Quest’altr’anno Guareschi ne compirebbe

Nel 2008 (anche con un100 francobollo) si celebrerà il centenario della nascita di Giovannino. Atto dovuto, perché l’inventore di don Camillo e Peppone è più che mai amato e rimpianto. Fu uno straordinario giornalista di cappa e spada, uno scrittore adottato da almeno cento milioni di lettori (venti milioni di copie in ottanta lingue). Morì nel 1968 ad appena sessant’anni, amareggiato ma fedelissimo alla Bella Signora: l’Italia dei probi e dei concordi che continuò a sognare in solitudine.

Giovannino Guareschi nacque a Fontanelle, Par- GIORGIO TORELLI lingue, cifra ricavata per difetto), il ma, il 1° maggio del 1908, festa del lavoro. E morì a Giovannino della Bassa parmense Cervia nel 1968. Disegnatore, giornalista, umorista e compirà simbolicamente cent’an- scrittore, nel 1936 entrò a far parte della Rizzoli e fu ell’anno Domini 2008 ni. E diciamo la verità: con i molti per sette anni redattore-capo del diffusissimo bisetti- manale Bertoldo. si celebrerà – se si vor- vegliardi che tuttora vengono fe- Dal 1940, iniziò la collaborazione al Corriere rà davvero celebrarlo steggiati nelle città e nei paesi al della Sera (direttore Aldo Borelli). Pubblicò novelle, – il centenario di Gua- maturare del secolo di vita (solo in articoli, disegni su Guerrin Meschino, Secolo Illu- Nreschi, padre di don Camillo e di provincia di gli ultracente- strato, Omnibus, Settegiorni, La Stampa, Stampa Peppone. Nella considerazione dei nari sono più di venti), il già fonda- Sera, Illustrazione del popolo, Illustrazione italiana suoi cento milioni di lettori (venti tore di Candido avrebbe potuto e l’Ambrosiano. Scrisse anche scenette e riviste per milioni di copie vendute in ottanta essere ancora qui, lui e i suoi baf- la Sipra e l’Eiar. Nel 1945, insieme a Giovanni Mosca, fondò il combattivo settimanale Candido. E lo diresse con Mosca per cinque anni. Dal 1950 al 1957, ne fu diret- tore unico e continuò a collaborarvi fi no al 1961 quan- do, per sua decisione, il settimanale cessò le pubbli- cazioni. Scrisse e disegnò, allora, per La Notte e il Borghese, tenendo una rubrica su Oggi. Le sue opere sono state tradotte in quasi tutte le lingue del mondo, dalle più note all’islandese, croato, serbo, vietnamita, arabo e lituano. Tra le sue opere di successo: La scoperta di Milano (1941), Il destino si chiama Clotilde (1942), La favola di Natale (1945), L’Italia provvisoria (1947), Don Camillo (1948), Lo zibaldino (1948), Diario clandestino (1949), Don Camillo e il suo gregge (1953), Corrierino delle Fa- miglie (1954), Il compagno don Camillo (1963). Que- ste le più signifi cative opere postume: Ritorno alla base (1989), Chi sogna nuovi gerani (1993), Mondo Candido (1997), Don Camillo della Bassa (1997) e Tutto don Camillo (346 racconti, 1998). I libri di G. G. sono pubblicati da Rizzoli.

