Una “nuova” iscrizione nella tagliata GIUSEPPE SCARDOZZI della Castelluzza presso

Fig. 1. Fotografia aerea dell’Istituto Geografico Militare (1954) in cui compaiono Bomarzo ed il promontorio della Castelluzza (A) (Aerofototeca Nazionale, strisciata 27, foto 430).

uindi i nomi tuttora vigenti storia ed alle antichità di Bomarzo e 1 “Q di Castelluzza, di del suo territorio . I testi letti dal Rocchette, di Castello indicano Vittori furono successivamente inse- altrettante fortezze innalzate nei din- riti da Eugenio Bormann in CIL XI, torni di Polimarzio; e quantunque 3043, senza che ne fosse realizzato 2 considerate separatamente assumes- un nuovo esame autoptico . sero varie denominazioni, tuttavia Per 150 anni le iscrizioni non costituivano collettivamente la sola sono state più viste, tanto da essere città di Polimarzio. Altrettante vie ritenute irrimediabilmente perdute; è partivano da questa città centrale andata persa anche l’esatta identifi- conducenti ai menzionati castelli cazione della tagliata viaria su cui incavate nel vivo sasso solcate da erano incise le scritte, poiché il topo- rotaje prodotte dall’attrito dei carri, nimo Castelluzza non è stato regi- le quali per l’azione delle acque si strato nelle cartografie dell’Istituto sono vieppiù approfondate. Geografico Militare ed in quelle suc- Nella via conducente alla cessive, tanto che alcuni studiosi Castelluzza è ad ammirarsi la hanno ipotizzato la localizzazione data, e soprattutto un’epigrafe tardo- seguente iscrizione in buoni caratte- delle epigrafi alla sommità di una etrusca non vista dal Vittori, di incer- ri latini nella sommità di essa via: strada che saliva sulla collina di ta lettura, nella quale si è proposto di RVILI . P. IIII. Monte Casoli, circa un chilometro leggere la formula onomastica di un M. RVFIN. P. II. più a nord della loro reale ubicazio- lautni, cioè di un personaggio di quale iscrizione mostra la misura ne3. Solo nel 1989, pur non riuscendo rango inferiore assimilabile ad un dello spazio che nelle via a Ruilio a ritrovare le iscrizioni, Lidio liberto: Av(le) Nuθ T(ites) l(autni)6. apparteneva cioè di quattro piedi, ed Gasperini ne ipotizzò giustamente la Nel 2006, infine, l’appassionata atti- a Marco Rufino due piedi, di manie- localizzazione sul promontorio situa- vità di esplorazione del territorio ra che la larghezza della strada esser to circa un chilometro ad ovest di dell’Etruria meridionale interna con- doveva di sei piedi romani. Nella Bomarzo, proteso verso nord sulla dotta dall’associazione Archeotuscia parte opposta e poco lungi dalla valle del Torrente Vezza4. ha consentito di individuare il secon- prima rimirasi altra iscrizione: L. Ed è proprio qui che, nel corso do testo latino letto nell’Ottocento SIL. RVFINI. e M. TER. indica anche del 2000, chi scrive ha rinvenuto la dall’erudito bomarzese, offrendo essa altri due proprietarj della detta prima epigrafe trascritta dal Vittori, così un nuovo importante elemento strada che forse l’avevano continua- consentendo di precisarne e correg- per la conoscenza complessiva della ta, od aperta dal lato opposto nei gerne la lettura; il testo è il seguente5: tagliata viaria su cui è inciso e per loro fondi, ovvero che tanto Lucio ------? / [- - - S]ervili p(edes) vel l’interpretazione stessa delle iscrizio- Silvio Rufino, quanto Marco Terenzio p(assus) IIII / M. Rufili p(edes) vel ni già note7. altro non fossero che secondi posses- p(assus) II. Nella stessa occasione sori succeduti ai primi.” sono stati anche individuati alcuni La tagliata della Castelluzza Così scriveva poco prima della possibili numerali etruschi (Λ · I), Il promontorio della Castelluzza metà dell’Ottocento don Luigi incisi sulla parete orientale, proprio (fig. 1) era attraversato da un’antica Vittori, in un volume dedicato alla di faccia all’iscrizione appena ricor- strada, oggi parzialmente ricalcata da

1 Vittori 1846, pp. 23-24. 6 Scardozzi 2001a, pp. 142-144. 2 La prima iscrizione ricordata dal Vittori 7 Sono grato per la segnalazione al presi- è in CIL XI, 3043a, le altre due in CIL dente dell’associazione Rodolfo Neri ed XI, 3043b e c. in particolare a Luciano Proietti e Mario 3 Baglione 1976, p. 41, nota 2, e Giannini Sanna, che hanno scoperto l’epigrafe e 2003, pp. 287-288. mi hanno fornito preziose indicazioni ed 4 Gasperini 1989, pp. 127-128. una generosa collaborazione nelle ricer- 5 Scardozzi 2001a (cfr. AE 2001, 960), e che. Il testo individuato è quello inserito Scardozzi 2006, pp. 60-62. dal Bormann in CIL XI, 3043b.

19 Una “nuova” iscrizione nella tagliata della Castelluzza presso Bomarzo

lungo la Castelluzza fino a raggiungere un’altezza massima di circa 2,60 m; in il piano a sud del promontorio, denomi- corrispondenza della curva, per un trat- nato Capannelle, con un percorso quasi to di 10 m circa, è visibile, solo per a serpentina, che dapprima ha un anda- alcuni centimetri di altezza, anche il mento nord/sud, poi nord-est/sud-ovest margine orientale della strada, che qui è ed infine di nuovo nord/sud (fig. 2); larga m 2,35 (fig. 3), mentre sulla pare- l’ascesa era resa possibile da una serie te rocciosa occidentale si possono nota- di tagli praticati nella roccia vulcanica re segni di strisciate prodotte dai carri in affiorante (il cosiddetto “peperino tipi- transito. Da questo punto la strada con- co”), che, a seconda dei tratti, davano tinua a salire con andamento nord- alla sede stradale una sezione a sbalzo est/sud-ovest; inizialmente, per una oppure a trincea10. Nel tratto più setten- decina di metri, resta solo la parete trionale il sentiero moderno ricalca occidentale della trincea stradale, che quello antico, correndo sul fianco poi, invece, si conserva su entrambi i

