Elezioni Comunali 2009

Affluenza pari al 75,08 % sezioni su pari al 100% del totale

CANDIDATO VOTI % LISTE % SEGGI MOCELLIN 943 54,98 IL POPOLO DELLA LIBERTA' - LEGA NORD 54,98 8 DANIELE PERUZZI AGOSTINO 420 24,49 LISTA CIVICA SALETTO CAMBIA 24,49 2 MELATO LUIGI 174 10,14 LISTA CIVICA CON VOI PER SALETTO 10,14 1 LISTA CIVICA SALETTO PRESENTE E PICELLI FRANCO 178 10,38 10,38 1 FUTURO

Dalla Piazza Web DANIELE MOCELLIN STRAVINCE

Con 943 voti è il nuovo primo cittadino. A distanza di sicurezza Peruzzi con 420 preferenze, Franco Picelli e Luigi Melato, rispettivamente con 178 e 174 voti

12-07-2009 | Sulla scia trionfale che ha portato alla vittoria il binomio targato Pdl-Lega Nord, Daniele Mocellin, con la lista “Per Saletto”, stravince alle elezioni comunali. E la soddisfazione del nuovo sindaco non deriva solo dal fatto di aver vinto, ma di rappresentare, oltre alla lista di Marco Balbo a Urbana, la coalizione con la maggioranza assoluta di voti in un comune con più di due candidature alla poltrona di primo cittadino nel Montagnanese. Mocellin, infatti, con il 55% delle preferenze totali, ha sbaragliato la concorrenza rappresentata da Agostino Peruzzi, rimasto fermo sul 24%, Franco Picelli e Luigi Melato, bloccati entrambi sul 10%. “Penso che il segnale più forte sia dovuto ad un bisogno di rinnovamento — commenta particolarmente soddisfatto il neo-sindaco — e la gente di Saletto ha apprezzato la nostra lista, in quanto composta da persone nuove, credibili e capaci. Questa è stata la nostra arma vincente”. I primi passi che muoverà la nuova giunta comunale salettana riguarderanno l’aumento della pubblica sicurezza nel territorio, sia sotto il punto di vista del traffico stradale che quello concernente il fenomeno dell’immigrazione. “Un altro obiettivo che noi vogliamo perseguire — prosegue Mocellin — è quello di entrare nella Società di Trasformazione Urbana, perché la crescita del nostro paese passa anche da lì”. Come si pone la nuova maggioranza nei confronti dell’Unione Megliadina, l’ente sovracomunale dal quale si è staccato nel 2006 Saletto? “Innanzitutto, vogliamo capire i costi e i benefici che avrà la nostra cittadinanza se entreremo a farne parte — conclude il nuovo sindaco — per quello che riguarda la Polizia Locale, c’è la piena volontà del nostro comune di aderire al progetto di zonizzazione. Per tutti gli altri servizi, invece, credo sia il caso di valutare la situazione esistente, per verificare se ci sono delle prospettive che possano essere migliori per noi, perché ci sono sicuramente dei servizi per i quali non è conveniente entrare nella Megliadina”. Il nuovo consiglio comunale è così composto: Sindaco Daniele Mocellin. In maggioranza Michele Sigolotto, Luigino Brunello, Michele Botton, Paolo Gaino, Sandro Voltan, Ilaria Borin, Simone Verotti, Tino Mocellin; in minoranza Agostino Peruzzi, Giuseppe Piovan, Franco Picelli e Luigi Melato.

Dopo la riunione del 29 aprile: Ex Columbus, progetto bocciato

Questo è l’articolo, sempre sul Mattino di Padova, che segue la riunione datata 29 aprile. Nella riunione, svolta ai Dossi, l’amministratore della Columbus Mode presenta il progetto alla popolazione.

SALETTO. Riconversione ex Columbus Mode bocciata su tutti i fronti. Aldilà della validità o meno del progetto che riguarda l’impianto per il trattamento di rifiuti liquidi pericolosi e non, presentato dalla ex-Columbus giovedì sera a Dossi, c’è un solo grosso problema: chi effettuerà i controlli?

«Noi non ci fidiamo dei controlli finora eseguiti – ha evidenziato Lucio Pasotto, ex Comitato anti Valdastico Sud -. L’Arpav controllava i depuratori delle concerie di Arzignano e Chiampo il primo maggio, il ferragosto e a Natale. Se affidiamo questo compito ad esperti tedeschi o svizzeri ci sentiamo più sicuri. Quando ci sono di mezzo i soldi gli italiani…».

Dunque, c’è il problema di quale ente eseguirà il controllo dell’impianto di Saletto. Poi si potrà ragionare sui sistemi di sicurezza dell’impianto illustrati dal tecnico Sandro Sattin durante la presentazione al pubblico del progetto al centro parrocchiale di Dossi. Sattin ha anche spiegato ai presenti che affollavano la sala, che l’impianto non avrebbe nulla a che fare con diossina. «Anche l’olio di frittura può considerarsi rifiuto liquido pericoloso», ha specificato il coordinatore del gruppo tecnico incaricato dalla Columbus. Il sindaco di Saletto Daniele Mocellin ha detto che «l’amministrazione comunale ha incaricato un suo tecnico di esaminare a fondo il progetto. Solo dopo si esprimeranno dei pareri. In ogni caso – ha sottolineato il sindaco – non andrà contro a quello espresso dalla popolazione». Se fosse per la popolazione quel progetto sarebbe già bocciato.

