arcidiocesi di pesaro

BOLLETTINO DIOCESANO

OTTOBRE - DICEMBRE 2015 jdslkfjdsaòlfds DOCUMENTI DEL SANTO PADRE FRANCESCO

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO IN OCCASIONE DELLA VEGLIA DI PREGHIERA PER LA FAMIGLIA Piazza San Pietro Sabato, 3 ottobre 2015

Care famiglie, buonasera!

A che giova accendere una piccola candela nel buio che ci circonda? Non sarebbe ben altro ciò di cui c’è bisogno per diradare l’oscurità? Ma si possono vincere le tenebre? In certe stagioni della vita — questa vita pur carica di risorse stupende — simili interrogativi si impongono con forza. Di fronte alle esigenze dell’esistenza, la tentazione porta a tirarsi indietro, a disertare e a chiudersi, magari in nome della prudenza e del realismo, fuggendo così la responsabilità di fare fino in fondo la propria parte. Ricordate l’esperienza di Elia? Il calcolo umano suscita nel profeta la paura che lo spinge a cercare rifugio. Paura. «Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi [...] Camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb. Là entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: “Che cosa fai qui, Elia?”» (1 Re 19,3.8-9). Poi, sull’Oreb, troverà risposta non nel vento impetuoso che scuote le rocce, non nel terremoto e nemmeno nel fuoco. La grazia di Dio non alza la voce; è un mormorio, che raggiunge quanti sono disposti ad ascoltarne la brezza leggera - quel filo di silenzio sonoro - li esorta ad uscire, a tornare nel mondo, testimoni dell’amore di Dio per l’uomo, perché il mondo creda... Con questo respiro, proprio un anno fa, in questa stessa Piazza, abbiamo invocato lo Spirito Santo, chiedendo che — nel mettere a tema la famiglia — i Padri sinodali sapessero ascoltare e confrontarsi mantenendo fisso lo sguardo su Gesù, Parola ultima del Padre e criterio di interpretazione di tutto. Questa sera non può essere un’altra la nostra preghiera. Perché, come ricordava il Metropolita Ignazio IV Hazim, senza lo Spirito Santo, Dio è lontano, Cristo rimane nel passato, la Chiesa diventa una semplice organizzazione, l’autorità si trasforma in dominio, la missione in propaganda, il culto in evocazione, l’agire dei cristiani in una morale da schiavi (cfr Discorso alla Conferenza ecumenica di Uppsala, 1968). Preghiamo, dunque, perché il Sinodo che domani si apre sappia ricondurre a un’immagine compiuta di uomo l’esperienza coniugale e familiare; riconosca, valorizzi e proponga quanto in essa c’è di bello, di buono e di santo; abbracci le situazioni di vulnerabilità, che la mettono alla prova: la povertà, la guerra, la malattia, il lutto, le relazioni ferite e sfilacciate da cui sgorgano disagi, risentimenti e rotture; ricordi a queste famiglie, come a tutte le famiglie, che il Vangelo rimane “buona notizia” da cui sempre ripartire. Dal tesoro della viva tradizione i Padri sappiano attingere parole di consolazione e orientamenti di speranza per famiglie chiamate in questo tempo a costruire il futuro della comunità ecclesiale e della città dell’uomo.

3 * * * Ogni famiglia, infatti, è sempre una luce, per quanto fioca, nel buio del mondo. La stessa vicenda di Gesù tra gli uomini prende forma nel grembo di una famiglia, all’interno della quale rimarrà per trent’anni. Una famiglia come tante, la sua, collocata in uno sperduto villaggio della periferia dell’Impero. Charles de Foucauld, forse come pochi altri, ha intuito la portata della spiritualità che emana da Nazaret. Questo grande esploratore abbandonò in fretta la carriera militare, affascinato dal mistero della Santa Famiglia, del rapporto quotidiano di Gesù con i genitori e i vicini, del lavoro silenzioso, della preghiera umile. Guardando alla Famiglia di Nazaret, fratel Charles avvertì la sterilità della brama di ricchezza e di potere; con l’apostolato della bontà si fece tutto a tutti; lui, attratto dalla vita eremitica, capì che non si cresce nell’amore di Dio evitando la servitù delle relazioni umane. Perché è amando gli altri che si impara ad amare Dio; è curvandosi sul prossimo che ci si eleva a Dio. Attraverso la vicinanza fraterna e solidale ai più poveri e abbandonati, egli comprese che alla fine sono proprio loro a evangelizzare noi, aiutandoci a crescere in umanità. Per comprendere oggi la famiglia, entriamo anche noi — come Charles de Foucauld — nel mistero della Famiglia di Nazaret, nella sua vita nascosta, feriale e comune, com’è quella della maggior parte delle nostre famiglie, con le loro pene e le loro semplici gioie; vita intessuta di serena pazienza nelle contrarietà, di rispetto per la condizione di ciascuno, di quell’umiltà che libera e fiorisce nel servizio; vita di fraternità, che sgorga dal sentirsi parte di un unico corpo. È luogo — la famiglia — di santità evangelica, realizzata nelle condizioni più ordinarie. Vi si respira la memoria delle generazioni e si affondano radici che permettono di andare lontano. È luogo del discernimento, dove ci si educa a riconoscere il disegno di Dio sulla propria vita e ad abbracciarlo con fiducia. È luogo di gratuità, di presenza discreta, fraterna e solidale, che insegna a uscire da se stessi per accogliere l’altro, per perdonare e sentirsi perdonati. * * * Ripartiamo da Nazaret per un Sinodo che, più che parlare di famiglia, sappia mettersi alla sua scuola, nella disponibilità a riconoscerne sempre la dignità, la consistenza e il valore, nonostante le tante fatiche e contraddizioni che possono segnarla. Nella “Galilea delle genti” del nostro tempo ritroveremo lo spessore di una Chiesa che è madre, capace di generare alla vita e attenta a dare continuamente la vita, ad accompagnare con dedizione, tenerezza e forza morale. Perché se non sappiamo unire la compassione alla giustizia, finiamo per essere inutilmente severi e profondamente ingiusti. Una Chiesa che è famiglia sa porsi con la prossimità e l’amore di un padre, che vive la responsabilità del custode, che protegge senza sostituirsi, che corregge senza umiliare, che educa con l’esempio e la pazienza. A volte, semplicemente con il silenzio di un’attesa orante e aperta. E soprattutto, una Chiesa di figli che si riconoscono fratelli non arriva mai a considerare qualcuno soltanto come un peso, un problema, un costo, una preoccupazione o un rischio: l’altro è essenzialmente un dono, che rimane tale anche quando percorre strade diverse. È casa aperta, la Chiesa, lontana da grandezze esteriori, accogliente nello stile sobrio dei suoi membri e, proprio per questo, accessibile alla speranza di pace che c’è dentro

4 ogni uomo, compresi quanti — provati dalla vita — hanno il cuore ferito e sofferente. Questa Chiesa può rischiarare davvero la notte dell’uomo, additargli con credibilità la meta e condividerne i passi, proprio perché lei per prima vive l’esperienza di essere incessantemente rigenerata nel cuore misericordioso del Padre.

5 DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO A CONCLUSIONE DEI LAVORI DELLA XIV ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI Aula del Sinodo Sabato, 24 ottobre 2015

Care Beatitudini, Eminenze, Eccellenze, cari fratelli e sorelle, vorrei innanzitutto ringraziare il Signore che ha guidato il nostro cammino sinodale in questi anni con lo Spirito Santo, che non fa mai mancare alla Chiesa il suo sostegno. Ringrazio davvero di cuore S. Em. il Cardinale , Segretario Generale del Sinodo, S. Ecc. Mons. Fabio Fabene, Sotto-segretario, e con loro ringrazio il Relatore S. Em. il Cardinale Peter Erdő e il Segretario Speciale S. Ecc. Mons. , i Presidenti delegati, gli scrittori, i consultori, i traduttori, i cantori e tutti coloro che hanno lavorato instancabilmente e con totale dedizione alla Chiesa: grazie di cuore! E vorrei anche ringraziare la Commissione che ha fatto la relazione: alcuni hanno passato la notte in bianco. Ringrazio tutti voi, cari Padri Sinodali, Delegati Fraterni, Uditori, Uditrici e Assessori, Parroci e famiglie, per la vostra partecipazione attiva e fruttuosa. Ringrazio anche gli “anonimi” e tutte le persone che hanno lavorato in silenzio contribuendo generosamente ai lavori di questo Sinodo. Siate sicuri tutti della mia preghiera, affinché il Signore vi ricompensi con l’abbondanza dei suoi doni di grazia! Mentre seguivo i lavori del Sinodo, mi sono chiesto: che cosa significherà per la Chiesa concludere questo Sinodo dedicato alla famiglia? Certamente non significa aver concluso tutti i temi inerenti la famiglia, ma aver cercato di illuminarli con la luce del Vangelo, della tradizione e della storia bimillenaria della Chiesa, infondendo in essi la gioia della speranza senza cadere nella facile ripetizione di ciò che è indiscutibile o già detto. Sicuramente non significa aver trovato soluzioni esaurienti a tutte le difficoltà e ai dubbi che sfidano e minacciano la famiglia, ma aver messo tali difficoltà e dubbi sotto la luce della Fede, averli esaminati attentamente, averli affrontati senza paura e senza nascondere la testa sotto la sabbia. Significa aver sollecitato tutti a comprendere l’importanza dell’istituzione della famiglia e del Matrimonio tra uomo e donna, fondato sull’unità e sull’indissolubilità, e ad apprezzarla come base fondamentale della società e della vita umana. Significa aver ascoltato e fatto ascoltare le voci delle famiglie e dei pastori della Chiesa che sono venuti a Roma portando sulle loro spalle i pesi e le speranze, le ricchezze e le sfide delle famiglie di ogni parte del mondo. Significa aver dato prova della vivacità della Chiesa Cattolica, che non ha paura di scuotere le coscienze anestetizzate o di sporcarsi le mani discutendo animatamente e francamente sulla famiglia. Significa aver cercato di guardare e di leggere la realtà, anzi le realtà, di oggi con gli occhi di Dio, per accendere e illuminare con la fiamma della fede i cuori degli uomini, in un momento storico di scoraggiamento e di crisi sociale, economica, morale e di prevalente negatività. Significa aver testimoniato a tutti che il Vangelo rimane per la Chiesa la fonte viva di

6 eterna novità, contro chi vuole “indottrinarlo” in pietre morte da scagliare contro gli altri. Significa anche aver spogliato i cuori chiusi che spesso si nascondono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa, o dietro le buone intenzioni, per sedersi sulla cattedra di Mosè e giudicare, qualche volta con superiorità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite. Significa aver affermato che la Chiesa è Chiesa dei poveri in spirito e dei peccatori in ricerca del perdono e non solo dei giusti e dei santi, anzi dei giusti e dei santi quando si sentono poveri e peccatori. Significa aver cercato di aprire gli orizzonti per superare ogni ermeneutica cospirativa o chiusura di prospettive, per difendere e per diffondere la libertà dei figli di Dio, per trasmettere la bellezza della Novità cristiana, qualche volta coperta dalla ruggine di un linguaggio arcaico o semplicemente non comprensibile. Nel cammino di questo Sinodo le opinioni diverse che si sono espresse liberamente – e purtroppo talvolta con metodi non del tutto benevoli – hanno certamente arricchito e animato il dialogo, offrendo un’immagine viva di una Chiesa che non usa “moduli preconfezionati”, ma che attinge dalla fonte inesauribile della sua fede acqua viva per dissetare i cuori inariditi1. E – aldilà delle questioni dogmatiche ben definite dal Magistero della Chiesa – abbiamo visto anche che quanto sembra normale per un vescovo di un continente, può risultare strano, quasi come uno scandalo - quasi! – per il vescovo di un altro continente; ciò che viene considerato violazione di un diritto in una società, può essere precetto ovvio e intangibile in un’altra; ciò che per alcuni è libertà di coscienza, per altri può essere solo confusione. In realtà, le culture sono molto diverse tra loro e ogni principio generale – come ho detto, le questioni dogmatiche ben definite dal Magistero della Chiesa – ogni principio generale ha bisogno di essere inculturato, se vuole essere osservato e applicato2. Il Sinodo del 1985, che celebrava il 20° anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II, ha parlato dell’inculturazione come dell’«intima trasformazione degli autentici valori culturali mediante l’integrazione nel cristianesimo, e il radicamento del cristianesimo nelle varie culture umane»3. L’inculturazione non indebolisce i valori veri, ma dimostra la loro vera forza e la loro autenticità, poiché essi si adattano senza mutarsi, anzi essi trasformano pacificamente e gradualmente le varie culture4. Abbiamo visto, anche attraverso la ricchezza della nostra diversità, che la sfida che abbiamo davanti è sempre la stessa: annunciare il Vangelo all’uomo di oggi, difendendo la famiglia da tutti gli attacchi ideologici e individualistici. E, senza mai cadere nel pericolo del relativismo oppure di demonizzare gli altri, abbiamo

1 Cfr Lettera al Gran Cancelliere della “Pontificia Universidad Católica Argentina” nel centesimo anni- versario della Facoltà di Teologia, 3 marzo 2015. 2 Cfr Pontificia Commissione Biblica, Fede e cultura alla luce della Bibbia. Atti della Sessione plenaria 1979 della Pontificia Commissione Biblica, LDC, Leumann 1981; Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Gaudium et spes, 44. 3 Relazione finale (7 dicembre 1985): L’Osservatore Romano, 10 dicembre 1985, 7. 4 «In forza della sua missione pastorale, la Chiesa deve mantenersi sempre attenta ai mutamenti storici e all’evoluzione delle mentalità. Non certamente per sottomettervisi, ma per superare gli ostacoli che si possono opporre all’accoglienza dei suoi consigli e delle sue direttive» (Intervista al Card. Georges Cottier ne La Civiltà Cattolica, 3963-3964, 8 agosto 2015, p. 272).

7 cercato di abbracciare pienamente e coraggiosamente la bontà e la misericordia di Dio che supera i nostri calcoli umani e che non desidera altro che «TUTTI GLI UOMINI SIANO SALVATI» (1 Tm 2,4), per inserire e per vivere questo Sinodo nel contesto dell’Anno Straordinario della Misericordia che la Chiesa è chiamata a vivere. Cari Confratelli, l’esperienza del Sinodo ci ha fatto anche capire meglio che i veri difensori della dottrina non sono quelli che difendono la lettera ma lo spirito; non le idee ma l’uomo; non le formule ma la gratuità dell’amore di Dio e del suo perdono. Ciò non significa in alcun modo diminuire l’importanza delle formule: sono necessarie; l’importanza delle leggi e dei comandamenti divini, ma esaltare la grandezza del vero Dio, che non ci tratta secondo i nostri meriti e nemmeno secondo le nostre opere, ma unicamente secondo la generosità illimitata della sua Misericordia (cfr Rm 3,21-30; Sal 129; Lc 11,37- 54). Significa superare le costanti tentazioni del fratello maggiore (cfr Lc 15,25-32) e degli operai gelosi (cfr Mt 20,1-16). Anzi significa valorizzare di più le leggi e i comandamenti creati per l’uomo e non viceversa (cfr Mc 2,27). In questo senso il doveroso pentimento, le opere e gli sforzi umani assumono un significato più profondo, non come prezzo dell’inacquistabile Salvezza, compiuta da Cristo gratuitamente sulla Croce, ma come risposta a Colui che ci ha amato per primo e ci ha salvato a prezzo del suo sangue innocente, mentre eravamo ancora peccatori (cfr Rm 5,6). Il primo dovere della Chiesa non è quello di distribuire condanne o anatemi, ma è quello di proclamare la misericordia di Dio, di chiamare alla conversione e di condurre tutti gli uomini alla salvezza del Signore (cfr Gv 12,44-50). Il beato Paolo VI, con parole stupende, diceva: «Possiamo quindi pensare che ogni nostro peccato o fuga da Dio accende in Lui una fiamma di più intenso amore, un desiderio di riaverci e reinserirci nel suo piano di salvezza [...]. Dio, in Cristo, si rivela infinitamente buono [...]. Dio è buono. E non soltanto in sé stesso; Dio è – diciamolo piangendo – buono per noi. Egli ci ama, cerca, pensa, conosce, ispira ed aspetta: Egli sarà – se così può dirsi – felice il giorno in cui noi ci volgiamo indietro e diciamo: Signore, nella tua bontà, perdonami. Ecco, dunque, il nostro pentimento diventare la gioia di Dio»5. Anche san Giovanni Paolo II affermava che «la Chiesa vive una vita autentica quando professa e proclama la misericordia […] e quando accosta gli uomini alle fonti della misericordia del Salvatore, di cui essa è depositaria e dispensatrice»6. Anche Papa Benedetto XVI disse: «La misericordia è in realtà il nucleo centrale del messaggio evangelico, è il nome stesso di Dio [...] Tutto ciò che la Chiesa dice e compie, manifesta la misericordia che Dio nutre per l’uomo. Quando la Chiesa deve richiamare una verità misconosciuta, o un bene tradito, lo fa sempre spinta dall’amore misericordioso, perché gli uomini abbiano vita e l’abbiano in

5 Omelia, 23 giugno 1968: Insegnamenti VI (1968), 1177-1178. 6 Enc. Dives in misericordia, 13. Disse anche: «Nel mistero pasquale … Dio ci appare per quello che è: un Padre dal cuore tenero, che non si arrende dinanzi all’ingratitudine dei suoi figli ed è sempre disposto al perdono» (Giovanni Paolo II, Regina Coeli, 23 aprile 1995: Insegnamenti XVIII, 1 [1995], 1035). E così descriveva la resistenza alla misericordia: «La mentalità contemporanea, forse più di quella dell’uomo del passato, sembra opporsi al Dio di misericordia e tende, altresì, ad emarginare dalla vita e a distogliere dal cuore umano l’idea stessa della misericordia. La parola e il concetto di misericordia sembrano porre a disagio l’uomo» (Lett. Enc.Dives in misericordia [30 novembre 1980], 2).

8 abbondanza (cfr Gv 10,10)»7. Sotto questa luce e grazie a questo tempo di grazia che la Chiesa ha vissuto, parlando e discutendo della famiglia, ci sentiamo arricchiti a vicenda; e tanti di noi hanno sperimentato l’azione dello Spirito Santo, che è il vero protagonista e artefice del Sinodo. Per tutti noi la parola “famiglia” non suona più come prima del Sinodo, al punto che in essa troviamo già il riassunto della sua vocazione e il significato di tutto il cammino sinodale8. In realtà, per la Chiesa concludere il Sinodo significa tornare a “camminare insieme” realmente per portare in ogni parte del mondo, in ogni Diocesi, in ogni comunità e in ogni situazione la luce del Vangelo, l’abbraccio della Chiesa e il sostegno della misericordia di Dio! Grazie!

7 Regina Coeli, 30 marzo 2008: Insegnamenti IV, 1 (2008), 489-490; e parlando del potere della miseri- cordia afferma: «È la misericordia che pone un limite al male. In essa si esprime la natura tutta peculiare di Dio - la sua santità, il potere della verità e dell’amore» (Omelia nella Domenica della Divina Miseri- cordia, 15 aprile 2007: Insegnamenti III, 1 [2007], 667). 8 Un’analisi acrostica della parola “famiglia” ci aiuta a riassumere la missione della Chiesa nel compito di: Formare le nuove generazioni a vivere seriamente l’amore non come pretesa individualistica basata solo sul piacere e sull’“usa e getta”, ma per credere nuovamente all’amore autentico, fecondo e perpe- tuo, come l’unica via per uscire da sé, per aprirsi all’altro, per togliersi dalla solitudine, per vivere la volontà di Dio, per realizzarsi pianamente, per capire che il matrimonio è lo «spazio in cui si manifesta l’amore divino; per difendere la sacralità della vita, di ogni vita; per difendere l’unità e l’indissolubilità del vincolo coniugale come segno della grazia di Dio e della capacità dell’uomo di amare seriamente» (Omelia nella Messa di apertura del Sinodo, 4 ottobre 2015: L’Osservatore Romano, 5-6 ottobre 2015, p. 7) e per valorizzare i corsi prematrimoniali come opportunità di approfondire il senso cristiano del Sacramento del matrimonio; Andare verso gli altri perché una Chiesa chiusa in sé stessa è una Chiesa morta; una Chiesa che non esce dal proprio recinto per cercare, per accogliere e per condurre tutti verso Cristo è una Chiesa che tradisce la sua missione e la sua vocazione; Manifestare e diffondere la mise- ricordia di Dio alle famiglie bisognose, alle persone abbandonate, agli anziani trascurati, ai figli feriti dalla separazione dei genitori, alle famiglie povere che lottano per sopravvivere, ai peccatori che bussano alle nostre porte e a quelli lontani, ai diversamente abili e a tutti coloro che si sentono feriti nell’anima e nel corpo e alle coppie lacerate dal dolore, dalla malattia, dalla morte o dalla persecuzione; Illuminare le coscienze, spesso accerchiate da dinamiche dannose e sottili, che cercano perfino di mettersi al posto di Dio creatore: tali dinamiche devono essere smascherate e combattute nel pieno rispetto della dignità di ogni persona; Guadagnare e ricostruire con umiltà la fiducia nella Chiesa, seriamente diminuita a causa dei comportamenti e dei peccati dei propri figli; purtroppo la contro-testimonianza e gli scandali commessi all’interno della Chiesa da alcuni chierici hanno colpito la sua credibilità e hanno oscurato il fulgore del suo messaggio salvifico; Lavorare intensamente per sostenere e incoraggiare le famiglie sane, le famiglie fedeli, le famiglie numerose che nonostante le fatiche quotidiane continuano a dare una grande testimonianza di fedeltà agli insegnamenti della Chiesa e ai comandamenti del Signore;Ideare una rinnovata pastorale famigliare che si basi sul Vangelo e rispetti le diversità culturali; una pastorale capace di trasmettere la Buona Novella con linguaggio attraente e gioioso e di togliere dai cuori dei gio- vani la paura di assumere impegni definitivi; una pastorale che presti una attenzione particolare ai figli che sono le vere vittime delle lacerazioni famigliari; una pastorale innovativa che attui una preparazione adeguata al Sacramento matrimoniale e sospenda le pratiche vigenti che spesso curano più l’apparenza di una formalità che un’educazione a un impegno che duri per tutta la vita; Amare incondizionatamente tutte le famiglie e in particolare quelle che attraversano un momento di difficoltà: nessuna famiglia deve sentirsi sola o esclusa dall’amore o dall’abbraccio della Chiesa; il vero scandalo è la paura di amare e di manifestare concretamente questo amore.

9 INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DEL V CONVEGNO NAZIONALE DELLA CHIESA ITALIANA Cattedrale di Santa Maria del Fiore, Firenze Martedì, 10 novembre 2015

Il nuovo umanesimo in Cristo Gesù Cari fratelli e sorelle, nella cupola di questa bellissima Cattedrale è rappresentato il Giudizio universale. Al centro c’è Gesù, nostra luce. L’iscrizione che si legge all’apice dell’affresco è “Ecce Homo”. Guardando questa cupola siamo attratti verso l’alto, mentre contempliamo la trasformazione del Cristo giudicato da Pilato nel Cristo assiso sul trono del giudice. Un angelo gli porta la spada, ma Gesù non assume i simboli del giudizio, anzi solleva la mano destra mostrando i segni della passione, perché Lui «ha dato sé stesso in riscatto per tutti» (1 Tm 2,6). «Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui» (Gv 3,17). Nella luce di questo Giudice di misericordia, le nostre ginocchia si piegano in adorazione, e le nostre mani e i nostri piedi si rinvigoriscono. Possiamo parlare di umanesimo solamente a partire dalla centralità di Gesù, scoprendo in Lui i tratti del volto autentico dell’uomo. È la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche di quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Cristo. Il volto è l’immagine della sua trascendenza. È il misericordiae vultus. Lasciamoci guardare da Lui. Gesù è il nostro umanesimo. Facciamoci inquietare sempre dalla sua domanda: «Voi, chi dite che io sia?» (Mt 16,15). Guardando il suo volto che cosa vediamo? Innanzitutto il volto di un Dio «svuotato», di un Dio che ha assunto la condizione di servo, umiliato e obbediente fino alla morte (cfr Fil 2,7). Il volto di Gesù è simile a quello di tanti nostri fratelli umiliati, resi schiavi, svuotati. Dio ha assunto il loro volto. E quel volto ci guarda. Dio – che è «l’essere di cui non si può pensare il maggiore», come diceva sant’Anselmo, o il Deus semper maior di sant’Ignazio di Loyola – diventa sempre più grande di sé stesso abbassandosi. Se non ci abbassiamo non potremo vedere il suo volto. Non vedremo nulla della sua pienezza se non accettiamo che Dio si è svuotato. E quindi non capiremo nulla dell’umanesimo cristiano e le nostre parole saranno belle, colte, raffinate, ma non saranno parole di fede. Saranno parole che risuonano a vuoto. Non voglio qui disegnare in astratto un «nuovo umanesimo», una certa idea dell’uomo, ma presentare con semplicità alcuni tratti dell’umanesimo cristiano che è quello dei «sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2,5). Essi non sono astratte sensazioni provvisorie dell’animo, ma rappresentano la calda forza interiore che ci rende capaci di vivere e di prendere decisioni. Quali sono questi sentimenti? Vorrei oggi presentarvene almeno tre. Il primo sentimento è l’umiltà. «Ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a sé stesso» (Fil 2,3), dice san Paolo ai Filippesi. Più avanti l’Apostolo parla del fatto che Gesù non considera un «privilegio» l’essere come Dio (Fil 2,6). Qui c’è un messaggio preciso. L’ossessione di preservare la propria gloria, la propria

10 “dignità”, la propria influenza non deve far parte dei nostri sentimenti. Dobbiamo perseguire la gloria di Dio, e questa non coincide con la nostra. La gloria di Dio che sfolgora nell’umiltà della grotta di Betlemme o nel disonore della croce di Cristo ci sorprende sempre. Un altro sentimento di Gesù che dà forma all’umanesimo cristiano è il disinteresse. «Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri» (Fil 2,4), chiede ancora san Paolo. Dunque, più che il disinteresse, dobbiamo cercare la felicità di chi ci sta accanto. L’umanità del cristiano è sempre in uscita. Non è narcisistica, autoreferenziale. Quando il nostro cuore è ricco ed è tanto soddisfatto di sé stesso, allora non ha più posto per Dio. Evitiamo, per favore, di «rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 49). Il nostro dovere è lavorare per rendere questo mondo un posto migliore e lottare. La nostra fede è rivoluzionaria per un impulso che viene dallo Spirito Santo. Dobbiamo seguire questo impulso per uscire da noi stessi, per essere uomini secondo il Vangelo di Gesù. Qualsiasi vita si decide sulla capacità di donarsi. È lì che trascende sé stessa, che arriva ad essere feconda. Un ulteriore sentimento di Cristo Gesù è quello della beatitudine. Il cristiano è un beato, ha in sé la gioia del Vangelo. Nelle beatitudini il Signore ci indica il cammino. Percorrendolo noi esseri umani possiamo arrivare alla felicità più autenticamente umana e divina. Gesù parla della felicità che sperimentiamo solo quando siamo poveri nello spirito. Per i grandi santi la beatitudine ha a che fare con umiliazione e povertà. Ma anche nella parte più umile della nostra gente c’è molto di questa beatitudine: è quella di chi conosce la ricchezza della solidarietà, del condividere anche il poco che si possiede; la ricchezza del sacrificio quotidiano di un lavoro, a volte duro e mal pagato, ma svolto per amore verso le persone care; e anche quella delle proprie miserie, che tuttavia, vissute con fiducia nella provvidenza e nella misericordia di Dio Padre, alimentano una grandezza umile. Le beatitudini che leggiamo nel Vangelo iniziano con una benedizione e terminano con una promessa di consolazione. Ci introducono lungo un sentiero di grandezza possibile, quello dello spirito, e quando lo spirito è pronto tutto il resto viene da sé. Certo, se noi non abbiamo il cuore aperto allo Spirito Santo, sembreranno sciocchezze perché non ci portano al “successo”. Per essere «beati», per gustare la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, è necessario avere il cuore aperto. La beatitudine è una scommessa laboriosa, fatta di rinunce, ascolto e apprendimento, i cui frutti si raccolgono nel tempo, regalandoci una pace incomparabile: «Gustate e vedete com’è buono il Signore» (Sal 34,9)! Umiltà, disinteresse, beatitudine: questi i tre tratti che voglio oggi presentare alla vostra meditazione sull’umanesimo cristiano che nasce dall’umanità del Figlio di Dio. E questi tratti dicono qualcosa anche alla Chiesa italiana che oggi si riunisce per camminare insieme in un esempio di sinodalità. Questi tratti ci dicono che non dobbiamo essere ossessionati dal “potere”, anche quando questo prende il volto di un potere utile e funzionale all’immagine sociale della Chiesa. Se la Chiesa non assume i sentimenti di Gesù, si disorienta, perde il senso. Se li assume, invece, sa essere all’altezza della sua missione. I sentimenti di Gesù ci dicono che una Chiesa che pensa

11 a sé stessa e ai propri interessi sarebbe triste. Le beatitudini, infine, sono lo specchio in cui guardarci, quello che ci permette di sapere se stiamo camminando sul sentiero giusto: è uno specchio che non mente. Una Chiesa che presenta questi tre tratti – umiltà, disinteresse, beatitudine – è una Chiesa che sa riconoscere l’azione del Signore nel mondo, nella cultura, nella vita quotidiana della gente. L’ho detto più di una volta e lo ripeto ancora oggi a voi: «preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti» (Evangelii gaudium, 49). Però sappiamo che le tentazioni esistono; le tentazioni da affrontare sono tante. Ve ne presento almeno due. Non spaventatevi, questo non sarà un elenco di tentazioni! Come quelle quindici che ho detto alla Curia! La prima di esse è quella pelagiana. Essa spinge la Chiesa a non essere umile, disinteressata e beata. E lo fa con l’apparenza di un bene. Il pelagianesimo ci porta ad avere fiducia nelle strutture, nelle organizzazioni, nelle pianificazioni perfette perché astratte. Spesso ci porta pure ad assumere uno stile di controllo, di durezza, di normatività. La norma dà al pelagiano la sicurezza di sentirsi superiore, di avere un orientamento preciso. In questo trova la sua forza, non nella leggerezza del soffio dello Spirito. Davanti ai mali o ai problemi della Chiesa è inutile cercare soluzioni in conservatorismi e fondamentalismi, nella restaurazione di condotte e forme superate che neppure culturalmente hanno capacità di essere significative. La dottrina cristiana non è un sistema chiuso incapace di generare domande, dubbi, interrogativi, ma è viva, sa inquietare, sa animare. Ha volto non rigido, ha corpo che si muove e si sviluppa, ha carne tenera: la dottrina cristiana si chiama Gesù Cristo. La riforma della Chiesa poi – e la Chiesa è semper reformanda – è aliena dal pelagianesimo. Essa non si esaurisce nell’ennesimo piano per cambiare le strutture. Significa invece innestarsi e radicarsi in Cristo lasciandosi condurre dallo Spirito. Allora tutto sarà possibile con genio e creatività. La Chiesa italiana si lasci portare dal suo soffio potente e per questo, a volte, inquietante. Assuma sempre lo spirito dei suoi grandi esploratori, che sulle navi sono stati appassionati della navigazione in mare aperto e non spaventati dalle frontiere e delle tempeste. Sia una Chiesa libera e aperta alle sfide del presente, mai in difensiva per timore di perdere qualcosa. Mai in difensiva per timore di perdere qualcosa. E, incontrando la gente lungo le sue strade, assuma il proposito di san Paolo: «Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno» (1 Cor 9,22). Una seconda tentazione da sconfiggere è quella dello gnosticismo.Essa porta a confidare nel ragionamento logico e chiaro, il quale però perde la tenerezza della carne del fratello. Il fascino dello gnosticismo è quello di «una fede rinchiusa nel soggettivismo, dove interessa unicamente una determinata esperienza o una serie di ragionamenti e conoscenze che si ritiene possano confortare e illuminare, ma dove il soggetto in definitiva rimane chiuso nell’immanenza della sua propria ragione o dei suoi sentimenti» (Evangelii gaudium, 94). Lo gnosticismo non può trascendere.

12 La differenza fra la trascendenza cristiana e qualunque forma di spiritualismo gnostico sta nel mistero dell’incarnazione. Non mettere in pratica, non condurre la Parola alla realtà, significa costruire sulla sabbia, rimanere nella pura idea e degenerare in intimismi che non danno frutto, che rendono sterile il suo dinamismo. La Chiesa italiana ha grandi santi il cui esempio possono aiutarla a vivere la fede con umiltà, disinteresse e letizia, da Francesco d’Assisi a Filippo Neri. Ma pensiamo anche alla semplicità di personaggi inventati come don Camillo che fa coppia con Peppone. Mi colpisce come nelle storie di Guareschi la preghiera di un buon parroco si unisca alla evidente vicinanza con la gente. Di sé don Camillo diceva: «Sono un povero prete di campagna che conosce i suoi parrocchiani uno per uno, li ama, che ne sa i dolori e le gioie, che soffre e sa ridere con loro». Vicinanza alla gente e preghiera sono la chiave per vivere un umanesimo cristiano popolare, umile, generoso, lieto. Se perdiamo questo contatto con il popolo fedele di Dio perdiamo in umanità e non andiamo da nessuna parte. Ma allora che cosa dobbiamo fare, padre? – direte voi. Che cosa ci sta chiedendo il Papa? Spetta a voi decidere: popolo e pastori insieme. Io oggi semplicemente vi invito ad alzare il capo e a contemplare ancora una volta l’Ecce Homo che abbiamo sulle nostre teste. Fermiamoci a contemplare la scena. Torniamo al Gesù che qui è rappresentato come Giudice universale. Che cosa accadrà quando «il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria» (Mt 25,31)? Che cosa ci dice Gesù? Possiamo immaginare questo Gesù che sta sopra le nostre teste dire a ciascuno di noi e alla Chiesa italiana alcune parole. Potrebbe dire: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi» (Mt 25,34-36). Mi viene in mente il prete che ha accolto questo giovanissimo prete che ha dato testimonianza. Ma potrebbe anche dire: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato» (Mt 25,41-43). Le beatitudini e le parole che abbiamo appena lette sul giudizio universale ci aiutano a vivere la vita cristiana a livello di santità. Sono poche parole, semplici, ma pratiche. Due pilastri: le beatitudini e le parole del giudizio finale. Che il Signore ci dia la grazia di capire questo suo messaggio! E guardiamo ancora una volta ai tratti del volto di Gesù e ai suoi gesti. Vediamo Gesù che mangia e beve con i peccatori (Mc 2,16; Mt 11,19); contempliamolo mentre conversa con la samaritana (Gv 4,7-26); spiamolo mentre incontra di notte Nicodemo (Gv 3,1-21); gustiamo con affetto la scena di Lui che si fa ungere i piedi da una prostituta (cfr Lc 7,36-50); sentiamo la sua saliva sulla punta della nostra lingua che così si scioglie (Mc 7,33). Ammiriamo la «simpatia di tutto il popolo» che circonda i suoi discepoli, cioè noi, e sperimentiamo la loro «letizia e semplicità di cuore»

13 Ai vescovi chiedo di essere pastori. Niente di più: pastori. Sia questa la vostra gioia: “Sono pastore”. Sarà la gente, il vostro gregge, a sostenervi. Di recente ho letto di un vescovo che raccontava che era in metrò all’ora di punta e c’era talmente tanta gente che non sapeva più dove mettere la mano per reggersi. Spinto a destra e a sinistra, si appoggiava alle persone per non cadere. E così ha pensato che, oltre la preghiera, quello che fa stare in piedi un vescovo, è la sua gente. Che niente e nessuno vi tolga la gioia di essere sostenuti dal vostro popolo. Come pastori siate non predicatori di complesse dottrine, ma annunciatori di Cristo, morto e risorto per noi. Puntate all’essenziale, al kerygma. Non c’è nulla di più solido, profondo e sicuro di questo annuncio. Ma sia tutto il popolo di Dio ad annunciare il Vangelo, popolo e pastori, intendo. Ho espresso questa mia preoccupazione pastorale nella esortazione apostolica Evangelii gaudium (cfr nn. 111-134). A tutta la Chiesa italiana raccomando ciò che ho indicato in quella Esortazione: l’inclusione sociale dei poveri, che hanno un posto privilegiato nel popolo di Dio, e la capacità di incontro e di dialogo per favorire l’amicizia sociale nel vostro Paese, cercando il bene comune. L’opzione per i poveri è «forma speciale di primato nell’esercizio della carità cristiana, testimoniata da tutta la Tradizione della Chiesa» (Giovanni Paolo II, Enc. Sollicitudo rei socialis, 42). Questa opzione «è implicita nella fede cristologica in quel Dio che si è fatto povero per noi, per arricchirci mediante la sua povertà» (Benedetto XVI, Discorso alla Sessione inaugurale della V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi). I poveri conoscono bene i sentimenti di Cristo Gesù perché per esperienza conoscono il Cristo sofferente. «Siamo chiamati a scoprire Cristo in loro, a prestare ad essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche a essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli e ad accogliere la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicarci attraverso di loro» (Evangelii gaudium, 198). Che Dio protegga la Chiesa italiana da ogni surrogato di potere, d’immagine, di denaro. La povertà evangelica è creativa, accoglie, sostiene ed è ricca di speranza. Siamo qui a Firenze, città della bellezza. Quanta bellezza in questa città è stata messa a servizio della carità! Penso allo Spedale degli Innocenti, ad esempio. Una delle prime architetture rinascimentali è stata creata per il servizio di bambini abbandonati e madri disperate. Spesso queste mamme lasciavano, insieme ai neonati, delle medaglie spezzate a metà, con le quali speravano, presentando l’altra metà, di poter riconoscere i propri figli in tempi migliori. Ecco, dobbiamo immaginare che i nostri poveri abbiano una medaglia spezzata. Noi abbiamo l’altra metà. Perché la Chiesa madre ha in Italia metà della medaglia di tutti e riconosce tutti i suoi figli abbandonati, oppressi, affaticati. E questo da sempre è una delle vostre virtù, perché ben sapete che il Signore ha versato il suo sangue non per alcuni, né per pochi né per molti, ma per tutti. Vi raccomando anche, in maniera speciale, la capacità di dialogo e di incontro. Dialogare non è negoziare. Negoziare è cercare di ricavare la propria “fetta” della torta comune. Non è questo che intendo. Ma è cercare il bene comune per tutti. Discutere insieme, oserei dire arrabbiarsi insieme, pensare alle soluzioni migliori per tutti. Molte volte l’incontro si trova coinvolto nel conflitto. Nel dialogo si dà il conflitto: è logico e prevedibile che sia così. E non dobbiamo temerlo né ignorarlo ma

14 accettarlo. «Accettare di sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo». Ma dobbiamo sempre ricordare che non esiste umanesimo autentico che non contempli l’amore come vincolo tra gli esseri umani, sia esso di natura interpersonale, intima, sociale, politica o intellettuale. Su questo si fonda la necessità del dialogo e dell’incontro per costruire insieme con gli altri la società civile. Noi sappiamo che la migliore risposta alla conflittualità dell’essere umano del celebre homo homini lupus di Thomas Hobbes è l’«Ecce homo» di Gesù che non recrimina, ma accoglie e, pagando di persona, salva. La società italiana si costruisce quando le sue diverse ricchezze culturali possono dialogare in modo costruttivo: quella popolare, quella accademica, quella giovanile, quella artistica, quella tecnologica, quella economica, quella politica, quella dei media... La Chiesa sia fermento di dialogo, di incontro, di unità. Del resto, le nostre stesse formulazioni di fede sono frutto di un dialogo e di un incontro tra culture, comunità e istanze differenti. Non dobbiamo aver paura del dialogo: anzi è proprio il confronto e la critica che ci aiuta a preservare la teologia dal trasformarsi in ideologia. Ricordatevi inoltre che il modo migliore per dialogare non è quello di parlare e discutere, ma quello di fare qualcosa insieme, di costruire insieme, di fare progetti: non da soli, tra cattolici, ma insieme a tutti coloro che hanno buona volontà. E senza paura di compiere l’esodo necessario ad ogni autentico dialogo. Altrimenti non è possibile comprendere le ragioni dell’altro, né capire fino in fondo che il fratello conta più delle posizioni che giudichiamo lontane dalle nostre pur autentiche certezze. È fratello. Ma la Chiesa sappia anche dare una risposta chiara davanti alle minacce che emergono all’interno del dibattito pubblico: è questa una delle forme del contributo specifico dei credenti alla costruzione della società comune. I credenti sono cittadini. E lo dico qui a Firenze, dove arte, fede e cittadinanza si sono sempre composte in un equilibrio dinamico tra denuncia e proposta. La nazione non è un museo, ma è un’opera collettiva in permanente costruzione in cui sono da mettere in comune proprio le cose che differenziano, incluse le appartenenze politiche o religiose. Faccio appello soprattutto «a voi, giovani, perché siete forti», diceva l’Apostolo Giovanni (1 Gv 1,14). Giovani, superate l’apatia. Che nessuno disprezzi la vostra giovinezza, ma imparate ad essere modelli nel parlare e nell’agire (cfr 1 Tm 4,12). Vi chiedo di essere costruttori dell’Italia, di mettervi al lavoro per una Italia migliore. Per favore, non guardate dal balcone la vita, ma impegnatevi, immergetevi nell’ampio dialogo sociale e politico. Le mani della vostra fede si alzino verso il cielo, ma lo facciano mentre edificano una città costruita su rapporti in cui l’amore di Dio è il fondamento. E così sarete liberi di accettare le sfide dell’oggi, di vivere i cambiamenti e le trasformazioni. Si può dire che oggi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca. Le situazioni che viviamo oggi pongono dunque sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. Questo nostro tempo richiede di vivere i problemi come sfide e non come ostacoli: il Signore è attivo e all’opera nel mondo. Voi, dunque, uscite per le strade e andate ai crocicchi: tutti quelli che troverete,

15 chiamateli, nessuno escluso (cfr Mt 22,9). Soprattutto accompagnate chi è rimasto al bordo della strada, «zoppi, storpi, ciechi, sordi» (Mt 15,30). Dovunque voi siate, non costruite mai muri né frontiere, ma piazze e ospedali da campo.

* * * Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà. L’umanesimo cristiano che siete chiamati a vivere afferma radicalmente la dignità di ogni persona come Figlio di Dio, stabilisce tra ogni essere umano una fondamentale fraternità, insegna a comprendere il lavoro, ad abitare il creato come casa comune, fornisce ragioni per l’allegria e l’umorismo, anche nel mezzo di una vita tante volte molto dura. Sebbene non tocchi a me dire come realizzare oggi questo sogno, permettetemi solo di lasciarvi un’indicazione per i prossimi anni: in ogni comunità, in ogni parrocchia e istituzione, in ogni Diocesi e circoscrizione, in ogni regione, cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii gaudium, per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni, specialmente sulle tre o quattro priorità che avrete individuato in questo convegno. Sono sicuro della vostra capacità di mettervi in movimento creativo per concretizzare questo studio. Ne sono sicuro perché siete una Chiesa adulta, antichissima nella fede, solida nelle radici e ampia nei frutti. Perciò siate creativi nell’esprimere quel genio che i vostri grandi, da Dante a Michelangelo, hanno espresso in maniera ineguagliabile. Credete al genio del cristianesimo italiano, che non è patrimonio né di singoli né di una élite, ma della comunità, del popolo di questo straordinario Paese. Vi affido a Maria, che qui a Firenze si venera come “Santissima Annunziata”. Nell’affresco che si trova nella omonima Basilica – dove mi recherò tra poco –, l’angelo tace e Maria parla dicendo «Ecce ancilla Domini». In quelle parole ci siamo tutti noi. Sia tutta la Chiesa italiana a pronunciarle con Maria. Grazie.

