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LORENZ BÖNINGER - LUCA BOSCHETTO

Bertoldo di Giovanni: nuovi documenti sulla sua famiglia e i suoi primi anni fiorentini

∗ [stampato in «Mitteilungen*des*Kunsthistorischen*Institutes*in*Florenz»,*49*(2005),*pp.*233A268] * * * * * * *

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! * Il testo qui riprodotto in formato digitale, messo a disposizione per fini di studio e ricerca, è destinato a un uso strettamente personale e in nessun caso può essere impiegato a scopi commerciali.

! BERTOLDO DI GIOVANNI: NUOVIDOCUMENTI SULLA SUA FAMIGLIA E I SUOIPRIMIANNIFIORENTINI

di Lorenz B?ninger e Luca Boschetto

I. La famiglia.

Rispetto ad altri artisti fiorentini del Rinascimento, le notizie sulla vita dello scultore Bertoldo di Giovanni sono decisamente scarse. La mancanza di documenti storici rende tuttora difficile sua non solo l'esame critico della ormai classica immagine di "ideale artista di corte" (Arnold Hauser)1, ma anche la valutazione della sua funzione di "ponte" tra due dei piu eminenti protago e mentre uno nisti dell'epoca, Buonarroti. Cos?, per dei maggiori studiosi e delPargomento, James David Draper, Bertoldo "rivestiva il ru?lo di cortigiano compare, artista e era un mura con magister elegantiarum, proprio perch? petit ma?tre cresciuto fra le di casa, che successo aveva reintrodotto che ancora una novit? a soggetti all'antica, rappresentavano questa recente altezza cronol?gica"2, un'altra interpretazione pone l'accento piuttosto sulla continuit? con con corte dell'opera di Bertoldo sia la tradizione donatelliana sia l'arte di norditaliana, voluta una da consapevole "pol?tica art?stica" di Lorenzo de' Medici, il "Magnifico".3 non a com Il presente saggio, ins?litamente scritto da due storici, pu? affrontare fondo questi plessi problemi. Consapevoli dell'intrinseco limite di ogni documento storico, gli autori intendo no analizzare in questa sede alcune fonti finora misconosciute sulla vita e le opere dell'artista, le a quali potranno incoraggiare forse gli storici dell'arte porsi dei nuovi interrogativi. Questi docu e menti provengono da due grossi fondi archivistici fiorentini, l'archivio notarile antecosimiano corte e quello della della Mercanzia, risalgono, per lamaggior parte, agli anni che precedono l'ap come casa prodo di Bertoldo familiaris nella di Lorenzo de' Medici. Con il supporto di queste a fonti si riesce, una volta per tutte, a metiere fuoco vari aspetti tuttora controversi della vita di Bertoldo, come la sua discendenza ed appartenenza famili?re e il suo apprendistato nella bottega e a tutta rete conoscenze e concentrata di Donatello, far emerger? quella di legami economici, sua soprattutto nella zona florentina di Borgo San Frediano, che in questi anni caratterizz? la attivit?. non Il silenzio delle fonti sulla famiglia di Bertoldo di Giovanni ha alimentato in passato pochi era venuto una sua seno dubbi. Se perci? ad Ulrich Middeldorf il sospetto di nascita illegittima in stessa stata una alia famiglia Medici4, ?ltimamente ? ipotizzata lontana discendenza di Bertoldo di uno e morto vera Giovanni da speziale originario di Castelfiorentino nel 1400.5 La origine della cercare ancora un contratto una famiglia di Bertoldo, tuttavia, ? da pi? lontano. Da di locazione di casa in Via del Fiore a "Camaldoli" (nelle vicinanze della chiesa di Santa Mar?a del Carmine)6, a steso il 14 luglio 1465 favore della madre di Bertoldo, "domina Barbera filia olim Iohannis Arrigi e suo et uxor olim Iohannis Bertoldi della Magnia", di figlio, "Bertholdus olim Iohannis Bertholdi erano intagliator", in effetti, apprendiamo sia i nomi sia anche l'origine dei suoi genitori: ambedue a tedeschi (App., 1; fig. 6). Visto che la stragrande maggioranza degli artigiani d'oltralpe attivi e Firenze nel quasi la totalit? di quelli residenti in Oltrarno viveva della tessitura di non "panni lani", si pu? escludere che anche il padre dello scultore, "Giovanni di Bertoldo", abbia esercitato questo mestiere.7

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Una sicura identificazione di Giovanni di Bertoldo ? ostacolata dal fatto che di lui non sembra essere nessuna rimasta "portata" fiscale presentata agli Ufficiali del Catasto. Questa lacuna sar? forse da addebitare alla circostanza che egli non avesse abitato continuamente a Firenze, oppure al fatto che egli fosse in qualche modo riuscito ad farsi dichiarare "miserabile". Dopo il primo Cata una sto del 1427, in effetti, solo ad minoranza dei nuovi arrivati tessitori d'Oltralpe fu richiesto di una dichiarare il loro imponibile nei successivi catasti. Ciononostante, alcuni indizi in favore di sua a essere residenza Firenze almeno dagli anni Trenta possono raccolti. Escluso che egli vada con identificato il tessitore "Giovanni di Berto da Colognia alias Flocchio" abkante in Via San Donato dal 1445 fino al 14558, e con il barbiere "Iohannes Bertoldi de Francoforte" presente a a ora Firenze seguito della curia pontificia nel setiembre del 14429, risultano per i seguenti fram una mend: la sepoltura di "fanciulla di Giovanni di Bertoldo tedescho, pop(olo) San Friano, ripo sta al Charmino" il 10 agosto 143910, e la nomina di "Iohannes Bertoldi de Alamanea Alta" come uno dei maggiori responsabili (capitanei) della confraternita dei tessitori di lana della Germania m?ridionale, Santa Caterina nella chiesa del Carmine, nelPanno 1445.n Un'ultima volta, di sfuggi ta, troviamo nominato "Giovanni di Bertoldo della Magnia tessi(tore) di pannilini" (!) nel Catasto come casa a del 1458, vicino di di Giovanni di Iacopo Del Pugliese, in Via della Cuculia, poca distanza della stessa chiesa del Carmine.12 L'appartenenza alia suddetta confraternita potrebbe carenza eventualmente spiegare la di altre, pi? importanti, fonti sulla vita di Giovanni di Bertoldo, come e mancanza sua i vari tipi di contratti il testamento. Ci? vale soprattutto per la della data di morte: infatti, la confraternita di Santa Caterina (come altre simili associazioni cnazionali') avreb tutto sua con nessun essa be in proweduto alla sepoltura, la conseguenza che ricordo di sarebbe stato conservato nei "Libri dei morti" fiorentini. Se per tutti questi motivi le riserve sull'identit? del padre di Bertoldo di Giovanni non possono essere ancora sciolte completamente, molto pi? sicura appare l'identificazione della madre di Bertoldo, "domina Barbera". Fino adesso, da un documento dell'archivio di San Lorenzo, si sape va soltanto come ella fosse ancora viva al momento della morte dell'artista nel dicembre 1491, quando per suo conto fu pagata per "Pufficio dell'anima" di Bertoldo una cifra abbastanza consi un marzo stente.13 Ora, da atto notarile di pochi anni anteriore (20 1488), si scoprono anche da sua con parte dei legami molto saldi la comunit? dei tessitori tedeschi. In questo contratto, una et uxor promissio famulatus, la "domina Barbera vidua, filia olim Iohannis Arrigi olim Iohannis un Bertoldi", ormai abitante nel centralissimo pop?lo di Santa Maria in Campo, insieme ad calzo un laio del pop?lo di San Frediano14, promisero ad altrettanto sconosciuto dipendente del Comu una nome ne, tale Lorenzo di Pellegrino Giovanacci, che loro giovane ?ip?te di Mar?a, figlia del defunto Benedetto di Giovanni della Magnia, avrebbe lavorato per circa dieci anni in casa sua in qualit? di serva. In cambio, Giovanacci durante questo periodo avrebbe dovuto sostenere le sue e una spese vive alia fine fornirgli dote di cinquanta fiorini "di sigillo" (App., 15). Pi? della stessa suo Maria in questa sede deve interessarci padre: il defunto tessitore di pannilani "Benedetto di e Giovanni della Magnia" era, infatti, fratello della "domina Barbera" perci? lo zio diretto di e Bertoldo; nel Catasto del 1480, egli avrebbe dichiarato di abitare con sua moglie tre figli in Via e una San Donato di av?re soltanto 38 anni.15 Alla legittima domanda perch? per trovare nuova morte sistemazione alia minorenne dopo la dei genitori nel 1488 fosse stata impiegata "domina veste suo con Barbera" in di zia invece di cugino Bertoldo, si potrebbe eventualmente rispondere assenza la (ipotetica) tempor?nea dell'artista: infatti, alcuni mesi pi? tardi, nel gennaio del 1489, Bertoldo si trovava a Pisa (App., 16). Rispetto alia data di nascita dello scultore, i suddetti documenti non contengono alcuna nuova su e succes indicazione. Visto tuttavia il totale silenzio delle fonti Bertoldo prima del 1463, il loro a e morte una sivo incremento partir? dalla meta di quel decennio, considerata inoltre la data di di sua sua e presunta sorella nel 1439, la lunga vita di madre Barbara la data di nascita di Benedetto di Giovanni della Magna intorno al 1442, assumere che la sua nascita vada collocata dopo il 1440 (con

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1 Bertoldo di Giovanni, Medaglia dell'imperatore Federico III comm?morante la creazione di su a 122 Cavalieri Ponte S. Angelo Roma, 1469. Milano, Castello Sforzesco.

un estrema margine massimo di cinque anni) sembra molto ragionevole.16 D'altronde, il milieu mente modesto dei tessitori tedeschi d'Oltrarno spiega in parte quest'oscurit?: nell'aristocratico ambiente laurenziano, infatti, lo stesso Bertoldo non aveva nessun interesse a fare conoscere trop sua vera o po le sue umili origini. Al contrario, la presunta 'fiorentinit?' divent? quasi vitale. non cessassero tutto. D'altra parte, sembra che i suoi contatti con ilmondo germ?nico del La un presenza di calzaiolo proveniente da Strasburgo al gi? indicato atto pisano del 1489 (App., 16) non una e ? certo coincidenza, anche l'episodio della medaglia coniata per l'imperatore Federico suo a assume se III d'Asburgo per il viaggio Roma nel 1468/69 tutt'altro sapore, immaginiamo che questo dono sia stato dedicato all'anziano Imperatore da un suo (seppur assimilato) connazionale (fig. i)."

IL L'artista in tribunale. Bertoldo dinanzi alla corte della Mercanzia florentina (1465-1474).

Il fondamentale atto notarile del luglio 1465 ha consentito di svelare dunque l'origine di Bertoldo, fissando un sicuro punto di partenza per ogni futuro resoconto intorno alla vita dell'artista. Le ulteriori testimonianze che qui si presentano consentono invece di colmare almeno in parte la carenza era a di informazioni sulla biograf?a di Bertoldo che fino ad oggi si costretti registrare per il periodo immediatamente successivo. Il periodo, cio?, compreso fra lameta degli anni Sessanta come sua del Quattrocento e l'inizio del decennio successivo, quando Bertoldo, dimostra la pre senza un in qualit? di testimone alia fine del 1473 in atto rogato nel Palazzo Medici di Via Larga, si awiava ormai ad entrare nell'entourage laurenziano.18 Che cosa abbia fatto Bertoldo dal momento in cui prese in affitto la casa in Via del Fiore con insieme alla madre Barbara, fino al primo incontro certo ilMagnifico, risulta infatti chiarito da una serie di documenti che provengono soprattutto dall'archivio della Mercanzia, la corte com come caso merciale di Firenze. In effetti, proprio awiene nel del fondo notarile antecosimiano, una questo archivio rappresenta risorsa particolarmente preziosa per documentare le vicende rela a non tive personaggi che per la loro modesta condizione sociale ed econ?mica vengono general mente inclusi nei censimenti fiscali di questo periodo, caratterizzati da criteri assai pi? selettivi a rispetto quelli adottati nelle rilevazioni precedenti.19

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e Non diversamente da quanto aweniva un po' in tutte le altre grandi piccole citt? dell'Italia corte i diritti di centro-settentrionale dell'epoca la della Mercanzia di Firenze, proteggendo pro un di nella vita priet? e vigilando sulla validit? dei contratti, svolgeva ru?lo grande importanza e della realt? econ?mica, interessando tutti gli strati sociali coinvolgendo di fatto ogni aspetto tanto e del e del cittadina. Nel nostro periodo, i cittadini fiorentini gli abitanti contado dominio, quanto i numerosi forestieri che si rivolgevano al tribunale florentino, danno prova di guardare corte e sua con sostanziale fiducia. In alia giurisdizione della alla imparzialit? questo atteggiamen to non poco avr? contato il fatto che in un tribunale di questo genere l'amministrazione della su assai vicini alie in libri di giustizia si basava in larga misura strumenti di prova parti causa, quali su un un come conti e scritte private, e largo ricorso ad altro degli istituti pi? amati dai fiorentini, l'arbitrato.20 e a in una storia Le vicende che riguardano Bertoldo, che vengono comporsi di frequenti con son? detenzioni nelle carceri comunali e di accordi faticosamente raggiunti i creditori, ben Le cause rappresentative del tipo di questioni p?rtate dinanzi alia Mercanzia. insorgono per gli una man obblighi originatisi amotivo di malleveria incautamente prestata dall'artista (II. 1), per la una somma o cata restituzione di piccola presa in prestito (II.2), infine in seguito alle richieste con case in rivolte a Bertoldo affinch? simettesse in regola la pigione delle che via via egli prendeva tra a cos? e affitto (II.3). E leggendo le righe di queste testimonianze, prima vista povere modeste, anni e che si dovr? cercare di indovinare qualcosa delle frequentazioni dell'artista in questi della a sua attivit? di scultore. In questo modo sar? possibile provare chiarire, almeno in parte, le tappe nato e del percorso che il tedesco, probabilmente cresciuto singolare port? figlio dell'immigrato ? e nella cittadi nel distretto operaio di Camaldoli, ad avvicinarsi gradualmente anche, geograf?a ? e na, in qualche misura f?sicamente alla residenza al mondo del Magnifico.

II. 1. "... in caso lavori o star? cum Donatello di bronzi".

aveva zona La presenza della rete di contatti e conoscenze che Bertoldo costruito nella di tra e ancora Oltrarno (nel quartiere di Santo Spirito, il gonfalone del Drago della Ferza) aleggia e sono alla fine del 1465 e ai sulle prime testimonianze che possiamo citare, che relative primissimi in un certo mesi del 1466. Se qualcosa ? dato sapere sul Bertoldo di questi anni lo dobbiamo, senso, era un ad una donna: di lei non conosciamo che il nome, Dianora (e sappiamo che moglie di oste), stessa Dianora di Domenico d'An anche se ? suggestivo pensare che possa trattarsi della persona, come in causa in un documento notarile tonio da Empoli, che molti anni pi? tardi ritroviamo parte come in cui "Bertoldo di Giovanni di Bertoldo, scultore del pop?lo di Santa Reparata", figura a da testimone.21 Intorno alla meta degli anni Sessanta questa donna chiese infatti Bertoldo di farle assunte mallevadore in almeno due occasioni. La seconda di queste obbligazioni dall'artista fu una vertenza ai della Mercanzia e che ci d? modo all'origine di che port? Bertoldo dinanzi giudici sua di recuperare alcune informazioni in?dite sugli inizi della attivit?. come un del dicembre 1465 in cui Bertoldo Gi? in precedenza, tuttavia, si apprende da rogito con aveva ehe "uxor Iohannis figura la qualifica di "intagliator", l'artista garantito Dianora, a un certo Antonio del Christof or? hospitis", avrebbe restituito due fiorini presi prestito da Canella, In Bertoldo non si era da anch'egli di professione oste.22 questa circostanza comunque impegnato un nome di Paolo Dal solo, ma congiuntamente ad legnaiolo di Filippo di Gherardo (App., 2). come nel di Santa Ma momento che quest'ultimo, ? specificato nel documento, risiedeva pop?lo che ria in Verzaia23, lo stesso in cui viveva Bertoldo, ? probabile che anche gli altri personaggi zona citt?. L'unico fra tutti nomi compaiono nel documento abitassero nella medesima della questi a che sembra aver lasciato traccia nel censimento fiscale pi? vicino questi avvenimenti, quello del ? il che aveva 1469, e di cui dunque siamo in grado di dire qualcosa in pi?, proprio legnaiolo agito sua come mallevadore insieme a Bertoldo. Filippo di Gherardo di Paolo si definiva nella portata

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era stato "maestro di lengname", ed dichiarato "abile del venire alla grave??a" della citt? dagli essere Ufficiali dell'Estimo. Egli aggiungeva, inoltre, di "ispedaliere del Bighallo".24 La qualifica di a a "intagliator", attribuita Bertoldo anche nel documento notarile del precedente luglio, sta signi come se ficare che egli lavorava scultore, anche nulla possiamo dire sui particolari di questa attivit? essere come o (e sulla bottega in cui doveva inserito assistente collaboratore). In questo caso, tuttavia, sembra proprio ehe Dianora restituisse regolarmente il denaro preso in prestito, il che dunque sollev? Bertoldo da ogni ulteriore obbligo. Le cose andarono invece in modo ben diverso nella seconda occasione in cui Bertoldo, che questa volta agiva da solo, prest? la propria malleveria, impegnandosi in favore di Dianora nei un confronti del pittore florentino Filippo di Marco di Filippo, artista attivo nei decenni centrali a del sec?lo.25 L'insolvenza di Dianora fece s? che Bertoldo si trovasse questa volta opposto Filippo una e di Marco dinanzi alia corte della Mercanzia in vertenza iniziata nel gennaio del 1466 conclu marzo anno. sasi con un accordo raggiunto tra le parti il 7 dello stesso sono I fatti, in breve, questi. Il 15 gennaio del 1466 Bertoldo fu incarcerato nelle prigioni della a accusava essere suo una somma Mercanzia petizione di Filippo di Marco, che lo di debitore per a a pari 50 lire di piccioli (una cifra abbastanza consistente, equivalente all'incirca 9 fiorini d'oro).26 corte e come Tre giorni dopo, il 18 gennaio, Filippo di Marco compar? dinanzi alia previsto dagli statuti espose le ragioni per cui aveva fatto catturare Bertoldo, di cui peraltro in quella occasione non venne noto specificata la professione. E da questo documento giudiziario, nel lessico della come era corte 'giustificazione di presura', che apprendiamo che ilmotivo del debito appunto la a aveva malleveria prestata da Bertoldo favore di "Dianora di Giovanni oste", la quale preso in una casa senza affitto da Filippo, tuttavia corrispondere per intero la pigione pattuita. Filippo una contenente contratto produceva quindi dinanzi alia corte scritta privata il di affitto (allogagione), redatta da una terza persona e sottoscritta da Bertoldo. In forza di questo strumento di prova, che era a la controparte invitata "riconoscere" presentandosi dinanzi alia corte, egli chiedeva che l'ar non resto (la cosiddetta "presura") fosse convalidato e che Bertoldo fosse rilasciato dalle carceri aver o somma prima di pagato, depositato presso il tribunale, l'intera dovuta (App., 3).27 un Dopo quasi mese, trascorso presumibilmente nelle carceri della corte, il 14 febbraio 1466 accuse Bertoldo replic? alie di Filippo di Marco. Il documento in questione ? interessante, perch? cause ? questa P?nica volta, nelle molte che lo videro implicato dinanzi alia Mercanzia, in cui e sua voce. Bertoldo passa per cos? dire al contrattacco fa sentir? la In questa comparizione Parti sta, di cui questa volta si dice esplicitamente che "lavora di bronzo", si opponeva alla cattura e essere contraddiceva quanto affermato da Filippo di Marco nell'atto precedente, chiedendo di rilasciato senza dover pagare alcunch?. Dopo una serie di eccezioni formali, del tutto consuete in non aveva scritture di questo genere, Bertoldo asseriva che lamalleveria prodotta da Filippo alcun a norma valore degli statuti del Comune di Firenze ("? nulla ipso iure"), dal momento che la detta come aveva Dianora, ammetteva nella sua comparizione lo stesso Filippo, stipulato questa obbli suo o suo vero gazione "sanza licenza di mundualdo del marito". Ora, ? che le scritture processuali come quella prodotta da Bertoldo venivano predisposte per conto dei litiganti dai notai procura tori fiorentini che lavoravano presso il tribunale. E tuttavia fa lo stesso un certo effetto vedere una sue come Bertoldo cerchi scappatoia legale alle disavventure, puntando in particolare sull'isti e e tuto del cmundualdo', giocando perci? sul modo diverso in cui i diritti gli obblighi della donna erano con concepiti nei diversi ambiti della legge, differenze assai vistose fra diritto erudito, lo ius e come commune, le consuetudini locali regolate invece, in questo caso, dagli statuti della citt? (App.,4).2* a ne non sorti e certo La replica di Bertoldo, quanto sappiamo, tuttavia Peffetto sperato, questo non una stupisce troppo: Pistituto del mundualdo, soprawivenza longobarda conservatasi quasi a era e non soltanto Firenze, infatti nel pieno Quattrocento ormai in decadenza, soprattutto dove una corte a va costituire un argomento particolarmente efficace dinanzi ai giudici della Mercanzia,