Ad un certo punto della animata discussione, l’antiquario Luigi Longo è andato per le spicce proponendo subito la votazione per alzata di mano su favorevoli o contrari al progetto. Ovvio il verdetto.

La Bassa Padovana è un «refugium peccatorum» per discariche, termovalorizzatori, cementifici e quant’altro. «In questo contesto non potremmo accettare neanche un pericolo ipotetico», ha rimarcato un consigliere comunale di . Mentre un medico specialista in malattie polmonari ha contestato che «non esiste un’indagine epidemiologica sulle malattie di respirazione e sui tumori collegati ad esse riscontratisi nella zona»

Gli animalisti contro il sindaco di Saletto

SALETTO «No allo sterminio dei piccioni»: con questo slogan i “100% Animalisti” si sono accaniti l’altra notte contro il sindaco di Saletto, Daniele Mocellin. L’associazione animalista se l’è presa...

SALETTO

«No allo sterminio dei piccioni»: con questo slogan i “100% Animalisti” si sono accaniti l’altra notte contro il sindaco di Saletto, Daniele Mocellin. L’associazione animalista se l’è presa con l’ordinanza comunale che, per ridurre il numero di colombi che volano sui cieli del paese, ha dato la possibilità ai cacciatori del posto di sparare ai piccioni.

«I colombi in questione sono circa tremila: non è certo un numero eccessivo - spiega “100% Animalisti” -. Quanto ai danni, la speculazione edilizia ne fa ben di più. I pericoli per la salute sono un'invenzione bella e buona: non esiste nessuna prova di trasmissione di malattie da patte di questi volatili agli esseri umani».

Secondo “100% Animalisti” l’ordinanza di Mocellin è un «atto insensato e crudele contro gli animali. L'eliminazione di una specie animale è un vero e proprio crimine: si chiama biocidio».

Nella notte scorsa i militanti dell’associazione hanno affisso davanti alla sede comunale manifesti anticaccia e uno striscione con una scritta offensiva nei confronti del sindaco. «Se l'opzione del massacro andrà avanti, da parte di 100%animalisti verrà messo in atto ogni mezzo legittimo per contrastarlo», chiude il gruppo. (n.c.)

Esondazione Fiume Frassine: operazioni di contenimento

La presidente della Provincia Barbara Degani, assieme al sindaco di Giuseppe Mossa, a quello di Saletto Daniele Mocellin, al personale della Prefettura e agli uomini della Protezione civile, ha partecipato alle operazioni di contenimento a seguito dell’esondazione del fiume Frassine, un tratto di argine sinistro lungo 80 metri e alto 8 che ha ceduto tra Saletto e Montagnana. Gli uomini del Genio Civile e della Protezione Civile stanno innalzando alcune barriere di contenimento dell’acqua defluita dal fiume. L’attenzione è ora concentrata sulla zona di Vighizzolo d’Este e Carceri dove il Consorzio AdigEuganeo ha azionato un impianto ausiliario di sollevamento che consentirà di liberare progressivamente i terreni alluvionati, sversando l’acqua nel fiume Fratta Gorzone. I sindaci alluvionati a palazzo Santo Stefano

Riunione operativa a palazzo Santo Stefano per riconsiderare i criteri di distribuzione dei finanziamenti per i danni subiti per l’alluvione. L’incontro era stato convocato dalla presidente della Provincia di Padova Barbara Degani. Oltre a lei, erano presenti i sindaci di Selvazzano Enoch Soranzo, di Saletto Daniele Mocellin, di Anna Lazzarin, di Barbara Mizzon, di Maserà Nicola De Paoli, di Elisa Venturini, di Daniela Bordin, di Ponte San Nicolò Enrico Rinuncini, di Dorella Turetta e il vice sindaco di Filippo Giacinti. Era presente anche l’assessore alla Protezione civile Mauro Fecchio. “Siamo riuniti con i Comuni che hanno ricevuto la prima tranche di finanziamenti – ha detto Degani - da parte del Commissario ad acta per l’alluvione e presidente della Regione Luca Zaia, per trovare dei criteri comuni per la redistribuzione dei rimborsi. La Provincia aveva individuato dei criteri diversi da quelli scelti dalla Regione”. I criteri erano stati evidenziati in una lettera inviata al Commissario con le schede contenenti i danni suddivisi per categorie. Ci si raccomandava che venissero privilegiate, nell’erogazione degli anticipi, i privati, quindi le aziende produttive e i danni subiti dagli enti pubblici. Nella missiva, si sottolinea “l’importanza di una corretta individuazione delle priorità nell’assegnazione dei contributi e nell’erogazione dell’anticipo”. I 36.882.914 euro ricevuti dai Comuni della provincia di Padova, ha detto la presidente Degani, “dovranno essere spesi per riequilibrare le disuguaglianze che si sono venute a creare, quindi una parte di quella cifra sarà ridistribuita sul territorio. Cerchiamo di trovare criteri uguali da applicare al territorio provinciale perché non ci siano cittadini di serie A e di serie B”. Alluvione, ultimatum dei sindaci alla Regione "Subito i lavori agli argini e i rimborsi"

