ARCHEOLOGIA www.provincia..it/archeologia nella Provincia di Ancona

Agosto 2008 Tutti i diritti riservati Rivolta sia ai turisti, sia ai residenti, e con una finalità essenzialmente informativa e divulgativa, questa mini-guida presenta contenuti volutamente sintetici, rimandando alle pagine web o alle guide specializzate di ciascun sito archeologico eventuali approfondimenti. Nel testo sono state inserite le aree ed i musei archeologici accessibili e dotati di allestimenti ed apparati didattici tali da garantire un adeguato livello di fruizione. La visita alle principali aree archeologiche del territorio provinciale si snoda lungo un percorso che segue idealmente i tracciati viari che in epoca romana collegavano tra loro i centri citati. Il visitatore è accompagnato nell’esplorazione di ogni sito da un personaggio, Marco Ottavio Asiatico, realmente esistito in epoca triumvirale-augustea e noto per aver realizzato a sue spese una strada di collegamento veloce tra le vie Salaria Gallica e Salaria Picena, da Jesi ad Ancona. Marco Ottavio è stato scelto come “testimonial” del circuito archeologico sia perché l’appellativo “Asiatico” rimanda a rapporti con l’Oriente, da sempre particolarmente intensi e significativi per questo territorio, sia per il suo ruolo di “realizzatore di strade”, quindi creatore di contatti e di rapporti in una terra, come l’Anconetano, da sempre considerata di confine: tra Piceni e Celti, tra V e VI Regio di Augusto, tra Longobardi e Bizantini. Le vicende narrate da Marco Ottavio, della cui vita null’altro si conosce, sono ovviamente frutto di immaginazione, anche se si è cercato di renderle verosimili per epoca e luoghi. Alcune incongruenze cronologiche, che i lettori più avvertiti potrebbero notare, sono conseguenti al fatto che Marco Ottavio, parlando nell’epoca attuale, conosce “il futuro del passato”. La guida contiene, inoltre, una cartina con l’indicazione dei siti archeologici e del percorso stradale, oltre alle informazioni necessarie per visitarli. Buon viaggio con Marco Ottavio. Ho il piacere di invitarvi a fare un viaggio nel tempo, sulle tracce delle civiltà più antiche della provincia di Ancona. Tracce che - dalla preistoria ai Romani, passando per i Piceni - raccontano le radici della nostra storia, ci mettono in relazione diretta con la nostra identità stratificata, ampliando il valore di una memoria collettiva, di uno spirito del tempo che il lavoro degli archeologi ci restituisce. Luoghi ritrovati, che sanno offrire esperienze di rara emozione al visitatore attratto dall’armonia di un paesaggio che dialoga con il suo passato. Oggi più che mai, le istituzioni devono tutelare la ricchezza delle nostre radici, la politica culturale deve puntare alla valorizzazione del patrimonio storico e di un paesaggio da condividere.

