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sviluppo di forme plastiche da elementi archi­ cortesia del compianto R. Soprintendente alle tettonici. Il « pittoresco» che intona i diversi Gallerie di Venezia, prof. Gino Fogolari; Egli accenti lomhardi e romani è dunque di natura volle lasciarmi l'onore di farne parola, quasi a rigorosamente architettonica a Milano, plastico ricompensa di averGli segnalata l'opportunità a Roma. del restauro nei riguardi non solo della conser­ l,a posizione di Bramantino pittore e ar­ vazione, ma anche degli studi. chitetto, è dunque quella di intermediario tra Considerando da tempo l'opera · di Fra Se­ la visione spaziale e pittorica di un Bramante, bastiano del Piombo, avevo portato la mia at­ e quella architettonica di un Richino. E il tenzione sulle quattro figure di Santi che or­ codice ambrosiano, proprio per il suo partico­ navano le portelle dell'organo di S. Bartolomeo lare rapporto col centro di Roma è la nota sen­ di Venezia: i Santi Ludovico da Tolosa e Sini­ sibile che rivela tale coordinazione di valori baldo (ciascun pannello, m. 2,92 x 1,37) erano storici ed estetici. L'esame che mi propongo ora situati ai lati dell'attuale organo, mentre i San­ di seguire, relativamente alla complessa atti­ ti Bartolomeo e Sebastiano (ciascun pannello, vità del Richino, e che seguirò prossimamen­ m. 2,42 x 1,22) erano collocati sulle pareti tra­ te, ha la sua chiarificazione in· questo studio sversali delle navate minori. Valutando tutta di orientamento intorno alla genesi del baroc­ l'importanza di tali pitture, sicuramente data­ co lomhardo, che trova nelle versioni pittore­ bili, non solo per la conoscenza dell'arte di Se­ sche di un architetto, il Bramantino, il centro bastiano ma anche di quella di al focale. témpo degli affreschi del Fondaco dei Tedeschi, Uno dei . punti più essenziali per la defini­ mi pareva più che mai necessario che esse ve­ zione dello stile richiniano, sarà infatti deter­ nissero sottoposte ad un restauro. La conoscen­ minato dal rapporto Bramante-Richino, e, se za e l'interpretazione di esse mi apparivano assai si vuole sin da ora precisare, dalla relazione compromesse dal loro stato di conservazione: intercorrente tra la bramantiniana Cappella Tri­ per cui era comprensibile l'ambigua relatività vulzio e la richiniana Chiesa dell' Ospedale Mag­ dei giudizi espressi sul loro conto dalla storio·· giore di Milano. Si profila così l'evoluzione del­ grafia artistica moderna. l'architettura harocca lomharda dal Rinasci­ Incaricato, all'inizio delle ostilità, dal R. So­ mento, e l'unità stilistica di tale soluzione re­ printendente alle Gallerie, di dirigere lo sgom­ gionale potrà ulteriormente precisarsi. bero delle opere d'arte mobili delle chiese ve­ L'iscrizione del codice amhrosiano, dalla qua­ neziane, mi tocèò la fortuna di vedere da vi­ le si apprende che le illustrazioni architettoniche cino tanti capolavori, la cui leggibiIità era dav­ hramantiniane vennero prohahilmente studiate vero malagevole: non privo di ansia fu l'istante dal Richino, è dunque un dato di fatto di par­ in cui, il 14 giugno, gli operai fecero. scendere ticolare interesse che doveva essere segnalato. dalle nicchie di stucco settecentesche le quattro tele del Luciani di S. Bartolomeo. Mentre una MARIA LUISA GENGARO. sommaria pulitura della polvere mi rivelava tutta la hellezza del colore, col quale sono co­ struite le figure di S. Ludovico e di S. Sini­ VICENDE DELLE ANTE D'ORGANO haldo, si potè constatare che le altre non solo DI SEBASTIANO DEL PIOMBO erano malamente conservate, ma che in alcuni PER S. BARTOLOMEO A RIALTO. punti il colore era paurosamente sollevato. In" simili condizioni non era certo possibile incas­ Di quanti giudizi critici ambigui è respon­ sare le opere, per far loro affrontare i rischi sabile una cattiva ed alterata conservazione dei del viaggio: subito il restauratore cav. Moro testi pittorici? Di giorno in giorno ciascuno di provvedeva a fissare con veli il colore dove noi si rende sempre più conto dell'esigenza as· appariva più smosso. soluta di una esatta lettura degli originali, resa È merito di Gino Fogolari l'aver voluto af­ PQssibile dalla delicata opera di filologia che è frontare in pieno 'il problema del restauro dei il restauro. quattro dipinti, affidandolo ad un esperto chi­ Forse pochi casi si sono finora presentati rurgo, al comm. Mauro Pellicioli 1). Le labo­ cosÌ singolari come quello che illustro, per la riose fasi del restauro, iniziato nell'ottobre del

1) Monsignor .Ettore Bressan, Rettore del Seminario hanno subito aderito al programma di r estauro e di ri­ Patriarcale di Venezia, in rappresentanza della Curia e sarcimento proposto dalla R. Soprintendenza alle Gallerie. monsignor Giuseppe Scarpa, parroco di S. Salvatore Le ante, dopo il restauro, sono state portate al luogo dalla quale dipende la chiesa vicariale di S. Bartolomeo, di rifugio; . intanto, d'accordo con i prelati suddetti, la ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

