sono le persone se non sei trasparente». centro storico, favorendo le piccole imprese artigiane sicuramente la giusta alchimia per cre- PARTITO DEMOCRATICO e commerciali perché rimangano anche a presidiare il are carattere e tenacità, ma l’abilità, la In un primo tempo i partecipanti alle primarie dove- territorio. Non prometto l’impossibile ma mi impegno dote innata, il talento, è dono per pochi. vano essere tre: il sindaco uscente Buttiero, Luca Bar- ad amministrare la città come un buon padre di fami- Un pizzico di invidia scorre nelle vene di bero e Luigi Pinchiaroglio. Buttiero si è defilato prima glia». Per esigenze di tempi di stampa non sappiamo chi correndo, nuotando, pattinando, ha delle primarie che si sono tenute domenica 13 marzo. «Io indicarvi se ci saranno liste civiche o di centro-destra. la possibilità di confrontarsi con chi è più riparto da qui, dalla certezza di avere vinto le primarie Eventuali aggiornamenti su www.riforma.it. bravo, più capace, più talentuoso. Con facilità, in scioltezza, sinuosi e in armo- Candidati dell’ultima ora Mentre stavamo per nia, i talenti aggiungono agli infiniti andare in stampa è stato sforzi la magia agli occhi di chi ne osser- annunciato il quarto va le movenze, la forza, la semplicità e candidato sindaco di Pi- nerolo. Si tratta di Pietro la naturalezza. Ma lo sport, si sa, non ha Manduca, venti-treenne fatto storia solo per chi era più capace di pinerolese. Studente altri, solo per chi ha avuto più sicurezza in Giurisprudenza è il rappresentante di o più predisposizione. Lo sport infatti, è Sinistra Solidale. Anche la storia di chi lo vive, è la forza di chi Sel (Sinistra Ecologia e con dedizione, costanza, lacrime e gioia, Libertà) ha presentato Enrica Pazè come propria decide di non accontentarsi della nor- candidata sindaco (già malità. Lo sport è la storia di chi salendo consigliera comunale) ma in cattedra, cerca ogni giorno conferma con la possibilità di ridi- scutere il nome in caso di alla sua volontà di essere un vincente. altre candidature.

SPORT GIOVANE Pietro canale Giocatore di hockey

Il municipio di Pinerolo - foto Romeo-Riforma

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 12 SOCIETÀ La storia di Antonio Cuku, dal suo sbarco, nel marzo di 25 anni fa a Monopoli, al suo arrivo in val Pellice: l’accoglienza, le prime difficoltà e la diffidenza poi l’integrazione e la costituzione di una famiglia e l’essere parte di una comunità

Piervaldo Rostan alcuni mesi alla Sparea e dal 2000 5 anni fa iniziava quella che alla Caffarel: «All’inizio avevo con- allora venne chiamata l’«in- tratti a tempo determinato, poi una vasione» della penisola italia- vera e propria assunzione. Grazie alla na da parte degli albanesi; gli fabbrica ho imparato prima il pie- 2sbarchi si susseguirono, non senza Cittadino montese che l’italiano: i compagni mi qualche tragedia. Eppure i numeri di mandavano a prendere questo o quel allora impallidiscono rispetto a quel- pezzo e tutti, anche quelli di origine li di oggi, fra chi fugge dalla fame e meridionale, me lo dicevano in pie- dalla miseria e chi scappa di fronte a montese...». guerre e oppressioni. Gli arrivi da Est italiano – Razzismo? e da Sud ci portano però a ripensare a «Diffidenza all’inizio, certo; quan- quei giorni, alle difficoltà di accoglie- do mia moglie andò a cercare un re di alcuni, alla generosità di altri o alloggio prima le dissero di sì, poi, ancora ieri come oggi alle azioni mes- scoperto che io ero albanese, arriva- se in campo dai governi nazionali. rono anche dei no. Ma in realtà ho E la val Pellice non restò ai mar- «Certo e così mi son dato da fare ogni