3/2007 SOMMARIO maggio - giugno PERIODICO DELL’ESERCITO

L’opinione Il management Il Real Esercito di Edward N. Luttwak pag. 3 della Logistica borbonico di Antonio Monaco pag. 59 di Giovanni Todaro pag. 109 Intervista a Marcello Veneziani pag. 4

La componente Genio di Vito Dell’Edera e Francesco Giannatiempo Risorse energetiche pag. 66 e terrorismo di Giovanni Ercolani pag. 7 Col ferro e col fuoco di Leonello Oliveri pag. 121

RUBRICHE

L’Esercito algerino Il futuro dei trasporti di Daniele Cellamare pag. 25 strategici di Francesco Capillo Il «miracolo» indiano e Franco Fratini pag. 80 di Riccardo Caimmi pag. 128 e Stefano Ciaramelletti pag. 38

pag. 132

L’evoluzione dell’Esercito pag. 134 di Giuseppe Maggi pag. 49

pag. 138

Garibaldi e l’Esercito Italiano pag. 139 di Nicola Serra pag. 96 www.esercito.difesa.it in copertina [email protected] [email protected] Una pilota di blindo «Centauro» del reggimento «Lancieri di Montebello» (8°). «Rivista Militare» ha lo scopo di estendere e aggiornare la preparazione Al personale femminile dell’Esercito Italiano non tecnica e professionale del personale dell’Esercito e di far conoscere, alla pubblica opinione, i temi della difesa e della sicurezza. A tal fine, vengono preclusi compiti operativi. costituisce organo di diffusione del pensiero militare e palestra di studio e di dibattito. «Rivista Militare» è quindi un giornale che si prefigge di informare, comunicare e fare cultura.

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Libano: una crisi non compresa di Edward N. Luttwak

Alla fine della guerra dell’ottobre 1973, il mondo arabo si è rallegrato nel prendere atto che l’invincibilità di Israele fosse stata infranta dal superamento del Canale di Suez da parte degli egiziani e dall’offensiva siriana sulle Alture del Golan. Tutti, poi, hanno notato che l’aviazione israeliana aveva perduto un quarto dei suoi aerei da combatti- mento, abbattuti dal fuoco terrestre. Inoltre, centinaia di carri armati erano stati dan- neggiati o distrutti dai fanti egiziani, armati di missili e razzi portatili. In Israele seve- re critiche sono state rivolte ai Capi politici e militari, ritenuti responsabili della morte di 3 000 soldati in una guerra terminata senza una netta vittoria. La guerra del 1973 può essere vista chiaramente solo in retrospettiva. Gli israeliani erano stati colti di sorpresa per aver erroneamente interpretato le pur ottime informa- zioni. Gli egiziani avevano piani eccellenti e combattevano bene. I carri siriani avanza- vano baldanzosamente e attaccavano a ondate per giorni e notti di seguito. Dopo 48 ore, Israele sembrava sull’orlo della sconfitta. Ma non appena la mobilitazione dei riser- visti, che costituiscono i nove decimi dell’Esercito, è stata portata a termine, le sorti del- la guerra sono cambiate. Alla fine del conflitto, le forze israeliane erano a settanta mi- glia dal Cairo e a meno di venti da Damasco. L’aviazione, pur frenata dal fuoco concen- trato dei missili e dei cannoni controaerei, ha neutralizzato tutti gli attacchi aerei e ha effettuato bombardamenti in profondità senza alcun ostacolo. Questo è il vero bilancio del conflitto del 1973, che è stato però oscurato dal tremendo shock della sorpresa, dal- le esagerate reazioni emotive ed anche dalle difficoltà di comprendere la realtà attraverso la nebbia della guerra. Qualcosa di simile è accaduto recentemente in Libano, dove i carri da combattimento più pesanti e meglio protetti sono stati talvolta immobilizzati da missili anticarro più sofisticati. I Tanks non sono invulnerabili. Si è anche lamen- tata una mancanza di difesa contro razzi a corta gittata armati di piccole testate, ma ciò era un rischio calcolato, in quanto questi non sono abbastanza potenti da giustificare una spesa di molti miliardi di dollari per installare sistemi d’arma laser grandi come campi di calcio. Alcuni opinionisti si sono soffermati, a torto, su alcune affermazioni di Nasrallah, sostenendo che lui e i suoi Hezbollah hanno combattuto con molto più coraggio dei soldati degli Stati arabi nelle precedenti guerre. È opportuno, invece, sottolineare che, nel 1973, dopo aver attraversato il Canale di Suez, migliaia di fanti egiziani hanno resistito strenuamente contro i carri da combattimento israeliani da 50 tonnellate, attaccandoli, poi, con succes- so con le piccole armi portatili in dotazione. Si trovavano in un deserto aperto e piatto, senza la copertura e la prote- zione che invece gli Hezbollah hanno avuto nei villaggi di pietra nell’impervio terreno libanese. Nelle poche miglia qua- drate della cosiddetta «fattoria cinese», gli israeliani, combattendo per un giorno e una notte, hanno riportato perdite ben maggiori dei 116 caduti in un mese di guerra in Libano. Anche nel 1967, le migliori unità di Tzahal hanno perdu- to 37 soldati in quattro ore per conquistare meno di un miglio di trincee sull’Ammunition Hill di Gerusalemme. È vero cha gli Hezbollah non sono fuggiti, ma la loro mediocrità emerge dallo scarso numero di perdite che hanno inflitto. In un’occasione, una compagnia israeliana di ricognizione ha attaccato la cittadina montana di Bin Jbail perdendo otto uomi- ni in una notte. Ciò è stato percepito in Israele, e trasmesso in tutto il mondo, come una perdita disastrosa. È inopinabile che i reduci della campagna d’Italia del 1943-1945 siano rimasti sorpresi da questa sproporzionata reazione. Anche su quel fron- te c’erano villaggi di pietra e paesi di collina, e benché i tedeschi fossero inferiori come numero, armamento e rifornimenti, una compagnia che fosse andata contro di loro avrebbe considerato la perdita di soli otto uomini trascurabile, ritenendo che le forze attaccanti possono soffrire perdite del 150 per cento o anche del 300 per cento. Questa alta percentuale si spiega con la necessità di ricorrere e ondate successive per conquistare anche un solo piccolo villaggio. Ma anche questo dato diviene trascurabile se paragonato ai 6 821 americani caduti per conquistare le otto miglia quadrate di Iwo Jima. Gli israeliani non avevano un piano di guerra coerente, per cui anche il loro bombardamento meglio preordinato ri- sultava crudelmente distruttivo (anche se poteva essere vantaggioso dal punto di vista della deterrenza, come dimo- strato dall’immobilismo della Siria), mentre le operazioni sul terreno sono state sempre esitanti e inconcludenti. Natu- ralmente esisteva anche un piano più completo: una sofisticata miscela di operazioni anfibie, aviotrasportate e terre- stri, tendenti a penetrare in profondità nelle retrovie per poi tornare indietro, così da distruggere le posizioni degli Hez- bollah una alla volta, arrivando da nord, fino a raggiungere il confine israeliano. Il piano non è stato attuato perché non ci sono state vittime tra i civili israeliani. Era stato giustamente previsto, in- fatti, che un fuoco concentrato di sbarramento condotto dagli Hezbollah con migliaia di razzi avrebbe provocato vitti- me inermi, forse centinaia al giorno. Il fuoco di sbarramento elimina l’imprecisione dei missili non guidati e aumenta di molto gli effetti delle esplosioni. Questo avrebbe reso indispensabile un’offensiva su larga scala, con l’impiego di oltre 45 000 soldati e si sarebbero giustificate le conseguenti centinaia di perdite. Gli Hezbollah, invece, hanno distribuito i razzi ai miliziani dei villaggi, che li hanno astutamente nascosti, ma non hanno avuto la capacità di utilizzarli in modo efficace, simultaneamente e contro singoli bersagli. È parsa, dunque, po- liticamente inaccettabile un’offensiva pianificata, che avrebbe fatto strage di giovani soldati e padri di famiglia senza sradicare gli Hezbollah, che restano un movimento politico armato, più che un esercito o un pugno di banditi. Proprio per questa ragione, il risultato di questa guerra si rivelerà probabilmente più soddisfacente di quanto oggi molti credano. Hassan Nasrallah non replica Arafat, che combatteva per una Palestina eterna e non per i palestinesi. Na- srallah ha invece una rappresentanza politica solo nei territori del sud e, accettando implicitamente la responsabilità di aver iniziato la guerra, ha dato ordine ai suoi Hezbollah di dedicarsi a una rapida ricostruzione nei villaggi e nelle cit- tà, fino al confine di Israele. Ciò non giustificherebbe altri eventuali combattimenti, che ben presto distruggerebbero tutto ancora una volta. La base del potere di Nasrallah resta nel sud del Libano ed è ora un’assicurazione per la buona condotta degli Hezbollah. Questo può ritenersi un altro inaspettato risvolto della guerra. POTERE E CONFLITTUALITÀ Intervista a MARCELLO VENEZIANI

L’inizio di questo secolo va delineando uno scenario denso di sfide e di incognite che lasciano presagire un futuro di incertezza politica, economica e sociale. In tale quadro è opportuno ripensare anche il concetto di sicurezza, di «guerra giusta» e di uso della forza. Di questo e di altro abbiamo discusso con Marcello Veneziani, filosofo, giornalista e scrittore di successo.

La teoria della «guerra giusta», delineata per la pri- della guerra a operazione di polizia internazionale, ma volta da Sant’Agostino, nasce per confutare la i bombardamenti indiscriminati contro le popola- tesi che dalla lettura del Vangelo si debba trarre il zioni civili, che presuppongono l’esistenza di un principio della condanna assoluta della guerra, in impero del bene contro le forze del male. Una quanto illegittima. Ripresa nel corso del XX secolo guerra può dirsi giusta per ragioni commisurate con diverse accezioni, di «guerra giusta» si parlò in alla realtà, quando i mali che indubbiamente pro- occasione dei conflitti del Vietnam e del Golfo. Og- duce sono inferiori a quelli che debella. gi è una tesi quanto mai attuale su cui si esprimo- no alcuni tra i più insigni esponenti del mondo fi- losofico. Michael Walzer definisce l’intervento in Aristotele riteneva che la filosofia fosse inutile ma, Afghanistan come «il trionfo della guerra giusta», proprio perchè priva del legame di servitù, fosse mentre Noam Chomsky ne afferma l’illegittimità. Il anche il sapere più nobile. Lei ritiene che mettere il comune denominatore di tutte queste teorie, vec- proprio pensiero filosofico al servizio dello Stato chie e nuove, sembra comunque esprimersi nel possa, invece, offrire un apporto prezioso per la tentativo di definire una forma di ius ad bellum (le- corretta gestione della res publica? gittimità della guerra) e di ius in bello (giustizia nella guerra). Qual è il suo parere in proposito? Diceva Platone che coloro che noi chiamiamo inutili Quando una guerra può dirsi «giusta»? sono le vere guide. Ed è vero, nel senso più profon- do. Ma proprio per questo non penso che la filoso- La «guerra giusta» è una teoria ambigua. Da un la- fia debba avere come suo fine o come suo obbligo to nasce per correggere l’irrealistico ripudio a civile, come invece pensava Platone, l’apporto alla priori di ogni guerra e, dunque, ripropone l’antica res publica. Nella filosofia ci sono più cose di quan- ratio di rimedio estremo a un male estremo. Dal- te ne contenga uno Stato; è bene ribadire l’autono- l’altro verso, soprattutto nell’uso più recente del- mia della filosofia dalla politica ed è salutare consi- l’espressione, la «guerra giusta» è una teoria usa- derare la sua incidenza sulla res publica come un ta per stabilire uno spartiacque manicheo e razzi- suo libero apporto e non un suo compito inderoga- sta tra chi è per superiorità congenita destinato ad bile, o addirittura la sua funzione. essere tra i giusti e chi, invece, è condannato a es- sere tra i criminali. È la traduzione secolare e pro- fana della «guerra santa» contro gli infedeli, con- In uno dei suoi ultimi libri ha affermato che la so- siderati non avversari ma bestie. La riduzione del cietà attuale è schiacciata da una globalizzazione nemico a criminale, produce mostri come Norim- imperante, in continua ascesa. In questo contesto berga, il processo dei vincitori ai vinti, la riduzione ritiene ci sia ancora spazio per valori quali quello

INTERVISTA - 4 Marcello Veneziani.

tutto questo. E la stessa cosa vale per le comunità. Un conto è aprirsi al mondo, un altro è dissolversi nel mondo. Per questo penso che, al di là delle contingenti applicazioni storiche, un legame con un luogo, una civiltà, una comunità che sen- tiamo come Patria abbia una pro- fonda ragion d’essere non revocabi- le, che coincide con il nostro biso- gno di radici, di identità, di tradizio- ne. Senza il nostro contesto vitale perderemmo la nostra identità, sa- remmo alieni.

Pensatori illustri, quali Husserl, Ga- damer, Garin, Darhendorf, concor- dano nel parlare di un’ineluttabile «crisi del mondo occidentale» che si avvia verso un tragico tramonto. Vi- sione catastrofica o triste realtà? Il filosofo, scriveva Federico Chabod, è uno storico pensante che ha il compito di riproporre agli uomini la loro memoria storica. Quali, secon- do Lei, gli «errori» commessi dal- di Patria, di Nazione oppure il senso dello Stato e l’Occidente su cui riflettere maggiormente? la coscienza pubblica sono concetti obsoleti, ora- mai avulsi da qualsivoglia limite socio-cculturale e L’errore principale dell’Occidente è confondere la territoriale? civiltà con la civilizzazione, ovvero ritenere che lo sviluppo tecnico ed economico possa rendere su- Credo che arrendersi alla globalizzazione come perfluo lo stile di vita, il senso di una civiltà, la automatico destino che decreta la fine di ogni forza dei legami comunitari, la cultura, la tradi- contesto differenziato sia un’abdicazione della zione e il senso religioso. I mezzi che sostituisco- nostra libertà e della nostra umanità. Noi siamo no i fini e che producono una forma di schiavismo persone con un volto, una storia, un’anima, una peggiore di ogni altra: quella degli automi, che ri- lingua, una tradizione e non possiamo cancellare nunciano alla libertà nel nome del progresso, an- zi del processo tecno-economico. La civilizzazio- ne è un livello di vita e di benessere che è positi- Marcello Veneziani, è nato a Bisceglie nel 1955 e vive a Roma. Laureato in filosofia, editorialista de vo e auspicabile, ma non può essere l’obiettivo «Il Giornale» e de «Il Messaggero», direttore edi- assoluto e autosufficiente. Non si può confondere toriale della rivista «Il Borghese», ha fondato e il tenore di vita con il senso della vita e la difesa diretto settimanali, quali «L’Italia» e «Lo Stato», e della vita stessa. curato opere di filosofia, storia e cultura politica. Nel 2003 è stato nominato membro del Consiglio di amministrazione della RAI. È autore di vari saggi, tra i quali: «Processo all’Occidente» Lo Stato moderno costituzionalizza la forza distin- (1990), «La rivoluzione conservatrice in Italia» guendo tra forza legittima e forza illegittima. La (1994), «L’anti900» (1996), «Il secolo stermina- forza è legittimata dal consenso. Ma laddove c’è to» (1998), «Comunitari o liberal» (1999), «Vita consenso non occorre l’uso della forza. Quindi se natural durante» (2001), «La cultura della destra» (2002), «La sconfitta delle idee» (2003), «I vinti» uno Stato non esercitasse la sua forza legittima la- (2004). «Contro i barbari», edito da Mondadori scerebbe ad altri l’uso della forza illegittima? nell’ottobre 2006, è il suo ultimo libro. Uno Stato non può rinunciare alla forza e, so-

5 - INTERVISTA prattutto, non può abdicare al monopolio della spettare i comandi, non si darebbe nessun ordine. forza, perchè se non è lo Stato a esercitare il mo- Quando e come si rende necessario il ricorso alla nopolio non entriamo in una società pacifica e violenza? non violenta ma lasciamo a forze non legittima- te dal ruolo, dalla finalità e dal consenso l’uso Come extrema ratio, per scongiurare un’altra violen- della forza. Lo Stato deve cercare il consenso za o un pericolo maggiore. Ogni vero potere deve nell’applicazione della legge, la libera e convinta prevedere in extremis l’uso della violenza, ma solo adesione agli ordinamenti; ma se questo non av- quando non è possibile una via diversa e, comunque, viene, di fronte alla violazione non resta che per finalità che mettono in gioco la sopravvivenza di l’uso della forza. una comunità. La violenza non è un metodo di go- verno, ma è il ricorso finale, nel nome dell’emergen- za e dell’eccezione, quando non è più possibile altro Il Leviatano di Hobbes e la Balena Bianca di Melville metodo. Aborrire sempre e comunque l’uso della hanno evidenziato il lato oscuro ed enigmatico del forza è una pericolosa utopia perchè lascia il campo concetto di forza, che oscilla tra lo «stato di natura» alla violenza smisurata dei facinorosi. e lo «stato civile»; qual è la Sua opinione al riguardo?

Sicuramente c’è un fondo oscuro, belluino nell’uso Secondo Hegel, senza le guerre la storia registra so- della forza, ma compito del potere è limitare, re- lo pagine bianche, ossia le guerre muovono il cam- golamentare, arginare la forza, dandole una forma, biamento della storia. Gli eroi sono coloro che con il una norma e una ragione. Ma è utopia pensare che loro impegno, il loro coraggio e la loro abilità con- la forza, l’aggressività naturale, l’inclinazione ver- tribuiscono a questa evoluzione della storia. Spesso so la soluzione muscolare si possa sradicare. al termine eroe si associa quello di antichità, greca o latina, mitologica, divina o umana. Nel teatro clas- sico gli eroi sono sempre i protagonisti del dramma, Hobbes è tradizionalmente considerato il primo fi- sono coloro che rischiano la propria vita in battaglia losofo politico della modernità. È anche soprattut- per il bene comune. Ricordando il ciclo di drammi to il fondatore dell’assolutismo moderno, che indi- tebani, ispirati alla saga di Edipo, verrebbe da pen- vidua la fonte del potere nella forza espressa da sare che oggi il termine eroe non possa trovare un tutti i singoli. Lei concorda con Hobbes nel defini- ambito di corretto utilizzo. Personalmente ritengo re il potere come il risultato di un contratto? Cos’è che l’ambito in cui cercarli sia lo stesso dell’età clas- per Lei il potere? sica: la battaglia, il conflitto. I soldati mettono a ri- schio il proprio bene individuale per un bene più al- La lezione di Hobbes è essenziale, insieme a quel- to e universale. Lei concorda nel ritenere che il loro la di Machiavelli, per descrivere in modo disincan- sia un compito eroico? tato il potere, gli «arcana imperii», le forze che muovono la realtà. È un bagno freddo nella vita L’eroe è colui che è pronto a sacrificare la propria reale, nella natura e nella storia che è indispensa- vita per un principio superiore e per il proprio po- bile. Detto questo, il potere che sgorga solo dalla polo. Può essere un combattente, un milite in divi- forma di un contratto o dalla forza che incute pau- sa e in armi, ma il suo eroismo non si esprime ne- ra e sottomissione non è un potere umano, perchè cessariamente in battaglia. L’eroe può essere in il potere si esercita anche attraverso l’autorevolez- guerra e può essere anche in pace, e non è neces- za che è frutto di sapienza e di tradizione e nell’in- sariamente un soldato, può essere un pompiere, teresse dei sottoposti. Il potere necessita di legit- un astronauta, uno che mette a repentaglio la pro- timarsi attraverso il richiamo all’esperienza (il va- pria vita per la ricerca. Naturalmente non vale l’in- lore della tradizione), la competenza (la capacità verso, ovvero ritenere che gli unici veri eroi siano i autorevole di guidare un popolo) e la maggioranza non violenti, i profeti disarmati, gli obiettori di co- (la volontà prevalente e l’interesse generale). scienza: chi si sacrifica per gli altri, in guerra o no, è un eroe. Anzi per essere più precisi chi è pronto a sacrificarsi per il bene umano e terreno è un Nelle società complesse l’efficacia del potere è le- eroe, chi è pronto a sacrificarsi per un bene sovru- gata alla possibilità di non ricorrere alla violenza. Il mano e celeste è un martire. potere tanto più è efficace quanto meno ricorre al- la violenza. «Violenza», citando Weber, non equi- A cura di Laura M. I. Secci vale a «potere», tuttavia non si dà potere senza la Caporal Maggiore, possibilità di un ricorso alla violenza. Senza poter in servizio presso il Reparto Affari Generali disporre di una forza coattiva in grado di far ri- dello Stato Maggiore dell’Esercito

INTERVISTA - 6 OIKOS

RISORSE ENERGETICHE E TERRORISMO RISORSE ENERGETICHE E TERRORISMO

La guerra al terrorismo ed i problemi legati alla sicurezza delle risorse energetiche stanno disegnando il con- torno di un «Regional Security Complex» più ampio degli stessi confini geografici dei Paesi membri della NA- TO. Per affrontare efficacemente gli eventuali conflitti, che potrebbero esplodere in questa nuova ampia area, si rende necessaria una vera e propria rivoluzione culturale, che prenda in considerazione l’importanza stra- tegico-ooperativa della cultural intelligence e dei critical security studies.

Concludendo il suo recente libro «The World is Se l’uomo di Fukuyama, malgrado le «previsioni Flat» Thomas Friedman mette a confronto due da- astrologiche» di Huntington, ingenuamente pote- te che, secondo lui, rappresentano maggiormente va pensare che, con la scomparsa della minaccia due momenti importanti ed opposti del processo del comunismo sovietico, sarebbe stato possibile di globalizzazione che si sta attuando nel nostro un nuovo ordine mondiale basato sul liberalismo pianeta: 9/11/1989 e 11/9/2001. politico-economico, sicuramente gli attentati di La prima data, rappresenta il momento con il New York, Bali, Istanbul, Madrid e Londra ne han- quale, dopo la caduta del Muro no minato il candido narcisi- di Berlino, si cercò di immagina- stico ottimismo a-storico. re un mondo diverso, quindi ca- ... la presunta «fatwa» di bin Se in questo contesto, defini- ratterizzato da una «creative “Laden e l’emergere della mi- to da Marc Ferro come caratte- imagination». naccia del terrorismo post- rizzato da una «bankruptcy of All’opposto troviamo la data ideology», la prima guerra del dell’11 settembre, che ha dimo- moderno andavano già impo- Golfo e il conflitto in Bosnia strato il potere di una diversa nendo nuovi giocatori e rego- storiograficamente segnavano forma di immaginazione, quella le sullo scenario mondiale già il sorgere di un «new world della «destructive imagination». security disorder», la presunta Però, se venisse tracciata una ” «fatwa» di bin Laden e l’emer- linea che unisse la prima data, quella dell’imma- gere della minaccia del terrorismo post-moderno ginazione creativa a quella più recente del NATO andavano già imponendo, da tempo, nuovi gioca- Summit (Riga, 27-29 novembre 2006), l’occhio tori e regole sullo scenario mondiale, riempiendo attento dell’analista di relazioni internazionali così il vuoto lasciato dal «threat deficit». potrebbe individuare una continuità di costanti e Tali scenari, che verranno da noi analizzati variabili su questo tracciato storico-genealogico. singolarmente, sono stati circoscritti, cartogra- fati e strutturati in ordine attraverso una loro funzione semiotica e vere narrazioni geopoliti- che da diversi «autori-attori», quali i discorsi del «US National Intelligence Council», della «Long War», della società petrolifera Chevron e, infine, di bin Laden.

A sinistra. Una petroliera in fiamme. In apertura. Pozzi iracheni in fiamme. Nel riquadro un soldato ameri- cano della 101a Divisione aerotrasportata.

OIKOS - 8 Rivista Militare n. 3/2007

Al fine di individuarne la genealogia nella conti- sovranità del politico. nuità degli interessi, le discordanze e le possibili Sempre secondo il NIC, gli Stati occidentali (e gli tensioni, queste geopolitiche verranno sovrappo- Stati Uniti in particolare) fronteggeranno sei «glo- ste con il fine pratico di tratteggiare i confini di un bal trends» sui quali dovranno tarare la propria

«Regional Security Complex» (definito da Barry politica di sicurezza: OIKOS Buzan come un complesso regionale costituito da • la crescita demografica: «per il 2010 si arriverà un gruppo di Stati legati tra loro dagli stessi pro- ad una popolazione mondiale di 7 miliardi e blemi di sicurezza) al cui interno potrebbero na- questo aumento si registrerà maggiormente nei scere dei conflitti. Paesi in via di sviluppo»; Come si dimostrerà, il perimetro di questo «Re- • la crescita del reddito procapite: «la maggior gional Security Complex» coinciderà con quelli che parte dei vincitori saranno in Estremo Oriente e sono gli interessi strategici dell’Alleanza Atlantica in Occidente; i perdenti in Africa e nel Medio (quindi una regione strategica dal perimentro più Oriente»; ampio rispetto a quella illustrata non solo dal- • il problema delle risorse alimentari: «l’ingegne- l’unione dei confini geografici dei suoi membri, ma ria genetica alimenterà una quarta rivoluzione anche dall’applicazione dell’Art. 5 del Patto Atlan- agricola. Come nel passato, però, la scarsità sa- tico) e, in caso di minacce alla sua stabilità, l’inter- rà dovuta all’uomo»; vento italiano sarà altamente probabile. • le comunicazioni: «i dati digitali e la rivoluzio- Nell’abbinare la necessità di una riforma strategi- ne delle comunicazioni diminuiranno le distan- co-operativa (legata al concetto sperimentale di «ri- ze e indeboliranno le barriere al flusso delle zoma») all’elemento della «human intelligence-cul- informazioni»; tural intelligence» si vogliono individuare i principali fattori evolutivi, per affrontare efficacemente le nuove missioni militari e le crisi internazionali. Concludendo questa ricerca, viene messo in luce un nuovo, più multidisciplinare e «nomade» ap- proccio ai problemi della sicurezza.

LE TESI DEL NATIONAL INTELLIGENCE COUNCIL

Le prime rappresentazioni geopolitiche ci ven- gono offerte da tre studi del Governo americano: • «Global Trends 2010» (novembre 1997); • «Global Trends 2015» (dicembre 2000); • «Mapping the Global Future» (dicembre 2004). Il «Global Trends 2010», pubblicato nel novem- Un oleodotto in fiamme. bre 1997 da parte del «National Intelligence Council» (NIC), quindi prima dei famosi attacchi dell’11 settembre 2001, metteva già in evidenza • le risorse energetiche: «la crescita della popola- come gli scenari internazionali sarebbero cam- zione e del reddito procapite faranno da motore biati nel breve periodo. In particolare, si sottoli- a una maggiore domanda di energia, special- neava come la struttura delle relazioni interna- mente nelle economie cinese e indiana che sono zionali, basata sulla stabile sistemazione del po- in espansione. Per il 2010 il mondo avrà bisogno tere tra gli Stati, stesse cominciando a venir me- di una produzione petrolifera maggiore di quel- no. Questo a causa di tre grandi cambiamenti la prodotta ora dai Paesi dell’OPEC»; che, secondo il NIC, sarebbero avvenuti di lì a • la tecnologia militare e i deterrenti: «i potenzia- dieci, quindici anni: molti conflitti saranno inter- li avversari, degli Stati Uniti e dell’Occidente, ni agli Stati, e non fra Stati; molti Stati non riusci- proveranno a fronteggiarne la superiorità milita- ranno a far fronte alle richieste basiche che lega- re usando dispositivi, tecnici e organizzativi, non no i cittadini ai loro governi (failing States); i go- convenzionali e asimmetrici, che vanno dal ter- verni di quegli Stati che si dichiarano relativa- rorismo al possibile uso delle armi di distruzio- mente immuni da povertà e instabilità politica si ne di massa». renderanno conto di cominciare a perdere il con- La seconda visione geopolitica ci viene offerta trollo di parti significative dei loro programmi dal «Global Trends 2015: A Dialogue About the politici a causa della globalizzazione, dell’espan- Future With Nongovernment Experts», che, pub- sione economica e della continua rivoluzione blicato nel dicembre 2000, riconferma l’approccio nell’informazione tecnologica. Quindi: fine della dello studio precedente ampliando i «trends» già

9 - OIKOS Mappa delle vie di approvvigionamento energetico, attuali economici e di sicurezza, ma si confronterà con e di futura progettazione, dell’Asia Centrale. dei tests fondamentali di governo effettivo (gover- nance nazionale e internazionale); nel 2015, i con- flitti intrastatuali rappresenteranno le maggiori individuati nel 1997. minacce alla stabilità intorno al mondo. Le guerre «Il mondo per il 2015 sarà popolato da 7,2 mi- tra uno Stato e l’altro, benchè meno frequenti, au- liardi di persone (crescita demografica); il continuo menteranno di letalità a causa della disponibilità di sviluppo economico, insieme all’aumento della tecnologie militari più distruttive. La comunità in- popolazione, porterà ad un incremento del 50% ternazionale dovrà, inoltre, gestire le conseguenze della richiesta di energia nei prossimi 15 anni. La militari, politiche ed economiche di un’area indo- domanda di petrolio passerà dai 75 milioni di ba- cinese in crescente sviluppo e di una Russia in de- rili giornalieri del 2000 a circa 100 milioni per il clino (scenari e conflitti futuri)». 2015 (risorse naturali ed energetiche); lo sviluppo All’interno del capitolo dedicato ai possibili dell’information technology e delle biotecnologie «Scenari e conflitti futuri» viene messa in risalto la acquisterà sempre maggiore rilevanza a livello possibilità che gran parte del terrorismo sarà di- globale (scienza e tecnologia); il dinamismo eco- retto contro gli Stati Uniti e i suoi interessi d’oltre- nomico più forte sarà tra i due mercati emergenti: mare. La maggior parte del terrorismo anti-USA si Cina e India (economia globale); lo Stato continue- baserà sulla possibile manipolazione di rimostran- rà a rimanere, durante il 2015, la singola e più im- ze etniche, religiose o culturali, e i gruppi terrori- portante unità organizzativa degli affari politici, stici saranno in grado di elaborare nuovi sistemi

OIKOS - 10 Rivista Militare n. 3/2007 per attaccare i militari e le infrastrutture diploma- aree), l’aumento delle richieste di risorse energe- tiche americane all’estero. Non solo tali attacchi si tiche e, infine, le minacce alla sicurezza rappre- espanderanno, tanto da includere compagnie e sentate da possibili nuovi conflitti e dal fenomeno cittadini americani, ma i terroristi presenti nel Me- del terrorismo. Preoccupazioni che, tra l’altro, so- dio Oriente e nel Sud Est asiatico saranno quelli no continuate a rimanere costanti nelle due edi- OIKOS che li minacceranno maggiormente. zioni del «US National Security Strategy» (2002 e Infine, la più recente pubblicazione (dicembre 2006), quindi anche dopo l’inizio della «global war 2004) del NIC «Mapping the Global Future» riag- on terrorism». giorna quelli che definisce i «key global trends». Per questo studio il NIC si è avvalso di esperti di tutto il mondo e sono stati creati degli «scenari» al DALLA «WAR ON TERROR» ALLA «LONG WAR» fine di comprendere meglio l’interagire dei diversi «key trends». Alla 42a Conferenza sulla Politica di Sicurezza, Gli argomenti proposti nel 2004 (quindi dopo tenutasi a Monaco di Baviera nel mese di febbraio l’11 settembre 2001 e l’avvio della guerra al terro- 2006, l’allora Segretario alla Difesa americano Do- re) a ben vedere ricalcano le preoccupazioni ame- nald Rumsfeld ha spiegato la posizione e la nuova ricane presentate nei due precedenti studi (1997 e politica di difesa del proprio Paese. 2000), quindi: l’emergere di nuovi poteri-potenze Il piano, definito «The Long War», che prevede mondiali, le nuove minacce alla governabilità e, operazioni militari complesse e di lunga durata, infine, un più diffuso senso di insicurezza globale. intraprese simultaneamente in diversi Paesi del Anche l’aspetto geopolitico del mondo viene mondo e che coinvolgeranno le Forze Armate modificato da: «il progressivo sviluppo dei Paesi americane e i loro partner internazionali, rimpiaz- emergenti: (Cina, India, Brasile, Indonesia, Russia e za il precedente della «War on Terror». Sud Africa); il progressivo declino dei Paesi e dei Questa revisione, anche linguistica della «guerra continenti dominanti (Europa, Russia e Giappone); al terrore», è la testimonianza dell’evoluzione del la crescente domanda di risorse energetiche e la pensiero strategico statunitense maturata durante crisi incipiente del dominio il recente conflitto in Iraq. americano». La «Quadrennial Defence Re- Per quanto riguarda i trend ...le «preoccupazioni» co- view» (che sostituisce quella del emergenti dell’insicurezza glo- “stanti del Governo degli Stati 2001) prevede, a detta dei Ge- bale abbiamo: Uniti sono: l’emergere di nerali americani, combattimen- • «l’affermarsi di un terrorismo ti che negli anni a venire po- globale e proteiforme»; infatti, nuove potenze, la crescita trebbero svilupparsi simulta- «si prevede che per il 2020 al- demografica mondiale, l’au- neamente in più Paesi. Com- Qaeda sarà rimpiazzato da mento delle richieste ener- battimenti che potrebbero as- gruppi estremisti islamici getiche e le minacce alla si- sumere la forma di operazioni ugualmente ispirati ma mag- curezza militari convenzionali, come giormente diffusi»; l’invasione dell’Iraq (2003), si- • «l’intensificarsi dei conflitti ” no a comprendere il rapido di- interni», le diverse «economie in ritardo, le divi- spiegamento di forze controterroristiche, alta- sioni etniche, le convinzioni religiose estremiste mente mobili e spesso sotto copertura. Tra le altre e le esplosioni demografiche creeranno il conte- misure, il piano prevede un aumento del 15% del sto ideale per l’aumento progressivo della con- personale delle forze speciali e il reclutamento di flittualità intra-statuale»; ulteriori 3 700 unità da destinare alla «psycologi- • «l’intensificarsi dei conflitti inter-statuali, dovu- cal operations and civil affairs units». to ai progressi negli armamenti moderni, cree- Il Pentagono non menziona nessuna area geo- ranno quelle circostanze incoraggianti per l’uso grafica, ma queste operazioni sicuramente avver- preventivo della forza militare, sopratutto da rano in un’ampia area che si estenderà dal Medio parte dei Paesi emergenti»; Oriente al Corno d’Africa, comprendendo il Nord • «la diffusione delle armi di distruzione di mas- Africa, l’Asia Centrale, il Sud-Est asiatico ed il sa»; tanto che «i Paesi senza armi nucleari po- Nord Caucaso. tranno decidere di procurarsele per il semplice Come la Guerra Fredda dominò il mondo dal fatto che i loro vicini e rivali regionali lo stanno 1946 al 1991, così la «Long War» riconfigurerà e già facendo». narrerà, secondo le intenzioni americane, il mon- Volendo riassumere, le «preoccupazioni» co- do nei decenni a venire. stanti del Governo degli Stati Uniti sono: l’emerge- Questa nuova dottrina strategica prevede: re di nuove potenze (l’Asia), la continua crescita • un approccio non-convenzionale, dove grande demografica mondiale (e l’invecchiamento di certe risalto viene dato alla mobilità delle truppe e al-

11 - OIKOS la struttura di intelligence e alle capacità lingui- Quello che interessa al fine di questo studio è di- stiche e culturali, unite alla conoscenza di diver- mostrare come lo «Stato-Nazione, autore-attore», se aree geografiche di interesse strategico. In in questo processo di percezione-interpretazione particolare, l’aumento di personale, con solide (di minacce vere/possibili, guerra al terrorismo, conoscenze della lingua araba, del cinese e del necessità energetiche e crescita demografica) -di- neo persiano-farsi, rappresenta una priorità; scorso-partogenesi, venga anche aiutato da altri • la costruzione di «partnerships», al fine di per- «non-State author-actors». suadere eventuali «competitori militari», che po- Lo stesso Friedman, riportato all’inizio di questa trebbero competere a livello regionale o portare ricerca, vuole rendere piatto il mondo attraverso il avanti politiche ostili agli USA; inoltre, avvalersi suo discorso-narrazione e creare due percezioni di forze locali; antitetiche ed opposte su come leggere la recente • una ridefinizione delle priorità caratterizzate in Storia (un’immaginazione creativa opposta a primo luogo da: l’esigenza di sconfiggere i net- un’immaginazione distruttiva), quindi estrapolan- works terroristici; provvedere alla sicurezza del dola dalla propria genealogia. territorio nazionale; la capacità di influenzare le Ma noi sappiamo perfettamente che «il mondo scelte politiche di quei Paesi che si trovano negli non è piatto», e allora anche la parola non è piat- «strategic crossroads»; il prevenire il possesso e ta, non è priva di significato, e quindi questo l’uso da parte di Stati ostili e «non-state actors» «mondo» è strettamente legato alla parola che di armi di distruzione di massa (WMD); cerca di descrivercelo: attraverso un processo de- • il recupero del cosiddetto retaggio di Lawrence finito «Machiavellian mind» la parola-linguaggio d’Arabia («Lawrence’s legacy»): gli autori anti- non solo può anticipare le azioni dei suoi destina- cipano che le Forze Armate americane verran- tari, ma anche manipolarle. no impiegate per combattere «irregular warfa- Quindi, dobbiamo attingere anche da altre nar- re» in diverse parti del mondo, e in questo do- razioni, le quali, strumentalizzando la «parola», vranno non solo avere una producono un mondo la cui approccio indiretto, quindi «immagine-immaginazione», a utilizzare forze del luogo, ma ...abbiamo impiegato 125 sua volta da imitare, può esse- dovranno «squilibrare l’av- “anni per consumare il pri- re «creativa» o «distruttiva». versario sia fisicamente che La «popular geopolitics» psicologicamente, piuttosto mo trilione di barili di pe- prende in considerazione non che attaccarlo dove esso è trolio. Consumeremo il ri- solo i messaggi dei mass me- più forte e dove prevede di manente trilione nei pros- dia, i films, il «CNN factor», i essere attaccato». simi 30 anni cartoons, e la musica, ma dà A conferma degli obiettivi di anche grande risalto agli stes- «intelligence» contenuti nella ” si slogans pubblicitari che suindicata dottrina strategica, a pochi giorni dalla contengono messaggi-discorsi-narrazioni-miti sua pubblicazione, lo U.S. Department of State co- geopolitici. minciava a far circolare in internet, come parte Ci permettiamo una digressione: per quanto Ele- della «National Security Language Initiative», na sia stata bellissima, è normale domandarsi, noi un’offerta di borse di studio per studenti di «criti- comuni mortali, se dietro la guerra di Troia ci fos- cal languages»: arabo, bengalese, hindi, punjabi, sero state anche altre motivazioni. turco e urdu. Quindi, se si dovesse dar credito al fatto che questa guerra al terrorismo sia stata motivata an- che dalla corsa alle risorse energetiche, tra l’altro LE SOCIETÀ PETROLIFERE una delle continue costanti presente nei discorsi fino qui analizzati (quindi per il «fuoco»), allora Fin qui abbiamo visto come la maggiore potenza anche la stessa pubblicità di una compagnia pe- del mondo, malgrado sia impegnata in diversi trolifera, come quella dell’americana Chevron, do- conflitti per sconfiggere il fenomeno del terrori- vrebbe essere presa in considerazione. smo, stia narrando e ridisegnando uno spazio Qui l’«autore», attraverso il suo discorso-pubbli- geografico basandosi sul concetto della «sicurez- cità, partecipa alla creazione di un mito-immagi- za nazionale» e degli «interessi nazionali», crean- nario geopolitico (e a uno stato di ansia-paura) do, allo stesso tempo, manichee percezioni di volto a influenzare il pubblico americano e non so- «centro/periferia», «bene/male», «mondo di lo; un contesto narrativo in cui il lettore viene tra- Dio/mondo del Diavolo» e «luce/tenebre». sformato da elemento ricettivo passivo a funzione Ma questa «geopolitical imagi-nation», usando attiva: il depositario dei codici che permettono un approccio vicino alla «Critical Geopolitics» (1), l’intelligibilità con il testo. viene alimentata anche da altri attori. Nel mese di luglio 2005, la Chevron faceva pub-

OIKOS - 12 Rivista Militare n. 3/2007 blicare su «Wall Street Journal», «the Economist», e «Financial Times» una pubblicità nella quale am- metteva il «Peak Oil»: «abbiamo impiegato 125 anni per consumare il primo trilione di barili di pe- trolio. Consumeremo il rimanente trilione nei OIKOS prossimi 30 anni». Dopo pochi mesi, e in successione, sono andati comparendo i seguenti messaggi-narrazioni non solo sulla carta stampata, ma anche negli aeropor- ti delle maggiori città mondiali: • «Il mondo consuma due barili di petrolio per ogni barile scoperto»; • «Russia, Iran e Qatar hanno il 58% delle riserve di gas naturale. Gli Stati Uniti ne hanno solo il 3%»; • «Più della metà delle riserve petrolifere mondia- li giace in cinque Paesi»; • «Ci sono 193 Paesi nel mondo e nessuno di loro è «energy independent». Allora chi è colui che Pozzi petroliferi. minaccia gli altri per un barile di petrolio?». Se dovessimo sovrapporre questi messaggi pub- blicitari agli studi del NIC, alle tesi della «2006 Si può affermare, quindi, che la «Guerra santa» ini- Quadrennial Defense Review» e alle borse di studio ziata da al-Qaeda sia anche una guerra economica. del U.S. Department of State ne verrebbe fuori L’autore-attore bin Laden, malgrado una recen- un’ampia regione, che si estende dalle coste egee te ricerca lo veda, insieme ad al-Zawahiri, quasi della Turchia fino a toccare il confine con la Cina. assente nella letteratura di jihad, in quanto en- Una regione del «fuoco» dove si parla il turco, trambi non sono considerati nè delle autorità in l’arabo, il persiano, l’urdu, il punjabi, il bengali e il legge islamica nè una forza ideologica che sostie- cinese, e che ha come denominatore comune le ri- ne il movimento della jihad salafita, sovrappone sorse energetiche e la loro distribuzione. nel suo discorso geopolitico le seguenti narrazio- ni cartografiche, reali e immaginarie: • il Dar al Islam; LE STRATEGIE DI BIN LADEN • l’idea di un califfato che si estenda dal Marocco all’Indonesia; Friedman, sempre nella sua opera, definisce al- • le reti di un ipotetico cybercaliphate (2); Qaeda come una sorta di movimento islamo-leni- • le risorse energetiche; nista, e lo stesso Presidente statunitense Bush re- • tutti quei territori ove il senso di umiliazione/fru- centemente ha affermato che «this nation is at war strazione da parte delle popolazioni musulmane è with Islamic fascists». sentito. Una geografia di territori che comprende Il loro approccio alle masse è lo stesso che si può anche i «ghetti» presenti nel mondo occidentale. ritrovare nelle ideologie autoritarie e totalitarie del Il suo discorso è puntuale: «in termini abbastan- XIX e XX secolo: Marxismo - Leninismo, Fascismo za chiari è una guerra economico-religiosa. Le e Nazionalsocialismo. Condivide con esse la visio- grandi potenze credono che il Golfo e gli Stati del ne utopica della costruzione dell’«uomo nuovo» Golfo Persico, data la presenza delle più grandi ri- che si declina nella prospettiva fondamentalista serve di risorse energetiche, siano le chiavi per nella figura del «born again»: l’islamico rinato. controllare il mondo. Imploro i giovani mussulma- Al principio dello scorso secolo il messaggio era ni a rinforzare ovunque i mujahidin, particolar- diretto alle grandi masse europee, ora il discorso mente in Palestina, Iraq, Kashmir, Cecenia e Af- di bin Laden è rivolto ai giovani arabi e musulma- ghanistan» (3). ni come una risposta ideologica alla loro perdita di In un videotape inviato il 1° novembre 2004 ad identità e al loro senso di umiliazione. Al-Jazeera, bin Laden, indirizzandosi al popolo Benchè al-Qaeda, quale organizzazione terrori- americano poco prima delle loro elezioni, narra e stica, riunisca al suo interno quelle spinte asceti- spiega le motivazioni (i quattro pilastri) della sua che e motivazionali tipiche del terrorismo religio- jihad: so, per cui rivendica diversi attentati giustifican- • la vendetta: perchè nel 1982 «L’America permise doli, narrandoli e mitizzandoli come un atto di ji- a Israele di invadere il Libano e la VI Flotta li aiu- had contro i Paesi occidentali, tuttavia molti degli tò in questo»; attentati hanno avuto e stanno avendo connota- • l’obiettivo è «continuare la politica di dissangua- zioni fortemente economiche. mento dell’America fino alla sua bancarotta»;

13 - OIKOS • i bersagli sono «il popolo americano e la loro gato Bush a ricorrere ai fondi di emergenza al fi- economia, le varie società - che lavorano nel ne di continuare a combattere in Afghanistan e campo delle armi, del petrolio o della ricostru- in Iraq»; zione - e le mega società legate all’amministra- • il terzo e ultimo punto di questa strategia è rap- zione Bush, tipo la Halliburton e altre dello stes- presentato dal petrolio. In una dichiarazione del so genere»; 12 ottobre 2002, bin Laden si congratula con i • le strategie sono concentrate nel cercare di logo- mujahidin per i loro attacchi contro i marines in rare le risorse statunitensi attraverso la guerra Kuwait e contro la petroliera americana Lim- asimmetrica, ad esempio «inviando semplice- burg: «mi congratulo con i figli mujahidin per le mente due mujahidin al capo loro eroiche e coraggiose ope- orientale più estremo facen- razioni di jihad contro le pe- doli sventolare uno straccio ...il mondo dipenderà troliere dei crociati in Yemen e con su scritto al-Qaeda, in “sempre maggiormente dai contro le forze americane di modo da far correre là i Gene- rifornimenti, che prover- occupazione in Kuwait. Col- rali e causare all’America per- pendo la petroliera in Yemen i dite umane, economiche e po- ranno da aree geografiche mujahidin colpiscono la linea litiche». ove il sistema di sicurezza segreta, la linea dell’approvig- Al fine di imporre agli USA un è ancora in fase di svilup- gionamento e l’alimento all’ar- destino simile a quello sofferto po: Africa Occidentale e teria della vita della nazione dall’Unione Sovietica, obiettivo Mar Caspio dei crociati». dei terroristi è quello di indebo- Le risorse energetiche sono lire le «risorse» americane in ” il tallone di Achille dell’econo- modo che non possano più permettersi di mante- mia americana e occidentale e i danni che verreb- nere la propria egemonia economico-militare. bero a crearsi, in caso di distruzione o riduzione La guerra economica di al-Qaeda contro gli in- dei flussi energetici nelle nostre società, sareb- teressi americani comprede tre metodologie: bero enormi. • la prima è la distruzione di «obiettivi qualitativa- Malgrado Daniel Yergin, «Chair of Cambridge mente costosi utilizzando mezzi qualitativamen- Energy Research Associates», avesse affermato, in te a buon mercato: ogni dollaro di al-Qaeda ha un suo recente articolo publicato su «Foreign Af- sconfitto milioni di dollari, oltre alla perdita di un fairs», che la sicurezza energetica sarebbe stato il numero enorme di posti di lavoro»; tema principale nell’agenda del «G8», che si era • la seconda prevede di spingere l’Amministrazio- riunito a San Pietroburgo nel luglio 2006, in termi- ne americana a destinare più fondi alla difesa, ni pratici questo non si è verificato. obbligandola così a diminuire gli investimenti Così mentre i singoli Paesi del «Gruppo degli 8» interni. «Recentemente i mujahidin hanno obbli- difendevano rigorosamente i propri interessi na- zionali senza arrivare ad alcun compromesso co- struttivo, sullo scacchiere della geopolitica del- La catena di trasformazione del greggio. l’energia, Paesi «più popolati» (Cina e India: per- chè in questa politica energetica i nu- meri contano) stavano muovendo le loro pedine. In un momento in cui al-Qaeda ha minacciato di attaccare quelli che bin Laden ha definito i «cardini» dell’eco- nomia mondiale, le risorse energetiche rappresentano quindi l’elemento più cruciale. Nel futuro il mondo dipenderà sem- pre maggiormente dai rifornimenti di risorse energetiche, che proverranno da aree geografiche ove il sistema di sicurezza è ancora in fase di sviluppo: Africa Occidentale e Mar Caspio. In ogni caso il baricentro del sistema di approvvigionamento si colloca come una costante nell’area geografica che va dalle coste egee della Turchia al confine cinese.

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Una piattaforma marina. to e dibattuto non solo da Huntington, suo «ideatore»); • Clash of ideocides or clash of civicides (dove, co- LE «FAGLIE» GEOPOLITICHE me ha analizzato Arjun Appadurai, per ideoci- des-civicides si intende un nuovo e serio proble- Il rischio di attentati nei confronti di «new-style ma attraverso il quale intere popolazioni, Paesi o target», ossia di oleodotti e gasdotti, sta aumen- costumi di vita vengono considerati nocivi ed tando sia nel Caucaso che nell’Asia Centrale. esterni al concetto di umanità e, quindi, fatti Già definita come il «sismografo della politica bersaglio di «morte sociale»); mondiale» (4), questa vasta area geografica è il • «Near enemy»-«Far enemy» della «Jihad Salafita» terreno (e il possibile «theatre of operations») do- (mentre all’inizio al-Qaeda cercava di colpire gli ve i diversi interessi e discorsi geopolitici si so- USA con attentati all’estero o negli stessi USA, vrappongono e scontrano. ora questo suo nemico opera all’interno del ter- Se posizionassimo su una carta le rappresentazio- ritorio di azione del gruppo terroristico); ni dateci dai seguenti modelli teorici: • Market-Dominant minorities (come sostiene Amy • Market state/non-market state (Philip Bobbit, Chua, minoranze etniche che detengono il potere nel suo «The Shied of Achilles», divide il mondo economico-commerciale in Paesi nei quali opera- in Paesi democratici che seguono e applicano per no, ma a cui molte volte non appartengono); la soluzione di problemi internazionali le regole sovrapponendole sulle zone di faglia geopolitica e del mercato e Paesi che sono fuori da questi teorica: concetti); • del Dar al Islam/Dar al Harp (il territorio del- • Pre-modern/modern/post-modern state (5); l’Islam/il territorio dell’Esercito, quindi del con- • Jihad vs. McWorld (dove per jihad Benjamin Bar- flitto); ber vuole significare un termine generale per in- • delle teorie di von Clausewitz, che si scontrano dicare tutti quei movimenti di resistenza alla con quelle di Sun Tzu o della «Guerra dopo la globalizzazione che si rifanno alle tradizionali guerra» del Generale Fabio Mini; basi della società in opposizione, quindi, al- • del «Crescent of Crisis» (la mezza luna dell’in- l’ascesa del McWorld); stabilità, quindi il discorso del Medio Oriente al- • Clash of Civilizations (già ampliamente sviluppa- largato);

15 - OIKOS • delle forti crescite demografiche presenti in que- strutture (tipo piattaforme petrolifere); sta periferia che produce e/o trasporta risorse • attaccando le petroliere; energetiche; • attaccando o minacciando di attaccare il traffico • al concetto dell’utilità marginale applicato a una marittimo nei «choke points»; geopolica della propensione al conflitto; • facendo esplodere gli uffici della compagnia pe- otteniamo come risultato l’area etnolinguistica trolifera nazionale o straniera; turcica, al cui interno, e anche nelle aree circo- • sequestrando o, in casi estremi, anche ucciden- stanti, si annidano, oltre a dei «frozen conflicts», le do il personale della compagnia petrolifera (ve- potenziali zone di tensione: le «faglie», provocate dere i recenti casi in Nigeria e l’attività del dalle intersezioni, sovrapposizioni, e/o contatti MEND-Movement for the Emancipation of the delle diverse rappresentazioni degli interessi geo- Niger Delta). politici e geo-economici sopra elencati. Ma se all’interno di queste «faglie» attraversate dalle pipeline si venissero ad organizzare movi- menti terroristici che rivendicassero il controllo del TENSIONI NELLE «FAGLIE» territorio, sicuramente ci troveremo di fronte a dei conflitti che secondo Van Creveld «hanno molto Se dovessero verificarsi attentati terroristici a più in comune con i conflitti tribali che con le danno delle fonti e/o ai sistemi di distribuzione guerre convenzionali su larga scala» (6). delle risorse energetiche, il gruppo terroristico In un recente articolo pubblicato sull’«Interna- (preso nella totalità delle sue più svariate rivendi- tional Herald Tribune», Thomas Friedman ce lo di- cazioni di carattere religioso, indipendentista, se- ce chiaramente: «l’energia è la più importante sfi- da geostrategica e geoeconomica del nostro tem- po», così importante da parlare di una «post-post- Cold War» in cui ciò che ruota attorno agli «axis of oil (Russia, Venezuela, Iran) è più importante e du- raturo del terrorismo». Ovviamente, Friedman intende criticare in questo caso quella concezione del terrorismo interpretato come fenomeno meramente criminale. Inteso, in- vece, come strumento di guerra asimmetrica il ter- rorismo può anche essere strettamente legato alle guerre in corso sulle varie «rotte del petrolio». Non a caso l’integrazione, all’interno di un’unica struttura strategica americana, della politica anti- terroristica e di sicurezza energetica è fortemente evidente nella Repubblica caucasica della Georgia. Dove, per una coincidenza storico-mitologica, si trova anche il monte Kazbegi, ove, come dicono i Guerriglieri nigeriani. georgiani, a una sua rupe venne inchiodato Pro- meteo. Secondo il Prof. Klare (7), direttore del «Five Col- paratista, autonomista, e/o politiche) potrebbe lege Program in Peace and World Security Studies», raggiungere i seguenti risultati strategici: il rischio di disordini e conflitti in questi Paesi avrà • provocare seri danni economici al governo del molto a che fare con l’impatto destabilizzante Paese contro cui combatte, facilitando così il provocato dalla produzione petrolifera. La stampa proprio scopo politico; occidentale potrà anche descrivere questa disputa • provocare seri danni anche ai Paesi stranieri che come «etnica» nel carattere, ma in gran parte sarà hanno investito e che sostengono il governo del provocata dagli effetti negativi della produzione Paese; petrolifera. • riuscire ad autofinanziarsi, sia rivendendo le La maggior parte delle future guerre per le risor- risorse energetiche che si è procurate sia mi- se energetiche avverrà nel mondo in via di sviluppo, nacciando (ricatto) ulteriori attacchi al fine di ed è probabile che il terrorismo si trasformi in una ricevere soldi che verranno spesi per l’arma- caratteristica comune delle future guerre per le fon- mento, l’addestramento e altro dei propri ti energetiche. Anche la stessa presenza di truppe componenti. straniere in regioni ricche di giacimenti potrà pro- Gli attacchi potrebbero avvenire: vocare risentimenti tra la popolazione locale, spe- • facendo esplodere le pipeline; cialmente se queste risorse sono viste come un na- • facendo esplodere pozzi di petrolio o altre infra- turale diritto di nascita.