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e su un con le cui si rivolgevano correntemente, agendovi in perfetta autonomia piano di parit? controparti maschili, donne di ogni estrazione sociale.29 Fu proprio l'impossibilit? di trarsi d'im che avr? convinto Bertoldo a cercare un accordo con paccio per questa via, possiamo immaginare, a il suo awersario. E a questa risoluzione che dobbiamo il terzo documento relativo questa vertenza, marzo e indubbiamente il pi? interessante, datato 7 1466, che segna la conclusione della vicenda vede Bertoldo riconoscersi debitore di Filippo di Marco per la quantit? di 27 lire di piccioli. In a mese base all'accordo stipulato in questa occasione, partir? dal prossimo di aprile Bertoldo si a mese a impegnava corrispondere ogni Filippo 2 lire di piccioli: questo fino alla completa estin e mezzo. zione del debito, che sarebbe avvenuta quindi in 13 mesi Se il documento in questione non contenesse altri elementi, l'accordo in s? non direbbe molto sull'attivit? di Bertoldo: tutt'al a cercare un con suo pi? potremmo notare che quando si risolse accomodamento il awersario lo a somma era a scultore era gi? riuscito pagare quasi lameta della iniziale (23 lire), ed pronto pagare mese un un anno. a uno ancora 2 lire al per periodo superiore ad Tutto ci? veniva costituire sforzo se un non indifferente, pensiamo che questa cifra equivaleva al salario ricevuto da artigiano specia e era lizzato per due giornate di lavoro, sembra perci? documentare che Bertoldo in grado di suo a un guadagnare con il lavoro qualcosa in pi? rispetto salario di pura sopravvivenza. Il documento della Mercanzia si conclude pero menzionando i mallevadori che Filippo di a Marco chiedeva a sua volta Bertoldo, per essere sicuro che l'artista rispettasse gli accordi presi. E caso forse il di leggere integralmente le righe finali del documento, relative alle garanzie richieste caso non essere et dal pittore florentino: "Et in observasse vole decto Bertoldo potere gravato essere a a sua convenuto per tutto quello restar? dare tempo di tale pagamento. Et ad prigiera caso non Nicol? di Laurenzo di Gino s'obliga per decto Bertoldo observare per lui in observasse lui. Et in caso lavori o star? cum Donatello di bronzi, et o mentre star? cum lui, et in caso che decto esso essere Donatello s'obligasse alie decte cose, Nicol? s'intende liberato" (App., 5).30 tra Visto il momento in cui l'accordo viene stipulato, i primi mesi del 1466, la menzione i nome nota. attesta non mallevadori del di Donatello ? naturalmente degna di Il documento infatti ma accenna una solo corne Bertoldo gi? allora lavorasse "di bronzo", alla possibilit? di imminente caso collaborazione con Donatello, anche in questo in un'impresa "di bronzi". La possibilit? che essere una simile collaborazione possa concretizzarsi in tempi brevi ? ritenuta tanto probabile da con inserita nella clausola dell'accordo, il duplice scopo di fornire un'ulteriore garanzia al creditore e Filippo di Marco, di portare in prospettiva al disimpegno di Niccol? di Lorenzo di Gino, colui aveva cio? ehe per ilmomento accettato di obbligarsi per Bertoldo. Tutto ci? consente finalmente di dare contorni pi? precisi alla dichiarazione di Bertoldo di essere contenuta a stato "dicepol di Donato" nella lettera aut?grafa inviata diversi anni pi? tardi e a ma Lorenzo ilMagnifico, soprattutto induce dare pieno cr?dito alla celebre, assai controversa, testimonianza fornita nella Vita di Donatello da Vasari. Secondo Vasari Bertoldo sarebbe stato e effettivamente uno degli allievi prediletti del grande scultore avrebbe anzi lavorato ai pergami di bronzo di San Lorenzo (fig. 2), l'ultima impresa di Donatello (deceduto nel dicembre del 1466), "i non suo et a quali potendo egli pi? per vecchiezza lavorare, fini Bertoldo creato, ultima perfezzione nostro e li ridusse".31 Se si rileggono queste parole alla luce del documento insieme si tiene presen a te la competenza di cui Bertoldo avrebbe dato prova nello studio dell'antico, che lo port? diven non tare uno degli artisti pi? amati dal Magnifico, sar? troppo azzardato ipotizzare che proprio la cerchia florentina di Donatello sia il luogo in cui lo scultore ricevette quella educazione art?stica, e in senso lato che uno scarto cos? netto al suo retroterra antiquaria umanistica, rappresenta rispetto e sociale personale.32 su con Il nome di Donatello non ? pero l'unico tra quelli citati nel documento cui convenga un caso centrare l'attenzione. Tra i personaggi che hanno ru?lo nell'accordo ? infatti il di soffer marsi anche sul primo mallevadore di Bertoldo, Niccol? di Lorenzo di Gino. IlNiccol? in questione come un non ? infatti, tanti altri protagonisti di queste vertenze, personaggio oscuro, di cui risulti

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e Lorenzo. 2 Donatello bottega, pergamo settentrionale. Firenze, San

e difficile ricostruire attivit? profilo biogr?fico. Niccol? ? invece il figlio di Lorenzo di Gino Cap una e poni (1391-1473), esponente di delle pi? importanti famiglie della Firenze quattrocentesca non era membro egli stesso, sia pur di primissimo piano, della classe dirigente cittadina. Di lui, che nato nel 1425, e che aveva sposato nel 1452 Nera di Giovanni di Luca Ubertini, da cui aveva avuto con una certa tre figli, possiamo individuare abbondanza di particolari la collocazione nel mondo aveva cittadino.33 Sappiamo ad esempio che nel censimento del 1458, quando poco pi? di trent'an era ancora e ni, egli incluso insieme ai fratelli nella famiglia del padre Lorenzo abitava nella piazza sua non stata di San Felice in Piazza.34 La portata nel censimento successivo, quello del 1469, ? ma a era purtroppo finora localizzata, ? chiaro che quel punto egli si separato dal padre Lorenzo.35 non ma suo Niccol? ricopr? incarichi politici di rilievo, il operato si esplic? piuttosto all'interno dell'Arte della Lana, di cui egli fu ripetutamente console.36

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essere ? opportuno chiedersi quali possano stati imotivi che indussero Niccol? Capponi ad marzo conto obbligarsi nell'accordo del 1466 per di Bertoldo. Lipotesi di gran lunga pi? probabi una conoscenza e una sorta le ? quella di personale, dunque dell'esistenza di di relazione di patro e e suo nato di protezione clientelare tra Bertoldo il mallevadore, visto che la famiglia di Niccol? zona sua risiedeva in Oltrarno ed esercitava in quella la influenza. E tutt'altro che improbabile, in a come una altre parole, che Bertoldo si sia rivolto Niccol? al rappresentante di delle famiglie pi? se una importanti del quartiere.37 E proprio neppure in questo caso, sia pur in fase cos? pr?coce una della vita di Bertoldo, si volesse trascurare pista medicea, si pu? ricordare che la sorella di un Niccol?, Cosa, aveva sposato Bernardo d'Andrea de' Medici, importante collaboratore del Banco Medici ai tempi di Cosimo.38 ma non scartata a E pi? difficile invece, Pipotesi andrebbe forse priori, che la funzione svolta da a Niccol? Capponi nell'accordo, piuttosto che motivazioni di carattere personale, fosse legata in sua as qualche modo alla attivit? istituzionale di console dell'Arte della Lana. In effetti, quando sunse era uno Pobbligo in favore di Bertoldo, Niccol? Capponi dei consoli di questa corporazio ne, essendo entrato in carica, per quattro mesi, il primo gennaio del 1466.39 Dopotutto, costituisce una coincidenza curiosa che Niccol? rivestisse questa stessa carica al v?rtice dell'Arte anche quan come do nel giugno del 1459 agi procuratore di Guido da Prato, maestro dei chierici della cscuola' un di Santa Mar?a del Fiore, ricevendo il saldo di affitto per conto proprio di Donatello, citato in come questo documento, che ? noto da tempo, "chondottore de le porti de la sagrestia".40

unam uno II.2. "... figuram Sancti Ieronimi et Orfeo di bronzo".

e ancora Il secondo blocco di testimonianze che riguarda Bertoldo, che proviene dai registri e della Mercanzia, fa luce sull'attivit? dell'artista nel periodo compreso tra la fine del 1471 la prima a meta dell'anno successivo. In questo caso citare in giudizio Bertoldo fu un lanaiolo florentino, un Riccardo di Guglielmo, che nel dicembre 1471 chiese la restituzione di prestito di 20 lire di a e concesso a piccioli (pari circa 3 fiorini mezzo) in precedenza Bertoldo.41 L'int?resse di questa causa un aveva ? legato al fatto che Bertoldo, conformandosi ad costume assai diffuso, lasciato nelle mani del suo creditore a garanzia della somma ricevuta alcuni oggetti che erano frutto del suo a lavoro di scultore. Il primo documento relativo questa vicenda ? dunque proprio la registrazione a su negli atti della corte dell'ingiunzione comunicata il 10 dicembre 1471 Bertoldo "scultore" suo istanza del creditore, affinch? entro il termine di 20 giorni previsto dagli statuti egli riscattasse a suo aveva a e ci? che tempo consegnato "in pignus seu recordantiam" Riccardo di Guglielmo, messo a cio?, come si leggeva nella cedola recapitata dal della Mercanzia Bertoldo, "unam figuram Sancti Ieronimi et uno Orfeo di bronzo" (App., 6a). trascorse senza Il termine previsto tuttavia che Bertoldo si pr?sentasse dinanzi alia Mercanzia. corte L'8 gennaio del 1472 gli stimatori dei beni mobili che prestavano la loro attivit? presso la a procedettero quindi alia stima, valutando pero, quanto pare, soltanto l'Orfeo di bronzo per due nota mano uno fiorini larghi. Questa cifra ci ? soltanto dalla registrazione sint?tica apposta dalla di a dei notai addetti tenere il registro delle deliberazioni della corte, dove questo tipo di atti venivano trascritti, sul margine del documento del dicembre 1471. In effetti, sotto la data in cui gli stimatori non compirono la loro valutazione, il notaio della corte, per qualche ragione che ci sfugge, copi? il acco testo del rapporto da essi stilato, pur avendo predisposto nel registro lo spazio necessario per come gliere la trascrizione di quella relazione, indicata sul margine "Riccardi extimatio" (App., 6b). causa a Le carte processuali di questo periodo tacciono sugli sviluppi della fino quando diversi corte una nuova mesi dopo, nel luglio del 1472, Riccardo di Guglielmo present? dinanzi alia peti con zione, che si riferiva ogni evidenza alia stessa vicenda. Il lanaiolo produsse questa volta per provare la fondatezza delle sue richieste il proprio libro di conti (il "libro memoriale segnato d."), somma chiedendo che "Bertoldo di Giovanni schultore", suo debitore per la di "fiorini 3 larghi

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a e lire tre et soldi quattro" lui "gratuitamente prestati pi? tempo fa", fosse condannato costretto a a restituir? il denaro ricevuto (App., 7). La cifra in questione, corrispondente esattamente quanto aveva a a l'attore richiesto Bertoldo in precedenza, induce pensare che i due atti si riferiscano alia e medesima questione ehe perci? l'artista, sei mesi dopo il "terminus luendi" assegnatogli dalla non avesse ancora a a non corte, proweduto riscattare quegli oggetti, cui peraltro possiamo sapere se avessero un gli stimatori attribuito valore effettivamente corrispondente all'ammontare del de era a bito per cui Bertoldo citato in giudizio. Dal momento che neppure questa petizione, quanto ne come una o un a sappiamo, ebbe esito sentenza accordo tra le parti simile quello raggiunto anno con qualche prima da Bertoldo Filippo di Marco, sembra plausibile che Riccardo di Guglielmo, a constatata l'impossibilit? di riscuotere il cr?dito in altro modo, si sia alla fine rassegnato recupe rare il proprio denaro attraverso la vendita delle sculture di Bertoldo. Sebbene l'assenza del rapporto degli stimatori impedisca di f arsi un'idea pi? precisa dell'aspet to di queste due sculture, di cui almeno una era sicuramente in bronzo, la testimonianza della un Mercanzia consente di gettare po' di luce sull'attivit? svolta dall'artista in questi anni. In primo era luogo, il documento prova che Bertoldo impegnato nella produzione di bronzetti gi? qualche anno prima di quel 1473 in cui, secondo le ricostruzioni pi? recenti, avrebbe avuto luogo la realiz sue e a zazione delle prime prove in questo campo, cio? l'Ercole cavallo conservato alla Galler?a con ac Estense di Modena le due statuette d?rate di nudi armati di scudo che probabilmente lo non compagnavano.42 In secondo luogo, i soggetti descritti nel documento del 10 dicembre 1471 sono certo privi di agganci con il corpus di sculture attribuito a Bertoldo. In questo senso, la nuova testimonianza potrebbe forse riaprire la discussione sulla paternit? della statuetta di San ora a suo Girolamo, perduta, conservata tempo nel Kaiser-Friedrich-Museum di Berlino (fig. 3).43

3 Attribuito a Bertoldo di Giovanni, San Girolamo penitente. Gi? Berlino, Kaiser Friedrich-Museum.

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4 a-b Bertoldo di Giovanni, Orfeo. Firenze, Bargello.

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La menzione nel documento della Mercanzia di "uno Orfeo di bronzo" finisce poi inevitabilmen te con ancora per intrecciarsi la storia misteriosa di quella che ? forse la pi? famosa statua di e trova un Bertoldo, che si oggi al Museo Nazionale del Bargello (fig. 4). Il bronzo, raffigurante suona una giovane che viola, entro infatti piuttosto tardi nelle collezioni medicee, precisamente venne a nel 1556, quando regalato dal funzionario granducale Stefano Lalli Cosimo I.44 Il dono venne allora effettivamente descritto corne Orfeo, un soggetto, corne ? stato osservato, che doveva a era a risultare particolarmente gradito Cosimo, visto che questa figura mitol?gica entrata far parte in modo vistoso della propaganda cult?rale medicea di quegli anni.45 L'identificazione del e soggetto della statua ha oscillato in seguito fra Orfeo Apollo, data la ben nota sovrapponibilit? e delle iconografie delle due figure mitologiche, in favore di quest'ultimo si ? pronunciato anche corne Draper, che ha proposto data pi? probabile per la realizzazione di questa prova dell'artista gli anni intorno al 1480.46 L'assenza del rapporto degli stimatori quattrocenteschi ci impedisce aveva purtroppo di sapere in quali condizioni fosse la statuetta di Orfeo che Bertoldo dato in suo e se corne pegno al creditore, in particolare si trovasse, quella attualmente custodita al Bargello, uno stato non a a in di finito, dovuto, quanto pare, problemi tecnici insorti durante le prime fasi assenza del processo di produzione.47 Sia pur in di questa prova definitiva, Pidentificazione del con POrfeo menzionato nel documento del 1471 Pesemplare del Bargello appare altamente pro un babile. La possibilit? di fornire finalmente riscontro documentario e di stabilire una data certa una per questo bronzo di Bertoldo ? da augurarsi che permetta agli storici dell'arte ricostruzione sempre pi? precisa delPevoluzione stilistica del nostro scultore.

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nuova a a case II.3. Dalla "Via vicino San Romeo" "Via di Gualfonda". A proposito delle floren tine di Bertoldo.

terzo su Il blocco di testimonianze Bertoldo fino ad oggi inedite, in parte provenienti dalle -carte della Mercanzia, in parte dall'archivio notarile antecosimiano, segue di pochi mesi la vertenza con e su Riccardo di Guglielmo fa luce questa volta soprattutto quelli che furono imovimenti di e casa Bertoldo dopo la partenza dal quartiere di Oltrarno dalla che egli condivideva con lamadre Barbara nel pop?lo di Santa Mar?a in Verzaia. 15 e Il dicembre del 1472 i due fratelli Biliotto Iacopo di Iacopo Biliotti, cittadini fiorentini, una inoltrarono petizione alia Mercanzia producendo il loro libro di conti e mostrando come da esso risultasse che Bertoldo di Giovanni, definito questa volta "maestro di scultura", era loro resto una somma a e a e debitore "per di pigione de casa" per pari 6 f?orini larghi 4 lire 10 soldi di come piccioli. Essi chiesero che la partita contabile, previsto dai regolamenti della corte, venisse e approvata dai Sei consiglieri della Mercanzia, che Bertoldo fosse quindi dichiarato loro debitore e costretto a ancora doveva pagare quanto (App., 8). Dal confronto fra le varie dichiarazioni pres?ntate al Catasto florentino dai due fratelli, che abi tavano a nel quartiere di Santa Croce, "nella Via del Borgo de' Greci", si riesce capire con suff?ciente chiarezza casa a e se non quale fosse la presa pigione da Bertoldo, questo anche ? Bertoldo l'inquili no che risulta presente nel censimento del 1469, quello pi? vicino alia petizione inoltrata contro Fin 1458 i casette a en l'artista.48 dal Biliotti possedevano infatti soltanto due che davano pigione, con casetta era senza trambe confinanti la loro abitazione.49 La che ci int?ressa dubbio quella "posta Via nuova tratta nella nel pop?lo di San Romeo" (si della via chiamata nelle fonti dell'epoca la "Via nuova va a San che Romeo", corrispondente all'attuale Via de' Magalotti, situata fra Borgo de' Greci e Via Vinegia). Bertoldo l'aveva affittata dopo la partenza del precedente inquilino, Bartolomeo di ser Felice da Pratovecchio, menzionato nella portata catastale presentata il 15 agosto 1469 dai Biliotti, dove si precisa che Bartolomeo pagava d'affitto 4 fiorini all'anno.50 Negli anni successivi, come nuove era risulta dal Catasto del 1480, in seguito alie esigenze della loro famiglia, che si nel frattem e po accresciuta, i Biliotti rinunciarono ad affittare questa casetta la utilizzarono per proprio uso.51 Con nostro non gli elementi in possesso ? possibile stabilire esattamente quando Bertoldo casa abbia preso in affitto la dei Biliotti, dove egli rimase quasi certamente fino al momento in cui casa i padroni di lo citarono in giudizio dinanzi alia Mercanzia. Dal momento tuttavia che l'aff?tto casa nuova a per la di Via dichiarato dai Biliotti nel censimento del 1469 era pari 4 f?orini, e visto casa a anno che i padroni di chiesero Bertoldo qualche dopo una cifra che sfiorava i 7 fiorini, se l'aff?tto pattuito rimase sul livello di quello denunciato nel 1469 possiamo supporre che Bertoldo casa a abbia abitato in quella almeno per due anni, partir? cio? dalla fine del 1470. un anno Esattamente dopo la presentazione della richiesta dei Biliotti dinanzi al tribunale della Mercanzia Bertoldo aveva comunque trovato una nuova sistemazione, lasciando la zona di Santa e Croce prendendo in affitto un'abitazione situata nel quartiere di Santa Mar?a Novella, in Via di Gualfonda.52 La casa, come rivela l'atto di locazione datato 11 dicembre del 1473, veniva concessa in affitto a Bertoldo "scultore" dal pr?te Giovanni di Antonio, rettore della chiesa di San Mich?le aNizzano. In base a quanto concordato, l'aff?tto sarebbe dovuto durare due anni, dieci mesi e con quindici giorni, decorrenza dal 15 dicembre; la pigione, che Bertoldo prometteva di pagare di tre mesi in tre mesi, ammontava invece a 9 fiorini d'oro all'anno e includeva da parte del locatario la consegna della tradizionale 'oca' (App., 9). Inutile dire che neppure in questa occasione il con tratto venne onorato un anno con dall'artista, il quale dopo si trovava gi? in arretrato i pagamenti una a contratto per cifra pari 6 fiorini. In forza del d'affitto regularmente stipulato dinanzi al e essere e messo tutte notaio, ehe in quanto tale poteva impugnato ad eseeuzione in le principali curie cittadine, fu relativamente facile per Giovanni di Antonio far arrestare Bertoldo negli ultimi giorni di ottobre del 1474.