132 PERSONAGGI fi incanutiti, lui con fi gli e nipoti re della terra e vivere dove si vedo- nella casa (l’Incompiuta) che se- no al picco le costellazioni e si guitò a costruirsi in quel di Ronco- sentono il frusciar delle messi e il le non lontano dal Borgo Grosso di murmure di , non l’appagavano , insomma lui con il po- più. Per essere se stesso, aveva chissimo che gli servì per diventa- interpretato la dura prigionia nei re e confermarsi un memorabile Lager tedeschi con le ragioni del giornalista di cappa e spada. Gli «Non muoio neanche se mi am- bastarono una mazzetta di matite mazzano». Aveva 35 anni, allora. adatte a volgere in disegni forti e Era tenente d’Artiglieria, catturato netti le invettive, le ironie, le provo- dai dóicc l’8 settembre del 1943. cazioni, le sfi de; e una macchina E chiunque fosse stato in quelle da scrivere Olivetti per far le notti fetide baracche di fame e di gelo sulla tastiera e usare non più di insieme al tenente Guareschi duecento parole (puntiglio rigoro- avrebbe poi rammentato la sua so) nelle tessiture narrative, nei forza d’animo, la generosità nel Anno 1944: il tenente co. I baffi nuovi e nerissimi pareva- di Artiglieria duelli di carta, nell’ergersi a Davide temperare gli scoramenti dei più Giovannino Guareschi no ali di rondone su un viso smun- contro qualunque Golia – anche con i suoi “giornali parlati”, il suo (36 anni) prigioniero to e su un’uniforme fl oscia e lisa, enorme – che gli chiamasse in presentarsi serale nei baracca- in un Lager tedesco. sempre con le stellette però. Tornò causa l’immediato, perfi no drasti- menti per quei generosi spettacoli Il disegno è del dai fi glioletti e dalla moglie Ennia, co esercizio della coscienza. di parole pensate, di sentimenti capitano del 5° Alpini parmigiana come lui, che nei rac- Guareschi non c’è perché richiamati in servizio, di speranze Beppe Novello. conti avrebbe sempre continuato In basso. Anno 1954: morì nel 1968 a sessant’anni, fa- additate, di fermezze ribadite. Si il giornalista a chiamare Margherita. Rivide moso quanto solo, intristito ma legga, per capir bene chi sia stato Giovannino Guareschi l’estroso padre, sempre perdente amato per sempre da chi ne ap- il giovane tenente Guareschi, uffi - (autoritratto) e sempre risorto. Riabbracciò l’im- prezzava il coraggio, il talento e ciale di complemento coi primi detenuto nel carcere peccabile madre, maestra di scuo- anche le lune e i dirizzoni, sempre baffi della sua vita – 1943, 1944, di San Francesco a la in un paese di terre arate. Quale genuini e motivati nel silenzio inte- 1945 –, il Diario clandestino. E si Parma. italiano tornava dai Lager? Torna- riore. Chiuse la vita nella sua casa comprenderà come le pagine di un Year 1944: the va un combattivo giornalista, già di Cervia, un infarto, una folgore prigioniero, fatto numero nei reti- Lieutenant of the redattore-capo del Bertoldo, il fo- che lo fulminò ai piedi del letto in colati e inerme sotto le torri di Artillery Giovannino glio umoristico che l’Italia aveva Guareschi (36 years una stanza dove amava dormire in guardia, diventassero il racconto old) prisoner in a letto perfi no con voluttà fi n quando solitudine per non disturbare i fa- esemplare di un uomo nobilmente German Lager. gli eventi incalzanti del 1943 ave- migliari e rimanere indipendente libero e ispirato dalla tenace volon- Drawing of the vano travolto i giornali: anche la anche nelle ore notturne, alzarsi, tà di dar prevalenza allo spirito, Captain of the 5th carta disegnata era arsa nell’orri- leggere, scrivere, fumare, mandar mai al rancore, mai alla vendetta Alpini Beppe Novello. bile teatro di macerie e sangue, giù manciate di bicarbonato per o al serpeggiare della disperazio- Below. Year 1954: the rovine e odissee. Il Giovannino del journalist Guareschi l’ulcera che gli era compagna esi- ne, mai all’infamia di una detenzio- (self-portrait) while 1945, reduce in stracci, fondò con gente. La fama raggiunta, la buo- ne militare bruta e persecutoria. Il an inmate in the San Giovanni Mosca quel Candido – na fortuna, i campi che s’era potu- tenente Guareschi uscì dai 24 Francesco Prison in settimanale d’attacco – che subito to comprare per sentirsi suscitato- mesi di Lager prosciugato nel fi si- Parma. chiamò i suoi facitori a cimenti in

