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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -

Piano Comunale Protezione Civile Per i rischi: Idrogeologico – Idraulico – Eventi Meteo Avversi Sismico Incendio di interfaccia Emergenza neve Sostanze Pericolose – Incidente da Trasporto

Amministrazione Comunale di Forchia Sindaco Avv. Margherita Giordano Vice Sindaco -delegato Protezione Civile- Ass. Pino Papa Arch.i Angeloceleste Miccoli –redattore Pcpc- Arch. Antonella Martino – aggiornamento Pcpc 2015

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Sommario

1 ...... Premessa: ...... 4 2 ...... Descrizione del Territorio Comunale ...... 7 2.1 Dati Generali ...... 7 2.2 Territorio ...... 9 2.3 I Corsi d’Acqua ...... 10 2.4 Le Caratteristiche Geomorfologiche Generali ...... 10 3 ...... Appartenenza C.O.M...... 11 4 ...... Caratteristiche e Suddivisione del Piano di Emergenza ...... 12 (rischi inclusi e rischi esclusi) ...... 12 4.1 Caratteristiche ...... 12 4.2 Suddivisione Piano - Rischi Inclusi / Esclusi ...... 13 5 ...... Centro Operativo Comunale (C.O.C.) ...... 13 5.1 Ubicazione e Caratteristiche ...... 13 5.2 Criteri Generali di Programmazione e Pianificazione ...... 14 5.3 Lineamenti della Pianificazione ...... 14 5.4 Le 8 funzioni di supporto - C.O.C...... 14 5.5 Le Risorse ...... 17 5.6 L’ Ufficio Stampa ...... 17 5.7 L’ Ufficio Emergenze ...... 18 5.8 Aree di emergenza ...... 18 5.9 Il Volontariato -generalità- ...... 19 5.9.1 Associazioni di volontariato interessate al piano ...... 20 5.9.2 Volontariato locale ...... 20 5.9.3 Ordini e Collegi Professionali ...... 20 5.10 L’ Evacuazione della Popolazione ...... 20 5.10.1 Avvertenze Generali ...... 20 6 ...... Conclusioni ...... 21 A. – Vitalità del Piano di Protezione Civile ...... 21 B. – Attuazione di esercitazioni ...... 21 C. – Informazione alla Popolazione ...... 22 7 ...... Gli Organi di Protezione Civile ...... 22 7.1 L’ Ufficio Provinciale di Protezione Civile e L’Ufficio Provinciale dell’Emergenza presso la Prefettura ...... 23 7.2 Il Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) ...... 23 7.2.1 Compiti...... 23 7.2.2 Costituzione ...... 23 7.2.3 Organizzazione Operativa ...... 24 7.2.4 Collegamenti ...... 26

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - 7.3 Il Centro Operativo Misto (C.O.M.)...... 27 7.3.1 Costituzione ...... 27 7.3.2 Composizione...... 27 7.3.3 Collegamenti ...... 27 7.4 Organismi Operativi di Emergenza nella Provincia ...... 28 7.4.1 Ricoveri Provvisori d’ Emergenza ...... 28 7.4.2 Unità Assistenziali di Emergenza (U.A.E.) ...... 28 Costituzione: ...... 28 7.4.3 Piano della A.S.L. in riferimento all’attività presso le U.A.E...... 29 7.4.4 Funzioni Principali dei Componenti dei Centri di Raccolta ...... 29 7.4.5 Servizi ...... 30 7.4.6 Centri di Smistamento ...... 30 EMERGENZA TERREMOTO………………………………………………………………………...31 EMERGENZA IDROGEOLOGICA ...... 62 EMERGENZA EVENTI METEOROLOGICI AVVERSI ...... 89 EMERGENZA NEVE ...... 97 EMERGENZA INCENDI ...... 106 In caso di incendio boschivo ...... 120 In caso di incendio all’interno di un immobile ...... 121 EMERGENZA SOSTANZE PERICOLOSE ...... 123 INCIDENTE DA TRASPORTO ...... 123

***************************************************************************** ELENCO ALLEGATI -dati e riferimenti di intervento-  Popolazione residente, distinta per strade, numero nuclei familiari, e fasce di età.  Prospetto “A”………………………………………………………………………..143  Prospetto “B”………………………………………………………………………..144  Descrizione aree/immobili di proprietà del Comune di Forchia, ai fini dell’attuazione del Piano Comunale di Protezione Civile.  Scheda n° 1 (PalaForchia – campo polivalente)……………………………………..145  Scheda dettaglio nominativi / istituzioni di primo contatto per emergenze………….....…146  Scheda dettaglio nominativi ditte private disponibili per emergenze…………………………147

***************************************************************************** ELENCO ALLEGATI PLANIMETRICI  Tavola 1 – Ortofoto digitale, limiti di territorio ed indicazione località per aggregato, quadro d’unione fogli catastali, comuni confinanti;  Tavola 2 – Aerofotogrammetria;  Tavola 3 – Carta dell’abitato (volumi emergenti), del reticolo idrografico superficiale, delle reti tecnologiche d’interesse sovracomunale;  Tavola 4 – Carta delle strade del territorio;  Tavola 5 – Carta dei settori d’intervento (aree antropizzate), difficoltà operativa;  Tavola 6 – Carta delle strutture strategiche di intervento;  Tavola 7 – Carta del rischio incendio di interfaccia;  Tavola 8 – Carta del rischio da frana;  Tavola 9 – Carta del rischio idraulico;  Tavola 10 – Carta del rischio finalizzata alle azioni di protezione civile.

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1 Premessa: Il presente documento costituisce un aggiornamento del precedente Piano di Protezione Civile del comune di Forchia, approvato con deliberazione n°21 del 21 dicembre 2012, a seguito di finanziamento POR FERS 2007/2013 -Asse 1- Obiettivo operativo 1.6-b (DD n° 590 del 13 Agosto 2014 -Regione Campania).

Il Piano è sostanzialmente costituito da un insieme di documenti, periodicamente aggiornati, che riassumono tutti quegli elementi utili agli operatori di Protezione Civile e indispensabili per prevenire e fronteggiare le differenti emergenze.

La sua attualità è strettamente legata al suo costante aggiornamento e quindi ciò è stato predisposto aggiornando all’anno in corso sia quanto inerente la popolazione e le strutture disponibili, la schedature delle attrezzature per il gruppo di protezione civile di Forchia, potenziato ed ampliato. Più nello specifico l'aggiornamento 2015 ha comportato:  una revisione della analisi idrogeologica e della individuazione del relativo modello di intervento in conseguenza della rimodulazione del piano stralcio per l’assetto idrogeologico da parte della Autorità di Bacino Regionale della Campania Centrale, delibera di comitato Istituzionale n.1 del 23 febbraio 2015. In particolare la definizione della nuovo assetto idrogeologico ha ridefinito le aree a rischio e i rispettivi livelli di rischio e di pericolosità sia per quanto riguarda il rischio idraulico che per quanto riguarda il rischio frana. I nuovi scenari di rischio hanno determinato la necessità di rimodulare la scelta dei settori e delle strutture strategiche di intervento e della relativa cartografia. In particolare si sono ridefinite le seguenti aree di emergenza.

 Aree di attesa per la popolazione (scoperte e coperte);  Aree di accoglienza per la popolazione (scoperte e coperte);  Aree di ammassamento per i soccorritori.

Le Aree di Emergenza sono spazi e strutture che in caso di eventi calamitosi sono destinate uso di protezione civile per l’accoglienza della popolazione colpita e per l’ammassamento delle risorse destinate al soccorso ed al superamento dell’emergenza. Tali aree sono state individuate secondo i criteri e le modalità indicate dalle Linee Guida per la redazione dei Piani di Emergenza Comunale emanate dalla Regione Campania nel febbraio 2013. In particolare si sono ridefinite le strutture di intervento che ricadevano nell’area del campo di calcio comunale in via Misciuni identificato precedentemente come ricovero di emergenza provvisorio per la popolazione., e parte dell’area esterna del Centro Congressi Interregionale dei testimoni di Geova. Anche il rischio frane risulta sostanzialmente modificato con una riduzione delle zone R4 (rischio elevato) come meglio specificato nel capitolo dedicato al rischio idrogeologico;  un aggiornamento cartografico ed adeguamento per inserimento in piattaforma GIS al fine di implementare il SIT (sistema informativo territoriale) regionale. Il lavoro ha comportato una rielaborazione di tutte le cartografie di base e tematiche con software dedicato QuantumGIS (open source) ed elaborazione dei relativi shape files e raster georeferenziati su sitema di riferimento WGS84 UTM33N;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  si è inoltre arricchito il corredo di attrezzature e mezzi in dotazione alla protezione civile comunale, grazie al summenzionato finanziamento con le seguenti dotazioni: o Un gruppo elettrogeno o Una torre faro o Una pompa idraulica o Un armadietto in metallo per pronto soccorso. Contiene i presidi indispensabili per il primo soccorso aziendale (Gruppo A e B), come da All.1 D.M. 15 Luglio 2003 n. 388. Contenuto maggiorato rispetto al minimo di Legge o Una valigetta per pronto soccorso. Contenuto a norma All.1 D.M. 15 Luglio 2003 n. 388 o Brandine da campo o Coperte di Sopravvivenza o Uno schermo per videoproiettore o Un megafono o Un videoproiettore o Un Notebook  Una revisione ed aggiornamento dei seguenti allegati: Popolazione residente, distinta per strade, numero nuclei familiari, e fasce di età.  Prospetto “A”  Prospetto “B” Descrizione aree/immobili di proprietà del Comune di Forchia, ai fini dell’attuazione del Piano Comunale di Protezione Civile.  Scheda n° 1 (PalaForchia – campo polivalente) Scheda dettaglio nominativi / istituzioni di primo contatto per emergenze Scheda dettaglio nominativi ditte private disponibili per emergenze

Il piano per fronteggiare l’emergenza sul territorio comunale è stato redatto in ossequio alla Legge 24 Febbraio 1992 n° 225 avente per oggetto “l’istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile” ed alla legge 100/2012, oltre che in base alle altre norme legislative nazionali e regionali riportate nella sezione ”norme di riferimento” e secondo i criteri di massima per la pianificazione comunale di emergenza, in base ai quali, di fronte a situazioni complesse ed estreme, occorre rispondere con uno schema flessibile e semplice. Tale metodo è stato denominato “Augustus” in omaggio alle riflessioni del primo Imperatore Romano. Il presente piano è da ritenersi redatto inoltre in ossequio al disposto dell’art. 15 della già citata Legge 24 Febbraio 1992 n° 225 (competenze del Comune ed attribuzioni del Sindaco) e della legge 100/2012, ritenendo prioritario che il Comune si doti di un apposito piano di emergenza e di una apposita struttura di protezione civile. Tale scelta, anche se non obbligatoria, è da ritenersi, sempre ai sensi del suddetto art. 15, sicuramente discrezionale ma non arbitrale in quanto, la mancanza di una seppur minima struttura di protezione civile, deve essere fondata sulla motivazione della assoluta mancanza di tale necessità. Nuovo orientamento per la redazione del piano di protezione civile, è quello di far si che i piani elaborati non si basino sul principio del censimento dei mezzi utili nel momento dell’emergenza ma che gli stessi vengano invece redatti tenendo conto, nell’importante fase di censimento delle risorse, della effettiva disponibilità dei mezzi stessi e non della loro mera enumerazione.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Al fine di raggiungere tale importante e fondamentale obbiettivo, necessita che nei piani di emergenza vengano inseriti dei responsabili ai quali affidare “le funzioni di supporto” in modo tale da attribuire loro compiti specifici sia in fase operativa che di aggiornamento. Sarà inoltre cura dei responsabili delle singole funzioni di supporto far si che lo stesso rimanga “vivo e pulsante” tramite riunioni, conferenze, aggiornamenti tecnici e soprattutto tramite esercitazioni e campagne informative alla popolazione. Di fondamentale importanza è l’organizzazione di esercitazioni sia periodiche che “improvvise”, con l’intervento della struttura di protezione civile interessata nella sua interezza o anche parziale e, in casi particolari, anche di parte della popolazione. Nel caso in cui le esercitazioni dovessero includere la partecipazione della popolazione, sarà necessario l’ottenimento, da parte del Sindaco o del suo delegato, del consenso della Prefettura. Si ritiene doveroso evidenziare che le esercitazioni sono da ritenersi importantissime e fondamentali, soprattutto se improvvise, al fine di verificare la rispondenza della struttura di protezione civile alle reali esigenze del verificarsi di un evento avverso. E' di vitale importanza che l'esercitazione non sia stata preventivamente definita, specialmente in tutti i suoi particolari, ciò sì tradurrebbe infatti in un solo show realizzato ad esclusivo uso dei media. L'importanza di avere una struttura di protezione civile ben organizzata, efficace, efficiente e quindi pronta, in qualsiasi momento ad intervenire a seconda delle esigenze, è infatti elemento da ritenersi essenziale in quanto la popolazione sinistrata, nelle primissime ore dell'emergenza, è sola, non potendo contenere sull'ausilio immediato di altre forze esterne e pertanto dovrà far fronte a tutte le necessità del caso solo adoperando le proprie risorse e facendo appello alle proprie forze.

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2 Descrizione del Territorio Comunale

2.1 Dati Generali COMUNE DI FORCHIA (Provincia di Benevento)  Estensione: Kmq. 5,42 (542 ettari)  Altitudine min: 156 s.l.m.  Altitudine max: 836 s.l.m.  Latitudine: 41° 01’ 49" N , baricentro centro storico  Longitudine: 14° 32' 12" E , baricentro centro storico  Popolazione residente: 1.228 al 19 Dicembre 2012  Nuclei familiari: 446 al 19 Dicembre 2012  Popolazione fluttuante: Punta massima di 7.000 (settemila) persone, concentrate nella sala assemblea e spazi pertinenziali dell’ Associazione dei Testimoni di Geova della Campania, sita in Via Della Pace e Via Rella  Densità demografica: 585 Abitanti/Kmq urbanizzato (escluse le aree montane, dove non sono presenti abitati, casolari, ecc.)  Densità demografica: 227 Abitanti/Kmq superficie totale territorio  Abitazioni occupate: 446 (media 2,75 circa persone/abitazione)  Abitanti e nuclei familiari, distinti per età, località e/o strade, si vedano gli allegati.  Direzione del vento, principale: Ovest-Est, Est-Ovest. – velocità media del vento: 2.80 m/s

Ortofoto dell’intero territorio comunale (con limiti comunali e indicazione delle frazioni e località)

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Stralcio della Carta Tecnica IGM (Istituto Geografico Militare)

173 III – S.O. (San Felice a Cancello) (elemento Forchia)

Stralcio della Carta Tecnica IGM (Istituto Geografico Militare) 173 III–S.O. (San Felice a Cancello) (elemento Forchia)

N

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - 2.2 Territorio

II territorio comunale, riportato nella tavoletta 173 III – S.O. (San Felice a Cancello), confina ad Est con il Comune di (Bn), a Ovest e Sud con il Comune di (Ce), a Sud con il Comune di (Na), a Nord con il Comune di (Bn) ed il Comune di (Bn). E’ posto al margine della pianura Caudina (Bn), e appartiene a livello geomorfologico alla valle di Suessola (Ce). L’intero territorio è classificato nella seconda zona sismica (ex S=9), ai sensi della deliberazione della Giunta Regionale n° 5447 del 07 Novembre 2002, essa non è variata dal 25 Marzo 1935, anno d’istituzione, ed è classificato sotto la lett. “B” – medio rischio. Il territorio è caratterizzato da un “imbuto-conoide” maggiormente concentrato nella stretta di Arpaia, i versanti pedemontani dei monti Veccio-Orni e Tairano-Chichierra-Cugniuolo, confluiscono nella direttrice naturale di fondovalle (Vallone Palata) ovvero verso la valle di Arienzo-San Felice a Cancello (valle di Suessola) dove il vallone Palata assume la denominazione di “Alveo Trave”, in effetti la morfologia del paesaggio è una gola a forma di conoide Sud-Nord con degrado Est verso Ovest, seguendo forti pendenze sui crinali che man mano si adagiano verso la citata valle di Suessola, le dominanti sono cosi descritte: montuose versanti monti Veccio-Orni posti sul lato Sud, altri versanti Tairano-Chichierra-Cugniuolo posti sul lato Nord, incisione orografica di fondavalle vallone naturale Palata verso Alveo Trave che spaglia in località San Felice a Cancello(Ce), vallata- impluvio che parte dall’abitato di Arpaia (lato Est) ed intero territorio di Forchia capoluogo e sue ex frazioni Cagni, Acquavitale, Falco, Pompilio, Montagnella, Signorindico. La componente vegetativa prevalente: sul versante pedemontano e montano Veccio-Orni è del tipo arborea composta da boschi di castagneti e querce –bosco ceduo-, mentre al disotto della quota di mt 400/450 circa s.l.m. troviamo alberi di ulivo, sul versante pedemontano e montano Tairano- Chichierra-Cugniuolo troviamo pascolo e segni d’inizio di desertificazione, si ripete la componente degli alberi di ulivo al disotto dei mt 300 circa s.l.m., le dominanti sono così descritte: versante Sud boschi di querce e castagni selvatici di età media di anni 30/40, qualche isolato albero centenario, versante Nord pascolo incolto e desertificazione in atto (con rocce affioranti), a mezza costa uliveto in coltura e macchia mediterranea, nel fondovalle uliveti, alberi di ciliegio, seminativo arborato e lembi di orto. La componente antropica del territorio risale al 321 a.c., “anno della famosa battaglia delle Forche Caudine” e secondo antichi documenti il territorio fu sede di Gastaldato (ducato longobardo). L’attuale composizione urbana è formata da un centro storico ed altri nuclei o frazioni. Il centro storico si snoda principalmente su Via Umberto I°, addentrandosi con vicoli di formazione medievale verso il lato montuoso. L’attuale tessuto urbano del centro è compatto e ha un’età media di circa 500 anni, con strati antichi concentrati nella zona di Vico Dei Sanniti, Via Penniniello, Piazza Roma e nell’intorno della Chiesa di San Nicola di Mira. Nell’agglomerato del centro storico, vi sono anche interventi edili isolati di recente costituzione, che non superano i 50/60 anni ed altri i 20/30 anni, oltre agli interventi mirati del consolidamento dell’abitato con i fondi della legge n° 219/81 e ss.mm.ii. (sisma Nov. 80 e succ.). (metodo costruttivo prevalente muratura ad opus incertum pietrame calcareo) Il tessuto urbano prosegue dal centro verso valle lungo le direttrici stradali comunali e provinciali, in tali aree la componente antropica è caratterizzata da caseggiati staccati tra loro ed avente forma di parallelepipedo o cubica, non superano gli interventi, i 40/50 anni. (metodo costruttivo prevalente muratura di tufo) La zona di Sant’Alfonso Maria de Liguori è un agglomerato urbano che, nella parte del “Cagno”, risulta compatto ed antico con età media 100 anni, e nella restante presenta interventi edili ad

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - “isolato” con età media 25 anni. (metodo costruttivo prevalente cemento armato in sito, e parte antica muratura mista pietrame -tufo) Nella località “Falco” ritroviamo un caseggiato a corte, risalente presumibilmente agli inizio del 1700, al contorno ovvero sulla direttrice di Via Montagnella gli interventi antropici sono molto recenti, ovvero con età media di anni 30 (metodo costruttivo prevalente muratura di tufo, per il caseggiato “Falco” pietrame calcareo e tufo a ricorso regolare) Lungo la S.S. Appia, oltre a rinvenire caseggiati isolati di recente costituzione, età media 40 anni, vi è l’ex contrada “Acquavitale”, che risale anch’essa al 1700 ma con evidenti trasformazioni del tessuto, anche recenti. (metodo costruttivo prevalente muratura di tufo, per zona “Acquavitale” pietrame calcareo e tufo a ricorso regolare). Le aree urbane periferiche presentano tutte interventi di caseggiato singolo, sviluppatosi sempre lungo le direttrici stradali, (Via Signorindico – Via Palata - Via Palata-Pompilio, ecc.), in queste zone, salvo per qualche edificio, l’epoca costruttiva non supera i 40 anni. (metodo costruttivo prevalente cemento armato in sito). Il Piano Insediamenti Produttivi “Rella”, caratterizzato da singoli interventi nei lotti terrieri, ha un’età media di 18 anni, la caratteristica costruttiva degli insediamenti, nel’80% dei casi, è il cemento armato precompresso (capannoni prefabbricati). All’interno dell’area Pip, sono esistenti anche abitati per civile abitazione in tufo, ristrutturati e/o ampliati con i fondi della legge n° 219/81 e ss.mm.ii. (sisma Nov. 80 e succ.). Nel territorio non si evidenziano architetture rurali particolari, borghi-sobborghi o isolati insediamenti a carattere prettamente medievale.

2.3 I Corsi d’Acqua Il reticolo idrografico del territorio è rappresentato da una serie di aste torrentizie e valloni naturali, che da varie quote si immettono a fondovalle nel vallone naturale Palata. La caratteristica principale delle incisioni è quella di presentare un profilo longitudinale acclive nella parte montana, con pendenze medie del 30/45%, si riducono a circa il 15% nella fascia pedemontana per assestarsi intorno al 5% nel fondovalle. Queste incisioni, in assenza di piogge, sono quasi sempre secche. Nei periodi di precipitazioni a carattere temporalesco, sebbene in maniera blanda, favoriscono l’instaurarsi di fenomeno di dilavamento, che, talora, conducono ad un modesto apporto solido, laddove la copertura terrosa è esposta direttamente agli atmosferili. Non vi è, quindi, una presenza costante di corsi d’acqua, salvo per il vallone Palata che presenta anche in periodi di siccità caratteristiche torrentizie, anche se blande.

2.4 Le Caratteristiche Geomorfologiche Generali Il territorio del Comune di Forchia è incluso totalmente nel bacino dell’ Autorità Regionale della Campania Centrale, (ex Autorità di Bacino Nord-Occidentale), ai sensi della deliberazione della stessa Autorità, n° 384 del 29 Novembre 2010. In base a tale deliberazione questo territorio è classificato:  per il 73% circa nel rischio frane, molto elevato –R4-, elevato –R3-, medio –R2- e moderato –R1-.  per il 30% circa nel rischio idraulico, molto elevato –R4-, elevato –R3-, medio –R2-, moderato –R1-, nonché presenti aste fluviali ed alvei strada (in periodo di pioggia- temporale). Gli alvei strada più evidenti sono: Via Penniniello, un tratto di Via Nola, Via

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Croce, Via Cagni, Via Segreta, Via Vicinale Segreta, un tratto di Via Signorindico, un tratto di Via Palata-Pompilio , località Valloncello, parte di Via Rella. La parte montuosa e pedemontana è caratterizzata da una copertura su roccia calcarea e calcarea dolomitica anche affiorante, di materiali piroclastici provenienti sia direttamente dall'attività eruttiva del Vesuvio, dei Campi Flegrei e di Roccamonfina, che dalla erosione degli stessi terreni sui rilievi montuosi circostanti. La parte valliva, oltre a presentare una coltre piroclastica, è costituita da depositi detritici (ghiaia, etc.), da limi sabbiosi, clasti calcarei, areniti bianche o grigie con grana medio-fine. In effetti, il territorio è sottoposto, costantemente, a stress da dilavamento (dovuto principalmente alle acque meteoriche di ruscellamento superficiale), con probabili colate rapide di fango e/o detritiche, oltre al trasporto di materiale vegetale. Il territorio, comunque, è dotato di vasche di laminazione e briglie, atte a mitigare i rischi citati, tali opere, autorizzate dall’ Autorità di Bacino competente, sono ubicate come segue:  vasche di laminazione, briglie, in località “Cavone” a confine con Via Nola ove confluiscono le aste fluviali (valloni) dei monti Orni e parte del Veccio, scarico di piena tombato su Via Nola, Via Calcarella e Via Calcare e, immissione in alveo naturale a confine con Via Della Pace;  vasche di laminazione in località Valloncello, ove confluisce l’asta fluviale di parte del monte Veccio e di parte del monte Castello (Arpaia –Bn), scarico di piena tombato su Via Forchia- Arpaia, Passeggiata delle Ginestre, Viale Forche Caudine, Passeggiata delle Rose, Via Misciuni, Piazza Teglia, immissione in alveo naturale a confine con Via Dei Ciliegi;  vasche di laminazione, briglie, in località “Tairano-Chichierra-Gargiassi”, scarico di piena su Via Segreta, sottopasso sulla Strada Statale n° 7 “Appia”, immissione in alveo di fondovalle, naturale Palata. Infine, in località Rella –su tratto stradale- (di fronte all’ingresso principale dell’ Associazione dei Testimoni di Geova), vi è tombato un tratto del vallone Puntarelle-Orni (che confina con il territorio di Arienzo (Ce)), il tratto del vallone de quo confluisce con opere antropiche a cielo libero nell’alveo di fondovalle, naturale Palata. 3 Appartenenza C.O.M. Il C.O.M. -Centro Operativo Misto- è un organismo straordinario costituito presso il Centro Polifunzionale di Protezione Civile, in situazione di emergenza di cui alla lettera “b” o “c” dell’art. 2 della Legge 225/1992, così come sostituito o integrato dal D.L. 59 del 15 Maggio 2012, convertito in legge n. 100 del 12 Luglio 2012, per la gestione, direzione e coordinamento delle attività di emergenza. Esso integra il C.O.C. con i seguenti componenti:  Delegato della Regione Campania;  Delegato della Provincia di Benevento;  Delegato dei Vigili del Fuoco;  Delegato del Comando dei Carabinieri;  Delegato della Questura;  Delegato della Guardia di Finanza;  Delegato della Croce Rossa Italiana;  Delegato delle Associazioni di Volontariato;  Componente dell’A.R.I.;  Componente dei C.B.;  Delegato dell’Associazione Invalidi Civili.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Il Comune di Forchia fa parte, nell’ambito della Provincia di Benevento, del Centro Operativo Misto n° 11, di cui è Comune capofila . Fanno parte del C.O.M. 11 i seguenti Comuni: Montesarchio, Arpaia, , Airola, , , , , Forchia, Moiano, , , . Popolazione, Estensione, e Distanza dal Comune di Forchia dei Comuni inclusi nel C.O.M. n° 11 Comune Popolazione, n° Superficie in Kmq Distanza in Km Montesarchio 13.707 26,26 9,9 Airola 8.147 14,49 5,7 Apollosa 2.725 21,00 18,5 Arpaia 2.001 5,20 1,5 Arpaise 858 6,59 24,5 Bonea 1.498 11,45 10,7 Bucciano 2.064 7,92 7,6 Ceppaloni 3.375 23,67 27,7 Forchia 1.228 5,42 0 Moiano 4.142 20,30 7,9 Pannarano 2.045 11,73 18,8 Paolisi 2.018 6,07 5,6 San Leucio del Sannio 3.207 9,96 24,7 Totale 47.015 170,06

In casi di estrema gravità o ritenuti tali dal Sindaco del Comune interessato dall'evento avverso, il Sindaco del Comune Capo Zona o suo delegato, previo nulla osta della Prefettura, può far intervenire la propria struttura di protezione civile in favore ed a soccorso del Comune richiedente. 4 Caratteristiche e Suddivisione del Piano di Emergenza (rischi inclusi e rischi esclusi)

4.1 Caratteristiche II piano d'emergenza è il progetto di tutte le attività coordinate e delle procedure di Protezione Civile necessarie al fine di fronteggiare, in qualsiasi momento, un determinato evento calamitoso, previsto quale accadimento, sul territorio. Si ritiene il presente piano abbia preso in considerazione sia gli elementi previsionali che di prevenzione, che siano stati ipotizzabili in modo esauriente, i probabili scenari degli eventi a secondo della calamità oltre che illustrate le procedure operative e le risorse disponibili, inserendo inoltre gli allegati da ritenersi indispensabili al piano stesso. La direzione per l'attuazione del piano è affidata al Sindaco o suo delegato ed è da intendersi unitaria ed indivisibile; sarà solo compito del Sindaco, infatti, prendere le decisioni fondamentali, previa acquisizione di tutte le informazioni necessarie tramite coinvolgimento di organi superiori, di Enti od Istituzioni varie. Lo stesso, inoltre, si avvarrà prevalentemente, soprattutto per quanto inerente alla situazione locale ed a tutto ciò che pertinente alle procedure operative, dei responsabili della funzione operativa del C.O.C. –Centro Operativo Comunale-, funzionari quantificati per gli Enti Locali in n° 8 unità alle quali vengono attribuiti complessi, specifici e ben determinati compiti. Al fine di far si che le nove funzioni di supporto individuate siano comunque operative, è stato previsto che ogni "responsabile di funzione" abbia un proprio sostituto.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - 4.2 Suddivisione Piano - Rischi Inclusi / Esclusi

Gli eventi avversi attesi e quindi previsti o comunque ipotizzabili quali accadimenti sul territorio di questo Ente, presi in considerazione nel presente piano di emergenza territoriale, ampiamente e diffusamente trattati nelle specifiche sezioni, sono i seguenti:  Emergenza terremoto;  Emergenza dissesto idrogeologico;  Emergenza eventi meteorologici avversi;  Emergenza neve;  Emergenza incendio;  Emergenza sostanze pericolose - incidente da trasporto. Vengono esclusi, in quanto non attesi e/o poco probabili, oppure inesistenti sul territorio in esame, i rischi e pericoli derivanti dai seguenti eventi calamitosi:  Emergenza dighe;  Emergenza valanghe - slavine;  Emergenza nucleare - biologica - chimica;  Emergenza maremoto;  Emergenza detonazione - deflagrazione - esplosione – implosione. 5 Centro Operativo Comunale (C.O.C.) 5.1 Ubicazione e Caratteristiche Il C.O.C., Centro Operativo Comunale di Protezione Civile a supporto del Sindaco, autorità di protezione civile, per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione, è stato individuato:  presso la sede Comunale in Via Umberto I° n° 45. Qualora questo edificio risultasse indisponibile, il Centro Operativo Comunale sarà ospitato:  presso i locali di proprietà comunale adibiti a scuola dell’infanzia siti in Via Misciuni. Nel caso di inagibilità di entrambe le strutture, il C.O.C. sarà ospitato:  nella parte con bassa vulnerabilità, del centro congressi interregionale dell’Associazione dei Testimoni di Geova, sito in Via Della Pace e Via Rella (zona industriale “Rella”). Le strutture prescelte presentano le caratteristiche necessarie ed essenziali per poter essere individuate quali sedi C.O.C. ovvero:  scarsa vulnerabilità ai rischi attesi, in particolare a quello sismico;  disponibilità di area circostante abbastanza grande;  vicinanza e/o coincidenza con la sede Comunale. Avvertenza generale: Nel caso che tutte le strutture individuate come C.O.C., non consentano di operare in sicurezza, il Sindaco, sentiti i responsabili tecnici, individua e requisisce prontamente un immobile fuori da tutti i rischi (escluso quello sismico), adeguato allo scopo. La zona più adatta al compito è posta lungo la Strada Statale n° 7 –Appia- (escluso incrocio con Via Palata-Pompilio e zona Signorindico).

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - 5.2 Criteri Generali di Programmazione e Pianificazione

Si ritiene che i piani di emergenza redatti rispettino i criteri generali di programmazione e pianificazione distinguendo queste ultime fra loro. La programmazione, infatti, attiene alla previsione e prevenzione, intesa come conoscenza dei rischi stessi che insistono sul territorio e come attività di integrazione dei rischi stessi. I programmi devono essere ricognitivi delle problematiche afferenti il territorio e debbono prevedere l'individuazione delle possibili soluzioni con specifico riferimento ai tempi ed alle risorse disponibili o da reperire. I piani consistono invece nell'insieme delle procedure operative d'intervento da attuarsi nel caso si verifichi l'evento atteso contemplato in apposito scenario. I programmi costituiscono il presupposto per la pianificazione d'emergenza.

5.3 Lineamenti della Pianificazione Il Sindaco, Autorità comunale di Protezione Civile, al momento dell'emergenza, assume la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso in ambito comunale e ne da comunicazioni al Prefetto ed al Presidente della Giunta Regionale. Per l'espletamento del suo operato, il Sindaco o suo delegato, si avvarrà del C.O.C. Obiettivi prioritari del Sindaco possono essere così sinteticamente sotto elencati:  salvaguardia della popolazione;  rapporti con uffici propri ed istituzioni superiori al fine di continuare l'attività amministrativa e per il supporto all'attività di emergenza;  informazioni alla popolazione;  salvaguardia del sistema produttivo locale;  ripristino viabilità e trasporto;  funzionalità telecomunicazioni;  funzionalità servizi essenziali (reti erogatrici, energia elettrica, acqua potabile, telefonica, etc.);  censimento e salvaguardia Beni Culturali. Nel momento dell'emergenza è opportuno che, pur nella massima collaborazione, le competenze vengano suddivise in “Competenze decisionali” e “Competenze di situazioni”.  Competenze decisionali: Nel momento dell'emergenza il SINDACO o suo delegato, assumerà l'incarico di tutti gli aspetti decisionali dettati dall'evento avverso. Di norma farà parte della "sala decisionale" l'Assessore Delegato alla Protezione Civile, il Dirigente del Servizio Tecnico, il Coordinatore del gruppo dei volontari della Protezione Civile comunale, oltre a quanti altri gli stessi riterranno opportuno.  Competenze di situazioni: Il SINDACO o suo delegato, oltre ai componenti di cui sopra, si avvarrà della indispensabile collaborazione dei n° 8 responsabili delle funzioni di supporto individuati secondo quanto sottoelencato ai quali vengono attribuite le mansioni in appresso specificate.

5.4 Le 8 funzioni di supporto - C.O.C.

FUNZIONE 1: TECNICO SCIENTIFICO - PIANIFICAZIONE II referente è stato individuato nella persona dell' Arch.i Angeloceleste Miccoli, tecnico interno all'Ente. Il suo sostituto è l’ Ing. Gabriele Lanzotti, o altra persona individuata dal Sindaco.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Mansioni attribuite: mantenimento e coordinamento di tutti i rapporti tra le varie componenti scientifiche e tecniche. Elaborazione di cartografie nelle scale opportune.

FUNZIONE 2: SANITÀ ASSISTENZA SOCIALE E VETERINARIA II referente è stato individuato nella persona della Dott.ssa Maria Rosaria Marletta, dipendente interna dell’ Ente. Il suo sostituto è la Rag. Anella Papa dipendente interna dell’ Ente. Mansioni attribuite: Tutto ciò che è pertinente ai rapporti con la A.S.L., medicina veterinaria inclusa, oltre che a quanto inerente alle organizzazioni di volontariato che operano nel settore sanitario.

FUNZIONE 3: ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO Il referente è stato individuato nella persona del coordinatore del gruppo comunale di Protezione Civile -Vice Sindaco Ass. Pino Papa-, delegato dal Sindaco, anche come responsabile della Protezione Civile. Il suo sostituto è l’ Ass. Nicola Riola. Mansioni attribuite: soccorso d'urgenza e non alla popolazione. Suddivisione, organizzazione, addestramento ed utilizzo dei gruppi di volontari, che potranno essere utilizzati, previo nulla osta del Sindaco -sentito il Prefetto- nell'emergenza a seconda della loro specialità. Censimento di risorse umane, materiali e mezzi, siano essi della C.R.I. che delle associazioni di volontariato, ivi incluso i tempi di intervento nell'area interessata. Il referente di tale funzione, da ritenersi una delle più importanti e delicate, dovrà provvedere ad organizzare esercitazioni congiunte con le altre forze preposte all'emergenza al fine di verificare le capacità organizzative ed operative delle organizzazioni ed associazioni varie, previo nulla osta del Sindaco o suo delegato.

FUNZIONE 4: MATERIALI E MEZZI II referente è stato individuato nella persona del Geom. Giuseppe Stroffolino, dipendente interno all'Ente. Il suo sostituto è il sig. Francesco Lauriello e l’ Ass. Carmine Verlezza, o altra persona individuata dal Sindaco. Mansioni attribuite: Tale funzione di rapporto è essenziale e primaria per fronteggiare una emergenza di qualsiasi tipo. Questa funzione, attraverso il censimento delle persone, dei materiali e mezzi comunque disponibili, siano essi dell'Ente locale che di Ditte private, deve avere un quadro costantemente aggiornato delle risorse disponibili. Per ogni risorsa si deve prevedere il tipo di trasporto ed il tempo di arrivo nell'area interessata. Dall'elenco delle risorse disponibili sono da escludere quelle di appartenenza alla A.S.L., alle organizzazioni ed associazioni di volontariato ed alla C.R.I., siano esse risorse costituite da persone, materiali e mezzi. Nel caso in cui la richiesta di materiali e/o mezzi non possa essere fronteggiata a livello locale, il Sindaco rivolgerà richiesta al Prefetto competente.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - FUNZIONE 5: SERVIZI ESSENZIALI - RETI DI DISTRIBUZIONE - ATTIVITÀ' SCOLASTICA INCLUSA. Il referente è stato individuato nella persona del Vigile Urbano Geom. Graziano Papa, dipendente comunale di Forchia. Il suo sostituto è l’ Ass. Antonio Giordano e Geom. Luigi Bollente o altra persona individuata dal Sindaco. Mansioni attribuite: per l'espletamento della funzione assegnata, oltre a quanto di pertinenza degli impianti dell'Ente locale e quindi allo stesso assegnate, si avvarrà dei rappresentanti di tutti i servizi essenziali erogati sul territorio (Energia elettrica –Enel-, Gas –Napoletanagas e Snam-, Acqua, Telecom, Smaltimento reflui –Gesesa-, Pubblica Illuminazione, etc.). Mediante i compartimenti territoriali deve essere mantenuta costantemente aggiornata la situazione circa l'efficienza e gli interventi sulla rete. Si precisa che l'utilizzo del personale e mezzi necessari al ripristino delle linee e/o delle utenze è comunque diretta dal rappresentante dell'Ente di gestione nel centro operativo. Per servizio essenziale è da intendersi anche l'attività scolastica; a tal fine, il responsabile di funzione, si avvarrà del funzionario responsabile di servizi educativi, dipendente dell'Amm.ne Comunale, Dott.ssa Maria Rosaria Marletta.

FUNZIONE 6: CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE - ASSISTENZA ALLA POPOLAZIONE II referente è stato individuato nella persona dell’ Arch.i Angeloceleste Miccoli, dipendente interno all'Ente. Il suo sostituto è l’ Ing. Gabriele Lanzotti, o altra persona individuata dal Sindaco. Mansioni attribuite: Censimento danni a persone e cose. Il censimento dei danni a persone e cose riveste particolare importanza al fine di fotografare la situazione determinatasi a seguito dell'evento calamitoso e per stabilire gli interventi d'emergenza. Il responsabile della funzione, al verificarsi dell'evento calamitoso, dovrà effettuare un censimento dei danni riferito a:  persone  edifici pubblici  edifici privati  impianti industriali  servizi essenziali  attività produttive  opere di interesse culturale  infrastrutture pubbliche  agricoltura e zootecnica Per il censimento di quanto descritto il coordinatore di questa funzione si avvarrà di funzionari dell'Ufficio Tecnico del Comune o del Genio Civile Regionale e di esperti del settore sanitario, industriale e commerciale. E' altresì ipotizzabile l'impiego di squadre miste di tecnici dei vari Enti per le verifiche speditive di stabilità che dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti. Mansioni attribuite assistenza popolazione: conoscenza e competenza in merito al patrimonio abitativo, alla ricettività delle strutture turistiche (alberghi, campeggi, ostelli, etc) oltre che ricerca ed utilizzo di aree pubbliche e private da utilizzare come "zona d'attesa e/o ospitanti”.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - FUNZIONE 7: STRUTTURE OPERATIVE LOCALI II referente è stato individuato nella persona del Vigile Urbano Papa Giuseppe, vigile dipendente interno dell’Ente. Il suo sostituto, qualora non impegnato nella funzione 5, è il Vigile Urbano Papa Graziano o altra persona individuata dal Sindaco. Mansioni attribuite: il responsabile della funzione dovrà coordinare le varie componenti locali istituzionalmente preposte alla viabilità. In particolare dovranno regolamentare localmente i trasporti, la circolazione inibendo il traffico nelle aree a rischio, indirizzando e regolando gli afflussi dei soccorsi.

FUNZIONE 8: TELECOMUNICAZIONI Il coordinatore di questa funzione è stato individuato nella persona della sig.ra Ester D’Ambrosio, funzionario interno dell’Ente. Il suo sostituto è il sig. Papa Michele, o altra persona individuata dal Sindaco. Mansioni attribuite: il coordinatore di questa funzione dovrà, di concerto con il responsabile della Telecom, con il responsabile P.T. –Poste e Telegrafi-, con il rappresentante delle organizzazioni dei radioamatori (A.R.I. e C.B.) presenti sul territorio, predisporre una rete di telecomunicazione nota e non vulnerabile.

Nota : E' facoltà del Sindaco sostituire, il Responsabile di Funzione e/o suo sostituto in qualunque momento ritenuto opportuno, ciò, ovviamente da intendersi per ogni singola funzione di supporto.

5.5 Le Risorse Ogni incaricato responsabile di una funzione di supporto, dovrà farsi carico di tenere un elenco aggiornato delle risorse sia proprie che esterne, siano esse pubbliche che private ma comunque ritenute necessarie al loro utilizzo al momento dell'accadimento avverso. Per risorse sono da intendersi sia persone che materiali, mezzi ed attrezzature realmente disponibili durante la fase dell’emergenza. Necessita inoltre indicare con la massima precisione, i tempi per il loro utilizzo nell'area interessata. Tali elenchi di risorse dovranno essere formati da personale all’uopo nominato dall’ Ufficio Comunale di Protezione Civile e dovranno essere aggiornati con periodicità non superiori ad un anno. (La redazione degli elenchi di cui sopra dovrà avvenire entro 3 mesi dalla data di approvazione del piano).

5.6 L’ Ufficio Stampa Durante l'emergenza, l'addetto stampa del Comune, individuato nella persona del Segretario Comunale, sarà da considerarsi responsabile ufficiale dell'informazione. Sarà suo compito tenere i rapporti con i media previe informazioni ottenute e diramate dai componenti la "Sala decisioni". E' fatto divieto a chiunque diramare notizie di qualsiasi genere connesso all'evento calamitoso fatta eccezione per il Sindaco.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Qualora sia impossibile per il Segretario Comunale raggiungere il territorio o espletare la funzione per altro impedimento, il suo sostituto è individuato nella persona della sig.ra Ester D’Ambrosio, o altra nominata dal Sindaco.

5.7 L’ Ufficio Emergenze Nel caso di attivazione del C.O.C., se ritenuto opportuno, il Responsabile dell' U.O.C. Protezione Civile, è delegato ad istituire un apposito ufficio Emergenza avvalendosi del gruppo comunale dei volontari della Protezione Civile e da altro personale comunale dipendente.

5.8 Aree di emergenza Alla luce dei rischi presenti sul territorio sono state individuate le aree da utilizzare in caso di emergenza, che si distinguono in tre tipologie:  Aree di attesa per la popolazione (scoperte e coperte);  Aree di accoglienza per la popolazione (scoperte e coperte);  Aree di ammassamento per i soccorritori.

Le AREE DI ATTESA sono luoghi in cui deve confluire la popolazione a seguito di un evento calamitoso oppure, in fase di allarme, a seguito di ordine di evacuazione, e dove viene istituito un punto informativo e di prima assistenza (bevande calde, coperte, ecc.). L’utilizzo di tali aree è limitato a poche ore, in attesa dell’invio della popolazione alle aree di accoglienza o del rientro nelle abitazioni in caso di cessato allarme Possono essere AREE DI ATTESA SCOPERTE (codice nella banca dati Azimut: CM4) o AREE (STRUTTURE) DI ATTESA COPERTE (codice CM6). In caso di terremoto si utilizzeranno esclusivamente aree di attesa scoperte, in attesa delle verifiche di agibilità degli edifici. Le AREE DI ACCOGLIENZA sono luoghi dove la popolazione risiederà per brevi, medi e lunghi periodi (da un giorno a uno-due mesi). A seconda della tipologia d’evento del numero di persone da alloggiare si dovrà optare per la soluzione più opportuna tra l’utilizzo di strutture turistico-ricettive, di AREE DI ACCOGLIENZA SCOPERTE o di AREE (STRUTTURE) DI ACCOGLIENZA COPERTE. Le AREE DI ACCOGLIENZA SCOPERTE sono quelle aree da destinare a tendopoli, roulottopoli o a insediamenti abitativi di emergenza (prefabbricati) in grado di assicurare un ricovero di media e lunga durata per coloro che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione. Nell’ambito del territorio comunale si prevede l’utilizzo di tali aree solo in caso di eventi sismici che determinino un diffuso danneggiamento del patrimonio edilizio residenziale. In tutti gli altri casi si opterà per l’utilizzo di strutture turistico-ricettive (in caso di numero non eccessivo di persone da alloggiare) o di strutture di accoglienza coperte. Le aree individuate in questo Piano sono in grado di ospitare strutture temporanee quali tende, roulotte e relative strutture logistiche necessarie all’assistenza di persone evacuate, ma non necessariamente possono essere impiegate per il montaggio di moduli abitativi, in quanto tale utilizzo assume carattere di stabilità, con cambio della destinazione d’uso delle aree stesse. La sistemazione in tendopoli, pur non essendo la più confortevole delle soluzioni per la collocazione dei senza tetto, viene, comunque, imposta dai tempi stretti dell’emergenza sismica come la migliore e più veloce risposta, la permanenza in queste aree non può superare i 2-3 mesi.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - La sistemazione in insediamenti abitativi di emergenza ( prefabbricati e/o sistemi modulari), in caso dovesse perdurare il periodo di crisi, è la successiva soluzione alloggiativi dopo il passaggio nelle strutture esistenti e tendopoli.

Le AREE (STRUTTURE) DI ACCOGLIENZA COPERTE sono quegli edifici presenti sul territorio che possono essere immediatamente disponibili per assicurare un ricovero coperto di breve e media durata per coloro che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione. Per quanto riguarda le aree che presentano caratteristiche di idoneità ai fini di un loro utilizzo come AREE DI ACCOGLIENZA PER LA POPOLAZIONE sono stati ricercati i seguenti requisiti:  buoni collegamenti con la rete viaria principale e accessibilità da parte di mezzi pesanti;  adeguata estensione e vicinanza alla residenza abituale della popolazione da servire;  superficie pianeggiante e pavimentata oppure dotata di terreno drenato;  servizi essenziali esistenti o facilmente allacciabili (acqua potabile, fognatura, energia elettrica, gas, telefono);  assenza di situazioni di rischio incombente o quantomeno estremamente ridotte e limitate per tipologia;  proprietà pubblica e/o disponibilità immediata.

Le AREE DI AMMASSAMENTO DEI SOCCORRITORI E DELLE RISORSE rappresentano i centri di raccolta di uomini e mezzi, ove saranno allestiti, in situazioni d’emergenza, i campi base delle strutture operative operanti su territorio: VV.F., FF.AA., C.R.I., Colonna Mobile del Volontariato ecc. Nel territorio comunale di Forchia è prevista la localizzazione di un’area di ammassamento, in quanto più aree vengono ubicate nei Comuni sede di C.O.M. Le aree individuate sono per la maggior parte appartenenti al patrimonio comunale, e quindi immediatamente disponibili, per le restanti dovranno essere concordate con i proprietari le modalità di attivazione ed impiego. Per tutte le aree è stata redatta una scheda specifica contenente i dati essenziali per il loro pronto impiego; le schede sono riportate in allegato. Tali aree sono state individuate all’interno del territorio comunale in relazione alla disponibilità in zone di proprietà comunale, già dotate di infrastrutture e ben collegate alla viabilità. Per quelle di attesa il numero e commisurato alla popolazione. Ciascuna area di emergenza, con i relativi percorsi di accesso, e stata rappresentata su cartografia, utilizzando la simbologia tematica proposta a livello nazionale.

5.9 Il Volontariato -generalità- Il volontariato (art. 23 del D.P.R. 66/1981, art. 18 legge 225/92 e D.P.R. 613/94), è stato sempre presente nelle diverse calamità durante le quali, spesso con pochi mezzi e poca organizzazione, ha fornito il proprio fondamentale contributo alle operazioni di soccorso alla popolazione. Pertanto, è necessario che gli interventi dei volontari con quelli delle forze istituzionali vengano opportunamente coordinati in modo che la loro azione non si sovrapponga o non sia in concorrenza con quella, ad esempio, dei Vigili del Fuoco, causando intralcio alle operazioni di soccorso, ma sia di concorso e di ausilio alle autorità locali, soprattutto ai Comuni. Il volontariato è suddiviso nelle seguenti due distinte categorie:  volontariato in forma singola;  volontariato in forma associativa.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Su indicazione del Dipartimento della Protezione Civile il ricorso al volontariato interessa prevalentemente, per comprensibili ragioni organizzative e di efficienza, quello associato, censito dalla Protezione Civile Regionale e dalla Prefettura di Benevento. Per quanto concerne i criteri di partecipazione e intervento delle Associazioni alla pianificazione di protezione civile e delle attività di previsione, prevenzione e soccorso a livello locale trovano applicazione il "Regolamento di attuazione dell'art. 18 della legge 24 febbraio 1992, n° 225", - Presidenza del consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile e la circolare della presidenza del Consiglio dei Ministri del 16 novembre 1994, n° 01468 U.L. L'addestramento tecnico-operativo dei volontari viene curato prevalentemente dalle associazioni di appartenenza.

