# # # # Alta Valle Varaita, Monviso e Pontechianale # # # # Osservatorio virtuale del paesaggio mediterraneo Punto di ripresa: Colle di () # # # [PAYS.DOC] # PM-28 # # # # # # # # # # # # # e # # l o # # a e # r l n # u a a # t r # b # # # a u r # # # # Pascoli Boschi Infrastrutture: Diga Architetture rurali: borgate Alta montagna: pietraie e ghiacciai N R U # # # # # Montagna # #

La salita al colle di Sampeyre è caratterizzato nella Nella parte più alta del colle la vegetazione è La strettoia della valle tra Sampeyre e Chianale è Numerose borgate caratterizzano la parte alta della Il Monviso in Valle Varaita occupa una posizione # parte più alta da pascoli, ed è frequente nella caratterizzata da conifere a basso fusto. La stata utilizzata per l'impianto della diga nella metà valle Varaita, quella di e di Elva. Alcuni nuclei appartata e divide il palcoscenico con altre Collina stagione estiva incontrare mandrie che si spostano comunità Montana della Valle Varaita accoglie e del XX secolo, con la conseguente creazione del sono stati recentemente recuperati in modo montagne che arrivano ai 3000 m, come il Pelvo per trovare pascoli. Anche sull'altro versante quello conserva il bosco dell'Alevé, la più vasta estensione bacino artificiale d'acqua. La Diga Castello, discutibile e trasformati in "villaggi vacanze". Molte d'Elva, Rocca la Marchisa, il Momgioia e il Roc della Pianura che scende verso Elva, il paesaggio è assai simile, di pino cembro in Europa, circa 817 ettari. È netta la costruita in frazione Castello di Chianale, è del tipo a borgate, soprattutto nelle valli laterali di Bellino ed Neira. Il profilo del Monviso visto da sud è scandito per la presenza unica di pascoli, che in questo suddivisione a fasce della vegetazione boschiva gravità massiccia, costruita in calcestruzzo e Elva, mantengono tipologie costruttive e materiali dalle punte del Viso di Vallanta, il Torrione Sari, la Litorale versante non si alternano ad una vegetazione bassa legata all'altitudine. Nell'alta valle si trova salendo da ricoperta in pietra. È stata realizzata tra il 1936 e il autoctoni. Rari gli esempi di architettura signorile, Punta Nizza, Punta Trieste e Punta Tuckett. Il e a speroni rocciosi, che invece troviamo sul Sampeyre verso il colle uno splendido bosco di 1942 presso la confluenza del torrente Varaita di rintracciabile in alcune abitazioni a Chianale e versante sud si presenta come un'imponente parete versante nord della valle Varaita. La visione risulta larici, distribuiti anche sul versante orografico Chianale con il Vallanta. La diga è alta 75 metri e Pontechianale. La parte alta della valle risente di una concava solcata da canali e interrotta da articolate quindi più uniforme e meno variegata, interrotta da opposto. larga 247; le pietre utilizzate per la costruzione forte tradizione occitana che si riflette anche nella cenge diagonali. La Rocca la Marchisa sorge gruppi di baite sempre più fitte, man mano che si provengono dalla cava di San Giacomo di disposizione degli abitati e nelle tecniche massiccia sullo spartiacque Varaita-Maira scende di quota. e da Fontanile nella valle di Bellino. architettoniche, oltre che nel più evidente apparato dominando in altezza tutti i rilievi circostanti. Il decorativo. versante settentrionale percorre un territorio di pascoli sfruttati da tempi molto antichi; l'ambiente è di elevato pregio paesaggistico. La cima è molto visitata per la rinomata ed estesa vista panoramica circolare. Il significato del toponimo Marchisa deriva dal germanico marca e definisce un limite o una zona di confine di pascoli e di amministrazione tra i due versanti vallivi. La litologia affiorante nell'area che sale dalla conca di Elva e dalle borgate alte di verso il Colle di Sampeyre è costituita da calcescisti e serpentiniti, rocce che si formano nei fondali sottomarini a grandi profondità.

