Quad69-70cop1 25-02-2008 14:34 Pagina 1 Pubbl. 70% - Filiale Novara Anno XIII - N. 69-70 Gennaio-Aprile 2007 Spedizione in abbonamento postale: Gianfranco Miglio: le interviste pecialepeciale Speciale SS GGIIAANNFFRRAANNCCOO MMIIGGLLIIOO:: LLEE IINNTTEERRVVIISSTTEE

Anno XIII 69- 70

Bimestrale edito da La Libera Compagnia Padana Gennaio-Aprile 2007 Quad69-70cop2 25-02-2008 14:34 Pagina 2

INDICE

10-1990 Rai ...... 3 06-05-95 La Nazione ...... 73 Gennaio-Aprile 2007

● 07-12-90 Europeo ...... 4 18-05-95 L’Indipendente ...... 77 24-05-95 Il Giornale ...... 80 6970 ● 24-05-91 Europeo ...... 7 27-07-95 Corriere della Sera . . . . .81 21-06-91 Europeo ...... 9 31-07-95 Mondo Economico . . . . .82

Anno XIII 04-08-91 L’Espresso ...... 10 02-09-95 L’Indipendente ...... 84 12-10-91 Il Giornale ...... 12 24-11-95 Il Giornale ...... 85 01-12-95 Il Giorno ...... 86 09-02-92 L’Espresso ...... 13 08-04-92 Il Messaggero ...... 14 06-05-96 Il Giornale ...... 89 19-04-92 L’Espresso ...... 16 07-05-96 Corriere del Ticino ...... 90 12-05-92 Corriere della Sera . . . . .17 07-05-96 Il Giornale ...... 92 29-05-92 Europeo ...... 20 12-05-96 Epoca ...... 94 24-07-92 Europeo ...... 23 14-05-96 Il Giornale ...... 96 04-06-96 Il Giornale ...... 97 13-01-93 L’Italia ...... 25 08-06-96 L’Adige ...... 99 07-03-93 L’Espresso ...... 26 12-06-96 Il Giornale ...... 100 09-06-93 Il Giorno ...... 28 20-08-96 Il Giornale ...... 102 21-08-93 Televisione ungherese . .30 19-09-96 Panorama ...... 103 14-09-93 Alto Adige ...... 31 7-1996 Quaderni Padani ...... 103 La Libera Compagnia Padana 29-09-93 La Repubblica ...... 34 29-09-93 La Stampa ...... 36 04-01-97 Il Messaggero ...... 108 24-10-93 L’Espresso ...... 37 13-02-97 Corriere della Sera . . . .109 17-12-93 ...... 38 29-04-97 Il Messaggero ...... 111 Bimestrale edito da 31-12-93 Panorama ...... 40 14-05-97 Corriere della Sera . . . .112 40-1993 Famiglia Cristiana ...... 43 30-05-97 Corriere della Sera . . . .113 21-10-97 Il Gazzettino ...... 114 26-01-94 Gazzetta Ticinese ...... 45 1997 Il Risorgimento 28-01-94 L’Espresso ...... 47 imperfetto ...... 115 06-02-94 Il Giornale ...... 49 07-03-94 La Prealpina ...... 51 25-01-98 La Provincia di Como . .119 13-04-94 Lega Nord ...... 54 04-03-98 Radio Bergamo ...... 121 16-04-94 Panorama ...... 55 12-04-98 Il Corriere di Como . . . .123 19-04-94 Il Giorno ...... 57 3-1998 Genova-Liguria ...... 124 22-05-94 Corriere della Sera . . . . .59 04-08-98 La Stampa ...... 126 16-06-94 L’Indipendente ...... 60 04-08-98 La Padania ...... 127 10-08-94 La Stampa ...... 61 04-08-98 Il Giornale ...... 128 25-10-94 La Voce ...... 63 1994 Quale federalismo . . . . .65 20-03-99 Il Giornale ...... 129

20-01-95 Il Giornale ...... 72 15-06-00 La Padania ...... 133 Quad69-70imp 25-02-2008 14:35 Pagina 1

Le interviste a Gianfranco Miglio L’inestimabile patrimonio di un uomo di straordinario coraggio

di Alessandro Vitale

“Proprio da anticonformisti geniali la società ha ricevuto gli impulsi più straordinari”. Irenäus Eibl-Eibesfeldt

ontrariamente a quello che è accaduto nel- li. In tutte si ritrovano riferimenti alle sue sco- l’opera di altri studiosi di grande levatura, le perte scientifiche, anche se accompagnati da Cinterviste occupano nell’eredità intellettuale espressioni molto alla mano, correnti nel lin- di Gianfranco Miglio un posto fondamentale e guaggio quotidiano e dal suo ben noto gusto per rivestono un’importanza straordinaria. Dissemi- il paradosso e per l’humour di stile anglosasso- nate a centinaia nell’arco della sua lunga carrie- ne, spesso troppo sottili per essere veicolati e ra, ma concentrate soprattutto negli ultimi, adeguatamente compresi attraverso i mezzi di straordinari quindici anni della sua vita, sono di comunicazione di massa, che distorcono tutto e tipi molto differenti: da quelle più complesse piuttosto che a ‘informare’, tendono a ‘formare’ pubblicate su riviste specializzate nella teoria le opinioni, in quanto strumento di potere. politica, a quelle divenute autentici libri autono- Le interviste a Miglio costituiscono un grande mi nei quali l’intervistatore opera solo come ‘ti- patrimonio lasciato da un uomo di grande co- mone’ nell’orienta- raggio, abituato a di- mento della navigazio- re, da autentico scien- ne nello sterminato ziato, quello che sa e oceano di conoscenze quello che pensa, sen- dell’Autore, a quelle za alcun riguardo per più legate alla provoca- le reazioni scomposte zione immediata e alla o isteriche di coloro pubblicistica politica. che preferiscono tene- In tutte però risaltano re nascoste verità irri- sempre la cifra im- tanti e scomode per i mancabile dell’intelli- propri vantaggi perso- genza, della vivacità nali e per le proprie intellettuale, i riferi- malguadagnate fortu- menti (persino in sedi ne. Grazie alle intervi- impensate e ostiche) ste è più facile rico- alla sua attività di stu- struire il suo percorso dioso e di formidabile scientifico, il suo pen- divulgatore di concetti siero, la sua figura e di conoscenze diffici- straordinaria di gran-

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de critico della vita politica. Esse inoltre, fin da ro intima coerenza di fondo, l’evoluzione della quelle iniziali, consentono di colmare i vuoti fra sua elaborazione teorica e ideale. Ad esempio, un suo scritto scientifico e un altro, dovuti ad proprio attraverso le interviste ci si accorge che assenza di tempo, tipica soprattutto degli ultimi la sua coerente visione federalista autentica era dieci anni o a mancanza di completezza della già espressa in anni di molto precedenti rispetto documentazione, per lui condizione imprescin- a quelli dell’affermazione delle Leghe regionali, dibile ma spesso difficile da raggiungere, per anche quando pareva prevalere una sua visione scrivere un saggio intero. In esse però, soprat- dello Stato molto differente. Significa però an- tutto in quelle diventate libri (Una Costituzione che capire perché, man mano che la sua statura per i prossimi trent’anni; Padania-Italia; Fede- scientifica si accresceva, maggiore diventava ralismo e secessione, ecc.) si trovano, in innu- l’imbarazzo che gli operatori della cultura e del- merevoli passi, formidabili intuizioni, elabora- la politica provavano a citarlo e a utilizzarlo, co- zioni e soluzioni estemporanee di problemi diffi- sa che egli stesso faceva notare nel destino di al- cili, veri e propri appigli per intraprendere nuo- tri grandi politologi. Molte delle sue affermazio- ve vie di ricerca. Le interviste più legate alla si- ni, delle sue ipotesi e delle sue previsioni, che tuazione politica contingente invece, presentano potevano sembrare esagerate o unilaterali, si so- più i tratti dell’impulsività, dell’insofferenza per no in seguito dimostrate clamorosamente vere. un Paese malridotto, corrotto e inefficiente, per Miglio aveva la capacità limpida di riconoscere la sua classe politica di “mezze calzette”, per il problemi-chiave molto profondi che spesso i parassitismo diffuso e sfrontato. In alcuni passi suoi colleghi non vedevano: cosa che spesso, in rivelano il suo amore per la provocazione, spes- particolare a seguito delle interviste, lo faceva so indifferente alla tendenza dei mezzi di comu- confondere con un ‘veggente’ o, peggio, con un nicazione di massa a rielaborare tutto in una ‘visionario’. Un’impressione, questa, del tutto melassa informe e far passare quello che fa co- infondata, dato che quei problemi e quelle previ- modo con semplici frasi stereotipate e luoghi sioni e soluzioni proposte erano davvero fonda- comuni del tutto avulsi dal senso (e dai presup- mentali. Miglio era una persona che corrispon- posti, scientificamente fondati) delle sue affer- deva perfettamente alla definizione di Edmund mazioni. In alcune interviste poi i giornalisti si Burke, uno dei maggiori scienziati della politica divertivano a falsarne il pensiero e questo rende di tutti i tempi: “…[una persona] iniziata ai du- più ardua la distinzione del grano dal loglio. Co- ri misteri della verità e della ragione”. La sua me diceva spesso Miglio: “Se si dovessero smen- nitidezza, profondità di pensiero, ampiezza nel- tire tutte le sciocchezze che passano nelle inter- l’unità della visione complessiva risaltano nelle viste, non ci sarebbe più il tempo per altre atti- interviste migliori e lo rendono difficilmente vità quotidiane”. Solo coloro che l’hanno cono- ‘addomesticabile’. Proprio dalle interviste molti sciuto e hanno collaborato con lui sono in grado si sono accorti delle sue eccezionali qualità e di distinguere nelle interviste il falso dal vero e proprio per questo si sono adoperati ad ostaco- soprattutto di indicare e spiegare l’autentico larne il più possibile il cammino o a cercare di senso di affermazioni che possono sembrare ‘rimuoverlo’ e oggi di impedire ai giovani di co- semplici provocazioni, ‘sparate’ estemporanee noscerne il pensiero e l’opera. Spesso nelle in- prive di riscontro nella realtà. terviste esprimeva idee troppo innovative per es- Seguire il succedersi delle interviste a Gian- sere accolte, perché era molto più in là del tem- franco Miglio nel tempo significa ad ogni modo po nel quale è vissuto. Tuttavia sarà proprio il anche poter individuare, scoprire il “filo rosso” tempo, come sempre accade, a consentire di ri- che percorre la sua opera e il suo pensiero, la lo- conoscerne tutta la grandezza e il coraggio.

Nota - Le interviste pubblicate coprono i dieci anni dal 1990 al 2000. La maggior parte sono state pubblicate da quotidiani, alcune da riviste e poche sono trascrizioni di interviste telefoniche o tele- visive. Tutte vengono pubblicate nel testo che è stato stampato, senza modifiche o tagli, anche quando il tema della discussione riguarda fatti e personaggi molto contingentemente legati al momento poli- tico. Sono presentate in rigoroso ordine cronologico e questo aiuta forse a capire lo svolgimento dei fatti a cui sono riferite.

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Nella tana della Lega

di Gad Lerner

RAI 3, ottobre 1990

ianfranco Miglio, professore di Scienze del- (Scrosciante applauso dalla sala) la politica all’Università cattolica di Mila- Non credo che il professore … mi scusi se in- Gno. Lei che è un intellettuale raffinato, cosa terrompo questa intervista…vedo che i simpa- ne pensa del linguaggio e anche dei gesti che tizzanti della Lega hanno occupato le prime file abbiamo appena visto di ? di questo teatro con una scelta più che legitti- Non mi meravigliano assolutamente. Un uo- ma, non credo che il professor Miglio gradisca mo politico che vuole tenere il contatto con l’o- di essere applaudito o fischiato perché più che pinione pubblica, con determinati strati del suo allo stadio è abituato alle aule universitarie e elettorato deve corrispondere an- comunque di certo tutti gli altri che a certe attese, sotto questo nostri ospiti sono venuti per ra- profilo la conoscenza di quello gionare sul fenomeno della Le- che è la carriera degli uomini ga; i vostri applausi o fischi da politici che hanno contato nella questo punto di vista non cam- storia politica ci induce a non biano assolutamente nulla, gra- meravigliarci affatto, perché c’è zie. un Bossi che è quello che abbia- A pagina 168 del suo libro più mo visto qui e c’è un Bossi, inve- recente, che tanta discussione ce, con cui si ragiona, con cui si ha suscitato, Una costituzione discutono i problemi pacatamen- per i prossimi trent’anni, adope- te e non diversamente da quello, ra una parola molto pesante, almeno per quanto mi riguarda, secessione; crede davvero nella che mi è capitato nel discutere possibilità che il Nord d’Italia con altri uomini politici italiani. abbandoni il resto del Paese at- Lo sa che i giornali la indica- traverso una secessione? no un po’ come il teorico, quasi Mah, io credo che, se non si ar- il padre spirituale delle Leghe? riva a correggere i difetti del no- No, guardi, questa è stata una stro sistema politico ammini- coincidenza oggettiva, per due strativo di cui parlavo prima, è ragioni; la prima è la mia con- fatale che la parte più europea vinzione che lo stato nazionale dell’Italia si disponga a separare italiano non abbia basi, di conseguenza finchè le sue sorti da quelle del resto del Paese; nessu- non risolveremo quel problema noi potremo no può essere costretto a vivere in un Paese che sperimentare tutte le soluzioni costituzionali non sente più come il suo. E, d’altra parte, la ma nessuna sarà veramente soddisfacente. formazione della Lega Nord è già il presupposto Un’Italia non esiste, un’Italia unita? di questa condizione che, badi, è durata sempre Un’Italia, una nazione Italia non c’è. Ho sentito nella nostra storia, c’è sempre stata potenziale che anche recentemente De Felice lo ha detto in unità della Valle Padana anche attraverso le di- una delle vostre trasmissioni di canale 3. Ecco, verse divisioni politico costituzionali e giuridi- l’altro motivo è il fatto che io sono fortemente che. Quindi non la considero affatto, così, una partecipe dell’indignazione del Paese, io sono uno minaccia vaga; se, come io credo, nel ’93 ci ac- dei tanti, dei parecchi milioni di italiani che non corgeremo che, anche per volontà di una parte ne possono più di questo sistema politico ed am- della nostra classe politica, noi non entriamo ministrativo. effettivamente nel mercato omogeneo europeo,

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o ci entriamo restando fuori dalla porta, ecco mezzo non si può neanche cominciare a cam- allora questi problemi di coerenza con i propri biare il sistema politico e il modo di governare a ideali di vita si porranno e allora il rischio di amministrare; io credo che metteranno in atto il una secessione si presenta. Del resto viviamo consiglio che ha dato loro De Rita, che è: “Com- nell’epoca in cui i russi stanno cercando di for- prateli!”. giare una costituzione che permetta il diritto di Il presidente del CNEL, Giuseppe De Rita. andarsene, cioè quello che io chiamo il diritto di Ma non dare soldi a Bossi, a Speroni, a Castel- stare con chi si vuole, gli jugoslavi stanno ri- lazzi eccetera, no, cercare di comprare gli elet- schiando una guerra civile per arrivare a quello. tori, le categorie. Io, quello che temo, è che in Lo scenario è proprio di queste ore. Lei ha questo anno e mezzo si allargheranno i cordoni parlato di una parte dell’Italia più europea, nel della borsa, che non è la borsa della stato, è la suo libro addirittura scrive di una attitudine an- nostra borsa, perché sono danari che sono tolti tropologica, che sarebbe un po’ come dire quasi dalle nostre tasche per ridistribuirli a quelle ca- un difetto congenito degli italiani del centro e tegorie che appaiono più inviperite e sono quelle del sud a instaurare rapporti clientelari se non che minacciano di più di votare per la Lega, addirittura mafiosi con i politici; davvero pensa questo è il rischio che ha la Lega. questo? Professor Miglio, nella prossima legislatura Nel mio libro io dico che sono due modelli di lei sarà un senatore della Lega? esistenza e di vita che io rispetto entrambi. Na- Guardi, io nell’intervista che mi ha fatto Sta- turalmente io sento di appartenere, per tutta glieno termino spiegando perché non ho mai vo- una serie di ragioni, al modello dell’Europa fred- luto un mandato parlamentare; c’è un’incompati- da, però anche quello mediterraneo è un model- bilità strutturale fra il mio carattere e il mandato lo; dico semplicemente che non sono conciliabi- parlamentare, vorrei mantenere questa coerenza. li, sono due modelli che non possono essere in- Certo che sarei lieto di poter contribuire, con trecciati, messi insieme. quel poco che so, a guarire il meccanismo costi- Cosa pensa che faranno i partiti politici tradi- tuzionale del mio Paese, ma spero fino in fondo zionali per combattere le Leghe? di poterlo fare senza un mandato politico. Mah, guardi, ormai io credo che in un anno e Grazie professor Miglio.

E se copiassimo la Svizzera? Roma o un’altra città fa lo stesso. L’importante è avere la capitale di uno Stato federativo a modello elvetico e quindi una democrazia rappresentativa compiuta

di Gigi Zazzari

Europeo, 7 dicembre 1990

oma deve continuare a essere la capitale politica all’Università cattolica di Milano. Accu- d’Italia? Più di metà degli italiani, secondo sato di essere stato prima il consigliere di Betti- Ril sondaggio Computel. dice di no. Ma nel no Craxi e oggi il teorico delle leghe (grazie an- coro di quanti hanno sempre giudicato negati- che al recentissimo Una costituzione per i pros- vamente la città dei sette colli, additandola co- simi trent’anni, ed. Laterza), il professor Miglio me grande corruttrice, c’è una voce diversa, che ritiene che non sia quello della capitale il pas- oggi canta su altre tonalità. È quella di Gian- saggio decisivo per una rifondazione istituzio- franco Miglio, 72 anni, ordinario di storia della nale del nostro paese.

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Per me. Roma può tranquillamente rimanere ni di interrelazioni fra le aree che costituiscono la capitale, ma non di questa Italia. Come capi- la repubblica, non è come da noi. tale federale può andare benissimo, l’importante Ma perché promuovere una mutazione politi- è ridefinirne il ruolo all’interno di una revisione co-istituzionale di queste dimensioni? Quali so- costituzionale complessiva e limitare i poteri del no gli obbiettivi di Miglio e dei suoi sostenitori? governo centrale. Che, a quel punto, potrebbe Guardi, tutte le persone di buon senso concor- tranquillamente restare dov’è. dano nell’indicare corruzione e inefficienza co- Pochi e ben definiti i compiti di questo gover- me i peggiori difetti del nostro sistema politico. no federale. La Difesa, i verti- Sono malattie che si possono ci del sistema di polizia, la combattere soltanto in un politica estera e quella finan- modo, cioè dando la possibi- ziaria... O meglio, il coordina- lità a quella parte dei cittadi- mento di queste attività. Pen- ni che normalmente finanzia si per esempio alla politica questa bella baracca di eser- estera: le regioni del Nord po- citare un controllo sul modo trebbero avviare relazioni in cui le risorse vengono di- strette e proficue con le na- stribuite e gestite. zioni del Centro Europa, Questo è il punto fondamen- mentre quelle meridionali tale ed è inutile girarci tanto avrebbero la possibilità di intorno. Ci sono gli ottimisti svolgere un ruolo importante che dicono: “Cacciamo via i nei confronti degli altri paesi democristiani che da qua- che si affacciano sul Mediter- rant’anni sono al governo, e raneo. A quel punto il ruolo mettiamo dei comunisti duri del governo federale sarebbe e puri”. Ma per questa strada essenzialmente quello di non si va da nessuna parte coordinare queste diverse perché ormai, in Italia, le spinte. L’autorità federale non preferenze, e quindi la possi- dovrebbe andare al di là di bilità di essere eletti, si com- funzioni di coordinamento e prano a suon di denaro pub- normazione molto ma molto blico. E allora non basta un generali. semplice ricambio o il batte- Fantapolitica? Forse, però simo di una ennesima com- secondo il professor Miglio sa- missione di vigilanza sulla rebbe molto semplice arrivare correttezza della gestione fi- a una situazione di questo ge- nanziaria. Anche perché noi nere, senza scossoni né trau- italiani siamo specialisti nel mi. creare istanze senza poteri, Cominciamo a permettere invece il punto è proprio che le regioni si colleghino fra quello dei poteri. E, mi cre- loro, cosa che oggi è una spe- da, cambia tutto se io, stato cie di delitto di lesa patria. Io del Nord, contratto con lo sono convinto che se queste stato del Centro o del Sud il relazioni venissero permesse e quanto, il come, il perché di incentivate prenderebbero cor- un certo investimento, com- po naturalmente le tre grandi presa la possibilità di verifi- aree, le macroregioni del Nord, Centro e Sud. A care il rispetto del contratto. Senza un minimo quel punto si tratterebbe soltanto di formalizza- di potere, non si può intervenire sui meccanismi re, di trasformare in legge una realtà già esisten- politico-amministrativi. te, senza strappi e imposizioni. Qualcosa del ge- E non può bastare che i parlamentari eletti nere sta già accadendo in Germania dove sem- nelle zone più ricche, nelle province che forni- pre più prende piede l’idea di accorpare alcuni scono la gran parte delle risorse finanziarie lander un po’ troppo piccoli per rafforzare la pubbliche si mettano a fare con più attenzione struttura federale. Ma lì hanno alle spalle decen- il loro lavoro di verifica sugli stanziamenti? C’è

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proprio bisogno di questo profondo cambiamen- ti. Questa frazione di politici schiaccia la vera to istituzionale per curare l’inefficienza dell’am- classe dirigente del Sud che potrà invece trovare ministrazione, per interrompere quel meccani- nuovi spazi e nuove possibilità con una struttu- smo perverso denunciato da Giorgio Bocca nel ra federale. Vede, non si può cambiare la natura suo ultimo libro (La disUnità d’Italia, ed. Gar- degli uomini, ma con le leggi e, come diceva zanti), che ha sì elevato il reddito nelle regioni Montesquieu, con la contrapposizione dei poteri meridionali, ma senza creare un reale sviluppo reali si può costringerli a essere meno delin- economico? quenti. Ma anche i parlamentari sono inseriti nel si- L’unica prospettiva, insomma, è la guerra to- stema. Naturalmente la gestione delle risorse tale all’attuale sistema politico italiano. Ma esi- pubbliche a fini clientelari è molto più diffusa al ste un modello, uno stato, che, in qualche mo- Sud che al Nord, ma nessuno ha le mani pulite. do, possa servire come esempio per il futuro au- È tutto il sistema che non funziona. Per esem- spicato da Miglio? pio, perchè non si è mai costituita un’associa- Il modello è a pochi chilometri da noi, la Con- zione dei parlamentari lombardi? Perché si co- federazione elvetica. E non è vero, come ho sen- stituisce adesso, però nella forma della secessio- tito qualcuno sostenere, che si tratta di uno ne operata dal movimento delle leghe? Non han- schema buono solo per la Svizzera perché è pic- no mai fatto valere le loro ragioni perché erano cola. Queste sono sciocchezze. L’essenza della ammanicati. Quando c’era un senatore setten- struttura confederale è lì, naturalmente sarebbe- trionalista, lombardista come Giovanni Marcora, ro necessari degli ammodernamenti, delle modi- e la sua scomparsa per la Dc è stata una trage- fiche, ma il prototipo è quello. Adesso la modelli- dia, era nato un ponte fra Lombardia e Irpinia. stica delle strutture federali, confederali, quasi La corrente di Base aveva due gambe, Marcora al federalista aumentando a dismisura, soprattutto Nord e De Mita al Sud. per quello che accade nei paesi dell’Est, con l’U- Così, in realtà, il sistema si era rafforzato nella nione Sovietica in testa. Anche lì il punto di sua forma perversa. E poi, guardi i democristia- partenza della trasformazione non è stato un ni del Nord: loro sanno benissimo che la poten- moto democratico, ma la spinta verso l’autono- za del loro partito deriva dai voti che raccoglie mia delle repubbliche. E se verrà approvata la nel Sud. Preferenze ottenute grazie al fiume di più recente riforma istituzionale messa a punto denaro che alimenta le clientele. Di conseguen- dopo le ultime rivolte, verrà fuori che il Politbu- za, il sistema gli va bene così com’è. ro sarà sostituito da un collegio dei grandi elet- È inutile, l’unica via d’uscita è la modifica del- tori capi delle repubbliche. l’equilibrio dei poteri. Questa forma direttoriale è la caratteristica Il che non significa che il flusso di denaro ver- più importante della Confederazione svizzera. E so le regioni meridionali si debba interrompere, se questo dovesse accadere, cioè l’applicazione ma vuol dire dare la possibilità a chi paga di di uno schema svizzero a un ex impero di di- controllare e verificare l’utilizzo degli stanzia- mensioni colossali, sarebbe l’ultima, definitiva menti, sostiene Miglio. smentita per coloro che mi accusano di avere Sarebbe una quaresima non sulla sostanza de- ideato un progetto istituzionale che va bene sol- gli aiuti, ma sul modo di adoperarli. Io difendo tanto per stati di dimensioni limitate. l’idea di un senato in cui i rappresentanti rego- E a quelli che l’accusano di essere il teorico larmente eletti delle tre macroregioni contratta- del senatore Umberto Bossi, che cosa ha da di- no e impegnano il governo a controllare obbiet- re? tivi, quantità e procedure. Solo così si può impe- In primo luogo voglio sia ben chiaro che non dire che le province del Sud diventino fonte di trovo affatto offensivo essere accomunato alla quella ormai patologica infezione che sta stra- Lega. E poi consiglierei a quei signori di leggere volgendo anche le basi della prosperità del Nord. un po’ di più. Perché io queste cose non le dico Tra l’altro non va dimenticato un altro aspetto adesso, ho cominciato a sostenerle quando il se- che fa intravedere interessanti prospettive. Sono natore Bossi portava ancora i pantaloni corti. Se convinto che nel Sud ci sia una classe dirigente lui, o qualcun altro, vuole usare le mie idee e i repressa e schiacciata fra le strutture mafiose da frutti dei miei studi, a me va benissimo. È il mio una parte e, dall’altra parte, quella frazione di mestiere quello di fabbricare cartucce. E se classe politica che si è incistata a Roma, legata a qualcuno le spara, vuol dire che non sono fatte queste strutture mafiose che le procurano, i vo- poi così male.

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Prima riforma? Pochi deputati e meno pagati Il costituzionalista Gianfranco Miglio suggerisce la ricetta per uscire dalla crisi dello Stato. E aggiunge: “Basta con i rampanti e i dilettanti in Parlamento. Largo ai veri professionisti”

di Massimo Dini

Europeo, 24 maggio 1991

i sono voluti i minuetti, i dialoghi surreali e sistema istituzionale in gran parte sbagliato, ten- le invettive del supermatch istituzionale per de a soddisfare il proprio “particulare”, salvo poi Cmetterli una volta tanto d’accordo. Non che indignarsi quando vede l’effetto della sommatoria adesso militino dalla stessa parte della barricata, di tutti gli egoismi individuali. tutt’altro, però almeno su un punto, una concisa Che la perversione stia nella partitocrazia è locuzione, adesso concordano: “Ora basta... L’ha chiaro a tutti. Meno chiaro è come si sia arrivati scritto Norberto Bobbio, uno dei rari padri della a questa degenerazione. Hanno forse sbagliato in patria a non aver perso credibilità, in un editoria- qualcosa i “padri della patria” al momento di re- le apparso sulla Stampa 1’8 maggio scorso e subi- digere la Costituzione? to Gianfranco Miglio, ex partigiano, costituziona- “I costituenti di errori ne hanno commessi tan- lista insigne, ideologo del federalismo e delle Le- ti, secondo me, e ogni giorno ne trovo di nuovi. ghe, soprannominato da Repubblica “l’anti-Bob- Ma l’errore di aver creato la partitocrazia quello bio”, ha colto l’occasione per rilanciare quel con- no, non lo hanno commesso. cetto del “non se ne può più” che lui, per la verità, E allora chi è il colpevole? aveva espresso a chiare lettere già da un pezzo. Io sostengo che il dilagare dei partiti, del regi- Allora, professore, una volta tanto si trova me spartitorio, della lottizzazione è probabilmen- d’accordo con Bobbio... te la conseguenza del fatto che l’Italia non ha mai Intanto vorrei precisare che io non sono l’anti- avuto una burocrazia vera, paragonabile, per Bobbio, anche perché lo stesso Bobbio ha finito esempio, a quella francese. E in questo vuoto che per svuotare di significato politico la contrapposi- si sono gettati e inseriti gli uomini dei partiti. zione tra normativisti e decisionisti. Semmai io Lei una volta ha detto: “I nostri guai comincia- allargherei la sua espressione: ora basta non solo no con la frase di Nenni: “Politique d’abord”. con il modo in cui si fa politica oggi ma anche con E lo ribadisco. Tutti gli uomini alla Nenni so- questo sistema. Siamo arrivati al limite. O cam- stengono il primato del pubblico, del politico. Og- biamo le regole del gioco o andiamo al diavolo. gi noi invece sappiamo che la salute di un paese Nel 1970 Arturo Carlo Jemolo scriveva ad Ales- civile dipende essenzialmente dall’equilibrio tra sandro Galante Garrone: “Sempre più mi convin- area del privato e arca del pubblico. Il vero princi- co che gli italiani desiderano il mal governo”: ne pio originale della divisione dei poteri e delle ga- è convinto anche lei? ranzie dei cittadini sta in questa eguaglianza. In Jemolo ha detto spesso delle cose sulla sovra- Italia siamo all’opposto: la partitocrazia è diventa- nità popolare che io non condivido, però questa ta il mostro che è perché ci troviamo di fronte a sua affermazione mi trova consenziente. Senza un professionismo politico sregolato. dubbio gli italiani hanno contribuito a spingere la E lei, dopo aver detto “ora basta”, che cosa classe politica verso certi comportamenti. Voglio propone? dire che ognuno di noi, con la complicità di un Una delle vie di uscita, secondo me, sta nel re-

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stringere l’area del pubblico e nel consentire la riforma da fare, ce ne sono almeno tre. Prima di formazione di una classe di professionisti della tutto è necessario rendere autonoma la legittima- politica, riducendo il professionismo brado per zione di chi governa, sia esso un presidente alla cui non c’è sciocchino di giovane rampante che francese oppure, come suggerisce il Gruppo di non si metta a studiare da deputato. Bisogna Milano, un primo ministro eletto direttamente stroncare tutte queste forme di accesso facile alla con un presidente garante. politica. Ciò che è fondamentale è che chi governa abbia Ha in mente qualche modello? una legittimazione popolare così come l’hanno i La Svizzera, per esempio. È un paese felice per- parlamentari. Ma deve essere divisa, distinta, per- ché lì i politici di professione sono pochissimi. Gli ché soltanto così il governo diventa autonomo, stessi parlamentari non campano affatto del loro autorevole e stabile. Secondo: bisogna fare in mo- mandato come fanno i nostri che ora son lì a di- do che il Parlamento sia messo in condizione di scutere sul milione più milione meno. non intervenire nell’azione del governo e si limiti Nell’aprile scorso, e proprio sull’Europeo, lei di- a controllarlo, rovesciandolo soltanto in casi ec- fese a spada tratta Cossiga. Ha cambiato idea do- cezionali. Terzo: per liberare il Parlamento dalla po un mese di scontri pressoché quotidiani tra il rappresentanza di interessi particolari, diciamo Quirinale e alcuni partiti, più o meno trasversali? pericolosi, è necessario che questa rappresentan- Niente affatto. Oggi approvo più che mai l’ini- za sia riportata alle assemblee macroregionali o ziativa di Cossiga: il presidente si fa carico del agli Stati di una federazione. Il Parlamento nazio- collasso del sistema e si preoccupa di facilitare il nale, ridotto di numero, deve essere costituito passaggio a una nuova e diversa Repubblica. soltanto di legislatori, di gente che è costretta a Eppure molti interpretano questo diverbio occuparsi di cose serie. spesso scomposto come un ulteriore segnale del- Resta il fatto che la situazione, almeno al mo- l’agonia del regime... mento attuale, è bloccata. Per cambiare la Costi- Certo, il fatto che Cossiga sia costretto a entra- tuzione sarebbe necessario un consenso ampio re in urto con le forze politiche - forze che non che non esiste... hanno nessuna voglia di cambiare il sistema e Diciamo che non esiste in questo Parlamento. neppure di correggerlo - è tutt’uno con la crisi Perciò io sarei favorevole a una campagna eletto- del sistema. È la crisi stessa, in altre parole, che rale, anche lunghissima. nella quale però i citta- impone al presidente di litigare. dini siano resi consapevoli delle posizioni dei par- Ma questo sistema troverà mai la forza di au- titi. Si dovrà cioè capire chi vuol innovare e come tocorreggersi? vuol innovare, e chi invece vuole conservare. I Per parare il rischio di diventare una repubbli- più furbastri vorrebbero elezioni subito perché ca del socialismo reale, si è formato in Italia 40 nella confusione generale i cittadini si comporte- anni fa uno schieramento moderato intorno alla rebbero ancora una volta come ha detto Bobbio: Democrazia cristiana, un partito che oggi di cri- voterebbero con la testa nel sacco. stiano e cattolico ha ben poco ed è piuttosto un Lei delinea già scenari radicalmente mutati, grande coacervo di moderati che a poco a poco si ma, occorre ricordarlo, c’è chi sostiene che l’ago- è incrostato; è servito a salvarci, è vero, adesso nia del sistema potrebbe anche essere molto lun- però ci sta strozzando. ga, una sorta di lenta e progressiva decadenza. Oggi qualunque modifica della Costituzione Io sono convinto che le prossime saranno ele- trova nella Dc c nelle sue risibili proposte di rifor- zioni di fuoco, una zuffa mortale. Ma credo anche ma l’ostacolo principale. che i paesi che si salvano sono quelli che passano E lei ritiene che esista un modo per superarlo? attraverso certe crisi. Chi si illude di coprire al- Sì. Ma soltanto se, come credo, alle prossime l’infinito, di minimizzare, come fa Forlani, e di elezioni la composizione del Parlamento cam- poter andare avanti così chissà per quanto tempo bierà profondamente per il frantumarsi del parti- ancora si sbaglia di grosso. Oggi ci sono forti pos- to comunista, per l’avanzata delle Leghe e quindi sibilità di affrontare la grande febbre e di guarir- della protesta dei cittadini. ne. Sartori ha espresso recentemente un bellissi- Può darsi, ma forse la gente si chiede anche mo pensiero che sottoscrivo a due mani. C’è un quale tra le tante riforme istituzionali di cui si modello americano, un modello inglese, uno parla è davvero essenziale per uscire da questa francese: è mai possibile che l’Italia di Machiavelli impasse... non sia capace di darsi un sistema che vada bene Bisogna chiarire subito che non c’è una sola per i suoi cittadini?

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Qui tutti sognano la marcia su Roma Gli amministratori locali, dice Miglio, si guardano bene dall’imparare a gestire la loro Regione; sono troppo impegnati nella corsa alle poltrone di Camera e Senato

di Salvatore Gajas

Europeo, 21 giugno 1991

er capire come mai le Regioni non funzio- sottolineatura di queste differenze, verso l’auto- nano, perché spendono troppo e male, oc- nomia locale... Pcorre andare a vedere come sono nate. Neanche per sogno. In realtà si trattò di una Gianfranco Miglio, professore di scienza della colossale presa in giro. Innanzitutto, perché le politica all’università Cattolica di Milano, costi- regioni non erano facilmente identificabili: lo tuzionalista insigne. “ispiratore politico” (una stesso don Sturzo, che era in fondo un sincero etichetta che però lui rifiuta) dei “Lumbard” del assertore delle autonomie locali, non sapeva be- senatore Umberto Bossi, ne è convinto: le Re- ne che pesci prendere. E nel delineare i confini gioni italiane sono marce da sempre. E non delle regioni cambiava continuamente parere. possono essere salvate. Non c’è altro sistema E come fu risolta la cosa? che cambiare tutto. Alla radice, spiega. Prima Nel peggiore dei modi. Tracciando confini ancora delle Regioni. negli anni immediatamen- astratti e suddividendo l’Italia in regioni per te susseguenti alla Unità d’Italia, la monarchia nulla paragonabili fra loro. Come fanno a convi- pose mano alla costituzione delle Province. E fu vere, e soprattutto ad avere le stesse norme am- quello il modello che l’Italia si è portata dietro ministrative, regioni “arcaiche” tutte incentrate fino a oggi: enti amministrativi locali stretta- su una sola città come il Molise e moderne “city- mente dipendenti dal centro: nessuna autono- regions” come la Lombardia?. mia politica e, fattore che in alcuni casi è anche Ma oggi ciascuna Regione può legiferare in più importante, nessuna libertà di scelta finan- modo autonomo. Non è abbastanza? ziaria. In teoria, questa è una gran bella cosa. Ma c’è Le Regioni nate nel secondo dopoguerra sa- un vizio di fondo, un difetto storico. Come dice- rebbero dunque le copie carbone delle vecchie vo prima, anche le regioni sono state viste come Province governate da Roma attraverso il pu- uno strumento del potere centrale, sin dai tempi gno di ferro dei prefetti? della Costituente. E non è un caso che l’ordina- Certo. E basta poco per capirlo. Del resto i di- mento, l’architettura costituzionale, sia uguale a fetti sono gli stessi: anche allora, per esempio al quello dello Stato. Una buffa, un po’ patetica pa- tempo di Minghetti, i politici locali adoperavano rodia: così abbiamo venti parlamentini regiona- la Provincia come sgabello per la scalata al pote- li, venti minigoverni, venti presidenti di questi re vero, quello di Roma. Nulla cambiò con il minigoverni. Insomma, si sono moltiplicate le passare degli anni: venne De Pretis, poi Giolitti, poltrone: e tutto è cominciato peggio di prima. infine Mussolini, ma il problema della “omoge- Anche oggi i politici locali vedono gli incarichi neizzazione” di un Paese così diverso nelle sue nei consigli e nelle giunte regionali solo come lo componenti non fu risolto. E “non” poteva esse- sgabello per arrampicarsi fino al Parlamento. re risolto: le differenze non vanno schiacciate, Con quali conseguenze? vanno esaltate... Quelle che sono sotto gli occhi di tutti. Ammi- Ma le Regioni furono il primo passo verso la nistratori regionali che si guardano bene dal-

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l’imparare a gestire la loro Regione, dall’applica- Stati sovrani. E poi lo spezzettamento in venti re le buone norme di una amministrazione sana unità amministrative, le Regioni appunto, è sba- ed efficace. La ragione è una sola: sono troppo gliato, antieconomico e antistorico. impegnati nella loro marcia al potere... Sta parlando del suo progetto di dividere l’Ita- E quali possono essere i rimedi? lia in tre? Restituire dignità agli amministratori locali Sa cosa le dico? Sto cambiando idea: non più in cambiando sistema. E riaggregando l’Italia in al- tre, ma in due. Da una parte la Padania, dall’altra tro modo. Quando i politici regionali non do- Emilia-Romagna. Toscana, Umbria, più il Sud e le vranno più, come accade oggi, gestire denaro la isole. Insomma, l’Italia mediterranea e quella più cui destinazione d’uso è interamente stabilita a strettamente continentale, lasciate entrambe li- Roma, quando non dovranno più mandare le lo- bere di darsi i modelli di architettura costituzio- ro leggi a Roma per farsele approvare (cosa che nale che più sentono congeniali. In più, si può capita sempre più di rado), allora prenderanno ipotizzare un territorio federale: Roma. gusto al lavoro che fanno, e lo faranno molto, E quali sarebbero i vantaggi? molto meglio. Maggiore semplicità di rapporti, maggiore Questa, in fondo, è la ricetta suggerita dai chiarezza istituzionale. Il tutto a una sola condi- presidenti delle Regioni, che negli ultimi tempi zione... hanno chiesto che anche le Regioni a statuto Quale? ordinario divengano a statuto speciale, con Che, rivedendo la Costituzione, si abbandoni maggiore autonomia impositiva e di spesa. per sempre il Titolo Quinto, quello che definisce No. Anche quella è una finta autonomia. Io sto la suddivisione dell’Italia in Regioni, Province e parlando di autonomia “reale”. Qualcosa di mol- Comuni così come sono oggi. to simile, per intenderci, ai rapporti che oggi vi- E spero proprio che, un giorno, lo si studierà gono fra i Lander tedeschi. Che sono legati tra nelle scuole come esempio di mostruosità giuri- di loro da trattati bilaterali, cioè da accordi tra dica.

Aspettando Robespierre Chi vincerà in Italia. Nuove scommesse. Una classe politica allo sbando e un paese arcistufo. Per il professor Miglio, teorico del presidenzialismo, non resta che sperare in una rivoluzione. Come quella del 1789

di Chiara Beria di Argentine

L’Espresso, 4 agosto 1991

ochi giorni fa una limousine nera si è fer- È stato un colloquio molto importante sulla mata in cima alla salita dei Cappuccini, a crisi italiana, ammette Miglio, professore ordi- PComo. nario fuori ruolo di scienza della politica, all’U- Nella villa di Gianfranco Miglio, 72 anni, il niversità Cattolica di Milano. Miglio si è conqui- massimo teorico del presidenzialismo e testa stato, anche negli ambienti del Dipartimento di d’uovo dell’autonomismo federalista, è entrato Stato, la fama di scienziato che azzecca le pre- un alto funzionario dell’amministrazione ame- visioni dopo aver inutilmente avvertito il gover- ricana arrivato da Washington per parlare con no Usa, nei mesi scorsi, che in Jugoslavia i serbi il professore. avrebbero reagito con le armi. Anche questa

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volta, racconta Miglio, il mio interlocutore, do- ha portato i nostri governanti a realizzare un si- po aver ascoltato la mia diagnosi è sbottato: “Sì stema di consociativismo generale, unico al professore, ma tanto gli italiani non spareranno mondo. Questo sistema ha prodotto vari effetti. mai”. Ho ribattuto “Sarà, per intanto hanno co- Prima di tutto ha annullato il regime democrati- minciato a non pagare più le tasse”. co rendendo impossibile l’alternanza; in secon- Professor Miglio, può spiegarci che cosa in- do luogo ha rovinato i conti dello Stato; infine tendeva dire con quella frase indirizzata a Wa- ha prodotto una “faccia comune”, nel senso che shington? il cittadino non riesce più a capire dove sta la La mia impressione è che ci siamo quasi. Per- maggioranza e dove comincia l’opposizione. Ab- sino un cinico come Vladimiro Zagrebelsky, au- biamo un partito unico, diviso in sezioni, tutte tore del cosiddetto “paradosso Zagrebelsky” (più ammesse al tavolo e quindi anche al pasto. le riforme sono necessarie e meno è possibile Insisto: ci sarà pure qualche faccia nuova sul- farle), è arrivato a scrivere che se la nostra clas- la quale puntare. se politica non capisce che deve dare un taglio ai Certo, personaggi ne vengono fuori, ma tra- suoi interessi particolari e trovare un interesse montano facilmente: basti pesare al caso di Bet- comune, è ormai perduta. tino Craxi. Ci sono volti ancora puliti, come Mi faccia capire meglio. Anche perché, un quello di Leoluca Orlando o di Mario Segni, ma conto è che sia in pericolo la partitocrazia, altro non fanno primavera: non hanno dietro le folle. invece è se, a correre dei rischi, è la democra- La verità è che la classe politica è ormai una zia. Cosa dobbiamo aspettarci, forse un nuovo Mussolini? No, oggi non c’è nessuna potenziale oligarchia capace di far da sostegno a una nuova classe po- litica. Piuttosto colgo parecchie analogie con la genesi della rivoluzione francese. Proprio la crisi finanziaria e contributiva annunciò la rivoluzio- ne dell’89: solo quegli incoscienti dei nostri uo- mini politici non lo sanno. Lei parla di segnali non decodificati, di analo- gie. A cosa si riferisce? Penso prima di tutto al vistoso calo dell’autotas- sazione. E poi ancora: l’arroganza della classe po- litica. Anche in quel luglio di due secoli fa chi de- teneva il potere andò incontro alla catastrofe sen- za accorgersene. La nostra classe politica sta ma- nifestando un evidente fastidio per il disprezzo che la gente prova nel suoi confronti: è un segnale di come la contrapposizione tra classe politica e opinione pubblica sia totale. Ma c’è di più. L’Italia è ormai un Paese a “elevato tasso di disprezzo re- sorta di “melting pot”, un crogiuolo dove c’è di ciproco”: i cittadini disprezzano tutti i politici che, tutto. La differenza cruciale è che, a questo pun- a loro volta, disprezzano gli imprenditori. to, esistono dei cittadini ed esiste una potenziale Gli imprenditori disprezzano i politici, anche classe politica che, almeno per ora, non si è se poi li usano. sporcata le mani. Sono loro oggi gli unici uomi- Lei, però, parla della classe politica italiana ni contro: i leghisti elettori e i dirigenti della Le- come se fosse un’entità unica... ga. Del resto non sono l’unico ad aver capito la È proprio questo il punto: mentre, per esem- loro potenzialità. pio in Francia, François Mitterrand è arrivato al Di chi sta parlando? potere dopo aver combattuto per anni con le un- Penso a Giuseppe De Rita autore della famosa ghie e con i denti, la peculiarità del caso italiano frase: “comprateli”. De Rita non pensava che bi- è che, a un certo punto, anche l’opposizione e sognasse corrompere Umberto Bossi, come poi stata associata. E non certo per il pericolo d’im- ha fatto uno sprovveduto offrendogli 70, 80 mi- possibili rivoluzioni. È stata la viltà tipica del liardi per toglierselo dai piedi. Lui voleva dire mondo cattolico e anche del mondo liberale che “comprate i loro elettori”.

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Poiché anche lui è un cinico, mi ha poi spie- canismi saranno sfasati, è allora che si dovranno gato la sua teoria: per togliere acqua alla Lega prendere delle decisioni. Pensare che non abbia- bisogna estendere quella che chiama “tecnica mo un corpo armato e potevamo averlo: la poli- del coinvolgimento clientelare”. Tesi tanto intel- zia regionale poteva essere un corpo armato co- ligente quanto affascinante. me quello degli sloveni. Ritorniamo alla sua teoria delle “tasche”. Non Benissimo professore! E per continuare con le pensa che, a un certo punto, possa essere il analogie, in quel luglio del 1789, chi avrebbe mondo imprenditoriale a scendere in campo? voluto essere? Ma li guardi in faccia i nostri imprenditori! In Se fossi stato con il re, altro che Mirabeau, sa- particolare quell’ambiente “merloniano” che rei stato un esecutore spietatissimo. Tra i rivolu- ruota attorno alla Confindustria romana: è tutta zionari invece credo sarei stato molto vicino a gente alla quale questo regime va benone. Vo- Robespierre. Andrea Barbato ha detto che sono glio, però, aggiungere una considerazione: all’i- un giacobino di destra: ottima intuizione. E, poi, nizio dell’89 chi conosceva Danton, o Robespier- le rivoluzioni sono belle perché si rischia la pel- re, o l’abate Sieyès, il vero genio della rivoluzio- le. La prova che abbiamo una classe politica mi- ne? Sono emersi a un certo punto dal melting serabile è che quando hanno ammazzato Moro, pot come dei carciofi. quelli se la sono fatta sotto.... Sbaglia chi pensa che anche dietro l’ultima Non le sembra di esagerare con le provoca- sortita di Bossi sulla rivolta fiscale, ci sia pro- zioni? prio lei, professor Miglio? Ai miei allievi ho sempre detto: voi che studia- A Bossi devo dare una lavata di capo. Era una te per diventare deputati, vedrete che, al mo- carta da tirar fuori al momento giusto, non mento opportuno, ve la aprono la pancia. La po- adesso che siamo ancora nella fase di prepara- litica è bella perchè si rischia la vita: se fosse so- zione della crisi. lo l’arte di imbrogliare il prossimo, allora sareb- Quando verrà il momento, quando tutti i mec- be veramente una cosa miserevole.

Miglio: sconfitta? No, vittoria

di Alberto Capece Minutolo

Il Giornale, 12 ottobre 1991

a quale sconfitta, questa scissione è una alcuni già arrivati a posti di potere abituati a vittoria di Bossi. Gianfranco Miglio, il con- cercare il consenso tra gli altri partiti per otte- Msigliere del lider maximo” della Lega, è nere qualcosa di concreto. È l’impostazione per- paradossalmente contento. Anzi più scava nel dente, perché gli elettori hanno privilegiato lo fondo torbido e inquieto dell’elettorato e più scontro frontale con il sistema. La riprova è nel pensa che l’allontanamento di Castellazzi e fatto che molti si arrabbiarono quando Bossi, compagni sia stata la mossa giusta. E del resto accennò a una possibile alleanza con le sinistre. il politologo che è diventato la bussola dei lum- Ma un blitz così improvviso non sconcerta? bard non è forse estraneo alla decisione. Magari La crisi in realtà durava da mesi. Le linee di con un suggerimento sussurrato dalla sua posi- Bossi e Castellazzi erano difficilmente concilia- zione di osservatore che si impegna non nella bili. È diventato impossibile farle coesistere in politica, ma nel capire la politica. un periodo preelettorale. In questo modo la Le- Questa vicenda - dice - non mi sembra di ga ritorna dura e pura. grande portata. Castellazzi non ha un grande se- Ritorna? Dunque c’era stato un appannamen- guito tra gli elettori, solo un modesto aggancio to? tra i quadri. Appartiene a quella linea seguita da Si c’era stato proprio perché era diventata me-

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no chiara la contrapposizione al sistema dei par- scontro totale con le forze politiche tradizionali titi. Ora però la Lega viene rilanciata. Bossi in sono stati proprio i piemontesi e i veneti. questi giorni è subissato di telegrammi e telefo- Però se la Lega in primavera otterrà un gros- nate che lo appoggiano. so bottino elettorale non dovrà necessariamente Ma Castellazzi e i suoi non possono comun- seguire la via di Castellazzl, quella di un acco- que erodere il consenso elettorale del lumbard? modamento con gli altri partiti? E dunque pro- No perché i dissidenti si trovano in un vicolo prio la vittoria non sarà l’inizio della fine? cieco. O ottengono corda dai partiti e allora si La Lega potrà diventare determinante quando alienano i voti di protesta antisistema e danno il avrà il 40 per cento dei consensi: prima di allora destro a Bossi di dire: vedete avevamo ragione, si potrà tenersi fuori. Bossi comunque è convinto sono messi col nemico. Oppure le forze politiche che il prossimo Parlamento sarà cosi frammenta- li scaricano e si ritroveranno isolati. to da richiedere nuove elezioni molto ravvicinate. Non pensa che alla periferia dell’Impero, os- E l’Italia intanto? sia in quelle regioni dove la Lega non ha ancora Si spaccherà in due, con le Camere che non la forza che ha in Lombardia, la scissione possa riusciranno ad unire i brandelli. Si avrà una si- smorzare gli entusiasmi? tuazione come quella del Belgio, anche senza le Penso esattamente il contrario. Del resto alla divisioni etniche tra fiamminghi e valloni. “dieta” di Mantova i sostenitori più duri di uno Purtroppo anche Waterloo è in Belgio.

Come Le Pen? Purtroppo no, per fortuna no

L’Espresso, 9 febbraio 1992

n Francia il fenomeno del Tra Bossi e Le Pen non rie- Fronte nazionale di Jean- sco a vedere alcuna analo- IMarie Le Pen, un misto di gia. Le Pen è un prodotto ti- razzismo e sciovinismo che pico della vita politica fran- sembra marciare addirittu- cese, dove ci sono periodica- ra verso il 20 per cento dei mente esplosioni di sciovi- voti, sta sconvolgendo gli nismo molto radicali. In Ita- equilibri politici. È possibile lia, al contrario, uno sciovi- che in Italia il fenomeno Le- nismo come quello francese ghe eroda voti e consensi ai non l’abbiamo mai cono- partiti maggiori fino a mo- sciuto, basta ricordare la dificare profondamente i reazione popolare alla cam- rapporti di forza parlamen- pagna antisemita. Anche tari? E c’è qualche cosa nel sotto questo profilo ritengo programma dei leghisti che quindi che il destino dei ricordi le parole d’ordine del movimenti di Bossi e di Le lepenismo? Al professor Pen sia molto diverso. Gianfranco Miglio, politolo- In Italia il razzismo è stato go, teorico e acceso sosteni- un fenomeno estremamente tore delle “Leghe”, abbiamo superficiale, non ha mai chiesto quali analogie e coinvolto le moltitudini. quali differenze ci sono tra Certo, ci sono in alcuni le- Bossi e Le Pen. ghisti proteste contro i rap-

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presentanti dello Stato e il loro potere coercitivo. di carattere universalistico. Magari non ama Ci sono reazioni che diventerebbero forse an- molto i suoi simili e le persone di estrazione di- che più consistenti di fronte a un’eccessiva pre- versa che vengono da altri Paesi, però non è as- senza di immigrati di colore nel Paese. Ma per i solutamente capace di odiarli. contatti che ho con loro non riesco a vedere nei Non dimentichiamo che la riluttanza degli ita- seguaci della e della Lega Nord liani all’odio etnico e razziale fu il tormento di atteggiamenti paragonabili o riconducibili alle Mussolini. Egli sentiva il nostro popolo troppo posizioni contro gli immigrati che ci sono in bonario, troppo dedito all’abbraccio con tutti, e Francia. vedeva in quest’atteggiamento un ostacolo al Non credo quindi che Bossi abbia alcuna pos- progetto di farlo diventare un popolo di domina- sibilità di assumere un ruolo analogo a quello tori. che va svolgendo Oltralpe Le Pen. Durante l’impresa etiopica, quando vedeva che Dal punto di vista strettamente politico può i nostri legionari mettevano su famiglia con le anche essere un punto di svantaggio per lo svi- donne di quel Paese, che avrebbero dovuto esse- luppo delle Leghe. Il lepenismo, in Francia, può re parte di un popolo dominato, Mussolini si in- essere un fatto pagante, in Italia no. Per fortuna, ferociva. Sentiva che gli italiani erano un popolo dico io. che non mostrava rispetto agli altri un ruolo di Questa differenza ha ragioni profonde. superiorità, e quindi non erano la materia prima L’italiano ha verso gli altri un atteggiamento su cui fosse possibile fondare un impero.

E ora Miglio chiede una nuova Costituente Parla l’ideologo della Lega: “Ci sono ancora troppi politici di mestiere”

di Paolo Bonaiuti

Il Messaggero, 8 aprile 1992

alle vetrate di casa, il professor Gianfranco Che fine faranno tutti questi voti? Miglio osserva le cime vicine della Svizzera Abbiamo voluto andare in Parlamento non De sogna che alle prossime elezioni (“Ma già certo per star lì a fare la calza. quest’ultime ci hanno dato una bella spinta in Entrereste in un governo? E quale? avanti”) anche l’Italia del Nord sarà in stile Seguiremo due criteri. Primo: vediamo cosa svizzero, federale. Il giorno dopo la vittoria, l’i- intendono fare, quali proposte avanzeranno i tre deologo della Lega, 74 anni, docente di Scienze partiti più forti di noi numericamente. Secondo: politiche alla Cattolica e produttore di vino a non si toccano i nostri due punti di fondo. tempo libero nell’Alto Lario, è doppiamente Quali sono Questi punti? contento. Eletto due volte al Senato, a Como e a Bisogna cambiare la sostanza del sistema poli- Milano, per poco secondo nel collegio di Pavia, tico: ovvero la Costituzione. Non solo, questo esulta allo stesso tempo per il trionfo della sua cambiamento deve incorporare gli elementi di Lega: 3.337.000 voti e 55 deputati alla Camera, una struttura federale dello Stato. 2.720.000 voti e 25 seggi a Palazzo Madama, il E dove si può trovare un punto d’incontro tra secondo partito dell’Italia del Nord. la Lega e i partiti tradizionali?

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Dipende dagli altri partiti. Bisogna vedere, ma Perché Bossi non riesce a trapiantare il leghi- sono scettico, se riescono a mettere insieme un smo nel Meridione? governo stabile e forte. Un governo che sia in Perché molta gente del Sud ha capito che la grado di prendere quelle decisioni dolorose ma Lega metterebbe in forse le loro fonti di reddito necessarie da qui all’autunno, per risanare l’eco- incassato ma non prodotto. nomia e la finanza pubblica. In definitiva, il vostro successo nel Nord quali Lacrime e sangue, professore? effetti provocherà? Certo. Lacrime e sangue. Lo sanno tutti. Una spinta verso l’autonomia, verso lo Stato Pensate pure voi a un governissimo? federale. Le leve del potere non debbono più re- È difficile che un governo di coalizione del ge- stare a Roma dove si sfrutta la produttività del nere possa prendere provvedimenti che vadano Nord per alimentare le clientele del Sud. bene a tutti, dai liberali alla Quercia. Possibile che non vediate altra soluzione ai E allora? problemi italiani che tagliare il Paese? Ho colto un elemento positivo in una dichia- Respingiamo l’ipotesi di affidarci a un demiur- razione del socialista Forte, che propone di ri- go, a un uomo forte. Craxi credeva di esserlo, mettere la soluzione del “problema economia” ma non lo è. Cossiga? No. Diventerà uno dei ca- agli organi istituzionali finanziari. In parole po- pi della nuova Dc. Il demiurgo non esiste. vere, alla Banca d’Italia e altri. In tal modo, i po- E allora? litici potrebbero dedicarsi interamente alle rifor- Il Sud deve essere liberato attraverso la libera- me del sistema costituzionale. zione del Nord. La soluzione di tutti i nostri In sostanza, cosa suggerite ai politici? problemi è la federazione. Di formare una Commissione costituente. Come spiega lo slogan “Roma ladrona”, che Non basta la riforma elettorale. C’è un lavoro molto, molto più complesso da fare. Esclude nuove elezioni a breve ter- mine? Assolutamente no. Se le dico che sono favorevole a una delega alle isti- tuzioni monetarie, può capire quanto stimo i politici. Questa vittoria non vi basta No. La gente vede che molti politici di mestiere sono ancora lì, in Parla- mento, anche se ridotti di numero. Troppo poco li abbiamo sforbiciati, noi della Lega. Con quale Dc potreste trovare un’intesa? ha dominato anche l’altra sera la festa della Le- Ha ragione Mario Segni quando dice che tutta ga al Palalido di Milano? la dirigenza democristiana deve andarsene. Non Chi ha buscherato noi e Roma è la classe poli- bastano certo le dimissioni di Forlani. tica che si è incrostata attorno alla capitale. In E Craxi? questo modo si è creato un ponte perverso di Ha le gomme bucate. notabili tra Roma e il Meridione. Un ponte che Cosa pensate di Occhetto? deve essere interrotto al più presto. Quello ha commesso tali e tanti errori che mi Non ha paura di una rottura traumatica, con auguro lo mandino in pensione. Non sono fatti il passare degli anni, come in Jugoslavia? nostri, ma perchè non pensare a Napolitano?. No. Ma quale guerra? La Lega del Nord è un Qual è il suo giudizio a freddo sul voto? regime pacifista, familiare. L’Italia è tagliata in due. È venuta fuori questa E la frattura tra Nord e Sud? distinzione, assieme al tallone d’Achille del si- Noi vogliamo chiarire un equivoco. stema politico. Il Nord che paga le tasse non si rifiuta di desti- La Dc perde voti al Nord perché non può ta- nare risorse al Sud. Vuole però controllare come gliare le spese al Sud. Se lo facesse, sarebbe il e dove sono impiegati questi soldi. Se saltiamo suo suicidio. le clientele, il Sud ha tutto da guadagnare.

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Poi gli daremo un’altra spallata

di Chiara Beria d’Argentine

L’Espresso, 19 aprile 1992

ra che siamo diventati il quarto partito d’Ita- tolica che ha ridotto l’università a macchina lia la parola d’ordine è: “cautela”, Ed è que- ideologica”. Osto anche il consiglio di Cossiga. In poche Sono le 13.45 di lunedì 6 aprile, Miglio è grigio ore Gianfranco Miglio ha gia smesso i panni del come il cielo di Como. Poi, dopo lo sfogo, torna il grande oppositore, Anzi. L’ideologo del federali- sorriso. In casa Miglio, la moglie Miriam, prima smo e direttore tecnico della trionfante squadra militante della Lega (“Sono stata io a scoprire leghista, festeggia il suo doppio successo nei col- Bossi”) racconta come, per tutta la campagna legi senatoriali di Como e Milano cercando d’in- elettorale “Gianfranco era sempre sporco di ros- terpretare la parte, per lui insolita, del pruden- setto”. È vero le donne della Lega hanno la mania te. Parla di “nuove e più alte responsabilità” che di sbaciucchiare, si schermisce lui. In casa, il te- ora lo attendono; accenna alla poltrona vuota – lefono continua a squillare: ma non si aspettino dopo la mancata rielezione di Leopoldo Elia - di da me favori o raccomandazioni. A Roma vado presidente della Commissione affari costituzio- per fare le riforme, poi tornerò ai miei libri. E il nali. Una poltrona ideale per un professore che, presidente Cossiga ha chiamato? Stamani no. ai suoi elettori, ha dichiarato di volere un “man- Però ci aveva già rivolto una raccomandazione: dato a termine” per occuparsi, come tecnico, so- “Siate molto prudenti nel commentare i risultati”. lo delle riforme costituzionali. “Saluto il prossi- Il cuscino di gomma. mo presidente dei senatori della Lega”, aveva più Ore 14.05 la Lancia Thema dell’ingegner Aldo volte scherzato Francesco Cossiga con il profes- Rizzi da Varese, tesoriere della Lega e amico di sore nelle telefonate in arrivo dal Quirinale du- Miglio, ha appena imboccato la Comasina, dire- rante la campagna elettorale. Un filo diretto - zione Milano, quando - via telefonino - arriva la scambi d’idee, consigli, attenzioni - che ha fun- notizia del primo sondaggio Doxa. zionato più che mai lunedì 6 aprile, come è in Professore, avete 1’8,8 per cento. “È poco, mol- grado di ricostruire L’Espresso dopo aver seguito, to poco”, commenta Miglio. Fuori dai finestrini ora dopo ora, Gianfranco Miglio durante il “D- scorre il paesaggio lombardo: una teoria senza day” della Lega (così era scritto su un cartello, fine di villette e fabbriche, sui muri le scritte a nella nuovissima sede del partito a Milano). spray inneggiano al nord libero. Attacca Miglio: Dc a frittelle. Nel giardino di casa Miglio a Co- “Quel tanghero di Federico Orlando (condirettore mo, tra le camelie fiorite, una nota stonata: il del Giornale, ndr) è arrivato a sostenere che la lupo Nickel (ovvero “genio maligno”’) è appena nostra idea della Padania corrisponde alla voglia stato male. Il mio cane ha provato un tale schifo d’impero del fascismo. Quale impero d’Egitto! Il per la campagna elettorale che ha vomitato, at- nostro è un partito rivoluzionario ma pacifico, tacca subito il professore. Ma con chi ce l’ha? La siamo dei borghesi pantofolai”. Ormai l’automo- lista è lunga: il ministro degli Interni (“ha per- bile è alla periferia di Milano e Miglio parla di al- messo tante liste fasulle”); i militanti dc (“strap- cuni leader. pavano i nostri manifesti”); altri politici incon- “Craxi? Con quella coda di paglia che ha non lo trati nei dibattiti elettorali (“ho scoperto che il vedo proprio a palazzo Chigi. Forlani? È solo un loro cinismo è allucinante soprattutto se con- cuscinetto di gomma che i dc adoperano quando frontato alla passione civile della gente”). Ma, so- litigano fra di loro. La verità è che molti politici prattutto, Miglio è indignato per il j’accuse rivol- hanno un totale disprezzo della gente: pensano to contro di lui, da un gruppo di docenti della che - comunque andranno le cose - le poltrone se Cattolica di Milano, l’università dove per 30 anni le spartiranno tra di loro. Ma gli italiani, per è stato preside di Scienze politiche: “Li schiac- quanto cinici, non ne possono più: dopo 40 anni cerò, li farò a frittelle! È gente della sinistra cat- li metteranno a terra”.

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Il generale. Ore 15.45, al terzo piano della nuo- delle elezioni non c’è più traccia degli slogan va sede della Lega, in via Arbe, periferia nord di stile Pontida. Miglio, ancora semplice professo- Milano, non si fa festa. Nella sala dei computer, re, analizza: “Primo: dal sud non abbiamo avuto arrivano i dati del Senato: crollo dc e i lumbard niente, il voto di protesta è andato tutto ai mis- al 9,1 per cento. All’improvviso dal montacarichi sini. Secondo: ancora poco fa, prima di partire sbuca l’uomo nero dello scudo crociato, Umberto per gli Usa, Cossiga ci ha detto di tenerci riguar- Bossi: è tranquillo, non regala una sola battuta dati perché ormai siamo determinanti. Senza la sul nemico in rotta. La parola passa a Miglio: Lega non si fa nessuna maggioranza o si fanno “Ha visto? Forlani e Craxi hanno le gomme sgon- coalizioni eterogenee e incapaci di prendere fiate. Noi pensavamo di raccogliere di più ma, co- provvedimenti come le nuove giunte di Brescia munque, siamo diventati il quarto partito. La e Milano”. maggioranza? Per reggere dovranno imbarcare il Basta un po’ di federalismo. Alle otto della se- Pds, ma questo comporterà dei gravi problemi”. ra, ospite di Gad Lerner per la trasmissione Da Roma cercano Miglio: e un suo ex allievo, il “Profondo Nord”, Gianfranco Miglio, mentre è generale Giuseppe Alessandro D’Ambrosio, detto seduto su una cassa di legno, diventa senatore. “l’amerikano”, che gli preannuncia una telefo- Poi fa la passerella da Emilio Fede. In pubblico nata del presidente Cossiga. Un’ora dopo, men- ripete una sola frase: “Da oggi nulla sarà più co- tre la Lega è calata all’8,7 per cento e persino la me prima”; dietro le quinte ha parole di stima sua elezione a senatore sembra incerta, Miglio per la giornalista Miriam Mafai: “Finalmente dopo una lunga riunione con Bossi (“Stanno una che ha capito che non siamo di destra ma un studiando una strategia”, annuncia la signora partito di massa che viene da lontano e che an- Miglio) chiarisce: “Ha ragione Bossi: presto ci drà lontano”. Poi, diserta il trionfo finale al Pala- vorrà un’altra spallata. Certo il crollo dc rafforza lido (con Bossi che parla della Lega “forza di go- la mia speranza che le crepe nel sistema si stia- verno”) e mentre la folla leghista canta il “Va’ no allargando”. Sì, va bene professore, ma come pensiero”, a Como in casa Miglio si spengono le è andata col generale? E con Cossiga gli ha poi luci. “La nostra linea è chiara”, annuncia poche parlato? “Si. Da Roma continuano a raccoman- ore dopo il senatore già pronto per le consulta- darci di stare abbottonati, ma noi non siamo zioni al Quirinale, “collaboreremo con chi ci ga- certo degli ingenui”. Mancano pochi minuti alle rantirà, in tempi brevi, la riforma costituzionale 19, la Lega ha raggiunto il 9 per cento dei voti e ci assicurerà di voler attraversare il guado, an- alla Camera, nel quartier generale dei vincitori che se in modo graduale, verso il federalismo”.