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Un ruolo preponderante, in questo compito di cambiamento nell’equazione del campo di batta- assicurare una protezione alle risorse energetiche, glia. Ma è possibile pure che tali confronti possa- sarà sicuramente svolto dalle compagnie private di no improvvisamente avere una escalation tale da sicurezza. produrre un coinvolgimento da parte di potenze

Una volta che le pipeline che fuoriescono dal Mar esterne, che vedano i propri interessi vitali messi a OIKOS Caspio saranno costruite e grandi quantità di pe- rischio. Per esse, infatti, l’intervento militare appa- trolio e gas cominceranno a essere trasportate, rirebbe come l’unica soluzione, cosicchè il Caspio queste rotte saranno investite da una considere- potrebbe diventare l’ambiente ideale per una con- vole importanza strategica dai leaders dei Paesi flagrazione regionale di più larga scala. che da queste vengono attraversate; di conse- Le forme che potrebbero prendere questi con- guenza, gli avversari dei regimi in questione po- flitti (peraltro già definite da Van Creveld nel suo trebbero vedere negli attacchi a queste strutture studio sulla trasformazione della guerra) sono le un mezzo perfetto per indebolire il governo ed seguenti: esaurirne il forziere. Ne potrebbe risultare, quindi, • Warre (o ritorno allo stato di natura, Hobbes: una permanente guerra di bassa intensità lungo «tutti contro tutti»; quindi non guerra-bellum gli itinerari delle condutture intesa come contesa ma guer- nella stessa regione caspica. ra-werra come mattanza); E se i governi coinvolti fallis- • Low intensity conflicts (conflit- sero nei loro sforzi per proteg- Un ruolo preponderante, ti a bassa intensità); gere le condotte, allora certa- “in questo compito di assi- • Proxy war (guerre per pro- mente si indirizzerebbero a curare una protezione alle cura, ossia Stati o anche mul- chiedere un aiuto ai loro alleati risorse energetiche, sarà tinazionali che finanziano esterni - provocando un au- gruppi terroristici o le parti mento di coinvolgimento da sicuramente svolto dalle che si scontrano in un conflit- parte di Washington e Mosca o, compagnie private di sicu- to locale); nei casi peggiori, un dispiego di rezza • Netwar-Network War (feno- truppe americane e russe. meni questi studiati da Arquil- La stabilità futura della pro- ” la, Ronfeldt e Duffield, in cui i duzione energetica nella regione del Mar Caspio conflitti sono portati avanti da una rete terrori- non è solo minacciata dal diffuso malcontento e stica non organizzata gerarchicamente e in cui i agitazione all’interno delle aree dei nuovi Stati in- singoli elementi sono collegati tra loro attraver- dipendenti, ma all’interno della regione stessa sta so le reti internet); aumentando l’agitazione sociale e politica. Inol- • Franchising terrorism (attentati terroristici per- tre, c’è da aggiungere l’emergere di movimenti di petrati da gruppi terroristici locali, che ideolo- militanti islamici, ispirati e spesso sostenuti dalle gicamente si rifanno a una più grande organiz- loro controparti del Golfo Persico e del Sud Est zazione, firmando anche le stesse rivendicazio- asiatico. ni e usando il «logo-madre» senza avere con Data la capricciosa posizione di molti dei confini essa, molte volte, alcun contatto, vedi il caso caspici e i collegamenti etnici e ideologici fra le va- al-Qaeda); rie fazioni ribelli, qualunque possibile scontro ar- • 4th Generation Warfare (guerra dove lo Stato ha mato è probabile che possa apparire minaccioso ai perso il monopolio dell’uso della forza e le par- diversi governi, aumentando così la partecipazione ti in causa usano tutte le reti a loro disposizio- delle due maggiori potenze. Ma anche senza la ne - economiche, politiche, sociali e militari - partecipazione della Russia e degli Stati Uniti, il ba- cino del Mar Caspio potrebbe essere preda, nel tempo a venire, di periodiche sollevazioni e violen- ze, con possibile scoppio di «guerre per procura», che coinvolgerebbero i governi locali e i gruppi de- gli insorgenti spalleggiati da una grande potenza. Tali antagonismi potrebbero prendere la forma di guerre a bassa intensità lungo le zone di confine o nelle enclave etniche assediate. La storia suggerisce, purtroppo, che conflitti a bassa intensità di questo tipo possono durare an- che molti anni, senza produrre alcun drammatico

Cisterne di carburante in fiamme.

17 - OIKOS per contrastarsi e, quindi, anche una guerra di me se esistessero regole per uccidere la gente), il culture); randello della guerra popolare si alzava con tutta • Asymmetric Warfare (la guerra asimmetrica am- la sua minacciosa e maestosa forza e, senza pre- pliamente descritta dai Colonnelli cinesi Liang e occuparsi del gusto e delle regole, con stupida Xiangsui); semplicità, ma in modo atto a raggiungere lo sco- • «Iraqization» (dove in assenza di un forte gover- po, si alzava e si abbassava, senza fare distinzio- no centrale gli scontri armati/attentati terroristi- ni, a colpire i francesi, finchè perì tutto l’Esercito ci sono portati avanti da clan, i cui contorni iden- invasore». tificativi sono molte volte difficili da evidenziare). Così, mentre il Presidente Bush era impegnato a Tali conflitti avranno la loro incidenza su tutti e San Pietroburgo per il «G8», negli USA, pochi gior- cinque i settori della sicurezza individuati da Bar- ni prima dell’inaugurazione della pipeline Baku- ry Buzan, quindi i settori militare, politico, econo- Tbilisi-Ceyhan (definita come la «Via della Seta del mico, sociale ed ambientale. secolo» e anche «il progetto del secolo»), il Mini- Se quello da colpire è il «Market State», teorizza- stro degli Affari Esteri turco Abdullah Gul si incon- to da Philip Bobbit, il settore economico è tra tut- trava con il Segretario di Stato Condoleezza Rice. ti quello più vulnerabile. Cosa meglio che colpire il Entrambi sottoscrivevano un comune accordo suo tallone di Achille «l’econo- strategico, definito «Shared mic target»? Vision», il primo degli USA, a In conclusione, quindi, il ter- corto di soldati, mettendo così rorismo, può essere inteso co- ...il Nuovo Concetto Stra- in pratica la dottrina strategica me una strategia di guerra, uno “tegico del Capo di Stato del «Quadriennal Defence Re- strumento e non un attore, ma Maggiore della Difesa Italia- view». anche, come afferma Bobert na ha definito, tra le altre, Il documento non solo riaffer- Cooper, il possibile ritorno alla ma l’importanza della Turchia privatizzazione della guerra, l’area caucasica d’«interesse come corridoio energetico, ma cioè lo stato pre-moderno con i strategico» per il nostro alla stessa viene assegnato an- denti. Paese che un ruolo come «constructi- Pensiamo, infatti, che il con- ve power in the Caucasus re- fronto che probabilmente si av- ” gion». vicinerà di più alla realtà sia quello che venne già Così questa ampia area, in cui siamo andati so- narrato da Tolstoj in «Guerra e pace». vrapponendo visioni geopolitiche e tensioni, si ri- Nelle pagine finali della sua opera ci viene ripor- conferma come il possibile centro di conflitto tra le tato, in modo metaforico, un ipotetico duello che grandi potenze, tanto da essere paragonato ad un ci introduce al concetto del «randello» della guer- nuovo Medio Oriente. ra popolare: «immaginiamoci due uomini che si battano in duello alla spada secondo le regole del- l’arte schermistica; l’assalto dura un tempo abba- UNA NUOVA GUERRA DEL FUOCO? stanza lungo; a un tratto uno degli avversari, sen- tendosi ferito e comprendendo che non si tratta di Questa regione, per quanto distante fisicamente uno scherzo ma che ne va della sua vita, getta la dal nostro Paese, è però entrata nelle percezioni spada e, afferrando il primo randello che gli capi- geopolitiche dell’Italia. ta, comincia a maneggiarlo. Malgrado le lamente- Il Concetto Strategico del Capo di Stato Maggio- le dei francesi per la trascuranza delle regole (co- re della Difesa Italiana, del 2001, afferma che «vi- sta la ricchezza di fonti energetiche primarie e la vicinanza geo-strategica», l’area viene definita di «interesse nazionale». Lo stesso Concetto Strategico fa intravedere un possibile coinvolgimento delle Forze Armate ita- liane in quel territorio in caso di «Operazioni di Ri- sposta alle Crisi». Importanza, inoltre, che è stata riconfermata dal Nuovo Concetto Strategico del Capo Stato Maggio- re della Difesa del 2005, che ha definito, tra le al-

Le organizzazioni terroristiche e i gruppi di guerriglieri tengono sotto costante pericolo le vie di approvvigiona- mento energetico e i centri di produzione e stoccaggio.

OIKOS - 18 Rivista Militare n. 3/2007 tre, l’area caucasica di «interesse strategico» per il fermato la centralità delle problematiche rappre- nostro Paese. sentate dal terrorismo e dalla sicurezza delle ri- Sempre l’Italia, in base al Nuovo Concetto Stra- sorse energetiche. tegico della NATO (NATO NSC), sottoscritto il 24 Il summit dal titolo «Transforming NATO in a aprile 1999, si è impegnata a sostenere l’Alleanza New Global Area» ha visto il Presidente Bush dire OIKOS nei casi in cui: chiaramente che la «NATO is in transition from a • •Art. 20: «Rivalità etniche e religiose, dispute ter- static force to an expeditionary force». ritoriali, tentativi inadeguati o falliti di riforma, Tra l’altro gli Stati Uniti stanno mettendo in pra- abuso dei diritti umani e dissoluzione degli Stati tica la «Lawrence’s legacy», utilizzando le struttu- possono portare a instabilità locali o anche regio- re NATO, (progettando corsi di addestramento mi- nali. Le tensioni risultanti potrebbero portare a litare, che dovrebbero tenersi, al «NATO Training crisi che incidano sulla stabilità euro-atlantica». College» di Roma, ad Ufficiali provenienti dai Pae- • •Art. 24: «Un qualsiasi attacco armato sul terri- si Nord africani, dal Medio Oriente e dal Golfo) ed torio degli Alleati, da qualunque parte provenga, il discorso della «Global Partnership». sarebbe coperto dagli Articoli 5 e 6 del Trattato «Partnership» che da alcuni membri dell’Allean- di Washington. Tuttavia la sicurezza dell’Allean- za viene vista come un’altra «etichetta» per la za deve anche prendere in considerazione il con- testo globale. Gli interessi di sicurezza dell’Alle- anza possono andare soggetti ad altri rischi di Un tecnico effettua controlli manutentivi su una pipeline in una natura più ampia, inclusi atti di terrorismo, Azerbaijan. di sabotaggio e di crimine organizzato o anche alla interruzione del flusso di risorse vitali. I mo- vimenti incontrollati di un gran numero di perso- ne, in particolare come conseguenza di conflitti armati, possono anche porre problemi per la sua sicurezza e la sua stabilità». L’area geografica studiata ai fini di questa ricer- ca non solo è minata da rivalità etniche e religio- se, dispute territoriali e possibili instabilità locali o regionali, ma viene anche attraversata dal flusso di risorse vitali rappresentato dalla pipeline Baku- Tbilisi-Ceyhan (BTC). Come il discorso sicurezza energetica-NATO, a suo tempo avviato dal Presidente americano Bush nel febbraio 2006, si sovrapponga agli interessi strategici dei Paesi autori-attori dell’Alleanza Atlantica e comprenda una ben più vasta regione geografica, è stato dimostrato durante la recente visita del Presidente dell’Azerbaijan al Quartier Generale della NATO a Bruxelles. «coalitions of the willing» dalla quale gli Stati Uni- Ilham Aliev, sottolineando la ricchezza di risor- ti potrebbero attingere e scegliere i propri par- se energetiche del proprio Paese e l’importanza tners, indipendentemente dalla loro appartenenza rivestita dal BTC per gli approvvigionamenti occi- all’Alleanza e in base alla missione militare da dentali, ha manifestato apertamente l’interesse svolgere. azero ad aumentare considerevolmente (quindi In pratica, la somma degli interessi strategici oltre il programma PfP) le relazioni con l’Allean- («gli interessi di sicurezza dell’Alleanza») della za Atlantica. NATO trova la sua narrazione cartografica in una Iniziativa che è stata ben accolta dallo stesso Se- regione geografica più ampia rispetto a quella for- gretario Generale della NATO, Jaap de Hoop Schef- nita dalla totalità dell’estensione territoriale dei fer, il quale ha affermato che gli aspetti geo-stra- suoi membri, dando quindi vita ad un «Regional tegici e politici della sicurezza energetica sono im- Security Complex». portanti per la NATO e l’Azerbaijan giocherà sem- In questa ampia «regione» viene riconfermato il pre maggiormente un ruolo principale nel campo perimetro delle costruzioni geopolitiche sinora dei rifornimenti energetici. sovrapposte, quindi dalla Turchia alla Cina com- Benchè sia in atto un dibattito all’interno dei prese le faglie, e benchè la lotta al terrorismo e la membri dell’Alleanza circa il tema della sicurezza minaccia terroristica stiano cercando di rimpiaz- energetica, l’agenda del recente «NATO summit», zare la lotta al comunismo sovietico nelle ansiose tenutosi a Riga (27-29 novembre 2006), ha ricon- motivazioni strategiche post-Guerra Fredda del-

19 - OIKOS l’Alleanza, l’elemento «energia» ritrova ancora la dovrebbe saper far fronte. Risposte tra l’altro con- propria posizione «cardine». tenute negli Artt. 20 e 24 del NATO NSC. Mentre una potenziale aggressione sovietica po- • Cosa deve essere protetto? Il «Fuoco», e abbiamo teva essere interessata all’acquisizione di nuovi risposto «gli interessi di sicurezza dell’Alleanza territori, e, di conseguenza, il conflitto si sarebbe e il flusso di risorse vitali» (quindi la costante combattuto all’interno dei confini geografici della rappresentata dalle risorse energetiche). NATO, questo non può dirsi per le nuove minacce • Da chi/cosa deve essere protetto? Dall’«Acqua», terroristiche, che cercano di distruggere o scon- e abbiamo riposto «da possibili attacchi terrori- volgere le capacità delle nostre società di funzio- stici, e da possibili instabilità causate da conflit- nare. Quindi, i nuovi conflitti avverranno anche ti etnici» (la minaccia-paura fluida). fuori da tali territori e vedranno i Paesi membri • Chi provvede alla sicurezza? La «Terra», e abbia- della NATO sempre più impegnati in operazioni mo cercato di rispondere «la NATO». definite di «societal protection». Ci rimane l’ultimo quesito e il quarto elemento: Questa narrazione «cartografica» in cui «centro- quali metodi/approcci devono essere utilizzati per periferia-faglie-risorse energetiche» divengono provvedere alla sicurezza? L’«Aria». un tutt’uno, ci viene chiaramente resa dall’Ammi- raglio Di Paola, Capo di Stato Maggiore della Dife- sa, in un suo articolo pubblicato sulla «NATO Re- CONCLUSIONI view» (autunno 2006). Restando all’interno di un contesto geografico Mar Mediterraneo-Mar Nero-Mar Caspio, se l’at- Un soldato statunitense sorveglia un pozzo iracheno in tuale situazione nella regione dovesse peggiorare, fiamme. potrebbe essere richiesto un intervento NATO del tipo «peackeeping» o «peacebulding». Questo vuol dire che anche i militari italiani po- trebbero essere impiegati con funzioni di pace e compiti di polizia tra la popolazione colpita e divi- sa da conflitti locali. Come afferma il Generale Fabio Mini «nelle re- pubbliche centroasiatiche e nel Caucaso esistono sacche di orientalità pura. Queste comunità appar- tengono all’Oriente della guerra». Dove per orientalità, il Generale Mini non inten- de un concetto geografico, ma una «suddivisione culturale, per ciò che la cultura apporta al concet- to di guerra. I parametri che consentono questa classificazione sono le diverse concezioni del Tempo, dello Spazio, della Vita e della Morte. Sic- come Tempo, Spazio, Vita e Morte sono anche le dimensioni fondamentali della guerra, allora la «Un’attenta osservazione rivela che l’instabilità e differenza tra le due parti è anche nella concezio- le crisi presenti e future tendono a verificarsi nel- ne della guerra». la fascia che include le zone di contatto tra due Perciò, le prossime guerre che verranno affron- contrapposte entità geopolitiche: un nucleo glo- tate «saranno guerre fra diverse “culture della balizzato (caratterizzato dalla globalizzazione e guerra” e perciò asimmetriche, (quindi, noi ag- dall’accesso alla tecnologia) e l’area del vuoto di- giungiamo, diverse narrazioni della guerra non sconnesso (una periferia disconnessa composta da distanti dal concetto del “randello” della guerra poveri e, qualche volta, fragili Stati, i cui cittadini popolare). Non è importante sapere chi saranno hanno sempre meno opportunità da cogliere). gli attori di queste guerre, ma è fondamentale il Questa fascia passa attraverso Europa e Asia, lam- fatto che si combatteranno ad armi impari e con bendo, in alcuni punti, il Mar Mediterraneo e il ter- scopi diversi». ritorio della UE. Costeggia, peraltro, aree strategi- Usando una metafora: guerre in cui le «pedine- camente importanti per la presenza di riserve di nemico/acqua» e il loro rapporto con il Tempo, lo petrolio e, specie nell’area del Pacifico, di linee vi- Spazio, la Vita, e la Morte non seguiranno le rego- tali di comunicazione per il commercio marittimo le degli scacchi bensì, più probabilmente, quelle mondiale». più vicine a quelle del «Go», dove ogni pedina può Finora abbiamo risposto a tre dei quattro quesi- distruggere le altre nemiche interamente e sincro- ti basilari a cui qualunque analisi sulla sicurezza nicamente, e dove la battaglia non è rinchiusa

OIKOS - 20 Rivista Militare n. 3/2007 dentro delle linee, quindi gioco di pura strategia. «Corpi» individuali e indipendenti. Nel calcolo combinatorio: una combinazione di Unità autosufficienti nel cui piccolo interno siano quattro elementi in classe quattro (come i quattro presenti, e complementari tra loro, le diverse elementi Terra, Fuoco, Aria e Acqua si affronteran- «specializzazioni», capaci quindi di operare allo no nelle quattro dimensioni del Tempo, Spazio, stesso tempo collettivamente e individualmente, OIKOS Vita e Morte). seguendo un modello operazionale «reverse swar- Di qui la necessità di disporre di specialisti su ming»: non affrontare il nemico direttamente ma questa ampia area geografica (che può trasfor- disperdersi nella popolazione locale (e noi aggiun- marsi in un «pantano»), dove il più delle volte: giamo: nella narrazione locale). • il guerriero è barbaro (nel senso originario del Ed è per questa tattica di dispersione/mimetiz- termine greco, «barbaros» quindi «straniero» che zazione in un contesto estraneo e ostile che «di- non parla/appartiene alla nostra lingua/cultu- venire-nemico», cioè prendere le sembianze «lo- ra/capacità di immaginazione, quindi «autore- cali», diventa prioritario. attore» di una guerra, e di una narrazione della Per questo passaggio da una operatività «verte- guerra con una propria semiotica e rinchiusa in brate» a una «cellular», o meglio «rizoma», quindi un cerchio ermeneutico, a noi difficilmente com- più fluida e intuitiva, bisogna partire dall’«intelli- prensibile); gence», nel senso che ne da l’Oxford Dictionary of • la guerra è motivata da aspirazioni di «gloria» e, English: «the intellect, the understanding». quindi, come risposta ad umiliazioni subite; Ed è in questo «understanding», in questa im- • i principali obiettivi militari del conflitto diven- palpabile forza mentale libera di volare nello spa- gono la popolazione civile e le identità etniche; zio che l’«intelligence» diventa il nostro quarto • Dio è visto e vissuto come l’unico garante della elemento: l’«Aria», l’astuzia di Ulisse. propria identità. Viene, quindi, in mente il «Marte e Minerva» Data la complessità di questi nuovi conflitti, già raffigurati nel distintivo del copricapo del 21° re- l’obsoleta figura del «soldato Ryan» (con la sua gimento delle SAS anglosassoni, i cui primi com- forma mentis del periodo della Guerra Fredda) sta ponenti erano pittori, scrittori, attori, musicisti, per essere sostituita, non solo dalle informazioni e accademici, quindi una chiara indicazione della dalle reti, ma da nuove figure di consulenti. duplice natura dei loro interessi: la guerra e la Consulenti specializzati che possono essere creatività. scienziati, analisti, esperti di cultural ed economic La «Human intelligence» (HUMINT), quindi, non intelligence, hackers e specialisti in combattimen- solo come sostiene il Generale britannico Bob Ful- ti urbani. ton: «gioca un ruolo vitale nel determinare le iden- Consulenti, quindi, capaci di prevenire le mosse tità e gli intenti degli avversari e nel comprendere del nemico e di identificare gli attori del conflitto, il nemico piuttosto che semplicemente contrastar- in quanto queste guerre potranno essere condot- lo», ma si rende anche necessario di «rimettere la te, indifferentemente, anche da «non Stati», vale a “I” dell’intelligence tra le virgolette», come afferma dire gruppi economici, sociali od organizzazioni Robert Steele definendo i tre principali elementi non politiche nel senso classico. delle «Information Operations»: il messaggio, la Quindi, come individua Appadurai, «cellular or- realtà, la tecnologia. ganizations» vs «vertebrate organizations» (8). Queste nuove guerre saranno caratterizzate da Dove per «vertebrate organizations» non si vuo- quattro protagonisti: gli informatici e i consulenti le solo vedere lo Stato, ma il suo intero apparato strategici, i fanti, i civili e i terroristi, e, per affron- strutturale e burocratico che è rimasto indietro ri- tare efficacemente queste nuove operazioni defi- spetto ai processi di trasformazione apportati dai nite come missioni a «tre componenti» (con fun- processi di globalizzazione: lento e propenso a zioni di polizia, umanitarie e propriamente milita- una interpretazione «vertebrata» e gerarchizzata ri - «war-fighting role»), i «fanti» necessiteranno sulle possibili minacce portate avanti da strutture di ulteriori competenze e conoscenze specifiche. «cellular». Per questo l’attività di HUMINT dovrà per forza Ed è per affrontare queste minacce «cellular», essere sostenuta da una forte attività di «cultural fluide, liquide e multiformi, che la risposta opera- intelligence» (CULTINT). tiva militare si deve adattare al nuovo contesto Dato che si opererà all’interno di società «barba- «culturale» prendendo anche lei stessa le sem- re» e/o segmentate da stabilizzare, lo studio della bianze del nemico. lingua locale, della storia, del terreno, dei costumi Quindi una risposta non lenta, gerarchizzata, ma e della cultura delle aree coinvolte nei conflitti sa- un’operatività mimetizzata che assuma più le for- rà fondamentale per sapersi orientare e non subi- me del «rizoma» studiate da Deleuze e Guattari e re tristi conseguenze. applicate in maniera sperimentale alla «Rhizome Non per niente l’«Orientamento» (quindi la ma- Warfare» da parte di Jeff Vail: unità formate da niera con cui si interagisce con l’ambiente-narra-

21 - OIKOS zione circostante) rappresenta il fulcro di quello nimenti adeguati alle richieste, le tensioni stanno che viene definito dal Colonnello americano John aumentando. Boyd l’«OODA Loop: Observe-Orient-Decide-Act» Ogni goccia di petrolio conta così tanto che i per affrontare i combattimenti nelle «4th Genera- quattro elementi: tion Warfares». • Terra (NATO); Una CULTINT capace, quindi, di individuare e • Fuoco (risorse energetiche); tradurre gli elementi antropologici, le motivazioni, • Aria (intelligence); i comportamenti, i linguaggi, i segni, i miti, le • Acqua (terrorismo come minaccia fluida) emozioni e il furore, che riescono in un dato mo- sono stati recentemente riconfermati nella formu- mento a trasformare una «massa» pacifica e «non- lazione di due iniziative che testimoniano ulterior- combat» in una contagiosa «macchina da guerra»: mente l’avvenuta «mimesis» tra risorse energeti- il processo involutivo e creativo, descritto da De- che, guerra al terrorismo e ritrovato ruolo dell’Al- leuze e Guattari, di «divenire animale e macchina leanza: da guerra». • la prima, del senatore americano Richard Lugar, Contesti operativi dove non solo il visibile è a noi «Chairman of the Senate Foreign Relations Com- invisibile, ma il gioco delle parti potrebbe cambia- mitee», che ha proposto, durante il NATO Sum- re così improvvisamente e in mit a Riga, la possibilità di in- maniera drammatica che po- vocare l’Art. 5 del Patto Atlan- tremmo essere noi, «personaggi ...le nuove guerre si svi- tico, nel caso in cui le risorse disorientati», a divenire possibili “lupperanno lungo i presen- energetiche di un Paese mem- prede, e questo malgrado l’opu- ti e soprattutto lungo i fu- bro vengano minacciate con la scolo per l’addestramento del- turi crinali energetici, sarà forza. Arrivando, così, ad equi- l’Esercito australiano ripeta «the parare questa minaccia ad un enemy is the game, we the hun- bene perciò essere pronti e vero e proprio attacco militare; ters». non farsi sorprendere dagli • la seconda, da parte di Jamie Ed è proprio questa intelligen- eventi Shea, «Director of NATO Policy ce, come continua a suggerirci il Planning», che ha suggerito la Generale Mini, «che segna lo ” creazione, da parte del Consi- spartiacque fra legalità e sopruso ed è fondamen- glio Atlantico, di una Cellula per l’analisi dell’in- tale esserne i padroni» perchè in fin dei conti «ciò telligence e la sicurezza energetica. Secondo che sappiamo per nostro conto vale poco se non Shea: «un’unità simile è stata già formata e, con collima con ciò che dobbiamo sapere». successo, si occupa di terrorismo, ma si potreb- Non essendo, quindi, una novità, che le nuove be benissimo allargare il mandato di questa uni- guerre si svilupperanno lungo i presenti e soprat- tà includendo uno specifico compito relativo al- tutto lungo i futuri crinali energetici, sarà bene l’intelligence sulla sicurezza energetica. Le in- perciò essere pronti e non farsi sorprendere dagli formazioni raccolte dagli alleati, da partners, da eventi. Attualmente la continua e sempre maggio- società petrolifere e da diversi governi verrebero re domanda di risorse sta mettendo sotto pressio- poi gestite da un Comitato Speciale con il com- ne i network energetici e, non essendo più i rifor- pito specifico di facilitarne il flusso e l’utilizza- zione da parte delle diverse entità che si occupa- no della sicurezza energetica». Pozzi petroliferi. Sono queste continue e imprevedibili mutazioni dei contesti strategici e l’arrivo di nuovi autori-at- tori-regole-non regole sulla scena internazionale, che, imponendo, ai livelli di analisi sulle crisi ed i conflitti, un passaggio qualitativo ed epistemolo- gico, rendono necessario anche un «nomadismo del pensiero» che si muova in maniera disinvolta tra diverse discipline accademiche e non. Una metamorfosi, la cui cornice di approccio venga allargata oltre il rigido perimetro degli stu- di strategici a quello più ampio ed elastico, ancor meglio «nomade», dei «critical security studies», già inaugurati da Barry Buzan e della Scuola di Co- penhagen. Questo per produrre delle valide e reali risposte a delle minacce «costruite», utilizzando principalmente l’apporto dell’«intellect-under- standing» dell’intelligence.

OIKOS - 22 Rivista Militare n. 3/2007 OIKOS

Quindi, un necessario salto da un «logocentrismo» Greggio in fiamme nei pressi di Bassora (Iraq). basato su una «National defence-security strategy» a quello policodificato, ermeneutico e complesso della «Regional Security Complex Strategy». NOTE «Una vera e propria rivoluzione culturale e con- cettuale», come ha affermato recentemente l’Am- (1) Gearòid O’ Tuathail, Critical Geopolitics, London,Rou- miraglio Di Paola, «in cui l’elemento umano resta tledge, 1996; Gearòid O’ Tuathail and Simon Dalby eds., l’elemento centrale della trasformazione nella sua Rethinking Geopolitics, London, Routledge, 1998. duplice funzione di driver del processo e di sog- (2) David Martin Jones, M.L.R. Smith, Greetings from the getto, nei confronti del quale la trasformazione è Cybercaliphate: some notes on homeland insecurity, In- destinata a produrre il principale impatto». ternational Affairs, 81, 5 (2005), pp. 925-950. Terminando insieme a Robert Kaplan questo (3) Bruce Lawrence ed., Messages to the World - The viaggio lungo la «New Silk road of oil», non pos- Statements of Osama bin Laden, London, Verso, 2005, siamo fare a meno di prestare attenzione al suo p. 212-232. suggerimento: «le battaglie per il controllo delle (4) Robert D. Kaplan, Eastward to Tartary, New York, pipelines nel Caucaso, il possibile conflitto tra Iran Vintage, 2000, p. 12. e Azerbaijan e il caos in Georgia potrebbero esse- (5) Robert Cooper, The Post-Modern State and the World re i prossimi principali titoli dei giornali. Affronta- Order, London, Demos, 1996; Robert Cooper, The Brea- re questi problemi richiederà la capacità da parte king of Nations, London, Atlantic Books, 2003. dei leaders politici occidentali di utilizzare i propri (6) Roberd D. Kaplan, The Coming Anarchy, New poteri e sapere come e quando intervenire senza York,Vintage Books, 2000, p. 48. farsi troppe illusioni». (7) Michael T. Klare, Resource Wars, New York, Henry Holt and Company, 2002; Blood and Oil, New York, Me- Giovanni Ercolani tropolitan Books, 2004. Libero Docente (8) Arjun Appadurai, Fear of Small Numbers: An Essay on di «Global Terrorism» e «Peacekeeping the Geography of Anger, Durham, NC: Duke University and International Conflict Resolution» Press, 2006.

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L’ESERCITO ALGERINO L’ESERCITO ALGERINO

L’ riveste, oggi, un ruolo-cchiave nello scacchiere mediterraneo. Un’approfondita analisi della sua sto- ria e delle sue Forze Armate ci aiuta a comprenderne politica e strategia.

Nell’estate del 1830, le truppe francesi della po- tente Armée d’Afrique entrarono vittoriose ad Al- geri. Il Generale de Bourmont non poteva certo prevedere che tra le dune del deserto del un gruppo di guerriglieri guidati dall’Emiro Abd el-Qader si stava organizzando per creare una sfuggente e sanguinosa forza paramilitare di resi- stenza, che per oltre un secolo avrebbe messo a dura prova la grande e gloriosa Francia, colpendo- la proprio nel gioiello più caro della sua Corona coloniale: tra quelle dune e tra i figli dell’antico re- gno berbero, mai veramente domato, stava na- scendo il nuovo Esercito dell’Algeria.

LA LUNGA E SANGUINOSA LOTTA PER L’INDIPEN- Sopra. DENZA La bandiera nazionale. In apertura. Il «Régime du Sabre» (il Governo della Spada), Una cerimonia militare. nel 1834, apre una lunga stagione di violenze e stupri, di profanazione di Moschee e di saccheggi indiscriminati delle ricchezze artistiche dei terri- causando di conseguenza una recrudescenza del- tori algerini controllati dai 34 000 uomini della le attività di guerriglia e anticoloniali. Anche que- monarchia francese di Luigi Filippo. Una presenza sta volta la risposta di Parigi è affidata a rigide militare che è necessario incrementare appena misure di polizia: due milioni di coloni francesi l’afflusso dei coloni francesi (i «pieds noir», at- devono essere assolutamente difesi da oltre quat- tratti dal basso costo della manodopera locale per tro milioni di algerini mussulmani. L’applicazione impiantare lucrosi commerci e piccole industrie) di nuove norme del Codice Penale - viene intro- supera le 100 000 unità, per il controllo di solo dotto il reato di «insolenza» e i sospettati posso- una piccola parte del più vasto territorio algerino. no essere trattenuti in prigione per cinque anni E diventano anche 100 000 gli uomini della Armée prima di avere un regolare processo - contribui- d’Afrique (un terzo dell’intero Esercito francese) sce a mantenere le due «comunità» sempre più impegnati dal 1839 al 1847 a contrastare i guer- separate e contrapposte tra di loro. Ma oramai rieri di Abd el-Qader in una lunga e difficile cam- l’influenza francese si è estesa su tutto il Maghreb pagna per la conquista dell’Algeria settentrionale. e la sua estromissione, militare e politica, diventa La Seconda Repubblica francese dichiara la «Colo- sempre più difficile. nia Algeria» parte integrante del proprio territorio Durante la Seconda guerra mondiale è l’Algeria e con Napoleone III - spinto dalla personale am- ad ospitare la sede del «Governo Provvisorio della bizione di diventare «Roi des Arabes» - il control- Francia Libera» nel 1942 e, due anni più tardi, an- lo militare diventa più pressante. La sconfitta su- che il «Comitato Francese di Liberazione Naziona- bita dalla Francia ad opera della Prussia nel 1871 le» presieduto dal Generale De Gaulle. Ma il vento favorisce una massiccia migrazione di alsaziani e delle aspirazioni di libertà e di indipendenza che lorenesi, facendo lievitare la presenza dei coloni e soffia durante il conflitto raggiunge anche il na-

OIKOS - 26 Rivista Militare n. 3/2007 zionalista algerino Fer- hat Abbas, creandogli l’ispirazione necessaria per il suo «Manifesto del Popolo Algerino», OIKOS una chiara denuncia dei privilegi riservati alla minoranza «bian- ca» a danno di una maggioranza «araba» tenuta in umilianti condizioni di emargi- nazione. Anche se le prime e sanguinose sommosse nell’Algeria orientale scoppiano nel 1945, la data storica dell’inizio della vera e propria insurrezione contro la «Madrepa- tria» francese è il 1° novembre del 1954. La guerriglia algerina è ormai ben organiz- zata, sia sotto il profilo militare che quello po- litico: al «Front de Li- bération Nationale», il famoso FLN, spetta il com- Il Presidente della Repubblica algerina Abdel Aziz pito politico-strategico della lotta, alla «Armée de Bouteflika. Libération Nationale» (ALN), il suo braccio arma- to, compete la realizzazione degli attacchi contro gli obiettivi militari ed al «Mouvement Algérien pronunciata dal Ministro degli Interni François Nationale» (MNA) è affidato il compito di recluta- Mitterand: «l’unica trattativa possibile è la guer- re gli operai algerini residenti in Francia per so- ra», rimane più complesso comprendere le moti- stenere attivamente la causa indipendentista. Ar- vazioni che hanno spinto il FLN ad effettuare - riva dal Cairo, in radiodiffusione, il primo appello dopo attacchi portati esclusivamente ad obiettivi del FLN alla lotta per «il ripristino dell’Algeria so- militari e governativi francesi - la strage di civili vrana, democratica e sociale, nel quadro dei prin- perpetrata a Philippeville nell’agosto del 1955. Il cipi dell’Islam», ma quello che «Comandante» della regione di realmente costituisce l’effettiva Constantine ha deciso, e non è forza del movimento di libera- Nel 1830, tra le dune del dato sapere se in via autonoma zione è la capillare attività svol- “deserto del Sahara un grup- o di concerto con i vertici della ta sul territorio. E proprio su po di guerriglieri si prepa- lotta armata, di alzare il tiro: questo tipo di «presenza» si è rava alla resistenza...Tra i 123 morti tra donne, bambini e discusso a lungo, con particola- anziani. Ma la reazione france- re riguardo ai sistemi e alle po- figli dell’antico regno ber- se è oggettivamente spropor- litiche adottate. Anche se risul- bero, mai veramente doma- zionata. Nella dura rappresa- ta storicamente vera la profon- to, stava nascendo il nuovo glia perdono la vita oltre 1 200 da infiltrazione nelle Associa- Esercito dell’Algeria «maquisard» (guerriglieri), ma zioni professionali, nelle Orga- secondo il FLN i caduti per ma- nizzazioni femminili e nelle ” no della Polizia e dell’Esercito Istituzioni studentesche algerine rimane ancora superano i 12 000. oggi oggetto di studi e di interpretazioni il ricor- Dobbiamo però prendere in considerazione gli so all’uso della «violenza programmata» nelle va- avvenimenti che hanno preceduto l’inizio della rie e complesse fasi della lotta di liberazione. An- «Guerra di Algeria» (1954-1962) per cercare di che se, sotto un profilo puramente storiografico, comprendere la sanguinosa spirale di violenza siamo in grado di accettare l’ipotesi di una rispo- che ha caratterizzato gli anni della conquista del- sta «proporzionata» alla dichiarazione di ostilità l’Indipendenza. Le prime insurrezioni armate

27 - OIKOS Un reparto della Marina Militare. (1956, per rappresaglia alla nazionalizzazione del Canale di Suez) e la contemporanea costituzione ad Algeri del «Comitato di Salute Pubblica», com- contro il Governo coloniale francese scoppiano posto da cittadini francesi aderenti alle frange più nelle regioni dell’Aurès e della Cabilia dopo che il intransigenti dell’estrema destra e in grado di or- Primo Ministro di Parigi, Pierre Mendès-France, ganizzarsi anche in associazioni clandestine per i ha deliberato in merito alla concessione di una loro «Ratonnades» che, anche se letteralmente si- piena autonomia interna alla Tunisia (1954, e due gnifica «acchiappa il ratto», in effetti vuol dire anni più tardi l’Indipendenza). Con il nuovo Pre- «ammazza l’Arabo». Anche gli Ufficiali francesi di mier francese Edgard Fauré - alla guida di una stanza in Algeria, sotto la guida del Generale dei coalizione di radicali di destra ed ex-gollisti - la paracadutisti Jacques Massu - un veterano della situazione diventa ancora più difficile durante la Seconda guerra mondiale che ha combattuto al prima discussione sulla «questione algerina» af- fianco di De Gaulle -, si schierano a favore di frontata in sede ONU, dove l’atteggiamento di Pa- un’azione militare più marcata nei confronti dei rigi è categorico: «La Francia rifiuta qualsiasi in- ribelli, in aperto contrasto con il Governo di Pari- terferenza delle Nazioni Unite». Nel 1956, dopo la gi che sta inutilmente tentando un faticoso com- concessione da parte della Francia dell’Indipen- promesso con il Fronte di Liberazione Nazionale denza al Marocco, l’aereo che trasporta, proprio algerino, anche se solo pochi anni prima Mendès- dal Marocco all’Algeria, alcuni importanti espo- France aveva dichiarato all’Assemblea Nazionale nenti del FLN viene dirottato dai caccia francesi, e di Parigi che: I Reparti algerini fanno parte della uno dei capi storici, , viene arre- Repubblica Francese. Sono stati francesi a lungo e stato insieme ad altri leaders nazionalisti algeri- sono irrevocabilmente francesi [...] fra loro e la ni. L’intenzione è quella di decapitare il pericolo- Francia non ci può essere alcuna secessione im- so e sempre più agguerrito «Esercito di Liberazio- maginabile. ne del Maghreb» e, al tempo stesso, accontenta- Ma la situazione diventa particolarmente critica re la corrente della «destra coloniale», già messa quando si diffonde in Francia (maggio 1958) la a dura prova dalle concessioni di Indipendenza notizia che alcuni Reparti di paracadutisti francesi per la Tunisia ed il Marocco. A complicare la già sono arrivati in con il preciso intento di difficile situazione interna della Francia arriva il sbarcare sul territorio continentale e «prendere in fallimento dell’intervento franco-inglese in Egitto mano la situazione». Il Presidente Coty - forte del-

OIKOS - 28 Rivista Militare n. 3/2007 l’appoggio popolare e di un vasto consenso parla- mentare - decide di richiamare in campo il Gene- rale De Gaulle, nominandolo Primo Ministro (con procedura eccezionale) in data 1° giugno 1958.

Sulla scrivania del Generale ci sono due grossi OIKOS problemi: la soluzione del problema Algeria e la riforma della Costituzione. La nuova Costituzione (ottobre 1958) suggella la nascita della V Repub- blica - con un regime di tipo presidenziale e un notevole rafforzamento dell’esecutivo a discapito del potere parlamentare - e definisce la libera «Comunità Francese» di chiara ispirazione al già collaudato «Commonwealth Britannico». Il 21 di- cembre del 1958, De Gaulle viene eletto Presiden- te della Repubblica e della Comunità Francese, che occupa complessivamente una superficie di oltre 10 milioni di Kmq (circa l’estensione dell’Europa a metà degli anni 50) con oltre 80 milioni di abitan- ti. L’antico «Impero Coloniale Francese» si trasfor- ma quindi in uno «Stato Federale» all’interno del quale le Colonie e gli ex-possedimenti possono beneficiare, oltre che di una considerevole auto- nomia interna, anche dell’appoggio e della tutela francese per la soluzione di problemi di difesa mi- litare, economici e di politica estera. Ma la nuova «Unione Francese» non lascia ancora spazio alla «questione algerina»: «I Dipartimenti dell’Algeria e del Sahara sono parte integrante della Madrepa- Algeri: il Monumento ai Martiri. tria», ovvero della Francia, così denominata in tut- ti i documenti ufficiali dell’epoca. E adesso viene il vero problema: l’Algeria. Cosa questo caso l’azione politico-militare del FLN/ANL sta succedendo nell’organizzazione delle forze è caratterizzata dall’uso della «violenza program- para-militari impegnate nella lotta per l’Indipen- mata» per il controllo capillare del territorio con- denza? Qual è la capacità di coesione e il grado di quistato. Anche se il comando iniziale viene affi- efficienza raggiunto nel livello operativo? In effet- dato esclusivamente a Ufficiali mussulmani prove- ti, il FNL ha realizzato una struttura politico-mili- nienti dai Quadri regolari dell’Esercito, gli atti di tare in grado di contrastare le attività repressive di violenza contro i connazionali - sospettati di col- Parigi e di condizionare - negli anni a venire - la laborazionismo, se non quando di tradimento - formazione e gli elementi costitutivi del futuro sono particolarmente atroci. Così come per i sol- Stato islamico di Al Jazz’ir’. È stato sicuramente dati francesi catturati, anche per loro sono previ- Ben Bella ad ordinare un uso sistematico della vio- ste punizioni esemplari che vanno dalle mutilazio- lenza per il controllo del territorio, lì dove lo psi- ni alle «morti rituali», praticate con efferata cru- chiatra Frantz Fanon (dalla Martinica) gli ha forni- deltà. Anche il mancato supporto agli uomini del- to l’adeguata «giustificazione» intellettuale. Ap- le forze rivoluzionarie (rifiuto di collaborazione o profittando del fatto che molti «pieds noirs» delle di copertura) viene punito con la morte: durante i aree interne vendono le loro proprietà per cercare primi due anni di lotta è stato stimato che i guer- rifugio e protezione ad Algeri (dove vige lo «stato riglieri abbiano ucciso oltre 6 000 mussulmani e di emergenza» a tutela dei coloni), il FLN ottiene il circa 1 000 uomini di diversa etnia, naturalmente controllo delle zone rurali che si estendono nelle tutti algerini, e senza alcuna distinzione di età e di regioni di Aurès, della Cabilia, nelle montagne in- sesso. Quindi un clima di terrore e di violenza, torno a Costantine e nell’immediato Sud delle giustificato soltanto dalla «missione» islamica di strategiche città di Algeri e Orano. Ed è proprio in convertire la popolazione mussulmana alla guerra queste zone che l’«Armata Nazionale di Liberazio- contro l’invasore francese occidentale, prima an- ne» stabilisce un effettivo sistema amministrativo cora che si palesino le caratteristiche religiose del- militare, in grado di raccogliere i fondi necessari la «Guerra Santa». alla lotta, di organizzare la logistica, di assicurare E sono sempre i vertici mussulmani della lotta di i rifornimenti alimentari e, ovviamente, di recluta- liberazione ad organizzare - con gradualità, ma re gli uomini. Come abbiamo accennato, anche in anche con efficacia - una sommersa attività civile,

29 - OIKOS tecipazione di guerriglieri «part-time» per singole operazioni militari, dove le stime in proposito ci indicano la presenza variabile di guerriglieri «irre- golari» tra le 10 000 e le 25 000 unità. È questo il motivo per cui Parigi è costretta ad inviare in Algeria altri 400 000 uomini (tra di loro anche la famosa Legione Straniera) e ad arruolare circa 170 000 algerini mussulmani - quasi tutti volontari - rimasti fedeli alla Madrepatria. Vengo- no inviate anche truppe avio-trasportate (Reparti dotati di maggiore mobilità per gli interventi nelle zone montagnose) e varie Unità navali lungo la co- sta mediterranea per intercettare eventuali ap- provvigionamenti alle attività ribelli, provenienti «dall’estero». Interessante qui annotare l’attività svolta dalla «Sezione Speciale Amministrativa» (SAS, Section Administrative Spécialisée) creata nel 1955 per stabilire sul territorio un contatto diret- to con la popolazione algerina «lealista». Cono- sciuti come «Képis Blues» (Berretti Blu), gli Ufficiali di questa Sezione Speciale riescono a reclutare cir- ll porto di Algeri. ca 150 000 volontari («Harkis») algerini mussul- mani che diverranno un importante strumento di contro-insurrezione, salvo essere poi «dimentica- che spazia dalla celebrazione dei matrimoni sino ti» dalla Francia al momento dell’Indipendenza alla costituzione di un pur elementare apparato di dell’Algeria. Giustizia. Sotto il profilo politico, l’organizzazione Dall’inizio della «Battaglia di Algeri», del 30 set- è ancora più matura. Nel settembre del 1956, il tembre 1956, sino al temuto «Colpo di Stato» del FLN ha deciso di consolidare e rafforzare il proget- 24 maggio 1958 (il Generale De Gaulle viene elet- to politico-militare con la creazione del «Consiglio to dal Parlamento solo 15 ore prima dell’operazio- Nazionale della Rivoluzione Algerina» (CNRA - ne «Resurrezione») gli avvenimenti sono sangui- Conseil National de la Révolution Algérienne) nosi e drammatici: dal bombardamento dei villag- composto da 34 membri, e con il «Comitato di Co- gi sospetti all’uso della tortura ed alla reclusione ordinamento ed Esecuzione» (CCE - Comité de di due milioni di algerini nei campi di concentra- Coordination et d’Exécution) con 5 membri che mento. Nel gennaio del 1960 e nell’aprile del 1961 rappresentano l’Esecutivo, a cui viene affidato il due pericolosi putsch vengono tentati contro De compito di esercitare una debita pressione diplo- Gaulle (i militari si sentono «traditi» dalla nuova matica non solo sul Governo francese, ma anche Costituzione) e solo il carisma del Generale e l’at- sui membri «comunisti e arabi» delle Nazioni Uni- teggiamento diviso dell’Esercito evitano il peggio, te. In base alle considerazioni sin qui svolte, è le- mentre la potente ed agguerrita OAS (Organisation cito immaginare anche il livello raggiunto dall’at- de l’Armée Secrète) continua a spargere morte e tività militare dell’Armata di Liberazione, il braccio devastazioni con la sua attività «contro-terroristi- armato di questa complessa e sofisticata organiz- ca». Bisogna aspettare il 3 luglio del 1962 per ve- zazione politica. Dotati di armi francesi (ma ven- dere la bandiera bianca e verde con la mezzaluna gono segnalate anche armi leggere americane e rossa sventolare sulla vecchia fortezza della Kasba tedesche) i 40 000 uomini della ANL sono ormai di Algeri. una forza da combattimento ben organizzata e di- sciplinata. Sono state anche messe a punto preci- se tecniche di guerriglia, che prevedono imbosca- IL DRAMMATICO CONFRONTO TRA MILITARI E te e raids notturni - evitando sempre uno scontro INTEGRALISTI diretto con le truppe francesi - contro accampa- menti militari, commissariati di Gendarmeria, uffi- Il Governo algerino è stato a lungo controllato ci postali, aziende agricole e sistemi di trasporto e dalle Forze Armate, così some spesso succede nei comunicazione. Le basi di acquartieramento e di Paesi che hanno dovuto organizzarsi militarmente addestramento sono in genere Conventi e Santua- per riscattare la propria Indipendenza. L’iniziale ri abbandonati (o requisiti) lungo i confini con il impronta «socialista e non-allineata», con le ca- Marocco e la Tunisia e contribuiscono ad accre- ratteristiche di un’intransigente politica anti-im- scere il «reclutamento occasionale», ovvero la par- perialista (Ben Bella, Boumedienne e Bandjedid so-

OIKOS - 30 Rivista Militare n. 3/2007 no tutti «espressione» dell’Armata Nazionale Po- l’integralismo islamico più intransigente - si rende polare, a cui si deve la nazionalizzazione delle in- responsabile di sanguinose «esecuzioni» contro in- dustrie di base, la creazione di fattorie cooperati- tellettuali algerini, donne «occidentalizzate», gior- ve e lo sviluppo degli scambi con l’Europa dell’Est), nalisti e stranieri.

è stata sostanzialmente modificata nel 1989 con la Nel 1994 - dopo che le Forze di Sicurezza rie- OIKOS nuova Costituzione, che ha decretato, tra l’altro, la scono ad uccidere il capo del GIA, Djaafar el-Af- fine del Sistema Socialista a partito unico. Questo ghani, e il Generale viene nomina- nuovo Ordinamento costituzionale - resosi neces- to Presidente della Repubblica - iniziano le tratta- sario dopo la «rivolta di piazza» del 1988, cono- tive per un «progetto di pace» con la prospettiva di sciuta con il nome di «Cous Cous» - delimita an- nuove elezioni. Nel novembre dell’anno successi- che i nuovi poteri dell’Esercito, confinandoli entro vo, le elezioni presidenziali vedono confermato il funzioni istituzionali democratiche, ovvero la dife- Presidente Zéroual con il 61% dei voti. Svoltesi cor- sa della sovranità nazionale e l’integrità territoria- rettamente secondo gli Osservatori ONU, vengono le del Paese, differentemente da quanto recitava boicottate dal FIS per protesta contro i massicci l’articolo 82 della precedente Costituzione del attacchi portati dall’Esercito contro le presunte 1976: «L’Esercito Nazionale, strumento della Rivo- basi dei fondamentalisti islamici nel mese di mar- luzione, partecipa allo sviluppo del Paese e alla zo. Anche se il Presidente si impegna in un tenta- costruzione del Socialismo». tivo di riconciliazione nazionale (il suo RND, «Rag- Ma durante il primo turno delle attese elezioni gruppamento Nazionale Democratico» vince anche politiche del 26 dicembre 1991, il Fronte Islamico le elezioni legislative), la guerra civile continua con di Salvezza ottiene un tale e pericoloso successo da una agghiacciante sequenza di massacri perpetra- riportare bruscamente l’Esercito sulla ribalta politi- ti dal GIA contro la popolazione civile di interi vil- ca: il secondo turno delle elezioni viene sospeso, il laggi, con la macabra contabilità di quasi 1 000 FIS ufficialmente sciolto e i suoi dirigenti arrestati. morti nella sola estate del 1997. Bisognerà aspet- Anche se probabilmente non ci tare il 1999, con le dimissioni troviamo di fronte a una vera e di Zéroual e la vittoria di Abde- propria dittatura militare, è in- Bisognerà aspettare il 1999 laziz Bouteflika alla Presidenza, negabile che durante la sangui- “... per assistere alla «rinun- ottenuta con l’appoggio dei Mi- nosa lotta civile che ne è scatu- cia» alla lotta armata da par- litari (73,8% dei voti, con il so- rita, il potere politico-decisiona- te dell’Esercito Islamico di lito sospetto di brogli), per as- le è rimasto saldamente nelle sistere alla «rinuncia» alla lotta mani delle Forze Armate, ma Salvezza, ... che ancora oggi armata da parte dell’Esercito dovremmo dire della ANP (Ar- è fuorilegge Islamico di Salvezza, il braccio mata Nazionale Popolare), il armato del FIS che, ricordiamo- frutto della trasformazione del- ” lo, è ancora fuori legge. Le as- l’Armata di Liberazione subito dopo l’Indipenden- sicurazioni del nuovo Presidente sono importanti: za. L’intervento dell’Esercito in una così delicata amnistia per coloro che non si sono macchiati di fase politica del Paese trova tuttavia una sua giusti- omicidio e di stupro (approvata successivamente ficazione. Già dal giugno del 1991 i drammatici e con un referendum popolare) e un serio progetto sanguinosi scontri tra la polizia e gli integralisti di pacificazione nazionale. Ma il nuovo millennio si islamici (il FIS ha minacciato la «Guerra Santa» con- apre ancora nell’incertezza politica e sociale: nel tro l’Esercito algerino!) costringono il Primo Mini- mese di gennaio il Governo annuncia che circa stro Ahmed Ghozali a proclamare lo «Stato di asse- l’80% dei combattenti islamici ha deposto le armi e dio» e, quando nel primo turno delle elezioni il FIS si è arreso, e nel mese di dicembre (durante il Ra- ottiene il 47,50% dei voti, il potere viene assunto madam) numerosi assalti contro i villaggi del Sud dall’«Alto Comitato di Stato» (15 gennaio 1992, dell’Algeria provocano 250 morti, dando il via a presieduto da , assassinato dopo quello che è stato definito il «terrorismo residua- appena cinque mesi) che dopo aver arrestato il lea- le» che ancora oggi insanguina la tormentata Re- der del FIS, Abdelkader Ahchani, decreta lo «Stato pubblica dell’Algeria. di emergenza» (9 febbraio 1992) e pone fuori leg- ge il Fronte Islamico di Sicurezza. All’interno delle Moschee viene vietata qualunque attività non reli- LE FORZE ARMATE giosa, ma oramai la fiamma fondamentalista dilaga in tutto il territorio e prende il via una lunga serie Con la sua forza «orientata» verso i confini occi- di ripetuti attacchi contro l’Esercito e le Forze di Si- dentali (Marocco) e quelli orientali (Libia), l’Arma- curezza: la sanguinosa guerra civile, che farà regi- ta Nazionale Popolare (come abbiamo visto, la «fi- strare oltre 100 000 vittime, è appena scoppiata. Il glia» dell’Armata di Liberazione che ha combattu- «Gruppo Islamico Armato» (GIA) - espressione del- to l’occupazione coloniale francese) sembra esse-

31 - OIKOS ne prevede la concentrazione dei Corpi nelle città principali del Paese per contrastare - oltre al livel- lo regionale - le continue insurrezioni antigover- native. Ad una prima formazione di 4 Divisioni meccanizzate (1966, sempre sotto una forte in- fluenza sovietica), nel 1992 vengono aggiunte, co- me principali Unità di combattimento, 2 Divisioni corazzate (ciascuna con 3 Reggimenti carri ed 1 Reggimento meccanizzato) e 2 Divisioni mecca- nizzate (ciascuna con 3 Reggimenti meccanizzati ed 1 Reggimento carri). Nel 1993 vengono ag- giunte 5 Brigate di fanteria motorizzata ed una Brigata aviotrasportata di «Forze Speciali» (ogni Brigata è composta da 4 battaglioni di fanteria e un battaglione carri, indicativamente 3 500 uomi- ni), oltre a 7 battaglioni indipendenti di artiglieria (cannoni sovietici da 122 mm a 152 mm e oltre 100 lancia-missili multipli da 122 mm, 140 mm e 240 mm) 5 battaglioni di Difesa Aerea (natural- mente con armamento SAM, i terra-aria montati SA-8/9 ed i trasportabili a mano SA-7) e 4 batta- glioni del genio. Il controllo dei confini territoria- li viene affidato a 12 compagnie che costituiscono le «Truppe del Deserto» (ogni compagnia com- prende circa 400 uomini) che, anche se originaria- mente si spostavano lungo la frontiera a dorso di cammello, oggi possono contare su moderni vei- coli leggeri da ricognizione. Infine, a 2 Unità anti- sommossa (stimate in 15 000 uomini), formate nella «Scuola Commandos di Fanteria» con sede a Bistra, vengono affidati i compiti di controllo e si- Gruppo Bandiera di un’unità militare. curezza dell’ordine civile (l’Accademia Militare principale è quella di , ad ovest di Algeri, i corsi durano tre anni, più uno di specializzazio- re organizzata secondo i moderni criteri regolato- ne prima dell’assegnazione al reparto). I 6 Corpi ri degli Eserciti occidentali. La consistenza delle che costituiscono oggi le Regioni Militari (il I a Bli- Forze Armate - divise in Esercito, Marina (MRA), da/Algeri, il II ad Orano, il III a Bechar, il IV a Ouar- Aeronautica (QJJ) e Forze Territoriali di Difesa Ae- gla, il V a Costantine ed il VI a Tamanrasset) sono rea - è stimata tra 119 00 e 127 500 militari, con tutti sotto l’Alto Comando del Presidente della Re- una Riserva di 100-150 000 uomini e, pur essen- pubblica, Comandante in Capo delle Forze Arma- do un Paese di poco più di 32 milioni di abitanti, la te, anche se è interessante rilevare che prima del- «disponibilità» maschile nel 2005 (età tra i 15 ed i le riforme del 1992 il grado richiesto per il Co- 49 anni) è stata stimata in oltre 8 milioni. L’arruo- mando del Corpo era limitato a quello di Colonnel- lamento - con obbligo di coscrizione al raggiungi- lo. Per quanto riguarda l’armamento pesante, so- mento del 19° anno di età - è stato recentemente no segnalati (1993) circa 1 000 carri tutti di fab- ridotto da 24 a 18 mesi (ottobre 2005). Anche se bricazione sovietica, oltre 600 modelli T-62 e ol- non sono certi i dati relativi al livello di «risposta tre 200 modelli T-72. Anche gli APC (Armored operativa» della truppa, questi sono comunque Personnel Carriers) sono di provenienza russa, do- stimati - con un semplice riferimento a due diver- ve ai primi modelli BTR 50/60 seguono i più mo- se realtà islamiche - superiori a quelli della Siria, derni BMP-1 e BMP-2 che montano cannoni da 73 ma inferiori a quelli del Pakistan. mm e missili anticarro «Sagger», oltre a una dota- L’ultima importante ristrutturazione dell’Esercito zione francese di «Milan», dopo il riavvicinamento algerino risale ai primi anni 90, ovvero quando la alla Francia voluto dal Presidente Mitterand. Con carica di Capo di Stato Maggiore della Difesa viene riguardo alle già menzionate «Forze di Sicurezza» affidata al Generale Khelifa Rahim, nella primavera dobbiamo ricordare la Brigata della «Guardia Pre- del 1992. Anche se il sistema della divisione terri- sidenziale» (circa 1 000 uomini), la «Gendarmeria toriale in Regioni Militari era stato già adottato su- Nazionale» (di chiara ispirazione francese, con cir- bito dopo l’Indipendenza, la nuova organizzazio- ca 30 000 uomini impegnati nelle aree rurali) e la