Cinque primi cittadini delle zone colpite dagli allagamenti si rivolgono al governatore Zaia esasperati dalle lentezze delle risposte. Ponte San Nicolò prepara una manifestazione per il 2 aprile

CASALSERUGO. Dieci giorni per avere un calendario degli interventi urgenti lungo i fiumi e tempi certi sull'ulteriore acconto agli alluvionati e sul saldo. Se non è un ultimatum, poco ci manca: i cinque sindaci - Elisa Venturini di Casalserugo, Enrico Rinuncini di Ponte SanNicolò, Vittorio Meneghello di Bovolenta, Anna Lazzarin di Veggiano e Daniele Mocellin di Saletto - giurano di non voler fare polemiche. Giurano anche di non voler salire sulle barricate. Chiedono con fermezza alla Regione e a Zaia di dare indicazioni su date degli interventi e soldi in arrivo.

Le promesse non bastano più, qui la politica non c'entra. Non potrebbe essere più eterogeneo il fronte dei sindaci accomunati dall'urgenza di dare delle risposte a quanti ogni giorno bussano alle loro porte. L'emergenza della settimana scorsa è stata - è proprio il caso di dirlo - la goccia che ha fatto traboccare il vaso, tra nuovi allagamenti e l'incubo di dover evacuare centinaia di persone.

Passata la paura i sindaci sono pronti a incontrare Zaia, per mettere nero su bianco interventi e trasferimento di fondi. Intanto Ponte San Nicolò prepara una grande manifestazione il 2 aprile, allo scadere del quinto mese dall'alluvione, sull'argine del Roncajette e lungo la Piovese.

«Dall'inizio di novembre siamo continuamente alluvionati - afferma Rinuncini - anche quando c'è il sole gli effetti delle piene si fanno sentire. La falda si è alzata e preme sui fiumi, il terreno è intriso d'acqua e con le prossime piogge, sommate allo scioglimento della neve in montagna, saremo nuovamente a rischio. E sarà così finché non inizieranno i lavori lungo gli argini».

Le rassicurazioni di Zaia dei giorni scorsi, l'elenco dei «cento cantieri» non basta ai sindaci, che invece chiedono subito lo scavo degli alvei, previsto alla fine dell'anno, insieme al ripristino dei danni urgenti. «Un conto sono le grandi opere per la sicurezza idraulica che richiederanno molti anni. - aggiunge Anna Lazzarin - un conto i lavori di "somma urgenza e ripristino" per i quali il commissario all'alluvione ha ampi poteri. E' possibile andare in deroga a tutte le gare d'appalto e iniziare subito».

Vittorio Menghello a Bovolenta la settimana scorsa era sul punto di evacuare di nuovo le 250 persone che vivono in centro: «E alla prossima pioggia il copione potrebbe ripetersi. - aggiunge - Non vogliamo essere dei contestatori ma i gestori di questa disgrazia. E' a noi che Zaia deve delle notizie certe».

Elisa Venturini aggiunge che va fatta chiarezza sui rimborsi. «Gli agricoltori hanno perso tanto. Chiediamo gli stessi criteri previsti per le altre attività produttive». Mocellin di Saletto parla anche a nome degli altri sindaci della Bassa: «Il Genio ha sospeso la pulizia dell'alveo del Frassine perché mancano i soldi».

Via libera alla liquidazione alla famiglie ed aziende colpite dall'alluvione dello scorso novembre. Il governatore Luca Zaia da Palazzo Balbi ha dato ufficiale mandato di pagamento per un totale di oltre 160milioni di euro per 227 Comuni

Venezia - Per le 10.040 famiglie e imprese che hanno subito danni a causa dell’alluvione che ha devastato il Veneto fra il 31 ottobre e il 2 novembre dello scorso anno si apre la fase della liquidazione del contributo pubblico sulle spese sostenute per il ritorno alla normalità. “Dai prossimi giorni cittadini e aziende potranno presentare le cosiddette pezze giustificative delle spese sostenute e riusciremo a coprire il massimo del contributo concedibile a norma di legge: per le imprese si tratta del 75 per cento del valore del danno ai macchinari e il 30 per cento del valore delle scorte, cui si aggiungono il 75 per cento del valore degli arredi persi entro un tetto massimo di contributo di 30 mila euro e il contributo per la sospensione dell’attività; per le famiglie il 75 per cento della spesa per i beni mobili fino ad un tetto massimo di contributo di 30 mila euro , il 75 per cento delle spese per il ripristino dell’immobile, pure entro il tetto di 30 mila euro, cui si aggiungono eventuali contributi per trasloco o autonoma sistemazione a seguito di sgombero”.