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Il religioso present? anzitutto il giorno 27 ottobre di quel mese, attraverso il suo mallevadore e Morello di Pag?lo Morelli, la promessa di stare in giudizio di pagare il giudicato nella causa che voleva intentare contro "Bertoldo di Giovanni scultore" (App., 10).53 Bertoldo fu arrestato nei ma giorni successivi, probabilmente il 31 ottobre, riacquist? la liberta lo stesso giorno depositan do presso il camarlingo della Mercanzia la cifra richiesta, pagata significativamente dal Banco Medici.54 Tre giorni dopo, il 3 novembre, ser Giovanni di Antonio si presentava dinanzi alla corte aveva per spiegare le ragioni per cui fatto arrestare lo scultore, producendo la copia del contratto con casa stipulato l'artista, il quale, si asseriva in questa comparizione, abitava tuttora nella di Via di Gualfonda (App., 11). La vicenda si concluse definitivamente il 16 novembre, con la consegna a ser Giovanni del deposito effettuato da Bertoldo.55 Non ? dato sapere se Bertoldo sia rimasto a questo punto nell'abitazione di Via di Gualfonda fino alla regolare scadenza del contratto, ma il modo in cui questa volta riusc? ad evitare la permanenza in carcere, con il pronto pagamento un effettuato attraverso il Banco Medici, pare segno inequivocabile del fatto che egli fosse ormai entrato nell'orbita laurenziana e potesse perci? contare sulla rete di protezione garantita ai clienti medicei, una circostanza che Patto notarile rogato nella casa di Lorenzo de' Medici nel dicembre del 1473 menzionato qui sopra sembra del resto confermare pienamente.56 con era una La differenza quanto si verificato otto anni prima, quando in circostanza an?loga, arrestato su istanza di un creditore, Bertoldo era stato costretto a trascorrer? vari mesi in carcere un un prima di giungere ad accordo, salta indubbiamente agli occhi. Tutto ci? testimonia gen?rale a miglioramento delle condizioni economiche dell'artista, legato probabilmente anche quella pro suo gression nel percorso professionale che pare intravedersi nella qualifica di "maestro di scul un ? e se tura" che gli ? attribuita in documento dei primi anni Settanta questo anche il fatto che meta a come alia del decennio precedente Bertoldo si fosse offerto pi? riprese mallevadore per non a contare su un cifre puramente simboliche, porterebbe concludere che egli potesse gi? allora come lavoro stabile, artigiano specializzato. sue Lo stesso miglioramento traspare anche dal livello degli affitti via via concordad per le aver abitazioni (e questo indipendentemente dal fatto che Bertoldo quasi mai sembra avuto Pin onorare casa a o tenzione di gli impegni pres?). La presa pigione alia fine del 1469 del 1470 nel era e quartiere di Santa Croce certo ancora molto modesta, difficilmente la cifra allora pattuita avr? superato i 4 o i 5 fiorini l'anno. L'abitazione affittata nel dicembre del 1473, per contro, con i una era una casa suoi 9 fiorini all'anno, cifra superiore alia media degli affitti cittadini, invece di a e buon livello, assai simile probabilmente quella affittata nel 1478 per 10 fiorini vicino al duomo, una di cui abbiamo descrizione estremamente dettagliata.57

e III. Bertoldo Lorenzo ilMagnifico

Lo scopo di questo saggio, dedicato alie origini di Bertoldo e alie prime e pi? oscure fasi della sua a carriera, potrebbe questo punto considerarsi raggiunto. II periodo in cui Bertoldo svolse la sua a attivit? nei panni di familiaris di Lorenzo, partir? all'incirca dalla meta degli anni Settanta del e Quattrocento, pu? contare infatti su un discreto numero di testimonianze, gi? note discusse da un tempo. Tra queste, posto sp?ciale spetta indubbiamente alia lettera aut?grafa che l'artista scris se a non se Lorenzo de' Medici nel luglio del 1479. Le origini florentine di Bertoldo, possibile, ancora con rendono pi? interessante questa testimonianza, in cui l'artista comunica ilMagnifico un un o un usando gergo di stampo quasi "burchiellesco", degno di Luigi Pulci di Matteo Franco. un e e a L'intento della lettera, che rivela gusto spiccato per Piperbole per il grottesco, che attinge piene mani alia ricca tradizione della letteratura comico-realistica trecentesca, ? certo quello di e divertir? e consolare Lorenzo in una situazione per Firenze per ilMagnifico tutt'altro che allegra ? una il periodo, infatti, segnato anche da grave epidemia di peste, ? quello della durissima guerra che segu? la congiura dei Pazzi.58

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Come tanti altri testi che appartengono alio stesso filone, anche lamissiva di Bertoldo, traboc cante a e a un di allusioni vicende particolari personaggi del tempo, travestite nei modi di linguag gio umoristico che agli occhi del lettore moderno pare sempre sul punto di sconfinare nel nonsense, ha posto gravi difficolt? agli interpreti, ed ? fin troppo chiaro che dopo cinque secoli l'esatto e stesso significato lo csapore' di tanti dettagli di questo testo risultano per noi irrimediabilmente cercare perduti. Quel che tuttavia ? possibile fare ? di precisare meglio alcuni dei riferimenti storici di cui la lettera ? cos? ricca, e ci? nella convinzione che questo c?dice c?mico abbia radici sostan zialmente realistiche: la ricostruzione nel modo pi? rigoroso possibile di questo livello viene per ci? a costituire un e primo indispensabile passo per proceder? sulla via di ogni successiva pi? articolata interpretazione. La cui si testo e con lettera, di ripubblica il (App., 13), che un'allusione pseudo-classica si essere una non dichiara scritta da meglio precisabile localit? "Es chastris Gai Antonii", ? anzitutto una violenta invettiva rivolta contro un certo "meser Lucha Chalvanese".59 L'invettiva si apre con Bertoldo che fa a Lorenzo come a sapere egli sia ormai deciso sbarazzarsi di tutti gli strumenti del suo mestiere ? via ("i' gittato cesegli, ischarpegli, seste, isquadra, cera, fusscegli, architettura, pro spettiva"). Bertoldo infatti ? sdegnato, avendo appena appreso la notizia che il "nostro chomandatore di Prato meser Lucha Chalvanese", ha ottenuto dal "chonte Girolamo" il titolo di cavali?re, e soltanto come cuoco questo grazie all'abilit? dimostrata (con i suoi "peveri", cio? 'intingoli pic canti' ben noti ai ricettari Tale abilit?, pero, non ? in Luca Calvanese "naturale" ? quattrocenteschi). come avesse dimostra il fatto "che lia pi? pulita chosa" che Luca fatto prima d'ora in questo era stato campo della "cocher?a", servir? al Magnifico "aMontegufoni dua menate di bechafichi uccellini da tratta una [cio? arrosto] chocti chon mano". Si di virt? acquisita solo perch? egli ? entrato proditoriamente in possesso del "libro delle cocherie" dello stesso Bertoldo. Sconcertato come tenuta quindi per l'arte della cucina sia ormai in maggior pregio rispetto ad ogni altra disci Bertoldo si a sua plina, rivolge Lorenzo, dichiarando la intenzione di volersi dare anch'egli "alia e a cocher?a", chiedendogli di adoperarsi presso gli Uff?ciali della Grascia, cui spetta la giurisdizio ne sui cuochi, affinch? gli sia restituito il proprio libro. Bertoldo rimpiange poi di aver svolto il sotto e proprio discepolato Donatello: "che veduti tenporali chorrono", infatti, sarebbe stato suf f?ciente stare sotto il essere conte "Cibacha" per nominato dal "priore di Pisa", preparandogli o ? soltanto qualche pietanza ("dua giachomini dua gelatine" queste ultime corrispondenti al mentre non attestato l'odierna 'galantina', risulta nei lessici il termine 'giacomini'). L'invettiva si conclude con l'assicurazione che una volta rientrato in possesso del suo libro sar? facile a Bertoldo di suo e con ricoprire vergogna il awersario un'ultima preghiera perch? Dio gli conceda di vedere "il e meser uno e non quanto prima papa, el chonte Lucha" affogare "in tino di pevero", perch? manchi di proteggere Lorenzo dai "lor tradimenti". Sebbene sia ben noto, e sia stato del resto correttamente sottolineato da tutti coloro che di sono questo testo si occupati, il valore metaf?rico che nella tradizione c?mico-burlesca rivestono con le immagini di stampo culinario impiegate qui tanta dovizia da Bertoldo; e sebbene sia con indiscutibile che il tono della lettera si spiega lo scopo di divertir? un destinatario che di stesso aveva un uso ? questo linguaggio nei suoi scritti letterari fatto magistrale si pensi soltanto e cercare al Simposio ad alcuni Canti carnascialeschi ?, il punto ? proprio quello di capire un po' meglio da dove, leggendo le parole che gli rivolgeva il suo famili?re, potesse nascere il 'riso' di Lorenzo.60 A questo proposito, sar? bene fissare alcuni punti fermi. su Il primo elemento cui converr? insistere, anche per sgombrare il campo definitivamente e ? ma ? dall'ingegnosa fortunata decisamente fuorviante ipotesi avanzata a suo tempo da Ales sandro Parronchi che sotto il nome di "messer Luca Calvanese" si nasconda il cancelliere della repubblica fiorentina Bartolomeo Scala, ? owiamente Pidentit? del personaggio attaccato inmodo veemente cos? da Bertoldo. La possibile identificazione di Luca Calvanese con un suo omonimo venne scartata realmente esistito prematuramente dallo studioso florentino.61 Un nuovo controllo

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condotto sulla documentazione superstite relativa alla famiglia Calvanesi (o Delle Calvane) ha mostrato invece che nei censimenti fiscali quattrocenteschi i Calvanesi sono presenti con due nu e clei, residenti entrambi nel gonfalone della Ferza, nel quartiere di Santo Spirito, facenti capo e rispettivamente ai fratelli Niccol? Lamberto, figli di Luca di Simone Calvanesi.62 Ora, ? proprio su questo secondo n?cleo della famiglia che converr? soffermarsi, in quanto P?nico Luca Calvanesi di cui si abbia notizia in tutti i censimenti quattrocenteschi ? proprio il primog?nito di Lamberto, nato era un era a nel 1435. Il padre di Luca esponente della borghesia cittadina, che stato lungo una arte convento sua socio in bottega di di lana posta nel di San Martino63; negli ultimi anni della aveva un e vita egli svolto ru?lo importante anche all'interno dell'Arte dei Medici Speziali (rico tre prendo per volte la carica di console). Questa connessione della famiglia con PArte dei Medici e se Speziali potrebbe rivestire qualche interesse ai fini dell'interpretazione del nostro testo, pensia mo suo a e un che anche figlio Luca fu immatricolato quest'arte, che nella sua lettera Bertoldo fa certo ampio ricorso ad ingredienti che facevano parte del bagaglio professionale dello speziale, fino a sua citare nelle ultime frasi della invettiva il particolare della fabbricazione delle "pallottole da sono mor?a". Non vi prove, peraltro, che Luca Calvanesi abbia mai esercitato ilmestiere di speziale.64 E quasi certo, di contro, che Bertoldo conosceva questo personaggio piuttosto bene: Luca Calvanesi era casa infatti cresciuto in Santo Spirito, nella paterna situata nella piazza di San Felice in Piazza, e sua casette a la famiglia possedeva alcune schiera proprio in Camaldoli, nel pop?lo di Santa Maria in Verzaia, il luogo di provenienza dello scultore. Nel 1480 Luca Calvanesi non aveva comunque ottenuto certo il titolo di cmesser', e a 45 anni era "sanza aviamento", come dichiarava in occasione con di quel censimento lamadre Margherita, cui il primog?nito di Lamberto ancora viveva, senza essere sposato, insieme ai due fratelli Andrea e Calvano.65 una Vi ?, pero, coincidenza decisiva tra il nostro testo e quanto sappiamo del Luca Calvanesi avesse cstorico', che fa pensare che proprio questo personaggio Bertoldo inmente quando scriveva sua la invettiva. La coincidenza consiste in questo: da tutti i censimenti quattrocenteschi risulta e un con che Lamberto di Luca Calvanesi i suoi discendenti possedevano grande podere tanto di casa a a da signore proprio Montegufoni, in Val di Pesa, vicino Montespertoli. Era questo, proba bilmente, il luogo d'origine della famiglia, il luogo cio? che i Calvanesi avranno definito la loro era 'antichit?' (il podere, infatti, in localit? detta calle Calvane' o cleCalvane').66 E proprio questo era una il luogo in cui cmesser Luca' avrebbe cucinato volta per Lorenzo della cacciagione arrosto, un sua senza secondo quanto ci assicura Bertoldo in passo della lettera finora rimasto plausibili tutta a spiegazioni. L'accenno di Bertoldo ha Paria insomma di alludere un episodio realmente accaduto, che ebbe come teatro proprio la casa di campagna dei Calvanesi o, come pure ? stato proposto, la vicina residenza degli Acciaiuoli, posta anch'essa in quella zona del contado. Se ? a possibile, grazie questa sorprendente coincidenza, un'identificazione pressoch? certa di "meser essere Lucha Chalvanese", altrettanto decifrabile sembra Pepisodio rirerito dallo stesso Bertoldo sul "chomandatore di Prato", almeno nei suoi contorni pi? generali. L'espressione, in fatti, si riferisce al titolo ecclesiastico di ccommendatore', cio? al possessore di una commenda, in caso a questo quella dell'ordine di San Giovanni di Gerusalemme, dei cavalieri di Rodi, la quale era e sotto nome Prato situata nella piazza del Duomo conosciuta il "San Giovanni del Tempio".67 anno era Il commendatore di questo beneficio dal 1453 fino al 1479, della sua probabile morte, stato messer son? il cavali?re Martello di Niccol? Martelli, del quale si cons?rvate una serie di a confidenziali lettere Lorenzo de' Medici.68 Per poter valutare la posta in gioco per il possesso del suo un beneficio, basta r?pido sguardo alia storia dell'ordine in Toscana che in questi anni era tra e diviso la fazione medicea quella fedele al massimo Pontefice ed al suo Priore di Pisa investito nel 1475, Francesco della Rovere.69 Gi? in quell'anno il conte Girolamo Riario, cugino del Papa, Gonfaloniere della Chiesa ed indiscusso "ecclesiae imperator" inmateria beneficiar?a70, aveva eser citato delle forti pressioni per la dominazione dell'ordine in Toscana. Un suo tentativo di interve nire a Prato nel 1479, usando i servizi del cittadino florentino Luca delle Calvane, non pare del

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tutto stravagante. Il fatto che questi non fosse mai entrato nell'ordine di San Giovanni e che una sua con non investitura la dignit? cavalleresca sia documentata nelle fonti florentine, ? f?cilmente con e non spiegabile la guerra in atto tra Sisto IV Firenze, durante la quale simili onori venivano autom?ticamente riconosciuti. Inoltre, Luca delle Calvane sembra essere stato legato anche ai Pazzi. Dal 1487, per esempio, come egli ag? procuratore di Carlo di Renato Pazzi nella contesa apertasi per la prioria di Sant'An caso gelo di Montegonzi.71 Non ? quindi escluso che anche nel della commenda di Prato, Luca avesse conto recare delle Calvane agito per di terzi, i quali per owii motivi non si potevano nel territorio florentino.72 Senza occuparsi eccessivamente delle sue pretese, tuttavia, Lorenzo de' Medici nel 1480 raccomand? al Priore romano dell'ordine per la "comandar?a di Prato" messer Niccol? in un certo senso mantenne a Canigiani73, ed il controllo della situazione in quanto Firenze, dopo quell'anno, si trovava una buona parte della documentazione contabile dell'ordine.74 stato Fin qui, dunque, quel che ? possibile recuperare intorno al personaggio che ? il bersaglio e dell'invettiva al quadro storico in cui si colloca la vicenda a cui Bertoldo si riferisce. Ma come tutta attorno a ruota spiegare invece lamet?fora della 'cocher?a', cui l'intera lettera? Se si prescinde un momento a accennava per dalla gen?rica constatazione, cui si gi? qui sopra, che immagini di con questo tipo, spesso sottintesi osceni, hanno un'ampia accoglienza in tutta la tradizione c?mi e va cerca co-burlesca, si in di qualche aggancio pi? preciso nel mondo che accomunava Bertoldo e tentare a Lorenzo, ? forse possibile di restituir? qualche dettaglio della lettera quello che fu forse suo caso il sapore originario. E questo, ad esempio, il della contrapposizione fra il misterioso e uno 'Cibaca' Donatello, che caratterizza dei passi pi? suggestivi della lettera ("volessi Iddio ch'i' sotto fussi istato '1Cibacha piutosto che sotto Donatello"). Come gi? per 'messer Luca Calvanese', piuttosto che pensare semplicemente all'uso di 'Cibaca' nell'accezione di 'sciocco', converr? an caso cercare che in questo per questa espressione una spiegazione che possa basarsi su riferimenti e pi? concreti, che Bertoldo Lorenzo potessero condividere. Il termine in questione non ? scono come sciuto, intanto, agli usi linguistici che caratterizzano l'ambiente laurenziano di quegli anni, esso attestato una a dimostra il fatto che risulta in lettera che Matteo Franco scrisse proprio Loren zo un de' Medici nel 1476.75 La menzione nella lettera di Bertoldo di personaggio chiamato 'Cibaca', che avrebbe all'artista a assume una ancora se si tiene insegnato cucinare, pregnanza pi? forte un con nome presente che 'panettiere' lo stesso figura anche in un sonetto di Burchiello. In quei un non versi padrone consegna al proprio fattore la lista della spesa, senza prima raccomandarsi in ancora te ne una questo modo: "Se del pan bianco quivi fossi, / di' al Cibacca dia piccia, / che non e sia la corteccia punto arsiccia / guarda non t'apicchi di que' grossi".76 Nel momento in cui Bertoldo e scrive, insomma, il soprannome di questo panettiere doveva essere ormai divenuto proverbiale, a perci? del tutto famili?re Lorenzo, che sappiamo lettore appassionato di Burchiello.77 a Vi ?, pero, un'altra possibile spiegazione, che questa appena proposta in parte si sovrappone, e ancora che forse meglio potrebbe dar conto del senso del parallelo stabilito nella lettera fra il e comune 'Cibaca' Donatello in forza della loro posizione di 'maestri' di Bertoldo. Forse, insom non era lontano dal vero esortava a non scartare a una ma, troppo James Draper, quando priori possibile passione per la cucina coltivata da Bertoldo.78 Va rilevato, infatti, che nel periodo che qui ci int?ressa risulta documentata l'esistenza di almeno due individui contraddistinti dal sopranno me 'Cibaca', un barbiere florentino che viveva a Pisa79, e appunto, nel 1452, un cuoco che risiedeva a con invece Firenze.80 E possibile che quest'ultimo sia da identificare il "Pierus Pieri alias Cibacha" nominato negli atti dell'Arte della Lana in questo periodo (almeno per gli anni tra il 1440 ed il come un non non 1453) venditore professionale di pannilani.81 In altre parole, ? forse troppo a a azzardato ipotizzare che quel che Bertoldo dice nella lettera Lorenzo contenga un'allusione se fatti che affondano le loro radici nella primissima biograf?a dell'artista: un effettivo, anche per noi non documentabile, apprendistato di Bertoldo presso un cuoco florentino di nome appunto suo e Cibaca, del tutto plausibile alia luce del retroterra sociale precedente l'ingresso nella cerchia

