Trimestrale di informazione dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Trento Spedizione in abbonamento postale 70% Poste Italiane S.p.A. - Periodico trimestrale autorizzazione: Tribunale di Trento N 380 R.St. 14/6/82 ISSN 2281-6410

Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori 2015 della Provincia di Trento ANNO XXXiI luglio-settembre Piani territoriali di Comunità 1 Pubblicazione trimestrale in abbonamento postale Registrazione presso il tribunale di Trento - n. 380 del 14.06.1982 Direttore responsabile Francesca Odorizzi Redazione Silvia Alba Alessandro Carlini Roberta Di Filippo Ivo Fadanelli Micol Fronza Mauro Mazzucchi Jessica Nicolussi Motze Massimo Plazzer Roberto Salvischiani Chiara Tonelli Paola Zampedri Editore Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Trento Vicolo Galasso 19 - 38122 Trento Tel. 0461 261163- Fax. 0461 264685 e-mail: [email protected] www.tn.archiworld.it Raccolta Pubblicitaria Studio Bi Quattro s.r.l. - Publimedia Via Serafini 10 - 38122 Trento Tel. 0461 238913 - Fax 0461 237772 e-mail: [email protected] Progetto grafico A4, Giancarlo Stefanati Impaginazione e stampa Studio Bi Quattro s.r.l. - Trento Via Serafini 10 - 38122 Trento Tel. 0461 238913 - Fax 0461 237772 e-mail: [email protected]

2 2015 EDITORIALE 4 Susanna Serafini Pianificare: regolare, organizzare, programmare OPINIONI 6 Gianluca Nicolini 34 Mara Nemela Oscar Piazzi Comun General de L’attività della Commissione L’urbanistica in territori a Urbanistica e Paesaggio forte vocazione turistica/1 nella Consigliatura 2011/2015 38 Furio Sembianti Comunità della 10 Pietro Degiampietro L’urbanistica in territori a Intervista a Carlo Daldoss forte vocazione turistica/2 Il futuro dell’urbanistica 42 Alessandro Franceschini trentina Comunità della Valle dei 14 Pietro Degiampietro Laghi - Pianificare con la Alessandro Franceschini partecipazione Un primo bilancio della 46 Daria Pizzini pianificazione territoriale Comunità delle in 2010-2015 Pianificare per “stralci” 20 Giorgio Tecilla 50 Alberto Cecchetto Piani territoriali di Comunità Alto Garda e Comunità: una riflessione Ledro - Un piano/progetto sui limiti e le prospettive di contributi al dibattito un percorso difficile 54 Vittorio Curzel 22 Bruno Zanon L’Archivio iconografico dei Pianificare il Trentino: paesaggi della Comunità le prospettive dei PTC Alta Valsugana e Bersntol le esperienze 56 Loredana Ponticelli 26 Loredana Ponticelli Landscape vs Urbanscape: Comunità della la natura del paesaggio Fare urbanistica all’interno trentino di realtà complesse/1 58 Vittoriano Uez 30 Anita Briani Masterplan vs PRG: Comunità Alta Valsugana il ruolo dei Piani territoriali e Bernstol di Comunità Fare urbanistica all’interno 60 Gianfranco Zolin di realtà complesse/2 Alto Garda e Ledro Dal Documento preliminare al Piano territoriale

Scritti, fotografi e e disegni impegnano soltanto la responsabilità dell’autore Autorizzazione del Tribunale di Trento N. 380 R.st. 14/6/82 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% NE/TN ISSN 2281-6410

Referenza fotografica di copertina: Alessandro Carlini Foto a fianco: Alessandro Carlini

A cura della Commissione Urbanistica e Paesaggio dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Trento Pietro Degiampietro, Alessandro Franceschini, Giuseppe Gorfer, Gianluca Nicolini, Sergio Paolazzi, Oscar Piazzi, Vittoriano Uez. Editoriale

Pianificare: regolare, organizzare, programmare

4 Nella lingua italiana, «pianificare» si- tività di progettisti e questo numero di strategiche che potranno essere utiliz- gnifica regolare, organizzare, program- “A” è dedicato proprio alla pianificazio- zate anche nel prossimo futuro. mare. Per noi architetti ha un signifi- ne a livello di Comunità di Valle. Questo numero della rivista istitu- cato ancora più puntuale: significa pro- L’Ordine ha ritenuto importante fare zionale del Consiglio dell’Ordine racco- gettare secondo un piano, avere una il punto relativamente a questo livello glie gli atti di quella giornata di studio, «vision» e adoperarsi per raggiungerla. di pianificazione intermedia per capire ai quali sono stati affiancati anche altri Ovvero, significa avere un obiettivo e dove stiamo andando. contributi, utili ad arricchire il dibattito lavorando in concerto con gli altri attori Il seminario organizzato dalla Com- sulla pianificazione territoriale sovraco- sociali per perseguirlo fino in fondo. missione Urbanistica e Paesaggio munale in Trentino. Ne emerge un qua- Possiamo infatti immaginare il terri- lo scorso maggio, tenutosi presso la dro articolato, che offre interessanti torio come un grande fenomeno natu- sede della Regione e con la presenza spunti di riflessione e suggestioni utili rale e sociale da governare insieme a dell’Assessore provinciale competente a migliorare il quadro della pianificazio- progettisti, amministratori, osservatori in materia Carlo Daldoss, è stata una ne nella nostra provincia. privilegiati, cittadini. importante occasione per riflettere e Come nella pianificazione il ruolo di Ragionare sul senso del progetto a per fare il punto sulla stagione urbani- noi architetti è quello di fare sintesi di grande scala fa parte della nostra at- stica da poco conclusa, durante la qua- tutte le diverse istanze che la società le le Comunità di Valle hanno iniziato a esprime, così lo stesso approccio di sperimentare una delle loro prerogati- coinvolgimento di tutte le figure è an- ve, ovvero la competenza in materia di che l’auspicio con cui il nuovo Consi- pianificazione territoriale. glio inizia il suo mandato in continuità È stata una stagione dai risultati con il mandato precedente. contraddittori. Ma, se gli esiti sono stati Desidero concludere con un mes- probabilmente al di sotto delle aspet- saggio utile a tutti noi: il Consiglio non tative, questi cinque anni sono serviti è un organo chiuso ma accetta con- per tarare meglio l’efficacia dello stru- tributi e suggerimenti dagli iscritti per mento urbanistico del Piano territoriale rendere la figura dell’architetto sempre della Comunità, al quale la nuova legge più incisiva e rappresentata dentro la urbanistica approvata lo scorso agosto società civile. Ricordiamo che “l’Ordine assegna nuovi compiti, emancipandolo siamo tutti noi”. dai vecchi conflitti con i piani regola- tori generali. Allo stesso tempo, aveva Susanna Serafini Presidente Ordine Architetti PPC fornito molte suggestioni progettuali e della Provincia di Trento

5 Opinioni 01 Il «gruppo di lavoro sulla pianifica- L’attività della Commissione zione a scala territoriale» è nato come Urbanistica e Paesaggio nella costola della Commissione Urbanistica Consigliatura 2011/2015 e Paesaggio dell’Ordine degli Architetti PPC con l’obiettivo di approfondire le tematiche legate ai processi di tutela e Gianluca Nicolini trasformazione del territorio, con parti- Oscar Piazzi colare attenzione alle dinamiche urbani- stiche a scala vasta. Fin dai primo incontri si è resa evidente la necessità di rafforzare la figura dell’Architetto come interlocutore qualificato nel processo politico, - ammi nistrativo e culturale legato allo sviluppo delle Comunità di Valle. La «Comunità» – il Le «Comunità» – il terzo livello amministrativo, Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Trento intermedio tra Provincia e Comuni, introdotto Commissione urbanistica e paesaggio dalla Riforma istituzionale del Trentino – stanno avviandosi verso la conclusione dei lavori di terzo livello amministrativo, intermedio tra pianificazione, definendo i contenuti del nuovo strumento urbanistico: il Piano territoriale della Comunità. Il seminario intende interrogarsi sullo stato dei Provincia e Comuni, introdotto dalla Rifor- lavori in corso presso alcune Comunità, dedicando un apposito momento di discussione sulle criticità e sulle problematiche che il ma istituzionale del Trentino – ha implica- percorso di pianificazione fino ad oggi ha fatto emergere, per ipotizzare le future prospettive dei piani territoriali alla luce della Riforma urbanistica attualmente Trento, 21 maggio 2015 to nuove modalità di lettura del territorio e in elaborazione da parte degli uffici della Provincia autonoma di Trento. Palazzo della Regione Trentino-Alto Adige Sala Rosa | ore 14,30-18,30 nuovi processi pianificatori di forte impatto

dal punto di vista urbanistico, sociale ed Esperienze e prospettive dei ambientale attraverso il nuovo strumento, il

Fotografia ChistèFotografia Luca di Piani territoriali di Comunità Piano territoriale della Comunità, generan- do forti dibattiti nell’opinione pubblica e tra gli “addetti ai lavori”. Da qui si è colta l’occa- Programma

14.30 – Introduzione 15.00 – Le esperienze sione per monitorare lo sviluppo e le diver-

Alberto Winterle Loredana Ponticelli| Fare urbanistica all’interno di realtà complesse Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Il Piano territoriale della Comunità della Val di Non se modalità di applicazione da parte delle Trento Alessandro Franceschini | Pianificare con la partecipazione Carlo Daldoss Il Piano territoriale della Comunità della Assessore alla coesione territoriale, urbanistica, enti locali ed Corrado Diamantini | Il modello della città/campagna varie Comunità distribuite sul territorio. Su edilizia abitativa della Provincia autonoma di Trento Il Piano territoriale della Comunità Rotaliana-Königsberg Pietro Degiampietro Alberto Cecchetto | Un piano-progetto Commissione urbanistica e paesaggio dell’OAPPCTN Il Piano territoriale della Comunità Alto Garda e Ledro questo obiettivo si sono svolte le riunioni Presenta: Gianluca Nicolini Commissione urbanistica e paesaggio dell’OAPPCTN del primo anno di lavoro della Commissio-

17.00 – Tavola Rotonda Quale futuro per i Piani territoriali di Comunità? ne coordinata da Alessandro Franceschini

Ne discutono con i relatori: Carlo Daldoss e Bruno Zanon e con la partecipazione di Pietro Degiam- Organizzazione Con il patrocinio Modera: Oscar Piazzi Commissione urbanistica e paesaggio dell’OAPPCTN pietro, Giuseppe Gorfer, Gianluca Nicolini,

Ai partecipanti al seminario saranno riconosciuti 4 CF per la formazione professionale. Evento a posti limitati: prenotazione obbligatoria dal portale www.architettitrento.it Oscar Piazzi, Sergio Paolazzi e Vittoriano Uez. Nel corso del lavoro del gruppo ci si è resi subito conto di come fosse importante creare delle occasioni di incontro, dei se- minari o workshop, in cui le varie Comunità potessero incontrarsi con tecnici e cittadini interessati durante il processo d’avanza- mento dei Piani di Comunità evidenziando- ne punti critici e punti di forza. Il primo incontro intitolato “Work in approcci al tema della pianificazione, che progress: il punto sui Piani Territo- avrebbero dato anche esiti urbanistici assai riali di Comunità” si è svolto il 7 giugno diversificati. 2012 e ha visto la presentazione da parte di tutte le Comunità dello stato dei lavori e Il secondo incontro, svoltosi nell’aprile sugli obiettivi e strategie scelti per defini- 2013 con il titolo “Il Paesaggio nei Pia- re gli strumenti pianificatori. Ne è seguito ni Territoriali delle Comunità”, è stato un dibattito nel quale sono intervenuti Pier introdotto dall’assessore Mauro Gilmozzi Giorgio Mattei del Servizio Urbanistica del- ed è stato sviluppato in due sessioni. Nel- la Provincia autonoma di Trento e Corrado la prima, intitolata “Leggere il paesaggio: Gianluca Nicolini e Oscar Piazzi Diamantini dell’Università di Trento. Dalle aspetti teorici”, sono intervenuti Cristina Commissione Urbanistica e Paesaggio Mattiucci, ricercatrice presso l’Università di dell’Ordine degli Architetti PPC della testimonianze dei presidenti delle diver- Provincia di Trento se Comunità emergeva la varietà degli Trento, Dipartimento di Ingegneria, che ha

6 parlato del paesaggio come espressione di base, vari studi compiuti nel passato, che delle culture che abitano un territorio, se- le Comunità possono utilizzare per elabo- condo quanto indicato dalla Convenzione rare i propri piani territoriali. Quest’ultimo, europea del paesaggio; Peter Kasal, Diri- in particolare, si è soffermato su due tema- gente della Provincia autonoma di Bolza- tiche paesaggistiche in particolare, dimo- no, che ha riferito sulla prassi di gestione strando l’importanza e il ruolo degli edifici del paesaggio in Alto Adige, dimostrando sacri come fulcri di interesse, da valorizza- come molte delle situazioni e delle proble- re anche attraverso interventi di ripristino matiche siano comuni a quanto accade in che li valorizzino in maniera significativa, ed Provincia di Trento; Enrico Ferrari, già re- inoltre la necessità di definire una perime- sponsabile dell’Ufficio Tutela del Paesag- trazione degli insediamenti, garantendo la gio della Provincia autonoma di Trento, che separazione tra le aree costruite ed evitan- ha passato in rassegna alcune conoscenze do la saldatura tra i paesi.

7 8 Sono intervenuti: Loredana Ponti- celli, nell’ambito del Piano territoriale della Comunità della Val di Non; Ales- sandro Franceschini, che ha parlato del Piano territoriale della Comunità della Valle dei Laghi, Corrado Diamantini, autore del Piano territoriale della Co- munità Rotaliana-Königsberg, Alberto Cecchetto, progettista del Piano ter- ritoriale della Comunità Alto Garda e Ledro.

Gli interventi hanno evidenziato come la strategia operativa vari molto a seconda delle amministrazioni e dei tecnici coinvolti. Particolare evidenza va data alla presentazione riguardante la Comunità dell’Alto Garda, in cui era presente una forte chiarezza d’inten- ti ed un’abbondante impegno in prima La seconda sessione “Leggere il pa- Nel corso del dibattito finale, mo- persona da parte degli amministratori, esaggio: aspetti operativi”, che espri- derato da Pietro Degiampietro e Oscar definendo un piano con caratteristi- meva contenuti più centrati sulle espe- Piazzi della Commissione Urbanistica e che progettuali molto spinte. A que- rienze di pianificazione in corso presso Paesaggio dell’Ordine degli Architetti, sta metodologia operativa può essere alcune Comunità, è stata introdotta da sono intervenuti Vittorio Curzel della contrapposta quella della Comunità Giorgio Tecilla, che ha illustrato l’elabo- Step - Scuola per il governo del territo- della Val di Non, la quale ha seguito razione del piano territoriale della Valle rio e del paesaggio e Corrado Diaman- un approccio quasi opposto dedicando di Fiemme. Ha analizzato innanzitutto il tini, docente di urbanistica presso il Di- estrema attenzione alla fase analitica consumo di suolo, che ha occupato nel partimento di Ingegneria dell’Università di raccolta dati e di condivisione con gli tempo gran parte delle aree agricole e di Trento. stakeholder locali. Il risultato è di avere ha modificato sensibilmente il paesag- Tra gli argomenti emersi dalla di- un quadro operativo chiaro con condivi- gio. Ha proposto perciò la riqualifica- scussione, la preoccupazione per le sione degli obiettivi, ma con uno svilup- zione del patrimonio edilizio esistente, trasformazioni del paesaggio che si po progettuale concreto ancora in fase evitando nuove espansioni. stanno verificando nella nostra pro- di articolazione. La riqualificazione dell’edilizia esi- vincia in assenza di pianificazione e la stente può comportare anche la riqua- necessità di procedere in tempi brevi Concludendo, si può sicuramente lificazione di molte imprese artigiane all’approvazione dei documenti prelimi- esprimere soddisfazione sulle attivi- che in questo momento soffrono la cri- nari, mettendo il paesaggio al centro tà svolte in quanto hanno evidenziato si dell’edilizia e possono trovare nuove della pianificazione, in modo da avere l’importanza dell’Architetto, e quindi forme di sviluppo che siano compatibili almeno il quadro generale entro cui dell’Ordine degli Architetti, quale inter- con l’ambiente. Tecilla ha inoltre par- iniziare a elaborare i Piani territoriali locutore privilegiato nel dibattito legato lato di un nuovo ruolo dell’agricoltura di Comunità, che è possibile realizzare alla pianificazione e alla gestione del “multifunzionale” per il mantenimento anche per stralci. paesaggio. Un lavoro che dovrà prose- del paesaggio. Furio Sembianti ha in- guire anche nella prossima Consiglia- vece mostrato le pianificazioni in corso Il terzo incontro, svoltosi il 22 mag- tura, in quanto il processo di pianifi- sull’Altopiano della Paganella, in cui si è gio 2015 ha avuto titolo “Esperienze cazione in atto in Trentino è ben lungi occupato di definire gli interventi sui centri e prospettive dei Piani territoriali di dall’essere concluso: la nuova Legge storici dei paesi, e nella Comunità dell’Alta Comunità”. Il seminario ha voluto in- urbanistica, approvata nei mesi scorsi, Valsugana, in cui ha proposto delle stra- terrogarsi sullo stato dei lavori in corso apre nuovi scenari e nuovi compiti dei tegie per la localizzazione nel paesaggio presso alcune Comunità, dedicando un Piani territoriali di Comunità: una sfida delle serre utilizzate per la coltivazione dei apposito momento di discussione sul- che può essere perseguita solo con la piccoli frutti. le criticità e sulle problematiche che il partecipazione attiva di tutti i sogget- L’ultimo intervento ha riguardato il pia- percorso di pianificazione fino ad oggi ti: dagli amministratori ai progettisti, no territoriale della Valle di Non in corso di ha fatto emergere, per ipotizzare le fu- dall’ente provinciale agli ordini profes- elaborazione da parte di Cesare Michelet- ture prospettive dei piani territoriali alla sionali. Da parte nostra non mancherà ti, il quale ha mostrato alcune carte tema- luce della riforma urbanistica allora in la disponibilità ad offrire momenti di tiche e ha parlato del ruolo degli indicatori elaborazione e recentemente approva- discussione e strumenti operativi per anche in funzione della fase di monitorag- ta da parte della Provincia autonoma di rendere questa stagione di pianifica- gio successiva alla pianificazione. Trento. zione il più possibile efficace.

9 02 Intervista a Carlo Daldoss

Il futuro dell’urbanistica trentina

Pietro Degiampietro

Carlo Daldoss, Assessore della Provincia Autonoma di Trento alla Coesione territoriale, Urbanistica, Enti locali ed Edilizia abitativa.

Carlo Daldoss è Assessore della Pro- con una modifica alla legge di rifor- vincia autonoma di Trento alla Coesione ma istituzionale promossa dal Suo territoriale, Urbanistica, Enti locali ed Edi- Assessorato. Quali criticità ha rileva- lizia abitativa. In tale veste ha partecipa- to nella legislatura comunitaria 2010- to al convegno “Esperienze e prospetti- 2015 e quali risposte vuole dare la ve dei piani territoriali di Comunità” del Sua riforma? 22 maggio 2015, tenuto presso la Sala La revisione della legge provincia- Rosa del Palazzo della Regione e orga- le n. 3 del 2006 di riforma istituzionale, nizzato dalla Commissione Urbanistica attuata con la L.P. 13 novembre 2014, e Paesaggio dell’Ordine degli Architetti n. 12, ha individuato i principi e gli stru- della Provincia di Trento. Nel corso della menti sulla base dei quali è stato definito discussione finale con Bruno Zanon ha il nuovo assetto istituzionale e orga- portato un importante contributo sul fu- nizzativo degli enti locali (Comuni e turo dell’urbanistica trentina. Comunità) e la nuova disciplina della finanza locale in una logica sovracomu- Grazie innanzitutto di aver partecipa- nale e con una forte attenzione agli im- to al convegno. Quell’incontro di mag- patti sulla spesa pubblica. gio si è tenuto in un momento nodale. La legge di riforma della legge pro- Stava giungendo al termine la prima vinciale n. 3 del 2006 ha rivisto l’assetto legislatura delle Comunità di Valle e dei rapporti istituzionali, semplificando si poteva trarre un bilancio su quanto il quadro istituzionale al fine di assicura- concluso in quei cinque anni appena re su tutto il territorio provinciale servizi trascorsi. adeguati ai cittadini. In sintesi la nuova Le Comunità hanno incontrato alcune PIETRO DEGIAMPIETRO normativa ha previsto: ESPERTO IN PIANIFICAZIONE E PAESAGGIO difficoltà di funzionamento a livello - revisione degli organi delle Co- COMMISSIONE URBANISTICA E PAESAGGIO DELL'ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA istituzionale, a cui è stata data una munità: é stato introdotto un nuovo si- PROVINCIA DI TRENTO prima risposta nel novembre 2014 stema elettorale che ha eliminato l’ele-

10 zione diretta degli organi; è stato ridotto pianificazione urbanistica con quelli dello vede in questa disparità tra territori il numero dei componenti gli organi delle sviluppo socio economico dei territori. all’interno del Trentino? Quali saran- Comunità. Il PUP e la legge urbanistica del 2008 no i vantaggi per chi ha completato il - programmazione concertata de- avevano infatti previsto dei piani territo- proprio PTC? Quali sono le penalizza- gli interventi e funzioni attribuite alle riali che fossero in grado di assicurare un zioni che subiscono le Comunità che comunità: sono state introdotte delle di- quadro di riferimento generale in termini non hanno ancora pianificato? sposizioni di principio che prevedono che di strategie di sviluppo, in coerenza con Non parlerei di svantaggi o penaliz- il trasferimento delle funzioni sia effet- le linee generali definite dagli strumenti zazioni ma di mancata opportunità di tuato solo nel caso di rispetto del princi- generali della Provincia, nonché aggior- pianificare il territorio rispetto a quelle pio di adeguatezza, oltre che dell’econo- namenti dinamici del PUP attraverso fasi funzioni che alla scala di valle posso- micità, efficienza ed efficacia dell’azione e strumenti (tavolo di confronto e accor- no contribuire a rafforzare la vivibilità e amministrativa. Le Comunità sono indivi- do-quadro) per determinare un assetto l’attrattività di un territorio. I percorsi co- duate quale sede di mediazione dialettica pianificatorio più flessibile, in grado di munque attivati hanno consentito di in- con la Provincia delle decisioni strategi- rispondere in modo più efficace e diretto terrogarsi sulle scelte e sulle prospettive che di livello provinciale che riflettono i alle esigenze dei territori. sia dei singoli territori che della relativa propri effetti sui territori; Il cambiamento economico e sociale pianificazione. Hanno peraltro contribuito - rivisitazione delle gestioni asso- che caratterizza la fase che stiamo attra- a un nuovo ragionamento sia sotto il pro- ciate dei servizi comunali: individuazio- versano ha tuttavia richiesto una ridefini- filo dell’assetto istituzionale che rispetto ne degli ambiti associativi tra comuni. zione dei contenuti e delle procedure del a quello urbanistico, che ha confermato - promozione di meccanismi che PTC, pur confermandone l’importanza il piano territoriale quale strumento di vi- agevolano le fusioni dei comuni; quale strumento di governo del territo- sione territoriale. - introduzione di meccanismi di rio finalizzato in particolare alla disciplina Il fatto che i percorsi delle Comunità partecipazione dei cittadini alle deci- delle funzioni sovra locali, sia di servizio, siano stati tanto diversi ed abbiano sorti- sioni delle Comunità. sia produttive e sociali, in coerenza con le to risultati diversi è in larga misura lega- La legge di riforma della legge pro- modifiche apportate alla legge di riforma to al fatto che si trattava per tutti di uno vinciale n. 3 del 2006 ha introdotto altre- istituzionale. strumento nuovo e molto ambizioso negli sì una nuova disciplina della finanza Due elementi in particolare ci hanno intenti che è stato interpretato in modi di- locale, che comporta la revisione delle invitato a riflettere rispetto al PTC. Il pri- versi, sia sul piano del governo delle pro- modalità di decisione e di finanziamento mo, connesso al riconoscimento che la cedure partecipative sia su quello delle degli investimenti degli enti locali, ponen- fase concertativa iniziale, da essenziale scelte di merito. do al centro della pianificazione e della elemento di motivazione e supporto al In ogni caso, vanno colti anche gli programmazione degli investimenti i ter- piano, ha, di fatto, determinato un ec- elementi positivi di questo processo che ritori, in un’ottica di razionalizzazione e di cessivo allungamento dei tempi ed uno ha consentito ai territori di condividere qualificazione della spesa di investimen- sproporzionato appesantimento delle un ragionamento sulle strategie di svi- to, individuando meccanismi di finanza procedure. Il secondo, che il piano, pur luppo con tutti i portatori di interesse, ra- locale in una logica sovra comunale. con la sua valenza strategica, aveva ben gionamento che ora, nell’ambito del PTC poche previsioni con efficacia diretta ri- delineato dalla nuova legge sul governo Il convegno di maggio ha dimostrato chiedendo quindi, in ogni caso, il recepi- del territorio, potrà trovare efficace col- che in materia di pianificazione ter- mento delle scelte e la definizione delle locazione in scelte urbanistiche che, per ritoriale le Comunità hanno seguito previsioni nei PRG. le tematiche a valenza sovra comunale, percorsi diversi. Alcuni piani hanno La legge provinciale per il governo potranno trovare diretta applicazione. lavorato sul tema dell’identità locale del territorio è partita quindi dal ricono- e del paesaggio (Fassa), altri hanno scimento della valenza dello strumento Dall’analisi condotta dalla Com- aperto nuove prospettive di svilup- pianificatorio al fine di assicurare una -vi missione Urbanistica e Paesaggio po attraverso per esempio il turismo sione territoriale d’insieme, ma ne ha rivi- dell’Ordine degli Architetti è emerso consapevole e l’agricoltura di prossi- sto la procedura con l’obiettivo di sempli- che la dotazione di personale tecnico mità (Cembra, Valle dei Laghi), altri ficarla in modo deciso e di concretizzarla, presso gli uffici di pianificazione delle piani sono stati elaborati come “ma- già dall’inizio, intorno a una proposta di Comunità mostra varie disparità tra i sterplan” dal forte contenuto meta- piano che definisce puntualmente le pre- diversi territori. Vi è una certa relazio- progettuale (Paganella, Alto Garda). visioni di competenza, alle quali viene ne tra l’adeguatezza dell’ufficio piani- Il metodo della pianificazione parte- data efficacia diretta. ficazione della Comunità e lo stato di cipata ha attraversato tutti gli esem- avanzamento del processo di piano di pi, anche se per alcuni con modalità I cinque anni trascorsi hanno visto quel territorio. Come si può interveni- piuttosto complesse. Come valuta le alcune Comunità giungere alla firma re per garantire a ciascuna Comunità differenze tra i vari percorsi di pianifi- dell’accordo quadro di programma e la dotazione di personale tecnico, sia cazione? Quali modifiche introduce la all’avvio dei piani stralcio, altre han- in termini numerici che di competen- Sua riforma urbanistica? no approvato il documento prelimi- ze, tale da sviluppare e gestire corret- Il Piano territoriale della Comunità nare attraverso il tavolo di confronto tamente il proprio piano territoriale? è stato introdotto nella precedente le- e consultazione, altre ancora sono Non c’è dubbio che le Comunità che gislatura per rispondere a due obiettivi: rimaste indietro, giungendo appena sono riuscite a partire con una struttura assicurare la programmazione alla scala alla proposta di documento prelimi- tecnico – amministrativa già consolidata sovra locale e integrare gli aspetti della nare. Quali sono i problemi che Lei e collaudata hanno avuto un vantaggio

11 rispetto ad altre che invece hanno dovu- vegno hanno mostrato un approccio La nuova legge indica l’urgenza di to affrontare una prima delicata fase di simile ad un “masterplan” a scala ter- fissare una perimetrazione degli strutturazione ed impostazione ex novo ritoriale (Paganella, Alto Garda). Nel ambiti insediati al fine di tutelare gli del lavoro. nuovo disegno di legge sul governo spazi aperti e impedire un ulteriore Tuttavia, rispetto ad uno strumento di del territorio questa distinzione sem- consumo di suolo. All’interno degli questo rilievo, sono convinto che molto bra sfumata. Il piano territoriale di insediamenti esistenti è possibile dipenda anche dalla convinzione degli Comunità sembra focalizzarsi soprat- individuare aree dismesse ed edifi- amministratori locali circa la bontà del tutto sugli spazi aperti (aree agricole, ci incongrui, degradati o inutilizzati processo e le ricadute positive che ne boschi, riserve naturali) e sul dimen- per cui attivare progetti di rigenera- deriveranno per l’intero territorio. Nei nu- sionamento e la localizzazione delle zione urbana e riqualificazione edi- merosi confronti che ho avuto con gli am- infrastrutture e delle attrezzature di lizia, anche con i meccanismi della ministratori ho maturato il convincimento scala sovra comunale. Secondo alcuni compensazione e il trasferimento di che i limiti di cui ho fatto cenno sopra è importante confermare la sua valen- crediti edilizi. Quali sono le politiche abbiano un po’ oscurato, almeno in alcu- za di piano strategico su cui innestare che i Comuni e le Comunità posso- ne comunità, le grandi potenzialità dello le pianificazioni di dettaglio. Secondo no avviare su questo tema? strumento. Anche per questo ci siamo altri vanno mantenuti distinti i due li- Una pluralità di azioni, studi e ricer- orientati nel senso di un intervento piut- velli: territoriale e comunale. Qual è il che sulla valorizzazione del paesaggio tosto radicale di contenuti e procedure. Il Suo pensiero? e sul recupero del territorio possono piano territoriale deve infatti essere per- Proprio le diverse esperienze di pianifi- orientare Comunità e Comuni nel pre- cepito come uno strumento essenziale, cazione territoriale a cui abbiamo assistito figurare un possibile programma di concreto, a supporto delle decisioni che negli anni scorso sono state il necessario sviluppo delle aree urbane nell’ottica un territorio è chiamato ad assumere, e banco di prova per ridefinire contenuti e della riqualificazione degli insediamenti quindi come una grande opportunità per procedure del piano territoriale, in funzio- esistenti, della limitazione della disper- costruire una visione di futuro da tradurre ne dell’obiettivo centrale di giungere alla sione urbana e della densificazione. La in coerenti scelte di pianificazione. definizione di uno strumento di visione legge urbanistica fornisce strumenti Quanto alle risorse, nel contesto in territoriale complessiva le cui scelte aves- come perequazione, compensazione, cui ci troviamo non è più immaginabile sero una diretta efficacia. La nuova legge accordi urbanistici e piani di riqualifica- un incremento generalizzato delle dota- per il governo del territorio ha chiarito in zione urbana, consentendo non tanto la zioni organiche. Vanno invece ricercate modo netto la centralità del piano come cancellazione della storia della città e modalità flessibili di condivisione, di- va strumento di pianificazione del territorio del suo crescere per fasi e parti suc- lorizzazione e di riqualificazione delle ri- per tutti gli aspetti a valenza sovra lo- cessive, ma l’opportunità di ridisegno di sorse che già ci sono sia in Provincia sia cale, demarcando quindi in modo chiaro ambiti cresciuti in modo incoerente, per presso gli enti locali. A questo riguardo, ciò che compete al piano di Comunità ridare valore ai luoghi. siamo chiamati tutti, responsabilmente, rispetto a ciò che invece rientra nelle In ambiti interessati da interven- a fare scelte coraggiose e innovative competenze comunali e si traduce nel ti disgregati, privi di valenza urbana o utilizzando gli strumenti che già ci sono PRG. di un’equilibrata dotazione di standard per assicurare un approccio di sistema in La parte strategica del Piano terri- pubblici, oppure in ambiti caratteriz- grado di valorizzare al meglio le risorse toriale di Comunità divine in questo di- zati da scarsa qualità edilizia e archi- importanti che, comunque, sono nel com- segno essenziale se si considera che la tettonica o da prestazioni insufficienti plesso disponibili e posizionarle nei ruoli prospettiva di sviluppo di un territorio in campo energetico, la rigenerazione in cui potranno essere più efficaci. passa necessariamente da scelte ela- o la riqualificazione degli insediamenti borate e assunte alla scala di valle, con diventa il passo necessario per trasfe- Nello stesso periodo in cui si è tenuto particolare riferimento ai servizi, alla di- rire i concetti di sostenibilità dal singo- il convegno era in discussione presso mensione sociale e alle attività econo- lo edificio a intere porzioni urbane, per l’Assessorato il disegno di legge sul miche. Tuttavia, per assicurare l’efficacia migliorare il paesaggio in cui si vive e governo del territorio, che ha ridefinito di queste scelte si è voluto fin da subito la qualità stessa dell’abitare. Recupero i contenuti e il procedimento di elabo- dare più concretezza al processo, preve- di forma urbana, restituzione di senso razione dei piani territoriali. Secondo dendo che esso prenda avvio dalla pro- identitario per vecchi e nuovi abitanti, la legge urbanistica provinciale del posta di piano, ed eliminando le possibili miglioramento delle relazioni tra spazi 2008, il piano territoriale di Comunità sovrapposizioni di compiti e funzioni tra costruiti e aperti e tra ambiti privati e poteva essere visto come un piano piano territoriale e piano regolatore, in città pubblica, valorizzazione funzionale strutturale strategico complementare quanto ogni strumento risponde a va- e immobiliare di parti di città dismesse al piano operativo comunale. Alcune lenze diverse, pur assicurando entrambi sono gli obiettivi a cui la legge da poco delle esperienze illustrate nel con- efficacia diretta delle proprie previsioni. approvata cerca di rispondere.

