MARZO APRILE 2009

Articolo 1 Il ruolo del CAI secondo Bonomi, Camanni, De Stefani, Gaido, Rumiz Norvegia Cascate di ghiaccio, Scialpinismo, Museo Holmenkollen Escursionismo

Marzo Aprile Marzo 2009 Supplemento bimestrale a “Rivista Alpino la del Club Italiano - Lo N. 4/2009 Scarpone” - Sped. in Post. abb. – 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano.

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< Karakorum PRO G T X> www.lasportiva.com Una grande Associazione come il Club Alpino Italiano, che ha attraversato i tempi lasciando tracce feconde nell’arco di tre secoli (XIX-XX-XXI), non può più sottrarsi al dovere di porre mano ad un profondo e fisiologico ripensamento di sé stessa. La responsabilità di chi è stato chiamato a guidarne le sorti richiede una continua azione di vigilanza critica sulle tendenze del costume e della società di cui il nostro

Cinema Editoriale corpoEscursionismo sociale rappresenta una componente significativa. La montagna e l’alpinismo, infatti, non sono entità immutabili e destorificate. I mutamenti temporali imprimono di Annibale Salsa segni profondi con i quali occorre confrontarsi attraverso una percezione critica, attiva, non subalterna nei confronti delle mode egemoni, non adagiata a rimuginare i fasti del passato in funzione immobilistica. Intravedo, perciò, due grandi pericoli all’orizzonte: da un lato, l’abbandonarsi all’ordinaria amministrazione - appagata edonisticamente dai riti della burocrazia con tutta la sua potenza rassicurante e gattopardesca – dall’altro ad un malinteso “nuovismo” che vorrebbe fare tabula rasa della tradizione, spesso confusa con il “passatismo”. Non possiamo dimenticare che Il CAI il Club Alpino Italiano delle origini ha tradotto e re-interpretato il messaggio dell’Alpine Club di nella società Londra, ma lo ha fatto alla luce di un modo di sentire proprio di chi operava avendo all’orizzonte l’arco delle Alpi e la dorsale degli Appennini. del futuro L’impegno culturale è stato posto dai nostri fondatori come prioritario nel senso che l’alpinismo andava interpretato alla stregua di una modalità tecnica di eccellenza nell’intento di iniziare, soprattutto i giovani, ad una frequentazione consapevole della montagna. La montagna non è, infatti, un’infrastruttura sportiva. Essa è un piccolo/grande pianeta da conoscere sia in forma oggettiva, descrittiva, scientifica, sia in forma soggettiva e/o inter-soggettiva come occasione di introspezione psicologica, come materia di investigazione sociologica, come laboratorio di etica ambientale. Spesso si sorvola sul significato delle parole o per un malinteso senso dell’ovvio (che nasconde, invece, una profonda problematicità), o perché ritenuto un vezzo intellettualistico. Allora, proviamo a tentarne un’analisi storico-semantica. Anzitutto il nome “Club”. La parola, di matrice inglese, non lascia adito a fraintendimenti. La seconda “alpino” merita invece un approfondimento. Quest’ultima, nel richiamare la catena montuosa per antonomasia, acquista un senso d’uso che designa la parte (le Alpi) per il tutto (le montagne in generale), ricorrendo a quella ben nota metafora che i grammatici definiscono “sinèddoche”. L'aggettivo in questione fa dunque riferimento a tutto ciò che riguarda i territori montani, sia dal punto di vista dell’ambiente naturale, sia da quello dell’ambiente sociale, sia da quello della loro frequentazione alpinistica, escursionistica, speleologica, sciistica. La prova di ciò la ritroviamo nella prima formulazione dell’art. 2 dello Statuto CAI del 1863, anno di fondazione del Sodalizio, laddove si afferma che: "Il Club Alpino ha per iscopo di far conoscere le montagne, specialmente le italiane, e di agevolarvi le escursioni, le salite e le esplorazioni scientifiche". 1 La parola “alpinismo” è può riassumere in tre grandi unanime e di grande respiro un maggiore impegno del sottintesa nell’espressione snodi “ideologici”. Quello culturale, è stata quella di CAI a fianco di tutti quei “salite”, ma non è mai scientifico-culturale elitario fare del CAI la “sentinella soggetti che di montagna menzionata esplicitamente. delle origini, quello sportivo- della montagna”. Nell’attuale si occupano con “buone Soltanto a partire dallo popolare degli anni Venti momento storico, soprattutto pratiche”. In una montagna Statuto del 1931, allorché e Trenta del ‘900 e quello in Italia, la montagna va ritrovata, ci potrà essere il CAI venne incorporato intermedio del secondo alla ricerca di una nuova posto per tutti coloro che la per decreto nel CONI e dopoguerra, arricchito di definizione e identità anche amano: dai vecchi ai nuovi trasformato, quindi, da alcuni contenuti ambienta- dal punto di vista legislativo. montanari residenti, dagli Associazione esplorativa e listi ascrivibili non tanto al Pur nel rispetto della libertà alpinisti di ogni livello agli culturale in Associazione protezionismo estetizzante di tutti e lungi dal voler escursionisti, agli speleologi, sportiva, comparirà la parola romantico, quanto a quello assumere posizioni monopo- agli studiosi ed operatori sia “alpinismo”. Con lo Statuto dell’ambientalismo emergen- listiche, il Club Alpino deve di ambito naturalistico che del 1938, il CAI assumerà ziale di contestazione. Siamo riposizionarsi al centro socio-antropologico. In tal la denominazione di Centro così arrivati ai giorni nostri dell’interesse per la montagna modo potremo far tesoro Alpinistico Italiano. Al di ed alla maturazione di un ed essere ancora il punto del messaggio scaturito dal là della trasformazione da pensiero associativo al quale di riferimento credibile per glorioso Congresso Nazionale Club a Centro, sulla base il Congresso Nazionale di chi opera e vive nelle e per di Varallo del 1869. L’Abate delle direttive governative Predazzo del 19–20 ottobre le terre alte. La conoscenza Amé Gorret, scomodo prete in materia linguistica che 2008 ha dato voce. Dopo delle montagne è un’emer- valdostano e grande alpinista- imponevano la messa al anni in cui la riflessione genza più pressante che mai, montanaro, richiamava allora bando dei termini alloglotti sull’identità e le finalità anche dal punto di vista i congressisti sulla necessità, (non italiani), il cambiamento associative non era ancora della sicurezza. Una certa per il Club Alpino, di un profondo – spesso non giunta a maturazione ed il tendenza della società attuale forte impegno nei temi socio- avvertito dagli stessi Soci Sodalizio era impegnato a trasformare l’out-door in culturali e socio-ambientali – ha interessato il termine a provvedere alle varie terreno di gioco, sulla base della montagna. Proprio “alpinismo” e la riduzione necessità settoriali, alle di una spinta esagerata al come aveva fatto in quegli della pratica alpinistica a urgenze dei nuovi assetti tecnicismo, al culto della stessi anni John Tyndall, mera pratica sportiva. Anche normativi, si imponeva una performance atletica ad ogni alpinisticamente legato alla i successivi Statuti del 1943 nuova presa di coscienza costo, impone una riflessione Gran Becca del Cervino, e del 1944 non si discoste- che andasse oltre la gestione responsabile, “a bocce nel contestare la posizione ranno molto dalla precedente dell’esistente e disegnasse ferme”, su chi siamo, da dove riduttiva in senso tecnicistico- formulazione se non per il scenari futuri. Per questi veniamo e dove andiamo. ludico-cittadino assunta ritorno alla parola “Club” motivi, il Congresso Attivare la memoria storica dall’Alpine Club di Londra a partire dal 1944. Con la Nazionale ha voluto andare per confrontarsi e governare sulla scorta delle enuncia- nuova versione statutaria del oltre l’approfondimento meglio il futuro non è un zioni di Lesley Stephen. 1946 e successive modifica- di aspetti monotematici ed esercizio accademico ed Senza voler indulgere a zioni si procederà alla riorga- avviare un’interrogazione erudito. Viceversa, è la bizantinismi formali o a nizzazione del Sodalizio che coraggiosa che partisse, condizione imprescindibile giochi linguistici, possiamo ritornerà ad essere una libera appunto, dalle radici storiche per affrontare i problemi concludere che la parola Associazione nazionale. del Sodalizio, al suo divenire con “scienza e coscienza”, “alpino” ingloba ed oltrepassa L’art. 1 del nuovo Statuto, temporale alla luce delle al riparo da facili tentazioni per estensione di significato recuperando l’originale trasformazioni della società verso forme di pragmatismo la parola “alpinismo”. Una denominazione di Club italiana. La nascita, recente, spicciolo ed acefalo. La marcia in più a favore della Alpino Italiano e la propria di un vasto arcipelago vocazione del Club Alpino montagna di cui l’alpinismo ragione sociale, introduce associativo sia nel settore Italiano, in ogni tempo, costituisce, come diceva un testo che, salvo poche alpinistico e dell’arrampicata deve essere la montagna in Massimo Mila, la più nobile modifiche intervenute (Federazione di Arrampicata ogni sua manifestazione. Se forma di conoscenza della successivamente (la tutela Sportiva – FASI), sia nel non salviamo la montagna crosta terrestre. Raccogliamo, dell’ambiente naturale), settore escursionistico e non ci attiviamo per il pertanto, il messaggio forte è pressoché lo stesso (grande proliferazione di suo rilancio, gli spazi per che ci viene da un grande di oggi. Esso individua associazioni locali oltre la pratica dell’alpinismo alpinista e Socio Onorario come scopo associativo: che nazionali), naturalistico saranno sempre più esigui, come Fausto De Stefani, "promuovere l’alpinismo in ed ecologico, non poteva come accade già per lo di cui il Club Alpino va ogni sua manifestazione, la sottrarci dall’obbligo morale sci-alpinismo. Proprio perché fiero e che, a ragion veduta, conoscenza e lo studio delle di sottoporre ai congressisti la montagna non può essere possiamo ritenere un efficace montagne, specialmente la domanda: quale può e/o ridotta a stadio, a “terreno “testimonial” del rinnova- www.asolo.com di quelle italiane". Al di deve essere il ruolo del Club di gioco”, il messaggio da mento. n là delle piccole variazioni Alpino Italiano nella società potenziare non potrà che “Il team Asolo è composto da esperti alpinisti, sciatori, escursionisti: ognuno di loro si statutarie, la storia del CAI si del futuro? La risposta, essere quello a favore di impegna a sviluppare il miglior equipaggiamento possibile. 2 Vogliamo essere sicuri che, qualunque avventura vogliate intraprendere, Asolo sarà sempre con voi.”

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LR_2_2009.indd 4 9-03-2009 13:03:02 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo lata 2009 MARZO APRILE ve ascensioni adv | aglaiasrl.it loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Scialpinismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture

che ti protegge Anno 130 il bello Volume CXXiX 2009 Marzo Aprile 16 Direttore Editoriale: 50 Vinicio Vatteroni Direttore Responsabile: Copertina Luca Calzolari Redazione e Impaginazione: "Panorama dal Paradiso" Adalberto Arrigoni (C.I.A. srl) Alpi Occidentali Stefano Mandelli (C.I.A. srl) (foto di Marco Valagussa, Nina Schmalz (C.I.A. srl) archivio fotografico CAI) 44 Collaboratore di Redazione: Alessandro Giorgetta Segreteria di Redazione: Editoriale Scialpinismo Adalberto Arrigoni (C.I.A. srl) Il cai nella società del futuro Tel. Scialpinismo in Norvegia 02/2057231 Annibale Salsa 1 e-mail: [email protected] Giordano Pascali 50 cai - Sede Sociale: 10131 Torino, Monte dei Cappuccini. Sede Legale - Il tema Arrampicata 20124 Milano, Via E. Petrella, 19 - K2: una storia finita Ghiaccio VicHingo Cas. post. 10001 - 20110 Milano - Franco Salvatori e Luigi Zanzi 6 Tel. 02/205723.1. (ric. aut.) Marcello Sanguineti 54 Fax 02/205723.201. cai su Internet: www.cai.it Sotto la lente Dossier Una giornata di neve Telegr. centralcai milano C/c post. Holmenkollen 15200207 intestato a cai Club Alpino Roberto Mantovani 10 Michele Mornese Italiano, Servizio Tesoreria 58 Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano. Lettere alla Rivista 14 Abbonamenti a la Rivista del Club Alpino Escursionismo Italiano - Lo Scarpone: 12 fascicoli del Cronaca Alpinistica Picos De Europa notiziario mensile e 6 del bimestrale Sara Pietrangeli e Giorgio Giua 64 illustrato: abb. soci familiari: € 10,90; a cura di Antonella Cicogna abb. soci giovani: € 5,45; abb. sezioni, e Mario Manica 16 sottosezioni e rifugi: € 10,90; abb. Speleologia non soci: € 35,40; supplemento spese Nuove Ascensioni Grotta Gigante per recapito all’estero: Europa - bacino a cura di Roberto Mazzilis 18 Libero Boschini e Pino Guidi 68 del Mediterraneo € 22,92 / Africa - Asia - Americhe € 26,70 / Oceania € 28,20 Fascicoli sciolti, comprese spese postali: Arrampicata Scienza e Montagna a cura di Luisa Iovane bimestrale + mensile (mesi pari): L'antenato di Ötzi soci € 5,45, non soci € 8,20; mensile e Heinz Mariacher 20 Jacopo Pasotti 72 (mesi dispari): soci € 1,90, non soci € 3,30. Per fascicoli arretrati dal 1882 Storia Libri di montagna al 1978: Studio Bibliografico San Mamolo la tutela del patrimonio a cura di Alessandro Giorgetta 74 di Pierpaolo Bergonzoni & C. snc, storico della grande guerra Via XX Settembre, 42 - 40050 Dozza (BO) - tel. e fax 0542/679083 contributi di Laura Dal Prà e Marco Gramola 22 Monte dei Cappuccini Segnalazioni di mancato ricevimento vanno a cura del Museo Nazionale della indirizzate alla propria Sezione. Articolo 1 Montagna e della Biblioteca Nazionale 78 Leggero e perfettamente aerato, Indirizzare tutta la corrispondenza Il ruolo del CAI e il materiale a: Club Alpino Italiano con Paolo Rumiz, Aldo Bonomi, Ambiente Ufficio Redazione - via E. Petrella, 19 fonti d'energia rinnovabili: il casco Armour garantisce - 20124 Milano. Originali e illustrazioni Luigi Gaido, Fausto De Stefani, pervenuti di regola non si restituiscono. Le Enrico Camanni 30 Efficacia e costi degli incentivi diapositive verranno restituite, se richieste. Carlo Brambilla 80 la massima sicurezza È vietata la riproduzione anche parziale Culture di testi, fotografie, schizzi, figure, disegni Occitania a Pè Alta salute senza esplicita autorizzazione dell’Editore. in soli 340 grammi ai vertici del design. Matteo Serafin 44 In su e in Sé Servizio Pubblicità G.N.P. s.a.s. Giuseppe Saglio 82 Dotato di portalampada di Nenzi G. & C. Sede: Via Udine, 21/a 31015 Conegliano, Tv Trento Filmfestival C.A.A.I. Shiny orange pubblicità istituzionale: 57ª edizione Tel. 011/9961533 - Fax 011/9916208 Arrampicata e Alpinismo: e di regolazione posteriore, intervista a Egidio Bonapace, servizi turistici: convivenza possibile presidente Trento Filmfestival 48 Tel. 0438/31310 - Fax 0438/428707 Giacomo Stefani 84 è disponibile in cinque varianti di colore e-mail:[email protected] [email protected] nella versione uomo, donna e bambino. Fotolito: AOG SpA - Filago (BG) Soccorso Alpino Stampa: Elcograf - Beverate di Brivio (LC) Sicuri in Montagna Carta: bimestrale: 90 gr/mq patinata Elio Guastalli 86 senza legno; mensile: 60 gr/mq riciclata. Service editoriale: Cervelli In Azione srl - Bologna 58 Sped. in abbon. post - 45% art. 2 comma 86 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano Registrazione del Tribunale di Milano n. Power green Ice grey Cosmic red Psychedelic blue 184 del 2.7.1948 - Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa con il n. 01188, 68 vol. 12, foglio 697 in data 10.5.1984. Tiratura: 210.261 copie Numero chiuso in redazione il 20.02.2009

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ve ascensioni Si è tenuto a Roma il 4 dicembre 2008, nella sede della Società Geografica Italiana, un incontro che ha chiamato a convegno il Presidente Generale Annibale Salsa e altri esperti per accogliere loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica gli esiti della ricognizione storico-critica fatta dai “tre saggi” Fosco Maraini, Alberto Monticone, erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Luigi Zanzi sulla vicenda K2. Ne parliamo con due dei Retrospetti v protagonisti: FrancoAlpinismo e SalvatoriAmbiente/ P e Luigi Zanzi.Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture

a cura della Redazione sul reale svolgimento dei irrinunciabile indagine che LA SOCIETà GEOGRAFICA fatti richiedeva un’opera di rimette a posto i tasselli di un ITALIANA Fondata a Firenze nel 1867, Intervista a pulizia. Il CAI l’ha portata mosaico che non poteva non avanti magnificamente, resti- essere ricomposto in modo trasferita nel 1872 a Roma, nuova Franco Salvatori capitale dell’Italia unita, la Società tuendo onore ad un membro condiviso. Presidente Geografica Italiana organizzò e Società Geografica Italiana importante della missione. patrocinò spedizioni ed esplorazioni, Ciò è avvenuto in seno alla Quest’occasione d’incontro strettamente connesse alla politica Qual è il senso Società Geografica, che pure ha di fatto migliorato i coloniale dell’Italia d’inizio Novecento. dell’iniziativa organizzata si era schierata nella pole- rapporti tra CAI e Società Tale tendenza fu abbandonata dopo la dalla Società Geografica mica, e oggi si è riposizionata Geografica? seconda guerra mondiale, quando la Italiana sulla vicenda K2? con la giusta filosofia. Tengo La storia dei due Enti e Società cominciò a lavorare come un istituto culturale legato al mondo della Il senso fondamentale e lo particolarmente a sottolineare della loro relazione è lunga ricerca universitaria. scopo primario di quella gior- come la figura di Ardito e prestigiosa, e come tutti Ente morale tutelato e vigilato dallo nata sono stati la volontà e lo Desio esce pulita anche da i rapporti consolidati nel Stato, onlus, istituto culturale con circa sforzo, condivisi da CAI e da questa versione finale dei tempo vive di fasi di maggiori 1500 iscritti, la Società Geografica ha Società Geografica, di conse- fatti, conservando integro il o minori intensità, senza degli archivi ricchissimi e riorganizzati gnare alla storia, nelle giuste merito dell’organizzazione mai scendere su un piano di recente, una fototeca con oltre proporzioni, la versione defi- scientifica e dell’ideazione di di freddezza. L’occasione 100 mila fotografie, una cartoteca di notevole valore storico-artistico e nitiva sulla storica conquista tutta la spedizione. Il merito della ricerca storica sul K2 scientifico con circa 100 mila pezzi, di del K2, ponendo la parola "sportivo" andava rivisto e andava colta per rinsaldare cui una parte disponibile sul sito fine all'altrimenti intermina- redistribuito con giustizia, e il lavoro comune. La Società www.societageografica.it e sul portale bile strascico di polemiche grazie a questo volume, che Geografica, così come il CAI Internet culturale. La biblioteca che in consistente misura ne abbiamo voluto far nostro, e altre istituzioni e sodalizi specializzata di oltre 400 mila volumi, avevano appannato la portata. ciò ha avuto luogo una volta scientifici italiani, è anche fra cui diverse migliaia di esemplari rari, è in collegamento informatico Oggi, finalmente, grazie per tutte. impegnata in senso ambien- con il Servizio Bibliotecario Nazionale all'opera dei "saggi" – Fosco talista per la salvaguardia (SBN) ed è considerata la più Maraini, Alberto Monticone Il presidente del CAI della montagna, e questo importante d’Italia e una delle più e Luigi Zanzi – fortemente Annibale Salsa ha sottoli- deve essere il primo piano di ricche d’Europa in ambito geografico. voluta dal CAI, s'è giunti ad neato, nell'introduziuone lavoro comune, soprattutto – Pubblica ininterrottamente, dal 1868, una chiarezza storica defini- al volume, che quello di cui ripeto – per le aree montane. un Bollettino trimestrale con articoli, tiva sull'accaduto, per portare stiamo parlando è stato un Inoltre, da un lato, il CAI ha notizie e recensioni, oltre a volumi e cataloghi specialistici; occasionalmente alle generazioni future la percorso lungo e difficile... un ottimo comitato scientifico volumi prestigiosi insieme a editori verità dei fatti su una vicenda L’allontamenamento tempo- con cui sarebbe un onore specializzati come Touring Club Italiano che va al di là del dato pura- rale era necessario per collaborare; dall'altro lato, noi e De Agostini. mente storico. Sappiamo togliere dal campo le tossine stiamo scoprendo, pur non Negli ultimi anni, oltre alla sua benissimo, infatti, ciò che il create dalla polemica susci- avendo i numeri del vostro missione di tutelare e rendere fruibile K2 ha rappresentato per gli tata dal "caso K2", che non Sodalizio, la dimensione di agli studiosi un importante patrimonio italiani dell’epoca: persa la consentivano di vedere al promotori di attività al di culturale, la Società Geografica Italiana segue la vocazione di istituto di guerra, in enorme difficoltà meglio la verità storica. Il là del momento puramente ricerca che produce attività aperte al nella gestione del post- merito di aver perseguito accademico e scientifico pubblico (mostre, convegni, seminari) conflitto, quella montagna l'obiettivo con responsa- della ricerca. Anche noi, e studi utili alla collettività in campo rappresentò per il Paese una bilità, lo ripeto, è tutto del insomma, abbiamo compreso geografico ma non solo. Lo dimostra la risposta ideale, fornì uno CAI: la Società Geografica che si deve uscire dalle mura pubblicazione di un Rapporto annuale slancio nuovo alla nazione, a si è giustamente collocata in dell’accademia e entrare nelle dedicato a temi di attualità per il nostro Paese, dal 2003: Immigrazione, coronamento di decine d’anni questa scia dell’operato del case: casi come il Trento Infrastrutture, il ruolo dell’Italia di preparazioni, di studi, di comitato dei saggi e delle Filmfestival sono campi di nel Mediterraneo, l’allargamento esplorazioni preliminari. Il loro determinazioni. Non si reciproca collaborazione dell’Europa, Turismo e territorio, fatto che ancora oggi, a 55 trattava tanto di una spinta in seno alla società civile. il sistema urbano e metropolitano anni di distanza, l’impresa al revisionismo fine a sé Un cammino da rafforzare in Italia. Nel 2009 sarà la volta del fosse velata da certe opacità stesso ma di una doverosa ed sempre più. n Paesaggio. 6

LR_2_2009.indd 6 11-03-2009 19:45:43 LR_2_2009.indd 7 9-03-2009 13:03:30 Giustizia è fatta alle ricerche geografiche compendiarsi principalmente di “custode istituzionale” di di Luigi Zanzi abbia dedicato una propria nei termini seguenti: il fatto quella verità. Curatore del Volume sessione alla revisione “cri- che il campo IX, l’ultimo Talvolta si è ritenuto che "K2: una storia finita.", storico tica” della Relazione a suo dell’ascensione al K2, venne Walter Bonatti fosse ispirato tempo compiuta dal capo arbitrariamente spostato da principalmente dal rivendi- La vicenda propriamente della spedizione italiana al Compagnoni e Lacedelli in care i meriti suoi e di Mahdi “storica” della salita in vetta K2, Ardito Desio, facendo luogo diverso da quello pro- in tale straordinaria impresa Renan Ozturk | Garhwal Himalaya, India | Photo: Jimmy Chin + thenorthface.com/eu al K2 ad iniziativa della propria, pertanto, la rettifi- grammato, posto più in alto alpinistica: chi conosce da spedizione italiana del 1954 cazione radicale compiuta e difficilmente raggiungibile vicino Walter Bonatti sa bene ha trovato un epilogo di dal CAI (con deliberazione da Bonatti e Mahdi, incaricati che, nonostante egli abbia rilevante significatività nella del Consiglio Centrale del di portare a quell’altezza le dolorosamente sofferto per manifestazione tenutasi a 22 maggio 2004 approvata risorse di ossigeno che furono mezzo secolo di quei mancati Roma il 4 dicembre 2008 all’unanimità) della parte indispensabili per la salita riconoscimenti, non fu questo nella Villa Celimontana, su forse più rilevante di tale finale; il fatto che vi fu un’in- il motivo principale della sua una delle prominenze più Relazione Ufficiale, costi- spiegabile carenza di comu- lotta, quale fu, invece, un’ir- floride e maestose del colle tuisce l’espressione di un nicazione di Compagnoni- resistibile passione a raggiun- Celio, che spazia panoramica- riconoscimento culturale san- Lacedelli e Bonatti-Mahdi, gere un riconoscimento di mente sul versante “palatino” zionato in maniera definitiva i quali furono costretti, per- verità storico-scientifica in degli antichi “fori” di Roma, e in chiave storico-scientifica tanto, a bivaccare di notte, punto a quella memorabile presso la sede della Società di quell’atto singolare di senza alcuna protezione, nella salita al K2 a cui egli ha dato Geografica Italiana. autocritica compiuto dal CAI. tempesta, a circa 8150 m di il suo contributo nel quadro Si è trattato di una sessione È, questo, un fatto la cui altitudine, con gravissimo di un mirabile concorso di storico-scientifica di tale valenza significativa merita rischio della propria soprav- tutti gli altri protagonisti. Istituto nella quale si sono attenzione non soltanto per vivenza; il fatto che la salita A Bonatti, ben prima dei rico- trovati a convegno alcuni l’importanza che essa ha di Compagnoni e Lacedelli noscimenti ora conseguiti dal esperti a vario titolo (quali assunto nel mondo “alpini- alla cima del K2 avvenne con CAI, erano pervenuti i rico- L. Bizzaro, A. Da Polenza, stico”, ma anche per la testi- l’uso dell’ossigeno fino in noscimenti dei più importanti R. Mantovani, C. Smiraglia monianza che essa dispiega vetta; il fatto che a Bonatti protagonisti del mondo alpi- e il Presidente Generale di un impegno culturale e Mahdi è da riconoscersi nistico internazionale, nonché del CAI, A. Salsa) per una del CAI che va sempre più un ruolo risolutivo e impre- di tutta l’eco del giornalismo ricezione conclusiva, anche mirando in tal senso le pro- scindibile nella riuscita specializzato in materia. in sede scientifica, degli esiti prie iniziative e mobilitando dell’impresa. Le perniciose e Ora a Bonatti deve essere della ricognizione storico- tutte le proprie risorse. spesso ricorrenti implicazioni attribuito e sta pervenendo (e critica fatta dai cd. “tre saggi” Non credo sia riscontrabile “politiche” di esaltazione di in tal senso emerge in tutta (Fosco Maraini, Alberto agevolmente in analoghi glorie “alpinistiche” di rile- la sua importanza l’iniziativa Monticone, Luigi Zanzi) sodalizi alpinistici di altre vanza internazionale, come della Società Geografica con riguardo alle questioni nazioni un atto così rile- quella della salita della spe- Italiana) un riconoscimento di emerse in un dibattito pro- vante di cultura autocritica: dizione del CAI al K2, ren- merito propriamente storico- lungatosi a varie riprese per ancorché ci sia voluto più dono difficile tale impegno culturale, per essere stato non più di mezzo secolo in punto di mezzo secolo (ma non va critico-culturale, per il quale soltanto uno dei “padri” del alle modalità del compimento dimenticato che le ricostru- occorre che alcuni uomini si successo al K2, la “montagna finale di tale straordinaria zioni storiche possono svol- assumano l’onere e la respon- degli italiani”, ma anche per impresa alpinistica, che costi- gersi compiutamente soltanto sabilità di una lotta che può essere stato il protagonista tuisce certamente una delle con appropriata distanza di durare anche lunghi anni. di una lotta, condotta per più grandi “glorie” del Club tempo!), l’accettazione della E, a questo proposito, lunghi anni in solitudine, con Alpino Italiano. Relazione dei “tre saggi” e la occorre, a mio parere, svol- il conforto soltanto di alcuni Come mi è parso impor- contestuale acquisizione di gere una riflessione attinente amici, che ha provocato il tante porre in evidenza essa come rettificazione della la tenace, infaticabile, effi- CAI a quell’atto singolare di nel mio intervento in tale Versione Ufficiale, costituisce cacissima lotta che Walter autocritica che, oltre a ridare occasione, e come mi preme un atto meritevole di distin- Bonatti ha condotto affinché a tale istituzione la sua piena ora richiamare all’attenta tivo elogio e considerazione, la verità sulla salita al K2 tro- dignità culturale, ha distinto considerazione non solo del in quanto esemplare di una vasse il suo riconoscimento il CAI stesso sulla scena mondo “alpinistico”, ma cura “istituzionale” al valore nella Versione Ufficiale: si internazionale nel compiere anche del più ampio mondo prioritario di una dignità cul- tratta di riconoscere a Bonatti tale revisione critica. culturale che in vario modo turale imperniata sulla fedeltà tutto il fondamentale merito È, anche questa, una delle si è interessato alla storia di alla verità. culturale di aver portato fino meravigliose imprese di tale vicenda, il fatto che la Com’è noto, le verità al suo finale compimento Bonatti, non meno bella più prestigiosa e autorevole storico-critiche emerse una lotta per la verità che ha e non meno importante istituzione accademico-scien- dalla Relazione dei cd. “tre consentito al CAI di ritrovare di quelle più strettamente tifica in Italia con pertinenza saggi” possono brevemente la sua più compiuta dignità “alpinistiche”. n 8

Renan_S09_Rivista del cai_210x280_Ita.indd 1 12/02/09 10:30 LR_2_2009.indd 8 9-03-2009 13:03:33 Renan Ozturk | Garhwal Himalaya, India | Photo: Jimmy Chin + thenorthface.com/eu

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ve ascensioni Una giornata di neve loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Meteorologia Natura Nu o P Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Ambiente Anniversari Letteratura Materiali & tecniche Riflessioni Scienze Storia minuscola Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture

di Roberto Mantovani

Martedì 6 gennaio, giornata nei ruderi di due vecchie Un richiamo dell’istinto? La con gli stessi marchi, ragazzi di neve. Viene giù a falde baite. Siamo completamente soggezione nei confronti di che non salutano e tirano larghe un palmo. I pendii fuori rotta. Tornare indietro un ambiente che sembrava dritto come se avessero la sono stracarichi, gli abeti e ricominciare daccapo? svaporato nei ricordi? puzza sotto il naso. «Ma se il assomigliano a coni bianchi, Sai che divertimento… E Un abbaiare di cani. Siamo tempo non è più che perfetto tutti uguali. Sopra i 1500 poi, tra il sudore, la neve sulla direttrice giusta. Alcuni – dice – non si vede nessuno. metri la visibilità è quasi che si è infilata nel collo e i alberi caduti ci costringono È tutto un gioco, una finta. nulla, e la strada sembra guanti umidi, il morale non è a un giro disagevole. La Altro che montagna». una pista di bob. Ma si proprio alle stelle. Secondo recinzione di un prato, una Sembrerebbe un complimento sale, potenza delle gomme le previsioni, intorno a fila di gradini in pietra. Dietro indiretto, ma non abbiamo il termiche… Prima di un mezzogiorno la perturbazione l’ultima macchia di abeti, tempo di pensarci. L’uomo si tornante, in un ripiano laterale dovrebbe affievolirsi. Ma si ecco le case. Ci troviamo più presenta: si chiama Aldo, e ci dove s’intravvedono i segni tratta di previsioni, non di in alto di quanto pensassimo. invita a entrare un momento del recente parcheggio di certezze. Tant’è che nevica Ma non fa niente, a questo nella stalla. Tre vacche, un grosso veicolo, abbando- più di prima. punto la discesa è un gioco da un asino («per il piacere niamo l’auto e calziamo le Enzo comincia a brontolare, ragazzi. di tenerlo» racconta, «non ciaspole. Per un po’ vaghiamo Mauro mi guarda per capire le Un filo di fumo, odore di per farlo lavorare») e un nel nulla. Pochi metri dopo mie intenzioni. E io, al solito, legna bruciata. Ci infiliamo ordine esemplare. La parte l’imbocco della forestale che non voglio sentire ragioni: in un vicolo. A fianco di una anteriore del locale è pulita e s’infila nel bosco, indovinare quanto a testardaggine, a stalla, un vecchio portone di in ordine. Sul pavimento di il tracciato della sterrata volte, non mi batte nessuno. legno è aperto verso l’interno. pietra non c’è nemmeno un diventa un gioco complicato. Certo che rimanere lì non Passando, il nostro sguardo filo di paglia. Un tavolino, Non c’è segno di passaggio, ha senso. Ma neanche salire si infila in un androne scuro, uno sgabello e una panca gli occhiali cominciano alla cieca. La soluzione più pieno di legna accatastata. Un mi fanno venire in mente i ad appannarsi, dagli alberi ragionevole, se non vogliamo gatto ci osserva stupito. Enzo locali delle veglie contadine scendono cascate di neve fare dietro-front, è tagliare gli fa il verso, e quello gli di tanti anni fa. Nel locale polverosa e il cielo, che si è verso sinistra in leggera salita, corre incontro e gli si sfrega c’è un bel tepore, e sembra di già inghiottito la punta degli restando nel bosco. Prima o contro le gambe. ritornare indietro nel tempo. abeti, sembra abbassarsi poi dovremmo incontrare la Alle nostre spalle arriva un Ma è solo un’apparenza. sempre di più sopra le nostre strada che sale alla frazione uomo sulla cinquantina, un Aldo fa l’autista, guida il teste. Un tempo da lupi. alta del paese. Tutt’al più, alla grosso grembiule scuro, un minibus del comune, anche Per fortuna siamo protetti fine, ci saremo inventati un cappellaccio e una giacca a se non ha mai rinunciato a dal bosco: fossimo più a nuovo percorso ad anello. E vento sdrucita. Saluta e ci occuparsi “della campagna”. sud, sui pendii aperti che allora via, uno dietro l’altro guarda con un punto interro- Nella borgata, oltre alla sua s’infilano nell’imbuto finale a testa bassa, in un gioco gativo stampato sul viso. Una famiglia, abitano tre anziani del vallone, sarebbe un bel che prevede il periodico battuta di Enzo in dialetto e una coppia sui trent’anni. guaio, con tutta questa neve. alternarsi dell’apripista nel stempera l’imbarazzo e avvia Vanno tutti d’accordo, dice; Continuiamo per un po’ mare di neve. Continuiamo le chiacchiere. hanno trascorso il Natale tutti in diagonale cercando di tra grossi cumuli di cui è L’uomo, che litiga un po’ con insieme. ricordare qualche particolare difficile capire la natura, con l’italiano, dice che con questo Si chiacchiera. Il padrone del paesaggio, ma è difficile quelle condizioni di luce. tempo abbiamo coraggio, della stalla infila una mano orientarsi con quel poco che Sembra di camminare nel la gente non è più abituata. nella nicchia del muro e tira si riesce a vedere. mondo ovattato delle fiabe. A La domenica vede passare fuori prima una bottiglia e poi www.lowealpine.com Un’ora più tardi, ai margini tratti, senza sapere perché, ci gruppetti di persone vestite un paio di bicchieri. «Questa di una radura ci imbattiamo muoviamo con circospezione. con capi di gran moda, tutti cosa la faccio io, non è forte: “Il team Lowe Alpine è composto da esperti alpinisti, sciatori, escursionisti: ognuno di loro si impegna a 10 sviluppare il miglior equipaggiamento possibile. Vogliamo essere sicuri che, qualunque avventura vogliate intraprendere, Lowe Alpine sarà sempre con voi.”

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“Il team Lowe Alpine è composto da esperti alpinisti, sciatori, escursionisti: ognuno di loro si impegna a

sviluppare il miglior equipaggiamento possibile. 11 Vogliamo essere sicuri che, qualunque avventura vogliate intraprendere, Lowe Alpine sarà sempre con voi.”

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è per quando fa freddo. Roba magari con la neve, è una tiene in contatto con la gente in montagna ci torno con gli naturale, erbe di montagna». specie di avventura esotica». di qua. I miei genitori sono amici, per camminare o per Sembrava in debito di «Prima o poi la gente capirà morti quando quassù tutto fare qualche scalata». confidenze, Aldo. Ci racconta che la montagna è ancora sembrava finito e la gente «Magari noi abbiamo la testa dei suoi lavori, della stagione, una risorsa, che fare l’orto, si trasferiva a lavorare nelle più dura di te: ma io non della vita della borgata, raccogliere le castagne e fabbriche in città. Io non voglio rinunciare alla libertà. chiede della crisi. Si è fatto allevare le bestie ha un valore sono riuscito a studiare e I miei bisogni sono tutti qui. delle idee precise. «Così non che non si può cancellare» sono rimasto. Oggi non nuoto Ho dei sogni, come tutti, ma dura, non può durare» dice. dice Mauro. nell’oro, ma sono contento lo è roba che esce dalla mia «Questo sistema prima o poi «Speriamo. Sì, sono cose stesso. Mio figlio più grande testa. Dai, su, un altro giro, finirà. Tutto lo spreco che che contano. A noi, quassù, forse andrà all’università, non lasciamo la bottiglia così, vedo in giro non ha senso. non interessa guadagnare di vuol diventare veterinario. bisogna finirla: oggi è festa. La domenica lo spiazzo qui più. Se volevo fare i soldi, Ma è attaccato anche lui alla Non la mia, per fortuna». sotto è pieno di macchine mi sarei preso una cascina terra. Dice che continuerà Fuori continua a nevicare di grossa cilindrata. Turisti. in pianura. Il mio progetto lo stesso a fare il fieno, a forte, e si è alzato pure il Salgono dietro le case con è vivere meglio, cercare la tagliare la legna, a portare via vento. Difficile resistere le racchette da neve, vestiti qualità in quello che faccio, il letame della stalla. Ragiona senza occhiali. Sulla strada come marziani. Ti guardano progettare. Voglio fare e come un uomo, ha capito ci sono cinque centimetri di per traverso, estranei a tutto. disfare senza chiedere il che si può fare un mestiere fondo compatto e non c’è Però ci sono anche quelli che permesso a nessuno. Passare importante senza rinunciare più bisogno delle ciaspole. vogliono attaccare discorso una sera in compagnia a alla montagna». Ma noi scendiamo lo stesso a tutti i costi, che cercano il discutere, a sentire le storie «Anch’io la pensavo come uno dietro l’altro, in silenzio. formaggio buono, le patate. degli altri. Coltivare le patate lui» dice Enzo. «Poi mi sono Quando mi giro, vedo Enzo Ma è tutta una moda: tante com’è giusto fare. Curare le sposato, e alla fine ho dovuto che continua a guardare verso smancerie per due etti di bestie, i prati, il bosco. Per cedere: la scuola per i figli, il la borgata. In compagnia toma. Per loro venire a il resto mi va bene anche il lavoro, mia moglie che non di qualche pensiero, comprare la roba quassù, lavoro da autista, perché mi ne poteva più… Alla fine, probabilmente. n IMMAGINE ASSOCIATI IMMAGINE

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anile rispetti e la ami; e, contempo- agli stessi iscritti al CAI – che egli sia un grande v raneamente, la temi, perchè i filmati delle escursioni, esperto dell’Alpe. Mi limito

l'imprevedibile fa parte del arrampicate, scialpinistiche, a domandarmi se, a cadaveri a/dossier xtraeuropeo gioco, e della vita. ancora caldi, già sia a lui archi amo ciaspolate. Penso che si lata Serena, CAI Aosta otterrebbe diverso materiale perfettamente chiaro ciò che da visionare. chiaro non è ancora, neppure, conoscere la montagna Gabriele Colucci, per le Commissioni ufficiali Mi riferisco all’editoriale GESA CAI Milano d’inchiesta: perchè 4 alpinisti di Pier Giorgio Baldracco non di primo pelo vagassero nella rivista di novembre Risponde alle due lettere Pier Giorgio nella notte da ore, e tuttive ascensioni Baldracco, Presidente Nazionale del loescursionismo dicembre 2008 che, mi trova, legati ad una stessa corda. Corpo Nazionale Soccorso Alpino e a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica ovviamente, in pieno accordo Speleologico: Di spiegazione ve n’è erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio su quanto dichiarato. Come nell’editoriale anche queste due può essere più d’una: nel Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture Vi rendete conto, però, lettere trattano lo stesso tema, e cioè ricercarle un po’ di umiltà il basso livello culturale a cui è arrivato Care Socie e cari Soci, le lettere che che i media, soprattutto le non guasterebbe. una parte di giornalismo che non vive seguono trattano di come vengono TV a carattere nazionale e In ogni caso, è disgustoso d’altro che di urli e strilli buoni soli per affrontati dai media gli incidenti in non, nei loro palinsesti non che, prima ancora che far cassetta, in cui ci si ricorda solo montagna, secondo i quali la montagna prevedono nessuna trasmis- della montagna e di qualche morto. Ma i loro cari li abbiano è soprattutto, se non esclusivamente, sione che abbia lo scopo di anche in montagna purtroppo i morti seppelliti, egli sbeffeggi i "assassina" e luogo di tragedie e far conoscere la montagna nei non sono tutti uguali. Le colpe non morti, evocando immagini drammi da spettacolarizzare. vanno comunque addossate tutte ai Una visione riduttiva che, da sempre, suoi aspetti escursionistici, di turisti domenicali usi a media ma è bene che ognuno si prenda sulle pagine dei giornali, dà adito paesaggistici, naturalistici, pavoneggiarsi sui ghiacciai le proprie responsabilità e faccia un a proposte ed ipotesi quantomeno etnici? in abiti balneari. Io, che po' di auto critica e inizi a pensare a "bizzarre", quali chiusure delle La montagna viene trattata mai frequentai “scuole”, costruire qualcosa di serio e di valido montagne o istituzione di patenti di solo quando vi sono avveni- per il futuro per invertire la rotta. Certo ho alle spalle più di 500, alpinismo. Da questo punto di vista, ci menti luttuosi o solamente è un lavoro paziente e lungo, che se pur modeste, ascensioni attende un inverno di vigilanza. Queste quando vengono compiute ha bisogno delle sinergie di tutti - in solitarie: a piedi, in sci, lettere testimoniano ed esprimono particolare del CAI che nel campo della l'attenzione e la sensibilità del Sodalizio imprese o salvataggi su con le “canadesi”, in ogni conoscenza del mondo alpino deve su questi temi, per affermare ancora colossi extraeuropei. stagione e ad ogni altitudine. fare e può fare molto ma che non una volta che la montagna non è Sono più di trent’anni che Non ne ho riportato un deve essere lasciato solo. Gli esempi assassina, e vada invece promossa una giro le nostre montagne non mancano: RAI 3 nel Trentino Alto graffio, né ho mai scomodato politica di informazione, sensibilizza- praticando escursionismo, Adige è molto sensibile alla montagna, il Soccorso Alpino. zione ed educazione alle Terre Alte. scialpinismo e cimentandomi la televisione della Svizzera italiana ha Settantaduenne, continuo, e da non molto anche su una rubrica in cui settimanalmente è conto di continuare. Certo, condivisione qualche ferrata; le emozioni spiegata una gita ad un rifugio e così etichettato come “vecchio Ho ricevuto oggi "La Rivista" che ho provato e tuttora via. Possiamo giustamente indignarci incosciente”, mi vedrei e ho letto l'editoriale di provo quando salgo qualche di certi titoli della carta stampata, ma negare quel patentino di Baldracco. So che è una possiamo anche essere un po’ critici nel cima o mi avventuro su comprare giornali più seri e guardare cui sempre il Sig. Gatti goccia nel mare... ma mi è qualche crinale altamente canali televisivi che parlino in modo favoleggia nel suo articolo. venuta voglia di farvi sapere panoramico sono ancora corretto del nostro ambiente. è poco ma Ma intendo, da uomo libero, che anch'io, alpinista piccola fonte della ben nota “pel de è già qualcosa! andare in montagna fino piccola, padana di nascita capun”. all’ultimo senza che, almeno e valdostana nel cuore (e Sono queste le emozioni RISPETTO PER I MORTI in questo, qualche burocrate nella tessera) l'estate scorsa che bisogna trasmettere alle IN MONTAGNA venga a rompermi le scatole. l'ho vissuta così. Con tanto persone, la maggior parte Gentile direttore, Ovviamente, correre verso le disagio per questo morboso delle quali crede di conoscere il Sig. Cristiano Gatti ci vette non è indispensabile. interesse mediatico per gli tutto sul mare, viste le deliziò, in passato, scrivendo Ma non lo è neppure fare incidenti in montagna, per trasmissioni, anche molto della presunta protervia di il giornalista. E gli alpinisti cui tutti, improvvisamente interessanti, che ci propinano quei sudtirolesi che ancora – loro – non svillaneggiano sono interessatissimi e nel ma non conoscono nulla della insistono, nientemeno, a nessuno. contempo "esperti" commen- montagna. non apprezzare le traduzioni Aldo Fioretta tatori; non solo i giornalisti, Secondo il mio punto di fasciste dei loro plurise- Avvocato in pensione ma anche, per esempio, i vista è un organismo come il colari toponimi. Gatti, su “Il CAI Torino tuoi colleghi di lavoro... E CAI che deve promuovere Giornale” del 20 gennaio, tu hai un bel da spiegare che una campagna affinché dà ora nuova prova della sua Nel ringraziare l'avvocato Fioretta per in realtà non è stato un anno qualche canale televisivo ci sensibilità commentando la la sua lettera, informiamo i soci che la Presidenza Generale del Club Alpino "assassino"; solo, diversa- sciagura sul Bianco che ha propini, almeno una volta alla Italiano, tramite l'ufficio stampa, in mente da altri, "ha fatto settimana anche in seconda fatto quattro vittime torinesi. data 20 gennaio 2009 ha diramato il notizia". E che la montagna, serata, una gita escursio- Non dubito – dato il suo tono comunicato che trovate nella pagina a quando ce l'hai dentro, la nistica magari chiedendo di arrogante supponenza fianco, in risposta all'articolo citato. 14

LR_2_2009.indd 14 11-03-2009 19:45:44 Riportiamo di seguito il comuncato stampa diramato a seguito dell'articolo citato nella lettera del socio avvocato Fioretta, pubblicata nella pagina precedente.