OIKOS - 32 Rivista Militare n. 3/2007 più importante «Sureté Nationale» che, con circa anche se più avanti avremo modo di esaminare 10 000 addetti, si occupa dell’attività di intelligen- meglio questo tipo di rapporti. ce, nell’accezione più ampia del termine, sotto il Una particolare attenzione merita l’Aviazione Mi- controllo del Ministero degli Interni. L’originaria litare (QJJ, al Quwwat al-Jawwiya al-Jaza’eriya) alla struttura del DGDS, «Delegation General de Docu- luce degli importanti acquisti recentemente effet- OIKOS mentation et Sureté», è stata sciolta nel 1990 per tuati in questo settore. La storia ha inizio con i pri- essere parcellizzata nella «Direzione per il Coordi- mi MIG-15 (1962) e con i successivi MIG-21 (1965- namento della Sicurezza Nazionale», nel «Distac- 1978) sino ai più aggiornati MIG-23, nelle diverse camento Antiterrorismo» e nel più politico «Nu- versioni BN e UB - anche loro arrivati in Algeria du- cleo» inserito all’interno dell’Alto Consiglio di Sta- rante la ristrutturazione dei primi anni 90 - per to. Anche se con la nuova Costituzione non sono concludersi con i sofisticati MIG-29 di ultima gene- ammessi i partiti politici la cui ideologia si richia- razione forniti dall’Unione Sovietica verso la fine mi alla razza o alla religione (quindi i partiti isla- degli anni 90 (ed è proprio in questa occasione che mici dovrebbero essere ritenuti fuori legge), il simbolo iniziale disegnato sui Caccia, un «serpen- l’Islam è comunque considerata «Religione di Sta- te nero e giallo» di chiara ispirazione egiziana, vie- to», con il divieto di pratiche religiose contrarie al- ne sostituito con l’ancora più aggressivo «scorpio- la moralità mussulmana. E ci domandiamo se in ne nero»). Lasciando agli Stati Uniti ed alla Francia le questa ottica va interpretata la presenza, ancora sole forniture di aerei da trasporto e di elicotteri (nel oggi segnalata presso i reparti militari, della figu- 1993 vengono acquistati dagli U.S.A. 16 Lockheed ra del Commissario politico. Non trovando più al- C-130 Hercules, subito affiancati da 6 sovietici AN- cuna giustificazione nell’originale ruolo sovietico 12 di uguale capacità di carico e 2 Super King B-200 di controllo dell’ideologia politica, è più probabile per il pattugliamento marittimo) le Forze Aeree di- che le funzioni di questo Ufficiale siano riconduci- spongono di 11 squadroni - tra intercettori, difesa bili al «Dar el-Ifta», l’istituzione religiosa creata aerea ed attacco al suolo - con un totale di quasi dal Governo di Algeri, nel 2003, per fornire «indi- 250 velivoli, tutti di fabbricazione sovietica, ovvero cazioni e prescrizioni» in materia di fede. MIG-21 (75), MIG-23 (74), MIG-25 (29), MIG-29 La Marina Militare può contare su 3 Fregate (36), SU-22 (27), SU-24 (10) e SU-25 (10), anche se della classe Koni da 1 596 tonnellate: «Mourad non tutti perfettamente operativi, se non addirittu- Rais» (901), «Rais Kellik» (902), e «Rais Korfu» ra obsoleti. L’armamento di base di questi Caccia è (903), che, anche se datate ai primi anni 80, so- costituito dai missili sovietici aria-aria «Atoll», nei no oggi in grado di disporre di un armamento di modelli AA-2 e AA-6, e l’addestramento dei piloti è 20 missili SAM (Gecko SA-N-4) e di 2 siluri anti- affidato alla Russia, alla Siria (i piloti siriani sono som (RBU-6000) oltre ad una recente versione considerati i migliori esperti del MIG-29) ed all’Egit- del Radar di ricerca, fornito sempre dalla Russia. to, oltre alla formazione di base conseguita nella Anche le 3 Corvette lanciamissili della classe Na- Scuola di volo di Tafraoua, vicino ad Orano. nuchka II da 675 tonnellate - «Rais Hamidou» Ma veniamo ai recenti e importanti sviluppi nel (801), «Salah Rais» (802) e «Rais Alì» (803) - campo degli armamenti. La notizia viene diffusa possono contare su moderni sistemi di arma- dall’Agenzia INTERFAX nel gennaio del 2006: l’Al- mento, sempre forniti dalla Russia. Tra le 8 e le geria acquisterà armamenti militari dalla Russia 10 unità sono le Motocannoniere della classe per un valore di 7,5 miliardi di dollari! Per com- Kebir, oltre ad altre 3 attualmente in fase di co- prendere meglio l’entità della cifra in questione è struzione nei cantieri di Mers al-Kabir. Sono sol- bene ricordare che la Russia - secondo esportato- tanto due i mezzi da sbarco della classe Kalaat re di armi al mondo dopo gli U.S.A. - vende ogni Beni Hammed, da 2 130 tonnellate in grado di anno armi per un valore complessivo di 5 miliardi imbarcare 240 uomini e 650 tonnellate di carico. di dollari e l’ultima importante commessa è stata Più interessante la presenza di due sottomarini acquisita nel 2000 dall’India per un valore di 3,3 diesel-elettrici della classe Kilo («Rais Hadi Mu- miliardi di dollari. Dopo la visita di Vladimir Putin barek» e «Hadi Slimane») in sostituzione dei due in Algeria (la prima di un Presidente russo dopo 50 vecchi sommergibili della classe Romeo, sempre anni), nel marzo del 2006 viene firmato l’accordo acquistati dalla Russia. Pattugliatori navali cine- che prevede anche un «complesso schema» finan- si della classe Djebel Chinoise (la collaborazione ziario per la cancellazione di parte del debito con- con la Repubblica Popolare Cinese è iniziata con tratto dall’Algeria nei confronti dell’Unione Sovie- la guerra di Indipendenza) - «Djebel Chinoise» tica e riconducibile alla cifra indicativa di 4,74 mi- (351) e «El Chihab» (352) - la nave litoranea da liardi di dollari. Al di là della sicura soddisfazione indagine «El Idrissi» e la nave da salvataggio «El del Governo di Mosca (i principali clienti - Cina ed Mourafik» completano la struttura principale India - stanno diversificando i loro fornitori) i da- della Marina Militare, sostanzialmente «equili- ti relativi alla quantità ed al tipo di armamenti non brata» rispetto a quelle del Marocco e della Libia, sono del tutto confermati. Indicativamente, si par-

33 - OIKOS la di 36/40 MIG-29, di 20/28 SU-30, di almeno 8 trici, conserva il suo cannone da 125 mm e tre uo- sistemi missilistici di difesa aerea (S-300MPU2 Fa- mini di equipaggio. Caratteristiche importanti ri- vorit, ultimo aggiornamento del S-300, con gam- mangono l’affidabilità e la robustezza, potendo ma da Km 200) e di circa 40 carri T-90, oltre ad resistere all’attacco contemporaneo di due razzi altre forniture, sempre militari, non ancora speci- anticarro sparati da differenti posizioni. Interes- ficate. Ma cerchiamo di capire nel dettaglio che ti- sante la scelta motoristica, che prevede un moto- po di «tecnologia avanzata» l’Algeria sta acqui- re diesel semplice ed economico (diesel poli-com- stando. I MIG-29 in questione sono presumibil- bustibile da 12 cilindri ed 850 HP) al posto della mente del modello SMT (alcune fonti ci indicano turbina, consentendogli di raggiungere una velo- che potrebbero essere ben 49) e sei esemplari del cità massima di 70 Km orari - agevolata dal peso modello UBT, simile al modello SMT, ma di deriva- relativamente impegnativo di 46,5 tonnellate - ed zione dal MIG-29UB, da addestramento e con un’autonomia di 550 Km. Basso e profilato come doppio sedile. Il MIG-29SMT, identificato come da tradizione sovietica (l’altezza è di soli 226 cm), «Prodotto 9.17», è l’ultimo aggiornamento del fa- è stato oggetto di un’importante commessa da moso MIG-29, un sofisticato multiruolo da oltre parte dell’India nel 2000 - oltre 300 carri comple- Mach 2, che, nei primi anni del 2000, viene anno- ti di accessori e parti di ricambio, buona parte dei verato in servizio in 21 Forze aeree, oltre ad esse- quali prodotti in loco su licenza - anche questa re l’unico aereo russo adottato volta dopo una visita di Vladimir dalla NATO, dopo che la Luft- Putin a Nuova Delhi. waffe tedesca ne ha incorpora- ... ci troviamo davanti a un Per quanto riguarda le altre to gli esemplari in forza nell’ex “normale aggiornamento della possibili forniture, riteniamo Repubblica Democratica. Mo- capacità operativa o dobbia- che sia ipotizzabile l’acquisto noposto e con una apertura mo preoccuparci di un arma- dei mezzi corazzati leggeri da alare di 11,36 metri, alle inizia- ricognizione («T2», di produzio- li due turbo-ventole Tumansky mento di dimensioni eccez- ne congiunta tra Russia e Bielo- R-33D (ciascuna con una spin- zionali in un contesto consi- russia) equipaggiati con mitra- ta da Kg 8 300) il modello SMT derato «pacificato»? gliatrice automatica da 30 mm, ha preferito due R-43D in gra- lanciagranate e razzi anticarro do di aumentare la singola ” ed antiaereo. Costruiti con tec- spinta a Kg 9 800, sempre con post-bruciatore. nologia «Stealth» (ovvero quasi invisibili ai radar) Anche l’iniziale autonomia di volo è stata aumen- risultano in grado di raggiungere la velocità di 100 tata sino a Km 2 100 con l’aggiunta di ulteriori Km orari e di rimanere sufficientemente silenziosi. serbatoi, così come è stato potenziato il carico di Ma la vera potenzialità del mezzo consiste nella armamento (Kg 4 500), nel modello base costitui- possibilità di montare un «aereo da ricognizione to da 6 piloni alari per l’alloggiamento dei missili non pilotato», che permetterebbe di ampliare con- AA-10/11, oltre ad un cannone da 30 mm. Poten- siderevolmente l’attività di «intelligence tattica», ziato anche il raggio di azione del radar NO19MP ovvero la capacità di spingere in profondità le zo- «Zhuk», con ampia capacità di mappatura terre- ne di osservazione e di controllo. Sembrerebbe, stre e controllo dei missili guidati aria-terra. Infi- quindi, l’armamento ideale per fronteggiare le pos- ne, anche «abbellito» il display del Cockpit con sibili insidie costituite dalle lunghe e desertiche due visori a grandi dimensioni MFD (multi-funzio- frontiere dell’Algeria, che oltre tutto aveva già di- ne), a colori e con cristalli liquidi. Ma dobbiamo mostrato un certo interesse per il T2 sin dal 2001, anche aggiungere che secondo molti osservatori in occasione della sua presentazione ufficiale, in- (e tra questi la Federazione degli Scienziati Ame- sieme all’Egitto e agli Emirati Arabi Uniti. ricani) riconoscono che l’attuale MIG-29 - FUL- CRUM nel Codice NATO - è potenzialmente mi- gliore dell’«Aquila F-15» e del «Falco F-16», ma PERCHÉ ARMAMENTI COSÌ IMPORTANTI E DIVERSI- sempre al di là delle capacità operative di volo ac- FICATI? quisite dai singoli piloti. Il T-90 rappresenta l’ultima generazione del già La domanda che sorge spontanea è semplice: ci collaudato carro russo T-72 da cui riprende l’inte- troviamo davanti a un normale aggiornamento ro schema di insieme (il T-72 è probabilmente il della capacità operativa delle Forze Armate - co- carro armato più prodotto al mondo) ed è consi- me abbiamo visto, non più rinnovate dalla fine de- derato il mezzo da combattimento più competiti- gli anni 90 - o dobbiamo piuttosto preoccuparci di vo rispetto ai carri in dotazione alla NATO, anche un armamento di dimensioni eccezionali in un se oggettivamente sottopotenziato rispetto a contesto attualmente «pacificato» come è consi- quelli occidentali di ultima generazione. Con un derato quello dell’area mediterranea? Le Agenzie armamento sussidiario di lanciarazzi e mitraglia- di intelligence occidentali, che hanno tutte ripor-

OIKOS - 34 Rivista Militare n. 3/2007 tato la notizia non hanno esposto alcuna teoria ri- guardo all’interpretazione e all’analisi dei dati si- gnificativi in essa contenuti. Ma poiché la portata degli avvenimenti riveste un carattere di eccezio- nalità, cercheremo di analizzare le informazioni in OIKOS nostro possesso per elaborare una tesi interpreta- tiva che tenga conto dell’attuale contesto geo-po- litico dell’Algeria. Proviamo ad analizzare per prima la difficoltà principale interna del Paese, ovvero il «terrorismo residuale» a cui abbiamo già accennato. Anche se possiamo considerare «sconfitto» il GIA, il Gruppo Islamico Armato - o meglio la seconda generazio- ne degli ex-combattenti algerini rientrati dall’Af- ghanistan verso la fine degli anni 80 - oramai ri- dotto a poche centinaia di guerriglieri nascosti in villaggi sperduti e con scarsa capacità operativa, non va invece sottovalutato il ruolo giocato oggi dal «Gruppo Salafita per la Predicazione ed il Combat- timento», conosciuto con la sigla GSPC. Questi uo- Una pattuglia in attività di sorveglianza. mini, figli del Fronte Islamico di Salvezza e accesi avversari del GIA, hanno già favorito l’espansione del terrorismo islamico in una buona parte del- su una superiorità in termini di artiglieria e mezzi l’Africa settentrionale. Anche se, come il GIA, non Corazzati. L’Aeronautica marocchina schiera tec- sembrano godere del consenso della popolazione, nologia americana numericamente inferiore a questi fondamentalisti intransigenti possono di- quella sovietica dell’Algeria. La Libia può invece sporre di una «forza» stimata in oltre 2 000 uomi- vantare, in termini numerici, una superiorità nel- ni e di sofisticati armamenti e mezzi di comunica- l’Aviazione e nella Marina - rispetto ad Algeria e zione. Oggetto di particolare attenzione da parte Marocco - ma rimane significativamente inferiore delle Agenzie di intelligence occidentali (sembra nella «struttura globale» dell’Esercito. Anche qui che il GSPC intenda opporsi alla pacificazione del sembra che sia raggiunta una sorta di parità stra- Darfur e creare inoltre conflitti locali in Guinea, Se- tegica, ma noi desideriamo approfondire ancora negal, Liberia, Sierra Leone e Costa d’Avorio, da questo aspetto. Abbiamo già detto che nei nuovi dove in effetti cominciano ad arrivare i primi se- armamenti algerini potrebbero essere inclusi i gnali di tensione), questo Gruppo integralista è an- nuovi «T2» in grado di controllare le lunghe fron- che al centro del «Pan Sahel Iniziative» (PSI), un tiere del Paese. Già dal 1993 (circa 27,5 milioni di preciso programma voluto dal Governo di Washin- abitanti) la popolazione è concentrata sulla fascia gton - in accordo con l’Algeria, la Liberia, la Nige- costiera - lunga circa Km 100 - con la densità me- ria ed il Niger - per potenziare nell’intera regione dia che scende rapidamente da nord a sud, la- le attività coordinate di natura militare, di polizia, sciando in pratica deserte ampie zone a ridosso di antiterrorismo e di intelligence. La collaborazio- del Sahara, teoricamente vulnerabili ad un attacco ne con i vari Governi sembra dare un decisivo im- marocchino proveniente da ovest, che potrebbe pulso favorevole, tanto da impegnare gli Stati Uni- avere grandi vantaggi nelle vie di comunicazione ti con satelliti e sistemi di «elint» puntati sulla re- più rapide con il confine del Paese, unica alterna- gione. Questa situazione sembrerebbe quindi es- tiva alla difesa naturale costituita dalle montagne sere «sotto controllo», o meglio non in grado di dell’Atlante. Anche con la Libia i problemi di fron- giustificare i nuovi armamenti algerini, special- tiera nel sud-est potrebbero difficilmente essere mente se si considera il loro mix, più adatto ad un risolti: è una zona isolata dal resto del Paese e il impegnativo confronto terrestre che non a un’atti- collegamento è assicurato da un’unica strada che vità di contrasto anti-insurrezionale. raggiunge la città di confine di Edjeleh, che po- E sotto il profilo strategico? I vicini «scomodi» trebbe diventare una facile preda in considerazio- dell’Algeria sono la Libia e il Marocco, e anche se ne della superiorità delle Divisioni meccanizzate con quest’ultimo una breve guerra di confine nel libiche. Nell’estremo Sud non può oggettivamente 1976 ha messo in luce le difficoltà dell’ANP, non essere ipotizzata alcuna seria minaccia: la distan- sembra che esistano oggi effettive minacce milita- za e la desertificazione dell’area, anche se un pro- ri tra i due Paesi. Ma proviamo ad esaminare gli blema per l’Algeria, rappresentano un ostacolo in- «equilibri» delle Forze Armate: il Marocco ha un sormontabile per il Mali e il Niger. Inoltre, un ac- Esercito più numeroso, ma l’Algeria può contare cordo sulla frontiera con la Mauritania è stato già

35 - OIKOS biamo riconoscere che osservatori attenti alle si- tuazioni finanziarie e agli investimenti militari (in particolare Ruth Leger Sivard, con il suo «Spese Militari e Sociali nel Mondo») hanno ritenuto le spese militari algerine degli ultimi dieci anni infe- riori a quelle degli altri Paesi dell’Africa del Nord, la cifra stanziata per gli armamenti russi ci sembra sproporzionata rispetto alle reali difficoltà che il Paese deve ancora risolvere (disoccupazione su vasta scala, oggettiva carenza di alloggi e sistemi idrici ed elettrici non ancora affidabili). Inoltre, pur riconoscendo la necessità di acquistare armi dal- l’estero per la mancanza di una significativa indu- stria bellica nazionale, la percentuale delle spese militari registrate nel 2002 (3,7% del PIL, in un cer- to qual modo già impegnativa) riceverà una decisa Algeri: la Grande Moschea. impennata verso l’alto, ponendosi sicuramente al di sopra non solo della media del Nord Africa, ma anche dell’intera Europa. E aggiungiamo che la firmato nel 1985 dopo tre anni di trattative. Con la tradizionale suddivisione della spesa, ovvero l’86% Tunisia non esistono reali motivi di pericolo. An- per l’Esercito, il 6% per la Marina e l’8% per l’Aero- che qui un contrasto ventennale sui confini è sta- nautica, verrà completamente stravolta a favore to definito nel 1983, e la ridotta consistenza delle della QJJ, sempre che non si intenda rivolgersi alla Forze Armate tunisine non ha mai realmente im- Cina per analoghe commesse a favore della Mari- pensierito lo Stato Maggiore di Algeri. Anzi, quan- na Militare. Il Presidente Bouteflika è sicuramente do nel 1985 la Libia ha provato a «ruggire» (viola- animato dalle migliori intenzioni (la Carta per la zione dello spazio aereo tunisino, minacce e mo- Pace e la Riconciliazione Nazionale, il riavvicina- vimenti di truppe), l’Algeria non ha esitato a schie- mento agli Stati Uniti, l’attenzione per la nuova rarsi apertamente a favore della Tunisia lungo la immagine internazionale del Paese e la recente zona di frontiera. Anche se, dalle informazioni in legge sugli idrocarburi, 22 maggio 2005, che apre nostro possesso, gli armamenti algerini non ri- le porte agli investimenti di società straniere) ma il guardano il settore navale, vediamo sommaria- suo stato di salute lascia seriamente perplessi gli mente cosa sta accadendo nel Mediterraneo. Già osservatori internazionali. L’ultima generazione di dal 2001 l’Alleanza Atlantica ha Generali, che ha conservato una in piedi un progetto denomina- sorta di monopolio sulle mag- to «DM» («Dialogo Mediterra- ... il Presidente Abdel Aziz giori attività economiche, con- neo») con l’Algeria, l’Egitto, la “Bouteflika ha annunciato divide la politica del Presidente Giordania, la Mauritania, il Ma- una nuova politica militare o piuttosto costituisce il vero rocco e la Tunisia. Il comune con l’obiettivo di trasforma- potere decisionale dell’Algeria? denominatore è la «Sicurezza I Generali Larbi Belkheir (ex del Mare» e sotto questa ban- re l’Esercito da istituzione Consigliere personale di Boute- diera si sono schierati anche tradizionale a moderno ap- flika), Khaled Nezzar (ex Mini- Israele (2005) e Russia (2006) parato professionale stro della Difesa) e Mohamed con programmi ed esercitazioni Lamari (ex Capo di Stato Mag- congiunte, fortemente voluti dal ” giore dell’Esercito) sono spesso nostro Ambasciatore Maurizio Moreno (rappresen- oggetto di critiche, come quelle rivolte da Abdul tante permanente italiano presso l’Alleanza), che Qadeer Shareef (Cattedra di Scienza e Tecnologia ha anche auspicato una sorta di «Partenariato» tra all’Università di Ajman): I Militari si comportano i Paesi coinvolti, mettendo in evidenza non solo come se fossero al di sopra della giurisdizione l’importanza dell’accordo NATO-Russia, ma anche delle istituzioni civili [...] come se non dovessero la valenza politica di vedere allo stesso tavolo i Mi- mai rispondere a nessuno del loro operato. Forse nistri di Israele e di Paesi arabi. un segnale ... sono i militari che stanno forzando Ma proviamo adesso ad analizzare la questione la mano o è invece la Russia ad esercitare una for- politica degli armamenti algerini. Già dal 1999, il te pressione in tal senso? È fuori discussione l’in- Presidente Abdel Aziz Bouteflika ha annunciato tensa attività di marketing svolta negli ultimi anni una nuova politica militare con l’obiettivo di tra- dalla potente «Rosoboronexport» - la società de- sformare l’Esercito da istituzione tradizionale a dicata alle esportazioni dell’industria bellica russa, moderno apparato professionale. Anche se dob- a forte controllo statale - che sta esercitando un

OIKOS - 36 Rivista Militare n. 3/2007 ruolo da protagonista proprio nelle aree del Medio Oriente e del Nord Africa. È naturale che a fronte del calo delle vendite verso i principali clienti (co- me abbiamo visto, la Cina e l’India) la Russia stia spostando la sua attenzione proprio su queste OIKOS aree considerate favorevoli, essendo già riuscita ad accaparrarsi importanti commesse anche dalla Siria, dalla Giordania, dalla Libia, dallo Yemen, dal Sudan e dagli Emirati Arabi Uniti. È un tipo di po- litica che possiamo considerare senz’altro «ag- gressiva», e la conferma ci viene data dalla «SO- FEX» (Special Operations Forces Exhibition), una mostra di grande interesse proprio per i mercati del Medio Oriente e dell’Africa del Nord, tenutasi in Giordania dal 27 al 30 marzo del 2006. Pur es- sendo dedicata ad armamenti ed equipaggiamenti innovativi per le operazioni delle Forze Speciali, la «Rosoboronexport» ha deciso di presentare in questa occasione gli ultimi e sofisticati sistemi d’arma: sistemi di difesa aerea, sistemi di propul- sione a razzo, sistemi d’arma navali, veicoli coraz- zati ed elicotteri! Quindi, l’obiettivo potrebbe es- Ahmed Ben Bella capo storico del Fronte di Liberazione sere proprio quello di riconquistare - prima sotto Nazionale. il profilo militare e dopo quello politico - la vec- chia leadership esercitata dall’ex Unione Sovietica, messa in crisi dall’offerta di tecnologia militare energetico Algeria-Russia. Con due importanti lanciata sui mercati proprio dalle nuove Repubbli- aziende già presenti in Algeria - la «Lukoil» nei che, come l’Ucraina e la Polonia, in un certo qual campi petroliferi e la «Stroitransgas» nella proget- modo entrate in una pericolosa orbita di «prote- tazione dei gasdotti - la Russia è adesso in grado zione» occidentale. di assicurarsi una posizione strategica sul mercato Un’altra importante chiave di lettura potrebbe es- internazionale del gas. L’Algeria è in effetti un «de- sere ricercata nel settore degli idrocarburi, che co- posito» di materie prime, che per essere lavorate stituisce oltre il 50% delle entrate del Governo. Al hanno bisogno di tecnologia avanzata. È, quindi, quinto posto per le riserve di gas naturale e al necessario «acquistarla» dall’estero, anche se il quindicesimo per quelle petrolifere, l’Algeria è al prezzo da pagare è la mancata emancipazione po- centro dell’attenzione sia della Russia che degli litica e sociale del Paese. Stati Uniti d’America. La strategia americana nel- Per cercare di rispondere alla nostra domanda l’area (abbiamo già accennato alla cooperazione abbiamo provato a esaminare gli aspetti più signi- nelle attività antiterroristiche) mira anche al con- ficativi della situazione geo-politica dell’Algeria e trollo delle fonti energetiche del più ampio «Golfo probabilmente la risposta è nell’«insieme» di tutti di Guinea», che potrebbe fornire il 25% dell’intero i fattori analizzati. Ma in realtà ci è stata già forni- consumo petrolifero degli Stati Uniti. Gli accordi ta dal Ministro degli Esteri (Abdul Bedjaoui) subito stipulati con l’Algeria, la Nigeria, la Liberia e il Ni- dopo la famosa e storica visita di Vladimir Putin ad ger puntano anche all’inserimento della tormenta- Algeri del marzo del 2006: La Russia ha contribui- ta Repubblica dell’Angola, che aggiunta agli altri to sostanzialmente allo sviluppo delle Forze Ar- Stati, rappresenta un’area capace di fornire il 10% mate algerine in termini di armamenti e di adde- delle risorse petrolifere mondiali. Ma proviamo a stramento [...] e il settore delle risorse naturali vede più da vicino la strategia di Mosca. La Russia, fornisce un’arena reale per l’associazione tra i no- primo produttore al mondo di gas, ha scoperto da stri Paesi [...] le Aziende algerine e russe sviluppe- poco che le sue esportazioni in Europa possono es- ranno la loro cooperazione sul mercato del gas e sere «strangolate» dalle nuove Repubbliche confi- potrebbero anche accedere insieme in altre regio- nanti - la «guerra del gas» con l’Ucraina ha fatto ni del mondo. Adesso lo schieramento dei pezzi registrare una tregua solo il 4 gennaio 2006 - e ha sulla scacchiera del Nord Africa è finalmente chia- deciso di rivolgere le sue attenzioni a nuovi proget- ro: la Russia è la regina e l’Algeria il suo alfiere! ti, che vanno dall’iniziale costruzione di gasdotti europei (attraverso il Mar Baltico per raggiungere Daniele Cellamare direttamente la Germania e con il «Blue Stream» si- Libero Docente no al terminale turco di Ceyhan) fino al nuovo asse di Storia delle Relazioni Internazionali

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OIKOS

IL «MIRACOLO» INDIANO IL «MIRACOLO» INDIANO

Nuovo gigante del XXI secolo, l’India incentra ed esalta potenzialità e contraddizioni. Eppure presenta una stabilità e un’affidabilità, senz’altro superiori ad altre importanti realtà, che non subiscono gli effetti del pre- giudizio culturale neanche nel rapporto, oggi problematico, con il mondo islamico. Intanto, l’economia e la società continuano a crescere....

Traendo spunto dall’attenzione dedicata all’In- dia in due importanti convegni internazionali re- centemente tenutisi presso le Università degli Stu- di «La Sapienza» di Roma (1) e di Siena (2) e dal crescente interesse politico, economico e strategi- co che questa grande Nazione suscita in Occiden- te, risulta oggi di grande attualità approfondirne la conoscenza e valutarne la collocazione nel si- stema delle relazioni internazionali. Questo Paese, uno dei più importanti dell’Asia e del Mondo, rap- presenta oggi una grande realtà che studiosi ed analisti reputano destinata ad elevarsi, nel medio termine, al rango di potenza. Paese multi-etnico, democrazia circondata da Paesi non democratici, l’India presenta alcuni caratteri indubbiamente peculiari: è guidata da un governo stabile del qua- le fanno parte indù, musulmani e cattolici, che nel Paese rappresentano rispettivamente l’82, il 12,1 e il 3%. Secondo Paese più popoloso al mondo e settimo per estensione, presenta una densità di popolazione di 274 persone per kmq. I suoi abi- tanti parlano ben 18 lingue principali, tutte rico- nosciute dalla Costituzione, la sua autorità giudi- ziaria è indipendente e conformata sul modello inglese, il suo sistema bancario (diverso da quello cinese, dove le banche sono pubbliche, ma lavo- rano secondo criteri di concorrenza) è efficiente. Come la Cina presenta un elevatissimo tasso di crescita economica. Per riflettere sull’India basta- no pochi dati. La crescita economica negli ultimi anni si è aggirata sull’8%, il Paese emerge nel set- tore delle alte tecnologie (il 20% delle esportazio- ni è costituito da tecnologia informatica), possie- de una qualificata industria farmaceutica e rag- giunge in molti settori punte d’eccellenza anche superiori a quelle europee ed occidentali. Impres- siona il numero delle università, dei laureati, dei

A destra. Una statua del Mahatma Ghandi. In apertura. Madurai, città-tempio del meridione indiano.

OIKOS - 40 Rivista Militare n. 3/2007 centri di ricerca: più di 380 università, con 15 000 facoltà, sfornano due milioni e mezzo di laureati l’anno; fra questi oltre 150 000 ingegneri specia- lizzati nella ricerca tecnologica. È il doppio del nu- mero prodotto dalle università americane. Inoltre, OIKOS gli atenei di tutto il mondo sono pieni di profes- sori e studenti indiani. Questi sono dati sui quali riflettere. A chi teme la concorrenza in settori tra- dizionali (come il tessile) bisogna rispondere che per tutti i nostri prodotti, purché d’eccellenza, si schiudono ampi settori. Al riguardo è importante che l’Italia non perda l’opportunità di stabilire strette collaborazioni anche nel settore delle alte tecnologie per la difesa; una necessità già perce- pita dall’industria italiana del settore che, nel feb- braio 2006, è stata presente a Defexpo India - or- ganizzato dal Ministero della Difesa e dal Governo indiani - con più società, in particolare del grup- po Finmeccanica. Nel campo della ricerca sono in atto importanti collaborazioni tra le rispettive università riguar- danti, la nanoscienza, la nanotecnologia, l’elettro- nica, l’automazione e la matematica applicata. L’India non è percepita dagli imprenditori esteri come un «luogo di difficoltà»: per quanto concer- Logo del Convegno dell’Università degli Studi di Siena, ne il mercato l’approccio è differente rispetto a tenutosi il 12 e 13 dicembre 2006. quello cinese, per la maggiore tutela del marchio ed il modello di riferimento anglosassone; malgra- do ciò permangono un certo grado di corruzione e nacia malgrado alcuni incidenti: terribile fu quel- una corposa burocrazia. lo del 1984 a Bophal, capitale dello Stato del Ma- L’ascesa dell’India non ha avuto inizio oggi, dhya Pradesh, quando un’estesa nube tossica, nell’epoca della globalizzazione, ma risale già ai fuoriuscita dagli stabilimenti della multinazionale primi decenni del XX secolo, quando cominciò a statunitense Union Carbide, provocò circa 3 000 lottare per la propria indipendenza, raggiunta nel vittime, 20 000 contaminati e investì una super- 1947 grazie all’applicazione di forme inusuali di ficie di ben 60 kmq. Gli anni Novanta sono quelli lotta, quali la resistenza non della grande trasformazione, violenta predicata dal Mahatma ma solo nel 2000 il mondo si è Ghandi (3), che la portò ad af- L’ascesa dell’India risale svegliato con la percezione del francarsi dalla tutela britanni- “già ai primi decenni del XX «miracolo» indiano: non si può ca. Divenuto Stato sovrano, però sottacere come, pur dan- quest’affascinante Paese dalle secolo, quando cominciò a do il buon esempio a gran par- mille sfaccettature iniziò il suo lottare per la propria indi- te del mondo in via di sviluppo, percorso di modernizzazione pendenza in India permangano sacche «senza neppure disporre degli abbastanza ampie di povertà, aiuti del Piano Marshall sui ” malgrado il recente tentativo di quali poterono contare, alla fine del Secondo recupero delle classi svantaggiate: gli intoccabili conflitto mondiale, i Paesi dell’Europa Occidenta- e i musulmani, che stanno oggi assumendo un le» (4). In politica estera, l’India, per impulso del peso politico. In questo Paese dalla crescita mol- Mahatma Ghandi e di Jawaharlal Nerhu, optò per to dinamica, l’industria manifatturiera è però in il non allineamento (5) ponendosi tra i maggiori ritardo, essendo stata conferita la priorità ad altri fautori del rifiuto della logica dei blocchi, tanto settori; anche le infrastrutture (strade, porti e ae- che nel 1955, alla Conferenza di Bandung sui roporti) non sono sufficientemente sviluppate e problemi della decolonizzazione, fu tra i maggio- conseguentemente i collegamenti, quelli aerei in ri ispiratori dei principi riportati nella Dichiara- particolare, sono migliorabili. La componente mi- zione finale sulla pace e la cooperazione fra i po- litare, l’agricoltura e la lotta alla povertà sono og- poli, che costituirono i punti salienti del movi- gi le priorità indiane. mento dei Paesi non allineati. Sul piano interno la Ciò premesso, volendo analizzare il ruolo di lotta fu invece per lo sviluppo, perseguito con te- Nuova Dheli nel contesto internazionale e la sua

41 - OIKOS cilmente riscontrabile ove si consideri che gli in- diani di religione musulmana sono ben duecento milioni, mentre la nazione con il maggior numero d’islamici al mondo, l’Indonesia, ne assomma ap- pena venti milioni in più. Aspetto questo che po- ne l’India al secondo posto al mondo, tra le Na- zioni, quanto a numero di abitanti musulmani. Non può tuttavia essere sottaciuto come la loro presenza nelle Forze Armate, percentualmente parlando, sia marginale. L’asse stabilito dagli USA con l’India deve peral- tro essere valutato alla luce dell’incognita Cina e, certamente, tiene conto di una serie d’importan- tissimi fattori tra i quali: • la necessità di un bilanciamento nei confronti di Pechino; • la crescita nel campo dei servizi ad alto contenu- Gli Ambasciatori Dogra e Pacifico. to tecnologico; • il fatto che entro il 2025 gli analisti accreditino l’India quale quarta potenza economica mondiale. parte nella lotta al terrorismo, è bene prendere Il Prof. Heston B. Carter, già assistente del Segre- avvio da quanto posto in rilevo dal direttore del- tario alla Difesa nella prima Amministrazione Clin- l’OPINT e organizzatore del Convegno di Siena, ton, ha paragonato l’attuale accordo tra Stati Uniti e Giovanni Buccianti. L’India si caratterizza per il India alla famosa apertura operata nel 1971 dal Pre- ruolo di partner privilegiato che gli Stati Uniti le sidente Richard Nixon nei confronti della Cina, argo- attribuiscono in materia nucleare: ritenendo in- mentando però che, mentre la Cina di Mao Zedong fatti Nuova Dheli un interlocutore affidabile e per- incarnava un comunismo non allineato al sistema tanto degno di fiducia, gli USA hanno stretto con sovietico, che con gli USA aveva la comune necessi- questo Paese, nel 2005, un trattato che vi consen- tà di fronteggiare l’incombente potenza Sovietica, te il trasferimento di tecnologia atomica per sco- l’odierna India è una democrazia che difficilmente pi civili. Materia delicatissima ove si consideri il potrà, senza rivolgimenti interni, seguire e suppor- ben differente atteggiamento di Washington ver- tare acriticamente gli interessi statunitensi. so l’Iran. Come sottolineato anche dagli analisti di Nuova Dheli, tradizionalmente riottosa a sotto- «Limes», in un’area strategicamente rilevante le scrivere legami internazionali stringenti, ha peral- scelte statunitensi paiono essere, o potrebbero tro siglato con Pechino intese non meno impor- divenire, convergenti. Questa politica, che si è ri- tanti di quelle assunte con gli USA, rivolgendosi velata capace di gestire le numerose comunità d’altro canto anche alla Russia per acquisire mez- presenti nel Paese, ha anche confermato la voca- zi e tecnologia militare (6), quasi a ribadire la fles- zione a incarnare i valori di una democrazia mul- sibilità adottata dal Paese nelle sue scelte. tietnica e multiconfessionale, in grado di gestire Quanto al ruolo assunto dall’India nel manteni- rilevanti minoranze religiose: un’affermazione fa- mento della stabilità del continente asiatico, esso

OIKOS - 42 Rivista Militare n. 3/2007

è diventato sempre più importante e prezioso, so- prattutto negli ultimi quindici anni. Per la fondamentale scelta di campo operata contro l’estremismo e il terrorismo, l’Occidente in generale e l’Italia in particolare sono oggi inten- OIKOS zionati, al fine di rendere stabile l’area e l’intero continente, a coinvolgerla maggiormente in Af- ghanistan, a fianco di un ampio numero d’altri Paesi. Un aspetto delicato è quello del pluridecennale dissidio con il Pakistan, che portò ai tre conflitti del 1947-48, 1965 e 1971, creando le premesse affinché i due Stati cercassero di diventare poten- ze nucleari: obiettivo raggiunto nel 1998. A que- sto proposito c’è da riflettere sul fatto che l’aver consentito a India e Pakistan di dotarsi di un arse- nale nucleare ha innescato, in alcuni Paesi che am- biscono ad esercitare un ruolo regionale, il desi- derio di vedersi riconoscere il diritto all’esercizio dell’opzione nucleare. Se, dunque, la politica volta a pervenire a un equilibrio nell’area asiatica tra Ci- na, India e Pakistan è risultata al momento valida, essa, come dimostrano i casi iraniano e nord-co- reano, ha altresì dimostrato i propri limiti. Soffer- miamoci ora brevemente sui rapporti tra Islama- L’area archeologica di Hyderabad. bad e Nuova Dheli. Il Jammu-Kashmir, che è parte della Repubblica indiana, e la parte di Azad-Ka- shmir (il territorio del Kashmir occupato dal Paki- ro» il fondamentalismo islamico tra la rilevante stan) hanno generato, anche in tempi a noi pros- minoranza musulmana dell’India. A sua volta il Pa- simi, occasionali scontri tra gli eserciti e una vio- kistan ha accettato una partnership con gli USA e lenza di tipo terroristico che ha prodotto migliaia ha inviato alla frontiera con l’India, per prevenire di caduti tra civili, forze di sicurezza indiane e i infiltrazioni, truppe con equipaggiamenti e tecno- combattenti separatisti del Kashmir. Sino ad oggi, logia moderni, dimostrando maggior impegno nel stante l’appoggio morale e materiale fornito dal rendere i suoi confini meno porosi. Nel 2005, le Pakistan ai militanti separatisti, l’India ha mante- relazioni tra India ed Afghanistan si sono intensi- nuto in loco una forte presenza militare, volta a ficate e, recentemente, il miglioramento di quelle contrastare i gruppi combattenti, distinti tra quelli con il Pakistan ha portato al comunicato congiun- che chiedono l’indipendenza del Kashmir: (l’All to dell’ottobre 2006 dei due Ministri degli Esteri, Party Hurriyat Conference - APHC ed il Jammu and che hanno fissato un nuovo incontro per gennaio Kashmir Liberation Front - JKLF) e quelli che lotta- 2007. Per il Kashmir l’India avrebbe proposto la no per la sua annessione al Pakistan (il Lashkar-e- smilitarizzazione della regione e, secondo fonti Taiba e il Jaish-e-Muhammad) (7). ben informate, il Pakistan pare sia disposto ad ac- Lo Save Kashmir Mouvement, il Harkat-ul-muja- cettare. L’India d’altro canto ha tutto l’interesse a hideen ed il Lashkar-e-Taiba devono invece esse- perseguire soluzioni volte ad arginare, per rifles- re annoverati tra i movimenti maggiormente dedi- so, la crescita interna del fondamentalismo islami- ti al terrorismo. Recentemente la distensione nei co: sin dal 1998, infatti, il problema musulmano rapporti tra India e Pakistan ha migliorato la situa- aveva cominciato ad interessare zone precedente- zione del Kashmir, ponendo le premesse per una mente immuni da tensioni etnico-religiose. soluzione negoziale. Volendo individuare un mo- Volendo approfondire il tema in chiave d’analisi mento preciso, possiamo affermare che le relazio- strategica, è ora opportuno avvalersi anche del ni indo-pakistane sono migliorate una volta giun- contributo di conoscenze e specifica esperienza ta l’epoca delle scelte imposte dalla lotta al terro- fornito, in ambito accademico, da qualificati espo- rismo. Catalizzatore di tale riavvicinamento è sta- nenti delle Forze Armate, particolarmente indicati to l’Afghanistan, sì che sulle ben note divergenze per questo tipo d’analisi. Non a caso tra i relatori al si sono cominciate a cercare soluzioni negoziali. «Convegno-Incontro italo-indiano. L’ascesa del- Così l’India ha supportato l’Alleanza del Nord ed l’India sulla scena internazionale», organizzato ha sostenuto Karzaj una volta salito al potere, per- dall’Università degli Studi Siena, figuravano due ché il vero rischio era che i talebani «esportasse- Generali dell’Esercito: Giuseppe Cucchi, professore

43 - OIKOS a contratto dell’Ateneo senese, recentemente no- significativo riferimento. Sostanzialmente i rapporti minato Segretario Generale del CESIS, e Fabio Mini. con l’India e la Cina progredirebbero maggiormen- In particolare, dalla relazione presentata dal Ge- te se queste «Nazioni giganti» avessero quale inter- nerale Mini è stato possibile trarre alcuni interes- locutore unitario un’Europa coesa e in grado di ap- santi spunti su questo Paese che per l’Italia potreb- plicare in politica estera un modus operandi model- be risultare d’importanza fondamentale in molti lato su quello italiano: ma, come sostiene Lucio Ca- settori d’eccellenza e porsi quale potenziale par- racciolo, direttore di «Limes», una tale Europa, sog- tnership d’altissimo livello nel campo della sicurez- getto politico unitario, ancora appartiene al campo za. Una cooperazione che non deve limitarsi ai set- dell’irrealtà. tori dell’economia, ma comprendere la lotta al ter- Quanto alle dinamiche interne al continente rorismo, anzi ai terroristi e alle loro ben identificate asiatico, l’India sta vivendo la competizione con la organizzazioni. Questa collaborazione, ove fosse li- Cina con una virtuosa flessibilità, sorprendente mitata all’ambito bilaterale, non riuscirebbe però a ove si consideri come in passato i rapporti tra i due influenzare in modo determi- Paesi, negli anni 50 e 60, ab- nante il quadro globale, in quan- biano messo in crisi la comuni- to risulterebbe assente un inter- Questo Paese potrebbe ri- tà internazionale, mentre vi so- locutore di livello: l’Europa. Solo “sultare d’interesse fonda- no oggi interessi comuni tra quest’ultima potrebbe infatti questi due universi; interessi, in porsi sul medesimo livello delle mentale per l’Italia e porsi particolare economici, che l’Ita- «Nazioni giganti»: gli USA, la Ci- quale potenziale partner- lia è intenzionata a condividere na e l’India, che hanno dinami- ship nel campo della sicu- tanto con la Cina che con l’In- che diverse rispetto a quelle dei rezza dia. Quest’ultimo Paese, in par- piccoli (quanto a numeri e terri- ticolare, presenta una stabilità torio) Paesi. Lo scopre oggi an- ” e un’affidabilità superiori a che l’Europa, che Nazione gigante non è, avendo quelle d’altre realtà (basti ricordare l’esperienza privilegiato l’economia e tralasciato per lungo tem- delle cosiddette «Tigri asiatiche») e non è condi- po i problemi della sicurezza, che tuttavia non si zionato da pregiudizi culturali, neppure nel rap- può dire oggi abbia risolto pur avendo assunto la porto, oggi problematico, con il modo islamico. responsabilità delle missioni in Bosnia e in Macedo- Tutti motivi che certo hanno giocato un ruolo nel nia. Quella attuale è ancora un’Europa che non si far decidere al precedente Presidente della Repub- pone unitariamente di fronte all’Alleanza Atlantica e blica, Carlo Azeglio Ciampi, una visita in India, nel che registra i costanti «distinguo» delle varie nazio- febbraio del 2005, finalizzata a rendere più con- ni partecipanti alle operazioni. L’Italia, che non è un crete tanto le potenzialità che la percezione del- Paese militarmente determinante, è stata peraltro in l’Italia in tale Paese, interessato anche, nel settore grado di proiettare nelle molte missioni svolte al- della difesa, ad acquisire armamenti di proiezione l’estero un approccio «diverso» e unanimemente strategica. Per esempio, dimostrando interesse apprezzato dai nostri interlocutori: per l’India e la verso il progetto volto alla realizzazione di una Cina, che si affacciano oggi a queste missioni inter- portaerei tipo «Cavour» al fine di sostituire la pro- nazionali, l’approccio italiano può rappresentare un pria «Vikrant». A Roma si era infatti intuito come

OIKOS - 44 Rivista Militare n. 3/2007 l’India ravvisasse, quali realtà di riferimento euro- pee, soprattutto la Francia, la Germania e la Gran Bretagna e come questo potesse divenire per noi, in prospettiva, un problema, pur nel quadro di una legittima competizione europea. OIKOS Il recente viaggio in Cina ed India (a Chennai, la vecchia Madras), effettuato nel febbraio 2007 dal Presidente del Consiglio Romano Prodi, indica pe- rò la maggiore attenzione dell’Italia a questi gran- di e dinamici Paesi. In conclusione, è ben evidente come l’asse poli- tico ed economico si stia spostando verso l’Asia e l’Oceano Indiano. I numeri, in ogni campo, ci for- niscono questa indicazione; diviene quindi gioco forza studiare e comprendere queste modificazio- ni traendo spunto per le politiche d’indirizzo, comprese quelle della Sicurezza. Benemerito risulta, pertanto, il ruolo svolto dal mondo accademico, dall’Osservatorio Interuniver- sitario per la Politica Internazionale e dagli analisti Un pezzo da 25 libbre inglese, in dotazione all’artiglie- di settore al fine d’illuminare e fornire gli stru- ria indiana, fotografato nel corso della guerra contro il Pakistan. menti di comprensione utili sia al mondo impren- ditoriale che alle autorità politiche e militari. È pur vero che tale criterio, utile come detto (3) Occasionalmente ebbero luogo anche episodi ter- per l’analisi, essendo svolto con l’ausilio del roristici, quali esplosioni di bombe nel Parlamento mondo diplomatico, economico e imprenditoria- Centrale o la rappresaglia di fuoco e l’uccisione di un le, tende a conferire maggiore rilievo agli aspet- Generale inglese che aveva ordinato alla polizia di ti positivi delle relazioni bilaterali, piuttosto che aprire il fuoco su di una folla di dimostranti a Jallian soffermarsi su quelli critici, ma questo, più che Wallabah (in Punjab). un difetto, è un aspetto peculiare a questo tipo Vedi Cyriac Thomas, La grande democrazia dei leader d’approccio. uccisi, in «Oasis» n. 3 marzo 2006, rivista semestrale del Centro Internazionale di Studi e Ricerche OASIS, Riccardo Caimmi Studium Generale Marcianum, Venezia 2006. Cyriac Tenente Colonnello, Thomas è il Vice Presidente della Mahatma Gandhi Comandante del Reparto Comando della Scuola University Kottayam di Kerala, in India, ed è stato Vi- Interforze per la Difesa NBC, ce Presidente del Catholic Council of India. Cultore in Storia dei Trattati e (4) Dall’intervento dell’Ambasciatore indiano in Italia Politica Internazionale presso l’Ateneo senese Rajid Dogra al «Convegno-Incontro italo-indiano», Università degli Studi di Siena, 12 dicembre 2006. Stefano Ciaramelletti (5) ...L’Italia, malgrado sia stata una delle prime Nazio- Ricercatore in Storia dei Trattati e ni a riconoscere l’India, non ne ha a lungo condiviso la Politica Internazionale presso politica di non allineamento, tanto che quando nel 1955 la Facoltà di Scienze Politiche Nerhu venne in Italia, la sua visione neutralista non fu dell’Università degli Studi di Siena ben accetta...: Prof. Matteo Pazzagallo, dell’Università degli Studi Federico II di Napoli, suo intervento al «Con- vegno-Incontro italo-indiano», Università degli Studi di NOTE Siena, 12 dicembre 2006. (6) L’Agenzia «ANSA» ha comunicato, il 26 dicembre (1) Università degli Studi di Roma «La Sapienza», Fa- 2006, che la Russia consegnerà 300 carri armati T-90 coltà di Economia: «Convegno Cina e India: Crescita e C all’India, per un valore di 900 milioni di dollari; que- disuguaglianza», Sala delle Tesi di Laurea, Roma, 18 sti mezzi si aggiungono ai 124 dello stesso tipo ven- ottobre 2006. duti all’India nel 1998, cui devono essere sommati (2) Università degli Studi di Siena: «Convegno OPINT 186 carri assemblati in tutto il territorio. (Osservatorio Interuniversitario di Politica Internazio- (7) Cfr. Rodolfo Bastianelli, La questione del Kashmir nale): Incontro italo-indiano. L’ascesa dell’India sulla ed i rapporti tra India e Pakistan, in «Informazioni del- scena internazionale. Opportunità e sfide per lo svi- la Difesa» n. 5/2002, p. 12-19; Sumit Ganguly, Will luppo delle relazioni italo-indiane», Aula Magna della Kashmir stop India’s Rise?, in «Foreing Affairs» Facoltà di Scienze Politiche, 12 e 13 dicembre 2006. July/august 2006, pp. 45-56.

45 - OIKOS Celebrato il 146° Anniversario della Costituzione dell’Esercito Italiano - Roma 4 maggio 2007 -

Alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napoli- tano, l’Esercito ha festeggiato il suo 146° anniversario della fon- dazione, avvenuta il 4 maggio 1861. La cerimonia si è svolta presso l’Ippodromo militare «Generale Giannattasio» di Tor di Quinto. Lungo i 146 anni di quel cammino tanti soldati sono ca- duti nell’assolvimento del compito. Ad essi va il nostro ricono- scente e commosso pensiero, nella consapevolezza che il loro coraggio e la loro sofferenza hanno contribuito a costruire l’Ita- lia della democrazia e del benessere..., così si è espresso il Capo dello Stato nel messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore del- l’Esercito.

Numerose le autorità istituzionali, po- litiche, militari e religiose intervenute. Tra queste il Ministro della Difesa, Ar- turo Parisi, il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giampaolo Di Paola, e il Capo di Stato Maggiore del- l’Esercito, Generale di Corpo d’Armata, Filiberto Cecchi. Le celebrazioni, iniziate con l’alza- Rivista Militare n. 3/2007

bandiera, sono proseguite con lo schieramento di una Brigata di formazione, composta da tutte le Armi, i Corpi e le Specialità dell’Esercito, che ha reso gli onori militari. Nel corso della cerimonia il Presidente Napolitano ha conferito la Medaglia d’Oro al Merito della Sani- tà Pubblica alla Bandiera di Guerra dell’Esercito Ita- liano e altre onorificenze ai militari che si sono particolarmente distinti in Patria e fuori dai confini nazionali. L’intervento degli elicotteri da combattimento e dei blindati di ultima generazione in dotazione all’Esercito hanno reso ancora più suggestivo l’avvenimento. Inol- tre, è stata allestita un’area espositiva di mezzi ed equipaggiamenti di nuova acquisizione. Gli onori finali sono stati resi da un reparto di formazione, nel quale spiccava la presenza dei Granatieri di Sardegna nella loro caratteristica uni- forme storica.

LOGOS

L’EVOLUZIONE DELL’ESERCITO L’EVOLUZIONE DELL’ESERCITO

Tutti i sistemi complessi tendono a mutare nel tempo per adattarsi ad esperienze maturate o per prepararsi a sfide future. L’Esercito, come e forse più delle altre organizzazioni, è stato oggetto negli anni di continui cam- biamenti che, ultimamente, hanno subito una decisiva accelerazione. L’articolo che vi proponiamo è stato re- datto dall’allora Capo Reparto Pianificazione Generale e Finanziaria dello Stato Maggiore dell’Esercito sulla ba- se della sua conferenza tenuta, nell’ottobre scorso, ai frequentatori del Centro Alti Studi della Difesa.

L’evoluzione dello strumento terrestre, che inte- tuttavia, doversi ridimensionare per ragioni fi- ressa le Forze Armate da oltre un decennio, si è svi- nanziarie; luppata nel solco di norme, direttive e documenti • la ricerca di sinergie nell’ambito delle componenti nonché sulla base dei risultati delle analisi dei pos- operative, valorizzando le caratteristiche profes- sibili scenari; elementi che costituiscono il necessa- sionali di ogni Forza Armata, evitando l’antiecono- rio sedime concettuale del cambiamento. Tra i do- mica acquisizione di capacità «a tutto campo» in cumenti, la Direttiva Ministeriale ed il Concetto ogni singola componente; Strategico del Capo di SMD rappresentano stru- • la professionalizzazione, quale fondamentale ed menti di guida fondamentali e insostituibile elemento di policy percorsi chiaramente delineati. del personale; La Direttiva Ministeriale (1) è il ...la Direttiva Ministeriale e • la priorità in chiave program- documento «che identifica gli “il Concetto Strategico del Ca- matica delle esigenze del mili- intendimenti politici, in termini po di SMD rappresentano tare combattente: l’attore pri- di obiettivi e criteri di sviluppo mario per l’assolvimento dei dello strumento militare affinché strumenti di guida fonda- compiti connessi con il mante- esso possa contribuire a perse- mentali e percorsi chiara- nimento della pace e con la si- guire gli obiettivi di sicurezza e mente delineati curezza internazionale. difesa nazionale in modo siner- Il Concetto Strategico del Capo gico con il sistema Paese». La ” di SMD è il documento che «de- versione 2006 poggia sui seguenti capisaldi: linea il quadro di riferimento concettuale per la pia- • la centralità dell’uomo, all’interno di uno strumen- nificazione delle Forze Armate, quale concreta at- to militare interforze ed interoperabile in contesti tuazione tecnico-militare delle linee guida politico- internazionali, con caratteristiche expeditionary ed militari». La versione edita nel 2004 ha definito in operante in un framework operativo basato su tec- modo puntuale gli elementi essenziali delle tre di- nologie net-centriche; mensioni principali: • la validità del modello a 190 000 che potrebbe, • quantitativa: in riferimento alle caratteristiche ed all’entità di mezzi, materiali e strumenti, tutti inte- roperabili in ambienti multinazionali; • quantitativa: definita quale volume di forza idonea a soddisfare il livello di ambizione nazionale (noto Modello a 190 000); • capacitativa: calibrata per assolvere un ampio spettro di missioni possibili, in relazione alla pro- babilità dei singoli eventi. Dimensioni, dunque, valutate e definite per con-

In apertura. Un lagunare impiegato in Libano per l’Operazione «Leonte». A sinistra. Una compagnia del 66° reggimento fanteria sfila duran- te una parata militare.