12 In un momento di crisi molto acuta quindi non può sostituirsi nelle funzioni mati ad un nuovo ruolo di relazione del settore edilizio, la Provincia sem- che competono alla parte privata, ma con gli operatori privati. Quali sono bra voler indirizzare le imprese edili può e deve creare le condizioni di con- gli strumenti di cui dovrebbero do- verso la rigenerazione urbana e la testo per favorire e promuovere proces- tarsi le Amministrazioni per gestire riqualificazione edilizia degli -inse si virtuosi che, in coerenza con le linee correttamente questa nuova fase diamenti esistenti. Quale può essere strategiche della legge, siano in grado di dell’urbanistica trentina? l’impatto sui valori immobiliari? Quali mobilitare nuove risorse e creare nuove Con la nuova legge per il governo del risposte si attende dall’imprenditoria opportunità. territorio abbiamo cercato di introdurre trentina? Quale può essere l’apporto Molti strumenti, anche di natura fi- alcune previsioni che rispondano all’esi- del sistema creditizio? Quali posso- scale e finanziaria, sono già disponibili. genza di avere strumenti di pianificazio- no essere i finanziamenti del rinno- Da parte nostra ci sono tutta la disponi- ne urbanistica con funzioni chiaramente vamento urbano? Quali politiche fi- bilità e l’impegno a proseguire nel posi- definite, con procedure semplificate e scali può utilizzare la Provincia? tivo confronto attivato nella costruzione con efficacia immediata delle rispettive Penso sia evidente che un lungo ci- della nuova legge per accompagnare scelte. Il nuovo approccio alla pianifica- clo di crescita si sia chiuso e che la fase la delicata fase attuativa e a studiare e zione territoriale prevede necessaria- che stiamo attraversando, in termini di li- mettere in campo in modo tempestivo, in mente di procedere con gradualità, per mitatezza delle risorse disponibili, anche collaborazione con altri soggetti anche parti da ridefinire nella loro morfologia e quelle territoriali, nonché lo stato del pa- del settore del credito, nuove opportuni- nelle loro funzioni e richiede quindi fles- trimonio edilizio esistente, ci imponga di tà e strumenti a supporto del processo sibilità nei contenuti, capacità di integra- prospettare una via nuova, sicuramente che è stato tracciato. zione e strumenti di valutazione orientati più complessa da intraprendere ma ne- a valutare il progetto ma soprattutto le cessaria. La nuova legge è impostata si- Gli strumenti di rinnovamento urba- sue relazioni con il contesto. stematicamente nell’ottica della promo- no pongono la necessità di elabora- Rispetto al nuovo quadro di riferi- zione del recupero dell’esistente e della re nuovi criteri per la valutazione dei mento definito dalla legge che fornisce, limitazione del consumo di nuovo suolo. singoli progetti. Alcuni pensano che a mio avviso, tutti gli attrezzi per muo- Più che di politiche fiscali posso richia- il piano regolatore generale tradizio- versi, è richiesto il contributo di tutti, mare i punti fondamentali della legge, nale presenta procedure farraginose pubblica amministrazione, professioni- finalizzati ad aprire un nuovo corso: le e complesse, e che pone dei vincoli sti, imprese e committenti per far si che strette disposizioni sulla introduzione di troppo rigidi anche in relazione alle le scelte operate e gli obiettivi condivisi nuove aree insediative negli strumenti attuali dinamiche sociali ed economi- si traducano in iniziative progettuali co- di pianificazione urbanistica per limita- che. I parametri estimativi e gli incen- erenti e in azioni concrete in grado di re il consumo di suolo, la ridefinizione tivi volumetrici che valevano fino ad incidere sulla realtà urbana e sul pae- degli interventi di ristrutturazione edili- alcuni anni fa sono stati resi obsoleti saggio esistenti per accrescerne com- zia per rispondere alle diverse esigenze, dalla crisi. Si richiedono parametri plessivamente la qualità. l’introduzione di strumenti incentivanti al nuovi che consentano di concordare Sono convinto, a questo riguardo, fine di favorire le riqualificazioni edilizie accordi urbanistici tra pubblico e pri- che gli strumenti ci siano già. Servo- e urbanistiche nonché, infine, la riduzio- vato tali da prevedere la giusta pro- no l’impegno e la disponibilità di tutti a ne degli oneri di costruzione nel caso porzione di dotazioni territoriali e di mettersi in gioco, a farsi carico respon- di interventi di recupero. L’obiettivo è aree pubbliche legate alle iniziative sabilmente, nell’ambito del proprio ruo- quello di ripartire dal patrimonio edilizio private e che pongano come obiet- lo, dell’obiettivo comune di uno svilup- esistente, come occasione di recupero tivo la qualità urbana piuttosto che il po sociale ed economico del Trentino del territorio e del paesaggio e come rigido rispetto di volumetrie, altezze, orientato alla qualità e alla sostenibilità, creazione di una nuova economia. vincoli funzionali. Alcune ammini- per accrescere il livelli di qualità della Si tratta, come dicevo, di un cam- strazioni hanno sperimentato l’ela- vita e di benessere complessivo delle biamento di visione e di approccio, che borazione di “masterplan” in modo nostre comunità. è stato discusso e condiviso con tutti i da delineare visioni strategiche a Per raggiungere questi risultati ser- portatori di interesse coinvolti nel pro- scala urbana o territoriale all’interno ve, prima di ogni altra cosa, un cambia- cesso che ha portato alla nuova legge, delle quali definire i singoli interventi mento di natura culturale, un ulteriore compresa la componete imprenditoriale. puntuali: piani attuativi, deroghe ur- investimento sul fronte formativo e in- Ora, ridefinito l’impianto normativo di ri- banistiche, progetti di riqualificazio- formativo per accrescere la cultura del ferimento, tutte le componenti del siste- ne. Tra i contenuti dei PTC, la stessa territorio e del paesaggio, elementi que- ma, sia quelle pubbliche che quelle pri- carta del paesaggio sembra possa sti che, in particolare in una terra come vate, devono fare la loro parte assumen- assolvere questo compito. Gli uffici il Trentino, sono alla base di qualsiasi dosi le loro responsabilità. La Provincia tecnici degli enti pubblici sono chia- ragionamento e di visione di futuro.

13 03 Un’importante stagione della pia- metodi e risultati molto diversi tra di Un primo bilancio della nificazione territoriale in Trentino loro, i processi di pianificazione sono pianificazione territoriale Il Trentino si è sempre caratterizza- giunti a stadi differenti di avanzamento. in Trentino 2010-2015 to per la sua capacità di essere “labo- Nelle intenzioni del legislatore, la pia- ratorio” anche in tema di pianificazione nificazione doveva passare dalla scala territoriale. Negli anni Sessanta proprio provinciale a quella locale per rendere Pietro Degiampietro nella nostra provincia veniva varato il le comunità responsabili delle scelte Alessandro Franceschini primo piano territoriale di area vasta in che le riguardavano più da vicino. Alla Italia, elaborato sotto la guida politica conclusione del processo, la mappa di Bruno Kessler e sotto la costruzio- del Trentino avrebbe dovuto comporsi ne tecnica di Giuseppe Samonà. Negli tramite piani territoriali che avrebbero anni Ottanta, con il secondo Piano ur- sviluppato ciascuno autonomamente banistico provinciale firmato da Fran- la propria visione e le proprie scelte di co Mancuso, vennero introdotti temi di sviluppo ma che insieme avrebbero co- grande modernità, come la riduzione struito un territorio fortemente identita- del consumo di suolo e la protezione rio e competitivo. dell’ambiente. Vent’anni più tardi, con la terza versione del PUP, è stato po- Un tentativo di bilancio della pia- sto al centro il concetto di paesaggio, nificazione considerato a partire dalla Convenzio- A distanza di cinque anni dall’inau- ne europea del 2000 come elemento gurazione di quella stagione è possibile strutturante le trasformazioni del suolo, tentare un bilancio di questa esperien- e la sussidiarietà responsabile delle co- za di pianificazione territoriale, che è munità locali, vista come elemento fon- doppiamente urgente: perché è termi- damentale per lo sviluppo del territorio. nata, lo scorso luglio, la prima legisla- La legge sul governo del Trentino tura delle Comunità; e perché in agosto del 2006 aveva previsto l’introduzione è stata varata una nuova legge urbani- del livello istituzionale intermedio, con stica che modifica sensibilmente il ruo- l’istituzione delle Comunità di Valle, do- lo dei Piani territoriali delle Comunità tate di alcuni poteri importanti, almeno e dei piani regolatori comunali. Tutto sulla carta, come quello della pianifica- questo si innesta sulla revisione della zione territoriale. La visione del legisla- riforma istituzionale formalizzata nel tore comprendeva il piano urbanistico novembre 2014, che ha ridimensionato del 2007 e quindi la nuova legge in il ruolo delle Comunità di Valle, modifi- materia di urbanistica e pianificazione cando anche le modalità di elezione dei del territorio del 2008. L’idea era che rappresentanti dell’ente intermedio, non il territorio altamente frammentato del più scelti direttamente dalla popolazio- Trentino avesse bisogno di una visio- ne, come era stato nel 2010, ma indica- ne di scala più ampia, per pianificare i te dai Comuni che le costituiscono. servizi e le infrastrutture in maniera più In mancanza di dati sistematici sul efficiente. Nel 2010 è stato il momento percorso fatto in questi cinque anni, è del passaggio dal piano provinciale alla possibile ipotizzare un breve bilancio pianificazione di area vasta a scala di dell’esperienza fatta fino ad oggi, par- valle, sperimentando il ruolo del Piano tendo dalle occasioni seminariali che territoriale di Comunità come elemento la Commissione Urbanistica e Paesag- chiave per una organizzazione strategi- gio dell’Ordine degli Architetti PPC ha ca del territorio. organizzato con lo scopo di osservare Alla prima legislatura delle Comuni- i processi di pianificazione territoria- tà, a partire dal 2010 e fino al 2015, le che si andavano elaborando negli era affidato il compito di guardare al stessi anni. In una prima fase, all’avvio proprio territorio e dar forma al proprio della formazione dei piani territoriali, il piano strategico. Non tutte le Comu- 27 giugno 2012 i presidenti delle Co-

PIETRO DEGIAMPIETRO nità hanno assolto questo ruolo fino munità sono stati chiamati ad esporre ALESSANDRO FRANCESCHINI in fondo, non tutte le amministrazioni la propria visione dei rispettivi territori COMMISSIONE URBANISTICA E PAESAGGIO hanno avuto autorevolezza sufficiente, e a delineare le prime ipotesi di piani- DELL'ORDINE DEGLI ARCHITETTI DELLA PROVINCIA DI TRENTO i piani territoriali hanno visto approcci, ficazione. Successivamente, il 19 aprile

14 2013, alcuni piani di Comunità in cor- relazione alla minoranza ladina e al suo delineare le strategia di uno sviluppo so- so di elaborazione sono stati analizzati legame con il territorio dolomitico. stenibile, radicato alla scala locale e con- sotto il profilo della pianificazione pae- Tra tutti i piani sembrano emerge- diviso a livello sociale. saggistica, posto che il tema del pae- re temi comuni come l’attenzione alla Sono stati proposti dei questionari saggio doveva esserne il fulcro, secon- forma del paesaggio, inteso come spa- alle Comunità per ottenere dei dati com- do il PUP e la legge urbanistica. Il 22 zio di vita della popolazione anche nei parabili, che però sono stati forniti solo maggio 2015, infine, la Commissione suoi aspetti più banali e quotidiani. Tra parzialmente. Dal confronto tra i vari pro- ha invitato i pianificatori dei vari territo- il secondo PUP e i PTC la svolta in ma- cessi di pianificazione emerge un punto ri ad esporre il lavoro elaborato fino ad teria di paesaggio si è creata con la particolarmente dolente: la differenza allora, in vista della conclusione della Convenzione europea del 2000, che ne di velocità tra territori e i diversi stadi di prima legislatura delle Comunità. ha cambiato sostanzialmente la conce- avanzamento dell’elaborazione del piano. In quell’occasione sono stati analiz- zione. Ne sono derivate nuove modali- Su quindici Comunità di Valle, escluso zati i piani territoriali della Val di Non, tà di lettura, a partire dalla percezione il territorio di Trento, Aldeno, Cimone e della Valle dei Laghi, della Rotaliana e da parte degli abitanti piuttosto che da Garniga, per il quale valgono norme par- dell’Alto Garda e Ledro. Oltre a questi, una visione meramente tecnica o intel- ticolari, solo sei hanno approvato l’accor- la Commissione ha quindi curato l’e- lettuale. Di conseguenza anche le ipo- do di programma (Bassa Valsugana, Alta sposizione in questo numero di “A” dei tesi di piano si rivolgono ad elementi Valsugana e Bernstol, Val di Sole, Valli piani dell’Alta Valsugana, della Paga- territoriali a cui in passato non veniva Giudicarie, Alto Garda e Ledro, Valle dei nella, della Val di Fassa e delle Giudi- riconosciuto un valore estetico: le stra- Laghi. Altre Comunità hanno concluso carie. de, i margini delle aree produttive, le la redazione del documento preliminare Pur partendo dagli indirizzi indi- aree agricole viste non solo come spazi dopo aver tenuto il tavolo di confronto e cati dal Piano urbanistico provinciale, aperti e naturali ma anche come luoghi consultazione (, Val di Cembra, ciascun territorio ha avviato la propria della produzione. Val di Non, , Comun Gene- pianificazione attraverso un percor- Il tema delle filiere produttive e del- ral de Fascia, Magnifica Comunità degli so autonomo. Alcuni hanno incaricato le specializzazioni territoriali è uno dei , Rotaliana-Konigsberg e consulenti di alto profilo accademico e dati più rilevanti della pianificazione Altopiano della Paganella). Una in parti- professionale, come Alberto Cecchetto di Comunità di questi anni. Ciascuna colare, la , ha approvato la per l’Alto Garda, Bruno Zanon per l’Al- Comunità, prima ancora di pensare in sola proposta di documento preliminare ta Valsugana, Corrado Diamantini per termini urbanistici, vuole identificarsi at- senza concludere il lavoro del tavolo di la Rotaliana. Altri hanno avviato il pro- traverso la presa di coscienza della pro- consultazione. cesso di piano a partire dagli uffici in- pria specializzazione economica e quindi Nel 2007 vede la luce il Piano ur- terni alla Comunità, con limitati appor- ti esterni. La dimensione delle analisi preliminari hanno assunto pesi diversi, Comunità Territorio Bozza di Doc .Prel. Docum. prelimin. Accordo di Progr. così come il rapporto tra la figura tec- C01 Fiemme 29/10/2013 nica del pianificatore rispetto alla fase C02 Primiero 19/05/2014 di coinvolgimento e partecipazione del C03 Bassa Valsugana T. 25/08/2014 contesto locale. Il confronto tra i piani presentati fa C04 Alta Valsugana B. 17/04/2014 emerge una sostanziale eterogeneità C05 Cembra 27/05/2015 di contenuti e di procedimenti. In Rota- C06 Val di Non 18/11/2014 liana, per esempio, prevale l’attenzione C07 Val di Sole 29/12/2014 per la lettura e l’interpretazioni della struttura territoriale, mentre nella Valle C08 Giudicarie 17/01/2014 dei Laghi e in Val di Non il percorso di C09 Alto Garda Ledro 12/05/2015 partecipazione ha assunto forme par- C10 Vallagarina 04/09/2014 ticolarmente sofisticate, con risultati che potranno rendersi evidenti anche C11 Fassa 25/03/2015 nel lungo termine. Per contro, nell’Al- C12 Altipiani Cimbri 29/05/2015 to Garda e Ledro le analisi sono state C13 Rotaliana 19/12/2013 assunte sinteticamente da studi prece- C14 Paganella 29/05/2015 denti per costruire un piano dal forte Val d’Adige contenuto progettuale. In Val di Fassa, C15 invece, accanto all’importanza dell’e- C16 Laghi 22/09/2014 conomia turistica, i contenuti identitari del paesaggio assumono peso anche in Tabella 1: stato di avanzamento dei processi di pianificazione territoriale in Trentino

15 Cartina 1: stato di avanzamento dei processi di pianificazione territoriale in Trentino banistico provinciale e nel 2008 viene in arancione quelli che hanno approva- nell’Alto Garda e Ledro, si è formato un approvata la legge urbanistica: attra- to il documento preliminare e in giallo gruppo di pianificazione in cui gli uffici verso questi due strumenti il legislatore quelli che non hanno ancora concluso hanno collaborato strettamente con i provinciale ha demandato alle Comuni- il lavoro del tavolo di consultazione. È consulenti esterni. In altri casi i profes- tà di Valle la conclusione della fase di evidente come il Trentino nel suo com- sionisti incaricati hanno svolto il proprio pianificazione che dal livello provinciale plesso oggi non abbia ancora raggiun- lavoro quasi in autonomia, fornendo un doveva attuarsi a livello locale tramite i to l’equilibrio atteso ed è opportuno elaborato che solo in un secondo tem- PTC. A cinque anni dall’avvio di questa chiedersi se tale mancanza non possa po i funzionari dell’ente sono chiamati fase, il lavoro svolto dagli enti intermedi influire negativamente sui suoi obiet- ad applicare e gestire. sembra insoddisfacente. Nel suo com- tivi di sviluppo. Forse, in questa fase, Un primo confronto può riguardare plesso il territorio della Provincia non la Provincia può chiedersi quali azioni l’adeguatezza della dotazione di perso- è giunto ad essere controllato e piani- intraprendere per assicurare la conclu- nale da parte degli uffici di piano del- ficato secondo quanto immaginato dal sione di tutte le pianificazioni. La nuova le Comunità e come tale adeguatezza PUP. Ampie zone del Trentino appaio- legge ha semplificato le procedure di può riflettersi o meno nell’efficacia del- no indietro. Nel suo complesso, la qua- adozione dei PTC. Sta ora alle nuove la pianificazione e della sua gestione. lità territoriale promossa dal PUP, l’at- Comunità utilizzare appieno le proprie Quale dovrebbe essere la figura del trattività e la competitività del territo- competenze in materia dei gestione del responsabile dell’ufficio di pianificazio- rio provinciale sembra non siano state territorio. ne? Quali le sue competenze tecniche? conseguite completamente. La dispari- Può essere interessante tentare Come può essere utile la formazione tà tra aree potrebbe compromettere lo un confronto tra territori per quanto continua organizzata da Step? Qua- sviluppo equilibrato che si voleva impo- riguarda le forme del rapporto tra am- li figure tecniche dovrebbero essere stare con il terzo PUP. ministrazione politica, uffici di piani- presenti nell’organigramma tipo della Nella rappresentazione cartografica ficazione interni all’ente e consulenti Comunità? elaborata i territori delle varie Comuni- esterni. In alcuni casi un’impostazione In una seconda rappresentazione tà di Valle sono rappresentati con colo- politica forte è stata il punto di parten- cartografica i territori delle varie Comu- ri differenti in base allo stadio di avan- za e la garanzia di proseguimento dei nità di Valle sono rappresentati con co- zamento del processo di pianificazione: processi. Va qui indagato il rapporto lori differenti in base alla dotazione di in rosso i territori più avanzati, che han- tra autorevolezza politica e competen- personale interno all’ufficio urbanistica no concluso l’Accordo di Programma, za tecnica. In alcune Comunità, come e paesaggio: in blu scuro i territori con

16 6-9 addetti, in azzurro medio quelli con approntare modifiche sostanziali sia Il Piano territoriale di Comunità va 3-6 addetti e in celeste chiaro quelli alla struttura del piano territoriale, sia pensato oggi non come il disegno di un con un numero di addetti inferiore a 3. all’iter di costruzione e di approvazione. futuro sognato a cui tendere ma come Si tratta di un dato che va rapportato Ciò che emerge dalla riforma istituzio- un sistema strutturato entro cui assu- alla dimensione geografica e demogra- nale del novembre 2014 sembra voler mere decisioni, ciascuna delle quali fica della Comunità, assai diversa tra istituire un assetto delle Comunità più sviluppata da uno specifico processo Giudicarie e Paganella. È comunque flessibile, aprendo anche ad un’idea del di pianificazione. I piani vengono inte- ipotizzabile una qualche relazione tra processo di pianificazione di Comunità si sempre meno come cartografia che le Comunità meglio attrezzate sotto il più semplice ed efficace, per ambiti o rappresenta vincoli e diritti e sempre profilo delle risorse umane e quelle che per temi, in grado di superare le len- più come sistemi informativi e proces- hanno ottenuto migliori risultati nella tezze e le complicatezze che si sono si decisionali dinamici, in continuo ag- pianificazione. verificate fino ad ora. Nell’agosto 2015 giornamento e adattamento reciproco, Le analisi della pianificazione terri- tali intenzioni sono state conseguente- sotto una regia politica, amministrativa toriale di area vasta in Trentino vanno mente recepite all’interno della nuova e tecnica coerente. sicuramente condotte più a fondo nei legge sul governo del territorio per re- La nuova legge vuole separare e prossimi anni, e la Commissione “Urba- golamentare in maniera sostanzialmen- mantenere distinti i livelli, le compe- nistica e Paesaggio” dell’OAPPCTN in- te differente il ruolo dei piani territoriali. tenze e i contenuti e calibrare i tem- tende proseguire anche in questa Con- Una prima intenzione è quella di pi di elaborazione dei PTC rispetto al sigliatura il lavoro svolto finora, coinvol- rendere maggiormente efficaci le pro- PUP e rispetto ai PRG. Ciascun livello gendo le Comunità appena elette per la cedure di formazione dei piani ai veri di pianificazione ha compiti specifici ri- legislatura in corso. livelli, distinguendo e separando il livel- spetto agli altri, evitando il più possibile lo provinciale, quello del PTC e quello le sovrapposizioni. L’approccio gerar- Correggere il tiro: il ruolo della del PRG. Il Piano territoriale di Comu- chico viene sostituito da un meccani- nuova legge urbanistica e quello nità continua a rivestire un ruolo cen- smo dinamico di co-pianificazione alle delle Comunità trale del sistema pianificatorio trentino diverse scale. A tal fine è indispensa- Questa stagione di pianificazione sia come specificazione a livello locale bile qualificare il sistema tecnico-am- non si è dunque chiusa con i risultati del piano urbanistico provinciale sia nel ministrativo, assicurando competenze attesi, e forse questa consapevolezza suo ruolo strutturale di guida ed indiriz- adeguate ai vari livelli. In particolare, ha in parte convinto il legislatore ad zo dei piani operativi comunali. sono indispensabili degli uffici di pia-

Cartina 2: dotazione di personale tecnico negli uffici di pianificazione delle Comunità

17 nificazione al livello delle Comunità in toria di Comunità, sciogliendo alcuni Il Piano territoriale di Comunità con- grado di rispondere tempestivamen- nodi e mirando al riallineamento dei tinua a rivestire un ruolo strutturale e te ai cambiamenti e alle sollecitazioni territori secondo gli indirizzi dei piani strategico, sviluppando a livello locale i che provengono dai diversi livelli isti- provinciali, per semplificare l’aggiorna- contenuti del piano urbanistico provin- tuzionali, anche per cogliere risorse ed mento e la gestione dei piani comunali. ciale. Vengono tenuti distinti in maniera opportunità. Le sfide della sostenibili- I piani regolatori comunali, per con- netta gli obiettivi e i contenuti del piano tà, della sicurezza, del risparmio ener- tro, devono assumere sempre più un strategico di area vasta rispetto al pia- getico, della tutela e valorizzazione dei ruolo operativo, guardando al recupero no operativo comunale. Il PUP e gli altri valori ambientali e paesaggistici sono del costruito, alla riqualificazione archi- piani e programmi provinciali (PGUAP, solo alcune delle domande alle quali è tettonica e alla rigenerazione urbana. Programma di sviluppo, piani forestali necessario rispondere in modo innova- A tal fine va ripensata la tecnica della montani, Rete Natura 2000, ecc.) forni- tivo e creativo, sulla base di solide basi zonizzazione superando le definizioni scono un quadro di riferimento solido. tecnico-amministrative. attuali, mirando invece alla lettura del- A partire da questo, i Piani territoria- Il sistema della pianificazione ter- le varie parti del territorio insediato per li di Comunità sono chiamati a fornire ritoriale e urbanistica provinciale ri- individuare le possibili azioni di recupe- un quadro delle strategie e dell’assetto chiede un riassetto e una correzione di ro e trasformazione. In questo senso, strutturale del territorio a livello sovra- rotta, nell’ottica di una maggiore chia- invece di fissare funzioni e indici, i piani comunale. Entro tale sistema i piani co- rezza delle competenze e dei ruoli e al possono indicare gli obiettivi di qualità munali assumono un carattere operati- fine di perseguire maggiori flessibilità paesaggistica e architettonica, l’artico- vo, focalizzandosi sulle azioni di trasfor- ed efficacia. A valle del livello provin- lazione delle attrezzature e dello spazio mazione edilizia. I due livelli vengono ciale, la pianificazione locale non ha collettivo, le relazioni con il contesto. mantenuti distinti. Il sistema decisiona- risposto complessivamente in maniera La pianificazione di area vasta può for- le assume il principio di responsabilità, adeguata. La nuova legge vuole basare nire le coordinate strategiche di lettura guadagnando in flessibilità e velocità, il nuovo quadro su un sistema di pianifi- dei paesaggi necessarie ad orientare le migliorando la qualità complessiva del- cazione dinamico, basato su documenti trasformazioni. la pianificazione. strutturali di inquadramento e strumen- La nuova legge per il governo del ti operativi, connessi da fasi di verifica territorio verte sul tema del progressi- La valorizzazione del territorio e e valutazione. Il ruolo centrale del PTC vo azzeramento del consumo di suolo, la svolta della pianificazione comporta non solo l’approfondimen- che i piani dovranno tradurre in stra- Alcuni contenuti ed elementi di in- to dei temi fissati dal PUP, ma anche tegie chiare e precise. I temi della ri- quadramento dovranno essere svilup- la loro ridefinizione e l’aggiornamento qualificazione paesaggistica e della ri- pati a livello di Comunità. Per esem- dello stesso strumento sovraordina- generazione urbana devono legarsi al pio: la valutazione del soddisfacimento to. Il rapporto tra i livelli di piano non tema della salvaguardia del suolo come degli standard urbanistici per i servizi deve essere quindi a cascata: da quello due facce della stessa medaglia. La viene effettuata a livello di valle, rac- superiore verso il basso, ma anche dal pianificazione territoriale di Comunità cordandosi ai documenti di settore. Le basso verso l’alto, nell’ottica di flessi- assumerà compiti precisi in tal senso, decisioni sulla localizzazione delle at- bilità con cui è stato originariamente mentre i meccanismi della perequa- trezzature collettive vengono assunte a pensato il terzo PUP. zione e della compensazione possono livello sovra comunale nell’elaborazione favorire il recupero e la rigenerazione del PTC e diventano immediatamente Una sfida per il prossimo futuro: dell’esistente, legandosi a procedure di efficaci, senza richiedere un successi- strumenti, ruoli, compiti, obiettivi accordo pubblico/privato tramite criteri vo adeguamento del PRG. Oppure: la Il nodo della pianificazione trentina e parametri valutativi trasparenti. Sono tutela e la valorizzazione del territorio risiede nel ruolo dei Piani territoriali di peraltro necessarie strutture tecniche aperto riguarda in minima parte gli in- Comunità. La nuova legge vuole riaffer- competenti, incardinate presso ciascu- dici edificatori, mentre deve connetter- mare questo ruolo e dare l’impulso per na Comunità: vanno definite le compe- si attraverso il PTC e il PUP alle poli- concludere i processi di elaborazione tenze e rafforzati gli uffici tecnici sovra tiche di settore al fine di garantire la dei PTC attraverso procedure più sem- comunali, per giungere ad un organi- coerenza con le politiche di tutela e di plici. Le Comunità hanno incontrato va- gramma ottimale e ad un mansionario costituire o rafforzare le filiere produt- rie difficoltà operative sia sotto il profilo efficace. Al tempo stesso, le CPC devo- tive di area vasta. O ancora: l‘esigenza istituzionale che in quello pianificatorio. no assumere un ruolo ulteriore rispetto di tutelare e valorizzare le aree protet- I processi di alcuni territori sono avan- alla mera autorizzazione paesaggistica, te, a seguito di Natura 2000, richiede zati in maniera più decisa mentre altri se devono assorbire molte delle prero- contenuti e modalità che solo in minima sono rimasti indietro. Nel frattempo, gative comunali in materia urbanistica parte riguardano regole edilizie e urba- vari Comuni hanno portato avanti va- per l’espressione di pareri sulla quali- nistiche, per assumere il ruolo di trama rianti urbanistiche puntuali, nate da tà architettonica. In generale, al fine di fondante dello sviluppo sostenibile dei motivazioni contingenti e lontane da un garantire la coerenza delle valutazioni, territori. La legge individua le diverse riferimento forte ad un quadro strategi- si auspicano relazione forti tra le varie finalità, distinguendo i livelli della piani- co complessivo. fasi, dall’esame delle varianti ai PRG da ficazione ed assegnando compiti spe- Il risultato generale è insoddisfa- parte degli uffici provinciali, all’istrutto- cifici ai diversi soggetti istituzionali in cente. In questo senso, la riforma urba- ria tecnica dei Comuni, alle valutazioni gioco. nistica si pone l’obbiettivo di riavviare, sulla qualità architettonica rese dalle Se il paesaggio non deve essere vi- sveltire e concludere la fase pianifica- CPC, al dialogo con i professionisti. sto con uno sguardo vincolistico, come

18 un bene da ingessare e tutelare tout- di limiti al consumo di suolo, mentre la cour, ma è invece in divenire, è intera- programmazione del territorio aperto, zione tra società locale e territorio, la naturale e agricolo, delle infrastruttu- pianificazione paesaggistica ha la re- re territoriali verdi, delle infrastrutture sponsabilità di interpretare e proporre tecnologiche, le reti della mobilità e dei la direzione, le regole, il progetto col- servizi di rilevanza sovra comunale de- lettivo di questa relazione. Tornare ad vono poste in mano al corrispondente una visione vincolistica significhereb- governo d’ambito territoriale legittimato be sancire di nuovo la separazione tra ad occuparsene; per delega piena dalla paesaggio e comunità e demandare di Provincia. Una volta eletti, con elezio- nuovo la tutela ad un mero iter burocra- ne indiretta, gli organi delle Comunità tico. La qualità paesaggistica è invece smettono di subire i veti dei Comuni e un obiettivo cui tendere attraverso un assumono pieno potere pianificatorio. progetto condiviso in cui una comunità La lettura e la programmazione del- si riconosce. lo sviluppo territoriale e del paesaggio La pianificazione del paesaggio devono essere sostenute da adeguate all’interno dei PTC viene resa più sem- competenze tecnico-amministrative. Le plice e più rapida, maggiormente legata Comunità devono essere in grado di alla lettura delle specificità del territo- dialogare non solo con la Provincia, ma rio e ai valori del paesaggio in relazione anche con lo Stato e l’Europa, da dove agli impegni della comunità locale. Le partono cicli di programmi di politica “Indicazioni metodologiche per l’elabo- economica che definiscono le forme razione della carta del paesaggio e del- di finanziamento: anche per questo è la carta di regola del territorio” elabo- urgente dotarle di personale adegua- rate dal Servizio Urbanistica nel 2013 to. È necessario quindi prevedere delle tendono a fare prevalere i contenuti strutture adeguate che le Comunità an- tecnici e burocratici top-down rispetto cora non hanno o hanno solo in parte: la a metodi bottom-up quali, ad esempio, produzione dei piani, strumenti di grande indagini sociologiche e psicosociali su complessità, richiede una forte autore- come le società concepiscano il loro volezza a livello politico ma anche una paesaggio. Si tratta, anche qui, di cor- qualificata competenza a livello ammini- reggere la rotta, di riprendere e ridare strativo e tecnico, da strutturare anche slancio al percorso senza dimenticare con sistemi di trasferimenti e mobilità e l’obiettivo ultimo. da garantire con programmi di formazio- L’obiettivo dovrebbe essere quello ne continua. di superare i ritardi attuali e giunge- Siamo ad un momento cruciale per re ad una pianificazione di Comunità la pianificazione territoriale della nostra conclusiva “a regime”, allineata per i provincia. Una stagione si è da poco con- vari territori. Lo stato dell’arte è preoc- clusa e un’altra sta iniziando timidamente cupante, certamente condizionato dal il suo percorso. Anche per questa ragio- mancato supporto e riconoscimento ne è bene fare tesoro dell’esperienza istituzionale. Bisogna evitare che i PTC maturata in questi anni per poter affron- siano svuotati di contenuti strategici tare con profitto le sfide che attendono la per ridurli alla mera localizzazione di comunità trentina nell’immediato futuro. strutture sovracomunali. Certamente In questa prospettiva, è sempre più ne- essi devono essere aggiornati in modo cessario promuove una visione condi- da non rappresentare più percorsi di visa di territorio, moderna e sostenibile. ricerca troppo complessi e teorici per Quello che è in gioco, infatti, non è solo uno strumento urbanistico, ma deve es- la somma di una serie di strumenti ur- sere riconosciuto loro il ruolo di costru- banistici, utili come meri atti burocratici, zione di una idea condivisa di territorio bensì è in gioco la configurazione futu- e di paesaggio che sia la base culturale ra di tutto un intero territorio che sta a dello sviluppo. cuore a ciascuno di noi. Ed ogni scelta I piani territoriali devono occupar- fatta oggi avrà il suo esito reale tra 10, si della propria dimensione territoriale 20, 30 anni. Ecco perché è importante, senza l’assillo degli interessi localistici oggi più che mai, promuovere e curare e dei blocchi da parte delle amministra- la pianificazione territoriale a scala di zioni comunali. Se il territorio urbano, le Comunità; soprattutto in un contesto destinazioni d’uso che implicano volu- speciale e fragile come quello della no- metrie è ciò che sta a cuore ai Sindaci, stra provincia, che abbisogna del con- questo campo resta di piena compe- tributo di tutti: amministratori, pianifica- tenza comunale, in un quadro preciso tori, osservatori privilegiati, cittadini.