Patrizia Casagrande Presidente della Provincia di Ancona

3 Ave, o viaggiatore.

Il mio nome è Marco Ottavio asiatico Io sono vissuto nel I secolo a.C. e arrivai qui grazie alla munificenza e sarò la tua guida lungo le valli dei Triumviri, che distribuirono ai propri soldati veterani campi che da questa parte dell’ Appennino da coltivare e fattorie. A me toccarono numerosi iugeri di terra si sciolgono verso il mare. fertile tra le colline che congiungono la città di Aesis (Jesi) I miei antenati chiamavano con quella di Ancona. Qui, per agevolare il trasporto delle mie quest’area ager Gallicus, in onore merci tra le due città e soprattutto con il porto di Ancona, dell’ultimo popolo che la abitò: che metteva in collegamento queste terre sin con proprio quei Galli Senoni la provincia d’Asia, decisi di costruire una che saccheggiarono la mia città, strada veloce, che superasse colline e vallate. Roma, nell’anno 390 a.C., Questa via passava sulle mie terre e quelle e che poi si rifugiarono dei municipi circostanti, ai quali permisi ai margini del territorio di utilizzarla a fronte del pagamento conquistato da noi romani. di un modesto pedaggio. Dopo che sconfiggemmo i Galli Ora ripercorrerò insieme a te il a Sentinum nell’anno 295 a.C., percorso che seguivo arrivando iniziammo a fondare colonie da Roma, quando dovevo e ad inviare truppe, che ben presto sbrigare i miei affari fiaccarono gli ultimi focolai e controllare che di resistenza. la mia strada fosse Il console Gaio Flaminio con un in buono stato. plebiscito, la Lex Flaminia (232 a. C.), Seguimi, distribuì i territori conquistati viaggiatore, a Galli e Piceni a tutte quelle persone e scoprirai perché dotate di cittadinanza romana, ho amato tanto ma non di beni e ricchezze, le quali questa terra. poterono costruirsi una nuova vita proprio in questi luoghi. Nacquero così un gran numero di piccoli insediamenti e qualche florida città, sebbene la popolazione abbia spesso preferito vivere in campagna. 4 5 Nel Parco Archeologico, in località Santa Lucia e Civita, si possono ammirare le vestigia della città romana di Sentinum, sviluppata tra I sec. a.C. e V sec. d.C. a controllo delle vie che collegavano l’Appennino con il porto di Sena Gallica (). Del municipio romano rimangono varie testimonianze, tra cui le strade (due cardini e due decumani lastricati con grandi basoli in calcare bianco e delimitati da marciapiedi), il complesso termale (con resti di piscina, Area urbana calidarium e frigidarium) e ambienti per la lavorazione di Sentinum di statue in bronzo (I sec. a.C. - III sec. d.C.). Fuori dalle mura della città è stata individuata una struttura di notevoli proporzioni con numerosi ambienti termali, articolata intorno ad un ampio cortile con colonne in breccia rossa di Verona e tracce di pavimento a mosaico, interpretata Dopo aver valicato gli Appennini come villa suburbana o terma pubblica e luogo di accoglienza ero solito pernottare in una locanda per i viaggiatori (I – IV sec. d.C.). per viandanti a cui erano annesse Nel Museo Civico Archeologico, oltre ai reperti che attestano delle lussuose terme, alle porte della città la frequentazione del territorio sentinate in epoca preistorica, nei cui pressi si combatté la sanguinosa vengono illustrati i diversi aspetti della vita quotidiana battaglia di Sentinum, Reperti dalla e della società nella città romana. Sculture ed epigrafi nell’anno 295 a.C., nota anche fonderia, su marmo testimoniano la vita politica, mentre numerosi cippi come “Battaglia delle Nazioni”. Museo Civico e stele funerarie aprono squarci di vita privata. Qui i miei antenati sconfissero i Galli, Archeologico Inoltre, sezioni tematiche raccontano la mensa, la religione, le i Sanniti ed i loro alleati ed iniziarono arti, i mestieri e le occupazioni femminili. Mosaici pavimentali, la conquista della costa adriatica. tra cui quello raffigurante il Ratto di Europa, sono collocati Grande fu il numero dei caduti, nelle sale principali. Una vetrina raccoglie i reperti che come racconta Polibio nelle historiae, documentano l’esistenza a Sentinum di una bottega ma grande fu poi anche la fortuna di Roma di bronzista, che produceva pezzi di statuaria simili a quelli e la fama per questo territorio... rinvenuti a Cartoceto e visibili nel museo di Pergola. Complesso Chiudono il percorso le ceramiche cinquecentesche trovate termale negli scavi del Palazzo dei Priori che ospita il Museo. dell’area Al piano terra è allestita la Sala Perottiana, che custodisce urbana una preziosa raccolta di reliquari bizantini e fiamminghi, tra di Sentinum cui l’Icona di San Demetrio, realizzata alla fine del XIV secolo. 6 7 In località Pian Volpello, il Parco Archeologico di Suasa comprende alcuni dei più importanti edifici dell’antico abitato romano. Sorta in seguito alla lex Flaminia del 232 a.C., CASTELLEONE la città era posta su di un antico asse che collegava gli Appennini alla colonia di Sena Gallica (Senigallia). Suasa, divenuta municipio nel I sec. a.C., sopravvisse sino DI SUASA ad epoca tardo-antica (VI sec. d.C.). È attualmente visibile una ricca abitazione privata (domus Veduta aerea dei Coiedii) situata al centro dell’insediamento, utilizzata del Parco dal I sec. a.C. sino al V sec. d.C. La domus è stata archeologico musealizzata all’aperto e il percorso di visita permette di scoprire tutti gli ambienti nei quali si articolava la vita quotidiana della famiglia senatoria dei Coiedii. Splendidi i pavimenti a mosaico conservati, ricchi di scene mitologiche, allegoriche e floreali, oppure composti in opus sectile, con l’utilizzo di marmi rari e preziosi, che insieme costituiscono uno dei più grandi complessi musivi marchigiani. All’interno del Parco, inoltre, sono stati riportati alla luce i resti ...Siamo a Suasa. di abitazioni più antiche (II sec. a.C.), il poderoso anfiteatro Nonostante le sue ridotte dimensioni, con cavea e cunicoli d’ingresso (I sec. d.C.), le fondamenta vi abitavano famiglie di senatori che avevano del teatro, due necropoli e il foro commerciale (I sec. d.C.), Domus cuore economico della città e della vallata circostante. costruito lussuose ville nel centro urbano, Coiedii, e la cittadina ospitava un teatro e un poderoso A Castelleone, nel Palazzo Della Rovere, si trova il Museo interno Archeologico che raccoglie i reperti riportati alla luce dagli anfiteatro. Infatti, una volta a settimana scavi. Spiccano gli affreschi trovati all’interno della domus le genti che vivevano in campagna sparse nelle Coiedii, eleganti esempi di pittura parietale del II sec. d.C., ville rustiche si ritrovavano qui per fare mercato esposti accanto a rari esempi pittorici del II sec. a.C., di gusto ed assistere agli spettacoli. molto simile al primo stile della pittura pompeiana. La campagna intorno è stupenda e fertile; Si possono ammirare anche sculture, statue (tra cui una testa vi si produce ancora una delizia di cui dell’imperatore Augusto), epigrafi, ceramica fine da mensa, andavo ghiotto, una cipolla rossiccia oggetti per la cura del corpo, testimonianze di culti domestici, dal sapore dolce... Affresco reperti dalle botteghe del foro commerciale e dalle tombe. con Atena, Nel vicino Museo del territorio di Suasa, a San Lorenzo Museo Civico in Campo, sono esposti reperti dalla preistoria all’epoca Archeologico romana, rinvenuti attorno a Suasa. 8 9 ...Quando passavo nei pressi del tempio del dio Portunus sentivo il bisogno di pregare e lasciare un dono al sacerdote. Una volta ho deposto anche un ex voto per ringraziare del pericolo scampato in guerra.

