Montagne360 La rivista del Club alpino italiano febbraio 2016 € 3,90

SPAZIO BIANCO La traversata scialpinistica dell’Oberland sulle tracce di Wilhelm Paulcke

MANOLO STORY Maurizio Zanolla racconta la sua vita fra montagne e pareti

UNA STORIA DI PIETRA E D’ACQUA Le Grotte di Pertosa, importante complesso carsico nel Salernitano del Club alpino italiano n. 41/2016. Poste Italiane Spa, sped. in abb. Post. - 45% art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Milano - legge 20/b 2 comma - 45% art. Post. in abb. sped. Spa, Italiane Poste 41/2016. n. del Club alpino italiano 3,90. Rivista mensile Rivista 3,90. € Montagne360. Febbraio 2016, 2016, Febbraio Montagne360. Offerta riservata solo ai Soci Editoriale orizzonti e orientamenti CLUB ALPINO ITALIANO P Abbonati Un finanziamento stabile e duraturo con lo sconto di oltre il per le attività del CAI e del CNSAS

“Dobbiamo avere maggior cura dei nostri ter- (pari a 2,4 milioni di euro annui, di cui uno ritori. Da quelli montani a quelli delle picco- per le assicurazioni dei volontari). Questo le isole, dove i nostri concittadini affrontano finanziamento permette al CNSAS lo svolgi- maggiori disagi. Occorre combattere contro mento dell’attività istituzionale prevista dalla speculazioni e sfruttamento incontrollato legge italiana e dallo statuto del CAI. Un’atti- delle risorse naturali. Il problema dell’am- vità quella del soccorso che è una funzione di biente, che a molti e a lungo è apparso soltan- pubblica utilità, rivolta sempre più a favore to teorico, oggi si rivela concreto e centrale. della popolazione oltre che dei frequentato- Mi auguro che lo si affronti con un comune ri della montagna. Ciò è possibile grazie alla impegno da parte di tutti. Il compito di di- presenza di stazioni del soccorso alpino di- fendere l’ambiente, peraltro, ricade in parte slocate nelle valli e nelle alte valli montane. 6 numeri di su ciascuno di noi. Non dobbiamo rassegnar- Un’attività che contribuisce a rafforzare il le- P ci alla società dello spreco e del consumo di- game delle genti di montagna con il proprio Meridiani Montagne struttivo di cibo, di acqua, di energia.” territorio, che può essere svolta solo da chi Quelli che avete appena letto sono alcuni pas- pratica l’alpinismo, conosce profondamen- a soli IN REGALO saggi del discorso di fine anno del Presidente te le montagne dove vive, e viene formato IN OGNI della Repubblica, Sergio Mattarella. Parole costantemente. euro NUMERO che facciamo nostre e nelle quali riconoscia- In conclusione mi piace riportare le parole mo le parole chiave che guidano l’impegno del Presidente generale del CAI, Umberto 26,00 LA CARTINA e il lavoro del CAI nella tutela dell’ambiente Martini a commento dell’inserimento dei (più € 1,90 contributo spese di spedizione) ESCLUSIVA montano e delle Terre alte più in generale. finanziamenti al CAI nella legge di stabilità: anziché euro 45,00 Parole che riconoscono la fragilità delle mon- “finalmente si è tornati a riconoscere l’im- tagne e le difficoltà intrinseche, i disagi, di chi portanza per il nostro Paese delle attività del ci vive e forniscono una chiara indicazione Club alpino italiano e dei suoi volontari in- In più, potrai vincere uno splendido viaggio alle Azzorre alla politica, ai cittadini, al Paese tutto. sieme alla necessità di sostenere la montagna P Parole davvero importanti per la montagna anche attraverso il lavoro di chi, come noi, partecipando al grande concorso “Le isole delle meraviglie” quelle del Presidente della Repubblica, come le si dedica a favore di tutti. Sostegno che è importante è il riconoscimento nella Legge di sancito nell’articolo 44 della Costituzione 12 giorni alla scoperta delle Azzorre: il gioiello dell’Atlantico. Stabilità 2016 dell’operato del Sodalizio e del Italiana”. Panorami mozzafiato, vulcani ricoperti Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleo- Questo risultato è molto importante per il di ortensie, crateri e sorgenti termali. logico del CAI. Grazie a un emendamento a Sodalizio, ma va anche ricordato che oltre Un viaggio indimenticabile, in compagnia di un geologo esperto, nella cornice di firma dei deputati Roger De Menech ed En- a questi finanziamenti si è riusciti a inserire una natura incontaminata e rigogliosa. rico Borghi, rispettivamente vicepresidente nella legge di stabilità altre misure in favore Regolamento completo su e presidente del Gruppo Interparlamentare dei territori montani (come per esempio la ri- http://www.shoped.it/it/regolamento.cfm Montepremi, IVA compresa, 3.600,00 e Amici della Montagna la Legge di Stabilità costituzione del Fondo Nazionale della Mon- Il primo Tour Operator Italiano 2016 stabilizza (scusate il bisticcio di paro- tagna) e tutto ciò si può interpretare come fondato da Geologi che ti fa scoprire il mondo le) il sostegno finanziario al CAI, ovvero a piccolo segnale positivo. Spero che questo come nessun altro. decorrere da quest’anno rende permanente successo sia un segno in direzione di una un contributo di 1 milione di euro. Il finan- più ampia e duratura attenzione della politi- Abbonati e potrai vincere un viaggio indimenticabile! ziamento servirà per continuare a svolgere al ca alle Terre alte. Che ciò accada o meno, il meglio la manutenzione della rete sentieristi- Club alpino italiano manterrà impegno e la- ca e dei rifugi, la formazione, il monitorag- voro, vigilerà e – secondo la bella definizione Numero Verde ON LINE! gio, la tutela dell’ambiente montano e tutte di Paolo Rumiz in una lettera inviata al CAI www.shoped.it le altre attività. Inoltre è diventato stabile e nel 2008 – continuerà a essere “la sentinella ✆ 800-001199 permanente anche il finanziamento al Corpo della montagna”. Lunedì-venerdì dalle 8,45 alle 20,00 Servizio attivo tutti i giorni, 24 h su 24 h. Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico Luca Calzolari Sabato dalle 8,45 alle 13,00 Da Pc, Tablet e Smarthphone febbraio 2016 / Montagne360 / 1 Tutti i prezzi sono IVA inclusa. Lo sconto è computato sul prezzo di copertina al lordo di offerte promozionali edicola. La presente offerta, in conformità con l’art.45 e ss. del codice del consumo, è formulata da Editoriale Domus Spa. Puoi recedere entro 14 giorni dalla ricezione del primo numero. Per maggiori informazioni visita http://www.shoped.it/it/cga Sommario febbraio 2016

Al cospetto del versante nord PARETE dell’Aletschorn. Foto Claudio NORD GV Camisasca 01 Editoriale UPGRADE 05 News 360 08 Le montagne dallo spazio YOUR CLIMBING Mario Vianelli 10 La randonnée nordique PERFORMANCE in Queyras asolo.com Furio Chiaretta 16 Elba a due ruote Claudio Coppola 22 Manolo story 22 Roberto Mantovani 32 Sospensioni. Prove di decodificazione dell’alta Valle di Susa contemporanea Antonio De Rossi 36 Grotte di Pertosa-Auletta Una storia di pietra e acqua Felice Larocca 44 Sospesi tra le cime Barbara Goio 50 In difesa delle Alpi Apuane Nicola Cavazzuti e Andrea Ribolini 52 Benvenuto Parco del Monviso 44 52 AA.VV. 01. Editorial; 05. News 360; 08. Mountains from space; 10. Nordic walking in Queyras; 56 Portfolio 16. The island of Elba by bike; 22. Manolo story; 32. Suspensions; trying to decoding the High Valley of Susa; 36. The caves of Pertosa-Auletta. A story of stones and water; 44. Spazio Bianco Suspended between peaks; 50. In defense of the Apuan Alps; Welcome Monviso National Park; 56. Portfolio. The white space; 66. Letters; 68. International News; 70. New Ascents; Davide Rogora 72. Regional Groups introduce themselves: CAI Molise and CAI Umbria; 73. The board informs; 74. Books about mountains 66 Lettere 67 Gruppo Grandi Carnivori 68 Cronaca extraeuropea 01. Editorial; 05. News 360; 08. Les montagnes vues de l’espace; 10. La randonnée nordique in Queyras; 16 L’ile d’Elba en vélo; 22. Histoire de Manolo; 32. Suspensions. 70 Nuove ascensioni Essayes de décoder l’Haute vallée de Susa; 36. Caves de Pertusa-Auletta. Une histoire de pierre et eau; 44. Suspendus entre les sommets; 50. En défense des Alpes Apuanes; 72 I GR si presentano: 53. Bienvenu Parc du Monviso; 56. Portfolio. L’espace blanc; 66. Lettres; 68. News International; 70. Nouvelles ascensions; 72. Les groupes régionales se présentent: CAI il CAI Molise e il CAI Umbria Molise et CAI Umbria; 73. Le Conseil informe; 74. Livres des montagnes. 73 ConsiglioInforma 74 Libri di montagna Anatomia di un modello unico per innovazione e performance. Parete Nord Gv è il nuovo 01. Editorial; 05. 360 News; 08. Berge vom All aus; Le randonnée nordique in Queyras; 16. modello di alpinismo tecnico di Asolo particolarmente indicato per alpinismo, vie Ogni giorno le notizie CAI su Elba auf zwei Rädern; 22. Manolo story; 32. Hänge. Decodiertests des aktuellen Hohen ferrate ed escursionismo alpino. Tomaia in microfibra e nylon ad alta tenacità. Fodera Susatals; 36. Pertosa-Auletta Höhlen. Eine Geschichte aus Gestein und Wasser; 44. In den www.loscarpone.cai.it Gipfeln ausgesetzt; 50. Zum Schutz der Apuanalpen; 53. Willkommen im Monviso-Park; ® in GORE-TEX Insulated Comfort Footwear: termica, impermeabile e traspirante. Suola Ci trovi anche su facebook  56. Portfolio: Weiße Fläche; 67. Briefe; 68. Internationales; 70. Neue Besteigungen; 72. Die Vibram® con tecnologia Rock Technology che assorbe l’impatto in trazione e trattiene GR stellen sich vor: der CAI Molise und der CAI Umbrien; 73. Rat und Informationen; 74. twitter  e flickr  Bücher über Berge in frenata su qualsiasi tipo di terreno garantendo un massimo supporto e stabilità torsionale. Adatta all’uso dei ramponi semi automatici. febbraio 2016 / Montagne360 / 3 News 360 Grotte di Pertosa La guerra in montagna: due concorsi CAI in Veneto Auletta. Una storia di pietra e acqua Alunni veneti in escursione con il CAI sui sentieri della p. 38 Grande Guerra. Foto Angelo Margheritta Stillicidio da una cortina stalattitica. Foto di F. Larocca

Ricordare la tragedia e le sofferenze portate dalle chiamato “Sentieri della Grande Guerra”. Posso- guerre in montagna, sia a chi le ha combattute, no partecipare tutte le classi delle scuole venete, sia a chi viveva nei luoghi teatro delle battaglie. dalle elementari alle superiori, che devono invia- È questo l’obiettivo dei due concorsi indetti dal re un testo, una foto, un elaborato grafico o mul- CAI in Veneto. timediale avente come tema la Grande Guerra, “Racconti di guerra. I segni dell’Uomo nelle Terre i suoi luoghi e le condizioni di vita dei soldati e Alte” è il 4° Concorso Fotografico in omaggio al delle popolazioni di montagna coinvolte. grande scrittore Mario Rigoni Stern, organizzato Possono partecipare solo le classi intere, e non i dal Comitato Scientifico Veneto Friulano e Giu- singoli alunni, che hanno tempo fino al 30 mag- liano del CAI, in collaborazione con la famiglia gio 2016 per inviare i materiali. Rigoni Stern e le Sezioni CAI di Asiago, Bassano Il concorso è articolato in tre sezioni (scuola pri- del Grappa e Mirano. maria, secondaria di 1° grado e secondaria di 2° Nelle prime tre edizioni il tema principale è stato grado) e in tre tipologie (elaborati scritti, disegni la natura che ci circonda, da quest’anno invece gli o foto, elaborati multimediali). Saranno premia- organizzatori si vogliono incentrare sui segni la- ti gli elaborati primi classificati di ogni categoria sciati dall’uomo nelle Terre alte. Il primo di que- per ogni tipologia. Gli elaborati dovranno basar- sti segni sarà appunto la guerra e la vita militare, si sulla rivisitazione e interpretazione dei luoghi esperienze vissute da Rigoni Stern, che partecipò del conflitto, sulle opere difensive realizzate lun- alla tragica Campagna di Russia nel secondo con- go i confini di guerra, sulle condizioni di vita dei flitto mondiale. soldati e/o della popolazione civile coinvolta, sui I partecipanti hanno tempo fino al 30 settembre comportamenti e le azioni dei soldati sul fronte 2016 per inviare scatti che abbiano un legame alpino. con il tema delle guerre sulle montagne italiane Maggiori informazioni su: del XX secolo (come la Grande Guerra, la Secon- www.caiveneto.it/grandeguerra/concorso.html da Guerra Mondiale, il Vallo Alpino del Littorio) «Con le altre iniziative promosse dal Gruppo Re- www.concorsomrs.it e i segni da esse lasciati nelle Terre Alte. Saranno gionale, da alcune commissioni tecniche e dalle 4° Concorso Fotografico premiati i primi tre autori che ne hanno meglio Sezioni si è registrato nel corso del 2015 in Vene- “Racconti di guerra. I interpretato il tema. to un elevato livello di attività che ha certamente segni dell’Uomo nelle Terre Alte” È stata creata inoltre una sezione riservata ai caratterizzato il CAI come uno dei soggetti più ragazzi dai 14 ai 18 anni, con l’obiettivo di sen- sensibili al tema del Centenario della Grande www.caiveneto.it/ sibilizzare i più giovani verso questo tema tanto Guerra», afferma il Presidente del CAI Veneto grandeguerra/concorso. importante. Francesco Carrer. «Siamo stati promotori di pro- html Tutte le informazioni per partecipare si trovano poste e di manifestazioni, attivi e partecipi ad Concorso per elaborati scritti, disegni, foto ed sul sito www.concorsomrs.it. uno sforzo collettivo di rivisitazione e sensibiliz- elaborati multimediali Ai giovani e ai giovanissimi si rivolge anche il zazione rivolto, oltre che ai nostri soci, al mondo “Sentieri della Grande secondo concorso oggetto di questo articolo, della scuola ed alla società tutta». Guerra”

febbraio 2016 / Montagne360 / 5 News 360

SPELEOLOGIA Osservatorio ambiente a cura di CCTAM È nata alla FAO l'International Torna il tour italiano del Banff Mountain Film Festival Echi sotterranei OLTRE LA NEVE! Mountain Museums Alliance a cura di Massimo (Max) Goldoni

Codificare e valorizzare una rete di col- laborazioni già parzialmente in atto per NUOVA SPEDIZIONE NEL DESERTO legare le attività culturali delle montagne DI ATACAMA IN CILE del mondo. È questo l’obiettivo dell’Inter- Nel novembre 2015, sulla Cordillera de national Mountain Museums Alliance, una la Sal è stato trovato l'ingresso princi- nuova associazione che riunisce cinque pale della Cueva della Grande Quebra- musei della montagna, i quali rappresen- da che, con oltre 200 metri di dislivel- tano le Alpi, i Pirenei, le Montagne Roc- 26 tappe che, tra febbraio e agosto 2016, toccheranno 24 città italiane con un pro- lo, è la più profonda grotta al mondo ciose canadesi e i Tatra. Ne fanno parte gramma che prevede la proiezione di una decina tra corto e medio metraggi in ogni nel sale. Alla spedizione, organizzata il Museo Nazionale della Montagna del- serata: questi i numeri della 4ª edizione italiana del Banff Mountain Film Festival da C.G.E.B. Trieste, hanno partecipato la Sezione CAI di Torino (che sarà sede World Tour. Il calendario inizierà a Torino lunedì 22 febbraio alle 20 e 30 al cinema altri speleo e membri de La Venta per dell’Alleanza), il Musée Alpin di Chamonix Massimo (via Giuseppe Verdi, 18) con una selezione dei migliori filmati su grandi effettuare studi, misurazioni e ricerche. (Francia), il Museum Tatrza skie di Zako- imprese alpinistiche e sportive presentati alla 40ª edizione del festival canadese

Foto Apasp (Wikimedia Commons) (Wikimedia Apasp Foto pane (Polonia), il Servei General d’Infor- (Banff, 30 ottobre - 8 novembre 2015). Il programma è uguale per tutte le serate È IN RETE IL RILIEVO D’INSIEME mació de Muntanya di Sabadell (Spagna) ma è stato specificamente elaborato per il pubblico italiano. DELLA STORICA GROTTA DI MONTE Il novembre più caldo e secco dell’ultimo in cui lo sci dovrà diventare uno dei tanti e il Whyte Museum of the Canadian Ro- È possibile acquistare i biglietti online all’indirizzo www.banff.it al prezzo di pre- CUCCO secolo, un dicembre bellissimo ma senza servizi offerti, con alternative più appeti- ckies di Banff (Alberta, Canada). vendita di 15 €, mentre la sera stessa dell’evento al botteghino il costo del biglietto Il nuovo rilievo, in avanzata fase di la- nevicate. Anche quest’inverno sembra bili e meno costose. E con quest’andazzo La nascita dell’Alleanza è stata ufficializ- sarà di 16 €. Sul sito è possibile consultare anche il programma completo dei film. vorazione, offre una significativa visio- confermare gli scenari più pessimistici climatico non è certo opportuno rincor- zata venerdì 11 dicembre 2015, in occa- ne della storica cavità. Lo si trova sulle sul futuro della neve e del turismo ad essa rere improbabili paradisi sciistici ad alta sione della Giornata Internazionale delle pagine del GS CAI Perugia. legato. Le indicazioni che emergono da quota, su quel che resta dei ghiacciai e Montagne, presso la sede della FAO (Food speleopg.it/rilievo-grotta-di-monte- studi come quello su “Il futuro del Turismo dell’ultima riserva di acqua dolce. Occor- and Agriculture Organization of the United Il primo corso CAI per gli insegnanti del 2016 cucco trentino” commissionato dall’Accademia rono nuove vie e nuove idee, un turismo Nations) a Roma. Per il Presidente gene- d’impresa della Camera di Commercio di diverso: più dolce, più accessibile e più rale del CAI Umberto Martini, presente C’è tempo fino al primo marzo 2016 per iscriversi al XXVI Corso nazionale di ag- L’ANTRO DEL CORCHIA O BUCA Trento, sottolineano come sia già neces- economicamente sostenibile, come da nella capitale, si tratta dell’occasione per giornamento per insegnanti dal titolo “Paesaggi della Maremma, la natura, la storia, D’EOLO, SECONDA EDIZIONE DI UN saria la riconversione delle stazioni sciisti- sempre sostenuto dal CAI. In attesa che «rafforzare lo scambio reciproco di espo- l’archeologia, le bonifiche, le miniere, la geotermia”, organizzato dal CAI (Comitato IMPORTANTE VOLUME che situate alle quote più basse, ripensan- quanto deciso a Cop21 si dimostri effetti- sizioni tra i musei membri. L’Alleanza rap- scientifico centrale, GR Toscana e Sezione di Firenze). Il corso è in programma dal Il 17 dicembre 2015 lo Speleo Club CAI do completamente la loro offerta turistica vo ed efficace. presenta il concretizzarsi di un’idea nata 21 al 25 aprile 2016 a Gavorrano (GR), nel Parco Tecnologico e Archeologico delle Firenze ha presentato l’opera curata a Torino nel 2013, il 23 ottobre, nel giorno Colline Metallifere Grossetane, e si rivolge agli insegnanti della scuola secondaria da Franco Utili. del 150° anniversario del Sodalizio». Il di primo e di secondo grado. A differenza dei precedenti, questo corso si sviluppa Web & Blog direttore del Museomontagna Aldo Audi- nello spazio di 5 giornate, per meglio approfondire le diverse tematiche e la cono- SARÀ IN BULGARIA IL DECIMO sio ha ricordato che «la nuova Alleanza è scenza del territorio. I temi che saranno sviluppati saranno di natura interdiscipli- CAMPO DEGLI SPELEOLOGI LAVOCEDELLECIME.BLOGSPOT.IT aperta a nuovi ingressi con l’obiettivo di nare e verteranno sulla valorizzazione paesaggistica e culturale del territorio. BALCANICI costituire in futuro una rete mondiale». Per informazioni e modalità d’iscrizione: www.cai.it, sezione “Corsi CAI”. Il campo si terrà a Vratsa, a 110 chi- «Ho ideato questo sito lometri da Sofia, dal 21 al 26 giugno. con mio figlio France- L’appuntamento è occasione di esplo- sco, autore della parte razioni, visite e scambi. grafica, raccogliendo, Il film consigliato dalla redazione balkancaverscamp.weebly.com in prima istanza, tutte quelle cime che ho rag- IL CONGRESSO SPELEOLOGICO giunto rigorosamente a METANOIA EUROPEO DEL 2016 E LA TUTELA piedi. Successivamente Metanoia, del documentarista statunitense Jim Aikman, è uno di quei film che si ricordano per un DELL’AMBIENTE CARSICO ho inserito alcune escur- pezzo. Racconta la storia di Jeff Lowe, classe 1950, uno dei più forti scalatori americani contempora- Il Congresso Eurospeleo 2016 si svol- sioni “secondarie”, ossia nei, conosciuto in tutto il mondo per le sue straordinarie performance. Specialista dell’arrampicata su gerà in Gran Bretagna nel centro con- traversate in quota, ghiaccio e altrettanto abile sulla roccia, oltre che un innovatore nel campo dell’attrezzatura alpinistica, gressi di Dalesbridge, Yorkshire Dales, forcelle, passi e sellette». Jeff ha scalato sulle montagne americane ma anche in Himalaya e nel Karakorum. Memorabili la sua dal 15 al 16 Agosto. Durante il congres- Con queste parole Athos Viali presenta un sito dove raccoglie decine di vette raggiunte salita sulla parete nord del Kwangde Ri nel 1982, con David Breashears, e il suo doppio tentativo in stile so si terrà il Simposio europeo sulla (e anche qualcuna incompiuta), in parte grazie a iniziative del CAI Ferrara. alpino, con Marc Twight, sul pilastro sud est del Nuptse. nel 1986. Nel 1991 Lowe aprì in solitaria inver- tutela dell’ambiente carsico. I contenuti sono veramente ampi, la descrizione delle ascensioni (corredate da foto e nale una difficilissima via nuova sull’, che chiamò Metanoia, perché fu capace di cambiare la sua eurospeleo.uk/about/ecpc- mappe georeferenziate complete di profilo altimetrico) riguardano tutto l’arco alpino, vita. Colpito da una malattia degenerativa, e costretto sulla sedia a rotelle, oggi Jeff continua a essere symposium.php l’Appennino e le isole, fino ad arrivare a qualche “chicca” estera. attivo e lavora per aiutare i disabili.

