Parrocchia di Santo Stefano in . Inventario dell'archivio storico (sec. XIV prima metà - 2008)

a cura di Cooperativa Koinè

Provincia autonoma di . Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici in collaborazione con Archivio Diocesano Tridentino

2012

Premessa

L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati effettuati per incarico e con la direzione della Soprintendenza per i beni librari, archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino; la redazione dell'inventario è stata curata da Ornella Bolognese, Francesca Tecilla, Elena Bertagnolli e Cinzia Groff socie della cooperativa Koinè e ultimata nell'ottobre 2012.

L'intervento è stato realizzato utilizzando il Sistema informativo degli archivi storici del . Le schede sono state compilate secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006. Relativamente alla descrizione delle singole unità archivistiche sono stati usati i seguenti criteri: - il titolo originale del documento è riportato tra virgolette; - nella trascrizione dei titoli si sono ricondotti all'uso moderno i segni d'interpunzione, i segni diacritici, le lettere maiuscole e minuscole e si sono sciolte le abbreviature; - le ricostruzioni di titoli, di date ed eventuali altre integrazioni sono state indicate tra parentesi quadre; - di ogni unità archivistica si sono indicati gli estremi cronologici, la definizione archivistica e il numero delle carte.

In particolare per i registri:

- in presenza di più titoli originali, si è scelto quello più significativo, specificandone la posizione solo se esso non appare all'esterno; - si è riportata, ove presente, la numerazione originaria per carte o per pagine; se assente si è dato il computo delle carte scritte, facendo seguire al numero l'espressione "non numerate" (n.n.); - la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte viene espressa mediante la locuzione "carte sinistra - destra" (cc. sd); - in presenza di una numerazione non omogenea si è indicato il computo totale delle carte scritte, specificando di seguito, tra parentesi tonde, il tipo di numerazione presente (parziale, varia, imprecisa); - si è indicata tra parentesi la presenza di carte bianche, tranne quelle esistenti in fine registro.

Nelle citazioni, l'unità archivistica è individuata dal nome del , dal nome della serie e dal numero che indica la posizione dell'unità all'interno della serie. Ad ogni unità archivistica è inoltre associata una segnatura, scritta nel margine sinistro in alto e applicata sul pezzo, che indica la collocazione fisica del pezzo all'interno della serie. Questa è costituita da una lettera alfabetica maiuscola diversa per ogni fondo, dal numero corrispondente alla serie, dal numero del pezzo in inventario e, eventualmente, dal numero della busta-contenitore.

Nella descrizione delle unità archivistiche si è fatto ricorso alle seguenti abbreviazioni e sigle: c., cc. carta, carte recto - verso cc. sd carte sinistra - destra, cioè con la numerazione originaria riferita allo specchio formato da due facciate contrapposte n., nn. numero, numeri n. n. non numerato/e num. orig. numerazione originale p., pp. pagina, pagine tit. dorso titolo dorso tit. int. titolo interno

ADT Archivio Diocesano Tridentino

Alla fine dell'inventario si trovano indici relativi a: persone, toponimi, istituzioni e cose notevoli. Ad ogni lemma dell'indice sono associati i numeri che indicano la posizione del lemma stesso nell'inventario; tali numeri sono collocati tra parentesi graffe, accanto alle introduzioni e alle unità archivistiche, in alto a destra. Le voci dell'indice si riferiscono esclusivamente a quanto riportato nel presente inventario, senza ulteriori ricerche e approfondimenti critici.

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Sommario

Parrocchia di Santo Stefano in Cloz, sec. XIV prima metà - 2008...... 7

Parrocchia di Santo Stefano ...... 11 Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, 1565 - 2008...... 17 Registri dei nati e battezzati, 1565 - 1972...... 18 Registri dei matrimoni, 1672 - 1969...... 22 Registri dei morti, 1662 - 1973...... 25 Registri dei matrimoni e dei morti, 1748 - 1815...... 28 Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti fuori parrocchia, [1909 - 1952]...... 29 Registri dei cresimati, 1813 - 2008...... 30 Stati delle anime, [1866 - 1953]...... 31 Registri degli sponsali, 1908 - 1929 ...... 34 Registri delle pubblicazioni matrimoniali, 1908 - 1939...... 35 Atti matrimoniali, 1830 - 1962 ...... 36 Registri delle pubblicazioni degli avvisi, 1926 - 1951...... 38 Diari delle messe avventizie , 1945 - 1963 ...... 41 Registri dei legati missari, 1749 - 1936 ...... 42 Registri delle soddisfazioni degli oneri missari, 1930 - 1936...... 43 Registri di cassa generale, 1928 - 1952 ...... 44 Registri dei capitali, [1887] - 1938 ...... 45 Registri di elemosine e offerte, 1914 - 1952...... 46 Registri di cronache e memorie, 1922 - 1961 ...... 48 Protocolli degli esibiti, 1884 - 1946...... 50 Carteggio e atti ordinati, 1608 - 1952 ...... 51 Carteggio e atti, 1742 - 1970 ...... 70

Beneficio parrocchiale di Santo Stefano...... 73 Beneficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, 1597 - 1966...... 76 Urbari, [1597] - 1884...... 77 Resoconti, 1889 - 1925; 1946 - 1966...... 80 Carteggio e atti, 1952 - 1960 ...... 81

Chiesa di Santo Stefano ...... 82 Chiesa di Santo Stefano in Cloz, 1598 - 1966 ...... 86 Urbari, 1598 - 1883...... 87 Registri degli affitti, 1696 - 1749...... 90 Registri delle rese di conto dei sindaci, 1777 - 1925 ...... 91 Registri di cassa, 1929 - 1952...... 93 Registri delle offerte, 1938 - 1939...... 94 Resoconti, 1816 - 1966...... 95 Carteggio e atti, 1938 - 1945 ...... 97

Chiesa di Santa Maria ...... 98 Chiesa di Santa Maria in Cloz, 1807 - 1962 ...... 101 Registri di cassa, 1930 - 1937...... 102 Resoconti, 1807 - 1962...... 103 Carteggio e atti , 1927 - 1932 ...... 104

Confraternita del Santissimo Rosario...... 105 Confraternita del Santissimo Rosario in Cloz, 1865 - 1886...... 107 Registri degli iscritti, 1865 - 1886 ...... 108

Confraternita del Santissimo Sacramento ...... 109 Confraternita del Santissimo Sacramento in Cloz, 1865 - 1934...... 111 Registri di amministrazione, 1865 - 1921...... 112 Registri delle riscossioni delle tasse annuali, 1919 - 1934...... 113

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Confraternita del Sacro Cuore di Gesù ...... 118 Confraternita del Sacro Cuore di Gesù in Cloz, 1840 - 1890 ...... 119 Registri degli iscritti, [1840] - 1890...... 120

Ricreatorio-asilo di Cloz...... 121 Ricreatorio-asilo di Cloz, 1896 - 1944...... 123 Registri di amministrazione, 1896 - 1925...... 124 Registri di cassa, 1929 - 1938...... 125 Carteggio e atti, 1896 - 1944 ...... 126

Casa sociale "Mater Divinae Providentiae" ...... 127 Casa sociale "Mater Divinae Providentiae" di Cloz, 1944 - 1958 ...... 129 Registri di cassa, 1944 - 1951...... 130 Carteggio e atti, 1944 - 1958 ...... 131

Congregazione di carità di Cloz...... 133 Documentazione dell'archivio della Congregazione di carità di Cloz, 1832 - 1921 ...... 134 Resoconti, 1832 - 1921...... 135

Società Agricola Operaia Cattolica...... 136 Documentazione dell'archivio della Società Agricola Operaia Cattolica di Cloz, 1898 - 1925...... 137 Registri di cassa, 1898 - 1923...... 138 Registri delle sottoscrizioni, 1912 - 1925 ...... 139

Comune di Cloz ...... 140 Documentazione dell'archivio del di Cloz, 1823 - 1840 ...... 141 Registri delle circolari, 1823 - 1840 ...... 142

Famiglia Zaffoni ...... 143 Documentazione dell'archivio della famiglia Zaffoni di Cloz, 1875 - 1902...... 144 Registri dei conti, 1875 - 1902...... 145

Comunità di Brez...... 147 Documentazione dell'archivio della Comunità di Brez, 1742 - 1805 ...... 149 Estimi, 1742...... 150 Registri dei trasporti steorali, 1805...... 151

Beneficio Borzaga...... 152 Documentazione dell'archivio del beneficio Borzaga in Brez, 1934 - 1969...... 154 Resoconti, 1948 - 1966...... 155 Carteggio e atti, 1934 - 1969 ...... 156

Pergamene della parrocchia di Santo Stefano in Cloz, sec. XIV prima metà - 1800...... 157

Indici…………………………………………………………………………………………………………………….171

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Albero dei soggetti produttori

Parrocchia di Santo Stefano, Cloz, 1183 - Assorbe : Chiesa di Santa Maria, Cloz, [1458] - 1987 gennaio 24 Assorbe : Chiesa di Santo Stefano, Cloz, sec. XII - 1987 gennaio 24

Beneficio parrocchiale di Santo Stefano, Cloz, sec. XVI - 1987 gennaio 24

Chiesa di Santo Stefano, Cloz, sec. XII - 1987 gennaio 24 Gestisce : Chiesa di Santa Maria, Cloz, [1458] - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di Santo Stefano, Cloz, 1183 -

Chiesa di Santa Maria, Cloz, [1458] - 1987 gennaio 24 E' gestito da : Chiesa di Santo Stefano, Cloz, sec. XII - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di Santo Stefano, Cloz, 1183 -

Confraternita del Santissimo Rosario, Cloz, 1585 giugno 2 - [1948]

Confraternita del Santissimo Sacramento, Cloz, 1717 - ante 2004

Confraternita del Sacro Cuore di Gesù, Cloz, 1840 - [1937]

Ricreatorio-asilo di Cloz, Cloz, 1896 - [1944]

Casa sociale "Mater Divinae Providentiae", Cloz, [1944] -

Congregazione di carità di Cloz, Cloz, sec. XIX inizio - 1923 Successori: Congregazione di carità di Cloz, Cloz, 1923 - 1928 novembre 7 Ente comunale di assistenza di Cloz, Cloz, 1946 novembre 22 - 1993 giugno 30 Alla cui gestione concorre : Comune di Cloz, Cloz, 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12

Società Agricola Operaia Cattolica, Cloz, 1898 - ante 1940

Comune di Cloz, Cloz, 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12 Predecessori: Comune di Cloz, Cloz, 1810 settembre [1] - 1817 dicembre 31 Comunità di Cloz, Cloz, [1320 giugno 9] - 1810 agosto 31 Successori: Comune di Cloz, Cloz, 1923 gennaio 13 - 1928 novembre 7 Comune di Cloz, Cloz, 1946 novembre 22 - Concorre alla gestione di : Congregazione di carità di Cloz, Cloz, sec. XIX inizio - 1923

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Famiglia Zaffoni, Cloz, sec. XVIII - 1947 aprile 22

Comunità di Brez, Brez, sec. XVIII - [1810] Successori: Comune di Brez, Brez, 1810 - 1817 Comune di Brez, Brez, 1818 - 1923 Comune di Brez, Brez, 1923 gennaio 13 -

Beneficio Borzaga, Brez, 1773 gennaio 5 - ante 1986

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superfondo Parrocchia di Santo Stefano in Cloz, sec. XIV prima metà - 2008 {1}

registri 121, fascicoli 43, pergamene 33; metri lineari 6.0

Storia archivistica L'archivio storico della parrocchia di Cloz si trovava depositato presso la canonica del paese, al termine del presente intervento di riordino verrà riconsegnato al parroco di Cloz per la conservazione in ambiente e arredi idonei. La documentazione si presenta in discrete condizioni, soprattutto la parte relativa al carteggio, mentre i registri denunciano danni relativi soprattutto all'usura (solo i registri dei nati e battezzati sono stati oggetto di restauro relativamente alla legatura). La maggior parte del carteggio era conservato in raccoglitori, alcuni numerati e titolati, formati al loro interno da fascicoli a loro volta recanti una titolazione. Gli atti più recenti erano anch'essi raccolti in fascicoli, non sempre titolati. Si distingueva immediatamente una serie di contenitori recanti un numero (stampato) e un titolo manoscritto relativo al contenuto, la cui grafia è riconducibile a don Francesco Daz che resse la parrocchia di Cloz dal 1946 al 1952. Lo studio condotto sull'archivio ha rivelato però che l'intervento del parroco Daz si collocava su quello già intrapreso dal parroco don Luigi Conter (1887-1927), che aveva raccolto in fascicoli parte della documentazione presente nell'archivio parrocchiale. Nel 1925, in occasione della visita pastorale, il parroco riferiva infatti che gli atti vescovili, gli atti matrimoniali, i certificati anagrafici, la corrispondenza e i documenti del beneficio parrocchiale si trovavano raccolti in fascicoli e disposti in "appositi reparti" (1). Sul decreto che seguì la visita si legge che "l'archivio fu trovato in ordine" (2). Il suo successore, don Giovanni Martini (1927-1939), non effettuò particolari interventi sull'archivio e probabilmente nemmeno don Guido Bortolameotti (1939-1946) apportò modifiche: sull'atto di consegna del 1946 l'archivio viene descritto più o meno come lo aveva trovato al suo ingresso (3). Diversa è invece la descrizione che si trova sul questionario per la visita del 1948 dove don Francesco Daz, dopo aver enumerato i registri, scrive che gli atti matrimoniali sono conservati in "2 teche" e "tutti gli altri documenti di archivio: atti vescovili pastorali, corrispondenza con la Curia, documenti antichi e recenti sono raccolti e ordinati secondo la materia in 31 teche" (4). Il parroco raccolse o ordinò quindi in "teche", "secondo la materia", gli atti presenti in archivio; sul dorso di ogni contenitore elencò il contenuto. All'interno delle teche i fascicoli sono titolati, per la maggior parte da don Daz, ma in qualche caso la grafia è riconducibile a don Conter. Il numero di "teche" che attualmente si possono riportare all'ordine dato da don Daz sono circa la metà, ovvero 15, ma non tutto il carteggio, come si è detto, è più raccolto in quei contenitori, che cronologicamente non superano la fine del mandato di don Francesco Daz (1952). In inventario queste unità sono raccolte nel fondo "Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz" e nella serie "Carteggio e atti ordinati". La restante documentazione che non rientra in questa serie, è stata ricondotta nei fondi di competenza e nelle relative serie.

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Nell'archivio storico della parrocchia di Cloz è inoltre conservata documentazione riconducibile alla Congregazione di Carità di Cloz, alla Società Agricola Operaia Cattolica di Cloz, al Comune di Cloz, alla famiglia Zaffoni di Cloz, alla Comunità di Brez, e al beneficio Borzaga di Brez. Nell'archivio è presente anche un fondo pergamenaceo costituito da 33 unità. In questo fondo è conservato il documento più antico (risale alla prima metà del XIV secolo) presente nell'archivio parrocchiale, che però non è relativo alla parrocchia o alla chiesa di Cloz. E' del 1451 invece il documento più antico relativo alla chiesa di Santo Stefano (5).

Lingua Italiano; latino; tedesco

Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Cloz ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli Archivi di Stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari". Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'ordinamento poiché non è stato possibile ricostruirne uno preesistente, si sono individuate le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua diretta o indiretta responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'Archivio Diocesano Tridentino e con il referente della Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento.

Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. La consultazione di documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, è regolata in termini di legge statale (D. L. 30/6/03 n. 196 "Codice in materia di protezione dei dati personali") richiamata dal "Testo unico provinciale dei Beni Culturali" (L. P. n. 1/2003). Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio Diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.

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Condizioni di riproduzione La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso, sentito il parere e avuto il consenso dell'incaricato diocesano per gli archivi parrocchiali. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale.

Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, 1961, pp. 238-240

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888

COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989

SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

Fonti normative Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari

Codice di diritto canonico (1983)

Decreto arcivescovile 10 febbraio 1993, istituzione dell'Archivio Diocesano Tridentino

Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11)

Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 27 agosto 1993, n. 11704, Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana

Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali

Codice in materia di protezione dei dati personali, D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196

Norme o convenzioni La scheda è stata compilata secondo le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006.

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Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1.3. (2) Ibidem. (3) Ibidem, Carteggio e atti, fasc. 7. (4) Ibidem, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1.3. (5) Cfr. Pergamene della parrocchia di Santo Stefano in Cloz, perg. 8.

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Ente

Parrocchia di Santo Stefano {2}

1183 -

Luoghi Cloz (TN)

Archivi prodotti Fondo Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, 20/12/1565 - 18/05/2008

Storia Il paese di Cloz è composto da due frazioni, Cloz di dentro e Cloz di fuori, identificate nel corso dei secoli rispettivamente come villa di Santo Stefano e villa di Santa Maria, dai nomi dei titolari delle due chiese. Tale divisione è certamente anteriore al XIII secolo, epoca in cui i confini delle due ville vennero determinati. In questo periodo parte dell'attuale villa di Santo Stefano era soggetta alla contea del Tirolo, mentre la maggior parte del territorio di Cloz apparteneva al Principato vescovile di Trento. Il confine amministrativo fra la Contea e il Principato vescovile tridentino coincideva infatti con i due corsi d'acqua nella villa di Santo Stefano. Questa divisione fu indubbiamente causa delle aspre rivalità fra le due frazioni, che si espressero anche nella pratica religiosa, dimostrata dalla contrapposizione dei due edifici di culto. Numerose furono infatti le vertenze tra i parroci, preoccupati di mantenere l'unità parrocchiale, e gli abitanti di Santa Maria che rivendicavano la propria autonomia devozionale. E' interessante però osservare che la comunità di Cloz si trovava unita nella condivisione delle norme e delle regole di uso civico. L'esistenza della pieve di Cloz sembra documentata già dall'XI secolo, ma gli storici pongono la sua prima attestazione al 1183 (1). La nomina del pievano era di competenza vescovile. La pieve aveva una rendita alquanto modesta che nel 1309 ammontava a 4 marche (2); aveva piccole dimensioni e comprendeva anche i masi di Lauregno e Sinablana, abitati da gente di madrelingua tedesca. Nella prima metà del XV secolo fu edificata la chiesa parrocchiale dedicata a Santo Stefano (della chiesa antica non si ha memoria); essa venne consacrata il 18 luglio 1451 (3). La chiesa di Santa Maria nella villa omonima dipendeva direttamente dalla chiesa di Santo Stefano e fino al 1535 dalla pieve di Cloz dipendeva anche la chiesa di Lauregno. Il parroco, che provvedeva ai bisogni religiosi della popolazione di lingua tedesca, non riusciva però a garantire, sia per la distanza sia per la lingua, un'assistenza costante. Per tali motivi il 18 settembre 1535 il vescovo approvò una convenzione fra il pievano di Cloz e gli uomini di Lauregno con la quale veniva concesso a Lauregno il cappellano esposto (4). Il cappellano, la cui nomina spettava al pievano, era tenuto a risiedere nel paese, a celebrare la messa e ad amministrare i sacramenti in Lauregno; in quanto sacerdote sussidiario egli doveva rimanere sempre a disposizione del pievano in caso di bisogno. La popolazione di Lauregno era inoltre obbligata a concorrere per un terzo alle spese di mantenimento della chiesa parrocchiale, impegno che procurò nel tempo parecchi malumori e che fu motivo di aspre controversie. Nel 1545 una controversia tra i rappresentanti delle comunità di Cloz e di Lauregno per le spese per le nuove campane della parrocchiale, fu risolta con la condanna di

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Lauregno a pagare, come in passato, la terza parte di spesa (5). Dal 1603 venne però imposta al pievano di Cloz la concorrenza per il mantenimento del cappellano di Lauregno. Dal 1565 iniziano in parrocchia le registrazioni dei nati e battezzati; nel 1662 il parroco Giannantonio de Martini introduce il registro dei morti, mentre quello dei matrimoni fu introdotto dal parroco Giangiacomo Busetti nel 1672. Il parroco Melchiore Ramponi introdusse il registro dei conti della chiesa parrocchiale (6). Molte sono le figure dei parroci che lasciarono nel tempo segno del loro impegno e amore verso la parrocchia di Cloz. Tra i tanti si possono citare don Giuseppe Giovanni de Martini (7), ricordato come fondatore delle scuole elementari di Cloz: lasciò a tale scopo 2000 fiorini per il mantenimento di un cooperatore con funzioni di maestro. A lui si devono inoltre tante delle reliquie conservate nella chiesa, tre le quali spicca il corpo del martire Innocenzo ottenuto dal cardinale Marcantonio Colonna nel 1773. Don Carlo de Maffei, ricordato per aver promosso la coltura dei gelsi, costituì un fondo cappellaniale e nel 1835 ottenne che il patrimonio della confraternita del Santissimo Rosario fosse unito a quello della parrocchiale. Parroco molto amato fu anche don Angelo Bresadola che don Conter nelle sue 'Memorie' definisce "modello del parroco di campagna". Rilevanza particolare merita la figura di don Luigi Conter (8), che resse la parrocchia dal 1887 fino alla morte, avvenuta il 10 marzo 1926. E' ricordato tra i più amati parroci del paese soprattutto per la capacità di coinvolgere i suoi parrocchiani in ogni attività, religiosa e sociale, di cui spesso si faceva promotore. Per i suoi meriti l'Ordinariato lo aveva proposto per un'onorificenza pontificia e per il titolo di arciprete, ma la morte sopraggiunse prematuramente. Appassionato di cose locali pubblicò parecchie memorie tra le quali, nel 1908, "Memorie storiche di Cloz" preziosa fonte per la storia del paese e della parrocchia. Negli anni di don Conter la zona fu teatro di una massiccia emigrazione che tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento portò gran parte dei giovani a cercare fortuna e lavoro prima in America Latina, come braccianti agricoli, e poi negli Stati Uniti come minatori e operai nelle grandi fabbriche e industrie. Nel 1914 la curazia di Lauregno venne eretta a parrocchia, ma già da anni erano cessate le relazioni con la matrice. Cloz rientrava nel decanato di Fondo, ma nel 1964 la parrocchia di Cloz fu elevata a sede decanale. Fu poi compresa nel decanato di ; in seguito alla recente riorganizzazione della diocesi, Cloz rientra attualmente nel nuovo decanato di Cles-Cloz. Con D.M. del 30 dicembre 1986, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 1987, la parrocchia di Santo Stefano con sede a Cloz è stata dichiarata persona giuridica privata (Tribunale di Trento, Registro Persone Giuridiche n. 278).

PARROCI DI CLOZ (9)

1183 anonimo 1222 Zanebello (?) 1280 anonimo 1336 Corradino 1380 Odorico 1473 Vittore da Cividale

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1478 Lodovico di Cambrai 1513 Donato de Fatis 1535 Francesco Giacomelli 1565-1600 (+) Vittore Giacomelli 1600-1637 (+) Giannantonio Rauzi 1638-1643 (+) Andrea Ferrarolo 1643-1662 (+) Antonio Poda 1662-1663 (+) Giannantonio de Martini 1663 Giangiacomo Busetti 1685 Baldassare Springhetti 1709 Melchiore Ramponi 1749 Giuseppe Giovanni de Martini 1779 Ferdinando Antonio Baiti 1808 Giovanni Battista Gilli 1830 Carlo (de) Maffei 1851 Angelo Bresadola 1863 Corrado Mersa 1866 Leonardo Dalla Torre 1887-1926 (+) Luigi Conter 1926-1927 Pio Franch (vicario) 1927 Giovanni Martini 1939 Guido Bortolameotti 1946 Francesco Daz 1953 Leopoldo Cappello 1970 Ferruccio Bertagnolli 1989 Enrico Giovannini 2009 Placido Pircali (dell'Ordine dei frati minori)

Condizione giuridica Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto

Funzioni, occupazioni e attività Le chiese esistenti sul territorio con origini più antiche vengono denominate pievi ("pluif" in celtico, "plou" in bretone, "plêf" in ladino-friulano, "plaif" in engadinese, "ploâh" in ladino della Val di Non). L'origine del termine, lungi dall'essere stato studiato nella sua complessità, è però molto difficile da definire. L'esigenza di garantire al popolo cristiano e in special modo a coloro che vivevano lontano dalle sedi vescovili quell'insieme di servizi sacramentali e pastorali che va sotto il termine generico di "cura d'anime" rese presto necessario l'invio di ecclesiastici nella campagne per annunciare il Vangelo anche lontano dalle mura cittadine (10). In Occidente ciò accadde a partire dalla seconda

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metà del IV secolo. Buona parte della storiografia chiama "pievi" i centri di cura d'anime sorti nel territorio extraurbano fin dal IV-V secolo ma è solo a partire dall'VIII secolo che il termine "plebs" cominciò a significare non solo la comunità cristiana ma anche il territorio in cui tale comunità risiedeva e l'edificio sacro al quale essa faceva riferimento. A una stabile suddivisione territoriale delle diocesi in circoscrizioni minori si giunse con la legislazione carolingia all'inizio del IX secolo. Questa estese anche all'Italia centro-settentrionale le norme che rendevano obbligatorio il pagamento della decima e precisò che gli introiti provenienti da tale pagamento dovevano essere destinati solo alle chiese battesimali. "Nacque in questo modo il "sistema" pievano, nel quale la realtà vivente (l'insieme del clero e del "popolo di Dio"), la realtà di pietra (il complesso degli edifici) e la realtà giurisdizionale (l'ambito territoriale di esercizio della giurisdizione spirituale, dal quale l'ente otteneva anche il suo sostentamento) assumevano significativamente lo stesso nome: plebs, pieve" (11). Da questo momento si viene a creare una completa ripartizione del territorio diocesano in distretti ecclesiastici minori, che riproducevano strutture civili preesistenti o rispettavano determinati confini naturali. In seguito i mutamenti demografici spinsero alla formazione di nuove pievi, ma il "sistema pievano" non fu per questo scardinato mantenendosi stabile fino alla fine del XIII secolo. Non è possibile attestare, dall'esame dei documenti pervenuti, se nel territorio trentino prima del 1000 il termine pieve fosse utilizzato nell'accezione sopra descritta (cioè indicante la triplice realtà istituzionale, edilizia e territoriale), per questo è necessario rivolgersi a fonti del XII secolo. Se ci si limita a prendere in considerazione le 68 circoscrizioni pievane della diocesi di Trento esistenti alla fine del XIII secolo si scopre che ben 33 di esse sono attestate prima del 1200 e altre 25 compaiono nella prima metà del XIII secolo (12).

Il termine "parrocchia" (13) deriva dal greco e indica, dal punto di vista etimologico, una qualsiasi circoscrizione territoriale. Nei primi secoli della cristianità fino al basso medioevo il termine venne adottato per indicare le ripartizioni dei territori diocesani in circoscrizioni minori, fenomeno nato in conseguenza del moltiplicarsi nelle diocesi di nuove chiese sotto la spinta delle crescenti esigenze dei fedeli. La consacrazione definitiva del "sistema parrocchiale" si ebbe con il Concilio di Trento che, sulla base della precedente normativa pontificia e conciliare, dettò una nuova e completa disciplina della struttura della Chiesa. I legislatori del Concilio prescrissero che, per la più efficace tutela della cura delle anime affidate ai vescovi, il "populus fidelium" si dovesse distinguere in parrocchie proprie con confini determinati e che a ciascuna di esse venisse assegnato un sacerdote che vi risiedesse, soltanto dal quale i fedeli potevano ricevere i Sacramenti (Sess. XXIV, cap. 13). Si ordinò così che venissero erette parrocchie in tutti i luoghi in cui esse non esistevano e si stabilirono delle norme per assicurare ai parroci un reddito minimo. Il parroco si impegnava a risiedere nel luogo assegnatogli, ad approfondire la conoscenza della comunità dei fedeli attraverso la compilazione e l'accurata custodia dei libri parrocchiali e a partecipare alle adunanze vicariali. I principi enunciati dal Concilio di Trento e successivamente ribaditi nella normativa pontificia sono stati accolti e sintetizzati nel testo del Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 216 §1 dispone che il territorio di ogni diocesi debba essere diviso in "distinctas partes territoriales", a ciascuna delle quali "sua peculiaris ecclesia cum populo determinato est assignanda suusque peculiaris rector, tamquam proprius eiusdem pastor, est praeficiendus pro necessaria animarum cura". L'istituzione parrocchiale dunque risulta costituita, oltre che dall'elemento territoriale, da altri tre elementi: un determinato "popolo", una peculiare "chiesa" e un "pastor". Il Codice di diritto canonico del 1983 ha riconosciuto la personalità giuridica della parrocchia espressamente concepita come "Communitas Christifidelium" (CIC 1983, can. 515 §3). Tale riforma è stata

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recepita sia nell'accordo tra Stato e Chiesa (legge 121/1985) sia nelle disposizioni sugli enti e beni ecclesiastici (legge 222/1985); le diocesi e le parrocchie acquistano la personalità giuridica civile dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del Ministero dell'interno che conferisce loro la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto".

Contesto generale Diocesi di Trento Decanato Cles-Cloz

Fonti normative Codice di diritto canonico (1983)

Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi"

Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Atti visitali ADT, Parrocchie e curazie Bibliografia AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985

Raccolta memorie storiche di Cloz, a cura dell'Amministrazione comunale, Calliano (TN), 1985

BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento, 1995

BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910

COSTA A., La Chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986

CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999, pp. 177-178

Fonti per la storia del principato e della chiesa tridentina: atti del convegno Trento 16-17 maggio 1991, Trento, 1995

FORGIONE V., La chiesa di santa Maria di Cloz, Comune di Cloz, 2010

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LUTTEROTTI A., Il Trentino: il nuovo volto di un'antica terra d'incontro, Bolzano, 1997

TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo , Trento, 1970

WEBER S., Le chiese della Valle di Non nella storia e nell'arte, vol. II: I decanati di Cles e di Fondo, Trento, 1937, pp. 119-127

Note (1) Cfr. CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origine al XIII secolo (studio introduttivo e schede)", Bologna 1999, pp. 26 e 177; cfr. Raccolta memorie storiche di Cloz, a cura dell'Amministrazione comunale, Calliano 1985, p. 12. (2) Cfr. CURZEL E., op. cit., p. 177. (3) Cfr. Pergamene della parrocchia di Santo Stefano in Cloz, perg. 5. (4) Ibidem, perg. 12. (5) Ibidem, perg. 15. (6) Cfr. Chiesa di Santo Stefano in Cloz, Registri delle rese di conto dei sindaci, reg. 1. (7) All'insigne parroco il comune di Cloz ha titolato una via. (8) Dal centro di Cloz si diparte una via dedicata al parroco benemerito. (9) Fino al 1887 elenco stilato da don Luigi Conter, cfr. Raccolta memorie storiche di Cloz, a cura dell'Amministrazione comunale, Calliano (Trento), 1985, pp. 103-104; dal 1887 al 1927 elenco ripreso da WEBER S., Le chiese della Val di Non nella storia e nell'arte. I decanati di Cles e di Fondo, vol. II, Trento, 1937, p. 123. (10) Cfr. CURZEL E., Le pievi trentine, op. cit., p.5 e segg. Si rimanda alla ricca bibliografia contenuta nel volume. (11) Ibidem p. 7. (12) Ibidem, p. 29 e tabelle riprodotte. (13) Le presenti notizie informative sono da ritenersi generali e non esaustive. Per un approfondimento e una bibliografia articolata si rimanda alla voce corrispondente dell'Enciclopedia del diritto, Giuffré, Varese, 1958-1995.

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fondo A Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, 1565 - 2008 {3}

registri 63, fascicoli 28

Soggetti produttori Parrocchia di Santo Stefano, 1183 -

Modalità di acquisizione e versamento Il fondo è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali del 13 ottobre 1993 è stato dichiarato di interesse storico.

Contenuto La documentazione conservata nel fondo è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari.

Lingua Italiano; latino; tedesco

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione in quanto l'ente parrocchia è ancora attivo.

Esistenza e localizzazione delle copie Presso l'Archivio Diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale. Le registrazioni continuano in parrocchia ma con il solo valore ecclesiastico.

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serie A 1 Registri dei nati e battezzati, 1565 - 1972 {4}

registri 8

Contenuto I registri dei battesimi insieme a quelli dei matrimoni furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei battezzati vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili e anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno), con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile. In base al decreto del 2 luglio 1825 (Raccolta delle leggi provinciali, volume 63, p. 114) nel periodo austriaco il curatore d'anime era tenuto ad inserire nel registro dei nati il nome della levatrice che assisteva al parto. Fino al primo gennaio 1924, data dell'istituzione dello stato civile italiano presso i Comuni, il parroco mantenne la funzione di ufficiale di stato civile; da quella data le registrazioni nelle parrocchie continuano ma solo con valore ecclesiastico.

La serie è formata da otto registri che riportano le registrazioni dei nati e battezzati di Cloz a partire dal 1599; sul primo registro si trovano però tre registrazioni risalenti al 20 e 22 dicembre 1565 e 11 gennaio 1566. Fino al 1825 compreso le registrazioni sono effettuate secondo il nome del battezzato (regg. 1-4), in lingua latina e in forma discorsiva (regg. 1, 2, 4): vengono riportate la data del battesimo, i nomi del battezzato, dei genitori, dei padrini e del sacerdote che amministrava il sacramento. Questi primi quattro registri non sono corredati da indici. Gli altri registri (regg. 3, 5 e segg.) riportano le annotazioni in lingua italiana e su tabella prestampata secondo le disposizioni governative: vengono riportate le generalità del battezzato, il luogo e la data di nascita (anno, mese, giorno, ora), il giorno del battesimo, i nomi dei genitori, del ministro battezzante, dei padrini e la condizione sociale di questi ultimi; dal 14 luglio 1829 si registra anche il nome della levatrice (mammana) che ha assistito al parto. Sono corredati da indici alfabetici i registri dal n. 5 in poi.