Fig. 2. Il promontorio della Castelluzza in un particola- orientale del promontorio (fig. 2, A); in lati per circa 55 m. In questo tratto, che re di una ripresa aerea della Royal Air Force scattata nel molti punti la roccia affiorante sul lato curva progressivamente verso sud, la 1944 (Aerofototeca Nazionale, strisciata 12, foto 3058). occidentale del tracciato è stata scavata tagliata ha generalmente una larghezza per consentire il passaggio della strada, di 3 m, che in alcuni punti raggiunge m che verso est è contenuta da sostruzioni 4,60 (fig. 4)11; le pareti hanno altezze realizzate con pietre messe in opera a variabili, fra 2 e 3,5 m, ed in nessun secco, così da avere una sezione a sbal- punto è visibile il fondo stradale, coper- zo, con una larghezza di 3-3,5 m. to da uno spesso interro. Quindi la stra- Procedendo verso S, si ha una por- da torna ad uscire dalla trincea e divie- zione del tracciato antico, lunga com- ne più ampia; assume un andamento plessivamente circa 110 m, che risulta nord/sud per 52 m, nei quali è nuova- invasa da detriti e da crolli anche di mente ricalcata dalla campestre moder- ampie porzioni delle pareti rocciose; in na (fig. 2, C). questo punto, la strada è abbandonata Qui la sede stradale segue un avval- Fig. 3. Particolare del tratto settentrionale della strada dalla campestre moderna, che la aggira lamento naturale del terreno, in cui non lungo il promontorio della Castelluzza correndole parallela subito più ad ovest. mancano però, su alcuni affioramenti Il percorso antico mantiene per 30 m un rocciosi, segni di interventi di scavo; una campestre, non riportata sulle carte andamento nord/sud ed un aspetto a questo segmento ha avuto rimaneggia- topografiche; il tracciato si staccava sbalzo; poi piega verso sud-ovest menti recenti ed ampliamenti, arrivan- dalla via Ferentiensis8, che collegava entrando in una stretta valle (fig. 2, B), do a misurare anche 5 m di larghezza Ferentium e la città che sorgeva sulla dove la strada percorre una trincea (fig. 5). collina di Piammiano9, e si dirigeva tagliata nella roccia. Nel primo tratto è All’estremità meridionale di questo verso l’Agro Falisco e Falerii Novi. ben conservata solo la parete settentrio- tratto, il percorso antico piega verso Dalla valle del Vezza la strada saliva nale, che è stata resa verticale per sud-est e completa l’ascesa sull’altopia-

8 Per la via Ferentiensis e questa sua no anche i cenni in Wetter 1969, p. 134, potessero consentire l’incrocio di carri, diramazione diretta verso Falerii Novi, tav. I, ed in Wetter 1972, fig. a p. 92. poiché nella tagliata, vista la larghezza v. Scardozzi 2001b e Scardozzi 2004a, 11 La larghezza non costante del taglio è generale della sede stradale, si doveva pp. 52-54. anche determinata dal fatto che procedere a senso unico alternato. 9 Su Piammiano, v. Baglione 1976, pp. l’affioramento roccioso non risulta con- 41-45, 56-62 e 65-73; per la sua identi- tinuo ed uniforme, presentando invece ficazione con il centro di Statonia, v. lacune che hanno agevolato la sistema- Munzi 1995, pp. 290-295. zione della strada; va sottolineato anche 10 Su questo settore del tracciato si veda- come i tratti del percorso più ampi

20 nale12: qui, in seguito all’apertura del percorso moderno, realizzata con mezzi meccanici, è stato distrutto un tratto di circa 4 m della parete occidentale della tagliata, con il conseguente crollo del segmento successivo della stessa pare- te, per una lunghezza di circa 8 m. Proprio nel punto in cui il tracciato curva, sulla parete orientale è stata sco- perta la nuova iscrizione (fig. 6), non vista in precedenza a causa della fitta vegetazione che copriva il tratto di

Fig. 4. Il segmento centro-settentrionale tagliata in oggetto. Questa doveva esse- Fig. 7. Il segmento più meridionale della via cava della della strada tagliata nella roccia. re originariamente lunga circa 60 m, ma Castelluzza. oggi se ne possono percorrere solo i 28 m più settentrionali; dopo questo tratto vi è un segmento lungo m 5, in cui, in seguito a crolli di porzioni di roccia dalle sue pareti ed a causa dei detriti penetrati dall’alto, è agibile soltanto la parte più alta della via cava. Il resto della tagliata, invece, risulta quasi com- pletamente interrato e ricoperto da una fitta vegetazione, cosicché non è possi- bile stabilire con esattezza il suo limite meridionale ed il punto in cui la via sboccava sul piano a sud della Fig. 5. Il tratto centro-meridionale del tracciato. Castelluzza; qui, l’andamento della strada antica è poi testimoniato da Fig. 8. Particolare dell’iscrizione latina individuata nel 2006. numerosi basoli sparsi sul terreno. Nella parte di tagliata che può essere (in questo punto alta m 3,25) che si è esaminata, la sede stradale ha una lar- staccata ed è scivolata in basso; in ori- ghezza che presso l’imbocco settentrio- gine doveva trovarsi almeno a 70 cm di nale oscilla tra m 2,52 e 2,65 e che poi altezza dall’attuale piano, a sua volta si restringe a m 2,15-2,28 (fig. 7)13. più alto di quello antico, coperto da un Le pareti non sono perfettamente interro. L’epigrafe è costituita da una verticali, ma tendono a divergere leg- sola linea, lunga circa 60 cm; come le germente verso l’alto. Vanno progressi- altre scritte sulla tagliata, è incisa in un vamente alzandosi man mano che si campo aperto (rozzamente lisciato) e le procede dall’imbocco settentrionale lettere, alte cm 9-10 e prive di apicatu- verso il tratto centrale: quella orientale re, presentano un solco a U largo cm 1 Fig. 6. Il tratto meridionale della strada lungo ha un’altezza che da m 3,6 arriva fino a (fig. 8). Il cattivo stato di conservazione il promontorio della Castelluzza: in basso a 5,5 ca. ed è costantemente più alta di della scritta, interessata da destra l’iscrizione individuata nel 2006. quella occidentale, che da m 2 sale fino un’accentuata erosione della superficie a 4,5 ca.14. rocciosa e con un solco successivo alla no mediante un’altra tagliata profonda- sua realizzazione che interessa la parte mente scavata nella roccia (fig. 2, D); L’iscrizione latina presso l’imbocco inferiore delle prime cinque lettere, ne oggi risulta in parte interrata ed abban- settentrionale della tagliata rende difficile la lettura. Il Vittori donata dalla campestre moderna, che L’iscrizione individuata nel 2006 si nell’Ottocento propose la trascrizione le passa alcuni metri più ad ovest ed è trova a 30 cm dal piano di campagna, L. Sil. Rufini, interpretata come la for- tangente alla sua estremità settentrio- su una porzione della parete rocciosa mula onomastica trimembre di un L.

12 Per un esame approfondito di questo trat- meridionale, esempi di altre trincee stra- è incerta l’appartenenza al tracciato della senta varie attestazioni epigrafiche in to della via cava, v. Scardozzi 2001a, pp. dali con caratteristiche simili, verosimil- via Clodia (cfr. Di Paolo Colonna - Etruria meridionale; si ricordano: CIL XI, 137-138. mente determinate dalle eccessive diffi- Colonna 1978, pp. 102-106, e Quilici 3722 (da Palo) e 4002 (da Capena), CIL 13 La tagliata, quindi, non era adatta al per- coltà di esecuzione del lavoro: si possono 1989, pp. 468-471 e 473). XI, 3938 (= AE 1962, 86) ed AE 1962, 87- corso contemporaneo nei due sensi di ricordare la via cava della Spigliara, pres- 14 Le misure sono prese sull’attuale piano di 88 (da Lucus Feroniae) e soprattutto un marcia; il traffico a senso unico alternato so , pertinente all’asse viario calpestio, costituito da uno strato di terre- epitaffio di T. Silius Clemens da poteva essere facilmente regolamentato a che collegava questo centro falisco a no alto circa 40-50 cm, che nasconde (Nardi 1980, p. 231, tav. CXCIX, 3). Va voce, vista la sua non eccessiva lunghez- Falerii Veteres (Quilici 1990, pp. 219- completamente l’antico fondo carrabile. inoltre segnalata la menzione della gens za. Non mancano, per restare nell’Etruria 222), e la “Cava Buia” di Norchia, di cui 15 Gasperini 1989, p. 128. La gens Silia pre- nell’iscrizione CIL XI, 4524 da Amelia.