5.9.1 Associazioni di volontariato interessate al piano Previa richiesta del Sindaco o suo delegato, in relazione a quanto sopra la Prefettura, dopo aver valutato la necessità dell'utilizzo di dette Associazioni nel territorio comunale nonché i requisiti di efficacia delle Associazioni stesse, emana apposita autorizzazione e ne dispone il loro intervento nei modi ritenuti adeguati.

5.9.2 Volontariato locale Ottenutane l'autorizzazione dal Prefetto e dopo averne concordato in linea di massima l'operatività, sarà cura del responsabile del volontariato locale disporre del loro intervento nei modi ritenuti adeguati, ivi inclusi i mezzi e le attrezzature in loro dotazione.

5.9.3 Ordini e Collegi Professionali L'apporto che può essere dato dai professionisti nel campo della propria preparazione specifica in caso di calamità e di enorme importanza. A parte le prestazioni che vengono offerte da coloro che sono inseriti nelle strutture pubbliche, il contributo di pensiero dei liberi professionisti nelle soluzioni di problematiche connesse ad eventi calamitosi può essere determinante. In particolare, potrebbe essere necessario costituire squadre di tecnici quali Ingegneri, Architetti, Geometri, per concorrere con gli organi tecnici dello Stato, della Regione e degli Enti Locali all'attività di stima dei danni subiti dai fabbricati, dalle infrastrutture e manufatti in genere, da opere stradali, etc.

5.10 L’ Evacuazione della Popolazione

5.10.1 Avvertenze Generali L'evacuazione della popolazione è misura cautelativa che viene adottata dal Prefetto in relazione alla natura dell'evento calamitoso e della gravità dello stato di emergenza. La direzione delle operazioni di evacuazione della popolazione è devoluta al Questore che si avvarrà del Comando Provinciale Carabinieri, del Gruppo Guardia di Finanza nonché della Polizia Municipale dei Comuni interessati. La popolazione da evacuare verrà avvertita a cura delle Forze dell'Ordine e in caso di urgenza, dal Sindaco, con avvisi diffusi come segue: a) quanto trattasi di poche famiglie o vi siano le condizioni per poterlo eseguire con comunicazione diretta agli interessati a mezzo:  Forze dell'Ordine;  Polizia Municipale

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - b) quando si tratta di intere zone del paese e non vi siano le condizioni di tempo per eseguire avvisi individuali:  con altoparlanti;  con staffette su moto o auto;  con comunicati radio;  con comunicati televisivi. La popolazione che non dispone di propri mezzi o che si trova in situazioni particolari (ammalati o persone in particolari condizioni di infermità) viene fatta evacuare con automezzi forniti dalle ditte private di autotrasporto operanti sui rispettivi tenitori elencate negli allegati "Risorse" ed eventualmente, in caso di necessità, da parte delle Forze Armate su richiesta del Prefetto. Lo sgombero degli infermi viene curato dalle Aziende A.S.L. competenti per territorio, che si avvalgono delle autoambulanze delle varie Associazioni operanti sul territorio. Il numero di automezzi e di ambulanze da utilizzare ed il numero dei viaggi da effettuare dipende dall'ampiezza dei settori da sgomberare e dal numero di famiglie che intendono avvalersi dei propri mezzi. Il punto di attesa degli autobus e delle ambulanze sarà indicato dal C.O.M. o C.O.C. in funzione della zona da evacuare. La popolazione che non ha possibilità o non riesce a trovare sistemazione in proprio è avviata presso i Ricoveri Provvisori d'emergenza e/o presso le Unità Assistenziali d'emergenza dove a cura dell'Amministrazione Comunale competente riceverà accoglienza, vestiario e vettovagliamento.

6 Conclusioni A. – Vitalità del Piano di Protezione Civile Per far si che un Piano di Protezione Civile risulti sempre efficace ed efficiente e quindi sempre pronto al suo utilizzo occorre che lo stesso venga aggiornato con periodicità breve. Tale incombenze è da intendersi affidata al Responsabile di Protezione Civile che si avvarrà per l'aggiornamento dell'operato degli 8 Responsabili delle funzioni di supporto. Altro elemento fondamentale al fine di tenere il piano sempre in vita è quello di attuare apposite esercitazioni. Ciò servirà soprattutto per verificare sia l'adeguatezza delle risorse che il modello d'intervento. B. – Attuazione di esercitazioni L'esercitazione è il mezzo, fondamentale, per tenere aggiornate sia le competenze del territorio, che l'adeguatezza delle risorse (uomini e mezzi) e per verificare il modello di intervento. Gli elementi indispensabili per l'organizzazione di una esercitazione sono:  Premessa  Scopi  Tema (scenario)  Obiettivi  Territorio  Direzione dell'esercitazione  Partecipanti  Avvenimenti ipotizzati Come si organizza un'esercitazione:

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Le esercitazioni di PC (protezione civile), organizzate da Organi, Strutture e Componenti del SNPC (servizio nazionale protezione civile) possono essere di livello nazionale, regionale, provinciale e comunale. Sono classificate in: A- per posti comando e telecomunicazioni (quando coinvolgono unicamente gli organi direttivi e le reti di comunicazione) B- operative (quando coinvolgono solo le strutture operative con l'obiettivo specifico di testarne la reattività, o l'uso dei mezzi e delle attrezzature tecniche d'intervento) C- dimostrative (movimenti di uomini e mezzi con finalità insita nella denominazione) D- miste (quando sono coinvolti uomini mezzi di Amministrazioni ed Enti diversi) C. – Informazione alla Popolazione La conoscenza del Piano da parte della popolazione è l'elemento fondamentale per rendere un Piano efficace. L'informazione alla popolazione deve essere caratterizzata da uno stretto rapporto tra conoscenza – coscienza - autodifesa:  conoscenza: intesa come adeguata informazione scientifica dell'evento mediante l'uso corretto dei mass media;  coscienza: presa d'atto della propria situazione di convivenza in una situazione di possibile rischio presente in un determinato territorio;  autodifesa: adozione di comportamenti corretti in situazioni estreme. 7 Gli Organi di Protezione Civile La legge 24 Febbraio 1992 n. 225 ha istituito il Servizio Nazionale della Protezione Civile al fine di tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivati da calamità naturali, da catastrofe e da altri eventi calamitosi. Ai sensi dell' art. n° 6 della stessa legge all'attuazione delle attività di protezione civile provvedono le Amministrazioni dello Stato, le Regioni, le Provincie, i Comuni e le Comunità Montane e vi concorrono gli enti pubblici, gli istituti e i gruppi di ricerca scientifica nonché ogni altra istituzione anche privata. Concorrono, altresì, all'attività di protezione civile i cittadini ed i gruppi associati di volontariato civile nonché gli ordini ed i collegi professionali. Ai sensi dell'art. n° 11 della legge citata sono, inoltre, strutture operative del servizio nazionale di protezione civile: 1. il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco quale componente della Protezione Civile; 2. le Forze Armate; 3. le Forze di Polizia; 4. il Corpo Forestale dello Stato; 5. i Servizi tecnici nazionali; 6. la Croce Rossa Italiana; 7. le strutture del Servizio Sanitario Nazionale; 8. le Organizzazioni di Volontariato; 9. il Corpo Nazionale di Soccorso Alpino C.N.S.A. (C.A.I.).

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - 7.1 L’ Ufficio Provinciale di Protezione Civile e L’Ufficio Provinciale

dell’Emergenza presso la Prefettura Il Prefetto, nello svolgimento della sua attività, si avvale ai sensi del combinato disposto dall'art. n° 14 del D.P.R. 66/1981 e dell'art. n° 14 ultimo comma della legge 225/92 modificata ed integrata dalla L. 100/2012, dell'opera dell'Ufficio Provinciale di protezione Civile, posto direttamente alle sue dipendenze al quale è demandata la trattazione in via esecutiva di tutti i compiti inerenti tale materia. Al verificarsi dell'emergenza, il predetto Ufficio, debitamente integrato, assume là denominazione di Ufficio Provinciale dell'Emergenza ed opera nella Sala Operativa articolato in due Sezioni, svolgendo i compiti come di seguito riportato:  provvede all'immediato censimento di eventuali morti, dispersi e feriti, acquisendone gli elenchi dai Comuni e promuovendo gli accertamenti necessari da parte delle forze di polizia;  distribuisce ai Comuni sinistrati i ricoveri provvisori (tende, roulottes, prefabbricati, ecc.);  organizza e provvede alla sistemazione alloggiativa di eventuali sfollati;  aggiorna le richieste ed i conseguenti interventi di assistenza, di ordine pubblico, di traffico delle strade, ecc.;  procura i beni assistenziali da inviare ai Comuni secondo le necessità;  indirizza, per il relativo impiego, le strutture di assistenza che, comunque, affluiscono in provincia, tenendo conto delle esigenze prioritarie da soddisfare;  per ogni esigenza emergente nell'ambito dell'ordine pubblico e dell'assistenza informa e attiva il rappresentante dell'Ufficio o Amministrazione competente presente nella Sala Operativa;  cura, direttamente o interessando gli Uffici istituzionali competenti, i provvedimenti amministrativi attinenti alla emergenza e quanto altro connesso.

7.2 Il Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) 7.2.1 Compiti Il C.C.S. (art. n° 14 del D.P.R. 66/1981) è un unità di assistenza tecnica, amministrativa e logistica che all'emergenza viene attivata su disposizione del PREFETTO. Provvede all'attuazione dei servizi di assistenza e soccorso alle popolazioni colpite da incidenti rilevanti nell'ambito della provincia e coordina tutti gli interventi prestati da Amministrazioni pubbliche nonché da Enti ed organismi privati.

7.2.2 Costituzione

A) Personale Il C.C.S., presieduto dal Prefetto, è composto, in linea generale, dai rappresentanti muniti di poteri decisionali dei seguenti Enti:  Questura;  Carabinieri;  Guardia di Finanza;  Capitaneria di Porto;  Vigili del Fuoco;  Corpo Forestale dello Stato;  Maridipart;  Presidio Militare Provinciale;  Regione Campania;  Amministrazione Provinciale;  Comune Capoluogo o Comuni interessati;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  Azienda U.S.L. e Ospedaliera;  Servizio Decentrato Opere Pubbliche e Difesa del Suolo;  Direzione Compartimentale Regionale E.N.S.;  Provveditorato agli Studi;  Direzione Provinciale della Motorizzazione Civile;  Direzione Ente Ferrovie dello Stato;  Croce Rossa Italiana;  Provveditorato alle Opere Pubbliche per le Campania;  Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato;  Direzione Ente Poste Italiane;  Direzione Telecom;  Ente Nazionale Energia Elettrica (E.n.e.l.);  Consorzio Acqua-Gas competente per territorio (Snam, ecc.);  Coordinatore Provinciale del Volontariato. Il numero di predetti componenti potrà essere di volta in volta integrato modificato o ridotto a seconda delle necessità scaturite dalla natura e dall'entità dell'evento calamitoso.

B) La Sala Operativa II C.C.S. si riunisce nella Sala Operativa della Prefettura al primo piano del palazzo di Governo. La Sala Operativa, è suddivisa in due locali che prendono il nome di:  Sala Situazioni;  Sala Comunicazioni. ed è attrezzata con cartografie, tabelloni, sistema informativi, telefoni e postazioni per radio e telefoni. La Sala Situazioni è destinata alle riunioni del C.C.S. mentre la Sala Comunicazioni al sistema integrato di comunicazioni via radio e via filo. La Sala Operativa è organizzata e gestita per il suo funzionamento dall'Ufficio Provinciale di Protezione Civile. E' predisposta per funzionare per tutto l'arco delle 24 ore con personale fornito dalla Prefettura e dagli Organismi che ne fanno parte.

7.2.3 Organizzazione Operativa II C.C.S. è articolato in una Direzione e nelle seguenti quattro sezioni esecutive:  sezione Ordine Pubblico;  sezione Soccorso;  sezione Assistenza;  sezione Interventi Tecnici.

A) Direzione La Direzione è costituita dal Prefetto e dall'Ufficio Provinciale dell'emergenza articolato in due sezioni. Il Prefetto, nello svolgimento della sua attività nell'ambito del C.C.S., è coadiuvato in via ordinaria dal Dirigente dell'Ufficio Provinciale dell'Emergenza. In caso di temporanea assenza o di impedimento è sostituito dal Vice Prefetto Vicario. Nella sua carica di organo di protezione civile nell'ambito della provincia, svolge, nelle situazioni di emergenza, i seguenti compiti:

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  direzione: Sulla base delle richieste di intervento pervenute e dopo una valutazione iniziale della situazione contingente decide quali provvedimenti prendere, tali da fronteggiare l'emergenza in modo adeguato. Segue l'evoluzione degli avvenimenti, in modo da apportare opportune modifiche al dispositivo di intervento e alle misure in atto. E' responsabile di tutte le decisioni in ambito provinciale.  coordinamento: Regola le richieste di intervento pervenute definendone l'importanza, l'urgenza e le priorità. Regola l'impiego del dispositivo di intervento, in modo da avere una ripartizione equilibrata ed il più omogenea possibile delle forze. Regola l'erogazione delle risorse in misura da assicurarne sempre la continuità e la quantità richiesta.  controllo: Sulla base dell'evolversi della situazione e dalla elaborazione dei dati relativi alle risorse erogate, effettua dei controlli per verificare se le decisioni prese sono state compiutamente attuate. Esercita azioni di controllo diretta anche sugli organismi che svolgono la propria attività in Sala Operativa. B) Sezioni Esecutive Le Sezioni esecutive operano rispettando le direttive del Prefetto ed a loro volta coadiuvano quest'ultimo per la migliore esecuzione dei suoi compiti di direzione, coordinamento e controllo. b.1 - Sezione Ordine Pubblico a. composizione:  Questura;  Comando Provinciale Carabinieri;  Comando Gruppo Guardia di Finanza;  Presidio Militare Provinciale;  Comando Polizia Municipale competente per territorio. b. compiti:  ordine pubblico;  posti di blocco;  informazione della popolazione;  evacuazione della popolazione;  scelta itinerari mezzi di soccorso e di assistenza;  scelta itinerari per l'evacuazione;  servizio scorta ai mezzi di soccorso ed alle colonne di evacuazione popolazione;  sorveglianza della zona sgomberata;  predisposizione base atterraggio elicotteri;  collegamenti con responsabili FF.S. -Ferrovie dello Stato-, Telecom, Enel, Snam, per eventuali loro interventi, secondo le indicazioni della Sezione di Soccorso. b.2 - Sezione Soccorso a. composizione:  Vigili del Fuoco;  Corpo Forestale dello Stato;  Aziende AA.SS.LL. ed Ospedaliere;  Coordinatore Provinciale del Volontariato. b. compiti:  valutazione del rischio;  determinazione delle forze necessarie all'emergenza e relativi mezzi di rinforzo;  prevenzione incendi;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  impiego volontari di soccorso; b.3 - Sezione per gli Interventi Tecnici a. composizione:  Amministrazione Provinciale;  Comune Capoluogo o competente per territorio;  Servizio Decentrato OO.PP. e Difesa Suolo;  Provveditorato alle Opere Pubbliche per le Campania;  Telecom Italia;  Ente Nazionale Energia Elettrica (E.n.e.l.);  Compartimento FF.S. –Ferrovie dello Stato-;  Compatimento E.N.S. –Ente Azienda Nazionale Strade-; b. compiti:  interventi tecnici urgenti;  predisposizione centri di collegamento. b.4 – Sezione Assistenza a. composizione:  Azienda ASL n. 1 e Ospedaliera di Benevento;  Comune Capoluogo o competente per territorio;  Provveditorato agli Studi;  Croce Rossa Italiana b. compiti:  interventi salutari;  impiego Associazioni di volontariato assistenza;  organizzazioni sistemazioni alloggiative;  assicurazione vettovagliamento e viveri.

7.2.4 Collegamenti A – Collegamenti Radio I collegamenti radio saranno a cura di: 1) Associazioni Italiana Radioamatore (A.R.I.) per i collegamenti alternativi con:  Ministero dell'Interno - Sala Operativa della Direzione Generale della Protezione Civile - Roma;  Presidenza del consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile (Sala Riunione) Roma;  Centri Operativi Misti. 2) Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, che garantisce il collegamento con il proprio Comando che, a sua volta, è inserito nel sistema comunicativo del Corpo (Ispettorato Regionale, Colonne Mobili, distaccamenti e singoli automezzi di dotazione e Sala Operativa del Ministero dell'Interno); 3) Questura, che potrà utilizzare le reti del Dipartimento della Polizia di Stato; 4) Comando Provinciale Carabinieri, per il collegamento con proprio Comando; 5) Comando Gruppo Guardia di Finanza, per il collegamento col proprio Comando; 6) Regione Campania, per il collegamento col proprio Centro Operativo e con i mezzi speciali; 7) Amministrazione Provinciale, per il collegamento col proprio Centro Operativo e con i mezzi speciali; 8) Associazioni di Volontariato ed altre.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - B - collegamenti telefonici La Sala Operativa dovr à essere collegata, tramite telefoni interni, con la centrale automatica della Prefettura e può accedere a tutti i suoi servizi di collegamento con il Ministero dell'Interno, le altre Prefetture e tutte le utenze Telecom, nonché ai collegamenti diretti con la Questura, Carabinieri e Guardia di Finanza. Nel caso di avaria delle linee telefoniche, gli stessi servizi possono essere svolti tramite la rete telefonica infrastrutturale autonoma del Ministero dell'Interno (Ponte-Radio).

7.3 Il Centro Operativo Misto (C.O.M.) Il C.O.M. è uno strumento di coordinamento provvisorio, per il tempo dell'emergenza a livello comunale ed intercomunale, formato da rappresentanti dell'Amministrazione e degli Enti pubblici del quale si avvale il Prefetto per dirigere i servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite e per coordinare le attività svolte da tutte le Amministrazioni pubbliche, dagli Enti e dai privati.

7.3.1 Costituzione E' prevista la costituzione di C.O.M. al verificarsi dell'emergenza, con il compito di curare l'esecuzione delle disposizioni impartite dal centro Coordinamento Soccorsi e di tenere informato quest'ultimo sugli sviluppi della situazione. I Comuni interessati dovranno dotare il C.O.M. del personale esecutivo (segretari, dattilografi, tecnici, ecc.) e delle attrezzature operative idonee alla gestione dell'emergenza.

7.3.2 Composizione Il C.O.M., diretto da un funzionario delegato dal Prefetto, è composto dai rappresentanti muniti di poteri decisionale dei seguenti Enti:  il Sindaco del Comune più importante ed eventualmente rappresentanti degli altri Comuni interessati all'emergenza;  il Commissario di P.S.;  un Ufficiale dell'Arma dei Carabinieri della Compagnia interessata;  un Funzionario dei Vigili del Fuoco;  un Rappresentante del Corpo Forestale dello Stato.

7.3.3 Collegamenti a. collegamenti telefonici La Telecom curerà il collegamento telefonico con il C.C.S. e concederà ulteriori utenze, secondo le necessità del momento. b. collegamenti radio I collegamenti radio sono previsti in alternativa a quelli telefonici e vengono curati con propri mezzi e personale da:  Polizia di Stato;  Carabinieri;  Guardia di Finanza;  Vigili del Fuoco; per le comunicazioni con i propri Comandi ed il C.C.S. 1. L'Associazione Radioamatori Italiani (A.R.I.) per le comunicazioni con il C.C.S. 2. Le Associazioni dì Volontariato a disposizione degli Enti locali per le comunicazione con i

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Centri Operativi Comunali (C.O.C.) e le zone d'emergenza.

7.4 Organismi Operativi di Emergenza nella Provincia

7.4.1 Ricoveri Provvisori d’ Emergenza Per i ricoveri di eventuali cittadini sfollati, a seconda del loro numero e delle situazioni particolari, potranno considerarsi le seguenti soluzioni possibili:  alberghi o pensioni: per il territorio di Forchia, “Yellow 85 Park Hotel Restaurant” in Via Signorindico, e “Al Borgo–affittacamere” in Via Umberto I°, salvo inagibilità;  edifici scolastici: per il Comune di Forchia, due plessi per complessive 08 aule disponibili, in Via Misciuni, salvo inagibilità;  edifìci adibiti a strutture per lo sport: per il Comune di Forchia, palazzetto dello sport in Via Misciuni (ex contrada Cretazzo) da utilizzarsi in tutti i rischi escluso quello idrogeologico –rischio frane- e rischio incendio d’interfaccia; spogliatoi campo di calcio in Via Pizzone;  aree di ricovero. L'approntamento dei suddetti immobili come ricovero e l'approvvigionamento di generi di conforto e alimentari avverrà a cura di questo Ente e/o in supporto dai comuni costituiti in C.O.M..

7.4.2 Unità Assistenziali di Emergenza (U.A.E.)

Costituzione: Su disposizione del Prefetto possono essere costituite, ove necessario, le "Unità Assistenziali di Emergenza" (art. n° 19 D.P.R. 66/1981), che provvedono ad alloggiare, eventualmente alimentare e prestare ogni forma di assistenza ai cittadini sinistrati. La dislocazione delle U.A.E. viene effettuata nell'ambito territoriale dei C.O.M., se costituiti, o dei singoli comuni colpiti, nel caso in cui si rilevi necessario predisporre un sistema assistenziale più capillare. Sono attivate su ordine del Prefetto; la loro direzione è affidata ad un funzionario della Prefettura e la loro operatività è continuativa nelle 24 ore fino alla cessazione dello "stato di allarme". L'organizzazione delle sedi sarà curata dalle Aziende AA.SS.LL. che si avvarranno dei Servizi Tecnici Comunali. Composizione: variabile a seconda delle esigenze e comprenderanno nella forma più estesa:  funzionario della Prefettura;  rappresentante del Comune o dei Comuni e personale comunale;  rappresentante delle Aziende Sanitaria A.S.L. e personale socio sanitario;  funzionario di P.S. e Ufficiale dei Carabinieri con un nucleo di personale;  personale della Croce Rossa Italiana;  volontari (operanti nel settore dell'assistenza, ecc.): presenza eventuale valutata dal Prefetto. ogni Ente è responsabile dell'invio tempestivo del proprio personale. Compiti:  forniscono utile informazione agli organi della Protezione Civile ed ai Centri di Coordinamento costituiti:  assicurano, a seconda delle contingenze, la distribuzione di soccorsi, l'assegnazione dei ricoveri ed ogni altro intervento assistenziale in favore dei sinistrati;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  prestano ogni forma di assistenza alla popolazione sinistrata;  provvedono al censimento della popolazione sinistrata, previa intesa con i componenti organi locali;  provvedono alla predisposizione di servizi di assistenza sociale e alle esigenze dei minori, anziani, inabili e personale in stato di abbandono;  provvedono al rilascio di contrassegni ed autorizzazioni per le persone ed i mezzi abilitati a circolare nelle zone colpite.

7.4.3 Piano della A.S.L. in riferimento all’attività presso le U.A.E.

Composizione: Fermo restando la possibilità per le Aziende AA.SS.LL. di articolare la composizione della U.A.E., secondo le esigenze contingenti, in via di massima, i predetti organismi dovrebbero essere costituiti da:  n. 3 medici di Medicina Generale e n. 1 medico delle altre Unità Operative;  personale paramedico (uno per ogni Unità Operativa);  n. 3 infermiere volontarie della C.R.L;  assistente sanitario dirigente. A fronte di particolari esigenze, il coordinatore de Centro convoca presso FU. A.E. altri operatori del Servizio Ospedaliero ed altro personale sanitario.

Procedure generali: Affluiscono all'U.A.E. le persone evacuate trasferite con automezzi ed autoambulanze, comprese le persone bisognose, per particolari esigenze di carattere clinico, di ricovero: il ricovero in Ospedale non è consentito senza il preventivo passaggio attraverso l'U.A.E., eccetto casi di eccezionale gravità. Nell'U.A.E. l'iter procedurale è il seguente: a) per tutte le persone che giungono all'U.A.E. viene compilata una scheda personale; b) le persone non inferme rimangono temporaneamente raccolte presso l'Unità in attesa di disposizioni da parte del C.C.S.; c) le persone che hanno bisogno di ricovero ospedaliero, accompagnate dalla scheda personale, vengono trasferite nei nosocomi più prossimi; d) le persone inferme ma tali da non richiedere il ricovero ospedaliero, vengono trattenute e ricoverate presso l'U.A.E.

7.4.4 Funzioni Principali dei Componenti dei Centri di Raccolta A) a cura del Coord. Sanitario dell'A.S.L. viene designato il medico che:  svolge le funzioni di coordinatore dell' U.A.E.;  mantiene i contatti con il C.C.S. per tutte le operazioni inerenti la funzionalità del Centro di Raccolta;  invia in medicheria le persone che necessitano di pronto soccorso;  raccoglie e conserva le schede personali. B) l'Assistente Sanitario Dirigente:  ha il primo contatto con le persone accolte all' U.A.E., compilando la scheda personale (parte generale e parte relative ferite);  collabora con il Coordinatore dell' U.A.E. a garantire il funzionamento complessivo dell'Unità. C) l'infermiera/e addetta/e alla medicheria, collabora con il medico ospedaliero negli interventi medico- chirurgici di pronto soccorso.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - D) il medico ospedaliero:  provvede agli interven ti medico-chirurgici di pronto soccorso;  comunica al Coordinatore dell' U.A.E. la necessità di ricovero ospedaliero.

7.4.5 Servizi Particolare attenzione deve essere posta all'organizzazione di:  cucine;  alloggi per infermieri;  alloggi per la popolazione in attesa che venga sistemata in alberghi, pensioni, scuole, ecc. oppure in attesa che possa far ritorno alle proprie abitazioni;  impianti di sistemi di distribuzione idrica;  servizi igienici, comprese docce;  smaltimento rifiuti solidi e liquidi.

7.4.6 Centri di Smistamento I Centri di smistamento si identificano nelle aree di arrivo e di distribuzione del materiale di soccorso. L'attivazione dei centri è eventualmente rimessa al Prefetto, sentito il CCS, per consentire lo stoccaggio dei materiali di soccorso non preventivamente destinati. I Centri di Smistamento devono essere:  facilmente raggiungibili dai mezzi di trasporto;  vicini ai centri di collegamento;  ubicati, possibilmente, in posizione baricentrica rispetto ai Comuni da servire. Il materiale assistenziale che vi giunge, viene da qui smistato presso le aree destinate. Al momento della costituzione del predetto magazzino saranno attuati i seguenti collegamenti:  telefonico (a cura della Telecom) con:  il C.C.S.;  il C.O.M., qualora costituito;  radio (a cura delle Associazioni di Volontariato S.E.R. - CB) con:  il C.C.S.;  il C.O.M., qualora costituito.

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EMERGENZA TERREMOTO

SOMMARIO

1. Premessa

2. Generalità

3. Attività preparatoria

4. Stato di preallarme – Allarme – Attività di emergenza – Gestione Intervento – Fine emergenza  diramazione messaggio “stato di preallarme”  verifica tecnica  diramazione messaggio “stato di allarme”

5. Predisposizione di carattere operativo a livello comunale

6. Pianificazione operativa –Fase Immediata- descrizione piano

7. Pianificazione operativa –Fase Successiva- descrizione piano

8. Compiti degli organi di protezione civile al verificarsi dell’ evento calamitoso  intervento degli elicotteri  procedure operative e modalità di intervento  fase di allarme  fine emergenza

 Norme di comportamento della popolazione

EMERGENZA TERREMOTO

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1. Premessa In caso di scosse telluriche di modesta entità, anche prolungate nel tempo, che provocano panico senza che vi siano danni consistenti agli edifici ed alle persone, sono sufficienti le risorse disponibili dell'Ente che interverrà soprattutto con i propri mezzi avvalendosi se necessario, dall'ausilio di ditte esterne. Nel caso in cui l'evento sismico provochi oltre al panico, danni agli edifici, senza però che si verifichino crolli gravi o danni alle persone, tranne casi numericamente circoscritti, si dovranno porre in essere le misure di emergenza contenute nel presente piano, attribuendo ad Enti, Associazioni e Forze dell'Ordine, compiti meno onerosi di quelli descritti. Nel caso in cui le scosse di forte entità provochino danni notevoli o crolli di edifici con coinvolgimento di un numero elevato di persone, ritenendo che l'evento non possa essere fronteggiato dalla comunità locale, si coinvolgerà, tramite la Prefettura, la struttura Provinciale di Protezione Civile. Per ridurre gli effetti del terremoto, l’azione dello Stato si è concentrata sulla classificazione del territorio in base all’intensità e frequenza dei terremoti del passato, e sull’applicazione di speciali norme per le costruzioni nelle zone classificate sismiche. La legislazione antisismica italiana, allineata alle più moderne normative a livello internazionale prescrive norme tecniche in base alle quali un edificio debba sopportare senza gravi danni i terremoti meno forti e senza crollare i terremoti più forti, salvaguardando prima di tutto le vite umane. Sino al 2003 il territorio nazionale era classificato in tre categorie sismiche a diversa severità. I Decreti Ministeriali emanati dal Ministero dei Lavori Pubblici tra il 1981 ed il 1984 avevano classificato complessivamente 2.965 comuni italiani su di un totale di 8.102, che corrispondono al 45% della superficie del territorio nazionale, nel quale risiede il 40% della popolazione. Nel 2003 sono stati emanati i criteri di nuova classificazione sismica del territorio nazionale, basati sugli studi e le elaborazioni più recenti relative alla pericolosità sismica del territorio, ossia sull’analisi della probabilità che il territorio venga interessato in un certo intervallo di tempo (generalmente 50 anni) da un evento che superi una determinata soglia di intensità o magnitudo. A tal fine è stata pubblicata l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, sulla Gazzetta Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003. Il provvedimento detta i principi generali sulla base dei quali le Regioni, a cui lo Stato ha delegato l’adozione della classificazione sismica del territorio (Decreto Legislativo n. 112 del 1998 e Decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 - "Testo Unico delle Norme per l’Edilizia”), hanno compilato l’elenco dei comuni con la relativa attribuzione ad una delle quattro zone, a pericolosità decrescente, nelle quali è stato riclassificato il territorio nazionale. Di fatto, sparisce il territorio “non classificato”, che diviene zona 4, nel quale è facoltà delle Regioni prescrivere l’obbligo della progettazione antisismica. A ciascuna zona, inoltre, viene attribuito un valore dell’azione sismica utile per la progettazione, espresso in termini di accelerazione massima su roccia (zona 1=0.35 g, zona 2=0.25 g. zona 3=0.15 g, zona 4=0.05 g). L'attuazione dell'ordinanza n.3274 del 2003 ha permesso di ridurre notevolmente la distanza fra la conoscenza scientifica consolidata e la sua traduzione in strumenti normativi e ha portato a progettare e realizzare costruzioni nuove, più sicure ed aperte all’uso di tecnologie innovative. Le novità introdotte con l’ordinanza sono state pienamente recepite e ulteriormente affinate, grazie anche agli studi svolti dai centri di competenza (INGV, ecc.). Un aggiornamento dello studio di pericolosità di riferimento nazionale (Gruppo di Lavoro, 2004), previsto dall’OPCM 3274/03, è stato adottato con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del 28 aprile 2006. Il nuovo studio di pericolosità, allegato all’OPCM n. 3519, ha fornito alle Regioni uno strumento aggiornato per la classificazione del proprio territorio, introducendo degli intervalli di accelerazione (ag), con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni, da attribuire alle 4 zone sismiche.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Suddivisione delle zone sismiche in relazione all’accelerazione di picco su terreno rigido (OPCM 3519/06): o Zona 1 – E’ La più pericolosa, dove possono verificarsi forti terremoti; o Zona 2 – Nei Comuni inseriti in questa zona possono verificarsi terremoti abbastanza forti (caso del Comune di Forchia); o Zona 3 – I Comuni inseriti in questa zona possono essere soggetti a scuotimenti modesti; o Zona 4 – E’ la zona meno pericolosa Zona sismica: Accelerazione con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni (ag) 1. ag >0.25 2. 0.15

Comune

di Forchia

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - La classificazione sismica (zona sismica di appartenenza del comune) rimane utile solo per la gestione della pianificazione e per il controllo del territorio da parte degli enti preposti (Regione, Genio civile, Province, Comuni). 2. Generalità La nostra nazione è notevolmente esposta al rischio sismico. Un quarto circa della popolazione vive in aree sismicamente pericolose. Per rischio sismico si intende la valutazione probabilistica dei danni attesi, materiali, economici e funzionali a seguito del verificarsi di un dato terremoto. Il ritardo registratosi nella classificazione sismica del territorio nazionale che risale solo al 1981, fa si che gli edifici costruiti prima di quella data, siano da considerarsi sismicamente insicuri. Il territorio della Regione Campania è stato suddiviso in tre aree di diverso livello di rischio sismico, contraddistinte con lettere A-B-C ove: A = rischio elevato B = rischio medio C= rischio basso. Il Comune di Forchia, essendo stato classificato con lettera “B”, è da intendersi quindi a “medio rischio” al pari della quasi totalità dei comuni ricadenti nel C.O.M. di appartenenza. Ai sensi deliberazione della Giunta Regionale n° 5447 del 07 Novembre 2002 il territorio di questo Ente è individuato nella seconda zona sismica (ex S=9) e non è variata dal 25 Marzo 1935, quindi, già in passato ha subito eventi sismici anche importanti.

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3. Attività Preparatoria CONTENUTO DEL PIANO - SCENARI DEGLI EVENTI PERICOLOSITA' RISCHIO - VULNERABILITÀ In caso di evento sismico di elevata energia, lo scenario dell'evento interesserà l'intero territorio comunale con danni a persone e cose in maniera direttamente proporzionale al grado di intensità raggiunto dalle scosse telluriche ed alla loro durata. In base alle conoscenze odierne, nonostante studi e ricerche siano condotti da anni, il terremoto va classificato quale elemento non prevedibile. Ai fini di protezione civile, il rischio è rappresentato dalla possibilità che un fenomeno naturale o indotto dalle attività dell’uomo possa causare effetti dannosi sulla popolazione, gli insediamenti abitativi e produttivi e le infrastrutture, all’interno di una particolare area, in un determinato periodo di tempo. Il concetto di rischio è legato non solo alla capacità di calcolare la probabilità che un evento pericoloso accada, ma anche alla capacità di definire il danno provocato. Rischio e pericolo non sono la stessa cosa: il pericolo è rappresentato dall'evento calamitoso che può colpire una certa area (la causa), il rischio è rappresentato dalle sue possibili conseguenze, cioè dal danno che ci si può attendere (l’effetto). Per valutare concretamente un rischio, quindi, non è sufficiente conoscere il pericolo, ma occorre anche stimare attentamente il valore esposto, cioè i beni presenti sul territorio che possono essere coinvolti da un evento. Per valutare concretamente un rischio, quindi, non è sufficiente conoscere il pericolo, ma occorre anche stimare attentamente il valore esposto, cioè i beni presenti sul territorio che possono essere coinvolti da un evento. Il rischio quindi è traducibile nella formula: R = P x V x E P = Pericolosità: la probabilità che un fenomeno di una determinata intensità si verifichi in un certo periodo di tempo, in una data area. V = Vulnerabilità: la vulnerabilità di un elemento (persone, edifici, infrastrutture, attività economiche) è la propensione a subire danneggiamenti in conseguenza delle sollecitazioni indotte da un evento di una certa intensità. E = Esposizione o Valore esposto: è il numero di unità (o "valore") di ognuno degli elementi a rischio presenti in una data area, come le vite umane o gli insediamenti. L’accadimento dell’evento sismico, quindi, definito dalla probabilità che tale determinato evento si verifichi inciderà sull'ambiente, arrecando danno all'uomo ed alle sue attività, in relazione alle condizioni di vulnerabilità, intendendo come tale la misura della porzione (da 0 a 1) di un bene che può vedersi perduta o danneggiata a causa dell’evento. Saranno vulnerabili in modo particolare le strutture vetuste, le quali, in caso di crollo, metterebbero a repentaglio vite umane. Per quanto riguarda il nostro territorio, i nuovi edifici, e più precisamente quelli costruiti a far data dal 1981 in poi e quindi realizzati nel rispetto delle norme antisismiche, dovrebbero essere ritenuti sicuri mentre esiste un maggior pericolo per coloro che abitano in vecchi edifici del centro storico o delle zone periferiche (ad es. Via Falco, ex C/da Acquavitale, ecc.)

4. Stato di Preallarme – Allarme – Attività di Emergenza – Gestione Intervento – Fine Emergenza Nel caso in cui il sisma, che come già detto non è prevedibile, sia annunciato da scosse di lieve entità,

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - alle quali non può essere escluso che non ne seguano altre di maggiore intensità e che potrebbe quindi determinare, situazioni di crisi nel territorio comunale, dovranno essere adottati da tutti gli Enti, Amministrazioni e Comandi le misure di preallarme in modo da non trovarsi impreparati al momento dell'emergenza. In particolare dovrà essere:  assicurata la presenza del personale munito di potere decisionali;  controllata la lista di pronta reperibilità del personale tecnico;  curata la messa a punto dei mezzi di soccorso;  provata la rete delle comunicazioni di emergenza dei radioamatori attivandola periodicamente. Per quanto attinente alle competenze facenti capo al Comune ed alla attribuzione del Sindaco secondo il dettato in particolare dell'art. 15 della L. 24 Febbraio 1992 n° 225, così come integrata dal D.L. 59/2012 convertito in L. 100/2012, risulta munito di poteri decisionali, il sottoelencato personale, appositamente delegato: • Vice Sindaco Ass. Pino Papa - Responsabile U.O.C. Protezione Civile • Arch.i Angeloceleste Miccoli - Responsabile del Procedimento Il Sindaco o suo delegato, venuto a conoscenza del possibile insorgere di una situazione di pericolo o di emergenza, procede nelle operazioni secondo quanto qui di seguito riportato. Nel caso di rischio terremoto, la segnalazione può avvenire da qualsiasi persona che riesca per prima a contattare il personale preposto all'emergenza, anche se gli stessi, dato il tipo di rischio, dovrebbero essersi già allertati autonomamente. L'operatore ricevente denominato OPERATORE ATTIVANTE, all'arrivo della segnalazione, compilerà l'apposito stampato, "RAPPORTO DI EMERGENZA" e la trasmetterà con estrema urgenza al Sindaco o suo delegato. E' opportuno ricordare che la direzione e la gestione di eventuali situazioni di emergenza dovranno essere condotte dal SINDACO o suo DELEGATO, il quale, verificata la fonte di segnalazione ed accertata la veridicità della fonte di chiamata, diramerà il messaggio di "STATO DI PREALLARME". RAPPORTO DI EMERGENZA VERIFICA DELLA FONTE DI SEGNALAZIONE L'operatore che ha ricevuto la segnalazione dell'evento procede alla verifica dell'informazione:

componendo il numero telefonico ...... …………….

lasciato da: (nome del chiamante)...... ……………..

che ha segnalato l'evento, accertando in tal modo la veridicità della fonte di chiamata.

Forchia, lì ………………..… ora………………….. l'operatore ______L'operatore, in via precauzionale, dirama a tutto il personale operante nella struttura comunale di protezione civile ed in particolare al Sindaco o suo delegato, il messaggio di STATO DI PREALLARME, comunicando i dati in suo possesso fino a quel momento.

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DIRAMAZIONE MESSAGGIO DI "STATO DI PREALLARME" COMUNICAZIONE DI: STATO DI PREALLARME

Aggiornamento n°……………………….. Data ……………………………Ora……….……..

Eventuali allegati  SI  NO

A seguito dell’avvenuta segnalazione di ……………………………………………………… pervenuta da…………………………………………………………………………………….. tramite (tel. fax. altro)…….…………………………………………………………………… viene diramato in forma precauzionale lo STATO DI PREALLARME a tutte le componenti di seguito specificate. Lo stato di PREALLARME è volto a garantire l'immediata operatività di tutte le componenti qualora si ravvisassero gli estremi per la dichiarazione di STATO DI ALLARME. Destinatari della presente comunicazione sono i seguenti: SINDACO POLIZIA STRADALE Benevento CARABINIERI Arpaia - Montesarchio GUARDIA FINANZA Montesarchio - Benevento VIGILI DEL FUOCO Bonea - Benevento A.S.L. Montesarchio - Benevento Corpo Forestale Stato Airola - Benevento TELECOM (locale) GENIO CIVILE Benevento VOLONTARI (gruppo comunale protezione civile e varie E.N.E.L. Montesarchio - Benevento associazioni operanti sul territorio) ASSESSORE DELEGATO ANAS – Napoli VIGILI URBANI PROVINCIA Benevento SNAM Montesarchio F/to IL SINDACO (o suo delegato) L'operatore, ricevuta la segnalazione, potrebbe trovarsi nella necessità di inviare immediatamente un messaggio di ALLARME. In questo caso l'operatore seguirà la procedura successivamente indicata al punto "INVIO MESSAGGIO DI ALLARME E DI ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE". VERIFICA TECNICA L'operatore accerta che l'evento segnalato si sia realmente verificato. Se la segnalazione non proviene da fonte conosciuta, in relazione alla tipologia e alla gravità dell'evento l'operatore contatta i seguenti Organismi competenti: • Vigili del Fuoco Tel. 115 - 0824/831448 – 0824/372511 • Carabinieri Tel. 112 – 0823/950218- 0824/837222 – 0824/837200 • Polizia Tel. 113 • Servizio Sanitario Tel. 118 • Comune di Forchia Tel. 0823/950316 – 0823/951935 – Fax 0823/950857 • Prefettura di Benevento Tel. 0824/374111 – Fax 0824/374444 • Volontariato Misericordia di Moiano Tel. 0823/715030 • Comunità Montana del Taburno Tel. 0824/973204 – Fax 0824/979266 • Sala Operativa Regionale di P.C. Tel. 081/2323111 – Fax 081/2323860 • Protezione Civile Regione Campania 800232525 numero verde • Dipartimento di Protezione Civile Tel. 800840840 - 06/68201 – Fax 06/68202360

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Nel caso venga riscontrata L'INFONDATEZZA dell'informazione, l'operatore concluderà la procedura registrando nel RAPPORTO DI EMERGENZA l'insussistenza dell'evento, archiviando successivamente detto rapporto. Se la verifica si rivela POSITIVA, l'operatore procede alla fase dì ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE. L'operatore proseguirà comunque nell'accertamento dell'entità dell'evento segnalato, al fine di acquisire sempre maggiori dati in merito, contattando i seguenti Organismi competenti:  Vigili del Fuoco  Carabinieri - Polizia - Servizio Sanitario  Comune di Forchia  Prefettura di Benevento  Genio Civile di Benevento  A.S.L – Montesarchio - Benevento  Altri (in relazione all'evento segnalato). INVIO MESSAGGIO DI "STATO DI ALLARME" E ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE: IL SINDACO o suo delegato, sulla base delle informazioni acquisite dall'operatore e valutata la gravità della situazione, dirama il messaggio di ALLARME a tutta la struttura comunale di protezione civile, ATTIVANDO CONTESTUALMENTE LA SALA OPERATIVA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE. Lo stato di ALLARME e l'avvenuta attivazione della sala operativa devono essere comunicati per iscritto al Prefetto competente per territorio, al Presidente della Giunta Regionale ed al Dipartimento della protezione civile motivando e descrivendo la gravità degli eventi e le forze prioritariamente attivate. In ogni caso, ove necessario ed opportuno per motivi di celerità, le varie comunicazioni potranno essere effettuate anche telefonicamente, salvo poi formalizzare gli atti con le forme suindicate.

DIRAMAZIONE MESSAGGIO DI "STATO DI ALLARME" COMUNICAZIONE DI: STATO DI ALLARME

Aggiornamento n°…………………………….Data ………………………..Ora ………………

Eventuali allegati  SI  NO

A seguito dell’avvenuta segnalazione di ………………………….…………………………… …………………………………………………………………….…………………..………… pervenuta da…………………………………………………………………………………….. ………………………………………………………………..………………………………… tramite (tel. fax. altro)………………………………………………………………………… viene diramato in forma precauzionale lo STATO DI ALLARME a tutte le componenti di seguito specificate. Lo stato di ALLARME è volto a garantire l'immediata operatività delle componenti di protezione civile nella struttura comunale.

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Destinatari della presente comunicazione sono i seguenti: SINDACO POLIZIA STRADALE Benevento CARABINIERI Arpaia - Montesarchio GUARDIA FINANZA Montesarchio - Benevento VIGILI DEL FUOCO Bonea - Benevento A.S.L. Montesarchio - Benevento Corpo Forestale Stato Airola - Benevento TELECOM (locale) GENIO CIVILE Benevento VOLONTARI (gruppo comunale protezione civile e varie E.N.E.L. Montesarchio - Benevento associazioni operanti sul territorio) ASSESSORE DELEGATO ANAS – Napoli VIGILI URBANI PROVINCIA Benevento SNAM Montesarchio F/to IL SINDACO (o suo delegato)

5. Predisposizione di Carattere Operativo a Livello Comunale Al fine di porre in atto un’azione coordinata di soccorso quanto più tempestiva ed efficace, è indispensabile predisporre misure preventive soprattutto del tipo organizzativo, che consentano l’automaticità dell’attivazione della macchina dei soccorsi al momento dell’emergenza. II SINDACO provvederà a: 1. assicurare un collegamento telefonico o radio h/24 con la Sala Operativa della Prefettura per un aggiornamento continuo della situazione e per le richieste dei soccorsi; 2. attuare un "piano di evacuazione" del centro abitato suddiviso per settori stabilendo gli itinerari di fuga e le "località di raccolta di 1° tempo"; 3. riunire il C.O.C.; 4. attivare, di comune accordo con le forze locali di primo intervento, le squadre di soccorso, composte da personale tecnico e da personale di manovalanza, attingendo anche da professionisti e volontari locali; 5. allestire, con la mobilitazione di sanitari locali e di intesa con le componenti locali del sistema sanitario, uno o più posti di pronto soccorso, possibilmente nelle aree di raccolta di 1° tempo; 6. avviare a ricovero i feriti non trattabili in pronto soccorso; 7. avviare i minori, gli anziani e gli invalidi nei centri di raccolta; 8. avviare il rilevamento delle persone disperse, dei morti e dei feriti, segnalandone il numero e i nominativi alla Prefettura; 9. acquisire materialmente aree idonee per ospitare le Unità di Soccorso, per impiantarvi roulottopoli, tendopoli, ospedali da campo, servizi individuati nel piano e delle aree che potranno essere individuate al momento della necessità; 10. acquisire materialmente le aree individuate nel piano e le ulteriori aree al momento disponibili per l'atterraggio di elicotteri di ampiezza pari almeno ad un campo sportivo, libero da ostacoli aerei come alberi, pali, tralicci, cavi telefonici e linee di alta tensione e di qualsiasi altro manufatto che possa essere di impedimento all'atterraggio, contrassegnandole al centro con una "H" realizzata in calce; 11. effettuare una rapida ricognizione delle abitazioni per lo sgombero da disporsi con ordinanza del Sindaco, a mezzo di tecnici comunali e di altri Enti pubblici. Il dato numerico e le relative ordinanze vanno trasmesse immediatamente alla Prefettura; 12. ricevere, per il tramite della C.O.C. le richieste dei cittadini, aggiornando i dati

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - sul fabbisogno dei generi di soccorso; 13. sensibilizzare la popolazione sul problema inducendola ad evitare il panico, elemento più dannoso dello stesso terremoto.

