TESTIMONIANZA D’AUTORE L’odore di casa senza quel confi ne di Diego Zandel Il ponte del primo maggio l’ho trascorso sul Quarnero. Mi sono sorbito otto ore di autostrada per arrivare a Moschiena con famiglia e amici romani, che volevano vedere quelle par- ti attraverso i miei occhi, per non andare a caso, conoscere gli angoli segreti, fuori dal giro scontatamente turistico, le tratto- rie locali migliori. Ci tornavo dopo circa sette mesi. Nel frat- tempo una novità: il confi ne con la Slovenia abbattuto. A Ko- zina, luogo tradizionale del mio passaggio, erano rimasti solo i caselli delle guardie. Vuoti. Ma quel posto di frontiera non è come un altro, così legato com’è a quando lo oltrepassavo da bambino: lì c’era il confi ne con la Jugoslavia. Per me, per anni, ha rappresentato il confi ne tra due mondi, quello occi- dentale, libero, democratico, rappresentato dall’Italia, e quello oppressivo, dittatoriale, rappresentato dalla Jugoslavia comu- nista. Al di là di esso, nel mio immaginario alimentato dai ri- cordi dei miei genitori, cominciava la Cortina di Ferro.

DDELEL POPOLOPOPOLO

La Settimana della cultura fi umana

w Col cuore e con la mente w w .e to? È successo che si sono ripresi per un d di Luigi Barbalich it po' il tempo andato, rilanciando il passato, .h r iume. Sulla facciata di Palazzo Modello cam- per protestare e proporre il proprio presen- / la peggiano alcuni deliziosi striscioni dalla fog- te: metti un libro, poi una monografi a, poi an- v o gia – come dire ? – vagamente rinascimentale. cora un dizionario, una mostra, un altro libro, c F e

Ma che cosa ci stanno a fare in questi giorni di calcio una rappresentazione, una messa in italiano, una cultura totalizzante, a che cosa inneggiano che non sia l'EU- rivista, uno spettacolo, un concorso per ragazzi, una

RO 2008? È che per San Vito la Comunità Italiana festa, un torneo. Tutto questo e altro per la Settima- An della città liburnica sta celebrando la seconda Setti- na: giovani, meno giovani e decani del fi umanesi- no mana della cultura fi umana e la visibilità vuole – e mo, “stanziali” e “pendolari”, si sono ritrovati per IV 08 • n. o 20 ottiene – la sua parte. condividere il rito delle uguali radici. Momenti an- 6 • Martedì, 24 giugn Questo il messaggio diretto che la gigantogra- che emozionanti, ma i Fiumani sono dei mitteleuro- fi a del Moretto fi umano propone al passante, spes- pei pragmatici, ragion per cui si è badato al concre- so ignaro della storia della città, per il quale Kobler to: la storia della città l'abbiamo fatta (anche) noi, e Il primo viaggio lo feci con mia madre. Fuggita da Fiume può essere solo il nome di una piazzetta in Citta- lo rivendichiamo attraverso le nostre testimonianze, con mio padre nel luglio del 1947, aveva lasciato i genitori e i vecchia; ma all'interno, all'interno del “Circolo”, nel attraverso i nostri atti passati, presenti e futuri. Non fratelli. Erano anni che non li vedeva. Ma la nostalgia dei suoi cuore e nella mente dei Fiumani, che cosa è accadu- certamente contro qualcuno o qualcosa, ma per ri- cari era tale che, vincendo grandi resistenze interne, dettate proporre a tutti un lascito di civile fi umanità che an- dalla paura dei “druzi”, decise di affrontare il viaggio. Passa- che la maggioranza, per fortuna, sta (ri)scoprendo. porti, visti. Settimane per ottenerli. La mamma ed io soli. Papà Ancora una volta – va detto anche questo – la Co- doveva lavorare. munità degli italiani di Fiume ha dato un esempio, La primissima volta in realtà non si passò per Kozina. una lezione di stile e di inventiva. La Settimana é L’automobile non ce l’avevamo e alla corriera non s’era pen- stata un succedersi di una quindicina di avvenimen- sato; forse la linea, in quegli anni Cinquanta, ancora non ti, parte all'insegna dell'intrattenimento ma in buona c’era. Si andò con il treno. Papà ci accompagnò alla stazione parte di grosso spessore culturale, sia per i temi, sia Termini, al treno delle 22.45 per Trieste. Prendemmo le cuc- per gli interventi che per i personaggi. cette e già quei lettini che lasciavano intravedere la lunghez- Vanno ringraziati Agnese, Erna, Rosy, Robi, Gui- za del viaggio rappresentavano un’emozione. Ci svegliammo do, Amleto, Marino, Rodolfo, Francesco e tutti gli al mattino presto, con soste alle stazioni che portavano nomi altri che con merito hanno regalato a Fiume una Set- come Portogruaro, San Giorgio di Nogaro, Monfalcone e che timana così spettacolare e beneaugurante, con una segnavano l’avvicinamento a Trieste. Dopo le pietraie del Car- proposta, anzi due. La prima: in questi giorni nel so, comparve il golfo e poi il bianco, fatato Castello di Mira- Padovano c'è stato il consueto Raduno dei Fiumani. mare, a cui il mare, di un azzurro intenso, faceva da sfondo. Sarebbe bello in futuro preparare una partecipazione La mamma era lì, con lo sguardo fuori del fi nestrino a indi- concordata, possibilmente numerosa, di rimasti (ma- carmi ogni cosa. Quando il treno passò sotto il Faro della Vit- gari con l'ausilio dell'Unione Italiana), così come è toria, sembrava gigantesco, bello in tutta la sua retorica alata. stata consistente la presenza degli andati alla Setti- E poi le case di Trieste, i magazzini della Dreher o della Stock, mana della cultura fi umana in riva al Quarnero. La prima di arrivare in stazione. Odore di casa per mamma. seconda: Comunità degli italiani e Libero comune Dopo alcuni giorni trascorsi a Trieste, in casa di una sorel- di Fiume in esilio potrebbero promuovere la collo- la della nonna, riprendemmo il treno, questa volta per Fiu- cazione di un busto o una targa raffi gurante il Moret- me. Poco più di settanta chilometri che avremmo compiuto in to - ormai assunto fra i simboli della Città e dei suoi quattro, cinque ore. abitanti - nella piazzetta del Duomo, la stessa intorno “Andrà tutto bene, vedrai” rassicurava la zia. alla quale un tempo prosperava la famosa orefi ceria “Purché non facciano del male al bambino” dei morettisti fi umani. “Ma no!” Erano esagerazioni. Ma quando oltrepassammo il confi ne, con la dogana, prima quella italiana, poi quella jugoslava, i ti- mori ritornarono tutti. Sul treno i poliziotti jugoslavi salirono Intervista con armati di pistole e manganelli. Sembrava che fossero lì per ar- restare qualcuno. Giacomo Scotti Segue a pagina 6 Nelle pagine 4 e 5 2 cultura Martedὶ, 24 giugno 2008

CONVEGNO & VOLUME / Sconfi namenti: passaggi, soglie nella scrittura delle donne Esperienze femminili di frontiera

l volume Sconfi namenti. Con- loro performances narrative, il loro sto volume, mentre nella seconda e cando di trasformarla in una copia fi ni, passaggi, soglie nella collocarsi su «confi ni fl uttuanti» an- nella terza parte si lanciano diverse della vita reale; ciò che cerchiamo Iscrittura delle donne a cura che nelle narrazioni e nelle scrittu- provocazioni, esplorando altrettante nella letteratura non è la realtà, ma di Adriana Chemello e Gabriella re che ne hanno fatto le donne. Con possibili espansioni delle temati- un’epifania della verità”. Musetti, esce in questi giorni per la consapevolezza, come ha magi- che al centro del convegno. Punto Il molteplice materiale prodotto Il Ramo d’Oro Editore di Trieste. stralmente insegnato Maria Zam- di partenza delle analisi e luogo di ed elaborato è presentato in tre Se- Sono gli atti del VI Convegno Na- brano, che anche l’esperienza del- confronto su cui misurare le osser- zioni dedicate rispettivamente alle zionale della Società Italiana delle l’esilio può acquisire «una dimen- vazioni è stata la letteratura: vero sessioni plenarie, al lavoro svolto Letterate svoltosi a Trieste alla fi ne sione straordinaria di vita, di pen- spazio di relazione, rifl essione, li- nei workshops, agli eventi collate- del 2005. Il tomo esce in “Elicriso”, siero, di visione». bertà e azione politica, frequentato, rali precedenti e successivi al con- una collana. che coniuga narrativa, Il VI Convegno Nazionale del- e da tempo, dalle donne. Proprio la vegno. La prima sezione del volu- saggistica, biografi e, espressamen- la Società Italiana delle Letterate ha letteratura capace di essere, di vol- me riporta gli eventi delle sedute te dedicata alle donne. Il tema è im- cercato di tematizzare tutti questi ta in volta, testimonianza, denuncia, plenarie, dando voce a donne che plicito nel titolo, si parla di frontiere fenomeni, in una città che per col- rappresentazione, luogo di confor- con modalità ed esiti diversi hanno e di confi ni, di attraversamenti e di locazione geo-politica è stata con- to, analisi, confronto, ricomposi- abitato e/o attraversato molteplici esplorazioni, attraverso molteplici siderata «di frontiera» negli anni zione, esperienza intima. Una let- confi ni. Lo spazio della ex-Jugosla- aspetti e soprattutto nelle narrazio- della guerra fredda e che ora, dopo teratura da interpellare per rinvenire via, i confl itti dei Balcani, quello del ni e nelle scritture che ne hanno fat- la recente riconfi gurazione della fi - sempre nuove cartografi e, per ritro- Libano e quello tra Israeliani e Pale- to le donne. Ecco, in sintesi, alcuni sionomia geografi ca e politica dei varvi inediti percorsi di senso, per stinesi, abitano le parole di Jozefi na aspetti su quanto riportato in questo Balcani e l’ampliamento dell’Unio- formulare domande che, pur nelle Dautbegović, poetessa di Sarajevo, volume e nel convegno triestino. ne Europea è un laboratorio privi- Quando si attraversa un confi - lacerazioni che contraddistinguono di Svetlana Slapšak, intellettuale Parlare di “confi ni” e di “fron- legiato per un confronto tra Est e ne si va verso l’ignoto, con tutte le l’inizio del terzo millennio, siano in femminista di