6 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 7 Le montagne dallo spazio a cura di Mario Vianelli Terra del Fuoco; dal 1843 la via d'acqua d’acqua è più angusta, impostata su una comprende oltre 2300 kmq di ghiacciai è interamente compresa in territorio faglia rettilinea che impone le caratte- e la cima più alta della Terra del Fuo- cileno. Nonostante sia largo appena ristiche morfologie dei fiordi e con pro- co, il Monte Shipton, (2580 m); l’intera una paio di chilometri nel punto più fondità superiori ai mille metri. Punta regione, per quasi 15.000 kmq, è com- angusto e caratterizzato da un clima Arenas, con i suoi 130.000 abitanti, è presa nel parco nazionale intitolato a inospitale, da forti maree e da correnti la più importante e popolosa città del- Alberto Maria De Agostini, il padre sa- insidiose, lo Stretto è un’importante via la Patagonia meridionale. Importante lesiano che fu fra i primi esploratori di marittima che permette di evitare il Ca- centro marittimo cresciuto prima dell’a- queste montagne. Più a sud, sulle rive nale di Drake, il temuto braccio di mare pertura del Canale di Panama, oggi la del Canale di Beagle, si trova la città ar- fra Capo Horn e la Penisola Antartica, sua economia è basata sull’estrazione di gentina di Ushuaia, il nucleo urbano di spazzato da venti incessanti e da tempe- idrocarburi e sull’allevamento ovino. una certa importanza più meridionale ste spaventose e infestato dagli iceberg. L’inquadratura in basso riprende invece del mondo. Il canale prende il nome dal Lo Stretto conobbe la sua massima no- in primo piano la parte occidentale del- brigantino britannico che dal 1826 al torietà marittima al tempo dei piroscafi la Terra del Fuoco, con lo sgaurdo che 1830 esplorò e cartografò queste acque (il primo lo attraversò nel 1840) e fino si spinge fino all’isola di Capo Horn e insidiose, proseguendo le ricerche in all’apertura del Canale di Panama nel al Canale di Drake avvolto da un siste- un successivo, famosissimo, viaggio at- 1914, ma ancor oggi è percorso ogni ma nuvoloso. Al centro dell’immagine torno al mondo a cui partecipò Charles anno da più di 2000 imbarcazioni. si notano le cime innevate della Cor- Darwin, che fu in queste acque all’inizio L’immagine d’apertura riprende l’estre- dillera Darwin, catena montuosa che del 1833. mità meridionale del Sudamerica con lo Stretto di Magellano che separa la massa continentale dall’arcipelago della Terra del Fuoco. È evidente la differen- za morfologica fra il versante atlanti- co - dove il mare si inoltra fra modesti rilievi tabulari con canali larghi decine di chilometri - e quello pacifico, dove gli stretti bracci di mare sono racchiusi da impervie montagne incise da fiordi ramificati. La vista dallo spazio rivela anche le differenze climatiche: gli in- cessanti venti dominanti occidentali sospingono le masse d’aria umida del Pacifico contro la costa cilena, caratte- rizzata da un clima oceanico relativa- mente mite e piovoso (con oltre 5 metri di precipitazioni all’anno nelle isole più esterne), mentre il versante atlantico ha un clima notevolmente più asciutto, con precipitazioni annuali nell’ordine di po-

Jefferey Schmaltz, MODIS Land Rapid Response Team at NASA GSFC at NASA Team Response MODIS Land Rapid Schmaltz, Jefferey che centinaia di millimetri. Nelle due fotografie di questa pagina la forte angolazione pone in risalto lo trovarono uno altro stretto e un'altra serrato per lunghi tratti fra brulle mon- straordinario groviglio di isole e bracci Stretto di Magellano baia più grande che le due prime. Mol- tagne, permise di raggiungere l’Oceano marini dell’arcipelago della Terra del Cile to allegri, subito voltorno indietro per Pacifico in quattro settimane di naviga- Fuoco, dove le estreme propaggini del dirlo al capitano generale.» Il capitano zione dall’Atlantico. «In questi giorni sistema montuoso andino si immer- era Ferdinando Magellano, impegnato mandassemo uno battello ben fornito gono negli oceani. La morfologia è pe- «Pur accostandose al fine de la baia, nel primo tentativo di circumnaviga- per descoprire el capo de l'altro mare. santemente influenzata dal glacialismo, pensando de essere persi, vitteno una re il globo - da cui non fece ritorno - e Venne in termine di tre giorni e dissero evidente nella sezione delle valli, nella bocca piccola, che non pareva bocca, accompagnato, fra gli altri, dal vicenti- como avevano veduto el capo e el mare profondità dei fiordi e nei laghi di sbar- ma uno cantone, e come abbandona- no Antonio Pigafetta, che ci ha lasciato amplo.» ramento morenico. ti se cacciarono dentro, sì che per for- uno straordinario resoconto dell’incre- Lo Stretto di Magellano è composto L’immagine in alto, ripresa dai pres- za discoperseno el stretto; e vedendo dibile viaggio. Il passaggio scoperto il da un insieme di bracci di mare che si si dell’imbocco orientale dello Stretto che non era cantone, ma uno stretto 1° novembre del 1520 si rivelò decisivo: sviluppano per oltre 500 chilometri verso sud ovest, mostra i vasti e poco de terra, andarono piú innanzi e trova- benché tortuoso, in alcuni punti mol- separando la massa continentale su- profondi seni marini che preludono ai

rono una baia. Poi, andando più oltra, to stretto per la navigazione a vela e damericana dal vasto arcipelago della settori, oltre Capo Froward, dove la via (2) Center Space Johnson NASA Laboratory, Analysis & Science ISSCrew/Image

8 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 9 La randonnée nordique in Queyras

Incrocio tra fondista e racchettisti sull’itinerario di randonnée nordique che sale da Saint-Véran al refuge de la Blanche; sulla destra si nota la cappella di Clausis

10 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 11 Gli ampi spazi del Queyras, nelle Alpi Cozie francesi, 1. IL GÎTE D’ÈTAPE DI SOULIERS Da Arvieux si prosegue lungo la strada per il Col d’I- Itinerari DA ARVIEUX zoard, lasciando a sinistra il villaggio di Brunissard offrono belle escursioni su strade innevate battute Dislivello: 250 m e si parcheggia presso le casette dove termina lo come piste da fondo e come tracciati che permettono Lunghezza: 15-18 km a/r sgombero neve (1836 m). Si percorre la strada in sa- 1. Le case di La Chalp, Difficoltà: inizio poco segnalato e ripido, poi molto lita che si alza con lunghi tornanti, con un panorama a sciatori e camminatori di salire in alta quota senza frazione di Arvieux facile sempre più ampio sulla valle: in basso si notano le all’inizio dell'itinerario Da Arvieux si raggiungono gli impianti di risalita di La case di Brunissard, con il colmo del tetto disposto per Souliers difficoltà e pericoli Chalp (1680 m). Alla partenza non ci sono binari o in senso est-ovest, per avere una facciata esposta a cartelli che indichino l’itinerario per il Lac de Roue: si sud. Il bosco si fa più fitto e dopo il 7° tornante si esce di Furio Chiaretta risale lungo la pista di discesa (lato destro) per qual- su un poggio da cui appare la Casse Déserte (2200 che decina di metri, fino a trovare a destra la traccia m): lo scorcio è impressionante, lo scosceso pendio battuta per fondo e ciaspole, che supera un ponti- è punteggiato di torrioni, guglie di roccia, canaloni cello, va in piano a monte del paese, poi sale a svolte di valanga che la strada taglia con un lungo tratto in sotto la seggiovia. Con un tratto ripido (faticoso in mezza costa. La prosecuzione è possibile solo con lpeggi nascosti da due metri di neve, metri, forse la quota più elevata delle Alpi che sci) costeggia la pista da discesa, poi piega a destra neve assolutamente sicura: se una rete arancione pareti coperte di ghiaccio, cime di 3000 può raggiungere un fondista su pista battuta. Ma in diagonale alzandosi nel bosco. Presto la pendenza sbarra la strada è necessario fermarsi qui (5 km). Se A metri, neve farinosa non ancora trasfor- i fondisti non devono sottovalutare dislivelli di si addolcisce e si prosegue in mezza costa nel larice- invece la pista è accessibile, si continua in piano, toc- mata dal sole, silenzio e bianchi spazi a perdita 500-600 metri, spesso di salita continua: farli a to, fino alla radura del Lac de Roue (1847 m): a metà cando la stele dedicata a Coppi e Bobet, quindi con 3 d’occhio. passo pattinato richiede un ottimo allenamento, di una breve discesa si stacca a destra un anello di 3 tornanti si sale al Col d’Izoard (2361 m, 3 km) aperto Sono i panorami in quota che ammirano i rac- mentre risulta meno faticoso il passo alternato km che tocca alcuni punti panoramici (scorci su Fort sulla valle di Cervières. Su questo versante, poco più chettisti allenati e gli scialpinisti: ambienti in- con sci dalla soletta squamata. Si possono percor- Queyras, Villargaudin e Combe du Guil). A saliscendi in basso, si trova il rifugio Napoleon (2290 m). vernali irraggiungibili per fondisti e cammina- re gli itinerari anche senza racchette, ma la neve si torna sul percorso principale che in lieve discesa tori abituati alle piste e ai winterwanderwege di dura del mattino con il calore del sole diventa entra nel vallone di Souliers e risale al minuscolo 3. IL REFUGE AGNEL DA FONTGILLARDE fondovalle. molle, così la discesa a piedi diventa scomoda e villaggio (1816 m). Tra le antiche case in legno c’è il Dislivello: 600 m Ma da qualche anno gli uffici turistici di alcune danneggia la pista con una fila di buche: molto gîte d’ètape Le grande Rochebrune. Il ritorno è sullo Lunghezza: 15 km a/r località francesi hanno “inventato” una nuova at- meglio utilizzare le raquettes! stesso percorso (7,5 km). Difficoltà: facile ma piuttosto lungo tività invernale, la randonnée nordique, che per- Da Fontgillarde si raggiunge in auto il vasto parcheg- mette a fondisti e camminatori di salire in quota Le case a loggiati di Arvieux e le 2. LA CASSE DÉSERTE E IL COL D’IZOARD gio del Pont de Lariane (2024 m). Senza attraversa- senza difficoltà e pericoli. architetture in legno di Saint-Véran DA BRUNISSARD re il ponte si prosegue lungo la strada, ampia e poco Ingrediente base, una strada innevata e chiusa sono tra le più belle delle Alpi Dislivello: 400 - 550 m ripida, che risale la valle in destra orografica, tra ri- al traffico che salga a un colle o a una conca di Lunghezza: 10 - 16 km a/r piani, conche, strettoie, in un paesaggio sempre più alpeggi: con un potente battipista, nei momenti Alla fine della salita quasi sempre c’è un gîte Difficoltà: facile, ma si può attraversare la Casse alpestre. La strada fa un paio di tornanti (2350 m), liberi dal lavoro sulle piste, si liscia la neve cre- d’ètape o un rifugio: strutture che in passato era- Déserte solo con neve sicura va ancora in diagonale e dopo un altro zig-zag arri- ando tre “corsie” parallele: una stretta per i cam- no aperte solo in primavera per lo scialpinismo e minatori con le ciaspole, una con i binari per il che ora, grazie alla randonnée nordique, hanno Il Parc naturel du fondo a passo alternato, una ampia e piatta per anticipato l’apertura alle vacanze di Natale o a Queyras, sul versante skating, transito degli scialpinisti e discesa in sci. gennaio, creando una “terza stagione” ricettiva: francese delle Alpi Di solito si sale e si scende sullo stesso tracciato, l’invernale per la randonnée nordique continua Cozie, offre ottime ma talvolta l’itinéraire nordique si collega alle pi- con la primavera scialpinistica per poi riprendere proposte di randonnée ste da fondo, permettendo ai fondisti di unire la in estate. I gestori non nascondono le difficoltà nordique, per “scoprire gita in quota alle scivolate sugli anelli battuti di climatiche dell’apertura invernale, a cui il rifugio una montagna fondovalle. Agnel (2580 m) ha risposto con un magnifico “re- selvaggia, avvicinarsi Ovviamente i tracciati nordici vengono battuti styling” in legno che nasconde i pannelli isolanti, a una attività più solo se non ci sono pericoli di valanghe, e distin- mentre l’energia elettrica è assicurata da una im- naturale, e soddisfare guendo fra pistes nordique, a pagamento, con ponente serie di pannelli fotovoltaici. gli amanti delle lunghe battitura settimanale e controlli per la sicurezza, La maggior parte degli escursionisti invernali so- distanze”, come e itinéraires nordiques, gratuiti e con battitura sta nei rifugi per il pranzo, ma qualcuno comin- recitano i depliant che meno frequente. cia ad apprezzare il fascino di un pernottamento propongono questa Il Parc naturel du Queyras, sul versante france- a 2500 metri, in un luogo privo di inquinamento attività. Alcuni tracciati se delle Alpi Cozie, offre ottime proposte di ran- acustico e luminoso da cui osservare un incredi- infatti si snodano donnée nordique, per “scoprire una montagna bile cielo stellato. per una ventina di selvaggia, avvicinarsi a una attività più naturale, Infine non va dimenticata una sosta negli acco- chilometri salendo fino e soddisfare gli amanti delle lunghe distanze”, glienti paesi di fondovalle: le case a loggiati di a 2500 metri, forse come recitano i depliant che propongono questa Arvieux e Brunissard, le architetture in legno di la quota più elevata attività. Alcuni tracciati infatti si snodano per Saint-Véran e Fontgillarde sono tra le più belle delle Alpi che può

9 chilometri, il che vuol dire che se ne fanno il delle Alpi, mentre le meridiane – antiche e mo- raggiungere un fondista 1 doppio fra andata e ritorno, salendo fino a 2500 derne – sono ovunque. su pista battuta.

12 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 13 2. Risparmio energetico al rifugio Agnel: i pannelli fotovoltaici sul tetto di un locale di servizio, e l’edifico principale ben coibentato 3. Sul terrazzo del rifugio Agnel, meta dell’itinerario da Fontgillarde 4. Il campanile gotico di Arvieux, principale paese nella valle dell’Izoard 5 5. Il tracciato di randonnèe nordique verso il rifugio Agnel: a sinistra la corsia per i racchettisti, al centro i binari per il passo alternato, a destra la pista per la salita a passo pattinato e la discesa in sci 2 6. La Casse Déserte, l’impressionante pendio sull’itinerario che porta va al refuge Agnel (2580 m). Con le ciaspole e neve il tracciato innevato. La strada taglia in lieve salita il al Col d’Izoard sicura si può continuare fino al Colle dell’Agnello pendio di pascoli esposto al sole. Dopo 4 km si rag- 7. Alpeggio a quota 2200 lungo la pista di (2744 m), per affacciarsi sulla Val Varaita. giunge il bivio presso la cappella di Sainte-Elisabeth: randonnèe nordique che la strada continua quasi in piano dominando una sale al rifugio Agnel 4 6 4. IL REFUGE DE LA BLANCHE bella conca e tocca i ruderi di una antica miniera di DA SAINT-VÉRAN rame abbandonata. Poi riprende a salire, fa due svol- Dislivello: 500 m te e arriva alla cappella di Clausis (2399 m). Il trac- Lunghezza: 18 km a/r ciato prosegue con pendenza più sostenuta, fino al Difficoltà: facile ma lungo refuge de la Blanche (2499 m). Al ritorno i fondisti A Saint-Véran (2050 m) si lascia l’auto in uno dei possono abbandonare la strada alla Chapelle Sain- parcheggi che precedono il paese (accesso delle te-Elisabeth per seguire la pista Les Loups, una velo- auto regolamentato). A piedi si attraversa la parte ce nera che segue il fondovalle (al ponte prendere a bassa del paese in direzione sud est, fin dove inizia destra la pista Le canal che risale verso Saint-Véran).

Informazioni utili

L’accesso Per arrivare in Queyras si percorre Le mappe Negli uffici turistici si trovano le la A32, quindi la SS24 per Cesana e Clavière, carte schematiche degli “espaces nordi- da cui con la N94 si scende a Briancon e a ques” e le mappe Ign scala 1:25.000, fogli Guillestre (140 km da Torino). Si continua 3537ET e 3637OT (www.ign.fr). sulla strada che domina le Gorges du Guil e poi sul fondo della Combe du Queyras arri- Per dormire Sul sito www.queyras-mon- vando a un bivio (21 km). A sinistra si sale ad tagne.com si trovano i recapiti di alberghi, Arvieux e Brunissard (7 km, itinerari 1 e 2). gîte d’ètapes e alloggi in affitto (più cari o Diritto si supera lo Château-Queyras e si ar- al completo durante le vacanze francesi riva alla rotonda di Ville-Vieille (4,5 km): si va di febbraio). I siti dei rifugi meta delle gite a destra per Molines-en-Queyras (5,5 km), sono: www.gitedesouliers.fr, www.envie-de- dove si trova un altro bivio. Il ramo di sinistra queyras.com/guide/item/refuge-napoleon- (indicazione “Italie”) sale a Fontgillarde e al col-izoard (aperti da fine dicembre), www. parcheggio del Pont de Lariane (5 km, iti- refugeagnel.com (aperto da fine gennaio), nerario 3); diritto invece si raggiunge Saint- www.refugedelablanche.com (aperto da 3 7 Véran (5,5 km, itinerario 4). metà gennaio).

14 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 15 Veduta del Golfo Stella e Elba a due ruote del Golfo di Lacona di Claudio Coppola e ruote delle nostre MTB girano veloci sul Continuiamo nell’esplorazione della sponda sud ed La torre genovese a San sentiero di cresta mentre ammiriamo i due arriviamo a Lacona, che offre la spiaggia sabbiosa Piero in Campo Itinerari L mari che bagnano le due sponde dell’isola più vasta dell’Elba: da qui ci si può inerpicare per d’Elba, in un tripudio di sole e di azzurro: questa lunghe piste tagliafuoco sul monte Orello o traver- terra, famosa per le sue miniere, per i suoi vini e per sare su lunghe strade bianche sulla dorsale che va Napoleone, ci ospita per farci esplorare le sue po- dal Colle Reciso al monte San Martino, sul quale re- tenzialità cicloescursionistiche. sistono ai violenti soffi di Eolo i muri di un mulino a E quando dico ospita, non uso una parola a caso: vento, segno di un tempo passato. Altra zona molto Vincenzo, valente albergatore di Marciana Marina, interessante è quella di Capoliveri, dove è stato cre- ci ha aperto le sue porte per farci scoprire quanto ata una rete di percorsi fissi per le MTB: i cinque è bella la sua isola. Noi non vogliamo deluderlo e anelli sono segnalati sul terreno ed offrono anche così siamo subito in sella, girovagando su e giù per numerosi raccordi, mentre un sito internet descrive le stradine ed i viottoli del monte Capanne, la vetta compiutamente i tracciati. più alta dell’isola, dalla quale caliamo per itinerari Concludo questo brevissimo excursus sull’Elba a molto tecnici: su di essi sembra che la discesa deb- due ruote con l’area di Cavo, un borgo appartato ba terminare direttamente dentro le azzurre acque e raccolto sulla costa orientale, lontano dalle zone del Tirreno. E non per niente Vincenzo è l’ideatore più affollate: un modesto imbarcadero accoglie i del percorso detto “il raggio verde”: esso deve il suo traghetti provenienti da Piombino mentre a lato nome alla moglie di un fotografo prematuramente dondolano, cullate dalle onde, solo piccole barche; scomparso, che riuscì a riprenderlo sulla spiaggia le alture della minuscola penisola offrono visua- di Patresi e che venne sicuramente ispirato da Ju- li impareggiabili, ma bisogna guadagnarsele con les Verne. Ecco ciò che scrive il grande romanziere: salite relativamente semplici, che corrono sovente ANELLO DI CAVO ANELLO DI MARINA DI CAMPO «Avete a volte osservato il sole che tramonta su un in zone ove un tempo era molto presente l’attività Dislivello: 400 m Dislivello: 650 m orizzonte marino? Certamente sì. L’avete seguito mineraria. Lunghezza: 18 km Lunghezza: 23 km fino al momento in cui, quando la parte superiore A seguire una triade di percorsi, adatti a tutti. Evita- Difficoltà: MC salita /MC discesa Difficoltà: MC salita /BC discesa del suo disco sfiora la linea dell’acqua, esso sta per te i mesi della piena estate, troppo caldi per pedala- La partenza è situata presso l’imbarcadero di Cavo. Dal parcheggio nei pressi delle scuole elementari di sparire? È probabilissimo. Ma avete notato il feno- re, ma nel resto dell’anno per le vostre vacanze non Si costeggia il lungomare per proseguire diritti su Marina di Campo si attraversa il centro storico e si meno che si verifica nel preciso istante in cui l’astro dimenticate l’Elba! stradina che diventa sterrata all’altezza di Capo raggiunge la spiaggia: qui si segue tutta la pista cicla- radioso getta il suo ultimo raggio, se il cielo allora Castello: dopo un tratto vicino al mare, si sale su bile parallela al mare che conduce all’incrocio con la sgombro di foschia è di una purezza perfetta? Forse fondo a tratti accidentato e con lunghi tornanti nel strada per Lacona. Ora si gira a destra ma subito dopo no. Ebbene, la prima volta che vi capiterà l’occasio- folto della macchia ci si porta sul versante ovest, un ponticello si prende a sinistra per Bonalaccia. Co- ne – capita assai di rado – di fare questa osservazio- con splendidi panorami sul golfo di Portoferraio. Si steggiato l’aeroporto si gira a destra verso Procchio ne, non sarà, come si potrebbe credere, un raggio raggiunge un caratteristico quadrivio: l’itinerario per poi piegare a sinistra dopo trecento metri in via rosso che verrà a colpire la retina del vostro occhio, prosegue a destra per una mulattiera bordata da un dei Forcioni. La stradina inizia a salire decisa, poi dopo bensì un raggio “verde”, ma di un verde meraviglio- muretto a secco, poi la abbandona per inoltrarsi a si- un tornante a destra diviene sterrata e sale più dol- so, di un verde che nessun pittore può ottenere sulla nistra nel fitto del bosco (a piedi) e sbucare su stra- cemente con splendidi panorami verso il Colle Reciso sua tavolozza, di un verde la cui sfumatura la natura Cavo, un borgo dello cementato. Si rimonta verso sinistra con fatica (casale in rovina), dove si affronta una ripida rampa e non ha mai riprodotto né fra le tinte così varie dei appartato e raccolto il dislivello, incontrando una sbarra, ed iniziando a poi un lungo tratto in falsopiano verso SSW su fondo vegetali, né nel colore dei mari più limpidi! Se c’è sulla costa orientale, scendere con stretti tornanti pavimentati: si pervie- sabbioso e roccioso fino al paese di Sant’Ilario. del verde in paradiso, non può essere che questo…» lontano dalle zone più ne così ad un largo incrocio. Ancora diritti lungo via Si prende a destra verso San Piero e ancora a destra E questi sentieri sono davvero un paradiso! affollate: un modesto Colle Vita, su asfalto in lieve salita sino ad un gruppo in ripida salita verso il monte Perone: la strada si Dopo questi viottoli ad alta adrenalina andiamo a imbarcadero accoglie i di case, da cui ancora a sinistra su sterrato sino ad inerpica verso la Torre di San Giovanni ed i resti della cercare itinerari più tranquilli, che troviamo subi- traghetti provenienti una marcata curva pure a sinistra Qui si abbandona Pieve romanica omonima; superata quest’ultima, si to nella zona di Marina di Campo, sovrastata dalle da Piombino mentre la stradella imboccando a destra una mulattiera che imbocca dopo altri due tornanti uno stradello a sini- belle frazioni di Sant’Ilario e San Piero: in quest’ul- a lato dondolano, con stretti tornanti in viva salita si raccorda ad una stra (tabellone e segnavia CAI 34) che taglia il fianco timo borgo vale la pena di visitare il piccolo mu- cullate dalle onde, vietta assai panoramica, da seguire verso sinistra orientale del monte fino ad un quadrivio (tabella “vie seo dedicato ai lavoratori delle cave di granito, che solo piccole barche; le per ridiscendere alla SP33. dei pastori”): si seguita diritti sul 34 in salita fino alle con la loro immane fatica riuscivano in passato a alture della minuscola Lungo l’asfalto si va a d., rimontando sino ad un cur- indicazioni per Pietra Murata, enorme masso di grani- sbarcare a malapena il lunario. Se volete una guida penisola offrono visuali vone al km. 3,6: ci si immette qui in una stradella in to cui è addossato un minuscolo ricovero utilizzato un speciale chiedete di Gianmario, dotto storico locale, impareggiabili, ma direzione opposta a quella sinora seguita, lungo la tempo dai pastori. lo troverete nella sua enoteca presso la porta est! I bisogna guadagnarsele quale si cala nel folto della vegetazione fino ad una Tornati alla mulattiera principale si prosegue a sini- sentieri su questa costa meridionale vengono rag- con salite relativamente cabina elettrica a torretta. Si oltrepassa la costruzio- stra iniziando a scendere a piedi per un tratto di 800 giunti con salite ripide, ma brevi, e poi corrono in semplici, che corrono ne e si imbocca sulla sinistra un viottolo più stretto metri per poi piegare a sinistra sul sentiero 35 fino a quota regalando scorci panoramici superbi, colle- sovente in zone ove che scavalca la vetta del monte Magnani e conflui- San Piero. Dal centro storico si scende lungo via del gando tra loro le frazioni; qualche tratto è sconnes- un tempo era molto sce in un’ampia sterrata, che cala a tornanti attra- Mare, si attraversa la strada provinciale e si cala diritti so ma non ci saranno problemi per un biker con un presente l’attività verso una zona mineraria alla SP26, proveniente da su una rampa cementata, immettendosi in una ripi- pizzico di esperienza. mineraria. Riomarina, e da qui in breve a Cavo. da mulattiera ciottolosa. In fondo alla discesa, assai