religione: mia mamma, cattolica, sempre cercato l’integrazione, da 20 gini dell’accoglienza, neppure allora; alla ricerca di un lavoro. In Albania dovette nascondere, non so nemme- anni sono cittadino italiano e tale mi coinvolte in prima battuta le chiese avevo seguito dei corsi da muratore no dove, immagini e statuette. A loro sento». e le municipalità. Oggi, a distanza di e da meccanico aggiustatore; là an- volta, secondo le vecchie impostazio- Quando il figlio Pierre diventa ado- un quarto di secolo, che ricordo ab- dava così: se dopo i corsi eri andato ni, i musulmani e i cattolici non dove- lescente, come tutti i giovani della biamo e soprattutto, hanno le perso- bene lo Stato ti garantiva un lavoro. vano quasi avere rapporti; in realtà fra valle, frequenta lo stadio del ghiaccio ne accolte a quei tempi? Era il modello comunista nato dai ragazzi, appena gli adulti non ti vede- per seguire la Valpe; lo accompagna, Se qualche frizione allora c’è stata rapporti con l’Unione Sovietica e vano, giocavamo insieme». di solito, un cugino. «Una sera andai e qualche tensione pure, ormai si può con la Cina: il lavoro arrivava ma pa- – Avete pagato per attraversare il io a prenderlo allo stadio; arrivai un parlare di integrazione. Fra i tanti gavi anche l’80% di tasse e dunque ti mare? po’ prima e si giocava il terzo tempo. arrivati allora, incontriamo Antonio restava ben poco. Anche per quello «Tieni conto che rispetto alla Pu- Proprio davanti a me uno scontro di Cuku arrivato in valle nel 1992 ma in il governo albanese di allora, consa- glia sono 60 miglia, meno di un’ora gioco, sangue sul ghiaccio; “no, que- Italia già un anno prima. «Sbarcai il 4 pevole della povertà della sua gente, di viaggio; no, comunque io non ho sto non è sport, non fa per me”, pen- marzo del 1991 a Monopoli – ricorda fece ben poco per trattenerci al di là pagato nessuno». sai. In realtà tornai ancora per una Antonio –: da lì andai a Bari e poi a dell’Adriatico...». Tornando in val Pellice, Antonio partita». Pescara dove per un mese lavorai in – Ma c’erano anche tensioni reli- trova lavoro prima come tornitore L’anno dopo tutta la famiglia Cuku una panetteria. Si iniziava alle 5 del giose? meccanico in una piccola azienda fece l’abbonamento per il campiona- pomeriggio e avanti, fino alle 11 del «Lo Stato osteggiava ufficialmente della valle, poi 9 anni alla Annovati, to. Anche questa è integrazione. mattino. Salario? Alloggio e vitto... in- fatti persi 9 kg. in un mese». Lasciato il lavoro del forno, Cuku si sposta nel- la penisola e a Gualdo Tadino si fer- ma un anno a lavorare come murato- re. Nel frattempo però alcuni dei suoi 11 fratelli e sorelle avevano lasciato il «paese delle aquile» ed erano arrivati in val Pellice incontrando l’accoglien- za delle chiese valdesi e cattoliche. Un incidente porta una cognata di Anto- nio all’ospedale e lui arriva in valle per dare una mano al fratello. È proprio a margine del periodo di malattia della cognata che arriva l’incontro che por- terà Antonio alle nozze con Sandra, valligiana doc, nel 1996. – Dunque la val Pellice diventa la tua residenza due anni dopo lo sbar- La Vlora attraccata al molo di levante del porto di Bari, piena di migranti albanesi - Foto Wikipedia co in Italia... La nave Vlora Nicola Pedrazzi tra merce: sulla terra il regime è saltato, che organizzano il viaggio, è costretto a immagini apocalittiche dell’approdo della Costruita in Italia, nei Cantieri Riuniti di a Tirana e in altre città si è sparsa la voce salpare nonostante tema che il rottame nave Vlora, di quella marea umana che ne Ancona, solo nel 1961 la nave mercanti- che i porti sono