LOGOS - 50 Rivista Militare n. 3/2007 LOGOS

sentire al Paese di continuare a «giuocare» un ruo- tegico bipolare, è impostato sulla cosiddetta «Leg- lo da protagonista nei contesti internazionali. ge sui Vertici» ed è condizionato della tragedia Gli scenari ipotizzati si caratterizzano tutti per dell’11 settembre. l’elevato livello di incertezza e per l’elevata eteroge- 1a direttrice: da forza «in potenza», prevalente- neità di attori, soprattutto non statuali, potenziali mente statica, a strumento con capacità di elevata minacce alla sicurezza del Paese. Ne deriva la neces- proiettabilità e rapido schieramento. Consente di sità di forze idonee ad assolvere un ampio spettro di disporre di una forza prontamente impiegabile, missioni, molte anche distanti da quelle tradizionali. tesaurizzando le esperienze maturate nelle mis- Forze in grado di reagire in modo diversificato e sioni svolte dal Libano ’82 ad oggi. flessibile che, in breve, soprattutto in una dimensio- 2a direttrice: da Esercito di leva ad Esercito pro- ne post-conflittuale, possano, nella stessa area e fessionale, riducendo il parametro «quantità» in contemporaneamente, svolgere attività di: supporto favore della componente «qualitativa». Conse- alla pace, assistenza umanitaria e ripristino infra- guentemente, uno strumento cui non poteva più strutture; sicurezza d’area; contrasto al terrorismo. corrispondere un modello basato sulla coscrizio- ne. Si è, quindi, dato seguito alla professionalizza- zione della Forza Armata. Processo ancora in atto, LE DIRETTRICI DI INDIRIZZO che consentirà a regime di disporre di forze ope- rative per circa 78 000 uomini, da cui trarre una Per governare un processo così complesso e ar- componente proiettabile di circa 67 000 uomini (il ticolato si sono voluti inizialmente definire chiari 65% dell’intera Forza Armata), fatte salve eventuali indirizzi, idonei a guidare verso un unico grande ulteriori riduzioni al momento non quantificabili. obiettivo tutte le numerose strutture coinvolte. Il L’Esercito ha ridotto, negli ultimi 15 anni, di circa processo in atto segue, infatti, quattro principali il 45% l’entità dei propri effettivi. direttrici, articolate in progetti che investono l’in- 3a direttrice: da una visione di singola Forza Ar- tera Forza Armata in tutte le componenti: umana, mata a componente di uno strumento interforze e concettuale e tecnologica. Processo che, ovvia- multinazionale. L’impiego di forze in contesti mul- mente, «figlio» del preesistente contesto geostra- tinazionali, sostenute da ampio consenso, idonee

51 - LOGOS do reali capacità PSYOPS; • rinforzato il 7° reggimento NBC che ha, peraltro, partecipato, quale forza di sorveglianza e pronto intervento, a vari eventi di rilievo nazionali ed in- ternazionali. 4a direttrice: da forza di massa a forza di quali- tà e quantità per dare effettività al livello di ambi- zione nazionale e garantire la continuità degli im- pegni potenziali ed in atto. Lo strumento terrestre, il cui impiego resta determinante negli scenari at- tuali come in quelli futuri, necessita di volumi or- ganici adeguati e di materiali tecnologicamente al- l’avanguardia. La «modernità» di questi ultimi, in particolare, si traduce in multifunzionalità opera- tiva oltre ad elevare il livello di protezione. Va, tut- tavia evidenziato che, nel tempo, il quadro finan- ziario a sostegno dell’intero processo non si è mantenuto aderente alle ipotesi prefigurate; ciò Attività ricognitiva di una pattuglia italiana in territorio costituisce un limite al raggiungimento degli afghano. obiettivi qualitativi nei tempi programmati, inne- scando un progressivo esponenziale decadimento dell’operatività di tutto il sistema. ad operare nelle tre dimensioni e sotto comando unificato, ha spinto l’Esercito a sviluppare capaci- tà in passato inesistenti o sottodimensionate, al- LE AZIONI CONCRETE cune delle quali, peraltro, primeggiano in campo mondiale. Nell’ultimo quinquennio, infatti, si è: Le «direttrici» delineate costituiscono «vie» da • costituito il Comando a guida italiana NRDC-ITA, a percorrere e indicano traguardi da raggiungere; livello Corpo d’Armata (una delle principali pedine occorre, però, sviluppare specifici settori di inter- d’impiego della NATO, recentemente schierato vento, dando corpo ad azioni concrete. In partico- nell’ambito dell’operazione ISAF in Afghanistan); lare, sono stati selezionati settori che daranno • potenziato il pacchetto di forze per la condotta consistenza al processo. Essi costituiscono la tra- delle operazioni speciali, affiancando alle Forze ma sulla quale immettere un ordito fatto di inter- Speciali incentrate sul 9° reggimento «Col Mo- venti a tutti i livelli per pervenire a un tessuto di schin» due unità FOS, segnatamente il 185° reggi- efficienza ed operatività comprendente: mento RAO e il 4° «Ranger»; • dottrina; • partecipato alla costituzione del Comando della • strutture organizzative; Forza di Proiezione dal mare, su un complesso di • addestramento; forze da sbarco joint (EI e MM), idonee ad operare • leadership; in autonomia in aree distanti dal territorio nazio- • sostegno logistico; nale per un prolungato periodo di tempo; • infrastrutture; • garantito i contributi alla NATO Responce Force, • personale; allo EU BG, alla Multinational Land Force nonché ad • interoperabilità. EUROFOR, quale iniziativa multinazionale per la Una nuova dottrina. La ciclicità del processo ga- costituzione di un Comando per la gestione di rantisce, se ben condotto, un «dividendo» in pro- operazioni sotto egida UE e NATO; fessionalità reinvestibile nella qualità generale del- • costituito il CIMIC Group South, altra pedina fon- lo Strumento. La profondità delle analisi, mai di- damentale nella Struttura delle Forze della NATO sgiunte da una buona dose di programmaticità, ca- (NFS - NATO Force Structure), che consente il pie- ratterizza gli studi in atto, in particolare per le neo- no assolvimento della funzione CIMIC mediante la sviluppate capacità di nicchia, costantemente con- creazione di CIMIC Center e la conduzione di atti- frontate con quelle elaborate dai principali Paesi vità CIMIC sul terreno, la realizzazione ed il man- partner. Si tratta di un settore dove ogni evento co- tenimento di rapporti di cooperazione e collabora- stituisce spunto per nuovi approfondimenti, dove zione con tutti gli attori, civili (IO, NGO, popolazio- l’esperienza è punto di partenza per nuove analisi ne ed istituzioni locali) presenti nell’area di inter- e punto di arrivo di acute indagini. Tra le iniziative vento e l’elaborazione di valutazioni informative più significative, avviate dall’Esercito, vi è il proget- sugli aspetti civili della situazione in operazioni; to per un Centro d’Eccellenza responsabile delle • costituito il 28° reggimento «Pavia» concretizzan- operazioni di stabilizzazione e ricostruzione. Tra i

LOGOS - 52 Rivista Militare n. 3/2007 compiti principali dell’istituto figurano: • assolvere la funzione di legante in materia di concetti e di dottrina, a vantaggio di tutti quegli attori istituzionali con un ruolo attivo in inter- venti «fuori area»; • perfezionare i programmi di istruzione del perso- nale relativi alle operazioni successive al conflitto (post conflict operations), prevedendo anche la partecipazione di rappresentanti dei Paesi alleati. L’ordinamento. L’Esercito di oggi è strutturato su cinque macroaree funzionali alle dipendenze del Capo di SME. Si tratta del punto di arrivo, non defi- nitivo, imperniato sulla Legge 25/97 e scandito da norme succedutesi nel tempo. Il D.Lgs. 464/97 isti- tuì il Comando delle Forze Operative Terrestri, l’Ispettorato Logistico e l’Ispettorato delle Armi, strutture nelle quali confluirono i preesistenti Ispet- torati delle singole armi, specialità e servizi. Suc- cessivamente, nel 2000, il quadro di riferimento • l’Ispettorato delle Infrastrutture (Roma), respon- dello strumento professionale venne ulteriormente sabilità del mantenimento e dell’ammoderna-

arricchito dalla Legge 331/2000, che tra l’altro pre- mento dell’intero patrimonio infrastrutturale. Le LOGOS cisò i compiti delle Forze Armate (2). Con il succes- competenze di tale Ispettorato saranno ridistri- sivo D.Lgs. 214/00 vennero modificati alcuni pre- buite alle altre quattro aree entro il 2008, anno cedenti provvedimenti, costituendo l’Ispettorato in cui ne è previsto lo scioglimento. RFC (che assunse il ruolo di vertice dell’area territo- L’addestramento. Pur nell’indeterminatezza riale in sostituzione delle tre Regioni Militari), degli scenari quello warfighting resta lo scenario l’Ispettorato delle Infrastrutture e l’Ispettorato per la idoneo ad una formazione completa. In tale con- Formazione e la Specializzazione (che assorbì ISPE- testo, la disponibilità di aree e poligoni adeguati ARMI e ISPESCUOLE). Infine, il recente D.Lgs. costituisce un indispensabile prerequisito. Al ri- 253/05, concernente «disposi- guardo, l’intensificarsi di atti- zioni integrative e correttive del vità in poligoni esteri, avviate D.Lgs. 464/97 e successive mo- La profondità delle anali- da tempo e via via implemen- difiche ed integrazioni, recante “si...caratterizza gli studi in tate, ha consentito l’affina- riforma strutturale delle Forze atto, in particolare per le mento di procedure poi profi- Armate», operativo entro il 2008, neosviluppate capacità di cuamente traslate negli ambiti realizzerà ulteriori semplifica- operativi. Attività, comunque, zioni nella catena di Comando e nicchia, costantemente con- che rischia come altre, una Controllo della Forza Armata. frontate con quelle elabora- progressiva atrofia al croniciz- Le cinque aree che costitui- te dai principali Paesi par- zarsi dei problemi finanziari scono la struttura vigente ga- tner cui si è già fatto cenno. Tutta- rantiscono semplicità e linearità via, l’affermarsi negli ultimi dell’azione di comando, avendo: ” anni di metodologie addestra- • il Comando delle Forze Operative Terrestri (Ve- tive basate sulla simulazione ha consentito di in- rona) alle dipendenze l’intera componente ope- tegrare gli assetti addestrativi disponibili con si- rativa della Forza Armata; stemi e modelli simulativi, realizzando scenari • l’Ispettorato per il Reclutamento e le Forze di Com- nel cui ambito operano, in maniera coordinata ed pletamento, in via di trasformazione quale Coman- interattiva, sistemi reali, sistemi simulati e mo- do per il Territorio dell’Esercito (Firenze), responsa- delli virtuali. La Forza Armata guarda da tempo e bilità delle attività relative al reclutamento e alla se- con attenzione a questa opportunità; l’inseri- lezione, al presidio, al demanio, alla gestione di va- mento della simulazione nel ciclo operativo è ri enti (musei, basi logistico-addestrative, poligoni) oramai un obiettivo primario dell’Esercito, come e ad aspetti connessi con la sicurezza; dimostrato anche dalla recente costituzione del • il Comando delle Scuole (Roma), responsabilità del- Centro per la Simulazione e la Validazione, in Ci- la formazione di base, della specializzazione e del- vitavecchia, che impiega già un sistema per l’ad- la successiva qualificazione di tutto il personale; destramento dei Posti Comando delle unità ope- • il Comando Logistico (Roma), responsabilità del- rative sia a livello di reggimento che di Brigata. la gestione delle risorse di mezzi e materiali del- La leadership. Fattore molto meno virtuale ed la Forza Armata; evanescente di quanto si possa credere. Sviluppa-

53 - LOGOS ta attraverso un’accurata formazione caratteriale • l’ammodernamento del parco infrastrutturale del personale, basata su un approccio formativo adeguandolo alle mutate esigenze, individuando interdisciplinare, di livello universitario, interforze nel contempo infrastrutture non più utili da in- con ampio utilizzo di corsi in ambito Difesa e mul- serire in programmi di dismissione/permuta; tinazionale, assicurata dalla partecipazione a corsi • la razionalizzazione delle infrastrutture, me- teorici e pratici presso istituti di altri Paesi. diante l’accorpamento in un’unica sede di fun- Il Sostegno logistico. Nel quale la gravitazione zioni omogenee. Processo fortemente condizio- degli sforzi mira a garantire: nato dai costi e dalle problematiche locali dovu- • la protezione delle forze, considerando la salva- te al riposizionamento di Unità e Reparti; guardia dell’immunità del personale elemento di • il ricorso, ove possibile, alle permute con le am- assoluta priorità, non solo per evidenti ragioni ministrazioni locali, mediante la cessione di in- etico-morali, ma anche per l’indotto motivazio- frastrutture appetibili a fronte della realizzazio- nale sul personale; ne, senza costi per la Difesa, di nuovi complessi, • l’efficacia delle forze, quale insostituibile fattore preferibilmente al di fuori dei centri abitati. per l’assolvimento di ogni missione. Il personale. La componente umana resta, indub- Un insieme di impegni comunque messi costan- biamente, quella più importante dell’Esercito di temente a rischio da un quadro finanziario perma- oggi e di quello di domani, come, e forse ancor più nentemente negativo. di quanto non fosse in passato. Nessuna tecnolo- Le infrastrutture. Le circa 4 500 infrastrutture a gia, per quanto all’avanguardia, può esprimere il disposizione dell’Esercito risalgono in gran parte proprio potenziale se non impiegata da soggetti a prima del Secondo conflitto mondiale (molte ad- preparati e motivati. La formazione e l’addestra- dirittura alla fine del 1800). Alla luce della tra- mento del soldato sono attività fondamentali, fat- sformazione dello strumento militare in profes- tori di un prodotto che rischia di annullarsi al venir sionale e l’apertura alla componente femminile, meno della capacità di ben operare. La ricerca di tale disponibilità, numericamente esuberante ri- soggetti e la loro preparazione continuano ad es- spetto alle necessità attuali, non risponde più agli sere una sfida a tutto campo, garantendo agli indi- standard previsti per le funzioni ospitate. Gli sfor- vidui non solo tecnicismi, procedure, informazioni, zi nel settore sono, dunque, prioritariamente in- ma anche considerazione e rispetto. dirizzati verso: Interoperabilità. Realizzata attraverso la parteci- • la realizzazione di nuovi alloggi per volontari; pazione ad una serie di gruppi di lavoro e gruppi

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di studio, oltre che a numerose iniziative in cam- interfacciarsi con formazioni similari di Paesi NA- po interforze e multinazionale. Meritano poi un TO/UE. Nel lungo termine, invece, l’ipotesi allo stu- cenno i gruppi di lavoro - in ambito NATO e FINA- dio vede la costituzione di un robusto nucleo di BEL (3) - che investono tutti i settori di sviluppo unità medie, con elevato tasso tecnologico e con della Forza Armata (logistica, interoperabilità, capacità multifunzionali, potenziate da un set di nuove capacità), nonché le attività di colloqui bila- forze di tipo pesante e leggere (specializzate) che terali con i principali Paesi partner e alleati per ne costituiranno veri e propri enablers. condividere esperienze, punti di vista e conoscen- Il processo dovrebbe portare al completamento ze acquisite con l’impiego, nonché delle linee di di una Forza Integrata Terrestre (FIT); forza flessi- sviluppo delle rispettive componenti terrestri. bile, bilanciata in ogni componente, in grado di proiettare pacchetti, anche a valenza interforze, idonei ad essere integrati con forze alleate. La FIT UNO SGUARDO AL FUTURO non avrà solo caratteristiche elevatissime in termi- ni di proiettabilità e flessibilità di impiego, ma, al Un cambiamento che investe una realtà tanto pari degli obiettivi dei processi evolutivi in atto complessa non può che essere calibrato su step in- presso i principali interlocutori internazionali, sa- termedi, anche per operare cor- rà expeditionary, net capable rezioni e rimodulazioni sulla ba- ed effet based oriented. Gli se di condizionamenti e vincoli Le scelte finora operate strumenti militari occidentali nel frattempo intervenuti, endo- “individuano un Esercito so- vengono utilizzati prevalente- geni o esogeni che siano. Le stanzialmente costituito da mente in operazioni caratteriz- scelte finora operate individua- una componente leggera, zate da brevi fasi di combatti- no, nel breve/medio periodo, un mento ad alta intensità, seguite Esercito sostanzialmente costi- una media e una pesante... da periodi di stabilizzazione più tuito da una componente legge- ” o meno lunghi, segnati da pic- ra, una media e una pesante, di chi di tensione che richiedono consistenza pressoché paritetica, con una l’applicazione della forza secondo tecniche e mo- bassa/media disponibilità di tecnologie, ma in gra- dalità molto vicine a quelle dell’alta intensità. do di assolvere le missioni individuabili nei moder- In tale contesto, l’attenzione è concentrata più ni scenari operativi e sufficientemente in grado di sull’«effetto da ottenere» che sull’obiettivo da rag-

55 - LOGOS giungere. Un cambiamento di metodologia, che fessionalizzazione. Considerando la sola Funzio- poggia sull’acquisizione della capacità di disporre ne Difesa, l’ammontare complessivo delle risorse del monitoraggio continuo dello spazio di mano- assegnate per il 2006 è pari a 12 106 M€ e rap- vra, è l’impiego sinergico di tutte le componenti presenta lo 0,843% del PIL. Valore fra i più bassi comunque disponibili. La dimensione minima del- in Europa e minimo storico dalla fine del Secondo la forza da ammodernare è costituita da un com- conflitto mondiale. Il processo di trasformazione plesso divisionale di circa 9 000 uomini con Briga- finora realizzato ha inciso maggiormente sul- te di diversa tipologia, fra le quali una per la early l’Esercito quale Forza Armata a maggior presenza entry. Sulla base di tali parametri, è stato elabora- di personale. Peraltro l’incidenza delle spese per il to il progetto della Brigata Integrata Terrestre al- personale, che ormai raggiungono il 72% dell’in- l’orizzonte del 2025. Concepita come evoluzione tero budget della Difesa (valore anomalo nel con- delle odierne Brigate medie, la BIT sarà sviluppata testo europeo e planetario), rappresenta un ele- secondo un processo di spirale evolutiva, che al mento distorsivo solo a causa dell’abbattimento momento prevede il completamento della prima delle quote destinate all’Investimento ed all’Eser- unità, articolata su piattaforma VBC e dotata di si- cizio. Resta il fatto che, in termini assoluti, la spe- stemi digitalizzati, entro il 2014. Successivamen- sa pro-capite per il soldato italiano è ben lontana te, il processo di ammodernamento sarà condizio- da quella destinata al soldato americano, britan- nato sia dal livello e dalla tipologia delle nuove nico, francese o tedesco; una situazione che si ri- tecnologie sul mercato sia dalla disponibilità e flette anche nel bilancio dell’Esercito, per il quale continuità delle risorse finanziarie. si è riscontrato un sensibile incremento delle ri- sorse impiegate per il personale (legate essen- zialmente alla professionalizzazione), a fronte di L’ASPETTO FINANZIARIO una drastica riduzione delle risorse per l’Esercizio e l’Investimento. Nessuna pianificazione lungimirante e compiuta può nulla se non supportata da un flusso di risor- se certe ed adeguate. Alla progressiva riduzione RIFLESSIONI E CONCLUSIONI di risorse registrata negli ultimi anni corrisponde un incremento continuo di impegni operativi e un Le prospettive finanziarie per l’immediato futuro aumento continuo dei costi connessi con la pro- non lasciano ampi spazi all’ottimismo. Anche un’in-

LOGOS - 56 Rivista Militare n. 3/2007 versione di tendenza rispetto all’attuale trend nega- • riconfigurare il modello in tutte le sue compo- tivo non porrebbe margini sufficienti per la finaliz- nenti (qualitativa, quantitativa e capacitiva) nel zazione di tutti i progetti individuati. Occorre evi- senso indicato in precedenza. denziare che l’obiettivo di bilancio auspicato è È, quindi, opportuno che i processi decisionali quello di riportare il trend finanziario delle voci relativi ad una eventuale nuova riforma prevedano Esercizio e Investimento almeno a quello del 2005, nel loro percorso: incrementato dei volumi finanziari necessari a col- • la valutazione del possibile impiego delle Forze mare il degrado capacitivo generato dai bilanci ano- Armate in termini di probabilità di occorrenza mali degli ultimi anni. dei prevedibili scenari operativi, considerandone Per meglio comprendere l’impatto sullo stru- anche il rischio politico connesso con un ipoteti- mento dell’attuale «affondamento» dei volumi di co intervento; risorse è opportuno riferirsi ai parametri che, di • la valorizzazione dei sistemi operativi e delle ca- fatto, esprimono il Concetto Strategico del Capo di pacità che, per intrinseca adattabilità alle diver- Stato Maggiore della Difesa. Al riguardo, l’unica se situazioni d’impiego e per versatilità, risulta- leva su cui pare possibile agire è quella «quantita- no possedere un più vantaggioso rapporto co- tiva», con un’immediata traslazione del livello di sto/efficacia; ambizione nazionale. Elemento, quest’ultimo, pa- • il bilanciamento dell’esigenza di mantenere il rimenti condizionato dai parametri capacitivi e know how nel campo dei sistemi d’arma ad ele- qualitativi. vata tecnologia con quella di contenere i costi di Ipotizzando la persistenza degli attuali scenari acquisizione ed esercizio entro limiti accettabili,

finanziari ed imponendo una ripartizione tra Per- attraverso un’oculata valutazione delle reali pos- LOGOS sonale/Esercizio/Investimento del 50%/25%/25%, sibilità di utilizzo dei mezzi da approvvigionare; l’intero strumento militare nazionale dovrebbe • il privilegio accordato a scelte volte a conferire la attestarsi su 136 000 unità a complementarietà tra le com- fronte del Modello vigente a ponenti dell’intero strumento 190 000, di cui 78 000 circa Le prospettive finanziarie militare, esaltandone la conno- per l’Esercito, qualora perma- “per l’immediato futuro non tazione interforze e rifuggendo nesse l’invarianza della riparti- lasciano ampi spazi all’otti- scelte settoriali e specialistiche. zione attuale. È di tutta eviden- I provvedimenti che scaturi- za che una riduzione guidata mismo scono dalla linea d’azione unicamente da condiziona- ” espressa debbono essere chia- menti finanziari avrebbe forti diversificazioni, in- ramente supportati politicamente e frutto della cidendo, soprattutto, sulle capacità espresse dal- generale presa di coscienza circa la strumentalità l’Esercito, in cui l’elemento umano concretizza dell’apparato militare agli obiettivi politici ed alla l’esplicazione del potenziale. Pertanto, una rivisi- sicurezza nazionale ed internazionale, tenendo tazione del Modello di Difesa volta solo a ridurre sempre presente la centralità dell’uomo nei mo- l’organico delle Forze Armate penalizzerebbe es- derni scenari operativi. senzialmente l’Esercito, in ragione della sua natu- ra uomo-centrica e in virtù del ruolo di protago- Giuseppe Maggi nista che la componente terrestre ricopre in tutte Generale di Corpo d’Armata, le operazioni militari; riducendo, in pratica l’effi- Comandante della Scuola d’Applicazione e cacia dell’intero strumento militare, rendendolo Istituto Studi Militari dell’Esercito non più idoneo al soddisfacimento dell’attuale li- vello di ambizione. L’idea di uno strumento che assicuri la sua esi- NOTE stenza a scapito della efficienza e dell’efficacia non è neppure ipotizzabile; parimenti, il teorema (1) La denominazione esatta del documento è «Direttiva secondo il quale le riduzioni del personale siano la Ministeriale in merito alla politica militare, all’attività in- via per una crescita qualitativa dello strumento è formativa e di sicurezza». un falso storico facilmente dimostrabile, anche in (2) L’art. 1, comma 4, della L. 331/2000 recita che «le termini finanziari. Ove, quindi, non vi fosse la pos- Forze Armate hanno altresì il compito di operare al fine sibilità o la volontà di invertire l’attuale tendenza della realizzazione della pace e della sicurezza, in confor- in termini di risorse finanziare assegnate nel bre- mità alle regole del diritto internazionale ed alle determi- ve e nel lungo termine, si renderà necessario: nazioni delle organizzazioni delle quali l’Italia fa parte». • rivedere il livello di ambizione nazionale in chia- (3) La denominazione dell’iniziativa trae origine dalle ini- ve riduttiva; ziali degli Stati fondatori (1953): France, Italia, Nederland, • ridefinire il ruolo e i compiti assegnabili allo Belgique, Luxembourg, ai quali si sono uniti in seguito strumento militare; Germania, Regno Unito, Spagna, Grecia e Portogallo.

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LOGOS

IL MANAGEMENT DELLA LOGISTICA IL MANAGEMENT DELLA LOGISTICA

Lo sviluppo tecnologico e i nuovi scenari internazionali richiedono lo sviluppo di sistemi integrati e di lo- gistica al servizio delle unità da realizzare secondo precise scelte strategiche e valutazioni tecnico-eeco- nomiche sostenibili. Un percorso arduo e complesso che richiede scelte oculate e professionalità degli operatori.

Di seguito saranno esaminati alcuni aspetti che Il vero problema di un militare non sta nell’ap- hanno caratterizzato il nuovo scenario, dai quali prendere un’idea nuova, ma nell’abbandonare trarre gli elementi utili per avviare un cambiamen- quella vecchia. to del management della logistica basato su crite- ri moderni e innovativi e, soprattutto, aderente al- Liddell Hart le nuove realtà ed esigenze.

Gli ultimi anni del secolo scorso costituiscono LO SVILUPPO TECNOLOGICO uno dei più significativi periodi della storia dell’or- ganizzazione logistica della Forza Armata. L’impatto che negli ultimi decenni l’uomo ha su- Ad essi è legata, infatti, in funzione del nuovo bito con la tecnologia è stato, a dire poco, sor- quadro strategico mondiale venutosi a creare, la prendente, soprattutto nei riguardi della sofistica- revisione dei compiti e dell’impiego dell’Esercito zione dei mezzi, dei materiali e dell’informatica. con la conseguente ristrutturazione dell’intera or- In quest’ultimo campo, in particolare, l’aumento ganizzazione logistica. La guerra del Golfo, con di potenza e la diminuzione dei costi dell’hardwa- l’imponenza del primo concentramento e gli even- re hanno stimolato una vera e propria rivoluzione. ti successivi, aveva fatto comprendere, ancora una Il livello medio di conoscenza della tecnologia del- volta, l’importanza fondamentale della logistica e l’informazione si è, così, espanso (e continua ad quale complessità logistica fosse richiesta per tra- espandersi) ad una velocità crescente, facendo in sferire in Arabia Saudita la forza dei Paesi della modo che la trasmissione dei dati, l’impiego dei Coalizione. satelliti e dei telefoni cellulari abbiano cambiato il modo di comunicare nel mondo. In ambito civile ciò ha portato ad una situazione tale che oggi una qualsiasi azienda che opera nel settore commerciale può impiegare un sofisticato sistema di satelliti per avere informazioni su vendi- te e scorte in tempo reale, fungendo, nel contem- po, da rete televisiva a circuito chiuso per informa- re manager e venditori sulle strategie di merchan- dising. Codici a barre e tecnologie di scanning so- no in grado di rendere disponibili le informazioni dall’alto verso il basso, con una rapidità tale da rendere inutile il bisogno di previsioni tradizionali. Anche in ambito militare sono stati sviluppati software dedicati alla gestione dei mezzi, dei ma-

A sinistra. Operazioni per lo sbarco di un CH-47 «Chinook» da bordo di un velivolo Antonov. In apertura. Un CH-47 «Chinook» trasporta un VM-90.

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LA LOGISTICA INTEGRATA

Negli ultimi anni si è modificato anche l’ap- proccio dell’apparato industriale nei riguardi di quello militare, divenendo più specializzato e qualificato, ma soprattutto in forma decisamente integrata. Si tratta, più che di un semplice appal- to di servizi, di un’integrazione operativa tra ca- se costruttrici e l’organizzazione di Forza Arma- ta che, in piena armonia con le più moderne con-

Sopra. Un Command Terminal.

A destra. LOGOS Un Terminale portatile. teriali, delle comunicazioni, che hanno consentito alla Forza Armata di disporre di uno strumento in- formatico adeguato alle nuove esigenze. In particolare, è da evidenziare che nel campo del- l’Asset tracking il mondo militare si è oramai allinea- cezioni dell’ingegneria logistica, si instaura fin to a quello civile, acquisendo la capacità di monito- dalle prime battute progettuali del sistema d’ar- rare i convogli e i materiali che essi trasportano. ma da introdurre in servizio. Un’integrazione L’Asset tracking costituisce, così, lo strumento in che, se pur ancora nella fase iniziale, è già con- grado di fornire, in modo tempestivo e dettaglia- notata da intrinseche possibilità di ottimizzazio- to, informazioni sulla dislocazione, sui movimenti, ne fino a comprendere aspetti gestionali che, in sullo stato e sulla identificazione delle unità, del pratica, si tradurranno in sostanziali economie di personale, degli equipaggiamenti e dei materiali. bilancio. In tale contesto, lo sviluppo del sottosistema Con- In tempi in cui il sistema di mantenimento esclu- signment tracking finalizzato al monitoraggio del- sivamente autarchico, con aperture verso l’esterno le risorse, in termini di persona- concesse solo per le eccedenze, le, mezzi e materiali e relativi è fortemente in crisi, la tenden- vettori di trasporto, assume va- ...avviene un cambiamen- za ad integrare le proprie po- lenza e priorità per garantire “to del management della lo- tenzialità di lavoro con gli ap- piena visibilità degli assetti in gistica basato su criteri mo- porti qualificati dell’industria transito. produttrice ha in sé elementi ri- Nel cambiamento è stata coin- derni e innovativi e, soprat- solutori. Tale apertura dovreb- volta anche la struttura delle in- tutto, aderente alle nuove be essere attuata nel più imme- dustrie tradizionali, la quale è realtà ed esigenze diato futuro, avviando un ne- cambiata in maniera tale che cessario processo di riconver- quasi tutti i settori sono più con- ” sione di tutto il sistema manu- centrati di quanto non lo fossero alla fine del secolo tentivo di Forza Armata, fondandosi, naturalmen- scorso. La concentrazione appare, soprattutto, nel te, su basi contrattuali, regolamentari e legislative. settore dei trasporti e del magazzinaggio, ed è una Nel realizzare quanto sopra auspicato, dovran- realtà anche nell’informazione e nella sanità. no essere abbandonate le remore culturali circa Alla concentrazione formale troviamo affianca- il timore di perdere conoscenze ed abilità, dal ta, poi, l’integrazione sempre crescente delle ri- momento che, grazie ai sinergici comportamen- sorse, siano esse finanziarie, umane o di know- ti attivati da tale complementarietà funzionale, how, dovute alle alleanze strategiche ed alla ri- sussiste l’efficace interscambio dei rispettivi cerca di fonti esterne. know-how.

61 - LOGOS Soldato equipaggiato con materiale di ultima genera- zione.

Appare logico, perciò, disporre di procedure standardizzate e di un modello «netcentrico» ca- pace di mettere i singoli sistemi logistici nelle con- dizioni di interagire in modo coordinato, sinergico ed armonico, attraverso il dominio dell’informa- zione telematica. In tale contesto, il Comando Logistico dell’Esercito ha già avviato, da tempo, una serie di progetti che hanno lo scopo di definire un primo modello di Net- work Centric Logistics (NCL). Oltre tutto, i diversi aspetti operativo, logistico, tecnologico, gestione della «notizia» costituiscono, ormai, un unico sistema nell’ambito del quale non è possibile prescindere l’uno dall’altro. Un esempio, a tale proposito, di quanto gli aspetti precedente- mente riferiti si condizionino reciprocamente, in- fluenzando le valutazioni di coloro che devono poi decidere, è costituito dalla individuazione di un nuovo mezzo da combattimento o dalla sua oppor- tunità di impiego in una operazione «fuori area». Innanzitutto, la scelta di un mezzo anziché un altro scaturisce, senza dubbio, dalla valutazione di un’esigenza di carattere operativo per il consegui- mento di un determinato obiettivo o per l’assolvi- mento di un compito. Tale scelta, però, deve essere sostenuta dalle ca- ratteristiche tecniche del mezzo, le quali sono il ri- I NUOVI SCENARI: MULTINAZIONALITÀ, COMUNI- sultato di un processo che parte dalla definizione CAZIONE, INTERAZIONI di requisiti militari specifici e, successivamente, termina con l’individuazione del sistema che me- Lo scenario operativo vede sempre più la necessità glio risponde alle esigenze alle quali la Forza Ar- di stabilire, tra le nazioni che aderiscono alle orga- mata deve far fronte. Sarà importante, in questa fa- nizzazioni militari e internazionali, una stretta inte- se, fare ricorso a quelle aziende le cui capacità nel grazione di forze multinazionali agili, flessibili, pie- campo della ricerca e dello sviluppo tecnologico namente interoperabili, capaci di interagire con real- siano all’avanguardia, allo scopo di assicurare l’ap- tà istituzionali e non governative civili. Per poter provvigionamento di sistemi che, oltre agli obietti- operare in questo scenario, caratterizzato da forze vi operativi, garantiscano anche la sicurezza del proiettabili e rapidamente confi- personale. gurabili, è indispensabile assicu- Accanto alle scelte operative rare la più totale e piena sosteni- Il management dovrà fo- occorre, poi, assicurare la dispo- bilità logistica delle forze schie- “calizzarsi su: velocizzazione, nibilità di un adeguato supporto rate in operazione in un quadro qualità e struttura logistico, prevedendolo già con- di logistica integrata e multina- testualmente alla fase di acquisi- zionale. ” zione del veicolo stesso e, co- Nel contesto evolutivo sopra definito, la struttu- munque, definendolo sulla base di attività contrat- ra e l’organizzazione logistica della Forza Armata tuali successive. hanno la continua necessità di adeguarsi al nuovo Strettamente legato al fattore tecnologico ed al- quadro strategico mondiale nonostante abbiano le sue ripercussioni sulla sicurezza del personale già subito, con la riorganizzazione avvenuta nel occorre, oggi più che mai, tenere conto delle ri- 1997, la prima e sostanziale trasformazione. percussioni che hanno i fattori precedentemente L’impiego ormai costante di Contingenti italiani riferiti sul morale del soldato e sull’impatto politi- fuori area, comporta l’esigenza di disporre, in re- co e sociale che l’impiego di detti sistemi possano al time, di un flusso di informazioni la cui com- avere sulla popolazione e nell’ambiente operativo plessità è funzione dei rapporti che le legano. (impiego di mezzi ruotati anziché corazzati).

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Al termine del processo approvvigionativo sca- sume una connotazione differente quando sono di- turiscono, infine, altre considerazioni su come la verse e tante le parti in causa. È da sottolineare, società e l’opinione pubblica siano disposte ad ac- quindi, che i problemi connessi con l’accesso ai da- cettare o meno i rischi di una qualsiasi missione e ti e con il grado di collegabilità stanno assumendo su come, poi, la Forza Armata debba essere capa- importanza primaria. Si può affermare, però, che il ce di gestire le notizie che provengano da qualsia- vero problema non è più tanto di carattere tecnico si fonte e che i «media» potrebbero manipolare e quanto organizzativo e coinvolge non un solo setto- distorcere. re ma, se ci riferiamo all’aspetto logistico, attraversa Come abbiamo visto, quindi, si tratta di un qua- tutta la filiera della supply chain. dro abbastanza complesso nel quale solo un mana- La velocità decisionale, infine, sembra essere la gement delle attività nella loro globalità può porta- dimensione più critica da affrontare, essendo il suo re ad un risultato vincente, purché sia improntato a processo rimasto indietro rispetto a quello dell’in- metodi moderni, netcentrici, integrati e, soprattut- formazione, non tanto per problemi tecnici quanto to, basati sulla professionalità degli operatori. perché ad esso è legata la delega dell’autorità.

La qualità UNA MODERNA CONCEZIONE PER IL MANAGEMENT DELLA LOGISTICA Risulta chiaro che i clienti (i reparti) si aspettano la fornitura di prodotti/materiali o servizi di alta Sulla base dei presupposti precedentemente ri- qualità.

feriti, il management della logistica dovrà focaliz- La qualità per il manager della logistica si con- LOGOS zarsi su tre aspetti fondamentali che lo caratteriz- densa in tre impegni fondamentali: «zero difetti», zano e che rappresentano fattori di ulteriore e miglioramento continuo e mantenimento della continuo sviluppo ed ottimizzazione: la velocizza- zione, la qualità e la struttura.

La velocizzazione

L’accentuata focalizzazione sulla velocizzazione dei processi (decisionali, informativi, di comunica- zione) è una conseguenza dello sviluppo tecnolo- gico degli anni passati. La disponibilità dell’informazione in tempo reale sottolinea come tutto possa accadere più rapida- mente. La valutazione della performance nella sua globalità suggerisce che essa possa avere un im- patto diretto su tre aree di operazioni logistiche: il processo, l’informazione, l’assunzione di decisioni. È evidente che in questo processo di velocizza- zione occorre, sempre e comunque, che sia man- tenuta, se non addirittura aumentata, l’efficienza e la qualità del servizio. Lo scopo è quello di essere rapidi mantenendo standard uguali o maggiori. La velocità di informazione è un dato di fatto del- la tecnologia odierna ed è una esigenza molto sen- tita, soprattutto nel momento in cui è ora possibile svolgere operazioni in tutto il mondo con catene di Comando e Controllo in grado di comunicare in tempo reale. Non tutte le organizzazioni possiedono questa capacità al massimo livello o sono in grado di mantenere un sistema informativo accurato e di alta qualità. È certo, però, che la sfida di questi anni è di realizzare la condivisione dell’informazione tra le organizzazioni, tenuto conto che la sua velocità as-

Ipotesi di apparato integrato di comunicazione per il Fu- ture Combat System.

63 - LOGOS performance. organizzazioni hanno cominciato a cambiare per «Zero difetti» è l’obiettivo della prestazione per- fare posto alla tecnologia che emergeva in quel de- fetta al 100%. Anche se non è sempre possibile ot- cennio e che sarebbe stata più intensamente sfrut- tenerla in pratica, l’idea di soddisfare pienamente tata negli anni a venire. Al cuore del cambiamento le esigenze delle unità non è una nozione esagera- strutturale stanno tre concetti fondamentali: il net- ta. In sé lo «zero difetti» sottolinea il fare la cosa working, il ricorso a fonti esterne, l’etica. giusta, puntualmente, immancabilmente. Raggiun- Per quanto riguarda il primo, la tendenza all’am- gere in una performance qualcosa di meno della pliamento della rete dell’organizzazione rappresen- perfezione è come promettere che alcuni reparti ta, ormai, una scelta inevitabile se si vuole stare al resteranno insoddisfatti. Garantire la riuscita al passo con gli altri Paesi partners. Un ausilio viene, 95% implica che si assicura anche un 5% di falli- nel campo tecnico, dallo scambio di dati elettronici mento. La performance basata sulla media era ac- (Electronic Data Interchange, o EDI), una vecchia cettabile nei giorni dell’imprecisione e dei ritardi idea che sta trovando un’applicazione rinnovata nell’informazione, ed era in parte giustificata dal- grazie all’aumentata capacità di gestire il ricorso l’incapacità di prevedere con esattezza. funzionale esterno attraverso la tecnologia dell’in- La nozione di difetti pianificati è obsoleta nell’am- formazione. È certo, comunque, che il funziona- bito del tempo reale ed è giunto il momento che mento efficace di una rete fa sorgere molti proble- l’organizzazione si misuri in termini di perfezione. mi operativi che richiedono una riprogettazione L’impegno per il miglioramento continuo è un at- creativa del lavoro base. Addirittura, alcuni esperti teggiamento mentale di ricerca ininterrotta di mo- ritengono che le organizzazioni tradizionali do- di e procedure nuovi per realizzare il processo lo- vranno disintegrarsi prima di poter iniziare un’evo- gistico. È un continuo fissare, calibrare e migliora- luzione che le porti ad avvantaggiarsi completa- re qualcosa che sta già funzionando bene. Consiste mente del potere dell’informazione. Le strutture or- nel perseguire piccoli perfezionamenti continui, ganizzative di ieri subiranno sconvolgimenti davve- anziché contare sul «balzo in ro significativi. Al cuore di que- avanti». In situazioni logistiche sto cambiamento ci dovrà esse- molto avanzate, tali migliora- Lo sviluppo tecnologico e i re una focalizzazione sul lavoro menti si rendono possibili solo “nuovi scenari mondiali fanno di squadra, per facilitare certi attraverso alleanze strategiche, sempre più avvertire l’esi- compiti e processi, o su una re- quale può intendersi l’integra- te di gruppi, con determinati zione con l’industria. genza non solo di grandi «skill» distribuiti su tutta l’orga- Per assicurarsi, allora, un pro- opere, ma di sistemi integra- nizzazione, che affrontino tali gresso continuo, ogni organizza- ti e di logistica al servizio processi. Si creerà, di conse- zione, quindi anche quella logi- delle unità... guenza, una rete per assolvere stica militare, deve essere dispo- un compito particolare ed i sta a sperimentare concetti nuo- ” gruppi di lavoro si formeranno e vi, anche se rivoluzionano l’approccio mentale tradi- si scioglieranno a seconda delle necessità. Si può zionale con cui si eseguiva al meglio una funzione affermare, per concludere, che il management di un specifica. network costituisce la principale sfida alla tradizio- L’idea di mantenimento della performance è sem- nale struttura organizzativa di comando e controllo plice. Tutti i nuovi livelli raggiunti devono essere gerarchici. conservati nel tempo e questo non può accadere se Negli ultimi anni, si è diffusa molto l’idea di basar- si affrontano solo i sintomi, lasciando inalterati i si su attività di specialisti esterni. Ciò ha avuto l’ef- problemi fondamentali. La tecnica base per assicu- fetto di espandere le opportunità di management ef- rarsi il mantenimento di un livello è pagare la per- ficiente. Il concetto di ricorso a fonti esterne è vec- formance. Ciò può avvenire agendo certamente sul- chio ed affonda le sue radici nella specializzazione l’ottimizzazione del rapporto costo/efficacia, razio- economica, di cui l’alleanza strategica è un esempio nalizzando le risorse a disposizione, ma deve esse- attuale. Si cerca fuori, cioè, la collaborazione di pro- re chiaro a tutti, senza false illusioni, che l’intero fessionisti e specialisti in determinate funzioni, fo- processo di modernizzazione non può procedere calizzando invece le risorse interne sulle competen- prescindendo dalla disponibilità di fondi. ze fondamentali di qualsiasi azienda (e la Forza Ar- mata non ne è esente). È chiaro che il proliferare di La struttura questa modalità richiede la destinazione di fondi ad hoc, laddove, invece, si sta assistendo ad una conti- Già dagli anni 80 dello scorso secolo tutte le or- nua e costante riduzione delle risorse finanziarie. È ganizzazioni, private e pubbliche, e la stessa strut- evidente che l’approccio a tale tipo di collaborazio- tura economica sono stati dominati da significativi ne richiederà nuovi atteggiamenti che comporteran- cambiamenti. Le singole strutture manageriali delle no e favoriranno, di conseguenza, l’insorgere di al-

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necessariamente trasparenti.

CONCLUSIONI

Lo sviluppo tecnologico ed i nuovi scenari mon- diali fanno sempre più avvertire, nel settore logi- stico, l’esigenza non solo di grandi opere, ma di sistemi integrati e di logistica al servizio delle uni- tà, da realizzare sulla scorta di precise scelte stra- tegiche e di valutazioni tecnico-economiche che siano finanziariamente sostenibili. In una realtà caratterizzata dalla connotazione spiccatamente interforze e multinazionale delle operazioni, non solo tipicamente belliche ma anche di «peace support» e di soccorso umanitario, è fon- damentale la capacità di inserirsi efficacemente nel- l’ambito dei contesti «joint» e «combined», al fian- co degli alleati atlantici ed europei, con un elevato grado di interoperabilità e di completa integrazione.

Peraltro, non si può dimenticare che il progresso LOGOS tecnologico impone il progressivo e coerente ade- guamento di ogni strumento militare che non in- tenda rinunciare ad essere moderno, efficace e compatibile con quelli degli altri Paesi. Da parte loro, i vincoli economici impongono, agendo sulle capacità di spesa, scelte lungimiran- ti, intelligenti, efficienti e rivolte all’acquisto ed al- lo sviluppo delle capacità prioritarie. A questo punto, l’elemento discriminante delle nazioni risulterà essere certamente la tecnologia, Elmetto elettronico del Sistema «Felin». nel cui campo occorrerà, quindi, esprimere le mi- gliori capacità. Ci sarà bisogno, di conseguenza, di tutte le sinergie tra la Forza Armata e l’Industria leanze strategiche a lungo termine tra clienti e for- della Difesa, in un processo di consolidamento dei nitori. La strategia del servizio a valore aggiunto può rapporti già in atto che richiederà la «messa in re- arrivare persino a comprendere i fornitori dei forni- te» delle rispettive conoscenze ed esperienze al fi- tori e i clienti dei clienti. Man mano che le aziende ri- ne di ottimizzarne l’utilizzo. durranno le loro organizzazioni e si muoveranno In questa direzione occorrerà investire in termi- verso strutture più snelle e piatte, è probabile che ni di risorse umane e finanziarie, soprattutto con entrino in altre alleanze e si confrontino con il biso- idee chiare e dinamiche, tenendo conto che per gno di estendere i loro orizzonti manageriali. migliorare la competenza logistica bisogna agire Infine, in una qualsiasi attività svolta dall’uo- sulla qualità della performance di un’organizza- mo, l’etica sta assumendo un’importanza cen- zione statica che oppone resistenza a qualsiasi in- trale. La rinascita dell’attenzione su ciò che è novazione, operando attraverso un «environment» giusto o sbagliato in un rapporto funzionale è caratterizzato da dinamicità nell’ambito del quale una reazione, soprattutto di carattere finanzia- ogni elemento dovrà portare il meglio di sé. rio, sia ad una domanda sempre più esigente e Si parla, cioè, di un rapporto di collaborazione non sempre aderente alle reali necessità sia a Difesa-Industria sempre più intenso ed aperto e, scelte avventate. Mai come oggi, considerata soprattutto, in un quadro di risorse finanziarie l’ampia gamma di materiali e di servizi acquista- coerente, affidabile e certo, in assenza del quale ti da una tipica organizzazione logistica, il po- qualsiasi disegno rischia inevitabilmente di rima- tenziale di violazione dell’etica è significativo. nere incompiuto. Nasce, di conseguenza, l’esigenza che le prati- che tradizionali di approvvigionamento debbano Antonio Monaco essere strettamente ed attentamente esaminate, Colonnello, Capo Ufficio Motorizzazione e Genio pur nella ricerca di procedure che siano nello del Dipartimento Trasporti e Materiali stesso tempo snelle, meno burocratizzate ma del Comando Logistico dell’Esercito

65 - LOGOS

TECHNE LA COMPONENTE GENIO LA COMPONENTE GENIO Situazione e prospettive

L’articolo che vi presentiamo fornisce ai lettori un’esauriente panoramica sulla policy approvvigionativa secondo le funzioni di pertinenza: combat, mobilità, contromobilità, protezione e supporto generale.

Nelle operazioni dell’Esercito Italiano degli ul- za tecnico-tattica, a mantenere, sia in operazio- timi anni, la componente Genio si è posta in ni a media e alta intensità sia in operazioni a evidenza non solo per l’importante funzione bassa intensità o Crisis Response Operations combat support, ma anche quale insostituibile (CRO), un elevato ritmo della manovra, anche in elemento per l’assolvimento di quei compiti af- presenza di azione di contrasto del nemico, ov- fidati al Contingente nel quadro degli importanti vero delle forze avverse. In particolare, nel qua- programmi di cooperazione dro dell’azione sviluppata dalle attinenti alla ricostruzione forze amiche, le unità del Ge- delle infrastrutture dei Paesi in ...la componente Genio si nio, tra l’altro, dovranno: cui si opera. “è posta in evidenza come •• garantire e controllare la La classica articolazione della combat support e come in- mobilità delle forze amiche componente Genio in unità di sostituibile elemento nel e limitare quella delle forze «supporto diretto» e unità di avverse attraverso misure di «supporto generale» risulta, al- quadro della ricostruzione contro mobilità, ivi compre- la prova dei fatti, ancora ri- delle infrastrutture dei sa la realizzazione di de- spondente alle esigenze delle Paesi in cui si opera molizioni; attuali operazioni militari, ca- •• contribuire al controllo del- ratterizzate, tra l’altro, dalla ” l’ambiente urbanizzato; variabilità: •• contribuire alla sicurezza della forza con mi- • dell’ambiente «istituzionale» delle aree in cui si sure di protezione e per il miglioramento sviluppano le operazioni, che impone la neces- della sopravvivenza; sità di disporre di unità «flessibili», in grado •• provvedere alla raccolta e diffusione di dati di cioè di passare con rapidità da un livello di con- interesse del Genio (Engineer Intelligence); flittualità ad un altro, assicurando adeguata ca- • per le unità di «supporto generale», l’esigenza pacità di ingaggio e protezione; di garantire l’assolvimento di compiti attinenti: • delle modalità di inserimento delle forze nel •• alla mobilità sugli itinerari del livello tattico- Teatro operativo, che in alcuni casi possono ri- operativo (incluso il ripristino/gestione di sultare particolarmente complesse e onerose; tratte ferroviarie); • dell’ambiente operativo, che oltre a presentare una più elevata estensione dell’Area di Respon- sabilità (AoR) ai vari livelli, risulta maggiormente incentrato su aree intensamente urbanizzate, con conseguente accentuata compartimentazio- ne del terreno e costante presenza di civili. In relazione a ciò, per quanto attiene alle capa- cità da potenziare/acquisire, emerge: • per le unità di «supporto diretto», la necessità di migliorare sia la loro capacità di combat as in- fantry, sia quella di sviluppo delle attività tipiche del Genio, contribuendo, attraverso la consulen-

In apertura. Rimozione delle macerie di edifici distrutti.

TECHNE - 68 Rivista Militare n. 3/2007

ciale, con militarizzazione limitata all’essenziale (campalizzazione). Il presente articolo si prefigge di fornire al letto- re una panoramica sulla policy approvvigionativa nello specifico settore, che, per facilità di tratta- zione, seguirà la consolidata ripartizione secondo le tipiche «funzioni» delle unità del Genio: combat, mobilità, contromobilità, protezione e supporto generale.

Combat

Anche se non rivestono nelle attuali operazioni, una elevata priorità, le attività relative a questa funzione sono oggetto di grande attenzione, per il ruolo che rivestono nell’ambito dell’incremento delle capacità delle unità del Genio nel supporto ravvicinato (close support) alle unità di manovra. Al riguardo, è in atto lo sviluppo di un «Sistema da Combattimento futuro del Genio», le cui prin- cipali caratteristiche sono: •• all’acquisizione di dati sul terreno (di super- ficie e sotterraneo, inclusi i corsi d’acqua); ••al supporto allo schieramento (nella prima fase dell’operazione), assicurando la disponi- bilità di risorse idriche ed elettriche; •• alla progettazione ed alla realizzazione delle «temporary accomodations» (nelle fasi suc- cessive), per la rapida sistemazione dei con- tingenti nazionali all’estero.

I MATERIALI

Per l’assolvimento di tali compiti si è resa ne- cessaria una profonda revisione dei materiali in dotazione alle unità del Genio, soprattutto in ter- mini «qualitativi». È in atto, quindi, un ammoder- TECHNE namento basato sullo sfruttamento delle nuove tecnologie e della relativa evoluzione, perfino in quella parte di settore che prevede il ricorso a • mobilità e protezione analoghe a quelle dei mezzi e materiali di stretta derivazione commer- mezzi in dotazione alle forze da supportare; • capacità di operare in tutto lo spettro di condi- zioni meteorologiche riscontrabili nelle aree di interesse strategico nazionale e in tutte le tipo- logie di operazioni ipotizzabili, con particolare riferimento a quelle in ambiente urbano (le co- siddette Military Operation in Urban Terrain - MOUT); • assolvimento dei compiti specifici in condizioni di massima sicurezza per l’equipaggio, ossia senza richiedere l’esposizione, seppure parzia- le, degli operatori anche mediante il ricorso a sottosistemi imbarcati robotizzati. Il Sistema è articolato su due «famiglie» di mez- zi, una destinata ad equipaggiare le unità del Ge- nio di supporto alle forze «pesanti» (per le quali è utilizzata una piattaforma cingolata per i carri

69 - TECHNE ampi spazi. La funzione principale è connessa con il superamento di ostacoli attivi mediante l’apertura di varchi per mezzo di sistemi mecca- nici (del tipo a «vomere») o esplosivi. Tali siste- mi, in servizio presso gli eserciti alleati, sono già impiegati nelle attuali operazioni multina- zionali; • carro pioniere, in una versione più «evoluta» ri- spetto a quella attuale, tra le cui differenze si pone in evidenza il potente braccio meccanico «telescopico» con cui verrà equipaggiato, utile a consentire una agevole esecuzione dei «lavori», compresa la rimozione di ostacoli passivi e la realizzazione di demolizioni; forzamento, pioniere e gittaponte) e una destinata • carro gittaponte, destinato a garantire la mobili- a quelle «medie e leggere» (per le quali la piatta- tà delle unità mediante il rapido gittamento di forma per il veicolo da combattimento, pioniere e ponti, senza appoggi intermedi, per il supera- gittaponte è ruotata). Esse saranno realizzate su mento di interruzioni di differente ampiezza, si- scafi comuni (quello del Leopard per i cingolati e no ad una «luce» massima dell’ordine di 27 me- quello del VBM 8x8 per i ruotati) e nell’ambito tri e con capacità di attraversamento di mezzi della stessa famiglia, presenteranno elevata co- fino alla classe 70; • veicolo da combattimento, destinato ad operare anche in ambiente urbanizzato, per assicurare il supporto alla mobilità, attraverso limitate capa- cità di «bonifica superficiale» del terreno, e alla contromobilità per l’interdizione di aree a mezzi e personale, anche mediante l’impiego di tecno- logie non-letali (quali ad esempio schiuma e colla). Il principale sistema è costituito dal lan- ciatore imbarcato sul veicolo, al momento svi- luppato per il lancio di munizioni (cargo) carica- te con esplosivo liquido, destinate all’apertura di passaggi in aree interdette. Per il futuro lo sviluppo è incentrato su ulteriori versioni della munizione, destinate alla realizzazione di corti- ne fumogene (difesa dall’osservazione) e di aree saturate a distanza con mine anticarro o con le munanza di sottosistemi, quali: autodifesa, C2 e sopraccitate sostanze non-letali; protezione. Di seguito sono illustrate le caratteri- • veicolo pioniere, destinato ad effettuare attività stiche dei vari mezzi: di movimento terra e carichi, anche in presenza • carro forzamento, destinato ad assicurare la di azione di contrasto da parte di forze avverse. viabilità da combattimento essenzialmente in Esso dovrà incrementare anche la mobilità nella operazioni ad «alta intensità», caratterizzate da «terza dimensione urbana» del personale delle forze di manovra. Per tale scopo, sarà dotato di un braccio meccanico telescopico in grado di eseguire sia i tipici lavori del Genio sia di solle- vare, mediante un «cestello», tre uomini ad una altezza di 10 metri, per consentire l’introduzio- ne «non convenzionale» in infrastrutture; • veicolo gittaponte che, rispetto alla versione cingolata, di cui mantiene la stessa capacità di superamento (i citati 27 metri), presenta una maggiore mobilità ed una «classe» inferiore, commisurata a quella dei mezzi delle unità sup- portate (fino alla classe 35). Sempre nell’ambito del supporto diretto alle unità di manovra, particolare importanza riveste la capacità di intervento su ordigni esplosivi rego-

TECHNE - 70 Rivista Militare n. 3/2007 lamentari o di circostanza (Esplosive Ordinance Disposal e Improvised Esplosive Devices Disposal - EOD e IEDD), la cui rilevanza è stata ancor più evidenziata nelle recenti operazioni in cui sono impegnati i contingenti nazionali. Al riguardo, è stata individuata una serie di materiali ed attrez- zature, alcune delle quali ad elevato contenuto tecnologico, opportunamente organizzate in kit, essenziali per le attività EOD/IEDD. La serie è co- stituita da materiali e attrezzature, di moderna concezione, per la protezione del personale che opera, la diagnosi e l’intervento. La loro primaria caratteristica è quella di «remotizzare» il poten- ziale pericolo, consentendo all’operatore di agire «a distanza» di sicurezza. Nei materiali sono compresi i veicoli radiocomandati (Remotely Ope- rated Vehicle - ROV, acquisiti dalla Forza Armata nel modello «Wheelbarrow MK8 Plus II B» della società britannica Remotec), in grado di eseguire una gamma completa di interventi su qualunque amiche nel superamento di ostacoli attivi (rappre- tipo di ordigno esplosivo, quali l’analisi radiogra- sentati da aree minate o, comunque, interessate da ordigni esplosivi di qualunque genere), in par- ticolare nei casi in cui è impiegata una entry force, ha richiesto l’individuazione di sistemi in grado di diminuire il rischio da essi rappresentato per le formazioni che muovono lungo itinerari (route clearance) o nella fase di realizzazione di predi- sposizioni di tipo stanziale (area clearance). Tali sistemi, di cui esiste una estesa gamma sul mer- cato internazionale, comprendono, tra l’altro, vei- coli telecomandati del tipo mini-flail e nuovi rile- vatori di mine, che utilizzano una doppia tecnolo- gia per incrementare le probabilità di rilevazione (si fa riferimento ai Ground Penetrating Radar - GPR ed Electro Magnetic Impulse - EMI). In questo settore, inoltre, è stata definita una esigenza operativa, relativa all’incremento delle capacità di bonifica da mine, ordigni inesplosi TECHNE fica e stratigrafica, il taglio dell’involucro, l’elimi- (UnExploded Ordnance - UXO) e IED. Il sistema da nazione della carica esplosiva e la neutralizzazio- sviluppare, destinato a soddisfare tale esigenza, ne mediante il brillamento. denominato STINEM (sistema per l’individuazione Inoltre, sulla base delle esperienze maturate nei teatri operativi, è in atto una ricerca per comple- tare il kit con materiali e attrezzature idonee a contrastare gli effetti degli ordigni esplosivi im- provvisati (IED). In tale quadro, sono allo studio sistemi per la preventiva localizzazione (mediante l’impiego di tecnologia laser per l’individuazione di sostanze esplosive), per annullarne gli effetti (essenzialmente mediante «jammer» o «microon- de») e per la protezione del personale (con veicoli dotati di un elevato livello di protezione balistica e antimina, del tipo Cougar e Buffalo della società statunitense Force Protection).