19 04 L’iniziativa promossa in maggio forza delle idee da realizzare. Piani territoriali di Comunità: dall’Ordine degli Architetti è stata Nelle esperienze di pianificazione una riflessione sui limiti e le quanto mai opportuna coincidendo con di Comunità svolte fino ad ora, hanno prospettive di un percorso la fase di elaborazione della legge ur- avuto grande sviluppo documenti de- banistica che oggi è in vigore e con il scrittivi ed elaborazioni analitiche e, so- difficile ridisegno del sistema di pianificazione prattutto, momenti partecipativi, di con- e gestione del territorio ora previsto. fronto, scambio, condivisione e concer- Giorgio Tecilla Era, ed è, quindi, il momento adatto tazione che non sempre hanno genera- per un bilancio sull’attività di pianifica- to esiti proporzionati alle aspettative e zione che le Comunità di Valle hanno alle energie investite nel processo. realizzato in questo quinquennio appe- E allora è necessario interrogarsi na trascorso. su quale sia la causa di un bilancio a Il percorso finora intrapreso per la volte opaco, per capire se, come det- redazione dei PTC non è stato facile e to, questa risieda solo nelle incertezze in esso sono individuabili molti elemen- che hanno caratterizzato il quadro isti- ti di criticità ancora irrisolti, sui quali è tuzionale di riferimento o se il problema opportuno riflettere per rimuovere gli non sia anche da ricondurre a una ben ostacoli che hanno reso l’intero proces- più preoccupante mancanza di idee e so meno incisivo, rispetto a quanto, al al conseguente rifugiarsi nella ritualità suo avvio, ci si attendeva. spesso vuota, ma molto rassicurante, Le esperienze che le Comunità di della procedura. Valle hanno realizzato in questi anni, mi Intendiamoci, credo molto nell’uti- pare mostrino alcuni limiti la cui causa lità di un’analisi corretta, finalizzata a va, certo, ricercata nella difficoltà di ra- capire i termini della realtà sulla quale dicamento del nuovo livello istituziona- vogliamo agire e altrettanto credo nella le e dello strumento urbanistico che lo necessità di far scaturire le decisioni rappresenta, ma, forse ancor più, nella pubbliche da processi di reale condivi- profonda crisi culturale che caratteriz- sione delle scelte di piano. Tutto questo za questa fase storica e nella conse- percorso deve essere, però, riempito di guente difficoltà di elaborare modelli idee, progetti e forse anche di sogni su convincenti verso cui orientare il nostro quello che vorremmo diventasse il no- progetto di territorio per il futuro. stro paesaggio-territorio. Cercherò di ripercorrere la strada Di idee, progetti e sogni, ad essere che ci ha portati fino a qui tentando di sinceri, non ne abbiamo generati tanti isolare i limiti del processo, attraverso e solo poche delle esperienze dei PTC la lente dei temi, paesaggistico e del- paiono confrontarsi con una visione di la partecipazione pubblica, che nelle futuro in grado di scaldare il cuore e di intenzioni originarie rappresentavano creare quindi veri processi partecipati- i “nuclei di condensazione” attorno ai vi magari anche conflittuali ma vitali e quali i nuovi piani territoriali si sarebbe- produttivi. ro dovuti strutturare. Proprio nelle settimane in cui si te- La mia è una valutazione generale e neva l’iniziativa organizzata dall’Ordine, come tale, schematica. In realtà - come ho partecipato ad un incontro sulla fi- abbiamo potuto scoprire dalle presen- gura di Giancarlo De Carlo promosso tazioni tenute da molti colleghi nel cor- al Mart di Rovereto dall’associazione so dell’incontro di maggio - il processo “Senza dominio”. seguito dalle Comunità è molto diver- La curiosa coincidenza di date mi sificato ed affianca alcune esperienze ha portato a riflettere, proprio alla luce vitali, innovative e convincenti ad altre del pensiero di De Carlo, su molte del- meno produttive, e a volte, un po’ deboli le difficoltà che stiamo incontrando nei di contenuti. processi di redazione dei Piani di Co- munità. È una vecchia storia: nei processi In questa prospettiva ho trovato al- di pianificazione la quantità delle ana- meno tre temi riconducibili in tutto o in

GIORGIO TECILLA lisi e delle elaborazioni preparatorie è parte alle sue riflessioni, che mi paiono ESPERTO IN PIANIFICAZIONE E PAESAGGIO spesso inversamente proporzionale alla centrali rispetto al nostro argomento:

20 - il rapporto tra il contemporaneo e trasformazione di uno spazio e di un pa- Troppo poche sono in urbanistica le la storia, caratterizzato dalla nostra ri- esaggio è un “oggetto” complesso che esperienze che hanno intrapreso con trosia ad accettare l’idea che i proces- vive di equilibri instabili sempre espo- sincera convinzione questo percorso e si che investono il paesaggio-territorio sto al rischio di trasformarsi in un rito spesso abbiamo preferito accontentar- si collocano all’interno di un continu- vuoto, teso a legittimare scelte prese in ci di immagini rassicuranti, ma vuote di um spaziale e temporale in costante altre sedi o, magari, solo a mascherare spinta ed energia vitale. Assistiamo così, trasformazione. Discende da questa inerzia e mancanza di idee. ancora, al perpetrarsi di quella visione incapacità di accettare la realtà, l’esa- La “progettazione partecipata” pro- funzionalista del territorio e al ricorso sperazione delle artificiose distinzioni posta da De Carlo come unico approc- allo “zoning” che ha per troppo tempo che abbiamo introdotto tra spazi nobili cio ragionevole alla trasformazione caratterizzato la disciplina urbanistica (quelli della storia o della “tradizione”: rischia così di svuotarsi di contenuti come espressione della follia riduzioni- cui dedicare un’attenzione radicalmen- e la sua “utopia realizzabile” torna ad sta, che condiziona così pesantemente il te conservativa) e altri meno nobili o essere solo utopia. nostro pensiero e la nostra cultura. addirittura trascurabili (quelli della con- A questo proposito De Carlo ci met- Tutto è in movimento nel mondo, ma temporaneità: in cui abbiamo deciso di teva in guardia rispetto al rischio della tutto paradossalmente sembra statico abdicare rispetto ai temi della qualità, “rapina del consenso” rappresentando nel modo di affrontare la crisi che attra- dell’armonia e della bellezza); con questo concetto, l’idea di processi versa la nostra civiltà. I “ferri del mestie- - la crisi dell’urbanistica e i suoi aggressivi e poco democratici. re” di architetti e di urbanisti sono troppo insuccessi derivati spesso dalla dram- In molti casi i nostri lunghi percorsi spesso inadatti a gestire il cambiamento matica insensibilità della disciplina alla partecipativi, più che da questi feno- e la visione del mondo che ci dovrebbe natura dei luoghi e al loro significato meni paiono essere stati caratterizzati guidare è sfuocata, di certo inadeguata più umano; da un certo conformismo, da un po’ di a trattare la complessità dei fenomeni - il potere, la delega del potere e la stanchezza e dalla difficoltà di veicola- che abbiamo la responsabilità di gestire. necessità di affermazione di modalità re le idee veramente nuove e le nuove efficaci di gestione collettiva e parteci- visioni soprattutto quando confliggen- Pure se con significative e lodevoli pata dei luoghi della nostra vita. ti con lo status quo al quale siamo fin eccezioni, anche gli esiti dell’iter segui- Ancora oggi stentiamo a trovare troppo affezionati. to dai nostri PTC mostrano la lentezza risposte adeguate alla gravità delle In tutto questo, hanno giocato un con la quale modifichiamo i nostri punti questioni sollevate da De Carlo e le dif- ruolo significativo la scarsa attitudine di vista e definiamo i nostri modelli eco- ficoltà incontrate dal processo di piani- alla partecipazione che ancora carat- nomici e sociali di riferimento e le nostre ficazione in corso ci danno conferma di terizza la nostra cultura e le procedure azioni individuali nel rapporto con la na- questa inadeguatezza. estremamente complesse che hanno tura, il clima, il paesaggio, centrati come regolato l’iter di approvazione di “docu- siamo ancora su un’idea intimamente Pochi dei documenti fino ad oggi menti preliminari” e piani, complessità radicata - anche se ora meno esplicita elaborati paiono realmente ispirarsi a che hanno spesso depotenziato questi di un tempo - di sviluppo illimitato, di quella visione dinamica e vitale di pa- percorsi e demotivato e frustrato i veri spazio da conquistare e di inesauribili esaggio inteso come bene collettivo, portatori del “nuovo” e del “diverso”, risorse da utilizzare. risorsa economica e spazio di vita in di cui - sono personalmente convinto Abbiamo probabilmente bisogno perenne trasformazione dalla quale è – abbiamo in questo periodo enorme di una scossa che ci porti a elabora- scaturita la “Convenzione europea del bisogno. re nuovi modelli economici e sociali e paesaggio”. Gestire reali processi partecipativi, conseguentemente nuovi assetti per Da quella visione può nascere un generatori di scelte concrete, è cosa il nostro territorio, nuovi progetti e reale progetto di paesaggio che non difficile, che richiede coraggio e- capa nuovi sogni da realizzare, allargando sia espressione di una velleitaria idea cità di affrontare e valorizzare i conflitti, lo sguardo al di là dei nostri confini e di negazione della trasformazione e di mettersi in discussione, di rovesciare ascoltando la voce delle nuove genera- solo una prospettiva progettuale può i propri punti di vista e di incidere su in- zioni che appaiono, invece drammatica- dare un senso ai processi di generazio- teressi e visioni consolidate. mente, sempre più mute ed escluse dai ne partecipata delle scelte. Sotto il profilo disciplinare il ruolo di processi decisionali. Proprio nella gestione di questi pro- chi redige i piani dovrebbe essere quello Solo in presenza di un solido proget- cessi partecipativi ci stiamo scontrando di raccogliere le richieste e le aspirazio- to di futuro possiamo pensare di ridare con molte delle criticità e delle ambi- ni della collettività, stimolare la crescita senso a piani e programmi scongiu- guità che con lungimiranza De Carlo delle idee innovative, elaborare progetti, rando il pericolo di anteporre i ragio- aveva segnalato già molti anni fa par- visioni e assetti futuri per il territorio per namenti sugli strumenti alla riflessione lando di “progettazione partecipata”. poi riproporli all’esame pubblico per ve- sui fini da perseguire, pericolo, purtrop- Un processo partecipativo finalizzato a rificare la loro capacità di convincere e po, costantemente in agguato quando generare un’architettura o a gestire la creare consenso. ci occupiamo di urbanistica.

21 05 Il percorso dei Piani Territoriali di toriale e urbano per fare fronte a esi- Pianificare il Trentino: Comunità (PTC) in Trentino presenta genze sopravvenute (“mancano aree le prospettive dei PTC alcune caratteristiche tipiche dei pro- edificabili”, “servono spazi produttivi”, cessi di pianificazione - in particolare “bisogna realizzare una rotatoria”), si la complessità e la lentezza delle pro- tratta di una scommessa sulla capaci- Bruno Zanon cedure, nonché la difficoltà a definire tà della comunità locale di individuare un ruolo centrale del processo rispet- quali siano le risorse del territorio, di to alle attese di un prodotto con con- come possano essere impiegate al me- tenuti normativi - ma anche una serie glio, di come condividere attrezzature di aspetti peculiari che vale la pena di al fine di garantire anche agli abitanti analizzare per la loro innovatività. dei piccoli centri servizi e opportunità I PTC, previsti dalla legge urbanisti- di livello urbano, entro raggi di mobilità ca della Provincia autonoma di Trento accettabili. del 2008, riprendono in parte espe- Questi caratteri trovano riscontro rienze precedenti, perseguendo però nella normativa e nelle indicazioni for- una prospettiva diversa. In breve, dal nite dalla Provincia, che hanno sotto- 1975 al 1991 era previsto dalla nor- lineato il ruolo del percorso di piani- mativa provinciale il Piano Urbanistico ficazione lasciando tutto sommato in Comprensoriale quale Piano regolato- ombra i contenuti del piano quale stru- re a scala di Comprensorio (sostituti- mento normativo. Non a caso, è stato vo quindi dei PRG dei singoli comuni), spesso sottolineato il senso strategico mentre in seguito era stato introdotto del PTC e alcune azioni di supporto un Piano Territoriale di Coordinamen- sono andate proprio in tale direzione, to. Il primo strumento, molto faticoso connettendo l’azione urbanistica con il da redigere, aveva un ruolo forte e nel sostegno allo sviluppo locale. corso degli anni diversi comprensori Guardando con occhio critico lo sta- se ne erano dotati, mentre il secondo, to della pianificazione territoriale delle inteso quale quadro di coordinamento comunità, emerge chiaramente come tra piani comunali, non ha visto alcuna alcune delle ipotesi sulle quali si era attuazione. fondato l’impianto si siano rivelate più Il senso degli attuali PTC risiede in fragili di quanto previsto. In particola- parte nella capacità di definire delle re, la coesione interna delle comunità prospettive strategiche (quale sviluppo quali sistemi territoriali fondati non solo locale, quale uso delle risorse), in parte sulla prossimità fisica ma anche sulla nella esigenza di condividere e ottimiz- comunanza di interessi e di pratiche, è zare l’uso di attrezzature e infrastrut- emersa solo in parte. Paradossalmente, ture e di concentrare alcuni servizi e dove questa condivisione è più forte, in attrezzature urbane. Non si tratta però quanto corrispondente ad attività eco- solo di scelte forzate a seguito della nomiche consolidate e diffuse, la spinta crisi economica e della riduzione delle a interrogarsi in modo critico sul futuro risorse pubbliche, ma della presa d’atto del territorio mediante un processo di di una svolta nel percorso di sviluppo pianificazione è stata forse meno ac- della provincia e dei singoli territori, en- centuata, dando spazio a qualche pia- tro un sistema economico-territoriale no stralcio per consolidare il sistema sempre più integrato a livello interna- economico prevalente. Altra ipotesi era zionale. Rappresenta inoltre l’esito di relativa alla presenza di una leadership una accresciuta consapevolezza dei politica locale, che si è manifestata in valori ambientali e paesaggistici e di forme incerte, soprattutto rispetto alla una nuova responsabilità nei confronti sfida di tracciare percorsi di cambia- dell’organizzazione degli insediamenti. mento. Bruno Zanon Docente di tecnica e pianificazione urbanistica, Rispetto a una concezione tradizio- Un aspetto di rilievo consiste nel Università degli Studi di Trento nale della pianificazione urbanistica, sapere tecnico. La pianificazione è un Presidente del Comitato scientifico della Scuola per il governo del territorio che procede ormai per aggiustamenti atto tutto sommato eccezionale, che e del paesaggio - step successivi del quadro di assetto terri- riguarda un numero ridotto di tecnici,

22 richiede un costante aggiornamento e diritti di trasformazione edilizio-urbani- dizione della pianificazione territoriale si articola in una varietà di approcci e stica i “principi attivi” del piano territo- trentina ma affronta nuove questioni metodi anche notevolmente differen- riale, in quanto i contenuti vanno attuati utilizzando un linguaggio contempora- ziati, che devono essere in sintonia con mediante una serie di dispositivi che neo, vale a dire impiegando concetti e il percorso politico-amministrativo. Su riguardano tempi e campi di azione dif- strumenti aggiornati e in sintonia con questo va ricordato come la Provincia ferenti. Il quadro normativo provinciale, le sfide europee. In particolare, assu- abbia attivato una iniziativa di formazio- del resto, individua nei piani-stralcio un me una visione policentrica del territo- ne di assoluto rilievo nel panorama ita- metodo di costruzione del piano. rio trentino, stimola alla competitività liano: la Scuola per il governo del ter- Va ricordato, come riferimento per basata sulle specificità locali, pone la ritorio e del paesaggio – step. Si tratta la pianificazione territoriale, il senso del sfida della sussidiarietà responsabile, di una istituzione “leggera”, che ha dato primo Piano Urbanistico Provinciale del accoglie la prospettiva della sostenibi- vita ad una serie di corsi e attività for- 1967, che affrontava il problema del- lità ponendo grande attenzione ai valori mative indirizzate a tecnici, funzionari e lo sviluppo di una provincia rimasta ai ambientali, coglie infine il paesaggio amministratori proprio per sostenere il margini delle dinamiche del dopoguer- come riflesso di un rapporto equilibra- percorso intrapreso dal Piano urbani- ra. In quel frangente, la pianificazione to tra attività delle comunità locali e stico provinciale del 2008, dalla nuova territoriale venne individuata come lo contesto territoriale. Tali obiettivi sono legge urbanistica e dalla riforma istitu- strumento per connettere strettamen- assegnati anche ai piani territoriali di zionale. te piani diversi: senso di appartenenza, comunità, che devono costituire un tas- Il nodo cruciale riguarda però il coesione sociale, sapere locale (per sello coerente con le diverse scale del senso della pianificazione. Perché ci utilizzare termini aggiornati) e capaci- quadro provinciale. ostiniamo a redigere piani, anche se in tà di rendere attuali risorse che, entro Per quanto riguarda le esperienze genere non siamo soddisfatti del loro una economia industriale, sembravano di elaborazione dei PTC, esse sono esito e della loro efficacia? La rispo- inesorabilmente obsolete. Si trattava, rimaste in buona parte confinate alla sta risiede nella esigenza di impiega- in buona parte, di opportunità e valori elaborazione del Documento prelimi- re procedure e strumenti di governo di natura territoriale e ambientale che nare, propedeutico all’accordo-quadro della complessità: abbiamo bisogno di sarebbero potuti diventare risorse so- di programma – pur con qualche ecce- effettuare delle previsioni, di costruire lamente se inseriti in processi di va- zione di rilievo, in particolare la Comu- prospettive condivise (quanto alla de- lorizzazione economica o di creazione nità Alta Valsugana - Bersntol, che ha finizione dei problemi emergenti, delle di benessere personale e sociale. Per adottato il piano - ma si possono chia- priorità da affrontare e delle linee di in- fare questo era necessario non solo e ramente comprendere i differenti ap- tervento da seguire), è necessario deli- non tanto effettuare degli investimen- procci adottati, che corrispondono ad neare delle strategie coerenti e struttu- ti economici (apportare capitale), ma indirizzi politico-amministrativi diversi e rare delle soluzioni. Infine, si deve ren- introdurre elementi di cambiamento a specifici modelli di pianificazione. La dere effettivo quanto deciso mediante negli usi delle risorse (da agricoltura diversità va colta peraltro come un va- delle norme. di sussistenza a coltivazioni specializ- lore, segnalando come i singoli territori Il piano non può pertanto essere ri- zate, da paesaggio alpino a territorio ricerchino in modo coerente prospetti- dotto solo all’aspetto normativo e, so- turistico, ecc.) entro un quadro di coe- ve appropriate alle proprie condizioni. prattutto, le norme da sole non assicu- renze funzionali, di qualità ambientale, Da una prima ricognizione sullo sta- rano l’attuazione del disegno tracciato. di accettazione sociale, di sostenibilità to di elaborazione dei piani territoriali, La pianificazione territoriale, in partico- economica. Gli esiti sono ben noti e resa possibile anche grazie a un in- lare, vede in una varietà di previsioni, fanno ormai parte della identità locale. contro organizzato dall’Ordine degli Ar- solo in parte traducibili in regole (e in La specializzazione agricola, lo sviluppo chitetti, quali atteggiamenti e approcci misura modesta riguardanti l’assegna- del turismo, la collocazione di piccole si possono individuare? Non è facile zione di diritti di uso e trasformazione imprese industriali nelle vallate, ma an- assegnare delle etichette a ciascuna del suolo), mentre deve essere in grado che la realizzazione del sistema delle esperienza, in quanto è presente spes- di tracciare scenari di sviluppo sosteni- aree protette, sono esempi di scelte so una combinazione di metodi ma, bile, condividere orientamenti, definire strettamente connesse ai processi di semplificando, si possono individuare quadri di coerenza (tra usi delle risorse, pianificazione territoriale. E le azioni at- i seguenti percorsi o modelli di piani- tra attività, tra reti e luoghi). L’attuazio- tivate hanno riguardato campi differen- ficazione. Un primo percorso ha visto ne riguarda pertanto tutto il quadro di ti, dalla realizzazione di infrastrutture e la pianificazione territoriale di comunità politiche, programmi e piani di settore, attrezzature, ai processi di formazione come una riproduzione del Piano urba- nonché strumenti locali, che devono es- professionale, alla innovazione della nistico provinciale alla scala locale. Tale sere coerentemente raccordati al piano pubblica amministrazione. approccio ha visto una successione di territoriale. Non sono quindi i vincoli e i Il PUP vigente è coerente con la tra- indagini territoriali e socio-economiche

23 accompagnate da momenti di parteci- qualità delle azioni di trasformazione, pazione. Un secondo modello ha inteso soprattutto di tipo edificatorio. Infine, la la pianificazione di comunità come una partecipazione è stata una pratica che azione fortemente connessa ai processi ha percorso tutte le esperienze, non di sviluppo locale. In questo caso, l’ac- solo perché richiesta dall’impianto nor- cento è stato posto sulle strategie di mativo ma in quanto momento effettivo consolidamento del sistema economico di individuazione degli indirizzi di inter- e di sostegno a nuove attività. Alcuni vento e di definizione delle azioni. consulenti, in particolare, hanno attivato Quali sono le prospettive future per processi di accompagnamento e pro- i Piani Territoriali di Comunità? Si- mozione dello sviluppo locale. Un altro curamente le difficoltà emerse stan- modello ancora ha privilegiato la defini- no scoraggiando le amministrazioni zione di progetti territoriali-urbanistici in a scommettere su tale impegno. Del grado di trasformare alcune criticità in resto, il cambiamento di indirizzi politi- momenti di svolta per il contesto locale. ci sul ruolo stesso delle Comunità sta Alcuni temi hanno peraltro attraver- rimettendo in discussione il senso dei sato le diverse esperienze. Si è trattato, PTC. Tuttavia, va ribadito come la pia- in primo luogo, del sistema dei servizi, nificazione sovracomunale sia un mo- delle attrezzature e delle attività sovra- mento essenziale di crescita non solo locali, che ha costituito un nodo che politico-amministrativa ma della stessa in alcuni casi ha rallentato o bloccato i società locale. I cambiamenti accelerati processi di piano. Un secondo tema ha cui stiamo assistendo non si fermeran- riguardato il sistema delle infrastrutture, no certamente nel prossimo futuro. È che appare coerente con la dimensione essenziale quindi apprendere a trattare sovralocale. Un altro aspetto importante la complessità e a governare il cambia- è stato il paesaggio, inteso tanto come mento, in particolare operando trasver- territorio aperto quanto come sistema salmente rispetto alle diverse scale ter- insediativo. Il paesaggio aperto è segna- ritoriali e ai diversi settori di intervento. to da processi contraddittori, in partico- In proposito emergono alcuni aspetti lare dinamiche naturali (espansione del cruciali. bosco, rinaturalizzazione), da un lato, e In primo luogo bisogna cogliere il destini differenziati dei territori agricoli, processo di pianificazione come uno dall’altro, con l’abbandono delle pratiche strumento formidabile di apprendimen- agricole tradizionali in alcune situazioni to collettivo. Il piano come quadro co- e specializzazione (monocolture) in altre. noscitivo e l’accento posto dalle norme Lo spazio insediativo è caratterizzato da e dagli indirizzi provinciali sulla parteci- processi di diffusione dell’urbanizzazio- pazione assumono un particolare valore ne e dall’estensione delle infrastruttu- proprio in relazione alle esigenze di ag- re, con intrusioni in ambienti delicati e giornare le conoscenze, attivare mecca- problemi di qualità dei manufatti. Il pae- nismi di condivisione del patrimonio di saggio è stato visto pertanto da diverse sapere locale ed esperto, stimolare ad angolature: come un fattore fondante assumere punti di vista nuovi. Fa parte l’identità locale, che consente di abitare di questo processo l’interpretazione del un territorio delicato e fragile, con evi- territorio e dei suoi valori, volgendo in denti debolezze rispetto alle aree urba- positivo il tema delle “invarianti”, che ne maggiori; come un valore a rischio non possono essere semplicemente a causa del “consumo di suolo”; come dei vincoli alla trasformazione ma gli una emergenza per quanto riguarda la elementi fondanti la “territorialità”, vale

24 a dire l’esito del processo consapevole in modo consapevole gli effetti di orga- alla scala vasta un momento di lettu- di costruzione e ricostruzione del terri- nizzazione spaziale delle scelte relative ra, di interpretazione e di progettazio- torio, che forma le basi materiali dell’a- alle attività economiche, alla colloca- ne. E questa non può avvenire in ter- bitare e i valori identitari delle comunità zione delle attrezzature, ai grandi poli mini architettonici ma come sapiente locali. Questo è, del resto, il senso della di attrazione. Per contro, ampi brani di capacità di costruire relazioni coerenti “carta di regola”. territorio stanno perdendo gli usi tradi- tra attività di uso delle risorse ed esi- Il tema del raccordo tra le diverse zionali, senza che si sappiano valorizzare ti sul quadro dell’organizzazione degli scale territoriali appare ovvio per il PTC, in modo alternativo. Ad esempio, la filie- insediamenti, delle reti infrastrutturali, eppure le esperienze fin qui condotte ra bosco-legno-attività artigianali e in- delle attività agricole, la cui specializza- evidenziano come siano scattati mec- dustriali è in grave difficoltà, così come zione costituisce al tempo stesso uno canismi di difesa degli ambiti ammini- bisogna attendersi un impatto rilevante strumento per la salvaguardia del ter- strativi, ritenuti in grado di fare fronte delle politiche europee sulla filiera prati- ritorio ma anche un fattore pesante di alle esigenze future, anche se costituiti pascoli-latte-prodotti lattiero-caseari. alterazione, specie quando si rendono quando vigeva una relazione diretta tra L’esigenza emergente è quindi quel- necessarie strutture di protezione delle risorse del territorio, attività economiche la della integrazione tra politiche diverse coltivazioni. delle comunità (dominate dall’agricoltu- e tra settori di intervento differenti. La Quali attese, quindi, dalla stagio- ra, dall’allevamento e dalla coltivazione forza di uno “sguardo territoriale” consi- ne della pianificazione territoriale di del bosco) e servizi collettivi (ben lonta- ste proprio nel sapere attivare connes- Comunità? L’aspettativa è grande, e ni da quanto richiesto dalla società con- sioni nuove, che in parte hanno già di- può essere sintetizzata nella capacità temporanea). Tali relazioni solo saltate mostrato la propria efficacia. Si possono di elaborare delle visioni che assegni- da tempo. La mobilità territoriale per citare, in proposito, il turismo connesso no ai diversi territori delle prospettive accedere al lavoro, ai servizi, ai luoghi alle attività agricole, alle aree naturali, condivise. Non si tratta solo di trovare del commercio o delle relazioni sociali è alla bicicletta, all’arrampicata; la capa- delle “etichette” a fini di marketing, ma un fatto acquisito ed era la base su cui cità di valorizzare aree appartate grazie di orientare le azioni in modo coerente, si fondava, ancora nel PUP del 1967, la a produzioni “di nicchia”; la collocazione facendo in modo che le comunità locali concezione del comprensorio come “cit- di attività innovative in aree extraurbane, si riconoscano non solo nella memoria tà in estensione”. La sfida consiste oggi ecc. Molto altro si può e si deve fare, sa- della propria terra ma anche in quel- non solo nel sapere integrare le funzio- pendo affrontare i problemi con spirito lo che avviene giorno per giorno, nel- ni di base entro tale scala territoriale, innovativo, individuando in modo creati- le pratiche di uso delle risorse e nelle ma nel sapere connettere la dimensio- vo delle soluzioni. azioni di trasformazione del territorio. ne della Comunità al territorio esterno, Altro tema, connesso al precedente, Si tratta di realizzare un ambiente di ben sapendo che i settori economici più riguarda il sistema dei servizi pubblici, vita di alta qualità, sapendo costruire competitivi (agricoltura specializzata, tu- degli spazi commerciali e delle gran- ambienti di lavoro competitivi e attrat- rismo, industria innovativa) e le relazio- di attrezzature collettive, che è in una tivi, insediamenti sostenibili, aree agri- ni di una società avanzata si collocano fase di rapida trasformazione. A poco cole produttive. entro una dimensione estesa o, come si servono le retoriche della difesa delle In breve, nuovi paesaggi. In questa dice, globalizzata. La mobilità delle per- modalità tradizionali di governo di tali sfida le competenze tecniche e profes- sone e la crescente quota di stranieri settori. L’esperienza dimostra che la sionali sono messe alla prova. Il buon anche nelle valli più appartate sono un debolezza del settore pubblico, da un esito della attuale stagione di pianifi- riflesso evidente di tale condizione. Un lato, e la forza del mercato (o le scelte cazione territoriale, quanto alla condu- altro tema cruciale, che sollecita azioni del consumatore-utente), dall’altro, ten- zione dei processi, alla elaborazione dei di pianificazione territoriale, riguarda le dono a vanificare i vincoli. È necessario documenti di piano ma, soprattutto, alla interazioni con i diversi settori di inter- quindi assumere un atteggiamento pro- attuazione delle previsioni, dipende in vento dell’economia e della pubblica gettuale, che sappia trovare soluzioni buona parte dalla disponibilità di com- amministrazione. Per troppo tempo si innovative alle nuove esigenze di servizi petenze e abilità professionali che con- sono perseguite politiche settoriali che e attrezzature di livello sovralocale. sentano di vincere la sfida della qualità si sono poste solo in parte entro un’ot- Infine, il paesaggio costituisce un del territorio, del paesaggio, dell’am- tica territoriale, vale a dire assumendo tema che, per sua natura, deve trovare biente urbano e dell’architettura.