SICUREZZA IN MONTAGNA IL CLUB ALPINO ITALIANO NON DÀ NESSUNA PATENTE DI ALPINISMO Alcune precisazioni in merito all'articolo comparso oggi sul quotidiano Il Giornale

Milano, 20/01/2009

Nell’articolo dal titolo ‘Alpinisti della domenica: serve una patente per bloccare la valanga’, a firma di Cristiano Gatti, apparso oggi a pagina 14 e 15 de Il Giornale, l’autore propone a guisa di provocazione di munire di patente di idoneità gli alpinisti identificando la nostra associazione come capace di individuare gli ipotetici certificatori. Nel ringraziare Gatti per l’autorevolezza che ci riconosce siamo a sottolineare che l’idea di una patente obbligatoria per gli alpinisti non rientra in alcun modo nella filosofia e nella missione del Club Alpino Italiano. Ciò non significa sostenere che si possa andar per montagne in totale leggerezza. Capiamo lo spirito provocatorio ma riteniamo che proporre di irreggimentare la frequentazione della montagna con patenti e patentini non porti assolutamente a nulla e non risolva il problema, si pensi solo alla difficoltà del controllo sui “patentati”. Le tentazioni di questo tipo sono antiche, a titolo d’esempio già 130 anni fa, in occasione della tragedia Marinelli sul ci fu un dibattito in parlamento su proposte di limitazioni nella frequentazione della montagna. La montagna è un ambiente severo e come tale va rispettato. Sul fronte della sicurezza il CAI da sempre svolge attività di formazione e prevenzione su tutto il territorio nazionale attraverso le proprie scuole, attività a cui tutti possono accedere. La montagna è e resta per noi un luogo di libera frequentazione senza alcun obbligo di patente rilasciata da chicchessia. Vogliamo inoltre sottolineare che non c’è alcuna emergenza nazionale per quanto riguarda il numero dei morti. Il trend è in aumento ma il dato rientra in una fascia di assoluta normalità. Gli incidenti di questi ultimi giorni sulle montagne non devono far cadere nell’equivoco della montagna assassina. La montagna non uccide nessuno, il rischio e il pericolo sono e saranno sempre due componenti insite nell’alpinismo. Club Alpino Italiano, Ufficio Stampa

Tre lettere che contano La Rivista e la certificazione FSC ERRATA CORRIGE “Per contribuire ad un uso responsabile delle risorse forestali” è la scritta che appare nel rettangolino verde inserito a pagina 5, nel colophon di All’interno dell’articolo “La ricerca in Valanga”, a cura questo giornale. All’interno di tale rettangolino, sotto l’immagine stilizzata di di Maurizio Dalla Libera, apparso a pag. 78 dello un alberello, l’acronimo di tre lettere FSC riguarda un’organizzazione per la scorso numero (LR gen-feb 2009) de “La Rivista”, gestione delle foreste denominata Forest Stewardship Council. Si tratta di alcune didascalie sono state erroneamente abbinate una Ong internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, a cui il Club ai grafici forniti dall’autore sul funzionamento Alpino Italiano aderisce. degli ARVA. Come si può evincere dai titoli che L’FSC include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità accompagnano i grafici: indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano per migliorare la gestione delle foreste in tutto la didascalia “Figura 3: Percentuale di indicazioni il mondo. Il gruppo FSC-Italia (www.fsc.org), che attraverso enti certificatori erronee circa il numero di TX sepolti” va abbinata al verifica la corretta applicazione del sistema di gestione da parte di Elcograf grafico in alto a sinistra a pag. 80; nel processo produttivo de Lo Scarpone e de La Rivista, opera in armonia con gli obiettivi e la missione della FSC. Ciò significa che il legno proviene la didascalia “Figura 4: Percentuale di perdita della da foreste gestite in maniera marcatura del TX già localizzato” va abbinata al corretta e responsabile secondo grafico in basso a destra a pag. 80; standard ambientali, sociali ed economici. E che la foresta la didascalia “Figura 5: Percentuale di indicazione di di origine è stata controllata arresto della ricerca” va abbinata al grafico in alto a e valutata in maniera indipendente in conformità agli standard (principi e sinistra a pag. 81; criteri di buona gestione forestale) stabiliti e approvati da Forest Stewardship Council. la didascalia “Figura 6: Percentuale di perdita Particolare importante. Di ottima qualità, la carta certificata FSC di 90 gr/mq completa dei segnali (indicazione di ritorno alla consente di stampare le pagine della Rivista con grande nitore e leggibilità ricerca del primo segnale)” va abbinata al grafico in e con una resa perfetta delle immagini. Segnaliamo infine che un catalogo basso a destra a pag. 79 aggiornato delle foreste e delle aziende certificate FSC in Italia è stato realizzato dal Gruppo FSC-Italia in collaborazione con lo Studio Green Solution Ci scusiamo dell’errore con l’autore dell’articolo e di Bergamo. Per maggiori informazioni: [email protected] con tutti i lettori. La redazione 15

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“tempo massimo” e utilizzando il suo anile furgoncino Volkswagen per spostarsi v da un luogo all’altro. Franco Nicolini,

Diego Giovannini e Mirco Mezzanotte a/dossier xtraeuropeo archi

amo hanno invece cavalcato le alte vette delle Alpi in 60 giorni, con trasferimenti lata a piedi o in bicicletta. 90.000 i metri di dislivello, 750 i chilometri sui pedali. 82 i Quattromila messi a segno da Franco e Diego, 55 da Mirco, impossibilitato nel chiudere il cerchio come i suoi ve ascensioni compagni, per problemi di salute. loescursionismo «Era un sogno nell’aria da parecchio a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica – racconta Nicolini. L’unire tante salite erre Alte Scialpinismo Ambiente Anniversari Letteratura Materiali & tecniche Riflessioni Scienze Storia minuscola Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Meteorologia Natura Nu o P Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio in montagna in continuità è da tempo Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture una mia prerogativa: mi consente di A cura di trovare i miei limiti fisici, mentali, e Marco Sterni in apertura della via Top Secret alla Ovest di Çoban Kiri 2987 m, Antonella Cicogna e assoluta libertà di movimento. Anche Mario Manica (C.A.A.I.) nel 2006, io e Michele Compagnoni Ala Daglar (Turchia). Foto Archivio©M. Sterni [email protected] eravamo partiti in primavera con questo obiettivo, ma il mal tempo INDIA maltempo prolungato ha reso più ardua ci aveva bloccato dopo venticinque Miyar Valley- la progressione dal secondo giorno in cime. Nel 2007, io e Mezzanotte Himachal Pradesh poi. Nessuno di noi, prima di allora, ALPI avevamo concatenato 106 vette delle Mahindra Peak Cima aveva mai salito su quelle difficoltà in Gli 82 Quattromila Dolomiti oltre i 3000 metri in cinquanta Sudest 6080 m condizioni atmosferiche così avverse. delle Alpi in 60 giorni, con alcune salite classiche e I Russi hanno voluto provarci. Si sono Abbiamo toccato l’inviolata cima di giorni realizzando tutti i trasferimenti a piedi. buttati sulla sezione più repulsiva e sudest dopo 89 ore di ascensione totali. In ogni cima scalata aveva ritrovato In tal modo abbiamo potuto limare e difficile del versante di sudovest del Purtroppo, il giorno di vetta Dmitry ha unicità e bellezza. Le lunghe distanze, affinare l'organizzazione logistica per il Mahindra Peak, attaccandolo appunto dato forfait, mentre Grigory aveva già la buona roccia e le salite all’insegna concatenamento dei Quattromila». al centro. «Non è solo l’elevata difficoltà rinunciato alla linea dal 4 settembre, della verticalità erano le cose che amava A qualche giorno dall’inizio dell’estate, tecnica ad averci attratto. La parte per ragioni di salute», raccontano gli e che le Alpi avevano saputo regalargli ecco la cordata trentina attaccare centrale della parete sudovest del alpinisti. a piene mani. Lo sloveno Miha Valic, il primo 4000, Dôme de Neige des Mahindra presenta un interessante Nella sezione iniziale la via attacca scomparso lo scorso anno in discesa Ecrins 4015 m, con cima il 26 giugno sistema di cenge che ci ha consentito seguendo un evidente diedro che dal Cho Oyu, era stato il primo, nel 2008. Sarà poi un seguitare di creste, di salire senza far uso di portaledge e di conduce al centro della prima cengia. 2007, a salire in 102 giorni invernali pareti, ghiacciai, con il cerchio che sfruttare la neve che trovavamo senza «È la parte più logica in quanto tutti gli 82 Quattromila dell’intero si concluderà 60 giorni dopo, il 24 doverci portare scorte d’acqua». sale tra enormi cornici sulla destra arco alpino elencati nella lista ufficiale agosto, sul Bernina 4049 m. «È Il team dell’Est, guidato da Korol e sulla sinistra, evitando le sezioni UIAA. Un’idea che aveva ereditato dal stato l'ultimo degli 82 fratelli che ci Eugene Mikhaylovich, era composto strapiombanti». Dalla prima alla seconda francese Patrick Berhault. Ma collegare hanno notevolmente impegnato in da Kochetkov Grigoriy Sergeevich, cengia, la linea prosegue mantenendosi tutti gli 82 Quattromila delle Alpi in 82 quest’avventura di tanti giorni in quota, Soshnikov Alexander Igorevich, a destra delle cenge stesse. Superata giorni spostandosi senza far uso di su difficoltà non proprio banali. Una Murushev Andrey Eugenievich e Vlaznev la seconda, prosegue poi al centro per motori era un obiettivo aperto. Miha dimostrazione di quanto le nostre Dmitry Alexandrovich. continuare lungo un camino ghiacciato aveva realizzato il concatenamento bellissime e impegnative Alpi siano «Dall’attacco della via, il 3 settembre, che conduce alla sella tra cima centrale dei fantastici 82 in inverno, oltre il ancora un notevole terreno d’avventura». abbiamo scalato tutti i giorni. Il e cima di sudest, quest’ultima raggiunta il 12 settembre alle 2 del pomeriggio. La linea è di difficoltà 6B Scala russa, 1077 82 x 4000 DELLE ALPI IN 60 GIORNI: m di lunghezza. DAL 26 GIUGNO AL 24 AGOSTO 2008 La cima centrale (5845 m) del Mahindra Peak era stata salita in prima assoluta 26 giu: Dôme de Neige des Ecrins 4.015, Barre des Ecrins 4.101; 29 giu: Gran Paradiso 4.061; 1 lug: Breithorn West dagli americani Pat Goodman e Freddie 4.165, Breithorn Centrale 4.160, Breithorn Est 4.141, Gemello del Breithorn orient 4.106, Roccia Nera 4.075, Polluce Wilkinson (Ndr - Cronaca 1-2008) con 4.091, Castore 4.221; 2 lug: Lyskamm orientale 4.527, Lyskamm occident. 4.481, Punta Giordani 4.046; 3 lug: Piramide una linea on-sight (Ashoka’s Pillar V+ Vincent 4.215, Corno Nero 4.322, Ludwigshöhe 4.342, Punta Parrot 4.436, Punta Gnifetti 4.554 5.11 R, 857 m) lungo la parete sud il 3 4 lug: Punta Zumstein 4.563, Punta Dufour 4.635, Nordend 4.612; 8 lug: Rimpfischhorn 4.199, Strahlhorn 4.190, settembre 2007. I primi ad aver messo Allalinhorn 4.027; 9 lug: Alphubel 4.206, Täschhorn 4.491, Dom 4.545; 11 lug: Weissmies 4.023, Lagginhorn 4.010 le mani sulla montagna furono invece gli 15 lug: Lenzspitze 4.294, Nadelhorn 4.327, Stecknadelhorn 4.241, Hohbärghorn 4.219, Dirruhorn 4.035; 16 lug: Slovacchi Dodo Kopold e Ivan Stefansky Zinalrothorn 4.221; 17 lug: Ober Gabelhorn 4.063; 20 lug: Dent Blanche 4.184; 21 lug: Dent d'Hérens 4.314; 22 lug: che avevano aperto una via lungo il Combin de Valsorey 4.141, Combin de Grafeneire 4.179, Combin de la Tsessette 4.357; 24 lug: Grand Pilier d'Angle versante nordest che termina a 150 4.243, Aiguille Blanche de Peutérey 4.114; 25 lug: Mont Brouillard 4.068, Punta Baretti 4.006, Picco Luigi Amedeo metri dalla cima centrale. 4.470, Monte Bianco di Courmayeur 4.765, Monte Bianco 4.810, Dôme du Goûter 4.306; 26 lug: Aiguille de Bionnassay 4.052, Mont Maudit 4.468; 28 lug: Dente del Gigante 4.014, Aiguille de Rochefort 4.001, Dôme de Rochefort 4.015; 3 Cima Trento 6046 m, ago: Punta Elena 4.045, Punta Margherita 4.065, Punta Croz 4.110, Punta Whymper 4.184, Punta Walker 4.208; 5 ago: Cima Om Shanti Corne du Diable 4.064, Pointe Chaubert 4.074, Pointe Médiane 4.097, Pointe Carmen 4.109, L'Isolée 4.114, 5760 m, Cima Bruno du Tacul 4.248; 6 ago: Aiguille Verte 4.122, Grande Rocheuse 4.102, Aiguille du Jardin 4.035; 6 ago: Les Droites 4.000; Detassis 5700 m, 9 ago: Bishorn 4.153, Weisshorn 4.506; 11 ago: Monte Cervino 4.478; 14 ago: Jungfrau 4.158, Monch 4.099; 15 ago: Cima Fiamme Gialle Hinter Fiescherhorn 4.025; Gross Fiescherhorn 4.049; 16 ago: 4.273; 17 ago: Gross Grünhorn 4.044; 18 La spedizione alpinistica Miyar Valley ago: Aletschhorn 4.195; 21 ago: Schreckhorn 4.078, Lauteraarhorn 4.042; 24 ago: 4.049. 2008 della Guardia di Finanzia, ha messo a segno lo scorso settembre

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LR_2_2009.indd 16 9-03-2009 13:04:09 Tivoli Peak 5486 m, la cima principale di Castle Rock (Miyar Valley, Himalaya indiano), salita in prima assoluta da Roberto Iannilli, Cesare Giuliani, Stefano Cacioppo lungo Miguel’s race. Foto© R.Iannilli

4 cime inviolate, con 4 nuove vie. Le Castle Rock: Tivoli (4 lunghezze da 70 m con difficoltà prime due nella Nameless Valley: Cima Peak 5486 m, Stefano 5.8 e un tetto chiave di 5.9) che Trento 6046 m, salita da Giampaolo Zavka Tower 5232 m conduce a una cresta. Da qui, sale poi Corona, Christian Gobbi e Mirko Groff Nel 2004, Roberto Iannilli aveva già diagonalmente per altri tre tiri di 70 m in lungo una nuova via di misto di 850 salito in prima assoluta Iris Peak e placca fino ad arrivare alla parete vera e m, TD+, per il couloir sud e la parete David’s 62 Nose, due delle quattro propria. La linea procede poi verticale e nord della cuspide rocciosa terminale vette di Castle Rock nella Miyar Valley. diretta alla cima con altri 5 tiri da 70 m (9 settembre 2008). Due giorni dopo Dall’11 al 13 settembre scorso, eccolo di 5.8 e 5.9. è la volta di Cima Om Shanti 5760 m, nuovamente su questa montagna, Spostatisi poi nella Nameless Valley, lungo la sudovest, con una nuova via di lungo la parete sud, per aprire con Anna e Camilo hanno salito un’altra In alto: Franco Nicolini e Diego misto di 650 m, TD+, sempre ad opera Cesare Giuliani e Stefano Cacioppo la cima inviolata, che hanno nominato di Corona e Groff. Nella catena della via Miguel’s race (dedicata a Emiliano Peak 5.800 (5820 m). La nuova via Giovannini sulla cresta del Täschhorn Neverseen Tower, al Tawa Glacier, il 12 Simonelli): sviluppo 2200 m, 1000 m Long Life Ridge di 1400 metri sale 4491 m, Svizzera, durante settembre Riccardo Scarian, Daniele realizzati in cordata (20 tiri, VI e VI+, 1 per la lunga cresta di nordovest con il concatenamento degli 82 De Candido e Attilio Munari apriranno tiro VII, 1 tiro VII+), il resto slegati con difficoltà 5.9. Quattromila delle Alpi. Foto alla sudovest della Cima Bruno Detassis difficoltà max. IV. La via porta alla cima Archivio©F.Nicolini 5700 m, la via Fiamme Gialle: 800 m, principale di Castle Rock 5486 m, fino TURCHIA 14 tiri, diff. max VIII. Due giorni dopo, ad allora inviolata e nominata dai tre: Çoban Kiri 2987 m - Qui sopra: La via Top Secret aperta Cristian Brenna e Massimo Da Pozzo Tivoli Peak. Sempre sulla sud, la cordata Ala Daglar ha aperto Lost on a dream track: Si chiama Top Secret la nuova via di da Marco Sterni e compagni alla 1600 m di sviluppo; 12 tiri di VI e VI+, 7°/A1 aperta lo scorso settembre da Ovest di Çoban Kiri 2987 m, il resto in conserva con diff. max. IV. La Marco Sterni con Massimo Sacchi, Plinio Ala Daglar (Turchia). Foto©M. Sterni via conduce alla quarta Torre ancora Botterini e Recep Ince su Çoban Kiri innominata di 5232 m. Si tratterebbe 2987 m, nell’Ala Daglar in Turchia. di una probabile seconda salita, per la «Si tratta di una via bella ed impegnativa presenza di una doppia attrezzata in di 560 metri di sviluppo più altri 250 vetta. «La nostra idea era di dedicare metri di zoccolo-canale, e sale al centro portare a nulla. Alla fine siamo scesi», la cima a Stefano Zavka, scomparso dell’imponente Ovest. La parete non è racconta Sterni. A settembre Marco al K2 nel 2007. Speriamo che ciò sia una lavagna, è classica – avverte Marco. deciderà di ritornare per portare a possibile: chi ci ha preceduto non ha I tiri sono articolati e aperti con uno termine Top Secret, scegliendo la terza comunicato nulla relativamente al nome stile altrettanto classico, senza far uso opzione: il pilastrino di roccia marcia. da dare alla vetta», racconta Roberto. di spit neppure alle soste». Una scelta «La via è rimasta interamente chiodata. Altre due vie di 450 m sono state aperte voluta, quella di non usare gli spit, che Ci sono trentadue chiodi di sosta e sempre alla sud di Castle Rock e si aveva portato Sterni a rinunciare già a ventotto sui tiri. Per un’eventuale Da sinistra a destra: Massimo Da Pozzo e fermano al grande e articolato cengione: giugno su quella via quando, con i suoi ripetizione bastano alcuni chiodi a lama Cristian Brenna in prima assoluta su Cima Placebo Effect (9 tiri, diff. VIII- e VII+) e compagni, era arrivato fino alla grande ed una serie di friend e stopper, oltre la Fiamme Gialle (Miyar Valley, Himalaya Clandestine route (8 tiri, diff. VI e VI+). nicchia gialla, a tre tiri dalla cima. normale dotazione alpinistica. La roccia indiano). Foto Archivio©C.Brenna «Nel cercare di risolvere il tiro sulla è ottima salvo per due tratti sul settimo Coni Peak 5200 m, placconata di destra avevo fatto anche e sul nono tiro e per la discesa ci si cala Peak 5800 5820 m un bel volo. Le scelte che ci rimanevano in doppia lungo la via». saliranno Cima Fiamme Gialle per una Lo scorso settembre, Anna Pfaff e erano: uscire dal centro della parete, nuova via di roccia di V e VI, 27 ore di Camilo Lopez hanno salito una cima traversando a sinistra. Oppure mettere Per le relazioni e la personale parete. La cima si trova alla confluenza inviolata per poi battezzarla Coni Peak qualche spit, cosa esclusa subito. collaborazione ringraziamo: dei due rami terminali dello Jangpar 5200 m. La via alla cima si sviluppa Potevamo altresì tentare per un pilastro Cristian Brenna, Roberto Iannilli, Franco Glacier. inizialmente lungo un sistema di camini friabile, che a prima vista sembrava non Nicolini, Marco Sterni.

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ve ascensioni La Cresta di Cugnì con il tracciato della via “Anime Perse” La parete Ovest del Piz del Corvo con (a sinistra) e quello della via “Anime Ribelli” (a destra). il tracciato della via “Lupo Solitario”. loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Meteorologia Natura Nu o P Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Ambiente Anniversari Letteratura Materiali & tecniche Riflessioni Scienze Storia minuscola Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio e Fabio Molino lungo la via “Anime spit (ore 0.30 dall’auto). un canalone, poi per facili rocce fino Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture A cura di Ribelli”. Un itinerario attrezzato a spit La discesa per la stessa via è possibile alla base della parete (ore 3). L’attacco Roberto Mazzilis che dopo lo scivolo di placche posto ma sconsigliata. è preferibile proseguire è situato sulla perpendicolare del diedro (C.A.A.I.) sulla destra del canale che delimita lo la salita per uno spigolo facile fino a centrale. La discesa è stata effettuata Caneva di Tolmezzo sperone nei primi m 200, prosegue guadagnare l’altezza di un capanno in dal versante Est per un canalino fin Via per Terzo, 19 - 33028 (UD) spostandosi sulla destra dello spigolo muratura individuabile sulla sinistra e sotto strapiombi gialli. Quindi verso Cell. 3393513816 dello sperone stesso. Il 5 agosto del dal quale, sempre nella stessa direzione destra, aggirando un avancorpo di rocce 2008 Daniele Caneparo e Marco ci si dirige al paese Sasso Rosso (ore grigie fino ad una forcella erbosa (omet- Alpi OCCIDENTALI Levetto nell’intento di ripetere tale via, 0.20 all’auto). ti). Un secondo canalino porta dopo m Cime du Raisin per errore, ne hanno aperta una nuova, 60 (1 passaggio di V-) alla via normale - m 2818 quasi completamente indipendente Alpi ORIENTALI della cresta S. E.. Seguendone i bolli Alpi Cozie Centrali – Sottog. Quéyron scalando esattamente il “filo” dello Sogli Bianchi rossi si raggiungono i pendii erbosi della Sulla parete Ovest il 7 luglio del 2007 spigolo e con l’uso esclusivo di friend - (Top. Prop.) Missaia ed il sottostante sentiero. Paolo Ravera e Francesco Guglielmino e nut. La loro via, denominata “Anime Dolomiti Occidentali – Pale di San hanno aperto la via “Voie De La Pierre Perse” ha uno sviluppo complessivo di Martino – Sottog. dell’Agner – Croda Piz del Corvo - m 2383 Branlante”. Si tratta di una bella via m 600 per 10 tiri di corda con difficoltà Grande (m 2835) Dolomiti Orientali – Gruppo del di arrampicata su calcare ottimo con massime di V su roccia non sempre La Croda Grande culmina a Sud in un Cernera difficoltà dal III al V per uno sviluppo affidabilissima. L’ultimo tiro corrisponde ambiente piuttosto solitario, con un Gli accademici del C.A.I. Marino Babudri di m 220. Per una ripetizione sono a quello della via del ’98. Ai ripetitori è possente pilastro piramidale di roccia e Ariella Sain il 4 agosto del 2008, sulla necessari una scelta di chiodi e una consigliata una serie di nut e di friend e calcarea grigia nella fascia basale e parete Ovest hanno aperto la via “Lupo serie di friend medio – piccoli. La corde da m 60. grandi strapiombi gialli caratterizzati da Solitario”. Si tratta di una arrampicata via si sviluppa lungo uno spigolo 2 grandi nicchie nerastre nella parte molto interessante e difficile aperta in arrotondato. Con il secondo tiro di Cima di Sasso superiore. Tale pilastro è stato salito in ore 9 su roccia ottima e compatta, in corda si raggiunge un roccione che Rosso prima ascensione assoluta il 25 agosto ambiente solingo e piuttosto selvaggio. ne ha suggerito la denominazione. Al Apuane – Pania di Corfino del 2008 in ore 5.30 da Marino Babudri Lo sviluppo è di m 380 per 10 tiri di quarto tiro ci si abbassa alcuni m in I . Marini e M. Paccosi nei giorni 15 e Ariella Sain. Dedicato alla memoria di corda generalmente su placche o in un canalino facile posto a sinistra dello e 22 aprile e 10 maggio del 2007 Priolo, Accademico del C.A.I. e grande fessure. Sono stati usati 7 chiodi e 1 spigolo dal quale si riprende a salire hanno salito, attrezzandolo dal basso, alpinista recentemente scomparso cordino per l’assicurazione intermedia, per una fessura divertente. Il sesto e il marcato diedro che incide la parete (lo stesso Priolo fu artefice di una via oltre al materiale per attrezzare le soste. ultimo tiro si sviluppa lungo un bel muro Nord – Ovest. Si tratta di una via in nuova su questa stessa croda) è stato Difficoltà di IV, V, VI, VII+. di roccia ocra molto abrasiva che porta ambiente molto bello e selvaggio. I superato per la parete Ovest lungo una Avvicinamento alla parete dal paese direttamente in cresta. primi 2 tiri sfruttano placche e fessure, successione di fessure e diedri di roccia di Santa Fosca in Val Fiorentina. Dalle Avvicinamento dal campeggio della i rimanenti il grande diedro , nella parte compatta. Sviluppo m 280 suddivisi in ultime abitazioni della località Toffol si Fruitière al Rif. du Chardonnet. Prima superiore caratterizzato da strapiombi 7 tiri di corda dei quali 5 con difficoltà imbocca il sentiero per la Forcella Giau. del Colle traversare a sinistra in una sovrastati da uno spigolo panoramico. di V+, VI, VI+ e VII. Usati 4 chiodi e 1 Al termine del bosco deviare verso pietraia di quarzite fino alla base dello La qualità della roccia è generalmente cordino di assicurazione intermedia. destra fino a raggiungere la base della spigolo (anello di corda all’attacco). buona. Sviluppo m 150 suddivisi in 5 Avvicinamento da Villa San Andrea parete (ore 1.15). Discesa per la cresta (1 doppia) fino al tiri di corda. Difficoltà massime di 7b per sentiero che porta al Bivacco La salita si sviluppa nel settore più Colle di Roche Noire. (oppure A0). Difficoltà obbligatorie 6b+. Menegazzi, quindi per carrareccia fin a Nord della bastionata Ovest, tra la Chiodatura a chiodi e spit. Portare 16 quasi alla Casera Camp Infine per il caratteristica fessura che incide tutta la Cresta de Cugnì rinvii. sentiero che porta alla base del ripido parete e la zona gialla e strapiombante - m 3006 Avvicinamento da Castelnuovo di zoccolo erboso. Risalirlo sulla destra di situata alla sua sinistra. L’attacco è Graie Meridionali – Valli di Lanzo – Garfagnana per la strada che porta Valle di Viù – Vallone di Arnas al Passo delle Radici. Dopo il paese Qui accanto: La Cresta de Cugnì separa il Vallone di di Cerageto (1 km circa) si svolta a La parete Ovest della Peraciaval dalla testata del Vallone di sinistra per il paese di Sasso Rosso. Punta Priolo con il Arnas. Il versante orientale della cresta Parcheggiare m 300 dopo il bivio, in tracciato della via si affaccia sulla testata di Arnas con vista della Cima che appare come una Babudri – Sain. una bastionata rocciosa ampia e alta collina senza interesse. Abbassarsi per fino a m 600: una struttura imponente prati e boschi alla sua destra fino al e selvaggia caratterizzata da alcuni letto di un ruscello ripido ed impervio marcati speroni dei quali quello che che si discende (passaggi di I e II) fino digrada dalla elevazione principale è alla base della parete. Per un sentierino A destra: il più pronunciato ed elegante. Questo rasentarne le rocce, imboccare una La Croda De Ciampo sperone era già stato salito il 5 e 12 cengia ed oltrepassare 2 tecchioni giun- Duro con il tracciato luglio del 1998 da Andrea Bosticco gendo all’attacco presso 1 chiodo e 1 della via “Per Gino”. 18

LR_2_2009.indd 18 9-03-2009 13:04:42 A sinistra: Sulle placche magnifiche della via “Per Gino”.

Qui accanto: La parete Sud del Laston di Formin con il tracciato della via “Gocce di Memoria”. Qui accanto: La parete N.W. della Cima Ultimo Spirito con il tracciato della via “S‘ Pustra Mandl”.

individuabile alla base di una placconata salitori, finora la migliore trovata in diedro la scalata diviene invece molto grande scaglia fessurata sovrastata grigia ed inclinata posta sulla sinistra quella zona. Sviluppo m 250 per 8 tiri interessante e di soddisfazione su da una placca strapiombante e friabile; della fessura. di corda. Difficoltà massime dichiarate parete compattissima dove l’unica nella zona centrale di strapiombi La discesa è stata effettuata per facili fino al 7c+, con sezioni di arrampicata possibilità di assicurazione è concessa giallo/grigi che con arrampicata pendii erbosi, quindi per un vallone che obbligatoria di 7a+. Data l’impossibilità dalle fessure lisce che incidono la esposta conducono alla fantastica riconduce al sentiero. di una chiodatura tradizionale le faccia si sinistra del grande diedro (la grotta orizzontale (la “Tana dei Lòufs”, protezioni sono state realizzate fessura di fondo è impercorribile perché inesplorata e che interseca, in faglia, Cima Ultimo Spirito esclusivamente a spit, in tutto 60 dei tappezzata da erba e colate di acqua). un pozzone ghiacciato. Possibilità di Dolomiti Orientali – Cadini di quali 16 per le soste. Ai ripetitori sono Al termine del gran diedro segue una rifugiarsi, anche se tira una corrente Misurina consigliate 2 mezze corde. Accesso da larga fessura/camino di roccia ottima ed di aria fredda ); sul penultimo tiro della Ci è giunta solo la scorsa estate la Malga Maraia in automobile per strada appigliata per la quale si raggiungono le parete sommitale, molto aerea con notizia di una via difficilissima e molto asfaltata, poi per un breve tratto sterrato facili rocce sommitali. muri a placche e continui strapiombetti. interessante aperta da Helmut Gargitter quindi per sentiero fino alla base della Sviluppo complessivo m 400. Sviluppo complessivo m 840. Difficoltà e Pauli Trenkwalder nel settembre parete (ore 0.20 dalla malga). Difficoltà di V, VI, VII, un tratto di VIII - di V, VI, VII-. Quasi tutti i chiodi usati del 2006 e mai pubblicizzata. La inchiodabile. Usati, per assicurazione (una ventina di protezioni intermedie tra via, denominata “S' Pustra Mandl” Lastoni di Formin intermedia 13 chiodi (3 dei quali di chiodi, friend vari e cordini su clessidre, (l’Ometto della Val Pusteria) si sviluppa Dolomiti Orientali – Gruppo della Comici) e 9 friend. Quasi tutti i chiodi oltre al materiale per le 18 soste) sugli strapiombi giallo/grigi della parete Croda da Lago sono in luogo. Per una ripetizione sono stati lasciati in luogo. Ai ripetitori, Nord-Ovest. é un itinerario che richiede Sulla parete Sud il 14 ottobre del 2007 sono consigliati una serie di chiodi oltre alla normale dotazione alpinistica grande preparazione e abitudine alla Daniele Losi e Paolo Fedeli hanno normali, una serie di friend, medio/ sono consigliati una decina di chiodi, libera, piuttosto “lunga” e impegnativa aperto la via “Gocce di Memoria”. Si grossi in particolare. Si raccomanda tra i rarissimi spit piantati dai primi tratta di una arrampicata interessante di attaccare la parete solo con roccia salitori: solo 17 su m 180 suddivisi su roccia ottima principalmente in perfettamente asciutta. E’consigliabile Qui sotto: La parete Nord della Creta di Timau in 6 tiri di corda. Difficoltà fino al 7c fessura. Altezza m 300 per 10 tiri di raggiungere il grande diedro seguendo (obbligatorio 7a+). Utili friend medi. corda. Difficoltà dal III + al V + con i primi due tiri della via Mazzilis/ con il tracciato della via Mazzilis – Lenarduzzi un tratto di VII azzerabile. In parete Simonetti. Altrimenti l’attacco originale (a destra) aperta nel 2008. Nella parte bassa Croda de Ciampo sono rimasti 13 chiodi di sosta e 1 si trova a circa m 40 sulla destra della sulla destra è indicato il punto in cui è stato Duro - m 2015 nut. Avvicinamento da Forcella Giau grande rampa della via Giulio Magrini trovato l’ultimo chiodo di Emilio Comici. Dolomiti Orientali – Gruppo di Maraia risalendo un crinale con conoide (it. 85 d) in corrispondenza di uno Il tracciato sulla sinistra è quello della via – Auronzo di Cadore ghiaiosa fino allo spigolo Sud – Ovest. speroncino giallastro, friabile e con erba Mazzilis – Lenarduzzi del 2007. Nell’estate del 2006 Marco Si attacca a pochi m sulla destra dello posto immediatamente a sinistra di un Zandegiacomo (Poppi) e Simone spigolo presso un diedro fessura, sulla colatoio a balze strapiombanti. Corte Pause (Scossa) hanno aperto parete Sud (ometto). La discesa è stata la via “Per Gino”, dedicato a Gino effettuata inizialmente a Nord – Ovest. Cima de Lis Codis Zandegiacomo, loro amico scomparso Dalla cimetta che affianca una forcella m 2380 nel 2007 in un incidente con la moto. arrampicando (o con 1 corda doppia) Alpi Giulie – Gruppo dello Jôf Fuart Si tratta di un itinerario di notevole senza difficoltà ci si abbassa al pianoro Ennesima via nuova, grandiosa e interesse sia per le alte difficoltà Lastoni di Formin. bellissima su roccia a tratti magnifica, superate che per l’eccezionale bellezza aerea, in ambiente selvaggio e di tipo della roccia calcarea a buchi, molto Creta di Timau dolomitico aperta da Roberto Mazzilis simile a quella che si trova sulla parete - m 2217 con Daniele Picilli nel “cuore” della Sud della e a detta dei primi Alpi Carniche – Gruppo della Creta parete Ovest. E’ stata denominata “La di Timau Tane dai Lòufs” (I Lòufs erano i “Lupi”, Roberto Mazzilis e Fabio Lenarduzzi i rocciatori di Cave del Predil dei quali il 16 luglio del 2008 in ore 6 hanno faceva parte anche il grandissimo salito, completamente in arrampicata Ignazio Piussi). La direttiva di questa libera difficilissima e molto impegnativa, scalata molto difficile, sicuramente la il gran diedro che caratterizza la parete più interessante della Spragna e tra le Nord, a sinistra della via Mazzilis/ più consigliabili delle Alpi Giulie , è data Simonetti del ’78. Nei primi 2 tiri di da una lunga serie di diedri e fessure/ corda, già superati e chiodati da Emilio colatoi che con mirabile linearità solcano Comici in un suo tentativo effettuato il centro della parete giallo/nera posta negli anni ’30 (informazioni private di sulla verticale della caratteristica becca Jacopo Linussio) la roccia calcarea sommitale. I tratti più impegnativi sono è molto infida per scaglie instabili 3 e si trovano rispettivamente: all’uscita e ampie zolle erbose. Nel grande della prima parte di parete , presso una

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Catozzi, e il buon lavoro dellav coppia

soddisfaceva pienamente le 10 ragazze a/dossier xtraeuropeo e i 26 ragazzi partecipanti. In semifinale archi amo il favorito Gabriele Moroni superava lata quattro blocchi, come il vicentino Nicola Pesavento, alla sua unica partecipazione stagionale in Coppa Italia, mentre tra le ragazze si confermava in testa Elena Chiappa, con quattro problemi

Qui accanto: La “dolomitica” Cima ve ascensioni risolti come Sara Morandi. In finale De Lis Codis con i tracciati delle vie loescursionismo Moroni, con quattro top, completava “La Tane dai Lòufs” (a sinistra) e a sentiero ersonaggi

un boulder in più della concorrenza, radizioni ’itinerario ecnica dello spigolo Sud – Ovest (a destra) erre Alte Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Scialpinismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari assicurandosi la vittoria della tappa T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture aperto sempre da Mazzilis e Picilli. (e del circuito) davanti a Michele Testo di Caminati con tre top, mentre il forte qualche cordino o fettuccia, una serie diedro leggermente inclinato verso Luisa Iovane e Nicola Pesavento (El Maneton Schio) completa di fiend dei quali almeno tre di destra che si raggiunge dalla Grande Heinz Mariacher terminava al terzo posto. Buon risultato misura medio – grande, corde da m 50. Cengia superando uno strapiombo a Foto di per Nicola, già vincitore del Korto L’attacco è individuabile alla base del “tetto” molto appigliato ma faticoso Jacopo Muzio Circuito a Montebelluna nel 2007. Elena diedro/fessura grigio di sinistra formato (piccolo ometto). Chiappa si imponeva sulle finaliste, da un pinnacolo addossato alla parete, unica a superare quattro boulder, con all’estremità destra di un tetto molto Campanile Est COPPA ITALIA FASI Sara Morandi (Arco Climbing) seconda lungo e giallo (ore 0.35 dal bivacco, ore – m 2210 Boulder a Bergamo. La quarta prova e Roberta Longo terza. Con la chiara 2.20 dall’auto). Cima Alta di Rio del circuito si svolgeva all’interno della supremazia di quattro vittorie su cinque Bianco – m 2257 Fiera, con l’organizzazione impeccabile competizioni Elena si portava a casa Cima de Lis Codis Alpi Giulie – Gruppo dello Jôf Fuart dell’esperto Davide Rottigni e la sua il trofeo di Coppa Italia 2008, davanti - m 2380 Il 10 luglio del 2008 Roberto Mazzilis, squadra del gruppo Koren di Gandino. a Claudia Battaglia, Sara Morandi e Alpi Giulie – Gruppo dello Jôf Fuart in arrampicata libera, solo e senza la Le evoluzioni dei 33 concorrenti, 11 Roberta Longo. Gabriele Moroni (che Il 12 luglio del 2008 Roberto Mazzilis corda ha aperto la via “Un Pensiero ragazze e 22 ragazzi, sui blocchi aveva giù vinto il trofeo generale nel e Daniele Picilli hanno salito lo spigolo per Ignazio” lungo il pilastro slanciato sempre spettacolari tracciati da Loris 2007), si confermava con la vittoria Sud-Ovest. Sviluppo m 500. Difficoltà di del Campanile Est. Si tratta di una Manzana ed Enrico Baistrocchi, della Coppa Italia come l’arrampicatore III, IV, V, V+, passaggi di VI-. Arrampicata arrampicata molto logica ed evidente attiravano un folto pubblico, incuriosito più costante nelle prestazioni a livello in fessure e placche solidissime e che segue l’andamento del pilastro e subito molto interessato. Il veloce nazionale ed internazionale, secondo molto appigliate, strapiombi un po’ a placche che delimita a sinistra il svolgimento della gara, per restare Michele Caminati, terzo Lucas Preti faticosi ma relativamente facili. Ottime gran diedro Nord-Est. Roccia quasi entro i tempi di apertura della Fiera, con e quarto Stefano Ghidini, appunto i possibilità di assicurazione ovunque con ovunque buona o ottima, a tratti molto pochissimi tempi morti, era apprezzato componenti della squadra nazionale chiodi o friend medio – grandi e cordini esposta, ricca di clessidre e spuntoni. dai partecipanti, e ritenuto auspicabile 2008. Per la cronaca, al circuito 2008 in clessidre. In tutto una decina di La via segue l’andamento dello spigolo anche per competizioni in ambiti diversi. avevano partecipato 19 ragazze e 42 ancoraggi intermedi. Alcuni sono rimasti arrotondato che presenta, a circa metà Durante le qualificazioni si mettevano ragazzi, con tre delle cinque tappe in in parete. L’attacco si trova leggermente altezza e perfettamente visibile anche subito in luce Gabriele Moroni e Lombardia. Bisogna anche sottolineare sulla sinistra rispetto alla verticale data dal basso, un enorme tetto giallo e Michele Caminati, con cinque problemi la copertura televisiva di alcune tappe dallo spigolo, in corrispondenza di un romboidale. Raggiunto lo spigolo che risolti; passaggi più selettivi in campo su Raisport, novità positiva allo scopo di si eleva dal punto più sporgente del femminile, dove Claudia Battaglia era una maggiore diffusione su larga scala bordo del tetto, la via prosegue fin l’unica a superare tre blocchi, mentre del nostro sport. sulla cima del Campanile Est. Scesi le altre concorrenti riuscivano a salire verso destra nella profonda spaccatura solo i due più facili. In finale Gabriele COPPA ITALIA FASI LEAD del gran diedro N.E. si riprende la Moroni (B-Side Torino) dimostrava di a Silea. Terza tappa e finale del circuito salita superando una spaccatura avere una marcia in più, ed era il solo Lead nella cittadina in provincia di strapiombante e viscida. Poi la via a raggiungere anche l’appiglio finale Treviso, all’interno dello Sportler incrocia verso sinistra un canale e del quarto blocco, mettendosi in prima Climbing Center, imponente struttura prosegue direttamente per lo spigolo posizione davanti a Caminati (Rock-On artificiale indoor recentemente molto compatto e verticale del pilastro Parma) e Lucas Preti (Never Fall inaugurata. Alla prova, gestita sommitale che conduce all’anticima Brescia). Tra le ragazze in finale Elena dall’organizzazione dell’A.S. Sportler N.E. della Cima Alta di Riobianco. Una Chiappa (Sportica Pinerolo) saliva tre Spider Team, con i tracciatori Leonardo via che per bellezza di arrampicata passaggi come Claudia Battaglia (B-Side Di Marino, Mauro Dell’Antonia e Andrea meriterebbe diventare una classica e Torino). Forte del vantaggio in semifinale Varnerin, partecipavano 17 ragazze e 26 valida alternativa alla frequentata via Claudia si aggiudicava quindi la vittoria, ragazzi, una decina dei quali qualificatisi sullo spigolo N.E. della cima principale. la sua prima di questa stagione in durante l’Open del giorno precedente. Sviluppo complessivo m 400 circa. Coppa Italia, davanti a Elena, terza la La semifinale maschile dava già chiare Difficoltà di III, IV, V, tratti di V+. Per una primierotta Roberta Longo (Olympic indicazioni, con Luca Zardini “Canon” ripetizione in cordata sono sufficienti Rock TS). unico a raggiungere il top della via, una dozzina di chiodi vari, una serie di davanti a Manuel Coretti (Olympic nut o friend, alcuni cordini e fettucce COPPA ITALIA Rock TS), mentre in campo femminile per sfruttare le clessidre. FASI Boulder erano tre le concorrenti a completare a Brescia. La finale della serie l’itinerario. In finale oltre a Luca anche 2008 aveva luogo nel Rock Palace, Manuel raggiungeva la catena ma Il Campanile Est e la Cima Alta di organizzata dall’associazione grazie al risultato precedente la vittoria Riobianco con il tracciato della omonima. Al tracciatore milanese della tappa (e del circuito) andava via “Un Pensiero per Ignazio”. Enrico Baistrocchi si aggiungeva Flavio all’imbattibile cortinese dei Caprioli 20

LR_2_2009.indd 20 9-03-2009 13:04:59 di San Vito di Cadore; terzo Nicola De Mattia (X-Fighter Molvena). Tra le ragazze si piazzavano ex-equo al secondo posto Anna Gislimberti e Manuela Valsecchi, e s’imponeva per la sua prima vittoria in Coppa Italia, con una grande prestazione, Sara Avoscan, diciannovenne di Cencenighe Agordino. Sara si era già messa in luce in campo agonistico vincendo il campionato regionale veneto nel 2007 e 2008 e con un terzo posto al Campionato Italiano Lead nel 2007, ma le sue Qui accanto: Elena Chiappa, prestazioni più rilevanti sono in falesia, vince la Coppa Italia con un livello di 7c+ flash, 7c a vista e Boulder 2008. due vie di 8b lavorate. Sul podio della Coppa Italia 2008 salivano quindi Luca Sotto: Nicola Pesavento, Zardini, seguito da Nicola De Mattia terzo a Brescia, vince un e Rudi Moroder (AVS Merano) e Anna Gislimberti (X-Fighter Molvena), davanti Korto Circuito. a Manuela Valsecchi (Team Gamma Lecco) e Sara Avoscan (Climband era stata ben programmata dall’inizio, sottotono, tormentata da insistenti stupiva vedere in testa Jenny Lavarda, Belluno), su un totale di 71 partecipanti, con una semifinale ridotta a pura tendiniti, che le avevano impedito di che superava di misura, per i tentativi 46 maschi e 25 femmine. formalità nella mattinata, vie molto esprimere le sue potenzialità in campo sui 4 blocchi, Anna Gislimberti, mentre Silea ospitava anche la terza ed ultima abbordabili per entrambe le categorie e internazionale. Terza Anna Gislimberti. similmente tra i ragazzi Lucas Preti si tappa della Coppa Italia Speed: con ben diciassette catene, cosicché tutti i In tarda serata si svolgeva la prova di portava in vantaggio su Caminati. Per il loro successo qui Sara Morandi e finalisti potevano ripartire parimerito per Velocità, e qui Jenny non riusciva a la finale si utilizzava però la formula di Lucas Preti si portavano a casa anche una serata veramente appassionante. difendere un titolo che era stato suo Coppa del Mondo, con i finalisti che il trofeo 2007 di specialità e quello per In effetti, in campo maschile non sette volte e doveva accontentarsi uno dopo l’altro si cimentavano sullo la Combinata. La società Olympic Rock c’erano da aspettarsi grandi sorprese: della terza posizione. Sul gradino più stesso blocco, rendendo molto più di Trieste si piazzava al primo posto nel dopo una stagione da dominatore in alto del podio saliva la quindicenne facile la comprensione delle classifiche risultato a squadre per Lead e Boulder, campo nazionale solo uno scivolone trentina Anna Gislimberti, seconda provvisorie per il numerosissimo mentre per la velocità si affermava Arco improvviso avrebbe potuto impedire la sedicenne Jessica Morandi (Arco pubblico che affollava la sala. Su dei Climbing di Arco. a Luca Zardini di superare ancora la Climbing). Tra i ragazzi Lucas Preti si blocchi maschili quasi impossibili il concorrenza, e infatti il “Canon” era confermava imbattibile nella specialità duello Preti-Caminati si concludeva per CAMPIONATO l’unico a raggiungere il top della finale, che gli ha dato grosse soddisfazioni un soffio a favore di quest’ultimo: cinque ITALIANO LEAD conquistando il suo quarto titolo italiano. anche a livello mondiale, e si assicurava blocchi superati in totale per entrambi, a Valdagno. La ridente cittadina del Si lasciava indietro così gli atleti della per la quarta volta consecutiva il titolo con sette e rispettivamente sei tentativi. vicentino ospitava per il secondo generazione seguente, il costante Nicola italiano, davanti al quindicenne Stefano Michele Caminati, autore di straordinarie anno consecutivo il Campionato De Mattia e il bolzanino Jacopo Larcher. Ghisolfi (già quarto nella Difficoltà) e al prestazioni sui boulder naturali in giro italiano, giunto alla 24a edizione, con Tra le ragazze, la favorita Jenny Lavarda quattordicenne veneziano Alessandro per il mondo, conquistava così il titolo l’organizzazione diretta da Moreno giocava in casa, ma veniva tallonata da Boulos. di Campione Italiano 2008, davanti a Lavarda, padre di Jenny. Sulla bella Manuela Valsecchi, che la costringeva Lucas Preti, certamente un po’ deluso. struttura fissa all’interno del Palazzetto ad un confronto in superfinale. Jenny, CAMPIONATO Lucas si poteva almeno consolare con dello Sport le vie omogenee ed intense del Gruppo Sportivo della Forestale, ITALIANO BOULDER il titolo della Combinata dei Campionati del tracciatore sloveno Aljosa Grom manteneva i nervi saldi e conquistava a Trieste. Il 9° Campionato si teneva Italiani. Gabriele Moroni, campione soddisfacevano le 12 ragazze e 26 il suo decimo titolo nazionale, una a fine autunno, organizzato con italiano uscente e considerato favorito a ragazzi partecipanti. La manifestazione grande soddisfazione dopo una stagione grandissimo impegno dall’associazione Trieste, partiva male nelle qualificazioni Olympic Rock guidata da Eric Milcovich. e doveva accontentarsi del terzo gradino Il programma, gli orari, perfino gli ordini del podio. Anche in campo femminile di partenza erano stati studiati a puntino, un sorprendente rovesciamento della tenendo in considerazioni le emittenti classifica, con Jenny Lavarda che si televisive per ottenere il maggior impatto fermava sul gradino più basso del podio, mediatico e la presenza delle scuole per superata da una grintosissima Roberta raggiungere un pubblico di potenziali Longo, seconda (come nel 2007), e da praticanti. Era stato curato anche un Anna Gislimberti prima. Il titolo 2008 allestimento perfetto della palestra, veniva assegnato così alla straordinaria con un megaschermo che permetteva quindicenne trentina, una vera outsider la visione delle parti nascoste dei per quanto riguarda il Bouldering, blocchi e un ottimo speaker. I blocchi visto che nei due anni passati aveva tracciati da Enrico Baistrocchi e Andrea preso parte solo a due competizioni Varnerin richiedevano il massimo da una regionali. E come affermazione definitiva concorrenza d’altissimo livello, giunta nel panorama agonistico nazionale alla fine di una lunga e pesante stagione Anna faceva suo anche il titolo della agonistica, 13 ragazze e 26 ragazzi, Combinata dei Campionati Italiani. con qualche rara defezione (come A Trieste la riuscita manifestazione quella di Elena Chiappa, dominatrice veniva ancora arricchita dall’AZETA della Coppa Italia) dovuta al maltempo. Contest, uno spettacolo di megalanci Durante le qualificazioni femminili non sponsorizzato dall’AZETA Iniziative. n 21

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La tutela del lata patrimonio storico ve ascensioni loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica della Grande Guerra erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Meteorologia Natura Nu o P Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Ambiente Anniversari Letteratura Materiali & tecniche Riflessioni Scienze Storia minuscola Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture

contributi di Un’ultima battaglia da combattere Laura Dal Prà e Marco Gramola

campali e alle fortificazioni. Parchi nazionali, dell’Asso- sionante in questi ultimi Per condurre le operazioni ciazione Guide Alpine, della anni proprio dal fenomeno la struttura si avvale collaborazione scientifica dello scioglimento dei dell’apporto specialistico di istituzioni museali come ghiacciai, che ha consentito Il recupero dei di molte realtà operanti nel il Museo della Guerra di il rinvenimento di testimo- reperti bellici territorio, ed in primis dell’at- Rovereto e il Museo della nianze altrimenti non più nel Trentino. tività del Servizio Bacini Guerra Bianca di Temù. reperibili su campi di Il ruolo della Montani della Provincia I problemi che ostacolano battaglia a quota inferiore, da Soprintendenza. autonoma di Trento, del un’azione tempestiva ed tempo largamente setacciati. di Laura Dal Prà Nucleo Elicotteri dei Vigili efficace da parte di un ente L’attuale normativa, la Dirigente della Soprintendenza del Fuoco, della parteci- pubblico per la salvaguardia recente legge 78/2001, ha per i Beni Storico-artistici della pazione attiva e motivata dei del patrimonio comune l’indubbio merito di aver Provincia autonoma di Trento membri dei comitati storici della Grande Guerra sono affrontato la questione Sono ormai dieci anni della SAT, del supporto del molteplici e tra questi della tutela del patrimonio che il settore di tutela per Commissariato del Governo e quello più arduo da arginare storico della Prima Guerra il patrimonio storico e degli artificieri dell’Esercito, è costituito dal dilagante Mondiale, ma poco risolve artistico della Provincia delle forze dell’ordine, fenomeno dei recuperanti, nel caso dei recuperanti né autonoma di Trento si è delle guardie forestali e dei attivati in maniera impres- fornisce strumenti adeguati proposto di affrontare con sistematicità le proble- Aereo Nieuport-Macchi NT 10 di proprietà del Museo Storico della Guerra di Rovereto. matiche di conservazione delle testimonianze della Prima Guerra Mondiale non musealizzate e di rispondere con efficacia all’emergenza costituita dall’affioramento di reperti bellici importanti nelle zone dei ghiacciai trentini duramente colpiti dall‘aumento della temperatura globale. Con un’azione che non ha confronti tra le istituzioni pubbliche statali e locali la Soprintendenza per i Beni storico-artistici ha avviato una vasta campagna di monitoraggio ed intervento su reperti mobili della Grande Guerra nel territorio, in parallelo con gli interventi del settore di tutela monumentale che si occupa delle proble- matiche relative alle opere 22