finalmente aperti, «da di cui è al timone non ce la faccia. Quando ricopre il ponte, che ne smussa le forme, le «Ilice» – 150 metri di lunghezza per Durazzo ci si può imbarcare. Per dove? la Vlora lascia per l’ultima volta il por- che ne colora pali e pennoni, rimane anco- 8000 tonnellate di peso – venne venduta Poco importa, si parte!». Uomini, donne to di Durazzo non sa ancora dove sarà ra oggi la testimonianza più vivida delle alla marina albanese e ribattezzata Vlo- e bambini si affollano sulla banchina, diretta: l’Italia viene scelta perché il peso recenti tragedie mediterranee: nono- ra, come la celebre città costiera del sud anime in fuga dalla fame, persone decise è eccessivo, Milaqi valuta che qualsiasi stante Lampedusa, nonostante la rotta d’Albania (in italiano nota come Valona). a lasciare casa, un’Albania distrutta altra destinazione metterebbe in pericolo balcanica. Perché per noi la nave Vlora Dopo trent’anni di fedele servizio nel dalla più chiusa e più longeva dittatura il suo carico umano. fu la prima – l’Italia si svegliò quel giorno socialismo reale, il 7 agosto 1991 la Vlora comunista d’Europa. Tutti vogliono salire Durante il mese di marzo, sbarchi albane- «paese d’immigrazione» – e perché, nei rientra placidamente in patria, carica di sul mercantile, si aggrappano a funi, a si erano già avvenuti in Puglia, sulla costa numeri, quell’urlo d’aiuto rimane inegua- zucchero cubano. Ma ad attenderla sul corde, a mani tese; il comandante Halim brindisina. Nulla di comparabile a quanto gliato. 20.000 anime al grido di «Italia molo di Durazzo questa volta vi è tutt’al- Milaqi è preso in ostaggio dai criminali avvenne l’8 agosto al porto di Bari. Le Italia».

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 13 TERRITORIO Nella vita delle chiese valdesi alle valli, le Palme e la Pasqua assumono un valore particolare per via dell’accoglienza con il battesimo o la sua confermazione dei nuovi, giovani, membri

COLTIVARE PAROLE 76 nuovi membri di chiesa Laz èrba d’la primmo Nelle chiese valdesi del Pinerolese fra la Dome- nica delle Palme e quella di Pasqua (Pinerolo aspetta fino a Pentecoste) vengono accolti in Francesca Richard chiesa come membri i ragazzi e le ragazze che on la primavera nei no- hanno seguito il percorso di formazione nella stri prati spuntano molte fede: scuola domenicale, precatechismo e infine Cerbe buone da mangiare, in catechismo. Chi è stato battezzato da piccolo «conferma» la sua scelta in maniera libera e minestra o in insalata. consapevole, mentre chi non ha ricevuto il sacra- Gli anziani dicevano che una buona mento viene battezzato davanti alla comunità minestra d’erbe serve a purificare il san- tutta. gue: bisognerebbe mangiarne un bel piat- I gruppi di catecumeni e catecumene sono soliti tone al giorno per almeno due settimane. preparare una confessione di fede. Qui di seguito riportiamo un estratto di quella di Luserna San Più la minestra è ricca di diversi tipi di Giovanni. erbe, meglio è. C’è anche un proverbio che (s.r.) recita: «tutte le erbe che alzano la cresta sono buone per fare la minestra». oi crediamo in Dio, un Dio pre- Le erbe commestibili non devono sente nella storia dell’umanità essere messe tutte nelle stesse quantità, come Dio d’amore. Un Dio negato perché alcune sono dolci, alcune amare e e rinnegato con la violenza e l’o- dio, un Dio morto sulla croce di Gesù Cri- altre forti. Mentre si può aggiungere alla N sto. Ad Auschwitz moriva nei lager con le minestra la quantità desiderata di erbe vittime della disumanità. Crediamo che il dolci, di quelle forti o amare poche foglie suo amore vince sempre, e ci salva dall’a- possono