6. Pianificazione Operativa -FASE IMMEDIATA- Descrizione Piano Nel caso in cui l'evento calamitoso avesse assunto proporzioni elevate, tanto da doversi provvedere con estrema urgenza, celerità e senza indugio alcuno all'evacuazione della popolazione, si dovrà attuare quanto previsto dal presente piano così come sotto descritto ed in base a quanto riportato negli allegati tutti, parti integranti e sostanziale del presente documento. a) suddivisione del territorio comunale in località geografiche Il territorio comunale viene suddiviso in 06 (sei) località geografiche:  Zona centro storico, compreso ex C/da Cretazzo;  Zona Via Croce e Via Cagni;  Zona Piano Insediamenti Produttivi “Rella” e civico cimitero;  Zona Sant’Alfonso Maria de Liguori (ex C/da Cagni, Rione Monsignore Ilario Roatta -ex P.d.z. Cagni-, ex C/da Acquavitale, S.S. Appia n° 7, Via Palata, Via Pizzone, Via Pestantina);  Zona Via Montagnella – Via Falco – Via Palata-Pompilio – Via Segreta;  Zona Via Signorindico; come da planimetria allegata. b) diffusione allarme – evacuazione popolazione L'allarme all'intera cittadinanza ed il susseguente invito alla evacuazione della popolazione, da diramarsi solo in casi di eccezionale gravità, può essere solamente dato da:  Sindaco  Assessore delegato alla Protezione Civile – Vice Sindaco –  Dirigente Ufficio Tecnico Comunale –Arch.i Angeloceleste Miccoli-  Responsabile U.O.S. Protezione Civile sentito il Prefetto, fatto salva l'impossibilità o l'evidente stato di grave catastrofe. La diramazione dell'allarme alla popolazione ed all'evacuazione delle abitazioni avverrà, di norma, previo input del C.O.C. (Centro Operativo Comunale), mediante il suono continuo di sirene siano esse fisse che mobili, suono a distesa delle campane oltre che a mezzo sistema altoparlanti e/o con qualsiasi altro mezzo al momento ritenuto efficiente ed efficace. c) centri di raccolta – percorsi preferenziali da seguire L'evacuazione della popolazione, che dovrà essere effettuata in maniera ordinata, avverrà facendola convergere in appositi centri di raccolta prestabiliti e seguendo percorsi preferenziali. Tali centri di raccolta, per lo più, sono costituiti da aree accessibili senza barriere che consentono un parcheggio temporaneo max 6/8 ore. Per ogni area sono previsti n. 2 incaricati di cui n. 1 responsabile d'area, da individuare fra dipendenti comunali, volontari, etc, residenti nelle immediate vicinanze del centro stesso ed in possesso di eventuali chiavi degli spazi recintati. Il compito principale attribuito al "capo area" è quello di censire tutti coloro che ivi si presenteranno oltre ad ottenere qualsiasi informazione utile, da trasmettere al C.O.C., inerente eventuale urgente necessità di soccorso da portarsi alla popolazione in loco residente, allo stato generale e particolare degli edifici, alle informazioni riguardanti altri nuclei familiari etc. Delle due persone incaricate, almeno una dovrà essere provvista di apparato ricetrasmittente C.B. Le stesse dovranno raggiungere il centro di raccolta anche senza alcun preavviso. Per il raggiungimento della popolazione dei centri di raccolta, da effettuarsi con qualsiasi mezzo sono stati indicati percorsi preferenziali.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - NEL CASO DI EVACUAZIONE GENERALE, SI RACCOMANDANO I CITTADINI TUTTI A SPOSTARSI IN MANIERA ORDINATA ED A CONVERGERE PRESSO IL "PROPRIO" CENTRO DI RACCOLTA, ED ATTENDERE, SENZA PRENDERE INIZIATIVE PRIVATE, CHE GLI ORGANISMI DI SOCCORSO E DI ASSISTENZA INTERVENGANO. d) viabilità d.1 viabilità – arterie principali Sono state individuate le arterie da lasciare assolutamente libere per il transito dei mezzi di soccorso (autoambulanze – VV.FF. - autocolonne - mezzi della protezione civile - mezzi comunali - mezzi d'opera, etc.) consistenti in strade ad ampio scorrimento. DATA L'EMERGENZA, SI RACCOMANDA VIVAMENTE LA CITTADINANZA AD UTILIZZARE OVE POSSIBILE STRADE SECONDARIE ED A NON OSTRUIRE PER QUALSIVOGLIA RAGIONE LE STRADE TUTTE, SOPRATTUTTO QUELLE PRINCIPALI. EVENTUALI OSTACOLI SARANNO RIMOSSI IMMEDIATAMENTE CON L'USO DI QUALSIASI MEZZO ED IN OGNI MODO. d.2 viabilità – collegamenti con case sparse I collegamenti con le case sparse di verranno garantiti con unità della Polizia Municipale o di altre forze dell'ordine che provvederanno a comunicare al Centro Operativo Comunale l'entità dei danni, la necessità e la tipologia dei soccorsi. Salvo accordi diversi, in prima istanza, tali collegamenti dovranno essere effettuati dal Comando P.M.

7. Pianificazione Operativa –FASE SUCCESSIVA- Descrizione Piano Per il prosieguo dell'opera di protezione della popolazione sinistrata e delle operazioni di soccorso, preso atto dell'estrema gravità dell'evento verifìcatosi, dovrà essere attuato e posto in essere quanto riportato nelle planimetrie allegate ove sono stati anche individuati: a) Centro Operativo Comunale; b) Unità Assistenziali Emergenza; c) Ricoveri emergenza provvisori - tende - roulotte; d) Ricoveri emergenza in pubblici edifici; e) Centro raccolta autocolonne soccorsi; f) Mense (+ Approvvigionamento viveri); g) Depositi merci e masserizie (+ Sgombero delle stesse e delle cose di interesse pubblico); h) Servizi pubblici decentrati; i) Eliporto; j) Ospedale da campo. A) Centro Operativo Comunale (C.O.C.) – Centro Stampa - Informazioni Si è provveduto ad individuare una sede ove stabilire il C.O.C.. A tale scopo è stato scelto un sito che avesse i seguenti requisiti:  fabbricato sismo - resistente;  disponibilità di un'area circostante;  vicinanza alla sede comunale. Il C.O.C., Centro Operativo Comunale di Protezione Civile a supporto del Sindaco, autorità di protezione civile, per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione, è stato individuato presso:  la sede Comunale in Via Umberto I° n° 45; Qualora questo edificio risultasse indisponibile, il Centro Operativo Comunale sarà ospitato presso i locali di proprietà comunale adibiti a scuola dell’infanzia siti in Via Misciuni;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Nel caso di inagibilità di entrambe le strutture, il C.O.C. sarà ospitato, nella parte con bassa vulnerabilità, del centro congressi interregionale dell’Associazione dei Testimoni di Geova, sito in Via Della Pace e Via Rella (zona industriale “Rella”). Presso il C.O.C, sarà approntato un centro stampa, a cura dell'Amm.ne Com.le, utilizzando personale dipendente, per fornire le dovute informazioni ai media. Tale centro, inoltre, provvederà ad informare, utilizzando i mezzi più opportuni la popolazione sulle misure che si stanno adottando e su quanto altro sia necessario far conoscere alla cittadinanza. B) Unità Assistenziali Emergenze localizzazione: le U.A.E. sono localizzate presso:  i locali della scuola primaria “Prof. Ernesto Iadanza”, in Via Misciuni, salvo inagibilità;  i locali con bassa vulnerabilità, del centro congressi interregionale dell’Associazione dei Testimoni di Geova, sito in Via Della Pace e Via Rella (zona industriale “Rella”). costituzione: Su disposizione del Prefetto possono essere costituite, ove necessario, le "Unità Assistenziali di Emergenza" (art. 19 D.P.R. 66/1981), che provvedono ad alloggiare, eventualmente alimentare e prestare ogni forma di assistenza ai cittadini sinistrati. La dislocazione delle U.A.E. viene effettuate nell'ambito territoriale dei C.O.M., se costituiti, o dei singoli comuni colpiti, nel caso in cui si rilevi necessario predisporre un sistema assistenziale più capillare. Sono attivate su ordine del Prefetto; la loro direzione è affidata ad un funzionario della Prefettura e la loro operatività è continuativa nelle 24 ore fino alla cessazione dello "stato di allarme". L'organizzazione delle sedi sarà curata dalle Azienda A.S.L. BN1 che si avvarranno dei Servizi Tecnici Comunali. composizione: Variabile a seconda delle esigenze e comprenderanno nella forma più estesa:  Funzionario della Prefettura;  Rappresentante del Comune o dei Comuni e personale comunale;  Rappresentante delle Aziende Sanitarie A.S.L. e personale socio-sanitario;  Funzionario di P.S. e Ufficiale dei Carabinieri con un nucleo di personale;  Personale della Associazioni di Volontariato;  Volontari (operanti nel settore dell'assistenza, ecc.): presenza eventuale valutata dal Prefetto Ogni Ente è responsabile dell'invio tempestivo del proprio personale. compiti:  forniscono ogni utile informazione agli organi della Protezione Civile ed ai C entri di Coordinamento costituiti;  assicurano, a seconda delle contingenze, la distribuzione di soccorsi, l’assegnazione dei ricoveri ed ogni altro intervento assistenziale in favore dei sinistrati;  prestano ogni forma di assistenza alla popolazione sinistrata;  provvedono ai censimento della popolazione sinistrata, previa intese con i componenti organi locali;  provvedono alla predisposizione di servizi di assistenza sociale e alle esigenze dei minori, anziani, inabili e persone in stato di abbandono;  provvedono al rilascio di contrassegni ed autorizzazioni per le persone ed i mezzi abilitati a circolare nelle zone colpite.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -

Piano della A.S.L. BN1 in riferimento all’Attività presso le U.A.E. composizione: Fermo restando la possibilità per le Aziende A.S.L. di articolare la composizione delle U.A.E., secondo le esigenze contingenti, in via di massima, i predetti organismi dovrebbero essere costituiti da:  n. 3 medici di Medicina Generale e n. 1 medico delle altre Unità Operative;  personale paramedico (uno per ogni Unità Operativa);  n. 3 infermiere volontarie della C.R.I.;  assistente sanitario dirigente. A fronte di particolari esigenze, il coordinatore del Centro convoca presso l'U.A.E. altri operatori del Servizio Ospedaliero ed altro personale sanitario. procedure generali Affluiscono all' U.A.E. le persone evacuate trasferite con automezzi ed autoambulanze, comprese le persone bisognose, per particolari esigenze di carattere clinico, di ricovero: il ricovero in Ospedale non è consentito senza il preventivo passaggio attraverso l'U.A.E., eccetto casi di eccezionale gravità. Nell'U.A.E., l'iter procedurale è il seguente: a) per tutte le persone che giungono all'U.A.E. viene compilata una scheda personale; b) le persone non inferme rimangono temporaneamente raccolte presso l'Unità in attesa di disposizioni da parte del C.C.S.; c) le persone che hanno bisogno di ricovero ospedaliere, accompagnate dalla scheda personale vengono trasferite nei nosocomi più prossimi; d) le persone inferme ma tali da non richiedere il ricovero ospedaliere, vengono trattenute e ricoverate presso l'U.A.E.. funzioni principali dei componenti dei centro di raccolta a) a cura del Coord. Sanitario dell'A.S.L. viene designato il medicò che:  svolge le funzioni di coordinatore dell'U.A.E,;  mantiene i contatti con il C.C.S. per tutte le operazioni inerenti la funzionalità del Centro di Raccolta;  invia in medicheria le persone che necessitano di pronto soccorso;  raccoglie e conserva le schede personali. b) l'assistente Sanitario Dirigente:  ha il primo contatto con le persone accolte all'U.A.E., compilando la scheda personale (parte generale e parte relativa ferite);  collabora con il Coordinatore dell'U.A.E. a garantire il funzionamento complessivo dell'Unità; c) l'infermiera/e addetto alla medicheria:  collabora con il medico ospedaliero negli interventi medico-chirurgici di pronto soccorso. d) il medico ospedaliero:  provvede agli interventi medico-chirurgici di pronto soccorso;  comunica al Coordinatore dell'U.A.E, la necessità di ricovero ospedaliero. servizi Particolare attenzione deve essere posta all'organizzazione di:  cucine;  alloggi per infermieri;  alloggi per la popolazione in attesa che venga sistemata in alberghi, pensioni, scuole, ecc., oppure in attesa che possa far ritorno alle proprie abitazioni;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  impianti di sistemi di distribuzione idrica;  servizi igienici, comprese docce;  smaltimento rifiuti solidi e liquidi. C) Ricoveri Emergenza Provvisori - Tende – Roulotte per Sinistrati Sono stati individuati ricoveri d'emergenza in tende e roulotte, ove la popolazione colpita potrà essere ospitata. Se, per la natura e le dimensioni dell'evento calamitoso, si avrà la necessità di provvedere alle esigenze di ricovero di numerosi nuclei familiari senza tetto, si predisporranno i ricoveri di emergenza provvisori in tende e roulotte in aree appositamente localizzate e così individuate: 1) Campo di calcio comunale, Via Pizzone; 2) Palazzetto dello sport in Via Misciuni (ex contrada Cretazzo) da utilizzarsi in tutti i rischi, escluso quello idrogeologico –rischio frane- e quello da incendi d’interfaccia; 3) Area parcheggio Piano Insediamenti Produttivi, zona “Rella”; (escluso rischio incendio d’interfaccia); Per ogni ricovero di emergenza vanno previste almeno tre unità tra volontari per l'assistenza e dipendenti pubblici. D) Ricoveri Emergenza Provvisori in Pubblici Edifici Quando l'emergenza non consente altre tempestive soluzioni e, comunque, nell'attesa che si organizzino altri sistemi di ricovero, i sinistrati potranno usufruire dei seguenti edifici idonei sia staticamente che igienicamente all'uso: 1) Spogliatoi del campo di calcio comunale in Via Pizzone; 2) Locali, con bassa vulnerabilità, del centro congressi interregionale dell’Associazione dei Testimoni di Geova, sito in Via Della Pace e Via Rella (zona industriale “Rella”). (da escludere in caso di incendio di interfaccia); Per ogni struttura debbono essere previste almeno tre unità tra volontari dell'assistenza e dipendenti pubblici. E) Centro Raccolta Autocolonne Soccorso e loro Posizionamento L'afflusso, la sosta e lo smistamento dei mezzi di soccorso, delle autocolonne dell'esercito, nel caso in cui ne fosse disposto il loro impiego, viene previsto nella zona del parcheggio esterno ed aree interne del campo sportivo comunale in Via Pizzone; L’opera di smistamento ed avvistamento, sempre sotto la direzione del C.O.C, sarà effettuata dalle unità indicate nella parte "VIABILITÀ" F) Mense (+Approvvigionamento Viveri) Si auspica che il servizio di approvvigionamento viveri e vettovagliamento venga svolto dalla U.A.E., in caso contrario esso sarà svolto dal servizio di volontariato e da dipendenti comunali. Per la preparazione di pasti si provvederà ad attivare con personale comunale e volontariato, le eventuali mense da campo o utilizzando:  la mensa della Scuola dell’Infanzia Statale di proprietà di questo Ente, in Via Misciuni, qualora agibile; Altre cucine da campo potranno essere approntate da organismi volontari e dall'esercito. In caso di necessità e per periodi più lunghi potranno essere utilizzati per il ricovero dei nuclei familiari senza tetto le strutture alberghiere ed altre strutture idonee allo scopo, quali convitti, conventi, ostelli, etc., anche di altri paesi. G) Deposito Merci e Masserizie (+Sgombero delle Stesse e di cose d’interesse Pubblico) Materiale privato Tali operazioni saranno dirette dal C.O.C..

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Ogni interessato è tenuto a mettere in salvo i propri beni, purché non accedano a luoghi pericolosi, tanto da mettere a repentaglio la propria o altrui incolumità. Tali operazioni saranno severamente vietate nel caso in cui venga creato intralcio ai soccorsi. Le forze dell'ordine sono tenute ad operare per mantenere l'ordine pubblico ed evitare fenomeni di sciacallaggio. Sgombero cose di interesse pubblico Tutti i pubblici registri, dello stato civile e dell'anagrafe ed ogni altro atto o documento o macchinario (server, client, router, ecc.) essenziale degli uffici pubblici e di Enti di interesse pubblico, verranno, in caso di crollo o di pericolosità degli edifici in cui normalmente sono custoditi, trasportati presso un altro luogo idoneo da individuare successivamente. L’ipotesi più accreditata è quella di ubicare il materiale nei locali con bassa vulnerabilità, del centro congressi interregionale dell’Associazione dei Testimoni di Geova, sito in Via Della Pace e Via Rella (zona industriale “Rella”), che consente, data la sua estensione, di accogliere più funzioni. H) Servizi Pubblici Decentrati Per garantire la continuità di utilizzo di tutti i servizi pubblici, qualora le vie di accesso o le sedi stesse risultassero pericolose, gli Uffici Comunali, Postali e Telegrafici, etc., saranno decentrati presso altre strutture successivamente individuate. L’ipotesi più accreditata è quella di ubicare gli uffici ed il materiale nei locali con bassa vulnerabilità, del centro congressi interregionale dell’Associazione dei Testimoni di Geova, sito in Via Della Pace e Via Rella (zona industriale “Rella”), che consente, data la sua estensione, di accogliere più funzioni. I) Eliporto Zone di atterraggio degli elicotteri, sono state individuate e riportate nell'apposita planimetria.  Campo sportivo comunale in Via Pizzone;  Parcheggio area Piano Insediamenti Produttivi, “Rella”; J) Ospedali da Campo Zone atte ad ospitare eventuali ospedali da campo, sono state individuate e riportate nell'apposita planimetria.  Campo sportivo comunale in Via Pizzone;  Centro congressi interregionale dell’Associazione dei Testimoni di Geova, sito in Via Della Pace e Via Rella (zona industriale “Rella”), ove compatibile con la tipologia di rischio relativa all'emergenza da affrontare (escluso rischio Idrogeologico, ecc.)

8. Compiti degli Organi di Protezione Civile al Verificarsi dell’ Evento Calamitoso Allorché viene segnalato lo stato di emergenza: Dato lo scenario venutosi a creare a seguito dell'evento verificatosi, difficilmente la comunità locale potrà da sola sopperire ai fabbisogni della popolazione, vengono pertanto di seguito trascritti, quasi integralmente, i compiti assegnati dalla Prefettura agli Organi di Protezione Civile. I comandi locali delle forze dell'ordine, degli Enti post-citati e di altre componenti, dovranno inviare, in prima istanza, con estrema urgenza, un loro rappresentante presso il C.O.C., al fine di tenere contatti fra il Centro Operativo Comunale stesso e le forze operanti appartenenti al Corpo o Ente di appartenenza. Nota: Nel caso in cui, come già preposto nella premessa, l'evento sismico abbia provocato oltre al panico, danni agli edifici senza che sì siano verificati crolli gravi o danni alle persone, tranne casi numericamente circoscritti, il presente piano sarà attuato solo parzialmente e le forze dell'Ordine e le Istituzioni, saranno coinvolte per lo più in maniera solamente locale, attribuendo ad essi logicamente

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - attribuzioni meno onerose di quelle descritte, in considerazione della notevole riduzione delle risorse sia umane che di mezzi a loro disposizione. A) IL SINDACO A seguito di una scossa sismica, accertata la conseguente situazione generale e avuta conferma dello stato di pericolo per la pubblica e privata incolumità e l'entità dei danni dovrà: 1) in primo tempo (immediatamente):  avvertire la Prefettura;  attivare le procedure d'allarme per: -l'avviso della popolazione; -la costituzione del Comitato Operativo Comunale (C.O.C.); -l'approntamento delle forze operative comunali per i soccorsi immediati costituite da: o Polizia Municipale o Volontari o Polizia di Stato o Carabinieri o Guardie del C.F.S. o Personale medico e sanitario per organizzare posti di pronto soccorso  la mobilitazione di tutte le risorse locali secondo tempi e modalità previste dalla propria pianificazione;  attivare il collegamento radio su frequenza radioamatoriale previsto dal piano dei collegamenti. 2) in secondo tempo (in sede di C.O.M.):  Acquisire elementi di sommaria valutazione dell'evento e l'esistenza di danni a cose e persone ed in caso positivo: o provvedere allo smistamento dei feriti gravi presso i posti di pronto soccorso e sulle strutture sanitarie provinciali più prossime; o concentrare le forze e mezzi di soccorso nelle aree a rischio e maggiormente colpite per la ricerca e il recupero di persone coinvolte da crolli; o isolare la zona colpita mediante posti di blocco stradale; o impartire disposizioni, se ritenuto necessario, per la sospensione della fornitura di energia elettrica, d'acqua e di gas nella zona interessata all'evento; o ordinare il trasferimento presso luoghi di cura o case di riposo degli anziani, dei malati e degli handicappati secondo un piano predisposto in precedenza; o aggiornare con continuità il Centro Coordinamento Soccorsi circa:  la natura e l'entità dei danni subiti;  l'attività del soccorso in atto;  la perdita di vite umane;  l'entità dei feriti; o richiedere al Prefetto l'immediato ed indispensabile fabbisogno di personale, materiale, mezzi, viveri, medicinali. 3) in terzo tempo (in sede di C.O.M.):  ricevere le unità di soccorso dei Vigili del Fuoco, delle Forze Armate, dei Carabinieri, della Polizia di Stato, del volontariato e della C.R.I. e di altre istituzioni inviate in loco e, dopo intese ed accordi con i Comandanti, provvedere alla loro dislocazione e al loro impiego;  provvedere ed organizzare, con l'ausilio delle forze di Polizia del personale medico o della C.R.I., del parroco e degli assistenti sociali eventualmente disponibili:  il censimento delle persone disperse;  l'identificazione delle vittime;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  il recupero e la tumulazione delle salme;  la ricostituzione dei nuclei familiari;  provvedere al ricovero della popolazione sinistrata negli alberghi, nelle infrastrutture pubbliche preindividuate, oppure nelle tendopoli, nelle roulottopoli, quando realizzate;  ripristinare la viabilità interna ridotta mediante lo sgombero delle macerie e il puntellamento delle strutture pericolanti;  organizzare un servizio di prevenzione dello sciacallaggio e coordinare l'attività di recupero e di custodia dei beni estratti dalle macerie utilizzando le forze di polizia;  determinare il fabbisogno minimo di generi alimentari, tende, roulotte, effetti letterecci, vestiario e medicinali e comunicarlo al Prefetto perché disponga l'invio di convogli assistenziali;  coordinare, con la collaborazione del Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco e dei tecnici comunali, l'attività di rimozione di tutte le strutture pericolanti al fine di rendere agevoli e sicure le attività di soccorso successive e quelle immediate;  provvedere alla costituzione di uno o più posti ristoro e vettovagliamento dislocati secondo esigenza avvalendosi di mezzi campali di Vigili del Fuoco e dell'Esercito;  disporre il sotterramento di eventuali carogne di animali, sulla base delle disposizioni impartite dalla A.S.L. competente per territorio e utilizzando, in concorso tra di loro, Vigili del Fuoco, militari, guardie del Corpo Forestale dello Stato e personale dell'Ispettorato Provinciale dell'Agricoltura appositamente designato;  richiedere alla A.S.L. competente per il territorio i necessari controlli sanitari per evitare l'insorgere di malattie infettive e sullo stato di potabilità dell'acqua;  disporre, se necessario, l'attuazione di un servizio alternativo di distribuzione di acqua potabile, in primo tempo mediante contenitori e, successivamente, con autobotti;  organizzare la ricezione dei materiali, viveri, vestiario, medicinali, ecc. in afflusso, utilizzando idonee infrastrutture e affidando il controllo a personale della Guardia di Finanza e alla C.R.I. (Sarà bene nominare un consegnatario che dovrà movimentare il materiale in entrata ed in uscita attraverso una rigorosa documentazione contabile opportunamente predisposta). 4) in quarto tempo (a partire dalle 36 ore successive all'evento) in sede di C.O.M.:  verificare la disponibilità degli insediamenti provvisori (tendopoli, roulottopoli) e disporre per la loro utilizzazione, affidandone la gestione alle unità di soccorso dell'esercito con la collaborazione del volontariato civile;  ristabilire le comunicazioni telefoniche eventualmente interrotte mantenendo contatti con le squadre operative dì manutenzione della Telecom;  istituire il servizio di censimento e di anagrafe delle persone sinistrate ricoverate in strutture pubbliche, private e negli insediamenti provvisori utilizzando personale proprio con l'ausilio delle forze di polizia e della C.R.I.;  ripristinare il servizio di panificazione anche attraverso la requisizione di mezzi e la precettazione di manodopera;  assicurarsi che gli animali vaganti siano recuperati, riuniti, ricoverati ed alimentati fino alla riconsegna ai legittimi proprietari;  definire, in accordo con il Provveditore agli Studi, il periodo di chiusura delle scuole e le modalità di utilizzazione dei fabbricati per il ricovero dei senzatetto o delle unità di soccorso;  disporre:  il ripristino delle condotte idriche e del sistema fognario eventualmente sconvolti;  la verifica e gli accertamenti tecnici, con la collaborazione dei tecnici del Servizio Decentrato e Difesa del Suolo della Regione Campania, sulla stabilità degli edifici le cui strutture sono state

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - compromesse dal movimento tellurico e la conseguente rilevazione dei dati verbalizzati mediante la compilazione di apposite schede;  la riapertura di tutti gli esercizi commerciali risultati agibili;  individuare e requisire gli appartamenti sfitti e quelli di edilizia economica e popolare dell’I.A.C.P. o di altri Enti e cooperative non ancora assegnati;  comunicare al Centro Coordinamento Soccorsi (C.C.S.):  l'avvenuta sistemazione dei senzatetto specificando l'entità numerica delle varie destinazioni: (scuole, alberghi, appartamenti, tendopoli, roulottopoli, ecc.);  l'eventuale fabbisogno di personale specializzato per la rimessa in efficienza degli impianti tecnologici;  il numero delle vittime, dei feriti, dei ricoverati in luogo di cura, dei senzatetto;  l'entità complessiva dei danni di qualsiasi genere;  l'attività in corso delle forze destinate ai soccorsi;  i fabbisogni per il miglioramento delle condizioni di vita dei sinistrati e dei soccorritori. B) COMANDO VIGILI URBANI Il Comando Vigili Urbani dovrà provvedere a:  attuare quanto già indicato nella parte "Pianificazione operativa” oltre che quanto indicato nei compiti attribuiti al Sindaco;  fornire, tramite personale e mezzi, il massimo concorso al Sindaco per il superamento dell'emergenza;  segnalare tempestivamente notizie di particolare interesse relative alla pubblica e privata incolumità;  disporre una più attenta vigilanza sulle strade;  segnalare la necessità della posa in opera di segnaletica di emergenza e/o per la rimozione di ostacoli sulla strada;  concorrere all'attuazione di percorsi preferenziali, divieti o blocchi o sensi alternati;  ad assicurare, in assenza di altre possibilità, in concorso con le Aziende Ospedaliere, ASL, C.R.I., con i Vigili del Fuoco, il trasporto verso i presidi ospedalieri attrezzati degli ammalati aventi necessità di cure periodiche (emodialisi) e di quelli gravi o bisognevoli di cure specialistiche;  ad inoltrare lungo la catena gerarchica le richieste di soccorso, di elicotteri e di squadre di soccorso specialistiche.

C) IL COMANDANTE PROVINCIALE DEI VIGILI DEL FUOCO II Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco ricevuta la notizia dell'evento dovrà:

1) in primo tempo (immediato):  informare la Prefettura;  provvedere, di iniziativa, ad inviare nella zona dell'evento le squadre di ricognizione e, in successione di tempo le squadre operative di impiego immediato;  richiedere l'intervento sul luogo di tutte le squadre d'impiego immediato degli altri Comandi Provinciali limitrofi;  recarsi in Prefettura per partecipare alla riunione del Comitato Provinciale Ristretto di Protezione Civile. 2) in secondo tempo (entro un'ora dall'evento):  attivare il Centro Operativo del proprio Comando;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  disporre l'invio: o in zona sinistrata del reparto di pronto intervento costituito dal personale fuori servizio richiamato in caserma appena avuto notizia dell'evento; o presso il Centro Trasmissione del CCS. di due operatori radio per l'attivazione del collegamento di emergenza con le unità di soccorso in zona sinistrata e con il Centro Operativo del Comando Provinciale;  definire in collaborazione con i componenti del CCS. e, sulla base delle informazioni pervenute, l'entità del personale, dei mezzi, dei materiali, dei viveri e dei medicinali da inviare in loco per fronteggiare l'emergenza;  mantenere i necessari contatti radio e telefonici con la Sala Operativa del Ministero dell'Interno e con l'Ispettorato Interregionale per l'inoltro delle informazioni e per l'eventuale richiesta dell'intervento della colonna mobile regionale; 3) in terzo tempo (nelle ore successive):  collaborare attivamente ai lavori del Comitato, e in stretto contatto con l'Ufficiale di collegamento dell'Esercito, per la definizione delle richieste di soccorsi;  effettuare attività di:  salvataggio persone;  soccorso e trasporto nei luoghi di cura dei feriti;  rimozione di macerie e di strutture pericolanti;  recupero di salme;  ricovero dei senza tetto;  vettovagliamento dei bisognosi;  rimozione di sostanze tossiche ed infettive;  spegnimento di eventuali incendi, in concorso con le altre forze sul posto;  coordinare, d'intesa con l'ispettorato regionale l'impiego di tutto il personale, mezzi e materiali, propri e giunti in rinforzo e curare che vengano essenzialmente utilizzati per:  l'allestimento di insediamenti provvisori;  l' illuminazione di emergenza;  demolizione di strutture pericolanti;  ripristino della viabilità interna;  costituzione di posti di ristoro e vettovagliamento mediante l'impiego di mezzi campali;  rifornimento idrico di emergenza;  un dettagliato rapporto sul personale, mezzi impiegati e sulla attività svolta. D) IL QUESTORE Il Questore, ricevuta notizia dell'evento, dovrà: 1) in primo tempo (immediatamente):  informare il Prefetto;  disporre:  l'invio in zona delle pattuglie motorizzate e in successione del reparto di intervento immediato;  il richiamo in servizio di tutto il personale in turno di riposo;  l'invio in Prefettura di almeno tre autovetture dotate di ricetrasmittenti di bordo;  recarsi in Prefettura per partecipare alla riunione del Comitato Provinciale Ristretto di Protezione Civile; 2) in secondo tempo (successivamente):  disporre:

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  l'invio in zona di operazioni in accordo con il Prefetto e il C.C.S., di un reparto di soccorso di pronto intervento costituito dal personale richiamato in servizio;  l'invio presso il Centro Trasmissione del C.C.S. degli operatori radio per l'attivazione della rete alternativa di emergenza;  l'impiego di pattuglie della Sezione di Polizia Stradale per il controllo di eventuali itinerari per l'evacuazione della popolazione e la scorta dei mezzi di soccorso;  la sorveglianza di strutture particolarmente sensibili della organizzazione dei soccorsi (depositi, magazzini, tendopoli, posti di ristoro e di vettovagliamento, ecc.);  impiegare, eventualmente, come elementi di rinforzo, personale e mezzi degli Istituti di Vigilanza operanti in Provincia;  isolare la zona sinistrata mediante posti di blocco costituiti da personale della Sezione di Polizia Stradale e delle altre forze di polizia dislocati sulle principali rotabili di accesso, aventi il compito di consentire l'utilizzazione delle stesse unicamente ai mezzi di soccorso;  predisporre un servizio di polizia antisciacallaggio e di sorveglianza delle aree sensibili reprimendo qualsiasi tentativo di intralcio delle operazioni di soccorso;  un dettagliato rapporto sul personale e mezzi impiegatI nonché, sulle attività di soccorso svolte. E) IL COMANDANTE PROVINCIALE DEI CARABINIERI Il Comandante Provinciale dei Carabinieri, ricevuta la notizia dell'evento, dovrà: 1) in primo tempo (immediatamente):  ricevere informazioni di dettaglio sulla natura ed entità dell'evento e sui danni conseguenti, utilizzando la propria rete informatica e mediante l'invio di pattuglie di ricognizione nel caso di assenza di comandi di stazione in loco o di perdita di personale a seguito dell'evento stesso;  informare: o il Prefetto; o il Comando Generale dell'Arma; o il Comando Regionale a cui eventualmente chiedere le predisposizioni di impiego del battaglione mobile orientato ad intervenire in provincia;  disporre:  l'approntamento ed il successivo invio del proprio reparto di soccorso immediato in zona di operazioni;  l'invio presso il Centro Trasmissioni del C.C.S. di due operatori radio per -l'attivazione della rete radio alternativa di emergenza;  recarsi in Prefettura per partecipare alla riunione del Comitato Provinciale Ristretto di Protezione Civile. 2) in secondo tempo:  richiedere, su disposizione del Prefetto, l'invio del Battaglione Mobile Carabinieri per l'impiego in zona di operazioni;  dirigere l'attività del proprio personale che, in concorso con le altre forze di polizia e d'intesa con l'organo locale di protezione civile (Sindaco), sarà impiegato per:  assicurare l'ordine pubblico all'interno dell'area colpita;  controllare le rotabili assegnate mediante posti di blocco per l'isolamento della zona colpita e per la disciplina del traffico;  svolgere servizio antisciacallaggio nelle aree assegnate;  provvedere al recupero, custodia e restituzione di beni reperiti tra le macerie o in altre circostanze;  collaborare al censimento dei dispersi, alla identificazione di salme, al servizio di anagrafe dei

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - sinistrati e del personale presso tendopoli, roulottopoli e altre infrastrutture;  coordinare le Autorità Comunali nelle attività di requisizione e precettazione;  controllare la viabilità interna della zona sinistrata reprimendo eventuali intralci alle operazioni dì soccorso;  partecipare attivamente ai lavori del Centro Coordinamento Soccorsi;  un dettagliato rapporto sul personale, mezzi e sull'attività di soccorso svolta. F) IL COMANDANTE DEL PRESIDIO MILITARE Il Comandante del Presidio Militare, ricevuta la notizia, dovrà: 1) in primo tempo (immediatamente):  informare: o il Prefetto; o i superiori Comandi gerarchici con le modalità previste dalla propria pianificazione;  inviare in zona la pattuglia di ricognizione motorizzata;  allertare l'Unità Soccorso Ridotta per i soccorsi immediati;  inviare in Prefettura: o l'Ufficiale di collegamento; o l'apparato e i radiofonisti per l'attivazione del collegamento radio;  mantenere i contatti con il Prefetto; 2) in secondo tempo:  disporre l'invio in zona di operazione della Unità di formazione per i soccorsi immediati;  offrire consulenze al Prefetto circa le richieste di soccorsi calibrati alle potenzialità delle Unità di soccorso dell'Esercito, da inoltrare direttamente al Comando della Regione Militare Meridionale;  tenere informato il Prefetto sull'attività dei reparti impiegati nei soccorsi fino alla costituzione del comando d'intervento che provvederà, a sua volta, ad inviare in Prefettura i propri organi di collegamento. I reparti dell'Esercito inviati in zona ristabiliranno mediante i propri Comandanti il collegamento, con l'organo locale di protezione civile (Sindaco) e con il funzionario responsabile del Centro Operativo Misto, quando costituito, e con essi concorderanno le attività da svolgere in concorso ed in armonia con le altre forze presenti in loco. I reparti che, comune noto, sono logisticamente autosufficienti, riceveranno dal Sindaco indicazioni sulla zona ove realizzare gli accampamenti o sulle infrastrutture da occupare per gli accantonamenti. Le attività che i reparti militari sono chiamati a compiere in operazioni di soccorso sono contenute nella vigente pianificazione operativa redatta dal C.M.P.A. e dal Comando della R.M.C.E. G) IL COMANDANTE DEL GRUPPO DI GUARDIA DI FINANZA Il Comandante del Gruppo di Guardia di Finanza, ricevuta la notizia dovrà: 1) in primo tempo (immediatamente):  provvedere ad informare la Prefettura;  inviare nella zona interessata all'evento una propria pattuglia da ricognizione motorizzata;  allertare il reparto di formazione destinato al soccorso immediato previsto dalla pianificazione e, appena pronto, inviarlo in zona di operazioni;  recarsi in Prefettura per partecipare alla riunione del comitato Provinciale Ristretto di Protezione Civile; 2) in secondo tempo:  partecipare ai lavori del Centro Coordinamento Soccorsi;  dirigere l'attività del proprio personale che in concorso con le altre forze di polizia e di intesa con

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - l'Organo locale di protezione Civile (Sindaco) sarà impiegato per:  assicurare l'ordine pubblico all'interno della zona colpita;  controllare le rotabili assegnate mediante posti di blocco, per l'isolamento della zona colpita e per disciplinare il traffico;  svolgere servizio antisciacallaggio nelle aree assegnate;  provvedere al recupero, custodia e restituzione di beni reperiti tra le macerie o in altre circostanze;  collaborare al censimento dei dispersi, alla identificazione delle salme, al servizio di anagrafe dei sinistrati e del personale alloggiato presso tendopoli, roulottopoli e altre infrastrutture;  coordinare le Autorità Comunali nelle attività di requisizione o di precettazione;  controllare la viabilità interna della zona sinistrata reprimendo eventuali intralci alle attività di soccorso;  un dettagliato rapporto su personale e mezzi impiegati nonché sulla attività di soccorso svolta. H) IL SERVIZIO DECENTRATO OO.PP. E DIFESA DEL SUOLO Il Servizio Decentrato OO.PP. e Difesa del suolo di Benevento ricevuta la notizia dell'evento, provvederà a:  inviare presso la Sala Decisionale del C.C.S. il funzionario ad essa destinato quale consulente nel campo specifico e quale elemento di collegamento per la valutazione e concessione di eventuali richieste;  svolgere i compiti istituzionali in simili occasioni;  coordinare, in particolare, l'attività di verifica e accertamento tecnico dei danni subiti dagli edifici pubblici e privati, a cui può essere destinato anche personale militare dell'Esercito;  relazionare sulla entità dei danni nel campo delle proprie competenze e sui provvedimenti adottati. I) IL COORDINATORE PROVINCIALE DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO Ricevuta notizia dell'evento dovrà: 1) in primo tempo (immediatamente):  provvedere ad informare: o la Prefettura; o il Centro Operativo Regionale del Corpo Forestale dello Stato; o il Servizio di protezione Civile della Regione Campania per conto della Prefettura nel caso di inefficienza della rete telefonica;  allertare tutte le stazioni dipendenti non coinvolte dall'evento;  inviare in zona una pattuglia di ricognizione motorizzata dotata di ricetrasmittente di bordo;  disporre la riunione di tutto il personale, mezzi, materiali in un punto di raccolta e, una volta costituito il reparto in formazione, inviarlo in zona sinistrata per concorrere con le altre forze di polizia alle attività di soccorso;  inviare presso il Centro Trasmissioni del C.C.S. il radiofonista per l'attivazione della rete alternativa di emergenza;  recarsi in Prefettura per partecipare alla riunione del Comitato Provinciale Ristretto di Protezione Civile. 2) in secondo tempo:  assicurare il collegamento con il C.C.S. mediante l'invio di un Ufficiale in sua sostituzione;  dirigere l'attività del proprio personale che in concorso con le altre forze di polizia, con la Comunità Montana, con il Servizio Decentrato Agricoltura Alimentazione e Foreste della Regione, con l'organo comunale di Protezione Civile (Sindaco), sarà impiegato per:

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  l'attivazione del servizio distribuzione dell'acqua potabile a mezzo contenitori e a mezzo autobotti;  la ricerca, raccolta, ricovero e alimentazione degli animali vaganti e di quelli abbandonati;  la verifica e l'accertamento tecnico dei danni alle aziende agricole, boschive e al patrimonio boschivo dello Stato;  l'impianto di posti di blocco, eventualmente assegnati, per il controllo delle rotabili per l'isolamento della zona sinistrata;  l'eventuale costituzione di Centri Operativi Misti;  l'individuazione e seppellimento di animali morti;  la verifica dei danni alla viabilità montana. L) L'AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE Avuta notizia dell'evento dovrà:  disporre:  la verifica e l'accertamento dei danni della propria rete stradale con particolare riferimento alle opere d'arte (ponti, viadotti, gallerie, muri di sostegno, contenimenti delle scarpate, ecc.) che dovranno essere sottoposte ad un attento esame sulle condizioni di stabilità;  l'attivazione del proprio intervento per il ripristino della viabilità, provvedendo, se del caso, alla realizzazione di elementi by-pass;  l'apposizione di adeguata segnaletica per la segnalazione delle interruzioni, dei divieti, dei sensi alternativi dei pericoli in genere disponendo se del caso presidi di proprio personale per la disciplina del traffico;  collaborare con:  la Questura per l'eventuale attuazione del piano alternativo delle commissioni intercomunali;  le forze di polizia per lo sgombero delle strade, il ripristino della viabilità e la disciplina del traffico;  le Amministrazioni Comunali, le forze di polizia, le Forze Armate, la C.R.I., le AA.SS.LL. nell'attività di trasferimento e di ricovero di ammalati, vecchi, bambini, handicappati;  inviare presso la Sala Decisionale del C.C.S. il funzionario di collegamento. M) ENTE NAZIONALE PER L'ENERGIA ELETTRICA (E.N.E.L.) DIREZIONE DI ZONA: Avuta notizia dell'evento dovrà:  inviare presso la Sala Decisionale del C.C.S. il proprio funzionario di collegamento;  accertare in centrale la situazione delle interruzioni verificatesi a seguito del sisma;  provvedere mediante le proprie squadre di pronto intervento:  alla verifica dei danni alle condotte ed alle opere di sostegno;  al ripristino dell'erogazione dell'energia elettrica graduando, in relazione al potenziale disponibile in uomini e mezzi, materiali etc., gli interventi all'entità dei danni, privilegiando le forniture essenziali alle condotte, alle operazioni di soccorso previa intesa e accordi con il C.C.S.;  disporre in accordo con il C.C.S. o con gli Organi locali di Protezione civile (Sindaco);  l'allacciamento di circostanza per la fornitura di energia agli insediamenti provvisori, posti di ristoro, magazzini, posti di pronto soccorso, ecc.;  la realizzazione di linee volanti provvisorie per soddisfare le esigenze estemporanee connesse con la condotta delle attività di soccorso e con le necessità delle popolazioni colpite dalla

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - calamità;  l'interruzione dell'alimentazione elettrica nelle abitazioni da demolire o da abbandonare e nelle zone particolarmente colpite ove procedono lavori di rimozione delle macerie ed escavazione;  la disalimentazione di tutte le tratte danneggiate;  il pronto intervento sulle cabine di trasformazione e di alimentazione danneggiate per la pronta rimessa in efficienza;  ripristinare al più presto possibile l'illuminazione esterna ed effettuare le operazioni necessarie per favorire le operazioni di soccorso durante l'arco notturno. N) TELECOM - DIREZIONE BENEVENTO Ricevuta la notizia dovrà:  attivare immediatamente:  le utenze predisposte per le esigenze di funzionamento del C.C.S.;  la propria Sala Operativa e le linee attestate nella Sala Decisionale;  accertare l'ubicazione e l'entità dei danni della rete telefonica a seguito dell'evento;  predisporre gli interventi per il ripristino del servizio garantendo la priorità ai comandi ed Enti interessati alle operazioni di soccorso;  garantire per le prime ore, nel caso che la rete non sia stata sconvolta, la precedenza alle comunicazione della Prefettura, delle Forze di polizia, Vigili del Fuoco, dei Sindaci dei Comuni coinvolti dall'evento;  richiedere l'intervento di altre squadre tecniche di pronto intervento provenienti dalle province limitrofe al fine di comprimere i tempi per la riattivazione delle linee;  provvedere, su richiesta del C.C.S., del funzionario responsabile del C.O.M., del sindaco, alla installazione di punti telefonici, mediante lo stendimento di linee volanti, per esigenze di funzionamento delle strutture di soccorso e per consentire le comunicazioni dei cittadini coinvolti dall'evento. O) AZIENDE OSPEDALIERE E SANITARIE (A.O. – A.S.L.) Avuta la notizia dell'evento dovranno:  provvedere alla/o a:  mobilitazione della struttura ospedaliera, potenziando le possibilità di ricovero e le sale operatorie chiamando tutto il personale medico e paramedico in turno di riposo;  sgombero e trasferimento dei degenti, del personale medico e paramedico in altri ospedali nel caso che l'ospedale sia stato coinvolto dall'evento e abbia ricevuto danni consistenti;  costituire, in area sinistrata, posto di pronto soccorso smistando i feriti gravi e i traumatizzati a mezzo delle autoambulanze presso l'ospedale;  trasferire in altri Centri Ospedalieri particolarmente attrezzati quei pazienti abbisognevoli di cure specialistiche;  attivare il servizio veterinario per l'assolvimento dei compiti istituzionali;  disporre:  il controllo sulla potabilità delle acque;  la tumulazione delle salme;  i controlli igienici sanitari per scongiurare l'insorgere di eventuali epidemie;  le necessarie vaccinazioni a scopo preventivo precauzionale;  il seppellimento delle carogne;  inviare presso la Sala Decisionale del C.C.S. un proprio rappresentante quale elemento di collegamento e consulenza.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - P) IL COMITATO PROVINCIALE DELLA CROCE ROSSA ITALIANA Il Comitato provinciale della C.R.I. avuta notizia dell'evento dovrà:  provvedere a fornire il personale (infermieri e volontari) in rinforzo alle Unità Assistenziali di emergenza, per svolgere attività di:  pronto soccorso sanitario e sgombero di feriti e traumatizzati;  assistenza agli anziani, ammalati, bambini e handicappati, provvedendo se necessario al loro trasferimento in luoghi di cura e assistenza;  gestione, in collaborazione con le forze di polizia, Esercito e volontari, dei centri di raccolta e smistamento specie per il settore viveri e medicinali;  assistenza sociale nei confronti dei senzatetto ricoverati negli insediamenti provvisori (tendopoli, roulottopoli);  ricostruzione dei nuclei familiari;  trattenimento dei bambini in attesa di ricongiungimento con i genitori;  organizzazione e gestione dei posti di ristoro;  distribuzione delle tessere ai sinistrati per il ritiro presso i centri di raccolta e smistamento di viveri, vestiario, medicinali;  allertare personale e mezzi facenti parte di unità organiche della C.R.I. che una volta costituite raggiungeranno la zona di operazione per lo svolgimento di specifici compiti socio-sanitari. Q) L'ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI ITALIANI UNITA' DI PROTEZIONE CIVILE e APPARTENENTI ALLA BANDA CITTADINA (C.B.) II Coordinatore dell'ARI coadiuvato dal Presidenti delle sezioni ARI della Provincia, una volta ricevuta la notizia dell'evento dovrà:  allertare il personale dell'Unità di Protezione Civile destinato alla gestione delle reti radio amatoriali alternative di emergenza;  attivare i collegamenti previsti dal Piano relativo alle trasmissioni;  inviare, nella zona interessata all'evento, volontari per la chiarificazione della situazione locale;  porsi a disposizione del Capo Centro Trasmissioni per collaborare alla gestione del Centro. R) COORDINATORE DI ZONA C.B. Il Coordinatore locale C.B. dovrà:  allertare, su avviso del Comune, tutti i volontari radioamatori C.B. della zona interessata all'emergenza, per un eventuale impiego;  disporre l'ascolto continuo per segnalare notizie di particolare interesse;  attivare il collegamento radio tra la sede comunale e le varie figure dei soccorritori, ponendo in condizione il Sindaco di seguire le varie fasi delle operazioni;  attivare il collegamento, con il C.O.C., dislocato nella zona emergenza. S) ALTRE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO Dovranno comunicare la loro disponibilità operativa e verranno impegnate, su disposizione del Prefetto o del Sindaco, in operazioni di soccorso limitate alle capacità operative dichiarate. i confida comunque nella fattiva collaborazione delle Associazioni presenti sul territorio. INTERVENTO DEGLI ELICOTTERI SOLO DOPO ATTENTA VALUTAZIONE DELLA PREFETTURA A SEGUITO DI RICHIESTA DEL SINDACO 1. Ogni richiesta di soccorso che prevede l'impiego di elicotteri va inoltrata dal Comune all'Ufficio di Protezione Civile della Prefettura di Benevento. La richiesta può riferirsi a:

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  sgombero di malati o traumatizzati gravi;  trasporto di personale medico e/o soccorritori;  rifornimento di viveri, medicinali o altri materiali di prima necessità;  rifornimento di foraggio per bestiame;  sgombero di personale per altre eventuali cause. 2. La Prefettura, valutata l'effettiva urgenza e/o congruità della richiesta:  nel caso di riscontro positivo circa l'urgenza della richiesta, opera di massima in accordo con il regolamento interministeriale relativo al trasporto sanitario d'urgenza;  in ogni caso, inoltra a sua volta la richiesta al Dipartimento della Protezione Civile - Servizio Emergenza; La richiesta deve contenere tra l'altro, le seguenti informazioni:  area di atterraggio attivata;  modalità dell'attivazione;  disponibilità di fumate di segnalazione;  aeroporto, aviosuperfìcie o altra area attrezzata ove eventualmente imbarcare personale e materiale di soccorso, ovvero sbarcare il personale sgomberato;  orari correlati all'intervento;  eventuale collegamento TBT da realizzare. 3. Ove venga interessato il Dipartimento, il dipendente Centro Operativo Aereo Unificato (C.O.A.U.) esaminata la fattibilità della missione sia sotto l'aspetto tecnico che sotto quello meteorologico e, ritenuto possibile l'intervento aereo:  dispone l'impiego degli elicotteri di cui ha direttamente il controllo operativo, qualora idonei e/o sufficienti;  in alternativa, richiede all'Amministrazione della Difesa, secondo le modalità in vigore, l'intervento dei suoi elicotteri; ove la situazione lo faccia ritenere opportuno, può essere richiesto il soccorso delle altre Amministrazioni dello Stato che dispongano di unità di elicotteri idonei al tipo di missione da effettuare. 4. In assenza di collegamenti con uno o più paesi della zona coinvolta dall'emergenza, a richiesta dell'Autorità prefettizia o d'iniziativa del Dipartimento, possono essere disposte le ricognizioni aeree necessarie all'accertamento della situazione locale. PRESCRIZIONI OPERATIVE PER L'UTILIZZAZIONE DELLE AREE DI ATTERRAGGIO DA PARTE DEGLI ELICOTTERI DI SOCCORSO. Al fine di consentire agli elicotteri di soccorso l'utilizzazione, in sicurezza, dell'area di atterraggio ubicata presso il Comune o la Frazione, è necessario che saranno svolte determinate operazioni ed osservate alcune precauzioni. Di tali misure i limiti definiti ai punti seguenti, sono responsabili:  il Sindaco del Comune nel quale trovasi l'area di atterraggio;  il Comandante della Stazione CC. competente per territorio. a) attribuzioni del Sindaco:  inoltra la richiesta di soccorso tramite la Prefettura;  evita in maniera rigorosa modifiche all'area prescelta nel Comune per l'atterraggio di elicotteri (diversa destinazione del sedime o impianto di manufatti che presentino un ostacolo verticale superiore ai 2 metri); ove ciò avvenga comunque, l'area non potrà essere più utilizzata, se non dopo ulteriore sopralluogo, e delle modifiche dovrà essere dato tempestivo avviso alla Prefettura competente;  provvede al trasporto di malati o traumatizzati fino all'area di atterraggio e al ritiro dalla stessa di eventuali materiali di soccorso, assicurando pertanto la percorribilità delle strade di