16 APERTURA DELLA PORTA SANTA DELLA CATTEDRALE DI BANGUI Cattedrale di Bangui (Repubblica Centrafricana) Prima Domenica di Avvento, 29 novembre 2015

Parole del Santo Padre prima dell’apertura della porta santa

Oggi Bangui diviene la capitale spirituale del mondo. L’Anno Santo della Misericordia viene in anticipo in questa Terra. Una terra che soffre da diversi anni la guerra e l’odio, l’incomprensione, la mancanza di pace. Ma in questa terra sofferente ci sono anche tutti i Paesi che stanno passando attraverso la croce della guerra. Bangui diviene la capitale spirituale della preghiera per la misericordia del Padre. Tutti noi chiediamo pace, misericordia, riconciliazione, perdono, amore. Per Bangui, per tutta la Repubblica Centrafricana, per tutto il mondo, per i Paesi che soffrono la guerra chiediamo la pace! E tutti insieme chiediamo amore e pace. Tutti insieme! (in lingua sango) “Doyé Siriri!” [tutti ripetono: “Doyé Siriri!”]. E adesso con questa preghiera incominciamo l’Anno Santo: qui, in questa capitale spirituale del mondo, oggi!

Omelia del Santo Padre

In questa Prima Domenica di Avvento, tempo liturgico dell’attesa del Salvatore e simbolo della speranza cristiana, Dio ha guidato i miei passi fino a voi, su questa terra, mentre la Chiesa universale si appresta ad inaugurare l’Anno Giubilare della Misericordia, che noi oggi, qui, abbiamo iniziato. E sono particolarmente lieto che la mia visita pastorale coincida con l’apertura nel vostro Paese di questo Anno Giubilare. A partire da questa Cattedrale, con il cuore ed il pensiero vorrei raggiungere con affetto tutti i sacerdoti, i consacrati, gli operatori pastorali di questo Paese, spiritualmente uniti a noi in questo momento. Attraverso di voi, vorrei salutare anche tutti i Centrafricani, i malati, le persone anziane, i feriti dalla vita. Alcuni di loro sono forse disperati e non hanno più nemmeno la forza di agire, e aspettano solo un’elemosina, l’elemosina del pane, l’elemosina della giustizia, l’elemosina di un gesto di attenzione e di bontà. E tutti noi aspettiamo la grazia, l’elemosina della pace. Ma come gli apostoli Pietro e Giovanni che salivano al tempio, e che non avevano né oro né argento da dare al paralitico bisognoso, vengo ad offrire loro la forza e la potenza di Dio che guariscono l’uomo, lo fanno rialzare e lo rendono capace di cominciare una nuova vita, “passando all’altra riva” (cfr Lc 8,22). Gesù non ci manda soli all’altra riva, ma ci invita piuttosto a compiere la traversata insieme a Lui, rispondendo, ciascuno, a una vocazione specifica. Dobbiamo perciò essere consapevoli che questo passaggio all’altra riva non si può fare se non con Lui, liberandoci dalle concezioni della famiglia e del sangue che dividono, per costruire una Chiesa-Famiglia di Dio, aperta a tutti, che si prende cura di coloro che hanno più bisogno. Ciò suppone la prossimità ai nostri fratelli e sorelle, ciò implica uno spirito di comunione. Non è prima di tutto una questione di mezzi finanziari; basta in realtà condividere la vita del popolo di Dio, rendendo ragione della speranza che è in noi (cfr 1 Pt 3,15), essendo testimoni dell’infinita misericordia di Dio che, come sottolinea il Salmo responsoriale di questa domenica, «è buono [e] indica ai peccatori la via giusta» (Sal 24,8). Gesù ci insegna che il Padre celeste «fa sorgere il

17 suo sole sui cattivi e sui buoni» (Mt 5,45). Dopo aver fatto noi stessi l’esperienza del perdono, dobbiamo perdonare. Ecco la nostra vocazione fondamentale: «Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48). Una delle esigenze essenziali di questa vocazione alla perfezione è l’amore per i nemici, che premunisce contro la tentazione della vendetta e contro la spirale delle rappresaglie senza fine. Gesù ha tenuto ad insistere su questo aspetto particolare della testimonianza cristiana (cfr Mt 5,46-47). Gli operatori di evangelizzazione devono dunque essere prima di tutto artigiani del perdono, specialisti della riconciliazione, esperti della misericordia. È così che possiamo aiutare i nostri fratelli e sorelle a “passare all’altra riva”, rivelando loro il segreto della nostra forza, della nostra speranza, della nostra gioia che hanno la loro sorgente in Dio, perché sono fondate sulla certezza che Egli sta nella barca con noi. Come ha fatto con gli apostoli al momento della moltiplicazione dei pani, è a noi che il Signore affida i suoi doni affinché andiamo a distribuirli dappertutto, proclamando la sua parola che assicura: «Ecco verranno giorni nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda» (Ger 33,14). Nei testi liturgici di questa domenica, possiamo scoprire alcune caratteristiche di questa salvezza di Dio annunciata, che si presentano come altrettanti punti di riferimento per guidarci nella nostra missione. Anzitutto, la felicità promessa da Dio è annunciata in termini di giustizia. L’Avvento è il tempo per preparare i nostri cuori al fine di poter accogliere il Salvatore, cioè il solo Giusto e il solo Giudice capace di riservare a ciascuno la sorte che merita. Qui come altrove, tanti uomini e donne hanno sete di rispetto, di giustizia, di equità, senza vedere all’orizzonte dei segni positivi. A costoro, Egli viene a fare dono della sua giustizia (cfrGer 33,15). Viene a fecondare le nostre storie personali e collettive, le nostre speranze deluse e i nostri sterili auspici. E ci manda ad annunciare, soprattutto a coloro che sono oppressi dai potenti di questo mondo, come pure a quanti sono piegati sotto il peso dei loro peccati: «Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra -giustizia» (Ger 33,16). Sì, Dio è Giustizia! Ecco perché noi, cristiani, siamo chiamati ad essere nel mondo gli artigiani di una pace fondata sulla giustizia. La salvezza di Dio attesa ha ugualmente il sapore dell’amore. Infatti, preparandoci al mistero del Natale, noi facciamo nuovamente nostro il cammino del popolo di Dio per accogliere il Figlio venuto a rivelarci che Dio non è soltanto Giustizia ma è anche e innanzitutto Amore (cfr 1 Gv 4,8). Dovunque, anche e soprattutto là dove regnano la violenza, l’odio, l’ingiustizia e la persecuzione, i cristiani sono chiamati a dare testimonianza di questo Dio che è Amore. Incoraggiando i sacerdoti, le persone consacrate e i laici che, in questo Paese, vivono talvolta fino all’eroismo le virtù cristiane, io riconosco che la distanza che ci separa dall’ideale così esigente della testimonianza cristiana è a volte grande. Ecco perché faccio mie sotto forma di preghiera quelle parole di san Paolo: «Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti» (1 Ts 3,12). A questo riguardo, la testimonianza dei pagani sui cristiani della Chiesa primitiva deve rimanere presente al nostro orizzonte come un faro: «Vedete come si amano, si amano veramente» (Tertulliano, Apologetico, 39, 7). Infine, la salvezza di Dio annunciata riveste il carattere di una potenza invincibile che avrà la meglio su tutto. Infatti, dopo aver annunciato ai suoi discepoli i segni terribili che precederanno la sua venuta, Gesù conclude: «Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione

18 è vicina» (Lc 21,28). E se san Paolo parla di un amore “che cresce e sovrabbonda”, è perché la testimonianza cristiana deve riflettere questa forza irresistibile di cui si tratta nel Vangelo. È dunque anche in mezzo a sconvolgimenti inauditi che Gesù vuole mostrare la sua grande potenza, la sua gloria incomparabile (cfr Lc21,27) e la potenza dell’amore che non arretra davanti a nulla, né davanti ai cieli sconvolti, né davanti alla terra in fiamme, né davanti al mare infuriato. Dio è più potente e più forte di tutto. Questa convinzione dà al credente serenità, coraggio e la forza di perseverare nel bene di fronte alle peggiori avversità. Anche quando le forze del male si scatenano, i cristiani devono rispondere all’appello, a testa alta, pronti a resistere in questa battaglia in cui Dio avrà l’ultima parola. E questa parola sarà d’amore e di pace! A tutti quelli che usano ingiustamente le armi di questo mondo, io lancio un appello: deponete questi strumenti di morte; armatevi piuttosto della giustizia, dell’amore e della misericordia, autentiche garanzie di pace. Discepoli di Cristo, sacerdoti, religiosi, religiose o laici impegnati in questo Paese dal nome così suggestivo, situato nel cuore dell’Africa e che è chiamato a scoprire il Signore come vero Centro di tutto ciò che è buono, la vostra vocazione è di incarnare il cuore di Dio in mezzo ai vostri concittadini. Voglia il Signore renderci tutti «saldi … e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi» (1 Ts 3,13). Riconciliazione, perdono, amore e pace! Amen.

19 OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO IN OCCASIONE DELL’APERTURA DELLA PORTA SANTA DELLA MISERICORDIA Piazza San Pietro Martedì, 8 dicembre 2015

Tra poco avrò la gioia di aprire la Porta Santa della Misericordia. Compiamo questo gesto - come ho fatto a Bangui - tanto semplice quanto fortemente simbolico, alla luce della Parola di Dio che abbiamo ascoltato, e che pone in primo piano il primato della grazia. Ciò che ritorna più volte in queste Letture, infatti, rimanda a quell’espressione che l’angelo Gabriele rivolse a una giovane ragazza, sorpresa e turbata, indicando il mistero che l’avrebbe avvolta: «Rallegrati, piena di grazia» (Lc 1,28). La Vergine Maria è chiamata anzitutto a gioire per quanto il Signore ha compiuto in lei. La grazia di Dio l’ha avvolta, rendendola degna di diventare madre di Cristo. Quando Gabriele entra nella sua casa, anche il mistero più profondo, che va oltre ogni capacità della ragione, diventa per lei motivo di gioia, motivo di fede, motivo di abbandono alla parola che le viene rivelata. La pienezza della grazia è in grado di trasformare il cuore, e lo rende capace di compiere un atto talmente grande da cambiare la storia dell’umanità. La festa dell’Immacolata Concezione esprime la grandezza dell’amore di Dio. Egli non solo è Colui che perdona il peccato, ma in Maria giunge fino a prevenire la colpa originaria, che ogni uomo porta con sé entrando in questo mondo. È l’amore di Dio che previene, che anticipa e che salva. L’inizio della storia di peccato nel giardino dell’Eden si risolve nel progetto di un amore che salva. Le parole della Genesi riportano all’esperienza quotidiana che scopriamo nella nostra esistenza personale. C’è sempre la tentazione della disobbedienza, che si esprime nel voler progettare la nostra vita indipendentemente dalla volontà di Dio. È questa l’inimicizia che attenta continuamente la vita degli uomini per contrapporli al disegno di Dio. Eppure, anche la storia del peccato è comprensibile solo alla luce dell’amore che perdona. Il peccato si capisce soltanto sotto questa luce. Se tutto rimanesse relegato al peccato saremmo i più disperati tra le creature, mentre la promessa della vittoria dell’amore di Cristo rinchiude tutto nella misericordia del Padre. La parola di Dio che abbiamo ascoltato non lascia dubbi in proposito. La Vergine Immacolata è dinanzi a noi testimone privilegiata di questa promessa e del suo compimento. Questo Anno Straordinario è anch’esso dono di grazia. Entrare per quella Porta significa scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e ad ognuno va incontro personalmente. È Lui che ci cerca! È Lui che ci viene incontro! Sarà un Anno in cuicrescere nella convinzione della misericordia. Quanto torto viene fatto a Dio e alla sua grazia quando si afferma anzitutto che i peccati sono puniti dal suo giudizio, senza anteporre invece che sono perdonati dalla sua misericordia (cfr Agostino, De praedestinatione sanctorum 12, 24)! Sì, è proprio così. Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio, e in ogni caso il giudizio di Dio sarà sempre nella luce della sua misericordia. Attraversare la Porta Santa, dunque, ci faccia sentire partecipi di questo mistero di amore, di tenerezza. Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore, perché non si addice a chi è amato; viviamo, piuttosto, la gioia dell’incontro con la grazia che tutto trasforma. Oggi, qui a Roma e in tutte le diocesi del mondo, varcando la Porta Santa vogliamo anche ricordare un’altra porta che, cinquant’anni fa, i Padri del Concilio Vaticano

20 II spalancarono verso il mondo. Questa scadenza non può essere ricordata solo per la ricchezza deidocumenti prodotti, che fino ai nostri giorni permettono di verificare il grande progresso compiuto nella fede. In primo luogo, però, il Concilio è stato un incontro. Un vero incontro tra la Chiesa e gli uomini del nostro tempo. Un incontro segnato dalla forza dello Spirito che spingeva la sua Chiesa ad uscire dalle secche che per molti anni l’avevano rinchiusa in sé stessa, per riprendere con entusiasmo il cammino missionario. Era la ripresa di un percorso per andare incontro ad ogni uomo là dove vive: nella sua città, nella sua casa, nel luogo di lavoro… dovunque c’è una persona, là la Chiesa è chiamata a raggiungerla per portare la gioia del Vangelo e portare la misericordia e il perdono di Dio. Una spinta missionaria, dunque, che dopo questi decenni riprendiamo con la stessa forza e lo stesso entusiasmo. Il Giubileo ci provoca a questa apertura e ci obbliga a non trascurare lo spirito emerso dal Vaticano II, quello del Samaritano, come ricordò il beato Paolo VI a conclusione del Concilio. Attraversare oggi la Porta Santa ci impegni a fare nostra la misericordia del buon samaritano.

21 MESSAGGIO URBI ET ORBI DEL SANTO PADRE FRANCESCO Natale 2015 – Piazza S. Pietro Venerdì, 25 dicembre 2015

Cari fratelli e sorelle, buon Natale!

Cristo è nato per noi, esultiamo nel giorno della nostra salvezza! Apriamo i nostri cuori a ricevere la grazia di questo giorno, che è Lui stesso: Gesù è il “giorno” luminoso che è sorto all’orizzonte dell’umanità. Giorno di misericordia, nel quale Dio Padre ha rivelato all’umanità la sua immensa tenerezza. Giorno di luce che disperde le tenebre della paura e dell’angoscia. Giorno di pace, in cui diventa possibile incontrarsi, dialogare, e soprattutto riconciliarsi. Giorno di gioia: una «gioia grande» per i piccoli e gli umili, e per tutto il popolo (cfr Lc 2,10). In questo giorno, dalla Vergine Maria, è nato Gesù, il Salvatore. Il presepe ci fa vedere il «segno» che Dio ci ha dato: «un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» (Lc 2,12). Come i pastori di Betlemme, anche noi andiamo a vedere questo segno, questo avvenimento che ogni anno si rinnova nella Chiesa. Il Natale è un avvenimento che si rinnova in ogni famiglia, in ogni parrocchia, in ogni comunità che accoglie l’amore di Dio incarnato in Gesù Cristo. Come Maria, la Chiesa mostra a tutti il «segno» di Dio: il Bambino che Lei ha portato in grembo e ha dato alla luce, ma che è Figlio dell’Altissimo, perché «viene dallo Spirito Santo» (Mt 1,20). Per questo Lui è il Salvatore, perché è l’Agnello di Dio che prende su di sé il peccato del mondo (cfr Gv 1,29). Insieme ai pastori, prostriamoci davanti all’Agnello, adoriamo la Bontà di Dio fatta carne, e lasciamo che lacrime di pentimento riempiano i nostri occhi e lavino il nostro cuore. Tutti ne abbiamo bisogno! Solo Lui, solo Lui ci può salvare. Solo la Misericordia di Dio può liberare l’umanità da tante forme di male, a volte mostruose, che l’egoismo genera in essa. La grazia di Dio può convertire i cuori e aprire vie di uscita da situazioni umanamente insolubili. Dove nasce Dio, nasce la speranza: Lui porta la speranza. Dove nasce Dio, nasce la pace. E dove nasce la pace, non c’è più posto per l’odio e per la guerra. Eppure proprio là dove è venuto al mondo il Figlio di Dio fatto carne, continuano tensioni e violenze e la pace rimane un dono da invocare e da costruire. Possano Israeliani e Palestinesi riprendere un dialogo diretto e giungere ad un’intesa che permetta ai due Popoli di convivere in armonia, superando un conflitto che li ha lungamente contrapposti, con gravi ripercussioni sull’intera Regione. Al Signore domandiamo che l’intesa raggiunta in seno alle Nazioni Unite riesca quanto prima a far tacere il fragore delle armi in Siria e a rimediare alla gravissima situazione umanitaria della popolazione stremata. È altrettanto urgente che l’accordo sulla Libia trovi il sostegno di tutti, affinché si superino le gravi divisioni e violenze che affliggono il Paese. L’attenzione della Comunità internazionale sia unanimemente rivolta a far cessare le atrocità che, sia in quei Paesi come pure in Iraq, Yemen e nell’Africa subsahariana, tuttora mietono numerose vittime, causano immani sofferenze e non risparmiano neppure il patrimonio storico e culturale di interi popoli. Il mio pensiero va pure a quanti sono stati colpiti da efferate azioni terroristiche, particolarmente dalle recenti stragi avvenute sui cieli d’Egitto, a Beirut, Parigi, Bamako e Tunisi. Ai nostri fratelli, perseguitati in tante parti del mondo a causa della fede, il Bambino Gesù doni consolazione e forza. Sono i nostri martiri di oggi.

22 Pace e concordia chiediamo per le care popolazioni della Repubblica Democratica del Congo, del Burundi e del Sud Sudan affinché, mediante il dialogo, si rafforzi l’impegno comune per l’edificazione di società civili animate da un sincero spirito di riconciliazione e di comprensione reciproca. Il Natale porti vera pace anche all’Ucraina, offra sollievo a chi subisce le conseguenze del conflitto e ispiri la volontà di portare a compimento gli accordi presi, per ristabilire la concordia nell’intero Paese. La gioia di questo giorno illumini gli sforzi del popolo colombiano perché, animato dalla speranza, continui con impegno a perseguire la desiderata pace. Dove nasce Dio, nasce la speranza; e dove nasce la speranza, le persone ritrovano la dignità. Eppure, ancor oggi schiere di uomini e donne sono private della loro dignità umana e, come il Bambino Gesù, soffrono il freddo, la povertà e il rifiuto degli uomini. Giunga oggi la nostra vicinanza ai più indifesi, soprattutto ai bambini soldato, alle donne che subiscono violenza, alle vittime della tratta delle persone e del narcotraffico. Non manchi il nostro conforto a quanti fuggono dalla miseria o dalla guerra, viaggiando in condizioni troppo spesso disumane e non di rado rischiando la vita. Siano ricompensati con abbondanti benedizioni quanti, singoli e Stati, si adoperano con generosità per soccorrere e accogliere i numerosi migranti e rifugiati, aiutandoli a costruire un futuro dignitoso per sé e per i propri cari e ad integrarsi all’interno delle società che li ricevono. In questo giorno di festa, il Signore ridoni speranza a quanti non hanno lavoro - e sono tanti! - e sostenga l’impegno di quanti hanno responsabilità pubbliche in campo politico ed economico affinché si adoperino per perseguire il bene comune e a tutelare la dignità di ogni vita umana. Dove nasce Dio, fiorisce la misericordia. Essa è il dono più prezioso che Dio ci fa, particolarmente in questo anno giubilare, in cui siamo chiamati a scoprire la tenerezza che il nostro Padre celeste ha nei confronti di ciascuno di noi. Il Signore doni particolarmente ai carcerati di sperimentare il suo amore misericordioso che sana le ferite e vince il male. E così oggi insieme esultiamo nel giorno della nostra salvezza. Contemplando il presepe, fissiamo lo sguardo sulle braccia aperte di Gesù che ci mostrano l’abbraccio misericordioso di Dio, mentre ascoltiamo il vagito del Bambino che ci sussurra: «Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: “Su te sia pace!”» (Sal 121 [122], 8).

Augurio Natalizio dopo il Messaggio Urbi et Orbi A voi, cari fratelli e sorelle, giunti da ogni parte del mondo in questa Piazza, e a quanti da diversi Paesi siete collegati attraverso la radio, la televisione e gli altri mezzi di comunicazione, rivolgo il mio augurio più cordiale. È il Natale dell’Anno Santo della Misericordia, perciò auguro a tutti di poter accogliere nella propria vita la misericordia di Dio, che Gesù Cristo ci ha donato, per essere misericordiosi con i nostri fratelli. Così faremo crescere la pace! Buon Natale!

23 DOCUMENTI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

COMUNICATO FINALE CONSIGLIO PERMANENTE Firenze, 30 settembre – 2 ottobre 2015

Il Magistero del Santo Padre – nella sua ricchezza di parola, gesti e incontri – ha costituito la trama di fondo su cui si sono appuntati i diversi argomenti affrontati nella sessione autunnale del Consiglio Episcopale Permanente: dai contenuti della prolusione alle modalità da offrire alle diocesi italiane circa l’accoglienza dei profughi e alla stessa prospettiva con cui si intende celebrare il Convegno Ecclesiale Nazionale di metà decennio (9-13 novembre 2015). Un clima di franca fraternità e di reciproca stima ha caratterizzato le giornate (30 settembre –2 ottobre 2015), volute a Firenze non solo come opportunità per accostare la sede del Convegno, ma anche quale segnale e invito alle Chiese locali a prepararsi all’evento con un supplemento di disponibilità e d’impegno. Riunito alla vigilia della XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (4-25 ottobre 2015) e della preghiera con il Papa – promossa per il 3 ottobre dalla CEI – il Consiglio Permanente ha espresso convinta vicinanza alle famiglie, a partire dalla condivisione della loro non facile opera educativa. Al riguardo, la stessa prolusione con cui il Cardinale Presidente, , ha aperto i lavori riprende e valorizza i contenuti del recente viaggio di Papa Francesco a Cuba e negli Stati Uniti; in particolare, rivolge ai responsabili della cosa pubblica l’appello a compiere ogni sforzo per consentire a tutti l’accesso alle condizioni essenziali – materiali e spirituali – per formare e mantenere una famiglia. I Vescovi si sono concentrati, quindi, sul percorso proposto a livello diocesano in vista dell’Assemblea Generale del maggio 2016, dedicata ad approfondire “La vita e la formazione permanente dei presbiteri”. Il rinnovo delle dodici Commissioni Episcopali è stato l’occasione per un confronto sulle loro modalità operative, sul loro rapporto con gli Uffici della CEI e sulla loro funzione in ordine alla comunione dell’Episcopato italiano. Il Consiglio Permanente ha, inoltre, approvato il Messaggio per la Giornata nazionale per la Vita e ha provveduto ad alcune nomine, fra cui quelle dei membri del Consiglio per gli affari giuridici. Distinte comunicazioni hanno riguardato: le indicazioni della Congregazione dei Vescovi sulla formulazione, a livello di Conferenze Episcopali Regionali, di un progetto di riordino delle diocesi; alcuni aggiornamenti giuridici su temi sociali ed etici; la preparazione al XXVI Congresso Eucaristico Nazionale (Genova, 15-18 settembre 2016). Sono stati, infine, raccolti pareri sulla bozza di documento della Congregazione per la dottrina della fede circa la cremazione dei defunti e sull’erezione di un Esarcato apostolico per i fedeli ucraini di rito bizantino residenti in Italia.

24 Strade da percorrere, obiettivi da perseguire A poco più di un mese dall’evento, il Consiglio Permanente ha fatto il punto sul Convegno Ecclesiale Nazionale e – più in generale – sui primi cinque anni del decennio, che la Chiesa italiana ha dedicato alla responsabilità educativa. Centrale per i Vescovi rimane la questione antropologica, minacciata da una cultura del relativismo che svuota ogni proposta: l’individuo che si concepisce “autonomo” dalla realtà, si priva di fatto dell’apertura alla trascendenza e di relazioni autentiche con il prossimo e, più in generale, con la vita sociale e con il creato; rincorrendo semplicemente se stesso, finisce per mancare l’appuntamento con ciò che qualifica il suo essere persona. Emblematico di tale cultura è lo stesso tentativo di applicare la “teoria del gender”, secondo un progetto che pretende di cancellare la differenza sessuale. Di qui la rinnovata volontà dell’Episcopato italiano a mantenersi nel solco della missione educativa, puntando nel prossimo quinquennio a intensificare alleanze collaborative con la società civile e le sue Istituzioni, a partire dalla scuola. La proposta del Convegno – riscoprire in Gesù Cristo la possibilità di un umanesimo vero e pieno – intende, quindi, concretizzarsi in strade da percorrere e obiettivi da perseguire, per un’educazione integrale che torni a dare contenuto a parole come persona e libertà, amore e famiglia, sessualità e generazione. Ne sono parte esperienze e opere di carità, espressione di una comunità che educa con il servizio.

In risposta all’appello del Santo Padre Il riconoscimento degli altri come condizione per realizzare se stessi porta a sentirsene responsabili, specie quando hanno il volto del debole e del bisognoso. Di qui l’attenzione che il Consiglio Permanente ha dedicato all’individuazione delle forme migliori con cui promuovere una risposta effettiva ed efficace all’appello del Santo Padre circa l’accoglienza di una famiglia di immigrati in ogni parrocchia, comunità religiosa, santuario o monastero. Una prima ricognizione, compiuta nelle Conferenze Episcopali Regionali, documenta come la Chiesa italiana sia in prima fila in tale servizio, con oltre 22 mila migranti ospitati in circa 1600 strutture di diocesi, parrocchie, comunità religiose e famiglie. Forti di questa esperienza, maturata nel rapporto con le Istituzioni civili, per ampliare la rete ecclesiale dell’accoglienza i Vescovi hanno approntato una bozza di Vademecum con cui accompagnare le diocesi e le parrocchie: vengono indicate forme, luoghi e destinatari, nonché aspetti amministrativi, gestionali, fiscali e assicurativi. Di tale percorso è parte anche la fase di preparazione all’accoglienza, quindi l’informazione – che consente di conoscere chi arriva e le cause dell’immigrazione forzata – e la formazione, volta a preparare chi accoglie (comunità, associazioni, famiglie e realtà del territorio). Il Vademecum, integrato dalle osservazioni dei membri del Consiglio Permanente, sarà inviato a breve a tutti i Vescovi.

Presbiteri, due fuochi per una riforma La vita spirituale dei presbiteri e il carico burocratico-amministrativo che spesso grava sulle loro spalle sono i due “fuochi” su cui si è concentrata l’attenzione dei Vescovi, che al tema intendono dedicare l’Assemblea Generale del 2016. Pur nella consapevolezza di non poter giungere a un’unica soluzione che possa dare risposta

25 alle molteplici sfide in campo – e che richiedono, essenzialmente, santità di vita e letizia nel servizio pastorale – i Pastori sono decisi ad avviare processi di riforma che aiutino il sacerdote a un esercizio del ministero all’insegna di una convinta adesione al presbiterio, vissuta nella fraternità, con stile sinodale e missionario. Ne sono condizioni tanto una vita interiore custodita dalla preghiera e alimentata dalla Parola di Dio, quanto una formazione permanente dipanata secondo iniziative pianificate, qualificate e diversificate. Parte da qui anche la possibilità di favorire l’introduzione di un diverso e più sostenibile modello organizzativo e amministrativo delle parrocchie, ispirato a più livelli a una maggiore corresponsabilità progettuale dei laici.

Nomine Nel corso dei lavori, il Consiglio Episcopale Permanente ha provveduto alla nomina dei membri delle Commissioni Episcopali, i cui Presidenti erano stati eletti nel corso dell’Assemblea Generale tenuta nel maggio 2015. Di ciascuna Commissione Episcopale fa parte un Vescovo emerito, indicato dalla Presidenza. Le Commissioni Episcopali per il quinquennio 2015-2020 risultano così composte:

- Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi S.E. Mons. Luciano MONARI (Brescia), Presidente; S.E. Mons. Mansueto BIANCHI (Assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana); S.E. Mons. Renato BOCCARDO (Spoleto - Norcia); S.E. Mons. Giuseppe CAVALLOTTO (Cuneo e Fossano); S.E. Mons. Carlo GHIDELLI (em. Lanciano - Ortona); S.E. Mons. Carlo MAZZA (Fidenza); S.E. Mons. Mauro Maria MORFINO (Alghero - Bosa); S.E. Mons. Luigi NEGRI (Ferrara - Comacchio); S.E. Mons. Orazio Francesco PIAZZA (Sessa Aurunca); S.E. Mons. Ignazio SANNA (Oristano).

- Commissione Episcopale per la liturgia S.E. Mons. Claudio MANIAGO (Castellaneta), Presidente; S.E. Mons. Adriano CAPRIOLI (em. Reggio Emilia - Guastalla); S.E. Mons. Paolo MARTINELLI (aus. Milano); Dom Mauro MEACCI, OSB (Subiaco); Dom Donato OGLIARI, OSB (Montecassino); S.E. Mons. Salvatore PAPPALARDO (Siracusa); S.E. Mons. Domenico SORRENTINO (Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino); S.E. Mons. Vittorio Francesco VIOLA (Tortona).

- Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute S.Em. Card. (Agrigento), Presidente; S.E. Mons. Antonio DI DONNA (Acerra); S.E. Mons. Domenico MOGAVERO (Mazara del Vallo); S.E. Mons. Salvatore NUNNARI (em. Cosenza - Bisignano); S.E. Mons. Vincenzo Carmine OROFINO (Tricarico); S.E. Mons. Corrado PIZZIOLO (Vittorio Veneto); S.E. Mons. Carlo Roberto Maria REDAELLI (Gorizia); S.E. Mons. Benedetto TUZIA (Orvieto - Todi).

26 - Commissione Episcopale per il clero e la vita consacrata S.E. Mons. Gualtiero SIGISMONDI (Foligno), Presidente; S.E. Mons. Arturo AIELLO (Teano - Calvi); S.E. Mons. Domenico CANCIAN (Città di Castello); S.E. Mons. Oscar CANTONI (Crema); S.E. Mons. Mario DELPINI (aus. Milano); S.E. Mons. Salvatore DI CRISTINA (em. Monreale); S.E. Mons. Gianfranco Agostino GARDIN (Treviso); S.E. Mons. Andrea Bruno MAZZOCATO (Udine).

- Commissione Episcopale per il laicato S.E. Mons. Vito ANGIULI (Ugento - Santa Maria di Leuca), Presidente; S.E. Mons. Fernando FILOGRANA (Nardò - Gallipoli); S.E. Mons. Gabriele MANA (Biella); S.E. Mons. Francesco MARINO (Avellino); S.E. Mons. Giuseppe MERISI (em. Lodi); S.E. Mons. Beniamino PIZZIOL (Vicenza); S.E. Mons. Fausto TARDELLI (Pistoia); S.E. Mons. Giancarlo VECERRICA (Fabriano - Matelica).

- Commissione Episcopale per la famiglia, i giovani e la vita S.E. Mons. Pietro Maria FRAGNELLI (Trapani), Presidente; S.E. Mons. Nicolò ANSELMI (aus. Genova); S.E. Mons. Carlo BRESCIANI (San Benedetto del Tronto - Ripatransone - Montalto); S.E. Mons. Carmelo CUTTITTA (aus. Palermo); S.E. Mons. Mario PACIELLO (em. Altamura - Gravina - Acquaviva delle Fonti); S.E. Mons. Mauro PARMEGGIANI (Tivoli); S.E. Mons. Pietro SANTORO (Avezzano); S.E. Mons. Giuseppe ZENTI (Verona).

- Commissione Episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese S.E. Mons. Francesco BESCHI (Bergamo), Presidente; S.E. Mons. Alfonso BADINI CONFALONIERI (Susa); S.E. Mons. Tommaso CAPUTO (Pompei); S.E. Mons. Giuseppe FIORINI MOROSINI (Reggio Calabria - Bova); S.E. Mons. Gervasio GESTORI (em. San Benedetto del Tronto - Ripatransone - Montalto); S.E. Mons. Giuseppe PELLEGRINI (Concordia - Pordenone); S.E. Mons. Giuseppe SATRIANO (Rossano - Cariati); S.E. Mons. Gianfranco TODISCO (Melfi - Rapolla - Venosa).

- Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo S.E. Mons. Bruno FORTE (Chieti - Vasto), Presidente; S.E. Mons. Rodolfo CETOLONI, OFM (Grosseto); S.E. Mons. Maurizio MALVESTITI (Lodi); S.E. Mons. Santo MARCIANÒ (Ordinario Militare per l’Italia); S.E. Mons. Donato OLIVERIO (Lungro); S.E. Mons. Ambrogio SPREAFICO (Frosinone - Veroli - Ferentino); S.E. Mons. Rocco TALUCCI (em. Brindisi - Ostuni); S.E. Mons. (aus. Roma).

- Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università S.E. Mons. Mariano CROCIATA (Latina - Terracina - Sezze - Priverno), Presidente; S.E. Mons. Alberto Maria CAREGGIO (em. Ventimiglia - Sanremo); S.E. Mons. Pasquale CASCIO (Sant’Angelo dei Lombardi - Conza - Nusco - Bisaccia); S.E. Mons. Erio CASTELLUCCI (Modena - Nonantola); S.E. Mons. Paolo GIULIETTI (aus. Perugia - Città della Pieve); S.E. Mons. Lorenzo LEUZZI (aus. Roma); S.E. Mons. Lorenzo LOPPA (Anagni - Alatri); S.E. Mons.

27 Nazzareno MARCONI (Macerata - Tolentino - Recanati - Cingoli - Treia); S.E. Mons. Alberto TANASINI (Chiavari); S.E. Mons. Pierantonio TREMOLADA (aus. Milano).

- Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace S.E. Mons. Filippo SANTORO (Taranto), Presidente; S.E. Mons. Francesco ALFANO (Sorrento - Castellammare di Stabia); S.E. Mons. Vincenzo APICELLA (Velletri - Segni); S.E. Mons. Marco ARNOLFO (Vercelli); S.E. Mons. Claudio CIPOLLA (el. Padova); S.E. Mons. Giampaolo CREPALDI (Trieste); S.E. Mons. Maurizio GERVASONI (Vigevano); S.E. Mons. Giovanni RICCHIUTI (Altamura - Gravina - Acquaviva delle Fonti); S.E. Mons. Gastone SIMONI (em. Prato); S.E. Mons. Mario TOSO (Faenza - Modigliana)

- Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali S.E. Mons. Antonino RASPANTI (Acireale), Presidente; S.E. Mons. Roberto BUSTI (Mantova); S.E. Mons. Martino CANESSA (em. Tortona); S.E. Mons. Giovanni D’ERCOLE (Ascoli Piceno); S.E. Mons. Filippo IANNONE (Vicegerente Roma); S.E. Mons. Francesco MILITO (Oppido Mamertina - Palmi); S.E. Mons. Ivo MUSER (Bolzano - Bressanone); S.E. Mons. (L’Aquila); S.E. Mons. Domenico POMPILI (Rieti); S.E. Mons. Antonio STAGLIANÒ (Noto).

- Commissione Episcopale per le migrazioni S.E. Mons. Guerino DI TORA (aus. Roma), Presidente; S.E. Mons. Franco Maria Giuseppe AGNESI (aus. Milano); S.E. Mons. Franco AGOSTINELLI (Prato); S.E. Mons. Domenico CALIANDRO (Brindisi - Ostuni); S.E. Mons. Massimo CAMISASCA (Reggio Emilia - Guastalla); S.E. Mons. (aus. Roma); S.E. Mons. Alessandro PLOTTI (em. Pisa); S.E. Mons. Armando TRASARTI (Fano - Fossombrone - Cagli - Pergola).

Il Consiglio Episcopale Permanente ha proceduto anche alle seguenti nomine: - Consiglio per gli affari giuridici: S.E. Mons. Vincenzo PISANELLO (Oria), Presidente; S.E. Mons. Lorenzo GHIZZONI (Ravenna - Cervia); S.E. Mons. Franco LOVIGNANA (Aosta); S.E. Mons. Francesco OLIVA (Locri - Gerace), S.E. Mons. Giovanni TANI (Urbino - Urbania - Sant’Angelo in Vado).

- Collegio dei revisori dei conti della Conferenza Episcopale Italiana: S.E. Mons. Ernesto MANDARA (Sabina - Poggio Mirteto), Presidente; S.E. Mons. Adriano TESSAROLLO (Chioggia); Dott. Lelio FORNABAIO.

- Vescovi membri della Presidenza di Caritas Italiana: S.E. Mons. Carlo Roberto Maria REDAELLI (Gorizia); S.E. Mons. Vincenzo Carmine OROFINO (Tricarico).

Il Consiglio Permanente ha altresì provveduto alle seguenti nomine: - Presidente del Centro di Azione Liturgica (CAL): S.E. Mons. Claudio MANIAGO (Castellaneta).

28 - Presidente della Federazione Italiana Esercizi Spirituali (FIES): S.E. Mons. Giovanni SCANAVINO (em. Orvieto - Todi). - Sottosegretari della Conferenza Episcopale Italiana: Mons. Giuseppe BATURI (Catania); Don Ivan MAFFEIS (Trento). - Direttore dell’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università: Dott. Ernesto DIACO (finora Vice Responsabile del Servizio nazionale per il Progetto culturale). - Responsabile del Servizio Nazionale per l’edilizia di culto, ad interim, a far data dal 15 novembre 2015: Don Valerio PENNASSO (Alba). - Assistente ecclesiastico centrale dell’Azione Cattolica Italiana per il settore adulti: Don Emilio CENTOMO (Vicenza). - Assistente ecclesiastico generale dell’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI): Padre Davide BRASCA, B. - Assistente ecclesiastico generale della Branca Esploratori/Guide dell’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI): Fr. Adriano APPOLLONIO, OFM. - Assistente ecclesiastico generale della Branca Lupetti/Coccinelle dell’Associa- zione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI): Don Andrea DELLA BIANCA (Concordia - Pordenone). - Assistente ecclesiastico generale dell’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici (AIGSEC): Don Paolo LA TERRA (Ragusa). - Consigliere Spirituale Nazionale dell’Associazione Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS): Don Guido PIETROGRANDE, SDB. - Consulente ecclesiastico nazionale del Centro Sportivo Italiano (CSI): Don Alessio ALBERTINI (Milano).

Il Consiglio Permanente ha accolto la proposta – avanzata dalla Presidenza, a seguito della richiesta pervenuta dal Forum delle Associazioni familiari e dal Movimento per la Vita – di indicare il dott. Vittorio Sozzi (finora Responsabile del Servizio nazionale per il Progetto culturale e Coordinatore degli Uffici e dei Servizi pastorali della Segreteria Generale) come referente degli Enti predetti. Nella riunione del 30 settembre, la Presidenza della CEI ha provveduto alle seguenti nomine: - Membro del Comitato per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica: Don Ivan MAFFEIS, Sottosegretario e Direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali. - Membro del Comitato per la valutazione dei progetti di intervento a favore dei beni culturali ecclesiastici: Don Luca FRANCESCHINI (Massa Carrara - Pontremoli).

La Presidenza provveduto altresì alla seguente conferma: - Consigliere Spirituale del Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa (GRIS): Don Battista CADEI (Bergamo).

La Presidenza ha infine concesso il benestare alla nomina di Don Mario VINCOLI (Aversa) come Segretario Nazionale della Pontificia Opera della Propagazione della Fede e della Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria.

Firenze, 2 ottobre 2015 29 MESSAGGIO PER LA 65ª GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO Roma, 8 novembre 2015

“Il suolo, bene comune” Celebriamo questa Giornata del Ringraziamento a pochi mesi dalla pubblicazione dell’Enciclica Laudato si’ di papa Francesco (LS), che invita tutti gli uomini che abitano la terra alla “cura della casa comune”. Già Papa Benedetto XVI ci ricordava che “ciò implica l’impegno di decidere assieme… con l’obiettivo di rafforzare quell’alleanza tra essere umano e ambiente che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino”. La creazione è un processo ancora aperto nel quale l’azione dell’uomo è un riflesso dell’azione creatrice di Dio. Papa Francesco lo fa usando le parole dell’etica e della Dottrina sociale, ma radicandole anche – con Francesco d’Assisi – nel linguaggio della bellezza e della meraviglia: “Il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode”. La stessa Enciclica invita, però, anche ad ascoltare con attenzione il grido della terra: richiamando l’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, essa osserva che “Dio ci ha unito tanto strettamente al mondo che ci circonda, che la desertificazione del suolo è come una malattia per ciascuno, e possiamo lamentare l’estinzione di una specie come fosse una mutilazione” (n. 89, che rimanda al n. 215 di EG). L’umanità rappresenta l’elemento che apre la terra verso nuove armonie o nuovi disordini, in base alle scelte che operiamo; sarebbe sconsiderato chi distruggesse il territorio da cui dipende la propria vita.

Una realtà fondamentale a rischio Proprio quest’ultimo riferimento ci introduce anche al tema della Giornata del Ringraziamento 2015, che le Nazioni Unite hanno dichiarato Anno Internazionale del Suolo. Nel farlo, esse hanno sottolineato come il suolo abbia una valenza insostituibile in ordine alla produzione di cibo, ma anche per la tutela della biodiversità e per la mitigazione del mutamento climatico. È, dunque, un bene comune fondamentale: come ben sa il mondo agricolo, così profondamente legato alla sua qualità e disponibilità perché quando il suolo si degrada, grave è il rischio per il futuro dell’umanità. Non sempre, infatti, l’uomo coltiva e custodisce la terra come amministratore responsabile (Gen 2,15) e sul suolo vengono, così, a riflettersi quegli squilibri che a partire dal cuore umano trovano espressione nella società e nell’economia. Lo richiama lo stesso papa Francesco, quando osserva che “la violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi” (LS n. 2). Peccato è anche l’inquinamento, che colpisce la salute di tanti e che può essere causato “dal trasporto, dai fumi dell’industria, dalle discariche di sostanze che contribuiscono all’acidificazione del suolo e dell’acqua, da fertilizzanti, insetticidi, fungicidi, diserbanti e pesticidi tossici in generale” (LS n. 20; cf. anche n. 8). L’Enciclica giunge ad evocare la figura di Caino per indicare quanto profondamente la rottura dell’alleanza col prossimo spezzi anche il radicamento nella terra e la possibilità di godere dei suoi frutti: “Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, lontano da [questo] suolo” (Gen 4,11 citato in LS n. 70).

30 Davvero in tanti contesti il suolo appare come “maledetto”: l’opera di uomini impedisce ad altri di godere dei suoi frutti ed addirittura di poterlo abitare in pace.

Le sfide Tale prospettiva evidenzia la rilevanza delle numerose sfide che stanno dinanzi a chi voglia vivere oggi una positiva relazione con la terra, corrispondendo alla vocazione divina in una pratica di cura e di custodia. Vorremmo richiamarne alcune, che appaiono di particolare rilievo in tal senso. - Si tratta in primo luogo di custodire la fertilità del suolo: occorre condividere e approfondire riflessioni da tempo avviate in Italia e a livello internazionale, su modelli agricoli e pratiche produttive che espropriano gli agricoltori e le comunità locali di questa responsabilità. La denuncia dell’eccessiva dipendenza della produzione agricola dai prodotti chimici va collocata in una diversa visione del rapporto tra produttori e consumatori; un “nuovo patto” che generi spazi di libertà e responsabilità per entrambi. Riflessioni aperte alla ricerca di nuove soluzioni lungo tutta la filiera alimentare: dalla produzione al consumo, fino ai “nuovi stili di vita”. Solo così sarà possibile garantire che la terra possa continuare a produrre cibo per tutti, oggi e per le generazioni future. - Si tratta anche di prestare attenzione alle destinazioni d’uso della terra, che talvolta ne distorcono la struttura ecosistemica. Come osserva il n. 23 della LS in alcune aree la stessa “deforestazione per finalità agricola” è fattore problematico per il suolo; ma sono proprio i problemi della gestione del suolo in Italia che ci mettono davanti all’urgenza di uscire da una logica della provvisorietà, denunciando i costi del non fare. Solo se assegniamo al suolo un’opzione riservata nelle traiettorie dello sviluppo, possiamo ricavarne soluzioni utili davanti all’incombere dell’abbandono e di forme speculative e di sfruttamento. Le comunità devono dotarsi di strumenti di valutazione e di scelta per riconoscere e promuovere quelle iniziative individuali e di reti di soggetti che tutelando il suolo si aprono alla valorizzazione dei beni comuni. La prudenza dell’agricoltore, il bilanciamento tra progresso scientifico e consuetudini, tradizioni, che avevano al centro la durevolezza del rapporto uomo- territorio, vanno riconosciute e rivalutate; parte di quella bellezza che ammiriamo da un finestrino di un mezzo in corsa (auto, treno) è frutto di questa saggezza contadina che non è scomparsa, ma sa rigenerarsi. - Anche più grave su scala internazionale, il fenomeno del land grabbing – l’accaparramento di terra da parte dei soggetti con maggior disponibilità economica – che rischia di distorcere le strutture agroalimentari di molte aree, orientandole a produzioni che ben poco hanno a che fare con le esigenze della popolazione locale. - Il fenomeno che abbiamo appena citato chiama in causa la questione del diritto dell’accesso alla terra e alle risorse ittiche e forestali, in breve quei beni comuni di cui la DSC proclama la “destinazione universale”. Papa Francesco riporta una dichiarazione dei Vescovi del Paraguay in cui si sottolinea come il diritto alla terra deve essere garantito, “perché il suo esercizio non sia illusorio ma reale”. La comunità internazionale ha reagito agli scandali del “land grabbing” osservando un “grande percorso di dialogo” che ha portato all’approvazione, nel 2012, presso la FAO di “Linee guida volontarie per una governance del diritto alla terra e alle risorse naturali”. Un preciso programma che prevede procedure per la difesa e tutela

31 dei diritti dei più deboli, ma la cui applicazione è affidata alla discrezionalità dei governi. C’è, ancora, l’esigenza di ripensare all’importanza delle politiche agricole per lo sviluppo dell’agricoltura familiare, là dove queste non esistono; nonché, ai loro processi di riforma dove esse esistono andando incontro all’agricoltore per quello che egli fa in una visione produttiva multifunzionale, sostenibile e attenta ai beni comuni; allontanandosi da logiche di sfruttamento intensivo sempre più slegate dal “territorio”. Riforme che possono favorire un ritorno alla terra, in particolare dei giovani, un fenomeno che in Italia mostra segnali arricchiti da una splendida capacità innovativa, sia nei prodotti che nei processi, contribuendo a quella diversificazione dell’agricoltura che abbraccia forme di agricoltura sociale e civica, che introducono la “reciprocità” nell’agire economico. Questioni complesse, che esigono coinvolgimento, approfondimento e vigilanza attenta da parte di comunità ecclesiali che su molte questioni tecniche non potranno che stimolare il dibattito tra i competenti (LS n. 61), in vista di un discernimento ben informato e dell’assunzione di personali responsabilità nelle scelte morali.