21 Una “nuova” iscrizione nella tagliata della Castelluzza presso Bomarzo

Silius Rufinus15; l’esame autoptico del- ra. A questo punto, pur considerando Il testo presenta forti analogie pro- l’epigrafe sembra però suggerire una che il cattivo stato di conservazione prio con l’iscrizione incisa poco più a lettura differente rispetto a quella del- potrebbe aver alterato l’aspetto origina- sud, sulla parete opposta della tagliata l’erudito bomarzese. Infatti, per quanto rio della scritta, si può proporre la ed in cui sono menzionati un altro riguarda il quarto carattere, il nuovo seguente lettura: L · SIIRVILI VI. Servilius, di cui è perduto il prenome, solco che ha danneggiato la prima parte Si tratterebbe pertanto della formu- ed un Marcus Rufilius (v. infra): la della scritta viene a trovarsi proprio nel la onomastica bimembre di un Lucius paleografia ed il ductus sono molto punto in cui poteva essere inciso il brac- Servilius, seguita dal numerale VI; simili18 e l’unica differenza sembra cio dell’ipotetica L; questo carattere, manca il patronimico, particolare che costituita dalla resa della E, che qui è comunque, risulta troppo vicino alla R potrebbe indicare che si tratti di un realizzata con la grafia II, attestata successiva per poter essere identificato liberto. Il personaggio sembra menzio- localmente nella tarda età repubblicana, con una L e tra le due lettere non com- nato in caso genitivo, anche se a livello quando le due forme coesistono19; ana- pare un segno divisorio come riportato di ipotesi non si può escludere che sia in loga è poi la scarsa accuratezza dell’in- dal Vittori. nominativo e che il gentilizio vada inte- cisione e la limitata preparazione della La settima lettera, poi, non reca grato con la desinenza -us; apparteneva superficie iscritta, appena lisciata e alcuna traccia di un braccio e di una alla gens Servilia, diffusa in Etruria priva di qualsiasi tipo di delimitazio- cravatta riferibili ad una F, mentre la meridionale e nel vicino territorio ne20; identica, soprattutto, appare la lettera successiva presenta all’estremità umbro16, la stessa del primo personag- struttura del testo, con formule onoma- inferiore dell’asta l’attacco di un brac- gio menzionato nell’iscrizione latina stiche probabilmente in genitivo e limi- cio (il quale, vista la vicinanza con la individuata nel 2000 circa 28 m più a tate al praenomen ed al gentilicium, lettera successiva, doveva essere piutto- sud e di cui non si conosce il praeno- prive di patronimici o formule di patro- sto corto), che consente di identificarla men (v. infra). nato e di cognomina, seguite da un con una L; il penultimo carattere, inol- L’impaginazione del testo è poco numerale. Inoltre, due dei tre personag- tre, è identificato dal Vittori con una N, curata17, come anche il ductus della gi menzionati nei due testi appartengo- ma in realtà l’estremità superiore della scritta, e manca il segno divisorio tra la no alla stessa gens, la Servilia, con la prima asta non è collegata al tratto obli- formula onomastica ed il numerale, possibilità addirittura che si tratti della quo successivo: è più verosimile quindi dove potrebbe essere stata omessa o stessa persona, circostanza che contri- leggere due lettere anziché una soltan- dimenticata anche un’unità di misura buisce a rafforzare ulteriormente le ipo- to, ovvero una I seguita da una V, che abbreviata. tesi di una loro datazione identica o viene ad avere la stessa forma e la Se ne può proporre la seguente let- molto vicina e di un loro stretto rappor- medesima inclinazione verso sinistra tura interpretativa: L. Servili VI. Sulla base delle caratteristiche

16 In Etruria meridionale ritroviamo il 17 Le lettere non sono tutte sulla stessa situati rispettivamente 3 e 2 km più ad gentilizio ad Ansedonia (AE 1979, linea, ma a partire dalla sesta salgono ovest (cfr. Gasperini 1989, pp. 91-97 e 231), a Vulci (CIL XI, 2945 e 2946), a leggermente verso destra. 115-116, ed AE 1990, 336-337 = AE Civitavecchia (CIL XI, 3543a), a 18 In entrambe, i caratteri hanno un solco 1992, 589). (AE 1965, 278 = CIE 5711), ad U, sono privi di apicature e presen- 20 Nel testo in oggetto risulta meno rego- a (CIL XI, 3246), a Manziana tano dimensioni simili e la medesima lare l’uso della punteggiatura, limitata (AE 1975, 98), a Vicarello (CIL XI, forma stretta e lunga; alcune lettere, ad un solo segno divisorio di forma cir- 6711) ed a Capena (CIL XI, 3859, poi, si somigliano molto, come le V, le colare inciso a mezza altezza tra le 3885 e 4001); interessante è poi la R con l’occhiello aperto e le L con il prime due lettere. menzione di un Servilius, forse un offi- braccio corto. cinator dei Domitii (I sec. d.C.), in un 19 La grafia II per E si ritrova nell’iscri- bollo doliare (CIL XV, 2196 compl. = zione funeraria rupestre di C. Urinatius LSO, 1199) rinvenuto presso la forna- Dama e Petronia Rufa (CIL XI, 3052) ce di S. Liberato - Vigna della Corte, dalla vicina località S. Nicolao, situata subito a sud di Mugnano (Gasperoni appena un chilometro più a sud-ovest 2003, p. 254, n. 78). Per quanto riguar- (v. Gasperini 1989, pp. 115-116); con- da il territorio umbro limitrofo al temporaneamente, la grafia E compare bomarzese, invece, si possono ricorda- negli epitaffi, anch’essi rupestri, del re attestazioni da Amelia (CIL XI, sepolcro di M. Lucilius e di quello di M. 4345) e dalla zona di Otricoli (AE Larcius C.f., Hermidia Posilla e M. 1983, 341). Larcius M.f. dalla località Poggiarello,