18 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 19 1. Un tratto in sterrato sopra all’abitato di Campo nell’Elba 2. Uno dei massi isolati dall’erosione caratteristici della parte occidentale dell’isola. Foto Ferpint (Wikimedia Commons) 3. Un passaggio lungo il complesso megalitico dei Sassi Ritti, sopra San Piero in Campo RACCONTI 4. Tabella segnaletica di uno dei tanti percorsi DA SCALARE che attraversano l’isola FINO ALL’ULTIMA

1 PAGINA.

2 Il grande racconto

sconnessa, si va diritti per via del Lentisco, poi a sini- fronte ad una dura rampa si nota una prosecuzione della montagna stra e dopo 100 metri a destra per via delle Fornaci, a destra e si inizia a calare, via via sempre più ripi- in una raccolta sbucando in un’area residenziale, da cui a destra per damente lungo la linea di cresta. Giunti ad un prato arrivare ad una rotonda nei pressi del parcheggio di con uno steccato, si oltrepassa questa barriera e si imperdibile. partenza. scende per carrareccia ad una stradella sottostan- 3 te, pure sterrata, che con due lunghi tornanti sbuca ANELLO DI LACONA sulla SP26. Ora si va a destra su asfalto sino ad un Dislivello: 800 m casale rosso ed al cartello dell’agriturismo “Il forti- Lunghezza: 32 km no”: si piega a sinistra in salita sino a trovare sulla si- Difficoltà: MC salita /BC discesa nistra la sterrata via Fabbrello, lungo la quale si cala In collaborazione con L’anello ha inizio presso un spiazzo della SP30, 3,8 sino alla litoranea via Schiopparello. Si va a sinistra Club Alpino Italiano km dopo il ponticello all’uscita di Marina di Campo: sino a ritrovare la SP26 e su di essa ancora a sinistra da qui si procede in sella lungo la medesima strada per 400 metri: un gran cartello indica l’hotel “Le pic- e si raggiunge il paese di Lacona, piegando ancora chiaie” ed anche la direzione da seguire verso l’alto. verso Porto Azzurro finché non si trova a sinistra via Una durissima salita conduce all’hotel, dopo il quale Capo ai Pini (all’imbocco vi è l’insegna del Residence il fondo si fa sterrato e la pendenza scema, per pro- Due Golfi): seguendola in salita con andamento ad cedere con dolce salita sino alla strada Portoferraio- OGNI LUNEDÌ esse, si supera una voluminosa costruzione bianca, Lacona. poi il viottolo si fa sterrato e giunge ad una catena Un breve strappo a sinistra porta sul colle Reciso, IN EDICOLA anti-moto nei pressi di una centralina radio. Ora la da cui si va a destra per larga strada bianca: si pe- salita si impenna con grandi visuali sul golfo di La- dala per alcuni chilometri, senza grandi dislivelli ma cona e a tornanti conduce sino ad un largo spiazzo con spettacolari scorci panoramici, sino ad un vasto sotto la cima del monte Orello: si tiene la traccia più spiazzo sotto la vetta del monte San Martino, da cui bassa che in quota arriva ad un quadrivio, da cui a si devia a sinistra per scendere (a sinistra al primo 4 sinistra per bella pista pianeggiante nel bosco. Di bivio) sino al piazzale di partenza.

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Q_2599_66x270_Gazz_Alpinismo.indd 1 13/01/16 17:16 Manolo story Maurizio Zanolla, personaggio simbolo di un’intera generazione di arrampicatori, racconta i suoi inizi, il suo cammino e le sue scelte successive. Una storia che è anche un capitolo importante del grande libro delle scalate, iniziata in montagna e continuata nelle falesie, e che sembra ancora ben lontana dalla conclusione di Roberto Mantovani - foto archivio Maurizio Zanolla

«Da quanti anni arrampico? Da più di quaranta. In ogni caso, caro Manolo, dopo quarant’anni Il Mago on sight su Ho cominciato intorno ai sedici anni. Certo che, di attività si avvicina il tempo dei bilanci. Pichenibule, una delle detta così, la faccenda sembra ponderosa: qua- «È vero, anche se i bilanci non mi piacciono. Ma più difficili dell’epoca, nel settore dell’Escalès se abbiamo la possibilità di farlo significa che sia- ranta è davvero un parolone». Dev’essere la se- alle Gorges du Verdon. rata giusta: Manolo, al secolo Maurizio Zanolla, mo sopravvissuti. Siamo partiti in tanti, e in molti La foto, degli anni nato a Feltre nel febbraio 1958, pioniere dell’ar- nella vita non hanno avuto la mia stessa fortuna. Ottanta, è di Heinz rampicata libera contemporanea – un simbolo, E poi chissà se davvero tutto dipende dalla fortu- Mariacher per un’intera generazione di alpinisti e di clim- na. Dicono che non è possibile scegliere la corni- ber – è in vena di raccontare. A proposito: che il ce del proprio destino, ma quello che c’è dentro ci nomignolo Manolo sia dovuto a qualche legame appartiene. In ogni caso, tutto ciò che sono riu- con la danza artistica è una panzana. «Ma sicuro, scito a fare – ma anche a non fare – è imputabile è leggenda» chiarisce, «un giorno, da ragazzino, a delle scelte libere, senza costrizioni. A un “rita- qualcuno ha cominciato a chiamarmi così, per glio” di libertà impagabile, anche se le mie scelte gioco, e sono diventato Manolo anche per mia hanno avuto un prezzo. Comunque, non provo madre, inutile cercare il motivo: non c’è, e soprat- nostalgie particolari per il passato: ho percorso la tutto, non ho mai fatto il ballerino». mia strada come volevo e come potevo, e anche la Foto Roberto Mantovani Roberto Foto

22 / Montagne360 / febbraio 2016 “fastidiosa” popolarità alla fine mi ha permesso di come ad altre persone, in ambiti diversi, capita Manolo impegnato su fare cose che altrimenti non sarebbero state alla nell’arte o nel lavoro. Sono cose che avvengono Pinne gialle, una via da lui aperta e liberata, il mia portata. Quindi un minimo di compromes- perché nascono con noi.» 23 settembre 2014, sul so ho dovuto accettarlo. Al di là di questo, non Così, a un certo momento, hai deciso che la bordo del grande diedro mi sembra di aver deviato dal mio tracciato, né tua strada sarebbe passata attraverso la roccia centrale della Tognazza, di essere cambiato poi così tanto. Forse ho perso e l’arrampicata. al cospetto delle Pale di delle grandi occasioni, ma probabilmente anche «Sì, anche se il mio debutto è avvenuto quasi per San Martino. Foto Matteo Mocellin il perderle è stata una grande occasione. Ad ogni scherzo e in una piccola palestra che chiamare fa- modo, la grande curiosità di esplorare e capire lesia sarebbe blasfemo. La prima scalata in mon- com’era il mondo verticale, il motore dei miei tagna è stata davvero una lezione indelebile, e anni giovanili, era davvero autentica e schietta.» diciamo che mi è andata bene. Comunque poi ho Sono stati inizi un po’ naif… cominciato ad assumermi le mie responsabilità, e «Sì, uscire dalle strade conosciute, sicure o in- forse a capire davvero cosa stavo facendo. Alla fin certe che fossero, e avventurarmi in un mondo fine, mi viene da dire che mi sono semplicemen- sconosciuto, verticale, selvatico, e per certi versi te trovato nel posto giusto, al momento giusto, fantastico, dove nessuno, neanche cercandomi a fare qualcosa che oggi, in questo paese, non è con attenzione, sarebbe mai riuscito a trovarmi, probabilmente così facile ripetere. Nella seconda era quello di cui avevo bisogno per conoscermi e metà degli anni Settanta, nell’ambito dell’arram- incontrare la vera, grande avventura. I miei amici picata, mi sono trovato nella possibilità di poter ed io lo facevamo addentrandoci nel mondo delle cambiare le cose, ed è stato fantastico. Magari pareti e tagliando i ponti con tutto. Fossimo vis- ci aveva provato qualcun altro ben prima di me, suti vicino al mare o a un deserto, avremmo cer- ma io in quel momento non lo sapevo, non avevo cato altri posti.» alcuna cultura alpinistica, mi muovevo d’istinto, Ma cosa c’era dietro quella ricerca di avven- spinto solo dalla curiosità. Ignoravo cosa stesse tura: letture, ragionamenti, esempi, voglia di succedendo in Dolomiti, o sulle Alpi: figuriamoci seguire le tracce dei grandi alpinisti? nel resto del mondo. Ero un autodidatta, come «Non credo che la mia attrazione nei confronti i compagni dei miei inizi – Roberto De Bortoli, dell’ambiente naturale sia imputabile all’educa- Diego Dalla Rosa, Aldo Bortolot – persone a cui zione o ai libri che leggevo. In casa nessuno mi devo moltissimo, ragazzi ai quali l’alpinismo del- parlava mai né di montagna né di natura. Il lavo- la tradizione stava stretto per gli stessi miei moti- ro nei prati e l’aiuto che dovevo fornire al nonno vi. Un po’ perché prevaleva la voglia di divertirci, in campagna non avevano nulla a che fare con di prenderci in giro, e un po’ per partito preso, il richiamo della montagna, ma mi hanno per- per contestare. Eravamo tutti dei ribelli di piaz- messo di comprendere il valore della semplicità za (era la cifra della mia generazione), ma c’era Nessuno di noi ha mai e l’autenticità dell’ambiente naturale. Sono cre- anche la voglia di trovare strade nuove, e oggi mi infranto quello che sciuto libero e selvatico, come molti della mia viene da dire che ad alcuni di noi la montagna ha consideravamo un generazione, e nei luoghi che avevo cominciato salvato la vita.» ambito profondamente a frequentare è cresciuta pure la mia indispen- Vi rendevate conto che stavate infrangendo personale: forse sabile responsabilità. Anche arrampicare su un dei limiti ritenuti invalicabili? per pudore, o forse albero è stata una forma di educazione e di equi- «No. E nemmeno ci interessava l’aspetto spor- semplicemente per librio per percorrere la strada della vita. I primi tivo dell’arrampicata: eravamo semplicemente non rompere quel giorni di scuola mi hanno fatto percepire la mia coinvolti nell’esplorazione del mondo verticale, e delicato equilibrio su estrazione sociale e le differenze che esistevano non solo di quello. E lo dimostra il fatto che a un cui era basato, se non nel mondo intorno a me. Eravamo usciti da una certo punto della mia adolescenza mi sono im- con quell’ironia che guerra solo da qualche anno, e lo si capiva bene. barcato verso le terre d’oriente mosso da un’im- serviva a esorcizzare Come si avvertivano i problemi sociali, le rivolte mensa voglia di viaggiare e di conoscere. Non ho il pericolo. Eravamo di piazza, le occupazioni. La partecipazione pas- mai avuto la voglia di mettere la mia firma sulle tutti perfettamente sionale e attiva alla quotidianità era forte e senti- pareti più dure e difficili. Anche se involontaria- responsabili di gesti ta. Siamo cresciuti in fretta.» mente mi sono ritrovato a salire in libera molto e comportamenti, e Forse abbiamo deviato un pochino dalla in anticipo sulle più difficili vie delle Dolomiti. nessuno di noi delegava domanda. E quanto avessimo davvero anticipato i tempi, nulla ai compagni. Il «Perché mi sentivo attratto dall’arrampicata? l’ho scoperto solo molto tempo dopo. Per dire, nostro era un gruppo Me lo sono chiesto molte volte. E non sono mai già intorno al 1978 avevamo spinto l’arrampicata straordinariamente riuscito a darmi una risposta convincente. Così libera intorno al 7b/c. E la cosa strabiliante è che solido. Si viveva come non sono mai riuscito a spiegarmi il rifiu- quel tipo di esperienze si svolgeva in montagna, a l’esperienza con to categorico nell’uso dei chiodi, nelle mie prime mille metri dalla base delle pareti, non in falesia, ottimismo e leggerezza, stagioni di scalata. Mi è successo, è andata così, e con protezioni piuttosto misere. Quello era un più che con fatalismo.

24 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 25 Un’altra delle passioni di Manolo: lo sci da telemark. Qui lo vediamo sull’altopiano delle Pale di San Martino, la scorsa primavera. Foto Daniele Lira

26 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 27 periodo forsennato, di grande attività, reso pos- permettono di percepire l’armonia di un mondo A sinistra: lo scatto La grande vertigine della i miei limiti odierni e a gestire la situazione con E tu, invece? sibile solo dalla giovane età. E in quel periodo naturale di cui ho ancora bisogno: a volte per me di Andrea Gallo ritrae Via attraverso il Pesce equilibrio. Devi per forza accettare le stagioni del- «Non vorrei apparire presuntuoso, ma in pare- avevo fatto così tanto, in poco tempo, che a un è sufficiente essere là, anche senza scalare. Con Manolo in un passaggio la vita, non puoi continuare a comportarti come te avevo l’impressione di sentirmi al posto giu- delicato di Eternit (9a) In arrampicata sulle certo momento la mia curiosità si è spostata al- l’età, comunque, ti accorgi che il tuo corpo sta alla falesia del Baule, da pareti di Rocca Doria, fossi un ragazzino (anche se a volte insieme ai ra- sto. Scalavo a volte da solo e slegato, magari in trove. Ho cominciato a volgere lo sguardo verso il cambiando, che risponde in maniera diversa e lui liberata il 24 agosto in provincia di Sassari. gazzi ogni tanto perdo la razionalità). Poi, certo, situazioni precarie, ma ero nel luogo in cui volevo Verdon e verso le falesie del Mediterraneo, luoghi che devi adattarti.» 2009 Foto Andrea Gallo è bello avere ancora qualche progetto. Anche se stare. Ed ero assolutamente consapevole delle si- che prima non stavano nel mio orizzonte visivo.» Negli ultimi anni ti sei mai sentito in dovere, Oscar Wilde diceva che «la tragedia della vec- tuazioni in cui mi ero cacciato. Un atteggiamento Solo e sempre per curiosità? magari inconsciamente, di continuare ad esse- Un passaggio su chiaia non è invecchiare, ma rimanere giovani.» che era comune a quello dei miei compagni. Nel Bimbaluna (9a/9a+) a «Per quanto mi riguarda, oltre alla voglia di re all’altezza del “grande” Manolo? Saint Loup, in Svizzera. Nonostante il successo, non ti sei arricchito. vuoto trovavo un punto d’appoggio, di sicurez- esplorare l’ambiente verticale, avvertivo la spinta «È una risposta difficile, anche se credo che molti È il 20 gennaio 2008. «Dal punto di vista economico posso dire di non za, mi sentivo a mio agio. Il vuoto non mi terro- all’esplorazione del mio mondo interiore. E men- si aspettino da me un atteggiamento del genere. Foto Marco Spataro aver mai raggiunto una stabilità tranquillizzante. rizzava, non mi dava preoccupazioni; anzi, era tre, col tempo, il primo desiderio si è un po’ esau- I cambiamenti fisici sono inscritti nel corso delle Probabilmente ho perso molte occasioni, ma an- quasi rassicurante sentirlo intorno, mi piaceva. rito, la seconda pulsione è rimasta intatta anche cose, ma per me quello che incide di più è il fatto che questo, nel bene o nel male, è stata una scelta. La prima volta che ho scalato davvero mi sono oggi.» di non essere riuscito a mantenere l’integrità fi- E sulle scelte non recrimino: ho cambiato molte spaventato, ho provato paura di quell’affaccio sul Tempi diversi. sica necessaria, a causa dei molti infortuni. Oggi idee ma non i miei principi.» nulla. È stata una grande lezione e un richiamo «Davvero. Tempi molto diversi. Oggi in arrampi- vado a scalare una volta ogni tanto. Le mie condi- Parliamo del rischio. all’autoresponsabilità. Mi è servita a non creder- cata le cose sono parecchio cambiate, rispetto ai zioni fisiche non mi permettono di allenarmi per «Forse ne ho presi un po’ troppi, ma a volte è pro- mi superman.» miei inizi. Io ho cominciato senza le scarpette da progetti difficili, le motivazioni sono cambiate, prio difficile separare il coraggio dall’incoscien- E poi? arrampicata, senza spit, senza magnesite, lonta- ma mi va bene così. Ho avuto la fortuna di scen- za. È evidente che quando sei adolescente l’idea «Poi ho continuato: muovendomi sempre su ter- no dalle falesie e senza corde.» dere dalle pareti in modo graduale, senza la fretta di finire sul ghiaione ai piedi della parete non ti reni nuovi, cercando di uscire sempre dalla mia Ma cos’è oggi per te l’arrampicata? di dover appendere le scarpette al chiodo. Conti- sfiora nemmeno: sei convinto di riuscire a sali- zona di comfort. Per vivere l’arrampicata in quel «Un’attività che riesce ancora a emozionarmi e a nuando a esprimermi a livelli piuttosto alti anche re, sempre. Hai una fiducia smisurata in te stes- modo, però, devi sentirti in assoluta armonia con stupirmi. Un momento di evasione che mi fa sta- dopo i cinquant’anni, mi sono abituato pian pia- so, in quei momenti rappresenti la vita e ti senti te stesso. Ed è stato così finché ho capito che nella re bene. Mi piace arrampicare nei luoghi che mi no alla nuova realtà; così ho imparato a percepire immortale.» mia mente quei luoghi stavano cambiando. L’ho