Una sfida educativa Quella che il capitolo VI dell’Enciclica LS individua come compito specifico delle comunità ecclesiali è, invece, l’attenzione per la dimensione educativa e formativa. Si tratta, in particolare di apprendere a rinnovare la nostra percezione del mondo, imparando a sentirsi parte di parte di una comunione creaturale sulla terra di tutti e a percepirsi come amministratori di un prezioso bene comune, i cui frutti hanno una destinazione universale. Di imparare soprattutto la dimensione del ringraziamento, mettendosi alla scuola indicataci dall’Eucaristia; in essa, infatti unito al Figlio incarnato “tutto il cosmo rende grazie a Dio. In effetti l’Eucaristia è di per sé un atto di amore cosmico” (n. 236). La pratica di chi lavora la terra si scopre in tale prospettiva inserita in un cammino che orienta la terra stessa verso il suo creatore: “L’Eucaristia unisce il cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato. Il mondo, che è uscito dalle mani di Dio, ritorna a Lui in gioiosa e piena adorazione: nel Pane eucaristico la creazione è protesa verso la divinizzazione, verso le sante nozze, verso l’unificazione con il Creatore stesso” (n. 236). Celebriamo, dunque, con gratitudine e speranza la festa del ringraziamento, come abitatori e custodi responsabili della terra affidataci, facendo nostre le parole di papa Francesco: Signore Dio, Uno e Trino, comunità stupenda di amore infinito, insegnaci a contemplarti nella bellezza dell’universo, dove tutto ci parla di te. Risveglia la nostra lode e la nostra gratitudine per ogni essere che hai creato. Donaci la grazia di sentirci intimamente uniti con tutto ciò che esiste. Dio d’amore, mostraci il nostro posto in questo mondo come strumenti del tuo affetto per tutti gli esseri di questa terra, perché nemmeno uno di essi è dimenticato da te.

LA COMMISSIONE EPISCOPALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO, LA GIUSTIZIA E LA PACE

32 DOCUMENTI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE MARCHIGIANA

SEDUTA ORDINARIA DELLA CEM Promemoria degli argomenti trattati (Riunione del 02 dicembre 2015 - 6°/2015)

Mercoledì 02 dicembre 2015, presso la “Sala dei Vescovi” del Palazzo Apostolico di Loreto (AN), si è riunita in seduta ordinaria la Conferenza Episcopale Marchigiana. Dopo la preghiera di ora terza, alle ore 09.55 iniziano i lavori secondo l’Ordine del Giorno a suo tempo trasmesso a domicilio. Sono presenti gli Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi della Regione, ad eccezione di S.E. Mons. Tonucci; partecipa inoltre don Robert Szymon Grzechnik chiamato a svolgere il ruolo di verbalista. Presiede l’assemblea S.Em.za il Cardinale Edoardo Menichelli.

1. Riflessione spirituale. Il Presidente, ringraziandolo per la disponibilità, cede la parola a Mons. Conti per una meditazione riguardante il tema “Vescovi e Anno della Misericordia”. (All. 1).

2. Riflessione sul Sinodo e ipotesi di un Convegno - Giubileo delle Famiglie promosso dalla Commissione Regionale per la Famiglia il 21 febbraio 2016. Il Card. Menichelli racconta il lavoro del Sinodo e condivide, in un clima di fraterno dialogo, le impressioni e le sollecitazioni venute dal Sinodo. Viene presentata la proposta della Commissione Regionale per la Famiglia di organizzare un Convegno Regionale delle Famiglie, da tenersi a Loreto il 21 febbraio 2016. La proposta viene approvata.

3. Adempimenti in vista del Consiglio Episcopale Permanente della CEI: 25/27 gennaio 2016. Il Card. Menichelli introduce l’argomento cui segue un libero scambio di riflessioni. L’esito della discussione è stato raccolto da don Robert e trasmesso, a nome del Presidente della CEM, alla Segreteria Generale della CEI.

4. De Promovendis. - Omissis -

5. Conferenza Episcopale Marchigiana - Regione Marche Il Presidente informa su alcuni temi di interesse delle nostre Chiese locali che hanno anche ricadute sociali e che sono emersi in un colloquio con il Presidente della Regione Marche il Dott. Ceriscioli. Gli Ecc.mi Presuli prendono atto di tali proposte ed esprimono il desiderio di poter avere, in seno della CEM, un momento di dialogo e confronto con il Presidente della Regione.

33 6. Giubileo della Vita Consacrata, nelle sue diverse forme presenti nella Regione (23 gennaio 2016 a Loreto). Il Presidente informa i presenti che a seguito dell’incontro della Commissione Regionale per la Vita Consacrata (06 novembre 2015) si è giunti a definire il programma della giornata e che la Riflessione / Lectio divina sarà tenuta da S.E. Mons. Bresciani.

7. Istituto Superiore di Scienze Religiose - aggiornamenti. Il Card. Menichelli, introduce l’argomento e Mons. Coccia legge la lettera che verrà inviata al Card. , Gran Cancelliere della PUL, nella quale viene presentata la proposta del riordino degli ISSR presenti nelle Marche: unica sede ad Ancona e due sedi, ad Ascoli Piceno e Pesaro, con la Didattica a distanza (FAD). La proposta viene approvata.

8. Istituto Teologico Marchigiano. Su invito del Presidente, don Robert introduce l’argomento, la discussione, per mancanza di tempo viene rinviata alla prossima riunione.

9. Giubileo degli amministratori, degli operatori della comunicazione sociale - comunicazioni. Il Presidente informa che il Giubileo degli amministratori si terrà a Loreto il 09 aprile 2016, e quello degli operatori della comunicazione sociale il 22 aprile 2016.

10. Giornata Regionale di Spiritualità per i sacerdoti e religiosi (11 febbraio 2016 a Loreto) - comunicazioni.

11. Convegno di Firenze e la Commissione Regionale del Laicato. L’argomento non è stato trattato per mancanza di tempo.

12. Il Corpo di San Leopoldo Mandic a Loreto - 11/14 febbraio 2016. L’argomento non è stato trattato a seguito dell’assenza del relatore.

13. Tribunale Ecclesiastico Regionale Piceno - audizione del Vicario Giudiziale don Paolo Scoponi. Alle ore 13.20 viene introdotto don Paolo Scoponi, Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico Regionale, che presenta brevemente la relazione (All. 2) e risponde alle domande rivoltegli dagli Ecc.mi Presuli e riguardanti la riforma del processo di nullità matrimoniale. La discussione è continuata durante il pranzo. Gli Ecc.mi hanno proposto di approfondire questo argomento nella prossima riunione.

14. Varie ed eventuali.

• Causa di Beatificazione del Servo di Dio Marcellino da Capradosso. L’argomento non è stato trattato per mancanza di tempo.

34 • Nomina dell’Assistente Regionale di Azione Cattolica. È stato confermato, per un ulteriore quinquennio, il Rev.do Don Giordano Trapasso dal Clero dell’Arcidiocesi di Fermo.

• Giubileo della Misericordia — Peregrinatio Mariae. Peregrinazione della Statua della Vergine Lauretana lungo la Via Lauretana, da Roma a Loreto. L’argomento non è stato trattato per mancanza di tempo.

• Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia. L’argomento non è stato trattato per mancanza di tempo.

• Delegazione Regionale Caritas. L’argomento non è stato trattato per mancanza di tempo.

A conclusione dei lavori viene presentato e successivamente inviato agli organi di stampa, un comunicato relativo all’odierna riunione della Conferenza (All. 3). La prossima riunione ordinaria della CEM è prevista il 20 gennaio (mercoledì) presso la “Sala dei Vescovi” del Palazzo Apostolico di Loreto. La riunione termina alle ore 14.25 con il pranzo fraterno, gentilmente offerto dalla Delegazione Pontificia presso la Casa del Clero.

 Giovanni Tani Segretario della Conferenza Episcopale Marchigiana

35 ATTI DI S.E.R. Mons. PIERO COCCIA ARCIVESCOVO METROPOLITA

- OMELIE

- MESSAGGI E LETTERE

- DECRETI E NOMINE

36 OMELIE

OMELIA IN OCCASIONE DELLE ESEQUIE DI DON SEMRI SANTINI Parrocchia di S. Ermete in Gabicce Monte 9 novembre 2015

Giovedì 5 novembre mi sono recato a Casa P. Damiani per visitare don Semri. Le sue condizioni di salute apparivano molto precarie, anche a seguito di vari ricoveri in questi ultimi tempi, nessuno comunque pensava che nel giro di 24 ore ci avrebbe lasciato. Anche per questa ragione tutti siamo rimasti sorpresi. Del resto l’esperienza della morte, per quanto faccia parte della vita e per quanto prevedibile possa essere attraverso segni premonitori, ci sorprende sempre. Non solo, la morte ci fa cogliere con evidenza la precarietà della vita nonostante i nostri affanni. Aggiungo anche che la morte se non affrontata con la certezza che ci deriva dalla fede in Gesù Cristo, dapprima ci disorienta e poi ci introduce alla disperazione. Del resto vivere, con tutto ciò che tale esperienza comporta, per morire definitivamente è contro la ragione. Una simile ipotesi suscita in noi una ribellione quasi istintiva. Per chi vive l’esperienza della fede, l’incontro con la morte si configura come dolore non certamente però come disperazione. Ma da dove deriviamo la certezza che la morte non costituisce la fine di tutto? Ce lo dice in parte la ragione e ancor di più la parola del Signore fatta carne e vissuta dalla comunità dei credenti. Questa parola ora ascoltata, interiorizziamola. La prima lettura tratta dal testo di Isaia (25, 6a. 7-9), ci dà la garanzia che la venuta del Signore “eliminerà la morte per sempre. Il Signore asciugherà le lacrime su ogni volto”. Certo Isaia parla della venuta del Signore nella storia. Questa però prefigura quella della gloria, dove nella risurrezione del Cristo trova compimento realizzativo la morte di ciascuno di noi. L’apostolo Paolo per di più nella prima lettera ai Corinzi (15, 51-57) così si esprime: “Io vi annuncio un mistero: noi tutti non moriremo ma tutti saremo trasformati in un istante, in un batter d’occhio, al suono della tromba. Essa infatti suonerà ed i morti risorgeranno incorruttibili e noi saremo trasformati. È necessario infatti che questo corpo corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si rivesta di immortalità”. Dunque grazie alla risurrezione, siamo destinati all’immortalità. Inoltre l’evangelista Giovanni (6, 37-40) ci riporta l’esplicita affermazione di Gesù che parlando alle folle le rassicura in merito alla sua missione: “Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno”. In Cristo nulla è perduto di ciò che è umano. A cominciare da ciascuno di noi. Solo nella fede, esperienza della morte trova senso e spiegazione. Ciò valga anche per la morte del caro don Semri. Siamo consapevoli del dolore provocato dal suo distacco, ma siamo certi che per lui la vita continua ed il bene fatto in terra trova la giusta ricompensa in cielo. Qui risiede il nucleo portante del nostro credere. Proseguo. Tutti abbiamo conosciuto ed amato don Semri come uomo e come

37 sacerdote. Ma la sua persona ed il suo operato quale eredità ci lasciano? Ognuno di noi ha precisi ricordi di questo sacerdote. Ci sono tuttavia dei tratti che mi piace evidenziare, non solo perché tutti li abbiamo colti, ma anche perché ci hanno arricchiti. Cosa che avviene sempre con le persone con cui abbiamo avuto frequentazione e condivisione di vita. Un primo elemento che amo sottolineare di don Semri è quello della sua spiritualità, per quanto non sempre evidente all’esterno. Ne è prova quanto scritto nel suo testamento ma anche i non pochi colloqui che ho avuto con lui e che mi hanno rivelato un animo del tutto sacerdotale. Dietro la sua bonarietà ed a volte ironia, si celava il cuore di un sacerdote attento a vivere seriamente il cammino umano connotato da spiritualità sacerdotale. Quando incontrava qualche difficoltà, non ne faceva mistero con il suo vescovo. Era proprio questo cammino che lo rendeva comprensivo della condizione umana, segnata da tante fragilità. Voglio poi evidenziare di don Semri un altro elemento: la sua fedeltà al ministero di sacerdote e di parroco. Don Semri sentiva di essere sacerdote e parroco della sua comunità e per la sua comunità. A questa sua missione è rimasto fedele nel tempo, dimostrando coraggiosa continuità. Le parrocchie da lui rette lo hanno visto parroco per lunghissimi anni. La sua vita sacerdotale è stata strettamente legata a Gabicce. La prolungata permanenza nel territorio, gli ha consentito un rapporto del tutto particolare con i suoi parrocchiani segnato sempre da spirito di servizio. In don Semri ho registrato anche un sacerdote accogliente. Collocato in parrocchie a prevalente vocazione turistica, ha saputo valorizzarle attraverso una serie di conoscenze e di relazioni improntate all’accoglienza, all’ascolto ed alla sua bontà misericordiosa. In questa prospettiva voglio ricordare la sua attenzione pastorale agli ammalati ed alle famiglie colpite dal dolore o da qualche disgrazia. La sua sensibilità sacerdotale lo faceva essere presente nel segno della condivisione e con lo stile della delicatezza e della riservatezza. Ringraziamo il Signore per averci dato questo sacerdote e per il bene che ci ha fatto. Ringrazio tutti coloro che sono stati vicini a don Semri specie nella sua malattia. Un ringraziamento sentito lo esprimo a don Walter che ha seguito don Semri con vivo spirito di fraternità sacerdotale, con generosità pastorale e con ammirevole sacrificio. Termino chiedendo a tutta la comunità la preghiera per don Semri, per i sacerdoti ed i consacrati e per le vocazioni al sacerdozio di cui l’Arcidiocesi ha bisogno. Sia lodato Gesù Cristo.

38 OMELIA IN OCCASIONE DELLE ESEQUIE DI DON GINO ROSSINI Pesaro, Basilica Cattedrale 10 ottobre 2015

L’esperienza della morte, specie di una persona cara, per quanto preannunciata ci coglie sempre di sorpresa, producendo in noi due sentimenti forti. Il primo è quello dello scompiglio. La morte ci fa deragliare, ci fa cambiare binario e ci costringe ad una revisione dei nostri progetti, programmi, spesso fondati solo sulle nostre certezze umane che rivelano però tutta la loro fragilità. Il secondo sentimento che ci assale è quello del limite. La morte ci fa toccare con mano quello che realmente siamo. Il che comporta anche una rivisitazione della nostra vita facendoci sfrondare il superfluo e l’effimero per puntare sull’essenziale. Oggi si direbbe: la morte ci fa puntare sui fondamentali. Ma tra i fondamentali della vita, al primo posto si colloca la fede nel Signore Risorto. Senza questa fede la morte sul piano della ragione si configura come esperienza assurda e sul piano della reazione emotiva come elemento scatenante la disperazione. È grazie alla fede nel Signore che la morte trova una sua collocazione nel percorso umano, un suo orizzonte ed un suo futuro: quello della risurrezione. In questo contesto possiamo e dobbiamo leggere la malattia e la morte di don Gino. Uomo di fede e sacerdote che ci ha testimoniato la fede in maniera limpida. In questa lettura sapienziale della morte nella prospettiva della fede, siamo sostenuti dalla parola del Signore. La sola in grado di illuminare le tenebre trasformandole in aurora di vita. Il testo della Sapienza (4, 7 - 15) ci ha ricordato: “Il giusto anche se muore prematuramente si troverà in un luogo di riposo”. Inoltre: “Vecchiaia veneranda non è quella longeva né si misura con il numero degli anni; ma canizie per gli uomini è la saggezza, età senile è una vita senza macchia”. In queste parole troviamo il senso profondo della morte prematura di don Gino a soli 64 anni. La lettera di S. Paolo ai Romani (14, 7 – 9. 10 – 12) aggiunge: “nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo sia che moriamo, siamo del Signore”. In questo testo cogliamo una certezza. Don Gino in vita ed in morte è stato del Signore a cui ha indirizzato e donato tutta la sua esistenza, compresa quella segnata dalla malattia. Questo è ciò che conta e ci conforta. Il vangelo di Matteo (25, 1 – 13) ci riporta quella magnifica parabola delle dieci vergini invitate al banchetto nuziale. Cinque sono stolte, prendono le lampade ma non l’olio. Cinque sono sagge, prendono le lampade ma anche l’olio. La venuta dello sposo premia le sagge e penalizza le stolte. In questa parabola troviamo una foto nitida di don Gino che come uomo, come battezzato e come sacerdote ha gestito la sua vita con saggezza e accortezza evangelica. Queste considerazioni fondate sulla parola del Signore, ci rasserenano, anche di fronte alla sua morte prematura. Ma vado oltre e mi pongo un interrogativo. La morte di un sacerdote amato e stimato come don Gino, quale eredità ci lascia, quale patrimonio ci consegna? Tutti abbiamo conosciuto don Gino ed ognuno di noi ha colto in lui aspetti, caratteristiche, singolarità che si porta nel proprio cuore.

39 Tuttavia ci sono tratti della sua persona e della sua vita di sacerdote che costituiscono un patrimonio condiviso e che mi piace riassumere in tre binomi: fede e fedeltà, affidabilità e generosità, comprensione e sollecitazione. Il primo binomio. Don Gino ha vissuto come battezzato e come sacerdote la fede nel Signore con grande fedeltà. Questa fedeltà l’ha espressa nella sua vocazione di battezzato, nel suo ministero sacerdotale e nella sua malattia. Afferrato dalla vocazione sacerdotale, ha vissuto nella fedeltà al Signore, ai Superiori che gli hanno affidato tanti ed impegnativi servizi ed alla comunità, a cui ha dedicato tutta la sua vita nel segno della delicatezza ma anche della chiarezza di pastore. Ma c’è un altro aspetto della sua vita sacerdotale che amo evidenziare e richiamare alla memoria di tutti. La sua affidabilità e generosità. Don Gino ci lascia una testimonianza di uomo, di battezzato e di sacerdote affidabile. Su di lui si poteva contare soprattutto nei momenti difficili della vita. Come parroco è stato sempre vicino alle persone confortando, sostenendo e evangelizzando in forma intelligente e prudente. La sua affidabilità si è rivelata anche nella generosità, non appariscente ma certamente concreta. Tante persone sono state aiutate da don Gino sul piano spirituale ma anche materiale. Il suo animo sacerdotale era segnato da grande slancio e ciò fin a pochi giorni fa, pur nella fatica fisica di una malattia che lo divorava. Inoltre non possiamo dimenticare che in don Gino coesistessero comprensione e sollecitazione. Persona affabile e di facile relazione, aveva la comprensione sacerdotale della condizione umana espressa nella diversità delle persone e dei problemi. Molte erano le persone che con lui si confidavano avendo bisogno di poter aprire il cuore ad un sacerdote che sapeva accogliere. Ma don Gino aveva la caratteristica di saper coniugare la comprensione con la sollecitazione. Ascoltava, rielaborava e poi indicava percorsi, scelte, soluzioni, atteggiamenti, sempre alla luce del Vangelo e senza alcuna esitazione né indulgenza. Pur nella tristezza dalla sua scomparsa, ringraziamo il Signore per averci dato questo sacerdote, per il ministero che ha svolto nella nostra chiesa aiutandoci a crescere nella fede e per la testimonianza che ci lascia come vera e propria eredità. Io Arcivescovo poi ringrazio il Signore per avermi dato in don Gino un collaboratore generoso, fedele ed intelligente. Aggiungo. Se il Signore ci ha dato molto attraverso la figura ed il ministero di don Gino, tutti siamo chiamati a responsabilizzarci per ridare quanto abbiamo da lui ricevuto. Termino. Ringrazio tutte quelle persone che hanno seguito don Gino da sempre, ma soprattutto in questo ultimo anno della sua malattia. La famiglia con il fratello, la cognata, i nipoti. I sacerdoti che lo hanno accompagnato in un percorso personale non semplice e lo hanno generosamente aiutato nel condurre la parrocchia. I medici che lo hanno curato. Un ringraziamento particolare mi permetto di rivolgerlo alla famiglia De Nicolò che con tanto affetto gli è stata accanto. Ringrazio il Cardinale Bagnasco ed il Cardinale Vegliò che sempre hanno voluto essere informati sulle sue condizioni di salute, esprimendo vicinanza e condivisione. Ringrazio tutti coloro che mi hanno manifestato partecipazione per questa notevole perdita.

40 Cari fedeli oggi con la scomparsa di don Gino il numero del nostro presbiterio si assottiglia ancora di più. Preghiamo perché il Signore non faccia mancare alla nostra Arcidiocesi vocazioni alla vita sacerdotale e alla vita consacrata. Ma preghiamo anche per i nostri sacerdoti perché il Signore li renda sempre disponibili ad assumere un maggior carico di lavoro e a rispondere generosamente e responsabilmente alle necessità della nostra Arcidiocesi, anche con sacrifici personali che l’Arcivescovo inevitabilmente dovrà chiedere. Sia lodato Gesù Cristo. ✠ Piero Coccia Arcivescovo

41 OMELIA IN OCCASIONE DELL’ORDINAZIONE DIACONALE DI GIUSEPPE LEONE Pesaro, Basilica Cattedrale 21 novembre 2015

Ogni ordinazione diaconale riempie di gioia la comunità cristiana ma ancor più la convoca a delle precise responsabilità. Infatti il Signore ci concede di poter associare oggi al ministero diaconale una persona chiamata a servire il mistero di Cristo affinchè la comunità intera cresca sempre di più verso la pienezza della fede. Di ciò dobbiamo essere tutti coscienti. È questo il significato profondo della celebrazione che stiamo vivendo che coinvolge non solo il candidato, ma l’intera comunità. Abbiamo dunque coscienza che l’ordine del diaconato è dato per la comunità affinchè essa possa vivere sempre più pienamente e profondamente il mistero del Cristo. Ma poniamoci subito una domanda. Quali sono le caratteristiche, i tratti salienti, gli aspetti specifici con cui e in cui il diaconato chiede di essere vissuto con particolare riferimento alla comunità? A questa domanda risponde la liturgia della solennità di nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo attraverso le tre letture che sono state proclamate. Esse ci attestano la diaconia dell’eternità, quella della fedeltà e quella della regalità. Il libro del profeta Daniele (7, 13-14) parla di una visione in cui appare una figura celeste, cioè il Figlio dell’uomo. Molto si è discusso sulla interpretazione di questa figura. Certamente essa è simbolica e potrebbe rappresentare l’intera collettività dei giusti che ricevono da Dio il potere definitivo. Tuttavia fin dalla letteratura giudaica, la profezia è riferita al Messia. Il Figlio dell’uomo appare sulle nubi, proviene cioè dalla sfera celeste e giunge fino al Vegliardo cioè alla presenza di Dio e per di più riceve il potere regale dal Padre celeste. In questo scenario Daniele indica anche la caratteristica del regno del Figlio dell’uomo: sarà il suo un regno eterno. Quali sono le conclusioni da trarre da questo brano? Il diaconato si pone come servizio al mistero del Cristo e per questa ragione si configura, al di là dei vari settori in cui viene vissuto, come segno dell’Eternità. Servire questo mistero significa servire e testimoniare l’Eterno. Caro Giuseppe non puoi non prendere coscienza di questa realtà con tutto ciò che ne consegue per la tua vita personale e per la vita della comunità cristiana. Aggiungo. Oggi come non mai, necessitiamo della diaconia dell’eternità. Le ragioni sono più che evidenti. A livello teorico e pratico tutti respiriamo l’aria del puramente temporale con l’esclusione della dimensione dell’eternità. Tutti siamo schiacciati da legami che ci vincolano in maniera esclusiva all’umano in una visione della vita legata alla sola temporalità. Va detto che tale visione priva di eternità, si ripercuote nel nostro quotidiano con effetti che sono sotto gli occhi di tutti: uccisioni, ingiustizie, violenze, sopraffazioni, sfruttamento. Ma anche depressione, disperazione, sfiducia. Senza la dimensione dell’eternità la vita equivale all’inferno. Il tuo diaconato vivilo personalmente e comunitariamente testimoniando il Risorto il cui potere è eterno ed il cui regno non sarà mai distrutto. La comunità cristiana e la società hanno urgente bisogno di questa tua testimonianza.

42 Vado oltre. Il tuo diaconato sia anche segno di Fedeltà. Il testo dell’Apocalisse (1, 5-8) ci presenta Gesù con un titolo particolare: il testimone fedele. Giovanni per incoraggiare la comunità cristiana perseguitata fa ricorso alla categoria della fedeltà del Cristo, annunciando la sua venuta gloriosa quale giudice per compiere il giudizio di Dio sul mondo. Tuttavia il testo dell’Apocalisse ci ricorda che la venuta del Signore si qualifica non solo per la fedeltà ma anche per la sua universalità. Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omega, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente” Questo brano ci attesta che il Signore stesso è testimone fedele del Padre ma anche inizio e fine della storia di tutti noi e di ciascuno di noi. Va da sé quindi che la diaconia al mistero del Cristo va vissuta nella fedeltà e nella universalità. Tutto ciò quali implicanze può avere? Innanzitutto l’esperienza della vita diaconale esige fedeltà assoluta al mistero del Cristo dal momento che esso si pone nella sua unicità e totalità. Nell’esercizio del tuo diaconato non sono quindi ammessi percorsi alternativi e neanche negoziazioni con altre esperienze, attraverso compromessi vari ed opportunismi diversificati. La fedeltà di Cristo al Padre è stata integrale. Ciò non va mai dimenticato da te caro Giuseppe chiamato a vivere fedelmente la tua vocazione. Inoltre l’esperienza del Cristo si pone anche come dato universale. Da qui scaturisce un’altra conseguenza chiara. La fede in Cristo avvolge tutta la nostra vita dall’inizio alla fine, senza intermittenze né spazi di riserva per i nostri gusti ed esigenze personali. Il Cristo prende tutto l’uomo ma anche ogni uomo. Il tuo diaconato vivilo in forma piena e senza sconti. Vivilo anche in forma universale. Esso è per tutti gli uomini. La chiesa ti chiama a questo ministero segnato dalla fedeltà e dalla universalità. Non lo dimenticare mai. Da ultimo il vangelo di Giovanni (18, 33b - 37) ci ha fatto contemplare la figura di Gesù che di fronte a Pilato non esita a definirsi re. La sua non è la regalità del mondo ma quella connessa alla verità. Dice Gesù a Pilato che lo interroga: “Tu lo dici: io sono re. Per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”. Chiara dunque la connessione proclamata da Gesù tra la sua persona, la verità e la regalità. In questa prospettiva il tuo diaconato va vissuto come testimonianza e servizio alla verità di Cristo. Solo in Lui troviamo la parola ultima e definitiva ed onnicomprensiva della verità sull’uomo. Ci ritorna nella mente e nel cuore la Gaudium et Spes che al numero 22 così si esprime: “In realtà solamente nel mistero del verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo”. L’esperienza ci dice che l’uomo è mistero a se stesso. Per quanto le scienze vogliano scandagliare e anche scomporre l’umano in tutte le sue dimensioni, esso rimane nella sua profondità mistero che chiede però di essere illuminato ed orientato. Questo è possibile solo nel Cristo. Per questa ragione Gesù è Kirios cioè Signore della storia. Anche della nostra storia personale. È nella verità che si esprime la regalità del Cristo. Non entro in analisi particolareggiate. Ma tutti ci rendiamo conto di quanto bisogno abbiamo di fare l’esperienza della regalità di Cristo dovuta alla sua verità sull’uomo. Del resto anche la tua esperienza personale sta a dimostrare come il Signore, si sia fatto per te verità. Quanto hai ricevuto in dono ora restituiscilo alla comunità, nella

43 convinzione che una cosa sola è necessaria per vivere in pienezza : cercare e trovare la verità di Cristo. Esperienza non astratta né teorica ma viva perché espressa dalla realtà del Cristo e vitale perché, calata nella nostra realtà umana, ci attrae e ci vitalizza. Termino con un augurio che mi viene suggerito dalla preghiera della liturgia dell’ordinazione diaconale. L’esempio della tua vita, generosa e casta, sia un richiamo costante al Vangelo e susciti imitatori nel popolo santo. Sostenuto dalla coscienza del bene compiuto, forte e perseverante nella fede, sii immagine del Signore Gesù Cristo, che non venne per essere servito ma per servire il mistero della salvezza con la diaconia dell’eternità, della fedeltà e della regalità. Esprimo gratitudine ai genitori di Giuseppe che lo hanno generato alla vita, a tutti coloro che lo hanno aiutato a ritrovare la verità della vita nella fede, a quanti lo hanno accompagnato in vari modi nella esperienza della crescita spirituale ed ai Superiori del Seminario Regionale che tante energie hanno profuso nel suo cammino di formazione verso il sacerdozio. Sia lodato Gesù Cristo.

44 OMELIA IN OCCASIONE DELLA SOLENNITÀ DEL NATALE S. MESSA DI MEZZANOTTE Pesaro, Basilica Cattedrale 25 dicembre 2015

Per noi credenti l’esperienza del Natale comporta una compartecipazione sempre molto sentita e mi auguro anche molto motivata. Sta di fatto però che anche noi cristiani corriamo il rischio di deformare questa celebrazione e a volte anche di strumentalizzarla. Per recuperare il senso vero, profondo ed intenso del Natale a chi ci possiamo appellare? Ci appelliamo alla liturgia che stiamo celebrando. Una liturgia fatta di preghiere, di canti, di gesti e di compartecipazione alla parola del Signore che è stata proclamata. Lasciamoci dunque condurre dalla liturgia. Solo così abbiamo la possibilità di riscoprire l’autentico significato di questa celebrazione fondativa, essenziale e vitale per la nostra fede. C’è una categoria che predomina nella liturgia che stiamo celebrando: è la categoria della luce. Le letture che abbiamo ascoltato sono tutte riferite alla luce. La venuta di Gesù ci viene presentata come venuta della luce che ci attrae, ci raggiunge e ci cambia. Il primo testo di Isaia (9, 1-6) dice che il popolo che era nelle tenebre vide una grande luce, una luce rifulse nelle tenebre. Ma chi è questa luce se non il Signore Gesù Cristo? E ancora il testo di San Paolo a Tito (2, 11-14) ci dice che la grazia del Signore è apparsa poichè è stata data a noi la salvezza. Dunque anche questo testo paolino ci riporta al tema della luce. Il Signore è la luce che appare e ci raggiunge. E da ultimo abbiamo ascoltato il racconto di Luca (2, 1-11) relativo alla nascita di Gesù. È un racconto anche storicamente molto circostanziato. In esso ci si dice ancora una volta che l’angelo del Signore apparve ai pastori i quali vengono avvolti da una grande luce. Nel testo di Luca ci sono simbologie chiarissime, tra cui quella della luce. Allora ci chiediamo di fronte a questa celebrazione che tanto ci prende e ci coinvolge, noi che viviamo nel III millennio dopo Cristo, in una società come si dice oggi “avanzata”, abbiamo necessità della luce del Signore? Oppure la luce del Natale è una realtà per noi sorpassata e decisamente accantonata? Rispondo con argomentazioni. Tutti, nel cammino quotidiano, constatiamo come sempre ma in particolar modo nella società contemporanea abbiamo necessità e urgenza della luce di Cristo. Il motivo è chiaro. Viviamo in un contesto caratterizzato e segnato da tanti paradossi. Tra questi registriamo la disumanità, a tutti i livelli. Non elenco al riguardo esperienze e fenomeni perché tutti li conosciamo. Nell’attuale società cosiddetta del post-moderno viviamo il dis-umano. Abbiamo distrutto la dimensione dell’umano e questo per tanti motivi, per tante ragioni che non sta a me qui dire ed elencare. È una constatazione. Ci sono fatti, fenomeni che accadono e che hanno del disumano nelle relazioni personali, nei rapporti sociali, politici, economici ed anche familiari. Nella realtà quotidiana constatiamo la presenza del disumano che genera tante difficoltà ed anche tante aberrazioni. Papa Francesco nel suo magistero, ripetutamente ci apre gli occhi e ci ricorda che noi abbiamo necessità ed urgenza di recuperare l’umano nella sua integralità. Allora se tutti ci rendiamo conto che il Natale va colto nella sua profondità

45 e se è vero che esso ci viene presentato dalla liturgia come luce, è altrettanto vero che questa luce è necessaria per illuminare la nostra disumanità. Raccogliamoci nella fede del Signore per ritrovare in essa il mistero di Cristo che si incarna nella pienezza dell’umanità per illuminarla. Viviamo in una cultura ed in una società che è dominata dalla “astrazione”. Astrarre significa disgiungere, frantumare. La nostra è una società che ha frantumato la nostra umanità con tutti i riflessi possibili, a livello personale, politico, sociale, istituzionale ed altro ancora. Di fronte dunque ad una stagione storica fortemente segnata dal fenomeno della astrazione, della separazione, dell’individualismo, dove ci sentiamo creatori della verità e dove proprio per questa ragione si generano forme di violenza, di sopraffazione e di ingiustizia, avvertiamo l’urgenza di recuperare la dimensione vera della nostra umanità. Come recuperarla? Vivendo l’esperienza del Natale. Il Natale in fondo cosa è? È il mistero di Cristo che ci raggiunge in forma concreta. Il termine “concreto” deriva da cum-crescere cioè crescere insieme. Concretizzare non è solo toccare con mano o vedere con gli occhi o percepire con i nostri sensi la realtà. Concretizzare significa crescere insieme: cum- crescere. Abbiamo bisogno di crescere nel Signore e con il Signore. Se non viviamo il mistero del Natale in questa profondità, se non ci immergiamo nel mistero dell’incarnazione, esperienza non di astrazione ma di concretizzazione, noi battiamo il vento, noi giriamo a vuoto, noi non andiamo da nessuna parte. È vero che abbiamo bisogno di riforme istituzionali, di scelte politiche adeguate, di Stato sociale, di giustizia economica, ed in questi giorni anche del fondo interbancario per sopperire alle situazioni di fallimenti bancari e quant’altro. Tutto vero! Però prima di tutto abbiamo bisogno di immergerci nel mistero di Gesù Cristo. Solo sperimentando la realtà del mistero del Cristo noi andiamo fuori dall’astrazione ed entriamo nella concretizzazione, poiché questa esperienza ci consente di crescere insieme al Signore ed insieme agli altri. Siamo grati a Papa Francesco che ci sta aprendo gli occhi e il cuore sulle realtà problematiche del mondo di oggi e ci sta dando anche precise indicazioni. Papa Francesco anche proponendoci il Giubileo straordinario della Misericordia, ci ha prospettato di nuovo l’esperienza della concretizzazione: capacità di crescere insieme. Infatti l’Anno giubilare ci fa invocare la misericordia del Signore sul piano personale ma ci coinvolge anche sul piano comunitario, come esperienza di concretizzazione. Preghiamo il Signore in questa notte santissima. Questa celebrazione del Natale non sia decorativa ma sia vitalmente ed esistenzialmente impegnativa per ognuno di noi! L’esperienza del mistero di Cristo ci prenda, ci coinvolga, ci dia luce ed orientamento per ritrovare la pienezza dell’umano. Non dimentichiamo però che come credenti siamo chiamati dare il nostro contributo nella società attuale. Siamo qui per contemplare il mistero di Cristo e per tradurlo nella concretezza della vita con la specificità del nostro contributo di credenti. Preghiamo il Signore perchè tutti abbiamo molto da dire, da operare e da testimoniare, anche nella realtà della nostra città. Preghiamo il Signore perchè ci sostenga, ci apra gli occhi, ci faccia essere non nell’astrazione e cioè nella frantumazione, ma nella costruzione dell’umano così

46 come la liturgia di oggi ci prospetta con la categoria della luce. Auguro a tutti e a ciascuno un Natale di luce. Lo auguro in particolar modo ai poveri, ai malati, agli anziani, a coloro che soffrono la solitudine, ai delusi della vita. Sono loro che hanno maggiormente bisogno di luce “concreta”. Ognuno faccia la sua parte. Anche l’Arcivescovo cerca di fare la sua.

47 MESSAGGI E LETTERE

MESSAGGIO ALLA CITTÀ E ALL’ARCIDIOCESI IN OCCASIONE DELLA “FESTA DEL VOTO” Pesaro, 18 ottobre 2015

Maria madre di misericordia

Nella tradizione cristiana la Vergine Maria è venerata anche con il significativo titolo di “Madre di Misericordia”. L’anno giubilare indetto da Papa Francesco ci sollecita a fare una esperienza sempre più intensa della misericordia che Dio Padre attraverso il Cristo e nello Spirito ci dona costantemente e generosamente. La chiesa che è in Pesaro per vivere fruttuosamente l’anno della Misericordia, guarda a Maria Madre della Misericordia. Questo sguardo si fa ancora più appassionato tenendo conto non solo dell’opportunità ma ancor più della necessità che abbiamo di invocare la misericordia di Dio sul piano personale, ecclesiale e sociale. A livello personale ognuno di noi nel cammino della quotidianità, coglie il proprio limite a motivo della condizione umana segnata dal peccato e quindi da tante fragilità. Abbiamo necessità di Misericordia! A livello ecclesiale sperimentiamo una realtà di chiesa “accidentata”, luminosa per santità ma anche bisognosa di purificazione e di conversione. Abbiamo bisogno di Misericordia! A livello sociale percepiamo le conflittualità delle nostre relazioni basate sulla contrattualità e nel contempo avvertiamo l’esigenza di un loro risanamento radicale. Abbiamo urgenza di Misericordia! Il nuovo anno pastorale che sta per iniziare, sia per tutti un cammino teso ad invocare e a sperimentare sempre di più la Misericordia di Dio sul piano personale, ecclesiale e sociale. Maria che con la sua maternità ci ha generato il Signore Gesù, Misericordia del Padre e che la chiesa invoca come “Madre di Misericordia”, ci aiuti ad aprire il cuore alla “bontà misericordiosa del nostro Dio” (Lc 1, 78) e ci spinga ad essere strumenti di Misericordia per i nostri fratelli. Ringrazio i cari Padri Servi di Maria per la disponibilità e per l’impegno che ne consegue, a fare del Santuario della Madonna delle Grazie, insieme alla Cattedrale ed al Santuario del Beato Sante, uno dei luoghi della nostra Arcidiocesi dove poter ottenere l’indulgenza per il prossimo anno giubilare. Li ringrazio anche per il prezioso ministero della celebrazione del sacramento dell’Eucaristia e della riconciliazione che svolgono nel Santuario della Madonna delle Grazie, tanto caro a tutti noi pesaresi. ✠ Piero Coccia Arcivescovo Pesaro, 8 settembre 2015 Festa della Natività di Maria

48 DISCORSO IN OCCASIONE DELLA “FESTA DEL VOTO” Pesaro, Piazza del Popolo 18 ottobre 2015

Nella nostra Arcidiocesi celebriamo oggi la solennità della Beata Vergine Maria Madre delle Grazie. La liturgia odierna facendoci contemplare la figura e l’opera di Maria, evidenzia la maternità di colei cioè che ha generato il Cristo: la Misericordia del Padre a noi donata. Per questa ragione la tradizione cristiana invoca Maria con il titolo di Madre della Misericordia. La chiesa elevando lo sguardo a Maria, si riconosce nella sua stessa missione: donare all’umanità il Cristo, la Misericordia del Padre. Anche la nostra chiesa avverte l’esigenza di rivolgersi a Maria Madre di Misericordia per fare l’esperienza di una comunità cristiana che, raggiunta dalla Misericordia di Dio, sente di dover essere luogo di misericordia per tutti, nei nostri giorni e nel nostro territorio. In questa prospettiva accogliamo con entusiasmo l’invito di Papa Francesco a celebrare dall’8 dicembre prossimo al 20 novembre 2016 il Giubileo straordinario della Misericordia con lo sguardo rivolto a Maria, come ci suggerisce il Papa. “La dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio. Nessuno come Maria ha conosciuto la profondità del mistero di Dio fatto uomo. Tutto nella sua vita è stato plasmato dalla presenza della misericordia fatta carne. La Madre del Crocifisso Risorto è entrata nel santuario della misericordia divina perché ha partecipato intimamente al mistero del suo amore” (MV, n. 24). La figura di Maria ci insegna però che la Misericordia ci è data sempre in forma storica: in un tempo e in un luogo. Non a caso nella liturgia odierna abbiamo ascoltato il brano della lettera di S. Paolo ai Galati (4, 4-5) che dice: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, perché riscattasse coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli”. Questo brano ci interpella come chiesa e ci spinge a porci una domanda: ma noi uomini e donne del terzo millennio della cosiddetta società avanzata, abbiamo bisogno della misericordia? Non dimentichiamo che il termine misericordia è la risultante di due parole: miseria e cuore. È la coscienza della povertà in tutte le sue espressioni che ci spinge ad invocare il Signore per essere da lui risanati, rigenerati nella “radicalità” e nella “totalità”. Va da sé quindi che la risposta alla domanda (abbiamo bisogno di misericordia?) è positiva ma presuppone la coscienza delle nostre miserie. Per questo motivo è opportuno volgere lo sguardo alle nostre povertà che viviamo e che tocchiamo con mano giorno per giorno e che registriamo soprattutto a livello personale, ecclesiale e sociale. Sul piano personale nessuno può dimenticare che viviamo un’esistenza segnata dal peccato. Il che comporta fragilità e debolezze di ogni tipo. Non le elenco, perché tutti le conosciamo fin troppo bene. In questo quadro mi è caro però sottolineare l’importanza di riscoprire il sacramento della riconciliazione. Le risorse umane per quanto notevoli non sono sufficienti per risanare la nostra condizione umana in tutto e per tutto, come vorremmo.