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una un un di Donatello, configurando sorta di passaggio da 'maestro' ad altro, meglio di ogni altra senso e stessa tutta sua ipotesi potrebbe spiegare il delle parole delPartista la scelta di imperniare la lettera intorno alia met?fora della "cocher?a". un sua In certo senso, quindi, lo spiritoso curriculum vitae presentato dalPartista nella missiva a come una era a Lorenzo, serviva anche presentarsi potenziale/???ra7?zns, scelta che sicuramente ma traeva Lo dettata dalla crisi gen?rale, che forse anche ispirazione da altri suoi connazionali. corso come stesso Magnifico nel degli anni impieg? vari tedeschi domestici.82 Se invece si guarda al di tedeschi culturalmente attivi nella Firenze del ma abitanti come dome gruppo Quattrocento, " stici in una delle si infatti citare il caso di di principali famiglie cittadine," potrebbe Arrigho Federigho come mezzo da Norimbergha" conosciuto Arigo" oppure "Henricus Martellus", il qu?le per quasi come casa messer e suo sec?lo servi familiaris nella di Domenico poi di figlio Braccio Martelli; e uno negli anni Settanta egli tradusse il "Decamerone" in tedesco nel periodo successivo divenne e dei pi? prolifici richiesti disegnatori di mappe geografiche delPepoca.83 con enormemente a Sicuramente, la lunga confidenza Lorenzo serv? Bertoldo nella vicenda del e vero proprio disastro in cui si risolse la cosiddetta "gir?ndola" durante la festa di San Giovanni e sera del 1478 davanti agli occhi degli ambasciatori francesi. La stessa, immediatamente dopo la fine delle celebrazioni84, a richiesta dei cinque "festaioli" responsabili per la loro organizzazione, Bertoldo ed un suo collaboratore, Porafo Andrea di Leonardo detto "il Riccio", venivano ricercati e per essere rinchiusi nelle carceri del Podest? puniti.85 Dal documento del 20 luglio pubblicato qui a di seguito apprendiamo che nel giro di due settimane gli imputati riuscirono liberarsi da questa e grave minaccia grazie alie garanzie finanziarie pr?state da Roberto di Niccol? Martelli dal legna una somma iolo Domenico di Giovanni (App., 12). Essi promettevano infatti la restituzione di di non tutta 350 260 lire di piccioli (e di la cifra originariamente domandata di lire) ad ogni richiesta owero dei creditori degli stessi festaioli, di alcune magistrature comunali. L'intervento di Lorenzo essere tanto sua con in quest'occasione pu? dedotto tranquillamente dalla amicizia la famiglia un Martelli quanto dalla presenza di ser Francesco di ser Barone, noto come "ser Ceccone", nota di io particolarmente vicino aiMedici.86 Si potrebbe presumere inoltre che anche la convocazione a una Bertoldo, invitato due anni pi? tardi presentarsi davanti ad delle magistrature nominate in e ancora a questo atto, gli Otto di Guardia Bal?a, sia da collegare questo debito (App., 14).

5 Bertoldo di Giovanni, Battaglia dall'antico. Firenze, Bargello.

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non certo a sua La sistemazione nel palazzo mediceo in Via Larga imped? Bertoldo di seguir? la camera come a 1483-84.87 Ma professionale al di fuori di Firenze, per esempio Padova negli anni aveva tra sue mete anche Pisa, dove Bertoldo gi? lavorato prima del 147488, rimaneva le preferite, come rivela una sua procura a Pierpaolo di Gregorio de' Medici del gennaio 1489 (App., 16)89, ed marzo ancora un'altra sua presenza nella residenza pisana di Lorenzo de' Medici documentata nel ora e cercare 1490.901 motivi di questi viaggi rimangono per oscuri si potrebbero sia nelle vicende personali-patrimoniali del Magnifico, sia nell'esercizio art?stico dello scultore (per esempio, nella e preparazione della famosa "storia di bronzo sopra il chammino, di pi? chavagli gnudi" di Palaz zo Medici, valutata nel 1492 per trenta fiorini e oggi al Bargello, fig. 5).91 era un Nel 1489, l'"allegra brigata" medicea degli anni Sessanta/Settanta lontano ricordo. Per a una questo motivo, l'appartenenza di Bertoldo quel gruppo che assomigliava sempre di pi? ad un certo senso un "corte", rappresentava in elemento di continuit?. Un'ulteriore testimonianza del mutato clima intellettuale viene fomita da una lettera del 4 aprile 1489 del cancelliere di Loren zo de' Medici, ser Piero Dovizi, ad un altro ex-cancelliere, serNiccol? Michelozzi, in risposta alia non sa richiesta di quest'ultimo di sistemare si chi nella futura "corte" del neo-eletto cardinale un Giovanni de' Medici (il "Monsignore"). Questo documento ci mostra Bertoldo "a tavola" in ma ambiente tanto intellettualmente raffinato quanto religiosamente ortodosso, decisamente "pedantesco": non "Altro non habbiamo di nuovo. Questo nostro Monsignore vi scrive in risposta della non stare vostra et io vi dir? alia tomata la cagione, che ne intendo: vi faccia questo suspeso che ? non a ce casa et pich?la et appartiene voi. Credo lo chaveremo di far? chorte di per s?, perch? et sa questa tavola pare quella degl'ermini pi? del pedantesco che de' Medici, tanti doctori, tanti et ser maestri, tanti preti, tanti cancellieri, Bertoldi, Mariotti, Menghozi, fratansie Lorenzi che vi um maravigleresti et io mi torrei pi? tost? poco di caviare che non."92

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NOTE

? stato il 7 marzo 2005 nell'?mbito del ciclo di seminan L'argomento oggetto di questo saggio anticipato orga nizzatipresso ilCharles S. Singleton Center for Italian Studies of The Johns Hopkins University (Villa Spelman, aver accettato diincludere la nel ciclo di Firenze). Gli autori ringraziano il prof. Stephen Campbellper conferenza come sono a a seminario incontri da lui diretti, cos? grati tutti coloro che presero parte quel per gli stimolanti in Gli autori anno lavorato collaborando costantemen suggerimenti ricevuti quelToccasione. h inperfetto accordo, e a la stesura materiale della te discutendo insieme ogni aspetto del lavoro. Spetta tuttavia Lorenz B?ninger prima a terza ? stata scritta parte del testo, mentre la seconda parte ? dovuta Luca Boschetto; la parte, invece, congiunta mente. che le sulla corte della Mercanzia sono state svolte da Corre l'obbligo infine di precisare indagini florentina un archivio di Luca Boschetto nell'?mbito di progetto piu ampio, dedicato alio studio del grande quattrocentesco e concesse I The questo tribunale sostenuto generosamente da due borse di studio rispettivament? da Villa Tat?, e Humanities Harvard University Center for Italian Renaissance Studies (nell'anno 1999-2000), dal National Center, NC, USA (nell'anno 2001-2002).

1 creata von Bertoldo und Lo Com'? noto, quest'immagine fu nelPimportante monograf?a di Wilhelm Bode, renzo dei Medici. Die Kunstpolitik des Lorenzo im Spiegel derWerke seines Lieblingsk?nstlers Bertoldo di 1925. un recente "friend artistic vedi Giovanni, Friburgo/Br. Per inquadramento di Bertoldo, and familiar", art Francis William Kent, Lorenzo de' Medici and the of magnificence, Baltimora/Londra 2004, pp. 57-59, passim. 2 e in: cat. a cura di Kathleen Weil James David Draper, Bertoldo Michelangelo, Giovinezza di Michelangelo, 57 Garris Brandt/Cristina Acidini Luchinat/James David Drap er/Nicholas Penny, Firenze/Milano 1999, pp. 63, 57. 3 court translation in the Luke Syson, Bertoldo di Giovanni, republican artist, in: Artistic exchange and cultural Italian Renaissance a cura di J. J. Milner, 2004, pp. 96-133. 4 city, Stephen Campbell/Stephen Cambridge Ulrich Middeldorf On the dilettante sculptor, in:Apollo, CVII, 1978, pp. 310-322 (anche in idem, Raccolta di scritti that is collected writings, Firenze 1979-81, III, pp. 173-202); vedi adesso Lynn Catterson, Middeldorf et and Bertoldo, both again, in: Artibus historiae, XXVI, 51, 2005, pp. 85-101, che riprende l'argomentazione di questo saggio. 5 in: 758. Louis Alexander Waldman, Bertoldo di Giovanni di Bertoldo (again), Burl. Mag., CXLIII, 2001, p. stesso autore n. 7 mense Tuttavia, la notizia riferita dallo nella ("1421 de aprilis Pierus Iohannis Bertoldi et unicus [h?res] decessit fuit ultimus") sembra contraddire questa ipotesi, e, infatti, nel Catasto del 1427, troviamo soltanto la vedova di Giovanni di Bertoldo (ASF, Catasto 30, cc. 287r-288r; Catasto 63, cc. 480r e una sua con i cc. stato 488v), figlia due figli del defunto fratello (ASF, Catasto 29, 599r-601r). Lo sociale elevato della vedova di Giovanni di Bertoldo pu? esser coito dal fatto che nel 1427 ella fumadrina della figlia a di Tommaso Salvetti (Ludovica Sebregondi, San Jacopo in Campo Corbolini Firenze. Percorsi storici dai Templari all'Ordine di Malta alLera moderna, Firenze 2005, p. 67). 6 In su zona tra e gen?rale questa della citt?, che si estendeva la chiesa di Santa Mar?a del Carmine la badia di San con Salvatore di Camaldoli (situata in prossimit? dell'attuale Via di Camaldoli), ricca documentazione anche una riguardo all'ubicazione delle sing?le strade, cfr. Loris Macci/Valeria Orgera, Contributi di m?todo per conoscenza case e a cura della citt?, Firenze 1976, pp. 73-157; Drago Verde: quali quali abitanti?, di Vittorio Franchetti Pardo, Firenze 1985; Nicholas A. Eckstein, The district of the Green Dragon. Neighbourhood life 1995. tessuto e stessa area and social change in Renaissance , Firenze Sul urbano sociale di questa si Feste in in veda inoltre Nerida Newbigin, d'Oltrarno. Plays churches fifteenth-century Florence, Firenze 1996. 7 a e Franco Franceschi, I tedeschi e Arte1 della Lana Firenze fra Tre Quattrocento, in: Dentro la citt?. Stranieri e a cura 1989 realt? urbane nell'Europa dei secoli XII-XVI, di Gabriella Rossetti, Napoli (Europa Mediterr? nea. Quaderni, 2), pp. 257-278. 8 c. Arte Lana c. Arte ASF, Corporazioni religiose soppresse dal governo francese 87, 57, 53v; della 190, 183r; c. c. c. della Lana 200, 125v; Notarile antecosimiano (d'ora in poi: NA) 8780, 69v; NA 16202, 20v; NA 8522, ad diem 16maii 1455. 9 c. 1442 stesso era ASF, Arte della Lana 188, 17v; gi? nel dicembre lo "Iohannes de Franckfordia barbitonsor" tomato a Roma (Knut Schulz/Christiane Schuchard, Handwerker deutscher Herkunft und ihre Bruderschaften im Rom der Renaissance, Roma/Friburgo/Vienna 2005, p. 48).

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10 ASF, Grascia 189, c.9v. 11 ce. 77r-78r testo trova ASF, Arte della Lana 190, (il si pubblicato in Alfred Doren, Deutsche Handwerker und Handwerkerbruderschaften im mittelalterlichen Italien, Berlino 1903, pp. 145-147, senza tuttavia la nota textorum et et Iacobi de marginale: "Capitula de Alamanea inferiori superiori. Publicata registrata Ugolino et tertio Colonia. Iterum publicata registrata Iohanni Bertoldi de Alamanea Alta. Cadit hec scriptura sub die c. Lana ce. 142v-143v aprilis, 60"); Arte della 190, (Doren, pp. 147-149). 12 ASF, Catasto 795, ce. 50r-51r. 13 629-630. Francis William Kent, Bertoldo 'sculptore' again, in: Burl. Mag., CXXXV, 1993, pp. 14 era "Loisius olim Bernardi Antonii calzolarius populi Sancti Fridiani" evidentemente il fratello della defunta e con nota "domina Margherita" ci? anche lui zio della minorenne Maria (vedi successiva). 15 c. testor ASF, Catasto 999, 241r; il matrimonio di questo zio, "Benedictus olim Iohannis Arrigi pannorum con era lanorum populi Sancti Fridiani", "domina Margherita filia Bernardi Antonii Michaelis muratoris" stato 18 1464 anno stesso celebrato il ottobre (ASF, NA 16203, ad diem). Un dopo troviamo lo Benedetto come mezza casa ce. e 1478 locatore di in Via d'Ardiglione (ASF, NA 7525, 9v-10r), solo dal la famiglia viveva inVia San Donato (ASF,NA 7527, c. 136v). 16 nota resta conserva La prima testimonianza intorno alla vita di Bertoldo il documento del 13 dicembre 1463, to in un e registro della serie dei "Depositi" del fondo della Mercanzia, segnalato pubblicato in James David Draper, Bertoldo di Giovanni di Bertoldo, in: Burl. Mag., CXXXVI, 1994, p. 834. 17 Bode 1 (n. ), pp. 35-37; James David Draper, Bertoldo di Giovanni, sculptor of the Medici household. Critical reappraisal and catalogue raisonn?, Columbia/Londra 1992, pp. 5, 79-82. Infatti, Federico III, nel gennaio del era atteso a e non 1469, anche Firenze ("e si credette ehe ei facesse la via di Firenze la fece. And? per Romagna": I ser Nerida Newbigin, 'giornali' di Giusto d'Anghiari [1437-1482], in: Letteratura italiana antica, III, 2002, pp. 41-246, p. 158). 18 e L'atto in questione, rogato "in domo magnifici viri Laurentii P?tri de Medicis" datato 13 dicembre 1473, ? stato recente 1 57 e nota 71 conservato c. segnalato di in Kent (n. ), p. (il documento ? in ASF, NA 2308, 221r). certa era una La prima prova di inserimento nell'ambiente mediceo invece fino ad oggi lettera del 'Mediceo ora avanti il Principato' (da in poi: MAP) delPagosto del 1476, che ritraeva Bertoldo impegnato nella misura una come zione della facciata di chiesa (probabilmente la cattedrale), rivelando l'artista fosse allora gi? ben noto al Magnifico (cfr. Draper [n. 17], Appendix, p. 269, doc. 2a). 19 a Su questo aspetto cfr. soprattutto Elio Conti, L'imposta diretta Firenze nel Quattrocento (1427-1494), Roma 1984. 20 trecentesca sette La storia della Mercanzia, che fu fondata nel 1308 dall'associazione di cinque delle arti mag e un giori fiorentine, che ci ha lasciato archivio di straordinaria ricchezza, di gran lunga il pi? grande di questo conservato e stata recente genere per Pltalia probabilmente per PEuropa del tardo Medioevo, ? indagata di a soprattutto da Antonella Astorri, La Mercanzia Firenze nella prima meta del Trecento. Il potere dei grandi con mercanti, Firenze 1998, di cui si veda adesso anche il saggio, scritto in collaborazione David Friedman, Mercanzia its in: I The Florentine and palace, Tatti Studies, X, 2005, pp. 11-68, nonch?, relativamente al sotto e sec?lo successivo, eadem, Note sulla Mercanzia fiorentina Lorenzo de' Medici: aspetti istituzionali in: 965-993. corte commer politici, Archivio Storico Italiano, CX, 1992, pp. Un profilo quattrocentesco della con e assunto ciale di Firenze, particolare riguardo aile pratiche di documentazione al rilievo precocemente sue in nelle scritture processuali dalla lingua volgare, adottata fin dal 1355, ? adesso anche Luca Boschetto, 41st on Editing the Mercanzia, in: Textual cultures of Medieval . The Conference editorial problems, University of Toronto, 4-5 November 2005. 21 conservato in c. lOr ? in 758. II documento, ASF, NA 10408, (29 maggio 1479), segnalato Waldman (n. 5), p. Dianora era sposata allora ad un cardatore d'Oltrarno. 22 meta anni come II marito di Dianora, che nei documenti della degli Sessanta figura Giovanni di Cristoforo, essere con di Cristoforo da Verona che venne multato oste, potrebbe forse identificato quel Giovanni aver senza la tassa ripetutamente dai consoli dell'Arte degli Albergatori per esercitato la professione pagare e sua 1463. eser alla corporazione, ehe regolarizz? infine la posizione nell'aprile del Giovanni di Cristoforo sua canto tra de' e via una citava allora la professione "al alla Macina" (alPangolo via Ginori Guelfa), zona, corne era POltrarno, dove la presenza della comunit? tedesca particolarmente forte (ASF, Giudice degli Ap ce. pelli 84, 237v, 239v, 242v). 23 mura La chiesa di Santa Maria in Verzaia si trovava vicino alla porta di San Frediano, all'interno delle cittadi ma ne, il pop?lo omonimo si estendeva anche all'esterno della cinta muraria. 24 c. aveva 60 era con sostanza che ASF, Catasto 910, 628r. Filippo allora anni ed sposato quattro figli. L'unica era una casa Pier un di 2 dichiarava (posta nel pop?lo di San Gattolini) affittata allora ad tessitore drappi per lire di piccioli almese. 25 un 1447 di San L'attivit? di pittore denominato Filippo di Marco, immatricolato nel nella compagnia Luca, risulta documentata dal 10marzo 1453 al Io aprile 1458 nei libri contabili della compagnia bancaria dei fratelli