Next year Guareschi would be 100 years old He was referred to as the cloak and dagger journalist. But Guareschi was much more than that. For this reason he has earned all the celebrations next 2008 for one hundred years from his birth. He was not only a successful writer: he only needed two hundred words to create narrative fabrics which touch the heart like the narratives of ‘Peppone’ and ‘Don Camillo’. He was a tenacious man, in some cases rough and blunt, but always nobly free. He dreamt of an that would at least approach his ideal of the Beautiful Lady, but became the victim of the Italy of compromise and of acquired power. Pope John XXIII, not just any man in the street, said he would have invited him to comment the catechism, such was the Pope’s esteem for his unsophisticated theology. And when he died in 1968, Enzo Ferrari was also there to pay his last respects, a person just like Guareschi who clearly knew what he wanted.

PERSONAGGI 133 campo aperto, a trovate satiriche non dubbie, torto o ragione che così eccellenti da diventar linguag- avesse nel merito della vicenda: gio politico (si pensi al Contrordine «Nella mia cella è sempre primave- compagni!) e a clamorosi scontri ra». Passarono tredici mesi di de- frontali. Il Candido salì ai vertici dei tenzione severa, mirata, geometri- consensi. E un bel giorno tutta ca (più sei mesi di libertà vigilata): l’Italia prese a parlare delle lettere a un detenuto famoso non si vole- (vere o false?) attribuite da Guare- va far sconti, meglio spingere fi no schi a De Gasperi, altra storia che in fondo i catenacci. richiederebbe pagine e pagine per Il giorno che uscì di galera, essere dipanata. Nell’aprile del con in spalla quello zaino della 1954, Giovannino fu processato e naja che era stato suo compagno condannato per le spicce. Rifi utò di Lager nelle cupe stagioni delle d’interporre appello ed entrò in piane germaniche, Guareschi ap- carcere a Parma, galera di San pariva dolorosamente sperimenta- Francesco, per “pagare il debito” to. Non piegato. Mai. Però provato, che gli veniva accollato senza con- offeso, tenuto a bada come pre- troprova. Risoluto, orgoglioso e giudicato, questo sì. Una certa certo di sé, non avrebbe mai invo- Italia, che gli doveva la vittoriosa cato un’altra puntata giudiziaria. Di singolar tenzone di Candido per le colpo, il libertario si trovò in vinco- roventi elezioni del 18 aprile 1948 li. Sentiva la prigione tutta addos- (Giovannino s’era radicalmente so. E tuttavia scrisse con parole schierato contro il Fronte Popolare,

Disegni di Giovannino Guareschi. Anni 1944, 1948 (elezioni politiche) e seguenti.

Drawings of Giovannino Guareschi. Years 1944, 1948 (political elections) and follows.

OBBEDIENZA CIECA PRONTA ASSOLUTA «Contrordine compagni! La frase pubblicata sull’Unità: “Durante lo sciopero generale bisogna osservare scrupolosamente le tegole” contiene un errore di stampa e pertanto va letta: “... bisogna osservare scrupolosamente le regole”».