49 Perciò sollecito i sacerdoti a fare una opportuna e sistematica catechesi sul sacramento della riconciliazione. Occorre superare al riguardo una mentalità troppo normativa e favorirne una attrattiva. Questo sacramento va scoperto o riscoperto nella sua positività e bellezza. Ma ai sacerdoti chiedo anche di dedicare ad esso tempo e passione. Non dimentichiamo che la celebrazione dei sacramenti, insieme a quello della parola, costituisce lo specifico del ministero ordinato. Ai fedeli amo poi ricordare come il sacramento della riconciliazione va frequentato in forma cosciente, responsabile ed in tempi ritmati, non certo con scadenze prolungate od occasionali. Facciamo tesoro di quanto ci dice il Papa: “Il perdono di Dio per i nostri peccati non conosce confini. Nella morte e risurrezione di Gesù Cristo, Dio rende evidente questo suo amore che giunge fino a distruggere il peccato degli uomini. Lasciarsi riconciliare con Dio è possibile attraverso il mistero pasquale e la mediazione della Chiesa. Dio quindi è sempre disponibile al perdono e non si stanca mai di offrirlo in maniera sempre nuova e inaspettata. Noi tutti, tuttavia, facciamo esperienza del peccato. Sappiamo di essere chiamati alla perfezione (cfr Mt 5,48), ma sentiamo forte il peso del peccato. [………]Nel sacramento della Riconciliazione Dio perdona i peccati, che sono davvero cancellati” (MV, n. 22). Sul piano ecclesiale il Papa ci ricorda che “La Chiesa sente in maniera forte l’urgenza di annunciare la misericordia di Dio. La sua vita è autentica e credibile quando fa della misericordia il suo annuncio convinto. Essa sa che il suo primo compito, soprattutto in un momento come il nostro colmo di grandi speranze e forti contraddizioni, è quello di introdurre tutti nel grande mistero della misericordia di Dio, contemplando il volto di Cristo. La Chiesa è chiamata per prima ad essere testimone veritiera della misericordia professandola e vivendola come il centro della Rivelazione di Gesù Cristo” (MV, n. 25). Ma poniamoci una domanda: la chiesa di Pesaro ha qualche difficoltà nell’annunciare la misericordia di Dio in questo periodo? Sì. La difficoltà è dovuta alla scarsità di sacerdoti e di consacrati. Abbiamo un numero del tutto insufficiente di presbiteri e per di più con età avanzata ed alcuni gravemente malati. Di fronte a questa povertà che fare? Certo dobbiamo seguitare a pregare il Signore perché ci doni nuove e sicure vocazioni. Dobbiamo poi sviluppare sempre più una cultura tesa ad apprezzare e valorizzare l’opera e la figura del sacerdote, del consacrato e della consacrata evitando forme di valutazione che rasentano i luoghi comuni della banalità e del pregiudizio. Ma dobbiamo anche come Arcidiocesi entrare anche in una nuova fase di responsabilizzazione che ci vede partecipi di un nuovo modello di comunità che da qualche anno stiamo attuando: le cosiddette Unità pastorali. Di queste non dobbiamo cogliere solo la necessità, ma anche l’opportunità per crescere sempre più nella comunione, nella corresponsabilizzazione e nella collaborazione. Le sfide che ci attendono al riguardo non consentono incertezze e tentennamenti. Inoltre la situazione di carenza del clero, ci dà una ulteriore sollecitazione per dare spazio a laici formati, affidando loro compiti specifici. A questo riguardo appare sempre più urgente una conversione pastorale radicale. Ma l’esperienza della misericordia ci coinvolge anche a livello socio-culturale. La società di oggi vive relazioni fondate sulla conflittualità. In essa spesso si è guidati dalla legge del contraccambio e non certo da quella della misericordia. Per questa ragione stiamo costruendo sempre più la società dei più forti, creando

50 quelle che Papa Francesco definisce le sacche dello “scarto”. Ci sono categorie di persone che non hanno nulla da offrire nel contraccambio o nulla da negoziare: i poveri, i disabili, i malti, gli stranieri. Per questi “diversi” non c’è scampo né appello alcuno: sono fuori gioco. È solo nella cultura della misericordia che tali categorie possono essere garantite nella loro dignità umana. Come chiesa non possiamo ignorare ciò. Come comunità cristiana possiamo e dobbiamo dunque promuovere la cultura della misericordia. Solo così diamo una svolta decisiva alla società, creando una civiltà animata e sostenuta da un ethos universale inclusivo. A questo riguardo è ancora la parola del Papa ad illuminarci e a sollecitarci. “In questo Anno Santo, potremo fare l’esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica. Quante situazioni di precarietà e sofferenza sono presenti nel mondo di oggi! Quante ferite sono impresse nella carne di tanti che non hanno più voce perché il loro grido si è affievolito e spento a causa dell’indifferenza. In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta. Non cadiamo nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge. Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto. Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità. Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo” (MV, n. 15). A questo riguardo mi sia consentito fare una riflessione calata nella realtà di Pesaro. Anche noi a Pesaro stiamo attraversando, al di là di certe affermazioni a volte eccessivamente rassicuranti, una stagione difficile. Scavando in profondità, nel nostro territorio registriamo fenomeni preoccupanti. La disoccupazione è in continua crescita; la soglia della povertà è in aumento; il numero dei giovani costretti a lasciare il territorio per trovare il lavoro è in espansione, come anche il fenomeno della droga e dell’alcolismo; le famiglie che bussano alla porta della Caritas sono sempre più numerose; l’immigrazione trova difficoltà nell’integrazione; la famiglia sta perdendo la sua autentica identità; la coesione sociale evidenzia difficoltà di tenuta. Che dire poi di quel diffuso malessere che molte volte sfocia in un ripiegamento su se stessi o nella difesa dei propri o circoscritti interessi? Di fronte a questa situazione ogni forma di pessimismo va decisamente evitata. Del resto evidenziare questi fenomeni non vuol dire rappresentare in negativo la nostra città. Pesaro ha straordinarie potenzialità e possibilità. Il nostro territorio è ricco di talenti creativi. La comunità, fatta di gente onesta, laboriosa e generosa, ha una capacità reattiva notevole. Aggiungo. Anche la vita ecclesiale ha una consistenza sistemica i cui effetti benefici ricadono nel tessuto vivo della città: si pensi alle parrocchie, alla presenza di comunità di consacrati e di consacrate, alle numerose aggregazioni laicali, all’opera del volontariato cristiano. Tutte queste realtà ed altre ancora, operano sul doppio versante ecclesiale e civile.

51 Ma in questo orizzonte di ombre e di luci, ciò che va particolarmente sollecitato è l’assunzione seria di responsabilità da parte delle istituzioni, degli enti locali, della classe politica e di un laicato formato ed impegnato. A questo riguardo i laici cristiani hanno qualcosa da dire alla città nella sfera politica? Hanno molto da dire. Essi sono chiamati ad essere protagonisti nella costruzione di una società giusta e solidale, a mettersi in gioco come testimoni di una speranza che non va attesa passivamente ma costruita giorno per giorno nella fatica della trasformazione dell’esistente. Non basta delegare né sottomettersi ad un sistema politico - partitico dominante. Occorre vivere la città assumendo le proprie responsabilità. E questo tanto più come credenti, chiamati a vivere la fede in Cristo come profezia continua, promuovendo la cultura della misericordia. Affidiamo a Maria Vergine delle Grazie la nostra città. Affidiamo a lei Madre della Misericordia i nostri governanti, le nostre famiglie, i bambini e i giovani, i malati e gli anziani, il mondo del lavoro nelle sue molteplici espressioni, il mondo del disagio e delle povertà. Affidiamo a lei il nostro presente ed il nostro futuro.

Ed ora ci rivolgiamo a te Beata Vergine delle Grazie con rinnovata gratitudine per la tua presenza materna e uniamo la nostra voce a quella di tutte le generazioni che ti dicono beata. Celebriamo in te le grandi opere di Dio, che mai si stanca di chinarsi con misericordia sull’umanità, afflitta dal male e ferita dal peccato, per guarirla e per salvarla. Accogli con benevolenza di Madre la preghiera di affidamento che oggi facciamo con fiducia, dinanzi a questa tua immagine a noi tanto cara. Siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi e che nulla ti è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori. Custodisci la nostra vita fra le tue braccia: benedici e rafforza ogni desiderio di bene; ravviva e alimenta la fede; sostieni e illumina la speranza; suscita e anima la carità; guida tutti noi nel cammino della santità.

52 Insegnaci il tuo stesso amore di predilezione per i piccoli e i poveri, per gli esclusi e i sofferenti, per i peccatori e gli smarriti di cuore; raduna tutti sotto la tua protezione e tutti consegna al tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù. Amen. ✠ Piero Coccia Arcivescovo

53 MESSAGGIO ALLA CITTÀ E ALL’ARCIDIOCESI DI PESARO IN OCCASIONE DEL NATALE 2015

Un Natale di luce e di misericordia

Il Natale è certamente una festività molto sentita. Il suo ritorno annuale suscita in ognuno di noi un rinnovato senso di stupore e di gratitudine perché essa è la festa dell’amore di Dio verso l’uomo. È la festa di Dio che si fa uomo nel suo figlio Gesù per donare la vita e per illuminare la strada all’uomo, come afferma S. Giovanni nel suo vangelo: “In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre [….]A quanti l’hanno accolta ha dato il potere di diventare figli di Dio[…]Ed il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”(1,4-14). Questa consolante certezza di Dio che entra nella storia umana e la illumina, acquista ancora di più tutta la sua valenza se contestualizzata e rapportata ai nostri giorni. A nessuno sfugge come oggi più che mai abbiamo tutti bisogno di luce che ci guidi nelle valutazioni, nelle scelte da fare e nelle esperienze da vivere. Per il credente questa luce è il Cristo. Luce che è e rimane accessibile a tutti. Stiamo vivendo una stagione storica piena di ombre ed anche di tenebre a livello mondiale, europeo, nazionale ed anche locale. La quotidianità ci sta facendo cogliere reali difficoltà in tanti contesti e in vari settori. Tutti le conosciamo e spesso le sperimentiamo direttamente. Ma di fronte a questa constatazione ci è data una possibilità: quella di essere abitati dalla luce e di poter camminare nella luce di Cristo. È questa l’esperienza che illumina e vivifica tutta intera la condizione umana, sul piano personale e comunitario. Sta a ciascuno di noi, nella nostra libertà, la decisione di muoverci verso di essa, in maniera decisa e convinta. Ma faccio una successiva considerazione. Stiamo vivendo l’Anno giubilare, voluto da Papa Francesco. Esso ci propone un’esperienza particolare di luce: quella della misericordia del Signore di cui tutti abbiamo bisogno e che ci coinvolge sia dal punto di vista personale che sociale. A livello personale la quotidianità ci attesta come la nostra condizione umana sia strutturalmente segnata dal peccato e quindi dalla fragilità. La conoscenza di noi stessi ci rivela limiti, imperfezioni, precarietà, di sentimenti, di valutazioni, di comportamenti, di azioni e di motivazioni. Si dice che l’uomo è mistero a se stesso e che si supera sempre. È vero. Tuttavia questa tensione a superare il limite non trova mai un punto definitivo e non ci introduce mai nella perfezione la quale rimane sempre una aspirazione e mai una realizzazione completa. È questa la prima ragione per cui abbiamo bisogno della misericordia del Signore. Ce lo ricorda il Papa: “È bello che la preghiera quotidiana della Chiesa inizi con queste parole: « O Dio, vieni a salvarmi, Signore, vieni presto in mio aiuto » (Sal70,2). [….]Egli viene a salvarci dalla condizione di debolezza in cui viviamo” (MV, 14). Ma abbiamo necessità di fare esperienza di misericordia anche a livello sociale. Siamo tutti immersi nella cultura dell’ “individualismo conflittuale” che ci condiziona fortemente e che genera contrapposizioni, scontri, sopraffazioni ed ingiustizie. Siamo conflittuali non solo con noi stessi, ma anche nelle relazioni che viviamo in famiglia, nel mondo del lavoro, nella politica, nell’economia, nell’impresa, nella sfera della comunicazione, nel mondo della giustizia ed altro ancora.

54 Come possiamo sanare queste nostre conflittualità diffuse? Certamente la festa del Natale ci invita a non lasciarci prendere dalla stanchezza, né dalla tristezza anche se ne avremmo motivo. L’esperienza del Natale ci dà una certezza: quella di non essere abbandonati dal Cristo venuto a condividere e a risanare nella sua globalità, la condizione umana. Va osservata però una condizione imprescindibile che Papa Francesco ci ricorda.“Occorre convertirsi, bisogna cambiare direzione di marcia e intraprendere la strada della giustizia, della solidarietà, della sobrietà: sono i valori imprescindibili di una esistenza pienamente umana e autenticamente cristiana” (Papa Francesco, Angelus 13 dicembre 2015). È ancora Papa Francesco a dirci che alla conversione del cuore deve seguire l’attuazione di opere, specie quelle della misericordia. “È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di Misericordia corporale e spirituale […] La predicazione di Gesù ci presenta queste opere di Misericordia perché possiamo capire se viviamo o no come suoi discepoli” (MV, 15). Del resto sempre la chiesa ci ha sollecitato ad attuare le cosiddette opere di misericordia corporale e spirituale che vanno però opportunamente interpretate e vissute nell’attuale contesto sociale e culturale. Esse realizzano la vera solidarietà che è la forma più alta di giustizia, perché tende a colmare i vuoti, a sanare le ferite, a produrre equilibrio nelle disuguaglianze, ad aggiustare i dislivelli. Siamo grati al magistero di Papa Francesco che ci sta aprendo il cuore e gli occhi su tante realtà di disumanità. Ci sono uomini e donne dimenticati, abbandonati, messi alla porta che soffrono solitudine, emarginazione e strumentalizzazione. Ma siamo a lui grati anche per il sentiero che ci sta indicando per dare soluzione alle molteplici forme di povertà: quello della concretezza. “Concretezza” nella sua etimologia deriva da “cum – crescere”, crescere insieme e cioè con l’apporto di tutti e di ciascuno. Le opere di misericordia opportunamente interpretate e praticate, ci danno questa possibilità di crescere insieme anche creando un sistema strutturato diverso da quello attuale. Infondo anche il cosiddetto “stato sociale”, storicamente non è stato generato dalle opere di misericordia insegnate e vissute dalla chiesa nella logica della giustizia evangelica? Concludo con un augurio che rivolgo a tutta la comunità cristiana e a tutta la società civile di Pesaro. Questo Anno Santo porti parole e gesti di misericordia concreta per consolare i poveri, per annunciare la liberazione a quanti sono prigionieri delle nuove schiavitù della società moderna, per restituire la vista a chi non riesce più a vedere perché curvo su sé stesso e per ridonare dignità a quanti ne sono stati privati. Sia questo un Natale di luce e di misericordia per tutti.

 Piero Coccia Arcivescovo Metropolita di Pesaro

55 DECRETI E NOMINE

1. Con decreto del 01 ottobre 2015, viene istituita L’UNITÀ PASTORALE 6/1 composta dalle due Parrocchie di SANT’ERMETE MARTIRE IN GABICCE MONTE e della SS. TRINITÀ IN CASE BADIOLI, a far luogo dal 01 ottobre 2015.

2. Con decreto del 01 ottobre 2015, vengono affidate le due Parrocchie di Sant’Ermete Martire in Gabicce Mare e della SS. Trinità in Case Badioli costituenti la nuova Unità Pastorale 6/1, IN SOLIDO ai REV. GUALTIERO GALANTI e SEMRI SANTINI, costituendo il REV. SAC. GUALTIERO GALANTI MODERATORE del nuovo coetus di sacerdoti, a tutti gli effetti di legge, a far luogo dal 01 ottobre 2015.

3. Con decreto del 09 novembre 2015, il REV. SAC. STEFANO BRIZI è nominato CANONICO DEL CAPITOLO DELLA BASILICA CATTEDRALE con il titolo di San Giacomo Maggiore, a far luogo dal 15 novembre 2015.

4. Con decreto del 09 novembre 2015, il REV. SAC. STEFANO BRIZI, è nominato PARROCO delle tre parrocchie costituenti l’Unità Pastorale 1/1 del centro storico CATTEDRALE SANTA MARIA ASSUNTA, SAN GIUSEPPE e SANTI GIACOMO E LUCIA e RETTORE della BASILICA CATTEDRALE della nostra Arcidiocesi, a far luogo da domenica 15 novembre 2015 per la durata di anni nove.

5. Con lettera del 09 novembre 2015, in seguito alla morte di don Gino Rossini, viene affidato l’incarico di MAESTRO DELLE CERIMONIE all’ACCOLITO MARCO ROMITI, a far luogo dal 15 novembre 2015.

6. Con decreto del 24 novembre 2015, il REV. SAC. GUALTIERO GALANTI è nominato PARROCO della PARROCCHIA DI SANT’ERMETE IN GABICCE MONTE costituita in Unità Pastorale 6/1 con la Parrocchia della SS. Trinità in Case Badioli, a far luogo dal 01 dicembre 2015 per la durata di anni nove.

7. Con decreto del 01 dicembre 2015, la PROF:SSA PAOLA CAMPANINI è nominata DIRETTORE dell’UFFICIO PER LA PASTORALE DEL TURISMO, SPORT E TEMPO LIBERO a far luogo dal 01 dicembre 2015 e fino al 31 dicembre 2016, scadenza degliu altri Uffici diocesani.

56 8. Con decreto del 30 dicembre 2015 è costituito il CONSIGLIO PRESBITERALE DELL’ARCIDIOCESI DI PESARO per il quinquennio 2016 – 2020.

MEMBRI DI DIRITTO

Sac. STEFANO BRIZI Vicario Generale e Pro Rettore del Seminario Mons. MARCO FARINA Presidente del Capitolo Cattedrale

MEMBRI ELETTI

Sac. GIORGIO GIORGETTI Vicaria 1 – “S. Terenzio” Sac. MICHELE ROSSINI Vicaria 2 – “S. Maria di Loreto” Sac. MARIO FLORIO Vicaria 3 – “S. Martino” Sac. GIAMPIERO CERNUSCHI Vicaria 4 – “S. Michele Arcang.” Sac. LORENZO VOLPONI Vicaria 5 – “S. Maria Assunta” Sac. GUALTIERO GALANTI Vicaria 6 – “S. Ermete” Padre ALDO MARINELLI Rappresentante dei Cappellani Padre DAMIANO ANGELUCCI Rappresentante dei Religiosi Padre TERESINO SERRA Rappresentante dei Religiosi

MEMBRI NOMINATI DALL’ARCIVESCOVO

Mons. MARCO De FRANCESCHI Mons. SILVANO PIERBATTISTI Padre LUCIO MASSACCESI Sac. JOSE’ JAIME GOMEZ GUERRERO Sac. FABIO CASADIO Sac. VALAN RAJ JOHN MARIA

Il nuovo Consiglio Presbiterale così costituito dal 1 gennaio 2016 è nella pienezza delle sue funzioni e sarà rinnovato entro il 31 dicembre 2020.

9. Con decreto del 30 dicembre 2015 è costituito il CONSIGLIO PASTORALE DELL’ARCIDIOCESI DI PESARO per il quinquennio 2016 – 2020.

MEMBRI DI DIRITTO

Sac. STEFANO BRIZI Vicario Generale e Pro Rettore del Seminario Sac. MARIO FLORIO Direttore Pastorale Catechistica Sac. MARCO DI GIORGIO Direttore Ufficio Caritas

57 MEMBRI ELETTI

Sac. JOSE’ JAIME GOMEZ GUERRERO Rappresentante del Presbiterio Padre MARIO SALA DANNA Rappresentante dei Religiosi Suor MARIA GRAZIA TOMASSINI Rappresentante delle Religiose Diac. GIUSEPPE MAZZONE Rappresentante dei Diaconi Sig. STEFANO GALLIZIOLI Vicaria 1 – “S. Terenzio” Sig. ROBERTO BERNARDI Vicaria 2 – “S. Maria di Loreto” Sig. FRANCESCO PAZZAGLIA Vicaria 3 – “S. Martino” Sig. LUCIANO BRUNELLI Vicaria 4 – “S. Michele Arcang.” Sig. MAURO SEGARIA Vicaria 5 – “S. Maria Assunta” Diac. LEONARDO REGGIANI Vicaria 6 – “S. Ermete” Prof. PAOLO BONI ISSR Sig. ANDREA MANCINI Centro di Ascolto Suor MARILENA ILLUMINATI Ufficio Pastorale Missionaria Sig.ra ORIETTA LOSURDO Ufficio Pastorale Famigliare Dott. GIANLUIGI STORTI Uff. Pastorale Sociale e La Prof.sa PAOLA CAMPANINI Uffici Comunicazioni Sociali,Cultura, Stampa e Turismo e Tempo Libero Sig.ra MILENA FAZI Ufficio Pastorale Ecumenica Sig.ra PAOLA PAGNETTI Ufficio Pastorale Giovanile Sig.ra RITA VALERI Ufficio Pastorale Vocazionale Dott. FRANCO MARINI Ufficio Pastorale Scolastica Sig.ra DENISE FRANCINI Ufficio Pastorale Sanitaria Sig. MICHELE MONTANI Presidente Diocesano A.C. Padre FIORENZO FELICETTI Delegato C.I.S.M. Suor MARIA OLIVA ZUCCHERI Delegata U.S.M.I.

MEMBRI NOMINATI DALL’ARCIVESCOVO

Suor MARIASTELLA PALAC Diac. PAOLO SCAVOLINI Prof. SIMONE BETTI Ing. MAURO ZAGARIA Dott. PAOLO MARCHIONNI Sig. LAMBERTO SIMONETTI Sig. GIULIO VECCHIONI Prof. ALBERTO FABBRI Dott. ANGELO CRESCENTINI Prof. MARCO CANGIOTTI

Il nuovo Consiglio Pastorale così costituito dal 1 Gennaio 2016 è nella pienezza delle sue funzioni e sarà rinnovato entro il 31 Dicembre 2020.

58 10. Con decreto del 31 dicembre 2015 è stabilito che il CONSIGLIO DIOCESANO per gli AFFARI ECONOMICI rimane in carica fino al 31 marzo 2016.

11. Con lettera del 24 dicembre 2015 viene affidata LA GESTIONE della MENSA ODA al GEOM: GIAMPIERO BELLUCCI; a far luogo dal 1 gennaio 2016 e per la durata di un anno.

12. Con decreto del 16 dicembre 2015 sono nominati:

MEMBRI DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELL’ISTITUTO DIOCESANO SOSTENTAMENTO CLERO DELL’ARCIDIOCESI DI PESARO

Dott. GIUSEPPE BIANCHI Presidente Avv. RENATO BRUALDI Vicepresidente Dott. MARKO POLIDORI Consigliere Dott. MASSIMO AGOSTINI Consigliere Dott. GIUSEPPE STEFANELLI Consigliere Sac. Mons. MARCO FARINA Consigliere Sac. ENRICO GIORGINI Consigliere

MEMBRI DEL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI Del medesimo Istituto

Dott. MAURIZIO GENNARI Presidente Dott. MAURO ZEDDA Consigliere Sac. MICHELE ROSSINI Consigliere

All’interno dei due organismi suddetti, i membri designate dal Clero a norma dello Statuto dell’I.D.S.C. sono: il Mons. Marco Farina, il Sac. Enrico Giorgini e il Dott. Maurizio Gennari. Il loro mandato inizia il 1 gennaio 2016 per la durata di un quinquennio.

59 COMUNICAZIONI DEL VICARIO - GENERALE Sac. STEFANO BRIZI

ARCIDIOCESI DI PESARO Vicario Generale Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422 [email protected]

Pesaro, 4 novembre 2015 Ai Sacerdoti, Diaconi, Religiosi e Religiose dell’Arcidiocesi di Pesaro

Carissimi/e, siamo nella settimana in cui ricordiamo nella preghiera tutti coloro che hanno già raggiunto Casa del Padre. È spontanei ricordare in questi giorni tutti i nostri confratelli e sorelle che hanno condiviso con noi il proprio cammino terreno. Sicuramente una menzione speciale vogliamo rivolgerla a don Gino: il tempo della malattia non lo ha trovato impreparato ma è stato da lui vissuto con una fede e coraggio esemplari. Lo pensiamo ora nella Gerusalemme nel cielo a celebrare con il Risorto la Liturgia della Pasqua eterna. Questi mesi saranno segnati dall’inizio del Giubileo della Misericordia. Vi allego a questa lettera una pagina a parte con tutti gli appuntamenti diocesani che l’Arcivescovo ha ricordato anche a conclusione del Convegno di settembre. Ecco gli altri appuntamenti. È già iniziato il mese di novembre e desidero ricordarvi gli appuntamenti che ci aiuteranno nella preparazione al Natale.

APPUNTAMENTI DIOCESANI

Domenica 8 novembre 2015, 65° Giornata del ringraziamento, tradizionale appuntamento per rendere grazie a Dio Padre per i frutti della terra. Il Messaggio consegnato alle comunità per quest’anno ha per titolo “Il suolo, bene comune”.

Sabato 14 novembre 2015, alle ore 21,15, presso la Chiesa di San Giacomo, il secondo Incontro del Ciclo “ Prendi e Mangia” guidato dal biblista Don Tonino Nepi, in dialogo con la Prof. Rosanna Marchionni sul tema ‘Isaia, la salvezza è per tutti”.

Giovedì 19 novembre alle ore 9,30, a Villa Borromeo incontro di aggiornamento del Clero Diocesano, dei Diaconi e Religiosi. Sarà un aggiornamento senza interventi esterni, sulla Bolla di papa Francesco riguardanti la dichiarazione di nullità

60 dei matrimoni, il Vademecum sull’accoglienza dei Rifugiati e un aggiornamento sul Convegno ecclesiale di Firenze. Al termine completeremo le elezioni degli Organismi Diocesani, dopo le votazioni nelle Vicarie. È previsto il pranzo insieme. Sempre Giovedì 19 novembre alle ore 18,15, organizzato dal nostro Istituto Diocesano di Scienze Religiose, presso Palazzo Montani Antaldi, avrà luogo un incontro presieduto dal nostro Arcivescovo, Mons. Piero Coccia, su “LAUDATO SI’, lo “sguardo diverso” di Papa Francesco sulla cura della casa comune”, per conoscere in maniera approfondita l’enciclica del Papa. Interverrà il Prof. Luigi Alici, Professore Ordinario di Filosofia Morale dell’Università di Macerata, già Presidente Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana.

Sabato 21 novembre 2015, Giornata delle Claustrali. Come sapete abbiamo in Diocesi solo la Comunità delle Carmelitane di Monteluro. Occorre pregare anche perché la nostra Chiesa Locale possa accogliere nuove Comunità. Sempre Sabato 21 novembre 2015, alle ore 16,00 in Cattedrale, avremo la gioia di celebrare l’Ordinazione Diaconale di Giuseppe Leone, che presta servizio pastorale presso la Parrocchia di S. Carlo Borromeo. Facciamo la nostra parte per essere presenti. Venerdì 13 novembre alle ore 21,00 ci ritroveremo per una veglia di preghiera per Giuseppe, presso la Chiesa parrocchiale di San Carlo Borromeo. E ricordiamo nelle nostre preghiere lui e gli altri tre giovani (Andrea, Valerio, e Gianluca) che proseguono il loro cammino presso il Seminario Regionale di Ancona.

Domenica 22 novembre 2015, Giornata di Sensibilizzazione per il Sostentamento del Clero. Massimo Agostini responsabile diocesano di questo servizio, vi invierà il materiale informativo per la giornata che ci riguarda da vicino. Facciamo la nostra parte per sensibilizzare le nostre comunità al sostentamento dei propri pastori, anche con l’aiuto dei membri del Consiglio Economico Parrocchiale.

Venerdì 27 novembre 2015, dalle ore 18,30 alle ore 20,00, a Villa Borromeo secondo appuntamento del Corso per Operatori Pastorali della Catechesi, Liturgia e Carità. Come già comunicato, quest’anno ci soffermeremo a riflettere sulle Opere di Misericordia Corporali e Spirituali, continuando il lavoro del Convegno Diocesano. L’incontro sarà guidato dal Prof. Daniele Celli, docente dell’Istituto Diocesani di Scienze Religiose. Titolo di questo primo Incontro, “VESTIRE GLI IGNUDI – CONSOLARE GLI AFFLITTI”.

Domenica 29 novembre 2015, celebreremo anche la Giornata di ‘Avvenire’, che verrà fatto recapitare in tutte le Parrocchie. È l’occasione per far conoscere il valore di questo quotidiano cattolico che si impegna da anni a veicolare un’informazione rispettosa della verità e dei valori cristiani. In questa occasione il giornale pubblicherà una pagina dedicata alla nostra Arcidiocesi.

Venerdì 4 dicembre 2015, il nostro Arcivescovo Piero compie 70 anni. Lo vogliamo ricordare nella preghiera in questa occasione, continuando a chiedere per Lui e il suo Ministero pastorale la luce e la forza dello Spirito Santo.

61 Sabato 5 dicembre alle ore 21,15: presso la Chiesa Parrocchiale di San Francesco, avrà luogo il terzo Incontro del Ciclo “ Prendi e Mangia” guidato da Suor Chiara Elisabetta, dal titolo “Salmo 130: dal profondo a te grido o Signore”. Domenica 6 dicembre 2015, quarto Incontro Diocesano dei Catechisti con l’Arcivescovo, dalle 15,30 alle 18,30 presso la Parrocchia di San Martino in Pesaro. Sono invitati tutti i catechisti delle nostre parrocchie. Nella mattinata alle ore 11,15, presso la Parrocchia di S. Maria Assunta di Montecchio, alla presenza del nostro Pastore Piero, Gianluca Pedini sarà ammesso fra i candidati al diaconato e presbiterato.

Venerdì 11 dicembre 2015, a Villa Borromeo dalle 18,30 alle 20,00, terzo incontro del Corso per Operatori Pastorali. Sarà guidato da mons. Giancarlo Perego, direttore della ‘Fondazione Migrantes’ della CEI. Tema: “DAR DA BERE AGLI ASSETATI – INSEGNARE A CHI NON SA”.

Sabato 12 dicembre 2015, Anniversario della morte di S.E. Mons. Gaetano Michetti. Continuiamo a ricordarlo nella nostra preghiera e nelle celebrazioni eucaristiche nelle nostre comunità parrocchiali, come segno di gratitudine per tutto il suo ministero alla guida della nostra Chiesa Locale. La Messa commemorativa in Cattedrale sarà celebrata alle ore 18,30. Sempre Sabato 12 dicembre 2015, ore 21,15, presso la Chiesa di San Giacomo, riprendono gli incontri di preghiera vocazionale “LE NOTTI DI NICODEMO”. Invocheremo nuove vocazioni alla vita consacrata per la nostra Chiesa Locale, guidati dal percorso che faremo col Giubileo della Misericordia.

Giovedì 17 dicembre 2015, ore 9,30 a Villa Borromeo, Ritiro Spirituale del Clero Diocesano, dei Diaconi e Religiosi in preparazione al Santo Natale. Sarà con noi don Andrea Andreozzi, della Diocesi di Fermo, docente di Sacra Scrittura. A lui abbiamo chiesto di prepararci al Giubileo della Misericordia attraverso i testi di San Luca. È previsto il pranzo comune, in cui ci avremo la possibilità di scambiarci gli auguri natalizi.

Venerdì 25 dicembre 2015, Natale del Signore. Come ogni anno la Diocesi celebra la Giornata Diocesana della Carità. Colpiti da una crisi economica di notevole portata, questa giornata assume un valore del tutto speciale. Nel 2014 sono stati raccolti € 45.480,10 e consegnati alla Diocesi € 30.642,80.

AVVISI

CONVEGNO ECCLESIALE DI FIRENZE, 9-13 NOVEMBRE 2015. Saremo presenti come Diocesi di Pesaro insieme al nostro Arcivescovo con Maria Teresa Turla, Paola Campanini, Paolo Boni, il diac. Emilio Pietrelli, Don Mario Florio ed io. Vi chiedo di pregare per questo evento perché possa esprimere in pienezza la vitalità delle Chiesa Italiana in questo tempo di crisi. Vi allego alcuni testi liturgici, che ci sono arrivati dalla CEI, da utilizzare per le Messe Festive di domenica 8 novembre 2015.

62 CELEBRAZIONI DELLE CONFERMAZIONI. Con la preziosa collaborazione di Silvano Fabbri, l’Arcivescovo cercando di completare il Calendario delle Confermazioni. Quanto prima fate pervenire le date ai vostri Vicari Foranei che dovranno comunicarle a Silvano.

GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE. Ancora diverse parrocchie devono versare le offerte raccolte in questa giornata. Ricordo come in questa occasione la quota deve essere versata in Curia integralmente, senza trattenere nulla essendo destinata al Santo Padre, per la sua sollecitudine verso tutte le Chiese Missionarie. Le raccolte per altre finalità anche missionarie è opportuno farle in altra data. È tutto vi rinnovo la richiesta di una preghiera speciale per il Convegno Ecclesiale di Firenze e l’inizio del Giubileo della Misericordia, perché possiamo attivare, come ci ha suggerito il predicatore degli Esercizi Spirituali, don Carlo Molari, “dinamiche di conversione e riconciliazione”. E come sempre ricordiamo nella preghiera i nostri fratelli e sorelle ammalati. Fraternamente, Don Stefano Brizi

In Allegato: • Preghiera dei fedeli per domenica 8 novembre 2015 • Calendario delle Celebrazioni per il Giubileo della Misericordia

63 ARCIDIOCESI DI PESARO Vicario Generale Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422 [email protected]

Pesaro, 1 dicembre 2015 Ai Sacerdoti, Diaconi, Religiosi/e Ai Membri del Consiglio Pastorale Diocesano Ai Membri della Consulta delle Aggregazioni Laicali Ai direttori degli Uffici di Curia

Carissimi/e, siamo illuminati dalla grazia del Tempo di Avvento e desideriamo prepararci al Giubileo Straordinario della Misericordia, inaugurato con profetica intuizione domenica 29 novembre 2015, da Papa Francesco aprendo la Porta Santa nella Cattedrale di Bangui, Repubblica Centrafricana. Vi ricordo alcuni appuntamenti importanti per vivere in comunione con la Chiesa Universale e Particolare questo Anno Santo.

Martedì 8 dicembre 2015, Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria e 50° anniversario della Chiusura del Concilio Vaticano II, Papa Francesco alle ore 9,30 aprirà la Porta Santa della Basilica di San Pietro a Roma. In Cattedrale a Pesaro, alle ore 18,30 Mons. Piero Coccia celebrerà la S. Messa Solenne.

Domenica 13 dicembre 2015, viene inaugurato il Giubileo nelle Diocesi con l’apertura della Porta Santa nelle Cattedrali di tutto il mondo. A Pesaro, ci ritroveremo alle ore 18,00 presso il Santuario della Madonna delle Grazie per l’inizio del il rito di Apertura e ci incammineremo in processione verso la Cattedrale dove l’Arcivescovo Piero aprirà la Porta Santa e celebrerà la Messa Solenne. Le Messe vespertine nella Vicaria di Pesaro 1 non verranno celebrate, per privilegiare questa concelebrazione.

Ho inviato anche un piccolo manifesto cartaceo alle Parrocchie e Santuari con tutti gli eventi del Giubileo, programma da divulgare e far conoscere il più possibile.

Vi ricordo anche che venerdì 4 dicembre 2015 Mons. Piero Coccia compirà 70 anni. Ricordiamolo nella nostra preghiera e nella Celebrazione dell’Eucarestia, facendogli sentire il nostro affetto. Ricordiamoci nella preghiera. Fraternamente,

Don Stefano Brizi, Vicario Generale

64 ATTIVITÀ DEGLI ORGANISMI DIOCESANI

- CONSIGLIO PRESBITERALE DIOCESANO

- CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO

- CONSIGLIO VICARI FORANEI ED EPISCOPALI

- CONSIGLIO DIOCESANO AFFARI ECONOMICI

- CONSULTA AGGREGAZIONI LAICALI

- DIRETTORI DI CURIA

65 CONSIGLIO PRESBITERALE DIOCESANO

ARCIDIOCESI DI PESARO Consiglio Presbiterale Diocesano Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422

CONSIGLIO PRESBITERALE - VERBALE Pesaro, 19 ottobre 2015

Il giorno 19 ottobre 2015, alle ore 10.00, nella Sala - riunioni della Curia, si riunisce il Consiglio Presbiterale sul seguente ordine del giorno: 1. Comunicazioni dell’Arcivescovo 2. Attuazione del Convegno Diocesano 2015 e Giubileo della Misericordia 3. Convegno Regionale di Loreto in preparazione al Convegno Ecclesiale di Firenze (9 - 13 novembre 2015)

Presiede S. E. Mons. Piero Coccia

Sono presenti: 1. Don Stefano Brizi (Vicario Generale) 2. Mons. Marco Farina 3. Mons. Silvano Pierbattisti 4. P. Lucio Massacesi 5. Don Michele Rossini 6. Don Matteo Merli 7. P. Michele Sardella 8. Don Giorgio Giorgetti 9. Mons. Marco De Franceschi 10. Don Lorenzo Volponi 11. Don Orlando Bartolucci

Funge da segretario: don Lorenzo Volponi

Ad apertura di seduta, l’Arcivescovo comunica di avere prorogato fino al 31 dicembre 2015 le nomine dei componenti del presente Consiglio, scaduto lo scorso giugno e invita il Cancelliere, don Lorenzo Volponi, a illustrare la procedura necessaria allo svolgimento delle nuove elezioni del medesimo. Successivamente, dopo aver ringraziato i presbiteri per la loro collaborazione, comunica i principali impegni pastorali diocesani dei prossimi mesi. • Lunedì 26 - venerdì 30 ottobre, presso Villa Borromeo: Esercizi Spirituali per Sacerdoti, Diaconi e Religiosi, guidati da mons. Carlo Molari, sul tema “Le dimensioni della Vita spirituale”.

66 • Venerdì 30 ottobre, dalle ore 18.30 alle 20.00, presso Villa Borromeo: inizio del Corso di Formazione per Operatori Pastorali della Catechesi, Liturgia e Carità. Come da tradizione, gli incontri si svolgeranno con cadenza mensile; quest’anno saranno centrati, secondo le indicazioni di Papa Francesco e del Convegno diocesano di settembre, sulle Opere di Misericordia corporali e spirituali. Il primo incontro sarà guidato dal Prof. Francesco Giacchetta, docente dell’Istituto Teologico Marchigiano e avrà come tema “Dar da mangiare agli affamati. Consigliare i dubbiosi”. • Mercoledì 20 aprile 2016: Pellegrinaggio diocesano a Roma. La responsabilità dell’organizzazione è stata affidata a don Giuseppe Fabbrini. • Venerdì 6 novembre, alle ore 21.15 presso il Cinema Astra: Rappresentazione dello spettacolo “E voi chi dite che io sia?”, promosso dagli Uffici della Catechesi e delle Comunicazioni Sociali, in preparazione al Convegno di Firenze e al Giubileo straordinario della misericordia. • Sabato 14 novembre, alle ore 21.15, presso la Chiesa di San Giacomo: secondo appuntamento del ciclo di incontri biblici “Prendi e Mangia”, di cui sarà presto distribuito il calendario. • Giovedì 19 novembre, alle ore 9.30, presso Villa Borromeo: aggiornamento del clero. • Sabato 21 novembre, alle ore 16.00 in Cattedrale: Ordinazione diaconale di Giuseppe Leone. Si passa al secondo punto all’o.d.g.: Attuazione del Convegno Diocesano 2015 e Giubileo della Misericordia L’Arcivescovo, dopo aver comunicato che gli Atti del Convegno sono già stati pubblicati e distribuiti in tutte le parrocchie, invita a prestare particolare attenzione alle conclusioni e alle indicazioni pastorali in esse contenute. Si riferiscono qui di seguito le priorità emerse. • Settore liturgia. In questo anno della misericordia è necessario aiutare i fedeli a riscoprire il significato autentico del sacramento della Riconciliazione e ad accostarsi ad esso con maggiore consapevolezza e regolarità. L’Arcivescovo ricorda come tale compito sia proprio del ministero sacerdotale ed esorta i presbiteri a riservare alle confessioni tempi e spazi adeguati. • Settore Carità. Questo settore ha avuto in diocesi un forte impulso in questi ultimi anni, sia per le numerose iniziative intraprese sia per le risorse economiche che sono state impegnate: per il Centro di Ascolto, ad esempio, è stato necessario assumere una persona a tempo pieno e un’altra a tempo parziale. L’impegno tuttavia, soprattutto in questo anno della misericordia, va ulteriormente potenziato a livello parrocchiale e diocesano, anche con la ricerca di nuovi volontari: gli attuali infatti sono in campo ormai da anni e possono dedicare a tale servizio forze e tempi limitati. Per quanto riguarda l’accoglienza degli immigrati, l’Arcivescovo, dopo aver comunicato che la CEI ha di recente emanato un Vademecum contenente una precisa e delicata normativa, dichiara di avere affidato a don Marco Di Giorgio e a don Giorgio Giorgetti l’incarico di operare una ricognizione presso le parrocchie per conoscere quali locali siano idonei e disponibili a tale scopo: finora non c’è stato alcun riscontro positivo. • Settore della Sanità. Nel mondo della malattia e della sofferenza la Cappellania

67 recentemente istituita sta operando bene. Numerose sono le parrocchie e le associazioni che si impegnano sia con i malati ospedalieri sia con l’assistenza domiciliare. Tra queste realtà occorre tuttavia un maggiore raccordo, di cui l’Ufficio diocesano deve farsi carico. • Settore della Catechesi. Per quanto attiene all’iniziazione cristiana, che costituisce il principale impegno pastorale delle parrocchie, vengono evidenziati alcuni aspetti da curare con maggiore attenzione. - Coinvolgimento nella catechesi di tutta la comunità educante, in particolare dei genitori e delle famiglie dei ragazzi. - Incremento della catechesi pre e post battesimale, allo scopo di responsabilizzare maggiormente gli adulti (genitori, padrini e madrine) che chiedono, ancora numerosi, il battesimo per i loro bambini. Esistono già alcune esperienze positive. - Revisione dell’età dei ragazzi a cui conferire la Confermazione. Su questo punto si apre un ampio confronto tra i presenti: alcuni di loro, infatti, si dichiarano favorevoli ad innalzare tale età a 17 anni, per rendere i giovani più consapevoli della scelta che sono chiamati a vivere; altri invece esprimono qualche perplessità, in considerazione del fatto che ciò comporterebbe un’interruzione del percorso catechistico dopo la comunione, con il rischio di un progressivo allontanamento dei ragazzi dalla vita della parrocchia e quindi di una possibile rinuncia al sacramento. Due sono le ipotesi avanzate per ovviare a tali difficoltà. La prima è di proporre ai ragazzi che hanno ricevuto la prima comunione un cammino esperienziale che li coinvolga in modo sempre più responsabile nella vita della comunità cristiana (coro, teatro, caritativa ecc.): a tal fine, sarebbe opportuno instaurare una stretta collaborazione tra catechisti ed educatori dei vari settori della pastorale. La seconda è di promuovere parallelamente una catechesi familiare (con incontri cadenzati bisettimanali o mensili) che aggreghi e coinvolga nelle attività parrocchiali le famiglie stesse: il che avrebbe un’influenza positiva anche sui loro figli e garantirebbe una maggiore continuità al cammino educativo dei ragazzi. A questo proposito vengono descritte alcune belle esperienze realizzate nelle parrocchie di Santa Maria del Porto, di Santa Croce e di San Luigi Gonzaga. - Valorizzazione ulteriore del Catecumenato degli adulti e della Catechesi per adulti, attività pastorali che già vengono gestite a livello diocesano e integrano le molteplici e significative esperienze di riscoperta della fede in atto. L’Arcivescovo anticipa, inoltre, i principali eventi diocesani programmati per l’anno della misericordia: le 24 ore per il Signore (4-5 marzo 2016); i pellegrinaggi di Vicaria in Cattedrale (con calendario da stabilire); il pellegrinaggio diocesano a Roma (20 aprile 2016). Raccomanda anche di educare alle opere di misericordia e di testimoniarle concretamente con la vita.

Nell’affrontare il terzo punto all’o.d.g. - Convegno Regionale di Loreto in preparazione al Convegno Ecclesiale di Firenze (9 - 13 novembre 2015) – la riflessione del Consiglio prende una direzione più circoscritta, concentrandosi su una questione molto problematica della nostra arcidiocesi: la situazione del clero.