22 paleografiche si può proporre una data- Si tratta di una gens ampiamente zione dell’epigrafe all’età tardo-repub- attestata epigraficamente in Etruria blicana, probabilmente alla prima metà meridionale24 e nel vicino territorio del I sec. a.C., allo stesso periodo o ad umbro, dove è conosciuto un Marcus un momento di poco precedente l’altra Terentius Marci libertus da Amelia25. iscrizione latina incisa più a sud21. Quanto alla sua interpretazione, L’iscrizione etrusca sebbene non si possa escludere che Circa 22,5 m più a sud dell’iscrizio- riportasse il nome di uno dei proprieta- ne latina individuata nel 2006 (fig. 9), a ri dei fondi attraversati dalla tagliata m 2,23 dall’attuale piano di calpestio, viaria o che fosse di tipo sepolcrale e sulla parete occidentale della tagliata, in che la misura si riferisse alla concessio- un punto in cui oggi è alta m 2,87, è ne funeraria, appare più verosimile con- incisa la già ricordata iscrizione tardo- siderare il testo come il ricordo di un etrusca che forse riporta la formula intervento evergetico che interessò la onomastica di un personaggio apparte- via cava (v. infra); inoltre, tornando alla nente ad una categoria sociale di rango lettura proposta dal Vittori, se, da un inferiore (figg. 10 e 11, b)26: Av(le) Nuθ lato, le caratteristiche paleografiche T(ites) l(autni)27. Questa lettura, sebbe- escludono una datazione dell’epigrafe ne sia forse la più probabile, non è sicu- ad un periodo in cui era diffuso l’uso rissima: la seconda parola, infatti, sepa- delle formule onomastiche trimembri, rata dal prenome Avle da un punto divi- dall’altro, anche l’abbreviazione del sorio, viene a costituire un gentilizio gentilizio risulterebbe piuttosto insolita che non sembra avere altre attestazioni; in un’iscrizione che avrebbe probabil- la sua lettera iniziale, formata da due mente dovuto celebrare il personaggio aste leggermente convergenti in alto, menzionato ed il lavoro da lui finanzia- unite a mezza altezza da una traversa to. Se la lettura qui proposta è corretta che sale un po’ obliqua verso destra, ed è pertanto verosimile riferire il testo potrebbe anche essere identificata con ai lavori che interessarono la tagliata, si un het privo del braccio superiore e di può tentare di proporre un’interpreta- quello inferiore, vale a dire con la stes- zione complessiva delle scritte incise sa forma della H latina. Se così fosse la Fig. 9. Schizzo topografico del tratto più meri- lungo il tratto più meridionale della via parola corrisponderebbe al numerale dionale della tagliata, con localizzazione delle iscrizioni ed ipotesi ricostruttiva dei lotti di cava della Castelluzza. huθ, con il valore di 4 o forse più pro- scavo. Come si è visto, la nuova iscrizione babilmente di 628; incerto a questo appena esaminata è incisa presso punto il significato delle due lettere quelle dell’alfabeto etrusco di età elle- l’imbocco settentrionale di questo seg- finali, che potrebbero anche costituire nistica30, mentre altri elementi (come la mento di tagliata (fig. 9); forse presso di l’abbreviazione di un’unità di misura forma di alcune lettere o il ductus essa, nel tratto della stessa parete orien- (nel qual caso il testo presenterebbe una destrorso) sembrano più vicini al latino, tale posto più a sud, si doveva trovare la struttura analoga a quella delle vicine lasciando ipotizzarne una cronologia terza epigrafe letta nell’Ottocento dal iscrizioni latine: v. infra) o di un verbum tarda, successiva alla conquista romana Vittori, ancora non rinvenuta22: faciendi29. Anche con questa seconda di questa porzione dell’Etruria meridio- M(arcus) Ter[- - -], ovvero la formula lettura resta invariata la valutazione in nale interna31. Il fatto poi che il lautni, onomastica bimembre di un altro per- merito ad una datazione piuttosto tarda. se è corretta la prima lettura, sia men- sonaggio il cui gentilizio può essere L’epigrafe infatti presenta caratteri- zionato non con il solo nome individua- probabilmente integrato Terentius23. stiche paleografiche che richiamano le, ma con il cognome ed il gentilizio,

21 Tra le caratteristiche paleografiche si Vittori la trincea stradale avesse un inter- 1998, 86) da e CIL XI, 2989 (da distinto da Maggiani tra gli alfabeti di segnalano le lettere strette ed allungate, la ro minore rispetto ad oggi, poiché questo Tuscania), 3396 (da ), 3552 (da epoca ellenistica (Maggiani 1990, pp. R con l’occhiello aperto, la L con il brac- sembra essersi formato, almeno in parte, Tolfa), 3694 (da Cerveteri), 3771 (da 188-193). Inoltre, alle caratteristiche delle cio corto e la S angolosa; quest’ultima in epoca recente, in seguito ai lavori agri- Galeria) e 3955 (da Capena). iscrizioni etrusche di età tarda riconduco- appare identica a quella che compare in coli che hanno interessato i terreni posti 25 CIL XI, 4529 ed AE 2000, 509; vedi no anche le abbreviazioni del praenomen un’altra iscrizione viaria rupestre, incisa sul piano circostante. anche CIL XI, 4401 (= AE 2000, 508), e della formula di patronato. appena 8 km più a nord-ovest del pro- 23 Così anche Gasperini 1989, p. 128. Sono sempre da Amelia, e CIL XI, 4621 e 4622 31 Va segnalato comunque che il ductus montorio della Castelluzza, in località possibili, ma meno probabili, anche altre da Carsulae. destrorso, raro nell’epigrafia etrusca, ritor- Piantorena, e datata tra la fine del II e la integrazioni con gentilizi attestati in 26 Sulla questione dell’equivalenza fra laut- na in quattro delle iscrizioni rupestri etru- prima metà del I sec. a.C. (cfr.: Colonna Etruria o nel vicino territorio umbro: ni e liberti, v. Mastrocinque 1996, pp. sche incise lungo tagliate viarie, tutte da 1975, pp. 49-51; AE 1977, 254; CIL I2, Ter[sina] (CIL VI, 217 = ILS 2106), 255-256, dove sono riportate le diverse Castro: cfr. Rix 1991, Vc 0.21, 0.22, 0.24 3356b; Gasperini 1989, pp. 133-136). Ter[ius] (CIL XI, 4623), Ter[tineus] (CIL ipotesi in merito. e 0.46, con bibliografia precedente. 22 È possibile che il testo si trovi in un punto XI, 3156a e 3157), Ter[taeus] (CIL XI, 27 Scardozzi 2001a, pp. 142-144. Attardamenti nell’uso della lingua etrusca in cui la superficie rocciosa della parete 4092) e Ter[tius] (CIL XI, 2015). Del 28 Cristofani 1991, pp. 76-78. in un’area ormai da tempo conquistata da ha perso la sua politezza originaria e per- tutto immotivato, invece, lo scioglimento 29 Potrebbero costituire abbreviazioni di ter- Roma, trovano anche una giustificazione tanto risulti illeggibile o comunque di dif- m(agistri) ter(tium) proposto in mini come tl(eχe) oppure t(u)l o t(u)l(ar), nella marginalità del territorio in oggetto. ficile individuazione, oppure che fosse Epigraphik-Datenbank Clauss/Slaby attestati in iscrizioni di II sec. a.C. (cfr. 32 Rix 1994, pp. 96-111 e 123. L’epigrafe incisa su un tratto crollato o, ancora, che, (http://compute-in.ku-eichstaett.de: Cristofani 1991, pp. 141-142, 146, 151- della Castelluzza potrebbe rientrare nel al pari di quella individuata nel 2006, si 8888/pls/epigr/epiergebnis). 152). tipo II C della classificazione delle trovi anch’essa in basso e che sia interra- 24 Si possono ricordare CIL XI, 2793 e 7285 30 In particolare, la forma delle lettere richia- iscrizioni di lautni proposta dal Rix. ta; è probabile infatti che ai tempi del (= AE 1904, 37 = AE 1983, 398 = AE ma quella dei caratteri del II tipo grafico

23 Fig. 10. Particolare dell’iscrizio- ne etrusca individuata nel 2000.

Fig. 11. Restituzioni grafiche delle iscrizioni e degli altri segni incisi lungo la tagliata e rinvenu- ti nel 2000.