CORINALDO Scavi dell’abside della chiesa Moneta con San Ciriaco Miliario di

A 4 chilometri dal centro storico di Corinaldo, lungo la valle Del monumento romanico restano la struttura poligonale del Cesano, in località Madonna del Piano, si trova l’omonima dell’abside e la cripta. All’esterno, resti di altri ambienti chiesa. Di origine altomedievale (VI-VII sec.), è attestata con medievali e tombe di un cimitero cristiano. Interessante certezza nei documenti dal 1090 con l’annesso monastero. l’interno della chiesa, dove si conservano due affreschi (XV e Portunus era il dio che presiedeva Gli scavi condotti hanno permesso di stabilire che l’area è XVI sec.) e la tela Maddalena ai piedi della Croce, capolavoro ai commerci e ai porti dove questi stata abitata sin dall’età del Bronzo e che in epoca romana di Claudio Ridolfi (XVII sec.). Lungo la parete destra si notano si svolgevano. dovette ospitare un piccolo insediamento, come testimoniano le colonne con basi e capitelli di epoca romana, riutilizzate Il suo culto, oltre che nella mia le tombe trovate poco più a valle (II-III sec. d.C.) e i resti per l’edificazione della chiesa più antica e poi di quella amata Roma, si praticava in ben di fornaci rinvenuti sotto la chiesa. Il toponimo originario, romanica. Nei pressi dell’ingresso è collocato il “miliario di pochi altri posti. A lui ho dovuto Santa Maria in Portuno, suggerisce l’esistenza di un antico Corinaldo”, una pietra miliare romana con indicazioni stradali, le mie fortune messe insieme con tempio pagano dedicato al dio Portuno, divinità fluviale che che reca tre diverse iscrizioni. Risalente al IV sec. d.C., il cippo il commercio, e sempre a lui, presiedeva al porto del Foro Boario a Roma. era posto sulla strada che collegava l’area interna con il mare, io credo, il mio ritorno dalla La chiesa in origine si presentava a tre navate; dopo un alla distanza di 184 miglia da Roma. Nella sagrestia è visibile guerra civile... rifacimento in stile romanico e fasi di abbandono, testimoniate un interessante ciclo di ex-voto popolari del XIX secolo. da crolli e varie ristrutturazioni, il monastero scomparve Un piccolo Antiquarium documenta i risultati delle campagne e la chiesa rimase con un’unica navata, con pavimento di scavo, con ceramica di età romana e materiali della chiesa molto rialzato rispetto all’originario piano di calpestio. medievale. 10 11 Gli scavi archeologici della città romana di Ostra si trovano in località Le Muracce di Pongelli, sulla riva sinistra del Misa, nel territorio di . Sorse probabilmente dopo il 232 a.C., in seguito all’arrivo dei coloni romani che con la lex Flaminia de agro Gallico et Piceno viritim dividundo furono inviati a popolare l’ager OSTRA VETERE Gallicus recentemente conquistato. Venne elevata al rango di Veduta municipio verso la metà del I sec. a.C. dell’area La città si trovava all’incrocio del percorso intervallivo archeologica dell’antica Salaria Gallica con la strada che univa Sentinum di Ostra a Sena Gallica. Gli scavi, tuttora in corso, hanno individuato nella parte centrale dell’insediamento alcuni degli edifici pubblici, ...Ora facciamo tappa ad Ostra, di cui potete leggere edificati tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C. nella Naturalis Historia di Plinio il Vecchio. Il foro si componeva di una grande piazza lastricata Pur essendo un piccolo centro, disponeva in calcare e circondata da strade. Intorno alla piazza di un bel teatro dove sovente venivano sono stati rinvenuti alcuni edifici pubblici, tra cui ilteatro allestiti piacevoli spettacoli. (del quale sono stati scavati i resti della scena, l’area Quando potevo, approfittavo delle dell’orchestra e tre ordini di gradinate) e un edificio di culto, terme pubbliche che erano a due passi di cui è visibile l’alto podio, sul quale si saliva attraverso dalla piazza del foro due scalinate disposte ai lati di un altare. e dal teatro stesso. Tomba Questo tempio, diviso in due vani e con un altro edificio Dopo essermi rinfrancato nell’area addossato al suo fianco, forse in età tardo-antica venne e riposato, mi rimettevo del tempio riutilizzato come luogo di culto cristiano, dato che in viaggio lungo nei suoi pressi vennero ricavate varie sepolture. la via Salaria Gallica Dietro al teatro sono state rinvenute le terme, con la piazza in direzione di Aesis, centrale per le attività ginniche, vani pavimentati a mosaico dove avevo sempre utilizzati come bagni e spogliatoi ed una torre circolare. da sbrigare alcuni In età tardo-antica Ostra fu probabilmente diocesi, dei miei numerosi come sembra suggerire la presenza del vescovo affari... Martinianus al Concilio del 502. Nell’area del foro venne rinvenuta nell’Ottocento una statua Scavi virile in nudità eroica, raffigurante forse l’imperatore Traiano del teatro, o un eminente personaggio locale (II sec. d.C.), che ora loc.Muracce si trova al Museé d’art et d’histoire di Ginevra. 12 13 Ad Aesis fabbricavano delle ottime ceramiche. Ne acquistavo spesso un carro e lo spedivo ad Ancona, dove veniva imbarcato per essere smerciato al di là del mare. Naturalmente il carico viaggiava sulla strada che io avevo fatto costruire, molto più veloce del tragitto lungo le rive del fiume. Ritratto di donna anziana, Lapis Aesinensis, Testa di Augusto, Museo Civico Archeologico Museo Civico Archeologico Museo Civico Archeologico