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Per quanto riguarda la rilevazione degli estremi cronologici si specifica che viene sempre segnalata come prima data quella riferita alla nascita e come ultima quella riferita al battesimo. A tutti i registri è stata rinnovata di recente la legatura (legatura in tela marrone con intitolazione impressa in color oro), ma purtroppo sulle coperte dei registri più antichi si segnala l'impressione di estremi cronologici errati: reg. 1 (1599- 1638 invece di 1565-1674); reg. 2 (1614-1804 invece di 1674-1804); reg. 4 (1811-1825 invece di 1811-1815).

A 1.1 {5}

"Nati. Volume I. 1599-1638"

1565 dicembre 20 - 1566 gennaio 11 (1); 1599 gennaio 1 - 1674 settembre 7 Altre denominazioni: "Liber baptizatorum in plebe Clozii, Vallis Anauniae, Diocesis Tridentinae et per reverendum dominum plebanum Victorem Iacomellum, ibidem plebanum, incipiendo de anno 1565" (tit. int.) "Nati I. 1599-1638" (tit. dorso) Da c. 40, ovvero dal 18 aprile 1628, le registrazioni sono effettuate in ordine alfabetico su rubrica. A c. 1: elenco dei parroci di Cloz (dal 14 febbraio 1600 al 17 dicembre 1663) curato dai parroci che si sono succeduti, con brevi notizie relative agli stessi, 1600 febbraio 14-1663 dicembre 17. Latino Registro a rubrica; carta, legatura in tela, cc. 198 (bianche molte cc.) Note (1) Tre registrazioni: 1565 dicembre 20 e 22; 1566 gennaio 11.

A 1.2 {6}

"Nati. Volume II. 1614-1804"

1674 settembre 21 - 1804 dicembre 29 Altre denominazioni: "Nati II. 1614-1804" (tit. dorso) Latino Registro; carta, legatura in tela, cc. 276

A 1.3 {7}

"Nati. Volume III. 1805-1811. 1816-1825"

1805 gennaio 4 - 1811 febbraio 11 (1); 1816 gennaio 4 - 1826 gennaio 28 Italiano Registro; carta, legatura in tela, cc. sd 28 Note

(1) Dopo la registrazione dell'11 febbraio 1811 segue la nota: "Li restanti nati sino a tutto l'anno 1815 sono registrati nel libro nuovo perchè fummo sotto al governo italiano ed in questo anno restò il governo provisorio, ora segnano sotto al governo austriaco coll'ordine"; seguono le registrazioni dal 1816.

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A 1.4 {8}

"Nati. Volume IV. 1811-1925"

1805 novembre 16; 1808 dicembre 18 (1); 1811 gennaio 6 -1815 dicembre 26 (2) Alle cc. 11-50: "Protocollo dei consensi prestato al matrimonio dal padre di sposi minorenni", registro dei consensi paterni, 1818 luglio 1-1819 giugno 15; 1830 ottobre 26-1925 dicembre 22. Latino, italiano Registro; carta, legatura in tela, cc. 50 Note (1) Le due registrazioni non sono presenti sul precedente registro: cfr. Registri dei nati e battezzati, reg. 3. (2) Le prime cinque registrazioni, dal 6 gennaio all'11 febbraio 1811, sono riprese dal registro precedente: cfr. Registri dei nati e battezzati, reg. 3.

A 1.5 {9}

"Nati. Volume V. 1826-1863"

1826 gennaio 6 (1) - 1863 ottobre 25 Italiano Registro; carta, legatura in tela, cc. sd 151, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Note (1) La seconda registrazione datata 28 gennaio 1826 è ripresa dal registro n. 3 (cfr. Registri dei nati e battezzati, reg. 3), dove invece non era presente la prima registrazione del 6 gennaio.

A 1.6 {10}

"Nati. Volume VI. 1863-1893"

1863 novembre 1 - 1893 ottobre 9 Italiano Registro; carta, legatura in tela, cc. sd 149, con indice alfabetico a rubrica, distinto tra "fanciulli" e "fanciulle", all'inizio n.n.

A 1.7 {11}

"Nati. Volume VII. 1893-1950"

1893 ottobre 13 - 1950 gennaio 12 A c. sd 1: atto di riconoscimento di due bambini nati fuori parrocchia, 1893 ottobre 29. Italiano Registro; carta, legatura in tela, cc. sd 196, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

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A 1.8 {12}

"Nati. Vol. VIII. 1950-1972"

1950 gennaio 13 - 1972 dicembre 3 Italiano Registro; carta, legatura in tela, pp. 41, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

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serie A 2 Registri dei matrimoni, 1672 - 1969 {13}

registri 6

Contenuto I registri dei matrimoni, insieme a quelli dei battesimi, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romanum" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri dei matrimoni infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, i riti civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al Comune, per la sua trascrizione nei registri anagrafici.

La serie è formata da sei registri che riportano le registrazioni dei matrimoni celebrati nella chiesa parrocchiale di Cloz dal 1672. Il primo registro della serie è redatto in lingua latina e in forma discorsiva: vengono riportate le generalità degli sposi e dei testimoni, la data della celebrazione e il nome del ministro celebrante. Il registro non è corredato da indice. Gli altri registri, compilati in lingua italiana su tabella prestampata, riportano secondo le disposizioni governative la data del matrimonio, le generalità degli sposi, del ministro celebrante, dei testimoni e la condizione sociale di questi ultimi. Dal 1826 (reg. 3) i registri sono corredati da indici alfabetici compilati secondo il cognome dello sposo cui viene affiancato il nome della sposa.

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L'ultimo registro è compilato secondo le norme concordatarie. Si segnala che gli atti su cui sono registrati i matrimoni celebrati dopo il 3 agosto 1929 e prima del 3 maggio 1930 e non presenti in questi registri, si trovano nella serie Atti matrimoniali.

Vedi anche: Serie Registri dei matrimoni e dei morti. Serie Registri dei matrimoni e dei morti. Serie Atti matrimoniali.

A 2.1 {14}

"Libro dei matrimoni dall'anno 1672 fino all'anno 1748"

1672 ottobre 16 - 1748 luglio 6 Altre denominazioni: "Matrimoni dal 1672-1748" (tit. dorso) Latino Registro; carta, legatura in carta, cc. 60

A 2.2 {15}

"Libro de' matrimoni celebrati nella chiesa parrocchiale di Cloz principiato dal giorno 1 gennaio 1805-1825"

1805 gennaio 9 - 1811 febbraio 4 (1); 1816 gennaio 8 - 1825 novembre 19 Altre denominazioni: "Libro in cui s'iscrivono li matrimoni celebrati dal primo gennaio 1805 fino *** nella chiesa parrochiale di S[anto] Steffano di Cloz" (tit. int.) Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. sd 7 Segnature precedenti: Tomo II

Vedi anche: A 4.1, "Liber matrimoniorum et defunctorum parochiae Clotii 1748".

Note

(1) Dopo la registrazione del 4 febbraio 1811 si legge le nota: "Li matrimoni sino a tutto l'anno 1815 sono registrati nel vecchio libro"; cfr. Registri dei nati e battezzati e dei morti, reg. 1.

A 2.3 {16}

"Registro dei matrimoni incominciato l'anno 1826-1876"

1826 gennaio 5 - 1876 dicembre 9 Altre denominazioni: "Matrimoni dal 1826-1876" (tit. dorso)

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Alla fine, dopo l'indice: memorie del parroco don Angelo Bresadola relative al suo ingresso e alla presa di possesso della parrocchia di Cloz (22 e 23 febbraio 1851), agli esercizi spirituali e alle sante missioni tenuti tra il 1851 e il 1861, all'installazione della croce davanti alla porta maggiore della chiesa (20 agosto 1861), 1861 agosto 25; alla fine, sull'ultima carta: nota relativa alla raccolta dei bachi da seta, 1841 maggio 3. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 98, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Tomo III

A 2.4 {17}

"Libro dei matrimoni dall'anno 1877 all'anno 29/4 1922"

1877 gennaio 13 - 1922 aprile 19 Altre denominazioni: "Matrimoni dal 1877-1922" (tit. dorso) Alla c. 99 sd: registrazioni parziali di quattro matrimoni celebrati il 26 e il 29 aprile 1922 che il parroco ha cassato poiché "trasportati sul nuovo registro dei matrimoni". Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 99, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. (1) Segnature precedenti: Tomo IV Note (1) L'indice comprende anche i nomi degli sposi della c. sd 99 cassata; sono inoltre indicizzati i nomi degli sposi registrati sulla c. sd 100 mancante.

A 2.5 {18}

"Registro matrimoni della parochia di Cloz dal 1922 al 1929 inclusivo"

1922 aprile 21 (1) - 1929 agosto 3 Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 16, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Tomo V Note (1) Sul registro precedente (cfr. reg. 4) la registrazione era stata cassata, ma la data di celebrazione di questo primo matrimonio risultava essere il 26 aprile e non il 21.

A 2.6 {19}

"Libro dei matrimoni dal 1930"

1930 maggio 3 - 1969 aprile 12 Altre denominazioni: "Libro dei matrimoni dall'anno 1930 all'anno 1969" (tit. int.) Italiano Registro; carta, legatura in mezza pergamena, pp. 154, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

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serie A 3 Registri dei morti, 1662 - 1973 {20}

registri 5

Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilivano anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'autorità politica austriaca si interessò ai libri parrocchiali con la lettera circolare del primo maggio 1781 che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. Nella successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 vennero prescritte formule e espressioni linguistiche uniformi per la loro compilazione e si ordinò di "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni (anche se la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci non venne mai meno) con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Le registrazioni nelle parrocchie continuano ma con solo valore ecclesiastico.

La serie è formata da cinque registri che riportano le registrazioni dei morti della parrocchia di Cloz a partire dal 1662. Sul primo registro della serie le registrazioni sono effettuate in lingua latina e in forma discorsiva: vengono riportate le generalità del defunto, la data della morte e il luogo di sepoltura. Gli altri registri sono strutturati a tabella prestampata e redatti in lingua italiana. Dal 1805 si registra anche la causa del decesso.

Vedi anche: Serie Registri dei matrimoni e dei morti.

A 3.1 {21}

"Morti 1662-1748" (tit. dorso)

1662 marzo 18 - 1748 giugno 9 Altre denominazioni: "Liber pro inscribendis defunctis parochiae Clozii incoeptus sub me paroco Joanne Antonio de Martinis [...] " (tit. int.)

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Di seguito alla prima registrazione, relativa alla morte del parroco don Antonio Poda: memoria del parroco don Giovanni Antonio de Martini relativa alla sua nomina a parroco di Cloz, 1662 marzo 18. Latino Registro; carta, legatura in pelle, cc. 85

A 3.2 {22}

"Libro dei morti principiato dal primo gennaio 1805"

1805 gennaio 4 - 1811 gennaio 23 (1); 1816 gennaio 4 - 1825 novembre 9 Altre denominazioni: "Libro in cui s'iscrivono i morti sepolti nel cemeterio di questa chiesa parrocchiale di S[anto] Steffano protomartire di Cloz principiato per ordine sovrano il primo gennaio 1805" (tit. int.) Italiano Registro; carta, legatura in carta, pp. 15 Vedi anche: A 4.1, "Liber matrimoniorum et defunctorum parochiae Clotii 1748".

Note (1) Dopo la registrazione del 23 gennaio 1811 si legge la nota: "Sino a tutto l'anno 1815 sono descritti nel libro vecchio", cfr. Registri dei matrimoni e dei morti, reg. 1, dove si trovano anche le prime tre registrazioni del 1811 (4, 20 e 23 gennaio).

A 3.3 {23}

"Registro dei morti incominciato l'anno 1826 fino 1883"

1826 gennaio 9 - 1883 dicembre 15 Altre denominazioni: "Morti dal 1826-1883" (tit. dorso) Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 195, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A 3.4 {24}

"Registro dei defunti dall'anno 1884 all'anno 1932"

1884 gennaio 7 - 1932 agosto 18 Altre denominazioni: "Morti dal 1884" (tit. dorso) Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, pp. 184, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n. Segnature precedenti: Tomo IV

A 3.5 {25}

"Registro morti dal 20.8.1932-1973"

1932 agosto 20 - 1973 dicembre 25

26

Italiano Registro; carta, legatura in tela, pp. 131, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Tomo V

27

serie A 4 Registri dei matrimoni e dei morti, 1748 - 1815 {26}

registri 1

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale sono stati registrati i matrimoni celebrati nella chiesa parrocchiale di Cloz dal 1749 al 1803 e dal 1811 al 1815, e i morti della parrocchia dal 1748 al 1804 e dal 1811 al 1815. Le registrazioni sono redatte in lingua latina e in forma discorsiva. La separazione delle due tipologie di registrazione è segnalata sul registro con l'apposizione di un appiglio.

Vedi anche: Serie Registri dei matrimoni. Serie Registri dei matrimoni. Serie Registri dei morti.

A 4.1 {27}

"Liber matrimoniorum et defunctorum parochiae Clotii 1748"

1748 giugno 18 - 1804 ottobre 11; 1811 gennaio 4 - 1815 dicembre 27 Altre denominazioni: "Matrimoni 1748-1815. Morti 1748-1815" (tit. dorso) "1748. Liber matrimoniorum et defunctorum plebis Clotii" (tit. int.) cc. 1-28: "Pars prior seu liber matrimoniorum", registro dei matrimoni, 1749 febbraio 15-1803 giugno 28; 1811 febbraio 24-1815 novembre 29; cc. 29-71: "Pars secunda seu liber defunctorum", registro dei morti, 1748 giugno 18-1804 ottobre 11 (1); 1811 gennaio 4-1815 dicembre 27. Latino Registro; carta, legatura in carta, con appiglio, cc. 71 Vedi anche: A 2.2, "Libro de' matrimoni celebrati nella chiesa parrocchiale di Cloz principiato dal giorno 1 gennaio 1805-1825".

A 3.2, "Libro dei morti principiato dal primo gennaio 1805".

Note

(1) Dopo la registrazione: nota che avverte del cambio delle modalità di registrazione: "Liber defunctorum continet reliquorum annorum ad normam austriaci et bavaresii regiminis unde hoc anno sub regimine italico prosequutus order intus ritualis romani 1811 dominante magno Napoleone primo", 1811.

28

serie A 5 Registri dei nati e battezzati, dei matrimoni e dei morti fuori parrocchia, {28} [1909 - 1952]

registri 1

Contenuto Il registro, formato nel 1909 dal parroco Luigi Conter, contiene tutte le annotazioni relative a parrocchiani nati, morti o sposati fuori parrocchia di cui il parroco aveva ricevuto notifica. Il registro è stato continuato dai successori fino al 1952, anno di fine mandato del parroco don Francesco Daz.

A 5.1 {29}

"Registro dei nati, matrimoni, morti all'estero incominciato nell'anno 1909 dal parroco don Luigi Conter"

[1909 - 1952] cc. sd 1-12: nati e battezzati fuori parrocchia dal 22 luglio 1845 al 9 gennaio 1952; pp. 34-41: morti fuori parrocchia dal 18 luglio 1864 all'8 ottobre 1948; cc. sd 102-106: matrimoni celebrati fuori parrocchia dal 24 ottobre 1873 al 24 novembre 1949. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, con appigli, cc. sd 12, pp. 34-41, cc. sd 102-106, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

29

serie A 6 Registri dei cresimati, 1813 - 2008 {30}

registri 2

Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli "stati delle anime" dal "Rituale Romanum" di Paolo V nel 1614, nel quale si stabilirono anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal secolo XIX.

A 6.1 {31}

"Libro dei cresimati"

1813 agosto 8 - 1894 agosto 22 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 93 n.n.

A 6.2 {32}

"Cresimati dal 1897" (tit. dorso)

1897 settembre 7 - 2008 maggio 18 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. sd 68, con indice alfabetico a rubrica dei cresimati dal 1925 (1) alla fine n.n. Note (1) Sul decreto visitale del 1925 si legge l'invito a fare l'indice al registro dei cresimati, cfr. Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1.3.

30

serie A 7 Stati delle anime, [1866 - 1953] {33}

registri 4

Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al parroco di conoscere in modo esatto la composizione, la situazione anagrafica e l'impartizione dei Sacramenti delle famiglie sottoposte alla sua cura al fine di facilitare il suo compito di sacerdote e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi concilii e sinodi ordinarono che durante la Quaresima di ogni anno questi libri venissero aggiornati. Queste disposizioni non furono applicate diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: prima del XIX secolo infatti si sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili. Molti sono i vescovi tridentini che, negli atti delle visite pastorali, richiamano l'attenzione su questa lacuna; ma fu il vescovo Celestino Endrici che in occasione della sua prima visita pastorale nella diocesi stilò un formulario in cui si richiedeva, tra l'altro, e per la prima volta in forma esplicita, di segnalare la presenza in parrocchia degli "Status animarum" o "Anagraphes". Nel 1917 il Codice di diritto canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione.

La serie è formata da tre registri di anagrafe più la bozza dell'ultima anagrafe. Il primo registro fu impiantato dal parroco don Leonardo Dalla Torre nel 1866. Nel 1925 il parroco don Luigi Conter, ritenendolo ormai vecchio e incompleto, ne formò uno nuovo. Secondo quanto lui stesso dichiarò alla fine del registro, l'anagrafe fu compilata durante l'inverno del 1925. Il parroco si servì, come punto di partenza, dell'anagrafe del 1866, ma un aiuto importante lo ebbe dall'anagrafe del Comune, compilata nel 1923, "fatta con grande cura ed esattezza" (1). Don Conter riferisce inoltre di "aver descritto le famiglie nello stato in cui ora si trovano, senza numerare la serie degli antenati, che si trovano facilmente nell'anagrafe anteriore, al bisogno potrà essere consultata. Alle famiglie che presumibilmente continueranno a far parte del Comune, si ha aggiunte le famiglie stabilitesi altrove pur conservando il diritto di pertinenza al comune di Cloz" (2). Dal 1946 al 1953 fu parroco di Cloz don Francesco Daz, che poco dopo il suo arrivo cominciò la stesura di una nuova anagrafe, "ancora allo stato embrionale" nel 1948 (3). In archivio è presente quella bozza, corredata dalle schede anagrafiche presenti in parrocchia e relative ai capifamiglia di Cloz. L'ultima anagrafe è perciò la redazione definitiva del lavoro impiantato da don Daz; don Leopoldo Cappello, suo successore, la tenne aggiornata fino al 1953, termine del suo mandato.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, P. 52

31

Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, VII (1905), p. 239

SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Stati delle anime, reg. 2, carta di guardia. (2) Ibidem. (3) Cfr. Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1.3, questionario per la visita pastorale del 1948.

A 7.1 {34}

"Anagrafe nel 1866"

[1866] (con aggiornamenti fino al 1946) Alle pp. 188-189: "Partiti per l'America", elenco di emigrati dal novembre 1881 al 10 gennaio 1887, [1881-1887]; a p. 191: rilevazione della popolazione nelle due ville di Cloz, Santo Stefano e Santa Maria, dal 1872 al 1883, [1872-1883]. Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. sd 175, pp. 176-191, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n.

A 7.2 {35}

"Nuova anagrafe dell'anno 1924"

1925 (con aggiornamenti fino al 1947) Sulla carta di guardia: "Osservazione" del parroco Luigi Conter relativa alle modalità di compilazione dell'anagrafe, 1925 marzo 26. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. sd 139 (bianche le cc. sd 52-54), con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n. Segnature precedenti: Tomo I

A 7.3 {36}

Bozza di anagrafe

[1946 - 1950] Bozza dell'anagrafe compilata dal parroco Francesco Daz trasferendo i dati contenuti sulle schede anagrafiche conservate in parrocchia e qui allegate ad ogni capofamiglia. Italiano Registro; carta, cc. 242 n.n.

32

A 7.4 {37}

"Stato d'anime"

[1946 - 1953] (con aggiornamenti fino al 1969) Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. sd 363, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n.

33

serie A 8 Registri degli sponsali, 1908 - 1929 {38}

registri 1

Contenuto Papa Pio X nel decreto "Ne temere" stabilì che dal giorno di Pasqua del 1908 la promessa di matrimonio per essere valida dovesse essere fatta per iscritto, alla presenza del parroco oppure di due testimoni e firmata dai due fidanzati. Tutto questo allo scopo di impedire problemi o controversie che potevano nascere in seguito ad accordi segreti e di evitare litigi o inimicizie tra persone e famiglie. Il decreto era anche in sintonia con il Codice civile austriaco che stabiliva inoltre che la promessa di matrimonio non imponeva alcun obbligo legale né a contrarre il matrimonio né a versare quanto era stato pattuito, nel caso uno dei due fidanzati mancasse alla promessa.

Bibliografia Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, n. III (1908)

A 8.1 {39}

"Registro sponsali della parrocchia di Cloz dal 3 giugno 1908 al 1928"

1908 giugno 3 - 1929 febbraio 2 Italiano Registro; carta, legatura in tela, cc. 50 n.n.

34

serie A 9 Registri delle pubblicazioni matrimoniali, 1908 - 1939 {40}

registri 1

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale sono state annotate, per essere successivamente comunicate ai fedeli durante le funzioni domenicali, le date delle tre pubblicazioni necessarie alla celebrazione dei matrimoni stabilite dal Concilio di Trento (Sess. 24) e dal Codice di diritto civile austriaco (§ 71) che recitava "la denuncia deve farsi in tre giorni di domenica o di festa, all'adunanza ordinaria nella chiesa parrocchiale del distretto e se gli sposi abitano in diversi distretti nella chiesa parrocchiale del distretto di ciascun di essi".

A 9.1 {41}

"Pubblicazioni"

1908 gennaio 1 - 1915 aprile 18; 1919 febbraio 2 - 1939 maggio 28 Italiano Registro; carta, legatura in tela, cc. 63 n.n.

35

serie A 10 Atti matrimoniali, 1830 - 1962 {42}

fascicoli 4

Contenuto La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Il permesso politico, introdotto nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciato dal Comune e doveva dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'attività o fosse garantito da una paga giornaliera. Ai parroci era vietato benedire i matrimoni di coloro che non lo avessero presentato. In seguito alla legge n. 847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei contraenti", consistente nelle domande da farsi agli sposi secondo il can. 1020 del Codice di diritto canonico, e comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali.

Vedi anche: Serie Registri dei matrimoni.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 174-175

A 10.1 b. 1 {43}

Atti matrimoniali

1830 - 1872 Mancano gli atti matrimoniali dell'anno 1843. Italiano, latino, tedesco Fascicolo; carta, cc. 540 n.n.

A 10.2 b. 2 {44}

Atti matrimoniali

1873 - 1902 Italiano, latino, tedesco

36

Fascicolo; carta, cc. 652 n.n.

A 10.3 b. 3 {45}

Atti matrimoniali

1903 - 1938 Italiano, latino, tedesco Fascicolo; carta, cc. 769 n.n.

A 10.4 b. 4 {46}

Atti matrimoniali

1939 - 1962 Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 871 n.n.

37

serie A 11 Registri delle pubblicazioni degli avvisi, 1926 - 1951 {47}

registri 13

Contenuto La serie è composta da 13 registri sui quali sono stati annotati gli avvisi da leggere ai fedeli a conclusione delle principali celebrazioni liturgiche; essi riguardavano principalmente l'orario e la scadenza delle funzioni settimanali, l'orario delle confessioni, le attività di preparazione alle feste religiose e altre comunicazioni, come per esempio lo smarrimento di oggetti rinvenuti e portati in chiesa. Si segnala la mancanza dei registri per il periodo che va dall'agosto 1939 al luglio 1948.

A 11.1 {48}

"Pubblicazioni messe"

1926 settembre 5 - 1927 novembre 13 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 31 n.n.

A 11.2 {49}

"Pubblicazioni di messe"

1927 novembre 20 - 1928 dicembre 22 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 28 n.n.

A 11.3 {50}

"Offici"

1928 dicembre 23 - 1929 ottobre 12 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 21 n.n.

A 11.4 {51}

"Pubblicazioni offici"

1929 ottobre 13 - 1930 agosto 16 Italiano

38

Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 23 n.n.

A 11.5 {52}

"Pubblicazioni offici"

1930 agosto 17 - 1931 marzo 14 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 15 n.n.

A 11.6 {53}

"Pubblicazioni offici"

1931 marzo 15 - 1932 ottobre 8 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 42 n.n.

A 11.7 {54}

"Pubblicazioni offici"

1932 ottobre 9 - 1933 maggio 20 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 16 n.n.

A 11.8 {55}

"Pubblicazioni offici"

1933 maggio 21 - 1935 marzo 9 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 48 n.n.

A 11.9 {56}

"Pubblicazioni offici"

1935 marzo 10 - 1936 maggio 30 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 33 n.n.

A 11.10 {57}

"Pubblicazioni offici"

1936 maggio 31 - 1937 ottobre 23

39

Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 37 n.n.

A 11.11 {58}

"Pubblicazioni messe nella chiesa parrochiale di Cloz"

1939 febbraio 12 - 1939 luglio 30 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 13

A 11.12 {59}

"Chiesa arcipretale di Cloz. Pubblicazioni"

1948 agosto 15 - 1949 dicembre 25 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 37 n.n.

A 11.13 {60}

Pubblicazioni degli avvisi

1950 gennaio 1 - 1951 gennaio 14 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 32 n.n.

40

serie A 12 Diari delle messe avventizie , 1945 - 1963 {61}

registri 2

Contenuto L'autorità ecclesiastica centrale predispose l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote e ne stilò le norme per la loro compilazione. I diari delle messe avventizie, con quelli delle messe legatarie, dovevano essere custoditi in sacrestia, come stabilito da una comunicazione ai decani del 14 agosto 1804 redatta dal vicario generale del vescovo di Trento Simone Albano Zambaiti che riprendeva quanto enunciato nell'enciclica 'Quamvis iterato' del 4 gennaio 1774. Tali disposizioni vennero confermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin nel 1825 (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825). Nei diari delle messe avventizie dovevano essere annotati il numero progressivo delle messe celebrate, la data della celebrazione, l'intenzione e il nome del ministro celebrante.

La serie è formata da due registri che riportano le registrazioni delle messe avventizie celebrate nella chiesa di Santa Maria e nella chiesa di Santo Stefano.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 382-386

A 12.1 {62}

"Diarium missarum"

1945 novembre 1 - 1963 settembre 22 Altre denominazioni: "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Sanctae Mariae" (tit. int.) Diario delle messe avventizie celebrate nella chiesa di Santa Maria. Latino Registro; carta, legatura in tela, cc. 71 n.n.

A 12.2 {63}

"Diarium missarum"

1953 novembre 1 - 1958 agosto 31 Altre denominazioni: "Diarium missarum celebratarum in ecclesia Sancti Stefani" (tit. int.) Diario delle messe avventizie celebrate nella chiesa di Santo Stefano. Latino Registro; carta, legatura in tela, cc. 67 n.n.

41

serie A 13 Registri dei legati missari, 1749 - 1936 {64}

registri 2

Contenuto La serie è formata da due registri. Il primo registro, iniziato dal parroco don Giuseppe Giovanni Martini nel 1749, poco tempo dopo il suo insediamento a Cloz, riporta tutte le messe legatarie da celebrarsi annualmente dal parroco di Cloz; l'intento del parroco era quello di regolarizzare e garantire le soddisfazioni a tutte le messe fondate, e di fornire ai suoi successori un valido strumento. Il secondo registro, impiantato alla fine del XIX secolo, riporta tutte le messe legatarie fondate nella parrocchia fino al 1936.

A 13.1 {65}

"Missae legatarie annuatim et perpetuo celebrandae a parocho Clotii, vel ab aliis, iussu parochi de Martinis in hunc librum redactae et descriptae anno 1749, in sublevamen eius successorum" (tit. int.)

1749 [marzo] - 1751 aprile 3 (con integrazioni fino al 1829) Registro delle messe perpetue fondate nella parrocchia di Cloz e da celebrarsi annualmente da parte del parroco. Italiano, latino Registro; carta, legatura in carta, pp. 57

A 13.2 {66}

"Urbario delle fondazioni di Cloz"

sec. XIX fine - 1936 Registro delle messe fondate presso la chiesa parrocchiale, la filiale di Santa Maria, presso privati e delle fondazioni spettanti al Comune e alla Congregazione di Carità. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 44 n.n.

42

serie A 14 Registri delle soddisfazioni degli oneri missari, 1930 - 1936 {67}

quaderni 1

Contenuto La serie è formata da un registro sul quale sono annotati gli adempimenti degli oneri missari (dei legati perpetui e temporanei).

A 14.1 {68}

"Messe legatarie: Santo Stefano, Santa Maria, del Comune, Congregazione di Carità"

1930 - 1936 Registro delle soddisfazioni degli oneri missari a carico delle chiese di Santo Stefano e di Santa Maria, del Comune e della Congregazione di carità di Cloz. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 12 (bianche le pp. 2, 3, 5-7, 9-11)

43

serie A 15 Registri di cassa generale, 1928 - 1952 {69}

registri 2

Contenuto La serie è formata da due registri in uso al parroco che riportano l'annotazione di entrate e uscite di varie amministrazioni presenti in parrocchia sulle quali il sacerdote esercitava il suo controllo.

A 15.1 {70}

Cassa generale

1928 - 1931 gennaio 17 (1) Registro delle entrate e delle uscite spettanti alle chiese di Santo Stefano e di Santa Maria, all'Asilo, al Pane di Sant'Antonio e ad altre opere e associazioni presenti in parrocchia. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 31 n.n. Note (1) Tutti i conti furono liquidati il 17 giugno 1931.

A 15.2 {71}

"Giornale-mastro" (tit. int.)

1949 dicembre - 1952 settembre 10 Registro di entrate (principalmente offerte) e uscite (dovute principalmente per l'energia elettrica e il consumo d'acqua, per assicurazioni, per lo stipendio del sacrestano, per attrezzature, per gite) della chiesa di Santo Stefano, della chiesa di Santa Maria, dell'oratorio e della canonica. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 24 n.n.

44

serie A 16 Registri dei capitali, [1887] - 1938 {72}

registri 1

Contenuto La serie è formata da un registro, impiantato dal parroco don Luigi Conter, sul quale sono registrati i capitali spettanti alla chiesa e al beneficio parrocchiale, alla chiesa di Santa Maria e al Fondo poveri. Sullo stesso registro il parroco ha riportato anche "piccole memorie" relative alle due chiese di Cloz che il suo successore, don Giovanni Martini, incrementò fino alla fine del suo mandato.

A 16.1 {73}

"Urbario dei capitali delle chiese e del beneficio parrocchiale e notizie"

[1887] - 1938 Altre denominazioni: "Urbario dei capitali della chiesa di Cloz" (tit. int.) cc. sd 1-40: capitali spettanti alla chiesa parrocchiale di Santo Stefano, [1887]-1938; cc. sd 100-115: capitali spettanti alla chiesa filiale di Santa Maria, [1887]-1938; cc. sd 150-166: capitali spettanti al beneficio parrocchiale di Cloz, [1887]-1938; cc. sd 174-185: capitali spettanti al Fondo poveri di Cloz, 1918 febbraio 18-1918 dicembre. All'inizio, sotto il titolo interno: annotazione relativa alle modalità di supplenza in caso di vacanza delle parrocchie di Cloz e Arsio, 1923 agosto 29; alle cc. sd 63-73: "Piccole memorie delle due chiese di Cloz", memorie (restauri e lavori di manutenzione, acquisto di arredi e paramenti sacri, fondazioni missarie, notizie di vita parrocchiale e relative al periodo della prima guerra mondiale) redatte dal parroco don Luigi Conter relative al periodo di sua reggenza (1887-1927) e continuate dal parroco don Giovanni Martini (1927-1939), 1887 settembre 4-1937. Italiano Registro; carta, legatura in tela, cc. sd 185 (bianche molte cc. sd)

45

serie A 17 Registri di elemosine e offerte, 1914 - 1952 {74}

registri 9

Contenuto La serie è formata da nove registri sui quali sono state annotate offerte ed elemosine a favore di opere parrocchiali e diocesane, circoli cattolici, poveri e devozioni varie.

A 17.1 {75}

"Questue ordinate"

1914 - 1919; 1927 - 1928 (con annotazione del 20 agosto 1929) Offerte per opere pontificie, diocesane e parrocchiali, per le missioni e per le sante anime. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 60

A 17.2 {76}

"Opera di San Vigilio"

1921 - 1923 Elenchi di offerenti e offerte. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela , cc. 8 n.n.

A 17.3 {77}

"Questua per l'opera di San Vigilio in Cloz incominciata nel 1923"

1923 - 1925 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 10 n.n.

A 17.4 {78}

"Capitello Nostra Signora"

1929 ottobre 26 - 1938 dicembre 9 Offerte raccolte presso il capitello per la celebrazione di messe e per le sante anime.

46

Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 20 n.n.

A 17.5 {79}

"Sant'Antonio"

1929 novembre 2 - 1936 dicembre 31 Offerte per il Pane di Sant'Antonio. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 25 n.n.