LR_2_2009.indd 22 9-03-2009 13:05:08 e chiari a quanti chiama in né approfondiscono causa per un controllo del metodologie di ricerca e di territorio. Si sarebbero dovuti inventariazione, né ricercano approfondire i principi di una assistenza scientifica. tutela “leggera”, commisurata A parte queste problematiche alla serialità di molti reperti e generali, la Soprintendenza della stessa dotazione bellica ha avviato innanzitutto dei soldati; e, viceversa più un intervento sempre più rigida in presenza di testimo- incisivo nelle operazioni nianze uniche, la necessità di recupero di reperti in di un centro di raccolta di affioramento nelle zone informazioni e documen- glaciali per poi approfondire tazione di quanto è stato progressivamente una serie reperito nel territorio, della di tematiche conservative sua localizzazione, della sua connesse a tale attività. Interno della caverna del Cavento: il ghiaccio imprigiona destinazione. Un primissimo banco di ancora i reperti della zona dormitorio. Ne consegue che non poche prova è consistito nelle persone si muovono per operazioni sul Carè Alto, mere ragioni di mercato, relative alla teleferica e al dalle officine meccaniche di conservazione delle parti incuranti della memoria del fitto baraccamento militare Pilsen – in Boemia, l’odierna meccaniche interne, nonché ritrovamento dei singoli posto a presidio della cima repubblica ceca – nel 1917. il recupero di tutti i materiali reperti, a quel punto dichia- sul versante nord, culminato Prelevato dal ghiaccio costituenti la piazzola di rabile dispersa in maniera con lo smontaggio accurato nell’estate del 2003 a 3.171 tiro. Tale circostanza lo ha irreversibile; che vengano di tutte le componenti metri di quota sulle pendici di fatto preservato dagli addirittura organizzate strutturali e di arredo di una orientali di Punta Botteri adattamenti successivi che campagne clandestine di baracca in legno della cima in VaI Nardis nel Gruppo hanno invece interessato gli recupero a tappeto senza in imminente pericolo di Adamello- grazie analoghi cannoni riutilizzati riguardo delle più elementari crollo, attualmente ricoverata ad un’operazione ardita con dall’Esercito italiano e regole di asportazione delle in deposito nell’attesa di l’ausilio di un elicottero di schierati sui fronti della testimonianze emerse dal definire la sua collocazione grandi dimensioni, esso si Seconda Guerra Mondiale. ghiaccio; che si moltiplichino definitiva. presentava in un’eccezionale Attualmente il restauro i casi di vendita via Internet Più noto è senz’altro il situazione di “ibernazione” del pezzo, agevolato dalla di oggetti vari; che si complesso recupero del che ha addirittura consentito sponsorizzazione dell’As- sollevino anche artatamente cannone d’assedio SKODA il mantenimento del cuoio sociazione Industriali e malumori nei confronti 10.4 modello 1915 costruito dei volantini e l’ottimale dell’Associazione Artigiani dell’azione degli operatori nelle diverse località; che Baraccamento militare posto a presidio della cima sul versante nord del Carè Alto, oggetto di interventi di recupero. gli strumenti operativi siano così poco efficaci che non sarà possibile per chiedere conto alle amministrazioni pubbliche del degrado, del depauperamento e della dispersione, o solo semplicemente della non-conoscenza, di una fetta della nostra storia, allorché ci si renderà conto che ormai non vi è più nulla da fare. Nella vera e propria gara contro il tempo sono sempre più registrabili la buona volontà e il senso civico di molti appassionati del settore, che sopperiscono alle debolezze della normativa appena richiamate ma spesso non riconoscono riferimenti istituzionali, né promuovono un minimo di coordinamento, 23

LR_2_2009.indd 23 9-03-2009 13:05:18 e piccole imprese della meccanica all’epoca molto Accanto a questa eccezionale Prima Guerra Mondiale, Provincia di Trento, è più avanzata di quella operazione di recupero, che caratterizzati da problema- seguito da un’équipe di italiana, come ad esempio ha indotto tutti a riflettere tiche diverse rispetto a quelle lavoro coordinata dalla dimostra il sofisticato anche dialetticamente su normalmente affrontate Soprintendenza e composta sistema idraulico misto di temi mai prima affrontati dalle strutture di tutela del dai responsabili del Museo ammortizzamento del rinculo, in Trentino, l’azione della patrimonio storico-artistico. della Guerra di Rovereto, che permetteva il riarmo in Soprintendenza condotta Un esempio di questa attività del Centro Mantenimento tempi rapidi del pezzo, a su scala sempre più ampia di indirizzo e controllo è stata Pesante Nord di Piacenza, differenza dei coevi cannoni ha segnato altre tappe l’impostazione in termini da restauratori, da tecnici del italiani che dopo aver significative. Va citato a conservativi del restauro Museo della Guerra Bianca sparato andavano riportati puro titolo di esempio il dell’aereo Nieuport-Macchi Adamellina di Temù, nonché manualmente in posizione recupero di un libretto/ NT 10 di proprietà del dai responsabili del Centro di tiro con dispendio di agenda presso il ghiacciaio Museo Storico della Guerra di Formazione Professionale tempo e di energia. Una volta dei Pozzoni in parte annotato di Rovereto, un cimelio Veronesi di Rovereto, che concluso il lungo intervento, da un soldato austriaco, importante per l’assoluta hanno l’incarico di eseguire che ha contemplato lo comprendente anche un rarità di parte della livrea l’intervento come progetto smontaggio completo curioso testo dedicato ai mimetica di ali e fusoliera, pilota all’ interno del percorso delle parti meccaniche del pidocchi, quello di alcuni che ha portato al complesso didattico degli allievi. pezzo, il cannone e tutti i fogli di giornale stampato a ma positivo mantenimento L’intervento è destinato a materiali della piazzola di Budapest qualche settimana di parti che, secondo la divenire un‘esperienza di servizio verranno collocati prima della fine della guerra, frequente prassi invalsa in punta per mettere a fuoco in un’apposita sede museale che, oltre ad emozionare, questo settore, sarebbero state metodologie, tecniche e creata nel territorio comunale documenta la nazionalità semplicemente sostituite con modalità idonee a lavorare su di provenienza, evitando in delle truppe impiegate dai rifacimenti ad imitazione. manufatti finora non oggetto tal modo sia il temuto allonta- comandi austroungarici sulle Altrettanto in corso è di particolare approfon- namento del manufatto dal vette trentine. Recentissima l’attività di manutenzione dimento da parte degli suo luogo di rinvenimento, è la riapertura della e/o restauro delle decine istituti preposti ai protocolli sia una ricollocazione in "Caverna"ricavata dai militari di reperti immagazzinati di salvaguardia dei beni alta quota che porterebbe in austriaci all’interno dei presso il deposito della culturali. Lo SKODA 10.4 pochissimo tempo al degrado graniti della vetta del Corno Soprintendenza, oggetto di è una macchina complessa irreversibile del manufatto sia di Cavento, ad oltre 3.300 accurate pulizie secondo ed ingegnosa, frutto della per fattori climatici che per metri di quota. Cessate le criteri valutati caso per caso tecnologia di un’industria fattori umani. ostilità nel luglio del 1918, dai restauratori della struttura. la cavità venne rapidamente invasa e resa inaccessibile Il lavoro rimasto da fare è Il cannone SKODA 10.4 modello 1915. dal ghiaccio, imprigionando ancora molto e l’urgenza è e conservando così per pressante. Non sono mancate decenni decine di oggetti di segnalazioni di recuperi vita quotidiana. Il luogo è abusivi, denunce da parte stato parzialmente sgombrato delle guardie forestali, e con l’asportazione di circa l’attività informativa nei 80 metri cubi di ghiaccio, rifugi contro l’asportazione di prelevando le testimonianze materiali esplosivi di grande recuperate con metodologia pericolosità. La speranza di scavo archeologico e è che l’accrescersi della rendendo nuovamente sensibilità verso la conser- impraticabile l’imbocco vazione di una memoria della caverna fino alla messa collettiva possa tramutarsi a punto di un progetto di nel desiderio di condivisione valorizzazione del sito. e partecipazione verso uno L’esperienza maturata dai sforzo dell’ente pubblico gruppi di lavoro coinvolti che non è leggero ma senza nelle varie operazioni in alta dubbio viene ripagato con la quota e dai tecnici attivati messa in sicurezza di tante nelle successive fasi di testimonianze altrimenti intervento conservativo ha perdute. n portato ad un progressivo Le foto gentilmente fornite dalla dott.ssa affinamento metodologico Dal Prà sono di proprietà dell'Archivio anche sul versante della guida fotografico della Soprintendenza per i nei restauri di manufatti della Beni Storico-artistici della PAT. 24

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L'operato del distinte squadre sono state il Comitato Storico braccio operativo e logistico Trentino SAT nelle operazioni svolte in questi ultimi due anni. Gli Marco Gramola Vice operatori di questo Servizio presidente C.S.SAT sono stati preventivamente Il Comitato Storico Trentino preparati con dei corsi infor- SAT (C.S.SAT) nasce mativi alla cui realizzazione nel 2006 all’interno della ha contribuito per le proprie Commissione Scientifica conoscenze anche il C.S.SAT. della SAT; scopi del C.S.SAT sono la salvaguardia, il Restauro Baracca recupero e la catalogazione Austroungarica di delle presenze storiche arche- Cima Carè Alto ologiche, e non, presenti sul Nell’estate 2007 sono iniziati territorio Trentino e la divul- i lavori di restauro della gazione delle conoscenze baracca posta alla testata del acquisite. A tale scopo canalone est di cima Carè collabora con gli organi Alto a 3430 m. provinciali competenti in La baracca, unica superstite campo storico culturale, in di un agglomerato in origine particolare con le tre sovrin- più numeroso, risultava tendenze provinciali. lesionata soprattutto nelle strutture della copertura e nei CIMA CARé ALTO sostegni di base che risul- Operazioni in quota tavano collassati a valle: al Le mutate condizioni suo interno ancora presenti climatiche degli ultimi anni 2 brande con il giaciglio in hanno portato ad un forte paglia. scioglimento dei ghiacciai Il progetto di recupero, trentini con il conseguente redatto dal Geom. Lorenzo affioramento di manufatti e Venturini (SAT) in accordo reperti riferibili alla Prima con l’arch. Michela Favaro Guerra Mondiale. La SAT della Sov. per i Beni si è posta il problema del a Architettonici della PAT ha recupero e della salvaguardia

visto impegnati volontari del C o n z e p t della memoria sulla Grande C.S.SAT della locale sezione Guerra in seguito anche a Sat Carè Alto (Gruppo delle discutibili operazioni storico Felix Hecht) e amici di “pulizia” e recupero del Soccorso alpino e della promosse dalla nostra Guardia di Finanza. provincia nel Gruppo Carè Il progetto prevede anche il Alto-Adamello negli anni recupero dell’area circostante Si      scorsi. la baracca, in particolare il   Su nostro impulso e in sentiero di arroccamento       base anche a delle nostre che conduce alla cima e  precise segnalazioni le alla postazione in cemento Soprintendenze ai Beni per mitragliatrice posta sul Storico Artistici e Beni versante occidentale dell’an- 

Architettonici hanno ticima Sud di Cima Carè Per maggiori informazioni: tel. 0471 999 308,   confluito le risorse in questi Alto. e-mail: [email protected] oppure inviate per posta ultimi 2 anni nella realizza- Determinante per la realiz- o via fax questo coupon a: Südtiroler Bauernbund, zione di diversi progetti atti zazione di questo progetto via Macello 4D, 39100 Bolzano, fax 0471 981171. alla salvaguardia in loco di di valorizzazione e restauro importanti e uniche testimo- l’apporto del Nucleo Nome  nianze. Determinante è stato Elicotteri della PAT e delle

il coinvolgimento dei Bacini attrezzature e materiali Indirizzo  Montani della PAT, unici per fornite dai Bacini Montani competenza ad operare in della PAT a cui vanno i nostri   area glaciale, che con due più sentiti ringraziamenti.  25 www.gallorosso.it

LR_2_2009.indd 25 11-03-2009 19:45:55 Galleria del Corno di Cavento

Benché il Cavento non offrisse vantaggi tattici, né agli italiani, né agli di difensori rimangono intrappolati nella galleria di vetta e si arrendono austriaci, esso fu un obbiettivo ripetutamente conteso e palleggiato agli alpini. Molti altri cadono sulla posizione e con loro il comandante tra gli avversari quale simbolo ideale di prestigio anche sportivo nella Hecht. I superstiti si ritirano nelle gallerie nel ghiaccio della vedretta di guerra bianca sull’Adamello. Lares e verso le vicine postazioni sul M. Folletto. Dopo la conquista il Corno di Cavento venne presidiato dalla 3ª Dal 12 aprile 1916 e per 40 giorni successivi si svolse la cruenta compagnia Volontari alpini comandata dal Cap. Luigi Bresciani e offensiva italiana contro le difese austriache poste sul crinale di confine rinforzata da metà della 241ª comp. del battaglione Val Baltea. In nel Gruppo dell’Adamello. Occupata la cima Lobbia Alta, l’attacco breve tempo la cima del Corno venne trasformata in una roccaforte proseguì il 29 aprile lungo il crinale della testata di Val di Fumo (Dosson con la costruzione di sentieri attrezzati, una teleferica e più di una di Genova e Cresta Croce) e contro i passi di Fargorida e Topete con decina di baracche dislocate sul versante ovest della montagna in l’intento di scendere in Val Rendena dalla via più breve, posta a metà quanto le ex difese austriache non potevano essere utilizzate perchè della Val di Genova. Intanto gli alpini sciatori conquistavano il Crozzon completamente esposte al fuoco nemico. di Lares e Passo di Cavento mentre si infrangevano nel sangue, i Anche la caverna in roccia dovette, per forza maggiore essere adattata vari attacchi contro la linea dei Passi che verranno successivamente alle nuove esigenze del fronte con la costruzione di un alto muro abbandonati dai difensori A.U. dopo la presa italiana del Crozzon e composto da sacchi di ghiaia davanti alle ex entrate A.U. Passo del Diavolo. Dopo un anno esatto dalla conquista italiana il 15 giugno del 1918 gli Gli austriaci il 1° maggio 1916 occupano stabilmente il Corno di austriaci rioccupano il Corno di Cavento attaccando dalla Vedretta di Cavento 3430 m s.l.m. che divenne il caposaldo avanzato di tutto lo Lares dopo lo scavo di una galleria nel ghiaccio che arrivava fin sotto schieramento difensivo sulla Vedretta del Lares (170 Landsturm cap. le prime linee italiane; anche in questa occasione nella galleria di vetta Feichtner - 161 Landsturm cap. Fahrner). Dall’11 febbraio del 1917 il vengono fatti dei prigionieri, ma questa volta italiani. ten. Felix Hech von Heleda assume il comando del Corno di Cavento Il comandante del Corno di Cavento, Fabrizio Battanta riesce con la 1ª compagnia Esploratori dei Tiroler Keiserjager precedentemente miracolosamente a fuggire verso il Passo di Cavento. presidiato una compagnia di un Battaglione Landsturm (170-161). Dal La riconquista e occupazione austriaca dura circa un mese, (19 luglio 21 febbraio del 1917 con i primi colpi di mina ha inizio lo scavo di 1918) il presidio viene annientato dopo un poderoso attacco italiano una galleria in roccia poco sotto la vetta, ad opera di una compagnia portato su tutti i versanti della montagna. Nella galleria di vetta muore Zappatori comandata da marzo a fine maggio 1917, dal cap. Navratil. il comandante della guarnigione austriaca Oberrauch orrendamente I lavori di scavo della galleria si protrarranno per circa 3 mesi causando ferito dalle esplosioni. numerosi feriti causati da incidenti da mina. Oltre che da sicuro riparo Da quel momento il Corno di Cavento rimase dominio Italiano sino alla in caso di bombardamento la galleria divenne in seguito trasformata fine del conflitto e per alcuni giorni anche dopo la firma dell’armistizio in fortino con feritoie per mitragliatrici rivolte verso il Passo di Cavento fu presidiato dagli alpini della 311ª compagnia. occupato dalle truppe italiane. (Nota 1) Il 15 giugno del 1917 dopo un violentissimo bombardamento circa 1200 alpini sferrano l’attacco contro il presidio austriaco (circa 200 (Nota 1) Il giorno antecedente l’attacco italiano al Corno di Cavento, alla caverna della vetta viene praticata dagli uomini) del Corno di Cavento con direzioni di attacco dalla Vedretta di occupanti austriaci, una via d’uscita sul versante ovest. (rel. Emilio Battisti 241ª comp. del batt. Val Lares, dalla Cresta Nord e dall’inviolato versante ovest. Una quindicina Baltea)

Vedretta di Lares - consentire una lettura il più e contenevano, oltre al al Dott. Volker Jeschkeit e al Libretto Pozzoni possibile completa. Il tutto calendario, una parte con Dott. W. Rosner direttore del Il particolare reperto è stato è stato poi scannerizzato per circa 40 pagine con note archivio storico St. Polten recuperato da M. Motter poter essere letto e studiato di cultura generale con Austria per la trascrizione (C.S.SAT) sulla Vedretta di senza alterare l’originale. capitoli dedicati alla storia- del testo in tedesco e al Dott. Lares (Gruppo del Carè Alto) Trattasi del Kriegs-Taschen- geografia-organizzazione Stefano Fontana dell’Ar- in loc. Pozzoni Q. 2900 m Kalender appartenuto ad un dell’esercito-balistica e da chivio storico del Museo s.l.m., nel corso dei sopral- soldato austriaco di nome altrettante pagine bianche della Guerra di Rovereto per luoghi con i tecnici della Gerold Boll appartenente per le annotazioni personali la traduzione in italiano qui Sovr. ai Beni Storici e dei alla k.u.k. Hochgebirge. del soldato. Gerold Boll in riportata. Bacini Montani impegnati in Kompanie 20 (II Zug) quel 1917 riuscì a scrivere Il testo è scritto con un quota nella Bonifica ghiacciai distaccato nelle difese della poche pagine ma perfet- linguaggio poetico e 2007. Vedretta di Lares nell’anno tamente leggibili con il romanzato con alcune Il reperto è stato immedia- 1917. corrente tedesco che solo imprecisioni ma con tamente consegnato allo Questi libretti erano in pochi riescono a interpretare piccole notizie utili per la scrivente che ha provveduto dotazione a tutti i militari correttamente; a tal proposito ricostruzione delle vicende al suo restauro per poterne austro ung. combattenti un particolare ringraziamento belliche del soldato. 26

LR_2_2009.indd 26 9-03-2009 13:05:27 Qui a sinistra: Baraccamento alla testata del canalone Est di Cima Carè Alto 1917, nel cerchio la baracca oggetto di restauro.

Nelle altre tre foto, in senso orario: la stessa baracca prima, durante e dopo i lavori tra 2007 e 2008.

Gerold Boll del 2° battaglione cacciatori, i.e r. compagnia d’alta montagna nr. 20 sul campo di battaglia. 2° plotone In [?] la battaglia è finalmente, Posta da campo 522 già finita, torniamo così felicemente a casa, Heinrich W… perchè i nostri cari aspettano già i. e. r 2° reggimento il 2° battaglione cacciatori Qui sotto: Il libretto Pozzoni prima e durante le operazioni di recupero. Kaiserschützen di ritorno dal campo di battaglia. Stato Maggiore I battaglione Posta da campo 39 Nelle pagine successive III reggimento T[iroler] [Kaiser]j[äger] invece è scritta una poesia dal Cannone di fanteria titolo “Caccia ai Pidocchi”, Plotone che consente di immergersi Posta da campo No 895 nelle atroci condizioni in cui si operava nelle trincee Anton Boll del fronte dove oltre al III. Reggimento pericolo degli attacchi nemici T[iroler] [Kaiser]j[äger] si doveva lottare contro il Plotone cannone di fanteria freddo, la fame, le malattie e Posta da campo No 403 i parassiti che convivevano con i militari. A questi ultimi Dalla fortezza di Przemisl Gerold Bool dedica i suoi eravamo così vicini al nemico, versi. col nostro preciso tiro di fucile abbiamo dato molto fastidio al nemico, La caccia sul campo di battaglia. ai pidocchi! I Il nostro capitano Eichenfeld Sono qui nella più buia profondità della che era veramente un eroe valoroso, notte, solo nella caccia ai pidocchi, poi estrasse la sua sciabola, penso se una drogheria, e qui già lo colpì la terribile morte, non abbia qualcosa per questi anima- sul campo. letti. Non si sogna che io sono qui davanti alla sua salma, II mi vede, forse Esistono diverse razze mi colpisce del tutto a sorpresa di pidocchi, ad esempio una pallottola […] rossi, neri, bianchi. […] attraverso il giovane petto, Chi ha bisogno di un esemplare, sul campo di battaglia. L’addio opportunamente si rivolge a me. ci colpisce così duramente, sono troppi quelli di noi III che non ci sono più. Quando io dovevo star lontano La maggior parte dei nostri fratelli dalla bandiera, non sapevo niente dormono già, sul campo di battaglia, di queste bestie, fin quando per molte

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LR_2_2009.indd 27 9-03-2009 13:05:49 Fasi del recupero del cannone 15 cm SKODA nello Scivolo di Niscli (Carè Alto). notti sono stato tenuto sveglio da Skoda da 10 e da 15 cm, di saccheggio e vanda- ghiaccio dopo i lavori dello queste bestie. particolare che ha facilitato lismo. A luglio 2007 con scorso anno era notevolmente notevolmente le operazioni. un sopralluogo del C.S.SAT diminuito e per questo l’uso IIII La postazione di artiglieria assieme al tecnico della dei demolitori era sconsi- Mi mordono sul petto e sulle gambe di Niscli era armata all’inizio Soprintendenza e ai respon- gliato. Si è iniziato lo scavo al punto che ho dimenticato del conflitto con due cannoni sabili dei Bacini Montani in prossimità dell’uscita ovest di addormentarmi. da 7.5 cm e in seguito poten- si approntava un progetto (latrina, settore 1) in modo Mi sono fedeli, mi sono ziata con cannoni da 10 e 15 di intervento. Si è deciso da permettere la fuoriuscita cari, succhiano il mio sangue valoroso. cm – in totale 5 pezzi con pertanto di iniziare lo scavo dell’acqua di scioglimento in direzione di tiro verso la nel ghiaccio, praticando un quanto questo punto si trova Recupero cannoni Vedretta di Lares-Cavento, corridoio di accesso in grado ad essere quello con il livello al Scivolo di Niscli, che vennero abbandonati da permettere il passaggio in più basso. Dopo pochi giorni q. 2900 m s.l.m. integri dai soldati austriaci piedi e aprire le altre uscite dall’azione dei convogliatori Durante l’operazione in ritirata e fatti esplodere all’esterno in maniera da far si è liberata in parte anche "Ghiacciai 2007" alcuni e precipitare nel canalone defluire l’acqua di disgelo e la galleria che prosegue in esponenti del C.S.SAT segna- sottostante da recuperanti di il materiale di scavo. Il corri- direzione est portando alla lavano alla Sovrintendenza materiale bellico nell’imme- doio permetteva inoltre di luce una branda che si è Storico artistica (dott. ssa diato dopoguerra. localizzare le varie strutture rilevata in seguito particolar- Dal Prà - geom. Chini) la Solo una delle bocche da lignee con la scoperta, nella mente ricca di reperti; tra i presenza di alcuni elementi di fuoco nelle operazioni di parte interna più ampia, di più significativi un cappello cannone dispersi sul perma- assemblaggio ha potuto una grande stufa in lamiera alpino, il sacco con i panni frost dello Scivolo di Niscli. rientrare nella sua forma con la sua riserva di legna, sporchi appartenuto con tutta Nel corso dei sopralluoghi originale seppur priva unica fonte di riscaldamento probabilità al cap. Alfredo con i Tecnici provinciali e di molti elementi, l’altra dell’intera postazione. Sui Patroni e diverso materiale con una squadra dei Bacini completamente frammentata travi emergenti delle brande, d’equipaggiamento austriaco Montani si provvedeva al è stata tuttavia posizionata lo numerose bombe a mano e italiano. Ad ogni prelievo, recupero dei vari frammenti stesso in postazione. Italiane (Sipe) trasformate in ogni reperto veniva siglato e al loro trasporto sulle lumini ad olio garantivano e inserito in un apposito sovrastanti piazzole dove Operazione l’illuminazione della galleria. quaderno di inventario con durante il conflitto erano "Ghiacciai 2007" A chiusura del cantiere tutte indicato il settore con la stati piazzati dagli artiglieri Dopo la fine del Conflitto le gallerie di accesso sono struttura di provenienza e Austroungarici. I frammenti sicuramente la galleria fu state tamponate per evitare l’esatta giacitura documentata appartenevano a 2 obici visitata da recuperanti di l’accumulo interno della neve fotograficamente. Sul fondo Skoda da 15 cm. materiale bellico ma in durante il successivo inverno. del pavimento, conservati Nell’operazione di questa seguito e in breve tempo si come in freezer, sono stati estate (Operazione "Ghiacciai riempì di ghiaccio e neve che Operazione rinvenuti anche resti alimen- 2008") si è provveduto al la sigillarono per molti anni. "Ghiacciai 2008" tari composti da carni, ossa montaggio dei due cannoni. L’esistenza della galleria A fine luglio 2008 sono e vegetali, quali cipolle e Il cantiere approntato dagli era nota nel mondo storico ripresi i lavori di scavo della limoni. uomini dei Bacini Montani alpinistico ma solo dopo il galleria e con il rilievo di Il corridoio di accesso ha consentito lo svolgimento 2003, anno da ricordarsi per massima eseguito dal geom. creato lo scorso anno è di tutte le operazioni con una la torrida estate e negli anni Torrisi dei Bacini Montani stato ulteriormente allar- metodologia particolarmente successivi, lo spessore del si è suddivisa la caverna in gato il che ha permesso di adeguata. Gli ottimi rapporti ghiaccio diminuì permettendo 4 settori in maniera da poter, rendere visibili a dx e sx, i del nostro comitato con il passaggio strisciando all’in- come per uno scavo arche- vari complessi con brande l’archivio storico Militare di terno. Nel 2005 il C.S.SAT ologico, meglio collocare i a castello e la parte centrale Vienna, attraverso il nostro segnalava agli organi compe- reperti che venivano recupe- della caverna (Settore 2) consulente Volker Jeschkeit, tenti (Sop. Beni Storico rati all’interno della grotta. occupata dalla grande stufa ha permesso di acquisire i Artistici) l’ubicazione del sito Quest’anno sono stati portati con la riserva di legna che manuali originali per l’uso per la rara eccezionalità del in quota 3 convogliatori di è stata completamente e lo smontaggio degli obici contesto e per l’alto rischio aria calda poiché il livello del liberata dal ghiaccio. Dalla 28 stufa la conferma che non (Settore 3) e si è provveduto piccolo locale era cosparso il suo personale che ha eravamo i primi a violare allo smontaggio del piano di materiale cartaceo e tra lavorato in perfetto accordo i segreti della caverna del superiore di una grande questi giornali, dispacci e con gli operatori dei Bacini Cavento, mancano infatti, branda che risultava collas- fonogrammi di nazionalità Montani e al tecnico della i tubi di scarico all’esterno sato e spezzato in più punti. italiana firmati da perso- Soprintendenza. Tutti i dei fumi, prelevati sicura- L’operazione con una attenta naggi che hanno contribuito materiali sono confluiti nei mente da qualche recuperante documentazione fotogra- alla storia militare di questa magazzini provinciali e sono nell’immediato dopoguerra e fica si rendeva necessaria montagna; tra questi il cap. in corso le operazioni per il riutilizzati per qualche abita- per poter ripulire il piano Bresciani-Zamboni-Patroni- loro restauro e conservazione. zione civile in fondo valle. inferiore e praticare un futuro Crotta. Intenzione del C.S. e anche Dietro la stufa addossate alla restauro della struttura. In Il Settore 4 comprende il della Soprintendenza, finite roccia due piccole brande questa fase sono emerse due tunnel di accesso e la posta- le operazioni di pulizia e forse riservate alle senti- belle lampade a petrolio, uno zione per mitragliatrice che consolidamento, è quello nelle rientranti dai servizi di Sturmmesser e alcune giberne liberata dal ghiaccio è stata di rendere accessibile la guardia. Di fronte alla stufa in cuoio A.U. anche posta in sicurezza con struttura con visite guidate una porta che immetteva in Nel Settore 3 erano presenti il rifacimento del muro che e la creazione di un museo un piccolo locale a pianta due locali chiusi che sono risultava in parte lesionato. d’alta quota all’aperto. triangolare con un tavolo a stati in seguito sgelati. Il Durante le operazione di Notevoli sono infatti gli parete e una sorta di sentale primo in prossimità dell’in- scavo nel tunnel si è verifi- altri manufatti presenti sulla in legno. Era la stazione gresso principale (versante cato un crollo che ha imposto cima del Corno di Cavento telefonica della postazione est) era il magazzino prati- una chiusura per un prossimo e tra questi i resti della e conservava ancora integra camente vuoto con attiguo intervento di consolidamento. teleferica, delle baracche e una coibentazione alle pareti l’ufficio comando della Singolare in questo settore, il altre postazioni difensive, ottenuta da sacchi in iuta. postazione. Al suo interno ritrovamento di una bussola collegate tra di loro da Tra i reperti significativo il due brandine sovrapposte e per la posta (ital.) ottenuta un’aereo sentiero recupero di indumenti e un due piccole “scrivanie” con da una cassetta per nastri di di arroccamento. n cappello ed elmetto alpini. ancora i calamai e documenti mitragliatrice A.U. È stata liberata la scaletta cartacei al loro posto come In tutte le fasi operative il Le foto fornite da Marco Gramola sono di accesso all’uscita Ovest in origine. Anche il fondo del C.S.SAT era presente con di proprietà dell'Archivio Storico SAT.

29 Articolo 1 Articolo 1 “Il Club alpino italiano (C.A.I.), fondato in Torino nell’anno 1863 per iniziativa di Quintino Sella, libera associazione nazionale, ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale.” Il ruolo del CAI dopo

C.A.A.I. Soccorso Alpino Speciale Filmfestival Trento il Congresso Nazionale

a cura di Luca Calzolari di Predazzo

tra i due lati della montagna Ho sentito Il Congresso Nazionale di Predazzo (19–20 ottobre 2008) ha dato l'avvio alla riflessione, non questa metamorfosi sulla mia pelle, e più differibile, sul riposizionamento del Sodalizio in una società in trasformazione. Dai lavori l’ho sentita sicuramente di più rispetto congressuali è emersa l'indicazione che il CAI deve oltrepassare gli aspetti ludico-ricreativi ed a come la può percepire un alpinista essere sempre più mediatore culturale tra montagna e città. dell’Aquila o di Bergamo. Oggi il nemico è un altro, non è più chi sta dall’altra Una "sentinella" aperta alla collettività, con una visione di ampio respiro, e portatrice di identità parte: il vero nemico è il “sacco” della molteplici che condividono una unità d’intenti, e che, interpretando la montagna come spazio montagna. Viviamo un momento terribile vitale, ne sia punto di riferimento autorevole. in cui c’è un assalto alla baionetta alle ultime risorse pulite del paese, che Nel futuro tracciato dal 98° Congresso, il presidente Salsa vede anche il CAI come un'associazione si trovano tutte quante in quota. Ciò con "meno regolamenti, più cultura e socialità, capace di superare l’autoreferenzialità, capace di avviene in presenza di tre fattori: primo, varcare il perimetro associativo per riposizionarsi in una società in trasformazione". lo spopolamento della montagna e quindi Attraverso i contributi di autorevoli esperti intendiamo offrire alle Socie e ai Soci elementi e la sua incapacità di essere massa critica e spunti di riflessione che riprendano e sviluppino non solo la sfera teorica, ma che si calino nella dimensione del fare, con proposte, provocazioni e suggestioni sul percorso da intraprendere. Contributi che siano spunto, pretesto, sprono e anche critica sul ruolo del CAI e sulle possibili vie da cercare, per proseguire sulla strada indicata dal Congresso Nazionale. Oggi il vero nemico è il Ad Aldo Bonomi, Enrico Camanni, Fausto De Stefani, Luigi Gaido e Paolo Rumiz, abbiamo “sacco” della montagna. chiesto di inaugurare questo spazio – chiamato non a caso "Articolo 1" – dedicato a riprendere e sviluppare quella "interrogazione coraggiosa" partita da Predazzo, come ben la Viviamo un momento terribile definisce il Presidente Generale nell'editoriale di questo numero, che in futuro prenderà via in cui c’è un assalto alla via in considerazione le diverse tematiche inerenti il nostro Sodalizio, in particolare la difesa e conoscenza delle Terre Alte, come espresso dall'Articolo 1 dello Statuto. n baionetta alle ultime risorse pulite del paese, che sono LA MONTAGNA saccheggiata: o mettere nomi italiani a montagne fuori impariamo a difenderla d’Italia, salirle, era un atto per ribadire tutte quante in quota. per difenderci l’italianità di queste terre. Oggi questo intervista a Paolo Rumiz atteggiamento e questa filosofia del CAI, che era molto viva lungo la frontiera da reagire, di pensare alla lunga e di pensare Nella lettera inviata al Sodalizio per Trieste a Tarvisio, è lentamente cambiata: in grande; secondo, il distacco tra città e il Congresso di Predazzo lei sostiene oggi la frontiera è scomparsa, la Slovenia montagna – ad esempio sulla questione che il ruolo del CAI come “sentinella è parte dell’unione europea, quindi le della TAV la Valle Susa era in totale della montagna” vada ripensato. In montagne tornano ad essere quella di conflitto con la logica di Torino, non che senso? sempre. Alla mitologia e alla retorica del c’era una mediazione, un tentativo da Io sono triestino, ho vissuto più di altri bastione invalicabile si è sostituita quella parte dei capoluoghi di metabolizzare e il CAI come sentinella della nazione su della montagna come luogo di transito. rappresentare le proteste della montagna; una linea che è stata quella della cortina Non più le Alpi come bastione ma come e, infine, il fatto che in un Paese che è per di ferro. Mettere la bandierina sulle cime luogo di passaggio e di collaborazione tre quarti montagna non vi è un ministro 30

LR_2_2009.indd 30 9-03-2009 13:06:03 montanaro – l’ultimo è stato Bersani – e lobbistica formidabile e non deve farsi Sarebbe importante dare vita ad azioni credo nemmeno dei sottosegretari: quindi impaurire da pressioni di vario genere. di massa di questo tipo, in cui decine di il bene primario, il bene più corteggiato, il Secondo me, con tutti i Soci che ha, il migliaia di persone decidono di presidiare bene dove si nascondono tutte le ricchezze CAI potrebbe agire a livello politico un luogo per dire “attenti, questo luogo è future del paese, è quello meno rappre- – sottolineo: politico non partitico – in importante: oltre non possiamo andare”. sentato, completamente dimenticato. Io difesa della montagna, perché ha tutta Ancora, è fondamentale che il CAI riesca credo che questo non sia casuale, perché la dignità necessaria per rappresentare a diventare il punto di riferimento per sono convinto che sia in atto una politica questa fetta gigantesca del paese, che è chi sul territorio vede delle cose che non di rapina che si perpetrerà nel silenzio se più della metà del territorio nazionale. Il vanno, il CAI deve essere il presidio non si fa nulla. CAI ha la possibilità unica di agire per a cui giungono i segnali d’allarme che costruire questa sintesi tra territori e enti nascono dal territorio. Tutti questi deboli Occorre costruire nuove alleanze tra locali. segnali che arrivano dal territorio, se montagna e città. Chi deve costruire l’allarme è giustificato e senza creare queste alleanze e con chi? Ovvero, Attraverso quali strumenti concreti allarme sull’allarme, vanno messi in rete quali sono gli attori e quali i contenuti dare corpo e supporto a questa azione per far capire alle persone e al territorio della nuove alleanze? di lobby? che non sono soli. Questo è il compito del Sicuramente l’alleanza non ha niente a Oggi esiste solo ciò che fa notizia, CAI. Io, nel mio piccolo, ho un dossier che fare con i partiti. è una alleanza tra purtroppo fanno sempre più notizia le di segnalazioni che vanno dalla Sicilia Enti locali, in cui i Sindaci e le Comunità all’Alto Adige, un archivio talmente montane, per quello che di esse rimane vasto e impressionante che faccio fatica dopo i sanguinosi tagli alla finanziaria, a gestire. Per farlo avrei bisogno di devono relazionarsi e fare sistema. Lo Quando si saccheggiano dedicarmici a tempo pieno e con risorse dico perché ormai la montagna è il umane ed economiche ad hoc, per poter peggior nemico di se stessa: da una parte porzioni di territorio, andare andare a vedere cosa succede, e per un discorso speculativo, dall’altra quando si toccano i beni trasformarlo in protesta e azione politica perché non ha più la capacità di opporsi in senso alto. a nulla. Ad esempio, oggi un sindaco di fondamentali della nazione, un piccolo paese di montagna, privato si deve fare da cerniera Dunque lei vede nel CAI un riferimento dell’ICI, venderebbe anche sua madre autorevole a cui si rivolgono il territorio per avere qualcuno che gli finanzi l’illu- tra le istanze di sacrosanta e la gente della montagna. Una minazione pubblica; i Sindaci sono in associazione che non deve temere di balia di ricatti: è chiaro che se arriva un protesta che si elevano fare politica e di essere lobby in senso signore da fuori con una valigia piena di dal territorio [...] il CAI deve alto del termine, capace di mobilitare soldi e dice: “ti secco il tuo fiume o le le persone, e infine un CAI con una tue sorgenti in cambio di un contributo prendere posizione a partire forte competenza comunicativa per sostanzioso”, ecco che il sindaco non dagli organi centrali. trasformare la protesta in notizia... può far altro che accettare. Ma così si E rilancio: il CAI non solo dovrebbe svende il paesaggio, si svende la nazione segnalare, fornire la notizia alla si svende il grande bene comune che è la magistratura, ma dovrebbe anche cosiddetta res publica stupidaggini, cioè l’intelligenza passa costituirsi parte civile. Quando si In questa situazione la montagna ormai sempre molto poco nei media. Un sindaco saccheggiano porzioni di territorio, non può più farcela da sola: la montagna che dice "i ristoranti etnici che vendono quando si toccano i beni fondamentali può essere ricchissima in alcune zone, il cous cous devono obbligatoriamente specialmente nelle Regioni a Statuto offrire anche la polenta" fa notizia, mentre Speciale, o può essere il buco nero di un altro sindaco che dice “lavoriamo per povertà e di deprivazione. In entrambi i la salvaguardia ambientale, stiamo attenti Scrivi pure, che ricordo casi, e specialmente nel secondo in cui si con l’energia eolica, con le centraline sui manifesta un totale distacco dalla difesa fiumi” passa molto di meno sulle pagine con commozione il vecchio del paesaggio – mentre nel primo si tratta dei giornali, anche se porta avanti un Rigoni Stern, quando prima di una forma di egoismo – è centrale discorso costruttivo e costruito sull’in- il ruolo degli Enti locali: Belluno deve telligenza. di morire mi ha detto: “amico essere il luogo riferimento del bellunese, Per esistere occorre ‘bucare’ stampa e Sondrio della Valtellina, Cuneo per la Val la televisione, e bisogna offrire forti mio, questa è una battaglia Maira, Torino deve ritornare ad essere immagini simboliche. è fondamentale dura da continuare”. Non mi il punto di riferimento positivo e non che il CAI faccia qualcosa in questa truffaldino delle valli del suo territorio. direzione: ad esempio un azione parago- ha detto “continuala tu”, ma nabile a quella che fece Lega negli anni me lo ha detto in un modo In quest’ottica cosa deve fare nel ’90 quando occupò il Po, a prescindere concreto il CAI? dai risultati e dalla coerenza interna del che era inevitabile pensarlo. Il CAI proprio qui serve! Ha una forza movimento, che sono tutte da discutere. 31

LR_2_2009.indd 31 9-03-2009 13:06:03 Articolo 1 Articolo 1 “Il Club alpino italiano (C.A.I.), fondato in Torino nell’anno 1863 per iniziativa di Quintino Sella, ruote), per non parlare dei vari Lyons meno importanti per intensità dei drammi della nazione si deve fare da cerniera libera associazione nazionale, ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza tra le istanze di sacrosanta protesta o Rotary, nel loro essere storicamente da spaesamentoe lo studio delle qui montagne, inscenati. specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale.” che si elevano dal territorio e l’azione rappresentanti di un èlite o di tendenze civile e politica di denuncia e tutela sociali organizzate dall’alto sembravano Se nell’immaginario le aree alpine della montagna. C’è, ad esempio, una poter attraversare indenni questa fase di appaiono immuni, ancorché non di rado alluvione: il CAI deve dire “questo è il apocalissi culturale (cioè il non ricono- refrattarie, alle ricadute locali della risultato dell’abbandono della montagna”. globalizzazione, è invece sempre più Ogni volta che si verifica un grande evidente che parlare di cultura (civilitation evento naturale, le cui conseguenze più che kultur) della montagna significa sono riconducibili a all’abbandono della Abbiamo assorbito i occuparsi del rapporto che la civiltà di un montagna, il CAI deve prendere posizione cambiamenti degli assetti determinato luogo tesse con il più ampio a partire dagli organi centrali. destino dato dall’andare verso una nuova C.A.A.I. Soccorso Alpino Speciale Filmfestival Trento Ed ecco il ruolo di sentinella che si geopolitici e geoeconomici civilizzazione in tempi di globalizzazione. aggiorna per essere cane da guardia verso attraverso l’occhio deformante Il rapporto tra la modernizzazione ed i il nemico interno. Si devono smascherare territori della montagna è un racconto le responsabilità. La natura, ripeto, della spettacolarizzazione, profondo che ha radici nella riflessione è “roba nostra” e il CAI deve farsi mentre nel quotidiano ci politica e cultura della Mitteleuropa; sentire, non possiamo diventare vittime basti citare La Montagna Incantata di o corresponsabili silenziosi di lobby che ritroviamo spiazzati da una Thomas Mann. Oggi il duello tra l’illu- vogliono mettere le mani sulla montagna. minista Settembrini e il gesuita Naphta Scrivi pure, che ricordo con commozione società passata da mezzi di fronte alla cascata ghiacciata di Davos il vecchio Rigoni Stern, quando prima di scarsi e fini certi a mezzi è rappresentato dal incontro/scontro tra morire mi ha detto: “amico mio, questa economia dei flussi ed economia dei è una battaglia dura da continuare”. Non abbondanti e fini indefiniti. luoghi, ovvero dal rapporto tra i flussi mi ha detto “continuala tu”, ma me lo della modernizzazione ed i processi di ha detto in un modo che era inevitabile resistenza, conflitto, accettazione critica pensarlo per cui quando ci ha lasciato, io ho sentito un brivido.., non posso tirarmi scersi in ciò che è abituale). Così non indietro da questo impegno, anche se non è. Credo sia per questo che il CAI da è il mio lavoro. n questo numero ha deciso di ragionare ...appare fondamentale che sulla sua visione e sul proprio ruolo come autonomia funzionale della coscientiz- le società locali, gli abitanti Il CAI come autonomia funzionale zazione dei soci e dei “fruitori” dello delle Alpi, siano consapevoli della coscientizzazione alpina spazio alpino. Tema difficile. Che non so di Aldo Bonomi affrontare, come d’abitudine, se non con del rapporto tra coscienza il racconto e l’interpretazione di territorio. In questo passaggio di secolo che In particolare il racconto di un territorio di luogo e modernizzazione viviamo in una presentificazione della alpino che tanto avrebbe bisogno di avere che avanza. vita quotidiana incapace di elaborare un po’ di coscienza di sé: la mia Valtellina. una visione del futuro, perché incapace Una valle che guarda alla "città retica", di trarre materiale vivo dalla memoria sentendosi attratta e respinta dal magnete collettiva, il mutamento che attraversa della “città infinita” che brulica ai piedi la dimensione antropologica scava e delle Alpi lombarde. che dai luoghi provengono. In quest’ottica morde più di quanto si possa immaginare. appare fondamentale che le società locali, Abbiamo assorbito i cambiamenti Con i suoi 1,6 milioni di occupati e le gli abitanti delle Alpi, siano consapevoli degli assetti geopolitici e geoeco- sue 500 mila imprese, la conurbazione del rapporto tra coscienza di luogo e nomici attraverso l’occhio deformante che si estende da Malpensa (VA) a modernizzazione che avanza. della spettacolarizzazione, mentre nel Montichiari (BS), ad abbracciare l’intera quotidiano ci ritroviamo spiazzati da una Pedemontana lombarda, rappresenta L’area della Città Retica, che da un punto società passata da mezzi scarsi e fini infatti il laboratorio più evoluto a livello di vista geografico si colloca nel cuore certi a mezzi abbondanti e fini indefiniti. nazionale dei processi di modernizzazione della catena alpina, si estende idealmente In mezzo è entrata in fibrillazione la in atto. Non è necessario allontanarsi poi al di là dei suoi confini propriamente capacità di fare costruzione sociale, molto dalla città infinita, basta decidere retici, che delimitano ad Est e ad Ovest ovvero di coniugare passioni e interessi di insinuarsi nelle valli alpine lombarde, la Provincia di Sondrio, per estendersi nella dimensione politica, ammini- risalire il flusso che porta non pochi in quel poligono transfrontaliero che strativa e associativa. In questa bufera valtellinesi, camuni o brembani “nella ha i suoi vertici nel Ticino orientale organizzazioni prestigiose, e forse un po’ valle dei semafori dove crescono i (Bellinzona), nell’Alta Engadina (St presuntuose, come il CAI o il Touring telefoni”, per giungere su teatri forse Moritz) e nella Valle di Poschiavo, nelle Club (non sembri offensivo accostare meno prestigiosi, forse meno roboanti dal aree della Provincia di Trento occupate gli scarponi da montagna alle quattro punto di vista dell’allestimento, ma non dalla Val di Sole e dalla Val di Non, 32

LR_2_2009.indd 32 9-03-2009 13:06:04 sino ad inglobare l’Alta Valcamonica quali il rancore, i sussurri e le grida, Alla radice di questo malessere antropo- (Ponte di Legno ed Edolo), oltre hanno sostituito una coscienza di luogo in logico dei tanti soggetti rimasti nelle all’intera Valtellina (Sondrio), l’Alto dissolvimento perché povera di strumenti aree montane, dai piccoli contadini, ai Lario e la Valchiavenna. Circoscrivendo che consentono di interpretare, prima micro-artigiani, ai piccoli commercianti, il ragionamento a quest’area, ma con ancora che di governare, la modernità. sta il rapporto difficile con due categorie caratteri di assoluta estensibilità anche Infine vi sono comunità che hanno tipiche della modernità: lo sradicamento ad altre aree transfrontaliere, è possibile saputo aprirsi alla modernità cercando di e lo spaesamento, il venir meno delle individuare cinque tipologie di flussi che mantenere chiusa la coscienza di luogo, proprie radici identitarie ed il sentirsi schematicamente sono riassumibili in: basti pensare all’ideologia haideriana. letteralmente senza più paese. - flussi della logistica: la montagna Si potrebbe continuare delineando, La famiglia si è sempre caratterizzata come spazio di attraversamento attraverso il racconto dell’economia, come fenomeno sociale centrale da cui delle reti lunghe infrastrutturali; l’ipermodernità che viene avanti ed si irradiano i valori, le credenze e le impatta, mutandolo, sul senso del luogo tradizioni che interessano, in modi e - outsourcing: la risalita a salmone e del vivere in montagna. Ciò rimanda forme differenziate, coloro che si trovano del capitalismo molecolare della al tema delicatissimo dell’identità. a vivere in questo particolare spazio pedemontana; Utilizzando più una terminologia letteraria sociale; vengono plasmati desideri, che sociologica si è a volte identificato il interessi, e scopi collettivi, legittimando - flussi della finanza: il configurarsi di territorio montano come “area triste”, l’ordinamento sociale e culturale. distretti bancari che dal radicamento intendendo in questo modo segnalare la Accanto alla soddisfazione dei bisogni nel risparmio montano si muovono difficoltà della società locale di metabo- umani fondamentali essa ha coordinato sulla scena finanziaria internazionale; lizzare in valori ed identità diffuse il i rapporti economici; ha garantito ruoli, valori, funzioni sociali precise ai propri - flussi del turismo: il delinearsi in membri; ha assicurato, integrando sfere maniera massiccia di distretti dell’in Alla radice di questo economiche ed extraeconomiche dell’esi- trattenimento con tutte le conseguenze stenza. del caso sulle economie e sulle società malessere antropologico dei locali; La dissolvenza della comunità originaria, tanti soggetti rimasti nelle del fare paese, è stata più forte di quanto - padroni delle acque: A2A, ENEL, aree montane, dai piccoli si possa immaginare. Occorre infatti Sondel, per fare qualche esempio, riflettere su cosa abbia significato, che nel postfordismo si riposizionano contadini, ai micro-artigiani, per i montanari, il lento ed assordante a valle del processo produttivo, ai piccoli commercianti, scomparire di tante micro autonomie facendo leva sul patrimonio di comunitarie (uffici postali, scuole, utenti clienti acquisito nella fase del sta il rapporto difficile con ospedali, etc.), o, per scendere ancor capitalismo urbano industriale. due categorie tipiche della più nel micro, di circoli, bar e negozi di paese, latterie ternarie. La scomparsa di Se questi sono i cinque processi che modernità: lo sradicamento e queste funzioni di reti comunitarie, non inquadrano il rapporto tra coscienza di solo ha impaurito i soggetti deboli come luogo ed economia dei flussi è evidente lo spaesamento, il venir meno gli anziani, che si chiedono dove andare a quanto la montagna non rappresenti più il delle proprie radici identitarie luogo della periferia e della marginalità, ma si collochi al centro di una zona ed il sentirsi letteralmente nevralgica del rapporto tra locale e senza più paese. L’avanzare nel fondo valle globale. della modernizzazione Il rapporto tra economie dei flussi ed commerciale rappresentata economie dei luoghi produce spaesamento mutamento indotto dalla modernità, a e diverse forme di “comunità locale”, fronte di una innovazione istituzionale dai tanti ipermercati, ha con tutte le ambivalenze del caso. Ci proveniente dall’alto e di tumultuosi chiuso e stressato migliaia sono aree che si configurano come puri processi di innovazione economica. Che luoghi di atterraggio delle economie cosa sta all’origine di questa malattia di micro esercizi commerciali dei flussi (dell’acqua, della finanza, del del territorio montano che spesso, capitalismo molecolare, dell’intratte- invece di produrre coesione sociale e ove si comperava la merce nimento, etc.) che hanno un semplice beni relazionali, produce rancore, rinser- con il libretto e si pagava alla problema localizzativo. Ci sono comunità ramento e mali relazionali che alimentano che invece hanno negoziato in forma la tanta, troppa, invidia sociale diffusa e fine del mese, segno di una conflittuale, a partire dalla propria un agire localistico che non fa sistema? carta-moneta che aveva nella coscienza di luogo, con le sollecitazioni esterne, approdando a forme di governo La questione dell’identità si colloca tra parola il valore di scambio. della modernità. Ci sono comunità nelle le reti corte comunitarie e le reti lunghe. 33