L’antica Aesis trae il nome dal fiume (l’attuale Esino) che della presenza di importanti luoghi di culto. Documentano scorre alla base del rilievo collinare su cui è stata edificata la fase di romanizzazione più antica i resti di un’importante JESI la città. Nata probabilmente come colonia nel 247 a.C., fornace per prodotti ceramici, mentre il rinvenimento la Jesi romana si trova al di sotto di quella medievale, epoca della villa rustica di testimonia la diffusa presenza in cui conobbe un intenso sviluppo urbanistico e politico. umana sul territorio. Vi si può ammirare anche una collezione Tratti delle antiche mura di cinta sono stati inglobati in quelle privata di vasi apuli. Nel museo si trova l’importantissima Seguivo sempre il carico, medievali, mentre l’area del foro si trova in corrispondenza epigrafe romana che ha permesso di comprendere la viabilità così controllavo che dell’attuale piazza Federico II, dove sono state rinvenute dieci dell’epoca di un’ampia porzione del territorio marchigiano. la mia strada fosse in buone statue marmoree dei membri della famiglia imperiale Si tratta dell’iscrizione, detta lapis aesinensis, di Marco condizioni e che gli abitanti giulio-claudia (sono riconoscibili i ritratti di Augusto, Tiberio Ottavio Asiatico, personaggio vissuto nell’età triumvirale- e Caligola, I sec. a.C.-I sec. d.C.), ora conservate nel augustea (seconda metà I sec. a.C.), che fece costruire a sue di questi municipi non avessero Museo Civico Archeologico. Qui si ripercorre il popolamento spese una strada tra Jesi ed Ancona più breve di quella che approfittato della mia assenza antico della valle dell’Esino, grazie ai materiali paleolitici e correva lungo l’Esino, una sorta di “bretella” che raccordava per rimuovere i cippi confinari… neolitici rinvenuti nei pressi della città, ai sepolcreti dell’età la via Salaria Gallica (un percorso intervallivo da Ascoli a del Ferro di Monteroberto e (VIII sec. a.C.) Fossombrone che passava per Jesi) con la Salaria Picena e ai bronzetti votivi (come quello, in copia, di Pantiere, quelli di (la strada costiera dal Tronto a Fano), entrambe a noi ignote e Maiolati Spontini, V sec. a.C.), indizi sino a tempi recenti. 14 15 Ancona è la città marchigiana con la storia archeologica più ricca e complessa. Abitata sin dall’età del Bronzo, nel tempo ha occupato i tre colli di cui si compone quest’ultima propaggine del promontorio del Conero: Cappuccini, Cardeto, e Guasco. Porto naturale, venne scelto dai coloni greco- siracusani all’inizio del IV sec. a.C. per costituirvi una colonia chiamata Ankon, e greca fu la cultura della città sino a che i Romani, dopo il 90 a.C., vi fondarono il municipio di Ancona. ANCONA Edificio Alla metà del II sec. a.C. risale la costruzione del tempio termale, dedicato a Venus Genetrix sottostante la cattedrale mosaici di San Ciriaco. Di stile corinzio-italico, è posto su un alto podio e circondato da colonne di cui si possono intravedere i resti. Il tempio era orientato non verso il mare, ma in direzione del pianoro sottostante in cui era ubicato il foro della città, di cui sono visibili i resti del porticato negli scavi aperti ...Curioso, una città che di fronte a Palazzo Ferretti. si chiamava “Gomito” (Ankon)! La sella tra i colli Guasco e Cappuccini ospita l’imponente Questo a causa dell’andamento anfiteatro, che sfrutta per le gradinate le pendici dei due della sua linea di costa, che ai rilievi. Risalente all’età augustea, conserva parte Greci aveva fatto pensare ad un del perimetro murario e il primo ordine di gradini della cavea braccio piegato. Siamo nella rivestiti di travertino. Nei pressi sono visibili i resti di ambienti “capitale” del territorio che stiamo pavimentati a mosaico, forse pertinenti ad un edificio termale. attraversando e in uno dei porti Anfiteatro Intorno al porto rimangono resti di cinta muraria in opera più importanti dell’antichità. romano quadrata e laterizio, ed ambienti interpretati come cantieri Come ricorda Silio Italico, navali e magazzini, edificati tra il periodo augusteo e qui si producevano delle l’età di Traiano. splendide vesti di porpora. Nel porto si trova il monumento simbolo della città, l’arco Numerose le sue bellezze, di Traiano. Alto circa 14 metri e largo 10, ha un unico fornice come l’elegante arco ed è rivestito di blocchi di pregiato marmo asiatico. Fu eretto dell’imperatore Traiano nel 115 d.C. in onore dell’imperatore per aver finanziato e il grande anfiteatro, la ristrutturazione del bacino portuale, ed è tradizionalmente ai quali fa da sfondo attribuito all’architetto Apollodoro di Damasco. un mare blu cobalto... Scavi di abitazioni, una strada e una tomba monumentale Arco sono visibili rispettivamente presso la Corte d’Appello, di Traiano in via degli Orefici e in via Matteotti. 16 17 ...Prima di entrare in Auximum mi fermavo ad abbeverare i cavalli fuori delle mura della città. Proprio al margine della collina c’era una fonte monumentale, quasi in una grotta, dove la sera sembrava di scorgere la presenza degli spiriti dei boschi e di sentire il suono delle voci delle ninfe. Fonte Magna Statua acefala, Palazzo Comunale Testa di vecchio, Museo Civico