A 17.6 {80}

"Collette comandate e per le anime degli offerenti"

1929 - 1938 Offerte per opere cattoliche, missionarie, diocesane ed elemosine raccolte in chiesa. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 49

A 17.7 {81}

"I. Offerte pro San Innocente; II. Pane di Sant'Antonio; III Restauri chiesa"

1936 febbraio 19 - 1938 dicembre 28 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 12 n.n.

A 17.8 {82}

"Fondo campane. Predicazione quaresimale. Elemosine varie"

1939 agosto 16 - 1952 ottobre 30 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, con appigli, cc. 30 n.n.

A 17.9 {83}

"Offerte-spese decoro, culto, beneficenze"

1947 gennaio 8 - 1952 ottobre 30 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 3 n.n.

47

serie A 18 Registri di cronache e memorie, 1922 - 1961 {84}

registri 2

Contenuto La serie è formata da due registri. Il primo registro raccoglie le memorie del parroco don Luigi Conter relative al nuovo concerto di campane per la chiesa di Santo Stefano rifuse nel 1922 in seguito alle requisizioni di guerra e ai festeggiamenti per il terzo cinquantenario della traslazione del corpo di San Innocenzo al quale i cloziani erano molto devoti. Il secondo registro riporta brevi memorie di Cloz scritte da don Leone Franch (1), suo illustre paesano, autore di diverse pubblicazioni dedicate a Cloz, alla sua chiesa e alla Valle di Non.

Note (1) Leone Franch nacque a Cloz il 16 giugno 1883; nel 1925, insieme al fratello Pio, aiutava l'anziano parroco don Luigi Conter nella cura d'anime; fu professore presso il Collegio arcivescovile di Trento; morì all'Ospedale di Cles il 10 novembre 1964 e il 12 novembre fu sepolto a Cloz. Autore de "La val di Non", "Memorie di Cloz", "La nuova chiesa parrocchiale di Cloz". Su alcune pubblicazioni il cognome riportato è FRANCHI, dovuto alla correzione imposta dal regime con decreto prefettizio del 27 gennaio 1928 (n. 659).

A 18.1 {85}

"Memorie riguardanti le nuove campane di Cloz ed elenco degli offerenti anno 1922"

1922 aprile 30 - 1923 settembre 26 - "Ricordi" del parroco don Luigi Conter relativi alle vecchie e alle nuove campane: requisizioni di guerra, rifusione delle nuove campane, elenchi di offerenti e di offerte, 1922 aprile 30-1923 aprile 3; - "Memoria del III cinquantenario della traslazione di San Innocenzo", elezione del Comitato per i festeggiamenti, elenchi di offerenti e di offerte, registrazioni di cassa, 1923 febbraio 18-1923 settembre 26.

Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 24 n.n.

A 18.2 {86}

"Memorie di don Leone Franch (1950-1964)"

[1947 - 1961] Memorie scritte da don Leone Franch relative alla vita parrocchiale e sociale di Cloz, nozioni di matematica, elenchi di toponimi, etimologia di parole dialettali.

48

Italiano Registro; carta, legatura in carta, pp. 64, con indice degli argomenti alla p. 1 e all'interno della coperta anteriore

49

serie A 19 Protocolli degli esibiti, 1884 - 1946 {87}

registri 2

Contenuto I protocolli degli esibiti sono registri sui quali devono essere annotati, secondo una numerazione progressiva, gli atti e la corrispondenza in arrivo e in partenza di una amministrazione con l'indicazione della data e del contenuto. Ai parroci venne raccomandata la compilazione di tali registri per una corretta gestione del loro ufficio sia dall'autorità politica, sia da quella ecclesiastica.

La serie è formata da due protocolli: sul primo sono registrati gli esibiti dal primo gennaio 1884 al 13 settembre 1887; sul secondo sono riportati gli esibiti dal 25 giugno 1907 al 10 gennaio 1946. Sul secondo protocollo, prima delle registrazioni, si legge la nota "Continuazione del 1907": il precedente registro non è però presente in archivio.

Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888, pp. 120-121

A 19.1 {88}

Protocollo degli esibiti

1884 gennaio 1 - 1887 settembre 13 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 11 n.n.

A 19.2 {89}

"Protocollo degli esibiti"

1907 giugno 25 - 1946 gennaio 10 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 95 n.n.

50

serie A 20 Carteggio e atti ordinati, 1608 - 1952 {90}

fascicoli 15

Contenuto La serie è formata da 15 fascicoli, numerati e titolati, formati a loro volta da sottofascicoli, anch'essi recanti un titolo relativo al contenuto; la grafia è riconducibile al parroco don Francesco Daz. Nel 1946 egli prese possesso della parrocchia di Cloz ed è probabile che, in previsione della visita pastorale del 1948, mettesse mano all'archivio. L'intervento di don Daz riprende però e completa quello già intrapreso dal parroco don Luigi Conter, che aveva raccolto in fascicoli parte della documentazione dell'archivio. Sulle risposte rese in occasione della visita pastorale del 1925 l'anziano parroco riportava, nella parte relativa all'archivio parrocchiale, che "gli atti vescovili si trovano in apposito riparto fascicolati...; [i nati, morti e matrimoni all'estero] si trovano tutti conservati in fascicoli separati; [gli atti matrimoniali] si trovano tutti in fascicoli separati di anno in anno; [gli atti visitali] si trovano con gli atti vescovili; [la corrispondenza con la Curia] si trova in uno scompartimento a parte dell'archivio; i documenti recenti [del beneficio parrocchiale] si trovano tutti in apposita teca" (1). In occasione della visita del 1937 il parroco don Giovanni Martini, rispondendo al questionario nella parte relativa all'archivio parrocchiale, riprende le risposte del suo predecessore: in questo modo apprendiamo che dal parroco Martini non vennero effettuati particolari interventi sull'archivio. A quanto è dato sapere nemmeno il suo successore apportò modifiche: sull'atto di consegna reso nel 1946 in seguito a rinuncia, il parroco Guido Bortolameotti lasciava a don Francesco Daz, incaricato dell'amministrazione temporanea, l'archivio più o meno come lo aveva trovato (2). Diversa è invece la descrizione che si trova sul questionario per la visita del 1948: don Francesco Daz dopo aver enumerato i registri scrive che gli atti matrimoniali sono conservati in "2 teche" e "tutti gli altri documenti di archivio: atti vescovili pastorali, corrispondenza con la Curia, documenti antichi e recenti sono raccolti e ordinati secondo la materia in 31 teche" (3). Il parroco raccolse o ordinò quindi in "teche", "secondo la materia", gli atti presenti in archivio; sul dorso di ogni contenitore elencò il contenuto. All'interno delle teche i fascicoli sono titolati, per la maggior parte da don Daz, ma in qualche caso la grafia è riconducibile a don Conter. Non tutta la documentazione presente in archivio venne ordinata. I parroci che seguirono non incrementarono il contenuto dei fascicoli, che cronologicamente non superano la fine del mandato di don Francesco Daz (1952). La documentazione raccolta nelle teche è prodotta dall'ufficio parrocchiale di Cloz, dagli enti ecclesiastici presenti in parrocchia, dall'ufficio comunale di Cloz, da privati, da enti operanti sul territorio o da altre parrocchie. La numerazione riportata sui contenitori sembra solamente una numerazione sequenziale e non emerge alcuna volontà di stabilire un preciso ordine. Malgrado ciò si è deciso di mantenere intatte sia le unità sia la loro sequenzialità numerica. I 15 fascicoli che fanno parte di questa serie, sono stati descritti seguendo la numerazione originale, da 1 a 15; ogni fascicolo è a sua volta ordinato e descritto secondo l'ordine dato dal titolo del fascicolo stesso.

51

Vedi anche: Serie Carteggio e atti. Serie Carteggio e atti . Fondo Confraternita del Santissimo Rosario in Cloz. Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento in Cloz. Serie Carteggio e atti. Fondo Documentazione dell'archivio della famiglia Zaffoni di Cloz. Fondo Documentazione dell'archivio della Società Agricola Operaia Cattolica di Cloz. Fondo Confraternita del Sacro Cuore di Gesù in Cloz. Fondo Documentazione dell'archivio della Congregazione di carità di Cloz. Fondo Documentazione dell'archivio della Comunità di Brez.

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1.3. (2) Ibidem, Carteggio e atti, fasc. 7. (3) Ibidem, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1.3.

A 20.1 b. 1 {91}

"1. Pastorali vescovili dal 1810 al 1921. Decreti vescovili"

1766 - 1948 Fascicolo Segnature precedenti: 1

A 20.1.1 b. 1 {92}

"Pastorali vescovili"

1810 - 1921 Nn. 1-111 Pastorali vescovili a stampa.

Latino, italiano Fascicolo, carta, cc. 408

A 20.1.2 b. 1 {93}

"Decreti vescovili"

1830 - 1936 Nn. 1-250. Decreti, circolari, avvisi, disposizioni, pareri provenienti dall'autorità vescovile e dall'ufficio decanale.

52

Latino, italiano Fascicolo, carta, cc. 475

A 20.1.3 b. 1 {94}

"Decreti visitali"

1766 - 1948 Decreti seguiti alle visite pastorali del 1766, 1838, 1866, 1909, 1925 (con questionario per la visita) e 1948 (con programma e questionario per la visita); per la visita del 1937 è presente il questionario. Latino, italiano Fascicolo, carta, cc. 39

A 20.2 b. 2 {95}

"2. Varie e miscellanea"

1695 (copia) - 1951 Segnature precedenti: 2

A 20.2.1 b. 2 {96}

"Miscelanea 1749-1936"

1695 (copia) - 1951 Atto di fondazione del beneficio Barisella di Revò (1695 copia), disposizioni emanate da Maria Teresa d'Austria in merito al commercio (1768), estratto dell'atto relativo allo scioglimento delle tre "Compagnie delle Valli" e alla costituzione di sei compagnie (1) (1809), estratto di cassa della "Causa pia di Senale" (1845), estratto dal verbale della riunione dei soci della "Cantina sociale di Cloz" (1909), elenco di iscritti al Partito popolare trentino (1919), atto di costituzione e statuto della società "Magazzini frutta Cloz" (1936 copia), atti relativi alle celebrazioni per il IV Centenario del Concilio di Trento (1945), rendiconto e convocazioni per l'assemblea dei soci della società "Polisportiva di Cloz" (1950-1951), elenco di candidati alle elezioni comunali (1951), libretto di debito del "Consorzio irriguo di Cloz". Italiano, latino, tedesco Fascicolo, carta, cc. 81 Note (1) Le tre "Compagnie delle Valli" erano state formate per l'attività di difesa e polizia nelle valli di Non e Sole. Al loro posto furono istituite sei compagnie il cui contingente era formato da 300 uomini (dai 18 ai 50 anni) per ogni compagnia, scelti a sorte dalle diverse comunità. Essi percepivano dalle rispettive giurisdizioni una paga per il loro servizio.

A 20.2.2 b. 2 {97}

"Varie"

1868 - 1924

53

Raccolta di materiale a stampa: numeri e supplementi della "Voce cattolica" (1868-1906), ode in onore di san Innocenzo (1873), regole per i depositi postali (1884), convocazioni di assemblee di diversi enti, relazioni sull'attività della "Lega di provvidenza per la gioventù" di (1906), proposte di Emanuele Lanzerotti (1) per le cooperative elettriche trentine (1924), ecc. Italiano Fascicolo, carta, cc. 157 Note (1) Emanuele Lanzerotti nacque a il 10 aprile 1872. Nel 1899 si laureò in filosofia e teologia; fu deputato al parlamento di Vienna per due legislature. Sostenitore del sistema cooperativo, a lui vanno ascritte, a solo titolo esemplificativo, le fondazioni della Società elettrica cooperativa di , delle Officine elettrico-industriale dell'Alta Anaunia, della Falegnameria dell'Alta Anaunia, la costruzione della centrale elettrica sul Novella. Fondò il Sindacato Agricolo Industriale Trentino (S.A.I.T.) di cui fu il primo presidente. Morì a Masnago (Varese) il 3 settembre 1955, ma nel 1999 le sue spoglie furono trasferite al paese natale di Romeno. Cfr. SIRONI M., Emanuele L. Il fascino dell'essere insieme, Ed. Lativa, Varese, 2011.

A 20.3 b. 2 {98}

"3. Fatture e ricevute dal 1880 al 1945. Lettere"

1812 - 1951 Fascicolo Segnature precedenti: 3

A 20.3.1 b. 2 {99}

"Specifiche 1856-1945"

1812 - 1903 Note di conti ("specifiche") spettanti a privati. Italiano Fascicolo, carta, cc. 40

A 20.3.2 b. 2 {100}

Lettere

1866 - 1951 Lettere inviate al parroco da privati e religiosi relative a questioni familiari e personali. Italiano Fascicolo, carta, cc. 116

54

A 20.4 b. 3 {101}

"4. Carteggi , Arsio, , Lauregno. Anagrafe. Scuole. Affari militari. Cause. Testamenti"

1782 - 1944 Fascicolo Segnature precedenti: 4

A 20.4.1 b. 3 {102}

"Carteggi riguardanti Castelfondo"

1782 - 1881 Corrispondenza della rappresentanza comunale di Castelfondo proveniente dal Giudizio distrettuale di Cles, dalla Commissione

di difesa nazionale di Cles, dal comune di Brez, dalla canonica di Castelfondo. Italiano Fascicolo, carta, cc. 21

A 20.4.2 b. 3 {103}

"Arsio"

1809 Corrispondenza della rappresentanza comunale di Arsio proveniente dal Giudizio distrettuale di Cles. Italiano Fascicolo, carta, cc. 18

A 20.4.3 b. 3 {104}

"Dambel"

1842 Estratto ipotecario di privati proveniente dal Giudizio distrettuale di Fondo. Italiano Fascicolo, carta, cc. 2

A 20.4.4 b. 3 {105}

"Carteggi riguardanti la chiesa di Lauregno"

1812 - 1920 Corrispondenza con l'autorità politica in relazione alla nomina del curato, verbale della rappresentanza comunale per l'elezione del curato, lettera di debito, atti relativi all'obbligo della curazia a concorrere alle spese per i restauri della parrocchiale, richiesta del parroco di Cloz per la reluizione di un onere verso il beneficio curaziale di Lauregno.

Italiano

55

Fascicolo, carta, cc. 16

A 20.4.5 b. 3 {106}

"Anagrafe"

sec. XIX seconda metà Prospetto sul movimento della popolazione di Cloz dal 10 aprile alla fine di giugno 1876, tabelle della popolazione nelle due ville di Cloz. Italiano Fascicolo, carta, cc. 6

A 20.4.6 b. 3 {107}

"Scuole"

1813 - 1944 Comunicazione del decano in merito all'osservanza delle prescrizioni scolastiche, contratto tra la rappresentanza comunale e il maestro Graziano Angeli, dispensa dalla frequenza per uno scolaro, esenzione dal pagamento di multe "inflitte per contravvenzioni scolastiche", lamentele della maestra Anna Franch per il comportamento scorretto di una alunna, prospetti delle assenze, estratto dei capitali delle scuole di Cloz, spese per i maestri, contratto con il maestro, corrispondenza relativa agli insegnanti e cedole di versamento degli stipendi, elenchi di iscritti all'asilo infantile di Cloz dal 1942 al 1944. Italiano Fascicolo, carta, cc. 55

A 20.4.7 b. 3 {108}

"Affari militari"

1809 Avvisi, circolari e ordini diramati dal Comando Superiore del Tirolo Italiano in Trento. Italiano Fascicolo, carta, cc. 35

A 20.4.8 b. 3 {109}

"Cause"

1830 - 1891 Atti relativi a cause tra privati, prevalentemente per recupero di crediti e per questioni ereditarie. Italiano Fascicolo, carta, cc. 189

56

A 20.4.9 b. 3 {110}

"Testamenti"

1850 - 1934 Testamenti olografi. Italiano Fascicolo, carta, cc. 105

A 20.5 b. 4 {111}

"5. Cassa Rurale 1899-1911. Società elettriche 1901-1902. Questioni giuridiche 1894-1895. Autentiche reliquie"

1750 - 1918 (con seguiti del 1937) Fascicolo Segnature precedenti: 5

A 20.5.1 b. 4 {112}

"Cassa Rurale 1899-1911"

1899 - 1918 Atti della Presidenza relativi all'attività della Cassa Rurale di Cloz: corrispondenza con la Federazione delle Casse rurali (1) e con la Banca cooperativa di Trento (2), convocazioni dell'assemblea dei soci, bilanci annuali, riparto degli utili. Italiano Fascicolo, carta, cc. 203 Note (1) Federazione delle Casse rurali e dei sodalizi cooperativi della parte italiana della provincia, con sede in Trento; la Cassa rurale di Cloz è stata iscritta il 21 febbraio 1899 nella matricola federale al N. 79. (2) La Banca cooperativa di Trento apriva conti correnti di favore alle Casse rurali sia per depositare le momentanee giacenze di cassa, sia per rifornirle di denaro in caso di deficienza di fondi disponibili.

A 20.5.2 b. 4 {113}

"Società elettriche 1901-1902"

1900 - 1902 (con seguito a stampa del 31 dicembre 1904) Atti dei membri di sorveglianza (1) delle Officine elettrico-industriali dell'Alta Anaunia in Romeno relativi alla gestione della società cooperativa. Italiano Fascicolo, carta, cc. 83 Note (1) Ne faceva parte in qualità di capo sindaco il parroco di Cloz don Luigi Conter.

57

A 20.5.3 b. 4 {114}

"Questioni per diritti 1894-1898"

1894 - 1898 (con seguito dell'8 luglio 1908) Atti relativi alla vertenza per l'usurpazione di un terreno spettante al beneficio parrocchiale di Cloz e alla determinazione dei confini. Italiano, tedesco Fascicolo, carta, cc. 46

A 20.5.4 b. 4 {115}

"Autentiche di sacre reliquie"

1750 - 1795 (con seguiti del 1873 e del 1937) N. 13 autentiche. Latino, italiano Fascicolo, carta, cc. 30

A 20.6 b. 5 {116}

"6. Atti amministrativi 1811-1922. Locazioni 1869 (1)"

1608 - 1915 Fascicolo Segnature precedenti: 6 Note (1) Il fascicolo relativo all'amministrazione del beneficio Ruffini di Brez si trova nel fascicolo "Brez 1717-1879": cfr. Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Carteggio e atti ordinati, fasc. 9.1

A 20.6.1 b. 5 {117}

"Documenti amministrativi antichi. 1622-1804"

1608 - 1806 "Instrumenta" (costituzioni di censo e compravendite) della chiesa parrocchiale. Latino, italiano Fascicolo, carta, cc. 70

A 20.6.2 b. 5 {118}

"Atti amministrativi. 1811-1915"

1817-1915

58

Atti relativi all'amministrazione della chiesa parrocchiale: lettere di debito, insinuazioni ipotecarie, affrancazioni di oneri missari, diffide di pagamento delle imposte, ecc. Italiano Fascicolo, carta, cc. 85

A 20.7 bb. 6-8 {119}

"7. Chiesa di Santo Stefano 1817-1839. Chiesa di Santa Maria 1807-1902. Beneficio parrocchiale 1843-1945. Primissario. Canonica e campanile"

1709 - 1952 Fascicolo Segnature precedenti: 7

A 20.7.1 b. 6 {120}

Chiesa di Santo Stefano

[1804] - 1952 Inventari del patrimonio ([1804]-1919); atti relativi all'amministrazione (1817-1952); atti relativi all'affitto di stabili (1875- 1920); polizze e cedole di assicurazione (1928-1952); atti di compravendita (1948). Italiano Fascicolo, carta, cc. 359

A 20.7.2 b. 6 {121}

Chiesa di Santa Maria

1827 - 1952 Atti relativi all'amministrazione: spese per la manutenzione ordinaria e straordinaria, contratto con il professore Carlo Donati per la decorazione della chiesa (1928), rinnovo di locazione, diffide di pagamento delle imposte, estratti tavolari, inventari del patrimonio assunti nel 1888, 1894, 1903 e 1919, polizze e cedole di assicurazione, ecc. Italiano Fascicolo, carta, cc. 112

A 20.7.3 b. 7 {122}

Beneficio parrocchiale

1749 - 1952 Inventario dei mobili (1749 con annotazione del 1781), sentenza arbitrale in merito a confini (1769), atto relativo alla controversia insorta tra il conte d'Arsio e il parroco di Cloz per diritti di decima nelle pertinenze di (1773 copia); atto relativo alla composizione della lite per diritti di decima nelle pertinenze di Brez (1836); inventari del patrimonio assunti nel 1866, 1885, 1903 e 1920; atti relativi all'affitto di fondi (1852-1947); fogli di possesso fondiario (sec. XIX ex.-1927); atti di

59

permuta di fondi (1944-1952); atti di compravendita (1948-1950); riscossioni di interessi sui capitali e "promemoria" dei riscossori, fassioni sul reddito parrocchiale, fassioni per la determinazione della congrua e prospetti di rettificazione, diffide di pagamento e pagamenti delle imposte, atti relativi alla determinazione dei confini dei fondi spettanti al beneficio in seguito ad usurpazione di terreni, estratti catastali, polizze e cedole di assicurazione, ecc. Italiano Fascicolo, carta, cc. 676

A 20.7.4 b. 8 {123}

Primissario

1758; 1814 - 1923 Convenzione tra il parroco (1) e i rappresentanti della comunità di Cloz per provvedere la pieve di un cappellano (1758), contratti con il primissario (1814, 1848), fassioni della cappellania, atti relativi all'abitazione per il primissario presso la frazione di Santa Maria e suo onorario, nomine, vacanze, ecc. Italiano Fascicolo, carta, cc. 60 Note (1) Il parroco don Giuseppe Giovanni Martini dispose personalmente per il mantenimento del primissario. Con suo testamento del 2 aprile 1779 fondò un legato a favore della cappellania. Il primissario era anche maestro e cooperatore parrocchiale.

A 20.7.5 b. 8 {124}

"Restauri chiesa, canonica, campanile"

1709 - 1952 Atti relativi ai restauri del campanile: contratto con il falegname ("marangone") per i lavori di restauro, contributo comunale alle spese di riparazione, lettera del parroco al Comune per sollecitare la riparazione del campanile, nulla osta della

Soprintendenza per l'esecuzione dei lavori di riparazione del tetto del campanile (1709-1952); atti relativi ai restauri della chiesa parrocchiale: concorrenza alle spese di riparazione per la chiesa parrocchiale, riparazione del tetto, lavori di manutenzione, costruzione di banchi, provvista di arredi e paramenti sacri, nuovo organo elettrico (1744-1851); atti relativi ai restauri della canonica: perizia relativa ai lavori da eseguire in canonica, atti relativi alla concorrenza del Comune alle spese di manutenzione della canonica, riparazione del tetto, misure, preventivi, disegni e fatture per i restauri (1820-1907).

Italiano Fascicolo, carta, cc. 190

A 20.8 b. 9 {125}

"8. Fondo poveri 1826-1934. Quietanze varie 1842-1945. Affari privati 1842-1916"

1632; 1806 - 1938 Fascicolo Segnature precedenti: 8

60

A 20.8.1 b. 9 {126}

"Fondo poveri"

1826 - 1938 Carteggio e atti relativi all'amministrazione del Fondo: ricevute di prestazioni a poveri, corrispondenza con il Giudizio distrettuale di Fondo per il trattamento dei poveri, inventari del patrimonio assunti nel 1836 e 1904, notifiche di legati e multe (1) a favore di poveri di Cloz, atti relativi all'investimento di capitali, prospetto dei debitori, atti relativi al lascito di don Francesco Bertoldi (2) (1868-1870), atti relativi al lascito di don Alfonso de Angeli (3) e alla fondazione del legato omonimo in favore dei poveri di Cloz (1900-1912), inventario del patrimonio del Fondo poveri assunto nel 1920, comunicazione della Congregazione di Carità di Brez relativa al provvedimento di consegna della Fondazione de Angeli alla Congregazione (1937), direttive della Curia in merito alla richiesta di consegna all'E.C.A. del patrimonio del Fondo poveri-Fondazione de Angeli e verbale di consegna (1938). Italiano Fascicolo, carta, cc. 133 Note (1) Alcune multe comminate in sede penale dovevano essere erogate dai condannati in favore dei poveri. (2) Don Francesco Bertoldi, con testamento dell'agosto 1855, lasciò al Fondo poveri di Cloz 3000 fiorini con l'onere di due messe settimanali. (3) Don Alfonso de Angeli di Cloz, parroco militare in pensione, morto il 2 febbraio 1900, aveva disposto con suo testamento del 20 settembre 1895 un capitale a favore dei poveri di Cloz. In precedenza il fratello Enrico (+1890) aveva lasciato 2000 fiorini allo stesso scopo, con l'onere di una messa settimanale. La fondazione, che prese il nome di "Fondazione don Alfonso de Angeli in favore dei poveri di Cloz", distribuiva ogni anno i frutti degli interessi ai più bisognosi, scelti dal parroco di Cloz che ne era anche l'amministratore. La fondazione de Angeli venne di diritto concentrata nella Congregazione di Carità e consegnata, secondo le disposizioni di legge, all'Ente comunale di assistenza (E.C.A.) di Brez il 24 marzo 1938.

A 20.8.2 b. 9 {127}

"Quitanze varie. 1842-1904"

1842 - 1904 Quietanze relative a privati e che competono al Comune. Italiano Fascicolo, carta, cc. 52

A 20.8.3 b. 9 {128}

"Affari privati. 1842-1916"

1632; 1806 - 1933

61

Atti di privati in cui il parroco agiva come testimone, mediatore, arbitro o procuratore, relativi prevalentemente a questioni ereditarie, amministrazione di patrimoni da parte di tutori, contratti di dote, accordi, convenzioni, dichiarazioni di debito, locazioni di fondi, stime di fondi, dichiarazioni del Giudizio distrettuale di Fondo relative ad iscrizioni ipotecarie. Italiano Fascicolo, carta, cc. 216

A 20.9 bb. 10-11 {129}

"9. Documenti Brez 1717-1879. Luogotenenza Tirol-Vorarlberg (1). Agricoltura. Ufficio parrocchiale. Prestiti. Affari personali (2). Documenti vari e del Comune"

1622 - 1945 Fascicolo Segnature precedenti: 9 Note (1) (2) Fascicoli vuoti.

A 20.9.1 b. 10 {130}

"Brez 1717-1879"

1717 - 1879; 1904 Atti spettanti alla comunità di Brez: deliberazioni della Regola, locazioni, permute, liberazioni di debito, convenzioni, progetto per la fissazione dei confini delle comunità di Castelfondo, Brez, Cloz e Lauregno, costituzione del fondo per il mantenimento di un maestro pubblico, copia dell'atto di fondazione dello stipendio Bertoldi (1), resa di conto della comunità per l'anno 1806/1807, ordini e disposizioni pervenute al "magnifico gastaldo" di Brez dall'Ufficio vicariale di Castelfondo, quietanze (1717-1810); atti spettanti al comune di Brez: sollecito di pagamento, modalità per supplire alle spese per il mantenimento delle truppe militari, "Elenco dei pupilli e curandi" del Comune, entrate della scuola del comune di Brez (1811-1824); atti

spettanti al beneficio Ruffini di Brez (2): copia dell'atto relativo alle disposizioni di Ruffino fu Francesco Ruffini di Rivo di Brez fondatore dell'omonimo beneficio, atti di locazione, riscossioni di affitti, rendiconti e quietanze spettanti al beneficiato e amministratore don Michele Magagna (3) (1737 copia-1879); atto di consegna del beneficio parrocchiale di Brez (1904). Italiano Fascicolo, carta, cc. 352

Note (1) Fondatori dello stipendio furono don Luigi Bertoldi, parroco di Sechau nella Stiria, e il fratello Giovanni, professore di storia ecclesiastica e direttore della facoltà di filosofia presso l'università di Innsbruck. Lo stipendio era destinato ad un giovane della famiglia di Giacomo Antonio Bertoldi, ma in mancanza di pretendenti, esso veniva impiegato a favore di un giovane della comunità di Brez.

(2) Secondo il decreto del governo bavaro del 20 maggio 1807, le rendite del beneficio vennero annesse al fondo per il mantenimento del maestro pubblico di Brez e spesso il beneficiato Ruffini ricopriva anche la mansione di maestro. (3) Don Michele Bragagna di Brez fu cooperatore del parroco di Cloz don Corrado Mersa (1863-1866).

62

A 20.9.2 b. 10 {131}

"Agricoltura 1899-1924"

1899 - 1925 Corrispondenza della Società operaia cattolica di Cloz con gli uffici provinciali competenti per la prenotazione di concimi e anticrittogamici, elenchi per le distribuzioni delle scorte agrarie. Italiano Fascicolo, carta, cc. 66

A 20.9.3 b. 11 {132}

"Ufficio parrocchiale 1843-1945"

1834 - 1945 Carteggio e atti dell'ufficio parrocchiale, circolari, avvisi, partecipazioni, comunicazioni, corrispondenza proveniente da uffici

politici, civili ed ecclesiastici. Italiano Fascicolo, carta, cc. 444

A 20.9.4 b. 11 {133}

"Prestiti"

1915 - 1918 Cedole e certificati del prestito di guerra austriaco. Italiano, tedesco Fascicolo, carta, cc. 50

A 20.9.5 b. 11 {134}

"Documenti vari antichi 1733-1831"

1622 - 1831 Atti relativi prevalentemente alla comunità di Cloz: composizione di lite tra i vicini di Cloz e quelli di Lauregno per diritti su una montagna (1622), la comunità invoca benedizioni per scongiurare il cattivo tempo (1712), composizione di lite per la nomina del sacrestano (1733), atto di donazione di una porzione di casa alla comunità di Cloz (1733), richiesta di mediazione vescovile nella risoluzione di una lite della comunità di Cloz (1769), richiesta dei regolani affinché si rinnovino le locazioni della chiesa (1769), conti dell'amministrazione comunale (1799-1805), prospetto delle steore che i possidenti di Cloz pagano alla comunità di Brez secondo l'estimo e stima di una casa (sec. XVIII), richiesta per iscrizione di proprietà di immobili (1811), accordo tra privati (1831). Italiano Fascicolo, carta, cc. 41

63

A 20.9.6 b. 11 {135}

"Comune 1809-1910"

1809 - 1921 Corrispondenza dell'ufficio del capo comune di Cloz con le autorità politiche, istanze di privati, contratti di vendita di fondi comunali, avvisi, convocazioni per le nomine dei sacrestani, evasione del conto consuntivo per gli anni 1828/29 e 1829/30, inventario degli atti consegnati da ex capicomune, accordi con l'Ordinariato per il nuovo parroco don Leonardo dalla Torre, ecc. Italiano Fascicolo, carta, cc. 113

A 20.10 b. 12 {136}

"10. Documenti: campane, cooperatori, A.N.A.S., confraternite, don Conter-Floretta Maria"

1808 - 1938 Fascicolo Segnature precedenti: 10

A 20.10.1 b. 12 {137}

"Documenti riguardanti le campane"

1912 - 1951 Atti relativi alla requisizione delle campane della chiesa parrocchiale e all'investimento del valore equivalente nel prestito di guerra austriaco, atti relativi alla fusione di un nuovo concerto di campane e spese relative alla loro installazione, riunione del comitato pro campane per deliberare relativamente agli inviti e alle spese per la benedizione delle campane, atti relativi ai risarcimenti dei danni di guerra, censimento delle campane, informazione per l'elettrificazione delle campane. Italiano, tedesco Fascicolo, carta, cc. 75

A 20.10.2 b. 12 {138}

"Documenti riguardanti i cooperatori"

1892 - 1909 Elenco dei cooperatori e dei primissari della parrocchia di Cloz dal 1635 al 1893, decreti relativi a nomine e destinazioni, atti relativi all'istanza per ottenere il riconoscimento del posto di cooperatore in Cloz (1). Italiano Fascicolo, carta, cc. 29 Note

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(1) Alla Luogotenenza di Innsbruck sia il capocomune che il parroco di Cloz dimostrarono che "ab immemorabili o almeno certo dall'anno 1535 nella parrocchia di Cloz oltre al paroco vi è sempre stato un sacerdote sussidiario. Dall'anno 1535 sino all'anno 1635 questi era il curato di Lauregno allora chiamato cappellano".

A 20.10.3 b. 12 {139}

"Azienda autonoma della strada"

[1929] Moduli dell'Azienda Autonoma Statale della Strada (1) relativi alla sistemazione delle utenze stradali, in particolare al mantenimento dell'accesso dalla strada statale utilizzato dal comune di Cloz per la canonica parrocchiale rilasciato in precedenza da altre amministrazioni. Italiano Fascicolo, carta, cc. 25 Note (1) L'Azienda Autonoma Statale della Strada (in acronimo A.A.S.S.) fu istituita con regio decreto n. 1139 del primo giugno 1928. Essa gestiva la rete stradale italiana; competente per la zona di Cloz era il 5° Compartimento per la Venezia tridentina ed il Cadore. Il 27 giugno 1946 un decreto ministeriale costituì sulle sue ceneri l'Azienda Nazionale Autonoma delle Strade Statali, che nel 1961 modificò parzialmente la denominazione in Azienda Nazionale Autonoma delle Strade (in acronimo A.N.A.S).

