Il Pubblicista Anno 2 Numero 15 - 19/1/2014

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Il Pubblicista Editore: Associazione Lurlo Registrato presso Tribunale di Genova N° 03/2012 con decreto del 12/4/2012

Direttore Responsabile: Luca Podestà

Capo Redattore: Carlo Dellacasa

Coordinatore di Redazione: Franco Avanzini

Hanno collaborato a questo numero: Marco Colla Alessio Eremita Pierluigi Gambino Stefano Massa Beppe Nuti Stefania Scibetta

Stampa: B.N. Marconi - Genova tel. 010 6515914

2 Editoriale di Carlo Dellacasa

attore “testa”; le partite si giocano in maniera diver- Fsa se la si usa o la si lascia a casa. Appurato che le squadre di testa sono di tutt’altro livello, la prestazione del Grifone a Roma ha costretto i giocatori ad uscire dal terreno di gioco a testa bassa (anche se al contrario è sembrato che avessero la testa addirittura tra le nuvole, come fosse vuota da schemi e tattiche). Il gioco giallorosso ha dato “alla testa” ai rossoblu che hanno pro- dotto una brutta prestazione dalla testa ai piedi, dando Sommario l’impressione di essere scesi in campo all’Olimpico con la già fasciata facedosela puntualmente rompere. IL PUNTO testa Difesa chiusa e Gila-Konaté Atteggiamento questo che non è piaciuto ai tifosi, tra i quali per far tremare l’Inter...... 4 non manca chi in questo caso avrebbe voluto proprio far cadere qualche testa; perché trovare dei colpevoli in certe gli avversari circostanze è facile. Inter, bestia nera per il Genoa . 7 Comunque questa scialba prestazione bisogna toglier- La prossima sfida sela dalla testa al più presto e per farlo è necessario Una ‘viola’ per il Genoa ...... 9 buttarsi a testa bassa nella sfida di oggi con i nerazzurri, sperando che la lavata di testa del mister in settimana I precedenti abbia prodotto qualche risultato. Nessuno pretende di alla prima di ritorno ...... 10 mangiare la pappa in testa a tutte le squadre affrontate Il personaggio ma neppure mettere la testa nel sacco senza capire che Isaac Cofie...... 12 certi atteggiamenti devono essere cambiati. Appare scontato come non sarà facile tener a testa Yo soy el “principe” ...... 15 questa Inter che arriva al Ferraris assetata di punti e la classifica non permette certo di tenere la testa tra due Le maglie del Genoa guanciali: bisogna mettersi nella testa di fare punti. Claudio Testoni ...... 20 Rialzare la testa insomma... e se tra tutte queste teste Una maledizione sbucasse quella di Gilardino per un gol pesante? Spera- con antidoto Gennaro Ruotolo . 22 re non costa nulla, senza troppi grilli per la testa...

3 IL PUNTO di Pierluigi Gambino Difesa chiusa e Gila-Konaté per far tremare l’Inter

ersato il consueto obolo alla Roma, il VGrifo avvia il girone discendente con la rafforzata convinzione che i suoi destini sa- ranno decisi soprattutto sul campo amico. Il passato insegna che le formazioni guidate da Gian Piero Gasperini non hanno mai fat- to sfracelli in trasferta e raramente hanno raccolto punti nella “tana” delle primattrici: assurdo sarebbe stato pensare che il Ge- noa attuale, basato su un assetto difensi- vo sicuramente robusto ma senza contro- piedisti ficcanti e centrocampisti capaci di “congelare” la palla, potesse agire in con- trotendenza. Certo, preoccupa – o almeno L’imperdonabile leggerezza commessa fa discutere – che nelle ultime quattro gare all’Olimpico da Matuzalem al momento esterne, a prescindere dai risultati ottenuti, della sostituzione (un elemento della sua solo a Cagliari Antonelli e compagni abbia- esperienza non può comportarsi così!) pri- no sferrato un tiro verso la porta avversaria: va l’allenatore di uno dei rari elementi in bisogna porre sollecitamente rimedio. grado di dirigere il traffico. Rientrato in Sici- Ribadito che Gasp fa il fuoco con la legna lia Lodi, ecco che l’allenatore è obbligato ad di cui dispone (ecco perché lo emendiamo improvvisare. D’altronde, il nuovo acquisto da responsabilità elevate per certe recite Cabral, cui si deve concedere il tempo di incolori), l’auspicio è che – con l’immanca- ambientarsi nel nostro calcio, è un media- bile, commovente apporto dei suoi tifosi - la no puro, non certo un “meneur de jeu”, sic- squadra rossoblù ritrovi il bandolo a spese ché si può indicare in Bertolacci il probabile di un’Inter certamente non irresistibile. sostituto del brasiliano in cabina di regìa.