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - accesso;  assicura, al Comandante la Stazione CC. competente per territorio, concorso adeguato di uomini e mezzi per lo sgombero dell'area di atterraggio e la sua attivazione (fra i mezzi, candelotti fumogeni per l'indicazione della zona e della direzione del vento all'equipaggio in volo). b) attribuzioni del Comandante la Stazione Carabinieri competente per territorio:  provvede, con la mano d'opera ed i mezzi a disposizione del Sindaco, allo sgombero dell'area di atterraggio, ove, in caso di presenza neve, lo sgombero risultasse non realizzabile, dovrà essere praticata una conveniente battuta dello strato superiore per permettere in sicurezza l'atterraggio ed il decollo degli elicotteri muniti di pattini da neve. La diversa preparazione del terreno dovrà essere comunicata alla Prefettura e, comunque, specificata nella richiesta di soccorso eventualmente inoltrata;  provvede, durante le operazioni di atterraggio e decollo, al controllo del personale civile intorno alla zona ed all'impiego dei candelotti da segnalazione;  disciplina, secondo le indicazioni del capo equipaggio dell'elicottero di soccorso, l'imbarco e lo sbarco del personale e/o del materiale oggetto dell'intervento. ******************************************************* PROCEDURE OPERATIVE E MODALITÀ' D'INTERVENTO Le procedure operative, nel caso di emergenza terremoto, consistono nell'applicare quanto prescritto ed indicato nel presente piano, in toto ed in parte, a secondo della gravità della situazione, coinvolgendo tutte le strutture necessarie e richiamando in servizio tutto il personale dipendente dell'Amministrazione Comunale ritenuto valido ad affrontare l'emergenza. Si rammenta che: 1) DOVRÀ' ESSERE INSEDIATO IL C.O.C. CON ESTREMA URGENZA, IMMEDIATEZZA E CELERITA' ; 2) DOVRÀ' ESSERE DIRAMATO MESSAGGIO DI ALLARME DI EVACUAZIONE DELLA POPOLAZIONE SOLO IN CASI ESTREMAMENTE GRAVI (DI NORMA SENTITO IL PREFETTO); 3) DOVRANNO ESSERE RESI OPERATIVI CON TEMPESTIVITÀ' I CENTRI DI RACCOLTA; 4) DOVRANNO ESSERE TENUTE SGOMBERE LE PRINCIPALI ARTERIE. Anche se SUPERFLUO, risulta DOVEROSO evidenziare che sarà cura del C.O.C.: A) FAR SI CHE VENGANO LOCALIZZATE LE ZONE COLPITE, INDIVIDUANDO I PUNTI MAGGIORMENTE COLPITI DALLA CALAMITÀ' E COORDINARE L'AFFLUSSO DEI REPARTI DI SOCCORSO IN TALI ZONE; B) DISPORRE IMMEDIATAMENTE UNA PRIMA RICOGNIZIONE DEI DANNI E DEI RISCHI LATENTI UTILIZZANDO TUTTE LE FORZE IN CAMPO (Enti preposti -Dipendenti Amm.ne Com.le - Volontari soccorso - Volontari assistenza etc.). PRIORITÀ' : 1) SALVATAGGIO - SOCCORSO DI PERSONE - CONTROLLO E VERIFICA E SOCCORSO OSPEDALI - CASE DI CURA E DI RIPOSO - HANDICAP. E' necessario ed indispensabile che in primis vengano svolte operazioni di salvataggio di vite umane. Tale compito dovrà necessariamente essere svolto dagli organi appositamente preposti quali squadre miste di: VV.FF. - Personale medico, paramedico, volontari soccorso etc.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Altre unità speciali, con prevalenza con posizione di personale medico, paramedico e volontari soccorso, costituite a cura della ASL e CRI, dovranno, in modo capillare, portare soccorso nelle zone colpite ed assistere la popolazione. Attenzione particolare dovrà essere fatta nelle verifica, controllo e di eventuale sgombero di case, di ospedali, case di cura e di riposo (strutture sanitarie/riposo al momento non presenti sul territorio di questo Ente). Sarà cura dei responsabili di tali strutture, porre in essere apposito piano di sgombero, data la delicatezza e complessità che essa riveste in considerazione alle condizioni dei pazienti e degenti. Sarà necessario inoltre accertarsi della incolumità dei disabili alloggiati in edifici privati, ai quali si dovranno prestare soccorsi con celerità ed urgenza data la loro condizione fisica. 2) DEMOLIZIONE STRUTTURE PERICOLANTI – SGOMBERO ARTERIE PRINCIPALI E STRADALI. VERIFICA STABILITA' EDIFICI PUBBLICI E PRIVATI. Dette operazioni, prevalentemente saranno effettuate dai VV.FF. coadiuvati da volontari, dalle forze dell'Esercito, dai tecnici comunali e di altri Enti, da Ditte private. Essi dovranno provvedere :  alla demolizione di strutture pericolanti con priorità a quelle ubicate nei pressi di pubbliche vie;  al transennamento di edifici il cui pericolo di crollo non mette a repentaglio la pubblica incolumità;  allo sgombero di macerie dalle strade con priorità alle arterie principali;  alla verifica di stabilità degli edifici. Tale incombenza sarà affidata ai VV.FF., tecnici comunali e di altri Enti, tecnici abilitati ai quali si attingerà dai relativi Albi Professionali (Ingegneri - Architetti - Geometri - Periti edili, etc.) 3) VERIFICHE RETI DI DISTRIBUZIONE LUCE - GAS - ACQUA - TELEFONICHE, ETC. I tecnici dei rispettivi Enti dovranno provvedere con celerità al controllo e verifica delle loro reti, intervenendo con immediatezza nell'eliminare qualunque pericolo da esse costituite disattivandone l'erogazione. (In particolar modo dovrà essere immediatamente avvertita la società SNAM –Montesarchio –Bn-, in quanto sono presenti sul territorio del Comune di Forchia due gasdotti di importanza Nazionale, il primo Dorsale per il Nord Italia DN 1200, il secondo dorsale per Napoli DN 400.) A controllo effettuato con esito positivo, con la stessa celerità dovranno provvedere alla loro messa in esercizio affinché non vengano a mancare l'erogazione di servizi essenziali. 4) VERIFICHE STABILIMENTI INDUSTRIALI La direzione degli stessi, tramite l'operato dei propri tecnici e maestranze, dovranno far si che gli stessi non causino danni all'ambiente o mettano a repentaglio il personale dipendente. 5) RECUPERO SALME - LORO RICONOSCIMENTO - SEPPELLIMENTO Nel caso in cui la calamità abbia provocato vittime, è necessario che le salme, man mano che vengono recuperate a cura delle squadre addette e sanitarie, siano identificate e con celerità seppellite. A quest'ultimo compito provvederà il personale comunale, ditte private mortuarie e A.S.L. competente. 6) TUTELA IGIENICO SANITARIA Tutti gli interventi in materia sanitaria saranno effettuati a cura della ASL BN1 a mezzo di squadre sanitarie e di unità speciali. In particolare si dovrà aver cura di sorvegliare l'insorgere di malattie infettive e particolare attenzione dovrà essere posta al problema dell'approvvigionamento idrico, predisponendo controlli sugli acquedotti.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Nel caso in cui non potrà garantirsi una normale erogazione dell'acqua per guasti tecnici o per non stabilità della stessa, si provvederà a rifornire la popolazione con autobotti, inviando la richiesta in primis, al Comando Provinciale VV.FF. e con l'ausilio di autobotti di ditte private. **************************************************** FASE DI ALLARME ATTIVAZIONE STRUTTURA - INIZIO OPERAZIONI L'INPUT DI ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA PUÒ ESSERE DATO SOLAMENTE DA:  Sindaco o Assessore delegato;  Responsabile U.O.C. Protezione Civile – Vice Sindaco Ass. Pino Papa;  Responsabile del Procedimento Arch.i Angeloceleste Miccoli; Per quanto sopra, chiunque verrà a conoscenza della necessità di attivare la struttura provvederà, con qualunque mezzo ed in qualsivoglia modo a contattare il personale summenzionato. Nel caso in cui si debba procedere alle operazioni, si agirà secondo le seguenti modalità:  SINDACO – DELEGATO  RESPONSABILE U.O.C. –PROTEZIONE CIVILE- VICE SINDACO ASS. PINO PAPA  ARCH.I ANGELOCELESTE MICCOLI – RESPONSABILE PROCEDIMENTO  ATTIVAZIONE SALA OPERATIVA COMUNALE (8 FUNZIONI) CONCORRERANNO INOLTRE: DIPENDENTI COMUNALI TUTTI e CONSIGLIERI COMUNALI TUTTI II personale al quale sono affidati i compiti di cui sopra, non appena avuto notizia dai preposti dello stato di "ALLARME", CON ESTREMA URGENZA E CON QUALSIASI MEZZO, AL PARI DEL RESPONSABILE DELL' U.O.C. PROTEZIONE CIVILE, DOVRÀ RECARSI PRESSO LA SALA OPERATIVA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE CHE IN CASO DI EMERGENZA RILASCIO DI SOSTANZE RADIOATTIVE, il C.O.C., sarà costituito presso:  La sede Comunale in Via Umberto I° n° 45; Qualora questo edificio risultasse indisponibile, il Centro Operativo Comunale sarà ospitato presso i locali di proprietà comunale adibiti a scuola dell’infanzia siti in Via Misciuni; Nel caso di inagibilità di entrambe le strutture, il C.O.C. sarà ospitato nella parte con bassa vulnerabilità, del centro congressi interregionale dell’Associazione dei Testimoni di Geova, sito in Via Della Pace e Via Rella (zona industriale “Rella”). Per la messa in marcia dei mezzi sotto elencati, di proprietà dell'Amministrazione Comunale, ove necessario, saranno chiamati i dipendenti a margine indicati i quali dovranno immediatamente presentarsi presso la sala operativa. Dipendenti Telefono Mezzi Sig. Papa Michele 3391796872 Fiat Panda 4x4 Targata DE965WZ 0823959082 Geom. Giuseppe Stroffolino 3477333508 Iveco Scuolabus Targato CW907WW 0823950858 In caso di messaggi di preallarme al fine di evitare lungaggini, gli stessi sono autorizzati ad usare tale mezzo per raggiungere la propria abitazione. Sarà cura del Sindaco, del Responsabile alla P.C. –Vice Sindaco Ass. Pino Papa, e dei tecnici coordinatori:  far intervenire, ove necessario, Ditte esterne;  chiamare in servizio tutto il personale dipendente;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  suddividere il servizio in turni di lavoro;  rispettare quanto contenuto nel presente piano;  tenere informata 1'Amm.ne dell'andamento delle operazioni;  tenere contatti e collaborare con altri enti e/o istituzioni DECISIONI RILEVANTI SARANNO PRESE DAL SINDACO O SUO DELEGATO (ASS. PROT. CIV. - RESP. PROT.CIV.- DIRIGENTE SERVIZIO TECNICO); L'ATTIVAZIONE DEL C.O.C. (CENTRO OPERATIVO COMUNALE) NEL CASO DI EMERGENZA PER RILASCIO DI SOSTANZE RADIOATTIVE DOVRÀ' ESSERE IMMEDIATO E TOTALE. FINE EMERGENZA Alla fine operazioni, accertato che non vi sono più le condizioni che hanno fatto scattare il piano d'emergenza e che si prevede un ritorno alla normalità, il SINDACO o suo delegato comunica a tutte le componenti attivate la CESSAZIONE DELL'EMERGENZA e la CHIUSURA DELLA SALA OPERATIVA DI PROTEZIONE CIVILE. ***************************************************************************** NORME DI COMPORTAMENTO DELLA POPOLAZIONE

SI RITIENE DOVEROSO INDICARE LE NORME DI COMPORTAMENTO DA ADOTTARE IN CASO DI SISMA CON CONSEGUENTE SGOMBERO DELL'ABITAZIONE: TALI NORME DEVONO ESSERE OPPORTUNAMENTE OGGETTO DI INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE DA PARTE DELL’ UFFICIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE. In caso di terremoto comportatevi nel modo seguente: 1) State calmi, non correte e non fatevi prendere dal panico.  Restate dove siete: se siete all'aperto restate all'aperto, se siete in casa restate in casa.  Se le scosse vi sorprendono in casa riparatevi sotto un tavolo, contro i muri maestri interni, vicino ai pilastri in cemento armato, sotto le travi portanti. State lontani dalle finestre, dalle vetrate, dai tramezzi, dalle murature esterne specialmente se di spigolo.  Spegnete tutti i fuochi e i rubinetti del gas.  Se le scosse vi sorprendono all'esterno allontanatevi dalle costruzioni, dai cavi elettrici, dalla strada, dagli animali spaventati.  Terminate le scosse preparatevi ad evacuare l'abitazione, se ne ricorre la circostanza, secondo le modalità precedentemente consigliate.  Portate con voi solo i materiali di stretta necessità: vedere la lista consigliata e l'elenco dei medicinali per il pronto soccorso. 8) Dirigetevi, possibilmente a piedi, verso i centri di primo sfollamento (vedi cartografia allegata). 9) Rispettate tutte le istruzioni consigliate dai vigili, dalle forze dell'ordine e dai volontari della protezione civile. 10) Lasciate, il più possibile, libere le strade. 11) Parcheggiate le roulotte in ampi spazi aperti e mai sul suolo pubblico non consigliato. Ritornata la normalità dopo il terremoto: 1) Fate attenzione ad entrare in casa: il disastro potrebbe aver danneggiato o indebolito la costruzione che potrebbe crollare senza preavviso, nel dubbio chiedete l'intervento dei vigili del fuoco o del personale tecnico appartenente al gruppo della protezione civile. 2) Verificate se vi sono perdite di gas o cortocircuiti.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - 3) State lontani da fili elettrici caduti o scoperti. 4) Non andate a curiosare in giro con la macchina, potreste ostacolare i soccorsi e il lavoro delle squadre operative. Oggetti di prima necessità da portare con sé (lista consigliata):  radiolina tascabile AM-FM a pile.  torcia elettrica.  cassetta del pronto soccorso.  medicinali di uso corrente.  coperte, impermeabili, scarpe pesanti.  denaro.  tanica per acqua potabile.  tavolette di zucchero, cioccolato.  cibi in scatola (sufficienti per 1 giorno). Equipaggiamento di pronto soccorso (lista consigliata):  contenitore trasportabile in plastica;  una bottiglia di acqua ossigenata;  una bottiglia di alcool o disinfettante;  un flaconcino di ammoniaca;  due rotoli di garza sterile da 4 cm.;  due pacchetti di garza sterile 10x10 cm.;  un rotolo di cerotto adesivo;  alcune spille di sicurezza assortite;  una scatola di cerotti assortiti;  due fasce elastiche da 10 cm.;  bende triangolari da usare per le fratture;  cloruro di etile (spray);  collirio e bende per occhi;  essenza di garofano per la cura temporanea del mal di denti;  un barattolino di polvere per i piedi;  una scatola di aspirina;  un flacone di penicillina in polvere o similare;  forbici piccole e pinzette;  un pacchetto di sale fino e una bustina di lievito artificiale (un cucchiaino di sale e mezzo di lievito in un bicchiere d'acqua costituiscono la dose che dovrà essere bevuta da chi sia gravemente ustionato);  compresse o liquido per depurare l'acqua;  un manuale di pronto soccorso;  scorta di acqua potabile;  vestiario pesante di ricambio;  coltello multiuso;  fotocopia documenti di identità;  chiavi di casa;  carta e penna;  ogni altro oggetto o medicinale personale;

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EMERGENZA DISSESTO IDROGEOLOGICO

EMERGENZA IDROGEOLOGICA SOMMARIO 1) Premessa 2) Generalità o ortofoto e planimetria generale del territorio comunale con limiti comunali ed indicazione delle frazioni; o stralcio cartografia, e relativa legenda, delle Aree a Rischio Frane: Molto Elevato –R4-, Elevato –R3-, Medio –R2- e Moderato –R1- (fonte: Autorità di Bacino Regionale della Campania Centrale (ex Autorità di Bacino Nord Occidentale della Campania), P.A.I. approvato ai sensi della deliberazione del Comitato Istituzionale n° 1 del 23 Febbraio 2015); o stralcio cartografia, e relativa legenda, delle Aree a Rischio Idraulico: Molto Elevato –R4-, Elevato – R3-, Medio –R2- e Moderato –R1- (fonte: Autorità di Bacino Regionale della Campania Centrale (ex Autorità di Bacino Nord Occidentale della Campania), P.A.I. approvato ai sensi della deliberazione del Comitato Istituzionale n° 1 del 23 Febbraio 2015); o stralcio cartografia, e relativa legenda, del rischio finalizzata alle azioni di protezione civile (fonte: Autorità di Bacino Regionale della Campania Centrale (ex Autorità di Bacino Nord Occidentale della Campania), P.A.I. approvato ai sensi della deliberazione del Comitato Istituzionale n° 1 del 23 Febbraio 2015); 3) Descrizione Territorio – Aree soggette a Dissesto Idrogeologico – Previsione - Prevenzione o stralcio carta geolitologica, e relativa legenda (fonte: Autorità di Bacino Regionale della Campania Centrale (ex Autorità di Bacino Nord Occidentale della Campania), P.A.I. approvato ai sensi della deliberazione del Comitato Istituzionale n° 1 del 23 Febbraio 2015); o stralcio carta geomorfologica, e relativa legenda (fonte: Autorità di Bacino Regionale della Campania Centrale (ex Autorità di Bacino Nord Occidentale della Campania), P.A.I. approvato ai sensi della deliberazione del Comitato Istituzionale n° 1 del 23 Febbraio 2015); 4) Attività Preparatoria 5) Sato di Preallarme – Allarme – Attività di Emergenza – Gestione Intervento – Fine Emergenza  diramazione messaggio “stato di preallarme”  verifica tecnica  diramazione messaggio “stato di allarme” 6) Compiti di Protezione Civile Comunale al verificarsi dell’ evento calamitoso 7) Intervento degli elicotteri (solo dopo attenta valutazione della Prefettura a seguito di richiesta del Sindaco) 8) Procedure Operative e Modalità di Intervento a) Dissesti Idrogeologici di vaste proporzioni coinvolgenti abitati o nuclei di abitazioni b) Dissesti Idrogeologici di limitate proporzioni con pericolo per la pubblica e privata incolumità – Fronteggiabile con le normali procedure del pronto intervento c) Dissesto Idrogeologico coinvolgente Viabilità 9) Fase di Allarme - Attivazione Struttura - Inizio Operazioni  Schema del modello d’intervento

 Norme di comportamento della popolazione

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1. Premessa In caso di dissesto idrogeologico di lieve e di scarsa entità, rientrante nel novero della normalità, sono sufficienti le risorse disponibili dell'Ente che interverrà con i propri mezzi avvalendosi se necessario, dell'ausilio di Ditte esterne. Nel caso in cui il dissesto idrogeologico dovesse interessare zone più vaste e di entità tali da determinare disservizi di particolare gravità, si dovranno porre in essere le misure di emergenza contenute nel presente piano. Se il dissesto idrogeologico dovesse essere ritenuto eccezionale, tanto da determinare disservizi di tale gravità o più generalmente eventi che non possono essere fronteggiati dalla comunità locale, si coinvolgerà, tramite le Prefettura, la struttura Provinciale di Protezione Civile. 2. Generalità II dissesto idrogeologico è una situazione di disordine del terreno causata dall'azione delle acque superficiali e sotterranee, ed anche da uso più o meno intenso del territorio. Tale fenomenologia si evidenzia attraverso:  Frane: sono spostamenti più o meno veloci oppure distacchi di masse di terreno o di roccia sotto l'effetto della gravità, causate da fatti occasionali, esse si distinguono in:  frane di crollo: consistono nel distacco improvviso di grosse masse di roccia disposte su pareti molto ripide o scarpate; il movimento iniziale ha come componente principale la caduta verticale verso il basso, finché il materiale non raggiunge il versante ed avere dopo l'impatto rimbalzi e/o rotolamenti. Il crollo si attua quando la resistenza al taglio del materiale lungo una superficie diventa minore del peso proprio del blocco di roccia o terreno identificato da tale superficie. Questi tipi di frane sono caratterizzati da un'estrema rapidità. Il deposito conseguente alla frana è un accumulo al piede del pendio di materiale di diversa dimensione e in funzione delle caratteristiche fisiche del versante si può verificare anche che blocchi di maggiori dimensioni si trovino a notevole distanza dal luogo del distacco. Causa predisponente è l'esistenza di sistemi di fratturazione o scistosità. Cause innescanti sono gli scuotimenti tellurici (terremoti), il "crioclastismo" (ghiaccio nelle fessure), la pioggia, lo sviluppo vegetale di apparati radicolari, lo scalzamento del piede del versante ad opera dell'uomo o naturale (erosione);  frane di ribaltamento: sono denominate ribaltamenti quelle frane in cui la forza di gravità, la pressione dell'acqua o la spinta dei blocchi adiacenti generino nel terreno o nella roccia un movimento rotazionale secondo un centro di rotazione posto al di sotto del baricentro della massa. Il tipo di deposito che genera molto simile a quello dei crolli;  frane di scivolamento: si dividono in base alle caratteristiche geometriche della superficie di scorrimento in movimenti per scivolamento planare o rotazionale: o nel movimento planare avvengono principalmente su delle superfici discontinue già inclinate (superfici di strato in successione sedimentaria, di fratturazione o scistosità in rocce metamorfiche) e prevalentemente si verificano su pendii a franapoggio quando gli strati non si riescono a sostenere tramite l'attrito tra le due superfici; o nel movimento rotazionale si verificano lungo superfici curve, concave verso l'alto, in materiali coerenti o pseudocoerenti, quando viene superata la resistenza al taglio degli stessi materiali;  frane per espandimento laterale: queste frane si realizzano in terreni dal particolare assetto geologico in cui materiali caratterizzati da un comportamento rigido sono sovrapposti a materiali dal comportamento plastico. L'espansione laterale è generata dal flusso del materiale plastico sottostante che provoca la progressiva fratturazione del materiale rigido sovrastante;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  frane per colamento : quelle in cui la deformazione del materiale è continua lungo tutta la massa in movimento. Nel caso di colamenti in rocce non si può avere una visione immediata della superficie di frana, e oltretutto questi movimenti sono generalmente molto lenti e caratterizzati da processi di creep. I colamenti in terreni sciolti o detriti (earth flows) sono generalmente molto più facili da vedere in quanto la massa franata assume un aspetto molto simile a quello di un fluido ad alta viscosità. Queste frane si hanno in presenza di saturazione e successiva fluidificazione di masse siltoso-argillose in terreni di alterazione ad opera dell'acqua, la massa fangosa può anche coinvolgere nel suo movimento blocchi rocciosi di altra natura;  frane collaterali (colata rapida di fango): a questa famiglia sono gli episodi di "colamento veloce, o rapido", o più correttamente "frane per saturazione e fuidificazione dei terreni detrici superficiali" (soil slips). Si attivano in genere durante eventi piovosi intensi, con altezze di precipitazione (es.) oltre i 100 mm/ora. In tal caso si presentano in numero elevato, sino a centinaia per km²; Le frane da scorrimento-colata rapida di fango avvengono, quindi, durante prolungati periodi piovosi e si attivano, infine, in concomitanza di eventi meteorici record, è un tipo di frana molto liquida, ed ha origine all’interno del manto di copertura piroclastica (a) o comunque detritica giacente su substrato roccioso (b). a) I terreni piroclastici (etimologia: fuoco-detrito) si sono depositati nel corso dei secoli durante eruzioni vulcaniche, e in genere sono ancora giacenti su fianchi di apparato vulcanico e/o montuoso. Lo scioglimento repentino delle nevi di quota - a causa di imminente eruzione - oppure piogge intense o prolungate, mobilizzano la coltre piroclastica creando un flusso "autoalimentante" che scorre verso valle a grande velocità, avendo massa molto densa fortemente erosiva. Oppure si attivano in terreni vulcanici antichi ove siano presenti valli e fianchi vallivi. (ad es. Frane di Sarno, Irpinia, 1998) b) Altri tipi di substrato possono essere i più vari: molto produttivi sono i terreni terziari e quaternari di origine sedimentaria, meno competenti e più facilmente alterabili in superficie. In assenza di piogge prolungate o ripetitive, o di periodi storici piovosi, la coltre di alterazione si imposta in loco approfondendo verso il basso, a scapito degli strati superficiali "rocciosi" sottostanti. Le colate di fango - meglio chiamate "Frane per saturazione e fluidificazione dei terreni detritici superficiali" sono normali nei versanti ad alta pendenza di Appennini e Alpi. In genere la frana inizia con un piccolo smottamento più a monte in corrispondenza di punti deboli (balze rocciose, strade, etc) che impatta sul versante di terreni saturi d’acqua che si mobilizzano e "scorrono" a valle con notevole energia. In genere la zona di "colata", a valle della nicchia di distacco, si imposta sulla superficie topografica naturale preesistente che funge da "piano di flusso". Quando la frazione liquida è predominante su quella solida il pendio attraversato si conserva integro con copertura erbosa intatta. In questi casi, e stante l'esistenza di condizioni geometriche ottimali, quali una sensibile lunghezza e pendenza del versante, la lunghezza totale della frana può essere di molte unità (5 - 10) superiore alla sua larghezza. La zona di accumulo, alla base del versante, è tipicamente in forma di ventaglio.  Smottamenti: sono piccole frane di tipo superficiale, circoscritte e locali, composte principalmente di materiali incoerenti o resi tali dall'effetto dell'acqua, generalmente lenti, che talvolta possono assumere l'aspetto di una piccola colata di fango.

Sono di norma fenomeni prevedibili a breve e brevissima scadenza attraverso lo studio delle acque superficiali e sotterranee (idrogeologia) e lo studio del terreno e delle rocce (geognostica) ad eccezione di quelle provocate dal terremoto o per improvvise infiltrazioni di acque.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Ai fini di una comprensione più approfondita della tematica, è doveroso esporre le seguenti definizioni a carattere generale: o Pericolosità idrogeologica: probabilità di occorrenza di un fenomeno di tipo idraulico e/o gravitativo di versante (frana) entro un dato intervallo di tempo ed in una data area; o Pericolosità relativa (suscettibilità) da frana: previsione spaziale, tipologica, dell’intensità e dell’evoluzione del fenomeno franoso; o Rischio idrogeologico: entità del danno atteso in una data area ed in un certo intervallo di tempo in seguito al verificarsi di un fenomeno di tipo idraulico e/o gravitativo di versante (frana); o Rischio atteso: il nuovo livello di rischio prodotto dalla variazione, in una data area, di uno o più fattori (pericolosità P, valore esposto E, vulnerabilità V) che determinano il grado di rischio esistente; o Rischio accettabile: il livello di rischio conseguente alla nuova realizzazione di opere e/o attività che non superi il valore di –R2- medio, secondo la definizione di cui al D.P.C.M. 29 settembre 1998, e tale che i costi che gravano sulla collettività per lo stato di rischio che si andrà a determinare siano minori dei benefici socioeconomici conseguiti dall’opera o dall’attività; o Pericolosità residua: il livello di pericolosità che persiste in una data area a seguito della realizzazione di un intervento di sistemazione idrogeologica; o Rischio residuo: il livello di rischio che persiste in una data area a seguito della realizzazione di un intervento di sistemazione idrogeologica; o Area di attenzione: area oggetto di intervento di mitigazione della pericolosità e del rischio, ma che necessita di continuo monitoraggio per la verifica dell’efficienza di progetto; o Reticolo idrografico superficiale: l’insieme dei corsi d’acqua e delle aste torrentizie, con esclusione dei sistemi di drenaggio artificiali, che convogliano le acque superficiali e che nella cartografia del Piano di Assetto Idrogeologico (Autorità di Bacino) sono indicati come: “reticolo idrografico”, “aste montane incise”, “alveo strada” e “tratto tombato”.

3. Descrizione Territorio – Aree soggette a Dissesto Idrogeologico – Previsione - Prevenzione

CARATTERISTICHE GEOMORFOLOGICHE GENERALI • Inquadramento geologico L’abitato del centro storico di Forchia, si sviluppa prevalentemente ad una quota media di circa 282 m sul livello del mare. Per la conoscenza mappale e puntuale, dello stato geolitologico (rif. GL431150), geomorfologico (rif. GM431150), e dei rischi frane (rif. RF431150) ed idraulico (rif. RF431150), del Comune di Forchia, si rimanda alle allegate cartografie e legende relative. La cartografia è comprensiva del rischio finalizzata alle azioni di protezione civile (rif. PC431150). Il territorio è caratterizzato da un “imbuto-conoide” maggiormente concentrato nella stretta di Arpaia, i versanti pedemontani dei monti Veccio-Orni e Tairano-Chichierra-Cugniuolo, confluiscono nella direttrice naturale di fondovalle (Vallone Palata) ovvero verso la valle di Arienzo-San Felice a Cancello (valle di Suessola) dove il vallone Palata assume la denominazione di “Alveo Trave”, in effetti la morfologia del paesaggio è una gola a forma di conoide Sud-Nord con degrado Est verso Ovest, seguendo forti pendenze sui crinali che man mano si adagiano verso la citata valle di Suessola, le dominanti sono cosi descritte: montuose versanti monti Veccio-Orni posti sul lato Sud, altri versanti Tairano-Chichierra-Cugniuolo posti sul lato Nord, incisione orografica di fondavalle vallone naturale Palata verso Alveo Trave che spaglia in località San Felice a Cancello(Ce), vallata-

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - impluvio che parte dall’abitato di Arpaia (lato Est) ed intero territorio di Forchia capoluogo e sue ex frazioni Cagni, Acquavitale, Falco, Pompilio, Montagnella, Signorindico. Le dorsali montuose sono costituite da rocce lapidee di natura calcarea in strati e banchi, attraversate da più sistemi di fratture d’origine tettonica; la vallata di Arienzo (Valle di Suessola, ove appartiene il territorio di questo Ente) è invece costituita per spessori di varie decine di metri da materiali di accumulo di origine detritica-piroplastica. In particolare procedendo dall’alto verso il basso è possibile proporre il seguente schema stratigrafico: Terreni di copertura o Terreni limo sabbiosi vulcanici, più o meno addensati talora debolmente coesivi, che costituiscono la parte più superficiale della successione stratigrafica e/o terreni vulcanici limo sabbiosi risedimentali, inglobanti frammenti e ciottolame calcareo (accumuli detritici pedemontani) e/o piroclastici più o meno addensate a grana medio fina (limi e limi sabbiosi), di colore marrone e grigio chiaro, talora con festoni ocracei, includenti banchi ricchi di pomici. Terreni antichi del substrato o Argille Varicolore Scagliose (AVS) inglobanti frammenti lapidei di natura calcarenitica e marmosa di piccole dimensioni. Sono presenti in affioramento in prossimità dell’abitato lungo il Vallone Palata, in contatto tettonico con i calcari e sepolte nel resto dell’abitato dai terreni detritico piroclastici di cui sopra. o Rocce Calcaree stratificate e fratturate, affioranti o sepolte per gran parte dai terreni di copertura quaternaria. I bordi degli affioramenti calcarei delle dorsali montuose presenti a ridosso della stretta di Arpaia (Bn) sono impostati su importanti discontinuità tettoniche (faglie) a direzione all’incirca Est – Ovest. Tali faglie, di tipo distensivo (faglie dirette), probabilmente condizionate, nel loro andamento planimetrico, da più antiche discontinuità di tipo compressivo (faglie inverse) sono intersecate da altri sistemi orientati Nord-Sud o Nord Ovest - Sud Est. Il risultato è una suddivisione in grandi corpi rocciosi che nel sottosuolo della contigua Piana di Arienzo-San Felice a Cancello (Ce) sono ribassati e sepolti dai terreni di copertura quaternari. Connessi ai fenomeni tettonici compressivi sono i contatti fra i calcari e le argille varicolori scagliose del vallone Palata, nella Zona strada Forchia-Arpaia. Coerentemente con quanto può osservarsi anche in altre zone della dorsale di Avella-Cancello (ad es. cave della collina di Cancello), le AVS sono state interpretate come lembi e cunei inseriti nell’ambito della potente successione calcarea. In effetti, sulla base delle conoscenze geologiche estrapolate dagli atti d’ufficio, si può affermare che nel territorio comunale di Forchia, si possono distinguere tre complessi idrogeologici principali: o Rocce serbatoio, costituite dalle rocce carbonati che, caratterizzate da un’elevata permeabilità secondaria per fessurazione e carsismo, sono sede dei principali acquiferi; o Rocce di ritenuta, formate dalla sequenza piroclastica dotata di una permeabilità primaria per porosità da media a bassa e da un valore del K variabile da 10-3 cm/s a 10-7 cm/s proprio in funzione della variabilità granulometrica; la trasmittività è compresa tra T= 10-2 m2/s e 10-3 m2/s. o Rocce impermeabili, costituite da AVS (Argille Varicolore Scagliose), la cui permeabilità è di tipo percolativo, con un valore del relativo coefficiente K che presenta una dispersione tra gli estremi 10-7 ÷ 10-9 cm/sec in funzione dell’assortimento granulometrico. Il modulo pluviometrico del Comune di Forchia è dell’ordine di 850 – 930 mm/a fino a 1.100 mm/a su base statistica, su 60 giorni piovosi circa, con periodi di massima concentrazione nel periodo ottobre – marzo.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Le piroclastiti ed i loro prodotti di alterazione coprono in maniera discontinua il massiccio carbonatico principale dei Monti Orni-Veccio, con spessori anche di vari metri, genericamente crescenti dalla sommità verso valle. Dal rilevamento speditivo condotto sullo spessore delle coltri piroclastiche e vulcanoclastiche, risultano spessori compresi da 0,50 mt a 5,00 mt. Gli spessori più esigui si trovano lungo i versanti dove si presentano in maniera continua essenzialmente come materiale sciolto e pedogenizzato con limitati affioramenti dal substrato. Gli spessori più consistenti (2-5 mt) si presentano come depositi colluviali pedogenizzati e intercalati a depositi ghiaiosi-ciottolosi di natura calcarea e si rinvengono soprattutto nelle zone pianeggianti o sub pianeggianti. I materiali piroclastici, via via che si procede verso valle lungo i versanti e gli impluvi (valloni o aste montane), tendono progressivamente ad assumere la natura di depositi colluviali e di conoide, fino a che, nelle fasce pedemontane, sono presenti prevalentemente piroclastici rimaneggiate, con spessori rilevanti, soprattutto nelle conoidi allo sbocco degli impluvi. • Inquadramento Idrogeologico Il reticolo idrografico del territorio è rappresentato da una serie di aste torrentizie e valloni naturali, che da varie quote si immettono a fondovalle nel vallone naturale Palata. La caratteristica principale delle incisioni è quella di presentare un profilo longitudinale acclive nella parte montana, con pendenze medie del 30/45%, si riducono a circa il 15% nella fascia pedemontana per assestarsi intorno al 5% nel fondovalle. Queste incisioni, in assenza di piogge, sono quasi sempre secche. Nei periodi di precipitazioni a carattere temporalesco, sebbene in maniera blanda, favoriscono l’instaurarsi di fenomeno di dilavamento, che, talora, conducono ad un modesto apporto solido, laddove la copertura terrosa è esposta direttamente agli atmosferili. Il reticolo idrografico e gli spartiacque morfologici hanno direttrici di deflusso idrico episuperficiale, di importanza locale, con evidenti direzioni Nord Ovest – Sud Est e risultano ortogonali a quelli appenninici a carattere regionale. I rilievi piezometrici effettuati nei pozzi censiti, evidenziano una circolazione idrica anche profonda, comunque non attestata nei primi dieci metri dal piano di campagna. I ridotti livelli idrici, che sono stati intercettati dai carotaggi eseguiti da questo Ente, non sono da ritenersi vere e proprie falde acquifere estese realmente, ma vene idriche sospese, locali, soggette a ravvenamento stagionale e attestate al passaggio tra la parte areata superficiale e il substrato sottostante. Non vi è, quindi, una presenza costante di corsi d’acqua, bacini imbriferi naturali superficiali, o zone carsiche estese e note, salvo per il vallone Palata che presenta anche in periodi di siccità, caratteristiche torrentizie, anche se blande. Quindi, l'assetto idrogeologico di questo territorio è caratterizzato da due unità idrogeologiche principali:  acquifero semi - profondo;  acquifero superficiali dipendenti dalla presenza dei terreni di origine eluviale e/o colluviale, dei terreni piroclastici e dei terreni alluvionali; Le principali e locali aste montane, tutte confluenti nel vallone naturale Palata, sono così descritte:  Valloncello, versanti in parte dei monti Castello e Veccio, direttrice principale Sud Ovest, regimentato con vasche di laminazione, tombato su: Via Forchia-Arpaia, Passeggiata delle Ginestre, Viale Forche Caudine, Passeggiata delle Rose, Via Misciuni, Piazza Teglia, immissione in alveo naturale a confine con Via Dei Ciliegi;  Capezzone I, Capezzone II, Olivella I, versanti in parte dei monti Veccio ed Orni, direttrici

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - principali Sud Ovest, regimentati con briglie e vasche di laminazione in località “Cavone e Via Nola”, scarico di piena tombato su Via Nola, Via Calcarella e Via Calcare e, immissione in alveo naturale a confine con Via Della Pace;  Olivella II, versante in parte monte Orni, direttrice principale Sud Ovest, scarico in località Verzaruolo nel vallone Puntarelle;  Puntarelle + Monte Orni versanti monti Orni e Puntarelle, direttrice principale Sud Ovest, breve tratto tombato su Via Rella, continua in opera antropica a cielo libero in località Rella, confluisce a fondovalle nel vallone Palata, attraversando il Pip denominato “Rella”.  Tairano versanti in parte monte Tairano e versante Chichierra (senza toponimo), direttrice principale Nord Ovest, sottopasso trasversale S.S. n° 7 –Appia-, scarico in vallone Palata, attraversando opere antropiche poste a confine con vallone Palata;  Vallone Segreto, e altro versante Chichierra (senza toponimo), direttrice principale Nord Ovest, regimentato con vasche di laminazione, briglie, in località “Tairano-Chichierra”, scarico di piena su Via Segreta, sottopasso sulla Strada Statale n° 7 “Appia”, immissione in alveo di fondovalle, naturale Palata.  Vallone Gargiassi, direttrice principale Nord Ovest, regimentato con vasca di laminazione, briglia, in località Gargiassi, scarico di piena in alveo antropizzato, cambio direttrice Nord Est su Via Vicinale Segreta, tombato trasversalmente su S.S. Appia n° 7 cambio direttrice Nord Ovest, scarico in alveo naturale confluente in vallone Palata. I principali alvei strada, individuati nel P.A.I. (Piano di assetto Idrogeologico) vigente, sono:  Via Penniniello;  Via Calcarelle;  un tratto di Via Nola;  Via Croce;  Via Cagni;  Via Segreta;  Via Signorindico;

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INDIVIDUAZIONE DELLE AREE A RISCHIO IDROGEOLOGICO Per individuare le aree a maggior rischio idrogeologico-Idraulico del territorio, si fa riferimento al Piano di Assetto idrogeologico (P.A.I.) vigente, dell’ Autorità di Bacino Regionale della Campania Centrale (ex Autorità di Bacino Nord Occidentale della Campania) approvato con deliberazione del comitato istituzione della stessa Autorità n° 1 del 23Novembre 2015. Nell'ambito della perimetrazione, le aree a rischio idrogeologico (Frane) ed Idraulico, sono state così suddivise:  R1–moderato (campitura in planimetria verde chiaro), per il quale sono possibili danni sociali ed economici marginali;  R2–medio (campitura in planimetria verde scuro), per il quale sono possibili danni minori agli edifici e alle infrastrutture che non pregiudicano l’incolumita delle persone, l’agibilita degli edifici e lo svolgimento delle attivita socio- economiche;  R3–elevato (campitura in planimetria arancio), per il quale sono possibili problemi per l’incolumita delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilita degli stessi e l’interruzione delle attivita socio - economiche, danni al patrimonio culturale;  R4– molto elevato (campitura in planimetria rosso), per il quale sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici e alle infrastrutture, danni al patrimonio culturale, la distruzione di attivita socio - economiche. In base a tale deliberazione dell’ Autorità citata, questo territorio è classificato: Le zone interessate con maggiore probabilità e frequenza a dissesto idrogeologico ed idraulico, che potrebbero essere soggette a fenomenologie franose tipo colate rapide di fango e/o detriti, sono: Zona R4 (colore rosso) – rischio molto elevato, con riferimento alle zone abitate:  Parte del centro storico: da via Forchia Appia all’inizio di Piazza Roma;  Parte del Piano Insediamenti Produttivi “Rella”;  Parte di via Forchia Appia;  Parte del Piano Insediamenti Produttivi “Rella”;  Aree su via Signorindico;  Aree su via Palata Pompilio; Zona R3 (colore arancio): rischio elevato con riferimento alle zone abitate:  Parte del centro storico: tutta via Umberto I;  Via Croce ;  Via dei Ciliegi;  Parte del Piano Insediamenti Produttivi “Rella”;  Aree su via Forchia Arpaia;  Aree su via Palata Pompilio;  Aree su via Signorindico; Zona R2 (colore verde scuro): rischio medio con riferimento alle zone abitate:  Parte del centro storico;  Parte di Via Misciuni;  Via dei Ciliegi;  Parte del Piano Insediamenti Produttivi “Rella”; Zona R1(colore verde chiaro): rischio moderato con riferimento alle zone abitate:  Parte del centro storico;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Rischio Idraulico: sostanziali modifiche si sono riscontrate anche per il rischio idraulico In base alla nuova deliberazione dell’ Autorità citata le zone interessate con maggiore probabilità e frequenza a dissesto idrogeologico ed idraulico, che potrebbero essere soggette a fenomenologie di allagamenti, sono riportate nei seguenti stralci cartografici riguardanti il rischio idraulico e la pericolosità idraulica :

Rischio Idraulico

Pericolosità idraulica

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -

La previsione, così come definita dall'art. 3 comma 2 della L. 225/92, così come modificato e/o sostituito dall'art. 1, lett. B-bis del D.L. 59/2012 convertito dalla L. 12/7/2012 n. 100, infatti, "consiste nelle attività, svolte anche con il concorso di soggetti scientifici e tecnici competenti in materia, dirette all'identificazione degli scenari di rischio probabili e, ove possibile, al preannuncio, al monitoraggio, alla sorveglianza e alla vigilanza in tempo reale degli eventi e dei conseguenti livelli di rischio attesi". Alla fase di previsione, e nel caso di emergenza dissesto idrogeologico è doveroso che essa vi sia, in quanto l'accadimento dell'evento calamitoso è senz'altro più facilmente individuabile se raffrontato ad altre possibili situazione di crisi sul territorio (quali quelli ipotizzati come emergenza dovuta a rilascio di sostanze pericolose o radioattive) è d'obbligo che essa sia seguita da una fase di prevenzione. La prevenzione, così come definita dall'art 3, comma 2, della L. 225/92, così come modificato e/o sostituito dall'art. 1, lett. B-bis del D.L. 59/2012 convertito dalla L. 12/7/2012 n. 100, "consiste nelle attività volte ad evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi di cui all'art. 2, anche sulla base delle conoscenze acquisite per effetto delle attività di previsione. La prevenzione dei diversi tipi di rischio si esplica in attività non strutturali concernenti l'allertamento, la pianificazione dell'emergenza, la formazione, la diffusione della conoscenza della protezione civile, nonché l'informazione alla popolazione e l'applicazione della normativa tecnica, ove necessarie, e l'attività di esercitazione”. L'attività preventiva consiste nella effettuazione di opere, siano esse passive che attive, di fondamentale importanza per evitare il verifìcarsi di un dissesto che quasi sempre si innesca a seguito dell'attività indiscriminata dell'uomo che con il suo comportamento infrange spesso le regole fondamentali della natura e i suoi equilibri. La prevenzione da attuarsi in particolare a livello intercomunale e comunale, si concretizza mediante il divieto perentorio di quelle attività che intrinsecamente sono potenzialmente capaci di provocare o accelerare il fenomeno di dissesto del territorio tra i quali: o taglio indiscriminato della vegetazione, specie sui versanti esposti all'azione erosiva delle acque meteoriche; o aumento del carico sui versanti instabili (costruzioni, scarico di materiali, ecc.); o variazioni della pendenza dei versanti; o scalzamento del piede del versante senza la realizzazione di adeguate opere di ripulitura e sostegno; o variazione del contenuto d'acqua nei terreni; o drenaggi dei terreni eseguiti senza le dovute cautele; o mancata regimazione delle acque superficiali; o controllo dei movimenti franosi nella loro evoluzione temporale, mediante sopralluoghi ed indagini geognostiche e geotecniche, sottoponendo a monitoraggio le aree a rischio; o lavori di consolidamento e risanamento di aree urbanizzate interessate a dissesti idrogeologici in parte disciplinate dalla Legge 09 Luglio 1908 n. 445 che stabilisce quali siano i Comuni che possono usufruire di finanziamenti specifici per tali interventi; o l'assunzione tempestiva di misure contingibili a tutela della pubblica e privata incolumità; o la definizione di piani urbanistici elaborati sulla scorta di approfonditi studi geomorfologici. 4. Attività Preparatoria (Contenuto del piano - Scenario degli eventi - Pericolosità - Vulnerabilità) Lo scenario dell'evento nel territorio comunale, per quanto concerne il rischio derivante da dissesto idrogeologico, non è comunque certamente da ipotizzarsi apocalittico e comunque tale ottimismo deve

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - essere sempre accompagnato da un costante controllo del territorio e da una costante opera di previsione e di prevenzione sul territorio come innanzi riportato. Il “Rischio” (R) è definito come “ l’entità del danno atteso in una data area e in un certo intervallo di tempo in seguito al verificarsi di un particolare evento calamitoso “. In termini analitici, il rischio idrogeologico è espresso dalla seguente espressione R = P x V x E, nota come "equazione del rischio" che lega pericolosità (P), vulnerabilità (V) e valore esposto (E). La “pericolosità” (P) esprime la probabilità che in una zona si verifichi un evento dannoso di una determinata intensità entro un determinato periodo di tempo (che può essere il “tempo di ritorno”). La pericolosità è dunque funzione della frequenza dell’evento. In certi casi (come per le alluvioni) è possibile stimare, con una approssimazione accettabile, la probabilità di accadimento per un determinato evento entro il periodo di ritorno. In altri casi, come per alcuni tipi di frane, tale stima è di gran lunga più difficile da ottenere. Al riguardo, il DPCM 29 Settembre 1988 fornisce le seguenti indicazioni qualitative:  Rischio idraulico o pericolosità alta per tempi di ritorno compresi tra 20 e 50 anni; o pericolosità media per tempi di ritorno compresi tra 100 e 200 anni; o pericolosità bassa per tempi di ritorno compresi tra 300 e 500 anni.  Rischio frane o pericolosità alta per frane veloci; o pericolosità media per frane lente ma molto grandi e/o profonde; o pericolosità bassa per frane lente non grandi e/o superficiali. La “vulnerabilità” (V) indica l’attitudine di una determinata “componente ambientale” (popolazione umana, edifici, servizi, infrastrutture, etc.) a sopportare gli effetti in funzione dell’intensità dell’evento. La vulnerabilità esprime il grado di perdite di un dato elemento o di una serie di elementi risultante dal verificarsi di un fenomeno di una data “magnitudo”, espressa in una scala da zero (nessun danno) a uno (distruzione totale). Il “valore esposto” (E) o esposizione indica l’elemento che deve sopportare l’evento e può essere espresso o dal numero di presenze umane o dal valore delle risorse naturali ed economiche presenti, esposte ad un determinato pericolo. I fattori di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione spesso presentano difficoltà di parametrizzazione. In tal caso, si può ricorrere a delle sintesi parziali delle informazioni valutando il cosiddetto "Rischio specifico" (Rs) o il "Danno" potenziale (D). Il “Rischio specifico” (Rs) è il grado di perdita atteso quale conseguenza di un particolare fenomeno naturale, e può essere espresso da: Rs = P x V. Il “Danno” (D) indica le potenziali conseguenze derivanti all’uomo, in termini sia di perdite di vite umane, che di danni materiali agli edifici, alle infrastrutture ed al sistema produttivo, nel caso del verificarsi dell’evento temuto: D = V x E. 5. Stato di Preallarme – Allarme – Attività di Emergenza - Gestione Intervento - Fine Emergenza Quando si viene a conoscenza di una situazione che potrebbe determinare probabili situazioni di crisi sul territorio comunale dovute a dissesto idrogeologico, dovranno essere adottati da tutti gli Enti, Amministrazioni e Comandi le misure di preallarme in modo da non trovarsi impreparati al momento dell'emergenza. In particolare dovrà essere :  Assicurata la presenza del personale munito di potere decisionali;  Controllata la lista di pronta reperibilità del personale tecnico;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  Curata la messa a punto dei mezzi di soccorso;

 Provata la rete delle comunicazioni di emergenza dei radioamatori attivandola periodicamente. Per quanto attinente alle competenze facenti capo al Comune ed alla attribuzione del Sindaco secondo il dettato in particolare dell'art. 15 della L. 24 Febbraio 1992 n.225, così come integrata e sostituita dal D.L. 59/2012, convertito in L. 100/2012, risulta munito di poteri decisionali, il sottoelencato personale, appositamente delegato:  Vice Sindaco Ass. Pino Papa - Responsabile U.O.C. Protezione Civile  Arch.i Angeloceleste Miccoli - Responsabile del Procedimento Il Sindaco o suo delegato, venuto a conoscenza del possibile insorgere di una situazione di pericolo o di emergenza, procede nelle operazioni secondo quanto qui di seguito riportato. Nel caso di rischio dovuto ad incidente con rilascio di sostanze pericolose e/o ritenute tali, la segnalazione può avvenire tramite qualsiasi cittadino testimone dell'accaduto. L'operatore ricevente denominato OPERATORE ATTIVANTE, all'arrivo della segnalazione, compilerà l'apposito stampato, "REGISTRAZIONE DELLA SEGNALAZIONE" e la trasmetterà con estrema urgenza al Sindaco o suo delegato. E' opportuno ricordare che la direzione e la gestione di eventuali situazioni di emergenza dovranno essere condotte dal SINDACO o suo DELEGATO, il quale, verificata la fonte di segnalazione ed accertata la veridicità della fonte di chiamata, diramerà il messaggio di "STATO DI PREALLARME". REGISTRAZIONE DELLA SEGNALAZIONE VERIFICA DELLA FONTE DI SEGNALAZIONE L'operatore che ha ricevuto la segnalazione dell'evento procede alla verifica dell'informazione:

componendo il numero telefonico ...... …………….

lasciato da: (nome del chiamante)...... ……………..

che ha segnalato l'evento, accertando in tal modo la veridicità della fonte di chiamata.