bastare. lienazione e dall’annullamento. Prima di augurare buon appetito, ecco Crediamo che la violenza causata in una lista che può sempre tornare utile. nome di un dio sia insensata ed egoistica, Erbe dolci: ortiche, spinacio di montagna, ad essa non dobbiamo abbassarci, ma vive- pianta della fragola selvatica, germogli di re a testa alta, liberi, felici e senza odio. rovo, primula di montagna, violetta trico- Noi crediamo che per amarci Dio non ci chiede nulla in cambio, ma ci chiede di lore, finocchio selvatico, achillea selvaggia, pentirci e di proporci a migliorare. Come silene, bistorta, barba di becco, muraiola, l’amore, anche il suo perdono è grazia, è NELLE FOTO: lassana. Quelle forti: gallinaccio, acetosa dono di sé. qui sopra una confer- Noi crediamo che la fede, come la vita, dei muri, acetosa dei prati, borraggine, Noi crediamo che la chiesa sia un dono mazione a con sia un cammino pieno di ostacoli, dove il il pastore Mauro Pons. menta. Le amare: cicoria, tarassaco. di Dio, sostenuta dal dono dello Spirito Sotto, confermazioni Signore è nostro amico, compagno di viag- Quest’ultima è un’erba conosciuta presso- Santo. Nella chiesa possiamo vivere la no- a Pomaretto con la dia- gio e rifugio. La fede è un viaggio di ricerca ché da tutti, sebbene ciascuno la chiami a stra fede su un piano di egualità senza ge- cona Karola Stobäus continua che ci arricchisce al fianco di Dio modo suo. Quello che in latino si chiama rarchie, legati da vincoli di fraternità, chia- il quale ci accompagna passo dopo passo Taraxacum officinale in italiano prende mati a vivere l’unità nel rispetto reciproco, dandoci speranza. nella ricerca di risposte alle domande che Noi crediamo che la Cena del Signore il nome di tarassaco comune, dente di la fede pone. Nella chiesa ognuno può es- sia un atto di condivisione fraterna e co- leone, piscia-cane, piscialetto, soffione, sere se stesso, confrontarsi e crescere. munione con il Signore. È ricordo dell’ulti- cicoria, girasole… nei diversi patouà delle ma Cena di Gesù con i suoi discepoli, uno nostre valli viene chiamato mourpoursin, dei quali lo tradì, come potrebbe accadere sicoria di pra, virasoulai, girasoul, la sicorio, a ciascuno di noi al quale però Dio offre lou moure d’ porc. sempre una nuova possibilità di riscatto. C’è chi dice che in alta valle le erbe sono Nella Santa Cena noi riceviamo la confer- migliori, perché i prati sono concimati ma che per Dio abbiamo un valore. dagli animali che salgono agli alpeggi: in Noi crediamo che la confermazione che ogni caso bisogna lavare bene le foglie di stiamo per fare sia la nostra risposta al sì di tarassaco prima di mangiarle! Che lo si Dio, manifestata nel nostro battesimo che chiami come si vuole, il tarassaco è buono è segno visibile dell’amore e della grazia di in insalata quando è giovane, mentre va Dio. bollito come gli spinaci quando diventa Con la confermazione e il battesimo, più grande ed è troppo amaro per essere dunque, noi crediamo di entrare a far parte mangiato crudo. di una comunità di credenti dove si espri- me l’amore di Dio e dove possiamo vivere nella dimensione della speranza di un fu- Laz èrba d’la primmo – (le erbe di primavera) turo sempre nuovo e pieno di vita. Amen! In collaborazione con il sito (Giulio Parisa, Riccardo Besson, Marica http://coltivareparole.it Giusiano, Cristian Malan, Elena Morel e Jasmine Rivoira)

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 14 CULTURA Le note punk-humorless-rock dei «Masai» e il romanzo a quattro mani di due giovani pinerolesi. Alla scoperta delle «stelle cadenti» con la speranza di non fare la fine dei dinosauri...