4 Un handicap indiscusso, ma la Preziosi’s escludiamo il terzo gol giallorosso sette Band, almeno al Ferraris, ha dimostrato di giorni fa – la compagine rossoblù offre as- saper superare ostacoli di ogni tipo. solute garanzie di tenuta e di attenzione. Il ritorno di Gilardino è già sufficiente per Molto ci si attende da Konaté, la cui velo- un “pieno”di ottimismo: col bomber in cam- cità potrebbe porre in angustie una difesa po, nessuna impresa è proibitiva, a patto che sinora ha mostrato parecchie crepe: di supportarlo a sufficienza e di non ab- anche lui però dovrà compiere un salto di bandonarlo a se stesso. Di sicuro un ul- qualità in zona tiro. teriore stimolo gli proverrà dal confronto Sfida da prendere con le molle contro un diretto con due icone del Genoa che fu: antagonista per tradizione fra i più ostici, Diego Milito e Rodrigo Palacio, gli uomini ma il Genoa ha le armi per vincerla e per più pericolosi della Beneamata. tenersi a distanza di sicurezza dal baratro A Mazzarri, da sempre, piace un sacco alla vigilia del viaggio a Firenze, altro ter- agire negli spazi, in contrattacco: basilare reno minato. Guardarsi in primis alle spal- sarà non concedere alla sua Inter prate- le e bandire obiettivi altisonanti è un inno rie sterminate e sotto quest’aspetto – se al realismo e solitamente porta buono.

5 6 GLI AVVERSARI di Franco Avanzini Inter, bestia nera per il Genoa

è una squadra in Italia che il Genoa, C’da quando è tornato in , non ha mai battuto. Tutte sono cadute sotto i colpi del Grifone, la Juventus, la Roma, il Napoli, la Fiorentina, mai l’Inter. Ebbe- ne potrebbe essere la volta buona anche perché prima o poi certi tabù dovranno pur cadere. I nerazzurri stanno disputando un torneo al di sotto delle attese. Lo scudetto è una chimera, il secondo e probabilmente pure il terzo posto sono distanti anni luce. L’obiettivo per la squadra di Mazzarri resta Attenzione a... a questo punto l’Europa League. Ma non Rodrigo Palacio sarà facile se Fiorentina e Verona prose- guiranno a non perdere troppi colpi. un ex senza il dente avvelenato ma che Dicevamo che mai si è vinto contro la Èha lasciato grandi ricordi nei tifosi ros- squadra del presidente Thohir. Il Genoa è soblu. Ha già segnato nella gara di anda- approdato nella massima serie nella sta- ta quando aprì le marcature nella sconfitta gione 2007/2008. Sei sfide consecutive per 2 a 0 e non esultò. Questa volta dovrà con soli due pareggi e ben quattro sconfit- fare il bravo ed evitare di impensierire Pe- te. I segni ics si sono verificati al primo in- rin. Giocatore tecnicamente molto valido, in crocio, 1 a 1 e nell’ultimo per 0 a 0. Poi ben questa stagione ha segnato sinora ben die- nove reti subite e zero segnate. Di Marco ci reti, alcune delle quali molto belle (ricor- Borriello, all’85’ della sfida del 2008, l’ulti- date il gol di tacco nel derby meneghino?). ma rete genoana. Con la maglia rossoblu, Palacio ha dispu- E’ dunque giunta l’ora di sfatare questa tradi- tato 90 gare segnando 35 reti tra il 2009 ed zione negativa anche perché i tre punti ser- il 2102. Coi nerazzurri è a quota 22 in 44 viranno eccome alla graduatoria rossoblu. gare, come a dire, una rete ogni due gare.