CORRENTI «Fra questa apertura a destra e questa apertura a sinistra, finisce che mi prendo una polmonite». 134 PERSONAGGI disegnando anche due fulminanti na, tutti rimescolati per dar luogo manifesti, uno dei quali scandiva: a un pretone assolutamente men- «Nel segreto della cabina Dio ti tale, quasi irrealizzabile. I registi, vede e Stalin no»), l’Italia dei pote- poi. Avevano camminato con le ri acquisiti s’era scordata il corag- scarpe sulle sue sceneggiature, gio solitario di Guareschi. E gli divaricando e falciando. Giovanni- voltava le spalle. Moltitudini di no s’era dovuto convincere di lettori non potevano che consolar- un’evidenza: non poteva mettere lo. Ma una sorta di accoratezza nel sacco tutti i venti e le procelle. prevaleva. Giovannino aveva inven- Bravo , bravo Cervi, bravi tato le incancellabili storie di don tutti. Intanto lui si ammantellava, Camillo e di Peppone; le trame del stava nel recinto di sé medesimo, Mondo Piccolo e del Corrierino del- portava i colori del bastian contra- le Famiglie spopolavano; i fi lm che rio ragionato e perdeva passione si traevano dai suoi racconti erano per la pagina scritta con piglio. In- un gran successo di pubblico. Tut- somma: il suo esito di scrittore era to sembrava gloria. Eppure proprio tangibile, tanto pubblico (in Italia e i fi lm non fi nivano di piacergli. Mai, nel mondo) restava con lui e guai per dirne una, avrebbe assegnato a chi toccasse Giovannino. Il suo il ruolo di don Camillo al francese onorato nome veniva condiviso da Fernandel. Per lui, don Camillo si- lettori inimmaginabili (ne sono te- gnifi cava tutt’altro: era la sintesi di stimone: ho trovato libri di Guare- tanti reverendi conosciuti di perso- schi nelle biblioteche private del- In alto: vignetta l’estremo nord di Groenlandia e satirica pubblicata al nell’estremo sud delle riviere d’In- tempo della “cortina dia ), ma – ecco là – c’era sempre di ferro”. il ma. E il “ma” era la sua progres- A sinistra: copertina di un volume Rizzoli siva amarezza per un’Italia così con gli scritti e i dissimile da quella ideale (la bella disegni di Giovannino Signora) per cui aveva tenuto rigo- firmato tra il 1953 e rosamente fede alle stellette nei il 1958. Lager e messo nero su bianco le sue personali idee di buon gover- Above: satirical no, di probità, di giustizia, di anti- cartoon published in the time of the “iron conformismo, di indipendenza. Il curtain”. franco opinionista, che aveva de- Left: cover of a book nunciato a voce spiegata i cervelli by Rizzoli with the versati all’ammasso e i salti della writings and quaglia, il pappa e ciccia e le disin- drawings by volture dei voltagabbana o dei Giovannino signed prudenti per tornaconto, si appar- between 1953 and 1958. tava. Faceva il pensoso signore di campagna. Il Lettore mi scuserà. E vorrà perdonarmi anche l’Editore di que- sta rivista. Ma mi scappa detto di aver appena messo alle stampe un libro su Giovannino, dove ho scritto il moltissimo che sapevo di lui, avendo lavorato come giovane redattore negli ultimi due anni del suo Candido (inizio anni Sessan- ta). Impossibile travasare in que- sto articolo gli scenari delle mie pagine (voglio dire il Giovannino visto dal vero): così – sottovoce – rivelo in omaggio alla “completez- za dell’informazione” il titolo del libro: Giorgio Torelli / I baffi di Gua- reschi / Àncora editrice. Nei miei capitoli, Guareschi percorre tutta