68 L’Arcivescovo dichiara che le difficoltà profilatesi già da tempo in questo campo si sono recentemente aggravate con il verificarsi di eventi imprevisti: la morte di alcuni sacerdoti e il peggioramento delle condizioni di salute di altri. Per fronteggiare tale emergenza, ritiene necessario operare precise scelte tra le quali l’aumento del numero delle Unità pastorali, che presto da otto arriveranno a dieci e il ricorso all’aiuto del clero straniero: il che non lo esimerà tuttavia dal chiedere al clero diocesano ulteriori sacrifici. Un fattore positivo della nostra arcidiocesi è, d’altro canto, la presenza sempre più consistente di laici impegnati, di cui non pochi si indirizzano verso i ministeri istituiti. Don Stefano Brizi sottolinea anche la necessità di vigilare affinché le persone candidate ai vari servizi vivano realmente la vita della comunità, siano collegate ad essa e ne riscuotano la fiducia. Don Stefano Brizi comunica inoltre che si sta progettando un cammino più specifico di discernimento vocazionale da proporre a giovani che vanno individuati con ponderatezza e lungimiranza. Sottolinea l’importanza delle settimane vocazionali e del supporto della preghiera del “monastero invisibile”, realtà in fase di riassetto grazie all’aiuto della comunità presente nella Chiesa di San Giacomo. Riferisce infine che l’iniziativa delle “Notti di Nicodemo” è in fase di ripartenza.

A conclusione dell’incontro, don Michele Rossini comunica che il ritiro regionale annuale dei sacerdoti è stato programmato per l’11 febbraio 2016 a Loreto. Durante la giornata è previsto anche un lungo tempo da riservare alle confessioni.

Il Verbalista Don Lorenzo Volponi

69 CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO

ARCIDIOCESI DI PESARO ConsiglioPastorale Diocesano Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422

CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO - VERBALE Pesaro, 19 ottobre 2015

Il giorno 19 ottobre 2015, alle ore 21.00, presso la Sala dell’Episcopio, si riuniscono i componenti del Consiglio Pastorale Diocesano sul seguente ordine del giorno: 1. Comunicazioni dell’Arcivescovo 2. Attuazione del Convegno Diocesano 2015 e Giubileo della Misericordia 3. Convegno Regionale di Loreto in preparazione al Convegno Ecclesiale di Firenze (9 - 13 novembre 2015)

Presiede S. E. Mons. Piero Coccia

Sono presenti: 1. Brizi don Stefano (Vicario Generale) 2. Boni Paolo (I.S.S.R. “Giovanni Paolo II”) 3. Campanini Paola (Ufficio Comunicazioni Sociali e Stampa) 4. Crescentini Angelo (Nomina Arcivescovo) 5. Fazi Milena (Ecumenismo) 6. Grossi Claudio (Nomina Arcivescovo) 7. Lanzerini Aldina in sostituzione di Florio don Mario (Ufficio Catechistico) 8. Lugli don Michele (Vicaria 5) 9. Mazzone Giuseppe (Diaconi) 10. Merli don Matteo (Vicaria 3) 11. Pagnetti Paola (Pastorale Giovanile) 12. Palac Suor Maristella, (Nomina Arcivescovo) 13. Pietrelli Emilio (Caritas) 14. Reggiani Leonardo (Vicaria 6) 15. Simonetti Lamberto (Nomina Arcivescovo) 16. Vecchioni Giulio (Nomina Arcivescovo)

Funge da segretario verbalizzante: Paola Campanini

Ad apertura di seduta l’Arcivescovo fa presente di avere prorogato fino al 31 dicembre 2015 il mandato dei componenti dell’attuale Consiglio Pastorale, già scaduto, secondo le norme statutarie, lo scorso giugno. Dal 1 gennaio 2016, pertanto, subentreranno i nuovi membri, di cui alcuni eletti, altri nominati, altri ancora membri “di diritto”. L’Arcivescovo ringrazia tutti per la cordiale e proficua collaborazione da loro offerta nei trascorsi anni di servizio.

70 Passa poi a dare comunicazione dei principali appuntamenti che attendono l’arcidiocesi nei prossimi mesi. • Lunedì 26 ottobre – venerdì 30 ottobre, presso Villa Borromeo: Esercizi Spirituali per il clero , tenuti da don Carlo Molari. • Venerdì 30 ottobre, alle ore 18.30, presso Villa Borromeo: inizio del Corso di Formazione per Operatori Pastorali.: viene distribuito il programma, che quest’anno sarà impostato sulle Opere di misericordia corporali e spirituali, secondo le indicazioni di Papa Francesco per l’Anno Giubilare, L’Arcivescovo invita a promuovere la partecipazione al Corso, sottolineandone la profondità dei contenuti e la qualità dei relatori. • Lunedì 28 settembre è stato inaugurato il nuovo anno accademico dell’Istituto Su- periore di Scienze Religiose. L’Arcivescovo ribadisce l’elevato valore formativo di questa realtà diocesana, il cui destino tuttavia si profila incerto, a causa sia del numero ancora insufficiente di studenti ordinari per l’anno corrente (ma le iscri- zioni rimarranno aperte fino a dicembre) sia della ristrutturazione di tali Istituti che la Congregazione per la Dottrina dell’Educazione Cattolica sta operando a livello nazionale e quindi anche nelle Marche. • Mercoledì 20 aprile 2016: Pellegrinaggio diocesano a Roma con udienza di Papa Francesco e visita ad alcune Chiese giubilari. Il referente è don Giuseppe Fabbrini, che presto metterà in moto la macchina organizzativa. • Venerdì 6 novembre, alle ore 21.15 presso il Cinema Astra: Rappresentazione “E voi chi dite che io sia?”: è una Veglia in forma teatrale centrata sulla figura di Gesù, promossa dagli Uffici della Catechesi e delle Comunicazioni Sociali, concepita come momento diocesano di preparazione al Convegno di Firenze e al Giubileo straordinario della misericordia. • Lunedì 9 novembre – venerdì 13 novembre: V Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze , a cui parteciperanno 7 delegati della nostra Arcidiocesi. • Sabato 14 novembre, alle ore 21.15, presso la Chiesa di San Giacomo; secondo appuntamento di “Prendi e Mangia”. • Sabato 21 novembre, alle ore 16.00 in Cattedrale: Ordinazione diaconale di Giuseppe Leone, giovane che ha completato gli studi all’Istituto Teologico di Ancona. L’Arcivescovo invita sacerdoti e laici a partecipare alla celebrazione e a pregare per il nuovo diacono.

Si passa al secondo punto all’o.d.g.: Attuazione del Convegno Diocesano 2015 e Giubileo della Misericordia L’Arcivescovo, dopo aver espresso un sincero apprezzamento sul Convegno diocesano di settembre sia per la relazione di mons. Galantino sia per la partecipazione e il lavoro effettuato nei gruppi, invita a leggere la parte finale degli “Atti”, dove sono riportate le sue indicazioni pastorali, che vengono qui riassunte. Nel campo della liturgia urge riscoprire e valorizzare il significato profondo del sacramento della riconciliazione. Pertanto è necessario che i sacerdoti si dedichino a questo ministero con grande disponibilità di animo e di tempo e facciano un’opportuna catechesi che permetta di percepire il sacramento non come esperienza normativa ma attrattiva. Nell’ambito della carità si avverte come necessaria l’attuazione delle opere di misericordia spirituali e corporali, a partire da quanto è emerso nei quattro gruppi di

71 lavoro (riportato negli stessi Atti). Occorre perciò intercettare le esigenze materiali e spirituali presenti nella nostra Arcidiocesi e impegnarsi per dare risposte adeguate, promuovendo iniziative ed opere, secondo la strada già intrapresa. È importante anche tenere sempre presente che la Caritas diocesana e le Caritas parrocchiali non sono solo centri di erogazione di servizi sociali, ma hanno il compito di educare la comunità a scoprire la misericordia del Signore e a vivere la misericordia verso i fratelli. Anche nel settore della sanità sono richiesti tanti gesti di misericordia, capaci di trasfigurare il dolore e il male del mondo. La nostra chiesa deve prestare una particolare attenzione a questo ambito, promuovendo percorsi di educazione alla cura del malato e dell’anziano nelle nostre parrocchie. Nella catechesi, infine, è necessario proseguire il percorso di rielaborazione della proposta d’Iniziazione cristiana già avviato in diocesi, approfondendo la funzione della comunità educante e coinvolgendo sempre più i genitori. Occorre inoltre non solo un riesame dell’età più idonea per il sacramento della confermazione, ma anche un impegno maggiore nella catechesi pre e post battesimale, nel catecumenato e nella catechesi degli adulti, che dovrà integrare le significative e molteplici esperienze di riscoperta della fede già in atto. Per quanto riguarda poi gli appuntamenti diocesani previsti per il Giubileo, l’Arcivescovo ne sottolinea alcuni: • Le chiese in cui si potrà ottenere l’indulgenza alle condizioni prescritte sono: la Chiesa Cattedrale di S. Maria Assunta, il Santuario di Santa Maria delle Grazie in città ed il Santuario del Beato Sante in Mombaroccio. • Ogni Vicaria farà il proprio pellegrinaggio recandosi in Cattedrale possibilmente nel periodo quaresimale e lo concluderà con una liturgia eucaristica presieduta dall’Arcivescovo e concelebrata dai sacerdoti della Vicaria stessa. • La celebrazione delle “24 ore per il Signore”, che si terrà a livello diocesano nelle giornate di venerdì 4 marzo e sabato 5 marzo, sarà estesa ad ogni Vicaria, la quale sceglierà una chiesa in cui effettuare le confessioni e la preghiera continuativa dell’adorazione eucaristica. Terminata la sua esposizione, l’Arcivescovo chiede ai presenti di comunicare quanto si sta programmando per l’anno della Misericordia nelle comunità che essi rappresentano. • I.S.S.R.: l’Istituto ha organizzato, insieme agli Uffici Liturgia, Catechesi, Caritas, Pastorale Familiare e Sanitaria, un Corso di Formazione per Operatori pastorali sulle Opere di misericordia corporali e spirituali. Inoltre sta programmando gli incontri “In dialogo con la città” di cui il primo sarà tenuto dal prof. Luigi Alici sull’Enciclica di Papa Francesco “Laudato si’” che si terrà giovedì 19 novembre. • CARITAS: in seguito all’appello di Papa Francesco ad accogliere gli immigrati nelle comunità parrocchiali, la Caritas si è mossa per verificare la disponibilità di locali effettivamente esistente nella nostra arcidiocesi. Naturalmente un eventuale progetto dovrà essere condiviso con le istituzioni civili, nel rispetto delle normative vigenti, in particolare del “Vademecum” inviato dalla CEI. A breve, inoltre, verrà inaugurata “Casa Tabanelli” (dal nome del principale benefattore), un edificio per chi non ha fissa dimora, dove troveranno ospitalità per sei mesi (ottobre-marzo) circa 17 persone, alle quali verrà offerto il pasto serale e l’alloggio di notte. Questo servizio, gestito in collaborazione con la cooperativa Labirinto, può essere effettuato grazie al contributo della Fondazione Cassa di

72 Risparmio di Pesaro. • DIACONI: tra breve inizieranno gli incontri mensili consueti; inoltre gli Esercizi Spirituali del clero quest’anno saranno aperti anche ai diaconi. • VICARIA 3: sono già state decise sia la data (ancora da confermare) del Pellegrinaggio di Vicaria (sabato 27 febbraio 2016) sia la chiesa per la celebrazione delle “24 ore per il Signore” (San Martino). I catechisti della Vicaria, inoltre, dando seguito al percorso lanciato lo scorso anno nell’Assemblea diocesana dei catechisti, hanno promosso incontri di formazione impostati, lo scorso anno, sulla Parola, quest’anno su “Il catecumenato stile di catechesi”. • VICARIA 6: ancora non si sono tenuti incontri di Vicaria, ma presto verranno programmati per impostare l’anno pastorale sulla misericordia. • RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO. Il tema della misericordia sarà declinato nella vita ordinaria del Movimento: nel ritiro di novembre, ad esempio, o nell’incontro che si terrà il 31 ottobre sul tema “Comunità e fraternità” nella Chiesa di San Carlo, dove alle ore 21 ci sarà l’adorazione eucaristica aperta a tutti, alla vigilia della Festa di Ognissanti. • I.R.C.: i docenti di Religione sono continuamente sollecitati a partecipare alle iniziative dell’arcidiocesi, che vengono proposte come momenti di formazione permanente. A settembre si è svolto un incontro con un operatore della Caritas e un responsabile del CEIS, i quali hanno presentato ai docenti un progetto sul servizio nelle due realtà da proporre agli alunni. Hanno aderito 20 classi. Il 22 novembre si terrà a Montorso la giornata regionale degli IRC. • U.C.S.: L’Ufficio in questo momento è impegnato con la rappresentazione teatrale “E voi chi dite che io sia?” centrato su Gesù, volto della Misericordia del Padre. Venerdì 16 ottobre si è svolto un incontro regionale dei Direttori U.C.S. , che hanno affrontato, tra gli altri, il tema dell’ideologia “gender”, chiedendosi che cosa significhi essere misericordiosi di fronte a chi la propaganda e in quale modo occorra utilizzare i mezzi di comunicazione in difesa della famiglia. • MOVIMENTO DEI FOCOLARI: le indicazioni dell’Arcivescovo date a con- clusione del Convegno diocesano - che tutti hanno giudicato molto interessante - sono state oggetto di riflessione all’interno dei focolari. Si sono condivise in particolare: la sottolineatura dello sguardo di Misericordia con cui rivolgersi agli altri; la richiesta di confessioni frequenti e ritmate, non occasionali; la raccoman- dazione a superare i particolarismi e le divisioni tra le varie realtà ecclesiali. Gli aderenti al Movimento si impegneranno anche quest’anno in diocesi, ciascuno nella parrocchia in cui è inserito. • UFFICIO CATECHISTICO: la Commissione dell’Ufficio si riunirà la prossima settimana per organizzare l’Assemblea diocesana dei Catechisti che si terrà domenica 6 dicembre nella Chiesa di San Martino. Ci sono stati già alcuni incontri dei referenti di Vicaria da cui è emersa l’esigenza di Corsi di formazione anche per aspiranti catechisti privi di esperienza. • UFFICIO ECUMENICO: è in programma un pellegrinaggio al Monastero di Vitorchiano, sulla tomba di Santa Gabriella dell’Unità, suora trappista che ha dato la vita per l’unità dei cristiani. • PASTORALE GIOVANILE: è in fase di rielaborazione, dopo alcuni suggerimenti dell’Arcivescovo, un progetto di formazione rivolto a ragazzi tra i 14 e i 18 anni. Una parte è dedicata al servizio da proporre presso la Caritas, l’UNITALSI e la

73 Comunità Papa Giovanni XXIII. Si sta anche organizzando la Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Cracovia dal 26 al 31 luglio 2016. • CAMMINO NEOCATECUMENALE: è già iniziato il cammino centrato sulla Misericordia, che prevede un incontro di catechesi tutti i giovedì e, per il periodo di Avvento, una catechesi specifica tutte le mattine alle ore 6.30 da lunedì a venerdì presso la Chiesa di Santa Maria del Porto. • FISM: purtroppo l’Arcidiocesi deve registrare la chiusura, per motivi economici e mancanza di iscrizioni, della Scuola cattolica paritaria delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore di viale C. Battisti. Attualmente, pertanto, le scuole cattoliche presenti in diocesi sono cinque e versano in condizioni di generale difficoltà: quest’anno, tra l’altro, ha gravato anche l’assunzione in massa di docenti nelle scuole statali, che ha obbligato le scuole paritarie a provvedere a sostituzioni non sempre facili. Si sta svolgendo, inoltre, un Corso per l’idoneità all’insegnamento della Religione Cattolica rivolto ai docenti delle scuole paritarie cattoliche, necessario per allinearsi alle normative della nuova “Intesa” tra M.I.U.R. E C.E.I. • VICARIA 5: a breve il Vicario Foraneo convocherà sacerdoti e operatori per impostare l’anno pastorale sulla misericordia.

L’Arcivescovo ringrazia i presenti per aver condiviso il cammino delle proprie comunità e passa al terzo punto all’o.d.g.: Convegno Regionale di Loreto e preparazione al Convegno Ecclesiale di Firenze (9 - 13 novembre 2015). Viene invitato il Vicario Generale a riferire sul percorso compiuto dalla chiesa marchigiana dopo il Convegno regionale di Loreto del 2013 (in seguito al quale i Vescovi della C.E.M. hanno indirizzato una Lettera agli Operatori dei Consigli Pastorali) e in particolare sulle iniziative messe in atto per prepararsi all’imminente Convegno Nazionale di Firenze. Don Stefano Brizi, dopo aver sottolineato la positività dell’esperienza compiuta dai delegati delle tredici diocesi marchigiane durante il Convegno di Loreto, dove, attraverso i laboratori, hanno avuto l’opportunità di confrontarsi e condividere sia le difficoltà che le testimonianze di fede vissuta, ricorda che la realtà su cui si è focalizzata la lettera inviata dai Vescovi della C.E.M è stata quella della famiglia, messa sotto duro attacco nell’attuale contesto sociale e culturale. Proprio sulla famiglia hanno perciò lavorato i componenti regionali della Commissione per il Laicato, della Consulta di Associazioni e Movimenti e del Servizio per l’attuazione del Convegno, i quali si sono riuniti quattro volte a Montorso, hanno riflettuto su questo tema a partire dai cinque verbi indicati dalla Traccia del Convegno di Firenze (uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare) e hanno raccolto esperienze positive o problematiche da portare a Firenze, dove si lavorerà con un metodo prevalentemente laboratoriale. I delegati dell’arcidiocesi di Pesaro, per essere, nei limiti del possibile, i portavoce di tutta la realtà ecclesiale diocesana, hanno raccolto anche i contributi che i vari movimenti, associazioni e parrocchie hanno fatto loro pervenire.

Al termine dell’incontro l’Arcivescovo riferisce di aver istituito una nona “Unità Pastorale” (parrocchie di Sant’Ermete Martire in Gabicce Monte e della SS. Trinità in Case Badioli) e di averne in programma altre due: una tra le parrocchie dei Santi Vito e Modesto in Mombaroccio e di Santa Susanna in Villagrande; l’altra tra le parrocchie

74 di Sant’Agostino e San Cassiano. Dopo aver invitato a chiedere intensamente al Signore nuove vocazioni sacerdotali, conclude l’incontro con una preghiera alle ore 23.00.

Il Verbalista Paola Campanini

75 VICARI FORANEI ED EPISCOPALI

ARCIDIOCESI DI PESARO Vicari Foranei ed Episcopali Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422

CONSIGLIO DEI VICARI FORANEI - VERBALE Pesaro, 20 ottobre 2015

Il giorno 20 ottobre 2015 alle ore 10.00, nei locali della Curia, si riunisce il Consiglio dei Vicari Foranei allargato con il seguente ordine del giorno: 1. Comunicazioni dell’Arcivescovo 2. Attuazione del Convegno Diocesano 2015 e Giubileo della Misericordia 3. Convegno Regionale di Loreto in preparazione al Convegno Ecclesiale di Firenze (9 - 13 novembre 2015)

Presiede S. E. Mons. Piero Coccia

Sono presenti: 1. don Stefano Brizi (Vicario Generale) 2. padre Mario Amadeo (Vicaria 1) 3. don Giuseppe Fabbrini (Vicaria 2) 4. don Matteo Merli (Vicaria 3) 5. don Enrico Giorgini (Vicaria 4) 6. don Giorgio Paolini (Vicaria 5) 7. don Daniele Federici (Vicaria 6) 8. padre Aldo Marinelli (Vicario episcopale per la vita religiosa) 9. mons. Marco Farina (Vicario episcopale per il clero anziano e malato) Sono inoltre presenti, su invito dell’Arcivescovo, don Lorenzo Volponi per la Cancelleria e don Mario Florio, responsabile dell’Ufficio per la Catechesi e l’Ecumenismo.

Funge da segretario padre Mario Amadeo

All’inizio dell’incontro l’Arcivescovo comunica che il prossimo appuntamento per i Vicari Foranei è stato rinviato a martedì 1 dicembre e ricorda che, essendo stati prorogati fino a dicembre i Consigli presbiterale e pastorale, già scaduti, si dovrà entro tale mese procedere a costituire i nuovi Consigli. Cede quindi la parola a don Lorenzo Volponi (cancelliere), il quale, premettendo che sarà presto inviata dalla Cancelleria una lettera contenente tutta le norme per il ricambio degli organismi suddetti, anticipa alcune novità: all’interno del Consiglio Pastorale ci sarà un solo rappresentante dei sacerdoti (non più uno per Vicaria); cambierà la procedura della votazione per il Consiglio presbiterale; la votazione dei

76 componenti dell’Istituto per il sostentamento del clero avverrà nell’incontro del clero previsto per il 19 novembre 2015.

L’Arcivescovo passa poi alle comunicazioni degli appuntamenti diocesani più importanti dei prossimi mesi. • Dal 26 ottobre al 30 ottobre, presso Villa Borromeo: esercizi spirituali per il clero, che saranno guidati da don Carlo Molari. • Venerdì 30 ottobre, alle ore 18.30, presso Villa Borromeo: inizio del Corso di Formazione per Operatori Pastorali.: il tema di quest’anno gravita sulle Opere di misericordia corporali e spirituali, secondo le indicazioni di Papa Francesco per l’Anno Giubilare. I Vicari vengono sollecitati a invitare tutti gli operatori e i collaboratori delle parrocchie. Il Corso è organizzato dall’I.S.S.R. diocesano, realtà preziosa per la formazione dei laici, che necessita però di un numero maggiore di studenti ordinari. A tal proposito don Mario Florio propone di inserire nel piano di studi un corso stabile di catechetica, che potrebbe favorire la partecipazione dei catechisti. • Mercoledì 20 aprile 2016: pellegrinaggio diocesano a Roma in occasione dell’anno giubilare della misericordia. Il pellegrinaggio prevede l’udienza con il santo Padre e la visita ad alcune Basiliche. Il responsabile dell’organizzazione, don Giuseppe Fabbrini, distribuisce una bozza del programma, che viene approvato in via definitiva. I parroci verranno immediatamente informati in modo da procedere subito alla raccolta delle iscrizioni. • Venerdì 6 novembre 2015, alle ore 21.15, presso il Cinema Astra: rappresentazione del Recital “E voi chi dite che io sia?” organizzato dall’Ufficio catechistico e dall’Ufficio delle Comunicazioni Sociali nell’ambito del percorso di preparazione al Convegno Ecclesiale di Firenze e al Giubileo della Misericordia. • Sabato 14 novembre, alle ore 21.15, presso la Chiesa di San Giacomo; secondo appuntamento di “Prendi e Mangia”, ciclo di incontri biblici centrati anch’essi sul tema della misericordia. • Giovedì 19 novembre, alle ore 9.30, presso Villa Borromeo: consueto incontro mensile di aggiornamento del clero • Sabato 21 novembre, alle ore 16.00 in Cattedrale: Ordinazione diaconale di Giuseppe Leone.

Si passa al secondo punto all’o.d.g.: Attuazione del Convegno Diocesano 2015 e Giubileo della Misericordia. L’Arcivescovo invita a fare riferimento alle conclusioni degli Atti del Convegno diocesano, contenenti molte indicazioni utili a vivere la misericordia nei vari settori della pastorale. • Nel settore della Liturgia, si raccomanda ai Parroci di aiutare i fedeli a riscoprire il vero significato del sacramento della Riconciliazione, sia attivando momenti di catechesi sia rendendosi il più possibile disponibili per le confessioni. • Anche nel settore della carità è necessario accostare momenti di formazione in cui educare al significato vero della carità, a esperienze concrete di donazione di sé. Le priorità vanno individuate comunitariamente. • Nel settore della sanità si ritiene prioritario privilegiare le visite agli ammalati, spiegare il significato del sacramento dell’Unzione degli infermi, incrementare

77 il numero dei volontari impegnati in questo servizio per garantirne la continuità all’interno delle parrocchie. P. Aldo Marinelli, direttore della Pastorale della Salute, invita a ripensare la struttura del percorso di formazione per i ministri straordinari della comunione, inserendo anche la pastorale dell’incontro con le persone malate. A padre Aldo viene chiesto di creare una rete di collaborazione tra le parrocchie secondo modalità che verranno pensate a livello di Vicarie. • Nel settore della Catechesi si ritiene necessario potenziare e valorizzare i percorsi per l’iniziazione cristiana (che vanno tenuti distinti da quelli offerti dai gruppi ecclesiali) attraverso una maggiore corresponsabilizzazione dei genitori e di tutta la comunità parrocchiale. Ciò vale anche per la catechesi pre e post battesimale, per la quale occorrono progetti specifici. Un ampio dibattito sorge tra i presenti su due questioni, relative all’opportunità sia di modificare l’ordine di recezione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana sia di elevare l’età per il conferimento della Confermazione (previsto attualmente al termine del secondo o terzo anno di scuola secondaria di primo grado). Sulla prima questione tutti concordano nel ritenere inopportuno per il momento qualsiasi cambiamento. Sulla seconda la divergenza di opinioni è più sensibile. Don Giuseppe Fabbrini, illustrando l’esperienza in atto nella sua parrocchia (Santa Maria di Loreto), sottolinea che il nodo centrale non è tanto quello dell’età quanto quello di salvaguardare la continuità educativa. Si decide comunque di ritornare a riflettere sull’argomento confrontandosi con le nuove sperimentazioni in atto. Si invita a tal fine don Giuseppe Fabbrini a presentare la sua esperienza sia nelle singole Vicarie sia nell’assemblea diocesana dei catechisti prevista per il 6 dicembre prossimo nella parrocchia di S. Martino. Don Mario Florio ricorda che nell’ultima assemblea diocesana è emersa la necessità di attivare, a livello vicariale, percorsi di formazione specifici per gli aspiranti catechisti. Sollecita pertanto l’attuazione di tali percorsi, annunciando che dal prossimo anno se ne terrà uno anche a livello diocesano. Al termine di questo ampio dibattito l’Arcivescovo informa di aver istituito l’Unità pastorale delle parrocchie della SS. Trinità in Case Badioli e di S. Ermete in Gabicce Monte, mentre altre due sono in preparazione: una tra le parrocchie di S. Vito e Modesto in Mombaroccio e di S. Susanna in Villagrande di Mombaroccio; l’altra tra le parrocchie di S. Agostino e S. Cassiano.

Per quanto riguarda il terzo punto all’o.d.g. – Convegno Regionale di Loreto in preparazione al Convegno Ecclesiale di Firenze (9 - 13 novembre 2015) – l’Arcivescovo presenta la Lettera pastorale che i Vescovi delle Marche hanno indirizzato ai Consigli pastorali parrocchiali e diocesani come sintesi dei lavori del Convegno della chiese marchigiane svoltosi a Loreto nel 2013. Questa lettera, dal titolo “Famiglia: cuore e metodo della pastorale che si rinnova” è offerta anche come spunto di riflessione in preparazione al Convegno di Firenze.

Alle ore 12.00, con una preghiera, l’Arcivescovo scioglie il Consiglio.

Il Verbalista P. Mario Amadeo

78 ARCIDIOCESI DI PESARO Vicari Foranei ed Episcopali Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422

CONSIGLIO DEI VICARI FORANEI - VERBALE Pesaro, 1 dicembre 2015

Il giorno 1 dicembre 2015 alle ore 10.00, nei locali della Curia, si riunisce il Consiglio dei Vicari Foranei con il seguente ordine del giorno: 1. Comunicazioni dell’Arcivescovo 2. Convegno ecclesiale di Firenze 3. Giubileo e attuazione del Programma dell’anno pastorale 2015-16 4. Varie ed eventuali

Presiede S. E. Mons. Piero Coccia

Sono presenti: 1. don Stefano Brizi (Vicario Generale) 2. padre Mario Amadeo (Vicaria 1) 3. don Giuseppe Fabbrini (Vicaria 2) 4. don Matteo Merli (Vicaria 3) 5. don Enrico Giorgini (Vicaria 4) 6. don Giorgio Paolini (Vicaria 5) 7. don Daniele Federici (Vicaria 6) 8. padre Aldo Marinelli (Vicario episcopale per la vita religiosa) 9. mons. Marco Farina (Vicario episcopale per il clero anziano e malato)

Funge da segretario padre Mario Amadeo

L’Arcivescovo apre la seduta comunicando il calendario dei prossimi incontri dei Vicari (12 gennaio 2016, 1 marzo, 5 aprile, 3 maggio, 7 giugno) e invita gli stessi a comunicare tempestivamente alla segreteria arcivescovile le date programmate per le celebrazioni delle Confermazioni nel 2016. Passa quindi al primo punto all’o.d.g.: Comunicazioni • Sono stati rinnovati il Consiglio Presbiterale, il Consiglio Pastorale e il Consiglio di amministrazione dell’Istituto diocesano Sostentamento Clero, già scaduti a giugno. • Sabato 5 dicembre, alle ore 21.15, presso la chiesa di San Francesco: terzo incontro del ciclo biblico “Prendi e Mangia”. • Domenica 6 dicembre, alle ore 11.30, presso la chiesa di Santa Maria Assunta in Montecchio: ammissione alla candidatura al diaconato e al presbiterato di Gianluca Pedini. L’Arcivescovo invita a incrementare la preghiera affinché il Signore conceda il dono di altre vocazioni. Informa anche che il seminarista Valerio Rastelletti è stato destinato, come aiuto pastorale, all’Unità delle parrocchie del

79 centro storico. • Domenica 6 dicembre, alle ore 15.30, nella chiesa di San Martino: Assemblea diocesana dei catechisti, divenuta ormai tradizionale. Il programma prevede un momento di preghiera iniziale, seguito da una meditazione sulla misericordia tenuta da don Giorgio Giorgetti. Seguiranno l’intervento dell’Arcivescovo Piero Coccia, che si baserà sulle conclusioni tratte dal Convegno diocesano di settembre e la relazione di don Giuseppe Fabbrini, che presenterà l’esperienza di catechesi in atto nella sua parrocchia. La successiva divisione dei catechisti in gruppi per un lavoro di laboratorio permetterà di confrontare esperienze, che confluiranno sinteticamente in un’assemblea finale. • Sempre domenica 6 dicembre: giornata diocesana di “Avvenire”. L’Arcivescovo raccomanda la lettura e la diffusione del quotidiano cattolico, in particolare del numero uscito in questa data, contenente un’intera pagina riservata alla nostra diocesi. Raccomanda anche di sostenere il settimanale interdiocesano “Il Nuovo Amico”, unico organo ufficiale delle tre diocesi della Metropolia di Pesaro. • Martedì 8 dicembre, ore 18.30 in Cattedrale: celebrazione eucaristica presieduta da S.E. mons. Coccia in occasione dell’apertura ufficiale dell’Anno Santo della Misericordia. • Venerdì 11 dicembre, ore 18.30, presso Villa Borromeo: terzo incontro del Corso di Formazione per Operatori Pastorali. • Domenica 13 dicembre, alle ore 18.00, presso il Santuario della Madonna delle Grazie: inizio ufficiale dell’Anno Santo nella nostra arcidiocesi. Dal Santuario, dopo una preghiera iniziale, partirà una processione che giungerà in Cattedrale, dove l’Arcivescovo aprirà la Porta Santa e presiederà, alle 18.30, la celebrazione eucaristica. Per l’occasione saranno sospese le Sante Messe nelle parrocchie della Vicaria 1 e della Vicaria 2, che sono all’interno dell’area cittadina. Nei giorni seguenti (19 dicembre e 20 dicembre) saranno aperte anche le Porte Sante dei Santuari della Madonna delle Grazie e del Beato Sante. • Giovedì 17 dicembre, ore 9.30, presso Villa Borromeo: consueto ritiro mensile del clero sul tema della misericordia nel Vangelo di Luca.

Si prosegue con il secondo punto all’o.d.g.: Convegno di Firenze. L’Arcivescovo, dopo aver invitato i Vicari a leggere sia il resoconto, pubblicato su “Il Nuovo Amico”, dei delegati della nostra Metropolia sia gli Atti del Convegno consultabili sul sito www.firenze2015.it, comunica le sue considerazioni sull’esperienza. Dichiara che a Firenze si è vista una realtà di chiesa viva e gioiosa: soprattutto un laicato vivace, desideroso di impegnarsi nella chiesa con un metodo “sinodale” che permetta di sentirsi protagonisti e al tempo stesso in comunione con gli altri. Particolarmente significativi sono stati i due interventi di Papa Francesco (in Cattedrale e allo Stadio) e la relazione del Prof. Magatti, che, facendo riferimento a tante esperienze positive interne alla chiesa italiana, ha documentato con i fatti quante forme di vero e integrale umanesimo la fede abbia prodotto e stia producendo nella società italiana.

Si passa al terzo punto all’o.d.g. – Giubileo e attuazione del Programma dell’anno pastorale 2015-16. L’Arcivescovo comunica, innanzitutto, che per la tradizionale benedizione delle famiglie, effettuata nella maggior parte delle parrocchie durante il periodo quaresimale,

80 è stato predisposto un depliant con le indicazioni dettagliate per l’Anno Giubilare, da distribuire in tutta la diocesi. Invita pertanto i parroci a comunicare al più presto alla segreteria della Curia il numero aggiornato delle famiglie, affinché si possa procedere in tempi brevi alla stampa del depliant stesso. L’Arcivescovo inoltre chiede ai presenti di indicare le date dei pellegrinaggi vicariali in Cattedrale, programmati in occasione del Giubileo. Questo il calendario: domenica 14 febbraio: Vicaria 4 venerdì 19 febbraio: Vicaria 2 domenica 21 febbraio: Vicaria 1 sabato 27 febbraio: Vicaria 3 domenica 06 marzo: Vicaria 5 venerdì 11 marzo: Vicaria 6. Ogni Vicaria si impegna a realizzare un’opera significativa quale segno di misericordia. Si sottolinea, comunque, che anche le numerose iniziative della Caritas diocesana hanno bisogno di essere sostenute. L’Arcivescovo, inoltre, ribadisce la necessità di aiutare i fedeli ad accostarsi al Sacramento della Riconciliazione e invita i sacerdoti a riservare ampia disponibilità alle confessioni. Raccomanda infine di continuare a raccogliere le adesioni al pellegrinaggio diocesano a Roma, previsto per il 20 Aprile.

Si passa quindi all’ultimo punto all’o.d.g.: Varie ed eventuali L’Arcivescovo invita i responsabili della Pastorale giovanile/vocazionale e della Pastorale familiare a comunicare i loro progetti per l’anno in corso. Prende inizialmente la parola don Enrico Giorgini, il quale annuncia che le veglie vocazionali chiamate “Le Notti di Nicodemo” riprenderanno a breve e si svolgeranno l’ultimo sabato di ogni mese nella chiesa dell’Adorazione. Informa inoltre che la nostra arcidiocesi si sta preparando alla Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolgerà la prossima estate a Cracovia. Tra le iniziative in programma ci sono: una celebrazione liturgica in Cattedrale, con l’accoglienza della statua della Madonna di Loreto e del Crocifisso di San Damiano (11 e 12 febbraio); la Via Crucis Diocesana (18 marzo); incontri di preparazione a Villa Borromeo (31 gennaio, 3 aprile, 3 maggio); un incontro di Metropolia a Urbania (12 giugno). Il programma dettagliato sarà inviato al più presto in tutte le parrocchie. Successivamente prende la parola padre Mario Amadeo, responsabile della Pastorale familiare, il quale comunica che si sta organizzando una giornata giubilare diocesana per le famiglie, a cui forse se ne aggiungerà un’altra per le persone separate, divorziate o conviventi. Per la preparazione di questi eventi sono previsti anche alcuni incontri diocesani. Padre Mario riferisce inoltre che sono stati distribuiti i calendari degli incontri di preparazione al matrimonio cristiano, con la segnalazione della Giornata dei Fidanzati a Loreto (13 marzo) presieduta dall’Arcivescovo Piero Coccia. L’esperienza “Da un cuore ferito ad un cuore fiorito” continua con regolarità. Si tratta di incontri di preghiera e di riflessione che si tengono la quarta domenica di ogni mese e sono rivolti a persone che vivono situazioni familiari irregolari. Quest’anno sono stati programmati anche incontri di sostegno alla genitorialità che si svolgono

81 di sabato a Villa Borromeo, secondo un calendario che è stato comunicato a tutte le parrocchie con un apposito volantino. Interviene infine per una breve comunicazione don Giuseppe Fabbrini, responsabile diocesano della Pastorale degli oratori, il quale annuncia che entro poco tempo verrà consegnato un contributo economico per le attività dei vari oratori a tutte le parrocchie che ne hanno fatto richiesta.

La riunione si chiude alle ore 12.00 con una preghiera.

Il Verbalista P. Mario Amadeo

82 CONSIGLIO DIOCESANO AFFARI ECONOMICI

ARCIDIOCESI DI PESARO Ufficio Amministrativo Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422 e-mail: [email protected]

CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI - VERBALE Pesaro, 5 Ottobre 2015

Presiede S.E. Mons. Piero Coccia, sono presenti i Consiglieri: Sac. Stefano Brizi Vicario, Sac. Silvano Pierbattisti, Sac. Lorenzo Volponi, Avv. Renato Brualdi, Ing. Marchetti Alberto, Sig. Renato Nardelli, Dott. Cavicchia Leonardo, Dott. Gaetano Buttafarro, l’Economo Elio Macchini relatore.

Assente giustificato: Sac. Severo Giagnolini.

Premessa: ricevuti i suggerimenti, l’Arcivescovo Mons. Piero Coccia, ha approvato le conclusioni dei singoli argomenti all’o.d.g.

*******

1 - Parrocchia Corpus Domini di Padiglione di Tavullia: Richiesta della ditta co- struttrice di un secondo SAL di € 200.000.00 per lavori eseguiti. L’Ing. Giacomini Gabriele, progettista e direttori dei lavori del Centro Pastorale Corpus Domini, invitato dal Consiglio, ha fatto presente che la Ditta Icor Dorica ha eseguito lavori per la somma di € 544.000,00 maturando il 2° SAL. L’Ingegnere riferisce che occorre tenere presente il ribasso concesso dalla ditta ed il costo dell’IVA per cui i lavori eseguiti dopo il 1° Sal possono essere computati in € 180.000,00. Il Consiglio, in deroga a precedente disposizione che viene annullata, concede un anticipo di € 180.000,00 + IVA, da rimborsare con l’arrivo del contribuito Cei. Infine viene sottolineata la necessità di particolare prudenza nell’assegnazione di lavori per non trovarci in simili difficoltà. Viene poi ricordato che esiste una fidejussione a parziale copertura di rischio.

2 - Parrocchia di S. Lucia in Pesaro: Richiesta di assenso all’apertura di una finestra su immobile confinante. Il Consiglio, conosciuto il parere favorevole del parroco e del suo Consiglio per gli Affari Economici, ha dato assenso all’apertura di una nuova finestra con conseguente servitù di affaccio, come da progetto allegato, ritenendo non dannoso l’oggetto della richiesta. Alla famiglia, proprietaria della contigua abitazione, viene posta la condizione di apporre una inferiata alla nuova apertura.

83 3 - Parrocchia di S. Andrea Apostolo in Fiorenzuola di Pesaro: Autorizzazione a mettere in locazione una casetta attualmente sfitta. È stata esaminata la richiesta del parroco di Fiorenzuola di Focara, don Silvano Ricci, che chiede l’autorizzazione a mettere in locazione la casetta, proprietà della parrocchia, sita in via Antonelli 9 di mq. 80 circa. Il Consiglio, dopo aver dato parere favorevole alla locazione, prima di rendere operativo il contratto di locazione, ha ritenuto opportuno incaricare il nostro Economo per necessari e utili accertamenti.

4 - Cooperativa Sociale l’Imprevisto a.r.l.: Trasferimento della Comunità Femminile ad altra struttura liberando i locali. Trasferimento, se possibile, come richiesta, del Centro Educativo diurno per minori in altri locali di proprietà dell’Arcidiocesi. Il Consiglio prende atto del trasferimento della comunità terapeutica femminile “Tingolo per tutti” che lascia libero il 2° ed il 3° piano dell’immobile di Viale Trento 300 in Pesaro. Nel contempo, come da richiesta del Presidente della Cooperativa “L’Imprevisto”, viene dato parere favorevole al trasferimento del Centro Educativo “Lucignolo” dall’attuale sede al vicino locale ex guardia medica sempre di proprietà dell’Arcidiocesi. L’Ufficio di Economato dell’Arcidiocesi, provvederà a formulare un nuovo contratto di locazione equo e sostenibile, in linea con la benevolenza sempre usata dall’Arcidiocesi per codeste opere sociali.

5 - Lavori urgenti di manutenzione straordinaria negli stabili di Via Canonica nn.10.12-14 e di Via Rossini 72 per: riparazione tetto, terrazzi, infissi ed interventi in altri immobili di proprietà dell’Arcidiocesi. Il Consiglio viene messo al corrente sia dall’Economo che dall’Ing. Marchetti sulle condizioni precarie di alcuni immobili dell’Arcidiocesi che richiedono lavori urgenti di straordinaria manutenzione da eseguirsi prima della stagione invernale. Precisamente: terrazzo sovrastante il locale cinema Astra con pericolose infiltrazioni di acqua piovana, terrazzo in precarie condizione in Via Canonica ed infissi pericolanti da sostituire ecc. Il Consiglio da parere favorevole ai lavori da eseguire in gradualità in base alla disponibilità economica della diocesi, dando comunque precedenza al terrazzo dell’immobile di Via Rossini 72 che ha carattere di assoluta urgenza. Alcuni consiglieri si recheranno sul posto per meglio individuare il pronto intervento ed i costi.

6 - Parrochia di S. Carlo Borromeo in Pesaro: il parroco, don Massimo Regini, chiede di essere autorizzato ad eseguire un comodato gratuito con l’Amministrazione della Provincia di Pesaro per l’ospitalità di n. 9 classi di Scuola Alberghiera Superiore “Santa Marta” per il periodo di tre mesi con possibile rinnovo fino a nove mesi. Il Consiglio da parere favorevole al contratto di comodato gratuito per l’ospitalità di 9 classi della Scuola Alberghiera Santa Marta secondo le condizioni espresse; fa poi presente al parroco che ogni spesa inerente ai locali o all’esercizio di funzionamento sia a carico della scuola stessa.

84 Varie ed eventuali.

- Parrocchia di S. Maria dell’Arzilla: domanda di contributo per intervento urgente a locali in uso degli scout della parrocchia. Richiesta di: - contributo “Bucalossi” per l’anno 2016 - prestito di € 15.000 per lavori urgenti da rimborsare nella Bucalossi. Il Consiglio, conosciuta la richiesta del parroco don Giampiero Cernuschi, concede che il contributo, in base alla legge Bucalossi per l’anno 2016, sia concesso alla Parrocchia di S. Maria dell’Arzilla, a sostegno di lavori da eseguire ai locali in uso degli scout. Fa poi presente che la diocesi non è in grado di fare prestiti e per urgenza, la parrocchia stessa si attivi, nel modo più conveniente possibile per risolvere il problema, tenendo presente che le fatture dei lavori saranno necessarie per ottenere il contributo.

Consigliere Verbalista Mons. Silvano Pierbattisti

85 ARCIDIOCESI DI PESARO Ufficio Amministrativo Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422 e-mail: [email protected]

CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI - VERBALE Pesaro, 20 novembre 2015

Presiede S.E. Mons. Piero Coccia, sono presenti i Consiglieri: Sac. Stefano Brizi Vicario, Sac. Silvano Pierbattisti, Sac. Lorenzo Volponi, Dott. Gaetano Buttafarro segretario, Sig. Renato Nardelli, Dott. Cavicchia Leonardo, Ing. Marchetti Alberto, l’Economo Elio Macchini relatore.

Consiglieri assenti: Sac. Severo Giagnolini, Avv. Renato Brualdi.

Consultori presenti: Sac. Marco Farina, Sac. Silvano Pierbattisti, Padre Mario Amadeo.

Consultori assenti giustificati: Mons. Marco De Franceschi, Sac. Graziano Ceccolini, Sac. Michele Simoncelli.

Presenti anche:

Il Direttore della Caritas diocesana: Sac. Marco Di Giorgio. Il Promotore per il Sostentamento del Clero: Dott. Massimo Agostini.

Assegnazione dei Fondi CEI otto per mille anno 2015:

-per Culto e Pastorale € 511.429,08

-per la Carità € 460.021,74 il Consiglio, presieduto dell’Arcivescovo, all’unanimità ha approvato l’erogazione dell’ 8‰ anno 2015 elargito dalla Conferenza Episcopale Italiana, per Culto-Pastorale e Carità. Il resoconto verrà pubblicato sul settimanale “Il nuovo Amico”.