Belgrado, di Hoda tiere” signifi ca riferirsi sia a terri- Ovest. Nelle relazioni di scenario e possibili declinazioni di ansia, pau- grado di indicare passaggi, costruire Barakat, scrittrice libanese, di Ma- tori reali, rappresentati nelle map- negli approfondimenti dei numerosi ra, ma anche con senso di avventu- ponti e relazioni di pace. nuela Dviri, scrittrice che vive a Tel pe geopolitiche dei continenti, sia workshops, inseguendo le narrazio- ra, desiderio di scoperta, gioia di in- Una domanda attraversa con in- Aviv, di Monica Bulaj, fotografa, ai molteplici signifi cati simbolici ni e le fi gurazioni di scritture di don- trapresa e di proiezione verso l’in- sistenza le pratiche di lettura e di antropologa di Varsavia. Alle con- e alle diverse fi gurazioni elabora- ne con esperienze di “soglie” geo- cognito. Ma il confi ne può segnare scrittura: «Quanto, e a quali condi- versazioni si affi ancano le relazio- te da soggetti che nell’attraversare grafi che, politiche, linguistiche, cor- un territorio già conosciuto, nel qua- zioni, la letteratura può essere por- ni di Cristina Benussi, Anna Maria i confi ni sono stati segnati interior- poree, nel territorio della letteratura le si entra con nuova consapevolez- tatrice e operatrice di invenzioni, di Crispino e Rita Calabrese. mente da perdite, sottrazioni, lace- si sono proposte situazioni di transi- za e scelta, o un esilio, un distacco, pratiche di pace, di esercizi di tra- Una video intervista inedita razioni, esperienze interiori spesso to e di attraversamento, a partire da un allontanamento necessario, una sformazione e di orientamento per a Elfriede Jelinek, viennese slava dolorose. una questione primaria, quella della privazione, un abbandono. È l’at- costruire, mentre lo si immagina, un ebrea – come si defi nisce lei stes- La vita di ogni essere umano è lingua. Un mese di manifestazioni, teggiamento mentale e la presa di mondo diverso?» sa - premio Nobel per la Lettera- un attraversamento più o meno con- eventi culturali, spettacoli, incontri coscienza di compiere un attraver- Anna Maria Ortese parla in pro- tura 2004, condotta magistralmente sapevole di “confi ni”: i passaggi e dibattiti connessi al tema, ha fatto samento che cambiano la prospet- posito di «aggiunta e mutamento», da Renata Caruzzi, completa questo delle età, le esperienze fondanti a li- da cornice, in diversi luoghi della tiva e danno nuove dimensioni al- mentre in anni a noi più vicini, Azar giro d’orizzonte, incentrando l’at- vello emotivo, psicologico e sessua- regione, al convegno. Anche di que- l’esperienza. Ogni territorio può es- Nafi si con il suo Leggere Lolita a tenzione sul rapporto donne-scrit- le, i percorsi della bildung, le soglie ste manifestazioni si dà conto nel sere osservato da molteplici angola- Teheran, racconta una situazione tura a partire dalla questione lin- culturali, i mutamenti sociali, politi- presente volume. ture e anche la non appartenenza, la in cui la pratica di parola si fa prati- guistica intrecciata alla faticosa co- ci e civili, il confronto con la morte. Se i confi ni possono essere pen- transizione continua, il nomadismo ca di relazione e diventa la leva per struzione della propria soggettività. Partendo dai signifi cati plurimi sati come un limite o una soglia, o l’essere “senza luogo”, sono fi - salvarsi dalla morte civile. Le narra- Nella seconda sezione, si offre alle che connotano oggi la parola “con- qual è, e soprattutto, come avviene gure contemporanee nelle quali le zioni e la possibilità di raccontare / lettrici e ai lettori un resoconto fe- fi ne” e dalle fi gurazioni che essa ha l’esperienza dell’attraversamento? donne si riconoscono o riconosco- raccontarsi, consentono di afferma- dele, pur nella esiguità dello spazio generato, il VI Convegno Naziona- L’esperienza femminile del passag- no parti del proprio cammino. Tran- re e riaffermare la vita nonostante disponibile, delle questioni e del- le della Società Italiana delle Lette- gio di confi ne o di soglia può essere sizioni tra mondi, culture, lingue, la sua precarietà, la sua quotidiana le interlocuzioni emerse dalla par- rate ha esplorato, attraverso molte- raccontata, letta, interpretata, vissu- classi, generi. instabilità (soprattutto nei luoghi di tecipazione vivace e coinvolta ai plici esperienze di vita, di culture, ta, in modi diversi, attraverso mol- Si sono messi in rilievo nodi confl itto). Nel contempo ricorda di workshops che si sono alternati con di territori “di frontiera”, le map- teplici chiavi di lettura e pratiche di particolarmente scottanti, di cui si “non sminuire mai, in nessuna cir- le sessioni plenarie. pe delle soggettività «migranti», le relazione. dà conto nella prima parte di que- costanza, un’opera letteraria cer- Francesco Cenetiempo NOVITÀ IN LIBRERIA Usciti nuovi titoli sul fronte del Carso e su D’Annunzio a Fiume Pubblicato a Roma il libro di Juri Fresco di stampa, nelle librerie larono le loro vite in quella terribile Katie Hickman si presenta con italiane è comparso il libro di Fran- tragedia ed una guida, per certi versi Il giardino delle favorite (Garzan- co Juri intitolato Ritorno a Las escursionistica, che permetterà nel ti libri), avvincente giallo, denso di Hurdes – Guerre, amori, cicogne contempo di visitare, in tutta sicu- descrizioni e di particolari come un nere e istriani lontani (Infi nito edi- rezza, quelle trincee spesso oramai romanzo storico, comprende tutti gli zioni), diario personale di una storia nascoste dal tempo e dalla natura, ingredienti per appassionare il letto- molto vicina. “La biografi a di un’in- un tempo siti d’aspri e cruenti com- re. Con penna sapiente l’autrice de- tera generazione seppellita dai suoi battimenti, ora quieti sentieri da ri- scrive un mondo fatto di chiaroscuri stessi sogni, che ancora sopravvive, scoprire e percorrere con tranquillità e acquerelli rosso porpora. La sen- nonostante tutto, ma lo fa sul ciglio sul bellissimo altopiano carsico. sualità e il mistero, la passione e il di un baratro, stupita dinanzi al pas- Claudia Salaris in Alla festa brivido, si mescolano per comporre sato e al futuro, ugualmente sviliti della rivoluzione. Artisti e liber- una maiolica translucida, sulla qua- il fascino di una città esoterica. Tra sai complicata psicologia. Sono go- da un presente turpe, che nega ogni tari con D’Annunzio a Fiume (Il le si rifl ettono le luci di un impero, arte realtà e storia non è la realtà a dibilissime da leggere queste picco- passione” scrive Nelida Milani nella Mulino) descrive l’impresa fi umana quello ottomano, che conserva an- vincere sull’arte ma piuttosto la vita, le e grandi disavventure di un inse- prefazione. Franco trova il bisogno (1919-1920) come un episodio pre- cora oggi tutto il fascino dei suoi intesa nel senso della passione, del- gnante originale, che si riconferma di fi ssare tutto questo magma in un cursore del fascismo che coagulò millenari segreti. Utilizzando sa- la beffa, della forza di chi sa di es- senza dubbio un grande scrittore, un volume, in fretta, perché il ricordo una quantità di esperienze diverse, pientemente la sovrapposizione dei sere comunque sconfi tto. Nelle pa- autore che ha molto da raccontare non si perda e la verità non sia ma- di ansie di ribellione, di velleità ri- piani narrativi e dei diversi punti di gine fi nali del volume si svela cosa e che lo fa nel modo migliore, riu- nipolata dai seminatori di zizzania voluzionarie. Da quest’ottica, que- vista dei protagonisti l’autrice fa im- è accaduto della collezione di por- scendo sempre a stupire e deliziare costruttori di nuovi confl itti. Il libro sto pezzo di storia viene visto come mergere il lettore nella storia in ma- cellane di Utz dopo la sua morte e i suoi lettori. nasce soprattutto da questo: dal bi- un lungo e febbrile carnevale all’in- niera graduale. La sensazione che si si scopre chi veramente fosse quello Presentato come un thriller sin- sogno di liberarsi di un fardello, di segna della festa e della provocazio- ottiene è quella di aver spiato, attra- che appariva come un ometto insi- golare Deveti život Luisa Draxa mettere ordine negli scaffali della ne, in linea con le avanguardie del verso una fi tta graticola dorata, al- gnifi cante. (Algoritam) di Liz Jensen, in real- memoria. tempo, ma anche come un momen- l’interno di un mondo misterioso e Uscito anche il terzo romanzo tà è molto di più: è la storia di un A novant’anni dall’inizio del to “insurrezionale” come lo sarà il inaccessibile, un harem che custodi- autobiografi co di Frank McCout bambino di nove anni che per nove primo confl itto mondiale esce Trin- Sessantotto. Il volume rivisita l’av- sce le meraviglie del creato e, insie- in titolato Učitelj (Algoritam) in volte ha rischiato seriamente la vita cee Nascoste – Sul Carso triestino, ventura fi umana da questa partico- me, le sue passioni più buie. cui la leggerezza, l’ironia e la co- ed è sempre sopravvissuto; trascorre goriziano e sloveno (Transalpina lare angolatura: attraverso le testi- Nelle librerie croate segnalia- micità che caratterizzano il suo sti- la sua “nona vita” sul lettino di una editrice) di Roberto Todero, Fran- monianze anche letterarie di prota- mo il volume Utz (Sysprint) di le narrativo si fondono in una lettura corsia d’ ospedale dopo essersi mi- co Bottazzi, Gianni Cabrera, Paolo gonisti noti o dimenticati, racconta Bruce Chatwin dove ricompare il piacevole, che emoziona, fa rifl ette- steriosamente ripreso dalla morte Pollanzi e Bruno Scarcia, una pub- Fiume dalla parte degli “scalma- tema del viaggio, ma si tratta di un re e sorridere. La narrazione scor- cerebrale che gli era stata diagnosti- blicazione nata con l’intenzione di nati” che vi accorsero a vivere una viaggio che si trasforma nella testi- re sui fi li della memoria pubblica cata. Un libro drammatico, partico- dare il dovuto omaggio e a non di- vita-festa fatta di bravate futuriste e monianza di una perdita. Qui nien- dell’insegnante e di quella privata larissimo e scritto molto bene, ma, menticare quegli uomini la cui sto- di utopie, di trasgressione sessuale e te è defi nitivo, rinchiuso per sempre dell’immigrato irlandese. Un coin- al tempo stesso, lieve, proprio come ria è ancora là sul Carso a portata di pirateria, di gioco e di guerra. In nella sua forma, neanche le porcel- volgimento totale, dai ritratti colo- lo spirito di Luis, costretto a vivere di mano. Un’opera diversa dal tra- questa luce, Fiume diviene un capi- lane per le quali il protagonista ha riti dei moltissimi rissosi e pestife- la sua “ultima” vita con l’atteggia- dizionale, che vuole essere insieme tolo signifi cativo di quella cultura la passione maniacale di un eretico. ri alunni incontrati sulla sua strada, mento disincantato di un bambino un libro per ricordare i tanti “poveri della rivolta che ha caratterizzato il Dietro la realtà tetra di Praga si sve- di cui descrive con acume e grande estremamente intelligente. uomini”, d’etnie diverse, che immo- Novecento. la un mondo labirintico che ha tutto profondità le imprese e la spesso as- Viviana Car Martedὶ, 24 giugno 2008