Istintivamente senza compromessi: arrivano i Masai «Ho sognato di esistere»: il romanzo di Denis Caffarel Andrea Arnoldi e Simone Boffa-Tarlatta on i Masai, gruppo di impianto Matteo De Fazio storia, una volta scritta, ha vita punk-humorless-rock composto da he cosa è sogno e che propria ed esiste» dicono gli au- Oscar Bresolin, Stefano Bozzetta e cosa è realta? Ho sogna- tori: ma allora capire che cosa è Pierfilippo Mancini, Torino annove- to di esistere è un libro a scritto e che cosa è fuori dalla Cra tra le sue fila dei degni rappresentati di un tratti onirico, una sto- storia diventa sempre più diffi- sound forte, energico, rabbioso, ma soprat- Cria che rincorre se stessa. Così cile, così come capire i confini tutto originale e consapevole di sé, che non come i quattro personaggi prin- di un sogno. Il romanzo è sta- sa quale sia la meta, ma tuttavia conosce be- cipali, tra la nuvola di comparse, to autoprodotto e inizialmente nissimo la strada che deve percorrere, e que- che sembrano non condividere pubblicato online: i due scrit- sto è musicalmente fondamentale, e si sente. niente se non il Jugendstil Pa- tori sono andati anche oltre al La band prende vita nel 2013, a opera di lace. In una Torino conosciuta, linguaggio scritto, producendo tre amici non più di primo pelo, ma con una ma con elementi immaginati, il un blog e un booktrailer, con- filosofia contenutistica, rispetto al loro lavo- primo romanzo dei due scrit- tinuando a cercare un editore. ro musicale, molto particolare e stimolante: tori pinerolesi Andrea Arnoldi Puntoacapo ha messo su carta lasciando da parte la porzione più blasona- Le Quarte Volte, dieci tracce di rock potente, e Simone Boffa-Tarlatta apre questo romanzo, che in realtà è ta di letteratura, poesia, riflessioni profon- ma non sguaiato, perché chi è consapevole l’immaginazione di chi legge. anche qualcosa di più. de e citazioni dotte, rimane il quotidiano, della propria forza espressiva non ha biso- Noir a tratti, carico di musica e il chiacchiericcio della televisione, l’incon- gno di esagerare; arriva comunque, e arriva di cinema: i riferimenti sembra- Andrea Arnoldi, Simone Bof- tinenza digitale delle bacheche dei social, il fortissimo, infilandosi tra le pieghe dell’in- no più cinematografici che let- fa-Tarlatta, Ho sognato di esi- carosello delle ovvietà, le schegge di conver- differenza e costringendo a prestare atten- terari e molto spazio è lasciato stere – A Jugendstil dream, Edi- sazioni di ogni genere, che accumulandosi e zione alla vera poesia del nostro mondo, anche alla musica. zioni Puntoacapo, 2015, 274 pp. stratificandosi diventano grottesco, diventa- quella creata più o meno consapevolmente Tra le tante storie, raccontate no realtà, diventano ciò che più di ogni altro dal nostro vivere quotidiano. Pezzi coraggio- in modo delicato e poetico, le aspetto della vita inchioda al quotidiano, e samente ma ponderatamente in italiano, per quattro vite principali si intrec- costringe a osservare il mondo per ciò che veicolare una veemenza espressiva che non ceranno un po’ alla volta, fino a è davvero, senza filtri. Tutto potenzialmente ha bisogno di nascondersi, ma anzi si ritrova far cambiare tutto: solo grazie può diventare una canzone, a patto di avere nuda di fronte a se stessa, a fare i conti con alla relazione, i personaggi ri- l’accortezza di saper manipolare il materiale l’eredità degli avanzi del giorno prima e lo escono ad affrontare le proprie nel modo giusto, accompagnarlo con la giu- spettro della noia del domani, ma nella fer- crisi, arrivando a una nuova co- sta sonorità, e soprattutto essere consapevoli rea convinzione che solo osservando critica- scienza di sé. Le descrizioni mi- che non è affatto banale. mente il presente si trovano le parole giuste nuziose trasportano nei deliri È così che i Masai compongono l’esordio per comprendere ogni cosa. dei personaggi principali. «Una