Forchia, lì ………………..… ora………………….. l'operatore ______

L'operatore, in via precauzionale, dirama a tutto il personale operante nella struttura comunale di protezione civile ed in particolare al Sindaco o suo delegato, il messaggio di STATO DI PREALLARME, comunicando i dati in suo possesso fino a quel momento. ******************************************************************************** DIRAMAZIONE MESSAGGIO DI "STATO DI PREALLARME" COMUNICAZIONE DI: STATO DI PREALLARME

Aggiornamento n°……………………….. Data ……………………………Ora……….……..

Eventuali allegati  SI  NO

A seguito dell’avvenuta segnalazione di ……………………………………………………… pervenuta da…………………………………………………………………………………….. tramite (tel. fax. altro)…….……………………………………………………………………

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - viene diramato in forma precauzionale lo STATO DI PREALLARME a tutte le componenti di seguito specificate. Lo stato di PREALLARME è volto a garantire l'immediata operatività di tutte le componenti qualora si ravvisassero gli estremi per la dichiarazione di STATO DI ALLARME. Destinatari della presente comunicazione sono i seguenti: SINDACO POLIZIA STRADALE Benevento CARABINIERI Arpaia - Montesarchio GUARDIA FINANZA Montesarchio - Benevento VIGILI DEL FUOCO Bonea - Benevento A.S.L. Montesarchio - Benevento Corpo Forestale Stato Airola - Benevento TELECOM (locale) GENIO CIVILE Benevento VOLONTARI (gruppo comunale protezione civile e varie E.N.E.L. Montesarchio - Benevento associazioni operanti sul territorio) ASSESSORE DELEGATO ANAS – Napoli VIGILI URBANI PROVINCIA Benevento SNAM Montesarchio F/to IL SINDACO (o suo delegato) L'operatore, ricevuta la segnalazione, potrebbe trovarsi nella necessità di inviare immediatamente un messaggio di ALLARME. In questo caso l'operatore seguirà la procedura successivamente indicata al punto "INVIO MESSAGGIO DI ALLARME E DI ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE". VERIFICA TECNICA L'operatore accerta che l'evento segnalato si sia realmente verificato. Se la segnalazione non proviene da fonte conosciuta, in relazione alla tipologia e alla gravità dell'evento l'operatore contatta i seguenti Organismi competenti: • Vigili del Fuoco Tel. 115 - 0824/831448 – 0824/372511 • Carabinieri Tel. 112 – 0823/950218- 0824/837222 – 0824/837200 • Polizia Tel. 113 • Servizio Sanitario Tel. 118 • Comune di Forchia Tel. 0823/950316 – 0823/951935 – Fax 0823/950857 • Prefettura di Benevento Tel. 0824/374111 – Fax 0824/374444 • Volontariato Misericordia di Moiano Tel. 0823/715030 • Comunità Montana del Taburno Tel. 0824/973204 – Fax 0824/979266 • Sala Operativa Regionale di P.C. Tel. 081/2323111 – Fax 081/2323860 • Protezione Civile Regione Campania 800232525 numero verde • Dipartimento di Protezione Civile Tel. 800840840 - 06/68201 – Fax 06/68202360

Nel caso venga riscontrata L'INFONDATEZZA dell'informazione, l'operatore concluderà la procedura registrando nel RAPPORTO DI EMERGENZA l'insussistenza dell'evento, archiviando successivamente detto rapporto.

Se la verifica si rivela POSITIVA, l'operatore procede alla fase dì ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE. L'operatore proseguirà comunque nell'accertamento dell'entità dell'evento segnalato, al fine di acquisire sempre maggiori dati in merito, contattando i seguenti Organismi competenti:  Vigili del Fuoco  Carabinieri - Polizia - Servizio Sanitario  Comune di Forchia  Prefettura di Benevento

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  Genio Civile di Benevento  A.S.L – Montesarchio - Benevento  Altri (in relazione all'evento segnalato). INVIO MESSAGGIO DI "STATO DI ALLARME" E ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE: IL SINDACO o suo delegato, sulla base delle informazioni acquisite dall'operatore e valutata la gravità della situazione, dirama il messaggio di ALLARME a tutta la struttura comunale di protezione civile, ATTIVANDO CONTESTUALMENTE LA SALA OPERATIVA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE. Lo stato di ALLARME e l'avvenuta attivazione della sala operativa devono essere comunicati per iscritto al Prefetto competente per territorio, al Presidente della Giunta Regionale ed al Dipartimento della protezione civile motivando e descrivendo la gravità degli eventi e le forze prioritariamente attivate. In ogni caso, ove necessario ed opportuno per motivi di celerità, le varie comunicazioni potranno essere effettuate anche telefonicamente, salvo poi formalizzare gli atti con le forme suindicate.

DIRAMAZIONE MESSAGGIO DI "STATO DI ALLARME" COMUNICAZIONE DI: STATO DI ALLARME

Aggiornamento n°…………………………….Data ………………………..Ora ………………

Eventuali allegati  SI  NO

A seguito dell’avvenuta segnalazione di ………………………….…………………………… …………………………………………………………………….…………………..………… pervenuta da…………………………………………………………………………………….. ………………………………………………………………..………………………………… tramite (tel. fax. altro)………………………………………………………………………… viene diramato in forma precauzionale lo STATO DI ALLARME a tutte le componenti di seguito specificate. Lo stato di ALLARME è volto a garantire l'immediata operatività delle componenti di protezione civile nella struttura comunale. Destinatari della presente comunicazione sono i seguenti: SINDACO POLIZIA STRADALE Benevento CARABINIERI Arpaia - Montesarchio GUARDIA FINANZA Montesarchio - Benevento VIGILI DEL FUOCO Bonea - Benevento A.S.L. Montesarchio - Benevento Corpo Forestale Stato Airola - Benevento TELECOM (locale) GENIO CIVILE Benevento VOLONTARI (gruppo comunale protezione civile e varie E.N.E.L. Montesarchio - Benevento associazioni operanti sul territorio) ASSESSORE DELEGATO ANAS – Napoli VIGILI URBANI PROVINCIA Benevento SNAM Montesarchio F/to IL SINDACO (o suo delegato)

6. Compiti di Protezione Civile Comunale al Verificarsi dell’ Evento Calamitoso Allorché viene segnalato lo stato di emergenza. a) IL SINDACO O SUO DELEGATO II Sindaco del Comune interessato alla calamità e quelli delle località limitrofe dovranno:

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  informare tempestivamente la Prefettura a mezzo telefono o a mezzo radio, inoltrando le notizie sul proprio C.O.C, dettagliando la situazione e chiedendo i soccorsi più urgenti;  provvedere all'approntamento dei primi interventi di soccorso in favore delle popolazioni minacciate dal pericolo;  disporre l'approntamento e successivo impiego di squadre di soccorso, utilizzando personale e mezzi dei servizi municipali e delle aziende municipalizzate per fronteggiare e risolvere l'emergenza (autobotti, rimozione rifiuti, trasporti, ecc.), oltre ai gruppi comunali di volontari;  disporre, di concerto con la Prefettura o il Centro Operativo Misto - qualora costituito - l'eventuale trasferimento delle popolazioni colpite dalla calamità verso località ritenute più sicure;  disporre l'immediata utilizzazione, nell'ambito locale, degli edifici da adibire a temporaneo ricovero di persone, provvedendo ad avviarvi i cittadini provenienti dalle zone colpite; qualora questi si rilevassero insufficienti per ospitare tutto il personale sgomberato, mettere a disposizione aree per sistemare unità alloggiative di emergenza (roulotte, tende, prefabbricati, ecc.);  richiedere alla Prefettura ed al Centro Operativo Misto - se costituito - l'intervento delle Forze di Polizia per la conservazione ed il recupero di valori e di cose, nonché dei beni lasciati incustoditi dalle popolazioni sgomberate e per la tutela dell'ordine pubblico;  interessare i competenti servizi delle Aziende Sanitarie AA.SS.LL. ed Ospedaliere per la predisposizione ed attuazione dei compiti di istituto;  interessare i presidi ospedalieri per l'eventuale ricovero dei feriti;  disciplinare, di concerto con il Comandante dei VV.FF. e con la Polizia, il traffico, apponendo le segnaletiche di pericolo o d'emergenza ritenute più opportune (fornite dall'Amministrazione Comunale) e bloccando, se del caso, la circolazione stradale delle zone a rischio per i soccorsi;  fornire alla Prefettura, con ogni possibile urgenza, e tenere aggiornati, gli elenchi dei morti e feriti (identificati o no), degli sgomberati, ecc. b) VIGILI URBANI I Vigili Urbani dovranno provvedere a:  fornire, tramite personale e mezzi, il massimo concorso al Sindaco per il superamento dell'emergenza;  segnalare tempestivamente notizie di particolare interesse relative alla pubblica e privata incolumità;  disporre una più attenta vigilanza sulle strade dissestate, dando soccorso agli automobilisti rimasti isolati;  segnalare la necessità della posa in opera di segnaletica di emergenza e/o per la rimozione di eventuali ostacoli sulla strada;  concorrere all'attuazione di percorsi preferenziali, divieti o blocchi o sensi alternati;  concorrere, con personale specializzato all'opera di soccorso della popolazione;  divulgare messaggi alla popolazione, su richiesta del Sindaco o suo delegato;  sorvegliare in collaborazione con le altre forze dell'ordine, i beni lasciati incustoditi a causa di eventuale sgombero di abitazioni. c) POLIZIA DI STATO - POLIZIA STRADALE La Polizia di Stato e la Polizia Stradale provvederanno:  ad inoltrare la richiesta di mezzi speciali e di elicotteri;  a disporre una più attenta vigilanza sulle rotabili dissestate facendo intervenire la Sezione

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Polizia Stradale con le proprie pattuglie;  a soccorrere gli automobilisti bloccati sulle rotabili;  alla distribuzione, in concorso con Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale e Soccorso Alpino C.A.I (ove intervenuto) generi di prima necessità;  ad interessare tempestivamente gli Enti responsabili della viabilità in relazione alla classe delle strade: E.N.S. - A.N.A.S.– COMPARTIMENTO PER LA VIABILITÀ PER LE CAMPANIA – AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE per la posa in opera di segnaletica di emergenza e/o per la rimozione degli ostacoli che ostruiscono le carreggiate;  ad informare il Comune giornalmente sulle condizioni generali della viabilità e sugli interventi effettuati; d) COMANDO STAZIONE DEI CARABINIERI II Comando locale Stazione dei Carabinieri dovrà provvedere a:  a far pervenire in Comune alle ore 08,00 ed alle ore 16,00 di ciascun giorno, a mezzo fonogramma, un rapporto circostanziato sulla situazione del territorio interessato all'emergenza con particolare riferimento a: o viabilità; o panificazione; o stato dei servizi pubblici generali (energia elettrica, rifornimento idrico, collegamenti telefonici); o attività di soccorso svolta;  a segnalare tempestivamente in Comune e in Questura locale notizie di particolare interesse relative alla privata e pubblica incolumità;  disporre una più attenta vigilanza sulle strade dissestate, dando soccorso agli automobilisti rimasti isolati;  a concorrere alla distribuzione con Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale ed il Soccorso Alpino C. A. I. –ove intervenuto- di generi di prima necessità;  a fornire, tramite personale e mezzi della Stazione, il massimo concorso al Sindaco per il superamento della emergenza.;  ad assicurare, in assenza di altre possibilità, in concorso con le Aziende Sanitarie ASL, C.R.I, con i Vigili del Fuoco, il trasporto verso i presidi ospedalieri attrezzati degli ammalati aventi necessità di cure periodiche (emodialisi) e di quelli gravi o bisognevoli di cure specialistiche;  segnalare al Comune la necessità della posa in opera di segnaletica di emergenza e/o per la rimozione di eventuali ostacoli sulla carreggiata;  ad inoltrare lungo la catena gerarchica le richieste di soccorso, di elicotteri . e) COMANDO LOCALE GUARDIA DI FINANZA: II Comando locale Guardia di Finanza dovrà provvedere:  a concorrere con Carabinieri, Polizia di Stato, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale, Soccorso Alpino del C.A.I. – ove intervenuto- alla distribuzione di generi di prima necessità;  a segnalare tempestivamente in Comune notizie di particolare interesse relative alla privata e pubblica incolumità;  ad attuare una più attenta vigilanza sulle strade dissestate, procedendo al soccorso degli automobilisti rimasti isolati;  ad inoltrare le richieste di intervento di: o elicotteri attrezzati;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - o unità cinofile;  a concorrere con le A.S.L., i Carabinieri, i Vigili del Fuoco e la C.R.I. al trasporto di ammalati bisognevoli di cure periodiche specialistiche e di quelle gravi. f) CORPO FORESTALE Presterà collaborazione con il C.O.C., o con le altre forze dell'ordine. g) COMANDO LOCALE DEI VIGILI DEL FUOCO II Comando Locale dei Vigili del Fuoco dovrà provvedere:  con i mezzi in loro dotazione a prestare opera di soccorso al fine di salvaguardare la pubblica incolumità oltre che animali e cose;  alla verifica, su richiesta dei Sindaci, delle condizioni di stabilità degli edifici a seguito dei dissesti idrogeologici che potrebbero aver danneggiato le strutture;  alla rimozione di detriti, etc;  al soccorso degli automobilisti rimasti bloccati sulle strade dissestate;  alla rimozione, in concorso con gli Enti responsabili delle strade, di ostacoli che ostruiscono la carreggiata;  alla distribuzione in concorso con Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Corpo Forestale e Soccorso Alpino del C.A.I. di generi di prima necessità;  al trasporto su strada con il concorso di A.S.L., del Comune, della C.R.I e dei Carabinieri, dei pazienti bisognevoli di cure periodiche, in stato di particolare gravità, o bisognevoli di cure specialistiche, presso il presidio ospedaliero più vicino. h) AGENZIA E.N.E.L. S.p.A. L'Agenzia ENEL S.p.A., dovrà:  tenere attivata l'organizzazione tecnica con continuità compresi i giorni festivi, comunicando i nominativi ed i recapiti telefonici del personale preposto all'attività direttiva;  disporre per l'impiego, durante l'emergenza, di tutte le proprie risorse di mezzi e di personale;  provvedere al ripristino del servizio, graduando le disponibilità (uomini, mezzi, materiali) all'entità dei danni, intervenendo con priorità sulle esigenze sanitarie e della collettività in genere;  informare il Comune sui danni di più rilevante entità, con particolare riferimento alle interruzioni di energia elettrica nei riguardi di centri abitati e aree industriali, al fine di poter coordinare gli interventi tesi al ripristino del servizio. i) AZIENDA SANITARIA ASL ED OSPEDALIERA L'Azienda Sanitaria A.S.L. BN1 ed Ospedaliera per il proprio territorio di competenza, dovrà:  Tenere in condizione di "proprio impiego" una autoambulanza, munita di catene di aderenza, in caso di presenza neve, in ottima condizione di efficienza completa dell'attrezzatura ausiliaria di bordo, per il trasferimento di ammalati abbisognevoli di ricovero ospedaliero di trattamenti specialistici (emodialisi,- ecc.);  Predisporre aree di atterraggio elicotteri, tenendo sul posto il personale e l'ambulanza per il trasporto e per il pronto ricovero in corsia. l) LA MISERICORDIA DI MOIANO E/O LA CROCE ROSSA ITALIANA COMITATO LOCALE II comitato locale della Croce Rossa Italiana, la Misericordia di Moiano (Bn) all'atto dell'emergenza dovranno:  mettere a disposizione del Comune una o più ambulanze in dotazione complete delle attrezzature ausiliarie di bordo e munite di catene di aderenza per il primo soccorso e trasporto di infermi;  concorrere con tutti gli altri Enti e Comandi alla raccolta e distribuzione di generi di prima necessità;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  mobilitare il personale volontario nel numero adeguato a fronteggiare le esigenze del momento;  tenersi in stretto contatto telefonico con la Sala Operativa del Comune. m) DIREZIONE LOCALE AGENZIA TELECOM La Direzione locale Agenzia Telecom dovrà:  tenere attivata l'organizzazione tecnica con continuità compresi i giorni festivi comunicando i nominativi e il recapito telefonico del personale preposto alla attività direttiva;  tenere sotto controllo le reti telefoniche delle zone a rischio e intervenire tempestivamente per il ripristino delle interruzioni, dando la precedenza assoluta agli Enti e amministrazioni preposti al soccorso pubblico. n) COORDINATORE LOCALE DELL'A.R.I. (associazione radioamatori italiani) Il Coordinatore locale dell'A.R.I. Campania (internet: www.aricampania.it) all'atto dell'emergenza, dovrà:  attivare su avviso del Comune la rete radio di emergenza tra il Comune ed il luogo interessato all'emergenza e il relativo C.O.C., impiegando il personale volontario radioamatoriale a sua disposizione;  coordinare eventuali altri collegamenti che dovessero essere attivati durante le fasi del soccorso. o) COORDINATORE LOCALE CB II Coordinatore locale C.B. dovrà:  allertare, su avviso del Comune, tutti i volontari radioamatori C.B. della zona interessata all'emergenza, per un eventuale impiego;  disporre l'ascolto continuo per segnalare notizie di particolare interesse;  attivare il collegamento radio tra la sede comunale e le varie aliquote dei soccorritori, ponendo in condizione il sindaco di seguire le varie fasi delle operazioni;  attivare il collegamento, con il C.O.C., dislocato nella zona emergenza. 7. Intervento degli Elicotteri SOLO DOPO ATTENTA VALUTAZIONE DELLA PREFETTURA A SEGUITO DI RICHIESTA SINDACO a) Ogni richiesta di soccorso che prevede l'impiego di elicotteri va inoltrata dal Comune interessato all'Ufficio di Protezione Civile della Prefettura di Benevento. La richiesta può riferirsi a:  sgombero di malati o traumatizzati gravi;  trasporto di personale medico e/o soccorritori;  rifornimento di viveri, medicinali o altri materiali di prima necessità;  rifornimento di foraggio per bestiame;  sgombero di personale per altre eventuali cause. b) La Prefettura, valutata l'effettiva urgenza e/o congruità della richiesta:  nel caso di riscontro positivo circa l'urgenza della richiesta, opera di massima in accordo con il regolamento interministeriale relativo al trasporto sanitario d'urgenza;  in ogni caso, inoltra a sua volta la richiesta al Dipartimento della Protezione Civile - Servizio Emergenza; La richiesta deve contenere tra l'altro, le seguenti informazioni:  area di atterraggio Attivata;  modalità dell' attivazione;  disponibilità di fumate di segnalazione;

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Sede: Via Umberto I°, n° 45 – Tel. 0823950316, 0823951935, Fax 0823950857 Email: [email protected] , Pec: [email protected]

Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  aeroporto, aviosuperfìcie o altra area attrezzata ove eventualmente imbarcare personale e materiale di soccorso, ovvero sbarcare il personale sgomberato;  orari correlati all'intervento;  eventuale collegamento TBT da realizzare. c) Ove venga interessato il Dipartimento, il dipendente Centro Operativo Aereo Unificato (C.O.A.U.) esaminata la fattibilità della missione sia sotto l'aspetto tecnico che sotto quello meteorologico e, ritenuto possibile l'intervento aereo:  dispone l'impiego degli elicotteri di cui ha direttamente il controllo operativo, qualora idonei e/o sufficienti;  in alternativa, richiede all'Amministrazione della Difesa, secondo le modalità in vigore, l'intervento dei suoi aeromobili; ove la situazione lo faccia ritenere opportuno, può essere richiesto il soccorso delle altre Amministrazioni dello Stato che dispongano di unità di elicotteri idonei al tipo di missione da effettuare. d) In assenza di collegamenti con uno o più paesi della zona coinvolta dall'emergenza, a richiesta dell'Autorità Prefettizia o d'iniziativa del Dipartimento, possono essere disposte le ricognizioni aeree necessarie all'accertamento della situazione locale. PRESCRIZIONI OPERATIVE PER L'UTILIZZAZIONE DELLE AREE DI ATTERRAGGIO DA PARTE DEGLI ELICOTTERI DI SOCCORSO. Al fine di consentire agli elicotteri di soccorso l'utilizzazione, in sicurezza, dell'area di atterraggio ubicata presso il Comune o la Frazione, è necessario che saranno svolte determinate operazioni ed osservate alcune precauzioni. Di tali misurerei limiti definiti ai punti seguenti, sono responsabili:  il Sindaco del Comune nel quale trovasi l'area di atterraggio;  il Comandante della Stazione CC. competente per territorio. a) Attribuzioni del Sindaco:  inoltra la richiesta di soccorso tramite la Prefettura;  evita in maniera rigorosa modifiche all'area prescelta nel Comune per l'atterraggio di elicotteri (diversa destinazione del sedime o impianto di manufatti che presentino un ostacolo verticale superiore ai 2 metri); ove ciò avvenga comunque, l'area non potrà essere più utilizzata, se non dopo ulteriore sopralluogo, e delle modifiche dovrà essere dato tempestivo avviso alla Prefettura competente;  provvede al trasporto di malati o traumatizzati fino all'area di atterraggio e al ritiro dalla stessa di eventuali materiali di soccorso, assicurando pertanto la percorribilità delle strade di accesso;  assicura, al Comandante la Stazione CC. competente per territorio, concorso adeguato di uomini e mezzi per lo sgombero dell'area di atterraggio e la sua attivazione (fra i mezzi, candelotti fumogeni per l'indicazione della zona e della direzione del vento all'equipaggio in volo). b) Attribuzioni del Comandante la Stazione Carabinieri competente per territorio:  provvede, con la mano d'opera ed i mezzi a disposizione del Sindaco, allo sgombero dell'area di atterraggio, ove, in caso di presenza neve, lo sgombero risultasse non realizzabile, dovrà essere praticata una conveniente battuta dello strato superiore per permettere in sicurezza l'atterraggio ed il decollo degli elicotteri muniti di pattini da neve. La diversa preparazione del terreno dovrà essere comunicata alla Prefettura e, comunque, specificata nella richiesta di soccorso eventualmente inoltrata;  provvede, durante le operazioni di atterraggio e decollo, al controllo del personale civile intorno alla zona ed all'impiego dei candelotti da segnalazione;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  disciplina, secondo le indicazioni del capo equipaggio dell'elicottero di soccorso, l'imbarco e lo sbarco del personale e/o del materiale oggetto dell'intervento.

8. Procedure Operative e Modalità d’ Intervento A) DISSESTI IDROGEOLOGICI DI VASTE PROPORZIONI COINVOLGENTI ABITATI O NUCLEI DI ABITAZIONI A/1) IL SINDACO O SUO DELEGATO In presenza di segni premonitori di una certa rilevanza, quali distacco di pendici, fenditure a monte, rotolamento di massi, crepe nelle costruzioni, ecc. dovrà provvedere:  ad un immediato sopralluogo della zona interessata al dissesto, accompagnato dal tecnico comunale e/o da un geologo di propria fiducia;  all'attuazione, nel caso se ne ravvisi la necessità, di provvedimenti contingibili e urgenti a tutela della pubblica incolumità;  ad interessare sulla base dei risultati tecnici del sopralluogo: o l’Ufficio del Servizio Decentrato OO.PP. e Difesa del Suolo di Benevento, della Regione Campania, la Prefettura, il Comando Provinciale dei VV.FF., il Coordinamento Provinciale del C.F.S., la locale Stazione Carabinieri, per un esame più approfondito della situazione; o oppure direttamente la Prefettura, nel caso si sia venuta a determinare una situazione di immediato pericolo per la pubblica e privata incolumità per cui sia necessario attivare una coordinata azione di soccorso per l'evacuazione della popolazione residente ed interessata al dissesto, definendo le esigenze di trasporto, di ricovero in altre strutture e di vigilanza dell'area sgomberata; In caso di evento improvviso dovrà provvedere tempestivamente:  all'azione di soccorso in tempi immediati coinvolgendo la struttura Comunale tutta oltre che avvalendosi dell'operato di Ditte esterne e della collaborazione del Volontariato;  ad avvertire la Prefettura per la conseguente azione di soccorso ed assistenza alle popolazioni colpite dall'evento. A/2) IL SERVIZIO DECENTRATO OO.PP. E DIFESA DEL SUOLO DI BENEVENTO DELLA REGIONE CAMPANIA Appena viene interessato dall'evento, deve provvedere all'immediato invio sul posto di un proprio funzionario per un più approfondito esame del dissesto in atto, allo scopo di definire:  grado di pericolosità per la pubblica e privata incolumità;  interventi tecnici da compiere per il risanamento dell'area e relative competenze interessando, se del caso, il Servizio di Protezione Civile. Degli esiti del sopralluogo si provvederà a:  nel caso che venga riscontrato uno stato di pericolo incombente per la pubblica e privata incolumità e nei casi di isolamento di popolazioni: o far ricorso al "pronto intervento" nel quadro di quanto disposto da D.L. 12 Aprile 1948 n. 1010 nei limiti dei finanziamenti previsti; o richiedere l'intervento, tramite il Servizio Regionale di Protezione Civile, informando la Prefettura, del gruppo Nazionale Difesa Catastrofi Idrogeologiche del Dipartimento della Protezione Civile, quando alle condizioni in premessa si aggiunga una fenomenologia e una vastìtà del fenomeno che non è fronteggiabile nell'ambito dei limiti di spesa previsti dalla Regione Campania per l'applicazione del D.L. 1010/48;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  nel caso si ravvisino condizioni di immediato pericolo e conseguentemente sia necessaria la sollecita evacuazione della popolazione dell'area a rischio: o ad avvisare il Sindaco e successivamente la Prefettura definendo, di concorso, la dimensione dell'area da sgomberare e il numero degli abitanti; o a stabilire la priorità delle zone da abbandonare;  nel caso le opere di risanamento possano essere differite nel tempo non ravvisandosi condizioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità: o attivare le procedure previste dalla Legge 09 Luglio 1908 n. 455 per i Comuni ammessi al consolidamento ed eventualmente propone l'attuazione; o operare nel quadro dei disposti di legge (Legge 18 Maggio 1989 n. 183) che regolano gli interventi dì consolidamento per i Comuni non compresi nell'elenco di cui al punto precedente. A/3) LA PREFETTURA Venuta a conoscenza della presenza di un dissesto idrogeologico in atto, di vaste proporzioni interessante centri abitati, dispone un sopralluogo congiunto in cui siano presenti:  un proprio funzionario;  un funzionario del Servizio Regionale competente;  un funzionario del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco;  un funzionario del Coordinamento Provinciale del C.F.S.;  il Sindaco del Comune interessato dissesto accompagnato dai propri tecnici;  il personale delle Forze dell'Ordine; A seguito del sopralluogo e ravvisata la necessità di evacuare l'area interessata al dissesto, si provvedere:  ad avvertire della situazione: o il Ministero dell'Interno - Direzione Generale della Protezione Civile - Centro Operativo; o il Dipartimento della Protezione Civile - Centro Situazioni; o il Servizio Regionale e quello Provinciale di Protezione Civile per eventuale convocazione dei rispettivi Comitati di Protezione Civile;  ad impartire disposizioni per: o la mobilitazione ed invio in zona del personale e dei mezzi necessari ad evacuare la popolazione interessata all'evento; o la requisizione degli insediamenti destinati alla popolazione e se ritenuto necessario all'occupazione delle scuole; o la vigilanza dell'area abbandonata per prevenire e reprimere fenomeni di sciacallaggio; o ad attivare la Sala Operativa del C.C.S. ed il Centro Trasmissioni limitatamente alle reti dei Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Vigili del Fuoco. Ricevuta la segnalazione di una frana o di uno smottamento abbattutasi all'improvviso su un centro abitato o su edifici isolati, la Prefettura, con il concorso degli Organi Locali di Protezione Civile, delle Forze di Polizia, dell'Esercito, dei Vigili del Fuoco, della C.R.I. o altre strutture di volontariato, della Azienda Sanitaria U.S.L. e di tutti gli organismi, Uffici ed Enti interessati al problema di protezione civile attiverà le modalità di intervento, calibrate al caso, seguendo la procedura operativa prevista per i "terremoti", con le limitazioni e/o integrazioni che verranno disposte dal Prefetto al momento in relazione alla "situazione contingente".

B) DISSESTI IDROGEOLOGICI DI LIMITATE PROPORZIONI CON PERICOLO PER LA PUBBLICA E PRIVATA INCOLUMITÀ' - FRONTEGGIABILE CON LE NORMALI

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - PROCEDURE DEL PRONTO INTERVENTO ( D.L. 12 Aprile 1948 n. 1010 e Succ. Mod. ed Int. ) Nel caso in cui, pur essendoci pericolo per la pubblica incolumità, per la limitata importanza ed estensione del dissesto non siano attuabili le procedure della protezione civile, né possa essere dichiarato lo stato di emergenza così come regolamentato dalla Legge 24 Febbraio 1992 n. 225 e succ. mod. ed int., lo stato di rischio potrà essere fronteggiato con le particolari provvidenze previste dal D.L. 1010/48 le cui procedure di accesso sono state stabilite dalla Regione Campania con Deliberazione di G.R. n. 2218 del 27 Maggio 1994.

C) DISSESTI IDROGEOLOGICI COINVOLGENTI VIABILITÀ Chiunque venga a conoscenza del distacco di una frana o smottamento che abbia coinvolto una rotabile (strada, ferrovia) del territorio del Comune o della Provincia, è tenuto a darne immediata comunicazione alla più vicina Stazione dei Carabinieri o del Corpo Forestale dello Stato, o al più vicino posto di Polizia o al Comando dei Vigili del Fuoco, indicando:  le proprie generalità;  il proprio recapito;  la rotabile (strada, ferrovia) interessata all'evento e la posizione chilometrica o altri riferimenti per la localizzazione della frana. Il Comandante della Stazione, posto o comando che ha ricevuto la segnalazione provvedere:  a presidiare la zona;  alla regolazione e/o deviazione del traffico su itinerari alternativi;  ad interessare l'Ente responsabile (E.N.S. - A.N.A.S. - Compartimento della Viabilità per le Campania, Amministrazione Provinciale, Comune/i, Ferrovie dello Stato);  a far porre in opera la segnaletica stradale di emergenza specifica per la situazione contingente. L'Ente che ha la competenza sulla rotabile, ricevuta la comunicazione dell'evento, provvederà con la massima tempestività:  a regolare il traffico su un unica corsia, se possibile, o a deviarlo su altra rotabile;  a rimuovere il materiale franato dalla sede stradale;  a predisporre interventi di consolidamento dal versante interessato al dissesto;  a riattivare la viabilità. 9. Fase di Allarme - Attivazione Struttura - Inizio Operazioni L'INPUT DI ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA PUÒ ESSERE DATO SOLAMENTE DA:  Sindaco o Assessore delegato;  Responsabile U.O.C. Protezione Civile – Vice Sindaco Ass. Pino Papa;  Responsabile del Procedimento Arch.i Angeloceleste Miccoli; Per quanto sopra, chiunque verrà a conoscenza della necessità di attivare la struttura provvederà, con qualunque mezzo ed in qualsivoglia modo a contattare il personale summenzionato. Nel caso in cui si debba procedere alle operazioni, si agirà secondo le seguenti modalità:  SINDACO – DELEGATO  RESPONSABILE U.O.C. –PROTEZIONE CIVILE- VICE SINDACO ASS. PINO PAPA  ARCH.I ANGELOCELESTE MICCOLI – RESPONSABILE PROCEDIMENTO  ATTIVAZIONE SALA OPERATIVA COMUNALE (8 FUNZIONI) CONCORRERANNO INOLTRE: DIPENDENTI COMUNALI TUTTI e CONSIGLIERI COMUNALI TUTTI

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - II personale al quale sono affidati i compiti di cui sopra, non appena avuto notizia dai preposti dello stato di "ALLARME", CON ESTREMA URGENZA E CON QUALSIASI MEZZO, AL PARI DEL RESPONSABILE DELL' U.O.C. PROTEZIONE CIVILE, DOVRÀ RECARSI PRESSO LA SALA OPERATIVA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE CHE IN CASO DI EMERGENZA RILASCIO DI SOSTANZE RADIOATTIVE, il C.O.C., sarà costituito presso:  La sede Comunale in Via Umberto I° n° 45; Qualora questo edificio risultasse indisponibile, il Centro Operativo Comunale sarà ospitato presso i locali di proprietà comunale adibiti a scuola dell’infanzia siti in Via Misciuni; Nel caso di inagibilità di entrambe le strutture, il C.O.C. sarà ospitato nella parte con bassa vulnerabilità, del centro congressi interregionale dell’Associazione dei Testimoni di Geova, sito in Via Della Pace e Via Rella (zona industriale “Rella”).

Per la messa in marcia dei mezzi sotto elencati, di proprietà dell'Amministrazione Comunale, ove necessario, saranno chiamati i dipendenti a margine indicati i quali dovranno immediatamente presentarsi presso la sala operativa.

Dipendenti Telefono Mezzi Sig. Papa Michele 3391796872 Fiat Panda 4x4 Targata DE965WZ 0823959082 Geom. Giuseppe Stroffolino 3477333508 Iveco Scuolabus Targato CW907WW 0823950858 In caso di messaggi di preallarme al fine di evitare lungaggini, gli stessi sono autorizzati ad usare tale mezzo per raggiungere la propria abitazione. Sarà cura del Sindaco, del Responsabile alla P.C. –Vice Sindaco Ass. Pino Papa, e dei tecnici coordinatori:  far intervenire, ove necessario, Ditte esterne;  chiamare in servizio tutto il personale dipendente;  suddividere il servizio in turni di lavoro;  rispettare quanto contenuto nel presente piano;  tenere informata 1'Amm.ne dell'andamento delle operazioni;  tenere contatti e collaborare con altri enti e/o istituzioni

DECISIONI RILEVANTI SARANNO PRESE DAL SINDACO O SUO DELEGATO (ASS. PROT. CIV. - RESP. PROT.CIV.- DIRIGENTE SERVIZIO TECNICO); L'ATTIVAZIONE DEL C.O.C. (CENTRO OPERATIVO COMUNALE) NEL CASO DI EMERGENZA PER RILASCIO DI SOSTANZE RADIOATTIVE DOVRÀ' ESSERE IMMEDIATO E TOTALE. FINE EMERGENZA Alla fine operazioni, accertato che non vi sono più le condizioni che hanno fatto scattare il piano d'emergenza e che si prevede un ritorno alla normalità, il SINDACO o suo delegato comunica a tutte le componenti attivate la CESSAZIONE DELL'EMERGENZA e la CHIUSURA DELLA SALA OPERATIVA DI PROTEZIONE CIVILE. *****************************************************************************

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Schema del modello d’intervento:

NORME DI COMPORTAMENTO DELLA POPOLAZIONE

SI RITIENE DOVEROSO INDICARE LE NORME DI COMPORTAMENTO DA ADOTTARE IN CASO DI DISSESTO IDROGEOLOGICO CON EVENTUALE SGOMBERO DELL'ABITAZIONE: TALI NORME DEVONO ESSERE OPPORTUNAMENTE OGGETTO DI INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE DA PARTE DELL’ UFFICIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE. In caso di alluvione (rischio idraulico), comportatevi nel modo seguente: Ascolta la radio o guarda la televisione per apprendere eventuali avvisi di condizioni meteorologiche avverse o di allerte di protezione civile. Ricorda che durante e dopo le alluvioni, l’acqua dei fiumi è fortemente inquinata e trasporta detriti galleggianti che possono ferire o stordire. Inoltre, macchine e materiali possono ostruire temporaneamente vie o passaggi che cedono all’improvviso. Poni al sicuro la tua automobile in zone non raggiungibili dall’allagamento -qualora possibile-. In ogni caso, segui le indicazioni della protezione civile. Prima È utile avere sempre a disposizione una torcia elettrica e una radio a batterie, per sintonizzarsi sulle stazioni locali e ascoltare eventuali segnalazioni utili; Metti in salvo i beni collocati in locali allagabili, solo se sei in condizioni di massima sicurezza; Assicurati che tutte le persone potenzialmente a rischio siano al corrente della situazione; Se abiti a un piano alto, offri ospitalità a chi abita ai piani sottostanti e viceversa se risiedi ai piani bassi, chiedi ospitalità; Poni delle paratie (paratia: elemento verticale che serve a impedire infiltrazioni d'acqua) a protezione dei locali situati al piano strada e chiudi o blocca le porte di cantine o seminterrati; Se non corri il rischio di allagamento, rimani preferibilmente in casa; Insegna ai bambini il comportamento da adottare in caso di emergenza, come chiudere il gas o telefonare ai numeri di soccorso. Durante

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - In casa Chiudi il gas, l’impianto di riscaldamento e quello elettrico. Presta attenzione a non venire a contatto con la corrente elettrica con mani e piedi bagnati; Sali ai piani superiori senza usare l’ascensore; Non scendere assolutamente nelle cantine e nei garage per salvare oggetti o scorte; Non cercare di mettere in salvo la tua auto o i mezzi agricoli: c’è pericolo di rimanere bloccati dai detriti e di essere travolti da correnti; Evita la confusione e mantieni la calma; Aiuta i disabili e gli anziani del tuo edificio a mettersi al sicuro; Non bere acqua dal rubinetto di casa: potrebbe essere inquinata. Fuori casa Evita l’uso dell’automobile se non in casi strettamente necessari; Se sei in auto, non tentare di raggiungere comunque la destinazione prevista, ma trova riparo nello stabile più vicino e sicuro; Evita di transitare o sostare lungo gli argini dei corsi d’acqua, sopra ponti o passerelle; Fai attenzione ai sottopassi: si possono allagare facilmente; Se sei in gita o in escursione, affidati a chi è del luogo: potrebbe conoscere delle aree sicure; Allontanati verso i luoghi più elevati e non andare mai verso il basso, ovvero in zone allagabili; Evita di passare sotto scarpate naturali o artificiali; Non ripararti sotto alberi isolati; Usa il telefono solo per casi di effettiva necessità per evitare sovraccarichi delle linee. Dopo Raggiunta la zona sicura, presta la massima attenzione alle indicazioni fornite dalle autorità di protezione civile, attraverso radio, TV e automezzi ben identificabili della protezione civile; Evita il contatto con le acque. Sovente l’acqua può essere inquinata da petrolio, nafta o da acque di scarico. Inoltre può essere carica elettricamente per la presenza di linee elettriche interrate; Evita le zone dove vi sono ancora correnti in movimento; Fai attenzione alle zone dove l’acqua si è ritirata. Il fondo delle strade può essere indebolito e potrebbe collassare sotto il peso di un’ automobile; Getta i cibi che sono stati in contatto con le acque dell’alluvione; Presta attenzione ai servizi, alle fosse settiche, ai pozzi danneggiati. I sistemi di scarico danneggiati sono serie fonti di rischio. In caso di frane, comportatevi nel modo seguente: Ricorda che in caso di una forte frana non ci sono case o muri che possano arrestarla. Soltanto un luogo più elevato, che non sia dichiarato a rischio, ti può dare sicurezza. Spesso le frane si muovono in modo repentino, come le colate di fango: evita di transitare nei pressi di aree già sottoposte a movimenti del terreno, in particolar modo durante temporali o piogge violente. Prima Contatta questo Ente, per essere informato della condizione di rischio; Stando in condizioni di sicurezza, osserva il terreno nelle tue vicinanze per rilevare la presenza di piccole frane o di piccole variazioni del terreno: in alcuni casi, piccole modifiche della morfologia possono essere considerate precursori di eventi franosi; In alcuni casi, prima delle frane sono visibili sui manufatti alcune lesioni e fratturazioni; alcuni muri tendono a ruotare o traslare; Ascolta la radio o guarda la televisione per apprendere dell’emissione di eventuali avvisi di condizioni meteorologiche avverse o di allerte di protezione civile.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Anche durante e dopo l’evento è importante ascoltare la radio o guardare la televisione per conoscere l’evoluzione degli eventi; Allontanati dai corsi d’acqua o dalle incisioni torrentizie nelle quali vi può essere la possibilità di scorrimento di colate rapide di fango. Durante Se la frana viene verso di te o se è sotto di te, allontanati il più velocemente possibile, cercando di raggiungere un posto più elevato o stabile, qualora non dichiarato a rischio; Se non è possibile scappare, rannicchiati il più possibile su te stesso e proteggi la tua testa; Guarda sempre verso la frana facendo attenzione a pietre o ad altri oggetti che, rimbalzando, ti potrebbero colpire; Non soffermarti sotto pali o tralicci: potrebbero crollare o cadere; Non avvicinarti al ciglio di una frana perché è instabile; Se stai percorrendo una strada e ti imbatti in una frana appena caduta, cerca di segnalare il pericolo alle altre automobili che potrebbero sopraggiungere. Dopo Allontanati dall’area in frana. Può esservi il rischio di altri movimenti del terreno; Controlla se vi sono feriti o persone intrappolate nell’area in frana, senza entrarvi direttamente. In questo caso, segnala la presenza di queste persone ai soccorritori; Verifica se vi sono persone che necessitano assistenza, in particolar modo bambini, anziani e persone disabili; Le frane possono spesso provocare la rottura di linee elettriche, del gas e dell’acqua, insieme all’interruzione di strade e ferrovie. Segnala eventuali interruzioni alle autorità competenti; Nel caso di perdita di gas da un palazzo, non entrare per chiudere il rubinetto. Verifica se vi è un interruttore generale fuori dall’abitazione ed in questo caso chiudilo. Segnala questa notizia ai Vigili del Fuoco o ad altro personale specializzato.