MOSTRE /Retrospettiva di Slava Raškaj ai Klovićevi dvori di Zagabria I fremiti di un’anima impressionista di Helena Labus lava Raškaj occupa un posto ria zagabrese Klovićevi dvori, in oc- del tutto particolare nella sto- casione del 130.esimo anniversario Sria dell’arte croata, non solo dalla sua nascita, avvenuta nel 1877. come una delle poche donne che La mostra inquadra il suo percorso nella seconda metà del XIX secolo artistico dai primi disegni e guazzi, riuscirono a farsi un nome nel mon- dalle prime esercitazioni nella tecni- do dell’arte, ma anche come autrice ca dell’acquarello fi no ai capolavo- di uno degli opus artistici più lirici ri realizzati nell’arco di pochi anni e intimi che adornano i musei della della sua attività. L’esposizione si Croazia. Sordomuta fi n dalla nasci- apre con una piccola serie di dise- ta, Slava lasciò una serie notevole gni che la pittrice realizzò da bam- di opere attraverso le quali espres- bina, durante gli otto anni trascorsi a Ozalj, 1899 se i fremiti più profondi della sua Vienna nell’Istituto per i sordomuti, gli acquerelli “Paesaggio” e “La torre anima. La parte migliore della sua ovvero dal 1885 al 1893. In questo d’entrata della Cittavecchia di Ozalj”. tre agli splendidi acquerelli, la mo- opera sono gli acquerelli che con la periodo, all’Istituto le viene impar- Particolarmente affascinanti e delica- stra comprende pure una serie di oli loro fl uidità e trasparenza si confor- tita una solida educazione artistica. ti, meditativi e intimistici sono i pae- su supporto di legno con motivi fl o- mavano perfettamente alla sua sen- Slava si dedica a temi che le sono Albero nella neve,1900 saggi invernali, nei quali l’artista ren- reali, nei quali si nota, però, una cer- sibilità. All’epoca, la tecnica fu con- particolarmente vicini, ossia a mo- de in modo eccezionale i passaggi co- ta rigidità nel tratto e nelle forme, in siderata “infantile”, ma Slava seppe tivi vegetali, nature morte, studi di morta con ventaglio e conchiglia”, loristici del bianco. Ne sono esempio contrasto con la fl uidità e la freschez- darle una posizione dignitosa. Oggi- teste in gesso, fi ori e oggetti che la “Natura morta con una stella mari- i bellissimi acquerelli “Albero nella za degli acquerelli. Nel 1900, sotto giorno, Slava Raškaj viene conside- circondano, esprimendosi sempre na”, “Tazze per il té con una botti- neve”, “Paesaggio invernale/Porta” l’infl usso dello stile Liberty, nascono rata a pieno merito come la miglio- di più con l’acquarello. Col passare glia di rum” e altri, nei quali Slava e “Panchine nella neve”, nei quali è i dipinti di fi ori di loto, caratterizzati re acquerellista della storia dell’arte del tempo acquisirà una tale padro- applica i principi dell’accademismo stata colta maestralmente l’atmosfe- da un colorito raffi nato e dalle forme croata. nanza della tecnica che inizierà a di- nel colorito scuro che predomina nei ra di un giorno invernale, il silenzio eleganti. È questo l’anno in cui Slava Un’ampia selezione delle sue pingere all’aperto, creando immagi- dipinti. Con il tempo, però, i suoi ac- e il freddo che regna nella natura. Ol- scopre il pastello e introduce la fi gura opere si può visitare in questi gior- ni di stampo propriamente impres- querelli acquisiranno sempre più luce umana nella sua arte. Usa il pastello ni negli spazi espositivi della galle- sionista. Diventerà la pittrice della e colore. Ne sono prova opere come con disinvoltura, realizzando compo- luce e dell’acqua, saprà cogliere con “Paesaggio con il bosco” e il piccolo sizioni piene di luminosità e di colore ineguagliabile maestria i più delica- “Paesaggio”, nel quale Slava offre la nei quali prende come motivo i bam- ti cambiamenti di colore nei paesag- sua visione del castello di Ozalj, uno bini nei prati e nei campi. Particolar- gi che dipingerà, creando acquerelli dei suoi motivi preferiti, con in primo mente emotivo e intimo è il “Ritrat- ricchi di sfumature, fatti di delicate piano la cascata e il mulino. In que- to della bambina sordomuta”, che ci pennellate e di trasparenze. sta piccola opera, la pittrice si limita rende partecipi della vita interiore Al suo ritorno a casa, nel paese a due o tre tonalità di colore, mentre della ragazzina, tutta luce e colore. natio Ozalj, il talento di Slava ven- il bianco acquisisce un ruolo sempre Tra le opere nate nel 1900 si trova ne notato dal locale insegnante Ivan più importante nella concezione co- pure il bellissimo e famoso “Autori- Otoić-Muha, il quale consigliò ai loristica del dipinto. Con il tempo, i tratto”, uno dei capolavori della pit- Raškaj, una famiglia benestante di suoi acquerelli diventeranno sempre trice sordomuta e una delle massime nobili origini, di mandare la ragazza più raffi nati, giocando sul monocro- espressioni della sua arte. La mostra a Zagabria a studiare pittura. Slava matismo e su una liricità sempre più di Slava Raškaj, un’artista la cui ope- arrivò a Zagabria nel 1896 e vi tra- pronunciata. Nelle tonalità del verde, ra rimase in disparte per tanto tempo, scorse quattro anni. Studiò nell’ate- Slava dipingerà gli acquerelli “La valorizza in modo analitico la gran- lier del rinomato pittore Bela Csikos Kupa nei pressi di Ozalj” e “Vista dezza del talento della giovane pit- Sessia, dove venne per la prima vol- sulla Kupa”, in innumerevoli tona- trice di Ozalj, che si spense nel 1906 ta in contatto con gli acquerelli rea- lità del rosso saranno invece resi i a soli 29 anni, lasciandosi dietro uno Ritratto di una bambina lizzati all’aperto. Da questo perio- motivi “Cittavecchia”, “Paesaggio”, degli opus più signifi cativi nella sto- sordomuta, 1899 do datano acquerelli come “Natura “Venezia”, “Pergola”. Azzurri sono ria dell’arte croata. Fiori di loto III, 1898 Positivo il bilancio della rassegna di Monfalcone Absolute Poetry: buona anche la terza È risaputo che oggi la poesia non vende. Non si vendono Azzeccato il sottotitolo del festival: “Cantieri Interna- né i libri né le raccolte di versi, e in un mercato sempre più zionali di Poesia”. Infatti la rassegna ha proposto una serie diffi cile, in cui anche la letteratura di largo consumo spesso di ospiti italiani e internazionali (alcuni dei quali per la pri- annaspa, sono pochissime ormai, almeno in Italia, le grandi ma volta in Italia) impegnati a sorprendere, incantare e cat- case editrici che puntano sulle collane di poesia. Tempi duri turare il pubblico ciascuno con le sue strategie spettacolari e per la poesia? No, anzi. La percentuale di persone che si dedi- performative, riprendendo a volte un concetto poetico di an- ca ad essa è sempre molto elevata e non si tratta solo dei poe- tiche radici ma di nuove possibilità, un modo di fare poesia ti. A fronte delle diffi coltà sul versante editoriale, la poesia che si trasforma, si rinnova e si modifi ca. In rappresentanza raccoglie invece consensi e pubblico quando diventa appun- della poesia del nostro territorio sono sfi lati Ugo Pierri e la tamento conviviale attraverso reading, incontri con gli auto- sua poesia operaia, Antonella Bukovaz con la sua visionaria ri, festival, quando insomma si fa spettacolo. Dal grande at- femminilità e il più grande dei poeti sloveni contemporanei, tore che recita in teatro i versi più famosi (pensiamo a Vitto- Tomaš Šalamun. Dal resto d’Italia e dall’estero sono arrivate rio Gassman) fi no alla nuova fi gura del poeta-performer che le nuove tendenze della parola di Jolanda Insana, dello sviz- interpreta pubblicamente le sue creazioni, la poesia è capace zero Christian Uetz, della libanese Joumana Haddad e delle di essere una forma di intrattenimento anche molto popolare. numerose presenze statunitensi. Lo spettacolo è stato assicu- Ed ecco quindi il passaggio successivo: il festival dedicato rato dal “Poetry Slam” internazionale dedicato quest’anno alla poesia. alla nave, che ha scatenato un pubblico appassionato eletto a A Monfalcone da pochi giorni si è conclusa la terza edi- giudice esplicito della gara tra i poeti: assieme ai contenden- zione di “Absolute Poetry”, rassegna diretta da Lello Voce ti, l’americano Marc Kelly Smith, che del Poetry Slam è stato che propone una serie di esibizioni e appuntamenti con poeti, l’inventore, ha trascinato lo stesso pubblico in una straordina- musicisti e artisti