Nemici di Roma, un po’ meno del Sud

di Enzo Biagi

Corriere della Sera, 12 maggio 1992

ono andato a trovare il professor Gianfran- è fiorito: sfumano i colori degli iris e delle aza- co Miglio nella sua casa di Como, sulla col- lee, e si sente l’odore delle felci. Nello studio del Slina. Una costruzione solida, che porta i se- politologo, del vecchio professore della Cattoli- gni amorosi di alcune generazioni. Un passag- ca, tra le belle rilegature in pelle e i volumi am- gio “segreto” unisce la camera dell’ospite con la mucchiati sui tavoli spiccano i ritratti di quelli biblioteca e la cantina: durante la notte, potreb- che lui chiama “i miei santi”: Machiavelli e be desiderare la compagnia di un libro, o di una Hobbes, il filosofo inglese che sosteneva: vivia- bottiglia. Il giardino, con la pergola e il frutteto, mo un clima perenne di guerra di tutti contro

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tutti. Un po’ pessimista. Settantatré anni, la ho descritto esattamente i fenomeni di cui sia- moglie Miriam, leghista accesa, un figlio che in- mo spettatori: clientelismo, corruttela e declino segna fisica alla Statale di Milano, una nipotina dello Stato di diritto”. che si chiama Lucia e un grande cane nero che Onorevole Bossi: “Nel lontano ‘79, come ri- pare negato alla ferocia. Un signore molto gen- chiesta di autonomia regionalista: c’era già stata tile e spiritoso, che qualcuno accusa di narcisi- l’esperienza della Valle d’Aosta, nasce con le pri- smo: è probabile che, se si guarda attorno, ab- me elezioni”. bia una certa considerazione di sé. Il ministro Formica ha detto che siete dei fa- Conversiamo bevendo un gradevole vino scisti, a me non pare. bianco prodotto dalle sue vigne. Professor Miglio: Di Umberto Bossi, il condottiero, il professore “L’inviterei a leggere l’ultimo mio libro dove dice che è “un puritano, che vive con estrema accanto alla richiesta dell’elezione popolare del modestia”. Bossi lo trova meno aggressivo della primo ministro ho elencato in cinque capitoli leggenda, più attento, più sfumato. tutte le garanzie che dovrebbero limitare i pote- Ha avuto una brutta esperienza cardiaca, ma ri di questo decisore, tanto che un bravo giorna- si è ripreso bene. Finito il tempo della rabbia, lista della Tv ticinese ha detto che ho esagerato, adesso è il momento della riflessione. Ha ottenu- e il mio personaggio avrebbe avuto le mani trop- to un successo strepitoso: 240.513 preferenze, e po legate”. ha battuto con forti distacchi Occhetto, Orlando, Onorevole Bossi: “Ma ha poi detto che si era Fini, De Mita, Craxi; solo Andreotti, nel 1987, se- spiegato male”. gnò un primato mai più raggiunto: 329 mila. Lei nella Lega che cosa rappresenta? Con molta cortesia è venuto nel mio studio, e Professor Miglio: “Credo di essere soltanto abbiamo chiacchierato pacatamente. uno che ha qualche strumento tecnico più degli Stesse domande a tutti e due: ecco le risposte. altri. Nella campagna elettorale ho trovato una Chi è un leghista? forza di consenso e di affetto, forse perché sono Professor Miglio: “Io lo sono nel senso che gli vecchio, che non mi sarei immaginato”. obiettivi per cui si battono sono anche i miei. Onorevole Bossi: “Il fondatore, il lavoratore, Però lei sa che io non sono iscritto: sono un in- quello che l’ha fatta crescere. Penso di essere dipendente, anche come parlamentare. Dopo ancora importante perché posso fare il democra- avere militato dal ‘43 al ‘59 nella Democrazia tizzatore della situazione, e preparare dei suc- cristiana, ho fatto voto di non essere mai più- cessori”. immatricolato in nessun partito”. La Lega ha qualcosa in comune con Gugliel- Onorevole Bossi: “Leghista è uno che vuole mo Giannini? cambiare, che si sente in una società difficile, Professor Miglio: “Assolutamente no, perché che non ha più leggi adeguate, capisce che c’è questo è un movimento di popolo; quello di questa commistione con l’affarismo, che al Nord Giannini era un movimento di italiani ex fasci- significa poca chiarezza nelle concessioni edili- sti. Era gente che aveva avuto qualcosa a che fa- zie, e al Sud mafia dentro le istituzioni. Ed è re col passato. La Lega è il mondo della gente uno che la Babilonia la deve anche finanziare. che vive del suo”. Tra le tante proteste la gente ha scelto la Lega Onorevole Bossi: “Penso di no: era un’altra perché presenta anche una proposta credibile”. stagione storica, aveva un’altra cultura”. Come è nata questa idea? Che cosa intravede nel futuro? Professor Miglio: “Le idee sono: il cambiamen- Professor Miglio: “Si può raddrizzare la situa- to radicale della Costituzione della Repubblica e zione se questa spinta del Paese, che non sarà la costruzione su base federale del nuovo ordi- fatto di santi, ma di persone che non vivono del namento. L’idea federale l’avevo addosso da vantaggio politico, si accrescerà e travolgerà il quando sono nato, perché la mia famiglia è di sistema partitico. Io credo che la Repubblica po- tradizione repubblicana, e Cattaneo era di casa. trà essere rifondata. Questa è la nostra Algeria”.. L’idea del cambiamento della Costituzione è ve- Onorevole Bossi: “Nell’immediato siamo op- nuta, per me, a partire dagli anni Sessanta, dopo posizione politica ai partiti di regime; se venisse l’uscita dalla Dc. La mia prima opposizione con- meno la nostra posizione, si arretrerebbe il cam- tro questo sistema politico l’ho fatta nel ‘64 con biamento”. una diagnosi molto precisa: ho sostenuto che il Qualcuno descrive gli elettori della Lega co- sistema non si sarebbe più potuto correggere. E me una specie di Armata Brancaleone, ma mi

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pare che il campionario sia più o meno quello lando un po’ tutto. Il momento critico verrà degli altri partiti. quando nelle Commissioni con le leggi ci saran- Professor Miglio: “La composizione sociale no soldi da spartire, e i partiti si separano. Lì della Lega è uguale a tutti gli altri partiti, ma la contiamo”. Lega coinvolge tutti i ceti”. Non è un rischio l’Italia divisa? Onorevole Bossi: “Non vengono dalla Luna, Professor Miglio: “Assolutamente no; lo è sta- ma da questo mondo. Almeno un diploma ce to l’Italia unita, come dimostrano i fatti, perché l’hanno tutti. Il 74 per cento sono laureati” . il governo di Roma non ha fornito nessun ripa- Quegli ottanta parlamentari che peso posso- ro al processo di degenerazione”. no avere? Onorevole Bossi: “Noi non l’abbiamo neppure Professor Miglio: “Notevole, perché in un Par- ventilata se non in maniera strumentale: cam- lamento molto frammezzato come quello attua- biando noi qualcosa al Nord, saranno costretti a le, un blocco disciplinato e compatto diventa venirci dietro”. fortemente determinante”. I leghisti ce l’hanno col Sud e ce l’hanno con Onorevole Bossi: “Nella scelta delle cariche la capitale? istituzionali mi pare abbiano contato poco, per- Professor Miglio: “Con la capitale più che col ché sono decisioni prese secondo il manuale Meridione: l’atteggiamento antimeridionale deriva Cencelli. Tutti uniti a difendere il Palazzo e a dal fatto che il leghista è costretto a identificare spartirsi le stanze”. una amministrazione inefficiente, corrotta e arro- A quali tentazioni dovreste sfuggire? gante perché è rappresentata dai meridionali”. Professor Miglio: “Qualcuno potrebbe essere Onorevole Bossi: “Ce l’hanno con la capitale tentato di monetizzare subito il potere, come ha politica, che non è la Roma dei muri, delle per- fatto Franco Castellazzi, ma lo credo enorme- sone e della storia”. mente difficile, perché quelli che hanno battuto Come mai tanti veneti tra gli eletti? questa strada sono finiti in un buco nero. E que- Professor Miglio: “Perché il movimento è co- sto è un forte ammonimento per tutti”. minciato lì”. Onorevole Bossi: “Sono le tentazioni di chi sa Onorevole Bossi: “Nel Veneto si era formata la che sta avanzando rapidamente il tempo del prima associazione autonomista, la , cambiamento, e dovremo chiedere un voto per ma aveva dovuto affrontare molte peripezie”. governare. Siamo tutti tesi all’organizzazione di Non crede che anche la Lega parteciperà, fa- una struttura fondamentale per fare politica. talmente, alla spartizione? Dovendo fare uno sforzo enorme nei prossimi Professor Miglio: “Credo proprio di no. Nes- due anni uno potrebbe essere indotto a sedersi sun partito ha addosso i suoi elettori come la un attimo al tavolo, pur con le migliori inten- Lega notte e giorno”. zioni. Quando ho fatto uscire i miei uomini da- Onorevole Bossi: “Fatalmente no: ci stiamo at- gli enti erano tutti contrari: stampa compresa”. tenti. Se entriamo a far parte di una Commissio- I Leghisti hanno qualcosa di meglio o di peg- ne, non vuol dire che lottizziamo”. gio degli altri? Come onorevoli, pensate di far sempre vita Professor Miglio: “Sono cittadini che non so- collegiale? no stati ancora contaminati dai vantaggi del po- Professor Miglio: “Questa è una balla; era sol- tere politico. E noi faremo in modo, con le rifor- tanto una ragione di carattere economico. Il le- me, che non lo siano mai più”. ghista ha un forte spirito di corpo, ma è indivi- Onorevole Bossi: “Hanno di meglio: la fede, dualista”. che è un sentimento fondamentale per spostare Onorevole Bossi: “Sarebbe intollerabile, però una montagna, e hanno un monopolio di fatto ogni tanto è importante conservare lo spirito di su giovani e giovanissimi. La fede può creare in- amicizia, trovarsi e ritrovarsi umanamente al di tolleranze”. là delle cariche. Impedire che prevalgano i per- Pensa che con la vostra Marcia su Roma cam- sonalismi, e che regga lo spirito di gruppo”. bierà qualcosa nella vita del Paese? Professor Miglio non pensa che tra lei e Bossi Professor Miglio: “Credo che cambierà qualco- possono nascere dei contrasti? sa ma non per la nostra entrata in Parlamento, “Siamo troppo intelligenti tutti e due per non bensì per la nostra presenza nei paesi e nelle sapere come si fa ad andare d’accordo”. città del Nord”. E secondo lei, onorevole Bossi? Onorevole Bossi: “Penso di si: sta scricchio- “Penso di no, perché Miglio mi vuol bene”.

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Siete sempre dell’idea di mandare Craxi al go- Professor Miglio: “Andrei in convento”. verno, e Cossiga per un paio di anni ancora al Onorevole Bossi: “Andrei al mare”. Quirinale? Dove ha sbagliato? Professor Miglio: “Craxi non è più una persona- Professor Miglio: “Nello sfrenato nepotismo”. lità presentabile, purtroppo. Cossiga, si”. Onorevole Bossi: “Visto che siamo davanti a Onorevole Bossi: “Craxi, in passato, qualche ri- una banda di liberi professionisti della tangente, su sultato lo ha ottenuto, e per Cossiga un segnale fa- che cosa si sono formati, su quale stampo? Dicono vorevole lo daremo anche”. che l’esempio viene dall’alto: può darsi che non sia E se no, chi? sempre così, e che Craxi sia stato frainteso”. Professor Miglio: “Bisogna vedere. Noi chiedere- Tutti i partiti sono uguali, o qualcuno di più? mo a quelli che potrebbero essere eletti di rispetta- Professor Miglio: “In un Paese i partiti tendono re i nostri principi. Se nessuno ci dà questa garan- ad assomigliarsi, ma c’è chi ha rubato di più, chi di zia noi ci apprestiamo a un gesto per cui il nuovo meno, chi con più astuzia e chi in maniera platea- presidente nascerà zoppo: non sarà il presidente di le”. tutti gli italiani”. Onorevole Bossi: “Solo la Lega non è emersa Onorevole Bossi: “Per adesso a tutti e a nessu- dallo stesso brodo primordiale, siamo nuovi. Devo- no”. no uscire all’asciutto: si va incontro alla frattura Questi scandali che effetto avranno? delle grandi formazioni”. . Professor Miglio: “ Spaventano la classe politica Professor Miglio, lei ha detto: “Già in Toscana io e forse la spingono ad accettare il cambiamento”. sono a disagio, non mi ci trovo. Figuriamoci al Onorevole Bossi: “Sulle elezioni del presidente Sud”. della Repubblica chi viene dal Partito socialista “É un fatto antropologico”. avrà grosse difficoltà”. E lei; Onorevole? Se lei fosse Craxi come si comporterebbe? “Io mi trovo bene dappertutto”.

Le galline tedesche fanno uova lombarde Faccia a faccia con Miglio e con Bossi, si scoprono molte differenze nella Lega. Per esempio, che l’ideologo più noto del federalismo ama le radici germaniche del nord Italia. Forse per via delle sue bisnonne...

di Saverio Vertone

Europeo, 29 maggio 1992

er fortuna non siamo piante, e non abbia- Ma è anche vero che, proprio per l’estrema mo le radici. Grazie al cielo possiamo cam- mobilità delle nostre gambe e della nostra testa, Pminare, spostarci, persino correre e andare abbiamo bisogno di qualcosa che ci fissi da qual- in bicicletta. Le nostre radici sono le gambe e la che parte nel mondo, qualcosa che eviti la rare- testa che, come è noto, non ci sono state date fazione e la dispersione gassosa di quella sostan- per tenerle ferme. Sono radici mobili, e rappre- za indefinibile che ormai siamo costretti a chia- sentano un grande progresso rispetto a quelle, mare “identità collettiva”, in base a una maledi- interrate, degli alberi. zione linguistica della cultura contemporanea.

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Cittadini del mondo lo siamo per natura. Ma prussiano (la cosiddetta Aufklarung) su quello siccome non siamo solo natura bensì cultura, francese. L’illuminismo francese, aggiunge, è civiltà, storia, istituzioni, religione, lingua, sia- stato un colossale imbroglio e ha creato i pre- mo inevitabilmente meno cosmopoliti dei cani e supposti di tutte le rendite ideologiche che han- dei canarini. no sfigurato l’Europa. L’Austria, la Prussia, la Questo significa appunto che non si nasce Danimarca, la Sassonia stavano risolvendo il greci, finlandesi o ottentotti, ma lo si diventa. problema dell’innesto dei ceti (gli Stande; cosa Non a scelta, bensì per assimilazione, attraver- ben diversa dai ceti francesi) nelle istituzioni. so un processo che in parte è volontario e in Robespierre ha scompigliato le carte. parte no. L’importante (per molti almeno) è non Va bene professore, è un’ipotesi che si può di- diventare apolidi restando magari cosmopoliti. scutere. Ma questo giudizio storico-culturale Un rebus oggi al centro della politica. potrebbe esprimerlo anche un giapponese, sen- Dopo aver discusso, sia pure per poco, con Gi- za per questo subire l’attrazione della Baviera, po Farassino, o letto, sia pure di sfuggita, qual- voler diventare austriaco. che scritto di Rocchetta, parlare con i capi della Miglio, che è una persona gioviale e simpati- Lega Nord, e dunque con il professor Gianfranco ca, sorride e parla delle sue due nonne o bi- Miglio, costituzionalista teorico del Movimento, snonne tedesche; una sassone, che non ha mai e con il senatore Umberto Bossi, corpo e anima conosciuto, e una di Wtirzburg, che quando della minaccia secessionista, è come passare da contava le galline, nella villa di Corno, le conta- uno stagno alla sorgente. In Farassino e Roc- va ancora in tedesco: “ein zwei drei”. chetta tutto è fermo, e le radici sono vegetali. Sulle preferenze culturali si potrebbe discute- In Miglio e Bossi tutto si muove, e invece di re a lungo, e senza costrutto, ma anche questo un tronco confitto nella terra, ci sono gambe e piccolo preambolo sull’Aufklarung dimostra in testa in grado di spostarsi speditamente. Miglio definitiva che le appartenenze si scelgono; non è colto, anzi erudito, intelligente, simpatico, sono obbligate e naturali, come il gruppo san- con una vaga punta di insofferenza antropolo- guigno o la forma della testa. gica per il Sud: un razzismo non sanguinario, Anzi, bisogna chiedersi ormai perché una più della sensibilità che dell’intelletto, a mezza parte dell’Italia (la parte economicamente più strada tra le classificazioni di Linneo, le strut- importante) sia fortemente tentata di non sce- ture di Levy Strauss e lo storicismo indogerma- gliere più l’Italia. nico di Fichte. Forse, sotto l’erudizione e l’intel- Su questo terreno Bossi si muove con più di- ligenza, si esprime in lui un’oscura volontà di sinvoltura di Miglio. vendetta del cattolicesimo austriacante contro il Anche perché non sembra avere nonne e bi- Risorgimento. Bossi è intelligente, brusco, un snonne che contavano le galline in tedesco. po’ sospettoso ma non antipatico e, mi sembra, Riflette, guarda fuori dalla finestra, fa un ge- abbastanza indifferente agli aspetti antropolo- sto vago, come per dire “è una questione che gici della cultura e delle teste, e più attento alle dobbiamo ancora sistemare bene”, poi emette la insofferenze amministrative delle tasche e delle sua risposta: “Noi siamo soprattutto anticentra- botteghe. listi”. Chiedo a Miglio, tanto per cominciare, se il ri- Benissimo. Dunque anche noi siamo autoriz- chiamo costante a Cattaneo, sia per invocare il zati a interpretare lo slogan “Roma ladrona”, federalismo, sia per giustificare la nostalgia de- come una metafora contro il sistema politico e gli Asburgo, non gli sembri contraddittorio, vi- non contro la capitale e i caratteri antropologi- sto che Cattaneo ha parlato sì di federalismo ci dei suoi abitanti? Del resto, è ancora utilizza- ma ha sempre descritto l’amministrazione au- bile quello slogan dopo quel che è successo a striaca come un malanno, in ogni caso come un Milano? colosso tardigrado e agonizzante. “Lo slogan non è mai stato pensato e usato Miglio aggira la domanda. O meglio risponde come un insulto ai romani ma come una di- in due tempi. Difende il federalismo, ma non si chiarazione di guerra al centralismo, al sistema sbilancia sugli Asburgo. Gli interessa ben altro. politico, e ai partiti che se ne servono. Proprio Gli interessa ribadire il primato, più vasto e ge- quel che è successo a Milano dimostra che il vi- nerale, della cultura tedesca (usa a un certo zio non è nel corpo sociale ma nella testa politi- punto anche il termine “indogermanica”) su ca del Paese”. quella latina, e in primo luogo dell’illuminismo Ma se è il sistema politico, e non un luogo fi-

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sico a produrre la malattia serve tagliare a fette tanto perché è nostro interesse (del Nord) che il l’Italia? Tagliando in tre la penisola non si ri- Sud non finisca tutto in mano alla mafia della schia di tagliare in tre anche il sistema politico, droga; che non diventi insomma una Colombia e i partiti, e di veder risorgere, in ognuna delle con il rischio per noi di avere sotto i piedi, diret- sue parti, il male di prima? tamente, una polveriera. Ma poi ci sono anche “No, no, no, qui bisogna intendersi: la partito- ragioni meno egoistiche. Noi non intendiamo crazia vive sul centralismo. Il resto è coda. Se si tagliare bruscamente i finanziamenti, né vo- taglia solo la coda, la coda ricresce: come le lu- gliamo disinteressarci al destino economico del- certole. Ma se si taglia la testa, non ricresce più le regioni meridionali. Diciamo però che non è nulla”. tollerabile lo sperpero. Fino adesso le risorse Miglio non si accontenta della lucertola, e sulla Lombardia sono state dilapidate, per otte- precisa: L’Europa incalza e non ci consente di nere risultati nulli o peggio che nulli. Il federa- conservare un sistema come questo. L’esempio lismo non esclude la solidarietà: anzi la consen- dei Länder tedeschi dimostra che, dove, non esi- te e la legittima proprio perché, quando potre- ste il centralismo all’italiana, i partiti sopravvi- mo decidere come usare i nostri soldi gli aiuti vono ma non sopravvive la partitocrazia. che daremo non saranno più il frutto di un’e- Rimane un problema tutt’altro che facile da storsione ma di una scelta e di una scelta sotto- risolvere. Come si ritagliano le macroregioni? posta al controllo di chi la paga e di chi ne be- In Germania le ha ritagliate la storia politica di neficia. D’altronde, è inutile ripetere ancora qualche secolo. Ma in Italia, che facciamo? Ri- una volta che il federalismo non annulla, non mettiamo insieme il Piemonte la Liguria e la cancella, non azzera lo Stato nazionale. Non Sardegna nello Stato sabaudo oppure lo Stato sappiamo ancora cosa ne sarà dello Stato na- pontificio tra il Lazio e la Romagna? zionale. Ma è chiaro che non pensiamo di stabi- Miglio: Macché, macché. Qui bisogna fare lire un contatto diretto, non mediato da nulla, un’altra cosa: attenersi a quel tanto di storia che tra le istituzioni europee, il Parlamento euro- è suggerito dalla geografia. Nel Medioevo la peo, un eventuale Governo comunitario, e il Co- Lombardia andava dall’Adriatico al Piemonte. E mune, piccolo o grande che sia, anche la regio- sebbene questa regione non sia mai stata in sen- ne. Neppure la macroregione, neppure la Pada- so stretto uno Stato, una formazione politica, ha nia, per intenderci, basterebbe a colmare il vuo- tuttavia sviluppato caratteri culturali, ambienta- to che si creerebbe. Sicché per il momento, le li e umani molto simili e facilmente assimilabili. strutture centrali dello Stato, conserveranno, E che lingua si parlerà nella Repubblica del dovranno conservare, alcune delle loro preroga- Nord? tive: la difesa, la politica estera eccetera. Bossi: “Ma che lingua vuole che si parli? L’ita- Poi si vedrà cosa succede in Europa tra gli al- liano. Naturalmente l’italiano. Su questa storia tri Stati. Non siamo pazzi, non procediamo con dei dialetti abbiamo riflettuto. E siamo arrivati la testa nel sacco. Sappiamo guardarci attorno, alla conclusione che è meglio soprassedere... La e tirare qualche conclusione da quello che ve- Padania non ha prodotto una lingua comune, diamo”. come la Catalogna. E allora non resta se non Il colloquio che ho riportato dimostra che con l’italiano, che non è poi da buttar via come lin- le Leghe si può discutere, se si è disposti ad gua”. ascoltare quel che dicono con il minimo di diffi- Passando a cose più serie, e più gravi, resta denza e il massimo di prudenza. Forse non è da capire di che cosa dovrà vivere il Sud, una inutile segnalare che è avvenuto nel Transatlan- volta tagliati i mille rivoli dei finanziamenti sta- tico del Parlamento, mentre si succedevano le tali. Non è un problema da poco. Perché: il pia- desolanti tornate elettorali sul nome di Forlani. no Mansholt (voluto dalla Cee) ha distrutto l’a- Dopo la bocciatura del segretario Dc, che ha gricoltura meridionale; la mafia edilizia ha tar- rivelato la dissoluzione del quadripartito, è sva- pato per sempre ogni vocazione turistica delle nita anche la rosa dei candidati dei partiti del- città e delle coste; e l’insicurezza, la crimina- l’Internazionale Socialista, dimostrando così lità, l’assenza di servizi, i ricatti malavitosi non che non esiste nemmeno la Sinistra. favoriscono certo gli insediamenti industriali. Sarà difficile che questo Parlamento riesca a Che cosa resterà, al Sud, come risorsa economi- eleggere un presidente senza tener conto delle ca, dopo la chiusura della borsa statale? Leghe, che sono state la novità delle ultime ele- Bossi: “Abbiamo pensato anche a questo. In- zioni. Ma un presidente eletto tenendo conto

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delle Leghe sarà tenuto anche a rappresentare (ancora esposti a troppi fanatismi). Ma moltissi- sia l’unità sia la divisione della nazione. mo, quasi tutto, dipenderà dal resto del Paese, Forse, dopo 130 anni di storia unitaria, non dagli schieramenti parlamentari e dalla loro ca- compromessa neppure da una guerra catastro- pacità di distinguere ciò che nelle Leghe è com- ficamente perduta, l’Italia sta avvicinandosi a patibile con la conservazione del Paese da ciò una di quelle prove che possono spezzare o rin- che non lo è. saldare i Paesi, frantumarli o irrobustirli. Se il sistema politico si irrigidirà, pensando di Molto, ovviamente, dipenderà dalle Leghe, salvare se stesso, non è escluso che si spezzi l’I- dalla cultura politica (e non solo politica) che talia. Ma si può ancora tentare di evitarlo. Ba- riusciranno a diffondere nei loro sostenitori sta volerlo.

Siamo disarmati e questa è la nostra “debolezza” “Se in Italia ci fossero le polizie regionali, il Nord minaccerebbe una guerra contro Roma. Ma noi abbiamo le mani nude, quindi siamo pacifici per forza”. Così, in questa intervista l’ideologo Gianfranco Miglio difende la Lega dalle accuse di squadrismo

di Pialuisa Bianco

Europeo, 24 luglio 1992

afferugli a Milano, e la Lega è stata scara- si in questa intervista esclusiva del senatore ventata sul banco degli accusati. E subito Gianfranco Miglio all’Europeo. Thanno fatto il processo a Bossi. Marcello Professore, davvero l’episodio milanese è solo Pera scrive che il senatur è un Hitler in sedice- folklore, rude popolanità e mancanza di bon simo: Il Popolo (immemore della Milano degli ton come lei ha detto, o nella politica della Lega anni Settanta) dice: “Fatti simili non si erano c’è una vocazione “manesca”? mai visti”. L’episodio milanese è stato soprattutto un Giorgio Bocca, invece, grida alla montatura bluff degli avversari politici della Lega, un dispe- (“Milano ha smarrito la verità”) e Luigi Manconi rato tentativo di darsi un alibi per varare una ironizza: se gli incidenti davanti a palazzo Mari- giunta che non può stare in piedi... no sono i prodromi del fascismo “allora la rissa Una cosa è certa: in un movimento ampio e tra il democristianissimo De Carolis e il demo- composito come la Lega abbiamo di tutto. Da cristianissimo Intiglietta cos’è? La battaglia di chi vorrebbe menare le mani, mani nude si in- Stalingrado o la strage degli innocenti? ”) tende, a chi, all’opposto, si immagina la Lega In ogni caso la Milano, che dovrebbe diventa- come il miglior ricostituente della Dc. Adesso re il primo banco di prova della Lega potere, og- dirò una cosa che farà scandalo: la “debolezza” gi si interroga sul nervosismo di Bossi e dei della Lega, mi raccomando lo scriva tra virgo- suoi, e sulle loro contraddizioni tra il dire e il lette, è di non essere armata. Se lo immagina fare di questo partito “nuovo”. Ma come rispon- quale deterrente avrebbe rappresentato la Lega de l’ideologo della Lega? se avessimo avuto una polizia regionale? Il Nord Ecco l’analisi di vizi e virtù del popolo di Bos- avrebbe potuto minacciare di scendere al com-

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battimento pur di ottenere in cambio le rifor- al fenomeno della Lega che è una “Resistenza” me. totale al sistema della partitocrazia ma disarma- Meno male: siamo felicemente condannati a ta. E poi, ecco la differenza fondamentale, noi essere pacifisti. abbiamo in mente un modello che è il massimo Le sue parole sono più terribili della metafo- che possa esprimere la liberaldemocrazia: il fe- ra “stiamo oliando i kalashnikov”... deralismo. Qualunque cosa noi diciamo ci saltano addos- È compatibile con il federalismo che predica- so. La lingua dei politici è piena di metafore te per rifondare lo stato italiano, il centralismo guerresche: “Attaccare”, “Scendere sul piede di monocratico della vostra organizzazione? guerra”, “Sparare su”, “Tenere il fucile al pie- Ho sempre sostenuto che le forme di governo de”. E non è un caso perché la politica, come ci sono relative alle diverse fasi del ciclo politico. ha insegnato il barone von Clausewitz altro non La democrazia interna di un movimento è è che “la guerra proseguita con altri mezzi”. quasi sempre incompatibile con la sua crescita Tutti i politici usano espressioni del genere: tumultuosa. Tutti i movimenti politici che at- non capisco perché Arnaldo Forlani possa farlo traversino questa fase sono monocratici e ac- impunemente e l’onorevole Formentini no. centratori. Raggiunto lo scopo si può praticare Forlani non è il leader di un partito “rivolu- la democrazia. zionario”, di un partito che vanta una compat- La pensava esattamente così Lenin... tezza militaresca quale lei stesso definisce la Io sono spregiudicato come Lenin; e forse, Lega... “l’ultimo dei leninisti”, come ha detto una volta Certo, la Lega è un partito rivoluzionario, an- Massimo Cacciari. Anche se il mio “leninismo”, zi è l’unico partito veramente rivoluzionario il mio “decisionismo” sono puramente funzio- che sia rimasto. Ma è un partito pacifico. nali: chi come me ha in mente un modello libe- I nostri elettori sono dei “panciafichisti”, de- raldemocratico non concepisce l’accentramento gli “stripponi”... Mi viene in mentre un verso del potere che come una fase temporanea. carducciano: “mercatanti che cinsero pur ieri a Anche la dittatura del proletariato doveva es- i lor mal pingui ventri l’acciar de’ cavalieri”. sere temporanea... Chi può garantire che la via Professore, lei ha appena detto che la Lega, leninistica al federalismo lo sarebbe? ormai un partito del nove per cento, è un movi- Il fatto che la Lega non pensa di “prendere il mento “ampio e composito in cui c’è dentro di potere”, ma di sfondare col consenso elettorale. tutto”. La sua dinamica interna rammenta Abbiamo il nove per cento, per ora, e contro il quel “blocco storico” che alimentò la nascita restante 91 per cento del sistema politico. del fascismo; o quello che ne decretò la fine, la Sognate di raggiungere il fatidico 51 per cen- Resistenza. Anche allora c’era dentro di tutto: to che vi dia la maggioranza assoluta grazie a cattolici e mangiapreti, operai e industria, de- una contrapposizione frontale o pensate di tro- stra e sinistra, moderati e sovversivi. Non teme vare dei compagni di viaggio, degli alleati? che ad agitare slogan rivoluzionari in un movi- Per il 51 per cento ci vorrà una terza battuta. mento come la Lega qualcuno finisca per pren- Sono convinto che dove siamo forti, dove per derli sul serio? così dire abbiamo il mazzo in mano, a Brescia o I fascisti avevano le armi, venivano dalle trin- a Milano, possiamo governare anche subito. Al- cee e sapevano combattere. La marcia su Roma le nostre condizioni si intende e non certo al- sarebbe fallita se non avessero avuto dalla loro l’interno di una Grosse koalition dove non si l’esercito. Le “squadracce” non sarebbero spun- combina nulla. Deve essere chiaro chi è che de- tate se la forza del fascismo fosse stata politica e cide. Bossi dice sempre che siamo un partito di non militare. governo transitoriamente all’opposizione, ed io Mutatis mutandis la stessa cosa vale per i par- sono d’accordo. tigiani, che erano armati fino ai denti e sapeva- Per ora l’opposizione leghista non ha vinto la no fare la guerriglia. E sono sempre le armi, maledizione che fu della vecchia opposizione quelle partigiane nascoste nelle fabbriche del comunista, la politica del tanto peggio tanto dopoguerra che hanno alimentato la compo- meglio. Di elezione diretta del sindaco non vo- nente insurrezionale della sinistra italiana. In lete neanche sentir parlare. Bossi ha dato del occasione dell’attentato a Togliatti si vide che i “fascista” a Mario Segni. Con i repubblicani di comunisti erano armati e pronti alle vie di fat- La Malfa, siete ai ferri corti... Non teme che i to. In tutto questo non c’è nulla di paragonabile vostri elettori si sentano traditi?

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La nostra gente deve capire che la situazione quale dei capistalista avrebbero voluto come è molto complessa e che in questo momento sindaco e i partiti si sarebbero impegnati a ri- non basta agitare la bandierina di una riforma spettare questa indicazione popolare. Avremmo purchessia. Il progetto di Segni per l’elezione così avuto i meglio possibile in questo momen- diretta del sindaco è, come dice anche il mio to: un consiglio comunale eletto con la propor- amico Massimo Severo Giannini, “una cretina- zionale e un sindaco se non eletto direttamente, ta”. Non si capisce quali poteri debba avere que- almeno gradito al popolo. sto sindaco legittimato da un’elezione popolare, Due mesi fa nel suo ultimo libro lei era per il non si capisce quale ruolo debba avere il consi- sistema maggioritario e per l’elezione diretta glio comunale privato come sarebbe di quello del sindaco... essenziale: rovesciare il sindaco e garantire È vero. Ma le istituzioni hanno un tempo e nuove elezioni. un luogo, sono relative. E in questa delicata fa- Non sarà, professore, che la Lega antepone i se di passaggio dalla vecchia alla nuova classe suoi interessi di bottega alle riforme? Se a Mi- politica gli elettori devono sentirsi rappresenta- lano, si votasse tra 15 giomi con le vecchie re- ti nel modo più ampio possibile, cosa che col bi- gole voi raggiungereste una posizione domi- polarismo che comporterebbe il sistema mag- nante: con tanti saluti al cambiamento del si- gioritario non potrebbe essere.... stema... Lei ha sempre sostenuto che la Costituzione Posso dimostrarle il contrario: una decina di nacque da un patto scellerato tra i moderati e giorni fa, prima del can can milanese, io e il la sinistra rivoluzionaria. Non finirà che anche professor Scognamiglio, neoeletto nelle file li- la prossima Costituzione (se ci sarà), nascerà berali, avevamo escogitato uno stratagemma da un patto scellerato i cui vizi ci porteremo per il quale anche in caso di elezioni ravvicinate appresso per 50 anni? si potesse introdurre un elemento di novità: gli Non c’è questo pericolo: i Piccioni, i Togliatti, elettori avrebbero dovuto indicare, attraverso i Nenni erano d’accordo. Oggi siamo tutti vacci- una specie di referendum contestuale al voto, nati contro il Consociativismo.

Miglio, il tedesco di casa nostra

di Di G.S.

L’Italia, 13 gennaio 1993

è chi lo definisce l”’anima germanica del- tessuti della nostra società, specialmente in la Lega”. Altri non vanno tanto per il sot- quelli romani. C’tile e lo chiamano “maledetto austriacan- All’inizio degli sviluppi dell’inchiesta “mani te”. Lui, il professor Gianfranco Miglio, non si pulite”, alcuni personaggi politici nella capitale scompone, anche perché non si considera affat- ironizzavano sul “calvinismo” degli imprendito- to offeso da simili parole. Neppure l’ondata xe- ri lombardi che avevano confessato. Voglio dire nofoba con le violenze dei giovani skinheads lo- che mentre per i padani il termine calvinismo e gora l’ammirazione del senatore leghista nei tutto il sostrato culturale ha una valenza positi- confronti della “Gross-Deutschland”. va, a Roma e dintorni è tutto il contrario. Allo Grazie alle gesta di una minoranza imbecille stesso modo la mentalità di noi settentrionali in e strumentalizzata ci troviamo davanti, soprat- genere guarda con simpatia al vecchio governo tutto da noi, a un deja-vu - spiega il professore - imperiale austriaco. Ecco rispuntare il vecchio sentimento antiger- Finalmente ci stiamo liberando di tutte le manico, un rigurgito che è fisiologico in vasti scemenze risorgimentaliste che indicavano nel

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vicino “teutonico” il nemico numero uno dell’I- si agita il pericolo di un Quarto Reich. talia “mediterranea”. I nostri popoli settentrio- Quindi si sta sopravvalutando la tensione so- nali si dirigono verso il tradizionale alveo mit- ciale tedesca? teleuropeo. A mio parere il governo tedesco fa bene a ri- Eppure i sondaggi dimostrano che l’italiano è vedere il diritto di asilo, per concedere a chi ne europeista. Lei non lo crede, professore? ha veramente bisogno la possibilità di risiedere Per molti italiani si è europeisti per calcolo. in Germania. Ovvero: andiamo pure con gli europei.. così fa- Credo inoltre che questi episodi xenofobi ser- remo pagare a loro i nostri debiti! E un atteg- vano ad intimorire l’opinione pubblica e a spin- giamento disonesto, che si affida alla “furbizia” gerla verso il conservatorismo politico. E qui italica e non si assume le grandi responsabilità mi riferisco all’Italia: già diversi uomini politici che derivano dal far parte di un consesso comu- ed intellettuali stanno tentando di mischiare le nitario. Ma appena ci si è resi conto che aderire idee razziste con quelle di chi vuole un cambia- a Maastricht significa ad esempio rinunciare al- mento rivoluzionario, ma pacifico, come la Le- le pensioni di invalidità facili e ai finanziamenti ga Nord. a fondo perduto, si è preferito soffiare sul fuoco E un gioco sporco, ma sono sicuro che le per- del patriottismo e del nazionalismo. Così si svi- sone che amano pensare con la propria testa luppa ancora una volta il mito dell’autarchia e non si lasceranno abbindolare.

Altrimenti c’è il golpe

di Chiara Beria d’Argentine

L’Espresso, 7 marzo 1993

ttacca il senatore della Lega Nord, Gian- della Prima Repubblica. Il 25 maggio ‘92 i par- franco Miglio: Il presidente Scalfaro sta cer- lamentari della Lega non votarono per Scalfaro Acando di tenere in piedi un sistema morto, (“in realtà puntavamo ancora su Cossiga”, am- di far sopravvivere una mummia. E in questo mette Miglio) e non applaudirono nemmeno il suo disperato tentativo proprio lui, che lo scorso suo discorso. Ora Miglio, suo coetaneo e compa- maggio si insediò al Quirinale con una dichiara- gno di studi alla Cattolica, lancia una sfida al zione molto dogmatica a favore della Repubblica presidente: Disse che avrebbe difeso fino all’ulti- parlamentare, ha finito per violare le regole alle mo la Repubblica parlamentare. Mantenga la quali tanto teneva. La presidenza Scalfaro è in- sua promessa e non bari al gioco. somma la manifestazione più eclatante che non Senatore non cominciamo con un vilipendio si può più governare questa Repubblica secondo alla presidenza della Repubblica... lo spirito della Costituzione del 1948. Quale vilipendio! Considero Scalfaro un ga- È l’ora del Quirinale. A nove mesi dalla sua lantuomo. Non è affatto vero che io ho avuto ge- elezione a capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfa- sti irriguardosi nei suoi confronti. Ma insisto: ro deve incassare le prime, nette critiche al suo non deve barare al gioco. Se il problema della operato. Le opposizioni, dal Pds al Movimento presidenza sta diventando delicatissimo è perché sociale, non gli perdonano i suoi sempre più Scalfaro con la sua opera di puntellamento di pressanti interventi a sostegno di Giuliano Amato si è posto al di fuori del modello, a lui co- Amato, ed ormai c’è chi parla di “Governo presi- sì caro, di difensore della centralità del Parla- denziale”. D’altra parte c’è invece chi invoca mento. un’azione ancora più decisa di Scalfaro, unico E proprio lei, il teorico del presidenzialismo, punto di riferimento nei giorni più drammatici lo rimprovera di questo?

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Si perché è inammissibile spingere il presi- dente a compiere atti che la Costituzione non prevede: nessun presidente di una Repubblica parlamentare si intromette nelle faccende dei ministri nel modo a cui Scalfaro è stato costret- to. Andando avanti di questo passo, con un pre- sidente del Consiglio così traballante, si rischia- no colpi di mano. Per analizzare il comporta- mento odierno di Scalfaro occorre però fare un passo indietro e tornare a Cossiga: la sua presi- denza è nata sotto l’influenza del suo predeces- sore. Quando Cossiga intuì che il sistema era or- mai in crisi smise i panni del presidente-notaio nella convinzione che bisognava aiutare un cambiamento sostanziale della Costituzione. L’e- lezione di Scalfaro ha rappresentato la negazio- ne di questa analisi. Ancora prima di essere eletto lui disse: “Io sono per il Parlamento”. Una dichiarazione che certo gli procurò molte sim- patie tra i parlamentari! Povero Scalfaro, non aveva capito che la storia sta camminando in un senso diverso. Così il col- lasso dei partiti di Governo, l’accelerarsi del mo- to di cambiamento e, soprattutto, l’emergere della corruttela hanno finito per spingere Scal- faro a comportamenti più forti, pur di tenere in piedi questa Repubblica parlamentare. Non è pa- radossale? Proprio chi si era presentato, in pole- mica non esplicita con Cossiga, come quello che avrebbe ripristinato il ruolo del custode delle senta un partito, il Psi, che non c’è più e una istituzioni, è stato costretto dalla vicenda quoti- maggioranza che oggi raccoglie più del 24 per diana a mescolarsi sempre di più nella lotta poli- cento dei voti. Il presidente ha scelto Amato, lo tica. ha aiutato in tutti i modi e lo ha bloccato quan- Non le sembra di esagerare? do tirò fuori, lo scorso autunno, quel vero abo- Come commentare altrimenti la commistione minio che era la delega di poteri per sanare la si- dell’azione del presidente nella formazione del tuazione economica. Anche in quel caso Scalfa- Governo? E le sue continue intrusioni? Finché ro ha dimostrato di essere un buon giurista, ol- sollecita i partiti a coalizzarsi e a facilitare l’a- tre che persona per bene. Per questo mi auguro zione di governo è nell’ ambito delle sue compe- che accolga il mio appello. tenze. Intendiamoci bene, ha fatto benissimo Quale? anche a rifiutare la nomina a ministro di certi Si lavi le mani, ritiri giù le maniche, si riallac- personaggi: oltre che della legittimità, Scalfaro è ci i polsini e si rimetta alla finestra a fare il anche il custode della legalità e della moralità guardiano della Costituzione. E respinga certe pubblica. Ma fino a che punto sono invece accet- pressioni. tabili i suoi interventi per convincere un mini- A chi si riferisce? stro a dimettersi o per sceglierne un altro? I co- Scalfaro difende una Repubblica parlamentare stituenti non avevano previsto un “governo del ideale ma rischia di venire strumentalizzato dai presidente”. Il problema è che il regime è ormai difensori del vecchio sistema, parlo dei soliti un meccanismo rotto così anche un galantuomo marpioni dc e psi, per non nominare la corte di come Scalfaro è costretto, forse, a compiere atti nanerottoli liberali e socialdemocratici. Questa è e ad assumere funzioni che non gli competono. gente decisa a riconquistare tutto il suo potere. Ma in un momento simile non è suo compito Basta citare gli ultimi avvenimenti: la zuffa su sostenere l’unico governo possibile? Guarino, la battaglia contro le privatizzazione a La cosa più umoristica è che Amato rappre- difesa dell’ economia pubblica. La formula di

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Guarino – prima riordiniamo le imprese pubbli- urne subito. Umberto Bossi lo ha detto con chia- che e poi parliamo di vendite – è il contrario del rezza a Scalfaro e io lo ripeto. Non ci sono altre programma di Governo: in queste condizioni alternative: il 5 aprile ha aperto la strada al cam- l’unica via era la crisi. Ed invece un Amato umi- biamento ma, purtroppo, ha lasciato un margi- liato dai suoi stessi ministri viene aiutato da ne sufficiente al vecchio regime per sopravvive- Scalfaro in un’operazione poco corretta. E al re. E ora ne paghiamo le conseguenze. prossimo intoppo? Ma i presidenti di Camera e Senato riafferma- Mi auguro che Scalfaro sappia rientrare sui bi- no la legittimità di questo Parlamento... nari, altrimenti si arriverà a una crisi drammati- Nessuna persona di buon senso può sostenere ca. A un passo dal colpo di Stato. che questo Parlamento corrisponda ancora al Parole grosse. Crede in un simile rischio? reale orientamento dell’opinione pubblica. Non In Italia si va diffondendo un sentimento di è certo legittimato a varare le riforme e una paura. Il Paese è diviso tra chi è pronto a correre nuova legge elettorale. Tutto questo Scalfaro lo dei rischi pur di voltar pagina e chi teme che il sa benissimo, come conosce benissimo i vecchi cambiamento abbia un prezzo troppo alto. Cre- marpioni di regime. Loro, ma non Scalfaro, si il- do che ci sia ormai un 30 per cento della popola- ludono ancora: la vena giugulare dei partiti che zione, quelli che hanno paura, pronta a dire a hanno governato l’Italia negli ultimi 30 anni è Scalfaro: “Fai tu il governo, nomina tu i mini- ormai tagliata, perdono sangue a fiotti. Quella stri, prenditi più potere”. Ma c’è anche un 10 per che stiamo vivendo è una rivoluzione a rallenta- cento che si appellerebbe alla Costituzione. Ri- tore. Dietro la crisi del Governo Amato c’è la cri- sultato: la guerra civile. si della Repubblica, il collasso del vecchio siste- E voi della Lega cosa proponete? ma, e questo terrorizza chi sostiene il Governo. Esattamente il contrario di quello che voglio- Eppure in queste condizioni l’unica via d’uscita no i vecchi marpioni del sistema morente: alle sono le elezioni. Subito.

Miglio: “Ho l’arma assoluta” “È lo sciopero generale fiscale”, ci dice in un’intervista

di Flavia Baldi

Il Giorno, 9 giugno 1993

ran Lombardo, senatore, costituzionalista. l’intellettuale che è felice nel far politica, ora se- Con Miriam, la moglie, leghista di ferro. gue le orme di Gandhi e Martin Luther King. GGianfranco Miglio, l’ultimo reazionario, Con un’introduzione, che in realtà è un saggio, hanno detto di lui. Decisionista, ha ammorbidi- al libro di Thoreau, Disobbedienza civile. (Mon- to le teorie di Carl Schmitt per abbracciare la dadori) disobbedienza civile e il suo profeta Thoreau. Quando un cittadino può disobbedire? Lassù, dal lago di Como dove i Miglio abitano È il nocciolo del mio saggio. almeno dall’Anno Mille, lancia un messaggio al Quando in uno stato di diritto il rispetto appa- Paese: se questo regime resiste, se al “nuovo” rente e formale delle regole non corrisponde al vengono chiuse ancora le porte in faccia, se la risultato, che risulta illecito. Come quello della riforma elettorale resta un’utopia e le elezioni permanenza della classe politica al potere. anticipate un sogno, allora non c’è che un’ar- Lei è partito dall’analisi di questo lungo pote- ma. L’arma assoluta, la chiama. Quella di uno re che ci ha dominati per cinquant’anni? sciopero generale fiscale dell’Alta Italia. Si, di questo lunghissimo potere democristia- Il nipote dello scalpellino della Val d’Intelvi, no, socialista, insomma della classe politica post-

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fascista. Ora, per esempio, torna fuori l’arco co- Non pagando le imposte. Che non è una cosa stituzionale, questa combutta che si è creata al- secondaria rispetto all’esercizio del potere. Chi l’indomani della caduta della dittatura. Come lo esercita pretende di poter tassare i cittadini. aveva detto Amato in un discorso che ha suscita- In una società moderna, è questa la forma più to polemiche inique e stupide, al posto del parti- alta di tirannide. to unico si è insediata una consorteria di partiti Quando tirerà fuori la Lega questa provoca- tenuti insieme da un patto perverso. zione? Ne fece parte anche il Pci, poi Pds? Questa è un’arma non cruenta. E noi l’usere- Certo, anche l’opposizione. Questa solidarietà mo al momento giusto. si era manifestata durante la Costituente. Cosi la Le altre regioni, quelle che devono portarci Costituzione in un certo senso non manifesta via i soldi perché altrimenti non possono so- tutte quelle garanzie che avrebbero dovuto im- pravvivere, hanno in mano la forza pubblica. pedire un processo di questo genere. Noi, il cordone ombelicale dei tributi. C’è stato un momento in questi decenni in cui Questo sciopero potrebbe essere attuato in ca- il consociativismo è stato vincente? so di mancata attuazione della riforma? Durante il momento dell’unità nazionale. Questo è un mezzo ultimo, l’arma assoluta. L’opposizione si è abituata gradualmente a farsi Prima ci sono altri mezzi. Vale come parecchie coinvolgere nel sistema. Inizialmente, il 18 apri- divisioni corazzate. Però, se ci impediscono di le del ‘48, aveva ancora l’idea dell’alternanza che andare alle urne, Bossi l’ha già detto, ricorrere- concepiva però come rivoluzionaria. Poi, è ini- mo a mezzi più persuasivi. Forse proprio a que- ziata una lunga marcia di avvicinamento, so- st’arma assoluta. prattutto nelle amministrazioni regionali, cul- Niente insurrezione? minata nel momento della solidarietà nazionale. Bisognerebbe che cominciassero gli altri. Se Quali sono stati i protagonisti? di fronte a certe proteste aspre, sparano, allora è Togliatti in modo particolare. Poi, Berlinguer. fatale l’innesco. Ma io sono convinto che ci sia E dall’altra parte, il punto di riferimento era Mo- un’altra strada. Se ho scritto questo saggio sulla ro. La solidarietà nazionale è stato l’acme di disobbedienza è perché sono convinto che si può questo consociativismo. Vede, il fenomeno ter- ricorrere a questi mezzi. roristico segnava la ribellione di una parte degli Ha abbandonato il decisionismo? italiani. Il mio decisionismo è limitato nel tempo. In- Io non voglio rivalutare il terrorismo, ma gli fatti, non penso affatto a un regime presidenzia- storici di domani riconosceranno che il conso- le. Non l’ho mai sostenuto. Anzi ho sempre so- ciativismo così soffocante e cosi sistematico è la stenuto il regime del primo ministro. In Bica- sola grande scusante del terrorismo. Ma si sa- merale ho detto: riduciamo a 4 anni il mandato rebbe comunque passati dalla padella nella bra- del primo ministro. Facciamo in modo che ne ce. possa avere solo uno. Riduciamo i rischi che chi Ecco, torniamo alla disobbedienza civile? detiene il potere sia tentato di allargare questo Io ho detto che un regime è democratico potere. quando garantisce il ricambio della classe politi- È una correzione che io ho apportato al mio ca. Se una classe politica si incista, diventa una decisionismo dopo aver visto Craxi. Che inizial- crosta che non si muove più, vanno perduti sia mente appariva un decisionista, ma dentro allo la democrazia sia lo stato di diritto. E si crea un stato di diritto. Poi, ha cominciato a fare il pre- regime intollerabile. Quando, come nei paesi su- potente, sia con l’uso distorto dei finanziamenti, damericani viene violata la costituzione, c’è il sia col nepotismo. Per cui ho detto: ha ragione diritto alla resistenza. Nel nostro il potere è for- chi teme che in Italia il potere personale diventi malmente legale, ma nella sostanza con il siste- sempre dispotico. ma clientelare si lega una parte dei cittadini a Usando un’arma non violenta che fu la forza coloro che comandano. Il ricorso alle urne, fino di un Gandhi, si sente nei panni giusti? al ‘92, non toccava l’equilibrio politico. In que- Certamente. Vede, le mie dichiarazioni sono sto modo i cittadini si sono sentiti asserviti ed è spesso distorte. Io non ho mai creduto nella giu- cominciata la grande abbuffata. Ecco, il caso stizia sommaria. Ma credo anche che, quando le classico in cui serve il ricorso alla disobbedienza istituzioni sono malate, il popolo debba recupe- civile. rare il diritto di fare giustizia. Per esempio, con Come si attua? la disobbedienza civile.

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Intervista

di Judit Jarai

Televisione Ungherese, 21 agosto 1993

l giorno in cui noi arriveremo al potere fare- che aveva realizzato una specie di socialismo mo pagare le tasse anche sui B.O.T e sui reale. IC.C.T. Sono stati sempre più dominati dagli intellet- E qui al Nord, nei comuni settentrionali, cosa tuali meridionali. La burocrazia, i boiardi di Sta- va a succedere? to, lei vada a vedere, sono tutti di estrazione me- E va a succedere che spazzeremo via, mano a ridionale. mano che arriviamo, spazziamo via tutte le Questo è un male? clientele, tutta quella gente che è stata nomina- Certo! ta, infilata lì. Lei non ha idea di cosa hanno in- Perché? ventato di posti per giustificare le paghe pubbli- Perché è una cultura non europea, è una cul- che. Hanno organizzato un baraccone dapper- tura mediterranea. I Romani mettevano al verti- tutto, di posti, di enti, organismi inutili, doppi, ce del loro ideale l’otium, neanche il negotium, tripli, eccetera, per sistemare i loro seguaci, per- il fare gli affari. No, l’otium: il vero signore vive ché tutta la gente che li votava chiedeva in cam- di ozio, perché gli altri lavorano come schiavi. bio rendite politiche. Questa è la mentalità meridionale. Perché la Re- Allora si farà una purga di tipo giacobino? pubblica è andata a finire con la situazione at- Una pulizia progressiva delle amministrazioni, tuale con due milioni di miliardi di debito pub- una pulizia progressiva. Già parecchi, appena blico, una situazione economica che si salva sentono l’odore di amministrazione leghista, si giorno per giorno, tanto è tragica? allontanano spontaneamente. Milano non ha Sì, ma corruzione, tangentopoli, soprattutto mai avuto, per colpa anche dei milanesi, il ruolo significa ora “Milano”, non grandi città meri- che avrebbe dovuto avere. Perché? Perché gli dionali... operatori economici, non i piccoli e i medi che No, vede, è tutta gente che veniva da Roma, il sono quelli che la Lega protegge, ma i grandi contatto era con Roma. Il rapporto degli indu- operatori economici si sono messi d’accordo con striali che si sono corrotti era con i politici ro- i potenti politici di bassissimo livello che man- mani. Roma è corrotta fino al midollo delle ossa! davano a Roma, per sfruttare soprattutto le ri- Milano non lo è? sorse pubbliche. Lei vede che noi abbiamo in No, non lo è così. Milano ha subito l’influenza queste settimane la tragedia delle grandi impre- della politica romana. I nostri politici, quando se italiane, le quali sono indebitate, sono prati- vanno a Roma, si corrompono, perché... l’am- camente fallite, e si sta studiando il modo come biente... salvarle. Si lasciano corrompere, quindi non sono mi- Ma cosa un sindaco della Lega potrebbe offri- gliori dei romani o dei meridionali? re ai milanesi di diverso da un altro partito poli- No, non è quello, perché quelli sono corrotti tico? dalla mattina alla sera, i nostri si fanno corrom- Innanzitutto il rigore morale, il rigore della pere quando vanno là. Però devo dire una cosa: condotta, poi l’impostazione tutta privatistica, la che i leghisti non si fanno corrompere, anche Lega crede nel mercato... perché i nostri elettori sono pronti a essere fero- Anche gli altri partiti credono... ci con quelli che tradiscono. Fino a un certo punto! Lei vede che il governo Io ho l’impressione che lei non ami i meridio- seguita a dire che vuole privatizzare le aziende nali... pubbliche, in realtà non fa che dilatarle. È tutta Assolutamente no! Perché io sono europeo. Io una menzogna: il vecchio sistema politico, la ammetto che quello è un modo di vivere . . . prima Repubblica, era una prima Repubblica Ma anche il Meridione fa parte dell’Europa...

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L’Europa periferica... risparmi, pagano imposte più elevate, pagano il Qual’è il vostro programma? È vero che la Le- grosso delle imposte e mantengono tutto il pae- ga vorrebbe la scissione, vorrebbe staccarsi dal- se. l’Italia? Si è constatato che tutte queste risorse sono Noi, guardi, consideriamo l’eventualità della andate a alimentare forme criminali, patologi- secessione come un punto estremo. Vale a dire, che, e non hanno consentito di risolvere nessun se noi non riusciremo a dare a questo paese, ai problema, specialmente nelle regioni del sud. popoli italiani, una costituzione federale (l’idea- E in queste condizioni le regioni del nord di- le sarebbe addirittura confederale), le masse che cono: “adesso dobbiamo comandare noi!” votano Lega vogliono la secessione... Guardi, ci saranno in Italia tre sole forze che E perché? Perché non si sta bene? contano: la Lega Nord, i rossi (i social-comuni- Nell’attuale condizione ci si è accorti che le sti) e la Democrazia Cristiana: e sarà tra noi tre regioni che producono, che accumulano risorse, che si giocherà la partita del potere...

Io, Miglio, il guru sono tutto Südtirol L’ideologo della Lega Nord parla apertamente dell’Alto Adige e affronta tutte le problematiche più scottanti

di Massimo Cianetti

Alto Adige, 14 settembre 1993

rovocatorio. Imprevedibile. Inflessibile. Il con i nomi italiani, a parte quelli storici. Vanno volto severo, duro, quasi sempre corruccia- mantenuti solo quelli tedeschi e ladini...”. Senza Pto, come intagliato nella roccia di basalto contare poi affermazioni come questa, tutta da del promontorio di Bellagio. Corrosivo, come al decifrare: “Non sollecito troppo gli amici della solito, contro il governo di Roma e contro quei Lega ad impiantarsi in Sudtirolo, cosi come nel- funzionari che vengono in Alto Adige “come in la regione Aosta...”. terra di conquista”. Più vicino, per certi aspetti Insomma, tutto questo, in sintesi, e tante al- del suo pensiero, alle posizioni più estreme del- tre cose ancora è Gianfranco Miglio, 74 anni, la Svp dell’amico Benedikter che a quelle della professore universitario, esperto di storia e an- Lega. Critico e caustico nei confronti del “tradi- tropologia, scrittore e saggista, senatore indi- tore” Degasperi e sostenitore di coloro che non pendente e “guru”, ovvero ideologo, della Lega vogliono la beatificazione dello statista trenti- Nord, nume tutelare di Bossi e compagni. Mi- no. Fautore del “Grande Tirolo” in una “Grande glio, dunque, ha rilasciato una intervista esclu- Europa” con trainer la “Grande Germania” riu- siva all’Alto Adige e ha parlato senza peli sulla nita. E poi, giù staffilate a denti stretti del tipo: lingua, come è sua abitudine, di molti argo- “I sudtirolesi hanno tre sacrosanti diritti: di re- menti che ci interessano da vicino. sistenza, di disobbedienza civile e di secessio- Tanto per cominciare, precisa, vuol essere ne!”; oppure “Sarei proprio felice di dover pre- chiamato “professore” e non “senatore”. sentare il passaporto a Salorno per entrare in Al- Allora, professore, che cosa pensa dei rapporti to Adige”; e ancora “Toponomastica? Ma basta tra l’Alto Adige e la Lega?

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Guardi, io sono sempre stato molto simpateti- po’ meno volentieri perché gli hanno tagliato un co verso il Südtirol perché in tutte le Costituzio- po’ di gomme... Però loro sono sempre venuti ni dovrebbe essere ben scolpito il diritto di se- qui come in terra di conquista...”. cessione. Anzi, tre diritti: il diritto di resistenza Professore, dica la verità, come si trova in Al- quando l’ordinamento diventa tirannico; il dirit- to Adige? to di disobbedienza civile quando l’ ordinamento Divinamente bene. Mi sembra di essere in Au- non viola formalmente le norme ma le viola in stria e intanto adopero la moneta italiana. Ma sostanza come è il caso dell’Alto Adige; e il dirit- vorrei ancora criticare questo atteggiamento an- to di secessione. Anche se non sono scritti nelle tipatico del mondo romano, un atteggiamento Costituzioni, però le Costituzioni, direbbe Mon- che ha accolto pienamente Degasperi e questa è tesquieu, per uomini liberi contengono questi una sua colpa storica. Vede, i cattolici sono sem- diritti. Io sostengo sempre che sarei felice il pre stati contro lo Stato nazionale unitario. Ma giorno in cui, passando la stretta di Salorno, do- poi la borghesia e il ceto medio, per timore di vessi presentare il passaporto. Sarebbe la resti- perdere i propri patrimoni per colpa del comu- tuzione di un diritto naturale che hanno gli al- nismo, si sono messi sotto la copertura ecclesia- toatesini e che non può essere stato cancellato stica e sono corsi a votare Dc. E allora i cattolici, dal trattato di pace e noi con i nostri nazionalar- improvvisamente folgorati, hanno gettato dalla di e il sangue degli alpini, che qui che là. Il dirit- finestra la grande tradizione critica e si sono to di conquista non rientra tra quelli dei popoli buttati a difendere lo stato nazionale unitario civili. Siamo alla fine del ventesimo secolo e ereditato dai liberali. E questo è uno dei tradi- dobbiamo finirla con questi principi se no giu- menti culturali e intellettuali che io vedo nella stifichiamo tutte le ribalderie di questo mondo. nostra storia recentissima. Ma secondo lei come si è comportata l’Italia E il ruolo di Degasperi? verso gli altoatesini? Bravo. Degasperi è stato proprio l’antesignano Ritengo che abbiamo perfettamente ragione di questa operazione. Non gli è sembrato vero, quando dicono che non è stata leale. ai cattolici, di diventare i padroni del vapore per- E fanno benissimo a non volere la beatificazio- chè erano sempre stati fuori. E questa lunga ne di Degasperi. Sono stato felicissimo quando astinenza ha creato una fame inenarrabile di po- ho appreso dai giornali di questa opposizione. tere e sono diventati i più spietati difensori della Bravi! Perché Degasperi, che era stato dopo- slealtà dello Stato. tutto un suddito austriaco, doveva capire qual’e- E della faccenda dei toponimi, quanto mai at- ra la logica delle popolazioni alloglotte in Italia, tuale, che ne pensa? inserita nel trattato di pace. Sono del parere che non ha senso insistere in Ora, ritengo che i guai sono cominciati già quella follia del senatore Tolomei che ha italia- con l’idea che è tipicamente furbesca, romane- nizzato tutti i nomi austriaci del Sudtirolo. Se la sca, tipica della burocrazia romana, di creare la leggessimo non in un libro di storia recente, ma regione Trentino Alto Adige proprio per annac- in un libro di storia che riguardi il Sei-Settecen- quare l’indipendentismo degli altoatesini. S’im- to diremmo: ma guarda che buzzurro questo magini se l’avessero fatto per la valle d’Aosta qui, ma non aveva niente altro da fare che di in- (ma quella era più piccola e poi non ci sono riu- culcare nella testa della gente questi nuovo no- sciti), se l’avessero unita al Biellese per creare mi... Vede, ci sono dei nomi italiani storici e una regione mista in cui i valdostani venissero quelli vanno conservati. Ma tutti quelli che tra- messi in minoranza. Da lì si capisce tutta la filo- ducono il nome originario in tedesco, no. Io non sofia perversa nel perseguire il fine (che era sta- dico Riscone, è una cretinata. Dico Reischach to di Mussolini) di snazionalizzare l’Alto Adige. perchè è logico che Riscone e una brutta tradu- Lei conosce bene la situazione altoatesina... zione di Reischach che invece è bellissimo. In- Sì, io sono sempre andato in vacanza in Val somma, torniamo al tedesco, il tedesco e basta. Pusteria, a Reischach, sopra Bruneck, dove sto Meno quei paesi che hanno realmente i due benissimo e ho molti amici. Questa gente mi è nomi da tempo e, naturalmente, i nomi ladini profondamente simpatica perché difende la sua che vanno conservati con più rigore di quelli te- nazionalità, difende le sue qualità, le sue carat- deschi. Si tratta di preservare una stirpe e una teristiche. E mi hanno sempre dato un fastidio cultura... tremendo quei funzionari romani che vengono a Qui entra in gioco la politica dei confini.. villeggiare in Val Pusteria. Adesso ci vengono un Ma sì, questo concetto obsoleto dei confini.

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Oggi i confini non hanno più alcun significato. aggiungere nell’edizione tedesca un qualcosa del Dalla finestra del Gran Hotel vedo la Vetta d’Ita- mio pensiero sulla questione altoatesina. lia, conquistata gloriosamente, ecc. ecc. Ma no, Può anticiparci qualcosa su questo argomen- è insensato parlare di linee di confine, dallo to? Stelvio fino al mare, ecc. ecc. Quando le guerre Vede, i trattati di Helsinki hanno sancito il di- si facevano con i cannoni, è naturale che erano ritto naturale di stare con chi si vuole. porte da tenere chiuse. Ma adesso è folle insiste- E il nuovo diritto naturale emerso nel nostro re. Ma c’è anche un altro fatto che va sottolinea- tempo. Questo sarà uno dei pilastri del mio ra- to. Gli italiani si sono scontrati con un popolo gionamento. che ha una grandissima tradizione culturale. Io E La Lega in Sudtirolo? conosco bene la cultura sudtirolese. Una delle Io non sollecito i miei amici della Lega ad im- città che amo di più, per esempio, è Innsbruck. piantarsi nel Sudtirolo, così come ho detto di E quando ci vado, corro a vedere la Hofkirche e non andare a sfrucugliare i valdostani. Io sosten- la bellissima sala di Maria Teresa con i ritratti di go che nella nostra repubblica federale le ragioni tutti i figli e i mariti e le mogli. E la splendida a statuto speciale riceveranno maggiori preroga- tomba costruita per Massimiliano I anche se tive (anche se probabilmente meno soldi). non lo ospita... Insomma, c’è una tradizione cul- E questo è un punto che ci sta a cuore. Perché turale formidabile. Ho molta letteratura sul che cosa ha fatto la Dc con tutte quelle regioni Sudtirolo nella mia biblioteca di 30 mila volumi. che volevano andarsene? Come anche la Sicilia e E i meriti dei sud tirolesi? la Sardegna. Restate, ha detto, e vi copriremo di Ma loro hanno censito tutto, non c’è sasso di soldi. E così è stato. In Val d’Aosta, per esempio, cui non si conosca la storia. non sanno più dove metterli i Per cui quando ai tempi di De- soldi. Bene, tutto questo dovrà gasperi e dei suoi immediati finire. Mi rendo conto che que- successori insistevano per pie- sta prospettiva farà molto di- gare i sudtirolesi, io dicevo: spiacere agli altoatesini, ma la guardate che questi non mol- storia ci spinge in questa dire- leranno mai la loro identità zione... nazionale e voi vi romperete le E come vede l’ipotesi del corna. E fanno benissimo! “Grande Tirolo”? E degli Schutzen che ne Ma guardi io credo fermamente pensa? nell’ Europa delle regioni e Li criticano tanto, i romani, quindi l’idea del “Grande Tiro- ma sbagliano. Ho detto recen- lo” mi piace e l’approvo. Po- temente: vi stanno sullo sto- trebbe farne parte in un doma- maco perchè non li potete far andare in giro voi ni anche il Tirolo italiano, perchè no? Insomma, che avete perso quel poco di tradizione che ave- qui abbiamo davanti due alternative: l’Europa vate. Ma loro hanno questo alto culto della loro deve diventare veramente nuova, con grandi re- storia, di Andreas Hofer, ecc. E qui c’era il ridac- gioni e grandi metropoli, e sempre meno Stati chiare parrocchiale, quel tipico umorismo da nazionali. Se dovessero invece prevalere gli Stati parrocchia di certi ambienti cattolici. Ma guarda nazionali, l’Europa stessa si inabisserebbe, non quelli li con le piume e le brache corte... Ma che sarebbe più in grado di reggere la concorrenza scherziamo? Erano la base della difesa del terri- di Stati Uniti e Giappone anche quando la Ger- torio, delle case e delle famiglie! Per cui io sono mania avrà completato la sua impresa di riunifi- interamente dalla parte del Sudtirolo. cazione e sarà diventata la vera leader del vec- Lei ha anche dei vecchi amici nella Svp... chio continente. Vede, io sono un politologo di Beh, sì, il mio amico un po’ scomodo, il Bene- scuola storica e sono stato uno dei primi a pre- dikter, che fra l’altro si è adoperato per far tra- vedere il ritorno dell’egemonia economica tede- durre il mio libro “Come cambiare” che uscirà sca. tra non molto proprio a Bolzano, a cura di un Non dimentichiamoci che le due grandi guer- piccolo editore. re sono state fatte per bloccare l’espansione eco- Non vedo l’ora di vedere nelle vetrine delle li- nomica germanica. E ora chi li ferma più i tede- brerie altoatesine il volume con la copertina in schi? In questo quadro l’Alto Adige sarà avvan- tedesco... A proposito, ho anche intenzione di taggiato...”.