LR_2_2009.indd 33 9-03-2009 13:06:05 Articolo 1 Articolo 1 “Il Club alpino italiano (C.A.I.), fondato in Torino nell’anno 1863 per iniziativa di Quintino Sella, Sondel. A quell’epoca l’AEM e la Falck riscuotere la pensione, ma ha disarticolato libera associazione nazionale, ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza un tessuto economico spesso già debole, Manca, ed è tutta da costruire risalivanoe lo studio la valledelle montagne, a prendere specialmente acqua da di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale.” ma capace di trovare un suo equilibrio trasformare in energia per le case e le interno se è vero che la latteria era il luogo artificialmente, una identità fabbriche di Milano e un po’ di piccole nel quale precipitava il fare agricoltura di da società di mezzo, cioè imprese si affiancavano ad una economia sussistenza, scambio e manutenzione del di sussistenza fatta di latterie, di terraz- territorio. Così come l’avanzare nel fondo quella dimensione intermedia zamenti per il vino e di grano saraceno valle della modernizzazione commerciale per i pizzoccheri e la polenta. Questo rappresentata dai tanti ipermercati, ha tra società ed economia che era la Valtellina al tempo del fordismo, chiuso e stressato migliaia di micro per noi ricercatori rimanda che il territorio ha subito ma che è esercizi commerciali ove si comperava la stato anche, con le sue opere imponenti merce con il libretto e si pagava alla fine alle autonomie locali, ai che hanno scavato e mangiato territorio, C.A.A.I. Soccorso Alpino Speciale Filmfestival Trento del mese, segno di una carta-moneta che percorsi di rappresentanza e una straordinaria fase di civilizzazione e aveva nella parola il valore di scambio. redistribuzione di benessere con la sua Altrettanto è avvenuto per la miriade di di rappresentazione, ed alle aristocrazia operaia che aveva il posto imprese artigiane legate al ciclo diffuso autonomie funzionali. fisso presso le aziende idroelettriche. In dell’edilizia che aveva nel mito della tutti i comuni arrivavano a pioggia i fondi casa, o delle seconde case, la propria del BIM (Bacino Imbrifero Montano), ragion d’essere. La parte terminale del l’ente che ridistribuiva la monetizzazione secolo, per i contadini, i commercianti di chiesa, di saperi, di statualità, senza che della risorsa acqua. Con quei soldi e però, una comunità locale in crisi fosse con quel benessere è stato costruito il in grado di sostituirli con quelli della modello di sviluppo fatto di tante case secolarizzazione compiuta: il single, lo di proprietà, di tanti geometri e tante Appare una società locale psicanalista o lo psicologo, il giornalista microimprese edili in ogni paese, di un debole e priva di senso di o l’informatico, il giudice. Appare una po’ di lavoro nelle banche che crescevano società locale debole e priva di senso accompagnando questo micro sviluppo sé, ove si avvera quanto di sé, ove si avvera quanto sostenuto diffuso, un po’ di lavoro transfrontaliero da Simone Weil che “chi è sradicato in Svizzera e sempre meno agricoltura e sostenuto da Simone Weil sradica”, cercando potenza e senso di sé manutenzione. Questo patto non scritto che “chi è sradicato sradica”, attraverso il rancore verso l’altro da sé. tra “i padroni dell’acqua”, civilizzatori Una società locale che si era caratterizzata e invasori, che stavano a monte, non cercando potenza e senso di per essere una società senza classi, nella solo geograficamente, del ciclo della sé attraverso il rancore verso fase storica della società orizzontale e ad grande impresa e della grande città e il alta velocità di inclusione ed esclusione, modello di sviluppo locale basato sull’in- l’altro da sé. si ritrova ad essere una società ad dividualismo proprietario, con in mezzo altissima differenziazione tra innovatori le banche assieme a quel po’ di rappre- dall’alto/sorvolatori, poco ceto medio che sentanza degli interessi del lavoro e delle fa impresa manifatturiera e turistica, e imprese che ridistribuivano risorse, si e i micro artigiani della aree montane, è tanti micro-soggetti che si percepiscono è rotto negli anni ’80. Proprio in quel stato un continuo saltare da uno stadio out, al di fuori delle dinamiche di periodo la società locale imboccava la di modernizzazione ad un altro. Un modernizzazione accelerata. Appare una fase della terziarizzazione, con il volto gap difficile, quando non impossibile, società a rischio di implosione e con dolce e soft della turistizzazione del da colmare per un imprenditoria basata poca coesione. Manca, ed è tutta da territorio, delle seconde case e dei grandi sull’individuo proprietario nell’epoca costruire artificialmente, una identità da eventi come i Mondiali di sci. Senza delle imprese a rete. Se a tutto questo si società di mezzo, cioè quella dimensione accorgersene e senza averne coscienza la aggiunge, impietosamente, oltre alla fredda intermedia tra società ed economia che società locale stava lentamente per essere analisi dell’impatto dei cicli economici, per noi ricercatori rimanda alle autonomie inglobata nell’enorme distretto dell’in- il declinare delle figure di leadership locali, ai percorsi di rappresentanza e trattenimento alpino. Gli innovatori della comunità locale, sostanziate dalle di rappresentazione, ed alle autonomie dall’alto, A2A, appunta assurta al soglio quattro figure idealtipiche del capofa- funzionali. di secondo gruppo nazionale nel settore miglia, del parroco, del medico condotto dell’energia elettrica, ENEL, Sondel, non e del maresciallo dei carabinieri, avremo Un esempio di società locale che fatica erano più municipalizzate ma imprese un quadro completo dello spaesamento a mettere a punto un efficace sistema quotate in borsa che, partendo dai milioni e dello sradicamento identitario. Le di metabolizzazione della modernità di utenti dell’acqua-energia, si fanno comunità di valle, mentre perdevano è rappresentato dalla Valtellina: asse grandi operatori della net economy e senso come comunità economiche portante della Città Retica. Il processo della telefonia mobile. Le piccole banche caratterizzate dai cicli lenti della micro di modernizzazione di quest’area ha locali sono nel frattempo cresciute, economia, si interfacciavano con i riti e preso le mosse nei primi anni ‘50 con rappresentando, nel complesso, la prima i miti della ipermodernità che delegitti- la costruzione delle numerose dighe da attività della provincia. Sul fondo valle mavano i modelli di famiglia precedenti, parte di AEM (oggi A2A), ENEL e sono apparsi i nuovi ipermercati per noi 34

LR_2_2009.indd 34 9-03-2009 13:06:05 che siamo pochi ma sufficientemente è oligarchica e piramidale rispetto alle istituzione storica come il CAI può e deve benestanti per comprare e vivere all'ame- altre città, Milano lo è rispetto alla intervenire nella dimensione del “mettersi ricana. Magari senza più il paese ove città infinita che si estende dal Monte in mezzo” come autonomia funzionale scompaiono i piccoli negozi, i bar degli Ceneri alla pianura padana? Credo che che accompagni la “coscientizzazione” amici, l'ufficio postale, insomma i piccoli questo sia un destino ancora in mano dei processi di modernizzazione in atto simboli della comunità locale, ma con la nella piattaforma alpina. Un compito “da piazza ricostruita artificialmente nell'iper- far tremare le vene e i polsi”, da assumere mercato e con le discoteche, anche quelle Percepirsi come autonomia magari assieme ad altri soggetti che nel fondo valle ove è sorto, segno dei tendono a muoversi in questa prospettiva tempi, anche un campo da golf e un funzionale significa non essere (ad esempio UNCEM), ma necessario piccolo aeroporto. Spaesati sì, ma con più “soltanto” un soggetto per dare un ruolo moderno al CAI. tutti i simboli della ipermodernità che Percepirsi come autonomia funzionale avanza al posto giusto. Nella terziariz- associativo che organizza significa non essere più “soltanto” un zazione, loro, gli innovatori dall'alto, una fruizione illuminata della soggetto associativo che organizza una sono cambiati, mentre gli abitanti sono fruizione illuminata della montagna, ma rimasti gli stessi schierati in difesa del montagna, ma scommettere scommettere sulla capacità di confrontarsi modello da individualisti proprietari con con le ricadute economiche, sociali, oltre tanto di ideologia che urla che l'acqua è sulla capacità di confrontarsi che ambientali, dei flussi che atterrano nostra, "Dio ce l'ha data e guai a chi la con le ricadute economiche, sul territorio alpino. In relazione al tocca", e che tutto può cambiare eccetto microcosmo “città infinita”-“città retica”, la posizione di rendita e di benestanti. sociali, oltre che ambientali, dei ad esempio, il CAI organizza associa- La dimensione delle città, delle metropoli flussi che atterrano sul territorio tivamente la fruizione della seconda da e delle megalopoli ci pone di fronte parte della prima, ma occorre andare a un interrogativo forte: vogliamo alpino. oltre facendosi luogo di rappresentazione costruire, abitare e avere funzioni e interpretazione delle trasformazioni in economiche e territoriali secondo una atto. Un passo significativo nella direzione logica di poliarchia oppure d’oligarchia? di esplicitare i temi della modernità mi La poliarchia significa avere in mente agli uomini. Voglio evitare le strettoie pare il testo del presidente Annibale Salsa il tempio greco, costruito con tante del dibattito ideologico tra architetti, “Il tramonto delle identità tradizionali” colonne e il frontone che regge l’edificio; urbanisti, esteti del paesaggio, amanti che, appunto, si concentra sul mutamento l’oligarchia è invece la piramide. Zurigo del policentrismo o dell’oligarchia, tra antropologico che produce spaesamento, quelli che hanno come propria filosofia resistenza, rancore nelle valli e nelle solo la potenza dell’economia e quindi piane alpine. è un ragionamento che leggono le città esclusivamente per le va, indubbiamente, al di là del discorso Sono questi i nodi dai quali loro funzioni competitive globali con una visione piramidale e quelli invece che si irradiano i processi di in nome del policentrismo riscoprono urbanizzazione rispetto ai dei localismi che inventano la tradizione Cominciare a fare del CAI e passioni rancorose che escludono la quali anche un istituzione modernità che viene avanti. un soggetto che si mette in storica come il CAI può discussione volendo aderire Il microcosmo sulla Città retica è e deve intervenire nella emblematico delle trasformazioni delle ed influenzare concretamente Alpi in una piattaforma alpina che va dimensione del “mettersi in dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia, il corso degli eventi in atto. mezzo” come autonomia passando per Trentino Alto Adige e In due direzioni: lavorando Lombardia, acquisendo una nuova funzionale che accompagni centralità, che va oltre l’essere uno sulla logica dell’appartenenza, la “coscientizzazione” dei spazio alla frontiera del sistema Paese, ovvero sui significati oltre la rappresentazione di playground processi di modernizzazione o come oasi ecologica del buon vivere dell’associarsi, e sulla logica in atto nella piattaforma ai margini del modello metropolitano. dell’influenza, ovvero dell’azione è invece un territorio interessato da alpina. Un compito “da far fenomeni di metropolizzazione dolce associativa nell’arena del tremare le vene e i polsi” [...] lungo 5 assi principali Cuneo-Nizza, Torino-Lione, Aosta-Grenoble, Milano- dibattito culturale e delle ma necessario per dare un Zurigo, Verona-Trento-Innsbruck, decisioni che riguardano Gorizia-Lubiana-Budapest. Sono questi ruolo moderno al CAI. i nodi dai quali si irradiano i processi di la piattaforma alpina. urbanizzazione rispetto ai quali anche un 35

LR_2_2009.indd 35 9-03-2009 13:06:06 Articolo 1 Articolo 1 “Il Club alpino italiano (C.A.I.), fondato in Torino nell’anno 1863 per iniziativa di Quintino Sella, sulla “manutenzione” fisica e culturale trasformazione. Da un punto di vista libera associazione nazionale, ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza dell’arco alpino, ponendo il problema di strategico, come è possibile, secondo Temoe lo studio che, delle nel montagne, secolo specialmente delle di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale.” una visione futura del vivere e abitare la lei, tradurre tutto ciò in orientamenti montagna. Una visione che tenga insieme concreti? reti e della connettività, della le diverse forme di anomia: quella indotta Posta in questo modo, la domanda non velocità delle informazioni e dalla metropolizzazione dolce che comporta tanto una risposta del tecnico disarticola le forme di convivenza nella sugli argomenti esposti al Congresso di dei contatti, delle “comunità”, pianura (città infinita) e quella indotta Predazzo, bensì quella più personale ed questa nostra struttura dallo spaesamento del “non più e del non emotiva del socio. ancora” nelle valli della città retica. Anche Dopo quasi un secolo e mezzo in cui la potrebbe (e finirà per) il testo di Enrico Camanni “Il Cervino nostra attenzione era rivolta alle montagne, nudo” mi pare costituisca una buona base ora dovremo essere più attenti riguardo apparire eccessivamente C.A.A.I. Soccorso Alpino Speciale Filmfestival Trento di partenza, specie quando si interroga ai montanari, a ciò che sono e a come piramidale e rigida, nonché sulle caratteristiche culturali sintetizzate vivono, alla loro storia, ai loro costumi nelle categorie antropologiche dei e alle loro tradizioni. Di rimando, il CAI un po’ troppo burocratizzata. montanari per nascita, con il loro carico potrebbe diventare interfaccia o anello In questo senso Predazzo, al di memoria collettiva, dei montanari di congiunzione culturale, produttore di per scelta, con il loro immaginario del socialità e spazio relazionale su temi di là dei contenuti, è stato un late biosas, dei montanari per necessità, diversi da quelli dello sport, superando momento liberatorio e in un alludendo alle schiere di immigrati definitivamente il concetto di montagna stranieri che risalgono a salmone dalle come “terreno di gioco”. A parere mio, certo qual modo catartico... pianure. Mi paiono queste piccole due sono gli elementi di riflessione che pietre miliari, anzi omini segnavia, per si intrecciano: il tema in se stesso, cioè cominciare a fare del CAI un soggetto che il territorio e i suoi abitanti e come prima di essere realmente proponibili. si mette in discussione volendo aderire ed coinvolgerli nelle nostre attività, oltre Un’organizzazione in cui storia, autore- influenzare concretamente il corso degli all’opportunità o meno di farlo. L’altro, ferenzialità e lentezza sono elementi eventi in atto. In due direzioni: lavorando quasi generale, riguarda invece la nostra che finiscono per farla assomigliare ad sulla logica dell’appartenenza, ovvero organizzazione e il modo di affrontare i una sorta di “chiesa”, con i suoi riti a sui significati dell’associarsi, e sulla cambiamenti. volte esoterici e i suoi dogmi, il suo logica dell’influenza, ovvero dell’azione Inizio dal secondo elemento, perché mi linguaggio, i suoi valori morali, la sua associativa nell’arena del dibattito pare essere quello centrale: in fondo la etica e i suoi comportamenti. Tutte cose culturale e delle decisioni che riguardano cultura organizzativa, le sue procedure, utili e necessarie, certo, ma che alla lunga la piattaforma alpina. n la struttura stessa determinano la capacità – se sfuggono alla comprensione o all’in- – oltre che la probabilità – di cambiare, e teresse dei soci – possono fare apparire il linguaggio ne è rivelatore. Ad esempio, l’organizzazione centrale lontana dai soci oltre la "montagna": mi chiedo quanti si definiscono ancora stessi che, in ultima analisi, sono il vero UN cai per i "montanari" come “membro del Club Alpino”, invece patrimonio del CAI. intervista a Luigi Gaido di dire socio e usare l’acronimo CAI. Lo Così come temo che, nel secolo delle si fa certo per comodità, ma forse anche reti e della connettività, della velocità La fisionomia del CAI che esce da perché il termine “club” e i concetti delle informazioni e dei contatti, delle Predazzo è quella di un sodalizio che associati ad esso – di appartenenza “comunità”, questa nostra struttura va oltre gli aspetti ludico-ricreativi, elitaria, di “riservato a”, di esclusivo – potrebbe (e finirà per) apparire eccessi- per definirsi anche come mediatore sono sorpassati. 150 anni di storia pesano vamente piramidale e rigida, nonché un culturale tra città e montagna, di un e creano senza dubbio quel pizzico di po’ troppo burocratizzata. CAI che supera l'autoreferenzialità autoreferenzialità e di lentezza nel recepire In questo senso Predazzo, al di là dei per riposizionarsi in una società in e gestire i cambiamenti che avvengono contenuti, è stato un momento liberatorio attorno a noi. Un fatto positivo, visto il e in un certo qual modo “catartico”. numero di soci, è la necessità di essere Quanto al tema stesso e all’opportunità ... in fondo la cultura prudenti per non cavalcare solo le mode di inserirlo tra quelli statutari, cioè il del momento. Però c’è anche l’aspetto passaggio dall’interesse per la montagna organizzativa, le sue potenzialmente negativo di un’organiz- a quello per i montanari, al limite mi zazione centrale a volte un po’ fuori dal stupisco come questa proposta – e procedure, la struttura “contesto”, che interiorizza e fa sue le curiosità – non sia giunta prima. Detto in stessa determinano la novità con tempi lunghi (vedi la mountain modo scherzoso, non mi risulta che tra i bike, il torrentismo o l’arrampicata servizi offerti dal CAI ci sia il teletrasporto capacità – oltre che la sportiva). Spesso quando il fenomeno e, più seriamente, non posso credere che probabilità – di cambiare e il è già assestato, perché le elaborazioni l’andare in montagna comprenda l’effetto sono complesse e comportano strutture, tunnel che cancella tutto ciò che sta tra linguaggio ne è rivelatore. titoli e qualifiche, regolamenti, didattica la partenza e la meta di arrivo. Perciò mi normata, manualistica, neologismi, ecc. viene da pensare che molti di noi abbiano 36

LR_2_2009.indd 36 9-03-2009 13:06:06 già interesse per il mondo dei montanari delicati da “maneggiare” perché possono oltre allo sport, ci possa stare anche una che, rispetto al ludico sportivo, è un coinvolgere aspetti ideologici densi, visione culturale dei territori montani, mondo di “mezzo”. Non riguarda infatti le posizioni interne più divaricate rispetto non c’è tanto da preoccuparsi dell’una- alte quote, né le attività statutarie. Si deve allo sport praticato o meno. nimità, quanto da mettere rapidamente in Di converso, se si dovesse scoprire che ai moto il processo. soci CAI interessano solo le montagne, quale supporto fisico delle loro attività, ...ognuno di noi dovrebbe allora finirà per mancare una dimensione: La montagna oggi potrebbe rispondere alla domanda: qual quella umana della conoscenza degli altri, della relazione. Senza questa, mi essere il luogo dei rapporti è lo spazio che va dedicato pare che prima o poi si arriverà al gesto atletico deterritorializzato, al “sintetico” sociali ritrovati, in cui coniugare al ruolo di cerniera, di motore della palestra indoor, del periferico naturalmente produzione e di conoscenza e di incontri, cittadino, del parco di divertimento, che non c’entrano più nulla con la montagna. ambiente, tradizione e hi-tech, di sostenitore dei montanari e Insomma a me sembra che, salvo casi di lavori manuali e telelavoro. Un del loro territorio? misantropia, chi ama la montagna non può anche non amare i suoi abitanti. luogo di potenziale alta qualità della vita, e ho il sospetto per forza supporre che questo interesse è che tutto ciò sia già in moto. per ora rimasto un fatto “privato”, extra Se si dovesse scoprire che CAI. Se fosse così per tanti soci, come Il recupero residenziale delle d’altronde lo è per me, a questo punto ai soci CAI interessano solo zone di montagna vicine alle si tratta di farne ufficialmente un motivo le montagne, quale supporto di aggregazione collettiva, e quindi di città è un primo indizio. decidere sulle attività connesse. fisico delle loro attività, Per quanto rigarda, invece, il primo tema allora finirà per mancare una di cui parlavo all'inizio – cioè il territorio e i suoi abitanti, e i modi di coinvolgerli dimensione: quella umana Nella sua relazione al congresso di nelle nostre attività, oltre all’oppor- Predazzo lei ha messo in evidenza che tunità o meno di farlo – se il ruolo della conoscenza degli altri, oggi siamo nel postmoderno e che il ludico sportivo del CAI è conclamato della relazione. Senza questa, postmoderno è caratterizzato da e quest’anima si manifesta in attività una cultura della relazione. Come si (corsi, gite, scuole, commissioni, ecc.) mi pare che prima o poi collocano la montagna e la montanità istituzionalizzate, per gestire l’apertura si arriverà al gesto atletico nel postmoderno? proposta dal Presidente Salsa ognuno di Faccio un esempio di postmodernità, noi dovrebbe rispondere alla domanda: deterritorializzato, al “sintetico” che secondo me è catterizzata dal qual è lo spazio che va dedicato al ruolo della palestra indoor, del “meticciaggio” generato da un insieme di di cerniera, di motore di conoscenza e di relazioni interconnesse. incontri, di sostenitore dei montanari e periferico cittadino, del parco di A Elva, comune della Val Maira in del loro territorio? Cioè che spazio dare, divertimento, che non c’entrano provincia di Cuneo, abita una famiglia nelle attività sociali o nella nostra stampa in cui la figlia ventenne si divide tra interna, ai problemi delle popolazioni più nulla con la montagna. Cuneo e Elva e fa un mestiere insolito: è di montagna o alla loro storia senza musicista, anche se credo si sia diplomata cadere nel folklore, nell’aneddoto, o nella o segua l’università. Suona e insegna politica… Per scendere nel concreto: a suonare strumenti della tradizione, la andare in gita sociale a visitare un museo Siccome ogni singolo socio, gruppo, ghironda e l’organetto, cioè la fisarmonica o fare un corso di lingua ladina oppure sottosezione e sezione sono produttori diatonica. occitana o, ancora, invitare un montanaro di identità e portatori di messaggi, Questa ragazza non si veste con abiti a parlarci dei suoi problemi, spendere oltre 300.000 soci generano per forza tradizionali, porta jeans a vita bassa, ha una domenica per vedere come si intaglia aggregazioni disomogenee nelle loro idee un taglio di capelli moderno e, per quanto il legno o si fabbrica il formaggio in e nei loro intenti. Quindi, sull’interesse ne so, ama il rock e forse non disdegna le alpeggio è roba da CAI? Personalmente per i montanari e per la loro cultura e sul discoteche. credo di sì. diffondere i loro valori, alcuni non saranno Rappresenta insomma un “ibrido” straor- Certo è che occuparsi della montagna d’accordo e altri invece appassionati. dinario: è innegabilmente una montanara, da salire, da scendere o da percorrere è Diversità sane, che sono ricchezza e che per di più ancorata alla tradizione della meno impegnativo e più gestibile: il CAI non devono creare perplessità e farci lingua e della cultura, ma nel contempo lo sa fare e lo fa bene da tanto tempo. passare dalla prudenza all’immobilismo. la reinterpreta, la rende viva vivendo nel Il territorio e i suoi abitanti sono più Perciò se crediamo che nel CAI oggi, suo tempo senza patemi. Per me questa è 37

LR_2_2009.indd 37 9-03-2009 13:06:07 Articolo 1 Articolo 1 “Il Club alpino italiano (C.A.I.), fondato in Torino nell’anno 1863 per iniziativa di Quintino Sella, livello, dove il rapporto con se stessi e i la nuova cultura montana postmoderna, domanda e la benzina a 2 euro? Da libera associazione nazionale, ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza prodotta dall’interazione tra tradizione allora molte cose sono cambiate e fanno proprie lo limiti studio diventa delle montagne, palese e specialmentedove si deve di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale.” e modernità, tra rurale e urbano, tra sembrare le ipotesi di meno di un anno fa imparare a gestire questi limiti. Tutte montagna e città. del tutto obsolete. Quindi il futuro di cui questioni di grande interesse, però noi in Questo esempio, a guardare bene, non è parlavo a Predazzo è in qualche modo in Italia dobbiamo fare un po’ in fretta… così isolato, anzi mi pare che la montagna parte da re-inquadrare per insistere ancora sia piena di casi del genere, di persone di più sul valore (anche economico) delle Nella montagna postmoderna come si che re-inventano mestieri, luoghi, relazioni. collocano il ruolo e la missione del culture locali. Mi viene da pensare che Se gli scenari di crisi che ci vengono CAI? la montagna, al di fuori del suo periodo descritti e le ricadute che si potranno La risposta precedente anticipa questa e industriale (là dove è avvenuto), è sempre verificare sono esatti a me pare che – posto che il CAI diventi tale interfaccia stata oltre la modernità. Basta ricordare, il domani sia legato a modelli più – ritengo che non è tanto il fare le cose C.A.A.I. Soccorso Alpino Speciale Filmfestival Trento ad esempio, la tradizione della pluriattività responsabili. Tuttavia se il consumo che conta, quanto come le si fanno. che ancora oggi integra lavori e redditi dovesse diminuire in un’economia dove Sostanzialmente si tratta di presentare le diversi, i classici spostamenti interni o produzione e consumo determinano la nostre attività in maniera diversa, fare in esterni alle valli, l’abitato diffuso, l’uso ricchezza, ogni variazione al ribasso modo che le nostre proposte siano prima di accorto del territorio. significa sostanzialmente decrescita. tutto capite – quindi dobbiamo curare sia il Oggi potrebbe essere il luogo dei rapporti Fenomeno che tutti noi speriamo “felice”, messagio che il linguaggio – poi percepite sociali ritrovati, un luogo di potenziale per parafrasare il titolo di un libro che va come piacevoli, e soprattutto aperte e alta qualità della vita, in cui coniugare per la maggiore. Personalmente credo, adatte a tutti. Come dicevo all’inizio, naturalmente produzione e ambiente, ma non ho dati per affermarlo in modo dobbiamo scrollarci di dosso l’immagine tradizione e hi-tech, lavori manuali e scientifico, che nei periodi di crisi, specie di “club per pochi”, nonostante non sia telelavoro: ho il sospetto che tutto ciò sia se questa è acuta, in società come le così. È in gioco la nostra capacità di già in moto. Il recupero residenziale delle nostre ormai composte da individui più aprirci per essere più "spazio di socialità" zone di montagna vicine alle città è un che da gruppi sociali strutturati, ci sia attorno alle tematiche della montagna e primo indizio. come punto di arrivo – e valore aggiunto meno club di sportivi. Quindi dobbiamo – la ricerca e la richiesta di socialità, di conoscere bene le attese dei soci e poi Sempre a Predazzo, lei ha sostenuto che contatto con gli altri, di trovare spazi sapere comunicare con loro. nella cultura del postmoderno prevale di accoglienza e di solidarietà, dunque la dimensione ludica, da esperto dello anche di salvaguardia e di difesa. Nello specifico turistico, quale può sviluppo turistico ha sottolineato In questo caso le associazioni come il essere il ruolo e quali azioni concrete come alcune attività tradizionali della CAI sono, o dovrebbero rappresentare, lo può compiere il CAI all'interno dei montagna si sono riconvertite grazie spazio di accoglienza e di socializzazione processi economici della montagna in ad essa. Quanto è cambiata e come è per quanti in montagna trovano qualche vista anche delle tutela dell'ambiente e cambiata la cultura del consumo della ragione di stare bene. Le cose dette delle sue culture? montagna? a Predazzo acquistano perciò ulteriore Il turismo, anche per flussi estremamente Se vogliamo parlare di modelli di peso e le problematiche riguardo al tema limitati, è da un punto di vista sociale consumo e di cultura del consumo, è generale risultano ancora più attuali. e culturale fortemente “inquinante”, evidente che questi cambiano con le Possiamo anche spingerci oltre e, perché essendo portatore di esempi di abitudini situazioni economiche, in particolare no, integrare nuove dimensioni: all’estero di vita e di consumi diversi. Infatti il con la ridistribuzione della ricchezza la montagna è spesso utilizzata come turista rappresenta per gli abitanti un prodotta. Le società occidentali attuali si spazio “educativo”, anche per giovani in forte generatore di economia e, essendo caratterizzano per una classe media molto disagio fisico o sociale, poiché è un luogo in quasi tutti i casi “ricco” rispetto a ampia che ha buone capacità di spesa. Ma dove ci si “misura”, ognuno al proprio loro, un modello comportamentale di ciò non vuole dire che poi si spenda o che successo. Pensiamo a quanto scrivevano lo si faccia in modo sfrenato. Il turismo e i nostri padri fondatori, che nell’andare in particolare quello di montagna, come in montagna si sentivano portatori di fatto economico ma anche culturale, Il ruolo del CAI può essere civiltà. Ricordiamo anche l’impatto subisce queste “tensioni”. quello di sostenere modelli delle spedizioni di ieri come di oggi Quarant’anni fa frequentare la montagna nelle montagne extra europee. Nelle degli sport invernali più che una scelta non invasivi di turismo, nostre il fenomeno di “colonizzazione” di gusto personale era un fatto sociale, la modelli di sviluppo adeguati socio culturale per imitazione si è già dimostrazione tangibile che si apparteneva affermato e fermato da tempo. Anzi, a una classe ormai agiata. Attualmente il a una sostenibilità completa, la realtà dell’economia turistica qui è consumatore esprime una scelta personale florida e le stazioni hanno stabilizzato e sceglie la montagna perché ha un quindi nel contempo popolazione, creato ricchezza. E, in qualche suo specifico interesse. ambientale, socio culturale parecchie zone, è il turista ad essere meno Chi di noi ricorda che a giugno 2008 si ricco dell’abitante. Quindi l’impatto si prevedeva che il petrolio sarebbe salito ed economica. è – per lo meno in parte – rovesciato e a 200 dollari al barile per eccesso di spesso ormai è il turista ad invidiare il 38

LR_2_2009.indd 38 9-03-2009 13:06:08 montanaro. Il ruolo del CAI può essere della necessità di riesaminare la propria ludico dall’impegno formativo; ancor quello di sostenere modelli non invasivi funzione (in favore della montagna, più, nell’adempiere questo irrinunciabile di turismo, modelli di sviluppo adeguati dell’ambiente e per l’uomo). A supporto compito con i bambini, gli uomini del a una sostenibilità completa, quindi nel di un credibile segnale di rinnovamento, domani. Forniamo ai più giovani un contempo ambientale, socio culturale ed ci sono decisioni che possono essere modello positivo di scoperta, riguardo, economica. Nonché di supportare questi prese subito, consuetudini che possono impegno, affinché conoscano l’ambiente modelli insieme alle popolazioni locali, essere messe in discussione. A tal nel quale vivono, lo amino per quello e non da outsider, esterni, un po’ grilli proposito indico tre punti sui quali mi che è, lo possano rispettare, in montagna parlanti quando pretendiamo che si viva sembra importante riflettere: il ruolo come in pianura. Portiamo la discussione o si facciano cose come piacerebbe a noi. nelle città, da dove i gitanti portano A costo di ripetermi: non si può amare fatalmente fretta, abitudini, atteggiamenti davvero la montagna se non si amano i competitivi, aggressivi, consumistici, che suoi abitanti. n Il pianeta CAI è una cartina delineano le loro esperienze in pianura. La montagna affonda le sue radici nella di tornasole del mondo pianura che alimenta. Circoscrivere La priorità del cai: che cambia, allora come l’attenzione attorno alle alte quote, più educazione limiterebbe la visione dell’insieme. Gli verso l'ambiente montano adesso, tra contraddizioni associati, soprattutto alla base, sentono intervista a Fausto De Stefani e desiderio di riscatto. Nato il limite della proposta attuale, tanto che la tessera CAI è talvolta vista più come "Un alpinista che ha scalato tutti i per interesse di coloro che un’assicurazione contro gli infortuni 14 ottomila, che oggi dopo un suo che non un segno di appartenenza ad personale percorso umano, ripudia andavano in montagna per il tecnicismo". Queste le parole del diletto, non certo per lavoro, Presidente Generale Annibale Salsa che la indica come "testimonial ora penso che il CAI abbia Forniamo ai più giovani un per la battaglia per la qualità e il la consapevolezza della modello positivo di scoperta, cambiamento". Il CAI deve andare oltre all'aspetto ludico e alla retorica necessità di riesaminare la riguardo, impegno, affinché dell'alpe, per concentrarsi sul ruolo propria funzione (in favore conoscano l’ambiente nel di mediatore culturale. Cosa pensa a proposito e quale possono essere della montagna, dell’ambiente quale vivono, lo amino per le azioni concrete che il CAI può e per l’uomo). quello che è, lo possano intraprendere in direzione di questo cambiamento? rispettare, in montagna Dal tempo della nascita del CAI, il mondo come in pianura. Portiamo alpino è cambiato. Chi allora abitava la montagna la conosceva profondamente educativo, l’indipendenza, la chiarezza la discussione nelle città, e di essa viveva, in perfetta armonia, delle posizioni. Come per tutti gli ospitando talvolta gli appassionati e i amori, anche quello per la montagna da dove i gitanti portano villeggianti. Col passar del tempo, con ne presuppone la conoscenza, con la fatalmente fretta, abitudini, la società sono cambiati i modi di vivere conseguente consapevole modalità di anche la montagna, uniformando i valori approccio e rapporto. Prima di ogni altra atteggiamenti competitivi, su priorità economiche, con rovinose cosa, quindi, il CAI dovrebbe dedicarsi aggressivi, consumistici, che modalità consumistiche. Per coloro che in maggior misura ad informare ed ancor la frequentano per svago, la montagna è più ad educare. E ciò non solo rivolgendo delineano le loro esperienze vissuta perlopiù come una palestra di città, ai propri tesserati la statutaria attenzione in pianura. La montagna dove per accedere è sufficiente pagare un educativa, ma anche rendendosi promotore, biglietto, senza alcuna implicazione, se più che di eventi, di attività formative affonda le sue radici nella non il diritto al divertimento. A livelli continue a favore della comunità. Infatti, più alti, il fine sembra ridursi al primato toccherebbe al CAI di rappresentare il pianura che alimenta. sportivo, con tutto ciò che questo traina punto di riferimento del rapporto corretto e induce, eclissando i valori umani che tra coloro che frequentano la montagna fanno la differenza. Il pianeta CAI è una e l’ambiente che li ospita. È un ruolo un’associazione forte ed attiva, che si cartina di tornasole del mondo che cambia, sociale ambizioso, ma doveroso, per dare contraddistingue per le scelte coraggiose allora come adesso, tra contraddizioni e un concreto contributo a contrastare lo fatte. Non è il numero delle sezioni e desiderio di riscatto. Nato per interesse scriteriato assalto al patrimonio naturale. degli iscritti che dà importanza all’As- di coloro che andavano in montagna Soprattutto ai più piccoli devono essere sociazione, ma la qualità e la bontà delle per diletto, non certo per lavoro, ora rivolti attenzione e proposte adeguate. iniziative, anche nelle sedi più piccole. penso che il CAI abbia la consapevolezza Il CAI non può disgiungere l’aspetto Questo contribuirebbe a scongiurare 39

LR_2_2009.indd 39 9-03-2009 13:06:08 Articolo 1 Articolo 1 “Il Club alpino italiano (C.A.I.), fondato in Torino nell’anno 1863 per iniziativa di Quintino Sella, certi sfortunati interventi che, dovuti ad nobili che tutti auspicano. Per questo oggi libera dimenticati associazione o ritenuti nazionale, superati, ha per iscopo ma l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza iniziative personali ed arbitrarie, sono esso deve conquistare la forza della reale basatie losulla studio concretezza delle montagne, e sull’equilibrio, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale.” talvolta condotti in modo velleitario. Il e totale indipendenza, sia dalle pressioni lontano dalla visione della conquista, CAI è il riferimento principale per tutti del mondo degli interessi economici, sia dalla tendenza alla monetizzazione, e coloro che frequentano la montagna. da quelle del sottobosco partitico. Il CAI dalla banalizzazione del tutto. Focalizzando il compito di promotore è legato in un matrimonio d’amore con la di una conoscenza profonda di essa e montagna: non può tradirla e deve avere Lei è un uomo di pianura che ha di attenzione, è necessario che l’Asso- il coraggio delle proprie posizioni. dedicato una parte importante della ciazione riveda le sue attività in funzione sua vita alla montagna. Lei è anche di ciò. L’organizzare iniziative sportive Come un alpinista può aiutare il CAI a impegnato in progetti sociali: quale agonistiche, in quanto tali, ad esempio, raggiungere questo nuovo obiettivo? aiuto può dare il CAI in questa non dovrebbe rientrare nei suoi impegni. Pur con i migliori risultati sportivi, direzione? C.A.A.I. Soccorso Alpino Speciale Filmfestival Trento Per quelle infatti vi sono circoli nati ad ogni persona è sempre tale e riflette in Sono nato in pianura. Lì vi ho vissuto hoc (sci-club, ecc.), ed a questi il CAI montagna ciò che è. Ci si deve interrogare profondamente le mie esperienze, sono dovrebbe lasciare il lavoro per il quale sono se ci si riconosce nei valori di cui il mondo cresciuto con i valori di quella società nati. Il CAI, invece, dovrebbe rivolgersi a della montagna è portatore. Ognuno contadina che mi ha educato alla tenacia, quei gruppi, non per organizzarli, ma poi, con il proprio bagaglio personale, al rispetto delle cose e degli altri. Mi ha per un una proposta alternativa e un può concorrere al miglioramento e al portato in montagna l’amore per la natura diverso approccio alla natura ed all’am- raggiungimento degli obiettivi del CAI. e la voglia di conoscerla, la curiosità. Ho biente della montagna. L’Associazione Più saranno convincenti la necessità e incontrato persone che avevano bisogno. ricopre un ruolo importante che deve la bontà della causa, maggiori saranno Le ho aiutate, così come ci si aiuta essere interpretato con convinzione, i contributi che ognuno potrà offrire. quando si ha bisogno, in montagna come Certamente, è necessario convertire nella vita. Io stesso sono stato soccorso. l’atteggiamento della conquista in una Il CAI ha un compito organizzativo, più genuina proposta di partecipazione. educativo e propositivo per gli associati Il racconto tecnico di una Questo non per sminuire il valore di e per tutti coloro che amano la montagna salita desta ammirazione. È ciò che si è raggiunto, ma per suggerire e che vogliono conoscerla. Sul campo, la montagna come una possibilità di con la preziosa opera dei volontari, però più grande lo stimolo ad miglioramento dell’esperienza di vita, esso ha assunto un ruolo importante approfondire la conoscenza, a qualunque livello. Il racconto tecnico nell’aiuto e nella sicurezza delle persone. di una salita desta ammirazione. È però L’Associazione coordina uno sforzo quando sono le motivazioni e più grande lo stimolo ad approfondire la meritevole ed insostituibile, del quale conoscenza quando sono le motivazioni e tutti possono godere i frutti, evidenti le emozioni ad essere offerte. le emozioni ad essere offerte. L’influsso nella manutenzione dei sentieri, nei corsi L’influsso della conquista delle della conquista delle montagne fin qui di alpinismo, nell’efficienza del Soccorso ostentata deve mutare in una offerta di Alpino e Speleologico. Il valore della montagne fin qui ostentata consapevolezza profonda dell’ambiente solidarietà è uno dei punti irrinunciabili deve mutare in una offerta nel quale viviamo. Il mondo alpinistico nelle motivazioni della sua stessa esistenza. tende a prendersi troppo sul serio, La spinta solidale che anima molti soci e di consapevolezza profonda enfatizzando situazioni e traguardi. Ci l’opera dei suoi numerosi volontari, deve dell’ambiente nel quale si dimentica forse che le vere imprese trovare nel CAI ancor più ascolto, solleci- le compiono altri, in montagna come in tudine, supporto. Le direzioni verso cui viviamo. Il mondo alpinistico città. Penso a coloro che, per un tozzo rivolgere l’attenzione sono numerose e tende a prendersi troppo sul di pane, portano i pesantissimi fardelli tutte stringenti. Tra queste, i poveri dei dei salitori, che sovente si limitano al Paesi che conosciamo. Essi accolgono serio, enfatizzando situazioni peso della macchina fotografica per noi viaggiatori, amanti della montagna, immortalare le proprie conquiste. È un alla ricerca di emozioni ed avventura, ma e traguardi. Ci si dimentica retaggio del passato, quando il conqui- troppo spesso incuranti di ciò che avviene forse che le vere imprese le statore delle vette doveva rappresentare il attorno. Auspico un rinnovamento proprio Paese ed esibirne la potenza. Sono profondo e coraggioso, così come merita compiono altri, in montagna fermamente convinto che una salita sia una un’associazione autorevole come il CAI. come in città. esperienza intima, personale, un incontro Sarà un impegno importante per tutti, che con sé stessi e con il mondo che ci ospita. necessita di un confronto serrato anche Esperienze non riproducibili, ma possibili sulle tematiche esposte. Un plauso va ad ogni latitudine ed a tutte le quote, riconosciuto all’attuale presidenza per con impegno, con chiarezza. Il conside- dalle profondità marine, alla pianura, fino l’impulso offerto alla discussione. Se la revole numero di soci rappresenta una alle più alte cime. Gli alpinisti possono determinazione sarà quella che ognuno rilevante forza sulla quale poter contare. aiutare il CAI, ma l’Associazione deve pone nel raggiungimento delle proprie Indubbiamente l’importanza del CAI può avere la determinazione della necessaria “vette”, il risultato non potrà che essere anche destare interessi diversi da quelli svolta. Dobbiamo recuperare valori utile. n 40

LR_2_2009.indd 40 9-03-2009 13:06:09 un nuovo patto cittadini, ma in questo modo ci troveremo fotografie d’antan che sbiadiscono alle tra città e montagna tra le mani un territorio desertificato, pareti, nelle facce abbronzate e smarrite intervista a Enrico Camanni senza voce e senza futuro, una specie di dei nuovi montanari sospesi tra una giardino incolto dove esistono solo forme civiltà e l’altra, tra un passato perduto e Dal 98° congresso di Predazzo è di vita esterne ed estreme, fugaci e sterili. un futuro incerto. emerso che il CAI deve oltrepassare Non credo che questa sia la funzione gli aspetti ludico ricreativi definendosi storica del Club Alpino, e meno che mai sempre più come cerniera culturale tra la sua missione futura. i mondi e le culture della montagna e Mi pare che il CAI, dopo l'assunzione Non bisogna pensare a un della città. Da socio CAI concorda con di responsabilità sulla "questione mondo con la città al centro questa visione? ambientale", che si può ricollegare al Da socio del CAI, ma soprattutto da dibattito di circa vent'anni fa (Tesi di e tutto il resto ai margini, osservatore delle Alpi, credo non ci sia Biella, Tavole di Courmayeur), debba fare mera periferia con funzioni altra strada. Naturalmente si può anche un secondo salto di consapevolezza. Oggi intendere la montagna come un "impianto la montagna italiana (Alpi e Appennini), ancillari alla città stessa, sportivo", uno scenario naturale, una fatta salva l'area di lingua tedesca, è ma bisogna cominciare a palestra all'aria aperta, e in tal caso completamente emarginata dagli interessi possiamo benissimo separarla dal mondo di potere e dalle girandole elettorali. Per leggere il territorio come un circostante, o farne una protesi della città la città, la montagna potrebbe anche per il divertimento e le avventure dei scomparire domani. Dunque il CAI deve sistema complesso, con lavorare per la montagna, dar voce alla parti molto abitate e parti montagna, divulgarne i valori del passato e soprattutto le aspettative per il futuro. poco abitate, zone ad alto La "fotografia" delle Alpi impatto industriale e zone Si può sostenere secondo lei che essere è paradossale: valli quasi cerniera culturale significa lavorare in a basso impatto, segmenti direzione di una visione che non separa con elevata biodiversità e completamente spopolate e la città dalla montagna? prive di mezzi di sussistenza Se vogliamo che la montagna mantenga distretti dove la biodiversità un ruolo di alterità rispetto alla città accanto a valli iperpopolate stessa, valorizzandone e attualizzandone è ormai azzerata o quasi. per due o tre mesi all’anno il patrimonio simbolico, allora non c'é In quest'ottica la città ha scelta: bisogna lavorare sulle due culture (il cuore dell’estate, Natale, le insieme, cioè sul globale e sul locale, sulla bisogno della montagna settimane bianche invernali) società del consumo e su una auspicabile esattamente come la società del risparmio. La montagna e iperstrutturate, con può rappresentare la seconda opzione. montagna ha bisogno della Il processo di "colonizzazione" urbana città, perché noi non siamo condomini e alberghi di tipo della montagna non si è manifestato urbano, parcheggi, cinema, tanto nel rapporto geografico tra una solo abitanti di questo o quel città che penetrava fisicamente nelle valli boutiques, ristoranti e locali alpine e una montagna che veniva invasa luogo, ma siamo tutti cittadini notturni. Un mondo irreale in di prime e seconde case, quanto in una del mondo, e dovremmo cultura egemone che spianava una cultura cui aleggiano i fantasmi del minoritaria, annullandone i tempi, i riti, i lottare per difendere le "come eravamo", nei nomi miti, le dinamiche sociali, e imponendo differenze, le peculiarità, le dall’esterno un modello estraneo alla dei bar o di qualche ritrovo tradizione locale. ricchezze di ogni singolo alla moda, nelle fotografie La "fotografia" delle Alpi è paradossale: ecosistema, naturale o valli quasi completamente spopolate e d’antan che sbiadiscono alle prive di mezzi di sussistenza accanto umano che sia. a valli iperpopolate per due o tre mesi pareti, nelle facce abbronzate all’anno (il cuore dell’estate, Natale, le e smarrite dei nuovi settimane bianche invernali) e iperstrut- turate, con condomini e alberghi di tipo Dietro questa "fotografia", e dietro le montanari sospesi tra una urbano, parcheggi, cinema, boutiques, complesse dinamiche politiche ed civiltà e l’altra, tra un passato ristoranti e locali notturni. Un mondo economiche che negli ultimi due secoli irreale in cui aleggiano i fantasmi del dello scorso millennio hanno determinato perduto e un futuro incerto. "come eravamo", nei nomi dei bar o la crisi dell’economia alpina e la fine di di qualche ritrovo alla moda, nelle una civiltà sopravvissuta­ almeno nei suoi 41

LR_2_2009.indd 41 9-03-2009 13:06:09 Articolo 1 Articolo 1 “Il Club alpino italiano (C.A.I.), fondato in Torino nell’anno 1863 per iniziativa di Quintino Sella, caratteri fondanti ­ per circa cinquemila ha bisogno della montagna esattamente È ovviolibera cheassociazione non ha nazionale, più senso ha (se per maiiscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza anni, c’è un attore invisibile e formidabile: come la montagna ha bisogno della città, lo hae lo avuto) studio delle parlare montagne, della specialmente "tradizione di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale.” il modello consumistico urbano. perché noi non siamo solo abitanti di alpina" come di un patrimonio autonomo, L’imperativo del "tutto e subito" ha questo o quel luogo, ma siamo tutti indipendente dalle dinamiche economiche fatto breccia in tempi brevissimi nella cittadini del mondo, e dovremmo lottare e culturali della pianura. La montagna di millenaria prudenza dei montanari, per difendere le differenze, le peculiarità, domani, al contrario, sarà il risultato di nell’atavica diffidenza verso le le ricchezze di ogni singolo ecosistema, un lungo e delicato processo di confronto scorciatoie, nella religione dell’alpe lenta naturale o umano che sia. con il modello urbano, e potrà candidarsi e austera che verso la fine dell’Ottocento come risposta convincente e durevole faceva scrivere all’abbé Amé Gorret, proprio se saprà proporsi in alternativa prete ribelle della Valle d’Aosta: "Il vero alle patologie di un consumismo illimitato viaggiatore si distingue dalla sobrietà Se per almeno cinquemila e senza futuro. C.A.A.I. Soccorso Alpino Speciale Filmfestival Trento delle sue parole, dalle ridotte dimensioni anni la cultura alpina aveva dello zaino, dalla regolarità del passo e Quale, in questa ottica, il ruolo e il dal calcolo riflessivo e coraggioso dei risposto ai bisogni (materiali, fare delle Sezioni e delle strutture rischi di un'escursione o di una scalata. ma anche spirituali) del territoriali del CAI? Il turista novellino, invece, si fa notare Banalmente penso che il CAI sia radicato per il numero e il volume dei suoi bauli, montanaro, ridefinendo di sia nelle città che nelle valli, e che dunque per il clamore dei suoi programmi e continuo la relazione con il dialogo e il confronto potrebbero iniziare dei preparativi per la partenza, per le dal suo interno, dalla dialettica tra le osservazioni scientifiche fuori misura, un mondo difficile e risorse per il panico o la vanitosa imprudenza davanti al pericolo". spesso deficitarie, la cultura Se da un lato Gorret sovrapponeva consumistica della città ha La montagna di domani, al la saggezza montanara a quella del viaggiatore, facendone comune virtù, introdotto due elementi nuovi contrario, sarà il risultato di dall’altro anticipava uno dei temi, ed eversivi: la creazione anzi il Tema, del Novecento alpino: un lungo e delicato processo la propagazione della nuova cultura del bisogno e il consumo di confronto con il modello smaniosa e imprevidente, completamente dell’immateriale. inadatta all’ambiente montano, in grado urbano, e potrà candidarsi di erodere in pochi decenni il tessuto della come risposta convincente civiltà preesistente. Quel che non era riuscito in cinquemila anni alle valanghe, e durevole proprio se saprà alle frane, agli inverni, alle alluvioni, Se per almeno cinquemila anni la cultura proporsi in alternativa alle alle epidemie, agli eserciti, ai tiranni e alpina aveva risposto ai bisogni (materiali, agli invasori, è avvenuto per mano della ma anche spirituali) del montanaro, patologie di un consumismo città: di quella stessa città che, ancora una ridefinendo di continuo la relazione volta paradossalmente, aveva ignorato la con un mondo difficile e risorse spesso illimitato e senza futuro. montagna per millenni, considerandola deficitarie, la cultura consumistica della tutt'alpiù un accidente geografico, una città ha introdotto due elementi nuovi barriera da attraversare, un ricovero di ed eversivi: la creazione del bisogno e il selvaggi, un deposito di metalli pregiati. consumo dell’immateriale. sezioni di città e le sezioni di montagna. Il turismo si basa su queste due priorità: Ma poi è necessario che il CAI si ponga In questo senso c'è bisogno di un patto il consumo di beni immateriali come a livello più ampio, regionale e nazionale, tra città e montagna? E quale patto è la bellezza (dell’ambiente), la spetta- come gruppo di forza nella difesa dei possibile? colarità (delle montagne), il silenzio, la diritti della montagna, perché frequenta il Il patto consiste in un cambiamento di "genuinità", la "tradizione"; l’invenzione territorio delle Alpi e degli Appennini, ne prospettiva, una mutazione geografica di attrattive che, adeguatamente pilotate, conosce i limiti e le potenzialità, e vanta del pensiero. Non bisogna pensare a rispondano alle aspettative dei cittadini una tradizione di antica data che può un mondo con la città al centro e tutto orientando bisogni e creando necessità. tradursi in competenza e autorevolezza. il resto ai margini, mera periferia con In tal modo ogni località, ogni valle, ogni Sicuramente non mancano le personalità funzioni ancillari alla città stessa, ma comprensorio alpino si vede costretto a in grado di fare pressione, soprattutto bisogna cominciare a leggere il territorio ridefinire se stesso e a "reinventarsi" a uso attraverso una corretta comunicazione come un sistema complesso, con parti e consumo del turismo, con processi di delle terre alte, che ancora si limita alle molto abitate e parti poco abitate, zone ridefinizione che spesso non coincidono tragedie e agli eventi catastrofici. ad alto impatto industriale e zone a basso con un’anima autentica, ma sono il frutto Naturalmente bisogna essere aperti verso impatto, segmenti con elevata biodiversità dell’adattamento a un nuovo modello l'esterno, sempre pronti a collaborare con e distretti dove la biodiversità è ormai governato dalle regole del mercato chi ha a cuore il futuro della montagna ed azzerata o quasi. In quest'ottica la città urbano. è disposto a prendersene cura. n 42

LR_2_2009.indd 42 9-03-2009 13:06:10 Articolo 1: hanno dato il loro contributo

Paolo Rumiz (Trieste, 1947) è un giornalista italiano. Inviato speciale del Piccolo di Trieste e in seguito editorialista di la Repubblica, segue dal 1986 gli eventi dell'area balcanica e danubiana; durante la dissoluzione della Jugoslavia segue in prima linea il conflitto prima in Croazia e successivamente in Bosnia Erzegovina. Nel novembre 2001 è stato inviato ad Islamabad e successivamente a Kabul, per documentare l'attacco statunitense all'Afghanistan. Da qualche anno a questa parte compie un viaggio ogni estate, in agosto, raccontandolo di giorno in giorno su Repubblica: mete ed itinerari simbolici per raccontare il mondo e l’uomo del passato, del presente e del futuro.