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1940 e terminato ai primi del gennaio di que­ Il canonico Antonio Nardini, pubhlicando st'anno, vennero dirette e seguite dal prof. Gino nel 1788 l'elenco dei Vicari che ressero la Chie­ Fogolari, dal prof. Vittorio Moschini e dallo sa di S. 13artolomeo 8), annotava che il vicario scrivente. Prima di narrarne le vicende, credo Alvise Ricci, nominato il 7 ottobre 1507 e opportuno esporre la storia critica dei dipinti morto nel 1509, fu il committente delle por­ di S. 13artolomeo. ' telle d'organo: « Confici etiam mandavit Fratri Il primo che ne faccia menzione è lo Scan­ Sebastiano a Plumbo propria impensa Quatuor neIIi f), che nel 1657 scrive: « e nella Chiesa di Tabulas eximias, nostris temporibus instaura­ S. 13artolomeo si vedono le portelle dell'Organo tas, videlicet S. 13artholomaei Apostoli, S. Se­ con diversi Santi e massime un S. Sebastiano bastiani Martyris, S. Aloysii Episcopi, et Con­ ignudo d'esquisita bellezza l). Tre anni dopo il fess'oris, et S. Sinibaldi Confessoris l). 130schini ne La Carta del navegar pitoresco .) cita Se la notizia della commissione 9), circoscrit­ le « .... quatro figure. De le so' man dignissime ta cosÌ tra la fine del 1507 ed il 1509, è pre­ fature l), per le quali « Ghe fù oferto gran precio, ziosa, perchè viene a fissare un caposaldo della e decoroso l), ma ne Le ricche minere 4) specifica cronologia dell'attività veneziana del Luciani la disposizione delle figure scrivendo che: « Le (il secondo e l'ultimo è offerto dalla Salomè portelle dell'Organo con al di fuori, li Santi della Galleria di Londra datata 1510), non meno 13artolomeo, e Sebastiano, et al di dentro li importante è che il passo dello storico degli Santi Luigi Rè di Francia, et il Pellegrino Si­ ecclesiastici di S. 13artolomeo documenta impli­ nibaldo, è opera di frà Sebastiano del Piombo )) . citamente che il restauro è anteriore al 1788. Nel 1733 lo Zanetti, nelle aggiunte al 13oschi­ Nel 1815 Giannantonio Moschini 10), men­ ni 5), completava il precedente passo con l'af­ tre continua a citare ai fianchi dell'organo le fermazione critica di « opere rare)). figùrc di S. Ludovico e S. Sinibaldo, ricorda Nel 1771, e forse già da qualche decennio, che la figura di S. 13artolomeo: « porzione de' l'organo di S. 13artolomeo, seguendo la sorte portelli dell'organo antico)) ti quella diI,S.! Se­ di t~nti altri 6), non esiste più. Lo Zanetti 7) ci bastiano, esposte al pubblico, vennero restau­ testimonia che le figure di S. Ludovico e di rate da Giambattista Mingardi. « Se più non vi S. Sinibaldo sono « dai lati dell'organo l), cioè si riconosce l'autore, non vuoI darsene la colpa appese come, fino all'estate del 1940, si poteva a Giambattista Mingardi che l'aggiustò (riferen­ vedere. In una nota aggiunge che « Le altre dosi al S. 13artolomeo); mentre ~ra quasi onni­ due figure, cioè quelle di S. 13artolomeo e l'al­ namente perduta l). Con tale postilla, il Moschi­ tra di S. Sebastiano bellissima, ch'erano parte ni sembra voler accennare a discussioni o pole­ dei ve'echi portelli dell'organo, si conservano miche sorte attorno al restauro del Mingardi, ancora; e si può sperare ' che le degne cure prendendone implicitamente le difese:;col ricor­ de' Religiosi di quella chiesa le rimettino un dare le cattive condizioni dei dipinti,t' anzi esa­ giorno in pubblico)). Il che lascia chiaramente gerando quelle del S. 13artolomeo. i';>:;- i,,· ~ ~ i : supporre che i due dipinti erano già in cattivo La testimonianza del Moschini ci fa cono­ stato di conservazione, tanto da esser sottratti scere l'autore del restauro avvenuto fra il lJ71 alla vista del pubblico. ed il 1788: quei Giambattista Mingardi nato a

R. Soprintendenza sta studiando l'opportunità di poter 'ture ... , con aggiunte di A. M. ZANETTI, 1773 (S. Marco), esporre su di una parete della chiesa di S. Bartolomeo p. 191. tutti e quattro i dipinti, in modo da ricostituire nel suo 6) G. FOGOLARI, Le portelle dell'organo di S. Maria assieme la decorazione dell'organo. È probabile che si dei Miracoli di Venezia, in Boll.d'Arte, 1908, pp. 121- dovrà portare altrove una delle t ele seicentesche della 137 e 161-176, prendendo lo spunto del rit orno in Italia chiesa !IlIo scopo di offrire spazio alle quattro ante di di un'anta dell'organo della chiesa dai Miracoli, cosÌ Sebastiano del Piombo. ricostituito nel suo assieme decorativo alle Gallerie del­ 2) F. SCANNELLI, Il Microcosmo della Pittura, 1657, l?Accademia di Venezia, tracciò la storia di tanti capo­ p. 235. lavori pittorici che ornavano gli organi delle chiese ve­ 3) M. BOSCHINI, La Carte del navegar pitoresco ... , neziane, a poco a poco disfatti o rifatti, a danno ed a 1660, pp. 396-397. perdite delle opere stesse. 4) , M. BOSCHINI, Le ricche minere ... , 1674, p. 109. 7)A. M. ZANETTI, Della Pittura Veneziana, 1771 I, p. 203. Le fonti precedenti al Boschini e cioè la Venetia 8) (A; NARDINI), Series Historico-Chronologica Prae­ città nobilissima, i581, di FRANCESCO SANSOVINO , l'edi­ f ectorum, qni ecclesiam titulo S. Demetrii Mar. Thessaloni­ zione dello Stringa del 1604, nonchè quella ampliata censis fundatam, deinceps S. Bartholomaei Apostoli de del Martinioni del 1664, sono mute al riguardo: e ciò Rivoalto reparatam rexerunt ab ecclesia condita ... , Vene­ non deve stupire, data l'imprecisione di tale fonte nei tiis, MDCCLXXXVIII, pp. XL-XLI. riguardi della catalogazione del patrimonio artistico ve­ 9) Tratta dal NARDINI, op. cit., p. LIX, 'dall'archivio neziano. di S. Bartolomeo, oggi disperso. 5) M. BOSCHINI, Descrizione di tutte le pubbliche pit- l0) G. MOSCHINI, Guida di Venezia, 1815, I, pp. 560-565. ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