Discussione e rilievi del Consiglio:

A) CULTO e PASTORALE L’Arcivescovo ha ringraziato tutti i presenti per il prezioso apporto alla vita pastorale della diocesi e per la condivisione delle difficoltà economiche presenti che inducono a parsimonia e oculatezza nello spendere bene i mezzi economici che ci vengono

86 elargiti anche quest’anno dall’8‰. Ha preso poi subito la parola il nostro Economo che scorrendo le varie voci degli interventi di Culto e Pastorale proposti ai convocati, ne ha illustrato la ragione. Ha fatto presente che nelle uscite incidono pesantemente le utenze e l’ordinaria manutenzione su immobili non sempre in buone condizioni. Dopo le contribuzioni, rimane in cassa la somma di € 498,08 Il Consiglio all’unanimità approva.

B) CARITÀ L’Economo ha presentato la proposta di assegnazione degli Interventi Caritativi ai presenti illustrando voce per voce le richieste, le motivazioni e il contributo. Si è subito rilevato che anche quest’anno la somma ricevuta porta un leggero aumento, assai prezioso. Sono stati assegnati come negli anni scorsi piccoli contributi come si evidenza nello schema di proposta, mentre la somma più rilevante è andata alla Caritas diocesana, al Centro di ascolto, alla Mensa dei poveri, alla Fondazione don Gaudiano, alla Casa di Riposo Padre Damiani. Quanto alla ripartizione della somma, nella discussione, si è ribadito che nella diocesi l’ambito della carità è vasto e sempre più urgente in questi momenti di sofferenza economica; pertanto le elargizioni vengono assegnate a più settori responsabili e bisognosi. Dopo le contribuzioni, rimane in cassa la somma di € 211,27 Il Consiglio all’unanimità approva.

Consigliere verbalista Mons. Silvano Pierbattisti

87 ARCIDIOCESI DI PESARO Ufficio Amministrativo Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422 e-mail: [email protected]

CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI - VERBALE Pesaro, 20 novembre 2015

Presiede S.E. Mons. Piero Coccia, sono presenti i Consiglieri: Sac. Stefano Brizi Vicario, Sac. Silvano Pierbattisti, Sac. Lorenzo Volponi, Dott. Gaetano Buttafarro segretario, Sig. Renato Nardelli, Dott. Cavicchia Leonardo, Ing. Marchetti Alberto, l’Economo Elio Macchini relatore.

Consiglieri assenti: Sac. Severo Giagnolini, Avv. Renato Brualdi.

1) - Parrocchia S. Maria Assunta in Montecchio: richiesta contributo per lavori al tetto della Chiesa. Il Consiglio ha esaminato attentamente la domanda del parroco don Orlando che chiede un contributo per un lavoro resosi necessario al tetto della Chiesa parrocchiale, tetto che avrà rilevante peso economico già a carico della parrocchia, viene concesso in via del tutto eccezionale un contributo € 15.000,00 (quindicimila).

2) - Parrocchia di S Maria di Loreto: autorizzazione a lavori di completamento della mansarda dell’Oratorio. Il Consiglio conosciuta la richiesta del parroco, Sac. Giuseppe Fabbrini, che a nome del suo Consiglio per gli Affari Economici, riunitosi il 13 ottobre c.a., ha deliberato di completare i lavori di ristrutturazione della mansarda dell’Oratorio e di eseguire gli allacci delle fognature, come da ingiunzione comunale, autorizza i lavori per l’importo indicato dalla richiesta e con la copertura economica proveniente dalla eredità Tomassini. Con l’autorizzazione concessa viene fatta premura al parroco di far pervenire al nostro Economato, per regolare documentazione di archivio, il verbale sottoscritto dai Consiglieri, i quali autorizzano lavori e costo.

3) - Parrocchia S. Tommaso in Foglia di Apsella: proposta di acquisto della casa colonica adiacente alla Chiesa Abbaziale detta “Badia”. Il Consiglio ritiene opportuno soprassedere per il momento alla richiesta di acquisto della casa colonica e adiacenze, come già espresso nel Consiglio del 1° giugno 2012. Non si ravvisa nella operazione una necessità pastorale primaria e non si ritiene opportuno gravare parrocchia, diocesi e Capitolo della Cattedrale di un peso economico serio e senza risorse, con l’aggiunta che si avrebbe una casa tutta da ristrutturare senza che alcun sacerdote la abiti per mancanza di clero. Si rammenta al parroco che l’Ente responsabile per ogni operazione sull’immobile è il Capitolo della Cattedrale di Pesaro, mentre la parrocchia è beneficiaria di un

88 comodato di fatto. Non concessa autorizzazione a procedere stando le attuali condizioni. Il Consiglio ritiene opportuno che quanto prima si proceda al passaggio da “comodato di fatto” a comodato giuridicamente sottoscritto tra le parti, dando mandato al nostro Economato a procedere.

4) - Cinema Astra – Società Fin Progress s.r.l.: richiesta ulteriore di riduzione del canone di locazione. Il Consiglio ha preso in esame la particolare situazione espressa dalla Direzione Fin Progress s.r.l. - Cinema Astra in Pesaro – e, permanendo la ristrettezza economica generale del momento, concede la riduzione del canone di locazione dell’immobile portandolo ad € 3.000,00 (tremila) mensili, a decorrere dal 1° gennaio 2016. Nel contempo viene fatta premura alla Direzione Fin Progress di: - Provvedere al pagamento degli arretrati; - Riposizionare le poltroncine della sala che è e rimane sala cinematografica; - Non usare il locale per attività diverse da quanto decritto nel contratto.

5) - Sig. Gramolini Paolo: richiesta utilizzo terreno in Viale Trieste, contiguo alla Casa di Riposo. Il Consiglio ritiene opportuno non utilizzare il terreno richiesto per parcheggio auto, sia per una necessaria zona di rispetto alla vicina Casa di Riposo e sia per un futuro utilizzo del contiguo immobile in locazione, di proprietà della diocesi.

VARIE ed EVENTUALI: a) Seminario Vescovile: alienazione dell’immobile di Via Locchi 12 in Pesaro. Nel Consiglio del 4 maggio 2012, l’Ente Seminario Vescovile di Pesaro è stato autorizzato ad alienare l’appartamento di Via Locchi 12. Ora, dopo incontri e trattative con l’economo diocesano, l’acquirente Giorgia Pizzingrilli ha fatto richiesta di acquisto dell’immobile in vendita per la cifra sembrata conveniente a tutto il Consiglio. Il Consiglio dà parere favorevole alla alienazione dello stabile di Via Locchi di proprietà del Seminario Vescovile alla cifra e condizioni pattuite. b) Arcidiocesi di Pesaro: alienazione di frustoli di terreno provenienti dalle Confra- ternite del SS. Sacramento e SS. Rosario di Montelabbate passati in proprietà all’Ar- cidiocesi di Pesaro. Viene autorizzata l’alienazione dei frustoli di terreno così indicati: Catasto Terreni del Comune di Montelabbate, Foglio 11, Particelle 50-53-54 devolvendo il ricavato della vendita a favore della Parrocchia dei Santi Quirico e Giulitta di Montelabbate che si addosserà ogni spesa inerente alla vendita. c) Mensa ODA dell’Arcidiocesi: proposta di trasferimento all’Associazione S. Te- renzio.

89 È stata presentata ai Consiglieri la proposta di trasferire, tramite Comodato, il Ramo Azienda della Mensa ODA alla Associazione S. Terenzio per ridurre i costi di gestione e inquadrare i dipendenti nel suo organico. Mentre il Consiglio da parere favorevole all’operazione, viene demandato all’Economo, che si avvarrà di persone competenti, perché tutto si svolga a norma sia giuridica che tecnica.

Consigliere Verbalista Mons. Silvano Pierbattisti

90 CONSULTA DELLE AGGREGAZIONI LAICALI

ARCIDIOCESI DI PESARO Consulta delle Aggregazioni Laicali Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422

CONSULTA DELLE AGGREGAZIONI LAICALI - VERBALE Pesaro, 21 ottobre 2015

Il giorno 21 ottobre 2015, alle ore 21.00, presso la Sala dell’Episcopio, si riuniscono i componenti della Consulta delle Aggregazioni laicali sul seguente ordine del giorno: 1. Comunicazioni dell’Arcivescovo 2. Attuazione del Convegno Diocesano 2015 e Giubileo della Misericordia 3. Convegno Regionale di Loreto in preparazione al Convegno Ecclesiale di Firenze (9 - 13 novembre 2015)

Presiede: don Stefano Brizi (Vicario Generale)

Sono presenti: 1. Antinori Livio e Angela (in sostituzione di Morini Giancarlo e Anna Neocate- cumenali) 2. Baldarelli Rita (C.E.I.S.) 3. Belfortini Annalisa (U.N.I.T.A.L.S.I.) 4. Campanini Paola (Verbalista) 5. Cavallo Giuseppe (Fraternità San Francesco) 6. Cecconi Adriano (Milizia dell’Immacolata P. Kolbe) 7. Fabbri Silvano (Amici Università Cattolica) 8. Frassanito Rita (M.A.S.C.I.) 9. Imperio Giuseppe (in sostituzione di Ricci Michele Arcangelo M.C.L.) 10. Marcheggiani Ornella (Gruppo Padre Pio) 11. Mariani Marilena (Movimento Focolari) 12. Mauri Marta (AIMC) 13. Montani Michele (Azione Cattolica) 14. Naticchi Antonello (Movimento Mariano Sacerdotale) 15. Pacini Silvia (Ordine Secolare Cappuccini) 16. Talevi Roberto (in sostituzione di Alberto Leonardi AGESCI)

Funge da segretario: Paola Campanini

Prende la parola il Vicario Generale per dare comunicazione dei principali appuntamenti dell’arcidiocesi nei prossimi mesi. • Lunedì 26 ottobre – venerdì 30 ottobre, presso Villa Borromeo: Esercizi Spirituali per il clero, tenuti da don Carlo Molari, stimato ex docente di dogmatica e morale.

91 • Venerdì 30 ottobre, alle ore 18.30, presso Villa Borromeo: inizio del Corso di Formazione per Operatori Pastorali; viene distribuito il programma, che si articolerà in 7 incontri e sarà impostato sulle Opere di misericordia corporali e spirituali, secondo le indicazioni contenute nella Bolla di indizione del Giubileo di Papa Francesco. • Lunedì 28 settembre è stato inaugurato il nuovo anno accademico dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose. Il Vicario riferisce che al momento si sono iscritti numerosi uditori, ma pochi ordinari, il cui numero è invece condizione essenziale per mantenere in vita l’Istituto. Pertanto, facendosi portavoce anche dell’Arcivescovo, raccomanda di pubblicizzarlo e promuoverne le iscrizioni. • Mercoledì 20 aprile 2016: Pellegrinaggio diocesano a Roma, in coincidenza con l’udienza di Papa Francesco. Nel pomeriggio si visiteranno le Chiese di San Pietro e di San Paolo fuori le mura. Il referente è don Giuseppe Fabbrini. • Venerdì 6 novembre, alle ore 21.15 presso il Cinema Astra: Rappresentazione “E voi chi dite che io sia?”: è una Veglia in forma teatrale centrata sulla figura di Gesù, promossa dagli Uffici della Catechesi e delle Comunicazioni Sociali in preparazione al Convegno di Firenze e al Giubileo straordinario della misericordia. I 12 lettori sono catechisti e insegnanti di religione. Sono state coinvolte anche tre Scuole Cattoliche, i cui alunni canteranno tre canzoni. • Lunedì 9 novembre – venerdì 13 novembre: V Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze, a cui parteciperanno 7 delegati della nostra Arcidiocesi. • Sabato 14 novembre, alle ore 21.15, presso la Chiesa di San Giacomo; secondo appuntamento di “Prendi e Mangia” sul profeta Isaia. Don Giorgio Giorgetti che li organizza, ha tratto dal testo biblico delle tematiche inerenti a quella del Giubileo. • 19 novembre a Palazzo Antaldi, in orario da definire: incontro sull’Enciclica “Laudato si’” con il prof. Luigi Alici, ex presidente dell’Azione Cattolica. • Sabato 21 novembre, alle ore 16.00 in Cattedrale: Ordinazione diaconale di Giuseppe Leone, giovane che ha completato gli studi all’Istituto Teologico di Ancona. In diocesi c’è un altro diacono in cammino verso il sacerdozio e due seminaristi (V e III anno).

Si passa quindi al secondo punto all’o.d.g.: Attuazione del Convegno Diocesano 2015 e Giubileo della Misericordia. Il Vicario distribuisce gli Atti del Convegno diocesano “Siate misericordiosi come il Padre” e dà lettura delle conclusioni dell’Arcivescovo in essi contenute. Nel campo della liturgia è importante, soprattutto nel prossimo anno giubilare, riscoprire il valore del sacramento della Riconciliazione, in modo che i fedeli lo pratichino più assiduamente e i sacerdoti si rendano maggiormente disponibili. Ciò sta già avvenendo in alcune Chiese, quali la Cattedrale, il Santuario della Madonna delle Grazie e il Santuario del Beato Sante. Nell’ambito della carità, siamo invitati a vivere le Opere di misericordia con gesti concreti. Le parrocchie, i movimenti, le associazioni sono invitate a scegliere una di tali Opere e a lavorare su di essa. Occorre inoltre potenziare l’attività della Caritas, già comunque ammirevole, ricordando sempre che essa non si limita a fare caritativa, ma ha il prioritario compito di educare alla misericordia. Presto verrà inaugurata la “Casa Tabanelli”, per i senza fissa dimora, realizzata con il finanziamento dell’omonimo imprenditore, del Lions Club di Pesaro e Gabicce Mare e la cui gestione verrà affidata

92 alla Caritas Diocesana. Il Vicario inoltre comunica le iniziative diocesane per il Giubileo: • le Chiese dell’Arcidiocesi in cui si potrà ottenere l’indulgenza alle condizioni prescritte sono: la Chiesa Cattedrale di S. Maria Assunta, il Santuario di Santa Maria delle Grazie in città ed il Santuario del Beato Sante in Mombaroccio. • Giovedì 11 febbraio 2016: celebrazione del Giubileo del malato. • Ogni Vicaria farà il proprio pellegrinaggio in Cattedrale, che prevede una liturgia eucaristica presieduta dall’Arcivescovo e concelebrata dai sacerdoti della Vicaria stessa. • Verrà dato particolare rilievo alla celebrazione delle “24 ore per il Signore”, che si terrà, a livello diocesano, nelle giornate di venerdì 4 marzo e sabato 5 marzo, ma sarà estesa ad ogni Vicaria, la quale sceglierà una chiesa in cui effettuare le confessioni e la preghiera continuativa dell’adorazione eucaristica.

Il Vicario introduce il terzo punto all’o.d.g.: Convegno Regionale di Loreto in preparazione al Convegno Ecclesiale di Firenze (9 - 13 novembre 2015) Questi Convegni Nazionali si organizzano ogni dieci anni, a metà di quei decenni per i quali la Chiesa italiana elabora i suoi “Orientamenti pastorali” (per il decennio 2010- 2020 “Educare alla vita buona del Vangelo”). Il Convegno di Firenze è il quinto e avrà per tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. A tutte le comunità diocesane è stata distribuita una Sintesi della Traccia preparata dal Comitato organizzativo nazionale, sulla quale le parrocchie, i movimenti e le associazioni hanno preparato una relazione, offrendo così il loro contributo ai sette delegati diocesani (Arcivescovo, Vicario Generale, Paolo Boni, Paola Campanini, Maria Teresa Turla, don Mario Florio). Terminata la sua esposizione, il Vicario chiede ai presenti di comunicare quanto si sta programmando per l’anno della Misericordia nelle comunità ecclesiali che essi rappresentano. • A.I.M.C.: l’Associazione da qualche tempo sta soffrendo di carenza di iscrizioni, nonostante i responsabili abbiano messo in campo varie iniziative e pertanto è a rischio di chiusura. • A.G.E.S.C.I.: alla base della formazione quest’anno ci sarà l’approfondimento dell’Enciclica di Papa Francesco “Laudato si’ ”, sia perché la tematica è pienamente corrispondente alle linee educative dello scoutismo sia perché i suoi contenuti sono di estrema attualità e permettono di instaurare un dialogo anche con chi non crede. Per quanto riguarda il Giubileo saranno certamente programmati degli appuntamenti, che ancora però non sono stati definiti. • FRATERNITÀ DI SAN FRANCESCO: il cammino dello scorso anno ha avuto il suo momento conclusivo nel ritiro che si è svolto d’estate in montagna, dove si è meditato sull’Enciclica “Laudato si’”. In questo nuovo anno il numero delle famiglie è salito a un centinaio, essendosi aggiunti due gruppi, rispettivamente di Fano e di Fossombrone. Una bella esperienza è stata inoltre vissuta da alcune famiglie, invitate a portare la loro testimonianza in quattro paesi dell’arcidiocesi di Urbino con momenti di incontro e preghiera comune. Per il resto, la vita continua con i consueti momenti di catechesi, con i cenacoli, il lavoro con i giovani e i bambini, nella speranza che nasca qualche vocazione sacerdotale. Lavorare sulla famiglia è una grande missione. Per il Giubileo saranno seguiti i momenti dell’arcidiocesi e altri non ancora programmati.

93 • M.C.L.: il carisma del Movimento si fonda sulla la Dottrina Sociale della Chiesa, per cui quest’anno verrà approfondita l’Enciclica “Laudato si’”. Nell’ultimo Consiglio Provinciale è emerso nettamente che c’è bisogno - al di là degli incontri e delle riunioni - di socializzare, di creare rapporti tra le persone, perché il rischio è di rinchiudersi nella solitudine della propria vita privata, dimenticando il sociale. L’obiettivo dunque è di portare le persone fuori dalle proprie case e di farle tornare a dibattere su contenuti che il Movimento desidera veicolare. Come iniziativa per l’anno giubilare, a livello nazionale si vuole rilanciare la campagna “Dal seme al cibo” in collaborazione con l’associazione CEFA, che opera in Africa e procura sementi e strumenti di formazione agricola alle famiglie contadine più povere del mondo, affinché possano procurarsi cibo in autonomia. • M.A.S.C.I.: il Movimento ha ripreso la sua attività secondo quelle che sono le indicazioni date a livello nazionale. Iniziativa molto importante, tenutasi a Caserta la scorsa settimana, è stata l’“Agorà sull’educazione”, dove si è parlato sia dell’educazione dei giovani, tenendo presente il tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” sia dell’educazione permanente, che è una delle basi portanti del Movimento. In seno all’Agorà c’erano vari rappresentanti della Consulta Nazionale delle Aggregazioni laicali, la cui Presidente ha sollecitato le Consulte diocesane a far sì che le aggregazioni possano incontrarsi e collaborare, anche partecipando ad un evento particolare proposto da un gruppo. È stata programmata per il 15 Novembre a Loreto una Giornata dello Spirito centrata sulla Misericordia. Inoltre nell’adorazione mensile che si tiene a San Giacomo, si prega, oltre che per le vocazioni sacerdotali, per un’intenzione sempre diversa (l’ultima volta per il Sinodo). La catechesi, svolta dall’assistente don Giampiero Cernuschi, sarà impostata sulle opere di misericordia e avrà uno sbocco concreto nel servizio presso l’Oasi dell’Accoglienza. • O.F.S. della parrocchia di S. Francesco: ha iniziato il suo percorso a settembre, con il nuovo assistente padre Marcello Balducci. Le tematiche di questo anno, caratterizzato dalla pubblicazione dell’Enciclica “Laudato si’” e dall’indizione del Giubileo della Misericordia, sono in piena sintonia con la natura dell’Ordine che si ispira a San Francesco. Alcuni aderenti partecipano alle attività della parrocchia, nella Caritas o come Ministri straordinari della Comunione. L’Ordine gestisce anche il Laboratorio di Santa Elisabetta, che ogni anno a Natale organizza un mercatino. • GRUPPO PADRE PIO: padre Marcello Balducci è diventato il nuovo assistente anche di questo gruppo, che si riunisce tutti i primi venerdì del mese ed è in fase di crescita. Il suo primo compito è pregare. Dal 14 al 17 festeggerà la patrona Sant’Elisabetta con una Messa conclusiva aperta a tutti. Si spera che alcuni ragazzi inizino il cammino francescano. • MOVIMENTO FOCOLARI: gli Atti del Convegno diocesano vengono considerati come un documento molto importante, perché la misericordia è alla base della vita cristiana. Tra l’altro essa si armonizza con il tema scelto dal Movimento per l’anno in corso che è l’unità, da vivere come servizio nella diocesi e nelle parrocchie (cosa che sta già avvenendo in vari campi, quali la Caritas e l’Ecumenismo). Solo se è unita la Chiesa potrà essere per gli altri dono di misericordia. • O.F.S. della parrocchia di S. Pietro in Calibano: l’attività dell’Ordine è già iniziata con incontri settimanali di formazione sull’Enciclica “Laudato si” e sulla Bolla

94 di indizione del Giubileo, contenenti un tematica pienamente congeniale allo spirito francescano dell’Ordine. I componenti si impegnano nelle parrocchie e soprattutto con le famiglie, oggi poco attente all’educazione religiosa dei figli. In collaborazione con la Caritas parrocchiale è iniziato due domeniche fa un percorso su “Cucinare insieme”, rivolto a numerose famiglie di varie etnie con l’obiettivo di insegnare a cucinare secondo le varie tradizioni” (dar da mangiare per accogliere, conoscere e stare insieme). • CAMMINO NEOCATECUMENALE: il cammino dell’anno si è aperto con le consuete convivenze sul tema “La famiglia, la famiglia cristiana e il matrimonio”, dove si è parlato anche del gender. Il Movimento sta conducendo un’opera di evangelizzazione e catechesi nella parrocchia del Porto. • C.E.I.S.: la comunità vive di misericordia e carità, ma per quanto riguarda iniziative specifiche deve ancora programmarle. • MOVIMENTO MARIANO SACERDOTALE: è ispirato alla spiritualità di Maria sulla quale, insieme al nuovo assistente, don Lorenzo Volponi, ha organizzato una serie di incontri. Una volta al mese guida l’adorazione a San Giacomo e ogni 15 giorni i cenacoli familiari si riuniscono. Un’attenzione particolare viene rivolta alle numerose famiglie disgregate o in difficoltà, per aiutare le quali è stato invitato, domenica 25 ottobre, mons. Carlo Rocchetta, fondatore della Casa della Tenerezza. Il Vicario invita il Movimento a collegarsi con la Pastorale Familiare, che da qualche anno sta compiendo un cammino con alcune famiglie in situazioni irregolari. • MILIZIA DELL’IMMACOLATA: è un gruppo di preghiera che si dedica all’adorazione, alle Lodi, alla Messa e al Rosario quotidiani. La formazione si svolge mensilmente con la lettura delle Lettere di san Massimiliano Kolbe. • AZIONE CATTOLICA: da tempo l’attività dell’Associazione in diocesi è strettamente legata a quella proposta a livello nazionale dall’Assemblea Generale, che svolge una programmazione triennale. Quest’anno il tema, suggerito da Papa Francesco è “Andare” e certamente saranno prese iniziative attinenti all’anno giubilare. • U.N.I.T.A.L.S.I.: il Giubileo della Misericordia si inserisce naturalmente in quella che è la attività della associazione, i cui membri si trovano sempre a contatto con la sofferenza. Quest’anno la Pastorale Giovanile ha chiesto la collaborazione dell’Unitalsi per l’attuazione di un Progetto rivolto ai giovanissimi, che prevede un servizio presso Istituti di riposo per anziani (tra cui i ragazzi hanno scelto Santa Colomba e Casa Padre Damiani). Saranno alternati momenti di compagnia e di festa ad altri di celebrazioni liturgiche. Per quanto riguarda il Giubileo ancora non è stata ancora definita alcuna iniziativa. Terminati gli interventi, l’incontro termina con una preghiera alle ore 23.00

Il verbalista Paola Campanini

95 DIRETTORI DI CURIA

ARCIDIOCESI DI PESARO Direttori di Curia Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422

INCONTRO DIRETTORI UFFICI DI CURIA - VERBALE Pesaro, 21 ottobre 2015

Il giorno 21 ottobre 2015 alle ore 10.00, nei locali della Curia, si riuniscono i Direttori degli Uffici Pastorali sul seguente ordine del giorno: 1. Comunicazioni dell’Arcivescovo 2. Attuazione del Convegno Diocesano 2015 e Giubileo della Misericordia 3. Convegno Regionale di Loreto in preparazione al Convegno Ecclesiale di Firenze (9 - 13 novembre 2015)

Presiede S. E. Mons. Piero Coccia

Sono presenti: 1. Don Stefano Brizi (Vicario Generale) 2. p. Mario Amadeo (Ufficio Pastorale Familiare) 3. prof.ssa Paola Campanini (Ufficio Comunicazioni Sociali) 4. don Marco Di Giorgio (Ufficio Caritas) 5. don Giuseppe Fabbrini (Pastorale Oratori) 6. don Giorgio Giorgetti (Pastorale Catechistica/Immigrati) 7. don Enrico Giorgini (Ufficio Pastorale Giovanile) 8. p. Aldo Marinelli (Ufficio Pastorale Sanitaria) 9. dott. Franco Marini (Ufficio Pastorale Scolastica) 10. don Michele Rossini (Ufficio Pastorale Missionaria) 11. dott. Massimo Agostini (Promozione Sostegno Economico alla Chiesa)

Funge da segretario verbalizzante: prof.ssa Paola Campanini

Ad apertura di seduta l’Arcivescovo dà comunicazione dei principali appuntamenti che attendono l’arcidiocesi: • Lunedì 26 ottobre – venerdì 30 ottobre, presso Villa Borromeo: Esercizi Spirituali per il clero, tenuti da don Carlo Molari. L’Arcivescovo, sottolineando l’importanza di questo appuntamento annuale, invita tutti i sacerdoti a partecipare. • Venerdì 30 ottobre, alle ore 18.30, presso Villa Borromeo: inizio del Corso di Formazione per Operatori Pastorali, centrato quest’anno sulle Opere di misericordia corporali e spirituali. I parroci vengono invitati a valorizzare e promuovere la partecipazione agli incontri organizzati dalla diocesi, dal momento che essa, potendo contare su maggiori risorse umane, può offrire una proposta di più ampio respiro rispetto ad altre di livello parrocchiale.

96 • Lunedì 28 settembre è stato inaugurato il nuovo anno accademico dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose. L’Arcivescovo, pur ribadendo l’elevato valore di questo Istituto, esprime una certa preoccupazione per la sua sorte, data l’intenzione della Congregazione per la Dottrina dell’Educazione Cattolica di operare dei tagli a livello nazionale. La condizione fondamentale per la sopravvivenza è - oltre alla qualità, alla stabilità dei docenti e all’autonomia finanziaria - il numero sufficiente di studenti ordinari, che ancora l’Istituto diocesano non raggiunge. L’Arcivescovo invita pertanto i presenti a sollecitare le iscrizioni. • Mercoledì 20 aprile 2016: Pellegrinaggio diocesano a Roma con udienza di Papa Francesco e visita ad alcune Chiese giubilari. L’arcidiocesi si sta già predisponendo con l’aiuto del referente don Giuseppe Fabbrini. • Corsi di preparazione al matrimonio. L’Arcivescovo ricorda che l’impostazione di tali Corsi è stata notevolmente modificata, con l’obiettivo di renderli percorsi di approfondimento della fede più che occasioni di “aggiornamento” psicologico, ginecologico, giuridico ecc. È anche vero tuttavia che, pur privilegiando questa impostazione, occorra introdurre qualche tematica specialistica: a questo proposito i coniugi Marchionni si sono offerti di trattare il tema dei “metodi contraccettivi naturali”. L’Arcivescovo invita padre Mario Amadeo, direttore della Pastorale Familiare, ad accordarsi con i parroci per valutare la fattibilità della cosa. • Venerdì 6 novembre, alle ore 21.15 presso il Cinema Astra: Rappresentazione “E voi chi dite che io sia?”: è una Veglia in forma teatrale centrata sulla figura di Gesù, promossa dagli Uffici della Catechesi e delle Comunicazioni Sociali, concepita come momento diocesano di preparazione al Convegno di Firenze e al Giubileo straordinario della misericordia. • Sabato 14 novembre, alle ore 21.15, presso la Chiesa di San Giacomo; secondo appuntamento di “Prendi e Mangia”. Don Giorgio Giorgetti illustra e distribuisce il programma del percorso, che quest’anno sarà impostato sul tema giubilare della misericordia. • Giovedì 19 novembre alle ore 9.30 presso Villa Borromeo: l’incontro previsto di aggiornamento per i sacerdoti sarà sul “Motu proprio” di Papa Francesco “Mitis Iudex Dominus Iesus” relativo alla riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio. • Sabato 21 novembre, alle ore 16.00 in Cattedrale: Ordinazione diaconale di Giuseppe Leone. L’Arcivescovo invita tutti a partecipare alla celebrazione e a pregare per il nuovo diacono. • Domenica 22 novembre, ore 9.30 a Montorso: Giornata Regionale dei Docenti di religione Cattolica.

L’Arcivescovo, dando la precedenza al terzo punto all’o.d.g. – Convegno Regionale di Loreto in preparazione al Convegno Ecclesiale di Firenze (9 - 13 novembre 2015) – cede la parola al Vicario Generale, che riferisce sul percorso compiuto sia dalla chiesa diocesana che dalla chiesa marchigiana in vista dell’imminente Convegno Nazionale di Firenze. A livello diocesano è stata elaborata una Sintesi della Traccia di preparazione al Convegno, inviata poi a tutte le parrocchie, ai movimenti e alle associazioni, con la richiesta di far pervenire dei contributi scritti sulla propria esperienza, letta a partire dal tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Numerose sono state le relazioni

97 pervenute, che i delegati diocesani (oltre all’Arcivescovo e al Vicario Generale, don Mario Florio, Paolo Boni, Emilio Pietrelli, Teresa Turla, Paola Campanini) esamineranno in un incontro che si terrà martedì 26 ottobre alle ore 18.00 presso Villa Borromeo, con lo scopo di portare a Firenze, nei limiti del possibile, la voce e l’esperienza di tutta la realtà dell’arcidiocesi. A livello regionale è stata elaborata dai Vescovi delle Marche, dopo il Convegno di Loreto del 2013, una Lettera sulla famiglia che il Vicario ha provveduto a trasmettere a tutte le comunità e che dovrebbe diventare oggetto di riflessione nei vari Consigli Pastorali (diocesano e parrocchiali).

Si torna quindi al secondo punto all’o.d.g.: Attuazione del Convegno Diocesano 2015 e Giubileo della Misericordia L’Arcivescovo, riferendosi alle conclusioni da lui tratte al termine del Convegno diocesano e riportate negli Atti, sottolinea le esigenze prioritarie che intravede per la pastorale diocesana. • Nel campo della LITURGIA la necessità più impellente è la riscoperta del significato del sacramento della Riconciliazione, di cui va evidenziato e testimoniato il valore attrattivo, non normativo. • Nell’ambito della CATECHESI la situazione è più articolata: per quanto riguarda il catecumenato e la catechesi degli adulti in diocesi ci sono esperienze positive; i richiedenti infatti, benché siano di numero limitato, vengono accolti e seguiti con cura; la difficoltà si pone se mai nell’inserirli in modo attivo, al termine del percorso, dentro la comunità. Più problematiche risultano invece altre questioni, su cui occorre un impegno maggiore dell’arcidiocesi: la catechesi prae e post battesimale; il coinvolgimento non solo dei catechisti, ma di tutta la comunità parrocchiale e dei genitori nella Iniziazione Cristiana; il riesame dell’età più idonea per il sacramento della Confermazione. A questo proposito don Giuseppe Fabbrini, che nella sua parrocchia ha sperimentato l’innalzamento di tale età a quella del biennio delle Scuole Superiori, è invitato a contattare le varie Vicarie per raccontare gli esiti di tale esperimento. • Nell’ambito della CARITA’ occorre dare attuazione alle opere di misericordia spirituali e corporali, tenendo presenti le esigenze specifiche di ogni contesto parrocchiale e territoriale; per individuarle, occorre che i parroci facciano le opportune valutazioni. Riconoscendo che l’attività della Caritas è molto cresciuta in questi ultimi anni, l’Arcivescovo ribadisce tuttavia la necessità di potenziarne ulteriormente la funzione educativa: far scoprire la misericordia del Signore e viverla verso i fratelli. A questo punto viene interpellato don Marco Di Giorgio, che prende la parola per illustrare l’attività della Caritas anche in relazione al problema dei rifugiati richiedenti asilo. Al di là dell’attività “ordinaria”, la priorità dell’Ufficio diocesano è il potenziamento delle Caritas parrocchiali, che in effetti stanno crescendo (ci sono già 15 Caritas parrocchiali in rete nel sistema OSFO della Caritas nazionale e altre che si stanno avviando in questa direzione). Per quanto attiene alla formazione degli Operatori, si rileva una certa difficoltà a creare un cambiamento di mentalità sulla funzione della Caritas, che ancora viene concepita prevalentemente come centro di aiuto

98 materiale. Attualmente sono in cantiere alcuni progetti: - Borse - lavoro: con i fondi della Caritas italiana e della parrocchia di Cristo Re sono state attivate 15 borse - lavoro che hanno lo scopo di reintrodurre altrettante persone (quasi tutte italiane) nel mondo del lavoro, dopo un periodo di part-time presso alcune aziende (non sempre in realtà facilmente reperibili). - Progetto in collaborazione con l’Ufficio Scuola: sono stati proposti alle classi terze e quarte delle Scuole Superiori due incontri (tra novembre e dicembre) per illustrare la situazione dei poveri a Pesaro e le possibilità di intervento, con particolare attenzione all’attività della Caritas. I ragazzi potranno poi partecipare fino a marzo a progetti di intervento, che confluiranno in un incontro pubblico. Il progetto potrebbe continuare con esperienze estive di volontariato, all’estero o in Italia. Hanno aderito a questa iniziativa 20 classi. - Progetto microcredito: è un’esperienza già esistente da dieci anni. Si tratta di un prestito (finora di circa centomila euro) erogato da alcune persone, con cui sono stati fatti più di 100 interventi. La nostra arcidiocesi vorrebbe avviare in forma più strutturata questo progetto con l’aiuto della Caritas italiana. - Casa per papà: è una piccola struttura per padri separati (con 4 - 5 posti) che presto verrà inaugurata a Borgo Santa Maria, grazie a un’ associazione di famiglie. Per quanto riguarda i profughi, la situazione è ancora molto fluida. Sembra che la Prefettura abbia chiesto ai Sindaci di accogliere un numero più elevato di immigrati (da 480 a 900) sollevando qualche protesta. In diocesi non sembrano esserci strutture idonee ad ospitarli, tenendo conto anche delle nuove linee della CEI. Il problema non sta tanto nei mesi coperti dall’emergenza in cui vengono inoltrate le richieste di asilo, ma nel “dopo”: chi ottiene il permesso può usufruire di vitto e alloggio, può frequentare corsi di italiano e cercare lavoro, ma se poi non lo trova, pone seri problemi alla comunità. L’Arcivescovo raccomanda di continuare nell’opera di monitoraggio tra le varie parrocchie, di muoversi in sintonia con le Prefetture e sempre nel rispetto delle normative della CEI. • Nel campo della SANITÀ viene data la parola a padre Aldo Marinelli, il quale dichiara che la priorità per l’Ufficio diocesano, date le numerose realtà del nostro territorio che si impegnano in questo settore, è di monitorarle e di trovare forme di collaborazione che permettano di assistere non solo i malati ospedalieri, ma tutti quelli che vivono nelle case. A tale scopo sta nascendo una Consulta diocesana per conoscere la situazione delle singole parrocchie in questo campo. Occorre anche valorizzare e utilizzare la presenza dei Ministri straordinari della Comunione, la cui formazione sarebbe da curare maggiormente. A questo punto l’Arcivescovo invita i direttori che ancora non sono intervenuti a comunicare i loro programmi per questo nuovo anno pastorale. • SOSTENTAMENTO ECONOMICO CLERO. Il dott. Massimo Agostini, dopo aver ricordato che la Giornata di sensibilizzazione dell’ “8 per mille” si celebrerà domenica 22 novembre, riferisce sull’andamento di tale gettito nella nostra arcidiocesi. Nonostante le difficoltà dovute alla sospensione della consegna dei CUD ai pensionati, nonostante l’ostilità di una certa cultura laica e la stipula di Concordati tra lo Stato e altre religioni, il gettito è in questi ultimi anni migliorato

99 (+30% di schede consegnate). Naturalmente bisogna continuare a fare opera di sollecitazione anche presso i parroci, ai quali la CEI ha inviato delle schede già predisposte, da compilare e firmare, in sostituzione di quelle dell’INPS. Inoltre, poiché in alcune parrocchie sono stati predisposti dei punti di consulenza anche dal MCL, l’Ufficio si impegna a istituire un collegamento tra tutti questi servizi, per creare un’azione concertata più efficace. L’Arcivescovo riferisce che il dott. Giuseppe Bianchi, su richiesta di una docente di religione, ha incontrato alcune classi per illustrare ai ragazzi il meccanismo dell’8 per mille e la sua destinazione. Tale esperienza andrebbe sviluppata. • UFFICIO SCUOLA: il dott. Franco Marini illustra le numerose iniziative in programma: l’Ufficio collaborerà con la Caritas al progetto sopra citato; sono già stati avviati i 4 incontri di formazione per tutti gli IRC dell’arcidiocesi; è partito il Corso di formazione (di 6 incontri) per i docenti che hanno superato le prove scritte di idoneità ; è in preparazione il corso di formazione (di circa 22 - 24 ore) per i docenti di classe, che si tiene ogni due anni; domenica 22 novembre, al mattino, si terrà la Giornata Regionale dei Docenti di Religione con la presenza di don Daniele Saottini a Loreto. Si è già mossa inoltre tutta l’organizzazione per riconoscere l’idoneità all’insegnamento della religione ai docenti di classe delle Scuole Paritarie cattoliche o di ispirazione cristiana. Il Corso è indirizzato a tutta la Metropolia (45 insegnanti), si svolgerà in due sedi (Pesaro e Fermignano), comprenderà 40 ore di lezione con esame finale. L’idoneità avrà valore solo all’interno delle Scuola Paritarie. Si è conclusa una convenzione con il Comune di Pesaro, con la quale si permette l’ingresso nelle scuole materne comunali, per 45 ore, di docenti specialisti diocesani. È stata recentemente convocata la Consulta Nazionale a Roma sul Convegno di Firenze, per preparare delle schede relative al mondo della Scuola. • PASTORALE GIOVANILE. Don Enrico Giorgini riferisce sugli appuntamenti più importanti. - L’Ufficio si sta preparando, insieme all’Ufficio Regionale, alla GMG che si svolgerà a Cracovia dal 25 luglio al 2 agosto 2016 e che sarà preceduta da una settimana di gemellaggio con la diocesi di Katowice (dal 18 al 24 luglio). È stata inviata una lettera ai parroci, con tutti i dati logistici e i costi per entrambe le proposte. La fascia d’età a cui è rivolta la GMG va dai 16 ai 30 anni, perché per i giovanissimi (13-16 anni) la CEI ha programmato il “Giubileo dei ragazzi” che durerà tre giorni (dal 23 al 25 aprile 2016). - La Pastorale Giovanile, insieme a quella degli Oratori, ha elaborato il progetto “Cercatori di Felicità” rivolto ai giovanissimi (13-16 anni). È articolato su 4 livelli: cammino sulle parole proposte dall’ Arcivescovo “ accogliere, ascoltare, accompagnare”; momenti di formazione per Vicarie; gesti di servizio presso l’UNITALSI, la Caritas e la Comunità Papa Giovanni XXIII; momenti di festa. • PASTORALE DEGLI ORATORI .Don Giuseppe Fabbrini esprime un giudizio nettamente positivo sul lavoro svolto dagli oratori durante l’estate. Sarebbe opportuno estendere anche al periodo invernale tale esperienza, come sta già avvenendo in alcune parrocchie ed è necessario continuare a puntare sulla formazione degli educatori, che quest’anno sarà collegata alla Pastorale Giovanile

100 e al tema giubilare. L’Ufficio inoltre si sta preparando al decennale della Giornata “Oratorinsieme”, che si festeggerà nel 2017: si prevede di solennizzare questo momento, affittando il BPA Palas e convocando, in un evento serale, anche i genitori a un incontro con l’Arcivescovo. Per quest’anno sono in programma due iniziative: creare un’Equipe educativa, costituita da educatori già formati, con il compito di contattare i vari oratori parrocchiali per ascoltarne le esigenze e offrire un aiuto; sperimentare, con l’aiuto di Fiorenza Pestelli, un’esperienza di oratorio per ragazzi disabili, che preveda il coinvolgimento dei genitori. Don Giuseppe infine comunica che il finanziamento erogato dalla Regione per gli oratori fino al 2014, per il momento è stato sospeso. È necessario pertanto reperire fondi autonomamente. Quest’anno è venuta in soccorso l’AGE, che ha deciso di devolvere agli Oratori l’8 per mille ad essa destinato. • UFFICIO CATECHISTICO. Don Giorgio Giorgetti comunica che l’Ufficio, oltre all’iniziativa “Prendi e mangia” già illustrata, ha in cantiere un programma di valorizzazione di alcune opere d’arte o testimonianze culturali non ancora sufficientemente conosciute che sono presenti in alcune parrocchie dell’arcidiocesi (Sant’Agostino, San Fabiano, Cattedrale, Sacra Famiglia). • PASTORALE FAMILIARE. Padre Mario Amadeo riferisce che, per quanto riguarda i Corsi per fidanzati, ne ricostruirà il calendario e prenderà contatti con le varie parrocchie in vista di un possibile “Giubileo dei fidanzati”. Relativamente alla famiglia, è iniziata una collaborazione con il FORUM delle Famiglie: si vorrebbe riprodurre in diocesi il seminario di “Vita Nuova” tenuto da Mons. Renzo Bonetti sulla riscoperta del sacramento del matrimonio, che si svolgerà dal 6 all’8 novembre; si vorrebbe anche organizzare un incontro sul tema “La misericordia in famiglia nei discorsi di Giovanni Paolo II”. Relativamente alle famiglie “ferite”, continua l’iniziativa “Da un cuore ferito a un cuore fiorito”, alla quale si aggiungono cinque incontri, aperti a tutti, sull’”Essere genitori dopo la separazione”. • PASTORALE MISSIONARIA. Don Michele Rossini esprime la sua soddisfazione per la Marcia Missionaria, alla quale hanno partecipato anche tanti giovani (soprattutto scouts). Sarebbe opportuno comunque rafforzare maggiormente il legame dell’arcidiocesi con i suoi missionari. A chiusura di seduta, il Vicario Generale raccomanda di comunicare anche a lui direttamente tutte le iniziative degli Uffici. Alle ore 12.15 l’incontro si conclude con una preghiera. Il verbalista Paola Campanini

101 ENTE SEMINARIO DIOCESANO

ARCIDIOCESI DI PESARO Ente Seminario Diocesano Via Avogadro, 40 - 61122 Pesaro

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE - VERBALE Pesaro, 28 ottobre 2015

Il giorno 28 ottobre 2015, alle ore 18 si è riunito il Consiglio di Amministrazione dell’Ente Seminario Vescovile di Pesaro; erano presenti:

Brizi Don Stefano, Presidente; Bartolucci Dott. Francesco, Consigliere; Boni Prof. Paolo, consigliere; Benzo Rag. Silvana, consigliere; Macchini Rag. Elio, Consigliere Economo;

Assenti giustificati l’Ing. Fumelli Lucio e Don Silvano Pierbattisti

Erano inoltre presenti il Dott. Gaetano Buttafarro, che ha svolto la funzione di segretario verbalizzante, la Dott. Mara Lorenzetti e il Dott. Carlo Nicolini, in qualità di Consulenti del Seminario.

Ordine del giorno: 1. Approvazione tariffe per l’anno 2015/2016; 2. Approvazione bilancio consuntivo 2014 3. Vendita dell’appartamento sito in Via Locchi n. 12 4. Varie ed eventuali

1. Approvazione tariffe per utilizzo Villa Borromeo Le tariffe massime che verranno applicate agli ospiti nel 2015/2016, dovranno essere comunicate alla Regione Marche entro il Mese di Ottobre. I prezzi a persona sono i seguenti: Pernottamento senza prima colazione € 25,00 Pensione completa € 50,00 Mezza pensione € 36,00 Prima colazione € 4,00 Il CdA approva le tariffe.