Aldo Bonomi (Sondrio, 1950) è direttore dell’Istituto di ricerca Aaster, una struttura operativa di base a Milano, che assomma al proprio interno le competenze fondamentali (sociologiche, economiche, statistiche) per l'attuazione di interventi territoriali finalizzati allo sviluppo e dalla coesione sociale. Aldo Bonomi ha riversato il proprio lavoro professionale di animatore e direttore del Consorzio AASTER in una serie di opere che rappresentano un intreccio di elaborazioni teoriche e di spunti di riflessione raccolti sul territorio nel corso degli anni di attività professionale. Da questo punto di vista le sue diverse pubblicazioni rappresentano altrettanti punti di condensa nei quali la complessità del ricercare quotidiano trova un momento di equilibrio tra sintesi teorica e racconto militante.

Luigi Gaido (Torino, 1949) è amministratore unico di IRE srl – Istituto ricerche economiche e si occupa di consulenze per l'Impresa e il Territorio, con sede a Torino. Docente di Principi e strumenti per il management territoriale, Sviluppo economico del territorio e Tecniche per lo sviluppo turistico applicato al territorio presso l'università Joseph Fourier di Grenoble. Componente di numerose commissioni nazionali ed europee per lo sviluppo del territorio, è stato membro del Consiglio di Amministrazione dell'Azienda di Promozione Turistica della Provincia Autonoma di Trento e fino al 2001 rappresentante nel Comitato Permanente della Convenzione Alpina della Comunità di Lavoro delle Città delle Alpi, con sede a Trento.

Alpinista, naturalista, fotografo, Fausto De Stefani è nato nel 1952 in provincia di Mantova. Nel 1983 sale il K2, la sua prima vetta sopra gli 8000 metri. In seguito rende assidua la sua frequentazione in Himalaya e nel Karakorum, dove, tra i pochi al mondo, sale senza ossigeno le 14 montagne più alte della terra. è tra i fondatori dell’associazione internazionale “Mountain Wilderness”, di cui è garante internazionale, ed attualmente presidente della sezione Italia. Da anni svolge attività divulgative a favore della conoscenza delle tematiche naturalistiche e dei problemi ad esse connessi: ampio rilievo ha assunto anche l'attività di fotografo, per la quale è conosciuto come un raffinato e poetico documentarista di natura e persone. Negli ultimi anni, il suo impegno è rivolto alla realizzazione di progetti umanitari in Nepal, costruendo scuole e promuovendo sviluppo culturale.

Enrico Camanni, nato a Torino nel 1957, è un alpinista molto attivo sulle Alpi, dove ha aperto una decina di vie. è stato membro del Gruppo Alta Montagna, istruttore della Scuola nazionale di Alpinismo Giusto Gervasutti e direttore della Scuola nazionale di Scialpinismo della Sucai Torino. Già redattore capo della “Rivista della Montagna”, ha fondato il mensile “Alp”, che ha diretto per tredici anni, e la rivista internazionale di cultura alpina L'Alpe, che ha diretto per altri dieci; attualmente dirige “Piemonte Parchi” mensile della Regione Piemonte. Ha pubblicato cinque romanzi; diretto e curato l’edizione italiana del Grande Dizionario Enciclopedico delle Alpi (2007), la progettazione scientifica del Museo della Montagna di Torino, del Museo delle Alpi al Forte di Bard (Opera Carlo Alberto) e delle Alpi dei Ragazzi al Forte di Bard (Opera Vittorio). 43

LR_2_2009.indd 43 11-03-2009 19:46:05 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo lata ve ascensioni loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Meteorologia Natura Nu o P Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Ambiente Anniversari Letteratura Materiali & tecniche Riflessioni Scienze Storia minuscola Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture Occitania a Pè

Testo e foto di Matteo Serafin

almeno 15 giorni di cammino “d’òc” in preparazione attraverso i valichi alpini, dall'associazione Chambra ma una volta arrivati in d’òc. Per chi volesse invece Provenza, la lingua che si mettersi in cammino attra- parlava era più o meno la versando le Alpi Liguri e stessa che parlavano a casa” Marittime fino Vinadio, il ci aveva spiegato prima di progetto Chaminem per òc partire il signor Stefano - Camminiamo per l’Occi- Martini, giù all’Ecomuseo di tania avrà inoltre un seguito Pontebernardo, in Valle Stura. questa estate con l’iniziativa “Valadas occitanas a pé”, Chaminem per òc! come si riferirà in seguito. L’incontro al Colle del Ferro ha avuto anche una certa uffi- Il gruppo cialità. Sotto gli strali di un Torniamo a quei giorni di vento che se non era Mistral fine estate del 2008, quando i Prima tappa di Occitania a Pè: partenza da Vinadio, taglio del nastro. poco gli mancava, e sotto un sette camminatori di Chambra cielo che era già Provenza, d’òc avevano il viaggio tutto il nostro presidente generale Un suono di zufolo si cammino con l’obiettivo di Annibale Salsa, occitanista Qui sotto: il presidente del CAI, Anni- diffonde fra le nebbie, le compiere una “ricognizione della prima ora e grande bale Salsa, testimonial dell'iniziativa. sagome degli amici che ci territoriale” della grande sostenitore del progetto, aspettano sul Colle del Ferro Occitania e sostenere la abbracciava gli amici Robert si stagliano a poco a poco candidatura dell’antica lingua Gasdler, giunto in rappre- mentre arranchiamo sulla d’òc alla lista del Patrimonio sentanza del Club Alpin lunga rampa che porta al Immateriale dell’Umanità Française, e Marise Benoît confine con la Francia. Era protetto dall’UNESCO. della Federation Francaise solo il 31 agosto, la lunga Una lingua oggi compresa e Randonnée Pedestre. I marcia di Occitania a pé era parlata, sia pur sotto forma di randonneurs francesi di alla sua seconda, lunghissima “vile” patois, da 12 milioni di queste organizzazioni hanno tappa. 1300 km dal forte di persone. poi scortato la comitiva fino Vinadio fino ai lontanissimi Mentre camminavamo verso alla fine del cammino avvi- Pirenei, tanto hanno dovuto il rifugio del CAF, ai laghi cindandosi in gruppi di 10 o camminare i sette dell’asso- di Vens, quel giorno di tarda 20 persone ogni giorno. ciazione piemontese Chambra estate pensavamo ai pastori L’idea di un percorso occi- d’òc che, con tanti compagni che un tempo percorrevano tano dalle Alpi ai Pirenei di viaggio che via via si questi sentieri con le loro evidentemente intriga i sono aggregati, hanno dato greggi diretti alle praterie francesi quanto gli italiani, vita a questa curiosa festa della Crau, nella Valle del e ora c’è una discreta attesa itinerante. Oltre due mesi di Rodano. “Ci volevano per la guida e la cartografia 44

LR_2_2009.indd 44 9-03-2009 13:06:19 Il gruppo dei sette camminatori. In prima fila: Manuela Almonte e Ines Cavalcanti. In seconda fila: Peyre Anghilante, Ro- berta Ferraris, Riccardo Carnovalini, Elisa Nicoli, Dario Anghilante.

davanti a sé, creatura ancora giata Occitania dei poeti patois” spiega Ferraris, “ma oltre trent’anni compagni giovane ma già padrona asso- trovatori e dei mistici catari Stevenson era interessato di cammino del movimento luta dei loro pensieri e dei assumeva i connotati reali alla storia delle persecuzioni culturale occitano. Salsa, che loro passi. 1300 chilometri del mondo di oggi. “In Alta cattoliche contro i protestanti ha poi camminato come testi- per 73 giorni di cammino Provenza troviamo luoghi più che alla cultura occitana. monial nelle prime due tappe fitto di incontri, concerti, e paesi non molto diversi Eppure la Linguadoca sta del trekking vestendo i colori feste, iniziative ufficiali e dalle valli di Cuneo, dove all’Occitano come il Toscano d’òc, ha ricordato davanti al informali. “Un successo stra- i problemi sono sempre all’italiano. Questa regione pubblico riunito nella sala ordinario, che ci ha permesso gli stessi: spopolamento, arida spazzata dai venti si è civica di Pietraporzio che di conoscere tante realtà e mancanza di lavoro” anno- andata spopolando in conse- «il CAI non è solo un’as- situazioni che rendono viva tava Roberta Ferraris su La guenza di guerre e persecu- sociazione di alpinisti ma e attuale la nostra idea di Stampa. “Eppure c’è stata zioni religiose. Negli anni ’70 un sodalizio fondato per Occitania” racconta Ines un’inversione di tendenza le comunità hippy l’avevano far conoscere il patrimonio Cavalcanti, animatrice negli ultimi decenni: la popo- eletta a terra promessa in un naturale e culturale delle dell’associazione piemontese. lazione è raddoppiata dopo improbabile ritorno alla terra. montagne. E la lingua d’òc è Accanto a lei hanno cammi- il minimo storico degli anni Oggi sono i “néorural”, come anche una lingua di monta- nato il suo compagno Dario ‘80”. In ogni paese la comi- li chiamano qui, a costi- nari, essendo parlata dalle Anghilante, attore musicista tiva ha incontrato gli ammi- tuire il nucleo più motivato Alpi Marittime alle Prealpi e anima degli Aire de primo, nistratori locali, ma anche i dei residenti, tutt’altro che fino ai Pirenei. L’importanza il gruppo musicale testi- contadini, i pastori neorurali, sprovveduti e improvvisati. di iniziative come questa – monial del viaggio; il loro gli insegnanti, i contastorie, e Tanto che il nuovo sindaco di ha detto ancora Salsa - sta figlio Peyre che ha ideato e sempre tanti musicisti. Gente St-Andéol-de-Clerguemont è nella differenza tra il futuro messo a punto l’itinerario; comune e gente speciale. un néo parigino che vive in e l’avvenire: il futuro è una la scrittrice e musicista Il diario di viaggio pubblicato una comoda yurta mongola, nozione del tempo indiffe- cuneese Manuela Almonte; su La Stampa (scaricabile ma paga la bolletta dell’acqua rente ai nostri destini, l’avve- il “camminatore professio- sul sito www.chambradoc. e si occupa di bioedilizia”. nire invece ce lo costruiamo nista” e fotografo spezzino it insieme alle fotografie di con il nostro impegno, con i Riccardo Carnovalini; la gior- Carnonvalini) entra nel vivo Una lingua di pastori nostri passi, e con iniziative nalista Roberta Ferraris che nel deserto delle Cévennes, montanari come questa capaci di rinno- ha raccontato su La Stampa nella Linguadoca, dove i All’arrivo della prima tappa, vare la speranza e vivificare i passi salienti del viaggio; nostri hanno percorso un sabato 30 agosto nella piazza le tradizioni». e la giovane regista altoa- sentiero che attira circa 12000 di Pietraporzio (CN), erano Fra le autorità presenti alla tesina Elisa Nicoli che ha camminatori ogni anno: la in tanti ad attendere la caro- festa di Pietraporzio, oltre ai documentato il viaggio con la Grande Randonnée 70, lo vana. C’erano il presidente di funzionari della Provincia di cinepresa. stesso cammino percorso nel Chambra d’Oc e sindaco di Torino che si occupano delle 1878 dal grande Robert Louis Ostana Giacomo Lombardo, minoranze linguistiche Anna Neoruralismo e Stevenson in compagnia il presidente dell’UNCEM Maria Morello e Francesco ripopolamento in della sua asina Modestine. di Demonte Lido Riva, e Candido, è poi intervenuto Linguadoca “La parlata locale gli parve il presidente generale del l’assessore alle politiche Passo dopo passo, la vagheg- allora un’incomprensibile CAI Annibale Salsa, da territoriali della regione

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LR_2_2009.indd 45 9-03-2009 13:06:21 bei canti incontrati durante il ciazioni, i comuni, gli uffici e Liguria, si trovano paesi viaggio e li propone oggi in del turismo, i parchi, gli come Briga, Piaggia, un nuovo spettacolo”. ecomusei e tutti coloro che lo Viozene, Upega, Verdeggia “Abbiamo visto che in desiderano possono proporre e Realdo di Triora dove Francia la gente cammina un’escursione di una o più l’antico idioma viene ancora tantissimo. Abbiamo avuto tappe dedicata alla riscoperta parlato in forma di dialetto. punte di 180 persone che di luoghi e insediamenti occi- Nel secondo dopoguerra il camminavano con noi e una tani” spiega Ines. “Chambra confine italofrancese ha poi media di cinquanta aggre- d’òc mette in rete gli itinerari diviso amministrativamente gati” racconta ancora Ines. e pubblica il calendario sul il territorio di questa comu- “Camminare, anche in media sito”. Il percorso attraver- nità che contava nel 1947 montagna o in collina, per serà il Parco dell’Alta Valle circa 1500 abitanti, di cui noi è anche una forma di Pesio e le vallate occitane di la maggior parte ancora nel socializzazione. In Italia Liguria e Piemonte, seguendo capoluogo Briga. questa cultura del camminare in linea di massima il trac- Il progetto “Chaminem per la vedo di meno”. ciato della Gran Traversata òc” si propone insomma Un momento della terza tappa del cammino Infine una curiosità. Chambra delle Alpi (GTA). di ripercorrere – simboli- scendendo dai laghi di Vens diretti a Sisteron. d’òc ha pubblicato recente- I camminatori incontreranno camente e fisicamente – i mente, oltre ai classici della ciò che rimane dell’antica sentieri degli avi per tornare letteratura tradotti in lingua comunità brigasca, rico- a esplorare a bassa velocità la Piemonte Giorgio Conti, d’òc da Peyre Anghilante, nosciuta dal 1999 quale vastissima area dove ancora che si è impegnato a portare un libro di Naoko Sano, una minoranza linguistica dal riecheggia l’antica lingua avanti la candidatura alla list- studiosa giapponese che parla Dipartimento per le libertà dei trovatori, dalle Alpi ai dell’UNESCO. Una candida- perfettamente l’occitano: civili e l’immigrazione del Pirenei. “Camminiamo per tura, quella della lingua d’Oc, “Viaggio di una giapponese Ministero dell’Interno della l’Occitania” dunque. Anche che già ha raccolto migliaia nelle valli occitane d’Italia”. Repubblica Italiana. In questo per sostenere, insieme al CAI di adesioni nel mondo occi- Il libro è stato presentato in ampio territorio colonizzato e alla Regione Piemonte, tano e non solo, nel presup- anteprima alla terza edizione dagli occitani scampati alle la candidatura della lingua posto che «i monumenti del Festival “En Conviventia” violente persecuzioni subite d’òc alla lista del Patrimonio dell’ingegno e dello spirito, il 6 dicembre a Cuneo in Francia fin dai tempi Immateriale dell’Umanità come appunto sono le lingue, assieme ai prodotti dell’Oc- della famosa crociata contro tutelato dall’Unesco (per meritino di essere preservate citania a pé: una mostra i Catari (XII secolo), oggi firmare cliccare il sito tanto quanto le opere d’arte delle foto di Carnovalini, le diviso tra Francia, Piemonte www.chambradoc.it). n e i paesaggi fisici», ha osser- canzoni degli Aire de primo, vato l’assessore Conti. i filmati di Elisa Nicoli che presto dovrebbero diventare In cammino sul Plateau de Sault. Due mesi di un film documentario, e ai cammino. E poi? tanti progetti che Chambra Ad attendere i camminatori d’oc ha in serbo per il futuro. dopo l’ultima tappa, la 73°, davanti al monumento alla Valadas occitanas lingua occitana a Vielha in a pé Val d’Aran, Catalunya, c’era Ora il prossimo appunta- una gran folla di persone mento per escursionisti e arrivate da tutte le parti simpatizzanti è il 14 giugno a di Occitania. Con Aire de Olivetta San Michele, in terra primo, il gruppo tesimonial ligure, per la nuova iniziativa del cammino in cui suonano lanciata dalla Chambra d’òc: Dario Anghilante e Manuela “Valadas occitanas a pé”, così Almonte, il viaggio si è così si chiama il nuovo viaggio, concluso in una grande festa. prende il via questa prima- “Praticamente ogni sera vera dalle Alpi Liguri per c’è stata una festa, siamo costruire, passo dopo passo stati ricevuti nei municipi, e in un mese di cammino, abbiamo avuto occasione di una rete sentieristica targata ascoltare tantissima musica” “òc” che congiunga tutte le racconta Ines Cavalcanti. valadas occitanas delle Alpi “Ogni regione d’Occitania dalla Liguria fino a Vinadio. ha il suo canto simbolo. Aire Come funziona? “Dal 1° de Primo ha raccolto i 14 più aprile al 23 ottobre le asso- 46

LR_2_2009.indd 46 9-03-2009 13:06:23 LR_2_2009.indd 47 9-03-2009 13:06:29 Articolo 1 Articolo 1 “Il Club alpino italiano (C.A.I.), fondato in Torino nell’anno 1863 per iniziativa di Quintino Sella, libera associazione nazionale, ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza 57ª edizione: e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale.” avanti tutta

che all'estero gode già di palinsesti sono occupati da rilevazioni statistiche effet-

C.A.A.I. Soccorso Alpino Speciale Filmfestival Trento maggior fama che in Italia? ore e ore di reality e speriamo tuate sul territorio. Anche Potenziare e aggiornare i di non doverci rinchiudere in quest'anno stanno arrivando Intervista servizi on line del Festival, una baita e farci filmare di centinaia di film e si stanno di Alessandro Giorgetta a Egidio Bonapace, in particolare il sito e la web nascosto per arrivare in prima programmando serate speciali presidente Trento Filmfestival tv diventata in pochi mesi un serata televisiva... e momenti emozionanti. E' punto di riferimento per tutto un lavoro che impegna tutto il settore. L'attenzione dei In tale quadro culturale, lo staff nella realizzazione Egidio Bonapace, guida media nazionali si conquista come ha giustamente di un catalogo che ci viene alpina, imprenditore non a parole, ma coi fatti. ricordato Italo Zandonella invidiato da tutto il mondo. della montagna a tutto Il Festival sta ottenendo Callegher, la concorrenza E oggi, anche chi non potrà campo, dal novembre anno dopo anno una sempre è pressante e il treno del raggiungere Trento dal 25 scorso alla guida non maggior attenzione anche da Festival dovrà correre aprile al 2 maggio, sarà solo di appassionati parte della stampa nazionale molto più veloce che in informato in tempo reale della montagna sulle e delle televisioni che passato. Occorrono quindi dell'attività del Festival messa pareti del Brenta, ma seguono puntualmente ogni idee sempre nuove che in rete a disposizione di tutti anche della prestigiosa nostro appuntamento. Sarà si concretizzino in un gli appassionati. rassegna cinematografica mia premura stimolare tutta programma accattivante e non solo del Trento la squadra del Festival ad oltreché per gli "addetti E in particolare le "serate Filmfestival. Dopo i sei ottenere in futuro risultati ai lavori" anche per il cinema" cosa proporranno? anni di presidenza di Italo ancora migliori. pubblico. Quali le novità Al momento in cui stiamo Zandonella Callegher, per gli uni e per gli altri facendo questa intervista cui va il merito di aver Ritieni che il limite nella nella 57ª edizione? (9 febbraio ndr) non è stato modernizzato l'immagine diffusione del messaggio Augusto Golin, direttore ancora steso un programma del festival con l'apporto anche visivo relativo del programma, e Maurizio cinematografico dettagliato. della direzione artistica alla montagna nel Nichetti, direttore artistico, Sino a fine febbraio arrive- di Maurizio Nichetti, e nostro paese sia dovuto lavorano tutto l'anno a questo ranno al Festival film da di aver sanato i conti del in parte alla cultura scopo. La partecipazione tutto il mondo e solo dopo la Filmfestival, quale obiettivo "mediterraneocentrica" alle giornate del Festival è chiusura del concorso sarà intendi perseguire nel rispetto a quella dei paesi andata sempre aumentando possibile fare una selezione mandato triennale che ti d'oltralpe, e in tal caso negli ultimi anni raggiun- e stilare un programma. Ma attende? ritieni che manifestazioni gendo risultati che sono possiamo dire da subito che Senz'altro proseguire in un come il Filmfestival stati riconosciuti anche da non mancheranno come ogni progetto che ha dato negli possano costituire un Qui sotto: il presidente del Trento Filmfestival, Egidio Bonapace. ultimi anni ottimi risultati. correttivo almeno parziale Per questo ho riconfermato di tale anomalia? tutta la squadra di collabo- Con il Festival di Trento ratori che aveva già lavorato siamo senz'altro in prima col precedente Presidente. fila nella promozione di una cultura di montagna corretta In un momento di parti- e completa. Il compito non colare fermento per la è facile in un paese i cui comunicazione nel mondo media rincorrono spesso della montagna quali ritieni una cronaca e personaggi di siano le strategie vincenti attualità televisiva. per una sempre maggior La montagna soffre come affermazione del Trento soffrono sport minori, Filmfestival in particolare spettacoli teatrali, musica e a livello nazionale, visto lo stesso cinema italiano. I 48

LR_2_2009.indd 48 9-03-2009 13:06:30 anno ospiti illustri e temi Vuoi presentare particolarmente interessanti brevemente i componenti 57ª edizione: Come da qualche anno del gruppo operativo a questa parte, anche in che condivideranno con avanti tutta questa edizione alla serata te l'oneroso compito di di apertura del concorso realizzare un programma cinematografico, sabato 25 così ambizioso? aprile, sarà protagonista la Coglierei l'occasione per sonorizzazione di un film citare tutta la squadra, oltre ai muto. Sarà il capolavoro di già nominati Golin e Nichetti, Erich Von Stroheim, “Blind Luana Bisesti, responsabile Husbands”, pellicola del di Montagna Libri, Rosanna 1919, accompagnato musical- Stedile responsabile organiz- mente dal vivo dall’Orchestra zativa del Festival, Sabrina I Filarmonici di Trento. Michielli e Marco Benedetti Oltre ai film in concorso all’ufficio stampa e comuni- dedicheremo un omaggio cazione, Laura Zumiani Qui sopra: seduti allo stesso tavolo, il presidente e il vicepresidente a Ermanno Olmi e Mario assistente al programma e del Trento Filmfestival, Egidio Bonapace e Italo Zandonella Callegher. Rigoni Stern, proiettando coordinatrice di incontri “Il tempo si è fermato”, e tavole rotonde, Elena sommerso che ci impegna Presidente di un gruppo di che aveva vinto a trento nel Negriolli responsabile del tutto l'anno. giurati agguerrito: Marco 1959, e “I recuperanti”, la catalogo, Carmen Chiarotti Preti, alpinista e regista cui sceneggiatura fu scritta responsabile del settore Puoi anticipare ai lettori la italiano più volte premiato proprio da Rigoni Stern. ragazzi, Giorgio Tomasi cui composizione della giuria al Festival di Trento e in Anche in questa edizione, spetta il compito di gestire e internazionale, con un breve altre rassegne specializzate; già dal 21 aprile, sarà archiviare tutto il materiale profilo dei componenti? la documentarista tedesca MontagnaLibri, la prestigiosa audiovisivo del Festival. Una Anche quest'anno avremo Sibylle Tiedemann, docente rassegna mondiale dell’edi- squadra che si è affiatata una prestigiosa giuria di cinema, Montserrat Guiu, toria di montagna giunta nelle ultime quattro edizioni e internazionale: per primo catalana, produttrice e diret- alla 23a edizione ad aprire il che lavora con una sintonia e Giuliano Montaldo un grande trice del festival Picurt di Festival proponendo un ricco una capacità che ci invidiano Maestro del cinema italiano, cortometraggi dedicati ai calendario di incontri con in molti. La macchina l'autore di Sacco e Vanzetti, Pirenei. n gli autori, la Mostra Mercato organizzativa di un Festival è L'Agnese va a morire, del Internazionale delle librerie molto articolata e le giornate Marco Polo Televisivo, già Qui sotto: Maurizio Zaccaro, Antiquarie della montagna, della manifestazione sono Presidente per diversi anni Ermanno Olmi e il direttore giunta alla 14a edizione. solo la punta di un iceberg di RAI CINEMA. Sarà il artistico Maurizio Nichetti, durante Gli appassionati di alpinismo le giornate dell'edizione 2008 di potranno assistere a serate Trento Filmfestival. dedicate ai protagonisti del settore, come l’imperdibile incontro con il ventottenne californiano Chris Sharma, l’enfant prodige dell’arram- picata sportiva, famoso per il suo stile d’arrampicata dinamico e acrobatico; e ancora la storia della Valle del Sarca, a pochi chilometri dalla città di Trento un vero paradiso dell’arrampicata la cui fama richiama arrampi- catori da ogni continente. Non ci dimenticheremo, infine, di importanti ricorrenze, come i cento anni del nostro socio onorario Riccardo Cassin, il cinquantenario della salita di Maestri ed Egger al Cerro Torre, e la chiusura dell’anno internazionale dei Poli. 49

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Scialpinismo loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Meteorologia Natura Nu o P Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Ambiente Anniversari Letteratura Materiali & tecniche Riflessioni Scienze Storia minuscola Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture

Testo e Foto di Giordano Pascali in Norvegia

Aldo di Bergamo, Edoardo, Guglielmino (un metro e 90 di altezza), Antonio (classe 1949) da Crema, Alberto e Stefano ( i più giovani) della Val di Non, Tom e Peggy Holdredge dalla California, ed infine i telemarkisti : Mariella (la Dolce), Simone (er Chimico), Silvano (er Fico), Luca (er Dottorino) Enzo (er Camicia) tutti “de Roma”, ed infine il sottoscritto (classe 1948, il più anziano). Domenica mattina il tempo non è migliorato, e approfittiamo per fare un giretto per la città che si presenta deserta. Nel frattempo alcuni bagagli sono arrivati però mancano ancora le 5 paia di sci (dei romani). Aspettiamo intanto che il tempo migliori e finalmente alle 13 partiamo per la prima salita, il Tromdalstinden, dislivello 1300 metri che per la prima parte si effettua Qui sopra: Isola di Arnoy. con discreta visibilità, mentre la parte terminale non viene percorsa per il vento inalmente si parte. L'appuntamento latitudini, la luce del sole comincia a e la fitta nebbia che avvolge la cima. al casello di Montebello è per le 7 durare molte ore, più o meno dalle 3.30 Scendiamo quindi, dapprima con poca di sabato 14 aprile, destinazione del mattino fino oltre le 10 di sera, perciò visibilità e neve molto pesante, poi più in Tromsø, Norvegia, lat. 69.40 gradi sono tutti allegri e rilassati, anche i meno F basso la neve migliora consentendoci una Nord - 19 gradi Est. Qui mi aspettano giovani. Intanto cominciamo a conoscerci discreta discesa. Nel frattempo, intanto, alcuni dei partecipanti con i quali trascor- un po', e devo dire che si stabilisce da fortunatamente, sono arrivati anche gli rerò una settimana a bordo di una piccola subito un rapporto molto empatico tra nave, la “Polargirl”, che si rivelerà poi tutti i 30 componenti del gruppo. Due essere un caldo e confortevole “rifugio parole vanno spese per presentare i Sotto: Costeggiando l'Isola di Arnoy. galleggiante”. Atteriamo a Tromsø verso componenti di questo variopinto gruppo. sera. Il tempo non è dei migliori, ma non Ci sono tre guide alpine di Cortina: fa molto freddo. Ci si sistema a bordo, si Davide Alberti (Capazin), Alberto cena e poi si esce a fare quattro passi, ma Bonafede (Magico) e Paolo Tassi non si salpa, in quanto mancano parecchi (Paolino), poi due maestri di sci: Silvio bagagli e 5 paia di sci: dobbiamo quindi Belli (Codan) di Serdese (S.Vito di aspettare il loro arrivo, che si protrarrà Cadore), Luca Gasparini di Livigno con fino alla domenica sera. Essendo sabato le sue due stupende figlie Alessandra e sera c'è molto movimento a Tromsø, Carlotta. Poi Claudio, Giuseppina, sopratutto di ragazzi, nei vari pub che qui Massimo, Gigi, Ugo, tutti della valle del sono numerosi. C'è molta euforia dovuta Boite, Franco (Francheto) da Abano, al fatto che in questo periodo, a queste Enrica e Fabio dalla Svizzera, Ornella e 50 mar./apr. 2009

LR_2_2009.indd 50 9-03-2009 13:06:49 Sopra: Il porticciolo di Lyingen dominato dalla cima del Kavringtinden. sci che mancavano. Il lunedì mattina la essicatoi all'aperto, all'imballo per la nave salpa verso l'isola di Arnoy, dove ci spedizione nelle varie parti del mondo. A aspetta la cima del Trolldastind, m 1000. mezzodì del martedì si parte perchè il Il tempo non è incoraggiante, piove un tempo è migliorato; la cima del Sotto: La gigantesca antenna po' e quindi non fa troppo freddo, ma la Kjevalstinden, dislivello m 1100, però si sulla Vetta del Trolldastind. regola è “partire sempre” e va rispettata presenta coperta da nubi e sferzata da un perchè la variabilità da queste parti è fortissimo vento. La salita inizia a poche molto spinta. Infatti, poco dopo la decine di metri dalla nostra nave. partenza, il tempo migliora rapidamente Inizialmente attraversiamo un boschetto ed esce il sole, ma anche un vento forte. di basse betulle molto fitto arrivando poi Non importa: si sale decisi e si arriva in su un bel pendio molto ampio, ma via via vetta sulla quale si trova una gigantesca che ci si alza il vento ed il freddo si fanno antenna cilindrica in cemento armato. La sentire. Tuttavia si procede sicuri e discesa è bellissima, su neve primaverile spediti, ma purtroppo a quota 940 ben assestata e si scia che è una meravi- dobbiamo fermarci per la fitta nebbia e glia (il vento è cessato) e “purtroppo”, in quindi si decide di scendere, anche perchè breve, si giunge in riva al mare. Si parte il vento e il freddo sono sempre più per Havnnes dove arriviamo in serata, intensi. La discesa, appena la visibilità ormeggiamo davanti ad uno stabilimento diventa buona, nonostante tutto è abba- di lavorazione dello stoccafisso, la tempe- stanza soddisfacente, mentre nel fitto ratura intanto diminuisce ed inizia a nevi- boschetto di betulle si deve interpretare in care debolmente. Il mattino seguente modo creativo il percorso da fare e non nevica e visitiamo lo stabilimento mancano degli svarioni che vanno a vedendo così come lavorano il “baccalà” scapito di alcuni di questi poveri piccoli tanto caro a noi vicentini: dal lavaggio in alberelli. Io intanto comincio ad essere vasche di acqua corrente, alla legatura a afflitto da una fastidiosissima tracheite due a due, alla collocazione nei grandi che mi farà saltare la gita di domani. La

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LR_2_2009.indd 51 9-03-2009 13:06:55 mattina del mercoledì il tempo è bellis- porto di Olderdallen, dove sbarchiamo di pendio. Compito di aprire le danze spetta, simo e fa freddo a Lyngen, ma il mio buon mattino. Il monte Gilavarri, m 1167, come sempre, al superbo maestro di sci stato di salute, anche su consiglio dei sarà la nostra meta. All'inizio il solito Silvio Belli “Codan” di Serdese (S.Vito medici di bordo, sconsiglia la mia parte- bosco di betulle con in più la neve ghiac- di Cadore) che, con sommo sprezzo del cipazione alla salita del Kavringtinden, ciata che rende all'inizio la salita un po' pericolo, si lancia sul pendio verticale dislivello m 1400, in pratica una stupenda rognosa, ma appena fuori da questo tratto incurante delle difficoltà e dei possibili cima Marana di 1400 metri di dislivello, si aprono dei bellissimi pendii coperti da tragici esiti. Lo seguiamo uno alla volta con quasi mezzo metro di neve polverosa uno strato superficiale di 20/30 centimetri assaporando metro per metro questa caduta nelle ultime 24 ore: DA di neve polverosa, tanto che, superato discesa superlativa con la neve polverosa PIANGERE!!! I medici di bordo intanto uno di questi pendii, molti decidono di che arriva alle ginocchia. Arrivati in si prodigano attorno al mio capezzale scendere questo tratto con gli sci per fondo a questo vallone si risale un'altro imbottendomi dei farmaci, che provvi- approfittare delle magnifiche condizioni. pendio esposto a sud, in questo caso con denzialmente avevano al seguito, con Salendo il panorama che si apre davanti neve trasformata e scorrevolissima, e buoni risultati, tanto che il giorno succes- ai nostri sguardi è senz 'altro inconsueto e dopo breve tempo si arriva di nuovo in sivo sarò in grado di essere di nuovo in bellissimo, infatti i fiordi visti dall'alto vetta per goderci un'altra discesa esal- gioco. Anche oggi, giovedì, la giornata delle montagne che saliamo sono di una tante fino a poche decine di metri dal non può essere migliore: il cielo del nord bellezza incredibile ed emozionante. Non mare. Si salpa alla volta di Koghen (disl. è di un azzurro incredibile e fa freddino al immaginavo che fosse così bello sciare in m 1300) per salire la cima omonima che Norvegia, e per la qualità della neve, e si mostra al nostro arrivo in tutta la sua per sciare...in riva e con vista sul mare. bellezza. Se il tempo tiene domani faremo Arrivati in vetta ciò che si vede attorno è il bis. Il mattino successivo, venerdì, il grandioso ed assomiglia in tutto alle alpi tempo è ancora discreto ma la nostra centro occidentali, anche se le quote non cima è coperta da qualche nube. superano in questa zona i 1500 metri. In Sbarchiamo quattro alla volta in barca aggiunta, come già detto, il fatto che dalla perchè non c'è possibilità, per la nave, di vetta si veda il mare amplifica la bellezza attracco a riva. In questo frangente accade e lo stupore. La discesa da questa vetta, che un'onda gelida e infingarda bagna come previsto, è stata adrenalina pura: in abbondantemente il sedile sul quale primis per la neve polverosa, poi perchè appoggiano i miei vetusti glutei. Ultimato le tre diaboliche guide di Cortina e i due lo sbarco saliamo un bel pendio coperto maestri di sci che ci accompagnavano da uno strato di neve polverosa di alcuni hanno scelto un percorso diverso da centimetri che fa ben sperare. Il sole si fa quello fatto in salita. Perciò, dopo una vedere a intermittenza creando bellissimi Qui sopra: Sosta durante la salita al Gilavarre. prima breve ma esaltante discesa, ci chiaroscuri e si approfitta anche per fare siamo affacciati su un canalone, esposto a alcune fotografie Ma ahinoi dopo un paio nord, sovrastato da una enorme cornice d'ore di salita, da ovest, lontano sul mare, che però, nella parte sinistra, lasciava un vediamo che s'avanza un esteso fronte buon passaggio per scendere in sicurezza grigio sulla cui direzione non ci sono Qui sotto: Norvegian Powder. nonostante la verticalità iniziale del dubbi: viene verso di noi!! Infatti, dopo A destra: Fiordi, fiordi, e ancora fiordi.

LR_2_2009.indd 52 9-03-2009 13:07:05 poco più di mezz'ora, siamo raggiunti da piena di acqua di mare (di Norvegia) “vibrazione” verso i nostri compagni di questo fronte che oltre alla nebbia ci riscaldata a 40° da una stufa a legna avventura. Perciò la serenità e l'armonia scarica addosso raffiche di vento e una immersa nella tinozza stessa. Chi invece che è aleggiata fin dai primi momenti non bufera di neve. Questo ci costringe ad un non volesse utilizzare queste dotazioni è mai venuta a mancare per tutto il tempo, rapido rientro in quanto la visibilità non può optare per delle efficienti docce ai anzi, il momento in cui siamo ritornati ci ci consente di proseguire. Tuttavia la piani delle cabine. La vita di bordo è siamo resi conto che questo “incanto” discesa non è poi male e la neve ci confortevole: abbondano generi di avrebbe lasciato un vuoto in tutti noi. n consente di sciare in modo divertente. conforto liquidi e solidi che, dopo ogni Sulla spiaggia, dove siamo sbarcati poche ascensione, insieme alle varie specialità ore prima, non troviamo la nave ad atten- gastronomiche che ognuno di noi ha Qui sopra: Il Koghen. derci per l'imbarco e dobbiamo quindi portato dai rispettivi luoghi di prove- proseguire lungo questa spiaggia con gli nienza, in attesa della cena serale, sono Qui sotto: Navigazione verso il Koghen. sci ai piedi, in mezzo alla bufera per quasi molto apprezzate da tutti. La colazione e un'ora, raggiungendo così una insenatura la cena sono due momenti abbastanza In basso: Salita al Koghen. sottovento dove qui ci attende, in rada, la piacevoli, anche perchè la cucina di bordo nave per l'imbarco che avviene con le (norvegese) non è niente male, e addirit- A sinistra: Relax a bordo dopo le ascensioni. modalità del mattino, con la differenza tura una sera, dopo aver trovato ad che di bagnato al mattino avevo solo il Havnnes in un negozio, sette chili di sedere, mentre nel pomeriggio di bagnato spaghetti (made in Italy), Gigi (che ha un abbiamo tutto. Fin qui la parte che albergo al passo Giau ed è cuoco provetto), riguarda l'attività scialpinistica. Poi natu- con l'aiuto di Magico ha preparato un ralmente, c'è tutto il resto del tempo che ottimo sugo all'amatriciana, regalandoci si passa a bordo del “rifugio galleggiante una spaghettata molto apprezzata da tutti Polargirl”, governato da tre marinai più indistintamente. A colazione c'è abbon- un cuoco che, per quel che riguarda la danza di vari tipi di cereali, formaggi e conduzione della nave e tutta l'organizza- salumi, succhi di frutta, latte, yogurt, zione in generale, sono stati di un'effi- caffè, aringhe con cipolla in agrodolce o cenza encomiabile. Ad ogni rientro a con una salsa di pomodoro, salmone affu- bordo si approfitta delle comodità offerte micato che è una delizia, con il quale dalla nave: chi fa la sauna in una sauna oltre alla colazione si fanno degli ottimi vera installata sul ponte coperto, altri panini grondanti di salmone da portare invece preferiscono stare a mollo in una nel sacco durante le gite. Non è mai tinozza collocata sul ponte scoperto, mancata la buona e buonissima musica grazie ai numerosi “IPod” in dotazione di molti, che viene diffusa da un apposito apparecchio per la gioia di tutti. Infine, come detto all'inizio di questo “diario”, mi preme ritornare sulla piacevole atmo- sfera che si è creata in questo gruppo composito di persone che provengono da varie parti d'Italia e del mondo: immedia- tamente tutti abbiamo reciprocamente sentito nelle nostre corde una buona 53

LR_2_2009.indd 53 11-03-2009 19:46:24 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo lata ve ascensioni Ghiaccio vichingo loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Meteorologia Natura Nu o P Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Ambiente Anniversari Letteratura Materiali & tecniche Riflessioni Scienze Storia minuscola Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture ed io, che li abbiamo dimenticati, ci pochi cascatisti (il grosso arriverà la Testo di Marcello guardiamo sconsolati pensando che, settimana successiva, in occasione del Sanguineti Foto di Bruno Morella, vista la situazione, presto andremo ad meeting di ghiaccio che eviteremo Mauro Rossi e acquistarli per trascorrere in piscina accuratamente, spostandoci a Hemsedal), Marcello Sanguineti o a bordo vasca non una serata, ma nel giro di due giorni incontriamo intere giornate… Faceva meno caldo a Leonardo e Federico, due simpatici Zena (Genova) e a Ciavai (Chiavari)!! toscani che in Italia avevano cercato senza Perché non abbiamo continuato a romper successo di mettersi in contatto con noi ghiaccio sulle nostre Alpi…?! Ecco i per fare la vacanza insieme, e un francese pensieri che affollano le menti di tre che ricordava di averci visti l’anno Zeneisi (Genovesi) vogliosi di “ghiaccio scorso sulle cascate di Field, in Canada. vichingo”: non è certo un gran modo di celebrare l’arrivo sul suolo norvegese… Alla faccia del triste arrivo sotto la Così, con un misto di delusione e pioggia! Il bilancio delle prime due irritazione, andiamo a dormire tacendo giornate di scalata è più che positivo: a fatica una nutrita lista di improperi. abbiamo salito alcune colate di media Fortunatamente, nei giorni successivi difficoltà e, soprattutto, abbiamo scopriamo che, nonostante le condizioni adocchiato due obiettivi di ben altro meteo degli ultimi dieci giorni abbiano livello, in grado di soddisfare i palati fatto degradare alcune cascate, a Rjukan più raffinati e le piccozze più esigenti. Il rimane molto da fare. Magari non con primo è Frihetssøyla: una linea verticale ghiaccio in condizioni ideali… ma annidata in una profonda gola fra i ripidi anche questo fa parte del gioco! Poi pendii che dal pianoro sotto Gaustatoppen sarà la volta di Hemsedal e Råsdalen, precipitano verso Rjukan. Il cappello di per una vera orgia di ghiaccio... ghiaccio che nel febbraio 2008 sbarra l’uscita dalla candela finale sembra il Rjukan La nostra avventura norvegese inizia con alcune semplici cascate situate sotto i contrafforti della montagna-simbolo La valle di Rjukan da Gausta. che sovrasta in villaggio di Rjukan: Gaustatoppen, solitamente battuta da forti venti e spesso caratterizzata da nebbia e nevicate, magari quando a Juvsoyla, partenza bagnata per il III tiro. Rjukan splende il sole. Insomma, una sorta di “true conditions” scozzesi, per dirla alla Don Whillans e Dougal Haston. Un arrivo poco Ci sgranchiamo le braccia sulle facili incoraggiante linee di Gaustatopfossene, in attesa di Nel febbraio 2008 il nostro arrivo a bocconi ben più golosi. L’indomani è Rjukan, la mecca dell’ice-climbing la volta dell’Upper Gorge, una lunga in Norvegia, non è certo dei più gola che dal ponte di Vermork (l’accesso incoraggianti: una snervante pioggerella alla centrale che durante la II Guerra frustra inesorabilmente le nostre Mondiale fu teatro di ardite imprese aspettative e i +8° della sera sembrano partigiane) corre verso ovest e offre una deludere in partenza i nostri sogni di serie di interessanti colate. Ci divertiamo cascatismo norvegese. Mauro ha portato sui muri di Trappfoss, sulla candelina di costume da bagno e cuffia, per un Nye Vermorkfoss e nella stretta goulotte eventuale relax serale in piscina. Bruno di Bakveien. Nonostante in giro ci siano 54 mar./apr. 2009

LR_2_2009.indd 54 9-03-2009 13:07:30 La soluzione più tranquilla, che aggira ricordo che l’avevo prontamente leggermente a destra lo strapiombo battezzata “Olaf il Vichingo”… e la seconda parte del pilastro, si merita comunque un “grado 5” pieno. Di nuovo a Hemsedal, per "sua maestà Hydnefossen" Hemsedal Hydnefossen era stata solo rimandata: Anticipando di una manciata di giorni la saliamo il giorno prima del rientro l’arrivo delle orde fameliche di ghiaccio in Italia. Come Massimo, Elio & Co. che affolleranno il meeting programmato evitiamo l’ultimo tiro, che richiederebbe a Rjukan, ci spostiamo a Hemsedal, altro di bucare l’enorme cornice sommitale paradiso del cascatismo norvegese. Lì ed esporrebbe a notevoli rischi ogget- le temperature sono decisamente più tivi. Questa stupenda cascata gigante basse, anche perché siamo a poco più si mostrerà all’altezza del “grado 6” di 600 metri, quasi il doppio della quota che le viene attribuito: non solo per la di Rjukan. Nonostante si tocchino i verticalità e la fisicità dei tiri, ma anche -20°, la gente del posto ci dice che è e soprattutto per la delicatezza del insolitamente caldo per quel periodo: ghiaccio, spesso formato in più strati per loro sono temperature da aprile…! lavorati e sovrapposti a formare cavol- Frihetssøyla, in uscita dal tetto. All’ingresso del paese ci dà il benvenuto fiori, funghi e altre fantasiose strutture, l’impressionante Hydnefossen, la che richiedono un lungo e faticoso cascata-simbolo della Norvegia. Prima di lavoro di pulitura. risultato di assurdi equilibri, una sorta di dedicarle le nostre attenzioni, decidiamo Hydnefossen è il saluto della Norvegia a beffa alla forza di gravità. È un richiamo di darci da fare su Grøtenutfossen, noi tre Zeneisi (Genovesi) e ci fa conclu- irresistibile! Il nostro secondo obiettivo nella zona di Ulsåk, che, con i suoi dere al meglio gli 11 giorni di vacanza è lo stupendo missile di Juvsøyla, che quasi 300 m, è una delle cascate più norvegese, che ci hanno regalato 11 chiude perentoriamente il ramo sinistro lunghe della valle di Hemsedal. Tutto salite. Cosa volere di più? Forse un pezzo dell’Upper Gorge e sembra gettare il sta andando al meglio. Abbiamo ancora di fûgassa (focaccia) all’olio… Nessun guanto di sfida a chiunque si affacci dal tre giorni: uno per Hydnefossen, uno problema: saliamo sull’aereo pensando ponte di Vermork e guardi verso ovest. per visitare i fiordi di Sogndal e uno per che a breve avremo anche quello. n Entrambe le salite vanno a segno nei due scalare nella valle di Råsdalen, a una giorni successivi, che ci vedono impegnati novantina di chilometri da Hemsedal. in una danza fredda su questi “gradi 6” capaci di appagare i cascatisti più esigenti. Råsdalen King Kong (sx) e Dronninga (dx). Dopo le delicate lunghezze di Juvsøyla, Purtroppo quando, alle sei di mattina, con il suo aleatorio tiro iniziale di misto ci svegliamo per andare a Hydnefossen, e la bagnatissima lunghezza sulla candela una forte nevicata ci suggerisce di in uscita dalla grotta, eccoci a piantare cambiare i programmi. Fortunatamente le piccozze sul cappello di ghiaccio il giorno precedente Beppe Ballico, sommitale di Frihetssøyla, che ci regala Claudio Battezzati, Elio Bonfanti, passaggi atletici di grande soddisfazione. Andrea Gamberini, Massimo Giuliberti Prima di spostarci in un’altra zona della e Mauro Piccione, anch’essi in Norvegia Norvegia, decidiamo di chiudere la e con i quali non eravamo riusciti a “campagna di Rjukan” con una giornata formare un unico gruppo per problemi nell’anfiteatro di Kong Vinter. Nel di date, ci avevano fatto sapere che frattempo le temperature sono scese e in nella zona di Mo si trovano un paio di paese la neve è subentrata alla pioggia. cascatoni lunghi e tecnicamente molto Anche a Kong Vinter nevica, ma non tanto interessanti. Rimandata Hydnefossen, da impedirci di salire l’omonima cascata non rimaniamo quindi con le mani in e la vicina King Kong. Un pilastro, mano: eccoci in viaggio verso Mo. La quest’ultimo, che fa davvero onore al stupenda Thorfossen, un cascatone di 5+ nome! Come altre cascate di Rjukan, e circa 600 m situato nella valle Råsdalen, fra le quali Frihetssøyla, la troviamo in anche se tecnicamente più facile di condizioni un po’ particolari: i notevoli Hydnefossen, non è certo una salita di sbalzi di temperatura e l’alternanza di ripiego. Solo un rammarico: le strade sono crolli e rigeli hanno causato il formarsi di innevate e bisogna guidare con calma, strapiombi imprevisti e… imprevedibili. quindi il pomeriggio non rientriamo a È proprio uno di questi, insieme alla Hemsedal in tempo per la meritata seduta continuità del pilastro nella sua parte di massaggi prenotata il giorno prima. di maggior sviluppo, ad attribuire a Pazienza… tra l’altro la massaggiatrice questa linea su King Kong il “grado 6”. non è quel che si dice una bella visione: 55

LR_2_2009.indd 55 9-03-2009 13:07:37 Da sinistra a destra: Frihetssøyla, all'inizio della candela.

Frihetssøyla, sull candela prima del fungo strapiom- bante.

Frihetssøyla, sul primo tiro.