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Padova verso il 1738, iscritto nella fra glia pit­ del, restauro e della riduzione del Mingardi, nel torica veneziana dal 1771 al 1779 11) e morto caso delle portelle esterne. Non tenendo conto a Venezia nel 1796 12). Il Mingardi « pennello cioè di elementi materiali, nè potendo leggere, diligente, ma spesse volte stentato» secondo la dato lo stato di conservazione, i dipinti, si pregnante definizione del Pietrucci 13), oltre che imputò a Sebastiano un mutamento improvviso professare una pittura d'intonazione generica­ di atteggiamento figurativo tra le portelle ester­ mente tiepolesca, ebbe .per parecchi anni dalla n e e quelle interne, mentre gran parte di tale Repubblica la carica di « Ispettore dei pubblici impressione derivava proprio dal restauro e dipinti », funzionario cioè e restauratore ad un dalla manomissione del Mingardi. Quanto ebbi tempo 14). occasione di scrivere nel 1935 19) esprime lo La critica ottocentesca e contemporanea ac­ stato d'animo della critica dinnanzi alla ten­ cettò l'attribuzione dello Scannelli e del Boschini, denziosa lettura di quelle opere: « Ma mentre attribuzione fondatissima del resto, come provò San Ludovico e San Sinibaldo sono equilibrati il N ardini: solo pochi studiosi vi si opposero. La nello spazio della nicchia, San Bartolomeo e renitenza ad accettare una tradizione ormai ca­ San Sebastiano aspirano ad una grandiosità nonica derivava certamente dall'avvertire uno maggiore, tanto che il loro capo sovrasta la scarto, una modificazione quasi brusca del gusto, cornice che divide la nicchia dal catino. se non di tutte almeno di due figure, in confron­ « È notevole il diffèrenziarsi delle due inten­ to, ad altre opere sicure di Sebastiano, in primis zioni, per cui le prime due figure si saldano la pala di S. Giovanni Crisostomo. I Crowe e Ca. tranquille a terra in una morbida' costruzione valcaselle 15) anzi furono categorici, assegnando attuata attraverso la luc.e, . mentre le seconde senz'altro i quattro Santi alla maniera di Rocco spezzano quell'equilibrio e giungono all'azione Marconi; il Wickhoff 16), che sembrò esercitare per mezzo soprattutto del piegarsi li del tor­ la sua scepsi di preferenza nel campo giorgione­ cersi delle loro vesti. Nè la differenza va dram­ sco, perseverò nell'esclusione. Il Benkard 17), al matizzata a tal punto da vedere due perso­ quale si deve una notevole dissertazione sulla nalità, ecc. giovinezza dell'artista, mise in evidenza la dif­ « Eppure improvvisamente qualcosa si è mu­ ferenza stilistica dei due gruppi di Santi, risol­ tato da un gruppo all'altro: tanto che il Wilde vendola nell'assegnare i Santi Bartolomeo e Se­ ha notato che il secondo gruppo ha qualcosa bastiano ad un Maestro sotto l'influsso di Ti­ di insolito alla tradizione veneziana del primo ziano. decennio del '500. Al Wilde riesce impossibile Anche coloro che accettavano la paternità di poter pensare un mutamento così repentino del Luciani p er tutti e quattro i Santi, nota­ nel giorgionesco Sebastiano se non ricorrendo vano una differenza di gusto tra i due gruppi all'apporto formale di Fra Bartolomeo, appunto di figure.18): a nessuno però, lo scrivente com­ a Venezia nel 1508. . preso, data la distribuzione dei dipinti, in con­ « L'ipotesi testimonierebbe questa necessità dizioni poi di visibilità alquanto mediocri, passò sebastianesca di risolvere in forma, in plastica, per la mente di considerare un elemento tanto in articolazione di movimento, il colorismo ve­ esterno come quello delle misure dei dipinti, neto ed in specie giorgionesco». l,e quali avrebbero permesso di stabilire una Sebbene le due figure di S. Bartolomeo e identità materiale di proporzioni tra le quattro di S. Sebastiano conservino anche dopo il re­ figure, e, di conseguenza, di dedurre i risultati stauro attuale un andamento di energia pia-

11) G. LORENZETTI, Venezia e il suo estuario (1927), Kiinstlerische Laufbahn des S. d. P., 1892, pp. 16-17; p. 856. . P. D'AcHlARDI, Sebastiano del Piombo, 1908, pp. 33-36; 12) Per il Mingardi cfr. la voce, anonima, in Thieme G. BERNARDINI, Sebastiano del Piombo, 1908, pp. 12-13; Becker Kiinstler-Lexicon, XXIV, 1930, p. 388. L. JUSTI, Giorgione, 1908, I, p. 230 (su disegno o abbozzo 13) N. PIETRUCCI, Biografia degli artisti padovani, di Giorgione); L. VENTURI, Giorgione e il giorgionismo, 1858, ad vocem. 1913, pp. 154-155; A~ VENTURI, Storia dell'Arte Italiana, 14) Sull'attività burocratica del Mingardi cfr. R. BRAT­ 1915, VIP, p. 773 (dove cita solo i Santi Ludovico e TI, Notizie d'arte e di artisti, 1915, pp. 35-36. Sinibaldo), IX3, 1928, pp. 74-77, IX5, 1932, p. 18; B. BE­ 15) J. A. CROWE AND CAVALCASELLE, A History of RENSON, Italian Pictures ... , 1932, p. 523 ed ediz. it., 1936, Painting . in North Hitaly , ed. Borenius, London, 19l2, p. 449; G. GOMBOSI, ad vocem in Thieme-Becker Kiinstler III, p. 206, nota. L exicon, XXVII, 1933, pp. 71-74; J. WILDE, Die Pro­ 16) F. WICKHOFF, Die Sammlung Tiicher, in Miinche­ bleme um Domenico Mancini, in Jahrbuch viennese, 1933, ner Jahrbuch, 1908, p. 29. p. 115 ; R. PALLUCCHINI, La formazione di Sebastiano del 17) BENKARD , Die venetianische Fruhzeit des S. d. P., Piombo, in Critica d'Arte, p. 41. 1907, pp. 20-25. 19) R. P ALLUCCHlNI, La formazione di Sebastiano del 18) Assegnano i Santi al Luciani: PROPPING, Die Piombo, art. cit., p. 41. ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

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stica, che differisce dall'intenso colorismo to­ rare elementi architettonici che erano in di­ naIe degli altri due Santi, mutamento imputa­ saccordo con le figure, quali i frammenti di hile alla diversità del prohlema pittorico risolto colonna col capitello corinzio alla sinistra di dal Luciani nelle due coppie di Santi, lo stato S. Sebastiano o il fusto frammentario di colonna di conservazione di allora accentuava tale scarto con hasamento alla destra di S. Bartolomeo. di intenzioni figu,rative. Si giunse cosÌ alla spe­ Le numerose cuciture offrivano la chiave del ricolatissima opinione. del Richter che ritenne misterioso terremoto, che aveva cosÌ strana­ i Santi Bartolomeo e Sehastiano dipinti molto mente sconvolto gli sfondi originari, i cui par­ più tardi della data tradizionale, del resto do­ ziali frammenti, affiorati sotto ai durissimi ri­ cumentata. In una comunicazione, annotata dal facimenti settecenteschi, indicavano suhito tutto Fiocco 20), il Richter giunse a dire che il Lu­ un gioco complesso di elementi architettonici. ciani, nel dipingere il S. Sehastiano, tenne pre­ Le figure documentano lo . stato delle due tele sente il Davide di , immaginando al termine della totale pulitura degli sfondi. quindi che le portelle esterne fossero state di­ Si veniva cosÌ a chiarire la portata del re­ pinte . dall'artista almeno vent'anni più tardi, stauro del Mingardi. Evidentemente le due tele c~oè nel suo hreve ritorno a Venezia. Scherzi avevano molto sofferto per l'umidità; tanto che della specializzazione giorgionesca: perchè ha­ la figura di S. Sebastiano era stata già restau­ stava che il Richter collaudasse la sua trovata rata nel Seicento. Il Mingardi dovette prendere sullo stile sehastianesco attorno al 1528! l'ardita determinazione di conservare le due figure e di dar loro uno sfondo unitario a nic­ chia, a somiglianza di quelle di S. Ludovico e * * * di S. Sinihaldo.Affinchè le due figure risultas­ sero sull'asse centrale delle nuove composizioni, A tutti questi duhhi e fantasie della cntICa egli ritagliò e ricucÌ assieme · quanto di huono è venuto incontro, provvidenzialmente, il re­ e di integro restava delle due ante. Per fortuna stauro delle portelle. nostra, utilizzò le tele originarie, forse allo scopo I quattro dipinti si presentavano deterib­ di poter disporre di uno stame identico, che rati non solo per l'azione dell'umidità, ma, nel permettesse di falsificare con più coerenza gli caso del S. Sebastiano e del S. Bartolomeo, sfondi a nicèhia. L'estensione delle parti man­ anche dell'acqua, che, colatavi sopra, aveva canti equivaleva quindi alla differenza di su­ provocato idratamenti e quindi l'imhiancamen­ perficie esistente tra la coppia dei Santi delle to delle resine delle vernici vecchie e recenti. portelle interne e quella delle portelle esterne. La figura di S. Sehastiano era certo in peggiori Fortunatamente le parti perdute comprendeva­ condizioni di tutte, tanto che il colore era par­ no esclusivamente elementi architettonici, la · zialmente sollevato ed in qualche punto ca­ cui ricostruzione veniva ad essere assicurata duto. Si è quindi proceduto alla foderatura dai pezzi rimasti. Le d~e tele vennero scompo­ delle quattro tele, risanandole coll'asportazione ste; i vari frammenti disposti in modo da rico­ delle colle deteriorate ed ammuffite. struire l'assieme delle due portelle; gli spazi Il fatto che le tele con S. Bartolomeo e ' mancanti rimpiazzati da innesti di tela. Ogni S; Sebastiano fossero ricucite in più punti mise elemento originario trovò il propriò posto: la suhito in sospetto: contemporaneamente il Pel­ mezza colonna affiorata alla destra di S. Bar­ licioli faceva notare sotto al catino dell'ahside tolomeo andò a ricostituire la parte destra del­ del S. Sehastiano una diversa archeggiatura, l'anta con S. Sebastiano (l'ampiezza della co~ raffiorante sotto il colore, a luce radente. Non lonna fu calcolata a centimetro per via del fu difficile determinare che gli sfondi raffigu­ doppio giro di fune legata attorno ad essa); ranti le tozze ,absidi, d'una tinta caffelatte le basi dei due archi posti dietro alle figure in­ opaca, erano ridipinti e posticci e quindi im­ dicavano esattamente l'apertura di essi, per cui· putabili al Mingardi, e constatare che le due i frammenti superstiti venivano a combaciare figure di Santi erano state maltrattate e ri­ senza incertezze di sorta. Sulle tele si tracciò passate dallo stesso pennello. Non rimaneva facilmente il disegno delle parti architettoniche che tentare assaggi di pulitura. Non dico quale mancanti. fu la sorpresa, o meglio, lo stupore, allorchè, Per il prohlema del restauro si presentavan'O sotto alle mani del Pellicioli, si videro affio- due soluzioni: o lasciare scoperti gli innesti, co-