2. Esame del bilancio consuntivo relativo al 2014 La Dott.sa Mara Lorenzetti illustra il bilancio dell’ente Seminario relativo all’esercizio 2014, che presenta un risultato positivo.

102 Terminata la presentazione del bilancio si è svolta una serena discussione sugli aspetti più significativi; in conclusione il Bilancio consuntivo del 2014 è stato approvato all’unanimità.

3. Vendita dell’appartamento sito in Pesaro, via Locchi n. 12 L’economo Rag. Macchini riferisce che l’agenzia Bianchi Lalla di Pesaro ha presentato una proposta di acquisto da parte di un privato, riferita all’appartamento di proprietà dell’ente Seminario. Il prezzo di acquisto proposto è di € 150.000. Considerato che l’appartamento, per essere utilizzato, avrebbe bisogno di un investimento di circa € 60.000 per il rinnovo degli impianti e per la ristrutturazione del bagno e di altri ambienti, si ritiene opportuno aderire alla proposta e procedere alla vendita dell’appartamento suddetto. Il CDA aderisce alla proposta dell’economo e la approva.

4. Varie ed eventuali Housing sociale Il Dott. Nicolini riferisce che è necessario integrare il regolamento del Seminario vescovile al fine di rendere possibile presentare al Comune di Pesaro le attività di Villa Borromeo nel settore dell’aiuto all’affronto della emergenza abitativa. Considerato che già a Villa Borromeo vengono ospitati numerosi lavoratori fuori sede e altri soggetti bisognosi di un alloggio a prezzi agevolati, tenuto conto che l’ente locale potrebbe in questo caso esentare il Seminario dal pagamento dell’IMU, si approva l’integrazione del regolamento così come proposta. Convenzione con l’arcidiocesi di Pesaro Si ritiene opportuno regolare con apposita convenzione l’utilizzo dei locali del Seminario per la realizzazione di eventi di tipo pastorale. Il dott. Buttafarro ricorda che al piano giardino del Seminario svolge la propria attività l’Istituto Superiore di Scienze religiose; durante l’anno liturgico il Seminario ospita inoltre gran parte della iniziative rivolte ai fedeli: incontri, esercizi spirituali, seminari di studio, ecc. La proposta è di consentire l’utilizzo dei locali gratuitamente. Il CDA approva. Alle ore 19,30 la seduta è terminata.

Il Presidente Il Segretario Don Stefano Brizi Gaetano Buttafarro

103 ATTIVITÀ DEGLI UFFICI PASTORALI

- UFFICIO COMUNICAZIONI SOCIALI, CULTURA E STAMPA

- UFFICIO PASTORALE CATECHISTICA

- UFFICIO PASTORALE SANITARIA

- UFFICIO PASTORALE MISSIONARIA E COOPERAZIONE TRA LE CHIESE

104 UFFICIO COMUNICAZIONI SOCIALI CULTURA E STAMPA

ARCIDIOCESI DI PESARO Ufficio Comunicazioni Sociali, Cultura e Stampa Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422 e-mail: [email protected]

Pesaro, 5 ottobre 2015

NUOVE UNITÀ PASTORALI

Una nuova “Unità Pastorale” si è aggiunta alle otto già istituite da S. E. Mons. Piero Coccia in seguito alla riorganizzazione “geografica” del nostro territorio diocesano apportata dopo la sua prima Visita Pastorale, conclusasi nel 2011. Si tratta dell’Unità composta dalle Parrocchie di Sant’Ermete Martire in Gabicce Monte e della SS. Trinità in Case Badioli, che l’Arcivescovo ha affidato, con decreto del 1 ottobre 2015, ai sacerdoti Gualtiero Galanti (moderatore) e Semri Santini. Nella sera dello stesso giorno, inoltre, Mons. Coccia ha incontrato gli Operatori Pastorali di altre due Parrocchie – Santi Vito e Modesto in Mombaroccio e Santa Susanna in Villagrande – annunciando loro di voler riunire le due comunità in una decima “Unità Pastorale” , verso la quale li ha invitati ad iniziare un cammino sempre più “spedito e consapevole” con l’aiuto di don Enrico, padre Renato, don Nicolas e del diacono Emilio Pietrelli. L’Arcivescovo – dopo avere ricordato che nella nostra diocesi per “Unità pastorale” si intende il raggruppamento di due o più parrocchie confinanti e aventi caratteristiche simili, le quali, pur rimanendo giuridicamente distinte, hanno un solo parroco, un solo Consiglio Pastorale, un solo Consiglio degli Affari economici e programmano insieme tutta l’attività pastorale – ha spiegato i motivi della sua decisione. C’è indubbiamente una “necessità” imposta dall’esiguo numero dei sacerdoti diocesani e dall’elevato livello della loro età media. Ma ci sono anche ragioni di “opportunità” soprattutto per le parrocchie più piccole, che, unendosi, hanno l’occasione di esprimersi in un vissuto di comunione, di corresponsabilità e collaborazione, superando ogni forma di campanilismo: il che significa valorizzare maggiori carismi e risorse, offrire una risposta più articolata ai bisogni del territorio, promuovere una presenza culturale più incisiva. Il tutto naturalmente sempre in stretta unità con gli Uffici diocesani competenti. Questa innovazione, ha sottolineato l’Arcivescovo, richiede un cambiamento di mentalità e di cuore. Un cambiamento che don Enrico e il diacono Emilio hanno assicurato essere già iniziato: c’è consapevolezza e disponibilità negli Operatori Pastorali e sono già state prese delle iniziative in comune negli ambiti della liturgia,

105 della catechesi, della Caritas, della pastorale familiare, dei giovanissimi. L’”Unità Pastorale” dunque potrà essere di aiuto a vivere quanto è scritto in uno degli Statuti che Mons. Coccia ha distribuito ai presenti:” Nella struttura della comunità cristiana la ricchezza dello Spirito si rende visibile in compiti diversificati e stabili, a partire da quello del pastore che guida la comunità. Ma in forza del Battesimo tutti i Battezzati sono chiamati alla santità e a portare il proprio contributo all’opera di salvezza”.

Paola Campanini (da “Il Nuovo Amico”)

106 ARCIDIOCESI DI PESARO Ufficio Comunicazioni Sociali, Cultura e Stampa Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422 e-mail: [email protected]

Pesaro, 26 ottobre 2015

“E VOI CHI DITE CHE IO SIA?”

Venerdì 6 novembre, alle ore 21.15, presso il Teatro Sperimentale “O. Giansanti”, l’Ufficio Catechistico e l’Ufficio Comunicazioni Sociali della nostra Arcidiocesi presentano lo spettacolo di arte, musica e poesia dal titolo “E voi chi dite che io sia?” Si tratta di una “Veglia” in preparazione al Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” (9-13 novembre), promossa per accogliere l’invito dei Vescovi italiani a “lasciarsi interpellare dalla persona di Gesù e dalle sue domande, accettando la provocazione di un confronto diretto con Lui, perché è solo da tale confronto che può emergere una nuova consapevolezza di se stessi”. Il lavoro tenta di ricostruire ciò che accadeva nell’incontro con Gesù, il fascino e lo sconcerto che provavano le persone di fronte alla pretesa incomprensibile di quell’uomo che diceva di essere “la Via, la Verità, la Vita”; le ragioni di chi non gli ha creduto e di chi, invece, si è fidato di Lui. I testi, che saranno letti da 12 catechisti di altrettante parrocchie, saranno accompagnati da immagini (con qualche incursione nella cinematografia) e musica (in parte registrata, in parte dal vivo), nella consapevolezza, riaffermata anche da Papa Francesco nell’ “Evangelii gaudium”, che l’arte e la musica possono essere importanti strumenti di annuncio. Nello spettacolo sono state coinvolte anche alcune Scuole Cattoliche dell’arcidiocesi, con circa 130 bambini e ragazzi: le Scuole Primarie delle Suore Missionarie della Fanciullezza e delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore ; le Scuole Secondarie di 1° e 2° grado della “La Nuova Scuola” (E. Campanini, G.L. Storoni, E.Piccinini). Il tutto con la regia di Lucia Ferrati. L’ingresso è libero.

Paola Campanini (da “Il Nuovo Amico”)

107 ARCIDIOCESI DI PESARO Ufficio Comunicazioni Sociali, Cultura e Stampa Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422 e-mail: [email protected]

Pesaro, 16 novembre 2015

NUOVO PARROCO DON STEFANO BRIZI

“La vita, anche quella della Chiesa, è strutturata in modo tale che siamo tutti anelli connessi: riceviamo in eredità quello che la traditio ci affida, per riconsegnarlo rinnovato dalla nostra presenza e dalla nostra opera”. Con queste parole l’Arcivescovo Piero Coccia ha affidato, domenica 15 novembre, la guida dell’Unità Pastorale del Centro Storico (formata dalle parrocchie di Santa Maria Assunta, di San Giuseppe e dei Santa Giacomo e Lucia) al Vicario Generale don Stefano Brizi, il quale succede a don Gino Rossini, parroco della Cattedrale per diciassette anni e pastore della prima “Unità Pastorale” della nostra arcidiocesi. Il ricordo doloroso della recente perdita di don Gino non ha offuscato la gioia e la riconoscenza per il dono del nuovo parroco, don Stefano. Lo si è avvertito chiaramente nelle parole pronunciate da un parrocchiano, Paolo Camillini, a nome di tutta la comunità: “Il Signore non si scorda dei suoi figli. Il Signore non si è scordato della nostra parrocchia. Grazie a don Gino, ha lasciato dei segni indelebili nella vita di tanti. Tutti hanno visto l’affetto che è stato dato e che abbiamo ricevuto. Don Gino, hai visto la Chiesa piena di gente per te; hai visto quanto bene è venuto per l’amore, a volte anche sofferto, che avevi verso il Signore e verso il Suo popolo. Ora il Signore, attraverso il Suo Pastore, il Vescovo, ci dona la grazia di un nuovo parroco. Quanto non è scontato, in questi tempi, avere un tale dono! Grazie, Eccellenza. Grazie per la sua premura di padre e pastore. Grazie a don Stefano che ha detto sì. Grazie al Signore, che sempre ci sceglie e ci accompagna da vicino”. Un misto di gioia e trepidazione si è colto anche nel saluto che don Stefano ha rivolto alla nuova “porzione di gregge” a lui affidata: “Carissimi sorelle e fratelli, desidero rivolgere il mio affettuoso saluto, uno per uno, a tutti coloro che fanno parte delle parrocchie dell’Unità Pastorale del Centro storico. Accolgo con gioia dal nostro pastore Piero la missione affidatami. Non nascondo il timore per questo compito, ma confido con animo filiale nell’assistenza dello Spirito Santo, nella fraterna collaborazione di don Roberto Sarti, nella preziosa presenza di don Silvano, di don Corrado e don Marcello, ai quali mi lega una sincera amicizia; del diacono Mauro, di don Marco e di tutto il Capitolo dei Canonici; in maniera speciale del Consiglio Pastorale, del Consiglio degli Affari Economici e di tutti gli Operatori pastorali, specie dei più giovani. Desidero salutare con affetto tutte le comunità religiose maschili e femminili presenti nel territorio dell’Unità Pastorale e tutte le realtà associative, specie quelle che sono illuminate dalla presenza dei giovani operanti nelle parrocchie. Nel cammino che il Signore ci indica ci sarà la necessità della collaborazione, della corresponsabilità

108 e della comunione tra tutti. Vengo tra voi con l’atteggiamento descritto da San Paolo: ‘Non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede. Siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete già saldi’. Camminare insieme: è questo l’atteggiamento che spero possiamo avere come punto di riferimento, cercando di fare attenzione a tutti coloro che hanno il passo più affaticato per le tante prove della vita. Così come ci insegnano a fare il Centro di Ascolto della Caritas, presente nel nostro territorio e la famiglia di don Gaudiano, la cui esperienza è nata proprio a due passi da questa chiesa. Desidero poi con tutti voi cercare di continuare il cammino tracciato dallo Spirito attraverso la generosa guida di chi mi ha preceduto, don Gino Rossini, che ci ha lasciato come eredità uno speciale amore alla Chiesa, alla propria vocazione di sacerdote e una generosità pastorale che non si è fermata neppure di fronte alla malattia. So che insieme ai diaconi Antonio, Rolando, Cesare e ai pastori che hanno servito queste comunità parrocchiali, non mancherà di vegliare sulla sua comunità. Permettete un ricordo affettuoso anche a tutte quelle comunità con le quali ho avuto la gioia di compiere un tratto di strada: l’Unità Pastorale di Belvedere Fogliense e di Padiglione; la parrocchia di Osteria Nuova e, anche se per poco tempo, la parrocchia di Montelabbate e l’Unità Pastorale di Gabicce Mare e di Ponte Tavollo. Grazie a tutti per l’affetto che avete dimostrato a me e ai miei familiari. Conto sulla vostra preghiera. Invoco in questa celebrazione, insieme all’Arcivescovo e a tutti i concelebranti, su tutti voi, sui giovani, i bambini, senza dimenticare gli anziani e i malati, la benedizione del Signore e l’intercessione di Maria Assunta, di san Terenzio, nostro Patrono. Vi invito a celebrare questo anno della Misericordia come tempo di grazia, di riconciliazione e di pace in questa epoca così travagliata. E grazie a tutti per la vostra accoglienza”. L’Arcivescovo, ringraziando don Stefano per la disponibilità dimostrata, gli ha augurato un buon cammino con il suo gregge, invitando tutti i componenti al discernimento comunitario, nella comunione, nella collaborazione e nella corresponsabilità.

Paola Campanini (da “Il Nuovo Amico”)

109 ARCIDIOCESI DI PESARO Ufficio Comunicazioni Sociali, Cultura e Stampa Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422 e-mail: [email protected]

Pesaro, 23 novembre 2015

PROF. LUIGI ALICI: LAUDATO SI’ Lo “sguardo diverso” di Papa Francesco sulla cura della casa comune.

È possibile, in un contesto disgregato come quello attuale, caratterizzato da criticità molto differenziate e richiedenti analisi complesse, riuscire a dare una lettura unificante, a fare sintesi senza perdere di vista la concretezza della realtà? Questa è la sfida che Papa Francesco affronta nell’enciclica “Laudato si” e che risolve affermativamente: il messaggio di fondo del testo, infatti, ripetuto in almeno una decina di passaggi, è che “tutto è collegato”, “tutto è connesso”; pertanto “non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia”; anzi, la questione ambientale e la questione sociale, che negli ultimi anni si sono divaricate in maniera un po’ schizofrenica, devono essere di nuovo saldate e ricondotte alla loro casa comune. Un incipit molto interessante quello del prof. Luigi Alici, docente di Filosofia morale all’Università di Macerata, invitato giovedì scorso a Palazzo Antaldi, per un incontro presieduto da S. E. Mons. Piero Coccia, promosso dal prof. Paolo Boni e svoltosi alla presenza di un folto pubblico. Ma come si è giunti alla suddetta divaricazione? Lo ha spiegato il relatore attraverso un rapido excursus storico. L’ecologia è nata nella seconda metà dell’ ‘800, in un contesto darwiniano, come studio scientifico (ramificatosi poi in varie specializzazioni) delle relazioni tra gli organismi e l’ambiente. A partire dagli anni ’70 del Novecento il filosofo e alpinista norvegese Arne Naess ha teorizzato la distinzione tra “ecologia superficiale” (per la quale la natura è una risorsa al “servizio” dell’uomo) ed “ecologia profonda”, per la quale, invece, è il mondo naturale ad avere il primato sull’essere umano, che ne costituisce solo una parte. Questa ideologia, che oggi sta contagiando tanti giovani, sostiene che, per realizzare un’armonia ecologica, si debba, a livello teorico, rinunciare ad ogni forma di “antropocentrismo” che riconosca la signoria dell’uomo sulla natura e, a livello pratico, ridurre la popolazione umana sovraffollata, limitandone l’interferenza nell’ecosistema. All’interno delle culture ecologiste, dunque, si è fatta progressivamente strada la tesi che l’uomo non abbia alcuna autonomia nei confronti del mondo animale, non sia padrone di niente, anzi sia il vero nemico dell’ambiente. Il bersaglio polemico di questa “deep ecology” non è soltanto l’antropocentrismo nato in epoca moderna, ma anche quello che avrebbe avuto origine con la Genesi, là dove è scritto che il Creatore , affidando all’uomo tutto il creato, gli ordinò di “dominare” la Terra.

110 Di fronte a questo contesto, come si pone il Papa? In modo molto intelligente. Non assume posizioni pregiudizialmente polemiche, cedendo alla difesa retorica della superiorità dell’uomo sulla natura. Anzi prende molto sul serio le preoccupazioni degli ecologisti, si cala nelle loro ragioni; fa un’analisi lucidissima dei danni che l’uomo ha arrecato all’ambiente impostando i suoi modelli di sviluppo in maniera dissennata; “detronizza” l’uomo, ricordandogli che “non è Dio e che la terra lo precede e gli è stata data” (67). Tuttavia lo sguardo del Pontefice è diverso, più ampio e penetrante: coglie all’interno stesso delle tesi ecologiste (soprattutto dell’ecologia profonda) alcune importanti contraddizioni. Come mai nel campo dell’etica, la natura a volte acquista un valore intrinseco, assoluto, severamente “normativo” (ad esempio: la foresta amazzonica ha un valore “in sé” e la sua difesa viene prima di qualsiasi interesse o potere), mentre altre volte il valore di quella stessa natura diventa del tutto relativo e subordinato agli interessi dei singoli (vedi tutto il dibattito relativo all’aborto, al gender, alle questioni di bioetica)? E come mai l’ “approccio integrale”, giustamente invocato dagli ecologisti, è rivolto di fatto solo alle ferite dell’ambiente naturale e non anche dell’ambiente sociale? “C’è un’evidente incoerenza, dice il Papa in chi lotta per il traffico di animali a rischio di estinzione e rimane indifferente di fronte alla tratta di persone, si disinteressa dei poveri o è determinato a distruggere un essere umano che non gli è gradito” (91). Contraddittorio è anche negare il primato dell’uomo sull’ambiente naturale: se è vero infatti che l’uomo non ha un primato nel senso di un “potere” (perché non è padrone di niente), è vero tuttavia che solo l’uomo può esercitare la “cura” dell’ambiente. In questo sta la sua “signoria”: nella custodia, nel servizio, nella responsabilità, che sono prerogative esclusivamente umane. Bisogna dunque “tenere tutto unito”. Unito anche il creato al Creatore: il che “non è romantico e irrazionale, perché influisce molto concretamente sulle scelte che determinano il nostro comportamento” (11). Così terremo anche collegati i piedi, con cui stiamo sulla terra, alla testa, con cui guardiamo il cielo.

Paola Campanini (da “Il Nuovo Amico”)

111 ARCIDIOCESI DI PESARO Ufficio Comunicazioni Sociali, Cultura e Stampa Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422 e-mail: [email protected]

Pesaro, 23 novembre 2015

MOSTRA “ABRAMO E LA NASCITA DELL’IO”

Un ringraziamento non formale, ma autentico e profondo la Nuova Scuola rivolge ai tanti che hanno condiviso la preparazione della Mostra “Abramo e la nascita dell’io” ed hanno affollato – venerdì 20 novembre, in occasione della sua inaugurazione – il Salone Metaurense della Prefettura. Oltre agli insegnanti, agli studenti, ai genitori e a tutto il personale, esprime la sua gratitudine a don Mario Florio, direttore dell’Ufficio Diocesano per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso; a don Giorgio Giorgetti, per il grande lavoro biblico svolto anche con la comunità ebraica di Ancona; a don Giorgio Paolini e al Movimento dei Focolari, nelle persone in particolare di Cinzia e Giuseppe Bezziccheri, per la loro lunga e preziosa amicizia con i fratelli islamici della moschea del Gallo. Un grazie speciale a Nahmiel Ahtonee, ministro del culto ebraico di Ancona e a Hicham Rachdie, presidente della Comunità Islamica della nostra provincia, i quali hanno raccontato il ruolo del patriarca nelle loro tradizioni religiose. A portare il suo saluto la sera dell’inaugurazione è intervenuto per primo il dott. Luigi Pizzi, “padrone di casa”, che ha gentilmente concesso anche la Sala Laurana, dove la Mostra sarà visitabile fino al 2 dicembre. “Nessuno poteva immaginare, ha detto il Prefetto, che questa inaugurazione coincidesse con giorni così drammatici, connessi al dialogo interreligioso. Si può dire che la Nuova Scuola abbia avuto una visione profetica: la risposta migliore alla violenza insensata, infatti, è il dialogo e con questa iniziativa possiamo lanciare anche noi, qui da Pesaro, nel nostro piccolo, questo messaggio”. “Un messaggio che va rivolto soprattutto ai giovani, ha aggiunto, a nome del Sindaco e dell’amministrazione comunale l’assessore Giuliana Ceccarelli; il loro grande desiderio di entrare nella storia da protagonisti deve essere sorretto da noi, che non dovremmo mai considerare sorpassati la speranza e il coraggio di portare avanti degli ideali. Questa mostra ci permette di ripercorrere un pezzo della nostra storia ed anche di entrare dentro di noi per riflettere”. Sulla valenza educativa della Mostra si è soffermato anche l’Arcivescovo Piero Coccia: ”Il mondo di oggi è un mondo plurale, ma per convivere nel rispetto reciproco, gli uomini hanno bisogno di ritrovare nell’ “io” il punto di convergenza. Abbiamo bisogno di ricostituire il soggetto nella sua libertà, nel rispetto dell’alterità e nella ricerca della verità”. Ma in questo momento di violenza e confusione, ci sono uomini di pace e di buona volontà, che vivono una responsabilità per il bene comune di fronte a Dio e al mondo?

112 La domanda è stata posta - via skype – a mons. , inviato permanente della Santa Sede all’O.N.U. “Nel Congresso internazionale di Ginevra, dove ci sono i rappresentanti di quasi tutti i Paesi del mondo, ha risposto, ci sono veramente degli uomini che vogliono collaborare con persone di credo e di culture diverse per la costruzione di un futuro comune. Certo, è un momento difficile, con focolai di violenza che complicano gli sforzi di queste persone. In questo contesto l’equilibrio interiore e la capacità di relazionarsi in maniera concreta e amichevole con gli altri diventano delle qualità urgenti e necessarie”. Il contenuto della Mostra è stato illustrato, attraverso un’articolata e avvincente relazione, da don Daniele Federici, docente di storia e filosofia presso i Licei della Nuova Scuola. Egli ha sottolineato che Abramo non va proposto come ideale etico-morale (il che sarebbe ridicolo, come afferma Kierkegaard, data la nostra sproporzione), ma come personaggio storico con il quale per la prima volta è nato l’io, per la prima volta l’uomo ha scoperto la sua identità, il suo cuore: un insieme di esigenze (di amore, di pace, di bellezza, di felicità); un insieme di evidenze (per cui riconosce il bene e il male, è capace di giudicare); una “vocazione” alla vita, che gli viene affidata come compito. In un tempo come questo, in cui l’uomo è “fugitivus cordis sui” e sembra non avere più evidenze né compito, la strada per ritrovare l’io è quella di Abramo: desiderare e domandare innanzitutto per sé che accada una “vocazione”, “un piccolo semplice avvenimento” (come lo chiama Pasolini), capace di cambiare la vita e di iniziare una storia.

Paola Campanini (da “Il Nuovo Amico”)

113 ARCIDIOCESI DI PESARO Ufficio Comunicazioni Sociali, Cultura e Stampa Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422 e-mail: [email protected]

Pesaro, 23 novembre 2015

NUOVO DIACONO GIUSEPPE LEONE

Due feste ricorrevano sabato 21 novembre, giorno dell’ordinazione diaconale di Giuseppe Leone: la Presentazione di Maria al Tempio e la Festa di Cristo Re. “Una data – ha detto al termine della celebrazione il neo-diacono, salutando e ringraziando i tanti convenuti in Cattedrale per l’occasione – che il Signore ha scelto appositamente per me, ne sono certo: con Maria e come Maria ho fatto la mia presentazione a Dio; e Dio ha risposto proclamando la sua regalità sulla mia vita. Il Signore è veramente il Risorto, il Dio vivente in mezzo a noi, che fa risorgere”. “Ogni ordinazione diaconale riempie di gioia la comunità cristiana”, ha affermato l’Arcivescovo Piero Coccia. Soprattutto – si potrebbe aggiungere – quando essa avviene a distanza di non molti mesi da altre ordinazioni e quando è tappa di una chiamata ancora più radicale: quella al presbiterato vissuto in questa diocesi. Giuseppe, infatti, originario di Tivoli, si è trasferito nel 2000 a Pesaro e qui sono maturate la sua conversione e la sua chiamata al sacerdozio. È stato don Luciano Paolucci, rettore del Seminario Regionale di Ancona, a presentare l’ “ordinando”: “Oggi Giuseppe si rende disponibile a consacrare tutta la sua vita al servizio di questa chiesa di Pesaro e al suo popolo, in particolare a favore dei fratelli e delle sorelle che poco conoscono il Signore o che vivono in situazioni di fatica o di disagio: persone con cui il Padre misericordioso lo ha fatto ripetutamente incrociare lungo la strada. E noi, che lo abbiamo accompagnato in questi anni, pensiamo possa farlo con generosità e dedizione”. L’Arcivescovo, dopo aver accolto l’attestazione della degnità di questo giovane uomo a ricevere il diaconato e dopo aver “espresso gratitudine ai suoi genitori, a tutti coloro che lo hanno aiutato a ritrovare la verità della vita nella fede, a quanti lo hanno accompagnato in vari modi nella esperienza di crescita spirituale e ai Superiori del Seminario Regionale che tante energie hanno profuso nel suo cammino di formazione verso il sacerdozio”, ha individuato nella liturgia del giorno le indicazioni per vivere questa chiamata nella sua interezza e bellezza. “Caro Giuseppe - ha detto - il diaconato si pone come servizio al mistero di Cristo e si configura come segno dell’Eternità. Esso implica perciò la testimonianza dell’Eterno: dimensione indispensabile al mondo, perché una vita schiacciata nella sola temporalità equivale all’inferno”. “L’esperienza diaconale esige anche fedeltà e totalità: non sono ammessi percorsi alternativi, negoziazioni con altre esperienze, compromessi e opportunismi vari; la fedeltà di Cristo al Padre è stata integrale, ha avvolto la sua vita dall’inizio alla fine”.

114 “Cristo, inoltre, non ha esitato, di fronte a Pilato, a definirsi re. Una regalità, la sua, strettamente connessa con la verità. In questa prospettiva il diaconato va vissuto come testimonianza e servizio alla verità di Cristo”. “Caro Giuseppe – ha concluso l’Arcivescovo – anche la tua esperienza personale sta a dimostrare come il Signore si sia fatto per te verità. Restituisci ora quanto hai ricevuto, nella convinzione che il diaconato è un dono per la comunità intera, affinché essa cresca sempre più nella pienezza della fede”.

Paola Campanini (da “Il Nuovo Amico”)

115 ARCIDIOCESI DI PESARO Ufficio Comunicazioni Sociali, Cultura e Stampa Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422 e-mail: [email protected]

Pesaro 14 dicembre 2015

L’ARCIVESCOVO CELEBRA IL NATALE NELLA SCUOLA DELLE SUORE MISSIONARIE DELLA FANCIULLEZZA

“Una triade racchiude il significato dell’impegno con cui le Suore Missionarie della Fanciullezza desiderano vivere questo anno giubilare: tenerezza, derivante dalla misericordia e messa al servizio della fanciullezza. In questo modo la misericordia diventa missione, suscita pazienza e passione educativa e fa vivere una nuova umanità in Cristo”. C’era l’eco del recente Convegno di Firenze e del Giubileo appena iniziato nelle parole di saluto rivolte da suor Graziella all’Arcivescovo Piero Coccia, invitato sabato 12 dicembre, in occasione dell’imminente Natale, a celebrare una Santa Messa per alunni, docenti, genitori delle Scuole dell’infanzia e primaria di via Flaminia. Molto grato si è detto l’Arcivescovo innanzitutto verso le Suore della Fanciullezza, il cui carisma educativo si rivela sempre più essenziale nella società odierna, dove appare ormai a tutti evidente quanto sia necessario ripuntare sull’educazione e ripartire dall’educazione. Ma motivo di gioia e di speranza lo hanno offerto anche i genitori, che con la loro presenza così numerosa e partecipe rendono credibile una prospettiva positiva per il futuro. Certo la crisi delle famiglie è un fenomeno drammatico dei nostri tempi, ma ce ne sono ancora molte che, pur tra tante difficoltà, hanno a cuore la formazione dei figli, desiderano condividere con la scuola la responsabilità educativa e diventare, come ha affermato una mamma nell’intenzione di preghiera, “luoghi in cui si vive, si testimonia, si educa alla pace e alla solidarietà, delle quali l’umanità intera ha eterno bisogno”. Di un altro importantissimo dono, inoltre, possono godere le Suore Missionarie della Fanciullezza: la vicinanza e il sostegno della parrocchia in cui si trovano ad operare. Sostegno e vicinanza testimoniati anche dalla presenza costante del parroco don Giuseppe, che anche quest’anno ha concelebrato la Messa prenatalizia con l’Arcivescovo. Di questa alleanza con la comunità cristiana la scuola cattolica ha particolarmente bisogno per rendere più proficuo il suo impegno e la sua fatica. Se ne sono visti i frutti anche sabato scorso: bambini attenti, pronti nelle risposte, concentrati nel pregare, nel cantare e nel suonare. Piccoli segni “profetici” di un’umanità rigenerata, che va tenacemente difesa e custodita. Paola Campanini (da “Il Nuovo Amico”) 116 ARCIDIOCESI DI PESARO Ufficio Comunicazioni Sociali, Cultura e Stampa Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422 e-mail: [email protected]

Pesaro 14 dicembre 2015

APERTURA DELLA PORTA SANTA

“L’uomo è mistero a se stesso. La sua tensione a superare i propri limiti non trova mai un punto definitivo. La perfezione rimane sempre un’aspirazione, non si realizza mai compiutamente. Per questo la preghiera quotidiana della Chiesa inizia con le parole ‘O Dio vieni a salvarmi! Signore, vieni presto in mio aiuto!’. È da questa strutturale condizione di debolezza che ogni persona ha bisogno di essere salvata. È questa “miseria” che necessita di un “cuore” che la ami e la trasfiguri. È stata forse la percezione di questo bisogno umano – percezione magari vaga in alcuni casi e mescolata con la curiosità di assistere a un evento inconsueto – che ha spinto tanta gente ad accalcarsi, domenica 13 dicembre, alla Porta della Cattedrale, aperta dall’Arcivescovo Piero Coccia per dare simbolicamente e ufficialmente inizio, anche nella nostra diocesi, all’anno giubilare. “Voglia di fede” – è stato scritto. Sì, ma non nel senso di “voglia di illudersi”. Piuttosto desiderio naturale di scoprire o riscoprire nella propria vita segni evidenti di quella Misericordia che il Papa ha definito “atto supremo con il quale Dio ci viene incontro”. Gesù Cristo è il volto di questa Misericordia. La sua presenza viva da secoli si manifesta nella storia attraverso opere di carità, di solidarietà, di bellezza e di perdono. “Opere di misericordia – ha sottolineato l’Arcivescovo nella sua omelia – che, opportunamente praticate, ci danno la possibilità di creare un sistema diverso da quello conflittuale del mondo contemporaneo. In fondo anche il cosiddetto “stato sociale” storicamente è stato generato dalle opere di misericordia vissute nella logica della giustizia”. La Misericordia va implorata con la preghiera e va vissuta con opere concrete: solo così possiamo educarci alla vera solidarietà che è la forma più alta di giustizia. “Siamo grati, ha concluso mons. Coccia, al magistero di Papa Francesco che ci sta aprendo il cuore e gli occhi su tante realtà di disumanità. Auguro alla nostra chiesa e alla nostra comunità civile che questo Anno Santo porti parole e gesti di consolazione ai poveri, annunci la liberazione a quanti sono prigionieri delle nuove schiavitù della società moderna, restituisca la vista a chi non riesce più a vedere perché curvo su sé stesso e ridoni dignità a quanti ne sono stati privati”.

Paola Campanini (da “Il Nuovo Amico”)

117 UFFICIO PASTORALE CATECHISTICA

ARCIDIOCESI DI PESARO Ufficio Pastorale Catechistica-Apostolato Biblico Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422 e-mail: [email protected]

PRENDI E MANGIA Appuntamento mensile per “assaggiare” la parola di Dio Ore 21,15

Domenica 11 ottobre 2015, h. 17.00 - Sinagoga Osea: misericordia e tenerezza Commento musicale: Cecilia Caroceti, violino Voce narrante: Lucia Ferrati Interviene: Vittorio Robiati Bendaud

Sabato 14 novembre 2015 – Chiesa di San Giacomo Isaia: la salvezza è per tutti Commento musicale: Le Flutes joyeuses Voce narrante: Lucia Ferrati Interviene: Tonino Nepi e Rosanna Marchionni

Sabato 5 dicembre 2015 – Chiesa di San Francesco Salmo 130: dal profondo a te grido o Signore Commento musicale: Giovani musicisti Voce narrante: Lucia Ferrati Interviene: Suor Chiara Elisabetta

118 Pesaro, 11 ottobre 2015 1° incontro “Prendi e mangia”

PROFETA DI UN DIO INNAMORATO DELL’UOMO

Ambientazione storica L’attività di Osea si svolge nel regno del Nord in un clima di fervido sviluppo economico consentito dall’atteggiamento dell’Assiria, assorbita nei suoi problemi interni. che lascia aperta la possibilità di rapporti ai piccoli vicini che sollevano la testa e prendono più iniziativa: solo in Israele in 20 anni si alternano una decina di re in un clima di intrighi e confusione. Come anche Amos, il nostro non è un profeta di corte, anzi non nomina neppure un re, classificando anche l’istituzione monarchica tra le cause di confusione e di tradimento. Osea ha davanti a sé il pericolo dell’idolatria: al tempo del profeta la gente pensava che il dio dei vincitori fosse il più forte e quando si stringevano alleanze, nei rituali di corte, si introducevano riti o segni delle divinità della nazione alleata. E ancora: Israele era un popolo originariamente di pastori con scarse conoscenze riguardo all’agricoltura praticata nel paese di Canaan, dove i pastori con migrazioni successive si erano inseriti. Ma il vero problema era che la tecnica dell’agricoltura era compenetrata dalla religione naturalista cananea con i suoi riti e i suoi momenti e qui la gente non riusciva più a distinguere: si affidava a Baal per chiedere buoni raccolti mentre nella sua memoria ricordava di essere stata liberata dall’Egitto da YHWH. Già Geroboamo aveva posto nel tempio di Samaria dei vitelli d’oro come ornamento e i sacerdoti dei vari santuari accoglievano con facilità pratiche che ammiccavano al Baalismo: il risultato di ciò era una baalizzazione pratica del Dio dell’alleanza, ed è qui che Osea ci aiuta anche con la sua vicenda personale a riconquistare un’immagine autentica del Dio dell’alleanza. Per questo le due immagini associate a Dio sono sposo e padre e non padrone come significa baal: anzi nonostante il clima di corruzione non compare mai un’immagine di vendetta o di giudizio senza appello ma sempre si lascia spazio alla conversione. Di più: qui c’è un perdono prima ancora che si manifestino segni di pentimento. Il Dio che viene qui disegnato è un Dio innamorato dell’uomo che nonostante tutto quello che succede, sempre spera e sempre ama. È da Osea che parte l’idea di Dio sposo di Israele che passerà a Geremia, Ezechiele, al secondo Isaia e al Cantico. Qui troviamo la teologia dell’amore di Dio, della sua tenerezza che è più forte della collera; tenerezza che è il contrario della debolezza, che è una forza tale da far sparire perfino nel ricordo il peccato ed è in grado di trasformare il cuore dell’uomo. Qui c’è una teologia della storia che vede lo svolgersi degli avvenimenti storici sullo sfondo del progetto dell’amore di Dio.

Attualità del messaggio Una cosa stupisce il lettore che si accosta al testo di Osea: l’originalità dei termini con cui questo profeta ha saputo cogliere i rapporti tra il popolo biblico e il Dio biblico. Dall’esperienza personale dell’infedeltà della sua donna, Osea penetra nell’infinita fedeltà-tenerezza del Dio d’Israele. I rapporti tra Dio e il popolo sono descritti come rapporti d’amore tra madre e figlia, fidanzato e fidanzata, giovane sposo e giovane sposa che si appartengono totalmente. Dio è “madre”, Dio è “sposo”.

119 L’incontro nel deserto è descritto da Osea come fidanzamento, tenerezza, canto, intimità (2,16s). L’alleanza è descritta come un rapporto di totale fedeltà e intimità tra Dio sposo e Isreale sposa, per cui il tradimento o la rottura sembrano un assurdo. Il “ritorno” di Dio e d’Israele. La soluzione della crisi religiosa che Osea prospetta ai contemporanei è formulata dall’espressione “ritornare a Dio”. Però è Dio stesso che per primo ritorna da Israele sua sposa, facendole sperimentare di nuovo le tenerezze del periodo del fidanzamento e del deserto.

La polemica di Osea contro l’idolatria è quanto mai attuale. Le nostre idee su Dio non sono Dio, né i nostri simboli, né i nostri concetti. Il pericolo di divinizzarli è sottile, insidioso perchè non possiamo vivere senza di essi. Se assolutizziamo le nostre rappresentazioni mentali e le vogliamo imporre con forza, se sacrifichiamo loro vittime umane stiamo cadendo nell’idolatria. Se ci immaginiamo un Dio che non si preoccupa della giustizia e si concentra solo nel culto, questa idea è un idolo. Se ci figuriamo un Dio intimidatorio, imparentato con il regime di terrore stiamo cadendo in una idolatria così pure se pensiamo di poter tenere Dio incasellato in una serie di affermazioni. K. Barth ha scritto che il primo teologo è stato il serpente: l’idolatria nasce dalla sua manipolazione delle parole di Dio.