vari. Quella che si vede e si ascolta a Mon- ria performance ritmica e divertita. falcone è soprattutto la poesia di oggi, con un occhio partico- Anche la musica è tornata sul palcoscenico con i Word- lare a chi, in Italia ma non solo, sperimenta e contamina i ver- song dal Portogallo, l’omaggio a Fabrizio de Andrè, la raffi - si con le nuove tecnologie, la musica e si spinge fi no alla per- natezza dello spettacolo dedicato a Patrizia Vicinelli che ha formance. Sostenuto dalle istituzioni regionali e provinciali, visto accanto ai versi della grande poetessa scomparsa gli in- “Absolute Poetry” non a caso si svolge a Monfalcone. La cit- terventi musicali di Paolo Fresu, Dhafer Youssef e Antonel- tà dei cantieri, infatti, può permettersi di puntare sul contem- lo Salis e “Miserere”, miscuglio di versi, musica e tecnologia poraneo senza rischi perché non ha grandi tradizioni cultura- ideato e interpretato da Canio Loguercio con la cantante e La poetessa e performer americana Lydia Lunch li alle spalle che, oltre che un patrimonio, possono rivelarsi a sperimentatrice vocale Maria Pia De Vito e il pianista Rocco volte un ostacolo che impedisce di provare nuovi contenuti De Rosa. Curiose poi la performance di Marcel Antunez che artistiche e poetiche locali: dalla tavola rotonda sulla poesia e nuove forme. Il pensiero corre, per non andare lontano, a ha spiazzato il pubblico con le sue creazioni ironiche e spie- bisiaca a cura di Ivan Crico, a quelle sulla poesia contempora- Trieste e a Gorizia, forse fi n troppo ancorate a manifestazioni tate che nel nome della cibernetica assemblano movimento, nea del Friuli Venezia Giulia, coordinata da Roberto De De- di stampo classico e ai grandi nomi del passato, un po’ cristal- immagini e suoni, e l’esibizione di Lydia Lunch, forse l’ospi- naro, e sulla poesia contemporanea slovena, a cura di Darja lizzati, che a volte non permettono alle nuove forze di emer- te più attesa del festival, icona della trasgressione, della pro- Betocchi. E per cinque giorni Monfalcone è diventata un’of- gere e di farsi valutare sul campo. Monfalcone invece ricer- vocazione e della rabbia che, ipnotizzando con la sua voce fi cina creativa, un luogo di sperimentazione artistica, dove i ca il contemporaneo anche nelle arti (rassegne di video-arte, grave e viscerale, ha interpretato in modo aggressivo e scioc- cantieri, per questa volta almeno, hanno prodotto emozioni mostre) e nel teatro (la nuova drammaturgia italiana ospite cante i lati più scabrosi e violenti della società d’oggi. Molto dagli infl ussi eclettici. fi ssa del cartellone del Teatro Comunale). interesse anche per gli eventi che hanno approfondito le realtà Corrado Premuda 4 Martedì, 24 giugno 2008 cultura Martedì, 24 giugno 2008 5 GENTE NOSTRA, GENTE DI CULTURA / GIACOMO SCOTTI / Il letterato e saggista compie ottant’anni «Non mi sono mai pentito di essere venuto qua»

di Silvio Forza fi ne della guerra mi trovavo a Mon- gli Italiani. Mangiavo in una mensa rà a Goli Otok. Comunque eravamo i comunisti che troppo onesto non lo falcone. Così sono andato a lavora- operaia. una trentina in tutto. era tanto. Onesti erano Flego e Ma- oeta, ricercatore in campo re a Ronchi dei Legionari presso un Poi la mandano a Fiume, la Nel 1951 la spostano di nuo- rio Jadreicich, un comunista vero che storico, scrittore per l’infan- signore che aveva un’offi cina per le prima volta. vo a Pola ci stava sempre addosso. Il rapporto con Alessandro Damiani Pzia, giornalista, traduttore. riparazioni di biciclette e altre cose Sì, mi mandano a Fiume, mi di- Sì, quando andò in disgrazia E Francesco, che è poi diven- Alessandro Damiani l’ho conosciuto quando lui lavorava al Divulgatore e polemista. E poi an- il quale voleva addirittura adottar- cono di presentarmi al compagno Bruno Flego che era il capo della tato Franjo Nefat, primo sinda- Dramma Italiano. Era venuto qua già nel 1948 con le brigate cora antifascista, “italiano vero”, mi perché gli ero simpatico. Era Erio Franchi, direttore della “Voce redazione di Pola. Socialista, sem- co di Pola jugoslava, l’ha cono- giovanili, poi è rientrato in Italia per ritornare successivamen- animatore culturale ma anche per- una famiglia comunista”. del Popolo”. Lui mi fa fare il corret- pre dalla parte degli operai, Fle- sciuto”? te defi nitivamente a Fiume. Siamo diventati amici e siamo sta- sona politicamente impegnata nelle Dunque abitava a Ronchi, tore di bozze e mi manda a lavorare go aveva criticato alcuni fenomeni Sì, l’ho anche intervistato. Lui ti molto vicini per tutto il periodo in cui abbiamo lavorato al- strutture della Comunità Nazionale dove lavorava, era già animato da in tipografi a. Ogni due o tre giorni era stato più infl uente nel periodo l’EDIT. Lui è stato per un breve periodo alla “Voce”, poi è pas- Italiana di Croazia e Slovenia. Ri- ideali di sinistra, e poi c’è l’espe- bisognava fare il rapporto: da na- bellico. sato a Panorama. Ci hanno legato i vincoli della terra comune spettato da molti, contestato da al- rienza biografi ca legata alla per- poletano che ero e che sono rima- A Pola ottiene la cittadinanza dalla quale eravamo arrivati qua, il Meridione d’Italia, ci ha tri, Giacomo Scotti è senza dubbio manenza del fratello, marinaio a sto non ero inserito troppo nell’am- jugoslava. legato anche il comune amore per la letteratura. Lo considero uno dei personaggi più rappresen- Pola. Si sta dunque profi lando la biente, non facevo parte del par- E vado a fare il militare. A Za- ancora un grande amico, nonostante la vecchiaia, nonostante tativi della CNI, quasi un marchio, scelta jugoslava. tito, quindi non partecipavo alle gabria e Lubiana”. il fatto che lui si sia allontanato dalle strutture della minoranza una “presenza” senza la quale la Sì, le due cose si sono confuse. riunioni e mi esprimevo alla Ha avuto dei problemi”? italiana per motivi suoi. E qui, devo dirlo, c’è stato un errore persistenza della cultura italiana in Ad un certo punto dissi al titolare maniera mia. Era la maniera Ho avuto dei problemi a Lu- compiuto da parte di certe strutture che non hanno saputo con- queste terre è diffi cilmente immagi- dell’offi cina che avrei voluto porta- libera di un italiano qualun- biana legati alla crisi di testualizzare il problema. Questo è l’errore che si è sempre fat- nabile. Nato a Saviano (Napoli) nel re a termine gli studi scolastici, fi - que e nei rapporti cominciai Trieste. Andai dal colon- to e lo ripeto ancora oggi; bisogna considerare sempre cosa ha 1928, fa parte di quella schiera di nire il Liceo. Lui mi rispose più o a far notare che i giornalisti nello, gli chiesi di poter fatto, quanto ha dato a questa Comunità la persona che si è al- intellettuali italiani che dopo la fi ne meno così: ”guarda che qua io non facevano troppi errori di sin- parlare all’uomo, non lontanata. Bisogna coglierne il signifi cato, il valore, il peso. C’è della II guerra mondiale scelse di posso far nulla per te, ma se vai in tassi e ortografi a e di con- all’uffi ciale, e gli dis- stato un periodo in cui tutti o quasi tutti hanno fatto carriera vivere, per affi nità ideologica, nel- Jugoslavia ti faranno studiare.“ seguenza mi misero alla si che io, per quanto con il tesserino rosso. Tra questi non c’era Damiani, che ha fatto prova come giornalista. fedele alla Jugoslavia, carriera perché aveva in sé grandissime qualità di uomo e intel- Qualcuno mi disse “oggi non avrei sparato con- lettuale. Troppe volte perdiamo delle persone perché non le sap- Tanti mi dicevano di stare attento, Scotti vai a vedere il cantiere tro i miei fratelli italia- piamo valorizzare. dell’autostrada Mlaka – Can- ni. L’uffi ciale mi consigliò di stare zitto. Infatti compresi che in trida e scrivi quel che vedi”. E di non dirlo a nessun altro, ogni azienda, c’erano le spie. Però io vedevo la gente che si fermava pena il Tribunale militare, e mi troppo spesso, non lavorava, ogni spedì a lavorare in biblioteca. Lei arriva in Istria e a Fiume disse che non avrei mai più pubbli- devo dire la mia fede in un domani tanto si metteva là e fumava, e que- Come l’ha vissuta la in un momento in cui si sta edi- cato una parola. Però già in porto sto ho scritto. Insomma fi no a quel crisi di Trieste? fi cando il socialismo. Quali sono ho lavorato con un giornaletto”. migliore io non l’avevo persa momento in tutti gli articoli si legge- Sono stato molto state le sue prime impressioni? Quanto rimane lontano dal va che la norma era stata superata, male. Con me a Lu- Non essendo membro del par- giornale? la Jugoslavia di Tito: proprio come Come si chiamava quel signo- evviva il socialismo, ecc. ecc. Io co- biana c’era anche tito comunista, le cose le vedevo Quattro o cinque anni. Però Alessandro Damiani, Eros Sequi, re? munque continuavo a fare il il cal- dall’esterno. Devo dire che vedevo devo dire una cosa. Qua ci sono Sergio Turconi, Lucifero Martini Vittorio Zotich correttore di bozze: una società in cui comunque vive- delle persone alle quali si dovrebbe e, per altri versi, Mario Schiavato. E aveva dunque dei collega- ma quella vo molto meglio rispetto a prima, in dedicare davvero un monumento. Quest’anno Giacomo Scotti com- menti oltre confi ne sera vidi Campania, nella mia famiglia con- Dico subito un nome, Paolo Lettis, pie ottant’anni, l’età buona per rac- Sì, ma in quei tempi, non sol- tadina. Anche se si mangiava male, che è stato per lunghi anni capore- contare una vita vissuta abbastanza tanto da Monfalcone, ma anche da i miei ricordi privati di quel tempo dattore alla “Voce del Popolo”, il fuori del comune. Staranzano, Ronchi dei Legiona- sono belli: potevo andare al cine- quale non si è fatto mai mettere sot- Scotti, le vicende belliche