Lo ha annunciato oggi alla stampa il Commissario per il superamento dell’emergenza Luca Zaia, presidente del Veneto, affiancato dai sindaci dei Comuni maggiormente disastrati e dai rappresentanti delle province di Padova, Verona e Vicenza: Daniele Mocellin per Saletto, Carlo Tessari per Monteforte d’Alpone, Elisa Venturini per Casalserugo, Anna Lazzarin per Veggiano, Achille Variati per Vicenza, Lino Gambaretto per Soave, Enrico Rinuncini per Ponte San Nicolò, Marcello Vezzaro per Caldogno, Vittorio Meneghello per Bovolenta, il vicepresidente Roberto Marcato per la Provincia di Padova, l’assessore alla protezione civile Giuliano Zigiotto per quella di Verona e il dirigente del lavori pubblici Andrea Turetta per quella di Vicenza.

Nell’occasione, Zaia e gli amministratori locali hanno illustrato i contenuti dell’ordinanza Commissariale n. 22 dell’anno corrente vistata dalla Corte dei Conti, che fa da vero e proprio spartiacque alla vicenda “alluvione” e il cui testo è stato concordato assieme. Il provvedimento dà il via alle liquidazioni finali e impegna altri 68 milioni e mezzo circa di euro oltre a quelli già impegnati a dicembre per il primo acconto, individua il contributo assegnabile per ciascun Comune interessato, stabilisce il prezziario dei beni mobili e indica quello per gli immobili, individua le tipologie di danno e le percentuali di contributo ammissibile, contiene i moduli per la richiesta del contributo. Per queste finalità, in definitiva, sono stati messi a disposizione complessivamente oltre 161 milioni e mezzo per 227 Comuni : i 150 milioni per privati e imprese dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, i contributi di solidarietà, specifici finanziamenti regionali. Il tutto anche alla luce del riconoscimento comunitario della calamità che supera il discorso del cosiddetto “de minimis”. “Sono convinto che riusciremo a liquidare la maggior parte dei contributi prima dell’anniversario dell’alluvione – ha sottolineato Zaia – e che quasi certamente avremo delle economie tra il danno segnalato e quello che sarà effettivamente liquidato”.

Per quanto riguarda i danni alle opere pubbliche, si sta lavorando ad un’analoga ordinanza, che va costruita separatamente da quella per privati e imprese dopo la suddivisione del fondo originario in due partite specifiche. Sono inoltre alla fase finale i 250 interventi attivati a partire dai giorni stessi dell’alluvione per sistemare gli argini crollati o danneggiati e le opere idrauliche messe a rischio, mentre sono state finanziate le prime tre casse d’espansione, quelle di Trissino, Caldogno e Muson dei Sassi, per i quali c’era già una progettazione disponibile, ed è stata avviata la progettazione di altri sei interventi. Si sta anche operando sul fronte dell’adeguamento dei sistemi di allertamento. “Saranno queste le partite per il futuro, quelle per la prevenzione e la diminuzione del rischio idraulico. E qui occorrerà reperire a mano a mano i finanziamenti, tenuto conto che ereditiamo un pesante arretrato: l’ultima cassa di espansione del Veneto, quella di Montebello – ha concluso Zaia – è stata realizzata un’ottantina di anni fa”. “Il fango dell’alluvione ha coperto i colori politici – ha detto dal canto suo Variati – e abbiamo lavorato tutti assieme: liquidiamo i danni in tempi rapidissimi come non è mai accaduto in Italia”. “Ho polemizzando quando l’ho ritenuto necessario – gli ha fatto eco la sindaca Lazzarini – ma il Governatore ci ha ascoltato e abbiamo realizzato assieme un vero e serio lavoro di squadra, scrivendo questa ordinanza che segna il ‘giro di boa’ del disastro”. 23/12/2011: Documento di salvaguardia del territorio, tra i firmatari anche il sindaco di Napoli e l’Anci Veneto invia il testo al Governo

Anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris firma il documento elaborato dal Comune di Vicenza con cui si chiede al Governo di rendere prioritaria la salvaguardia idrogeologica del territorio. L’Anci Veneto, inoltre, ne ha condiviso i contenuti e si conferma, così, interessata al tema considerando indispensabile evitare i seri danni causati dall’alluvione del 2010. Per questo il 4 dicembre scorso ha inviato il documento direttamente al Governo, al presidente del consiglio Mario Monti e al ministro dell’ambiente Corrado Clini.

L’Anci nazionale, con il suo presidente Graziano Del Rio, ha preso visione del documento e ha manifestato interesse.