Il colle su cui sorge Osimo fu occupato prima da (I sec. a.C.) e soprattutto i resti della villa rustica di Monte un insediamento piceno, poi dalla città romana di Auximum. Torto di Casenuove. Qui è stato rinvenuto un vasto complesso Molte testimonianze dei Piceni sono state rinvenute produttivo (I sec. a.C. - V sec. d.C.) del quale sono visibili sia sui colli immediatamente intorno alla città, sia nel centro gli ambienti con i torchi vinari ed oleari, composti da are Dopo esser stato cittadino, e tombe galliche in località San Filippo. circolari in mattoni disposti a spina di pesce, sui quali in città, mi recavo Della città romana sono rimaste testimonianze monumentali ruotavano le macine, e gli alloggi in pietra per ospitare sulla collina ben conservate. Splendide le mura in opera quadrata i montanti verticali che sostenevano la struttura del torchio. di Monte Torto, (II sec. a.C.), composte da blocchi di arenaria gialla, visibili Canalette convogliavano poi i liquidi così spremuti entro dove si produceva per lunghi tratti, con i resti di una delle antiche porte vasche e cisterne, rinvenute nei pressi. Altri ambienti un ottimo vino in corrispondenza dell’attuale Porta . di produzione e magazzini completano il quadro di quella e un olio Affascinante la fonte chiamata Fonte Magna che la tradizione che doveva essere una florida attività commerciale. particolarmente popolare vuole legata a Pompeo Magno: si tratta di una Nella sezione archeologica del locale Museo Civico, ospitato delicato ed io struttura semicircolare ad esedra in cementizio e blocchi all’interno del Palazzo Campana, sono documentate tutte approfittavo in opera quadrata, databile tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C., le fasi di frequentazione dell’area: oltre ai materiali romani, per farne una buona situata sotto le mura cittadine. sono visibili selci scheggiate dell’Eneolitico, reperti dell’età del scorta prima di tornare Numerose anche le testimonianze romane nelle campagne Bronzo, corredi celtici e piceni. Notevole anche il lapidario e la a Roma... circostanti, tra cui un mausoleo sotterraneo rivestito di stucchi galleria di statue romane nell’androne del Palazzo Comunale. 18 19 NUMANA

Veduta aerea della necropoli “I PIni” Phiale d’argento, Antiquarium Statale Oinochoe, Antiquarium Statale