Una “nuova” iscrizione nella tagliata della Castelluzza presso Bomarzo

come avviene nel periodo successivo pertanto essere che Avle ha realizzato bocco settentrionale della tagliata alla lex Iulia de civitate del 90 a.C.32, e o finanziato lo scavo della via cava oppure un altro personaggio della la circostanza che la formula di per un tratto pari a 4 o forse 6 unità medesima gens36, ed un Marcus patronato sia espressa in modo iden- di misura (piedi? passi?). Rufilius, che presenta un gentilizio tico a quanto si riscontra nelle iscri- poco diffuso nel mondo romano, ma zioni di liberti della tarda età repub- L’iscrizione latina di Servilius significativamente attestato ben due blicana, soprattutto del periodo ante- e M. Rufilius volte nella vicina Ferento37. riore all’età sillana, quando patronus La terza iscrizione della tagliata Le loro formule onomastiche e libertus presentano prenomi diffe- della Castelluzza è incisa circa 8 m sono seguite dall’abbreviazione di renti, lascia ipotizzare che la datazio- più a sud di quella appena esaminata un’unità di misura da sciogliere ne del testo possa inquadrarsi nei (fig. 9), anch’essa nella parte alta p(edes) o, forse meglio, p(assus), e primi decenni del I sec. a.C. della parete occidentale, circa un dai numerali IIII e II. L’epigrafe, per Anche per questa epigrafe si pone metro al di sotto del suo limite supe- l’assenza dei cognomina e per le il problema se vada riferita alla via riore35: in questo punto, a causa del caratteristiche paleografiche, può cava, ipotesi che sembra piuttosto forte interro, non è possibile stabilire essere datata alla tarda età repubbli- verosimile sia nella prima che soprat- con precisione l’altezza originaria cana, forse, più precisamente, agli tutto nella seconda ipotesi di lettura della tagliata, comunque valutabile anni intorno alla metà del I sec. a.C., (v. infra); è possibile che il testo intorno a m 4,5. A differenza delle se non nella prima metà dello stesso riporti il nome del curatore della rea- altre epigrafi, è lacunosa nella parte secolo. Come per le altre epigrafi lizzazione della tagliata o di una sua iniziale, a causa del crollo di una incise lungo la tagliata, non è possi- ristrutturazione, oppure quello di un grande porzione della parete rocciosa bile stabilire con certezza se essa sia operaio impegnato nello scavo o, (per questo non è sicuro che quella di tipo funerario oppure vada riferita ancora, quello di un viandante che ha conservata sia anche la prima riga alla via cava38, ma, anche alla luce lasciato una “firma di presenza”33. della scritta originaria), ed è impagi- dei nuovi rinvenimenti e della rilettu- Se con la prima lettura il testo nata su due linee, con la seconda ra di tutte le iscrizioni, è più verosi- riporta semplicemente una formula incisa a partire da sotto l’estremità mile la seconda ipotesi. onomastica, come generalmente destra della prima (fig. 11, a; fig. 12): L’epigrafe, infatti, sembra cele- avviene nelle iscrizioni viarie etru------? / [- - - S]ervili p(edes) vel brare un intervento evergetico da sche34, con la seconda la scritta ver- p(assus) IIII / M. Rufili p(edes) vel parte dei due (o più?) personaggi, rebbe ad assumere una struttura ana- p(assus) II. che hanno sostenuto l’onere dello loga a quella delle altre vicine epi- I personaggi menzionati sono scavo della via in quantità diverse, grafi latine incise lungo la tagliata: il due, un Servilius, lo stesso della indicate dalle cifre che seguono i loro significato dell’iscrizione potrebbe nuova iscrizione individuata all’im- nomi39. Al pari del Lucius Servilius

33 L’ultima ipotesi è meno probabile nel cave, spesso di incerta lettura ed in cat- 37 Cfr. CIL XI, 7413 (= AE 1909, 59) e indicata l’estensione della concessione caso della seconda lettura. Tutte e tre tivo stato di conservazione, riportano 7436. Sono due iscrizioni di età impe- funeraria. Nel terreno soprastante la queste interpretazioni sono state ipotiz- per lo più semplici formule onomasti- riale, incise su lastre di marmo che, parete non sono però visibili resti ricon- zate per alcune scritte in lingua falisca che, raramente accompagnate da un probabilmente nel corso del II sec. d.C., ducibili a tombe, ma la zona risulta par- costituite da soli nomi propri ed incise verbum faciendi. L’insieme di queste vennero reimpiegate nella pavimenta- zialmente sconvolta e potrebbe essere sulle pareti della via cava di Fantibassi, epigrafi è costituito da testi provenienti zione di un ambiente delle terme; parti- mutato il suo aspetto antico; inoltre c’è presso Corchiano: cfr. Di Stefano da pochi centri tutti concentrati colarmente significativa la prima, una anche la possibilità che le sepolture fos- Manzella 1996, p. 224. La possibilità nell’Etruria meridionale: tre iscrizioni dedica al Mars Augusti ad opera di un sero state delle semplici fosse, difficil- che sia invece pertinente ad da Sovana, otto da Castro, due da Titus Rufilius Priscus che ricopriva la mente individuabili senza sondaggi. un’eventuale sepoltura situata al di Cerveteri, una da Grotta Porcina e due carica di quattuorvir, circostanza che 39 Di questo avviso anche Gasperini, il sopra della parete della tagliata sembra da Corchiano (cfr. rispettivamente Rix mostra come la gens godesse a Ferento quale ha ipotizzato che l’iscrizione esclusa dal fatto che non sono visibili 1991, AV 0.14-0.16, Vc 0.21-0.26, 0.42 di un certo prestigio (su questo testo v. costituisca il “ricordo epigrafico di due tracce di una tomba; inoltre, non è e 0.46, Cr 5.1 e 5.5, AT 0.12, Fa 0.7 e anche Papi 2000, p. 57, figg. 37-38). modesti, ma pur sempre benemeriti, escluso che l’iscrizione riporti il nome 0.8, con bibliografia precedente). 38 Nel primo caso si potrebbe pensare interventi evergetici di privati cittadini” di un originario proprietario della 35 Scardozzi 2001a, pp. 138-142. all’esistenza di due sepolture poste (Gasperini 1989, p. 128). tagliata o di un fondo che confinava 36 Teoricamente possibili, ma improbabi- subito al di sopra della parete della con essa. li, le integrazioni con i rarissimi gentili- tagliata: la scritta andrebbe quindi con- 34 Le iscrizioni etrusche incise lungo vie zi Cervilius e Nervilius. siderata un epitaffio in cui era forse