20) G. FIOCCO, Giovanni Antonio Pordenone, 1939, da Castelfra11co ... , 1937, pp. 241-242, aveva già affacciato, XVIII, p. 120, nota. Del resto lo stesso RICHTER, Giorgio con maggior cautela, tale ipotesi. ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

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lorandoli di una tinta neutra, o aVVICmare le mento originale della gamba. Si scoprì, sotto al lacune ai frammenti originali. Nel primo caso rifacimento, l'angolo appuntito dello svolazzante (che è già pienamente prevedibile nelle figure 3 lenzuolo che il Santo tiene attorno ai fianchi. e 4) si sarebbe irrimediabilmente annullato l'ef­ Anche l'integrazione dello stemma e dei nastri fetto monumentale d'insieme della composizione era calcolabile in ogni elemento: ma non si è architettonica; nel secondo, malgrado si sforzasse creduto opportuno ricostituire la parte decora­ un principio teorico di cui tutti siamo convinti tiva dello stemma stesso 21). La pulitura delle assertori, si veniva ad integrare tale effetto. due ante con S. Ludovico e S. Sinibaldo non Alla Commissione, dopo non poche discussioni, presentò difficoltà o problemi particolari: tolte alle quali il Pellicioli portò il contributo della le vernici ossidate e la sporcizia, che ormai fa­ sua esperienza, parve opportuno scegliere la se­ ceva corpo con quelle, il colore originale, del conda via. Si tenne naturalmente per norma tutto integro, rifulse nel suo splendore. che l'integrazione doveva consistere semplice­ mente nell'uniformare i valori locali e gli ele­ menti formali a quelli originali, con uno stacco * * * non solo visibile, ma controllabile mediante il tracciato di esatti confini, segnati a punta di I benefici di questo restauro sono stati il ri­ pennello. sarcimento delle portelle esterne, con una let­ Risarcite così le due tele, il Pellicioli con­ tura migliorata del testo pittorico, purtroppo tinuò la pulitura delle figure dei Santi e dei non più integro, e lo scoprimento perfetto del campi di colore a loro più prossimi. Per il colore delle portelle interne. Ad ante chiuse, S. Bartolomeo fu operazione abbastanza age­ S. Bartolomeo e S. Sebastiano appaiono din­ vole, la quale rimise in luce il tessuto originario nanzi ad un grandioso arco trionfale, la cui volta pittorico intatto, tranne che nei piedi, in parte a cassettoni è considerata da un punto di vi­ frutto del restauro settecentesco, e che scoprì, sta ribassato, data l'alta positura dell'organo 22). tra l'altro, il risvolto verde del manto svolaz­ A Venezia non s'era mai vista una tale com­ zante verso sinistra; "per la figura del S. Seba­ passata cadenza architettonica, per la quale la stiano il problema del restauro si presentò più figura umana viene potenziata in un ritmo complesso. Come s'è accennato, le ante dove· maestoso, conchiuso dalle due colonne corinzie vano aver subìto i danni maggiori per la lunga poggiate su alti plinti. L'elemento tonale, che permanenza su di una parete bagnata ed in- è alla base della riforma giorgionesca, è inter­ . vas a dal salnitro: per cui in alcuni punti, sotto pretato, dal Luciani con audacia costruttiva, per ai duri restauri settecenteschi, il Pellicioli si cui il lume esterno, proveniente da sinistra ra­ trovò di fronte ai rifacimenti seicenteschi. Il dendo le masse geometriehe e squadrate dell'ar­ mento ed il collo del Santo possono così consi­ chitettura, sbalza con rigore plastico le figure derarsi perduti: e non era davvero pensabile umane, rilevandole per contrasto dall'ambien­ di arrivare all'imprimitura, allo scopo di aspor­ te in ombra del sottarco. Il manto legger­ tare i rifacimenti più antichi, che vennero deli­ mente violaceo di S. Bartolomeo, verde nel ri­ mitati con un sottile contorno. Affiorarono poi svolto, gettato sulla veste rossa scura, è gra­ alcune dita originali del piede sinistro, rifatto duato secondo l'incidenza luministica; una certa più a destra dal Mingardi, allo scopo di dare concitazione chiaroscurale, che dà lividori alle una impressione di minore arretramento alla ombre, accentuata da caratteristici partiti di gamba stessa. In questo caso si decise di aspor­ pieghe, quasi che il manto fosse ritagliato in tare il ·rifacimento settecentesco, ricostituendo cuoio, riconferma l'antica impressione che pro­ la zona lacunosa in modo sommario e nettamen­ prio l'arte di Fra Bartolomeo, per l'appunto a te delimitato, allo scopo di suggerire il movi- Venezia nel 1508, avesse fatto presa sul Luciani. I 21) Nella parte superstite dello stemma sono raffigu­ tradizionalità di motivi e di invenzioni abbastanza perbi­ rate due roselline (una però quasi del tutto abrasa). Ef­ stente e conformista: Sebastiano, a ' questo proposito, fettivamente in uao degli stemmi della famiglia Ricci o sembra sviluppare l'invenzione realizzata da Gentile Bel­ Riccio, conservato · in un codice marciano (Classe VII, lini nelle ante esterne dell'organo marciano, raffigurante cod. it. 91), v'è elemento araldico delle roselline, in nu­ S. Marco e S. Teodoro sta~ti ciascuno sotto un arco clas­ mero di sei, mentre, nella parte superiore della scudo, v'è sico, colto da un punto di vista ribassato, unificando la rappresentazione del riccio. i due archi in uno solo. Così anche il modulo illustrativo 22) La tradizione, rilevata dal FOGOLARI, art. cit., della nicchia si ripete tradizionalmente: si pensi alle mi­ p. 162, di porre nell'anta esterna di destra la figura del rabili ante interne dell'organo di S. Geminiano, ora al­ Santo titolare della chiesa .non è rispettata dal Luciani. l'Estense di Modena, con S. Giovanni e S. Menna, spa­ I moduli compositivi ed iconografici delle raffigurazioni ziati in nicchie del tipo appunto di queste sebastianesche, delle portelle d'organo si svolgono nel tempo con una ma naturalmente con altri intenti figurativi. ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