A 20.10.4 b. 12 {140}

"Confraternite"

1808 - 1938 Carteggio e atti relativi a confraternite e associazioni presenti nella parrocchia di Cloz: capitoli della confraternita del Santissimo Sacramento, elenchi di iscritti, note di conti e quietanze (1808-1904); atti e chiarimenti relativi alla soppressione

della confraternita del Santissimo Rosario (1813-1819); capitoli della Congregazione mariana sotto il patrocinio di San Luigi (1895); atto di erezione canonica, regolamento, protocolli di riunioni, elenchi di iscritti del Terz'Ordine (1904-1906); carteggio e atti relativi alle adesioni ai circoli di Azione Cattolica, alle opere pontificie della Propagazione della Fede e della Santa Infanzia, all'opera diocesana di San Vigilio e al gruppo di Orsoline di Trento (1919-1938). Contiene: materiale informativo a stampa.

Italiano Fascicolo, carta, cc. 166

A 20.10.5 b. 12 {141}

"Documenti riguardanti: 1. Floretta Maria 2. Don Luigi Conter"

1927 - 1928

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Bozza del documento di fondazione del legato missario disposto da don Luigi Conter nella chiesa di San Martino di Livo, suo paese natale (1927); obbligazione di Maria fu Giambattista Floretta di Cloz relativa alla formazione del fondo necessario alla conservazione perpetua del Santissimo Sacramento nella chiesa di Santa Maria (1928). Italiano Fascicolo, carta, cc. 4

A 20.11 b. 13 {142}

"11. Casa Zaffoni. Cause per debiti"

1847 - 1920 Pratiche nn. 1-33 relative a cause intentate contro componenti della famiglia Zaffoni di Cloz per mancati pagamenti: le pratiche nn. 4 e 32 attengono a debiti verso la chiesa parrocchiale di Cloz; la pratica n. 11 attiene a debiti verso il beneficio primissariale di Lauregno; le restanti pratiche attengono a debiti verso privati. Contiene: elenco dattiloscritto delle cause, s.d. Italiano Fascicolo; carta, cc. 645 n.n. Segnature precedenti: 11

A 20.12 b. 14 {143}

"12. Casa Zaffoni. Cause per debiti"

1795 - 1911 Pratiche nn. 1-32 relative a cause intentate contro componenti della famiglia Zaffoni di Cloz per mancati pagamenti: la pratica n. 8 attiene a debiti verso la Congregazione di carità di Cloz; la pratica n. 17 attiene a debiti verso il parroco di Revò; le restanti pratiche attengono a debiti verso privati. Sotto il n. 28 sono raccolte 35 cause; sotto il n. 29 sono raccolte 7 cause. Contiene: elenco dattiloscritto delle cause, s.d.

Italiano Fascicolo; carta, cc. 527 n.n. Segnature precedenti: 12

A 20.13 b. 15 {144}

"13. Casa Zaffoni. Documenti antichi 1667-1816. Compravendite, diritti, cessioni"

1672 - 1934 Atti relativi alla famiglia Zaffoni di Cloz raccolti in mazzetti (pinzati) numerati e titolati: n. 1: "Documenti antichi dall'anno 1667 all'anno 1816 riguardanti compere e diritti di casa, vendite e cessioni", 1672-1816;

nn. 2-4: "Documenti relativi ai fondi e casa", 1796-1934; nn. 5-8: "Manoscritti: testamenti e contratti di compera di casa e immobili", 1679-1906; n. 9: "Documenti vari", atti relativi a diverse vertenze e breve trattato sull'innesto degli alberi da frutto, 1828-1900;

66

nn. 10-11: "Documenti famiglia Zaffoni-famiglia Pellegrini", atti relativi a vertenze intercorse tra la famiglia Zaffoni di Cloz e la famiglia Pellegrini di Dambel (1), 1842-1893; n. 12: "Documenti scolastici della maestra Zaffoni Caterina", atti relativi agli studi di Caterina fu Leopoldo Zaffoni e atti relativi alla sua professione di maestra, 1844-1922; nn. 13-14: "Dichiarazioni per debiti", dichiarazioni di debito sottoscritte da esponenti della famiglia Zaffoni, 1766-1913; n. 15: "Conchiusi per intavolazione dei vecchi aggravi", 1915-1920. Contiene: elenco dattiloscritto del contenuto, s.d. Italiano Fascicolo; carta, cc. 684 n.n. Segnature precedenti: 13 Note (1) Francesco fu Leopoldo Zaffoni sposò Romana fu Domenico Pellegrini da Dambel.

A 20.14 b. 16 {145}

"14. Casa Zaffoni. Lettere familiari. Quietanze. Notizie storiche. Procure. Inventari"

1689 - 1931 Atti relativi alla famiglia Zaffoni di Cloz raccolti in mazzetti (pinzati) numerati e titolati: nn. 1-3: "Lettere famigliari", corrispondenza tra componenti della famiglia Zaffoni, 1824-1931; n. 4: "Lettere di Zaffoni Leopoldo", lettere di debito e ricevute sottoscritte da Leopoldo Zaffoni di Cloz, 1833-1861 (con annotazione del 1874); n. 5: "Lettere private varie", lettere di privati con esponenti della famiglia Zaffoni, 1834-1912; n. 6: "Lettere private 1. Rizzolli-Zaffoni 2. Turrini-Zaffoni ", lettere inviate a Leopoldo Zaffoni dai procuratori Carlo Giordani per la vedova Rizzolli e Archimede Turrini per gli eredi di Amanzio Bertoldi per questioni di debiti, 1841-1866; n. 7: "Lettere private per saldo debiti Zaffoni-Comune di Cloz", lettere inviate dall'ufficio comunale di Cloz a esponenti della famiglia Zaffoni per questioni di debiti, 1853-1865; 1907-1913; n. 8: "Lettere private per saldo debiti Zaffoni-Parmesan", lettere inviate a Leopoldo Zaffoni da Francesco Parmesan da Vicenza per sollecitare il pagamento di debiti, 1843-1863;

nn. 9-13: "Quietanze varie", 1689-1915; n. 14: "Notizie storiche e inventari", inventari di beni lasciati da esponenti della famiglia Zaffoni, elenco degli studenti istruiti dalla maestra Caterina Zaffoni nel 1850, elenchi per spese personali, 1769-1899; n. 15: "Notizie storiche", estratto del registro fondiario per Leopoldo Zaffoni (1861), corrispondenza di Giuseppe Zaffoni per denunce di danni di guerra e per questioni relative alla sua partecipazione alle società elettrica e ferroviaria della Val di Non, 1861; 1902-1911; n. 16: "Notizie storiche antiche", quietanze, certificati, minute, appunti, 1701-1903; n. 17: "Fatture per acquisti presso Luigi Pangrazi Cles", fatture spettanti a Leopoldo Zaffoni per acquisti di tessuti e manifatture presso il negozio di Luigi Pangrazi in Cles, 1846-1870;

67

n. 18: "Fatture per acquisti presso Andrea Oettel Bolzano e presso Meneguzzer Giuseppe Cles", fatture spettanti a Leopoldo Zaffoni per acquisti presso l'oreficeria di Giuseppe Meneguzzer in Cles, 1856; fatture spettanti a Francesco Zaffoni per acquisti di tessuti e cordami presso il negozio di Romedio Menghini in Brez, 1890; fatture spettanti a Giuseppe Zaffoni per acquisti presso il negozio di ferramenta di Andrea Oettel in Bolzano, 1893-1898; n. 19: "Procure", atti di procura per componenti della famiglia Zaffoni, 1855-1879; 1926; n. 20: "Inventari per dote matrimonio", inventari di dote per matrimoni contratti da componenti della famiglia Zaffoni, 1787-1885; n. 21: "Documenti in lingua tedesca", quietanze e lettere in tedesco provenienti da Innsbruck, Bolzano, Lauregno, Proves e da località svizzere, 1804-1921. Contiene: elenco dattiloscritto del contenuto, s.d. Italiano, tedesco Fascicolo; carta, cc. 603 n.n. Segnature precedenti: 14

A 20.15 b. 17 {146}

"15. Casa Zaffoni. Documenti vari"

1847 - 1950 (con seguiti del 1955 e 1957) Fascicolo Segnature precedenti: 15

A 20.15.1 b. 17 {147}

"Casa Zaffoni. Documenti vari"

1847 - 1944 Carteggio e atti relativi agli affari e alle attività familiari, alle divisioni ereditarie di componenti della famiglia Zaffoni: Leopoldo fu Francesco (1847-1868); Francesco fu Leopoldo (1856; 1870-1911); Romana Pellegrini moglie di Francesco

Zaffoni (1856-1920); Giuseppe fu Francesco (1892-1925); sorelle Virginia, Rosa e Francesca fu Francesco (1904-1944). Italiano Fascicolo, carta, cc. 266

A 20.15.2 b. 17 {148}

"Eredità Zaffoni. Carteggi vari"

1945 - 1950 (con seguiti del 1955 e 1957) Carteggio e atti relativi alle eredità lasciate alla chiesa di Santo Stefano dalle sorelle Virginia, Maria Rosa e Francesca, figlie di Francesco Zaffoni di Cloz e di Romana Pellegrini: pubblicazione del testamento di Virginia (1) (1945), accertamenti sulle

proprietà immobiliari, inventari dei beni mobili, corrispondenza della sorella suor Giovanna Colombina (2) con il parroco di Cloz don Francesco Daz, pubblicazione del testamento di Maria Rosa (3) (1947), pubblicazione del testamento di Francesca (4) (1947), dichiarazione di morte presunta del fratello Sisinio (5) (1947), atti relativi alle denunce di successione, specifica delle

68

competenze legali (1949), estratti tavolari, perizie estimative, autorizzazioni delle autorità competeneti ad accettare l'eredità lasciata alla chiesa dalle sorelle Zaffoni (1950). Segue: decreto di accettazione dell'eredità (1955) e certificato di eredità (1957). Italiano Fascicolo, carta, cc. 83 Note (1) Virginia Zaffoni nacque il 17 gennaio 1858 e morì il 18 gennaio 1945; con il testamento del 18 novembre 1941 aveva nominato erede universale la chiesa di Santo Stefano in Cloz. (2) Suor Maria Giovanna Colombina, al secolo Maria Zaffoni, nacque il 27 ottobre 1871. Svolgeva il suo servizio presso il Cottolengo di Pinasca (Torino). (3) Maria Rosa Zaffoni nacque il 10 maggio 1859 e morì il 13 aprile 1946; con il testamento del 18 novembre 1941 aveva nominato erede universale la chiesa di Santo Stefano in Cloz. (4) Francesca Zaffoni nacque il 16 maggio 1869 e morì il 22 aprile 1947; con il testamento del 18 novembre 1941 aveva nominato erede universale la chiesa di Santo Stefano in Cloz.

(5) Sisinio Zaffoni nacque il 17 ottobre 1873; emigrò in America prima del 1900 e dopo il 1905 di lui non si ebbero più notizie. Venne dichiarato morto nel 1947 con data presunta 31 dicembre 1905.

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serie A 21 Carteggio e atti, 1742 - 1970 {149}

fascicoli 9

Contenuto La serie è formata da nove fascicoli contenenti documentazione riconducibile all'attività dell'ufficio parrocchiale, non rientrante nella serie di carteggio e atti ordinati.

A 21.1 b.1 {150}

"Legati missari"

1742 - 1937 Disposizioni testamentarie e partecipazioni delle autorità competenti relative alla fondazione di legati missari nella parrocchia di Cloz (1742-1937); disposizioni di privati per la celebrazione di messe poi non soddisfatte (1846-1925); prospetti delle messe legatarie (1852-1937). Italiano Fascicolo; carta, cc. 645

A 21.2 b. 2 {151}

Concessioni, facoltà e privilegi

1767 - 1950 Concessione di collocare la Via Crucis all'interno della chiesa di Santa Maria (1767), concessione del privilegio all'altare maggiore della chiesa di Santo Stefano (1838, con proroghe fino al 1886), concessione della Via Crucis nella chiesa parrocchiale (1852; 1943), facoltà di benedire nuove campane (1866; 1873), benedizione della Via Crucis (1882), concessione dell'indulgenza plenaria (1893, 1945), accordo fra i parroci di Revò, Cloz e Brez per ritirare gli Oli Santi (1930), benedizione della Via Crucis nella chiesa di Santa Maria (1932), rinnovo della facoltà di conservare il Santissimo Sacramento nella chiesa di Santa Maria (1939), facoltà di binare le messe (1950). Latino, italiano Fascicolo; carta, cc. 20

A 21.3 b. 2 {152}

"Atti civili dal 1792-1930-***"

1792 - 1936 Circolari, avvisi, disposizioni, notificazioni provenienti da autorità politiche e civili. Italiano, tedesco

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Fascicolo; carta, cc. 515

A 21.4 b. 3 {153}

Carteggio e atti attinenti all'anagrafe

1832 - 1960 Richieste di informazioni e certificazioni, alberi genealogici delle famiglie Parolari e Barisella di Cloz, pubblicazioni per matrimoni, certificati di ispezione cadaverica, richieste del permesso politico per matrimonio, comunicazioni dal comune di Brez relative alle trascrizioni dei matrimoni nei registri comunali, permessi di seppellimento, ecc. Italiano, latino Fascicolo; carta, cc. 57

A 21.5 b. 3 {154}

"Eredità Angeli Felicita. Documenti"

1843 - 1970 Atti relativi all'eredità lasciata da Agnese fu Bernardo Angeli di Cloz (+ 18 luglio 1966) alla sorella Felicita, con documentazione riconducibile al patrimonio della famiglia Angeli. Italiano Fascicolo; carta, cc. 79

A 21.6 b. 3 {155}

"Certificati nati, matrimoni, morti fuori parrocchia"

1864 - 1952 Certificati e notifiche di nascite e battesimi (1868-1952), di matrimoni (1870-1952) e di morti (1864-1952) avvenuti fuori parrocchia e all'estero. Italiano, tedesco, inglese, latino Fascicolo; carta, cc. 530

A 21.7 b. 3 {156}

Atti di consegna

1927 - 1946 Elenco relativo alla consegna dei documenti delle amministrazioni ecclesiastiche di Cloz al parroco don Luigi Conter (1887), atto di consegna a don Giovanni Martini (1927), verbale di riconsegna seguito alla morte di don Giovanni Martini (1939), verbale di riconsegna seguito alla rinuncia di don Guido Bortolameotti (1946). Italiano Fascicolo; carta, cc. 38

71

A 21.8 b. 3 {157}

Sacrestani

1930 - 1952 Carteggio e atti relativi al servizio di sacrestano, contratti, permessi di toccare i vasi sacri, domande di aumento del salario, delibere comunali relative agli emolumenti, capitoli. Italiano Fascicolo; carta, cc. 22

A 21.9 b. 3 {158}

Carteggio e atti

1946 - 1952 Comunicazioni della Curia vescovile relative alla nomina di don Francesco Daz a vicario parrocchiale di Cloz, nomine e destinazioni di cooperatori, corrispondenza con l'ufficio decanale di Fondo, convenzione con i padri conventuali e il parroco di Cloz per servizi

relativi a celebrazioni e confessioni, dichiarazioni del parroco relative alle processioni da tenere durante l'anno, ecc. Italiano Fascicolo; carta, cc. 42

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Ente

Beneficio parrocchiale di Santo Stefano {159}

sec. XVI - 1987 gennaio 24

Luoghi Cloz (TN)

Archivi prodotti Fondo Beneficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, 01/01/1597 - 31/12/1966

Storia Il beneficio parrocchiale di Cloz è eretto da tempo immemorabile, ma non esistono documenti di fondazione; l'urbario più antico conservato in archivio risale alla fine del XVI secolo (1). Il patrimonio del beneficio era costituito dalla canonica, con avvolti, cortile e orto annessi, da alcuni prati e fondi dati in locazione, da censi e decime; le sue rendite erano comunque modeste. Con i proventi del beneficio parrocchiale il parroco era tenuto anche a contribuire alla congrua del curato di Lauregno, poiché questi era allo stesso tempo cappellano di Cloz sottoposto all'obbedienza del parroco. Nel 1603 il parroco don Giannantonio Rauzi, ritenendo che i suoi predecessori avessero agito solo a titolo personale, si oppose alla contribuzione. L'intervento però del vicario generale del vescovo di Trento impose al parroco e ai suoi successori l'obbligo di contribuire al mantenimento del curato di Lauregno: l'onere consisteva in 12 staia di segale e 12 di frumento, onere che fu in seguito convertito in denaro (2). Ai tempi di don Rauzi le rendite del beneficio parrocchiale non erano elevate: esse ammontavano a circa 350 ragnesi, che potevano arrivare fino a 500 con i proventi derivanti dagli incerti e dalle celebrazioni di messe. Nella seconda metà del XVIII secolo un altro parroco, don Giuseppe Giovanni de Martini, entrò in contenzioso con i conti d'Arsio e con il Comune per questioni riguardanti il beneficio. Il parroco, che affermava il suo diritto di percepire la decima nelle pertinenze di Romallo, trovò la resistenza dei conti d'Arsio, ma ebbe ragione della loro opposizione; con il Comune, che pretendeva che il parroco mantenesse il cooperatore con le rendite beneficiali, si aprì invece una lunga controversia. In quel periodo le entrate del parroco erano costituite dagli affitti di pochi stabili, dai diritti e dalla decima che gli spettavano dalla curazia di Lauregno, da decime pagate da alcuni fondi, da beni in natura corrisposti da alcuni masi ("un casoletto" (formaggio) all'anno e ogni anno bisestile un capretto), dai diritti che spettavano al parroco in occasione della Regola generale, della festa patronale di Lauregno e della resa di conto di quella chiesa, per la benedizione del fonte battesimale a Pasqua (con l'offerta di un capretto dal primo battezzato) e da altre entrate cosiddette incerte (diritti di stola nera e bianca, battesimi, benedizioni di puerpere, celebrazioni di messe, offerte, ecc.) (3). Fino al 1914 il curato di Lauregno era considerato come cappellano di Cloz e pertanto veniva riconosciuta al parroco la congrua per il cooperatore.

73

In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz ha perso la personalità giuridica civile.

Funzioni, occupazioni e attività Una precisa definizione dei benefici, e tra questi del beneficio parrocchiale, come enti giuridici si ha solo con il Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 1409, infatti, lo definisce come "un ente giuridico costituito o eretto in perpetuo dall'autorità ecclesiastica, composto di un ufficio sacro e del diritto di percepire i redditi della dote, spettanti all'ufficio". Il beneficio era dunque costituito da due elementi: uno definito "spirituale", cioé l'ufficio sacro, e l'altro "materiale", la dote annessa. L'origine dei benefici si deve ricercare nelle prime fasi della cristianizzazione quando il vescovo distribuiva le offerte dei fedeli al clero, ai poveri e alle chiese. I sacerdoti rurali godevano, a loro volta, dell'usufrutto dei diritti feudali o prestazioni reali. Soltanto verso l'XI secolo i benefici divennero perpetui. La dote del beneficio poteva essere costituita da beni mobili o immobili, come campi, vigneti, boschi, pascoli, case e in seguito titoli del debito pubblico o titoli di stato; da prestazioni certe e obbligatorie da parte di famiglie o persone morali, come le decime, assegni dal Comune; da offerte sicure dei fedeli spettanti al beneficiato come le tasse o quotazioni liberamente assunte; dai diritti di stola, nei limiti delle tasse diocesane o della legittima consuetudine. Il beneficio parrocchiale aveva annessa la cura d'anime era perciò un beneficio curato: in analogia con gli uffici ecclesiastici anche i benefici potevano distinguersi in riservati e di libera collazione, elettivi e di giuspatronato. L'erezione era l'atto legittimo con cui la competente autorità ecclesiastica costituiva il beneficio. La fondazione consisteva invece nella costituzione della dote beneficiaria. Il beneficio non si poteva erigere se non aveva una dote stabile e conveniente, con redditi perpetui. Una forma particolare di conferimento del beneficio era quella preceduta dalla presentazione del candidato da parte di un patrono (comunità, padronato, famiglia, clero regolare, re, governo). Nel Trentino, in seguito alla secolarizzazione del principato vescovile, tutti i benefici esistenti nel territorio e non soggetti già a un patronato privato, divennero di patronato cesareo. Solo con il Concordato del 1929 (art. 25) lo stato italiano rinunciò alla prerogativa sovrana del regio patronato sui benefici maggiori e minori, che gradualmente decaddero. Con la nomina e il conferimento del beneficio e con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco otteneva la legittima rappresentanza per l'esercizio del suo diritto di usufrutto delle temporalità del beneficio. In quanto rappresentante dell'ente egli aveva inoltre l'obbligo di difendere e assicurare l'integrità del patrimonio e di amministrarlo sotto la sorveglianza dei vescovi, dei patroni e dello stato. Nel corso dei secoli le rendite di alcuni benefici parrocchiali vennero a poco a poco assottigliandosi fino a non essere sufficienti al mantenimento del beneficiato. I governi dovettero perciò provvedere stabilendo congrue e supplementi di congrue a carico dei Comuni o di altri enti. L'istituto del beneficio ecclesiastico fino al Concilio Vaticano II ha costituito il principale strumento tecnico per procurare il sostentamento del clero; il Concilio pervenne alla decisione che esso doveva "essere abbandonato, o almeno riformato a fondo" ("Presbyterorum Ordinis", decreto 7 dicembre 1965 § 20). Così il Codice di diritto canonico del 1983 ha prefigurato (CIC 1983, can. 1272 § 2) la costituzione dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e ha chiamato la Conferenza episcopale alla graduale devoluzione di redditi e per quanto possibile della dote stessa beneficiale all'istituto.

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Contesto generale Diocesi di Trento

Fonti normative Codice di diritto canonico (1983)

Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi"

Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Atti visitali ADT, Parrocchie e curazie

Note (1) Cfr. Beneficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Urbari, reg. 1. (2) Con l'elevazione di Lauregno a parrocchia (primo novembre 1914) cessò ogni prestazione. (3) Cfr. Beneficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Urbari, reg. 2.

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fondo B Beneficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, 1597 - 1966 {160}

registri 2, fascicoli 2

Soggetti produttori Beneficio parrocchiale di Santo Stefano, sec. XVI - 1987 gennaio 24

Lingua Italiano; latino

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serie B 1 Urbari, [1597] - 1884 {161}

registri 2

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni degli enti ecclesiastici e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio, si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium". In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

La serie è formata da due urbari. Il primo urbario, arrivato a noi in cattivo stato di conservazione, fu steso in seguito alle prescrizioni della visita pastorale compiuta in parrocchia nel 1596; l'allora parroco don Vittore Giacomelli ne seguì l'esecuzione redatta dal notaio Melchiore Gleser l'anno successivo. L'autorità vescovile autenticò l'urbario l'8 settembre 1598. Sullo stesso registro si trova anche il "secondo urbario" del beneficio: mezzo secolo più tardi infatti, il parroco don Giovanni Antonio Poda, seguendo le prescrizioni seguite alla visita del 1649, curò il suo aggiornamento. Ad esso non seguì l'autentica vescovile. Nel 1752, in seguito a decreto visitale, il parroco don Giuseppe Giovanni de Martini formò il nuovo urbario tenendo come riferimento i precedenti, come lui stesso annotò sull'urbario prima delle registrazioni: "Si seguita dietro la direzione dell'urbario vecchio dell'anno 1597 e dell'altro urbario più nuovo, benché non autenticato, dell'anno 1655 e questo ultimo si cita, ove altro non viene espresso, aggiungendo o togliendogliene conforme la verità lo esige, senza pregiudizio di alcuno" (1). Nel 1884 l'urbario fu completato dalle tavole dei fondi spettanti al beneficio, complete di misure e confini. Il lavoro fu voluto dal parroco don Leonardo dalla Torre e approvato dalla rappresentanza comunale, che incaricò del lavoro il maestro Floriano Franch; è quanto scrisse lo stesso maestro all'inizio di questa parte, rendendo conto del suo operato: "In seguito ad istanza del reverendissimo signor parroco di Cloz don Leonardo Dalla Torre, la rappresentanza comunale con suo conchiuso presieduto dal capo comune Luca Rizzi, stabilì di misurare e stabilire i termini di confine degli stabili di compendio del beneficio canonicale di Cloz, nominando a tal uopo quale agrimensore Floriano Franch maestro di scuola. Colla sorta del presente urbario, del vecchio cattastro e della mappa cattastrale dell'anno 1859 e relativo foglio del possesso fondiario n. 234, mediante accesso sulla faccia del luogo, chiamati i conduttori degli stabili ed i relativi confinanti, il sottoscritto diede mano all'opera il giorno 23 settembre 1884 e si ebbe il seguente risultato. Floriano Franch agrimensore" (2).

Note (1) Cfr. Beneficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Urbari, reg. 2. (2) Ibidem.

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B 1.1 {162}

"Infra sequuntur bona stabilia possessa a domino reverendo domino Victore plebano antedicto spectantia ad canonicam ..." (tit. int.)

[1597]; 1653 maggio 6 cc. 3-30: urbario rinnovato dal parroco Vittore Giacomelli secondo quanto prescritto dai decreti visitali del 1596 e rogato dal notaio Melchiore Gleser abitante in Romallo, [1597] (con autentica dell'8 settembre 1598); cc. 32v-34: aggiornamento dell'urbario a cura del parroco Giovanni Antonio Poda in seguito ai decreti visitali del 1649, 1653 maggio 6. A c. 31r: memoria del parroco Giuseppe Giovanni de Martini relativa al diritto di riscuotere la decima "sotto Castel Fava", [1773]; a c. 31v: nota relativa ad un credito della confraternita del Santissimo Rosario, 1622 marzo 21; a c. 35: sottoscrizioni del parroco Carlo de Maffei, del capo comune Stefano Franch, dei sindaci Giovanni Battista Flor e Stefano Canestrini, del testimone Giovanni Angeli, 1830 ottobre 3. Latino, italiano Registro; carta, legatura in pergamena, cc. 3-35

B 1.2 {163}

"Urbario canonicale"

1752; 1884 Altre denominazioni: "Urbario in cui sono registrati li fondi, decime, livelli ed altre entrate incerte appartenenti al beneficio parochiale di Cloz d'ordine di sua altezza reverendissima monsignor Leopoldo Ernesto de' conti e signori in Firmian, vescovo di Seccovia del Sacro Romano Impero principe, coadiutore ed amministratore plenipotenziario di Trento. Rinovato da me Giuseppe Giovanni de Martini da Salorno e paroco di Cloz l'anno 1752" (tit. int.) cc. 1-33: urbario rinnovato dal parroco Giuseppe Giovanni de Martini sulla base dei precedenti urbari, 1752 (con aggiornamenti dal 3

ottobre 1830 al 1840); pp. 1-43: tavole con misure e confini di tutti i fondi spettanti al benenficio parrocchiale di Cloz, 1884. All'inizio, prima delle registrazioni della prima parte: annotazione del parroco relativa alle modalità di compilazione dell'urbario, s.d.; all'inizio, prima delle registrazioni della seconda parte: annotazione del perito "agrimensore" Floriano Franch relativa alle modalità di esecuzione del lavoro, 1884 settembre 23;

alle pp. 45-49: nota di capitali spettanti al beneficio e riporto delle spese occorse per l'impianto di alcune viti su terreno beneficiale, 1889-1902; a p. 50: annotazione relativa alle modalità di supplenza in caso di vacanza delle parrocchie di Cloz e Arsio, 1923 agosto 28; alle pp. 53-54: memoria del parroco Giuseppe Giovanni de Martini relativa al diritto della parrocchia di Cloz di raccogliere le decime nelle pertinenze di Romallo, con elenco delle ragioni addotte (1), [1764];

all'interno del piatto posteriore: memoria del parroco Giuseppe Giovanni de Martini relativa alla richiesta avanzata in piena Regola di ampliare la canonica, 1764 febbraio 1. Registro; carta, legatura in carta, cc. 33, pp. 54 (bianche le pp. 44, 51, 52)

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Note (1) La controversia era nata su istanza del conte Felice d'Arsio di Revò; il parroco per dimostrare le sue ragioni nomina l'urbario del 1597.

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serie B 2 Resoconti, 1889 - 1925; 1946 - 1966 {164}

fascicoli 1

Contenuto La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

B 2.1 b. 1 {165}

Resoconti

1889 - 1925; 1946 - 1966 Nn. 1-35 Conti presentati al parroco dal cassiere per gli anni 1889-1911; 1921-1925. Resoconti presentati alla Curia vescovile dal 1946 al 1966: mancano i resoconti per gli anni 1952, 1953. Italiano Fascicolo; carta, cc. 92 n.n.

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serie B 3 Carteggio e atti, 1952 - 1960 {166}

fascicoli 1

Vedi anche: Serie Carteggio e atti ordinati.

B 3.1 b. 1 {167}

Atti amministrativi

1952 - 1960 Estratti tavolari (1952-1960) e documenti di permuta di fondi (1958-1959).

Italiano Fascicolo; carta, cc. 21

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Ente

Chiesa di Santo Stefano {168}

sec. XII - 1987 gennaio 24

Luoghi Cloz (TN)

Archivi prodotti Fondo Chiesa di Santo Stefano in Cloz, 16/01/1598 - 31/12/1966

Storia La parrocchia di Cloz è una delle più antiche d'Anaunia ma della sua primitiva chiesa, probabilmente già eretta nel XII secolo, non si ha memoria. Notizie certe si hanno dalla prima metà del XV secolo quando fu edificata, forse sul luogo della preesistente, la chiesa parrocchiale titolata a santo Stefano martire. Nell'archivio parrocchiale è conservato l'atto relativo alla sua consacrazione avvenuta il 18 luglio 1451 da parte di frate Albertino da Tridino, suffraganeo del vescovo di Trento (1). Insieme alla chiesa venne consacrato l'altare maggiore dedicato a santo Stefano, e il giorno seguente furono consacrati gli altari laterali. La dotazione della chiesa non doveva essere tra le più ricche e alla sua manutenzione provvedevano i fedeli attraverso offerte e legati testamentari. Alle spese di mantenimento contribuiva anche la popolazione di Lauregno. Nel 1537, in occasione della visita pastorale, i sindaci della chiesa di Santo Stefano presentarono al pievano e ai rappresentanti della comunità l'inventario dei beni mobili: gli arredi di cui essa disponeva erano costituiti da due tabernacoli, uno in rame dorato e un altro in ottone, cinque calici dorati, un crocifisso dorato, quattro messali, quattro candelieri, tre pianete, due gonfaloni, due lampade in rame e in vetro e tre campane (2). Molti di questi arredi erano vecchi e logori. Nel 1575 si rese necessaria una ristrutturazione, non ancora completata nel 1579 quando si tenne la visita pastorale (3). Altri interventi di restauro e conservazione vennero effettuati nel corso della prima metà del XVII secolo e il 7 agosto 1649 la chiesa di Santo Stefano venne riconsacrata. Un intervento importante fu effettuato nel 1893: la chiesa venne ampliata con l'aggiunta di una cappella. In quell'occasione furono acquistati parecchi arredi sacri, si rinnovò la pavimentazione e furono fatti nuovi sedili. Negli anni a seguire tutti i parroci si preoccuparono di apportare migliorie nella chiesa, che era stata annoverata tra le monumentali, ma anche i restauri effettuati nel 1937 non potevano risolvere il problema della capienza, ormai insufficiente per la popolazione. Fu il parroco don Guido Bortolameotti (1939-1946) a proporre l'erezione di una nuova chiesa, idea che fu subito accolta con entusiasmo dai cloziani. Un apposito comitato diede inizio alla raccolta dei fondi necessari alla nuova fabbrica; il parroco per primo rinunciò in favore della chiesa a tutti i proventi del beneficio. Il Comune procurò gratuitamente tutto il legname occorrente; la popolazione donò alla chiesa parte delle entrate derivanti dai prodotti frutticoli e caseari e contribuì con prestazioni gratuite di lavoro. Anche dagli emigrati americani arrivarono generose offerte.

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Il progetto approvato fu quello dell'ingegner Efrem Ferrari. Il 16 maggio 1940 l'autorità vescovile concesse il permesso di edificare la chiesa e il 2 giugno venne benedetta la prima pietra. Nel giorno di Natale 1941 monsignor Oreste Rauzi, vescovo ausiliare della diocesi, impartì la benedizione alla nuova chiesa; la solenne consacrazione avvenne il 26 luglio 1942. Il patrimonio della chiesa era costituito prevalentemente da affitti di capitali, da alcuni fondi arativi e da legati, come si rileva dagli urbari, presenti in archivio fin dalla fine del XVI secolo. Nel 1835 il parroco don Carlo Maffei ottenne che il patrimonio della confraternita del Santissimo Rosario venisse unito a quello della parrocchiale. I fondi della chiesa furono venduti nel 1925 dal parroco don Luigi Conter, che sull'ultimo urbario lasciò questa memoria: "Nella prossima evenienza che sia estesa anche al Trentino la legislazione italiana circa i beni stabili delle chiese, il sottoscritto fu avvertito privatamente di procurare la vendita degli stabili di questa chiesa parochiale prima che siano poi venduti dall'autorità dello Stato colla ritenuta di una gran parte del prezzo ricavato come fu praticato anni addietro colle altre provincie del Regno d'Italia" (4). Nel 1948, rispondendo alle domande del questionario per la visita pastorale, don Francesco Daz scrisse che "tanto la chiesa parrocchiale come quella della frazione non ha beni immobili. Solo la chiesa parrocchiale ha un tenue capitale depositato alla Cassa rurale locale, amministrato dal parroco, per le spese ordinarie e straordinarie pensa la carità della popolazione" (5). In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa di Santo Stefano in Cloz con l'annessa chiesa filiale di Santa Maria in Cloz è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di Santo Stefano con sede a Cloz.