dopo ri, Gradisca d’Isonzo, intere fami- ma, andare ai balli, e poi mi inna- to. Non era un uomo che prendeva il 1943 fanno sì che a fi ne guerra glie scelsero di varcare la frontiera. moravo facilmente. il telefono per chiamare il Komitet e lei si trovasse nell’area giuliana. Così anch’io mi sono incolonnato E i ricordi, diciamo, pubblici? prendere ordini. Era uno che pensa- Ad un certo punto decide di var- con due famiglie e ho passato il Ha avuto qualche dubbio sui me- va con la propria testa. Dopo i miei care la soglia di Gorizia. Perché? confi ne. Però, mentre loro riusciro- todi del nuovo regime? primi interventi, era stato lui (poi Un po’ per via delle vicende bel- no a proseguire, io fui fermato dal- Io ero molto critico e critica- seguito da Giovanni Radossi) a po- liche, un altro po’ causa motivi che la polizia. vo apertamente le cose che non mi lemizzare con Zvane Črnja e gli al- potrei defi nire famigliari. Mio fra- Che polizia“? piacevano. Tanti mi dicevano di sta- tri a proposito di Istria Nobilissima tello era uffi ciale della Marina da Quella jugoslava, la KNOJ. Così re attento, di stare zitto. Infatti dopo o del tunnel del Monte Maggiore. Guerra a Pola dove si è sposato. mi son fatto due mesi di un campo poco compresi che in ogni azienda, Lo aveva fatto per tutelarmi poiché Dopo la sua morte, avvenuta nel che chiamavano “baza emigrana- compresa la nostra redazione, c’era- io non ero membro del partito ed corso della battaglia marittima di ta” dove ogni giorno bisognava ri- no le spie. Però devo dire che il mio ero facilmente attaccabile. È grazie Capo Matapan il 28 marzo 1941, spondere agli interrogatori. entusiasmo, la mia fede in un doma- a Lettis, che era venuto a trovarmi naturalmente mio padre si pre- Dove si trovava il campo? ni migliore io non l’avevo persa. di persona al porto, se sono rientra- se cura di tutti i suoi fi gli: di una Il paese si chiama Vrhpolje, vici- E quando arriva la circolare to alla “Voce del Popolo”. Quando bambina di due anni e di un bim- no ad Aidussina. Peruško che impone di trasferi- me lo propose, gli dissi stupito che bo di cinque o sei anni che cantava Quando esce cosa fa, torna in re immediatamente nelle scuole “qui comanda il Partito, ti mette di sempre „el mio marì el xe bon, el xe Italia? croate tutti i ragazzi dal cognome qua, ti toglie di là, ti dà un calcio tre volte bon, ma solo la domenica No. Dopo avermi interrogato mi che suonava croato o slavo? nel sedere, fa di te quello che vuo- el me onsi col baston“. Ma a parte hanno mandato a Lubiana, dove un Di quella tremenda circolare le”, ma lui mi disse di non preoc- quest’episodio, una volta cresciuto tale Regent, che lavorava presso il parlai in una riunione del Fronte cuparmi. Così rientrai all’EDIT per compresi che dovevo aiutare la fa- ministero alla cultura, notò che me Qua ci sono delle persone alle quali si dovrebbe dedicare popolare perché proprio non la po- rimanervi fi no al 1970, quando an- miglia, anche perché erano morti la cavavo con la scrittura - perché tevo digerire. E come la dovevamo dai di nuovo in disgrazia. due miei fratelli maggiori uccisi dai già nel campo ci facevano scrive- davvero un monumento. Dico subito un nome, Paolo Lettis mettere con i tantissimi cognomi ita- Per quale motivo? tedeschi e un altro era stato fatto re i giornali murali, e io scrivevo liani in Dalmazia portati da auten- Scrissi un articolo per il “Picco- prigioniero dagli alleati e mio pa- poesiole - e così decisero di man- su cinque colonne il mio articolo. e denunciato alcune ingiustizie. In- ciatore Aldo Drosina di Pola che tici croati? Oppure Zambelli a Fiu- lo” di Trieste in cui, sotto le spoglie Poeta, narratore, favolista, d’adozione ed in particolare del tidiano “La Voce del Popolo” che dre era morto di crepacuore. Così darmi a Pola dove c’era l’Unione Non stavo più nella pelle, tremavo e vece di appoggiarlo, lo spedirono condivideva i miei timori. Seppi che me, tanto per fare un esempio? Pos- di una recensione del libro di Vla- saggista, storico, giornalista e territorio istro-quarnerino e del- accolsero contemporaneamente i ho lasciato il ginnasio, avevo fi nito italiana. allo stesso tempo ero troppo conten- a lavorare in miniera. Siccome, per a Fiume era stato assalito il Circo- so dire che quella volta è iniziata la dimir Dedijer su Tito, rendevo noti traduttore, Giacomo Scotti nasce la Dalmazia. suoi primi racconti. la quinta ginnasiale, e per guada- Quando? to che questo mio pezzo fosse fi nito altre ragioni, era stato allontanato lo Italiano di cultura e che avevano mia battaglia su questa faccenda, su alcuni particolari scottanti della a Saviano (Napoli) nel 1928. Af- Esponente di spicco della cul- Per la sua opera letteraria e gnare qualche soldo sono andato a Siamo già nel ’47, dopo il 16 in terza pagina. Dopo qualche gior- anche Romano Farina, nella reda- rimosso la bandiera italiana con la Francesco Patrizio, sulla tutela del- vita del Maresciallo. Mi attaccaro- fascinato dagli ideali del sociali- tura italiana in Istria e Quarnero culturale in genere a Scotti sono fare la “mascotte” con gli alleati. settembre, appena fi nita la grande no mandarono al posto mio a fare il zione polese avevano bisogno di un stella rossa. Feci a pugni con un ca- l’identità italiana in questi territori no anche in televisione e così me ne smo, subito dopo la fi ne del con- della quale esalta i valori, parte- stati conferiti numerosi ricono- Cosa vuol dire fare la mascot- ondata dell’esodo da Pola correttore quel giornalista che face- giornalista e mandarono me che ero porale che aveva detto che gli ita- misti, dove nomi e cognomi spes- dovetti andare. Devo dire però che fl itto mondiale volle raggiungere cipa attivamente alle attività del- scimenti nazionali ed interna- te? Dunque Pola è già diventata va un sacco di errori, un certo Del libero da legami familiari. Più tardi liani sono tutti fascisti. Mi misero in so si devono alla casualità. Anche grazie a Lettis, che mi aveva salva- la Jugoslavia attraverso il terri- l’Unione degli italiani. Denunzia zionali, tra i quali i premi inter- Facevo l’attendente della Capi- jugoslava quando arriva lei. Fabro, un friulano, e fui richiamato conobbi Flego molto meglio: era un prigione. Brutti ricordi. una volta tornato defi nitivamente a to di nuovo, e a Luciano Giuricin, torio di Trieste ma venne arre- le brutalità del regime passato nazionali Scritture di frontiera tanessa. Ero nella Royal Air For- Sì, defi nitivamente. E ho trova- defi nitivamente in redazione. tipo che mi è sempre piaciuto. Quali erano le sue aspettati- Fiume, nel 1964 feci una cosa simi- mantenni con “La Voce” una colla- stato per espatrio clandestino ed nella sua opera, forse quella più “Umberto Saba” nel 2004, Ca- ce, nell’aviazione, nella Raf con gli to una Pola deserta: la mattina, al Chi c’era allora alla “Voce”? Chi trovò a Pola? ve, Trieste italiana o Trieste ju- le: scrissi che prima di diventare ju- borazione pagata a riga. incarcerato. Riesce fi nalmente elevata, “Goli Otok” dove descri- labria 2005, Sigillo d’Oro e la scozzesi, ero anche vestito da scoz- mercato di Pola, vicino a via Ceni- Erio Franchi, una persona mol- Claudio Radin, che era il più goslava? goslava Fiume era già stata austria- Dopo le esperienze da militare, nel 1947 ad entrare nel “paradi- ve le atrocità del campo di puni- cittadinanza onoraria di Mon- zese. E con gli alleati sono arrivato de, dove c’era la sede dell’Unione to colta, era stato partigiano. Poi anziano. Tra i collaboratori esterni Io non avevo alcune aspettative ca, ungherese, italiana. Il bello è che dopo l’esperienza della circolare so” socialista jugoslavo dove vive zione e di rieducazione del regi- falcone nel 2005, l’Ordine della fi no a Monfalcone. Però volevo an- degli Italiani, non c’era niente. Una c’erano Lucifero Martini e un cer- ricordo Massimiliano Volghieri, poi di tipo politico, in quei momenti po- l’articolo non era stato ancora pub- Peruško, dopo la prima volta del un’esperienza durissima di lavo- me comunista, del quale tuttavia Stella della Solidarietà italiana dare a vedere ‘sta Pola, l’Istria.“ città povera, abbandonata, insom- to Ciso, Narciso Turk, il segretario diventato preside della scuola ele- tevano parlare le armi. Ho vissuto blicato. Evidentemente qualcuno in carcere di Via Roma e il lavoro in ro e di stenti, descritta di segui- non rinnega alcuni valori di so- con l’Onorifi cenza di Commen- Non sarà stato soltanto per via ma. Mi fa ancora male ripensarci. del Partito che però era stato il pri- mentare italiana e il professor Do- per alcuni mesi l’incubo della pos- redazione andava a rovistare nei porto, avrà pur iniziato a dubita- to nel libro autobiografi co “Rac- lidarietà tra le etnie allora rea- datore nel 2006. A questi si ag- della canzonetta? Ci sarà stato di Le prime persone che ha co- mo ad andare via, già nel ’50. Poi menico Cernecca che era il diretto- sibile guerra, non mi interessava a miei cassetti, così venni arrestato e re sulla scelta che aveva fatto. In- conti di una vita” edito nel 2001, lizzatisi. giungono il Premio “Fulvio To- mezzo qualche ideale? nosciuto a Pola? E cosa faceva c’era Giovanni Barbalich, Nini, re del Ginnasio italiano. chi dovesse andare Trieste”. portato nel carcere fi umano di Via somma si è pentito di esser venuto sino ad realizzarsi nell’attività di All’attività di traduttore e sag- mizza” nel 2007, il Premio Opera Io ero anche ispirato dagli idea- in città? che poi ha avuto dei dispiaceri per- E che prima era stato diretto- Dopo il servizio militare lei Roma. Li ho subito quotidianamente in Jugoslavia? giornalista. gista, Scotti abbina una feconda Omnia 2007 della Regione quar- li