“La salvaguardia del territorio italiano é già una priorità nei fatti – commenta il sindaco Variati -: lo reclama una cronaca tragica e insopportabile, fatta di troppi disastri, troppi morti, troppe fratture che paralizzano le attività e la vita ordinaria del nostro Paese. Ora deve diventare una priorità anche dal punto di vista del governo. Questo documento nasce a Vicenza, ma sta diventando patrimonio di numerosi sindaci e dello stesso presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che lo hanno firmato. Zaia, in perfetta sintonia con il documento, proprio ieri ha ridefinito le priorità della Regione nella prevenzione, salvaguardia e cura del territorio piuttosto che nello sviluppo indiscriminato. Il documento è già nei fatti trasversale politicamente, perché difendere il territorio e investire sulla sua sicurezza é una battaglia che accomuna gli amministratori locali. Vorremmo diventasse trasversale geograficamente, perché come vediamo anche in questi mesi é tutto il territorio italiano ad essere in crisi, e per questo chiediamo la firma di comuni, province e regioni d'Italia, assieme all'Anci. Rinnoviamo quindi l’invito ai comuni che non l’hanno ancora fatto a partecipare alla nostra iniziativa e a firmare il documento. Ringrazio invece quanti lo hanno già sottoscritto, l’Anci Veneto e l’Anci nazionale”.

Il documento è stato sottoscritto oltre che dal sindaco di Vicenza, Achille Variati, dai sindaci degli altri dieci Comuni veneti maggiormente colpiti dall’alluvione del 2010: Vittorio Meneghello (Bovolenta), Marcello Vezzaro (Caldogno), Elisa Venturini (Casalserugo), Carlo Tessari (Monteforte d’Alpone), Enrico Rinuncini (Ponte S. Nicolò), Daniele Mocellin (Saletto), Lino Gambaretto (Soave), Giorgio Calli (Torrebelvicino), Armando Cunegato (Valli del Pasubio), Anna Lazzarin (Veggiano).

Successivamente è stato sottoscritto anche dal governatore del Veneto, Luca Zaia oltre che dal sindaco di Verona, Flavio Tosi, e di Padova, Flavio Zanonato, e in questi giorni stanno aderendo anche altri Comuni capoluogo di regione e di provincia, Comuni che hanno subito alluvioni negli ultimi anni, Regioni e Province, per raccoglierne le adesioni. Tra questi Antonio Prade (Belluno), Luigi de Magistris (Napoli), Oscar Troi (Colle Santa Lucia), Maria Antonia Ciotti (Pieve di Cadore), Roberto Zanchetta (Ponte di Piave), Roberto Padrin (Longarone), Graz Alberto (Sappada).

SALVARE IL TERRITORIO

RILANCIARE L’ECONOMIA

Il Veneto e la Liguria, la Toscana e la Campania, il Lazio e l’Abruzzo, le Marche e l’Emilia- Romagna sono alcune delle regioni italiane che negli ultimi due anni sono state flagellate da alluvioni, nubifragi, smottamenti, frane e allagamenti che hanno mostrato come l’assetto idrogeologico del nostro Paese sia troppo fragile.

Con regolarità sempre più allarmante osserviamo, viviamo in prima persona e siamo chiamati a pagare le conseguenze di sciagure di origine meteorologica che provocano vittime e danni materiali alla popolazione, alle abitazioni, alle imprese e al paesaggio e aprono ferite che hanno bisogno di molto tempo e risorse per rimarginarsi.

Molti eventi catastrofici potrebbero e dovrebbero essere evitati con adeguate opere pubbliche in grado di garantire la sicurezza idrogeologica dei territori a rischio. Non effettuare i lavori necessari con tempestività o rinviarli ad un non precisato futuro, spesso con la motivazione che non si trovano risorse sufficienti a finanziarli, significa costringere le popolazioni e le attività produttive dei territori interessati a vivere un’esistenza di angosciante precarietà. Con il rischio di dover poi investire molte risorse per i soccorsi, i rimborsi e per riportare la situazione alla normalità una volta che il disastro si è verificato, condannando all’immobilità intere comunità in attesa di ripartire da zero per ricostruire tutto ciò che si è perso, dalle case ai posti di lavoro.

Senza contare le conseguenze negative indirette ad esempio per il turismo, settore economico trainante per l’economia del nostro Paese, con il calo della domanda e dell’offerta causato da questo genere di eventi. Alluvioni e altri fenomeni devastanti causano danni e rendendo inagibili strutture ricettive e bellezze paesaggistiche, artistiche e architettoniche, limitando l’offerta per i milioni di turisti che ogni anno vengono ad ammirare il nostro paese; le immagini delle devastazioni trasmesse dai media di tutto il mondo mostrano un Belpaese sfregiato persino in siti patrimonio dell’Unesco.

Progettare e realizzare tempestivamente le opere per garantire la sicurezza idrogeologica dell’Italia significa prevenire eventuali nuove sciagure; risparmiare, perché le risorse che devono essere stanziate una volta avvenuto il disastro per gestire l’emergenza sono nettamente superiori a quanto sarebbe sufficiente per evitare che tali disastri avvengano; evitare di perdere posti di lavoro e ricchezza in vari settori dell’economia; salvaguardare le vite umane, responsabilità prima di chi governa un territorio o un Paese.

Le opere di salvaguardia e prevenzione idrogeologica, inoltre, consentono di creare nuovi posti di lavoro in un momento di profonda crisi economica, con enormi benefici per le imprese e per tutta l’economia nazionale, trasformando un fattore di crisi in un’opportunità di sviluppo.