Funzioni, occupazioni e attività Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbricieri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbricieri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbricieri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amministrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbricieri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbricieri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione". I fabbricieri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere

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riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbricieri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'esclusivo controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione (decreto 13 febbraio 1987, n.33), in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

Contesto generale Diocesi di Trento

Fonti normative Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici nonché delle fondazioni ecclesiastiche nella diocesi di Trento, 1865

Codice di diritto canonico (1983)

Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi"

Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Atti visitali ADT, Parrocchie e curazie

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Note (1) Cfr. Pergamene della parrocchia di Santo Stefano in Cloz, perg. 5. (2) Ibidem, perg. 13. (3) Cfr. ADT, Atti visitali, 3 (1579). (4) Cfr. Chiesa di Santo Stefano in Cloz, Urbari, reg. 5. (5) Cfr. Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1.3.

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fondo C Chiesa di Santo Stefano in Cloz, 1598 - 1966 {169}

registri 13, fascicoli 4

Soggetti produttori Chiesa di Santo Stefano, sec. XII - 1987 gennaio 24

Lingua Italiano; latino

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serie C 1 Urbari, 1598 - 1883 {170}

registri 5

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni degli enti ecclesiastici e per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio, si faceva uso di un particolare tipo di registro chiamato "inventarium" o "urbarium". In esso si registravano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni.

La serie è formata da cinque urbari. I primi quattro, che coprono il periodo che va dalla fine del XVI secolo all'inizio del XIX secolo, furono rinnovati su incarico dei parroci di Cloz don Vittore Giacomelli (1565-1600), don Antonio Poda (1643-1662), don Baldassare Springhetti (1685-1708) e don Ferdinando Antonio Baiti (1779-1808). Il quinto urbario fu rinnovato su incarico del Capitanato circolare di Trento che, in accordo con l'Ordinariato, inviò un proprio delegato per rilevare il patrimonio spettante alle chiese e fondazioni del distretto, in cui rientrava anche la chiesa di Cloz; il lavoro ebbe luogo nel periodo tra il 1840 e il 1849, anni in cui reggeva la parrocchia don Carlo Maffei. All'inizio del registro lo stesso rilevatore dichiarò le modalità di tale incarico: "Dietro proposta dell'Imperial Regio Giudizio distrettuale di Fondo l'inclito Imperial Regio Capitanato circolare di Trento con rispettato suo decreto del 25 agosto 1833 n. 10556/1684 emesso di concerto con quel reverendissimo Ordinariato vescovile principesco si è graziosamente compiaciuto di delegare il sottoscritto Giuseppe Bolego di all'oggetto di rilevare il patrimonio di tutte le chiese di questo Distretto e pie fondazioni, di passare alla pupillare assicurazione de' capitali, rinnovare l'investiture e formare i nuovi urbari ed inventari. A quest'effetto portatosi il delegato nel comune di Cloz passò in confronto del reverendissimo signor parroco Carlo de Maffei e dei signori sindaci, o padri della chiesa, e dei diversi debitori a formare il seguente urbario corredato partita per partita dei relativi documenti" (1); il lavoro si protrasse fino al 1883 come si trova annotato, con altra grafia, di seguito alla precedente dichiarazione: "completato nell'anno 1883".

Vedi anche: Fondo Chiesa di Santa Maria in Cloz. Fondo Confraternita del Santissimo Rosario in Cloz.

Note (1) Cfr. Chiesa di Santo Stefano in Cloz, Urbari, reg. 5.

C 1.1 {171}

"Inventarium affictuum et reddituum omnium spectantium ad fabricam ecclesiae parochialis Sancti Steffani in Clozio

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renovatum coram ... Victor Jacomello plebano plebis Clozii ... sub anno ... 1598 ..." (tit. int.)

1598 gennaio 16 (con seguito del 23 aprile 1634) Urbario redatto dal parroco Vittore Giacomelli secondo quanto prescritto dalla visita pastorale del 1596. Latino Registro; carta, legatura in pergamena, cc. 9

C 1.2 {172}

"Inventarium seu registrum bonorum omnium ... spectantium ad dictam ecclesiam Sancti Stephani in Clozio et per ipsum ... reverendum dominum parochum ... Antonium Poda ..." (c. 21)

sec. XVII seconda metà Urbario rinnovato dal parroco Antonio Poda (1643-1662). Registro; carta, cc. 21-39 (frammento) frammento

C 1.3 {173}

"Urbario di Cloz"

1707 luglio 2 (con aggiornamenti fino al 3 ottobre 1773) Altre denominazioni: "Urbario della venerabile chiesa parochiale di Santo Steffano di Cloz" (tit. int.) Urbario della chiesa parrocchiale di Santo Stefano e della chiesa filiale di Santa Maria ordinato dal parroco Baldassare Springhetti. Alle cc. 26-28: sottoscrizioni del parroco Carlo de Maffei, del capo comune Stefano Franch, dei sindaci Giovanni Battista Flor e Stefano Canestrini, dei testimoni Giovanni Angeli e Stefano Ricci, 1830 ottobre 3. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. III, 28 (bianche le cc. 24, 25)

C 1.4 {174}

"Urbario delli affitti de censi e de legati perpetui ed altre raggioni che s'aspetano alle venerabili chiese e compagnia del Santissimo Rosario registratti da me soscritto notaro d'ordine e comando del molto illustre domino signor Ferdinando Antonio Baiti parocho moderno della pieve di Cloz sotto l'anno 1801"

1801 (con annotazioni fino al 12 febbraio 1848) Urbario rinnovato dal parroco Ferdinando Antonio Baiti e redatto dal notaio Giovanni Battista Zuech di Cloz. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 12

C 1.5 {175}

"Urbario appartenente alla venerabile chiesa parocchiale [di] Sant Stefano di Cloz 184*"

184[.] - 1883 (con integrazioni fino al 21 aprile 1925)

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Altre denominazioni: "Urbario della venerabile chiesa di Santo Stefano della parocchiale di Cloz rinnovato dal delegato Giuseppe Bolego di Sarnonico l'anno 184*" (tit. int.) Urbario dei beni spettanti alla chiesa parrocchiale di Cloz rilevati dal delegato del Capitanato circolare di Trento Giuseppe Bolego di Sarnonico in accordo con l'Ordinariato vescovile. A p. 1: modalità relative alla compilazione dell'urbario, s.d.; alle pp. 189-191, pinzate alla carta: concessioni di sanatorie e affrancazioni di oneri missari, 1958 luglio 7-1958 settembre 1. Italiano Registro; carta, legatura in pelle, pp. 237 (bianche molte pp.), con indice delle parti a p. 1 e indice alfabetico a rubrica dei debitori alla fine n.n.

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serie C 2 Registri degli affitti, 1696 - 1749 {176}

registri 2

Vedi anche: Fondo Confraternita del Santissimo Rosario in Cloz. Fondo Chiesa di Santa Maria in Cloz.

C 2.1 {177}

"Affiti della chiesa parochiale di Santo Steffano di Cloz per [...] legato perpetuo del giovedì lasciato dal ... reverendo signor [...] Antonio Francho di [...] ad perpetuam rei memoriam" (1)

1696 settembre 27 - 1707 aprile 15 (con aggiornamenti fino al 4 maggio 1776) Registro degli affitti spettanti alla chiesa parrocchiale. Registro; carta, legatura in carta, cc. IV, 33 Note (1) Letto con l'ausilio della lampada di Wood.

C 2.2 {178}

"Affitti che ogni anno deve scuodere il sindico della parochiale che abita nella villa di Santo Stefano di Cloz principiando l'anno 1749"

1749 (con annotazioni fino al 20 aprile 1801) Registro degli affitti spettanti alla chiesa parrocchiale di Santo Stefano, alla filiale di Santa Maria e alla confraternita del Santissimo Rosario. Italiano Registro; carta, cc. 28 frammento

90

serie C 3 Registri delle rese di conto dei sindaci, 1777 - 1925 {179}

registri 2

Contenuto La serie è formata da due registri sui quali i sindaci della chiesa di Santo Stefano, eletti dalla comunità, annotavano le entrate e le uscite relative al patrimonio della chiesa e le rese di conto annuali. Il primo registro regolare dei conti della chiesa parrocchiale fu introdotto dal parroco Melchiore Ramponi nel 1740, ma purtroppo le carte sulle quali erano riportate le registrazioni sono state tagliate (1).

Vedi anche: Fondo Chiesa di Santa Maria in Cloz. Fondo Documentazione dell'archivio della Congregazione di carità di Cloz.

Note (1) Cfr. Chiesa di Santo Stefano in Cloz, Registri delle rese di conto dei sindaci, reg. 1.

C 3.1 {180}

"Liber computorum ecclesiae parochialis Clotii" (tit. int.)

1777 ottobre 12 - 1830 ottobre 3 Altre denominazioni: "Conti" (tit. dorso) Rendiconti presentati dai sindaci della chiesa di Santo Stefano (dall'anno 1776/1777 fino all'anno 1829/1830). All'inizio: tracce parziali di rendiconti dal 1741 (1); alla fine: messe legatarie perpetue da celebrarsi dal parroco di Cloz, sec. XVIII seconda metà (con annotazioni fino al 1844); lettera inviata al parroco don Melchiorre Ramponi dalla baronessa Maria Isabella Cles relativa ad un legato per la distribuzione annuale di un'elemosina nelle parrocchie della Val di Non, 1743 aprile 6 (copia).

Latino, italiano Registro; carta, legatura in pelle, cc. 55 n.n. Note (1) Le carte sono state tagliate.

C 3.2 {181}

"Entrate e uscite" (tit. dorso)

1867 [novembre] - 1925 dicembre 25

91

- Rendiconti dei sindaci della chiesa di Santo Stefano per gli anni 1868-1886, 1867 [novembre]-1888 novembre 23; - rendiconti dei sindaci della chiesa di Santa Maria per gli anni 1866-1887, 1869 novembre 15-1888 ottobre 1 (con annotazioni fino al 27 settembre 1889); - rendiconti di entrate/uscite della chiesa di Santo Stefano, 1893 novembre 6-[1936]; - rendiconti di entrate/uscite della chiesa di Santa Maria, 1890-1925 dicembre 24. Contiene inoltre: - resoconto della Congregazione di Carità, 1869-1872; - resoconto della "Questua di maggio" (1), 1866-1892 (con annotazioni fino al 18 aprile 1893); - "Conto dell'Immagine dell'Immacolata", registrazioni di cassa, [1874 settembre 18-1876 dicembre 20]. Italiano Registro; carta, legatura in pelle, cc. 107 n.n. Note (1) Offerte per onorare la Madonna nel mese di maggio.

92

serie C 4 Registri di cassa, 1929 - 1952 {182}

registri 3

Contenuto La serie è formata da tre registri sui quali sono riportate uscite ed entrate spettanti all'amministrazione della chiesa parrocchiale e della sua filiale; le uscite sono relative prevalentemente alle spese di culto (arredi sacri, cera, organista, predicatore, messe, ecc.) e alle imposte; le entrate provengono da interessi e offerte.

Vedi anche: Fondo Chiesa di Santa Maria in Cloz.

C 4.1 {183}

"Chiesa. Terziari"

1929 ottobre 23 - 1936 dicembre 6 Registrazioni di cassa (1) con nota delle entrate/uscite impiegate per le predicazioni e gli offici celebrati dai Terziari. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 25 n.n. Note (1) Tutte le registrazioni sono state cassate.

C 4.2 {184}

"Chiesa. Terziari"

1935 maggio 20 - 1938 dicembre 18 Registrazioni di cassa con nota delle entrate/uscite impiegate per le predicazioni e gli offici celebrati dai Terziari. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 13 n.n.

C 4.3 {185}

"Chiesa Santo Stefano. Chiesa Santa Maria"

1939 luglio 16 - 1952 ottobre 30 Registrazioni di cassa della chiesa di Santo Stefano (1939 luglio 6-1952 settembre 30) e della chiesa filiale di Santa Maria (1939

luglio 16-1952 ottobre 30). Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 38 n.n.

93

serie C 5 Registri delle offerte, 1938 - 1939 {186}

registri 1

Contenuto La serie è composta da un registro sul quale sono state annotate le offerte raccolte tra il 1938 e 1939 in favore dei lavori occorrenti per la nuova chiesa di Cloz; le offerte provengono dagli abitanti del paese e delle frazioni e da parrocchiani emigrati negli Stati Uniti.

C 5.1 {187}

"Conti relativi al restauro e decorazione chiesa parrochiale di Cloz"

1938 febbraio 21 - 1939 ottobre 30 Registro delle offerte raccolte in favore della chiesa parrocchiale con annotazioni delle uscite relative ai depositi presso la Cassa Rurale di Cloz. Italiano Registro; carta, legatura in carta, pp. 37 (bianche le pp. 20-21, 29-35)

94

serie C 6 Resoconti, 1816 - 1966 {188}

fascicoli 2

Contenuto Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il Ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un resoconto. Sei settimane dopo il termine dell'anno militare, che cominciava il primo novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime compilare un estratto di tale conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio delle chiese della sua diocesi. La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava quindi agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

C 6.1 b. 1 {189}

Resoconti

1816; 1836 - 1899 Nn. 1-60 Mancano i resoconti per gli anni 1817/1818-1825/1826, 1827/1828-1835/1836, 1837/1838-1840/1841. Sono presenti solo le evasioni dei conti per gli anni 1826/1827, 1836/1837, 1841/1842-1849 e 1850. Sono presenti quietanze per gli anni 1877, 1878, 1883, 1894, 1898, 1899. Italiano, tedesco Fascicolo; carta, cc. 658 n.n.

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C 6.2 b. 2 {190}

Resoconti

1900 - 1966 Nn. 61-98 Manca il resoconto per l'anno 1912. Sono presenti quietanze per gli anni 1909, 1910, 1921, 1922, 1925-1927, 1932, 1934, 1937. Italiano Fascicolo; carta, cc. 570 n.n.

96

serie C 7 Carteggio e atti, 1938 - 1945 {191}

fascicoli 2

Contenuto La serie è formata da due fascicoli contenenti atti relativi alla costruzione della nuova chiesa parrocchiale.

Vedi anche: Serie Carteggio e atti ordinati.

C 7.1 b. 1 {192}

"Costruzione della nuova chiesa"

1938 - 1945 Elenchi di offerenti per il restauro e la decorazione della chiesa, atti relativi al restauro del presbiterio, corrispondenza con la ditta Giuseppe Parisi di Trento per la fornitura di vetrate, corrispondenza con il marmista Tullio Detassis di Trento per l'esecuzione e la posa in opera dell'altare maggiore, offerte dagli emigrati negli Stati Uniti, corrispondenza con l'architetto Efrem Ferrari per il progetto di ampliamento e trasformazione della chiesa, atto sottoscritto dai capifamiglia di Cloz relativo all'obbligo di sostenere la spesa residua per la costruzione della nuova chiesa attraverso il concorso di quote percentuali sulle entrate di latte e frutta, corrispondenza con le autorità competenti per le approvazioni dei progetti e i permessi di fabbrica, preventivi per i lavori di muratura, concessioni gratuite di legname da parte del Comune, fatture per prestazioni d'opera, offerte per forniture di pietre e marmi, offerte di legname da parte di privati, fatture, preventivi per la fornitura delle ferramenta e per l'impianto elettrico, corrispondenza con l'impresa F.lli Redi di Trento per la posa dei marmi e la fornitura del battistero, dell'acquasantiera, della balaustra e delle iscrizioni sui manufatti, rendiconti della latteria sociale e del Magazzino di frutta di Cloz relativi ai ricavi versati alla chiesa, ecc. Italiano Fascicolo; carta, cc. 257

C 7.2 b. 1 {193}

"Disegni, progetti"

1940 - 1944 N. 68 disegni e progetti relativi alla costruzione della nuova chiesa. Italiano Fascicolo; carta e lucido, cc. 68 n.n.

97

Ente

Chiesa di Santa Maria {194}

[1458] - 1987 gennaio 24

Luoghi Cloz (TN)

Archivi prodotti Fondo Chiesa di Santa Maria in Cloz, 01/01/1807 - 31/12/1962

Storia Non si conosce la data esatta dell'erezione della chiesa di Santa Maria di Cloz. La prima notizia documentata che la riguarda si trova in un testamento, redatto il primo marzo 1458 e conservato nell'archivio comunale di Cloz, con il quale viene costituito un legato a suo favore (1). Si può supporre che alcuni decenni più tardi venne ricostruita, poiché il documento di consacrazione, redatto il 13 agosto 1500, descrive la chiesa, che si trovava all'interno del cimitero, come "ricostruita di nuovo" (2). In essa era collocato un altare dedicato ai santi Fabiano, Sebastiano e Rocco. Nel giorno della consacrazione due benefattori del luogo la dotarono di due terreni per provvedere alla sua manutenzione (3). I visitatori pastorali nel 1579 attestarono che la chiesa possedeva solo un calice e due pianete quasi logore, una campana e un campanello (4). Inoltre l'edificio aveva bisogno di essere restaurato. Le disposizioni visitali dovettero essere eseguite, visto che nella visita successiva, nel 1616, i lavori di restauro erano iniziati e i visitatori raccomandarono di terminarli e ordinarono al parroco di togliere e custodire le reliquie degli altari (5). Un altro intervento di restauro fu effettuato nel 1889. La chiesa fu completamente restaurata tra il 1927-1928 e decorata dal professor Carlo Donati. L'opera fu quasi interamente finanziata da don Beniamino Franch, originario di Cloz e missionario in America. A conclusione dei restauri, il 9 marzo 1929, fu concesso per un quinquennio di poter conservare il Santissimo Sacramento nella chiesa; la domanda venne rinnovata ad ogni scadenza con esito positivo. Si effettuò un altro intervento di restauro nel 1965. Nella chiesa filiale il cooperatore parrocchiale celebrava la messa due volte in settimana e tutte le domeniche, eccettuata la prima domenica del mese. La dotazione della chiesa non era cospicua; al nucleo iniziale costituito nel 1500 si aggiunsero nel corso degli anni dei legati missari e delle donazioni. Nel 1751, durante la visita pastorale, si attestò che la chiesa di Santa Maria si manteneva con le proprie rendite e spesso era costretta ad aiutare la chiesa parrocchiale, data la povertà di quest'ultima (6). Nel 1885 le sue rendite derivavano dagli interessi di capitali e dall'affitto di fondi (7). Alcuni anni più tardi, nel 1897, il parroco di Cloz dichiarava che la chiesa filiale di Santa Maria "possiede 977 fiorini in capitali, fiorini 60 in diritti utili; la rendita di circa fiorini 60 annui basta appena per i bisogni ordinari" (8).

98

L'inventario del patrimonio steso nel 1919 certifica che la chiesa possedeva dei capitali che fruttavano interessi; le uscite consistevano nella celebrazione di messe, nel pagamento delle spese di amministrazione, delle imposte e per la provvista di vino e ostie (9). Il resoconto per gli anni 1958/1962 fu l'ultimo a essere presentato all'Ordinariato di Trento: infatti in calce al documento il revisore annotò: "Dato che l'ente è privo di consistenza patrimoniale immobiliare e senza oneri, si potrà conglobare d'ora in poi questo conto nel resoconto chiesa parrocchiale" (10). In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato quest'ultimo sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa di Santo Stefano in Cloz con l'annessa chiesa filiale di Santa Maria è stato soppresso e i suoi beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di Santo Stefano con sede in Cloz.

Contesto generale Diocesi di Trento

Fonti normative Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici nonché delle fondazioni ecclesiastiche nella diocesi di Trento, 1865

Codice di diritto canonico (1983)

Legge 20 maggio 1985, n. 222, "Disposizioni sugli enti ecclesiastici in Italia e per il sostentamento del clero cattolico in servizio nelle diocesi"

Decreto Ministeriale 30 dicembre 1986, Conferimento della qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto all'Istituto per il sostentamento del clero nella diocesi di Trento ed alle quattrocentocinquantasei parrocchie costituite nella stessa diocesi. Perdita della personalità giuridica civile da parte di millecentonovantuno enti beneficiali e di quattrocentoquarantadue chiese parrocchiali, tutti della sopraddetta diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Atti visitali ADT, Parrocchie e curazie Bibliografia Raccolta memorie storiche di Cloz, a cura dell'Amministrazione comunale, Calliano (TN), 1985

FORGIONE V., La chiesa di santa Maria di Cloz, Comune di Cloz, 2010

WEBER S., Le chiese della Valle di Non nella storia e nell'arte, vol. II: I decanati di Cles e di Fondo, Trento, 1937

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Note (1) Cfr. FORGIONE V., La chiesa di santa Maria di Cloz, Comune di Cloz, 2010, p. 21. (2) Cfr. Pergamene della parrocchia di Santo Stefano in Cloz, perg. 10. (3) Ibidem. (4) Cfr. ADT, Atti visitali, n. 3, c. 199. (5) Ibidem, n. 9b, cc. 38-39. (6) Ibidem, n. 61, c. 463. (7) Ibidem, n. 95, cc. 393-394. (8) Ibidem. (9) Cfr. Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Carteggio e atti ordinati, fasc. 20.7.2. (10) Cfr. Chiesa di Santa Maria in Cloz, Resoconti, fasc. 1.

100

fondo D Chiesa di Santa Maria in Cloz, 1807 - 1962 {195}

registri 1, fascicoli 2

Soggetti produttori Chiesa di Santa Maria, [1458] - 1987 gennaio 24

Lingua Italiano

Vedi anche: Serie Urbari. Serie Registri degli affitti. Serie Registri delle rese di conto dei sindaci. Serie Registri di cassa.

101

serie D 1 Registri di cassa, 1930 - 1937 {196}

registri 1

D 1.1 {197}

"S. Maria"

1930 - 1937 agosto 15 Italiano Registro; carta, legatura in carta, pp. 6

102

serie D 2 Resoconti, 1807 - 1962 {198}

fascicoli 1

Contenuto Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il Ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un resoconto. Sei settimane dopo il termine dell'anno militare, che cominciava il primo novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime compilare un estratto di tale conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio delle chiese della sua diocesi. La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava quindi agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne un'altra all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose.

D 2.1 b. 1 {199}

Resoconti

1807 - 1808; 1887 - 1962 Nn. 1-46 Sono presenti quietanze per gli anni 1931-1934, 1937. Italiano Fascicolo; carta, cc. 362 n.n.

103

serie D 3 Carteggio e atti , 1927 - 1932 {200}

fascicoli 1

Vedi anche: Serie Carteggio e atti ordinati.

D 3.1 b. 1 {201}

"Restauri della chiesa di Santa Maria dal 1927"

1927 - 1932 Corrispondenza con il sacerdote Modesto Gembrini da Merano (1), preventivi, contratti, corrispondenza con le maestranze per il

rifacimento delle finestre gotiche e del rosone, corrispondenza con le autorità competenti per le autorizzazioni necessarie, corrispondenza con il professore Carlo Donati per il progetto di decorazione della chiesa, rifacimento del tabernacolo, Via Crucis, quietanze. Contiene: 4 disegni (1927-1928), 2 cartoline veduta di Cloz in b/n (1928), 1 cartolina veduta di Merano-Lungo Passirio in b/n (1929). Italiano Fascicolo; carta, cc. 317 Note (1) Il sacerdote aveva inoltrato al parroco di Cloz l'offerta di un benefattore, originario di Cloz ma emigrato in America, per sostenere tutte le spese necessarie al restauro della chiesa di Santa Maria. Continuò la collaborazione con il parroco mediante contatti con autorità e maestranze utili al compimento dei lavori.

104

Ente

Confraternita del Santissimo Rosario {202}

1585 giugno 2 - [1948]

Luoghi Cloz (TN)

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Rosario in Cloz, 01/01/1865 - 31/12/1886

Storia La confraternita del Santissimo Rosario è la più antica della parrocchia: fu fondata a Cloz il 2 giugno 1585. Don Luigi Conter ricorda nelle sue memorie che probabilmente già dalla metà del XVI secolo essa era attiva in parrocchia (1). La confraternita disponeva di un proprio patrimonio ed elargiva le sue rendite ai parrocchiani più bisognosi. Nel 1600 fu consacrato il suo altare nella chiesa parrocchiale. In seguito alla soppressione giuseppina, nel 1830 gli amministratori della chiesa parrocchiale presentarono domanda davanti al Giudizio distrettuale di Cles affinché il patrimonio della soppressa confraternita fosse aggregato a quello della chiesa, poiché le rendite del suo capitale venivano già impiegate per supplire alle necessità di culto (2). Nel 1832 il patrimonio della confraternita venne ufficialmente incorporato in quello della chiesa di Santo Stefano. La congregazione continuò comunque ad essere attiva nella parrocchia, anche se la devozione dei fedeli e il numero degli iscritti continuavano a diminuire: nel 1865 gli iscritti erano circa 200 (3), nel 1925 erano 40 (4). Sulle risposte al questionario per la visita del 1948 non se ne fa più menzione (5). E' molto probabile che la confraternita abbia cessato la sua attività nel secondo dopoguerra.

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede Apostolica" del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a

105

quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1810 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie. In seguito al Concordato le confraternite che avevano scopo esclusivo o prevalente di culto passarono alla dipendenza dell'autorità ecclesiastica per quanto riguardava il funzionamento e l'amministrazione.

Contesto generale Diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia Raccolta memorie storiche di Cloz, a cura dell'Amministrazione comunale, Calliano (TN), 1985

Note (1) Cfr. Raccolta memorie storiche di Cloz, a cura dell'Amministrazione comunale, Calliano (TN), 1985, p. 94. (2) Cfr. Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Carteggio e atti ordinati, fasc. 6.2. (3) Cfr. Confraternita del Santissimo Rosario, Registri degli iscritti, reg. 1. (4) Cfr. Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1.3. (5) Ibidem.

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fondo E Confraternita del Santissimo Rosario in Cloz, 1865 - 1886 {203}

registri 1

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Rosario, 1585 giugno 2 - [1948]

Lingua Italiano

Vedi anche: Serie Carteggio e atti ordinati. Serie Registri degli affitti. Serie Urbari.

107

serie E 1 Registri degli iscritti, 1865 - 1886 {204}

registri 1

E 1.1 {205}

"Santissimo Rosario 1865"

1865 - 1886 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 10 n.n.

108

Ente

Confraternita del Santissimo Sacramento {206}

1717 - ante 2004

Luoghi Cloz (TN)

Altre Forme autorizzate del nome Compagnia del Santissimo

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento in Cloz, 24/09/1865 - 31/12/1934

Storia La confraternita del Santissimo Sacramento di Cloz fu fondata nel 1717, ma solo nell'anno 1785 la sua erezione venne ratificata. Tra le compagnie essa raccoglieva il numero maggiore di soci, che arrivavano anche alle 700 unità. Gli iscritti erano distinti secondo l'appartenenza ad una delle due ville di Cloz, ma facevano capo alla confraternita che aveva sede nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano. La confraternita non disponeva di beni propri, ma si manteneva con le tasse che ogni anno i confratelli erano tenuti a versare. Nel decreto visitale del 1766, che rinnovava l'ordine già impartito nel decreto del 1751, ma non eseguito, si ordinava "che si rendessero ogn'anno i conti della Compagnia del Santissimo, ..., volendo che a questi intervenga anche il venerabile arciprete acciò dal saldo de medesimi che si farà per questo scadente anno, apparisca se vi siano avanzi per contribuire alla provvista d'un nuovo Tabernacolo quanto necessario altrettanto degno d'esser promosso da questa Compagnia, volendo però che anche negli anni futuri abbia vigore il presente decreto riguardo alla resa de conti" (1). La confraternita partecipava quindi concretamente al decoro della chiesa con offerte di denaro provenienti dalle rimanenze attive risultanti dai conti resi ogni anno alla presenza del parroco di Cloz. I capitoli della confraternita furono rinnovati nel 1808 (2), nei quali veniva ribadito l'obbligo per i confratelli di indossare in determinate occasioni la 'cappa rossa'. Il "magistrato", ossia l'organo direttivo della confraternita, era composto da un "capo", un "sotto capo", un cancelliere, un cassiere, un sindaco ("scossore") e da quattro "assessori". Il direttivo nominava poi i "bidelli" e gli altri subalterni (baldacchinieri, gonfalonieri, torcieri, ecc.). Dalle risposte rese in occasione delle visite pastorali (3) si apprende che nel 1925 gli iscritti erano circa 500 e il suo bilancio era in attivo; nel 1937 si registra una flessione consistente tra gli iscritti che ammontano a 400, mentre la situazione economica registra ancora il segno positivo; la situazione è quasi identica nel 1948, con un leggero incremento degli iscritti. Nel 2004 un decreto vescovile soppresse tutte le confraternite ancora attive nella diocesi: fra queste non rientrava però la confraternita del Santissimo Sacramento di Cloz, che dunque doveva essere già estinta.

109

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla "Quaecumque a Sede Apostolica" del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1810 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinariato e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie. In seguito al Concordato le confraternite che avevano scopo esclusivo o prevalente di culto passarono alla dipendenza dell'autorità ecclesiastica per quanto riguardava il funzionamento e l'amministrazione.

Contesto generale Diocesi di Trento

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1.3. (2) Ibidem, fasc. 10.4. (3) Ibidem, fasc. 1.3.

110

fondo F Confraternita del Santissimo Sacramento in Cloz, 1865 - 1934 {207}

registri 26

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, 1717 - ante 2004

Lingua Italiano

Vedi anche: Serie Carteggio e atti ordinati.

111

serie F 1 Registri di amministrazione, 1865 - 1921 {208}

registri 1

F 1.1 {209}

"Registro dei confrateli e consorele della venerabile confraternita del Santissimo Sacramento. Cloz li 3 settembre 1865"

1865 settembre 24 - 1921 agosto 28 - Capitoli della confraternita, [1865]; - verbali delle riunioni, con presentazione del conto annuale ed elezioni delle cariche, 1865 settembre 24-1921 agosto 28; - elenco di iscritti nelle ville di Santo Stefano e Santa Maria, 1865-1879 (con annotazioni fino al 1882). Italiano Registro; carta, legatura in mezza pelle, cc. 131 n.n.

112

serie F 2 Registri delle riscossioni delle tasse annuali, 1919 - 1934 {210}

registri 25

F 2.1 {211}

"Anno 1919. Confratelli di Santo Stefano. Tassa lire 1. Rascossore Zanoni Guido"

1919 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 9 n.n.

F 2.2 {212}

"Anno 1919. Confratelli di Santa Maria. Tassa lire 1. Rascossore Rauzi Serafino"

1919 Alla fine: annotazioni di cassa, 1919 agosto 24-1920 settembre 1. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 14 n.n.

F 2.3 {213}

"Santo Stefano confratelli 1920. Tassa lire 1,50"

1920 Alla fine: annotazioni di cassa, 1921 gennaio 4-1921 agosto Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 12 n.n.

F 2.4 {214}

"Santo Stefano confratteli pro 1921"

1921 Italiano Registro; carta, cc. 10 n.n.

F 2.5 {215}

"Santa Maria confratelli pro 1921"

1921

113

Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 10 n.n.

F 2.6 {216}

"Santo Stefano confratteli pro 1922"

1922 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 8 n.n.

F 2.7 {217}

"Santa Maria confratteli pro 1922"

1922 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 10 n.n.

F 2.8 {218}

"Confratteli Santo Stefano pro 1923"

1923 Italiano Registro; carta, cc. 9 n.n.

F 2.9 {219}

"Confratteli di Santa Maria 1923"

1923 Alla fine: annotazioni di cassa, 1923 ottobre 10-1924 agosto 14. Italiano Registro; carta, legatura in tela, cc. 12 n.n.

F 2.10 {220}

"Confratelli di Santo Stefano 1924"

1924 Alla fine: annotazioni di cassa, 1925. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 10 n.n.

114

F 2.11 {221}

"Confratelli di Santa Maria 1924"

1924 Alla fine: annotazioni di cassa, 1924 dicembre 10-1925 marzo 9. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 13 n.n.

F 2.12 {222}

"Confratelli di Santo Stefano 1925"

1925 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 9 n.n.

F 2.13 {223}

"Confratelli di Santa Maria 1925"

1925 Alla fine: annotazioni di cassa, 1925 ottobre 2-1926 luglio 24 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 14 n.n.

F 2.14 {224}

"Confratelli di Santo Stefano 1926"

1926 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 8 n.n.

F 2.15 {225}

"Confratelli di Santa Maria 1926"

1926 Alla fine: annotazioni di cassa, 1926 ottobre 24-1927 agosto 20. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 14 n.n.

F 2.16 {226}

"Confratteli Santo Stefano 1927"

115

1927 Alla fine: annotazioni di cassa, 1927. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 12 n.n.

F 2.17 {227}

"Confratelli di Santa Maria 1927"

1927 Alla fine: annotazioni di cassa, 1927 settembre 11-1927 settembre 16. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 11 n.n.

F 2.18 {228}

"Confratteli Santo Stefano 1928"

1928 Alla fine: annotazioni di cassa, 1928. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 10 n.n.

F 2.19 {229}

"Confrattelli di Santa Maria 1928"

1928 Alla fine: annotazioni di cassa, 1928. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 10 n.n.

F 2.20 {230}

"Confrateli di Santa Maria 1929"

1929 Alla fine: annotazioni di cassa, 1929 novembre 2-1930 agosto 29. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 13 n.n.