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La testa di S. Bartolomeo, dai capelli arric­ ed architettura, ponendosi audacemente contro ciolati, sembra desunta da esempi di statuaria alla tradizione quattrocentesca, vivissima du­ classica, come rivela anche la bilanciata ca­ rante tutto il primo decennio del Cinquecento denza di S. Sebastiano, in cui il gesto del brac­ per opera di artisti come Giambellino, Carpac­ cio, trattenuto dalla fune, è piuttosto quello di cio, Cima e tanti altri. Tali raffigurazioni denun­ un antico oratore. Il gesto del S. Francesco, ciano con assoluta nettezza l'atteggiamento, che ai piedi della Vergine giorgionesca di Castel­ è sostanziale nell'arte di Sebastiano Luciani, franco, è stato certo lo spunto per il Luciani, tendente alla comprensione del gusto formale che l'ha arricchito di una vis oratoria, atta a tosco-romano in funzione del colore tonale. sostenere il movimento così complicato della Le ante esterne di S. Bartolomeo storica­ figura secondo uno svolgimento luministico. mente assumono un valore non indifferente di La larghezza di costruzione pittorica, colla fronte al problema della decorazione del Fon­ quale è reso con effetto di massa il volto di daco dei Tedeschi e della parte che vi ebbe S. Bartolomeo, è certo in anticipo sui tempi. Giorgione nel 1508. Mentre il Vasari ' mette in La buona lettura di esso riconferma la mia rilievo, quasi con stupore, la fantasia assoluta supposizione, che dimostrerò anche sulla base di Giorgione, il quale non s'era preoccupato di di altre prove -nel mio prossimo libro sull'arti­ narrare ma solo di rappresentare (per cui esclama, sta, che quei disegni degli per lo più tratti quasi stizzito, a proposito di quelle « storie » che da statue antiche 23), e dal Richter stranamente « .... ed io per me non l'ho mai intese, nè anche, riconfermati a Giorgione 24), spettino invece, co­ per dimanda che si sia fatta, ho trovato che l'in­ me aveva intravvisto il Gronau 25), al Luciani, tenda l») 27), il Ridolfi ci fa sapere che in tali forse in un momento di sviluppo ulteriore. An­ affreschi v'erano raffigurate anche « prospettive ticaglie, com'è noto, non mancavano a Vene­ di colonne, e trà quelle huomini a cavallo » 20). zia; e gli artisti stessi andavano a gara per Le in,cisioni dello Zanetti 29) attestano che la averle, Gentile Bellini primo fra tutti ~6). Nuda, il cui originale, non più di una larva, La figura di S. Sebastiano è modellata con è oggi alle Gallerie, era situata dentro una una colorazione tonale calda: se nel complesso nicchia, ed il giovane nudo sedeva accanto ad il modulo della figura è classicheggiante, la resa elementi architettonici. :J;.e ante quindi del Lu­ dei particolari anatomici non è spinta a fondo, ciani confermano che la « maniera grande» di ma di una sintetica sommarietà, tutta veneta, Giorgione (alla quale spettano i Tre filosofi 'di ed in fattispecie giorgionesca. Il lenzuolo, che Vienna e la Venere di Dresda) si attuava sulla il Santo stringe ai fianchi, intriso di luce, è facciata del Fondaco svolgendo una dialettica costruito speditamente, con un colore messo a' conseguente tra figura ed· ambiente architetto­ corpo: brano certo meditato da Tiziano stesso. nico: motivo che Sebastiano subito riecheggia Le ante esterne dell'organo di S. Bartolomeo ed interpreta con una cadenza più sostenuta, rappresentano il momento più « romanista» di oratoria e classicheggiante, forse coll'appoggio tutto il periodo veneziano del pittore. Seba­ di elementi formali toscani. stiano riesce ad attuare una grandiosa sem­ Nel mio . studio attorno all'attività giovanile plificazione di masse, forse come nessuno aveva del Luciani 30) e nel corso di lezioni tenuto osato realizzare fino allora, equilibrando figure nel 1940 all'Università di Padova 31), mi ero

~ 23) Gabinetto delle Stampe degli Uffizi: testa di Giove; 26) Cfr. G. B. CAVALCASELLE e J. A. CROWE, Tiziano, n.O 697, Didone; n.O 696, S. Sebastiano e nel verso testa la sua vita e i suoi tempi ... , 1877, I, p. 4l. di efebo; n.O 692, torso del Belvedere; n.O 1763, giovane 27) G. VASARI, Le vite ... , 1568, ed. Milanesi, 1879, con agnello. A questa 'serie di disegni si aggiunge il torso IV, p. 96. (n.o 4174) dell'Istituto Stiidel di Francoforte. Di conse­ 28) C. RmoLFI, Le maraviglie dell'arte ... , 1648, ed. VOll guenza è mia opinione che appartenga a Sebastiano an­ Hadeln, 1914, p. 100. che il disegno degli Uffizi con tre teste di Santi, forse 29) A. M. ZANETTI, Varie Pitture a Fresco de' Prin­ del tempo della pala di S. Giovanni Crisostomo. Il RICH­ palici Maestri Veneziani, 1760. Il LONGHI, Officina Fer­ TER, op. cit., p. 218, ha osservato che la testa di Giove rarese, 1934, p. 133, ravvisa nel Nettuno e Minerva del sembra derivare da un antico busto del Museo Archeo­ Garofalo (1912) alla Galleria di Dresda « il sospetto di logico di Venezia, forse proveniente dalla collezione del una qualche memoria dei nudi del Fondaco dei Tede­ cardinal Domenico Grimani. schi ll. Anche negli affresehi, purtroppo rovinati, di Iacopo 24) G. M. RICHTER, op. cit., pp. 218-219. Bassano sulla facciata di Casa Michidi a Bassano si può 25) G. GRONAU, Krit. Stud. zu Giorgione, in Rep. fur leggere un' eco del modo di comporre giorgionesco del Kunstw., 1908, p. 508: « Beiliiufig - per il Giudizio di Fondaco (cfr. ARSLAN, I Bassano, 1931, p. 70). Salomone di Kingston Lacy - bemerkt riihrt aus dersel­ 30) R. P ALLUCCHINI, art. cit., p. 44. ben Zeit Sebastianos die Gruppe von Federzeichnungen, 31) R. PALLUCCHINI, L'Arte di Fra Sebastiano del meist Kopfe darstellend, her, welche man in verschiede- Piombo (Lezioni tenute nell'anno accademico 1939-40- nen Sammlungen unter Giorgiones Namen findet ll. . XVIII), Dispense edite dalla Grafolito, Bologna, pp. 32-33. ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