Per questo noi amministratori firmiamo questo documento con cui lanciamo un appello al Governo perché l’assetto idrogeologico dell’Italia diventi una priorità nella pianificazione economica e chiediamo quindi che all’interno delle misure in fase di studio per uscire dalla crisi sia inserito uno specifico e dettagliato piano che finanzi la realizzazione delle opere necessarie a garantire la sicurezza idrogeologica del territorio italiano. Alluvione in Veneto. Via alla liquidazione dei contributi per i danni subiti da privati e imprese.

Per le 10.040 famiglie e imprese che hanno subito danni a causa dell’alluvione che ha devastato il Veneto fra il 31 ottobre e il 2 novembre dello scorso anno si apre la fase della liquidazione del contributo pubblico sulle spese sostenute per il ritorno alla normalità. “Dai prossimi giorni cittadini e aziende potranno presentare le cosiddette pezze giustificative delle spese sostenute e riusciremo a coprire il massimo del contributo concedibile a norma di legge: per le imprese si tratta del 75 per cento del valore del danno ai macchinari e il 30 per cento del valore delle scorte, cui si aggiungono il 75 per cento del valore degli arredi persi entro un tetto massimo di contributo di 30 mila euro e il contributo per la sospensione dell’attività; per le famiglie il 75 per cento della spesa per i beni mobili fino ad un tetto massimo di contributo di 30 mila euro, il 75 per cento delle spese per il ripristino dell’immobile, pure entro il tetto di 30 mila euro, cui si aggiungono eventuali contributi per trasloco o autonoma sistemazione a seguito di sgombero”.

Lo ha annunciato oggi alla stampa il Commissario per il superamento dell’emergenza Luca Zaia, presidente del Veneto, affiancato dai sindaci dei Comuni maggiormente disastrati e dai rappresentanti delle province di Padova, Verona e Vicenza: Daniele Mocellin per Saletto, Carlo Tessari per Monteforte d’Alpone, Elisa Venturini per Casalserugo, Anna Lazzarin per Veggiano, Achille Variati per Vicenza, Lino Gambaretto per Soave, Enrico Rinuncini per Ponte San Nicolò, Marcello Vezzaro per Caldogno, Vittorio Meneghello per Bovolenta, il vicepresidente Roberto Marcato per la Provincia di Padova, l’assessore alla protezione civile Giuliano Zigiotto per quella di Verona e il dirigente del lavori pubblici Andrea Turetta per quella di Vicenza.

Nell’occasione, Zaia e gli amministratori locali hanno illustrato i contenuti dell’ordinanza Commissariale n. 22 dell’anno corrente vistata dalla Corte dei Conti, che fa da vero e proprio spartiacque alla vicenda “alluvione” e il cui testo è stato concordato assieme. Il provvedimento dà il via alle liquidazioni finali e impegna altri 68 milioni e mezzo circa di euro oltre a quelli già impegnati a dicembre per il primo acconto, individua il contributo assegnabile per ciascun Comune interessato, stabilisce il prezziario dei beni mobili e indica quello per gli immobili, individua le tipologie di danno e le percentuali di contributo ammissibile, contiene i moduli per la richiesta del contributo. Per queste finalità, in definitiva, sono stati messi a disposizione complessivamente oltre 161 milioni e mezzo per 227 Comuni: i 150 milioni per privati e imprese dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, i contributi di solidarietà, specifici finanziamenti regionali. Il tutto anche alla luce del riconoscimento comunitario della calamità che supera il discorso del cosiddetto “de minimis”. “Sono convinto che riusciremo a liquidare la maggior parte dei contributi prima dell’anniversario dell’alluvione – ha sottolineato Zaia – e che quasi certamente avremo delle economie tra il danno segnalato e quello che sarà effettivamente liquidato”.

Per quanto riguarda i danni alle opere pubbliche, si sta lavorando ad un’analoga ordinanza, che va costruita separatamente da quella per privati e imprese dopo la suddivisione del fondo originario in due partite specifiche. Sono inoltre alla fase finale i 250 interventi attivati a partire dai giorni stessi dell’alluvione per sistemare gli argini crollati o danneggiati e le opere idrauliche messe a rischio, mentre sono state finanziate le prime tre casse d’espansione, quelle di Trissino, Caldogno e Muson dei Sassi, per i quali c’era già una progettazione disponibile, ed è stata avviata la progettazione di altri sei interventi. Si sta anche operando sul fronte dell’adeguamento dei sistemi di allertamento. “Saranno queste le partite per il futuro, quelle per la prevenzione e la diminuzione del rischio idraulico. E qui occorrerà reperire a mano a mano i finanziamenti, tenuto conto che ereditiamo un pesante arretrato: l’ultima cassa di espansione del Veneto, quella di Montebello – ha concluso Zaia – è stata realizzata un’ottantina di anni fa”.