La valle Varaita si sviluppa dalla pianura saluzzese allo spartiacque principale sul confine italo- francese. Alla testata della lunga valle si apre il valico del Colle dell'Agnello (2748 m), il più elevato delle Alpi sudoccidentali, che mette in comunicazione il Piemonte con il Queyras. L'alta valle si divide nei rami di Bellino e Chianale. La prima scalata del Monviso nel 1863 avvenne dal versante Varaita, in considerazione del più semplice accesso lungo la via normale della parete sud. La veduta sul blocco del Monviso è caratterizzata dal lato sud dalla presenza delle Cadreghe del Viso; sono i cinque tipici pinnacoli di rocce metamorfiche (calcescisti con ofioliti, pietre verdi) che separano lo spartiacque -Vallanta (tra il e il Visolotto). L'ambiente d'alta montagna è tra i più severi e alpestri dell'intero settore alpino sudoccidentale. La prima salita nota della punta più elevata, fu compiuta da un gruppo di alpinisti francesi il 28 agosto del 1878. La valle Varaita presenta una fitta rete di sentieri, alcuni dei quali sono antiche vie mulattiere transalpine come quelle che valicano il colle di San Veran e il Col Longet. Con l'apertura della strada carrozzabile da Chianale al Colle dell'Agnello l'antico percorso pedonale è caduto in disuso. Numerosi sono i collegamenti con le valli laterali Po e Maira, attraverso i valichi dei colli di Bellino, della Bicocca, Sampeyre, Birrone, Valmala, di Luca, Cervetto, Gilba. Alcuni di questi storici percorsi sono diventati strade carrozzabili, come quella che valica il colle di Sampeyre a 2284 m di quota, o piste agrosilvopastorali. L'alta valle era densamente abitata come testimoniano le diverse baite e case rurali e di montagna che ancora si incontrano percorrendola. Il numeroso frazionamento garantiva una piena autonomia ad ogni borgata, la cui economia si basava sia sull'autoconsumo delle merci prodotte che sullo scambio con i numerosi mercanti che transitavano nella valle.

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Storicamente la valle era divisa in due parti: l'alta valle fino a dipendeva dai conti di Albon, denominati abitualmente Delfini, che controllavano un vasto territorio tra le Alpi e il Rodano, mentre il tratto inferiore della Val Varaita era posto sotto il dominio dei marchesi di . Aspre lotte caratterizzarono questa valle fin dal medioevo e per poter controllare il traffico di merci dalla pianura saluzzese alla Francia, sperando da entrambe le parti di annettersi i possedimenti altrui, furono costruiti diversi castelli. Tra questi si ricorda il voluto da Umberto II negli anni Trenta del XIV secolo, su di uno sperone roccioso del monte Bellino, sovrastante il borgo di Sant'Eusebio, oggi scomparso, situato del fondovalle, alla confluenza dei due rami del torrente Varaita. L'acquisizione della Valle Varaita ai Savoia nel 1588 vide un cambiamento tra i contendenti dell'area, ma non una possibile pacificazione del territorio. Il Colle dell'Agnello e gli altri passi minori costituivano un punto di transito di merci e soldati da controllare attentamente. Fu così che la prima opera attribuita al conte Ercole Negro di per il duca Carlo Emanuele fu proprio il disegno di una piazzaforte presso Sampeyre, caratterizzata da una cinta bastionata verso il pendio a valle, mentre i lati opposti erano difesi dalla conformazione del terreno. L'importanza strategica della valle fu ulteriormente ribadita in occasione della guerra di successione austriaca del 1742-47, che vide i centri della valle in prima linea nella difesa del ducato sabaudo alleato delle truppe austriache e inglesi. Carlo Emanuele III aveva dato avvio ad opere di fortificazione della frontiera alpina, temendo un attacco dai numerosi valichi e colli che mettevano in comunicazione il Queyras con Saluzzo. Nuovi sistemi di difesa furono progettati e realizzati a Pont e a Villaret.

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1 Il colle di Sampeyre spartiacque tra la valle Varaita e Grana (punto di ripresa).

2 La diga di Pontechianale in frazione Castello. [Carta topografica dell'Alta Val Varaita (1421-22)], , Grenoble, Archives Dèpartementales de l'Isère, B3710 3 La diga vista da Pontechianale verso la frazione Castello.

4 Architettura rurale tipica di una delle frazioni di Elva.

5 Le numerose borgate della conca di Elva.

6 Il portale della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta di Elva. L'uso della pietra locale e l'architettura ad archi sovrapposti è la tipica soluzione adottata nelle chiese romanico-gotiche della valle.

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[I castelli di Casteldelfino e Pont nel disegno di Ercole Negro di Sanfront], Archivio di Stato, Corte, Biblioteca Antica, Architettura Militare, vol. V, ff. 22v-23

5 6 [Resti del castello di Casteldelfino], Clemente Rovere, , a cura di C. Sertorio Lombardi, Torino 1978, n.1310