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Cambini Gino (cfr. Corti/Frederick Hartt, New documents concerning Donatello, Luca and Andrea della Robbia, Desiderio, Mino, Uccello, Pollaiuolo, Filippo Lippi, Baldovinetti and others, in: Art Bull., XLIV, Ulteriori notizie su un con nome essere 1962, p. 159). artista questo possono repente in altri registri del fondo della Mercanzia. Il 2 aprile 1465, ad esempio, Rinieri di Rinieri Peruzzi dichiarava che Filippo di Marco e erano suoi debitori la di XV mese dipintore compagni "per pigione due anni passati finiti adi del di maggio d'una di "?nno tenuto e proximo passato bothega" Rinieri, che essi detto tempo anchora tenghono per fiorini tre c. ancora c. Panno" (ASF, Mercanzia 1437, 190r-v). Cfr. inoltre Mercanzia 1439, 644r (27 agosto 1465); c. 465r-v c. e c. Mercanzia 1442, (23 gennaio 1466); Mercanzia 4462, 150v (21 ottobre 1469) 169v (30 ottobre Data in tutti nome nonno mo 1469). Passenza, questi documenti, del del paterno, risulta impossibile per il mento stabilire se il in sia o non personaggio questione Pavversario di Bertoldo, piuttosto il pittore Filippo di Marco di Simone attestato in un 1463 documento notarile del febbraio pubblicato da W. Jacobsen (Werner Die Maler von Florenz zu 2001 4. Jacobsen, Beginn der Renaissance, Monaco/Berlino [Ital. Forsch., Folge, 1], p. 552). 26 La conversione lire di in si e delle piccioli fiorini d'oro basa, qui di seguito, sulla tabella pubblicata in appen dice a Richard A. An Goldthwaite, The building of Renaissance Florence. economic and social history, Baltimora/Londra 1980, pp. 429-430 (trad, ital.: La costruzione della Firenze rinascimentale. Una storia eco e n?mica sociale, Bologna 1984, pp. 597-598). 27 In atto ? 16 sotto venne questo menzionata anche la data (il gennaio) cui Parresto di Bertoldo registrato nel "libro delle della un una non pr?sure" Mercanzia, volume appartenente ad serie di registri che purtroppo sono a giunti fino noi. 28 sua monna sua Nella comparizione Partista precisava infatti che: "Passerta obligatione di detta Dianora prin et stata sanza suo o suo cipale fu ? ipso iure nulla perch? sarebbe fatta licenza di mundualdo del marito, che Comune et ? Et sua secondo gPordini del di Firenze fu nulla. essendo nulla la soprascripta obligatione della et suo asserto principale, di ragione etiamdio fu ? nulla quella di detto Bertoldo mallevadore, perch? verrebbe a essere '1 non Per obligato pi? che principale, che la ragione lo vuole". la legislazione intorno alla figura del a mundualdus, che Firenze assisteva la donna nella grande maggioranza dei suoi atti civili, cfr. Thomas Kuehn, consensu women "Cum mundualdi". Legal guardianship of in Quattrocento Florence, in: idem, Law, family women: a 212-237. E and toward legal anthropology of Renaissance Italy, Chicago/Londra 1991, pp. pi? in e gen?rale, sulla condizione giuridica della donna nella realt? florentina del tempo, idem, Figlie, madri, mogli Donne come e tra a vedove. persone giuridiche, in: Tempi spazi di vita femminile Medioevo ed Et? Moderna, cura son 431-460 di Silvana Seidel Menchi/Anne Jacob Schutte/Thomas Kuehn, Bologna 1999, pp. (in partico era lare, sulla n?cessita di "tener presente che Pindividualit? femminile concepita in modo diff?rente" nelle varie "fonti della legge", p. 432). 29 Le carte trasmessa processuali della Mercanzia forniscono un'immagine assai diversa da quella da altre fonti, in e assai pi? frequentate dagli storici, particolare per quel che riguarda i diritti dei soggetti delle cat?gorie e come considerad generalmente pi? deboli vulnerabili, appunto le donne, che qui agiscono ad esempio, in addirittura come contrasto con qualche caso, procuratori, circostanza quest'ultima in palese quanto stabilito Lo stesso come a corte una dagli statuti cittadini. discorso vale per gruppi gli ebrei, cui la assicura protezione tutto a a del an?loga quella garantita tutti gli altri litiganti. 30 In a come suo con altre parole, preghiera di Bertoldo si presta fideiussore Niccol? di Lorenzo di Gino, essere caso con Pintesa tuttavia di liberato da questa obbligazione nel che Bertoldo 'lavori di bronzP Donatel e caso lo, nel che quest'ultimo accetti di obbligarsi per Partista. 31 III 218. E stessa Vasari-Barocchi, (testo), p. inoltre le parole conclusive della biograf?a di Donatello: "Rimase a suo creato suo e Bertoldo ogni lavoro, massimamente i pergami di bronzo di San Lorenzo, che da lui furono e a poi rinetti lamaggior parte condotti quel termine che e' si veggono in detta chiesa" (p. 226). La collabora zione ai ? nuovo Vita 9. pergami poi menzionata di nella di Michelangelo, cfr. ibidem, VI (Testo), p. La della mano di come ? stata a presenza Bertoldo nei pergami, noto, ? soggetta valutazioni divergenti. La storia della ? riassunta e discussa in cui questione Draper (n. 17), pp. 18-22, secondo peraltro "making Bertoldo Donatello's and inheritor of on as as assistant work the pulpits well other unspecified projects", Vasari "probably too goes far" (p. 5). Cfr. inoltre Draper (n. 2), pp. 57-58. 32 a Va ricordata questo proposito anche la testimonianza fornita da Vespasiano da Bisticci nella Vita di Cosimo non de' Medici, secondo cui Cosimo "a fine che Donatello si stessi, gli alog? certi pergami di bronzo per Sancto et certe sono et Lorenzo, fecegli fare porte che nella sagrestia, ordin? al banco ogni settimana, ch'egli una certa tanto a et a et a avessi quantit? di danari, che gli bastassino lui quatro garzoni che teneva, questo a cura modo lo mantenne" (Vespasiano da Bisticci, Le vite, di Aulo Greco, Firenze 1976, II, pp. 193-194). E con uno 4 come possibile, in effetti, che Bertoldo vada identificato dei garzoni menzionati da Vespasiano, cos? essere con questo pu? probabilmente ipotizzato per Bartolomeo Bellano (di cui sappiamo che lavorava Do era ancora e natello nel 1456, quando filius familias, la cui carriera conferma che rapporti di quel genere conoscere man mano i potevano delle interruzioni, soprattutto che discepoli diventavano autonomi). Su Bellano

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Francesco Bellano e Bertoldo nella di in: XXXIII cfr. al riguardo NegriArnoldi, bottega Donatello, Prospettiva, XXXVI, 1983-1984, pp. 93-101. 33 una a Lorenzo che a cfr. 165 di Per prima informazione sia intorno Niccol? Litta, dispensa (Capponi Firenze, Online 1870), parte 2, Tavola XVI. La data di nascita si ricava anche da Florentine Renaissance Resources, Tratte of Office Holders, 1282-1532. Machine readable data file. Edited by D. Herlihy/R. Burr Litchfleld/A. R. Molho/R. Barducci (Florentine Renaissance Resources/STG: Brown University, Providence, I., 2002). 34 cc. I ancora in te?era si chiamavano Alessandra e ASF, Catasto 790, 641r-645r. figli, tutti et?, Ghostanza, era 1456. Luca. La moglie Nera scomparsa invece nel 35 cc. fra le bocche in occasione i ASF, Catasto 908, 82r-83v. Il padre di Niccol?, Lorenzo, dichiara questa figli e e il la Francesco (di anni 39) Angiolino (di anni 35). Niccol? Iacopo, figlio maggiore, presentano portata ma ancora sotto stesso tetto. 1480 di Lorenzo la separatamente potrebbero abitare lo Nel Niccol? presenta non cc. 97r-98v: in cui portata, ma senza citare le bocche, che venivano detratte (ASF, Catasto 998, la portata, son? censiti diversi beni immobili, risulta purtroppo quasi indecifrabile). 36 era che tre L'industria laniera l'attivit? svolta tradizionalmente dalla famiglia di Niccol? Capponi, ricopri per i il Io volte la carica di console dell'Arte della Lana, risultando eletto per quadrimestri iniziati rispettivamente 1462 e Io 1466 Manoscritti senza maggio 1459, il Io setiembre il gennaio (cfr. ASF, 541, numerazione). 37 era nei anni Trenta del dal del La famiglia di Lorenzo di Gino si trasferita primi Quattrocento gonfalone a Ferza Household and in Renaissance Florence. The Nicchio quello della (Francis William Kent, lineage Princeton La delle case dei family life of the Capponi, Ginori, and Rucellai, 1977, p. 191). maggior parte trovavano del Verde Capponi si comunque nel gonfalone Drago (ibidem, pp. 186-187). 38 messer era Su Bernardo di Andrea di Alamanno de' Medici, che tuttavia gi? scomparso nel 1456, cfr. Raymond 85-86 De Roover, Il Banco Medici dalle origini al declino: 1397-1494, Firenze 1970, pp. (ediz. originale: Cambridge, Mass. 1963, p. 59). 39 c. resto venne Cfr. ASF, Arte della Lana 211, 2r. Va osservato del che Niccol? di Lorenzo Capponi accompa all'Arte della Lana di che gnato in quella occasione da Giovanni di Giovanni, "donzello" Firenze, compare tra i testimoni di quell'atto. 40 sulla decorazione della chiesa e del II documento, che si legge nella raccolta II Duomo di Firenze. Documenti cura di Giovanni edizione a cura di campanile tratti dall'archivio dell'Opera, per Poggi, II, postuma Margaret no. stato e commentato di con di Haines, Firenze 1988, p. 24, doc. 1576, ? ripubblicato recente, l'apporto in nelle vesti di in ulteriori precisazioni circa il ru?lo svolto quell'occasione da Niccol? Capponi procuratore, e i del David e della Firenze Francesco Caglioti, Donatello Medici. Storia Giuditta, 2000, I, p. 46; II, p. 424, no. e no. resta se la rivestita nel marzo del 1466 da Niccol? doce. 22 23. In altre parole, da capire carica non caso un su chi fosse in momento l'effettivo 'datore di lavoro' di Capponi possa per fornire indizio quel stretto tra e di Santa Maria del Fiore in alcuni casi i Bertoldo. Lo l?game Arte della Lana Opera portava i due cfr. consoli ad intervenire direttamente nell'attivit? dell'Opera. Sui rapporti fra organismi Margaret e a Firenze con un accenno a tra due in: Haines, L'Arte della Lana l'Opera del Duomo Ghiberti istituzioni, e fabbriche cittadine fino all'inizio dell'et? moderna. Atti della tavola Opera. Carattere ruolo delle rotonda, 3 a cura Haines/Lucio Firenze 267-294. Con Villa I Tatti, Firenze, aprile 1991, di Margaret Riccetti, 1996, pp. 13 i sono inoltre in et? tra 1435 e la fiorentina che le loro presenze Capponi medicea, 1494, famiglia pu? vantare numero tra cfr. Lorenzo di il maggior di suoi esponenti rappresentati gli Op?rai; Fabbri, L'Opera tra fiorentina e Arte della in: Atti del VII Santa Maria del Fiore nel quindicesimo sec?lo: Repubblica lana, e Duomo di Firenze a cura centenario del Duomo di Firenze, I: La cattedrale la citt?. Saggi sul Firenze, 2001, la tabella a 337. di Timothy Verd?n/Annalisa Innocenti, pp. 319-339, p. 41 su Riccardo di di Viviano consistono nella data della sua immatrico Le uniche notizie disponibili Guglielmo a della vertenza con Bertoldo: i consoli lazione all'Arte della Lana risalente poco tempo dopo lo svolgimento 29 1473 ne autorizzarono infatti l'ammissione servisse in della corporazione in data novembre "quia probavit et c. 158v e Lana c. Il fratello arte per decem annos continuos ultra" (Arte della Lana 22, Arte della 218, 266v). San Felice in Piazza e che era stato censito la volta di Riccardo, Antonio, che risiedeva nel pop?lo di per prima aveva 32 c. si era immatricolato invece nel nel Catasto del 1458, quando anni (Catasto 793, 435r-v), gi? luglio c. e c. aver come nella del 1459 (Arte della Lana 22, lOOv Arte della Lana 204, 125v), dopo lavorato discepolo c. compagnia di Rinaldo di Ballerino de' Nerli (Arte della Lana 204, 121r). 42 cat. ni. e idem con la scheda curata dallo stesso nel Draper (n. 17), 12-14, pp. 149-159; (n. 2), p. 58, catalogo della mostra, pp. 260-261 (scheda 27). 43 260-263. una discussione del la statua in Si veda Bode (n. 1), pp. 101-103; Draper (n. 17), pp. E, per soggetto, della Pinacoteca Comunale di Faenza che recentemente ha di legno del San Girolamo James Draper proposto a ancora cat. no. e inoltre idem 58 e nota assegnare Bertoldo, cfr. Draper (n. 17), 19, pp. 186-197, (n. 2), p. 12, con 270-271 la scheda curata dallo stesso nel catalogo della mostra, pp. (scheda 31). 44 cat. no. idem con la scheda curata dallo stesso nel della Draper (n. 17), 17, pp. 167-176; (n. 2), p. 58, catalogo mostra, pp. 258-259 (scheda 26).

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45 In a cura Marco e particolare cfr. la scheda di Collareta in: Palazzo Vecchio: committenza collezionismo mostra a cura no. medicei, 1537-1610, catalogo della di Paola Barocchi, Firenze 1980, 640, pp. 313-314. 46 176. a statua con Draper (n. 17), p. Pauljoannides continua ad esempio identificare la "Orfeo"; vedasi idem, in: Michelangelo and the Medici garden, La Toscana al tempo di Lorenzo ilMagnifico. Convegno di Studi promosso dalle Universit? di Firenze, Pisa e Siena, 5-8 novembre 1992, Pisa 1996,1, pp. 23-36. 47 (n. 17), pp. 167, 175-176. 48 Draper Biliotto e Iacopo di Iacopo Biliotti appartenevano ad una famiglia di forti tradizioni imprenditoriali (Aldighieri era stato corte Biliotti, il loro zio, ad esempio socio della compagnia degli Alberti che seguiva la pontificia come verso durante il pontificato di Martino V); si ricava dai numerosi debiti dichiarati vari tintori fiorentini 1458 ancora cc. pare che nel essi fossero impegnati in un'attivit? industriale (ASF, Catasto 800, 201r-203v). 1469 i et et Invece, nel censimento del due fratelli dichiaravano: "non abian traficho nulla ghuadangniamo per propio rispiarmo stiamo lameta o pi? del tenpo in villa [i Biliotti si riferivano qui al grande podere che nel di San Lorenzo a nostra e possedevano pop?lo Vicchio, nelpiviere di Ripoli] chon lia famiglia", continua vano ancora e avevano con lamentandosi per le moite figlie da dotare per il debito che il Comune (ASF, Catasto 912, cc. 171r-172r). 49 La casette Io prima delle affittate, "che riesce nella Via di Vinegia chon pezuolo di chiasso", si componeva di una era 1469 a sua due minuscole abitazioni sovrapposte alPaltra ed affittata nel due poverissimi inquilini. La ammontava a una pigione complessivamente, stando alia dichiarazione dei proprietari, sole 18 lire all'anno: cifra sensibilmente inferiore a quanto richiesto dai Biliotti al "maestro di scultura" Bertoldo presso laMer canzia nel 1472 (ASF, Catasto 912, c. 171r). 50 c. 171r. era casa: a ASF, Catasto 912, Questa la descrizione dei confini della "a prima la detta via, sechondo noi a a 1457 stesso medesimi, 1/3 Bartolomeo di Bernardo d'Ugho, 1/4 noi medesimi". Nel lo Bartolomeo pagava e invece fiorini 7 mezzo in quanto allora poteva usare anche una stalla che in un secondo tempo i Biliotti avevano "tolto d'essa per nostro uso". 51 a e essere Essi infatti precisavano: "e la detta chasetta nel chatasto del 1470 si dava pigione per chresciuti in nostro uso nostra famiglia Pabiano ridotta per perch'? apicchata chon lia medesima chasa" (ASF, Catasto 1003, cc. 126r-127r). 52 Santa sorta Questa via, che andava dalla piazza vecchia di Maria Novella al luogo dove poi sarebbe la Fortez za, coincide ovviamente solo in parte con Pattuale Via Valfonda. La casa presa in affitto da Bertoldo si trovava San e nel pop?lo di Pancrazio apparteneva percio al gonfalone del Lion Rosso. 53 era a e come Questa fideiussione richiesta tutti coloro che volessero agir? presso laMercanzia che, appunto i non religiosi, fossero sottoposti alia giurisdizione florentina. 54 E si evince un documento quanto da pubblicato da Draper (n. 17), Appendix, p. 269, doc. 1, di cui diviene tutte adesso possibile chiarire meglio le implicazioni. 55 1. Ibidem, Appendix, p. 269, doc. 56 Cfr. supra nota 18. 57 doc. 5. Per una Draper (n. 17), Appendix, p. 271, discussione sugli affitti pagati dagli artisti fiorentini per le loro case e le liv. loro botteghe cfr. Rob Hatfield, The wealth of Michelangelo, Roma 2002, p. 58 La lettera di non ? ma venne ricevuta dalla canceller?a di Lorenzo 29 come Bertoldo datata, il luglio 1479, si evince dalla data sul della missiva dalla mano di Michelozzi. La ? stata apposta tergo Niccol? lettera riprodot ta ad nel di Alessandro The pi? volte, esempio saggio Parronchi, language of humanism and the language of Bertoldo as illustrator of the in: . "Apologi" of Bartolomeo Scala, Warburg Journal, XXVII, 1964, a tav. 128 sotto pp. 108-136, (parziale); nella versione italiana ampliata di questo saggio il titolo: Il Latino di Bartolomeo Scala e di apologi quello Bertoldo (Bertoldo illustratore degli di Bartolomeo Scala), in idem, Lorenzo e Firenze a ma in: dintorni, 1992, pp. 63-96, p. 105, anche Autografi delPArchivio Mediceo avanti il a e annotati Maria e Principato, posti confronto da Alberto Fortuna/Cristiana Lunghetti, Firenze 1977, p. 84 tav. ed ? consultabile on in con XLii, oggi agevolmente anche line, riproduzione digitale, collegandosi Pindiriz zo accurata e testo senza www.archiviodistato.firenze.it/Map. L'analisi pi? approfondita di questo ? dubbio 9-12 quella offerta da Draper (n. 17), pp. (e doc. 7). 59 cercato zona a. Alessandro Parronchi ha gen?ricamente questa nel Pistoiese dove nel 61 C. Gaio Antonio avrebbe sconfitto Catilina (The language of humanism [n. 58], aile pp. 134-135; nella versione italiana alle pp. non 90-91). Draper (n. 17), p. 12, ha invece successivamente ipotizzato che Pespressione chastris Gai Antoni name a sia altro che "a humanist for Poggio Caiano. In Bertoldo's Tuscan dialect, Gaius Antonius and Gaio Antonio to became abbreviated Caiano, with the fashionable castris substituted for the humbler poggio. Pog a must to gio Caiano, which lies midway between Florence and Pistoia, be the very place that tradition held be the site of Antonius's over Va Gaius triumph Catiline". inoltre ricordato ehe in questi giorni di luglio, era a Lorenzo de' Medici si spostato dai Bagni di Casciana in Val d'Era alia Badia fiesolana, per arrivare a cura Careggi agli inizi d'agosto; Lorenzo de' Medici, Lettere IV (1479-1480), di Nicolai Rubinstein, Firenze 1981, pp. 145-167.