“Il fango dell’alluvione ha coperto i colori politici – ha detto dal canto suo Variati – e abbiamo lavorato tutti assieme: liquidiamo i danni in tempi rapidissimi come non è mai accaduto in Italia”. “Ho polemizzando quando l’ho ritenuto necessario – gli ha fatto eco la sindaca Lazzarini – ma il Governatore ci ha ascoltato e abbiamo realizzato assieme un vero e serio lavoro di squadra, scrivendo questa ordinanza che segna il ‘giro di boa’ del disastro”.

L’ordinanza in questione sarà pubblicata integralmente anche nel sito internet del Commissario per il superamento alluvione www.venetoalluvionato.it . Alluvione, sindaci ancora in riunione per il prezziario dei danni Alluvione, gli undici sindaci alluvionati dei Comuni più colpiti si incontrano per la seconda volta a palazzo Trissino. Variati: “I tecnici dei Comuni lavoreranno per comporre un prezziario condiviso che verrà consegnato a Zaia”

Nuovo incontro questo pomeriggio a palazzo Trissino tra gli undici sindaci alluvionati dei Comuni più colpiti per proseguire il lavoro, iniziato lo scorso 6 maggio, di definizione del prezziario dei beni mobili e immobili. Insieme al sindaco di Vicenza Achille Variati e all’assessore Tommaso Ruggeri si sono riuniti nella sala Luigi Faccio, attorno al tavolo della giunta, il vicentino Marcello Vezzaro di Caldogno; i padovani Elisa Venturini di Casalserugo, Daniele Mocellin di Saletto, Anna Lazzarin di Veggiano, Vittorio Meneghello di Bovolenta ed Enrico Rinuncini di Ponte S. Nicolò; e i veronesi Carlo Tessari di Monteforte d’Alpone e Lino Gambaretto di Soave. Assenti oggi i vicentini Armando Cunegato di Valli del Pasubio e Giorgio Calli di Torrebelvicino.

“Abbiamo proseguito oggi la discussione iniziata due settimane fa – spiega il sindaco Achille Variati - con l’intento di definire un prezziario dei vari danni subiti da beni mobili e immobili allo scopo di rendere omogeneo il valore dello stesso danno indipendentemente dal Comune in cui si è verificato. Nei prossimi giorni alcuni tecnici dei Comuni coinvolti si ritroveranno per fare le opportune valutazioni da cui scaturirà una proposta di prezziario che verrà consegnata al commissario Zaia. Tutto questo nell’ottica della definizione delle pratiche per ottenere il saldo.” A seguito delle anticipazioni ottenute, infatti, dovranno pervenire i fondi per il saldo definitivo necessario a coprire le spese sostenute per fare fronte ai danni causati dall’alluvione. “Fondi, questi, che il commissario Zaia ha ancora in cassa e che i sindaci sono certi verranno distribuiti ai Comuni come promesso.” La Provinciale 48 ripristinata in tempi record dopo l'emergenza idraulica

E’ stata risistemata in tempi record la Strada Provinciale 48 “delle Lande”, che da Ospedaletto Euganeo porta a Caselle, frazione di Noventa Vicentina. La strada non era in sicurezza a causa dell’esondazione del Frassine in quanto si era verificato il cedimento di un tratto di banchina stradale in corrispondenza della linea di impianto dei montanti dei guard rail, per un'estensione complessiva di 500 metri lungo lo scolo Maceratoi. La strada è stata riaperta alla presenza della Presidente della Provincia di Padova Barbara Degani, dell’Assessore provinciale alla Difesa del Suolo Domenico Riolfatto, del Sindaco di Ospedaletto Euganeo Antonio Battistella e il sindaco di Saletto Daniele Mocellin.

Dopo l’alluvione, si era evidenziata la presenza di estesi cedimenti e fessurazioni sulla scarpata che hanno determinato la formazione di un piano molto sconnesso e irregolare con il pericolo di distacco totale della riva dello scolo, gravi cedimenti generalizzati della banchina ad una quota di poco inferiore a quella stradale con interessamento in alcuni punti anche della struttura del pacchetto stradale. Era stato subito interessato il Centro Operativo Misto di Saletto, istituito dall’Amministrazione Provinciale insieme alla Prefettura, ai Comuni, ai tecnici e ai quadri delle squadre di soccorso e della Protezione Civile, con il compito di coordinare i servizi per affrontare l’emergenza. Rilevata la necessità di chiudere la strada, la gestione dell’intervento è stata immediatamente affidata alla Provincia di Padova.

In tempi rapidissimi, è stato fatto il progetto ed esperita la gara, affidando i lavori alla ditta “Costruzioni ing. Carlo Broetto” che ha aperto il cantiere il 17 dicembre. “Volevamo dare una risposta rapida – ha detto la presidente Degani – e abbiamo chiesto all’impresa di lavorare anche durante le festività natalizie, per riattivare una strada molto importante per la viabilità di tutto questo territorio e della limitrofa provincia di Vicenza. Dalla Provinciale 48 passa infatti tutto il traffico di collegamento tra la Riviera Berica e l’estense”.