25 Le esperienze 01 La pianificazione di valle sperimen- Fin dalle prime riunioni con l’ammi- Comunità della Val di Non tata in Trentino non è un’esperienza di nistrazione della Comunità della Val di Fare urbanistica all’interno di pianificazione qualsiasi. Non solo- per Non, nel 2013, è stato subito chiaro che realtà complesse/1 ché si pone ad un livello intermedio fra il passo fondamentale era costruire una Comuni e Provincia ma perché conside- visione unitaria e condivisa del territorio ra il territorio anche dal punto di vista anaune. Loredana Ponticelli geografico (le vallate). Nel quadro di Non si trattava solo di riunire le varie una provincia completamente montuosa progettualità locali in un disegno terri- come la nostra, la pianificazione di co- toriale complessivo che accontentasse munità riconosce gli ambiti di valle come i vari desiderata stemperando così le entità socio-economiche compiute ed possibili conflittualità, ma stabilire -l’im unità fondamentali dell’organizzazione maginario (o gli immaginari) del territo- territoriale. rio sul quale la popolazione era disposta È un passaggio concettuale impor- a scommettere il proprio futuro. Ciò ha tante non soltanto in linea teorica. Da significato adottare un approccio ricer- “il n’y a pas de territoire sans questo concetto deriva che ciascuna catamente non-ideologico, valutando le imaginaire du territoire” comunità deve necessariamente costru- scelte attraverso il confronto e cercando André Corboz irsi un’idea di territorio per sé, su di sé. d’indirizzare quel complesso di attitudini e abilità locali che rendono lo sviluppo Approccio sistemico possibile. Il territorio è il risultato di un proces- so di attribuzione di senso che supera Processo di piano la dimensione soggettiva e rappresenta Tassello della riforma istituzionale ed un valore collettivo. Allo stesso modo, la amministrativa della nostra Provincia, il pianificazione è un processo aperto di piano della Comunità della Val di Non trasformazione territoriale a cui contri- è un programma strategico di sviluppo buiscono molteplici attori. Per questo, a locale oltre che uno strumento urbani- nostro modo di vedere, chi pianifica non stico. può limitarsi ad imprimere al territorio il In questo senso, l’aspetto proces- proprio segno “demiurgico” (compiendo suale - rappresentato sinteticamente un atto preclusivo) ma affiancare ed of- dal diagramma di flusso [fig.1] - è un frire un supporto a chi governa il pro- elemento sostanziale del piano. cesso decisionale. Astratto solo in apparenza, questo

GRUPPO tecnico DI LAVORO progetto e coordinamento Loredana Ponticelli, Cesare Micheletti A²studio_projects for and researches into the Alpine space srl con la collaborazione di Nadia Rampin, Mauro Pancheri facilitatori Francesco Zambonin, Marco Pilloni UT Comunità con il supporto di Commissione Assembleare in materia di urbanistica e pianificazione territoriale Comunità della Val di Non contributi specialistici Paola Piazzi, Sergio Remi Trentino Sviluppo spa Matteo Bonazza Progetto Turismo srl

26 processo è, al contrario, concretamente finalizzato. Il percorso di formazione del piano è stato attentamente pianificato sia a livello tecnico che politico in modo che la visione iniziale - necessariamen- te sintetica - crescesse organicamente PIANO URBANISTICO PROVINCIALE pianificazione strategica secondo un percorso logico “ad albero” provinciale a partire da quattro visioni del territorio DOCUMENTO TAVOLO DI DOCUMENTO ACCORDO- PRELIMINARE CONFRONTO PRELIMINARE QUADRO DI anaune, messe a fuoco con il fattivo e CONSULTA- DEFINITIVO PROGRAMMA linee ZIONE modello di 50% popolazione coinvolgimento degli attori territoriali. strategiche prop. operative sviluppo locale 50% comuni Attraverso una progressiva selezio-

VISIONE TEMI LINEE AZIONI ne degli argomenti (15 temi priorita- PRIORITARI STRATEGICHE [ 4 ] [ 15 ] [ 27 ] [ 111 ] PIANO TERRITORIALE PIANO DEL PARCO immagini del individuazione delle obiettivi generali del definizione dei DI COMUNITA’ ADAMELLO-BRENTA ri) e delle strategie attuative (27 linee territorio anaune tematiche emergenti modello di sviluppo contenuti operativi coordinamento strumenti pianificazione d’area (DPD c. 1) (DPD c. 1, §.1-4) (DPD c. 1.1-4.3) (DPD c. 5. par. 5.3) di pianificazione locale naturale strategiche e 111 azioni), il documento L.P.1/2008 art.25 bis co. 1

preliminare è così giunto a definire un • centri storici e TERRITORIO residenza POLICENTRICO • risparmio di suolo modello di sviluppo locale condiviso, che • mobilità integrata piano stralcio piano stralcio • famiglia e servizi COMMERCIO ED MOBILITÀ INTEGRAZIONE INTEGRATA l’Assemblea di Comunità ha fatto pro- ECONOMICA • ambiti funzionali e centralità territoriali • integr. economica prio all’unanimità. Elementi fondamen- TERRITORIO (agricoltura,artigian piano stralcio piano stralcio ato,commercio,indu PAESAGGI CENTRI STORICI E MULTI- stria,turismo) FUNZIONALE • capitale umano RAPPRESENTATIVI, PATRIMONIO • semplificazione AGRICOLTURA E AMBIENTE CULTURALE tali per il buon esito di questo processo burocratica sono stati l’intensa attività di confronto • vocazione agricola integrata • reti ecologiche TERRITORIO polivalenti con il territorio e la serrata attività di me- VERDE • paesaggi rappresentativi e risorse culturali • energie rinnovabili diazione politica per la costruzione del PIANI REGOLATORI GENERALI • connessioni pianificazione consenso. funzionali urbanistica locale TERRITORIO • commercio ed interscambio tra DI FRONTIERA ambiti di confine Il “distillato” del piano è rappresen- • dialogo culturale e tato dallo schema seguente, in cui alle inclusione sociale quattro visioni di territorio corrispondo- no altrettante politiche di sviluppo. Cia- scuna di queste può trovare attuazione nell’elaborazione dei rispettivi stralci te- matici, considerati strategici per il futuro Fig. 1. Architettura del processo di pianificazione territoriale (© A²studio) della valle.

TERRITORIO POLICENTRICO --> RISPARMIO DI SUOLO

TERRITORIO MULTIFUNZIONALE --> INTEGRAZIONE ECONOMICA

TERRITORIO VERDE --> PAESAGGI RAPPRESENTATIVI E VOCAZIONE A

Fig. 2. Caratteri rappresentativi del paesaggio noneso (© A²studio)

27 Fig. 3. Panoramica aerea della Val di Non (© Fausto Cipputi)

Concept della Val di Non nuclei storici e poli attrattori, attorno > servizi: 1 impresa ogni 18 ab. (media I caratteri che connotano l’Anaunia alla quale impostare un’organizzazione provinciale: 1 impresa ogni 15 ab.) sono: una struttura insediativa retico- territoriale equilibrata e uno sviluppo > costruzioni: 1 impresa ogni 44 ab. lare nettamente riconoscibile e quali- armonico delle diverse parti del territo- (media provinciale: 1 impresa ogni ficata da un considerevole patrimonio rio. Per essere mantenuta vitale ed effi- 44 ab.) storico-architettonico, un tessuto eco- ciente, tale struttura territoriale neces- nomico imprenditoriale alquanto dif- sita di una rete di connessioni materiali Territorio verde fuso e fortemente radicato (legato in (viabilità, servizi) ed immateriali (tecno- Il vasto patrimonio naturale e cul- particolare alle attività tradizionali), un logie della comunicazione, reti sociali turale costituisce una risorsa con ampi comparto agroalimentare competitivo e valoriali) particolarmente organizzata margini di valorizzazione ancora ine- a livello mondiale, condizioni eccellenti ed efficiente. spressi in termini di integrazione degli d’integrità ambientale (Geoparco Ada- > 40.000 abitanti (7,3 % della popola- usi possibili (ricreativo, produttivo, resi- mello-Brenta, Dolomiti UNESCO, aree zione trentina) denziale, ricettivo, ecc.) e di creazione umide e riserve naturali) e numerosi > 34 Comuni (max 7.000 ab. | min 229 di connessioni funzionali e di signifi- paesaggi rappresentativi ed identitari. ab.) cato. Pure i servizi ecosistemici forniti Per dare profondità a questo ritratto > 107 nuclei storici dai sottosistemi di tipo naturale, com- sintetico, sono state individuate quattro > 70% della popolazione vive fra 600 preso quello agricolo, hanno un valore immagini di riferimento che tracciano e 1.200 m/slm (territorio montano) economico importante (riserve d’acqua, una rappresentazione concettuale del- Territorio multifunzionale legname, foraggio, energia elettrica, la valle. La multifunzionalità può dare ampi prodotti agricoli, ma anche varietà del Queste immagini indicano al tempo margini di valorizzazione delle potenzia- paesaggio, qualità dell’ambiente e del stesso un carattere ed un’attitudine del lità esistenti, quali ad es. quella turistica clima) in grado di potenziare l’attratti- territorio anaune: o quella produttivo-commerciale, attra- vità della valle, in termini di preferenza > la capacità di mantenere nel territo- verso forme di utilizzo integrato delle socio-economica da parte dei residenti rio la struttura insediativa storica - risorse del territorio. e dei visitatori. territorio policentrico Questa attitudine necessita di azio- > 88 % territorio “verde” > la valorizzazione delle molteplici atti- ni e strumenti che favoriscano le inte- > 7.000 ha coltivati a frutteto (la su- vità umane che vi si svolgono - terri- razioni fra i vari settori economici e le perficie più estesa del Trentino) torio multifunzionale diverse attività, consentendo modalità > 8.000 ha prati e pascoli > la conservazione del suo vastissimo di collaborazione innovative, basate > 25 % frutteto e prato-pascolo patrimonio naturale e di biodiversità appunto sulla complementarietà delle > 41 % bosco coltivato - territorio verde prestazioni e dei servizi. > 16 % bosco naturale > la capacità di dialogo con l’esterno - > agricoltura: 1 impresa ogni 7 ab. in territorio di frontiera età lavorativa (media provinciale: 1 Territorio di “frontiera” impresa ogni 28 ab.) Ponte fra realtà territoriali differen- Territorio policentrico > industria: 1 impresa ogni 62 ab. ti, sia per posizione geografica sia per La Val di Non possiede una strut- (media provinciale: 1 impresa ogni quanto riguarda il contatto tra modelli tura insediativa reticolare, costituita da 81 ab.) socio-culturali ed insediativi diversi, la

28

valle rappresenta latu sensu un territo- INSEDIAMENTO TCC rio “di frontiera” poiché è, storicamente, 16.01.2014 PAESAGGIO un territorio di transito e di contatto fra 90% 89% REVISIONE E CHIUSURA TCC 30.01.2014 80% mondi culturali diversi. 17.06.2014 78% 70%

Questa “frontiera” è un’interfaccia, 60% 56% uno stimolo continuo al confronto ed 50% 89% DISCUSSIONE CONCLUSIVA 40% AGRICOLTURA uno strumento interattivo di riorganiz- 30.05.2014 30% 13.02.2014 zazione sociale. In prospettiva futura 52% 20% costituisce una risorsa su cui elaborare 10% forme specifiche di organizzazione ter- 0% 56% 59% TERRITORIO VERDE ritoriale. TERRITORIO FRONTIERA 26.02.2014 > 23% popolazione ladina (censimento 08.05.2014 2011) 67% 63% > minoranza tedesca TERRITORIO MULTIFUNZIONALE 56% TERRITORIO POLICENTRICO (Deutschnonsberg) 13.03.2014 16.04.2014 > 21% dei bambini nati in valle, nasce 70% da genitori stranieri (cens. 2011) TERRITORIO MULTIFUNZIONALE TERRITORIO POLICENTRICO 10.04.2014 27.03.2014

Laboratorio di mediazione politica e sociale Fig. 4. Diagramma del percorso partecipativo in relazione a temi di discussione e percentuale di frequenza

In Val di Non l’istituzione del tavo- lo di confronto e consultazione è stata molto più che un atto formale; è stata piuttosto una scelta di metodo ed un convinto investimento nella partecipa- zione del territorio. In considerazione del fatto che le re- Fig. 5. Momento di discussione al Tavolo di Confronto e Consultazione territoriale (© A²studio) sponsabilità gestionali e le competenze amministrative degli enti territoriali, dei consorzi, delle associazioni e delle libere professioni agiscono simultaneamente sul territorio anaune, si è deciso di for- mare un tavolo unico, in modo da favorire un confronto trasversale, il più possibile aperto. Allo stesso scopo, la discussione è stata strutturata in moduli tematici, cia- scuno basato sullo sviluppo di una delle quattro visioni della Val di Non, in modo da indirizzare l’attenzione sul futuro del- la valle e scoraggiare temi contingenti ed interessi settoriali. Pur ristretto a 28 membri, questo organo di partecipazione ha rappresentato tutte le categorie so- ciali della valle (un centinaio fra enti ed istituzioni territoriali, federazioni, collegi ed ordini professionali, associazioni di ca- tegoria) e nell’arco di cinque mesi di lavo- ro ha sviluppato 50 ore di discussione. In questo modo, il tavolo si è trasformato in un efficace laboratorio di mediazione po- litica e sociale, tanto da essere integrato negli strumenti operativi del PTC.

Fig. 7. individuazione delle macrounità del paesaggio noneso in relazione alla matrice orografica (© A²studio) Fig. 6. ripartizione percentuale delle macrounità paesaggistiche in funzione delle classi di uso del suolo

29 02 “Alta Valsugana e Bersntol: sorgente di delle risorse esistenti nel territorio, anche Comunità Alta Valsugana identità, strategie di sistema” è lo slogan del quelle umane. e Bernstol nostro piano, il mio personale “il paesaggio è Tutto ciò comporta la necessità di avvia- Fare urbanistica all’interno di il risultato della presenza (o meglio: del fare) re un processo anche culturale sul modo di dell’uomo sul territorio”. porsi e agire verso il territorio e il paesaggio. realtà complesse/2 è nel paesaggio e nei suoi processi evo- La presentazione di questo piano segna lutivi che vanno ritrovati i nessi identitari che Anita Briani un momento storico sotto tanti punti di vista, legano popolazione e luoghi nonché i valori urbanistico e socio culturale, nonché di va- strategici necessari per la riconoscibilità e la lore identitario per l’Alta Valsugana. è stato il competitività del territorio a livello globale. primo strumento paesaggistico di Comunità è necessario uscire dalla logica del “ter- di Valle, nella Provincia Autonoma di Tren- ritorio di attraversamento”, valorizzando i to, ad essere approvato in prima adozione luoghi dello stare e del produrre. Sarebbe dall’Assemblea. utile, a tale proposito, che questi quattro È un punto di partenza per avviare la anni di lavoro, di analisi integrate, di confron- collaborazione tra aree che hanno storie e to con i mondi socio-economici del territorio caratteristiche molto diverse, in un territorio venissero presi in considerazione nei ragio- complesso e disomogeneo, tanto dal punto namenti sulla questione Valdastico. di vista morfologico quanto socio-economi- L’operazione che il piano mette in cam- co, attraverso uno strumento urbanistico e po è finalizzata a riposizionare i territori con paesaggistico di nuova impostazione, con visioni non stereotipate, in grado di integra- un approccio dinamico e consapevole verso re le opportunità diversificate che il territo- le scelte da compiere oggi e nei prossimi rio e il paesaggio offrono, in una logica di anni. Uno strumento utile per mettere in sistema e non per elementi separati. L’indi- campo una nuova visione del territorio, con viduazione dei processi territoriali di coope- una strategia di sviluppo sostenibile, pen- razione “a geometria variabile” permettono sata per valorizzare e mettere a sistema le di costruire anche ipotesi di sviluppo su vocazioni che il territorio può fare emergere scala ampia sovra-comunitaria, nel valoriz- e offrire come opportunità. zare progetti di crescita anche economica Uno strumento nato dalla condivisione, dei sistemi del Trentino (Porfido, Lagorai, dalla partecipazione a più livelli sul territorio, Brenta e Altipiani). con gli amministratori, con i rappresentanti Per dare attuazione agli indirizzi intrapre- dei settori economici, con la popolazione e si già nel breve periodo, le scelte del Piano in numerosi incontri con i servizi provinciali. Territoriale sono pensate coerenza con i ca- nali dei progetti di sviluppo europeo e pro- Questo piano, con atteggiamento pro- vinciale FESR 2020. positivo e consapevole, si pone come obiet- tivo di intervenire su alcune criticità scaturite Il valore del paesaggio dalle pianificazioni del passato e/o da po- L’eterogeneità e le diversità del territorio litiche di infrastrutturazione e uso del terri- dell’Alta Valsugana è stata colta come op- GRUPPO DI LAVORO torio che hanno innescato forti preclusioni portunità per mettere in evidenza le varie- Paola Ricchi rispetto alla qualità della crescita. Il piano si gate ricchezze del territorio della Comunità, Capo ufficio di pianificazione della Comunità propone inoltre e di valorizzare le molte- seguendo una suddivisioni in cinque “unità Flavio Passamani, Giorgio Zampedri, Marco plici risorse che il paesaggio e l’ambiente di paesaggio”: Vigolana, Fondovalle, Pine- Tomasi, Maurizio Chiani, Elena Molinari, Franco Visintainer, Antonella Demattè e dell’Alta Valsugana è in grado di offrire, tano-Civezzano, Valle dei Mocheni, ambito Serena Tonezzer fornendo al contempo indicazioni, indirizzi montano Panarotta-Vezzena), omogenee Ufficio di pianificazione della Comunità e strumenti forti per una rimodulazione più per le caratteristiche socio-economico- prof. Bruno Zanon Università di Trento consapevole dello sviluppo. A tale proposi- orografiche, seguendo anche le definizioni Vittorio Curzel to si definisce una progettualità d’insieme, dello statuto della Comunità di Valle. Archivio dei paesaggi della Comunità Alta Valsugana e Bersntol ripensando in modo integrato le diversità, I criteri sui quali si è proceduto per com- Silvia Alba, Valentina D’Alonzo, Furio Sembianti, porre la lettura conoscitiva del territorio si Cristina Orsatti riflettendo su come avviare processi di Carta di regola del paesaggio crescita e di riorganizzazione delle valen- basano sulla codificazione e decodificazio- Grazia Brunetta ze del territorio, fornendo l’opportunità di ne del paesaggio, che ha consentito di co- Valutazione integrata territoriale valutare in modo consapevole, attraverso struire un ampio quadro di conoscenze utili Marcello Lubian, Maurizio Odasso, Lorenzo Betti, Luca Zecchin, un processo conoscitivo dettagliato, nuovi per scelte da inserire nel piano. Riccardo Giacomelli, Emanuela Schir indirizzi e prospettive per la valorizzazione Si è operata un’analisi a tre livelli:

30 - La lettura delle Risorse del Paesaggio dicato, grazie alla collaborazione fra l’As- A. Riscoprire le Identità: la Carta di La codificazione delle risorse del- pae sessorato all’Urbanistica della Comunità Regola e Paesaggio saggio, specie in un contesto variegato e di Valle e l’Incarico speciale per lo Studio Paesaggi d’Acqua e Geologico- complesso come quello dell’alta Valsugana, la ricerca e la documentazione sul territo- Minerari passa inevitabilmente attraverso la valuta- rio presso tsm | step Trentino School of Le peculiarità dei paesaggi orografici zione della risorsa orografica, idrografica Management – Scuola per il governo del dell’Alta Valsugana presentano una note- e climatica, con tutte le sue possibili decli- territorio e del paesaggio. vole varietà e sequenza di immagini spaziali nazioni e relazioni tra l’elemento naturale di particolare riconoscibilità, che forniscono e costruito del paesaggio, permettendo di La rete delle polarità e luoghi sistema anche un codice genetico dei paesaggi ed definire delle “regole” e valenze identitarie Il processo di pianificazione ha dunque evidenziano la complessa e unica confor- insite nel territorio. adottato un approccio strategico, integra- mazione geologica dei luoghi. - L’individuazione e il riconoscimento to e dinamico, per una “nuova visione” I paesaggi d’acqua presentano una uni- delle Morfologie del Paesaggio della comunità con un respiro di “tempo cità rispetto al resto del Trentino, per le va- La costruzione dell’immagine morfolo- lungo”, in grado di costruire scenari futuri rietà fluviali e lacustri, che hanno portato a gica dell’Alta Valsugana, è il risultato della con una pluralità di attori (pubblici-privati), definire questo territorio come la Finlandia sovrapposizione di sistemi urbani con propri con operazioni che sappiano riattivare del Trentino. caratteri distinguibili nelle varie evoluzioni nuove reti nel territorio, con un atteggia- I ragionamenti espressi in carta di rego- temporali. Il paesaggio deve essere pensato mento più attento verso il paesaggio. la e paesaggio hanno messo in evidenza le nel futuro attraverso una nuova codificazio- Gli scenari dell’economia che verrà relazioni che il sistema acqua compone nel ne degli elementi costitutivi del territorio che (Next Economy) focalizzano l’attenzione paesaggio, sia in termini di valore e rispetto permetta di capire quali sono stati i processi sul ruolo che potrebbero avere la comuni- ambientale che di protezione, all’interno de- di trasformazione dei modelli insediativi. At- tà, i distretti imprenditoriali, i luoghi siste- gli ambiti agricoli, urbani e boschivi. Si sotto- traverso questa lettura è stato possibile sin- ma (dove si vive, si lavora e si scambia), linea inoltre l’opportunità della tutela e della tetizzare alcune considerazioni critiche circa nel contribuire alla costruzione di un futu- valorizzazione del patrimonio storico/arche- gli esiti delle logiche di crescita insediativa ro sostenibile. ologico e mineralogico, delle aree termali e e di sfruttamento del territorio, contrasse- Occorre un asse collaborativo tra isti- delle acque minerali. gnate principalmente dal passaggio dalla tuzioni, imprese e professionisti, un asse città/paese alla disgregazione urbana nel di progettualità condivisa orientata al Paesaggi agricoli/rurali – boschivo na- fondovalle. Si è inoltre cercato di individuare tema del ben-essere integrato al valore turalistici le nuove identità urbane da reinterpretare paesaggistico del territorio. Il grande valore del sistema rurale agri- e valorizzare nonché di definire i temi critici colo e pascolivo dell’alta Valsugana e Ber- del sistema urbano nel paesaggio, per indi- Le azioni del piano paesaggistico. sntol, ricco di nicchie produttive e varietà di viduare le gerarchie dei temi del paesaggio Territorio smart: consapevole, integrato, colture, dimostra una grande frammentazio- (il sistema dei bordi urbani e delle densità connesso ne e una debole propensione a organiz- insediative; i modelli insediativi caratteristici Il piano Territoriale è strutturato su quat- zarsi in rete, per una promozione in scala dei periodi storici; il sistema delle infrastrut- tro azioni ben definite che trovano adeguata sovra territoriale. Il piano si muove in que- ture; il sistema agricolo e i suoi caratteri). rappresentazione nella Cartografia sul “Va- sta direzione, per creare le condizioni di - La conoscenza del territorio attraver- lore del Paesaggio” (Carte di Regola, Pae- crescita del settore, innescando un cam- so la Rappresentazione del Paesaggio saggio e delle Unità di Paesaggio Percetti- bio di mentalità nel promuovere e organiz- Attraverso l’osservazione delle diverse vo), nella Cartografia sulle “Reti del Territo- zare il sistema agricolo e pascolivo. Que- forme di rappresentazione del paesag- rio” Carte della Mobilità, Carta delle Vocazio- ste indicazioni seguono strategie di lungo gio prodotte nel tempo è stato possibile ni, Carta dei Sistemi Naturalistici Carta dei periodo, anche se molte delle indicazioni indagare l’evoluzione dei caratteri e degli Sistemi di Tutela Ambientale). Completano inserite all’interno della carta di Regola e elementi costitutivi del paesaggio dell’Alta la documentazione l’inquadramento struttu- Paesaggio, sono finalizzate all’allineamen- Valsugana e Bersntol. L’elaborazione del rale, le relazioni paesaggistica-illustrativa e to alle possibilità di contribuzione dell’U- Piano Territoriale punta a integrare nella tematiche, il quadro normativo e le schede nione Europea e provinciali. fase di lettura del paesaggio e del terri- d’azione. Al contempo si definiscono azioni di re- torio, l’analisi delle diverse forme di rap- Le quattro azioni fondanti il PTC, inte- cupero delle zone agricole di bordo e/o rim- presentazione che hanno contraddistinto grate tra loro, perseguono quattro speci- boschite di potenziale uso agricolo, nonché l’Alta Valsugana e Bersntol nel corso degli fici intenti: al recupero di alcuni ambiti agricoli storici di anni, come elemento indispensabile per la A. Riscoprire le Identità; valore produttivo e paesaggistico e di aree valutazione delle identità forti e mutevoli B. Rafforzare le connettività; prative e pascolive in contesti boscati di re- del paesaggio. Il primo tassello di questo C. Trasformare e qualificare lo scenario cente formazione. processo è costituito dalla costruzione territoriale e le sue vocazioni; Il piano evidenzia la necessità di garanti- collettiva di un Archivio Iconografico dei D. Promuovere le attività di comunica- re la diversità colturale e l’integrazione con il Paesaggi di Comunità e del sito web de- zione e marketing territoriale. turismo del sistema rurale, che oggi riveste

31 una nicchia di ricettività di forte potenzialità. menti di intermodalità puntuali all’interno per altri usi produttivi o per inserirle in un Si punta infine a valorizzare le valenze dei territori. circuito diffuso legato all’escursionismo degli ambienti naturalistici e forestali, appro- All’interno delle carte di Mobilità è sta- storico-ambientale. fondendo le indicazioni del PUP rispetto alle to introdotto il tema delle Mobilità Alterati- reti ecologiche e ambientali con l’individua- ve, intese come Car sharing, Bike sharing, Paesaggi dello Scarto zione di aree di interesse floro-vegetaziona- capaci di costruire una nuova rete nel ter- Il Sistema delle Discariche Inerti co- le e faunistico e promuovendo una rete di ritorio utile a migliorare la connettività tra stituisce una opportunità di recupero pa- riserve (ai sensi della LP 11/2007) per la sistemi. esaggistico, che rappresenta, oltre a un gestione dei siti di rilevanza naturalistica. valore di carattere produttivo, una nuova C. Trasformare e qualificare lo sce- accezione in termini di sostenibilità e re- Paesaggi Costruiti nario territoriale e le sue vocazioni cupero di suolo, nonché di organizzazio- Il piano persegue l’obiettivo del conteni- Paesaggi integrati del turismo e com- ne strategica del territorio. Si avvia a una mento del consumo di suolo, evitando l’ur- mercio concentrazione dei siti nella val Camino e banizzazione diffusa, recuperando e riqua- Come definito nelle strategie del piano si formula un ragionamento sovra territo- lificando l’aggregato urbano, densificando i stralcio del commercio, nella prospettiva riale legato alle nuove politiche comunita- nuclei urbani. Al contempo il piano definisce di integrazione tra Turismo e Commercio, rie circa il riciclo e la sostenibilità le strategie a riguardo dei sistemi rurali in- il PTC vuole evidenziare le possibili oppor- dicando i criteri per la qualificazione edilizia tunità che possono aprirsi, in relazione alle Le filiere agro-industriali dei manufatti. filiere agroalimentari e ai temi del benes- Tali filiere costituiscono un elemen- Analogamente il PTC definisce le scelte sere, valorizzando fortemente le vocazio- to di forza del territorio che riprende le pianificatorie strategiche per il sistema della ni territoriali, con strategie che sappiano opportunità espresse dagli indirizzi dello aree produttive della Comunità attraverso le connetterle con valenze ancora inespres- stralcio commercio per la valorizzazione azioni di riperimetrazione delle aree, la de- se del paesaggio dell’Alta Valsugana. Le integrata alle aree agricole e montane finizione delle aree produttive strategiche scelte di piano puntano a potenziare, di- in ambito rurale, con l’obiettivo di creare per lo sviluppo del territorio, precisando gli versificare e integrare la risorsa turistica una rete diffusa per la vendita dei prodot- indirizzi per le aree produttive locali volti a secondo criteri di sostenibilità perseguen- ti. Il piano prevede anche l’opportunità di incentivare e a promuovere il riuso degli do queste parole chiave: Ricettività, Be- ripensare i grandi manufatti dei consorzi stock edilizi inutilizzati o sottoutilizzati e la nessere, Agroalimentare definito come agrari in modo polifunzionale, in termini qualità architettonica. Agrifood, Escursionismo e outdoor. produttivi ma anche di promozione, vendi- Il sistema delle infrastrutture riveste ta e eno-gastronomia del territorio. un valore come segno del paesaggio, ma Filiere dei Prodotti e Distretti Im- anche come veicolo di comunicazione e prenditoriali: Paesaggi dei Sistemi Il sistema energetico-territorio conoscenza delle valenze del paesaggio Produttivi Legato in modo trasversale alle op- stesso. Il PTC ha tracciato linee di indirizzo I processi per le aree produttive come portunità dei sistemi produttivi, è stato e azione da perseguire per il miglioramen- sistemi produttivi definiscono una strate- valutato nel PTC con riferimento a tre to dei sistemi infrastrutturali. gia di rigenerazione per rafforzare il ruolo temi di inquadramento generale: politiche delle imprese e delle attività, raggiungen- ambientali, per qualità dell’aria, protezione B. Rafforzare le connettività: do l’eco-efficienza ambientale, paesaggi- dai campi elettromagnetici e qualità dai Rete Integrata e Complementare – stica, urbana e degli insediamenti, attra- rumori; politiche di filiera del legno, che Carta della Mobilità verso la valorizzazione dei sistemi pro- potrebbe costituire una opportunità anche IIl Il tema della rete dei collegamenti si duttivi e le vocazionali locali. Si promuove per quanto riguarda la biomassa legnosa approfondisce a tre scale di lettura, ovve- il rafforzamento della logica a filiera e il a molteplici usi; politiche delle energie ro della grande scala, di penetrazione agli superamento della frammentazione, ga- rinnovabili e delle reti del territorio. Tut- ambiti, di relazione puntuale ai sistemi del rantendo maggiore competitività e promo- to questo costituisce il presupposto per territorio. zione nei mercati extraterritoriali. Accanto l’impostazione di un piano energetico di Questa parte del piano è rappresen- al riconoscimento di tali aree produttive comunità. tata nelle carte della mobilità, che costi- strategiche, il PTC individua quale priori- tuiscono il riferimento per la definizio- tarie le politiche atte a valorizzare e pro- Processi di recupero-rigenerazione- ne di un piano specifico di mobilità che muovere le filiere territoriali, della foresta/ riuso del sistema insediativo urbano e deve seguire a una adeguata e aggior- legno, delle tecnologie ITC, dei servizi e rurale nata campagna di rilevamento dei flussi benessere e del porfido - costruzioni. Per il recupero e la riqualificazione e a un censimento della rete esistente e I Paesaggi scavati costituiscono una dell’edilizia nei centri storici, ma anche in del suo stato. delle valenze produttive e identitarie le- ambiti urbani più estesi e rurali e montani, Il valore di connettore, è considerato di gate al sistema estrattivo che richiede il piano propone metodologie che consi- grande importanza come elemento di rap- grande attenzione ma offre grandi oppor- derano scenari alternativi di sviluppo del porto al paesaggio “nel-del paesaggio” sia tunità. In questi termini il PTC ha propo- territorio, orientati al riuso di suolo e alla per il tema delle infrastrutture alla grande sto strategie di medio lungo termine che qualificazione del sistema insediativo esi- scala, che per il tema degli interscambi e permettano di preservare e migliorare la stente, integrati da riflessioni sulla soste- di snodo locale dei collegamenti “dolci”. produzione estrattiva del porfido, legata nibilità energetica e ambientale. Per i temi dei sistemi di penetrazione a nuove opportunità di valorizzazione e Viene definito il concetto di trasfor- negli ambiti territoriali, il valore dell’infra- sfruttamento anche in termini ambientali mabilità urbana attraverso la valutazione struttura risiede nella qualificazione dei e produttivi. Si punta ad ottimizzare il ciclo delle trasformazioni del territorio, lette tra- tratti di attraversamento dei vari ambi- produttivo del porfido e la sua promozio- mite il raffronto delle evoluzioni dei siste- ti della Comunità, nella valorizzazione di ne con un marchio unico nonché all’uti- mi insediativi dall’ottocento ad oggi, nelle punti panoramici, nonché negli attesta- lizzo alternativo delle zone esaurite anche varie identità urbane, individuando nelle