socialisti... Eros Sequi, che era segretario ché suo padre era stato persegui- re de “Il nostro giornale”, il quo- torna a Pola. interrogatori notturni e la presenza Sì, ho dubitato. Tuttavia devo Traduttore e scrittore in ita- creatività come poeta, narratore nerino-montana, il premio Opera E quando e come li aveva fat- dell’Unione degli Italiani, e la si- tato come cominformista. Lo co- tidiano polese italiano fi lojugosla- Sì. Sono rimasto a Pola fi no al di un provocatore in cella. Mi scar- dire che, anche se non avevo più fi - liano, è animato da un inguari- e storiografo. Si fece notare per Omnia “Città di Fiume” del 2008 ti propri? gnora Sansa che era stata parti- strinsero a lasciare il posto di la- vio tra il 1945 e il 1947. Che per- 1964. Ma ho avuto costantemen- cerarono dopo un mese, mi impose- ducia né amore per il regime, per il bile gusto della ricerca storica ed la prima volta con poesie apparse per la costruzione dei legami cul- Direi da subito. A 15-16 anni giana, faceva la segretaria del se- voro e lo fecero lavorare in porto, sonaggio era Cernecca? te dei problemi, erano al corren- ro di lasciare la redazione e dovetti sistema, ma non mi sono mai penti- ambientale e dell’analisi dei va- nel 1948 sui periodici “Vie Gio- turali e letterari fra le due sponde sono entrato a far parte della Fede- gretario. Una persona molto colta. cosa che più tardi succederà pure Era un personaggio veramente te del mio dossier militare. A Pola andare a lavorare in porto. Ricordo to di essere venuto. E poi qui sono riegati aspetti umani del paese vanili” e “Il Pioniere” e sul quo- adriatiche. razione giovanile italiana comuni- A Pola mi sono fermato per qual- a me. Ricordo anche Emilio Tomaz molto colto, molto a posto, una perso- mi sono sposato, ma a causa dei che l’uffi ciale dei servizi segreti mi nati i miei fi gli, qui ci vivono. sta e alla fi ne mi hanno buttato fuo- che mese scrivendo giornali mura- di Montona che curava la rubrica na molto onesta, soprattutto. Quando costanti problemi la famiglia si è ri dall’esercito. Era il 1946 e dalla li e collaborando con l’Unione de- contadina, le cooperative. Lui fi ni- dico onesto penso a qualche altro tra rovinata. La seconda parte dell’intervista uscirà nel numero di luglio di questo Speciale 6 cultura Martedὶ, 24 giugno 2008 PITTURA / Disabile dalla nascita, dipinge i suoi quadri con la bocca Maria Kristina, un’arte per la vita di Ivo Vidotto dicap delle persone troppo spesso l’uso di braccia e mani. I suoi in- emarginate. segnanti riconobbero e sostenne- arte è di tutti ed è per tut- La “resurrezione” di Maria ro subito il suo talento artistico. ti. L’arte può abbellire la Kristina è iniziata praticamente Dipingeva con pennello e spato- L’nostra vita, ma alle volte subito, quando ha dimostrato di la e colori ad olio in modo tanto è in grado di ridare la vita, di apri- sapersi arrangiare anche senza sicuro quanto con la tecnica del- re nuovi orizzonti, di dare un sen- l’uso delle gambe, delle braccia l’acquerello. Disegnava sulla pie- so a una vita che magari si stava e delle mani, cominciando a di- tra con penna e cesello, realizzava spegnendo o consumando come segnare e poi a dipingere con la sculture e incisioni su linoleum e una candela. Quando il metrono- bocca, riuscendo così a sviluppa- legno, servendosi della bocca per mo scandisce pesantemente, con re negli anni il suo talento. Sono utilizzare gli attrezzi. un suono greve, i ritmi della vita, stati anni certamente diffi cili, ma Negli anni Stegmann ha cer- bisogna avere la capacità di rea- accettando la sfi da della tela bian- cato il contatto con altri pittori gire all’ineluttabile e impotente ca, che metterebbe ansia e ap- che dipingono con la bocca e con inerzia di un destino che alle volte il piede, organizzando nel 1953/ sa essere crudele. È stata proprio 54 la “Lodge of Mouth and Foot l’arte, la pittura, a dare al metro- Painting Artists”, una comunità nomo di Maria Kristina Božičević di interessi di tali artisti. Nel 1956 un ritmo che altrimenti le sarebbe l’unione si trasforma in “Associa- stato estraneo, irraggiungibile. Le zione internazionale degli arti- ha dato la forza di vivere e di com- sti che dipingono con la bocca o battere una malattia congenita che con il piede” e Stegmann ne viene l’ha relegata a una sedia a rotelle, eletto presidente a vita. privandola dell’uso degli arti. Alla Oggi questa associazione è nascita, il 20 maggio del 1986, le rappresentata da oltre 700 arti- è stata diagnosticata un’artrogri- sti di tutto il mondo, in rappre- posi multipla congenita e da al- sentanza di 74 Paesi e tra questi lora sta combattendo, con l’aiuto artisti fi gura pure Maria Kristina, della famiglia, per superare le li- accolta nel 2006. Le sue opere mitazioni fi siche e l’isolamento fanno parte ora di una mostra iti- sociale che fa dei portatori di han- nerante che fa il giro del mondo. Recentemente abbiamo potuto ammirare i suoi quadri nel noto prensione in qualsiasi artista, ha bar “Teta Roža” a Crimea, gesti- accettato la sfi da più importante, to dallo zio materno Valentino quella di essere “meno diversa” Bonata. A vederli sembra quasi dagli altri. Non è facile per Maria incredibile che siano stati dipinti Kristina dare colore e vita a una con la bocca e non possiamo che tela bianca, ma a lavoro ultimato, ammirare l’eccezionalità di una dopo tanta fatica, c’è anche tan- prestazione come quella di di- ta soddisfazione e gioia, sua e di pingere dei quadri, fi n nei minimi tutti quelli che le stanno accanto e dettagli, non usando le mani. Non che la seguono nel diffi cile cam- solo. Come ci ha rivelato Valenti- mino della sua vita. no, Maria Kristina mescola anche Quando aveva vent’anni è i colori da sola. Possiamo anche stata ammessa nell’Associazio- dire che Maria Kristina ha sapu- ne internazionale degli artisti to assimilare dal fondatore del- che dipingono con la bocca o con l’Associazione internazionale, e il piede (VDMFK o AMFPA), da tutti quelli che ne fanno parte, un’associazione internazionale la forza d’animo e il coraggio di con sede nel Liechtenstein, fon- seguire il sentimento verso l’arte to alla società e avere il valore che a vedere il potenziale delle capa- data nel 1947 da Arnulf Erich per contribuire a dare dignità ai è dato a ogni essere umano. Maria cità residue aprendo così le por- Stegmann, ammalatosi all’età di portatori di handicap, nella con- Kristina è una delle testimonian- te a reali opportunità, abbellendo due anni di poliomielite spinale, sapevolezza che anche i disabili ze che avvalora la tesi di chi, pur la vita, propria e degli altri, con i in conseguenza della quale perse possono dare il proprio contribu- non negando la disabilità, riesce suoi dipinti.

Dalla prima pagina il finestrino al quale erano affacciati, per raggiun- gerli prima e stringere loro le mani, già dal marcia- L’odore di casa senza quel confi ne piede. Accompagnarono la carrozza, seguendo la Vestivano divise grigioblù, il cappello con una Quarnero, con le sue isole sullo sfondo, comparve ad progressiva, lunga frenata del treno che sembrava grande stella rossa sopra il frontino e tutti avevano un tratto, strappandole un moto di forte commozione. non doversi fermare mai. Un acuto stridore segnò il volti duri, tesi, severi. Parlavano una lingua scono- Anche i miei occhi, come i suoi, erano fi ssi su quelle definitivo arrivo. Gli zii, entrambi magri, zia Joli col sciuta, dura anch’essa, solo vagamente assomiglian- pennellate di azzurro che comparivano e a tratti spa- viso sbarazzino, zio Nino, alto e già stempiato, si af- te a quella della nonna a Roma, che parlava “po rivano tra i dossi rocciosi e la verzura degli arbusti frettarono a salire sul treno, mentre i nonni, piccoli naše”, come si usa ad Albona. Li costrinsero a por- da farlo apparire inafferrabile. Il golfo fu interamen- di statura, dovettero ergersi sulla punta dei piedi per tare le valige giù dal treno, al posto di polizia, per te visibile solo quando, oltrepassato un ponte su una stringere anch’essi le mani, prima degli abbracci, il controllo. Una delle guardie prese il passaporto grande strada, a valle della ferrovia apparve il cantie- tanto forte era il bisogno di toccarli, di verificare che della mamma, sul quale figuravo anch’io, e lo por- re navale con le sue grandi gru e, poi, le cisterne del- la loro figlia e il nipote erano davvero lì, in carne e tò via insieme a un mazzetto di passaporti degli altri la raffi neria, la zona industriale e, nella rada, alcune ossa. Piangevano tutti dalla gioia. Non c’era neppu- passeggeri. Intanto i doganieri si misero a perquisi- navi alla fonda. Io avrei visto anche, allineate, quelle re modo di parlare, se non frasi d’amore strozzate re le due valige che avevamo, infilando le mani tra che erano le zattere del silurifi cio Whitehead: serviva- che dicevano tutto ciò che per dieci, infiniti anni, si la roba, anche tra i regali, cose banali, che mamma no a controllare se i siluri, partiti da una stazione di era soffocato dentro a causa di una guerra bastarda portava per i genitori e i fratelli, regali che guar- lancio della fabbrica, mantenevano dritta la traietto- che aveva rovesciato il mondo e portato altra gente a davano con un sospetto tale da attenderci con muto ria. Li avrebbero tolti di lì a qualche anno. governare quei luoghi che sentivamo nostri, dividen- terrore una reazione qualunque, dalla requisizione La mamma tratteneva il pianto. Rivedeva il suo do per sempre famiglie, provocando dolore, dram- all’arresto. La tensione in mamma era palpabile. Le mondo che, fino a quel momento, credeva di aver mi, strappi, in uno sconvolgimento che nessuno mai, era tornata la stessa paura di