Mobilità

La necessità di assicurare la mobilità delle forze

71 - TECHNE e la neutralizzazione di mine), dovrà essere in (quali, ad esempio, le strutture in fibra di carbo- grado di assolvere il complesso quadro di attività nio). Vengono ricercate soluzioni che consentano che vanno dalla individuazione alla localizzazione ad uno stesso sistema di offrire più ampie capaci- e riconoscimento dell’ordigno (Detect, Locate, tà sia in termini di «portata» (Military Load Class - Identify - DLI). Il sistema, inoltre, dovrà fornire le MLC), per consentire il transito di veicoli capacità di neutralizzazione o distruzione (Neu- medi/leggeri (fino a MLC 30) e di veicoli pesanti tralise, Disrupt) mediante tecniche a distanza (la- ser, High Power Microwave - HPM, esplosivo, etc.), assicurando, in ogni circostanza, la prote- zione degli operatori. La tecnologia disponibile appare, nel breve periodo, in grado di assicurare tutte le capacità richieste, seppure con livelli di prestazioni «ridotti». Il sistema, pertanto, sarà progettato, necessariamente, con una «architettu- ra aperta», in grado cioè di consentire la succes- siva implementazione di moduli capacitivi ag- giuntivi. Per quanto concerne, invece, il superamento di ostacoli passivi, l’attuale parco dei materiali risul- ta sufficientemente adeguato nel settore «ponte galleggiante», il cui ammodernamento è stato completato a metà degli anni 90, con l’acquisizio- ne del «Ponte Galleggiante Motorizzato» (PFM), già in dotazione alle unità Genio dell’Esercito francese. Per le altre tipologie di materiale da ponte, il parco necessita di interventi per il loro (fino a MLC 70-80), sia in termini di larghezza adeguamento (è il caso del carro gittaponte Biber dell’interruzione (da 20-22 metri sino a 45-50 su scafo Leopard) o la loro sostituzione in quanto metri, senza appoggi intermedi), anche ricorrendo non più completamente rispon- a componenti aggiuntive che denti alle esigenze operative rinforzino progressivamente la (come nel caso del ponte MGB) Il rinnovamento del setto- struttura a seconda delle esi- o ormai obsoleti (il riferimento “re... è stato programmato genze operative. è al ponte Bailey). nel medio-llungo termine Per quanto attiene, infine, ai Il rinnovamento del settore, ponti «logistici», destinati al ri- per il quale sono richiesti con- mediante l’acquisizione di pristino della viabilità ordinaria sistenti investimenti, è stato materiali tecnologicamente su itinerari essenziali e in ope- programmato nel medio/lungo più evoluti razioni di disaster relief, è sta- termine mediante l’acquisizione to individuato un materiale da di sistemi (ponti da «interruzio- ” ponte che si caratterizza per la ne» e «galleggianti») in grado di offrire prestazio- versatilità, consentendo la realizzazione di strut- ni più performanti, attraverso il ricorso, in parti- ture a carreggiata singola o doppia, con MLC ade- colare, a materiali tecnologicamente più evoluti guata anche al traffico commerciale (MLC fino a 150). Relativamente alle attività del Genio, l’attuale situazione del parco «macchine lavori e movi- mento terra» appare adeguata, tenuto conto che quelle in servizio sono state, in parte, oggetto di recente ammodernamento. Le iniziative in questo settore tendono a individuare soluzioni che con- feriscano alle unità capacità «avanzate», median- te macchine in grado di assicurare una incremen- tata produttività rispetto alle attuali (escavatore a braccio telescopico) oppure la proiettabilità nei teatri (escavatori aviotrasportabili) o la capacità di muovere autonomamente alla normale velocità di un convoglio (almeno 70 km/h). Per incremen- tare la sicurezza degli operatori, è stata avviata l’acquisizione di kit di corazzature aggiuntive

TECHNE - 72 Rivista Militare n. 3/2007

(add on) per la protezione della «cellula vitale» di alcune tipologie di macchine più largamente im- piegate in scenari caratterizzati da minaccia «non convenzionale» (terrorismo). L’installazione dei citati kit, progettati dalle stesse case costruttrici TECHNE delle macchine, richiederà predisposizioni e messa in opera effettuabili dal livello logistico di aderenza. Circa il parco veicoli speciali (autocarri

e autoribaltabili) e autogru (di media 30 ton. e grande capacità, 50 ton.), le tipologie di mezzi in acquisizione risultano qualitativamente adeguate agli scopi, ma il parco stenta ad essere comple- tato per le limitate risorse finanziarie ad esso de- stinate. Infine, per incrementare la gamma delle

73 - TECHNE Contromobilità

Per la specifica funzione le misure riguardano la realizzazione di ostacoli attivi e demolizioni. La capacità di realizzare «a distanza» aree inter- dette al movimento di mezzi verrà acquisita, co- me già accennato, contestualmente alla realizza- zione del «veicolo da combattimento», che sarà dotato di un lanciatore di differenti munizioni. Nel caso delle mine anticarro, esse verranno portate

possibilità, è stato individuato un veicolo all ter- rain (tipo dune buggy) destinato alle ricognizioni ed alla «presa del terreno» a seguito di sbarco o elisbarco. Si tratta di un veicolo leggerissimo (max 500 kg), paracadutabile, in grado di tra- sportare un equipaggio di due/tre persone ed una serie di attrezzature per l’acquisizione di in- formazioni essenzialmente sul terreno.

TECHNE - 74 Rivista Militare n. 3/2007

«in orbita» per mezzo di un proietto cargo che, larghezza», ossia con efficacia su tutta la larghez- raggiunta la distanza programmata, si «confezio- za del carro, mentre la carica letale sarà del tipo nerà» liberando le mine. Queste saranno proget- Esplosive Formed Projectile (EFP), caratterizzata tate in conformità alla vigente legislazione nazio- da un contenuto limitato di esplosivo e un elevato nale e internazionale e, pertanto, saranno del tipo potere di penetrare nelle corazzature. programmabile (anche a distanza), dotate di con- Riguardo al settore delle demolizioni, sono stati gegno per l’autoneutralizzazione e/o autodistru- individuati nuovi esploditori «a radiocomando», TECHNE zione e per l’attivazione a distanza (switch per l’impiego anche in operazioni di tipo «com- on/switch off). Per quanto attiene al meccanismo mando». Si tratta di dispositivi caratterizzati da di attivazione, sarà del tipo magnetico «a tutta estrema leggerezza, semplicità d’uso e potenza

75 - TECHNE elettrica elevata, altamente affidabili sotto il pro- filo della sicurezza, assicurata attraverso la gene- razione di codici irripetibili di identificazione tra il trasmettitore e i ricevitori. Nello stesso campo è previsto l’ammodernamento di tutti i materiali co- stituenti la catena incendiva (micce, detonatori e capsule), che verranno sostituiti con materiali moderni, quali detonatori insensibili o senza cari- ca primaria e shock tube, in grado di assicurare più elevati coefficienti di sicurezza nel trasporto, maneggio e impiego, soprattutto in ambiente ur- bano, caratterizzato da una elevata contamina- zione elettromagnetica. Il rinnovamento verrà

TECHNE - 76 Rivista Militare n. 3/2007

Protezione

Questo settore è di particolare importanza per la Forza Armata, per ciò che concerne la protezio- ne delle installazioni provvisorie dei contingenti, in particolare in quelle aree in cui è presente un livello elevato di minaccia «non convenzionale». Le soluzioni individuate sono idonee alla messa in opera di misure differenziate in relazione, appun- to, alla minaccia ed alla tipologia di installazione da proteggere. Per quanto riguarda le misure di tipo «preventivo», essenzialmente riferite a siste- mi per l’indagine e alla diagnosi, i materiali indi- viduati sono: • sistemi elettronici di sorveglianza perimetrale, costituiti da una serie di sensori di varia natura (geofonici, sismici, fibra ottica, camere termi- che) autonomamente gestiti da un computer; • rivelatori di sostenza metalliche e di esplosivi, di completato con l’adozione di un nuovo esplosivo tipo portatile, da impiegare prevalentemente nei plastico, il quale, in aderenza alle direttive mini- check point; steriali circa la necessità di perseguire la ricerca di • apparati per il controllo radiogeno e neutrogeno insensitive ammunition, sarà in grado di assicura- di veicoli, anche di grandi dimensioni. re un incremento della sicurezza dell’operatore in Per quanto attiene, invece, alle misure di tipo ogni fase, dalla conservazione al trasporto, dal «passivo», finalizzate al contenimento della po- maneggio all’impiego. tenziale minaccia, i materiali riguardano: TECHNE

77 - TECHNE • barriere di protezione del tipo hesco bastion; e «verticali», in parte già disponibili nella Forza • sistemi meccanici anti intrusione, da impiegare Armata, quali: pavimentatrici, autobetonpompe, negli accessi, per l’arresto di veicoli non auto- piattaforme di lavoro sollevabili e macchina piega rizzati e riconosciuti «ostili». Si tratta, essen- lamiere per la realizzazione di hangar e capanno- zialmente, di barriere del tipo «elastiche» o «ri- ni (Ultimate Building Machine). gide», differenziate nella capacità di conteni- I materiali e le attrezzature complementari a mento e, conseguentemente, di letalità. questa funzione, quali, ad esempio, i sistemi per L’impiego sinergico dei siste- l’illuminazione di aree (torri di mi sopraindicati, supportato da illuminazione), stazioni di una vigilanza attiva e una ade- ... sarà necessario dispor- energia di media e grande po- guata capacità di reazione, co- “re di un volume finanziario tenza, attrezzature pneumati- stituiscono, come gli ammae- sicuramente superiore a che, risultano di stretta deriva- stramenti delle lessons learned zione commerciale. Per quanto al riguardo indicano, una ido- quello impegnato negli ulti- attiene all’alimentazione idrica, nea risposta alla citata minaccia mi anni... è in corso di acquisizione un «non convenzionale». ” sistema con capacità di produ- Per ciò che riguarda, infine, la zione di circa 70 mc/g, costi- difesa dall’osservazione mediante mimetizzazio- tuito da 6 moduli, tutti in shelter UEO 1, idoneo ne, occultamento ed inganno (Camouflage, Con- ad assicurare tutte la fasi del ciclo dell’acqua, dal- cealment and Deception - CCD) sono considerati i la captazione (complesso di trivellazione) al trat- sistemi di mascheramento «ultraleggeri» a prote- tamento (potabilizzatore/dissalatore), allo smalti- zione «multispettrale» (UV, VIS, NIR, TIR e RA- mento (depuratore). Quest’ultima funzione, rea- DAR), differenziati per i probabili scenari di im- lizzata con un modulo «bireattore» in grado di piego (per terreni innevati, desertici e policromi). smaltire una pari capacità giornaliera di acque re- flue, è stata prevista quale risposta all’esigenza di Supporto Generale protezione dell’ambiente, aspetto nei riguardi del quale sussiste particolare sensibilità. Per assicu- I programmi relativi a questa funzione sono ri- rare un supporto di alimentazione idrica in tutte volti, in particolare, al miglioramento delle condi- le situazioni, nel sistema è inserito anche un mo- zioni di vita dei contingenti. All’uopo sono stati dulo per il trattamento di acqua contaminata da individuati specifici mezzi ed equipaggiamenti agenti biologici o chimici. Si tratta di un sistema idonei alla realizzazione di strutture «orizzontali» altamente flessibile ed adattabile a qualunque si-

TECHNE - 78 Rivista Militare n. 3/2007 tuazione, in grado di fornire acqua con qualità aderenti alle prescrizioni nazionali e comunitarie. L’esperienza maturata nelle missioni a cui han- no partecipato i contingenti nazionali negli ultimi anni ha evidenziato l’insufficienza delle dotazioni dei materiali considerati per questa funzione e assegnati alle unità. Essi, infatti, sono calcolati per casi di impiego che non hanno trovato riscon- tro nelle operazioni attuali, per le quali è richiesto un numero maggiore di sistemi, in virtù di diversi fattori, tra i quali, ad esempio, le particolari arti- colazioni del dispositivo sul terreno. Ciò potrà es- sere risolto, in relazione alle disponibilità finan- ziarie, con la costituzione di «pacchetti» modulari aggiuntivi di materiali. Infine, è in corso lo studio di alcune «serie» di materiali e attrezzature destinate a conferire alle unità ai minori livelli adeguate capacità nella rac- colta dei dati di interesse del Genio, per quanto concerne, in particolare, l’esecuzione dei lavori recente passato; circostanza questa che, unita- sul campo e il supporto alla progettazione opera- mente all’accelerato processo di usura di molti tiva di contingenza, incrementando con tali mate- mezzi/materiali, anche di recentissima acquisi- riali le capacità di supporto alle forze nei settori zione, impiegati in questi ultimi anni nelle opera- della sopravvivenza e sostenibilità. zioni fuori area in critiche condizioni ambientali, contribuisce all’«invecchiamento» del parco. Nel complesso, il programma descritto risulta CONCLUSIONI abbastanza completo dal punto di vista qualita- tivo e sicuramente impegnativo da quello finan- Le misure illustrate, se finalizzate in tempi com- ziario. Per il suo completamento viene imposto, patibili con le esigenze capacitive individuate, qualora non fossero rese disponibili nella quan- consentirebbero alla componente Genio della For- tità richiesta le necessarie risorse finanziarie, di za Armata di assicurare, in maniera ottimale, il adottare un criterio di progressività negli ap- sempre crescente supporto ai contingenti nazio- provvigionamenti, che preveda l’acquisizione nali impegnati in differenti contesti operativi e «armonica» dei diversi materiali per evitare, fino geografici in continuo aumento. a che sarà possibile, di determinare gap capaci- Purtroppo, le risorse necessarie al coerente svi- tivi. Ciò, per contro, consentirà (anche se non è luppo di tali misure non appaiono disponibili nel di grande consolazione) di essere in grado di re- breve termine e non lo sono certamente state nel cepire, con tempestività, il rinnovamento tecno- TECHNE logico in continua e rapida evoluzione, che nel caso di alcuni specifici materiali costituisce co- stante caratteristica (come, per esempio, il ma- teriale EOD/IEDD). Tuttavia, sarà necessario di- sporre, comunque, di un volume finanziario si- curamente superiore a quello impegnato negli ultimi anni nel settore, che qualora, invece, fosse confermato nei prossimi anni i conseguenti livelli capacitivi non potranno che essere di assoluta sopravvivenza.

Vito Dell’Edera Colonnello, Capo Ufficio Sistemi per la Mobilità dello Stato Maggiore dell’Esercito

Francesco Giannatiempo Tenente Colonnello, in servizio presso l’Ufficio Sistemi per la Mobilità dello Stato Maggiore dell’Esercito

79 - TECHNE

TECHNE IL FUTURO DEI TRASPORTI STRATEGICI IL FUTURO DEI TRASPORTI STRATEGICI

Le Forze Armate italiane ricoprono attualmente un ruolo da protagonista in vari Teatri di Operazioni anche molto distanti dalla madrepatria. Tale ruolo di Forza di pace proiettabile, in tempi estremamente ridotti in qualsiasi parte del globo, ha richiesto una sensibile riorganizzazione operativa e logistica, per garantire uno strumento efficiente, flessibile e pertanto aderente alle richieste della Nazione e della Comunità internazionale.

I concetti di trasporto intermodale, interopera- Manchester-Liverpool. Il modo di trasferire persone bilità tra Paesi Alleati, network centric logistics e e materiali cambia radicalmente; basti pensare che integrazione con la rete dei trasporti commerciali la velocità media di 8 Km/h per il trasporto terre- sono divenuti un vincolo fondamentale per la pia- stre, già raggiunta dai Romani, rimane pressoché nificazione operativa e logistica. Tali enunciazio- invariata fino ai primi anni del Novecento, quando ni, nel concreto, si devono tradurre in un linguag- il ricorso alla trazione ferroviaria consente di rag- gio comune, in procedure standardizzate, in mez- giungere una velocità media di circa 40 Km/h. Il zi ed equipaggiamenti che siano in grado di ope- trasferimento di carichi di grande dimensione, su rare in contesti interforze e multinazionali. percorsi medio-lunghi, in quegli anni era già pos- Nessuna Forza Armata, oggi, può garantire un sibile; solo alcune fasi del ciclo di trasporto richie- livello di efficienza accettabile senza uno stru- devano ancora il ricorso alla trazione animale mento logistico adeguato alle attuali esigenze di (quella che oggi viene definita la terminalizzazio- proiettabilità e di rapidità di intervento. L’obietti- ne). Infatti, con il carro a cavalli si effettuava la pre- vo del logista moderno sarà pertanto quello di fa- sa a domicilio dei colli e il trasferimento a un ma- vorire l’implementazione di concetti ormai conso- gazzino di consolidamento, sito in una stazione lidati in ambito civile, come la pallettizzazione, la ferroviaria. Dopo la merce veniva stivata in un carro containerizzazione, la gestione e la monitorizza- ferroviario, con cui si effettuava il trasferimento da zione informatizzata dei materiali in transito, il una stazione a un’altra. Una volta giunti a destina- tutto in un contesto net-centrico. zione, si ripeteva il ciclo inverso di scarico in un In sostanza l’architettura del futuro sistema dei magazzino ferroviario e la successiva distribuzione trasporti militari si baserà sul concetto della ma- sui mercati di sbocco, tramite trazione animale. È trjoska, che contiene dentro di sé ulteriori sette in questo periodo che nasce e si fa sempre più bambole identiche alla prima, ma di dimensioni pressante la necessità di disporre di imballaggi che più piccole. facilitino la manipolazione delle merci nelle fasi di carico e scarico e ne assicurino l’integrità durante tutto il ciclo di trasporto. La seconda rivoluzione INTERMODALITÀ dei trasporti coincide con la comparsa dell’autocar- ro. Pochi sanno che il primo passo dell’avvincente Le origini del trasporto intermodale storia del motore a scoppio è dovuto al genio di due inventori italiani: il padre scolopio Eugenio Nell’evoluzione del mondo trasportistico, l’av- Barsanti e l’ingegnere Felice Matteucci. L’«avventu- vento della ferrovia ha segnato un traguardo fon- ra» parte da Firenze, ove il 5 giugno 1853 nasce il damentale, tanto da essere definita «prima rivolu- motore a scoppio, e si concretizza in Inghilterra, zione dei trasporti»; tutto ha origine nel 1769, an- dove l’invenzione viene brevettata, nel 1854. È poi no dell’invenzione della macchina a vapore da par- Jean-Joseph Étienne Lenoir (1822-1890), inventore te dell’inglese James Watt, fino ad arrivare al 1830, francese di origine belga, a utilizzarla, nel 1863, anno dell’inaugurazione della prima ferrovia, la per far muovere una vettura. Per la nascita della prima catena di montaggio di un’automobile biso- gna aspettare il 1908, anno in cui Henry Ford (De- In apertura. arborn, Michigan 1863-1947), industriale statuni- Caricamento di un CROP su un Astra APS-95. tense, inizia a produrre in serie il suo «modello T».

TECHNE - 82 Rivista Militare n. 3/2007

Pur non modificando il ciclo di trasporto, l’autocar- ro soppianta, di fatto, il carro a trazione animale. Successivamente, dopo il 1930, l’evoluzione tecno- logica, applicata al settore dei mezzi stradali, con- sente al trasporto su strada di affermarsi fino al punto di sostituire quello su rotaia per distanze sempre più lunghe. Lo schema iniziale, che ha visto il trasporto stradale impegnato solo nelle fasi di raccolta e distribuzione delle merci, comincia a modificarsi. Nonostante si debbano percorrere tra- gitti medio-lunghi, ora, per trasferire le merci dal

Sopra. Un trasporto di container militari su rotaia. A sinistra. James Watt, l’inventore della macchina a vapore.

re della mobilità con l’invenzione dell’aereo, che costituisce la terza rivoluzione. Molti anni prima Leonardo da Vinci ebbe l’idea di realizzare una macchina che, imitando il volo degli uccelli, per- mettesse anche all’uomo di volare. Successiva- mente in vari disegni, che si conservano ancora oggi, ne descrisse il funzionamento, cioè mate- riali, pezzi, e collegamenti. In pratica si tratta del progetto di un aereo. Santos Dumont fu, in se- guito, il primo a sfruttarne l’idea. Brasiliano di origini portoghesi, nato il 20 luglio 1873 nella città di Palmira, decollò a bordo di un velivolo luogo di carico alla definitiva destinazione, si ricor- funzionante con motore aeronautico, anche se re sempre più spesso al vettore stradale. molti Paesi considerano i fratelli Wright i reali in- Il problema dell’imballo continua, però, a rima- ventori dell’aereo, per il decollo avvenuto il 17 nere un nodo cruciale. Lo sfruttamento ottimale dicembre 1903. Ma, mentre il velivolo di Santos TECHNE del volume e della superficie Dumont era in grado di alzarsi disponibile e l’esigenza di ga- con i propri mezzi quello dei rantire l’incolumità del carico Il futuro sistema dei tra- Wright doveva servirsi di una richiedono l’uso di sistemi di “sporti militari si baserà sul catapulta. Il primo volo di San- imballaggio in grado di rispon- concetto della matrjoska, tos Dumont, nel quale percor- dere a queste necessità. Nel se circa 60 metri a un’altezza corso degli anni Cinquanta, gli che contiene dentro di sé tra i due e tre metri, presso il operatori del settore risolvono ulteriori sette bambole campo di Bagattelle a Parigi, il il problema ricorrendo all’uni- identiche alla prima, ma di 23 ottobre 1906, fu ufficial- tizzazione dei carichi, ossia alla dimensioni più piccole mente documentato dalle te- loro standardizzazione. Si ritie- stimonianze di esperti, di gior- ne, infatti, che la definizione a ” nalisti e della popolazione pa- priori delle dimensioni e degli altri elementi qua- rigina. Infine, nel 1927, Charles Lindbergh attra- lificanti dell’imballaggio possa portare a una più versò in volo l’Atlantico. facile manipolazione delle merci nelle fasi di cari- Se consideriamo che Leonardo da Vinci è vissuto co e scarico, grazie all’impiego di mezzi meccani- nella stessa epoca in cui Cristoforo Colombo sco- ci, a una maggior protezione delle merci e all’ot- priva l’America, cioè tra la fine del 1400 e l’inizio timizzazione dell’utilizzo delle superfici e dei vo- del 1500, e che il primo aereo che effettivamente lumi all’interno dei mezzi di trasporto. abbia volato è stato quello di Dumont e/o dei fra- Infine, si sono spostate decisamente le frontie- telli Wright nel 1903, ci rendiamo conto che per

83 - TECHNE Italia molti interporti, cioè infrastrutture che con- sentono ai provider logistici di gestire un intenso traffico merci.

L’evoluzione dei trasporti militari

L’organizzazione trasportistica militare in pas- sato rispecchiava il concetto strategico della «Guerra Fredda»: trasporto pesante effettuato con convogli ferroviari, quello leggero con autoveicoli militari. Enorme era nel dopoguerra la quantità di mezzi per trasporto su strada in dotazione alla Forza Armata, incrementabili con la «requisizio- ne». Si registrava, altresì, la totale carenza di as- L’aereo militare C-130J-30 può portare fino a 5 airlan- setti militari per il trasporto strategico, soprattut- ded pallet. to aerei e navi, e assai raro era il ricorso a società commerciali. La fine della «Guerra Fredda» e l’evoluzione del- passare dalla fase del progetto a quella della rea- lo scenario internazionale, con la minaccia globale lizzazione ci sono voluti circa 400 anni. del terrorismo, il potenziale utilizzo di armi di di- La quarta e ultima rivoluzione dei trasporti ri- struzione di massa, l’instabilità regionale e la sale agli anni sessanta, periodo in cui il traspor- possibile compromissione degli interessi vitali na- to combinato e la multimodalità diventano inter- zionali, anche al di fuori del territorio dello Stato, modalità, grazie soprattutto all’impiego del con- hanno comportato una completa riconfigurazione tainer. Le prime due tipologie di trasporto consi- dello strumento logistico, in particolare quello dei stono in una semplice sequenza di segmenti di trasporti. monomodali fra un nodo e l’altro. Il trasporto I primi timidi passi verso la modernizzazione intermodale, invece, permette di trasferire l’inte- vennero già fatti negli anni Settanta con l’introdu- ra unità di carico da un mezzo all’altro. L’origi- zione di concetti nuovi, mutuati dalla logistica ci- nalità della nuova tecnica consiste nella sua atti- vile, quali la terminalizzazione e il trasporto a tudine a coniugare più modali- collettame. tà senza rotture di carico. In Per terminalizzazione del questa terza fase, caratterizza- La fine della Guerra Fred- trasporto intendiamo tutte le ta appunto dalla possibilità di “da e l’evoluzione dello sce- attività logistiche che consen- utilizzare diversi modi di tra- nario internazionale hanno tono la consegna su gomma di sporto in una logica di integra- merci, alla rinfusa o containe- zione e complementarietà, si comportato una complessa rizzate, fino alla destinazione consolida l’uso del container e riconfigurazione dello stru- finale (consegna «door to do- si afferma il trasporto combi- mento logistico, in partico- or»). La terminalizzazione nato strada-rotaia. Il container lare quello dei trasporti comprende, pertanto, varie nasce come intelligente solu- attività quali: scarico del ma- zione a un problema di regola- ” teriale (da convoglio ferrovia- mentazione del trasporto merci su strada. Su ri- rio, navale o aereo), movimentazione dello stes- chiesta degli operatori del movimento marittimo, so con mezzi meccanici, imbarco su autocarro; le misure, gli organi di presa e la metodologia trasporto su strada; consegna capillare al desti- costruttiva della nuova unità di carico vengono natario finale. standardizzati dalla International Standardiza- Si effettua, invece, un trasporto a collettame tion Organization (ISO), che consente la diffusio- quando merce di tipo diverso viene trasferita per ne a livello mondiale del manufatto. L’introdu- conto di più Reparti con un veicolo unico. Riu- zione su scala mondiale della nuova unità di ca- scendo a coordinare le consegne si ottengono im- rico permette di ottenere numerosi vantaggi di portanti economie, in quanto il mezzo viaggia ordine economico, quali: la riduzione dei costi sempre a pieno carico e, con un unico ciclo-viag- portuali relativi al carico e allo scarico delle mer- gio, si effettuano svariate consegne a domicilio. ci; la riduzione della sosta delle navi nei porti; la Dopo varie riconfigurazioni avvenute nel tempo drastica riduzione dei furti e delle avarie alla (si partiva dall’«elefantiaca» logistica degli anni merce durante le manipolazioni portuali. settanta su quattro anelli: 1° anello-battaglione, A seguito della «rivoluzione» dei trasporti inter- 2° anello-Brigata, 3° anello-Scacchiere Operativo e modali, negli anni settanta sono stati realizzati in 4° anello-Organizzazione Centrale), l’attuale or-

TECHNE - 84 Rivista Militare n. 3/2007

Un container e uno shelter trasportati con un autocarro Soprattutto nell’ambito dei trasporti strategici, Astra HD-7. ovvero quelli verso i Teatri di Operazioni (Bosnia, Kosovo, Afghanistan, Iraq, Libano ) o verso le aree di esercitazione all’estero, si è fatto ricorso ad as- ganizzazione logistica prevede, anche per l’attivi- setti reperiti nella rete civile, utilizzando capabili- tà di trasporto, una strutturazione dello strumen- ty provider militari (enti committenti in grado di to logistico su due fasce o livelli: la logistica di gestire i contratti dedicati con compagnie civili). TECHNE aderenza, ovvero l’articolazione funzionale affi- Essendosi consolidato il ricorso a società civili e data alla responsabilità del Comandante delle con il deciso sviluppo dei trasporti intermodali, Forze Operative Terrestri (COMFOTER), responsa- risulta attualmente fondamentale il controllo del bile del supporto diretto delle Forze in Teatro; la movimento, che consiste nella pianificazione, logistica di sostegno, articolazione funzionale af- scelta dell’itinerario, programmazione e controllo fidata alla responsabilità del Comandante Logisti- di personale e materiali lungo le linee di comuni- co dell’Esercito, responsabile di garantire il ne- cazione. cessario «volano» di capacità e di risorse in rela- L’ottimizzazione della logistica integrata, in un zione alle esigenze della fascia di aderenza. contesto net-centrico, consentirà in futuro un ul- L’evoluzione «spinta» degli ultimi anni si è ba- teriore alleggerimento del dispositivo logistico e sata soprattutto sullo sviluppo di concetti quali: la riduzione dei tempi di rifornimento nei Teatri di intermodalità e interoperabilità; tecnologie ge- Operazioni. stionali per i trasporti intermodali; integrazione Basilare sarà, in tale ottica, la cooperazione inter- con la rete dei trasporti civili e network centric lo- forze e internazionale e il ricorso sempre più spinto gistics. all’«Host Nation Support (HNS)», ovvero a quella A carattere generale, la carenza di assetti mili- funzione operativa sovrintendente l’assistenza, civi- tari di trasporto e la necessità, da parte delle Na- le e militare, fornita in tempo di pace, di crisi e di zioni, di coniugare efficacia e economia di budget guerra da una nazione (Host Nation - HN) a forze di hanno comportato un deciso incremento dei tra- un’altra (Sending Nation - SN). sporti militari effettuati con vettori commerciali. La sfida sarà di costituire, in ambito Paesi al-

85 - TECHNE samente inferiori. Infatti, il trasporto combinato viene effettuato con due modalità che possono essere: strada-ro- taia, ferro-mare oppure strada-mare. Invece, in caso di trasporto multimodale, il trasferimento di una merce avviene con l’utilizzo di almeno due ti- pologie di vettore. In entrambi i casi è prevista la rimodulazione del carico durante l’itinerario (ope- razione che ritarda sensibilmente la consegna). In sostanza, lo sforzo del pianificatore logistico deve essere rivolto alla riduzione dei «tempi mor- ti» per le varie operazioni accessorie: l’unità di carico preparata nella home base deve arrivare a destinazione tempestivamente, senza essere ri-

Sopra. Un pallet ISO standard in legno a quattro vie o europal- let. Può essere movimentato dai quattro lati con forklift. A destra. Un pallet NATO standard in legno a quattro vie: presen- ta una notevole robustezza strutturale e delle «ali spor- genti» all’estremità (per consentirne, nell’impiego cam- pale, il sollevamento con cinghie e gru). leati, quella che nel comparto civile è definita Cargo Community System (CCS). È un sistema condivisibile da tutti gli operatori di una catena logistica integrata, che permette di offrire un servizio che copre l’insieme complessivo delle componenti funzionali e amministrative necessa- condizionata o caricata e scaricata più volte. Ai rie al trasporto. Tutto questo grazie a un’unica nostri fini l’intermodalità, o integrazione modale, rete telematica informatizzata che consente di è uno strumento che consente di moltiplicare, ove conoscere, in tempo reale, l’offerta vettoriale nel adeguatamente applicato, le possibilità di trasfe- suo insieme (aereo, treno, autocarro e nave), i rimento dei materiali. servizi aggiuntivi necessari (magazzinaggio, re- L’obiettivo principale è, dunque, un radicale frigerazione, procedure assicu- cambiamento del modo di con- rative e doganali), nonché costi cepire il trasporto: da settoriale e vincoli. L’ottimizzazione della lo- a «vettore globale» per la mo- Il primo passo verso un tale “gistica integrata, in un con- bilità dei materiali. In tale con- ammodernamento sarà costi- testo net-ccentrico, consen- testo, è necessaria un’organiz- tuito dalla realizzazione di in- zazione unitaria che si basi sul terporti militari. tirà un alleggerimento del concetto di pallettizzazione e dispositivo logistico e la ri- containerizzazione. Trasporto combinato, multimo- duzione dei tempi di rifor- A tal fine risulta di utile con- dale e intermodale nimento... sultazione la pubblicazione ILE-NL-1200-0050-12-00B01 Per trasporto intermodale si ” «Manuale di riferimento per intende un trasferimento diversificato di materiali l’impiego di container, shelter e pallet (sub-con- senza rimodulazione del carico fino alla destina- tainer) per la movimentazione ed il trasporto in- zione finale. I materiali da trasferire devono, per- termodale dei materiali della Forza Armata», ed. tanto, essere condizionati come unità di carico 2003, edita dall’Ufficio Movimenti e Trasporti del standard (su pallet e/o in container). Comando Logistico dell’Esercito. Nell’accezione corrente il concetto di intermo- dalità include anche i trasporti combinati e multi- Il condizionamento del carico: pallettizzazione e modali, che hanno invece differenti peculiarità e containerizzazione richiedono pertanto sforzi organizzativi (pianifi- cazione, coordinamento e monitoraggio) e inve- Per condizionamento di un carico si intende stimenti infrastrutturali (interporti, facilities) deci- l’approntamento di un certo numero di articoli in

TECHNE - 86 Rivista Militare n. 3/2007 colli o alla rinfusa, che, in relazione a dimensioni e peso, vengono assemblati in un carico unico, che può essere movimentato meccanicamente e trasportato in condizioni di sicurezza. In passato, il condizionamento dei carichi presentava pecu- liarità settoriali (il carico veniva preparato in fun- zione delle caratteristiche del vettore), mentre oggi l’attenzione è rivolta all’intermodalità e al- l’interoperabilità (i materiali vengono condizionati con procedure standard NATO o UE, a prescindere dal vettore di trasporto). Per concetto di containerizzazione si intende tutta l’attività connessa alla standardizzazione dei moduli di trasporto, detti appunto container, al condizionamento e all’assicurazione dei carichi su pallet (pallettizzazione), all’approntamento dei mezzi per la loro movimentazione e alla predi- sposizione di idonee infrastrutture di scambio modale (interporti). Tale organizzazione consente agli operatori di Sopra. non considerare, nella pianificazione e nell’orga- Trasporto militare effettuato con nave civile «Roll on- Roll off» (Ro-Ro): tale vettore presenta due rampe (di nizzazione, l’eterogeneità dei materiali contenuti poppa e di prua) che consentono l’imbarco/sbarco di- nei moduli standard (ovvero il loro peso, il volu- retto dei veicoli senza l’impiego di sistemi di solleva- mento (gru). A sinistra. Un’unità di carico standard su pallet in legno per muni- zionamento di artiglieria.

In caso di trasporto aereo con vettore militare (es. C-130J-30), il materiale deve essere traspor- tato con un pallet dedicato, cioè una piattaforma di lega leggera dotata di una serie di agganci per trattenere la rete di contenimento. Questa serve ad imbracare i colli sistemati sulla piattaforma stessa (le dimensioni della piattaforma consento- no il posizionamento di n. 4 pallet in legno, op- pure n. 8 se la tipologia del materiale consente TECHNE l’impilaggio di una seconda fila). Anche i materiali di natura pericolosa (munizio- ni, esplosivi), adeguatamente condizionati in «Grandi Imballaggi per merce alla Rinfusa» (GIR), saranno trasportabili con procedure standardiz- zate e con moduli containerizzati. I GIR, infatti, me, la fragilità, la compatibilità con altri materia- sono contenitori, di varie misure e tipologie, ido- li), in quanto il carico, condizionato e predisposto nei ad essere movimentati meccanicamente (es. da personale specializzato, ha perso la sua iden- con fork lift), a resistere alle sollecitazioni previ- tità per divenire unità di carico standard, trasferi- ste durante il trasporto e a contenere merce peri- bile con qualsiasi vettore al punto di destinazione colosa (solida o liquida, alla rinfusa). senza mettere mano al carico. In sostanza, oggi, ogni materiale per essere tra- I nuovi progetti per il condizionamento del carico sportato con criteri di intermodalità deve avere dimensioni tali per cui il suo volume risulti uguale Nel contesto di rinnovamento globale della logi- all’unità di carico base (il pallet) oppure sia un stica, la Forza Armata ha fornito il proprio contri- sottomultiplo delle dimensioni di un container, buto, proponendo l’introduzione di nuovi manu- per poter essere in esso trasportato senza ulte- fatti per il trasporto intermodale, quali il container riori operazioni di sistemazione (es. ricondiziona- da 20 piedi standard NATO e il pianale di carica- mento del carico o smontaggio dei componenti). mento CROP (container roll-on roll-off platform).

87 - TECHNE autocarro per pianali scarrabili. Il CROP peraltro consente, come «ingombro», notevoli vantaggi rispetto al container. A parità di metri lineari di carico (m 6 circa), il manufatto può essere impilato fino a 8 unità e conservato in magazzino o sotto una tettoia. Ovviamente lo stesso numero di container occuperebbe una superficie molto più ampia e, ove si dovesse ri- correre all’impilaggio, sarebbero necessari mac- chinari molto complessi per la movimentazione

Sopra. Un pallet per trasporto aereo. A destra. Un’unità di carico su ISO container «open side» da 20 piedi.

Il container standard NATO è nato dall’esigenza di un manufatto idoneo per usi gravosi, per tra- sporti in condizioni estreme (sollecitazioni in ac- celerazione, arresto e cambio di direzione). Al fine di salvaguardare i materiali militari, in molti casi particolarmente costosi e sofisticati, la Forza Ar- mata ha avanzato la proposta, alla NATO Standar- dization Agency (NSA), di un container modificato, idoneo per usi militari. È stato così realizzato il progetto di un container NATO, già acquisito dalla Forza Armata e in via di standardizzazione in ambito NSA. Il container stan- dei manufatti. Disponendo, invece, di un certo dard NATO avrà 44 punti di ancoraggio/rizzaggio, numero di CROP nei magazzini, un reggimento distribuiti sui quattro lati, con un’ elevata resistenza predesignato per una determinata missione po- alla trazione. trebbe preparare, già in fase di approntamento, Il Container roll-on roll-off platform (CROP), che parte del materiale più urgente in configurazio- può essere movimentato e trasportato da auto- ne strategica (SCL) su CROP. Questo consenti- carri per pianale scarrabile (es. ASTRA APS-95), è rebbe un immediato deployment della task force particolarmente idoneo per un carico di munizio- alla ricezione dell’ordine operativo, imbarcando ni pallettizzato in configurazione strategica (Am- i pianali in ISO container per il successivo tra- munition Strategic Configured Loads - SCLs). sporto intermodale, con risparmio di risorse e di Il concetto di SCL prevede procedure e schemi di tempo. Per i motivi esposti, in ambito Forza Ar- caricamento standardizzati su CROP, in modo che mata è stata proposta l’introduzione in servizio tutte le tipologie di munizioni necessarie per lo del manufatto; attualmente è in atto la fase di schieramento di una squadra, di un plotone o di sperimentazione presso il Centro Polifunzionale una compagnia vengano allocate su un numero di Sperimentazione (CEPOLISPE) di Montelibretti, noto di pianali per il successivo invio nei Teatri di al fine di valutare le potenzialità del pianale per Operazioni. Il concetto di SCL ottimizza la distri- l’impiego operativo. buzione delle munizioni e riduce sensibilmente i tempi di trasporto, stabilendo a priori i vettori ne- Gli shelter cessari. Il CROP presenta, infatti, caratteristiche di ver- Il criterio di proiettabilità e di rapidità, su cui si satilità tali da consentire l’assicurazione di un ca- fonda l’attuale organizzazione logistica della For- rico pesante e sensibile. Tale operazione risulte- za Armata, non può prevedere che nei Teatri sia- rebbe macchinosa e disagevole se eseguita all’in- no disponibili, già nella fase iniziale delle Opera- terno di un container ISO standard. zioni, infrastrutture idonee per il supporto logisti- L’unità di carico così configurata (pallet e CROP) co del Contingente. può, in seguito, essere caricata all’interno di un Si ha, pertanto, la necessità di ricorrere a dispo- container ISO oppure trasportata direttamente, sitivi che rispondano a criteri di trasportabilità, senza l’utilizzo di container, imbarcandola su un facilità di spiegamento e resistenza agli agenti at-

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La nuova tipologia di container standard NATO, idonea derli interoperabili senza modifiche o aggiunte di per uso militare, con 44 punti di ancoraggio (22 inferio- altri dispositivi. ri e 22 superiori) più altri punti sulle pareti laterali. L’interoperabilità logistica (in particolare nel settore dei trasporti) viene perseguita ottimizzan- do e perfezionando gli accordi di standardizza- mosferici. Gli shelter, tra le varie strutture prefab- zione (STANAGs). bricate (tende, capannoni, ecc.), sono quelli che L’obiettivo comune è, pertanto, quello di conse- meglio rispondono alle esigenze operative; essi guire uguali procedure di Comando e Controllo, sono, infatti, dei moduli rispondenti a specifici ottimizzare le tecniche di impiego degli assetti, requisiti tecnici e dimensionali, che hanno una acquisire equipaggiamenti e dispositivi intercam- vastissima gamma di impieghi, tra i quali: alloggi, biabili. panificio, docce, comando. L’incremento dell’interoperabilità consente in Sono, inoltre, idonei all’installazione e alla sostanza ai Paesi alleati di operare in sinergia nel- protezione di apparecchiature l’esecuzione dei compiti asse- a elevato livello tecnologico gnati. (specialmente per quelle di na- L’incremento della intero- Gli strumenti migliori per tura elettronica). Per quanto ri- conseguire adeguati livelli di “perabilità consente ai Paesi TECHNE guarda la trasportabilità, la alleati di operare in sinergia interoperabilità tra Nazioni al- maggior parte dei moduli di leate rimangono l’attività di ultima generazione hanno ca- nell’esecuzione dei compiti standardizzazione e un nuovo ratteristiche dimensionali assegnati modo (congiunto e integrato) uguali a quelle di un container ” di concepire, pianificare e at- da 20 piedi; risultano pertanto tuare la logistica dei trasporti. unità di carico standard, perfettamente idonee La policy nazionale e quella della NATO sono per il trasferimento intermodale. sempre più orientate verso una struttura interfor- ze e multinazionale degli assetti logistici; ovvia- mente, l’impiego di un’unità di trasporto joint e L’INTEROPERABILITÀ combined risulta conveniente ed efficace solo se il livello di interoperabilità delle Nazioni partecipan- L’interoperabilità è la sinergia che si realizza tra ti è elevato. organizzazioni differenti (per esempio: Forze Ar- mate di Nazioni alleate) tramite il conseguimento di elevati livelli di standardizzazione, soprattutto L’INTEGRAZIONE CON LA RETE DEI TRASPORTI nei seguenti campi di applicazione: metodologie e CIVILI procedure di lavoro; utilizzo di equipaggiamenti o manufatti della stessa tipologia che possiedano La carenza di assetti militari di trasporto e la caratteristiche tecniche e funzionali tali da ren- necessità, da parte delle Nazioni, di coniugare ef-

89 - TECHNE ne delle priorità dei trasporti verso i Teatri ope- rativi è affidata al Joint Movement Coordination Center del Comando Operativo di Vertice Inter- forze (COI-JMCC). Esso opera anche quale nodo nazionale del sistema, ed è in grado di scambiare dati con i Comandi Alleati e con i nodi periferici di Forza Armata attraverso il sistema di gestione informatica per il trasporto fuori area (Interactive

Sopra e a destra. Caricamento ferroviario di un carro «Leopard» a mezzo di una gru.

ficacia ed economia di budget hanno comportato un deciso incremento dei trasporti militari effet- tuati con vettori commerciali. Soprattutto nell’am- bito dei trasporti strategici, ovvero quelli verso i Teatri di Operazioni (Bosnia, Kosovo, Afghanistan, Iraq, Libano) o le aree di esercitazione all’estero, si è fatto ricorso ad assetti reperiti nella rete civi- Movement and Transport System - I.M.T.S.), un le, utilizzando capability provider militari (enti sistema automatizzato di data processing e co- committenti in grado di gestire i contratti dedicati municazione che, integrato con il sistema ADAMS con compagnie civili). (Allied Deployment and Movement System), assi- Fino al 2005, il Comando Logistico dell’Esercito cura un’accurata pianificazione, esecuzione e co- ha provveduto ad assicurare tutti gli assetti com- ordinamento di tutti i movimenti e trasporti. merciali di trasporto in favore sia dell’Esercito sia dei Carabinieri. Il sistema ADAMS e I.M.T.S. Dal 2005 tale funzione è stata devoluta, per le operazioni e le esercitazioni interforze, in parte al Il sistema ADAMS è stato concepito soprattutto Joint Movement Coordination Center del Comando per eliminare eventuali contrasti e/o sovrapposi- Operativo di Vertice Interforze (COI-JMCC), che ha zioni (attività di deconflicting) dei Piani di Spiega- assorbito la competenza sui vettori aerei com- mento Nazionali (Detailed Deployment Plans - merciali. Dal gennaio scorso anche la componente DDP). navale è confluita nella sfera del COI-JMCC. L’ I.M.T.S. nasce, invece, dalla necessità di otti- Comunque, già da adesso, le Forze Armate sono mizzare la capacità di carico dei vettori e di ac- in grado di garantire coerenza e unicità di coman- quisire visibilità dei trasporto da/verso i Teatri. do del settore grazie all’evoluzione delle tecnolo- gie gestionali per i trasporti intermodali, quali il L’Asset Tracking sistema ADAMS, l’IMTS, l’Asset Tracking ed il Consignment Tracking. Un nuovo modello logistico (NML), compatibile con uno scenario operativo «net-centrico», deve necessariamente disporre di uno strumento di Co- LE TECNOLOGIE GESTIONALI PER I TRASPORTI IN- mando e Controllo logistico con capacità di asset TERMODALI tracking (AST). L’AST è definito dalla NATO come «un mezzo per fornire alla NATO e alle Nazioni, Per la pianificazione, la programmazione, l’or- tempestivamente e in modo dettagliato, informa- ganizzazione e il controllo delle esigenze di mo- zioni sulla dislocazione, sui movimenti, sullo stato e vimento e di quelle di trasporto è indispensabile sull’identificazione delle unità, del personale, degli una visione centralizzata. In tale contesto e a li- equipaggiamenti e dei materiali». Con l’AST si in- vello interforze, come già evidenziato, la pianifi- tende conseguire la totale visibilità delle risorse di- cazione generale, il coordinamento e l’attribuzio- sponibili, (ovvero la Total Asset Visibility - TAV). Il

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L’architettura del SIGE. to. L’ente rifornitore che invia il materiale effettua una prima lettura dell’etichetta con apposito lettore ottico al momento dell’imbarco dell’unità di carico Sistema Informativo Gestionale dell’Esercito (SIGE) sul vettore di trasporto. Tale rilevamento consente presenta a pieno titolo, per architettura e modalità di registrare l’operazione, per via telematica, nella di funzionamento, le caratteristiche di un sistema Banca Dati Centrale del SIGE. La lettura viene ripe- AST conforme alle caratteristiche definite dalla NA- tuta all’atto della consegna dei colli all’ente desti- TO per quanto attiene alla Logistica. natario; da tale momento, il materiale, non più as- sociato al vettore, risulta consegnato. La seconda Il Consignment Tracking (CT) lettura, effettuata alla consegna del collo, ne atte- sta, quindi, l’avvenuta presa in carico da parte del- Effettuata l’attività di condizionamento dei carichi, l’ente destinatario, con relativa registrazione nel deve essere predisposta l’etichettatura dell’unità di data base del SIGE. Si prevede che l’etichetta logi- TECHNE carico (collo, pallet o container) stica sarà presto sostituita da allo scopo di seguirne il «traccia- un più moderno sistema di mento» o tracking durante il tra- ...le Forze Armate sono in identificazione a radio frequen- sferimento (attività di Consi- “grado di garantire coerenza e za denominato RFID (Radio Fre- gnment Tracking). Il «traccia- unicità di comando del setto- quency Identification), che con- mento» degli asset trasportati è, sta di tre elementi: un’antenna, al momento, assicurato dall’eti- re grazie all’evoluzione delle un transceiver con annesso de- chetta logistica che, a livello NA- tecnologie gestionali per i codificatore ed un transponder TO, è denominata Codice Seriale trasporti intermodali... (noto anche come «RF tag», a di Contenitore per la Spedizione sua volta attivo o passivo). (SSCC) e ha una struttura gerar- ” Queste informazioni, in un chica (collo, pallet, container). Consiste essenzial- modello «net-centrico», permettono ai centri di mente in un codice a barre che identifica una speci- Comando e Controllo del Sistema di Asset Trac- fica unità di carico la cui composizione è presente king, ma anche dei sistemi componenti il nella Banca Dati Centrale del SIGE. Più colli vengono «Grande Sistema» della logistica, di poter inter- raggruppati in un’unità di carico superiore - ad venire per apportare le decisioni correttive nel esempio il container - a sua volta identificata da caso in cui si verifichino eventi perturbatori del un’altra etichetta logistica. L’associazione dell’eti- movimento. Essi agiscono sugli «attuatori», che chetta logistica al veicolo permette il «tracciamento» sono in questo caso anche «sensori» secondo il degli asset ed avviene nella fase iniziale del traspor- predetto modello, ovvero sui vettori/convogli

91 - TECHNE Nave «S. Giusto» trasporta automezzi sul ponte di volo. municazioni con Enti militari; la posta elettronica con messaggio «formattato», cioè redatto secon- do un modello prestabilito, su Internet per i con- che effettuano il trasporto. tatti con le ditte appaltatrici. L’Ufficio Movimenti e Trasporti (MOTRA) del Co- Il personale della Sala di Direzione e Controllo mando Logistico ha avviato le attività necessarie dei Movimenti e Trasporti emana gli ordini di tra- alla realizzazione di una Sala di Direzione e Con- sporto seguendo procedure differenziate in fun- trollo dei Movimenti e Trasporti. zione del tipo di vettore, civile o militare, interes- Essa rappresenta il «motore» della procedura di sato al trasporto. Al momento l’attività della Sala Consignment Tracking, in quanto provvede: alla è sperimentale e viene condotta lungo due diret- definizione dei vettori, militari e/o civili, che meglio trici: per i trasporti militari essa coinvolge, quali si attagliano all’esigenza di trasporto specifica, in parti attive del processo, l’UCETRA in Roma e il un quadro di «intermodalità» del trasporto, tenen- Polo di rifornimento denominato Magazzino Cen- do conto di eventuali vincoli, del grado di rischio trale Ricambi Auto (MACRA) in Piacenza; per i tra- che ogni opzione sottende e in una logica di rap- sporti civili è stata avviata una collaborazione tra porto costo/efficacia; al controllo, operato median- l’Ufficio MOTRA e la Società Fagioli, che prevede te il monitoraggio degli assetti di trasporto lungo l’adozione di una procedura standardizzata per gli itinerari (consignment tracking) e dei singoli l’inoltro degli ordini, il «tracciamento» dei mate- colli dei materiali trasportati (in transit visibility). riali e la gestione delle informazioni; una volta te- In particolare, per esplicare la propria funzione stato il sistema, verrà ampliata la rete a tutte le di direzione, comando e controllo sul CT, l’Ufficio altre società appaltatrici del servizio trasportistico MOTRA si avvale di tutti i servizi di comunicazio- della Difesa. ne offerti sulle reti, sia civili che militari, impie- L’esecuzione dei trasporti e il loro monitoraggio gando la messaggistica standard NATO (E-messa- sono, in tal modo, realizzati secondo il medesimo ge) sull’intranet di Forza Armata (EInet), per le co- schema procedurale.