24 dell’epigrafe incisa all’imbocco di preso parte a questi lavori41, mentre lavoro (Λ · I) in cui si è ipotizzato di questo tratto della via cava, non è sembra più verosimile riconoscere in riconoscere dei numerali (fig. 11, c), escluso che essi possano essere stati essi con coloro che li hanno finanziati. incisi di fronte all’iscrizione di dei liberti, comunque abbastanza ric- Se questa ipotesi è corretta, allora Servilius e M. Rufilius (fig. 9)42. chi da potersi permettere un atto muni- si deve cercare di stabilire se i testi La possibilità che la tagliata viaria fico nell’ambito di un’opera verosi- sono contemporanei o se si riferiscono della Castelluzza esistesse ancor prima milmente pubblica40; più difficile è ad interventi successivi. della tarda età repubblicana non sareb- invece stabilire che tipo di intervento Le iscrizioni presentano molte be priva di fondamento, dal momento abbiano finanziato, cosicché a riguar- caratteristiche simili, da un lato, ed che la strada che l’attraversava era do si possono formulare solo ipotesi. alcune differenze, dall’altro. Per prima sicuramente molto antica e collegava cosa, una è in etrusco, anche se molto la valle del Vezza, a sua volta impor- La tagliata della Castelluzza: tardo; inoltre, il testo di L. Servilius, se tante asse di collegamento tra la zona ipotesi ricostruttiva delle fasi è esatta la lettura che qui ne viene pro- di Acquarossa e la valle del Tevere, Il nuovo rinvenimento del 2006 posta, presenta alcune caratteristiche con i territori falisci posti alle falde suggerisce una rilettura complessiva paleografiche (come la E resa con due sud-orientali del massiccio cimino; delle scritte e dei segni incisi sulla tratti verticali) che sembrano più anti- inoltre, a breve distanza dal promonto- tagliata della Castelluzza, raggruppati che, anche se di poco, rispetto a quelle rio sorgono due importanti abitati etru- in uno spazio ristretto di soli 30 m. dell’iscrizione di Servilius e di M. schi, quello di Monte Casoli (1 km più Un primo quesito da sciogliere è Rufilius individuata nel 2000. a nord) e quello di Piammiano (2 km relativo proprio al motivo per cui ben L’unico elemento che consente di più a nord-est), in vita almeno dall’età quattro iscrizioni (compresa anche proporre una cronologia dei testi è orientalizzante43. quella letta dal Vittori ed ancora non appunto la paleografia e, con le caute- Le due epigrafi latine presenti sulla rinvenuta) siano concentrate in un trat- le del caso (a maggior ragione poi trat- parete della tagliata, invece, potrebbe- to così breve di una via cava che in tandosi di iscrizioni rupestri), si posso- ro essere state incise per ricordare ulte- realtà, come si è visto, è piuttosto no collocare tutte e tre le epigrafi in riori migliorie apportate alla via cava. lunga; d’altro canto, è anche vero che epoca tardo-repubblicana, forse, con Le misure che accompagnano le il segmento in oggetto richiese i mag- una maggiore precisione, tra la fine del scritte indicherebbero allora le quanti- giori sforzi di esecuzione, con un II. e la metà del I sec. a.C.; volendo tà di questi interventi, che potevano approfondito taglio del banco roccio- ipotizzare una successione tra le iscri- consistere in un prolungamento della so. Proprio a questi lavori di scavo è zioni, in realtà piuttosto vicine tra loro via cava, con conseguente approfondi- verosimile che vadano riferite le epi- dal punto di vista cronologico, allora si mento e riduzione della pendenza, grafi ed i vari segni incisi sulle pareti potrebbe ipotizzare che l’intervento oppure in un suo allargamento o, anco- della tagliata; infatti, pur dovendo più antico sia quello ricordato dal- ra, in un approfondimento del fondo tener conto di altre possibili interpreta- l’iscrizione di Avle e che poi segua roccioso per migliorarne la transitabi- zioni - iscrizioni funerarie (ma manca- quello di L. Servilius, contemporaneo lità, rinnovandone il piano che era sog- no le tombe) o riferite alle proprietà o di poco precedente a quello di getto ad usura ed alla formazione di confinanti con la strada (ma così pic- Servilius e M. Rufilius. solchi per il continuo passaggio dei cole? di 2, 4 o 6 passi di larghezza?) o La prima iscrizione, sia che si trat- carri44. “firme di passaggio” (forse quella ti di una semplice formula onomastica Ovviamente, determinare il tipo di etrusca potrebbe anche esserlo, ma la sia che sia costituita da un nome segui- intervento è anche legato allo sciogli- lettura è incerta) - sembra molto più to da un numerale, potrebbe essere mento delle due unità di misura ripor- probabile che le scritte vadano riferite stata apposta da colui che ha realizza- tate nell’iscrizione di Servilius e M. proprio ai lavori per la realizzazione di to la tagliata oppure già interventi di Rufilius e di quella che potrebbe esse- questo tratto della strada. È inoltre miglioramento della stessa; sempre re stata dimenticata oppure omessa al poco probabile identificare i personag- alla “fase etrusca” della tagliata posso- momento dell’incisione dell’epigrafe gi menzionati con operai che hanno no essere attribuiti anche i segni di all’imbocco della tagliata, menzionan-

5,5 ca. o poco più (Scardozzi 2001a, p. Rocca Monaldeschi, se, come è possibile, del III-II sec. a.C.; tutte e tre le fasi sareb- 40 La munificenza di un probabile liberto nel- 144); nei due segni, separati da un punto il blocco che lo reca inciso è stato capovol- bero accompagnate da iscrizioni celebran- l’ambito di una tagliata viaria ha già un divisorio di forma circolare, si possono to durante la messa in opera (cfr. Morandi ti i curatori dell’opera (Quilici 1990, pp. precedente in Etruria meridionale nel- forse riconoscere i numerali etruschi maχ 1990, pp. 56-57, fig. 25). 203-208). Di parere diverso è invece I. Di l’iscrizione di C. Clodius Thalpius (CIL (“cinque”) e θu (“uno”). Per quanto 43 Su Monte Casoli, cfr.: Wetter 1969, pp. Stefano Manzella, secondo il quale la XI, 3342), incisa sulla “Cava Buia” di riguarda la forma del primo, in particolare, 114-116; Baglione 1976, pp. 33-41, 51-56; tagliata di Fantibassi era originariamente Norchia (cfr. Di Paolo Colonna, Colonna si possono citare come confronto alcuni Zifferero 1995, pp. 426-427, fig. 2; un iter pedestre, poi cancellato nel II sec. 1978, pp. 103-104, e Gasperini 1989, pp. segni incisi su blocchi che vengono inter- Scardozzi 2004b; Romagnoli 2006, pp. a.C., ad un livello più basso, dalla costru- 137-138). pretati come marche di cava, apposte per il 131-141. Per il secondo centro, v. supra zione di un iter plaustrarium (Di Stefano 41 Per alcune condivisibili obiezioni riguardo controllo della produzione ed il computo nota 9. Manzella 1996, pp. 223-224). Caratteriz- l’interpretazione delle scritte lungo le dei lavori: due molto simili sono presenti 44 Un esempio della tipologia di interventi a zata da vari interventi ricordati da attesta- tagliate viarie come nomi di operai, v. Di su blocchi di tufo di Grotta Oscura delle cui poteva essere soggetta una tagliata via- zioni epigrafiche è anche la più volte cita- Stefano Manzella 1996, p. 224, a proposi- mura Serviane (cfr. Säflund 1932, p. 105, ria può essere fornito dalla via cava di ta “Cava Buia” di Norchia, dove tra l’altro to delle epigrafi falische incise nella già fig. 48, nn. 36a e 46b), mentre un terzo Fantibassi, che, secondo L. Quilici, sareb- compare un numerale che viene interpreta- citata via cava di Fantibassi. segno somigliante si trova forse in un trat- be stata realizzata probabilmente nel IV to come la lunghezza espressa in passi di 42 La scritta si trova meno di 2 m al di sotto to delle mura di Bolsena (datate alla prima sec. a.C., per poi essere oggetto di due suc- un tratto di tagliata oggetto di uno scavo ex del limite superiore della parete, in un metà del II sec. a.C.: cfr. Tamburini 1998, cessivi approfondimenti, rispettivamente novo o di un ripristino (cfr. Di Paolo punto in cui questa doveva essere alta m pp. 96-100) scoperto nel 1957 presso la nel IV-III sec. a.C. e nella seconda metà Colonna - Colonna 1978, pp. 103-104, e