Da tenere a portata di mano (lista consigliata) E’ utile inoltre avere sempre in casa, riuniti in un punto noto a tutti i componenti della famiglia, oggetti di fondamentale importanza in caso di emergenza quali: • radiolina tascabile AM-FM a pile. • torcia elettrica. • cassetta del pronto soccorso. • medicinali di uso corrente. • coperte, impermeabili, scarpe pesanti. • denaro. • tanica per acqua potabile. • tavolette di zucchero, cioccolato. • cibi in scatola (sufficienti per 1 giorno). • contenitore trasportabile in plastica; • una bottiglia di acqua ossigenata; • una bottiglia di alcool o disinfettante; • un flaconcino di ammoniaca; • due rotoli di garza sterile da 4 cm.; • due pacchetti di garza sterile 10x10 cm.; • un rotolo di cerotto adesivo; • alcune spille di sicurezza assortite;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - • una scatola di cerotti assortiti; • due fasce elastiche da 10 cm.; • bende triangolari da usare per le fratture; • cloruro di etile (spray); • collirio e bende per occhi; • essenza di garofano per la cura temporanea del mal di denti; • un barattolino di polvere per i piedi; • una scatola di aspirina; • un flacone di penicillina in polvere o similare; • forbici piccole e pinzette; • un pacchetto di sale fino e una bustina di lievito artificiale (un cucchiaino di sale e mezzo di lievito in un bicchiere d'acqua costituiscono la dose che dovrà essere bevuta da chi sia gravemente ustionato); • compresse o liquido per depurare l'acqua; • un manuale di pronto soccorso; • scorta di acqua potabile; • vestiario pesante di ricambio; • coltello multiuso; • fotocopia documenti di identità; • chiavi di casa; • carta e penna; • ogni altro oggetto o medicinale personale; ********************************************

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EMERGENZA EVENTI METEOROLOGICI AVVERSI

EMERGENZA EVENTI METEOROLOGICI AVVERSI

SOMMARIO

1) Premessa

2) Generalità

3) Previsione

4) Scenario dell’ Evento

5) Riferimento altri Piani di Emergenza

 Norme di comportamento della popolazione

EMERGENZA EVENTI METEOROLOGICI AVVERSI

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1. Premessa In caso di eventi meteorologici avversi di modesta entità, che provocano lievi danni sul territorio, con esclusione di danni agli edifici ed alle persone, sono sufficienti le risorse disponibili di questo Comune che interverrà soprattutto con i propri mezzi, avvalendosi, se necessario, dell'ausilio di Ditte esterne. Nel caso in cui gli eventi meteorologici avversi, provochino oltre a quanto sopra descritto, danni agli edifici di entità non grave o danni alle persone, tranne casi numericamente circoscritti, si dovranno porre in essere le misure di emergenza contenute nel presente piano. Se gli eventi abbiano provocato danni notevoli agli edifici o coinvolto comunque un numero elevato di persone, ritenendo che l'accadimento non può essere affrontato dalla comunità locale, si coinvolgerà, tramite la Prefettura, la struttura Provinciale di Protezione Civile, per l'applicazione di quanto contenuto nel Piano Provinciale d'Emergenza. 2. Generalità Per evento meteorologico avverso, è da intendersi qualsiasi fenomeno, fatto, evento o accadimento, che per la sua costituzione e struttura dello stesso, verifìcatosi in modo naturale, causa danni all'ambiente, alle persone ed alle cose. La meteorologia, scienza in continua evoluzione, il cui rapido sviluppo è da attribuirsi soprattutto all'uso di mezzi sempre più tecnicamente idonei al rilevamento di tutto ciò che accade nell'atmosfera, consente di prevedere, con anticipo, l'entità delle forze naturali che potrebbero scatenarsi con conseguenti danni e rovina sia alle persone che alle cose. Le avverse condizioni atmosferiche possono causare; a secondo della loro gravità, danni più o meno gravi e possono essere così sinteticamente classificati:  Nubifragio: E' il classico temporale o rovescio, tipico dei mesi estivi, caratterizzato a volte dalla comparsa di grandine.  Tempesta: E' una violenta perturbazione atmosferica con venti forti ed impetuosi accompagnata da notevole precipitazione di pioggia e talvolta di grandine.  Ciclone: E' caratterizzato da una zona atmosferica di bassa pressione, nella quale l'aria fredda si dirige verso il centro determinando un movimento vorticoso che può essere di grande violenza.  Fulmini: Improvvise scariche elettriche che dalla nube raggiungono il suolo, accompagnate dalla manifestazione luminosa del lampo e seguite nella nostra percezione dal rombo del tuono; I fulmini rappresentano il più temibile pericolo associato ai temporali. La maggior parte degli incidenti causati dai fulmini si verifica all’aperto: la montagna è il luogo più a rischio, ma lo sono anche tutti i luoghi esposti, specie in presenza dell’acqua, come le spiagge, i moli, i pontili, le piscine situate all’esterno. In realtà esiste un certo rischio connesso ai fulmini anche al chiuso. Una nube temporalesca può dar luogo a fulminazioni anche senza apportare necessariamente precipitazioni.  Tifone: Non interessa di norma le nostre zone né il nostro continente. Trattasi di ciclone tropicale delle coste dell' Oceano Indiano e di quelle occidentali dell' Oceano Pacifico. Viene comunque, per estensione classificato tifone, l'evento meteorologico caratterizzato da vento impetuoso e devastatore.  Uragano: Non interessa di norma le nostre zone né il nostro continente. Trattasi di ciclone dell'America Centrale. Viene comunque, per estensione, classificato uragano, l'evento meteorologico caratterizzato da vento e raffiche violentissime che superano i 120 Km./h.  Tromba d'aria: E' un vortice simile ad un cono rovesciato che solleva ad una certa altezza ciò che trova nel suo "cammino" come detriti, polvere, acqua. Può essere devastante.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  Cataclisma: Con tale termine viene definita una grave inondazione, Diluvio. Per estensione, viene classificato quale "cataclisma", qualsiasi grave catastrofe naturale. (Es. maremoto, terremoto e simili).  Ondate di calore: Le ondate di calore sono condizioni meteorologiche estreme che si verificano durante la stagione estiva, caratterizzate da temperature elevate, al di sopra dei valori usuali, che possono durare giorni o settimane. L'Organizzazione Mondiale della Meteorologia - WMO, World Meteorological Organization, non ha formulato una definizione standard di ondata di calore e, in diversi paesi, la definizione si basa sul superamento di valori soglia di temperatura definiti attraverso l'identificazione dei valori più alti osservati nella serie storica dei dati registrati in una specifica area. Un'ondata di calore è definita in relazione alle condizioni climatiche di una specifica area e non è quindi possibile definire una temperatura-soglia di rischio valida a tutte le latitudini. Oltre ai valori di temperatura e di umidità relativa, le ondate di calore sono definite dalla loro durata. E' stato infatti dimostrato che periodi prolungati di condizioni metereologiche estreme hanno un impatto sulla salute maggiore rispetto a giorni isolati con le stesse condizioni metereologiche. 3. Previsione Tali eventi sono prevedibili grazie alla meteorologia. Le informazioni e gli avvisi alla popolazione vengono di norma diramati dai media. Gli uffici di protezione civile, le istituzioni, i corpi appositi di soccorso e forze dell'ordine, sono, in genere, informate tramite FAX dalla Giunta Regionale della Campania (sala operativa, ecc.) e dalla Prefettura di Benevento. (bollettini meteo) 4. Scenario dell’ Evento Lo scenario dell'evento può interessare tutto il territorio comunale. 5. Riferimento ad altri Piani di Emergenza In considerazione che i danni causati da eventi meteorologici avversi consistono per lo più in allagamenti, devastazione di immobili con conseguente danni alle persone, si rimanda, per quanto non riportato nella presente sezione e per tutto quanto attinente all'emergenza, alla salvaguardia della pubblica incolumità, ed al soccorso, alla sezione del presente piano avente ad oggetto emergenza terremoto ed emergenza dissesto idrogeologico. La struttura del C.O.C. può essere attivata anche parzialmente, in modo direttamente proporzionale alla gravità del caso. ******************************************************************************* NORME DI COMPORTAMENTO DELLA POPOLAZIONE VALGONO LE NORME DI COMPORTAMENTO DELLA POPOLAZIONE, illustrate nelle sezioni:  Emergenza terremoto;  Emergenza dissesto Idrogeologico; NONCHE’ LE SEGUENTI: In caso di temporale, comportatevi nel modo seguente: In generale, devi tener conto della rapidità con cui le nubi temporalesche si sviluppano e si accrescono, e conducono quindi il temporale a raggiungere il momento della sua massima intensità senza lasciare molto tempo a disposizione per guadagnare riparo. Prima Verifica le condizioni meteorologiche già nella fase di pianificazione di una attività all’aperto, come una scampagnata, una giornata di pesca, un’escursione o una via alpinistica, leggendo in anticipo i

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - bollettini di previsione emessi dagli uffici meteorologici competenti, che fra le tante informazioni segnalano anche se la situazione sarà più o meno favorevole allo sviluppo di temporali nella zona e nella giornata che ti interessa; Ricordati che la localizzazione e la tempistica di questi fenomeni sono impossibili da determinare nel dettaglio con un sufficiente anticipo: il quadro generale tracciato dai bollettini di previsione, quindi, va sempre integrato con le osservazioni in tempo reale e a livello locale. In ambiente esposto, mentre inizia a lampeggiare e/o a tuonare se vedi i lampi, specie nelle ore crepuscolari e notturne, anche a decine di chilometri di distanza, il temporale può essere ancora lontano. In questo caso allontanati velocemente; se senti i tuoni, il temporale è a pochi chilometri, e quindi è ormai prossimo. Al sopraggiungere di un temporale osserva costantemente le condizioni atmosferiche, in particolare poni attenzione all’eventuale presenza di segnali precursori dell’imminente arrivo di un temporale: - se sono presenti in cielo nubi cumuliformi che iniziano ad acquisire sporgenze molto sviluppate verticalmente, e magari la giornata in valle è calda ed afosa, nelle ore che seguono è meglio evitare ambienti aperti ed esposti (come una cresta montuosa o la riva del mare o del lago); - rivedi i programmi della tua giornata: in alcuni casi questa precauzione potrà - a posteriori - rivelarsi una cautela eccessiva, dato che un segnale precursore non fornisce la certezza assoluta dell’imminenza di un temporale, o magari quest’ultimo si svilupperà a qualche chilometro di distanza senza coinvolgere la località in cui ti trovi, ma non bisogna mai dimenticare che non c’è modo di prevedere con esattezza questa evoluzione, e quando il cielo dovesse tendere a scurirsi più decisamente, fino a presentare i classici connotati cupi e minacciosi che annunciano con certezza l’arrivo del temporale, a quel punto il tempo a disposizione per mettersi in sicurezza sarà molto poco, nella maggior parte dei casi insufficiente. In caso di fulmini associati ai temporali, comportatevi nel modo seguente: Associati ai temporali, i fulmini rappresentano uno dei pericolo più temibili. La maggior parte degli incidenti causati dai fulmini si verifica all’aperto: la montagna è il luogo più a rischio, ma lo sono anche tutti i luoghi esposti, specie in presenza dell’acqua, come le spiagge, i moli, i pontili, le piscine situate all’esterno. In realtà esiste un certo rischio connesso ai fulmini anche al chiuso. Una nube temporalesca può dar luogo a fulminazioni anche senza apportare necessariamente precipitazioni. All'aperto Resta lontano da punti che sporgono sensibilmente, come pali o alberi: non cercare riparo dalla pioggia sotto questi ultimi, specie se d’alto fusto o comunque più elevati della vegetazione circostante; Evita il contatto con oggetti dotati di buona conduttività elettrica; Togliti di dosso oggetti metallici (anelli, collane, orecchini e monili che in genere possono causare bruciature); Resta lontano anche dai tralicci dell’alta tensione, attraverso i quali i fulmini – attirati dai cavi elettrici – rischiano di scaricarsi a terra. E in particolare, se vieni sorpreso da un temporale In montagna Scendi di quota, evitando in particolare la permanenza su percorsi particolarmente esposti, come creste o vette, ed interrompendo immediatamente eventuali ascensioni in parete, per guadagnare prima possibile un percorso a quote inferiori, meglio se muovendoti lungo conche o aree depresse del terreno, sempre che non siano a rischio idraulico o frane;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Cerca se possibile riparo all’interno di una grotta, lontano dalla soglia e dalle pareti della stessa, o di una costruzione, in mancanza di meglio anche un bivacco o fienile, sempre mantenendo una certa distanza dalle pareti; Una volta guadagnato un riparo - oppure se si è costretti a sostare all’aperto: - accovacciati a piedi uniti, rendendo minima tanto la tua estensione verticale, per evitare di trasformarti in parafulmini, quanto il punto di contatto con il suolo, per ridurre l’intensità della corrente in grado di attraversare il tuo corpo. - evita di sdraiarti o sederti per terra, e resta a distanza di una decina di metri da altre persone che sono con te. Tieniti alla larga dai percorsi di montagna attrezzati con funi e scale metalliche, e da altre situazioni analoghe; Se hai tempo, cerca riparo all’interno dell’automobile, con portiere e finestrini rigorosamente chiusi e antenna della radio possibilmente abbassata. liberati di piccozze e sci. Evita qualsiasi contatto o vicinanza con l’acqua, che offre percorsi a bassa resistenza, e quindi privilegiati, alla diffusione delle cariche elettriche: il fulmine, infatti, può causare gravi danni anche per folgorazione indiretta, dovuta alla dispersione della scarica che si trasmette fino ad alcune decine di metri dal punto colpito direttamente; esci immediatamente dall’acqua; Allontanati dalla riva di fiumi, torrenti, laghi o laghetti anche artificiali, così come dal bordo di una piscina all’aperto; liberati di ombrelli, ombrelloni, canne da pesca e qualsiasi altro oggetto appuntito di medie o grandi dimensioni. In campeggio Durante il temporale, è preferibile ripararsi in una struttura in muratura, come i servizi del camping. Se ti trovi all'interno di tende e ti è impossibile ripararti altrove: evita di toccare le strutture metalliche e le pareti della tenda; evita il contatto con oggetti metallici collegati all’impianto elettrico (es. condizionatori); sarebbe comunque opportuno togliere l’alimentazione dalle apparecchiature elettriche; isolati dal terreno con qualsiasi materiale isolante a disposizione. In casa Il rischio connesso ai fulmini è fortemente ridotto, segui comunque alcune semplici regole durante il temporale:  evita di utilizzare tutte le apparecchiature connesse alla rete elettrica ed il telefono fisso;  lascia spenti (meglio ancora staccando la spina), in particolare, televisore, computer ed elettrodomestici;  non toccare gli elementi metallici collegati all’esterno, come condutture, tubature, caloriferi ed impianto elettrico;  evita il contatto con l’acqua (rimandare al termine del temporale operazioni come lavare i piatti o farsi la doccia, nella maggior parte dei casi basta pazientare una o due ore);  non sostare sotto tettoie e balconi, riparati invece all’interno dell’edificio mantenendoti a distanza da pareti, porte e finestre, assicurandoti che queste ultime siano chiuse. In caso di rovesci di pioggia o grandine, comportatevi nel modo seguente: All' aperto Per lo svolgimento di attività nelle vicinanze di un corso d’acqua (anche un semplice pic-nic) o per scegliere l'area per un campeggio: scegli una zona a debita distanza dal letto del torrente e adeguatamente rialzata rispetto al livello del torrente stesso, oltre che sufficientemente distante da pendii ripidi o poco stabili: intensi scrosci di pioggia potrebbero attivare improvvisi movimenti del terreno. In ambiente urbano

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Le criticità più tipiche sono legate all’incapacità della rete fognaria di smaltire quantità d’acqua considerevoli che cadono al suolo in tempi ristretti con conseguenti repentini allagamenti di strade. Per questo:  fai attenzione al passaggio in sottovia e sottopassi, c’è il rischio di trovarsi con il veicolo semi- sommerso o sommerso dall’acqua;  evita di recarti o soffermarti anche gli ambienti come scantinati, piani bassi, garage, sono a forte rischio allagamento durante intensi scrosci di pioggia. Se sei alla guida di una vettura (automobile, moto, ecc.): Anche in assenza di allagamenti, l’asfalto reso improvvisamente viscido dalla pioggia rappresenta un insidioso pericolo per chi si trova alla guida di automezzi o motoveicoli, riducendo tanto la tenuta di strada quanto l’efficienza dell’impianto frenante; Limita la velocità o effettua una sosta, in attesa che la fase più intensa, che difficilmente dura più di mezz’ora, del temporale si attenui. È sufficiente pazientare brevemente in un’area di sosta. Durante la fase più intensa di un rovescio risulta infatti fortemente ridotta la visibilità. In caso di grandine, valgono le avvertenze per la viabilità già viste per i rovesci di pioggia, riguardo alle conseguenze sullo stato scivoloso del manto stradale e sulle forti riduzioni di visibilità. La durata di una grandinata è tipicamente piuttosto breve. In caso di nebbia, comportatevi nel modo seguente: In presenza, o in previsione, di nebbia, è opportuno evitare di mettersi al volante, o quantomeno valutare obiettivamente le effettive necessità di spostarsi in automobile; se puoi rinuncia all'automobile e preferisci il treno. In presenza di questo fenomeno meteorologico infatti la tua incolumità è condizionata non solo dal tuo comportamento, ma soprattutto da quello degli altri. La tecnologia propone dispositivi, alcuni ancora sperimentali, in grado di assisterti o di informarti durante la guida nella nebbia; se li utilizzi però non affidarti solo e interamente ad essi. Rimane il rischio di essere coinvolti in incidenti di chi non ne è provvisto, o di malfunzionamenti o mancate risposte del dispositivo per situazioni anomale. Durante la guida è consigliato:  Diminuisci la velocità, dal momento che anche oggetti normalmente ben visibili potrebbero apparire improvvisamente, all’ultimo momento, senza che tu abbia la possibilità di evitarli. Questo aspetto è ulteriormente peggiorato dalle condizioni del fondo stradale che, in caso di nebbia, è solitamente piuttosto viscido. Con la nebbia, inoltre, diventa molto più difficile anche la valutazione della differenza di velocità con il veicolo che ti precede.  Mantieni bassa la velocità come se incontrassi solo oggetti non in grado di emettere luce: devi poter percepire in tempo la presenza di un ostacolo e poter eventualmente arrestare il veicolo.  Rispetta le indicazioni sui panelli luminosi a messaggio variabile e sulla cartellonistica che trovi lungo la strada. In particolare osserva le limitazioni di velocità, variabili a seconda della visibilità disponibile.  Aumenta la distanza di sicurezza. Nel caso seguissi un veicolo nella nebbia, non devi concentrarti solo sulla sua velocità e tentare di “stargli dietro” nella convinzione che chi ti precede abbia una visibilità migliore della tua. È sempre meglio tenere la velocità secondo le raccomandazioni riportate sui cartelli a messaggio variabile e soprattutto guidare in modo tale da sentirti sicuro. Se il veicolo che ti sta davanti sembra procedere ad una velocità che non ti mette a tuo agio, rallenta e guida come ti suggerisce la prudenza.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  In presenza di nebbia, anche di giorno, accendi gli anabbaglianti, i proiettori fendinebbia e le luci posteriori antinebbia, non gli abbaglianti. Nella nebbia, la cosa più importante è vedere ed essere visti. Una luce potente e concentrata come quella degli abbaglianti è del tutto controproducente, dal momento che la nebbia la riflette creando una sorta di “muro luminoso” e riducendo ulteriormente la già di per sé ridotta visibilità. I proiettori fendinebbia sono montati più in basso rispetto ai fari anabbaglianti e sono studiati per avere un'emissione molto contenuta verso l'alto, così da proiettare il proprio raggio luminoso verso il suolo, dove la nebbia è più rada o scompare. I fendinebbia anteriori sono ottimi per migliorare la visibilità della segnaletica orizzontale (le strisce divisorie della carreggiata o quelle laterali), ma possono essere insufficienti per visualizzare eventuali ostacoli presenti sulla strada, come ad esempio altri veicoli. Per dare modo a chi ti segue di individuare il tuo veicolo, tieni sempre accese le luci posteriori antinebbia.  Concentra l'attenzione sulla strada e sulla guida. Nel percorrere un lungo tratto senza traffico in nebbia fitta, l'occhio - in mancanza di stimoli - tende a focalizzarsi su una distanza "di riposo" di circa tre metri: mantieni l'attenzione molto più avanti.  Evita il sorpasso nelle strade con carreggiata a doppio senso. Devi evitare di sorpassare altri veicoli quando guidi su strade a doppio senso di marcia sprovviste di spartitraffico centrale. Con la nebbia infatti un eventuale veicolo che giunge sulla carreggiata opposta è visibile solo a distanza ridotta.  Se hai bisogno di fermarti fallo fuori della carreggiata, rallentando gradualmente; attiva in ogni caso la segnalazione luminosa di pericolo (indicatori di direzione simultanei) e tieni accesi gli antinebbia posteriori. Se si tratta di una sosta di emergenza, segui le ulteriori precauzioni del caso.  Non viaggiare mai sulla striscia laterale della carreggiata. Il rischio di travolgere un altro mezzo come ad esempio un ciclomotore o un’auto in sosta è infatti molto elevato.  Rimani costantemente informato. Se viaggi lungo una via di grande comunicazione, oppure in autostrada, è buona norma tenere la radio sintonizzata sulle informazioni riguardanti il traffico. In questo modo è possibile venire a conoscenza di eventuali tratti interessati da ridotta visibilità oppure da code, e scegliere eventualmente un percorso alternativo. In caso di venti, comportatevi nel modo seguente: All’aperto Evita le zone esposte, guadagnando una posizione riparata rispetto al possibile distacco di oggetti esposti o sospesi e alla conseguente caduta di oggetti anche di piccole dimensioni e relativamente leggeri, come un vaso o una tegola; Evita con particolare attenzione le aree verdi e le strade alberate. L’infortunio più frequente associato alle raffiche di vento riguarda proprio la rottura di rami, anche di grandi dimensioni, che possono sia colpire direttamente la popolazione che cadere ed occupare pericolosamente le strade, creando un serio rischio anche per motociclisti ed automobilisti. In ambiente urbano Se ti trovi alla guida di un’automobile o di un motoveicolo presta particolare attenzione perché le raffiche tendono a far sbandare il veicolo, e rendono quindi indispensabile moderare la velocità o fare una sosta; Presta particolare attenzione nei tratti stradali esposti, come quelli all’uscita dalle gallerie e nei viadotti; i mezzi più soggetti al pericolo sono i furgoni, mezzi telonati e caravan, che espongono alle raffiche una grande superficie e possono essere letteralmente spostati dal vento, anche quando l’intensità non raggiunge punte molte elevate.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - In generale, sono particolarmente a rischio tutte le strutture mobili, specie quelle che prevedono la presenza di teli o tendoni, come impalcature, gazebo, strutture espositive o commerciali temporanee all’aperto, delle quali devono essere testate la tenuta e le assicurazioni. In casa Sistema e fissa opportunamente tutti gli oggetti che nella tua abitazione o luogo di lavoro si trovino nelle aree aperte esposte agli effetti del vento e rischiano di essere trasportati dalle raffiche (vasi ed altri oggetti su davanzali o balconi, antenne o coperture/rivestimenti di tetti sistemati in modo precario, ecc.). In caso di ondate di calore, comportatevi nel modo seguente: Il caldo causa problemi alla salute nel momento in cui altera il sistema di regolazione della temperatura corporea. Normalmente il corpo si raffredda sudando, ma in certe condizioni ambientali questo meccanismo non è sufficiente. Se, ad esempio, il tasso di umidità è molto alto, il sudore evapora lentamente e quindi il corpo non si raffredda in maniera efficiente e la temperatura corporea può aumentare fino a valori così elevati da danneggiare organi vitali. La capacità di termoregolazione di una persona è condizionata da fattori come l'età, le condizioni di salute, l'assunzione di farmaci. I soggetti a rischio sono: le persone anziane o non autosufficienti, le persone che assumono regolarmente farmaci, i neonati e i bambini piccoli, chi fa esercizio fisico o svolge un lavoro intenso all'aria aperta. Per questo, durante i giorni in cui è previsto un rischio elevato di ondate di calore e per le successive 24 o 36 ore vi consigliamo di seguire queste semplici norme di comportamento:  non uscire nelle ore più calde, dalle 12 alle 18, soprattutto ad anziani, bambini molto piccoli, persone non autosufficienti o convalescenti;  in casa, proteggervi dal calore del sole con tende o persiane e mantenere il climatizzatore a 25-27 gradi.  se usate un ventilatore non indirizzatelo direttamente sul corpo;  bere e mangiare molta frutta ed evitare bevande alcoliche e caffeina;  in generale, consumare pasti leggeri;  indossare abiti e cappelli leggeri e di colore chiaro all'aperto evitando le fibre sintetiche;  se è con voi una persona in casa malata, fate attenzione che non sia troppo coperta. ****************************************************************************************

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EMERGENZA NEVE

EMERGENZA NEVE

SOMMARIO

1) Premessa

2) Generalità – Previsione

3) Caratteristiche del Piano di Emergenza “Neve”

4) Attività Preparatoria

5) Stato di Preallarme - Allarme – Attività di Emergenza - Gestione Intervento - Fine Emergenza

6) Riferimento ad altri Piani di Emergenza

 Norme di comportamento della popolazione

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - 1. Premessa

In caso di precipitazioni nevose di lieve e di scarsa entità, rientrante nel novero della normalità, e più precisamente quello interessante soprattutto le zone collinari, sono sufficienti le risorse disponibili dell'Ente che interverrà soprattutto con i propri mezzi avvalendosi, se necessario, dell'ausilio di Ditte esterne. Nel caso in cui tali precipitazioni dovesse essere ritenute eccezionali, tanto da determinare disservizi di tale gravità o più generalmente eventi che non possono essere fronteggiati dalla comunità locale, si coinvolgerà, tramite le Prefettura, la struttura Provinciale di Protezione Civile. 2. Generalità - Previsione In generale per evento meteorologico avverso, è da intendersi qualsiasi fenomeno, fatto, evento o accadimento, che per la sua costituzione e struttura dello stesso, verifìcatosi in modo naturale, causa danni all'ambiente, alle persone ed alle cose. La meteorologia, scienza in continua evoluzione, il cui rapido sviluppo è da attribuirsi soprattutto all'uso di mezzi sempre più tecnicamente idonei al rilevamento di tutto ciò che accade nell'atmosfera, consente di prevedere, con anticipo, l'entità delle forze naturali che potrebbero scatenarsi con conseguenti danni e rovina sia alle persone che alle cose. Le avverse condizioni atmosferiche, quale è da intendersi anche una copiosa precipitazione nevosa, possono causare; a secondo della loro gravità, danni più o meno gravi alle strutture pubbliche e private. Tali eventi sono prevedibili grazie alla meteorologia. Le informazioni e gli avvisi alla popolazione vengono di norma diramati dai media. Gli uffici di protezione civile, le istituzioni, i corpi appositi di soccorso e forze dell'ordine, sono, in genere, informate tramite FAX dalla Giunta Regionale della Campania (sala operativa, ecc.) e dalla Prefettura di Benevento. (bollettini meteo) 3. Caratteristiche del Piano di Emergenza “Neve” Il piano d'emergenza è il progetto di tutte le attività coordinate e delle procedure di Protezione Civile necessarie al fine di fronteggiare, in qualsiasi momento., un determinato evento calamitoso, previsto quale accadimento, sul territorio. Si ritiene il presente piano abbia preso in considerazione sia gli elementi previsionali che di prevenzione, che siano stati ipotizzabili in modo esauriente i probabili scenari degli eventi a secondo della calamità oltre che illustrate le procedure operative e le risorse disponibili, inserendo inoltre planimetrie in scala ed allegati vari da ritenersi indispensabili al piano stesso. La direzione per l'attuazione del piano è affidato al Sindaco o suo delegato ed è da intendersi unitaria ed indivisibile; sarà solo compito del Sindaco, infatti, prendere le decisioni fondamentali, previa acquisizione di tutte le informazioni necessarie tramite coinvolgimento di organi superiori, di Enti od Istituzioni varie. Lo stesso, inoltre, si avvarrà prevalentemente, soprattutto per quanto inerente alla situazione locale ed a tutto ciò che pertinente alle procedure operative, dei responsabili della funzione operativa del C.O.C., funzionali quantificati per l'Enti Locali in n. 8 unità alle quali vengono attribuiti complessi e ben specifici e determinati compiti. Al fine di far si che le nove funzioni di supporto individuate siano comunque operative, è stato previsto che ogni "responsabile di funzione" abbia un proprio sostituto. Gli eventi avversi attesi e quindi previsti o comunque ipotizzabili quali accadimenti sul territorio comunale, presi in considerazione nel presente piano territoriale è "l'emergenza neve"

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - 4. Attività Preparatoria

(Contenuto del piano – Scenario degli eventi - Pericolosità - Vulnerabilità) Lo scenario dell'evento nel territorio comunale, per quanto concerne il rischio derivante da precipitazioni nevose, in considerazione delle previsioni al piano precedentemente esposte, non è certamente da ipotizzarsi disastroso. Il Comune di Forchia ha registrato in passato (anno 1956) e recentemente (anno 2012) forti e copiose nevicate, che hanno depositato al suolo, complessivamente, oltre 80 cm di neve. Naturalmente, qualora si verifichi un tale evento meteorologico, sarà interessato l'intero territorio Comunale. Si ritiene che possano essere esclusi, in via generale, sia la distruzione degli elementi a rischio che danneggiamenti gravi o che possano essere messe a repentaglio vite umane. L'ottimismo di cui sopra deve comunque essere sempre accompagnato da un costante controllo del territorio, in presenza di precipitazioni nevose, in quanto non è da escludere, anzi da prevedere, che in caso specialmente di abbondanti precipitazioni e successivo scioglimento del manto nevoso si possano innescare fenomeni franosi, coinvolgendo soprattutto la viabilità e creando pericolo agli utenti della strada. Il rischio, definito dalle probabilità che tale determinato evento si verifichi, inciderà soprattutto sull'ambiente arrecando danno alle attività umane, in relazione alle condizioni di vulnerabilità intendendo come tale la misura della porzione di un valore che può vedersi perduta o danneggiata a causa di un evento. Saranno vulnerabili in modo particolare la rete viaria minore quale quella collinare interessante strade comunali e vicinali, fondi agricoli ed eventualmente abitazioni rurali sparse. 5. Stato di Preallarme - Allarme - Attività di Emergenza - Gestione Intervento - Fine Emergenza Quando si viene a conoscenza di una situazione che potrebbe determinare probabili situazioni di crisi sul territorio comunale dovute a precipitazioni nevose, dovranno essere adottati da questo Ente, Amministrazioni e Comandi le misure di preallarme in modo da non trovarsi impreparati al momento dell'emergenza. In particolare dovrà essere :  Assicurata la presenza del personale munito di potere decisionali;  Controllata la lista di pronta reperibilità del personale tecnico;  Curata la messa a punto dei mezzi di soccorso;  Assicurarsi della disponibilità di sale, pietrisco, pale, catene da neve per mezzi di soccorso e mezzi comunali;  Provata la rete delle comunicazioni di emergenza dei radioamatori attivandola periodicamente;  Allertare le ditte locali resasi disponibili per le operazioni di pulizia delle sedi stradali. Per quanto attinente alle competenze facenti capo al Comune ed alla attribuzione del Sindaco secondo il dettato in particolare dell'art. 15 della L. 24 Febbraio 1992 n.225, così come integrata e sostituita dal D.L. 59/2012, convertito in L. 100/2012, risulta munito di poteri decisionali, il sottoelencato personale, appositamente delegato:  Vice Sindaco Ass. Pino Papa - Responsabile U.O.C. Protezione Civile  Arch.i Angeloceleste Miccoli - Responsabile del Procedimento Il Sindaco o suo delegato, venuto a conoscenza del possibile insorgere di una situazione di pericolo o di emergenza, procede nelle operazioni secondo quanto qui di seguito riportato.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Nel caso di specifico di rischio neve, la segnalazione avviene generalmente con una comunicazione di "Previsione meteorologica - validità dal giorno X al giorno Y e successive ore ZZ" a mezzo Fax della Protezione Civile Regionale e/o della Prefettura di Benevento. Ricevuta tale comunicazione, l'operatore, la trasmette con immediatezza al responsabile che provvede a sua volta a darne notizia al SINDACO e al Responsabile del Procedimento. Il Responsabile del procedimento, oppure il Sindaco o il responsabile della Protezione Civile Comunale Vice Sindaco Ass. Pino Papa, all’arrivo della segnalazione, diramerà il messaggio di “STATO DI PREALLARME”. DIRAMAZIONE MESSAGGIO DI "STATO DI PREALLARME" COMUNICAZIONE DI: STATO DI PREALLARME

Aggiornamento n°……………………….. Data ……………………………Ora……….……..

Eventuali allegati  SI  NO

A seguito dell’avvenuta segnalazione di ……………………………………………………… pervenuta da…………………………………………………………………………………….. tramite (tel. fax. altro)…….…………………………………………………………………… viene diramato in forma precauzionale lo STATO DI PREALLARME a tutte le componenti di seguito specificate. Lo stato di PREALLARME è volto a garantire l'immediata operatività di tutte le componenti qualora si ravvisassero gli estremi per la dichiarazione di STATO DI ALLARME. Destinatari della presente comunicazione sono i seguenti: SINDACO POLIZIA STRADALE Benevento CARABINIERI Arpaia - Montesarchio GUARDIA FINANZA Montesarchio - Benevento VIGILI DEL FUOCO Bonea - Benevento A.S.L. Montesarchio - Benevento Corpo Forestale Stato Airola - Benevento TELECOM (locale) GENIO CIVILE Benevento VOLONTARI (gruppo comunale protezione civile e varie E.N.E.L. Montesarchio - Benevento associazioni operanti sul territorio) ASSESSORE DELEGATO ANAS – Napoli VIGILI URBANI PROVINCIA Benevento SNAM Montesarchio F/to IL SINDACO (o suo delegato) L'operatore, ricevuta la segnalazione, potrebbe trovarsi nella necessità di inviare immediatamente un messaggio di ALLARME. In questo caso l'operatore seguirà la procedura successivamente indicata al punto "INVIO MESSAGGIO DI ALLARME E DI ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE". INVIO MESSAGGIO DI "STATO DI ALLARME" E ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE: IL SINDACO o suo delegato, sulla base delle informazioni acquisite dall’ufficio tecnico del Comune e valutata la gravità della situazione, dirama il messaggio di ALLARME a tutta la struttura comunale, ATTIVANDO CONTESTUALMENTE LA SALA OPERATIVA COMUNALE "per l'emergenza neve". Lo stato di ALLARME e l'avvenuta attivazione della sala operativa devono essere comunicati per iscritto al Prefetto competente per territorio, motivando e descrivendo la gravità degli eventi e le forze prioritariamente attivate.

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In ogni caso, ove necessario ed opportuno per motivi di celerità, le varie comunicazioni potranno essere effettuate anche telefonicamente, salvo poi formalizzare gli atti con le forme suindicate. DIRAMAZIONE MESSAGGIO DI "STATO DI ALLARME" COMUNICAZIONE DI: STATO DI ALLARME

Aggiornamento n°…………………………….Data ………………………..Ora ………………

Eventuali allegati  SI  NO

A seguito dell’avvenuta segnalazione di ………………………….…………………………… …………………………………………………………………….…………………..………… pervenuta da…………………………………………………………………………………….. ………………………………………………………………..………………………………… tramite (tel. fax. altro)………………………………………………………………………… viene diramato in forma precauzionale lo STATO DI ALLARME a tutte le componenti di seguito specificate. Lo stato di ALLARME è volto a garantire l'immediata operatività delle componenti di protezione civile nella struttura comunale. Destinatari della presente comunicazione sono i seguenti: SINDACO POLIZIA STRADALE Benevento CARABINIERI Arpaia - Montesarchio GUARDIA FINANZA Montesarchio - Benevento VIGILI DEL FUOCO Bonea - Benevento A.S.L. Montesarchio - Benevento Corpo Forestale Stato Airola - Benevento TELECOM (locale) GENIO CIVILE Benevento VOLONTARI (gruppo comunale protezione civile e varie E.N.E.L. Montesarchio - Benevento associazioni operanti sul territorio) ASSESSORE DELEGATO ANAS – Napoli VIGILI URBANI PROVINCIA Benevento SNAM Montesarchio F/to IL SINDACO (o suo delegato)

COMPITI DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE AL VERIFICARSI DELLA "Emergenza neve" Allorché viene segnalato lo stato di emergenza. a) IL SINDACO O SUO DELEGATO II Sindaco dovrà, a mezzo del personale del Centro operativo:  informare tempestivamente la Prefettura a mezzo telefono o a mezzo radio, inoltrando le notizie sul proprio “C.O.C” per emergenza neve, ubicato presso la Casa Comunale in Via Umberto I° n° 45. Solo in caso di copiose precipitazioni nevose si attiverà il C.O.C, dettagliando la situazione e chiedendo i soccorsi più urgenti qualora l'entità dell'emergenza lo richieda;  disporre l'approntamento e successivo impiego di squadre di soccorso, utilizzando personale e mezzi dei servizi municipali e delle ditte all'uopo incaricate e per fronteggiare e risolvere l'emergenza (mezzi spargisale e/o pietrischetto, squadre di spalatori, ecc.);  disporre, di concerto con la Prefettura o il Centro Operativo Misto, qualora costituito, l'eventuale censimento di persone non autosufficienti e/o bisognevoli di cure mediche;  disporre l'immediata utilizzazione, di personale e mezzi comunali da mettere a disposizione delle persone non autosufficienti;

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Sede: Via Umberto I°, n° 45 – Tel. 0823950316, 0823951935, Fax 0823950857 Email: [email protected] , Pec: [email protected]

Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  richiedere alla Prefettura ed al Centro Operativo Misto, se costituito, l'intervento delle Forze di Polizia per la conservazione ed il recupero di valori e di cose, nonché dei beni lasciati incustoditi dalle popolazioni sgomberate e per la tutela dell'ordine pubblico;  interessare i competenti servizi delle Aziende Sanitarie AA.SS.LL. ed Ospedaliere per la predisposizione ed attuazione dei compiti di istituto;  interessare i presidi ospedalieri per l'eventuale ricovero dei feriti;  disciplinare, di concerto con il Comandante dei VV.FF. e con le Forze dell’Ordine, il traffico, apponendo le segnaletiche di pericolo o d'emergenza ritenute più opportune (fornite dall'Amministrazione Comunale) e bloccando, se del caso, la circolazione stradale delle zone a rischio per i soccorsi;  fornire alla Prefettura, con ogni possibile urgenza, l'elenco dei morti e feriti e degli sgomberati,ecc. b) VIGILI URBANI I Vigili Urbani dovranno provvedere a:  fornire, tramite personale e mezzi, il massimo concorso al Sindaco per il superamento dell'emergenza;  segnalare tempestivamente notizie di particolare interesse relative alla pubblica e privata incolumità;  disporre una più attenta vigilanza sulle strade impraticabili, dando soccorso agli automobilisti rimasti isolati;  segnalare la necessità della posa in opera di segnaletica di emergenza e/o per la rimozione di eventuali ostacoli sulla strada;  concorrere all'attuazione di percorsi preferenziali, divieti o blocchi o sensi alternati;  concorrere, con personale specializzato all'opera di soccorso della popolazione;  divulgare messaggi alla popolazione, su richiesta del Sindaco o suo delegato;  sorvegliare in collaborazione con le altre forze dell'ordine, i beni lasciati incustoditi a causa di eventuale sgombero di abitazioni. c) PERSONALE TECNICO II personale tecnico della sala operativa comunale, provvederà:  a coordinare e verificare le operazioni di pulitura delle sedi stradali, dando priorità alle strade di collegamento alle strutture pubbliche, per poi provvedere allo spalamento e pulizia delle strade del Centro Abitato;  a verificare la percorribilità delle strade provinciali, sollecitando eventuali interventi dell'Ente Provincia;  all'eventuale ulteriore approvvigionamento di sale o quanto altro occorre per fronteggiare l'emergenza;  alla posa in opera di segnaletica di emergenza e/o alla la rimozione degli ostacoli che ostruiscono le carreggiate;  ad informare costantemente il Sindaco sulle condizioni generali della viabilità e sugli interventi effettuati;  all'eventuale verifica della stabilità di aree e edifici pubblici e privati;

ATTIVAZIONE STRUTTURA - INIZIO OPERAZIONI L'INPUT DI ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA PUÒ ESSERE DATO SOLAMENTE DA:  Sindaco o Assessore delegato;  Responsabile U.O.C. Protezione Civile – Vice Sindaco Ass. Pino Papa;  Responsabile del Procedimento Arch.i Angeloceleste Miccoli;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Per quanto sopra, chiunque verrà a conoscenza della necessità di attivare la struttura provvederà, con qualunque mezzo ed in qualsivoglia modo a contattare il personale summenzionato. Nel caso in cui si debba procedere alle operazioni, si agirà secondo le seguenti modalità:  SINDACO – DELEGATO  RESPONSABILE U.O.C. –PROTEZIONE CIVILE- VICE SINDACO ASS. PINO PAPA  ARCH.I ANGELOCELESTE MICCOLI – RESPONSABILE PROCEDIMENTO  ATTIVAZIONE SALA OPERATIVA COMUNALE (8 FUNZIONI) –solo per copiose nevicate- CONCORRERANNO INOLTRE: DIPENDENTI COMUNALI TUTTI e CONSIGLIERI COMUNALI TUTTI II personale al quale sono affidati i compiti di cui sopra, non appena avuto notizia dai preposti dello stato di "ALLARME", CON ESTREMA URGENZA E CON QUALSIASI MEZZO, AL PARI DEL RESPONSABILE DELL' U.O.C. PROTEZIONE CIVILE, DOVRÀ RECARSI PRESSO LA SALA OPERATIVA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE -C.O.C.-, che sarà costituito presso:  La sede Comunale in Via Umberto I° n° 45; Per la messa in marcia dei mezzi sotto elencati, di proprietà dell'Amministrazione Comunale, ove necessario, saranno chiamati i dipendenti a margine indicati i quali dovranno immediatamente presentarsi presso la sala operativa. Dipendenti Telefono Mezzi Sig. Papa Michele 3391796872 Fiat Panda 4x4 Targata DE965WZ 0823959082 Geom. Giuseppe Stroffolino 3477333508 Iveco Scuolabus Targato CW907WW 0823950858 In caso di messaggi di preallarme al fine di evitare lungaggini, gli stessi sono autorizzati ad usare tale mezzo per raggiungere la propria abitazione. Sarà cura del Sindaco, del Responsabile alla P.C. –Vice Sindaco Ass. Pino Papa, e dei tecnici coordinatori:  far intervenire, ove necessario, Ditte esterne;  chiamare in servizio tutto il personale dipendente;  suddividere il servizio in turni di lavoro;  rispettare quanto contenuto nel presente piano;  tenere informata 1'Amm.ne dell'andamento delle operazioni;  tenere contatti e collaborare con altri enti e/o istituzioni DECISIONI RILEVANTI SARANNO PRESE DAL SINDACO O SUO DELEGATO (ASS. PROT. CIV. - RESP. PROT.CIV.- DIRIGENTE SERVIZIO TECNICO); L'ATTIVAZIONE DEL C.O.C. (CENTRO OPERATIVO COMUNALE) NEL CASO DI GRAVE "EMERGENZA NEVE" DOVRÀ' ESSERE IMMEDIATO E TOTALE.

FINE EMERGENZA Alla fine operazioni, accertato che non vi sono più le condizioni che hanno fatto scattare il piano d'emergenza neve e che si prevede un ritorno alla normalità, il SINDACO o suo delegato comunica a tutte le componenti attivate la CESSAZIONE DELL'EMERGENZA e la CHIUSURA DELLA SALA OPERATIVA DI PROTEZIONE CIVILE.

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6. Riferimento ad altri Piani di Emergenza In considerazione che i danni causati da nevicate consistono per lo più in allagamenti, devastazione di immobili con conseguente danni alle persone, si rimanda, per tutto quanto attinente all'emergenza, alla salvaguardia della pubblica incolumità, ed al soccorso, ai piani di emergenza aventi ad oggetto:  Emergenza terremoto;  Emergenza eventi meteorologici avversi; La struttura del C.O.C. può essere attivata anche parzialmente, in modo direttamente proporzionale alla gravità del caso. *****************************************************************************

NORME DI COMPORTAMENTO DELLA POPOLAZIONE

VALGONO LE NORME DI COMPORTAMENTO DELLA POPOLAZIONE, illustrate nelle sezioni:  Emergenza terremoto;  Emergenza eventi meteorologici avversi; NONCHE’ LE SEGUENTI:

In caso di neve e gelo, comportatevi come segue: Prima Informati sull’evoluzione della situazione meteo, ascoltando i telegiornali o i radiogiornali locali; Procurati l’attrezzatura necessaria contro neve e gelo o verificane lo stato: pala e scorte di sale sono strumenti indispensabili per la tua abitazione o per il tuo esercizio commerciale; Presta attenzione alla tua auto che, in inverno più che mai, deve essere pronta per affrontare neve e ghiaccio; Monta pneumatici da neve, consigliabili per chi viaggia d’inverno in zone con basse temperature, oppure porta a bordo catene da neve, preferibilmente a montaggio rapido; Fai qualche prova di montaggio delle catene: meglio imparare ad usarle prima, piuttosto che trovarsi in difficoltà sotto una fitta nevicata; Controlla che ci sia il liquido antigelo nell’acqua del radiatore; Verifica lo stato della batteria e l’efficienza delle spazzole dei tergicristalli; Non dimenticare di tenere in auto i cavi per l’accensione forzata, pinze, torcia e guanti da lavoro. Durante, Dopo Verifica la capacità di carico della copertura del tuo stabile (casa, capannone o altra struttura). L’accumulo di neve e ghiaccio sul tetto potrebbe provocare crolli; Preoccupati di togliere la neve dal tuo accesso privato o dal tuo passo carraio. Non buttarla in strada, potresti intralciare il lavoro dei mezzi spazzaneve; Se ti sposti a piedi scegli con cura le tue scarpe per evitare cadute e scivoloni e muoviti con cautela; Se puoi, evita di utilizzare l’auto quando nevica e, se possibile, lasciala in garage. Riducendo il traffico e il numero di mezzi in sosta su strade e aree pubbliche, agevolerai molto le operazioni di sgombero neve; Fai attenzione agli sporti, ai cornicioni, ai balconi, potrebbe cadere da questi ultimi una quantità pericolosa di neve o ghiaccio.

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Se sei costretto a prendere l’auto segui queste piccole regole di buon senso: Prima, Durante Libera interamente l’auto e non solo i finestrini dalla neve; Tieni accese le luci per renderti più visibile sulla strada; Mantieni una velocità ridotta, usando marce basse per evitare il più possibile le frenate. Prediligi, piuttosto, l’utilizzo del freno motore (camion, ecc.); Evita manovre brusche e sterzate improvvise; Accelera dolcemente e aumenta la distanza di sicurezza dal veicolo che ti precede; Ricorda che in salita è essenziale procedere senza mai arrestarsi. Una volta fermi è difficile ripartire e la sosta forzata della tua auto può intralciare il transito degli altri veicoli; Parcheggia correttamente la tua auto in maniera che non ostacoli il lavori dei mezzi sgombraneve; Presta particolare attenzione ai lastroni di neve che, soprattutto nella fase di disgelo, si possono staccare dai tetti; Non utilizzare mezzi di trasporto a due ruote. Dopo Ricorda che, dopo la nevicata, è possibile la formazione di ghiaccio sia sulle strade che sui marciapiedi. Presta quindi attenzione al fondo stradale, guidando e/o scendendo dall’autovettura con particolare prudenza; *******************************************************************************

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EMERGENZA INCENDI

EMERGENZA INCENDI

SOMMARIO

1) Premessa 2) Generalità 3) Attività Preparatoria 4) Stato di Preallarme – Allarme – Attività di Emergenza – Gestione Intervento - Fine Emergenza  diramazione messaggio “stato di preallarme”  verifica tecnica  diramazione messaggio “stato di allarme"  compiti di protezione civile comunale al verificarsi dell’evento calamitoso  intervento degli elicotteri e prescrizioni operative per l’utilizzazione delle aree di atterraggio

5) Procedure Operative

6) Aree Urbane soggetto a Rischio d’Incendio di Interfaccia

 Norme di comportamento della popolazione

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1. Premessa La struttura della Protezione Civile, nel caso di emergenza incendi, dovrà essere allertata solamente se l'incendio sviluppatosi sia da ritenere di per se stesso estremamente pericoloso o di estrema gravità per le conseguenze connesse alla sua presenza, tanto da minacciare l'incolumità della popolazione o da mettere a repentaglio la salvaguardia dell'ambiente. Diversamente da altri tipi di rischi, quali quelli derivanti da rilascio di sostanze pericolose o radioattive connessi con l'evolversi della tecnologia e del progresso, la calamità incendio al pari del rischio sismico e/o idrogeologico, è sempre esistita. Condizioni atmosferiche particolari, sovente, fanno si che le nubi si carichino elettricamente di segno opposto a quello della terra e conseguentemente, in considerazione che queste si attraggono fra di loro, l'aria, pur essendo un dielettrico, viene perforata da una scarica distruttiva. L'enorme energia sprigionatasi che si scarica a terra, il cosiddetto fulmine, è stato da sempre fonte di innesco di incendio. Generalmente, l'intervento totale o parziale della struttura di protezione civile dovrà essere richiesto dal Comando VV.FF. o dal Corpo Forestale dello Stato se ne dovessero ravvisare la necessità. In situazioni particolari il C.O.C, potrà essere attivato anche parzialmente, su richiesta della Prefettura o dai comandi già citati, previa autorizzazione del Sindaco o suo delegato, per l'ausilio alle forze normalmente preposte allo spegnimento dell'incendio anche in territorio extra comunale. Di norma, quanto sopra, interessa le squadre comunali di emergenza chiamate in causa soprattutto per arginare incendi boschivi. In tale situazioni, le squadre comunali provviste dei mezzi loro in dotazione di proprietà dell'Amministrazione Comunale, coordinate dal Sindaco o dal Responsabile Comunale della Protezione Civile, opereranno sotto lo stretto comando del Responsabile del Corpo Forestale dello Stato o dell'ufficiale più alto in grado del Corpo dei VV.FF. presente in loco. La struttura inviata dal C.O.C., pur utilissima in simili emergenze, non essendo costituita da specialisti del settore, non dovrà essere impiegata "in prima linea" bensì nelle retrovie e per lo svolgimento di compiti pur sempre indispensabili ma ritenuti non pericolosi. Si ritiene doveroso evidenziare, anche se a tutti noto, che l'attività di prevenzione e spegnimento incendi è attribuita al Corpo dei VV.FF., al Corpo Forestale dello Stato, alla Regione Campania ed alla Comunità Montana del Taburno, il cui personale risulta essere dotato di alte professionalità, di mezzi adeguati oltre che di ottima conoscenza del territorio. In caso di incendi che non potessero essere domati dai corpi appositamente costituiti e che mettessero a repentaglio la pubblica incolumità o causare gravi danni all'ambiente, si dovranno porre in essere le misure di emergenza contenute nel presente piano. Se l'incendio dovesse assumere aspetti ancor più gravi e pericolosi e comunque ritenuti tali da ipotizzare che le forze in campo possano essere insufficienti, si coinvolgerà, tramite la Prefettura, la struttura Provinciale di Protezione Civile. 2. Generalità Gli incendi possono essere suddivisi in:  incendi boschivi, in cui l'intervento delle varie componenti della protezione civile è limitato a casi eccezionali, quando l'incendio stesso, per estensione e intensità, minacci di raggiungere centri abitati o altri insediamenti di notevole interesse pubblico con grave pericolo per la pubblica incolumità o abbia dimensioni tali da rappresentare un serio pericolo per il patrimonio agricolo e forestale;  incendi urbani, con particolare riferimento a strutture adibite a pubblico spettacolo o pubblici

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - servizi, quali ospedali, cinema, teatri, locali da ballo, grandi magazzini, ecc.  incendi industriali, coinvolgenti insediamenti o infrastrutture che presentino un elevato coefficiente di rischio, quali stabilimenti chimici, depositi di oli minerali, depositi ed impianti di gas combustibile, terminali di oleodotti, metanodotti e gasdotti, raffinerie ecc. Nel caso l'incendio avesse come effetto principale quello di innescare il rilascio di sostanze tossiche o comunque pericolose, si rimanda, per quanto ha attinenza agli interventi da compiere, alla parte dedicata al "rischio di sostanze pericolose". 3. Attività Preparatoria (Contenuto del Piano – Scenari degli Eventi – Pericolosità – Rischio – Vulnerabilità) Lo scenario dell'evento nel caso di emergenza incendi varia a secondo se trattasi di incendio boschivo, urbano od industriale. Non è da escludere che essi si concatenino fra di loro, infatti, l'incendio sviluppatosi in un determinato luogo, se non domato con celerità, può propagarsi altrove e conseguentemente danneggiare sia l'ambiente che centri abitativi e stabilimenti industriali. L'incendio nei boschi può essere causato sia per cause naturali che per altre da addebitarsi all'operato umano. Troppo sovente l'uomo, con azioni involontarie o colpose causa gravissimi danni all'ambiente. Ricorre troppo frequentemente che il gettito di un mozzicone di sigaretta o l'accensione di un fuoco di un barbecue o altro provochino ingenti ed irreparabili danni. Le alte temperature stagionali, la siccità, il vento, la natura della vegetazione, ecc., favorirebbero la propagazione del fuoco altrove. Se difficilmente tale operato trova giustificazione ed ammette scusanti tant'è che il nostro sistema giuridico imputerebbe l'eventuale artefice di "incendio colposo", ben diversa risulta la posizione di colui che, per motivi diversi, appositamente, "con dolo", verrebbe sorpreso all'innesco d'incendio. Altro pericolo dell'innesco d'incendi, è rappresentato inoltre da persone che, psicologicamente tarate, vedono nel fuoco una particolare attrazione. Il piromane è sempre stato, lo è e purtroppo continuerà ad esserlo, una minaccia soprattutto per l'ambiente in quanto lo stesso, attratto dal fuoco, predilige la vista di un "grande fuoco" senza che venga arrecato danno ai suoi simili. Lo scenario dell'evento nel caso d' incendio boschivo interesserà una parte di territorio alquanto ampia, con danni enormi al patrimonio boschivo e lievi, se non pressoché nulli, alle strutture edilizie oltre che attenterebbe alla incolumità dell'uomo. Nel caso si dovessero verificare incendi urbani, lo scenario cambierebbe notevolmente: il danno all'ambiente sarebbe in linea generale trascurabile mentre il rischio maggiore sarebbe corso dalla popolazione interessata all'evento. La vita umana sarebbe in serio pericolo, le strutture civili enormemente compromesse se non addirittura distrutte. Nel caso d’ incendio urbano, anche le strutture edilizie in cemento armato di recente costruzione, sono a rischio non solo per quanto concerne il loro contenuto ma anche per le strutture portanti. La grande quantità di condutture elettriche presenti, isolate in polivinilcloruro, in caso di incendio, oltre che ad aggravare con le proprietà dei fumi la pubblica incolumità, danneggiano in maniera irreparabile le parti strutturali dell'edificio tanto da far si che, in casi di particolare gravità, non resta che la demolizione del tutto. Il rischio industriale è ancora maggiore di quello urbano. Negli stabilimenti infatti l'uomo presta il proprio operato, utilizza attrezzi, viene spesso a contatto con materiale e sostanze da considerarsi veicolo veloce di innesco propagazione incendi. L'impianto elettrico è ancor più complesso e come tale pericoloso.