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Ma Miglio parla di secessione “È la base che la vuole...” “O accettano la Costituzione federalista o ce ne andiamo. Prendere o lasciare”.

di Franco Vernice

La Repubblica, 29 settembre 1993

a la voce allegra, il professor Miglio. D’al- motivo federale è l’opposto di quello del secolo tra parte lui, nella bufera, si diverte come scorso. Hun matto. E in questi giorni, dopo la sfida Nell’Ottocento il federalismo serviva per fon- secessionista di Curno, la bufera politica è dav- dare ancora degli altri stati nazionali unitari, vero di quelle toste, tanto da suggerire ieri al oggi il federalismo è il modo per sostituire agli portavoce leghista Luigi Rossi di dire che no, stati nazionali unitari delle strutture articolate. Bossi non ha mai parlato di secessione, ma solo Naturalmente, con un modello di gestione del di federalismo. Ma al telefono nella sua casa di potere che preveda un tipo di ordinamento poli- Domaso, sul lago di Como, Gianfranco Miglio, tico non statuale, quindi non con tutte le carat- incaricato di disegnare la magna charta dell’Ita- teristiche e le vocazioni omogeneizzanti tipiche lia federale forse prossima e forse ventura, non dello Stato. ci sta proprio a fare il pompiere. Professore, ma nella Lega siete tutti d’accordo Anzi. Dice: “Noi faremo il nostro testo costi- su questi discorsi? Il sindaco di Milano, For- tuzionale e lo proporremo come prendere o la- mentini, sembra un po’ più cauto. sciare. Se non lo vogliono servirà per noi e ba- Formentini è un mite. Ma anche lui si rimette sta”. E cioè? “Cioè si arriverà alla secessione. completamente a quelle che sono le scelte giuri- Ma l’avranno voluta gli altri. Non noi. Ho anche diche e tecniche che facciamo Bossi, io e gli al- domandato a gente responsabile se in questo tri. Noi siamo soprattutto trascinati dalla nostra caso ci sparerebbero addosso. Mi hanno rispo- base. E la nostra base è se-ces-sio-ni-sta. Molti sto: “Siamo alla fine del secolo ventesimo, come non hanno ancora capito come ragiona e come si fa a sparare addosso a gente che vuole andar- si comporta la base della Lega Nord. Io devo sene?”. continuare a tenere la briglia tirata, a questa Chi le ha dato questa risposta: funzionari del- gente. lo Stato o qualche politico? E intanto girano le voci sui leghisti armati. Funzionari, i politici solo a sentire l’idea di Quelle sono palle, sono solo stupidaggini. sparare scappano. Guardi, quando un regime finisce segue sempre Qualcuno dice: il Nord Italia come la Slovenia. certe regole di instupidimento. Beh, la Slovenia se ne è andata pacificamente. Parliamo del progetto per una carta costitu- Ma quello poi è stato anche l’inizio del disa- zionale dell’Italia federale alla quale lei sta la- stro nella ex Jugoslavia. vorando. Come sarà? Sa, anche lì c’erano delle regioni che pagava- Sarà una carta costituzionale molto moderna, no e mantenevano quei bastardi dei serbi: per molto più avanzata delle Costituzioni federali vi- fortuna noi non abbiamo un meridione militari- genti che sono strumentali allo Stato unitario e sta e aggressivo come la Serbia. infatti tendono a ridurre le diversità, mentre il Resta che andremmo verso la disgregazione. problema del federalismo alle soglie del ventu- Ma non è disgregazione, è disarticolazione. In- nesimo secolo è tutto l’opposto, cioè è necessa- somma: bisogna partire dal concetto che oggi il rio immaginare una carta costituzionale la qua-

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le prenda atto delle diversità, le tuteli e le gesti- della moneta, ma anche qui fatalmente andrà sca. Tutte le diversità di cultura, di lingua, di avanti il processo di unificazione monetaria eu- particolarità di stile e abitudini di vita sono beni ropea. E a mano a mano che procederà l’unifica- preziosi che vanno tutelati. zione europea si ridurranno anche tutti i poteri E questo principio di diseguaglianza come si dello Stato federale, rinforzando quelli degli Sta- dovrebbe esercitare? ti membri. I cittadini sono uguali per tutti i più grandi Pensa sempre alle tre macroregioni, Nord, principi di diritto. Centro e Sud? Poi ogni comunità ha le sue regole, se le gesti- Il contesto sarà quello, con l’Emilia Romagna sce e se le cambia. destinata a gravitare sulla Padania. Per esempio una differenza è nel modo di concepire le istituzioni, nel modo di concepire i rapporti fra i cittadini e il potere. Fermo re- stando regole uguali per tutti nei rapporti inter-individuali, di con- tratto e scambio, di relazioni eco- nomiche e via dicendo. Nella strut- tura federale a cambiare saranno i poteri pubblici e il modo di gestire le risorse. Primo obiettivo sarà sta- bilire regole per cui le popolazioni che producono di più e pagano di più per mantenere tutto il sistema abbiano maggior peso. E al centro, secondo lei, profes- sore, che competenze dovrebbero restare? Un po’ di politica estera, non tut- ta. La federazione avrà le grandi li- nee, che in un contesto europeo di- ventano una cosa molto modesta. Ma poi è evidente che il Lombardo Veneto deve avere la possibilità di stabilire i suoi contatti e regole e negoziati con il Baden-Württem- berg, con l’Austria, con la Slovenia. E le regioni del Sud potrebbero sta- bilire dei contatti privilegiati con la Libia, con la Tunisia, con Malta. Per la difesa le E per arrivarvi il percorso che indicate è cose sono ancora più chiare: resterà competenza quello dello sciopero fiscale, del plebiscito e del- del centro e andremo incontro ad un esercito le elezioni anticipate. E se il plebiscito desse ri- professionale, di mercenari. E sia chiaro che sultati contraddittori, magari con una forte non ho mai sostenuto che gli Stati della federa- maggioranza federalista solo al Nord... zione avranno ciascuno delle proprie forze ar- È quello che aspetto io, in una federazione in mate. Ma neanche per sogno: è un’autentica co- cui il mazzo lo teniamo in mano noi: lo teniamo glioneria che io non ho mai detto: le forze di di- già in mano economicamente, tranne che non fesa saranno della federazione e, io credo, inseri- abbiamo il controllo. E invece vogliamo avere te in un contesto federativo europeo. anche il controllo economico e finanziario della Dunque: una parte della politica estera, la di- federazione. fesa. E poi, professore, che altro lascerebbe al E se Il Sud dicesse no al federalismo? centro? Noi andremmo ugualmente avanti, con i due- Un po’ di Fbi, un po’ di polizia nazionale, i cento-duecentocinquanta parlamentari che vertici della magistratura. Poi c’è il problema avremo nel prossimo parlamento.

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Miglio: “Ma i chierici del Vaticano alla fine dovranno pagare il conto”

di Ugo Bertone

La Stampa, 29 settembre 1993

chierici di oltre Tevere... Tutta gente spe- Pensi a Comunione e liberazione. Io l’ho se- cializzata nello scegliere le persone sba- guito quel dramma. Era gente pulita, impegnata “Igliate. Pazienza, pagheranno il conto”. È nel volontariato, e guardate dove sono finiti. una minaccia, professor Miglio? “Ma no, sarà la Adesso pietiscono aiuti, al punto di cercar di storia a vendicarsi. Non la Lega”. diventare impiegati pubblici. Gianfranco Miglio, politologo, docente alla Professore, non è solo questione di soldi. Il Cattolica, grande ispiratore di Umberto Bossi. Papa parla di solidarietà, di impegno per l’occu- Cattolico? “Si, cattolico ma calvinista. Al limi- pazione, di unità... te del rigorismo protestante”. E sorride soddi- Sì, solidarietà, unità. Credo che siano in buo- sfatto, l’ideologo dei lumbard dalla sua casa di na parte degli orpelli buoni a mascherare gli in- Domaso. Poco più in là, oltre l’orizzonte, ci so- teressi materiali. Eppoi... no i Grigioni, la Svizzera protestante. E Roma, Eppoi? il Vaticano, la condanna del plebiscito leghista, Wojtyla ha esordito dicendo di non volersi oc- appare lontana, quasi remota. cupare di cose italiane. E invece se ne sta occu- Allora, professore, Chiesa e Lega sono sempre pando più di tutti, più di papa Pio XII, l’ultimo più lontane. O no? grande pontefice. Credo, comunque, che certe Io mi sono domandato a più riprese perché i idee siano più della cancelleria del Vaticano che chierici, i chierici di vertice, siano così scatenati del Papa... a favore della Dc. Le incomprensioni, comunque, sono ben radi- O contro la Lega... cate. Altro che cancelleria vaticana... No, io credo che questa sia solo una conse- Io penso che la Chiesa abbia capito che il le- guenza. Io penso che loro temano innanzitutto ghista è, nel suo intimo, un laico. È un cattolico e soprattutto il crollo della Dc. E questo per un che ha deciso di non votar più Dc, che non ob- motivo molto semplice. Si sono create negli ul- bedisce più ai chierici. È diverso da chi sceglie la timi 40 anni relazioni, tra l’altro spesso non Rete o i pattisti di Segni. molto commendevoli, tra il controllo da parte Là prevale ancora il vincolo dell’autorità ec- democristiana della finanza di Stato e le imprese clesiastica, qui la convinzione del laico. Bisogna della Chiesa. Anzi, io le definisco le botteghe distinguere tra la Chiesa della persona e quella della Chiesa. della norma. Lei ritiene che l’atteggiamento contro la Lega E qual è la distinzione, professore? nasca da interessi materiali? Quando Wojtyla dice ai cattolici: siate fedeli, Certo. Io sono definito l’ultimo dei marxiani seguite come pecorelle il pastore, privilegia la fi- proprio perché penso che, dietro a certe scelte, gura del sacerdote. Una scelta che, in politica, ci siano interessi materiali ben precisi. Anch’io ha favorito in passato i capi della Dc. so che, in parte, le botteghe della Chiesa sono E invece? più che rispettabili. Capisco che spesso sono lo- Noi rivendichiamo il primato della norma, ro a sopperire alle inefficienze dello Stato. delle sacre scritture, contro la tradizione cattoli- Ma ci sono ben altre botteghe.... ca che antepone la figura del sacerdote. E questo Ovvero? vale anche per la pubblica amministrazione, non

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solo per la religione. Il nostro sindaco deve pri- nuità fra tradizione liberale e cultura cattolica. vilegiare le leggi sulle persone, i compromessi Viene da lì quella compromissione con lo Stato tra amici. Deve far l’opposto di un sindaco Dc. liberale, lo Stato militarista, in netto contrasto Ma perché i cattolici dovrebbero cambiare? con l’eredità cattolica dell’Ottocento. La Dc è erede di una grande tradizione... Ma anche il Vaticano, la Chiesa italiana sono Ma la cultura cattolica dell’Ottocento è anta- schierati con l’unità nazionale, con lo Stato co- gonista dello Stato liberale. Anzi. I cattolici si sì come è maturato nella storia... sono chiamati fuori finché, dopo la seconda Solo la sconfitta farà cambiare le vecchie idee guerra mondiale, i cattolici si sono trovati lo che dominano oltre Tevere. Loro, in Vaticano, Stato in mano. Fu la grande battaglia condotta puntano ancora sugli Stati nazionali, non credo- da Pio XII e dai parroci contro il pericolo rosso. no affatto all’Europa unita. D’altronde, il potere Una battaglia condotta a tutto campo, anche con temporale della Chiesa è stato forte solo quando un’estrema attenzione nella scelta dei candidati. è forte l’ostilità tra gli Stati nazionali. Furono i parroci a tener lontani opportunisti e Ma lei si sente calvinista? affaristi dalle file Dc. Poi venne De Gasperi... Sa cosa ha detto Mastella? Già, professore. Lei non ha mai nascosto la Lassù al Nord ce l’hanno tanto con le tangenti sua antipatia per De Gasperi. Perché? perché sono tutti calvinisti. Ebbene, sono orgo- Perché fu De Gasperi a inventarsi una conti- glioso di un’accusa del genere.

Ma io parlavo di poliziotti...

di Roberto Di Caro

L’Espresso, 24 ottobre 1993

he bizzarra guerriglia, quella sui generali qualche capo della Lega ha buoni rapporti con uo- leghisti. Nata da mie dichiarazioni total- mini ai vertici delle forze armate “interne”: cioè Cmente fraintese: da giornalisti, politici e ge- Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza. nerali. Perché, sull’esercito, io non ho fiatato. E perché le sue affermazioni sulla doverosa Né ho fatto cenno alcuno a generali leghisti che estraneità dell’esercito alle vicende politiche potrebbero appoggiare Bossi qualora si dovesse non dovrebbero valere anche per Polizia, Cara- arrivare alla secessione del Nord. Divertito ma binieri e Finanza? anche preoccupato, il senatore Gianfranco Mi- Ma è diverso: il lavoro e i compiti di queste glio: poche sue battute sono bastate a innescare forze armate interne sono direttamente connes- una polemica dai toni durissimi, in cui, da par- si alla vita politica nazionale. L’esercito, invece, te del generale Goffredo Canino, capo di Stato come stabilisce l’articolo 52 della Costituzione, maggiore dell’esercito, ha fatto capolino, ben- ha come suo compito difendere la comunità po- ché in forma ipotetica, l’accusa di “tradimento”. litica degli italiani da minacce o attacchi esterni: Professore, lanciato il sasso, ritira la mano? qualunque sia la forma istituzionale, unitaria, Non mi rimangio mai ciò che dico, ma vorrei federale o confederale, di tale comunità politica. fosse riportato esattamente. Che in un esercito co- Articolo 52, eccolo: “La difesa della Patria è me quello italiano, tutto fatto di generali, alcuni sacro dovere del cittadino”. abbiano simpatia per la Lega mi sembra cosa Patria, Patria, ma che cosa vuol dire? Mettersi plausibilissima. Ma è questione che io non ho mai insieme per difendere con ogni mezzo i propri sollevato. Nella mia visione, i generali non devono interessi spiccioli contro tutti gli altri? Se è così, avere interesse alcuno per le questioni di politica anche la comunità mafiosa si regge sugli stessi interna, meno che mai per quelle che riguardano presupposti. Patria è un luogo comune da butta- la forma istituzionale. Io ho invece affermato che re alle ortiche.

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E quelli che la Patria la fanno finire sulla li- in certi ambienti ci sia chi tenta di ipotizzare nea gotica, ipotizzando la secessione? contro la Lega un’accusa di attentato all’unità Quelli chi? L’unico a parlare chiaramente di della Patria, appellandosi a quella parte del codi- secessione sono io. E solo come “ultima ratio”, ce penale che non è stata mai adeguata alla Re- sia chiaro. Comunque, per me, il concetto di Pa- pubblica democratica. Manovra rischiosissima: tria è del tutto relativo anche quando parlo della davvero, per quella via, sì potrebbe giungere a mia Padania. Io la penso come i Romani: “ubi scatenare una guerra civile. bene ibi patria”, dove io sto bene, lì è la mia pa- Appena rese note le sue dichiarazioni, molti tria. hanno pensato al generale Carlo Jean, in ottimi Torniamo ai generali potenzialmente infedeli rapporti con lei, oltre che con l’ex presidente perché di simpatie leghiste. Francesco Cossiga. Io non ho mai espresso dubbi sulla fedeltà del- Il generale Jean è uomo colto e intelligente, e l’esercito. Continuo a ritenere che l’esercito con lui ho lavorato a un libro sulla guerra. Ma, debba restare fuori dalla mischia politica. Sem- come gli ho detto più volte, Jean è un gran pa- mai è il generale Canino che ha travalicato le triottardo, e credo avrebbe serie difficoltà a sue competenze, dichiarandosi difensore dello prendere posizioni in contrasto con quelle del Stato nazionale “unitario”. Che sia unitario o fe- generale Canino. Rispetto il suo patriottismo, derale o confederale non è affar suo. Temo che ma la penso diversamente.

Sulla base di questa piattaforma federalista Bossi potrà trattare per la formazione di un polo liberal-democratico Miglio: “attenti ai falsi federalisti!”

di Emma Bassani

Lega Nord, 17 dicembre 1993

una giornata storica quella di oggi. Con stesso dicasi di quanto pubblicato nei giorni se- queste parole il Prof. Gianfranco Miglio, guenti, nella quale i soliti “organi di disinfor- Ècostituzionalista, eletto come indipendente mazione”, come cagnolini pronti ad abbaiare a nelle liste della Lega Nord, ha aperto il suo in- comando, hanno scritto che Bossi avrebbe già tervento al Pre-congresso della Lega Nord. Mi- cambiato rotta disattendendo i dieci punti vota- glio dal palco ha poi ammonito contro i falsi fe- ti dai congressisti. Niente di più falso, la realtà deralisti e contro gli attacchi del regime preve- è che il documento votato altro non è che una dendo, giustamente, che già il giorno successivo piattaforma programmatica, forse provocatoria, la Lega Nord sarebbe stata bersaglio di attacchi ma comunque chiara e precisa, per aprire un concentrici da parte dei massmedia di regime, discorso a tutto campo sul federalismo. Se è ve- dei vecchi politici e dei potentati economici ad ro però, che senza un’azione decisa della Lega essi alleati. Non sbagliava Miglio e difatti già lu- Nord il polo liberal-democratico in Italia non nedì 13 dicembre i giornali erano pieni dei titoli avrebbe nessuna speranza di prendere corpo e contro la Lega che vuole la “secessione” del raggiungere successi, è altrettanto vero che la Nord. Falsità belle e buone pubblicate per crea- Seconda repubblica debba voltare totalmente re disinformazione nell’ opinione pubblica. Lo pagina e che occorra rifondarla a partire dalle

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istituzioni. Solo una riforma istituzionale in ché c’è un Primo Ministro eletto direttamente senso federalista potrà portare il Paese fuori dal popolo, ma il governo è direttoriale per ga- dalle secche di Tangentopoli e della crisi econo- rantire a tutte le Repubbliche della federazione mica peggiore che si sia mai attraversata. un diritto di voto determinante sulle decisioni Urge, pertanto, aprire un dibattito sul federa- che l’Unione dovrà prendere. lismo, una breccia in un muro culturale da L’altro punto cruciale è quello del rovescia- troppo tempo egemonizzato dalle sinistre e dai mento del sistema fiscale. Per cui le imposte so- politologi di regime. no imputate ai luoghi dove la ricchezza viene Bossi, ha ricevuto dal Pre-congresso un’arma prodotta o scambiata. Voi sapete che oggi Roma potentissima, dirompente, una piattaforma pro- risulta la più grande città industriale d’Italia sol- grammatica federalista sulla base della quale tanto perché a Roma hanno sede legale le im- aprire delle trattative con coloro che, identifi- prese che producono ricchezza nel Paese. Con candosi nell’area liberal-democratica, vogliano questo mutamento si vedrà con chiarezza quali ricostruire lo Stato a partire dalle sue fonda- sono le Regioni che producono ricchezza e che menta. Però, come Bossi ha più volte ribadito soprattutto pagano un costo rispetto a quelle dal palco di Assago, non va dimenticato mai che che non producono. è possibile trattare sulla nostra piattaforma fe- Poi è fondamentale che il sistema fiscale vada deralista, ma la Lega non permetterà mai a dal basso verso l’alto, dall’autonomia impositiva nessuno di eludere o accantonare il progetto fe- dei municipi, che provvedono a tutte le esigenze deralista. Perché senza il federalismo è impossi- dei municipi, alle Repubbliche che raccolgono le bile ricostruire istituzioni sane e tutti gli eletto- risorse finanziarie, le usano per il loro territorio ri devono comprendere che per risanare e ren- e in sede di direttorio decidono la quota che de- dere trasparente la politica prima ancora che ve essere destinata al funzionamento dell’Unio- uomini onesti occorre avere istituzioni demo- ne e la quota che deve essere destinata a garanti- cratiche e trasparenti, in una parola federaliste. re il riequilibrio della ricchezza sul territorio, Infatti: solo il federalismo permette di prendere cioè l’aiuto alle Regioni che stanno male. le decisioni al più basso livello possibile chia- Queste sono le posizioni che non dovranno es- mando i cittadini a decidere delle scelte che li sere mutate per nessun motivo! Perché oggi il riguardano da vicino; solo il federalismo per- pericolo maggiore sapete qual’è? E ve ne accor- mette ai cittadini di controllare la pressione tri- gerete subito: si gabelleranno per Costituzioni butaria e di verificare come vengono impiegati i federali delle Costituzioni in realtà però centra- soldi pubblici. liste. Cercheranno per l’ennesima volta d’ingan- Sta in questi elementi la provocatoria dirom- nare gli italiani, e noi, con dei modelli di Costi- penza del nostro progetto e proprio per questo i tuzione federale fasulli, in cui i poteri saranno di vecchi cagnoni del regime ci attaccano in ogni nuovo nelle mani del potere centrale. Di fronte a modo. Ecco perché Miglio ha voluto mettere in questo rischio il nostro progetto e i nostri punti guardia il Movimento, ma sentiamo direttamen- fermi servono a salvarci. Ecco la battaglia in cui te dalle sue parole come si è espresso il senatore. entriamo. Credo che nei prossimi mesi un pun- È la prima volta che la Lega qualifica il suo to cruciale, ma dovrete deciderlo, dovrà decidere programma e lo pone ben fermo davanti ai suoi il nostro Segretario Bossi, sia che tutti i nostri possibili eventuali alleati o avversari. Toccherà parlamentari, tutti gli amministratori pubblici agli altri adesso dire cosa pensano della nostra siano mobilitati per spiegare ai cittadini il signi- posizione. Questo progetto, come ha detto Bos- ficato di questo modello di Costituzione federa- si, è stato preparato da un gruppo di collaborato- le. Operiamo in condizioni molto difficili, gli ita- ri qualificati, alcuni sono qui nell’assemblea, e liani non si sono mai occupati di problemi costi- poi discusso direttamente con Bossi. L’abbiamo tuzionali ed è per questo che sono stati inganna- discusso articolo per articolo. In questo pro- ti e sono stati ridotti in braghe di tela come so- gramma ci sono dei punti che sono a mio parere no oggi! irrinunciabili. Il primo è quello del governo di- Questo l’ammonimento del prof. Miglio, que- rettoriale, non presidenziale. E con questo noi sto l’impegno del Movimento per i prossimi me- facciamo un grosso passo avanti rispetto al dibat- si. Sarà una battaglia a tutto campo, ma se polo tito che si ha oggi in Italia e che contrappone il liberal-democratico s’ha da fare, sarà comun- governo parlamentare al governo presidenziale. que certamente Su basi autenticamente federa- Qui c’è dentro un elemento presidenziale, per- liste, parola di Congresso, parola di Bossi!

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Doktor Miglius Se la prende con tutti. E afferma la purezza della sua scienza. Che non deve essere inquinata da valori come egualitarismo e umanesimo

di Manuela Grassi

Panorama, 31 dicembre 1993

ul suo progetto di costituzione federale si Tant’è vero che io, per definirmi, preferisco l’in- sono abbattuti gli applausi della Lega e gli glese: political scientist. Ssberleffi dell’Italia che guarda all’unità na- La politologia è una scienza esatta? zionale come al più prezioso bene. Come spesso Ha le sue leggi, come si diceva una volta. lo gli accade, Gianfranco Miglio, 75 anni, senato- ho preferito chiamarle regolarità. Un termine re indipendente nelle file di Umberto Bossi, ri- che indica la ripetibilità dei fenomeni, senza la ceve e mena fendenti. Il vecchio professore, 47 quale non potremmo fare previsioni. anni di insegnamento alle spalle, preside della È una scienza pericolosa? facoltà di scienze politiche alla Cattolica di Mi- Così pericolosa che la prima cattedra affidata lano per un trentennio, si espone volentieri alle da Benito Mussolini a un politologo, il grande tempeste. Gaetano Mosca, fu di storia delle dottrine politi- È un politologo un po’ speciale, inviso alla si- che. Anche Mussolini, come i liberali, guardava nistra e ai cattolici per il suo antiumanesimo e con sospetto alla scienza della politica. Per la alla destra per le sue idee federaliste. Un figlio tradizione liberale le facoltà di giurisprudenza di Thomas Hobbes e Niccolò Machiavelli che erano più che sufficienti. C’era un marchinge- guarda alla Germania più che al Mediterraneo. gno naturalmente: il diritto lavora sull’ideolo- E non perde occasione per dirlo. gia del sistema dato; non c’è una considerazio- Nella sua bella casa in stile inglese sulle col- ne allargo dei sistemi politici. Era la posizione line di Como, Miglio parla con Panorama di po- di Benedetto Croce. Arcana imperii: ecco il con- litologi e politologia. E distingue: Il progetto di cetto. Il potere deve rimanere segreto. Quando costituzione federale l’ho preparato con il mio si tratta di cambiarlo, siamo soltanto noi che gruppo di studio alla Fondazione Salvadori e dobbiamo saperlo. poteva essere utilizzato da qualunque altro par- Oggi le facoltà di scienze politiche sono auto- tito. Poi, io e Umberto Bossi abbiamo messo a nome... punto i particolari. Certo, la mia costituzione Fu una battaglia durissima. Io mi sono sem- contiene alcuni punti forti, irrinunciabili, che pre battuto, con Giovanni Sartori, perché si in- corrispondono agli obiettivi della Lega: per segnasse la scienza della politica e questo coin- esempio il federalismo fiscale. cise con la lotta per l’autonomia delle facoltà di Domanda. Professore, cos’è la politologia? scienze politiche. Risposta. La scienza della politica. Il termine Fino al 1968, a parte poche facoltà con una politologue è di ieri. È stato coniato dai france- tradizione, come la Cesare Alfieri di Firenze, o si. In Italia lo ha usato per la prima volta il co- quella della Cattolica, tutti i corsi di laurea era- stituzionalista Giuseppe Maranini riferito a me, no dentro le facoltà di giurisprudenza. Egemo- nel 1964, sul Corriere della sera: commentando nizzati dai professori di diritto, i quali nomina- la mia prolusione dell’8 dicembre di quell’anno, vano soltanto fedelissimi, persone note per non una diagnosi negativa del sistema politico ita- avere idee nuove. Ricordo un mio incontro con liano. Oggi, è una pestilenza. Non c’è giornali- Silvio Gava, allora presidente dei senatori dc, in sta politico che non si consideri un politologo. puro stile Il Padrino. Lui stava su una poltrona

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in ombra, io ero in luce. Sentii la sua voce dire: lano, dal 1980 all’83, per studiare un progetto “Mi dicono che queste facoltà di scienze politi- di costituzione nuova, ho detto con chiarezza che sono delle sentine di socialcomunisti! Di che quello non era un lavoro scientifico. Spesso nemici del nostro ordinamento!”. uso questa frase: “Quella è una costruzione in- L’anno fatale fu il 1968... quinata da valori”. La gente non capisce: come Già. Nel ‘68, in un governo balneare, ministro possono, i valori, inquinare? Inquinano il lavoro della Pubblica istruzione era un deputato dc di scientifico. Lo scienziato della politica rivela il Bergamo, Giovanni Battista Scaglia. Aveva fama suo rigore in quanto sta lontano dai valori. di essere un menagramo terribile. Tant’è vero Può fare degli esempi? che Giovanni Leone, un esperto in scaramanzia, Il principio del consenso popolare è un valo- quando era presidente della Camera, non lo no- re. Ma ci sono ordinamenti che prescindono dal minava mai direttamente. Quando Scaglia consenso popolare. Come la Chiesa, perché è prendeva posizione su qualcosa, Leone diceva: verità che i sacerdoti dicono di mutuare dalla “Taccia, onorevole Scalìa”. Il quasi omonimo divinità. Il principio dello Stato di diritto è un Scalìa, il sindacalista, ribatteva: “Presidente, valore. E poi, il nazionalismo. Appena lo evoca è non ero io a parlare!” E Leone: “Taccia. Il presi- implicante, è qualcosa che coinvolge. Lo scien- dente sa quello che fa”. Scaglia mi disse: il suo ziato può fare un’analisi dei nazionalismi, e co- progetto di riforma mi piace; starò al governo me in un museo naturalistico, su uno scaffale tre mesi, lo facciamo. Convocò oltre a me, Sar- allinea tutte le forme di nazionalismo. Non par- tori e Nino Andreatta. Ci affidò a un certo Avve- tecipa. duto, direttore di divisione, per redigere il de- Renzo De Felice ha cominciato la sua ricerca creto del presidente. Avveduto depose la sua su Mussolini con il distacco dello storico, e poi, cartella sul tavolo; poi venne chiamato al telefo- a poco a poco, si è innamorato dell’oggetto del- no. Andreatta, che è sempre stato un monello, la sua ricerca. andò ad aprire la cartella e scoprì le lettere a fir- Come lei della Lega? ma del ministro, preparate dall’Avveduto, in cui Io tifo per il mio amico Bossi. Ma al congres- si diceva che il nostro era un progetto impossi- so della Lega sono andato a studiare come un bile, di togliercelo dalla testa. Al ritorno di Av- partito si salva o affonda. Accettando il pro- veduto, sapendo di averlo nemico, cominciam- gramma della Lega Nord ho fatto una scelta di mo spediti a dettare le norme del decreto. Passò valori. Quando ho costruito il modello di una così. repubblica mediterranea, cercando di vedere Ci sono oggi veri scienziati della politica, a cosa differenzia l’antropologia delle stirpi medi- parte lei naturalmente? terranee da quella delle stirpi europee, ho fatto In fin dei conti c’è Norberto Bobbio, che è fi- un lavoro scientifico, che non è piaciuto. Hanno losofo del diritto, ma è un political scientist, gridato al razzista. Ma gli uomini sono diversi e Sartori l’ho già detto, poi c’è Angelo Panebian- hanno ideali diversi. La razza non c’entra. co. Nicola Matteucci è stato professore di storia La sua concezione della politologia ha parec- delle dottrine politiche ed è politologo, anche se chi avversari... ha la cattedra di filosofia morale. Poi, ce ne so- Naturalmente non piace alla Chiesa. Io penso no parecchi in giro, per esempio il mio allievo che gli uomini siano animali come gli altri. Ho Lorenzo Ornaghi, che è succeduto a me sulla aperto un indirizzo, che in Italia è stato poco cattedra di scienza della politica in Cattolica. seguito, di simpatia per la sociobiologia, disci- Gian Enrico Rusconi si occupa di politologia. plina soprattutto americana, che studia il com- Poi ci sono , Domenico Fisi- portamento dell’uomo come uno degli animali. chella... Ne parlo nelle pagine introduttive alle mie le- Compito del politologo sembra oggi soprat- zioni di politica pura. I miei allievi in questi tutto quello di fare progetti politici. Lei per la giorni mi hanno portato le trascrizioni dell’ulti- Lega, Urbani per , Fisichella mo corso che ho tenuto. Ho potuto constatare a per Gianfranco Fini... distanza di 4-5 anni, la validità di quelle lezioni. Il compito scientifico del politologo è quello Ora ho la traccia per scrivere le Lezioni di poli- di proporre interpretazioni e soprattutto di fare tica pura, dove la politica viene ridotta a poco a previsioni. Prevedere quello che potrebbe acca- poco alla sua realtà, che è tutta fatta di inven- dere e non prescrivere quello che si deve fare. zioni. Il mio obiettivo (come per Hobbes) è di Quando ho preso la direzione del Gruppo di Mi- costruire il “cristallo” della politica: compito

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che sebbene difficile è possibile. toprodotto dello Stato moderno: da quando di- Cosa pensa di Urbani che presenta un proget- venta principato territoriale e si chiude nei suoi to politico chiavi in mano per il partito di Sil- confini, con un principe che non tollera altra vio Berlusconi? autorità, ha un problema: di rendere omogenei Non penso sia andata così. Lui dà consigli tec- i sudditi. L’azione egualificatrice viene dunque nici, come io li do a Bossi. Urbani, come Fisichel- da una fonte perversa: la tendenza dello Stato la, per quanto ne so io, non adotta però il criterio moderno a rendere tutti omogenei. della totale separazione tra scienza e valori. Angelo Panebianco va bene? Perché? È un liberaldemocratico. Ma le sue origini so- Tutti liberaldemocratici. Partono dal concet- no di radicale. Un radicale acceso, altro che to, come i vecchi liberali, che una scienza per Pannella. Io lo presi in simpatia perché, da radi- essere legittima deve consentire di ottenere dei cale, scrisse un articolo su Pagina in cui dimo- vantaggi, cioè deve giovare agli uomini. È la strava che nei miei confronti tutto il pensiero vecchia posizione della Chiesa cattolica. Quan- politico italiano, specie quello di sinistra, aveva do insegnavo all’università Gemelli ero in odore avuto una conventio ad ignorandum. di eresia perché sostenevo la separazione tra Che effetto le fanno gli articoli di Ernesto metodo scientifico e scelta dei valori. Galli della Loggia? Lei ce l’ha coi liberaldemocratici? Seguo moltissimo quello che dice, le sue ana- Anche la Lega è liberaldemocratica, ma la dif- lisi sull’affacciarsi della Lega, la sua vittoria, ec- ferenza è che tutti i liberaldemocratici sono cetera. Adesso però è un po’ di tempo che fa il scettici sulle istituzioni: quello che conta è moralista. Si allontana da quei begli articoli di cambiare gli uomini, perché loro pensano al- una volta, molto intelligenti. Fa parte di quel l’integrità degli uomini. È la fissa di Bobbio. Io ceto di liberaldemocratici che vorrebbe che la invece sono un liberaldemocratico che ha una Lega cambiasse tutti i quadri, come ha detto profonda diffidenza nei confronti dei suoi simili quello sciagurato di Giorgio Bocca. e crede in istituzioni di ferro. E poi venissero umili a sostenere la liberalde- I politologi in questi ultimi tre anni hanno mocrazia. In realtà, ritengono che solo i saggi e partecipato attivamente alla discussione sulle i pochi possano governare. riforme istituzionali. Per esempio Giovanni Giorgio Galli è politologo... Sartori e la nuova legge elettorale... Uno storico delle dottrine politiche. Un uomo Sartori ha preso una posizione che lo ha por- di sinistra: fa continuamente ricorso ai valori. tato fuori strada. Cosi si è visto che l’uomo a fu- Poi ci sono i filosofi come Lucio Colletti, o ria di stare lontano dall’Italia non ci capisce più giornalisti come Saverio Vertone, che fanno niente. analisi politiche. Cosa gli rimprovera? Vertone è un giornalista che ha letto certe co- Pensava che il secondo turno avrebbe consen- se ma non altre. Le sue diagnosi giunte a un tito agli altri partiti di battere la Lega. Lui, fio- certo livello, sgarrano perché non c’è la cultura. rentino, liberaldemocratico fino al midollo, ci Colletti era un marxista di ferro, e siamo diven- tiene all’unità nazionale. E cosi ha pensato: vi tati amici perché forse sono riuscito a spiegar- insegno il modo di fregare la Lega. Ma è andato gli dove Marx cessava di essere uno scienziato a toccare altri interessi. Per cui il dc Sergio dell’economia e diventava un operatore politico: Mattarella si è opposto. Sa perché è stata fatta la le famose analisi delle tesi di Feuerbach... e così riforma? Perché nessuno è riuscito a capire che si è convertito alla liberaldemocrazia. Però c’è cosa giovava o nuoceva alla sua parte. Tutti ave- un fatto, Colletti è romano: l’idea di una costi- vano gli occhi bendati, anche gli studiosi. tuzione federale lo mette in agitazione. Perché Neppure Bobbio la convince... in fondo alle convinzioni umane c’è sempre una Sarebbe d’accordo con quello che le ho detto. matrice di natura personale. Io e mia moglie Ma aggiungerebbe: è impossibile restare vera- per esempio abbiamo sempre avuto stili di vita mente fuori, specialmente quando sono in ballo mitteleuropei... i grandi valori. A me invece dei grandi valori Professore, ma il difetto principale di Colletti non interessa assolutamente niente. Prenda l’e- è di essere un ex marxista o di essere romano? guaglianza: sto dimostrando, e questo manda in Romano. Del marxismo si è liberato. Ma è ri- bestia il mio amico Bobbio, che non è affatto un masto romano. principio trascendente. L’eguaglianza è un sot-

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Professor mangiapreti Gianfranco Miglio, il politologo della Lega, interviene per “spiegare” le minacce secessionistiche di Bossi. E aggiunge molta altra legna nel fuoco delle polemiche

di Francesco Anfossi

Famiglia Cristiana, n. 40, 1993

l richiamo del Papa a “rafforzare il senso dello Se questo non avviene la elaboreremo da soli e Stato”, il monito di Ciampi sull’unità d’Italia, la presenteremo: prendere o lasciare. Ila levata di scudi di tutti i partiti, l’allarme dei È quella che lei ha già scritto? giornali sul “rischio di balcanizzazione”: il sen. La stiamo mettendo a punto con il gruppo di Gianfranco Miglio è di ottimo umore. studio che si riunisce presso la fondazione Salva- Professore, quelle centinaia di cappellini nordi- dori. sti visti al raduno della Lega a Curno... Che fa capo a lei. Non è un po’ troppo anche Quali cappellini? per Gianfranco Miglio scriversi da solo una car- Quelli della Guerra di secessione americana. ta costituzionale? Era solo la solita sceneggiata? Beh, io sono il presidente della fondazione ma No, quello è folklore: è un berrettino simpatico non sono solo: la scrivo con dei buoni collabora- e richiama il Nord. Intendiamoci: la gran parte tori. Io questi problemi li studio da cinquant’an- dei nostri elettori è secessionista. ni, sotto questo profilo sono preparatissimo. Na- Me ne accorgo quando giro per Milano. Sono turalmente ho dei colleghi esterni con cui faccio ossessionato da gente che mi ferma e dice: “Pro- delle verifiche. fessur, ci aiuti ad andar via!”. Ma io tengo le bri- Ma questo processo non può portare alla “bal- glie tirate su questo punto: dobbiamo arrivare a canizzazione” del Paese? una costituzione federale. Neanche per sogno. Una costituzione federale Però volete andarvene dal Parlamento... non significa disgregazione. È solo un modello Noi insistiamo con il modello federale. Anche diverso di assetto dei poteri. se arrivassimo al punto che Bossi ha collocato co- E se gli altri non ci stanno? me punto finale, che è l’uscita dal Parlamento. Peggio per loro. Se non ci stanno è perché vor- Ma prima ci saranno le nuove elezioni e il plebi- rebbero che noi continuassimo a pagare la festa scito sul federalismo. Tutti dicono che la Lega come abbiamo fatto fino adesso. Le prove di in- sarà uno dei tre grandi partiti del nuovo Parla- surrezione fiscale che abbiamo programmato so- mento: quindi non saranno gli attuali ottanta de- no tutte finalizzate a quel momento: come faran- putati a uscire dal Parlamento, ma saranno i due- no gli altri a dire di no visto che dipendono dalle centocinquanta e passa del dopo elezioni. nostre risorse? Siamo noi che abbiamo in mano Senza un terzo del Parlamento le Camere sono le forze economiche. E quelle militari. finite. I partiti del vecchio regime l’hanno capito Ne è proprio sicuro? Militari e poliziotti sono in e reagiscono. Hanno capito che Bossi, andandose- gran parte meridionali. ne, li paralizza tutti, li costringe a scegliere tra Tutti pensano che carabinieri, polizia e guardia una costituzione unitaria o la negoziazione di di finanza difenderanno le regioni del Sud per di- una costituzione federale. fendere le loro paghe. Invece non è così: abbiamo Professore, questo si chiama ricatto politico... rapporti ottimi con queste forze di polizia, soprat- No, perché prima ci sarà un plebiscito nel Nord tutto con i vertici, che sono dalla nostra parte. sul federalismo in seguito al quale noi proporre- State addestrando anche una milizia leghista? mo nel nuovo Parlamento di negoziare la nostra Assolutamente no. costituzione. L’onorevole Boniver dice il contrario.

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La Boniver è una persona irresponsabile: non Però il rettore Lazzati, uno tra i maggiori stu- abbiamo nessuna forza di quel genere. Eppoi per diosi mondiali di cristianesimo, non condivideva noi l’insurrezione è un momento di debolezza. affatto il suo insegnamento. Gli slovacchi se ne sono andati senza sparare E vero. lo e Lazzati siamo stati sempre nemici. nemmeno un colpo. Il Québec farà altrettanto Abbiamo avuto durissimi scontri su molte que- con il Canada. Noi seguiamo il modello pacifico. stioni, come il divorzio. Salvatore Veca ha scritto che il vostro movi- Anche i vescovi e il Papa vi criticano aperta- mento è totalitario. mente... Io non me ne sono mai accorto. È un movi- Il Pontefice nel suo messaggio di apertura della mento dove le persone hanno poche idee in testa Settimana sociale ha riconosciuto che il nostro ma molto chiare e precise: siamo individualisti, sistema statuale è in crisi profonda. liberisti e fautori del mercato a tutti i livelli. Io faccio una critica più ampia, parlo di quella Ma non è assolutamente una concezione totali- rottura che è avvenuta nel ‘46, complice De Ga- taria. speri, di quei dirigenti della Dc che hanno rinne- Ma i suoi insegnamenti non sono in contrasto gato tutta la tradizione cattolica dell’Ottocento con le idealità dell’Università Cattolica di cui lei contraria allo Stato unitario. Ero giovane, ma ri- è stato preside per tanti anni? cordo bene quel tempo, rimasi folgorato. Avevo notato che sotto la riserva ideologica c’era stato un avvicinamento allo stato liberale laico del mondo cattolico, soprattutto da parte di quel ceto moderato che possedeva i capitali. Oggi le motivazioni religiose si vanno sempre più attenuando. E stato giustamente detto che la maggior parte dei leghisti è fatta di ex demo- cristiani, magari anche cattolici, ma nel senso superficiale del termine, come lo sono i quattro quinti dei cattolici italiani, molto volage niente che vedere con il cattolicesimo serio degli olan- desi. Proprio questa superficialità ha fatto sì che si potesse realizzare il grande connubio di tutti i moderati, che ha fatalmente coinvolto anche le istituzioni ecclesiali. Oggi queste ritengono di dover puntellare la Dc per non perdere tutti quei poteri che hanno, soprattutto sul piano fi- nanziario. Finché ho insegnato in Cattolica sono sempre Montanelli dice che lei è colpito da giovanili- stato un difensore di tutta la dottrina cristiana. Di smo da andropausa... quella autentica, non di quella un po’ giornalisti- Povero Montanelli. Lui sì che è in stato di rim- ca che oggi va per la maggiore. Nel programma bambimento senile. Vorrebbe che io fossi come si dei miei studenti ero molto esigente con il pen- sente lui. Però io so da fonti assolutamente certe siero dei grandi padri della Chiesa, della Compa- che sull’avvenire dell’Italia la pensa assolutamen- gnia di Gesù, di quelli che hanno fondato lo Stato te come me. Ma lui deve recitare la parte del ga- moderno come Stato di diritto. Dovevano cono- rante dell’unità d’Italia. scere san Tommaso per passare l’esame. I miei Però, professore, sa cosa dicono di lei molti primi vent’anni di studi accademici li ho dedicati suoi vecchi allievi? al pensiero politico medievale, non quello edulco- No, cosa dicono? rato a uso di De Mita. Che si sta divertendo un mondo prendendosi E come fa tutto questo a conciliarsi con l’indi- gioco di tutti, Bossi compreso... vidualismo della Lega? Che mi stia divertendo è fuori di dubbio. Però Perché il federalismo è una grande tradizione bisogna distinguere: quando sto in mezzo ai miei cristiana, anche se più che cattolica è protestante. amici leghisti, quando leggo il loro pathos, sento Probabilmente c’è un nesso tra il mio federalismo ciò in cui credono, ho molto rispetto per loro. e la mia simpatia per il pensiero politico di Calvi- Non penserei mai, neanche lontanamente, di no, che mi ha sempre affascinato... prenderli in giro.

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Io, candidato per forza Parla Gianfranco Miglio ideologo della Lega Nord: “Questo nuovo Parlamento nasce già vecchio. I giovani mi hanno obbligato a ripresentarmi”

di Mario Barone

Gazzetta Ticinese, 26 gennaio 1994

hanno chiamato “folletto”, “vampiro”, stituzione. Non darà vita alla Seconda Repubbli- “anima nera di Bossi”, “austroungarico”, ca, neanche ai primi passi della Seconda Repub- L’ ma lui pare non curarsene. blica. Anzi, le reazioni degli avversari alle sue pro- Semmai era mia intenzione rientrare nel suc- poste e alla sua visione politica lo divertono. cessivo Parlamento, ma sono stato assediato da In un mondo affollato di apparenti anime bel- leghisti, soprattutto giovani, che da tutte le parti le, un personaggio ruvido come il professor mi hanno chiesto di restare. La gente più varia Gianfranco Miglio, 76 anni, senatore della Lega che si possa immaginare ha premuto su di me. Nord, rischia di passare davvero come l’incar- Mi avevano fatto quasi sentire un traditore e io nazione di Belzebù. quello non lo tollero. Abituati a politici che somministrano camo- Perché è così pessimista nei confronti del mille e giurano di volere il bene del popolo, gli prossimo Parlamento? italiani sono rimasti un po’ scioccati dall’ac- Guardi, mi hanno appena comunicato i risul- quavite a 90 gradi che propone il pensatore del tati di un’indagine fatta da un esperto che stimo partito di Umberto Bossi. moltissimo, il professor Mannheimer. Da questo Miglio invoca il federalismo, la ribellione fi- sondaggio risulta che gli italiani tenderanno a scale, il ritorno al rispetto degli ordinamenti ma disperdere il loro voto nella pletora di movimen- non si fa alcun problema a dichiarare che i suoi ti e di partiti che si stanno affacciando oggi alle connazionali l’hanno un po’ deluso. Anche quel- elezioni. li del Nord. Questa indagine prevede un voto frammenta- Nessun politico aveva mai osato tanto. to? “Chi ti adula, ti odia”, dice un antico prover- Molto più che in passato. Una volta c’erano i bio arabo. E, almeno sotto questo aspetto, biso- partiti classici e i miei amici della Lega. Le scel- gna ammettere che Miglio non odia gli italiani. te erano tutto sommato ridotte. Paradossalmen- Alle prossime elezioni non avrebbe voluto te oggi ci sarà una scelta molto più vasta. Abbia- nemmeno ripresentarsi. mo fatto una riforma per accorpare gli schiera- Non apprezzo molto la condizione del candi- menti in due poli. In realtà avremo una distribu- dato - mi dice subito il professor Miglio. - La zione molto maggiore dei suffragi e quindi avre- partecipazione ai corpi rappresentativi è una ne- mo un Parlamento senza maggioranze precosti- cessità nel nostro sistema. tuite e quindi difficilmente governabile. Inten- Appartengo all’età postparlamentare, un’età diamoci bene, tutto questo è sotto una riserva di dove i Parlamenti conteranno molto di meno. fondo che noi non sappiamo come gli elettori Chi glielo ha fatto fare allora di ricandidarsi? reagiranno al sistema elettorale che ci siamo da- Intanto la pressione di tutti gli amici leghisti. ti. Potrebbe darsi che a un certo punto si sposti- Sono stato sottoposto ad una pressione tremenda. no tutti più o meno da una certa parte. Lei sa Volevo star fuori da questo Parlamento che benissimo che il sistema uninominale che ab- durerà tra l’altro anche poco e che probabilmen- biamo adottato non rispecchierà affatto le pro- te non avvierà l’opera di riforme della nostra Co- porzioni dell’elettorato. Potrebbe darsi, come in

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Inghilterra, che un partito che ha il 25% non di tangentopoli, poi c’è stato lo scivolone dei riesca ad avere neanche un seggio. 200 milioni targati Montedison... Lei non vede di buon occhio la partecipazione La questione poteva essere gestita meglio. della Lega al futuro governo. Siete destinati al- Quando quel giorno Sama (Carlo Sama. ex am- l’opposizione? ministratore delegato di Montedison ndr) ha A noi dovrebbe interessare stare all’opposizio- detto al processo Cusani che non escludeva di ne. Nel mio libro Italia 1996 tutte queste cose le aver dato dei soldi alla Lega bisognava andare ho chiarite. Ho fatto una serie di previsioni che immediatamente alla Procura e dire: “Sia chia- fino adesso si sono tutte verificate. La crescita ro, noi abbiamo violato le leggi sul finanziamen- del Pds, la spaccatura in due grandi tronconi to pubblico ai partiti perché non abbiamo regi- della Democrazia cristiana, la tendenza di Segni strato nella nostra contabilità queste entrate”. a diventare presidente del Consiglio... Spero che E magari aggiungere ai 200 milioni di Sama anche il resto si verifichi. In questo contesto ho anche quelli che eventualmente ci fossero in gi- previsto una Lega che sta all’opposizione e che ro. Soprattutto bisognava chiarire questo: “Non prepara il suo rientro alla grande, o se vuole la abbiamo dato in cambio niente. Abbiamo violato spallata al sistema, dopo che il vecchio schiera- una norma amministrativa: con tangentopoli mento (Pds e Segni infatti fanno parte del vec- non c’entriamo per nulla” . chio) abbia definitivamente fallito. Nella vicenda tra Berlusconi e Montanelli, il Lei un problema come quello dell’occupazio- professor Miglio come si colloca? ne, che per quest’anno e per il prossimo sarà di Montanelli è stato il primo a fare una bella in- drammatica attualità come lo affronterebbe? tervista a Bossi, all’indomani delle elezioni am- C’è il modo in cui verrà affrontato. Con un ri- ministrative, in cui la Lega aveva sfondato. Pro- torno, parziale, allo stato assistenziale. Si cercherà babilmente si aspettava a quel punto che Bossi, di mettere i disoccupati sulle spalle degli altri cit- affascinato dalla profondità, dalla autorità, dal tadini attraverso l’aiuto della mano pubblica. pensiero dell’ex direttore de Il Giornale gli di- Ma questo avrà contraccolpi gravissimi sull’e- cesse: “Montanelli, io non sono un pensatore, conomia, come lei ben sa. diventi lei la testa della Lega, diventi lei il mio Certo, ed è ben da lì che dovrà nascere la crisi. consigliere”. Era quello che Montanelli, proba- Lei ha detto di essere deluso dagli italiani. bilmente si aspettava. Sono molto preoccupato dalla tendenza che Ma Bossi, che è un gran diffidente, si è guar- hanno gli italiani a considerare scopo del loro dato sempre da fargli una proposta del genere. interessamento politico la ricerca dei protettori. Questo ha fatto si che Montanelli si allontanasse Nel Sud in maniera addirittura plateale, però un sempre più dalla Lega, prendendo una posizione po’ anche da noi, l’italiano cerca il protettore, che in fin dei conti contrastava con tutto quello vuol sapere chi vince per mettersi in coda ed ot- che l’ex direttore de Il Giornale aveva detto. tenere degli aiuti. La tendenza è quella non a vi- Lei ha definito il Papa “un povero polacco”, vere sotto ordinamenti, vivere obbedendo a nor- non le sembra di essere stato po’ pesante? me di diritto ma piuttosto vivere obbedendo a Non ho mai detto “povero polacco”. È stata capifila a dei capicordata che poi sono quelli che un’impertinente intervistatrice che ha trasfor- fanno i favori. mato il mio “Papa polacco” in un “povero polac- Ma non è un atteggiamento umano quello co”. Io i papi li ho sempre chiamati per la loro dell’elettore che vota un candidato nella spe- origine. ranza che faccia anche i suoi interessi? Dato che i pontefici sono elettivi, bisogna ri- Non è questione di umanità. È contrario allo cordare sempre da dove vengono. stato di diritto. Non è cercando dei protettori Indipendentemente da questo lei non ha mol- che uno si inserisce in uno stato di diritto. to apprezzato l’intervento di Giovanni Paolo Se- L’essenza dello stato di diritto è la signoria condo a proposito dell’unità dei cattolici in della norma, delle regole. campo politico. Eventualmente agire per cambiare le regole È stato inammissibile soprattutto quando ha ma non fare come fa l’italiano che cerca il capo detto: va bé, avranno rubato ma in fondo hanno politico che piega le norme vigenti in modo da fatto progredire il Paese. Dal punto di vista dello essere favorito. stato di diritto è intollerabile. Chi delinque, de- La Lega fino a poco tempo fa si presentava linque e deve pagare. come un movimento pulito, estraneo alla logica Lei è credente, professor Miglio?

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Certo. Credo in Dio, naturalmente senza molti a morte e ha continuato ad avversarmi, special- degli ammennicoli che si trovano nelle grandi mente quando ho fatto la scelta di stare vicino ai religioni in cui si articola il cristianesimo. leghisti. Prima di entrare in politica lei era uno stima- Insomma non è pentito? to professore universitario. Oggi è un senatore No, per carità. Sul mondo politico scientifico, fatto bersaglio di continui e pesantissimi attac- (i miei simili, insomma), non mi sono mai in- chi. È pentito della scelta fatta? gannato. Né mi meraviglio sul loro modo di Si ricordi che i nemici li avevo anche prima. I comportarsi quando mi attaccano e mi creano miei scritti venivano avversati perché io scrivevo delle situazioni difficili. Non mi aspetto affatto di problemi politici. Sono uno scienziato politi- dai miei simili degli atteggiamenti di apprezza- co. Le cose che scrivevo trovavano degli apprez- mento, di affettuosità, di stima o altro. La stima zatori anche a livello internazionale, ma trovavo che io ho, me la guadagno combattendo da anche della gente, qui in Italia, che mi avversava quando avevo ventidue, ventitré anni.

Nuova destra / Gli uomini: parla l’ideologo della Lega Sono solo mezzi leader

di Chiara Beria di Argentine

L’Espresso, 28 gennaio 1994

rima meditazione. A questo punto è chiaro: eremo di Como, non nasconde il suo radicale I moderati non hanno un leader, non c’è scetticismo: La Seconda Repubblica non uscirà Pnessuna personalità dominante. Sia Segni dalle elezioni del 27 marzo ma al termine di un che Berlusconi sono solo dei “mezzi leader”. Se- lungo travaglio e di ripetute prove elettorali. In- conda meditazione. Martinazzoli e Segni non somma, Miglio ha ben poca fiducia in un fronte, hanno un’idea veramente nuova del Paese. Non quello di centro-destra (“io preferisco definirlo basta eliminare i vecchi democristiani corrotti dei moderati”) senza un leader, una struttura per costruire la Seconda Repubblica. Terza me- ideologica, né idee forti. Professor Miglio, per- ditazione. È la ragione vera del mio pessimismo: ché considera Segni e Berlusconi dei mezzi lea- tutti proclamano, anche i miei amici della Lega, der? di volere il passaggio da un’economia assistita a Segni ha avuto parecchie oscillazioni fino a far un’economia di mercato. Ma io ho forti sospetti capire che il suo scopo fondamentale è guada- sulla possibilità di un transito rapido e indolore. gnare il potere, diventare presidente del Consi- Anzi. Ho l’impressione che la drammatica crisi glio. Tutto ciò fa presagire grosse delusioni. di alcune grandi imprese finirà per imporre il ri- Quanto a Berlusconi è appena arrivato, è entrato pristino dello stato assistenziale. In queste con- da pochissimo nella mischia.... dizioni vacilla alla base il presupposto di un vero Ma certi sondaggi lo indicano tra i preferiti ordinamento liberaldemocratico. dagli italiani. Nel 1992, in pieno declino del vecchio regime Solo perché è nuovo alla politica, ma non cre- Gianfranco Miglio, l’ideologo della Lega e del do sia molto forte. Del resto oggi tutti hanno se- federalismo aveva intitolato Come cambiare, Le guiti abbastanza modesti: il Paese è molto fra- mie riforme un suo saggio sulla crisi del vec- stornato, nell’opinione pubblica c’è un forte di- chio sistema politico. Ora mentre muoiono gli sorientamento, quindi è possibile tutto e il con- ultimi vecchi partiti e tutti si agitano per co- trario di tutto. Sul fronte moderato io vedo solo struire cartelli elettorali Miglio, chiuso nel suo gli spezzoni di un grande schieramento liberal-

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democratico che esiste nel Paese ma non ha un quello umoristicamente definito “progressista” - suo punto di raccordo. Anche dal punto di vista composto da diversi spezzoni e intimamente ideologico-dottrinario non c’è nessuna persona- contraddittorio almeno quanto quello moderato lità, nessuna testa d’uovo che abbia pensato a - è pronto ad accettare una relativa restaurazio- questo schieramento. L’unico è il professor Giu- ne dello stato assistenziale. Non dimentico certo liano Urbani, il consigliere di Berlusconi, le sue le dichiarazioni di Occhetto o di altri esponenti idee, per altro, le conosciamo da tempo: sono del polo di sinistra a favore dell’economia di idee liberal-democratiche, nel senso generico mercato ma qualunque schieramento vincerà il della parola. 27 marzo sarà costretto a fare ancora dell’assi- Cosa rappresenta allora il polo moderato? stenzialismo . È uno schieramento “virtuoso”: vorrebbe un’I- E allora perché un elettore dovrebbe votare talia europea. Un’aspirazione che dubito molto per i moderati. Solo per paura di Occhetto e riuscirà a realizzare. È molto difficile mettere la compagni? gente al vento e al gelo dell’economia di merca- La domanda va girata: perché dovrebbe votare to. per i progressisti? Non credo che la vittoria della Secondo lei non ci sarebbero quindi le condi- sinistra porterà alla perdita dei diritti politici e zioni per imporre un modello liberaldemocrati- individuali. co? Ma credo che aprirà le porte a una sorta di L’economia di mercato non è solo una regola prolungamento ritardato del modello social-co- economica, è anche una regola politica: il con- munista, un modello già fallito in tutto l’Est eu- tratto al posto del patto politico. Ed è qui che ropeo e che produrrà una drammatica crisi eco- nascono i miei interrogativi. L’Italia è un Paese nomica. E questo non è l’unico rischio che cor- sui generis nello scenario europeo, la sua im- riamo. prenditoria è sempre stata assistita dalla mano Che cosa teme? pubblica; il cittadino italiano ha sempre pagato Ho paura che avremo nel giro di pochissimi di più determinati prodotti perché doveva man- anni una Seconda Repubblica che assomiglierà tenere una parte dei suoi concittadini. D’altra come una goccia d’acqua alla Prima. Lo schiera- parte la tendenza della mano pubblica a non pe- mento dei moderati è fatto di persone che dico- sare come avrebbe dovuto sul rispetto delle re- no “le istituzioni non hanno colpa di niente, so- gole fiscali ha fatto sì che anche la piccola e me- no gli uomini che hanno sbagliato”. È la posi- dia impresa goda di una sorta di appoggio pub- zione di Segni: via i vecchi dc corrotti che arri- blico. Intendiamoci, il nostro sistema d’imposte viamo noi, ebbene la considero una posizione è tale che se si riuscisse a far pagare le tasse a profondamente sbagliata. Credo, infatti, che in tutti molte imprese dovrebbero chiudere.. Fino- tutto ciò che è successo le istituzioni abbiano ra hanno campato di lucro d’imposta.... avuto una forte responsabilità. Insomma un sistema perverso ma che ha ga- Cambiare le persone al potere non basta. Le rantito molti. elezioni del 27 marzo saranno quindi solo una Certo. Troppi italiani dipendono o meglio so- tappa di un cammino di lunga durata verso la no subito pronti a chiedere la mano protettiva Seconda Repubblica. dell’economia pubblica non appena vedono tra- Tutto il suo pessimismo non nasce forse dal ballare il loro reddito. fatto che le sue teorie federaliste sono state Ma c’è di più. Oggi sono convinto che gli ita- messe in soffitta persino da Bossi pur di dialo- liani non hanno nessuna voglia di cambiare, gare con gli altri moderati? hanno ancora l’atteggiamento che avevano verso Bossi e Maroni hanno assunto una saggia po- la Prima Repubblica: accettavano il sistema per- sizione politica. Hanno dimostrato che la Lega è ché ognuno aveva il suo piccolo o grande van- pronta a dei sacrifici per ricostruire questo Pae- taggio da coltivare. Quanto ai partiti le resisten- se. Detto questo personalmente, ma parlo da in- ze sono fortissime. Ho l’impressione, per esem- dipendente, avrei preferito un po’ meno entusia- pio, che i democristiani che sono stati a lungo i smo in questo slancio autosacrificatorio. protettori della Prima Repubblica, quelli che Rimango fermamente convinto che l’unica hanno codificato questo sistema d’economia as- soluzione per avviare l’Italia a un’economia di sistita, sono molto lontani - anche perché so- mercato e quindi a un livello europeo sia la co- spinti da certi ambienti ecclesiastici - dal volere stituzione federale. Non solo. In questi giorni un vero cambiamento. Non solo. L’altro polo, sono stato letteralmente sommerso dall’affetto

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di tanti leghisti, soprattutto giovani, che m’im- come se, in questo processo di trasformazione, plorano di continuare a combattere: la confer- sia quasi un fatto inevitabile. ma che il nocciolo duro della Lega è federalista La mia ipotesi è che sia il prezzo che dovremo e secessionista. I leghisti sono delle persone pagare alla rivoluzione pacifica che stiamo vi- adorabili, sono pronti anche a sacrificarsi per il vendo. A un certo punto solo un violento scos- varo di una costituzione federale, sono la parte sone farà scattare il cambiamento profondo. E più rispettabile del Paese. Se andrò al congresso allora, finalmente, gli italiani cambieranno i lo- della Lega Nord a Bologna spiegherò perché è ro comportamenti smettendo di invocare la ma- nata questa opposizione al modello federale e no pubblica. Dopo, si potrà cominciare a rico- perché, nonostante l’opposizione di quasi tutte struire un Paese diverso e più europeo. le forze politiche italiane, è l’unico sbocco pos- Un prezzo altissimo, Non crede di esagerare sibile, la conseguenza logica e ineluttabile di nel suo catastrofismo. una gravissima crisi insieme economica ed isti- Benedetta signora, la storia non la padroneg- tuzionale. giamo noi, noi siamo soltanto gli inconsapevoli Perché parla di una gravissima crisi? Lo dice protagonisti.

Miglio: ma il federalismo non può più aspettare Il professore insiste: soltanto le macroregioni possono battere la tragica alleanza tra burocrazia e politica

di Daniele Vimercati

Il Giornale, 6 febbraio 1994

l professore fa una smorfia disgustata e mi- sentarsi alla platea, il senatore leghista appare ma un passo di quadriglia: No – taglia corto - allegro e molto cauto. Ia me non piacciono questi balletti, questi tira Ma poi, quando sale sul palco, si scatena. Usa e molla. Ci siamo, adesso Gianfranco Miglio la parabola dei pidocchi, per spiegare la sua spara la sua bordata sull’intesa Bossi-Berlusco- proposta federalista. ni. E invece no. Aggiunge subito: L’accordo va Parla di una gigantesca burocrazia e di una bene, la Lega e Forza Italia sono le uniche due classe politica che insieme sono “i pidocchi del- forze politiche compatibili in questo momento. la società che invadono lo Stato e possono ucci- Persino il “fedele custode del federalismo”, co- derlo, se non vengono curati”. Parassiti ricono- me ama definirsi, dà disco verde al polo della li- scibili perché “non producono ricchezza, ma bertà. consumano quella prodotta da altri”. Ebbene, la Anche se non rinuncia alle battute: No, non costituzione federale è “il sistema migliore per posso dire di essere un berlusconiano, non ho tagliare il parassitismo”. Ecco perché “le tre Re- mai parlato molto bene del Cavaliere. Mi è sim- pubbliche sono una necessità storica, non im- patico, questo si, anche se le sue tv non mi piac- porta se non piace il nome, volendo si possono ciono, i culi biotti alla mia età interessano sem- chiamare tre Cantoni”. L’importante è che ab- pre meno... ma devo ammettere che Berlusconi biano certi poteri, in particolare in campo fisca- sulle sue reti private ha diritto di farli vedere, il le, e applichino una regola che è “la ciliegina servizio pubblico no. sulla torta” del progetto presentato ad Assago, Nei corridoi del congresso, poco prima di pre- al congresso della Lega lombarda: la pressione

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tributaria complessiva sul Si, ma questa ossessione cittadino non potrà supe- della Repubblica del rare il 40 per cento. Nord... Che cosa significa, in Guardi, la Repubblica del concreto? Nord è un’ossessione per Semplice: se il contri- quelli che lavorano, pro- buente scopre che Stato, ducono e pagano le tasse, macroregioni e municipi e sono stanchi di farsi ra- insieme l’hanno torchiato pinare dallo Stato centra- con una percentuale supe- lista. Il passo decisivo del- riore (oggi siamo oltre il la nostra rivoluzione è il 50 per cento) scrive una federalismo fiscale, senza letterina al fisco e dice: il quale non c’è vero fede- fuori i soldi. ralismo. E il disavanzo pubblico Queste cose lei le ha dette chi lo copre? anche dal palco, susci- Con una regola tanto ri- tando ovazioni a scena gida, i pubblici ammini- aperta che dimostrano stratori dovrebbero ferma- quanto conti, per i diri- re la loro folle corsa agli genti della Lega, la pro- sprechi. spettiva “nordista”. Ora Questa è la ciliegina, ma però Bossi ha aperto la a quanto pare la torta, os- prospettiva del federali- sia il decalogo federalista smo, o almeno di un ra- di Assago, è finita in un gionevole antistatalismo, cassetto. Bossi dice che al Centro-Sud. sarà la politica a indicare Questo è il compito di il tipo di federalismo ap- Berlusconi. Io l’ho incon- plicabile all’Italia. Non si trato parecchio tempo fa e sente tradito? sono convinto che la sua Là, al mio progetto, si figura favorisca il succes- dovrà arrivare molto pre- so elettorale del polo libe- sto, perché lo impongono raldemocratico nel Mez- necessità socio-economi- zogiorno. La gente del che. Le ragioni della storia Sud vota volentieri uno sovrastano Bossi, Berlu- che ha dimostrato di sa- sconi e il sottoscritto. La perci fare anche con i sol- tragica alleanza fra buro- di. Gli intellettuali della crazia e classe politica, di Magna Grecia trovano fi- prevalente origine meridionale, può essere bat- no votare chi ha successo. tuta solo da uno Stato federale, ripartito in ma- Non è un buon viatico per il Cavaliere. croregioni, che sradichi la pianta maligna del Io sono lo scienziato della politica, dico le cose centralismo. come stanno. Comunque sono d’accordo con Che fa, ricomincia con questi discorsi che l’alleanza. fanno la gioia di quelli che accusano la Lega di E il no a Fini, le sembra lungimirante? Senza separatismo? Alleanza nazionale è quasi impossibile vincere a Il discorso sulla burocrazia meridionale non Sud. l’ho fatto io, l’ha fatto il ministro Cassese. Il fe- Il problema della destra è che la sua posizione deralismo, non mi stancherò mai di ripeterlo, è non è più sostenibile. La destra punta per sua molto diverso dal separatismo. Nel mio progetto natura a una politica imperiale. Mussolini appe- di governo direttoriale c’è un primo ministro na eletto mandò le corazzate davanti a Corfu. eletto dal popolo che garantisce la tenuta dell’u- Oggi, chi può sostenere una politica di potenza? nione. Non a caso, i Paesi più uniti sono quelli Anche a Sud, chi parla di queste cose si becca federalisti. una scarica di pernacchie.