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8 LA PROSSIMA SFIDA di Alessio Eremita Una ‘viola’ per il Genoa

e apparenze ingannano. Questo il Lmaggior auspicio dei tifosi rossoblu che assisteranno alla sfida contro la Fio- rentina, la cui rosa presenta qualità non indifferenti agli occhi dei più appassiona- ti. Una prova a cui il Genoa sarà sogget- to per dimostrare quanto la parte sinistra della classifica sia guadagnata, a discapi- to di tante eccellenze per nomea del cal- cio italiano che faticano, e non poco, per raggiungere la zona che consentirebbe l’ingresso in Europa. Parlare internazio- nale, quando in società è la salvezza ciò che conta, si rivela alquanto improprio: tuttavia sognare non fa di certo male sep- pur la convinzione nei propri mezzi sia la prevenzione di molteplici disgrazie. Le statistiche recitano supremazia viola nei 95 incontri totali, di cui ben 45, contro i 29 pareggi, sono i successi della squa- dra allenata da Vincenzo Montella, che ritrova parte del suo passato, visto che a Genova ha vestito sia la maglia della Sampdoria che quella del Genoa. È so- lito ritenere a senso unico partite come questa, ma la carta illude e rende vani, a volte, i pronostici prima del fischio d’inizio dell’incontro.

9 I precedenti con l’Inter di Stefano Massa alla prima di ritorno

ella loro ultracentenaria storia il Ge- da un compagno a centro area. Nnoa e l’Internazionale si sono affron- Domenica 3 febbraio 1974 su un campo tati solamente in due occasioni alla prima allentato dalla pioggia fu nel bene e nel giornata di ritorno: la prima volta nella fase male il grande ex interista Corso il prota- eliminatoria del campionato 1912/1913 e gonista della partita pareggiata 1-1. Al 14’ la seconda volta in quello a girone unico di del 1° tempo, dopo essersi smarcato in Serie A 1973/1974. Nel primo caso ebbero area di rigore, segnò di testa su una pu- la meglio i milanesi per 1-0, nel secondo nizione dalla sinistra battuta da Mendoza l’incontro terminò sull’1-1. e al 33’ della ripresa un suo mancato in- Quella di domenica 26 gennaio 1913 fu la tervento diede la possibilità a Giorgio Ma- prima vittoria omologata dell’Internazionale riani di battere con una giravolta di destro a Genova. La formazione nerazzurra, che Spalazzi sulla sua destra. Proprio l’autore quel giorno non schierava capitan Fossati della rete del pareggio fu autore, a cinque I e Francesco «Franco» Bontadini III, sosti- minuti dalla fine, di un intervento in area tuiti da Caimi e da Cevenini III, riuscì a di- di rigore su Pruzzo, che l’arbitro Michelot- fendere una rete realizzata in una convulsa ti di Parma non giudicò sanzionabile con mischia susseguente a un tiro dalla bandie- la massima punizione. Un gruppo di tifosi rina dell’italo-brasiliano Malcher II toccato rossoblu lo asseodiò per mezz’ora negli spogliatoi, che lui riuscì ad abbandonare da un’uscita secondaria dei Distinti, ac- compagnato in automobile da un giornali- sta. Il Genoa si portò al quart’ultimo posto, l’ultimo valido per la permanenza in Serie A, che non sarebbe riuscito ad ottenere al termine del campionato, avendo totalizza- to due vittorie, tre pareggi e tre sconfitte nei successivi otto turni e tutte sconfitte nelle ultime sei giornate.