5 “must” norvegesi. chiusa da un cappello di ghiaccio che costringe ad da scalare il pilastro in tutta la sua lunghezza; III/5 Ecco le schede di cinque cascate di grado 5 o 6, uscire su un pronunciato strapiombo. Forti emozioni aggirando da destra le difficoltà maggiori. assolutamente da non perdere; si trovano nelle assicurate! Primi salitori: A. Arnesen e P. Wikerholmen, 2005. zone di Rjukan, Hemsedal e Mo. Fra le moltissime Accesso stradale. Oslo aeroporto Gardermoen - Note. Kong Winter è una piccola, ma interessantissima altre cascate di interesse, segnalo: le brevi colate di - Gransherad - Rjukan (175 km, 2h 45 gola. Racchiude alcuni gioielli, le cui salite si possono Gaustatopfossene (Rjukan, settore Gausta; 50 m, II/4), circa) Da Rjukan si segue la provinciale 37 verso combinare in una stessa giornata. King Kong fa onore Kong Winter (Rjukan, settore Kong Winter; 60 m, III/4), E per 5 km, quindi si svolta a destra seguendo al nome: un possente pilastro che offre difficoltà Trappfoss (Rjiukan, settore Upper Gorge; 160 m, III/4), le indicazioni per la zona sciistica di Gausta. Si continue. In alcune occasioni, come nel febbraio Nye Vermorkfoss (Rjukan, settore Upper Gorge; 150 parcheggia nei pressi della località Svineroi (circa 12.5 2008, per attaccarlo occorre superare un tratto m, II/4+), Grøtenutfossen (Hemsedal, settore Ulsåk; km). strapiombante piuttosto fisico. Aggirando a destra le 280 m, II/4+) e Kjiorlifossen (Mo, settore Råsdalen; Avvicinamento. Ci si incammina in direzione del punto difficoltà maggiori si ottiene una linea meno dura, ma 400 m, III/5). in cui i piloni della linea elettrica scendono verso il sempre molto interessante. fondovalle e si traversa in lieve salita. Dopo circa Accesso stradale. Da Rjukan in auto verso Kongsberg, Frihetssøyla 50 minuti si arriva alla base delle brevi cascate di sulla provinciale n. 37. In corrispondenza del ponte Zona: Rjukan. Gaustatopfossene e si prosegue per altri 40 minuti dove la strada svolta a destra, continuare sulla 364 Settore: Gausta. circa fino al pilone più alto della linea elettrica. Da fino al villaggio di Åtra. Da qui seguire le indicazioni Versante: N. qui si scende per circa 200 m lungo ripidi pendii per Gøystdal e parcheggiare al termine della strada Lunghezza: 120 m. nevosi, fino a giungere sul bordo della gola che ospita (circa 32 km dal centro di Rjukan). Difficoltà: IV/6 quando la candela finale è chiusa dal la cascata. Prevedere 2h dall’auto. Con un paio di Avvicinamento. Seguire il sentiero fino ad arrivare ad cappello glaciale; altrimenti IV/5. doppie ci si porta all’attacco. una casetta situata sulla destra. Imboccare una traccia Primi salitori: J. Haukåssveen e O. Moss, 1997. Discesa. Si segue in direzione inversa il percorso di sulla sinistra ed abbassarsi fino ad arrivare in cima alla Note. Le cascate di Gausta si trovano ai piedi di avvicinamento. gola. Con una o due doppie ci si porta all’attacco. Gaustatoppen, la montagna più alta della regione di Discesa. Dall’uscita della cascata si segue in direzione Rjukan. Da Gausta si gode di una bellissima vista King Kong inversa il percorso di avvicinamento. sul fondovalle, sul villaggio di Rjukan e su tutta la Zona: Rjukan. regione di Telemark. Frihetssøyla è un’esteticissima Settore: Kong Winter. Juvsøyla candela ben visibile da Rjukan. È situata in una gola Versante: SE. Zona: Rjukan. nei contrafforti che da Gaustatoppen scendono verso Lunghezza: 60 m. Settore: Upper Gorge. il fondovalle. In alcune occasioni, come nel febbraio Difficoltà: III/6 salendo direttamente al pilastro Versante: NO. 2008, la candela finale offre un’atleticissima uscita attraverso lo strapiombo e uscendo a sinistra, in modo Lunghezza: 130 m. Difficoltà: III/6. Primi salitori: J. Haukåssveen, J. Stenstrøm e B. Lie, 1993. Note. La profonda e lunga gola che dal ponte di Vermork risale la valle, nota come “Upper Gorge”, offre alcuni gioielli di arrampicata su ghiaccio. Fra questi, Lipton (non in condizioni durante la nostra visita a Rjukan) e il missile di Juvsøyla sono sicuramente i più estetici e arditi. Assolutamente da non perdere! Accesso stradale. Dal centro di Rjukan dirigersi in auto verso O e parcheggiare all’inizio del ponte di Vermork (circa 5.5 km). Avvicinamento. Una traccia in prossimità del ponte porta in fondo alla profonda gola. Percorrerla fino al punto in cui un ramo della gola svolta a destra e dirigersi alla base della stupenda colata che ne chiude l’ansa sinistra. Circa 50 minuti. Discesa. In doppia (soste in posto). Hydnefossen Qui accanto: Sul Zona: Hemsedal. pilastro di King Kong Settore: Hornset. (1) e (2). Versante: NE.

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LR_2_2009.indd 56 11-03-2009 19:46:51 nevosa, fino alla base dei salti superiori della cascata (80 m, sosta su ghiaccio). L7. Salire il magnifico muro 85°–90° (50 m, sosta su ghiaccio). L8. Proseguire su pendenze a 85° circa, fino all’inizio del pendio nevoso che separa le due sezioni superiori A sinistra: della cascata (50 m, sosta su ghiaccio). Juvsoyla, il I tiro L9. Percorrere il facile pendio nevoso fino a portarsi piuttosto "magro". sotto i due muri terminali (30 m, sosta su ghiaccio). L10. Stupendo muro pressoché verticale (40 m, sosta su ghiaccio). Qui accanto: L11. Altro muro pressoché verticale (40 m, sosta su Juvsoyla, partenza roccia (clessidra)). del II tiro. Variante diretta intermedia (al posto di L3, L4, L5, L6) Dopo il facile risalto ghiacciato della prima parte di L3, invece di puntare alla goulotte proseguire per circa Lunghezza: 200 m. Discesa. Se non si supera la cornice: doppie su 150 m verso sinistra sul pendio nevoso, fino alla base Difficoltà: III/6. abalakov. Se si supera la cornice: traversare a sinistra, della sezione di misto. Percorrerlo in due lunghezze, Primi salitori: M. Morstad e C. Brooks, 1979. poi scendere per pendii (la discesa dal ripido canale a quindi spostarsi verso destra per arrivare alla base dei Note. Hydnefossen riassume in sé imponenza, destra è da sconsigliare, essendo esposta a scariche salti superiori della cascata, arrivando dove termina L6. estetica e difficoltà tecniche. Una salita superba, di neve). ma con la spada di Damocle della grossa cornice di neve che spesso le incombe sopra. Quindi: valutare Thorfossen Altre zone di interesse attentamente le condizioni prima di intraprendere la Zona: Mo. per i cascatisti. scalata e non farlo subito dopo una nevicata, se non Settore: Råsdalen. Golsjuvet. Vicino a Gol, sulla strada per Hemsedal. si è sicuri che la cornice abbia scaricato. La cascata Primi salitori: G. Lacelle & compagni, probabilmente è una gola con parecchi monotiri (max 30m) e tiri di si presenta come un enorme muro completamente 2002. misto fino all’M10; si può scalare a moulinette. verticale, ornato da complesse strutture di ghiaccio, Versante: NO. Eidfjord. A 2h di auto da Hemsedal. Ampia scelta che si supera in 4 tiri. Il ghiaccio è molto lavorato e Lunghezza: 650 m. assicurata. spesso richiede un lungo e faticoso lavoro di pulitura, Difficoltà: IV/5+ (M7 la variante diretta). Lærdal. Si tratta di un fiordo a circa 1h e mezza in auto che, insieme alla continuità, rende la salita piuttosto Accesso stradale. Oslo aeroporto Gardermoen - da Hemsedal; offre molte colate visibili dalla strada. impegnativa. Tutte le soste vanno attrezzate su Hønefoss – Noresund - Nesbyen - Gol - Hemsedal Inoltre: Setesdal, Sogndal, Jostedal, Drivdalen, Valdres, ghiaccio. - Osen - Horge - Rå (300 km, 4h e 45 circa). Troms (Tamokdalen, Iselvdalen, Spansdalen), Rogaland, Accesso stradale. Oslo aeroporto Gardermoen - Da Hemsedal dirigersi in direzione Lærdal; isole Lofoten. Hønefoss – Noresund - Nesbyen - Gol - Hemsedal qualche chilometro prima di imboccare la galleria - (220 km, 3h e 30). Laerdalstunnelen svoltare a sinistra, seguendo Informazioni utili Avvicinamento. Provenendo da Gol, qualche chilometro le indicazioni su cartello giallo “MO 1,9 km”. La Come: Economicamente convenienti i voli Bergamo- prima di entrare nel paese di Hemsedal s’imbocca strada passa sopra il torrente Nivla, attraverso un Oslo della RyanAir. sulla sinistra una stradina che supera un paio di caratteristico stretto ponte. Oltrepassato un altro Quando: In alcune zone si scala da ottobre ad aprile, ponti e la si percorre in vista dell’evidente cascata. ponticello, continuare ancora per un chilometro circa e ma le condizioni migliori si trovano da metà dicembre Parcheggiare nei pressi di una poco evidente strada parcheggiare l’auto proprio in vista della cascata (sulla a metà marzo; febbraio è il mese ideale. I settori situati forestale che parte in direzione della cascata. Seguirla destra orografica), a quota 150 m circa. in corrispondenza dei fiordi sono soggetti a repentini brevemente fino al suo termine per poi continuare Avvicinamento. Ci si inoltra nel fitto bosco di betulle, cambiamenti di temperatura e condizioni del ghiaccio. in mezzo al bosco. Sempre in vista della cascata, salendo da subito su terreno ripido e scivoloso, fino ad Meteo Norvegia: (http://met.no) proseguire dove è più agevole salire. Prevedere 1h imboccare l’evidente canale che porta alla base della Dove: La scelta migliore per l’alloggio consiste circa. cascata (1:30 h circa dall’auto). nell’affittare una casetta prefabbricata o una camera Il fantastico missile di Juvsøyla. Discesa. Otto doppie. in un ostello con uso cucina. Ecco alcune soluzioni economiche. Rjukan Hytteby (www.rjukan-hytteby. Note no). Climb Inn Rjukan (www.climb-inn.com), Rjukan Salita d’ambiente, che richiede esperienza alpinistica. Gjestegåard Hostel (www.rgg.no). Fossheim Hotel Soste da attrezzare su roccia e ghiaccio. Di seguito è (con annesso affitto casette) a Hemsedal (http://www. riportata la relazione, non facile da reperire. fossheim.com). Evely Camping a Hulsåk (Hemsedal; L1. Superare il muro mirando ad una sorta di grotta tel.-fax +47 3206 0269). al centro della cascata (60 m, 80°/85°, sosta su ghiaccio). Info cascate (libri e www) L2. Spostarsi a sinistra, superare un muretto verticale, Rjukan è l’unica zona sulla quale esiste una guida poi su terreno a 60°–70° raggiungere la base del dettagliata: “Heavy Water”, di J. Haukåssveen e T. A. pendio nevoso (55 m, sosta a destra su masso Bordevik, ed. Rockfax, 2005 (www.rockfax.com). Info incastrato). aggiornate sulle condizioni a Rjukan sono disponibili L3. Risalire per circa 30 m il pendio nevoso, poi presso l’ostello Climb Inn Rjukan (www.climb-inn.com). superare un facile risalto ghiacciato e proseguire per Sugli altri settori si trovano in rete alcune informazioni circa 150 m verso destra, sempre su pendio nevoso, e relazioni, purtroppo di solito in norvegese: fino alla base di una goulotte. accontentatevi di gradi e foto… L4. Salire la goulotte (60°-75°, utile friend medio), poi Hemsedal/Gol: http://home.online.no spostarsi più facilmente verso sinistra fino alla base di Hallingdal/Golsjuvet: http://home.online.no un camino ghiacciato (40 m, sosta su ghiaccio). Troms (club alpino locale): http://mttg.wordpress.com/ L5. Attraversare facilmente su neve verso sinistra, fino kontaktinformasjon all’evidente cengia nevosa (60 m, sosta su roccia). Jostedal: www.fimbuljostedal.no L6. Attraversare ancora verso sinistra sulla cengia Sito web delle guide alpine norvegesi: www.nortind.no 57

LR_2_2009.indd 57 11-03-2009 19:47:02 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo lata ve ascensioni loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Holmenkollen: Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T dove Monte dei Cappuccini gli sci impararonoArte Ambiente/etnografia a volareEtnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture

di Michele Mornese

A Oslo, capitale della Norvegia, è ospitato il più antico e importante museo dello sci di tutto il mondo. è stato inaugurato nel 1923 e si trova in una posizione altamente suggestiva, al tempo stesso simbolica e spettacolare, sulla collina di Holmenkollen, ai piedi dell’omonimo trampolino per il salto con gli sci. Trampolino che è a sua volta il più antico e importante del mondo. Basti pensare che è stato inaugurato nel 1892 e che ogni anno, dal 1895, la federazione norvegese dello sci assegna ai migliori atleti del mondo negli sport sciistici la celebre Medaglia Holmenkollen, uno dei massimi riconoscimenti internazionali per i

campioni di questa specialità. Particolare dell'aerea struttura.

hi si accinge a visitare il Museo degli sci in tutt’Europa. Fu inoltre uomo dedicate agli storici pionieri dell’esplo- può ammirare, nel piazzale anti- politico e diplomatico di rilievo interna- razione polare: Nansen prima, Roald stante la struttura espositiva, zionale, primo ambasciatore norvegese a Amundsen poi. Un orso bianco imbal- C una statua dedicata a Fridtjof Londra. Si impegnò a favore dei profughi samato accoglie il visitatore negli spazi Nansen, personaggio celebre della storia, e dei rifugiati dopo la Grande Guerra, del ricordo di quelle celebri imprese. della scienza e della cultura del popolo gestì importanti programmi della Croce Sono illustrati gli itinerari seguiti da norvegese. Nato nel 1861 e scomparso Rossa e nel 1922 venne insignito del Nansen nel 1888 a capo della spedi- nel 1930, Nansen fu un grandissimo Premio Nobel per la Pace. zione norvegese che per prima compì, a esploratore polare e scienziato, che con la scopi scientifici, la traversata della calotta sua attività esplorativa e l’opera letteraria Sul pack con glaciale della Groenlandia. Un pugno di in cui la raccontò, contribuì moltissimo Nansen... uomini di eccezionale tempra fisica e a diffondere la cultura e la conoscenza Le prime sale del Museo dello sci sono mentale resistette per mesi al gelo e alle 58 mar./apr. 2009

LR_2_2009.indd 58 9-03-2009 13:08:20 condizioni ambientali avverse di quella terra per raccogliere una serie di dati che si rivelarono in seguito preziosissimi per la scienza. L’epica impresa venne condotta da Nansen e dai suoi sugli sci di fondo. Quell’antico strumento per muoversi sulla neve, che riprendeva il principio di scivolamento della canoa sull’acqua (da cui anche la forma dello sci, che assomiglia appunto a una canoa Sul pack con gli sci e la slitta. stilizzata), si rivelò come l’unico mezzo adatto per muoversi il più agevolmente e rapidamente possibile sul ghiaccio zione guidata dallo stesso Nobile sempre della Groenlandia. Nansen scrisse poi, al Polo Nord, inabissandosi con il suo pubblicandolo nel 1890, un libro sulla aereo nel Mar Glaciale Artico. Nel Museo spedizione: “Sugli sci attraverso la sono esposti gli strumenti utilizzati per Groenlandia”, che ebbe un successo stra- l’impresa del Polo Sud, gli sci con i tosferico vendendo circa 60 milioni di quali Amundsen percorse 3.000 km per copie. Il volume, oltre ad essere un mera- raggiungere il Polo, l’attrezzatura, i diari viglioso diario di viaggio che racconta di viaggio, ed è ricostruito l’ambiente l’ambiente, la fauna e le genti incon- che egli dovette affrontare. Sono inoltre trate durante la spedizione, è da molti Monumento a Nansen all'ingresso del museo. esposti gli sci del capitano Scott, che considerato il testo fondamentale che purtroppo morirà sulla via del ritorno, fece conoscere a tutta l’Europa moderna insieme a tutti i membri della sua spedi- l’esistenza degli sci, con ciò contribuendo aveva dovuto rinunciare. Essa avviene zione, dal Polo Sud al campo base. in modo determinante alla loro diffu- nel 1911, in diretta competizione con la sione. Il Museo espone la prima edizione spedizione dell’inglese Robert Falcon Andor e Langskia dell’opera e l’attrezzatura utilizzata da Scott che purtroppo finirà in tragedia. Le sale del Museo più specificamente Nansen in Groenlandia: sci, ciaspole, Anche in questa spedizione, come prece- dedicate alla storia degli sci espongono slitte, tende, abbigliamento, apparecchia- dentemente era avvenuto in quella di alcuni esempi di tavole di legno prei- ture scientifiche per effettuare i rilievi, Nansen in Groenlandia, l’utilizzo degli storiche, sulle quali i nostri antenati e inoltre foto d’epoca. è poi illustrato sci si rivelò fondamentale. Inoltre la nave scivolavano sulla neve, e riproduzioni il percorso della seconda celebre spedi- utilizzata per arrivare al Circolo Polare di antichi graffiti trovati nelle caverne. zione di Nansen, questa volta verso il era lo stesso Fram ideato e utilizzato da Testimonianze di 4.000 anni fa incise Polo Nord. L’obiettivo era dimostrare Nansen. E come Nansen aveva scritto nella roccia di quanto gli sci fossero una teoria scientifica, elaborata dallo un diario di viaggio della missione, allo importanti per la caccia e quindi per la stesso Nansen in seguito alla spedizione stesso modo anche Amundsen scrive sopravvivenza dell’uomo negli ambienti in Groenlandia, circa l’esistenza e la un libro sull’impresa: “Il Polo Sud: un invernali coperti di neve. Questi primi direzione di una corrente marina che resoconto della spedizione norvegese esemplari si sono poi evoluti in sci più dalla Nuova Siberia si dirigeva, secondo nell’Antartico a bordo del Fram, 1910- moderni e funzionali, come quelli fabbri- l’esploratore, verso il Polo, per poi 1912”. Amundsen in realtà, prima della cati dai primi veri, indiscussi maestri dello deviare a sud-ovest in direzione delle conquista del Polo, aveva già al suo attivo scivolamento sulla neve in occidente: coste groenlandesi. Nansen si fa costruire diverse spedizioni ed esplorazioni. La più i lapponi. Si tratta di un popolo del una nave speciale, il leggendario “Fram”, celebre delle quali era la prima traversata profondo nord, che ha sempre vissuto e per compiere la spedizione. La missione del Passaggio a Nord Ovest tra Oceano continua anche oggi a vivere nelle regioni riesce, vengono raccolti dati di enorme Atlantico e Oceano Pacifico, attraverso più settentrionali dei paesi scandinavi. importanza che contribuiranno, tra il Mar Glaciale Artico costeggiando Con gli sci ai piedi i lapponi, a quanto l’altro, in modo fondamentale a svilup- Canada e Alaska. Una via marittima che ci dicono le testimonianze storiche e le pare la scienza oceanografica che proprio gli esploratori europei avevano invano leggende, erano dei fulmini. Più veloci di in quegli anni stava nascendo, e l’esplo- cercato per circa cinque secoli. Dopo qualsiasi animale della terra e del cielo, ratore d’ora in poi si dedicherà alle sue la spedizione al Polo Sud Amundsen al punto da essere fortissimi cacciatori. attività di studio e ricerca. effettuerà la trasvolata del Polo Nord a I lapponi fabbricavano e vendevano sci bordo del dirigibile “Norge”, costruito anche ai norvegesi. I loro sci però erano ... e con Amundsen dall’italiano Umberto Nobile. Insieme diversi da quelli che conosciamo noi Un’altra sezione del Museo è dedicata al finanziatore della spedizione Lincoln oggi. Erano infatti due assi di legno ad Amundsen, anch’egli norvegese. Nato Ellsworth, Amundsen e Nobile gette- diseguali ma complementari per carat- nel 1872 e morto nel 1928, è conside- ranno sul Polo le bandiere dei rispettivi teristiche e funzioni: il “langskia” era rato il più grande esploratore mondiale paesi: norvegese, italiana e statunitense. lungo e sottile, per scivolare rapida- di tutti i tempi. Il suo capolavoro è Amundsen morirà anni dopo durante le mente; l’“andor” invece era largo e corto, la conquista dell’Antartide, cui Nansen operazioni per ricercare un’altra spedi- foderato di pelli, e serviva per frenare e 59

LR_2_2009.indd 59 9-03-2009 13:08:34 dare la direzione e la spinta. Nel Museo sono inoltre esposti i primi, rudimen- tali attacchi tra scarpa e sci utilizzati nei tempi antichi, e una collezione di racchette anch’esse di foggia lappone. Alle radici di un mito Altre sezioni sono dedicate alla storia del trampolino di Holmenkollen e ai suoi eroi. Vi sono riproduzioni in scala della struttura, teche ove sono esposti gli sci che volarono più lontano dal trampo- lino, le paia di sci donate al Museo dai grandi che qui vinsero e da coloro che svilupparono le migliori tecniche di salto, come Birger Ruud, , Graffito preistorico. Bjørn Wirkola e , fino ad arrivare alla fine degli anni Ottanta con Jan Boklöv. E ancora sezioni dedicate della storia del paese, e che ancora oggi alle edizioni delle olimpiadi invernali vengono ricordati attraverso gare di sci che si sono svolte in Norvegia: a Oslo di fondo. Come la leggendaria fuga dei nel 1952 e a Lillehammer nel 1994. due "Birkebeiner" fedeli al re che in Entrambe portarono il segno della vittoria tempi remoti portarono in salvo il piccolo azzurra: le olimpiadi di Oslo furono vinte Strumenti primitivi da caccia e racchette da sci. principe erede al trono, salvandolo da una nella specialità della discesa libera dal congiura. O la celeberrima “Vasaloppet”, leggendario Zeno Colò, una delle figure la più importante gara al mondo di sci di più importanti dello sci mondiale di tutti pagnata, col tempo, da un’evoluzione fondo. i tempi, tra l’altro prima medaglia d’oro nella tecnologia di realizzazione di questi italiana proprio in quelle olimpiadi e strumenti: al legno viene sostituita la Reperti da primato per il quale la stampa coniò il sopran- fibra di vetro. Il campionato del mondo Il Museo espone inoltre pezzi unici nome di “falco di Oslo”. Le olimpiadi di Falun in Svezia, tenutosi nel 1974 e da “guinness dei primati”, come lo di Lillehammer furono invece vinte da vede tutte le medaglie d’oro vinte da sci di Alvdal, ritrovato nella contea di nelle gare di fondo, sciatori che utilizzano sci artificiali. Hedmark, tra i più antichi sci norvegesi, altra figura storica dello sci italiano Unica eccezione il norvegese Magne e altri che risalgono a 5.200 anni fa; il famosa in tutto il mondo. Il Museo Myrmo, l’ultimo sciatore in assoluto a paio di sci più lunghi del mondo (ben conserva inoltre la fiaccola olimpica del vincere sugli sci di legno nella gara dei 374 cm per 11 kg di peso), realizzati nel ’52 e il primo pettorale usato nella gara 15 km. Vi sono inoltre sezioni dedicate ad XIX secolo nella contea di Oppland, e di salto con gli sci dal trampolino di eventi che scandirono tappe fondamentali la racchetta da sci più forte del mondo, Holmenkollen. Il percorso espositivo prosegue con l’illustrazione della tecnica di fabbricazione degli sci, i migliori legni Zeno Colò: il falco di Oslo e materiali per costruirli e il ricordo dei Zeno Colò (1920-1993) è parte integrante della storia e della leggenda dello sci alpino. La sua primi artigiani cui si deve la realizzazione carriera agonistica fu breve a causa del conflitto mondiale. Iniziò infatti a gareggiare solo nel delle forme, delle tecnologie e anche della 1947, a 27 anni, stabilendo a Cervinia il record del mondo nel chilometro lanciato con 160 nascita delle tecniche sciistiche attuali. km/h (il precedente record di Leo Gasperl, 136 km/h, resisteva da 16 anni). Fu l’inventore della Come Sondre Norheim, di professione “posizione a uovo” per ridurre l’attrito con l’aria. Nel 1950 vinse ad Aspen (Colorado) i mondiali falegname, considerato il padre dello sci (la prima edizione della storia) in discesa libera e slalom gigante, giungendo secondo in slalom moderno e di stili come il “telemark” e il speciale. Nel 1952 si aggiudica le olimpiadi di Oslo in discesa libera, alla media di 62 km/h, prima “cristiania”, dello slalom e del salto. medaglia d’oro italiana alle olimpiadi invernali. La stampa conia allora per lui il soprannome di “il falco di Oslo”. Dai Birkebeiner Dopo quella vittoria legò il suo nome all’abbigliamento da sci e per questo, ritenuto professionista, a Myrmo fu squalificato dalla FISI. Grandi polemiche nacquero per questa decisione, ma la squalifica fu Altre sale del Museo illustrano l’evolu- revocata solo nel 1989. Lasciato l’agonismo si adoperò attivamente per lo sviluppo della località zione delle modalità di utilizzo degli sci, sciistica dell’Abetone, in cui era nato, e nel 1991 ricevette il “Premio una vita per lo sci”. Morì nel che vengono usati sempre più per sport, 1993. Lo scorso anno è stato firmato un protocollo d’intesa tra la Provincia di Pistoia e il Museo divertimento e competizione, anche Holmenkollen di Oslo nel nome proprio di Zeno Colò, per una collaborazione su vasta scala tra grazie all’ampia diffusione dovuta agli i due enti. Sarà implementata la sezione dedicata a Colò presso il Museo dello sci di Oslo e la studenti norvegesi che a fine Ottocento direttrice Karin Berg fornirà una consulenza specifica all’Abetone per la definizione del progetto emigrano in Europa centrale, negli States del nuovo Museo dello sci che sta sorgendo in loco. e in Canada. Questa diffusione è accom- 60

LR_2_2009.indd 60 9-03-2009 13:08:43 Origine ed evoluzione degli sci Strumento ingegnoso e antichissimo, creato originariamente dall’uomo preistorico per spostarsi sulla neve, lo sci affonda le sue origini nella notte dei tempi, addirittura prima dell’invenzione della ruota, che risale al 4.000 a. C. La nascita di questo mezzo di loco- mozione sembra sia da collocare in Asia sull’altopiano dell’Altaj. In seguito il suo utilizzo si diffonde nel nord Europa e, attraverso lo stretto di Bering, nelle regioni settentrionali del continente americano. L’antenata dello sci e della slitta è la canoa, con la punta rivolta indietro: la stessa forma degli sci di oggi. L’uomo preistorico trascinava la sua canoa sulla neve. In seguito adattò alle sue esigenze di mobilità personale quel sistema. Nacque così lo sci, in origine dunque sci di fondo, per spostarsi sulla neve. Alcuni dei più grandi storici greci e latini, come Erodoto (V sec. a. C.), Senofonte (IV sec. a. C.), Strabone (I sec. a. C.) e Plinio il Vecchio (I sec), Procopio di Cesarea (IV sec.) e Paolo Diacono (VI sec.), Qui sopra: la sala principale del museo. testimoniano l’uso di sci e racchette da neve presso i popoli del Nord. Il loro utilizzo come mezzo di spostamento si diffonde in Europa durante il Medioevo. Nel XIX secolo nasce invece la pratica sportiva dello sci: la prima gara documentata si svolge nel 1843 in Norvegia, mentre la prima gara di gran fondo risale al 1884. Nel 1888 questo mezzo di spostamento, in precedenza conosciuto soprattutto in Scandinavia, diviene noto a livello internazionale grazie alla celebre impresa del norvegese Fridtjof Nansen, che in quell’anno compie, sci ai piedi, la traversata dell’inesplorata Groenlandia. Da allora, e anche grazie alle gare sportive e agli sci-club, lo sci raggiunge quella diffusione e popo- larità che conosciamo noi oggi.

realizzata dall’associazione Densterke glioso della città di Oslo, ai piedi della Qui sotto: alcuni esemplari di antichi sci esposti Stav. Si passa poi alle esplorazioni polari collina del trampolino, a qualche chilo- al museo. più recenti: Erling Kagge compie la metro di distanza. La città è affacciata sui In basso: i Birkebeiner portano in salvo il piccolo traversata in solitaria del Polo Sud sugli fiordi e sul Mare del Nord. Fa uno strano erede al trono. sci nel 1992, Børge Ousland raggiunge da effetto vedere che in Norvegia, culla solo il Polo Nord nel 1994, Liv Arnesen è dello sci in occidente, le gare di salto la prima donna a raggiungere il Polo Sud con gli sci si svolgono all’interno di una in solitaria nello stesso anno. Il percorso struttura... affacciata sul mare. E, per chi espositivo termina con la possibilità di vuole terminare la visita con un brivido salire alla sommità del trampolino di nella schiena, un avveniristico simulatore Holmenkollen. Centinaia di ripidi gradini di salto con gli sci fa provare in prima portano sempre più in alto, fino alla torre persona l’ebbrezza e la paura di un salto dalla quale si apre il panorama meravi- virtuale dal trampolino di Holmenkollen.

Come un tempo si costruivano gli sci.

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LR_2_2009.indd 61 9-03-2009 13:09:17 Afferma Nansen: “Di tutti gli sport Storia e record praticati in Norvegia, quello dello sci è il del trampolino di più tipico, e non penso di allontanarmi dal Holmenkollen vero se dico che esso occupa, per come è La collina di Holmenkollen, a nord di praticato nel nostro paese, una posizione Oslo, è una zona molto famosa e frequen- di assoluto rilievo tra tutti gli sport del tata sia dai turisti che dagli abitanti della mondo”. (F. Nansen, “Sugli sci attraverso capitale norvegese, che vi si recano in la Groenlandia”, pubblicato per la prima massa utilizzando in gran parte la metro- volta in Norvegia nel 1890). politana. Oltre un milione di persone la visitano ogni anno, facendone la prima meta turistica della Norvegia. Essa ha saputo unire sport professionistico, cultura e sport di massa. Holmenkollen è utilizzata sia d’inverno, per le gare torre del trampolino è alta 60 metri e sportive, sia d’estate: corsa campestre, l’altezza sul livello del mare è pari a 417 orientamento, ciclismo, sci d’erba, nuoto metri. Nei periodi in cui non è utilizzata ed escursionismo sono tra le principali per gare sportive, la struttura è aperta al attività organizzate. Ma si tengono anche pubblico. Da quando fu costruito il tram- concerti, spettacoli d’intrattenimento e polino, su questa celebre collina si sono inoltre è possibile affittare la struttura tenute ogni anno gare di salto con gli sci. per eventi aziendali e ricevimenti. Vi Holmenkollen ha visto spiccare il salto si praticano diversi sport invernali, in più lungo della sua storia dal norvegese particolare il salto con gli sci e lo sci di , 136 metri, il 25 fondo. Si trova qui il più vecchio tram- gennaio 2006 nel corso dei campio- polino del mondo per il salto con gli sci. nati nazionali. Il record femminile è L’Holmenkollenbakken fu inaugurato il invece detenuto da , sempre 31 gennaio 1892. Alla competizione assi- norvegese, che il 12 marzo 2005 volò per stettero oltre 10.000 spettatori e il salto 128 metri. L’Holmenkollen Ski Festival, più lungo fu di 21,5 metri. Il trampo- l’insieme di gare internazionali di sci lino è stato ricostruito diciotto volte per nordico che dal 1892 si tengono ogni migliorare le prestazioni dei saltatori, le anno su questa collina, è la manifesta- Locandina dei Giochi Olimpici invernali norvegesi condizioni di sicurezza e la capienza di zione per la quale nacque in origine del 1952. pubblico. L’ultimo adeguamento risale l’assegnazione della celebre e prestigiosa al 1992, in occasione del centenario. La Medaglia Holmenkollen. n

Miti e gare leggendarie Si narra che tra le nevi scintillanti e le foreste incantate della Scandinavia viva la bellissima Skade, figlia del dio Thasse. La giovane scia felice sulle distese innevate. Il suo nome Sopra: simulatore di salto con gli sci. significa infatti “dea dello sci”. All’inizio sposa Njord, dio delle acque e dei mari. La loro unione è però destinata a sciogliersi, perchè i due sono attratti da elementi naturali troppo In basso: in volo ad Holmenkollen. diversi. Skade è felice solo quando sposa Ull, dio delle nevi, che sfreccia su sci lunghissimi. Secondo la leggenda ancora oggi, nelle notti più limpide, Skade e Ull sciano insieme in un alone di luce. E’ invece legata a un evento storico l’origine della "Birkebeiner", importante gara di gran fondo. Thorstein Skevla e Skiervald Skrukka erano le due guardie fedeli al re di Norvegia Haakon III. Nel 1206 ricevono l’ordine dal loro sovrano di portare in salvo il piccolo principe Haakon Haakonsson, erede al trono, in pericolo per una congiura. La storia si confonde con il mito nella leggendaria corsa sugli sci delle due guardie che portano in salvo il bimbo. In onore dei due "Birkebeiner", letteralmente “gambe di betulla”, si disputa ancora oggi una gara sullo stesso percorso compiuto da questi mitici eroi. Gustav Eriksson Vasa, patriota svedese, è eroe nazionale. Imprigionato dai nemici invasori, evade nel 1519 e si reca nella città di Mora per organizzare la rivolta armata. Fallisce nel suo intento e prosegue alla volta di Salen con lo stesso scopo. Gli abitanti di Mora però si ricredono. Inviano due messaggeri sulle sue tracce per richiamarlo in città e porlo alla testa della rivolta. I due riescono nell’impresa e l’insurrezione libererà tutto il paese, incoronando Vasa primo sovrano di Svezia col nome di Gustavo I. Sullo stesso percorso compiuto con gli sci da Vasa e dai messaggeri, si corre ancora oggi la più grande gara al mondo di sci di fondo: la Vasaloppet.

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LR_2_2009.indd 62 9-03-2009 13:09:34 LR_2_2009.indd 63 9-03-2009 13:09:40 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo lata ve ascensioni loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni

Picos de Europa ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Due romani sulla vetta del Torre de Cerredo Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture

Testo e foto di Sara Pietrangeli e Giorgio Giua

come Pirenei ma anche come Picos de Europa. Stessa P iniziale, stessa nazione – la Spagna, ma diversissima fama: i primi sono sinonimo di trekking famosi, i secondi invece perlopiù sconosciuti anche a chi di montagna se ne intende più che un po’. Nel nostro viaggio estivo nella cosiddetta “Spagna verde” lasciamo la fascia costiera per dirigerci in quota, nella Cordillera Cantabrica, non per trovare il fresco, che a dire il vero in questa parte della Spagna non manca mai, ma spinti dal “richiamo della montagna” sapendo di passarvi Siamo allenati e ci piacerebbe fare la siasmo, ma le previsioni meteo garanti- gita in giornata, per non sottrarre un altro scono un miglioramento per la giornata. accanto. La meta che ci prefiggiamo è giorno alla visita della remota Galizia, Riflettiamo un momento, ponderiamo la vetta più alta dei Picos de Europa, il la nostra vera destinazione. Tuttavia, le nostre carte: buone gambe, orario di Torre de Cerredo, 2648 m di altitudine siamo poco documentati; oltre alla carta, chiusura della funivia decisamente favo- vecchia di dieci anni e con sentieri- revole (le 20.00 - che pacchia!), tramonto fra guglie articolate e roccia calcarea stica parziale, abbiamo solo un opuscolo tardivo che ci regalerà luce fino alle compatta e ripida, simile a quella delle dell’ufficio del turismo locale, in cui le 22.00 (per contro alle 7.00 del mattino nostre Dolomiti. informazioni sulla via di salita al Cerredo è ancora buio pesto), infine, male che sono frammentarie e non integrate con la vada, abbiamo la possibilità di dormire descrizione dei sentieri di accesso e dei al rifugio Vega de Urriellu, a 2–3 ore dal In alto: Panorama dei Picos. punti di appoggio. Le uniche due cose Cerredo. Niente indugi dunque, si parte. che abbiamo per certo sono che gli ultimi Foto sotto: Teleferica da Fuente. 200 m di dislivello sono PD- e che, se ci Alle 10.00 circa ci avviamo dalla stazione va bene, ci vogliono 10 ore per andare superiore della funivia, a quota 1834. Ci e tornare dalla stazione superiore della accompagna un leggero senso di inquie- funivia di Fuente Dé, punto di partenza tudine, dettato dalla consapevolezza che, obbligato per i Picos se si accede da sud. anche se siamo a quote relativamente basse, il maltempo e la nebbia qui sono 7 agosto 2008, ore 9.30: eccoci dunque di casa e la temperatura di notte può pronti alla partenza della funivia. Alle scendere intorno allo zero anche in estate. 8.00, appena messo il naso fuori dalla Come da previsioni, però, il tempo, e tenda, una pioggerellina sottile e la con lui il nostro umore, migliora rapi- nebbia avevano smorzato il nostro entu- damente, rivelandoci a poco a poco tra 64 mar./apr. 2009

LR_2_2009.indd 64 9-03-2009 13:09:45 le nuvole i primi contrafforti della Pena Vieja (2613 m). Andiamo veloci sui tornanti che ci portano verso il primo valico della giornata e, dopo esserci lasciati sulla sinistra il rifugio Veronica (2325 m), giungiamo alle 11.20 al valico de Los Horgados Rojos (2341 m). Ora siamo soli, non c’è più traccia della folla sbarcata dalla funivia, il sole splende e il morale è alto; scorgiamo in basso, sul versante opposto, gli escur- sionisti che salgono dal rifugio Urriello.

Scendiamo per le ripide rocce a ovest della Pena Vieja; aiutati da un bellis- simo mancorrente gommato nero, dopo mezzora circa arriviamo al primo dei due ampi catini carsici che ci separano dal rifugio Urriellu. Il luogo è assolutamente 10. selvaggio; siamo in agosto e cionono- stante non incrociamo più di 5 o 6 persone. Continuiamo a camminare sotto il sole, alto, Urriellu (1953 m), sovrastato dal famo- nessuna indicazione, nemmeno scritta a ma mai cocente, per via dell’aria frizzante sissimo Pico Urriellu alle sue spalle mano; solo omini di pietre neanche tanto che non si stempera neanche a metà gior- (2519 m). Sono le 13.00, ci abbiamo alti e la nostra grande fede. Avremmo nata. Il terreno è pietroso e pieno di doline. messo 3 ore per fare non più di 550 dovuto imparare davvero ad usare il GPS Nella seconda conca incontriamo i primi m di salita! Cominciamo realmente a al corso, ma poi, riflettendo, dato che il di una lunga serie di camosci, che anche se pensare che non ce la faremo mai a fare sentiero non è segnato sulla carta, chissà non si fanno avvicinare, ci colpiscono per la vetta e tornare indietro in giornata. se avremmo trovato le rotte su internet; lo strano colore rossiccio e la striscia nera in ogni caso, ormai è troppo tardi per orizzontale che ne taglia a metà le guance. Scopriamo ora che dal rifugio in poi pensarci. Continuiamo a seguire gli Leggeremo poi che si tratta di una parti- i sentieri, tranne quello che scende a omini, avendo compreso almeno che non colare razza autoctona, originata dall’in- valle, non sono più segnati, ma soltanto ci sono bivi fino a Horgada Arenera (2283 crocio tra capre selvatiche e antilopi. indicati da ometti di pietre; inoltre, la m) e che forse più su non c’è nebbia. Risaliamo brevemente ad un altro valico nebbia sta salendo e il morale scende (senza nome sulla carta) per uscire rapidamente. Mangiamo un boccone e Finalmente alle 14.30 sbuchiamo dalla dalla seconda conca e finalmente, tra la chiediamo informazioni al gestore del coltre brumosa e siamo appena sotto nebbia che ristagna più in basso, scor- rifugio: “Dos - tres oras, allì està una all’agognata Horgada Arenera, terzo giamo i tetti lucidi del rifugio Vega de biforcacion”… lasciamo perdere, deci- valico della giornata. Che spettacolo! diamo di andare e con lo stomaco stretto in una morsa, ci avviamo per il sentiero completamente avvolti nella nebbia.

Incrociamo alcuni spagnoli con enormi In alto: da Horcados Rojos guardando a ovest. zaini da portatore che salgono da Bulnes (650 m) per arrampicare al Pico Urriellu; Qui sotto: il valico di Horcados Rojos dalla più in alto, altri due che vengono dal prima conca. rifugio Los Cabrones a Nord Ovest. Ogni volta chiediamo informazioni e ogni volta capiamo ben poco. Non c’è un numero di sentiero, non c’è un segno rosso né giallo,

Foto sopra: Nei pressi della Cabana Veronica.

Qui a sinistra: Panorama da Horcados Rojos, il Pico Urriellu in fondo a sinistra. 65

LR_2_2009.indd 65 9-03-2009 13:09:56 Tutte le cime del massiccio centrale sono fuori dalle nuvole, che ai loro piedi sembrano un tappeto bianco fluttuante all’incirca a 2200 m di quota. Ma come sono fitte! Quale sarà il ? Sembrano tutte alte uguali e la prospet- tiva rende difficile l’orientamento senza indicazioni; anche la carta ci aiuta poco: è indicato solo il sentiero principale che da Horgada Arenera scende al rifugio Los Cabrones. “è laggiù” ci dice il prov- videnziale spagnolo che sta facendo la sua siesta al passo. “Ancora!” pensiamo noi; “ma è lontanissimo!” L’altimetro dice che il dislivello è poco, ma siamo su una specie di altopiano carsico pieno di vallette, promontori, insenature, doline e “montarozzi”. Il sentiero si vede appena in mezzo alle pietre calcinate dal sole Vetta de Los Cabrones dalla vetta del Torre de Cerredo. e se dovesse salire la nebbia anche qui, potremmo realmente avere grossi pietraie e i bei mammelloni di roccia Al mattino, dopo otto ore di recupero, problemi di orientamento. compatta. Gli omini, sempre più bassi, ripartiamo per Horgados Rojos, da dove Però siamo troppo tentati: riconosciamo continuano ad indicarci la via; lasciamo scendere a valle; siamo di nuovo soli a da lontano il profilo della torre e la sua i bastoncini ormai inutili e andiamo su di contemplare lo spettacolo del sole che si parete sud est ancora illuminata dal sole. gran lena, mani e piedi sui facili passaggi leva dalla nebbia, in compagnia dei camosci Sono già quasi le 15.00, ma d’altronde di I grado o poco più. è maledettamente che dall’alto sembrano controllarci come da queste parti c’è luce fino alle 22.00! tardi, ma ce ne infischiamo, abbiamo Indiani a guardia della riserva. n Ci consultiamo brevemente e ripartiamo la vetta a portata di mano e il tempo al trotto confidando nella nostra buona tiene. Gli ultimi 50–60 metri sono i più SCHEDA TECNICA stella. impegnativi: la parete, ormai in ombra, Il posto assomiglia un po’ alle Mesole si raddrizza e i passaggi diventano più Difficoltà: PD- del gruppo Sella; saliamo e scendiamo, esposti; abbiamo solo un paio di tenten- Dislivello: 1° giorno: 1400 m salita, 1300 m discesa namenti, ma non perdiamo la strada che 2° giorno: 450 m salita, 550 m discesa giriamo di qua e giriamo di là, senza Tempi: incrociare anima viva per quasi un’altra taglia la parete salendo a sinistra. - Stazione superiore funivia Fuente Dé – Rif. Vega de ora. Poi finalmente ci siamo: incontriamo Urriellu: 3 h + soste un bel gruppo di camosci alla base del Alle 16.15 siamo in vetta, un palo di - Rif. Vega de Urriellu – Torre de Cerredo – Rif. Vega Torre Cerredo, l’altimetro segna ancora la cemento spezzato e la targa geodetica de Urriellu: 7 h + soste ce lo confermano. Abbiamo un sorriso - Rif. Vega de Urriellu – Stazione superiore della stessa quota di Horgada Arenera (sigh!), funivia: 3 h + soste ma il sentiero si intuisce bene tra le da un orecchio all’altro e siamo davvero Carta e guida utilizzate: stanchi; dalle 10.00 di mattina ci siamo Picos de Europa – Macizos Central y Oriental – Mapa concessi solo mezzora per mangiare un topografico escursionista, Escala 1:25.000, Adrados panino al rifugio. è stata una lunga, Ediciones, Edicion ano 1997 magnifica, solitaria galoppata di oltre 6 Picos de Europa II – Guìa excursionista y turistica, Editorial Alpina ore, sempre concentrati, prima per non perdere la strada e poi per arrampicare. E da quassù è una meraviglia: siamo soli Qui sotto: Il Pico Urriellu. nel sole con sotto un mare di nuvole. Per la discesa tiriamo fuori la corda, Qui accanto: vogliamo stare tranquilli; facendo Camosci autoctoni. a ritroso il percorso dell’andata, alle 19.30 siamo di nuovo al rifugio Urriellu, dove fortunatamente troviamo posto per dormire e un bel pasto caldo. Anche la discesa è stata impegnativa, la nebbia non si è spostata di un millimetro e abbiamo rischiato di perdere il sentiero pochi minuti a valle di Horgada Arenera. Fra spagnoli, francesi, inglesi, noi siamo gli Qui accanto: unici italiani all’affollato rifugio e tutto Mezzo di trasporto. sommato la cosa non ci dispiace. 66

LR_2_2009.indd 66 9-03-2009 13:10:20 Escursioni/accesso ai rifugi: - dal Mirador del Cable al Rifugio Vega de Urriellu (3h) - dal Rifugio Vega de Urriellu al Rifugio Los Cabrones (4h) - da Bulnes al Rifugio Vega de Urriellu (5h 30’), via classica per ammirare la maestosa parete NO del Pico Urriellu, caratterizzata dal forte dislivello (da 650 a 1953 m slm) - da Caìn al Rifugio Los Cabrones per il Canal de Dobresengos (8h), lunga ascensione di più di 2000 m di dislivello per il canale più largo di tutta la Spagna.

Possibilità alpinistiche: - Torre de Cerredo (m 2648) - Pena Vieja (m 2613) - Pico Urriellu, simbolo dell’arrampicata in Spagna (m 2519) - Neveron (m 2559) - Pico de Los Cabrones (m 2553)

Cenni bibliografici: - Picos de Europa. Guía montañera. 84 itinerarios a las 68 cimas principales, Sua Edizioak (in spagnolo) Informazioni particolari: - Refugio Juliàn Delgado o Vega de Urriellu (1953 m) - Los Picos De Europa, editrice Agencia Espanola del Orario Teleferico di Fuente Dé: 9 – 20 Rifugio gestito ai piedi del Pico de Urriellu. Aperto ISBN (in spagnolo) Sentieri solo parzialmente segnati tutto l’anno, è dotato di 96 posti letto ed ha una - PICOS DE EUROPA CAR TOURS AND WALKS fontana all’esterno per il rifornimento di acqua. È SUNFLOWER GUIDE, SUNFLOWER BOOKS (in INFORMAZIONI GENERALI la base di partenza ideale per arrampicare al Pico de inglese) MASSICCIO CENTRALE E ORIENTALE Urriellu. Tel. (98) 592.52.00 - Cabana Veronica (2325 m) Geografia: Piccolo rifugio gestito in prossimità del valico di Los Il Massiccio dei Picos de Europa è situato nella Spagna Horcados Rojos. È aperto tutto l’anno, ha 4 posti del nord, tra le province di Santander, Oviedo e Leòn. letto e vi si può anche mangiare. Non ha risorse È compreso nella Cordigliera Cantabrica che si estende d’acqua. Tel. (942) 73 00 07 daI Paesi Baschi alla Galizia, a circa 40 km in linea - Refugio José Ramon Lueje o del Jou de los d’aria dal mare, e si eleva quasi verticalmente dalle Cabrones (2110 m) valli sottostanti per oltre 1000 m di dislivello. Rifugio aperto tutto l’anno e gestito da maggio a In alto: Vette tra la nebbia del mattino. ottobre, a ovest del Torre de Cerredo. È dotato di Orografia: 20 posti letto e di una fonte per l’acqua a 30 m. Qui sopra a sinistra: Panorama dalla vetta. Roccia calcarea, generalmente compatta, nel è la base di partenza ideale per la salita al Cerredo Massiccio centrale del Pico de Uriellu e del Torre de e per la pratica della speleologia, trovandosi su un Qui sopra a destra: Il sole del mattino tra i Cerredo. sistema di abissi il più profondo dei quali, il Sistema del Trave (1441 m), è il quarto al mondo e il primo in contrafforti della Pena Vieja. Condizioni climatiche: Spagna. Tel. (98) 650-780.381 Freddo e umido se paragonato alle nostre montagne Qui sotto: Dal valico di Horcado Rojos al mattino. di pari latitudine e altezza (i Picos sono all’incirca sullo stesso parallelo di Roma). Piogge frequenti e abbondanti e nebbia costante, spesso dal basso fino a circa 2000 m di quota. Neve da ottobre a maggio, anche se a volte i nevai resistono fino all’estate. Venti dominanti da NO che trasportano le nuvole atlantiche e le precipitazioni conseguenti (fino a 2000 mm all’anno sul versante N). In estate è facile lo sviluppo di rapide tormente.

Accesso automobilistico: Il massiccio Centrale e orientale dei Picos è raggiungibile da: - versante sud orientale (Cantabria), lasciando l’autostrada ad Unquera se si proviene da Santander, passando per Potes e risalendo la valle del Deva fino a Fuente Dé; - versante nord delle Asturie Orientali, passando da Poncebos e raggiungendo Bulnes; - versante occidentale, passando da Cangas de Onis e proseguendo fino a Caìn.