32 sequenze storiche i modelli urbani di cre- finitivo e nello schema di Accordo quadro Un possibile Osservatorio del Pae- scita e le criticità di oggi come contamina- di programma per la formulazione del Pia- saggio di Comunità zioni urbane nei modelli insediativi. no Territoriale di Comunità. Il quadro conoscitivo messo a pun- È possibile così definire aree di alta, to per la definizione del piano ha per- media o bassa trasformabilità per fornire Progetti di paesaggio strategici alla messo di acquisire numerosi dati in alle amministrazioni comunali la possibilità grande scala aggiunta ai canali definiti nel Sistema di gestire il governo dello sviluppo urba- In funzione delle strategie e delle op- Informativo Territoriale SIT, dedicato nistico, con l’attribuzione di possibili indici portunità emerse dalle analisi compiute alla costruzione di un quadro di cono- edificatori di trasformabilità su aree con per la definizione del piano, si promuovo- scenza del territorio sempre aggiornato caratteri urbani e insediativi omogenei, no tre macro-progetti di territorio-paesag- e funzionale. Il piano può costituire una con necessità d’intervento differenziate gio di valore sovra comunitario e a scala piattaforma di partenza per costruire in funzione delle condizioni di criticità e di interregionale, in alcuni casi già di possi- un Osservatorio del paesaggio di co- qualità riscontrate. Si può in questo modo bile attuazione, in grado di catalizzare mol- munità, utile a supportare l’analisi delle gestire e associare il concetto di perequa- te delle opportunità puntuali e di sistema dinamiche di evoluzione del territorio e zione attraverso il credito edilizio con l’o- esistente nel territorio dell’Alta Valsugana. necessario per poter compiere scelte biettivo di rendere i suoli disponibili, senza I tre progetti riguardano il Possibile Geo- future consapevoli verso il paesaggio negare i diritti della proprietà e la logica parco del Lagorai, la concretizzazione del stesso. del mercato e al contempo rimodulare le progetto Life Ten definita nell’ATO fiume dinamiche del valore fondiario. Brenta, e l’integrazione e valorizzazione Al tema della trasformabilità urbana del sistema Vezzena nel circuito Altipiani Ringraziamenti si associa quello degli Assi Urbani Di che spazia da Asiago a Folgaria. L’intenso lavoro di elaborazione del Riqualificazione e I Sistemi cerniera, in- PTC è stato possibile grazie alla fidu- dividuati dal piano nel tessuto urbano. Ri- D. Promuovere le attività di comu- cia accordatami dal presidente Mauro vestono grande importanza per la defini- nicazione e marketing territoriale Dallapiccola e dai colleghi della Giunta, zione dei luoghi urbani di attraversamento L’obiettivo strategico di queste azioni ma soprattutto al contributo di persone, e attestazione, come sistemi di importan- integrate è concentrare e investire le ri- collaboratori e consulenti, a partire da za gerarchica e puntuale per avviare una sorse disponibili per lo sviluppo del terri- Fulvio Forrer che mi ha regalato i suoi qualificazione insediativa degli spazi pub- torio nelle aree di eccellenza, promuoven- preziosissimi ultimi passi accompagnan- blici. A questo si associano i temi del ver- do strategie di innovazione realistiche ed domi con Andrea nei miei primi; Silvia de, recinzioni, illuminazione, arredo… attuabili e rispondendo in modo olistico Alba che mi ha aiutato a far sistema tra Il piano si sofferma poi sui Bordi Ur- e più efficiente alle sfide sociali ed eco- mondi tra loro lontani; Bruno Zanon che bani, come limite da ripensare e qualifi- nomiche. Ciò che emerge è l’immagine ha gettato le fondamenta di questo pia- care in termini di riconoscibilità, in quanto coordinata di promozione del territorio, no assieme a Valentina D’Alonzo, Furio elemento di valore paesaggistico per la con una azione anche culturale, capace Sembianti, Cristina Orsatti e il gruppo qualificazione delle identità dei sistemi in- di accrescere la capacità degli attori per che ha predisposto le linee guida per sediati rispetto agli spazi aperti. costruire una rete delle valenze e delle le carte di regola e del paesaggio spe- Si valuta inoltre la possibilità di pro- opportunità. rimentandole in Alta Valsugana; Grazia muovere il recupero e la riqualificazione Brunetta del Politecnico di Torino per di grandi manufatti in disuso presenti Le vocazioni Territoriali la VIT costruita in sinergia con tutti noi; nel territorio, alcuni con valenza storico- Lo studio approfondito sul territorio Marcello Lubian che ha coordinato con architettonico e culturale o con caratteri dell’Alta Valsugana e Bersntol ha per- infinita pazienza e caparbietà, racco- di archeologia industriale, per i quali si messo di mettere in evidenza le numerose gliendo, mettendo assieme, integran- propone un valore multifunzionale anche peculiarità che questo territorio condensa. do, valorizzando i pregevoli contributi nell’ambito del commercio, svincolandole Lo studio delle vocazioni, è la condizione e facendo interagire Maurizio Odasso, dall’eventuale destinazione monofunzio- necessaria per avviare un processo di va- Lorenzo Betti, Luca Zecchin, Riccardo nale già previste dai PRG. Alcuni di questi lorizzazione integrata dei sistemi del ter- Giacomelli, Emanuela Schir e tutto lo manufatti sono anche indicati per ope- ritorio. staff del servizio urbanistico, Paola Ric- razioni di demolizione e riorganizzazione chi, Flavio Passamani, Giorgio Zampedri, fondiaria vista la loro incoerenza storico- Informazione e comunicazione stra- Marco Tomasi, Maurizio Chiani, Elena urbanistica e paesaggistica. tegica per promuovere il territorio Molinari, Franco Visintainer, Antonel- Le strategie per le esigenze abitative Il PTC si propone anche come piano di la Demattè e Serena Tonezzer; Vittorio e i dimensionamenti sono state organiz- informazione e comunicazione strategica Curzel, che ha prima ideato e poi costru- zate alla luce delle valutazioni di trasfor- per comunicare, condividere e promuove- ito, con la collaborazione di Katia Lenzi, mabilità e sviluppo ventennale delle di- re le opportunità per vivere il territorio. I della cooperativa TeSto territorio storia namiche territoriali che il piano mette in temi fondanti basati sulla Qualità del Pae- e società, di Steven Chiusole, insieme ai campo, e in funzione dei parametri del saggio e la Sostenibilità delle strategie del Comuni, alle biblioteche, alle associazio- quadro normativo vigente e in conside- piano, punta ad evidenziare le opportunità ni, a molti collezionisti e cittadini, l’Ar- razione della sua attuale evoluzione nella che l’Alta Valsugana e Bersntol sanno of- chivio dei Paesaggi della Comunità Alta nuova legge urbanistica provinciale. frire, per creare le condizioni ideali per in- Valsugana e Bersntol. Infine vorrei ricor- Analogamente si è ragionato circa le vestire nel territorio, e poterlo promuovere. dare il supporto di INU, di SAT, Accade- strategie di Sviluppo e Dimensionamen- Viene avviato un metodo, un processo e mia della Montagna e tsm-step, che mi to dei Servizi Sovracomunali, in linea con delle regole di comunicazione integrata hanno dato l‘opportunità di incontrare, i principi fissati dal Piano Urbanistico Pro- delle opportunità, in una visione d’insieme ascoltare, conoscere, collaborare, con- vinciale e dai Criteri ed indirizzi generali coerente per la promozione della comuni- frontarmi e relazionarmi con persone contenuti nel Documento preliminare de- tà di valle e le sue risorse. che sono state di grande aiuto.

33 03 Il documento preliminare al Piano ter- visione a lungo termine, di sviluppo duratu- Comun General de Fascia ritoriale di comunità del Comun General ro e diffuso sul territorio. L’urbanistica in territori a forte de Fascia ha rappresentato un importante Il Comun General ha creato un gruppo vocazione turistica/1 momento di riflessione sulle prospettive di di lavoro coordinato dall’ing. Mara Neme- sviluppo della Valle, alla ricerca di un diffi- la e dalla dott.ssa Giovanna Siviero, che cile equilibrio fra la necessità di mantenere hanno provveduto, anche redigere il docu- Mara Nemela e migliorare lo status di località turistica di mento preliminare. Il documento sintetizza eccellenza che si confronta con un merca- gli approfondimenti e le valutazioni frutto di to globalizzato, e la volontà di mantenere un percorso di conoscenza della valle che le proprie peculiarità culturali, ambientali e ha coinvolto amministratori e tecnici a par- paesaggistiche, valorizzando gli elementi tire dal 2012, elaborato sulla base di vari identitari e perseguendo strategie di con- contributi. In particolare vanno ricordati i servazione attiva del territorio. seguenti: Non è facile rendere il senso dell’e- - dott. Sergio Remi “Riqualificarsi spressione ladina “Lascier jir el ciamp in nella continuità: le dinamiche evolutive vèra, il cui significato non è il semplice ab- del distretto turistico della valle di Fassa” bandono del campo, che lasciato incolto - Trentino Sviluppo – Settembre 2012. diventa prato. Vi è in quest’espressione il Analisi socio economica e indicazioni stra- rammarico nel veder “dilapidato” il patrimo- tegiche accompagnate da un percorso nio che le generazioni precedenti avevano partecipativo che ha coinvolto circa cin- faticosamente conquistato bonificando quanta soggetti rappresentativi del con- terre difficili con grande cura e dedizione. testo sociale, economico e culturale della Chi ereditava un campo per poi lasciarlo valle. Questo documento è da intendersi in stato di abbandono tradiva quella sorta quale parte integrante del documento pre- di patto con le generazioni precedenti e liminare. quelle successive, quel patto non scritto - Schede di sintesi: “Indirizzi di che era una sorta di dogma per chi abitava pianificazione, confronto con i Comuni queste terre. Questa espressione sintetiz- e con e le Amministrazioni separate di za un pensiero ricorrente nel contesto del uso civico ASUC”. Attraverso l’elabora- piano territoriale di Fassa: il principio della zione di un questionario è stato propo- “cura dei luoghi” come elemento primor- sto un confronto con le amministrazioni diale e statuto originario del “Comun Ge- comunali e le ASUC. Le schede relative neral” della comunità di Fassa, ha perso ai Comuni sono state elaborate da un di significato nel passaggio da economia gruppo di lavoro composto da tecnici co- rurale a economia turistica. La riflessione munali (ing. Mara Nemela, geom. Luigi sul documento preliminare si è concentrata Marchetti, arch. Pietro Degiampietro) e sull’attualizzazione di questo principio, sull’ dall’assessore all’urbanistica del comun “Arpejon” (eredità) che implica una respon- General dott. Franco Lorenz. Il coordina- sabilità diffusa nella gestione del territorio, mento del progetto l’ elaborazione sche- che si trasmette fra generazioni e compor- de è stato curato dalla facilitatrice, dott. ta uno slittamento di prospettiva verso una ssa Giovanna Siviero;

GRUPPO DI LAVORO Mara Nemela Capo ufficio di pianificazione della Comunità Giovanna Siviero Facilitatrice Sergio Remi Analisi socio economica Luca Paolazzi Analisi demografica, economica e sociale Massimiliano Morari Analisi cartografiche Pietro Degiampietro e Luigi Marchetti Indirizzi di pianificazione Luca Eccheli e Andrea Miniucchi Analisi urbanistica e paesaggistica

34 35 di evidenziare priorità e strategie basando- si sui temi e sui contenuti via via proposti dalle coordinatrici. Si è tenuto conto della valenza parte- cipativa anche nella stesura della propo- sta di documento preliminare, cercando di redigere un documento sintetico e dal lin- guaggio non tecnico, suddiviso in due parti: un inquadramento strutturale-strategico quale “repertorio” di elementi caratteriz- zanti (rapidità e scarsa coerenza nelle di- namiche di sviluppo recente, variabilità dei flussi dovuta ad un modello turistico basato su stagionalità sempre più accentuata, re- lazioni territoriali e network, caratteristiche di “distretto” economico, sociale e culturale, tendenze in atto etc.) e quattro proposte di “scenari”. Questi scenari, contenitori di temi interconnessi, hanno costituito gli ambiti di discussione del tavolo di consultazione. La riflessione sulla “tenuta” del “siste- ma Val di Fassa” si è svolta ripercorrendo gli scenari contenuti nella proposta di do- cumento, preceduti dall’intervento di rela- tori qualificati a cui si è attribuito il compito di stimolare la discussione (accanto alle due coordinatrici sono intervenuti il prof. Umberto Martini, gli arch. Luca Eccheli e Andrea Miniucchi, gli arch. Loredana Pon- ticelli e Cesare Micheletti, il dott. Sergio Remi). I temi proposti hanno appassionato i partecipanti, che hanno evidenziato la ne- cessità di ricercare un modello di sviluppo più equilibrato e coerente con l’identità del territorio. Verso la qualità e la valorizzazione della specificità del territorio, tenere ben- pre sente la necessità di cercare un equilibrio nella trasformazione, definire un “limite”, l’appartenenza alla minoranza linguistica ladina e la necessità di superare i localismi - dott. Luca Paolazzi “Un’analisi Il documento preliminare del Comun con una visione strategica sovracomunale: demografica, economica e sociale del General ha innanzitutto inteso definire il il lavoro dei tavoli ha evidenziato alcuni temi Comun general de Fascia” – Maggio piano di comunità come uno strumento che sono stati indicati costantemente fra 2012. Il documento raccoglie dati ed in- gestionale a servizio del territorio, da non le priorità. dicatori fornendo un inquadramento socio intendersi come “prodotto” finale di un per- È interessante notare come la discussio- economico del territorio e ponendo le basi corso conoscitivo, bensì come strumento ne su tematiche di natura urbanistica e pae- di una banca dati territoriale; per dare attuazione a quella “cura dei luo- saggistica abbiano suscitato grande interes- - ing. Mara Nemela, ing. Massimilia- ghi” tanto necessaria quanto di difficile at- se. A fronte delle chiavi di lettura del territorio no Morari – “Analisi cartografiche” -2014. tuazione. Si è intesa valorizzare la valenza proposte, vi è stata una diffusa convergenza Utilizzando sistemi informativi territoriali si strategica della pianificazione intermedia, di opinioni sulla necessità di istituire un limite è fornita un’analisi delle dinamiche inse- l’integrazione di diverse discipline, e il ruolo all’espansione degli insediamenti, e di indivi- diative e una rappresentazione destinazioni del piano come strumento flessibile in con- duare la qualità del paesaggio quale obiettivo reali dell’uso dei suoli del territorio; tinuo aggiornamento. di eccellenza a cui tendere. Si è evidenziato - arch. Luca Eccheli, arch. Andrea La partecipazione ha avuto ruolo cen- come la rapidità delle trasformazioni territo- Miniucchi: “Analisi urbanistica e paesag- trale nella costruzione del documento. La riali, unita a una carenza di strategie condivi- gistica” – Dicembre 2014. Il documento proposta di documento è stata elaborata se ha portato il territorio ad evidenti criticità: descrive il contesto territoriale attraverso facendo tesoro delle indicazioni emerse uno sviluppo urbanistico lineare dove convi- gli strumenti dell’analisi urbanistica, pre- dal confronto con comuni ed ASUC e dal vono “paesaggi straordinari “ e “non-luoghi”, sentando un bilancio sul risultato com- percorso di ricerca-azione che ha portato un ambito fluviale dell’Avisio poco valorizza- plessivo della pianificazione previgente alla redazione dell’analisi socio-economica. to, un eccesso di posti letto nelle seconde e individuando principali temi di rilevanza Il tavolo di confronto e consultazione, rap- case. La “città privata” cresciuta insieme alla urbanistica per il tavolo di confronto e presentativo del mondo economico, sociale crescita economica non ha avuto una cor- consultazione. e culturale della Valle, ha avuto il compito rispondente “città pubblica”: spazi collettivi

36 di qualità e servizi pubblici (su tutti viabilità degli strumenti pianificatori, la centralità e mobilità). Il tavolo ha inoltre sottolineato il del paesaggio e l’attenzione alla sosteni- ruolo chiave delle aree agricole di pregio bilità ambientale. nel mantenimento dell’identità paesag- In sintesi si può affermare che il percor- gistica, dando risalto al valore al “vuoto”, a so di costruzione del documento prelimina- quelle aree verdi poste a cintura degli abitati re, oltre a fornire una base conoscitiva e che consentono di contenere il consumo di di indirizzo alla costruzione del PTC, abbia suolo e di mantenere pregevoli coni visivi che centrato l’obiettivo di portare la riflessione influiscono in modo determinante sull’attrat- sulle scelte strategiche per lo sviluppo del- tività dei luoghi e sull’identità paesaggistica. la Valle fuori dalle stanze degli “addetti ai Un tema molto sentito dai partecipanti è lavori”, coinvolgendo sia amministratori che stata la “questione casa”. La Val di Fassa ha soggetti ”non istituzionali” in un percorso circa 10.000 residenti e 60.000 posti letto. multidisciplinare e ricco di spunti. I percorsi Di questi, più di metà fanno riferimento ad partecipativi hanno contribuito a “semina- alloggi privati e seconde case. Gli alloggi re” una maggior consapevolezza del valore per turisti condizionano il mercato immobi- delle risorse ambientali e paesaggistiche liare, sia i prezzi che la qualità degli spazi re- del territorio della Val di Fassa e a promuo- sidenziali non sono “a misura di famiglia”. Il vere un idea di pianificazione strategica e tema dell’incentivazione del recupero e partecipata. del riuso risulta un tema unanimemen- te condiviso, le cui ripercussioni non ri- guardano solo la disponibilità di alloggi primari, o il contenimento del consumo di suolo, ma la qualità stessa dell’offerta turistica. Accanto al recupero degli edifici, si ritiene fondamentale anche recuperare una qualità complessiva delle aree residenziali. Per quanto attiene i contesti non urbanizzati, il tavolo condivide l’impostazione proposta dal documento preliminare, che propone l’adozione di politiche partecipate e condi- vise di conservazione e valorizzazione del territorio, che puntino a tutelare l’ambiente, a sostenere la cura dei luoghi, a valorizzare anche aspetti poco conosciuti che non sono oggetto di un interesse “di massa”. A questo scopo risultano necessari strumenti gestio- nali e accordi pubblico/privati che affianchi- no gli strumenti urbanistici e attuino le tanto auspicate politiche di “conservazione attiva”. Il tavolo di consultazione e confronto ha auspicato la redazione di due stralci tematici. Uno stralcio di valenza strategica riguarda l’ambito turistico, finalizzato alla valorizzazio- ne delle specificità del territorio, favorendo le esigenze degli operatori turistici laddove siano orientate a favorire politiche qualitati- ve (qualità dell’offerta infrastrutturale, quali- tà degli insediamenti, qualità del paesaggio, qualità dell’accoglienza e dell’ospitalità). Al piano è demandato anche un approfondi- mento in merito al contenimento dei posti letto in valle. Un secondo stralcio riguarda l’ambito dell’Avisio. Gli esigui spazi di fondovalle residui fanno di questo ambito un’occa- sione per restituire alla cittadinanza uno spazio ricreativo, di aggregazione, di col- legamento fra i paesi. L’orientamento del tavolo è quello di un progetto che coniu- ghi aspetti urbanistici, gestionali e pro- grammatici, in piena coerenza con l’idea di un piano che valorizzi la dimensione sovracomunale, la pluralità e flessibilità

37 04 L’attuale contesto della pianificazio- strumento che aiuterebbe gli abitanti Comunità della Paganella ne in Trentino ha evidenziato nodi irri- ad esprimere le capacità di intervento. L’urbanistica in territori a forte solti che pretendono risposta, e sugge- La comunità non ha un chiaro centro vocazione turistica/2 risce di descrivere gli spunti innovativi di riferimento, anche se talvolta An- che ne emergono. I profondi mutamenti dalo sembra assumere questa funzio- socio-economici entro cui si definisco- ne. Questa frammentazione localistica Furio Sembianti no le logiche dell’organizzazione ter- dell’identità sociale si appoggia soprat- ritoriale, infatti, danno un nuovo senso tutto sulle singole realtà locali, ognuna anche al nesso fra paesaggio e pianifi- delle quali è priva della massa critica cazione urbanistica, che in generale era sufficiente a produrre, nel medio termi- rimasto nel vago. La relazione di queste ne, un’identità socio – culturale ricono- due problematiche, incentrata sulle te- scibile all’esterno ed in grado di attivare matiche identitarie, lascia intravvedere meccanismi di “marketing territoriale” che, acuti sintomi di crisi: esempio di questi specie nel settore turistico, sono fonda- segnali, per la Comunità della Paga- mentali per vitalizzare l’economia. nella, è il fatto che si confrontano due Secondo gli attuali trend mancando il situazioni che apparentemente intera- riconoscimento dell’identità comunitaria giscono in modo contraddittorio sui complessiva, aumenterà la locale riluttan- fenomeni di trasformazione territoriale. za ad elaborare in modo innovativo il futu- ro dei settori trainanti; si concentreranno A) Forte identità ambientale ulteriori funzioni urbane su Andalo, deter- Il territorio possiede forti elementi minando la classica diseguale relazione identitari in grado di offrire un’immagine centro - periferia; proseguirà la rinuncia a integrata e unitaria dell’altipiano. A tale gestire il welfare locale; il frazionamento riguardo, in base ai risultati delle con- dei servizi generali comporterà anche in sultazioni tenute nel corso del processo futuro, la mancanza di una credibile di- di partecipazione, sono fortemente radi- mensione urbana, rendendo difficile trat- cati nell’immaginario collettivo della po- tenere in loco le giovani generazioni. polazione, quali elementi di riferimento, assieme al tema della “sciabilità”, i se- Costruire una identità condivisa guenti elementi territoriali: alla scala comunitaria • Il “Parco Naturale Adamello Per ottenere nel medio periodo una Brenta”, polo territoriale condiviso dal- identità sociale complessiva è opportu- la Comunità della Paganella, per il ruo- no riorganizzare la struttura della for- lo centrale come risorsa naturalistica, ma urbana della Comunità, secondo importante contributo alle qualità am- un vitale modello policentrico; questo bientali del sistema alpino, specie con il modello urbano diffuso alimentereb- complesso delle “Dolomiti di Brenta” be anche le identità dei singoli paesi dove di recente è ricomparso l’orso; curando, in ciascuno, lo sviluppo delle • Il Lago di Molveno, splendido funzioni urbane. gioiello incastonato fra le montagne, Ne risulterà una piccola città diffu- celebrato da letterati e grandi alpinisti sa di cui ogni Comune sarà un quar- del passato, catalizza i pregi paesisti- tiere con carattere proprio, con forme ci dell’altipiano offrendo un elemento turistiche diversificate ed incardinando centrale a cui connettere i maestosi qualche servizio generale. panorami, che si godono dalle cime e Così facendo il piano territoriale va- dalle piste da sci. lorizzerà le identità locali, ampliando si- GRUPPO DI LAVORO nergicamente quella comunitaria, usan- prof. Tiziano Salvaterra B) Fragile identità sociale do non solo le potenzialità delle reti Università di Trento Maura Gasperi L’Altopiano della Paganella non culturali ed ambientali e le altre risorse Analisi socio economica ha una propria identità ben definita, disponibili, ma privilegiando soprattutto Furio Sembianti mentre i singoli paesi la possiedono: lo sviluppo del ruolo della popolazione, Analisi paesaggistica l’effetto che ne scaturisce è di ecces- di cui va accresciuta consapevolezza e Michele Gamberoni Analisi urbanistica sivo frazionamento. Si perde così uno conoscenza.

38 In assenza di correttivi, il recente trend di sviluppo aumenterebbe la gravitazione su Andalo il centro economicamente più importante ammassando nel suo spazio, le nuove funzioni, come polo attrattore, in uno schema di relazioni prevalentemente statico La crescita per poli complementari secondo uno sviluppo policentrico svilupperebbe invece, le specifiche potenzialità di ogni centro, dove Il polo centrale coordina le funzioni generali, entro un sistema di relazioni dinamiche con Molveno, Fai, Spormaggiore e Cavedago .

Attenzione strategica su paesaggio riferite a nodi problematici che è neces- divisa e alterata perché attraversata dal- ed ambiente sario risolvere per favorire lo sviluppo la strada statale” Vanno rafforzate le “buone pratiche” policentrico ed assicurare carattere di Nell’Allegato al documento prelimi- per sostenere le qualità paesaggistiche città diffusa al sistema insediativo della Pa- nare che tratta il tema del paesaggio ed ambientali di preziosi elementi che ca- ganella e che mostrano i seguenti profili: le principali proposte di intervento sui ratterizzano il territorio, con azioni duratu- • “L’area centrale di Andalo non pos- nodi problematici sono abbozzate in re che producono effetti significativi nella siede una specifica identità paesistica “meta progetti” a scala di area vasta. gestione territoriale. come luogo di aggregazione … Non è Ciò però non basta: il documento pre- adeguata alle funzioni necessarie ed al Atti di indirizzo tramite “masterplan” liminare approvato dalla Comunità indica numero dei frequentatori a causa del Su due argomenti chiave – assetto sinteticamente le misure paesaggistiche traffico di attraversamento.” insediativo policentrico e valorizza- che riguardano qualità e forma dell’inse- • “L’abitato di Cavedago ha un’im- zione paesaggistica del territorio – diamento, proponendovi nuovi criteri di magine “disorganica” e non ne sono va- sono utili atti di indirizzo che assumano, vivibilità, facilitandone l’integrazione am- lorizzati gli elementi di pregio … non è nel PTC, la forma di “masterplan” per bientale e la sostenibilità. coerentemente sviluppato il principio or- l’importanza di prefigurare una strut- Tali misure non sono solo semplici ganizzativo dell’insediamento” tura di piano che assicuri la rapida ed indirizzi di buon senso architettonico e fi- • “L’area libera baricentrica alle prin- organica attuazione di azioni a diretto gurativo per rendere gradevoli gli spazi ur- cipali zone insediate a Fai della Paga- effetto territoriale ed esprimano stra- bani, ma radicali trasformazioni urbanisti- nella subisce una progressiva saturazio- tegicamente soprattutto i suoi assi so- che che mirano a garantire spazi a misura ne che riduce il carattere dell’identità e cioeconomici. Per le problematiche che d’uomo sicuri, confortevoli e funzionali, in panoramicità dei luoghi … il traffico di invece rimangono escluse, una “map- cui le qualità figurative ed i rapporti con passaggio abbassa il livello di vivibilità pa di comunità” articolata per Comuni, gli spazi naturali siano realmente godibili. potenziale dell’abitato” concorrerà, confrontandosi con la po- L’identità dei luoghi deriverà dalla corri- • “Manca a Molveno la chiara per- polazione, a definire scelte territoriali spondenza fra la loro funzione, la vita di cezione del ruolo svolto dall’area fra il specifiche. relazione che consentono e la significati- lago e l’accesso al “Brenta” e sono ca- L’atto di indirizzo masteplan vità degli spazi che le danno forma. renti le relazioni significative per il Par- “assetto insediativo policentrico”, Evoluzione del territorio tramite co naturale e con l’area per lo sport e per dare struttura organica, priorità metaprogetti il tempo libero sul lago.” e tempi alle azioni che istituiscano Per avviare un processo che portasse a • “Il centro a Spormaggiore ha perso l’assetto insediativo policentrico, avrà questo risultato, nel documento prelimina- le proprie qualità panoramiche e funzio- come obiettivi: re sono state individuate alcune proposte nali … La piazza centrale con i servizi è • Opere stradali per razionalizzare

39 spormaggiore

cavedago

fai della paganella

andalo

molveno

Ogni insediamento comunale possiede caratteristiche o potenzialità che la sua storia e la sua struttura gli hanno conferito e che vanno rafforzate anche in termini identitari con logiche urbanistiche di dettaglio

Ad Andalo l’area centrale pedonalizzata e arredata diventerà un sistema diversificato di piazze, luogo centrale di relazione, complementare al sistema alberghiero e collegato agli impianti sciistici della Paganella. Questo luogo pubblico per eccellenza va ottenuto portando in sotterraneo il traffico di attraversamento ed i parcheggi per visitatori e sciatori pendolari. Valorizzare i nuclei ed i percorsi storici sarà l’azione che strutturerà la cerniera di collegamento fra Andalo e l’ambiente naturale, basata anche sulla definizione con fasce ecotonali dei confini fra prato e bosco.

A Cavedago è necessario arredare ed organizzare la rete L’area centrale di Spormaggiore è monumentale, ed avrà che collega i masi storici, riqualificando la loro immagine il ruolo di “piazza giardino”; a medio termine va liberata dal tradizionale e le loro radici identitarie, anche realizzando traffico di attraversamento e dai parcheggi. Il PTC dovrà nuovi collegamenti per separare il traffico dai percorsi fornire anche per il breve termine una soluzione parziale ciclo-pedonali e favorire, dai singoli nuclei l’accesso al propedeutica, in cui il sistema di piazza – giardino inglobi sistema dei principali servizi. le strutture pubbliche con le chiese, la Corte Franca e la grande fontana come catalizzatori dell’identità locale 40 i collegamenti urbani a supporto alla percorsi stradali di ogni livello. rete integrata intermodale generale • Riqualificare, arredare e pedonalizzare (circolazione fluida – accessibilità ra- gli abitati e proporre spazi di aggregazione. pida) • Ridefinire i bordi dei sistemi di pa- • Opere e spazi necessari per orga- esaggio agrario e boscato favorendo la nizzare il servizio di trasporto pubblico biodiversità. • Poli e reti delle strutture ammini- • Valorizzare l’insediamento storico, strative, scolastiche, culturali, turistiche ed i caratteri antropografici dei luoghi e produttive, nuclei polivalenti per fun- • Inserire nella Rete “Natura 2000” zioni locali – poli specializzati per quelle il sistema del lago di Molveno, i parchi generali. fluviali e il Parco Naturale Adamello Interpretando anche l’accordo qua- Brenta, eventualmente ampliato. dro di programma, fra questi obiettivi Per valorizzare il paesaggio, l’accor- dovrà curare prioritariamente le proce- do quadro di programma organizzerà dure per: prioritariamente le procedure per: • Risolvere l’accesso dalla valle • Realizzare una rete ciclopedo- dell’Adige con una soluzione per la nale su cui attestare percorsi tematici galleria del Corno. • Facilitare l’accessibilità al Parco • Predisporre la circonvallazione Naturale riqualificando i percorsi e di Andalo liberando l’area urbana dal realizzando centri visitatori traffico di attraversamento • Razionalizzare le attuali aree • Aggiustare la viabilità di attra- sciistiche e realizzarne una fascia a versamento del centro abitato a Fai bassa potenzialità di impatto • Realizzare il campus universita- Si può concludere che, pur entro rio a Fai della Paganella strettoie difficilmente eliminabili, la procedura offre possibilità di colloca- L’atto di indirizzo masteplan “va- re elementi innovativi che in Paganella lorizzazione paesaggistica del terri- hanno portato a discutere pubblica- torio”, per individuare le azioni concrete mente le scelte urbanistiche tramite di valorizzazione paesaggistica, darà pri- suggestioni compositive molto prossi- orità e metodo agli obiettivi: me a metaprogetti. L’importanza che • Riconoscere gli elementi che qua- è data, nel processo, alle strategie ed lificano il paesaggio della comunità di ai documenti di indirizzo, apre spazi a valle e delle comunità locali percorsi realizzativi del piano in stretta • Riqualificare paesaggisticamente i logica consequenziale.