...Scendendo verso il mare, Fin dall’età del Ferro qui si sviluppò un importante tombe a fossa e tre tombe a circolo. La più grande di queste, mi piaceva passare nel municipio insediamento legato alla civiltà picena, in corrispondenza della quale è stato lasciato scoperto il perimetro, ha di Numana. Protetto dal rigoglioso dello scalo marittimo in un’insenatura meridionale un diametro di 40 metri delimitato da un fossato anulare largo massiccio del , passeggiavo del promontorio del Conero. Con la conquista romana fino a 4 metri e profondo 2. L’inumata, una donna picena, nella zona del porto, dove un tempo (II sec. a.C.) le caratteristiche di emporio non sparirono era sepolta in una grande fossa con intorno altre fosse per giungevano le più splendide mercanzie ma declinarono in favore del porto di Ancona, e Numana contenere un corredo di ricchezza straordinaria, da cui il nome da tutta la Grecia e dall’Oriente. divenne successivamente municipio romano. popolare di “tomba della Regina” (seconda metà VI sec. a.C.). Qui anticamente vivevano i Piceni, Le tombe del IX e dell’VIII sec. a.C. e soprattutto quelle Nell’Antiquarium Statale di Numana sono esposti soprattutto popolo fiero e ricco, e ai miei tempi del VII sec. a.C. testimoniano la presenza di una potente i materiali di questa tomba, che comprendeva due carri, oggetti si raccontava ancora la leggenda aristocrazia guerriera, ma è soprattutto dal VI al IV sec. a.C. d’ornamento, una kline (letto) con decorazioni in avorio e d’una Regina, una donna potente che l’area conosce il massimo sviluppo abitativo ed economico, ambra e un repertorio di circa 200 vasi da banchetto in bronzo e rispettata, così amata dal suo grazie ai rapporti commerciali dei Piceni con la Grecia ed il e ceramica importati dall’Etruria e dalla Grecia. Altri ricchi corredi di tombe picene, reperti ed epigrafi romane completano uomo e dal suo popolo che si dice Mediterraneo orientale. L’insediamento si estendeva in nuclei distinti ma vicini, tra gli attuali comuni di Numana e Sirolo, il percorso di visita. sia stata sepolta con un vero così come le aree sepolcrali, che hanno restituito centinaia Quasi alla sommità del Monte Conero affiora una balza e proprio tesoro... di tombe. E proprio al confine tra i due comuni, inlocalità rocciosa segnata da incisioni rupestri di epoca “I Pini”, è visibile un settore di una necropoli che conteneva pre-protostorica, un insieme unico per l’Italia centrale. 20 21 Sena Gallica fu la prima colonia fondata dai Romani sul versante adriatico dopo la vittoria nella battaglia di Sentinum. Questa porzione di territorio, strappata ai Galli Senoni, veniva infatti anticamente denominata ager Gallicus. Risalente al 290 o più probabilmente al 283 a.C., la città si trova alla foce del fiume Misa e al capolinea della strada SENIGALLIA Strada che percorreva la sua valle. Saccheggiata da Pompeo romana, nell’82 a.C., al largo delle sue coste nel 551 d.C. la flotta area bizantina sconfisse quella dei Goti che assediavano Ancona. archeologica La continuità di vita dell’insediamento nel medesimo sito “La Fenice” ha reso invisibile la città romana, che però è riemersa in occasione dei lavori di ristrutturazione del teatro “La Fenice”. Sotto le sue fondamenta è stata infatti ritrovata la porzione di un isolato della città: due strade basolate ortogonali tra loro, al cui incrocio si trova una fontana di cui si conserva la vasca pavimentata in laterizio. Di fronte ad alcune tabernae si trovano i resti di una domus, di cui si sono riconosciute le principali stanze, pavimentate in cocciopesto (I sec. a.C.). Dall’altra parte delle strada c’era una piazza, utilizzata ...Eccoci a Sena, chiamata Gallica in epoca tardo-antica come cimitero, probabilmente annesso per distinguerla dall’omonima città Lucerna, ad un’antica chiesa. in Etruria. E’ stata la più antica area Il percorso di visita si snoda tra i poderosi pilastri che colonia romana fondata sul mare acheologica sostengono il soprastante teatro e le mura cinquecentesche Adriatico, dove inviammo il primo “La Fenice” alzate dai Della Rovere, che conferiscono alla visita un fascino contingente di cittadini e soldati. ed un’atmosfera particolare. I reperti emersi nel corso Caro costò raggiungere questo mare, degli scavi sono esposti nella stessa area archeologica, ma Sena fu il primo passo per all’interno di vetrine che articolano un museo all’aperto. la conquista della Gallia Cisalpina. Qui si racconta anche il popolamento antico della zona Ero solito recarmi a trovare costiera, con i rinvenimenti delle capanne neolitiche il mio vecchio commilitone Marco di Ripabianca di e della zona delle Saline, Asullio, che aveva una casa vicino Vetrina ma soprattutto sono esposti i reperti dell’insediamento alle mura della città di fronte con reperti piceno di Montedoro di Scapezzano (VIII–V sec. a.C.), ad una taverna, dove ci sedevamo romani, area con vasi attici a figure nere e vasellame bronzeo e ceramico per ricordare i vecchi tempi... archeologica che documentano la presenza di un piccolo porto e i rapporti “La Fenice” di questo sito con Etruria e Grecia. 