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appena una cinquantina di centimetri46. gocciolatoio per proteggere le pareti Anche il semplice rinnovamento sottostanti dalle acque dilavanti dall’al- del fondo roccioso della strada sembra to, è possibile che si tratti di una tacca poco credibile, perché approfondimenti di approfondimento e che quindi costi- di ben m 1,776 appaiono eccessivi47. tuisca una testimonianza dell’andamen- Diversamente, si potrebbe invece to del piano stradale primitivo49; questo pensare ad interventi più articolati, nei avrebbe avuto una pendenza del 14- quali tali approfondimenti erano 14,5%, notevolmente maggiore di quel- anche legati a prolungamenti che la che ha il piano attuale della tagliata. miglioravano la generale transitabilità Come si è visto, in alcune delle ipo- della via cava, sia con un rinnovamen- tesi prese in considerazione, le due to del piano carrabile che con una iscrizioni latine vanno inevitabilmente riduzione della pendenza dello stesso; riferite allo stesso intervento; in effetti, in tal caso è possibile ipotizzare che L. le somiglianze tra i due testi sono Servilius avesse approfondito di 6 molte, soprattutto se è corretta la lettura piedi o prolungato la trincea stradale che qui si propone, ed è quindi possibi- Fig. 12. Particolare dell’iscrizione latina indivi- di 6 passi e lo stesso avrebbero fatto le ipotizzare una medesima datazione duata nel 2000. Servilius e M. Rufilius dell’iscrizione (v. supra). Le poche differenze paleo- più meridionale48. grafiche potrebbero essere dovute al te L. Servilius: teoricamente è possibi- Nella tagliata della Castelluzza è fatto che i testi siano stati incisi da mani le una loro interpretazione sia come presente una traccia che forse testimo- diverse: le loro caratteristiche sembrano p(edes) che come p(assus)45. nia come essa sia stata oggetto proprio escludere un intervento officinale, anzi Considerando le due iscrizioni di un’operazione di questo tipo. Infatti, la scarsa cura nella loro realizzazione come riferibili ad una o due successive nella parte settentrionale della sua pare- lascia anche il sospetto che i lapicidi ristrutturazioni della tagliata, poco te orientale è visibile, per un tratto di possano essere identificati con gli stes- verosimile sembra interpretarle come il circa 9 metri, un netto listello largo cm si personaggi menzionati. Se fosse cor- ricordo di allargamenti; infatti si 7-15, che, come la strada, sale da nord retto interpretare le due iscrizioni come dovrebbe in questo caso ipotizzare che verso sud: presso l’imbocco della trin- il ricordo di un medesimo atto di muni- i personaggi abbiano finanziato (in cea si trova a cm 70 dal piano di calpe- ficenza in favore dell’importante asse misura differente) un allargamento di m stio attuale, mentre alla sua estremità stradale che attraversava il promontorio 1,776 della trincea originaria, che quin- meridionale è posto ad un’altezza di 2 della Castelluzza, allora si dovrebbero di precedentemente sarebbe stata larga metri. Se non aveva una funzione di aggiungere ulteriori riflessioni.

Gasperini 1989, pp. 137-140). due epigrafi allo stesso intervento, altri- gran parte scalpellato per portarlo a filo 45 Come si è visto, lo scioglimento p(edes) menti si avrebbero due allargamenti suc- con la parete sottostante, si notano più a era ritenuto il più verosimile dal Vittori, cessivi di m 1,776 che supererebbero sud, pochi centimetri al di sotto dei pos- il quale riteneva che l’iscrizione indicas- l’effettiva larghezza della via cava. sibili numerali etruschi sopra ricordati; se quanto della strada apparteneva a 47 Se le due iscrizioni latine si riferissero ciò costituisce un’ulteriore conferma Servilius e M. Rufilius, o meglio a ad interventi successivi, si dovrebbe ipo- della pertinenza di questi segni alla fase “Ruilio” e “Marco Rufino”, stando alle tizzare che per due volte gli approfondi- più antica della tagliata. letture dei due nomi proposte dall’erudi- menti avrebbero avuto la stessa, proba- to (Vittori 1846, p. 24). Lo scioglimento bilmente eccessiva, misura. p(assus) è invece preferito in Gasperini 48 Gli ultimi due personaggi si sarebbero 1989, p. 128, dove si ipotizza che il suddivisi il lavoro in parti diverse. primo personaggio avesse “donato L’inconsueta posizione reciproca delle l’opera per quattro passi (= m 5,920), il righe dell’iscrizione, iniziando la secon- secondo per due (= m 2,960)”. Entrambi da al di sotto dell’estremità destra della gli scioglimenti, legati ai diversi inter- prima, sembra suggerire proprio che le venti ipotizzabili, sono presi in conside- due misure vadano lette o come porzio- razione in Scardozzi 2001a, pp. 145-147. ni di approfondimento o come segmenti 46 Tra l’altro, secondo questa ipotesi si successivi nel senso della lunghezza. dovrebbero necessariamente riferire le 49 Tracce di un listello simile, anche se in