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A differenza delle strutture civile adibite a residenze, uffici e similari, gli stabilimenti industriali sono muniti di adeguati mezzi di estinzione incendi oltre che, si auspica, vi siano operatori in grado di fronteggiare il rischio nei primi momenti d'emergenza. Luoghi a maggior rischio possono essere considerati quelli in cui la presenza contemporanea di persone risulta notevole, quali scuole, locali di pubblico spettacolo come cinema, teatri, sale da ballo, sale riunioni, palazzetti dello sport, ecc. o luoghi di cure e ricovero quali ospedali, case per anziani o grandi locali sempre interessati da grande presenza di pubblico e cose come grandi magazzini ecc. In tali siti si dovranno usare i massimi accorgimenti al fine che nulla possa causare innesco di incendio. Il rischio, definito dalla probabilità che tale determinato evento si verifichi, inciderà sull'ambiente arrecando danno all'uomo ed alle sue attività, in relazione alle condizioni di vulnerabilità, intendendo come tale la misura di porzione di un valore che può vedersi perduta o danneggiata a causa di un evento. Il danno maggiore causato da simili incidenti è rappresentato dalla perdita di vite umane, da grave danno alle strutture ed all'ambiente. IL CORPO DEI VIGILI DEL FUOCO - IL CORPO FORESTALE DELLO STATO - LA PREFETTURA, LE FORZE DELL'ORDINE ED ALTRE ISTITUZIONI PREPOSTE SONO INVITATE A CONTATTARE CON ESTREMA URGENZA IL SERVIZIO DI PROTEZIONE CIVILE DEL COMUNE NON APPENA SE NE RAVVISI LA NECESSITA' NEL CASO IN CUI L'INCENDIO SPRIGIONATOSI NON POSSA ESSERE TENUTO SOTTO CONTROLLO DAGLI ENTI PREPOSTI E METTA O STIA PER METTERE A REPENTAGLIO LA PUBBLICA INCOLUMITÀ'. 4. Stato di Preallarme – Allarme – Attività di Emergenza – Gestione Intervento – Fine Emergenza Quando si viene a conoscenza dell'esistenza di un incendio che non può essere fronteggiato dagli Enti preposti con i normali mezzi in loro dotazione e che pertanto lascia prevedere una imminente situazione che potrebbe determinare probabile situazione di crisi nel territorio comunale con conseguente grave pericolo alla pubblica incolumità, dovranno essere adottati da tutti gli Enti, Amministrazioni e Comandi, le misure di preallarme in modo tale da non trovarsi impreparati al momento dell'emergenza. In caso di rischio incendio, è da tenere presente che sovente lo stato di preallarme può essere bypassato passando direttamente allo stato di allarme. Tali catastrofi possono in molti casi avere un evolversi così rapido e precipitoso, che per i danni ed i pericoli che possono derivare per la pubblica incolumità, da esigere una celerità di esecuzione degli interventi superiore a quelle previste per le altre calamità ed il ricorso contemporaneo ad altre componenti della protezione civile per una più completa e sollecita limitazione delle conseguenze. In particolare dovrà essere :  Assicurata la presenza del personale munito di potere decisionali;  Controllata la lista di pronta reperibilità del personale tecnico;  Curata la messa a punto dei mezzi di soccorso;  Provata la rete delle comunicazioni di emergenza dei radioamatori attivandola periodicamente.

Per quanto attinente alle competenze facenti capo al Comune ed alla attribuzione del Sindaco secondo il dettato in particolare dell'art. 15 della L. 24 Febbraio 1992 n.225, così come integrata e

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - sostituita dal D.L. 59/2012, convertito in L. 100/2012, risulta munito di poteri decisionali, il sottoelencato personale, appositamente delegato:  Vice Sindaco Ass. Pino Papa - Responsabile U.O.C. Protezione Civile  Arch.i Angeloceleste Miccoli - Responsabile del Procedimento Il Sindaco o suo delegato, venuto a conoscenza del possibile insorgere di una situazione di pericolo o di emergenza, procede nelle operazioni secondo quanto qui di seguito riportato. Nel caso di rischio incendio, generalmente la segnalazione avviene da parte del locale Comando VV.FF., Corpo Forestale dello Stato, Prefettura o altro. L'operatore ricevente denominato OPERATORE ATTIVANTE, all'arrivo della segnalazione, compilerà l'apposito stampato, "REGISTRAZIONE DELLA SEGNALAZIONE" e la trasmetterà con estrema urgenza al Sindaco o suo delegato. E' opportuno ricordare che la direzione e la gestione di eventuali situazioni di emergenza dovranno essere condotte dal SINDACO o suo DELEGATO, il quale, verificata la fonte di segnalazione ed accertata la veridicità della fonte di chiamata, diramerà il messaggio di "RAPPORTO DI EMERGENZA".

RAPPORTO DI EMERGENZA VERIFICA DELLA FONTE DI SEGNALAZIONE L'operatore che ha ricevuto la segnalazione dell'evento procede alla verifica dell'informazione:

componendo il numero telefonico ...... …………….

lasciato da: (nome del chiamante) ...... ……………..

che ha segnalato l'evento, accertando in tal modo la veridicità della fonte di chiamata.

Forchia, lì ………………..… ora………………….. l'operatore ______

L'operatore, in via precauzionale, dirama a tutto il personale operante nella struttura comunale di protezione civile ed in particolare al Sindaco o suo delegato, il messaggio di STATO DI PREALLARME, comunicando i dati in suo possesso fino a quel momento. ******************************************************************************** DIRAMAZIONE MESSAGGIO DI "STATO DI PREALLARME" COMUNICAZIONE DI: STATO DI PREALLARME

Aggiornamento n°……………………….. Data ……………………………Ora……….……..

Eventuali allegati  SI  NO

A seguito dell’avvenuta segnalazione di ……………………………………………………… pervenuta da…………………………………………………………………………………….. tramite (tel. fax. altro)…….…………………………………………………………………… viene diramato in forma precauzionale lo STATO DI PREALLARME a tutte le componenti di seguito specificate. Lo stato di PREALLARME è volto a garantire l'immediata operatività di tutte le componenti qualora si ravvisassero gli estremi per la dichiarazione di STATO DI ALLARME. Destinatari della presente

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - comunicazione sono i seguenti: SINDACO POLIZIA STRADALE Benevento CARABINIERI Arpaia - Montesarchio GUARDIA FINANZA Montesarchio - Benevento VIGILI DEL FUOCO Bonea - Benevento A.S.L. Montesarchio - Benevento Corpo Forestale Stato Airola - Benevento TELECOM (locale) GENIO CIVILE Benevento VOLONTARI (gruppo comunale protezione civile e varie E.N.E.L. Montesarchio - Benevento associazioni operanti sul territorio) ASSESSORE DELEGATO ANAS – Napoli VIGILI URBANI PROVINCIA Benevento SNAM Montesarchio F/to IL SINDACO (o suo delegato)

L'operatore, ricevuta la segnalazione, potrebbe trovarsi nella necessità di inviare immediatamente un messaggio di ALLARME. In questo caso l'operatore seguirà la procedura successivamente indicata al punto "INVIO MESSAGGIO DI ALLARME E DI ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE". VERIFICA TECNICA L'operatore accerta che l'evento segnalato si sia realmente verificato. Se la segnalazione non proviene da fonte conosciuta, in relazione alla tipologia e alla gravità dell'evento l'operatore contatta i seguenti Organismi competenti: • Vigili del Fuoco Tel. 115 - 0824/831448 – 0824/372511 • Carabinieri Tel. 112 – 0823/950218- 0824/837222 – 0824/837200 • Polizia Tel. 113 • Servizio Sanitario Tel. 118 • Comune di Forchia Tel. 0823/950316 – 0823/951935 – Fax 0823/950857 • Prefettura di Benevento Tel. 0824/374111 – Fax 0824/374444 • Volontariato Misericordia di Moiano Tel. 0823/715030 • Comunità Montana del Taburno Tel. 0824/973204 – Fax 0824/979266 • Sala Operativa Regionale di P.C. Tel. 081/2323111 – Fax 081/2323860 • Protezione Civile Regione Campania 800232525 numero verde • Dipartimento di Protezione Civile Tel. 800840840 - 06/68201 – Fax 06/68202360 Nel caso venga riscontrata L'INFONDATEZZA dell'informazione, l'operatore concluderà la procedura registrando nel RAPPORTO DI EMERGENZA l'insussistenza dell'evento, archiviando successivamente detto rapporto.

Se la verifica si rivela POSITIVA, l'operatore procede alla fase dì ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE. L'operatore proseguirà comunque nell'accertamento dell'entità dell'evento segnalato, al fine di acquisire sempre maggiori dati in merito, contattando i seguenti Organismi competenti:  Vigili del Fuoco  Carabinieri - Polizia - Servizio Sanitario  Comune di Forchia  Prefettura di Benevento  Genio Civile di Benevento  A.S.L – Montesarchio - Benevento  Altri (in relazione all'evento segnalato).

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -

INVIO MESSAGGIO DI "STATO DI ALLARME" E ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE: IL SINDACO o suo delegato, sulla base delle informazioni acquisite dall'operatore e valutata la gravità della situazione, dirama il messaggio di ALLARME a tutta la struttura comunale di protezione civile, ATTIVANDO CONTESTUALMENTE LA SALA OPERATIVA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE. Lo stato di ALLARME e l'avvenuta attivazione della sala operativa devono essere comunicati per iscritto al Prefetto competente per territorio, al Presidente della Giunta Regionale ed al Dipartimento della protezione civile motivando e descrivendo la gravità degli eventi e le forze prioritariamente attivate. In ogni caso, ove necessario ed opportuno per motivi di celerità, le varie comunicazioni potranno essere effettuate anche telefonicamente, salvo poi formalizzare gli atti con le forme suindicate. DIRAMAZIONE MESSAGGIO DI "STATO DI ALLARME" COMUNICAZIONE DI: STATO DI ALLARME

Aggiornamento n°…………………………….Data ………………………..Ora ………………

Eventuali allegati  SI  NO

A seguito dell’avvenuta segnalazione di ………………………….…………………………… …………………………………………………………………….…………………..………… pervenuta da…………………………………………………………………………………….. ………………………………………………………………..………………………………… tramite (tel. fax. altro)………………………………………………………………………… viene diramato in forma precauzionale lo STATO DI ALLARME a tutte le componenti di seguito specificate. Lo stato di ALLARME è volto a garantire l'immediata operatività delle componenti di protezione civile nella struttura comunale. Destinatari della presente comunicazione sono i seguenti: SINDACO POLIZIA STRADALE Benevento CARABINIERI Arpaia - Montesarchio GUARDIA FINANZA Montesarchio - Benevento VIGILI DEL FUOCO Bonea - Benevento A.S.L. Montesarchio - Benevento Corpo Forestale Stato Airola - Benevento TELECOM (locale) GENIO CIVILE Benevento VOLONTARI (gruppo comunale protezione civile e varie E.N.E.L. Montesarchio - Benevento associazioni operanti sul territorio) ASSESSORE DELEGATO ANAS – Napoli VIGILI URBANI PROVINCIA Benevento SNAM Montesarchio F/to IL SINDACO (o suo delegato)

COMPITI DEGLI ORGANI DI PROTEZIONE CIVILE COMUNALE AL VERIFICARSI DELL'EVENTO CALAMITOSO Allorché viene segnalato lo stato di emergenza. a) IL SINDACO O SUO DELEGATO II Sindaco del Comune interessato alla calamità e quelli delle località limitrofe dovranno:  informare tempestivamente la Prefettura a mezzo telefono o a mezzo radio, inoltrando le notizie sul proprio C.O.C, dettagliando la situazione e chiedendo i soccorsi più urgenti;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  provvedere all'approntamento dei primi interventi di soccorso in favore delle popolazioni minacciate dal pericolo;  disporre l'approntamento e successivo impiego di squadre di soccorso, utilizzando personale e mezzi dei servizi municipali e delle aziende appositamente individuate per fronteggiare e risolvere l'emergenza (autobotti, rimozione rifiuti, trasporti, ecc.), oltre ai gruppi comunali di volontari;  disporre, di concerto con la Prefettura o il Centro Operativo Misto - qualora costituito - l'eventuale trasferimento delle popolazioni colpite dalla calamità verso località ritenute più sicure;  disporre l'immediata utilizzazione, nell'ambito locale, degli edifici da adibire a temporaneo ricovero di persone, provvedendo ad avviarvi i cittadini provenienti dalle zone colpite; qualora questi si rilevassero insufficienti per ospitare tutto il personale sgomberato, mettere a disposizione aree per sistemare unità alloggiative di emergenza (roulotte, tende, prefabbricati, ecc.);  richiedere alla Prefettura ed al Centro Operativo Misto - se costituito - l'intervento delle Forze di Polizia per la conservazione ed il recupero di valori e di cose, nonché dei beni lasciati incustoditi dalle popolazioni sgomberate e per la tutela dell'ordine pubblico;  interessare i competenti servizi delle Aziende Sanitarie AA.SS.LL. ed Ospedaliere per la predisposizione ed attuazione dei compiti di istituto;  interessare i presidi ospedalieri per l'eventuale ricovero dei feriti;  disciplinare, di concerto con il Comandante dei VV.FF. e con la Polizia, il traffico, apponendo le segnaletiche di pericolo o d'emergenza ritenute più opportune (fornite dall'Amministrazione Comunale) e bloccando, se del caso, la circolazione stradale delle zone a rischio per i soccorsi;  fornire alla Prefettura, con ogni possibile urgenza, e tenere aggiornati, gli elenchi dei morti e feriti (identificati o no), degli sgomberati, ecc. b) VIGILI URBANI I Vigili Urbani dovranno provvedere a:  fornire, tramite personale e mezzi, il massimo concorso al Sindaco per il superamento dell'emergenza;  segnalare tempestivamente notizie di particolare interesse relative alla pubblica e privata incolumità;  disporre una più attenta vigilanza sulle strade, dando soccorso agli automobilisti rimasti isolati;  segnalare la necessità della posa in opera di segnaletica di emergenza e/o per la rimozione di eventuali ostacoli sulla strada;  concorrere all'attuazione di percorsi preferenziali, divieti o blocchi o sensi alternati;  concorrere, con personale specializzato all'opera di soccorso della popolazione;  divulgare messaggi alla popolazione, su richiesta del Sindaco o suo delegato;  sorvegliare in collaborazione con le altre forze dell'ordine, i beni lasciati incustoditi a causa di eventuale sgombero di abitazioni. c) CORPO FORESTALE DELLO STATO (Incendi Boschivi) L'attività per lo spegnimento degli incendi è compito del Corpo Forestale dello Stato, per le competenze specifiche ad esso attribuite, per l'elevata qualificazione professionale nonché per la conoscenza del territorio boscoso. Si rende, però necessaria la mobilitazione di tutte le forze che, pur se destinate a compiti diversi (Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Esercito, Polizia Municipale, ecc.), unitamente

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - alle squadre di pronto intervento, devono intervenire per il controllo ed il contenimento della situazione in attesa dell'arrivo delle apposite strutture operative. Pertanto, tutte le varie componenti chiamate ad intervenire sull'incendio devono trovare nel personale forestale responsabile il punto di raccordo per l'affidamento dei compiti operativi e per la condotta da tenere nello svolgimento dell'attività di spegnimento e successiva bonifica. I suddetti Comandi sono tenuti:  a fronteggiare l'emergenza con i mezzi a disposizione;  a dare immediata comunicazione dell'incendio e del suo andamento, oltre che al Prefetto ed al Sindaco, all'organo forestale competente; Il centro operativo del C.F.S. provvede:  ad inviare sul luogo dell'incendio un Ufficiale per coordinare le operazioni di spegnimento;  alla immediata mobilitazione dei comandi Stazioni Forestali dipendenti e delle apposite squadre di volontari, se preventivamente organizzate;  alla razionale utilizzazione delle opere localmente predisposte;  a decidere per l'eventuale richiesta di intervento di aeromobili da inoltrarsi al C.O.A.U. d) COMANDO LOCALE VV.FF. (Incendi urbani ed industriali) Gli incendi urbani ed industriali sono normalmente fronteggiati dai Vigili del Fuoco che, in caso di necessità, dovuta all'aggravarsi dello stato di emergenza, provvedono a richiedere, tramite l'Ispettore Regionale VV.F., l'intervento di altri mezzi dislocati presso altri comandi VV.F. delle CAMPANIA. In queste eccezionali ed importanti circostanze, sempre che non sia possibile il contemporaneo e diretto intervento di funzionali della Prefettura, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, a guadagno di tempo, potrà chiedere il concorso e l'intervento di quelle componenti della protezione civile che riterrà necessario coinvolgere per limitare e prevenire danni superiori quali la struttura di Protezione Civile del Comune. Di tali iniziative ne dovrà essere data comunicazione urgente, appena possibile alla Prefettura. Il Comando locale dei VV.FF. dovrà:  fronteggiare l'emergenza con i mezzi in dotazione;  tenere costantemente aggiornato il Prefetto sulla evoluzione dell'evento e sullo svolgimento dell'opera di soccorso;  far interrompere, previo accertamento della pericolosità, l'erogazione del flusso di energia elettrica o il trasferimento di gas liquidi infiammabili (metanodotti, gasdotti, oleodotti, ecc.), prendendo contatti con l'ENEL e le Aziende interessate;  provvedere allo sgombero di macerie, ricerca di salme o soccorso ai feriti, avvalendosi anche di personale sanitario, autoambulanze e personale volontario, che dovrà operare sotto la direzione del comando Provinciale dei VV.FF. Il Comando locale dei VV.FF. dovrà provvedere: in caso di incendio in stabilimento industriale a:  isolare l'intera area dello stabilimento con un perimetro di sicurezza;  fare bloccare l'eventuale transito alternato sulle strade prospicienti il perimetro di sicurezza;  fare eventualmente sgomberare le case di civile abitazione poste nel perimetro di sicurezza;  richiedere un servizio di sicurezza a tutela della proprietà sia dei settori dello stabilimento non colpiti dalle fiamme, sia delle abitazioni fatte sgomberare; in caso di incendi di fabbricati urbani a:  isolare l'area occupata dal manufatto, assicurando un perimetro di sicurezza;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  fare bloccare le strade confluenti nella zona d'incendio;  fare eventualmente sgomberare fabbricati ubicati nel perimetro di sicurezza;  richiedere servizi di pubblica sicurezza a tutela dei beni nelle case di civile abitazione fatte sgomberare a causa o in dipendenza dell' incendio; e) FORZE DELL’ORDINE: Le forze dell'ordine dovranno:  concorrere, con personale specializzato alle operazioni di soccorso alla popolazione;  coadiuvare od eventualmente sostenere gli organi di polizia municipale per consentire l'ordinato svolgimento delle operazioni di soccorso;  mantenere l'ordine pubblico, con il particolare obiettivo di controllare stati di panico od eccessi di allarmismo nella popolazione;  provvedere allo sgombero della popolazione, qualora ordinato dalle autorità responsabili (Sindaco e/o Prefetto) e al suo avvio al centro/i di raccolta, se costituiti;  disciplinare il traffico, anche per facilitare l'afflusso ed il deflusso dei soccorsi;  concorrere a fare rispettare i divieti o i blocchi o i sensi alternativi disposti dai VV.FF. o suggeriti dalla situazione;  interrompere se del caso, la circolazione stradale nella zona a rischio d'intesa con il Comandante Provinciale VV.FF. e la Prefettura;  sorvegliare i beni lasciati incustoditi dalle popolazioni sgomberate e reprimere azioni di sciacallaggio. f) AZIENDA SANITARIA ASL locale: L'Azienda Sanitaria Locale dovrà:  controllare la capacità ricettive delle strutture ospedaliere, provvedendo - se del caso a fare dimettere i pazienti non gravi allo scopo di fare posto ai bisognosi di cure provenienti dalle zone sinistrate;  evacuare i feriti dalle zone interessate alla calamità, avvalendosi di mezzi idonei (ambulanze degli ospedali, della C.R.I. e di altre Associazioni di pubblico soccorso) o con i mezzi speciali (aeromobili) da richiedere tramite la Prefettura, previe intese, in particolare per i grandi ustionati, con i centri specializzati;  fare affluire negli ospedali le "équipe" mediche chirurgiche specializzate, a seconda delle tipologie dei feriti, provvedendo a suddividere in turni che permettano il funzionamento ininterrotto nelle 24 ore;  applicare le norme di polizia mortuaria;  coordinare l'attività delle strutture mediche, dei funzionali medici e dei liberi professionisti a disposizione dei vari livelli operativi;  provvedere al rifornimento dei medicinali e materiale sanitario necessari;  provvedere, tramite i propri servizi, a:  espletare la vigilanza igienico-sanitaria sugli alimenti e sulle bevande adottando, se del caso, le limitazioni od i sequestri cautelativi che rendessero opportuni;  adottare gli opportuni provvedimenti o fornire ai proprietari le necessarie disposizioni per gli ammali da affezione e da bassa corte;  evitare il fenomeno del randagismo;  tenere costantemente aggiornati il Sindaco ed il Prefetto sulla situazione;  fornire il parere igienico-sanitario ai Sindaci in ordine ai siti prescelti per l'infossamento degli animali.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - g) CONCESSIONARIO O ESERCENTE DELL’ IMPIANTO: Il Concessionario o esercente di impianto dovrà:  attuare le misure antincendio di competenza attivando, qualora costituite, squadre antincendio ed i mezzi a disposizione;  fare allontanare al di fuori dello stabilimento tutti i lavoratori, fatta eccezione quelli previsti per gli interventi di emergenza;  interrompere l'erogazione dell'energia elettrica elle zone investite dall'incendio;  informare con la massima tempestività:  il Comando Provinciale VV.FF.;  l'ENEL;  il Comune interessato e relative strutture di protezione civile del Comune oltre che il Comando della Vigilanza Urbana;  il Comando Carabinieri competente per territorio;  fornire le necessarie informazioni agli esercenti degli impianti contigui. h) E.N.E.L. L’ E.N.E.L. dovrà:  allertare le proprie strutture operative;  sospendere immediatamente l'erogazione dell'energia elettrica nelle zone colpite dalla calamità;  accertare i danni subiti dalle strutture;  provvedere, ad emergenza conclusa, al ripristino degli impianti curando, se necessario l'installazione di apparati provvisori per la distribuzione dell'energia;  informare la Prefettura circa i danni e le operazioni di ripristino. i) PRESIDIO MULTIZONALE DI IGIENE E PREVENZIONE (ARPAC): Il Presidio dovrà:  fornire i dati sulle condizioni di stabilità dell'atmosfera e previsioni sull'evoluzione meteo della zona;  provvedere alla esecuzione delle analisi di campioni prelevati dalle Aziende Sanitarie U.S.L., di acque superficiali e di matrici ambientali per la determinazione delle concentrazioni di sostanze nocive (Unità Chimica). l) CROCE ROSSA ITALIANA – Sezione Provinciale o locale competente per il territorio La C.R.I. dovrà:  allertare le proprie strutture di soccorso che potrebbero essere eventualmente impiegate in ragione dell'entità dell'emergenza;  disporre il graduale richiamo in servizio del proprio personale in proporzione al grado di necessità;  concorrere nell'evacuazione dei feriti, dei malati, dei minori e delle altre persone non autosufficienti dalla zona colpita dalla calamità con propri automezzi e personale;  allestire e gestire posti di soccorso sanitari;  inviare, ove richiesto dal Sindaco o dalla prefettura, proprio personale medico o paramedico ad integrazione del personale degli ospedali interessati dalla calamità;  concorrere all'approvvigionamento di materiali, di attrezzature mediche, di medicinali necessari all'assistenza sanitaria immediata, all'assistenza socio-sanitaria delle popolazioni colpite, alla raccolta e distribuzione di viveri, vestiario ed effetti letterecci per la popolazione colpita, alla gestione di ospedali da campo e treni ospedali, all'allestimento di tendopoli e di aree per prefabbricati o roulottes, al censimento dei

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - morti e dei feriti, al ricovero e ricongiungimento dei dispersi, alla raccolta e distribuzione dei soccorsi provenienti dall'estero. Intervento degli Elicotteri SOLO DOPO ATTENTA VALUTAZIONE DELLA PREFETTURA A SEGUITO DI RICHIESTA DEL SINDACO Ogni richiesta di soccorso che prevede l'impiego di elicotteri va inoltrata dal Comune all'Ufficio di Protezione Civile della Prefettura di Benevento. La richiesta può riferirsi a:  sgombero di malati o traumatizzati gravi;  trasporto di personale medico e/o soccorritori;  rifornimento di viveri, medicinali o altri materiali di prima necessità;  rifornimento di foraggio per bestiame;  sgombero di personale per altre eventuali cause. La Prefettura, valutata l'effettiva urgenza e/o congruità della richiesta:  nel caso di riscontro positivo circa l'urgenza della richiesta, opera di massima in accordo con il regolamento interministeriale relativo al trasporto sanitario d'urgenza;  in ogni caso, inoltra a sua volta la richiesta al Dipartimento della Protezione Civile - Servizio Emergenza; La richiesta deve contenere tra l'altro, le seguenti informazioni:  area di atterraggio attivata;  modalità dell'attivazione;  disponibilità di fumate di segnalazione;  aeroporto, aviosuperfìcie o altra area attrezzata ove eventualmente imbarcare personale e materiale di soccorso, ovvero sbarcare il personale sgomberato;  orari correlati all'intervento;  eventuale collegamento TBT da realizzare. Ove venga interessato il Dipartimento, il dipendente Centro Operativo Aereo Unificato (C.O.A.U.) esaminata la fattibilità della missione sia sotto l'aspetto tecnico che sotto quello meteorologico e, ritenuto possibile l'intervento aereo:  dispone l'impiego degli elicotteri di cui ha direttamente il controllo operativo, qualora idonei e/o sufficienti;  in alternativa, richiede all'Amministrazione della Difesa, secondo le modalità in vigore, l'intervento dei suoi elicotteri; ove la situazione lo faccia ritenere opportuno, può essere richiesto il soccorso delle altre Amministrazioni dello Stato che dispongano di unità di elicotteri idonei al tipo di missione da effettuare. In assenza di collegamenti con uno o più paesi della zona coinvolta dall'emergenza, a richiesta dell'Autorità prefettizia o d'iniziativa del Dipartimento, possono essere disposte le ricognizioni aeree necessarie all'accertamento della situazione locale. PRESCRIZIONI OPERATIVE PER L'UTILIZZAZIONE DELLE AREE DI ATTERRAGGIO DA PARTE DEGLI ELICOTTERI DI SOCCORSO. Al fine di consentire agli elicotteri di soccorso l'utilizzazione, in sicurezza, dell'area di atterraggio ubicata presso il Campo Sportivo Comunale sito in Via Pizzone, è necessario che saranno svolte determinate operazioni ed osservate alcune precauzioni. Di tali misure i limiti definiti ai punti seguenti, sono responsabili:  il Sindaco del Comune nel quale trovasi l'area di atterraggio;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  il Comandante della Stazione CC. competente per territorio. a) attribuzioni del Sindaco:  inoltra la richiesta di soccorso tramite la Prefettura;  evita in maniera rigorosa modifiche all'area prescelta nel Comune per l'atterraggio di elicotteri (diversa destinazione del sedime o impianto di manufatti che presentino un ostacolo verticale superiore ai 2 metri); ove ciò avvenga comunque, l'area non potrà essere più utilizzata, se non dopo ulteriore sopralluogo, e delle modifiche dovrà essere dato tempestivo avviso alla Prefettura competente;  provvede al trasporto di malati o traumatizzati fino all'area di atterraggio e al ritiro dalla stessa di eventuali materiali di soccorso, assicurando pertanto la percorribilità delle strade di accesso;  assicura, al Comandante la Stazione CC. competente per territorio, concorso adeguato di uomini e mezzi per lo sgombero dell'area di atterraggio e la sua attivazione (fra i mezzi, candelotti fumogeni per l'indicazione della zona e della direzione del vento all'equipaggio in volo). b) attribuzioni del Comandante la Stazione Carabinieri competente per territorio:  provvede, con la mano d'opera ed i mezzi a disposizione del Sindaco, allo sgombero dell'area di atterraggio, ove, in caso di presenza neve, lo sgombero risultasse non realizzabile, dovrà essere praticata una conveniente battuta dello strato superiore per permettere in sicurezza l'atterraggio ed il decollo degli elicotteri muniti di pattini da neve. La diversa preparazione del terreno dovrà essere comunicata alla Prefettura e, comunque, specificata nella richiesta di soccorso eventualmente inoltrata;  provvede, durante le operazioni di atterraggio e decollo, al controllo del personale civile intorno alla zona ed all'impiego dei candelotti da segnalazione;  disciplina, secondo le indicazioni del capo equipaggio dell'elicottero di soccorso, l'imbarco e lo sbarco del personale e/o del materiale oggetto dell'intervento. 5. Procedure Operative Le procedure operative specifiche, per quanto attinente alle strutture appositamente costituite, quali Corpo Forestale dello Stato e VV.FF. possono essere sinterizzate nelle attribuzioni dei compiti già elencati. Si rammenta che, data l'alta professionalità di tali strutture, la scelta delle soluzioni valide per fronteggiare l'emergenza incendi non può che essere a queste affidata. La struttura di protezione civile comunale concorrerà con le altre forze, secondo le procedure dettate dagli organi competenti, essendo questa chiamata a prestare la propria opera in loro ausilio e nel modo seguente:

Fase di Allarme – Attivazione Struttura - Inizio Operazioni L'INPUT DI ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA PUÒ ESSERE DATO SOLAMENTE DA:  Sindaco o Assessore delegato;  Responsabile U.O.C. Protezione Civile – Vice Sindaco Ass. Pino Papa;  Responsabile del Procedimento Arch.i Angeloceleste Miccoli; Per quanto sopra, chiunque verrà a conoscenza della necessità di attivare la struttura provvederà, con qualunque mezzo ed in qualsivoglia modo a contattare il personale summenzionato. Nel caso in cui si debba procedere alle operazioni, si agirà secondo le seguenti modalità:  SINDACO – DELEGATO  RESPONSABILE U.O.C. –PROTEZIONE CIVILE- VICE SINDACO ASS. PINO PAPA  ARCH.I ANGELOCELESTE MICCOLI – RESPONSABILE PROCEDIMENTO  ATTIVAZIONE SALA OPERATIVA COMUNALE (8 FUNZIONI)

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -

CONCORRERANNO INOLTRE: DIPENDENTI COMUNALI TUTTI e CONSIGLIERI COMUNALI TUTTI II personale al quale sono affidati i compiti di cui sopra, non appena avuto notizia dai preposti dello stato di "ALLARME", CON ESTREMA URGENZA E CON QUALSIASI MEZZO, AL PARI DEL RESPONSABILE DELL' U.O.C. PROTEZIONE CIVILE, DOVRÀ RECARSI PRESSO LA SALA OPERATIVA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE CHE IN CASO DI EMERGENZA RILASCIO DI SOSTANZE RADIOATTIVE, il C.O.C., sarà costituito presso:  La sede Comunale in Via Umberto I° n° 45; Per la messa in marcia dei mezzi sotto elencati, di proprietà dell'Amministrazione Comunale, ove necessario, saranno chiamati i dipendenti a margine indicati i quali dovranno immediatamente presentarsi presso la sala operativa. Dipendenti Telefono Mezzi Sig. Papa Michele 3391796872 Fiat Panda 4x4 Targata DE965WZ 0823959082 Geom. Giuseppe Stroffolino 3477333508 Iveco Scuolabus Targato CW907WW 0823950858 In caso di messaggi di preallarme al fine di evitare lungaggini, gli stessi sono autorizzati ad usare tale mezzo per raggiungere la propria abitazione. Sarà cura del Sindaco, del Responsabile alla P.C. –Vice Sindaco Ass. Pino Papa, e dei tecnici coordinatori:  far intervenire, ove necessario, Ditte esterne;  chiamare in servizio tutto il personale dipendente;  suddividere il servizio in turni di lavoro;  rispettare quanto contenuto nel presente piano;  tenere informata 1'Amm.ne dell'andamento delle operazioni;  tenere contatti e collaborare con altri enti e/o istituzioni DECISIONI RILEVANTI SARANNO PRESE DAL SINDACO O SUO DELEGATO (ASS. PROT. CIV. - RESP. PROT.CIV.- DIRIGENTE SERVIZIO TECNICO); L'ATTIVAZIONE DEL C.O.C. (CENTRO OPERATIVO COMUNALE) NEL CASO DI EMERGENZA PER RILASCIO DI SOSTANZE RADIOATTIVE DOVRÀ' ESSERE IMMEDIATO E TOTALE. FINE EMERGENZA Alla fine operazioni, accertato che non vi sono più le condizioni che hanno fatto scattare il piano d'emergenza e che si prevede un ritorno alla normalità, il SINDACO o suo delegato comunica a tutte le componenti attivate la CESSAZIONE DELL'EMERGENZA e la CHIUSURA DELLA SALA OPERATIVA DI PROTEZIONE CIVILE. ****************************************************************************

6. Aree Urbane soggette a Rischio Incendio d’ Interfaccia Nell’ ambito del territorio di questo Ente, sono state individuate aree urbane o con presenza di infrastrutture, sensibili a rischio incendio d’interfaccia, ovvero combustione in aree boscate o pascolive e possibile propagazione verso le zone antropizzate.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Le aree oggetto dell’ O.P.C.M. n° 3606 del 28 Agosto 2007, sono state perimetrate con deliberato di Giunta Comunale –sede - n° 74 del 28 Marzo 2008. Tra l’altro, alcune aree boschive-pascolive per la fattispecie trattata, sono situate: o nel Comune di Arienzo (Ce), quindi, nell’eventualità, occorre informare il Comune di Arienzo (Ce) e la Prefettura di Caserta. o nel Comune di Arpaia (Bn), quindi, nell’eventualità, occorre informare il Comune di Arpaia (Bn). Il presente Piano Comunale di Protezione Civile, sostituisce e/o implementa tutte le aree soggette a rischio d’incendio d’interfaccia, le quali vengono di seguito elencate:  Zona Monte Puntarelle (Comune di Arienzo –Ce-), interessa:  in parte, il Piano Insediamenti Produttivi “Rella” ed attività produttive insediate;  in parte, Via Rella;  in parte, il centro congressi interregionale dell’Associazione dei Testimoni di Geova, sito in Via Della Pace e Via Rella;  strada Vicinale Verzaruolo ed opere antropiche dell’acquedotto del Serino (adduce acqua potabile da Serino (Av) a Napoli);  rete tecnologica gasdotto dorsale per il Nord Italia DN 1200 75 bar -metano  Monte Tairano, versante Chichierra, versante Cugniuolo, interessa:  in parte, la ferrovia Metro Nord Campania, che collega Benevento a Napoli;  in parte, il territorio del Comune di Arienzo (Ce);  rete tecnologica gasdotto dorsale per il Nord Italia DN 1200 75 bar -metano  Monte Castello –nel tenimento del Comune di Arpaia-, interessa:  in parte, Via Misciuni (zona ex contrada Cretazzo);  in parte, Palazzetto dello Sport di questo Ente sito in Via Misciuni;  in parte, Via Forchia-Arpaia;  ex contrada Cretazzo e pineta di proprietà del Comune di Forchia e del Comune di Arpaia (Bn);  località Valloncello;  in parte, Via Dell’Acqua;

In particolar modo dovrà essere immediatamente avvertita la società SNAM –Montesarchio –Bn-, in quanto presenti sul territorio del Comune di Forchia due gasdotti di importanza Nazionale, il primo Dorsale per il Nord Italia DN 1200, il secondo dorsale per Napoli DN 400.

***************************************************************************** NORME DI COMPORTAMENTO DELLA POPOLAZIONE

SI RITIENE DOVEROSO INDICARE LE NORME DI COMPORTAMENTO DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO CON EVENTUALE SGOMBERO DELL'ABITAZIONE: TALI NORME DEVONO ESSERE OPPORTUNAMENTE OGGETTO DI INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE DA PARTE DELL’ UFFICIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE.

In caso di incendio boschivo Per evitare un incendio:  non gettare mozziconi di sigaretta o fiammiferi ancora accesi, possono incendiare l'erba secca;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  non accendere fuochi nel bosco. Usa solo le aree attrezzate. Non abbandonare mai il fuoco e prima di andare via accertati che sia completamente spento;  se devi parcheggiare l’auto accertati che la marmitta non sia a contatto con l'erba secca. La marmitta calda potrebbe incendiare facilmente l’erba;  non abbandonare i rifiuti nei boschi e nelle discariche abusive. Sono un pericoloso combustibile;  non bruciare, senza le dovute misure di sicurezza, le stoppie, la paglia o altri residui agricoli. In pochi minuti potrebbe sfuggirti il controllo del fuoco. Quando l'incendio è in corso:  se avvisti delle fiamme o anche solo del fumo telefona al 1515 per dare l’allarme. Non pensare che altri l'abbiano già fatto. Fornisci le indicazioni necessarie per localizzare l'incendio;  cerca una via di fuga sicura: una strada o un corso d'acqua. Non fermarti in luoghi verso i quali soffia il vento. Potresti rimanere imprigionato tra le fiamme e non avere più una via di fuga;  stenditi a terra in un luogo dove non c'è vegetazione incendiabile. Il fumo tende a salire e in questo modo eviti di respirarlo;  se non hai altra scelta, cerca di attraversare il fuoco dove è meno intenso per passare dalla parte già bruciata. Ti porti così in un luogo sicuro;  se il fuoco vi ha attaccato i vestiti, rotolatevi per terra per soffocare le fiamme.  l'incendio non è uno spettacolo, non sostare lungo le strade. Intralceresti i soccorsi e le comunicazioni necessarie per gestire l’emergenza.  non riparatevi entro grotte: la mancanza di ossigeno potrebbe esservi letale.  osservate in quale direzione spira il vento e allontanatevi verso la direzione opposta.  evitate di inalare il fumo respirando attraverso un fazzoletto umido.

In caso di incendio all’interno di un immobile Quando l'incendio è in corso:  non correre: l’aria alimenta le fiamme;  rotolarsi sul pavimento, sulla strada o sul prato, per soffocare le fiamme;  strapparsi i vestiti di dosso;  avvolgersi, o farsi avvolgere da qualcuno, in una coperta o in un tappeto per soffocare il fuoco.  il modo più usuale per spegnere un incendio e quello di versarci sopra dell’acqua, elemento di solito disponibile. Ricordati soltanto di non utilizzare l’acqua per spegnere un incendio di origine elettrica o che si sia propagando in prossimità di impianti sotto tensione. Si potrebbe prendere una forte scossa elettrica.  l’acqua non si deve usare nemmeno per spegnere incendi che interessano petrolio o benzina: questi galleggiano sull’acqua e possono portare l’incendio in altri luoghi.  se sei costretto ad abbandonare il locale dove si è sviluppato l’incendio ricordati di chiudere tutte le porte dietro di tè: cosi facendo frapponi una barriera fra te e il fuoco.  se sei in casa, ma puoi uscire, avvisa i vicini del pericolo e per scendere usa le scale e non l’ascensore.  se non puoi uscire da casa il luogo più sicuro è il bagno perché dispone di acqua ed è rivestito di materiali non infiammabili o con lunga rottura da calore: sarà questo il luogo dove appronteremo la nostra difesa. Raggiungiamo il bagno e ne apriamo la finestra richiamando l’attenzione. Chiudiamo la porta del bagno sigillandola con stracci bagnati in modo da evitare che vi entri del fumo. Mentre facciamo questa operazione riempiamo di acqua la vasca (se esistente) otturandone tutti gli scarichi (con carta od altro) lasciando che trafili dai bordi;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - ripetiamo la manovra con i lavandini. Raccogliamo l’acqua dal lavandino e bagniamo abbondantemente e ripetutamente la porta del bagno cercando di inzupparla d'acqua il più possibile. Se abbiamo tempo provvederemo a gettare dalla finestra tutti gli oggetti infiammabili (profumi, bombolette spray ecc.). A questo punto il rischio è rappresentato dal calore e dalla mancanza di ossigeno (il bagno non può più prendere fuoco tanto facilmente!). Cercheremo un contenitore stagno sufficientemente capiente che metteremo capovolto sul bordo della vasca. Se il calore è eccessivo ci immergeremo nella vasca utilizzando il contenitore come riserva di ossigeno: se restiamo sufficientemente calmi e respiriamo molto lentamente abbiamo a disposizione una riserva d’aria per alcuni minuti che potrebbero rivelarsi preziosi. Dobbiamo mantenere la calma cercando di ricordare la conformazione dell’edificio ed i luoghi dove sono poste le uscite di sicurezza o le indicazioni per raggiungerle. Se l’edificio è dotato di scale di sicurezza dobbiamo raggiungerle per evacuare l’edificio. Aprite le finestre del vano scala, per far evacuare il fumo. In ogni caso dobbiamo evitare di aggirarci all’interno dell’edificio, senza una meta precisa, confidando soltanto nella fortuna. Non dobbiamo usare mai l’ascensore perché in caso di incendio potrebbe bloccarsi, mentre il vano di discesa si trasforma in un’enorme canna fumaria: moriremmo soffocati. In caso di presenza di fumo e non ti fa respirare, filtra l’aria attraverso un fazzoletto, meglio se bagnato (acqua,saliva, ecc..), e strisciare sul pavimento: qui l’aria è più respirabile ed ha una minore concentrazione di gas tossici. Prima di aprire una porta dobbiamo verificare se filtra del fumo e se sfiorandone la maniglia quest’ultima risulta calda. In questa evenienza molto probabilmente ci troviamo davanti una stanza che è già invasa dal fumo e nel quale l’incendio si è già fortemente sviluppato: l’apertura della porta consentirebbe all’ossigeno di raggiungere le fiamme provocando una “fiammata” nella nostra direzione. In caso contrario apriremo leggermente la porta tenendola con il piede per evitare le sempre possibili vampate di fuoco e fumo ed una volta entrati la chiuderemo alle nostre spalle per evitare di formare correnti d’aria che possono alimentare le fiamme. Chiamate i Vigili del Fuoco, immediatamente.

Quando l’incendio è stato spento, il pericolo non è cessato Il forte sviluppo di calore causato dall’incendio può avere seriamente danneggiato le strutture dell’edificio inducendo modificazioni sia chimiche sia meccaniche difficilmente individuabili ad occhio nudo. Per questo motivo dopo un incendio è opportuno non avventurarsi nell’edificio (anche in ali apparentemente non compromesse) senza averne avuto l’autorizzazione da parte della autorità competente. Nota: E’ necessario avere sempre un estintore efficiente a portata di mano - anche all’interno dell’ auto. Prima dell'utilizzo leggere sempre le modalità d'uso. ****************************************************************************

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EMERGENZA SOSTANZE PERICOLOSE INCIDENTE DA TRASPORTO

EMERGENZA SOSTANZE PERICOLOSE INCIDENTE DA TRASPORTO

SOMMARIO

1) Premessa 2) Generalità

3) Analisi delle Sostanze Più Pericolose Interessanti il Territorio di questo Ente

4) Concetto di Sostanze Pericolose e classificazione ai fini del Trasporto

5) Inquinamento Ambientale

6) Attività Preparatoria  rapporto di emergenza  diramazione del messaggio “stato di preallarme”  verifica tecnica  diramazione del messaggio “stato di allarme”  compiti di protezione civile comunale al verificasi dell’evento calamitoso  intervento degli elicotteri e prescrizioni operative per l’utilizzazione delle aree di atterraggio

7) Procedure Operative e modalità d’intervento  Fase di allarme  Riferimento ad altri piani di emergenza

 Norme di comportamento della popolazione

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1. Premessa In caso di sinistri che vedessero coinvolti mezzi di trasporto contenenti sostanze pericolose con susseguente pericolo di fuoriuscita delle stesse o, peggio ancora, con fuoriuscita di sostanze tossiche e/o comunque ritenute pericolose, tali da costituire "pericolo" per la pubblica incolumità, si dovranno porre in essere le misure di emergenza contenute nel presente piano. Data la pericolosità che tali sostanze rappresentano per la popolazione, siano esse presenti allo stato solido, liquido od aeriforme ed in considerazione inoltre che per far fronte ai pericoli da esse sostanze derivanti necessitano tecnici ed operatori esperti nel settore specifico oltre che di attrezzature e strumentazioni specialistiche, di non facile reperimento nel territorio del nostro comune, si ritiene che l'evento non può essere fronteggiato dalla comunità locale e pertanto, si coinvolgerà, tramite la Prefettura, la struttura Provinciale di Protezione Civile. IL PRESENTE SCENARIO DI RISCHIO VIENE VALUTATO ATTESO CHE PARTE DEL TERRITORIO COMUNALE E' ATTRAVERSATO DALLA STRADA STATALE N° 7 – APPIA-.

2. Generalità Il rilascio di sostanze pericolose può essere causato da:  incidenti di varia natura, incidenti in depositi o stabilimento di lavorazione di sostanze tossiche;  fughe di sostanze tossiche provocate da incidenti stradali, ferroviari, aerei in cui rimangono coinvolte tali sostanze;  rottura delle strutture fisse adibite al trasporto (oleodotti, metanodotti, gasdotti, ecc.). Tali eventi, pur ammettendo in alcuni casi una fase di preallarme, possono avere un evolversi successivo dello stato di allarme così precipitoso, per i danni ed i pericoli per la pubblica incolumità, da esigere una celerità di esecuzione degli interventi di soccorso assai superiore a quella richiesta per le altre calamità, anche se la portata territoriale degli incidenti industriali è normalmente più limitata che non per quelli di origine naturale. La componente industriale di questo territorio, comunque, è tale da non compromettere il rischio ambientale, in quanto non sono presenti industrie o stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti. La presente pianificazione è basata sui seguenti elementi principali:  individuazione delle situazioni di rischio;  conoscenza dei diversi scenari all'interno dei quali gli incidenti possono avvenire;  conoscenza di mezzi, delle informazioni e delle azioni necessarie a contrastare i diversi tipi di calamità. Tali elementi si legano, correlando i singoli rischi a specifiche contromisure, in funzione dell'ambiente circostante, nella formulazione di piani di emergenza locali e particolareggiati. In relazione, in particolare, ad incidenti che comportino la dispersione nell'ambiente di sostanze tossiche, devono essere considerati i seguenti dati: a) caratteristiche fisiche delle sostanze tossiche immesse in atmosfera Per lo studio dell'impatto ambientale della perdita di contenimento di sostanze nocive, sono necessari alcuni parametri legati alla fonte di immissione nonché alla forma fisica (solida, liquida, gassosa) della sostanza liberata. Il dato generale per la individuazione del fenomeno e della sua possibile evoluzione è la quantità presumibile di rilascio.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - In particolare, quando le sostanze siano immesse in ambiente per aerodispersione, si richiedono ulteriori informazioni su:  quota di rilascio;  natura fisica della sostanza rilasciata, in riferimento allo stato gassoso o particolato, alle caratteristiche aerodinamiche della sostanza, al peso specifico;  temperatura del rilascio. E' necessario inoltre considerare i possibili cambiamenti di stato delle sostanze tossiche, ad esempio con la solubilizzazione di solidi, oppure con la evaporazione o esalazione di liquidi e, conseguentemente, le implicazioni derivanti. b) diffusione nell'ambiente Per lo studio dell'impatto ambientale del fenomeno in oggetto sono necessarie informazioni per le caratteristiche geomorfologiche e idrogeologiche del sito. Inoltre, per il controllo della diffusione atmosferica di inquinamenti aeriformi, sono richiesti elementi quali:  dati sulla stabilità atmosferica;  direzione ed intensità dei venti;  temperatura;  regime pluviometrico eventuale;  previsioni sulla evoluzione delle condizioni atmosferiche. Non vanno trascurati gli aspetti legati alla presenza dei sistemi sotterranei di condotte (sistemi fognari, ecc.) che possono veicolare a grande distanza in tempi brevi liquidi o gas sprigionatisi. Con i dati suindicati è possibile seguire l'evoluzione della situazione, allo scopo di predisporre le più adeguate misure protettive. c) caratteristiche relative alla nocività dal punto di vista chimico o tossicologico della sostanza diffusa L'azione tossica delle diverse sostanze sprigionate nel corso di un incidente può avere manifestazioni di diversa natura ed i danni ad essa correlabili possono essere schematicamente distinti in:  danni legati alla fase acuta (diffusiva) dell'incidente, anche se questi possono avere manifestazioni ritardate;  danni legati alle condizioni di contaminazione ambientale residua dopo la fase acuta dell'incidente.

1) Danni Legati alla fase dell'incidente In particolare, gli sprigionamenti di sostanze tossiche in atmosfera sono in grado di apportare danni alla salute nell'immediato seguito di un incidente industriale. In questa eventualità, la forma fisica, gassosa o particolata della sostanza nociva sprigionata influenza non solo gli aspetti di diffusione ambientale, ma ha riflessi anche sulla azione tossica degli agenti chimici e sul perdurare della loro presenza nell'ambiente. Intrinsecamente diversi sono i destini ambientali e la mobilità tipici di sostanze strettamente gassose rispetto ai particolari, solidi o liquidi in forma di aerosol, indipendentemente dai fenomeni di natura chimica e dalle trasformazioni a cui le sostanze possono soggiacere dal momento della loro aerodispersione. I danni derivati alla popolazione dalla dispersione di sostanze tossiche possono essere suddivisi in:  danni con effetto immediato e, in generale, proporzionalmente nella sua intensità alla quantità di contaminazione subita; si possono citare danni a carico dell'apparato respiratorio e danni sistemici o su organi bersaglio conseguenti all'assunzione per tramite della inalazione o per l'assorbimento per via cutanea delle sostanze tossiche, nonché danni a carico della pelle ed organi esposti (occhi, ecc.);

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  danni con effetto ritardato di tipo graduato, nei quali la patologia insorge con ritardo e con effetti di intensità corre lati alla quantità di contaminazione subita;  danni con effetto ritardato di tipo stocastico, nei quali l'esposizione alla contaminazione ha come effetto l'aumento della probabilità individuale e collettiva dell'instaurarsi di neoplasie, nonché di effetti genetici patologici sulle generazioni successive a quella esposta.