quando, per la prima perduto per sempre. Nella foga tirò giù il finestrino, nella indifferenza dei potenti che l’avevano provoca- volta, aveva attraversato clandestinamente il confine ma quello che arrivò fu un acre odore di petrolio. to, avrebbe più ricomposto. con papà. Solo che ora non era clandestina. Il treno ormai chiaramente entrava nella zona Soltanto per me, che vedevo i nonni e gli zii e Era una paura che, in futuro, sarebbe sempre ri- della stazione tra gli scambi dei binari. Rallentò a quei luoghi per la prima volta, privo di quel passa- comparsa in mamma, così come in papà, tutte le vol- poco a poco, con il rumore delle ruote, il caratteristi- to carico di ricordi a cui la mamma li univa, quel- te che insieme ci saremmo trovati ad attraversare co battito contro le intersezioni delle rotaie, che di- l’arrivo avrebbe costituito l’inizio di qualcosa che, quel confine. ventava sempre più estenuante, mentre cominciava a estate dopo estate, d’allora ritornandoci, mi avrebbe Il treno restò fermo più di due ore, per tutto il profilarsi il marciapiede della stazione. La mamma permesso, da quel momento, di costruire una Fiume tempo dei controlli: un’attesa che sembrava non fi- tirò del tutto fuori la testa dal finestrino per cerca- diversa dalla loro, inevitabilmente contaminata dalla nire mai e che rendeva lo scompartimento, dal quale re i nonni e gli zii che li attendevano. Eccoli, ancora nuova realtà di quel travolgimento epocale scaturito non ci si poteva muovere, simile a una cella. Quan- pochi metri. dalla guerra e che avrebbe avuto il suo fulcro nella do, finalmente, le carrozze presero a muoversi, ti- “Mamma, papà, Nino, Joli…” la sentii gridare casa dei nonni a Cantrida. Casa dove il primo mag- rammo un sospiro di sollievo. Non restava che met- con voce prima limpida poi, subito dopo, strozzata gio scorso ho portato, per una grigliata con la zia e i tersi al finestrino e guardare fuori. Ancora il Carso, dall’emozione. cugini, i miei amici romani per i quali la parola con- con le sue pietraie, i suoi boschi. Loro erano là, esultarono tra sorrisi che presto si fine fa parte di una favola che, come tutte, comincia Gli occhi della mamma presero a luccicare subi- mescolarono alle lacrime di gioia, mentre gli zii, im- con il fatidico “C’era una volta”. to dopo la stazione di Mattuglie, quando il golfo del pazienti, presero a correre incontro al treno, verso Diego Zandel Martedὶ, 24 giugno 2008 cultura 7

CINEMA / È stato uno dei maggiori autori della commedia all’italiana L’ultimo sorpasso di l 7 giugno è scomparso il gran- tasia” e “Pane, amore e gelosia”, (1967), “” (1968) e mol- de regista italiano Dino Risi. che raccontano le vicende del ma- to più tardi il bellissimo “Profumo IAssieme a Mario Monicelli, resciallo Carotenuto (interpretato di donna” (1974). In quest’ultima Luigi Comencini ed Ettore Sco- da Vittorio De Sica). Se nei due pellicola, candidata a ben due pre- la è stato uno dei maggiori in- fi lm di Comencini la protagonista mi Oscar, Vittorio è il capitano in terpreti della “commedia all’ita- principale era Gina Lollobrigida, pensione Fausto Consolo che, ri- liana”. Dino Risi nasce a Milano nel terzo, quello di Risi, De Sica masto cieco a causa di un’esplo- il 23 dicembre del 1916. Seppur si trova inseguito da un’interessa- sione, decide di recarsi a Napoli conseguita la laurea in Medicina, ta Sophia Loren. Nel 1956 lavora dal suo amico Vincenzo anch’egli indirizzo psichiatria, non intente con Alberto Sordi, Nino Manfre- esercitare la professione bensì ini- di e Vittorio Gassman in “Poveri zia la sua carriera cinematografi ca ma belli”, commedia girata a bas- lavorando con Mario Soldati e Al- so costo, ma che riscosse grande berto Lattuada. Il suo primo lavo- consenso del pubblico. Con que- ro è un cortometraggio, girato nel sti tre attori gira ancora “Il vedo- 1946 intitolato “Barboni”, in cui vo” (Alberto Sordi, 1958), cinica mette a fuoco il problema della di- satira di costume con interprete soccupazione a Milano. Segue il femminile una strepitosa Fran- corto “Buio in sala” (1948), incen- ca Valeri, mentre in “Il mattato- Jean Louis Trintignant e Vittorio Gassman in “” trato ancora una volta nella capo- re” (1960) lavora con Gassman, luogo lombardo, con il quale por- fi lm che vede la defi nitiva affer- “Mostri” di una quindicina di anni ta ancora sullo schermo i segni e mazione dell’attore ligure in ruo- prima. Dopo questo dirige Rena- le macerie della guerra. Racconta li comici. to Pozzetto in “Sono fotogenico” la storia di un commesso viaggia- Questi sono gli anni che inco- (1980) e Lino Banfi in “Il commis- tore impacciato e un po’ depresso ronano Dino Risi re della “com- sario Lo Gatto” (1986). Nel 1981 che, entrato in un cinema dove si media all’italiana”. Ma il regista racconta in “Fantasma d’amore” proiettava un fi lm western, ne esce non si ferma qui. Offre ad Alber- una nostalgica storia tra Marcello più forte e risoluto. Questo breve tone nazionale un ruolo dramma- Mastroianni che rincorre la defun- spaccato di storia viene acquista- tico in “Una vita diffi cile” (1961). ta amante, una bellissima Romy to da Carlo Conti e contribuisce Accanto a lui troviamo una gio- Schneider, per le strade di Pavia. a rafforzare la vocazione creativa vane Lea Massari. Ma la pelli- Dino Risi Quattro anni più tardi, e precisa- di Risi, che si trasferisce a Roma. cola che è più indissolubilmente mente nel 1985, gira “Scemo di Qui il suo primo lavoro fu la scrit- legata al suo nome è “Il sorpas- cieco. Fausto si farà accompagnare guerra”, tratto dal romanzo di Ma- tura del soggetto del fi lm “Anna” so” con un cialtronesco e irresi- in questo viaggio dal giovane sol- rio Tobino “Il deserto della Libia” (1951) di Alberto Lattuada, con stibile Vittorio Gassman, impe- dato in permesso premio Giovanni con Coluche e Beppe Grillo. Que- Silvana Mangano come protago- gnato nell’iniziazione alla vita di Bertazzi. Di questo fi lm sarà gira- sto fi lm ispirerà l’amico Monicel- nista. un timido e impacciato studente to anche un remake hollywoodiano li per il suo “Le rose del deserto”. Nello stesso anno gira il suo (Jean-Louis Trintignant). Sfondo “Scent of a woman” (1992) con un Con l’amico Gassman gira il suo primo lungometraggio “Vacanze di questo fi lm è l’Italia del boom straordinario Al Pacino. penultimo fi lm intitolato “Tolgo il col gangster”. Ma il suo succes- economico. Con Gassman ancora Ne “L’ombrellone” (1965) Risi disturbo”. Tenta poi di il remake so arriva con “ Pane, amore e…” protagonista gira la “Marcia su offre un effi cace bozzetto dell’Ita- no poi “Sessomatto” (1973), con di “” chiamando- (1955), uno degli episodi del for- Roma” (1962), i “Mostri” (1963), lia vacanziera con Enrico Maria Giancarlo Giannini e Laura Anto- lo “” con poco suc- tunato sequel “Pane, amore e fan- “Gaucho” (1964), “Il tigre” Salerno e Sandra Milo, dopodiché nelli, e “” (1982), cesso. lavora con Nino Manfredi e Totò in con Johnny Dorelli, Gloria Guida e Non solo cinema per Dino Risi. “Operazione San Gennaro” (1966). la stessa Antonelli. Agli inizi degli Il regista ha lavorato per il picco- Nel fi lm “Straziami, ma di baci sa- anni ’70 gira nel “Nome del popo- lo schermo. Inizia nel 1984 con ziami” riesce a non far parlare per lo italiano” (1971) dove fotografa “La vita continua”. Segue “Carla. l’intera durata della pellicola Ugo benissimo i vizi e i difetti degli Quattro storie di donne”, “Il vizio Tognazzi con parrucca alla Harpo italiani con una coppia ormai col- di vivere”, “La ciociara”, “Vita coi Marx. Un altro dei suoi capolavori, laudata: Tognazzi (nel ruolo del- fi gli”, “Missione d’amore” (mini- tutto giocato sugli stereotipi del fa- l’integerrimo giudice Bonifazi) e serie). L’ultima sua fatica è stata cile romanticismo dei fotoroman- Gassman (in quello dell’industria- “Le ragazze di Miss Italia” (2002) zi e delle canzonette di Sanremo, le gaglioffo Santenocito). Film di interamente girata a Salsomaggio- e impreziosito da un’effi cacissima grande successo, sia di pubblico, re. Nel 2002 gli è stato assegnato interpretazione della coppia Nino sia di critica. Segue poi “Telefo- il Leone d’Oro alla carriera mentre Manfredi-Pamela Tiffi n. ni bianchi” (1976) dove il tema nel 2004, in occasione delle cele- Segue il fi lm ad episodi “Vedo principale sono il cinema e il fa- brazioni della Festa della Repub- nudo” (1969) dove affronta il de- scismo. blica, il regista riceve dal Presiden- licato tema della sessualità dopo il Con i suoi “amici” Mario Mo- te Carlo Azeglio Ciampi l’onorifi - Sessantotto, con un Manfredi che nicelli ed Ettore Scola torna a lavo- cenza di Cavaliere di Gran Croce. si cimenta in ben sette personaggi rare ne “” (1977), un Alessandro Momo e Vittorio Gassman in “Profumo di donna” diversi. Sulla stessa scia seguiran- fi lm a episodi che è il seguito dei a cura di Sabrina Ružić RICORRENZE D’ARTE E SPETTACOLO Oggi il comico milanese avrebbe 80 anni Lo scultore torinese moriva ottant’anni fa Bramieri, il grande barzellettiere Rosso, impressionista in Appennino Gino Bramieri nasce a Milano il 21 giugno “Il cantante a spasso” (1882), “Maternità I e II” 1928, ultimo di tre fratelli. La sua vera vocazione (1886-1889), “Bimba che ride” (1890), “Signora della e grande passione, fi n da ragazzo, è per il teatro veletta” (1893) “Yvette Giulbert” (1894) sono solo al- e pur di seguire questo suo sogno si accontenta cune delle opere di Medardo Rosso, scultore italiano e di stare dietro le quinte e tirare il sipario. Debut- uno dei pilastri dell’impressionismo mondiale. Nato a ta nel 1943 nella piazza di Rovellasca, in provin- Torino nel 1859 da giovane si trasferì con la famiglia cia di Como. a Milano. Frequentò