Appuntamenti di aprile Che cosa sono le nuvole?/Tutta la Rassegne cinematografiche Prosegue la rassegna di cinema proposta dalla Diaconia valdese, con proiezioni dislocate alla verità sulle stelle cadenti Crumière di e a Villa Olanda a Lu- serna San Giovanni. Il calendario a Villar Pellice Nel cortometraggio Che cosa sono le nuvole? di Pier Paolo ti frammenti raggiungono la terra. All’Osservatorio Pasolini (1967), Totò e Ninetto Davoli, due marionette gettate via prevede: giovedì 7 aprile la proiezione del film dal teatrino dove lavoravano, distesi in una discarica guardano Astrofisico di Torino abbiamo da poco installato una «Su campi avversi»; giovedì 14 «Sanperé! Venis- in alto. A Ninetto che chiede che cosa siano quelle cose lassù camera all-sky, che guarda tutto il cielo ventiquat- se il fulmine!»; giovedì 21 «Mare chiuso» e infine nel cielo, Totò risponde: «le nuvole… ah, straziante, meravigliosa tro ore al giorno, scattando trenta fotogrammi al se- giovedì 28 «Nuovomondo». Tutti gli appunta- bellezza del creato». Due firme diverse si alternano da un mese condo. Inserita in una rete sovranazionale (per ora menti alle 21 alla Crumière in piazza Jervis 1. all’altro in questa pagina per guardare con rinnovato stupore ciò soprattutto francese, ma in futuro anche italiana) la Per quanto riguarda invece Villa Olanda la se- che ci circonda. camera ci permetterà di scoprire tutte le meteore che zione dedicata ai ragazzi si chiude domenica 10 solcheranno il nostro cielo e recuperare i frammen- aprile alle 16,30 con un film a sorpresa! ti che cadranno a terra. Certo, se i frammenti sono Per il ciclo cineforum organizzato invece alla Daniele Gardiol molto grandi possono creare dei crateri proprio come Scuola latina di Pomaretto, mercoledì 20 alle 20,45 verrà proiettato il film «Il giovane favoloso». u un astronomo italiano, il saviglianese Gio- succede sulla Luna o su Mercurio. L’impatto con un vanni Schiaparelli, a dimostrare che le scie lu- grande corpo celeste è una delle spiegazioni più plau- Spettacoli teatrali minose che si vedono sovente in cielo non sono sibili per la grande estinzione della fine dell’Era Meso- Il Gruppo Teatro propone una serie «stelle cadenti» che muoiono nella lontananza zoica, che circa 65 milioni di anni fa si portò via tra gli di spettacoli sul territorio: sabato 9 alle 21 a Cavour con «Vich nella prima guerra mondiale» Fdegli spazi siderali, ma frammenti di comete e aste- altri le ammoniti (molluschi) e i dinosauri. Il cratere (repliche sabato 16 a e sabato 30 a roidi che bruciano entrando in contatto con l’atmo- corrispondente, di quasi 200 km di diametro, è stato Osasco). Sabato 23 a Pomaretto alle 21 «Bianca, sfera terrestre. La maggior parte di questi frammenti individuato al largo del Messico. Ma questi eventi si una valdese nella resistenza», infine lunedì 25 a sono molto piccoli (dell’ordine del centimetro o anche susseguono anche ai giorni nostri, tra i più famosi ci Porte alle 11 nelle manifestazioni del 25 aprile, meno), ma ogni tanto capita di incontrarne uno un sono Tunguska in Siberia (30 giugno 1908) e di recen- l’anteprima di «Ettore Serafino, comandante po’ più . Abbiamo allora il fenomeno delle «pal- te Čeljabinsk (13 febbraio 2013), i cui effetti sono stati partigiano» che verrà poi riproposto nel 2017. le di fuoco» (fireball in inglese) e dei bolidi, meteore filmati da molti e sono visibili a tutti su Youtube. Spe- Segnaliamo anche lo spettacolo della filodram- che possono diventare molto luminose, al punto da rando di non fare la fine dei dinosauri… matica valdese di , sabato essere visibili anche di giorno. Il repentino riscalda- Per avere maggiori informazioni sul progetto si può 16 alle 21 al teatro valdese di Pomaretto e saba- to 30 alle 21 al teatro Santa Croce. mento provoca in genere una o più esplosioni, e mol- visitare la pagina web www.fripon.org.