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Il Network Centric Logistics Nell’era del Network Centric Warfare - NCW (immagine sopra a sinistra), il Comando Logistico dell’Esercito punta alla realizzazione di un Network Centric Logistics, Il 27 giugno scorso, presso il Centro Polifunzio- ovvero a un sistema gestionale in cui tutti gli attori sono nale di Sperimentazione (CEPOLISPE) dell’Esercito «in rete». in Montelibretti, si è svolto un convegno sul tema «La nuova logistica: fenomeno di polarizzazione interdisciplinare». Al termine del convegno ha rete» a 360°. avuto luogo una breve simulazione di un Network In relazione ai citati concetti, il nuovo modello Centric Logistics, ovvero un sistema gestionale in logistico della Forza Armata si basa su di un com- cui tutti gli attori sono «in rete»: un carro «Dardo» plesso di sette sistemi (articolati in moduli): reg- IFV veniva colpito in combattimento e parte del- gimentale, Centro di Relazioni con l’Utente (CRU), l’equipaggio riportava delle ferite. Grazie all’im- Supporto alle Decisioni, Polo di Mantenimento, mediatezza delle comunicazioni e alla loro totale Infologistica, Interfaccia con l’Industria Sala Ope- condivisione fra tutti gli attori sul terreno, in tem- rativa. pi brevissimi il carro veniva raggiunto da mezzi I sistemi si interfacciano e scambiano informa- logistici per la riparazione, mentre il nucleo sani- zioni, anche con il comparto civile, grazie alle tario prestava soccorso ai feriti. potenzialità dei sistemi gestionali informatici: Tale simulazione conferma che, nell’era della Sistema Informativo Gestionale dell’Esercito (SI- Network Centric Warfare (NCW), GE); Sistema Informativo Geo- la sfida per il moderno logista è spaziale Logistico Integrato costituita dall’evoluzione orga- (SIGLI), delle telecomunicazio- ...la sfida per il moderno TECHNE nizzativa in un’ottica globale. Il “logista è costituita dall’evo- ni, dei sensori e del telerileva- focus non sarà, pertanto, quello luzione organizzativa in mento. di ricercare sistemi gestionali Il Sistema Modulo reggimen- settoriali sempre più sofisticati, un’ottica globale tale, unità di base del sistema, ma di creare un grande sistema ” si fonda su uno strumento lo- in rete che consenta il supporto gistico cui fanno riferimento integrato di tutti gli attori (Forze in Teatro, Co- tutte le competenze della branca TRAMAT all’in- mandante della Forza, Gruppo Supporto di Ade- terno dell’unità da supportare. Esso si configura renza, Sala Sostegno Logistico, organi della Fa- pertanto come un front-service. scia Logistica di Sostegno, Magazzini e Parchi Da tale quadro emerge una figura nuova di logi- militari, industria civile) coinvolti in una determi- sta che deve prevedere, prevenire e anticipare per nata missione. La Forza Armata, sfruttando le dare le risposte organizzative necessarie. Tra opportunità offerte dall’evoluzione dell’informa- un’organizzazione per divisione delle attività e una tica, ha consolidato il principio che il dominio e per governance dei processi, la Forza Armata ha la condivisione delle informazioni tra le diverse optato per la seconda, trasformando un organismo forze schierate in un Teatro d’Operazione, per- settoriale, l’Ispettorato Logistico, in un Comando mette un effetto moltiplicatore sull’efficacia ope- Logistico (COMLOG) integrato, in grado di operare rativa. In tale ambito, si va affermando il concetto nei nuovi scenari, gestendo le criticità dovute a di Network Centric Operation (NCO), sistema che una massa elevata di informazioni. Il concetto lo- sfrutta le potenzialità di un’organizzazione «in gistico di Network Centric Logistics è mutuato da

93 - TECHNE attività inerenti all’immissione in Teatro a parti- re dal loro sbarco presso gli APOD/SPOD; • l’integrazione della catena dei rifornimenti che può essere realizzata solo tramite il coordina- mento delle organizzazioni logistiche delle quattro Forze Armate. In tale prospettiva, la logistica «mass based», propria della «Guerra Fredda», per la quale si pra- ticava lo stoccaggio di enormi quantità di riforni- menti attraverso calcoli su «base storica», e la lo- gistica «just in time/just enough», di recente in- troduzione, hanno condotto a una logistica «sense and respond». La «Sense and Respond Logistic» (SRL) è volta a introdurre un nuovo concetto di lo- gistica basato sulla conoscenza condivisa della si- tuazione, sulla rapidità, sul coordinamento e la L’Ufficio MOTRA (Movimento e Trasporti) del Comando sincronizzazione degli interventi, sull’adattabilità e Logistico dell’Esercito ha avviato la realizzazione di una la flessibilità della risposta grazie allo sfruttamen- sala di Direzione e Controllo dei Movimenti e Trasporti. to delle capacità del Network Centric Warfare. In sostanza, si va affermando un’architettura della logistica net-centrica su base joint, per cui quello operativo di Effect Based Operations, che tendono a scomparire le richieste grazie allo svi- sposta il baricentro dalle prestazioni delle varie luppo di una nuova dottrina del supporto push componenti agli effetti conseguiti in base a criteri non gerarchizzata. di costo-efficacia. Uno degli obiettivi primari, l’in- tegrazione della catena dei rifornimenti, può esse- re perseguito solo tramite il coordinamento delle L’INTERPORTO organizzazioni logistiche delle quattro Forze Ar- mate, che dovranno generare un dispositivo logi- L’ottimizzazione della logistica integrata, in un stico idoneo anche per un impiego combined; contesto net-centrico, consentirà in futuro un ulte- questo consentirà ai Comandanti operativi di avere riore alleggerimento del dispositivo logistico e la una visione totale degli assetti presenti sul terreno sensibile riduzione dei tempi di rifornimento di una (Joint Total Asset Visibility - JTAV). Forza in Teatro, comprimendo al minimo i tempi Questo nuovo modo di condurre una missione necessari per la trasmissione e la gestione dei dati implica un adeguamento del supporto, razionaliz- (grazie al network centric logistics) per il condizio- zando le prestazioni e perseguendo l’economia namento dei carichi e per il loro caricamento/scari- delle risorse. In tale ottica sono stati individuati camento (grazie alla standardizzazione delle pro- quattro obiettivi fondamentali: cedure, degli equipaggiamenti e dei mezzi). • la creazione di un’interfaccia logistica, cui sono La costituzione di interporti militari sarà il primo collegate tutte le forze presenti sul campo di passo verso l’ammodernamento della logistica dei battaglia. Tale link verrebbe effettuato tramite trasporti. collegamenti satellitari, che permetterebbero Nella terminologia commerciale, per interporto agli assetti logistici di scambiare informazioni- si intende una struttura finalizzata allo scambio di chiave dal campo di battaglia, con le basi arre- merci tra le diverse modalità di trasporto, com- trate e l’industria in madrepatria. La comune vi- prendente uno scalo ferroviario idoneo a formare sione logistica (governance del sistema) della e ricevere treni e in collegamento con porti, aero- situazione generale e particolare consentirebbe porti e viabilità di grande comunicazione, nonché l’adozione di decisioni operative e logistiche aree coperte e scoperte a uso depositi, sosta e mirate, sulla base di informazioni accurate e in servizi. L’interporto, pertanto, consente di rag- tempo pressoché reale; gruppare in un’unica entità alcune delle numerose • l’incremento della proiettabilità delle Forze gra- realtà nel mondo della logistica, quali il trasporto zie al nuovo sistema dei rifornimenti nell’ambito di lunga tratta su strada, il trasporto ferroviario, del Teatro d’Operazioni; le autorità doganali e la distribuzione capillare • l’ottimizzazione delle attività di «reception» del- delle merci. la Forza in un Teatro Operativo: la proiettabilità Attualmente le Forze Armate non dispongono di di una Forza deve basarsi, oltre che sulla dispo- strutture interportuali proprie, si avvalgono, per- nibilità di adeguati assetti aerei e navali, anche tanto, dei servizi offerti dalle società civili in gra- su un’accurata predisposizione di tutte quelle do di offrire un complesso organico di strutture e

TECHNE - 94 Rivista Militare n. 3/2007 servizi integrati. In un’ottica di ulteriore sviluppo dell’intermodalità risulterebbe opportuno disporre di strutture interportuali militari, tenendo presenti i limiti di budget e valutando il progetto in rela- zione a criteri di costo/efficacia. Considerando l’onere finanziario del progetto, dobbiamo tener conto che l’investimento iniziale e i costi di funzionamento di tale struttura sono elevatissimi; possiamo, pertanto, anche valutare un’ipotesi intermedia, che coniughi efficacia ed economicità, ovvero una soluzione congiunta (in- terforze) che integri l’interporto militare nell’or- ganizzazione civile esistente. Sarebbe, quindi, conveniente creare aree inter-

Sopra. Uno schema di integrazione tra interporto civile e mili- tare. A sinistra. Un’unità di carico standard su pallet in metallo per uso speciale.

tici di movimentazione e stoccaggio delle merci, governati da sistemi informatici complessi (sca- rico, eventuale stoccaggio, smistamento per de- stinazione successiva, ricomposizione e carica- mento). Per quanto riguarda il comparto militare, i centri di raccolta e smistamento merci saranno dislocati sulla «dorsale» del territorio nazionale e la loro portuali militari, a gestione interforze, all’interno evoluzione dovrebbe portare successivamente alla delle principali strutture civili esistenti. In tale ot- costituzione dei citati interporti militari integrati. tica, ci si potrebbe avvalere delle facilities e dei Un interporto militare dovrebbe, pertanto, es- servizi esistenti, destinando i fondi economizzati sere dotato di una struttura di Comando e Con- (per infrastrutture e personale) all’ottimizzazione trollo interforze in rete, uno scalo ferroviario, degli aspetti prettamente militari, ovvero safety una sede doganale, magazzini con mezzi mec- and security, monitorizzazione in tempo reale dei canici per la movimentazione e il trasbordo di TECHNE carichi in transito (consignment tracking, conse- pallet e container, strutture di collegamento con gna just in time e incremento dell’interoperabilità la rete stradale e con porti e aeroporti dislocati in ambito ONU, Unione Europea e NATO). Tali nelle località viciniori. strutture civili/militari costituirebbero, inoltre, un La realizzazione di interporti militari consenti- punto di riferimento anche per i Paesi Alleati, in rebbe, in sostanza, di incrementare sensibilmente particolare per i nuovi membri della NATO che il livello di efficienza della logistica e di abbattere non dispongono di strutture similari e di sbocco almeno il 25% dei costi di trasporto, grazie al- sul Mar Mediterraneo. l’economicità del sistema intermodale, considera- In tal senso la Forza Armata dovrà sviluppare un to dai maggiori esperti del settore l’obiettivo da progetto che parta dalla costituzione, presso enti perseguire. della Fascia Logistica di Sostegno, di centri di rac- colta e smistamento merci che, nel comparto civi- Francesco Capillo le, sono chiamate piattaforme logistiche. Brigadier Generale, La piattaforma logistica non è una struttura Capo di Stato Maggiore dedicata al trasporto intermodale, in quanto della Regione Militare Sud prevede la manipolazione dei carichi ed è gene- ralmente interna al settore del trasporto strada- Franco Fratini le. Essa consiste in un’infrastruttura tesa a faci- Tenente Colonnello, litare la ricomposizione dei carichi generalmen- Comandante del battaglione Trasporti te mediante impianti automatici e semiautoma- dell’8° reggimento «Casilina»

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GARIBALDI E L’ESERCITO ITALIANO ANTHROPOS GARIBALDI E L’ESERCITO ITALIANO

«Non v’è nobile causa per cui i volontari italiani non si siano generosamente prodigati. Ovunque vi fu un ideale di libertà da difendere, un’indipendenza da conquistare, una civiltà da redimere, ivi troviamo petti, braccia, cuori italiani». Il pensiero di Giuseppe Garibaldi, espresso nelle sue «Memorie», sintetizza lo spirito volontaristico che, tut- tora, permane nel volontario odierno, erede dei valori morali dei patrioti risorgimentali.

Quando il 21 giugno 1848 Giuseppe Garibaldi, po, memorabile. seguito dai 63 uomini superstiti della Legione Ita- Dai primi moti rivoluzionari, che si possono liana, sbarca a Nizza, proveniente da Montevideo, considerare la «primavera» del nostro Risorgi- quasi inconsapevolmente presenta sullo scenario mento, era scaturito un fremito di libertà tradotto politico-militare italiano una nuova figura di com- in un pensiero messianico, che avrebbe investito, battente: il volontario. soprattutto, il mondo dei giovani, mettendo in di- Evento magico, irripetibile e, nello stesso tem- scussione i tradizionali canoni morali e gli antichi e radicati valori sociali, politici e istituzionali. Quei giovani sarebbero diventati protagonisti di tempi nuovi che avanzavano in fretta, come non mai, nel vorticoso succedersi delle rivendicazioni, ma con l’intimo convincimento che storture, in- giustizie, zone d’ombra, condizioni di mortifica- zione della dignità e di negazione di ogni minima forma di libertà non sarebbero state più tollerate. L’inarrestabile diffondersi delle attese e delle speranze, la consapevolezza del diritto degli altri, anche dei più difficili da tutelare, non meno del proprio, fece sì che i giovani, nei quali era stato soffocato il coraggio di sognare, avvertendo di essere giunti a un punto cruciale e nodale della storia e della loro vita, non si riconoscessero nella società in cui vivevano, contestandola e metten- dola in crisi. Questi erano i segni di grandi cambiamenti e del travaglio doloroso dal quale nasceva un po- polo nuovo, arricchito dalla presenza di uomini che all’onestà personale associavano l’esigenza di difendere e riaffermare antichi e solidi ideali e valori morali, attingendo dalla Storia validi in- segnamenti per il momento ineludibile ed esal- tante che stavano vivendo e per un futuro di giustizia, di dignità e di libertà. Insegnamenti

A sinistra. 1860: il Generale Giuseppe Garibaldi, Comandante del- l’Esercito dei Volontari Garibaldini. In apertura. 26 maggio 1859: Garibaldi al Comando dei Cacciatori delle Alpi respinge gli Austriaci del Generale Urban.

ANTHROPOS - 98 Rivista Militare n. 3/2007 che erano destinati a riscoprire i sentimenti più I volontari raccolti intorno a Garibaldi rappre- profondi di ammirazione e di emulazione verso sentano ogni regione d’Italia e ogni categoria so- quei personaggi che, con coraggio, rischio per- ciale, dall’aristocrazia ai ceti più modesti della sonale, straordinario altruismo e spirito di sa- popolazione. crificio, si facevano promotori di idee nuove e le ponevano in atto, pronti ad affrontare generose battaglie con l’unico interesse di perseguire la 1848-11849. L’ANNO DEL RISVEGLIO (I GUERRA libertà dell’uomo. D’INDIPENDENZA) Per quella irrequieta generazione, infervorata dal pensiero e dagli insegnamenti di Giuseppe Il 5 luglio 1848, Garibaldi è al Quartiere Genera- Mazzini, l’«Apostolo» del Risorgimento, parteci- le di Roverbella, in Piemonte, a colloquio con Car- pare ai moti rivoluzionari e alle campagne per la lo Alberto Re di Sardegna, che lo accoglie «con liberazione e l’unificazione dell’Italia, seguendo principesca cortesia» ma con un diplomatico di- il richiamo e l’esempio di Giuseppe Garibaldi, stacco. Il nizzardo offre al Re se stesso e i suoi le- simbolo delle aspirazioni e delle fantasie di av- gionari, 70 della Legione di Montevideo con 130 ventura dei giovani rappresentava lo sbocco na- volontari del litorale ligure per perseguire il nobile turale dei loro ideali e la realizzazione delle loro ideale dell’unità italica. speranze. Il Re Carlo Alberto lo invita a recarsi a Torino in Per un giovane del XIX secolo partire volontario attesa delle decisioni del Ministro della Guerra. Il per la guerra con la camicia rossa costituiva la suo passato politico, la grave condanna subita nel rottura con la vita normale e, in alcuni casi, come 1834 e la sua dichiarazione di fede repubblicana per i militari che disertavano per arruolarsi nei re- gli pregiudicano la possibilità di essere favorevol- parti volontari, ciò avrebbe comportato pesanti mente ascoltato. conseguenze sul piano personale e professionale. Si reca quindi a Milano, dove il Governo Provvi- Inoltre, anche se, quasi sempre, provenivano da sorio, il 14 luglio 1848, lo nomina Generale di famiglie con radicati sentimenti patriottici, i gari- Brigata affidandogli il Comando delle Forze lom- baldini erano spesso costretti a vere e proprie fu- barde al confine con il Tirolo. Il 21 luglio giungo- ghe da casa, ad arruolamenti clandestini, per evi- no a Milano i 70 Legionari di Montevideo, ai quali tare drammi familiari e dolorosi distacchi e, a vol- si aggiungono: il battaglione «Antonini», forte di te, anche sotto falso nome, 600 uomini, proveniente da avendo qualche conto in so- Vicenza; un battaglione di 400 speso con la giustizia. I volontari raccolti intorno uomini da Pavia, comandato da Il fenomeno del volontarismo “a Garibaldi rappresentano Sacchi e 300 uomini del batta- patriottico è stato l’anima vera ogni regione d’Italia e ogni glione «Anzani», comandati da e profonda del Risorgimento. Giacomo Medici, con porta- Sognatori, incapaci di accettare categoria sociale, dall’ari- bandiera, nientemeno che Giu- una vita normale e spinti dalla stocrazia ai ceti più modesti seppe Mazzini. In tutto circa sete di libertà, cacciavano dal della popolazione 1 500 uomini. È la prima volta cuore e dalla mente la malinco- che un reparto di volontari, nia per non esserne sopraffatti. ” sotto il nome di Legione Italia- L’inquietudine interiore non si conciliava con i rit- na, affianca un Esercito regolare. mi della normalità, ad eccezione di quei pochi A Bergamo, il patriota Gabriele Camozzi mette a che, a conclusione delle campagne del Risorgi- disposizione altri 700 uomini e due pezzi di arti- mento, riusciranno a reintegrarsi nella vita socia- glieria da montagna. La Legione, con il concorso le. Altri, invece, espatrieranno alla ricerca di nuo- di altri volontari, raggiunge il numero di 3 700 ve avventure e di nuove emozioni, altri saranno uomini. preda della pazzia, altri ancora si suicideranno. Una parte del Corpo dei volontari, modificando Il sogno, nei giovani garibaldini di ogni genera- l’organico dell’Esercito, dà vita ad alcuni reggi- zione, poteva svanire solo nella disillusione. menti di Fanteria, dal 19° al 23°, sciolti al termine Questi gli uomini che nel 1848 costituiscono le della Campagna del 1848-49. Soltanto i batta- formazioni dei volontari, che raggiungono il nu- glioni del 23° Reggimento di Fanteria costituiran- mero di 237, sotto il nome di: bande, battaglioni, no il I/17°, il II/18° e l’VIII bersaglieri. colonne, crociate, guardie civiche nazionali, legio- Considerevole è l’apporto dei contingenti: pon- ni, coorti, corpi franchi. tificio nel Veneto, agli ordini del Generale Giovan- Milizie improvvisate, mancanti anche del neces- ni Durando, e del Regno delle Due Sicilie, guidato sario, ordinate spesso senza alcun criterio milita- dal Generale Guglielmo Pepe. re, insofferenti alla disciplina, ma animate sempre Dopo le brillanti vittorie di Curtatone e Monta- da uno spirito patriottico elevatissimo. nara (29 maggio), Goito (8 aprile e 30 maggio) e ANTHROPOS

99 - ANTHROPOS Paludi di Comacchio, 3 agosto 1849: Anita Garibaldi sione la validità dell’Armistizio e riprende le armi morente. ma, solo tre giorni dopo, nella stessa data in cui Brescia, la «Leonessa d’Italia», dà inizio alla me- morabile insurrezione delle «Dieci giornate», a di Peschiera (31 maggio), la vigorosa controffen- Novara le Forze austriache sconfiggono l’Armata siva austriaca riesce a superare l’Armata sardo- Sarda. L’Armistizio di Vignale pone fine definiti- piemontese, logorata ed esausta dall’assedio di vamente alle ostilità e Carlo Alberto abdica in fa- Mantova e dalle aspre battaglie di Governolo, Ri- vore del figlio Vittorio Emanuele. voli e Staffolo. Il 25 luglio, la sconfitta di Custoza pone temporaneamente fine alla Campagna del ’48. Il 9 agosto viene firmato l’Armistizio dal Ge- 1849-11859. IL DECENNIO DI PREPARAZIONE nerale Salasco, che durerà circa 8 mesi. Garibaldi non lo accetta e, in nome di «Dio e Questo periodo, importantissimo sul piano poli- Popolo», il 13 agosto riprende la lotta contro gli tico e militare, lascerà una traccia profonda e do- austriaci, nonostante l’ordine del Re di cessare lorosa nella vita di Giuseppe Garibaldi: la sfortu- ogni ostilità. La Legione Italiana sconfigge gli nata difesa della Repubblica Romana, durata dal 9 austriaci a Luino, a Varese e a Morazzone ma, febbraio al 2 luglio 1849; la morte della moglie rompendo l’accerchiamento delle truppe del Anita, il 4 agosto, nei pressi di Ravenna, durante Generale D’Aspre, riesce a rifugiarsi in territorio la ritirata da Roma verso Venezia; l’esilio in Ame- elvetico. rica, dal 1850 al 1854, ospite di Antonio Meucci; Le operazioni condotte da Garibaldi vengono la morte della madre, Rosa Raimondi Garibaldi, preparate minuziosamente, con la sagacia e l’abi- avvenuta il 19 marzo 1852. lità di un esperto condottiero tanto che il Genera- Il periodo da maggio 1854 a febbraio 1859 le Lamarmora scriverà: «Fu grave errore non ser- viene sintetizzato dallo stesso Garibaldi nelle virsi di Garibaldi. Occorrendo una nuova guerra, è «Memorie»: «Io lo passai, parte navigando e par- uomo da impiegare». te coltivando un piccolo possesso, da me acqui- Il 20 marzo 1849, il Piemonte mette in discus- stato nell’isola di Caprera».

ANTHROPOS - 100 stesso Garibaldi vestel’uniformedi Generalesar- l’uniforme azzurroscuro dell’Esercitosardo.Lo ribaldina. 1919, lacravattarossa in ricordodell’originega- Alpi «Obbedisco»,che adottano, dal2gennaio Si costituisconoil51°e52°ReggimentoFanteria pi, cheverràscioltocondecreto15ottobre1871. maggio 1860,prendeilnomediBrigatadelleAl- precursore delleUnitàalpine. piegato inValtellina,puòessereconsiderato il dini, reclutatoadAcquisubaseregionaleeim- reggimento). to); TenenteColonnelloGiuseppeMarochetti (5° Tenente ColonnelloCamilloBoldoni(4°reggimen- nente ColonnelloNicolaArduino(3°reggimento); dalla LegionediMontevideo(2°reggimento);Te- Tenente ColonnelloGiacomoMedici,proveniente futuro CapodiStatoMaggioredelRegioEsercito; nente ColonnelloEnricoCosenz(1°reggimento) Mille nel1860. una societàditiroasegno,checombatteràtrai gnia CarabinieriGenovesi,formatadamembridi «Cacciatori delleAlpi»sicostituisceunaCompa- l’ambito delIIIbattaglione plessiva di3820uomini.Nel- ambulanza; perunaforzacom- una compagniainfermiericon zappatori, unrepartotrenoe glieria, unacompagniagenio scuno) piùunabatteriadiarti- reggimenti (4battaglionicia- Alpi, organizzato,quindi,su5 nel CorpodeiCacciatoridelle rà inseritocome4°Reggimento ciatori degliAppenninichever- 1859, nasceilCorpodeiCac- neo, SaviglianoeAcqui.Unmesedopo,il17aprile creto del17marzo1859. bagna Cuneo,vieneistituitoufficialmenteconde- denominato «dellaStura»,dalnomedelfiumeche Corpo deiCacciatoridelleAlpi...». funzioni diMaggiorGeneraleComandantedel incarichiamo ilSignorGiuseppeGaribaldidelle Maggior GeneraleCialdini,abbiamoincaricatoe dispone testualmente:«...sullaproposizionedel Consiglio deiMinistri,CamilloBensodiCavour, to 17marzo1859,afirmadelPresidente baldi. Laguerracontrol’Austriaèdecisa.Ildecre- colloquio traVittorioEmanueleII,CavoureGari- 1 8 I Cacciatorisostituiscono lacamiciarossacon Il CorpodeiCacciatoridelleAlpi,condecreto14 Una curiosità:il4°reggimentovolontarigaribal- I Comandantideicinquereggimentisono:Te- I centriinizialidiarruolamentohannosedeaCu- Il CorpodeiCacciatoridelleAlpi,inizialmente Il 2marzo1859,aTorino,sisvolgelostorico 5 9 : I I I G G U E R R A D D ’ I N D I P E N D E N Z A “ s d G l f l p p a ’ o p o o E i a c I r G s n n C e c r m C e i c c a G s b r h h m a e s e c a o o c a o i i l n c a t c d c s o i e z i a c i u a s v r z t o r d s v a o u r p a a e r l o r r m e s i r r s s d t e s o s s e e o c a o s r s l . c s il 24marzo1860. bio lacessionedellaSavoiaediNizza,poisancita nessione dell’ItaliaCentrale,pretendendoincam- le popolazioniitaliane,toglieilsuovetoall’an- traguardi prefissati. rammarico perilmancatoconseguimentodei un alonedigloriamaancheinsoddisfazione e sancito il10novembre,ponefineallaguerra, in dell’anno successivo. propri Commissari.Èilpreludioalleannessioni assume ilprotettoratofacendosirappresentareda rificato inToscana,eilReVittorioEmanuelene proclamati governiprovvisori,comesieragiàve- sioni: aParma,ModenaenelleRomagnevengono mana). gli fuconcessaperladifesadellaRepubblicaRo- liani didiventareununicopopolo. ganicamente, rappresentavalavolontàdegliita- teriale dell’EsercitoUnitarioitaliano,perché,or- essere consideratogiàespressionemoraleema- Guerra d’Indipendenza,l’EsercitoSardopoteva Pertanto, sipuòaffermareche,soprattuttodallaII inizialmente, nell’EsercitodelRegnodiSardegna. movimento sulterritorio,vengonoincorporati, d’Italia, nonostanteledifficoltàelapericolositàdi nazionale. Ivolontari,provenientidaogniparte rizzato laveraessenzadelnostroRisorgimento significato dell’ondatadiitalianitàchehacaratte- del 1848-49e1859fornisceilpiùcompleto troppo strettoescomodo,conilfazzolettorosso. cano esostituisceilrigidocollettogallonato, eReggio, loscontrodecisivo tral’Eserci- riose battagliediCalatafimi, Palermo,Milazzo, 1860 iniziasottoimigliori auspici.Dopolevitto- do chespessocopreconilsuo I i c s L l L a c o c ’ c 1 Napoleone III,consapevoledelleaspirazionidel- A Villafranca,l’armistiziodell’11luglio1859, I successiconseguitihannonotevoliripercus- Il 26aprile1859,l’ArmataSarda,affiancatadai Il fenomenodelvolontarismonellecampagne La CampagnanelRegno delleDueSiciliedel t L a 1 u r i o u n o 8 t n d n n u 6 r s i o o 0 i o l i s i f : s l l ” c L d t o L ’ s c e d u ’ r s c A o s m e n P u h n s O l i o o o e e - - T E O d’Oro alValorMilitare(laprima conferita lasecondaMedaglia rale GiuseppeGaribaldiviene to dell’8giugno1859,alGene- mo eLaveno.ConRegioDecre- no gliaustriaciaVarese,S.Fer- Cacciatori delleAlpisconfiggo- genta, SolferinoeS.Martino.I di Montebello,Palestro,Ma- splendide, vittoriosebattaglie ha sviluppipositiviconle inizio alleostilità.Lacampagna sei Corpid’Armatafrancesi,dà S I D D E L R R I S O 101 R G poncho I - ANTHROPOS M Rivista Militare n.3/2007 E N T O sudameri-

ANTHROPOS efficiente dall’appassionata riorganizzazione messa in opera dal Generale Manfredo Fanti. Egli assume il Comando del Corpo di spedizione e l’11 settembre 1860 entra nello Stato Pontificio. La battaglia di Castelfidardo e la capitolazione di An- cona aprono la strada verso il Regno di Napoli. Lo stesso Re Vittorio Emanuele II assume il Comando delle operazioni e, attraverso gli Abruzzi, si dirige a Napoli, dove sono già sbarcate truppe regie in rinforzo alle Unità dell’Esercito Meridionale impe- gnate davanti alla fortezza di Capua. Queste truppe consistono nella 14a Divisione, composta dalla Brigata «Re», Brigata «Aosta» (5° e 6° Reggimento Fanteria), I e XVI battaglioni bersa- glieri, 9a e 10a batteria di artiglieria, due squadroni di Nizza Cavalleria e tre compagnie del genio. Garibaldi, rendendosi conto della delicata situa- zione che si andava creando, desiste dal prose- guire verso Roma e accetta di incontrare il Re di Sardegna al quadrivio di Vairano Patenora, nei pressi di Teano, il 26 ottobre, salutandolo come Re d’Italia e ponendo l’Esercito Volontario agli or- dini dell’Esercito Regolare. Il Re Vittorio Emanuele, con decreto 6 novembre 15 maggio 1860: la battaglia di Calatafimi. 1860, nomina Giuseppe Garibaldi Generale d’Ar- mata. Con Nota n.76 del 4 maggio 1861, a firma del to Meridionale e quello Borbonico avviene nella Ministro della Guerra, Generale Manfredo Fanti, si valle del Volturno il 1° e 2 ottobre 1860. rende noto, ufficialmente, che l’Esercito Regio La Spedizione dei Mille, iniziata la notte tra il 5 e prende il nome di Esercito Italiano. il 6 maggio 1860, può essere considerata una delle pagine più significative ed entusiasmanti della nostra storia risorgimentale. La campagna I MOMENTI DELL’INCONTRO E DELLO SCONTRO per l’annessione del Regno delle Due Sicilie, con- dotta dall’Esercito Meridionale, ha del miracoloso, Il contrasto tra l’Esercito Meridionale e i rego- sia per la brevità del tempo con cui si sono otte- lari, che sono ben consapevoli dell’entusiasmo nuti successi decisivi su Forze ben più consistenti suscitato nell’opinione pubblica dalle imprese sia perché da questi successi scaturiranno risultati garibaldine, si manifesta fin dal momento del lo- politici risolutivi. ro incontro e per poco non sfocerà in uno scon- L’insediamento di Garibaldi a Napoli, il 7 set- tro. Il nuovo Esercito Italiano dovrebbe essere tembre, presenta incognite pericolose per il pre- l’espressione militare di quella realtà politica che annunciato programma di dare ulteriore sviluppo in larga misura i volontari hanno contribuito a all’azione rivoluzionaria, estendendola fino a Ro- determinare. ma e proseguendola anche nelle Venezie. Non è un segreto per nessuno che il principale Il momento è delicatissimo. Cavour considera obiettivo di Cavour è di arrivare, in tempi brevi, necessaria una spedizione militare nelle Marche allo scioglimento delle unità garibaldine. Tra il e nell’Umbria. Autorizza così l’estensione del novembre del 1860 e l’aprile del 1861, viene movimento unitario nello Stato Pontificio anche scritta una «pagina nera» del nostro Risorgimento per evitare che l’avanzata dell’Esercito Volonta- che consiste nella «liquidazione» dell’Esercito Me- rio Meridionale possa favorire la potente corren- ridionale, protagonista della conseguita unità. te repubblicana, che influirebbe negativamente A quell’Esercito non può bastare soltanto un sulla irrinunciabile connotazione monarchica del platonico elogio per saldare il debito di ricono- futuro Stato unitario. scenza. Nè è possibile un’indiscriminata incorpo- È indispensabile avere la passività dell’Austria e razione nell’Esercito regolare per varie controin- l’assenso di Napoleone III per la riuscita del piano dicazioni: i volontari sono elementi eterogenei e d’attacco all’Italia Centrale, a condizione di attua- troppo imbevuti di idee rivoluzionarie per non re il tutto con la massima celerità. nuocere alle caratteristiche peculiari dell’organi- Cavour sa di poter contare su un Esercito reso smo militare istituzionale.

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L’11 novembre 1860, viene deciso, pertanto, quale primo provvedimento, di conservare il Cor- po Volontari e di istituire una Commissione mista, composta da Ufficiali dell’Esercito e da Ufficiali garibaldini, presieduta dal Generale Morrozzo della Rocca, con il compito di valutare, per gli Uf- ficiali, l’esistenza di quei titoli utili per il passag- gio nell’Esercito regolare. Ai Volontari di ogni grado vengono riservate larghissime agevolazioni economiche, in relazione ai meriti acquisiti, se decidono di lasciare il servizio; provvedimenti che ridurranno sensibilmente il numero da transitare nel servizio permanente, con il relativo vantaggio economico. Nel gennaio 1861, considerando che «la bassa forza del Corpo Volontari nell’Italia Meridionale» ha preferito far ritorno ai paesi di origine e alle precedenti occupazioni, si decide di sciogliere il Comando del Corpo e di trasferire la Commissione da Napoli a Torino. I resti delle Divisioni Türr, Co- senz, Medici e Bixio vengono raccolti a Mondovì, Asti, Biella e Vercelli, mentre gli Ufficiali di Caval- leria vengono assegnati al Deposito di Cavalleria di Pinerolo e, in seguito, ai Depositi delle Divisioni. Con ordinamento autonomo e indipendente, il 26 ottobre 1860: lo storico incontro in località Vaira- Corpo Volontari viene organizzato su tre Divisio- no Patenora, nei pressi di Teano, tra Garibaldi e Vit- torio Emanuele II. ni, costituite ciascuna da: Stato Maggiore; 2 Reg- gimenti di Fanteria (su 2 battaglioni); 2 battaglioni di Cacciatori (su 4 compagnie); 2 batterie di Arti- glieria; 1 compagnia di zappatori del Genio; con vizio permanente dell’Esercito, ormai, Italiano. l’aggiunta successiva di: un Comando superiore; Analoghi provvedimenti vengono adottati per gli una quarta Divisione e 3 squadroni Guide. appartenenti all’ex Esercito Borbonico, ricono- Per quanto ridotto, il Corpo Volontari rappre- scendo ai militari il grado acquisito alla data del 7 senta comunque un pericolo, perchè il probabile settembre 1860. ricorso ad azioni rivoluzionarie nelle Venezie e Si deve al Generale Manfredo Fanti, considerato il nello Stato Pontificio, può pregiudicare le trattati- fondatore dell’Esercito, la riorganizzazione evoluti- ve in corso per risolvere diplomaticamente la va dell’Armata Sarda e la trasformazione in Esercito Questione Romana. Italiano, sancita con R.D. 24 gennaio 1861. La definitiva sistemazione ordinativa dei Volon- tari si conclude con il Decreto n. 508 del 27 mar- zo 1862, con provvedimento del Ministro Petitti DAL 1861 AL 1865 (Governo Rattazzi), che dispone l’assimilazione degli Ufficiali garibaldini in servizio nell’Esercito Gli uomini migliori di Garibaldi transitati nel- regolare, per un totale di 2 200 Ufficiali dei 7 400 l’Esercito regolare, tra i quali lo stesso Manfredo effettivi. Tale provvedimento Fanti, Enrico Cosenz, Giuseppe viene considerato, in genere, Sirtori, Giacomo Medici, Nino l’atto di liquidazione dell’Eser- L’11 novembre 1860 vie- Bixio, Giacinto Bruzzesi, Giu- cito garibaldino ma costituisce, “ne istituita una Commissio- seppe Dezza, Oreste Baratieri, in realtà, uno dei punti qualifi- ne mista, composta da Uffi- Vincenzo Orsini, l’ungherese canti del nuovo corso politico Stefano Türr si faranno onore di Rattazzi e una svolta impor- ciali dell’Esercito e da Uffi- distinguendosi tra i Generali tante nel rapporto con i Volon- ciali garibaldini, con il com- «piemontesi» di pari grado, di- tari. Operazione apprezzata e pito di valutare i titoli per il mostrando la validità dei prin- attentamente controllata dallo passaggio nell’Esercito re- cipi acquisiti dall’esperienza stesso Garibaldi, che ne verifi- golare garibaldina. ca, soprattutto, i criteri adottati L’accordo politico tra Rattazzi verso i suoi Ufficiali dimessi ” e Garibaldi, già in crisi fin dal- perché dichiarati non idonei al passaggio nel ser- l’aprile 1862, sembra rompersi dopo i fatti di Sar- ANTHROPOS

103 - ANTHROPOS 21 e 22 gennaio 1871: Garibaldi alla battaglia di Di- 1866: III GUERRA D’INDIPENDENZA gione. La Campagna del 1866 vede il Corpo dei Volon- tari nuovamente affiancato alle Forze regolari, con nico (14 maggio 1862), in conseguenza degli ar- lo slancio e lo spirito di sempre, agli ordini di resti dei 123 Volontari pronti all’invasione del Ti- Giuseppe Garibaldi, con una forza complessiva di rolo, e si dissolve completamente dopo la tragica 38 000 Fanti, 870 cavalli e 24 cannoni, consisten- conclusione dello scontro di Aspromonte del 29 te in 40 battaglioni di fanteria, 2 battaglioni ber- agosto 1862, dove, da parte dei regolari, tra i saglieri, 2 squadroni Guide, 3 batterie di artiglie- quali vi sono molti ex Ufficiali borbonici, si verifi- ria da campagna e una da montagna e una com- ca un’autentica caccia ai garibaldini ritenuti veri pagnia di zappatori. nemici. Tra gli Ufficiali Generali ex garibaldini che fanno I casi più clamorosi si verificano in Sicilia, do- ormai parte dell’Esercito regolare figurano: il Te- ve, a Fantina (Messina) 7 garibaldini vengono nente Generale Giuseppe Sirtori (Comandante fucilati per diserzione e 32 Ufficiali della Briga- della 5a Divisione - Brigate «Brescia» e «Valtelli- ta Piemonte, operante a Misterbianco (Catania), na»); Tenente Generale Enrico Cosenz (6a Divisio- dimissionari per non combattere contro Gari- ne - Brigate «Acqui» e «Livorno»); Tenente Gene- baldi, vengono tratti in arresto, condannati e rale Nino Bixio (7a Divisione - Brigate «Re» e «Fer- rimossi dal grado e dal servizio con R.D. del 5 rara»); Tenente Generale Giacomo Medici (15a Di- ottobre 1862. visione - Brigate «Pavia» e «Sicilia»). L’episodio più doloroso della storia del Risor- L’uniforme adottata per tutti è la camicia rossa, gimento evidenzia, ancora una volta, in modo mentre nel 1859 i Cacciatori delle Alpi indossavano inequivocabile, i motivi di contrasto esistenti in la divisa dell’Esercito regolare; soltanto i Carabinie- tutte le Campagne tra le truppe regolari e i Vo- ri Genovesi conservano la loro uniforme speciale. lontari. L’incompatibilità esistente tra Lamar- La Prussia, il 5 luglio, riporta a Sadowa una vit- mora, Cialdini e Garibaldi si diffonde inevitabil- toria sull’Austria. La previsione di un probabile mente tra i quadri del nascente Esercito Italia- armistizio consiglia agli italiani di accelerare le no, costringendo molti Ufficiali ex garibaldini a operazioni. Il Generale Cialdini entra a Padova, dimettersi per incompatibilità con quelli prove- mentre Garibaldi occupa il forte d’Ampola, batte nienti dalla Regia Accademia di Torino, mentre gli austriaci a Monte Suello, dove viene ferito, e a godono di considerazione gli ex Ufficiali bor- Vezza e il 21 luglio vince a Bezzecca; Medici bonici, perché provenienti dalla Scuola Militare sconfigge gli austriaci a Primolano e occupa Borgo della Nunziatella. Valsugana e Levico, Cadorna è davanti a Gradisca.

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Ma la Prussia e l’Austria, il 26 luglio, firmano l’Ar- Elia Marchetti; altri 10 legionari vengono deportati mistizio di Nikolsburg e l’Italia si vede costretta in Siberia. ad accettare quello di Cormons. A Garibaldi giun- Nel 1866, 2 000 Volontari raggiungono Creta e, ge l’ordine di evacuare il Trentino. Con rassegnata sotto il Comando del garibaldino Luciano Mereu, disciplina, risponde con il telegramma: Ho ricevu- si oppongono ai Turchi di Mustafà Pascià. Nei fatti to il dispaccio n. 1 073. Obbedisco. d’arme della vittoriosa Campagna, numerosi Vo- Il 12 agosto 1866, termina la III Guerra per l’In- lontari cadono in combattimento. dipendenza, a un passo dagli obiettivi prefissi: Trento e Trieste. Con i plebisciti del 21 e 22 ottobre, la Venezia I GARIBALDINI DOPO GARIBALDI Euganea viene annessa all’Italia. Dopo la morte di Giuseppe Garibaldi, avvenuta a Caprera il 2 giugno 1882, seguendo il suo esem- MENTANA E ROMA CAPITALE pio e nella continuità dei valori e degli ideali della tradizione garibaldina, Ricciotti Garibaldi, ultimo- La Campagna dell’Agro Romano per Roma Capi- genito del Generale, guida, nel 1897, oltre 1 300 tale del 1867, conclusasi con l’episodio vittorioso Volontari contro i Turchi per la libertà della Gre- di Monterotondo e con la sconfitta di Mentana, ri- cia. A Domokos, il 17 maggio 1897, il battaglione propone il problema della permanenza nei Quadri di garibaldini, comandato da Luciano Mereu, già dell’Esercito del Corpo Volontari, che viene così combattente a Creta, sconfigge le forze turche di definitivamente soppresso. gran lunga superiori. Nella battaglia cadono 30 Il 20 settembre 1870, davanti alle mura di Roma, Volontari, 120 sono i feriti. tra i 50 000 uomini mobilitati per la Costituzione del «Corpo dell’Esercito di Osservazione nell’Italia Centrale», agli ordini del Generale Raffaele Cador- IL 1900 na, articolato su 5 Divisioni, non vi sono Corpi Vo- lontari, ma ritroviamo due ex garibaldini: il Tenen- Il XX secolo si apre con la partecipazione di te Generale Enrico Cosenz (Comandante dell’11a Corpi Volontari a varie Campagne. Dopo i Cairoli, Divisione) e il Tenente Generale Nino Bixio (Co- nel Risorgimento, intere famiglie si distinguono in mandante della 2a Divisione), mentre Garibaldi ac- diverse occasioni, come gli Slataper nella Prima correrà più tardi con i suoi Volontari in difesa della guerra mondiale e i Venini e gli Stuparich nella Francia repubblicana minacciata dai prussiani. Seconda. Ma la famiglia che per tre generazioni si è dimostrata fedele alle tradizioni del volontari- smo patriottico è stata quella dei Garibaldi. LE GUERRE COLONIALI E LE MISSIONI «FUORI Il capostipite ha fornito l’esempio più luminoso, AREA» DEI VOLONTARI GARIBALDINI non soltanto di valore ma anche di lealtà e di disinte- resse, poi, i figli, Menotti e Ricciotti, hanno assicurato Il periodo coloniale vede, purtroppo, il Generale con le loro imprese la continuità della tradizione. Oreste Baratieri, uno dei Mille, l’ultimo capo milita- Ricciotti, dopo la Campagna di Grecia del 1897, re proveniente dall’Esercito Volontario di Giuseppe accorre in Albania contro i turchi nel 1912. Già Garibaldi, in Etiopia al Comando delle truppe italia- nel 1911 un gruppo di Volontari si è battuto a ne che, dopo l’effimera vittoria a Debra Ailà (9 ot- Podgorika; ma nel 1912, Ricciotti assume il Co- tobre 1895), vengono travolte ad Adua il 1° marzo mando della Legione italo-greca, in camicia rossa, 1896. Capo del Governo è un altro garibaldino dei e batte i turchi nella battaglia di Drisko, presso Mille, Francesco Crispi, preceduto alla guida dello Jannina; 2 000 uomini contro 10 000. stesso dal garibaldino Benedetto Cairoli. L’intera famiglia Garibaldi partecipa alla Campa- Nel 1849, dopo la sconfitta di Novara, Alessan- gna: Donna Costanza, moglie di Ricciotti, come dro Monti, con i suoi Volontari, accorre in Unghe- Ispettrice della Croce Rossa e le figlie, Rosa e Ita- ria, attaccata dagli austro-russi, dove il grande lia, come infermiere; Giuseppe (detto Peppino), è patriota ungherese Lajos Kossuth, che ha invocato Capo di Stato Maggiore; oltre a Ricciotti junior, «dal Dio della vittoria la benedizione su Garibal- Sante, Costante ed Ezio. di», ha proclamato l’indipendenza della Repubbli- I Volontari garibaldini accorrono, nel 1914, in ca magiara dall’Impero Austriaco. difesa della Serbia e combattono a Visegrad con- Nel 1863, il garibaldino bergamasco Francesco tro le Armate austro-ungariche: 5 di questi ca- Nullo, al Comando di 500 Volontari, accorre in di- dono da eroi. I combattenti portano, sugli abiti fesa della Polonia e muore il 5 maggio nel com- civili, una fascia rossa al braccio e al collo un battimento di Krzykawka, presso Slawkow, contro fazzoletto dello stesso colore. Essi si battono i Russi, dove viene ferito mortalmente il Tenente anche a Babina Glava e non pochi cadono uccisi ANTHROPOS

105 - ANTHROPOS drati nel battaglione «Garibaldi» al Comando di Randolfo Pacciardi. Nella Seconda guerra mondiale, l’evolversi del volontarismo si verifica, dopo l’8 settembre 1943, nel vasto processo definito «Secondo Risorgimen- to», nel quale, come nel primo, militari e civili vengono coinvolti nell’insurrezione di intere città, con Corpi di Volontari, nell’attività clandestina e in azioni di sabotaggio. Il Comando dei «Volontari della Libertà» viene affidato dal Comitato di Libe- razione Nazionale per l’Alta Italia (CLNAI) al Ge- nerale Raffaele Cadorna, futuro Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. 1914, Argonne: il Sottotenente Bruno Garibaldi con i Nel nome dell’Eroe dei Due Mondi si costitui- suoi Volontari. scono sul territorio nazionale ben 575 tra Brigate e Divisioni, che vanno ad alimentare le unità mili- o gravemente feriti. tari e le formazioni partigiane impegnate nella All’inizio della Prima guerra mondiale, dimenti- Resistenza e nella Guerra di Liberazione. cando i motivi di contrasto con la «sorella latina» e Molti Ufficiali - scrive Cadorna - disciolti dai vin- nel ricordo di quanto avevano compiuto Giuseppe coli disciplinari, soli o accompagnati dai loro sol- Garibaldi e il figlio Ricciotti nel 1870-71, i Volontari dati, tornarono alle loro case e si diedero alla garibaldini offrono il loro aiuto al governo francese. macchia, giurando che avrebbero continuato, sotto Il Reggimento, al Comando del Colonnello Peppino qualsiasi forma, la lotta. La lotta contro l’invasore Garibaldi, è composto da 53 Ufficiali, 153 Sottuffi- ... tende ad assumere quel carattere plebiscitario ciali e circa 2 000 soldati. Tra gli Ufficiali si eviden- nazionale che ... accompagnerà il Paese alla vitto- ziano i sei fratelli Garibaldi, figli di Ricciotti: Peppi- ria finale. Guidati dai militari, i Volontari compiono no, Ricciotti junior, Bruno, Costante, Sante ed Ezio. I innumerevoli atti di valore. Tra gli Ufficiali Coman- Volontari, indossando l’uniforme francese che copre danti di formazioni volontarie, ricordiamo: il Ge- la camicia rossa, operano nelle Argonne e sosten- nerale Trabucchi (in Piemonte), Generale Perotti gono tre combattimenti: al Bois de Bolante, e preci- (fucilato dai nazisti), i Generali Rossi e Martinengo, samente a l’Abri de l’Etoile, il 26 dicembre 1914, i Colonnelli Capitò (fucilato), Pompei, Fontana, Uc- dove perde la vita Bruno Garibaldi. Il 5 gennaio ci, Bollani, Vigliero, Fassimoni, Currero e il Tenen- 1915, a Ravin des Mourissons, cade, tra gli altri, un te Colonnello Pucchetti. altro figlio di Ricciotti, Costante. Il giorno dopo, nel- Tantissimi sono i militari di ogni grado che pre- la stessa località, i garibaldini tornano all’attacco. feriranno la morte alla diserzione, al disonore e al- Cadono 93 Volontari, 337 i feriti e 136 i dispersi. la passiva accettazione degli oppressori nazi-fa- Nell’imminenza dell’entrata in guerra dell’Italia, scisti. la Legione si scioglie e i garibaldini raggiungono il Il laconico comunicato del Generale Pietro Bado- fronte italiano, dove, incorporati nella Brigata «Al- glio, Capo del Governo, dice, tra l’altro: ... ogni at- pi» (51° e 52° Reggimento), si distinguono nei to di ostilità contro le forze anglo-americane deve combattimenti del Col di Lana, detto «Monte di cessare da parte delle forze italiane in ogni luo- Fuoco», di Cima di Costabella e della Marmolada. go.... Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da Il valore e il sacrificio dei nuovi garibaldini dif- qualsiasi altra provenienza ... ad atti di forza, rea- fondono nel nostro popolo il convincimento della gire con atti di forza .... Ciò genera incertezza per necessità dell’intervento e concorrono ad affretta- la mancanza di precise direttive sul comportamen- re quegli eventi che conferiranno al nostro Eserci- to da assumere verso gli ex alleati tedeschi. to gloria e onore. Nelle vicende che seguono l’armistizio dell’8 Alla Grande Guerra, partecipano altri Volontari: settembre 1943, risorge vigorosamente negli ita- Enrico Toti, Gabriele D’Annunzio, Leonida Bisso- liani la coscienza di essere cittadini e soldati di lati e, tra gli «Irredenti», Cesare Battisti, Damiano un’unica, grande Nazione. Chiesa e Fabio Filzi. I soldati italiani, sul territorio nazionale e al- l’estero, compiono scelte coraggiose, respingendo sdegnosamente e con fierezza le infamanti propo- DALLA GUERRA DI SPAGNA AL SECONDO CON- ste formulate dai tedeschi, contro le quali sanno FLITTO MONDIALE (1936-445) reagire con antico orgoglio, in un momento tragi- co della Patria lontana, riscattando l’onore militare Della Guerra Civile spagnola (1936-39) si ricor- del nostro Esercito e la dignità del popolo italiano. da l’eroico comportamento dei Volontari inqua- In questo scenario, risalta, primo fra tutti, il co-

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decorazioni al Valor Militare, di cui: 5 Medaglie d’Oro, una d’Argento e una di Bronzo ai reparti; ai singoli: 8 Medaglie d’Oro, 87 d’Argento, 1 350 di Bronzo e 713 Croci di Guerra. I Reduci di quella Divisione, con Decreto Mini- steriale, vengono autorizzati a conservare l’appel- lativo di «garibaldini» e a indossare la camicia rossa, simbolo di libertà e di ardimento, nelle ce- rimonie ufficiali. Lo spirito del Volontario garibaldino è rimasto nell’ordinamento del nostro Esercito anche at- traverso la lunga permanenza di alcuni Reparti, la cui costituzione ha origine nel Primo e Secon- do Risorgimento: il 51° e 52° Reggimento di Fan- teria d’arresto Alpi «Obbedisco» (ora disciolti), eredi del Corpo Cacciatori delle Alpi; il 182° reg- gimento Fanteria corazzato «Garibaldi», che trae 1915, Argonne: i fratelli Garibaldi (figli di Ricciotti). origine dalla Divisione Italiana Partigiana «Gari- baldi», contratta in reggimento «Garibaldi» il 25 aprile 1945 e, attualmente, rappresentato dall’XI raggio e l’eroismo della Divisione di Fanteria «Ve- battaglione bersaglieri «Caprera», inquadrato nel nezia», dislocata in Montenegro e Sangiaccato, e 7° reggimento bersaglieri con sede in Bari; l’84° della Divisione Alpina «Taurinense», schierata da reggimento Fanteria «Venezia» (ora disciolto) e il Gornje Polje, presso Niksic, fino alla linea di de- 19° Gruppo Artiglieria «Venezia», eredi della Di- marcazione fra il XIV e il VI Corpo d’Armata. visione di Fanteria «Venezia», e la Brigata Alpina Il 2 dicembre 1943, dalla fusione delle due Divi- «Taurinense», tuttora in servizio attivo. sioni, si costituisce in Pljevlja (Montenegro), la Di- Eredi della tradizione garibaldina, attualmente, visione Italiana Partigiana «Garibaldi». possono essere considerati, a pieno titolo, i Volon- Primo Comandante è il Generale Giovan Battista tari della Brigata corazzata «Garibaldi», che hanno Oxilia, seguito dal Generale Lorenzo Vivalda. Dal operato nello stesso scenario operativo della Divi- 1° luglio 1944, ne assume il Comando il Colon- sione Italiana Partigiana «Garibaldi», ritenuta stori- nello di Artiglieria da montagna Carlo Ravnich, camente l’ultimo anello dell’epopea garibaldina, che, l’8 marzo 1945, riporta in Italia, vittoriosa che, nel corso di circa un secolo, dal 1848 al 1945, dopo innumerevoli prove di valore e di sacrificio, i in un percorso di gloria e di sacrificio, ha attraver- resti della sua unità, che sbarca a Brindisi con una sato la nostra Penisola e, dovunque, ha combattuto Forza di 3 800 uomini da circa 20 000 effettivi per la libertà, con la fiamma inestinguibile delle ca- all’8 settembre 1943. I Caduti accertati sono micie rosse dei Volontari garibaldini. 3 556, i dispersi 5 000. Vengono concesse 2 166 In conclusione è opportuno ricordare il Generale Alberto Scotti, che così chiudeva il «Calendesercito ’98», ultima sua fatica prima della prematura 1945, Dubrovnik: il Colonnello Carlo Ravnich con alcuni scomparsa: ...Sull’esempio delle generazioni di Ufficiali prima dell’imbarco per il ritorno in Patria. Volontari susseguitesi dall’Indipendenza, anche oggi si registra nei giovani una forte spinta ad aderire a valori di alto contenuto patriottico, so- ciale e umanitario e a farsi protagonisti di missioni in favore della comunità nazionale e internaziona- le, sia per il ripristino dell’ordine, sia per recare soccorso a popolazioni in situazioni di gravi diffi- coltà alimentari e sanitarie. La capacità del Volon- tario italiano di interpretare entrambi i ruoli, quelli del soldato professionalmente attrezzato e del soccorritore generosamente motivato, ha suscitato sempre e ovunque apprezzamento e ammirazione: coraggio e ricchezza di sentimenti sono le virtù che costituiscono la loro cifra d’onore....

Nicola Serra Colonnello (aus.). ANTHROPOS

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IL REAL ESERCITO BORBONICO ANTHROPOS IL REAL ESERCITO BORBONICO

Definito in senso dispregiativo «Esercito di Franceschiello» e frettolosamente bollato come inetto e ineffi- ciente, non era, al contrario, inferiore a tanti altri. Lo era, certo, nei suoi Generali, che, pur potendo conta- re su truppe numerose e bene armate, seppero «distinguersi» solo per codardia, insipienza e tradimenti.

Per capire bene quale Esercito affrontarono Ga- cantile facendo entrare in servizio di linea il primo ribaldi e il Regno Sardo-Piemontese dobbiamo fa- battello a vapore e unì Napoli e Palermo con una re un passo indietro di alcuni decenni e partire da linea telegrafica. Diminuì almeno in parte le tasse Ferdinando Carlo Maria di Borbone (1810-1859). rinunciando a diverse rendite per lo Stato e ridus- Alla morte del padre, Re Francesco I, Ferdinando se alcuni dazi. Infine, intervenne pesantemente salì sul trono all’età di 19 anni e vi rimase dal contro la criminalità e riformò la Marina Militare 1830 al 1859 con il titolo di Ferdinando II. Nei borbonica. primi diciassette anni regnò con moderazione e In questa sede è il caso di sfatare il luogo co- saggezza, concesse amnistie e promulgò riforme. mune che vuole il Regno delle Due Sicilie privo di Inoltre, commissionò il progetto del primo ponte capacità e primati. In realtà, era il terzo Stato al sospeso in Italia (il ponte Real Ferdinando sul Ga- mondo come sviluppo industriale e il primo in Ita- rigliano, 1828), inaugurò nel 1839 la prima ferro- lia. Ebbe la prima illuminazione a gas nelle città, il via (Napoli-Portici), incrementò la marina mer- primo telegrafo elettrico, il primo telegrafo sotto- marino dell’Europa continentale, la prima rete di fari con sistema lenticolare, la più grande indu- stria metalmeccanica in Italia (la Pietrarsa). L’Ar- senale di Napoli vantava il primo bacino di care- naggio in muratura in Italia, oltre al maggior nu- mero di società per azioni. Aveva la prima flotta mercantile in Italia e la terza al mondo, la prima compagnia di navigazione e la prima nave a vapo- re del Mediterraneo. Inoltre, era lo Stato con il mi- nor numero di tasse e istituì la prima assistenza sanitaria gratuita nonché il primo ospedale psi- chiatrico. Tra gli Stati italiani era quello con il maggior numero di orfanotrofi, ospizi, collegi, conservatori e strutture di assistenza e formazio- ne, la più bassa percentuale di mortalità infantile d’Italia e la più alta percentuale di medici per abi- tanti. Napoli era, inoltre, la prima città per nume- ro di teatri, conservatori, giornali e riviste. Il Re- gno aveva la maggior quantità di lire-oro nei Ban- chi Nazionali, tanto che dei 668 milioni di lire- oro, patrimonio di tutti gli Stati italiani messi in- sieme, ben 443 milioni erano del solo Regno delle Due Sicilie. Insomma, quando cadde fu per l’inca- pacità o il tradimento di chi lo guidava ai vari li-

A sinistra. Ufficiale e allievo del Real Collegio Militare. In apertura. Guardie del Corpo a piedi.