Figg. l c 2. SE BASTIANO DA.L PIOlI1BO: L e ante esterne al termine della pnlitura completa degli sfondi . Figg. 3 e 4. SE BA STIANO DAL PIOMBO: I frammenti originari dell e ante esterne ri­ (Nella figura di S. Sebastiano rimangono allcora res tauri del '600 e d el '700). composti con innes ti di tela (SOllO state tracciate in nero le parti architettoniche manca nti). ~ :< Ci

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astenuto dal dare un giudizio su di un'opera quelle interne il ritmo architettonico è del tutto per me allora problematica, cioè sul Giudizio , subordinato al problema tonale delle figure. di Salomone della collezione Bankes a Kingston Anche qui la luce cade da sinistra, accendendo Lacy. Oggi, sulla base degli elementi morfolo­ di grigio schiarito i bordi delle nicchie, investe gici rimessi in luce col restauro delle ante di le figure, che s'appoggiano calme al pastorale S. Bartolomeo e di altri, di cui darò conto al­ od al bastone da pellegrino, rilevandole per con­ trove, sciolgo tale mia riserva, e decisamente trasto e proiettando la loro ombra sulla parte mi sento disposto ad aggregare tale opera capi­ illuminata delle nicchie. I mosaici dorati dei tale al catalogo sebastianesco. È probabile ad catini delle absidiole brillano di liquide squa­ ogni modo che qualche altro condiscepolo gior­ me di colore. S. Ludovico indossa un piviàle gionesco del Luciani sia intervenuto nell'esecu­ di velluto rosso broccato d'oro, con i bordi zione del Giudizio di Salomone. Non intendo istoriati, il cui fermaglio è reso a colori puri, arrivare naturalmente a tale attribuzione sol­ accostati senza fusione. Il gesto del braccio che tanto per il fatto che le colonne del Giudizio sostiene il messale crea un gorgo di ombra sul di Kingston Lacy presentano elementi morfo­ camice bianco, che illividisce a causa dei ri­ logici del tutto simili a quelli venuti in luce flessi verdastri del risvolto del piviale: i nastri nelle ante veneziane: a suo tempo darò ragione rosso sangue risaltano nella penombra per mez­ di tale conclusione, del resto appoggiata all'opi­ zo di tratteggi sovrapposti di cinabro puro. Al nione di Lionello Venturi 32) e di Roberto Lon­ colore usato senza velature di sorta, fatta ecce­ ghi 33). Certamente le due opere coincidono nel­ zione di qualche lacca allo scopo di tender tra­ l'intento figurativo; ed a loro volta illustrano sparenti le ombre, Sebastiano sovrapponeuna ed interpretano l'atteggiamento realizzato da trama di pennellate a stacco, cioè' grumi di puro Giorgione nel Fondaco. Inoltre, quell'elemento cromo sul tipo di quello usato da Giorgione nel architettonico che ritma lo spazio e che accen­ drappo del trono della di Castelfranco. tua la sintesi di masse è un tema che ricorre L'ispirazione tonale, il cui valore cromatico c_on insistenza nell'opera del Luciani; si prean­ è altissimo, vivificato dal modo di lumeggiare nuncia nella Conversazione n.O 70 delle Gallerie a squame pure di colore, è attuata e coerente­ dell'Accademia di Venezia, databile verso il mente svolta mediante l'accidente luminoso, sen­ 1506 34), e nel presunto ritratto di Francesco Ma­ tito nella sua piena efficienza costruttrice. ria della :Rovere, che al Museo di Vienna porta , All'intonazione calda della figura di S. Lu­ il n.O 212, dal Suida assegnato a Giorgione stes­ dovico, si contrappone quella più fredda e non so 35), si ritrova, dopo il 1508, nella pala ,di meno intima della figura di S. Sinibaldo, che S. Giovanni Crisostomo di Venezia e nel ri­ 'porta una mantella color prugna sopra la veste tratto del cardinale Ferry Carondolet della col­ grigiastra e calzari elegantissimi sulle calze tur­ lezione londinese del Duca di Grafton. chine. La definizione plastica è precisata con Il problema figurativo risolto da Sebastiano una n ettezza' di impiànto che qualifica appieno nelle ante interne, è certamente diverso da l'ansia sebastianesca di articolare la formapit­ quello delle ante esterne. Mentre in quest'ulti­ torica in ogni possibile sviluppo. Le pieghe me le figure partecipano dell'andamento archi­ della mantella formano anse concentriche del tettonico dell'assieme, dimodochè il colore viene tutto simili a quelle che si gonfiano nel manto musicato su chiavi più basse e profonde, con di S. Bartolomeo, per cui è giocoforza pensare certe tensioni chiaroscurali che fanno pensare che i due gruppi di ante non sono poi molto all'inserzione di elementi di gusto toscano, in lontani nel tempo. Lo scarto di gusto,-che pare-

32) L. VENTURI, op. cit., p. 162. di tale esame, esegttto a cura della R. Soprintendenza 33) R. LONGHI, Cartella tizianesca, in Vita artistica, alle Gallerie di Venezia nel 1938. Anche P. BUCARELLI, 1927, p. 218. L'attribuzione è condivisa dal GOMBOSI, Carnet venitien, in Gazette des B eaux-Arts, 1935, dicem­ ibidem. Veramente spetta al BERENSON, The Drawings bre, pp. 250-25l, affacciò su il n.O 70 l'attribuzione a oJ fiorentine Painters, 1903, I, p. 233, il m erito di aver Sebastiano. per primo fatto il nome di Sebastiano per il Giudizio di A rettifica di quanto scrissi nel 1935, il Berenson Salomone, opinione alla quale si accostò anche il GRO­ attribui il n.O 70 al Licinio e non al Previtali (lt. Pictu­ NAU, art. cit., p. 508; ma successivamente il Berenson res ... , 1932, p. 284 e ed. it., 1936, p. 243). . lasciò cadere tale attribuzione e recentemente, nella se­ 35) Il ritratto, identificato dal Gronau in quello dI conda edizione del The Drawings oJ fiorentine Painters, Francesco Maria della Rovere, fu pubblicato da W. SUI­ 1938, I, p. 240, ha messo innanzi il nome di Tiziano. DA, Giorgione, Nouvelles attributions, in Gazette des Beaux­ 34) Nel 1935 (art. cit., p. 43, nota l), rivendicando Arts, 1935, pp. 82-86, come autografo di Giorgione. Na­ il dipinto n.O 70 al Luciani, esprimevo l'augurio che esso turalmente rimando per tutte le questioni attributive e fosse sottoposto ad un esame radiografico. Antonio Mo­ storiche che si riferiscono a tale ritratto alla mia pros­ rassi ha promesso di dar conto in questa stessa Rivista sima pubblicazione sul Luciani. ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

TAV. CLXIV.