F 2.21 {231}

"Confratteli Santo Stefano 1930"

116

1930 Alla fine: annotazioni di cassa, 1930. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 10 n.n.

F 2.22 {232}

"Confratteli Santo Stefano 1931"

1931 Alla fine: annotazioni di cassa, 1931 settembre 27-1932 agosto 21. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 11 n.n.

F 2.23 {233}

"Confratteli di Santa Maria 1932"

1932 Alla fine: annotazioni di cassa, 1932 ottobre 9-1933 agosto 27. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 20 n.n.

F 2.24 {234}

"Confratteli Santa Maria e Santo Stefano 1933"

1933 Alla fine: annotazioni di cassa, 1934 gennaio 5-1934 agosto 26. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 19 n.n.

F 2.25 {235}

"Confratteli Santa Maria e Santo Stefano 1934"

1934 Alla fine: annotazioni di cassa, 1934 ottobre 21-1935 agosto 4. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 20 n.n.

117

Ente

Confraternita del Sacro Cuore di Gesù {236}

1840 - [1937]

Luoghi Cloz (TN)

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Sacro Cuore di Gesù in Cloz, 01/01/1840 - 15/06/1890

Storia La confraternita del Sacro Cuore di Gesù fu eretta a Cloz nel 1840 su impulso del parroco Carlo de Maffei. Nel 1925 gli iscritti erano circa 80 (1); sulle risposte al questionario per la visita del 1937 non se ne fa più menzione. E' probabile che la confraternita abbia cessato la sua attività prima della seconda guerra mondiale.

Contesto generale Diocesi di Trento

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1.3.

118

fondo G Confraternita del Sacro Cuore di Gesù in Cloz, 1840 - 1890 {237}

registri 1

Soggetti produttori Confraternita del Sacro Cuore di Gesù, 1840 - [1937]

Lingua Italiano

Vedi anche: Serie Carteggio e atti ordinati.

119

serie G 1 Registri degli iscritti, [1840] - 1890 {238}

registri 1

G 1.1 {239}

"Compagnia del Santissimo Cuor di Gesù"

[1840] - 1890 giugno 15 Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 14 n.n.

120

Ente

Ricreatorio-asilo di Cloz {240}

1896 - [1944]

Luoghi Cloz (TN)

Archivi prodotti Fondo Ricreatorio-asilo di Cloz, 01/01/1896 - 31/12/1944

Storia Nel 1896, su iniziativa del parroco don Luigi Conter, fu costruito un piccolo ricreatorio per la neo eretta Congregazione mariana di San Luigi; la struttura doveva servire alla gioventù maschile del paese come ritrovo e luogo di istruzione per l'inverno e ad uso asilo per i bambini durante i mesi estivi (maggio-settembre), quando i genitori erano impegnati nei lavori agricoli. Nel richiedere le autorizzazioni necessarie, il parroco scriveva all'Ordinariato precisando che "per il piccolo ricreatorio ... non si intende già un ricreatorio quale è in uso nelle grandi borgate con recinto, con cappella unita per gli esercizi religiosi ecc., ma un semplice salone da costruirsi in continuazione del locale scolastico comunale, ove di tanto in tanto si raccogliono i giovani ascritti alla pia unione di San Luigi ..." (1). Don Conter stimava una spesa non superiore ai 1000 fiorini. Tramite offerte, questue e collette erano già stati raccolti 400 fiorini e per il resto il parroco intendeva "di supplire in propiis". Alla fine di maggio del 1896 don Luigi Conter, in qualità di rappresentante della Congregazione di San Luigi, acquistò per 90 fiorini il terreno per fabbricare il locale. Alla costruzione del ricreatorio contribuì tutta la popolazione con offerte e prestazioni gratuite. Il ricreatorio era formato da un'unica sala dove si trovava anche un piccolo palcoscenico; grazie all'offerta generosa di una benefattrice fu possibile acquistare nel 1897 un piazzale per il gioco dei bambini. L'asilo cominciò a funzionare durante i mesi estivi e il locale, all'occasione, diventava anche luogo di riunione per le altre associazioni presenti in parrocchia. Negli anni che seguirono l'immediato dopoguerra molti giovani lasciarono il paese per emigrare in America e il ricreatorio perse la sua primaria funzione di luogo di ritrovo per la gioventù maschile. Negli anni Trenta esso venne utilizzato come luogo di riunione per le congregazioni religiose, per le associazioni di Azione Cattolica, per il coro e per tutte le altre associazioni parrocchiali. Sulle risposte al questionario per la visita del 1937 il parroco don Giovanni Martini scrisse: "vi è un ricreatorio per la gioventù e serve per le adunanze delle associazioni cattoliche... vi è l'asilo come sala di custodia dei bambini" (2). Sull'area di questo primitivo ricreatorio negli anni Quaranta sarà dato l'avvio alla costruzione del complesso che raccoglierà tutte le opere parrocchiali del paese ovvero la "Casa sociale di Cloz".

121

Note (1) Cfr. Ricreatorio-asilo di Cloz, Carteggio e atti, fasc. 1. (2) Cfr. Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1.3.

122

fondo H Ricreatorio-asilo di Cloz, 1896 - 1944 {241}

registri 3, fascicoli 1

Soggetti produttori Ricreatorio-asilo di Cloz, 1896 - [1944]

Lingua Italiano

123

serie H 1 Registri di amministrazione, 1896 - 1925 {242}

registri 1

H 1.1 {243}

"Ricreatorio. Asilo"

1896 gennaio 19 - 1925 dicembre 4 Registro dei verbali delle riunioni della Congregazione dei giovani di San Luigi in Cloz, 1896 gennaio 19-1896 novembre 8. Capovolgendo il registro: - elenco dei "membri fondatori ed effettivi", [1896]; - elenchi di offerenti e offerte, 1896 gennaio 26-1899 febbraio 9;

- registrazioni di cassa (lavori e gestione locali), 1898 febbraio 24-1925 dicembre 4. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 59 n.n.

124

serie H 2 Registri di cassa, 1929 - 1938 {244}

registri 2

H 2.1 {245}

"Asilo, ricreatorio e cassa campane"

1929 - 1934 febbraio 21 Registrazioni di cassa relative alla gestione dei locali dell'asilo-ricreatorio. A metà: "Cassa campane", registrazioni di cassa del fondo campane, 1931 marzo 26-1932 gennaio 2. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 10 n.n.

H 2.2 {246}

"Circolo giovanile. Ricreatorio. Cassa campane. Asilo. Missioni"

1934 - 1938 pp. 1-5: "Ricreatorio", registrazioni di cassa, 1935-1937; pp. 11-15, 18: "Cassa campane", registrazioni di cassa, 1934-1938; p. 16: "Circolo giovanile", conto del libretto bancario, 1937 febbraio 2; p. 25: "Asilo", conto del libretto bancario, 1935 giugno 24; p. 28: offerta pro asilo, s.d.; p. 33: "Fondo missioni, conto del libretto bancario, 1936 dicembre 31. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, pp. 33 (bianche molte pp.)

125

serie H 3 Carteggio e atti, 1896 - 1944 {247}

fascicoli 1

H 3.1 b. 1 {248}

"Asilo"

1896 - 1944 Atti relativi alle richieste di autorizzazioni presso l'Ordinariato per poter costruire un locale ad uso ricreatorio-asilo, atti relativi alla compravendita del terreno, sottoscrizioni per offerte (1896-1900); permessi per tenere rappresentazioni nel teatrino del ricreatorio parrocchiale (1905-1907); atti relativi all'amministrazione: diffide e pagamenti delle imposte, polizze di assicurazione, fassione, quietanze (1910-1944); atti relativi all'asilo: autorizzazione al funzionamento provvisorio della struttura, copia modello dello statuto,

delibera del comitato promotore relativa all'approvazione dello statuto e alla costituzione della scuola materna, nomina dei membri del consiglio direttivo (1927-1930); verbale della commissione competente relativo all'agibilità del teatro dell'oratorio (1938). Italiano Fascicolo; carta, cc. 85

126

Ente

Casa sociale "Mater Divinae Providentiae" {249}

[1944] -

Luoghi Cloz (TN)

Altre forme del nome Casa delle opere parrocchiali Casa sociale La casa del popolo

Archivi prodotti Fondo Casa sociale "Mater Divinae Providentiae" di Cloz, 01/01/1944 - 31/12/1958

Storia Sull'area del primitivo ricreatorio di Cloz venne eretto l'edificio destinato ad ospitare tutte le associazioni presenti in parrocchia. La "Casa sociale" o "Casa delle opere parrocchiali" aveva finalità di carattere esclusivamente sociale essendo stato disposto, ancor prima della sua erezione, di accogliere nella stessa la scuola materna, il ricreatorio per la gioventù maschile e femminile, le scuole di lavoro, il cinema-teatro, la filodrammatica del paese, un ricovero per vecchi e invalidi, un piccolo dispensario, dei bagni pubblici; la Casa doveva ospitare anche la canonica. L'opera fu ideata dal parroco don Guido Bortolameotti e portata a compimento dai successori, don Francesco Daz e don Leopoldo Cappello. Tra il 1944 e il 1945 il parroco Bortolameotti diede il via alla raccolta dei fondi e all'acquisto dei primi materiali; la posa della prima pietra avvenne nel 1946 con il parroco Francesco Daz. Alla grande opera concorsero tutti i censiti del paese, sia con prestazioni gratuite, sia con offerte private in denaro, sia attraverso la sottoscrizione in massa del 5% sull'entrata della frutta e del 3% sull'entrata del caseificio; il Comune concorse con l'assegnazione gratuita del legname necessario alla costruzione e alle strutture. Insigni benefattori dell'opera furono il dottor Florio de Angeli, originario di Cloz e titolare dell'omonimo stabilimento farmaceutico milanese, e le sorelle Virginia, Maria Rosa e Francesca Zaffoni di Cloz che destinarono parte della loro sostanza in favore dell'asilo. Il primo consistente lotto di lavori fu concluso alla metà del 1952; il 12 ottobre 1954 la canonica fu trasportata nella nuova sede; tra il 1952 e 1958 furono portati a compimento i locali del corpo centrale, adattati e collaudati i locali per il cinema-teatro, costruito il campo sportivo. Il complesso era formato da tre edifici collegati: l'ala sinistra ospitava al primo piano la scuola materna, al secondo la canonica e al terzo l'appartamento delle suore; l'edificio centrale era costituito da sale ricreative e per riunioni, e disponeva di un vasto appartamento che veniva affittato per colonie estive; l'ala destra era adibita a cinema-teatro (1).

127

La proprietà della Casa venne iscritta alla chiesa parrocchiale; il parroco pro tempore era il legale rappresentante, assistito da un consiglio di amministrazione che provvedeva a tutte le spese di gestione della Casa sociale. L'amministrazione interna era affidata alla madre superiora, cui spettava anche la direzione della scuola materna, dell'infermeria, del personale e delle opere femminili.

Fonti archivistiche e bibliografia Bibliografia Raccolta memorie storiche di Cloz, a cura dell'Amministrazione comunale, Calliano (TN), 1985

Note (1) Cfr. Raccolta memorie storiche di Cloz, a cura dell'Amministrazione comunale, Calliano (Trento), 1985, pp. 40-41.

128

fondo I Casa sociale "Mater Divinae Providentiae" di Cloz, 1944 - 1958 {250}

registri 1, fascicoli 3

Soggetti produttori Casa sociale "Mater Divinae Providentiae", [1944] -

Lingua Italiano

129

serie I 1 Registri di cassa, 1944 - 1951 {251}

registri 1

I 1.1 {252}

Registro di cassa

1944 luglio 25 - 1951 dicembre 16 Registro di cassa relativo alla fabbrica. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 50 n.n.

130

serie I 2 Carteggio e atti, 1944 - 1958 {253}

fascicoli 3

I 2.1 b. 1 {254}

Disegni e progetti

1944 - 1950 N. 12 disegni e progetti relativi alla costruzione della Casa sociale e in particolare i locali per l'asilo infantile, il teatro, la cappella, la sala di riunioni e di lavoro. Italiano Fascicolo; carta, cc. 12

I 2.2 b. 1 {255}

"Costruzione della Casa sociale"

1944 - 1958

I 2.2.1 b. 1 {256}

"Casa delle opere parrocchiali Cloz. Costruzione: operai e fatture"

1944 - 1951 Fatture relative all'acquisto di materiali e attrezzi (1944-1951), distinte di pagamento delle ore lavorate da ogni operaio (1946- 1951). Italiano Fascicolo, carta, cc. 485 n.n.

I 2.2.2 b. 1 {257}

"Casa delle opere parrocchiali Cloz. Costruzione: legnami e serramenti"

1945 - 1951 Fatture relative all'acquisto di legname e altro materiale da costruzione. Italiano Fascicolo, carta, cc. 85 n.n.

I 2.2.3 b. 1 {258}

"Oratorio: cemento, mattoni, calce, fatture saldate"

131

1946 - 1952 Fatture relative all'acquisto di materiale edilizio. Italiano Fascicolo, carta, cc. 150 n.n.

I 2.2.4 b. 1 {259}

"Casa delle opere parrocchiali Cloz. Costruzione: carteggi vari"

1946 - 1958 Atti relativi alla costruzione: preventivo di spesa, richiesta al Comune per l'assegnazione gratuita del legname, contratto con l'impresa di muratori e corrispondenza con l'I.N.P.S. per le pratiche assicurative, elenchi degli operai e dei turni, elenchi di parrocchiani che prestano gratuitamente il loro lavoro, adesioni relative al versamento della quota percentuale sull'entrata della frutta e del latte a favore della costruenda Casa sociale, delibera della rappresentanza comunale relativa alla concessione gratuita del legname a titolo di concorso alla spesa, richieste presso le autorità competenti dei permessi relativi all'apertura del cantiere, alla concessione della linea elettrica e all'allacciamento alla rete idrica, contributo regionale per l'esecuzione del primo lotto dei lavori, polizza di assicurazione contro gli incendi, preventivo dei lavori per l'adattamento di un locale per la Cassa Rurale di Cloz e contratto di locazione, relazione finanziaria della Casa stilata da don Francesco Daz alla vigilia della sua partenza, concessione gratuita di legname per la costruzione del campo sportivo, appelli per offerte, comunicazione all'I.N.A.I.L. dell'ultimazione dei lavori. Italiano Fascicolo, carta, cc. 356

I 2.3 b. 2 {260}

Cinema

1949 - 1952 Atti relativi all'allestimento di una sala cinematografica in un locale dell'oratorio, relazione tecnica, nulla osta del comune di Cloz all'apertura della sala, verbale di collaudo della competente commissione provinciale, corrispondenza con le agenzie di noleggio per le programmazioni, fatture per il noleggio delle pellicole, quietanze relative ai versamenti S.I.A.E. Italiano Fascicolo; carta, cc. 244

132

Ente

Congregazione di carità di Cloz {261}

sec. XIX inizio - 1923

Luoghi Cloz (TN)

Altre Forme autorizzate del nome Fondo poveri di Cloz

Archivi prodotti Subfondo Congregazione di carità di Cloz, 01/01/1887 - 31/12/1923 Fondo Congregazione di carità e Ente comunale di Assistenza di Cloz, 01/01/1887 - 31/12/1981 Fondo Documentazione dell'archivio della Congregazione di carità di Cloz, 01/01/1832 - 31/12/1921

Storia Con decreto del vicerè Eugenio Napoleone n. 49 del 15 febbraio 1811 venne istituita in ogni comune del dipartimento dell'Alto Adige e dei cantoni di Primiero la Congregazione di carità, nella quale venivano concentrate tutte le opere pie esistenti. Dopo la caduta di Napoleone, l'editto del Provvisorio commissario in capo del Tirolo italiano ed illirico de Roschmann dell'1 marzo 1814 confermò provvisoriamente le Congregazioni di carità esistenti, che perdurarono anche durante la II dominazione austriaca. Dopo l'annessione del Trentino al Regno d'Italia, il R.D. 22 aprile 1922, n. 982, entrato in vigore il 16 maggio 1923, dispose la pubblicazione nei territori annessi della legislazione italiana sulle istituzioni pubbliche di beneficenza, stabilendo fra l'altro che entro sei mesi si provvedesse alla nomina dei componenti le Congregazioni di carità. Con l'adempimento di tale disposizione, da effettuarsi entro il 16 novembre 1923, cessarono le istituzioni di epoca preunitaria.

Il fondo poveri o Congregazione di carità di Cloz era rappresentato dal parroco e dal capocomune ed esisteva già all'inizio del secolo XIX. Lo scarso patrimonio fu aumentato con i lasciti di diversi benefattori: don Francesco Bertoldi con testamento dell'agosto 1855, don Enrico de Angeli e il fratello don Adolfo de Angeli morti rispettivamente nell'ottobre del 1890 e nell'anno 1900, Pietro Clauser morto nel gennaio 1895 e il comitato d'approvvigionamento di Cloz che lasciò gli utili della gestione 1915-1918.

133

fondo J Documentazione dell'archivio della Congregazione di carità di Cloz, {262} 1832 - 1921

fascicoli 1

Soggetti produttori Congregazione di carità di Cloz, sec. XIX inizio - 1923

Lingua Italiano

Vedi anche: Serie Carteggio e atti ordinati. Serie Registri delle rese di conto dei sindaci.

134

serie J 1 Resoconti, 1832 - 1921 {263}

fascicoli 1

Contenuto I rendiconti, compilati dal cassiere della congregazione e sottoscritti dal parroco di Cloz in qualità di amministratore, sono presentati al Giudizio distrettuale di Fondo.

J 1.1 b. 1 {264}

Resoconti

1832 - 1921 Nn. 1-63 Mancano i resoconti per gli anni 1846-1849, 1856-1858, 1894, 1910, 1913. Sono presenti quietanze per gli anni 1832-1853, 1881. Italiano Fascicolo; carta, cc. 422 n.n.

135

Ente

Società Agricola Operaia Cattolica {265}

1898 - ante 1940

Luoghi Cloz (TN)

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio della Società Agricola Operaia Cattolica di Cloz, 29/11/1898 - 31/12/1925

Storia Nel 1896 nascono in Trentino le Società agricole operaie cattoliche (S.A.O.C.), circoli popolari cattolici che avevano come scopo la formazione religiosa e culturale del ceto basso trentino. Furono animate ideologicamente da don Celestino Endrici, il futuro vescovo di Trento, e da don Guido de Gentili, sensibili al nuovo clima diffuso dalle encicliche di Leone XIII. La Società agricola operaia cattolica fu fondata a Cloz nel 1898 ed esplicò la sua attività grazie all'opera assidua di don Luigi Conter. Era la più numerosa tra tutte le associazioni di carattere sociale presenti nella zona: vi aderivano quasi tutte le famiglie contadine del paese e grazie ad una buona direzione, contribuì alla formazione professionale degli agricoltori. Con l'introduzione di nuove colture e il recupero di quelle abbandonate favorì il benessere del paese; l'uso di concimi e antiparassitari, che la Società procurava ai suoi affiliati, aumentò la produzione fruttivinicola della zona. L'attività della Società è documentata in archivio fino alla fine del 1925: in quell'anno vi fu la visita pastorale e rispondendo al questionario il parroco don Luigi Conter dichiarò che la Società agricola era "in piena efficienza" (1). La Società continuò ad operare fino allo scoppio della seconda guerra mondiale.

Note (1) Cfr. Ufficio parrocchiale di Santo Stefano in Cloz, Carteggio e atti ordinati, fasc. 1.3.

136

fondo K Documentazione dell'archivio della Società Agricola Operaia Cattolica {266} di Cloz, 1898 - 1925

registri 3

Soggetti produttori Società Agricola Operaia Cattolica, 1898 - ante 1940

Lingua Italiano

Vedi anche: Serie Carteggio e atti ordinati.

137

serie K 1 Registri di cassa, 1898 - 1923 {267}

registri 1

K 1.1 {268}

"Nota della Società Operaia Cattolica Agricola di Cloz"

1898 novembre 29 - 1923 aprile 15 Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 64 n.n.

138

serie K 2 Registri delle sottoscrizioni, 1912 - 1925 {269}

registri 2

Contenuto La serie è formata da due registri sui quali sono riportate le sottoscrizioni da parte dei soci per l'ordinazione di scorte agrarie (anticrittogamici, concime, semi) al Consiglio provinciale d'agricoltura di Trento.

K 2.1 {270}

"Anno 1912. Società Agricola di Cloz"

1912 febbraio 8 - 1913 febbraio 12; 1925 febbraio 14 - 1925 novembre 23 Registro delle sottoscrizioni con nota dei pagamenti relativi alle distribuzioni delle scorte agrarie. All'interno della coperta anteriore: elenco degli abbonati al "Popolo Trentino", 1925 dicembre 29. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 44 n.n.

K 2.2 {271}

"Registro della Società Agricola"

1914 gennaio 12 - 1925 Registro delle sottoscrizioni con nota dei pagamenti relativi alle distribuzioni delle scorte agrarie. All'interno delle coperte e frammisti alle registrazioni: elenchi di abbonati al "Popolo Trentino", 1919-1924. Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 100 n.n.

139

Ente

Comune di Cloz {272}

1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12

Luoghi Cloz (TN)

Archivi prodotti Fondo Comune di Cloz, 01/01/1320 - 31/12/1952 Subfondo Comune di Cloz (ordinamento austriaco), 01/01/1818 - 31/12/1928 Fondo Documentazione dell'archivio del Comune di Cloz, 28/11/1823 - 30/11/1840

140

fondo L Documentazione dell'archivio del Comune di Cloz, 1823 - 1840 {273}

registri 1

Soggetti produttori Comune di Cloz, 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12

Lingua Italiano

141

serie L 1 Registri delle circolari, 1823 - 1840 {274}

registri 1

Contenuto Il Giudizio distrettuale di Fondo con la circolare n. 1192 del 28 novembre 1823 (1) dispose per i Comuni del distretto "che le corende (2) anche le più importanti o non, vengano copiate", in modo da ovviare alla trascuratezza di alcuni comuni e "per togliere al Giudizio la necessità di ripetere trato trato ciò che venne già replicatamente scrito sopra vari oggeti d'amministrazione e perché i Comuni stessi possano a vista prendere cognizione delle istruzioni e regolamenti". A tale scopo si intimava ai Comuni di procurare "un libro di foglio normale intriso per inscrivervi tutte le corende che sarano diramate da questo Giudizio".

Note (1) E' la prima circolare trascritta sul registro. (2) Comunicazioni, avvisi che si fanno circolare tra gli interessati, che li firmano dopo averne presa visione.

L 1.1 {275}

"Libro delle currende del Comune di Cloz 1824. Flor capo comune"

1823 novembre 28 - 1840 novembre 30 Circolari, avvisi e normative trasmesse al comune di Cloz dal Giudizio distrettuale di Fondo trascritti secondo le prescrizioni dettate dallo stesso Giudizio. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 72 n.n.

142

Famiglia

Famiglia Zaffoni {276}

sec. XVIII - 1947 aprile 22

Luoghi Cloz (TN)

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio della famiglia Zaffoni di Cloz, 01/01/1875 - 10/01/1902

Storia Non si conosce l'origine di questa famiglia, ma gli Zaffoni risultano presenti a Cloz sin dal XVII secolo. Sembra che i suoi componenti praticassero attività prevalentemente commerciali, che garantivano un discreto benessere e consentivano l'acquisizione di beni fondiari. A fronte di queste attività si riscontra però anche una situazione quasi costante di indebitamento da parte dei capifamiglia già a partire dal XVIII secolo. E' il caso per esempio di Francesco fu Leopoldo Zaffoni (n. 17 ottobre 1829) identificato come "distillatore di acquavite". I suoi libri dei conti rivelano infatti una situazione economica personale di indebitamento verso privati, ma anche verso enti quali la chiesa e il beneficio parrocchiale di Cloz. Francesco sposò nel 1856 Romana Pellegrini di Dambel dalla quale ebbe tra il 1858 e il 1880 ben 11 figli, di cui quattro morti poco dopo la nascita. Di un figlio, Giuseppe (30.4.1863-16.12.1925), ci è pervenuto un registro di conti. Interessante appare la sua attività di stagnino, ramaio, costruttore di paioli, un'attività artigiana tipica di Cloz, che lo portava a praticare il suo lavoro da ambulante attraverso l'alta Val di Non. Una figlia, Maria (n. 27.10.1871), divenne suora e assunse il nome di Giovanna Colombina; il figlio Sisinio (n. 17.10.1873) emigrò in America prima del 1900, ma di lui non si ebbero più notizie dal 1905; un'altra figlia, Giuditta (15.5.1866-20.8.1892), sposò nel 1890 Baldassare Floretta dal quale ebbe due figli: Luigi, che morì nel 1923, e Giuseppe, che morì celibe nel 1941 dopo aver nominato sue eredi le zie materne Virginia, Rosa e Francesca. Esse erano le ultime esponenti della famiglia Zaffoni; vivevano insieme, nubili, e il 18 novembre 1941 stesero il loro testamento nominando erede universale la chiesa di Santo Stefano. Virginia, Rosa e Francesca morirono a distanza di un anno una dall'altra: rispettivamente il 18 gennaio 1945, il 13 aprile 1946 e il 22 aprile 1947. L'eredità che le tre sorelle lasciarono fu cospicua e consentì alla chiesa di Cloz di portare a termine importanti lavori che la comunità con grandi sacrifici aveva intrapreso nell'immediato dopoguerra, compreso l'asilo infantile. La famiglia Zaffoni di Cloz si estinse con la morte di Francesca. A ricordo di questa benemerita famiglia il comune di Cloz ha dedicato una via.

143

fondo M Documentazione dell'archivio della famiglia Zaffoni di Cloz, 1875 - 1902 {277}

registri 4

Soggetti produttori Famiglia Zaffoni, sec. XVIII - 1947 aprile 22

Lingua Italiano

Vedi anche: Serie Carteggio e atti ordinati.

144

serie M 1 Registri dei conti, 1875 - 1902 {278}

registri 4

Contenuto La serie è formata da quattro registri. I primi tre sono relativi ai conti di Francesco fu Leopoldo Zaffoni, identificato come "distillatore di acquavite". Le registrazioni non testimoniano però la sua attività, ma rivelano una situazione economica personale di indebitamento: affitti e interessi sono dovuti a privati ma anche ad enti quali la chiesa e il beneficio parrocchiale di Cloz. Due registri sono dedicati esclusivamente ai debiti contratti verso i coniugi Cesare e Angelica Franch di Cloz, probabilmente bottegai, che gli forniscono beni alimentari e di altro genere che Zaffoni paga a rate con gli interessi. L'ultimo registro è attribuibile a Giuseppe Zaffoni, figlio di Francesco, che viene identificato come stagnino, ramaio, costruttore di paioli. La sua attività è ben definita attraverso questo registro: Giuseppe Zaffoni praticava il suo lavoro da ambulante e segnava i luoghi dove si trovavano i clienti presso i quali poi forniva le sue prestazioni. La zona era più o meno circoscritta all'alta Val di Non (le due ville di Cloz, Sarnonico, Brez, Castelfondo, Dambel, Ruffrè, , Romeno, , Don, , Malgolo, Fondo, , Revò, Dovena, Rumo) e si spingeva attraverso il passo della Mendola fino a "San Nicolò presso Caldaro" e a "Planecia di sopra presso Caldaro". Giuseppe Zaffoni ripara ("accomoda") paioli di rame, padelle di ottone, padelle di ferro, "calcidrelli", scaldaletto, "lavaman" di rame; ad un negoziante di Rumo ripara la "macchina delle luganeghe e un cerchio", vende pezzi di lamiera, tubi per il camino; alla chiesa di Cloz fornisce piastre forate per il confessionale, una piastra d'ottone per l'altare maggiore, piattini di latta per candelieri ed esegue varie riparazioni tra le quali alla navicella dell'incenso e ad alcuni candelieri. Per le sue prestazioni Zaffoni viene pagato con denaro o con beni in natura (prevalentemente formaggio), ma anche con altre prestazioni di lavoro (da muratore o con passaggi con il carro). E' interessante l'annotazione di un pagamento avvenuto il 30 gennaio 1894: il suo lavoro viene saldato con "un pezzo di 2 dolari" per i quali viene pattuito un valore. Sul registro si trova inoltre la spiegazione del nuovo procedimento per stagnare i vasi di ferro.

M 1.1 {279}

Registro dei conti

1875 - 1894 Registrazioni dei conti di Francesco fu Leopoldo Zaffoni relativi a: forniture verso terzi, debiti per acquisto di generi, pagamenti di interessi verso privati, verso le chiese di Santo Stefano e di Santa Maria, verso il beneficio parrocchiale di Cloz e il beneficio Barisella di Revò, pagamenti di imposte, ecc.

145

Legate al registro molte quietanze. Italiano Registro; carta, legatura in carta, pp. 142

M 1.2 {280}

"Libro copia con Cesare Franch 1880. Angelica Franch (1)"

1878 giugno 8 - 1881 maggio 22 (con seguiti del 7 giugno 1892 e 20 maggio 1894) Registrazioni dei conti di Francesco fu Leopoldo Zaffoni relativi ai debiti contratti verso i coniugi Cesare e Angelica Franch di Cloz per l'acquisto di generi alimentari (pane, formaggio, sale, pepe, caffè, zucchero, olio, burro, vino, lardo, baccalà, "renga", "luganeghe"), generi vari (sapone, zolfanelli, "zigare") e attrezzi (chiodi, rastrelli, falce a manico). Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 22 n.n. Note (1) Aggiunta posteriore di stessa mano.

M 1.3 {281}

"Angelica Franch-Zaffon"

1883 gennaio 1 - 1902 gennaio 10 Registrazioni dei conti di Francesco fu Leopoldo Zaffoni relativi ai debiti contratti verso i coniugi Cesare e Angelica Franch di Cloz per la fornitura di generi alimentari (salame, "mortadelle", riso, carne, olio, ecc.), generi vari ("petroleo", sapone, ecc.) e attrezzi ("scoppa doppia", chiodi, ecc.). Italiano Registro; carta, legatura in mezza tela, cc. 15 n.n.

M 1.4 {282}

Registro dei conti

1888 maggio 15 - 1900 luglio 19 (con annotazione dell'11 febbraio 1902) Registro dei conti attribuibile a Giuseppe fu Francesco Zaffoni relativo alla sua attività di ramaio/stagnino. All'interno della coperta anteriore: "Nuovo processo per istagnare i vasi di ferro fuso", spiegazione del procedimento, s.d. Italiano Registro; carta, legatura in pergamena, con ribaltina, cc. 97

146

Ente

Comunità di Brez {283}

sec. XVIII - [1810]

Luoghi Brez (TN)

Archivi prodotti Fondo Comune di Brez, 01/01/1502 - 31/12/1991 Subfondo Comunità di Brez, 01/01/1502 - 31/12/1810 Fondo Documentazione dell'archivio della Comunità di Brez, 01/01/1742 - 21/01/1805

Storia Fino agli inizi del Settecento la villa di Brez faceva parte della comunità di Arsio assieme alle frazioni di Carnalez, Rivo, Salobbi e Traversare. La comunità era retta da un gastaldo, da 5 regolani (uno per frazione) e vari giurati, la regola si teneva in località "Plaz de l'erba". La giustizia veniva amministrata per 5 anni dalla giurisdizione tirolese di Castelfondo e per un anno da quella di Arsio. Solo in seguito Brez prese una posizione prioritaria rispetto alla villa di Arsio e la sua comunità, come tutte le comunità del Trentino, organizzò l'amministrazione dei beni comuni e di alcuni aspetti della vita sociale in maniera autonoma attraverso la Regola (1).

Funzioni, occupazioni e attività Risulta difficile stabilire con precisione i momenti e i modi della formazione delle Regole dei villaggi trentini in quanto la documentazione è scarsa (2). Le comunità rurali trentine, così come le conosciamo degli Statuti (o "Carte di regola") e dai documenti, sarebbero sorte nei primi secoli dell'alto medioevo, quando - decaduto il potere dell'impero romano - le popolazioni delle vallate, abbandonate a se stesse per la mancanza di una salda autorità centrale, sentirono l'esigenza di organizzarsi autonomamente per la difesa, il mantenimento e l'utilizzo delle loro terre. Intorno al IX secolo il processo di formazione dell'ente comunitario doveva essere ormai in una fase avanzata tanto che l'organizzazione feudale introdotta dall'impero carolingio non riuscì a soffocare e a smantellare i diritti acquisiti dalle comunità sui beni collettivi, boschi e pascoli, che anzi rimasero sempre di loro proprietà, costituendone la base economica fondamentale. Dalla situazione di belligeranza del principato vescovile con i conti tirolesi dei secoli XIII-XVII le comunità trentine trassero talvolta dei cospicui vantaggi, in termini di concessioni di privilegi e di esenzioni fiscali. Dopo i governi provvisori dell'epoca napoleonica il governo bavarese inferse un duro colpo alla secolare autonomia delle comunità rurali proibendo la convocazione delle regole generali, abolendo le regolanie maggiore e minore. Con la secolarizzazione del principato, sancita dal trattato di Parigi del 26 dicembre 1802, l'equilibrio fra subordinazione all'autorità centrale e autonomia amministrativa si infranse sotto il tentativo di centralizzare la frammentata amministrazione dell'ex principato. Con decreto vicereale del 24 luglio 1810 venne sancita la divisione del

147

Dipartimento dell'Alto Adige in 5 distretti e la loro ulteriore suddivisione in 121 comuni e in 20 cantoni; infine con decreto vicereale del 23 agosto dello stesso anno furono estesi al Dipartimento le leggi e i decreti riguardanti l'amministrazione del Regno.