22 23 Le tracce più antiche provengono dalla località Ponte di Pietra, dov’è documentata un’“officina” di lavorazione della selce del Paleolitico superiore. L’area è stata frequentata per circa due millenni (18.000-16.000 a.C.), ed ha restituito strumenti litici d’aspetto macrolitico e laminare, buchi di palo e resti di focolari. Si ipotizza l’utilizzo del sito Paricolare prevalentemente come luogo di lavorazione da parte dello scavo di gruppi di cacciatori-raccoglitori. preistorico, In località Conelle si trova un fossato difensivo risalente Loc. Ponte all’Eneolitico (IV millennio a.C.), per buona parte visibile di pietra e protetto da una tettoia. Lungo 120 metri e profondo 7, è uno dei più rari esempi di ingegneria militare difensiva della preistoria, realizzato per proteggere il pianoro dove si trovava un villaggio. Numerosi e preziosi i materiali rinvenuti al suo interno. ...Quando mi accingevo a tornare Ubicata a un chilometro dal centro storico, l’area sommitale a Roma attraversavo una terra di Monte Croce-Guardia era occupata da un villaggio misteriosa. Qui si trovavano tracce protovillanoviano (Bronzo finale, XII-X sec. a.C.) del quale di un passato molto remoto, rimangono alcuni fondi di capanna scavati nella roccia. precedente alle stesse popolazioni Frequentato probabilmente da gruppi di pastori transumanti, il sito permette di controllare uno dei valichi che mettono in con le quali avevamo combattuto. Fossato comunicazione la catena appenninica con la costa. Si intravedeva, tra due torrenti, preistorico Verso la metà del IV sec. a.C. i Galli Senoni si insediarono in una specie di lungo fossato, di Conelle maniera piuttosto capillare in questi territori. A Montefortino, sicuramente scavato da mano in un’area montuosa ai margini dell’antico ager Gallicus, sono umana, che forse servì un tempo state trovate tombe i cui materiali sono fondamentali per per proteggere un importante lo studio del celtismo in Italia, e documentano l’assimilazione villaggio. Ai piedi delle montagne dei Galli a costumi di vita etrusco-italici. La comunità si notava poi un cimitero, dove io frequentò anche un santuario, la cui longevità è testimoniata ritenevo fossero sepolti i capi di da reperti di epoca ellenistica e romano-imperiale. quei Galli Senoni che sconfiggemmo In ogni sito sono posti pannelli didattici e illustrativi. a Sentinum... Tomba di I materiali rinvenuti sono visibili nel Museo Archeologico Montefortino, Statale di Arcevia. Segnaliamo in particolare le ricostruzioni Museo didattiche, la sala dedicata alla Collezione Anselmi e Archeologico gli splendidi corredi delle tombe galliche. 24 25 Il Museo Archeologico Nazionale delle è ospitato nel cinquecentesco Palazzo Ferretti, progettato da Antonio da Sangallo il Giovane e ampliato da Luigi Vanvitelli, ricco di affreschi di Pellegrino Tibaldi e Taddeo Zuccari e statue di Gioacchino Varlè. In questo museo si può ripercorrere la storia antica del territorio marchigiano sino alle soglie Reperti dalla dell’età romana. La visita inizia al secondo piano dell’edificio, necropoli con le grandi selci scheggiate del Paleolitico rinvenute di Pitino, sul monte Conero, i più antichi reperti delle Marche. San Severino Il percorso prosegue con sale dedicate ai siti preistorici Marche più importanti della regione, culmina con la sezione dell’Eneolitico e si chiude con una ricostruzione scenografica del sepolcreto di Pianello di Genga (età del Bronzo). Al terzo piano inizia il percorso attraverso la civiltà picena. Aprono la visita i reperti dell’abitato del colle dei Cappuccini di Ancona, seguiti da documentazione proveniente da contesti funerari e sacri. Affascinanti i reperti dell’“isola” villanoviana di Fermo, principeschi i corredi delle tombe a tumulo di , spettacolare la sala con i materiali di Pitino di San Severino Marche, dove è esposta anche la testa Reperti dalla in calcare nota come “Guerriero di Numana”, mentre l’ultima necropoli di sala è dedicata alle “misteriose” iscrizioni in lingua Museo Archeologico Nazionale delle Marche Montefortino nord-picena e medio-adriatica. Nel primo piano si possono d’Arcevia ammirare i bronzetti provenienti dai depositi votivi, a cui Ancona seguono corredi tombali ricchi di ceramica attica a figure nere e, soprattutto, a figure rosse. Seguono le tombe dei Celti, con oggetti fastosi e delicati come quelli rinvenuti a , e le corone d’oro provenienti da Montefortino d’Arcevia. Chiudono il percorso le suggestive terrecotte architettoniche da Civitalba di Sassoferrato. Nel museo è visibile, inoltre, una copia fedele del famoso Terrecotte gruppo scultoreo dei bronzi dorati da Cartoceto di Pergola. architettoniche Anche nel Museo della Città di Ancona sono esposti da Civitalba, materiali archeologici, tra cui un ricco corredo tombale di età Sassoferrato ellenistica (III-II sec. a.C.). 26 27 Informazioni utili www.provincia.ancona.it/archeologia