Figg. 5 c 6. E BA STIANO DAL PIOMBO: Le unte intcroc dopo la puli tura. TAV. CLXV. ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

Fig. 7. SEBASTIANO DAL PIOMBO: Particolar e del S. Ludovico.

Fig. 8. SE BA STIA NO DAL PIOMBO: Particolare del S. Sebastiono. TAV. CLXVI. ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

Fig. 9. SE BA T I ANO DAL PIOMBO: Fig. lO . SEBA TIAi'(O DAL PIOMBO: La testa del . Ludovico. La testa del S. inibalbo.

F ig. Il. SEBASTIANO DAL PIOMBO: Fig. 12. SEBASTIA N O DAL PIOMBO : II S. Bartolomeo n restauro compiuto. II S. Sebastiano a restauro compiulo. ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

LE ARTI ------455 ------va cosÌ accentuato prima dell'odierno restauro, no di S. Bartolomeo di Venezia (l'esecuzione oggi si attenua di molto. Nel S. Sinibaldo l'ispi­ delle portelle interne precede quella delle ester­ razione figurativa. sebastianesca sembra acutiz­ ne); c. 1509, pala di S. Giovanni Crisostomo zarsi in ricerche più sottili di forma: nella te­ di 'Venezia; 1510, Salomè della Galleria Nazio­ sta del Santo v'è come un Giorgione più asciut­ nale di Londra; c. 1510, Maddalena della Rac­ to, più sottilmente costrutto. Il confronto con colta Cook di Richmond; c. 1510, Sacra Conver­ il più anziano dei filosofi viennesi, iniziati certo sazione già del Duca di Cumherland a Braunsch­ da Giorgione verso il 1508, rivela l'analogia e weig; c. 1510, la Samaritana al pozzo, incisa da nello stesso tempo lo stacco di. gusto fra le due G. Campagnola. Emendando il mio precedente interpretazioni. prospetto cronologico, ritengo che la Morte di L'esame delle portelle dell'organo di S. Bar­ Adone degli Uffizi sia stata eseguita~a Roma, tolomeo permette di fissare l'atteggiamento figu­ cioè dopo la primavera del 1511 36). lì rativo del Luciani verso il 1508. A prima vista Non è possibile terminare questo studio,~ che tale atteggiamento può sembrare muhiforme: riguarda soltanto le ante ' di S. Bartolomeo, Sehastiano certo si ricerca in più direzioni. senza accennare all'opinione diffusa dello Justi 37) E nelle quattro ante non è difficile scorgere che Sebastiano si sia servito, nell'elaborazione una molteplicità di esperienze. Non si tratta di tali figure, di disegni dati da Giorgione. certo di affidarsi di nuovo alla definizione di Questa ipotesi è abbastanza ovvia per la eclettismo, applicata con tanta monotonia, dal­ mentalità pangiorgionesca di chi l'ha affacciata: l'Ottocento ai giorni nostri, all'arte sehastia­ ed in un certo senso deriva direttamente, qua­ nesca. La personalità del Luciani, tendenzial­ si per contagio, dall'altra, sostenuta anche dal mente portata ad esprimersi con un linguaggio von Hadeln 38) e vista naturalmente di buon plastico, accetta il tonalismo giorgionesco svol­ occhio dall'ultimo pangiorgionista quale il Rich­ gendolo a seconda di una propria intuizione ter 39), che Giorgione ahhia iniziato la pala di formale, che sa raggiungere, anche nel caso S. Giovanni Crisostomo. Il pangiorgionismo, re­ delle portelle di S. Bartolomeo, piena ed auto­ siduo mentale di un romanticismo goffamente noma validità di linguaggio. arenato alla fine del secolo scorso sulle secche N aturalmente la nuova valutazione delle positivistiche, doveva riprendere l'antico mito ante veneziane implica un miglioramento della del Ridolfi di una personalità giorgionesca senza cronologia dell'attività veneziana del Luciani, storia e svolgimento, cioè meramente letteraria: che mi riservo di illustrare, anche dal punto quindi l'innocente scorribanda degli scrittori sei­ di vista filologico, nel mio ' venturo studio su centeschi nei territori dei collaterali e degli al­ tutta l'opera del maestro, e di cui ora mi limi­ lievi doveva essere codificata alla fine dell'Otto­ to a fissare i punti principali: c. 1485, nascita cento nell'apparente illusione del metodo stori­ dell'artista; c. 1506, Sacra Conversazione, n.O 70 cistico. Anche le creazioni più originali e con­ delle RR. Gallerie dell' Accademia di Vene­ cluse di un artista come Sebastiano venivano zia; c. 1506-1507, presunto ritratto di France­ sottratte al suo vero autore e passate al sem­ sco Maria della Rovere del Museo di Vienna; pre più leggendario caposcuola: come è avve­ c. 1507-1508, Sacra Conversazione del nuto, e purtroppo 'avviene 40), per Tiziano, il di Parigi; c. 1507-1508, Ritratto femminile del Torbido, il Palma ed il Cariani ecc. Museo Ràth di Budapest; c. 1508, Giudizio Sehastiano, come s'è detto, certamente ri­ di Salomone, non finito, della Raccolta Ban­ mase colpito dalla fase più monumentale dello kes di Kingston Lacy; 1508, ante dell' orga- stile giorgionesco, cioè la sua « maniera gran-