28 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 29 protezione di un chiodo solo. Devi aver visto le streghe, lassù, in quel vuoto immenso… «L’estate scorsa sono tornato lassù. Erano passati trentun Dalla fabbrica anni. Volevo rivedermi la scena, capire. Dopo che hai vis- suto momenti come quelli, hai una specie di pudore nel ai tuoi piedi raccontare. È stata un’esperienza psichica decisamente forte, e una performance sportiva, almeno per me, difficil- mente ripetibile. Avevo salito tre tiri con la protezione di un unico chiodo. Come se avessi scalato senza corda. Non potevo permettermi di sbagliare: se fossi saltato giù… Solo quest’anno ho capito perché, a quel punto, i miei compagni in sosta si erano slegati dalla mia corda. Lassù quel gior- no mi sono sentito ”piuttosto solo”, anche perché non po- tevo far conto nemmeno sul legame psicologico della cor- da. Attenzione: non recrimino nulla; anzi, i compagni in quell’occasione hanno dimostrato di essere intelligenti, il loro è stato un comportamento logico. Adesso in quel tratto ci sono i chiodi, ma trent’anni fa non era affatto evidente dove e come passare. Quest’estate, lassù, mi sono venuti i brividi, non riuscivo a capire cosa mi avesse spinto così lon- Gli unici SCI ALP tano da quell’unico chiodo presente nel 1983. È stata una scelta così lontana dalla razionalità che non potrei mai più rifarla, come non potrei ripetere quella calata allucinante che vorrai. su un cliff, nel buio…» Poi, a un certo punto della tua vicenda personale nel campo dell’arrampicata, hai imboccato una direzione Da oggi in poi. diversa. «Il grande cambiamento è avvenuto quando ho accettato l’uso dello spit. Lo avevo visto in Francia già nel 1979. Pri- ma di arrendermi, ho resistito sino al 1981. Ci ho riflettuto a compreso e in punta di piedi, così come ci ero en- in certe situazioni di stress capita qualcosa che Di nuovo su Eternit, alla lungo, poi mi sono deciso. E probabilmente è stato un bene, trato, ne sono uscito.» sconvolge la “normalità” della tua “percezione”. falesia del Baule. considerando che oggi sono qui a parlarne. Anzi, è difficile Le sensazioni di cui parli, la conoscenza di Vivi momenti in cui i sensi sono super amplifica- Foto Andrea Gallo dire se sia stato un bene o un male. Magari avrei rallentato, certi lati della psiche durante le ore di scalata ti. È la situazione che ti porta a percepire le cose avrei tentato altre esperienze. Ma forse quel bivio, che ho erano argomento di riflessione con i compagni in maniera differente. Acquisisci una sensibilità incontrato dopo aver provato esperienze tanto forti, è stato di cordata? simile a quella degli animali selvatici, avverti il un momento di maturazione che mi ha portato a vivere l’ar- «Non molto. Nessuno di noi ha mai infranto cambiamento del tempo prima di vederne i segni, rampicata in maniera diversa. Però intendiamoci: la mia è quello che consideravamo un ambito profonda- percepisci la caduta di una pietra anche se non la stata una scelta personale che non ha mai avuto la pretesa mente personale: forse per pudore, o forse sem- vedi. Prendi decisioni apparentemente inspiega- di indicare la strada a nessuno.» plicemente per non rompere quel delicato equili- bili, ma del tutto giuste in quella data situazione, E il ritorno alla dimensione quotidiana? brio su cui era basato, se non con quell’ironia che e soprattutto concrete. Se passi una vita in certi «Oggi la quotidianità, almeno come posso viverla io, im- serviva a esorcizzare il pericolo. Eravamo tutti luoghi, finisci per interiorizzare un particolare merso in un bell’ambiente naturale, è una dimensione che perfettamente responsabili di gesti e comporta- tipo di comportamento. E io non credo di esse- appezzo moltissimo. Trent’anni fa la quiete era una con- menti, e nessuno di noi delegava nulla ai compa- re sempre rientrato a casa solo perché ero bravo dizione da cui fuggire. Ma a quel tempo la montagna era gni. Il nostro era un gruppo straordinariamente e preparato. Spesso parlo di fortuna, ma dovrei una fuga da una vita che mi stava stretta, dalla piazza, dal solido. Si viveva l’esperienza con ottimismo e leg- dire che sono riuscito a sopravvivere anche grazie bar, da un ambiente che mi sembrava inutile. Poi nella vita gerezza, più che con fatalismo.» alla capacità di prendere le decisioni giuste, pro- mi sono capitate cose importanti: sconfitte, cadute, tutte Cosa capita nella testa di un uomo che per tan- babilmente grazie alla somma di tante esperienze esperienze da cui devi imparare a rialzarti. E che alla fine

ti anni vive sul filo del rischio? Muta la perce- maturate nell’ambiente verticale, una dopo l’al- ringrazi che siano avvenute, perché ti hanno permesso di cm 164 (98.66.79) / 168 (115.76.105) 175 (120.82.110) zione del reale? tra. Sono la continuità, la tua maturazione, la tua capire le cose in modo diverso. Accetti, cerchi di compren- «Credo di sì. A volte, per qualche attimo, è come crescita che ti aiutano a uscire da situazioni diffi- dere e di conoscere, non giudichi più, impari a perdere, a visita il nostro sito web se si riuscisse a vedere le cose in maniera diversa. cili e impreviste. E neanche sempre.» chiedere scusa. Oggi, accanto all’arrampicata, c’è un po’ di www.veninisport.com In uno dei primi voli in parete, mi sono visto ca- Viene facile pensare alla tua esperienza sul- sci da telemark, ma molto meno di un tempo. Correre, non dere come se assistessi al fatto dall’esterno, come la via attraverso il Pesce in Marmolada, nel corro più. Cammino: mi piace da sempre. Vivo una norma- se per un attimo fossi uscito da me stesso. Tut- 1983, al tempo della prima ripetizione della le vita famigliare, soprattutto d’inverno. Ascolto la radio, to è avvenuto in un lampo, ma io ho avuto l’im- via. Eri con Heinz Mariacher, Luisa Iova- non ho la tivù, leggo. E adesso, poi, dovrei anche scrivere.» pressione di uscire dal tempo. Evidentemente ne e Roberto Bassi. Hai risolto tre tiri con la Tel. +39 335 5491579

30 / Montagne360 / febbraio 2016 [email protected] na valle eminentemente moder- Simone Perolari, un’operazione di decodifica- na e poco pittoresca», scriveva zione dei segni visibili del paesaggio, in quanto «U nel lontano 1953 Massimo Mila azione crediamo imprescindibile per qualunque in un articolo sulla valle di Susa. Una moderni- attività interpretativa o di progetto. tà che Mila attribuiva innanzitutto al ruolo della La prima sensazione è che le manifestazioni valle di millenario attraversamento transalpino, dei vari fenomeni che si sono accumulati sto- e su cui si sarebbero progressivamente innestate ricamente sul terreno e che oggi interessano il la ferrovia e l’industrializzazione del fondovalle, paesaggio dell’alta valle si giustappongano in il turismo estivo e le stazioni invernali, le nuove modo disordinato: attrezzature ipertecnologi- infrastrutture viarie e l’urbanizzazione diffusa. che del turismo invernale, borgate recuperate Una valle, quindi, per certi versi tradizionalmen- in stile néo-montagnard, parcheggi e cantieri te urbana. E al contempo, però, la Valle di Susa infrastrutturali, riconquistati paesaggi agricoli, resta uno spazio estesamente intriso di enclave urbanizzazioni recenti sottoutilizzate, manufat- naturali e rurali, di incredibili montagne, di stra- ti storico-culturali patrimonializzati, rovine di ordinarie testimonianze storiche e culturali oggi recenti eventi sportivi, inaspettate isole di natu- oggetto di fenomeni di patrimonializzazione. ralità sorte a fianco delle infrastrutture, antiche In questo suo essere intreccio inestricabile di strade militari in quota attraversate da colonne urbano e di montagna, soprattutto la parte alta di motociclisti europei, vie di centri storici con della Valle di Susa rappresenta forse uno dei luo- arredi neotradizionalisti. ghi più emblematici della contemporaneità. Uno spazio emblematico che pone domande difficili e Una valle tradizionalmente di non facile risoluzione. urbana e, al contempo, uno spazio Eppure anche in Valle di Susa, come in molti altri intriso di enclave naturali e rurali luoghi complessi della contemporaneità, sembra- no prevalere narrazioni dei luoghi che tendono Ma appena si osservano gli elementi di confine, ad assolutizzare alcuni temi per porli in contrap- di limite, tra questi diversi spazi, ci si rende conto posizione ad altri, col rischio di creare due im- che ciò che accomuna tutti questi diversi “luo- maginari territoriali in antitesi ma al contempo ghi” è il loro desiderio di imporre la loro specifica condividenti la medesima volontà di esclusività ratio sul suolo, di voler essere programmatica- e semplificazione: da un lato la modernizzazio- mente recinti e microcosmi separati dagli altri.

Foto Simone Perolari Foto ne, il corridoio, l’urbano, le logiche sovralocali, Il paesaggio di frammenti osservato dai fotografi il turismo industriale; dall’altro lato la natura, la è quindi in primo luogo la concretizzazione del ruralità, la tradizione, le comunità, l’agricoltura, conflitto e della competizione tra pratiche e usi il patrimonio. diversi dello spazio, tra differenti immaginari e Appena però si scende sul terreno e si inizia a intenzionalità di modernizzazione, valorizzazio- Sospensioni esplorare e osservare attentamente il territorio ci ne, conservazione: un paesaggio conteso. si rende immediatamente conto di come le cose A questo primo “ritrovamento” di microcosmi siano molto più articolate di quanto queste “vi- recintati e separati tra loro, ben presto si aggiun- sioni assolute” facciano intendere. gono ulteriori dati. L’osservazione sul campo Prove di decodificazione Per queste ragioni abbiamo tentato, insieme ai permette di scoprire come ogni singolo punto del dell’alta Valle di Susa fotografi Laura Cantarella, Antonio La Grotta, territorio, nel suo lungo tragitto storico fino alla contemporanea

Tre fotografi impegnati nell’esplorazione fotografica della Val di Susa odierna, spazio alpino dove gli elementi urbani e quelli montano-agricoli sono compenetrati in un intreccio inestricabile. Una mostra a Torino ha illustrato i risultati del lavoro

di Antonio De Rossi Foto Antonio La Grotta Foto Laura CAntarella

32 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 33 contemporaneità, sia stato trasformato. E analo- per i quali questi territori sono stati trasformati. gamente negli spazi maggiormente artificializza- Una sorta, quindi, di indagine che muove dal- ti uno sguardo attento può cogliere fenomeni di la sparizione dell’atteso e del previsto, e in cui a matrice opposta, che parlano di spontanei pro- cessi di rinaturalizzazione. Tutto questo, nel lavo- La parte alta della Valle di Susa ro di estrazione operato dai ricercatori-fotografi, rappresenta uno dei luoghi più si traduce sovente anche in un contrasto di scale, emblematici della contemporaneità dove l’estremamente piccolo sembra minare l’i- dentità dell’estremamente grande. Ma soprat- dominare la scena sono la rarefazione corporale, tutto, dove il carattere altro introdotto da un la dilatazione del tempo, l’immobilità delle cose. elemento di alterità rispetto a un paesaggio ap- Sarebbe fuorviante pensare che la scelta di certe parentemente “a tutto tondo” conduce a una ri- situazioni sia funzionale a conferire giudizi di va- flessione inattesa sul tema dell’identità intesa nel lore sui paesaggi analizzati. Anche in questo caso suo significato di autenticità: è più artificiale (e prevale la sospensione di giudizio, o meglio anco-

spiazzante) una manifestazione artificiale in un ra l’aspirazione che tramite sguardi denaturaliz- Simone Perolari Foto Simone Perolari Foto microcosmo naturale, o una manifestazione na- zanti possano rivelarsi inaspettate potenzialità di turale in un microcosmo artificiale? Tutto questo questi luoghi. porta a una seconda scoperta e considerazione, Infine, in alcune delle loro esplorazioni fotogra- che è quella del carattere meticcio dei paesaggi fiche, gli autori hanno provato a proiettare la dell’alta valle di Susa. Un’ibridazione che oggi storia della modernità in Valle di Susa dentro un costituisce un tratto saliente di questo territo- fondale di ben più lungo periodo e profondità. Il rio con cui è necessario fare i conti. grande vuoto lasciato in poco tempo dal ghiac- Ancora, l’indagine ha volutamente attraversato ciaio Sommelier, dove fino a pochi anni fa si pra- “stagioni di mezzo” caratterizzate da una sospen- ticava lo sci estivo, mette in evidenza tutta l’ina- sione degli usi ordinari (turistici, sportivi, ecc.) deguatezza del nostro guardare odierno, facendo Foto Simone Perolari Foto Foto Laura Cantarella Laura Foto

intravedere la stanchezza di un ideale di moder- sospensione che questi luoghi comunicano. E al nità che durante il pieno Novecento aveva signifi- contempo illuminare la Valle di Susa significa in cato progresso e sviluppo, libertà e emancipazio- termini più globali riflettere non solo sull’intrec- ne. E questo appannamento, oramai trentennale, cio tra città e montagna, tra sostenibilità e cam- apre a una serie di domande, tutte difficili, che biamento, ma sulla possibilità che logiche tra- pongono un problema, oramai non più rinviabile, sformative e paesaggi di segno diverso possano di confronto progettuale col domani. trovare, se non una impossibile ricomposizione, Parlare di una idea di futuro, di un progetto di quanto meno uno spazio dialogico e progettuale futuro della valle significa partire necessaria- comune, in cui la ricchezza della compresenza – e mente da qui, dal disvelamento e riconoscimen- non la contrapposizione – possa giocare un ruolo to di quanto già esiste, dallo stato di attesa e di decisivo e positivo.

La mostra La mostra fotografica “Sospensioni. Prove di decodificazione dell’Alta Valle di Susa contempora- nea” è stata realizzata da CIPRA Italia, con il contributo del Programma “Torino e le Alpi” della Com- pagnia di San Paolo, nell’ambito di un percorso di sensibilizzazione culturale delle Alpi Occidentali verso uno sviluppo sostenibile del territorio. L’inaugurazione della mostra è avvenuta il 16 dicembre alle ore 17.00. La mostra è rimasta aper- ta, con ingresso gratuito, presso la Biblioteca Nazionale di Piazza Carlo Alberto 3, a Torino, dal 16 dicembre 2015 al 30 gennaio 2016. Nei prossimi mesi l’esposizione proseguirà in diverse località della Valle di Susa: Sestriere, Bardonecchia, Venaus ed Oulx.

Foto Laura Cantarella Laura Foto cipra.org/it/manifestazioni/sospensioni-prove-di-decodificazione-dellalta-valle-di-susa-contemporanea

34 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 35 Grotte di Pertosa-Auletta Una storia di pietra e acqua

Un misterioso torrente proveniente da profondità sconosciute conduce in una delle grotte turistiche più belle del Mezzogiorno d’Italia. Le sue acque, oggi sfruttate a fini idroelettrici, hanno attratto l’attenzione dell’uomo sin dalla più remota preistoria di Felice Larocca Nella pagina precedente: progressione lungo il torrente sotterraneo

In questa pagina: incisione a stampa settecentesca che ritrae il territorio circostante l’imbocco delle Grotte, riconoscibile per una fuoriuscita impetuosa di acque da una balza rocciosa (opera di Claude-Louis Châtelet)

A fronte: condotta artificiale realizzata in prossimità del cosiddetto “Sifone a polla”, da cui si origina la maggior parte delle acque che scorrono nella cavità

IL FENOMENO SOTTERRANEO NELLA risalente alla seconda metà del Settecento e opera PERCEZIONE UMANA di Claude-Louis Châtelet: vi è ritratto il paesaggio Le Grotte di Pertosa-Auletta, con un ampio imboc- esterno come appariva oltre duecento anni fa, in co aperto a 263 metri di altitudine, costituiscono una cornice montana marcatamente aspra e sil- oppure apriva la strada per la fertile Piana del provenisse il corso d’acqua sotterraneo, spinse una delle più importanti risorgenti carsiche dei vestre. Compare la nota cascata lungo il corso del Sele a quanti si muovevamo verso settentrione. gruppi di coraggiosi esploratori ad addentrarsi Monti Alburni, nel Salernitano. Esse restituiscono fiume Tanagro (riconoscibile oggi poco prima di Questo grandioso fenomeno sotterraneo appari- sottoterra. Non si trattava di veri e propri speleo- in superficie le acque di un copioso torrente sotter- giungere al parcheggio turistico delle Grotte), alcu- va anzi così straordinario da connotare il terri- logi: erano esploratori occasionali, attrezzati alla raneo, con portata variabile tra 350 e 600 litri al ni ponticelli e un vecchio mulino; in alto si osser- torio nella stessa toponomastica: basti pensare meglio, spinti là dentro soprattutto dalla curiosi- secondo. vano invece acque spumeggianti scaturire quasi a che il centro abitato più vicino, distante in linea tà. Il torrente fu risalito con zattere costruite con Dedicate all’arcangelo Michele perlomeno dal XII pressione dalla roccia, ad indicare l’ingresso della «Vero è, che fra d’aria meno di un chilometro, deriva il suo nome bidoni metallici a tenuta stagna. Diverse firme secolo, come testimoniano fonti scritte e un’edico- cavità, reso con minacciosa oscurità tra le balze om- l’Auletta, e detta valle – Pertosa, appunto – dalla presenza stessa della datate, lasciate su pareti rocciose o su concrezio- la sacra presente ancora oggi nell’atrio d’ingresso, brose del monte. di Diano […] evvi à cavità, richiamando il termine latino pertùsus ni calcitiche, testimoniano di queste prime visite vengono spesso richiamate da scrittori e disegna- man destra della via con l’esplicito riferimento alle masse rocciose “fo- nella cavità più profonda. tori di paesaggio a partire dall’età rinascimentale. UN PUNTO DI RIFERIMENTO GEOGRAFICO una Spelunca dalla rate” dalle grotte. La grotta, nei pressi di una fragorosa cascata in- Ricordiamo al proposito una citazione di Leandro IMPRESCINDIBILE natura fatta sotto l’alto, terna che determina alla base un ampio specchio Alberti, frate domenicano bolognese che, nella sua Alla cavità si accede mediante un’ampia caverna e sassoso monte, 30 SFRUTTAMENTO IDRICO d’acqua, si ramificava in tre distinte diramazioni Descrittione di tutta Italia (1550), così scrive: «Vero iniziale, che impressiona sin da subito il visitato- piedi alta, e 50 larga, ED ESPLORAZIONI OCCASIONALI principali. È quella da cui proviene l’acqua che, è, che fra l’Auletta, e detta valle di Diano […] evvi re: gli spazi sono enormi, la penombra diffusa si nel cui mezo vi è uno La risorsa principale del sistema sotterraneo, più delle altre, attrasse l’attenzione dei primi à man destra della via una Spelunca dalla natura trasforma presto in completa oscurità, le voci rim- scoglio, sopra il quale l’acqua, non poteva non suggerire all’uomo un esploratori. Superata la cascata e risalito il tor- fatta sotto l’alto, e sassoso monte, 30 piedi alta, e 50 bombano… Ma è l’acqua l’elemento principale che è un altare posto progetto di sfruttamento: essa avrebbe prodotto rente per oltre 600 metri, essi giunsero infine in larga, nel cui mezo vi è uno scoglio, sopra il quale è contraddistingue il luogo: pur nelle varie trasfor- all’Arcangelo S. Michele consistenti vantaggi se solo fosse stata imbri- prossimità di strette fratture nella roccia: la grotta un altare posto all’Arcangelo S. Michele consacrato, mazioni che l’antro ha subito nel corso dell’ultimo consacrato, ove alcuna gliata e utilizzata per produrre energia elettrica. terminava qui, non era possibile proseguire. Ma ove alcuna volta se gli dice messa. Da ogni lato di secolo, essa ha sempre rappresentato, ieri come volta se gli dice messa. Nel primo ventennio del Novecento iniziarono questo sbarramento roccioso da cui l’acqua filtr- detto altare veggonsi le chiare acque correre, tal che oggi, l’aspetto caratterizzante di questa magnifica Da ogni lato di detto i lavori tesi a raggiungere tale risultato: il corso va venne reputato superabile: iniziarono allora, vi pare intorno un lago. Quivi sentesi un gran rim- grotta. Fino a tutto l’Ottocento il cavernone d’in- altare veggonsi le d’acqua sotterraneo venne sbarrato all’ingresso verosimilmente per volontà degli ingegneri che bombo fatto dall’acqua nell’entrata, che fa nel pre- gresso ha costituito senza dubbio un fenomeno chiare acque correre, della cavità con la costruzione di una diga e le dirigevano il progetto di sfruttamento idroelet- fatto laghetto, impingendo ne’ sassi. Casca poscia naturale noto e misterioso al contempo. La gente tal che vi pare intorno acque correnti incanalate, tramite una poderosa trico, escavazioni artificiali con l’ausilio di esplo- essa acqua per la bocca della Spelunca, e straboc- del luogo, contadini e pastori, ma anche viaggiatori un lago. Quivi sentesi conduttura, verso una sottostante centrale idro- sivi. Inseguendo il torrente nella massa rocciosa, chevolmente scendendo per li sassi cagiona gran- di passaggio, hanno sempre considerato quel por- un gran rimbombo fatto elettrica. Fu nel corso di questi lavori che si ma- fu scavata una condotta artificiale lunga circa 50 dissimo strepito insino che ella è giunta nella molto tale oscuro – un enorme occhio nero spalancato Per visitare le Grotte di dall’acqua nell’entrata, nifestò il primo interesse per le profondità sco- metri. Quasi certamente lo scopo dell’opera era Pertosa-Auletta: che fa nel prefatto cupa valle […]». sulla valle del fiume Tanagro – come un punto di Fondazione MIdA nosciute della grotta. La curiosità di conoscere quello di aumentare la quantità d’acqua affluente E ricordiamo anche un particolareggiato disegno riferimento geografico imprescindibile: esso prean- grottedipertosa-auletta.it laghetto, impingendo cosa vi fosse oltre l’estrema oscurità lambita dal- alla centrale, ma il tentativo risultò infruttuoso e del territorio circostante l’ingresso della grotta, nunciava il Vallo di Diano a chi era diretto a sud Tel. 0975.397037 ne’ sassi. […]». le torce e, soprattutto, di comprendere da dove ben presto fu abbandonato.