A Fai della Paganella l’area centrale fra gli abitati storici e L’area fra la riva del lago e la Val delle Seghe, va collegata le recenti espansioni è da, attrezzare perché diventi una meglio al centro abitato di Molveno rafforzando anche il “agorà aperta e verde, un prato grande, luogo di relazione, polo del tempo libero; vanno studiati percorsi di avvicina- complementare all’ abitato tradizionale ed a quello recente mento al Parco Adamello Brenta illustrativi e scenografici, più turistico, ove aggregare un polo di strutture per il come contesto di un centro visitatori e di strutture didatti- tempo libero. che naturalistico – antropografiche. 41 05 Il contesto della Valle dei Laghi Comunità della Valle dei Laghi Il territorio della Comunità della Val- Pianificare con la le dei Laghi si articola nel sistema vallivo partecipazione composito che si apre, a levante, lungo il Torrente Vela, tra il massiccio del Monte Bondone e la dorsale Paganella-Gazza e Alessandro Franceschini1 si tuffa nella Piana del Sarca, in direzione dell’Alto Garda (Figura 1). Si tratta di uno stretto collegamento tra la Valle dell’Adige e il Bacino del Sarca, caratterizzato dalla presenza di notevoli formazioni geologiche e da un’interessante unitarietà paesaggi- stica. La morfologia del territorio si con- traddistingue per dossi montonati, penden- za media elevata, e contropendenze tipiche di una valle ad esarazione glaciale. Dal punto di vista geografico, la Comunità può essere suddivisa in tre aree prevalenti: la Valle dei Laghi propriamente detta, la Valle di Cavedine (un sistema vallivo in direzione nord-sud di connessione con quello prin- cipale) e la zona corrispondente alla piana del Sarca, caratterizzata da un notevole al- luvionamento dovuto agli apporti solidi del torrente Sarca. L’attuale conformazione del territo- rio presenta una serie di laghi (dalla cui presenza trae origine il nome della valle) di formazione diversa: di esarazione valli- va (originati cioè dall’azione erosiva degli antichi ghiacciai: Lamar e di Terlago); di sbarramento (Toblino, Santa Massenza e Cavedine) e di origine intermorenica (La- golo). Inoltre va segnalato che l’idrografia e l’ecologia dei laghi maggiori, compresi nel bacino del Sarca, sono stata notevolmente modificate da interventi a scopo idroelet- trico conclusi intorno alla metà del Nove- cento. L’urbanizzazione del territorio della viabilistica: il capoluogo Trento e il sistema Comunità della Valle dei Laghi è carat- Riva del Garda-Arco. Tuttavia, le dinamiche terizzata dalla presenza di elementi am- insediative degli ultimi trent’anni, se da un bientali di particolare importanza per la parte hanno messo in crisi il modello inse- 1. Questo articolo racconta il processo di pianificazione che ha comprensione della successione spaziale diativo tradizionale, dall’altra hanno avviato accompagnato la redazione del PTC durante la consiliatura della Comunità della Valle dei Laghi guidata dal presidente Luca Sommadossi, degli insediamenti: in particolare l’esi- la costrizione di una nuova identità e di un dal 2012 al 2015. Hanno collaborato all’interno dell’equipe di lavoro coordinata dall’arch. Alessandro Franceschini, la dott.ssa Giuliana stenza degli specchi e dei corsi d’acqua nuovo paesaggio. L’economia dell’area, per Spagnolo (consulente della Comunità per la parte cartografica) e l’arch. Beppo Toffolon (consulente del progettista per la parte normativa). Il (i laghi e i torrenti), la rete infrastrutturale inciso, è retta principalmente dal sistema processo di pianificazione è stato interrotto dalle elezioni amministrative del giugno 2015 e dal conseguente cambio di Amministrazione dentro di collegamento tra la Valle dell’Adige e produttivo artigianale ed agricolo, mentre è Consiglio e Giunta della Comunità della Valle dei Laghi. 2. I virgolettati sono frasi “captate” durante le discussioni all’interno del l’Alto Garda trentino e l’articolazione della poco sviluppato il sistema dei servizi e del Tavolo di confronto e consultazione morfologia circostante. Questi aspetti del turismo, anche se quest’ultimo è in forte territorio sono andati a condizionare in ma- crescita. GRUPPO DI LAVORO niera determinante l’urbanizzazione del sito Va infine segnalato che la Valle dei La- Lucia Gasperetti e oggi la Valle dei Laghi si presenta come ghi – il cui ruolo è stato, per l’appunto, quel- Facilitatrice un insieme di insediamenti fortemente svi- lo di “cerniera” tra Trento e il polo turistico- Alessandro Franceschini, Luca Paolazzi, Giuliana Spagnolo, Roberto Albertini, luppati, che hanno giovato della loro col- ricettivo costituito dal sistema Arco-Riva Stefano Portolan locazione tra due punti di forte attrazione del Garda – è caratterizzata da una recen-

42 te consapevolezza identitaria, articolata so- anche l’occasione per valutare la costruzio- preliminare alla redazione del Piano territo- prattutto in un’offerta residenziale di buona ne di una coscienza identitaria collettiva, riale della Comunità, predisposto dagli or- qualità e con prezzi d’acquisto più contenu- mettendo in evidenza i caratteri di origina- gani esecutivi dell’amministrazione, è stato ti, cha ha generato un recente fenomeno di lità di questo territorio e i temi progettuali oggetto di un’approfondita discussione con suburbanizzazione. Tuttavia l’area è sempre che possono emergere nella costruzione di gli «stakeholder», così come previsto dalla stata considerata un’appendice – ora della scenari di sviluppo e di crescita economica legge urbanistica allora in vigore. Durante Valle dell’Adige, ora del bacino del Sarca e sociale. le sedute del Tavolo di Confronto e Con- – sviluppando una scarsa autonomia iden- sultazione – un formato da amministratori titaria. Basti pensare, in questo senso, che Il processo di partecipazione (sindaci o loro delegati), tecnici e osserva- nella suddivisione territoriale del Trentino Uno degli aspetti più interessanti del tori privilegiati della comunità locale – sono introdotta dal Piano urbanistico provinciale processo di pianificazione oggetto di que- stati affrontati tutti i temi utili a sostanziare del 1967, la Valle dei Laghi era compresa sto scritto è stata l’istituzionalizzazione del il Piano territoriale della Comunità. dentro il territorio del Comprensorio della processo partecipativo, prevista per legge, In questa sede può essere importante Valle dell’Adige, dominato dalla soverchia attraverso l’implementazione, tra gli attori individuare alcuni concetti-chiave emer- presenza della città capoluogo. del piano, di un apposito «tavolo» compo- si durante gli incontri svolti tra il 2013 e Gli studi effettuati per la redazione del sto da osservatori privilegiati operanti sul il 2014. L’immagine odierna della Valle Piano territoriale della Comunità sono stati territorio. Per questa ragione, il Documento dei Laghi2 sembra essere, in particolare,

43 caratterizzata dalla presenza di «periferie lare” per orientare i successivi sviluppi del lità deve essere un elemento chiave cui ridenti e centri storici abbandonati», all’in- piano, che hanno suddiviso il contenuto del devono riferirsi tutte le azioni progettuali. terno dei quali «ci sono degli edifici il cui re- Documento preliminare in una serie di pro- - Tutelare e valorizzare e gli aspetti stauro abbisogna di risorse». Occorre, pro- getti tematici, a scala diversa. Questo ap- storico-culturali, architettonici e identitari. prio per questo, «urbanizzare nuovamente profondimento ha seguito alcuni passaggi Il territorio della Comunità è arricchito da i centri storici», anche se è importante es- concettuali: sono state anzitutto individuate questi elementi che caratterizzano il tessu- sere coscienti che si tratta di «centri storici le finalità generali del piano, le “parole chia- to antropico e le sue relazioni con il conte- “poveri”, non confrontabili con quelli delle ve” utili a definire e caratterizzare gli obiet- sto naturale. città». Nel resto del territorio «si è costru- tivi progettuali. Sono state poi individuate - Riconoscere il valore aggiunto del ito male, con indici edificatori troppo alti», quattro “declinazioni progettuali” di caratte- paesaggio come fattore propulsivo e di secondo un’urbanizzazione «disorganizzata, re generale, capaci di contenere le princi- notevole impatto per il territorio. Come irregolare suddivisa in tante strutture scar- pali “famiglie” di progetti orientati verso un previsto nel Piano urbanistico provincia- samente utilizzate», con «tipologie edilizie comune obiettivo. Infine questi principali le, il paesaggio rappresenta un elemento avulse dalla tradizione» che hanno «dissi- obiettivi progettuali sono stati ulteriormen- chiave di comprensione dell’identità locale pato il territorio agricolo» a causa anche di te suddivisi in sei “linee strategiche” capaci e di progettazione coerente del territorio. «concessioni edilizie agricole incontrollate». di descrivere tipi di interventi progettuali a Per questa ragione oltre a prevedere degli Per il futuro sembra necessario «in- seconda dell’ambiente disciplinare in cui interventi specifici sul territorio, il paesag- centivare veramente il riutilizzo dei centri possono essere racchiusi. gio potrà diventare elemento cruciale nelle storici», prestando anche «attenzione ad un Le strategie sono quindi linee genera- progettazioni puntuali. patrimonio edilizio degli anni Sessanta, ob- li che guidano ogni specifico progetto. In - Valorizzare la creatività imprendito- soleto ma difficile da sostituire», attuando particolare: riale e i prodotti tipici locali. Un territorio anche nuovi strumenti urbanistici, «prefe- - Garantire la qualità ambientale in tut- competitivo non può prescindere dalla rendo i piani attuativi rispetto ai Prg». Per to il territorio della Comunità. L’ambiente valorizzazione del tessuto imprenditoriale. quanto riguarda il tema dell’uso del suolo è riconosciuto diffusamente come uno de- Questo è vero soprattutto per la Valle dei agricolo, su questo aspetto i componenti gli elementi qualificanti di questo territorio. Laghi che ha sofferto molto, negli ultimi del Tavolo hanno parlato di un settore ca- La protezione delle risorse naturalistico- decenni, della forte attrazione economica ratterizzato «oggi da un’agricoltura specia- ambientali e l’innalzamento della loro qua- del capoluogo. lizzata ed orientata ad offrire un prodotto per il mercato». Oggi, quest’ultima, «si va a configurare come un’attività capitalistica» dalla caratteristiche quasi «industriali» dove Anno Mese Attività «è diminuito l’uso di antiparassitari ed è au- 2012 Gennaio - Febbraio Avvio dei lavori di indagine socioeconomica con la realizza- mentata la professionalità del settore». Per zione di interviste in profondità agli stakeholder presenti sul evitare il «rischio di una progressiva mono- territori cultura» va, invece, promosso il «valore della Marzo Realizzazione di tre incontri sul territorio finalizzati alla restitu- biodiversità come una ricchezza imprescin- zione dei risultati del rapporto di ricerca dibile del territorio» perché «la sostenibili- Giugno Avvio delle indagini territoriali, urbanistiche ed ambientali fina- tà ambientale è un valore che va visto nel lizzate alla redazione del Documento preliminare complesso di tutto il territorio». Occorrono Settembre Avvio della costituzione del Tavolo di confronto e consultazio- quindi «scelte coraggiose», senza dimen- ne per la redazione del PTC ticare che «nell’agricoltura la prima soste- Settembre-Ottobre Vengono attivati tutti i contatti con le realtà associative ed nibilità è quella economica», partendo dal istituzionali per la nomina dei referenti concetto che «l’agricoltura cresce quando Novembre Approvazione della bozza del Documento preliminare da parte cresce anche il turismo» e che «portare della Giunta della Comunità. Nomina dei componenti del gente nelle Valle dei Laghi non può che Tavolo di Confronto e Consultazione portare vantaggi anche all’agricoltura». 2013 Gennaio-Novembre Lavori del Tavolo di confronto e consultazione: si tratta di 13 incontri dal 15 gennaio al 5 novembre 2013. La «vision» e i temi di progetto 2014 Marzo Approvazione del Documento preliminare da parte del Tavolo Il Tavolo di confronto e di consultazione di confronto e consultazione per l’approvazione del Documento prelimi- Luglio Avvio degli incontri per l’approvazione dell’Accordo Quadro nare, al termine di un lungo lavoro di di- Settembre Conferenza dei Servizi presso il Servizio Urbanistica scussione, è arrivato alla definizione di una Ottobre Approvazione dell’Accordo Quadro tra Provincia, Comunità e “visione” ampiamente condivisa sul futuro Comuni del territorio che è stata riassunta nello Ottobre-Novembre Tavoli tematici di lavoro sui temi di progetto contenuti nel slogan: «La Valle dei Laghi: territorio della Documento preliminare qualità ambientale, dell’impresa creativa e 2015 Marzo Approvazione dello Stralcio del Commercio del Piano territoria- del turismo sostenibile». le della Comunità Questa sintetica definizione è stata Aprile-Maggio Verifica delle ipotesi di piano con gruppi di lavoro tematici adottata come obiettivo e come “stella po-

44 Le strategie di piano Basso Sarca dall’altra, che ne ha sempre - Riqualificazione del sistema paesag- A questi quattro obiettivi corrispondono indebolito l’identità. Tuttavia, questo ha reso gistico. Si tratta d’interventi che mirano a altrettante strategie generali, ciascuna con- possibile una crescita equilibrata di tutti i ricostruire le relazioni tra le componenti del tenente linee operative e progetti, di varia segmenti economici presenti sul territorio: paesaggio, con lo scopo di valorizzare il ter- estensione, relativi alla riqualificazione e allo dall’agricoltura al turismo, dalla piccola e ritorio della Comunità anche sotto questo sviluppo del territorio. media impresa alle attività artigianali. La aspetto. I progetti di dettaglio sono stati così 1. L’equilibrio tra diversi ambiti vallivi. Il mancanza di un punto di forza del territo- articolati: ridefinizione del margine del bosco; territorio della Comunità è suddivisibile in rio ha evitato che si sviluppasse una eco- ridefinizione dei margini edificati; mitigazione due grandi ambiti vallivi, che spesso non nomia monoculturale, come è avvenuto in dell’impatto visivo degli edifici produttivi. sono riusciti a dialogare tra di loro: la Val- altre zone, e alla lunga si è rivelato un pun- - Riqualificazione del sistema viabilisti- le dei Laghi propriamente detta e la Valle to di forza. Il piano si inserisce nel solco di co. Si tratta d’interventi che mirano a razio- di Cavedine. Nel corso della storia questi questa tendenza e mira a creare le condi- nalizzare e a rendere più efficiente la rete due ambiti hanno avuto degli equilibri diver- zioni per uno sviluppo di questo complesso delle infrastrutture, sia intese come mobilità si (anticamente era la valle di Cavedine ad equilibrio economico. pubblica e provata, sia intese come connes- avere un ruolo strategico di connessione tra sioni ecosistemiche tra diverse parti del ter- la Valle dell’Adige ed il Basso Sarca; oggi Le linee operative e i progetti del piano ritorio. I progetti di dettaglio sono stati così questo ruolo è esercitato dalla Valle dei La- Le linee operative scompongono le articolati: creazione di nuovi sistemi inter- ghi), mentre oggi funzionano quasi come dei strategie generali in gruppi di progetti de- modali; messa a sistema e costruzione delle compartimenti stagni, incapaci di dialogare dicati a un particolare aspetto o a una de- «green infrastructure»; valorizzazione della tra di loro. Nella convinzione che un territorio terminata parte del territorio. Visti i presup- rete ecologica esistente e progettazione di può crescere in maniera equilibrata solo se posti del piano, che intende lavorare sulle eventuali non connessioni; razionalizzazione capace di includere ed interconnettere co- potenzialità di un territorio privo di grandi della mobilità lenta. stantemente le sue parti, il PTC deve mirare criticità, le linee operative ruotano preva- - Valorizzazione del sistema culturale. Si a creare una relazione forte e costante tra i lentemente attorno ai concetti di riqualifi- tratta di quegli interventi orientati alla riquali- due ambiti vallivi. cazione e valorizzazione. ficazione del sistema antropico, inteso come 2. L’equilibrio tra città e campagna. Il Ecco le linee operative e i relativi progetti quell’insieme di segni, antichi e moderni, pre- territorio della Comunità è caratterizzato, di piano: senti sul territorio. In particolare: valorizzazio- specie nel fondovalle, da una rapporto equi- - Valorizzazione del sistema agricolo. Si ne dei beni culturali presenti nel territorio del- librato tra insediamenti e territori dedicati tratta d’interventi orientati a rafforzare l’imma- la Comunità; valorizzazione dei centri storici all’agricoltura. Questa organizzazione territo- gine del territorio della Comunità della Valle con la definizione di criteri di riqualificazione; riale, che rappresenta una delle cifre distinti- dei Laghi come territorio coltivato. I progetti di recupero del patrimonio industriale dismesso ve del territorio, è uno degli elementi capaci dettaglio sono stati così articolati: recupero e o in via di dismissione; valorizzazione dell’ar- di garantire un dialogo fecondo tra i diversi valorizzazione delle aree agricole storiche ab- chitettura contemporanea. usi del suolo. La campagna, inoltre, ha avu- bandonate; promozione del concetto di “Valle - Altre progettualità a scala di Comuni- to spesso la forza di opporsi alla diffusione della sostenibilità”; valorizzazione del paesag- tà. Queste linee operative riguardano aspetti disordinata degli insediamenti, e questo gio agricolo; valorizzazione dell’immagine de non direttamente legati alla dimensione ur- carattere di “limite” alla dispersione edilizia “l’ultima frontiera del Mediterraneo” (in valle si banistica del piano ma a quella culturale e rappresenta uno degli elementi di forza di coltiva l’”ulivo estremo”). sociale. Sono inoltre contemplate in questa questa organizzazione territoriale. - Valorizzazione del sistema del verde. sezione anche le azioni per migliorare l’effica- 3. L’equilibrio tra fondovalle e montagna. Si tratta d’interventi che riguardano il siste- cia dell’interfaccia del territorio della comuni- Il rapporto tra queste due parti del territo- ma del verde, sia come spazio naturale, sia tà con quello delle amministrazioni confinanti. rio ha una storia millenaria. Se il fondovalle come spazio interno ai centri abitati. I pro- era storicamente dedicato alla coltivazione getti di dettaglio sono stati così articolati: Conclusioni e all’abitare, la montagna non aveva una valorizzazione delle eccellenze ambientali Il processo di piano, qui evidenziato so- importanza minore. Molti aspetti della vita e dei belvedere; creazione di una rete del prattutto nella sua componente “partecipati- economica delle antiche comunità, infatti, si verde pubblico; valorizzazione del sistema va”, ha dato degli interessanti risultati proprio svolgevano in quota: filiera del legno, pascoli sentieristico montano; valorizzazione degli nella capacità di individuare collegialmen- del bestiame, alcuni aspetti dell’agricoltura. usi ludici del verde. te i temi di progetto. In questa prospettiva, Purtroppo negli ultimi decenni questo rap- - Valorizzazione del sistema idrografico. anche alla luce delle modifiche apportate porto si è andato indebolendo e oggi neces- Si tratta d’interventi orientati alla riqualifica- all’iter di pianificazione dalla nuova Legge sita di un nuovo vigore. Il piano mira così a zione dei sistema idrografico, inteso sia come urbanistica dell’agosto 2015, un processo riallacciare l’anello rotto tra fondovalle e alta sistema di corsi d’acqua storici, sia come si- di pianificazione il più possibile partecipato quota, puntando su nuovi usi della monta- stema lacuale. I progetti di dettaglio sono sta- è l’unica garanzia per far emergere i conflitti gna, in particolare quello ludico-turistico. ti così articolati: valorizzazione delle sponde irrisolti e le potenzialità progettuali presenti 4. L’equilibrio economico tra attività agri- dei laghi; valorizzazione della rete idrografica dentro la comunità locale: alla politica e agli cole, artigianali, turistiche e produttive. La con la riqualificazione dei corsi storici; valoriz- urbanisti, poi, il compito di portare queste Comunità della Valle dei Laghi ha sempre zazione del sistema delle centrali idroelettri- istanze sulla carta, con progetti credibili e vissuto un ruolo marginale, gravitante sulla che; valorizzazione del tratto di competenza orientati al miglioramento della qualità della città di Trento da una parte e sull’area del Torrente Sarca. vita di chi abita quel territorio.

45 06 La possibilità di redigere il Piano ni di Bacino, Piani delle aree protette, Comunità delle Giudicarie Territoriale di Comunità per stralci è Piani del commercio, del traffico, ecc.). Pianificare per “stralci” stata introdotta dall’art. 25 bis della Le cause sono molteplici ma se ne pos- L.P. 1/2008 (e confermata dall’art. 35 sono individuare due in particolare: della L.P. 15/2015), in origine la legge - la necessità di dare regole nei Daria Pizzini urbanistica provinciale non contempla- settori della tutela dell’ambiente (pro- va tale eventualità prevista solo in un tezione delle risorse naturali, tutela dei secondo momento dalla L.P. 4/2010 valori storici, fruibilità dei beni anche da che apporta alcune semplificazioni in parte delle generazioni future, ecc.); materia di urbanistica e riqualificazione - i cambiamenti del sistema am- architettonica. L’articolo 2 della legge ministrativo e delle competenze: intro- di semplificazione introduce appunto duzione di nuovi Enti con competenze “la possibilità di approvare i piani ter- che toccano il territorio, trasferimento ritoriali della comunità anche per stral- di funzioni dagli organi periferici dello ci tematici, in modo tale da consentire Stato a Regioni e altri Enti locali. la rapida attivazione delle competenze Ciò ha reso più complicato il gover- urbanistiche delle Comunità di Valle, no del territorio, poiché su una stessa senza attendere necessariamente il parte del territorio spesso si dirigono completamento di tutti i contenuti del scelte diverse, frammentarie, talvolta Piano. In tal caso l’adozione del pia- incompatibili o incoerenti, ed ha reso no è preceduta da un accordo con la più difficile e confuso il processo de- Provincia che definisce i temi prioritari cisionale in cui molti sono i soggetti, da trattare”.1 ponendo peraltro gli utilizzatori del ter- Il Legislatore, conscio che il Piano ritorio (cittadini e operatori) di fronte ad Territoriale di Comunità dovrà occu- una difficile ricomposizione del quadro parsi di settori strategici sensibili per delle indicazioni (indirizzi, prescrizioni, l’organizzazione territoriale che potreb- vincoli, ecc.) che provengono da stru- bero dilungare di molto la pianificazio- menti diversi. ne, ha ritenuto di introdurre una novità Il nodo che si presenta è quello del nelle procedure di approvazione che che fare quando su uno stesso territo- dovrebbero permettere di affrontare rio insistono indicazioni provenienti da i vari tematismi secondo le urgenze e Enti e Piani diversi. criticità evidenziate dalle amministra- In alcuni casi la soluzione legislati- zioni locali, tenendo conto inoltre che va adottata è quella dell’istituzione di il territorio di riferimento è già di gran gerarchie fra Piani e relativi Enti, con lunga pianificato e necessita quindi più la prevalenza di uno sugli altri, ma la di un “riassetto” urbanistico che di una soluzione in pratica presenta non po- vera e propria pianificazione generale. che difficoltà. Negli anni più recenti si è fatta maggiormente strada l’idea che la Con l’introduzione di tale opportunità soluzione si trovi nell’istituzione di for- si pone il tema della pianificazione set- me di cooperazione orizzontale, che ve- toriale, ovvero della relazione che inter- dono il piano generale come strumento corre tra questa e la pianificazione ge- unico di riferimento frutto di procedure nerale. Mentre una ha lo scopo di dare di cooperazione interistituzionale che un assetto generale all’ambito territo- coinvolgono nella formazione del piano riale considerato dal piano, l’atra si pre- stesso i soggetti titolari di competenze GRUPPO DI LAVORO figge una finalità specifica in zone del relative a piani settoriali.2 Maurizio Polla Dirigente del Servizio tecnico e dell’Ufficio Urbanistica territorio interessate da quella finalità. In sintesi si richiama il concetto del- e Tutela del Paesaggio In riferimento al panorama naziona- lo sguardo d’insieme sul territorio og- Annarosa Longhi, Sara Lorenzetti, Daria le, negli ultimi decenni, è cresciuto il getto del Piano, ciò non significa però Pizzini, Federico Anzelini, Enrico Luigi Bonazza, Luca Girardini numero di piani settoriali e specialistici che tutte le tematiche possono rientra- Ufficio Urbanistica e Tutela del Paesaggio che si affiancano ai piani generali (Pia- re nella “pianificazione ordinaria”. È il Agenda 21 consulting srl Rapporto ambientale Maurizio Siligardi Aree di protezione, ambiti fluviali ecologici 1. Circolare dell’Assessore all’Urbanistica prot. 2049 del 9 marzo 2010 Dante Donegani e Guido Moretti 2. Saccomani S. Le pianificazioni separate “I rapporti fra pianificazioni settoriali (speciali) e pianificazione territoriale generale nelle leggi urbanistiche Manuali tipologici regionali”

46 caso di alcuni “piani specialistici” che mente superabile laddove vi sono la diretta, che le è stata conferita dalla leg- esprimono un particolare (ma rilevante) volontà di creare un sistema integra- ge istitutiva e dai successivi regolamen- punto di vista, che alla pianificazione to di informazioni e conoscenza del ti attuativi, oppure una competenza in ordinaria tende a sfuggire, o è storica- territorio e la capacità di elaborare termini di pianificazione, concentrando mente sfuggito: è il caso, ad esempio, precisi criteri e indirizzi, contenuti e l’attenzione sugli aspetti di valenza ur- dei Piani di Bacino (finalizzati ad appro- procedure concertati e condivisi da banistica propri del PTC. Tale elaborato fondire le ragioni, individuare i problemi tutti gli attori coinvolti. è il frutto di un intenso lavoro che ha e prescrivere le soluzioni per la difesa seguito passo passo la procedura pre- delle acque e dalle acque) come dei Proprio sulla base di questo con- vista dalla L.P. 1/2008, dall’adozione piani paesaggistici (finalizzati alla in- cetto la Comunità delle Giudicarie ha della “Proposta di Documento prelimi- dividuazione e alla tutela degli aspetti elaborato il documento “Criteri ed indi- nare al Piano Territoriale di Comunità” qualitativi del paesaggio e del territo- rizzi per la formulazione del Piano terri- da parte della Giunta della Comunità, rio). In questi casi si parla appunto di toriale di Comunità” definendo gli assi con deliberazione n. 156 di data 11 di- “piani specialistici”, che, concernendo e le priorità di intervento organizzati cembre 2012, fino alla sottoscrizione tutti gli spetti diversi della protezione in indirizzi strategici per la Comunità. dell’“Accordo-quadro di programma ai dell’integrità fisica e dell’identità cultu- Alla luce di quanto emerso dalla fase di fini della redazione del Piano Territo- rale del territorio, dovrebbero costituire ascolto del territorio (oltre cento intervi- riale di Comunità”, e relativi allegati, in un prius rispetto alla pianificazione or- ste individuali in profondità e numerosi data 20 gennaio 2014, comprensivo dinaria la quale, rispettandone le spe- focus group tematici) e dall’analisi socio della sottoscrizione del “Documento di cifiche determinazioni li completa tro- economica condotta dall’Università di Intesa” con l’Ente Parco (Parco Natu- vando le sintesi con le altre esigenze.3 Trento a supporto del Documento Preli- rale Adamello Brenta) e le Comunità minare al Piano Territoriale di Comunità contermini (Comunità della Paganella, Per tutti gli altri casi, è quindi , il documento fornisce indirizzi in parti- Val Di Non e ) per le aree possibile affermare che, il concetto colare su quegli ambiti in cui la Comu- comprese all’interno del Parco, in data di pianificazione separata è facil- nità delle Giudicarie ha una competenza 23 dicembre 2013.

3. Salzano E. “Fondamenti di urbanistica”

47 di quadro strutturale piuttosto articolato ma in grado di consentire quella visione d’insieme più sopra richiamata. Particolarmente complessa risulta anche la redazione della VAS e in parti- colare la fase di monitoraggio, la quale ha il compito di verificare l’andamento del piano rispetto agli obiettivi di soste- nibilità individuati, attraverso un oppor- tuno nucleo di indicatori. Durante l’at- tuazione del piano si possono verificare, infatti, degli effetti ambientali negativi anche non previsti che possono essere legati all’attuazione dello strumento ur- banistico oppure all’evoluzione del con- testo locale. Per una valutazione com- plessiva dell’attuazione del piano, è ne- cessario che tutti gli elementi che con- corrono a determinarne gli effetti – sia positivi che negativi - siano monitorati nel tempo. Il monitoraggio rappresenta quindi il riscontro e la verifica progressi- va degli effetti del piano sull’ambiente e Emerge chiaramente l’importanza Non di meno lo studio condotto richiederebbe che il Piano fosse appro- che la Comunità delle Giudicarie ha dall’Università degli studi di Trento – vato nel suo complesso e via via attuato. attribuito alla partecipazione, in tutti le Facoltà di economia Gruppo di ricerca Prevedere un sistema di monitoraggio fasi di redazione del Piano e per tutte eTourism – Dipartimento informatica e per un Piano stralcio settoriale risulta le scelte operate, è infatti nell’ambito Studi Aziendali, nell’ambito delle ricer- quindi riduttivo e solo parziale, proprio degli innumerevoli incontri del “Tavolo che per il Piano territoriale di Comunità, perché non risulta possibile valutare nel di confronto e consultazione” (organi- rilevava che la capacità imprenditoriale complesso le sinergie delle diverse azio- smo composto dagli stakeholder del (indicatore che concorre a definite la ni di Piano. territorio) per la predisposizione del competitività del territorio) presentava Si è ritenuto pertanto di rinviare Documento preliminare e nei succes- un “certo immobilismo” … “un basso all’approvazione dell’intero PTC il siste- sivi incontri e dibattiti all’interno della grado di propensione all’innovazione” ma di monitoraggio definitivo da adot- Conferenza per la stipulazione dell’Ac- … e una “difficoltà di ampliamento di tare, pur prevedendo, in via transitoria cordo – quadro di programma (Con- mercati oltre il bacino di prossimità”. e parziale, un minimo di strumenti di ferenza dei sindaci, Presidente Parco Tutti questi elementi hanno indiriz- valutazione da utilizzare per il singolo Naturale Adamello Brenta, Provincia zato quindi la Giunta della Comunità ad Piano Stralcio.5 Autonoma di Trento e Comunità), dove avvalersi dell’opportunità legislativa dei è emerso che uno dei settori che pre- “piani stralcio” per dar riposta immedia- Nonostante le difficoltà intrinse- sentava una notevole criticità legata ta alla criticità delle aree produttive di che nella redazione del Piano Territo- alla riorganizzazione sia economica che livello secondario, dando priorità alla riale di Comunità per stralci, la scelta territoriale era quello produttivo dell’in- predisposizione del “Piano stralcio - operata, condivisa anche con la Giunta dustria e dell’artigianato. aree produttive del settore secondario Provinciale sulla base di quanto defi- Anche le Amministrazioni comunali di livello provinciale”.4 nito dall’accordo richiamato dall’art. 25 sui cui territori ricadevano le aree pro- bis, è stata quella di proseguire con duttive del settore secondario di livello Tale percorso quindi è stato indi- tale modalità. Difficilmente, in modo provinciale segnalavano la necessità viduato sin dal documento prelimi- oggettivo, è possibile definire quale sia di procedere ad una rivisitazione delle nare e sulla base di esigenze reali la prassi più corretta per la redazione scelte pianificatorie per l’adeguamento emerse dal territorio stesso. del PTC, se per stralci o complessiva- alla nuova congiuntura economica ed mente, ma certamente nel caso delle anche alle nuove strategie imprendito- Ovviamente la scelta di intrapren- Giudicarie la pianificazione ha saputo riali. Inoltre il supporto tecnico specia- dere questo tipo di percorso comporta ascoltare il territorio e si è prestata alle listico per conto dei comuni da parte di alcune complessità quali il coordina- esigenze manifestate, avvalendosi ap- Trentino Sviluppo SPA, che aveva ana- mento tra gli stralci e la redazione della punto dell’opportunità di procedere per lizzato la situazione del sistema produt- valutazione ambientale strategica: oltre stralci consapevole della complessità tivo giudicariese, evidenziava una limi- a una particolare attenzione nelle fasi che presentava tale modalità. Probabil- tata vivacità imprenditoriale che impo- di redazione di ciascuno degli stralci mente, da un punto di vista puramente neva senz’altro un ripensamento delle tematici si è resa indispensabile una metodologico, sarebbe da preferire la previsioni economiche ed in particolar sintesi, finale e complessiva, che si tra- redazione del PTC nel suo insieme, in modo urbanistiche. durrà molto probabilmente in una sorta quanto, come riportato in premessa, il