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60 in rinviare all'introduzione a Lo ? sufficiente, circa l'attivit? letteraria svolta dal Magnifico questo ?mbito, e renzo de' Medici, Canti carnascialeschi, a cura di Paolo Orvieto, Roma 1991, pp. 7-56; aile presentazioni dei testi in Lorenzo de' a cura di Tiziano Torino 175 e 355 singoli Medici, Opere, Zanato, 1992, pp. sgg. sgg. 61 con stata La debolezza dell'identificazione di Luca Calvanese Bartolomeo Scala ? sottolineata ampiamente da notare la nei di Lorenzo di un cLuca delle Calvane' che Draper (n. 17), che ha fatto anche presenza Protocolli una stesso Lorenzo a Pucci e con cui andrebbe il 7 dicembre 1489 consegn? lettera dello Puccio presumibilmente Bertoldo. identificato il personaggio menzionato nella lettera di 62 Luca e Si vedano anzitutto le p?rtate consegnate al Catasto del 1427 rispettivamente da Niccol? di Calvanesi aveva dai fratelli Lamberto e Calvano di Luca Calvanesi (ASF, Catasto 66, ce. 102r-v e 305v-306r). Niccol? ne aveva di av?re 25 allora 44 anni, Lamberto invece 40 (il fratello pi? giovane, Calvano, che dichiarava anni, sarebbe scomparso poco dopo). 63 dichiarazioni in occasione dei censimenti del 1451 e 1469 II particolare si ricava dalle pres?ntate 1447, (cfr. ce. ce. ce. Il convento di San rispettivamente ASF, Catasto 650, 391r-392r; 690, 257r-258r; 908, HOr-lllv). era fra le circoscrizioni in cui nel si concentravano Martino la pi? grande quattro Quattrocento gli opifici e una vasta zona del centro cittadino intorno alia chiesa di dell'industria della lana corrispondeva ad raccolta San Martino del Vescovo. Lamberto Calvanesi era nato nel 1392. 64 a 3 set I dati sulle elezioni di Lamberto console dell'Arte (avvenute rispettivamente il 18 dicembre 1441, il e e iembre 1465 il 4 maggio 1467, per cui cfr. anche ASF, Manoscritti 538, pp. 74, 89, 90), sull'immatricolazio ne Renaissance Resources di Luca alla medesima corporazione, si ricavano dalla consultazione di Florentine testamento venne 25 1468 "in Artis (n. 33). Il di Lamberto Calvanesi rogato il aprile domo Medicorum, Aromatariorum et Merciariorum" (ASF, NA 13289, ce. 8r-9v). 65 ASF, Catasto 998, ce. 22r-23v. 66 come Catasto ? la "Io in La descrizione, cos? riportata nella dichiarazione al del 1480, seguente: podere posto da di Santo Lorenzo aMonte Ghufoni" Val di Pesa, luogho deto Le Chalvane, cho' chasa singniore, pop?lo (ASF, Catasto 998, c. 22r). 67 e vita a Prato alla fine dell'ancien in: Archivio Sto Cario Fantappie, Strutture ecclesiastiche religiosa r?gime, rico Pratese, LV, 1979, pp. 3-184, pp. 13, 146, 171. 68 tra e Tiziano Zanato, "Messer Martello" Poliziano Lorenzo, in: Filologia moderna, VI, 1984, pp. 273-284; dal 1433 al a cura di Fulvio Roma Ugolino di Niccol? Martelli, Ricordanze 1483, Pezzarossa, 1989, p. 278, Umanesimo Studi di letteratura fra Tre e Firenze 308 passim; Rossella Bessi, volgare. Quattrocento, 2004, pp. n. sua morte come 1480. 311, in part. p. 309, 27, dove la data della viene indicata Pi? probabile sembra tuttavia un a Tommaso Strozzi Carte Strozziane l'anno 1479, gi? riferito in manoscritto appartenuto Cario di (ASF, ser. II, 50, c. 4v). 69 n. Lorenzo de' Medici, Lettere II (1474-1478), a cura di Riccardo Fubini, Firenze 1977, p. 201, 4 (infatti il era stato che si riferiscono ai candidato fiorentino Martello Martelli); da segnalare anche alcuni atti notarili 1472 e nel 1473 NA ce. Il fondo capitoli toscani dell'ordine nel (ASF, 7306, 57r-63r; 130r-135v). diplom?tico con Giovanni non si dimostra molto all'ASF la provenienza "Ordine di S. Gerosolimitano" purtroppo ricco, e francese" anche l'omonimo fondo nelle "Corporazioni religiose soppresse dal governo (ASF, Corp. 132) a XVI 144. contiene materiale soprattutto partir? dal sec?lo; cfr. Sebregondi (n. 5), p. 70 von seit dem des II der Ludwig Pastor, Geschichte der P?pste Ausgang Mittelalters, (Von Thronbesteigung zum n. 3. Pius' II. bis Tode Sixtus' IV), quinta-settima ediz., Friburgo/Br. 1923, p. 497, 71 cc. della Firenze ASF, NA 6226, 6r-7v; cfr. Emanuele Repetti, Dizionario geogr?fico fisico storico Toscana, 1833-46, III, p. 401 (Montegonzi). 72 era Lo stesso Carlo di Renato Pazzi nato nel 1466 ed entr? nell'ordine di San Giovanni solo dopo alcuni anni 129 tavola Per ottenere i benefici dei cavalieri di (Litta, disp. [Pazzi di Firenze], 1851, VIII). Rodi, tuttavia, non era essere un membro dell'ordine: nel Giulio di Giuliano de' Medici indispensabile quando, 1487, (il di era di un "fanciullo" di dieci futuro papa Clemente VII), ricevette la prioria Capua, egli poco pi? anni; Lorenzo de' Medici, Lettere XI (1487-1488), a cura di Melissa Meriam Bullard, Firenze 2004, pp. 101-102. 73 anni a cura di Marcello Protocolli del carteggio di Lorenzo ilMagnifico per gli 1473-74,1477-92, DelPiazzo, del suo cavalierato dalle mani del Firenze 1956, pp. 113, 122; la dettagliata descrizione del conferimento Priore di Pisa, Antonio Frescobaldi, nel 1457 si in ASF, NA 5048, cc. 22r-23v. 74 legge ASF, MAP XXXVIII, 136 (lettera del Priore di Roma a Lorenzo, 10 aprile 1481). 75 inMatteo a cura di Giovanna Si tratta della lettera datata 24 gennaio 1476 edita criticamente Franco, Lettere, una tanto in come nel caso della Frosini, Firenze 1990, pp. 73-75, testimonianza pi? interessante quanto, anno Bertoldo a siamo di fronte ad una violenta invettiva missiva inviata qualche pi? tardi da Lorenzo, qui contro ricorso al burlesco. Nel in (diretta questa volta Luigi Pulci), in cui si fa ampio gergo passo questione, a con una e senso risulta che pure ha che fare materia di tipo beneficiale, il cui tuttavia purtroppo poco usare in ir?nico: scrivete a Mre che trasparente, ? comunque chiara la volont? di l'espressione modo "[...] va a suo lo faccia modo che l'abbia a rritrovare quando egli racomandare qualche pr?te, serva, (et) no(n) i(n)

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a non ma vescovo o (et) dirgli villanie, che che alParcivescovo di Firen?e (et) della chasa Orsina, al di Citharea a rr. quello del Cibaccha sarebbe bastato" (p. 74, 21-24), dove si gioca evidentemente sulla irriverente e un contrapposizione fra Parcivescovo di Firenze vescovo, appunto, 'del Cibaccha'. 76 I a cura son. vv. Cfr. sonetti del Burchiello, di Michelangelo Zaccarello, Torino 2004, pp. 274-275, CXCVII, 5 8. Una ? il precisazione necessaria anche circa vocabolo 'giuganti', impiegato nella lettera nelPenigmatica "E sse espressione volessi dire che lPavessi fatto per chapo de' giughanti". Va precisato infatti che nelPitaliano antico non ha il senso come fino ? stato 'giuganti' soltanto di 'gigantP, ad oggi invece sempre interpretato da ? ma chi si occupato della lettera di Bertoldo, anche quello di 'giocatorP (o 'giocolierP). Cfr. infatti Salvatore s.v. E a Battaglia, Grande dizionario della lingua italiana, Torino 1961-2002, VI, p. 789, giocante. chiaro che una questo punto Pinterpretazione delPintero passo della lettera richiede discussione preliminare per appura re Va quale delle due possibili accezioni del termine sia la pi? adeguata. insomma esplorata la possibilit? che il Pespressione impiegata da Bertoldo possa significare proprio ccapo dei giocolierP, presumibilmente inda ancora una in gando, volta, direzione della tradizione c?mica. Gli autori desiderano ringraziare Michelangelo i e Zaccarello per due riferimenti per Paiuto prezioso fornito nelPinquadrare la lettera di Bertoldo alPinterno della tradizione comico-realistica. 77 e non comun Su Lorenzo Burchiello cfr. Michelangelo Zaccarello, 'Buffon di n? d'alcun sire': il Burchiello in: La 609-636. posseduto da Lorenzo, Toscana (n. 46), II, pp. 78 Draper (n. 17), pp. 11-12. 79 AS, Pisa, Gabella dei contratti 13, c. 57r ("Cibacha de Florentia", 1454), c. 155v ("Cibacha barbitonsor", 1474). 80 "Giovannone chochus sotius Cibacche": ASF, Ufficiali di notte e conservatori delPonest? dei monasteri 3, c. 49r. Si ASF, Arte della Lana 183, c. 41r; 184, c. 17r; 185, c. 7r; 188, c. 121v; 190, c. 76v; 191, c. 43r; 198, c. 74r. 82 1477 c. e Come "Arrighetto Pieri Iohannis de Alamania" nel (ASF, NA 2308, 250r), "Bernardus Chus de Alamania famulus Laurentii de Medicis" nel 1490 (ASF,NA 19461, ad diem 21 septembris 1490). Dopo la morte era un del Magnifico, nella confraternita tedesca di Santa Barbara membro "Cristofano che fu famiglio c. di Lorenzo de' Medici" (ASF, Compagnie religiose soppresse da Pietro Leopoldo, 205, IX, 39r). 83 2006 Lorenz B?ninger, Die deutsche Einwanderung nach Florenz im Sp?tmittelalter, Leida/Boston/Colonia (Medieval Mediterranean, 60), pp. 313-348. 84 202. Cfr. Newbigin (n. 17), p. 85 e Draper (n. 17), p. 6, Appendix, pp. 270-271, doc. 3; Dora Liscia Bemporad, Appunti sulla bottega orafa di Antonio del Pollaiolo e di alcuni suoi allievi, in: Antichit? viva, XIX, 3, 1980, pp. 47-55, 50. 86 ser ser ser. Guido Ristori, Il carteggio di Francesco di Barone Baroni, in: Rinascimento, II, XVII, 1977, pp. 279-303. 87 (n. 17), pp. 12-15, e pp. 273-275, doc. 8. 88 Draper Appendix, Mich?le Luzzati, Su due ritratti di Filippo de' Medici arcivescovo di Pisa (1461-1474): un affresco di Benozzo e una 193-198. Gozzoli medaglia di Bertoldo di Giovanni, in: Boll. Storico Pisano, LXXII, 2002, pp. 89 era Ancora il 27 novembre 1488, "Bertoldus Iohannis scultor de Florentia" risultato presente "in domo ma a c. su c. gnifici Laurentii" Firenze (ASF, NA 10200, 295v); Pierpaolo de' Medici cfr. ASF, Catasto 1019, 277r, 1480 corne il San a ma c. dove egli nel indicava luogo di abitazione pop?lo di Martino Pisa, anche NA 19087, 179v, dove venne definito "comestabulis" delle truppe florentine nella Valdiserchio. Nel 1482 e nel 1483, Lorenzo de' aveva a Medici scritto almeno due lettere di raccomandazione Pisa per "Pietropagolo de' Medi ci". Protocolli (n. 73), pp. 209, 235. 90 ASF, NA 13958, cc. 315r-318r (14 marzo 1490). In contrasto con ci? Laurie Fusco/Gino Corti, Lorenzo de' a Medici collector and antiquarian, Cambridge 2006, p. 146, affermano la permanenza di Bertoldo Firenze il suo dopo soggiorno padovano. 91 a cura Libro d'inventario dei beni di Lorenzo ilMagnifico, di Marco Spallanzani/Giovanna Gaeta Bertel?, Firenze 1992, p. 71. 92 62 et un BNCF, Ginori Conti, 29, (n. 3421032). "Minghozo Mariotto che pigliono granchio" venivano anche nominati da Filippo da Gagliano alMichelozzi in una lettera del 21 luglio 1489 al seguito dei cacciatori di a 69 son? con Lorenzo de' Medici Spedaletto (ibidem, 29, [n. 3421515]); essi veros?milmente da identificare il barbiere-medico Mariotto di Niccol? (Giovanni Battista Picotti, La giovinezza di Leone X. Il Papa del Rina scimento, Milano 1928, ad indicem; Lucrezia Tornabuoni, Lettere, a cura di Patrizia Salvadori, ad indicem), e in: Diz. l'insigne "fisicus" Domenico ("Mengo") Bianchelli da Faenza (Cesare Vasoli, B., D., Biogr. Ital., X, una contro il 1968, pp. 41-42). II riferimento agli "ermini" potrebbe invece nascondere leggera pol?mica monastero San San tanto caro Il commit piccolo di Basilio degli Armeni in Via Gallo, ai Medici (Dale Kent, tente e le arti. Cosimo de' Medici e il Rinascimento florentino, Milano 2005, p. 389).

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APPENDICE

Avvertenza. Nella trascrizione sono state tutte e dei documenti sciolte t?citamente le abbreviazioni si sono regolate secondo I'uso moderno divisione delle e sono parole, maiuscole, minuscole, punteggiatura accenti. Con le parentesi quadre segnalate le dovute a lacuna meccanica ? uso integrazioni del manoscritto; si fatto invece delle parentesi tonde sia per indicare le integrazioni di lettere e mancanti a parole dovute sviste degli estensori, sia per completare il formulario, qualora le parti tralasciate testo. Tre compromettessero I'intelligenza del puntini indicano eventuali spazi lasciati in bianco dagli scriventi. Nel solo documento sono con 13, infine, per favorire la leggibilita del dettato, si introdotte, indic?ndole il corsivo, i e h diacritiche per velari e distinguere c/g epalatali. I documenti quipubblicati, tutti tranne iln? 13 inediti fino ad oggi sconosciuti, sono stati rinvenuti in parte da Lorenz B?ninger (n.i 1, 2, 6-9, 12, 14-16), e in parte da Luca Boschetto (n.i 3-5, 10, 11).

1. 14 Firenze luglio 1465: Mundualdus, locatio domine Barbere Notarile antecosimiano 16203 (ser Paolo di Lorenzo [Dieciaiuti], 1462-1465), ad diem

II calzolaio Simone di Giovanni da con il consenso del della Corso Radda, proprietario casa, di Niccol? Aringhi, due anni e nove mesi una casa in Via del Fiore a Bertoldo Giovanni e subaffittaper di di Bertoldo, "intagliator", a sua donna vedova Giovanni madre, Barbara, delfu di Bertoldo della Magna.

In Dei anno nomine amen, Domini ab eius incarnatione MCCCCLXV, indictione XIII et die XIIII mensis iulii, actum Florentie in S?nete Marie de Verzaria intra muros etc. populo civitatis Florentie, presentibus testibus Tommaso Iohannis Scholari testore drapporum populi S?nete Marie de Verzaria intra muros civitatis Florentie et Sinibaldo Gerolamo Lanberti testore S?nete drapporum populi Marie predicte. et Domina Barbera filia olim Iohannis Arrigi uxor1 olim Iohannis Bertoldi della Mangnia populi S?nete Marie de Verzaria constitu?a suum predicti, etc., petiit in mundualdum etc., Dominichum Iohannis Simonis testorem S?nete Marie ibidem et esse volentem consensu se et sua drapporum2 populi predicti presentem etc., cuius possit bona et maxime et etc. obligare infrascripta facer?, quern d?dit etc., in predictis Item die et postea anno, indictione, loco, presentibus suprascriptis testibus ad hec vocatis, Simon olim Iohannis Simonis de Radda alutarius dicti S?nete Marie de Verzaria3 omni modo locavit ad populi etc., pensionem de consensu et licentia viri Corsi et providi Nicholai Aringhi populi Sancti Fridiani veri domini possessoris bonorum ibidem et eidem Simonem licentiam4 dantis infrascriptorum presentis pensionandi5 infrascripta bona dictus Simon habet ad a dicto olim pro tempore quo pensionem Corso6, Bertholdo Iohannis Bertoldi intagliatori S?nete Marie de Verzaria et domine Barbere cum consensu populi predicti suprascripte, dicti sui legiptimi mundualdi ibidem et omnibus et et et presentis infrascriptis consentientis parabolam dantis prestantis, ciertificate etc., infrascripta bona, videlicet unam domum cum camera et et orto et aliis hedifitiis palchis, volta, curia, puteo suis positam Florentie de populo S?nete Marie de Verzaria intra muros civitatis Florentie in cui a a via dicitur la Via del Fiore, cui prima dicta via, II.o Iusti ...7 a III.o ... pizichagnoli, , infra predictos confines vel alios veriores, pro tempore et termino duorum annorum et menses die mensis ut nove(m) incipiendorum primo augusti proxime futuri, quo tempore, ipsi dur?t ad et et anseverunt, conductio pensionem dicti Simonis, pro pensione nomine pensionis librarum 20 unius anno dictorum annorum duorum et novem a(n)seris quolibet mensium predictorum, faciendum solutionem de tribus mensibus in tribus mensibus et dictam a(n)seram per totum mensem ottobris cuiuslibet anni8, et de consensu et vol?ntate dicti Simonis / Corso Corso et eorum suprascripto9 suprascripto eius heredibus10, quibus in solidum non12 dicti Simonis eius et seu obligandis11, disbrighandis pro parte fideiussoris obligatis ad petitionem dicti Corsi, constare dixit in libro dicti c. et non prout Corsi, ..., promixit dictus Simon durante dicto tempore alteri locare et dicti consensu tenere dicto et fine vacuam locatores, quo supra, promixerunt (dictam domum) pro Corso temporis Corso etc. relaxare dicto etc., quem locationem promixerunt atendere etc., sub pena florenorum 50, que pena etc., etc. pro quibus etc., obligantes etc., rogantes etc., per guarentigiam

1 segue depennato: Iohannis. 2 testorem a. drapporum aggiunto nell'interline 3 ... a. alutarius Verzaria aggiunto nell'interline 4 segue depennato: dandi. 5 segue depennato: dictam domum. 6 et segue depennato: que bona sunt, videlicet dicte domine Barbare presenti. 7 segue depennato: pizichagnieri. 8 sex sex cum segue depennato: faciendum solutionem de mensibus in mensibus, et sic promiserunt solvere, et eorum precibus mandati fideiussit et fideiussor extitit. 9 Corso non sex sex suprascripto depennato per errore; segue depennato: de mensibus in mensibus. 10 et suprascripto Corso eius heredibus aggiunto nell'interline a. 11 et caso non segue depennato: in quo solverent. 12 segue depennato: disb.

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6 ASF, Notarile antecosimiano, 16203, 14 luglio 1465.

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2. Firenze, 17 dicembre 1465: Promissio Notarile antecosimiano 2199 (ser Girolamo Beltramini, 1465-1468), c. 109v

Filippo di Gherardo di Paolo, legnaiolo del pop?lo di Santa Maria in Verzaia di Firenze e Bertoldo di Giovanni di conservare a Bertoldo, uintagliator", promettono ad Antonio del Cannella, oste, di indenne il detto Antonio moti vo a oste. dei due fiorini d'oro ehe dietro loro richiesta egli haprestato Dianora, moglie di Giovanni di Cristoforo,

Ttem postea dictis anno, indictione et die XVII mensis decembris. Actum in audientia dominorum Otto, etc. presentibus testibus Orlando Georgii Bonaiuti populi Sancti Petri Maioris de Florentia. Pateat omnibus in evidenter quod Filippus Gherardi Pauli legnaiolus populi S?nete Marie Verzaria de Florentia et Bertholdus Bertoldi et et totum Iohannis intagliator quilibet ipsorum in solidum in solempni stipulatione et se et et promiserunt Antonio del Channella hosti ibidem presenti pro suis heredibus reeipienti aeeeptanti conservare et indempnem penitus sine dampno ipsum Antonium de florenis duobus larghis quos dictus Antonius re vera ad et et et instantiam suprascriptorum Filippi Bertholdi dedit solvit numeravit domine Dianore uxori Iohannis ut a Christofori hospitis, quos florenos duos larghos dictus Antonius dixit reeeperat dicto Iohanne viro et et dicte domine Dianore mutuo2 quos ipse Antonius retinebat pro dicto ad instantiam dicti Iohannis viri dicte domine. omnia et et rata Que etc., promiserunt suprascripti Filippus Bertholdus firma habere etc., sub pena librarum XXV et etc., que pena etc., pena predicta etc., pro quibus omnibus etc., obligaverunt etc., renumptiantes etc., etc. quibus quidem etc., precepi etc., per guarentigiam etc., rogantes

3. 18 Firenze, gennaio 1466: Comparizione Mercanzia 1442, ce. 389v-390r

Filippo di Marco di Filippo, dipintore, compare dinanzi alia corte della Mercanzia per giustificare la presura di Bertoldo di Giovanni a 16 1466. aver di Bertoldo, eseguita suapetizione il gennaio Il comp?rente dichiara di fatto corte somma 50 e suo imprigionare nelle carceri della Bertoldo di Giovanni per la di lire di cui quest'ultimo debi tore a motivo una aveva di malleveria prestata afavore di Dianora, moglie di Giovanni oste, che preso apigione una casa una stesso di propriet? del detto Filippo di Marco. Ci? risulta da scritta di allogagione sottoscritta dallo corte e a entro tre Bertoldo, prodotta da Filippo di Marco dinanzi alia che Bertoldo ? invitato riconoscere giorni. Il e non se non comp?rente chiede che la 'presura' sia confermata che Bertoldo di Giovanni sia rilasciato prima ha o somma pagato, depositato presso il tribunale, la dovuta.