Note (1) Cfr. sito ufficiale del Comune di Brez: www.comune.brez.tn.it (cenni storici), consultato nell'ottobre 2012. (2) Le presenti note sono tratte dalla scheda-soggetto redatta a cura del Servizio beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento, alla quale si rimanda per ulteriori approfondimenti e per la bibliografia.

148

fondo N Documentazione dell'archivio della Comunità di Brez, 1742 - 1805 {284}

registri 2

Soggetti produttori Comunità di Brez, sec. XVIII - [1810]

Contenuto Il fondo raccoglie due registri prodotto dalla comunità di Brez rinvenuti tra la documentazione dell'archivio storico della parrocchia di Cloz durante l'intervento di riordino.

Lingua Italiano

Vedi anche: Serie Carteggio e atti ordinati.

149

serie N 1 Estimi, 1742 {285}

registri 1

Contenuto Gli estimi e successivamente i catasti erano strumenti di fondamentale importanza per l'economia di ogni singola comunità. Gli estimi contengono la descrizione dei beni immobiliari esistenti sul territorio della comunità, divisi per proprietari, con i dati relativi alla loro estensione e alla loro rendita, ai fini di un'equa ripartizione del peso fiscale su ogni contribuente. L'estimo presente in questa serie fu redatto dal notaio Michele Menghini all'inizio del 1742, come si trova annotato all'interno del registro stesso: "Il presente libro dell'estimo dell'onoranda e magnifica Comunità di Brez in riga alla partecipacione fata e consenso dell'eccelsi tribunalli d'Insprugg fu fato e renovato da me Michel Menghino d'un et l'altro authorità notaro l'anno 1742 coll'intervento et assistenza delli magnifici Carlo Patelli, Gastaldo Tomaso Zuech e Giovanni Romedio Menghin uomeni in Regola publica a tall'effetto elleti sotto il mese gen[nar]o 1742 in fede del che mi son sottoscritto coll'apposicione" (1), segue la sottoscrizione del notaio.

Note (1) Cfr. Documentazione dell'archivio della Comunità di Brez, Estimi, reg. 1.

N 1.1 {286}

Estimo

1742 Estimo dei fondi situati in Brez, Rivo, Arsio, Traversara, Carnalez, Salobbi, villa di Santa Maria di Cloz, villa di Santo Stefano di Cloz e Lauregno rientranti nelle pertinenze della comunità di Brez ai fini del calcolo delle steore. Italiano Registro; carta, legatura in carta, cc. 66 n.n.

150

serie N 2 Registri dei trasporti steorali, 1805 {287}

registri 1

Contenuto Il registro riporta tutti i possedimenti fondiari rientranti nei territori della comunità ai fini del pagamento delle imposte (steore). Esso è suddiviso per località (Rivo, Arsio, Traversara, Carnalez e Salobbi) ed è strutturato in finche, all'interno delle quali vengono riportati i dati relativi al fondo: foglio del catasto, numero catastale, nome del proprietario, "pertiche", "steura" da pagare, "steura" dei fondi passati ad altro proprietario.

N 2.1 {288}

"Della pieve di Brez. Libro nel quale vengono registrati li trasporti steurali attivi dopo li gia notati nello strazzo formato prima del presente e che è rubricato Lettera A. Il presente fu formato li 21 genaro 1805"

1805 gennaio 21 Registro dei possedimenti fondiari rientranti nel territorio della pieve di Brez (Rivo, Arsio, Traversara, Carnalez, Salobbi) ai fini del pagamento delle imposte fondiarie. Italiano Registro; carta, legatura in carta, pp. 223, con indice delle località sulla coperta Segnature precedenti: N. 6 e 7

151

Ente

Beneficio Borzaga {289}

1773 gennaio 5 - ante 1986

Luoghi Brez (TN)

Archivi prodotti Fondo Documentazione dell'archivio del beneficio Borzaga in Brez, 01/01/1934 - 31/12/1969

Storia Il beneficio fu fondato da don Giovanni Andrea Borzaga, originario di Brez, con suo testamento redatto il 6 dicembre 1771 (1). Il fondatore aveva disposto una dotazione, costituita da fondi e capitali, per un sacerdote che celebrasse cinque messe settimanali, aiutasse il parroco di Brez nelle confessioni e insegnasse la dottrina cristiana. Il beneficiato aveva l'obbligo di risiedere in paese nella casa messa a sua disposizione, in località Viola, nella quale don Borzaga voleva si costruisse una cappella pubblica dedicata a San Giovanni Battista. La cappella venne costruita nel 1769 e benedetta nel 1777. Il diritto di patronato del beneficio fu affidato ai discendenti del fondatore. Il beneficio venne eretto canonicamente con decreto vescovile il 5 gennaio 1773 (2). Il 5 giugno 1807 il governo bavaro decretò che il beneficiato Borzaga dovesse celebrare la messa ogni domenica e nelle feste di precetto nella chiesa di Salobbi e insegnare ai ragazzi di quella frazione la dottrina cristiana (3). Con il passare del tempo la dotazione del beneficio ridusse la sua consistenza, tanto da costringere i beneficiati a richiedere la riduzione degli oneri missari. In seguito a rinuncia del beneficiato don Giuseppe Gilli, il 26 novembre 1934 furono consegnati al parroco di Brez i beni e i documenti appartenenti al beneficio che consistevano in obbligazioni di Stato, libretti di deposito bancario, la casa beneficiale con annessi orto, prato e cappella, gli arredi sacri della chiesa beneficiale, documenti vari relativi alla fondazione e all'amministrazione (4). Nel 1950 don Arturo Franch, parroco a riposo, originario di Cloz dove risiedeva, venne nominato amministratore del beneficio; gli subentrarono nel 1957 l'arciprete di Fondo e nel 1958 il parroco di Cloz don Leopoldo Cappello. Nel 1967, al fine di finanziare la spesa per la realizzazione della nuova canonica di Brez, fu deciso di vendere la casa beneficiale. Con una convenzione sottoscritta il 9 marzo e con il consenso della famiglia Gilli di Brez, patrona del beneficio, la chiesa parrocchiale di Brez si impegnava a mettere a disposizione, in perpetuo usufrutto del beneficio Borzaga, un appartamento ricavato nella nuova canonica per l'eventuale abitazione del beneficiato. Il 19 maggio fu redatto il documento di compravendita (5). Il beneficio non risulta tra gli enti ecclesiastici perdenti la personalità giuridica nel decreto ministeriale del 30 dicembre 1986; si suppone che il beneficio Borzaga abbia concluso la sua attività prima di quella data.

Contesto generale

152

Diocesi di Trento

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ADT, Benefici ADT, Investiture

Note (1) Cfr. ADT, Benefici, n. 57. (2) Ibidem. (3) Ibidem. (4) Cfr. Documentazione dell'archivio del beneficio Borzaga in Brez, Carteggio e atti, fasc. 1. (5) Ibidem.

153

fondo O Documentazione dell'archivio del beneficio Borzaga in Brez, 1934 - 1969 {290}

fascicoli 2

Soggetti produttori Beneficio Borzaga, 1773 gennaio 5 - ante 1986

Contenuto Il fondo conserva due fascicoli prodotti dagli amministratori del beneficio e rinvenuti tra la documentazione dell'archivio storico della parrocchia di Cloz durante l'intervento di riordino.

Lingua Italiano

Vedi anche: Superfondo Parrocchia di San Floriano in Brez.

154

serie O 1 Resoconti, 1948 - 1966 {291}

fascicoli 1

O 1.1 b. 1 {292}

Resoconti

1948 - 1966 Nn. 1-12 Italiano Fascicolo; carta, cc. 40 n.n.

155

serie O 2 Carteggio e atti, 1934 - 1969 {293}

fascicoli 1

O 2.1 b. 1 {294}

"Beneficio Borzaga. Brez"

1934 - 1969 Atto di riconsegna del patrimonio del beneficio al parroco di Brez, atto sottoscritto dai soci dell'Unione frutticoltori San Giovanni di Brez relativo alla concessione dell'uso gratuito del magazzino al beneficio (1), permute e compravendite, atti relativi ai diritti del beneficio verso il magazzino frutta dell'Unione frutticoltori di Brez, rendiconto di titoli di Stato, lettera di affidamento dell'amministrazione del beneficio al parroco di Cloz don Leopoldo Cappello, adempimenti, sanatorie e riduzioni di oneri missari,

consenso alla vendita della casa beneficiale per la costruzione della nuova canonica e convenzione tra il beneficio e la chiesa di Brez per l'usufrutto di un appartamento nella nuova canonica, atti relativi alla vendita, annotazioni di cassa e quietanze. Italiano Fascicolo; carta, cc. 65 Note (1) La concessione avvenne per compensazione del valore di un fondo ceduto dal beneficio Borzaga ai soci dell'Unione.

156

fondo P Pergamene della parrocchia di Santo Stefano in Cloz, sec. XIV prima {295} metà - 1800

pergamene 33

Contenuto Il fondo raccoglie 33 pergamene che sono conservate nell'archivio storico della parrocchia di Santo Stefano di Cloz. I documenti, che spaziano dalla prima metà del XIV secolo al 1800, sono prodotti non solo dalla parrocchia e dalla comunità di Cloz, ma anche da altre parrocchie e comunità situate soprattutto dell'alta val di Non. Per alcune di queste parrocchie e comuni è già stato effettuato l'ordinamento degli archivi storici e i loro inventari hanno fornito preziosi spunti per poter confrontare le segnature riportate sulle pergamene e associare virtualmente i documenti al loro soggetto produttore (1). Non si conosce il motivo che giustifichi la presenza di questi atti nell'archivio parrocchiale di Cloz. Alcuni atti sono prodotti infatti dalla parrocchia di San Bernardo di e dalla ex curazia di Baselga di Bresimo: si riferiscono in particolare all'amministrazione, alle consacrazioni e concessioni di indulgenze conferite alle chiese di San Bernardo e di Santa Maria (2). Una costituzione di censo e un testamento invece sono riconducibili alla parrocchia di Cles e all'Ospitale di Cles (3), mentre una locazione concessa dal viceregolano di Cles è riconducibile al comune di Cles (4). Una sentenza riguardante il pievano è da attribuire alla parrocchia di (5). Gli altri documenti estranei alla parrocchia di Cloz sono stati prodotti dalla comunità di Fai e Cortalta, dai signori di Castel Salorno, dalla comunità di Brez e da privati. Albino Casetti, nella rilevazione effettuata nel 1958 per la sua guida storico-archivistica del Trentino, segnalava la presenza nell'archivio parrocchiale di Cloz di 27 pergamene e di alcune di queste ha pubblicato un breve regesto. Due pergamene regestate dal Casetti (datate 9 giugno 1415 e 1 marzo 1458) sono attualmente conservate nell'archivio storico del comune di Cloz (6). La maggior parte delle pergamene riporta delle note di contenuto di mano della prima metà del XX secolo, a volte su una fascetta cartacea. Purtroppo non è stato possibile risalire all'autore, nemmeno dalla sigla che correda alcune di tali note (sembrerebbe TG).

Lingua Italiano; latino; tedesco

Documentazione collegata Archivio parrocchiale decanale di Cles. Inventario (1274-1945), a cura della cooperativa Koinè, Provincia autonoma di Trento, Servizio Beni librari e archivistici, 1998 Vedi anche: Superfondo Parrocchia di Santa Maria Assunta in Tassullo. Superfondo Parrocchia di San Bernardo in Bresimo. Fondo Curazia di Baselga di Bresimo.

157

Superfondo Comune di Cles.

Criteri di ordinamento e inventariazione Per la descrizione dei singoli pezzi ci si è attenuti a quanto stabilito dalle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, cap. 3 - parte prima, che integrano quanto già predisposto dalla circolare del Ministero dell'Interno n. 39/1966. Le pergamene sono descritte e inserite in ordine cronologico, non avendo in fase di inventariazione rilevato altro criterio preesistente di ordinamento. In questa sede si sono adottati i seguenti criteri di descrizione: - ogni unità è identificata con un numero progressivo in cifre arabe che corrisponde a un ordine prettamente cronologico; - a questo numero segue l'intitolazione che esprime la natura giuridica del documento;- si sono riportate la data cronica completa (7) e quella topica, quest'ultima espressa ove sia possibile con toponimo moderno. A queste informazioni segue un breve regesto nel quale vengono segnalati: - la natura dell'atto giuridico; - i nomi delle parti contraenti con relativa indicazione del patronimico e provenienza, menzionati singolarmente fino a un massimo di tre persone; - l'oggetto dell'atto stesso. I termini mancanti di una perfetta traduzione in italiano sono stati riportati tra virgolette; i nomi propri di persona non traducibili si sono dati in latino al caso nominativo; i cognomi sono stati omologati alla forma attuale, se esistente, o se comunque attestata verso l'inizio del secolo scorso. Viene indicato il notaio rogante, con relativo patronimico e provenienza. Gli elementi dedotti da fonti esterne e non dal testo sono forniti fra parentesi quadre. Riguardo alla tradizione del documento si è distinto tra 'originale', 'originale da imbreviatura' o 'copia autentica'. Si intende per originale il documento tratto dal protocollo e sottoscritto dallo stesso notaio rogante; per originale da rogiti di un altro notaio la stesura in forma pubblica del documento, previa autorizzazione di un'autorità competente, fatta da un notaio diverso da quello che aveva prodotto l'atto sul suo protocollo originale; per copia quei documenti che tali si definiscono. Si forniscono inoltre indicazioni in merito alle dimensioni del supporto scrittorio, espresse in millimetri con la segnalazione dell'altezza e della base (per forme irregolari, la misura maggiore è seguita, tra parentesi rotonde, da quella minore); alla presenza di sigilli; alla presenza di note di contenuto e archivistiche sul verso o sul recto; a eventuali antiche segnature o danni riscontrati. Viene infine data notizia di altri regesti con la relativa citazione bibliografica. Sigle adottate nella descrizione delle pergamene:

SN Signum notarii Segno del notaio

Bibliografia GIACOMONI F. (a cura di), Carte di regola e statuti delle comunità rurali trentine, Milano, 1991

INAMA V., I vicedomini, capitani, vicari e assessori della Valle di Non, IN: "Archivio Trentino", a. XIV, 1898, pp. 181-205

LORENZI E., Dizionario toponomastico tridentino, 1932 (ristampa)

158

MASTRELLI ANZILOTTI G., Toponomastica Trentina. I nomi delle località abitate, Provincia autonoma di Trento, Servizio Beni librari e archivistici, Trento, 2003

NICOLAO F., I dati cronologici nei documenti trentini, Trento, 1934

QUARESIMA E., Vocabolario anaunico e solandro raffrontato col trentino, Firenze, 1991 (ristampa)

STENICO R., Notai che operarono nel Trentino dall'anno 845, Trento, Provincia autonoma di Trento, 2000

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, 1961, p. 239

Note (1) Cfr. Inventario dell'archivio storico della parrocchia di Santa Maria Assunta in Cles (1274-1945), a cura della cooperativa Koinè, Provincia autonoma di Trento, 1998; Inventario dell'archivio storico della parrocchia di San Bernardo in Bresimo e della ex curazia di Baselga (1266-1951), a cura della cooperativa Koinè, Provincia autonoma di Trento, 2002; Inventario dell'archivio storico del comune di Cles, a cura della cooperativa AR.COOP., Provincia autonoma di Trento, 2007; Inventario dell'archivio storico della parrocchia di Santa Maria Assunta in Tassullo (1431- 1948), a cura di G. CAMPESTRIN, Provincia autonoma di Trento, 2001. (2) Si tratta dei nn. 1 (sec. XIV prima metà), 7 (1469 novembre 19), 9 (1495 maggio 25), 14 (1538 agosto 26) e 29 (16[63] [giugno] 17), attinenti alla chiesa di Santa Maria di Baselga, e dei nn. 23 (1617 luglio 14), 27 (1649 agosto 11), 32 (1781 maggio 25) e 33 (1800 settembre 23), attinenti la chiesa di San Bernardo di Bresimo. (3) Si tratta dei nn. 18 (1583 ottobre 24), attinente all'Ospitale di Cles, e 25 (1629 marzo 10), attinente alla parrocchia di Cles. (4) Si tratta del n. 19 (1588 dicembre 2). (5) Si tratta del n. 21 (1596 novembre 17). (6) Si tratta dei nn. 4 e 5. Cfr. Comune di Cloz. Inventario della sezione separata dell'archivio storico (1320-1952), a cura della cooperatova AR.COOP, P.A.T., 1992. (7) Lo stile maggiormente in uso dal XII al XVI secolo è quello della "Natività" che stabiliva il primo giorno dell'anno al 25 dicembre.

P 1 b. 1 {296}

Inventario

sec. XIV prima metà, [...] Inventario degli affitti [della chiesa di Santa Maria di Baselga (Bresimo)] (1). Notaio: Gerardo (?) Originale da imbreviatura del notaio Gerardo redatto dal notaio Francesco (2), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, allegato su carta regesto di mano del secolo XX inizio, mm 705 x 135(90), sul verso note di contenuto

159

acefala Note (1) Desunto dalla nota di contenuto coeva sul verso. (2) Manca il segno del notaio Francesco. L'autorizzazione all'estrazione del documento dall'imbreviatura è stata concessa da Geremia Spaur, vicario delle Valli di Non e Sole nell'anno 1334. Cfr. INAMA V., I vicedomini, capitani, vicari e assessori della Valle di Non, IN: "Archivio Trentino", anno XIV (1898), Fascicolo I, p. 190.

P 2 b. 1 {297}

Procura

1370 ottobre 28, Gli uomini delle ville di Cortalta (Fai della Paganella) e di Fai della Paganella, congregati in pubblica regola, nominano loro procuratore generale Enrico detto "Dragonzo" fu Nicolò da Fai. Notaio: Boninsegna fu "ser" Nicolò da Quetta (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 490 x 140(105), sul verso note di contenuto in parte sbiadite Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, 1961, p. 239 (regesto)

P 3 b. 1 {298}

Costituzione di censo

1377 settembre 26, Bolzano Giovanni detto "Noe" da "Wangerazze" (1) figlio del fu Corrado, un tempo giudice di Bolzano, costituisce in favore del "dominus" Corrado di Castel Salorno fu "Botschonis" da Bolzano un censo annuo perpetuo di quattro orne di vino e sei lire assicurato su alcuni fondi situati nel territorio della pieve di Gries, per un capitale di 28 marche. Notaio: Michele detto "Pase" fu Cristano da Bolzano (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 800(775) x 120(110), sul verso nota di contenuto coeva e nota di contenuto di mano del sec.

XVII in italiano Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, 1961, p. 239 (regesto)

Note (1) Forse Campodazzo (Atzwang).

P 4 b. 1 {299}

Procura

1412 giugno 17, Marcena (Rumo)

160

Gli uomini della comunità di Rumo e Cagnò, facente parte della pieve di Revò, nominano il "ser" Marino fu Clemente da Mione (Rumo) e Bartolomeo fu Donato da Corte (Rumo) loro procuratori generali, in particolare nelle cause insorte con la comunità di Cloz e i masi di Lauregno per diritti di pascolo e per definizione di confini. Notaio: Giacomo fu "dominus" Pietro da Revò abitante a "Caudexii" e cittadino di Trento (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 490 x 355(340), sul verso nota di contenuto coeva e nota di mano del sec. XX Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, 1961, p. 239 (regesto)

P 5 b. 1 {300}

Consacrazione di chiesa e di altari e concessione di indulgenze

1451 luglio 19, Cloz Frate Albertino da Tridino dell'ordine dei Frati minori, vescovo Esiense e suffraganeo del vescovo di Trento Giorgio [Hack], dichiara di aver consacrato il giorno prima, 18 luglio, la chiesa di Santo Stefano in Cloz con l'altare maggiore dedicato a Santo Stefano e il giorno seguente, 19 luglio, gli altri due altari dedicati a San Giovanni Battista e a Sant'Andrea e concede 40 giorni di indulgenza ai fedeli che li visiteranno in particolari giorni del calendario ecclesiastico. Originale, documento di cancelleria vescovile; italiano Documento singolo; pergamena, mm 290 x 210, con plica inferiore di mm 30, sul verso note di contenuto, sigillo pendente perduto Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, 1961, p. 239 (regesto)

P 6 b. 1 {301}

Accordo

1463 gennaio 13, Cagnò Saporito fu "magister" Benvenuto da Preghena (Livo) e Matteo fu Nicolò detto "Ricius" da Revò abitante a Cagnò si accordano per il pagamento di un debito di 40 grossi, quattro staia di segale e quattro staia di frumento. Notaio: Antonio da Revò (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 330 x 110, sul verso note di contenuto

P 7 b. 1 {302}

Quietanza

1469 novembre 19, [Bevia (Bresimo)] Paolo figlio di Domenico da Como, muratore, dichiara di aver ricevuto 26 marche, sette lire e sette grossi da Francesco "Besnela", in qualità di sindaco della chiesa di Santa Maria di Baselga (Bresimo), per il pagamento di lavori eseguiti nella suddetta chiesa. Notaio: Giacomo da Preghena

161

Originale da imbreviatura del notaio Giacomo redatto dal notaio Simone fu Giacomo da Preghena (SN), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 490 x 165(90), sul verso note di contenuto

P 8 b. 1 {303}

Concessione e concessione di indulgenze

1478 luglio 11, Trento Castello del Buonconsiglio Giovanni [Hinderbach], principe vescovo di Trento, su richiesta di Ludovico, pievano di Cloz, e degli uomini della comunità di Cloz concede lo spostamento della festività della dedicazione della chiesa di Santo Stefano in Cloz e dei suoi altari dal 18 luglio alla domenica precedente o successiva a tale data con la possibilità di lucrare le indulgenze concesse precedentemente e concede altri 40 giorni di indulgenza ai visitatori della chiesa che contribuiranno alla manutenzione dell'edificio. Originale, documento di cancelleria vescovile; latino Documento singolo; pergamena, mm 250 x 290, con plica inferiore di mm 55, sul verso note di contenuto, sigillo pendente perduto

P 9 b. 1 {304}

Permuta e conguaglio

1495 maggio 25, Bevia (Bresimo) Giovanni fu Martino del fu "Pasolinus" "de Prayo" da Fontana (Bresimo) e Matteo figlio di Ognibene del fu Matteo da Bevia (Bresimo), in qualità di sindaci della chiesa di Santa Maria di Baselga (Bresimo), permutano con Antonio fu Giovanni "Pegnana" da Bresimo un fondo arativo situato nel territorio di Fontana in località "in Lam" o "in Pra" con un fondo arativo situato nel territorio di Baselga in località "in Frayath", con l'aggiunta di tre lire per la differenza di valore dei beni permutati. Notaio: Giacomo fu "ser" Saporito del fu Benvenuto da Preghena (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 540 x 190(160), sul verso note di contenuto

P 10 b. 1 {305}

Consacrazione di cappella, concessione di indulgenza e dotazione di cappella

1500 agosto 13, [Cloz] Francesco De la Chiesa, vescovo di Drivasto e suffraganeo del vescovo di Trento Udalrico Lichtenstein, consacra la cappella appena costruita e situata nel cimitero di Cloz, e il suo altare dedicato ai Santi Fabiano, Sebastiano e Rocco, vi inserisce alcune reliquie e concede 40 giorni di indulgenza ai visitatori della cappella e dell'altare nel giorno dell'anniversario della consacrazione e in altri giorni del calendario ecclesiastico; lo stesso giorno Carlo "de Bignatis" e Antonio "Calvazius" consegnano per dotazione della cappella due fondi arativi situati rispettivamente nelle località "in Prato" e "ale Grate" . Originale, documento di cancelleria vescovile; latino Documento singolo; pergamena, mm 310 x 200, con plica inferiore di mm 30, sul verso note di contenuto, sigillo pendente perduto

162

P 11 b. 1 {306}

Locazione

1535 aprile 23, Senale (Bolzano) Giovanni "Egkart" (1) e Paolo Lochmann, in qualità di tutori degli eredi del fu Valentino Aufderklamm, danno in locazione per cinque anni a Tomeo fu Leonardo Nidrist una parte del maso Aufderklamm con prati e boschi situato sulla montagna di Senale (Bolzano), dietro pagamento annuo di 16 lire. Notaio: Sebastiano Genetti "Onz" (?) (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 460 x 135, sul verso note di contenuto in parte sbiadite e annotazione posteriore in tedesco formata da due fogli cuciti insieme Note (1) Potrebbe essere Egger o Ecker. Entrambi i cognomi sono attualmente presenti a Senale San Felice.

P 12 b. 1 {307}

Approvazione di capitoli

1535 settembre 18, Trento Castello del Buonconsiglio Bernardo [Cles], principe vescovo di Trento, approva i capitoli, redatti grazie all'intervento di Bernardino Thun, stipulati tra Francesco da Vigolo , pievano di Cloz, e gli uomini residenti sulla montagna di Lauregno relativi alla nomina di un cappellano che conosca la lingua tedesca, che celebri le messe e amministri i sacramenti, che sia stipendiato dagli abitanti di Lauregno ma dipendente dal pievano di Cloz. Segue l'elenco della dotazione costituita dagli abitanti di Lauregno per il mantenimento del sacerdote. Originale, documento di cancelleria vescovile; latino Documento singolo; pergamena, mm 500 x 740, con plica inferiore di mm 140, sul verso nota di contenuto e note archivistiche, sigillo pendente cereo in metà teca lignea

P 13 b. 1 {308}

Inventario

1537 luglio 15, Cloz Zanoto fu Pietro "Bugnata" da Cloz e Nicolò "Grosta" da Cloz, in qualità di sindaci della chiesa di Santo Stefano di Cloz, in presenza di Francesco da , pievano di Cloz, dei regolani e di alcuni uomini della villa di Cloz, redigono l'inventario dei beni mobili della chiesa di Santo Stefano di Cloz. Notaio: Giorgio Rovina da Revò Originale da imbreviatura del notaio Giorgio Rovina redatto dal notaio Giuliano figlio di Federico Magagna da Revò (SN), atto

notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 400(375) x 165(150), sul verso note di contenuto in parte sbiadite

163

P 14 b. 1 {309}

Consacrazione di cappella, di altari e di cimitero con concessione di indulgenze

1538 agosto 26, Baselga (Bresimo) Vincenzo Negusanti, vescovo di Arbe e suffraganeo del vescovo di Trento Bernardo [Cles], dichiara di aver consacrato il giorno 24 agosto la cappella di Santa Maria di Baselga (Bresimo), il cimitero e l'altare maggiore dedicato alla Beata Maria Vergine, il giorno 26 agosto l'altare di destra dedicato ai Santi Bartolomeo e Caterina e quello di sinistra dedicato a San Rocco confessore e a San Cristoforo e concede 100 giorni di indulgenza per autorità vescovile e 40 giorni per autorità apostolica ai visitatori della chiesa e degli altari nei giorni delle festività della Beata Maria Vergine. Originale, documento di cancelleria vescovile; latino Documento singolo; pergamena, mm 350 x 125, sul recto sottoscrizione di Simone Paton, notaio e cancelliere vescovile di Trento; sul verso note di contenuto

P 15 b. 1 {310}

Sentenza arbitrale

1545 gennaio 7, Castel Valer (Tassullo) Odorico di Spor e Castel Valer, capitano delle Valli di Non e di Sole per il vescovo di Trento Cristoforo Madruzzo, in qualità di arbitro eletto dalle parti emette sentenza nella controversia insorta tra la comunità di Cloz, da una parte, e la comunità della montagna di Lauregno, dall'altra, in merito alla suddivisione delle spese per la fusione delle campane della chiesa di Santo Stefano di Cloz. Notaio: Antonio fu "dominus" Nicolò del fu Antonio da Coredo abitante a Rumo (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 415 x 265, sul verso note di contenuto

P 16 b. 1 {311}

Consegna

1546 gennaio 6, Cloz Nicolò "Calovinus" e Gaspare "Bugnata" da Cloz, in qualità di regolani della comunità di Cloz, con il consenso degli altri vicini della comunità, consegnano tutti i crediti a Giovanni fu Giorgio Franchi (?) da Cloz al fine di sostenere le spese per le campane della chiesa di Santo Stefano di Cloz. Notaio: Francesco fu "ser" Martino del fu "ser" Biagio Farina da Balbido abitante a Revò Originale da imbreviatura del notaio Francesco Farina redatto dal notaio Pietro Magagna da Revò (SN), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, allegato su carta regesto di mano del secolo XX inizio, mm 325(300) x 130(120), sul verso note di contenuto sbiadite rosicata lungo il bordo destro e in parte lungo quello sinistro

P 17 b. 1 {312}

Autorizzazione

164

1549 maggio 21, Rallo (Tassullo) Il "dominus" Zaccaria Caiani, assessore delle Valli di Non e di Sole, concede a Gaspare "Gelphinus" da Cloz, regolano della comunità di Cloz, l'autorizzazione di porre i termini per separare i beni comuni da quelli allodiali e di rinnovare il "bastonum collectarum" (1). Notaio: Cristoforo Manincor da Casez (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 195 x 180(170), sul verso note di contenuto in parte sbiadite Note (1) Potrebbe trattarsi del bastone usato dai giurati della comunità per segnare le riscossioni delle collette, secondo l'estimo comunale. Cfr. Carte di regola e statuti delle comunità rurali trentine. Volume secondo. Dalla seconda metà del '500 alla fine dell'età dei Madruzzo, a cura di GIACOMONI F., Milano, 1991, p. 442.

P 18 b. 1 {313}

Costituzione di censo

1583 ottobre 24, Cles Giovanni Odorico fu Marino Carneri da "Spinazeda", contrada di Cles, costituisce in favore del "dominus" Marco Antonio detto "Bresanel" abitante a Cles nella contrada "Prati" un censo annuo di due staia di segale assicurato su un fondo arativo, "streglivo" (1) e prativo situato nel territorio di Cles in località "a Lon", per un capitale di 10 ragnesi. Notaio: Giovanni Antonio fu "dominus" Benassuto Melchiori da Cles (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 360(350) x 155, sul verso nota di contenuto e nota archivistica Segnature precedenti: n. LX Cassetto S (Pergamene dell'Ospitale di Cles) Note (1) Striscia di terreno tra filare e filare di viti; fila o filare di viti. Cfr. QUARESIMA E., Vocabolario anaunico e solandro raffrontato col trentino, Istituto per la collaborazione culturale Venezia-Roma, Firenze, 1964, sub voce "stregla".

P 19 b. 1 {314}

Locazione e ratifica

[15]88 dicembre 2 (1), Cles Davanti al "dominus" Alessandro Alberti d'Enno, assessore delle Valli di Non e di Sole, il "ser" Antonio Visintainer da Caltron (Cles), in qualità di viceregolano della comunità di Cles, insieme al "dominus" Vito Villi e a Giovanni Tomazzoli da Cles, in qualità di deputati eletti dai vicini di Cles, ottenuta l'autorizzazione vescovile, concedono in locazione a Martino Tamè da Maiano (Cles) un fondo arativo situato nel territorio di Cles in località "a Val Maora" e un fondo arativo e paludoso situato nello stesso territorio in località "alle Sort", dietro pagamento annuo di due staia di frumento; l'assessore ratifica l'atto.

Contiene autorizzazione vescovile, 1588 ottobre 16, in italiano. Notaio: Giovani Giacomo Moggio da Cles (SN) Originale, atto notarile; latino, italiano

165

Documento singolo; pergamena, mm 780 x 140(105), sul verso nota di contenuto e nota archivistica mutila Segnature precedenti: n. 33 Classe prima (Repertorio sec. XVIII - comune di Cles) Note (1) Manca (rosicata) la parte di documento riportante parte della data.

P 20 b. 1 {315}

Costituzione di censo

1590 gennaio 19, Cloz Domenico "Mandlus" (?) da Cloz costituisce in favore del "dominus" Vittore Giacomelli da Vigolo Vattaro, pievano di Cloz, un censo annuo redimibile di sei staia di segale assicurato su un fondo arativo e "streglivo" (1) situato nel territorio di Cloz in località "in Esler", per un capitale di 30 ragnesi. Notaio: Melchiore Gleser abitante a Romallo (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 335 x 195, sul verso note di contenuto in parte sbiadite Note (1) Striscia di terreno tra filare e filare di viti; fila o filare di viti. Cfr. QUARESIMA E., Vocabolario anaunico e solandro raffrontato col trentino, Istituto per la collaborazione culturale Venezia-Roma, Firenze, 1964, sub voce "stregla".