4. Relazione Illustrativa del piano stralcio - aree produttive del settore secondario di livello Provinciale – Comunità delle Giudicarie 5. Valutazione ambientale strategica del piano stralcio - aree produttive del settore secondario di livello Provinciale – Comunità delle Giudicarie

48 procedere per stralci potrebbe indurre consultazione, un documento prelimi- a una sorta di settorialità dei tematismi. nare definitivo, discusso in conferenza Comunque sia, quella operata dalla per la stipulazione dell’accordo quadro Comunità delle Giudicarie è stata una di programma e il documento “Criteri scelta strategica, che ha portato a buo- e indirizzi generali per la formulazione ni risultati, tra i quali anche l’approva- del PTC” che insieme all’intesa costitu- zione da parte della Giunta provinciale ivano gli allegati dell’accordo, che una di tutti gli stralci adottati sino ad oggi volto sottoscritto vedeva l’inizio del pro- dalla Comunità, ovvero oltre agli inse- getto di Piano. diamenti produttivi anche i seguenti piani stralcio e manuali: Sebbene dal punto di vista dei tempi - Piano Stralcio “Aree del setto- e delle procedure, tale snellimento sia re commerciale” (approvato con DGP senza dubbio da lodare, vi è la possibili- n.928 del 01.06.2015) tà che l’opportunità di ricorrere all’ado- - Piano Stralcio “Aree di prote- zione del PTC per stralci sia da limitare zione fluviale e reti ecologiche ambien- ai casi di reale urgenza limitatamente tali, aree agricole ed agricole di pre- alle esigenze improrogabili manifestate gio” (approvato con DGP n.1425 del dal territorio. Come sopra meglio spie- 24.08.2015) gato, ciò che ha consentito infatti alla - Manuale tipologico – “Architet- Comunità delle Giudicarie di procedere tura alpina contemporanea nelle Giudi- per stralci è stato proprio il lungo pro- carie” (approvato con DGP n.1044 del cesso decisionale e partecipativo che 22.06.2015) ha portato alla condivisione prima e - Manuale tipologico – “Ar- sottoscrizione dopo dell’accordo-qua- chitettura tradizionale nelle Giudica- dro di programma. Emerge positiva- rie” (approvato con DGP n.1044 del mente nell’esperienza delle Giudicarie, 22.06.2015). la volontà di non sovrapporsi alle com- petenze dei Comuni, in particolare visto Tra le novità introdotte dalla nuo- l’impegno urbanistico maturato nel ter- va legge provinciale per il Governo del ritorio, concentrandosi su quei temi tra- Territorio, n. 15 del 4 agosto 2015, vi sversali effettivamente sovralocali che sono dei cambiamenti piuttosto sostan- interessano tutte le Giudicarie. ziali del processo di redazione del PTC. Quindi, nel caso delle Giudicarie, la Nel quinquennio precedente alla scelta metodologica di avanzare la re- legge di riforma, le varie Comunità di dazione del PTC per stralci tematici ha Valle hanno faticosamente intrapre- offerto e offrirà una reale occasione di so il percorso di redazione del Piano, pianificazione strategica e sovralocale reso particolarmente gravoso, oltreché impensabile sino a qualche anno fa. dall’inedito strumento di pianificazione, anche dalla necessità (come previsto dalla L.P. 1/2008) della sottoscrizione dell’accordo-quadro di programma e ove necessaria dell’intesa con Enti Par- co e Comunità contermini. Proprio per questo motivo, con la volontà di snellire l’iter di redazione del PTC e semplifica- re il lavoro alle Comunità, la nuova leg- ge ridimensiona il procedimento di ap- provazione del PTC eliminando appun- to tale accordo e le relative conferenze per la stipulazione. In sintesi dunque la Comunità elabora una proposta di Pia- no sulla base degli obiettivi generali e degli indirizzi che intende perseguire e la sottopone al procedimento parteci- pativo disciplinato dalla L.P. 3/2006, seguono poi adozione, deposito e ap- provazione. In precedenza, il forse troppo articolato iter, prevedeva la re- dazione di un documento preliminare, sottoposto a un tavolo di confronto e

49 07 Vecchio modello e nuovo modello aiuto in tal senso come il contenimen- Con la redazione del Documento to delle esperienze edilizie e la spinta Comunità Alto Garda e Ledro Preliminare la Comunità prende impor- a sviluppare al massimo le opportunità Un piano/progetto tanti decisioni sul futuro del proprio ter- presenti nel territorio. É quindi fonda- ritorio. Il Documento Preliminare ha in- mentale che, attraverso la dimen- fatti come priorità l’individuazione degli sione strategica, ci si adoperi per Alberto Cecchetto obiettivi e delle scelte indispensabili alla definire processi di sostenibilità ter- stesura del Piano Territoriale ritoriale, fondati sulle risorse presen- Queste decisioni non hanno gene- ti e future del territorio. ralmente carattere puntuale, dato che Per farlo è necessario prendere le di- le diverse “specificità” del territorio stanze dai molti “luoghi comuni del pas- andranno affrontate nella fase di reda- sato”, legati all’idea della città in espan- zione del Piano Territoriale e, successi- sione. Luoghi comuni che sono ancora vamente, nei Piani a carattere attuativo. molto presenti nella cultura urbanistica Per le ragioni che successivamente e nella pratica edilizia. Le mode, i rego- esporremo abbiamo ampliato in qualche lamenti, le modalità di progettazio- modo il ruolo ed il peso del Documento ne che adottiamo quotidianamente Preliminare, su sollecitazione della Co- sono infatti ancora profondamente munità e di tutti coloro che hanno par- legati alla cultura urbana dell’espan- tecipato ai numerosi incontri preliminari sione, delle lottizzazioni e poco al riu- alla redazione finale del Documento. so urbano. Siamo stati educati ad una Abbiamo infatti inserito nel Docu- visione consumistica del territorio, nella mento Preliminare, oltre le scelte e gli convinzione che i luoghi siano in grado obbiettivi generali che la Comunità in- di assorbire con indifferenza quasi ogni tende darsi, anche dettagliate specifica- cosa. Dopo circa sessant’anni di espan- zioni territoriali delle medesime scelte, sioni edilizie disordinate e prive di un’i- per far capire la validità ed il valore delle dea complessa di città siamo costretti scelte generali, sia per meglio calibrare a fare il punto, ad invertire la tendenza. e specificare gli obbiettivi stessi, -attra Siamo vissuti nella convinzione che verso un confronto sistematico con le l’espansione della città fosse un proces- diverse realtà territoriali. so lineare e necessario, ma ogni nuovo Il Documento Preliminare che intervento genera inevitabilmente delle presentiamo fornisce quindi anche profonde trasformazioni sull’esistente, indicazioni puntuali e specifiche alla su ciò che lo circonda. Poche volte ab- scala del progetto urbano, ma solo biamo elaborato riflessioni a lunga gitta- per alcune porzioni del territorio che ta aprendo la mente sulle conseguenze appaiono come strategiche per il fu- di questi processi di trasformazione. turo del territorio stesso. Pochi hanno colto la complessità Ciò si inserisce quindi nello spirito delle modificazioni in atto nella- cit della legge, che oggi ci consente di fare tà e nel territorio. Abbiamo continuato un necessario salto in avanti, un’inver- ad occuparci di lottizzazioni, centri com- sione di tendenza, modificando molti de- merciali, lotti artigianali e così via. Di gli atteggiamenti che abbiamo spesso porzioni di territorio autonome ed indi- adottato nel passato. pendenti. Di distanza e altezze dei fab- Prof. Arch. Alberto Cecchetto incaricato della stesura del Molte iniziative messe in atto dalla bricati, di volumi massimi e poche altre Documento Preliminare al PTC Provincia nell’ultimo decennio ci sono di regole edilizie. Ufficio di Piano Arch. Gianfranco Zolin Supporto tecnico Arch. Giorgio Campolongo Thomas Franzinelli Cecchetto&Associati Arch. Marco Bernardello Arch. Gabriel Laghi Arch. Anna Valandro Mobilità Netmobility Ing. Francesco Seneci Ing. Francesco Avesani Analisi socio-economiche Dott. Enrico Bramerini

50 Il modello da cambiare Quali sono le alternative che ab- biamo di fronte, dato che non saremo capaci di demolire granchè di quello che abbiamo fatto in questi ultimi ses- sant’anni anche se di bassa qualità? Dobbiamo porre oggi la questione con forza, e forse anche con durezza, in modo da attivare prima possibile quegli anticorpi che riteniamo indispensabili per un’inversione di tendenza. Il processo di cambiamento sarà lungo e occuperà le energie per vari decenni. Dovremo ragionare su un orizzonte lungo di 50/100 anni perché questi sono i tempi delle trasformazioni urbane. Già oggi per realizzare un in- tervento i tempi sono lunghi ed incerti, non perché il pensiero, il tempo della riflessione e della progettazione occupi molte energie, anzi. È piuttosto lungo invece il tempo degli “accordi”, delle in- comprensioni, delle spiegazioni e delle verifiche da parte di tutti: tecnici, com- mittenti e amministrazioni. La normativa si è concretizzata in perso un millennio di storia. Un tempo, accorgevamo della scarsa qualità dei no- una selva di ragionamenti incrocia- senza architetti, ingegneri, geometri, ge- stri interventi, più abbiamo intensificato, ti, che spesso si sovrappongono l’uno ologi, paesaggisti e quant’altro, usando ampliato il quadro normativo, aggiungen- all’altro senza dialogo e confronto, per- le poche regole del buon senso, abbia- do norma a norma. Purtroppo con scarsi dendo passo dopo passo il filo, il senso mo costruito dei veri gioielli che ancora risultati. proprio dell’operazione, l’obbiettivo che ci invidiano. Centri storici e case rurali Dobbiamo armonizzare di nuovo il tut- si vuole ottenere (sperando che sia un che ancora sono ammirati, sono fonte di to: come se avessimo composto musica obbiettivo di qualità ovviamente!). Dob- opportunità turistiche e, non a caso, sul accostando tra loro diversi accordi, senza biamo quindi semplificare e togliere il mercato edilizio sono ancora al vertice. aver ragionato sull’armonia complessiva, superfluo dagli apparati normativi e bu- Dobbiamo quindi, ritrovare il senso, producendo così una città “dodecafoni- rocratici. Non sarà facile perché abbiamo il buon senso, le ragioni, gli obbiettivi, le ca”, non voluta, casuale ed improvvisata. attribuito alle norme, alla loro continua sintesi del progetto d’insieme, dove le di- Nei prossimi anni dovremo ritrovare proliferazione, la responsabilità di gover- verse complessità, le relazioni con l’intor- e riprendere le vecchie sonorità, com- nare la qualità urbana e architettonica. no, il contesto, non siano degli accidenti ponendo però delle nuove armonie: una Con questa delega, non siamo più abi- burocratici, ma il senso stesso dell’inter- “città armonica”. tuati al giudizio, al confronto sulle cose vento. Non sarà facile ricominciare a Per fare questo dobbiamo innanzitut- reali, abbiamo costruito una cultura del progettare sistemi urbani, ad immaginare to valutare criticamente e modificare gli progetto senza contenuti, ma ricca di parti di città e architetture legate al loro atteggiamenti, i “luoghi comuni” che ci vincoli, caratteristiche, adeguamenti e contesto significativo. Per troppi decenni hanno condotto in questa situazione. Solo così via. Ma non solo, ci siamo spaven- abbiamo attribuito alle norme, alla loro attraverso una profonda autocritica (che tati, abbiamo il terrore di valutare con i complessità, la responsabilità della quali- non deve mai essere un processo al pas- nostri occhi le cose. La nostra cultura del tà urbana ed architettonica. sato) si potrà raggiungere una nuova ed progetto è diventata impotente: abbiamo Così sono proliferate all’infinito. Più ci intelligente consapevolezza sul cosa fare.

51 Il nuovo modello Ambito strategico a: la mobilità “dolce” Ambito strategico e: il parco dell’outdoor L’impianto pianificatorio che è stato Progetti mirati: Progetti mirati: strutturato è composto dal Documento A1 le ciclabili della Piana E1 outdoor: la dorsale del tempo libero preliminare del PTC Alto Garda e Ledro e A2 la chiusura dell’anello ciclabile a nord E2 il parco delle Marocche e le dall’individuazione di:“Ambiti strategici”e di A3 le ciclabili di Ledro attrezzature “Progetti mirati”. A4 L’Alta via del Garda culturali e sportive Questa impostazione rappresenta un E3 i collegamenti di Drena e l’area unicum nel panorama trentino. Tale scelta Ambito strategico b: la fascia lago produttiva di Pietramurata risultava necessaria per un approccio sul Progetti mirati: territorio in grado di definire delle gerarchie B1 la città pedonale Ambito strategico f: l’open air museum di intervento e una relativa programmazione B2 nodi di interscambio di Tenno socioeconomico sostenibile per il futuro del B3 il nuovo asse pedonale ed il parco Progetti mirati: territorio. attrezzato F1 il recupero dei paesaggi rifiutati e il Si definiscono “Ambiti Strategici” porzio- B4 Polo nautico e ricreativo parco fluviale ni del territorio di interesse comunitario che B5 Il nuovo bordo d’acqua F2 l’open air museum di Tenno e il lungo rappresentano delle priorità strategiche per B6 Nodo di interscambio est a Conca d’Oro lago il PTC. Gli Ambiti Strategici hanno le caratte- Ambito strategico g: tra laghi e ristiche di avere spesso sviluppo e valenza Ambito strategico c: la conurbazione montagna intercomunale, i loro confini possono - su Riva Arco Progetti mirati: perare gli ambiti amministrativi dei singoli Progetti mirati: G1 Tremalzo: turismo e ambiente Comuni, e affrontano tematiche, aspetti, C1 l’asse RivArco G2 il parco naturale delle Alpi Ledrensi normative complesse, che innescano varie C2 l’Hub dell’Alto Garda e Ledro G3 il lungo lago di Ledro e i parchi fluviali questioni che il PTC non può tenere tra loro C3 Il nuovo parco ricreativo e sportivo della G4 porta di accesso ovest, tra il porto separate: configurazione urbana ed edilizia, Comunità Ponale e il lago di Ledro riqualificazione di manufatti e aree -già ur C4 la riqualificazione della zona industriale e G5 la razionalizzazione e riqualificazione banizzate nel rispetto e valorizzazione delle artigianale di Arco delle aree produttive di Ledro risorse e valenze paesaggistiche e ambien- tali, interventi sulle infrastrutture esistenti e Ambito strategico d: la città della salute di progetto. All’interno dei 7 ambiti strategici e del benessere sono poi individuati 27 progetti mirati di in- Progetti mirati: teresse comunitario. D1 la riqualificazione pedonale I “Progetti Mirati” sono dei progetti urba- dell’espansione di Arco e il recupero ni tematici, che affrontano ognuno una que- degli edifici per la cura ed il benessere stione specifica e delimitata, che trova però D2 il parco dell’olivaia e i percorsi una propria identità e senso all’interno della pedonali ricreativi complessiva strategia dell’Ambito Strategi- D3 la nuova accessibilità di Arco co di riferimento. Ogni Progetto Mirato definisce un peri- metro di intento, delle attività e funzioni da prevedere, scelte e criteri progettuali per l’attuazione degli stessi. e

f d

c

b

g a

52 Dall’individuazione dell’Ambito ai Progetti Mirati, un esempio

Arco ambito strategico c: C3 la conurbazione Riva Arco

progetti mirati c1 c2 c3 c4: C1 l’asse RivArco C4 C2 l’Hub dell’Alto Garda e Ledro C3 Il nuovo parco ricreativo e sportivo C1 della Comunità C C2 C4 la riqualificazione della zona industriale e artigianale di Arco

Riva del Garda

53 Contributi al dibattito 01 Un progetto per la costruzione col- pianificazione territoriale e di programmazio- L’Archivio iconografico dei lettiva di una archivio della memoria e di ne dello sviluppo e quelle della produzione paesaggi della Comunità Alta uno strumento per la pianificazione di cultura e della promozione culturale delle Valsugana e Bersntol Se consideriamo il paesaggio come parte comunità locali. rilevante del patrimonio di un territorio e se è Le politiche pubbliche in questi ambiti da vero che la sola possibilità di conservare tale una parte hanno un ruolo primario per i loro Vittorio Curzel patrimonio è fare in modo che esso continui effetti diretti nella vita quotidiana e nel futuro a evolvere senza perdere, anzi incrementan- dei territori, dall’altra rivelano gli atteggiamen- do le proprie qualità, allora diventa necessario ti che una comunità esprime verso il proprio individuare le condizioni che possono favorire patrimonio territoriale (in tutti i suoi aspetti) e tale evoluzione. la cura che le varie componenti sociali pon- La fotografia, in quanto efficace mezzo di gono nella tutela e nella valorizzazione degli osservazione delle trasformazioni del territo- elementi costitutivi dei caratteri identitari di rio e delle modalità di rappresentazione del quei luoghi e di quella cultura. paesaggio1, costituisce un importante e in- In questo contesto assumono una va- sostituibile strumento non solo per la costru- lenza prioritaria gli interventi nel campo della zione della memoria collettiva dei luoghi, ma produzione, della conservazione e della valo- anche come supporto per una buona piani- rizzazione della memoria, vale a dire in primo ficazione territoriale e per una progettazione luogo le azioni riguardanti archivi e musei. architettonica di qualità. Ma quali azioni mettere in atto per facili- La situazione socio-economica di questi tare l’utilizzo della fotografia di paesaggio per anni implica un’ulteriore constatazione: da queste finalità? Come raccogliere i materiali una parte dobbiamo fare i conti con una per- e come renderli fruibili? durante congiuntura di difficoltà del sistema In primo luogo è utile sottolineare che la economico-finanziario, di contrazione delle realizzazione di una struttura finalizzata a tale risorse pubbliche e di crescita dei costi per scopo, quale può essere un archivio icono- mantenere in efficienza le numerose struttu- grafico dei paesaggi di un territorio e di una re esistenti, dall’altra possiamo avvalerci delle comunità, deve essere preceduta e guidata potenzialità e della grande diffusione dell’ICT da una attenta riflessione sulle modalità della (Information and Communication Techno- sua costruzione. logy) nonché dell’espandersi di nuove forme Il tema della rappresentazione iconografi- di domanda di cultura, compresa la richiesta ca del territorio e del paesaggio va infatti col- di estensione temporale e spaziale della fru- locato nell’intersezione, non frequentemente ibilità dei beni (on demand e ad personam). praticata, ma necessaria, fra le politiche della Tutto questo suggerisce nuove prospettive di azione ed evidenzia la necessità di elaborare, accanto a sistemi per l’efficiente ed efficace gestione delle strutture esistenti, nuove stra- tegie complementari e alternative all’investi- mento su grandi progetti di contenitori fisici, peraltro oggi più difficilmente realizzabili. Una possibilità particolarmente interes- sante è costituita dal mettere in atto azioni di recupero e di valorizzazione del patrimonio culturale locale basate da una parte su un approccio dal basso, con una forte parteci- pazione della cittadinanza, dall’altra sul pro- muovere la progettazione e la costruzione di nuove strutture “virtuali” che si avvalgono di modalità di de-materializzazione dell’archivio

1. vedi Curzel V. (2015), Fotografia, territorio, paesaggio: elementi per una strategia della memoria e del progetto, in Curzel V., Toffolon B. (a cura di), Fotografia territorio paesaggio. Trento: Provincia Autonoma di Trento, Trentino School of Management, pp. 20-115. Il volume è disponibile anche in versione on line, sul sito www.paesaggiotrentino. it, sezione Documentazione/pubblicazioni

54 e dei suoi contenuti (attraverso l’utilizzo delle Territoriale di Comunità, in collaborazione co-metodologico, la realizzazione di un’inizia- tecnologie digitali e del web) e di dis-inter- con tsm-step Trentino School of Manage- tiva di questo tipo richiede evidentemente la mediazione, favorendo forme di accesso di- ment – Scuola per il governo del territorio e piena disponibilità di una intera comunità a retto a beni e servizi, senza dover passare at- del paesaggio della Provincia autonoma di farsi parte attiva nella implementazione di un traverso la mediazione di strutture fisiche ad Trento – Incarico speciale Studio, ricerca e progetto che in quanto prototipale porta con hoc. Un approccio di questo tipo ben si pre- documentazione sul territorio, costituisce un sé la necessità di aggiustamenti in corso d’o- sta inoltre all’inserimento dell’archivio in una significativo esempio delle possibilità offerte pera. La partecipazione deve dunque inten- rete, intesa come circuito di strutture con fi- da un archivio virtuale2. dersi non solo per quanto riguarda il confe- nalità analoghe, basato sulla inter-operabilità Si tratta di un’esperienza pilota che si pro- rimento dei materiali iconografici, ma anche delle fonti e dei loro contenitori nonché sullo pone di raccogliere fotografie e cartoline con come contributo fattivo alla progressiva mes- scambio dei risultati delle ricerche sulle prime immagini di paesaggi, nonché cartografie e sa a punto dell’azione. Nella fase di avvio del e delle esperienze di gestione dei secondi. altre forme di rappresentazione iconografica progetto sono stati organizzati una serie di La realizzazione di archivi virtuali, accanto del territorio nella disponibilità di enti locali, incontri con la popolazione per illustrare l’ini- agli archivi materiali, comunque indispensabi- biblioteche e musei, associazioni, collezionisti ziativa e raccogliere proposte e suggerimenti. li sia per la conservazioni dei beni che per lo e famiglie. All’iniziativa potranno essere suc- La partecipazione è la risorsa cruciale studio degli originali, consente una più vasta cessivamente interessati anche gli emigrati per la riuscita di un’operazione di questo tipo, fruizione degli stessi a costi molto contenuti. trentini all’estero nonché cittadini di altri pae- molto più delle risorse finanziarie necessarie, Inoltre l’utilizzo di data base relazionali rende si, nel caso si tratti di persone che frequenta- peraltro modeste. Al di là della raccolta effet- più agevole la consultazione e la contestualiz- no abitualmente le località della Comunità di tuata presso enti, associazioni o collezionisti, zazione delle opere nell’ambito di un confronto valle per villeggiatura e turismo. che spesso hanno già ordinato in maniera più fra fonti diverse nonché la loro interrogazione Il materiale raccolto è stato duplicato in o meno sistematica i materiali a loro disposi- e interpretazione all’interno del processo com- formato digitale e subito restituito ai proprie- zione, si tratta infatti di accedere a materiali plessivo della produzione culturale coeva. L’in- tari. Le copie digitali, ordinate e catalogate dispersi in piccole collezioni famigliari, talvolta teroperabilità fra archivi virtuali diversi allarga saranno a breve liberamente disponibili gra- dimenticate in qualche cassetto. Una raccolta questa possibilità da un archivio a un’intera zie a un sito web dedicato3. dunque difficile, che richiede tempo, capacità rete di archivi, moltiplicando così esponenzial- Data l’eterogeneità dei partecipanti all’i- di suscitare l’adesione, la fiducia e la collabo- mente la quantità dei materiali confrontabili, niziativa e la sua capillare diffusione in tutti razione di coloro che possiedono questi ma- su cui sviluppare l’attività di studio e di ricerca, i comuni e le frazioni che fanno parte della teriali, non di rado figli o nipoti di coloro che oltretutto consentendone la consultazione in Comunità, la sua implementazione ha pre- li raccolsero, di collezionisti e di appassionati qualsiasi momento e luogo, grazie alla reti tele- sentato non poche difficoltà dal punto di vista della storia del territorio e dei suoi paesaggi. matiche e all’utilizzo di strumentazioni portatili logistico e organizzativo. Fra gennaio e giugno 2015 sono state come smartphone e tablet. È stato dunque necessario predisporre raccolte circa ottomila immagini (fotografie e Oltre a questi vantaggi la realizzazione con cura: cartoline), presso 13 punti di raccolta, grazie di archivi virtuali consente una continua in- - la comunicazione e la promozione dell’i- a 14 enti (Comunità di Valle, Comuni, Biblio- terazione con i fruitori (tramite email, social niziativa (con un “piano media”, un calendario teche, Parrocchie, Associazioni) e 37 fra col- network, etc.). Nel caso di un archivio virtuale degli incontri pubblici, la redazione di comuni- lezionisti privati e famiglie. dei paesaggi di comunità si può per esempio cati per i vari canali comunicativi, la realizza- pensare ad attivare la possibilità che chiun- zione di materiali a stampa come locandine, I materiali dell’archivio virtuale on line co- que, dal ricercatore esperto, fino all’anziano pieghevoli, etc.); stituiranno una documentazione di grande ri- di un piccolo villaggio montano, possa contri- - il coinvolgimento della comunità nelle levanza per le attività di pianificazione territo- buire al completamento della scheda relativa sue varie componenti, anche attraverso part- riale nonché di progettazione, riqualificazione, a una fotografia o a una cartolina di cui non nership con le istituzioni locali (comuni e bi- rigenerazione e riuso del costruito, a favore si conosce l’autore né il luogo raffigurato, a blioteche), le realtà associative, il mondo della di uno sviluppo equilibrato e sostenibile. L’ar- cui non si è riusciti ad attribuire una precisa scuola e della cultura, i media locali; chivio costituirà inoltre una fonte significativa datazione o non è nota l’esistenza di stampati - le procedure di raccolta dei materiali sulla storia e la memoria del paesaggio della su cui sia stata pubblicata. Allo stesso modo iconografici (compresa l’individuazione dei Comunità, di cui potranno fruire studiosi, ri- chiunque potrebbe segnalare la presenza luoghi dove le persone potevano conferire le cercatori e cultori della storia locale, le scuole sul territorio di materiali correlabili o metterli immagini a loro disposizione) nonché l’orga- e le biblioteche comunali, le associazioni cul- personalmente a disposizione per la loro du- nizzazione dell’attività di duplicazione digitale turali, gli enti della promozione turistica e del plicazione digitale, in modo da incrementare e prima schedatura dei materiali; marketing territoriale, tutti i cittadini interes- continuamente nel tempo il patrimonio docu- - la predisposizione delle procedure di sati. Come ulteriore esito del progetto è pre- mentale del sito. archiviazione e pubblicazione on line (com- vista la realizzazione di una mostra itinerante Il progetto Paesaggi di Comunità per la presa la messa a punto della piattaforma sof- e di un catalogo con le immagini ritenute più costruzione collettiva di un Archivio icono- tware e delle interfacce grafiche del sito web significative, come momento di restituzione grafico del paesaggio della Comunità Alta dedicato, l’architettura concettuale dell’ar- pubblica dei risultati di una iniziativa parteci- Valsugana e Bersntol, un’iniziativa promos- chivio nonché le modalità di catalogazione/ pata, che si è proposta alla cittadinanza come sa dalla omonima comunità di valle nell’am- schedatura dei materiali). un’interessante opportunità per costruire in- bito delle iniziative correlate con il Piano Al di là degli aspetti di carattere scientifi- sieme il “bene comune” della memoria dei propri paesaggi, collaborando alla realizza-

2.Il progetto è stato ideato da chi scrive, che ne ha curato anche il coordinamento scientifico e organizzativo, inclusa la progettazione e l’implementazione zione di un archivio a cui tutti potranno poi del sito web dedicato. La Comunità Alta Valsugana e Bersntol ha collaborato alla progettazione e all’implementazione dell’iniziativa, nelle persone di Anita Briani, Assessore all’Urbanistica e Paola Ricchi, Dirigente del Servizio Urbanistica. Allo scopo la Comunità, nell’ambito delle attività per la accedere per conoscere meglio questo pa- Pianificazione territoriale di Comunità, ha affidato un incarico di collaborazione, a seguito di procedura selettiva, a Katia Lenzi, che ha seguito le attività di raccolta e di schedatura dei materiali. Per la Comunità di Valle ha inoltre collaborato Serena Tonezzer. Per la progettazione e l’implementazione trimonio della storia della Comunità e della del sito web dedicato ha collaborato la cooperativa di ricerca TeSto territorio, storia e società, di Fiera di Primiero (TN), con Ester e Francesca Brunet, Alberto Cosner, Simone Gaio, Angelo Longo, con i quali ha collaborato Giuseppe Naponiello (Arc-Team). Per la pubblicazione dei materiali sul sito ha vita quotidiana dei suoi abitanti nel corso del collaborato Steven Chiusole di tsm, Trentino School of Management. 3. www.altavalsugana.paesaggiocomunita.it tempo.

55 02 Pianificare qui, nelle Alpi, ci pone co- limiti delle cosiddette “aree urbanizzate”, Landscape vs Urbanscape: stantemente di fronte a delle scelte. abbracciando intere sezioni territoriali. la natura del paesaggio Il nostro territorio è “spiegazzato”, Solo considerando uno spazio isotropo, trentino complesso, discontinuo, fratturato da questi abitati possono apparire dispersi e molte valli che rappresentano delle uni- slegati. In realtà, essi sono strettamente tà socio-economiche e delle singolarità interconnessi fra loro e con la morfologia Loredana Ponticelli ambientali e culturali. Ogni situazione del suolo, che è struttura portante ed uni- obbliga a stabilire di volta in volta quale ficante dell’intero sistema. sia il focus della pianificazione: è la città Per questo non è possibile prescinde- come luogo che accentra i servizi e svol- re dai caratteri alpini del territorio in cui "Per un problema locale bisogna ge compiti sociali per il territorio abitato viviamo. In Trentino la superficie poten- inventare un metodo locale. alle quote più alte? Oppure si vuole un zialmente insediabile è meno del 18%. Ogni volta che si cerca di aprire territorio diffusamente equipaggiato e Metà del territorio è situata oltre i una serratura diversa, capace di una propria autonomia? De- 1.400 metri di quota, il 30% fra i 1.400 occorre forgiare vono prevalere gli aspetti formali o quelli e gli 800 metri e solo il 2% è compreso la chiave specifica, funzionali dell’insediamento? È lo spazio entro i 200 metri di altitudine. Più della quindi necessariamente abitato come risultato di un progetto de- metà è ricoperto da boschi ed il rima- irriconoscibile e senza equivalenti miurgico o come frutto di un processo nente 31% è costituito da aree naturali sul mercato dei metodi." collettivo? protette. Le aree agricole, pur occupan- Michel Serres La risposta a ciascuno di questi inter- do l’intero suolo coltivabile, in tutto non rogativi dipende dall’immaginario territo- arrivano al 10% del territorio mentre le riale a cui si fa riferimento. Tale immagi- aree urbanizzate rappresentano solo il nario è un carattere proprio di ciascuna 2%. In questo contesto, il 92% dei centri comunità e va riconosciuto più che attri- abitati è costituito da piccoli nuclei (da buito in astratto. 125 a 5.000 abitanti), nei quali tuttavia vive più della metà dell’intera popola- L’interpretazione dell’immaginario loca- zione trentina. Dal punto di vista semi- le è, a mio avviso, un passaggio importante. ologico, l’unità significativa del territorio Non si tratta di un’operazione anali- trentino non è quindi la città ma la valle. tica separata dal processo di pianifica- zione, ma di una fase progettuale stret- Insiemi funzionali tamente finalizzata e dal valore predit- La valle è la struttura elementare tivo. Ogni specifica situazione richiede con cui si rappresenta il territorio, an- l’invenzione di un metodo “tagliato” su che negli ambiti urbani. Per ogni centro misura, che non deve pretendere di co- abitato, grande o piccolo, esiste una stituire una “nuova” teoria. Tralasciare di montagna di riferimento attorno alla affrontare questa fase, o liquidarla come quale, storicamente, gravita la popola- noiosamente superflua, non la definirei zione. Il fondamento dell’abitare monta- un’azione “virtuosa”, come ho sentito af- no - di cui le valli trentine costituiscono fermare da alcuni, ma semmai “virtuale” un esempio paradigmatico - non si basa perchè dimostra un sostanziale distacco sulla costruzione di uno “spazio urba- ed un’arrogante indifferenza al territorio. no” (urbanscape) distinto dal “territorio aperto” (landscape) ma sulla costruzio- Caratteri dominanti e caratteri ne dell’intero ambiente insediativo. recessivi I nuclei d’alta quota, i masi sparsi, le Nonostante nei fondovalle più ampi malghe, le strutture rurali e gli innume- si siano sviluppati alcuni centri di rilievo revoli manufatti temporanei in legno che ed il capoluogo provinciale rappresenti costellano le pendici, costituiscono l’ide- una delle città più rilevanti dell’arco al- ale prolungamento degli insediamenti di pino, la dimensione urbana - in senso fondovalle, secondo logiche organizzati- classico - non è il carattere dominante ve e confini strettamente legati alla con- dell’insediamento trentino. formazione orografica del suolo, alla sua L’esiguità di spazio disponibile per storia amministrativa, alla disponibilità l’attività umana ha portato allo sviluppo di risorse idriche, alla fertilità dei campi. di forme insediative diffuse che amplifi- Rarefatta solo in apparenza, la struttura cano il concetto dell’abitare ben oltre i insediativa è in realtà strettamente in-

56 terconnessa ed occupa tutto lo spazio edifici, è l’andamento della valle a defini- ecc.). Il concetto di “spazio aperto”, nelle disponibile per l’attività umana. Il suo re i tracciati delle vie principali su cui si im- culture montane, non coincide quasi mai ritmo non è dato dall’alternanza di pieni postano gli insediamenti di fondovalle ed con quello di “spazio pubblico”. Lo spa- e vuoti ma dall’articolazione di “pieni” ar- è la rete viaria e delle strade interpoderali zio pubblico è, infatti, una nota distintiva chitettonici e “pieni” paesaggistici. Nes- che tiene insieme tutti questi episodi. della cultura urbana. suno spazio è “vuoto” o privo di senso. È paradossale che questi spazi col- Nessuna posizione – delle costruzioni o Spazi aperti lettivi parte dell’immaginario locale dei campi – è scelta “a caso”. L’abitare L’immaginario spaziale della valle è vengano “restituiti” alla comunità solo può anche essere sparso ma lo è secon- dominato dagli spazi aperti più che da dopo essere stati oggetto d’interventi do delle regole precise, strettamente quelli edificati. di restyling basati su logiche e prassi dipendenti dalla struttura e dall’ecolo- Questi spazi aperti, geneticamente urbanocentriche. Il formalismo con cui gia dello spazio montano. Non si tratta legati ai centri abitati, costituiscono il si trasformano gli spazi aperti prossimi di disordine, di sprawl, ma piuttosto di vero e autentico spazio rappresentati- ai centri abitati, “riqualificandoli”, rivela “ordine sparso”. vo della valle: sono dei veri elementi di lo spaesamento culturale che investe i Le valli si possono leggere come connessione, non solo dal punto di vista territori montani. L’assenza di riferimen- degli insiemi funzionali in cui non c’è in- del disegno territoriale ma soprattutto ti originali - o l’incapacità di trovarli - è dipendenza fra centri di fondovalle e in- dal punto di vista identitario e culturale. colmata attingendo al repertorio dei mo- sediamenti di pendice e in quota, i quali Tant’è che le genti delle valli li hanno delli e delle esperienze di progettazione vengono intersecati da campi coltivati, resi partecipi della propria storia attri- urbana ampiamente disponibili, purtrop- pascoli, boschi, radure, strade, slarghi e buendo loro un nome che ne descrive po quasi mai pertinenti. interstizi fra e dentro i centri abitati, che i caratteri e li trasforma in luoghi. È in L’ossessione del design contempo- costituiscono il “codice genetico” dell’in- essi che si rivela con maggior forza l’im- raneo, da sola, non giustifica l’idea che sediamento alle alte quote. Le regole di maginario locale. sia necessario “reinventare” i luoghi. La questo codice sono riconoscibili anche Tuttavia la struttura del territorio non cultura insediativa alpina non basa la nella struttura annucleata dei centri abi- è comprensibile appieno se si tralascia sua identità nell’immagine dei luoghi ma tati, piccoli e grandi, che si dispongono di considerare che gli spazi aperti mon- nel tipo di relazioni tra gli elementi che nei fondovalle ed a quote più elevate, tani sono quasi sempre privati (di pro- costituiscono il paesaggio. Per questo rivelando una cultura insediativa unitaria prietà collettiva o individuale) anche se l’essenza del paesaggio montano non è e coerente. È la struttura di questi spazi regolati da diritti pubblici (diritti di passo, (solo) di carattere estetico ma soprattut- a dare le direzioni e gli orientamenti agli usi civici, “regole”, statuti di comunità, to di tipo relazionale.