l’Accademia di Belle Arti di Bre- Artista di genere burlesque, ha lavorato con ra dimostrandosi, però, insofferente all’insegnamento Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Peppino De accademico. La sua carriera artistica inizia nell’am- Filippo, Aldo Fabrizi, Ave Ninchi, Raimondo bito della scapigliatura milanese. Nel 1883 si reca a Vianello e, persino, con il grande Totò. È stato in- Parigi dove viene a contatto con artisti impressionisti. terprete di una trentina di fi lm (I tre ladri, Colpo Nel 1884 ritorna a Milano dove si sposa con Giudit- gobbo all’italiana, Adultero lui, adultera lei, Ma- ta Pozzi. Da questa unione nasce il fi glio Francesco schio latino cercasi e Io e Diego). In Tv ottenne Evviva Ribelle. Rosso espone le sue opere a Parigi un grande successo nel programma condotto da (Salon des Artistes Francais, Salone des Indipenden- Corrado “L’amico del giaguaro”. È stato anche ts, Galleria Thomas e Georges Petit) e Vienna ed ese- conduttore, tra la fi ne degli anni Sessanta e i pri- gue alcuni busti per il Cimitero Monumentale di Mi- mi Settanta, del varietà radiofonico “Batto quat- lano. In seguito partecipa, nel 1889 all’Esposizione tro”. È del 1962 la sua unica partecipazione al Fe- Universale di Parigi. Fu molto stimato dai suoi con- stival di Sanremo, primo tra attori comici, con la temporanei Degas e Rodin. La sua opera infl uenzerà, canzone Lui andava a cavallo. Bramieri resterà successivamente, artisti come Boccioni, Carrà e Man- noto soprattutto per le migliaia di barzellette che zù. Medardo Rosso realizzava le sue opere in cera, ma sapeva raccontare. Gino Bramieri si spegne il 18 anche in bronzo, terracotta, gesso e disegni a matita e Medardo Rosso giugno 1996 a Milano, all’età di 68 anni. (sr) Gino Bramieri a colori. Muore la sera nel 1928 a Milano.(sr) “Bimba che ride” 8 cultura Martedὶ, 24 giugno 2008 CARNET CULTURA rubriche a cura di Viviana Car, Lara Drčič, Helena Labus I LIBRI PIÙ VENDUTI IN ITALIA IN CROAZIA IN SLOVENIA

Amos Oz PUBBLICISTICA Ivan Aralica PUBBLICISTICA Ildelfonso Falcone PUBBLICISTICA La vita fa rima Runolist de Sierra con la morte Verbum Morska katedrala Feltrinelli Luigi Luca Cavalli MK Založba Milana Terloeva Sforza Zlatko Blažič Ho danzato Geni, narodi Zgodovina moje he- sulle rovine i jezici roinske odvisnosti Corbaccio Algoritam MK Založba Dacia Maraini Phyllis Doroty James J. K. Rowling Il treno Svjetionik Harry Potter 7 – dell’ultima notte Profi l international Svetinje smrti Rizzoli Dražen Vrdoljak Epta Marco Travaglio – Moje brazde – Bilješke Peter Gomez o hrvatskoj zabavnoj, Matijaš Frangeš Se li conosci li eviti pop i jazz glazbi Kaj nam pa morete! Chiarelettere VBZ Samozaložba Boris Pahor Boris Perić Brina Svit Necropoli D’Annuziev kod Coco Diaz Fazi Naklada Ljevak ali Zlatna vrata Ivo Škrabalo Cankarjeva založba Eugenio Scalfari Hrvatska fi lmska Peter Florjančič L’uomo che non povijest – Ukratko Skok v smetano – credeva in Dio 1896 - 2006 Edo Marinček Einaudi VBZ MK Založba Giorgio Faletti Fra Bernardin Juan Gomez Jurado Pochi inutili Škunca Božji vohun nascondigli Mirotvorac u Bolonji MK Založba Baldini Castoldi Alfa Dalai A. Lazar i drugi Giulio Tremonti 101 najutjecajniji lik Rhonda Byrne La paura e la speranza koji nikad nije živio Skrivnost Mondadori Naklada Ljevak Vale-Novak Sam Savage Hrvoje Šalković Feri Lainšček Firmino. Avventure di un Oko cucka Hit poletja parassita metropolitano pa na mala vrata Cankarjeva založba Einaudi Profi l international Curzio Maltese G.L. Manning – Reinhold Messner La questua. Quanto co- B.L. Reece Življenje sta la Chiesa agli italiani Suvremena prodaja na skrajnih mejah

NARRATIVA Feltrinelli NARRATIVA Mate NARRATIVA Učila international CALENDARIO DEGLI APPUNTAMENTI CULTURALI

CULTURA ITALIANA GRANDI AVVENIMENTI ISTRIA E QUARNERO Pirano, Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini”, in Roma, al MUSEO DEL CORSO è in visione fi no al 7 Albona, Galleria civica, si intitola STORIA DELL’IN- luglio il GRUPPO DI PITTURA allestirà una mostra settembre 2008 l’esposizione “La rinascita delle arti DUSTRIA MINERARIA l’esposizione visitabile per festeggiare i 20 anni di attività. da Donatello a Perugino”, che offre al pubblico un’in- fi no al 24 giugno. Novo Mesto, Centro multimediale, in collaborazione dagine approfondita e affascinante sugli aspetti socia- Rovigno, Riva, Sodacio un ritorno alle tradizioni po- con l’Istituto Italiano di Cultura di Lubiana fi no al 26 li, urbanistici, religiosi ed artistici di Roma nel XV polari con la SFILATA DI BATANE illuminate dai giugno è in programma l’VIII festival internazionale secolo. La mostra comprende circa 170 opere, tra pla- fanali è in programma il 26 giugno. di fotografi a FOTOPUB 2008. stici, arredi sacri e civili, ceramiche, sculture, disegni, Fontana, Galeria Zgor murve, si svolgerà fi no al Venezia, Centro espositivo sloveno A + A, fi no al 28 giu- medaglie papali e quadri, provenienti dai principali 25 giugno l’ESPOSIZIONE DI MANUFATTI gno si svolge il CORSO INTENSIVO PER COMU- musei italiani e stranieri. ISTRIANI. NICATORI D’ARTE E CULTURA. Siena, alla PINACOTECA NAZIONALE SANTA MA- Buie il festival internazionale per i giovani KULTURA- Fiume, Piccolo salone in collaborazione con l’Istituto Ita- RIA DELLA SCALA è allestita fi no al 6 luglio 2008 MA è in programma dal 27 al 28 giugno. liano di Cultura di Zagabria, il 3 luglio verrà inaugura- la mostra “Maestri senesi” che comprende centottanta Fiume, Piccolo Salone, LA TAVOLOZZA PARIGINA ta l’esposizione SCUOLA ROMANA, ARTISTI RO- dipinti italiani dal Duecento al Cinquecento. DI IVAN REIN è una retrospettiva di lavori del noto MANI TRA LE DUE GUERRE. Como, a VILLA OLMO è in visione fi no al 20 luglio artista croato rimane in visione fi no al 28 giugno. Lubiana, Istituto Italiano di Cultura, la mostra del fo- 2008 la mostra “L’abbraccio di Vienna – Klimt Schie- Pisino, Castello e città vecchia in programma dal tografo digitale Paul David Redfern SPAVENTATO- le e i capolavori del Belvedere”. La mostra è un gran- 25 al 29 giugno la tradizionale manifestazione LE TEM – SCARETOTEM resterà aperta al pubblico fi no de affresco dell’arte mitteleuropea che, oltre a pre- GIORNATE DI GIULIO VERNE. al 9 luglio. sentare le opere degli autori legati alla Secessione e Rovigno, Photo Art Gallery Batana, la mostra foto- Porcia, nella sede della concessionaria Muzzatti è in visio- all’Espressionismo Viennese allarga il punto di vista grafi a dell’artista NICOLAS BERLINGERI rimane ne dal 12 giugno al 13 luglio 2008 la mostra “Mimmo fi no ad abbracciare un periodo molto più esteso. Sono in visione fi no al 30 giugno. Rotella. L’uomo, l’artista, il mito”. Verranno esposte in mostra opere di GUSTAV KLIMT, EGON SCHIE- Fiume Galleria ARH, in visione fi no al 1.mo luglio la 14 serigrafi e di opere del grande artista scomparso nel LE, KOLOMAN MOSER, OSKAR KOKOSCHKA mostra di rilievi di Peruško Bogdanić CONTATTI. 2006, famoso in tutto il mondo per i suoi decollages, e altri. Parenzo, Galleria Zuccato, la pittrice accademica MI- prime rivoluzionarie espressioni della Pop Art. L’arte Boston, al MUSEUM OF FINE ARTS è in mostra dal LENA LAH si presenta con la nuova serie di quadri di Rotella è considerata tra le più innovative del XX 23 luglio al 9 novembre 2008 la mostra “Bellezza im- e sculture fi no al 6 luglio. secolo e i suoi lavori sono presenti nelle più importanti mortale: i gioielli dell’Art Nouveau”, che comprende Pisino, Castello, sarà aperta fi no al 31 luglio l’esposi- collezioni pubbliche e private di tutto il pianeta. circa 120 opere di autori e produttori di gioielli ispira- zione storica I RETABILI IN LEGNO DAL XVII Trieste, alla BIBLIOTECA STATALE è in visione dal 27 ti allo stile Liberty a cavallo tra il XIX e il XX seco- ALLA FINE DEL XIX SECOLO PRESENTI NEL- giugno fi no al 31 luglio la mostra personale della pittri- lo. Si possono ammirare opere di RENÉ LALIQUE LE CHIESE DELL’ISTRIA CENTRALE. ce LUISA MARIA SGUAZZI intitolata “I quadri della (1860–1945), uno degli autori più rinomati, ma an- Grisignana, Galleria Fonticus, il CIRCOLO ARTI- mente” che propone una cinquantina di opere realizza- che lavori di GEORGES FOUQUET (1862–1957), STICO della località istriana si presenta con una te ad acrilico su tela, tempere e tecniche miste su carta, EUGÈNE FEUILLÂTRE (1870–1916) e LUCIEN collettiva fi no al 4 luglio. incisioni e piccole sculture in terracotta. GAILLARD (1861–1933). Fiume, Museo Civico, la retrospettiva di fotografi e sto- riche, con vedute panoramiche sulle città e i paesag- gi della Croazia, curata da MILJENKO SMOKVI- Anno IV / n. 6 24 giugno 2008 NA e SLAVKO ŠTERK rimane in visione fi no al 6 “LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina luglio. IN PIÙ, supplementi a cura di Errol Superina / Progetto editoriale di Silvio Forza Rovigno, Galleria Adris, la personale del noto pittore EDO MURTIĆ si può vistare fi no al 1.mo agosto. Art director: Daria Vlahov Horvat / edizione: CULTURA Sicciole, Lera, il progetto Genius loci Lera 2007 sarà Redattore esecutivo: Silvio Forza presentato in una mostra intitolata CASARMA in vi- Impaginazione: Saša Dubravčić / Fotografi e: Graziella Tatalović sione fi no al 8 settembre. Collaboratori: Luigi Barbalich, Diego Zandel, Francesco Cenetiempo, Corrado Premuda, Rovigno, Museo Civico, si intitola IL COMÒ DI Helena Labus, Sabrina Ružić, Viviana Car NONNA FUMA l’esposizione storica da ammirare La pubblicazione del presente supplemento viene supportata dall’Unione Italiana grazie alle risorse stanziate dal Governo italiano fi no al 30 settembre. con la Legge 193/04, in esecuzione al Contratto N° 83 del 14 gennaio 2008, Convezione MAE-UI N° 2724 del 24 novembre 2004