P 21 b. 1 {316}

Sentenza

1596 novembre 17, Pavillo (Tassullo) Il "dominus" Beltramo Pezzani, canonico della Cattedrale di Trento, insieme al "dominus" Giovanni Giacomo Moggio, decano foraneo delle Valli di Non e di Sole, in qualità di visitatori vescovili, emettono sentenza nella controversia insorta tra la comunità

delle Quattro ville di Tassullo, da una parte, e il pievano di Tassullo Pietro Ghezzi da , dall'altra, in merito ai diritti di vicinato del suddetto pievano. Notaio: Baldessare Arnoldi da Tuenno, cancelliere visitale (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 380 x 175(155), sul verso note di contenuto in parte sbiadite e nota archivistica Segnature precedenti: n. 162

P 22 b. 1 {317}

Compromesso

1613 luglio 1, Brez Davanti al delegato del conte del Tirolo, Giorgio Guglielmo e Cristoforo Oliviero signori d'Arsio pervengono ad un compromesso con la comunità di Brez per dirimere una lite in merito a dei boschi. Originale; tedesco

166

Documento singolo; pergamena, mm 525 x 540, con plica inferiore di mm 60, sul verso nota di contenuto e nota archivistica, sigillo pendente perduto in teca lignea Segnature precedenti: Numero 9

P 23 b. 1 {318}

Consacrazione di altare con concessione di indulgenza

1617 luglio 14, Bresimo Pietro Belli, vescovo di Gerapoli di Frigia e suffraganeo del vescovo di Trento Carlo Gaudenzio Madruzzo, consacra l'altare di sinistra della chiesa di San Bernardo di Bresimo dedicandolo a Santa Maria Maddalena e a Santa Lucia, vi include delle reliquie di santi e concede 40 giorni di indulgenza ai visitatori dell'altare da quel giorno per un anno e nel giorno dell'anniversario della consacrazione. Originale, documento di cancelleria vescovile; latino Documento singolo; pergamena, legata per mezzo di uno spago alla pergamena dell'11 agosto 1649 relativa alla consacrazione della chiesa di San Bernardo di Bresimo, mm 190 x 280, sul verso nota di contenuto, sigillo pendente perduto

P 24 b. 1 {319}

Costituzione di censo

1622 febbraio 12, Cloz Giovanni fu Antonio Bertolini da Romallo costituisce in favore del "dominus" Giovanni Antonio Rauzi, pievano di Cloz, un censo annuo redimibile di 10 staia di segale assicurato su un fondo arativo situato nel territorio di Romallo in località "Fuor alla Folia", per un capitale di 50 ragnesi. Notaio: Bonifacio Gleser da Romallo Originale da imbreviatura del notaio Bonifacio Gleser redatto dal notaio Simone Carneri (SN), atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 300(250) x 90(40), sul verso note di contenuto in parte sbiadite

P 25 b. 1 {320}

Testamento

1629 marzo 12, Cles "Donna" Rosa [fu Bernardo] (1) "de Endricis", moglie di Simone fu Giovanni Melchiori da Cles dispone le sue ultime volontà e stabilisce, tra l'altro, di far celebrare dopo la sua morte due messe gregoriane, di lasciare delle elemosine di olio alla chiesa parrocchiale [di Cles] e all'Ospitale della Confraternita [di San Rocco di Cles], di far distribuire delle carità di [...] ai poveri e istituisce erede universale dei suoi beni il marito Simone. Notaio: Antonio Torresani da Cles (SN)

Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, allegato su carta regesto di mano del secolo XX inizio, mm 285 x 190, sul verso nota di contenuto e nota archivistica mutila

167

Segnature precedenti: N. 172 (Parrocchia di Cles) Note (1) Desunto dalla nota sul verso.

P 26 b. 1 {321}

Consacrazione di altare con concessione di indulgenza

1649 agosto 7, Cloz Iesse Perchoffer, vescovo suffraganeo del vescovo di Trento, consacra l'altare situato a sinistra nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano di Cloz dedicandolo alla Beata Vergine del Rosario, vi inserisce alcune reliquie di santi e concede 40 giorni di indulgenza ai visitatori dell'altare da quel giorno per un anno e nel giorno dell'anniversario della consacrazione. Originale, documento di cancelleria vescovile; latino Documento singolo; pergamena, mm 185 x 325, con plica inferiore di mm 20, sul verso nota di contenuto, sigillo pendente cereo in teca metallica

P 27 b. 1 {322}

Consacrazione di chiesa e di altare con concessione di indulgenza

1649 agosto 11, Bresimo Iesse Perchoffer, vescovo suffraganeo del vescovo di Trento, consacra l'altare situato a destra nella chiesa di San Bernardo di Bresimo dedicandolo alla Beata Maria Vergine del Carmine, vi inserisce alcune reliquie di santi e concede 40 giorni di indulgenza ai visitatori dell'altare da quel giorno per un anno e nel giorno dell'anniversario della consacrazione. Originale, documento di cancelleria vescovile; latino Documento singolo; pergamena, legata per mezzo di uno spago alla pergamena del 14 luglio 1617 relativa alla consacrazione dell'altare di sinistra della chiesa di San Bernardo di Bresimo, mm 185 x 320, con plica inferiore di mm 20, sul verso note di contenuto, sigillo pendente perduto

P 28 b. 1 {323}

Sentenza arbitrale

1651 giugno 1, Proves Francesco Vittore signore d'Arsio, sostituto del capitano [delle Valli di Non e di Sole], in qualità di arbitro, emette sentenza nella causa vertente tra la comunità di Cloz, da una parte, e Stefano Puller da Proves (BZ), dall'altra, in merito al taglio di piante. Notaio: Bartolomeo Gregori da Romeno (SN) Originale, atto notarile; latino Documento singolo; pergamena, mm 265 x 150(135), sul verso nota di contenuto

P 29 b. 1 {324}

Testamento

168

16[63] [giugno] 17 (1), Rivo (Brez) Giovanni Pancheri [abitante nel maso di Altaguardia (Bresimo)] (2) dispone le sue ultime volontà e stabilisce, tra l'altro, di far celebrare 200 messe nella chiesa di Santa Maria di Baselga (Bresimo), di lasciare delle elemosine in olio e in denaro alla suddetta chiesa, alla chiesa di San Bernardo di Bresimo, alla confraternita del Carmine di Bresimo, alla cappella del castello di Altaguardia e ad altre chiese del circondario, di lasciare delle doti in favore delle sue figlie; istituisce inoltre erede universale dei suoi beni mobili la moglie Agostina, nominando esecutore testamentario per questi beni Giovanni Battista Fauri, e istituisce eredi universali dei suoi beni immobili i figli Pancherio e Romedio. Notaio: Ruffino Ruffini Originale da imbreviatura del notaio Ruffino Ruffini redatto dal notaio Giorgio Aliprando Gregori da Romeno (SN), atto notarile; italiano Documento singolo; pergamena, allegato su carta regesto di mano del sec. XX inizio, mm 635 x 280(270), sul verso note di contenuto in parte sbiadite Note (1) La data è stata ricostruita in base alle note riportate sul verso e sull'allegato in carta. (2) Ricostruito in base alle note sul verso.

P 30 b. 1 {325}

Compravendita con ratifica

1665 marzo 28, Sinablana (Lauregno) Davanti a Matteo Puller da Sinablana (Lauregno), delegato da [Guglielmo] (1) Pedroni, assessore [delle Valli di Non e di Sole], Anna vedova di Cristoforo "Lucatus" dal maso "Platar" di Sinablana, Giovanni Battista "Lucatus" da Sinablana e Giovanni "Lucatus" da Proves (BZ), in qualità di tutori e curatori degli eredi del suddetto Cristoforo, con il consenso di alcuni parenti, vendono ai fratelli Giovanni e Michele fu Cristoforo Ongaro, abitanti nel maso "Platar", il maso situato sulla montagna di Lauregno in località Sinablana detto "il Mas del Platar", per il prezzo di 905 ragnesi e i beni mobili in esso contenuti per il prezzo di 121 ragnesi e 3 cruciferi; il delegato ratifica l'atto. Segue elenco dei beni mobili, in italiano, e delega dell'assessore Pedroni a Matteo Puller, Cles, 1665 marzo 7, in italiano. Notaio: Antonio Sparapani da Preghena (SN) Originale, atto notarile; italiano, latino

Documento singolo; pergamena, mm 540 x 175(165), sul verso note di contenuto in parte sbiadite Note (1) Il nome dell'assessore, non riportato nel documento, è stato ricavato da: INAMA V., I vicedomini, capitani, vicari e assessori della Valle di Non, IN: "Archivio Trentino", anno XIV (1898), Fascicolo I, p. 203.

P 31 b. 1 {326}

Concessione di indulgenza

1774 febbraio 4, Roma Santa Maria Maggiore

169

Clemente XIV concede in perpetuo indulgenza plenaria ai fedeli che interverranno ogni anno alle funzioni nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano di Cloz il giorno di Pentecoste e i due giorni immediatamente seguenti. Originale, documento di cancelleria papale (breve); latino Documento singolo; pergamena, mm 190 x 420, sul recto annotazione di visto della cancelleria vescovile di Trento del 16 aprile 1774; sul verso nota di contenuto, sigillo impresso perduto

P 32 b. 1 {327}

Concessione di indulgenza

1781 maggio 25, Roma San Pietro Pio VI concede per sette anni indulgenza plenaria ai visitatori della chiesa di San Bernardo di Bresimo nel giorno di San Bernardo. Originale, documento di cancelleria papale (breve); latino Documento singolo; pergamena, mm 135 x 415, sul recto annotazione di visto della cancelleria vescovile di Trento del 6 agosto 1781; sul verso nota di contenuto, sigillo impresso perduto

P 33 b. 1 {328}

Concessione di indulgenza

1800 settembre 23, Roma Santa Maria Maggiore Pio VII concede per sette anni indulgenza plenaria ai fedeli che assisteranno all'esposizione del Santissimo Sacramento nella chiesa di San Bernardo di Bresimo la prima domenica di ogni mese. Originale, documento di cancelleria papale (breve); latino Documento singolo; pergamena, mm 185 x 415, sul recto annotazione di visto della cancelleria vescovile di Trento del 17 novembre 1800; sul verso note di contenuto, sigillo impresso perduto

170

INDICE ANALITICO DELLE COSE NOTEVOLI Altari 151, 168, 192, 194, 202, 300, 305, 309, 318, 321, 322

Arredi sacri 73, 168, 194

Atti di consegna 156

Bachi da seta 16

Campane 82, 84, 85, 136, 137, 151, 245, 246, 310, 311

Campanile 119, 124

Canonica 71, 119, 124, 139, 159, 163

Capitelli 78

Cimitero 305, 309

Danni di guerra 137

Decime 163

Emigrazione 2, 34, 186, 192, 240

Indulgenze 300, 303, 309, 318, 321, 322, 326, 327, 328

Lavori chiesa 124, 186, 187, 191, 192, 194, 201

Reliquie 2, 84, 111, 115, 318

Restauri 73, 81

Sacrestano 71, 157

Via Crucis 151, 201

Visite pastorali 90, 92, 94, 168, 171, 206, 316

171

INDICE ANALITICO DELLE ISTITUZIONI Archivio diocesano tridentino di Trento 1

Archivio provinciale di Trento 1

Azienda Autonoma Statale della Strada (A.A.S.S.) 139

Azienda Nazionale Autonoma delle Strade Statali (A.N.A.S.) 136

Azione Cattolica di Cloz 140

Banca cooperativa di Trento 112

Beneficio Barisella di Revò 96, 279

Beneficio Borzaga di Brez 1, 289, 290, 294

Beneficio parrocchiale di Santo Stefano di Cloz 73, 114, 122, 159, 276, 279

Beneficio Ruffini di Brez 116, 130

Cancelleria aulica di Vienna 42

Cantina sociale di Cloz 96

Cantone di Primiero 261

Capitanato circolare di Trento 170

Casa del popolo Vedi Casa sociale "Mater Divinae Providentiae" di Cloz

Casa delle opere parrocchiali Vedi Casa sociale "Mater Divinae Providentiae" di Cloz

Casa sociale Vedi Casa sociale "Mater Divinae Providentiae" di Cloz

Casa sociale "Mater Divinae Providentiae" di Cloz 240, 249, 250, 254, 255

Cassa Rurale di Cloz 112, 187, 259

Causa pia di Senale 96

Chiesa di San Bernardo di Bresimo 295, 318, 322, 324, 327, 328

Chiesa di Santa Maria di Baselga di Bresimo 296, 309, 324

Chiesa di Santa Maria di Cloz 2, 61, 62, 66, 68, 70, 71, 72, 73, 119, 121, 141, 151, 173, 178, 181, 185, 194, 195, 197, 201, 279

Chiesa di Santo Stefano di Cloz 1, 2, 58, 59, 61, 63, 66, 68, 70, 71, 73, 84, 119, 120, 137, 148, 151, 168, 169, 173, 178, 179, 180, 181, 185, 194, 202, 276, 279, 300, 303, 308, 310, 311, 321, 326

Cinema parrocchiale di Cloz 260

172

Comando Superiore del Tirolo Italiano in Trento 108

Comitato di approvvigionamento di Cloz 261

Commissione di difesa nazionale di Cles 102

Compagnie delle Valli di Non e Sole 96

Comune di Brez 102, 130

Comune di Cles 295

Comune di Cloz 1, 68, 135, 139, 145, 259, 272, 273, 275

Comunità di Brez 1, 130, 134, 283, 284, 285, 295

Comunità di Castelfondo 130

Comunità di Cloz 134, 299, 303, 310, 323

Comunità di Fai e Cortalta 295, 297

Comunità di Rumo 299

Confraternita del Carmine di Bresimo 324

Confraternita del Sacro Cuore di Gesù di Cloz 236, 237, 239

Confraternita del Santissimo Rosario di Cloz 2, 140, 162, 168, 178, 202, 203, 205

Confraternita del Santissimo Sacramento di Cloz 140, 206, 207, 209

Congregazione del Terz'Ordine di San Francesco di Cloz 140

Congregazione di carità di Brez 126

Congregazione di carità di Cloz 1, 68, 143, 181, 261, 262

Congregazione di San Luigi di Cloz 240, 243

Congregazione mariana di Cloz 140

Consiglio provinciale dell'agricoltura di Trento 269

Consorzio irriguo di Cloz 96

Contea principesca del Tirolo 2

Cottolengo di Pinasca (Torino) 148

Curazia di Lauregno 2, 105

Curia arcivescovile di Trento 158

Decanato di Cles 2

Decanato di Cles-Cloz 2

Decanato di Fondo 2

173

Diocesi di Trento 2, 159, 168, 194, 202, 206, 236

Dipartimento dell'Alto Adige 261, 283

Ente comunale assistenza (E.C.A.) di Brez 126

Falegnameria dell'Alta Anaunia 97

Federazione delle Casse rurali e dei sodalizi cooperativi della 112 parte italiana della provincia, Trento

Fondazione don Alfonso de Angeli in favore dei poveri di Cloz 126

Fondo poveri di Cloz 72, 73, 126

Giudizio distrettuale di Cles 103, 202

Giudizio distrettuale di Fondo 104, 126, 170, 263, 274, 275

Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS) 259

Istituto nazionale per le assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro 259 (INAIL)

Latteria sociale di Cloz 192

Lega di provvidenza per la gioventù, Rovereto 97

Luogotenenza per il Tirolo e Vorarlberg, Innsbruck 138

Magazzini frutta Cloz, società 96

Magazzino frutta di Cloz 192

Ministero dell'Interno, Direzione generale degli archivi di Stato 1

Officine elettrico-industriale dell'Alta Anaunia 97, 113

Opera di San Vigilio di Trento 76, 77, 140

Oratorio parrocchiale di Cloz 71

Ordinariato vescovile di Trento 135, 248

Ordine delle Orsoline 140

Ospitale di Cles 295, 320

Pane di Sant'Antonio di Cloz 70, 79, 81

Parlamento di Vienna 97

Parrocchia di Arsio 73, 163

Parrocchia di San Bernado di Bresimo 295

Parrocchia di Santa Maria Assunta di Cles 295

Parrocchia di Santa Maria Assunta di Tassullo 295

174

Parrocchia di Santo Stefano di Cloz 1, 2, 65, 73, 138, 140, 168, 295

Partito popolare trentino 96

Pia opera della Propagazione della Fede 140

Pia Opera della Santa Infanzia 140

Pieve di Cloz 2

Pieve di Gries (Bolzano) 298

Pieve di Revò 299

Polisportiva di Cloz, società 96

Popolo Trentino (Il), giornale 271

Principato vescovile di Trento 2

Provincia autonoma di Trento, Soprintendenza per i beni librari, 1 archivistici e archeologici

Provincia di Trento, Giunta provinciale 1

Redi fratelli di Trento, marmisti 192

Regno d'Italia, Ministero per il culto 188, 198

Ricreatorio-asilo di Cloz 70, 240, 241, 243, 245, 246, 248

S.A.I.T. Vedi Sindacato Agricolo Industriale Trentino

S.A.O.C. Vedi Società agricola operaia cattolica di Cloz

Sindacato Agricolo Industriale Trentino 97

Società agricola operaia cattolica di Cloz 1, 131, 265, 266, 268, 270, 271

Società elettrica cooperativa di Cavedine 97

Società italiana degli autori e degli editori (SIAE) 260

Ufficio vicariale di Castelfondo 130

Unione frutticoltori San Giovanni di Brez 294

Voce Cattolica, giornale 97

175

INDICE ANALITICO DEI NOMI DI PERSONA Bignatis (de) Carlo 305

Alberti d'Enno Alessandro, assessore per le Valli di Non e di Sole 314

Albertino da Tridino, suffraganeo del vescovo di Trento 168, 300

Angeli Agnese fu Bernardo di Cloz 154

Angeli (de) Alfonso, sacerdote e benefattore 126, 261

Angeli (de) Enrico, sacerdote e benefattore 126, 261

Angeli (de) Florio, industriale farmaceutico e benefattore di Cloz 249

Angeli, famiglia di Cloz 154

Angeli Felicita fu Bernardo di Cloz 154

Angeli Giovanni di Cloz 162, 173

Angeli Graziano, maestro 107

Antonio da Revò, notaio 301

Antonio fu Nicolò da Coredo abitante a Rumo, notaio 310

Arnoldi Baldessare da Tuenno, cancelliere visitale 316

Arsio (d'), conti 122, 159

Arsio (d') Cristoforo Oliviero, conte 317

Arsio (d') Felice, conte 163

Arsio (d') Francesco Vittore, conte 323

Arsio (d') Giorgio Guglielmo, amministratore delle Valli di Non e 317 di Sole

Asburgo (d') Giuseppe II, imperatore 202, 206

Aufderklamm Valentino 306

Baiti Ferdinando Antonio, parroco di Cloz 2, 170, 174

Barisella, famiglia di Cloz 153

Bartolomeo fu Donato da Corte (Rumo), procuratore generale 299 della comunità di Rumo e Cagnò

Belli Pietro, vescovo di Gerapoli di Frigia e vicario generale del 318 vescovo di Trento

Bertagnolli Ferruccio, parroco di Cloz 2

Bertoldi Amanzio 145

176

Bertoldi Francesco, sacerdote e benefattore 126, 261

Bertoldi Giacomo Antonio di Brez 130

Bertoldi Giovanni, fondatore dello stipendio Bertoldi 130

Bertoldi Luigi, parroco di Sechau in Stiria, fondatore dello 130 stipendio Bertoldi

Bertolini Giovanni fu Antonio da Romallo 319

Besnela Francesco, sindaco della chiesa di Santa Maria di Baselga 302 (Bresimo)

Bolego Giuseppe da Sarnonico, delegato del Capitanato circolare 170, 175 di Trento

Bonaparte Napoleone 261

Boninsegna fu Nicolò da Quetta, notaio 297

Bortolameotti Guido, parroco di Cloz 2, 156, 168, 249

Borzaga Giovanni Andrea da Brez, fondatore del beneficio Borzaga 289 di Brez

Bragagna Michele di Brez, beneficiato Ruffini, cooperatore di Cloz 130

Bresadola Angelo, parroco di Cloz 2, 16

Bresanel (detto) Marco Antonio abitante a Cles nella contrada 313 Prati

Bugnata Gaspare da Cloz, regolano della comunità di Cloz 311

Bugnata Zanoto fu Pietro da Cloz, sindaco della chiesa di Santo 308 Stefano di Cloz

Busetti Giangiacomo, parroco di Cloz 2

Caiani Zaccaria, assessore delle Valli di Non e di Sole 312

Calovino Nicolò da Cloz, regolano della comunità di Cloz 311

Calvazius Antonio 305

Canestrini Stefano, sindaco della chiesa di Santo Stefano di Cloz 162, 173

Cappello Leopoldo, parroco di Cloz 2, 33, 249, 289, 294

Carneri Giovanni Odorico fu Marino da Spinazeda contrada di 313 Cles

Carneri Simone, notaio 319

Casetti Albino 295

Castel Salorno (di) Corrado fu Botschonis da Bolzano 298

177

Clauser Pietro, benefattore 261

Clemente VIII, papa 202, 206

Clemente XIV, papa 326

Cles Bernardo, principe vescovo di Trento 307

Cles Maria Isabella, baronessa 180

Colonna Marcantonio, cardinale 2

Conter Luigi, parroco di Cloz 1, 2, 28, 29, 33, 35, 72, 73, 84, 85, 90, 113, 136, 141, 156, 168, 240, 265

Corradino, pievano di Cloz 2

Dalla Torre Leonardo, parroco di Cloz 2, 33, 135, 161

Daz Francesco, parroco di Cloz 1, 2, 28, 33, 36, 90, 148, 158, 168, 249, 259

De la Chiesa Francesco, vescovo di Drivasto e suffraganeo del 305 vescovo di Trento

Detassis Tullio di Trento, marmista 192

Donati Carlo, pittore 121, 194, 201

Dragonzo (detto) Enrico fu Nicolò da Fai, rappresentante della 297 comunità di Fai e Cortalta

Egkart Giovanni 306

Endrici Celestino, vescovo di Trento 265

Endricis (de) Melchiori Rosa fu Bernardo 320

Eugenio Napoleone, vicerè 261

Farina Francesco fu Martino da Balbido () 311 abitante a Revò, notaio

Fatis (de) Donato, parroco di Cloz 2

Fauri Giovanni Battista 324

Ferrari Efrem, ingegnere 168, 192

Ferrarolo Andrea, parroco di Cloz 2

Flor Giovanni Battista, sindaco della chiesa di Santo Stefano di 162, 173 Cloz

Floretta Baldassare 276

Floretta Giuseppe fu Baldassare 276

Floretta Luigi fu Baldassare 276

Floretta Maria fu Giambattista di Cloz, benefattrice 136, 141

178

Francesco da Vigolo Vattaro, pievano di Cloz 307, 308

Franch Angelica di Cloz, negoziante 278, 280, 281

Franch Arturo, sacerdote 289

Franch Beniamino, missionario in America 194

Franch Cesare di Cloz, negoziante 278, 280, 281

Franch Floriano di Cloz, maestro 161, 163

Franch Giovanni fu Giorgio da Cloz 311

Franch Leone, sacerdote 84, 86

Franch Pio, vicario parrocchiale di Cloz 2, 84

Franch Stefano, capocomune di Cloz 162, 173

Gelphinus Gaspare da Cloz, regolano della comunità di Cloz 312

Gembrini Modesto, sacerdote 201

Genetti Sebastiano da Melango, notaio 306

Gentili (de) Guido, sacerdote 265

Ghezzi Pietro da Tuenno, pievano di Tassullo 316

Giacomelli Francesco, parroco di Cloz 2

Giacomelli Vittore da Vigolo Vattaro, parroco di Cloz 2, 161, 162, 170, 171, 315

Giacomo da Preghena, notaio 302

Giacomo fu Pietro da Revò cittadino di Trento, notaio 299

Giacomo fu Saporito da Preghena, notaio 304

Gilli, famiglia di Brez 289

Gilli Giovanni Battista, parroco di Cloz 2

Gilli Giuseppe, beneficiato Borzaga 289

Giordani Carlo, procuratore 145

Giovanna Colombina, suora Vedi Zaffoni Maria fu Francesco di Cloz, suora

Giovannini Enrico, parroco di Cloz 2

Gleser Bonifacio da Romallo, notaio 319

Gleser Melchiore abitante in Romallo, notaio 161, 162, 315

Gregori Bartolomeo da Romeno, notaio 323

179

Gregori Giorgio Aliprando fu Bartolomeo da Romeno, notaio 324

Grosta Nicolò da Cloz, sindaco della chiesa di Santo Stefano di 308 Cloz

Guglielmo Pedroni, assessore delle Valli di Non e di Sole 325

Hinderbach Giovanni, vescovo di Trento 303

Lanzerotti Emanuele di Romeno, ingegnere, fondatore del S.A.I.T. 97

Lochmann Paolo 306

Lodovico di Cambrai, pievano di Cloz 2

Lucatus Anna vedova di Cristoforo dal maso 'Platar' di Sinablana 325 (Proves, BZ)

Lucatus Giovanni Battista da Sinablana (Proves, BZ) 325

Lucatus Giovanni da Proves (BZ) 325

Ludovico, pievano di Cloz 303

Luschin Francesco Saverio, vescovo di Trento 61

Maffei (de) Carlo, parroco di Cloz 2, 162, 168, 170, 173, 236

Magagna Giuliano fu Federico da Revò, notaio 308

Magagna Pietro da Revò, notaio 311

Manincor Cristoforo da Casez, notaio 312

Maria Teresa, imperatrice d'Austria 96

Marino fu Clemente da Mione (Rumo), procuratore generale della 299 comunità di Rumo e Cagnò

Martini (de) Giannantonio, parroco di Cloz 2, 21

Martini (de) Giuseppe Giovanni, parroco di Cloz 2, 64, 65, 84, 123, 159, 161, 162, 163

Martini Giovanni, parroco di Cloz 1, 2, 64, 72, 73, 90, 156, 240

Matteo fu Ognibene da Bevia (Bresimo), sindaco della chiesa di 304 Santa Maria di Baselga (Bresimo)

Melchiori Giovanni Antonio fu Benassuto da Cles, notaio 313

Melchiori Simone fu Giovanni da Cles 320

Meneguzzer Giuseppe, orefice in Cles 145

Menghini Giovanni Romedio da Brez 285

Menghini Michele, notaio 285

Menghini Romedio, negoziante di tessuti in Brez 145

180

Mersa Corrado, parroco di Cloz 2, 130

Moggio Giovanni Giacomo da Cles, notaio 314

Moggio Giovanni Giacomo, decano foraneo delle Valli di Non e 316 Sole

Negusanti Vincenzo, vicario generale del vescovo di Trento 309

Noe (detto) Giovanni fu Corrado da Campodazzo (Atzwang, 298 Bolzano), giudice di Bolzano

Odorico di Spor e Castel Valer, capitano delle Valli di Non e di 310 Sole

Odorico, pievano di Cloz 2

Oettel Andrea, negoziante di ferramenta in Bolzano 145

Ongaro Giovanni fu Cristoforo abitante nel maso Platar 325 (Lauregno)

Ongaro Michele fu Cristoforo abitante nel maso Platar (Lauregno) 325

Pancheri Agostina moglie di Giovanni abitante nel maso di 324 Altaguardia (Bresimo)

Pancheri Giovanni abitante nel maso di Altaguardia (Bresimo) 324

Pancheri Pancherio fu Giovanni abitante nel maso di Altaguardia 324 (Bresimo)

Pancheri Romedio fu Giovanni abitante nel maso di Altaguardia 324 (Bresimo)

Pangrazi Luigi, negoziante di tessuti in Cles 145

Paolo fu Domenico da Como, muratore 302

Paolo V, papa 4, 13, 20, 30, 33

Parisi Giuseppe da Trento, vetraio 192

Parmesan Francesco da Vicenza 145

Parolari, famiglia di Cloz 153

Pase (detto) Michele fu Cristano da Bolzano, notaio 298

Patelli Carlo di Brez 285

Paton Simone fu Gottardo cittadino e abitante di Trento, notaio 309

Pegnana Antonio fu Giovanni da Bresimo 304

Pellegrini, famiglia di Dambel 144

Pellegrini Zaffoni Romana di Dambel 144, 147, 148, 276

Perchoffer Jesse, vescovo suffraganeo di Trento 321, 322

181

Pezzani Beltramo, teologo e canonico di Trento 316

Pio VI, papa 327

Pio VII, papa 328

Pio X, papa 38

Placido Pircali, parroco di Cloz 2

Poda Antonio, parroco di Cloz 2, 21, 161, 162, 170, 172

Prayo (de) Giovanni fu Martino da Fontana (Bresimo), sindaco 304 della chiesa di Santa Maria di Baselga (Bresimo)

Puller Matteo da Sinablana (Lauregno), delegato dell'assessore 325 delle Valli di Non e Sole

Puller Stefano da Proves (BZ) 323

Ramponi Melchiore, parroco di Cloz 2, 179, 180

Rauzi Giannantonio, parroco di Cloz 2, 159, 319

Rauzi Oreste, vescovo ausiliare della diocesi di Trento 168

Rauzi Serafino di Cloz, riscossore della confraternita del 212 Santissimo Sacramento di Cloz

Ricci Stefano di Cloz 173

Ricius (detto) Matteo fu Nicolò da Revò abitante a Cagnò 301

Rizzi Luca, capocomune di Cloz 161

Roschmann (von) Anton, provvisorio commissario in capo del 261 Tirolo italiano e illirico

Rovina Giorgio da Revò, notaio 308

Ruffini Ruffino fu Francesco da Rivo di Brez, fondatore del 130 beneficio Ruffini di Brez

Ruffini Ruffino senior da Rivo d'Arsio, notaio 324

Saporito fu Benvenuto da Preghena (Livo) 301

Simone fu Giacomo da Preghena (Livo), notaio 302

Sparapani Antonio da Preghena (Livo), notaio 325

Spaur Geremia, vicario delle Valli di Non e Sole 296

Springhetti Baldassare, parroco di Cloz 2, 170, 173

Tamè Martino da Maiano (Cles) 314

Thun Bernardino, capitano di Castelfondo 307

182

Tomazzoli Giovanni da Cles, rappresentante dei vicini di Cles 314

Torresani Antonio da Cles, notaio 320

Turrini Archimede, procuratore 145

Villi Vito da Cles, rappresentante dei vicini di Cles 314

Visintainer Antonio da Caltron (Cles), viceregolano della comunità 314 di Cles

Vittore da Cividale, pievano di Cloz 2

Zaffoni Caterina fu Leopoldo di Cloz, maestra 144, 145

Zaffoni, famiglia di Cloz 1, 142, 143, 144, 145, 146, 147, 276, 277

Zaffoni Floretta Giuditta fu Francesco di Cloz 276

Zaffoni Francesca fu Francesco di Cloz, benefattrice 147, 148, 249, 276

Zaffoni Francesco fu Leopoldo di Cloz, distillatore di acquavite 147, 276, 278, 279, 280, 281

Zaffoni Giuseppe fu Francesco di Cloz, stagnino e ramaio 145, 147, 276, 278, 282

Zaffoni Leopoldo fu Francesco di Cloz 144, 145, 147

Zaffoni Maria fu Francesco di Cloz, suora 148, 276

Zaffoni Maria Rosa fu Francesco di Cloz, benefattrice 147, 148, 249, 276

Zaffoni Sisinio fu Francesco di Cloz 148, 276

Zaffoni Virginia fu Francesco di Cloz, benefattrice 147, 148, 249, 276

Zambaiti Simone Albano, vicario generale del vescovo di Trento 61

Zanebello, pievano di Cloz 2

Zanoni Guido di Cloz, riscossore della confraternita del Santissimo 211 Sacramento di Cloz

Zuech Giovanni Battista di Cloz, notaio 174

Zuech Tomaso, gastaldo della comunità Brez 285

183

INDICE ANALITICO DEI TOPONOMI Amblar, frazione di Amblar-Don 278

America 276

Arsio, frazione di Brez 101, 103, 283, 286, 287, 288

Baselga, frazione di Bresimo 295

Bolzano/Bozen 145

Brez 151, 278, 283, 286, 288, 289

Carnalez, frazione di Brez 286, 287, 288

Castel Fava 162

Castel Salorno 295

Castelfondo 101, 102, 278

Castello di Altaguardia (Bresimo) 324

Cavareno 278

Cles 295, 325

Cloz 2, 5, 64, 84, 86, 130, 134, 151, 159, 168, 194, 201, 202, 206, 236, 240, 249, 261, 265, 272, 276, 278, 289

Dambel 101, 278

Don, frazione del comune di Amblar-Don 278

Dovena, frazione di Castelfondo 278

Esler (in), località di Cloz 315

Folia (fuor alla), località di Romallo 319

Fondo, località 158, 278

Frayath (in), località di Baselga di Bresimo 304

Grate (ale), località di Cloz 305

Innsbruck (A) 145

Lam (in), località di Bresimo 304

Lauregno (BZ) 2, 101, 130, 134, 138, 142, 145, 159, 168, 286, 299, 307, 310

Lon (a), località di Cles 313

Malgolo, frazione di Romeno 278

184

Malosco 278

Mas del Platar (il), località di Sinablana (Proves, BZ) 325

Masnago (Varese) 97

Mendola, passo 278

Merano/Meran (BZ) 201

Novella, torrente 97

Passirio, torrente 201

Pianizza di Sopra, frazione di Caldaro 278

Pra (in), località di Bresimo 304

Prato (in), località di Cloz 305

Proves/Proveis (BZ) 145

Revò 151, 278

Rivo, località di Brez 286, 287, 288

Romallo 122, 163

Romeno 97, 278

Ronzone 278

Ruffré-Mendola 278

Rumo 278

Salobbi, frazione di Brez 286, 287, 288, 289

San Nicolò, frazione di Caldaro 278

Santa Maria, frazione di Cloz 2, 34, 123, 209, 286

Santo Stefano, frazione di Cloz 2, 34, 209, 286

Sarnonico 278

Senale-San Felice/Unsere Liebe Frau im Walde-St. Felix (BZ) 306

Sinablana, frazione di Lauregno (BZ) 2

Sort (alle), località di Cles 314

Stati Uniti d'America 186, 192

Tassullo 295, 316

Tirolo (Bolzano) 188, 198

Traversara, frazione di Brez 286, 287, 288

185

Val Maora (a), località di Cles 314

Valle di Non 84, 180, 278

Viola, località di Brez 289

186