ANTHROPOS - 110 Rivista Militare n. 3/2007 velli e non certo perché non avesse le potenzialità di difendersi. Ferdinando II aveva un carattere tutt’altro che arrendevole e, con gli anni, si dimostrò un mo- narca assolutista e reazionario, geloso della pro- pria indipendenza e isolato da tutti gli altri Stati in Italia e in Europa. Nel 1832 sposò la Principessa Maria Cristina di Savoia, che gli dette l’erede ma- schio Francesco d’Assisi Maria Borbone, il futuro Francesco II. La moglie morì pochi giorni dopo il parto. Si risposò, quindi, cinque anni dopo: anco- ra una volta si trattava di una cugina, l’Arcidu- chessa d’Austria Maria Teresa Isabella dalla quale ebbe altri dodici figli. Ferdinando II amava tra- scorrere la maggior parte del tempo nella splen- dida Reggia di Caserta, circondato dalla sua nu- merosa famiglia. A tavola distribuiva lui stesso le porzioni di cibo ai commensali e, nonostante il suo lignaggio regale, amava la cucina tipica napo- letana, soprattutto i maccheroni, la pizza e la ci- polla, di cui era estremamente ghiotto. Nonostan- te l’aria bonaria, era comunque meglio non farlo arrabbiare. Nel 1837 in Sicilia fece reprimere con ferocia la rivolta del popolo che chiedeva a gran voce l’au- tonomia e la Costituzione. Il suo autoritarismo, insieme alle rivendicazioni di libertà che si leva- vano un po’ ovunque in Europa, provocò la rivo- luzione del 1848. In Sicilia la popolazione era ar- retrata e i Baroni, la classe dominante dell’isola, erano pronti a tutto pur di mantenere o aumen- Ufficiale e soldato del Genio. tare i loro privilegi. Ci furono tentativi di insurrezione a Messina, Reggio e, infine, a Palermo che costrinsero il Re a dirizzo politico, esaltando l’atteggiamento di concedere la tanto sospirata Costituzione e, suc- chiusura verso gli ideali risorgimentali che stava- cessivamente, portarono alla proclamazione del- no sconvolgendo gli equilibri della penisola, l’or- l’indipendenza. Ferdinando II mobilitò subito un ganizzazione militare borbonica subì una lenta Esercito di 20 000 uomini sotto il comando del involuzione, perdendo gran parte della propria Generale Carlo Filangieri e inviò efficienza e operatività e sca- la flotta verso Messina, che dendo in un Esercito di caser- venne bombardata indiscrimi- Il Regno delle Due Sicilie ma, con un sistema di recluta- natamente anche dopo la resa “quando cadde fu per l’inca- mento e avanzamento che dei rivoltosi, provocando l’ucci- pacità o il tradimento di chi portò a un eccesso di Quadri in sione di molti innocenti. Per età troppo avanzata per il gra- questo fatto Ferdinando II ven- lo guidava ai vari livelli e non do ricoperto, scarsamente pre- ne soprannominato «Re Bom- certo perchè non avesse le parati professionalmente e ba». La campagna militare in Si- potenzialità di difendersi troppo legati alla vita di guar- cilia terminò dopo nove mesi. nigione. Tuttavia, l’Esercito La repressione portò, fra il ” non era inferiore ad altri, men- 1848 e il 1851, alla detenzione nelle patrie gale- tre lo erano gli alti Quadri. Il Regno delle Due Si- re, spesso in condizioni estreme, dai 15 000 ai cilie andava disgregandosi sempre più, e questo 40 000 dissidenti (o ritenuti tali). declino culminò con l’attentato a Ferdinando II fe- Ferdinando II, unico sovrano della sua dinastia a rito da un colpo di baionetta infertogli da un suo interessarsi concretamente di problemi militari, soldato. Sembrava potesse sopravvivere, ma la fe- riuscì, nei primi anni del suo regno, a organizzare rita si infettò provocandogli una lenta e atroce un Esercito adeguato alle necessità della sua poli- agonia. Morì nel maggio 1859 consegnando al fi- tica estera e al controllo dell’ordine pubblico. glio Francesco un Regno ormai allo sfacelo. Quando, dopo il ’48, il Re accentuò il proprio in- Il ventitreenne Francesco d’Assisi Maria Borbo- ANTHROPOS

111 - ANTHROPOS guate, le libertà personali e politiche inesistenti. La situazione sociale era precaria per la povertà dei contadini e l’arretratezza del sistema agrario. Le riforme agrarie promosse dai Borbone erano state boicottate da una potentissima aristocrazia terriera, tanto attaccata ai propri privilegi da pas- sare subito dalla parte dei nuovi padroni, i Savoia, pur di conservarli. Tutto ciò era aggravato dalle scarse qualità politiche degli uomini che circon- davano il Re. La situazione non era del tutto negativa. Le zo- ne costiere erano prospere, una marina mercanti- le attiva, una polizia efficiente e un buon Esercito, anche se il Re, privo di educazione militare e sportiva, non lo valorizzò adeguatamente. Nel 1860 il Real Esercito borbonico aveva sotto le ar- mi poco meno di centomila uomini, gendarmeria compresa. L’Esercito era reclutato anche con il volontariato nazionale ed estero, ma soprattutto con la leva obbligatoria. I coscritti venivano estratti a sorte dal proprio comune, ma chi non se la sentiva e aveva abbastanza soldi poteva otte- nere l’esenzione pagando un volontario che lo so- Artiglieria a piedi. stituisse. L’obbligo di servizio era di dieci anni, dei quali cinque di servizio attivo e cinque nella riserva. In Sicilia era previsto invece solo l’arruo- ne, Duca di , soprannominato dal popoli- lamento volontario. no «Franceschiello», era assai diverso dal padre. I Caporali e i Sottufficiali provenivano in massi- Abulico, assente, attaccatissimo alla famiglia e al ma parte dalla Scuola Militare di Maddaloni e ave- ricordo della madre Maria Cristina di Savoia, che vano un periodo di ferma di dieci anni, con possi- non aveva mai conosciuto. Oppresso dal nulla e bilità di carriera anche come Ufficiali. Al massimo atavico nemico del fare, spesso esordiva con frasi diventavano Capitani, se superavano gli appositi come «Dio mio, come mi pesa questa corona!», esami. Gli Ufficiali di grado superiore provenivano senza rendersi conto che il suo regno aveva i dall’Accademia. Tra essi spiccavano per livello giorni contati. quelli usciti dal Collegio Militare «Nunziatella». Sposato con la bellissima Maria Sofia di Wittel- L’Esercito borbonico era, però, carente nell’orga- sbach, nipote del Re di Baviera Massimiliano II, fi- nizzazione logistica e soffriva la mancanza di un glia del Duca Max e sorella della leggendaria Sissi, Comandante Generale all’altezza della situazione. Imperatrice d’Austria, Francesco II divenne Re in La neutralità di Francesco II, che come il padre un momento estremamente delicato, poiché il cercava di stare fuori dagli eventi che infiamma- Piemonte, con l’appoggio della Francia, aveva ap- vano l’Italia, non bastava a salvaguardare il Re- pena vinto la II Guerra d’Indipendenza contro gno, anzi peggiorò la situazione. In quella fase, l’Austria (27 aprile - 11 luglio 1859), creando un chi stava fuori era contro, con tutto ciò che ne nuovo Regno formato dall’ex Regno di Sardegna, conseguiva. Lo sapeva benissimo Vittorio Ema- dalla Lombardia, dai disciolti Ducati di Parma e nuele II, Re di Sardegna, il quale tentò di farlo ca- Modena, dalle Legazioni pontificie di Emilia e Ro- pire a Francesco II, inviandogli l’ambasciatore magna e dall’ex Granducato di Toscana. Un fervo- Ruggero Gabaieane, Conte di Saimour. Il messag- re patriottico attraversava tutta la penisola, ac- gio, in pratica, era il seguente: «appoggia la no- cendendo pericolosi focolai di ribellione anche in stra politica d’indipendenza nazionale dall’Au- Sicilia, dove l’insurrezione esplose nuovamente stria, dimostrati italiano e quindi schierati con nella primavera del 1860, quando il protettore noi». La prospettiva era quella di creare una Con- storico della dinastia borbonica di Napoli, l’Au- federazione italiana, comprendente un Regno del- stria degli Asburgo, attraversava una profonda le Due Sicilie autonomo e retto dalla sua dinastia. crisi interna ed era, quindi, incapace di interventi Ma Francesco II aveva promesso al padre morente esterni. di continuare a essere neutrale. Inoltre, riteneva Le strutture politiche e amministrative del Re- più opportuno «stare alla finestra» e allearsi in un gno erano ormai vecchie e inefficienti, l’economia secondo tempo con il vincitore. delle zone interne ferma, le strade poche e inade- Nel marzo del 1860, questo atteggiamento

ANTHROPOS - 112 zappatori e due batteried’artiglieria, alloscopo battaglioni, ottosquadroni, duecompagnie tore Pianell,unacolonna mobileformatadaotto comando delgiovanee capaceGeneraleSalva- Linea eiCacciatori.Inviò ancheinAbruzzo,al motivati, potenziòlaGendarmeria, laFanteriadi muovendo alcontempoUfficialipiùgiovani e ciali nonpiùidoneialserviziooperativo,pro- efficiente. PassòaiCorpiSedentarimoltiUffi- allo scopodirenderelostrumentomilitarepiù Francesco IItentòdiattuarequalcheriforma, tavia, malgradolacattivafama,occorredireche sito unsignificatoaltrettantodispregiativo.Tut- recenti soltanto«ArmataBrancaleone»haacqui- modello diinefficienzaeinettitudine.Intempi opponeva ilRegnodelleDueSicilie? avanzavano eigaribaldinisbarcavano.Comesi inglesi eultraconservatore.Intantoipiemontesi Francesco AntonioWinspeare,dianticheorigini nominò MinistrodellaGuerrailTenenteGenerale no AntonioStatella,PrincipediCassaro,ilquale eccezionali. della Corteadaverecapacitàpoliticheemilitari leterio poichésitrattava,forse,dell’unicouomo idee distamporiformisticomoderato.Ciòfude- dimissioni nonessendoriuscitoaimporrelesue nistri eMinistrodellaGuerranel1859.Arrivòalle quale lonominòPresidentedelConsigliodeiMi- verno. FurichiamatoinpoliticadaFrancescoII,il sino al1855,pacificandolaconunaccortogo- la Sicilianel1849,virimasecomeLuogotenente glieria) portandoleaottimilivelli.Riconquistata ganizzò lecosiddette«armidotte»(GenioeArti- vi furichiamatodaFerdinandoIInel1831.Rior- espulso dall’Esercitodopoimotidel1820-21e premo ConsigliodiGuerraFerdinandoI.Fu la restaurazionedeiBorbone,fecepartedelSu- meritò lapromozioneaTenenteGenerale.Dopo ventiquattro lancieri.Invirtùdiquestoepisodio volta) caricandogliaustriacisulTànaroconsoli 1813. Nel1815fugravementeferito(perlaterza lonnello nel1811eMaresciallodiCampo Murat comesuocollaboratore.FunominatoCo- nare aNapoli,fusceltodalnuovoReGioacchino so cheavevaoffesoinapoletani.Costrettoator- in Spagna,malìucciseduellounUfficialecor- di Calabria.Nel1808seguìGiuseppeBuonaparte e partecipòall’assediodiGaetaallacampagna nell’Esercito napoletanodiGiuseppeBuonaparte ra adAusterlitz.Congedatosinel1806,siarruolò campagne, dovefupromossopermeritodiguer- ruolò nell’Esercitofranceseepartecipòatre 1784 aCavade’Tirreni,terminatiglistudisiar- ed eraunuomobendiversodalRe.Natonel dimissioni. EgliavevasedatolarivoltainSicilia spinse ilPrimoMinistroCarloFilangieriadarele La frase«EsercitodiFranceschiello»divenne Il suopostovennepresodall’ottantennesicilia- l’obbligo di ripresentarsi allearmi in casodine- servizio attivoealtricinque nellariserva,con sulla leva.Icoscrittiprestavano cinqueannidi soldati. forza di2869Ufficiali e93041Sottufficiali difesa delRegno,chenell’aprile1860contavauna trattava diunostrumentomilitaresufficientealla dell’armamento. Tuttavia,complessivamente si in fasediriorganizzazioneeammodernamento mente preparati.Letruppe,inoltre,eranoancora Ufficiali ancoratroppoanzianienonsufficiente- queste riformel’Esercitoborbonicorimanevacon ziare, quindi,ancheilCorpoSanitario.Malgrado cito diquasicentomilauomini.Decisepoten- Sanitario eranodeltuttoinsufficientiperunEser- addirittura peggiorepoichégliorganicidelCorpo che, nelcasodelsuoEsercito,lasituazioneera anche sesoccorsiimmediatamente.Egliconstatò feriti emalatiavevanoalteprobabilitàdimorire rafferma deicongedanti.Aqueltempoimilitari mini, facilitandoanchel’afflussodivolontariela campagna. Nel1860chiamòallaleva18000uo- preparare UfficialieSottufficialialserviziodi citare laCavallerianellemanovreafuocoedi Cavalleria dilinea,FrancescoIIordinòfareser- «piazza d’armi»,checaratterizzavalaFanteriae truppe delGovernoProvvisoriodiBologna. tacchi provenientidalleMarchedapartedelle di difendereiconfinidelRegnodaeventualiat- Ufficiali Generali e Stato Maggiore dell’Esercito in dell’Esercito Maggiore Stato e Generali Ufficiali gran tenuta. gran L’Esercito borbonicosi basavanumericamente Per controbilanciarel’eccessod’istruzioneda 113 - ANTHROPOS Rivista Militare n.3/2007

ANTHROPOS to in congedo o un giovane esente dall’obbligo di leva, ci si accordava sul prezzo, lo si pagava e quello prendeva il posto dell’altro. La cifra non era troppo alta (di solito 240 ducati corrispon- denti a poco meno di 5 000 euro), ammesso che si avessero soldi da spendere. Certo, oggi, con quella cifra nessuno accetterebbe di passare cin- que anni nell’Esercito al posto di un altro col ri- schio di essere ucciso in guerra. Allora la fame e la povertà erano assai diffuse. Inoltre, la popola- zione si era gradualmente abituata alla coscrizio- ne, tanto che, nel 1860, i renitenti alla leva risul- tarono un numero irrilevante. Come abbiamo detto, esisteva anche l’arruola- mento volontario con una ferma di otto anni per i sudditi del Regno e di quattro per gli stranieri. I volontari usufruivano di un premio di ingaggio e, come i coscritti, avevano la possibilità di raffer- marsi per altri due, quattro o otto anni. I centri di reclutamento per i volontari stranieri erano a Bre- genz e Lecco, in territorio asburgico, a Besançon, in Francia, e a Costanza, nel Granducato del Ba- den. I volontari, in pratica mercenari, erano molto quotati e venivano incorporati nei battaglioni detti appunto «esteri». Erano reparti speciali, così come quelli arruolati nel battaglione Allievi Militari con Ufficiale e soldato dei reggimenti svizzeri (compagnie sede a Maddaloni, che ammetteva solo i figli dei Cacciatori) in tenuta giornaliera. militari di carriera e di età compresa tra i dodici e i diciotto anni. Oltre agli esercizi militari, gli Allievi studiavano letteratura, calligrafia, disegno e reli- cessità. C’era anche la possibilità di prestare ser- gione e, alla fine del corso (della durata di cinque vizio attivo per otto anni, senza più essere anno- anni), venivano inviati ai Corpi come soldati sem- verati nella riserva. Era il Re a fissare il numero plici e con una ferma di dieci anni. Vista la loro annuale dei coscritti, aventi fra i 18 e i 25 anni, preparazione, senza dubbio superiore a quella di proporzionalmente ripartito tra tutti i Comuni del un soldato coscritto o di un normale volontario, Regno, esclusa la Sicilia. Ogni Comune estraeva a avevano il cinquanta per cento dei posti riservati sorte il numero di nominativi previsto per quel- agli esami per Caporale, ai quali potevano parteci- l’anno e li inviava nel Capoluogo di Provincia, do- pare dopo un anno di servizio al reparto. Potevano ve i giovani venivano sottoposti poi accedere alla carriera di a visite mediche, assegnati alle Sottufficiale tramite il supera- compagnie e addestrati per cir- L’Esercito si basava nu- mento di esami, in base ai posti ca sei mesi. “mericamente sulla leva. I vacanti negli organici. Una volta Le reclute, che dovevano es- coscritti prestavano cinque promossi, ricevevano l’istruzio- sere alte almeno cinque piedi, ne al Corpo stesso, con lezioni ossia 1,62 m, e risultare di sa- anni di servizio attivo e altri di maneggio delle armi, tiro, na e robusta costituzione, co- cinque nella riserva marcia, calligrafia e aritmetica, me in qualunque altro Esercito, nonché di equitazione nel caso avevano dunque davanti un ” della Cavalleria. lungo periodo di vita militare. Tuttavia, si poteva Due terzi degli Ufficiali provenivano dai Sottuffi- evitare «la naia» facendosi sostituire da un fratel- ciali che avevano superato un doppio esame: lo o da un parente con le stesse qualità fisiche, quello da 1° Sergente a Portabandiera o Aiutante e effettuando lo scambio con un altro giovane con- quello successivo da Portabandiera o Aiutante ad senziente della stessa leva non estratto a sorte. Alfiere. I rimanenti, ossia un terzo degli Ufficiali, Gli anni seguenti, però, si rientrava nuovamente provenivano sia dagli Allievi del Collegio Militare nel sorteggio finché si era entro i limiti di età. Chi «Nunziatella», destinati in maggioranza ai corpi aveva denaro a sufficienza, invero, poteva evitare detti «facoltativi» o «dotti» (l’Artiglieria e il Genio), qualsiasi rischio poiché era prevista l’esenzione e sia dalle Guardie del Corpo del Sovrano che ve- mediante cambio. In pratica, si cercava un solda- nivano dalla Cavalleria e dalla Fanteria.

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Alla «Nunziatella», si frequentavano sei anni di corso molto impegnativi finalizzati alla formazio- ne di ottimi Ufficiali: gli Allievi ne uscivano come alunni alfieri, con l’obbligo di servire, per un de- terminato periodo di tempo, solitamente qualche mese, come Artigliere o Geniere o Sottufficiale, per poi guadagnare i gradi di Alfiere. Il livello di questo prestigioso Collegio Militare era, quindi, altissimo, ma l’effettiva carriera era molto lenta poiché si veniva promossi man mano che si libe- ravano i posti per vacanze organiche. Ciò non era facile in un Esercito caratterizzato da un alto nu- mero di Ufficiali anziani, inattivi e adagiati in co- modi posti di comando e di privilegio. Si avanza- va a Tenente e a Maggiore tramite il superamento di appositi esami, mentre si raggiungevano i gra- di di Capitano, Tenente Colonnello e Colonnello per anzianità. Insomma, per fare carriera non oc- correva fare nient’altro che aspettare. Questo provocò un intasamento dei ruoli, un innalza- mento dell’età media anche tra gli Ufficiali subal- terni e una mancanza di stimoli. Il Real Esercito borbonico era formato da Gen- darmeria, Fanteria, Cavalleria e Corpi Facoltativi (Artiglieria e Genio). C’erano anche le Truppe Se- dentarie, alle dipendenze di due Comandanti Ge- nerali delle Armi, uno con sede a Napoli, detto «al di qua del Faro», e l’altro con sede a Palermo, detto, a dimostrazione di fervida fantasia, «al di là del Faro». Ambedue dipendevano dal Re che rive- Ufficiali, in gran tenuta e tenuta di servizio con cappot- stiva la carica di Capitan Generale dell’Esercito. to, del reggimento Cacciatori a cavallo. La Gendarmeria Reale era un Corpo militare, con unità sia a piedi sia a cavallo, addetto a com- piti di ordine pubblico e di forza armata della venzione e repressione degli abigeati e del servi- giustizia, ma anche con compiti di Corpo com- zio di vigilanza nelle strade rurali. Erano divisi in battente. Dipendeva dal Ministero dell’Interno e ventiquattro compagnie, una per Distretto, ma dalle autorità civili per quanto riguardava il servi- questo non impensieriva certo né i garibaldini né zio di ordine pubblico, e dai Comandi militari per i piemontesi. Fra le Forze di Polizia bisognava l’organizzazione, l’addestramento e l’impiego in annoverare anche la Guardia di Interna Sicurezza guerra. Al comando c’era un Ufficiale Generale e le Guardie Urbane. Erano due Corpi civili i cui Ispettore. I Gendarmi venivano scelti tra le reclute componenti venivano scelti tra i nobili, i proprie- della leva e i soldati dell’Esercito, in base a criteri tari terrieri, gli impiegati, i commercianti, i nego- più selettivi rispetto agli altri Corpi: dovevano sa- zianti, i professionisti e gli artigiani, di età com- per leggere e scrivere ed essere alti almeno 5 presa tra i 24 ed i 50 anni, che avessero dimo- piedi e 3 pollici (circa 1,70 m). La Gendarmeria a strato attaccamento al trono e probità. Addestrati piedi era divisa in cinque battaglioni, ognuno dei periodicamente, venivano mobilitati solo in caso quali comprendeva sei compagnie composte, di necessità. ognuna, da quattro Ufficiali e duecento uomini. La più numerosa era la Fanteria del Real Eserci- Ogni battaglione era affiancato da uno squadrone to, suddivisa in Fanteria di Linea Nazionale, Fan- di Gendarmeria a cavallo consistente in cinque teria Leggera, Fanteria Estera e Fanteria della Ufficiali e 130 uomini. In totale, nel 1860, la Guardia Reale. La formazione tattica base della Gendarmeria aveva tra le sue fila circa 7 000 uo- Fanteria era la compagnia, composta da 4 Ufficiali mini, e si trattava di validi soldati. e 160 tra Sottufficiali e truppa. In Sicilia esisteva il Corpo delle Compagnie La Fanteria di Linea Nazionale non era altro che d’Armi. Anche questo aveva compiti di polizia e la Fanteria Pesante, armata con lunghi fucili, che si discendeva dalle guardie feudali agli ordini dei muoveva con lentezza e si schierava in linea sul Baroni. Operavano a cavallo, e la gente li chiama- campo di battaglia. In pratica, era quella che rego- va «sbirri di campagna». Si occupavano della pre- larmente veniva falcidiata in battaglia. Nel 1860 ANTHROPOS

115 - ANTHROPOS guito alla sollevazione di due reggimenti. Vennero così costituiti tre battaglioni, denominati «Esteri», e cioè il 1° e 2° Carabinieri Leggeri e il 3° Carabinieri Cacciatori, nelle cui fila militavano mercenari sviz- zeri, austriaci, bavaresi e francesi, inquadrati da Uf- ficiali svizzeri o svizzero-napoletani. Fu costituito anche un battaglione Veterani Carabinieri, formato da soldati svizzeri anziani e scelti che avevano rifiu- tato il congedo: aveva però un organico ridotto: quattro compagnie invece di otto, 600 uomini inve- ce dei 1 300 degli altri battaglioni esteri. Apparte- nente al Corpo di Fanteria Estera e assegnata ai Ca- rabinieri Leggeri, c’era anche una batteria da quat- tro leggera, dotata di ottimi «pezzi» rigati. C’era poi la Fanteria della Guardia Reale, consi- derata da alcuni il Corpo d’élite dell’Esercito. In essa venivano arruolati i giovani più alti e pre- stanti, ma anche i più raccomandati. Nel 1860 il suo organico era di circa 9 300 uomini, suddivisi nella Brigata Granatieri, di circa 4 000 uomini, e nella Brigata Cacciatori, circa 5 300 uomini, sud- divisi in Cacciatori, Real Marina e Tiragliatori; La Real Marina, ottimamente addestrata ed equipag- giata, aveva compiti di Fanteria di Marina e, spes- so, era imbarcata per operazioni di sbarco. I Tira- gliatori, invece, erano simili per struttura e com- piti ai Cacciatori. Ispettore Comandante della Fanteria della Guar- dia Reale era il Tenente Generale Massimo Selvag- Granatieri della Guardia Reale in varie tenute. gi, molisano di 82 anni, il quale aveva come unica preoccupazione quella di preparare la Guardia alla massima fedeltà verso la dinastia, disinteressan- erano in forza 15 reggimenti di Fanteria di Linea, dosi dei compiti strettamente militari. per un totale di almeno 32 000 uomini, e un reg- Complessivamente si trattava di un Corpo che gimento di Carabinieri a piedi, che era un reparto molti definivano di «imboscati», ancorato a vecchi scelto fondato nel 1848 con gli elementi migliori schemi tattici e impreparato ad affrontare un della disciolta Gendarmeria Reale (ricostituita poi combattimento in campo aperto, soprattutto dopo nel 1852) e formato da 2 battaglioni di sei compa- l’entrata in servizio dei fucili rigati. In pratica, era gnie ciascuno. Ogni reggimento aveva un organico un Corpo «da parata» e «da salottino», abituato di circa 2 000 uomini, divisi anch’essi in due bat- ad affrontare con abnegazione e valente disprez- taglioni di sei compagnie ciascuno, e la compagnia zo profumi e danze e a gettare eroicamente i loro deposito addetta all’addestramento delle reclute. cuori oltre i luculliani banchetti e non altro. Ogni battaglione aveva quattro compagnie Fucilie- Quando si trovava davanti al concreto rischio di ri, una Granatieri e una Cacciatori. venire impallinato, la maggior parte di loro svani- Di altissimo livello erano i battaglioni Cacciatori, va come neve al sole. Questo non avveniva nella composti in totale da oltre 20 000 uomini. Si trat- Real Marina che, avendo compiti diversi, riceveva tava di truppe di Fanteria Leggera, con ogni pro- un addestramento specifico all’impiego come babilità la migliore specialità dell’Esercito napole- Fanteria da Sbarco. tano, ammirate e stimate non solo dagli osserva- Le Reali Guardie del Corpo avevano il compito tori stranieri, ma persino dallo stesso Garibaldi. di proteggere il Sovrano e la sua famiglia. Esse Le battaglie della campagna del 1860 conferma- erano composte da una compagnia a piedi, for- rono la qualità del reclutamento e, soprattutto, la mata da un centinaio di Guardie tratte dai Sottuf- validità dei metodi addestrativi e di impiego tatti- ficiali benemeriti, con almeno dodici anni di ser- co di queste truppe, composte da sedici batta- vizio attivo, e da uno squadrone a cavallo, for- glioni Cacciatori, ognuno con un organico di circa mato da un centinaio di cadetti di famiglia nobile 1 300 uomini, divisi in otto compagnie. che, dopo sei anni di servizio, potevano passare La Fanteria Estera fu costituita nel 1859, dopo lo in Fanteria o Cavalleria col grado di Alfiere. In scioglimento del Corpo di Fanteria Svizzera in se- tutto erano solo un paio di centinaia. Per questo

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c’erano anche gli Squadroni Provinciali di Guardie Battaglione Tiragliatori della Guardia Reale. d’Onore, un Corpo armato a cavallo avente il compito di scorta della famiglia reale quando era in viaggio per il reame. Esso era formato dai Cacciatori a cavallo (fondato anch’esso nel 1848 maggiorenti volontari di ogni provincia, di età con compiti di Cavalleria Leggera affinché potesse compresa fra i diciassette e i quarant’anni, sud- agire su tutti i tipi di terreno e armato di fucili a divisi in diciotto squadroni di circa 140 uomini lunga gittata). Ogni reggimento di Cavalleria ave- ciascuno. L’ammissione a questo Corpo era mol- va tra le sue fila 35 Ufficiali e 758 Sottufficiali e to ambita perché dava prestigio e onore, nonché militari di truppa, suddivisi in due battaglioni di l’esenzione dal servizio di leva. Tuttavia le Guar- due squadroni ciascuno e in uno squadrone di die dovevano pagarsi le divise, il cavallo e altro. deposito per l’addestramento. Nel 1860 l’organi- In caso di guerra era previsto che il Corpo si co di tutti questi reggimenti era poco superiore a unisse alla Guardia Reale per andare a combatte- 7 000 uomini. re, ma secondo alcuni essi erano talmente arditi Infine, il Corpo della Real Artiglieria, ben prepa- e bellicosi che garibaldini e piemontesi cercavano rato ma tecnologicamente antiquato, era composto sempre prudentemente di evitarli. Non è casuale da due reggimenti di Artiglieria a piedi, quindici che in presenza di un Corpo non ci fosse l’altro. batterie montate di cui una estera, una compagnia In effetti sembra che nessuno squadrone di que- Artiglieria a cavallo, un battaglione Artefici, un ste guardie personali abbia mai partecipato a Corpo Artiglieri Litorali, un battaglione treno e un eventi bellici nella campagna del 1860-61. Corpo politico d’Artiglieria. L’Artiglieria a piedi era L’Arma della Cavalleria di Linea era costituita costituita da due reggimenti, per un totale di 5 400 dalla Brigata Cavalleggeri della Guardia Reale, uomini, composti ciascuno da due battaglioni, suddivisa in due reggimenti Ussari con funzioni di ognuno dei quali diviso in nove compagnie di 153 Cavalleria Leggera, da tre reggimenti di Dragoni uomini ciascuna. Le batterie montate erano asse- con funzioni di Fanteria Montata, dalla Brigata gnate alle varie Divisioni e Brigate operative. La Lancieri, da un reggimento Carabinieri a cavallo compagnia d’Artiglieria a cavallo aveva come com- con compiti di Cavalleria Pesante (fondato nel pito l’appoggio della Cavalleria, utilizzando 180 1848 con gli elementi più meritevoli della disciol- uomini, una batteria con otto bocche da fuoco e ta Gendarmeria Reale a cavallo), da un reggimento 200 cavalli. II battaglione Artefici era costituito da ANTHROPOS

117 - ANTHROPOS Fanteria della linea (4° reggimento «Principessa»). poiché superava le 2 000 tese (1 tesa = 1,94 m cir- ca). C’è da dire che buona parte dell’Artiglieria borbonica era obsoleta, tanto che in alcune piazze, 22 Ufficiali e 1 180 tra Sottufficiali e militari di come Civitella del Tronto, famosa per la lunga e truppa. Il Corpo Artiglieri Litorali, che presidiava durissima resistenza ai piemontesi, i «pezzi» erano forti, castelli e piazze militari, contava su venti a canna liscia e risalenti al ’700 o addirittura al compagnie di forza variabile, di cui dodici nel con- ’600. Del resto il Regno delle Due Sicilie di France- tinente e otto in Sicilia. Il battaglione del Treno, sco II non aveva ambizioni di conquista e, pertanto, composto da quasi 500 uomini e 600 fra cavalli e risparmiava sugli armamenti. I piemontesi, invece, muli, suddiviso in sei compagnie, era addetto al perseguivano diversi obiettivi e così si dotarono servizio dell’Artiglieria a piedi e ai trasporti militari. anche degli innovativi cannoni «Cavalli» a canna ri- Infine c’era il Corpo Politico dell’Artiglieria, adibito gata, potentissimi e con lunga gittata, potenzial- alla fabbricazione del materiale bellico negli stabi- mente disastrosi. limenti e nelle manifatture militari e alla custodia di Non bisogna dimenticare la Marina, che ebbe un questo nelle piazze, forti e batterie del Regno. Le grande sviluppo sotto Ferdinando II e di cui Fran- bocche da fuoco in uso erano cannoni da 33 e 24 cesco II non seppe fare buon uso. Con oltre cento da costa; cannoni da 24, 16 e 3, 3½ e 4 pollici in- navi da guerra avrebbe potuto affondare in un glesi da piazza; razzi da 2, 2½, cannoni da 12 e 6 lampo le navi che trasportavano i garibaldini, solo da campo; carronate da 32, 24 e 22; cannone car- che non lo fece. La flotta napoletana era dotata di ronata da 30; obici da 8 alla Paixhans per Marina e moderne unità a vapore, prima a ruote e poi a eli- costa; obici cannoni da 117 e 60 per la Marina da ca. L’Armata di mare, che negli anni precedenti guerra; obici da 8 da piazza e da assedio; obici da aveva aumentato la sua consistenza con numero- 6 e 5-6-2 per batterie di montagna; mortai da 12 e se fregate e pirofregate a ruote da 50 cannoni, 8; petrieri da 13; razzi da 3, 3½ e 4 pollici inglesi vari brigantini e pirocorvette, era composta dal da piazza; razzi da 2, 2½, 2½ da campo. Gli obici Reale Corpo di cannonieri e marinai (articolato in da 80, 117 e 60, le carronate, i pezzi da costa e sedici compagnie attive da imbarco e due compa- quelli da Marina erano di ferro fuso; i razzi di la- gnie sedentarie), dal Reggimento «Real Marina» miera e le altre bocche da fuoco in bronzo. I razzi (avente un organico di 2 400 uomini e articolato avevano una gittata superiore a quella dei cannoni in due battaglioni per sei compagnie), dal Corpo

ANTHROPOS - 118 Rivista Militare n. 3/2007 di Genio marittimo, dal Corpo telegrafico, dal Corpo sanitario e dal Corpo amministrativo. Gli Ufficiali venivano formati alla Reale Accademia di Marina, fondata nel 1735 e fusa da Ferdinando II, nel 1841, con l’Accademia Militare «Nunziatella», affinché i futuri Ufficiali di Marina potessero esse- re selezionati tra gli alunni del Collegio Militare. L’Armata di mare era talmente grande e moderna che per numero di imbarcazioni (oltre cento tra grandi, medie e piccole), stazza complessiva, per- centuale di legni a vapore e potenza di fuoco, era non solo di gran lunga la maggiore fra le flotte militari degli Stati italiani preunitari, ma figurava al terzo posto a livello Mediterraneo preceduta soltanto da quelle di Inghilterra e Francia. Dopo la fine del conflitto, nacque la Marina Italiana dal- l’aggregazione progressiva, nel biennio 1860-61, delle Marine preunitarie sarda, napoletana e to- scana, con una flotta di 97 navi di cui 79 operati- ve. Di queste ultime 37 provenivano dalla Marina delle Due Sicilie. Queste erano le forze borboniche in campo e non erano affatto trascurabili. Come abbiamo detto, nel marzo del 1860, il comportamento in- certo di Francesco II spinse il Primo Ministro Dragone del 3° reggimento. Carlo Filangieri a dare le dimissioni. Il Re lo so- stituì con Antonio Statella, il quale nominò Mini- stro della Guerra il Tenente Generale Francesco venduto ai garibaldini, fu scoperto dai suoi stessi Antonio Winspeare. Si sarebbero rivelate due soldati che lo uccisero in Calabria usando la mazza scelte infelici. di un tamburo. Come potevano anche i soldati desi- Intanto il 5 maggio 1860 salpava da Quarto, a derosi di resistere proseguire, avendo davanti simili capo delle famose «mille camicie rosse», Giusep- esempi? Eppure molti lo fecero. Caduta Napoli, pe Garibaldi alla volta della Sicilia, prima tappa Francesco II riparò nella Fortezza di Gaeta con gli del percorso di conquista del meridione d’Italia. E, ultimi fedelissimi nella strenua difesa di un trono nonostante lo strapotere della Marina borbonica, che non esisteva più. Infine, caduta Gaeta il 13 feb- sbarcava senza problemi mentre il fronte nemico braio 1861 dopo 103 eroici giorni di assedio, fu co- crollava in seguito a un’incredi- stretto all’esilio a Roma presso il bile serie di tradimenti, fughe e Pontefice. C’era ancora chi con- passaggi in massa al nemico. Eccelle’, guardate quanti tinuava a combattere, come i Il Generale borbonico Lanza re- “siamo. E dobbiamo scappa- sopravvissuti dei poco più di putò addirittura di essere in re accussì? E il Generale: 500 soldati che dall’ottobre svantaggio avendo «solo» venti- Statti zitto, ’mbriacone! 1860 si erano arroccati nella mila soldati per difendere Paler- fortezza di Civitella del Tronto, mo contro appena mille garibal- ” in Abruzzo. Circondati da oltre dini male armati. Quindi, accettò 3 500 soldati piemontesi, furo- di ritirarsi, ma pretese «gli onori delle armi». I suoi no bombardati con oltre 7 860 proietti di cannone e soldati non la presero bene, tanto che, mentre sfila- si arresero solo quando un Generale borbonico, fat- va davanti ai suoi uomini schierati, uno gli disse to venire in loco appositamente dai piemontesi, dis- «Eccelle’, guardate quanti siamo. E dobbiamo scap- se loro che ormai tutto era perduto e che dovevano pare accussì?». E il Generale, «Statti zitto, ’mbriaco- arrendersi. Tuttavia, alcuni non cedettero alle sue ne!». In un qualsiasi Esercito in guerra gestito da parole, e non possiamo biasimarli vista l’inaffidabi- persone serie, un simile atto avrebbe comportato la lità dei loro Generali. Per questo continuarono nella pena di morte, ma «Franceschiello» non seppe im- lotta. Si arresero, infine, il 20 marzo del 1861, dopo porsi neppure in quel momento, limitandosi a invia- che a Torino, tre giorni prima, era stato inaugurato re il Generale Lanza al domicilio coatto. Di casi si- il primo Parlamento nazionale italiano. mili ce ne furono molti e portarono persino alla ri- bellione dei soldati. Il Generale Fileno Briganti, che Giovanni Todaro come tante alte sfere dell’Esercito borbonico si era Storico ANTHROPOS

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COL FERRO E COL FUOCO ANTHROPOS COL FERRO E COL FUOCO

Era questo il titolo di una mostra dedicata alla «roba di artiglieria» tenutasi a Torino nel 1995. Prendendo spunto da quell’interessante esposizione, possiamo analizzare e conoscere le artiglierie francesi e austria- che utilizzate nel corso delle guerre napoleoniche, con i relativi devastanti effetti.

«Col ferro e col fuoco» si intitolava una mostra una palla di cannone inglese lo colpì in pieno dedicata alla «roba di artiglieria» tenutasi nel petto, trapassando la corazza anteriore e poste- 1995 nel Museo Nazionale dell’Artiglieria nella riore con un buco di una quindicina di centimetri Cittadella di Torino. di diametro. Che fine abbia fatto il suo corpo Un titolo adatto, si licet parvis componere ma- non si sa: la sua corazza si può invece ancor og- gna, anche per questo articolo dedicato all’arti- gi ammirare al Museo dell’Esercito a Parigi, im- glieria utilizzata in quel sanguinoso duello che pressionante testimonianza degli effetti dell’ar- dilaniò per quasi una generazione la civile e cri- tiglieria nelle guerre napoleoniche. stiana Europa fra il XVIII e il XIX secolo, quella Ma come erano questi cannoni? E come era or- dei Lumi. ganizzata l’artiglieria? Perdio, sir, ho perduto la mia gamba! Perdio, sir, avete ragione! Questo dialogo surreale si sarebbe svolto al L’ARTIGLIERIA AUSTRIACA crepuscolo del 18 giugno 1815 sul campo di battaglia di Waterloo. A parlare, con tipica flem- Nel 1790 era considerata la migliore d’Europa ma inglese, sono il Generale Lord Uxbridge, Co- per la bontà del materiale ma, soprattutto, per il mandante della riserva di Cavalleria di Wellin- suo personale specializzato: i cannonieri, in ge- gton, e Wellington stesso. Il primo si era appena nere volontari, erano ben addestrati, trattati me- accorto di aver avuto il ginocchio sfracellato da glio e pagati di più rispetto ai fanti. Prestavano una cannonata francese. Si salverà e tornerà a servizio per 14 anni, si arruolavano spesso assai casa senza la gamba, amputata, che sarà sep- giovani, anche a 15-16 anni. pellita nel giardino dell’alberghetto in cui fu ri- L’artiglieria austriaca del periodo delle guerre coverato, con tanto di tomba e lapide. Meno for- napoleoniche prevedeva cannoni da 3-6-12-18- tunato invece, di fronte a lui ma nell’altro Eserci- 24 libbre (gli ultimi tre utilizzati nelle batterie da to, Antoine Faveau, carabiniere francese del 2° assedio o da fortezza) e obici da 7 e 10 libbre. reggimento cavalleria pesante di Kellermann: Anch’essa, come la francese, aveva ruote e affusti standardizzati, dipinti di un bel ocra chiaro, il cosiddetto «giallo imperiale», mentre quelli fran- cesi erano verdi. I reggimenti di fanteria austriaci erano suppor- tati da batterie di 6 cannoni da 3 libbre oppure 4 da 3 libbre e un certo numero da 6 libbre. I pezzi più leggeri seguivano gli spostamenti delle trup- pe nelle varie fasi dello scontro, mentre quelli più pesanti erano posizionati prima dell’inizio della

A sinistra. Raffigurazione grafica del puntamento di un pezzo austriaco da 3 pdr.. In apertura. Artiglieria a piedi della Guardia Imperiale francese in combattimento.

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Cannone da campagna e traino con cassone per il muni- era che gli artiglieri non si spostavano a cavallo, zionamento. ma a cavalcioni dell’affusto, su una speciale lun- ga sella multipla opportunamente chiamata wurst (salsiccia). battaglia. Un limite dell’impiego tattico fu quello I cannoni da 3 libbre avevano una bocca da di non realizzare, se non raramente, una violenta fuoco - in bronzo come quelli da 6 - di 94 cm e massiccia concentrazione di fuoco. pesante 236 kg. Avevano un alzo da +27° a -6,5. Il fuoco di artiglieria poteva iniziare coi pezzi La palla piena aveva un diametro di 7 cm (con un più grossi fino a circa 1 800 schritte, cioè passi vento di 3,3 mm fra palla e canna) e un peso di (1 135 m), con i cannoni postati 15 passi avanti circa 1 300 gr. Veniva spinta da una carica di 0,4 la fanteria e a 10 passi l’uno dall’altro. Quando la kg che le forniva una gittata di 315-760 m per il fanteria o la cavalleria nemica arrivava a 300 tiro diretto, 885-950 per il cosiddetto Gollschus- passi (189 m) i cannoni venivano ritirati a mano se, il tiro a rimbalzo. Il tiro a mitraglia non aveva negli intervalli dello schieramento oppure, come una gittata utile superiore ai 250 m. nel caso dell’artiglieria inglese Il pezzo da 6 libbre (canna a Waterloo, provvisoriamente di 144-158 cm, peso circa abbandonati dai cannonieri che Nel 1790 l’artiglieria au- 330 kg, affusto ca. 400 kg) ti- si riparavano nei vicini quadrati “striaca era considerata la rava una palla di 9 cm di dia- di fanteria. Durante lo scontro, migliore d’Europa per la metro (vento di circa 4 mm) se possibile, i cannoni venivano pesante kg 2,700, spinta da mossi sul fianco per prendere bontà del materiale ma, so- una carica di 8 etti per la palla d’infilata il nemico. prattutto, per il suo perso- e oltre un kg per la carica a Il numero dei serventi e dei nale specializzato mitraglia. La sua gittata varia- cavalli usati per trainare e po- va dai 300 agli 800 m nel tiro sizionare i pezzi variava a se- ” diretto e fino a 1 300 m nel conda del calibro: i tre libbre avevano 1 capo- tiro a rimbalzo: la mitraglia aveva una gittata di pezzo ogni coppia di cannoni, 4/5 cannonieri e poco superiore rispetto al pezzo più piccolo. Il 4/6 generici per ogni pezzo, che era movimen- pezzo da 12 libbre (con canna lunga quasi 2 m tato da 2 cavalli. Analogo armamento per i pezzi e pesante 771 kg) tirava una palla di 11 cm da 6 libbre da fanteria, tirati però da 4 cavalli, spinta da una carica di 1,7 kg ad una distanza mentre le batterie «da cavalleria», più veloci, massima di poco più di un km, che arrivava a avevano un maggior numero di cannonieri - 6 -, oltre 1 500 m con i rimbalzi. nessun generico ed erano trainati da 6 cavalli. La precisione era accettabile contro grossi ber- Caratteristica unica dell’Esercito Imperial-Regio sagli (una compagnia schierata densamente): a ANTHROPOS

123 - ANTHROPOS rica di lancio non era sfusa, ma messa in un sac- chetto di lino cui era assicurata la palla, legata ad uno zoccolo di legno da striscioline di metal- lo: il tutto costituiva così un colpo completo, ca- ricabile con una sola operazione. Allo sparo, il sacchetto veniva perforato con un apposito at- trezzo, il Besteck, e poi nel focone veniva inseri- to l’innesco (Schilfrohrbranrohr) e la carica in- cendiata con una miccia tenuta in cima ad un bastone attraverso il focone. Esistevano tre tipi principali di munizioni: le palle piene, quelle esplosive con deflagrazione a tempo determina- ta da una miccia, che bruciava all’interno di un tubo di legno di lunghezza adeguata alla distan- Canister (colpo a mitraglia), common shell (granata comune) con innesco rimosso e roundshot (colpo a palla za e al tempo di volo, e le cariche (o scatole) a piena). Sono visibili i sabot in legno e il metodo di fis- mitraglia (Kartatsche), consistenti in un numero saggio degli stessi alla munizione. più o meno alto di palle di ferro di diverse di- mensione (dai 16 ai 45 mm), racchiuse in un contenitore di stagno che si disintegrava in volo, 600 metri le probabilità di colpire il bersaglio da usarsi come difesa vicina. Esistevano poi le variavano fra un rispettabile 70% e uno scarso cariche doppie, una palla piena normale collega- 40%, l’efficacia di un tre libbre non superava i ta al suo cartoccio di polvere e sormontata da 500 m. Altri testi danno invece, per un 6 libbre, una Schrotbusche, cioè una scatola a mitraglia un 9% di bersagli colpiti a 950 yards. In un test priva di carica: il cannone da 3 libbre aveva, per prussiano del 1782 un bersaglio di forma ret- esempio, un colpo doppio con una palla da 7 cm tangolare posto a 400 yards avrebbe ricevuto posta in coda ad un contenitore pieno di pallet- una percentuale di colpi a segno del 46%. Da toni in ferro (1). Per usi speciali (es. contro ca- 400-500 m di distanza un campanile poteva es- valleria, batterie) c’era anche il colpo a barra sere colpito senza troppe difficoltà da cannonieri (Sperrschusse), in cui il proietto era costituito da calmi con un tiro mirato. due sbarre di un metro incatenate assieme o le Più scarsa l’efficacia di una carica a mitraglia palle incatenate (di uso prevalentemente maritti- sulle lunghe distanze: per un 6 libbre 7% di ber- mo, ideali per disalberare alberi o pennoni di sagli colpiti a 300 m, 5% a 375. Un 3 libbre arri- navi) o, ancora, le palle arroventate. vava al massimo, ma con scarsi risultati, a 250 m. Ma quando il colpo arrivava in pieno, gli effet- ti potevano essere devastanti: Ph. De Segur rac- L’ARTIGLIERIA FRANCESE conta un caso, durante la battaglia di Smolensk, in cui un colpo penetrò fino alla 22a riga di uno Nelle guerre della Rivoluzione, ed in particola- schieramento, falciando ogni uomo sulla sua tra- re all’interno della Grande Armèe, l’artiglieria iettoria. Analoghi effetti devastanti ebbero a Wa- costituì uno degli strumenti più efficaci del- terloo i colpi a carica doppia dell’artiglieria ingle- l’Esercito francese. Soprattutto ad opera di Na- se contro la cavalleria francese. poleone, non a caso nato come Ufficiale di Arti- La rapidità di fuoco teorica era notevole: il cannone poteva sparare - per un breve periodo - un colpo ogni 10 secondi: col tiro mirato si arri- vava a una rispettabile cadenza di 3-4 colpi al minuto (se il pezzo era ben posizionato, il terre- no non cedeva, i serventi erano pronti, il rinculo - 2-2,5 m - non piantava la coda per terra. In battaglia non si superavano però i 2 colpi al mi- nuto. Dopo 900-1 000 colpi una bocca da fuoco, sempreché non fosse già esplosa, era da buttare (o meglio, da rifondere). Per quanto riguarda il munizionamento, la ca-

Raffigurazione grafica del riposizionamento in batteria di un pezzo francese da 12 pdr. dopo lo spostamento dovuto al rinculo.

ANTHROPOS - 124 schieramento diunabatteriasullalinea difuoco, raggruppati inbatterie formate da8cannoni.Lo fuoco. prattutto usodellebocche da logia, organizzazione eso- ze, invece,vieranonellatipo- quello austriaco(2).Differen- me tipologiaeprestazioni,a imperiale eraequivalente,co- cese inetàrepubblicanaed munizionamento, quellofran- oltre. Perquantoriguardail limite delpericolo,edanche to daltrainoconcavallifinoal sulla lineadifuocofusostitui- spingere amanoicannoni fino aridossodelnemico.Ilvecchiometododi concentrazioni dicannoni,trascinatialgaloppo tutto, nell’usoviolentoedaggressivodigrandi militarizzazione deiserviziditrainoe,soprat- nella standardizzazionedeimaterialiche glieria, essaricevetteungrandeimpulso,sia I pezzidiartiglieriafrancesi erano,dinorma, “ d d t n s g r t r u i e l e e d i a i t z G r e i l o s t v l z i r r o c s a m i i a a z i s , a m n z n o z i p f m d n a i f d i e u d t d r e o i a i a l l i e l a a n s t i l n a l t N ’ t o e n N c u a r l n n g d a e r s a e n g d s i i o p m n z a e e e d o o l z l e i i d o l l c pezzi diricambio. Quandopoilabatteria sispo- munizioni eattrezziper gliobicieuncarrodi le munizionidegliaddetti allabatteria,duecon priva unaprofonditàdicirca200metri:inprima se erapossibileeseguirlocomedamanuale,co- Un pezzo francese da 8 pdr. agganciato al traino. È visi- È traino. al agganciato pdr. 8 da francese pezzo Un e m e a bile il cassone per le munizioni fissato sull’affusto. fissato munizioni le per cassone il bile a e e p o m e b z o s i p , s b c ” i n s a o o c t e s e t a a f n g o l e f n n l g e p i ’ r d n n a r d i r a a r o a d o a t n l a r t n e i i a - - - - , i i forgia, unodiattrezzi, per della batteria,uncarro conla carri conlastrumentazione questi ultimi,c’eranoaltrisei fine, auncentinaiodimetrida con lemunizionidiriserva,in- una secondalineadi8cassoni altri 50mancorapiùindietro, di 8cassoniperlemunizioni, spalle eracollocatalaprimafila Una cinquantinadimetrialle sistemato unpocoindietro. cannoni conilloroavantreno linea c’erano,ovviamene,gli8 125 - ANTHROPOS Rivista Militare n.3/2007

ANTHROPOS stava in colonna formava un corteo abbastanza in- L’elevazione del pezzo si otteneva mediante gombrante: 30 veicoli, cannoni compresi, 64 can- una grossa vite assiale di alzo, introdotta appun- nonieri (nel caso di pezzi da 4 libbre, serviti cia- to da Gribeauval, quella laterale mediante la ro- scuno da 8 uomini, quelli da 8 ne avevano 13), 22 tazione del pezzo, affusto compreso. conducenti dei carri (utilizzando un equipaggio Come si evince le prestazioni pressappoco si minimo di 1 uomo per carro) e almeno 76 cavalli eguagliavano, anche se il più piccolo pezzo fran- (2 per ogni carro e 4 per ogni cannone: in totale cese era più grosso e, quindi, più potente ma me- almeno 3-400 metri di strada impegnati per una no maneggevole del più piccolo austriaco: in com- sola batteria in movimento. penso diametri, pesi e potenza dei cannoni au- In periodo repubblicano l’artiglieria era artico- striaci erano più equilibrati dei pezzi francesi. Al di lata su pezzi da 12, 8 e 4 libbre e obici da 6. Si sotto del 12 libbre (peso massimo per l’artiglieria trattava del materiale studiato da Gribeauval fin da campagna) gli austriaci potevano disporre di un dal 1776. Il pezzo più piccolo pesava circa 900 volume di fuoco più flessibile (pezzi da 3 e 6) ma kg e tirava una palla di 80 mm di diametro e di più leggeri, mentre i francesi avevano pezzi più quasi 2 kg fra i 700 e 1 000 m, quello da 8 lib- pesanti (4 e 8 libbre). Durante il Consolato, Napo- bre, pesante 1 400 kg, aveva una palla di 10 cm leone aumentò ancora la potenza di fuoco della pesante 4,4 kg che poteva raggiungere una di- sua artiglieria, sostituendo il pezzo da 4 libbre con stanza compresa tra 800 e 1 500 m; quello da 12 uno da 6, utilizzando tra l’altro, ironia della sorte, libbre, infine, con le sue quasi due di peso, sca- i numerosissimi cannoni austriaci di questi tipo gliava una palla di 19 cm di diametro ad una di- catturati nelle diverse battaglie. Anche molti pezzi stanza compresa fra i 900 m della gittata effetti- da 8 furono sostituiti con pezzi da 12; a questo va e i 1 800 della gittata massima, dove però la punto l’artiglieria francese risultò addirittura squi- palla arrivava quasi morta. librata in avanti e troppo pesante e, nel 1809, fu-

ANTHROPOS - 126 Rivista Militare n. 3/2007 rono reintrodotti i pezzi da 4 libbre: c’è però chi ritiene che tale scelta non discendesse da motiva- zioni tecniche collegate ai cannoni, ma dalla sca- dente qualità del personale dissanguato da 13 an- ni di guerre sanguinose. Nel 1805, ad Austerliz, la suddivisione per cali- bri dell’artiglieria francese era la seguente: per ogni cannone da 12 c’erano 8 pezzi da 6, 2, da 4 e 3 obici per un totale di 109 pezzi; nel 1812, a Smolensk, la proporzione era scesa a 4,7 pezzi da 8, 0,6 da 4 e 2,3 obici per ogni pezzo da 12 (per un totale di 490 pezzi di artiglieria). È, comunque, da notare l’uso molto più aggres- sivo dell’artiglieria fatto da Napoleone (coi pezzi trascinati sempre in avanti, a strettissimo contat-

A destra. to con le truppe avanzanti) e la sua capacità di Rappresentazione grafica in piano di tre bocche da fuoco da campagna da 12, 8 e 4 pdr.. concentrare grosse batterie di 100 e più cannoni, per esempio a Leipzig (ma qui anche i prussiani A sinistra. non scherzavano, visto che il Generale Blucher Piano e profilo di un affusto e di un traino di un pezzo di artiglieria di epoca napoleonica. riuscì a concentrare, fra russi, prussiani e svede- si, 220 pezzi), Wagram, Borodino, Waterloo. Per Sotto. contro Napoleone non capì, o comunque non Raffigurazione grafica della posizione occupata dai ser- venti di un pezzo di artiglieria: nello spostamento in sfruttò, la tecnica del tiro indiretto tramite gra- avanti; nello spostamento indietro; nel combattimento. nate esplosive o shrapnel su truppe, specie defi- late, preferendo il violento tiro diretto a palla: quando il terreno era pesante ciò limitava di mol- to l’efficacia dei colpi, come a Waterloo quando le palle affondarono con pochi danni nel terreno bagnato di Mont S. Jean.