Detto di curte sua Compari etc., detto Filippo di Marcho di Filippo dipintore per cagione della pressura in detta ad peti zione come curte sotto 16 mese. fatta del detto Bertoldo, appare negli atti di detta di del presente Et volendo detto et et et Filippo quella iustificare, iustificando dire (et) proporre la ragione perch? quello ? fatto fare, dice disse, et av?re 50 iustificando propune dichiara, fatta fare per la quantit? di lire per parte di maggiore somma; della quale vero et monna quantit? detto Bertoldo di Iohanni di Bertoldo ? legittimo debitore per Ia promessa li f? per Dianora di Iohanni hoste d'una chasa che detta donna condusse dal detto di che detto per cagione Filippo, Bertoldo entra suo corne tutto una mano mallevadore alla pigione di detta casa, appare per scripta di detta allogagione per 3a et mano et sotto di persona soscripta di di detto Bertoldo alia quale detto Filippo si riferisce quella di produce etc. Et ? cessato contra Et che pi? volte richiesto sempre di pagare al dovere. perianto detto Filippo disse, propose et avere et Et dichiar? fatto fare detta pressura del detto Bertoldo per le ragioni cagioni soprascripte. domanda messer et curte et et et che per lo detto Ufficiale si pronumpti dichiari detta pressura essersi dovuta potuta fare, et et et et et et cos? fatta valere tenere, doversi potersi confermare appruovare, cos? quella confermi appruovi in non et se non ciascuna parte. Et domanda che detto Bertoldo sia rilassato di detti carceri pressura prima paga overo et et in et deposita detta quantit?, depositando domanda che tal deposito gli sia dato adiudicato solutione concorente suo et et et pagamento per quantit? di detto cr?dito delle spese le quali adomanda, ragione iusticia. tutte cose et et et et Et le soprascripte ciascuna d'esse dice propone domanda fa il detto Filippo insieme congiunte et et a divise, per ordine subcessivo, per ogni modo che meglio pu?. Salvo lui la ragione del potere agiungere, et et et numerare, mutare, correggere in meglio rifare le soprascripte petizioni domande insino alla fine, ogn'altra sua nome a suo et etc. detto ragione luogho tempo

1 et nel mg. sinistro: Filippi Gherardi Bertoldi Iohannis promissio. 2 con mutuo aggiunto pare segno di inserimento al termine della linea successiva.

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di che di si fa mentione et domandato di detto messer Ufficiale Et produsse la detta scripta sopra quella dipuose a ser a si richiede. Et adomanda che detto Bertoldo apresso Antonio di Catignano notaio florentino fare quanto a 3 d? alias sia avuto sia richiesto quella ricognoscere infra proxime, per ricognosciuto. et et in suo favore Item il rapporto di detto staggimento tutti statuti ordini disponenti. et et El detto messer Ufficiale sedente ut supra, veduta la detta comparigione iustificazione produzione di ragione a messo curte ad di detto et ci? in essa si contiene comisse etc., Tio di detta che richiegi detto Bertholdo petizione a iustificazione et dire contra alias etc. Filippo vedere la soprascripta comparigione, produzione, etc., messo se esser ito et av?re richiesto detto Bertoldo a vedere Il quale Antonio Cincio etc., rapport? etc., per oggi et di et ci? in essa si dire contra alias in detta comparigione, iustificazione produzione ragione contiene, etc., etc., persona al detto Bertoldo etc.

14 1466: 4. Firenze, febbraio Comparizione Mercanzia 1443, cc. 74v-75v ' a a Bertoldo di Giovanni di Bertoldo compare dinanzi alla corte della Mercanzia motivo della 'presura eseguita e suo danno il 15 gennaio 1466 a petizione di Filippo di Marco di Filippo, e degli atti della 'rappresentazione' a arresto in data 16 e 18 'comparizione' relativi questo presentad dal detto Filippo rispettivament? gennaio 1466, corte non in cui Bertoldo ? dichiarato suo debitore per la somma di lire 50. Bertoldo chiede alla di dichiarare valido e essere senza essere tenuto anzi F arresto di liber ato apagare niente al detto Filippo, al quale andranno addebitate vari vizi di la richiesta di deve essere la le spese processuali. Oltre che per forma, Filippo infatti respinta perch? a e d?bitrice dello stesso presunta malleveria prestata da Bertoldo favore diDianora, moglie di Giovanni, presunta a norma statuti del Comune di Firenze e di valore La detta Dianora ha Filippo, degli priva qualunque giuridico. senza la necessaria licenza di un mundualdo o del come stipulato infatti questa obbligazione proprio marito, statutaria. previsto appunto dalla legge

Die 14 februarii della fatta et Compari etc., il detto Bertoldo di Giovanni di Bertoldo per cagione pressura indebitamente iniustamente in detta curte di lui insino adi 15 del mese di genaio proximo passato ad petizione di Filippo di asserta che di si dice fatta di detto Bertoldo ad Marcho di Filippo. Et per cagione della rapresentagione poi 50 somma et le adi del detto mese di petizione di detto Filippo per lire per parte di maggiore per spese xvj genaio, et tutto essa contener?. Et asserta che si dice data per cagione di ci? che in si dice per cagione d'una comparigione et curte mese et di fatta in detta insino adi 18 del detto di genaio pel detto Filippo ad chiarigione iustificazione si avere lire 50 di et detta pressura, per la quale dice fatta fare detta pressura per per parte maggiore somma, per tutto essa contener?. et detto Bertoldo cagione di ci? che in si dice Et contradicendo opponendo la detta pressura et non n? et non et non et doversi et disse dice quella essersi potuta dovuta fare, fatta valere tenere, potersi pel messer et curte et et esso Bertoldo in suo detto Uffitiale di quella liberare absolvere detto Bertoldo, riporlo stato et sanza cosa et esso pristino liberta perci? dovere pagare alcuna al detto Filippo, Filippo condampnare nelle et et messer et spese fatte che far?, le quali adomanda. Et che cosi si facci, pronumptii dichiari pel detto Ufficiale et non et infrascritte e curte, altrimenti si proceda, domanda detto Bertoldo per le ragioni cagioni per opor qualunche overo altra di quelle, cio?: Et et et et ad di non prima peroch? detta pressura fu fatta precipitatamente di fatto in luogho prohibito petizione et non et et contra forma statuti et ordini legittima persona di detto Bertoldo debitamente, pr?ter la della ragione, et non a di detta curte, fu debito tempo rapportata, n? iustificata, n? prodotta taie ragione che quella possi iustificare et vero x asserta asserta come substentare1, infra di dal di di detta rapresentatione fatto ricognoscere detta scripta, et curte n? infra 3 ad per la ragione per statuti della presente si richiedi, richiesto che di comparisse quella ricognoscere. cose contente in non n? son? et essere Anchora peroch? le detta comparigione data per detto Filippo furono ver?, state et essere ver? et come narrate sono et maxime in detto modo forma pel detto Filippo expressamente neg? nega detto Bertoldo. asserta in detta asserta che si dice Anchora peroch? detta malleveria che si dice fatta pel detto Bertoldo scripta et ? et Bertoldo non fu n? ? ad alcuna prodotta pel detto Filippo fu nulla ipso iure, per quella detto obligato cosa, come si di monna Dianora donna di detto Iohanni. perch? pel detto Filippo dice Parebbe fatta ad preghiera detta monna Dianora sua et ? iure nulla sarebbe stata fatta Et Passerta obligatione di detta principale fu ipso perch? sanza suo o suo Comune et ? nulla. Et licenza di mundualdo del marito, che secondo gl'ordini del di Firenze fu sua etiamdio fu et ? nulla di detto essendo nulla la soprascripta obligatione della principale, di ragione quela suo asserto a essere '1 che la non lo Bertoldo mallevadore, perch? verrebbe obligato pi? che principale, ragione

segue depennato'. n? predette ragioni che quelle.

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sanza asserta et esso non vuole, posto preiudicio della verit? che lia promessa malleveria per Bertoldo valesse, che ma si asserta non si confexa, expressamente nega pel detto Bertoldo. Nientedimeno, per vigore di detta scripta si curte se non se stato potrebbe tale executione farsi secondo gl'ordini della presente prima gli fusse notificato che infra 8 d? non et non pagasse, perch? detto Bertoldo arebbe promesso di pagare a1 tempo detta notificatione gli fu fatta. Et corne si non esser stato perci?, di sopra dice, potrebbe preso secondo la forma degli statuti della presente curte o se et meno. del Comune di Firenze, di ragione molto ?tem etiamdio sua non essere perch? detta principale secondo gl'ordini del Comune di Firenze poteva n? pu? et etiamdio non detto Bertoldo suo asserto in presa, perci? potrebbe mallevadore, altrimenti sarebbe obligato pi? et a che '1 non et asserta et corne pi? principale, che di ragione pu?, tale malleveria fu ? nulla ipso iure di sopra si dice. Item etiamdio donna non n? ? tenuta casa come narrare asserta et perch? detta arebbe detta si dice in detta scripta, non et meno tenuta et perci? sarebbe d?bitrice, molto detto Bertoldo. Et averia detto tempo expressamente neg? detto et l'avesse che non si non nega Bertoldo, quando tenuta, confessa, nientedimeno detto Filippo l'arebbe provatosi infra el tempo dato dalli statuti della presente curte. Ad di detto messo curte messer et curte av?re petizione Bertoldo el Cerrotta di detta rapport? al detto Ufficiale richiesto el detto Marco casa sua con et Filippo di alla della habitazione cedola in persona d'una donna per questo di et hora a et et contra vedere detta petizione domanda produzione di ragione, dire etc., alias etc.

5. Firenze, 7 marzo 1466: Confessione di un debito Mercanzia 4452, c. 284v

Bertoldo di Giovanni di Bertoldo, che iClavoradi bronzo ", si riconosce debitor e di Filippo di Marco di Filippo, dipintore, per la quantit? di lire 27 dipiccioli. Bertoldo si impegna a corrispondere a Filippo lire 2 dipiccioli ogni mese a dal mese di partir? prossimo aprile, fino alla completa estinzione del debito. A preghiera di Bertoldo si come suo Niccol? di Lorenzo di con l'intesa tuttavia essere presta fldeiussore Gino, di liberato da questa obbliga zione nel caso che Bertoldo "lavori di bronzi" con e nel caso a Donatello, che quest'ultimo accetti di obbligarsi favore di Bertoldo.

Adi sette di marzo Constituto in iudicio dinanzi al ditto messer Ufficiale etc. tutto esso avuto a Bertoldo di Iohanni di Bertoldo, lavora di bronzo, per cagione di ci? che Bertoldo ha fare cum et insieme Filippo di Marco di Filippo dipintore, si per cagione della presura di lui fatta nella presente corte, et si cosa esso conto et vero et per qualunque dependente della2 ditta presura, Bertoldo per final rest? si ? legitti mo debitore di ditto bench? ma ame come Filippo, absente, notaio pubblico infrascritto pubblica persona stipu lante et esso 27 recipiente per Filippo, della quantit? di lire ventisette piccioli. Le quale lire piccioli ditto Bertoldo si debitore di Le et a ricognosce ditto Filippo. quale lire ventisette piccioli ditto Bertoldo promette dare pagare esso bench? ma a me notaio corne et esso Filippo, absente, infrascritto di sopra stipulante recipiente per Filippo darli et meso3 tutto a tanto pagarli ogni lire due piccioli, comenzando el termine per aprile proximo futuro insino caso non sar? interamente pagato. Et in observasse vole ditto Bertoldo potere essere gravato et essere convenuto tutto restar? a dare a di tale Et sua Laurenzo per quello tempo pagamento. ad prigiera Nicol? di di Gino s'obliga per ditto Bertoldo observare per lui in caso non observasse lui. Et in caso lavori o star? cum Donatello di bronzi, et o mentre star? cum et in caso esso essere lui, che ditto Donatello s'obligasse alle decte cose, Nicol? s'intende Et et etc. etc. etc. liberato. per ci? observare ditto Bertoldo ditto Nicol? obligoronsi Rinunziarono Sottomisonsi tutte marzo Et (le predette cose) fatte forno al banche4 della ragione ditto di vij di 1465, presente Domenico et a d'Agnolo Busini Iohanni di Iohanni donzello l'Arte della Lana di Fiurenza.

6a. Firenze, 10 dicembre 1471: Terminus luendi Mercanzia 309, c. 155v

I Sei della Mercanzia su richiesta di Riccardo di venti di a consiguen iC Guglielmo, lanaiolo, assegnano " giorni tempo unam et uno Bertoldo di Giovanni per riscattare figuram Sancti Ieronimi Orfeo di bronzo dati inpegno al detto 20 messo corte aver Riccardo per lire dipiccioli. Il della riferisce di notificato il termine al detto Bertoldo presso la sua abitazione.

1 una da cto segue parola difficile decifrare: (?). 2 un segue depennata 'asta verticale. 3 cos? nel ms. 4 cos? nel ms.

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Il 8 corne si ricava un giorno gennaio 1472, da annotazione apposta nel margine del documento, gli stimatori dei b?ni mob?li della corte avrebbero poi riferito di aver valutato la statua del solo Orfeo 2 fiorini larghi.

Dicta die X dicti mensis decembris1 2Ad petitionem Riccardi Guglielmi lanarii. ut unam Supradicti Sex supra assignaverunt terminum viginti dierum Bartoldo Iohannis scultori ad luendum et uno et seu seu figuram Sancti Ieronimi Orfeo di bronzo eidem datis dimissis in pignus recordantiam pro libris viginti p. etc. Et commiserunt notifican per Nicholaum Cincium numptium Ad petitionem dicti Riccardi Nicholaus predictus retulit dicta die notificasse dictum terminum dicto Bartoldo domi cum dimissione cedule.

6b. Firenze, 8 gennaio 1472: Extimatio Mercanzia 310, c. 5r

uno Nel margine sinistro, in corrispondenza di spazio lasciato in bianco nel corpo della pagina, si legge soltanto c. 155. Vannotazione apposta dal notaio della Mercanzia'. Riccardi extimatio in libro precedenti

7. 17 1472: Firenze, luglio Petizione Mercanzia 1475, c. 268v

? suo la somma Riccardo di Guglielmo, lanaiolo, dichiara che Bertoldo di Giovanni, scultore, debitore per di fiorini 3 3 e 4 come larghi, lire soldi prestan gratuitamente al detto Bertoldo appare al libro memoriale del detto attore, corte. e costretto a prodotto dinanzi alia Riccardo di Guglielmo chiede che Bertoldo sia condannato pagare. Il messo corte aver casa sua della riferisce di richiesto Bertoldo presso la della abitazione notificandogli la petizione presentata contro di lui.

Dinanzi a voi messer Ufficiale dice Richardo di Guilelmo lanaiuolo che Bertoldo di Giovani schultore fu et ? suo vero et legittimo debitore di fiorini 3 tre et a come a larghi lire soldi quattro per tanti lui gratuitamente prestati pi? tempo fa, appare libro memorialle actore c. et sua actore et et (di) detto segnato .d. 73, al quale libro continentia detto si riferisce quello produce ser cessato et cessa dipone adpresso ad Piero Cechi, (e che ) gi? pi? volte richiesto paghi, sempre ha pagare. Et vostra sentenza esso a et a actore perianto vi piaccia per Bertoldo condampnare dare pagare detto detta quantit? et et Et c. et le spese facte da fare. produsse il diritto pagato 155. Item tucti statuti ordini. actore messer a uno etc. Ad petizione di detto il detto Ufficiale commise de' messi la richiesta da farsi messo corte Ad petizione di detto Richardo Fontana di detta rapport? havere richiesto detto Bertoldo alla chasa della usata habitazione con dimissione di cedola.

8. Firenze, 15 dicembre 1472: Petizione Mercanzia 1476, c. 349v

e Biliotto Iacopo di Iacopo Biliotti dichiarano che Bertoldo di Giovanni, "maestro di scultura", ? loro debitore per la somma di fiorini 6 larghi lire 4 e soldi 10 per resto della pigione della casa che il detto Bertoldo tiene in affitto da corte e loro. A prova di cid producono dinanzi alla il loro libro di ricordanze chiedono che il detto Bertoldo sia e costretto a messo corte aver casa sua condannato pagare. Il della riferisce di richiesto Bertoldo presso la della contro abitazione notificandogli la presentazione della petizione presentata di lui.

Die 153 dicembris 1472 Dinanzi a vui messer Ufficiale etc. Biliotto et Iacopo di Iacopo Biliotti che Bertoldo di Giovani, maestro di scultura, ? suo debitore di fiorini 6 larghi et 4 et resto come a B. c. lire soldi 10, per di pigone de casa, appare libro di diti actori segnato 104, al quale diti se et ussano et et cessato actori referischono quello producono, allegano. Et pi? pi? volte richesto paghi, senpre ?

1 segue depennato: Dictus dominus Officialis commixit fieri Heteras universis quod ad petitionem Riccardi Guglielmi lanaiuoli. 2 8 1471 nel mg. sinistro si legge, apposta successivament?, la seguente annotazione: die ianuarii extimatio florenorum una tantum duorum largorum Orfeum (segue parola abbreviata di difficile lettura: ?). 3 15 corretto da 14.

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contra vostra sentenza reo pagare al dovere. Et perta(n)to dimandano diti actori che vi piaza per condannare dito a et et et paghare la predita quantit?, pi? le spese fate da fare, le quali adimandano ragione giustizia. Et et a ser et produsse dito libro quello depose apresso Vivaldo di Conte notaio dimandano quello sia aprovato per l'ufficio di Sei. Item il diritto pagato c. 92. Item li statuti et ordini etc. messer corte reo a A petizione di diti actori il dito Ufficiale etc. commisse a' messi di dita la richiesta di dito vedere et tor etc. dita petizione dimanda, copia, dir contra, alias A messo messer av?re reo a petizione di diti actori il Turcho rapport? al dito Ufficiale etc., richiesto dito vedere dita et et essa tor etc. petizione dimanda ci? che in si contiene, copia, dir contra, alias

9. Firenze, 11 dicembre 1473: Locatio domus Notarile antecosimiano 4772 (ser Antonio Cecchi, 1473-1480), c. llv

Il pr?te Giovanni di Antonio rettore della chiesa di San Mich?le di Nizzano affitta a Bertoldo di Giovanni del di San Pancrazio di una casa a in pop?lo Firenze, scultore, posta Firenze Via Gualfonda per il tempo di due anni, died mesi e e una nove quindici giorni per pigione di fiorini d'oro alPanno.

Ttem et XI et postea dictis anno, indictione die mensis decembris, presentibus Bartolo Bernardi tintore silicis Mich?le Ducci tintore artis maioris.2 Presbiter Iohannes rector Antonii ecclesie Sancti Michelis de Nizano etc., omni modo etc., locavit ad pensionem Bertoldo Iohannis unam ... populi Sancti Brancatii de Florentia3 presenti etc., scultori4, domum Pangni tintoris suos cum silicis positam Florentie in Via Gualfonda in confines5 et suis hedifitiis etc.6 pro tempore duorum annorum et et et mensium decem diebus quindecim, incipiendo die XV presentis mensis7, pro pensione florenorum auri novem anno una ansera pro quolibet (et) pro quolibet anno, solvendo ad dictam rationem dictam pensionem et tres pro dicto tempore solvendo8 de tribus mensibus in menses, promictenti etc., dicta bona etc., renumptianti etc. etc., roganti etc., per guarentigiam

10. Firenze, 27 ottobre 1474: Fideiussione Mercanzia 4474, c. 7r-v

Morello di al notaio corte ricevente e a nome Pag?lo Morellipromette della della Mercanzia, stipulante di Bertoldo ser e di Giovanni, scultore, che Giovanni di Antonio di Mich?le, pr?te rettore della chiesa di San Mich?le a Nizzano, stara e causa corte contado di Firenze, in giudizio paghera il giudicato nella che egli intende intentare presso la della Mercanzia di Firenze contro il detto Bertoldo.

Die 27 d'otobre 1474 Constituto in messer et personalmente iuditio dinanzi al ditto Ufficiale corte, Morello di Pagholo Morelli, ciptadino messer fiorentino matriculato all'Arte di Porta di Santa Maria della cipt? di Firenza, ad volunta di ditto Ufficiale, et messer et sua per ogni migliore modo che pi? meglio pote, per solenne stipulazione promise al ditto Ufficiale corte et a me et notaio infrascritto, ricev[en]te9 stipulante per lo infrascritto Bertoldo di Giovanni schultore, di fare et curare si e in tal modo che ser Giovanni di Antonio di Mich?le, pr?te alla chiesa di San Mich?le aMezano, corte con et conta(do) di Firenze, star? fermo ad ragione nella presente ditto Bertoldo per la quantit? insino in la et et in causa quantit? di fiorini se(i) di sugello, pagher? el giudichato per la ditta insino la ditta quantit?, etiamdio di conventione et reconventione, et restituir? le spexe in che fusse condannato et ubidir? a comandamenti di ditto messer Ufficiale et sua corte, et in tutto et per tutto secondo ehe per li statuti et ordini di ditta corte di promettere suo tutto et si richiede. Altrimenti dicto Morello di proprio attendere, observare paghare promisse. Et per ci? etc. etc. etc. observare dicto Morello oblig? Rinunzi? Sottomisesi

1 nel mg. sinistro: locatio domus. 2 - presentibus maioris aggiunto in fondo al documento. 3 segue depennato: pict. 4 segue depennato: de. 5 segue depennato: de. 6 segue depennato: pro tribus annis. 7 - incipiendo mensis aggiunto sul mg. sinistro. 8 segue depennato: de duo. 9 una ricevente parzialmente illeggihile per sovrapposizione di macchia di inchiostro.