Punti di appoggio e rifugi: - Camping El Redondo (1071 m) a Fuente Dé Campeggio ai piedi della funivia, dotato di tutto il necessario e a prezzi modici. Tel. (942) 73 66 99 67

LR_2_2009.indd 67 11-03-2009 19:47:20 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo lata ve ascensioni

Grotta loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Meteorologia Natura Nu o P Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Ambiente Anniversari Letteratura Materiali & tecniche Riflessioni Scienze Storia minuscola Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture

di Libero Boschini e Pino Guidi, Gigante Commissione Grotte “E. Boegan”, Trieste A cent’anni dalla sua apertura al pubblico la grotta si approfondisce

Qui accanto: Veduta del golfo di Trieste e cartina schematica del Carso. é riportata la posizione della grotta Gigante.

La grotta è stata frequentata sin dalla preistoria: tracce testimoniano la presenza dell’uomo dal Neolitico, al Bronzo all’Età dei Castellieri; monete romane di epoca imperiale trovate nella Grande Caverna fanno pensare che sia stata visitata non solo la galleria dell’Ingresso Alto ma che qualcuno sia riuscito a scendervi, forse dal terzo ingresso e con l’aiuto di corde. Le prime esplorazioni Le notizie più lontane che si hanno sulla cavità sono legate alla ricerca dell’acqua per Trieste, grosso centro abitato svilup- patosi ai piedi del Carso e senza alcun corso d’acqua perenne vicino. Nella prima metà dell’Ottocento la città, emporio principale dell’impero austriaco, s’era rapidamente ingrandita per cui i pozzi che a Grotta Gigante è una cavità la sua profondità – sino alle ultime la provvedevano d’acqua erano risultati turistica di proprietà della esplorazioni – era di 119 metri su di ben presto insufficienti, soprattutto per i Società Alpina delle Giulie, uno sviluppo di 600. Vi si accedeva bisogni delle navi che vi facevano scalo. L Essendo le sorgenti perenni – il Timavo sezione di Trieste del CAI; si apre sul da tre ingressi il principale dei quali di San Giovanni di Duino ed il Risano di Carso triestino, nei pressi del borgo (punto B), conosciuto come “Ingresso Capodistria – troppo lontane, sorse l’idea di cercare l’acqua del Timavo in qualcuna omonimo, a pochi chilometri dalla città. Alto”, con un breve galleria in forte delle tante grotte che si aprono sul Carso, La caratteristica che la ha resa famosa pendenza sbocca nella Grande Caverna considerato che il fiume dopo essersi nel mondo è data dall’ampia caverna con un pozzo di un centinaio di metri; inabissato nelle grotte di San Canziano doveva scorrere nelle sue viscere. centrale i cui assi misurano metri 107 il secondo (punto A) era una stretta Fra le grotte ubicate lungo il presunto di altezza x 65 di larghezza e 130 di fessura che finiva non lontano dal terzo, corso del fiume sotterraneo c’era la Gigante, non ancora conosciuta con lunghezza (che diventano 280 se presi posto fra gli altri due, che permetteva di questo nome, che nel 1840 attirò l’atten- lungo l’asse principale della grotta); pervenirvi superando due piccoli pozzi. zione dell’ing. Antonio Federico Lindner 68 mar./apr. 2009

LR_2_2009.indd 68 9-03-2009 13:10:37 di Speleologia (1963), rifacimento dei sentieri (1968–1980), completamento della sentieristica con il “Sentiero A sinistra: Preparativi Finocchiaro”, la “Galleria Artificiale” e per l’esplorazione, l’uscita attraverso l’Ingresso Alto (1996), partendo dalla sala e il Centro Accoglienza Visite (2006). dell’Altare. Questa meravigliosa ma perfida ingan- natrice alletta anche i piccoli triestini che Qui accanto: spesso ancora con il biberon vengono Arrampicata; foto degli portati dai loro genitori (in marsupi o anni ’50 del secolo zaini) sul fondo della grotta ad assistere, scorso. il giorno della Befana, alla discesa dalla volta della caverna di befane e re magi con sacchi pieni di dolciumi, accolti ad che eseguì a proprie spese uno scavo di Trieste del C.A.I. che la gestì assieme ogni discesa da applausi e da urla di gioia nella grande caverna. La grotta venne ad altre grotte turistiche della Venezia mentre i genitori si rinfrancano sorseg- quindi visitata una decina di anni dopo da Giulia (San Canziano, Sottocorona, giando il “Gran Pampel”. G. Sigon, sempre alla ricerca di una via Corniale, del Fumo) acquisite o prese in Nei suoi cent’anni di apertura al pubblico che portasse al Timavo; la sua esplora- affitto in quel periodo. la Grotta Gigante è stata visitata da zione venne resa drammatica dalla rottura Considerato che nella provincia di Trieste turisti provenienti da tutto il mondo. della campata di scale di corda con la parte del leone la facevano la Grotta Alla fine del primo decennio i visitatori cui si accingeva a scendere nell’immane di Postumia, presso cui sorse l’Istituto sono stati oltre 23.000, con una media di baratro. Italiano di Speleologia, e quella di San 2–3.000 all’anno, media perdurata sino Alla fine del secolo la cavità venne Canziano, l’inghiottitoio del mitico fiume alla seconda guerra mondiale. esplorata sia dai grottisti della S.A.G. – Timavo durante i vent’anni fra le due La ripresa degli anni ’50 e ’60 dell’altro Società Alpina delle Giulie, che da quelli guerre mondiali la Gigante ebbe una vita secolo, legata all’illuminazione elettrica del C.T.T. – Club Turisti Triestini, un’as- grama. e all’assunzione di guide fisse, ha fatto sociazione escursionistico-culturale più Dopo la seconda guerra mondiale la salire l’affluenza a decine di migliaia proletaria rispetto alla S.A.G.. provincia di Trieste fu smembrata e le sue all’anno. Nel 1979 si potè festeggiare grotte turistiche rimasero in Jugoslavia, il milionesimo visitatore, e alla fine del La turisticizzazione tranne la Gigante su cui vennero puntate 1989 la cifra di 2 milioni di visitatori è I dirigenti del C.T.T. ebbero l’intuizione tutte le risorse della Commissione Grotte raggiunta e superata. Per arrivare ai 3 che la Grotta Gigante, conosciuta in loco dell’Alpina delle Giulie, al punto che in milioni di presenze bisogna attendere come Velika Pecina pri Mainci, potesse pochi anni divenne una delle attrazioni il dicembre 2002; nel secolo di “vita divenire un importante richiamo per il turistiche più visitate della provincia. turistica”, concluso nel 2007, la Grotta turismo per cui nel 1905 acquistarono i Le tappe di questo percorso sono scan- Gigante ha visto scendere lungo i suoi terreni sovrastanti i tre ingressi e diedero dite da illuminazione elettrica (1957), cinquecento gradini quasi 3 milioni e l’avvio ai lavori di adattamento, allar- palazzina della biglietteria (1962), Museo mezzo di persone. gando il secondo ingresso che venne attrezzato con una lunga e ardita scalinata. I lavori si protrassero più del previsto a causa di difficoltà finanziarie e si conclu- sero i primi mesi del 1908. L’inaugurazione avvenne con grande pompa il 7 luglio 1908; le cronache di quei tempi informano che la Grande Caverna venne illuminata da 4000 candele e che dalla volta (cioè dall’In- gresso Alto) fu fatto scendere un cande- liere con oltre 100 candele, regalato dallo speleologo del DÖAV (Deutschen und Österreichischen Alpenvereins) Giuseppe Marnitisch, mentre sul fondo una banda suonava brani dal Sigfrido e che, natural- mente, ci fu tanto mangiare e bere per gli Qui accanto: oltre 500 intervenuti. L’ingresso turistico, Durante la Grande Guerra la grotta venne oggi. utilizzata dall’esercito austroungarico; subito dopo, nel 1922, la proprietà passò A destra: La galleria alla Società Alpina delle Giulie, Sezione dell'ingresso. 69

LR_2_2009.indd 69 9-03-2009 13:10:52 In alto: Particolare forma di stalagmite.

Qui sopra: Grandiose concrezioni sulla parete della La grande caverna. grande caverna.

Le nuove esplorazioni scoperta, sopra “Il Pulpito” di una galleria e consistente nel posizionare un ventila- L’immensa caverna – il suo volume è lunga una settantina di metri; dieci anni tore all’imbocco di una cavità, avendo stimato in circa 600.000 metri cubi – ha dopo un po’ più sopra di questa è stata cura di sigillarvi attorno ogni fessura e, posto sempre un grande interrogativo rilevata un’altra breve galleria, molto mettendolo in moto, aspirare l’aria al che sicuramente, ora che la grotta è concrezionata. Verso la fine degli anni fine di produrre una depressione nel vano splendidamente illuminata, si propone ’60 uno scavo ha permesso di esplorare sottostante. Questa naturalmente viene alla mente dei visitatori e tormenta quella una nuova bassa galleria mentre tentativi compensata immediatamente dall’aria degli speleologi: dove è finito il materiale di scavo nel pozzo posto dietro la Sala presente negli altri ambienti comunicanti svuotato nella creazione della Grande dell’Altare sono rimasti senza esito. con quello messo in depressione, aria Caverna? E la grotta prosegue con altri Più recentemente il gruppo di scavo che esce fischiando dalle fessure che ambienti di quelle dimensioni? che qualche anno prima aveva trovato collegano i due ambienti, fessure spesso Già nell’800 rabdomanti, indovini e maghi il Timavo nella grotta Lazzaro Jerko, celate in posti impensabili. Il sistema, avevano avvertito dei grandi vuoti attorno ha lavorato per quasi due anni nella sperimentato con successo in varie cavità la grotta, e il problema è stato affron- grotta delle Geodi, comunicante con la del Carso (Grotta Martina, Grotta delle tato dalle indagini geofisiche eseguite grotta sperimentale Doria e distante dalla Gallerie, Grotta del Campo Profughi ecc.) in zona dal prof. Morelli nella seconda Gigante alcune centinaia di metri, nel dà buoni risultati anche alla Gigante: metà dell’altro secolo. Le ricerche nella tentativo di raggiungere i presunti grandi questa tecnica, unita ad una buona dose grotta non avevano dato risultati degni vuoti prossimi alla Gigante, ma senza di fortuna, ci ha indicato la via che forse di rilievo: nel 1940 un’audace arrampi- concludere nulla. porterà a qualche risultato importante, cata (qualche maligno affermava che lo Verso la fine del 2005 viene deciso di forse a qualcuno di quei grandi vuoti di scalatore fosse ubriaco) partendo dalla ridiscendere il pozzo di 28 metri (punto cui si favoleggia da oltre un secolo. Sala dell’Altare (punto C) ha portato alla D) che sprofonda dietro la Sala dell’Al- Abbiamo la fortuna di essere nella nostra tare, già in precedenza visitato da molti e grotta, abbiamo la corrente elettrica a già oggetto di vari e infruttuosi tentativi portata di mano per cui si attrezza il tutto di scavo. Il fondo viene rovesciato come con cavi, corde, scale; si portano i perfo- Qui sotto: La sala dell’Altare. una violenta e profonda aratura, ma senza ratori, mazze, punte e tutto quanto serve risultati; in un’angolino sotto roccia c’è e si ricomincia a scavare. una piccola vasca colma d’acqua e con il Un stretto budello aperto fra roccia e fondo argilloso: quasi per disperazione si concrezione ci porta ad una fessura che, scava nel fango con una sonda aprendo sondata, annuncia un pozzo profondo. un piccolo foro; questi inghiotte l’acqua, Dopo varie uscite di scavo si riesce a lasciando spazio ad una fresca corrente scenderlo: è profondo 40 metri, ma senza d’aria che rianima lo scavo. Si allarga il prosecuzioni; si ricomincia l’indagine passaggio e si scende un piccolo scivolo con il ventilatore e così si individua la che termina in una cavernetta. Fine. Non via dell’aria in una finestra a 15 metri c’è più corrente d’aria e per individuare dal fondo. Qui un’altra micidiale strettoia il posto ove scavare è d’uopo ricorrere chiude la strada; si riparte con i lavori di “all’aria forzata”: un ingegnoso sistema sbancamento che portano ad un camino prodotto dall’inventiva di Giuliano Zanini che chiude. Si torna sul fondo ove si 70

LR_2_2009.indd 70 9-03-2009 13:11:18 Qui sopra: Vaschetta nella sala dell’Altare.

A sinistra: “La Palma”, grande concrezione alta 7 metri.

ritrova fortunosamente l’aria e dopo profondità del Carso triestino. bili speleologi della Boegan, sono rallen- alcuni metri in orizzontale ecco un nuovo Si cerca l’aria dappertutto ma i risultati tati ma proseguono. pozzo di 15 metri, stretto e che chiude. sono scarsi; con un difficile traverso a Il 7 luglio 2008 la Grotta Gigante ha A quattro metri dal fondo da una piccola metà pozzo si raggiunge una fessura che compiuto 100 anni di onorato servizio finestra il sistema del ventilatore (piaz- si rivela mendace. Ci si risolve pertanto turistico; i geologi affermano che di anni zato alla base del pozzo 28) fa uscire un di tentare di seguire l’acqua copiosa di ne ha 10 milioni, ma lei è ben felice di po’ d’aria: si scava di nuovo e finalmente stillicidio che, trasformata in un rivolo, mostrarli tutti ai suoi visitatori e per il un bel pozzo largo, pulito e profondo ci sparisce in una canaletta microscopica genetliaco abbiamo fatto una bella festa, riempie di speranze, ma anche questa che viene trasformata in un cunicolo con l’augurio di nuove entusiasmanti volta segue la delusione: è sì profondo in cui sono riposte tutte le speranze di scoperte. n 40 metri, ma chiude anche lui. Siamo a raggiungere altri vani. 18 metri sul livello del mare, più di tanto Lavori urgenti e di interesse contingente non potremo comunque scendere, ma ora spostano momentaneamente l’attenzione la profondità della Gigante è stata portata di parte degli scavatori; i lavori, portati dai 119 iniziali a 252 metri, la quarta per avanti da un ristretto numero di irriduci-

Qui sopra: Esplorazione del ramo nuovo, nell’anno 2005: grandi ambienti si alternano a difficili strettoie.

Qui accanto: Sezione verticale della grotta Gigante, dagli ingressi fino al fondo, a quota -252 metri. 71

LR_2_2009.indd 71 9-03-2009 13:11:32 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo lata L'antenato ve ascensioni loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni

’itinerario di Ötzi ecnica erre Alte Scialpinismo Attualità Come era v Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotografia Formazione Ghiaccio Geografia Lettera alla rivista L Libri di montagna Meteorologia Natura P Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente T V Arrampicata Alpinismo Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Cronaca alpinistica Fotostoriche Letteratura Materiali & tecniche Nu o Riflessioni Scienze Storia minuscola Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Il ritiroRetrospetti v deiAlpinismo e ghiacciaiAmbiente/ P regalaDossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture Testo nuove testimonianze dei traffici di Jacopo Pasotti attraverso la catena alpina

Nel 1991 la scoperta di Ma mi sbagliavo. Ora c’è È un archivio archeologico Ötzi aveva affascinato il un ghiacciaio in Svizzera, lo che viene inaugurato proprio mondo intero. La mummia Schnidejoch, tra l’Oberland ora, a causa di un clima Ora è la volta di Schnidi, era rimasta conservata per Bernese ed il Vallese, sempre più caldo. il montanaro che 5000 anni 5mila anni nel ghiacciaio che si ritira al galoppo ed Il piccolo ghiacciaio è su una fa perse arco e frecce di Similaun in Tirolo. La abbandona sulla morena sella a 2750 metri di quota, scoperta (casuale) di Ötzi pietrosa una infinità di oggetti tra le magnifiche vette del su un passo del Vallese. ci poneva di fronte ad una di ogni taglia, forma, materia. Wildstrubel e del Wildhorn, vicenda di montagna, di Importanti reperti che il preziosissime mete di sci- Devo ammetterlo, pur comunicazione tra popola- ghiaccio aveva trattenuto alpinismo. Qui, tra due spalle avendo scritto molto sul ritiro zioni che vivevano in valli gelosamente per migliaia rocciose, c’è uno di quei dei ghiacciai, e sul loro signi- remote ed austere. Una di anni. Sembra un museo pochi valichi che collegavano ficato climatico e culturale, vicenda umana, insomma. naturale: un museo a cielo il nord Europa con la penisola avevo sottovalutato un aspetto La coincidenza tra la scoperta aperto che si sta formando da italiana ed il Mediterraneo. di questi “archivi” congelati. e stato di conservazione di sé, senza l’intervento di un Ed è qui che, sempre casual- E si tratta di un aspetto che ci Ötzi ne facevano qualcosa comune, una commissione mente, alcuni escursionisti riguarda da vicino. di unico. Che io credevo regionale, o una collezione hanno trovato nel 2003 degli Facciamo un salto indietro. irripetibile. privata. oggetti di betulla, che hanno

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LR_2_2009.indd 72 9-03-2009 13:11:36 Qui accanto: Archeologi al lavoro.

A sinistra: Scarpa di cuoio.

consegnato agli archeologi tenere le frecce, l’arco, la “perenni”. Ma che invece rari”, ha aggiunto Zinck. svizzeri. Da allora i ricer- faretra dell’età del Bronzo non lo sono, e quando una Ma l’eccezionalità di Ötzi catori hanno raccolto, tra la (3500 a.C.). Al misterioso freccia o un brandello di rimane indiscussa. neve ed i blocchi di roccia, montanaro i media svizzeri veste rimaneva sulla neve, Lo sostiene per esempio reperti che coprono un hanno prontamente dato il poteva rimanere intrappolata Angelika Fleckinger, periodo di 6mila anni: dal nome di “Schnidi”. Dal 2003 fino allo scioglimento del direttrice del Museo neolitico fino al Medio Evo. ad oggi sono stati ritrovate ghiaccio. Che oggi avviene Archeologico dell’Alto I due reperti più antichi monete romane, fibbie, ed sotto i nostri occhi. Adige: “Con Ötzi abbiamo risalgono al 4500 a.C., e un frammento di calzatura Ho voluto chiedere l’opi- un momento fermo della sono un brandello di stoffa, medioevali. nione di esperti italiani, per storia di una persona, con i un frammento di calzatura Insomma, non appena le avere una idea del valore suoi oggetti personali”, ed una ciotola di legno. Si condizioni del terreno e di questo ritrovamento. Ho ed il suo dramma. tratta, secondo Albert Hafner, meteoriche lo permettevano, quindi contattato Robert Al fascino di Ötzi poi si archeologo del servizio arche- cacciatori, pastori, commer- Zinck, direttore dell’Istituto deve, secondo Fleckinger, la ologico cantonale di Berna, cianti e soldati si avvicen- per le Mummie e l’“Iceman” sensibilità riguardo ai temi degli oggetti più antichi davano sui passi alpini già dell’Eurac di Bolzano. di archeologia che ormai fino ad ora ritrovati tra le 6mila anni fa. Incespicando “È un ritrovamento molto hanno tutti i frequentatori di vette alpine. Appartenevano tra i detriti, scivolando sui importante – ha detto – sposta montagna. “Grazie ad Ötzi, forse ad un esploratore, o nevai, inseguendo selvaggina la nostra conoscenza indietro oggi, se uno trova un oggetto più probabilmente ad un o fuggitivi, ognuno con di mille anni rispetto ad particolare in montagna, cacciatore di camosci. Anche i propri progetti, uomini Ötzi”. A lui ho anche chiesto contatta archeologi e soprain- se sullo Schnidejoch non e donne passavano da un se con tutti questi ghiacciai tendenze”. E quindi, sì, atten- c’é alcuna mummia (almeno versante all’altro della catena. che si ritirano possiamo diamoci nuovi ritrovamenti non ancora) il ritrovamento Distratti, per incidente, o aspettarci nuove mummie. archeologici. Ed occhi aperti “indica che il passaggio di magari con quella noncuranza “Certamente”, ha risposto. durante le nostre escursioni persone da un lato all’altro che oggi non ha lasciato la (Ed io ho pensato: intri- sulle Alpi: tra i blocchi delle Alpi esisteva già mille nostra specie, abbandonavano gante). “Anche se si trattava morenici che circondano i anni prima di Ötzi”, come oggetti tra quelle nevi che di persone sfortunate, che ghiacciai potrebbe nascon- dice Hafner. Ed ancora ad un fino a qualche decennio fa subivano un incidente, e dersi un nuovo capitolo di cacciatore dovevano appar- l’umanità credeva essere quindi sono sicuramente casi storia delle nostre genti. n 73

LR_2_2009.indd 73 9-03-2009 13:11:43 abili v

per poi raccoglierli sotto il In tale clima sorsero società quel processo che apportò denominatore qui voluto. sportive ed associazioni di profonde modificazioni nel

anile Il pregio del volume è invece ogni genere, e tra queste la mondo giovanile univer-

v insito proprio nella sua parti- SUCAI, fenomeno tipica- sitario, e non solo, e che, colarità di aver avvicinato i mente milanese, anche se, seppur con un certo ritardo a/dossier xtraeuropeo quattordici protagonisti per come ricorda l’autore in influì sul modo di intendere archi amo scoprire in loro l’aspetto realtà la prima sede fu presso e praticare anche l’alpinismo. lata umano, che sembra addirit- la giovane Sezione del Fu quindi la nascita della tura non esistere quando si va CAI di Monza. Il libro, nel “contestazione universitaria” a leggere le loro sbalorditive ripercorrerne la storia fino al della fine degli anni ’60 che imprese, delle quali noi 1965, è un utile strumento determinò il cambiamento

tutti, pure appassionati di per valutare obiettivamenteve ascensioni il dello status universitario montagna, siamo assoluta- contributo dato dai sucaini da elitario in quello di loescursionismo a sentiero ersonaggi

mente preclusi. Questa volta allo sviluppo dell’alpinismo una categoria giovanile di radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio potremo finalmente entrare italiano tra le due guerre, futura forza lavoro. Ciò Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture nella quotidianità di questi nonché l’impegno patriottico naturalmente, insieme ad altri a cura di campioni, che troveremo da loro profuso durante il influssi esterni fece venir Alessandro uomini come lo siamo noi: primo conflitto mondiale, che meno quel senso di apparte- Giorgetta nel conoscere i loro gusti, le costò alla SUCAI un notevole nenza che aveva contraddi- loro emozioni, i loro dubbi, i tributo di caduti e ben nove stinto la storia della SUCAI. Pino Cappellini, Emanuele rapporti con i loro familiari e medaglie d’oro. Molte luci, Revojera rende in modo Falchetti tanto altro che può sembrare quindi, e qualche ombra; tra accattivante questo spaccato I grandi della misero retaggio soltanto queste sicuramente la più della storia dell’alpinismo montagna lombarda di chi non è capace delle grave e che lasciò strascichi visto con gli occhi degli SESAAB Editrice, Bergamo, 2008 conquiste che appartengono profondi fino al secondo studenti universitari nella più 160 pag.; 24x31,5 cm.; foto col. s.i.p. solo a loro. Dopo questa dopoguerra, fu, tra il 1920 vasta cornice degli eventi lettura, resa ancor più amena e il 1925, la frattura con il che caratterizzarono la storia Sono quattordici i grandi dalle bellissime immagini che CAI, e quindi il ripudio da italiana e europea della prima protagonisti che in questo la integrano, verrà spontaneo parte di quest’ultimo. Frattura metà del secolo scorso. volume sono stati invitati sentirsi grati agli autori e a sanata solo dopo il 1945, Alessandro Giorgetta a testimoniare l’eccellente chi, nel progetto, nel coordi- con la SUCAI ritornata in attualità dell’alpinismo namento e con le fotografie, seno alla Sezione di Milano GIULIA ZANONI (cur.) lombardo: un numero signi- ha realizzato un’opera che come sottosezione, e quindi LATEMÀR ficativo, ma necessariamente arricchisce la cultura alpini- con l’istituzione di altre Ed. Regione Autonoma Trentino limitato e incompleto, se non stica e conferisce una nuova sedi, Torino, Roma, Trento, Alto Adige e Ist. Cult. Ladino di si aveva la pretesa e, forse e diversa visibilità ai grandi Firenze eccetera. Fassa, Trento, 2008. il timore di appesantire una della montagna lombarda. Nella SUCAI confluirono tra 164 pag.; 24x30 cm, 140 f. col. lettura impegnativa già così. Renato Frigerio gli altri giovani universitari è stata pertanto in questo che in seguito ricoprirono Il Latemàr, questo scavo senso operata una scelta che, Lorenzo Revojera ruoli di grande rilievo negli archeologico, rappresenta come precisato dagli autori, Studenti in cordata ambiti più disparati, e di ancora un eccezionale non deve offendere nessuno Storia della SUCAI costoro l’Autore tratteggia terreno di scoperta con le che si trova escluso, perchè 1905–1965 agili profili, a volte con una sue bizzarre torri e i suoi molti altri fortunatamente CDA&Vivalda Editori, Torino, aneddotica lieve di assai inaccessi campanili. Con sono gli alpinisti lombardi 2008. Collana “I Licheni”; gradevole lettura, che aiuta a questo nuovo volume, Giulia che ancora oggi rappresen- 360 pag.; 12,5x20 cm, delineare il quadro sociopoli- Zanoni affronta il Gruppo tano una gloria per la loro foto b/n. Euro 29,00. tico nazionale all’interno del con una splendida realizza- terra, per arrampicate e quale si sviluppò la vicenda zione frutto di un progetto imprese di valore eccezio- La SUCAI, acronimo di umana e alpinistica della innovativo composto di tre nale. La selezione, che ha Stazione – più tardi Sezione Sezione. Lasciando al lettore parti scritte rispettivamente allora un carattere discrezio- – Universitaria del Club la riscoperta delle vicende in italiano, ladino e tedesco nale, è stata pure condizio- Alpino Italiano, vede la luce umane e storiche che contras- ognuna delle quali affronta nata dalla disponibilità di chi nel 1905, in un’epoca di segnarono l’evoluzione della la montagna da un punto è stato interpellato, perchè grande fervore di iniziative SUCAI, merita un’ultima di vista diverso e precisa- con questa pubblicazione industriali, sociali, econo- notazione la scelta del 1965 mente: un inquadramento gli autori non hanno inteso miche e culturali , fervore che come data conclusiva della complessivo ed esauriente, limitarsi al resoconto ed alla investì anche l’ambito delle ricerca condotta dall’Autore, un approccio poetico e fanta- descrizione dei vari curricula, attività del ricreazionismo, sucaino milanese di “lungo stico, uno studio scientifico che si sarebbero potuti o con termine più attuale del corso”. Verso la metà degli che fa il punto sugli studi rintracciare in ogni modo, tempo libero. anni ’60 ebbe inizio infatti geologici anche di recente 74

LR_2_2009.indd 74 10-03-2009 18:38:29 acquisizione. fondamentale analisi iniziale Con questa premessa non pause e i silenzi che solo puoi Tale composita struttura è e alle splendide fotografie sorprende certo che abbia godere nella luce di luminose stata una scelta ragionata che ci offrono il Latemàr offerto ai Congressisti del vette sulle quali godi il soave perché come ha detto l'asses- in ogni stagione e in ogni C.A.I. a Predazzo il volume cantico della montagna». sore per le minoranze lingui- ora del giorno ha curato il in oggetto accompagnandolo Splendida la copertina del stiche Luigi Chiocchetti: volume nella sua interezza con una straordinaria simbiosi pittore Giuseppe Castellani «Il Latemàr si fa crocevia e ha potuto farlo per le sue tra musica e immagini, un che, chi conosce il Latemàr, e punto d'incontro delle molteplici qualità ed attitudini fluire di emozioni e sensa- inserirà sicuramente nel suo tre realtà linguistiche e che irradia come un prisma zioni visive e sonore che immaginario e che completa culturali regionali. Realtà dalle svariate sfaccettature. hanno avvinto e imprigionato un libro curatissimo in ogni solo in superficie diverse, L'autrice, infatti, mantovana la platea, a cui la Zanoni ha suo aspetto. ma che nel profondo sono d'origine, ma fiemmese trasmesso i momenti emoti- Dante Colli accomunate dalla intima d'adozione, è accademica vamente trascorsi sulla "sua condivisione di importanti del Gruppo Italiano Scrittori montagna" che l'ha stregata Paolo Beltrame valori che derivano dallo di Montagna, vincitrice da oltre vent'anni. Molto Dolomiti: Croda Rossa stretto filiale rapporto con di un premio ITAS nel appropriate le parole conclu- d’Ampezzo una natura maestosa e 1988 con "Monte Bianco: sive di Salsa che siglano Michele Beltrame Editore, ricca, che il Latemàr, qui natura e paesaggio di rocce anche l'impegno culturale Pordenone, 2008 ben rappresentato, fonte e ghiacciai" scritto con della Zanoni, la cui attività Collana 101% Vera Montagna, di ispirazione per poeti ed Armando Mannino, ed è ben s'inquadra nell'ambito 262 pag.; 21,5x30,5 cm; foto col. alpinisti, ma anche madre esperta alpinista (si potrà di valorizzazione e difesa Euro 48,00 e custode di animi semplici scorrere, forse con sorpresa, della montagna che il C.A.I. che su di essa, e sul rispetto il suo curriculum in Pareti si prefigge. Più di tutto ci Con questo prezioso e appas- dei suoi ritmi, hanno fondato Rosa, Ed. SAT, 2006). è piace concludere con quello sionato lavoro monografico il proprio agire e procedere anche fotografa, naturalista che ha scritto di lei Damiano Paolo Beltrame è alla sua nella loro vita». Parole molto ed eccezionale concertista Magugliani: «Un vulcano di seconda fatica letteraria, chiare che precisano la utilizzando uno strumento entusiasmo, con tante idee e dopo il volume “Duranno e ragione d'essere del volume molto particolare, un organo doti artistiche straordinarie. Preti” sempre nella collana e finalizzano l'impegno elettrico, "Electone EL - 90 Una Vivana elettronica pazza- 101% Vera Montagna, che dei tre autori. Innanzitutto Yamaha" dalle straordinarie mente innamorata di armonie gli valse nel 2007 il Premio Giulia Zanoni che partendo possibilità espressive. che ti palpitano attorno fra le “Antonio Berti”, nell’ambito da un preludio che è un vero inno al Latemàr, passa per toponomastica, sentieri Titoli in libreria e foreste a una lettura del Igor Napoli R. Clarke paesaggio conclusa con una Alta Marea Un viaggio al Gran San Bernardo e descrizione geomorfologica Romanzo attorno al Monte Bianco e la summa dei convincenti Magenes Editoriale, Milano, 2008. Edizione italiana: a cura di Gianluigi Discalzi requisiti perché il Latemàr, 248 pagg., 15x21 cm; dis. b/n. Euro 13,00. Ed. Libreria Antiquaria Art Point, Courmayeur riproposto all'attenzione del (AO), 2009. mondo, entri a fare parte Mario Sertori 128 pagg.; 12,5x20 cm; 16 acqueforti b/n, 1 cart. del patrimonio mondiale Alpine Ice Euro 23,00. dell'umanità dell'UNESCO. La seconda parte in ladino Le 600 più belle cascate di ghiaccio delle Alpi scritta da Stéfen Dell'Antonio Edizioni Versante Sud, Milano, 2009. AA.VV./Fondazione Courmayeur Monech puntualizza e 446 pagg.; 15x21 cm; foto col. Euro 31,50. Architettura dei Servizi in Montagna racconta il fascino per il Atti del Convegno – Aosta, 20/10/2007. mistero di queste rocce Marco Albino Ferrari che sanno di arcaico e che Frêney 1961 Agricoltura e Turismo: trattengono ancora le tracce Tragedia sul Monte Bianco quali le possibili integrazioni? di molteplici leggende a testi- Casa Editrice Corbaccio, Milano, 2009. Atti del Convegno, Aosta, 18/1/2008. monianza di una lunga età Collana “Exploits”; 260 pagg.; 14,2x21 cm; dell'oro che ancora rifulge nei ill. col. e b/n. Euro 18,60. Montagna Rischio e Responsabililtà minerali residui da miniere e “Domaines skiables e Sci fuori pista” scavi. Infine Alfred Gruber Jim Bridwell Atti delle Giornate: Courmayeur, 5/4/2008. ci riporta a studi di un luogo The Bird geologico che con i suoi Edizioni Versante Sud, Milano, 2009. Volumi anche disponibili su: paradossi rappresenta ancora Collana “I Rampicanti”; www.fondazionecourmayeur.it una sfida per gli esperti. 302 pagg., 12,5x20 cm; foto b/n. Euro 19,00. Giulia Zanoni oltre alla 75

LR_2_2009.indd 75 10-03-2009 18:38:30 del Premio Mazzotti, per e l’impegno psico-fisico che non avevano voluto la guerra ancora una volta la capacità un’opera storico-alpinistica le sue più belle proposte e per di più erano critici verso di raccontare la storia e la riguardante la montagna esigono” soprattutto “L’etica il nazionalismo furono leali vita di guerra con un taglio triveneta. Ora come allora alpinistica che (la Croda verso il Paese mostrando la storico-documentaristico e la “vera montagna” è una Rossa) richieda a chiunque si ferma volontà di non staccarsi con una presa avvincente e montagna che riflette perfet- avvicini... sono tali da garan- dalla comune sorte d’Italia realistica che sa inserire l’epi- tamente il modo di essere e le tire l’impossibilità di ogni e nello stesso tempo di non sodio e l’aneddoto nel clima scelte alpinistiche dell’autore forma di impatto negativo sui volere perdere la grande di tragedia e sofferenza posto che alpinista è prima ancora suoi assetti naturali”. occasione di inserirsi definiti- accanto al senso del dovere e che sotto il profilo “sportivo” Passando ora ai contenuti, vamente nella vita dello Stato all’amore di patria che carat- sotto quello dell’identifica- che riguardano il gruppo democratico in una visione terizza gli Alpini. La storia zione etica e culturale con orografico che va dal Col che auspicava un’Europa del Battaglione Bassano un certo ambiente naturale Bechéi de Sòra al Picco di unita, come nel Trentino inizia nel primo giorno di e un certo approccio a Vallandro, si nota che la riteneva si dovesse fare De guerra e ha un forte impatto questo ambiente. E di questo materia è presentata secondo Gasperi. Purtroppo ciò non la descrizione degli alpini Beltrame vuole farci parte- categorie omogenee facili- avvenne. Altri hanno analiz- inchiodati nella notte dalla cipi, come sottolinea Luciano tando così la comprensione zato che nel crogiuolo della luce dei riflettori avversari e Santin nella presentazione, del territorio e delle sue Grande Guerra non è difficile costretti a ripari improvvisati, “a incontrare spalti, forcelle, possibilità escursionistiche rintracciare i prodromi dei la cronaca dei due primi crinali, vette dove si ritrova ed alpinistiche. Nell’ordine tratti salienti della odierna morti del Bassano, compo- quell’essenzialità di pensiero compaiono Rifugi, malghe e identità nazionale quali la nenti di una pattuglia spinta e di dialogo interiore impos- punti di appoggio, forcelle, rottura dell’antico rapporto in avanti in esplorazione sibili al piano”. Io andrei vette, percorsi suggeriti del con lo Stato, le avvisaglie colpiti da una cannonata oltre aggiungendo anche: in Gruppo, e la ricerca è agevo- della democrazia e della “mentre in piedi e appoggiati tutti quei luoghi ipercelebrati lata da un indice analitico modernizzazione, ma anche al fucile stanno osservando” e frequentati ormai in un preciso ed esaustivo. Ultima che su questo palcoscenico e sono i primi ad avere modo che ha portato allo notazione, ma non ultima si svolse la prima rappresen- varcato i confini della Patria. snaturamento dei presupposti in ordine di importanza, tazione delle contraddizioni, Un ufficiale austriaco, Fritz stessi dell’andar per monti. riguarda l’imponente corredo dei problemi e dei conflitti, Weber, commenterà alla Così come il gruppo Duranno- iconografico. Benché il delle inadeguatezze che vista delle “due masse nere” Preti anche la Croda Rossa libro sia una guida e non riguardano, oggi, il nostro tra le rocce e i ciuffi d’erba: d’Ampezzo è tuttora un un volume fotografico le Paese. Altri ancora hanno “Ho l’impressione di aver monte autentico: forse immagini sono di alta qualità ravvisato nel comportamento commesso un delitto!”. La oscurato anche a livello di e di ampio respiro e oltre degli italiani dopo Caporetto storia prosegue con le terribili immagine dagli assai più che di supporto al testo sono il consolidarsi del senso stragi sull’Ortigara e via via celebri gruppi circostanti, anche di grande suggestione profondo dell’unità del Paese fino al passaggio del Piave forse per la più difficile visiva, molte a doppia pagina e il suo radicamento in essa e alla fine della guerra. Il accessibilità, forse per le e perfino fold-in su quattro del nostro popolo. A questo volume ha una seconda problematiche più complesse pagine. livello di discussione che parte che riporta il diario che la qualità della roccia Alessandro Giorgetta andava ricordato si aggiunge, di Matteo de Judicibus, oppone a un certo tipo di non meno meritoria, la un magistrato pugliese che frequentazione arrampica- Giuseppe (Bepi) Magrin conservazione della specifica arruolatosi volontario negli toria. Battaglione memoria fornendo ulteriori alpini scomparirà durante A questo punto, come ben Alpini Bassano reliquie che si intrecciano la prigionia in Austria. Una mette in evidenza nella sua Ed. Artistica Bassano, nel nostro immaginario a rappresentazione vivida introduzione Michele Da maggio 2008. completare e a farci rivivere e umana, ispirata a forti Pozzo, Direttore del Parco A cura Sez. A.N.A. Bassano un quadro di uno scontro ideali etici e morali che Naturale delle Dolomiti Pag. 119; 30x24 cm, 90 foto b/n e c. violentissimo tra gli eserciti completa questa storia con d’Ampezzo, di fronte a una del continente che trova il un documento di indiscussa simile novità editoriale “ci si Il 90° della vittoria è stato suo archetipo nell’urlo rauco sensibilità e equilibrio. pone l’interrogativo di quanto celebrato su due piani di dell’assalto frontale, nella L’iconografia e le immagini possa indurre eventuali grande interesse. Assai morte aggrappata al filo anche a doppia pagina, curate disturbi e di quanto, in senso approfondita la discussione spinato, al Crocefisso recupe- da Goffredo Pogliani sono positivo, essa posso stimolare e l’approfondimento degli rato in trincea a cui le straor- indispensabili compagne un approccio passionale e storici che si sono confrontati dinarie immagini del volume del testo e risultano di discreto, privo di ogni forma riconfermando come l’esito ci rimandano. L’autore non un’efficacia impressionante. di aggressività e di impatto”. del conflitto fu un forte è nuovo a queste ricerche Molto ben curata la stampa E correttamente Da Pozzo cambiamento geopolitico che perché conta tra Grande e la realizzazione sotto ogni conclude affermando che però non venne completato. I guerra e Alpinismo una aspetto. oltre “Allo stile dell’autore cattolici ad esempio che pure trentina di volumi e conferma Dante Colli 76

LR_2_2009.indd 76 10-03-2009 18:38:30 Intervista a Luca Priuli, direttore editoriale di Priuli & Verlucca

Presso il pubblico non momento in cui l’interesse ritiene che sia un’espe- specializzato la vostra casa per la cultura alpina era vera- rienza replicabile e, se editrice ha un’immagine mente poco, si è poi invece sì, avete in programma derivata da prodotti edito- enormemente sviluppata qualcosa di simile? riali di lusso, particolar- andando a toccare molteplici Noi speriamo faccia epoca mente adatti ad omaggi di settori (e giungendo in questi anche l’esperienza – alto livello. è un’immagine giorni al titolo numero 90). appena portata a termine che corrisponde realmente Il crescente interesse degli – del Grande Dizionario alla vostra filosofia edito- ultimi anni per la materia Enciclopedico delle Alpi che riale oppure la vostra trattata è stato per noi una con i suoi dodici volumi ci produzione punta anche su ulteriore importante spinta. ha notevolmente impegnato altri filoni culturalmente La rivista L’Alpe rappre- ed è stata l’opera più onerosa Luca Priuli, direttore editoriale di Priuli & Verlucca. più impegnati? senta invece per noi una e forse più difficile mai Certamente tutti i nostri importante esperienza che portata a termine dalla nostra che lanceremo a maggio volumi sono improntanti alla ci ha accompagnato per 10 Casa Editrice. Crediamo una nuova collana diretta più alta qualità in tutte le fasi anni e anche in questo caso fortemente in questa grande da Alessandro Gogna e della lavorazione. Questo si è trattato di un prodotto realizzazione e speriamo Alessandra Raggio: Campo4, per noi significa impegno all’avanguardia e unico nel possa essere un apunto di dedicata più specificatamente culturale e testi di alto livello suo genere. Si è anche trattato partenza per tutti i prossimi all’alpinismo arrivando così anche nei prodotti più “di di un esperimento per rendere studi sulla materia. a coprire un campo di inte- immagine”. Bisogna tuttavia “periodico” (in una rivista Nell’immediato poi, resse su cui finora siamo stati tenere presente che la nostra monografica) ciò che di solito possiamo già anticipare carenti. n Casa Editrice è da sempre trattiamo nei libri; purtroppo impegnata su filoni culturali la recente crisi generale e il nei quali realizza i Quaderni venir meno di molti nostri di Cultura Alpina (da oltre sponsor e inserzionisti ci ha Nata nel 1971 seguendo come tema principale la montagna e 25 anni) e nei quali ha obbligato a ritenere conclusa le sue espressioni culturali, Priuli & Verlucca si è costantemente appena realizzato Il Grande l’esperienza (e infatti il sviluppata in numerose direzioni, senza mai abbandonare il filone Dizionario Enciclopedico numero 19 dello scorso originale. Priuli & Verlucca ha quindi pubblicato numerosi manuali, delle Alpi e lanciato la dicembre è stato l’ultimo) per ha dato origine a collane fotografiche d’avanguardia esportate in sezione montagna nella tornare a concentrarci esclusi- tutto il mondo e a collane praticamente uniche nel loro genere collana Paradigma, nella vamente sui libri. come quella sull’Antica Cartografia, ha curato numerosi cataloghi quale il volume "Il Tramonto e volumi d’arte per conto di musei di tutta Europa, ha organizzato delle identità tradizionali" Dal vostro fatturato in direttamente mostre d’arte e di etnografia sia in Italia che all’estero ha appena ottenuto l’ultimo termini numerici di volumi ed è entrata all’inizio degli anni Novanta nella ristretta cerchia degli prestigioso premio Itas Cardo venduti risulta che il vostro editori di facsimile autentico di codici miniati medievali, che realizza d’Oro. mercato è prevalentemente grazie alle più moderne tecniche di stampa e di riproduzione unite a di nicchia o anche più gene- una serie di processi tutti rigorosamente manuali affidati ad artigiani è probabile che i nostri ralista? del libro. lettori, oltre che alle grandi Il nostro è stato certamente Infine, ha dato vita a due collane di narrativa e saggistica, Schema monografie fotografiche, un mercato nato fondato Libero e Paradigma (dove il volume «Il tramonto delle identità siano particolarmente su delle nicchie; l’apertura, tradizionali» di Annibale Salsa ha appena vinto il prestigioso CARDO interessati ai Quaderni di soprattutto negli ultimi anni, D’ORO, premio Itas 2008 e il volume «In su e in sé, alpinismo cultura alpina e alla rivista di nuovi canali di vendita ci e psicologia» di Saglio-Zola ha avuto un notevole successo), L’Alpe. Vuole illustrare un ha permesso però di incre- arrivando così a completare il catalogo con l’unico genere che po’ più nello specifico questi mentare notevolmente le ancora le mancava. due prodotti? vendite e di poter finanziare La collana dei Quaderni di nuove iniziative editoriali di Decine di coedizioni in tutte le principali lingue, culminate con cultura Alpina è uno dei fiori grande portata. l’incredibile successo della Serie Speciale 360° (un successo su all’occhiello della nostra tutti il volume Alpi 360° attualmente esaurito) vicina alla soglia produzione. Nata all’inizio Nell’ambiente alpinistico dei quaranta titoli, hanno portato Priuli & Verlucca a essere ormai degli anni Ottanta come ha fatto epoca la collana presente in tutto il mondo. collana di nicchia e in un I grandi spazi delle Alpi:

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IL LIBRO piano l’alta montagna, troppo Switzerland. Scenes and Incidents spesso relegata a sfondo. Pur

anile of Travel in the Bernese Oberland essendo socio dell’esclusivo

v drawn from nature and on stone, Club, non fu un vero alpinista London, Thomas M. Lean, né ebbe l’approccio tipico a/dossier xtraeuropeo archi 1843, è uno splendido del pittore alpinista, portato a amo album in folio composto sottolineare con enfasi creste lata da 26 tavole litografiche e diedri. Egli stesso dichiarò impresse in seppia, con di non essere salito mai oltre paesaggi d’alta montagna e il punto di vista adatto a scene di vita dell'Oberland dipingere ciò che desiderava ve ascensioni Bernese. Opera molto rara, ritenendo quello dedicato non risulta in nessuna tra le all’arrampicata un tempo loescursionismo a sentiero ersonaggi

radizioni sottratto alla pittura.

’itinerario biblioteche italiane con il ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Meteorologia Natura Nu o P Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Ambiente Anniversari Letteratura Materiali & tecniche Riflessioni Scienze Storia minuscola Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte catalogoAmbiente/etnografia on-line. L’autoreEtnografia è AppassionatoMontagna viaggiatore,Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture George Barnard (1807-1890) fu tra i primi a conoscere CRESCERE A USSEGLIO disegnatore, incisore e pittore a fondo le Alpi, anche nei RITRATTI FOTOGRAFICI DI ENZO ISAIA A cura del di paesaggio attivo fino a settori meno noti, nel periodo Museo Nazionale della Montagna di transizione dalla fase CAI Torino tarda età; dal 1863 socio Biblioteca Nazionale CAI dell’Alpine Club, alle cui esplorativa allo sviluppo NOTIZIE Winter Exhibition partecipò del turismo alpino; le Alpi 1. Concluso un progetto assiduamente. Freshfield erano ormai tappa obbligata biennale grazie al nel necrologio sull’Alpine del Grand Tour e iniziava finanziamento della Regione Journal lo definisce uno dei la fortuna editoriale delle Piemonte che ha consentito, primi pittori di montagna apposite guide. oltre agli ordinari interventi rispettoso della morfologia, Fu illustratore di libri di di rilegatura e manutenzione, con lo spirito del ritrattista. viaggio e professore di il restauro delle più rare Barnard unì lo spirito disegno alla Rugby School brossure ottocentesche del scientifico a quello artistico. dal 1843 al 1880 e proprio fondo Miscellanea. Alcuni tra i primi soci illustri agli allievi è dedicato con La BN aderisce al nuovo del Club, come Longmann, nota autografa l’esemplare Coordinamento delle Cole e Tuckett, lo incorag- recentemente acquisito dalla biblioteche specia- giarono a dipingere in primo Biblioteca. Tra i suoi studenti lizzate torinesi del polo vi fu Adams Reilly alpinista piemontese SBN, costituito e autore della carta del Monte per promuovere una rete Bianco del 1865. tra le differenti realtà Nel 1841 Barnard compì un documentarie, concordare lungo viaggio con il cognato aggiornamenti del personale Michael Faraday, fisico e e migliorare la visibilità delle inventore, e le rispettive collezioni e dei servizi. mogli; fecero tra l’altro il giro dell’Oberland fino a 2. È in fase di organiz- Lucerna attraverso il passo zazione il Convegno annuale del Furka; tutte località BiblioCai per informazioni sono ritratte nelle litografie rivolgersi a biblioteca@cai it raccolte in questo volume. Vi tel. 0116603849 sono inoltre le immancabili vedute di Lauterbrunnen 3. Tante le molte che offre ideale contrasto mostre in programma al fra il verde della valle e le Museomontagna nel 2009: vette innevate; la cascata “Le montagne della frutta, di Staubbach, meraviglia etichette 1900–1960” delle Alpi che colpì l’imma- (anche a Trento) “Carlo ginazione dei viaggiatori Moriondo, giornalismo e romantici per la bellezza e il altre storie”; “Guardare alle terrore che suscita contem- Alpi, montagne del Piemonte poraneamente; infine vedute in fotografia 1870–1940” di Lucerna, scene di vita (anche a Praga); “Guide montanara, costumi e interni di Montagna, un mito, un di abitazioni rurali. mestiere”; “I Tatra, arte e 78

LR_2_2009.indd 78 11-03-2009 19:47:26 tradizione della montagna polacca”. A tutte le iniziative verrà dato riscontro su “La Rivista” e “Lo Scarpone”.