38 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 39 A fronte: veduta del LA PRIMA ESPLORAZIONE SPELEOLOGICA VISITARE LA CAVITÀ Ramo della sorgente La prima esplorazione completa della cavità av- Le Grotte di Pertosa-Auletta rappresentano venne nel 1926, quando giunse da Trieste un oggi una delle più importanti grotte turistiche In questa pagina, da gruppo di esploratori della Commissione Grotte del Mezzogiorno d’Italia. Nella cavità si registra sinistra: stalagmiti “turrite” lungo il Ramo della Società Alpina delle Giulie. Gli speleologi annualmente un flusso di visitatori che sfiora le turistico ispezionarono la cavità sin negli angoli più nasco- 100.000 presenze. I turisti sono attratti in primo sti, restando impressionati dalla magnificenza e luogo dal suggestivo viaggio in barca effettuato Grappoli di calcite bellezza degli scorci sotterranei e dall’abbondante per accedere alla cavità più interna: dopo la co- sospesi ad una parete concrezionamento: cortine stalattitiche, gruppi struzione della diga all’ingresso della cavità, in- rocciosa stalagmitici, colate e festoni di bianchissima calci- fatti, il livello delle acque si è innalzato al punto te, vasche concrezionate ricolme di trasparente ac- da consentire ad apposite chiatte di navigare lun- qua di stillicidio. I triestini rilevarono l’intero siste- go le placide acque del torrente. È un’esperienza ma carsico producendono un’accurata topografia, unica, dal forte impatto emotivo, che resta inde- che per la prima volta mostrò l’andamento della lebilmente impressa nel ricordo di ciascun visi- grotta. Essa, fondamentalmente, si estende lungo tatore. Le puntuali spiegazioni delle guide, che tre condotte principali denominate oggi, dalla più traghettano i gruppi in visita dall’ingresso fino settentrionale alla più meridionale, Ramo turisti- alla cascata interna, rendono la visita ricca di in- co, Ramo speleologico e Ramo della sorgente. Al teressanti spunti conoscitivi. Ramo turistico, aperto al pubblico e sovraccari- co di multiformi concrezioni, fa da contraltare il Alla cavità si accede da un’ampia Ramo speleologico, caratterizzato da imponenti caverna iniziale, che impressiona fenomeni di crollo e da tratti con abbondanti de- sin da subito il visitatore positi fangosi al suolo, a testimonianza di perio- dici passaggi d’acqua. Oltre la cascata, invece, si La cavità, lunga complessivamente 3 chilometri, sviluppa il Ramo della sorgente, una condotta può essere visitata con diverse formule: al cano- semiallagata di straordinaria bellezza. Tale ramo nico giro nel Ramo turistico, seguendo condotte permette di risalire controcorrente il torrente fino traboccanti di mille concrezioni e facilmente per- al sifone “a polla”, così detto perché le acque danno corribili da tutti, si affiancano percorsi alternati- l’impressione di ribollire per la pressione con cui vi e più propriamente “speleologici”; si tratta di fuoriescono da strette fratture al suolo. percorsi attraverso luoghi poco frequentati e non

40 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 41 Archeologia del sistema sotterraneo

In alto: un settore della Se si escludono gli studiosi, solo a pochi è noto l’estremo interesse scientifico serviti da infrastrutture quali illuminazione fis- cavità fuori dagli usuali sa e tracciati transitabili. percorsi turistici del giacimento archeologico presente all’interno delle Grotte di Pertosa-Au- letta. Esso interessa una parte assai limitata dell’intero sviluppo della cavità: La grotta è visitabile lungo A lato: la fragorosa è infatti ubicato esclusivamente nell’antegrotta, a immediato contatto con percorsi turistici ma anche cascata che introduce l’ingresso del sistema ipogeo. agli ambienti più interni Le prime ricerche e scavi furono condotti nel 1898 e portarono al rinvenimen- propriamente speleologici del Ramo della sorgente to di una notevole quantità di reperti, riferibili ad un periodo esteso nell’arco Quest’ultima tipologia di escursione è certo A fronte: una foto di circa sei millenni, dalla preistoria al medioevo. La successiva inondazio- affascinante in quanto porta l’ospite ad essere storica del livello ne dell'antegrotta, dovuta alla costruzione della diga per lo sfruttamento protagonista dell’esperienza di visita, sebbene palafitticolo superiore idroelettrico delle acque interne, ha di fatto congelato qualsivoglia ulteriore intercettato dagli scavi ricerca fino al periodo 2004-2013, quando nuove indagini sono state condotte sempre accompagnato da guide competenti e ottocenteschi all’interno dotate della massima professionalità. Essa ri- della stratigrafia nel sito. La particolarità del giacimento archeologico è quella di contenere, chiede tuttavia uno spiccato adattamento alle esplorata all’interno di una stratificazione spessa circa tre metri, un duplice livello di difficoltà del percorso, quali il terreno spesso strutture palafitticole databili a 3500-3200 anni fa. In questo periodo, dunque, fangoso o allagato oppure la presenza di piccoli Pugnale in bronzo con gruppi umani si erano insediati nella cavità ovviando al quasi totale allagamen- manico in osso (età del to degli ambienti sotterranei mediante la costruzione di palafitte, che di fatto dislivelli da superare. Bronzo) abbandonato Attualmente si esce dalla cavità seguendo un in acqua come innalzavano il piano transitabile e praticabile rendendo fruibile un ambiente tragitto differente da quello utilizzato all’anda- probabile offerta votiva altrimenti inadeguato al soggiorno. Un’evidenza sconosciuta in altri luoghi, ta: l’apertura artificiale di un secondo imbocco (lunghezza: circa 22 cm) non solo in Italia ma addirittura in Europa, dove gli impianti palafitticoli sono consente infatti di riguadagnare la luce diurna sempre esterni e costruiti lungo le sponde di laghi o altri bacini idrici e mai Un cosiddetto all’interno di cavità naturali. Migliaia di reperti, oggi conservati in diversi musei attraverso un percorso meandriforme svilup- “coperchio di bollitoio”, pato tra tozzi e contorti gruppi di concrezioni. manufatto in ceramica italiani (Napoli, Roma, Salerno e Pertosa) testimoniano delle attività economi- L’odore del mondo esterno, portato sottoterra connesso alla che (in modo particolare la pastorizia) cui erano dedite le genti che usavano da correnti d’aria più o meno forti a seconda lavorazione di prodotti l’antro ma anche di pratiche di culto tributate a divinità sconosciute, iniziate a della stagione e dell’ora del giorno, preannuncia caseari, databile a circa partire da circa 3000 anni fa, quando alle acque della grotta vennero ricono- 3500 anni fa (diametro: sciuti poteri forse terapeutici e salutari e il sito divenne sede di particolari riti la superficie con una splendida veduta sulla val- circa 17 cm) lata del Tanagro. connessi alla sfera del sacro.

42 / Montagne360 / febbraio 2016 Sospesi tra le cime

Storie di slackline e montagne: dal record a 5000 metri ad un nuovo modo di esplorare le vette. Nel ricordo di Armin Holzer di Barbara Goio Nella pagina precedente: Armin Holzer percorre connette cime dolomitiche, il waterlining si fa il tedesco Alex Schulz ha percorso ben 610 metri nella bella immagine la slack a 5000 metri camminando su una corda sospesa su fiumi, tor- su un nastro teso tra le dune del deserto. del fotografo Sebastian di altitudine, tutte le renti o laghi, con sempre nuove località da esplo- Ma la slack è fatta soprattutto di persone, e di Wahlhuetter le amache percezioni cambiano colorate dondolano in aria sottile e ogni rare. Chi invece preferisce esercitarsi in città si voglia di condividere. «È uno sport che richiede appese ad una delle movimento diventa più dedica all’urbanlining, con le slack sospese tra una grande consapevolezza, ma che non è solita- tante slackline che impegnativo. "Anche se è gli edifici. rio: c’è sempre un amico che ti aiuta, un gruppo sono state tirate in un record mondiale, noi Un discorso a parte riguarda il tricklining, che che ti sostiene» spiega Alessandro D’Emilia, che occasione dell'Highline eravamo solo curiosi di prevede salti ed acrobazie, mentre chi è più me- con Armin Holzer ha stabilito il primato di hi- Meeting di Monte Piana, provare qualcosa mai nelle Dolomiti di Sesto. tentato prima" dicono Ale ditativo mescola le camminate su fettuccia con le ghline in aria sottile sul Muztagata, a cinquemila Ogni anno centinaia di D'Emilia e Armin Holzer posizioni yoga. E stanno sempre più prendendo metri d’altitudine. «A noi - riprende Ale - non atleti da tutto il mondo (l'immagine è di Ale piede le competizioni: nel 2011 nel corso dell’In- interessava per nulla stabilire un record, ma solo si ritrovano per stare D'Emilia). ternational Mountain Summit di Bressanone si eravamo curiosi di vivere per la prima volta qual- insieme, condividere le Purtroppo il 4 dicembre sono tenuti i campionati del mondo con gli atle- cosa che non era mai stato tentato prima.Ricor- loro passioni e allenarsi: scorso, un terribile negli stessi luoghi dove incidente in parapendio ti, tra cui il giovane Lukas Huber, che si sono sfi- do quella spedizione: siamo partiti così, invitati cento anni fa i giovani si è portato via Armin dati a colpi di salti e combinazioni acrobatiche. da Massimo Braconi – un caro amico che con gli morivano in guerra, ora ci Holzer, ma le sue Molto impegnativo è anche percorrere una slack sci voleva scalare il “padre delle montagne ghiac- si ritrova per festeggiare imprese, e i suoi progetti molto lunga perché mentre l’atleta cammina, i ciate” – e noi abbiamo deciso di portarci dietro la la pace. L'idea è nata restano e coinvolgono suoi passi creano risonanza e la fettuccia oscilla slack. Eravamo in alta quota e essendo la prima da un progetto di Ale tanti appassionati D'Emilia e Armin Holzer in maniera paurosa. L’estate scorsa in Mongolia, volta iniziavamo a soffrire del male di monta- gna. Camminando sulla fettuccia al campo base, In questa pagina: Ale abbiamo imparato a controllare la respirazione. d'Emilia si allena prima di Siamo saliti e scesi finché abbiamo trovato il po- salire sul MuztaghAta, il sto perfetto, una torre esposta sopra una lingua "padre delle montagne di ghiaccio" e seconda vetta di ghiaccio spettacolare e così con Armin abbia- n passo dietro l’altro, sulla fettuccia assicura resistenza e flessibilità, messa in tensio- più alta del Pamir, in Cina. mo fissato un’estremità della slack su una roccia larga appena 2,5 centimetri sospesa tra ne da cricchetti o paranchi. Anche il materiale si Lo slacklining, ovvero e l’altra nella neve, senza l’utilizzo di chiodi ma le cime di roccia. I piedi nudi mentre il è evoluto e, se in genere si usano fettucce in nylon lo sport di camminare solo con la tecnica dei corpi morti. Il primo pas- U su fettuccia, permette corpo oscilla e ogni muscolo è controllato: l’es- o poliestere, ora ci sono, per traversate particola- so mi ha coinvolto totalmente, ed è stato a quel di modulare il respiro e sere umano non è fatto per starsene così sospeso ri, anche slack in dyneema, molto più resistenti. controllare i muscoli del punto che mi sono arrivate le parole che mi han- nel vuoto, con l’aria fredda delle montagne che corpo ed è un ottimo no aiutato nella traversata: la passione nel cuore accarezza la pelle, eppure si va avanti. Un passo Si è iniziata ad usare una fettuccia esercizio di gambe, testa libera la mentre, la mente libera la passione nel dopo l’altro, con centinaia e centinaia di metri di larga un pollice, leggera e che e cuore. cuore». spazio sotto le piante nude dei piedi. assicura resistenza e flessibilità Foto di Armin Holzer L’highline è forse la versione più “estrema” della La slackline è diventata parte degli slackline, una disciplina nata nel 1979 quando Lo slacklining è molto diverso dal funamboli- sport in montagna, anche perché due ragazzi affascinati dal circo, Adam Grosow- smo: per prima cosa non si usa il bilanciere, e poi Ben presto questo ben si adatta a situazioni diverse sky e Jeff Ellington, iniziarono a camminare su la fettuccia è elastica mentre i funamboli cam- strano modo di cavi di ogni tipo nei dintorni dell’Evergreen State minano su cavi d’acciaio. Ma per entrambi serve esplorare la realtà Armin Holzer e Ale d’Emilia, tra i più esperti pio- College a Olympia, Washington. Ben presto que- una qualità essenziale, ovvero il senso dell’equi- attirò un gruppo di free nieri highliner italiani, hanno raccontato le loro sto strano modo di esplorare la realtà attirò un librio, molto importante in alcune civiltà ma ora climber della Yosemite esperienze a fine novembre a Trento nel corso di gruppo di free climber della Yosemite Valley, in quasi completamente dimenticato. Ecco perché, Valley, in California, un affollatissimo TEDx. Tra le loro traversate più California, che per gioco iniziarono a camminare a parte le imprese estreme che fanno stare con che per gioco iniziarono spettacolari nelle Dolomiti c’è stata quella delle in equilibrio su tutto quello che capitava. L’idea la bocca aperta e il naso all’insù, la slack viene a camminare in Tre Cime di Lavaredo, con il posizionamento di di tirare una corda tra le montagne e passeggiarci insegnata ai bambini che, praticandola nei par- equilibrio su tutto diverse linee: anche in quel caso alla bravura di sopra richiamò sempre più virtuosi che effettua- chi pubblici, imparano a conoscere se stessi ed quello che capitava. stare in equilibrio va aggiunta la capacità tecnica rono le prime spettacolari traversate sul Lost Ar- il mondo che li circonda, e viene esercitata dagli L’idea di tirare una di scalare le pareti e l’abilità di mettere le slack row Spire, un alto campanile di roccia che si eleva appassionati di arti circensi, di surf, skateboard, corda tra le montagne in sicurezza. solitario vicino alle Cascate Superiori a Yosemite. dagli alpinisti e persino dai campioni di sci come e passeggiarci sopra «La slackline non è solo una fettuccia, ma serve Con o senza sicura. Marcel Hirscher che l’ha introdotta come abitua- richiamò sempre per avvicinare persone, conoscere mondi lonta- Ispirandosi al pioniere Philippe Petit che nel le disciplina di allenamento per le gare di coppa più virtuosi che ni, gettare ponti tra culture diverse» aveva detto 1974 aveva camminato su una fune sospesa tra le del mondo. Anche in fisioterapia la slack viene effettuarono le prime Armin Holzer in quell’occasione, ricordando le Torri Gemelle di New York, sono cresciuti sem- usata per ottenere un recupero funzionale dopo spettacolari traversate tante traversate nei punti più panoramici delle pre di più gli appassionati di slackline che nel incidenti sportivi anche gravi perché aiuta a raf- sul Lost Arrow Spire, un Dolomiti, e poi anche sul Muztagh Ata, nel Pa- tempo hanno attraversato spazi sempre più alti e forzare gambe, testa e cuore. alto campanile di roccia mir, e sulle montagne vicino a Misurina e Sesto più ampi, linee sempre più temerarie e spettaco- Negli ultimi anni la slackline è diventata parte in- che si eleva solitario Pusteria, dove era nato 28 anni prima. Per lui la lari. Ben presto si è iniziata ad usare una fettuc- tegrante degli sport in montagna, anche perché vicino alle Cascate slackline era diventata una grande passione dopo cia larga un pollice, leggera da trasportare e che ben si adatta a situazioni diverse. Se l’highlining Superiori a Yosemite. essere stato costretto a lasciare lo sci estremo a

46 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 47 In questa pagina, causa di una banale caduta, e sono ancora in molti trasformando la paura di cadere in rispetto e po- dall’alto: quando la a ricordare le linee assurde che riusciva a trovare sitività». Purtroppo un terribile incidente in pa- slack viene fissata giù dalle montagne, con un’agilità davvero uni- rapendio se l’è portato via il 4 dicembre scorso, in alta quota e si ca. Ma soprattutto quello che colpiva di Armin, il ma le sua capacità di coinvolgere le persone ha cammina restando in ragazzo biondo così disponibile ma insieme così toccato il cuore di tutti quelli che l’hanno cono- equilibrio con centinaia di metri di vuoto integro e fermo, aperto al mondo tanto da coin- sciuto. «C’è un progetto – aveva raccontato – che sotto, allora si parla volgere chiunque gli stesse accanto, ma anche così è nato proprio sulle Dolomiti. Tornati dalla Cina di highline. In questi in contatto con se stesso da camminare su una fet- abbiamo capito che il posto dove siamo cresciuti, casi l'autocontrollo tuccia sottilissima, era la sua attenzione alle per- il Monta Piana, era troppo bello per tenercelo solo è fondamentale, così sone, che reputava ognuna preziosa a modo suo. per noi e quindi abbiamo cominciato ad invitare come è necessaria una seria preparazione Armin non amava l’estremo, detestava i record, e gli amici e gli atleti appassionati di slackline.» alpinistica per il suo amore per la montagna era assoluto. Ogni Nel giro di qualche anno l’Highline Meeting ancorare la slack agli volta che ricordava il risveglio nel bivacco alle Tre Monte Piana, ogni settembre, è diventato uno appigli esistenti. Il Cime, prima della traversata in slackline con Ale, degli appuntamenti fissi più amati dagli appas- rispetto per la roccia gli brillavano gli occhi. «Una delle più belle albe sionati di questa disciplina, con giovani prove- è massimo e viene evitato l'uso di appigli della mia vita. La ricorderò per sempre». nienti da più di 20 nazionalità diverse che per artificiali. In highline, «Fare highline – diceva Armin – è cercare armo- una settimana si incontrano, fanno amicizia ed in genere, si cammina nia nel movimento, fra mente, corpo e natura, fra allenamento, camminano sulle fettucce e ad- assicurati. Slackliner: essere e non-essere. È continuare a camminare dirittura dormono appesi. Da lontano le slack Niccolò Zarattini. Foto Giordano Garosio

La slack permette, come è stato raccontato a fine novembre al TEDx di Trento, anche di mettere in contatto cultura, idee e persone. Nell'emozionante foto di Sebastian In questa pagina, Wahlhuetter un dall’alto: i partecipanti dorme, o suona la chitarra. momento "quotidiano" dell'Highline Meeting «Lungo queste montagne – spiega Ale – correva dell'Highline Meeting di Monte Piana trovano il il fronte della Prima Guerra Mondiale, questo è Monte Piana, vicino a tempo sia per allenarsi Misurina un luogo di vicende drammatiche, in cui tanti ra- che per vivere momenti gazzi sono morti. Proprio cento anni fa l’inverno di relax. Sulle slack si può, secondo questi sul Monte Piana era segnato dal frastuono delle atleti, fare qualsiasi granate e dal disagio di migliaia di giovani co- cosa, dal suonare uno stretti a combattere fra di loro. La nostra idea è strumento a fare yoga, stata quella di rivivere questo scenario unico con mangiare, leggere il uno spirito alternativo: solidarietà verso l’altro e giornale e persino dormire. intensa condivisione. Vivere una settimana nel Foto Giordano Garosio ritmo e in equilibrio: animati durante il giorno da effervescenti energie e cullati durante la notte Lo slacklining è Anche i fiordi della da magici silenzi. » molto diverso dal Norvegia offrono ottime occasioni per effettuare funambolismo: per «Fare highline è cercare armonia l'highlining. prima cosa non si usa Foto Armin Holzer nel movimento, fra mente, corpo e il bilanciere, e poi la e Ale D'Emilia natura, fra essere e non-essere» fettuccia è elastica mentre i funamboli Ai primi di dicembre, qualche giorno dopo la camminano su cavi disgrazia, in tanti sono voluti salire sul Monte d’acciaio. Ma per Piana a ricordare l’amico scomparso. In assolu- entrambi serve una ta libertà e armonia ognuno di loro ha salutato qualità essenziale, Armin a modo proprio: c’erano decine di para- ovvero il senso pendii colorati in cielo, highline sospese e piace- dell’equilibrio, molto voli note musicali che hanno accompagnato con importante in alcune un sorriso le persone presenti a creare un cuore civiltà ma ora quasi con tutte le amache colorate sembrano tante tenendosi per mano. L’amicizia va oltre le disgra- completamente bandiere di preghiera tibetane, e poi si scopre zie, e lo spirito della montagna oltre che a unire dimenticato. che in ognuna c’è una persona che ci vive, legge, le persone insegna a credere nella gioia di vivere.

48 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 49 Quanto marmo viene estratto annualmente? «I dati ufficiali registrano oltre 6.000.000 di ton- In difesa nellate di montagna che ogni anno spariscono, una perdita eterna non compensabile. L’80% dell’esca- vato è polvere per l’industria del carbonato di calcio che la smercia in mille rivoli, fino agli sbiancanti e delle Alpi Apuane ai chewing-gum. Potremo giustificarci raccontan- do ai nipoti che abbiamo disintegrato le montagne di Nicola Cavazzuti* e Andrea Ribolini* - foto Roberto Angeli per bere nei bicchieri di plastica? È surrealistico, certo, ma non lo è quanto chiamare cave di marmo Due immagini di Alberto quelle che sono cave di inerti. Sono i numeri che lo Grossi, qui a sinistra salendo al Monte Sagro dimostrano.» Quale futuro vedi per il territorio apuano? Riu- mestiere nei più intimi segreti, per capirne i rischi scirà a trovare un nuovo equilibrio? ed evitarli per sé e per gli altri. Il babbo cominciò a «O fermiamo la marcia o le Apuane saranno spac- tredici anni, nel 1926, l’anno di massima occupazio- ciate e sarà un vero delitto perché è un territorio ne con 14.181 cavatori. Oggi sono poco più di mille. stupendo per il clima, per un paesaggio che spazia In cava ci fui portato che avevo cinque anni e ne ho dal mare ai monti, per la ricchezza della biodiversi- un ricordo indelebile. Sei uomini stavano all’arga- tà, per ambiti di assoluto pregio che ospitano 3.000 no, tre per parte alle manovelle, forzavano e pren- delle 5.595 specie floreali italiane, con endemismi devano fiato e ritmo con una cantilena mentre tira- unici al mondo. C’è poi tutto il mondo ipogeo con vano un blocco fuori dalla pancia della montagna, gli abissi più profondi d’Italia e i complessi di grot- come un parto dove spasimo e speranza convivono. te tra i più estesi; il fenomeno del carsismo, in una In quel periodo la meccanizzazione era rudimenta- zona con abbondanti precipitazioni, favorisce la ri- le, per forza motrice usavano le braccia.» carica delle sorgenti e mitiga gli effetti delle precipi- All’inizio di “Cosa c’è sotto le nuvole” dici che tazioni più violente, diventate una preoccupazione i cavatori non esistono più, che un mondo è per molte popolazioni del globo. Sono tutte queste finito. Che rapporto c’era fra i cavatori di un cose che rischiano di sparire con le montagne. tempo e la montagna? Quando è iniziato il Carrara, il luogo più sconvolto dalle cave, è stata cambiamento? colpita da ben tredici alluvioni dal 1982 al 2014 ed è «I cavatori li ha inghiottiti la tecnologia. In una co- stato accertato che ne è causa principale la sistema- operativa ho contato 25 operai e 45 macchine, di tica occupazione di rifiuti di lavorazione nell’alveo quelle potenti e voraci: è un sistema che ha ribaltato del Carrione. È la fotografia spietata di un tumore tutto, anche i ruoli tra Davide e Golia, con Davide che nasce al monte e trasporta la sua progressiva che è un mero esecutore, quindi parte della mac- metastasi in tutto il territorio fino al mare. Lo scorso 4 dicembre, a Casale Monferrato, è sta- Alberto, puoi dirci qualcosa da “Ambientalista china che guida ma non comanda. La tecnica deve Solo apprezzando la bellezza e le prerogative di to assegnato il Premio Minazzi “Ambientalista dell’anno”? aiutare l’uomo, non sottometterlo. questo territorio si troveranno le soluzioni. Il no- dell’Anno” per il 2015, istituito dal periodico «La «Il riconoscimento mi gratifica. Tengo a precisare, Il cambiamento è avvenuto alla fine degli anni set- stro impegno è quello di informare la gente affinché Nuova Ecologia», organo ufficiale di Legambiente. però, che il Premio Minazzi considera i candidati tanta del secolo scorso. Si è passati da una veloci- avvenga un cambiamento di rotta ormai improro- Il premio ricorda la vita e l’opera di Luisa Minazzi, parimenti meritevoli e non assegna che un premio tà di taglio di 0,5 m/ora, con il filo elicoidale, ai 18 gabile. L’apporto del CAI sarà di grande aiuto per donna simbolo della lotta all’amianto. Essa scom- simbolico, una filosofia che condivido. I veri com- con il filo diamantato, 36 volte di più: immagini di divulgare conoscenza e magari portare le Apuane a parve a soli 58 anni, dopo aver a lungo lottato per petitori sono stati i votanti e vincitori quelli che, at- andare in autostrada a 200 all’ora e di vedersi su- simbolo di un mondo da salvare per il bene dell’u- per la messa al bando del materiale; come già lo traverso di me, hanno inteso portare all’attenzione perare da chi viaggia a 7200 km all’ora. È chiaro? manità, ma è soprattutto la politica che deve inver- era stato suo padre, anche Luisa fu una delle oltre generale la devastazione delle Alpi Apuane operata Da allora si è scavato di più che nei duemila anni tire la rotta e la nostra pressione nei suoi confronti 3.000 vittime causate dall’esposizione all’amianto dalle cave. Tra i miei sostenitori ho trovato determi- precedenti. È una distruzione pianificata che altera sarà più incisiva di quanto lo è stata finora. Il Parco nella sola area di Casale. nante il CAI: la Sezione di Casale Monferrato che in modo irreversibile il paesaggio e l’ambiente, ag- Regionale delle Alpi Apuane, Geoparco Unesco da Il vincitore del premio viene individuato mediante mi ha candidato, la TAM Nazionale e il CAI della gredisce le sorgenti e gli stessi umani a cui si porta- qualche anno, elimini il controsenso delle numero- una consultazione popolare, alla quale chiunque Toscana che mi hanno apertamente appoggiato. Il no via i ricordi, le conoscenze, l’identità, la loro sto- se cave presenti nel suo territorio (più di 60!), gli può partecipare, fra una rosa di otto candidati de- mio auspicio è che l’intero Sodalizio aderisca pie- ria personale concedendo loro, in cambio, dissesto amministratori locali curino di più il territorio e, signati da varie associazioni ambientaliste. Alberto namente al primo articolo del suo Statuto e adotti idrogeologico, polveri, alluvioni, difficoltà per qual- soprattutto, non si illudano di risolvere i problemi Grossi, socio della Sezione CAI di Massa, era stato le Alpi Apuane come paradigma della salvezza di siasi altra attività economica che non abbia la stessa di bilancio con maggiori introiti o con le aste per- segnalato dalla Sezione CAI di Casale Monferrato, tutte le montagne.» matrice demolitrice. Il cambiamento incide anche ché, anzi, così avverrà il tracollo: queste cave sono per la sua opera come autore di cortometraggi sul Il tuo legame con le Apuane viene da lontano, da nel modo di pensare: a me è costato tanto ma ho antieconomiche per il pubblico, sono spesso ge- tema dell’ambiente montano e segnatamente sulle tuo nonno e tuo padre cavatori. Cosa ricordi di capito che seguire la mia strada era il miglior modo stite senza rispetto delle leggi e delle prescrizioni, Alpi Apuane, tutti facilmente reperibili in rete, uno loro? Ricordi di essere stato in cava con loro? di onorare mio padre. E sono certo che il babbo sta non hanno più nessuna giustificazione storica né dei quali (“Cosa c’è sotto le nuvole”, del 2004) pre- «Altri tempi: bambini, che non avevano ancora con me, perché il suo lavoro e il suo pensare non morale.» miato anche al 52° Festival di Trento. imparato a giocare, salivano al monte a imparare il appartengono ai cavatori di oggi.» * Commissione Regionale TAM Toscana