10 11 il personaggio di Stefania Scibetta Isaac Cofie

l centrocampista rossoblù è ormai di Icasa al Genoa: la sua prima esperienza Scheda: in rossoblù infatti risale al 2006, quando Nome completo: Isaac Cofie approdò ancora giovanissimo nella Pri- Ruolo: centrocampista mavera del Grifone. La sua seppur breve Data di nascita: 20 settembre 1991 carriera calcistica è fatta di tanta gavetta, Nazionalità: Ghanese con esperienze che lo hanno portato a gi- Città di nascita: Accra rare buona parte dello stivale calcistico, Altezza: 177 cm passando da Torino, Piacenza, Sassuo- lo e, in ultimo, Chievo dal quale ormai formato è poi ritornato alla casa madre. CARRIERA Quello che lo caratterizza particolarmen- te, oltre agli aspetti tattici e tecnici, è il Giovanili suo grande sorriso che trasmette allegria Genoa e serenità. Proprio di recente Isaac ha aggiunto un motivo in più alla sua felicità: Squadre di club: le nozze che in queste vacanze natalizie lo hanno legato alla sua compagna. Il 2009-2010 Genoa 1 (0) cammino che lo potrà portare a diventare 2010-2011 Torino 1 (0) un perno del centrocampo rossoblù è si- 2011 Piacenza 21 (1) curamente ancora lungo, ma la mano del 2011-2012 Sassuolo 36 (1) tecnico di Grugliasco non potrà altro che 2012-2013 Chievo 27 (2) plasmare al meglio questo bel prodotto 2013- Genoa 10 (0) del vivaio del Grifone.

12 13 14 DIEGO MILITO di Beppe Nuti Yo soy el “principe”

ensi a Genoa-Inter e subito pensi a della stagione successiva, a seguito della PDiego Milito. Il giocatore che è stato retrocessione del Genoa in serie C1, inflit- e resterà, per sempre, nei cuori dei tifosi ta dalla giustizia sportiva, viene ceduto in rossoblù. Il “Principe” sarà ricordato per la prestito biennale al Real Zaragoza dove già sua immensa classe, per l’ottima tecnica milita il fratello Gabriel. Con la maglia degli individuale la sua visione di gioco e la sua spagnoli segna 15 reti il primo anno e 23 il grande bravura nello sfruttare gli spazi per secondo (dietro solo a Ruud van Nistelrooy cercare l’uno contro uno e la sua eccellente che ne segna due di più ma con la maglia confidenza con il goal. Nelle menti di tutti del Barcellona campione della Liga). Per il i genoani resta fissata una data diventa- “Principe” in terra iberica c’è un’altra fran- ta indimenticabile, 3 Maggio 2009, Derby de soddisfazione: le 4 reti messe a segno N°100. Il Genoa lo vince con una sua tri- contro il Real Madrid nella gara d’andata pletta (primo giocatore a segno 3 volte in di semifinale della coppa del Re terminata una stracittadina). Ma Milito non è certo con il risultato di 6-1. Poi il trionfo, in finale solo questo. La sua storia calcistica è ric- ca di grandi successi, alternati a qualche infortunio di troppo. Tanti i goals messi a segno, tanti i trofei conquistati. Diego esor- disce ventenne, in , con il Racing di Avellaneda e lì totalizza 137 presenze mettendo a segno 34 reti, vincendo il Tor- neo di Apertura del 2001. Nel Gennaio del 2004, durante la sessione invernale del cal- ciomercato, viene prelevato dal Genoa con cui disputa due campionati di serieB nel 2003/04 realizzando 12 goals in 20 partite e nell’anno successivo in cui, in 39 presenze centra 21 volte la rete avversaria. All’inizio

15 contro l’Espanyol, dopo aver eliminato, an- Ma c’è un Milito che pochi hanno conosciu- che, i blaugrana. Il 2007 è l’anno della delu- to ed è giusto, quindi, saperne qualcosa di sione. Il club spagnolo acquista il cartellino più visto il grande interesse che ha suscita- di Milito ma, malgrado i 15 goals del Prin- to nel cuore dei tifosi El “Principe” di Bèrnal. cipe il Real Zaragoza retrocede. Ma il Ge- Prima della sua partenza per Milano, l’ave- noa e, sopratutto Fabrizio Preziosi (rimasto vo incontrato e mi aveva rilasciato una lun- sempre in contatto con Diego) è attento e ga intervista che mise in luce un uomo vero, nell’agosto 2008 lo riporta a casa. Tutto av- sincero, umile (nella sua grandezza) e mol- viene negli ultimi istanti del calcio mercato con il famoso bigliettino lanciato all’interno del Box rossoblù sul filo di lana. Durante la stagione Diego compete per il titolo di capocannoniere della serie A, trascinan- do il Grifone alla conquista di un quarto posto, a pari punti con la Fiorentina, che gli consentirà di accedere alla Europa Le- ague, dopo aver assaporato fino alla fine i preliminari di Champions, soffiati proprio dai viola. In quella stagione segnerà, an- che, la rete vincente (grande capocciata nel sette sotto la nord) nel derby n°99 ed, infine una doppietta al termine del torneo al Lecce che, però, non gli basterà per vincere la classifica cannonieri. Conclude, comunque, con 24 reti al suo attivo affer- mandosi come miglior marcatore stagio- nale nella storia del Grifone. A Maggio, a campionato ancora in corso, il presidente annuncia la sua cessione ufficiale all’Inter. Cessione che arriverà a fine stagione in cambio di 25 milioni di euro e un contratto di 3,5 milioni per lui. Un af- fare per tutti... Un po’ meno per la tifoseria.