120 Pesaro, 14 novembre 2015 2° incontro “Prendi e mangia”

LO STRANIERO: NEMICO, OSPITE, PROFETA

In questo momento storico in cui lo straniero arriva da noi, in cui il migrante pianta qui fra noi la sua tenda, non abbiamo altra scelta che capire il significato provvidenziale di questo passaggio epocale. E domandarci quale contributo ognuno di noi è chiamato a consegnare a questa storia comune. Che per i credenti germina ancora radici bibliche. 1. la Bibbia è per prima cosa il racconto dell’esodo di Dio, del pellegrino di un Dio che esce dalla sua solitudine e cerca una terra ospitale. L’uomo è la dimora terrena, la terra promessa di un Dio che viene e sta alla porta e bussa e attende che gli si apra (Ap 3,20). Il Misericordioso senza casa cerca casa. E la cerca proprio in me. Ognuno è il luogo dell’esodo di Dio. Ma Dio non invade, sta alla porta. E in questo cercare casa, in questo cercare ospitalità, appare un Dio che è straniero, costitutivamente forestiero nel mondo, che cerca casa nel mondo, e che va e si ferma là dove gli si fa spazio. Ecco perché si identifica con i forestieri, con i poveri, perché sa bene cosa significa cercare casa e non trovarla (“Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto”, Gv 1,11). Ecco perché l’icona del Dio viandante, non accolto e non riconosciuto, è lo straniero. Negare ospitalità allo straniero è negarsi all’incontro con Dio. Non si dà storia di salvezza escludendo lo straniero. 2. una concezione tipicamente biblica e squisitamente spirituale, afferma che la terra è di Dio: tutti gli uomini vi passano, vi faticano, vi migrano, vi dimorano, vi mangiano, vi amano, vi riposano, ma senza mai accaparrarsene un fazzoletto, senza mai poter dire: questo è mio, senza che alcuno mai possa pensare di viverci da solo. Come il padre Abramo, ogni popolo nasce migrante. Ognuno di noi è in viaggio, è inerme, si porta addosso la sua tenda e non trova mai una dimora definitiva né nel suo corpo né nella sua anima: per questo abbiamo bisogno di ospitare e di essere ospitati. Noi tutti viviamo di ospitalità. Nel pane che spezzo e che mi nutre c’è la storia di infinite mani, mani nude sul seme, mani su grandi macchinari, storie di fatiche e forse di sfruttamenti di innumerevoli fratelli. Hai ricevuto, spesso unilateralmente e immeritatamente, molte cose nel campo dell’istruzione, della cultura, della salute, della protezione. Un tessuto di debiti è la tua vita. Esistere non è un diritto, prima ancora è un debito. Sei in debito verso Dio, verso la storia e il lavoro di tanti, e dal momento che inizi ad esistere, tu esisti in alleanza. Vivi dentro l’avere e il dare in eterne alleanze , di eterne alleanze, di eterne comunioni. Da altri a te, da te ad altri: tutto è circuito aperto. Il debito di esistere si paga solo restituendo alleanza. 3. Per la Bibbia l’opposizione radicale, la differenza decisiva non è tra avere ed essere, neppure tra vivere e morire, meno ancora tra vincere e perdere, ma tra il sapermi accolto nel mondo da qualcuno – uomo o Dio -, affidato alla sua sollecitudine, oppure il percepirmi nell’abbandono, come gettato via, pietra che qualcuno si è buttato dietro le spalle, consegnato solo a me stesso e alle mie cure. L’identità dell’uomo biblico è di essere creatura ospitata dentro uno spazio di

121 dono. Il debito di esistere si paga solo diventando a nostra volta creature ospitali, dentro uno spazio di amicizia e di dono. (Ermes Ronchi)

Nei confronti della chiesa italiana e della sua solidarietà con gli immigrati sono stati ampi i riconoscimenti, ma neppure sono mancate le voci discordi. Chi ha scambiato la solidarietà con la dabbenaggine pietistica (concedendo talvolta ai cristiani l’attenuante delle buone intenzioni) e chi vi ha visto raffinati calcoli elettorali. Coloro che parlano del dovere della solidarietà di fronte alle nuove migrazioni avvertono spesso di essere ascoltati con fastidio quasi che, contro ogni buon senso, prendano gusto a turbare il godimento della situazione di benessere faticosamente raggiunta. L’immigrato è per il cristiano il memoriale del proprio status di pellegrino che non quaggiù, ma nei cieli, ha una patria. La nostra pur comprensibile aspirazione al benessere non deve trasformarsi in egoismo né nei confronti delle fasce di italiani emarginati, né nei confronti degli immigrati, che sono i nuovi poveri, quelli più bisognosi. La vera solidarietà cristiana parte sempre dagli ultimi. L’interdipendenza tra popoli e nazioni va assunta come categoria morale per capire il mondo d’oggi. Le migrazioni forzate hanno origine da paesi che versano in drammatiche situazioni, economiche, politiche, religiose e razziali. Migrazioni causate dal mancato rispetto della convivenza umana: il valore della persona, la destinazione fondamentale dei beni della terra, le ragioni di solidarietà tra genti di razza, cultura e religione differente. I migranti sono le prime vittime di un mondo in cui non ci sono cooperazione e pace. In questo contesto l’Italia, memore di un secolo di migrazioni di massa, non può rifiutarsi di accogliere parte di questi migranti, contemperando nel modo più equo le effettive possibilità di accoglienza con il dovere di solidarietà. Purtroppo anche se dobbiamo dare parte del necessario, ancora non riusciamo a privarci del superfluo: siamo vittime di un modello di società che non recepisce i valori della convivenza. E invece come cristiani non possiamo tirarci indietro. Non si tratta di supplire alle decisioni da adottare a livello politico, ma di dare qualcosa di nostro con il coinvolgimento personale: non lasciamoci ispirare dalla paura. I migranti non sono un pericolo ma uomini con la nostra stessa dignità. Esigiamo senz’altro il rispetto delle nostre regole di convivenza, ma nello stesso tempo superiamo il rischio di contrapposizione accettandone la diversità, rispettandone la cultura e la religione. Favoriamone l’associazionismo, valorizziamone l’apporto, prendiamo per primi l’iniziativa del dialogo, costruiamo insieme la città dell’uomo in un contesto europeo più aperto a tutti gli uomini. Solo così le migrazioni saranno occasioni di crescita per tutti. (Luigi Di Liegro) Pesaro, 5 dicembre 2015

122 Pesaro, 5 dicembre 2015 3° incontro “Prendi e mangia”

SALMO 130: DAL PROFONDO A TE GRIDO O SIGNORE

Questo è l’unico salmo delle ascensioni che racconta un cammino notturno, quindi in una condizione che nella Scrittura è l’immagine più efficace per indicare il male. È un cammino notturno fatto nella speranza dell’aurora. La tenebra, la notte, è la categoria più efficace e forte per indicare nella Scrittura che cosa è il male. Nel Vangelo di Giovanni troviamo in diversi testi la descrizione del male, secondo il simbolo della notte. Gv 9,4 La notte è l’impossibilità di amare nel suo Amore, e per quell’amore rifare l’uomo, rinato, nuovo Adamo, dalla terra e dall’acqua, di nuovo immagine e somiglianza di Dio. Gv 9,6-7 La notte è il tempo nel quale ogni cammino è impedito e pericoloso, ogni strada è incerta e insidiosa, ogni via diviene sconosciuta, perchè la luce è assente: Gv 11,9-10. È l’impossibilità di progredire nel cammino, di crescere, cambiare, di divenire gli uomini e le donne migliori che siamo, dirigersi verso l’obiettivo e la pienezza dell’esistenza lasciandosi fare dalla Via. È non divenire più. E questo è il male. Ancora, la notte è il tempo e il luogo nel quale si compie il giudizio a partire dalla manifestazione dell’amore. Il giudizio avviene non per la nostra posizione di fronte al peccato, ma per quello che decidiamo di essere di fronte all’evidenza dell’Amore. Avviene per quello che facciamo dell’Amore che si è reso evidente. Ci giudica l’amore che non abbiamo. Le tenebre sono la scelta di vivere senza aver creduto all’Amore, cioè senza averlo come misura dell’esistenza, suo spessore, sua linfa vitale. È la vita che sceglie di non farsi incontrare dall’Amore che si è rivelato e manifestato nella sua forma piena e definitiva in Cristo. La luce è la prima realtà creata perchè solo la luce trae fuori le creature dall’informe e dall’incolore, libera i loro contorni confusi nelle tenebre e ridà loro spessore, colore, identità, consistenza, verità, realtà. Gesù si proclama luce del mondo: nell’incontro con Lui l’uomo è restituito a se stesso nella sua identità e nel suo esserci, alla possibilità di esistere. Gv 8,12 Per S. Atanasio Questo salmo è la preghiera dei martiri, Annuncia il Cristo che è vittima di espiazione per i nostri peccati (1Gv 2,2). Per Origene colui che grida dalle profondità è lo Spirito di Dio. E ancora per Cassiodoro è il luogo da cui si leva il grido di Pietro, il dolore del pubblicano, il lamento di Giona. Le profondità - ma‘amaqqim viene da ‘amaq, profunda est res I termini derivati significano qualcosa di difficilmente intellegibile, oscuro, difficile,e la valle, il luogo più basso rispetto ai monti. È interessante notare questo duplice rimando di significato Alla sapienza e a ciò che è oscuro e non intellegibile. Come se la verità delle cose, della vita, del nostro rapporto con Dio Sia nascosto e misterioso anche a noi stessi, non sia afferrabile dalla conoscenza, ma espresso dalla consegna e dall’attesa della salvezza. Signore ascolta nella mia voce. Il verbo šama’ significa ascoltare, farsi suddito, dipendente, determinato da ciò che si è ascoltato (obbedienza: ab-audire). Gli orecchi di Dio sono protesi verso la voce dell’orante qašub + le: attentus ad. Da qašab: Tendere, stendersi, stare attento, rivolgere l’attenzione. Supplica è tahanunay, contiene in sé hanun, l’idea dell’essere curvo: è la preghiera che chiede a Dio di

123 curvarsi, che chiede a Dio di raggiungere fino a terra l’orante, fin nelle profondità della notte. Il ripetere la parola “Signore” è proprio di colui che ammira l`enorme peso della misericordia divina. La ripetizione del nome Signore raddoppia l`intensità della preghiera. Questa insistenza sembra creare un diritto. L’orante supplica il Signore di non custodire le colpe, di non tenerle strette, ben custodite perché siano sempre lì. Custodire, (šamar) che è un termine del tutto positivo, è qui usato per dire quasi al Signore di non trasformarsi in un custode dei peccati, di non osservarli attentamente perché non se ne perda neanche uno nel conto. Viene dalla radice che significa palpebra. Il custode è colui che veglia attentamente. Sul figlio (le madri) Sul gregge (i pastori) Sulla città (le sentinelle chiamate appunto šomrim) Yahal, sperare. Essere in condizione disperata, dubbia, incerta, fatale. Si caratterizza per il contesto di dolore. Attendere da feriti, pazientemente, attendere l’aiuto come il malato il medico, il prigioniero la liberazione, il cieco la vista, l’affamato il pane, il povero giustizia. Qui l’orante attende in questo modo la Parola, ferito dal silenzio di essa, assetato e affamato di questa Parola, unica vita. La mia vita verso il Signore Come le sentinelle per il mattino. Il salmista dichiara: io non mi sono lasciato scoraggiare, ho atteso ostinatamente il mattino, ora dopo ora. La veglia del mattino è la risurrezione del Cristo. Il salmista spera, a motivo della risurrezione del Cristo. Attendi (yahal) il Signore, o Israele, poiché con il Signore c’è la misericordia (hesed), L’orante esorta Israele alla speranza certa, all’attesa che certamente si compie grazie a quell’amore che per sempre fa di Israele colui che appartiene a Dio e a cui Dio appartiene. Questo non viene meno. Il ricordo di questo amore sostiene il cammino nella notte. Il verbo fadah da cui deriva anche il termine feduth, è tradotto con redimere, redenzione. Che cosa è la redenzione? È liberare, rivendicare il diritto di libertà, dall’esilio, dalla schiavitù, dal pericolo dalla miseria e riservare per sé, acquisire per sé. Qui la schiavitù, la notte che rende difficile il cammino. Sono le awonoth, una parola che indica il lavoro del fabbro che piega il ferro. E quel ferro rimane nella posizione che egli gli ha dato. È il peccato che distorce ciò che è dritto, che distorce per sempre ciò che è dritto. Rimane così. È un termine che esprime la dimensione della pena che segue la colpa, della ferita che non si rimargina, di un cammino deviato da cui non si riesce a tornare indietro. Indica la sofferenza che ci portiamo dietro per le scelte sbagliate che abbiamo fatto, una sofferenza che ci condiziona, ci impedisce di consegnarci alla pienezza della gioia e della salvezza, ci fa lontani dalla pace, toglie forza alla sequela del Cristo. Ci fa schiavi, in catene. Il cammino è proposto agli schiavi. Il popolo che esce dall’Egitto è un popolo schiavo, con una mentalità da schiavi e non da liberi.

124 UFFICIO PASTORALE SANITARIA

ARCIDIOCESI DI PESARO Ufficio Pastorale Sanitaria Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422 e-mail: [email protected]

Pesaro, 5 ottobre 2015

Ai sacerdoti, Diaconi, Religiosi e Religiose dell’Arcidiocesi di Pesaro

Carissimi, da qualche tempo cerchiamo, nella nostra Diocesi, di riprendere le fila di una pastorale organica e propositiva nel campo della sanità. Ora stiamo muovendo i primi passi per ridare vita alla Consulta diocesana per la Pastorale della Salute, allo scopo di rendere ragione della speranza nel mondo della sanità.

Uno degli obiettivi - forse il più importante - che cerchiamo di perseguire è la sensibilizzazione delle comunità ecclesiali che costruiscono il soggetto primo della pastorale sanitaria.

Per questo abbiamo deciso di programmare ogni anno, oltre alla “Giornata mondiale”, una “Giornata diocesana del Malato”, in preparazione alla festa del Voto, nel Santuario della Madonna delle Grazie.

Richiameremo i temi proposti per la “Giornata” dell’11 febbraio in un contesto di preghiera, di riflessione e di ringraziamento.

Domenica 11 ottobre - Santuario della Madonna delle Grazie ore 17 - momento di preghiera, adorazione e riflessione ore 18 - S. Messa partecipa il Coro Filarmonico Rossini

Vi preghiamo di diffondere questo annuncio, coinvolgendo soprattutto i Ministri straordinari della Comunione e gli stessi malati e anziani, insieme a tutti coloro che, a qualsiasi titolo, operano accanto ai malati.

P. Aldo Marinelli ofm

125 UFFICIO PASTORALE MISSIONARIA E COOPERAZIONE TRA LE CHIESE

ARCIDIOCESI DI PESARO Ufficio Pastorale Missionaria e Cooperazione tra le Chiese Via Rossini, 62 – 61121 Pesaro Tel. 072130043 Fax 072132422 e-mail: [email protected]

Pesaro, 1 Ottobre 2015

Ai Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Responsabile di Movimenti e Associazioni dell’Arcidiocesi di Pesaro

Come ogni anno il Centro Missionario Diocesano, in occasione del mese missionario e della giornata missionaria mondiale, invia il materiale utile a pubblicizzare l’evento. Nella busta trovi il manifesto con il tema della giornata: “Dalla parte dei poveri”, le locandine e i sussidi vari, ricchi di spunti, preghiere e testimonianze da utilizzare con i ragazzi, i giovani, gli adulti, le famiglie, i catechisti. Trovi anche le buste e i salvadanai da utilizzare per le raccolte offerte. Ricordando, come da delibera CEI (n.59 del 3.9.1993), che le offerte raccolte per la Giornata Missionaria rientrano tra le collette a carattere universale obbligatorio e vanno trasmesse integralmente senza trattenere nulla, in curia o al C.M.D, per essere inviate alle Pontificie Opere Missionarie-Fondazione Missio. L’anno scorso è stata raccolta e inviata la somma di Euro 18.997, di Euro 4.592 per l’infanzia missionaria e di Euro 850 per adozioni a distanza.

La GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE si celebra il 18 Ottobre sullo sfondo dell’Anno della Vita Consacrata, con cui sussiste un forte legame: la Sequela di Gesù. La missione è passione per Gesù e “chi segue Gesù non può che diventare missionario”, ci ricorda Papa Francesco nel suo messaggio per l’odierna Giornata Missionaria. Il tema dell’Ottobre Missionario “dalla parte dei poveri”, propone a ciascuno una seria riflessione sull’impegno ad uscire da se stessi per andare verso l’Altro, cioè verso Dio stesso che è presente nel povero, nello straniero, nel malato, nel deluso dalla vita. A ciascuna di queste persone Gesù ha donato uno sguardo di misericordia capace di guarire e dare senso alla vita. Nel 50° anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II, il Santo Padre ha indetto l’Anno Santo della Misericordia, ricordando ad ogni cristiano che solo se avremo i miseri nel cuore, se staremo dalla parte dei poveri, saremo soccorsi da Dio. In questo modo ogni cristiano è chiamato a sentirsi missionario, in questo mese ci viene data l’occasione per riflettere, pregare ed essere solidali con coloro che ogni

126 giorno portano l’amore di Gesù a chi ancora non lo conosce.

Le 5 settimane del mese missionario possono essere animate nelle parrocchie è comunità secondo le indicazioni della guida “l’animatore missionario” e dell’apposita locandina allegata al materiale, i temi settimanali e le forme di preghiera proposte sono:

1° Settimana - CONTEMPLAZIONE - Adorazione eucaristica 2° Settimana - VOCAZIONE - Rosario dell’ottobre missionario 3° Settimana - RESPONSABILITÀ - Veglia Missionaria 4° Settimana - CARITÀ - Lectio Divina 5° Settimana - RINGRAZIAMENTO - Vespri di ringraziamento

Utilizzando il materiale inviato e l’apposita locandina del Centro Missionario Diocesano, che inviterei ad appendere in evidenza, vi ricordo alcuni appuntamenti importanti da pubblicizzare:

- GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE preghiera e raccolta offerte PER LE CHIESE DEL MONDO, Domenica 18 Ottobre 2015 (Qualora vi fossero concomitanze, la Giornata Missionaria può essere trasferita ad altra domenica del mese di Ottobre). - MARCIA MISSIONARIA presieduta dal nostro Arcivescovo, Venerdì 16 Ottobre 2015 con partenza alle ore 21,15 dalla Chiesa di S. Maria del Porto (Piazza Doria 8 - Pesaro) e conclusione nella Chiesa del Sacro Cuore di Soria (Via Donzelli 50 - Pesaro). In caso di cattivo tempo tutto si svolgerà all’interno della Chiesa di S. Maria del Porto.

Il CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO ha sede in Via Canonica, 14 (accanto all’ UNITALSI - Pesaro), la segreteria sarà aperta ogni martedì dalle ore 16 alle 18, (Tel. 0721/35373 - Cell. 339.3813162).

Il Centro Missionario Diocesano si incontra periodicamente, se vi sono esperienze da condividere o persone che desiderano far parte del CMD, o per qualsiasi altra richiesta, siamo sempre a disposizione! La passione missionaria è fondamentale per ogni comunità cristiana autentica e per il mondo in cui viviamo. Con l’augurio per tutti di un buon “Ottobre Missionario”, vi salutiamo fraternamente!

Don Michele Rossini e il CMD

127 AGENDA DELL’ARCIVESCOVO

OTTOBRE 2015

Giovedì 1 • In mattinata riceve per Udienze. • Alle ore 15.00 a Montecchio incontra i confermandi della parrocchia di S. Maria Assunta. • Alle ore 21.00 a Mombaroccio incontra gli operatori pastorali della costituenda Unità pastorale delle parrocchie di S. Susanna e dei Santi Vito e Modesto. Venerdì 2 • In mattinata riceve per Udienze. • Alle ore 15.00 in Episcopio incontra i confermandi dell’Unità pastorale della Cattedrale. • Alle ore 18.00 celebra l’Eucaristia per i 25 anni di attività dell’Associazione “Il Labirinto”. Sabato 3 • In mattinata riceve per Udienze. • Alle ore 18.00 celebra l’Eucaristia e conferisce il sacramento della Confermazione nella Parrocchia di San Francesco in Città. Domenica 4 • Alle ore 9.30 celebra l’Eucaristia e conferisce il sacramento della Confermazione nella Parrocchia di San Francesco in Città. • Alle ore 11.30 celebra l’Eucaristia e conferisce il sacramento della Confermazione nella parrocchia di S. Maria di Loreto. • Alle ore 17.00 celebra l’Eucaristia e conferisce il sacramento della Confermazione nella parrocchia di Sant’Agostino. Lunedì 5 • Alle ore 10.00 presiede il Consiglio diocesano per gli Affari Economici. • Alle ore 17.00 in Episcopio incontra i confermandi della parrocchia del S. Cuore in Soria e di S. Maria del Porto. Martedì 6 • È fuori sede per motivi di Ufficio. Mercoledì 7 • È fuori sede per motivi di Ufficio. Giovedì 8 • Alle ore 11.00 presiede un incontro con i tecnici della Curia. • Alle ore 17.00 tiene una relazione presso il CIF comunale sul tema della Misericordia. Venerdì 9 • In mattinata riceve per Udienze. • Alle ore 18.00 celebra l’Eucaristia nel santuario della Madonna delle Grazie per l’inizio della novena. Sabato 10 • Alle ore 11.00 celebra l’Eucaristia nella chiesa di S. Maria del Porto per gli alunni, docenti e genitori della Nuova Scuola. • Nel pomeriggio è fuori sede per motivi pastorali.

128 Domenica 11 • Alle ore 9.45 nella parrocchia della Cattedrale celebra l’Eucaristia e conferisce il sacramento della Confermazione. • Alle ore 11.30 nella parrocchia di S. Maria Assunta in Montecchio celebra l’Eucaristia e conferisce il sacramento della Confermazione. • Alle ore 18.30 nella Cattedrale - Basilica celebra l’Eucaristia nell’anniversario della scomparsa di don Gianfranco Gaudiano. Lunedì 12 • In mattinata riceve per Udienze. • Alle ore 16.00 a Loreto presiede l’incontro dei Direttori diocesani dell’Ufficio scuola delle Marche. Martedì 13 • È fuori sede per motivi di Ufficio. Mercoledì 14 • È fuori sede per motivi di Ufficio. Giovedì 15 • Alle ore 9.30 presiede il Ritiro mensile per il Clero presso il Santuario della B.V. delle Grazie in Città. • Alle ore 18.00 in Episcopio tiene la relazione per l’avvio dell’Anno sociale ai componenti dell’AVO. Venerdì 16 • In mattinata riceve per Udienze. • Alle ore 21.00 presiede la marcia missionaria. Sabato 17 • In mattinata riceve per Udienze. • Nel pomeriggio è fuori sede per impegni di Ministero. Domenica 18 • Alle ore 10.00 celebra il solenne Pontificale nel Santuario della B.V. delle Grazie. • Alle ore 16.00 presiede la processione cittadina in onore della Beata Vergine delle Grazie, compatrona della città e dell’Arcidiocesi di Pesaro. Lunedì 19 • Alle ore 10.00 presiede il Consiglio presbiterale diocesano. • Alle ore 21.00 presiede il Consiglio pastorale diocesano. Martedi 20 • Alle ore 10.00 presiede il Consiglio dei Vicari. Mercoledì 21 • Alle ore 10.00 presiede l’incontro con i Direttori degli Uffici di Curia. • Alle ore 21.00 presiede la Consulta delle Aggregazioni laicali. Giovedì 22 • In mattinata riceve per Udienze. Venerdì 23 • In mattinata incontra alcuni collaboratori di Curia • Alle ore 17.30 a Gabicce Mare tiene una relazione ai membri del Lions Club. Sabato 24 • In mattinata riceve per Udienze. • Alle ore 17.30 celebra l’Eucaristia e conferisce il sacramento della Confermazione nella Parrocchia di S. Maria del Porto. Domenica 25 • Alle ore 11.00 celebra l’Eucaristia e conferisce il sacramento della Confermazione nella Parrocchia del Sacro Cuore in Soria. • Alle ore 21.00 nella Parrocchia di S. Croce tiene una relazione sul tema della Misericordia. Lunedì 26 • È a Milano per motivi di Ufficio. Martedì 27 • Partecipa al Corso annuale degli Esercizi Spirituali a Villa Borromeo.

129 Mercoledì 28 • Partecipa al Corso annuale degli Esercizi Spirituali a Villa Borromeo. Giovedì 29 • Partecipa al Corso annuale degli Esercizi Spirituali a Villa Borromeo. Venerdì 30 • Partecipa al Corso annuale degli Esercizi Spirituali a Villa Borromeo. • Alle ore 18.30 a Villa Borromeo dà l’avvio all’annuale Corso di formazione per gli operatori pastorali. Sabato 31 • È fuori sede per motivi di Ministero.

130 NOVEMBRE 2015

Domenica 1 • Alle ore 15.30 celebra l’Eucaristia presso il Civico Cimitero in occasione della Festa di Tutti i Santi. Lunedì 2 • Alle ore 10.30 celebra l’Eucaristia in memoria dei Caduti presso il Civico Cimitero. Martedì 3 • È fuori sede per motivi di Ufficio. Mercoledì 4 • È fuori sede per motivi di Ufficio. Giovedì 5 • In mattinata riceve per Udienze. Venerdì 6 • In mattinata riceve alcuni collaboratori di Curia. • Nel pomeriggio è in Ancona per motivi di Ufficio. • Alle ore 21.00 partecipa al Teatro Sperimentale allo spettacolo “E voi chi dite che io sia?”. Sabato 7 • Nella prima mattinata riceve per Udienze. • Alle ore 10.30 benedice la nuova struttura “Casa Tabanelli” per i senza tetto. • Alle ore 12.00 presenta in Episcopio il nuovo parroco della Cattedrale. • Alle ore 18.30 celebra l’Eucaristia in Cattedrale. Domenica 8 • Alle ore 11.00 celebra l’Eucaristia nella parrocchia di Cristo Re. Lunedì 9 • È a Firenze per partecipare al V Convegno Ecclesiale della Chiesa Italiana. Martedì 10 • È a Firenze per partecipare al V Convegno Ecclesiale della Chiesa Italiana. Mercoledì 11 • È a Firenze per partecipare al V Convegno Ecclesiale della Chiesa Italiana. Giovedì 12 • È a Firenze per partecipare al V Convegno Ecclesiale della Chiesa Italiana. Venerdì 13 • È a Firenze per partecipare al V Convegno Ecclesiale della Chiesa Italiana. Sabato 14 • In mattinata riceve per Udienze. • Alle ore 17.00 celebra l’Eucaristia nella parrocchia dei Santi Vito e Modesto a Mombaroccio e benedice i locali della parrocchia restaurati per per ospitare una “Casa Famiglia” della comunità Papa Giovanni XXIII. Domenica 15 • Alle ore 11.15 celebra l’Eucaristia nella parrocchia di S. Martino. • Alle ore 18.30 celebra l’Eucaristia in Cattedrale e presenta il nuovo parroco. Lunedì 16 • In mattinata riceve per Udienze. Martedi 17 • In mattinata riceve collaboratori di Curia. • Alle ore 17.00 nella chiesa dell’Adorazione celebra l’Eucaristia per le vocazioni ed incontra i componenti del “Monastero Invisibile”. Mercoledì 18 • In mattinata riceve per Udienze.

131 Giovedì 19 • In mattinata presiede l’incontro di aggiornamento per il clero. • Alle ore 18.30 presso l’Auditorium di Palazzo Antaldi partecipa alla presentazione dell’enciclica “Laudato sii”. Venerdì 20 • Alle ore 10.00 presiede il Consiglio Diocesano per gli Affari Economici. • Alle ore 18.30 inaugura la mostra “Abramo: la nascita dell’io”. Sabato 21 • Alle ore 10.00 in Cattedrale celebra l’Eucaristia in occasione della festa “Virgo Fidelis”, patrona dei Carabinieri. • Alle ore 16.00 in Cattedrale celebra l’Eucaristia e conferisce l’Ordine del Diaconato al seminarista Giuseppe Leone. Domenica 22 • È a Crema per l’Ordinazione episcopale di S. E. Mons. Francesco Manenti vescovo eletto di Senigallia. Lunedì 23 • In mattinata riceve per Udienze. • Nel pomeriggio visita alcuni cantieri dell’Arcidiocesi. Martedì 24 • È fuori sede per motivi di Ufficio. Mercoledì 25 • È fuori sede per motivi di Ufficio. Giovedì 26 • In mattinata riceve per Udienze. Venerdì 27 • È all’estero per motivi di ministero. Sabato 28 • È all’estero per motivi di ministero. Domenica 29 • È all’estero per motivi di ministero. Lunedì 30 • In mattinata riceve per Udienze. • Nel pomeriggio visita alcuni sacerdoti malati.

132 DICEMBRE 2015

Martedì 1 • Alle ore 10.00 presiede in Episcopio l’incontro mensile dei vicari episcopali e foranei. Mercoledì 2 • È a Loreto per l’incontro della CEM. Giovedì 3 • In mattinata riceve per Udienze. • Alle ore 15.00 celebra l’Eucaristia nell’azienda della BIESSE. • Alle ore 18.30 presiede il Consiglio di Amministrazione dell’Associazione S. Terenzio. Venerdì 4 • Alle ore 10.00 in Cattedrale celebra l’Eucaristia in occasione della festa di S. Barbara per i Vigili del Fuoco e per la Capitaneria del Porto. Sabato 5 • È fuori sede per motivi di ministero. Domenica 6 • Alle ore 8.30 tiene la meditazione per il ritiro mensile delle Suore dell’Arcidiocesi. • Alle ore 11.30 celebra l’Eucaristia nella parrocchia di S. Maria Assunta in Montecchio • Alle ore 15.30 nella parrocchia di S. Martino presiede il Convegno annuale dei Catechisti dell’Arcidiocesi. Lunedì 7 • In mattinata riceve per Udienze. • Nel pomeriggio è in visita ad alcuni sacerdoti. Martedì 8 • Alle ore 11.15 celebra l’Eucaristia nella parrocchia di S. Carlo in occasione del 50° della sua fondazione. • Alle ore 18.30 in Cattedrale celebra l’Eucaristia di inizio dell’Anno Giubilare. Mercoledì 9 • In mattinata riceve per Udienze. • Alle ore 15.00 nella caserma della Guardia di Finanza tiene una relazione sull’Anno Giubilare. • Alle ore 18.30 celebra l’Eucaristia nella parrocchia di S. Maria di Loreto. Giovedì 10 • In mattinata incontra alcuni collaboratori di Curia. • Alle ore 17.30 in Episcopio celebra l’Eucaristia per il gruppo dell’AVO. • Alle ore 21.00 in Episcopio incontra i confermandi adulti. Venerdì 11 • È fuori sede per motivi di Ufficio. Sabato 12 • Alle ore 9.00 celebra l’Eucaristia per gli alunni, i docenti ed i genitori della Scuola delle Missionarie della Fanciullezza. • Alle ore 18.30 in Cattedrale celebra l’Eucaristia e conferisce il sacramento della Confermazione ad un gruppo di adulti. Domenica 13 • Alle ore 16.00 incontra i Diaconi per il ritiro mensile • Alle ore 18.00 celebra l’Eucaristia per l’apertura della Porta Santa in Cattedrale. Lunedì 14 • Alle ore 11.00 celebra l’Eucaristia nell’Eremo delle Carmelitane. • Alle ore 16.00 benedice la sede centrale della Banca delle Marche. • Alle ore 18.00 incontra le animatrici della chiesa dell’Adorazione.

133 Martedì 15 • È fuori sede per motivi di Ufficio. Mercoledì 16 • In mattinata riceve per Udienze. • Alle ore 17.30 in Episcopio celebra l’Eucaristia per le aderenti della sezione comunale del CIF. Giovedì 17 • In mattinata presiede il ritiro del clero. • Alle ore 17.30 in Episcopio celebra l’Eucaristia per i volontari della Caritas. Venerdì 18 • In mattinata riceve per Udienze. • Alle ore 18.30 in Cattedrale celebra l’Eucaristia per gli operatori del CEIS. Sabato 19 • Alle ore 9.30 presso l’ospedale H celebra l’Eucaristia per gli ospiti ed il personale della residenza protetta. • Alle ore 12.00 incontra i collaboratori di Curia per gli auguri natalizi. Domenica 20 • Alle ore 11.00 a Casa Damiani celebra l’Eucaristia per gli ospiti, i loro familiari ed il personale. Lunedì 21 • In mattinata riceve per Udienze. Martedì 22 • In mattinata riceve per Udienze. Mercoledì 23 • In mattinata riceve per Udienze. Giovedì 24 • In mattinata visita alcuni sacerdoti ammalati. • Alle ore 24.00 celebra l’Eucaristia di Natale in Cattedrale. Venerdì 25 Santo Natale • Ore 9.30 celebra l’Eucaristia del Natale nel carcere di Villa Fastiggi • Alle ore 12.00 in Cattedrale celebra la Messa Pontificale nella solennità del Natale del Signore e rivolge il Messaggio di auguri natalizi all’Arcidiocesi. Sabato 26 • In mattinata è in visita ad alcuni ammalati. Domenica 27 • È fuori sede per motivi di ministero. Lunedì 28 • È fuori sede per motivi di ministero. Martedì 29 • È fuori sede per motivi di ministero. Mercoledì 30 • È fuori sede per motivi di ministero. Giovedì 31 • Ore 18.30 in Cattedrale celebra l’Eucaristia con il solenne Te Deum di ringraziamento per l’anno trascorso.

134 NELLA CASA DEL PADRE

Rossini Sac. Gino

Nato a Pesaro il 20.08.1951 da Giuseppe e da Tomassini Emilia. Dopo gli studi regolari compiuti fino al conseguimento del diploma di Perito Agrario, sente il desiderio di dedicarsi pienamente alla chiamata di Cristo ed entra in Seminario ove consegue il Baccellierato in Teologia. È quindi ordinato Sacerdote il 25.06.1977 nella Basilica Cattedrale di Pesaro dal Vescovo Mons. Gaetano Michetti il quale gli assegna subito diversi incarichi importanti: il 24.08.1977 quello di Vicario Adiutore alla Parrocchia di Cristo Risorto e due anni dopo, l’01.09.1979, quello di Vice Rettore del Seminario Diocesano e Insegnante di Religione al Liceo Classico. Il 14.05.1984 diviene Responsabile dell’Ufficio per la promozione dei ministeri e il Diaconato, il 21.08.1984 Assistente UNITALSI, il 15.07.1985 è Membro del Consiglio di Amministrazione del Seminario Vescovile. Nel 1986 il Vescovo Michetti lo nomina Cerimoniere Vescovile e suo Segretario, incarico che mantiene fino al 1998. Il 23.04.1986 è Membro del Consiglio Pastorale Diocesano “ratione officii” quale Direttore dell’Ufficio Liturgico e Ministeri. Il 07.10.1987 è nominato Vicario Parrocchiale della Parrocchia di S. Maria di Loreto. Nel 1991 è Assistente U.N.I.T.A.L.S.I., nel 1994 è Membro del Consiglio Affari Economici del Seminario Vescovile, nel 1995 è Promotore di Giustizia e Difensore del Vincolo, compito che esercita anche presso il Tribunale Diocesano per le Cause dei Santi. Un titolo di prestigio per lui “amante del bello” è quello di Consigliere della Commissione Diocesana Arte Sacra presso la quale può far sentire il suo valido parere. Il 31.05.1997 è nominato Membro del Comitato Diocesano per il Giubileo 2000. Con l’Arcivescovo Bagnasco il 03.11.1998 diventa Canonico della Cattedrale con il titolo di S. Giacomo Maggiore, Rettore e Parroco della Parrocchia S. Maria Assunta, nonché Membro del Collegio dei Consultori e del Consiglio Presbiterale. Quindi, essendo il 3.12.2000 istituita la Unità Pastorale del Centro Storico (Cattedrale, S. Giuseppe, Santi Giacomo e Lucia e Santi Cassiano ed Eracliano) egli è nominato Parroco Moderatore di detta Zona Pastorale, dalla quale poi nel 2003 viene esclusa la Parrocchia dei Santi Cassiano ed Eracliano. Il 15.01.2007 e nel 2010 quasi tutti i suddetti uffici, oltre a quello di Membro del Consiglio Presbiterale in cui è rientrato nel 2011, gli vengono riconfermati. Egli li accetta, come sempre, per ubbidienza, desideroso di dare il suo contributo alla crescita spirituale della Chiesa locale e universale. L’08.10.2015, alle ore 17, torna alla Casa del Padre e il 10.10.2015 vengono concelebrate in Cattedrale, alle ore 15.00, le esequie funebri presiedute da S. E. l’Arcivescovo Mons. Piero Coccia assistito da numerosi Sacerdoti diocesani e religiosi e da un’immensa folla che la Cattedrale non riesce a contenere. Il sentimento comune provato da tutta la comunità è stato quello di un grande dolore per la perdita di un attivo e impegnato operatore nella vigna del Signore: tutti riconoscono in don Gino un sacerdote amato e stimato. Tra le diverse doti spiccano l’amore per il sacerdozio, la generosità verso il prossimo, una grande e costante dedizione alla Chiesa e ai suoi Pastori, nonché zelo e impegno assiduo nel compimento del suo lavoro, costante dedizione ai numerosi impegni ed incarichi di cui era investito.

135 Di lui tutti ammiravano l’oratoria chiara, organica e profonda, l’amore per il bello, la sensibilità all’amicizia, la ricchezza culturale e spirituale, la generosità verso il prossimo, la saggezza nel guidare e indirizzare i fedeli al compimento del bene. Egli dimostrò di essere testimone della fede, amante del mandato sacerdotale, preciso e scrupoloso nelle attività ministeriali, disposto a spendere tutto il suo tempo per la comunità parrocchiale, a beneficio soprattutto dei giovani e dei deboli. Inoltre mostrò una particolare attitudine nel consolare e sostenere le famiglie in lutto con omelie confortevoli che scaturivano limpide dai principi evangelici. L’Arcivescovo, giustamente, nell’omelia di commiato ha sintetizzato il suo ministero sacerdotale in tre binomi: fede e fedeltà; affidabilità e generosità; comprensione e sollecitazione al bene.

136 Suor Donatella, al sec. Anita Callegaris delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore

Nata a Trieste il 10 settembre 1926, rimase orfana di madre in tenera età. Il babbo Emilio l’affidò alle zie che l’aiutarono a crescere tra mille difficoltà. Non aveva una casa propria, spesso era ospite della zia Emilia che l’amò come una figlia prendendosi cura di lei. Ancora giovane Anita conobbe le Piccole Ancelle del Sacro Cuore di Servola, alle quali portava il pane fresco del forno in cui lavorava. Aveva 21 anni quando il Signore la chiamò alla sua sequela tra le Piccole Ancelle. Dopo il noviziato fu destinata a Roma come assistente dei bambini ospiti di Casa Savoia. In questo periodo studiò per diventare insegnante di scuola elementare. Conseguito il diploma fu inviata a Pesaro presso la Colonia del Sacro Cuore dove, oltre all’insegnamento, prestò servizio nell’ufficio della Superiora della Colonia. Qui si rivelò una suora intelligente, laboriosa, competente, nonché servizievole e caritatevole. Dopo più di trent’anni a Pesaro, fu chiamata a continuare la sua opera educativa a Roma Montemario, assumendo anche il servizio di Animatrice di comunità. Lasciato l’insegnamento, passò a Città di Castello per accompagnare la direzione della Casa Madre con la mansione di economa della comunità. Tornata a Pesaro, collaborò in vari servizi, finché lentamente dovette ritirarsi. Nel gennaio 2012 si ammalò gravemente seguita e assistita con amore e diligenza da medici e consorelle. Trascorse gli ultimi anni soffrendo senza mai lamentarsi ed offrendo i suoi dolori per il bene della comunità, della Chiesa e del mondo intero. Alle prime ore di domenica 18 ottobre 2015, festa della Madonna delle Grazie, ha concluso il suo viaggio terreno.

137 Santini Sac. Semri

Nato a Piobbico (PU) il 17.11.1929, fu ordinato il 10 agosto 1952. All’inizio, dall’8 ottobre 1952 fu nominato Vicario Cooperatore nella Parrocchia S. Ermete Martire di Gabicce Monte e dal 01.05.1960 divenne titolare del Beneficio Parrocchiale di S. Ermete Martire in Gabicce Monte, di cui prese canonico possesso il 16.10.1960. Ha sempre curato diligentemente la Parrocchia di S. Ermete Martire in Gabicce Monte, ma ha svolto, anche per la Diocesi, diversi incarichi pastorali: nel 1967 fu nominato Membro del Consiglio Pastorale Diocesano; nel 1971 fu Membro Permanente della Commissione per i beni ecclesiastici, nel 1972 fu eletto per un triennio Consigliere della Seconda Sezione del Consiglio Amministrativo Diocesano e nel 1976 entrò per un triennio nel Consiglio Presbiterale Diocesano. Ricoprì negli anni ’80 anche l’incarico di Vicario Foraneo del Vicariato di Gradara e nello stesso periodo fu Membro del Gruppo dei Parroci Consultori e Membro del Consiglio Pastorale Diocesano. Negli anni ’60, ‘70 e ’80, prestò servizio come insegnante di Religione nelle scuole elementari e medie. Ormai anziano, in questo ultimo anno, è stato colpito da una malattia che, pur accettata con serenità, lo ha condotto alla tomba. Infatti sabato 7 novembre 2015, nelle prime ore del mattino, è tornato alla Casa del Padre. Egli ha compiuto con il massimo zelo e perenne fedeltà il suo servizio sacerdotale per 63 anni, tutti dediti alla cura della sua Parrocchia di Gabicce Monte e 24 nella neo Parrocchia della SS.ma Trinità in Case Badioli, il cui territorio era stato parte integrante della sua di Gabicce Monte. Fu amato da tutti per il suo carattere aperto e scherzoso. Le esequie funebri furono concelebrate nella sua Parrocchia di Gabicce Monte il giorno 9 novembre 2015 dall’Arcivescovo, assistito da molti sacerdoti e da numerosi fedeli, presso i quali ha lasciato un grande vuoto.

138 Piersantini Sr. Pierina

Nata a San Martino del Piano (Fossombrone PU) il 31.07.1921, all’età di 16 anni entra nella Congregazione delle Maestre Pie Venerini, fornita già della Licenza del III anno di Avviamento. Un anno dopo, nel 1938, è ammessa al Noviziato e il 24 settembre 1940 emette la Prima Professione e pochi anni dopo fa la Professione Perpetua. Nel 1944 consegue a Fossombrone il diploma di abilitazione all’insegnamento nelle Suole di grado preparatorio. Quindi insegna in diverse Scuole Materne, in differenti luoghi, a cominciare dall’Asilo di Pantano in Pesaro, poi in Ancona dove le fu dato anche l’incarico di Maestra delle Educande. Durante la guerra insegna nella Scuola di Fossombrone; poi la troviamo a Fano, a Talacchio, a Colbordolo, a Tolentino dove si occupa anche dell’Oratorio femminile. Quindi è a Calcinelli, dove le viene assegnato il compito di Superiora della Comunità. È in questo periodo che Sr. Pierina avvia incontri vocazionali, trasformando la Casa in luogo di preghiera per i giovani in ricerca. Chiusa questa Casa, viene inviata a Marotta dove spende ancora molte energie per i piccoli della Scuola Materna. L’ultima tappa della sua vita è Pesaro dove continua a testimoniare la sua consacrazione religiosa fondata nella preghiera e nella disponibilità a servizio del prossimo, dedicandosi a preparare piccoli doni per tutti con lavori all’uncinetto. In questi ultimo periodo mostra bisogno di affetto che desidera ricevere, ma sa anche dimostrarlo alle Consorelle e alla Comunità ritenuta l’unica ricchezza; a questa offre le sue preghiere dedicando una settimana ad ogni consorella. Il 25 settembre 2015 ha la gioia di lodare il Signore per i suoi 75 anni di vita consacrata. Venerdì 13 novembre 2015, alla presenza di tutte le consorelle in preghiera, rende lo spirito al Signore.

139 Veschi Sac. Giuseppe

Nato a Livraga (MI), Diocesi di Lodi, il 1° luglio 1932 e ordinato Sacerdote il 15.06.1957, ha iniziato la sua attività pastorale come Cappellano all’Ospedale Maggiore di Lodi svolta fino al 1964, allorché, chiamato dal Vescovo di Pesaro Luigi Carlo Borromeo che ne aveva apprezzato le ottime qualità e doti a Lodi, fu invitato a incardinarsi nella Diocesi di Pesaro per curare la formazione dei giovani seminaristi al sacerdozio come Vice Rettore del Seminario Diocesano di Pesaro e curare nello stesso tempo anche la Parrocchia di S. Cassiano in Granarola di Gradara. Nel 1970 il Vescovo Borromeo gli affida la Parrocchia di S. Luigi Gonzaga, da poco istituita, sita nella periferia della città, dove presta servizio per 40 anni, cioè fino al mese di settembre 2010. In tanti anni di servizio alla comunità parrocchiale che lo stima e ne apprezza la vitalità e lo zelo, egli segue e cura tutti i settori pastorali, in particolare il gruppo Scout Pesaro 2, voluto da lui stesso fin dal 1976, cresciuto in qualità e numero tanto che dopo alcuni anni contava la bella cifra di 140 iscritti. In seno alla Diocesi ricoprì anche diverse mansioni tra le quali quella di Vicario Foraneo e Membro del Consiglio Pastorale. Raggiunti i limiti di età, ha chiesto ed ottenuto di essere esonerato dagli incarichi pastorali e ritornò nella sua Diocesi di origine, ove fu incardinato fin dal 2013. Ma circa due anni dopo, il Signore in data 06.12.2015 lo ha chiamato nella Sua Casa, per godere della ricompensa riservata ai servi fedeli e operosi. Le esequie sono state celebrate in Lodi il 9 dicembre con la partecipazione anche di alcuni sacerdoti pesaresi, tra cui il Vicario Generale e il Cancelliere Vescovile.

140 INDICE

Documenti del Santo Padre Francesco • Discorso in occasione della Veglia di preghiera per la famiglia...... 3 • Discorso a conclusione della XIV assemblea generale del Sinodo...... 6 • Incontro con i rappresentanti al V Convegno Nazionale della Chiesa...... 10 • Apertura Porta Santa a Bangui – Discorso e Omelia...... 17 • Omelia in occasione dell’apertura della Porta Santa della Misericordia...... 20 • Messaggio URBI et ORBI – Santo Natale 2015...... 22

Documenti della Conferenza Episcopale Italiana • Comunicato finale Consiglio Permanente del 02.10.2015...... 24 • Messaggio per la Giornata del Ringraziamento...... 30

Documenti della Conferenza Episcopale Marchigiana • Seduta ordinaria della CEM. Riunione del 02.12.2015...... 33

Atti di S.E. Mons. Piero Coccia • Omelie . Omelia in occasione della esequie di Don Semri Santini...... 37 . Omelia in occasione delle esequie di Don Gino Rossini...... 39 . Omelia in occasione dell’Ordinazione diaconale di Giuseppe Leone...... 42 . Omelia in occasione della solennità del Santo Natale...... 45 • Messaggi e Lettere . Messaggio alla città e all’Arcidiocesi per la Festa del Voto...... 48 . Discorso in occasione della Festa del Voto...... 49 . Messaggio natalizio alla città e all’Arcidiocesi...... 54 • Decreti e nomine . Elenco...... 56

Comunicazioni del Vicario Generale • Ai Sacerdoti, Religiosi, Religiose e Diaconi: incontri e comunicazioni...... 60 • Ai Sacerdoti, Religiosi, Religiose e Diaconi: incontri e comunicazioni...... 64

Attività degli Organismi Diocesani • Consiglio Presbiterale Diocesano . Consiglio Presbiterale Diocesano: Verbale del 19.10.2015...... 66 • Consiglio Pastorale Diocesano . Consiglio Pastorale Diocesano: Verbale del 19.10.2015...... 70 • Consiglio Vicari Foranei ed Episcopali . Consiglio dei Vicari: Verbale del 20.10.2015...... 76 . Consiglio dei Vicari: Verbale del 01.12.2015...... 79

141 • Consiglio Diocesano Affari Economici . Consiglio Diocesano Affari economici: Verbale del 05.10.2015...... 83 . Consiglio Diocesano Affari economici: Verbale del 20.11.2015...... 86 . Consiglio Diocesano Affari economici: Verbale del 20.11.2015...... 88 • Consulta aggregazioni laicali . Consulta Aggregazioni Laicali: Verbale del 21.10.2015...... 91 • Direttori di Curia . Direttori di Curia: Verbale del 21.10.2015...... 96 • Consiglio Amministrazione Ente Seminario Diocesano . Consiglio Amministr. Ente Seminario: Verbale del 28.10.2015...... 102

Attività degli Uffici Pastorali • Ufficio Comunicazioni Sociali, Cultura e Stampa . Nuove Unità Pastorali...... 105 . “E voi chi dite che io sia”...... 107 . Nuovo Parroco Don Stefano Brizi...... 108 . Prof. Luigi Alici: Laudato Si’...... 110 . Mostra “Abramo e la nascita dell’io”...... 112 . Nuovo Diacono Giuseppe Leone...... 114 . Celebrazione Natale presso Suore Missionarie della Fanciullezza...... 116 . Apertura Porta Santa...... 117 • Ufficio Pastorale Catechistica . “Prendi e mangia” - Programma...... 118 . Profeta di un Dio innamorato dell’uomo...... 119 . Lo straniero: nemico, ospite, profeta...... 121 . Salmo 130: dal profondo a te grido o Signore...... 123 • Ufficio Pastorale Sanitaria . Lettera ai Sacerdoti, Diaconi, Religiosi/se del Direttore Ufficio...... 125 • Ufficio Pastorale Missionaria e Cooperazione tra le Chiese . Lettera ai Sacerdoti, Diaconi, Religiosi/se del Direttore Ufficio...... 126

Agenda dell’Arcivescovo • Ottobre 2015...... 128 • Novembre 2015...... 131 • Dicembre 2015...... 133

Nella Casa del Padre • Rossini Sac. Gino...... 135 • Suor Donatella, al sec. Anita Callegaris-Piccole Ancelle del S. Cuore...... 137 • Santini Sac. Semri...... 138 • Piersantini Suor Pierina...... 139 • Veschi Sac.Giuseppe...... 140

142 A cura degli Uffici Comunicazioni Sociali, Cultura e Stampa e Cancelleria Vescovile Via Gioacchino Rossini, 62 61121 Pesaro Tel.: 0721.30043 – Fax 0721.32422 e-mail: [email protected]