50 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 51 Benvenuto Parco del Monviso di Toni Farina, Vincenzo Molinari e Marco Rastelli

A fronte: il Monviso l primo gennaio del 2016 è diventato operati- Queyras, capofila insieme al Parco del Po cuneese che si riflette nel Po, vo il Parco naturale del Monviso. nella proposta di istituzione della Riserva della Bio- un’immagine classica L’istituzione del parco da parte della Regio- sfera del Monviso, riserva transfrontaliera fra Italia dal ponte I di Casalgrasso. ne Piemonte nel luglio 2015 è un provvedimento e Francia nell’ambito del programma MaB Unesco. Foto Toni Farina importante per molte ragioni. Innanzitutto lo è La nuova area protetta si estende su 8334 ettari, fra per la natura delle Alpi: situato nel cuore delle Co- l’alta Valle Po e la Val Varaita. Nella prima stesura, la Lago Grande di Viso zie, il nuovo parco colma infatti un vuoto di tutela legge istitutiva comprendeva anche un importante e Colle di Viso. nella cerchia alpina, non solo occidentale. E non settore dell’alta Val Pellice, ma la forte opposizione Foto Toni Farina è secondario il fatto che l’istituzione giunga in un locale ha impedito il raggiungimento dell’obiettivo. momento nel quale la politica nazionale dei parchi Gran parte del territorio tutelato interessa la testata non attraversa una fase brillante. Al contempo, è un della Valle Po, inglobando la Riserva naturale del provvedimento importante per tutta la montagna Pian del Re, e soprattutto, la simbolica cima del del nostro Paese. La valenza simbolica del “Re di Monviso. Dalla vetta il limite del parco segue a nord Pietra” è innegabile, come innegabile è il suo ruolo il crinale alpino principale, di confine con la Fran- nella storia dell’alpinismo e del CAI in particolare. cia, fino alla Cima delle Traversette, quindi piega a Ai piedi della montagna mosse i suoi primi passi il est lungo il crinale divisorio con la Val Pellice fino al neonato sodalizio e non è privo di significato il fatto Colle della Gianna. A sud, il limite del parco segue che l’istituzione del parco avvenga a quattro anni invece lo spartiacque principale fino alla cima del di distanza dalle celebrazioni del 150° anniversario Monte Losetta, in Valle Varaita. della prima ascensione. Sul versante sinistro della Valle Po l’area protetta comprende il Vallone delle Traversette (che scende IL NUOVO PARCO dall’omonimo colle e dal Buco di Viso) e le vaste Con la nascita del Parco del Monviso si configura aree di pascolo che caratterizzano il versante a so- una vasta area protetta nel cuore delle Cozie. Una latio fino al Vallone della Gianna. natura senza confini: il Parco del Monviso è infatti Il versante destro della valle si presenta decisamen- contiguo al vasto Parco regionale francese del te più aspro. È qui che il Monviso si è guadagnato

IL PARCO IN CIFRE Superficie: 8334 ettari Quota massima: Monviso, 3841 metri Comuni interessati: Crissolo e Oncino in Valle Po, Casteldelfino e Pontechianale in Valle Varaita

febbraio 2016 / Montagne360 / 53 Primo sole sul Monviso visto da Ostana. Nelle praterie alpine si può osservare Veronica allionii, da Carlo Ludovico Al- Evviva è nato! Foto Toni Farina lioni, botanico torinese che visse nel 1700. Si tratta di una piantina alta una decina di centimetri dai fiori azzurro-violetti che vive solo sulle Alpi occidentali. Dopo una lunga gestazione ed un travaglio A fronte, dall’alto: la Le fanno compagnia altre specie endemiche quali tre campanule, Campanula complicatissimo il nuovo Parco del Monviso piccola ma preziosa stenocodon, C. elatines, C. alpestris, e due genziane, Gentiana burseri villarsii ha visto la luce e noi, donne ed uomini del salamandra di Lanza, specie endemica delle e G. rostanii. Club Alpino Italiano, non possiamo che Alpi Occidentali Sopra al limite del bosco si trovano habitat di importanza comunitaria come le esserne felici e soddisfatti! La grande sod- formazioni pioniere alpine del Caricion bicoloris-atrofuscae, dove vivono pian- disfazione è dovuta al fatto che, finalmente, Inverno in Valle Po, tine come Carex bicolor, tanto minuscole quanto di estremo valore biogeografi- anche al cospetto del Monviso si affermano sulla cima del Monte co, che raccontano molto sulle antiche glaciazioni. i principi sanciti nel nostro Bidecalogo in Cervetto. Foto Toni Farina Un altro ambiente che accomuna le fredde regioni del nord del continente con materia di Montagna ed Aree Protette. le Alpi sono le torbiere. Queste si formano dove i processi di decomposizio- Inoltre l’istituzione del Parco rappresenta ne del materiale vegetale, per via delle basse temperature, non sono completi una grande ed unica opportunità per le e portano alla formazione di torba. Nelle torbiere i nutrienti nel terreno sono aree e le popolazioni coinvolte. Una grande scarsi e solo poche specie vegetali sono in grado di sopravvivere. Fra queste Pin- opportunità in termini sia di risorse sia di vi- guicola arvetii, pianta carnivora endemica delle Alpi Cozie che ha nelle torbiere sibilità, diventando, con il duplice obiettivo della zona del Monviso il suo habitat principale (dove cattura gli insetti per rica- apparentemente in contrasto di “protezio- varne l’azoto, tanto raro nelle torbiere). ne” e “valorizzazione”, il motore di sviluppo Le torbiere sono ambienti delicati, a rischio per molteplici ragioni. Un fatto- del territorio, capace di coniugare la tutela re di rischio è costituito dalle deiezioni delle mandrie al pascolo che variando dell’ambiente con la crescita economica. l’appellativo di “Re di Pietra”, ed è qui che passano i straordinario scrigno di biodiversità non per nulla il quantitativo di azoto disponibile causano l’estinzione locale di molte specie Purtroppo questa opportunità non è stata sentieri per i rifugi Quintino Sella e Giacoletti, fre- già compreso nella Rete Natura 2000. Sempre in erbacee. Per questo motivo, nelle limitate aree di torbiera il pascolo è vietato. percepita e colta da tutti gli abitanti delle quentati da frotte di escursionisti attirati dalla stra- Val Varaita, valicando i passi di San Chiaffredo e Anche il calpestio degli escursionisti è un fattore di rischio, evitabile cammi- zone interessate. Molti hanno avuto una ordinaria sequenza di laghi (Fiorenza, Superiore, Gallarino, seguendo le orme dei camminatori im- nando soltanto sui sentieri segnalati. Che nel Parco naturale del Monviso certo visione del Parco solo negativa, erronea- Lausetto, Chiaretto) dove il Monviso si pavoneggia, pegnati nel Tour del Viso l’idea di parco è scesa an- non mancano. mente fondata su divieti e vincoli a favore ingentilito da couloir nevosi fino a estate inoltrata. che nel Vallone di Vallanta, dove si trova l’omonimo solamente della tutela dell’area naturale Oltre il dedalo di rocce e detriti ai piedi della parete rifugio. I camminatori impegnati nel tour classico stessa ed a scapito di tutti gli operatori est della montagna si apre la vasta zona di altipiano (Valle Po, Val Varaita e Valle del Guil nel Queyras) economici del territorio. Di qui la necessità compresa fra il Colle di Viso e il Passo San Chiaffre- avranno così modo di calpestare sempre suolo di di far chiarezza su di un progetto affasci- do, dove si distendono alla luce delle frontali i passi area protetta. Peccato non poter dire altrettanto nante ma altrettanto preoccupante per la degli alpinisti prima di arrancare sulle rocce delle degli escursionisti che allungano il tour con la “va- popolazione ed i soggetti che, oltre a vivere Sagnette, dove passa la normale per la cima del riante Val Pellice”. Per questa bella valle delle Cozie in montagna, vivono di montagna. A tal Viso. A valle dell’altopiano, il parco estende la sua è stata un’occasione persa. proposito il CAI Piemonte, con la Sezione tutela sul versante sinistro orografico della Valle di CAI UGET Valpellice, ha organizzato un Oncino (o Valle del Lenta). A differenza della zona NEL PARCO, LA NATURA L’istituzione del incontro intitolato “Parco del Monviso: Rifugio Sella-Pian del Re, questo settore del par- Il fatto che gli ambienti del Monviso fossero me- parco del Monviso question time” al quale hanno partecipato co offre tranquillità e silenzio a profusione. Ma gli ritevoli di attenzione era noto da tempo, prova ne nel luglio 2015 è i promotori dell’iniziativa, i rappresentanti spunti di interesse ambientale abbondano. I valloni sia che il territorio attorno al Re di Pietra era già un provvedimento del territorio ed i media. Purtroppo alcune Bulè, dell’Alpetto (con l’omonimo rifugio), del Rio inserito nella Rete Natura 2000 europea, quale Sito importante per molte aree, per scelta, sono rimaste fuori, e ci Pisai, dove passa la via storica (e dimenticata) che di Importanza Comunitaria “Gruppo del Monviso - ragioni. Innanzitutto auguriamo che al più presto decidano di sale da Crissolo al Rifugio Quintino Sella attraverso Bosco dell’Alevè”, che oggi coincide in buona parte lo è per la natura rivedere le loro posizioni aderendo al pro- le Balze di Cesare, sono un’area tutta da scoprire. O con l’area protetta. delle Alpi: situato nel getto in modo da completare la Comunità meglio, da riscoprire, come da riscoprire è il Colle Il neonato parco annovera tutte le specie tipiche cuore delle Cozie, il Territoriale Alpina che si è formata. di Luca, valico frequentato da tempi immemorabili, della fauna alpina. In fatto di biodiversità animale il nuovo parco colma Ribadendo la nostra soddisfazione augu- come testimoniano recenti indagini archeologiche “tesoro” del Parco del Monviso non va però ricerca- infatti un vuoto di riamo al neo Parco un proficuo lavoro ed (nella zona intorno al colle si è scoperto che, 7000 to con il binocolo ma con la “lente d’ingrandimen- tutela nella cerchia un consenso/successo che una iniziativa anni fa, i popoli neolitici trovarono la pietra verde to”, che consente di osservare la fauna “minore”, alla alpina. Al contempo, di tal spessore dovrebbe riscuotere senza con cui realizzare le più dure e belle asce ritrovate quale appartengono ad esempio l’endemica sala- è un provvedimento se e senza ma da chiunque. Per quanto ci nelle tombe preistoriche di mezza Europa). mandra di Lanza (o salamandra nera) e il minusco- importante per tutta la riguarda contiamo di collaborare fatti- Il Colle di Luca costituisce un agevole passaggio lo gamberetto Branchipus blanchardi che, in tutto montagna del nostro vamente con l’Ente Parco portando sul fra l’alta Valle Po e la Valle Varaita. Tutt’altro che il mondo, vive sono nei laghetti del Bosco dell’Alevè Paese. La valenza tavolo della collaborazione, oltre ai principi agevole, tuttavia, è stato far passare fra le due val- e in pochi altri siti sul versante francese. simbolica del Re di ed all’etica che ci caratterizzano, anche li l’idea di parco. A cose fatte però si può dire che La lente è anche lo strumento idoneo per cogliere i Pietra è innegabile, la nostra conoscenza della montagna, sia davvero ne è valsa la pena: in Valle Varaita è final- dettagli di specie botaniche poco appariscenti, ma come innegabile è il sotto il profilo naturalistico sia sotto quello mente tutelata la straordinaria cembreta dell’Alevé talmente rare e localizzate da essere inserite nelle suo ruolo nella storia antropico. (825 ettari, la cembreta più estesa delle Alpi occi- principali liste rosse nazionali (intorno al Monviso dell’alpinismo e del CAI Giacomo Benedetti dentali). Un’area di supremo valore ambientale, sono censite ben 500 specie di piante superiori). in particolare. Presidente Commissione Rifugi LPV

54 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 55 Portfolio Spazio Bianco

di Davide Rogora

Cattedrali di ghiaccio costituite da imponenti seracchi accompagnano la discesa dai Fiescherhorn. Foto Davide Pravettoni Due fotografi, con un gruppo di compagni, hanno ripercorso la famosa traversata scialpinistica dell’Oberland compiuta nel gennaio del 1897 da una comitiva di pionieri guidati da Wilhelm Paulcke. Dal progetto della scuola di alpinismo e scialpinismo del CAI “Guido Della Torre” sono nati una mostra e un volume dove le suggestive immagini in bianco e nero si incrociano coi racconti dei protagonisti

Spazio Bianco. Sulle tracce di Paulcke è un catalogo di emozioni. Quelle di chi ha parte- Dopo le tracce ideali: quelle solubili, cipato in qualche misura al progetto di fondo da cui è scaturito un raid integrale d’alta lasciate sulla neve, è tempo per le quota, e quelle dei pionieri dello scialpinismo che nel 1897, con la memorabile traversata maldestre impronte documentali sul “diario di bordo”. con gli sci dell’Oberland bernese, ne avviarono l’inarrestabile diffusione sulle Alpi. Ma Foto Claudio Camisasca vuole essere soprattutto un’offerta di stimoli per il lettore, accompagnato a ripercorrere, secondo piacimento, le tappe di una rievocazione storica. Con lusinghe dirette, immedia- te, come quelle delle splendide inquadrature che due bravi fotografi, Claudio Camisasca e Davide Pravettoni ci restituiscono così diverse e specifiche, pur a fronte della medesima cronaca. Oppure assaporando lentamente il pensiero dei precursori, attraverso la lettura dei testi originali di Wilhelm Paulcke tradotti con maestria da Clara Mazzi, a svelare una prosa leggera e godibilissima delle vicende agli albori dello scialpinismo. L’opera tratta di questo. Una celebrazione del senso della memoria, attraverso l’azione sul terreno, all’inseguimento di antiche tracce. È il progetto che una scuola di alpinismo e scialpinismo del CAI, la “Guido Della Torre”, ha concepito, proposto e attuato in oc- casione del quarantesimo anno dalla sua fondazione. Un raid con gli sci svolto in totale autonomia logistica. A pura trazione muscolare. Per immedesimarsi, grazie allo studio preventivo della relazione di Paulcke, nel gioco della ricreazione d’avventura e di quell’in- grediente che primo fra tutti la caratterizza: l’incertezza. Una dimensione affascinante che implica preparazione e accettazione dell’imponderabile, in una parola: consapevolez- za. Quasi un atteggiamento desueto, senz’altro non più comune nella maniera moderna di praticare lo scialpinismo. Ma così remunerante, stimolante, da indurre al desiderio di allargare quanto più possibile questo “fare scuola” offrendo a tutti la possibilità di fruire i risultati della ricerca svolta. Lavoro d’archivio, per svelare qualche piccolo mistero sca- turito dalla relazione originale, o lavoro d’officina, per costruire le pulke, slitte da traino utilizzate per trasportare tende, viveri e gas. Un bagaglio di conoscenze che i protagonisti di questo viaggio nella memoria dell’alpini- smo con gli sci intendono diffondere fra tutti gli appassionati.

IL LIBRO E LA MOSTRA

Dalla rievocazione dell'itinerario di Wilhelm 2015, ha fatto tappa a Busto Arsizio, Legna- Spazio Bianco Paulcke attraverso l’Oberland bernese è nato no, Bergamo e Saronno, per proseguire verso Sulle tracce di Paulcke un racconto fotografico dal quale lasciarsi Valmadrera, Rho e Castellanza. L’esposizione Viaggio nella memoria, alle origini dell’alpini- rapire e trasportare cogliendo tutta la forza può essere richiesta scrivendo a: smo a sci e la bellezza comunicativa della fotografia [email protected]. Un prezioso Fotografie di Claudio Camisasca e Davide in bianco e nero. Le immagini più evocati- volume raccoglie gli scatti in bianco e nero Pravettoni ve sono allestite in una mostra itinerante, dei due fotografi che hanno documentato Nomos Edizioni, cm 24x17 composta da 40 opere stampate in grande la bella traversata, corredate da scritti di pag. 160, € 14,90 formato. Il suo percorso, iniziato nell’autunno Paulcke finora inediti in lingua italiana.

58 / Montagne360 / febbraio 2016 Dominati, al cospetto del ghiacciaio Oberaar, gli alpinisti sciatori si apprestano al campo tendato, dopo il transito sull’omonimo lago gelato. Foto Claudio Camisasca > > > > Vita da campo sullo Studerfirn; dietro, la cresta Sul Grüneggfirn, appena prima di giungere a I primi raggi irradiano gli sciatori che risalendo il Gran parte della strada che porta al Grimselpass, che dal Finsteraarrothorn (sin.) scala il cielo fino al re Koncordiaplatz, e scoprire la commozione che le Gletscherhornfirn emergono dalle gelide ombre che completamente ricoperta dalle valanghe, ha reso più dell’Oberland: il . cattedrali di ghiaccio circostanti sapranno infondere. avvolgono ancora la vastità di Koncordiaplatz. ardua la salita con le pulke al traino. Foto Davide Pravettoni Foto Claudio Camisasca Foto Davide Pravettoni Foto Davide Pravettoni

62 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 63 >

Prima parte della salita da Oberwald a Gletsch, > Alba dal quarto campo. lungo la linea del treno a cremagliera. Alcuni tratti, I Fiescherhorner vallesani: Grosses Wannenhorn, costringono a lunghe manovre per poter essere superati Schönbühlhorn, Fiescher Gabelhorn. in sicurezza con le pulke. Foto Davide Pravettoni Foto Claudio Camisasca

> Dirigendosi all’Äbeni Flue, il Grosser Aletschfirn appare con le sue onde immobilizzate dal gelo perenne, nel contrasto dell’alba che avanza. Foto Claudio Camisasca

< Minimi, gli sciatori nel deserto di dune innevate che dal Grimselpass conducono alla Triebtenseelike. Foto Claudio Camisasca