16 to legato sia alla sua terra che a Genova frontati, lui difensore io attaccante. Ma non ma, sopratutto, alla sua famiglia. “Quando ho mai amato incrociare i tacchetti con lui. sono nato - dice Milito - il 16 giugno 1979, Pensa che in Argentina ci è capitato di tro- l’Argentina era campione del mondo e un varci di fronte addirittura in un derby molto certo Diego Armando Maradona, non an- sentito: io indossavo la maglia del Racing cora diciannovenne, era agli esordi con la di Avellaneda, lui quella dell’Independiente. maglia biancoceleste. Ricordo i miei primi Durante la gara Gabriel fece un fallo, su un anni a Bèrnal, uno dei quartieri di Baires, mio compagno lanciato a rete. L’ammoni- i miei primi calci al pallone con gli amici. zione fu scontata ma... A me non bastava: Un’infanzia spensierata vissuta in una fa- corsi dall’arbitro per chiedere l’espulsione, miglia serena. Il Futbol è entrato subito in senza esito. Ci prendemmo a male parole, casa nostra. Passavo giornate a giocare, e la cosa si trascinò parecchi minuti mentre con me c’era anche mio fratello minore, (tra la sorpresa di tutti, arbitro e spettatori di Gabriel, nato 15 mesi dopo di me. Il 7 set- ambedue le squadre) la partita proseguiva. tembre, come il genoa”. Più che un diverbio fra calciatori sembrava la classica lite in famiglia di due ragazzini. Chi era il tuo idolo di allora? “Come tutti i Il giorno dopo ne parlarono tutti, giornali ragazzini certamente lo avevo anch’io, era e televisioni mentre per noi era finito tutto uno che in campo cercavo di imitare in tutto. al termine della gara, anzi la stessa sera Dico subito, che non era Maradona (anche mangiammo, con le nostre famiglie, senza perché lui era inimitabile) ma un uruguagio, neppure accennare a quanto accaduto”. , al quale dicevano anche che assomigliassi. E’ cosi che venni sopran- Italia terra dei tuoi avi... “Si, dei miei nominato il “Principe”: Mi piaceva tutto di lui avi. Mi fece effetto arrivare a Genova in perché, pur essendo un trequartista, sapeva inverno. Avevo lasciato la calda estate Ar- attaccare, fare goal ma, anche, fare la gio- gentina. Pensai subito che avevo fatto, al cata, l’assist sorprendente a liberare il com- contrario, il viaggio di Cristoforo Colombo pagno di gioco a rete”. (anche se in aereo). Arrivato in terra ita- liana il mio pensiero andò subito ai miei Due campioni in una famiglia non è cosa nonni di mamma, emigranti Salvatore e semplice. Come la vivevate? “Ti dirò non Caterina, calabresi di Terranova Sibari che ce ne siamo mai accorti. Ognuno ha fatto avevano lasciato la loro amata terra d’ori- la sua carriera e spesso ci siamo anche af- gine per le “Pampas” Argentine”.