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Miglio risale in cattedra: tutti bocciati La Lega? Un grande movimento che rischia di diventare una Dc di serie B. Sparirà qualche corrotto ma lo Stato resterà un colossale ente di assistenza

di Franco Mola

La Prealpina del lunedì, 7 marzo 1994

hanno chiamato il santone della Lega, il fenomeno Lega, quel distacco che proviene dalla Khomeiny della Brianza. In realtà dalla superiorità o dalla delusione. Ci confida una L’ politica lui vuole solo risposte; in un certo specie di patto con il Padreterno o con il Diavo- senso si è servito della politica per studiarla dal- lo: disporre del tempo necessario per decifrare il l’interno, per concludere quel lungo cammino cristallo della politica, capirne le regolarità. In- iniziato più di quarant’anni fa, consumato tra tanto raccoglie dati, analizza fenomeni, manda i aule universitarie, seminari, viaggi di studio. suoi studenti in giro per il mondo. Ridiamo sulle sue poderose dispense che terro- Insomma, un lungo viaggio da Platone a We- rizzavano gli studenti (compreso chi scrive), al- ber passando per Miglio per arrivare alla purez- le quali trovava sempre il modo di aggiungere za della politica, sperando di trovarla. qualcosa, terribile Miglio che dopo aver delirato Professor Miglio, a detta di tutti stiamo per per decenni intorno a Weber, Marx e compa- voltare pagina. Ne è convinto? gnia, ha fatto delirare il Lombardo-Veneto tro- Mica tanto. Probabilmente saranno eliminati vandogli una collocazione mitteleuropea. dall’agone politico alcuni tra i più grossi respon- Prestato alla politica ma negato ai politicanti, sabili della Prima Repubblica ma non tutti. una razza un po’ imbrogliona che lancia sibili Avremo senz’altro delle brutte sorprese. sempre più acuti, come un serpente a sonagli, e La nuova legge elettorale faciliterà la gover- nelle sue orecchie questi sibili diventano fischi nabilità del Paese? fastidiosi. Meglio la vigna che gli cura il figlio, È molto difficile. Ci saranno risultati molto meglio contemplare dalla sua casa quel lago frammentari con due schieramenti equivalenti, che, guarda caso, respira un po’ aria elvetica. polo moderato e polo progressista separati da un Già, la Svizzera. Il suo Paese preferito insieme numero ridotto di seggi parlamentari. Ad ogni alla Germania e non potrebbe essere diversa- modo è tutto molto ipotetico perché non sappia- mente, visto che di questi Paesi riesce a digerire mo come reagirà al nuovo sistema elettorale l’o- tutto o quasi. pinione pubblica. Pochi anni di frequentazioni parlamentari e di Se le cose vanno come dico io avremo governi contatti giornalieri con chi entra ed esce dalla deboli perché, dato l’equilibrio esistente tra gli stanza dei bottoni come se fossero i servizi di ca- schieramenti e la minor disciplina degli eletti, sa, lo hanno convinto che non ci sono politici più autonomi rispetto all’epoca della partitocra- degni di essere salvati, che la politica è fatta so- zia, ci saranno facili passaggi dall’uno all’altro prattutto di omissioni, che, suvvia, gli studi sono schieramento. un’altra cosa. Gli anni vissuti in Parlamento gli Chi vincerà le elezioni? sono comunque serviti per conoscere e maltrat- Si farà una gran fatica a vedere i vincitori. tare gli gnomi (in centimetri) della politica all’i- Qualcuno dice che il polo progressista dovrebbe taliana, per arricchire di aneddoti le sue confi- avere un notevole successo. In realtà gli schiera- denze e, perchè no, i suoi soliloqui. Parla con di- menti sono molto composti. Prendiamo il grup- stacco di questa avventura politica e anche del po più compatto, quello di sinistra.

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Si va da alcuni repubblicani che sperano di E qualora Bossi, che mira chiaramente al po- emulare il vecchio La Malfa che si riteneva la tere, fosse disposto a fare concessioni questi le- mosca cocchiera, la testa pensante di un carroz- ghisti puri come reagirebbero? zone di socialcomunisti, a Cossutta. C’è dentro Reagirebbero molto male. di tutto. Non parliamo poi del polo moderato E dove andrebbero? dove fanno finta di voler andare d’accordo ma in Non lo so. È opinione abbastanza diffusa tra i realtà sono profondamente diversi. leghisti che se la Lega dovesse sciogliersi, cioè Berlusconi entra in politica per tutelare i suoi andare verso un processo di autodistruzione, interessi. verrebbero fuori molti missini anche se appa- Secondo lei questo scopo lo si raggiunge me- rentemente questo sembra un paradosso perchè glio manovrando dietro le quinte o uscendo allo l’Msi è centralista. scoperto? Perché il federalismo suscita tanta diffidenza Io già gli avevo suggerito non solo di stare die- e perchè lei lo ritiene indispensabile? tro le quinte ma di fare il furbo e aiutare un po’ Con i miei collaboratori, giovani e meno gio- tutti per diminuire la sensazione che chi detiene vani, siamo in contatto con l’ambiente interna- una percentuale così elevata di mezzi audiovisivi zionale, soprattutto americano. Per Pasqua sia un pericolo. Ma non ci ha sentito. Berlusconi manderò due allievi negli States a fare provviste mi fa venire in mente l’Angelino degli anni ’60, di libri. il personaggio di uno spot televisivo. Un tipo te- Dopo un lungo periodo in cui gli Usa hanno stardo che faceva sempre delle cose che non do- ridotto un po’ la tendenza federalista copiando veva fare, così si sporcava tutto, piangeva e poi lo Stato centralizzato europeo, adesso c’è il ri- arrivava la reclam del detersivo. flusso. Sta venendo fuori dappertutto un grande Bossi è stato addomesticato ed è disposto a ri- interesse per lo Stato federale. Non è solo il Bel- nunciare al federalismo. Se lo sarebbe aspetta- gio, non è solo il Canada che sta pensando addi- to? E come intende reagire? rittura alla secessione, non è solo il caso della Dalla Lega io mi aspetto di tutto perchè è un Slovenia e della Croazia che assomigliano un po’ gran movimento e perchè Bossi è un gran ma- a noi perché si sono accorti di essere quelli che novratore. Però non è vero che ha rinunciato. mantenevano la baracca e non sono più disposti Gli altri vorrebbero la Lega decapitata, in ritira- a pagare ma è tutta una crisi dello Stato centra- ta per rubargli i voti. In realtà Bossi ha detto: lizzato. Nel federalismo scomparirebbero molti “Noi siamo disposti ad aspettare. Per il momen- meccanismi che in pratica mantengono un sac- to il federalismo non lo metto sul piatto delle co di gente: la reazione al federalismo non è che trattative”. Secondo me c’è un grande tentativo la reazione a qualunque correzione economico- di evitare la solitudine. finanziaria dello Stato centralizzato. Io però sono fuori dalla Lega e non sono mai Il vostro credo economico è basato sul libero stato felice di essere fuori dalla Lega come ades- mercato. Basta assistenzialismo. Che differenza so. Io non ho mai avuto gusto per il pettegolez- fate tra questo e la solidarietà? E quale è il vo- zo politico e nemmeno per la politica politican- stro programma per sostenere l’urto dei disoc- te. cupati previsto in aumento dopo le privatizza- Fatalmente, come succede a tutti i politologhi zioni? che hanno una certa preparazione, riesce a ve- Io credo che il progetto di un’economia di dere le cose che gli altri, stando dentro, non ve- mercato, malgrado il gran chiacchierare che se dono. Si, credo proprio che ci sia stato questo ti- ne fa, non sarà attuabile nell’immediato. Noi, more della solitudine perchè, dove la Lega è de- per i prossimi due o tre anni, dovremo restaura- bole, deve cercare di non scomparire ma, forse, re lo Stato assistenziale, dovremo portare sulle c’è anche qualcosa d’altro e lo sapremo più nostre spalle un sacco di cittadini che non han- avanti; Se invece la Lega considerasse questa no più un posto di lavoro. L’Italia è sempre stata una nuova linea allora diventerebbe quello che assistita. È dall’unità d’Italia che la nostra im- ha sempre corso il pericolo di diventare: una prenditoria è assistita, con privilegi doganali, specie di Democrazia cristiana di serie B, un dazioni dirette di finanziamenti a fondo perduto. doppione. Nella Lega c’è di tutto, però attenzio- Pensi alla Fiat giù al Sud, ecc. Ma anche il ne: il nucleo qualificante della Lega, i leghisti piccolo e medio imprenditore è un assistito per- puri, hanno due punti irrinunciabili: federali- chè se il fisco fosse rigoroso nel fare pagare le smo e libertà economica. tasse e nel reprimere l’evasione fiscale, addio. In

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effetti il non far pagare a tutti le tasse secondo la sono veramente strutture di carità. Ma oltre a legge è una forma di finanziamento. Quando è questi ci sono tali e tanti bottegoni che la Chiesa stata applicata l’Iva a tutti i piccoli bottegai si è ha messo in piedi e che hanno bisogno dell’aiuto scoperto che il loro reddito era lucro d’imposta. della mano pubblica. Questa è la situazione per cui probabilmente Quando c’è qualche scandalo si dice: “Cher- una vera economia di mercato non la vedremo chez la femme”. Da noi non sarebbe meglio di- mai. L’Italia sarà l’ultimo Paese europeo a conti- re: “Cherchez lo Ior”? nuare a praticare il modello dello Stato assisten- Certo che lo Ior ha fatto una figura penosa, ziale, certe dichiarazioni servono solo a buttare non so come giustificheranno questo. fumo negli occhi alla gente. Ma una vera politica Loro dicono che non sapevano la provenien- rigorosa non arriveremo mai ad averla. za... Non ci arriveremo adesso, ma col tempo... Il processo Cusani sta dimostrando che lo sa- Quando si azzereranno tutte le rendite politi- pevano. Del restò non hanno mai giustificato che, le paghe protette pubblicamente. Certo at- Marcinkus, Calvi e il Banco Ambrosiano. traverso una grande crisi economico-finanzia- Molti politici italiani sono filoarabi. Qual è il ria... io continuo a pensare che c’è nel nostro av- “do ut des” della nostra politica verso gli arabi? venire questa nebulosa nera che è la crisi econo- Armi contro...? Ora spunta la pista araba an- mico-finanziaria. che nel processo Cusani... Mario Segni, un leader annunciato. È partito Questa simpatia per gli arabi un po’ deriva dal con la gamba sinistra e poi, strada facendo, ha fatto che l’Italia è un Paese proteso nel Mediter- ricuperato l’uso anche dell’altra. Molti però non raneo. È vero che il Nord Italia ha una vocazio- si fidano. Lei cosa ne pensa? ne per una politica estera danubiana e mitteleu- Segni continua a raccontare un sacco di balle. ropea ma il resto è immerso nel Mediterraneo. Ha presentato un programma di un’ingenuità Ma poi c’è una specie di vocazione più facile. spaventosa e vengono i brividi a pensare che Mussolini con la spada dell’Islam, Fanfani, An- questa persona potrebbe governarci. Come si dreotti ecc. si sono sempre trovati meglio con può promettere di raddrizzare la situazione eco- gli arabi che con gli europei e soprattutto con nomico-finanziaria in due-tre anni? gli americani perché c’è un’analogia di compor- Per raddrizzare la situazione economica oc- tamento. Con gli arabi è un po’ come trattare correranno misure dolorosissime che incideran- con i siciliani, si intendono meglio. no su intere categorie di elettori. Segni è il Da che la Chiesa ha tolto il lucchetto ai voti grande restauratore della Dc. dei cattolici, questi sono stati i più corteggiati. Tangentopoli ha dimostrato come funzionava L’unico punto fermo per la Chiesa sembra esse- il sistema Italia. Lei che è un attento studioso re l’unità d’Italia e quindi l’unico nemico siete potrebbe spiegarci perchè solo ora si è sollevato voi... il coperchio? Se dovesse passare il federalismo la Chiesa Si sono svegliati i giudici. La magistratura è d’oltre Tevere si vedrebbe razionati i viveri. sempre stata dormiente ed è tuttora in gran par- Servizi segreti. Perché, mentre negli altri Pae- te dormiente. si proteggono la comunità, da noi è la comunità Perché è stata dormiente per così tanto tem- che deve proteggersi da loro? po? Io non so fino a che punto siano puliti i servizi Perché era ammanicata col potere politico. Le segreti degli altri Paesi. Ho l’impressione che i carriere, le promozioni, gli affari... servizi segreti siano, per la loro natura, una cosa Massoneria, mafia, Chiesa. Un potere immen- poco pulita ma certo che così sporchi... so che ha segnato la storia d’Italia. In quale mi- Lei è stato per molti anni docente di dottrine sura? politiche prima di buttarsi nella mischia. Pen- Di massoneria ne so poco. Non mi ha mai at- sava di trovare tanta sporcizia? tratto lo studio dei fenomeni massonici. Cerco Guardi, nella mia prolusione del 1964 io già di stare alla larga. indicavo certi fenomeni degenerativi ma non Mafia, sappiamo cosa significa per tutto il immaginavo fino a questo punto. Io però sono Centro-Sud e adesso anche per il Nord. La Chie- ossessionato da quello che c’è alla base della pi- sa ha le infinite baracche di cui vive, io le chia- ramide. Il fatto che i grandi ladri stiano al verti- mo botteghe; alcune sono provvidenziali: certi ce dipende dalla corruttela che c’è in tutto l’ap- ordini religiosi, le monache negli ospedali, ecc. parato, dalla miriade di cittadini che considera

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normale, quando deve fare qualcosa che è vieta- L’unione europea è nata all’insegna del fai da to dalla legge, far correre un po’ di soldi. Una te. Per raddrizzare la situazione infatti si sono volta mi hanno chiesto: “Mi scusi, lei considera dovute allentare le briglie; mentre al centro De- questo un male?”. Certamente, e un male terri- lors e compagni continuano a fare proclami la bile perchè di questo passo si distrugge l’ordina- realtà va in tutt’altra direzione. Si farà mai mento giuridico. Certo non immaginavo che la l’Europa? corruttela avesse questa diffusione però già È difficile, anzi penso che non si farà. A trent’anni fa lo dicevo. Io sono orgoglioso come Bruxelles è prevalsa una concezione che potreb- può esserlo un medico di fronte ad una diagnosi be essere di impronta romana: l’idea dello Stato azzeccata. È una questione di orgoglio profes- burocratico. sionale. Loro pensano all’Europa come a uno Stato so- Fini ha fatto il bel gesto andando alle Fosse pranazionale amministrato come amministrano Ardeatine, poi ha messo a cuccia l’Msi e sta pro- i ministri romani e questo non credo che arri- vando con uno schieramento più competitivo. verà in porto. Perché tanti credono al rinnovamento del Pds e L’Europa è vista anche come un antidoto con- pochi a quello dell’Msi? tro i rigurgiti di nazionalismo. Perché il modello dell’Msi è il modello della Ma dato l’incremento delle destre non è un’af- dittatura nazionalista e questa ha ancora in Ita- fermazione un po’ affrettata? lia dei ricordi molto vivi. Il Pci/Pds invece è Certo. Io temo molto questo ritorno al nazio- quello che gli ho detto prima: una vocazione al- nalismo, agli Stati nazionali. lo Stato assistenziale. Se potessi avere mille lire C’è un’Europa esattamente uguale a quella al mese... che ha fatto il conflitto del ‘39 e quello del ’14.

Una costituzione federale Miglio: a settembre il nuovo testo in Parlamento, in primavera un referendum popolare

di Stefania Piazzo

Lega Nord, 13 aprile 1994

l federalismo, ora, è a portata di mano. Il ri- sillude e invita a serrare la guardia. La batta- sultato elettorale ci porta vicini a questo ri- glia per la libertà, ha ricordato, sarà irta di Isultato, un traguardo “che non avremmo mai ostacoli. sperato di vedere così prossimo”, ha confessato “Siamo oggi alla vigilia di una prova impor- a Pontida Gianfranco Miglio, senatore leghista tante, abbiamo guadagnato posizioni su posizio- della Repubblica italiana che, nelle previsioni ni, abbiamo sfondato anche con partiti che era- dell’illustre costituzionalista, potrebbe diventa- no contro il nostro ideale federale e ci preparia- te entro la primavera prossima già federale! mo ad un percorso in cui saremo tutti impegna- Miglio ha scandito le tappe di questa ormai ti. – ha affermato il sen. Miglio - In pochi mesi vicina conquista: entro settembre potrà essere sottoporremo a referendum un modello di Co- presentato e discusso in Parlamento il testo del- stituzione federale che abbiamo già lanciato ad la nuova Costituzione federale, sul quale in pri- Assago qualche mese fa e che è diventato il pun- mavera potrà esprimersi attraverso referendum to di riferimento per tutte le persone serie”. C’è il popolo italiano. Appuntamenti che, essendo chi addirittura imperversa “sostenendo che noi vicini, possono sembrare ‘facili’, ma Miglio di- prepariamo un colpo di Stato e che altri sono i

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percorsi da quelli da noi richiesti dal Governo gno di garantirvi - ha ricordato Miglio - che per costituente - ha ribadito Miglio - Ma coloro che questa prova sono preparato da tempo. Abbiamo scrivono queste cose, sono loro stessi ad essere già predisposto i meccanismi istituzionali e le- fuori alla Costituzione e contro la Costituzione”. gali per parare una reazione che sarà fortissima, La Lega Nord infatti “ha promesso di restare ci sarà un’alleanza contro di noi molto forte. entro il meccanismo della Costituzione vigente Ma i mezzi per incastrare questa gente e per e di arrivare al cambiamento senza modificare e condurla legata ai nostri piedi sono già pronti. strappare nessuno degli articoli di questa Costi- Useremo tutti i modi legali, nel rispetto della tuzione. Noi seppelliremo la vecchia Costituzio- Costituzione. Arriveremo così a primavera alla ne con tutti gli onori che merita un testo costi- possibilità di un referendum popolare che ap- tuzionale. Ma non abbiamo bisogno che nessuno provi la nuova carta costituzionale. La Costitu- ci insegni il rigore della legalità e della legitti- zione federale aprirà all’Italia un periodo che la mità”. maggior parte degli italiani neanche possono Se la strada sarà sgombra, a settembre si po- immaginare. Verrà il giorno in cui l’opinione trà avere già il testo della Costituzione pronto pubblica bacerà la terra sui cui i leghisti hanno da presentare in Parlamento. Non saranno però poggiato i loro piedi e li ringrazieranno”. L’o- tempi facili, privi di ‘barricate’. “Toglietevi dalla biettivo è dunque vicino, ma occorre dare l’ulti- testa che i prossimi mesi siano tranquilli. Do- mo colpo di reni per sfondare il muro delle fal- vremo combattere con gente che sarà pronta an- sità, delle resistenze al cambiamento. La Lega, che a sollevarci contro forse una parte delle ha ribadito il sen. Miglio, avrà bisogno della piazze”. presenza, della forza e volontà del popolo leghi- Ma la Lega è salda: la forza popolana da cui sta come in passato non si è mai verificato: nasce il consenso e le garanzie sulla bontà del “Preparatevi, mobilitatevi tutti perché questa è progetto permetteranno alla navicella della Le- un’occasione storica che non si ripresenterà ga di prendere senza timore il mare aperto del mai più. Quando celebreremo il nostro successo cambiamento. I tentacoli del vecchio regime su questi prati di Pontida, la Lega e chi l’ha vis- morente non intrappoleranno le riforme. Anzi, suta e impersonata, cioè tutti voi, saranno già la partitocrazia ha le ore contate. “Non ho biso- passati alla storia”.

Attenti al demiurgo!

Panorama, 16 aprile 1994

ui personalmente ha i raddoppiato i voti: dare la Seconda. Per farlo, è necessaria una dai 43 mila del 1992 agli 82 mila del 27 nuova costituzione federalista. Lmarzo scorso. Sarà per quella scorpacciata Sì, ma Bossi ha aggredito gli alleati. Ha detto di consensi che Gianfranco Miglio, senatore le- che Berlusconi è pericoloso per la democrazia... ghista di Como e ideologo del federalismo, Sono frasi tipiche della polemica postelettora- guarda gli scontri politici con un distacco che le, ma contano relativamente. gli consente spesso una chiarezza che ha pochi Ma per lei Berlusconi è pericoloso o no? eguali. In molti credono che questo sia il momento del Domanda. Professor Miglio, davvero non c’è demiurgo. Cioè del personaggio che arriva con da preoccuparsi per i litigi nel polo moderato? poteri speciali, si impone e salva tutti. È un’idea Risposta. Il problema cruciale è mettere d’ac- profondamente antidemocratica, oltre che crimi- cordo il nostro federalismo con i programmi di nalmente stupida. Anche la rottura delle trattati- Forza Italia e di Alleanza Nazionale. A furia di ve con la Lega dimostra che Berlusconi vuole in- fare chiacchiere, ci siamo dimenticati che qui carnare quel ruolo demiurgico. Per questo diven- dobbiamo seppellire la Prima Repubblica e fon- ta ancora più importante la svolta federalista.

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E siccome Berlusconi e Fini non hanno i nu- Che poi le forze politiche sappiano percorrer- meri per governare da soli, lei crede che siano le, è un altro paio di maniche. obbligati ad accettare generose dosi di federali- Non c’è da temere che il voto, che ha indicato smo. E così? un governo moderato, venga stravolto dai giri Io ritengo che, mettendoci intorno a un tavo- di valzer della Lega? lo, dovremmo riuscire a tirare fuori un accordo. Non lo credo. Ma ripeto che quella del federa- Lei quindi prevede un compromesso. lismo non è una contesa da quattro soldi. Qui No, attenzione: una costituzione, per essere non si discute di un ministero in più o in meno: funzionale, deve avere un suo disegno unitario. il punto è che ci sono molti italiani che ingras- Il fatto che Bossi abbia annunziato consulta- sano sulla Prima Repubblica e avversano la zioni, al centro e a sinistra, cosa significa? riforma. E qualcuno si nasconde anche tra mis- È un fatto altamente democratico. È evidente sini e berlusconiani. che noi, con Forza Italia e An, dovremmo avere Tra i leghisti, in compenso, si notano perples- la maggioranza assoluta. Però è necessario sa- sità sulle mosse di Bossi. Non teme che di fronte a tanta confusione l’e- lettorato vi lasci? Non credo. Anche se è v’ero che il grosso degli italiani è ignaro di come viene spremuto dallo Stato centralizzato. Ma le urla di Bossi non sono dovute al fatto che la Lega ha dovuto accet- tare un alleato scomodo e ora alza la voce per di- fendere la sua identità? Indubbiamente. Forza Italia è nata per portare via elettori alla Lega. L’astuzia di Bossi è stata quella di cercare l’accor- do con Berlusconi, che era e rimane il suo con- corrente. Per questo Bossi oggi deve fare la parte che fa. E i leghisti pere anche quello che pensa l’opposizione. E più attenti lo hanno capito. non per associarla al lavoro costituente: nessu- Quindi Bossi dovrebbe obbligare Berlusconi a no vuole un nuovo consociativismo, ma solo scendere sui suoi temi per non esserne fagoci- evitare un’opposizione violenta. tato... Se a destra vi metterete d’accordo, quali for- È naturale. Questa è la lettura vera del feno- ze dovranno essere coinvolte nella riforma? meno. Si vedrà in Parlamento. E quante possibilità ha di riuscirci? Il governo costituente ha il diritto e il dovere Se noi non entriamo nella coalizione di go- di predisporre un suo schema di revisione costi- verno, la coalizione cade. E allora si va a nuove tuzionale. Bisogna traghettare missini e forzai- elezioni. Ed è molto probabile che stavolta vin- talisti sulla riva del federalismo. Se no, non si fa ca la sinistra, quindi Berlusconi perde la sua il governo. battaglia. Questo per noi è un elemento di for- Ma insomma: il governo si fa o no? Lei prima za. fa l’ottimista, e poi... E una spinta ad accettare le proposte della Non è ottimismo. Io vedo le strade percorribi- Lega... li. Beh, certo.

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Miglio: datemi il potere, farò la nuova Costituzione Il politologo leghista chiede libertà di manovra per attuare da posizioni di Governo le riforme federaliste

di Flavia Baldi

Il Giorno, 19 aprile 1994

ndrò al Governo a occuparmi di riforme so- una sovversione o uno stravolgimento. E a que- lo se mi saranno date le garanzie più ampie. sto punto cita Dossetti e il suo “guai ai golpe ATempi, libertà di manovra, potere di decide- contro la Costituzione”. re. Gianfranco Miglio non si smentisce. Dossetti. Siccome l’unica cosa che ha fatto in Sta vivendo la sua stagione più felice. Final- vita sua è stato partecipare con memorabili di- mente questo “scienziato della politica”, come scorsi alla Costituente, è uno di quelli come Elia ama definirsi, è sul punto di realizzare il suo so- che dicono: il mio capolavoro non si tocca. gno: passare dall’attività accademica a quella di Allora imporre il federalismo all’Italia non sa- governo, dal disegno a tavolino di un nuovo rebbe un golpe? Stato alla realizzazione, a tambur battente assi- Ma per carità. Tutta la sinistra naturalmente si cura il professore, del federalismo secondo Mi- barrica dietro una Costituzione che non esiste. glio. L’articolo 138 spiega semplicemente: i cambia- Si diverte, il senatore. Ha sorriso, racconta, menti della Costituzione si fanno con questa sabato scorso al Senato quando si è consumato procedura. Vede, in Italia non c’è mai stata una per Giovanni Spadolini il dramma della manca- tradizione di assemblea costituente. Nel ’46, ta rielezione. quando abbiamo votato, era opzionale. Quella Delle trame per allargare la maggioranza, che si è votata poteva essere una Costituente o delle manovre per il futuro Governo a guida un’ordinaria Camera dei deputati. In caso di vit- berlusconiana lui non se ne occupa. toria della monarchia, sarebbe restata una Ca- Continua a preparare la “sua” Costituzione mera. In caso di sì alla repubblica, una Costi- con i collaboratori della Fondazione Salvadori. tuente. Significa che l’alternativa tra le due isti- Accanto a lui, l’energica signora Miriam, consi- tuzioni era totale. Non c’era l’idea di una costi- gliera e vigile custode degli impegni del profes- tuente da fare con l’annuncio delle trombe come sore. se fosse il giudizio universale. E i “padri” della Come ha visto la votazione al Senato, profes- Costituzione non pensavano affatto ad altri co- sore? stituenti. Hanno scritto: se la Carta si vuol cam- Mi sono divertito. È stata una votazione thril- biare, si adottino queste regole. ling. E poi quello Spadolini, che eruttava sudo- L’Union Valdòtaine ha presentato un progetto re, una cosa veramente spassosa. di Costituzione federale. Spadolini accusa: siamo all’imbarbarimento Lo conosco, è un federalismo di tipo tradizio- della politica. nale e molto all’acqua di rose e non recepisce Lo dice solo perché non è stato eletto lui. tutto il pensiero della dottrina neofederalista. Che ne pensa del ruolo dei senatori a vita? Lei quando presenterà il suo progetto? Con la nuova Costituzione federale li abolire- Io non presento nulla. Toccherà al Governo mo. Non hanno il suffragio del popolo, anzi lo costituente far elaborare da un suo organo un spostano, lo falsano. disegno di Costituzione federale e depositarlo in L’ex presidente del Senato ammette l’esigenza Parlamento. di una riforma della Costituzione, ma ne teme Ma la “Sua” Costituzione?

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Va avanti. Ma può darsi che si sovrapponga Lei crede ancora alle tre macroregioni? con il lavoro governativo. Si parte comunque Naturalmente. È un discorso molto complesso dai dieci punti di Assago, poi sviluppati. Una ve- rifiutato da chi non vuole il federalismo. ra Costituzione. Le riforme della nuova maggioranza non sa- Lei farà il ministro delle Riforme? ranno bloccate al Senato? Dipende dalle garanzie che mi daranno. Sulla Non credo. Ormai i voti sono in arrivo dai po- commissione, se sarà o meno di mia nomina, se polari, alla spicciolata. Penso comunque che potrò cacciar via chi va in giro a parlare, a rac- quando il mio progetto, se sarà quello, verrà contare. Bisognerà lavorare senza interferenze, presentato, riuscirò a convincere una quantità esattamente il contrario di quello che ha fatto la di persone, di singoli parlamentari e di gruppi, Bicamerale, che era una specie di enorme sala di che tutto sommato il federalismo giova. È un si- attesa di una stazione, in cui tutti andavano e stema in cui tutti trovano la loro biada. venivano. Cos’è per lei il 25 aprile? I tempi? Il mio 25 aprile fu una bella giornata. Io ave- Se divento ministro, in tre mesi, per settem- vo fatto la resistenza urbana tra Como e Milano. bre, deposito un progetto organico dell’ossatura Facevo parte del gruppo dei federalisti cattolici principale della Costituzione. Poi nei due anni cisalpino, guidato da Tommaso Zerbi, e poi del successivi si fa tutto il resto. Tutte le istituzioni gruppo Mentasti, in cui c’era Mario Melloni, il che vanno corrette e cambiate, dal Consiglio su- futuro Fortebraccio. Una giornata allegra, an- periore della magistratura alla Corte costituzio- che se mi facevano pena questi fascisti, queste nale allargata e via dicendo. ausiliarie che venivano maltrattate. La cosa che mi faceva ridere di più era la gente, fino al gior- no prima ossequiente al fascismo, che s’era messa il fazzoletto rosso attorno al collo, uno stemma del Cln e via, erano tutti diventati resi- stenti. Andò in piazzale Loreto? No, sapevo che era uno spettacolo sconcio. Anche se nella storia ci sono stati molti momen- ti in cui la furia popolare ha avuto bisogno di queste manifestazioni. Perché quest’anno tante polemiche sul 25 aprile? Perché i vinti lo strumentalizzano e dicono: blocchiamo questa maggioranza che i cittadini hanno voluto. Siamo vissuti per quarant’anni in un regime consociativo. Tutti al potere. Ora, metà della classe politica va a casa, gli al- tri governano. E c’è chi non riesce ad abituarsi. Allora tirano fuori che si attenta alla Costituzio- ne, che c’è il pericolo di golpe, che bisogna ri- chiamarsi alla grande tradizione della Resisten- za e del 25 aprile, il che va benissimo perché in quel giorno si celebra la lotta per la libertà indi- viduale contro un regime che la libertà indivi- duale non la tollerava. E allora? Tutto quello che però è stato il contorno di natura materiale e politica, le vendette personali per esempio, va dimenticato. Non c’è il pericolo di non ricordare? Il Paese la memoria ce l’ha corta. D’altra par- te, dimenticarsi del passato e inventare l’avveni- re è molto più bello.

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“Scalfaro mi ha fermato, farà le valigie” Il professore, che invita i leghisti a combattere Bossi, spiega le sue ruggini con il Colle e il veto al ministero

di Gianfranco Ballardin

Corriere della Sera, 22 maggio 1994

o non sono diventato ministro per le Riforme Se qualcuno ha dei conti aperti con la giusti- istituzionali a causa del veto del Quirinale, zia, il Presidente può rifiutarsi di firmare la no- Ima sono matematicamente sicuro che Scalfa- mina di un ministro, ma che io sappia questo, in ro non terminerà il suo mandato di Presidente tempi recenti, è avvenuto solo nella vicenda di della Repubblica, a causa della storia del Sisde, Tangentopoli. Nel mio caso, un veto del genere spara il professor Gianfranco Miglio, senatore costituisce un abuso. Io sono un vecchio profes- della Repubblica, politologo insigne, che ag- sore di 76 anni, e non credo di rappresentare un giunge: Auguro buona fortuna al mio amico pericolo pubblico. Francesco Speroni, ma non posso accogliere il Scalfaro, a quanto si dice, aveva osteggiato suo invito a collaborare con lui. Il suo ministero anche Maroni ministro dell’Interno, ma Berlu- è, e rimarrà, una scatola vuota. sconi ha tenuto duro. Nel suo caso, invece, il E il professore ci tiene a lanciare un messag- Cavaliere ha dovuto cedere. Perché? gio alla base leghista, colpita dalla sua clamo- Bossi ha accettato perché gli faceva comodo. rosa rottura con il leader del Carroccio: Nella Per lui il federalismo è solo un grimaldello per impossibilità materiale di rispondere alla valan- arrivare al potere. E poi io, nella Lega, gli facevo ga di messaggi di solidarietà che mi sono arriva- ombra. Purtroppo, questo Parlamento non farà ti e mi stanno arrivando da leghisti e da cittadini fare nessun passo avanti alla causa federale. Spe- di ogni estrazione, raccomando a tutti di non la- roni è una bravissima persona, ma mi ha confes- sciare la Lega, ma di battersi al suo interno per sato che in quel ministero delle riforme non sa liberarla dalla prepotenza e dall’ignoranza di nemmeno da che parte cominciare. Bossi conti- Umberto Bossi. nua a dare la colpa a Fini e a Berlusconi, i quali Professor Miglio, lei ha accertato che il veto mi hanno provato in maniera inconfutabile che sul ministero nei suoi confronti è stato posto loro non hanno messo alcun veto. Infatti il veto proprio dal Colle più alto, il Quirinale? l’ha posto Scalfaro. Sì, ne ho la prova, una prova inconfutabile. Come mai? Avevo certamente previsto che mi sarei imbattu- Le origini della mia ruggine con Oscar sono to nell’opposizione di Scalfaro, ma rimprovero a lontane. Io e Scalfaro siamo coetanei ed eravamo Bossi di avermi tenuto all’oscuro e di aver nego- compagni di scuola, alla facoltà di legge della Cat- ziato, alle mie spalle, col Presidente. tolica di Milano. Ma, già allora, legavamo poco e Scalfaro avrà certamente visto in lei, autore frequentavamo compagnie completamente diver- della Costituzione di Assago, un avversario del- se. E poi Scalfaro non ha mai perdonato a me e l’unità d’Italia. alla Lega di non averlo votato, per il Quirinale, Ma io lo aspetto al varco. E quando dovrà fare nel 1992, Perché sino all’ultimo momento spera- le valigie, vuoterò il sacco. Sono certo che la vamo di riconfermare Cossiga. E Oscar se l’è lega- magistratura farà il suo mestiere. ta al dito. Ma adesso, con la storia del Sisde, il set- L’articolo 92 della Costituzione consente al Pre- tennato non lo porta certo a termine. sidente di porre dei veti nei confronti dei candida- Il nuovo ministro dell’Interno, il leghista Ro- ti-ministri prescelti dal presidente del Consiglio? berto Maroni, si è già impegnato a consegnare

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alla magistratura tutto quello che troverà negli derale che prevedesse l’elezione diretta del pre- armadi del Viminale, e in quelli del Sisde. mier, come ho spiegato a Berlusconi e a Fini. Se non lo facesse rischierebbe di essere incri- Ma Fini è ancora fascista? minato. Oramai la macchina della giustizia si è Secondo me non lo è mai stato. finalmente messa in moto, come è giusto che Il Pds, secondo Lei, è pronto ad accettare il fe- sia, mentre prima era ingessata, era bloccata dal deralismo. potere politico. Ne ho parlato con Salvi, con Cacciari, con Secondo lei il centralismo e lo statalismo dei Tronti (che però è un centralista), ma sono an- post-fascisti di Fini è conciliabile col federali- cora molto condizionati dal loro passato centra- smo della Lega? lista. No, non è conciliabile, e questo costituisce uno Una previsione: quanto durerà il Berlusconi? dei talloni d’Achille del nuovo governo. C’è un Questo governo non riuscirà a governare, per- contrasto di fondo tra le tesi economiche dei ché per ogni provvedimento di legge dovrà pas- neofascisti e l’economia di mercato predicata da sare sotto le forche caudine del Senato (dove la Berlusconi, e lo stesso contrasto esiste tra la vi- maggioranza è in minoranza) . sione dello Stato dei neofascisti e quella dei fede- Con Bossi è finita, per sempre? ralisti. Io, in un modo o nell’altro, sarei riuscito Quando rompo i ponti con una persona che a mettere a punto un progetto di costituzione fe- mi ha deluso, non torno mai indietro.

Il professore spara a zero contro il senatur e parla delle sue prossime alleanze Miglio: “Bossi è in trappola”

di Stefano Caviglia

L’Indipendente, 16 giugno 1994

ossi è come un topo in trappola e Berlusconi Ho saputo che questa è l’opinione di autorevoli lo schiaccerà. Gianfranco Miglio se la gode osservatori e di esponenti di Forza Italia. Le elezio- Bun mondo questa nuova bufera piovuta sul ni politiche potrebbero essere abbinate alle ammi- capo del suo nemico per la pelle Umberto Bossi. nistrative del ‘95 o anche tenersi prima, in autun- Mi fa persino un po’ pena - dice gelido - vedere no. Bossi se ne starà buono buono, per evitare lo che cerca disperatamente una via d’uscita senza scontro, ma è il Cavaliere che le vuole perché que- successo. Anche se io non sono facile a questo ti- sto è il suo momento. Il momento giusto per libe- po di sentimenti.... rarsi di Bossi. Io l’ho sempre detto: o Bossi distrug- Insomma, lei non ce lo vede Bossi come leader gerà Berlusconi o Berlusconi distruggerà Bossi. E che capeggia l’opposizione a Berlusconi? visto come sono andate le cose finora... La mia idea Ma figuriamoci! È solo l’ennesima ricerca di un è che Berlusconi continuerà a crescere in modo buco per sfuggire alla trappola di Berlusconi. Ma travolgente. Arriverà oltre il 40 per cento. ovunque vada oggi Bossi trova la strada sbarrata. Insomma, secondo lei la Lega è destinata a È in trappola. Berlusconi ha bisogno dell’elettora- sparire in quattro e quattr’otto? to della Lega e l’avrà senza troppi problemi. Si Mah, forse rimarrà qualcosa. Al Carroccio re- tratta solo di aspettare le prossime elezioni politi- sterà sì e no un 3-4 per cento di elettorato, il vec- che, che vedo molto, molto vicine. chio nocciolo dei duri e puri delle valli. Pura previsione di teorico o ha in mano qual- Almeno quelli potrebbero seguire Bossi, se che elemento preciso? svoltasse decisamente a sinistra?

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Penso proprio di no. Anzi, sono convinto che Ne ha già parlato con il presidente del Consi- comunque vada non sarà Bossi a guidare la Lega glio? in futuro. Non ha visto come già Maroni, For- Con Berlusconi mi trovo in grande sintonia. mentini e altri, prendono le distanze? Ora non posso rivelare i contenuti dei nostri Hanno capito che Bossi non dura. colloqui. Ma posso dire che lui è interessatissi- Già vede qualcuno in grado di soffiare il posto mo al federalismo. Ci sta arrivando. al capo? E gli “indipendentisti” della Lega? Anche con Ce ne sono due o tre, fra i colonnelli, ma i no- loro dovrebbe essere in sintonia... mi non li faccio perché se no Bossi li manda ad E perché? Guardi che quel Boso, quello che do- accoltellare. vrebbe capeggiare l’ala indipendentista della Lega E se la Lega sparisce o si riduce al 3 per cento io lo conosco bene. È un carabiniere, uno che ese- che ne sarà del suo amato federalismo? Chi lo gue degli ordini. È una cosa tutta interna, fatta in realizzerà? accordo con Bossi. E poi il problema del federali- Ma che domande! Berlusconi. il presidente del smo non si risolve con i valligiani. Bisogna con- Consiglio sta comprendendo già ora che non può quistare le città del Nord. In questo la Lega ha fal- andare avanti senza cambiare le regole del gioco. lito e per questo è stata sconfitta. Nei mesi scorsi, La sua proposta di elezione diretta del premier, ad mentre Bossi faceva le sue sparate io registravo le esempio, ha bisogno di un contrappeso in senso sconfitte del movimento e pensavo.... federale. Perché non se n’è andato prima, allora? A controllare un premier eletto dal popolo non Per tutti quei giovani della Lega che venivano dovranno essere le Camere ma i poteri delle re- da me a chiedermi di restare, di partecipare alle pubbliche. Ricordate la bozza di Costituzione di elezioni con il Carroccio. Non volevo fare la par- Assago, quella che Bossi smentì il giorno dopo te del teorico gelido che non sente emozioni. Ma con un articolo sul Sole 24 ore in cui diceva che per queste cose deve avere un po’ di pazienza e era una provocazione? In autunno la presenterò aspettare il mio libro su Bossi e la Lega, che esce nella stesura completa. a luglio. Una storia tristissima e appassionante.

“Il senatur per il potere si vestirebbe da donna”

di Mario Tortello

La Stampa, 10 agosto 1994

ilettanti, dilettanti della politica; così faran- Bossi cerca solo il consenso; i riconoscimenti no poca strada. Dissente, Gianfranco Miglio, del potere. Se qualcuno gli dicesse che, travestito D76 anni, già preside alla Cattolica di Milano, da donna, riuscirebbe ad arrivare prima nelle già ideologo della Lega Nord, ora senatore dissi- stanze dei bottoni, correrebbe subito ad infilarsi dente del Carroccio, dopo che Bossi ha imbarca- la gonna e a darsi il belletto... to i suoi nel governo Berlusconi e “ha voltato le Eppure, la base del Carroccio sembra apprez- spalle al vero federalismo”. Dà battaglia e an- zare l’abilità di Bossi nello stare con un piede nel nuncia l’uscita del suo ultimo pamphlet: Io, la governo e con l’altro dare calci al Cavaliere: Lega e Bossi; appuntamento tra 15 giorni; per gli mantiene vivo lo “specifico” leghista... Oscar Mondadori. Capirete di che pasta è fatta Macché specifico leghista. La verità è che il quell’uomo. Bossi non ha un programma. E i suoi ministri Dilettanti, chi? Bossi, Berlusconi o i nuovi mi- siedono al governo senza un disegno unitario. nistri? Stanno lì; e, quando si svegliano, reagiscono co-

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me ha fatto Maroni. Ma in questo modo, Bossi Dunque, Miglio non ha fiducia nemmeno in non è il leader d’una forza politica che intende Berlusconi. traghettare il Paese fuori dalla crisi. È solo il capo- Vede, Tangentopoli ha spazzato via un’intera popolo di un movimento di protesta. classe politica. Non ha potuto produrre le nuove Parla di economia liberista, e poi dice: “Non toc- leve del potere. Sono rimasti in piedi alcuni capi chiamo le pensioni”. E allora: addio menghina... della vecchia Dc (e li hanno piazzati ancora al go- Per la verità, è anche un po’ l’idea di Berlusconi: verno), mentre i “nuovi” sono in buona parte far star bene tutti e riuscire nello stesso tempo a ignari della politica. I leader di Forza Italia non portare l’Italia fuori dalle difficoltà. conoscono l’arte del governo; non sanno come si Eppure, quando siete andati alle elezioni insie- affrontano i problemi. E in politica il dilettanti- me, la Lega un programma preciso ce l’aveva: l’I- smo è fatale. È una conseguenza della decapitazio- talia federale. ne della partitocrazia. Ma Bossi l’ha gettato alle ortiche. Adesso, cerca Al governo non ci sono solo gli “azzurri” di Sil- tante vie d’uscita e non le trova. Il partito non è vio Berlusconi. mai stato così in disordine. Non passa giorno sen- Il ragionamento vale per tutti. Anche per gli an- za che qualche gruppo mi telefoni o mi mandi un tichi amici della Lega. Pagliarini impara adesso fax per annunciare che si è staccato dalla Lega, che cos’è il bilancio dello Stato. Col passar del dando vita a qualche tempo diventeranno altra struttura. Bossi esperti. Intanto, la è un furbacchione: cosa pubblica resta non va a parlare dove terra di nessuno. sa d’essere contesta- Perché, ognuno dei to. Va in giro nelle se- ministri ha grandi zioni dove si sente competenze nel suo tranquillo... settore, ma è analfa- A dire che la Lega beta dal punto di vi- riuscirà a costruire il sta della gestione dei “faro dei democrati- problemi politici. ci” da contrapporre a Lei spiega in questo quello conservatore modo gli scivoloni già alle prossime am- del governo? ministrative... Tutti i provvedi- Frottole, tutte frottole. Il polo liberaldemocrati- menti avevano elementi positivi, in partenza. co... Se Bossi punta all’abbraccio con il Pds sta fre- Poi, si sono mescolati a ingenuità e a interessi sco. Si squaglia come neve al sole, la Lega. Il gros- particolari. so del Carroccio non è disponibile a sistemarsi al- Anche gli spot Tv di Palazzo Chigi erano inge- l’ombra della Quercia. Adesso, ad agitare le acque, nui? si sono messi anche Buttiglione e D’Alema, col lo- Ma come si può dire: “Fatto”; far credere che il ro “patto di Gallipoli”; era naturale che cercassero governo ha la bacchetta magica, risolve i proble- di avvicinarsi, ma gli stanno dando molto fastidio. mi. E Mariotto Segni? È infantilismo. Il governo deve presentarsi non Per adesso, è solo un frammento dello schiera- allegro. Far capire alla gente che c’è tutt’altro che mento che affolla il Centro. È out. Non vedo uno da sorridere. Basta guardare in faccia il ministro capace di traghettare l’Italia fuori dalla crisi. A Dini... meno che non venga fuori un liberaldemocratico Indro Montanelli sostiene che gli italiani sono come Amato o Ciampi. Ma, con le elezioni di mar- una brutta razza. Cercano un padrone e rischia- zo, siamo entrati nel tunnel e ci resteremo per al- no di trovarsi sulla groppa il Cavaliere. meno due anni. Montanelli ha ragione. Ma a metà. Sì, gli italiani È il deserto dei tartari; all’orizzonte non si in- aspettano il demiurgo. Ma se Berlusconi tentasse travvede nessuno. Gli unici capaci di coagulare di diventarlo, le istituzioni sono forti e glielo im- l’esperienza tecnico-politica del potere, gli ammi- pedirebbero. nistratori regionali, sono tagliati fuori. In una Poi, non credo che il Cavaliere punti a questo. struttura di Stato cantonale potrebbero dare un Forse, lo pensa qualche suo scriteriato collabora- grosso contributo, ma nessuno ne parla più. tore. Ma non è un pericolo.

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Miglio: ecco la mia Repubblica Come sarà la costituzione federale? Il senatore ex lumbard illustra in anteprima il progetto che proporrà al Parlamento

di Federico Orlando

La Voce, 25 ottobre 1994

rofessore, allora cosa manda a dire a Bossi Posso farle una confidenza? il giorno dopo: rientra o non rientra nella Me la faccia, io gliela pubblico. PLega? Berlusconi non è interessato granché al fede- Non rientro, anzi non entro, conferma il se- ralismo. Ma ha detto a Bossi: mi sono fatto com- natore Gianfranco Miglio, che nella Lega è sta- prare un sacco di libri sul federalismo, adesso to sempre “da indipendente”. chiedo aiuto a Miglio e una bozza di Costituzio- Ma il povero Bossi dice che senza di lei non si ne federale la presento io. Cosi si accapigliano. può scrivere una Costituzione federale. Allegria. E Fini? Al povero Bossi della Costituzione federale Sarà lui il primo presidente della Repubblica non importa niente. A lui importa solo che io federale presidenziale cosi com’io la immagino. stia nella Lega perché, se sto fuori, faccio da ca- Credo infatti che, nel confronto elettorale diret- lamita per tutti quei leghisti che si sono stancati to con Berlusconi, è Fini quello che prende più di lui ma non vogliono entrare, per coerenza, né voti. in Forza Italia né in Alleanza nazionale. E perché? Quando cominciò la rottura con Bossi? Proprio perché non è l’uomo della Provviden- Due giorni dopo l’assemblea di Assago, del di- za. Come lei sa, io mi sono battuto sempre per cembre scorso, quando presentai a tremila le- dare poteri forti all’esecutivo, a tutti i livelli di ghisti, che l’approvarono, il mio breviario di Co- governo: federale, cantonale, regionale, comu- stituzione federale. Due giorni dopo Bossi scris- nale. Ma il rischio del governo forte, in Italia, è se un articolo sul Sole-24 Ore sconfessando quel quello di infeudarlo all’uomo della Provvidenza. progetto. Da allora, ognuno per la sua strada. Lo dice a me? La sua dove porta, a Fini, a Berlusconi? Ma non possiamo neanche restare al governo È presto per dirlo. Di sicuro so che porta al fe- parlamentare. Ora Fini ha la fortuna di essere deralismo. Strada difficile, intendiamoci, perché soft, dolce, insomma non somiglia a Mussolini, scarsamente frequentata. e nemmeno a Craxi. Perciò sarebbe l’uomo di In che senso? una Provvidenza non guerriera. Se lui vincesse Nel senso - e qui ha veramente ragione Bossi - oggi, tuttavia, con l’attuale cultura di Alleanza che molti parlano di federalismo ma pochi lo vo- nazionale ci ritroveremmo fuori dell’Europa. Mi gliono, anche nell’attuale quadro politico. dicono che stia tentando di introdurre elementi Perciò lei è tornato a riagitare il fantasma di di federalismo nel suo programma presidenzia- una molto fantasiosa secessione? le. Ed io credo di potergli offrire un modello di Perciò io ho detto a Bossi: ritirati per due anni presidenzialismo democratico moderno: né ar- sotto la tenda, lascia a me, e ad altri federalisti caico, come quello americano, né contorto, co- convinti, dovunque essi siano, di tentare il salto me quello francese. verso la Repubblica federale; e se noi falliamo per Qual è questo modello? le vie parlamentari, bisognerà tornare alla minac- Io lo chiamo del presidente vincolato. cia della secessione del Nord. E sarà la volta degli Cioè? agitatori di piazza. Il momento di Bossi. Non può fare tutto quello che vuole. Strano. Lei dice che Bossi servirebbe addirit- Come Eltsin. tura per capeggiare domani la secessione e oggi Ma neanche Eltsin può fare quel che vuole, non gli fregherebbe niente del federalismo. checché creda Berlusconi. Alle soglie del Due-

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mila, noi perseguiamo istituzioni con poteri for- pubblica federale, proprio perché esercita diret- ti, non poteri personali forti. Neanche se si fer- tamente il potere di governo, non ha più quello mano a quelli, già eccessivi, di Mitterrand. di sciogliere il Parlamento. Tale potere passa al È musica per orecchie liberali. Vogliamo leg- presidente della Corte costituzionale, eletto dai gerlo un po’ questo spartito? giudici della Corte. Quanto al Parlamento, resta Può sembrare complesso, ma è semplice. la sua attuale struttura bicamerale, ma radical- Cominciamo col rimettere la piramide a posto. mente rinnovata: una camera politica e una le- Dall’ordinamento sul territorio fino al capo gislativa. dello Stato federale? Ce la racconti. Esattamente cosi. Dunque, l’Italia dev’essere C’è l’Assemblea federale, che è l’assemblea po- una federazione composta di 3 Cantoni (il Nord, litica federale in senso pieno, costituita dalle il Centro, il Sud, ciascuno con le sue attuali re- Diete dei tre Cantoni (300 persone) e da 60 gioni) e delle attuali 5 regioni a statuto speciale. membri delle cinque assemblee delle regioni Il popolo di ciascun Cantone elegge il suo gover- speciali. L’Assemblea federale può, con una mag- natore ed i presidenti delle regioni del Cantone. gioranza qualificata dei suoi componenti, depor- Prendiamo il Nord: tutto il popolo del Nord re il presidente della Federazione, però deve elegge il governatore del Cantone, il quale go- proporre agli elettori un successore, sicché gli verna con l’assistenza dei presidenti delle regio- elettori possano scegliere tra il presidente depo- ni del Cantone, e cioè Piemonte, Liguria, Lom- sto e il candidato proposto dall’ Assemblea. bardia; Veneto ed Emilia Romagna. E l’altra Camera? Questo modello si trasferirebbe a livello na- È il Senato, la camera legislativa, composta di zionale? 200 membri eletti da tutti gli italiani con crite- A livello nazionale non avremmo più un presi- rio rigorosamente proporzionale. Essa fa le leggi dente della Repubblica e un presidente del Con- sulle materie dei diritti e dei doveri, elencati siglio, ma un unico presidente della Federazione nella prima parte dell’attuale Costituzione, non- che eserciterebbe non più funzioni di garanzia, ché sulle materie che può delegarle l’Assemblea come attualmente fa Scalfaro, ma funzioni di federale. governo, come attualmente fa Berlusconi... Così, fra Corte costituzionale che può scio- E le funzioni di garanzia? gliere il Parlamento, Parlamento che può de- Le eserciterebbe la Corte costituzionale, depo- porre il capo dello Stato, popolo che può sce- liticizzata. gliere tra capo deposto e capo proposto, eccete- Torniamo al presidente della Federazione. ra eccetera, si crea un sistema di garanzie e di Sarebbe eletto direttamente da tutti i cittadini contropoteri che dovrebbero impedire al presi- della Federazione (mentre oggi sia Scalfaro che denzialismo all’italiana di diventare l’anticame- Berlusconi sono eletti dal Parlamento). ra del regime autoritario. Eserciterebbe, come Clinton in America, fun- Sono i mussoliniani a volere l’uomo che pren- zioni di capo del potere esecutivo. Il suo gover- da tutti i poteri in mano, che pensi a tutto. no non sarebbe più costituito da ministri tratti A Fini che dice “Niente federalismo senza pre- prevalentemente dal Parlamento, come oggi, ma sidenzialismo” io voglio far digerire le garanzie dai governatori dei 3 Cantoni e da un presidente antipresidenziali del presidenzialismo. Se qual- (a rotazione) di una delle 5 regioni a statuto spe- cuno pensa a un presidente non condizionato ciale. Questa giunta di cinque persone, che dalle garanzie, non pensi di collaborare con me. prende il posto dell’attuale governo, la chiamo Ma non le sembra che un sistema di pochi se- direttorio, e si servirebbe di segretari di Stato. gretari di Stato nominati da un direttorio di quat- Non sono poche cinque persone, per governa- tro persone che affìancano un presidente plebisci- re un Paese di 56 milioni di abitanti? tario, e un Parlamento anch’esso a ranghi ristret- No, perché le funzioni dell’esecutivo federale ti costituiscano un sistema oligarchico? sono ridotte alla politica estera, alla difesa, alla In verità, io tendo in primo luogo a una con- moneta e all’alta amministrazione della giusti- centrazione della durata del potere: sia la legi- zia. Tutto il resto è competenza dei Cantoni, del- slatura che il presidente federale durano 4 anni, le regioni e dei comuni. nessuno può fare più di tre legislature (12 anni), Rende conto al Parlamento l’esecutivo federa- il presidente non può essere eletto più di due le? E come è fatto il nuovo Parlamento? volte (8 anni) e poi va a fare il Cincinnato, senza A differenza di Scalfaro, il presidente della Re- possibilità di accedere ad alcuna carica politica.

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Così si accelera il ricambio della classe politica. Ma alla gente interesserà davvero il federali- Anche ai livelli cantonale e regionale? smo, con o senza presidenzialismo? Va da sé! La gente deve capire che non risolverà i suoi Le regioni restano quelle attuali, come vor- problemi - né quelli delle tasse che paga né rebbero gli italiani secondo l’indagine Censis? quelli della spesa che riceve - se tutte le struttu- Sì, le cinque a statuto speciale (Sicilia, Sarde- re dell’amministrazione statuale, a tutti i livelli, gna, Val d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia e Trenti- non saranno responsabilizzate, così come av- no-Alto Adige) e le altre quindici nei tre Canto- verrebbe in un ordinamento federale, dove ap- ni: Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto ed punto i comuni, le regioni, i Cantoni e la Fede- Emilia Romagna nel Cantone Nord; Toscana, razione avrebbero compiti nuovi, poteri incisivi, Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo e Molise nel e anche una responsabilità immediata che non Cantone Centro; Campania, Puglia, Basilicata e consentirebbe più l’allegra finanza e la spesa Calabria nel Cantone Sud. improduttiva. La Fondazione Agnelli, invece, ha progettato C’è uno spazio, nello Stato federale, per la so- dieci o dodici grandi regioni costruite su criteri lidarietà? economici. Una solidarietà responsabilizzante. In altre pa- Così l’Avvocato potrà andare a sciare a Cour- role, diremo alle popolazioni, per esempio del mayeur senza rendere omaggio al presidente Mezzogiorno: avrete questi contributi per le in- valdostano; e l’Alto Adige incorporato nel Trive- frastrutture civili, ma avranno carattere decre- neto farà scoppiare un caso internazionale con scente. Se perdete tempo e denaro, non ci sarà l’Austria che perderemo clamorosamente. un bis. Perciò impegnatevi a crescere, liberan- Quando presenterà il suo progetto di Costitu- dovi da vecchi costumi e condizionamenti am- zione? bientali. A dicembre, nel primo anniversario del brevia- Altrimenti? rio di Assago. Altrimenti gli altri non ci stanno.

Un federalismo forte

di Marco Sabella

Quale Federalismo? Firenze: Vallecchi, 1994

a base delle Costituzioni autenticamente fe- ammette il “diritto di secessione”: “la secessione derali è rappresentata, secondo Gianfranco è il fondamento della Costituzione federale. Do- LMiglio, da un dualismo tra potere centrale e ve non si riesce a fondare una struttura federale potere sul territorio. Nei sistemi federali il pote- allora scatta il diritto di andarsene e di stare con re è diviso stabilmente in modo che “nessun or- chi si vuole”. gano del potere centrale possa mai recuperare i Gianfranco Miglio è nato a Como nel 1918 da poteri che spettano ai poteri territoriali”. Il mo- una famiglia di antichissime origini comasche. dello costituzionale che discende da queste pre- Laureato in Giurisprudenza, è Professore di messe è radicale come le posizioni di principio Scienza della Politica dal ‘56 e per trent’anni è da cui trae origine. stato Preside della Facoltà di Scienze Politiche L’autonomia e la sovranità degli Stati, o Can- dell’Università Cattolica di Milano. toni, che compongono l’unione è inviolabile; la Dal 1964 si occupa dei problemi dello Stato logica contrattualistica prevede il negoziato co- moderno in generale e del sistema politico ita- me unica forma di risoluzione dei conflitti. liano in particolare e nel 1968 fu chiamato a Inoltre, poiché il “contratto” è considerato il progettare e guidare la riforma delle Facoltà di cardine di una Costituzione federale, Miglio Scienze Politiche italiane. Dal 1980 al 1983 ha

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diretto i lavori del “Gruppo di Milano”, che stu- centro. Quindi i Länder non hanno un vero po- diò e propose un organico progetto di riforma tere decisionale e manca un tratto essenziale della Costituzione italiana. È Senatore della Re- che invece appartiene a tutte le Costituzioni au- pubblica. tenticamente federali: il dualismo nelle decisio- Tra le sue pubblicazioni più recenti figurano: ni. Tutte le Costituzioni federali sono basate sul Una Repubblica migliore per gli italiani, 1983; dualismo tra un potere centrale e un potere sul Le regolarità della politica, 1988; Per un’Italia territorio. Una Costituzione federale si fonda “federale”, 1990; Io, Bossi e la Lega. Diario se- sempre, come dicono gli americani, su di uno greto dei miei quattro anni sul Carroccio, 1994. shared power, cioè su di un potere diviso sul Professor Miglio, vorrei innanzitutto chieder- territorio, e diviso stabilmente, in modo che le come considera l’attuale impostazione del di- nessun organo del potere centrale possa mai re- battito sul federalismo in Italia. Spesso si ha cuperare i poteri che spettano ai poteri territo- l’impressione che la discussione sul federalismo riali. Per questo tutti i regimi autonomistici - non abbia ancora trovato il tono giusto e conti- regionali o altrimenti definiti - sono dei falsi fe- nui ad oscillare tra un livello accademico, ac- deralismi che non realizzano la netta e totale di- cessibile a pochi specialisti, è una polemica po- stinzione tra il potere centrale e il potere sul litica spicciola, fatta più di slogan che di argo- territorio. Naturalmente sorge il problema di menti e di progetti concretamente realizzabili. come armonizzare queste volontà diverse ed è Non è facile costruire un sistema costituzio- su questo terreno che si sviluppa la dottrina. nale federale in un paese che non ha assoluta- Lei sostiene che: “la differenza fondamentale mente cultura federale. E noi sappiamo quali so- tra il vecchio federalismo e il neofederalismo di no le ragioni. In Italia la cultura unitaria è stata oggi è che il vecchio federalismo era uno stru- imposta prima dai corifei della monarchia, poi mento per costruire l’unità, ovvero per passare sotto il fascismo e poi durante il dominio della dalla pluralità all’unità: (e pluribus unum), Democrazia Cristiana. Un giovane che si occu- mentre il federalismo di oggi consiste nel passa- passe di Diritto Pubblico e facesse ricerche sulle re dall’unità alla pluralità”. Costituzioni federali era certo di non vincere Non ci sono però molti esempi storici del pas- mai più il concorso universitario. La tipica obie- saggio da uno Stato unitario ad uno Stato fede- zione era: “ma per carità che bisogno abbiamo rale. noi di studiare queste forme costituzionali im- Di esempi invece ce ne sono. Prenda i conati perfette”. Ecco il mito dello Stato unitario. che hanno portato alla Costituzione spagnola. Ancora adesso si sente spesso parlare della ne- Prenda la Costituzione belga. Prenda anche la cessità di introdurre “una Costituzione regiona- Costituzione canadese, con gli sforzi del Québec le ai limiti del federalismo...” Un corno! Il fede- di liberarsi stando dentro una Costituzione fede- ralismo è come la verginità. Una Costituzione o rale. La tendenza di tutti i federalismi moderni - è federale o non lo è, non ci sono vie di mezzo. anche negli Stati Uniti con il neofederalismo - è Manca, in sostanza, un’idea chiara di cosa sia quella di contrastare la tendenza all’accentra- una Costituzione federale. mento. Tutte le Costituzioni federali – anche A questo bisogna aggiungere che spesso le Co- quella svizzera – sono sempre alla mercé della stituzioni cosiddette federali sono in realtà tendenza del potere federale di prendere in ma- pseudo-federali quando non esattamente il con- no tutto e diventare uno Stato unitario. C’è una trario di ciò che dovrebbe essere una Costituzio- specie di legge fisica, come la legge di gravità ne federale. per cui il potere politico tende costantemente a Il federalismo tedesco, per esempio, è un fede- concentrarsi. Del resto è questa la storia dello ralismo fasullo e io non collocherei la Costitu- Stato moderno: lo Stato nasce quando un prin- zione tedesca tra quelle federali. Autenticamen- cipe, un ex feudatario, comincia l’avventura del- te federali sono invece la Costituzione australia- la fondazione di un potere centrale, distrugge na, americana e svizzera. tutte le libertà locali e crea lo “Stato”. Perché non considera la Costituzione tedesca Quali sono secondo lei le direttrici che porta- una Costituzione federale? no all’attuale crisi dello Stato nazionale e so- Perché il modello tedesco è un federalismo di prattutto si tratta di una crisi irreversibile? esecuzione. In altri termini le decisioni sono Sì, penso che si tratti di un processo irreversi- prese da un’autorità centrale e ai Länder è la- bile, perché questa operazione di costruzione sciato il compito di eseguire le decisioni prese al dello Stato unitario è riuscita solo in quanto è

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stato possibile costringere i cittadini a rinuncia- tario e accentrato deriva dall’aver conseguito gli re a una certa quantità di valori essenziali di obiettivi per cui è nato: un po’ come la Lega, che, sussistenza e sicurezza. Storicamente il principe conseguito l’obiettivo di rovesciare la partitocra- è colui che propone di garantire con le conqui- zia, è diventata inutile. Nei paesi di civiltà occi- ste la sicurezza e l’ordine pubblico ai suoi suddi- dentale non morire di fame e avere un minimo ti, ovvero la legge e l’ordine. A prezzo però di ri- di sicurezza è una condizione abbastanza abitua- nunciare a tutto il resto: diversità di linguaggi e le. Soprattutto le funzioni legate alla sopravvi- di cultura. È con la repressione che nasce lo venza e alla sicurezza sono fornite dai servizi Stato unitario moderno. E badi che parlo di Sta- amministrativi, sono diventate un compito am- to unitario moderno e non di Stato nazionale ministrativo. Arrivati a questo punto sono emer- perché l’aggettivo nazionale è come un pennac- si gli altri bisogni che sono di natura linguistica, chio aggiunto successivamente, con l’idea, svi- culturale, di storia della tradizione. Si pensi ai luppata a posteriori, che lo Stato moderno sia giovani che vanno a studiare le origini del loro nato da una nazione. È vero invece esattamente villaggio, la civiltà contadina, il passato. l’opposto: le nazioni sono state create dagli Stati Nella logica dello Stato unitario si tratta di co- moderni; la nazione francese, per esempio, è na- se inconcepibili. Pensi all’obiezione che si sareb- ta man mano nel tempo. Ci sono voluti i qua- be potuta ascoltare fino a non molto tempo fa: ranta re di cui parlava De Gaulle e i mille anni di “ma chi si occupa di queste cose, di questi pro- storia per costruire la nazione francese. Sono vincialismi!”. L’idea di “provincialismo”, il ter- stati dunque la mo- narchia e lo Stato unitario accentrato ed efficiente a creare una nazione. Poi è soprag- giunta la teoria se- condo cui la nascita dello Stato risponde- rebbe a un’esigenza “naturale”: esistono le “nazioni” e quindi gli Stati si sono organiz- zati intorno ad esse. Ripeto: è vero proprio il contrario. Lo Stato moderno ha teso ad omoge- neizzare i cittadini. Sono arrivato alla conclusio- mine e il concetto di provinciale sono tutti lega- ne che il principio di eguaglianza è sì vecchio e ti a questa idea di preminenza dello Stato, men- antico - pensiamo all’omonoia greca - però ha tre adesso essere “provinciali” è un valore. Noi avuto una spinta formidabile perché è un sotto- abbiamo assistito senza accorgercene a una prodotto dello Stato unitario. Lo Stato unitario grande ondata, tra gli anni ’70 e ’80, a favore del aveva bisogno dell’eguaglianza e per questo io “pluralismo” che ha incominciato a mettere in dico che lo Stato comunista rappresenta il com- crisi i principi dello Stato unitario. Si è inco- pletamento della storia dello Stato moderno, minciato a capire che più uno Stato è unitario non una deviazione. Una deviazione caso mai è ed omogeneo e meno corrisponde ai bisogni dei il parlamentarismo. Lo Stato comunista è in as- cittadini; ecco la ragione per cui tutti gli Stati se con tutto lo sviluppo dello Stato moderno. parlamentari dell’occidente sono in crisi: non Ma quali sono allora i principali fattori di di- solo perché va in crisi la funzione e il ruolo del sgregazione dello Stato moderno? Parlamento ma anche e soprattutto perché è l’i- I fattori di disgregazione sono dati dalla circo- dea che il compito dei pubblici poteri sia di otte- stanza che lo Stato non riesce più ad ottenere nere la omogeneità dei cittadini a rivelarsi sba- tutta questa omogeneità e deve gestire una enor- gliata. In questo vi è la radice dell’attualità del me quantità di situazioni particolari. Potremmo federalismo. anche dire che la crisi dello Stato moderno uni- Kenichi Ohmae, che è un consulente interna-

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zionale della Mc Kinsey & Company, sostiene antropologiche alla base delle loro scelte. nel suo best seller Il mondo senza confini che in Ma perché; secondo lei, il regionalismo non futuro i cittadini tenderanno sempre di più ad può rappresentare una risposta adeguata a dei avere un’identità globale, sovranazionale, e bisogni di semplice decentramento amministra- un’identità “municipale”, legata alla comunità tivo dello Stato? In Francia, per esempio, agli locale in cui vivono. A questo proposito vorrei inizi degli anni ’80 è stata realizzata una rifor- chiederle come vede lei il rapporto di identifica- ma di tipo regionalistico dell’amministrazione zione tra cittadino e territorio, se in termini statale che pare abbia dato buoni frutti. municipalistici o in termini regionalistici. Le Le dò una risposta molto semplice. Se lei cre- faccio questa domanda pensando anche alle de in un valore, questo valore deve impegnarla conclusioni dello studio di Renato Mannheimer in maniera totale. Il regionalismo rappresenta sulla Lega Lombarda. Mannheimer ritiene che invece un modo di annacquare i valori. Il regio- in definitiva l’appartenenza regionale sia un nalismo ha il difetto di essere una forma di orga- fattore di identificazione molto debole per i cit- nizzazione dello Stato che non prevede la difesa tadini. ad oltranza degli interessi della comunità locale, Intanto io sono perfettamente d’accordo con direi quasi una difesa usque ad effusionem san- quello che dice Ohmae. Viviamo in un’epoca in guinis, fino all’ultimo. Il regionalismo è un par- cui le distanze sono state bruciate. Un operatore ticolarismo all’acqua di rose che naturalmente economico brianteo va nel suo studio e si mette viene continuamente macinato dal potentissimo in contatto con il suo partner di Tokio, stabilisce ordinamento centralizzato. affari, magari vede anche la controparte se ha il Vorrei tornare al problema delle Regioni, o televideo. Ha la sensazione di essere sempre meglio degli Stati che formeranno lo Stato fede- dappertutto. Poi cosa fa. Chiude l’ufficio, va al- rale, se questo nascerà in Italia. Secondo lei l’osteria e con i suoi amici gioca a bocce. Sono quali e quanti saranno questi Stati e soprattut- due bisogni essenziali: comunicare con tutto il to su quali basi politiche geografiche e culturali mondo e vivere a stretto contatto con l’ambiente si formeranno? locale in cui si abita. Ma lei si è mai domandato La prima cosa che bisogna osservare è che che significato abbia storicamente l’ambientali- venti Regioni non fanno uno Stato federale. smo? Perché è venuto adesso l’ambientalismo? Venti Regioni sono troppe perché inevitabilmen- La risposta è che l’ambientalismo va messo in te sono troppo piccole. Il progetto della Bicame- conto alla fine di uno sviluppo di rapporti che rale, il famoso progetto Labriola, prevedeva di hanno portato allo Stato moderno centralizzato. attribuire alle Regioni tutte le competenze, una L’ambientalismo è l’espressione di una quantità volta isolate quelle dell’autorità centrale relative di valori che non sono quelli della sussistenza e alla moneta, alla difesa, alla politica estera e alla sicurezza. Io prendo spesso le difese dei “verdi”, giustizia. Ma tutte le altre competenze si posso- anche in Parlamento, perché penso che – seppu- no attribuire - forse – alla Lombardia e al Pie- re inconsapevolmente - rappresentino un gran- monte, oppure alla Sardegna e all’Emilia Roma- de momento nella storia delle istituzioni e della gna; ma lei si immagina istruzione, urbanistica, vita pubblica. industria, commercio date a delle provinciotte Per quanto riguarda il rapporto di identifica- come sono alcune delle Regioni italiane? zione dei cittadini, io penso che il Municipio sia Nel mio modello ci sono invece tre grandi ag- fondamentale; l’Italia è un paese municipale, la gregazioni, tre Cantoni: il Cantone Padano, il storia d’Italia è una storia municipale. Per cui Cantone della Tuscia e il Cantone Mediterraneo. credo che una Costituzione federale debba parti- Le isole invece farebbero parte a sè, sarebbero re dai Municipi. È giusta l’osservazione che l’i- Regioni a statuto speciale, così come le altre at- dentità regionale ha un’importanza relativa, an- tuali Regioni a statuto speciale che sentono or- che perché le nostre Regioni sappiamo bene co- mai in modo radicato la loro autonomia. me sono nate. All’interno dei Cantoni le attuali Regioni do- Sono state fatte sulla base di strumenti che vrebbero essere mantenute. servivano ad un ufficio statistico per organizzare Quando parlo di Cantoni, penso, anche etimo- i propri dati. I poveri costituenti si sono trovati logicamente al verbo francese se cantonner, in mano i confini delle Regioni preparati dagli rendersi autonomo, “cantonizzarsi”. Questo ter- uffici statistici senza che questi si preoccupasse- mine fu usato da Enrico Duca di Roanne, che ro di analizzare le intèrazioni storiche, culturali, quando volle formare un regno contro la mo-