64 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 65 Lettere Gruppo Grandi Carnivori Pubblichiamo una tra le diverse lettere idem. L’alpinismo classico da attività “eroi- umile. Volevate fare un corso di alpinismo? che dopo la fine del reality “Monte Bianco” ca” è diventato uno sport popolare fram- Come ha detto Moro su «L’Espresso» nu- un nuovo progetto del CAI per favorire la sono arrivate in redazione. Non possiamo mentato e svuotato della sua essenza. La mero 46 mese di novembre pag.91. Fossi ospitarle tutte, abbiamo deciso di pubbli- ricerca di una via, l’avventura di percorrer- uno di quelle centinaia di istruttori, volon- convivenza nelle Alpi tra l’uomo e i grandi carnivori care questa perché riassume diversi de- la, il silenzio e la poesia che si gustavano in tari, che insegnano l’alpinismo nelle scuole gli argomenti toccati dai Soci e dai lettori vetta ad una montagna, qui da noi, è ormai del CAI mi arrabbierei molto. Volevate far che ci hanno scritto. Nella lettera c’erano una rarità. Le montagne sono diventate un pubblicità alla Val d’Aosta? Il risultato è un paio di espressioni un pò troppo colori- immenso parco giochi. Questo è un bene stato pessimo. Oltre a far vedere una valle te, che naturalmente abbiamo tradotto in perché è un diritto di tutti usufruire di un trasformata in parco giochi, il regista non è espressioni adatte alla pubblicazione sulla bene comune di grande bellezza. È un male stato capace di trasmettere l’immensa bel- nostra rivista, ma che ne lasciano intatto quando questo bene viene sfruttato in ma- lezza delle sue montagne. Una cosa che il senso. Abbiamo inoltre accorciato lieve- niera sconsiderata danneggiandolo per mi ha dato un immenso fastidio è quello di mente il testo. Proprio al Monte Bianco, il sempre. La Val d’Aosta è uno di quei luoghi vedere usate le bandiere della preghiera Presidente generale Umberto Martini ha dove sono state fatte scelte economiche tibetane come ornamento. Strumentaliz- dedicato l’editoriale del numero di genna- per sfruttare la montagna,e non solo, in zare il sacro di una filosofia di vita come il io 2016 di «Montagne360» (Monte Bianco modo massiccio a discapito dell’ambiente Buddismo in una trasmissione che per le 2015. Tre episodi emblematici) a cui riman- e di un turismo responsabile. sue esibizioni e i suoi capricci si è compor- diamo i lettori. Non conosco chi ha avuto l’idea di fare un tata in modo completamente diverso non programma come quello trasmesso dalla vi ha certo creato merito. Quanto kerosene tv, probabilmente qualcuno che ha guar- avete bruciato, con gli elicotteri, nel vostro dato all’affare economico piuttosto che giochetto? NON C’È PIÙ RISPETTO NE UMILTÀ al contenuto. Mi ha lasciato perplesso la Ho avuto la grande fortuna di aver scala- Quando ero giovane i vecchi alpinisti mi partecipazione di Simone Moro nella figura to tante montagne. Si in montagna, oltre Dopo la dichiarazione di supporto del CAI a LIFE WolfAlps, firmata dal Presidente Ge- insegnarono a dare del Voi alle montagne. di regista tecnico dei vari episodi, la scelta alla preparazione tecnica, ci vuole fortuna. nerale Martini, nel maggio 2015, alcuni soci si sono organizzati come GGC (Gruppo Loro, e anche la storia, mi hanno insegna- dei percorsi e la completa mancanza del- Simone Moro questo dovrebbe saperlo Grandi Carnivori), perché in questo periodo storico – che vede le Alpi ricolonizzate to che le montagne sono il luogo di colle- le più elementari conoscenze tecniche dei ed era suo dovere dirlo, ma ha taciuto. Da velocemente dal lupo e soggette anche alle dinamiche di altri grandi carnivori come gamento tra la terra e il cielo, tra l’uomo e partecipanti. Quando si acquista un qual- alpinista della domenica che sono sem- orso bruno, lince, sciacallo dorato – è importante parlarne e far conoscere ai soci Dio. Dopo aver visto le quattro puntate del- siasi attrezzo da alpinismo, nel bugiardino pre stato, sono riuscito a percorrere vie le dinamiche e le problematiche che questi importantissimi ritorni portano con sé. lo “sceneggiato” Monte Bianco andato in delle istruzioni, evidenziato molto bene c’è molto impegnative e dal mio angolino di Questo breve scritto ha lo scopo di rimettere in evidenza l’iniziativa, che vuole coin- onda su Rai 2, chi ha i capelli bianchi come scritto: “le attività che comportano l’utiliz- privilegiato ho potuto assistere alla storia volgere tutti i soci disponibili ed appassionati (sia esperti che non), che credono nel me, e ha vissuto sua Maestà col dovuto ri- zo di questo dispositivo sono per natura recente dell’alpinismo. Ho visto ghiacciai lavoro di gruppo, nella rete di conoscenze e di comunicazioni per arrivare a parlare spetto e l’umiltà di scalare parecchie sue pericolose. Voi siete responsabili delle vo- scomparire, pareti dove erano tracciate vie e sensibilizzare il nostro corpo sociale e la gente comune su temi importanti come vette, rimane con l’amaro in bocca. Gli stili stre azioni e decisioni”. Di seguito, in sintesi storiche di arrampicata sgretolarsi, valli quelli riguardanti i grandi carnivori e principalmente il lupo. Temi che è importante di vita e i valori delle persone sono cambiati “l’alpinismo è una pratica molto pericolosa devastate da strade e piste da sci, pareti vengano affrontati bene, con notizie scientificamente corrette. velocemente, in certe cose positivamente che può causare la morte”. Perché fare un percorse da vie ferrate che nessuno fre- Proprio per quest’ultimo aspetto il GGC del CAI vorrebbe essere un punto di rife- in altre un po’ meno. Il dio denaro domina programma su uno sport cosi complesso quenta e orde di persone che sarebbero rimento anche per allevatori e mondo agricolo, stimolando discussioni costruttive, su tutto, l’economia reale sottostà a quella e impegnativo? Perché è di moda la prati- state meglio in un centro commerciale gettando ponti, avanzando proposte, portando alla conoscenza di tutti esperienze fasulla ed i valori che ci hanno permesso di ca dell’estremo all’aria aperta. Moda che invece che invadere vette e sentieri. Ho di convivenza (positive o negative), con il solo fine di contribuire in maniera attiva evolverci ad Uomini Razionali sono quasi spesso non ha rispetto del luogo dove si vissuto l’evoluzione dei materiali, delle at- all’instaurarsi di una coscienza più corretta su questi temi. scomparsi lasciando il posto all’uomo-im- svolge. Perché in quel luogo e non dove la trezzature e delle tecniche da scalata che In questi primi mesi ci siamo mossi soprattutto sull’aspetto della divulgazione e magine macchina per fare soldi. Trent’anni ricaduta economica sarebbe stata più uti- facilitano questa attività. Cose che quando della segnalazione di articoli di giornali riguardanti i carnivori, ma sarà importante fa chi andava a scalare montagne, o anche le al territorio? Non mi interessa sapere il ho iniziato io non mi immaginavo lontana- affiancare a questa attività anche qualcosa di più concreto sul campo. Per il 2016 ci INFORMAZIONI a far camminate impegnative era una un costo che ha avuto un simile programma, mente. Ed è forse anche grazie a questo, sono già in programma numerosi appuntamenti, tra tutti ricordo quello del 12 marzo numero di persone abbastanza ristretto al ne che percentuale ha sborsato la ditta che e alla spinta economica che ne consegue, al Palamonti di Bergamo dove ci sarà un incontro sul lupo aperto a tutti i soci d’Italia Per chi fosse interessato a saperne di più o punto da essere considerato un po’ pazzo. si è fatta pubblicità fornendo abbigliamen- che si affronta la montagna con facilone- interessati. dare la propria disponibilità per far crescere Bonatti aveva il suo posto nell’Olimpo, Cas- to e attrezzature e nemmeno quanti ne ha ria. Ho partecipato alla creazione dell’eli- Maggiori informazioni sull’iniziativa si potranno trovare nei siti www.caicsc.it, www. il gruppo, segnalo le due pagine dedicate al sin era il nostro eroe silenzioso e Messner guadagnati la ditta che ha fornito il servi- soccorso nelle montagne dove vivo ed ho cai-tam.it, www.caicsvfg.it, www.cs.cailombardia.it, cslpv.digilands.it progetto LIFE WolfAlps sul sito del Comitato conquistava gli ottomila con lo strillare zio di trasporto aereo. Mi interessa sapere visto tante disgrazie e tanti incidenti ed è Un passo alla volta, man mano che il gruppo crescerà, sarà conosciuto, si armonizze- Scientifico Centrale del CAI: dell’economia emergente. Dopo Reihnold quale messaggio hanno pensato di tra- soprattutto questo che mi ha fatto sem- rà e maturerà esperienza, speriamo di poter essere realmente di aiuto affinché nelle www.caicsc.it/progetti-attivita/progetto-cai- non c’è più un eroe, ce ne sono tanti e smettere i signori della Rai, ente che è il re- pre riflettere su come confrontarmi con le Alpi possano vivere sia l’uomo con le sue attività tradizionali, che gli animali selvatici life-wolfalps meno popolari. C’è stata la frammenta- sponsabile morale del programma. Voleva- montagne. La vita è bella e non va vissuta in fase di spontanea riconquista dei territori originari, nella misura adatta ad una rea- e su quello del Comitato Scientifico Veneto zione dell’alpinismo. Nasce l’arrampicata te spettacolarizzare la trasmissione? Non con superficialità. le convivenza e non ad una “guerra” di parole, di esagerazioni, di strumentalizzazioni Friulano Giuliano: moderna e ha i suoi eroi, lo scialpinismo i ci siete riusciti, siete stati goffi e ridicoli. In Dino Deiana politiche, di titoli altisonanti sui giornali. www.caicsvfg.it/?page_id=3413 suoi con le sue gare, la corsa in montagna montagna riesce chi è preparato, tenace e Socio e volontario del CNSAS Davide Berton ONCN, Sezione di Camposampiero, referente del gruppo.

66 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 67 Cronaca extraeuropea a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica spit a mano», ha spiegato Auer. «Unico in- [email protected] conveniente? La marea di zanzare che a vol- ta ci hanno reso la vita davvero impossibile!». Queste le vie aperte:

The Commander (Komandnaya Pik) Into the Wild – 7a, 425m – Iker e Eneko Pou The Two Parrots – 7a, 320m, Iker e Eneko Pou Red Corner – 7c+, 450m, Larcher, Vanhee, Auer

The General Wake up in Siberia – 6b, 240m, Larcher, Vanhee, Auer Aupa – 6c, 300m, Iker e Eneko Pou Mosquito Rock Tour – 7a+, 450m, Iker & Eneko Pou From Zero to Hero – 7a, 490m – Larcher, Vanhee, Auer

The Monk cento metri lungo la cresta nord. «Era il 1978. Sketchy Django – 6a+, 400m, Larcher, Niente di questa magnitudo era stato affron- Vanhee, Auer tato fino ad allora. Avevamo scalato in stile Il panorama di bigwall e capsula, con due di noi che spingevano sulla la piana del campo base, La zona era stata segnalata dagli australiani linea, e altri due che recuperavano i carichi. E regione di Chukotka, Siberia. Foto Elias Holzknecht/ Chris Fitzgerald e Chris Warner, che proprio ci scambiavamo le responsabilità giorno per NorthFace su queste pareti, l’anno prima, avevano aper- giorno. Ventisei giorni complessivi di scalata to alcune interessanti linee (The General: per la natura stessa della salita. E due tem- The Turilov Route 6a+, 375 m; Basil Brush peste di sei giorni continui che impedirono la INDIA «La linea sembrava proprio esserci, ma sono buon potenziale di prime ascensioni su pare- 7a, 465 m; The Commander: Epaulette 5c, progressione. Penso che le difficoltà fossero Bhagirathi IV (6193 m) state le condizioni meteo a lasciarci a terra», ti di granito di media altezza e luce ventiquat- 280 m; nella valle affianco: Launch Peak: alle nostre spalle e che ce l’avremmo potuta La Ovest del Bhagirathi IV è un obiettivo che dice Luca. «Su tre settimane di tempo sta- tro ore su ventiquattro. Il segreto è riuscire a Gardening Australia 5c, 305 m). Anche fare. Ma poi Jeff si è ammalato». Così Jim Do- solo pochi hanno tentato. Gente del calibro bile, ha nevicato proprio quel giorno! Così, sfruttare la cortissima estate con tempera- Fitzgerald è ritornato nella Siberia russa lo nini parla di quella mitica salita. dello sloveno Silvo Karo, ad esempio. La sua dopo tre tiri siamo dovuti ridiscendere con ture ancora accettabili. Oppure rischiare di scorso luglio, a circa 8 chilometri dalla zona Ma affrontare la parete nord del Latok I ri- imponente parete rifiuta gli attacchi con l’idea di ritentare più avanti». scalare un po’ più tardi nella stagione, ma in cui hanno scalato Auer e compagni, per mane tra i grandi problemi irrisolti dell’alpi- continue scariche di sassi e le difficoltà sono Dopo un giorno di riposo i tre ripartiranno per affrontando temperature molto più rigide. realizzare nuove vie con le connazionali Na- nismo mondiale: quota, difficoltà tecnica su elevate. quello che si sperava essere l’attacco decisi- In questa zona dell’Artico russo, che richie- tasha Sebire e Gemma Woldendorp. roccia e ghiaccio, condizioni ambientali ren- Matteo Della Bordella, Luca Schiera e Matteo vo. «In due giorni abbiamo salito circa venti de un permesso speciale rilasciato dalle Sulle pareti inviolate di Finger Crack Cirque dono la sfida ancora impossibile. La scorsa Zaiacomo, accompagnati dalla videomaker tiri lungo una serie di diedri, fino ad arrivare autorità locali per potervi accedere (la zona hanno aperto le linee The propusk (6a, 590 estate i fratelli tedeschi Huber ci hanno riten- Arianna Colliard, sono arrivati a metà agosto alla fine della sezione di granito, dove abbia- è rimasta chiusa agli stranieri e ai russi fino m), Vodka and Lemming (6a, 525 m), Orbital tato (già nel 2014 il loro progetto era stato con l’obiettivo di aprire una grande linea in mo bivaccato nella portaledge a 5900 metri. a 20 anni fa), quest’anno sono state aperte Sander (6c+, 440 m), Lemming Meringue annullato), insieme a Mario Walder (Austria) Durante il tentativo alla Ovest del libera proprio su questa parete, e senza l’u- Al terzo giorno abbiamo salito lungo una diverse belle linee. Unico neo oltre alla corta Pie (5a, 110 m -Woldendorp e Sebire). Que- e Dani Arnold (Svizzera). Seracchi pendenti Bhagirathi IV (6193 m), India. Foto archivio Luca Schiera. so di spit. I presupposti c’erano tutti, perché rampa obliqua il primo tiro sullo scisto finale. stagione estiva? La marea di zanzare contro ste vie salgono lungo i bei sistemi di fessure pronti al distacco, slavine continue, scariche Da sinistra Matteo Della Bordella, Luca i nostri tre alpinisti vantano un’esperienza Vedevamo la cima molto da vicino, a pochi le quali combattere. che caratterizzano questa zona. «La roccia è di sassi. Gli alpinisti sono rimasti in Karako- Schiera e Matteo De Zaiacomo con alle vasta e ad alto livello. «Nel primo tentativo tiri di corda. La parete sembrava meno ripida buona e solitamente pulita, anche se alcune rum due mesi sperando di poter affrontare spalle il Bhagirathi IV, India. Foto Arianna sulla linea diretta in centro alla parete, la roc- ma quel tipo di roccia era troppo friabile per È nel circondario autonomo di Chukotka, vi- fessure sono intasate con muschio e detriti. il loro obiettivo. Dopo aver tentato il Latok Coliard cia però era pessima, faceva caldo ed erava- salirla. Così ci siamo calati fino alla base su cini alla piccola città di Bilibino, che il grup- Ma c’è un grande potenziale di nuove ascen- I l’obiettivo si è spostato sul Latok III. Ma le mo esposti alle continue scariche di sassi», chiodi e nuts. Il nostro tentativo è finito dopo po dei forti Hansjörg Auer (Austria), Iker e sioni», hanno spiegato gli alpinisti. A nord di impossibili condizioni del tempo hanno co- racconta Luca Schiera. «Così la sera stessa circa 600 metri in libera con difficoltà mas- Eneko Pou (Spagna), Jacopo Larcher (Italia) Finger Crack Cirque, la cordata australiana stretto comunque al ritiro. no svolto la fase di acclimatamento su cime abbiamo attrezzato le doppie sotto una rada sime di 7c e M5 circa, tranne la sezione di e Siebe Vanhee (Belgio) si è diretto. «L’obiet- ha poi realizzato la prima di Weasel Tower «Condizioni difficili, decisioni dure da pren- minori: i due Luka sul Baithno Kabato (6200 pioggia di sassi che cadeva dalla cima e sia- A1 sul verglass dell’ultimo tiro» ha spiegato tivo era di arrampicare clean, evitando al lungo la linea Siberian Summer 6b+/A1, 160, dere. Siamo fortunati ad essere ancora qui! m). Janez e Martin sul Choktoi Peak (6145 mo scesi», spiega Della Bordella. «Dato che ancora Luca. Un tentativo di grande impegno massimo l’uso di spit. Ci siamo divisi in due parete est. L‘alpinismo è vita. E ci sono momenti in cui m). Anche per loro le difficili condizioni sono la linea risultava troppo strapiombante e li- e notevole. Si tratta infatti del punto più alto cordate. Io, Siebe e Jacopo da una parte. Iker occorre sapere rinunciare», ha raccontato state un decisivo altolà al proseguire. scia per salirla in libera, abbiamo pensato di mai raggiunto da cordate alpinistiche. ed Eneko dall’altra. Ne sono uscite così otto PAKISTAN Tomas Huber. Al Latok I avevano puntato provare più a destra dove la parete sembrava belle linee. La maggior parte sono state sali- Latok I anche gli sloveni Luka Krajnc, Luka Lindic, Per le relazioni e la personale collaborazio- più appoggiata e su un terreno più salibile RUSSIA te in one push, tempo permettendo, e trad. A Jim Donini, Michael Kennedy, George Lowe Martin Žumer e Janez Svoljšak che hanno ne ringraziamo: Matteo Della Bordella, Luca per le nostre possibilità, anche se sempre Regione di Chukotka parte la via Red Corner, aperta sulla parete e Jeff Lowe erano arrivati a 100 metri dalla trascorso la stagione estiva a scalare nella Schiera, Hansjörg Auer, Elias Holzknecht, dura», racconta ancora Della Bordella. L’estremo oriente russo, in Siberia, offre un Commander, dove sono stati posizionati 5 cima dopo aver scalato duemila e quattro- Choktoi Valley. Arrivati a metà luglio aveva- Alexander Huber.

68 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 69 Nuove Ascensioni a cura di Carlo Caccia “Una giornata (s)fortunata” sul Trapezio di Sassersa

Trapezio di Sassersa: che roba è? Chiedetelo a Luca Maspes (Rampikino), che ci Scorribande d’estate tra Retiche e Orobie ha cacciato il naso nel 2003 insieme a Paolo Marchiaro ed Alessandra Gianatti. Quella volta il Rampik è tornato a casa con Omega 3: una via nuova all’insegna delle protezioni veloci. Più recentemente, il 30 maggio 2015, Giacomo Rovida, Simone Zanoli e Ivan Rastelli sono saliti in quel vallone sopra Chiesa in Valmalen- co – lì passa la seconda tappa della famosa Alta Via al cospetto del Disgrazia e del Bernina – e hanno messo le mani sull’ottima roccia del Trapezio. E ancora con dadi e friend hanno creato Una giornata (s)fortunata, che si sviluppa per 200 me- tri lungo un logico diedro con difficoltà massime di VI/VI+. Ambiente fantastico per una sana avventura con splendido panorama dalla vetta, da gustare in pace In questa pagina: la testata della valle vista la comoda discesa a piedi. di Scais. Da sinistra spiccano la bifida Cima di Caronno, la Punta di Scais con la Cresta Corti e il massiccio Pizzo “Sacrificio al dio Thor” sul Pizzo Brunone Brunone Eccoci nel cuore delle Orobie, su quel Pizzo Brunone (2728 m) che s’innalza in fondo alla valle di Scais accanto alla Punta di Scais con la sua famosa Cresta Cor- Nella pagina accanto, ti, di fronte al rifugio Mambretti. Silvio Saglio, nella guida Alpi Orobie del 1957, ne dall’alto: in azione sul parla come di un “crestone cospicuo, che si sviluppa verso NO con forme podero- Trapezio di Sassersa, se. Le pareti, di ertissime piodesse embricate, solcate da qualche orrido canalino, verso il grande camino del Piz Campasc e sul sono egualmente repellenti sui due lati”. Prosa d’altri tempi, che il 21 giugno 2015 Monte delle Scale. non ha distolto Giacomo Rovida e Tommaso Pozzi dal loro intento: aprire una via Foto arch. G. Rovida su questa montagna “dimenticata”, puntando a un pilastro di 200 metri scalato “cercando il facile nel difficile” e cavandosela con un paio di tiri di VI e il resto più Un giorno, a tu per tu con Riccardo Cas- appena disegnata su questo bellissimo e trascurate per il timore dell’ignoto, del semplice. Il nome, Sacrificio al dio Thor, è in ricordo del martello di Tommaso, sin, ci venne l’insana idea di chiedergli pilastro. La discesa è ghiacciata: la prima non sicuro, di una giornata col punto di caduto lungo la parete e purtroppo non ritrovato... dove stesse andando l’alpinismo. Una e unica neve della stagione si è attaccata domanda un po’ come il futuro. Le rego- domanda “filosofica” a cui il grande vec- su questa cima ma è un tempo anomalo le del gioco? Facile! Friend, nut e qual- chio, sempre dalla parte dei giovani e per per essere l’11 novembre. Scendiamo cor- che chiodo, cercando di lasciare in giro cui valeva il motto “in principio era l’azio- rendo e tra un sasso e l’altro mi tornano il meno possibile. E inoltre due o tre spit ne” (le parole soltanto dopo, e ben dosa- in mente le fantastiche scorribande di in tasca (mai usati) perché non siamo “Achtung chiodi volanti” sul Piz Campasc te...), rispose da par suo: «In montagna! quest’estate tra le Alpi Retiche e le Oro- eroi e l’etica la lasciamo ai maestri... a Il Piz Campasc (2598 m) è una classica meta escursionistica in territorio elveti- È questo quello che conta. Tutto il resto bie Valtellinesi: le montagne che trovo noi, la sera, interessa andare al bar! co, raggiungibile senza troppa fatica dal passo del Bernina. Ma a nord est, verso è un di più!». Splendido, inattaccabile, fuori dalla porta ogni mattina e che han- Ciò che mi spinge ad “andar per mon- la strada che da Tirano risale la val Poschiavo fino al valico (dall’altra parte della da tenere sempre in testa. E allora an- no ancora tanto da regalare. ti” in questo modo è proprio il fatto che montagna, affacciata sul lago Bianco, passa invece il famoso trenino rosso), il Piz diamo in montagna, cerchiamo i nostri Ha senso tracciare una via? Oggi mol- “non ha senso”, che le nostre sono vie Campasc presenta una parete che Giacomo Rovida e Ivan Rastelli non si sono spazi sulle nostre montagne: diamo retta ti apritori confezionano le vie come un che il tempo porterà con sé facendole lasciati sfuggire. Ci sono andati il 25 giugno 2015 e vi hanno tracciato Achtung alla fantasia proprio come nei mesi scor- regalo, curandole nei minimi dettagli e dimenticare. L’unica cosa che rimarrà, chiodi volanti (200 m, VI/VI+), che supera prima una fessura e poi una lunga si hanno fatto Giacomo Rovida e amici. lasciandole “pronte” ai ripetitori. Noi in- a parte qualche chiodo o cordino in pa- placca. Raggiunto un camino lo risale, traversa a sinistra ed esce in cima con Ragazzi pieni di entusiasmo, che per tan- vece saliamo per il gusto di salire: basta rete, è l’emozione provata in quei lunghi un’ultima lunghezza, in magnifica esposizione. te ragioni (oltre che per il fatto di essere una linea, un particolare, un racconto a giorni d’estate. Non siamo eroi e non giovani) avrebbero fatto felice il grande farci venire voglia di esplorare, di lan- siamo forti alpinisti: queste vie sono sol- Riccardo. Tanto che ci sembra di veder- ciarci in un’avventura anche se la roccia tanto la storia di un gruppo di amici, di lo sorridente, le mani appoggiate sul ta- è così così, anche se è solo quarto grado, sigarette e di birre, di paure e di gioie nel “Gente che spera” sul Monte delle Scale volo e non più chiuse su appigli vergini, anche se la parete è alta appena cento tentativo di districarci tra i mille ostacoli mentre ascolta di queste scorribande tra metri. Non so se abbia senso aprire una che la vita ci presenta ogni giorno. Den- Dalla val Poschiavo ci spostiamo in alta Valtellina, dove il Monte delle Scale, con Retiche e Orobie, raccontate con licenze via... per me resta la massima espressio- tro di me sogno che qualcuno dall’animo le sue due cime (2521 e 2495 m) che dominano da nord ovest la conca di Bormio, “filosofiche” dalla penna di Giacomo. ne dell’andare in montagna: rappresen- gentile, col cuore gonfio di sogni, abbia è la montagna più frequentata. Ma è anche una montagna dai due volti, che al «L’ultimo sole ci regala il suo saluto men- ta tutto ciò che sei e lo racchiude in una voglia di seguire i nostri passi... placido versante nord est oppone un roccioso fianco sud ovest, superato per la tre il fumo della sigaretta si inghiotte i serie di appigli che pian piano ti portano Ormai siamo a Bormio e il buio è calato prima volta nel 1988 da Luca Martinelli ed Eraldo Meraldi autori della via Sergio brutti pensieri, lasciandoci nella nostra in cima. sul Monte delle Scale. Domani ci tocche- Pozzi. L’11 novembre 2015, invece, Giacomo Rovida e Martino Carcer hanno mes- impalpabile gioia. Marti sorride: siamo Quest’estate, accompagnato da ottimi rà ricominciare tutto daccapo, lottando so le mani sulla cresta parallela alla via precedente e vi hanno tracciato Gente in vetta al Monte delle Scale, mille me- amici, ho vissuto bellissime avventure su come sempre. Ma almeno, per stasera, che spera, che si sviluppa per 9 lunghezze con difficoltà fino al VI+. Ovviamente tri sopra Bormio e trecento sopra la via pareti mai salite: possibilità dietro casa ho vinto io». si tratta di una scalata avventurosa, che richiede nut, friend e qualche chiodo.