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11. Firenze, 3 novembre 1474: Comparizione Mercanzia 4474, ce. 21v-22r

Ser Giovanni di Antonio di Mich?le, pr?te e rettore della chiesa di San Mich?le a Nizzano, contado di Firenze, a corte giustifica la presura fatta suapetizione nella della Mercanzia di Firenze di Bertoldo di Giovanni scultore. Egli dichiara di averia fatta fare per la somma di 6fiorini di suggello di cui il detto Bertoldo e suo debitor eper resto di pigione di una casa posta in Via di Gualfonda che il detto ser Giovanni I'll dicembre 1473 affittb al detto e tuttora erano e Bertoldo, dove Bertoldo abita. Le parti si accordate perch? l'affitto durasse due anni, died mesi e a 9 A sue e quindici giorni fosse pari fiorini d'oro I'anno. prova delle ragioni I'attore produce deposita presso il corte atto un notaio della il relativo di locazione rogato da notaio florentino.

Die 3 novenbre 14741 messer e sua corte Conpari dinanci2 al dicto Officiale a casone a Giovani d'Antonio di Mich?le pr?te e rectore del? chiesia di Sancto Mich?le3 Vezano per della presura sua corte suo delo petizione fata nella presente del d(i)ct(o) Bertoldo di Giovani scu(l)tore4, debitore per ragione et ne- corte. Et del raporto rapresentagione d'essa presura facta libro dele pr?sure del? presente per cagione dicta et di tuto ci? che si dice esser stato e diposito fato5 per dicto Bertoldo apreso al camarlingo corte, seguito a suo e a e e fato insino qui in favore petizione. Et volendo dicto Giovani la dicta presura dechiarare giustificare, e e cosa e ? Et e iustificando dice propone la ragione cagione, quantit?, perch? quella fata fare. quella dechiarando ser e soma dicto dicto Giovani disse dice averia fata fare per la quantit? di fiorini sei di sigillo per parte di magiore Bertoldo fu e ? vero debitore di dicto serGiovani perch? insino del'anno 1473 e adi xj del mese di d?cembre dicto o vero il ser Giovani ad al dicto Bertoldo una casa in Via di anno, altro piu tempo, dicto alog? apigione posta e e e ... e Gualfonda di Fiorenza in suoi vocabuli confini per tempo di dui anni mesi6 quindici (giorni) proximi e nove7 ciascuno anno e una ocha ciascuno anno dicta pasati per pigione di fiorini per per pagando pigione per tre in tre misi adi xv dicto mese de dicembre. E cosi dicto Bertoldo dicto tempo pagando di misi comincia(n)do come tute cose cosi e e e instrumento promise pagare le predicte pi? pienamente apariscono contengono per publico e e mano di notaio contenente in s? el comandamen di logagione scripto rogato publicato per publico fiorentino, to instrumento e ci? che in esso tuto si contene e fa mentione dicto ser Giovani si della guarentigia, al quale usa e e e a ser di rifferisce, produsse, allega dinanci al dicto Officiale corte, dipollo apresso Gimignano Filipo e e sei di di somma e notaio fiorentino. E per dicta ragione cagione quantit? di fiorini sigillo per parte magiore per causa e e e le spese d?la presente facte che far?. Et per vigore executione di dicto instrumento d'alogagione ragioni e e Et fu e ? stato dicta casa a lui come dicta cagioni in quello contenenti facenti. perch? dicto Bertoldo per e tenuta e e e dicto Bertoldo fu et ? scultore come in dicto alogagione quella ? tiene habita continuamente, perch? e instrumento si fa mentione, disse, propose e dichiar? dicto ser Giovani che per lo dicto messer Officiale corte si e e e cos? fata e pronuncii sentenzi dichiari la dicta presura essersi potuta dovuta fare, quella valere, atenere, e e e e e potersi doversi confirmare e8 aprovare, cosi dechiarato quella confirmi apruovi, dicto diposito dia adiudichi e a ser concorente suo nove di in soluto pagamento esso9 Giovani per quantit? di dicto cr?dito di fiorini sigillo per e causa e ser e in tuto parte di magiore soma, dele spese d?la fatte che far?, le quale dicto Giovani adimanda10 le cose ser e salve etc. predicte dicto Iohanni (domanda), aprodusse la ragione dila magiore11 soma, e e il il dicto ser Iohanni. Et il Et produsse il raporto rapresentagione (di) dicta presura sodamento prestito per dirito pagato a libro di diriti (di) dicto Officiale c. 8. E tuto diposse apreso al notaio del? cassa di dicto Officiale. e e corte suo etc. Item produsse tuti statuti ordini del Comune di Fiorenza di dicta in favore ser messer ut A petizione di dicto Giovani il dicto Officiale sedente per tribunale supra, veduta la soprascritta e di e ci? in essa si e la comparitione, dichiaragione giustificagione di presura, productione ragione che contene, e e ... a e a e forma dila ragione deli statuti ci? che12 comise mesi dicta corte, ciascuno di lor in tuto, che vada

1 sottostante: ser segue depennato, nella riga Giovani di Piero. 2 a segue depennato: voi. 3 nel ms: nichele. 4 segue depennato: sp. 5 segue ripetuto: facto. 6 uno a ca. segue spazio bianco pari 4 lettere. 7 una segue ?o'),forse svistaper d'oro. 8 atenere et et segue depennato: doversi potersi fa. 9 a esso. segue ripetuto: 10 con adimanda: aggiunto in interlinea segno d'inserimento. 11 soma. segue depennato: 12 uno a ca. segue spazio bianco pari 8 lettere.

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a e di richega el dicto Bertoldo vedere la soprascritta comparigione, dechiaragione iustificagione presura, e in essa contene di etc. productione di ragione ci? che si ragione ser meso corte messer et corte s? A petizione di dicto Giovani, el Passignano (di) dicta rapport? al dicto Officiale e esser e avere dicto Bertoldo ala casa per vigore d?la soprascritta comissione dopo quella, dicto di ito richesto el sua usata con a e dila habitatione cedola vedere la soprascritta comparigione, dechiaragione iustificagione de e ci? in essa si contra e alias etc. presura, produtta di ragione, che contene, dir oppor

12. 20 1478: Firenze, luglio Promissio c. lOlr Notarile antecosimiano 17908 (ser Andrea Rigogli, 1454-1491), " conto Francesco di Roberto Martelli ed il "legnaiuolo Domenico di Giovannipromettonoper deWorefice Andrea di Feonardo detto "ilRiccio" e di Bertoldo di Giovanni di Bertoldo "scultor" il ripagamento di 260 lire "piccioli" avevano che essi ricevuto inprecedenza dai "festaiuoli" di San Giovanni Battista, "occassione cuiusdam hedificii tune pro dicto festo Sancti Iohannis fien di".

1478,iuliiXX. ?tem postea dictis, anno, indictione et die XX mensis iulii, actum Florentie et in domo habitationis filiorum et ser ser Roberti Nicolai de Martellis, presentibus Raffaele Stefani de Prato Francisco Baronis Francisci del Cerna notario florentino testibus. et Pateat omnibus evidenter qualiter Franciscus olim Roberti1 Nicolai de Martellis civis florentinus Dominicus Iohannis S?nete et eorum et lignaiolus populi Trinitatis de Florentia quilibet pro dimidia promiserunt etc., facer? curare et et ita taliter quod Andreas Leonardi alias "El Riccio" aurifex Bertoldus Iohannis Bertoldi scultor solvent etc. et libras ducentas sexaginta florenorum parvorum Vannotio olim Filippi de Oricellariis Luce Masii Luce domini Masii de Albizis, Nicolao Tomasii de Antinoribus, Bartolomeo Cristofori de Spinellis et Bartolomeo2 de et Chanacciis honorandis civibus festaiolis festium Sancti Sancti Iohannis Baptiste dicti anni suprascripti dicto et et et et Luce de Albizis presenti acceptanti recipienti stipulanti pro dictis eius sociis collegiis quomodocumque et et eorum seu in futurum3 omni tempore, quod dicti suprascripti viri festaioli vel aliquis cogerentur requirerentur a et et et seu a Decem viris magnificis dominis prioribus vexilifero iustitie populi4 comunis Florentie dominis et et seu et et seu a balie belli ab Otto viris custodie balie dicte civitatis Florentie quocumque alio magistratu vel et eorum sindico procuratore dictorum magistratuum vel dicti5 comunis Florentie vel altero vel alio quocumque et modo, materia forma etc., ad solvendum dictas libras ducentas sexaginta florenorum parvorum receptas per et a eorum seu ut dictos Andream Bertoldum dictis festaiolis vel ab provisore carnerario, asseruit dictus Lucas de Albizis, occaxione cuiusdam hedificii tune pro dicto festo Sancti Iohannis fiendi per dictos Andream et Bertoldum, ut constare dixit in libro eorum festaiolorum deliberationum latius et melius, alias dicti Franciscus et Dominicus et eorum casu quilibet pro dimidia dietarum librarum ducentarum sexaginta florenorum parvorum dicto6 de eorum et tune eorum et proprio solvent pagabunt dictis supradictis festaiolis vel procuratoribus7, propterea ipsi et et se et Franciscus de Martellis Dominicus suprascripti quilibet (eorum) pro dimidia obligaverunt ipsos bona eorum et eorum ac cuiuslibet heredum subeessorum etc., promittentes etc., renunptiantes etc., quibus per etc. guarantigiam etc., sottomittentes etc., rogantes

13. Fettera di Bertoldo di Giovanni a Forenzo de' Medici, arrivata il 29 luglio 1479 ASF, MAP XXXVII, 593

ecc. In i' via Mangnificho Lorenzo questo punto ? gittato cesegli, ischarpegli, seste, isquadra, cera, fusscegli, e dato chalei a toro e rimandato la terra all'orczolaio ehe nne facci vasi da architettura, prospettiva ' quattro quel nostro Prato meser Lucha Chalvanese son istimate bruttura poch'io intendo che peveri del chomandatore di pi? ttute o o arte E che l'altre virt? scienzie apresso del chonte Girolamo, poch? l'?nno chondotto alla chavalleria. so non ? in naturale ma ? iscienzia virt? del mi? libro delle perch? detta virt? della chocheria Lucha aquisita per dette a dua chocherie, porcinosamente, che chredo che lia pi? pulita chosa facessi mai fu quando vi Montegufoni menate tutte arte e alla di bechaficM chocti chon mano, il perch? ? diterminato abandonare l'altre darmi chocheria,

1 segue depennato: de. 2 segue depennato: de Ca. 3 a. in futurum aggiunto neW interline 4 segue depennato: flor. 5 nel ms: dictis. 6 dicto di incerta lettura. 7 et segue depennato: sindici.

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e la vostra che mi ssono e pero prego mangnificienzia dia favore cho' gl'Uficiali della Grascia ehe sopra chuochi chY nabbi el m?o che ? in meser non a libro, isperanza breve tenpo Lucha de' peveri sare' buono ttenere lo che volessi Iddio ch'i' fussi istato sotto '1Cibacha che sotto e staccio, piutosto Donatello, che veduto tenporali chorrono non arei fatto dua o '1 sse gzachomini dua gelatine che chonte m'arebbe fatto priore di Pisa. E volessi dire che ll'avessi fatto de' o altro che si a per chapo gzughanti, per chapo, per lo megh'o tace, voi la lascio gmdichare sendo di Donato. E tutto vi inanzi meser dicepol sopra prego, che Lucha abbi le possisione, io riabbi el mi? libro delle che a metiere e un chocherie, rriavendolo mi basterebbe l'animo lui, el mulinuzo, e' pivi sua, '1 benificio in e sanza e pasticdo, choprillo di pevero passarllo per istacczo, poi farne pallottole da mor?a, che Idio metti el malanno a ttutta e lio i' e meser uno quella chorte, prego ch' vega il papa, el chonte Lucha affogati in tino di e pevero vvoi guardi da' lor tradimenti. Es chastris Gai Antoni in solitudini. Per lo vostro Servitore Bertoldo.

Sul tergo della lettera si leggono Vindirizzo (di mano di Bertoldo): Mangnificho Lorenzo / de' Medici domino meo / e nota mano singularissimo, la seguente di di Niccolb Michelozzi: 1479 / Da Bertoldo / scultore / adi 29 di luglzo.

19 14. Firenze, agosto 1480: Preceptum Otto di Guardia e Balia della Repubblica, 56, c. 44r

e entro otto Gli Otto di Guardia Balia invitano lo ":scultore" Bertoldo apresentarsi dinanzi al loro ufficio giorni.

octo ?tem deliberaverunt quod f?at preceptum Bertoldi scultori quod infra dies proxime futuros ab hodie compareat coram eorum officio, sub pena eorum arbitrii.

marzo 15. Firenze, 20 1488: Mundualdus, promissio famulatus Notarile antecosimiano 7529 (ser Andrea di Romolo [Filiromuli], 1481-1489), ce. 215v-216r <( con La vedova del fu Giovanni di Bertoldo, domina Barbera", insieme il calzolaio Luigi di Bernardo d'Antonio, a una nome come promettono Lorenzo diPellegrino dei Giovanacci che la loro ?ip?te, apuella" di Maria, rimarr? serva con si una 50 domestica lui all'incircaper died anni, periodo dopo il quale Lorenzo obbliga apagarle dote di e e fiorini "de sigillo" tutti ipanni vestid richiesti.

vero actum in 4487. Indictione sexta, die XX martii, Florentie palatio florentino, presentibus testibus Alexandro cive et Di?o Sancti Iohannis de Rondinellis florentino Simonis Dini populi Ambrosii de Florentia. et Domine Barbere vidue filie olim Iohannis Arrigi uxori olim Iohannis Bertoldi populi S?nete Marie de Campo et ser de Florentia presenti petenti, ego notarius infrascriptus Iulianum della Valle notarium florentinum2 ibidem et esse in consensu presentem volentem eius mundualdum dedi etc., cuius possint predicta agere etc., quibus omnibus etc., rogans etc. / [c. 216r] cum consensu ser 3Item postea incontinenti etc., prefata domina Barbara dicti Iuliani eius legitimi mundualdi et et et senatus ibidem presentis consentientis etc., certificata presertim de benefitio Velleani pro mulieribus et et eorum sese introducto etc., Loisius olim Bernardi Antonii calzolarius populi Sancti Fridiani, quisquis et sese et eorum et eorum principaliter in solidum4 obligando per cuiuscumque heredes etc., omni meliori modo et convenerunt etc., promiserunt solemni stipulatione Laurentio olim Pellegrini Macharii de Giovanacciis f?mulo et se et et sese et curare et sese et Turris ibidem presenti pro suis heredibus recipienti stipulanti facer? facturos curaturos et omni et et ita taliter, qualibet iuris facti exceptione remotis, sub infrascripta pena, quod quedam eorum et annorum et puella nomine Mar?a neptis filia olim Benedicti Iohannis della Magna decem vel circa stabit cum et annos morabitur familiariter5 dicto Laurentio in domo ipsius Laurentii ad famulandum per decem proxime se et suos et futuros. Et dictus Laurentius per heredes promisit solemni stipulatione convenit dicte Marie licet et ea et Marie cum et in absenti mihi notario pro recipienti, dare tradere eidem famulanti dicto Laurentio domo et et et seu ipsius Laurentii victum6 vestitum condecentem, insuper etiam dare tradere eidem Marie viro futuro annos et dicte Marie immediate post dictos decem florenos quinquaginta7 de sigillo pro dote ipsius Marie pro

1 nel mg. sinistro: mundualdus. 2 notarium florentinum aggiunto nel mg. sinistro. 3 nel mg. sinistro: promissio famulatus. 4 segue depennato: prom. 5 et ne. segue depennato: in domo 6 victum di incerta lettura. 7 segue depennato: de sill.

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maritanda dicta et omnes et tarn consuetum Maria1, etiam ultra hec singulos pannos linos quam lanos ad dorsum dicte Marie. Et cum inter dictos promissione contrahentes solemni stipulatione vallata etc., quod moriente dicta Maria intra hoc dictus Laurentius vel eius non teneantur nee decennium2, heredes sint obligati ad persolvendum quicquam heredibus dicte Marie occasione famulatus pro tempore tune3 exhibiti per dictam Mariam in domo dicti Laurentii, quia ita per pactum initum est inter partes etc. Item promisit dictus Laurentius dictam Mariam bene et humaniter ac honeste tractare4 et tractari facer?, et etiam non tradere nee tradi facer? dicte Marie ullam occasionem discedendi quominus dicta Maria possit prestare suum famulatum per dictum decennium etc., que omnia promiserunt dicti contrahentes hinc inde observare etc., sub florenorum pena quinquaginta etc., que pena etc., qua pena etc., pro quibus etc., obligaverunt etc., renuntiantes etc. etc., per guarantigiam etc., rogantes

16. Pisa, 14 gennaio 1489: Procura Notarile antecosimiano 2079 a c. (ser Clemente Bellosi, 1487-1489), filz del "1488", 25 Ov

Fo "scultore" Bertoldo di Giovanni nomina florentino suoprocuratore Pierpaolo di Gregorio de' Medici.

Item dictis anno vero postea [1488(9)], indictione s?ptima, die quarta decima mensis ianuarii, actum Pisis super veterem in Antonii Leonardi de pontem apoteca Empulo cal?aiuolo, presentibus dicto Piero et Iacobo Simonis de Argentina etiam Pisis commoranti cal?aiuolo testibus etc. Bertoldus olim Iohannis scultor de Florentia citra revocationem etc., et omni modo etc., fecit etc., suum Petrum Paulum de de causa procuratorem Gregorii Medicis Florentia absentem etc., spetialiter etc., in omni etc., ad causam item ad et item et agendum etc., faciendum capi captare etc., ad exigendum etc., de exactione etc., item ad et substituendum etc., generaliter etc., dans etc., promictens etc., renuntians etc., rogans (etc.).

1 et maritanda dicta Maria 3 tune pro aggiunto nel mg. sinistro. pro tempore aggiunto sul margine sinistro. 2 4 ut segue depennato: quod. segue depennato: decet.

ZUSAMMENFASSUNG

?ber die famili?re Herkunft des f?r seine Bronzearbeiten bekannten Bildhauers Bertoldo di Giovanni wurde seit langem spekuliert, insbesondere inHinblick auf seinen langj?hrigen Aufent im halt Palazzo Medici als 'Hofk?nstler' des Lorenzo ilMagnifico. Im vorliegenden Aufsatz wer den erstmals archivalische Dokumente ver?ffentlicht, die dieses Problem hinreichend erhellen, war Bertoldo doch der Sohn s?ddeutscher Weber, die sich wohl in der ersten H?lfte des Jahrhun derts in Florenz niedergelassen hatten. Illustriert werden die vielf?ltigen ?konomischen Wider nisse in den 1460er und 1470er Jahren, die dazu f?hrten, da? sich Bertoldo im Palazzo Medici als 'Familiar' verdingen mu?te. Der einzige bekannte Brief des K?nstlers von 1479 wird nunmehr in seinen korrekten historischen Zusammenhang eingeordnet, nachdem sich die nur f?r den Adres saten Lorenzo ilMagnifico unmittelbar verst?ndlichen Anspielungen weitgehend entschl?sseln lie?en. Andere ebenfalls bisher unbekannte archivalische Quellen k?nnen dar?ber hinaus zu sei nem bekannten "Orfeo" und weiteren Stationen in seinem Leben beigebracht werden, so bei spielsweise verschiedenen Aufenthalten in Pisa in den 1480er Jahren.

Provenienza delle fotografi?: - - Amsterdam: 1, 4a. Alinari Firenze: 5. Staatliche Berlino: Rijksmuseum,- - figg. (Brogi), figg. 2, Museen, flg. 3. KIF (Bazzechi): flg. 4b. ASF (su concessione del Ministero dei B?ni e leAttivit? Culturali): flg. 6.

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