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narchia cattolica di Enrico IV usò la parola se importanti bisogna essere grandi e grossi. Le cantonner. In generale tuttavia quando uso il due confederazioni svizzere, se il paese si fosse termine “cantone” penso ad una struttura am- spaccato, si sarebbero probabilmente accordate ministrativa e ad una struttura di governo, ma di nuovo successivamente. Guardi il caso della dotate di status che corrisponde al vecchio con- Cecoslovacchia: slovacchi e cechi continuano ad cetto di “sovranità”. andare d’accordo. Se poi dovessi scegliere un nome per il nuovo L’idea di contratto, portata alle sue estreme Stato federale preferirei di gran lunga il termine conseguenze, finisce per negare l’idea di nazio- “Unione Italiana” a quello di “Repubblica Fede- ne che invece è perfettamente compatibile con i rale Italiana”. due sistemi federali più efficaci che conosciamo, Ma chi deciderà sulla formazione di questi di nuovo la Svizzera e gli Stati Uniti, paesi in Stati, o Cantoni? cui il sentimento nazionale viene avvertito con Saranno le stesse Regioni, e per gli eventuali molta intensità. problemi di confine bisognerà ricorrere a dei re- Sì, ma la nazione svizzera è un’idea puramen- ferendum. te convenzionale. In Svizzera abbiamo lingue, Tuttavia in una condizione di assenza di cultu- tradizioni e religioni diverse. Gli svizzeri stanno ra federale bisognerà per forza che ci sia una insieme perché hanno convenuto che la loro è qualche forza di coordinamento dall’alto. una nazione e difendono le loro istituzioni, nes- Un argomento che mi sembra le stia molto a suno difende la nazione elvetica come tale. cuore è quello che lei chiama il “diritto di seces- Per quanto riguarda gli Stati Uniti riprendo il sione”. Mi sembra però che questa idea susciti discorso che avevamo sfiorato in precedenza sui molte obiezioni. Se ci fosse stato, in passato, il motivi per cui il federalismo è stato attenuato prevalere di una logica “contrattuale” e l’affer- nel periodo della Grande Depressione. Roosevelt mazione di questo “diritto di secessione” che ne e tutta l’impostazione di quegli anni, secondo i sarebbe oggi di paesi ad ordinamento federale neofederalisti di oggi, hanno determinato una che lei considera tra i suoi modelli, come gli vera e propria deformazione della Costituzione. Stati Uniti o la Svizzera? Nel 1845 la Svizzera La presidenza imperiale, i cui rapporti coinvol- dovette affrontare la secessione dei Cantoni cat- gono essenzialmente il Presidente, la Camera tolici organizzati nel Sonderbund e appoggiati dei rappresentanti e il Senato non rispecchia la dalle potenze reazionarie dell’epoca. Quanto struttura federale originaria. E chi ha mai detto agli Stati Uniti sappiamo bene quale fu la du- che gli Stati Uniti devono diventare, come sono rezza e la drammaticità del conflitto che oppose diventati dopo la guerra civile, i guardiani del i “confederati” agli Stati nordisti. mondo? In America si sta manifestando una ten- Negli Stati Uniti quando scoppiò la guerra di denza al recupero del potere degli Stati che, se- Secessione gli americani erano tutti convinti condo la concezione neofederalista, devono tor- che il diritto di secessione fosse una prerogativa nare a rappresentare un limite al potere dei Pre- fondamentale degli Stati aderenti alla federazio- sidenti. Del resto con la sconfitta del Vietnam e ne. Io ho fatto tradurre un bel libro di Bucha- ora con il crollo del nemico sovietico la presi- nan, Secession, che illumina le basi del princi- denza imperiale ha fatto il suo tempo. pio stesso per cui esiste il diritto di resistenza. Il nazionalismo americano, per rispondere alla Nessuno di noi oggi, a differenza di quanto avve- sua domanda, è nato per effetto delle imprese di niva sotto il fascismo, sarebbe disposto a dire Lincoln che si batteva non tanto per il problema che il diritto di resistenza è un’infamia e che ci della schiavitù – e a questo proposito nel già ci- vuole una norma specifica che lo sancisca. Noi tato Secession ci sono pagine bellissime – quan- invece diciamo che il diritto di resistenza è a to per l’unità dello Stato. È lì che nasce la con- monte di tutta la Costituzione; se la Costituzio- cezione imperiale della presidenza. Gli Stati ne diventa tirannica, il diritto di resistenza è il Uniti di oggi sono la caricatura della federazione diritto che automaticamente scatta; favore di originaria. Se gli uomini di Philadelphia potes- tutti i cittadini. Lo stesso vale per il diritto di se- sero tornare inorridirebbero nel vedere un pote- cessione. re presidenziale così forte. Per quanto riguarda la Svizzera prendiamo at- Nell’ipotesi di uno Stato federale italiano si to che si sarebbe spaccata e che esisterebbero porrà indubbiamente anche un problema dina- due confederazioni. Dobbiamo smetterla del re- mico nel passaggio da questo Stato unitario a sto con quell’idea mussoliniana che per essere un nuovo equilibrio e a un nuovo assetto istitu-

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zionale. Per gestire questo cambiamento sor- Questa assemblea avrebbe il diritto di deporre il gerà forse anche un problema di capacità e pre- Primo Ministro, secondo uno schema di bilan- parazione del personale politico e amministrati- ciamento dei poteri che ricorda la Costituzione vo. Secondo lei esiste a monte un problema di orleanista. Vi sarebbe poi un’altra assemblea, il formazione e adeguatezza delle classi dirigenti Senato, con una funzione puramente legislativa. italiane per un compito così complesso? Secondo lei che probabilità ci sono che questo Devo dire subito che io ho assistito nella mia suo modello vengo capito, condiviso e quindi vita ad un calo costante di qualità della classe possa passare dallo stato di Costituzione imma- politica e anche della stessa società. La mia idea, ginaria a quello di Costituzione reale? per quanto riguarda la selezione del personale Dipende dalle condizioni disperate in cui po- politico e amministrativo, è che si debba partire tremmo trovarci. Le Costituzioni non si fanno dalle Regioni e dalle amministrazioni regionali mai discutendo tra amici o avversari, come ab- attuali. Sono rimasto molto colpito dalla prepa- biamo fatto noi per mesi alla Bicamerale. Le Co- razione dei Presidenti delle Regioni e dei Consi- stituzioni invece nascono a tambur battente, co- glieri regionali che hanno partecipato con le lo- me accadde con la Costituzione della V Repub- ro proposte ai lavori della Commissione Bicame- blica, per la cui redazione furono impiegati tre rale. Hanno detto cose più moderne e più inno- mesi, anche se, come da noi, ci furono in realtà vative loro di quelle che ci eravamo dette noi anni di studi e di dibattiti preliminari. parlamentari in sei mesi di lavori. La nuova clas- Per quanto riguarda l’aspetto funzionale del se politica sarà formata da questo personale re- suo modello quali dovrebbero essere i compiti gionale e da coloro che correranno per essere attribuiti alle macroregioni e quali competenze eletti nelle diete cantonali, cioè nei Parlamenti rimarrebbero allo Stato centrale? delle macroregioni, e quindi nel Parlamento na- Allo Stato centrale devono rimanere la politica zionale. estera, la difesa, e la moneta, esattamente come La sua visione di Stato federale prevede anche previsto dal progetto di Costituzione regionale un’opera di ingegneria costituzionale molto ori- “forte” elaborato dalla Bicamerale. Il progetto ginale ma che tuttavia fino a questo momento della Bicamerale presenta però grossi limiti per- non appare condivisa da nessuna delle forze po- ché lascia alle Regioni la facoltà di legiferare al- litiche presenti nel nostro paese. Ci può tratteg- l’interno di leggi-cornice stabilite dal governo giare brevemente le linee guida del suo progetto centrale. Questa è la prova provata che i regimi di Costituzione federale? regionalistici non sono dei regimi di libertà e Immagino prima di tutto la presenza di tre che in sostanza il potere effettivo rimane al po- grandi Regioni, come abbiamo già detto, e di tere centrale. Nella Costituzione attuale, per cinque Regioni a statuto speciale. Alla testa di esempio, vengono elencati i compiti delle Regio- ogni Regione a statuto speciale vi è un Presiden- ni e poi viene precisato che tutto il resto spetta te della Regione, alla testa delle tre macrore- allo Stato. Il progetto della Bicamerale rappre- gion, o Cantoni, vi è un Governatore. Il potere senta invece un progresso perché specifica i po- esecutivo della Repubblica è rappresentato da teri che spettano allo Stato mentre tutti gli altri un direttorio formato dai tre governatori delle vengono attribuiti alle Regioni o, diciamo me- macroregioni e, a turno, da uno dei capi degli glio, ai diversi soggetti della federazione ovvero esecutivi delle cinque Regioni a statuto speciale, alle macroregioni. Il progetto della Bicamerale e da un quinto membro che è il primo ministro ha tuttavia il limite di elencare le competenze eletto dal popolo. È dunque un vero e proprio relative ai compiti di oggi, È invece importante “direttorio”, affine a quello elvetico. In questo che tutti i nuovi compiti emergenti spettino in direttorio, la cui possibilità di governo non sa- primo luogo ai soggetti della federazione, cioè rebbe molto estesa perché la maggior parte delle alle macroregioni. competenze sarebbe attribuita alle macroregioni Lei ha già accennato all’esistenza di un con- (in questo mi ricollego al progetto della Bicame- flitto tra Stato sociale e federalismo. Nel caso rale), non ci sarebbero Ministri ma semplice- del passaggio in Italia da un modello di Stato mente dei Consiglieri del Primo Ministro. centralizzato a un modello federale, che cosa ri- Il legislativo sarebbe invece rappresentato da marrebbe del Welfare State? una assemblea federale composta da 350 mem- La prima parte della Costituzione non dovreb- bri: gli stessi delle “diete” delle macroregioni, be essere modificata, ma certo in uno Stato fe- composte a loro volta da 100 rappresentanti. derale molti problemi verrebbero ad assumere

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un carattere diverso da quello che hanno adesso. I disoccupati del Sud, per esempio, sarebbero un problema eminentemente meridionale anche se tutti saremmo chiamati a risol- verlo. Un conto però è la presenza di un governo centrale, in qualche modo ricattabile o influenzabile, come ha dimostrato la vertenza dei minatori del Sulcis, e un conto invece una struttura federale. In questo secon- do caso gli aiuti sarebbero condizio- nati al raggiungimento di precisi obiettivi, per esempio un ragionevo- le grado di sicurezza per gli impren- ditori che operano al Sud. Un ap- proccio allo sviluppo che coinvolga direttamente la macroregione del Sud è molto diverso dall’andare a trattare con entità “eterodirette” co- me possono essere i parlamenrari della Calabria o della Sicilia. Tutta la questione dello Stato sociale viene completamente reimpostata da un ordinamento federale e di fatto vie- ne a cadere il vecchio e insostenibile modello di Stato assistenziale che ci sta progressivamente emarginando dal processo di costruzione dell’Eu- ropa. E proprio sull’Europa volevo farle un’ultima domanda. Secondo lei la costruzione di uno Stato federale in Italia potrebbe fa- vorire in qualche, modo il processo di costruzione di uno Stato federale europeo? per una nemesi storica, dopo avere combattuto Sì, perché se queste macroregioni italiane due guerre contro la Germania finirà per essere avranno, come devono avere, la possibilità di dominato economicamente da questo paese. condurre una loro limitata politica di accordi in- Ma c’è un ulteriore motivo per cui sono pessi- ternazionali i legami tra le diverse aree regionali mista sul futuro dell’Europa. È che per costruire europee non potranno che intensificarsi. Ancora l’Europa cui penso io, formata dagli Stati federa- recentemente l’ambasciatore tedesco in Italia mi li a cui penso io, ci vuole una grande capacità di faceva notare che esistono molti più rapporti tra inventiva giuridica che non vedo nelle scuole di la Baviera e la Padania che tra la Baviera e la re- diritto europee. Non ci sono più i giuristi capaci gione di Amburgo. Devo però osservare che l’i- di “inventare” modelli come inventavano i giuri- dea di un’Europa federale si va allontanando sti della metà dell’Ottocento. Nei dieci anni della sempre di più. Soltanto quando la Germania avrà Rivoluzione Francese ci fu una stagione folle di terminato il suo processo di unificazione e si vol- capacità inventiva, seguita da un lungo periodo terà verso occidente allora, forse, riprenderà la di sistemazione, ricco di nuove idee, che si pro- costruzione dell’Europa. E comunque se pre- trasse per quasi tutto l’Ottocento. Adesso più varrà la visione thatcheriana di un’Europa delle nulla. Lo ius publicum europaeum - tanto esal- patrie il sogno di un’Europa federale si allonta- tato dal mio amico Schmitt - mi sembra che ab- nerà ulteriormente e il nostro continente, quasi bia esaurito le sue capacità creative.

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Miglio boccia l’Italia di Speroni Il profesur: “Non si costruisce il federalismo dividendo il Paese col compasso”

di Marco Ventura

Il Giornale, 20 gennaio 1995

Italia sognata dalla Lega è una Repubblica tisce la compattezza della Repubblica. È una federale di 9 Stati, 21 regioni, un’assem- parvenza di sistema federale, appiccicato a quel- L’ blea federale eletta a suffragio universale e lo parlamentare-partitico di sempre che si man- un Senato degli Stati e delle regioni sul model- gia tutto il resto. Certe cose Speroni impie- lo del Bundesrat tedesco. gherà anni a capirle. Poverino, non ha la cultu- “Non c’è bisogno dell’elezione diretta del pre- ra giuridico-costituzionale. sidente, e non c’è bisogno di un’assemblea co- Dov’è che sbaglia? stituente per cambiare la Costituzione”, assicu- Anzitutto, le sue unità territoriali presentano ra Francesco Speroni, ex ministro leghista del- una omogeneità artificiosa: si basano sul princi- le Riforme istituzionali: “È sufficiente un dise- pio della consistenza demografica, ossia sul nu- gno di legge, che una volta approvato sarà sot- mero di abitanti che dev’essere pressoché ugua- toposto a referendum popolare”. Gli articoli le. Questo è quanto di più lontano vi sia dal fe- della nuova Carta costituzionale, nel testo di deralismo, che è invece unità dei diversi e delle modifica presentato ieri da Speroni e dal capo- minoranze”. gruppo del Carroccio al Senato, Francesco Ta- Un esempio? bladini, passerebbero da 139 a 123. Gli Stati sa- In Germania, accanto a città come Brema e rebbero: 1) Piemonte, Val d’Aosta e Liguria; 2) Lubecca vi sono grandi unità territoriali come Lombardia; 3) Trentino Alto Adige, Veneto e la Baviera. Friuli Venezia Giulia; 4) Emilia e Toscana; 5) L’idea di Bossi e Speroni ricalca invece l’erro- Romagna, Umbria, Marche e Lazio; 6) Abruzzi, re dei giacobini, che crearono in Francia i di- Molise, Lucania e Puglia; 7) Campania e Cala- partimenti. Ma autonomie e libertà scompaiono bria; 8) Sicilia; 9) Sardegna. Roma resta la ca- se le unità vengono tracciate con la squadra e il pitale e costituisce “distretto federale”. righello. Poi, rovesciando con un “ribaltone” l’articolo Speroni si richiama al Bundesrat tedesco... 117 della Costituzione, vengono ridefinite le Altro errore. Un’assemblea federale eletta da competenze istituzionali in senso federalista. tutti i cittadini non è affatto federalista, nean- “Il nostro progetto - aggiunge Speroni - può es- che il Bundesrat. Tutti i sistemi federali storici, ser votato dal Parlamento, perché si limita a ri- a partire da quello americano e tedesco, vanno modellare la struttura della Costituzione, sen- incontro a deperimento. Gli esperti lo sanno, za stravolgerla come vorrebbe Miglio”. Si trat- Speroni no. Gli stessi giuristi tedeschi e ameri- ta, in pratica, della bozza presentata all’assem- cani sostengono che bisogna restituire potere ai blea leghista di Genova e nata a Ponte di Le- lander e agli states. Il Senato americano e il gno, adesso trasformata in disegno di legge. Si Bundesrat hanno fallito, in quanto Camere se- dice fiducioso, Speroni, nella possibilità di rac- condarie rispetto a quelle che contano davvero. cogliere una maggioranza parlamentare. Ma Nel mio sistema, invece, si parte dai cantoni Gianfranco Miglio non concede neppure la suf- per costruire l’assemblea federale e le altre ficienza a Speroni e compagni. Il profesur si strutture che governano la Repubblica. trova a Sanremo in vacanza forzata, per curar- Il che sarebbe uno stravolgimento della Co- si un’influenza e intanto completare il suo stituzione, come le rimprovera Speroni... prossimo libro. Il progetto di Bossi e Speroni Ammetto che il mio modello è rivoluzionario, non è affatto federalista, e per di più non garan- ma si tratta di una rivoluzione a buon mercato.

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È un sistema che compatta l’unità della Repub- e Mediterraneo), e cinque regioni a statuto blica in modo addirittura impressionante: l’as- speciale. Non sorgeranno conflitti? semblea federale riunisce le diete cantonali, I conflitti sorgeranno nel sistema di Bossi, mentre il direttorio o governo federale forma- con l’assemblea cosiddetta federale da una par- to dai governatori dei cantoni, è guidato, ma te, e il Senato dei cantoni dall’altra. Nel mio si- non egemonizzato, da un presidente eletto da stema, invece, il Senato legislativo, eletto col tutti i cittadini. Sarebbe un’Italia più unita di proporzionale, fornisce le leggi-cornice ai can- oggi. toni per evitare disordini e confusioni su temi Lei prevede tre cantoni (Val Padana, Etruria specifici.

L’uomo che vuole ridisegnare il potere in Italia Un tempo ossessionato dall’idea di una autorità forte, oggi sceglie un nuovo “consociativismo” tra tre “cantoni” nazionali

di Franco Cangini

La Nazione, 6 maggio 1995

ietro la scrivania, il ritratto enorme di Nic- Vuol dire che è il tipo del politico che crede colò Machiavelli, fondatore della moderna solo in ciò che gli conviene? Dscienza politica. Davanti, quello, altrettan- Senta, ricordo quando Speroni, allora mini- to smisurato, di Giovanni Althuzio, il giurecon- stro, avanzò la proposta dell’elezione diretta dei sulto calvinista che anticipò il contratto sociale. presidenti delle ragioni a statuto ordinario. In mezzo c’è Gianfranco Miglio, professore di Era una proposta giusta, ma Bossi si rese con- diritto costituzionale, senatore, “bossiano” pen- to di non poter avere quindici candidati alla pre- tito. Una vita spesa tra il sogno del rinnovamen- sidenza e la fece silurare. Speroni era furibondo. to dello Stato nazionale e il sogno del suo supe- Opportunista, ma fortunato. Le elezioni regio- ramento in un “nuovo federalismo”. Entrambi nali gli sono andate molto meglio del previsto. inappagati. Per la verità, io l’avevo previsto. Molti elettori Professore, Bossi torna all’idea di una Repub- che si erano già staccati dalla Lega sono tornati blica del Nord inquadrata in una confederazio- a votarla perché hanno visto troppi ex democri- ne italica. Questo significa che lei tornerà con stiani nelle liste dei due schieramenti. La Lega Bossi? replica in piccolo, i metodi clientelari della vec- Assolutamente no. Il mio giudizio sull’uomo chia Dc nella raccolta del consenso. non è cambiato. Però non dà asilo politico ai democristiani. Ma Lo definì “il bullo di Cassano Magnago” e alle elezioni politiche sarà un’altra musica. scrisse che avrebbe passato il resto della sua vi- Lo zoccolo duro della Lega non è poi così du- ta a pentirsi di avergli dato fiducia. ro? È precisamente quel che faccio. Bossi è auto- No, quello resiste. Nelle vallate alpine la voglia ritario e accentratore. Se solo arrivasse a ren- di secessione c’è ancora ed è forte. Ma nelle città dersi conto che il suo modo d’essere è incompa- di pianura del Nord Bossi è una stella cadente. tibile col governo di una struttura federale non C’è gente bene che lo disprezzava ma lo votava vorrebbe più sentir parlare di federalismo. ugualmente in odio alla partitocrazia. Adesso la

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protesta della gente bene è passata a Berlusconi. Ho fatto diligentemente parte della commis- Eppoi anche il secessionismo è in declino. Oggi sione bicamerale per le riforme costituzionali. tutti hanno bisogno di tutti. Non vedo proprio Ero come Cristo tra i ladroni, però mi diverti- dove Bossi possa attingere il consenso aggiunti- va. De Mita mi diceva: “Vengo a sentire le tue vo che ha fatto il suo successo nel ’92 e un po’ belle lezioni”. Poi faceva il contrario. Quando anche nel ’94. Gli resta lo zoccolo duro, ma fa il sostenni che i membri del governo non doveva- 2,5 o il 3% dei voti. no far parte della rappresentanza parlamentare, E che cosa potrà farsene? ebbi la sorpresa di sentirmi dar regione dalla Dc, Spera di fare l’ago della bilancia. Come Pan- che mise nel suo statuto l’incompatibilità tra le nella. E toglierà la sedia da sotto le natiche a due funzioni. Poi mi resi conto che l’aveva fatto qualsiasi alleato. È uno che fa il monello per so- solo allo scopo di fregare Andreotti, che era se- pravvivere. Chiunque si allei con lui deve essere natore a vita. In pratica, ho avuto la conferma di preparato a ricevere il medesimo trattamento ri- quel che già sapevo, chiedere a un’assemblea di cevuto da Berlusconi. parlamentari di rinunciare a una parte dei suoi Dunque, cercherà di tenersi in bilico tra i due poteri è assurdo. schieramenti. Eppure De Gaulle, in Francia, c’è riuscito. Il disegno di Bossi è quello di collocarsi al Ma non certo perché i parlamentari ne fossero centro. Né con la destra, né con la sinistra. convinti. Accettarono la costituzione della quin- Punta sulla possibilità che gl’italiani si scocci- ta Repubblica solo per forza maggiore, e con la no di vedersela con due grandi schieramenti e ferma intenzione di tornare al vecchio regime. che riemerga la voglia di centro, tipica dell’Ita- Invece, come diciamo in Lombardia, i francesi lia. Ma per tentare di arroccarsi al centro do- hanno “preso il lecchetto” di eleggere il Presi- vrebbe allearsi con i popolari di Bianco e la base dente della Repubblica e indietro non sono più leghista non vuole saperne. tornati. Beh, non si può dire che gli uomini nuovi Cosa ne pensa del Presidente Scalfaro? espressi dalla cosiddetta rivoluzione italiana si È un uomo che ha fatto un sogno. Sogna di siano rivelati dei grandi leader. Bossi non è l’u- restaurare la prima repubblica e di riportare il nica delusione. centro ex democristiano all’egemonia d’un tem- Si, noto una rarefazione di capacità politiche. po. Ha ragione Cossiga: se la rivoluzione italiana Anche Romano Prodi, con tutto il suo passato avesse fatto una cinquantina di morti, oggi non di bojardo di stato, è un poverello. Ma è proprio ci sarebbero tanti ex democristiani in circolazio- in una situazione di rarefazione della leadership ne. Sarebbero scappati tutti. politica che maturano nuovi capi. Non so chi Ma Scalfaro si fa un dovere di applicare la co- verrà, ma il trend è questo. E riguarda anche stituzione che c’è. Berlusconi. E sbaglia, perché qualcosa è cambiato. Finché Si può dire dell’Italia che è una società alla c’era la proporzionale, il dovere del Presidente ricerca della sua forma di governo? Della Fran- della Repubblica era quello di preoccuparsi che cia si è detto che l’ha trovata con la quinta Re- il Parlamento rispecchiasse il paese. Ma col si- pubblica, dopo averla cercata per un paio di se- stema maggioritario, si chiede ai cittadini di ri- coli. nunciare alle proprie preferenze per schierarsi Credo di si, ma non direi che la Francia abbia su due blocchi alternativi. Dunque il Parlamen- cercato il suo governo per tutto quel tempo. L’a- to non rispecchia più il paese, e il suo compito spettativa della divisione dei poteri, promessa diventa quello di esprimere una maggioranza dalla Grande Rivoluzione, fu subito tradita. Il assoluta. Quando manca, la parola deve tornare Parlamento si pose come potere assoluto, al po- agli elettori. Su questo punto ha ragione Berlu- sto del monarca. L’assolutismo del Parlamento è sconi. Io non amo il sistema maggioritario, ma stata la maledizione delle costituzioni europee. I la sua logica è quella che dice lui. francesi ne sono usciti quando hanno tagliato le Se è per questo, lei non ama nemmeno l’alter- unghie al Parlamento, con l’avvento della quinta nativa di governo. Cioè la possibilità, per gli Repubblica. Devono a De Gaulle la conclusione elettori, di scegliere tra due proposte di gover- di una lunga e drammatica ricerca della rico- no. struzione della struttura di potere. È vero. Credo poco nel bipolarismo e sono fe- Lei è senatore. Che cosa ha fatto per cambia- rocemente contrario alla democrazia maggiori- re le cose? taria. La maggioranza è il tallone d’Achille del

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regime parlamentare. Perché diamine la metà Semplicemente perché quel che cambia, col più uno deve avere ragione? Conviene crederlo, cambiamento della maggioranza, non sono tan- presumendo che il maggior numero sia più for- to i programmi di governo quanto i ceti privile- te. Una specie di surrogato della guerra civile. giati. C’era l’alta finanza, che è sempre vissuta di Ma non credo che sia il modo giusto per fare le aiuto pubblico, e che nel vecchio ceto politico scelte di governo. Berlusconi, se fosse qui con aveva i suoi referenti. ma c’era anche la massa noi, farebbe un salto sulla sedia. La metà più anelante a un piccolo impiego sicuro, senza uno è un principio sacro, per lui. Buon per lui l’obbligo di lavorare, che si è ritrovata orfana dei che c’è una sinistra che vale una ‘cieca frusta’. suoi abituali patroni politici. Il ruolo dal parassi- Priva d’iniziativa, non sa adoperare gli argo- tismo è ingiustamente trascurato dalla scienza menti. politica. Vivere alle spalle del prossimo è l’aspi- Intende dire che una maggioranza efficace razione di tutti. Forse anche la mia. Donde e lo dev’essere formata da una coalizione di “mino- sconvolgimento sociale determinato dalla fru- ranze concorrenti”? Era la tesi di un politico strazione di tante aspettative, con l’arrivo di americano che combatteva il potere del governo Berlusconi a palazzo Chigi. Infatti non è durato. federale. Calhoun, mi sembra. Potrebbe andar meglio a Prodi, se vincerà la Intendo semplicemente dire che chi dispone sinistra. di un consenso elevato deve partecipare alle Stento a crederlo. scelte di governo. Un governo della sinistra dovrebbe fare i conti Ma questo sarebbe nient’altro che consociati- con le sue clientele fameliche e con la delusione vismo. Non abbiamo già dato? dell’altra metà del paese. No, abbiamo conosciuto la caricatura del con- Non avrebbe vita facile. Il fatto è che ogni par- sociativismo. Il gruppo al potere, che associa tito si pretende in possesso della formula por- l’opposizione più forte alle decisioni di governo tentosa di gestione dell’economia e della società e alle greppia del sotto governo per garantirsi nazionali. Questa è un’illusione. Meglio conso- l’inamovibilità. E che finanzia l’operazione por- ciare le forze politiche che contano. Metterle in- tando alle stelle il debito pubblico. È stato un sieme e costringerle ad adottare programmi di obbrobrio, ma forse anche un modo per evitare governo coerenti. la guerra civile. Si parla tanto del muro di Berli- Ma non è proprio lei che una decina d’anni fa no, ma dovremmo ricordarci che c’era anche un lanciò la proposta di una riforma costituzionale muro d’Italia. per arrivare a una forma di governo stabile e Storia antica, ormai. Non capisco perché pre- autorevole, tutt’altro che consociativa? ferire nuove specie di governo consociativo se è È cosi. Dall’ 80 all’83 sono stato ossessionato possibile l’alternativa di governo. dall’idea del governo forte. Ho messo insieme, Gli italiani non sono più divisi tra loro dalla nel “gruppo di Milano” alcuni costituzionalisti politica estera, né da modelli di società incom- in gamba, e abbiamo lanciato la nostra proposta. patibili. E nemmeno da fratture etniche, come Poi mi sono reso conto che non aveva senso da- il Belgio, o religiose, come l’Olanda. Dunque, re un grande potere decisionale in mano a go- qual è il problema? verni centralisti e corrotti. Non riuscirebbero Il guaio è che non possono esistere program- nemmeno a controllarlo, imbrigliati come sono mi di governo veramente alternativi. Si somi- da enormi funzioni pubbliche. Cosi ho ripreso i gliano tutti. Prenda il problema delle pensioni: miei studi sul federalismo e ho cambiato model- destra e sinistra debbono passare sotto le stesse lo. Penso sempre alla figura di un “decisore” na- forche caudine. Allora bisogna chiedersi se una zionale, però in un contesto federale. forma consociativa autentica non sia più ade- La cosa più sorprendente è che il suo modello rente alla realtà. L’alternativa di governo ci sem- federale non dispiace alla destra nazionale di bra una conquista perché da noi è arrivata a ma- Fini. turazione con un ritardo enorme, in seguito alla Beh, Fini è d’accordo per coniugare federali- legge elettorale maggioritaria. Ma è una formula smo e presidenzialismo. Il che lo conferma in che ha fatto ovunque il suo tempo. Secondo lei, possesso di una virtù politica fondamentale: perché l’arrivo al governo di Berlusconi, col quella della prudenza. centrodestra, ha prodotto lo choc che tutti ri- Anche Berlusconi è d’accordo? cordiamo?. Berlusconi è un bravo imprenditore e un bra- Lo dica lei. vo comunicatore che sta cercando di dimostrar-

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si anche un bravo politico. Ma gli manca il gusto tempi certi e scadenze obbligate. Il negoziato delle questioni istituzionali. Del resto manca an- non deve mai finire nel rinvio. Per esempio, se che a Bossi e non l’aveva neppure Craxi. Ricordo il direttorio federale non raggiunge l’unanimità che Giuliano Amato non riusciva a intrattenerlo sull’approvazione della legge di bilancio, nei sull’argomento per più di cinque minuti. Quan- tempi previsti, incappa nello scioglimento se- do ha saputo che io ero riuscito a tener desta guito dal completo rinnovo elettorale degli uo- l’attenzione di Craxi sul tema delle riforme per mini che hanno fallito. un quarto d’ora, non voleva crederci. Chiariamo il punto del suo governo consocia- Parliamo del suo modello federale. Mi correg- tivo. Se ho ben capito il direttorio federale sa- ga se sbaglio: l’Italia divisa in tre consorzi di re- rebbe una consociazione dei vertici dei governi gioni, chiamati Cantoni, ognuno retto da un cantonali, sotto la guida del presidente federale. Governatore, eletto direttamente, alla testa di Non solo. Le recenti elezioni regionali hanno un Direttorio formato dai presidenti delle regio- confermato la tendenziale egemonia della destra ni. I Governatori dei Cantoni del Nord, del Cen- nel Sud, della sinistra nel Centro, e la competi- tro e del Sud, integrati a rotazione dal presiden- zione tra centrodestra e centrosinistra nel Nord. te di una delle regioni a statuto speciale, forma- Di conseguenza, il direttorio federale sarebbe no il Direttorio federale, guidato dal Presidente anche l’organismo in cui le grandi forze politi- della Repubblica, anche lui eletto direttamente che, e le diverse formule espresse dalla diversità da tutti i cittadini. Dimentico qualcosa? del paese, s’incontrano e collaborano. Un sacco di cose. Per esempio i collegi rappre- La coesistenza nel direttorio di un Sud che vi- sentativi. I membri delle Diete cantonali sono ve di mano pubblica e di un Nord che ama cre- contemporaneamente deputati dell’Assemblea dere di pascersi di economia di mercato, assicu- federale. Il potere di governare e quello di rap- ra la possibilità di piani di governo che vadano presentare sono separati a tutti i livelli. Sindaco, bene per tutti. I rapporti politici ne risulterebbe- presidente di regione, governatore di cantone, ro sdrammatizzati e anche la questione del si- presidente federale, tutti eletti direttamente, go- stema elettorale diventerebbe meno importante. vernano senza vincolo di maggioranza. Se sfidu- Per la verità, il suo presidente federale è un ciati dalle assemblee, la parola torna agli eletto- po’ troppo stretto tra potenti governatori di di- ri. Il presidente federale incarna le ragioni del- verso segno politico per essere credibile come l’unione. È anche capo del governo e sceglie, “decisore”. nomina, dimette i segretari di Stato preposti alle Diciamo che è un presidente a geometria va- funzioni spettanti al direttorio federale: Esteri, riabile. Come in Francia, dove il presidente con- Difesa, Politica Monetaria, Giustizia. La libera ta molto se ha dalla sua la maggioranza parla- circolazione delle persone e dei capitali è garan- mentare e molto meno se deve coabitare con tita dalla costituzione. Il gettito dei tributi è ri- una maggioranza di diverso segno politico. Nel scosso e trattenuto da comuni, regioni a statuto mio progetto, il potere del presidente dipende speciale e cantoni, salvo la quota spettante al dalla composizione del direttorio. Se ci sono go- funzionamento della federazione e quella desti- vernatori forti, il suo potere sarà ridotto. nata alla redistribuzione territoriale delle risorse Lei applica alla politica criteri contrattualisti- finanziarie... ci. Ma, secondo un pensatore che le è caro, que- Direi di finirla qui. Non sono sicuro che la ca- sto porta inesorabilmente alla dissoluzione del- pacità di attenzione del lettore per il tema delle l’unità sovrana dello Stato. riforme superi quella attribuita a Craxi da Giu- Lei allude a Carl Schmitt. Beh, siamo alle so- liano Amato. glie del Duemila e il mondo cambia. La sovra- Aggiungo solo che il mio modello federale rea- nità è un concetto usurato. Dobbiamo liberarce- lizza una forte coesione tra tutti i livelli di go- ne. Il negoziato si sostituisce all’atto d’imperio. verno. Dunque smentisce la preoccupazione che Si negozia su tutto e nessuno è più sovrano. An- il federalismo sia fatalmente un sistema debole, che lo Stato nazionale è ovunque al tramonto. a prospettiva catastrofica. La formazione delle Si torma a prima dello Stato moderno. decisioni non è affidata alla violenza del princi- La tendenza è alla pluralizzazione e alla priva- pio di maggioranza o al potere d’influenza di un tizzazione dei poteri. Tanto vale prenderne atto. qualche capo carismatico. È affidata, invece, al Invidio la sua disponibilità verso le incognite negoziato, alla persuasione, alla instancabile ri- di un cambiamento così radicale. Ma come pen- cerca del consenso delle minoranze. Però in sa di arrivare alla sua Costituzione federale:

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forse attraverso un’ Assemblea costituente? più facile. Non escludo nemmeno il passaggio È un’idea sbagliata. Le Costituenti confeziona- attraverso un governo di grande coalizione, se no solo vestiti di Arlecchino. Quando tutti pos- può servire per mettere d’accordo sulle regole le sono sdottoreggiare su tutto, il risultato è un forze politiche più importanti. inevitabile compromesso. Un grosso pasticcio. Penso all’Italia, quale è stata plasmata dal Ri- No, sono convinto che le costituzioni valide so- sorgimento, bene o male. Lei vorrebbe cambiar- no quelle imposte dalla fazione politica vincente le i connotati. a quella perdente. A condizione, naturalmente, Mi preoccupo degli italiani che ci sono, non che si lasci aperta ai perdenti la strada del ritor- della Signora con le torri. Mi piace che stiano no al potere. meglio gli italiani. Mio figlio, mia nuora, la mia Se non la Costituente, cosa? nipotina. L’articolo 138 dell’attuale Costituzione. Preve- Strano, da parte sua. Avrei detto che fosse più de che le leggi di revisione costituzionali siano interessato a un’idea dell’Italia che agli italiani. approvate a maggioranza assoluta dal Parlamen- Non è che lei straveda per questo popolo, che è to, salvo referendum di convalida. Questa proce- anche il suo. dura ha una sua razionalità da quando esiste il Toccato. Ma sento il dovere di pensare agli ita- maggioritario. La formazione della maggioranza liani, quale che sia la mia opinione sul loro con- richiesta per riformare la Costituzione diventa to. O sul nostro, se preferisce.

“Scalfaro prepara una nuova Dc” Intervista all’ex ideologo del Carroccio: “Bossi? Ha fatto bene a lasciarmi fuori dal governo Berlusconi”

di Daniele Vimercati

L’Indipendente, 18 maggio 1995

l professore ha lasciato la Lega, ma è rimasto Sud per realizzare il suo sogno, le tre repubbli- lo stesso: sarcastico, provocatorio, inconteni- che. Anche questo è un paradosso, per un uomo Ibile. Sferza amici e avversari come se ogni che sosteneva l’inferiorità “antropologica” dei giorno dovesse riguadagnarsi il titolo di Bel- meridionali. Pure su Bossi e sulla Lega c’è qual- zebù che ha scippato, con la fine della Seconda che novità nei toni, sebbene - precisa Miglio - repubblica, a Giulio Andreotti. quella con la Lega sia “una storia chiusa; Bossi Gianfranco Miglio è seduto nel suo studio mi- non ama il federalismo, perché in un regime fe- lanese, fra un ritratto di Hobbes e uno di Ma- derale nessuno comanda veramente e a lui que- chiavelli. I federalisti, da Cattaneo a Jefferson, li sto non piace perché è un autoritario e un ac- ha relegati in sala d’attesa, e quando annuncia centratore. E poi, lui non ama approfondire i di aver fatto una scoperta, che “il ritratto di programmi. Fa parte del suo carattere, è un tipo Cattaneo che viene sempre riprodotto sui libri è che ogni volta che si sveglia cerca la misura da andato distrutto per sempre”, non sembra affat- prendere, la trovata da adoperare ma non vuole to commosso. Non è un caso, allora, se le sue vincolarsi”. ultime mosse richiamano più lo spregiudicato I disegni costituzionali cesellati, non si offen- Machiavelli che lo scrupoloso Cattaneo. da, sono roba da professori. Quello che conta È un vulcano di paradossi, il professore. L’ulti- sono i rapporti di forza politici. Non crede che mo è che “il federalismo verrà da Sud, perché il Bossi abbia ragione a occuparsi prevalentemen- Nord non capisce nulla di sistemi istituzionali”. te di questi ultimi? Dunque, l’ex “nordista” della Lega guarda al Forse sì, ma a tutto c’è un limite. Essendogli

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stato vicino per quattro anni, non ho mai visto tanti dc anche nel Polo di sinistra, dietro il fac- in lui preoccupazioni per il programma, spesso cione bolognese del Prodi. A questo punto han- non sono neppure riuscito a parlargli... no detto: “Beh, almeno nella Lega di democri- Alle amministrative però è andato bene. stiani non ce ne sono”. Terzo elemento, bisogna Lei sa che io avevo previsto il rimbalzo delle riconoscere che Bossi è stato abile nello svilup- elezioni amministrative. In diverse interviste l’a- pare il gioco delle alleanze. Ma adesso è estre- vevo detto. L’avevo annunciato anche a Maroni, mamente difficile per Bossi fare quello che dice, il quale aveva voluto incontrarmi per espormi il e cioè essere il perno di un partito di centro. Difficile? E perché? Ho saputo che subito dopo le elezioni è co- minciata una sarabanda di incontri segreti più o meno notturni tra tutti i dirigenti della ex Dc. Non le dico le fonti da cui ho saputo questo, però probabilmente c’è la protezione, l’avallo, la spinta di Scalfaro, il che è anche logico: lui è de- mocristiano. La sua aspirazione è di ricostituire la Dc e restaurare la prima repubblica. Se ci rie- sce è un altro De Gasperi, o forse un Romolo Augustolo. E Bossi, cosa dovrebbe fare? Lui dice che vuol fare il centro, ma il centro glielo occupano i dc e la Lega non può abbrac- ciarli, si svilirebbe. Quello che può fare Bossi, a questo punto, è il destabilizzatore di tutte le alleanze. Ripetere il gioco che ha fatto con Berlusconi: alleato lo ha portato al successo, poi l’ha deposto. Domani vincesse con le sinistre farebbe lo stesso. Non pensa che sia giusto destabilizzare, per evitare che in Italia vinca ancora una volta la restaurazione? Forse sì... Ha mai visto cosa fanno le murene in un acquario? Stanno nel buco, in attesa... C’è un nugolo di gente che ha rubato e che aspetta il momento per tornare fuori. In questa situazione pensa che sia giusto, per adesso, lasciare ancora i magistrati nella libertà di agire? È vitale per l’Italia che i magistrati imperver- suo piano di take off nella Lega. Gli ho detto: sino ancora. Naturalmente, gli organi di garan- “stai attento perché Bossi adesso avrà un rim- zia - Csm. ministro di Giustizia - devono veglia- balzo”. E lui: “Allora se è così il mio piano non re che non usino mezzi impropri. vale più...” Secondo lei è pensabile che il sistema politico, Il suo piano qual’era, organizzare un’altra in questa Italia, una volta che si è stabilizzato Lega? politicamente, realizzi il federalismo? No, era prendere il controllo della Lega, cac- Guardi, io credo che ci sia una schiacciante ciare alcuni colonnelli, oltre Bossi, e prendere il quantità di probabilità perché venga restaurata movimento in pugno... però naturalmente tutto la Prima repubblica e riprenda il gioco dell’inde- questo implicava una débacle della Lega. Invece bitamento che ha caratterizzato lo scorso qua- sono accadute tre cose: i leghisti hanno comin- rantennio Il contrario sarebbe un miracolo. ciato a creare localmente i loro rapporti di pote- È un miracolo possibile con la stabilità o con re che portano voti. Inoltre gli elettori hanno vi- la instabilità? sto un nugolo di democristiani dentro il Polo e Con l’instabilità, certamente...

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Allora; non può essere che Bossi sia ancora È stata l’azione simbiotica di Lega e di magi- prezioso? stratura a rovesciare i vertici della prima repub- Mah... ora non capisco bene quello che fa, il blica. Sotto questo profilo è una cosa ormai sto- suo oscillare continuo sull’indipendentismo... Io ricamente accertata. Io credo che da quel lato li continuo a ricevere lettere da leghisti, ex leghi- Bossi il suo posto nella storia italiana ce l’ha già sti che mi dicono: indichi i nomi per cui votare, sotto questo profilo. Quando ho visto una certa possibilmente secessionisti. Io ho dovuto dire parte dei parlamentari usciti dalla Lega che che oggi come oggi nessuno può stare solo, tutti adesso per fortuna si sono autoesclusi dall’Unio- abbiamo bisogno di tutti. L’idea fichtiana di uno ne federalista io ho detto “povero Bossi, con che Stato chiuso, economicamente autonomo non razza di materiale umano ha dovuto fare le sue c’è più, tutti hanno bisogno di tutti. battaglie”, però li ha scelti lui. E sono stati loro La Waterloo mia e di Bossi è stata quando ab- a premere perché io fossi lasciato fuori dal go- biamo cercato di sollevare il Nord e il Nord non verno Berlusconi. ci ha risposto. Io mi ricordo quando Bossi diceva Ci risiamo con questa storia. Allora è vero che “che fatica abbiamo fatto per fare alzare di due lei ha lasciato la Lega perché non le hanno dato dita la testa ai lombardi, quelli non si alzeranno la poltrona. mai”. Punto sulla struttura federale, perché il fe- No, anzi, ora le farò una confessione. Bossi ha deralismo dovrebbe consentire di non scendere fatto benissimo perché se io entravo al governo, in piazza... fra l’altro, chi ci va in piazza? Alcuni diventavo il capo naturale della delegazione del- gruppi dei miei montanari, ma nelle grandi città la Lega al governo così che c’era un capo dentro lombarde non c’è spirito di secessione. il governo e un capo fuori. Sarebbe stata una Può essere il Sud, a prendere in mano la ban- cosa distruttiva, dato anche il carattere di Bossi diera del federalismo? e data anche l’impostazione di tutta la Lega, per Io penso questo: il Nord non ha una vocazione cui è stata una cosa intelligente quella di oppor- istituzionale, assolutamente, e sotto questo pro- si con tutte le forze. Con tutte le stupidaggini filo è inutile andare a parlare di cambiare la Co- che ha fatto il governo Berlusconi, io sarei in- stituzione. Meglio puntare decisamente sul Sud tervenuto tutte le volte e avrei fatto un gran ca- che ha un’antica tradizione di studi giuridici. Io sino. ho messo con le spalle al muro i miei amici del Professore, ma lei potrebbe tornare in Parla- Polo: dobbiamo passare a un grande progetto di mento come deputato o senatore di An? riforma costituzionale, perché se no andiamo al- No, a me va meglio il Polo. la catastrofe. Almeno finché Forza Italia e An resteranno in- Professore, accetta una scommessa? Se il Po- sieme. lo le dà il Federalismo, io mi iscrivo a Forza E se nascesse un grande contenitore federali- Italia. sta comprendente la Lega? Io non faccio mai scommesse di cui almeno Io ho fondato l’Unione Federalista per quello, non abbia qualche possibilità di spuntarla. Però vediamo di unirci tutti noi che siamo federalisti. continuo a battermi per questo. Per esempio ho Quindi potrebbe essere un contenitore che convinto An, o almeno lo spero. Io capisco che comprende anche la Lega... la Dc odi An perché le ha portato via i voti del Sarei il primo a patrocinare l’ammissione del- Sud, ma Bossi non ha nessun motivo per met- la Lega in una Unione federalista, però ci voglio- tersi contro An. An invece ha capito una cosa, no patti molto chiari per stabilire cosa facciamo che l’unico programma che lei ha è il presiden- e non continuare a fare come i miei colleghi de- zialismo, che questo presidenzialismo se lei lo putati e senatori federalisti “io che sono federali- tira fuori puro e semplice, specialmente all’este- sta...”, “dimmi che cosa vuol dire”, “io non lo ro, dicono “ecco Mussolini che torna”. Invece, so”. Ma è naturale, lei pensi che Berlusconi mi collocati in un contesto federale, garantiti in ha detto in un momento di raptus “mi dai lezio- questo contesto, un presidente persuasore sod- ni di federalismo?’. “Volentieri, passeggiamo nel disfa il loro programma ma soddisfa anche una tuo parco e intanto che passeggiamo ti spiego”. soluzione intelligente del caso italiano. Professore, ci spiega che cosa voterà ai refe- Ora, dopo lunghi colloqui, con Fini siamo di- rendum? ventati proprio amici. Devo ancora pensarci, a me quello sui sinda- E con la Lega, nessuna possibilità di recupe- cati mi piace troppo. Tagliare i sindacati, zac, rare i rapporti? che bella cosa.

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Miglio: l’obiettivo di Umberto è destabilizzare Il Profesur spiega l’ultimo voltafaccia

di Marco Ventura

Il Giornale, 24 maggio 1995

isto, professore? Bossi è riuscito a spuntarla lui che rompe le alleanze, la sua è una funzione anche su D’Alema. naturalmente destabilizzante. VBossi è solo prigioniero di se stesso e fa avan- Però è uno che si fa valere. Persino il Pds, dal- ti e indietro chiuso nella sua gabbia. l’alto del suo 25 per cento, si è dovuto inchinare. Gianfranco Miglio, ex ideologo della Lega, os- Bossi ha coraggio, all’apparenza, sul palcosce- serva e valuta da lontano le prestazioni del se- nico trascina le masse, dà l’impressione di un natur da Zagabria, i diktat che impone al cen- uomo forte. Ma io lo conosco, quando si trova di tro-sinistra, la strafottenza dei suoi colonnelli fronte a uno che sospetta sia più forte di lui, che a Roma dettano condizioni anche a D’Ale- Umberto s’accuccia. ma, e tuttavia non s’impressiona. Sui referendum non è D’Alema che si è accuc- Umberto è in trappola: comunque giri e rigiri, ciato? i potenziali alleati sono tutti nocivi per lui, avrà D’Alema lo vedono tutti che non è un eroe. Ma sempre la difficoltà di dover scegliere una preci- quando Bossi ha visto che tutti i partiti erano sa collocazione elettorale. contrari alla prospettiva federalista, si è accuc- Gli alleati saranno nocivi, ma anche Bossi lo ciato. è per gli alleati, non le pare? Perché allora la Quercia ha accettato di scen- Bossi non sarà mai un uomo di governo. Al- dere a patti? l’interno di qualsiasi coalizione, sarà sempre co- Nelle sue condizioni, il Pds è costretto ad an- dare a raccattare i voti di tutti i gruppuscoli. Lo fa con i verdi, addirittura con Rifondazione. Va racimolando i frammenti per una ipotetica, fu- tura maggioranza. D’Alema chiede le elezioni in ottobre, mentre Bossi non le vorrebbe mai... È ovvio. Le potrebbe volere solo se si realiz- zasse una condizione del tutto improbabile: che nel momento stesso in cui riesce a guadagnare un poco di vantaggio, subito ottenga di tornare alle urne. Bossi è quindi un elemento di perenne desta- bilizzazione... Intendiamoci. La sua natura destabilizzante corrisponde allo spirito della Lega. Quando Um- berto annunciò che avrebbe fatto un partito di governo, io non ero d’accordo. La Lega è sempre stata un elemento distruttivo della Prima repub- blica, il suo compito è precisamente quello di continuare nella sua azione destabilizzante e di- struttiva, visto che ancora non siamo nella Se- conda repubblica.

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Quindi lei concorda col senatur? No, lei no, ha una componente confessionale La funzione di rottura va fatta sino in fondo e troppo forte, mentre la Lega è un movimento in modo consapevole, mentre lui agisce d’istin- laico. to: qualche volta imbrocca, più spesso sbaglia, e Qualche previsione sull’esito dei referendum non ha mai consapevolezza di quello che fa. Ep- tv? pure, la Lega è realmente entrata in una serie di Non saprei, vedo una situazione di grande amministrazioni locali ed enti pubblici. Quindi equilibrio. una contraddizione c’è, la fase rivoluzionaria è Sono più importanti i quesiti sulla Mammì o finita. Io suggerirei di mettere da parte Bossi per quelli che aboliscono l’esclusiva rappresentanza un paio d’anni... sindacale di Cgil-Cisl-Uil? Vuol dire ibernarlo? I referendum sul sindacato. E non perché io Sì, poi dopo due o tre anni arriverà il momento ce l’abbia col sindacato, ma perché nessuna as- in cui tornerà indispensabile il suo ruolo di capo- sociazione privata può pretendere, sotto il profi- popolo rivoluzionario, come elemento dirompen- lo formale e costituzionale, l’automatismo del te della crisi finale della Prima repubblica. contributo. Lo strapotere sindacale nasce pro- Nel frattempo vedrebbe bene Irene Pivetti alla prio da lì, dalla trattenuta automatica in busta guida del Carroccio? paga.

Miglio: no, non è un reato “Nessun avvicinamento a Umberto, ma questa volta parla di un diritto naturale”

di G. L. Paracchini

Corriere della Sera, 27 luglio 1995

accenno alla secessione un illecito penale? Potrebbe essere uno degli strumenti cui ricor- No, non condivido affatto l’idea di Scalfaro. rere se non ci libereremo presto della prima Re- L’ Ma scherziamo? Tutte le comunità devono pubblica. Scalfaro fa bene a dirsi vincolato al poter scegliere in qualsiasi momento con chi giuramento verso la Costituzione, però è chiaro stare e a quale ordinamento riferirsi. Dunque la che a questo Paese serve un cambiamento secessione è un diritto naturale, un principio profondo... metacostituzionale che in quanto tale viene Senatore, non è che la vacanza in montagna molto prima di qualsiasi Costituzione.. l’ha riavvicinata a Bossi? Dal fresco di Reischach, sopra Brunico, il se- Oh Signore, questa poi... Sono soltanto con- natore Gianfranco Miglio entra in polemica vinto che arriveremo al momento drammatico con il presidente della Repubblica e dispensa, in cui dovremo superare i vincoli della Costitu- via telefonica, frecciate e nozioni di filosofia del zione, anche se non so quando questo avverrà. diritto. È in forma il professore: in questo buen Non a caso tutta l’opera mia e dei colleghi retiro da anni pone le basi per le strategie d’au- parlamentari federalisti è tesa a preparare quel tunno. Andare controcorrente non lo ha mai momento. spaventato: tanto meno nell’amato paesaggio Sarà, però sulla storia della secessione lei og- alpino. gi prende le distanze soprattutto da Scalfaro. Il fronte politico punta l’indice contro il Par- Mi preme il discorso sull’illecito penale perché lamento mantovano? E lui si mostra possibili- davvero non esiste. Bossi poi è stato preso trop- sta: po sul serio. Lo conosco come le mie tasche, ci

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ho scritto un libro: aveva bisogno di sparare no sostiene che Bossi abbia nostalgia e le stia qualche cosa di eclatante perché la sua gente in facendo una assidua corte. vacanza potesse pensarlo in forma e aggressivo Di solito quando uno è corteggiato se ne ac- come al solito. corge e io fortunatamente non me ne sono ac- Perché lei invece lo vede un po’ sciupato? corto. Ha un grave problema di sopravvivenza politi- E quell’offerta alla presidenza della Commis- ca. Ecco perché grida. Ed ecco perché questa sione bicamerale per le Regioni? storia del separatismo, urlata a Mantova, non ha Ah quella è una storia divertentissima. L’offer- molto senso: Bossi parla esclusivamente per mo- ta a dire la verità me l’ha fatta in persona l’ono- tivi personali ed elettorali. revole Pivetti e io ho pensato che a quel punto i Più che alla Repubblica del Nord, pensa all’e- leghisti mi avrebbero votato. E invece al mo- ventualità di elezioni molto vicine e si sente mento decisivo hanno puntato su un certo Fon- braccato. Ha paura di non restare a galla, di es- tanini e io ci ho riso sopra. sere macinato. Se si votasse presto per lui ci sa- Riso un po’ amaro? rebbe una drastica cura dimagrante. E il presi- No, giuro. Ho tratto le mie conclusioni e ho dente... capito che ai vertici della Lega non c’è unità di Il presidente? decisione ma soltanto idee confuse... Sì insomma Scalfaro, presidente intelligente, Questo equivoco mi ha fatto piacere perché queste cose le sa benissimo e sa di che pasta so- così è chiaro che non hanno bisogno di me e no le uscite di Bossi... perché risulta evidente che le nostre posizioni Senatore, però dopo il grande freddo qualcu- sono lontane e addirittura contrapposte.

Il gioco dei tre cantoni

di Vito Biello

Mondo Economico, 31 luglio 1995

a spaccatura del Paese è economica e politi- Con un taglio netto ai finanziamenti a gogò. ca. Gianfranco Miglio non ha dubbi, bisogna Bisogna mandare meno soldi al Sud, se non nel- Lquindi codificare sostanzialmente quello la forma di aiuti allo sviluppo dell’imprenditoria che è nei fatti. Tre cantoni che rispondono ai di- legata in particolare all’agricoltura e al turismo. versi interessi economici e agli stessi orienta- È decisivo invertire questo processo, tanto più menti elettorali dei cittadini (destra al Sud, si- drammatico perché continuo. nistra al Centro, Polo liberaldemocratico al Proseguendo di questo passo il divario in Ita- Nord). lia non può che crescere. Professor Miglio, due-tre Italie irrimediabil- Il divario cresce, gli interessi del Nord e quelli mente divise? del Sud sono diversi. Qualcuno avanza l’allarme La spaccatura c’è sempre stata e l’agonia della di un rischio concreto di secessione... Prima Repubblica l’ha semplicemente aggravata. Il diritto alla secessione dovrebbe essere pre- Il problema non è più quello di interrogarsi ma supposto di tutte le Costituzioni. Ma è un diritto di trovare soluzioni: o si va avanti su questa platonico e teorico, perché in realtà i Paesi non strada, rendendo l’Italia un Paese sempre più possono allontanarsi. Un singolo può decidere di sciagurato, o si fa una vera costituzione federale, trasferirsi in un altro posto, ma i Paesi non han- accorpando le Regioni in tre grandi cantoni: il no mica le rotelle. Noi, il Nord, saremo quindi Nord, il Sud e il Centro che funge da cuscinetto. sempre contigui al Sud e avremo sempre rap- Intanto come si affronta il problema del Mez- porti. Però c’è una cosa: se il Mezzogiorno con- zogiorno? tinua a pretendere aiuti ai consumi, praticamen-

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te finanziamenti a fondo perduto, finirà per tra- cambiare il sistema, perché pensano si possa scinare anche l’economia del Nord nel baratro. continuare così. E non si scuotono nemmeno Lei dunque ripropone la “Questione setten- sapendo che questa montagna di cambiali che è trionale”? il debito pubblico finirà sulle spalle dei figli e dei Certo, e l’hanno già vista anche gli economi- nipoti. sti. Ma il problema vero è un altro: c’è un’inca- Lei dunque rilancia l’Italia dei tre cantoni. pacità strutturale del Nord a farsi carico dei suoi Ma è un federalismo possibile? diritti. Vedo un atteggiamento di disinteresse Certo, è il solo possibile. Non ci sono altre solu- per i problemi politici da parte dei lombardi: la zioni, il destino di tutti gli Stati accentrati del- storia si ripete, i lombardi sono abituati a cerca- l’Europa sarà quello di una Costituzione federale. re un potere costituito a cui collegarsi, con il Perché tre cantoni? quale fare affari, finanziandolo. Da un lato svi- Perché corrispondono alle tre grandi forze po- luppano l’attività economica, dall’altro sembra- litiche presenti oggi in Italia. Il cantone del Sud no incapaci di farsi carico dei grandi cambia- è dominato dalla destra e avrà un governatore menti istituzionali. Sto arrivando a questa deso- rappresentante della destra. Quello del Centro è lante conclusione. rappresentato dalle sinistre, quello del Nord è li- Il Parlamento del Nord dunque è solo uno slo- beraldemocratico, con possibilità di essere più o gan? meno liberale, più o meno socialdemocratico. Sì, un episodio folcloristico. Questo significa che nel governo direttoriale Umberto Bossi non la pensa così però... della federazione si ricostituisce nel suo aspetto No, non è niente di più di uno slogan. I lom- buono il consociativismo. Cioè si uniscono le bardi non ci credono. Bossi insiste perché sa che forze che sono in campo. per la sua sopravvivenza i lombardi dovrebbero Tre cantoni e due poli? ribellarsi. Ma si ribellerebbero soltanto alcune No, il sistema bipolare, com’era prevedibile, popolazioni delle vallate, non i grandi centri del- non ha funzionato in Italia. L’idea che la sinistra la pianura. Questi non solo non accettano l’idea o il centrodestra possano fare una politica buona della secessione, ma non vogliono saperne di per il Sud e per il Nord è assurda. Con i tre can-

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toni si codifica quello che è nei fatti. Oggi c’è Dovranno arrivarci. Non si può salvare il siste- un’Italia economicamente divisa in due e politi- ma rabberciandolo. Le strade sono due: o si pre- camente divisa in tre. para il cambiamento nella relativa pace oppure Ora la parola è al Parlamento dunque? in una grave crisi istituzionale e politica. La Bicamerale della scorsa legislatura era arri- Professor Miglio, unità addio allora? vata a proporre un progetto, quasi federale, di No, non è l’unità che si perde. trasferimento del 70% delle competenze gover- I sistemi federali consentono la coesistenza, namentali, lasciando però le stesse Regioni; mentre fino a oggi abbiamo avuto un’unità che quindi troppo piccole e deboli, incapaci di resi- mascherava le diversità e anzi le accresceva. Una stere alle lusinghe del potere centrale. Si tratta struttura federale è la migliore garanzia dell’u- di riprendere la strada dell’undicesima legislatu- nità nella diversità. Quest’unità pelosa e senti- ra, ma con realismo e concretezza. mentale è servita invece solo a creare il disastro Le forze politiche appoggeranno il suo pro- che conosciamo. E che pagheranno le future ge- getto? nerazioni.

“Giusta la lotta per la libertà” Gianfranco Miglio è convinto sia meglio ribellarsi che vivere come schiavi

di Matteo Mauri

L’Indipendente, 2 settembre 1995

atto rivoluzionario, quando un uomo lotta Quindi con le istituzioni si elimina la violenza? per la propria libertà, è il tipico caso di Le istituzioni tentano di eliminare la violenza. L’violenza giusta. Torniamo al principio di maggioranza. Non è Il professor Gianfranco Miglio non ha dubbi: che vincano i più intelligenti, vince chi riceve la meglio ribellarsi che vivere da schiavi. E sulla metà più uno dei consensi, perché si presuppo- situazione italiana è ancora più esplicito: Se ne che sia il più forte. usando i mezzi del diritto non si riesce a cam- La violenza diventa quindi l’arma della mino- biare il sistema e quelli della Prima Repubblica ranza? tornassero a spadroneggiare, allora l’uso della La violenza è la risorsa della minoranza, che la violenza diventerebbe lecito. È meglio la rivolta esercita per sovvertire il monopolio della sovra- che tornare sotto la Prima Repubblica. nità. Ciò non significa che la maggioranza non Esiste quindi una violenza giusta, Professore? usi la violenza. La maggioranza ha il diritto di In politica la violenza è una componente natu- usare la violenza e se ne serve per piegare gli av- rale. La tendenza dell’umanità è stata quella di versari. sostituire alla violenza le procedure giuridiche. Quando le istituzioni sono deboli, allora è più Le istituzioni hanno avuto lo scopo di eliminare, probabile il ricorso alla violenza? almeno parzialmente, la violenza fisica. Certo. Come spiego nel libro che sto scrivendo L’esempio più lampante è rappresentato dal In difesa di una Costituzione federale, sono con- voto. Per intere generazioni gli uomini risolve- vinto che un sistema maggioritario che si basi vano i problemi con le armi in pugno: i più forti sulla metà più uno dei consensi non possa stare scacciavano i più deboli. in piedi. L’altro punto fondamentale su cui si fondano le La maggioranza deve governare col consenso istituzioni riguarda il principio di maggioranza. della minoranza.

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Ma in questo caso non si rischia il consociati- anglosassoni hanno invece un altissimo concet- vismo? to delle istituzioni. Prima vinceva il più forte È il modo con cui si realizza il consociativi- esercitando la violenza, ora vince il più furbo, smo che ne determina la bontà o meno. che a suo modo usa una sorta di violenza. Noi siamo stati abituati ad un consociativismo Come è possibile allora cambiare le regole? creato per spartire la torta. Una maggioranza La lotta per cambiare totalmente la Costitu- moderata offriva alla minoranza di sinistra la zione è durissima. Io tento di far nascere una partecipazione al potere con un unico obiettivo: nuova Carta che scaturisca dalla vecchia (utiliz- mangiamo tutti insieme. Questo sistema ha por- zando l’articolo 138), rispettando il diritto, sen- tato al debito pubblico e alla rovina del Paese. za usare violenza. Ma quando si tratta di fare profonde modifiche, E se non fosse possibile? come quella costituzionale o federale, c’è biso- Non sono d’accordo con una corrente della gno del consenso della minoranza. Chiesa, quella dei pacifisti integrali, che preferi- È questo che accade nel nostro Paese? scono sopportare le ingiustizie piuttosto che ar- In Italia il diritto non viene mai rispettato. È rivare alla violenza. Se un uomo è libero, non concepito come qualcosa per fregare gli altri. accetta la schiavitù e se usa la violenza, moral- Anche la Costituzione è un modo per imbro- mente c’è una giustificazione. La violenza è la gliare chi sta sotto. É tipico degli italiani. Gli levatrice della storia.

Miglio: “Il Veneto guiderà i secessionisti del Nord”

di Marco Ventura

Il Giornale, 24 novembre 1995

veneti sono già mezzi svegli. Se la sopravve- avvenire è legato ai tedeschi e alla Mitteleuropa. niente crisi economica sveglierà anche lom- Con la fine della guerra nella ex Jugoslavia, le Ibardi e piemontesi, che invece dormono, tutti prospettive economiche della ricostruzione sono insieme trascineranno l’Emilia. E allora Bossi enormi, mentre la struttura dello Stato è inade- cavalcherà non più un ronzino, ma una tigre. guata. Allora... Gianfranco Miglio sente odore di secessione. Il Crede possibili sviluppi violenti? senatore ed ex costituzionalista del Carroccio Sì, l’avvicinarsi della soluzione intelligente, liquida come vecchie le rivelazioni del leghista quella federale, comporta il passaggio per il mo- Enzo Erminio Boso sulle tre ipotesi di macrore- mento secessionista e indipendentista. Lo si è gione: l’lnsubria (Varese, Como, Novara e Can- visto in Canada e in Belgio. C’è un momento in ton Ticino), l’Euroregio (Trentino, Alto Adige e cui dicono: bè, allora ce ne andiamo per conto Tirolo) e la Sardo-Corsa. È una manovra diver- nostro. E in nessun Paese è facile dirlo come in siva di Boso - dice Miglio -. Se c’è una minaccia Italia, tanto più che la Finanziaria ha ripreso la all’unità nazionale, non arriva dal Tirolo, ma dal prassi del finanziamento a fondo perduto al Sud. Nord-Est. Finché gli affari vanno bene... ma Quando mai una secessione si è basata solo quando la pacchia finirà, perché la struttura po- su ragioni economiche? litico-amministrativa e di governo è sempre piu L’elemento economico è forte e può essere la debole.. si arriverà a un punto in cui una simile componente che innesca le altre. Slovenia e la fragilità dovrà spezzarsi. E noi federalisti cattivi, Croazia, che mantenevano la baracca jugoslava, cioè veri, aspettiamo quel momento. L’atmosfera a un certo punto hanno detto basta. è adatta, i veneti cominciano sentire che il loro Faremo la stessa fine?