Ancona Apertura Corinaldo Apertura Villa Rustica Ufficio I. A.T. Ufficio Turistico settembre-maggio da lunedì a domenica: tutti i giorni (esclusi 1 di Monte Torto T. / F. 071.964369 T. 0732.9561 da lunedì a venerdì: Museo Archeologico 8.30-13.30 Chiesa di Madonna gennaio e 25 dicembre): Visita gratuita su richiesta www.ostravetere.com www.comune.sassoferrato.an.it su prenotazione Nazionale delle Marche mercoledì (solo pomeriggio): del Piano 8.30-19.30 scritta alla Soprintendenza iat.ostravetere@provincia. info@.sassoferrato.an.it sabato: Palazzo Ferretti 13.30-19.30 (S. Maria in Portuno) T. 071.9331162 per i Beni Archeologici ancona.it 16.00-20.00 via G. Ferretti, 6 T. 0731.9622 Apertura www.archeomarche.it delle Marche Ufficio Cultura del Comune Museo Civico Archeologico domenica: Apertura Ingresso libero e gratuito festivi: 9.00-12.00; Soprintendenza per i Beni T. 071.965053 (int. 6) Apertura 10.30-12.30; 16.00-20.00 da martedì a domenica: ai siti archeologici 13.00-20.00 Area archeologica “I Pini” Archeologici delle Marche F. 071.964352 da martedì a domenica: Ingresso gratuito 8.30-19.30 feriali: su appuntamento Apertura via Birarelli, 18-Ancona www.comune.ostravetere.an.it 10.30-12.30 T. 071.6629350 T. 071.202602 Visita gratuita su richiesta Visitabile fino al tramonto F. 071-202134 [email protected] martedì e giovedì: www.comune.senigallia.an.it www.archeomarche.it al Circolo ACLI di Madonna su richiesta presso [email protected]; 16.00-19.00; [email protected] del Piano l’Antiquarium Statale [email protected] sabato, domenica e festivi: Parco archeologico di Suasa T. 071.7976002 di Numana Comune di Osimo Sassoferrato 16.30-19.30 Anfiteatro romano Apertura www.santamariainportuno.it Aperture serali e notturne piazza del Comune, 1 Solo mese di agosto via Birarelli dalla Domenica delle Palme durante i mesi estivi T. 071.72491 Parco Archeologico apertura serale: Ingresso gratuito al 30 giugno e T. 071.9331162 www.comune.osimo.an.it di Sentinum 21.00-23.00 Visita su richiesta al dal 1 settembre all’ 8 dicembre Jesi www.archeomarche.it Ufficio IAT Località S. Lucia Ufficio Turistico Museo Archeologico sabato, domenica e festivi: via Fonte Magna, 12 Apertura T. 0732.9561 Nazionale delle 15.30-19.30 Museo Civico numero verde: 800228800 da lunedì a sabato: www.comune.sassoferrato.an.it Marche Tutti i giorni per gruppi Archeologico Osimo [email protected] 8.00-14.00 [email protected] T. 071.202602 (min.15 persone) su richiesta Complesso di S. Floriano II e IV domenica del mese: F. 071.2083233 al Consorzio Città di Suasa piazza Federico II Museo Civico 8.00-14.00 1 luglio-31 agosto Attualmente chiuso Sezione Archeologica Ostra Vetere I e III venerdì del mese: Senigallia da martedì a sabato: T. 0731.538342 Palazzo Campana 13.30-19.30 Arcevia 16.00-20.00 piazza Dante, 5 Area Archeologica Solo mese di agosto Area Archeologica domenica: Apertura “Le Muracce” feriali: e Museo La Fenice Provincia di Ancona Museo Archeologico 10.30-12.30; 16.00-20.00 Numana e Sirolo venerdì: Teatro, foro e tempio: 16.30-19.30 c/o Teatro La Fenice Assessorato alla Cultura Statale T. 071.966524 18.00-19.00 ingresso libero domenica e festivi: viale Leopardi e al Turismo Centro Culturale F. 071.966010 Antiquarium Statale T. 071.714621 e gratuito 10.00-12.00; Apertura via Ruggeri, 3 S. Francesco www.consorziosuasa.it di Numana (AstaNu) biblioteca@comune. Visita guidata alle terme 16.30-19.30 giugno-agosto 60131 Ancona corso Mazzini, 67 [email protected] via La Fenice, 4 osimo.an.it su prenotazione Ingresso gratuito tutti i giorni: 21.00-24.00 T. 071.5894214 28 29 Pro vincia di Ancona

Un progetto della Provincia di Ancona Si ringraziano in collaborazione con Soprintendenza ai Beni Archeologici delle Marche Comune di Ancona Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Comune di Arcevia Nucleo di Ancona Comune di Castelleone di Suasa Consorzio Città Romana di Suasa Comune di Corinaldo Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna Comune di Jesi Dipartimento di Archeologia dell’Università di Genova Comune di Numana Dipartimento di Archeologia dell’Università di Urbino Comune di Osimo Mara Cerquetti, Mirco Zaccaria Comune di Ostra Vetere Comune di Sassoferrato Comune di Senigallia Comune di Sirolo Associazione Sistema Museale della Provincia di Ancona

Progetto editoriale Collaborazioni Marchingegno, Ancona Delia Ribaudo, Francesca Lillini

Editing e coordinamento editoriale Referenze fotografiche Alessandra Panzini, Fausto Fiorini Archivio fotografico della Soprintedenza ai Beni Archeologici delle Marche Testi Archivi fotografici comunali Lucio Tribellini Gaetano Apicella

Progetto grafico e direzione creativa Stampa Luca Luzi Stampanova, Jesi