17 Cosa ti colpì subito della nostra città? Volver. Agosto 2008 torni al Genoa “L’allegria delle case dipinte di Boccadas- dopo la parentesi spagnola… “Sono le se. Non sapevo che la Boca avesse preso sette di sera del 1° settembre. Ultimo mi- il nome da questa zona di Genova. Poi ho nuto del mercato torno al Genoa. Mi casa. subito apprezzato i genovesi perché sono Apprendo la notizia dal cellulare, mi spie- un po’ come me: riservati, parchi di parole. gano delle cose ma non capisco, non ca- Ah! Dimenticavo la vostra cucina, qualco- pisco più nulla. Urlo come dopo un goal. Il sa di eccezionale”. più bello della mia vita”.

L’impatto di Marassi come fu? Dal 2009 Milito gioca nell’Inter dove ha “Ricordo l’ultimo allenamento al Pio, prima conquistato 6 trofei: uno scudetto, 2 Coppe dell’esordio contro l’Ascoli. Sentivo l’affet- Italia, una Supercoppa italiana, una Uefa to dei tifosi intorno a me eppure non ave- Champions League e una Coppa del mon- vo fatto ancora nulla (ma i genoani sono do Club Fifa. Ora per “Militico” è giunto il questi: hanno un cuore grande cosi). Non momento di tornare nella sua casa, dopo ti nascondo che sentivo, in me, una cer- l’ennesimo grave incidente. Buon per l’Inter ta apprensione. Appena scesi sul terreno che ritrova il suo campione ma buono anche di gioco del Ferraris, l’erba era zuppa di per i tifosi del Genoa (che non dimenticano i pioggia, e per noi attaccanti non era cer- suoi campioni). E, per Milito il loro è un amo- to l’ideale. In tribuna cercai di incrociare lo re infinito. Bentornato Principe! sguardp di mia moglie Sofia che mi segui- va in questa mia prima avventura, per farmi sentire a casa. Poi il calcio, lo stadio che è una “Bombonera” e tutto passa in secondo piano. Il Genoa era in B e dopo pochi minuti è già sotto di un goal. Penso, che esordio! Ma per fortuna quando mancano pochi mi- nuti alla fine del primo tempo il mio amico Caccia con un tocco di precisione mi mette davanti al portiere e per me è facile realiz- zare il goall del pareggio. Esplode la nord e dentro di me capisco subito dove sono arrivato. Penso il più è fatto”.

18 19 Le maglie del Genoa: di Franco Avanzini Claudio Testoni

a maglia che presentiamo questa set- Ltimana, presa direttamente con la cor- tese partecipazione del sito www.mionon- novestivadamauri.it è quella di Claudio Testoni. Un vero cuore genoano che, anche dalla sua pagina facebook, non manca mai di metterlo in evidenza. Un terzino di quelli tutto cuore che si batteva sempre con grande ardore, mai cattivo nei confronti degli avversari, denominato Ru- spa per le grandi sgroppate sulla fascia. Testoni segue sempre il Genoa seppur dalla sua Emilia Romagna e ha un ricordo indelebile del tifo genoano. “Che spetta- colo la Gradinata Nord! Ma tutto lo stadio, quando gioca il Genoa diventa ribollente di lanetta. “Materiali poveri quando gioca- di passione e tifo – attacca l’ex genoano – vo io. Non esisteva l’acrilico o le strambe- Anziani e giovani, tutti sanno chi sono. Per rie adesso esistenti – prosegue Testoni le strade di Genova mi riconoscono anco- – E quando pioveva diventavano davvero ra e mi fermano, non solo quelli della mia dure da portare”. Un aneddoto dei suoi età ma anche i più giovani. La passione è tempi? Il “Ruspa” chiude la chiacchierata altissima davvero. In altre città non avvie- parlando di quando.. “A Sant’Olcese, dove ne. Quando vado ad esempio a Vicenza si allenavamo noi, venivano a vederci nessuno sa chi io sia. In Liguria invece gli dei bambini che quando ci incontravano anziani tramandano ai più giovani tutti i ci chiedevano di non farli soffrire troppo. loro eroi fino a farli conoscere anche a chi Sembrava di sentire parlare i loro padri non c’era quando questi giocavano”. eppure erano ragazzini. Questo significa La maglietta con il classico numero tre era anche esser genoani”.