I lavori si sono conclusi oggi a mezzogiorno per una spesa di circa 450 mila euro. “Tempi rapidissimi – ha detto Riolfatto - se si considera che è stato necessario ricostruire la scarpata della strada, completamente franata, e che l’acqua da queste parti è rimasta fino a dicembre”. Il sindaco di Ospedaletto ha ringraziato l’amministrazione provinciale “per la qualità dell’intervento e per la rapidità con cui ha risolto un problema grave per il Comune e per un territorio molto ampio”. Soddisfazione, infatti, è stata espressa anche dal sindaco di Saletto. “La chiusura del cantiere – ha detto - permetterà di liberare Saletto e Montagnana dal traffico record che sono state costrette a subire nel corso dei lavori”. Installate le videocamere a Saletto

SALETTO Tra una settimana sarà vietatissimo a camion, auto e pure ai pedoni attraversare la strada con il semaforo rosso, e sarà altrettanto vietato prodursi in furti e vandalismi nel centro del...

SALETTO

Tra una settimana sarà vietatissimo a camion, auto e pure ai pedoni attraversare la strada con il semaforo rosso, e sarà altrettanto vietato prodursi in furti e vandalismi nel centro del paese. Ieri si è infatti conclusa l'installazione di due videocamere ai semafori dell'incrocio sulla Sr 10 e una che filma tutti i movimenti nel centro del paese. I trasgressori delle norme del codice della strada e del codice penale saranno puniti. Ad assicurarlo è lo stesso sindaco Daniele Mocellin «Abbiamo testato più volte le videocamere, che hanno l'approvazione dell'Associazione vittime della strada – spiega – manca solo il collaudo che sarà effettuato la prossima settimana. Le sanzioni saranno a prova di impugnabilità, perché non si tratta di semplici foto, ma di riprese 24 ore su 24 che filmano tutto, dal passaggio con il rosso non solo delle auto ma anche dei pedoni sulle strisce agli incidenti, dai furti ai vandalismi». Ci sono state contestazioni dei trasgressori sui tempi del giallo. Sarà così anche dopo il collaudo delle videocamere? «Lo escludo nel modo più assoluto – ribatte Mocellin – ho affidato la perizia a un professionista non una ma due volte per verificare i tempi del giallo». Quali saranno i vantaggi dell'operazione? «In caso di incidenti– precisa il sindaco – sarà individuabile subito chi è il colpevole evitando in tal modo il ritiro della patente ad entrambi i conducenti. In quell'incrocio si sono verificati tanti incidenti. Stiamo valutando se affidare la visione dei filmati della videocamera direttamente ai carabinieri oppure se collegarci alla loro centrale operativa».

Isoclima di Este: raggiunto l’accordo in Provincia

Raggiunto l’accordo tra sindacati e lavoratori di Isoclima e i vertici dell’azienda che ha sede ad Este. Le parti hanno sottoscritto la proposta avanzata dall’assessore provinciale alle Politiche del Lavoro Massimiliano Barison, assieme ai sindaci di Este, Giancarlo Piva, e di Saletto, Daniele Mocellin, che prevede una riduzione del numero di esuberi, inizialmente previsti in 110, e l’utilizzo della Cassa integrazione. All’incontro erano presenti oltre all’assessore Barison e al dirigente del settore Giorgio Santarello, il responsabile di produzione di Isoclima Spa Sandro Cersosino, assistito dall’avvocato Gianluca Spolverato e dall’avvocato Gianni Barillari oltre che dai dottori Marco Peserico e Lorenzo Valentini, Fabrizio Da Lio di Femca Cisl, Marco Galtarossa di Filctem Cgil, Claudio Gallian, Maurizio Gusella, Antonio Girardi, Mauro Fabrizio e Simone Silvan delle Rsa, il sindaco di Este Giancarlo Piva, il sindaco del Comune di Saletto Daniele Mocellin, con l’assessore comunale Simone Verotti. “In pratica – spiega l’assessore Barison – rispetto alla proposta iniziale, si partirà con un anno di cassa integrazione, a zero ore, per 96 lavoratori con l’impegno di valutare durante la cigs se vi sono ragioni per ridurre il numero degli esuberi”. Grazie alla proposta firmata negli uffici dell’Assessorato al Lavoro della Provincia, viene di fatto approvato il piano proposto dalle Istituzioni che chiedevano una riduzione del numero degli esuberi e un metodo per determinarli. In più sono previsti incentivi all’esodo a scalare: più alti per chi decide di lasciare l’azienda a gennaio, medi per chi decide entro giugno, bassi per chi vorrà lasciare l’azienda a settembre. “Sono soddisfatto dell’esito della trattativa – ha sottolineato l’assessore Barison – perché se non ci fosse stata la proposta della Provincia, ci sarebbe stato il mancato accordo, cosa che di fatto avrebbe fatto saltare un anno di cassa integrazione spalancando le porte ai 110 licenziamenti con un grave rischio per la tenuta stessa di Isoclima. L’azienda oggi occupa 445 lavoratori e, grazie a questa firma, sarà garantita continuità produttiva ed occupazionale: un traguardo che all’inizio dei colloqui sembrava difficile da raggiungere”.