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No, sono cretinate. Tra di noi non ci sono le Certo, fortuna che non è accaduto. Ma brucia- differenze etniche che innervano gli slavi del re qualche questura o prefettura poteva essere, Sud. per gli autonomisti, uno dei modi per far capire C’è però il rischio di un distacco violento... che fanno sul serio: senza uccidere, solo brucian- Non penso ad azioni militari. Una delle prove do un po’ di carte, lo hanno fatto anche al Sud. che le nostre Regioni si sono castrate è che po- Qual è il futuro delle macro-regioni? tevano creare una polizia regionale, era nelle lo- Da noi, solo la nascita di uno Stato federale ro competenze, ma nessuna l’ha fatto. che raccordi le diverse macro-regioni potrà im- Un minimo di polizia regionale sarebbe stato pedire ai progetti separatisti di prendere corpo qualcosa attorno a cui si poteva annodare un nel giro di poco tempo. In Italia le parole preval- elemento di resistenza allo Stato centrale. gono sempre sui fatti: il fatto non c’è ancora, ma Un bel pericolo! se ne parla.

“Sarà la disperazione a salvare quest’Italia” Miglio: la crisi economica ci farà accettare il federalismo

di Stefano Lodi

Il Giorno, 1 dicembre 1995

ella elegante sede della Fondazione per Ma lei che viene da un mondo diverso, dal un’Italia federale, incontro colui che per mondo della cultura, come ci si è ritrovato? Nqualche tempo è stato ritenuto la mente Tutto sommato non ho mai cessato di studiare pensante della Lega. la politica. Tutte le mie ricerche storiche sono Professor Miglio, scusi se non la chiamo sena- volte a cercare radici profonde al mio federali- tore, ma io l’ho sempre considerata un profes- smo. sore. È stata fatta la distinzione fra il politico intel- Sa, quando il Senato era una posizione vitali- lettuale e il politico di professione. Lei si è tro- zia, ma non come i senatori a vita attuali, era vato come senatore a dover fare il politico per una cosa seria, ma oggi... professione. Si può dire che con la Lega lei ha avuto una No, perché ho posto sempre come condizione disillusione. di essere un indipendente e ho detto ai miei No, non una disillusione; io sapevo quando ho elettori nel mio manifesto elettorale nel ’92 e chiesto di incontrarmi con Bossi – perché sono poi nel ’94, e se mi ricandiderò ancora lo repli- stato io a chiederlo - che l’uomo era un rozzo cherò con maggiore chiarezza, che io non aiu- popolano, però pensavo che avesse sotto una terò nessuna persona e nessuna categoria. Io so- qualche idea, poi mi sono accorto che non pen- no andato in Senato per cercare di risolvere i sava niente né aveva voglia di pensare a qualche problemi costituzionali. Credo di fare con que- cosa. Il programma federalista per lui deve re- sto un favore a tutti perché se le cose vanno co- stare una cosa estremamente vaga, da adoperar- me io sto battendomi perché vadano non dovre- si da una parte o dall’altra. È venuto fuori un ti- te più inchinarvi a nessuno. po di uomo politico con cui ho capito che non E com’è stata questa esperienza? valeva la pena di perdere tempo, ma non è stata Sta andando avanti con enormi difficoltà, per- una disillusione. Il mondo della politica è fatto ché io non sono un idealista, cioè non credo che tutto cosi. il federalismo migliori gli uomini. Gli americani

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credono che il federalismo sia un modo per fa- spalle degli altri. Il fascismo ha detto: venite con vorire l’individualismo e la libertà individuale, noi e vedrete che ci faremo mantenere dai con- però l’individualismo è una cosa che ha i suoi li- quistati. È andata come è andata. miti, e anche la libertà. Poi è venuto il grande blocco storico fatto dal- Non ho capito se parla di un mondo nuovo o la Dc e i popolani e i potenziali operai comunar- di un uomo nuovo. di che c’erano nelle sue file - io ricordo gli acli- L’uomo è sempre quello. La bellezza dei nostri sti e i cislini - ricordo che quando venivano in studi consiste nel constatare che la natura del- casa mia guardavano i miei libri e dicevano: tu l’uomo non è mai cambiata. sei un ricco, e lo dicevano con rancore. Dove andiamo? La Democrazia cristiana ha messo insieme Adesso siamo in una fase di confusione gene- questi con gli sveltoni. A carico di chi hanno fat- rale dove è ripugnante intervenire. I sette punti to l’alleanza? A carico del denaro pubblico, per- di Dini, la ripresa di Scalfaro sono tutte chiac- ché nelle imprese pubbliche questi trovavano il chiere senza senso perché per realizzare la mag- posto e quelli facevano i soldi alle spese di tutto gior parte dei sette punti bisogna cambiare la il Paese. Infatti, dai e dai, 2 milioni di miliardi di Costituzione, fare una commissione bicamerale debito pubblico. Perché è cosi profondamente Costituente per replicare quella che è stata l’un- immorale la nostra politica finanziaria? Perché decima legislatura a cui io ho partecipato fino a cerca di scaricare tutto sui nipoti. un certo punto in maniera intensa anche come Già, ho anch’io l’impressione che i figli non guida per la riforma del governo e del Parlamen- facciano più in tempo. to, ma poi mi sono accorto che i miei interlocu- Arrivati a questo punto c’è chi dice - sono i tori non volevano cambiare niente e allora arri- vecchi democristiani, ma anche e vederci, non ho detto addio, arriverà il momento soprattutto Oscar Luigi Scalfaro - che questo in cui li vedrò in mutande. Paese si può governare solo così. Secondo lei, come si esce da questa situazione? Cioè si può governare solo dal centro. Il problema cruciale di fronte al quale siamo è Si, però il brutto equivoco è che non si può ri- questo: noi non siamo mai stati uno Stato euro- correre al debito pubblico, alla macchinetta con peo. La tendenza al parassitismo è sempre stata cui si stampano Bot e Cct, perché se si ricomin- la nostra caratteristica. Il grande blocco che ha cia a fare il gioco dell’incremento del debito fatto la dittatura fascista era fra proletari e svel- pubblico tutto il mondo dirà basta alla lira. toni della finanza che speravano di far pagare tutto ai ricchi e ai co- munistardi. Quando Mussolini parlava di regimi demoplutrocra- tici, cioè quelli che avevano i soldi, ai qua- li avremmo dichiarato guerra, la gente diceva bravo, ciapum quai coss. Era il concetto della rapina, tipico di un popolo che è capa- cissimo di lavorare quando ha l’impressio- ne di essere sotto la frusta, come nel ’45/’46, fino al ’50, la- vora come un matto e non fiata, però appena appena ha l’impressio- ne di poter alzare su la testa vuol vivere alle

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Intendiamoci, se possono ci succhiano il san- della Provincia di Como, che è un cattolico di si- gue, comprano a brevissimo i nostri titoli pub- nistra, ha detto: così gli diamo il mandato di ro- blici perché hanno un interesse elevato, lucrano vesciare la linea politica della Cariplo, che fin’a- e poi vendono subito per non restare con la coda desso ha sempre sostenuto i piccoli e medi im- nella tagliola. Però è chiaro che se domani rico- prenditori, e di sostenere invece i ceti bisognosi, minciassimo cosi nessuno investe più, neanche la solidarietà. Cioè di ricominciare con la linea a tre mesi. Ecco perché è irreale questo sogno del parassitismo. della restaurazione. Qual è il movimento che attualmente sta diri- Qual è l’alternativa? gendo? L’unico modo è quello di diventare poveri, ma Il movimento federalista è quello che propone far quadrare i conti, ridurre enormemente il nu- una Costituzione che io ho esposto e che illu- mero di coloro che vivon o parassitariamente. strerò in un libro di prossima pubblicazione. Non ho capito bene, mi consideri come un Una Costituzione molto rigida e virtuosa. suo allievo stupido, mi ripete il rapporto fra la Presenteremo a Milano il Partito Federalista, restaurazione centrista e il debito pubblico? che è costituito in parte da gente uscita della Le- L’operazione centrista è un’operazione essen- ga Nord ma anche da gente che ha, come il mio zialmente impossibile perché non c’è il “presup- amico Tremonti, la convinzione che ci vuole posto economico-finanziario per farla vivere. Se quella cura. È un partito monotematico che ha i centristi andando al potere dicessero: gente, per scopo soltanto quello di realizzare in Italia cominciamo a ridurre il reddito dei Bot e dei Cct una Costituzione federale, battendosi contro e consolidiamo il debito pubblico, cioè si met- tutti i falsi federalisti, che sono come quelle ra- tessero a fare i virtuosi, verrebbero spazzati via. gazze che non vogliono dar via la cosa più im- Ecco perché con questo regime di Stato cen- portante e fanno il petting. tralizzato non si risolve nessun problema. La Costituzione che io ho scritto contempla Perché fare i virtuosi significa provocare una vera struttura federale, dalla radice munici- un’insurrezione; allora non c’è che da cambiare pale fino al vertice. la struttura del Paese, in modo che il rapporto Quindi nel caso di elezioni lei si presentereb- fra economia virtuosa e assistenzialismo si ridu- be con una programma molto semplice: l’attua- ce a livello di unità territoriale e si può control- zione di questa nuova Costituzione. lare. Noi siamo schierati con il Polo della Libertà Il federalismo è un poderoso freno e infatti è finché in esso ci sarà federalismo e presidenzia- parente stretto del verdismo; con gli amici verdi lismo, perché ho convinto Fini e anche Berlu- ci troviamo molte volte d’accordo, verdi e fede- sconi che solo con un grande cambiamento si ralisti pensano a un freno allo sviluppo contro la esce dall’attuale situazione. tesi folle degli economisti che urlano “Sviluppo, Lei è quindi convinto che la destra sia in que- sviluppo, sviluppo!”. Già, ma fino a che limite? Il sto momento più rinnovatrice della sinistra? federalismo è un regime frenato, come si vede in Se tiene duro. Ma io ho già detto che saremo Svizzera, dove i grandi progetti che vorrebbe il degli alleati scomodi, perché al momento delle Governo federale vengono tutti stoppati dai Go- elezioni io chiarirò ed esigerò che nel program- verni cantonali che badano al conto, al soldo. ma ci sia tutto. Solo per disperazione gli italiani Lei non ha l’impressione che proprio in questi adotteranno una Costituzione federale, soprat- giorni ci sia una litigiosità al di fuori dei limiti? tutto per motivi di carattere economico. Una litigiosità non seria. Sarà la grande crisi economica che imporrà il Allora cosa facciamo? Crolla tutto? cambiamento. È l’eterna storia di quando non ci sono più i Tutto sommato mi pare che lei venga facendo soldi. Bisogna trovarli dove sono. Ha notato che un discorso piuttosto in negativo, piuttosto pes- i democristiani sono riusciti a far eleggere Guz- simistico. zetti dalla Provincia di Como e un suo stretto Io credo che se, per un miracolo, gli italiani socio dalla Provincia di Lecco alla Fondazione riusciranno a dare presto questo colpo di schie- della Cariplo? Cioè i vecchi democristiani dico- na, questo colpo d’ala, data la loro natura po- no: qui i soldi col debito pubblico non si posso- trebbero porsi alla testa di tutti i mutamenti po- no più ottenere, saltiamo addosso alle banche, litico-istituzionali che ci saranno nei prossimi ameno li c’è un po’ di denaro. Infatti quando è cinquant’anni. Potrebbero passare dal peggiore stato proposto il nome di Guzzetti il presidente dei regimi politici al più virtuoso.

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Miglio torna con Bossi: e ora rivolta fiscale Il leader federalista, eletto con il Polo, fa la pace con il Senatur, rivendica l’idea del comitato di liberazione attacca

di Marco Ventura

Il Giornale, 6 maggio 1996

rofessore, torna con Bossi? “No, no... Però sfasciamento della Repubblica, lo so, la rottura abbiamo studiato un’alleanza”, ammette il delle sue istituzioni. Pleader del Partito federalista, Gianfranco Giovedì s’insedia il nuovo Parlamento. I par- Miglio, appena rieletto senatore nelle liste del lamentari della Lega ci resteranno per molto? Polo. Gliel’ho detto a Bossi, qualche giorno fa: Non lo so. La secessione parlamentare, cioè adesso è il momento, vai avanti! E spero che ab- l’Aventino, se ben condotta avrebbe potuto bloc- bia accettato anche la mia idea che il Comitato care la crescita del fascismo. E l’Aventino torna di liberazione della Padania, o Clp, sia un conte- attuale, si tratta di capire quando. I leghisti sono nitore di tutti i movimenti federalisti. Una volta un’ottantina, e più compatti del ’94... La situa- stabiliti i criteri, si può agganciare anche il mio zione si sta rapidamente deteriorando, si posso- partito. no determinare situazioni imprevedibili, fino al- Non sarà un Clp segreto, né armato, ma sta la rottura delle istituzioni e del sistema politico. arrivando il momento in cui dovremo unirci Io riconosco di aver sempre aspettato questo tutti per dare la spallata decisiva e abbattere la momento. Aggiungo che Bossi è stato molto prima Repubblica. Come il Cln riunì i partiti per saggio a tirar fuori il caso della Cechia, perché si liquidare il fascismo, il Clp liquiderà la Costitu- è separata dalla Slovacchia senza una sola vitti- zione romana. ma, ma anche in Bosnia le cose si stanno met- Intende la Costituzione italiana... tendo a posto... Bossi è fermo quando dice che bisogna arriva- Dopo quattro anni di guerra e duecentomila re a due Banche. Se le cose restano come sono, morti.. non si esce dalla Costituzione “romana”, intolle- È diverso, nella ex Jugoslavia si scannavano rabile perché il Nord finisce risucchiato. Già già ai tempi di Tito e dei Karadjordjevic. Noi no, nella primavera del ’93 avevamo suggerito di e poi là ci sono le contrapposizioni religiose. Il non pagare alcune imposte. nostro caso è più vicino al Belgio e alla “Ce- Il prossimo passo di Bossi sarà l’obiezione fi- scale? Credo di sì. Nel ’93, dovemmo riconoscere che l’opinione pubblica non era preparata, adesso in- vece il Nord-Est sta trainando Lombardia e Cen- tro-Nord. E Bossi ha colto il momento. A un certo punto bisognerà mettersi a un tavolo e dettare sul tamburo la nuova Costituzione. La differenza tra me e Bossi è che lui va avanti con la secessione perché non crede nella possi- bilità di una Costituzione federale, mentre io ci credo, e ho un modello di federalismo duro, avanzato. La Costituzione federale determinerebbe lo

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chia”. Gli slovacchi volevano un sistema comu- Algeria sarà economico-finanziaria e istituziona- nista, mentre i cechi hanno una vocazione eco- le. Finanza e istituzioni andranno in tilt. Il pro- nomico-politica opposta. cesso si va accelerando, su questo siamo d’ac- Non credo a Bossi: i meridionali non potranno cordo io e Bossi. E io sono suo alleato. Anche a fare un’altra Taiwan o un’altra Corea, sviluppan- Berlusconi dissi: ricordati che il mio obiettivo è do un’economia autonoma. Credo che abbiano lo stesso di Bossi, anzi è più integralista. Non il- la vocazione all’aiuto statale. luderti che io gli faccia la guerra. L’ordine pubblico resterà sotto controllo? Col rischio di una guerra vera? Più che i carabinieri e la polizia, sarà la Guar- Niente guerra. Ulivo e Polo non hanno gli ele- dia di finanza a tentare di salvare una struttura menti per padroneggiare la situazione. Maccani- unitaria. Ma ormai non ce la fa più. co ha detto che ci vogliono i carabinieri e le L’idea d’una grande operazione per sfruttare il riforme. Nord, tributario del Sud, è entrata nella testa Ma io ho parlato con alcuni ufficiali delle forze della gente e non si ferma più. Anche gli ameri- dell’ordine: se ci riuniamo in riva al Po e procla- cani lo sanno: qualche mese fa, è apparso uno miamo la Padania indipendente che cosa fate, ci studio per cui l’Italia ormai è destinata alla divi- sparate addosso? Mi hanno risposto: non ci so- sione. gneremmo mai di farlo... Maccanico è un grand Per un arco di tempo limitato il Nord potrà commis, parla come i nobili prima della Rivolu- ancora aiutare il Sud, poi basta. Tanto, a un cer- zione francese, che poi abbiamo visto che fine to punto il sistema si autodistruggerà. La nostra hanno fatto.

“O col sangue o coi soldi” Sono le uniche due vie percorribili secondo il senatore Miglio perché si possa realizzare il sogno secessionista di Bossi. In questa intervista il professore ex ideologo della Lega spiega il proprio parere sull’ultimo insidioso tormentone della politica italiana: la Padania libera

di Carlo Silini

Corriere del Ticino, 7 maggio 1996

enatore Miglio, torna con Bossi oppure no? ralisti che nasceranno o che sono già nati. No. Avevo preannunciato, quando mi sono Come il suo. Sallontanato da lui, che saremmo tornati ne- Come il mio. cessariamente vicini quando sarebbe stato ne- Ci spieghi bene che cosa sono questi Comitati. cessario dare insieme una spallata alla Prima È un’idea elementare. Una struttura politica Repubblica per farla definitivamente cadere. che diversifica l’atteggiamento del Parlamento È quello che si sta verificando? di Mantova, il quale ha una sua legittimità. Sì. Infatti quattro giorni fa ho detto a Bossi: Le piacerebbe fare parte del Parlamento di vai avanti perché è il momento giusto. Mantova? E quali altri suggerimenti gli ha dato? Non ne faccio parte e non ne voglio fare parte. Gli ho detto di predisporre i ganci in quella Ma non escludo di andare a spiegare ai suoi struttura che sono i Comitati di liberazione del- componenti la sua legittimità. la Padania, per attaccare tutti i movimenti fede- Torniamo ai Comitati di liberazione.

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Sono soltanto un’idea embrionale che biso- Cioè di soggetti che possono staccarsi in de- gnerà costruire. termiinate condizioni. Come mai Bossi chiede la secessione proprio Mi tolga un dubbio. Se l’Italia si divide in due, ora, dopo le elezioni politiche del 21 aprile? come viene ridistribuito il debito pubblico, chi Bossi ha sempre delle intuizioni. Poi è sempre lo paga? toccato a me dare una forma istituzionale a que- Il debito pubblico lo dovremo pagare in gran ste intuizioni. Difatti quando io mi sono allonta- parte noi. Nel mio libretto Italia ’96 spiego l’ipo- nato lui ha brancolato continuamente. In questo tesi di un grande prestito che Bossi garantisce a caso lui ha capito che l’orientamento dell’opi- nome e per conto di tutti gli ambienti economi- nione pubblica era passato al di sopra del suo ci del Nord con una forma di sottoscrizioni di partito. È un movimento che ha una grande va- obbligazioni. lenza perché supera la Lega, un moto di protesta L’ultima volta che ho visto Bossi gli ho detto: che raccoglie cittadini che mai avrebbero votato per lui. Bossi ha intuito che questo spiazza tutte le istituzioni formali e mette in campo una vo- lontà del popolo che non si è espressa nelle isti- tuzioni formali, cioè nelle elezioni del Par- laménto. Così ha potuto dire: rinunciamo ad una Costituzione federale. E perché? Per la diffidenza nelle istituzioni parlamenta- ri: commissione bicamerale, assemblea costi- tuente, eccetera. E ha perfettamente ragione. Non è che Bossi alzi il prezzo parlando di se- cessione, mentre in realtà si accontenterebbe del federalismo? Sa, lui ha il sospetto, e me l’ha detto, che il fe- Umberto, la libertà la si conquista in due modi, deralismo non verrà mai accettato dalle altre re- o con il sangue o con i soldi. Noi dobbiamo cer- gioni. care di guadagnarla con i soldi. Perché loro quello che vogliono sono i soldi. E Ma prima bisognerà comunque cambiare la se una Costituzione federale riduce l’accesso del Costituzione. denaro al Sud, quelli del Meridione non ci stan- No, la Costituzione si cambia a tambur bat- no. tente. A volerla fare a tavolino ci metterebbero Allora meglio puntare subito sulla secessione. tra i piedi una quantità di difficoltà. Ho sempre E lei condivide il suo progetto? sostenuto che il passaggio dalla prima alla se- Io sono del parere che la Co stituzione federa- conda Repubblica avverrà in una situazione di le può essere capita almeno dai giuristi miei col- tensione. leghi meridionali che io stimo molto, a differen- Bossi ha capito che il consenso popolare sta za degli uomini politici con cui si trovano a con- prendendo dimensioni tali che avverrà il recupe- tatto. ro delle decisioni da parte del popolo. L’annulla- Ma come è possibile una “separazione con- mento delle istituzioni. sensuale” fra Nord e Sud, se il Sud non la vuole? Votazioni inutili, quindi, le ultime. Bossi ha continuato a battere su di un punto Il risultato può andare com’è, perché tanto né su cui io battevo quando ero con lui, ovvero la Prodi, né Berlusconi avrebbero potuto o potreb- separazione della Cechia dalla Slovacchia, che è bero fare qualcosa. Anzi potranno solo innescare un caso di separazione consensuale, senza spa- un’ulteriore reazione nell’opinione pubblica rare un colpo. È quello che speriamo possa acca- perché dovranno di nuovo rimetter mano alla dere anche per la Padania. pressione fiscale, per avvicinare l’Italia all’Euro- E se non accade? pa. Tutto questo faciliterà il compito a Bossi. Di fronte all’eventualità di un distacco totale E secondo lei quanto manca a questo mo- si può aprire la disponibilità ad una struttura fe- mento, alla Padania indipendente? derale che però qui, tanto per usare un vecchio Se fossi in grado di annunciarlo sarei un ma- termine, deve essere confederale. go.

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“Un referendum ci libererà” Miglio: bastano tre mesi senza pagare le tasse e lo Stato va a picco

di Renato Farina Il Giornale, 7 maggio 1996

adesso? Non bisogna lasciar marcire questo Mi disse: “Mi darai ripetizioni di federalismo”. bisogno di secessione che c’è nel Nord. Tre Lo misi sull’avviso che alla lunga ci si sarebbe Emesi senza pagare le tasse, e lo Stato unita- dovuti alleare di nuovo con la Lega e con tutti i rio metterà le chiappe a terra. Referendum movimenti federalisti. E siamo a questa prima- spontaneo e via. Potranno tentare di uccidere vera. Bossi ha intuito quest’onda di consenso Bossi, assoldando un gruppetto di mafiosi. Se più vasta della Lega che accompagnava la sua accadesse qualcosa a Bossi – avverte - ci sarebbe scelta di indipendenza del Nord. Io ho visto. Ho una rivoluzione, scorrerebbe molto sangue. messo sull’avviso Berlusconi. Gli dissi, da consi- Gianfranco Miglio è raffreddato. Ma ha senz’al- gliere leale, che per falciare l’erba sotto i piedi di tro la testa calda. Sente odore di rivolta, e ne go- Bossi avrebbe dovuto proclamare fermamente, de. Ha stretto alleanza con Umberto Bossi. Non nel faccia a faccia televisivo con lui, la necessità rompe con Berlusconi, anche se è gelido con lui. del federalismo. Gli lascia una chance: scegliere il federalismo, Alla fine è tornato con Bossi. stare dalla parte del Nord. Nella sua casa di Co- Lui era vedovo di me. Continuava a riprendere mo, Miglio spiega la sua visione dell’Italia. Anzi le mie idee. Con Maroni ho continuato a mante- delle Italie. Si è riconciliato con Bossi, alla fine nere un rapporto. Quando ho capito che Forza della fiera? (Miglio tossisce, l’adorata moglie Italia del federalismo non sapeva che farsene, ho Mimì lo accudisce). Che cos’ha? Siamo lì per la manifestato in un comunicato la volontà di ac- rivolta, e lei sta male? cordarmi con la Lega. Cosa vuole... Sono andato al ricevimento dal E però si è candidato con il Polo. Papa, e mi sono preso l’influenza. Ho tenuto la Come indipendente però. E sia chiaro che non testa scoperta: sono abituato a rispettare l’auto- entrerò nel gruppo leghista. Con Bossi condivi- rità costituita, anche se lavoro per distruggerle. do il suo progetto di Comitato di Liberazione Quelle civili però, non il Papa (ride). della Padania. Una struttura a ganci, dove possa- Cos’è accaduto con Bossi e con Berlusconi? no trovare posto tutti i movimenti federalisti e Mi allontanai dalla Lega quando Bossi, per ran- gli elettori che non votano Bossi. core personale verso Berlusconi, rinunciò a otte- L’ho detto a Bossi, che è stato d’accordo. Um- nere l’avvio di un cambiamento federale della Re- berto Giovine, il segretario del mio partito fede- pubblica stando dentro il governo. Un errore gra- ralista, neo eletto alla Camera, resta nel gruppo vissimo. Non mi ascoltò, me ne andai: svalutava i di Forza Italia. Non c’e contraddizione. Angelo miei consigli. A Berlusconi dissi: “Io resto Miglio. Panebianco sul Corriere della Sera ha spiegato Mi batterò come una iena per le mie idee”. con intelligenza che non c’è bisogno di essere E quali sono? leghisti per volere il federalismo. Non ne ho una soltanto, che cosa crede. In sin- E come ci si arriva? tesi: o federalismo oppure, se non ce la si fa, se- Questo è un momento rivoluzionario. Bossi cessione. Questo mi divide da Bossi, che punta al- l’ha capito senza averne le parole quando ha det- la secessione, e soltanto in caso di stop, ripieghe- to: “Dobbiamo schivare tutti gli inghippi parla- rebbe sul federalismo. E per ambizione personale, mentari”. Vuol dire che qui è il popolo che ma- che peraltro capisco. Se ci fosse secessione po- nifesta la sua volontà in maniera indipendente trebbe essere presidente della Padania. Ma di dalle istituzioni. Le istituzioni si legittimano un’Italia federale mai, e lo sa. soltanto se c’è volontà popolare. E ormai anche Torniamo a Berlusconi. Era d’accordo sulla molta gente che ha votato il Polo, e persino l’U- sua linea? livo, adesso sostiene la Lega. C’è una grande

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predisposizione alla rivolta ora- mai. Essa scoppierà quando il povero Prodi dovrà aumentare le imposte per la legge finanziaria. Rivolta? Ci sarà un grande referendum spontaneo. Lo si indirà fuori dal- le istituzioni. Si sceglierà tra se- cessione o costituzione confede- rale (confederale: ogni soggetto ha diritto ad andarsene). I partiti dovranno decidere sul tamburo se darla o no, saltando le proce- dure. Illegalmente? C’è sempre un passaggio illega- le - extra legem - in tutti i grandi mutamenti costituzionali. E avremo il federalismo. Se non sentono ragioni: secessione! E se gli altri non sono d’accor- do? È la tesi di Scalfaro. Perché qualcuno se ne vada, devono es- sere tutti d’accordo. Ma no. Per sposarsi bisogna essere in due. Per lasciarsi, basta uno. Dunque, referendum. Referendum e intanto rivolta fi- scale totale. In tre mesi - lo dissi a Bossi già nel ’93 - e lo Stato met- terà le chiappe per terra. La storia dello Stato moderno, dello Stato unitario è un verminaio di infa- mie. Mi stupisco che il Sud lo di- fenda. Ha sacrificato centinaia di migliaia di uomini sul Carso e sulle nostre montagne per per- mettere al Nord di allargare i suoi territori. Dico il Nord, ma voglio dire i Savoia. Le Tofane colavano sangue. Ammettiamo l’ipotesi: seces- sione. Chi, come, quando? Prima di un anno. Bossi è con- vinto si faccia già in autunno. Aderiranno in ne di pensiero realista europea. Questi adorano una prima fase il Veneto (intendo il Triveneto), lo Stato, come gli stregoni che vedevano un sas- la Lombardia e il Piemonte. In seconda battuta so e dicevano ai selvaggi che c’era lo Spirito. So- la Liguria e, forse, l’Emilia, anche se è domina- no i detentori del potere, non lo Stato che gira ta dai rossi, che hanno portato a perfezione la per le strade. E le istituzioni esistono non in sé concezione unitaria dello Stato, con il modello ma in quanto avallate dalla volontà popolare. comunista. Ma quello è crollato! Ci sono anche Ci sarà sangue, professore? nel Polo troppi adoratori dello Stato. L’avete mai No, non si deve pagare questo prezzo. L’ho detto visto per le strade? Bisogna tornare alla tradizio- a Bossi: la libertà si guadagna o col sangue o con i

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soldi. Paghiamo. Accolliamoci il debito pubblico. in pista un gruppo mafioso per uccidere me - Non interverrà l’esercito? ma conto poco, sono un intellettuale -, o Bossi. Ho detto a capi militari: immaginatevi un E allora sì, che ci sarà tragedia. Ma non deve ac- grande campo sul Po dove si radunano gli eletti cadere. del Nord, i sindaci, i deputati, i consiglieri regio- Tutto può essere fatto pacificamente. Uno Sta- nali. Proclamano l’indipendenza. Che fate, spa- to confederale, tre grandi cantoni. rate? E tutti mi hanno detto: no, c’è Helsinki, E come sarà la Padania? Presidenzialista? c’è l’autodeterminazione. Potrà esserci qualche Presidenzialista, ma non autoritaria. Un presi- reparto isolato. dente con poteri di coordinamento di un diret- La Guardia di finanza tenterà qualcosa, andrà torio. a intimidire la gente in casa. Qualcuno metterà Berlusconi, se ci sei, alleati.

State attenti che Bossi non scherza Avanti con la secessione. Dopo avere fatto il pieno di voti in Veneto, la Lega si prepara a sfidare Roma con lo sciopero fiscale. Parola di Gianfranco Miglio. Di nuovo amico del Senatur

di Andrea Marcenaro

Epoca, 12 maggio 1996

l professor Gianfranco Miglio si è rimesso Lei esclude che la Lega possa appoggiare Pro- l’elmetto. Pronostica duri scontri, vede incen- di in qualche passaggio decisivo? Idi nella prateria, brandisce di nuovo i suoi tre Mi sembra un’ipotesi fuori dal mondo. Il voto Cantoni. Lo sbalorditivo risultato leghista nel del Nord-Est spinge nella direzione opposta, Nord-Est ha prodotto l’effetto di riavvicinarlo a perché non è stato un voto leghista, bensì di ita- Umberto Bossi: Tengo a precisare, dice subito- liani che si sono ribellati urlando il loro no alla subito, che sono stato eletto parlamentare nelle vecchia repubblica. Questo Bossi lo sa. liste del Polo, ma come indipendente. E che sto Quindi esalterà il ruolo del cosiddetto parla- nel Polo solo con un piede, mentre l’altro è già mento mantovano. fuori. La sensazione, invece, è che i piedi li ab- Credo di sì. Io ho già cercato di spiegare che bia già fuori tutti e due: più Prodi si muoverà, quello della secessione parlamentare è un istitu- più si ficcherà in un imbuto stretto. Sarà obbli- to molto importante. Adesso non escludo che gato a mettere nuove tasse, resterà sostanzial- Mantova possa diventare un’opposizione parla- mente nazionalista, antifederalista. E il Polo che mentare al di fuori del Parlamento nazionale. fa? Invece di contrapporsi con un’opposizione Un parlamento extraparlamentare per ottene- durissima e smentire l’immagine di “partito ro- re il federalismo? mano” per effetto della quale è stato bastonato Esatto. Il popolo padano deve arrivare a pre- in Veneto, preferisce accordarsi, trattare, inciu- tendere una vera costituzione federale: altri- ciare, confermando in tal modo l’idea che Ulivo menti scatterà l’autodeterminazione. e Polo sono proprio due partiti della Prima re- Ma con quali strumenti può arrivare a con- pubblica. Risultato: rilanceranno Bossi ancora di quistarla? più... La leva per mettere con le spalle al muro il

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vecchio sistema potrà essere quella dello sciope- socialisti. E notano, allarmati, alcune minac- ro fiscale. Se Prodi toccherà le tasse, e non potrà ciose assonanze con le derive etniche che hanno non farlo, scatenerà la crisi, darà fuoco alle pol- dilaniato e imbarbarito la ex Iugoslavia. veri in Veneto e in Lombardia... Colletti e Vertone, non a caso, sono due ex co- Mi perdoni, professore, ma questa storiella munisti e, in quanto tali, naturalmente ostili a l’abbiamo già sentita nel 1993. Si ricorda che tutto ciò che si muove contro l’accentramento fiasco, quello sciopero fiscale sull’Isi, l’imposta dei poteri. straordinaria sulla casa? Una risposta un po’ sbrigativa... Eccome se me lo ricordo. Bossi, seduto a un Non mi pare. tavolo con me, era prostrato: “Caro professore, Insomma, professor Miglio, la sua sintonia non siamo nemmeno riusciti a fargli alzare la con Umberto Bossi sembra ritornata totale. Gli testa, a questi benedetti lombardi!”. Avevamo insulti reciproci sono un ricordo, le scomuniche proposto di pagare delle tasse solo simboliche e appartengono al passato. Mentre il futuro, di di sottoscrivere, invece dei Bot, titoli di credito nuovo insieme, si prospetta luminoso. di altri Paesi europei. Ma non ci seguirono. Non saremo fusi uno nell’altro, se è questo E allora? Errare è umano, dice il proverbio, che intende. Ma, certo, potremo fare una politi- ma perseverare... ca comune, entrare in battaglia insieme alla Le- Errore. Io sono convinto che l’esasperazione e ga; Quanto alle differenze personali, quelle re- la rabbia dei padani ora renda riproponibile stano. Mentre io antepongo il programma fede- quella proposta. Certamente in Veneto e in ralista a ogni cosa, Bossi no: per lui prima di Lombardia. E da lì l’esempio potrebbe dar vita a tutto viene la sua posizione personale, il suo po- effetti di trascinamento davvero inimmaginabili. tere. Il federalismo arranca dietro e lo riguarda Ecco: di fronte a ciò, i poteri sarebbero obbli- soltanto in seconda battuta. gati a riconsiderare la nostra posizione. Resta il fatto che Bossi, il quale per alcuni La nostra posizione? Nostra di chi? rappresenta la tragedia e per altri la salvezza, Di noi federalisti. ha il pallino in mano. Lei intendeva: mia e di Bossi. Questo è vero. L’avvenire della Lega e il suo Anche. Io non nego che ora siamo più vicini di ruolo sono stati ingigantiti dall’ottusità degli al- prima. tri due schieramenti. E, a quel che si vede, la Un momento, professore. Bossi ha vinto, questione è destinata tutt’altro che a esaurirsi. mentre lei, che si è candidato nel Polo, ha per- Dica la verità, professore: è dispiaciuto di es- so. sere uscito dalla Lega? Io sono un indipendente, nel Polo. E ci sono No. entrato solo per un motivo: che lì dentro, con- E aveva previsto un risultato così importante? trariamente a quello che succede nell’Ulivo, ci Avevo previsto un risultato a due cifre. E sen- sono dei sinceri federalisti. Ma non mi nascondo tivo che c’era un voto carbonaro... che i miei rapporti col Polo sono destinati a di- Un voto come? ventare sempre più difficili. Carbonaro, tenuto nascosto, occultato dagli Ne ha parlato con Berlusconi? elettori. Non erano leghisti e non si dichiarava- A lui ho sempre detto: sappi che il mio obietti- no tali, nei sondaggi. Ma poi hanno votato Lega vo finale è assolutamente identico a quello di per protesta. Bossi. E che io, come capo di un piccolo ma Ecco perché dico che la prima ondata leghista, compatto Partito federalista, ho lo stesso, preci- quella originaria, è stata gonfiata nell’urna da so obiettivo della Lega. una seconda ondata di italiani ribelli. Il che non le ha evitato pesanti ironie e pesan- Veneti ribelli, più che lombardi ribelli. Questo tissimi giudizi da parte dei suoi fratelli leghi- le è dispiaciuto un po’? sti... No, vedrà che i lombardi faranno la loro parte. Non creda. Ai leghisti che vengono a trovarmi In Veneto c’è un’indisciplina storica, sono tal- numerosi, io da qualche tempo sto ripetendo: si mente autonomisti, là, che lo sono comune per avvicina il momento in cui bisognerà unirci per comune, perfino comune contro comune. Ma i dare la spallata alla Prima repubblica. lombardi sono sul passo: aspetti che il centro-si- Eppure, Lucio Colletti e Saverio Vertone, due nistra governi un po’, aspetti che tocchi le tasse prestigiosi intellettuali del centro-destra, avver- e poi li vedrà, i miei cari polentoni, come an- tono che la Lega ricorda gli accenti nazional- dranno all’assalto... .

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Miglio: se Bossi scende a patti è finito “Quando l’avversario minaccia azioni violente, Umberto ripiega. Prodi vuol varare un falso federalismo”

di Goffredo De Marchis

Il Giornale, 14 maggio 1996

l professore è di cattivo umore. Colpa di Bossi scerà la pressione della Guardia di finanza e de- che frena sulla secessione? No. il problema gli organi di controllo in queste zone. Ecco qua- Iprincipale di Gianfranco Miglio è una fasti- le forza useranno. Un tipico comportamento ex diosa bronchite che non passa. Ma anche la po- comunista che avrà l’appoggio del Polo. Un’u- litica gli dà pensieri. E sono pensieri foschi, per- nione sacra per difendere la patria. vasi da un pessimismo quasi cosmico, visto che A quel punto il malcontento diventerà insur- riguarda “l’avvenire della Padania, dell’Europa rezione? e dell’Italia”. Questo non lo so. Io ho l’impressione che i Teme l’inciucio tra Ulivo e Lega dopo la frena- lombardo-veneti non vogliano farsi trascinare ta di Bossi a Mantova e la promessa di voti alle nel baratro. La secessione è sempre stata un’ar- manovrine in cambio di provvedimenti per la ma di riserva, ma può essere attuale se avremo Padania? presto la nostra Algeria, una crisi istituzionale e Guardi. tutto è possibile perché la maggioran- finanziaria gravissima. Ma non so se ci sarà la za di centrosinistra avrà presto bisogno di aiuto capacità di resistenza, la Lombardia non è mai e cercherà intese dappertutto. Con la Lega sarà stata capace di produrre un sistema politico. più difficile. Certo, per quella parte di italiani che ha il co- Se Bossi fa un’operazione del genere è finito. raggio di insorgere, di rifiutare l’obbedienza alle Secondo me si profila piuttosto un blocco storico istituzioni, di affrontare l’eventualità di una per- tra centrosinistra e centrodestra per salvare la secuzione delle forze di polizia, la secessione di- prima Repubblica. Questo era il vero messaggio venterà l’unico modo di salvare l’Italia dei nostri contenuto nel discorso di Violante alla Camera. nipoti. Cioè? Anche usando le armi? Ma sì. Violante è un comunista coerente e tut- Non riesco a immaginare la risposta del Nord. to il Pds è rimasto un partito comunista che Ma la verità è che sono pessimista sul futuro vuole mantenere lo Stato centralizzato perché della Padania, dell’Italia e dell’Europa. solo con questa formula possono realizzare una Che c’entra l’Europa? concezione neocomunista dello Stato nazionale. È un continente troppo ricco e troppo grasso Per difendere il loro progetto sono pronti a usa- e non è un caso che anche nell’ex Urss stiano re la forza. Violante controlla certi strumenti di tornando i comunisti. Tutta l’Europa è affezio- repressione e non esita a mostrare i muscoli. nata allo stato sociale, compresa la Germania, Allora Bossi ha fatto marcia indietro per paura? dove Kohl sta facendo dei tentativi, ma ci vuole Quando Bossi vede che l’avversario minaccia ben altro. Alla crisi economica sopravvivono gli azioni violente ripiega sempre, è già successo. Stati uniti e il Giappone che non hanno mai Stavolta è prudente anche perché ha capito qua- avuto lo stato sociale. le tipo di forza userà lo Stato centrale. Una volta Torniamo all’Italia. Il federalismo è un’ipotesi realizzato il blocco tra centrodestra e centrosi- tramontata? nistra comincerà l’offensiva contro i lombardo- Penso che la possibilità di arrivarci sia bassis- veneti. Si dirà che sono evasori fiscali, che già sima.. Ci vorrebbero un coraggio e uno spirito guadagnano una montagna di soldi e si accre- di aggressione molto forti. Bossi non ce l’ha ed è

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per questo che mi sono allontanato da lui. la prospettiva più probabile è quella di un’Italia Prodi promette al Nord... afro-balcanica. in linea con il disegno moroteo. Tutte balle. Le stesse che hanno raccontato i Altro che Europa. governi degli ultimi 50 anni.. Per fare il federali- Ma adesso le spinte per il cambiamento sono smo bisogna cambiare la struttura dello Stato, notevoli. Per esempio. la protesta dei sindaci del ma Prodi è un democristiano che vuole mante- Nord-Est... nere ferocemente la Prima repubblica. Forse Sono io che li ho indotti a insorgere perché partorirà un falso federalismo, che è il peggiore partendo dai comuni si può mettere in difficoltà di tutti. Comunque aspetto che nasca il governo la macchina dello Stato. Ma ho l’impressione per vedere cosa proporrà quel poverino. Alla fine che anche loro facciano solo parole.

Gli euroscettici “Basta con gli Stati nazionali. Ci vogliono le macroregioni”

di Roberto Zavaglia

Il Giornale, 4 giugno 1996

rofessor Miglio, lei è, ormai da diversi anni, Tirolo, giunge nella pianura padana. Se osservia- il maggior ideologo italiano del regionali- mo con il dovuto senso critico gli ultimi quattro Psmo; scorge una contraddizione tra la risco- secoli dell’Europa, ci accorgiamo, abbandonan- perta delle “piccole patrie” e l’aspirazione all’u- do l’interpretazione delle varie storiografie na- nità europea? zionali, che gli Stati, invece, si sono sempre ser- Assolutamente no. Non si può costruire l’Eu- viti dell’economia e della finanza non per pro- ropa con gli Stati nazionali perché essi sono sor- durre ricchezza, ma per rafforzare la propria po- ti come strutture conflittuali di combattimento. tenza al servizio della guerra. La storia moderna del nostro continente è una Ma è credibile, alla luce della situazione at- storia di continue guerre fomentate dai vari Pae- tuale, che possa sorgere l’Europa regionalistica si per conquistare nuovi territori. Fino ad arri- a cui lei pensa? vare ai tardivi e miserabili episodi del Belgio e È difficile pronosticarlo perché, all’orizzonte, dell’Italia, anch’essi con le loro monarchie mili- si scorgono diversi pericoli. Perfino nella cultu- tari espansioniste. Il risultato finale sono state le ra italiana, penso a certi lavori abbastanza re- due grandi guerre civili continentali di questo centi di Gian Enrico Rusconi e di Ernesto Galli secolo. della Loggia, si sente una certa nostalgia nazio- L’errore dei federalisti europei è stato credere nalista. che gli Stati nazionali potessero abdicare alla lo- Il ritorno dei comunisti al potere nei Paesi sla- ro sovranità. Per fare l’Europa c’è bisogno di ba- vi e la rinnovata aggressività russa, resa palese si diverse: occorre confidare sulle etnie che, nel- dalla guerra che Eltsin sta conducendo contro il l’unificazione continentale, vedono l’opportu- popolo ceceno, potrebbero rinfocolare i naziona- nità di un riconoscimento negato all’interno lismi anche in Occidente. Il problema maggiore, delle nazioni nelle quali attualmente sono im- comunque, è costituito dalla Germania di Kohl, prigionate. forse di nuovo orientata verso una politica di po- Si può raggiungere l’unificazione attraverso tenza che susciterebbe reazioni uguali e contra- quelle euroregioni travalicanti i confini attuali, rie. Se i tedeschi ripeteranno gli errori del pas- che non sono nate con una struttura politico- sato, allora il nostro continente è destinato a un militare ma per esigenze e finalità economiche. terribile naufragio. Se, invece, essi utilizzeranno Un esempio per tutti è identificabile in quell’a- la loro immensa forza economica per creare un rea di intensi scambi che dal Baden, attraverso il reticolo di connessione fra le grandi regioni

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continentali, potrà sorgere un’Europa pacifica e mente: ora devono, da soli, imparare a convive- prospera. re. Anche perché l’intervento esterno non per- Come pensa che si muoverà, per quanto ri- mette che ci sia un chiaro vincitore e, di conse- guarda la politica europea, il prossimo governo guenza, una vera pace. Se i contingenti occiden- di centrosinistra? tali rimarranno in Bosnia ancora per molto, non Non innoverà alcunché e farà più o meno solo non pacificheranno alcunché, ma. ben pre- quello che avrebbe fatto il Polo. L’Italia, ormai, sto saranno ritenuti degli invasori. Esattamente è di fatto ai margini dell’Europa. Solo l’area pa- come i piemontesi che non riuscirono a sradica- dana potrebbe fame parte, ma non facciamoci re il banditismo mafioso in Sicilia. illusioni perché in tutto il Paese latita il senso Ma non c’è un eccesso di idealismo, assai sor- civico. Nel Nord ce n’è solo un po’ di più che nel prendente in un teorico del realismo politico co- resto della nazione. me lei, in questa visione per la quale le etnie Tutti comunque sono d’accordo che i conti contrapposte potrebbero giungere a un compro- pubblici debbano essere risanati a patto che a messo autonomamente, senza l’intervento di pagare siano sempre gli altri. Io credo che in una potenza “ordinatrice” che vada a occupare i Italia si arriverà a una crisi finale e, allora, forse vuoti di sovranità? il Nord potrà dare uno strappo definitivo e, da Può anche essere, ma la questione cruciale è che dobbiamo avere il coraggio di entrare in un’età di disordine per allontanarci dall’ordine sbagliato degli Stati nazionali, che ha generato solo guerre e persecuzioni religiose e ideologi- che. Bisogna scommettere sulla riscoperta paci- fica delle culture dei piccoli popoli per evitare la corsa all’autodistruzione. Le organizzazioni sovranazionali come l’U- nione europea e, più in generale, la sempre maggior interdipendenza economica planetaria daranno vita a un mondo omologato anche sot- to l’aspetto politico e culturale? solo, congiungersi all’Europa. Anche in quel ca- La tentazione sbagliata di chiudere le frontie- so, però, i padani rimarranno sempre europei di re davanti a fenomeni di concorrenza aggressiva serie B. come quella asiatica ci può sempre essere. Non è Per legittimare l’obiettivo dell’unificazione, vero, comunque, che la globalizzazione econo- esiste un sostrato culturale omogeneo, atto a mica porti con sé l’omologazione culturale. Un delineare un’identità europea? imprenditore lombardo, oggi, comunica telema- Anche le nazioni che per lungo tempo furono ticamente con il proprio partner commerciale a nemiche possiedono una tradizione comune. Tokio, ma, poi, scende a giocare a bocce e a bere Perfino durante la terribile Guerra dei trent’an- un bicchiere di vino con gli amici. ni ci sono stati imponenti fenomeni culturali, Tra le seguenti definizioni: italiano, lombar- simboleggiati dai nomi di Cartesio e Galileo, che do, europeo, quale sceglierebbe per sé? hanno tenuto viva la comunicazione fra le élites. Italiano certamente no. Lombardo soltanto ri- L’identità europea è sempre consistita in quello spetto ad alcuni ambiti della mia vita e della mia scambio culturale che non è mai cessato anche personalità. nei momenti peggiori. Tutto sommato, mi ritengo un europeo scetti- L’Unione europea, dal punto di vista politico e co. militare, continua a dare segnali di debolezza A quale Paese europeo, per cultura e gusti come si è visto nella ex Jugoslavia, dove, solo personali, si sente maggiormente legato? dopo l’intervento degli americani, la situazione Sicuramente la Svizzera, perché non è uno è tornata sotto controllo... Stato nazionale nel senso tradizionale. Quello Il problema è che non bisogna intromettersi elvetico è un popolo che è tenuto insieme da un nelle contese balcaniche. L’Europa da edificare forte attaccamento alle istituzioni, dai legami ci- non deve essere una sorta di superstato nazio- vili e da motivi economici. La Germania, invece, nale con velleità di controllo delle aree di crisi. ha una falsa costituzione federale e su di essa Gli jugoslavi si sono sempre scannati reciproca- grava sempre la tentazione del bismarckismo.

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Miglio: “Più coraggio, Bossi” “La secessione è un diritto, chi vuole la faccia”

di Sandra Tafner

L’Adige, 8 giugno 1996

l prof. Gianfranco Miglio ha partecipato ieri secondo caso sa che non sarà mai il presidente. al seminario internazionale su “Regionali- C’è molta preoccupazione per i progetti della Ismo e federalismo in Europa”, organizzato Lega. dalla Provincia e coordinato dal prof. Renato Ma non ha senso. Gli italiani sono dei paurosi, Troncon dell’Università di Trento. devono imparare dai francesi a non esserlo, a di- Miglio conta parecchi amici a Trento e tra ventare più aperti, a non farsi intimorire dalle questi il presidente del Consiglio regionale, novità, a non restare aggrappati a quello che c’è. Franco Tretter. Ai tempi in cui era l’ispiratore Io credo che tanti sono così convinti che l’Italia della Lega aveva partecipato a un dibattito in debba essere unita nei secoli, che non si meravi- Regione e ad ascoltare le sue teorie sulle ma- glierebbero di vedersela davanti in carne e ossa croregioni era accorsa una gran folla di trenti- con tanto di corona in testa. La immaginano un ni. Ieri ha illustrato il suo modello di Italia fe- corpo vivo, unico. derale e nell’occasione, richiesto di un parere Forse è il modo in cui il federalismo viene sulle dichiarazioni di Boso, ha sorriso divertito. proposto che fa paura. Bossi parla di secessione, Che cosa pensa delle ipotesi di attentati terro- di rivoluzione. ristici previste dall’ex sen. Boso? Ma per carità. Purtroppo, e dico purtroppo, gli Beh, potrebbe anche succedere. Com’è già italiani non fanno mai la rivoluzione e questo successo, del resto. Allora erano coinvolti i Ser- perché non hanno un elevato senso dei diritti ci- vizi segreti, ma chi lo sa chi li manovra adesso? vici. Il suo federalismo, professore, è lo stesso del Una volta pensavo che al nord almeno fossero quale parla Bossi? diversi, ma anche qui è la stessa cosa. Molte cose le ha recepite, perché per tanto Direi che gli italiani hanno un’attitudine ser- tempo sono stato l’ispiratore della Lega. vile. Quello che poi è successo è scritto anche nel Per questo abbiamo avuto vent’anni di fasci- mio libro Io, Bossi e la Lega. Recentemente ci smo? siamo trovati a cena. E l’altro giorno durante No, il fascismo lo hanno appoggiato più che una trasmissione radiofonica gli ho mandato per subìto, perché Mussolini aveva promesso di tre volte questo messaggio: coraggio, coraggio, combattere la plutocrazia e allora, quando si coraggio: tocca l’argomento soldi... Ecco, è l’unico argo- Ma lui me l’ha detto: io faccio come i pugili, mento che fa muovere la gente. vado avanti e poi mi tiro indietro e poi vado Per i soldi si potrebbe fare anche la rivoluzio- avanti. ne, allora? Coraggio per fare che cosa? Guardate che tutti pensano che la rivoluzione Per andare avanti con quello che sta facendo, avvenga al nord per via della Padania di Bossi, senza farsi impaurire. Ma purtroppo questo è ma sarebbe più facile che fosse il sud a farla, se uno dei due grandi difetti di Bossi. È bastato che si cambiasse la forma dello Stato e quindi certo Violante gli minacciasse di mandargli contro l’e- assistenzialismo esistente. sercito e lui si è subito ammansito. Eppure quelle camicie verdi per qualcuno non E l’altro difetto qual’è? sono troppo rassicuranti. È l’anteporre sempre se stesso al progetto. Solo folclore, è solo folclore. Perché lui persegue l’idea della Padania e non la Ma che armi volete che abbiano? Qualche fuci- mia dell’Italia federale con presidenzialismo? le da caccia al massimo, ma quello ce l’ho an- Perché nel primo caso può essere lui il re, nel ch’io. C’è tuttavia da dire che oggi il folclore ha

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un peso che in passato non aveva, perché è cam- ca, con una grave crisi istituzionale e finanzia- biata la tavola dei valori, specialmente nei giova- ria. Vediamo se i segni di ribellione che esistono ni. E allora nell’opinione pubblica le camicie sono sinceri. Del resto le rivoluzioni le hanno verdi possono assumere un ruolo politico. sempre fatte le minoranze, non le maggioranze. Tra chi si preoccupa c’è anche il Capo dello L’augurio è che questo momento arrivi, ma Stato. presto, perché lo Stato nazionale unitario non Scalfaro? Il suo è un atteggiamento tipica- ce la fa più, è ormai un reperto storico. mente senile, non si accorge delle cose che pas- Non si potrebbe modificare la Costituzione sano e dice: state lì fermi, va bene così non si esistente? cambi nulla. No, è un circolo vizioso. Il povero Prodi ci cre- Lei ha messo a punto un modello di Costitu- de, ma potranno semmai fare solo piccoli cam- zione federale e i trentini l’hanno vista come biamenti che non servono una minaccia all’autonomia speciale. Il federalismo prevede anche l’ipotesi di seces- Non esiste. Io prevedo tre Cantoni e intorno le sione? cinque Regioni a statuto speciale con la stessa Certo, il diritto di secedere è come il diritto di dignità. Tutti i regimi federali sono retti a diret- esistere. È un diritto naturale, che sta prima torio, fatto dai vertici dei Cantoni e da un presi- della Costituzione. Se i settentrionali (ma anche dente eletto da tutti i cittadini. altri) non sono contenti, hanno diritto di andare Io non credo a un federalismo in cui i vari per conto loro. soggetti possono fare quello che vogliono, su al- Noi ci stiamo liberando di una grande quan- cuni temi ci vuole un coordinamento, ma devo- tità di fesserie, anche se illustri. no essere i Cantoni a deciderlo. Crede che la Padania si farà? Come ci si potrebbe arrivare? Mah, bisogna fare sul serio, bisogna avere co- Con un momento drammatico della Repubbli- raggio.

Miglio: quello che vuole Prodi non è vero federalismo fiscale Il Professore rilancia la sua proposta di tasse comunali e cantonali

di Marco Ventura

Il Giornale, 12 giugno 1996

l risultato di domenica non conta. Per sfuggi- Quello che io ho delineato ad Assago com- re al caldo, in tanti sono andati al mare o in prende un livello municipale in cui i municipi Imontagna. finanziano con proprie tasse le proprie attività, e Gianfranco Miglio, senatore ed ex costituzio- un livello cantonale in cui i Cantoni fissano le nalista della Lega, ora di nuovo al fianco di Um- imposte nella cornice d’indirizzi stabiliti dal Di- berto Bossi, riconosce al Senatùr di non aver rettorio federale. commesso errori nelle ultime settimane. Cioè il Direttorio indica i limiti della pressio- Neppure sfrattando i prefetti? ne fiscale. E la riforma dello Stato? No. Parecchi, anche fuori della Lega, li consi- L’essenza del mio sistema politico, a differenza derano ormai un’istituzione superata. di quello abbozzato dal ministro Bassanini e che Al Parlamento di Mantova, però, lei non ci va... federalista non è, sta nella collegialità del diret- Arriverà il momento. torio federale. In che cosa consiste il federalismo fiscale? In Svizzera ci sono sette consiglieri federali, io

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ne prevedo cinque: tre per ogni grande Cantone, porteranno da nessuna parte, si piegheranno in uno a turno dei Cantoni a statuto speciale, e il difficoltà sia costituzionali, sia strutturali dovu- presidente eletto direttamente. te all’apparato burocratico. Niente Consiglio dei ministri? Bassinini vuole riformare lo Stato in due an- Niente più cagnare ad ogni cambio di maggio- ni... ranza. I ministri diventeranno segretari di Stato Frottole. In Germania ci hanno messo 15 nominati dal presidente e alle dipendenze del giorni e in Francia tre mesi. Basta avere le idee Direttorio... Dureranno finché durerà il presi- chiare. Bassanini aggiunge alle prerogative del dente e saranno di fatto i responsabili dei singoli governo federale (difesa, moneta, giustizia e po- settori. litica estera, ndr) la legislazione generale. Ma Che ne sarà del coordinamento della politica senza Direttorio non c’è federalismo. Nel mio fiscale e della solidarietà? Nel prelevare le risorse, i Cantoni saranno tenuti a destinare una parte al funzionamento della Federazione e al fondo di solidarietà, ma non per mantenere i consumi delle altre re- gioni: solo per aiutare il decollo di iniziative produttive nei Cantoni non eccessivamente attanagliati o tarantolati dal gusto del lavoro. Fin- ché non si prende questa strada, la Lega ha ragione a dire: andate a far- vi fottere. Il governo di centrosinistra farà o no le riforme? Cercherà di rinviare quelle vere. Si vede già da come ha occupato il potere, piazzando alti funzionari del Pds alla presidenza delle Commis- sioni parlamentari. Un governo federale garantirebbe contro il partitismo. La battaglia decisiva si gioca sul terreno fiscale? Tutti i regimi federali del nostro tempo derivano dal fatto che porzio- ni di Stato nazionale percepiscono di non poter controllare quanto pagano per il modello sono i Cantoni e il Direttorio federale a mantenimento dell’intera baracca, cosi alcune sollecitare le leggi del Senato. parti campano sulle spalle delle regioni produt- Nella sua Italia il Parlamento non conterà tive: è il caso di Slovenia e Croazia nell’ex Jugo- più? slavia. Vi sono porzioni parassitarie in tutti i Falso. I cento deputati che in ogni Cantone Paesi, ma veda cosa fanno quelli del Quebec o i formeranno la Dieta federale, insieme con i 50 fiamminghi se si accorgono d’essere sfruttati... delle cinque regioni a statuto speciale daranno Il Nord-Est come il Quebec o la Croazia? vita a un’assemblea federale di 350 parlamenta- Non ci piove che da noi sia il Nord a pagare la ri, con il potere addirittura di deporre, median- festa. Bossi dice che l’Italia è divisa in due, un te una maggioranza di due terzi, il presidente giudizio brutale e non convincente. L’Italia è di- eletto da tutti i cittadini. Un potere che non ha visa in tre, e l’unica via d’uscita è una Costitu- neppure il Parlamento francese. Il presidente zione federale che poggi su un accordo contrat- sarà solo il coordinatore del Direttorio: esteri, tuale fra le parti del Paese. difesa, politica monetaria saranno gestiti a livel- Quindi una struttura cantonale... lo europeo. Resterà fuori solo il vertice della Esatto. Le piccole riforme di Bassanini non Giustizia.

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Miglio dà l’esempio: a novembre comincerò a non pagare l’Irpef

di Marco Ventura

Il Giornale, 20 agosto 1996

iù che padano, il senatore ed ex costituzio- test di coraggio. Se un numero elevatissimo di nalista della Lega, Gianfranco Miglio, si cittadini deciderà per lo sciopero fiscale, l’impu- Ppuò definire teutonico: di tasse gliene sono nità sarà praticamente garantita: non si può mi- rimaste poche, da pagare, il professore è uno ca perseguire il 70-80 per cento dei contribuen- preciso, non ama infilare e perdere nei cassetti i ti... E poi non vedo il reato, non c’è evasione. bollettini rischiando di trovarseli tra capo e col- Quando nel ’93 tentai con altri la via dello scio- lo all’ultimo minuto. Quindi per non versare il pero fiscale, per le mie tesi sulla disobbedienza bollo dell’auto dovrà aspettare il 1997. Purtrop- civile venni interrogato dal pm Poppa... po, dice, l’ho già pagato per tutto l’anno, però se Nonostante l’immunità parlamentare? la rivolta fiscale prenderà un aspetto serio, sarò La rifiutai. Sa come finì? Il giudice mi chiese il primo a incitare gli altri. Ai “miei” del Partito il mio libro con la dedica, io gliene feci una sem- federalista ho detto: prepariamoci alla scadenza plice, con un po’ di cordialità e la firma. All’epo- di novembre... ca mi ero schierato contro la tassa sulla prima Novembre...? casa, che per me era illegittima. Poi ho visto che C’è l’acconto delle tasse, no? Io lo dichiarerò la Corte costituzionale tedesca l’ha bocciata coi senza versarlo, anzi mi opporrò. Il fisco che farà: miei stessi argomenti: la prima casa è come un potrà prender di mira Tizio o Caio e trasformarli prolungamento della persona, equivale a esser in casi esemplari, noi intanto ci saremo organiz- tassati in quanto si è cittadini e si ha un corpo. zati con gruppi di avvocati. Spiegheremo le no- Peccato che la nostra Consulta sia uno strumen- stre ragioni alle Commissioni tributarie. to di Palazzo, com’è logico in un Paese come l’I- Rischiando di pagare il doppio quando arrive- talia dove qualunque apparato conta in funzione ranno le sanzioni amministrative... del Potere. La rivolta fiscale, come ho scritto in un saggio Lei crede davvero che in tre mesi non ci sarà del ’93, è una delle forme tipiche di disobbedien- più di che pagare gli stipendi agli impiegati? za civile, anzi è la strada regia, un argomento Sì, se la partecipazione sarà massiccia. La bel- classico della rivoluzione parlamentare inglese lezza dello sciopero fiscale è che indebolisce e del ’600: non è nulla di catastrofico, è incruenta distrugge il potere togliendoli il sangue, senza ma può mettere in ginocchio lo Stato in tre me- versarne una goccia. L’obbligo di pagare le tasse si. Voglio vedere quando il 27 del mese i dipen- si basa sul consenso: se i cittadini non ricono- denti pubblici non riceveranno lo stipendio e i scono più la legittimità di un potere che non parlamentari l’indennità! Allora sì che il gover- mantiene le sue promesse e non corrisponde al- no dovrà scendere a patti e fare le riforme. An- le sue funzioni, è normale rifiutarsi di tenerlo in che gli operatori economici che costituiscono il vita con le tasse. In tre mesi di blocco del gettito grosso degli elettori del Polo dovrebbero sentirsi fiscale, il potere politico finirà a terra e si arren- invitati a nozze. derà. E la Guardia di finanza starà a guardare? Se l’obiettivo dichiarato è la secessione, la Sarà l’unica a tentare una reazione. Il rifiuto legge prevede l’ergastolo... di pagare le tasse è un’arma specifica, che io tro- Lo dice il codice Rocco: una bellissima costru- vo bella, nobilissima, elegante. zione giuridica, migliore di quelle del regime Nei secoli è stata un tipico strumento di libe- democratico, ma con alcuni contenuti intollera- razione. bili da eliminare: ci manca solo di prender l’er- Il problema è se i lombardi, i padani e gli ita- gastolo perché si lavora per l’indipendenza della liani in genere la metteranno in atto. Sarà un propria terra!

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Secessione? Ma va’...

di Maurizio Tortorella

Panorama, 19 settembre 1996

n riavvicinamento tra me e Umberto Bossi? Bossi è uomo di intuizioni. Peccato che gli Sorride Gianfranco Miglio, 78 anni, ex manchi la tecnica istituzionale, la capacità di Uideologo della Lega, dalla primavera del trasformare queste intuizioni in progetti politi- 1994 libero senatore nel Polo per le libertà. camente rilevanti. No, quella del mio rientro nella Lega è una E se dovesse dare un suggerimento a Bossi, notizia falsa, come quella della mia presenza alle che cosa gli direbbe adesso? manifestazioni sul Po. É vero solo che andiamo, Un passo fondamentale, difficile ma necessa- su binari paralleli, verso lo stesso obiettivo. O rio, potrebbe essere quello della disobbedienza meglio, Bossi corre verso gli obiettivi che io ave- fiscale. vo dal 1943, cioè molto prima che lui si dedicas- Ma l’italiano teme la Guardia di finanza. se al federalismo. Quindi bisogna prepararsi: bisogna individua- Federallsmo? Professore, Bossi minaccia la re le tasse più odiose. Che in piccola parte vanno secessione. O forse lei crede che scherzi? pagate, così da evitare sanzioni immediate. E in- Io credo che quella del 15 settembre sia una fine vanno create équipe di avvocati per difende- grande manovra. Bossi sa che la classe politica re quelli contro i quali si rivolterà la Finanza. romana parla tanto di federalismo ma in realtà Ma lo sciopero fiscale non sarebbe una jattu- non vuole farne nulla. Cosi minaccia: “Noi ce ne ra per lo Stato? andiamo!”. Però il suo pensiero segreto è que- No. Perché allora, messa finalmente con le sto: quando i politici di Roma saranno convinti spalle al muro, la classe politica dovrebbe af- che davvero il Nord è pronto alla secessione, do- frontare il cambiamento istituzionale. Deve dar- vranno scendere a patti e darci una vera costitu- ci un federalismo serio, però, non le cosette del zione federale. ministro Franco Bassanini.

Intervista

di Alessandro Storti

Quaderni padani, n. 7, settembre-ottobre 1996

rofessor Miglio, Lei ha introdotto il termine Tuttavia, da quando il maggior movimento “Padania” nel dibattito politico già molti indipendentista, e al contempo federalista, ha Panni fa. Questo nome ha avuto peraltro una proclamato la nascita delle istituzioni padane e certa fortuna soprattutto in pubblicazioni di la Dichiarazione d’Indipendenza, la generalità storici stranieri e di nostri economisti di inizio dei mezzi d’informazione e dei politici naziona- secolo. Ma anche in tempi più recenti è stato listi hanno cominciato una lenta opera di de- utilizzato da studiosi come Camporesi e da ri- molizione del concetto; dopo le virgolette, si è cercatori come quelli della Fondazione Agnelli, passati al “cosiddetta Padania”, e poi alle espli- e ancora prima, il compianto “bardo” padano cite affermazioni che tendono a negare l’esi- Gianni Brera, nelle sue “Storie”, parlò proprio stenza della Padania stessa. Secondo Lei la Pa- di Padania. dania è finzione o realtà?