l’Eco delle Valli Valdesi / pagina 15 SERVIZI Dopo 100 giorni di quasi totale siccità sono arrivate piogge e nevicate, indispensabili per riattivare le riserve idriche. Ma l’inverno appena concluso è stato il meno freddo mai registrato

Non solo sensazioni personali: anche i dati confermano un inverno caldo i è appena concluso un trimestre di +1.4 °C rispetto no registrato una media delle Considerando le precipitazioni inverno meteorologico che alla media storica, così suddi- temperature minime superiore nulle cadute precedentemente, Sdifficilmente verrà dimenti- visa sui tre mesi: agli zero gradi! ci siamo salvati per un soffio! cato, sia a livello locale per il – dicembre 2015: t. media Ritornando sull’argomento I colpevoli di tutta questa situa- Piemonte sia a livello mondia- +5.5 °C, con anomalia di +2 precipitazioni, abbiamo avuto zione sono principalmente due, il le come vedremo rapidamente °C rispetto alla media; la fortuna che in febbraio sia vortice polare che si è dimostrato prima di chiudere. – gennaio 2016: t. media finalmente tornata un po’ di compattissimo per parecchi mesi Dopo un mese di novembre +3.9 °C, con anomalia di +1.2 vivacità e variabilità atmo- impedendo scambi meridiani e già privo di precipitazioni, an- °C rispetto alla media; sferica, consentendo un netto perturbazioni, e di conseguen- che dicembre ha chiuso a zero – febbraio 2016: t. media recupero idrico. Pensate che za l’anticiclone che è riuscito a millimetri di pioggia caduti. +6.1 °C, con anomalia di +1 su un totale medio storico di sostare senza alcun problema Escludendo il 9 gennaio (1,6 °C rispetto alla media. piogge per il trimestre di 111,4 sull’Europa centrale per quasi tre mm.) si è dovuto aspettare fino Da evidenziare inoltre come mm., febbraio 2016 ha regi- mesi, bloccando ulteriormente ai primi giorni di febbraio per sia gennaio sia febbraio abbia- strato un totale di 141,5 mm.! ogni tentativo di peggioramento! avere un ritorno di precipita- Come dicevamo in apertura zioni degne di essere chiamate però, il trimestre invernale tali, per un totale di 100 giorni 2015/2016 ha lasciato il segno di pressochè completa siccità. a livello mondiale. I tre mesi Se già di per sé il problema sono stati i più caldi della era grave a livello idrico, il storia della terra da quando la contesto termico è stato tutto NOAA (National Oceanic and tranne che invernale! I dati Atmospheric Administration) raccolti dalla stazione Arpa effettua registrazioni di dati. di Pinerolo parlano di una Insomma, un inverno che ci anomalia termica positiva sul Primavera su neve - Foto Samuele Revel ha marchiato… a fuoco!

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