20 21 Una maledizione con antidoto di Marco Colla gennaro ruotolo 4-2 del 5 ottobre 1958, il Genoa non ha più assaporato il gusto della vittoria sino al 1991. Ben 35 partite infruttuose com- prendendo in esse campionato, e amichevoli, all’epoca queste ulti- me assai frequenti. L’incantesimo si rup- pe nel maggio del 1991; un 3-0 targato Ruotolo (rete iniziale) Skurhavy e Aguile- ra. A tutto il 1995 ne seguirono altre tre ri- spettivamente l’1-0 del novembre 93 con Gennarino uomo partita cui fece seguito il clamoroso 3-1 nel ritorno al Meazza (e l’uomo di Santa Maria a Vico segnò ad- dirittura una doppietta!). L’anno seguente un 2-1 al Ferraris con reti di Van’t Schijp e, manco a dirlo, Gennaro Ruotolo. E qui si ferma la serie di vittorie genoane e ri- comincia… la maledizione. Nel periodo recente “sotto il governo Enrico Prezio- si” Genoa e Inter si sono incrociate in 16 occasioni di cui 13 in campionato e singolare la storia dei confronti fra Ge- 3 in Coppa Italia. Questo il bilancio: 11 Ènoa e Inter negli ultimi 55 anni. In que- successi nerazzurri e 5 pareggi!. L’Inter sto lunghissimo periodo il grifone è riusci- rappresenta l’unica squadra titolata che to ad avere la meglio in sole 4 occasioni il jocker rossoblu non è mai riuscito a in ognuna delle quali è stato protagonista sconfiggere con la sua creatura. Sul pia- assoluto Gennarino Ruotolo. Possiamo no razionale ciò può essere giustificato comunque dividere la vicenda in due par- dalla differenza di potenziale tra le due ti distinte. Dopo il successo rossoblu per squadre, oggi forse un po’ più ridotto,

22 ma sempre solido da parte interista. Sul piano statistico, visto in tutto il suo com- plesso, la cosiddetta legge dei grandi numeri si è sicuramente presa una lun- ga vacanza. Sul piano scaramantico... beh, non sarebbe un male che, almeno in tribuna d’onore, sedesse domenica prossima Gennarino Ruotolo, tornato di recente a seguire in loco le vicende della squadra in cui ha accumulato oltre 500 presenze. Aldo Spinelli, in tale eventua- lità, si premurerebbe di farlo sedere vi- cino a lui. Ah, quasi dimenticavamo: le 4 “storiche vittorie” sull’Inter negli ultimo 55 anni sono state tutte ottenute sotto la presidenza di “u sciu Aldu”.

23 Scopri il Museo della Storia del Genoa, dove la storia diventa emozione

Giovani e non, tifosi di calcio ma non stigioso contesto del Porto Antico, solo, il Museo della Storia del Ge- a 100 metri dal’Acquario, nell’area noa è il luogo ideale per immerger- di maggior afflusso turistico di Ge- si nella intensa e affascinante vita nova, trovando collocazione nella della squadra dal 1893 maestra del storica palazzina San Giobatta. football in Italia, ma anche per cono- scere l’evoluzione sociale, economi- Il Museo della Storia del Genoa, ca ed urbanistica di Genova, mera- raro esempio in Italia, a differenza vigliosa città che da quasi 120 anni degli altri paesi europei, offre un vive in stretta relazione con essa. percorso tematico e cronologico unendo sport, cultura e società; La Fondazione Genoa 1893 è or- soluzioni interattive e multimediali, gogliosa di comunicare che nel trofei e materiali sportivi, fotografie corso della prossima estate l’e- e scritti, plastici e musiche, cimeli e sposizione, forte del successo di giochi, fanno vivere un’appassio- visitatori dei primi quattro anni dalla nante esperienza con la quale si sua apertura, si trasferirà nel pre- entra direttamente nella storia, anzi

si interagisce appassionatamente con essa.

Il Museo accoglie l’esposizione permanente che è in costante dive- nire poiché l’apporto dei materiali si protrarrà nel tempo, acquisendo dal passato ma anche aggiornando il futuro, oltre a questo, lo spazio ospita anche mostre temporanee di tema sportivo ma non soltanto; grazie poi ad una sala tecnologica- mente attrezzata può ospitare me- eting e convegni.