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Una delle cose che mi irritano di più è la pole- dare una struttura bipolare (Nordovest e Norde- mica che fa una certa “cultura” (cultura è già st), e questo però soprattutto perché i veneti un’espressione elogiativa non meritata) contro hanno il terrore di andare a stare sotto Milano. la nozione di “Padania”. Ora, che ci sia stata una Ma qui bisogna superare il concetto di capita- evoluzione storica nella Valle del Po abbastanza le, e con l’idea di una “capitale reticolare” que- omogenea in certi momenti storici è un dato sto problema dovrebbe essere superato. Per certo. Basti pensare per esempio alle Repubbli- quanto riguarda l’ipotesi di completamento del che urbane medioevali che sono padane: gli sto- progetto di secessione, bisogna che la Padania rici tedeschi usano da sempre infatti il termine mantenga relazioni con tutti i vicini, non solo “padanische”. Se si trova un altro nome per in- quelli che la contornano geograficamente, ma dicare la valle del Po si può essere d’accordo; anche con entità più lontane; perché oggi l’idea tuttavia è assurdo negare che nella valle del Po dello Stato-nazione chiuso, come è stato teoriz- ci siano popolazioni, indubbiamente dotate di zato alla metà del secolo scorso da Fichte, lo loro particolarità, ma al contempo piuttosto Stato commerciale chiuso, autarchico, non sta omogenee, e che esse abbiano avuto una vicenda più in piedi. istituzionale in certi periodi molto simile, come Le autorità autoproclamate della Padania accade in quelle fasi storiche in cui è spontanea, hanno dichiarato di volersi appellare al princi- e non determinata da conquiste esterne che im- pio di autodeterminazione, sancito dai trattati pongono divisioni fittizie. internazionali, per raggiungere l’indipendenza. Ed è strano che non si riconosca questo; così Tuttavia l’esperibilità di queste procedure giu- come naturalmente non si può non riconoscere ridiche si è rivelata difficoltosa e non certa. Le che c’è oggi un’unità geopolitica della Padania, esperienze dell’Est europeo, dove si sono verifi- cioè geografica e socio-economica. Basta percor- cate numerose secessioni nei pochi anni che ci rere da Occidente a Oriente o viceversa la Valle separano dalla caduta del muro di Berlino, han- Padana, per vedere come ci sia una continuità di no dimostrato che il riconoscimento internazio- nuclei urbani, tanto da far pensare, a un certo nale dei neonati Stati è avvenuto sulla base di punto, a una grande “metropoli lineare”, per una situazione di fatto - pur trattandosi di paesi usare il concetto definito negli anni ’70 da una assolutamente privi di omogeneità etnica – dal scuola di studiosi di insediamenti. momento che si trattava di processi extralegali Tutti i progetti federalisti dell’ ’800 e del ’900 ed extracostituzionali. (fino a quello di Assago della Lega Nord) preve- Secondo lei, dunque, quali prospettive giuri- devano la presenza, fra gli Stati membri della diche esistono perché il Governo della Padania Federazione Italiana, del “Cantone padano”. Si possa concretamente procedere lungo la strada è sempre dato per scontato, cioè, il fatto che la del ricorso al principio di autodeterminazione? Padania non dovesse essere smembrata con di- Vede, non esiste una dottrina a questo riguar- visioni amministrative forzate. È evidente quin- do. Helsinki ha scolpito il principio dell’autode- di che qualsiasi disegno federalista non potreb- terminazione, però non ha fornito indicazioni di be prescindere da questo dato di fatto. Ma se quali vie giuridiche si debbano seguire. È una non si arriva ad un assetto autenticamente fe- strada tutta da inventare, mentre per quanto ri- derale a livello nazionale (Federazione Italia- guarda il principio della resistenza, del diritto di na), quale possibilità resta alla Padania per insorgere quando la Costituzione non è libera, conquistare il completo autogovemo, che è un ci sono delle vie che storicamente si conoscono; elemento essenziale del federalismo? anche per la secessione ci sono stati una quan- Noi del gruppo dei cattolici federalisti del Ci- tità di esempi (ultimi quelli della Slovacchia, e salpino, durante e dopo il secondo conflitto della Slovenia e Croazia, forme da una parte pa- mondiale, non abbiamo mai avuto dubbi sull’u- cifiche, dall’altra cruente). nità del cantone settentrionale, perché è un dato Ho letto delle osservazioni molto interessanti, storico, socioeconomico e politico. in un recente volume francese, sul referendum, Venendo alla questione dell’autogoverno l’al- dove si nota che di questo istituto si è fatto poco ternativa è: o il distacco e la creazione di uno uso a livello internazionale, per staccare una Stato autonomo, oppure l’inserimento della Pa- parte di un paese dal resto, mentre dovrebbe dania in un contesto federale. Nell’ambito dei trattarsi di un procedimento rientrante nella progetti federalisti attuali c’è stata una tendenza norma. C’è una storia poco conosciuta di un a dire che, almeno in una fase iniziale, bisognerà principio nel diritto internazionale europeo mo-

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derno; inizialmente vigeva la concezione patri- questioni che, prima o poi, dovremo affrontare, moniale dello Stato, per cui il principe era pro- anche se noi non avessimo i padani che voglio- prietario dei territori e li scambiava, insieme no secedere. con la popolazione che li abitava contro altri, Perché, quando si dice “l’Europa deve trovare oppure li affidava in dote a una figlia che si spo- un suo assetto istituzionale”, ecco che tutti que- sava, come farebbe un cittadino privato che di- sti problemi ritornano fuori. Quindi noi propo- spone dei suoi beni. Gradualmente si è affaccia- niamo una serie di tematiche alle quali comun- to il principio che si dovessero consultare le po- que dovremo dar risposta. polazioni, ma non si è affermato molto facil- Analizziamo il punto del referendum e della mente e dando luogo a strutture e a forme pre- delimitazione dello stesso, cioè se andrebbe fatto cise. Ecco perché le vie per arrivare a rendere fra la sola popolazione che vuole andarsene o normale la secessione sono ardue. con tutti gli altri. Nell’articolo 132 della Costitu- Lei, per esempio, si è mai domandato perché zione dello Stato Italiano c’è l’idea della proce- certi Stati resistono con ogni mezzo al tentativo dura con cui una regione può dividersi o unirsi di una parte della comunità statuale ad andarse- ad un’altra: “si può con legge costituzionale, ne? Perché gli spagnoli fanno fuoco e fiamme sentiti i consigli regionali, disporre la fusione di per tenere i baschi, perché i russi hanno fatto regioni esistenti o la creazione di nuove regio- quello che hanno fatto della Cecenia? O i cana- ni”. La procedura è fatta con referendum che desi con il Québec? Se vogliono andare se ne va- calcola la maggioranza delle popolazioni inte- dano, dice qualcuno; generalmente l’attacca- ressate; poi però interviene il Parlamento (si mento a mantenere unito un territorio è dovuto parla di legge costituzionale), il che significa al fatto che questo ha delle ricchezze naturali, che devono essere d’accordo anche tutti gli altri, economiche, che interessano allo Stato; ma que- e questo vuoi dire allora che si presuppone una sto allora è semmai un motivo in più per andar- specie di diritto patrimoniale di tutta la comu- sene. Se sono risorse che si trovano soltanto lì, nità su una parte della popolazione e del suo ter- spettano alle popolazioni che abitano in quella ritorio: è una patrimonializzazione che natural- terra; chi lo dice che devono essere usate dagli mente, una volta posta sul tavolo, diventa diffici- altri? È un problema, questo della secessione, le da sostenere. che coinvolge capitoli mai chiusi della storia del Come si fa ad ammettere che dei cittadini ab- diritto internazionale, e poi una serie di proble- biano dei diritti sugli altri? Abbiamo modificato matiche che non sono mai venute a galla, mai profondamente l’istituto del matrimonio e della venute alla superficie in maniera che se ne possa famiglia e non arriveremo domani a concepire le discutere pacificamente. comunità come paritarie su un piano giuridico e Anche Buchanan non tocca questi temi; af- dei diritti di scelta? Se avessi tempo, sarei tenta- fronta problemi di natura psicologica, ma non to di scrivere un libretto sulla secessione e met- questi di natura istituzionale, che spiccano per- terei in campo problemi tali da sollevare un vero ché, mentre da una parte si è moltiplicata la let- pandemonio, e vorrei vedere poi le reazioni de- teratura sulla democrazia, le sue forme e le ga- gli intellettuali. Sarei tentato di farlo perché si ranzie di democraticità o meno di una comunità sollevano problemi di diritto delle genti, di dirit- politica - e c’è una montagna di libri inutili su to internazionale, di diritto comune che metto- questo-, sul distacco, che è sempre stato un no in crisi l’idea di “democrazia” che siamo stati grosso problema nella storia della comunità del- abituati a conoscere; cioè si scopre che la nostra le genti europee, non esiste letteratura, non esi- “democrazia” è una povera cosa, e non ha anco- ste quanto meno una dottrina abbastanza svi- ra affrontato i veri problemi della convivenza fra luppata a tale riguardo. uomini e dei rapporti fra comunità politiche. A proposito della secessione padana, qualcuno Lei ha parlato della famiglia; già in passato ha detto che “devono essere d’accordo tutti gli aveva citato il caso del divorzio come possibile italiani, la maggioranza degli italiani”; e perché? paradigma per spiegare la secessione, un tema Allora quello che si comincia a capire, e vo- quasi sempre affrontato retoricamente e senza glio vedere come si fa a sostenerlo, è che esiste lucidità, come dimostra chi, in risposta alle l’idea di un diritto di tutti quelli che stanno in- spinte separatiste della Padania, propone di far torno ad un territorio a trattenerlo all’interno esporre obbligatoriamente il tricolore con appo- dello Stato. Questo dà un’idea dell’abisso di pro- siti progetti di legge. blemi che si apre a tal proposito; e sono tutte Certo, mentre una volta c’era l’idea che la mo-

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glie era un’appendice del marito, oggi la visione trick Riley La volontà generale prima di Rous- è completamente mutata. Nel diritto romano il seau sul rapporto fra unitarismo, come idea di marito poteva tranquillamente ripudiare la don- unità di volontà dello Stato, e pluralismo. L’esa- na, per il codice fascista essa dipendeva giuridi- sperazione dell’unità statuale è nata nel ’600 e, camente dall’uomo; erano cose inconcepibili. come mi diceva il Vescovo Maggiolini, dalla se- Oggi diciamo: “Come si è potuti vivere in una si- conda Scolastica. tuazione in cui uno dei partner che contribuiva Sono stati soprattutto i teologhi francesi, i a creare la prole e sostenere la famiglia, la mo- quali erano al servizio della monarchia assoluta, glie, era considerata come un oggetto?”, e abbia- a sviluppare questa idea; hanno riletto ad esem- mo considerato un grande guadagno di civiltà la pio alcuni passi del neotestamentario, Lettere di parificazione dei ruoli e dei diritti dei coniugi. San Paolo, per cui un membro conta solo se è Però non abbiamo ancora fatto un ragionamen- parte di un “corpo” unitario; era una teoria che to simile sulle comunità politiche. aveva già pericolosamente introdotto Platone, Quale è, a suo parere, il ruolo delle Regioni quando aveva detto che, in fondo, lo Stato, la co- nel processo di riacquisizione dei poteri da par- munità politica, la polis è come un corpo: ma te del territorio? aveva detto (e qui sta la differenza) “è come” un È notorio che le Regioni sono state il tentativo corpo, non “è” un corpo. A tale conclusione arri- che i Costituenti hanno fatto per affrontare, sen- vano invece nel ’600. za risolverlo, il problema del carattere composi- Dall’idea della somiglianza si era passati alla to dello Stato nazionale. Lo sapevano tutti che realtà, per cui ogni individuo o gruppo sarebbe- lo Stato nazionale si era rivelato, proprio duran- ro parte dello Stato come lo sono le braccia e le te la seconda guerra mondiale, un qualcosa di gambe rispetto a un corpo; ma questo corpo appiccicato, e andava affrontato; così è sorta dov’è? È un’invenzione, perché io quando guar- quella contraddizione tra l’enunciazione del do una comunità politica vedo i cittadini, vedo principio “Italia come Stato unitario”, e però le istituzioni, i titolari di pubbliche funzioni, ma con larghissime autonomie, con la porta aperta questo “corpo” non lo vedo. Neanche quando a tutte le forme di pluralismo: cioè la contraddi- questo presunto “corpo” combatte è un’unica zione tra l’ossequio al principio dell’unità e l’os- entità, ma è invece un coacervo di guerrieri, di sequio al principio del pluralismo. soldati che si battono. In proposito ho fatto tradurre e pubblicare Dunque esiste questo conflitto fra l’unità e la nella mia collana “Arcana Imperii” il libro di Pa- pluralità, che i Costituenti non hanno mai risol-

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to, limitandosi a porli uno di fronte all’altro. Da il risultato di un disegno centralizzatore che mi- qui deriva poi la conseguenza che non tocca ai rava ad eliminare ogni forma di controllo del ter- magistrati scegliere quale dei due principi difen- ritorio sul centro,. allo Stato regionale di Min- dere, come fanno adesso. Tocca al potere politi- ghetti si preferì la struttura prefettizia francese. co perché è lo stesso Parlamento che può cam- Un’altra grave conseguenza di questo sistema biare tutta la Costituzione e può risolvere final- è stata pertanto l’inesistenza di una concorren- mente quella contraddizione. Con le Regioni si è za istituzionale, con un vuoto di responsabilità immaginato di mettere insieme il diavolo e l’ac- dei rappresentanti eletti ad ogni livello. Insom- qua santa; lei sa che le Regioni sono state scelte ma, i cittadini sono stati costretti a tenersi i po- con la trasposizione pura e semplice delle circo- litici, senza avere la possibilità di scegliere fra scrizioni fiscali dell’amministrazione centrale. differenti amministrazioni, per esempio in ma- Peraltro qui si aggiunge il fatto che tale trasferi- teria fiscale. Il bilanciamento forzato di tutti i mento di delimitazioni amministrative fu opera- centri di governo ha portato al sostanziale an- to senza interpellare le popolazioni: ritorna così nullamento delle capacità di amministrare. il problema del non utilizzo dei referendum, ed È così. Le Regioni conterebbero soprattutto è curioso che adesso qualcuno dica “ah, se vole- come apparato di governo, con quel po’ di buro- te fare tre grandi cantoni bisogna che nascano crazia che hanno e quel po’ di classe politica di dalla base”: già, perché forse le regioni sono na- quelli che non hanno voluto, e sono pochissimi, te dalla base? o non sono riusciti a fare il salto in Parlamento. In qualche caso comunque i limiti territoriali Ecco perché io ho immaginato che i grandi can- corrispondevano storicamente, ma molto spesso toni debbano nascere dalla unione, dal consor- no, e quindi si può tranquillamente affermare zio delle regioni. che le Regioni sono state fatte senza alcun crite- Nel quadro delle azioni possibili da svolgere rio; è su queste però che bisognerà puntare, per- da parte degli organi territoriali della Padania ché la struttura esistente è quella. I governi re- si inserisce di forza il referendum consultivo gionali sono nati e cresciuti male, ma ogni di- sulla forma di Stato che la Lombardia sta per scorso autonomista e finanche separatista deve deliberare. Lei è stato il principale ispiratore vederli in prima fila. della svolta referendaria regionale, volta ad in- Minghetti, che per primo parlò di regioni in staurare un conflitto giuridico con il governo Italia, pensava ad una contro classe politica lo- centrale. Pensa che la consultazione lombarda cale che facesse da dialogo, “check and balance” possa rappresentare una tappa decisiva sulla meglio ancora, con la classe parlamentare. Min- strada delle riforme radicali in senso federale ghetti si accorse immediatamente infatti di co- e/o indipendentista? me il parlamento stesse rapidamente deforman- La fortuna è che lo Statuto della Regione do il principio di rappresentanza, e allora im- Lombardia incorpora l’istituto del referendum maginò una struttura radicata sul territorio. conoscitivo e su questo punto si accenderà la Lui già conosceva la letteratura al riguardo, il mischia con la Corte Costituzionale, perché libro di Gneist, e tutto quello che era stato lo questa dirà che le regioni possono fare consulta- studio dell’introduzione delle libertà locali in zioni referendarie solo su materie di interesse Germania. locale. Ma la struttura federale è una cosa che ci Gneist aveva studiato il “selfgovernment” in- interessa direttamente come popolazione lom- glese, e Minghetti sapeva tutte queste cose, però barda, dunque noi affermiamo il nostro diritto a il suo progetto è fallito. Quando sono nate, le esprimere la scelta sulla forma di Stato che pre- Regioni sono diventate lo sgabello della carriera feriamo. politica nazionale della stessa classe politica, Il referendum consultivo sulla forma di Stato purtoppo. Si cominciava, secondo la vecchia mi- che la Regione Lombardia delibererà in ottobre, tologia liberale, come si diceva, ad “imparare sarà un momento fondamentale nel processo l’amministrazione nel Comune, prima come verso l’autogovérno della nostra terra. Sul con- Consigliere comunale, poi Assessore, poi Sinda- flitto giuridico che ne verrà fuori con gli organi co”: e così cominciavano a imparare a rubare; dello Stato, si innesterà una campagna per sen- “poi pian piano si doveva accedere a Provincia, sibilizzare i cittadini; se la maggioranza si re- Regione, fino ad arrivare in Parlamento” dove, cherà alle urne noi avremo già ottenuto una diciamo, si facevano i grandi furti. grande vittoria e da lì ripartiremo all’attacco Il ruolo che Lei descrive per le Regioni è stato dello Stato centralista.

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“Tricolore, la coperta per una Nazione che non c’è” Intervista a Gianfranco Miglio, teorico del federalismo ed ex ideologo della Lega. “È finito il patriottismo nazionale e oggi scopriamo quello locale”. “Il nostro vessillo è servito alla monarchia per giustificare le guerre intraprese e il proprio espansionismo”

di Marco Guidi

Il Messaggero, 4 gennaio 1997

l tricolore? Una coperta sotto cui la monar- quella contro i turchi del 1911 e soprattutto al chia militare sabauda andava, diciamo, a let- terribile massacro del 1915-18. Un macello com- Ito, con il popolo. Non è per nulla tenero con piuto in nome del tricolore, che copriva le ambi- la nostra bandiera nazionale, che sta per cele- zioni della monarchia militare. Si sventolava la brare il suo secondo centenario (nacque il 7 bandiera per mascherare le proprie voglie di gennaio 1797), il professor Gianfranco Miglio, espansione. politologo e teorico del federalismo, già testa Poi c’è stata la guerra (l’ultima) perduta in pensante della Lega. Uno che ama poco Mada- modo così rovinoso. Una così immane sconfitta ma l’Italia e parecchio la sciura Lombardia. Mi- ha travolto la monarchia e con lei il significato glio sta per uscire con ben quattro libri in cui si che la bandiera nazionale poteva ancora avere. discute di federalismo vero e falso e di patria (in La monarchia sabauda è caduta, finalmente, e il uno dibatte con Augusto Barbera, in un altro tricolore ha perso il suo restante significato. Og- con Marcello Veneziani). A ben vedere si parla gi credo davvero che richiamarsi ai valori della in fondo sempre della stessa cosa, di questo bandiera non significhi più nulla. Paese che alcuni non vogliono più unito. Quindi Tutto per colpa di una sconfitta? anche il discorso sul Tricolore viene a proposito Anche, ma c’entra pure la storia: vede, De per una bordata: L’enfasi con cui ci si appresta a Gaulle diceva che per fare la Francia c’erano vo- celebrare a Reggio Emilia l’anniversario ha evi- luti 40 re e mille anni di storia. Quando i france- dentemente una forte valenza politica. Io credo si persero, anch’essi rovinosamente, la guerra sia un mezzo per esorcizzare più che la Lega lo del 1870 con la Prussia, è stato comprensibile spirito critico di tutti quegli italiani danneggiati che lo spirito della revanche si coagulasse intor- dall’unificazione. no alla bandiera. Ma da noi? I simboli, anche i Quindi dalli alla bandiera, professore? simboli, decadono quando non esiste più un No, io penso che il tricolore italiano, quando corrispettivo. È finito il patriottismo nazionale e fu inventato, su calco di quello francese, avesse noi oggi scopriamo il patriottismo locale che, un significato per gli uomini della Cispadana e pure, ha i suoi simboli, come la croce di San poi della Cisalpina. Giorgio della bandiera leghista o il Sole delle Alpi, Ma poi le cose sono cambiate. Diciamolo chia- che ho adottato anche per la carta da lettere della ro, il tricolore italiano è servito a giustificare il mia fondazione e ho visto, con un poco di stupore, macello degli italiani durante tutte le guerre essere fatta sua dalla Lega. condotte dalla monarchia militare. Penso alle Così si formano i simboli: attorno a qualcosa stragi della guerra del 1866 (che perdemmo ma- di sentito. Da ragazzi ci raccontavano favole in- lamente e fu vinta solo per via di trattato), a torno al tricolore, fiabe non vere e non molto

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esaltanti (come quella del bianco che rappresen- Orlando si dichiarò disposto a servire l’Italia, ta le nevi immacolate, il rosso dei vulcani, il ver- sebbene fascista, e Benedetto Croce offrì la sua de delle valli). medaglietta d’oro di deputato contro le sanzioni. Certo, oggi viviamo in un’età di fondamentali- Ma ora quale mai futuro può avere il tricolore? smi, che riscoprono in modo aggressivo il valore Anche esteticamente non mi sembra sia un gran dei simboli. Ma l’Occidente mi pare dotato di che. Qualcuno, per migliorarlo, ha proposto di sufficiente spirito critico per non cadere in que- mettere nel bianco i simboli delle quattro Re- sta trappola. I simboli sono cose relative, anche pubbliche marinare, ma mi pare un guazzabu- il Sole delle Alpi non credo vada al di là di un se- glio... gno per le adunate di movimento. A maggior ra- Così il Tricolore sarebbe simile alla bandiera gione non posso credere che ci si esalti ancora della nostra Marina militare. per il tricolore o magari per la patria raffigurata A proposito di marina, a parte le imprese dei come la bella donna opulenta dal capo turrito singoli, come Luigi Rizzo nella Prima e i “maia- della carta bollata. li” nella Seconda guerra mondiale, credo che Sarà anche così, professore, ma altrove la nemmeno lì ci sia molto da essere orgogliosi, la bandiera è ancora un simbolo ben forte, penso tradizione è di sconfitte, spesso per motivi di alle Stelle e Strisce americane, all’Union Jack... sciatteria. Sto lavorando sui documenti parla- Vero, ma non dimentichiamo che la bandiera mentari degli anni tra il 1861 e il 1866, l’anno americana è il simbolo, soprattutto dopo la Se- della vergognosa sconfitta di Lissa. Emergono conda Guerra mondiale, di una vittoria e, anche documenti agghiaccianti per stupidità, pressap- se non si dice, di un grande impero. È il fascino pochismo e cinismo dei nostri vertici politici, del vessillo imperiale. Del resto, lo ricordo bene, parlamentari e militari. È questo pressappochi- ai tempi del fascismo, dopo le nostre due vittorie smo incapace che rende inconsistente l’appello nella guerra d’Etiopia e in quella di Spagna, as- di coloro che vorrebbero indurre i cittadini a ul- sistemmo a un ritorno piuttosto forte dei miti teriori sacrifici in nome di una bandiera e di una nazionalisti. Quando anche Vittorio Emanuele nazione.

“Spero che Umberto tenga duro” Miglio: “Ma i padani sono pecore, non hanno il coraggio di ribellarsi”

di Fabio Cavalera

Corriere della Sera, 13 febbraio 1997

popoli della Padania hanno una vocazione pe- con la speranza però che aiutino i fatti. Che cioè corile, dubito che trovino il coraggio di pro- una crisi finanziaria della Repubblica produca Iporre il distacco delle regioni del Nord dalla l’ineluttabilità del distacco. Se per esempio le Repubblica. piccole e medie imprese si accorgessero che non Il senatore Gianfranco Miglio, che bene ha c’è più possibilità di sviluppare le loro attività conosciuto la Lega, osserva con una discreta economiche di esportazione perché il tessuto dose di scetticismo le ultime mosse di Umberto ormai non glielo consente, forse il momento Bossi. della ribellione si imporrebbe. Intendiamoci be- Come giudica la svolta secessionista del Car- ne, io non mi aspetto un movimento corale per- roccio? ché, vede, tutti i movimenti rivoluzionari sono Probabilmente è l’unica strada da percorrere sempre nati da minoranze.

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Oggi noi riconosciamo che la rivoluzione e cioè che i padani riconoscono, sì, di essere francese l’hanno fatta i parigini. È stata la Co- sfruttati ma non riconoscono che è il momento mune di Parigi il motore della Rivoluzione, gli di ribellarsi. Non hanno il coraggio. altri sono venuti dietro, più o meno convinti. Lo Senatore Miglio, lei, a differenza di Bossi, ri- stesso dovrebbe avvenire per il Nord dell’Italia. tiene che sia possibile adottare in Italia un mo- Non penso ad un movimento di milioni e milio- dello di costituzione federale? ni di cittadini ma a una minoranza sufficiente- Ritengo di sì. Le Regioni esistono già, si tratta mente compatta e coerente... di raggrupparle e poi si tratta di formalizzare E secondo lei questa minoranza compatta quei rapporti che ci sono già nella prassi politica non c’è. italiana. Rapporti di negoziazione e di contratta- La storia dimostra come i lombardi si siano zione che sono una faccia del sistema federale. sempre accucciati a servire qualcuno. Prima gli Quello che manca è la procedura per arrivare spagnoli, poi gli austriaci. Non hanno mai avuto a concludere. un’azione politica autonoma. E non credo che Ci sono due possibilità in campo: cioè quella siano cambiati. Ritengo comunque che se i pa- di un regime pluralistico e contrattuale, ovvero dani avessero il coraggio di proporre il loro di- un sistema federale, e uno stato unitario e so- stacco dalla Repubblica arriverebbe il momento vrano, come è oggi, che però nella realtà dei fat- in cui, almeno, forti e autentiche competenze e ti non riesce ad essere unitario e ad essere so- garanzie regionali sarebbero loro riconosciute. vrano. Noi ci siamo progressivamente avvicinati È che ho i miei dubbi sulla capacità e possibilità al modello federale ma non abbiamo ancora una dei padani di compiere questo passo. Gli italiani Costituzione che formalizzi questi rapporti. sono pecore, sono sempre stati pecore, non han- No alla secessione. no mai fatto da secoli una vera rivoluzione. C’è Guardi che se ci fosse la secessione io batterei stata la Resistenza ma per gruppi ridotti e con le mani. Credo comunque che sia ancora possi- una forte componente di odio personale e di bile una trasformazione federale. Ma non attra- vendette personali. Non fu una vera ribellione verso la commissione Bicamerale perché li non dell’intera comunità. si varerà nessuna riforma... un po’ più di potere Bossi è in un vicolo cieco? al presidente del Consigliò e un po’ meno di pre- No. Bossi fa benissimo ad alzare il tiro. Deve, rogative al Parlamento. però, rendersi conto della difficoltà che incontra La Lega è alla vigilia del suo congresso. Crede

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che i consensi di questo movimento siano desti- con la paura dei popoli del Nord. Io gli suggeri- nati a crescere o meno? sco di cercare di agganciare il malcontento a un I miei collaboratori sono convinti che la som- atto formale, più semplice, che i cittadini devo- ma dei consensi a favore della Lega stia crescen- no già compiere. do e che il numero dei padanisti stia aumentan- Che cosa ha in mente? do. Se è così mi auguro che Bossi tenga duro ma Il deposito del 740. Sulla busta del 740 baste- che trovi il modo per consentire proprio ai pada- rebbe attaccare un adesivo non strappabile o un ni di pronunciarsi. Lui pensa a un referendum segno che dica: io sono per l’indipendenza della alla buona, con le urne in piazza e non fa i conti Padania..

Miglio stuzzica Umberto: “Ora la Lega è il partito delle vallate” Parla l’ex ideologo dei lumbard. “Il leader ha perso il fiuto e ha messo all’angolo anche i suoi parlamentari”

di Fabrizio Rizzi

Il Messaggero, 29 aprile 1997

rofessor Miglio, lei pensa che la frenata del lei non individua un voto di protesta dei cittadini voto leghista, provochi un arroccamento sul- contro una cattiva amministrazione? Ple posizioni più oltranziste del Carroccio? In No. Gli stessi candidati che hanno sfidato For- una parola, la Lega diventerà sempre più razzi- mentini e che adesso si giocheranno il ballottag- sta, antimeridionalista? gio, hanno riconosciuto che l’eredità del primo Gianfranco Miglio, già professore alla Cattoli- cittadino leghista è stata pesantissima. Formenti- ca, che del movimento di Bossi è stato la mente ni ha tentato di raddrizzare una barca che faceva politica per la riforma federalista, dice: Io l’avevo acqua da tutte le parti. Da lui non si attendevano previsto. Lo scrissi anche nel libro Io, Bossi e la miracoli. E non ha fatto nemmeno degli errori. Lega: e cioè che la Lega tende a diventare il parti- Guardi un po’ che cos’è accaduto a Torino a Ca- to delle campagne, dei piccoli centri, delle vallate. stellani. È difficile attaccare anche lui. Ma non delle metropoli. E questo concetto lo ha Secondo gli istituti dei sondaggi, la Lega ha ripetuto Umberto Bossi l’altra sera in televisione perso, complessivamente, solo un punto rispetto quando ha detto che nelle metropoli c’è una con- alle scorse politiche. Insomma conserva uno zoc- cezione statalista molto diffusa. La Lega è il parti- colo duro di una certa consistenza. to delle periferie. E questo zoccolo è difficile, se non impossibile, Ma allora perché è avvenuto questo calo, di che da eliminare. La Lega è, di fatto, una riserva in at- cosa si tratta? tesa dei destini del Paese. Lo zoccolo duro dei le- Direi che tutto è dipeso dall’incertezza di Bossi. ghisti delle vallate alpine può tuttavia salire se le Ha continuamente ciondolato tra il partito del- vicende finanziarie dell’Italia dovessero precipitare. l’opposizione e quello del compromesso. Nell’ulti- La Lega è il grande partito della protesta e del ma campagna elettorale non si è visto il suo ful- rifiuto di questa Repubblica. minante fiuto. Il grande successo alle politiche è Senta, ma allora quali sono gli altri errori com- dipeso semmai dalla grande contestazione al siste- messi da Bossi. Lei ha detto che è stato indeciso. ma. Stavolta invece la contestazione è stata più Soltanto quello? sfumata, per nulla scatenata. No, ne ha compiuto un altro. Ha messo all’an- Scusi, ma nella debacle di Marco Formentini golo i parlamentari. Bossi non è mai stato conten-

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tato dei suoi uomini in Parlamento, tanto meno un baleno, ci sarà la reazione. Prevedo che la Le- dei 180 che ha avuto nella scorsa legislatura. Ma ga potrà arrivare al 30-40 per cento dei consensi. anche stavolta non li ha utilizzati per una batta- Fintanto che non avrà capito fino in fondo che la glia di fondo. Li ha messi in quiescenza, negandoli situazione è critica, il lombardo resta addormen- anche alla vista dell’opinione pubblica. tato. La strategia della secessione non rischia di ap- E allora come spiega i raduni sul Po, i comizi a parire troppo lontana per essere recepita dall’elet- Venezia? tore, anche quello più arrabbiato con il governo? Con Bossi ho ancora dei contatti. Cerco di dar- Guardi, i padanisti più convinti non sono più gli delle indicazioni. Glieli dissi anche in settem- del 15-20 per cento della popolazione. Quest’idea bre per la passeggiata sul Po. E così il risultato è della mobilitazione per la Padania è caduta su un stato quello di una manifestazione poco efficace. terreno non fertile. I lombardi sono pigri, sono Visto che ha un dialogo in corso con il “sena- un popolo di pecoroni. Soltanto di fronte a una tur”, pensa di ritornare nel Carroccio? crisi reale, quando vedranno il blocco delle espor- Quando chiudo una porta in politica, non la tazioni, quando assisteranno allo sfacelo finanzia- apro mai più. La chiusi con la Dc nel 1959, lo stes- rio dello Stato, potranno svegliarsi. E allora, in so faccio con Bossi. Miglio: bravo Umberto, al federalismo arriveremo così

di Enrico Caiano

Corriere della Sera, 14 maggio 1997

llora, professor Miglio: Bossi è tornato a stasera (ieri sera al Pinocchio di Gad Lerner; ndr) parlare di federalismo. E contento come e basta. Gli do ogni tanto qualche consiglio come Apresidente del Partito federalista? E soprat- quello di non fare ora il referendum sulla Pada- tutto: c’è il suo zampino? nia, ma di aspettare che ci chiudano là porta in L’idea di intervenire sull’articolo 5 è mia. E faccia dell’Europa: allora sarà il momento buono. anche quella di adottare la Costituzione catala- Perché Bossi si è deciso a questa marcia indie- na. Ma Bossi mi ha bruciato sul tempo. Ha avuto tro? una delle sue intuizioni. Perché effettivamente Non è una marcia indietro, ha solo trovato uno era un po’ incastrato... Non so se qualcuno sbocco. Non a caso insiste con il referendum se- gliel’ha suggerita o se è uscita dalla sua testa. cessionista e io lo sconsiglio. Si sarà ricordato dei discorsi che faceva con lei... Certo, l’obiettivo finale di noi e della Lega è Beh, è probabile. Lui ha un desiderio fortissi- identico ma lui ha modi, mezzi e strutture radi- mo di avere un contatto con me. calmente diverse dalle mie. Il mio è un partito È venuto a Como, la mia città, e ha detto: “Se d’opinione fatto da gente che crede nella costitu- Miglio vuol tornare con la Lega lo accogliamo a zione federale e vedrà che quando Bossi leggerà il braccia aperte”. E io gli ho risposto indiretta- modello articolato di questa costituzione, che mente che è meglio che stiamo così. Ciascuno proporrò al termine dei lavori della Bicamerale, a combatte la sua battaglia, l’importante è che ci fine giugno, capirà che va bene anche per lui. Ora si aiuti vicendevolmente. deve solo chiedere alla Bicamerale la modifica Ma davvero lei e Bossi non vi siete sentiti poco dell’articolo 5, anche se è nella prima parte della prima che il senatur lanciasse questa proposta? Costituzione, spiegando che la legge istitutiva No, ci siamo sentiti subito dopo, sempre lu- della Commissione è fatta con i piedi: come si fa a nedì. Non succedeva da qualche mese. Nella te- fare le riforme se non si stabilisce di poter inter- lefonata abbiamo concordato quello che io dirò venire sugli articoli della prima parte, che qualifi-

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cano la forma di Repubblica? Poi Bossi deve chie- Dunque lei non la esclude la secessione? dere la Costituzione della Catalogna come statuto La secessione diventerà a livello europeo il mezzo per la Padania. Altrimenti, sarà guerra. con cui si creano le grandi regioni che prenderan- Ma il suo progetto di costituzione federale, da no il posto degli Stati nazionali. La considero in introdurre sulla scia del modello catalano, si po- modo positivo e un passaggio obbligato se voglia- trà coniugare con le “istituzioni” create da Bossi? mo un’Europa non ancorata agli Stati nazionali. Se Come la guardia padana, la bandiera padana... resterà così nella contesa con America e Oriente, No, quelli non sono argomenti costituzionali, l’Europa è destinata a essere il terzo perdente. sono argomenti politici. Sono cose che non mi in- Ma l’Italia in quante Regioni sarà divisa secon- teressano minimamente: io sono un tecnico delle do il suo progetto? istituzioni. M’importa che se Bossi, accetta la Co- Su questo punto il mio progetto non è cambia- stituzione catalana, accetta la struttura federale. to, anche se negli ultimi tempi l’ho molto miglio- Non crede che Bossi abbia ritirato fuori la pa- rato: articolazione su otto Regioni, le cinque a rola federalismo perché nella Lega s’è accorto Statuto speciale che per una serie di ragioni co- che stanno prevalendo i moderati, come dimo- stituzionali non si possano toccare, e tre cantoni, strano i sindaci eletti a Lecco e Pordenone, più Nord, Centro e Sud. Con una accentuazione di federalisti che secessionisti? autonomia per il Veneto. E oggi è più facile per- No, vi illudete su questo punto. Che i lombardi, ché già c’è una divisione politica tra i futuri tre pecoroni, non abbiano il coraggio di dire quel che cantoni: il Sud alla destra, il Centro alla sinistra e pensano non esclude affatto che siano d’accordo il Nord è liberaldemocratico. per l’autonomia della Padania. Non c’è un’atte- Vedremo uniti su questo progetto lei, Bossi e nuazione. Anzi, più si va avanti più cresce il nu- Irene Pivetti con la sua Italia federale? mero di chi dice “stiamo per conto nostro”. Per No, Irene Pivetti no. Il suo unico obiettivo è so- questo ho insistito molto sul modello catalano, stituire Bossi alla guida della Lega. Ma se lui do- perché è di fortissima autonomia. Né i catalani né vesse avere un altro infarto la Lega si sciogliereb- i baschi si sono ancora spinti a quell’autonomia be per sempre e la Pivetti potrebbe andare a pe- radicale che questo statuto consente di ottenere. scare...

“Umberto ha fatto bene. Sì, la violenza è vicina”

di Enrico Caiano

Corriere della Sera, 30 maggio 1997

a è chiaro: Bossi quelle cose le ha dette. Nord sia pronto a “mettere mano alla fondina” Smentirle è un po’ nel suo stile e in quello di con la Lega a guidarlo? Mtutti gli uomini politici: intanto fanno la di- Bossi ha fatto bene a parlare così per avvertire i chiarazione che riflette quello che pensano, poi la detentori del potere romano che non possono più ritirano per non pagarne il dazio. Ma ormai la fra- cullarsi nell’illusione che i padani continueranno se è circolata e lo scopo raggiunto. Il senatore a chinare la schiena e a sottomettersi a tasse sem- Gianfranco Miglio, presidente del Partito federali- pre più pesanti per pagare il conto di una festa a sta ed ex ideologo della Lega, è sicuro che le cose cui partecipa tutto il Paese. Devono smettere di siano andate così tra il senatur e Il Borghese, di- pensare che l’avranno sempre vinta loro e render- retto dal suo biografo ufficiale Daniele Vimercati. si conto che ci avviciniamo a momenti critici. Ed è sicuro anche di un’altra cosa: Bossi ha fatto Si spieghi meglio... bene a fare quelle dichiarazioni. Io dico soltanto che ogni Paese, anche il più pa- Cioè, professore? È anche lei convinto che il cifico del mondo a un certo punto si ribella. E

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nessuno è in grado di sapere come reagisce l’opi- Che cosa intende? nione pubblica quando è ingannata. Inoltre, in Non dimentichiamo che di corpi armati ce ne Italia ormai i cambiamenti non sono più possibi- sono parecchi in Italia e potrebbero essere gli li, si è andati così oltre nella degenerazione della stessi membri di queste forze del potere costitui- prima Repubblica che non si possono più imma- to a reagire con la violenza. Tra i corpi armati c’è ginare cambiamenti di comportamento da parte ad esempio la Guardia di Finanza ed è lei che de- della classe politica. Dunque... ve far pagare le tasse. ... la guerra civile è alle porte? Sta descrivendo una situazione apocalittica ep- Non parlerei di guerra civile quanto di rivoluzio- pure solo qualche giorno fa era disposto a dar ne. Finora, come ho detto, il potere politico si è ac- credito alla riforma federale proposta da D’Ono- contentato di ingannare i cittadini. Ma potrebbe frio e alla Bicamerale... cambiare impostazione e, come qualcuno vorrebbe Cos’è cambiato? (penso ad esempio al magistrato Papalia) scegliere Domenica scorsa c’è stato il risveglio dei pada- la strada della repressione. Ciò non farebbe che ac- ni: a milioni hanno partecipato al referendum celerare il passaggio alla violenza, che diventereb- della Lega. Francamente non me l’aspettavo. In- be il normale esito di questo processo. vece sono andati a esprimere un voto, non tanto Io non me ne meraviglierei. per staccarsi quanto per rifiutare questa Repub- Ma davvero crede che gli italiani del Nord po- blica così com’è. trebbero prendere le armi? In più vedo che i politici non hanno capito Credo sia giustificabile il passaggio a comporta- niente: Prodi ha parlato di buffonata e in Bica- menti violenti in una prospettiva come questa che merale lavorano non per modifiche radicali ma si fa più oscura ogni giorno che passa. Ma c’è vio- con la logica dell’aggiustamento di quel che c’è. lenza e violenza, inizialmente potrebbe esprimersi Stanno preparando una camomilla annacquata come rifiuto dell’autorità costituita poi... comun- che anche l’opinione pubblica più moderata re- que non c’è da stupirsi che qualcuno dica “atten- cepirà come un imbroglio. Infine, si è già capito zione ci potremmo sparare addosso”. Io voglio che la prossima Finanziaria sarà per almeno mantenermi pacato in questo momento pericoloso metà di nuove tasse. Nessuno insomma com- e mi limito a suggerire ai politici di non contare prende che questi tempi ricordano quelli imme- troppo sul naturale pacifismo degli italiani. Magari diatamente precedenti la Rivoluzione francese: tirata per il collo ma la gente del Nord potrebbe ar- chi ha il potere crede che la gente tornerà anche rivare a sparare. Soprattutto se non saranno loro a stavolta indietro e invece un campanello è già farlo per primi... suonato ad annunciare che il gioco è finito.

Miglio: dopo il voto padano, il declino della Lega L’ideologo già vicino a Bossi bacchetta il leader del Carroccio

di Alberto Francesconi

Il Gazzettino, 21 ottobre 1997

tre mesi dal traguardo degli ottant’anni, camerale - e che ieri è intervenuto a un dibatti- Gianfranco Miglio ha un solo consiglio da to sul tema promosso dai Lions a Marghera con Adare ai giovani: “Andatevene dall’Italia”, ha Massimo Cacciari, Mario Rigo e Gustavo Selva - scritto qualche tempo fa sul Giornale, suscitan- il federalismo ha ben poche prospettive di essere do un vespaio. Il motivo è presto detto. Per il realizzato. politologo che ha rifiutato di far parte della Bi- Perché, senatore Miglio?

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Perché la Bicamerale, con l’accordo in casa Gli italiani non sanno guardare più in là del Letta, è stata svilita a un mezzo per sbrigare loro naso. Si accontentano del loro tornaconto questioni di bassa cucina politica. In realtà le economico, vogliono sapere chi comanda e spe- forze politiche non hanno alcun interesse a su- rano che rimanga al potere il più possibile, per perare la Prima Repubblica. Non Forza Italia fare i propri affari. Un concetto opposto al bipo- perché i suoi leader vi hanno costruito la loro larismo, che presuppone un’alternanza di forze fortuna, né il Pds, perché ha atteso questo mo- al potere. mento per avere in mano il mazzo, e non vuole Qui invece non si vuole che cambi nulla, al ora lasciarlo, mentre democristiani e socialisti contrario di quanto propone la Lega, che dome- sono stati i pilastri di quel sistema. nica, in caso di un successo delle elezioni, po- E gli altri, senatore Miglio? Pochi mesi fa lei trebbe tornare a chiedere uno stato confederale, aveva caldeggiato un accordo fra Polo e Lega. Ma che presupponga il diritto alle sue componenti dopo le uscite di Bossi non se ne è fatto nulla. di staccarsi, se lo ritiene opportuno. Credo che sia Forza Italia che la Lega abbiano Ma quello delle autonomie è un problema in- commesso degli errori, mentre è chiaro che un terno anche alla Lega, come dimostrano le fre- accordo avrebbe dato la maggioranza al Polo nel quenti prese di posizione della Liga. Cosa ne Nord, qualificandolo in senso liberal-democrati- pensa? co, nei confronti del Centro di sinistra e del Sud Questo è un punto di grande debolezza. Il Ve- di destra. neto dovrebbe piuttosto sostenere l’estensione È stata un’occasione perduta per Bossi? della Padania, chiedendo una larga autonomia al Bossi ora è impegnato nelle elezioni padane del suo interno, per costituire uno Stato stretta- 26 ottobre. Se i consensi supereranno i cinque mi- mente federalista. Ma non so se Bossi si lascerà lioni del referendum di maggio e si avvicineranno condurre a una visione pluralista. ai dieci milioni, la tendenza al distacco del Nord Lei, invece, cosa farà? La sua visione delle diventerebbe determinante. prospettive politiche del Paese sono a dir poco E la Lega potrebbe tornare a reclamare con forza sconsolanti... a Roma le proprie aspirazioni indipendentiste. In io continuerò a battermi. Con Tremonti ho caso contrario, si tratterebbe di una sconfitta per presentato una proposta di riforma dello Stato Bossi, dalla quale potrebbe cominciare il declino in chiave federale. Sono convinto che, fra 30 an- della Lega. E io credo che questa sia l’ipotesi più ni, la maggior parte degli Stati europei avrà una probabile. forma federale. Ma l’Italia sarà ancora centrali- Perché vede nero nel futuro della Lega? sta, e somiglierà sempre più al Marocco.

Al Sud c’è più passione. I Lombardi sono servi

di Oscar Giannino

AA.VV. Il Risorgimento imperfetto. Edizioni Liberal: Roma, 1997

l professor Miglio è della classe 1915, e tiene me politico suscita un vespaio di reazioni poli- molto al fatto che la sua famiglia sta sul La- tiche ostili: già prevedeva il collasso del regime. Irio da oltre settecento anni. Il lago di Como Da allora si concentra sul caso italiano. è la sua unica vera patria, già in Padania di- Dall’80 all’83 dirige i lavori del ‘gruppo di Mi- chiara di sentirsi straniero. lano’: con lui Galeotti, Bognetti, Pizzetti e Pe- È stato per trent’anni preside di scienze poli- troni disegnano in maniera organica un pro- tiche alla Cattolica di Milano. Nel 1964 la sua getto di riscrittura della Carta proponendo ele- prolusione Le trasformazioni dell’attuale regi- zione diretta del primo ministro, legittimazio-

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ne popolare separata per legislativo ed esecuti- tica radice nazionale è sempre piccola, e che lo vo, potenziamento del ruolo della Corte costi- Stato nazione inteso come Macht-Staat è arri- tuzionale, e molte altre riforme che lì per lì vato alla fine della sua fase storica, e che deve fanno saltare sulla sedia politici e accademici cedere il posto a organizzazioni meglio capaci di partito, per poi divenire pane del dibattito di soddisfare la domanda di diversificazione e dopo qualche anno. complessità della modernità, organizzazioni de- Alla fine degli anni Ottanta, punta sul federa- finite da contratti a termine, pattizi e tempora- lismo più deciso. Il 17 maggio del ’90 il suo pri- nei. mo incontro con Bossi. Meno di quattro anni Certo, mi avvicinai alla Lega per l’impressio- dopo, si separa da chi aveva definito ‘utile bar- ne che potesse portare a una crisi decisiva del baro’. sistema. Ma il mio federalismo nasce da un ter- A Bossi, del federalismo vero, non importa reno assolutamente incolto per Umberto Bossi. nulla, dice il professore. Questi invece, acco- Al centro della mia attività di studioso ci sono gliendoci, ci consegna l’ultima versione del suo da sempre le trasformazioni dello Stato. Tutti i modello di Costituzione federale: l’affinamento rapporti umani sono o collegati al patto politi- di quei dieci punti applauditi da migliaia di le- co, o collegati al contratto privato. ghisti il 12 dicembre ’93 ad Assago. I sistemi politici hanno vissuto continue Professore, fuori la verità. Lei ha dedicato la oscillazioni tra un massimo di ossequio al prin- parte preminente dei suoi studi a come dare al- cipio dell’obbligazione politica - dal Seicento al- l’Italia un “Decisore”, rimanendo inascoltato, e l’Ottocento – e un massimo di rispetto del con- solo quando cinque anni fa vide crescere un tratto privato – età medievale, poi ancien régi- fermento che poteva risultare mortale al siste- me, e ora l’età in cui stiamo entrando. Oggi ma - la Lega - ha imbracciato il federalismo co- dobbiamo accettare la relatività dei-vincoli poli- me un’arma. tici tra comunità: con istituzioni federali si dà Non è falso del tutto, ma non è neanche vero. flessibilità, tenendo quelle centrali definite una La mia scelta per il federalismo data al ’43. volta per tutte si va incontro all’esplosione di Nel periodo clandestino io ho fatto parte del Ci- crisi inevitabili. salpino, un gruppo di cattolici federalisti. Tuttavia, è forte l’impressione che si stia Fummo rapidamente sopravanzati dal fatto chiudendo quella finestra di opportunità che si che i cattolici, diventati democristiani, avevano era aperta con l’esplosione di Mani pulite. Negli preso in mano lo Stato, e consideravano spurio ultimi tre anni, se alla forza di fenomeni come il nostro pensiero, concentrandosi invece essi Lega e Forza Italia si fosse unita con determi- sull’accrescimento delle funzioni centralizzate nazione la lungimiranza di chi voleva il pre- dello Stato liberale prefascista. mier eletto, forse oggi saremmo alla scrittura Quando ho formato il ‘gruppo di Milano’, di una nuova Costituzione. Invece, aver punta- espressi una riserva in favore del federalismo, to su ciò che per molti è secessionismo, non ci ma gli altri componenti non la condividevano. fa avere neppure il ‘Decisore’. Per questo puntammo tutto sul ‘Decisore’, su Io al ‘Decisore’ ci credevo molto, tra l’83 e un primo ministro eletto dagli italiani separata- 1’85. Poi ho conosciuto Craxi. E allora molti dei mente dal corpo legislativo, al quale proponem- dubbi espressi dai parlamentaristi, non dico che mo di conferire un potere di sfiducia del pre- presi a condividerli, ma fui costretto a prenderli mier ma con la clausola di scioglimento conte- in esame: perché non c’era dubbio che a essere stuale. eletto dagli italiani sarebbe stato Craxi. Perciò Proponemmo di spezzare quel monopolio del non insistei. Il ‘Decisore’ che si profilava allora governo d’assemblea che ci deriva dal modello chiedeva soldi e voti. rivoluzionario francese, e che in Italia è finito Nel mio modello ultimo di Costituzione pro- per piegarsi alla caratteristica di fondo di quello pongo un presidente federale eletto direttamen- che chiamai il modello mediterraneo, incentra- te dagli italiani, un presidente governante se- to sul comando clientelare invece che sull’og- condo il modello americano. Rispetto al pre- gettività della norma che ha caratterizzato il mier eletto che proponeva il ‘gruppo di Milano’, modello continentale. Ma io ho sempre conti- non ho abbracciato questa proposta per asse- nuato a coltivare la mia idea di costituzione fe- condare Fini, bensì per coerenza ai modelli fe- derale, a venerare Johannes Althusius che è il derali. padre di tutti i federalisti, a pensare che l’auten- Non potrei più dare il consenso a una riforma

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che si limitasse a rafforzare il governo centrale Ha predetto la sollevazione dell’impresa taglia- con la legittimazione popolare: il grado di cor- ta fuori dall’Europa renana, e invece Fiat e Ge- ruzione del sistema è tale che un accrescimento nerali si sono assicurate mettendo nei loro cda di poteri non bilanciato dal federalismo potreb- i rappresentanti delle banche tedesche. Ora le be portarci a un punto di non ritorno. pensioni... E così ci terremo la Costituzione del ‘48. . . Ma non sarà, professore, che deve prendere È verissimo che l’attuale situazione politica è atto che gli italiani non ci pensano proprio a confusa. Ma nessuno può pensare che per arri- sollevarsi? vare alla chiarezza non siano necessarie fasi di Diciamola tutta. Nell’89, prima di avvicinarmi confusione anche assai serie. Purtroppo, è deci- a Bossi, scrissi un saggio che dopo ho temuto siva l’assoluta carenza di cultura istituzionale e qualche leghista mi rimproverasse. Ma, pubbli- costituzionale che caratterizza il nostro Paese. cato in un’opera a diffusione limitata, passò Vale anche per la Costituzione del ‘48, sotto la inosservato. cui ara Scalfaro pronuncia le sue rituali giacu- Oggi Mondadori l’ha ripubblicato, si tratta di latorie. Vocazione e destino dei lombardi. Ebbene, lì ho Intanto bisogna vedere se lui stesso la rispet- scritto con chiarezza quel che penso. I lombardi ta, la Costituzione vigente che tanto difende: e non hanno mai avuto vocazione politica. Sono io ho i miei serissimi dubbi su questo punto. Mi andati d’accordo prima con gli spagnoli, poi con sono molto meravigliato quando Scalfaro ha di- gli austriaci, poi con i Savoia, hanno fatto sem- chiarato che per cambiare la Costituzione oc- pre i loro affari, ma mai hanno chiesto istitu- corre un consenso molto elevato, ha detto zioni che meglio si adattassero ai propri inte- dell’80 per cento. ressi. Evidentemente Scalfato si riferisce alla quan- Le mie previsioni di crisi per un verso sono tità di consensi che la Costituente espresse nel frutto della freddezza dello scienziato politico. voto finale del dicembre ’47, ma questo non Per un altro sono espressione di una mai rasse- coincide affatto con quanto previsto all’articolo gnata disperazione. 138. Ma quanti poi sono in grado di seguirlo in Sono nato in un Paese rispetto al quale non queste giaculatorie? Quanti davvero saprebbero mi sento consentaneo. Avrei dovuto nascere in riferirsi alla realtà della genesi di ciò che i costi- Francia, dove ogni venti-trent’anni c’è una bella tuenti posero, e quanti sarebbero in grado di rivoluzione. Invece la prima e unica rivoluzione parlare tenendo conto delle diverse valutazioni che ho visto in Italia l’hanno fatta i carri armati che emersero nell’attuazione della Carta? alleati. Poi, mai più. Ricordo che Michel Débray in tre mesi portò Aggiungo che ho dovuto constatare che i te- a compimento la Costituzione gollista, e l’arti- deschi non hanno alcuna voglia di incorporare colo 34, che separa la competenza del parla- la Padania nell’Europa che conta. La Frankfur- mento e i poteri del governo, venne redatto in ter Allgemeine ha scritto che se l’Italia setten- quarantott’ore. La cultura politica italiana, in- trionale avesse infrastrutture e servizi adeguati, vece, sa come rinviare e vivacchiare alla giorna- sarebbe come avere un Giappone ai confini me- ta, ma non le appartiene l’arte di soluzioni effi- ridionali. Per cui la tradizionale debolezza dei caci in tempi straordinari. Per questo io conti- lombardo-veneti a coltivare la loro vocazione nuo a prevedere gravi crisi che scuotano dalle nordica, e una scarsa simpatia per loro del fondamenta il sistema, in conseguenza delle mondo economico finanziario che ruota intor- quali si cali dall’alto una Costituzione federale, no a Kohl, mi fanno razionalmente ritenere che come un’armatura completa. Oggi per esempio purtroppo sarà la tendenza clientelar-mediter- spero in un grande scontro sulle pensioni. ranea a prevalere. Per questo speravo che in Professore, chi non la considera un Nosfera- Germania vincessero i socialdemocratici. Anche tu, capisce che questi traumi... il liberale Genscher, due anni fa, aveva immagi- Chiamiamole pure ‘Algerie’. nato che la Germania meridionale dovesse D’accordo: queste ‘Algerie’ lei all’Italia le au- strettamente collegarsi con la Padania. gura perché la vorrebbe diversa. Ma nessuna L’idea dell’Europa a cerchi della Cdu non le delle fratture da lei predette si è finora avvera- piace. ta. Ha scritto un saggio sulla disobbedienza ci- Penso che l’Europa sarà dominata dal marco vile, ma quando con Bossi proclamaste lo scio- e dall’economia tedesca, ma senza egemonia pero fiscale neppure i lombardi vi seguirono. politico-militare. In questo contesto saranno

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privilegiate grandi aree subnazionali: i tedeschi resi conto che nessuno dei miei colleghi inten- stanno pensando di accorpare i Lander. Ma sono deva rinunciare a un grammo dell’attuale pote- cose al di fuori delle nostre possibilità. Voglio re, li mollai con tanti saluti. essere chiaro. Per poter partecipare a questo Lei uscì dalla Dc nel ‘59, ‘con enorme sollie- processo, bisognerebbe che i lombardi e i veneti vo’. non fossero servili come sono. Invece i meridio- Non salva nulla di quella classe dirigente, nali hanno una vocazione... neppure De Gasperi? Non mi dica che questa volta parla bene dei Persone per bene ci sono dovunque. Ma sono meridionali... contrario alle beatificazioni: anche di De Gasperi. Invece sì, i meridionali hanno una vocazione Per me fu sempre inconcepibile come lui, istituzionale. I lombardi non l’hanno. Io sono trentino, non rispettasse le legittime richieste convinto che se l’idea federale fosse nata al sud - dei sudtirolesi. In quell’occasione l’Italia mancò non parlo dell’Evis siciliano - ebbene sarebbe già di dignità. stata attuata o almeno avviata. Da ragazzo avevo La Pira suggerì nel ’65 a Fanfani, che perdeva una grande passione per la Repubblica cisalpina, la Farnesina per le sue critiche agli americani ho ancora una bella stampa francese dove si raf- sul Vietnam, di buttare il tavolo per aria ed es- figura riunita la Consulta della Repubblica: Na- sere il de Gaulle italiano. Non pensò fosse l’uo- poleone lo tagliai via. mo giusto? Ma ho l’impressione che questo mio culto ri- No. Mancava la statura. Pensai a un certo pun- marrà ancora senza soddisfazione. to a Gronchi, ma prevalse poi intorno a lui il gu- Lei ha sempre sostenuto che la legge elettora- sto del potere e degli affari. Un De Gaulle italia- le da sola non risolve alcun problema. Però ri- no poteva forse essere Cossiga, ma ha preso co- schiamo di tornare indietro anche su questo. raggio troppo tardi. Io poi ho avuto pochissimi Non solo Bossi, ma anche Pivetti all’inizio di rapporti con i democristiani, dopo il ’59. Sono giugno ha detto che il maggioritario va cambia- stato sempre considerato da loro, pur insegnan- to. Anche in questo caso lei dice “tanto peggio do alla Cattolica, come un estraneo. Quando nel tanto meglio”? ’64 tenni la mia prolusione, Andreotti disse che Non dico questo. Io ho la coscienza a posto. era il caso di smettere di dare denari alla Cattoli- Purché ci sia un governo eletto separatamente ca. dal popolo, il proporzionale per eleggere il par- Lei non si pente di nulla, nemmeno di giudizi lamento va benissimo. Ho sempre sostenuto che come questo che traggo da un suo libro: “Su il maggioritario da solo non dà governi stabili, Kelsen ha pesato la sua condizione di semita: ma solo coalizioni elettorali soggette a crisi suc- da millenni il rassegnarsi è per gli ebrei un im- cessive. I fatti mi danno ragione, e sarebbe peg- perativo antropologico”? gio ancora col doppio turno. Io non mi sono mai preoccupato, nell’espri- Per avere governi stabili bisogna semplicemen- mere un giudizio, degli effetti che produceva. te attuare quel che Bonaparte scrisse in una sua Se avessi fatto così, sarei stato un democristia- lettera, riconoscendo che Montesquieu aveva de- no. Con questa stessa leale asprezza che mi ca- pistato tutti, con la storia che i poteri erano tre. ratterizza, le dirò in conclusione che spero di es- Nossignore, i poteri sono due, quello di governa- sere iniziatore di una nuova ondata antiparla- re, e quello di rappresentare e controllare: en- mentare, come avvenne con Mosca e Pareto. trambi nascono dal popolo, ma vanno tenuti se- Il nuovo libro al quale lavoro mi provocherà parati. Quella lettera vale un trattato di diritto altri nemici, ma non importa. A me interessa costituzionale. Io ho sempre lavorato su questo raddrizzare il sistema parlamentare, che è cre- presupposto affinandolo, e nel mio ultimo mo- sciuto storto. In Francia l’ha un po’ raddrizzato dello di Costituzione prevedo un presidente fede- la quinta Repubblica. Da noi, per raddrizzarlo, rale eletto dal popolo, che presiede un direttorio bisogna usare una critica spietata. Io aspetto dei capi di governo cantonali, ma che può essere sempre la mia Algeria. deposto se l’assemblea federale a due terzi lo sfi- Ho sperato invano in quella finanziaria, in ducia: e in quel caso si torna tutti, presidente e quella morale ho smesso di sperare quando ho assemblea, di fronte al giudizio del popolo. capito che i tangentisti sono una legione. Ma Alla commissione bicamerale mi sono battuto non mi arrendo: aspetto il momento, e allora come una tigre per la legittimazione separata chi mi conosce sa che sarò capace di reazioni del ‘Decisore’ e del parlamento; ma quando mi morali durissime.

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Gianfranco Miglio. Addio alla politica Deluso dai partiti il costituzionalista lariano si rituffa nella storia per condannare l’Europa degli Stati sovrani

di Diego Minonzio

La Provincia di Como, 25 gennaio 1998

ddio alla politica militante. Addio all’Italia La Repubblica. Anch’io ho deciso di non occupar- delle Bicamerali, degli inciuci e delle riforme mi più di politica italiana. Lui ha detto che prefe- Aimmaginarie. risce rivangare il passato per capire dove abbiamo Superata qualche giorno fa la soglia degli ot- sbagliato perché i risultati che abbiamo davanti tant’anni, otto decenni colmi di ricerche, di pro- agli occhi sono troppo deludenti. Basti pensare vocazioni e di inimitabile spirito polemico, Gian- alla votazione del Parlamento su Previti, che l’a- franco Miglio sceglie il silenzio. Troppa la confu- vrà profondamente amareggiato come ha ama- sione sotto il cielo. Troppo evidente il disfacimen- reggiato me. Però, tra la sua posizione e la mia to del millantato bipolarismo all’italiana e dei c’è una differenza sostanziale. due poli che dovrebbero costituirlo. Troppo offen- Quale? sivo, soprattutto, per lui, l’insabbiamento del Che io non mi ripiego sul mio passato, ma su progetto federalista sul quale il senatore coma- quello d’Italia. Io non mi arrendo. Dopo essermi sco ha speso mezzo secolo di studi e di passione. battuto per mezzo secolo e aver promesso ai miei Proprio come un altro grande vecchio della elettori di continuare a battermi da senatore per cultura italiana, Norberto Bobbio, che qualche il federalismo, ho deciso di scrivere un libretto di giorno fa ha dichiarato su La Repubblica la pro- una settantina di pagine sulla storia d’Italia dal- pria scelta di tacere, Miglio consegna a La Pro- l’Unità ai giorni nostri. Uno studio che uscirà per vincia la sua decisione di non occuparsi più di Mondadori in estate, quando saremo nel pieno politica italiana. Riempiendo però questo silen- del dibattito alla Bicamerale. zio di un significato diverso rispetto a quello del Un altro pamphlet? filosofo torinese. No. Questo non è più il libro della persuasione, Allora, senatore, perché questa scelta così dra- ma quello del rendiconto. Un libro di analisi do- stica? ve spiegherò perché comincio a sospettare che Vede, io il 14 gennaio scorso ho compiuto ot- gli italiani non cambieranno mai niente, soprat- tant’anni, precedendo solo di poche settimane al- tutto se passerà l’accordo in Bicamerale. Come lei tri due “mostri sacri” della nostra vita politica, sa bene, io come studioso nasco da internaziona- Scalfaro e Andreotti. Credo che sia un buon mo- lista, essendomi laureato in Diritto internaziona- mento per tirare qualche bilancio. Proprio come le con una tesi che ancora oggi mi serve moltissi- ha fatto Bobbio, che ha nove anni più di me di cui mo sulle origini della comunità internazionale al- sono stato allievo. E stato proprio lui, infatti, nel la fine del Medioevo, il momento critico in cui ‘41-’42, a ispirarmi e a seguirmi nel mio primo l’Europa si è spezzata per effetto del sorgere degli lavoro scientifico, Marsilio da Padova e la crisi Stati nazionali. dell’universalismo politico medievale. Europa che però adesso torna a ricomporsi. Io Dopo, purtroppo, le nostre strade si sono divi- dubito moltissimo dell’Europa dei banchieri di se. Sa, io ero cattolico e lui laico... Maastricht anche perché è assolutamente eviden- Ma adesso vi ritrovate di nuovo insieme in que- te che di federazione europea e di istituzioni co- sta scelta che a prima vista appare davvero scon- muni non si parla più. solata. Come andrà a finire quando verranno a galla i Io condivido la lettera di Bobbio pubblicata su contrasti dell’Italia assistenziale con i vincoli di

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Maastricht? Forse sarà quello il momento giusto ci e non conoscono la logica della guerra. per disfare il nostro paese e poi rifarlo. E questa Ecco da dove viene il mio amore per la costitu- non è una bella speranza, perché è la speranza di zione elvetica, l’ultima superstite di quel buon una crisi epocale che spazzerà, via il facile entu- governo spazzato via dall’ondata centralista napo- siasmo sull’ingresso in Europa. leonica. Ma quali sono, a suo avviso, i veri difetti del- Insomma, una requisitoria contro lo Stato uni- l’Europa di Maastricht? tario. Da tecnico della comunità internazionale non Da una ventina di anni in Inghilterra e addirit- vedo alcun avvenire in quel modello di Europa tura anche in Francia, che è da sempre la patria che stanno architettando a Bruxelles. Loro vo- del centralismo, si moltiplicano le pubblicazioni gliono creare uno Stato nazionale europeo senza che dimostrano come lo Stato unitario e sovrano pensare all’enorme differenza di lingue e di cultu- sia sempre vissuto per la guerra. L’enorme pres- re che da sempre caratterizza il nostro continen- sione fiscale che lo contraddistingue è stata im- te. L’unica vera soluzione sarebbe una struttura posta proprio per finanziare la guerra. È in que- federale, ma che senso può mai avere il tentativo sto modo che la guerra civile mondiale del Nove- di federare degli Stati nazionali? cento è diventata la nemesi di questo processo. E allora che si fa? E ora cosa succederà? Ecco, è proprio da qui che sono partito per la La storia dell’umanità è sempre stata contrad- mia ultima avventura. Un’avventura che mi ha ri- distinta da grandi cesure. In questo fine di civiltà, portato all’entusiasmo dei quarant’anni. Ormai ad esempio, è accaduto un passaggio di straordi- mi sono convinto che la tragedia dell’Europa di naria importanza ed è proprio l’averlo colto che oggi “è” la sua fortuna nei quattro secoli scorsi, mi ha fatto ritrovare l’entusiasmo dei quarant’an- cioè l’essersi organizzata in Stati unitari e sovra- ni e la capacità di ripensare tutto quello che ho ni, quando ha lasciato al suo esterno la legge del- studiato fino ad ora. Un passaggio che si basa su la giungla e ha creato al suo interno il diritto e tre elementi fondamentali. l’ordine. Quali? Questo ha determinato la crescita della civiltà Innanzitutto, l’arrivo a conclusione dello Stato europea e il suo allargamento negli Imperi colo- moderno con lo Stato comunista. Perché è così, niali. E cosi, quando si è affermata l’idea naziona- lo Stato moderno non trova compimento in quel- le, è inevitabilmente divampato il grande conflit- lo liberal-democratico, ma in quello comunista. E to che si era preparato fin dall’Ottocento con le questo esperimento è ormai crollato. Poi, la rea- guerre di unificazione tedesca e poi sfociato nelle lizzazione di mezzi bellici che non possono più due terribili guerre mondiali. essere praticati, dato che l’uso dell’energia atomi- Che hanno rappresentato una sola guerra civi- ca distrugge anche chi l’adopera. Tutta la storia le, cominciata nel ’14, sospesa nel ’18, ricomin- militare si snoda lungo il filo della ricerca dell’ar- ciata nel ’39, chiusa nel ’45 e seguita dalla guerra ma decisiva - il cavaliere corazzato, la falange fredda, vinta dalla Germania, contro di cui le pri- borghese, l’artiglieria, l’aviazione, fino alla bomba me due erano state fatte. atomica, che nessuno può più adoperare. Ma lei come sviluppa questo discorso? Dal Settecento in avanti il sogno della moder- Mi sono letto un’enorme quantità di libri e ho nità è stato la guerra totale, cioè la completa di- capito che questa vera e propria nemesi dello Sta- struzione del nemico. Sogno che ha segnato i de- to unitario e sovrano non colpisce tutta, l’Europa. liri di Ludendorff, Moltke e Hindenburg (osses- Ecco il perché della mia avventura. Con l’aiuto di sionati dall’idea della battaglia di Canne) senza due allievi (Pierangelo Schiera e Giuliana Nobili) parlare di Hitler e Stalin, che però per fortuna l’a- sto tentando di ricostruire quell’Europa che noi tomica non l’avevano ancora. non ricordiamo più. E il terzo elemento? L’Europa delle grandi città, delle repubbliche Il terzo elemento decisivo è l’automazione. Se urbane che ha raccolto e sviluppato l’eredità dei lei ci pensa bene, il destino degli ordinamenti po- comuni italiani, l’Europa anseatica e pacifica ca- litici è sempre stato quello burocratico. Ricordo ratterizzata dall’economia di mercato, dalla ric- che al Louvre è conservato uno scriba in porfido chezza e da istituzioni non principesche. chino su un tavolo di lavoro: è il padre di tutti i Non l’unità, non Luigi XIV o Federico il Gran- regimi burocratici. Bene, l’automazione rompe de. No, tutti governi federali, governi direttoriali. quell’apparato mostruoso. Città e cantoni che vivono pacificamente di traffi- Oggi io non ho più bisogno come una volta del-

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la cosiddetta “pratica”, che è l’apogeo dello Stato del tutto diverso. D’altronde, anche Cacciari mi burocratico. ha mandato il suo programma “catalano”. L’ho Fra cinquant’anni non sarà più necessario dire visto e gli ho detto: “Va bene. E adesso?”. No, ci “mi porti quella pratica”: tutto sarà digitale. vuole qual cos’altro. E questi tre elementi cambiano il mondo. In quelle famose settanta pagine sulla storia Esatto. Questi tre elementi assieme cambiano d’Italia dimostrerò che tutti questi tentativi sono il mondo. falsi, visto che dall’Unità ad oggi non si è mai vo- Non è più possibile la guerra, dovrebbe declina- luto risolvere il problema vero. Quello delle di- re lo Stato burocratico e si esaurisce anche l’idea verse Italie. In Senato, invece, mi limiterò a os- dello Stato unitario che si occupa di tutta l’eco- servare criticamente il dibattito sul federalismo. nomia. Ecco dove radico il mio concetto di fede- Torniamo all’Europa. Se quella di Maastricht è ralismo, parallelo all’economia di mercato, so- sbagliata, come salvarla? stanzialmente pacifico e capace di coinvolgere i In questo libro dimostrerò che probabilmente cittadini e non più i burocrati nelle sue decisioni. l’Europa non si salverà perché i burocrati di E guardi che questo è uno sbocco obbligato entro Bruxelles non possono recedere dall’idea di Stato al massimo cinquant’anni. Pure per l’Italia, an- nazionale. Anzi, di un super Stato nazionale. E che se noi ci arriveremo per ultimi a causa dei invece dovrebbero convincersi che lo Stato mo- mille legacci che ci bloccano. derno è stato un tragico errore. Perché ci sono Una tesi che meriterebbe un libro. due Europe. Quella degli Stati principeschi è l’u- E infatti tutto questo materiale finirà in un vo- nica che vediamo a causa della nostra deforma- lume che, vista l’enorme massa di documenti da zione prospettica, mentre ci sono settanta-ottan- analizzare, spero di pubblicare tra un paio di an- ta città che mantennero tutti gli altri e che agiro- ni per Mondadori e che si intitolerà Contro lo no con una logica mercantile contro la quale si è Stato - L’altra metà del cielo. sempre fatta, dal Risorgimento in avanti, una po- Senatore, la verità. Il suo addio alla politica lemica ingenerosa e manichea. .. militante è davvero definitivo? Non ci sono davvero altre possibilità? Guardi, sarò franco. Io adesso di fare proposte Guardi, io sono federalista dal ’43, dai tempi del sul federalismo non ne ho più voglia. gruppo del “Cisalpino” di Como. E sono proprio Bisogna rifare la Repubblica e quindi è inutile convinto di non aver buttato via mezzo secolo del- cincischiare con le Regioni o altre sciocchezze la mia vita. Mi creda, al di fuori del federalismo per del genere. L’Italia è da disfare per rifarla in modo l’Europa e per l’Italia non rimane che i disastro.