26 Non può essere infatti un caso che lizzativa nell’ambito dell’intero percor- gentilizio e dalla formula di patronato, le cifre equivalgano (6 in quella più set- so che attraversava il promontorio della ma da un numerale, va ricordato come tentrionale e 4+2 nell’altra), quasi che il Castelluzza, può pertanto essere stato questo possa avere valore di 4 o, forse lavoro fosse stato suddiviso in lotti suc- scavato procedendo per successivi seg- significativamente, di 6: se questa cessivi di 6 passi50. A questo proposito menti di 6 passi contrassegnati da gran- seconda lettura fosse corretta, il testo va ricordato come già durante i sopral- di segni a V e finanziati totalmente o in verrebbe pertanto ad avere la stessa luoghi del 2000 fossero stati individuati parte da diversi personaggi, i cui nomi struttura ed il medesimo significato due grandi segni a V incisi sulla parete erano incisi o sulla parete orientale o su delle due iscrizioni latine56. Le differen- occidentale della tagliata (fig. 9): uno quella occidentale54. Forse uno di essi ze tra le epigrafi potrebbero quindi limi- immediatamente al di sotto dell’estre- poteva essere anche il Marcus tarsi solo al fatto di essere state incise da mità settentrionale della seconda linea Ter[entius] il cui nome fu letto dal mani diverse e da personaggi che parla- dell’iscrizione di Servilius e M. Rufilius Vittori non lontano dall’iscrizione di L. vano lingue differenti; tra l’altro, il con- (fig. 11, d; fig. 12), l’altro subito al di Servilius, sulla stessa parete (v. supra); temporaneo utilizzo, a più di un secolo sotto dell’estremità settentrionale del tale personaggio poteva anche aver dalla conquista romana, tra la fine del II testo di Avle (fig. 11, e; fig. 10)51. finanziato il lotto immediatamente suc- e gli inizi del I sec. a.C., di un etrusco Sembrano incisi contemporanea- cessivo, ovvero il secondo da nord55. ormai tardo e del latino non è impossi- mente, entrambi in modo poco accurato, L’intervento a cui potrebbero essere bile in un contesto territoriale piuttosto ed erano probabilmente in rapporto tra riferite tutte le iscrizioni latine può esse- appartato, come il settore dell’Etruria loro pur se distanti, costituendo forse re stato realizzato per migliorare una via meridionale interna compreso tra segni di lavoro che delimitavano settori cava già esistente, ma si addice bene Ferento e Piammiano, e tra classi socia- o segmenti52: può essere significativo pure al lavoro di scavo originario della li di rango probabilmente non elevato57. infatti che la loro distanza equivalga a tagliata. 29 piedi o forse a 30 circa (ovvero 6 A questo proposito si può anche ipo- Abbreviazioni bibliografiche passi), considerando anche lo spazio tizzare che il testo etrusco di Avle sia - AE: L’Année Épigraphique. occupato dalle due lettere con la loro contemporaneo agli altri. Questa iscri- - Baglione 1976: M.P. Baglione, Il terri- larghezza. zione, infatti, come quella di Servilius e torio di Bomarzo, Roma 1976. Già analizzando il solo testo di M. Rufilius si trova subito al di sopra di - CIL: Corpus Inscriptionum Servilius e M. Rufilius si era notato uno dei due segni a V, in una posizione Latinarum. come lo spazio compreso tra i due segni simile, lasciando ipotizzare che il testo - Colonna 1975: G. Colonna, Grotte S. a V corrispondesse esattamente al quar- possa trovarsi in un’analoga connessio- Stefano (). Antico insediamento to lotto di circa 6 passi in cui poteva ne con esso; inoltre, il ductus dell’iscri- in località Piantorena, in Notizie degli essere stato suddiviso lo scavo della zione, il tipo di solco, la grandezza e la Scavi di Antichità, 1975, pp. 47-51. tagliata a partire dalla sua estremità set- forma di alcuni caratteri sono molto - Cristofani 1991: M. Cristofani, tentrionale53; tale ipotesi sembra oggi vicini a quelli delle due epigrafi latine Introduzione allo studio dell’etrusco, essere ulteriormente rafforzata dal rin- incise nella tagliata, alle quali li acco- Firenze 1991. venimento dell’epigrafe di L. Servilius. muna anche la poca accuratezza realiz- - Di Paolo Colonna - Colonna 1978: E. Infatti, se i testi in latino sono contem- zativa e l’incisione su una superficie Di Paolo Colonna - G. Colonna, poranei, questo personaggio potrebbe appena spianata ed in un campo epigra- Norchia, Roma 1978. essere identificato con un altro dei fico aperto. Si tratta di elementi che - Di Stefano Manzella 1996: I. Di finanziatori dello scavo della tagliata potrebbero suggerire una medesima Stefano Manzella, “Furcula Falisca”. viaria, suddiviso in successivi lotti di 6 datazione e quindi che anche il perso- Una soluzione per l’enigmatica epi- passi, ovvero colui che aveva provvedu- naggio menzionato fosse uno dei cura- grafe latina rupestre CIL XI 3161, in to a far scavare il primo segmento da tori dello scavo, ovvero il finanziatore Zeitschrift für Papyrologie und nord; il tratto più meridionale della trin- del terzo o quarto lotto da nord; inoltre, Epigraphik, 111, 1996, pp. 218-225. cea stradale, di maggiore difficoltà rea- se il nome di Avle non fosse seguito dal - Gasperini 1989: L. Gasperini,

Quilici 1990, p. 204. sione prodotta dagli agenti atmosferici. 50 Che lo scavo delle tagliate potesse esse- 53 Scardozzi 2001a, p. 144. La possibilità 56 Potrebbe essere solo una casualità, ma re condotto per lotti di lavoro successivi di verificare l’esistenza di ulteriori segni anche i due numerali incisi poco più a lo dimostrano, per esempio, i segni di a V che delimitavano gli altri ipotetici sud, sulla parete orientale (v. supra), che estrazione presenti sulla via cava di lotti è impedita dai crolli che hanno inte- presentano l’altezza delle lettere ed il Fantibassi: cfr. Quilici 1990, p. 201. ressato la parte settentrionale della pare- solco identici alle altre scritte incise 51 Sui due segni, v. Scardozzi 2001a, p. te occidentale della tagliata. lungo la tagliata, riportano le cifre 5 e 1 144. 54 Nel caso della nuova iscrizione rinvenu- separate da un punto. 52 Analoghi segni a V compaiono in alcune ta nel 2006, l’interro impedisce di verifi- 57 Avle risulterebbe un personaggio di scritte terminali rupestri individuate nel care l’eventuale presenza di un’altra rango inferiore in entrambe le letture territorio nord-orientale di Tolfa: sono grande V incisa nella parete sottostante. dell’iscrizione, sia che fosse esplicitata stati interpretati come lettere, forse da 55 Altri finanziatori potevano comparire, la formula di patronato sia che la sua sciogliere V(ltra) (nel senso di “al di là”, oltre che nel tratto della trincea che formula onomastica fosse limitata al “fuori”), a significare la fine in quel risulta interrato, anche nel segmento solo nome servile. Inoltre, come si è punto dello spazio delimitato (Gasperini della parete occidentale che è crollato visto, anche i personaggi menzionati 1989, p. 49). Per altri segni di lavoro oppure lungo la parete orientale, meno nelle due iscrizioni latine non presenta- presenti lungo tagliate viarie si possono interessata dai crolli ma con la superfi- no i patronimici, circostanza che induce citare quelli incisi lungo la via cava di cie rocciosa che in molti punti ha perso ad ipotizzare una loro condizione di Fantibassi: cfr. Gasperini 1989, p. 70, e la politezza originaria a causa dell’ero- liberti.

27 Una “nuova” iscrizione nella tagliata della Castelluzza presso Bomarzo

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