36) R. P ALLUCCHINI, art. cit., p. 44. la pala a Giorgione, mentre rettificò tale opinione nella 37) L. JUSTI, Giorgione, 1908, I, p. 230, che scrive: seconda edizione (1568, ed. Milanesi, V, 1880, p. 566). « Sebastiano konnte an diesen Figuren im Atelier gear­ Il SANSOVINO, Venetia ... , 1581, p. 154, ritiene l'opera di beitet haben, wiihrend der Chef (Giorgio ne) auf dem collaborazione, cioè iniziata da Giorgione e finita da Se­ Gerust am Canal Grande mit Morto da Feltre und einem bastiano. Il von Hadeln diede credito all'opinione del Stah von Handlangern tiitig war. Die Ausfiihrung mag Sansovino ricorrendo all'ipotesi, ingegnosa davvero, che vollig auf seine Kosten kommen, auf Grund einer Skizze il Sansovino avesse sottomano altri appunti, poi perduti, oder aucb eines abozzo-wie bei dem Crisostomo-Altar; di Marcantonio Michiel. anch die Auefiihrung der Kopfe: die Augen des Lodovico 39) G. M. RICHTER, op. cit., p. 244. L'opinione è se­ haben den etwas unangenehmen Ausdruck, der fiir Se­ gnata anche dal SUIDA, art. cit:o bastiano charakteristisch ist .... l). 40) Mi riferisco alla fatica del Richter, diligentissima 38) VON HADELN, Sansovinos Venetia als Quelle fur raccolta di materiali d'ogni genere, dove appunto la per­ die Geschichte der ven. Malerei,i n Jahrbuch prussiano, sonalità di Giorgione torna ad essere sommersa in un 1910, XXXI, p. 158. Come è noto il Vasari nella prima mare di attribuzioni che già sembravano fuori corso. edizione delle Vite ... , 1550, III parte, p. 579, assegnò Riesce insomma strano rimettere in discussione opere di

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de ll, attuata nella facciata del Fondaco: e certo dal figlio Giacomo, mediocre pittore anch' esso, si nutrÌ anche di questa visione. Ma l'elabora­ che visse fino al 1725, e del quale il Geiger zione formale, cioè la rivelazione stilistica of­ traccia le linee biografiche e precisa l'opera esi­ ferta dalle ante di S. Bartolomeo, dichiara una stente, per dirimere gli equivoci tradizionali che vigilata e controllata autonomia di stile, che si la mescolavano cdn quella del padre. potenzia ancor di più nella pala di S. Giovanni Il contributo documentariamente più im­ Crisostomo, per cui le ipotesi dello Justi, del portante è la scoperta dòvuta al Dott. G. B. Cor­ von Hadeln e del Richter sono sprovviste di gnali, direttore della Biblioteca Civica di Udine, quel fondamento critico; che ha l'unica sua le­ di un Fascicolo di conti del signor Antonio Car­ gittimità nella lettura e nella qualificazione del­ neo pittore, proveniente dal disperso Archivio l'opera d'arte. Caiselli, che il Geiger pubblica integralmentè. RODOLFO PALLUCCHINI. Risulta che il Cameo fu inquilino del Caiselli dal 1667 al 1687, e che gli pagava affitto e viveri con tele, molte delle quali vengono ci­ tate in elenchi con i titoli propri, mentre delle NOTERELLA SUL CARNEO più, malauguratamente, non viene indicata che l'ubicazione nelle sale del palazzo. Comunque, Una recente monografia ' sul pittore friu­ si può ricavare da tali elenchi un principio di lano Antonio Carneo 1); porge l'occasione di ri­ cronologia:.le tele rappresentanti S. Girolamo, vedere i problemi che si connettono alla figura S. Andrea, la Madonna e S. Bernardino, i SS. :An­ di questo artista certo non largamente noto, per tOldo e Gottardo, una Annunciata, un Pitocho, quanto da tempo apprezzato da vari cultori una Pitocha, un Diogene con Alessandro, yen­ sp.ecialisti di pittura secentesca veneta. ' gono a situarsi fra il 1667 e il 1676; si citano Occupiamoci anzitutto dei problemi e dei con­ . poi una Annunciata e Tre quadri di' Sibille nel contributi biografici e documentari. Il Carneo, si 1677, una Madonna nel 1678, una Venere con precisa, ormai, nacque a Concordia Sagittaria Marte, un' Abbondanza e una Pace nel 1679. Que­ nel 1637 e morÌ a Portogruaro nel 1692. Il Geiger ste, con la pala di Fossalta dipinta nel 1689-90, si industria a risolvere la questione dei vari pit­ sono le date per ora sicure dell'attività del pit­ tori Carneo. Assodato che il padre del pittore, tore friulano. Giacomo, fu di professione campanaro e non pit­ A queste il Geiger ne aggiunge altre di pro­ tore, può darsi che quello che le fonti chiamano pria determinazione. La Sacra Famiglia vene­ Carneo il Vecchio sia stato l'avo di Antonio, rata dal Luogotenente e dai Deputati, nel Castello autore di una Ultima cena nel Duomo di Porto­ di Udine, con la scritta cubitale in basso CAR­ gruaro, del 1604 (di un manierismo bassanesco e NEUS F.BT., sarebbe del 1667, anno dell'arrivo posttintorettesco), di una pala d'altare nello stes­ del pittore a Udine; la M"adonna venerata dal so Duomo dipinta nel 1631, e citata come opera Luogotenente e dai Deputati fra cui G. B. Cai­ di un Carneo in un documento non rintracciato, selli, del 1677, poichè questi fu per la prima dal quale forse si potrebbe ricavare appieno il volta eletto deputato in tale anno; un Ritratto vero rapporto del suo autore con Antonio. Que­ di Ferdinando di Prampero.in ColI. Someda de sta tela parrebbe, secondo l'A., confermare le Marco a Udine, è datato 1668. Discuteremo fonti antiche che menzionavano la prima edu­ più oltre queste datazioni, e le opere stesse. cazione di Antonio presso il « padre II pittore Carneo il Vecchio, giacchè presenta valori pit­ Prima di venire a parlare direttamente del­ torici tali da esser supposti precedenti dello l'attività del Carneo, sarà bene sgombrare la stile di Antonio. È da notare poi che lo stesso strada espungendo numerose opere pubblicate Antonio fu detto « il Vecchio l), per distinguerlo dal Geiger, che non gli spettano palesemente_ La

Tiziano giovanile. come la paletta del Prado, il Concerto gione autentici suoi capolavori come la Natività Allen­ di Pitti e il Cavaliere di Malta degli ·Uffizi: più strano dale e la Laura (alias Dafne) di Vienna! ancora assegnare a Giorgione la Pietà di Treviso, almeno di mezzo secolo più tardi, la Vecchia (<< Col tempo ») 1) BENNO GEIGER, Antonio Carneo , Edizioni d'Arte delle Gallerie di Venezia, per cni il nome del Torbido La Panarie, Udine, 1940, p. 93, Tav. 128. è pur sempre il più valido, il Ritratto Terris, di Londra, Si tratta, cOme avverte lo stesso A. nella Bibliografia tipico Palma verso il 1515, la replica Sabin della Salomè (p. 93), della redazione italiana dèl testo che fu pubblicato di Tiziano della Doria, la Cortigiana Melchett o ritenere nelle edizioni di Belvedere, Vienna, 1927; e compare ora autografo il Davide di Braunschweig. rimaneggiato, con notevoli aggiunte e con un abbondan­ Tali premesse spiegano a sufficienza i risultati del­ tissimo materiale illustrativo, in una bella edizione per Richter, che giunse a rilegare tra le opere spurie di Gior- ' la quale è da dare ampia lode al sostenit~re di questa e