PERSONAGGI 135 Don Camillo la sua strada. E io – facendo foto- (Fernandel) e grammi del suo insieme di convin- Peppone (Gino Cervi, a sinistra con cimenti, abitudini, originalità, so- Guareschi). La loro spiri e palpiti, ruggiti e fi erezze – ho popolarità cresce. sentito di rivisitare il principato di un giornalista che non ha copie a Don Camillo tutt’oggi. (Fernandel) and Quando chiuse la vita, in Peppone (Gino Cervi, quell’estate del 1968, i suoi av- here with Guareschi). Their popularity versari scrissero: «È morto uno increases. scrittore che non era mai nato». Si sarebbero pentiti di averlo af- tore da antologie; è lo scrittore un libro di Giovannino al Presiden- fermato, cedendo ad incande- italiano più tradotto e più compra- te della Repubblica francese: scenti rovelli polemici e a livore di to nei continenti; è lo scrittore «Questo don Camillo le farà buon parte. Perché di Guareschi, oggi, incisivo che nei dialoghi tra don sangue, monsieur le Président!». si dice all’unanimità: è uno scrit- Camillo e il Crocifi sso o tra don Guareschi andava a Messa Camillo e Peppone si fa (lui non ci mentalmente. Il pensiero di Dio gli avrebbe mai creduto) teologo di abitava in casa. Tutto in Giovanni- fi ni intuizioni. È stato il cardinale no era imprevedibile. Riceveva Giacomo Biffi ad affermarlo, pun- lettere dal re Umberto in esilio. E tualizzando in un suo libro proprio non rispondeva: ci si può forse la “teologia di Peppone”. E del re- permettere di rispondere al Re? sto: non fu forse Papa Giovanni Avrebbe ambito una laurea hono- XXIII a intuire come sarebbe stato ris causa in falegnameria. I suoi provvido far commentare il cate- amici veri erano tutti artigiani del chismo a Guareschi? Esempio: Chi far bene. E lui sapeva costruire è Dio? Dio è l’Essere perfettissimo, seggiole massicce di cui andare creatore e signore del cielo e della orgoglioso. Guareschi, in unifor- terra. E appena più sotto: Un gior- me e col passamontagna, fi gura- no don Camillo... Guareschi conob- va in un ritratto di Novello, suo be di sguincio l’idea papale. E se compagno di Lager e anche di ne stupì. Papa Giovanni morì prima cuccette sovrapposte: il tenente che il suo progetto si facesse con- d’artiglieria Giovannino di sotto, e creto. Il contadino Roncalli era un il capitano del Quinto Alpini di lettore avido di don Camillo. Stima- sopra. Quel disegno, fatto in pri- va così tanto Guareschi (allora il gionia, abitò sempre dietro lo presule bergamasco faceva il nun- scranno direttoriale di Montanelli zio apostolico a Parigi) da regalare al Giornale. Per Indro, Guareschi

136 PERSONAGGI («schietto e più testardo di me») I fi gli Alberto e Carlotta, ormai Guareschi al tavolo cava e aveva i baffi che gli brillava- restava un’icona del giornalismo nonni, lavorano per la memoria del di lavoro, la sua no di gelo. S’era davvero amman- vissuto consapevolmente e con babbo. I fi lm della serie don Camil- “officina” di Roncole tellato nel tabarro nero da patriarca indipendente genialità. lo vengono di continuo trasmessi (disegnata da Giorgio della terra arata, erpicata, semina- Torelli) e il Domanda finale: che cosa in televisione. Sono passati sul Giovannino anni ta, messa a frutto e pronta alle direbbe di noi tutti, Giovannino, se piccolo schermo più di venti volte Sessanta con i figli spighe. Quello era il suo costume: fosse davvero centenario? Cosa : chi li ha visti li rivede, chi li scopre Carlotta e Alberto. il tabarro degli argini di Po, dei fi la- mai scriverebbe del nostro traver- s’iscrive subito al club di don Fer- ri di pioppi, delle biciclette nelle sare il tempo? Quali parole o dise- nandel e del compagno Peppone, Guareschi at his garze della fumara; il tabarro da gni riserverebbe al nostro far re- l’uno assolutamente indispensabi- work table, his asciugare alla vampa del camino; pubblica? Mi par di sentire la sua le all’altro. workshop in Roncole, il tabarro brinato, col collo di gatto Parma (drawn by voce in dialetto parmigiano. Sento dire che al Guareschi Giorgio Torelli) and soriano e i baffi che posano sul Al funerale andarono in po- del 2008 verrebbe dedicato un Giovannino in the bavero; il tabarro dei lavoratori, chissimi. Pioveva di stravento. francobollo commemorativo. Be- sixties with his uguale per don Camillo e per Pep- C’era anche il vecchio Ferrari dei ne. Nessuno quanto Giovannino – daughter Carlotta pone, nero, pesante, da ondeggia- bolidi da corsa, gli occhi bagnati e attenzione – si affrancò dalla ten- and son Alberto. re camminando con passo certo e non per la pioggia. Era il 1968, l’ho tazione di piacere a tutti. Ho detto: col cappello, il tricorno o il berretto già detto. Anni lontani e insieme si affrancò. sbandati alla vai con Dio. vicini perché i libri di Giovannino Lo ricordo una volta d’inverno, Quante cose dovrà contenere tirano sempre. nella campagna di Roncole. Nevi- un francobollo di buona volontà.

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