70 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 71 ambientale, l’insorgenza di problematiche di Castelluccio di Norcia, alla captazione Sicuramente rafforzare ulteriormente il I Gruppi regionali si presentano condivise con il GR Marche, ha dato vita ad delle acque montane, all’eolico ecc. Proble- clima di amicizia e fiducia reciproca che ci a cura di Luca Calzolari un nuovo organismo tecnico interregionale matiche, queste, che stiamo affrontando contraddistingue. In ordine alle priorità, il TAM. In modo analogo, la collaborazione insieme al GR Marche e, nella circostanza progetto più ambizioso è di portare a com- sorta spontaneamente tra le commissioni che ci ha visti in contrapposizione ad alcu- pimento, in collaborazione con la Regione, In questo numero scopriamo le realtà del CAI di Molise e Umbria, entrambe Regioni non di Umbria e Marche ha originato un nuovo ne scelte operate dal Parco Nazionale dei il catasto regionale dei sentieri. Attenzio- molto vaste in cui il Sodalizio è attivo in particolare nel dialogo con le istituzioni per portare organismo tecnico interregionale per l’Alpi- Sibillini, con l’autorevole coinvolgimento ne al mondo giovanile e al sociale sono gli le proprie istanze in tema di tutela ambientale e turismo sostenibile. Oltre a ciò, in ambito nismo Giovanile.» del nostro Presidente Generale. Nonostan- argomenti che dovremo affrontare e ap- CAI, i Gruppi Regionali sono accomunati dall’impegno extraregionale e nazionale nella Quali sono le maggiori difficoltà che in- te i buoni rapporti con alcuni assessorati profondire in CDR senza però tralasciare costruzione di iniziative comuni. contrate sul vostro territorio? della Regione non posso sottacere le diffi- la formazione dei quadri dirigenti che, nei «Certamente la difesa dell’ambiente mon- coltà che si incontrano talvolta nella rela- diversi ruoli, si trovano e si troveranno ad tano rappresenta un fattore di grande criti- zione con gli Enti locali minori. operare sul territorio. cità, basti pensare alla crescente frequen- Il CAI Molise Quali sono le maggiori difficoltà che in- trollo sulle sezioni, agevolando ed inco- tazione con mezzi motorizzati, dei sentieri Passiamo a lei, quali sono gli obiettivi che Per saperne di più contrate sul vostro territorio? raggiando la collaborazione senza "vin- in generale e, più in particolare, dei piani si è dato per il suo mandato? www.umbriacai.it Pierluigi Maglione è al suo secondo man- «Difficoltà permangono nei rapporti con le coli di campanile", potenziando l’OTTO dato come Presidente, i componenti del istituzioni, non abbastanza inclini a dialo- Escursionismo, con la formazione di ASE Comitato direttivo sono cinque. Le sezioni gare con il volontariato su temi strategici, e di nuovi AE e creando le condizioni per- sono due come due sono le sottosezioni, anche in materia ambientale, di strategie ché iniziasse la formazione anche di Ope- mentre i soci sono 665. In Molise è attivo di sviluppo, di sostegno alle attività e ai ratori TAM al fine di gettare le basi per la ConsiglioInforma l’OTTO Escursionismo. progetti che porterebbero vantaggi ai pic- futura formazione di una Commissione a cura del Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo coli comuni ed alle popolazioni delle Terre Regionale TAM. Quali sono i temi e le attività in cui lei e il Alte che, anche in Molise, soffrono dei tri- Contemporaneamente si è agito a livello Direttivo siete maggiormente impegnati? stemente noti fenomeni di spopolamento. extraregionale affinché il GR Molise riu- CAI-SCUOLA, una collaborazione secolare «Nella fase attuale i temi caldi sono quelli Inoltre vi è ancora una scarsa conoscenza scisse ad ottenere pari dignità in ambi- della possibile istituzione del Parco Nazio- del CAI da parte di chi si occupa della cosa to nazionale, contribuendo alla crescita Da dieci anni è operativo il “Progetto Scuola”, 700.000 insegnanti hanno potuto conosce- applicazione nelle realtà regionali, soprattut- nale del Matese, per il quale il GR Molise pubblica, il che comporta la "fatica" di do- del Sodalizio e lavorando con costanza un insieme d’iniziative mirate a rinsaldare il re le proposte formative del CAI. to nel caso in cui i singoli GR sottoscrivano ha costituito un apposito Gruppo di lavoro. ver spiegare cosa è il CAI - e quale sia il suo a stretto contatto con gli altri Presidenti rapporto di collaborazione tra Club Alpino La qualità delle proposte si è affinata nel documenti d’intesa e raggiungano ulteriori Prosegue inoltre l’attività presso la Regio- peso e la sua storia – prima di iniziare un Regionali e con gli organi centrali. Italiano, Ministero dell’Istruzione e mondo tempo ed ha raggiunto un livello elevato, accordi con le Sovrintendenze Scolastiche ne Molise affinché aumenti il coinvolgi- qualunque dialogo o confronto.» Essendo ormai prossimo al termine del della Scuola che individua la formazione mettendo in gioco tutto lo spessore cultura- Regionali. Il nuovo titolo costituirà un ulte- mento del CAI nei progetti riguardanti i Maglione, è quasi a fine mandato: quali mio mandato, mi auguro che il lavoro dei docenti come punto di partenza di un le, scientifico e tecnico del volontariato CAI, riore elemento di qualificazione in grado di cammini, i sentieri ed in generale nelle at- sono gli obiettivi che si era dato e quale svolto sia stato utile e che gli obiettivi, al- percorso per aprire poi a importanti sviluppi la passione e i valori, mobilitando gli organi facilitare l’accesso al mondo della Scuola da tività tendenti allo sviluppo di un turismo bilancio fa? meno in parte, siano stati raggiunti.» formativi in aula e in ambiente con le varie tecnici centrali, i gruppi e le commissioni parte delle Sezioni, dei titolati e degli opera- sostenibile. Naturalmente proseguono le «L’obiettivo principale è stato quello di fasce di giovani alunni. Ma i rapporti tra CAI regionali e le Sezioni di appoggio. Innume- tori del CAI ai singoli istituti scolastici. azioni di coordinamento delle sezioni sui dare una struttura più solida al GR. Dun- Per saperne di più e mondo della Scuola, che si possono defini- revoli sono diventate le forme di collabora- Per gli sviluppi futuri vanno posti nuovi obiet- temi più “tradizionali” quali l’escursioni- que si è lavorato in questi anni affinché il www.caimolise.it re, e non da oggi, proficui si basano sull’at- zione tra titolati CAI e docenti, che vanno a tivi che potrebbero incrementare ancor più smo, la tutela dell’ambiente montano, le CDR esercitasse in maniera più efficace i www.facebook.com/Club-Alpino-Italiano- tivo supporto offerto dal CAI fin dalla fine integrare l’offerta formativa con interventi in le possibilità d’iniziativa del CAI nel mondo attività nelle scuole, eccetera.» suoi compiti statutari di indirizzo e con- Molise dell’Ottocento, soprattutto in relazione alla aula ed escursioni in ambiente. Secondo sti- della Scuola, puntando ad approfondire l’in- graduale intensificazione di attività escur- me quasi certamente carenti sono almeno formazione e la sensibilizzazione dei docenti sionistiche ed alpinistiche rivolte ai giovani. 30.000 gli studenti accompagnati ogni anno tramite pubblicazioni dedicate, poi attraver- In tempi più recenti ne è nato un primo Pro- scolastico a conoscere l’ambiente montano so la creazione di una rete con gli insegnanti tocollo d’intesa fra il Ministero e il CAI, del o portati a provare le varie forme dell’attività che hanno partecipato ai corsi, una sorta di Il CAI Umbria direttivo è più impegnato aree protette dell’Umbria. Inoltre nel mese 1997, che definiva alcune forme di collabo- alpinistica. spazio di dialogo e di scambio nel quale rac- «Senza tralasciare le ordinarie attività di di giugno 2014 abbiamo sottoscritto con razione all’origine della proficua esperien- Il riconoscimento ministeriale della qualità cogliere i risultati dei corsi di formazione, le coordinamento con le Sezioni, gli Orga- l’Agenzia Forestale Regionale dell’Umbria za triennale del Servizio Scuola gestito da didattica delle attività del sodalizio, ha por- ricadute pratiche nell’attività didattica e le Da poco meno di due anni Paolo Vandone ni Tecnici e le Commissioni, - risponde una convenzione per la predisposizione Mariangela Gervasoni. L’ampio interesse tato nel 2014 al raggiungimento di un altro iniziative che si sono generate successiva- guida il Gruppo regionale umbro, una real- il presidente umbro - il nostro massimo di piani di posa e monografie della segna- della Scuola per il contributo di esperienze importante risultato: il CAI ha ottenuto l’ac- mente nei diversi livelli della scuola italiana. tà di 3164 soci distribuiti su sette sezioni e impegno è stato profuso in un progetto letica rilevata mediante GPS relativa ai e professionalità dei titolati del CAI ha por- creditamento presso il MIUR come Soggetto Una lunga storia, quindi, nella quale tanti una sottosezione, due scuole di alpinismo, triennale (iniziato a metà del 2012 e de- sentieri storici dei sette Parchi Regionali. tato nel 2007 e nel 2012 alla stipula di nuovi qualificato ad offrire formazione per il per- uomini del CAI hanno lavorato a questo pri- una sezionale e una intersezionale. Quattro nominato Adotta un Parco) derivante da L’attività, coordinata dall’OTTO escursio- Protocolli, e all’avvio di progetti formativi de- sonale della scuola. Questa nuova qualifica oritario obiettivo dello Statuto, intessendo invece gli organi tecnici: Escursionismo, un protocollo d’intesa tra l’Assessorato ai nismo, ha prodotto la documentazione stinati a docenti del I e II ciclo con l’obiettivo pone il CAI in una posizione di maggior cre- pazientemente una rete di collaborazione Tutela ambientale, Speleologia. Parchi della Regione Umbria e il nostro GR, relativa a 110 sentieri per una lunghezza di stimolare la diffusione di una didattica dibilità e autonomia operativa nella formula- fiduciaria tra il mondo del volontariato pro- Il Comitato direttivo regionale è composto che ha come obiettivo lo studio, il moni- complessiva di circa 829 chilometri. La multidisciplinare di ampia portata, indiriz- zione di proposte di aggiornamento rivolte ai fessionale e il mondo della Scuola per diffon- da una squadra di otto persone. toraggio, la realizzazione e conservazione conclusione di queste impegnative colla- zata alla promozione della conoscenza della docenti, risolvendo, in parte, le incombenze dere la conoscenza della montagna dove più della rete sentieristica delle aree protette borazioni è stata celebrata nel convegno montagna, costruiti grazie alla collabora- burocratiche che gravano sui soggetti non fruttuosa si prospetta la semina, rafforzan- A Vandone per prima cosa abbiamo chie- regionali; i dati ottenuti sono stati utilizzati “Parchi e Sentieri – Sviluppo di un Turismo zione sinergica di OTCO, GR, OTTO, Sezio- accreditati. La maggior autonomia di mano- do la presenza nel mondo della Scuola che sto quali sono i temi e le attività in cui il per la creazione di un portale dedicato alle Ambientale”. Relativamente alla tematica ni e veicolati a tutte le scuole d’Italia. Oltre vra potrà inoltre trovare un fertile terreno di conta oltre otto milioni di giovani.

72 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 73 Libri di montagna IL COLLEZIONISTA a cura di Linda Cottino con la collaborazione di Anna Girardi • Peter Matthiessen • Matteo Meschiari IL LEOPARDO DELLE NEVI TRE MONTAGNE a cura di Leonardo Bizzaro e Riccardo Beat Edizioni, 347 pp., 9,00 € Fusta Editore, 183 pp., 14,90 € Decarli, Biblioteca della Montagna-Sat e pochi altri moschettieri nostrani è stato tra gli Rivoluzione inventori del free climbing, è come un colpo al cuore. Un po’ perché Bassi sono anni ormai che Dici collezionismo e pensi a Piero Nava. Av- naturale se n’è andato in un assurdo incidente col suo vocato bergamasco, alpinista che ha lasciato Con Roberto furgone, un po’ perché tutto ciò che vive nel libro il suo segno dal Monte Bianco alle vette rivive vibrante in noi. Per l’entusiasmo che ema- extraeuropee, è stato fra i primi a costruire Bassi alle origini na, per la forsennata ricerca di rotte esistenziali con criteri quasi scientifici una raccolta di del freeclimbing inconsuete, per il sogno reale e la visione libera, libri di montagna, realizzando due repertori per il terreno intonso, dove i divieti sono pochi e (sul Bianco e il Cervino) che sono opere di non di rado elusi, e dove la forza della trasgres- riferimento. sione si trasforma in creatività. Che cosa l’ha spinta a iniziare una Il libro segue e completa il documentario realiz- Spesso un viaggio comporta Tre racconti in cui la montagna collezione? zato dalla sola Lia Beltrami nel 2014, a vent’an- riflessioni, momenti di solitudi- compare costantemente, non «Sono malato di alpinismo e ho cominciato ni esatti dalla scomparsa di Bassi, con identico ne e di scoperta di sé. È quanto come prim’attrice ma sullo ad acquistare nell’immediato dopoguerra titolo, Zanzara e Labbradoro, e con “Storia, avviene a Peter Matthiessen, sfondo. Tre racconti strani: uno a partire dalla mitica “Guide Vallot”, che mani, silenzi” per sottotitolo. Leggete il libro scrittore e naturalista americano, inconcluso, il cui protagonista, un all’epoca si trovava solo presso la Libreria e capirete il perché... Altro non vi è da dire, se che in questo libro – pubblicato vecchio, è alle prese con la sua delle Alpi di Toni Gobbi; nel 1961 ho iniziato a non che le autrici sono state brave nel mixare le la prima volta nel 1978 e ora ri- ultima scalata. Sopravviverà? Al comperare con lo spirito del collezionista.» tante voci senza affollarle mai, ma anzi calibran- stampato – decide di raccontare lettore la libertà – e la crudez- Quali sono i confini della sua collezione? dole e costruendo un mosaico dove accanto alla la sua esperienza, sia dal punto za – di decidere. Il secondo, in «Tutto lo scibile alpinistico in senso stret- vita di Roberto – dal sorgere della passione alla di vista itinerante, alla ricerca forma di poemetto con tanto di to, con una netta preferenza per il Monte Ho letto di recente un libro, peraltro uscito scoperta dei mondi di roccia su cui espresse il dell’oramai rarissimo esemplare proemio e chiose, narra l’av- Bianco.» Lia e Marianna Beltrami qualche anno fa, intitolato Just Kids. È la storia suo talento, dalle gare come atleta a quelle come di leopardo delle nevi, sia dal ventura di due partigiani nella E il pezzo che non ha mai trovato? Zanzara e Labbradoro degli anni di “educazione sentimentale” all’arte tracciatore, dal Trentino all’Europa, dalla musi- punto di vista umano e spirituale. collina modenese; l’ultimo, dolce «Mi viene da dire quello che rappresenta il Versante Sud, di Patti Smith e Robert Mapplethorp, amanti, ca all’alimentazione, dagli amici alla solitudine L’occasione del viaggio nacque e tragico, ha per protagonisti sogno di tutti i bibliofili: il manoscritto con 244 pp., 19,90 € amici, metà simbiotiche per affinità elettive, – emergono chiare le linee del mondo in cui tut- dalla proposta dell’amico George un figlio e il padre agonizzante, la relazione di Paccard sulla prima ascen- immersi in una dura ma fervida bohème nella to ciò accadeva. Ed essendo la Valle del Sarca il Schaller, zoologo e naturalista, rimasto incastrato sotto dei tron- sione del Monte Bianco, imprudentemente New York degli anni 60-70. Che c’entra con la luogo “dove tutto ebbe inizio” nella vita di Bassi, di cercare appunto il leopardo. I chi d’albero. Tre racconti diversi, affidata per la stampa al geloso Bourrit, che montagna e con l’arrampicata, vi chiederete. In è per affinità spaziale che voglio segnalare qui due percorsero a piedi più di 250 accomunati da due elementi: la l’avrebbe distrutta. Scherzi a parte, con l’av- via diretta nulla. Salvo forse il parallelo genera- la guida scritta da Mario Brighente e Antonio miglia attraverso la regione del montagna e la morte, in una sor- vento di Internet prima o poi si trova tutto, a zionale che un po’ artificiosamente potremmo Zanetti, Valle del Sarca mon amour, che presen- Dolpo himalayano. ta di riflessione sulla vita e sullo prezzi più o meno convenienti!.» far rilevare tra i due artisti americani e altri arti- ta vie classiche e plaisir tracciate dai due autori. Matthiessen guida il lettore nelle scorrere del tempo. La montagna Qual è il libro di cui va più fiero? sti, del verticale, che fanno vibrare le nostre cor- Come si usa fare oggi, le relazioni sono punteg- gole profonde delle montagne è ambiente, natura; si percepisce «Una brossurina di sole 8 pagine del Conte de, per esempio Reinhold Messner, Alessandro giate di testimonianze di alcuni frequentatori del Tibet, tra piogge, fatiche e il quotidiano sui monti, le ore di Fernand De Bouillé, “Première ascension Gogna o Giampiero Motti: tutti figli della pace doc: qui Heinz Grill, Maurizio Giordani, Diego paesaggi mozzafiato, e al tempo luce durante il giorno, la terra, i de l’Aiguille‑du-Midi (…) le 5 aout 1856: il ritrovata, nutriti a energia pura della rinascita Filippi, Giuliano Stenghel, Silvio Scandolara, stesso dipinge la civiltà tibe- colori. Il libro si legge velocemen- mio esemplare (uno dei tre in mani private) M. Brighente, A. Zanett, e della moltiplicazione di orizzonti. Un fervo- Roby Galvani. A una lettura attenta, pare curio- tana più autentica, con le sue te, gli episodi sono avvincenti. reca, oltre ai timbri del Municipio e della Valle del Sarca mon amour re che investì anche le generazioni successive e so che in nessuna delle 173 pagine della guida abitudini e tradizioni. Civiltà cui Quello che rimane, però, non è Compagnia delle Guide di Chamonix, una Tamellini Edizioni, che negli anni Ottanta – e qui veniamo al tema compaia mai il nome di Roberto Bassi… l’autore si lega particolarmente tanto l’intreccio di ogni racconto, dedica manoscritta datata 18 agosto 1856, 173 pp., 20,00 € – sfociò nella rivoluzione del free climbing, l’ar- Un anelito di resipiscenza storica ce la offre grazie alla conoscenza della fede quanto piuttosto le sensazioni, i 13 giorni dopo l’ascensione. L’autore, che rampicata libera. Il parallelo fra ambienti assai invece Massimo Bursi, che il suo blog Flash di buddhista, al punto da diventare colori, le peculiarità di una natura si arrestò a una quarantina di metri dalla distanti, come l’orizzontale urbano della Grande alpinismo ha trasformato in libro. Un esperi- prima un praticante Zen e poi un che è sempre identica, nella sua vetta (ora demolita), così conclude: ‘Voici Mela di là dall’oceano e la verticalità appartata mento a mio avviso riuscito, perché i testi bre- monaco a tutti gli effetti. Oltre immobilità, e che rimane uguale donc la première ascension de cette terrible delle pareti europee su cui è andata progreden- vi, di agevole lettura, che mescolano citazioni, agli spostamenti, al quotidiano, a se stessa, indipendentemente Aiguille-du-Midi; je doute qu’il y en ait une do la tecnica di scalata, è sorto sulla base di un’e- tema e variazioni, fotografie narrative e titoli a alle riflessioni e ai dubbi, emerge dalle grandi o piccole avventure seconde’. Mi vanto però anche della raccolta mozione. Letti per caso uno dopo l’altro, Just graffito, consentono a chi legge di ripercorrere dal racconto anche la fitta trama che l’essere umano può vivere al di quasi 900 cartoline di spedizioni extraeu- Kids e Zanzara e Labbradoro si sono evocati nel una storia, quella recente dell’ultimo mezzo se- di relazioni che l’autore instaurò suo cospetto. Il paesaggio è dato, ropee (prevalentemente italiane).» loro farsi specchio di un tempo ricco di fermenti colo con la sua incruenta rivoluzione verticale, con la popolazione locale, dagli come se fosse lui a guardare i I consigli per iniziare una collezione? e generoso di realizzazioni. Certo, la fama di una e di riassaporarne il gusto abbandonandosi agli episodi coi bambini fino al legame protagonisti e non viceversa. Un «Anzitutto limitare l’argomento; per la poetessa rock e di un fotografo travalicano quel- aneddoti e ai volti dei protagonisti, meditando con Tukten, il suo sherpa perso- punto di vista assai differente da ricerca ovviamente Internet (AbeBooks, Massimo Bursi la degli atleti della verticale, ma non è questo il con calma sulle citazioni per sentire dove vanno nale. Una condivisione autentica quello cui siamo abituati, dove BookFinder, Maremagnum); per i prezzi Flash di Alpinismo punto. Leggere il libro firmato da Lia e Marian- a risuonare. Con il pregio che la carta offre, di e ricca, che incuriosisce il lettore il paesaggio, in un racconto, è molto utile Marelibrorum, che con costo Edizioni Sì, na Beltrami su Roberto Bassi, fuoriclasse della averla lì a portata di mano e sfogliarla come e e alimenta il desiderio di scoprire perlopiù correlativo alle emozioni modesto consente una verifica dei prezzi di 296 pp., 17,00 € roccia che con Manolo, Mariacher, Luisa Iovane quando più ci piace. realtà a noi così estranee. dei protagonisti. mercato.»

74 / Montagne360 / febbraio 2016 febbraio 2016 / Montagne360 / 75 FSNC_ADV_CAI_98x270_Gen16.pdf 1 13/01/16 16:29

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