57 03 1. Fra i vari temi emersi dal terzo ap- limitazione nella visione territoriale (lo stu- Masterplan vs PRG: puntamento ”Esperienze e prospettive dei dio relativo ad un solo territorio comunale PTC”, punto d’osservazione sul percorso di è considerato decisamente obsoleto e re- il ruolo dei Piani territoriali formazione dei Piani Territoriali di Comunità strittivo per le attuali dinamiche di mobilità), di Comunità organizzato nel maggio di quest’anno, dal- per il poco valore “progettuale” storicamen- la Commissione “Urbanistica e Paesaggio” te attribuito alla valorizzazione di elementi del Consiglio dell’Ordine Architetti PPC, paesaggistici e di landscaping, ed il valore Vittoriano Uez uno particolarmente importante riguarda il primario che questi hanno ormai oggettiva- dibattito sul superamento delle logiche tra- mente assunto come costituenti di caratte- dizionali della pianificazione territoriale. rizzazione e di individuazione culturale del Un tema questo emerso sia a seguito territorio. delle premesse della nuova legge urbani- È dunque opinione comune che il PRG stica provinciale (nel frattempo entrata in debba essere rivalutato, svuotato di conte- vigore come LP 15/2015), descritte nell’in- nuti strategici e semplificato dal punto di tervento tenuto dall’assessore provinciale vista normativo. Già la LP 1/2008 poneva all’Urbanistica Carlo Daldoss, sia nelle pre- intrinsecamente le premesse per un supe- sentazioni dei piani, esposti dai redattori nel- ramento della logica di programmazione del le loro diverse declinazioni, situazioni e stati PRG, ora la nuova legge urbanistica provin- d’avanzamento. ciale, nel rispetto delle direttive europee, ri- Appare intuitivo che la conseguenza ducendo le aree di espansione, valorizzando dell’introduzione della nuova legge nei suoi la ristrutturazione del patrimonio esistente principi costitutivi, comporta un completo e promuovendo il risparmio di suolo, facili- ripensamento della pianificazione urbanisti- tando il passaggio di destinazione tra fun- ca in provincia di Trento, ed introduce una zioni produttive, quando fra esse compati- mutata prospettiva delle logiche di sviluppo bili, rende questo superamento necessario. edilizio, ed una probabile sostanzialmente In generale, dalla nuova legge provinciale 1 - Masterplan Bolzano 2020 : l’idea di piano si fa diversa valutazione del ruolo del PRG come pare emergere una accresciuta prevalenza progetto e prefigurazione di architettura urbana principale strumento strategico di pianifica- strategica del PTC, a fronte di un parziale zione del territorio. svuotamento della stessa valenza a carico Un tema, quest’ultimo peraltro già cen- del PRG. Alcune competenze passano de- trale nel dibattito urbanistico nazionale degli finitivamente dal PRG alla pianificazione ultimi anni. È opinione condivisa, infatti, fra sovraordinata. architetti ed urbanisti, ma anche fra opera- tori economici ed amministratori, che il PRG 2. Se ci spostiamo ora in uno scenario nonostante la sua storica legittimità norma- nazionale (ma anche internazionale) in rapi- tiva e la prerogativa vincolistica con la quale da evoluzione dove è tematica emergente incide direttamente sull’assetto del territorio, lo studio e la proposta di nuove modalità sia ormai uno strumento strategico obsoleto di pianificazione, possiamo constatare che e superato, troppo rigido, inadatto a gestire uno dei modelli, che sta riscuotendo un la velocità di metamorfosi delle dinamiche certo riscontro (non solo in campo urbani- della “società liquida”. stico) è senza dubbio il cosiddetto Master- Nell’ attuale scenario socio-economico, plan, documento di indirizzo strategico, non infatti, caratterizzato da carenza di opportu- prescrittivo e caratterizzato da procedure nità di sviluppo, ormai troppe volte Il PRG partecipative in senso lato, ovvero aperto 2 - Masterplan Bolzano 2020 : la compresenza nel piano di soluzioni urbanistiche ed architettoniche si è dimostrato incapace di adattarsi ai mu- al contributo di tutti i soggetti pubblici e pri- tevoli scenari ed alle diverse esigenze dei vati interessati allo sviluppo sostenibile del flussi dei capitali, con conseguente perdita territorio. Strumento di derivazione anglo- di occasioni di crescita, mancata creazione sassone nato in origine per la gestione dello di posti di lavoro e di opportunità sociali, op- sviluppo economico o “development Ma- pure anche sul lato pubblico, spreco di risor- sterplan” (può infatti configurarsi anche solo se, duplicazione e sovrapposizione di servizi, come strumento finanziario, o come vero e scarso coordinamento delle realtà territoriali proprio piano finanziario), presenta nella sua E questo vale sia per l’ambito pretta- declinazione urbanistica, alcune particolarità mente urbano, più carico di attività produtti- interessanti: si configura come un piano de- ve diversificate e difficilmente definibili nella finito e concreto, che parte dalle esigenze arch. Vittoriano Uez Commissione “Urbanistica e Paesaggio” stringente logica cartografica e normativa reali, che tiene conto fin da principio dei di- ordine architetti PPC del PRG, sia nei territori rurali, per la sua versi attori territoriali, contrariamente al PRG

58 dove questo aspetto è secondario rispetto lenza paesaggistica del contesto), strumenti come strumento legislativo provinciale. all’idea di sviluppo ed alla (presunta) inter- con i quali si sta cercando di movimentare Le criticità che si profilano all’orizzonte pretazione della vocazione territoriale. la staticità economica della trasformazione dei nuovi PTC sono peraltro di varia na- Il Masterplan normalmente si attua in tre urbana. tura. Al di là del nome, ciò che allo stato fasi: la prima, delimita ed individua un ambito attuale sembra mancare al PTC rispetto al più o meno ampio ma circoscritto (potrebbe 3. Un aspetto interessante ed innovativo Masterplan è la delineazione del quadro essere un’area definita da riqualificare, ma che sembra emergere dalle tematiche del attuativo, sia per l’aspetto normativo, ma anche un solo aspetto funzionale quale ad Convegno 2015, è quello di una certa pos- soprattutto per quello economico, all’in- esempio il trasporto pubblico, altri aspetti sibile analogia metodologica tra Piani Terri- terno di cui operare. Oltre all’aspetto della economici, etc) in via preliminare ne analiz- toriali di Comunità e Masterplan strategico, normativa di attuazione, fino ad ora non za le tematiche rilevanti, ne evidenzia lo sta- una possibilità peraltro evocata dagli stessi affrontato dai vari PTC (vedremo come to dei luoghi, le criticità e le potenzialità del relatori intervenuti. andrà ad incidere la LP 15/2015), so- territorio, le attività economiche presenti, il Quantunque il PTC sia una entità per prattutto in riferimento ad una retrospet- contesto sociale e le caratteristiche storico- cosi dire, in via di definizione (i PTC sono tiva “storica” della pianificazione, preme culturali e ambientali. giunti perlopiù alla fase del “Documento l’assetto economico, ormai decisivo. In pri- È una fase eminentemente analitica. preliminare”) , alcuni temi sono evidente- mis, la verifica della disponibilità di risorse Nella seconda fase vengono definiti le linee mente comuni: il fondarsi su accordi diretti pubbliche e private all’interno delle quali di sviluppo ovvero strategie, azioni e proget- tra soggetti stakeholders, il procedere per operare, tali che siano in grado di garanti- ti volte alla valorizzazione del sistema eco- tematismi concreti e ben definiti e suffi- re l’attuazione del piano o delle sue parti, nomico e del patrimonio culturale, sociale, cientemente circoscritti, anziché per linee ovvero la programmazione delle strategie ambientale, del paesaggio e delle peculia- programmatiche desunte da modelli astratti, e dei percorsi per ottenere i finanziamenti rità specifiche, nonché individuazione delle tipici del PRG, la flessibilità che può nascere necessari al conseguimento degli obietti- possibili fonti di finanziamento pubbliche o dallo stesso accordo quadro di programma, vi, la fase tre del Masterplan, la defini- private. posto alla base della pianificazione, che crea zione della prefigurazione economica del La terza fase consiste nella messa in da subito la premessa per sviluppi concreti e piano, l’aspetto dunque più eminentemen- opera e gestione delle azioni volte alla at- realizzazioni possibili. te “politico-economico” della programma- tuazione del piano. Questa fase comprende Ed inoltre il superamento dei limiti am- zione, storicamente carente nella nostra un processo complesso di integrazione con ministrativi in un ottica di continuità per temi tradizione attuativa. gli strumenti della pianificazione urbanisti- (o stralci) funzionali, premessa necessaria A tal proposito lo strumento Master- ca e con i programmi finanziari approvati in ad una ottimizzazione territoriale delle ri- plan, nato dal lucido pragmatismo della accordo di programma o con altre forme di sorse, la possibilità di giungere, nelle fasi tradizione anglosassone, chiude il cerchio strumenti finanziari: un processo che preve- più avanzate ad una prefigurazione di ponendo da subito la questione della co- de fasi di monitoraggio e di feedback. Molto soluzioni architettoniche ed urbanistiche pertura economica sempre nel contesto di importante in questa fase risulta l’analisi del- reali – soprattutto dove, sul fronte nor- un moderno “cycle of life” che contempli la componente economica e del business mativo, il Piano Territoriale di Comunità aspetti non solo di immediata ricaduta plan che conduce poi alla fase esecutiva. è chiamato a proporre ”…eventuali atti di politica o economica, ma di generale so- Nella sua declinazione architettonica ed indirizzo e manuali tipologici a supporto stenibilità eco-sociale degli obiettivi finali. urbanistica, la caratteristica del Masterplan (..) delle funzioni autorizzative in materia Non si tratta dunque solo di prefigurazio- è di cogliere dal principio i “nodi” della pia- di paesaggio ed urbanistica” (art. 23 com- ne puramente ideale o utopica, ma di una nificazione è fornire da subito i possibili esiti ma 4 lett. d) LP15/2015). Un momento concreta gestione economica di risorse in architettonici finali del piano e di renderli questo aperto ad una interdisciplinarità tra funzione degli obiettivi finali, non neces- cosi comprensibili per un numero più am- urbanistica ed architettura, che potrebbe sariamente immediati , ma strategici nel pio di cittadini aprendo un dibattito demo- aprire implicazioni interessanti in termini medio e lungo periodo, siano essi sociali, cratico. La strada del Masterplan, peraltro, di qualità del costruito. Altro aspetto, in- territoriali, economici infrastrutturali, con non è nuova alle nostre realtà ed è già stata fine, contrariamente al PRG, le previsioni un continuo processo di feed-back e di au- percorsa, anche in contesti limitrofi: Bolza- contenute nel PTC non pongono diritti o tovalutazione fra testa e coda del proces- no, ad esempio ha adottato un Masterplan obblighi diretti sulle proprietà interessate. so di pianificazione/attuazione, sempre in Comunale nel 2009 (Masterplan Bolzano Potrebbe rivelarsi utile dunque, anche nel- relazione alla visione dell’intero processo. 2020), uno strumento molto interessante la prospettiva delle fusioni dei comuni (in Nella prassi internazionale del Masterplan che meriterebbe di essere approfondito e alcuni casi PRG e PTC andranno quasi a quindi, una azione programmatica energi- studiato anche in vista della revisione del sovrapporsi) e della razionalizzazione delle ca è operata da subito nella valutazione PRG a Trento. Altre città italiane hanno risorse, che il ruolo strategico sia definiti- della copertura economica, per far si che adottato o stanno adottando Masterplan, o vamente assolto dai PTC , ovviamente in le idee non rimangano soltanto sulla carta, utilizzando strumenti simili; in Trentino, Ro- esegesi alle direttive del PUP. con massimo spreco di risorse progettuali vereto ha utilizzato il Masterplan nel 2011, La caratteristica di considerare porzio- ed economiche. Una prassi che pare tanto con l’elaborazione dell’area Rosmini – Sta- ni più ampie di territorio la valorizzazione lontana dalla nostra quotidianità, che parte zione, piano elaborato dallo studio EBV del ruolo del paesaggio come risorsa an- da grandi visioni (normalmente “politica- Barozzi Veiga, in Veneto parecchi comuni che economica, oltre che identitaria del mente ispirate”), per risolversi nel poco o hanno “accantonato” il PRG per procedere PTC, potrebbe rappresentare un ulterio- nulla, talvolta nel superfluo, o bloccarsi per con accordi territoriali e progetti d’area sul re valore aggiunto, nella direzione di una mancanza di fondi, o peggio, di consenso genere del Masterplan (per alcuni Comu- pianificazione innovativa e sperimentale. Il a causa di una inefficiente “condivisione ni della zona del Garda veronese, vedi ad PTC pare quindi proporsi come potenziale democratica” del progetto. esempio l’esperienza dello studio di Marco strumento innovativo di pianificazione an- La sfida futura dei PTC sembra giocarsi Ardielli in “Masterplan: né piano, né proget- che a livello di esempio nazionale, anche dunque nella loro possibilità di incidere con- to” INU Edizioni 2012 – anche per la va- per la sua caratteristica non episodica, ma cretamente sul territorio.

59 04 Se è chiaro che cos’è un Documen- gono il territorio della Comunità lo ha Alto Garda e Ledro to preliminare (1) assai più difficile approvato assieme all’accordo quadro di Dal Documento preliminare appare definire un Piano territoriale di programma) ed ora sono proprio gli am- al Piano territoriale Comunità. ministratori comunali a chiedere una ra- Seguire fedelmente le indicazioni pida elaborazione del Piano territoriale. formulate dalla normativa provinciale Gianfranco Zolin (allora L.P. 4 marzo 2008 n. 1 art. 21 Il Documento preliminare ultime “obiettivi e contenuti del PTC” ora L.P. considerazioni 4 agosto 2015 n. 15 art. 23 “obiettivi, Dalla lettura del Documento preli- contenuti e struttura del PTC”) porte- minare al PTC dell’Alto Garda e Ledro rebbe a produrre un fac-simile del PUP, derivano alcune considerazioni: ma ad una scala di maggior dettaglio a) I PRG sono inadatti a cogliere le con integrazioni derivate dal PGUAP relazioni, i flussi e le connessioni terri- (Piano di gestione e utilizzazione ac- toriali; inoltre la loro elaborazione non que pubbliche) e dal Piano della Mobi- permette di ottimizzare l’utilizzo delle lità provinciale. Un piano quindi dove la risorse economiche, perché è insito nel progettualità è quasi del tutto assente, loro dna e nella loro dimensione preve- uno strumento conoscitivo ma di scar- dere la localizzazione di tutte le funzio- so interesse per lo sviluppo socioeco- ni, le attrezzature e i servizi attribuibili nomico di un’area vasta. ad un comune duplicando così quelle dei comuni limitrofi. In Italia i PRG han- Il Documento preliminare della no visto la luce a partire dal 1865, si Comunità Alto Garda e Ledro sono diffusi dopo il 1942 ma in Tren- La stesura del Documento prelimi- tino molto più tardi e nel frattempo la nare è stata affidata al prof. Alberto società è cambiata profondamente. Cecchetto, il quale, assieme all’Ufficio Per molti di noi è assolutamente di Piano, ha predisposto tre versioni normale risiedere in un comune, lavo- della proposta. Alla sua elaborazione rare o studiare in un altro, fare acquisti hanno partecipato il dott. Enrico Bra- e rilassarsi in un altro ancora: ne con- merini per l’analisi e le proiezioni socio segue che il nostro habitat non è l’am- economiche, lo studio Netmobility per bito comunale ma un territorio molto le questioni legate alla mobilità, l’arch. più ampio. Giorgio Campolongo per la Valutazione b) La pianificazione bidimensiona- ambientale strategica (VAS) e Thomas le basata sull’individuazione di aree Franzinelli per l’apparato cartografico. omogenee monofunzionali duplicate in Un ruolo di primo piano è stato svolto ogni comune ha determinato un grande dall’assessore all’urbanistica della Co- spreco di territorio ed elevati costi di munità, arch. Mauro Malfer il quale ha gestione. garantito il coinvolgimento di tutti i sin- Basti pensare alla gestione delle daci e delle rispettive amministrazioni reti di acquedotto, fognatura, illumina- in ogni fase di elaborazione del docu- zione pubblica, raccolta di rifiuti, tra- mento. sporti pubblici e sgombero neve. Nella Il team ha lavorato con passione riqualificazione delle periferie la piani- nella stesura delle varie versioni ed ha ficazione più avanzata dovrà reinter- dialogato con 180 portatori di interes- pretare la tridimensionale multifunzio- se e competenze. Questo coinvolgi- nalità dei centri storici. Gli insediamenti mento ha avuto anche una vasta eco storici infatti rappresentano insuperati sulla stampa locale diventando oggetto esempi di qualità architettonica e luo- di dibattito e confronto culturale. ghi identitari di aggregazione sociale. La partecipazione (2) è stata com- c) I parametri per misurare la bontà plessa e sfiancante ma ha prodotto un e l’efficacia di un piano territoriale non GIANFRANCO ZOLIN CAPO UFFICIO URBANISTICA documento condiviso (l’80% dei con- sono gli standard urbanistici, né il PIL, COMUNITà ALTO GARDA E LEDRO siglieri dei sette comuni che compon- né la percentuale d’uso del suolo utiliz-

60 Sistema infrastrutturale del PRG di Arco. Si noti l’assenza di relazioni con il territorio del comune confinante (Riva del Garda). zato, ma il raggiungimento di un’elevata della Comunità Alto Garda e Ledro per sere uno strumento di ulteriori vincoli qualità della vita della popolazione resi- l’individuazione degli obiettivi. e nuove norme ma un piano che legge dente. Questa può essere prima indaga- d) La percezione di aver raggiunto il le vocazioni di un territorio, evidenzia le ta e poi definita dai seguenti elementi limite nel consumo di territorio è ormai contraddizioni del sistema per eliminar- (4): Salute, Sicurezza, Istruzione e for- esperienza diffusa e condivisa in larghi ne gli sprechi e la sovrapposizione di mazione, Benessere soggettivo, Lavoro strati della popolazione oltre che negli competenze, interpreta i desideri ed i e conciliazione tempi di vita, Paesaggio amministratori comunali. Il Documento sogni della Comunità insediata, ponen- e patrimonio culturale, Benessere eco- preliminare della Comunità Alto Garda e do le basi per uno sviluppo sostenibi- nomico, Ambiente, Relazioni sociali, Ri- Ledro ha raccolto questa esigenza tra- le e, nel caso di un distretto turistico cerca e innovazione, Politica e istituzio- sferendola negli obiettivi ed interpretan- com’è quello dell’Alto Garda e Ledro, ni, Qualità dei servizi. dola con numerosi esempi progettuali, capace di misurarsi, nel contempo, con Per questo motivo il Documento pre- non ultimo il Piano stralcio in materia di competitors mondiali che nel caso spe- liminare ed il Piano stralcio in materia di programmazione urbanistica del settore cifico sono Aarhus in Danimarca per programmazione urbanistica del settore commerciale, il quale non prevede nuo- gli sport velici e Queenstown in Nuova commerciale si sono avvalsi anche del- ve grandi strutture di vendita. Zelanda per le attività outdoor in am- le indicazioni fornite dal Piano sociale e) Il Piano territoriale non deve es- biente alpino.

61 Piani territoriali: tendenze pro- litana policentrica di 25 poli urbani con gettuali sette milioni di abitanti. Il piano/proget- La pianificazione territoriale in Ita- to si è evoluto dagli anni Settanta man- lia è caratterizzata dall’elaborazione di tenendo però alcuni obiettivi: città com- piani paesistici e piani territoriali di patte, metropoli polinucleare, protezione coordinamento. In Provincia di Trento il del verde, tutela delle aree agricole e riferimento è dato dal Piano Urbanisti- potenziamento trasporti pubblici. In un co Provinciale (PUP) che assolve en- recente progetto denominato Leidsche trambe le competenze (paesaggistiche Rijn Utrecht si sottolinea la necessità e di coordinamento) e dall’ambiziosa di sviluppare mix funzionali (commercio, sperimentazione dei Piani territoriali di residenza uffici), l’accessibilità ferrovia- Comunità. ria, il parco lineare con percorsi ciclope- Tuttavia, i contenuti e gli obiettivi donali e il parco archeologico. Nel 2004 che il Documento preliminare ha as- il “5° Rapporto nazionale sulla pianifi- segnato al Piano territoriale della Co- cazione spaziale” conferma gli obiettivi munità Alto Garda e Ledro rendono iniziali ampliandoli: la pianificazione po- questo strumento più vicino ad alcuni licentrica, la densificazione, il controllo esempi di pianificazione dei paesi del del consumo di suolo, il potenziamento nord Europa piuttosto che alle indica- dei trasporti pubblici e la costruzione di zioni della legge urbanistica trentina. Il scenari (spaziali) gestiti insieme dalle PTC dell’Alto Garda e Ledro assolverà provincie e dalle municipalità. quindi ai contenuti prescritti dalla nor- Un dato comune a tutte le principa- mativa provinciale ma, nel contempo, li esperienze nord europee è quello di preciserà un’ampia serie di progetti attribuire alla pianificazione urbanistica di rilevanza sovracomunale ponendosi obiettivi e azioni basate sulla sosteni- quindi in stretto rapporto con la pianifi- bilità ambientale, sociale ed economica cazione europea. tendendo alla ristrutturazione dell’e- In ambito nord europeo, dove la tra- sistente. Sono imperativi confermati dizione della pianificazione intercomu- dall’Agenzia Europea per l’Ambiente nale è presente dalla seconda metà del (EEA 2006), la quale ribadisce la ne- XX secolo, la redazione di piani d’area cessità di contrastare la dispersione vasta assegna allo strumento urbanisti- urbana puntando alla riduzione del con- co contenuti progettuali assai precisi e sumo di suolo ad uso urbano inteso coinvolge amministrazioni comunali e come sinonimo di consumo di natura, di investitori privati: paesaggio, di risorse agricole, di risorse - il piano/progetto inglese denomi- idriche ed energetiche, di biodiversità, nato Thames Gateway (5) per la ristrut- biopermeabilità ecc.. turazione dell’urbanizzazione lungo il Sono raccomandazioni analoghe a ramo orientale del Tamigi fino alla Mani- quelle suggerite da Renzo Piano: “Oggi ca riutilizza le numerose aree industriali la crescita anziché esplosiva deve es- dismesse in un vasto progetto di trasfor- sere implosiva, ….. Parlo d’intensifi- mazione urbana e territoriale promosso care la città, costruire sul costruito. In da un’associazione inter-amministrativa questo senso è importante una green di governi locali con la partecipazione di belt come la chiamano gli inglesi, una soggetti privati; cintura verde che definisca con chia- - la pianificazione tedesca rezza il confine invalicabile tra città e dell’Emscher Park (6), nella regione campagna” e sottolinea la necessità di Ruhr, è anch’essa finalizzata alla riutiliz- “portare un mix di funzioni nelle peri- zazione e il recupero del territorio delle ferie”(3). aree industriali dismesse ed è basata Il PTC dell’Alto Garda e Ledro sarà su principi di sviluppo sostenibile defi- permeato da queste indicazioni proget- niti da specifici progetti mirati, elaborati tuali, già riportate dal documento preli- attraverso la concertazione tra comuni e minare, ma verranno declinate alla real- investitori privati; tà di una comunità di 50.000 abitanti, - l’ultimo riferimento, ad una scala distribuita in un ambito policentrico mol- ancora più ampia, è lo sviluppo della to vario di 353 kmq, dove il paesaggio Randstad Holland (7) un’area metropo- e le attività economiche che su esso si

62 sviluppano sono interdipendenti ed in per usare un eufemismo, “problematica” delicato equilibrio. sotto vari aspetti. Per la redazione di un documento Il Piano territoriale della Comuni- preliminare ci si può rivolgere a consu- tà Alto Garda e Ledro lenti esterni, e con un lavoro di squadra, Per rispondere ai contenuti richie- arrivare alla definizione di un buon pro- sti dalla normativa (allora art. 21 L.P. 4 dotto ma elaborare un piano richiede un marzo 2008 n. 1 ora art. 23 L.P. 4 ago- preciso e minuzioso lavoro che comporta sto 2015 n. 15) garantendo continuità continui aggiustamenti, aggiornamenti e e coerenza alla progettualità proposta soprattutto una gestione continua. dal documento preliminare appare ne- La rapidità dei cambiamenti non cessario lavorare su tre fronti contem- consente più di lavorare su suppor- poraneamente: ti statici ma piuttosto su documenti in - elaborare l’enorme massa di dati, continuo divenire. Per questa elabora- per lo più georeferenziati, messi a di- zione e aggiornamento continuo è ne- sposizione dalla PAT per la definizione cessario disporre di personale in grado di cartografie a scala territoriale e di di operare con sistemi GIS. quelli elaborati per il Documento preli- c) La redazione grafica. L’elaborazione minare (200 pagine in formato A3); grafica e informatizzata delle cartografie - approfondire le indicazioni relative del piano territoriale della comunità deve ai progetti mirati, previsti dal Documento rispettare le disposizioni contenute nel preliminare affinché possano essere re- documento “Uniformità e omogeneità del- cepiti senza contrasti dalle amministra- la pianificazione per il governo del territo- zioni comunali, verificandone la compa- rio” (deliberazione della Giunta provinciale tibilità attraverso la Valutazione ambien- n. 2129 del 22 agosto 2008). tale strategica (VAS) e infine definendo Il riferimento è la codificazione di le relative norme di attuazione; destinazioni urbanistiche e vestizioni - garantire la partecipazione come per la stesura dei PRG comunali (alla metodo per affrontare le tematiche più scala 1:2000 o 1:5000) mentre nel- delicate del PTC (nella nuova L.P. 4 la pianificazione territoriale della co- agosto 2015 n. 15 per il governo del munità la scala di rappresentazione è territorio l’art. 19 “Partecipazione alle 1:10.000 e 1:25:000. Le voci di legen- scelte pianificatorie” istituisce formal- da dei PRG non risultano quindi com- mente il metodo). patibili alla dimensione territoriale di Questo piano d’azione appare suffi- piano ma lo stesso problema si presen- cientemente definito ma la sua realiz- ta anche prendendo in considerazione zazione nasconde alcune insidie. il PUP, che è ad una scala maggiore, (scala 1:50.000) e non propone tutti Criticità nella redazione del PTC i tematismi riservati alla pianificazione a) L’apparato normativo del PTC. territoriale di Comunità. Bibliografia Nella L.P. 4 marzo 2008 n. 1 all’art. 21 (1) Documento preliminare definitivo al “Obiettivi e contenuti del PTC” la nor- Un nuovo capitolo nella pianifica- Piano territoriale della Comunità Alto Garda e Ledro. www.altogardaeledro.tn.it mativa del piano non era nemmeno ri- zione urbanistica (2) a cura di Luigi Bobbio “A più voci” chiesta mentre ora nella nuova L.P. 4 Se solo alcune Comunità riusciran- Dipartimento della funzione pubblica – Ed. agosto 2015 n. 15 compare come con- no a pianificare il loro territorio, l’inizia- scientifiche italiane 2004. http://www.fun- tenuto necessario. Nella definizione dei tiva nel suo complesso potrebbe esse- zionepubblica.gov.it/media/274608/a_pi_ re giudicata fallimentare. Occorre quin- “progetti mirati”, previsti dal Documen- voci.pdf to preliminare, quale dovrà essere il di che tutte le Comunità raggiungano (3) Renzo Piano ”Il rammendo delle pe- dettaglio della normativa considerando l’obiettivo di adottare un Piano territo- riferie” in “Il Sole 24 Ore” d.d. 26 gennaio che la previsione prevarrà sui PRG? riale. Un piano perfettibile, suscettibile 2014. http://renzopianog124.com/ b) Le risorse umane. Le persone di aggiustamenti e aggiornamenti, inte- (4) Rapporto sulla qualità della vita chiamate ad affrontare la pianificazione grabile ma anche una straordinaria oc- ISTAT BES 2014 - http://www.istat.it/it/ territoriale devono essere qualificate casione per avviare una fase di sviluppo archivio/126613 ed aver maturato esperienza specifica: basata su nuovi principi: una concreta (5) http://www.kentbuildingcontrol. escludendo per ovvi motivi l’assunzione possibilità per il Trentino di scrivere un co.uk/stg.html di tecnici, resta il passaggio di perso- nuovo capitolo di riferimento nella pia- (6) http://en.landschaftspark.de/ nale tra enti ma questa procedura è, nificazione urbanistica italiana. (7) http://www.utrecht.nl/leidsche-rijn/

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