Intervista a Gianfranco Miglio

di Rosanna Sapori

Emittente radiofonica di Bergamo, 4 marzo 1998

rofessor Miglio, la Lega in questo momento e i punti di contatto sono i punti più chiari. Sono rifiuta le alleanze con altri partiti politici, quelli del cambiamento del modo di concepire il Psecondo Lei con chi potrebbe esserci invece rapporto tra lo Stato e i cittadini, bisognerà mo- un punto d’intesa? dificare tutto. Io sostengo con Forza Italia, l’intesa deve esse- Secondo Lei è meglio la secessione o l’autono- re con i partiti del nord e l’alleanza fra Lega Nord mia? Se Forza Italia non cede? e Forza Italia – per quella parte che è più propria- Io ho sempre pensato che la secessione è il ri- mente settentrionale – è il vero avvenire politico sultato finale cui si finirà per approdare se sare- dell’Italia. Se qualche cosa noi riusciremo a fare, mo incapaci di cambiare il sistema politico. L’in- accadrà soprattutto per effetto di quest’alleanza. capacità di cambiare il modo di gestire i rapporti Naturalmente bisogna trovare i punti di contatto tra lo Stato e i cittadini conduce al disfacimento

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della compagine nazionale, che non è la fine in- Sto scrivendo un libretto in cui concentro tutta tendiamoci bene. la mia considerazione per il modo per come l’Italia La secessione è soltanto la fase drammatica in è cresciuta. È cresciuta male, va disfatta e rifatta. cui si disfa l’Italia e la si rifà. È evidente che allo- Professor Miglio, non pensa che in uno Stato ra la strada più logica da battere è quella delle delle autonomia vere, come Lei le concepisce, fortissime autonomie federali, se la Lega tornerà possano esistere delle ricchezze e delle povertà? - al prossimo congresso - a rimettere il federali- Un Sud che vive le condizioni di difficoltà…. smo - naturalmente quello serio non tutti i fede- Il Sud deve trovare la sua strada, la relativa ric- ralismi di balle che circolano in questi giorni - chezza e nella sua responsabilità di farlo. Bisogna accanto all’alternativa secessione, sarà un grosso creare, nel Sud, le condizioni in cui si rovescino risultato per la vita politica italiana. le situazioni attuali. Però per fare questo ci vuole Professore, i problemi che ha oggi Berlusconi un iniziativa popolare, devono essere le popola- sono le preoccupazioni di un inquisito o di un zioni che devono mettersi in moto; ecco perché politico preoccupato? anche quella regola del disfare l’Italia per rifarla, L’uno e l’altro. Però nel fondo c’è un altro mo- vale anche per il Sud. tivo. L’uomo di politica ne capisce poco e questo La Lega è nata come un movimento federali- suo capir poco di politica l’ha condotto a sottova- sta e autonomista che vedeva tra i suoi ideologi lutare l’importanza della Lega. Io sono convinto anche Lei. Perché questo spostamento sulla se- che alle prossime elezioni amministrative – era cessione? la domanda che Lei avrebbe dovuto farmi – non Perché i leghisti si sono accorti che tutti coloro ci saranno grandi cambiamenti. che parlavano di federalismo in realtà non ne par- Tutti i movimenti politici in fibrillazione che ci lavano con serietà. Una parte della dirigenza dello sono in circolazione oggi, non convincono nean- Stato italiano, quelli che contano cioè gli alti fun- che un elettore. Io prevedo invece che alcuni, per zionari dei ministeri, coloro che io indicherò uno disperazione o per scelta, finiranno per accresce- per uno (Miglio fa riferimento al libro che sta re il numero dei leghisti. Questo naturalmente è scrivendo N.d.R.). Ebbene sono questi che non un augurio che faccio alla Lega. vogliono cambiare la “Prima Repubblica”. L’aver Allora Lei vuole ancora bene alla Lega? constatato questo ha indotto i leghisti a spostarsi Come posso mai pensare di lasciare le mie idee. sulla radicalizzazione della proposta secessionista. Le mie idee sono quelle che datano 1943 e quindi Lei è anche pessimista su quello che avrebbe si figuri se le cambio per motivi di natura politica. potuto fare il Governo Berlusconi se non fosse Da quello che Lei ha detto mi sembra di capire durato così poco? (Riferimento al governo 1994 che i nuovi movimenti politici nati recentemen- N.d.R.) te: quello di Cossiga e di Di Pietro, sono nati per Un Governo, anche quello attuale di Prodi o portare via voti alla Lega quello che sta preparando D’Alema, non riuscirà Sono nati per provocare un po’ di casino sul pia- a risolvere i problemi d’Italia. no politico, però gli elettori hanno già imparato a I problemi dell’Italia si riducono a questo: biso- fare giustizia di tutti questi pseudomovimenti. gna disfare e rifare. Rifare l’Italia con autonomie Io non credo affatto che – considerato anche il così forti da non essere neppure concepite nella fatto che le prossime sono elezioni amministrati- meccanica dello Stato attuale. ve e quindi a differenza di quelle nazionali, che Quanto tempo ci vuole per fare questo? avrebbero un tasso elevato di distacco e di man- Innanzi tutto per arrivare a questo – ciò potreb- cato voto – cambi qualcosa. be accadere solo se, come io sospetto, l’Unione Le elezioni amministrative portano il cittadino Monetaria creerà più problemi di quelli che risol- a votare comunque. Però laddove la Lega sarà ve – si deve arrivare ad una situazione drammati- schierata, qualche voto in più lo prenderà ancora. ca Una situazione drammatica creata dall’entrata Supponiamo che domani mattina – bacchetta nella moneta forte, sarà quello il momento della magica – l’Italia abbia il federalismo, quello se- grande crisi. Io conto su quella grande crisi per- rio che intende Lei. Con il federalismo gli enti lo- ché è quello il momento di disfare e rifare l’Italia. cali avrebbero molte più responsabilità e si pos- Grazie Professore per il suo intervento. sono tenere anche più quattrini. Cosa succede in Io ringrazio lei per avermi dato la possibilità di una regione come la Calabria? dire quello che penso. Con i leghisti delle sue Il destino dell’Italia è un destino diviso, l’Italia parti (Bergamo e provincia N.d.R.) è molto facile è stata unita per sbaglio. dire quello che penso. Grazie ancora a lei.

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Qui sono cresciuto, ma non mi sento comasco. Sono tremendo e intraprendente come i làghee

di Giorgio Bardaglio

Il Corriere di Como, 12 aprile 1998

n’ora e mezza. Senza parlar di D’Alema, Fini, “Sapete cosa dicono dei làghee? - rivela sorri- Berlusconi. Senza neppur nominare un Bos- dente la signora - “Ghe scià un làghee, tri pass ìn- Usi. dree”. Sono tremendi. A differenza dei comaschi, Con Gianfranco Miglio non accade di frequen- che dicono quello che fa comodo, quelli del lago ti te. spiattellano ciò che pensano”. Non esiste televisione, giornale o bollettino che, “Sovente - precisa il senatore - vedo i difetti dei una settimana si e l’altra pure, non gli chieda miei attuali concittadini e dico: “Sono proprio co- un’opinione in tema di riforme, partiti, parlamen- maschi, io non sono così. I “làghee” sono molto to e compagnia briscola. più indipendenti. Il comasco, invece, non osa met- Lui non disprezza. Questo grande vecchio, sem- tersi contro chi è al potere. Il comasco è più ro- bra l’Ernesto Calindri della politica. Recita a sog- mano. E i valtellinesi pure. Me ne sono reso conto getto. Quando ci accoglie, basta un saluto per far- quando mi hanno spiegato che la città più popolo- lo partire. “L’Italia...”. “Il federalismo...”. “Le isti- sa della Valtellina è Roma. La regina Josè aveva tuzioni...”. Interpreta la sua parte senza finti en- per loro una speciale predilezione e voleva che tusiasmi, ma con convinzione, secondo un copio- chiedessero l’autonomia come la VaI d’Aosta. ne collaudato. La materia gli compete. Farlo par- Niente da fare. I valtellinesi preferiscono ricevere lar di politica è come chiedere ad un pesce di gli aiuti dalla mano capitolina”. nuotare. Peccato ci interessi a malapena stare a Altro che Padania. Altro che macroregioni. A galla. Dello studioso, del ricercatore, del senatore sentirlo elencare le virtù dell’alto lago e i vizi al- conosciamo a sufficienza. Assai meno sappiamo trui, si direbbe che la sua nazione ideale cominci del marito, del padre, del l’uomo che, piaccia op- a Menaggio e non superi Morbegno. pure no, è probabilmente il cittadino di Como più “La gente del lago ha inventato molte più cose conosciuto in Italia. di quante si creda. Le filande, ad esempio. I ter- “Ma io non sono comasco - si affretta a precisare mometri, a Cremia e Pianello e le industrie della il professore - pur essendo qui nato e vissuto. Io lana. Il comasco è assai più passivo. I “làghee” sono del lago e con la città c’è sempre stato una hanno un maggiore spirito di iniziativa”. sorta di dualismo. La mia famiglia era già nume- Che l’intraprendenza anche in lui non faccia rosa a Domaso nel 1200. Per questo non mi sono difetto è un dato di fatto. mai sentito interamente comasco. Io sono un “là- Sul terreno della casa in cui è nato, ci informa, ghee””. ha costruito tre condomini. Gianfranco Miglio è sposato. Sua moglie si E a Domaso, comunica, dalla vecchia dimora chiama Miryam e gli è seduta accanto, intenta dei suoi avi ha ricavato ben diciotto appartamen- con aghi e lana. Ogni tanto scruta di sottecchi. ti. Attualmente vive in una splendida villa che do- Dapprima il suo silenzio è scrupoloso. mina Como. “Con l’architetto Cappelletti - dice Più tardi comincia ad annuire o a scuotere il orgoglioso - l’abbiamo progettata io, mia moglie e capo in segno di dissenso. mio figlio”. Infine dice la sua, incurante delle reazioni del Suo figlio si chiama Leo, è sposato con Elisa- marito. betta, ha due figli di nome Lucia e Giacomo ed è

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docente di fisica dello stato solido al Politecnico Spiegherò come nulla potrà mai cambiare. Le di Milano. “La sua è una carriera brillante - sen- riforme nel nostro paese sono impossibili”. tenzia il padre – è molto bravo. Ed ha migliorato A proposito di riforme. Recentemente uno dei la produzione del Domasino”. candidati a sindaco della città ha sostenuto che Il Domasino è il vino di famiglia. “I miei vecchi Corno è un po’ calvinista. Una definizione che ha non avevano fiducia nel nostro vino. Io ho creato fatto scalpore più per il refuso di qualche cronista una cantina pregiata, perfezionando il bianco, co- - che ha trascritto casinista invece di calvinista - minciando a diraspare il rosso. La maggior parte che per le implicazioni che se ne possono trarre. della gente nel mondo leghista non mi conosce Cosa ne pensa? per gli studi sulla costituzione, bensì per il mio “I Giovio, soprattutto Benedetto, pare avessero vino. “Lù, l’è quel dal vìn”, mi dicono”. una “penchant”, un’inclinazione per la Riforma. La moglie si mostra perplessa. “Non credete a Io stesso, pur cattolico, ho sempre avuto una tutto - ci suggerisce con ironia donna Mimì - certa simpatia per i calvinisti, per la loro conce- quando se ne occupava lui “sa beveva àsee”, si be- zioni. veva aceto. Mio figlio è il vero esperto. Ama curare Però i comaschi non hanno alcuna passione per la vigna, potare i tralci, pigiare l’uva”. i problemi religiosi. Il loro carattere pragmatico Suo marito è più un teorico, azzardiamo noi. non glielo permette. Della Riforma possono al più “A Gianfranco il vino buono piace berlo - replica condividere le conseguenze, non le motivazioni la consorte - se questa voi la chiamate teoria...”. E che l’hanno originata”. torna a ridere. Il senatore incassa e non fa una Prima di congedarci, Miglio insiste per mo- piega. A questi toni domestici deve esserci abitua- strarci la biblioteca, una serie di locali scuri e af- to. Ha abbastanza buon senso per capire che que- fascinanti, che collegano l’abitazione del profes- sto spirito critico, questa vivacità mentale è una sore con quella del figlio. Al centro dello studiolo compagnia vitale e insostituibile. Un’energia che del senatore ci incuriosisce un oggetto insolito. lo ha aiutato a reagire alle disavventure capitate “È un pulpito bergamasco, che mia moglie ha sco- gli negli ultimi mesi. vato e che io ho trasformato in scrivania”. Prima la rottura del femore, poi una grave Sopra, sotto, da parte, tutt’intorno ci sono libri. emorragia gastrica. “Sono arrivato alle porte del- Oltre trentamila volumi. Disposti sulle sedie, su- l’inferno” ammette. gli scaffali, sui bordi, accatastati per terra, accu- Il fisico è acciaccato, ma la mente di Miglio è mulati negli angoli. “Ecco - conclude la moglie - lucidissima. Su questo neppure la moglie può dis- questo sì che dovrebbe essere uno studio calvini- sentire. “Sto scrivendo un libro sull’unità d’Italia. sta. Invece è solo casinista”. A tutto tondo Intervista con Gianfranco Miglio

di Carlo Stagnaro

Genova-Liguria, n. 3, giugno-luglio 1998

l mondo accademico italiano è sempre stato del federalismo. Miglio è un po’ il “papà” di tutti i molto refrattario a farsi portatore di proposte federalisti e secessionisti di oggi: quelli veri, natu- Iinnovative e, men che meno, ha mai “osato” ralmente. parlare di Padania. Una delle poche, e sicura- Professor Miglio, lei è da decenni sostenitore mente la più vistosa, eccezione è rappresentata dell’esigenza di unire le regioni del Nord in un dal prof. Gianfranco Miglio, politologo, senatore, unico “cantone padano”, da cui però ha sempre che può vantare l’indubbio merito di aver portato escluso la Toscana. Come mai? avanti sempre e coerentemente le idee e le forme Vede, l’Italia è articolata in tre grandi unità. Al-

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lora è evidente che c’è un’unità centrale che è co- Secondo lei, al di là della più o meno vasta dif- stituita dalla Toscana, che ne è anche l’asse, Dal- fusione di questo concetto, è legittimo che la Pa- l’Umbria e dalle Marche. Le regioni del Nord inve- dania chieda l’indipendenza? ce hanno in comune una quantità di aspetti, di in- Certo, perché le analogie di interessi, posizioni teressi, che sono determinati dalla stessa presenza in comune, tutta una quantità di elementi che so- dell’asse del Po. no a favore. Questa pubblicazione è letta soprattutto da Ge- Ma quali sono le condizioni necessarie perché novesi, e quindi è a loro che si sta rivolgendo. Che una comunità possa reclamare l’indipendenza? convenienza ha la Liguria ad accettare il proprio La volontà. La volontà della popolazione, di una ingresso nella Padania? parte almeno di essa. Non dico della maggioranza, La Liguria è sull’asse trasversale delle comuni- perché le maggioranze sono pecore che seguono cazioni che vanno dalla Catalogna all’Alto Danu- la massa. Basterebbe una minoranza decisa che bio, quindi è già inserita naturalmente in questo vuole fondare lo Stato padano, e allora la secessio- contesto. Lo so che voi all’idea di andare con i Pie- ne diventa una realtà. Purtroppo però di italiani montesi diventate viola dalla rabbia, ma non c’è con questa capacità e questo coraggio non ne ve- niente da fare: la geografia economica vi colloca in do. quella posizione. Quella che secondo me è la sua opera più bella Quanto lei sta affermando farà rizzare i capelli è il saggio sulla Disobbedienza civile posto a pre- in testa a molti “puristi” della Liguria... Costoro messa a Thoreau. Se la sente di ribadire quei con- rientrano nella normale diversità di opinioni che cetti? ci sono quando si vogliono mettere insieme dei Sicuramente, perché la disobbedienza è la stra- territori. Al di là della “questione padana”, è in- da che sceglie un popolo civile. Vorrei che gli ita- dubbio che, anche grazie al suo lavoro, l’idea fe- liani fossero un popolo civile, invece non lo sono. deralista abbia fatto negli ultimi anni molta stra- Ma cosa significa concretamente “disobbedien- da. Non crede? za civile”? Io credo che abbia fatto molta strada la parola Vuol dire avere un senso del limite nei riguardi “federalismo”, ma non la sostanza. Pochissimi dell’ordinamento giuridico costituito. hanno un’idea concreta di che cosa significa il pas- Quando l’ordinamento giuridico diventa intol- saggio da uno stato unitario centralizzato, com’è lerabile diventa intollerabile allora nasce il diritto l’Italia di oggi, a uno stato pluralista e federalista. a ribellarsi, ma secondo lei la strada della disob- Per non parlare dei partiti, che tra tutti sono quelli bedienza civile è percorribile? che di politica ne capiscono di meno. È comunque Dovrebbe esserlo, però vedo che quando si dice nei fatti che, soprattutto al Nord, la gente ha vo- che il modo per contestare lo Stato centrale è glia, o bisogno, di federalismo. C’è però, come lei mettersi d’accordo tutti a non pagare le tasse, gli notava giustamente, una grande distanza tra le ef- italiani scappano. Gli italiani, all’idea di vedere ar- fettive esigenze del popolo e la volontà sempre più rivare alla porta gli agenti della Finanza, si cacano centralista del Parlamento di Roma. sotto. Secondo lei, come si può superare questa diver- Questo anche perché in Italia, diversamente da genza? altri paesi più civili, la Guardia di Finanza è un È impossibile superarla: vince il centralismo corpo militare: cosa ne pensa di smilitarizzarla? parlamentare. Credo che la causa del federalismo Disarmare la Guardia di Finanza? Ma lei provi a sia già a metà perduta. Vede, tutta la cultura di fare un’azione di questo genere, e controlli quanta sessant’anni di studi mi porta ad alcune conclu- gente la segue; una minoranza sparuta. Io sono sioni che sto concentrando in un libretto, spie- molto pessimista sull’avvenire dell’Italia. gherò come l’Italia si è formata e perché non può Ma se lei avesse la bacchetta magica, vorrebbe più cambiare. A questo proposito, una delle più una Padania federata con l’Italia oppure una Pa- grandi novità nel panorama politico attuale è rap- dania indipendente? presentata dal diritto di secessione che è stato ri- Oggi giorno di Stati indipendenti non ce ne pos- proposto con forza dalla Lega Nord. Temo che il sono essere, tutti hanno contatti e connessioni. diritto di secessione non sarà mai accolto dalla Penso che l’Italia dovrebbe diventare una confede- maggioranza dell’opinione pubblica: gli italiani al- razione inserita in un contesto europeo, perché l’idea di dividersi si sentono venire la diarrea, per- l’Europa non deve diventare uno Stato unitario ché rimane il concetto che avevano i fascisti nazionale europeo, ma piuttosto una pluralità di “avanti, avanti che siamo in tanti”. stati regione tutti con il proprio destino, tutti con

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rapporti molto mutevoli tra di loro; la struttura derà in questa operazione in cui noi mettiamo da- confederale prepara le regioni del Nord a diventa- vanti a tutto l’unità monetaria, che si è sempre re parti dell’Europa delle regioni: è un passaggio realizzata come punto di approdo di una unifica- dalla base nazionale alla base internazionale. zione politica. Sono curiosissimo, da studioso di Però ultimamente la stessa Lega Nord ha solle- fenomeni politici, di vedere che effetti produrrà. vato molti dubbi sull’Europa, vedendo in Bruxel- Nel breve termine lei è molto pessimista. Ma les una sorta di “nuova Roma”... sul lungo termine la Padania sarà mai libera? Bruxelles è una scopiazzatura di Roma: bisogna Me lo auguro, però lo vedo molto lontano... toglierla di mezzo, e ripensare completamente Grazie mille e arrivederci. l’intera Europa. Adesso bisogna vedere cosa succe- Buon lavoro.

Miglio: “(Bossi) Torna con i piedi per terra. Ma di federalismo non sa nulla”

di Guido Tiberga

La Stampa, 4 agosto 1998

prima vista sembra una dichiarazione di en- E questa “rivoluzione” sarebbe il federalismo? tusiasmo, quasi un ritorno all’ovile. Ma ba- Sarebbe una costituzione confederale. L’unica Astano poche parole per rendersi conto che che permetterebbe agli italiani di non affondare Gianfranco Miglio non ha cambiato idea. La re- nel Mediterraneo, di non diventare tutti sudditi di tromarcia di Bossi sulla secessione? Gheddafi. Un segno di maturità - dice l’ex ideologo del Senatore, scusi, ma non era più “rivoluziona- Carroccio -. O meglio: un ritorno con i piedi per ria” la secessione? terra... No, perché se a Bossi fosse caduta addosso la Senatore Miglio, Bossi è tornato al federalismo. Padania indipendente, non avrebbe potuto far al- Lei è sempre stato scettico sulla secessione. tro che costruirla come uno Stato centralista. È arrivato il momento del suo ritorno nella Le- Altro che federalismo... ga? Ammetterà che Bassi ha sempre detto il contra- Non ci penso nemmeno. E poi, mi creda, Bossi rio... di federalismo non capisce nulla. Lo lasci dire a Non conta quello che dice. Chiunque abbia stu- me, che gli sono stato vicino a lungo. diato un po’ capirebbe che uno Stato di nuova for- Come sarebbe “non ne capisce nulla”? Prima di mazione ha bisogno di un centro che lavori con lui nessuno parlava di federalismo, adesso è un autorità. punto costante in tutti i programmi. O no? Per questo suona la ritirata? E allora? Sono tutti uguali, anche Berlusconi è Guardi che questa non è una ritirata. Chi crede cosi. Per loro federalismo e confederalismo sono che la Lega sia in disarmo si illude. Ragioni su solo parole. Quello che conta è il potere. Altro che una cosa: quanti sono i veri secessionisti in Pada- tornare nella Lega: io sono stato eletto con Forza nia? Il 20-25 per cento a essere generosi. I favore- Italia: se dovessi candidarmi adesso esigerei la voli a una costituzione federale o confederale sono qualifica di indipendente: sono deluso dalla me- molti di più, E poi bisogna saper vedere le strate- schinità e dalla vigliaccheria dei politici italiani: gie future. hanno tutti paura, si pisciano sotto al solo pensie- Lei è capace, senatore? ro di un cambiamento rivoluzionario dello Stato. Senta, sono più di cinquant’anni che studio la

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politica e vuole che non riesca a capire che cosa modeste, di poche capacità. Pensi a Mussolini, o sta succedendo? Con una struttura confederale, in se vuole anche a Berlusconi. Quelli che contano, questo periodo di devolution - come dicono gli in fondo sono i consiglieri: per questo dico che americani – si possono ottenere sul lungo periodo Bossi dovrebbe portare a Roma il testo della costi- risultati straordinari. tuzione federale che gli hanno preparato quelli del Ad esempio? suo Parlamento. Penso a una Padania che si aggrega alla Baviera, Professore, Bossi li ha questi consiglieri? o alla Svizzera. Non subito, sia chiaro, ma fra 10 o Non lo so. Lui non sopporta di avere vicino 20 anni potrebbe essere possibile. qualcuno che sappia di politica più di lui. Per que- E Bossi, che secondo lei “non capisce nulla” di sto me ne sono andato. federalismo, è in grado di fare una cosa come E non tornerebbe? questa? Io? Le ho già detto di no. Guardi che gli uomini che scrivono la storia Neppure per realizzare il suo progetto? non sono mica i sapienti o i costituzionalisti come Quando ero nella Lega, Bossi si rodeva di gelo- me, Sono persone di scarsa cultura politica, figure sia. E io non sopporto le persone gelose.

“Così Umberto spiazza i centralisti”

di Gianluca Savoini

La Padania, 4 agosto 1998

a Lega Nord è il grande incubo del sistema Mi sembra evidente, la Padania da un lato, quel- centralista romano, per questo tutti si augura- lo più europeo, e il Regno delle Due Sicilie, come Lno la fine politica di Umberto Bassi. L’hanno dice Bossi, dall’altro. Non c’è più bisogno di parla- già fatto in altre occasioni, ma poi hanno dovuto re di secessione, è una strada troppo accidentata, battere vergognosamente in ritirata: finirà così molto difficile, interpretata male dall’opinione anche questa volta. pubblica interna ed estera. Il fiuto politico del lea- Gianfranco Miglio se la ride, mentre sta con- der leghista lo ha portato su una via più “morbi- trollando le ultime bozze del suo nuovo libro, che da”, quella dell’inserimento della Padania nel con- uscirà in autunno. È arciconvinto che l’ultima testo dello Stato italiano federale o confederale: sortita di Bossi rappresenta un’arma decisiva e un discorso legittimo, che può essere perseguito sconvolgente per il sistema politico italico, che si- senza timore di essere accusati di chissà quali ne- curamente avrebbe preferito la continuazione fandezze. dello “splendido isolamento” leghista. Quindi la Lega non fa alcuna marcia indietro? Invece, le dichiarazioni del segretario del Car- Ma quale marcia indietro! Questo è un intelli- roccio hanno già lasciato il segno su tutte le pri- gentissimo balzo in avanti, verso la possibilità di me pagine dei giornali. Adesso che Bossi si dice costruire un’Europa delle regioni e dei popoli. pronto a trattare per ottenere una struttura fede- Che sarà cosa ben diversa dall’attuale Unione co- rale o addirittura confederale, dalla quale in futu- struita sulla moneta comune e da ben precise oli- ro la Padania potrà anche decidere di staccarsi per garchie di potere sovranazionali. sua volontà - spiega Miglio - , tutti i falsi federali- Lei crede che la proposta di Bossi verrà recepita sti di Roma, quelli che sproloquiano e raccontano da qualche partito romano oppure sarà rigettata balle, si sentono spiazzati e reagiscono. Come bel- anche questa volta? ve ferite. Staremo a vedere. Certo, se passa l’idea rivolu- Professor Miglio, ritorna l’idea delle Macroregio- zionaria della confederazione, o quella degli statu- ni, una padana, una del Centro e l’altra del Sud? ti speciali regionali, finalmente l’Italia si discio-

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glie. Ed è logico che finisca in questo modo, lo rivolta avverrà a causa di un grande trauma. vuole la storia dei popoli italici. Non passerà ancora molto tempo. Gli storici risorgimentali più conosciuti però la Dal Polo sono giunti chiari segnali di approva- pensano diversamente, professor Miglio. zione verso le dichiarazioni di Bossi, soprattutto Quelli hanno fatto i politici, non gli studiosi. Il da parte dei “colonnelli” di Berlusconi. Ma lui, il mio ultimo libro si intitolerà Gli Italiani, da dove Cavaliere, secondo lei, che farà? vengono e dove vanno. Ho ripercorso le tappe rea- Il problema di Berlusconi è che non sa nemme- li del tanto mitizzato Risorgimento e ho prospet- no cosa significhi il termine federalismo. Non si tato una mia tesi finale sul futuro della penisola, rende conto che, se si costruisse un sistema ma- che finirà per sprofondare verso l’Africa. Ma il croregionale, anche i suoi affari (che gli stanno Nord non seguirà questa attitudine mediterranea tanto a cuore) ne trarrebbero giovamento. Do- del tutto contraria alla sua tradizione. vrebbe seguire i consigli di persone come Giulio Come potrà ribellarsi a questa situazione? Tremonti e Umberto Giovine e il suo gruppo par- Attraverso un processo rivoluzionario, anche lamentare federalista del Nord, invece di dar retta duro. La crisi internazionale, causata da una ai forzisti meridionali. struttura europea inadatta, farà saltare per aria È favorevole al concetto di Mitteleuropa propa- tutti gli attuali, pericolanti equilibri. Visto che, in gandato dalla Lega Nord in questo periodo? genere, gli italiani sono dei vigliacchi, che non Ho sangue mitteleuropeo nelle vene, per me la osano ribellarsi con forza quando è ancora possi- Mitteleuropa è la mia vera Patria. Spero lo diventi bile farlo alle catene del regime centralista, questa anche per tutti i padani.

Miglio: ora Umberto è rinsavito

di Roberto Scafuri

Il Giornale, 4 agosto 1998

ev’essere strana la vista, dall’alto degli ot- un “cattivo scolaro”: sta rinsavendo per paura di tant’anni suonati. E difatti pencola tra pessi- vedere la Lega dissolversi? Dmismo dell’intelligenza e ottimismo della Mi meraviglia che i romanacci esultino: perché volontà, Gianfranco Miglio, Profesùr per antono- la Lega non si avvia a morire, come loro dicono. masia (e per assonanza col Senatùr). Ha appena La prova di maturità di Bossi ne è un segno. Sosti- finito l’ennesimo libro, in uscita a ottobre da tuire l’idea della Padania come Stato indipendente Mondadori: Gli italiani. Da dove vengono e dove (che poi voleva dire uno staterello) con un proget- vanno. Titolo provvisorio bruttino, ma bella (an- to più realistico è una posizione molto consapevo- che se bolsa) domanda. le. Mi pare che Bossi pensi a una Padania che di- Miglio vede con chiarezza la storia risorgimen- venta soggetto di struttura federale, dunque più tale: Sto con il Sud, inglobato dal Piemonte, i cui forte. denari nei primi decenni dell’Unità finirono tutti Ma dovrà trattare coi “romanacci”... al Nord. Sul dove andiamo, la chiarezza si fa in Bossi metta sul tavolo della trattativa il progetto tre: Ahimè, temo che moriremo ulivisti. Oppure: di costituzione federale che hanno elaborato nel L’unità europea fallirà, verremo risucchiati nel loro Parlamento. Lo faccia in fretta, perché tanto Mediterraneo. O ancora: A furia di dare cornate, il Nord-Est, quanto gli altri soggetti, parlano di fe- Bossi ha trovato il buco giusto. deralismo, ma non tirano fuori mai niente. La coerenza tra pensiero nero e roseo sta nel A proposito del Nord-Est: ha visto che cosa ac- seguente ragionamento: Visto che l’Italia fu fatta cade nel movimento di Cacciari? alla diavola, usciremo dai guai disfacendola e rifa- È una vergogna che litighino, invece di dare cendola. uno Statuto speciale per il Veneto. Cacciari è un Profesùr, torniamo all’attualità. Bossi non è più caro amico, ma resta un comunista.

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Dunque non vuole un vero cambiamento, ma Anni fa previde un lungo periodo per la transi- solo contenere la spinta leghista. zione. A che punto siamo? Quella dello Statuto speciale al Veneto, e alle Siamo più indietro di prima... altre regioni, era un’idea della Bicamerale, poi Ma Bossi e Polo possono tornare alleati? bocciata. Andava nel verso giusto? Credo all’alleanza tra Lega e Forza Italia. Non a Certo, una bella idea. un governo della destra. Da quando l’Italia è nata, Ma hanno prevalso i romanacci conservatori, i dal connubio Cavour-Rattazzi, si va avanti col cen- burocrati, lo spirito pusillanime e pigro degli ita- tro-sinistra. Temo che mi toccherà proprio morire liani. ulivista. Non credo che le riforme ripartiranno. Bossi ora L’unica salvezza, le sue Macroregioni? deve portare avanti quel progetto degli Statuti Sì. Sghignazzo quando dicono che l’Europa speciali, che possono disfare lo Stato unitario, monetaria va alla ricerca dell’unità politica. Balle: spezzare la ragnatela dei commis d’Etat. l’Unione politica non si farà mai. D’Alema e Fini ci credevano, alle riforme? Ma se l’Italia si suddividesse in tre, la Padania D’Alema e Fini sono entrambi prodotto della diventerebbe la locomotiva d’Europa. E il Sud tor- burocrazia di partito”. nerebbe a produrre ricchezza. Nulla di nuovo, nel panorama politico? Non ho capito se è un inguaribile ottimista o No. Avevo sperato in Cossiga. Ma ho capito che un pessimista che non ha nulla da perdere... vuol lucrare sulla crisi della sinistra, che scoppierà Sono il nemico pubblico numero uno dello Sta- a settembre. Quando Cossiga sposterà la maggio- to unitario. Lo hanno capito a naso, e per questo ranza a destra. sono così avversato.

“Non mi fecero ministro perchè avrei distrutto la Repubblica”

di Stefano Lorenzetto

Il Giornale, 20 marzo 1999

iccome ha le orecchie a punta, l’hanno para- che veniva da Würzburg e che fino alla fine contò gonato al dottor Spock di Star Trek. Anche a le galline nella sua lingua madre, “eine, zwei, Smago Merlino. Si sono dimenticati di Nosfe- drei...”. Un nonno paterno, ardente repubblicano ratu. L’hanno preso in giro per la collezione di ec- riconoscibile dalla lavallière, la cravatta col fiocco centrici berretti scozzesi, una cinquantina, creati degli anarchici, che atterriva il piccolo Gianfranco su suo disegno da una modista, e hanno svilito il raccontandogli di quando, giovane bersagliere, pompon che li impreziosisce a “testicolo di lana”. era stato in Calabria a combattere il brigantaggio Hanno dimenticato, quelle canaglie dei giornali- e aveva trovato un suo commilitone crocifisso su sti, che la storia del professor Gianfranco Miglio, un termitaio dai banditi. Un nonno materno della senatore della Repubblica, 81 anni, di cui 47 tra- Val d’Intelvi che costruì strade e ponti in Turchia e scorsi in cattedra e 30 da preside della facoltà di rapì la futura moglie, una graziosa tedesca, in Ro- scienze politiche dell’Università Cattolica di Mila- mania. Il fratello del nonno che posò l’ultimo trat- no, traspira epicità. to della Transiberiana e morì mentre cavalcava Le origini, intanto. Comasche a partire dal Mil- nel Caucaso, dove stava lavorando alla ferrovia le. Un avo che faceva il notaio quando Dante non Transiraniana. E poi il padre, uno dei primi pedia- era ancora nato. Un albero genealogico che dal tri italiani, che acquistò la tenuta di Domaso, in Concilio di Trento in poi attesta l’assenza di in- cima al lago di Como, dalla sorella del primo mi- trecci familiari al di sotto della linea del Po. Una nistro Sidney Sonnino, e che si arrabbiò soltanto nonna materna tedesca. Una trisnonna paterna una volta in vita sua, quando Churchill, nel 1945,

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sostandovi per un giorno a dipingere, si portò una macchina da guerra per le conquiste territoriali. damigiana d’acqua nel timore di finire avvelenato. Ma oggi i conflitti comportano l’utilizzo delle armi Oggi il professore abita a Como, in collina, in atomiche, che distruggono anche chi vi ricorre. quello che nel catasto di Carlo V era segnato co- In concreto: tre cantoni, Nord, Centro e Sud? me Ronco dell’Abate. Sale a Domaso soltanto per Esatto. Il reddito complessivo della Basilicata è la vendemmia, evento al quale Giorgio Bocca un quarantesimo di quello della Lombardia. Ci chiese di poter partecipare dopo aver assaggiato il vuole un equilibrio fra i componenti della federa- suo bianco eccelso. Quando non gli tocca scende- zione e il contenitore federale. Altrimenti le diffe- re a Roma, passa le giornate curvo su un culpito renze producono differenze. del ’600 trasformato in scrivania, a scrivere e a Quindi poveri con poveri e ricchi con ricchi? compulsare qualcuno dei suoi 30mila volumi. Non è proprio cosi. Diciamo che la Lucania deve Quante ore dedica ancora allo studio, professo- batter cassa con le regioni del Sud. Del resto non re? è colpa nostra se il Nord gode di condizioni geoe- Mai meno di cinque al giorno. Altrimenti non conomiche migliori. La Padania l’ho inventata io riesco a prender sonno. negli Anni ’60 e adesso la Fondazione Agnelli ha Sul serio? dimostrato che se stesse per conto suo sarebbe la Prima di coricarmi, devo sentire d’aver fatto più ricca regione d’Europa. qualcosa di utile. Io mi realizzo soltanto se lavoro. Però accanto ai tre cantoni lei continua a pre- È sempre stato così severo con se stesso, oltre vedere le cinque regioni a statuto speciale. Per- che con gli altri? ché? Fino ai 42 anni mi sono macerato nell’insoddi- Perché hanno combattuto per la loro indipen- sfazione, convinto d’essere un buono a nulla. Poi denza. La Sicilia contro l’armata di Nino Bixio. La ho mangiato del pesce e mi sono ammalato. E sta- Valle d’Aosta contro l’esercito di De Gaulle. L’Alto ta la mia fortuna. Adige contro l’ottusità di Roma. Tutti dimentica- Davvero? no che gli statuti speciali sono in realtà armistizi, Accadde d’estate. Credevo che fosse influenza e concessi a queste regioni prima della Costituente. la combattevo a modo mio: bagni ghiacciati nel Professore, da quarant’anni predica il federali- lago e beveroni di gin tonic e Punt e Mes. Diventai smo ma non c’è verso di vederlo fiorire. Come giallo, febbre violenta. Era epatite virale. Ho pas- mai? sato un mese in ospedale, tutto solo a riflettere. Lì Perché gli italiani sono ignoranti. Io gli ho cuci- ho concluso che come uomo e come studioso non nato il piatto in tutti i modi. Non vogliono saper- ero poi così male. Una convinzione che non mi ha ne di mangiarlo. più abbandonato. Diffidano dello chef? Perché l’Italia unita le fa tanto schifo? Ma no. È che sono abituati alle risorse finanzia- Perchè è figlia illegittima di una congiuntura rie a pioggia, soprattutto al Sud. Sanno che devo- storica particolare. Ha mescolato insieme popoli no cambiare, ma li preoccupa il costo del cambia- che dovevano restare separati, che non hanno nul- mento. I 2,3 miliardi di debito pubblico sono fatti la in comune. Detto questo, riconosco che i meri- di nicchie dentro le quali stanno al calduccio. dionali sono stati danneggiati dall’unificazione. Ecco perché io dico che ci vuole un federalismo Il loro inserimento nel Regno è avvenuto sol- duro, calato dall’alto. tanto per effetto della spedizione garibaldina. Senta, e ai fratelli Bandiera, ai martiri di Bel- Da lì in avanti lo Stato unitario li ha sempre fre- fiore e ai milioni di soldati mandati a morire pri- gati. Ogni volta che appariva all’orizzonte una ma a Custoza e poi sul Piave che cosa diciamo? prospettiva finanziaria, il Nord se ne appropriava. Che si sono sacrificati per niente? E dalla fine degli Anni ’50 che cerco una via per Tutti da dimenticare. Hanno buttato via la loro raddrizzare questo Stato unitario. vita. L’ha trovata nel federalismo? Ogni cantone avrebbe le sue leggi? Tutti ne parlano e nessuno sa che cos’è, neppu- Certo. Non si può dare lo stesso diritto civile e re i vescovi del Veneto. penale a tutte le regioni. Lei capisce che la vendet- Lo spieghi lei. ta per tradimento consumata abitualmente al Non ha niente a che vedere con Cattaneo e Gio- Sud, non è concepibile al Nord. berti. Io immagino un federalismo autoritario, una Mi faccia capire: il codice meridionale dovrebbe nuova forma dello Stato moderno morto nel 1989 consentire a un marito cornificato di farsi giusti- con il crollo dell’Urss. Quel tipo di Stato era una zia da solo?

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Di più. Io sono per il mantenimento anche della solvevo problemi che a lui sembravano insormon- mafia e della ‘ndrangheta. Il Sud deve darsi uno tabili. Come quella volta che la Lega aveva inta- statuto poggiante sulla personalità del comando. scato i 200 milioni dalla Montedison. Era dispera- Che cos’è la mafia? Potere personale, spinto fino to: “Domani ho il congresso, mi faranno a pezzi”. al delitto. Io non voglio ridurre il Meridione al Gli consigliai un diversivo: “Butta avanti il proget- modello europeo, sarebbe un’assurdità. C’è anche to di Costituzione federale. Toh, eccòti i dieci pun- un clientelismo buono che determina crescita ti”. Cosi nacque lo statuto di Assago. Riscossi il economica. Insomma, bisogna partire dal concet- triplo dei suoi applausi. Lui crepava di gelosia. to che alcune manifestazioni tipiche del Sud han- Non poteva tollerare che i militanti gridassero no bisogno di essere costituzionalizzate. “Mi-glio, Mi-glio”. Sa, il mio cognome è un bisilla- Sono passati sei anni da quando lei spronò il bo. Suona bene, come Bos-si. Nord alla rivolta fiscale, ma non sembra che la Prima il Senatùr lancia il federalismo e poi lo gente abbia troppa voglia di finire in galera... abbandona. Quindi apre il Parlamento del Nord e Quella è stata la nostra Waterloo. E lo sa per- poi lo chiude. Indice il referendum sotto i gazebo ché? Gli italiani sono in prevalenza evasori. per l’autodeterminazione della Padania e poi non La sola idea di destare il can che dorme, di avere gli dà seguito. Proclama la secessione e poi dice la Guardia di finanza tra i piedi, li terrorizza. che s’è sbagliato. Inaugura il parlamento di Chi- Ha proclamato: “Tre mesi senza pagare le tasse gnolo Po e poi lo chiude. Annuncia che la Lega de- e lo Stato unitario va a picco”. Chi comincia? ve collaborare con l’Udr di Cossiga e Mastella e poi Io sono pronto. Quella sulla casa non l’ho ver- ci ripensa. S’inventa il blocco padano e poi non ne sata. L’ho giudicata iniqua. L’abitazione è un dirit- parla più. Fregoli non avrebbe saputo far meglio. to, un bene primario. Sarebbe come introdurre Bossi insegue soltanto la sua fortuna personale. un’imposta sulla felicità. Come tutti i politici italiani, punta a contare, non Nel ’95 aveva previsto il crac “tempo tre mesi, a comandare. Mi chiedono: come hai fatto ad an- sei mesi, forse un anno”... dare d’accordo per tre anni con un tipo così? Cer- Ho sottovalutato lo spirito di sopportazione de- to, avessi avuto a disposizione un Metternich... gli italiani. Se i francesi fossero stati vessati la Invece senta come ce l’ha descritto: “Tapino, metà di quanto lo siamo stati noi, avrebbero già orecchiante, rabbioso, infido, teppa, mostricciat- fatto tre rivoluzioni. tolo, arruffapopolo, pigmeo, analfabeta, mentito- Lei entrò nella Dc nel ‘43, ne uscì nel ‘59 e da re arabo, levantino col gusto della menzogna, allora ha quasi sempre votato scheda bianca. È ubriaco, botolo ringhioso, sogliola da schiacciare, stato estimatore di Eugenio Cefis, Giovanni Mar- Robespierre da barzelletta, contapalle, comizian- cora, Bettino Craxi, Francesco Cossiga, Randolfo te da bar”. E Bossi che le dà del “minchione, arte- Pacciardi, dei comunisti del Laboratorio Politico, riosclerotico, panchinaro, poveraccio, vecchio coi di Comunione e liberazione. Infine l’idillio con capricci di un bambino”, fino all’intuizione coper- Bossi. Non le sembra un percorso politico un po’ nicana: “Miglio è una scoreggia nello spazio”. ondivago? Non è stato un bello spettacolo, le pare? Speravo di trovare un leader capace di prendere No, non lo è stato. decisioni. Mi ero illuso con Cefis, il boiardo di Sta- L’ultima volta che vi siete visti? to per eccellenza. Forse Marcora sarebbe stato il Due anni fa, in casa di Fassa, allora sindaco di mio uomo, ma è morto troppo presto. Varese. In quell’occasione gli chiesi: “Tu hai real- L’hanno definita un Voltaire alla ricerca del suo mente una forza armata pronta a sparare?”. Mi ri- Federico il Grande. Adesso vede qualche perso- spose: “Sì, sì, la sto preparando”. naggio su cui sarebbe disposto a investire? Ma da come farfugliava capii che stava racco- Assolutamente no. gliendo un mio suggerimento e che non sarebbe Neanche Bossi? stato capace di tradurlo in realtà. Perché, vede, a L’ho chiamato io nel 1989, perché volevo cono- un certo punto un uomo politico deve impugnare scerlo. È rimasto li, sulla poltrona dove adesso il fucile. siede lei, per più di tre ore. Mi rendevo ben conto La sua ben nota teoria dell’ineluttabilità della di che cos’era: un politico, quindi un ignorante. E guerra civile... da ignorante l’ho sempre trattato. Certo, soltanto che Bossi blatera e basta. Una Però gli aveva dato il permesso di telefonarle volta m’ha detto: “Io non ho difficoltà a far venire anche in piena notte. dalla Croazia dieci autocarri carichi di armi”. Ma Si, e a volte l’ha fatto. Io in cinque minuti gli ri- fammi il piacere... Chiacchiere.

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Confessi: lei non ha digerito lo scherzetto che telefonò minacciando di perseguitare i leghisti, di Bossi le combinò nel ‘94, quando la indicò come mandare le Fiamme gialle a spulciare nelle loro ministro delle Riforme istituzionali nel governo partite Iva, di far trovare l’auto di Bossi imbottita Berlusconi e invece all’ultimo momento le preferì di droga. Non è accaduto niente di tutto questo. Francesco Speroni. Perché, secondo lei? Quello fu un tiro mancino di Scalfaro, ossessio- Cossiga s’è convinto che la Lega potesse servire nato dall’idea che io avessi i mezzi per sovvertire al suo disegno. E lo stesso motivo per cui, nono- la sua Repubblica parlamentare. E da ministro li stante Andreotti insistesse tanto, non volle farmi avrei avuti, gliel’avrei distrutta. senatore a vita: “No, tu devi stare nella Lega e pi- Così il capo dello Stato disse pressappoco a Bos- lotarla”, mi disse. “Se ti nomino senatore a vita, si: se tu rinunci a Miglio, io ti consentirò poi di quelli ti mettono in un angolo”. rovesciare Berlusconi senza mandarti subito alle Professore, che cos’è per lei la bontà? urne. E nello stile di Bossi negoziare con chi lo Un difetto. Una persona buona non si mette in snobba, e Scalfaro lo snobbava, accidenti se lo politica, e io ho dedicato la vita a studiare la politi- snobbava. Poi sono diventati culo e camicia. ca. Capisce perché fra le mie virtù non può esserci C’era rivalità anche fra lei e Scalfaro? la bontà?. Sa com’è, siamo stati compagni di università, Non mi starà dicendo che la politica è una cosa laureati a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, sporca, come frigna la maggioranza degli italiani. io con 110 e lode, lui con un voto più basso. Tenga Assolutamente no. È che la politica, come pen- conto che ero stato incaricato da Bossi di trovare sava Machiavelli, ha regole diverse dall’etica. La un candidato al Quirinale favorevole al federali- morale è una cosa la politica un’altra. Ecco perché smo, sul quale la Lega avrebbe fatto convergere i non posso soffrire le anime belle, i La Pira, i Dos- voti. Ebbi contatti con tutti, da Forlani a Craxi. setti, i Lazzati, con la loro idea astratta dell’uomo. Leo Valiani fu il più patetico: “Corro subito in Tv a Non sopporto i cattolici sociali che vorrebbero in- dire che siamo amici e che mi batterò per una Co- segnare al Padreterno come andava fatto l’uomo. stituzione federale. Dovetti trattenerlo per la giac- Io invece accetto l’uomo come Dio l’ha creato, un ca. Spadolini voleva addirittura tenere un discorso impasto di bene e di male. pubblico su Cattaneo. Con Andreotti ci trovammo Dunque crede in Dio. a trattare di nascosto a Villa Madama, sulle pendi- Tutti gli scienziati a un certo punto nutrono il ci di Monte Mario, davanti a un camino spento. sospetto della presenza di Dio. In me questo so- Ecco, Scalfaro non mi ha mai perdonato di non spetto è molto radicato. essere stato dalla sua parte. E me l’ha giurata per- Lei sostiene d’essere “nato carogna”. Il profes- ché: ho ascoltato a braccia conserte il suo primo sor Firpo arrivo a definirla “la più aggiornata ma- discorso da presidente, senza mai applaudirlo. nifestazione del Demonio”. Lei disse che “Bossi non è in grado di governare Cattivo sì, ma non luciferino. I miei studenti mi niente, nemmeno di fare l’assessore in un comu- adoravano. Il rettore dell’università di Pavia un nello. giorno si sentì dire da marito e moglie: “Ah, il Confermo. Non è capace di proiettare un lavoro professar Miglio! Che uomo! Noi siamo suoi allie- nel tempo, di stare dietro una scrivania. vi. Pensi che io sono stato bocciato quattro volte e Se fosse diventato padrone della Padania, un lei cinque”, erano raggianti. Tanto che il rettore, minuto dopo si sarebbe posto il grosso problema tornato a Pavia, ordinò ai suoi docenti: “Dovete di come rovesciarlo. bocciare di più”. Impresa difficile? Almeno le piacciono i bambini? Impossibile. Quando Maroni cadde in disgrazia, Sì, soprattutto perché scorgo in loro l’anticipa- fui invitato a un incontro segreto in casa di una zione di ciò che saranno da grandi. E non sono signora milanese. “Voglio far fuori Bossi”, mi ri- doti propriamente positive quelle che vedo. velò Maroni. Gli obiettai che, con Bossi vivo, la È stata solo una carognata l’aver definito il lin- Lega non avrebbe mai avuto altro capo all’infuori ciaggio “forma di giustizia nel senso più alto di lui. “Quand’è così, devo cambiare programmi”, della parola”? concluse Maroni. Tornò a cuccia e fu riammesso Io ho affermato che il linciaggio è una forma nel movimento. Adesso Bossi si sta dando da fare elementare di giustizia. È diverso. I processi sono con D’Alema per portarlo alla presidenza della Re- concrezioni costruite sul linciaggio. C’è la giusti- gione Lombardia. zia dei legulei, che è un imbroglio ai danni del Lei ha raccontato che il presidente Cossiga le prossimo, e c’è la giustizia del popolo.

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E allora mi spiega perché gli uomini hanno in- rio degli extracomunitari? ventato i tribunali? Il destino dell’Europa è di rivivere le invasioni Un’autodifesa. Vedendo il bandito impiccato in barbariche. Anche nella Gallia di Cesare c’erano i piazza, tutti pensarono: e se un giorno capitasse a servitori. La difficoltà è mantenere la distinzione me? Così è venuto fuori questo sistema di con- fra schiavi e liberi. trappesi, fatto di toghe, codici e cavilli. Sta teorizzando la schiavitu? Lei è per la pena di morte? Dovremo incorporare alcuni milioni di immi- No. Per l’ergastolo. Che è peggio della pena di grati che svolgeranno i lavori rifiutati da noi euro- morte, quando dura tutta la vita. pei. Ma bisogna evitare i mescolamenti, se voglia- Com’è che ha sempre potuto spararle grosse mo far sopravvivere l’Occidente. senza mai pagare dazio? Sono proprio gli extracomunitari a chiedercelo. Una volta Martelli, quand’era ministro della È questo Occidente, così come lo vediamo, che li Giustizia, mi fece interrogare in Procura a Milano attrae, che li induce a lasciare la loro terra. Voglia- per il mio libro in cui istigo alla disobbedienza ci- mo distruggerglielo? vile. Alla fine il magistrato mi chiese di fargli una In ogni caso lei sogna di morire da cittadino dedica sul frontespizio. della libera Repubblica Padana. Professore, come regolerebbe il flusso migrato- Ho una riserva: di morire svizzero.

Padania al centro della nuova Europa Miglio: “Il modello vincente è quello imperial-federalista basato sui popoli”

di Gianluca Savoini

La Padania, 15 giugno 2000

Europa futura ricalcherà la struttura formi- I tempi stanno cambiando e la vecchia Europa dabile del Sacro Romano Impero: sarà sembra pronta a risvegliarsi, dopo i bui decenni L’ un’Europa dei popoli, non delle nazioni, co- della Guerra Fredda e dell’equilibrio della balan- me voleva De Gaulle e nemmeno degli Stati cen- ce of power tra le due Superpotenze alle quali tralisti, come è l’attuale. Gli americani se ne stan- Yalta ha regalato i destini del mondo: Usa ed no accorgendo e il recente discorso di Clinton ad Urss. Oggi restano in piedi solo gli Stati Uniti e Aquisgrana lo dimostra. proprio da laggiù partono messaggi inequivoca- Gianfranco Miglio non è tipo da lasciarsi anda- bili che raccontano le idee - e anche le preoccu- re a vaticini o, peggio ancora, a profezie dettate pazioni - del governo americano quando guarda dalla passione e dall’entusiasmo. Le sue parole sul al nostro continente. mutamento in corso della struttura territoriale e L’idea nuova ed antica al tempo stesso, che si politica europea rivestono quindi una grande im- sta facendo largo in settori sempre più influenti portanza, visto che provengono da uno studioso delle diplomazie europee, è quella del Sacro Ro- che da anni perfeziona e sviluppa costruzioni co- mano - spiega Miglio. Un’idea imperiale dell’Eu- stituzionali e politiche che hanno da tempo supe- ropa che però non deve spaventare nessuno. Essa rato i confini della Padania e della stessa Europa. potrà invece aprire un nuovo, interessantissimo Rispetto a qualche mese fa, il professor Miglio capitoo nella millenaria storia del nostro conti- appare rinfrancato e la sua verve battagliera cir- nente. conda ogni sua parola. Professor Miglio, il presidente americano

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Clinton ha quindi preso atto dell’importanza del- Allora lei giudica favorevolmente il pensiero di la Devolution e delle identità delle antiche nazio- Umberto Bossi sul Sacro Romano Impero? ni europee, finite poi inglobate dagli Stati nazio- Certo. Anche se Bossi dovrebbe essere più tran- nali ottocenteschi: Lombardia, Piemonte, Veneto, quillo quando parla della Germania. Il Quarto Catalogna, Slesia. Lei se lo aspettava? Reich da lui temuto non può esistere nel concetto A mio avviso Clinton e i suoi uomini hanno una imperiale d’Europa. I tedeschi non vogliono ger- visione dell’Europa parecchio superata, perciò le manizzare tutto. Sembrano minacciosi in quanto sue dichiarazioni non mi esaltano. Comunque è utilizzano apertamente le basi della loro grande un fatto che i politici americani si rendono conto tradizione culturale europea, ma Bossi è troppo pure loro che l’Europa è alla vigilia di un cambia- intelligente per non capire che il simbolo del sa- mento profondo e che le istituzioni parlamentari cro Romano Impero servirà a rilanciare una fede- che hanno caratterizzato l’efficacia dell’Ue sono in razione di popoli europei liberi e sovrani. un inarrestabile declino. Si apre insomma la pos- Nella struttura imperiale europea, basata an- sibilità di un’operazione federale attuabile attra- che sulla cultura e sulle identità dei popoli, verso un grande rimescolamento geopolitico in- avranno posto anche le popolazioni del Mezzo- terno. Le grandi regioni, le cosiddette macrore- giorno italiano? gioni europee, potranno riposizionarsi al di fuori Come ha scritto lo studioso veneto Gualtiero dei decadenti e ormai superati Stati nazionali che, Ciola, noi padani siamo eredi dei Celti e dei Lon- come dice lei, le hanno ingabbiate da troppo tem- gobardi, presenti in tutta l’Europa continentale. po. Quella mediterranea invece? Potrà rinascere, per quel che riguarda le nostre Giusta osservazione. La parte d’Europa immer- aree geografiche, la Mitteleuropa? sa nel Mediterraneo ha tradizioni e culture diver- L’idea della Mitteleuropa è attualissima. Non se da quella continentale, nella quale troviamo la viene affatto contrastata peraltro da Berlino. Padania. La Padania è Mitteleuropa e deve neces- Semmai è vero l’opposto. La capitale tedesca è sariamente guardare soprattutto ai popoli mitte- diventato il nuovo laboratorio politico continen- leuropei. Senza però dimenticare i collegamenti tale, costruttore di nuove civiltà. Nella cultura te- commerciali; di buon vicinato con i mediterranei desca sta maturando un’idea nuova. europei. Del resto non dimentichiamo che la Pri- Prendiamo ad esempio il Ministro degli esteri ma ‘Guerra Mondiale’ scoppiò quando il Kaiser germanico Joschka Fischer. Egli è un ex Verde, tedesco Guglielmo II aveva intenzione di costrui- che si è convertito alla Real-politik, lasciando per- re la grande ferrovia che, attraversando il nostro dere la demagogia del suo ex partito. Fischer è un continente, sarebbe giunta fino a Bagdad. Tra Bal- uomo geniale e contrappone la sua idea d’Europa cani e Mitteleuropa c’è sempre stato un grande a quella dei francesi. rapporto, così come oggi dovrà esserci un grande Cosa pensano i francesi? rapporto tra l’Europa continentale e quella medi- Sono ancorati sempre alla concezione di De terranea. Gaulle, quella dell’Europa delle nazioni, delle pa- Quali saranno invece i rapporti con l’Est, con trie. Concetti superati, inadatti alla bisogna. Le la sterminata Russia, professore? nazioni attuali sono ormai in disfacimento sotto Mi auguro possano essere proficui per entram- ogni profilo. Per dirla con Nietzsche, affrettiamo- bi, per l’Europa e per Mosca. Anche per controbi- ne la scomparsa. lanciare lo strapotere americano. Fischer, la Germania, invece, propongono una Lei segue sempre le iniziative politiche della rivisitazione del Sacro Romano Impero. Io ho stu- Lega Nord? diato a lungo il funzionamento di quella poderosa Con estremo interesse. Mi sembra che l’impor- struttura continentale medievale e moderna. tanza delle idee leghiste è oggi centrale. L’idea di Funzionava al meglio? Europa delle regioni e dei popoli può ricevere un Certo, più dell’Europa attuale. Era una struttu- apporto fondamentale dall’azione politica del Car- ra internazionale che serviva alle Reichstaedten, roccio a livello regionale. alle “città dell’Impero” per regolare i conflitti che Bossi fa benissimo a tenere alzato il bandierone potevano sorgere a livello locale. Ma per il resto della Devolution e della Questione Settentrionale. erano le comunità statuali ad autogovernarsi, a Credo proprio che finalmente il processo federali- promulgare loro leggi. sta si sta mettendo in moto e la Padania sicura- L’autorità imperiale non rompeva la scatole co- mente farà la sua parte. Anzi, sarà attrice protago- me fa oggi Bruxelles. nista del prossimo grande cambiamento.

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La forza della Padania sono le idee

I Quaderni Padani sono pubblicati bimestralmente da La Libera Compa- gnia Padana, una associazione che ha fini solo culturali e che riunisce tutti coloro che - al di là delle differenze ideologiche - credono nell’autonomia dei popoli padano-alpini. Il solo modo per ricevere con continuità i Quaderni è di aderire alla Libera Compagnia. La quota associativa annuale è di € 50. Essa dà diritto a ricevere i Quaderni, un libro e ogni altra pubblicazione o materiale edito dalla Compagnia. Il pagamento può essere effettuato: ❏ Inviando la quota all’indirizzo postale de “La Libera Compagnia Padana” (Casella Postale 55, Largo Costituente 4, 28100 Novara) con assegno non trasferibile intestato a “La Libera Compagnia Padana”. ❏ Mediante bonifico sul Conto Corrente Bancario numero 1403, intestato a “La Libera Compagnia Padana” presso l’agenzia di Novara della Banca Po- polare di Novara (Cod. ABI 5608, Cab 10101). ❏ Mediante Conto Corrente Postale numero 38261202, intestato a “La Li- bera Compagnia Padana”. Si prega di allegare o far pervenire in ogni caso alla sede postale della Compagnia la scheda di adesione compilata in ogni sua parte. Si raccomanda di non pagare con Vaglia Postale!

Lo statuto dell’Associazione è stato pubblicato sul numero 51-52 dei Quaderni Padani. Le Norme per i collaboratori sono state pubblicate sul numero 68. Entrambi i documenti sono reperibili anche sul sito dell’Associazione.

La Libera Compagnia Padana Casella Postale 55, Largo Costituente 4, 28100 Novara Tel. 333-1511182 E-mail: [email protected] Sito Internet: www.laliberacompagnia.org

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Scheda di adesione a La Libera Compagnia Padana

Cognome Nome

Luogo di nascita Data di nascita

Residenza: Città Prov. Cap.

Via

tel. casa telefonino

tel. ufficio fax

E-mail:

Professione:

Quota di adesione: € 50

❐ Rinnovo ❐ Nuovo associato

Modalità con cui è stato effettuato il pagamento:

❐ Contanti ❐ Assegno bancario ❐ Assegno circolare ❐ Bonifico bancario ❐ Versamento in cc postale cc 1403 Banca Popolare Novara N° 38261202 cod. ABI 5608, CAB10101

Firma Data

La Libera Compagnia Padana, C. P. 55, Largo Costituente 4, 28100 Novara, Tel. 333-1511182 E-mail: [email protected], Sito Internet: www.laliberacompagnia.org

Secondo quanto previsto dalla legge 31 dicembre 1996, n. 675, i dati personali verranno impiegati solo ed esclusivamente per uso interno all’Associazione e non verranno in alcun modo divulgati.

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Quaderni Padani Casella Postale 55 - Largo Costituente, 4 - 28100 Novara Tel. 333-1511182 E-mail: [email protected] Sito Internet: www.laliberacompagnia.org Direttore Responsabile: Alberto E. Cantù Direttore Editoriale: Gilberto Oneto Redazione: Alfredo Croci Corrado Galimberti Silvia Garbelli Mariella Pintus Sergio Salvi Carlo Stagnaro Grafica: Laura Guardinceri La Libera Sui Quaderni sono stati pubblicati interventi di: Francesco Mario Agnoli, Ettore A. Albertoni, Giuseppe Aloè, Adriano Anghilante, Compagnia Aureli Argemì, Camillo Arquati, Lorenzo Banfi, Augusto Barbera, Padana Fabrizio Bartaletti, Alessandro Barzanti, Ettore Beggiato, Alina Benassi Mestriner, Claudio Beretta, Daniele Bertaggia, Dionisio Diego Bertilorenzi, Vera Bertolino, Fiorangela Bianchini Dossena, Diego Binelli, Roberto Biza, Giorgio Bogoni, Fabio Bonaiti, Luisa Bonesio, Massimo Bonini, Archimede Bontempi, Romano Bracalini, Nando Branca, Marco Brigliadori, Gustavo Buratti, Beppe Burzio, Luca Busatti, Lorenzo Busi, Ugo Busso, Massimo Cacciari, Giulia Caminada Lattuada, Alessandro Campi, Alberto E. Cantù, Antonio Cardellicchio, Mauro Carena, Massimiliano Carminati, Claudio Caroli, Marcello Caroti, , Giorgio Cavitelli, Sergio Cecotti, Massimo Centini, Enrico Cernuschi, Leone Chesini, Gualtiero Ciola, Bastianu Compostu, Carlo Corti, Michele Corti, Mario Costa Cardol, Fabrizio Costan Biedo, Giulio Crespi, Alfredo Croci, Pierluigi Crola, Mauro Dall’Amico Panozzo, Roberto De Anna, Alain De Benoist, Antonio De Felip, Lorenzo Del Boca, Massimo De Leonardis, Alexandre Del Valle, Corrado Della Torre, Rolando Di Bari, Alessandro D’Osualdo, Marco Dotti, Costantino Fabris, Giovanni Fabris, Leonardo Facco, Gigi Ferrario, Rosanna Ferrazza Marini, Alberto Filippi, Davide Fiorini, Giovanni Fontana, Marco Formentini, Roberto Formigoni, Alberto Fossati, Eugenio Fracassetti, Sergio Franceschi, Elio Franzin, Carlo Frison, Giorgio Fumagalli, Corrado Galimberti, Stefano Galli, Silvia Garbelli, Giorgio Garbolino Boot, Pascal Garnier, Mario Gatto, Ottone Gerboli, Michele Ghislieri, Marco Giabardo, Davide Gianetti, Renato Giarretta, Guido Giovannetti, Giacomo Giovannini, Roberto Gremmo, Flavio Grisolia, Michela Grosso, Paolo Gulisano, Joseph Henriet, Hans Hermann Hoppe, Matteo Incerti, Thierry Jigourel, Eva Klotz, Luca Lanzini,Sarah Lawrence, Donata Legnani Maggi, Alberto Lembo, Pierre Lieta, Roberto Locatelli, Gian Luigi Lombardi Cerri, Carlo Lottieri, Pierluigi Lovo, Silvio Lupo, Berardo Maggi, Aldo Marocco, , Andrea Mascetti, Pierleone Massaioli, Cristian Merlo, Sirola Metella, Ettore Micol, Gianfranco Miglio, Leo Miglio, Giogio Milanta, Giancarlo Minella, Alberto Mingardi, Renzo Miotti, Piergiorgio Mirandi, Franco Miroglio, Aldo Moltifiori, Maurizio Montagna, Costantino Morello, Giuseppe Motta, Giorgio Mussa, Andrea Olivelli, Gilberto Oneto, , Ugo Palaoro, Paolo Pamini, Alessia Parma, Patrizia Patrucco, Mario Predabissi, Elena Percivaldi, Angelo M. Petroni, Mariella Pintus, Daniela Piolini, Guglielmo Piombini, Giulio Pizzati, Francesco Predieri, Quirino Principe, Ausilio Priuli, Leonardo Puelli, Alberto Quadrio Curzio, Laura Rangoni, Igino Rebeschini-Fikinnar, Romano Redini, Patrick Riondato, Andrea Rognoni, Rocco W. Ronza, Giuliano Ros, Maurizio G. Ruggiero, Sergio Salvi, Oscar Sanguinetti, Rossana Sapori, Lamberto Sarto, Gianni Sartori, Gianluca Savoini, Massimo Scaglione, Laura Scotti, Ermanno Serrajotto, Alessandro Severi, Leo Siegel, Marco Signori, Giovanni Simonis, Stefano Spagocci, Marcello Staglieno, Carlo Stagnaro, Alessandro Storti, Silvano Straneo, Giacomo Stucchi, Stefano Talamini, Candida Terracciano, Tito Tettamanti, Stefano Tomiato, Mauro Tosco, Fabio Trabucco Ratto, Claudio Tron, Nando Uggeri, Fredo Valla, Ferruccio Vercellino, Giorgio Veronesi, Antonio Verna, Alessio Vezzani, Alessandro Vitale, Eduardo Zarelli, Davide Zeminian, Antonio Zòffili, Marino Zorzi.

Spedizione in abbonamento postale: Art. 2, comma 34, legge 549/95 Stampa: Ala, via V. Veneto 21, 28041 Arona (NO) Registrazione: Tribunale di Verbania: n. 277

I «Quaderni Padani» raccolgono interventi di aderenti a “La Libera Compagnia Padana” ma sono aperti anche a contributi di studiosi ed ap- passionati di cultura padanista. Le proposte vanno indirizzate a: La Libera Compagnia Padana. Il materiale non viene restituito. Quad69-70cop2 25-02-2008 14:34 Pagina 4

❝Con il consenso della gente si può fare di tutto: cambiare il governo, sostituire la bandiera, unirsi a un altro paese, formarne uno nuovo❞