LA MOSTRA Posare lo sguardo sui più giovani che vivono in un paese delle nostre Alpi, per capire cosa vuol dire essere ragazzi in una comunità alpina oggi. Crescere a Usseglio è un progetto di ricerca che ha analizzato il fenomeno da più aspetti: storico, demografico, antropologico, linguistico, economico. Il risultato è la mostra fotografica allestita al Museo Nazionale della Montagna (fino al prossimo 17 maggio) e un volume, ricco di autorevoli saggi, curati dalla Società Storica delle Valli di Lanzo. Usseglio, in alta Valle di Viù luogo”, poiché l’identità dei LA FOTO interpretato da Franz (Torino), si sviluppa su più ragazzi è vista non attraverso Emilio Fecia di Cossato, Muxeneder, Adrian Hoven, borgate situate tra il lungo il paesaggio di Usseglio, ma L’erede. Costumi di Viù, Vera Complojer, Rudolf pianoro posto a 1300 metri e tramite i vestiti che indossano 1935. Prack, Raoul Retzer, Peter la piccola stazione sciistica e mostrano. E qui il percorso Sparovitz, Marianne Hold, di Pian Beno; conta circa si apre all’indietro, per mirare IL FILM del 1955, è una delle innume- 250 residenti, 4 alberghi e poi al futuro. Heimatland, di Franz Antel, revoli pellicole di questo 2 bar-trattoria, 3 esercizi genere realizzate nell’area commerciali, la centrale di cultura tedesca. I film dell’Enel che dà lavoro a propongono la gente delle parecchi abitanti, la scuola Alpi in visioni positive e elementare, l’ufficio postale. rassicuranti, legate alla terra, L’attenzione è rivolta al alla tradizione, allo Heimat, presente, fermando con uno rivisitato in modo assai scatto fotografico un sorriso, improbabile. uno sguardo. I protagonisti Nel nostro film – di cui di questo scenario alpino riproduciamo un manifesto sono una trentina di bambini belga che rappresenta una e ragazzi, tra i 6 ed i 16 scena idilliaca, addirittura anni, che qui ancora vivono rafforzata da note musicali o frequentano assiduamente che svolazzano attorno al queste montagne. Loro sono titolo – un bracconiere e un i soggetti degli scatti di guardaboschi si contendono Enzo Isaia, noto fotografo l'amore di Helga, una giovane pubblicitario specializzato insegnante di un villaggio in still life. A Usseglio la di montagna. Il primo non è sua macchina fotografica orgoglioso del suo passato di è riuscita a comporre una fuorilegge, ma promette di quadreria di volti e di cambiare. Non può tuttavia espressioni. L’obiettivo ha mantenere la promessa, catturato non solo i visi, ma poiché viene arrestato per anche l’animo dei ragazzini, omicidio, così Helga sposa il indossanti i propri abiti guardaboschi. Il bracconiere tradizionali. Le immagini riesce a fuggire, e si scontra non lasciano trasparire “il direttamente con il suo rivale. 79

LR_2_2009.indd 79 10-03-2009 18:38:41 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo Fonti d'energia lata ve ascensioni rinnovabili loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Attualità Ambiente Anniversari Come era v Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Meteorologia Materiali & tecniche Natura P Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Arrampicata Alpinismo Alpinismo gi o Cronaca alpinistica Fotostoriche Letteratura Nu o Riflessioni Scienze Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Efficacia e costi degli incentivi Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture

di Carlo Brambilla (Sezione di Seveso - G.d.L. Energia CCTAM)

1. Generalità di modelli matematici, sono stati Alla generalità dei soci CAI il problema simulati anche gli scenari prevedibili per dell’approvvigionamento energetico l’entrata in funzione, a partire dal 2016, potrebbe sembrare estraneo ai loro di centrali dotate di tecnologie per la immediati interessi di appassionati cattura ed il sequestro della CO2 (CCS - Fig. 1: Andamento alpinisti. Invece, l’affannosa corsa alla Carbon Capture and storage). della produzione da diversificazione delle risorse energetiche fonti rinnovabili per e la conclamata opportunità di ridurre le Detto studio prende in considerazione diversi livelli (step) emissioni di gas serra, sta producendo due sistemi di incentivazione della un assalto a quelle fonti d’energia produzione elettrica da FER: d’incentivazione RCP rinnovabili che la montagna offre in • il primo (fig.1), riferito ai costi di modo particolare, cioè l’acqua e il vento, produzione (RCP) è finalizzato a il cui sfruttamento comporta inevitabili minimizzare l’esborso per incentivi, alterazioni e danni ambientali (vedasi La prevedendo l’erogazione del Rivista, mag.–giu. 2008). contributo minimo per rendere Per contribuire a rendere noti i vari ciascuna tecnologia teoricamente aspetti di questo assalto, che a competitiva, nei costi di produzione, fronte di limitati benefici mette in rispetto alla tecnologia da fonte gioco preziose risorse ambientali, si fossile di riferimento, ossia il Fig. 2: Andamento espongono sinteticamente i risultati ciclo combinato a gas naturale. dell’esborso annuo di un recente studio di CESI Ricerca • il secondo (fig.2) considera degli incentivi per (1) svolto nell’ambito dell’Accordo l’incentivazione con certificati verdi diversi “Step” di di Programma con il Ministero dello differenziati per tecnologia (CVDT) incentivazione RCP. Sviluppo Economico. Questo studio ha prevista dalla Legge finanziaria valutato i costi e gli incrementi produttivi 2008 (2). ottenibili simulando due diversi sistemi La simulazione degli effetti dei due di incentivazione delle fonti d’energia sistemi di incentivazione è stata fatta la simulazione, sono state ipotizzate a raggiungere al 2020 il 90% (~91 rinnovabili (FER) tendenti a saturare i ipotizzando lo sviluppo del sistema costanti nel periodo considerato sia TWh) del potenziale produttivo di tabella potenziali installabili in Italia previsti dal elettrico nazionale fino al 2030, l’apporto produttivo di tipo idroelettrico, n.1 (104 TWh) fino a quasi saturarlo al “position paper” del Governo italiano prevedendo un tasso di crescita del ritenuto pressoché saturo, sia l’energia 2030 (100 TWh) come da Fig. 1 per l’Unione Europea - Settembre fabbisogno elettrico leggermente importata, assunta ai valori del 2005. 2007 (Tabella n.1) considerando anche attenuato rispetto all’attuale. Per non Detta simulazione è stata sviluppata per Tali risultati si otterrebbero a fronte di i relativi abbattimenti delle emissioni di introdurre variabili poco influenti, cinque diversi scenari di incentivazione una crescente erogazione di incentivi, CO . Utilizzando le più recenti evoluzioni 2 ma che avrebbero reso difficoltosa delle varie tecnologie (definiti da step che dal 2020 al 2030 sarebbe intorno 2005 2020 0 a step 4) a partire da quelle meno ai 3 miliardi di Euro all’anno (Fig. 2); costose, considerando pienamente incentivi che si riflettono in un esborso incentivata ciascuna tecnologia quando per i consumatori (3) di circa 8 Euro/ il relativo costo di produzione è inferiore MWh (0,8 c€/kWh). al 90 % del costo di riferimento (produz. Dalla Fig. 1 si rileva che anche a ciclo combinato). senza incentivi (Step 0) si avrebbe un certo incremento produttivo e che 2. Risultati della passando dallo “Step 1” allo “Step 4”, simulazione gli incrementi produttivi si riducono 2.1 Sistema RCP progressivamente. (*) MW = potenza dei generatori in megawatt (106 Watt). TWh = produzione d’energia in terawattora (1012 Wattora) Applicando la massima incentivazione La Fig. 2 evidenzia che gli incrementi ipotizzata (step 4) il sistema RCP degli incentivi erogati tra uno “Step” e il Tabella n.1: Potenziale incremento al 2020 delle produzioni FER risulta in grado di promuovere la successivo sono rilevanti. Ciò significa (dal “position paper” 2007 del Governo italiano) produzione elettrica annua da FER fino che man mano che si incentivano 80

LR_2_2009.indd 80 10-03-2009 18:38:45 tecnologie più costose e a bassa produttività, come il fotovoltaico, l’efficacia degli incentivi si riduce notevolmente.

Il grafico di Fig. 3 mostra che lo sviluppo delle FER ottenibile con l’in- centivazione massima (Step 4), compor- terebbe una riduzione delle emissioni di CO2 rispetto allo scenario senza Tabella 2: Principali indicatori economici relativi agli effetti dell’applicazione dei due sistemi incentivi (Step 0). di incentivazione studiati (rispetto ad uno scenario senza incentivazione). Detta riduzione, mediamente pari a 13 Mt/anno dal 2020 al 2030, consente di stabilizzare le emissioni al livello del doppia rispetto al sistema RCP, secondo di conseguire al 2030 lo sviluppo studio dimostrano che il sistema di 2005, ma non di raggiungere l’obiettivo la curva di crescita di Fig. 5, che massimo del potenziale teorico delle incentivazione basato sui Certificati (target) desiderato, costringendo quindi raggiunge valori annui di circa sette FER. In particolare, il sistema CVDT, Verdi Differenziati per Tecnologia, messo all’acquisto di permessi di emissione. miliardi di Euro al 2020. A tali valori con incentivi più remunerativi rispetto in atto con la Legge finanziaria 2008, A detta stabilizzazione contribuiscono corrisponde un onere per i consumatori al sistema RCP, è in grado di anticipare può realizzare un’accelerazione dello dal 2016, impianti termoelettrici con (3) di circa 18 Euro/MWh (1,8 c€/kWh). lo sviluppo del potenziale installabile a sviluppo impiantistico delle FER rispetto tecnologie per la cattura ed il sequestro Il sistema CVDT consente una leggera poco dopo il 2020. a quello Riferito ai Costi di Produzione, della CO2. riduzione delle emissioni di CO2 rispetto L’esborso cumulato per incentivi dal ma con differenze non sostanziali tra allo scenario RCP di fig. 3, mediamente 2006 al 2030 raggiungerebbe i 62 i risultati finali dei due. Però, ciò è 2.2 Sistema CVDT di 5 Mt/anno, ben lontano dal “target” miliardi di Euro per il sistema RCP ed i ottenuto a fronte di una differenza di La Fig. 4 evidenzia che il sistema di desiderato. 138 miliardi per il sistema CVDT. costi notevole, anche a carico degli incentivazione CVDT è in grado di La riduzione delle emissioni di CO2 nel utenti finali. anticipare al 2020, rispetto al RCP, 3. Confronto dei periodo 2020–2030 è mediamente Inoltre, le maggiori elargizioni d’incentivi la quasi saturazione della potenziale sistemi incentivanti pari a 18 Mt/anno per il CVDT (~12%) del sistema CVDT, possono indurre produzione da FER (99.000 GWh) I risultati delle simulazioni effettuate sui contro le 13 Mt/anno del sistema uno sviluppo impiantistico più orientato Tali risultati si ottengono con una due sistemi di incentivazione analizzati, RCP (~9%) valori comunque lontani alla speculazione che all’efficienza erogazione di incentivi pressoché dimostrano che entrambi sono in grado dall’obiettivo posto per il sistema energetica, soprattutto per tecnologie a elettrico nazionale, con la conseguente basso costo come quella eolica. necessità di acquisto di permessi di Pertanto, si ritiene che un’incentivazione emissione. differenziata per tecnologia, ma più commisurata a compensare gli effettivi Fig. 3: Emissioni annue Gli effetti tecnico-economici ottenibili costi di produzione e a premiare la di CO2 con e senza dai due sistemi di incentivazione, con produttività (4) eviterebbe un quasi incentivazione RCP delle valori cumulati fino al 2020, anno di inutile esborso a carico degli utenti, fonti rinnovabili, rispetto riferimento delle politiche energetiche viste le ripercussioni non trascurabili all’obiettivo (target) di della Commissione Europea, riassunti in degli incentivi sui costi dell’energia, Tabella 2, sono: ma soprattutto la corsa speculativa riduzione; (l’area grigia a) la maggior accelerazione indotta allo verso impianti poco produttivi e forieri rappresenta la quantità sviluppo delle FER dall’incentivazione di serie alterazioni paesaggistiche e di CO2 sequestrabile da CVDT consente di cumulare una ambientali montane. In considerazione impianti con tecnologia maggior produzione di 57 TWh della delibera di indirizzo sull’eolico CCS). rispetto a quella RCP (+16%); recentemente approvata dal CCIC e b) l’esborso per incentivi CVDT risulta degli scopi statutari di tutela ambientale maggiore di 40,4 miliardi di Euro del CAI, si ritiene che lo studio CESI rispetto a quello per incentivi RCP qui riassunto, possa fornire elementi (+132%) con onere per l’utenza che utili per auspicabili interventi degli può raggiungere 1,8 c€/kWh dal Organi direttivi centrali CAI presso gli 2020 in poi, contro 0,8 c€/kWh del Organi di Governo nazionali, finalizzati a sistema RCP; (3) correggere quanto evidenziato. n Fig. 4: Andamento della c) ai risparmi ottenibili per minor produzione FER: sistema impiego di combustibili fossili Note: (1) Incentivazione delle fonti rinnovabili: quanto e minor necessità di acquisti di CVDT, con e senza costa? (Michele Benini, Marco Borgarello, Alberto incentivazione. permessi di emissione di CO2, Gelmini, CESI Ricerca) da L’Energia Elettrica-AEIT rispetto ad uno scenario non n.5 - 2007 incentivato, si contrappongono (2) Nuovi incentivi per la produzione di energia ben maggiori costi di investimento elettrica da fonti rinnovabili previsti dalla Legge e di Operation & Maintenance che finanziaria 2008. (C. Brambilla - CCTAM 2008). le tecnologie rinnovabili comportano, (3) Gli autori assumono per certo che gli con maggiori costi di produzione esborsi per CV sostenuti dai produttori soggetti complessivi di 26,2 miliardi di Euro all’obbligo, siano completamente recuperati con per il sistema RCP e di 32 miliardi incrementi dei prezzi dell’energia venduta; per il sistema CVDT. (4) Ottenibile con un ritocco dei coefficienti Fig. 5: Andamento moltiplicatori delle produzioni FER utili alla dell’esborso annuo per emissione dei Certificati Verdi, che consideri sia i 4. Considerazioni reali costi di produzione, sia l’effettiva produttività incentivi del sistema conclusive degli impianti. CVDT. I risultati diquest’apprezzabile 81

LR_2_2009.indd 81 10-03-2009 18:38:52 abili v anile v a/dossier xtraeuropeo archi amo In su e in sélata una riflessione su Alpinismo e Psicologia ve ascensioni loescursionismo a sentiero ersonaggi radizioni ’itinerario ecnica erre Alte Scialpinismo Arrampicata Alpinismo Attualità Alpinismo gi o Ambiente Anniversari Come era v Cronaca alpinistica Cartografia Cinema Editoriale Escursionismo Fonti energetiche rinn o Fotostoriche Fotografia Formazione Ghiaccio Lettera alla rivista L Libri di montagna Letteratura Meteorologia Materiali & tecniche Natura Nu o P Riflessioni Scienze Storia minuscola Sciescursionismo Speleologia Sommario Sotto la lente Geografia T V Spedizioni Dossier formazione Lettere alla rivista Storia Il tema Documenti Antiquariato librario Scienza e montagna Costume Carta rici c Storia/Anniversari T Escursionismo storico Alpinismo/ghiaccio Retrospetti v Alpinismo e Ambiente/ P Dossier Solidarietà T Monte dei Cappuccini Arte Ambiente/etnografia Etnografia Montagna Alta salute Comunicare la Montagna Alpinismo nel mondo Mineralogia Alpinismo/storia Ci c Alpinismo invernale Geologia Fotoalbum Sicurezza Rifugi Archeologia Editoria/Alpinismo Letteratura Culture

di Giuseppe anche due dimensioni accompagnano anche dopo Saglio, psichiche, per lo più l’esperienza, che richiamano Medico antinomiche: essere in su il pensare e che si esprimono Psichiatra corrisponde ad uno stato di infine nel racconto di ciò iperattivazione, di accensione che è stato da parte di chi dei sensi, di euforia. Uno l’ ha vissuto. Proviamo il stato che ricorda l’euforia bisogno di essere attori, ascensionale descritta da interpreti e protagonisti Samivel e in essa potremmo per poter giungere poi ad riconoscere la stessa un’ espressione, ad una sensazione che tutti abbiamo narrazione, ad un confronto. provato, a volte, salendo in Ci troviamo continuamente alto. Essere in sé, invece, sospesi tra un bisogno di vuole esprimere un ritorno individualità e quindi di all’ordine, affermare una affermazione di noi stessi e riconduzione alla ragione, a un richiamo all’alterità che quello stato di quiete a cui corrisponde al sentimento tendiamo ad ogni ritorno. sociale come bisogno di Un aumento dell’in su può appartenenza, ma anche come condurre ad una maggiore bisogno di condivisione e di esposizione al rischio, ad una cooperazione. crescita dell’inquietudine, Siamo esposti ad un’oscil- allo smarrimento, alla deriva, lazione tra la centralità di alla caduta nella follia, al sé dell’individuo di fronte pericolo di morte. Un eccesso al mondo, e la centralità Ci si lega all’altro per dividere con lui l’esperienza, per dare e ricevere aiuto… di in sé può determinare uno dell’altro di fronte a noi. stato di annichilimento e di Come non essere richiamati, Gli articoli presentati in lo ha portato, pochi mesi fa, paralisi. Promuove sostan- allora, dall’immagine emble- questa rubrica hanno sempre alla pubblicazione del libro zialmente un isterilimento matica ed ambigua della cercato di abbracciare gli “In su e in sé”. Riassumere creativo, un impoverimento cordata? Ci si lega all’altro interessi più ampi e diver- un libro in poche righe è della produzione delle idee, per dividere con lui l’espe- sificati del “sapere medico” impresa praticamente impos- una riduzione delle immagini rienza, per dare e ricevere in relazione al mondo della sibile, ma le suggestioni e gli mentali e delle esperienze aiuto, per uno scambio di montagna e dell’alpinismo. stimoli che Saglio ci offre sensoriali. costituenti dell’individualità, In tal senso le tracce sono ricche e molteplici e Nell’alpinista in particolare, ma ci si lega all’altro anche seguite ci hanno condotto non lasceranno il lettore, durante l’attività, ma – per dividersi da lui, e ad esplorare i vari bisogni magari non del settore, indif- potremmo dire – in chiunque attraverso lui, conseguire un dell’uomo, del suo benessere ferente. Buona lettura! sale le montagne anche trionfo personale. o della sua malattia, ma solamente camminando su Abbiamo bisogno di quasi sempre in un’ottica "In su e in sé" sono categorie un sentiero, si accendono isolamento e di solitudine. “organicista” o di tipo che riguardano due ordini molte componenti vitali e Abbiamo bisogno di biologico. Oggi proponiamo spaziali differenti: in su umane. Sono sensazioni che separazione per sentire una una lettura diversa. significa essere in alto, vengono avvertite e ricono- mancanza. La mancanza Lo psichiatra dott. Saglio trovarsi immersi in un sciute in modo estremamente della parte di noi che sta nel ci offre infatti un breve ambiente naturale esterno; intenso durante l’esperienza; mondo e nell’altro. Abbiamo contributo sulla dimensione in sé rimanda invece al che corrispondono al fare bisogno di staccarci dalla psicologica dell’andare in profondo, all’interno intra- e si traducono nell’azione. consuetudine per poter montagna, sintesi di una psichico. Sono sensazioni, però, tornare, per poter scoprire lunga riflessione e ricerca che "In su e in sé" richiamano che insorgono e che ci qualcosa in più. E il ritorno è 82

LR_2_2009.indd 82 10-03-2009 18:39:00 anz_qsi_210x137_ita.indd 1 10.12.2008 9:39:12 Uhr rinascita e ricongiunzione, è psicoterapeuta che ascolta Andando in montagna ritrovarsi rigenerati di fronte e, nel momento in cui si restiamo sospesi tra incognite agli altri, tra gli altri. Andare dispone ad ascoltare l’altro, e indeterminatezza, tra

in su per ritornare in sé e inizia ad ascoltare anche sé ricerca e predisposizione Arrampicata oltre sé. stesso. artistica, tra conoscenza In montagna ci troviamo In montagna siamo sospesi ambientale e immaterialità, continuamente sospesi tra il bisogno di conoscenza tra sensorialità e spiritualità, Saliamo per imparare a scendere... tra il passato e il futuro: soddisfatto dalla capacità di tra sport e primati, tra rischio conosciamo il qui ed apprendere in quell’universo e avventura, tra ragione e ora. Siamo sospesi tra così particolare, e il bisogno scienza, tra spirito romantico continua per l’equilibrio tra il la percezione soggettiva di espressione, realizzato e eroico, tra altezza e bisogno di autoaffermazione del sogno e la percezione dalla capacità di descrivere verticalità, tra leggerezza e e il sentimento sociale. oggettiva della realtà. e di rappresentare quello pesantezza, tra curiosità per Ancora una volta ci troviamo Conosciamo l’attenzione stesso universo attraverso una l’esterno e attenzione intra- a percorrere una cresta sottile fluttuante dell’intermedietà narrazione degli atti compiuti psichica, tra spinta al tra due versanti. Andiamo e del gioco. L’attenzione che, in ultimo, corrisponde al coraggio e accettazione in su per imparare a stare in fluttuante dell’essere racconto di sé. della paura, tra l’utile e giù e ritrovare responsabilità con-centrati e es-traniati, Sospesi tra sogno e realtà, quell’inutile di cui abbiamo e impegno per le forme di nello stesso momento. dicevamo, in montagna ricer- molto bisogno. L’inutile che convivenza e di condivisione. È questa l’esperienza chiamo uno spazio “terzo”, si contrappone all’oggetto Saliamo per imparare a conosciuta dall’artista al saliamo lungo un terzo inutile da consumare e scendere. Rispondiamo all’at- lavoro, nel movimento versante, collocato tra ciò che che può alimentare invece trazione dell’alto, al richiamo pendolare tra attenzione è e ciò che potrebbe essere: la nostra immaginazione. dell’essere sopra ogni cosa, e abbandono; e che viene lo spazio dei fenomeni transi- L’inutile che, in termini per poi riconoscere il senso appresa dal bambino che zionali e dell’illusione in adleriani, può nutrire il del calarsi nel profondo di gioca, oscillando tra diver- cui trovano ragione e collo- Sé creativo, costituente ognuno di noi, nell’essenza timento e impegno. È questa cazione l’alpinismo, l’arte, la essenziale di ogni individuo, autentica delle cose del la direzione ricercata dallo religione, il gioco, la cultura. fondamento e risorsa mondo. n

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LR_2_2009.inddanz_qsi_210x137_ita.indd 83 1 10-03-200910.12.2008 18:39:05 9:39:12 Uhr Articolo 1 Articolo 1 “Il Club alpino italiano (C.A.I.), fondato in Torino nell’anno 1863 per iniziativa di Quintino Sella, libera associazione nazionale, ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza Arrampicata e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale.” e Alpinismo: convivenza possibile

quale diventerà in seguito una ancora, eccome, e d’altra dell’arrampicata, quindi un delle due Sezioni Nazionali parte l’arrampicata non è un esercizio motorio complesso

C.A.A.I. Soccorso Alpino (l’altra è l’AGAI),Speciale con lo Filmfestival Trento fenomeno del mondo d’oggi, che interessa la muscolatura scopo di portare ai più alti ma c’è sempre stata: semmai di tutto il nostro corpo e che di livelli l’Alpinismo non oggi l’arrampicata sembra nelle sue forme tecnicamente Giacomo Stefani, professionistico e quindi prendere il sopravvento al più evolute, in soggetti Presidente Generale CAAI Accademico, crea un modo punto da monopolizzare predisposti (quindi con un nuovo di avvicinarsi alla l’attenzione dei frequentatori morfotipo ben preciso, non montagna ed alle sue diffi- della montagna che possono ricordo ciccioni che fanno coltà. perdere interesse verso l’alpi- l’8a) ed allenati porta al Da allora l’andar per monti nismo. È più semplice analiz- superamento di pareti sempre talvolta chiamato Alpinismo zare i due fenomeni partendo più difficili. La raffinatezza, e talvolta Arrampicata ha dall’arrampicata per una l’efficacia e perché no, la riempito cronache, libri, questione di minor comples- bellezza dei gesti hanno racconti, storie di salite nelle sità rispetto all’alpinismo. portato l’arrampicata ad avere Alpi e sulle montagne di tutto L’arrampicata è un’azione, una dignità autonoma che si il mondo ed anche il recente anzi un gesto, visto che è manifestata nel tempo in Convegno di Bergamo che l’azione prevede un’ideazione 2 modi prevalenti ancorché ha riunito Guide, Scuole ed una volontà non necessa- non esclusivi: uno, personale, di Alpinismo, Accademici riamente sempre presenti. Un legato all’intimo piacere del e scrittori di Montagna ha gesto o meglio una sequenza gesto atletico di salire in voluto incentrare su questi di gesti che, attraverso il modo estremamente coordi- due termini spesso conside- coordinato movimento dei nato ed elegante superando Parete Nord delle Grande Jorasses rati, erroneamente, sinonimi, 4 arti, permettono ad un difficoltà sempre maggiori nel Gruppo del Monte Bianco. Al un dibattito che si è rivelato individuo di salire in alto su roccia possibilmente centro lo sperone Walker, uno dei più estremamente interessante e superando ostacoli, dislivelli, di ottima qualità e nella importanti problemi alpinistici tra le partecipato. asperità e quindi vincendo massima “sicurezza” al fine due grandi guerre, salito da Cassin, L’ipotesi prospettata e, direi, la forza stessa di gravità. È di rendere il più piacevole Esposito e Tizzoni nel 1938. (foto ormai da tutti accettata è che un gesto naturale, istintivo, possibile questa esperienza dell'epoca dei f.lli Gugliermina). Alpinismo e Arrampicata perlomeno inizialmente, (è quello che viene ben defi- siano due attività diverse e come lo è la corsa, che non nito dal termine arrampicata Il Club Alpino Accademico che, solo in una concezione ha bisogno di insegnamenti plaisir), l’altro legato al Italiano nasce nel 1904 ad un po’ stereotipata e superata, come ad esempio il nuoto che La copertina dell'Annuario del 1908. opera di un gruppo di soci l’alpinismo sia il “vecchio” non è certamente istintivo. del CAI che, in contrasto con modo di andare in montagna Basta vedere un bambino la consuetudine di allora di e che l’arrampicata incarni un che cerca di salire su una affidarsi ad una guida alpina po’ la modernità. sedia, su dei gradini, su un per poter salire montagne e Potrebbe sembrare quindi, sasso o su un albero per pareti, sentirono la necessità ad una valutazione superfi- capire quanto sia naturale; di creare una nuova cate- ciale, che l’arrampicata sia poi se vogliamo trasferire goria di Alpinisti in grado di l’evoluzione quasi naturale questo gesto sulla parete, che affrancarsi dai professionisti dell’alpinismo ma che alla è alla fine il nostro terreno di quel tempo per poter auto- fine ci possa essere, per le d’azione, bisogna affinarlo, nomamente ed in sicurezza diversità che vedremo, una ripeterlo (in allenamento) affrontare anche le ascensioni contrapposizione tra questo sino a che diventa preciso, più impegnative. “vecchio” alpinismo e sicuro, affidabile. Questa La nascita a Torino di questo qualcosa di nuovo, l’arram- sequenza di gesti, istintivi nuovo sodalizio, interno al picata. Non è così. Anche inizialmente e mediati Club Alpino Italiano e del perché l’alpinismo esiste poi, costituisce l’essenza 84

LR_2_2009.indd 84 10-03-2009 18:39:10 perfezionamento tecnico di una sfida con l’ambiente e non solo fisica, l’avventura, questo gesto, all’allenamento con sé stessi. la ricerca e la conoscenza) scientifico e metodico, per Che l’arrampicata e l’alpi- sono alla base della nostra ottenere i migliori risultati nismo siano due cose diverse scelta di agire e l’arrampicata possibili, oggettivamente lo si vede anche sfogliando diventa lo strumento neces- misurabili, e quindi entrando le pagine web di Planet sario per il conseguimento di fatto in un mondo diverso Mountain (http://www.planet- dell’obbiettivo proposto che è quello dello sport e mountain.com), sito tra i più e quindi questo gesto che della competizione, più o moderni per la montagna, inizialmente è istintivo e meno palese. Però è innega- dove è visibile l’elenco naturale viene trasformato Copia della "Prima tessera dell'Accademico" bile che l’arrampicata come delle ascensioni importanti in un’azione cioè nell’esple- sequenza di gesti finalizzati dell’anno scorso ed il titolo tamento di una volontà. In di 30 anni fa, portavano a alla salita faccia parte del che le richiama è esplicativo: quest’ottica sta la primoge- immedesimarci non solo bagaglio dell’alpinista e che “il 2008 dell’alpinismo e nitura dell’alpinismo e la nella fatica fisica, ma anche e tutti gli alpinisti, in ogni dell’arrampicata” come a subordinazione dell’arram- vorrei dire, specialmente, nel epoca hanno, almeno in certificare una differenza tra picata, anche se questo non grande travaglio mentale che qualche momento, praticato due stati di essere dell’andare vuol però essere una gradua- accompagnava questi alpinisti l’arrampicata come fatto per monti. Premesso quindi toria di merito perchè credo che Terray ha chiamato con a sé stante. Leggendo il che alpinismo e arrampicata che in tutti noi ci siano stati un improbabile paradosso i libro di Spiro Dalla Porta hanno in comune la stessa momenti nei quali il nostro “conquistatori dell’inutile”. "Metafisica della montagna", gestualità, pur essendo animo ci spingeva in alto alla È però ancora Spiro Dalla in uno dei sui ricordi l’Autore diversi, l’alpinismo ha una ricerca di qualcosa ed altri Porta che rivaluta l’inu- ci racconta “Da poco ho presa sull’individuo che è nei quali ci bastava il piacere, tilità di questa conquista iniziato ad arrampicare. In molto più ampia perchè non vorrei dire fisico, semplice- evidenziandone l’assoluta Val Rosandra sono entrato solo il fisico, ma anche il mente di arrampicare. gratuità e quindi la purezza nel gruppo dei Bruti, e ormai cuore e la mente sono costan- Però è innegabile che l’al- di un’azione che “comporta faccio da primo anche le vie temente coinvolti nell’azione pinismo sia qualcosa di l’innalzamento insieme fisico più dure di questa magnifica e talvolta la soverchiano. più, di intimamente legato e spirituale che corrisponde palestra”. È evidente che Non si può negare che questo alla natura umana, alla al sentimento di elevazione, neanche per Spiro questo è avvenga anche nell’arram- straordinaria unicità di ogni innato nell’essere umano”. alpinismo, come non lo è in picata, ma nell’alpinismo individuo, alla sua capacità di Credo che si possa dire che situazioni simili per Comici, questo coinvolgimento è pensare, di sognare (l’uomo l’alpinismo è la realizzazione Cassin sulle sue palestre della totale e vorrei dire ne è l’es- è l’unico essere vivente che in montagna di una ricerca, , lo stesso Bonatti e senza e quando nell’arram- sogna) e dai pensieri e dai di un’avventura insieme Messner che tutti noi conside- picata, per cause diverse ed sogni nascono poi le grandi fisica ed ideale che ci porta, riamo maestri dell’alpinismo. impreviste, spesso ambientali, idee che spingono all’avven- attraverso dubbi e domande, a Visto cos’è l’arrampicata, ma talvolta emotive, questo tura, alla ricerca, all’eleva- trovare poi risposte e talvolta adesso cerchiamo di capire coinvolgimento dell’indi- zione e alla realizzazione di certezze. Questo percorso cos’è l’alpinismo che è viduo torna ad essere più questi sogni che per noi sono straordinario è scuola di vita una cosa certamente più ampio ecco che si riaffaccia legati alle montagne. anzi paradigma della vita complessa perché interessa l’ alpinismo. Se è pur vero È possibile identificare stessa ed è questa la bellis- la sfera ideale ed emotiva che il gesto dell’arrampi- questo con le grandi imprese sima utopia dell’Alpinismo: e quindi, per definizione, cata è istintivo e naturale, dell’alpinismo perché i aiutarci a conoscere noi stessi prende però coscienza di racconti, magari un po’ per migliorarci e migliorare il La copertina dell'Annuario del 1908. più difficile da analizzare e interpretare. Diciamo subito azione finalizzata ed ideale retorici dei libri di montagna mondo in cui viviamo. n per evitare equivoci che solo attraverso l’alpinismo alpinismo e arrampicata sono e quindi l’arrampicata è, in due cose diverse che hanno in qualche modo, subordinata comune la stessa gestualità. all’alpinismo anche se, come È un po’come descrivere già detto, in molti casi prende la differenza tra navigare a dignità autonoma e può bril- vela sui laghi o sugli oceani. lare di luce propria. I gesti del marinaio sono Possiamo dire quindi che sempre gli stessi, ma non l’alpinismo nasce prima c’e bisogno di dire quanto dell’arrampicata, nel senso siano diverse le due attività. che il pensiero, l’ideazione La navigazione sul lago può (la salita di una montagna, di essere uno sport, un diver- una parete, con motivazioni timento, un piacere, l’altra diverse, ma certamente che è un’avventura, una ricerca, comprendono l’elevazione, 85

LR_2_2009.indd 85 10-03-2009 18:39:13 Articolo 1 Articolo 1 “Il Club alpino italiano (C.A.I.), fondato in Torino nell’anno 1863 per iniziativa di Quintino Sella, libera associazione nazionale, ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza Sicuri in montagna: e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale.” parliamo di prevenzione C.A.A.I. Soccorso Alpino Speciale Filmfestival Trento

di Qui accanto: L'istruttore Elio Guastalli, illustra il funzionamento Responsabile dell'apparecchio Recco. "Sicuri in montagna" del C.N.S.A.S.

Il Corpo Nazionale Soccorso zione come obiettivo irrinun- Alpino e Speleologico del ciabile anche se, ad onor del CAI, che da oltre mezzo vero, ha dovuto fare i conti secolo fa soccorso in con l’esigenza di garantire montagna ed in grotta, vuole gli interventi di soccorso a ridurre il numero degli favore di chi si trovava in interventi fino a fallire; difficoltà in montagna ed in paradosso? No, nessun grotta, a fronte, come spesso paradosso. Semplicemente, la accade, di molti impegni e scelta di dare sempre maggior poche risorse. ciò che non vogliamo che si è espresso il Presidente spazio ad un compito statu- Al pari, è anche vero che accada. Fare prevenzione nazionale del C.N.S.A.S. tario, un compito istituzionale tante iniziative in varie per gli incidenti in montagna Piergiorgio Baldracco nel suo primario: operare per la “… Regioni, sono state dedicate quando, per lunga abitudine editoriale apparso sul numero prevenzione e la vigilanza alla prevenzione e da un si è parlato sempre e solo di di fine 2008 de La Rivista del degli infortuni… delle attività decennio è in atto il progetto pericoli, è ancora più difficile. CAI. alpinistiche, sci-alpinistiche, “Sicuri in montagna” E poi, diciamocelo franca- Non serve parlare di pericoli; escusionistiche e degli sport rivolto, in modo specifico, mente: incuriosisce di più è molto più efficace parlare di montagna, delle attività a far crescere la sensibilità un fatto di cronaca, un di prevenzione, ovvero, di speleologiche e di ogni altra degli appassionati verso avvenimento eclatante e molti come attraverso la nostra attività connessa alla frequen- comportamenti di maggior operatori della comunica- consapevolezza possiamo tazione a scopo turistico, responsabilità. zione generica, ma anche ridurre i rischi in montagna sportivo, ricreativo e cultu- Ma parlare di prevenzione specializzata di montagna, ad un livello ragionevolmente rale in ambiente montano ed non è mai facile in una sono di regola più sensibili accettabile. La prevenzione ipogeo” (Legge 21 marzo società come la nostra dove, al richiamo dell’evento che a diventa quindi un fatto di 2001 n.74). storicamente, sulla preven- quello della prevenzione. cultura da veicolare attra- Un obiettivo importante che zione poco si investe anche se Basta pensare alla campagna verso una campagna perma- fa i conti con la convinzione tutti, almeno formalmente, ne mediatica sorta l’estate scorsa nente di sensibilizzazione. che molti incidenti, quelli riconoscono la necessità. per capire come la montagna Sono queste le convinzioni determinati da cause impon- Il tema rimane quindi venga ancora demonizzata che hanno dato origine, derabili, non potranno essere arduo perché pare proprio quando, purtroppo, gli inizialmente in Lombardia, evitati ma altri, quelli che persista l’assunto che: “Fare incidenti balzano alla ribalta; al progetto “Sicuri in succedono per superficialità prevenzione porta sfiga”. Un tutto questo a svantaggio montagna”; la spinta e scarsa consapevolezza problema di fondo va ricono- non solo dell’immagine della venne da Daniele Chiappa, personale, non devono più sciuto: parlare di prevenzione montagna stessa ma anche Ciapin per gli amici, allora accadere. vuol dire, in un certo senso, del concetto di sicurezza. Presidente del Soccorso In verità, il Soccorso alpino evocare fantasmi, in altre A questo proposito, in modo alpino e speleologico ha sempre inteso la preven- parole significa richiamare alternativo ed equilibrato, Lombardo. 86

LR_2_2009.indd 86 10-03-2009 18:39:21 Ciapin se ne è andato l’estate percorsi formativi. scorsa, portato via da una Sul fronte degli appassionati malattia inguaribile, ma noi di neve fresca, si è constatato non dimentichiamo quando che sono ancora pochi coloro diceva accorato: “Non è più che posseggono un’idonea possibile che il Soccorso capacità di valutazione del alpino faccia solo interventi”; pericolo e la messa in atto “Il Soccorso alpino deve di un intervento efficace fallire perché molti incidenti d’autosoccorso rimane si possono e si devono preve- ad appannaggio di pochi. nire”. Diversamente, una diffusa Così, dall’anno 2000 con mentalità “tecnicistica” porta le prime giornate di “Sicuri a considerare l’ARVA come in ferrata” e “Sicuri con la strumento onnipotente di neve”, partirono le attività sicurezza senza considerare del progetto; non si fecero che il suo possesso, se attendere buone collabora- accompagnato dalla conso- zioni con Scuole, Istruttori ed lidata capacità d’utilizzo, Accompagnatori del CAI, il è si indispensabile per la Servizio Valanghe Italiano, la localizzazione del travolto Società alpinistica F.A.L.C. ma non preserva affatto dalla di Milano, ma anche con altri sciagurata possibilità di Enti ed Associazioni. risultare vittima del distacco Tra le varie iniziative realiz- di valanga. zate negli scorsi anni, sono Fra i vari temi affrontati, stati prodotti alcuni opuscoli si è puntato l’interesse ad regolarmente distribuiti nel una casistica d’incidenti del corso delle diverse attività tutto particolare: quelli che (Sicuri in ferrata, Sicuri coinvolgono i cercatori di con la neve, Sicuri a cercar funghi. Non tutti sanno che funghi, Sicuri in falesia, sono di più i cercatori che In alto: Simulazione di ricupero a Caldirola. Sicuri sul sentiero, ed perdono la vita per scivolata Qui sopra: Fase di esercitazione con ARVA sul Corno alle Scale. altri), scaricabili in formato che le vittime delle valanghe. elettronico dal sito www. La maggioranza delle scivo- più punto di riferimento e domenica 17 gennaio 2010 si sicurinmontagna.it. late fatali avviene per l’uso condivisione per le attività replicherà. Ci si è accorti, ad esempio, di stivali di gomma; quante dei Servizi Regionali del Il Soccorso alpino, nell’am- che lo spirito del “fai da te” scivolate si potrebbero evitare C.N.S.A.S. e di altre realtà bito delle attività di “Sicuri va per la maggiore e molti con l’utilizzo di uno scarpone che vogliono impegnarsi sul in montagna”, continuerà a sono i neofiti che si avvici- rigido da montagna?. fronte della prevenzione. promuovere iniziative rivolte nano alla montagna senza Da tempo il progetto “Sicuri Diverse attività sono già state alla prevenzione con la l’ausilio delle Scuole del CAI in montagna” è stato fatto proposte a livello nazionale; collaborazione preziosa delle o l’appoggio di una Guida proprio dal Consiglio nazio- si ricorda, ad esempio, strutture del Club Alpino Alpina, riferimenti fondamen- nale del C.N.S.A.S. con la campagna rivolta alla Italiano ma anche, secondo tali che garantiscono adeguati l’obiettivo che diventi sempre prevenzione degli incidenti tematiche e necessità, di escursionistici attuata con Organizzazioni ed Enti Qui sotto: Momento di esercitazione su ricerca con dispositivo ARVA a Piani di Bobbio. la distribuzione dell’opu- sensibili. scolo “Sicuri sul sentiero” In questo senso, un accordo e la collaborazione della di programma quadro, Commissione Centrale di recentemente siglato fra il Escursionismo del CAI. Corpo Nazionale Soccorso Recentemente, ad inizio Alpino ed il Dipartimento anno, un buon riflesso nazio- della Protezione Civile, nale è stato ottenuto dalla prevede, fra le altre cose, lo giornata “Sicuri con la neve” “sviluppo del progetto Sicuri che ha portato ad attuare in montagna che si articola interventi sparsi in Piemonte, nella comprensione dei rischi Lombardia, Trentino, Emilia e pericoli, nelle norme di Romagna, Toscana e nelle comportamento da adottare e Marche; il bilancio positivo nel conoscere le modalità di ha già una prospettiva: attivazione del C.N.S.A.S.”. n 87

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Comunicazione della redazione de “La Rivista”

Per assicurare una migliore e più agevole comunicazione tra la redazione e i Soci che volessero spedire qualche contributo in vista di una possibile pubblicazione, si consiglia di inviare inizialmente (all’indirizzo di posta elettronica [email protected]) un primo abstract (riassunto conciso e schematico) del testo da sottoporre, specificando la disponiblità di foto e materiale iconografico.

Sarà cura della redazione, qualora il tema sia di interesse per i numeri de “La Rivista” in lavorazione, contattare l’autore per concordare la lunghezza del testo, assieme alla quantità e al formato delle illustrazioni.

Questa nuova modalità di collaborazione tra la Redazione e i Soci consentirà tempi più rapidi nelle comunicazioni e minori spedizioni “a vuoto” di materiali e testi non sempre pubblicabili in tempi ragionevoli.

La Redazione de “La Rivista” 90 GLISPECIALISTI MarzoAprile_2009 2-03-2009 11:26 Pagina 2 MarzoAprile_2009 2-03-2009 11:26 Pagina 3

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Prezzi: mezza pensione da € 40,00 a € 67,00 secondo stagione 1/2 pens. da € 42,00 a € 61,00 - riduz. bambini: fino a 8 anni gratis, fino a 12 -50% Pensione completa da € 48,00 a € 78,00 secondo stagione SCONTO A SOCI C.A.I. 10% HOTEL NOCKER ��� Dobbiaco (BZ) Via Dolomiti, 21 HOTEL PANORAMA ��� 39030 Corti/Chienes (BZ) � 0474-972242 fax 972773 Strada del Sole, 11 � 0474-565238 fax 561619 E-mail: [email protected] www.nocker.it E-mail: [email protected] www.h-panorama.it Residence Casa Berna uando i nostri geni- ...dove si incontrano relax, sport, escursioni e natura ad un prezzo vincente Qtori aprirono la • APERTO TUTTO L'ANNO Pensione Hubertus, piú di • 12 bilocali arredati ed attrezzati 30 anni fa, guardavano • piscina coperta, sauna, idromassaggio anche loro al futuro. • parcheggio coperto ed ampio giardino Volevano che i loro • organizziamo escursioni nei parchi ospiti si sentissero, naturali tra Alpi e Dolomiti in un raggio di all'Hubertus, come a 60 km (Ries-Aurina, Fanes, Senes, Braies casa propria, come se e Dolomiti di Sesto) potessero disporre di Prezzi da 60,00 € al gg per appartamento una seconda casa. Ancora oggi il nostro motto è il loro: essere alber- da 4 pers (min. 3 gg in bassa, media sta- gatori per vocazione, dedicando attenzione a ogni singolo ospite. gione; in alta stagione 7 gg. da sabato a sabato) + pulizie finali € 45,00 Prezzo per giorno in 1/2 pensione da € 47,00 a € 67,00 10% DI SCONTO AI SOCI CAI TUTTO L'ANNO! OFFERTE SPECIALI PER GRUPPI Prezzi settimanali in 1/2 pensione da € 300,00 a € 437,00 RESIDENCE CASA BERNA SCONTO A SOCI C.A.I. 5% in bassa stagione 39030 Perca - Val Pusteria (BZ) Via Betulle 22 HOTEL HUBERTUS ��� Villandro (BZ) cell. 335-5617982 fax 0464-555399 S. Stefano, 3 � 0472-843137 fax 843333 E-mail: [email protected] www.casaberna.it E-mail: [email protected] www.hubertus.it � In posizione centrale di Monguelfo ensione Hofer a 1470 mt sulle rive del la guida per � Partenza ideale per escursioni/gite uesto ottimo Residence - Hotel, gestito dalla famiglia Trenker è Plago su cui si affacciano i massicci � Cucina tipica Qsituato a due passi dalla stazione di Dobbiaco. Dispone di 25 dell’Ötztal, del Silvretta e dell’Ortles, offre: le vostre vacanze � Camere con servizi - doccia phon camere (alcune con balcone) e di 45 appartamenti - da 2 a 5 posti letto camere con servizi, TV sat, telefono e balcone - TV color SAT - w-lan internet (mono e bilocali) - tutti con bagno privato, TV, telefono e angolo cot- confortevoli appartamenti da 2-6 per- telefono diretto - cassetta di sicurezza tura. Inoltre, parcheggio privato, palestra, sauna, idromassaggio, sone. Sauna e solarium per il relax. www.serviziovacanze.it � Adatto a disabili - ascensore bagno turco e massaggi a richiesta. La cucina, di eccellente livello Menu a scelta colazione a buffet. � Parcheggio o garage coperto qualitativo, propone piatti tipici locali e internazionali. È punto di par- SOLO AI SOCI C.A.I.: per informazioni sulle località e � Zona wellness - 4 tipi di sauna tenza strategico per escursioni in tutta la Val Pusteria, Tre Cime dal 30/05 al 3/07 € 25,00 sulla loro ospitalità � Hot whirl pool - docce aromatiche di Lavaredo, Croda Rossa, Val Fiscalina e strada degli Alpini. dal 4/07 al 31/07 € 28,00 per individuare le strutture che praticano dal 1/08 al 7/08 30,00 - dal 8/08 al 21/08 38,00 � Solarium abbronzante Appartamenti da € 45,00 min. a € 223,50 max per giorno secondo stagione € € sconti o agevolazioni ai soci e ai gruppi C.A.I. � Prezzi speciali per bambini 1/2 pens. da € 41,00 a € 75,00 pens. comp. da € 46,00 a € 81,00 supp. sing. € 8,00 dal 22/08 al 28/08 € 30,00 - dal 29/08 al 30/09 € 28,00 Per gli appartamenti il prezzo varia da 30,00 a 80,00 secondo periodo o sistemazione per le OFFERTE last-minute � Offerte e pacchetti per gruppi SCONTO A SOCI O GRUPPI C.A.I. secondo stagione € € OFFERTE SPECIALI PER GRUPPI Pensione completa solo su richiesta Mezza pensione a partire da € 42,00 SCONTO A SOCI C.A.I. E GRUPPI �� Ulteriori informazioni telefonando APPARTHOTEL GERMANIA PENSIONE HOFER APPARTAMENTI HOTEL GOLDENE ROSE �� Monguelfo (BZ) � 0474-944113 fax 946941 39020 San Valentino alla Muta (BZ) dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18 39034 Dobbiaco (BZ) Via Dolomiti, 44 � 0474-972160 fax 973272 � 0473-634620 fax 634772 cell. 348-7363518 E-mail: [email protected] www.hotel-goldenerose.com E-mail: [email protected] www.apparthotel-germania.com www.pensionhofer.com allo 0438/23992 94 www.serviziovacanze.it www.serviziovacanze.it

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ALTO ADIGE ALTA VAL VENOSTA - VAL SENALES - VAL D’EGA FRIULI CARNIA VENETO FALZAREGO TRENTINO VAL DI NON AUSTRIA

ellissimo “garnì”, recentemente ristrutturato, ricavato da un esidence immerso in una antico fienile situato nel centro del paese. Ambiente rustico, natura incontaminata e in B R curato, a gestione familiare. Ottima base di partenza per escursioni un paradiso escursionistico Sauris, in Alta Carnia, un piccolo gioiello per chi ama il silenzio, la in tutta la zona. Dispone di 10 camere con servizi (22 posti letto), di adatto ad ogni esigenza. quiete, la natura incontaminata. È un tre stelle, accogliente e tran- accogliente “stube” dove vengono servite le colazioni a buffet con Dispone di palestra, sauna, A Fam. Weithaler quillo, lontano dagli itinerari consueti, con solo 7 stanze e 16 posti letto. torte casalinghe. Servizio di B&B, oppure trattamento di pensione percorso ginnico, garage, par- La zona che lo ospita è ancora poco conosciuta e frequentata, offre o mezza pensione presso il vicino ristorante. Ampio parcheggio. Madonna 114 cheggio, grande parco e parco scorci incantevoli, verdi pascoli in quota, boschi fitti in un’atmosfera Per escursioni, trekking e mountain-bike rivolgersi a Luca. 39020 Senales (BZ) giochi per bambini. sospesa nel tempo. Chi sosta al Riglarhaus ritrova in esso la magica B&B da 60,00 a 75,00 in camera doppia (da 30,00 a 37,50 per persona) Tel. 0473-669690 SCONTI A SOCI E GRUPPI C.A.I. € € € € atmosfera della Valle, unita a tutte le comodità: servizi privati e telefo- SCONTO A SOCI C.A.I. 10% Fax 0473-669743 Escursioni, sci estivo e sci E-mail: [email protected] no in tutte le stanze, sala TV, ampio parcheggio e un eccellente risto- non in alta stagione alpinismo www.berghoteltyrol.com rante dove gustare le specialità gastronomiche della Carnia. Altre 7 GARNÌ PLUEME di Schneider Luca Camera con colazione da 25,00 camere sono disponibili presso la dependance con vista sul lago. € 33020 Sauris (UD) Mezza pensione da € 50,00 a € 64,00 per persona al giorno SCONTO A SOCI C.A.I. 5% Mezza pensione su richiesta Prezzi: 1/2 pensione da € 40,00 a € 50,00 pensione completa da € 46,00 a € 58,00 Frazione Sauris di Sotto, 26A Appartamenti: a partire da € 75,00 per due persone secondo stagione SCONTO A SOCI C.A.I. 10% escluso dal 10 Agosto al 30 Agosto Dispone di 22 camere doppie e tre singole. Posti letto da 47 a 60. A disposizione degli +39 0433-866374 fax 178-2722907 RESIDENCE HOTEL SCHNALS ��� Fam. Kofler ALBERGO RIGLARHAUS ��� Sauris (UD) � ospiti: piscina coperta, sauna, biliardo e ping-pong. La cordiale ospitalità che i pro- cell. 320-4990202 39020 Val Senales (BZ) Certosa, 60 0473-679102 fax 677007 prietari riservano ai loro ospiti, l’eccellente cucina, la grande scelta di vini della canti- � Frazione Lateis, 3 � 0433-86013 fax 86049 E-mail: [email protected] na e il servizio impeccabile, garantiscono un soggiorno piacevole ed indimenticabile. E-mail: [email protected] www.hotel-schnals.it E-mail: [email protected] www.sauris.com www.garniplueme.it

HOTEL MARGHERITA ��� 38020 Rumo (TN) Frazione Marcena, 61 � 0463 530531 fax 530492 [email protected] www.hotelmargheritarumo.it

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