Leonello Oliveri Cultore di Storia militare

NOTE

(1) Immaginiamo i problemi di balistica che doveva avere un simile colpo: oltre al normale vento tra la can- na, la palla piena, la scatola a mitraglia, le singole palle all’interno di quest’ultima, c’era anche la diversa aero- dimamica della scatola a mitraglia e della palla, che aveva verosimilmente una velocità maggiore, spingendo quindi la scatola nella quale si verificava contempora- neamente la dispersione delle singole «palline»: il tutto, ovviamente, a scapito della precisione. (2) Nel libro «Waterloo» di D. Chandler, per lo meno nella sua versione italiana edita dalla BUR nel 1999, troviamo, relativamente al munizionamento dei cannoni napoleonici (non solo francesi, ma anche inglesi), quello che eviden- temente è un infortunio, probabilmente, di traduzione. Leggiamo, infatti, la didascalia di pag. 63 relativa ad un pezzo francese da 12 libbre che «sparava proietti di bronzo, i pezzi inglesi invece utilizzavano proietti in otto- ne». Molto probabilmente ci si riferisce alle canne, non ai proietti, sempre - a quello che ne sappiamo - in ferro. ANTHROPOS

127 - ANTHROPOS IL RAPPORTO DISCIPLINARE

Il superiore che rileva la commissione di una ritiene che un eventuale rifiuto all’invito di fornire mancanza disciplinare, per la quale sia incompe- le generalità sia da interpretare come reato previ- tente ad infliggere le relativa sanzione, deve pro- sto dall’art. 651 c.p. (rifiuto di indicazioni sulla cedere secondo precise modalità stabilite dal «Re- propria identità personale), poiché più propria- golamento di disciplina militare». In particolare, ai mente sarebbe applicabile il reato militare di di- sensi dell’art. 58, comma 1, R.D.M., deve: sobbedienza, qualora al militare venga intimato di • far rilevare la mancanza all’interessato; fornire le proprie generalità (cfr.: art. 173 • procedere alla sua identificazione, qualora que- c.p.m.p.). Nell’eventualità, invece, che il militare st’ultimo non sia conosciuto; interessato abbia fornito generalità false - circo- • redigere e inoltrare il rapporto disciplinare stanza che deve essere opportunamente accertata senza ritardo, allo scopo di consentire una - deve ritenersi applicabile l’art. 496 c.p. (false tempestiva instaurazione del procedimento dichiarazioni sull’identità o su qualità proprie o di disciplinare. altri). Si tenga presente che le predette fattispecie Per quanto riguarda la prima fase, la stessa è criminose, contemplate dal codice penale, pre- strutturalmente differente da quella delle conte- suppongono la qualità di Pubblico Ufficiale da stazioni, con la quale il superiore titolare della parte di chi procede a rilevare l’infrazione disci- potestà sanzionatoria instaura un procedimento plinare (il tema meriterebbe un maggiore appro- disciplinare. In sostanza, la norma prevede che il fondimento, che per ragioni espositive rimandia- militare manchevole deve essere immediatamente mo ad altra sede). reso edotto dell’infrazione da lui commessa, non Infine, provveduto a far constatare la mancanza solo (e non tanto) in funzione di garanzia proce- ed identificato il manchevole, deve essere redatto dimentale, rendendolo partecipe di un accerta- e inoltrato apposito rapporto disciplinare. mento disciplinare nei suoi confronti, ma anche A tal proposito, esiste la regola generale per la per stabilire (o meglio per ribadire) un obbligo di quale il superiore incompetente riferisce all’auto- intervento immediato da parte di qualsiasi supe- rità competente la commissione di mancanze di- riore in presenza di un’infrazione disciplinare. Se sciplinari attraverso il rapporto disciplinare, pre- il superiore gerarchico ha tra gli altri doveri quello visto dall’art. 58, comma 2, R.D.M.. Si tratta di di curare il rispetto e l’osservanza delle regole di- una notizia qualificata, in quanto il fatto in essa sciplinari, in caso di illecito disciplinare, commes- riferito deve considerarsi certo. Il rapporto ha so alla sua presenza o comunque nel suo ambito necessariamente una forma scritta, poiché deve di percezione sensoriale, è evidente che debba in- essere trasmesso tramite gerarchico, deve indi- tervenire non solo per rilevare, ma anche - even- care con chiarezza e concisione ogni elemento di tualmente - per interrompere il comportamento fatto obiettivo, utile a configurare esattamente illecito o evitare che lo stesso possa condurre a l’infrazione e non deve contenere proposte rela- violazioni più gravi. Lo strumento a disposizione è tive alla specie e all’entità della sanzione even- certamente quello dell’ordine gerarchico militare, tualmente da irrogare. In sostanza, il redattore eventualmente da intimare per questioni attinenti del rapporto non deve riportare proprie valuta- alla disciplina, mentre non sono previsti poteri zioni soggettive, né in ordine alla personalità coattivi diretti. complessiva del manchevole né con riguardo alla L’altra fase è quella dell’identificazione del sua responsabilità disciplinare, da accertare in manchevole, se non conosciuto. Identificazione sede di procedimento, né con riferimento a con- che non ha propriamente finalità di pubblica sicu- siderazioni di diritto circa l’esatta configurazione rezza, ma tende ad accertare esclusivamente le della mancanza o la sussistenza di circostanze sommarie generalità del militare (è sufficiente il giuridicamente rilevanti. Ci si deve limitare a ri- grado, il nome e il cognome) e il reparto di appar- portare i fatti come concretamente si sono svolti, tenenza per poter rendere edotti dell’infrazione con tutte le circostanze di tempo e di luogo, utili commessa i suoi superiori diretti, attraverso il ti- a descrivere la fattualità degli accadimenti. pico strumento del rapporto disciplinare. Non si Quanto sopra, perché è l’autorità competente a

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formulare l’addebito e a contestarlo al manche- per completezza, che qualora i superiori siano Uf- vole, con l’indicazione di tutti gli elementi ogget- ficiali investiti delle funzioni di Comandante di tivi che, nel loro complesso, non solo devono de- Corpo, anche se di Forza Armata o di Corpo Ar- scrivere un comportamento concreto, un fatto mato diverso, gli stessi inoltrano il rapporto diret- obiettivo, ma devono anche configurare la fatti- tamente al Comandante di Corpo da cui dipende il specie che si ritiene violata; devono cioè eviden- militare manchevole. ziare quale dovere della disciplina è stato violato. Infine, l’art. 58, comma 4, R.D.M., prevede che In sintesi, è chi ha il potere sanzionatorio che per il personale imbarcato il rapporto viene invia- configura esattamente l’illecito disciplinare e to al Comando della nave. adotta i provvedimenti del caso. Il compilatore del rapporto disciplinare deve es- Il rapporto, oltre che avere un ben determinato sere reso edotto delle decisioni adottate dal tito- contenuto, deve essere inoltrato secondo regole lare della potestà sanzionatoria, ai sensi dell’art. prestabilite. L’art. 58, comma 3, R.D.M., stabilisce 59, comma 7, R.D.M.. che se il superiore che ha rilevato l’infrazione ed il È bene, poi, tener presente che il rapporto disci- militare che l’ha commessa appartengono allo plinare è uno strumento ad esclusiva disposizione stesso corpo, il rapporto è inviato: del superiore che rileva un’infrazione disciplinare. • direttamente al Comandante di reparto, se co- Solo un superiore gerarchico può accertare la mune ad entrambi i militari; commissione di una mancanza disciplinare e solo • per via gerarchica al Comandante di Corpo, se lui può inoltrare il prescritto rapporto disciplinare. trattasi di militare di altro reparto. Non è previsto analogo potere/dovere per il pari- L’art. 58, comma 5, R.D.M., prevede che, qualo- grado o, addirittura, per l’inferiore in grado. Que- ra il superiore che ha rilevato l’infrazione ed il mi- sti ultimi possono (non hanno un obbligo preciso litare che l’ha commessa appartengano a Corpi come il superiore gerarchico) relazionare even- diversi, il rapporto deve essere inviato tramite il tuali fatti e comportamenti ai propri diretti supe- proprio Comando di Corpo o Ente al Comando di riori gerarchici, ma non compilano un vero e pro- Corpo da cui il trasgressore dipenda. Qualora il prio rapporto disciplinare. superiore si trovi fuori dalla propria sede di servi- zio, il rapporto deve essere presentato, per il suc- Fausto Bassetta cessivo inoltro, al locale Comando di Presidio. Tenente Colonnello CC Inoltre, l’art. 58, comma 6, R.D.M., stabilisce, [email protected]

L’AVANZAMENTO DEGLI UFFICIALI

Chi scrive, già nel 1992 ebbe a trattare il pre- Anzitutto, osserva il TAR Puglia-Bari, Sez. I nella sente argomento poiché la giurisprudenza dei vari sentenza 11/11/03 n. 4158, che la Commissione TAR è sempre ricca di nuovi spunti e di più recenti di avanzamento non è tenuta a procedere ad una interpretazioni. Questo perché il 50% dei ricorsi preventiva predeterminazione dei criteri di valuta- presentati ai Tribunali Amministrativi sono pro- zione degli elementi di giudizio elencati già nel- posti da personale delle Forze Armate o delle For- l’art. 26 L. 12/11/55 n. 1137, appunto perché la ze di Polizia e circa un terzo riguarda le proble- norma stessa specifica quali sono gli elementi da matiche dell’avanzamento al grado superiore. prendere in considerazione. Occorre tener presente che già da 30 anni i giu- Come dovrà quindi procedere la Commissione? dici dei TAR si sono trovati a decidere su ricorsi La risposta è data dalla recente Sentenza del TAR presentati da Ufficiali superiori e subalterni avver- Lombardia-Milano Sez. I, 10/12/03 n. 5725, in so i giudizi di diniego a promozione al grado su- cui si afferma che - in applicazione dell’art. 13 periore, offrendo così numerose interpretazioni, del Decr. Min. 2/11/93 n. 571 e dell’art. 40 Decr. di cui ora si dirà, limitandoci però - per brevità - Legislativo 30/12/97 n.490 - ogni componente alle sentenze più recenti. della Commissione d’Avanzamento deve esprime-

129 - RUBRICHE turazione dell’esperienza professionale acquisita, di cui la Commissione deve tener conto. A questo punto occorre porre il quesito cardine di tutti i ri- corsi al TAR in materia di avanzamento e, cioè: la Commissione deve tener conto dei documenti ca- ratteristici periodicamente redatti sul conto del- l’Ufficiale valutando? (In effetti proprio il TAR La- zio, Sez. I Bis, con sent. 17/12/03 n. 12462 aveva affermato che le note caratteristiche devono offri- re un quadro complessivo di tutti gli aspetti e le qualità dell’Ufficiale, con particolare rilievo all’at- tività svolta nel periodo in cui la scheda valutativa si riferisce (eventuali abbassamenti di qualifiche dovranno essere circostanziatamene motivate). Ebbene gli stessi Giudici del TAR , Sez. II, sentenza 17/5/04 n. 4584 hanno affermato, al contrario, che le Commissioni d’Avanzamento non devono appiattirsi sulle valutazioni già rese da altri Comandanti sul conto dell’Ufficiale scruti- nando, sia perché la Commissione deve svolgere un lavoro del tutto nuovo, obiettivo ed imperso- Allievi del 186° Corso dell’Accademia Militare di Modena nale, in maniera collegiale sia perché le schede sfilano durante la Festa della Repubblica. valutative periodiche tengono conto di diverse normative di riferimento e la finalità di tale giudi- zio è diversa da quella di promozione al grado re una congrua ragione del punteggio attribuito, superiore. motivandolo adeguatamente; questo perchè le In realtà il magistrato amministrativo secondo la motivazioni dei punteggi espresse dai componen- sentenza TAR Lazio Sez. I Bis 1/4/04 n. 2957, può ti che siano quasi del tutto uguali tra di loro, non intervenire nell’operato della Commissione di Avan- differenziandosi che per qualche piccolo partico- zamento al fine di verificare se vi sia stato un metro lare, devono essere ritenute del tutto tautologi- di giudizio eccessivamente restrittivo nei confronti che, riducendosi a mere clausole di stile e, per- di Ufficiali non promossi ed eccessivamente elastico tanto, del tutto nulle: proprio per questo, nella nei confronti di quelli promossi: proprio per questo fattispecie, i giudici del TAR accolsero il ricorso il giudizio dovrà essere analiticamente motivato, al dell’Ufficiale non promosso. fine di consentire al Giudice amministrativo di rico- Tuttavia, osserva il TAR Lazio, Sez. I Bis, nella struire il processo logico seguito dall’Amministra- sentenza 23/2/04 n. 1644, la Commissione zione e verificarne la regolarità. d’Avanzamento non deve effettuare una compara- Questo soprattutto in caso di scavalcamento, zione tra gli Ufficiali scrutinandi, ma deve valutare perché la modifica delle posizioni, in senso dete- tutti i titoli in assoluto dell’esaminando e solo dopo riore o migliorativo, deve risultare da elementi di attribuire il punteggio, avendo come riferimento fatto sopravvenuti e risultanti dagli atti. tutti gli elementi personali e di servizio dello scru- Tuttavia, osserva il TAR Emilia Romagna-Bolo- tinando, senza dividerli in singoli elementi: in que- gna, Sez. I, sentenza 19/4/04 n. 546, lo scavalca- sto modo il Giudice del TAR (che non ha il potere di mento tra diversi Ufficiali è valutabile dal TAR solo entrare nel merito delle valutazioni di merito della se abbia riferimento a posizioni conseguite in Commissione) può verificare la logicità e la razio- precedenti graduatorie per l’avanzamento allo nalità dei criteri applicati in concreto. stesso grado e non a gradi diversi. Su quest’ultimo principio giurisprudenziale è ri- Al fine di consentire e il controllo e la verifica tornato lo stesso TAR Lazio Sez. I Bis con senten- della correttezza dell’operato della Commissione, za 2/4/04 n. 3120, aggiungendo in più, che la la Pubblica Amministrazione deve consentire l’ac- Commissione d’Avanzamento deve tener conto cesso ai libretti personali degli Ufficiali iscritti in anche dell’anzianità senza demerito conseguita quadro; ed infatti il TAR Puglia-Bari, I Sez., sen- dallo scrutinando, perchè ciò comporta una ma- tenza 8/9/04 n. 3848, riconobbe il diritto dell’Uf-

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ficiale non promosso ad avere visione e copia dei solo il numero degli encomi, ma anche se gli libretti degli altri Ufficiali, perché ogni concorren- stessi siano singoli episodi occasionali o se sia- te ha il diritto di accertare l’uniformità dei giudizi no preminenti nel corso della carriera dell’Uffi- espressi dalla Commissione in sede di valutazio- ciale; ne, poiché i libretti non rientrano tra i documenti • la semplice attribuzione di incarichi di grado coperti dal segreto di cui all’art. 5, lett. f), Decr. superiore, così come la semplice attitudine ad Min. 29/10/96 n. 603. assumere tali incarichi, ai sensi dell’art. 10 Arrivati a questo punto, occorre aprire un lungo comma 5 Decr. Leg.vo 499/97, non è di per sé approfondimento per quanto riguarda i giudizi di prova di una superiorità dello scrutinando sugli avanzamento al grado di Generale. Infatti in tal altri candidati; caso, rileva il TAR Lazio, Sez. I Bis 16/1/04 n. • in ogni caso il Giudice del TAR non può consi- 338, la Commissione di Avanzamento effettua un derare, quale indice di illegittimità dell’operato giudizio di merito assoluto, che è differente dalla della Commissione, la mancata considerazione procedura utilizzata per il parallelo giudizio per degli incarichi ricoperti dall’Ufficiale (essendo le promozioni fino al grado di Colonnello (in cui questa una valutazione di merito insindacabile ci deve essere una previa valutazione di sintesi in sede di TAR); da parte di ciascun membro della Commissione • anche un maggior periodo di Comando non è di di Avanzamento di ciascuna delle 4 voci da a) a per sé bastevole ad attribuire un punteggio più d) dell’art. 26 L. 12/11/55 n. 1137), di talchè oc- alto; corre aver riguardo all’intera professionalità del- • quello che assume rilievo è, invece, il modo in l’Ufficiale, valutando così se il metro di giudizio cui è stato svolto il Comando ed a quale livello sia stato illogicamente riduttivo per il non pro- l’Ufficiale scrutinato ha dimostrato di possedere mosso e manifestamente concessivo per quello le necessarie qualità fisiche, morali, di carattere, promosso. culturali, intellettuali e professionali; In particolare (sempre in materia di avanzamen- • la Commissione deve procedere alla valutazione to al grado di Generale) lo stesso TAR Lazio Sez. I delle risultanze dell’intero libretto personale, in Bis aveva già affermato nella precedente sentenza cui si ritrovano non solo i documenti caratteri- 17/12/03 n. 12460 che lo scavalcamento delle stici redatti nel corso degli anni, ma anche le ri- posizioni di ruolo deve essere giustificato, in ma- compense attribuite, i titoli conseguiti e i corsi teria di avanzamento, in elementi di fatto verifica- frequentati e gli incarichi svolti; tisi nel tempo e risultanti da documentazione ca- • sono però irrilevanti i giudizi ottenuti all’inizio ratteristica, ai sensi dell’art. 3 Decr. Min. 2/11/93 di carriera (soprattutto se inferiori alla massi- n. 571. ma), dato che nei gradi iniziali di norma si ado- Concludiamo la panoramica giurisprudenziale perano giudizi più ristrettivi; sull’avanzamento al grado di Generale (nonché • il Giudice amministrativo, in conclusione, deve all’avanzamento in genere) con la Sentenza TAR valutare se vi sono state macroscopiche illogi- Lazio Sez. II, 28/5/04 n. 5071, perché, in maniera cità, dimostranti l’esistenza di incoerenze e complessa ed articolata, offre diversi spunti di travalicamenti di giudizio da parte della Com- sintesi, poiché i giudici affermano che (trattasi di missione di Avanzamento, il cui operato è do- fattispecie in materia di Generale di Divisione): tato di amplissima discrezionalità, ma in base • non si deve procedere ad una valutazione mera- al noto principio «discrezionalità non è arbi- mente aritmetica dei titoli valutabili; trio», il TAR - pur essendo insindacabile il • la mancanza di un titolo da parte di un esami- merito delle scelte dell’Amministrazione - può nando può ben essere bilanciata dal possesso di esaminare se sia stato utilizzato un metro di altri titoli ritenuti equivalenti o superiori dalla giudizio eccessivamente restrittivo per un Uf- Commissione; ficiale non promosso ed un altro eccessiva- • il giudizio deve riguardare il complesso della mente concessivo nei confronti degli altri Uffi- personalità, in maniera globale ed inscindibile; ciali promossi. • il semplice possesso di ottime note caratteristi- che e di documentate benemerenze non è di per Marco Valerio Santonocito sé sufficiente per l’attribuzione di un punteggio Avvocato, elevato; Patrocinante in Cassazione • in particolare la Commissione deve valutare non e Giurisdizioni Superiori

131 - RUBRICHE L’Esercito Italiano su: organi di stampa, radiotelevisioni e web

I dati sulla visibilità dell’Esercito Italiano vengono raccolti ed elaborati da un team di analisi dell’immagine creato all’interno dell’Ufficio Pubblica Informazione dello Stato Maggiore Esercito, a partire dai report interni di Media Analysis riguardanti gli andamenti e le tendenze. Nei grafici riportati sono stati illustrati i trend quantitativi e i principali argomenti della visibilità nel marzo- aprile 2007, oltre che la qualità stessa dell’immagine media. Un’analisi a parte è stata effettuata sui titoli degli articoli usciti su stampa e web, che, tramite l’utilizzo di un software dedicato, sono stati rielaborati per macro-aaree semantiche, consentendoci di capire come la Forza Armata viene rappresentata all’utenza.

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Fonte: SME-Ufficio P.I..

133- RUBRICHE UN’INTERESSANTE MOSTRA AL VITTORIANO e le cartoline dei soldati al fronte, a volte miraco- losamente integre nel loro aspetto originale. ROMA - Tra gli eventi organizzati in occasione del L’ultimo settore dell’esposizione è dedicato ad 146° anniversario della fondazione dell’Esercito, una carrellata di immagini scattate in Afghanistan, degna di menzione è la mostra «Storia di uomini e durante la missione ISAF. di armi dal Risorgimento ai giorni nostri», aperta Una menzione a parte merita la collezione «Ser- al pubblico fino al 20 ottobre 2007, nei locali del ra», restaurata dall’Istituto Nazionale per l’Arte ed Vittoriano. il Restauro di Firenze, che raffigura lo Stato Mag- All’inaugurazione è intervenuto il Capo di Stato giore dell’Esercito Italiano nel 1860. Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Ar- Questa raccolta, veramente unica, è stata definita mata Filiberto Cecchi, e numerose personalità ci- da artisti e studiosi «un miracolo di precisione e di bellezza». Un motivo in più per visitare questa importante rassegna.

LA BRIGATA DI CAVALLERIA «POZZUOLO DEL FRIULI» È TORNATA DAL LIBANO

GORIZIA - L’11 maggio si è svolta una cerimonia militare per salutare la Brigata di Cavalleria «Poz- zuolo del Friuli», rientrata nel capoluogo isontino dopo aver trascorso sei mesi in Libano per l’ope- razione «Leonte», nel quadro della missione UNI- FIL. A fare gli onori di casa è stato il Comandante della Brigata di Cavalleria, Generale di Brigata Paolo Gerometta, che ha assunto il comando dello schieramento, formato dalla rappresentanza di Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di tutti i reggimenti che hanno preso parte alla mis- Corpo d’Armata Filiberto Cecchi, all’inaugurazione della sione. Infatti, la «Pozzuolo del Friuli» ha guidato il mostra. contingente italiano in Libano e il settore ovest di UNIFIL dall’8 novembre 2006 al 22 aprile 2007, operando a sud del fiume Litani per consentire il vili e militari. L’esposizione si articola in quattro rispetto della Risoluzione 1701 delle Nazioni Uni- sezioni: la prima, dedicata al Generale Giuseppe te. Siete stati impeccabili, avete saputo interpre- Garibaldi nel bicentenario della nascita, ripercorre tare al meglio il mandato ricevuto, dimostrando le imprese del Risorgimento per arrivare alle ancora una volta che l’Esercito Italiano costituisce Campagne dell’Unità d’Italia; la seconda illustra i oramai un riferimento importante a livello inter- primi venti anni di espansione coloniale e la nazionale nella condotta delle operazioni di sup- Grande Guerra; la terza narra l’impresa di Fiume porto alla pace. Così si è espresso il Sottocapo di fino alla Guerra di Liberazione; la quarta è Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo un’esposizione fotografica dal 1946 ad oggi. d’Armata Emilio Marzo, che ha portato il saluto La mostra ci permette non solo di rivivere le glo- dell’Esercito ai militari rientrati. riose gesta degli eroi ma anche di scoprire tanti Alla cerimonia ha partecipato anche il Comandante sconosciuti combattenti che si sacrificarono per la del 1° Fod, Generale di Corpo d’Armata Giovanni Patria. Possiamo fantasticare ed emozionarci sulle Ridinò, il Prefetto di Gorizia Roberto de Lorenzo ed vicende storiche delle Forze Armate, che inevita- altre autorità civili e militari. Nell’occasione il Sin- bilmente ripercorrono quelle dell’intera nazione, daco di Gorizia, Vittorio Brancati, ha conferito la ammirando la camicia rossa indossata nel 1848 cittadinanza onoraria ai Cavalieri della Pozzuolo. dall’Eroe Garibaldi, l’autografo del suo famoso Con il rientro della Brigata non termina, però, l’im- messaggio: «Obbedisco» all’ordine di ritirata dal pegno dei nostri soldati. Saranno i Paracadutisti Trentino nel 1866, come anche reperti della vita di della Brigata «Folgore», subentrata alla «Pozzuolo trincea, elmetti, uniformi, decorazioni della 1a e 2a del Friuli», a proseguire la missione che può essere Guerra mondiale. Commoventi sono, poi, le lettere considerata come una delle più complesse in atto.

RUBRICHE - 134 Rivista Militare n. 3/2007 SILVESTRO LEGA, I MACCHIAIOLI E IL QUATTROCENTO

Scenario suggestivo quello del Complesso Monumentale del San Domenico, a Forlì, che dal 14 gennaio al 24 giugno 2007, sotto l’Alto Pa- tronato del Presidente della Repubblica, propo- ne un’ampia retrospettiva su «Silvestro Lega - I Macchiaioli e il Quattrocento». Organizzata dal- la Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì, in collaborazione con il Comune, la mostra, in un taglio del tutto originale, propone un raffronto tra l’arte macchiaiola e la pittura del Quattro- cento fiorentino. Sono esposte anche altre im- portanti opere di artisti come Giovanni Fattori e Telemaco Signorini che, insieme a Lega, sono gli indiscutibili protagonisti di questo genere pittorico ottocentesco. Comune in loro l’intento di rappresentare il reale in modo progressista, senza però dimenticare i canoni fondamentali

Silvestro Lega: Ritratto di don Giovanni Verità.

Silvestro Lega: Ritorno dei bersaglieri italiani da una ricognizione.

135 - RUBRICHE dell’arte figurativa antica. Testimoni del loro tempo, vivono il presente con spirito moderno ma nella memoria dei grandi maestri antichi. Questi sono i Macchiaioli, di cui Lega è il più «classico» ma al tempo stesso il più «rivoluzio- nario» esponente. Egli si contraddistingue anche per la sua sensi- bilità politica. Determinante la formazione e la

Telemaco Signorini: L’artiglieria toscana salutata dai francesi a Solferino.

Silvestro Lega: Gli ultimi momenti di Giuseppe Mazzini.

artisti dell’epoca. L’intento è di contemperare, nel raffigurare i fatti della Seconda Guerra d’Indi- pendenza, il formalismo dello stile con la sempli- cità della scena militare, in modo da dare un’im-

terra d’origine, la Romagna, da sempre fermento di ideali patriottici e dell’impegno nell’azione promossa da Mazzini. Esemplare in tal senso il «Ritratto di don Giovanni Verità» che, insieme a quello giovanile di Garibaldi e al «Mazzini mo- rente» assurge a simbolo della partecipazione di Lega ai valori risorgimentali. Infatti, don Giovan- ni Verità, il religioso che nel 1849 aveva salvato Garibaldi, si rivela punto di riferimento essen- ziale per l’educazione morale e politica del gio- vane Silvestro, considerando anche la comune provenienza dell’artista e del religioso da Modi- gliana. Le vicende risorgimentali, alle soglie dell’Unità d’Italia, diventano così un tema costante nelle sue opere: [Scoppiata la guerra (1859) mi occupai a fare qualche quadro di circostanza] e di altri

Silvestro Lega: Un’imboscata di bersaglieri in Lombardia.

RUBRICHE - 136 Rivista Militare n. 3/2007

magine del reale veramente autentica. Sono di l’Autore in prima persona. Questo era l’intento questo periodo i quadri di soggetto militare, il del concorso Ricasoli, bandito dal Governo Prov- cui intento è di immortalare, quasi come in una visorio di Toscana nel 1859 e vinto da Giovanni sorta di fotografia, una realtà a volte vissuta dal- Fattori con un bozzetto che raffigura l’ambulanza dei feriti dopo la battaglia di Magenta. Alla ri- chiesta, volta a realizzare una sorta di repertorio iconografico «ufficiale» sulle imprese militari del momento, risponde anche Lega con un dipinto su Garibaldi. Il primo di una serie di quadri a sog- getto risorgimentale,1859-1861, che gli permet- tono di completare e mettere a punto, in un mo- do del tutto originale, la sua arte pittorica. Come non restare colpiti di fronte al «Ritorno dei Bersa- glieri italiani da una ricognizione» in cui all’ince- dere affaticato dei soldati sullo sfondo fa da con- trasto, in primo piano, il gesto vittorioso del ber- sagliere che apre la via. L’unione tra fede patriot- tica e artistica è presente anche in un altro dipin- to «Un’imboscata di bersaglieri in Lombardia» dove palpita l’azione che vede impegnati i nostri e forte è anche il senso di commozione per il sol- dato austro-ungarico a terra. La mostra, abilmente curata da Fernando Mazzocca e Giuliano Matteucci, offre un per- corso figurativo assai suggestivo da cui emerge la fedeltà di Lega a quello spirito risorgimentale che traspare sin dalle sue prime opere.

GRELAUR

137 - RUBRICHE Lao Petrilli, Vincenzo Sinapi: «Nassiriya. La vera dati, che sono attinti da documenti ufficiali, garan- storia», edizioni Lindau, Torino, 2007, pp. 263, tiscono la genuinità della notizia; ma la priorità de- euro 19,00. gli autori è quella di mettere in primo piano, sem- pre e comunque, l’aspetto umano. A Nassiriya noi lasciamo un’eredità della quale gli italiani possono essere orgogliosi. Il Ministro della L.S. Difesa, Arturo Parisi, non ha dubbi: se la provincia irachena del Dhi Qar è oggi una delle più stabili del Paese, con forze di sicurezza adeguatamente ad- Basilio Di Martino, Filippo Cappellano: «I Reparti destrate, molto lo si deve alla professionalità e d’Assalto Italiani nella Grande Guerra (1915- umanità con cui i soldati di «Antica Babilonia» han- 1918)», Ufficio Storico dello Stato Maggiore del- no portato a l’Esercito, Roma, 2007, pp. 1 022, euro 30,00. termine la lo- ro missione. Il volume prende in esame la nascita e lo sviluppo Giudizio con- dei reparti d’assalto dell’Esercito Italiano dal 1917 diviso dal suo al 1921. Allo scoppio della guerra l’ordinamento predecessore, dell’epoca non prevedeva unità specificamente de- Antonio Mar- dicate all’attacco di posizioni rafforzate. I reparti di tino: il nostro fanteria si presentavano come un Corpo omogeneo, contributo alla uniformemente armato di fucile e baionetta e uni- stabilizzazio- formemente addestrato al combattimento. ne è stato si- Il nostro Co- gnificativo, mando Supre- dice. Ma che mo, sull’esem- cosa hanno pio delle Stur- fatto, davvero, mtruppen, de- i militari ita- cise di autoriz- liani schierati zare la forma- in Iraq? Che zione di reparti cosa è suc- organici di «ar- cesso in quei diti». Le truppe 1 273 giorni? d’assalto italia- A raccontar- ne ben presto si lo sono due affermarono giornalisti, due inviati di guerra, che per tre anni e per determina- mezzo hanno seguito in diretta, molto spesso sul zione e corag- campo, tutti gli sviluppi di quella che è stata defi- gio, iniziando nita la più discussa, la più impegnativa, la più ad essere assai cruenta missione italiana all’estero. Lao Petrilli, an- temute dagli chor ed editor di Radio Dimensione Suono e Vin- avversari. Nel- cenzo Sinapi, caposervizio dell’Ansa, hanno esplo- l’ultimo anno di rato ciò che sta oltre la versione più ovvia dei fatti, guerra conob- raccogliendo notizie, documenti, testimonianze, bero una vasta espansione con la costituzione di un dati, foto. Il risultato è «Nassiriya. La vera storia», il intero «Corpo d’Armata d’assalto». Il loro ruolo è primo libro su «Antica Babilonia» scritto a missione stato fondamentale nel ridare slancio offensivo al conclusa. Ed è proprio questo, forse, uno dei suoi nostro Esercito dopo le vicende drammatiche della principali punti di forza. Nel libro vengono analiz- ritirata dell’ottobre-novembre 1917. In questo libro zati tutti gli attentati (a partire dal primo, quello sono descritte, per la prima volta con dovizia di più devastante) e gli scontri in cui sono stati coin- particolari, tutte le azioni che videro protagonisti gli volti i militari italiani. Si parla della faticosa rico- «arditi» fino al loro ultimo impiego in Albania nel- struzione del Dhi Qar e di come i soldati di Antica l’immediato dopoguerra. Babilonia abbiano contribuito ad addestrare l’eser- cito del dopo Saddam e a sostenere le istituzioni. I A.C.L.

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l’Esercito sulla base della sua conferenza tenuta, nell’ottobre scorso, ai frequentatori del Centro Alti Studi della Difesa. Il management della logistica, di Antonio Monaco (pag. 59). Lo sviluppo tecnologico e i nuovi scenari interna- zionali richiedono lo sviluppo di sistemi integrati e di logistica al servizio delle unità da realizzare se- condo precise scelte strategiche e valutazioni tec- Potere e conflittualità. Intervista a Marcello Vene- nico-economiche sostenibili. Un percorso arduo e ziani, a cura di Laura M. I. Secci (pag. 4). complesso che richiede scelte oculate e professio- L’inizio di questo secolo va delineando uno scena- nalità degli operatori. rio denso di sfide e di incognite che lasciano pre- sagire un futuro di incertezza politica, economica La componente Genio, di Vito Dell’Edera e France- e sociale. In tale quadro è opportuno ripensare an- sco Giannatiempo (pag. 66). che il concetto di sicurezza, di «guerra giusta» e di L’articolo che vi presentiamo fornisce ai lettori uso della forza. un’esauriente panoramica sulla policy approvvi- Di questo e di altro abbiamo discusso con Marcel- gionativa secondo le funzioni di pertinenza: com- lo Veneziani, filosofo, giornalista e scrittore di bat, mobilità, contromobilità, protezione e sup- successo. porto generale. Risorse energetiche e terrorismo, di Giovanni Er- Il futuro dei trasporti strategici, di Francesco Ca- colani (pag. 7). pillo e Franco Fratini (pag. 80). La guerra al terrorismo ed i problemi legati alla si- Le Forze Armate italiane ricoprono attualmente un curezza delle risorse energetiche stanno dise- ruolo da protagonista in vari Teatri di Operazioni gnando il contorno di un «Regional Security Com- anche molto distanti dalla madrepatria. Tale ruolo plex», più ampio degli stessi confini geografici dei di Forza di pace proiettabile, in tempi estrema- Paesi membri della NATO. Per affrontare efficace- mente ridotti, in qualsiasi parte del globo, ha ri- mente gli eventuali conflitti, che potrebbero chiesto una sensibile riorganizzazione operativa e esplodere in questa nuova ampia area, si rende logistica, per garantire uno strumento efficiente, necessaria una vera e propria rivoluzione cultura- flessibile e pertanto aderente alle richieste della le, che prenda in considerazione l’importanza Nazione e della Comunità internazionale. strategico-operativa della cultural intelligence e dei critical security studies. Garibaldi e l’Esercito Italiano, di Nicola Serra (pag. 96). L’Esercito algerino, di Daniele Cellamare (pag. 25). «Non v’è nobile causa per cui i volontari italiani L’Algeria riveste, oggi, un ruolo-chiave nello scac- non si siano generosamente prodigati. Ovunque vi chiere mediterraneo. Un’approfondita analisi della fu un ideale di libertà da difendere, un’indipen- sua storia e delle sue Forze Armate ci aiuta a com- denza da conquistare, una civiltà da redimere, ivi prenderne politica e strategia. troviamo petti, braccia, cuori italiani». Il pensiero di Giuseppe Garibaldi, espresso nelle Il «miracolo» indiano, di Riccardo Caimmi e Stefa- sue «Memorie», sintetizza lo spirito volontaristico no Ciaramelletti (pag. 38). che, tuttora, permane nel volontario odierno, ere- Nuovo gigante del XXI secolo, l’India incentra ed de dei valori morali dei patrioti risorgimentali. esalta potenzialità e contraddizioni. Eppure pre- senta una stabilità e un’affidabilità, senz’altro su- Il Real Esercito Borbonico, di Giovanni Todaro periori ad altre importanti realtà, che non subisco- (pag. 109). no gli effetti del pregiudizio culturale neanche nel Definito in senso dispregiativo «Esercito di France- rapporto, oggi problematico, con il mondo islami- schiello» e frettolosamente bollato come inetto e co. Intanto, l’economia e la società continuano a inefficiente, non era, al contrario, inferiore a tanti crescere.... altri. Lo era, certo, nei suoi Generali, che, pur po- tendo contare su truppe numerose e bene armate, L’evoluzione dell’Esercito, di Giuseppe Maggi seppero «distinguersi» solo per codardia, insi- (pag. 49). pienza e tradimenti. Tutti i sistemi complessi tendono a mutare nel tempo per adattarsi ad esperienze maturate o Col ferro e col fuoco, di Leonello Oliveri (pag. 121). per prepararsi a sfide future. L’Esercito, come e Era questo il titolo di una mostra dedicata alla «ro- forse più delle altre organizzazioni, è stato og- ba di artiglieria» tenutasi a Torino nel 1995. Pren- getto negli anni di continui cambiamenti che, ul- dendo spunto da quell’interessante esposizione, timamente, hanno subito una decisiva accelera- possiamo analizzare e conoscere le artiglierie zione. L’articolo che vi proponiamo è stato re- francesi e austriache utilizzate nel corso delle datto dall’allora Capo Reparto Pianificazione Ge- guerre napoleoniche, con i relativi devastanti ef- nerale e Finanziaria dello Stato Maggiore del- fetti.

139 - RUBRICHE Defence Studies. The Management of Logistics, by Antonio Mona- co (p. 59). The technologic development and the new inter- national scenarios require the development of in- tegrated systems and of logistics in support of the units, which must be realized according to precise strategic choices and sustainable technical and Power and Conflicts. Interview with Marcello Vene- economic evaluations. It is a difficult and complex ziani, by Laura M. I. Secci (p. 4). course that requires of the operators wise choices The beginning of this century is outlining a scena- and professionalism. rio full of challenges and doubts which portend a future of political, economic and social uncertain- The Engineer Component, by Vito Dell’Edera and ty. In view of this, it is appropriate to reconsider Francesco Giannatiempo (p. 66). the concept of security, «just war» and force em- The article that we present here gives the readers ployment. an exhaustive survey on the provisioning policy, We have discussed about this and other topics according to the pertaining functions: combat, with Marcello Veneziani, philosopher, journalist mobility, counter-mobility, protection and general and well-known writer. support. Energy Resources and Terrorism, by Giovanni Er- The Future of Strategic Transports, by Francesco colani (p. 7). Capillo and Franco Fratini (p. 80). The war on terrorism and the problems connected The Italian Armed Forces at present are playing a with the security of the energy resources are outli- role of protagonists in various Operations Thea- ning the picture of a «Regional Security Complex» tres, sometimes very far from home. This role of wider than the geographic borders of the NATO peace force projectable in extremely short times to member Countries. In order to effectively face the any part of the world, has required a considerable possible conflicts which could explode in this new operational and logistic reorganization, in order to wide area, an actual cultural revolution becomes guarantee an effective and flexible instrument, necessary, which should consider the strategic and which meets the requirements of our Nation and operational importance of cultural intelligence and those of the international Community. of the critical security studies. Garibaldi and the Italian Army, by Nicola Serra The Algerian Army, by Daniele Cellamare (p. 25). (p. 96). Today Algeria plays a key-role in the Mediterrane- «There is no noble cause for which the Italian vo- an area. An in-depth analysis of its history and Ar- lunteers did not generously do their best. Where- med Forces helps to understand the Country’s po- ver there has been an ideal of liberty to be defen- licy and strategy. ded, an independence to be conquered, a civiliza- tion to be redeemed, there we find Italian breasts, The Indian «Miracle», by Riccardo Caimmi and arms, hearts». Stefano Ciaramelletti (p. 38). Giuseppe Garibaldi’s thought, expressed in his A new giant of the XXI Century, India concentrates «Memories», synthesizes the voluntaristic spirit, and emphasizes potentialities and contradictions. which still persists in today’s volunteer, heir to the And yet, it presents a stability and reliability that moral values of the patriots of our «Risorgimento». are certainly greater than other important realities and do not suffer the effects of cultural prejudice, The Royal Bourbon Army, by Giovanni Todaro not even in today’s problematic relation with the (p. 109). Islamic world. Meanwhile its economy and society Derogatorily defined «Franceschiello’s Army» and continue to grow.... hastily labelled as inept and inefficient, it was not, on the contrary, inferior to many others. Certainly The Evolution of the Army, by Giuseppe Maggi it was inferior for what concerned its Generals (p. 49). who, although they could count on numerous and All complex systems tend to change with time in well armed troops, managed to «distinguish» order to adjust to the experiences matured or to themselves only for their cowardice, ignorance and prepare for future challenges. The Army, like, treachery. and perhaps more than other organizations, along the years has been the subject of conti- With Iron and Fire, by Leonello Oliveri (p.121). nuous changes, which lately have undergone a This was the title of an exhibition dedicated to decisive acceleration. This article has been writ- «artillery stuff», which was held in Turin in 1995. ten by the former Chief of the Department of Ge- Taking the cue from that interesting show, we can neral and Financial Planning of the Army General analyse and get to know the French and Austrian Staff, on the basis of a conference he held last artilleries employed during the Napoleonic wars October for the students of the Centre for High and the related devastating effects.

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Le management de la logistique, par Antonio Mo- naco (p. 59). Le développement technologique et les nouveaux théâtres internationaux exigent que soient mis en place des systèmes intégrés et de logistique au service des unités, selon des choix stratégiques précis et des évaluations technico-économiques viables. Un parcours ardu et complexe qui deman- Pouvoir et conflictualité: Interview de Marcello Ve- de des décisions prudentes et du professionnali- neziani, par Laura M. I. Secci (p. 4). sme de la part des responsables. Ce siècle a débuté dans un décor riche en défis et inconnues annonçant un avenir plein d’incertitude La composante «Génie», par Vito Dell’Edera et sur les plans politique, économique et social. Dans Francesco Giannatiempo (p. 66). de telles circonstances il conviendrait de revoir, L’article proposé fournit aux lecteurs un panorama entre autres, les concepts de sécurité, de «guerre exhaustif de la politique de ravitaillement selon les juste» et d’emploi de la force. différentes fonctions: combat, mobilité, contre - Ce sont là les thèmes abordés avec Marcello Vene- mobilité protection et support général. ziani, philosophe, écrivain et journaliste renommé. L’avenir des transports stratégiques, par France- Ressources énergétiques et terrorisme, par Gio- sco Capillo et Franco Fratini (p. 80). vanni Ercolani (p. 7). Les Forces armées italiennes jouent actuellement La guerre contre le terrorisme et les problèmes liés un rôle primordial dans les différents Théâtres à la sécurité des ressources énergétiques donnent d’Opération, y compris les plus éloignés de la lieu à un «Regional Security Complex» dont les métropole. Ce rôle de Force de paix ayant une frontières vont bien au-delà des limites géogra- capacité de projection rapide et pouvant interve- phiques des pays membres de l’OTAN. Pour af- nir partout dans le monde, a demandé une pro- fronter avec efficacité les conflits qui pourraient fonde réorganisation sur le plan opérationnel et éclater au sein de cette nouvelle zone élargie, il logistique en vue de garantir un instrument effi- faut une révolution culturelle proprement dite, qui cient, flexible et par conséquent répondant aux tienne compte de l’importance stratégico-opéra- exigences de la Nation et de la Communauté In- tionnelle de la «cultural intelligence» et des «criti- ternationale. cal security studies». Garibaldi et l’Armée italienne, par Nicola Serra L’Armée algérienne, par Daniele Cellamare (p. 25). (p. 96). Actuellement, l’Algérie est appelée à jouer un rôle «Il n’est de noble cause pour laquelle les volontai- clef sur l’échiquier méditerranéen. Une analyse res italiens ne se soient prodigués. Partout où il y détaillée de l’histoire et des Forces armées de ce eut un idéal à défendre, une indépendance à con- pays nous aidera à mieux comprendre sa politique quérir, un peuple à rédimer, nous y avons trouvé et ses stratégies. des poitrines, des bras et des cœurs italiens». Cette citation extraite des «Mémoires» de Giusep- Le «miracle» indien, par Riccardo Caimmi et Stefa- pe Garibaldi résume l’esprit qui continue à animer no Ciaramelletti (p. 38). les volontaires d’aujourd’hui, légataires des va- Nouveau géant du XXI siècle, l’Inde est riche en leurs morales des patriotes du «Risorgimento». potentialités et en contradictions. Et pourtant elle possède une stabilité et une fiabilité supérieures à L’Armée Royale Bourbonienne, par Giovanni Toda- celles d’autres pays importants, car à l’abri des ef- ro (p. 109). fets des préjugés culturels, y compris ceux liés Appelée avec mépris «l’Armée de Franceschiello» aux rapports, aujourd’hui problématiques, avec le et vite taxée d’inaptitude et de manque d’effica- monde islamique. Et pendant ce temps, l’écono- cité, l’Armée royale bourbonienne était au con- mie et la société ne cessent de s’accroître.... traire une armée à la hauteur de beaucoup d’au- tres, avec des troupes nombreuses et bien équi- L’évolution de l’Armée, par Giuseppe Maggi (p. 49). pées. Il n’en reste pas moins que ses Généraux se Tout système complexe tend a évoluer dans le sont «distingués» par leur lâcheté, leurs trahisons temps en vue de s’adapter en fonction des expé- et leur bêtise. riences acquises ou de se préparer pour relever les défis du futur. L’Armée, à l’égal ou plus que A fer et à sang, par Leonello Oliveri (p. 121). les autres organisations, a subi, au cours des Tel était le titre d’une exposition consacrée aux années, des changements continus, et ce à une «objets d’artillerie» qui s’est tenue à Turin en vitesse sans cesse croissante. L’article proposé a 1995. En nous inspirant des cette intéressante ex- été rédigé par l’ancien Chef de l’Unité de Plani- position, nous pouvons analyser et connaître les fication Générale et Financière de l’Etat Major de artilleries française et autrichienne utilisées pen- l’Armée, sur la base d’une conférence tenue en dant les guerres napoléoniennes, ainsi que leurs octobre dernier au Centro Alti Studi della Difesa. effets dévastateurs.

141 - RUBRICHE kel wurde vom ehemaligen Leiter der finanziellen Generalplanungsabteilung des Oberbefehls der Streitkräfte redigiert und geht auf eine im letzten Oktober für die Besucher des Verteidigungsstu- diumszentrums veranstaltete Tagung zurück. Das Management der Logistik, von Antonio Monaco (S. 59). Die technologische Entwicklung und die neuen in- ternationalen Szenarien verlangen die Entwicklung Macht und Konfliktlage. Interview mit Marcello integrierter Logistiksysteme zur Verfügung der Veneziani, von Laura M. I. Secci (S. 4). verschiedenen Einheiten, die nach präzisen strate- Der Beginn dieses Jahrhunderts stellt ein Szenarium gischen Entscheidungen und vertretbaren te- voller Herausforderungen und Unbekanntem dar, chnisch-ökonomischen Einschätzungen verwir- das eine Zukunft von politischer, ökonomischer und klicht werden müssen. Ein schwieriger und kom- sozialer Unsicherheit vorausahnen lässt. In diesem plexer Vorgang, der eine umsichtige Auswahl und Rahmen ist es notwendig, auch einen neuen Begriff Professionalität des Personals fordert. von Sicherheit, «rechtem Krieg» und Gewaltanwen- dung in Betracht zu ziehen. Darüber und über wei- Die Komponente Pionier, von Vito Dell’Edera und teres haben wir mit dem erfolgreichen Philosophen, Francesco Giannatiempo (S. 66). Journalisten und Schriftsteller Marcello Veneziani, Der Artikel erteilt den Lesern einen weitreichenden diskutiert. Überblick über die Versorgung nach den Zustän- digkeitsfunktionen: Kampf, Mobilität, Gegenmobi- Energieressourcen und Terrorismus, von Giovanni lität, Schutz und Generalunterstutzung. Ercolani (S. 7). Der Kampf gegen den Terrorismus und die mit der Die Zukunft der strategischen Transporte, von Sicherheit der Energieressourcen zusammenhän- Francesco Capillo und Franco Fratini (S. 80). genden Probleme geben die Grenzen eines «Regio- Die italienischen Streitkräfte spielen heute eine nal Security Complex» vor, die breiter als die geo- Hauptrolle in verschiedenen Operationsgebieten, graphischen Grenzen der Mitglied-Staaten der NA- auch weit entfernt vom Vaterland. Eine solche Rolle TO sind. Um sich wirksam mit den möglichen Kon- als Kraft des Friedens, in sehr geringer Zeit, überall flikten, die in diesem neuen weiten Gebiet ausbre- auf der Welt einsetzbar, hat eine bedeutende opera- chen könnten, auseinander zu setzen, ist eine kultu- tive und logistische Neugestaltung erfordert, um ein relle Revolution notwendig, die die strategisch-ope- wirksames, flexibles und also den Anforderungen rative Wichtigkeit der Cultural Intelligence und der der Nation und der internationalen Gemeinschaft Critical Security Studies in Betracht zieht. getreues Instrument zu gewährleisten. Das algerische Heer, von Daniele Cellamare (S. 25). Garibaldi und das Italienische Heer, von Nicola Algerien spielt heute eine Schlüsselrolle auf dem Serra (S. 96). Mittelmeerschauplatz. Eine ausführliche Analyse «Es gibt keine edle Sache, für die die italienischen seiner Geschichte und seiner Streitkräfte hilft uns Freiwilligen sich nicht großzügig aufgeopfert haben. dabei, seine Politik und Strategie zu verstehen. Überall, wo ein Ideal von Freiheit zu schützen, die Unabhängigkeit zu erobern, eine Zivilisation zu be- Das indische «Wunder», von Riccardo Caimmi und freien war, finden wir italienische Arme und Herzen». Stefano Ciaramelletti (S. 38). Der Gedanke Giuseppe Garibaldis, den er in seinen Als neuer Gigant des XXI Jahrhunderts hebt Indien «Memoiren» ausgedrückt hat, fasst den Geist der seine Gegensätze und Leistungsfähigkeiten her- Freiwilligkeit zusammen, der noch heute in dem vor. Dennoch bietet das Land höhere Stabilität und freiwilligen Wehrdienst, einem Erbe der patriotischen Zuverlässigkeit im Vergleich zu anderen wichtigen Moralwerte des Risorgimento, weiterbesteht. Realitäten, die nicht die Wirkung des kulturellen Vorurteils zu spüren bekommen, auch nicht in Be- Das bourbonische Königsheer, von Giovanni To- zug auf die heute problematische islamische Welt. daro (S. 109). In der Zwischenzeit wachsen die Wirtschaft und die «Heer von Franceschiello» geringschätzig genannt Gesellschaft weiter.... und als unfähig und unwirksam hastig bezeichnet, war im Gegenteil nicht vielen anderen Streitkräften Die Evolution im Heer, von Giuseppe Maggi (S. 49). unterlegen. Es war sicherlich so, was seine Generäle Alle komplexen Systeme ändern sich mit der Zeit, angeht, die, trotz zahlreicher und gut bewaffneter um sich an ausgereifte Erfahrungen anzupassen Truppen, sich nur durch Feigheit, Schalheit und Ver- oder auf zukünftige Herausforderungen vorzuberei- rat «auszeichneten». ten. Die Streitkräfte, wie und vielleicht mehr als an- dere Organisationen, sind im Laufe der Jahre Gegen- Mit Feuer und Schwert, von Leonello Oliveri (S. 121). stand einer dauernden Veränderung gewesen, die Das war der Titel einer 1995 in Turin organisierten sich in der letzten Zeit einer entscheidenden Be- Ausstellung, die den «Sachen der Artillerie» gewid- schleunigung unterzogen hat. Der vorliegende Arti- met war. Diese kann man zum Anlass nehmen, um

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die französischen und österreichischen Artillerien, do a lo largo del tiempo continuos cambios, carac- die in den napoleonischen Kriegen benutzt wurden terizados en estos últimos años por una marcada und verwüstende Folgen mit sich brachten, zu ana- aceleración. El artículo fue redactado por el que fue- lysieren und kennen zu lernen. ra Jefe de la Panificación General y Financiera del Estado Mayor del Ejército, sobre la base de la confe- rencia celebrada en octubre último en el Centro Alti Studi della Difesa. El management de la logística, Antonio Monaco (pág. 59). Los adelantos tecnológicos y los nuevos escenarios internacionales vuelven necesario el desarrollo de sistemas integrados y de logística al servicio de las unidades, de realizarse con arreglo a criterios estra- tégicos precisos y a evaluaciones técnico-económi- cas sostenibles. Un camino arduo y complejo que Poder y conflictividad. Entrevista con Marcello Ve- requiere decisiones mesuradas y profesionalismo. neziani, Laura M. I. Secci (pág. 4). Este siglo principió en un escenario cargado de re- El cuerpo militar de ingenieros, Vito Dell’Edera y tos y de incógnitas que anuncian un futuro lleno Francesco Giannatiempo (pág. 66). de incertidumbre tanto en ámbito político, como El artículo ofrece un amplio panorama de la políti- económico y social. En semejante escenario cabe ca de avituallamiento con arreglo a las distintas revisar el concepto de seguridad, de «guerra justa» funciones: combate, movilidad, contramovilidad, y de empleo de la fuerza. protección y apoyo general. Son estos los temas encarados en la entrevista con Marcello Veneziani, exitoso filósofo, periodista y El futuro de los transportes estratégicos, France- escritor italiano. sco Capillo y Franco Fratini (pág. 80). Las Fuerzas armadas italianas desempeñan actualmen- Recursos energéticos y terrorismo, Giovanni Erco- te un papel primordial en los distintos teatros de ope- lani (pág. 7). ración, inclusive en los muy alejados de la madre patria. La guerra contra el terrorismo y los problemas rela- Este papel de Fuerza de paz capaz de ser proyectada cionados con la seguridad de los recursos energéti- con inmediatez en cualquier parte del mundo, ha re- cos están delineando un «Regional Security Com- querido una reorganización operativa y logística con el plex» que va más allá de las fronteras geográficas de fin de garantizar una herramienta eficiente, flexible y los países miembros de la OTAN. Para hacer frente por consiguiente susceptible de atender las exigencias con mayor eficacia a los conflictos que podrían de la Nación y de la Comunidad internacional. estallar en esta nueva y ampliada área, se vuelve ne- cesaria una revolución cultural propiamente dicha, Garibaldi y el Ejército italiano, Nicola Serra (pág. 96). que tome en cuenta la importancia estratégica-ope- «No hay noble causa por la cual los voluntarios italia- racional de la «cultural intelligence» y de los «critical nos no se hayan desvelado generosamente. Siempre security studies». que hubo un ideal de libertad para defender, una in- dependencia para conquistar, un pueblo para redimir, El Ejército argelino, Daniele Cellamare (pág. 25). encontramos pechos, brazos y corazones italianos». Hoy día, Argelia desempeña un papel primordial en Esta cita de las «Memorias» de Giuseppe Garibaldi, el tablero mediterráneo. Un análisis profundizado de sintetiza el espíritu que sigue animando a los vo- la historia y de las Fuerzas armadas de este país nos luntarios de hoy, herederos de los valores morales ayudará a comprender su política y estrategia. de los patriotas del «Risorgimento». El «milagro» indio, Riccardo Caimmi y Stefano Cia- El Ejército Real Borbónico, Giovanni Todaro (pág. 109). ramelletti (pág. 38). Denominado en modo despreciativo «el Ejército de Nuevo gigante del siglo XXI, la India es una concen- Franceschiello» y muy pronto tachado de inadecua- tración y exaltación de potencialidades y contradic- do e ineficiente, el Ejército Real Borbónico no era un ciones. Y sin embargo, no deja de ser una realidad ejército inferior a muchos otros, puesto que contaba con mucho más estable y fiable que otros países im- con numerosas y bien armadas tropas. Pero si lo era portantes, al no padecer los efectos de los prejuicios debido a sus Generales quienes se «distinguieron» culturales, ni siquiera en las relaciones, hoy día pro- por su cobardía, su traiciones y su ignorancia. blemáticas, con el mundo islámico. Mientras tanto, la economía y la sociedad siguen creciendo.... Con hierro y fuego, Leonelle Oliveri (pág. 121). Así se titulaba una exposición dedicada a «cosas de La evolución del Ejército, Giuseppe Maggi (pág. 49). artillería» celebrada en Turín en 1995. Inspirándo- Todo sistema complejo tiende a madurar para adap- nos en esa interesante exposición, podemos anali- tarse a las experiencias adquiridas o prepararse a zar y conocer las artillerías francesas y austríacas aceptar los retos del futuro. El Ejército, al igual y tal utilizadas en las guerras napoleónicas, así como sus vez más que otras organizaciones, ha experimenta- efectos devastadores.

143 - RUBRICHE Estudos da Defesa. O management da logística, de Antonio Monaco (pág. 59). O desenvolvimento tecnológico e os novos cenários internacionais requerem um desenvolvimento de si- temas integrados e de logística ao serviço das uni- dades a realizar segundo escolhas estratégicas pre- cisas e avaliações técnico-económicas sustentáveis. Poder e conflictualismo. Entrevista a Marcello Ve- Um percurso árduo e complexo que requer escolhas neziani, ao cuidado de Laura M. I. Secci (pág. 4). prudentes e profissionalismo nos operadores. O início deste século vai delineando um cenário denso de desafios e de incógnitas que permitem A componente Génio, de Vito Dell’Edera e France- prognosticar um futuro de incerteza política, eco- sco Giannatiempo (pág. 66). nómica e social. Em semelhante quadro é oportu- O artigo que vos apresentamos fornece aos leito- no repensar também o conceito de segurança, de res uma exaustiva panorâmica acerca da política «guerra justa» e de uso da força. de abastecimento segundo as funções de perti- Acerca deste e de outros assuntos, discutimos nência: combate, mobilidade, contra-mobilidade, com Marcello Veneziani, filósofo, jornalista e protecção e suporte geral. escritor de sucesso. O futuro dos transportes estratégicos, de France- Recursos energéticos e terrorismo, de Giovanni sco Capillo e Franco Fratini (pág. 80). Ercolani (pág. 7). As Forças Armadas italianas cobrem actualmente A guerra ao terrorismo e os problemas ligados à um papel de protagonista em vários Teatros de segurança dos recursos energéticos estão a de- Operações mesmo muito distantes da Pátria. Tal senhar o contorno de um «Regional Security Com- papel de Força de paz projectável, em tempos ex- plex», mais amplo que os próprios confins geo- tremamente reduzidos, em qualquer parte do glo- gráficos dos países membros da NATO. Para en- bo, requeriu uma sensível reorganização operativa frentar eficazmente os eventuais conflictos, que e logística, para garantir um instrumento eficien- poderiam explodir nesta nova e ampla área, torna- te, flexível, e portanto, aderente aos pedidos da se necessária uma verdadeira revolução cultural, Nação e da Comunidade Internacional. que tome em consideração a importância estraté- gico-operativa da cultural intelligence e dos criti- Garibaldi e o Exército Italiano, de Nicola Serra cal security studies. (pág. 96). «Não existe mais nobre causa para a qual os vo- O exército argelino, de Daniele Cellamare (pág. 25). luntários italianos não sejam generosamente pro- A Argélia retoma, hoje, um papel-chave no tabu- digados. Em qualquer dos lados onde existiu um leiro de xadrez mediterrânico. Uma análise apro- ideal de liberdade a defender, uma independência fundada da sua história e das suas Forças Arma- a conquistar, uma civilização a redimir, aí encon- das ajuda-nos a compreender política e estratégia. tramos peitos, braços, corações italianos». O pensamento de Giuseppe Garibaldi, expresso O «milagre» indiano, de Riccardo Caimmi e Stefa- nas suas «Memórias», sintetiza o espírito de vo- no Ciaramelletti (pág. 38). luntariado que, todavia, permanece no voluntário Novo gigante do séc. XXI, a Índia concentra e exal- actual, herdeiro dos valores morais dos patriotas ta potenciais e contradições. E assim mesmo, do Risorgimento. apresenta uma estabilidade e uma afidabilidade, sem dúvida superiores a outras importantes reali- O Real Exército Borbónico, de Giovanni Todaro dades, que não sofrem os efeitos do preconceito (pág. 109). cultural nem mesmo na relação, hoje problemáti- Definido, em sentido depreciativo, «Esercito di ca, com o mundo islâmico. Entretanto, a economia Franceschiello» e rapidamente rotulado como in- e a sociedade continuam a crescer.... capaz e ineficaz, não era, por contrário, inferior a tantos outros. Era-o, concerteza, nos seus Gene- A evolução do Exército, de Giuseppe Maggi (pág. 49). rais, que, mesmo podendo contar com tropas nu- Todos os sistemas complexos tendem a mutar no merosas e bem armadas, souberam «distinguir- tempo para se adaptarem a experiências matura- se» apenas pela cobardia, insipiência e traições. das ou para se prepararem a desafios futuros. O Exército, como e talvez mais que as outras orga- Com o ferro e com o fogo, de Leonello Oliveri (pág. nizações, foi objecto, durante anos, de contínuas 121). mudanças que, ultimamente, sofreram uma deci- Era este o título de uma exposição dedicada às siva aceleração. O artigo que vos propomos foi re- «coisas de artilharia» tida em Torino em 1995. To- digido pelo então Chefe de Secção de Planificação mando o ponto desta interessante exposição, po- Geral e Financiária do Estado Maior do Excército demos analisar e conhecer a artilharia francesa e com base na sua conferência tida, em Outubro austríacas utilizadas no curso das guerras napo- passado, para os frequentantes do Centro de Altos leónicas, com os relativos e devastantes efeitos.

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