2) Danni legati allo stato di contaminazione ambientale residua dopo la fase acuta dell'incidente Terminata la prima fase di immissione nell'ambiente, le sostanze liberate possono continuare ad esercitare per via indiretta la loro azione nociva sulle persone, tramite il contatto con il suolo o manufatti contaminati e la risospensione degli agenti tossici in forma inalabile (del terreno). Ulteriore elemento del rischio è costituito dall'assunzione delle sostanze tossiche tramite la catena alimentare e le acque potabili. E' necessario tenere conto che, in alcune situazioni, gli effetti sulla popolazione, per la contaminazione cronica integrata nel tempo, possono essere peggiori di quelli imputabili alla fase acuta dell'incidente. a) operazioni di protezione da porre in atto per la tutela della salute della popolazione; Le principali operazioni da porre in atto per la tutela della salute della popolazione, riguardanti provvedimenti sull'ambiente e sugli alimenti, sono azioni rivolte a ridurre le possibilità residue, dopo la fase acuta dell'incidente, di veicolare sino all'uomo le sostanze tossiche liberatesi. Gli interventi sull'ambiente rivestono grande importanza per la restituzione degli spazi contaminati ai normali utilizzi, con la minimizzazione della possibilità di ulteriore danno sull'uomo e per il controllo della penetrazione delle sostanze tossiche nel sottosuolo. Per ogni provvedimento applicabile deve venir valutato il beneficio netto ricavato, in relazione al danno che il provvedimento stesso può apportare. Vanno accuratamente valutate, a tal fine, in relazione ai vari provvedimenti, tutte le implicazioni tecniche, antinfortunistiche, mediche, psicologiche, logistiche, economiche legate alla messa in atto delle operazioni di protezione prescelte. b) possibilità dell'innescarsi di eventi incidentali collateralmente all'evento principale. Per una corretta valutazione della effettiva situazione di rischio nell'esame di un incidente in corso, è necessario prendere in considerazione tutte le possibilità che un sinistro nel corso della sua evoluzione, generi o comporti situazioni collaterali pericolose. Tale evenienza si presenta, ad esempio, con la perdita del controllo delle reazioni all'interno di reattori per la produzione di sostanze chimiche, che può comportare la produzione di composti di tossicità più elevata rispetto a quanto previsto nel normale processo produttivo, e con l'interazione di sostanze normalmente segregate, che possono parimenti formare e diffondere prodotti nocivi. Vanno inoltre considerati gli sversamenti o inquinamenti atmosferici, spesso associati ad eventi primari quali incidenti ed esplosioni.

3. Analisi delle Sostanze Più Pericolose interessanti il territorio di questo Ente Si riportano di seguito alcune sostanze chimiche che, in relazione alla loro pericolosità ed alla ipotetica possibilità di accidentali rotture di serbatoi trasportati, possono interessare il territorio del Comune di Forchia. Deve, peraltro, tenersi presente che fughe di sostanze tossiche, infiammabili o esplosive, possono essere determinate anche da incidenti stradali in cui rimangono coinvolti serbatoi contenenti tali sostanze.

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Le sostanze più importanti sono:  GPL: gas di petrolio liquefatti, tra cui il propano, il propilene, la miscela C4, il benzolo, l'acetone, lo stirolo, l'etilbenzolo, l'etilmercaptano, il decloroetano, il eumene ed il linearil. causano nubi di gas invisibili, inodore con azione anestetica e asfissiante. Gas altamente infiammabili, esplosivi in miscela con l'aria, non possono essere controllati e/o abbattuti con getti d'acqua. Poiché si tratta di sostanze con peso specifico superiore a quello dell'area, queste tendono a stratificare verso il suolo. Pertanto è possibile effettuare azioni di contenimento con arginature. Può anche utilmente essere impiega la schiuma per le azioni di contenimento e di sottrazione di carburante alla sostanza infiammabile. E' sempre buona norma impiegare apparecchiature individuali di protezione delle vie respiratorie. Se il gas, effluente da un serbatoio, prende fuoco è opportuno non estinguere la fiamma ma, tenendo sotto controllo la situazione, tentare di far esaurire il gas per combustione. La massa gassosa si risolve per incendio, esplosione o per dispersione spontanea nell'atmosfera. E' indispensabile conoscere subito direzione e velocità di spostamento della massa gassosa, valutare la possibilità e il tempo di dispersione, isolare la zona interessata dall'erogazione di energia elettrica ed evacuare le persone a piedi o in bicicletta.  Cloro: causa nubi di gas che in alte concentrazioni, assumono colore giallo-verdastro. Il contatto breve con nube a bassa concentrazione provoca irritazione delle mucose degli occhi, del naso, della faringe e sensazioni vive di bruciore, con costrizione toracica, angoscia e tosse stizzosa. L'esposizione prolungata o il contatto con nubi ad alta concentrazione possono causare edema polmonare acuto, asfissia acuta con dispnea e cianosi, espettorazione mucosa striata di sangue, sintomi di shock con tachicardia, ipotensione .o oliguria, con conseguente letali. La massa gassosa è controllabile mediante getti di acqua nebulizzata. Le miscele di doro con idrogeno, acetilene, etere, gas combustibili (G.P.L., metano, ecc.) possono facilmente esplodere anche sotto la sola azione dalla luce. Il cloro a contatto con sostanze organiche, può causare incendi. Per operare nella zona occorre essere muniti di maschera facciale completa con filtro per doro o per, concentrazioni più elevate, di autoprotettore, tuta; guanti e stivali in gomma o PVC, occhiali di sicurezza.  Ammoniaca: dà luogo a nubi di gas incolore e di odore estremamente pungente. In concentrazioni lievi provoca irritazioni degli occhi, delle prime vie respiratorie e della gola con arrossamento delle mucose. In concentrazioni più rilevanti causa tosse, anche convulsiva, accompagnata da gonfiori delle labbra e delle palpebre e difficoltà di respirazione, con possibilità di edema polmonare e susseguente soffocamento. Gas idrofilo, può essere controllato e/o abbattuto con getti di acqua nebulizzata. Per operare nella zona occorre essere muniti di adeguati mezzi protettivi (maschera facciale completa di filtro specifico per ammoniaca o di autorespiratore o bombola di 02, occhiali di sicurezza, tuta di gomma, guanti e stivali).  Piombo tetraetile e tetrametile: sono prodotti notevolmente tossici, dei quali va prevenuto l'assorbimento cutaneo e respiratorio. Si decompongono lentamente nell'area e la loro inalazione provoca starnuti violenti, talvolta parossistici, con irritazione delle vie respiratorie e superiori. A contatto con la pelle provocano prurito,

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - bruciore e rossore. Causano intossicazione acuta del sistema nervoso centrale, con insonnia, stanchezza, incubi, stati di sonnolenza ansiosa o associata tremori, iperplasia, contrazioni muscolari spasmodiche, brachicardia, nei casi più gravi si hanno allucinazioni, spasmi facciali, ipercinesia, crisi dì convulsione e stati maniacali acuti, può sopravvenire il coma e la morte. In caso di incidenti, evacuare l'area e tenersi sopravvento, evitare di respirare i vapori. Per operare nella zona è necessario essere muniti di adeguati mezzi protettivi (maschera antigas, tute impermeabili di P.V.C., guanti e stivali in P.V.C., occhiali di sicurezza).  Metano: Il metano, detto anche formene, è un gas inodore, senza colore, più leggero dell'aria insolubile in acqua, si forma in natura anche per decomposizione della cellulosa contenuta nelle piante palustri; E’ un idrocarburo (formula chimica CH4), che nelle normali condizioni di pressione e temperatura si presenta sotto forma gassosa, non contiene zolfo, quindi non produce anidride solforosa evitando così il fenomeno delle piogge acide; ha emissioni di anidride carbonica inferiori del 25% rispetto a quelle del petrolio e del 40% rispetto a quelle del carbone; non genera polveri perché è in forma gassosa; Per bruciare il metano ha bisogno di ossigeno, e per bruciare correttamente ha bisogno di almeno 12 metri cubi per ogni metro cubo di gas, solo così la combustione è completa e tutto l'idrogeno e il carbonio contenuti nel metano si uniscono all'ossigeno per produrre anidride carbonica e vapore acqueo; Se l'aria a disposizione non è sufficiente si ha una combustione completa e si produce monossido di carbonio, un gas inodore e velenoso. E' quindi molto importante che i locali dove si trovano caldaie, scaldabagni e fornelli, abbiano una apertura di ventilazione che assicuri il costante rifornimento di ossigeno. Inoltre la combustione, anche se completa, produce grandi quantità di anidride carbonica, un gas che di per se non è velenoso ,ma ruba spazio all'aria, rendendola povera di ossigeno e quindi non respirabile. I prodotti della combustione, quindi, devono essere evacuati all'esterno da canne fumarie e camini; Il metano è un gas che non ha odore e, prima che sia immesso nella rete di distribuzione urbana viene "odorizzato" con sostanze che lo fanno “puzzare” per garantire la sicurezza degli utilizzatori, infatti se il metano non avesse quel tipico odore, non potremmo accorgerci di perdite potenzialmente pericolose. Anche in questo caso valgono le raccomandazioni e le prescrizioni sopra indicate, ai fini della sicurezza. 4. Concetto di Sostanze Pericolose e Classificazione ai fini del Trasporto L'accordo Europeo relativo al trasporto internazionale sulle merci pericolose in strada (ADR) regolamentata il settore anche per la circolazione ed il transito sul territorio nazionale. L'ADR non prevede disposizioni in merito alla circolazione stradale, fatti salvi casi particolari, quali la sosta. Globalmente i trasporti sono assoggettati alla normativa del Codice della Strada, il contratto di trasporto rimane oggetto al C.M.P. (Contratto di Merci su Strada) e alle relative prescrizioni doganali comprendenti il "carnet TIR" ed il Documento di Transito Comunitario. Le sostanze pericolose sono quelle in grado di provocare danno alle persone, alle cose, all'ambiente e generalmente comprendono:  esplosivi;  comburenti;  tossici;  corrosivi;  sostanze che reagiscono a contatto con l’acqua. Ognuna di esse può presentarsi allo stato liquido, solido o gassoso.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Nell' ADR le sostanze pericolose vengono classificate secondo i pericoli che esse presentano, come dall'elenco seguente: Classe: 1 a oggetti e sostanze esplosive; 1 b oggetti con materiale esplosivo; 1 c mezzi d’accensione e similari; Classe: 2 gas compressi, liquefatti o disciolti sotto pressione; Classe: 3 sostanze liquide infiammabili; Classe: 4.1 sostanze solidi infiammabili; 4.2 sostanze soggette ad accensione spontanea; 4.3 sostanze che a contatto con l’acqua sviluppano gas infiammabili; Classe: 5.1 sostanze comburenti; 5.2 perossidi organici; Classe: 6.1 sostanze tossiche; 6.2 sostanze ripugnanti o che possono causare infezioni; Classe: 7 sostanze radioattive; Classe: 8 sostanze corrosive; Per ogni classe le sostanze vengono indicate individualmente o per gruppi o sottogruppi, le sostanze non indicate singolarmente rientrano in gruppi o sottogruppi codificati come tali. Nel caso in cui una sostanza non sia codificata singolarmente e non rientri in un gruppo o sottogruppo, il suo trasporto su strada non è ammesso, fatti salvi accordi specifici tra Stati, che vedono applicare particolari garanzie (accordo di deroga all'ADR).

5. Inquinamento Ambientale In materia di diffusione ambientale a seguito di rilascio di sostanze pericolose e conseguenti operazioni di protezione, gravi forme di inquinamento delle acque fluviali con possibilità di compromissione delle falde freatiche, delle opere di presa e derivazione delle opere di irrigazione, ecc. possono verificarsi per vari motivi (scarichi industriali, dispersione di prodotti petroliferi, acque reflue, incendi durante trasporti con autocisterne, ecc.). Al verificarsi di simili incidenti si porranno immediatamente in allarme Questura, Carabinieri, Vigili del Fuoco, il Servizio Multizonale Sanità Pubblica (ARPAC), l'ASL competente per zona, Amministrazione Provinciale, Ufficio Tecnico Comunale, ecc. per l'invio sul posto di propri tecnici e personale attrezzato per:  identificazione della natura chimica della sostanza liquida dispersa;  prelevamento di campioni da sottoporre ad analisi;  sospensione delle erogazioni di acqua potabile ove e quando necessario;  contenimento, assorbimento, recupero ed ove possibile smaltimento delle sostanze liquide dannose;  neutralizzazione chimica ove possibile;  messa in opera di panne galleggianti o altre forme di sbarramento;  impiego di motopompe, idrovore e elettropompe per l'aspirazione ed il travaso degli strati superficiali quanto si tratti di liquidi non miscibili in acqua e più leggeri di essa (prodotti petroliferi;  impiego di solventi chimici ove ritenuto opportuno;  interventi igienico-sanitari per la tutela della salute pubblica;  eventuali avvisi alla popolazione;  provvidenze e cautele a favore dell'agricoltura e del bestiame

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  bonifica delle rive mediante asportazione degli strati inquinati da trasferire a discarica;  altri interventi ritenuti tecnicamente utili e necessari.

6. Attività Preparatoria (Contenuto del Piano - Scenari degli Eventi - Pericolosità - Rischio - Vulnerabilità) In caso di rilascio di sostanze pericolose dovute ad incidenti da trasporto, lo scenario dell'evento interesserà il territorio comunale in modi diversi; sinteticamente così indicati:  una modesta e piccola parte del territorio che circoscrive il punto “X” in cui si è verificato il sinistro, sarà da considerarsi, in linea generale, off-limits, estremamente pericolosa, accessibile solo ai soccorritori specialistici, muniti di idonee attrezzature e dispositivi di protezione individuali;  una zona più ampia, sempre circoscritta al punto “X” da considerarsi estremamente pericolosa alla pubblica incolumità e quindi interdetta a tutti tranne che al personale autorizzato, se adeguatamente protetto;  una zona ancora più ampia, sempre circoscritta al punto “X” da considerarsi sempre pericolosa, ma accessibile solo per motivi particolari a personale autorizzato;  un'ultima zona, ancor più ampia e circoscritta di quelle sopra indicate, che delimiti la "zona di rispetto" e’ limite invalicabile;  alle zone di cui sopra, il territorio comunale può essere interessato dall'evento anche in luoghi lontani dal punto “X” ove si è verificato l'incidente per molteplici aspetti. A titolo puramente indicativo si citano: a) sversamento in fogna di materiale nocivo, tossico, inquinante; b) sversamento nell'impianto di depurazione del materiale di cui sopra; c) sversamento in corsi d'acqua del materiale di cui sopra; d) nubi tossiche sprigionatesi che si spostano verso zone densamente popolate; e) sostanze che causano incendi, esplosioni o scoppi a contatto con l'aria e per altre cause; f) ricadute di sostanze tossiche liberate su aree varie trasportate dai venti. g) inquinamento a colture, serre, ecc. I luoghi a maggior rischio di tali incidenti possono essere individuati soprattutto nella strada Statale n° 7 – Appia- , Provinciali, strade comunali a forte scorrimento intersecanti anche il centro urbano. La pericolosità, definendo come tale la probabilità dell'evento di cui sopra dell'entità su ipotizzata, non può essere indicata "presuntivamente ricorrente" in un certo periodo di tempo. La possibilità però che in tale evento si verifichi, anche se remota e non certo auspicabile è da tener sempre presente soprattutto in considerazione del fatto che le nostre strade sono sempre di più interessate da intenso traffico e percorse da mezzi sempre più veloci. Il rischio definito dalla probabilità che tale determinato evento si verifichi, inciderà sull'ambiente arrecando danno all'uomo ed alle sue attività, in relazione alle condizioni di vulnerabilità, intendendo come tale la misura della porzione di un valore che può vedersi perduto o danneggiato a causa di un evento. Il danno maggiore causato da simili incidenti è rappresentato dalle perdite di vite umane, dal causare all'uomo ingenti ed irreparabili danni fisici sia nel momento stesso in cui l'evento si verifica, sia a distanza di anni a causa di insorgenza di neoplasie e/o altro. Il danno all'ambiente, tenuto conto della gran varietà di sostanze pericolose potrà interessare gli edifici, il suolo, il sottosuolo, i corsi d'acqua, le falde freatiche, gli impianti, le colture, ecc. oltre a quanto connesso con il rischio incendio essendo alcune sostanze estremamente infiammabili e quindi il danno economico ed ambientale può essere enorme.

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -

In caso di incendio si rimanda alla apposita parte "EMERGENZA INCENDIO" trattato nel presente piano di protezione civile comunale. Quando si viene a conoscenza di un incidente che può comportare o comporta rilascio di sostanze pericolose e che pertanto lascia prevedere una imminente situazione che potrebbe determinare probabili situazioni di crisi nel territorio comunale, dovranno essere adottati da tutti gli Enti, Amministrazioni e Comune, le misure di preallarme in modo da non trovarsi impreparati al momento dell'emergenza. In particolare dovrà essere :  Assicurata la presenza del personale munito di potere decisionali;  Controllata la lista di pronta reperibilità del personale tecnico;  Curata la messa a punto dei mezzi di soccorso;  Provata la rete delle comunicazioni di emergenza dei radioamatori attivandola periodicamente. Per quanto attinente alle competenze facenti capo al Comune ed alla attribuzione del Sindaco secondo il dettato in particolare dell'art. 15 della L. 24 Febbraio 1992 n.225, così come integrata e sostituita dal D.L. 59/2012, convertito in L. 100/2012, risulta munito di poteri decisionali, il sottoelencato personale, appositamente delegato:  Vice Sindaco Ass. Pino Papa - Responsabile U.O.C. Protezione Civile  Arch.i Angeloceleste Miccoli - Responsabile del Procedimento Il Sindaco o suo delegato, venuto a conoscenza del possibile insorgere di una situazione di pericolo o di emergenza, procede nelle operazioni secondo quanto qui di seguito riportato. Nel caso di rischio dovuto ad incidente con rilascio di sostanze pericolose e/o ritenute tali, la segnalazione può avvenire tramite qualsiasi cittadino testimone dell'accaduto. L'operatore ricevente denominato OPERATORE ATTIVANTE, all'arrivo della segnalazione, compilerà l'apposito stampato, "REGISTRAZIONE DELLA SEGNALAZIONE" e la trasmetterà con estrema urgenza al Sindaco o suo delegato. E' opportuno ricordare che la direzione e la gestione di eventuali situazioni di emergenza dovranno essere condotte dal SINDACO o suo DELEGATO, il quale, verificata la fonte di segnalazione ed accertata la veridicità della fonte di chiamata, diramerà il messaggio di "STATO DI PREALLARME". REGISTRAZIONE DELLA SEGNALAZIONE VERIFICA DELLA FONTE DI SEGNALAZIONE L'operatore che ha ricevuto la segnalazione dell'evento procede alla verifica dell'informazione:

componendo il numero telefonico ...... …………….

lasciato da: (nome del chiamante) ...... ……………..

che ha segnalato l'evento, accertando in tal modo la veridicità della fonte di chiamata.

Forchia, lì ………………..… ora………………….. l'operatore ______

L'operatore, in via precauzionale, dirama a tutto il personale operante nella struttura comunale di protezione civile ed in particolare al Sindaco o suo delegato, il messaggio di STATO DI PREALLARME, comunicando i dati in suo possesso fino a quel momento.

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******************************* ************************************************* DIRAMAZIONE MESSAGGIO DI "STATO DI PREALLARME" COMUNICAZIONE DI: STATO DI PREALLARME

Aggiornamento n°……………………….. Data ……………………………Ora……….……..

Eventuali allegati  SI  NO

A seguito dell’avvenuta segnalazione di ……………………………………………………… pervenuta da…………………………………………………………………………………….. tramite (tel. fax. altro)…….…………………………………………………………………… viene diramato in forma precauzionale lo STATO DI PREALLARME a tutte le componenti di seguito specificate. Lo stato di PREALLARME è volto a garantire l'immediata operatività di tutte le componenti qualora si ravvisassero gli estremi per la dichiarazione di STATO DI ALLARME. Destinatari della presente comunicazione sono i seguenti: SINDACO POLIZIA STRADALE Benevento CARABINIERI Arpaia - Montesarchio GUARDIA FINANZA Montesarchio - Benevento VIGILI DEL FUOCO Bonea - Benevento A.S.L. Montesarchio - Benevento Corpo Forestale Stato Airola - Benevento TELECOM (locale) GENIO CIVILE Benevento VOLONTARI (gruppo comunale protezione civile e varie E.N.E.L. Montesarchio - Benevento associazioni operanti sul territorio) ASSESSORE DELEGATO ANAS – Napoli VIGILI URBANI PROVINCIA Benevento SNAM Montesarchio F/to IL SINDACO (o suo delegato) L'operatore, ricevuta la segnalazione, potrebbe trovarsi nella necessità di inviare immediatamente un messaggio di ALLARME. In questo caso l'operatore seguirà la procedura successivamente indicata al punto "INVIO MESSAGGIO DI ALLARME E DI ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE". VERIFICA TECNICA L'operatore accerta che l'evento segnalato si sia realmente verificato. Se la segnalazione non proviene da fonte conosciuta, in relazione alla tipologia e alla gravità dell'evento l'operatore contatta i seguenti Organismi competenti: • Vigili del Fuoco Tel. 115 - 0824/831448 – 0824/372511 • Carabinieri Tel. 112 – 0823/950218- 0824/837222 – 0824/837200 • Polizia Tel. 113 • Servizio Sanitario Tel. 118 • Comune di Forchia Tel. 0823/950316 – 0823/951935 – Fax 0823/950857 • Prefettura di Benevento Tel. 0824/374111 – Fax 0824/374444 • Volontariato Misericordia di Moiano Tel. 0823/715030 • Comunità Montana del Taburno Tel. 0824/973204 – Fax 0824/979266 • Sala Operativa Regionale di P.C. Tel. 081/2323111 – Fax 081/2323860 • Protezione Civile Regione Campania 800232525 numero verde • Dipartimento di Protezione Civile Tel. 800840840 - 06/68201 – Fax 06/68202360

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Nel caso venga riscontrata L'INFONDATEZZA dell'informazione, l'operatore concluderà la procedura registrando nel RAPPORTO DI EMERGENZA l'insussistenza dell'evento, archiviando successivamente detto rapporto. Se la verifica si rivela POSITIVA, l'operatore procede alla fase dì ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE. L'operatore proseguirà comunque nell'accertamento dell'entità dell'evento segnalato, al fine di acquisire sempre maggiori dati in merito, contattando i seguenti Organismi competenti:  Vigili del Fuoco  Carabinieri - Polizia - Servizio Sanitario  Comune di Forchia  Prefettura di Benevento  Genio Civile di Benevento  A.S.L – Montesarchio - Benevento  Altri (in relazione all'evento segnalato). INVIO MESSAGGIO DI "STATO DI ALLARME" E ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE: IL SINDACO o suo delegato, sulla base delle informazioni acquisite dall'operatore e valutata la gravità della situazione, dirama il messaggio di ALLARME a tutta la struttura comunale di protezione civile, ATTIVANDO CONTESTUALMENTE LA SALA OPERATIVA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE. Lo stato di ALLARME e l'avvenuta attivazione della sala operativa devono essere comunicati per iscritto al Prefetto competente per territorio, al Presidente della Giunta Regionale ed al Dipartimento della protezione civile motivando e descrivendo la gravità degli eventi e le forze prioritariamente attivate. In ogni caso, ove necessario ed opportuno per motivi di celerità, le varie comunicazioni potranno essere effettuate anche telefonicamente, salvo poi formalizzare gli atti con le forme suindicate. DIRAMAZIONE MESSAGGIO DI "STATO DI ALLARME" COMUNICAZIONE DI: STATO DI ALLARME

Aggiornamento n°…………………………….Data ………………………..Ora ………………

Eventuali allegati  SI  NO

A seguito dell’avvenuta segnalazione di ………………………….…………………………… …………………………………………………………………….…………………..………… pervenuta da…………………………………………………………………………………….. ………………………………………………………………..………………………………… tramite (tel. fax. altro)………………………………………………………………………… viene diramato in forma precauzionale lo STATO DI ALLARME a tutte le componenti di seguito specificate. Lo stato di ALLARME è volto a garantire l'immediata operatività delle componenti di protezione civile nella struttura comunale. Destinatari della presente comunicazione sono i seguenti: SINDACO POLIZIA STRADALE Benevento CARABINIERI Arpaia - Montesarchio GUARDIA FINANZA Montesarchio - Benevento VIGILI DEL FUOCO Bonea - Benevento A.S.L. Montesarchio - Benevento Corpo Forestale Stato Airola - Benevento TELECOM (locale)

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - GENIO CIVILE Benevento VOLONTARI (gruppo comunale protezione civile e varie E.N.E.L. Montesarchio - Benevento associazioni operanti sul territorio) ASSESSORE DELEGATO ANAS – Napoli VIGILI URBANI PROVINCIA Benevento SNAM Montesarchio F/to IL SINDACO (o suo delegato)

Compiti di Protezione Civile Comunale al Verificarsi dell’ Evento Calamitoso Allorché viene segnalato lo stato di emergenza. a) IL SINDACO O SUO DELEGATO II Sindaco del Comune interessato alla calamità e quelli delle località limitrofe dovranno:  allertare e, se del caso, fare intervenire il personale ed i mezzi dei servizi municipali e delle aziende municipalizzate;  predisporre i mezzi ritenuti più opportuni per diramare messaggi alla popolazione curando che le notizie da diffondere siano chiare circa le operazioni da compiere (per tale incombenza i Sindaci potranno anche rivolgersi alle Forze di Polizia);  disporre la immediata utilizzazione, nell'ambito locale, di edifici o esercizi pubblici da adibire a disinquinamento e/o ricovero del personale, masserizie e bestiame, nonché l'attivazione di magazzini provvisori per accogliere materiale di soccorso e di assistenza;  concordare con le zone contaminate l'intervento dei servizi igienico-sanitari di pronto soccorso, di disinfezione e di eventuale distruzione di animali morti;  richiedere al Prefetto ove la situazione locale lo imponesse, il concorso di personale e mezzi, precisandone entità e tipo;  tenere aggiornata la situazione numerica e nominativa dei deceduti, dei ricoverati, degli evacuati, dei dispersi, ecc.;  stabilire, di concerto con il Prefetto, le zone ed i limiti entro i quali occorra provvedere allo sbarramento delle vie di accesso alle zone di interdizione, nonché l'eventuale evacuazione della popolazione dell'area colpita;  attivare i servizi logistici e di sussistenza (vettovagliamento, alloggiamento, vestiario, acqua potabile, ecc.) per persone ed animali, necessari e proporzionati all'evento ed alla sua estensione;  emanare eventuali ordinanze di divieto (macellazione carni e vendita generi alimentari, raccolta miele, pascolo, ecc.) su indicazione delle Aziende Sanitarie Locali. b) VIGILI URBANI I Vigili Urbani dovranno provvedere a:  fornire, tramite personale e mezzi, il massimo concorso al Sindaco per il superamento dell'emergenza;  segnalare tempestivamente notizie di particolare interesse relative alla pubblica e privata incolumità;  disporre una più attenta vigilanza sulle strade interessate dal pericolo, dando soccorso agli automobilisti rimasti isolati;  segnalare la necessità della posa in opera di segnaletica di emergenza e/o per la rimozione di eventuali ostacoli sulla strada;  concorrere all'attuazione di percorsi preferenziali, divieti o blocchi o sensi alternati;  concorrere, con personale specializzato e debitamente protetto, all'opera di soccorso della popolazione;  divulgare messaggi alla popolazione, su richiesta del Sindaco o suo delegato;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  sorvegliare in collaborazione con le altre forze dell'ordine, i beni lasciati incustoditi a causa di eventuale sgombero di abitazioni. c) COMANDO LOCALE VIGILI DEL FUOCO Il Comando Locale dei Vigili del Fuoco dovrà:  fronteggiare l'emergenza con i mezzi in dotazione;  tenere costantemente aggiornato il Sindaco sull'andamento e sulla evoluzione della calamità, con particolare riferimento all'esito risolutivo o meno delle misure di soccorso attuate al fine di limitare i danni;  coadiuvare le Forze dell'Ordine per l'allontanamento immediato delle popolazioni delle località contaminate in caso di ordine di evacuazione da parte del Sindaco, d'intesa col Prefetto;  controllare e misurare lo stato di contaminazione dei tenitori e degli edifici, utilizzando la strumentazione in dotazione (esposimetri, fiale, sonde, ecc.);  prelevare campionature di acqua, terra, derrate, ecc. da inviare ai laboratori di analisi specializzati, di intesa con le autorità sanitarie locali, dietro fornitura di attrezzature speciali da parte del PMIP, delle Aziende Sanitarie AA.SS.LL. e del Servizio Multizonale Sanità Pubblica;  delimitare in collaborazione eventualmente con altre unità, le seguenti zone di interdizione con apposita segnaletica, messa a disposizione dall'Amm.ne Com.le:  Zona A: (segnali rossi di limiti) in cui il grado di pericolo è estremamente elevato per la pubblica incolumità: in essa non sono consentiti né la sosta, né il transito di persone che non siano allo scopo autorizzate dal COC e debitamente protette (sempre d'intesa con il C.C.S.).  Zona B: (segnali gialli di limiti) in cui il grado di pericolo è tale da consentire solo un limitato transito, per giustificati motivi e per periodi di tempi limitati, di persone opportunamente autorizzate dal C.O.M., se costituito, o dal Sindaco (sempre d'intesa con C.C.S.).  Zona C: (cartelli bianchi con la scritta "ATTENZIONE LIMITE ZONA CONTROLLATA" -zona di rispetto), che costituisce la base di partenza per i tecnici degli Enti interessati.  provvedere, con il concorso eventuale di unità N.B.C, dell'esercito, al presidio ed alla decontaminazione di zone che non possono essere recintate ed isolate perché di fondamentale ed immediato interesse per la comunità;  fare interrompere l'erogazione del flusso di energia elettrica e/o i trasferimenti di gas e liquidi (metanodotti, gasdotti, ecc.). In particolar modo dovrà essere immediatamente avvertita la società SNAM –Montesarchio –Bn-, in quanto presenti sul territorio del Comune di Forchia due gasdotti di importanza Nazionale, il primo Dorsale per il Nord Italia DN 1200, il secondo dorsale per Napoli DN 400. d) FORZE DELL’ ORDINE

Le forze dell'ordine dovranno:  concorrere, con personale specializzato e debitamente protetto, all'opera di soccorso della

popolazione;  coadiuvare od eventualmente sostituire gli organi di polizia municipale per consentire

l'ordinato svolgimento delle operazioni di soccorso e per il rispetto delle zone di divieto;  mantenere l'ordine pubblico, con il particolare obiettivo di scongiurare stati di panico ed

eccessi di allarmismo nella popolazione;  provvedere allo sgombero della popolazione, qualora disposto dal Sindaco d'intesa col

Prefetto, ed al suo accompagnamento al centro di raccolta e/o soccorso;

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 sorvegliare i beni lasciati incustoditi dalla popolazione sgomberata;

 divulgare messaggi alla popolazione, su richiesta del C.C.S. o dei C.O.M. o del C.O.C.;

 disciplinare il traffico, anche per facilitare l'afflusso delle colonne di soccorso;  concorrere all'attuazione di percorsi preferenziali, divieti o blocchi o sensi alternati

disposti dagli organi di polizia stradale in base all'evoluzione dell'evento;  interrompere la circolazione autostradale e stradale nelle zone contaminate, su

disposizione dei C.C.S. e del C.O.M. o del Sindaco e del Comandante Provinciale VV.FF. e) AZIENDA SANITARIA LOCALE L'Azienda Sanitaria Locale, BN1 Montesarchio – Benevento, dovrà:  tenere costantemente aggiornata la Prefettura ed il Sindaco sull'evolversi della situazione, sugli effetti immediati che la sostanza ha sull'uomo, sugli animali e sulle cose, e sulle precauzioni da adottare;  effettuare prelievi per rilevare la presenza e la concentrazione delle sostanze tossiche e quelle microbiologicamente pericolose presenti nel suolo, nell'area, nelle acque, d'intesa con il Comando Locale VV.F., delle contromisure immediate per la neutralizzazione, l'isolamento, il recupero e la distribuzione delle sostanze pericolose;  preallarmare e/o allertare i servizi di pronto soccorso e le strutture sanitarie eventualmente da impiegare;  far evacuare i feriti e/o intossicati dalla zona interessata alla calamità, ricoverandoli negli ospedali più idonei per le cure del caso, avvalendosi delle strutture ed organizzazioni che concorrono alle operazioni di soccorso;  assicurare la ricettività delle strutture ospedaliere per gli intossicati provenienti dalla zona sinistrata, comunicando al Sindaco, agli Assessorati Sanità della Provincia e Regione ed alla Prefettura le ulteriori esigenze sanitarie non soddisfatte;  tenere stretti contatti con le autorità comunali per gli interventi di controllo e di risanamento dell'area;  attuare le misure di sanità pubblica necessarie, comunicando agli Assessorati Provinciale e Regionale alla Sanità ed alla Prefettura l'eventuale esigenza di interventi tecnici direttamente gestibili dalla stessa A.S.L. e dal servizio Multizonale Sanità Pubblica;  provvedere al rifornimento di materiali, attrezzature e medicinali necessari all'assistenza sanitaria immediata;  provvedere all'eventuale mobilitazione del personale medico e paramedico necessario;  provvedere, tramite il Servizio Veterinario della A.S.L., con la collaborazione del Servizio Veterinario della Regione e il Servizio Provinciale per l'Agricoltura, le Foreste e l'Alimentazione a: o espletare la vigilanza sanitaria sugli alimenti e sulle bevande, adottando, se del caso le limitazioni od i sequestri cautelativi che si rendessero opportuni; o fornire il parere igienico sanitario ai Sindaci, in merito ai siti prescelti per infossamento degli animali; o fornire opportune disposizioni per gli animali da affezione e da bassa corte; o controllare e reprimere il fenomeno del randagismo. f) SERVIZIO MULTIZONALE SANITA’ PUBBLICA (ARPAC): II Servizio Multizonale Sanità Pubblica, A.r.p.a.c. in Benevento dovrà:  coadiuvare le Aziende Sanitarie A.S.L. nel rilevare la presenza e la concentrazione delle sostanze tossiche e di quelle microbiologicamente pericolose presenti nel suolo, nell'area e nelle acque (acquedotti pubblici e privati);

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  individuare le contromisure immediate per la neutralizzazione, l'isolamento, il recupero e la distruzione delle predette sostanze;  tenere costantemente informata la Prefettura, i Sindaci, le AA.SS.LL, ed i VV.FF. sull'evolversi della situazione e sugli effetti immediati che la sostanza interessata ha sull'uomo, animali e cose, e le relative precauzione da adottare;  fornire consulenza tecnica, agli organismi operanti, circa la natura delle reazioni chimiche dell'evento in atto o presumibili. g) ESERCENTE DELL’ IMPIANTO L'esercente dell'impianto dovrà:  attivare le misure di sicurezza, facendo operare, qualora costituite, le squadre antincendio ed i mezzi a disposizione:  attuare tutte le misure tecnico-impiantistiche necessarie per evitare che l'evento possa assumere maggiori entità  bloccare l'attività lavorativa della parte interessata alla calamità o di tutto lo stabilimento;  fare allontanare, al di fuori dello stabilimento, tutti i lavoratori, fatta eccezione per quelli previsti per gli interventi di emergenza;  accertare, qualora in possesso della strumentazione necessaria, la direzione e l'intensità del vento, allo scopo di individuare le zone che potrebbero essere coinvolte all'evento;  interrompere l'erogazione dell'energia elettrica in tutto lo stabilimento;  informare con la massima tempestività:  il Comando Locale dei VV.FF., Bonea (Bn) e Benevento;  il Comune di Forchia e/o altro interessato (Arpaia – Arienzo, ecc.) e relativo Comando della Vigilanza Urbana e Servizio Protezione Civile;  il Comando Carabinieri competente per territorio, Arpaia (Bn) e Montesarchio (Bn);  l'ENEL;  fornire la necessaria informazione agli esercenti degli impianti contigui.  In particolar modo dovrà essere immediatamente avvertita la società SNAM –Montesarchio –Bn-, in quanto presenti sul territorio del Comune di Forchia due gasdotti di importanza Nazionale, il primo Dorsale per il Nord Italia DN 1200, il secondo dorsale per Napoli DN 400. h) CROCE ROSSA ITALIANA (Comitato territoriale competente) E/O MISERICORDIA DI MOIANO La Croce Rossa Italiana - Comitato locale e/o Misericordia di Moiano, dovrà:  allertare le proprie strutture di soccorso che potrebbero essere eventualmente impiegate in ragione dell'entità dell'emergenza;  disporre il graduale richiamo in servizio del proprio personale in proporzione al grado di necessità;  concorrere nell'evacuazione dei feriti, dei malati, dei minori e delle altre persone non autosufficienti, dalla zona colpita dalla calamità, con propri automezzi e personale;  allestire e gestire posti di soccorso sanitari;inviare su richiesta del Sindaco nella zona interessata nuclei di personale qualificato medico, paramedico e di soccorso ad integrazione del personale degli ospedali interessati dalla calamità; inoltre dovrà concorrere:  all'approvvigionamento di materiali, di attrezzature mediche, di medicinali necessari;  all'assistenza sanitaria immediata;  all'assistenza socio-sanitaria delle popolazioni colpite;  alla raccolta e distribuzione di viveri, vestiario ed effetti letterecci per la popolazione colpita;

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -  alla gestione di ospedali da campo e treni ospedale;  all'allestimento di tendopoli e roulottopoli;  al censimento dei morti e dei feriti;  alla ricerca e ricongiungimento di dispersi;  alla raccolta e distribuzione dei soccorsi provenienti dall'esterno. Intervento degli Elicotteri SOLO DOPO ATTENTA VALUTAZIONE DELLA PREFETTURA A SEGUITO DI RICHIESTA DEL SINDACO Ogni richiesta di soccorso che prevede l'impiego di elicotteri va inoltrata dal Comune all'Ufficio di Protezione Civile della Prefettura di Benevento. La richiesta può riferirsi a:  sgombero di malati o traumatizzati gravi;  trasporto di personale medico e/o soccorritori;  rifornimento di viveri, medicinali o altri materiali di prima necessità;  rifornimento di foraggio per bestiame;  sgombero di personale per altre eventuali cause. La Prefettura, valutata l'effettiva urgenza e/o congruità della richiesta:  nel caso di riscontro positivo circa l'urgenza della richiesta, opera di massima in accordo con il regolamento interministeriale relativo al trasporto sanitario d'urgenza;  in ogni caso, inoltra a sua volta la richiesta al Dipartimento della Protezione Civile - Servizio Emergenza; La richiesta deve contenere tra l'altro, le seguenti informazioni:  area di atterraggio attivata;  modalità dell'attivazione;  disponibilità di fumate di segnalazione;  aeroporto, aviosuperfìcie o altra area attrezzata ove eventualmente imbarcare personale e materiale di soccorso, ovvero sbarcare il personale sgomberato;  orari correlati all'intervento;  eventuale collegamento TBT da realizzare. Ove venga interessato il Dipartimento, il dipendente Centro Operativo Aereo Unificato (COAU) esaminata la fattibilità della missione sia sotto l'aspetto tecnico che sotto quello meteorologico e, ritenuto possibile l'intervento aereo:  dispone l'impiego degli elicotteri di cui ha direttamente il controllo operativo, qualora idonei e/o sufficienti;  in alternativa, richiede all'Amministrazione della Difesa, secondo le modalità in vigore, l'intervento dei suoi elicotteri; ove la situazione lo faccia ritenere opportuno, può essere richiesto il soccorso delle altre Amministrazioni dello Stato che dispongano di unità di elicotteri idonei al tipo di missione da effettuare. In assenza di collegamenti con uno o più paesi della zona coinvolta dall'emergenza, a richiesta dell'Autorità prefettizia o d'iniziativa del Dipartimento, possono essere disposte le ricognizioni aeree necessarie all'accertamento della situazione locale. PRESCRIZIONI OPERATIVE PER L'UTILIZZAZIONE DELLE AREE DI ATTERRAGGIO DA PARTE DEGLI ELICOTTERI DI SOCCORSO. Al fine di consentire agli elicotteri di soccorso l'utilizzazione, in sicurezza, dell'area di atterraggio ubicata presso il Campo sportivo comunale in Via Pizzone e/o Parcheggio area Piano

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - Insediamenti Produttivi, “Rella”, è necessario che saranno svolte determinate operazioni ed osservate alcune precauzioni. Di tali misure i limiti definiti ai punti seguenti, sono responsabili:  il Sindaco del Comune nel quale trovasi l'area di atterraggio;  il Comandante della Stazione CC. competente per territorio. a) attribuzioni del Sindaco:  inoltra la richiesta di soccorso tramite la Prefettura;  evita in maniera rigorosa modifiche all'area prescelta nel Comune per l'atterraggio di elicotteri (diversa destinazione del sedime o impianto di manufatti che presentino un ostacolo verticale superiore ai 2 metri); ove ciò avvenga comunque, l'area non potrà essere più utilizzata, se non dopo ulteriore sopralluogo, e delle modifiche dovrà essere dato tempestivo avviso alla Prefettura competente;  provvede al trasporto di malati o traumatizzati fino all'area di atterraggio e al ritiro dalla stessa di eventuali materiali di soccorso, assicurando pertanto la percorribilità delle strade di accesso;  assicura, al Comandante la Stazione CC. competente per territorio, concorso adeguato di uomini e mezzi per lo sgombero dell'area di atterraggio e la sua attivazione (fra i mezzi, candelotti fumogeni per l'indicazione della zona e della direzione del vento all'equipaggio in volo). b) attribuzioni del Comandante la Stazione Carabinieri competente per territorio:  provvede, con la mano d'opera ed i mezzi a disposizione del Sindaco, allo sgombero dell'area di atterraggio, ove, in caso di presenza neve, lo sgombero risultasse non realizzabile, dovrà essere praticata una conveniente battuta dello strato superiore per permettere in sicurezza l'atterraggio ed il decollo degli elicotteri muniti di pattini da neve. La diversa preparazione del terreno dovrà essere comunicata alla Prefettura e, comunque, specificata nella richiesta di soccorso eventualmente inoltrata;  provvede, durante le operazioni di atterraggio e decollo, al controllo del personale civile intorno alla zona ed all'impiego dei candelotti da segnalazione;  disciplina, secondo le indicazioni del capo equipaggio dell'elicottero di soccorso, l'imbarco e lo sbarco del personale e/o del materiale oggetto dell'intervento. 7. Procedure Operative e modalità d’intervento II personale della Polizia Stradale, dei Carabinieri, della Polizia Municipale e dei Vigili del Fuoco, che giungerà per primo sul luogo dell'incidente, dovrà, con assoluta immediatezza procedere ad attuare una cerchia di sicurezza intorno agli automezzi coinvolti. Nel caso in cui si avvertissero effetti diretti sulla persona (effetti tossici, irritanti, nauseabondi, maleodoranti, ecc.) o si notasse la considerazione in atmosfera di una nube tossica, la cintura di sicurezza dovrà essere molto più ampia, a secondo della situazione "in loco". Il predetto personale giunto sul luogo dell'incidente, darà avviso del presumibile pericolo in atto alla propria sala operativa, che trasmetterà la segnalazione d'allarme immediatamente alla Prefettura. Per gli interventi di soccorso e i provvedimenti da adottare ed oltre a quanto riportato precedentemente, vale anche quanto descritto nella parte INCENDI (a secondo delle caratteristiche tossiche, incendiarie o esplosive delle sostanze), con l'avvertenza che nell'ipotesi ora in esame, considerato che l'incidente da trasporto può verificarsi in qualsiasi punto della rete viaria del Comune, le conseguenze dell'evento sono assolutamente inipotizzabili, perché collegate alla presenza o meno, in prossimità di complessi abitativi, di esercizi pubblici, ecc. L'incidenza dell'attività di trasporto di sostanze pericolose comporta le necessità, da parte di tutte le componenti di protezione civile e degli Enti competenti nel controllo delle strade e del territorio, di

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - dedicare la massima attenzione ad ogni incidente stradale che coinvolga un simile trasporto, per la potenzialità estremamente pericolosa che esso può avere, in via diretta o indotta, per la pubblica incolumità. Sovente, peraltro, per fattori diversi, la sostanza trasportata risulta di difficile individuazione, perché derivante da fasi intermedie di produzione o prodotti misti. L'intervento dei Vigili del Fuoco, del Servizio Multizonale Sanità Pubblica e delle AA.SS.LL. avrà pertanto, il compito prioritario di procedere con tempestività a tale indagine, in eventuale collegamento con la ditta mittente o destinataria del prodotto. Tutto il personale che opererà nelle vicinanze dell'automezzo incidentato dovrà essere debitamente protetto con attrezzatura individuale in dotazione. Il traffico dovrà essere immediatamente dirottato - previa collocazione di adeguata segnaletica -su percorsi alternativi, mentre dovrà essere assicurata una direttrice viaria per l'afflusso ed il deflusso dei mezzi di soccorso. Estrema cautela dovrà essere adottata nell'opera di neutralizzazione della sostanza, sia durante la fase di fuoriuscita dal contenitore, sia se già condensatasi in aria, sia se versatasi in acqua (rocce, corsi d'acqua, ecc.) o sul terreno. Tali operazioni dovranno essere condotte d'intesa con i Vigili del Fuoco, il Servizio Multizonale Sanità Pubblica e le AA.SS.LL., che ne daranno immediatamente comunicazione alla Prefettura. La Prefettura, previa richiesta del Sindaco, dovrà valutare l'opportunità di chiedere l'intervento di un elicottero delle Forze di Polizia, dopo aver consultato i Vigili del Fuoco, e il Servizio Multizonale Sanità Pubblica e le AA.SS.LL. Tale intervento, infatti, mentre da un lato potrebbe portare un prezioso contributo alle operazioni di soccorso, per l'attività di controllo dall'alto degli spostamenti della sostanza condensatasi in aria, dall'altro, a causa dello spostamento d'aria prodotto, potrebbe causare lo sfrangiamento e l'ulteriore allargamento della nube con diffusione del pericolo ad una zona più estesa. Le procedure di soccorso indicate e le considerazioni esposte valgono anche nel caso di incidenti su carri ferroviari trasportanti sostanze pericolose e nel caso di scarichi abusivi di sostanze estremamente tossiche. ************************** FASE DI ALLARME ATTIVAZIONE STRUTTURA - INIZIO OPERAZIONI L'INPUT DI ATTIVAZIONE DELLA STRUTTURA PUÒ ESSERE DATO SOLAMENTE DA:  Sindaco o Assessore delegato;  Responsabile U.O.C. Protezione Civile – Vice Sindaco Ass. Pino Papa;  Responsabile del Procedimento Arch.i Angeloceleste Miccoli; Per quanto sopra, chiunque verrà a conoscenza della necessità di attivare la struttura provvederà, con qualunque mezzo ed in qualsivoglia modo a contattare il personale summenzionato. Nel caso in cui si debba procedere alle operazioni, si agirà secondo le seguenti modalità:  SINDACO – DELEGATO  RESPONSABILE U.O.C. –PROTEZIONE CIVILE- VICE SINDACO ASS. PINO PAPA  ARCH.I ANGELOCELESTE MICCOLI – RESPONSABILE PROCEDIMENTO  ATTIVAZIONE SALA OPERATIVA COMUNALE (8 FUNZIONI) –solo per copiose nevicate- CONCORRERANNO INOLTRE: DIPENDENTI COMUNALI TUTTI e CONSIGLIERI COMUNALI TUTTI

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - II personale al quale sono affidati i compiti di cui sopra, non appena avuto notizia dai preposti dello stato di "ALLARME", CON ESTREMA URGENZA E CON QUALSIASI MEZZO, AL PARI DEL RESPONSABILE DELL' U.O.C. PROTEZIONE CIVILE, DOVRÀ RECARSI PRESSO LA SALA OPERATIVA COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE -C.O.C.-, che sarà costituito presso:  La sede Comunale in Via Umberto I° n° 45; Per la messa in marcia dei mezzi sotto elencati, di proprietà dell'Amministrazione Comunale, ove necessario, saranno chiamati i dipendenti a margine indicati i quali dovranno immediatamente presentarsi presso la sala operativa. Dipendenti Telefono Mezzi Sig. Papa Michele 3391796872 Fiat Panda 4x4 Targata DE965WZ 0823959082 Geom. Giuseppe Stroffolino 3477333508 Iveco Scuolabus Targato CW907WW 0823950858 In caso di messaggi di preallarme al fine di evitare lungaggini, gli stessi sono autorizzati ad usare tale mezzo per raggiungere la propria abitazione. Sarà cura del Sindaco, del Responsabile alla P.C. –Vice Sindaco Ass. Pino Papa, e dei tecnici coordinatori:  far intervenire, ove necessario, Ditte esterne;  chiamare in servizio tutto il personale dipendente;  suddividere il servizio in turni di lavoro;  rispettare quanto contenuto nel presente piano;  tenere informata 1'Amm.ne dell'andamento delle operazioni;  tenere contatti e collaborare con altri enti e/o istituzioni DECISIONI RILEVANTI SARANNO PRESE DAL SINDACO O SUO DELEGATO (ASS. PROT. CIV. - RESP. PROT.CIV.- DIRIGENTE SERVIZIO TECNICO); L'ATTIVAZIONE DEL C.O.C. (CENTRO OPERATIVO COMUNALE) NEL CASO DI EMERGENZA PER IL RILASCIO DI SOSTANZE RADIOATTIVE DOVRÀ' ESSERE IMMEDIATO E TOTALE.

FINE EMERGENZA Alla fine operazioni, accertato che non vi sono più le condizioni che hanno fatto scattare il piano d'emergenza neve e che si prevede un ritorno alla normalità, il SINDACO o suo delegato comunica a tutte le componenti attivate la CESSAZIONE DELL'EMERGENZA e la CHIUSURA DELLA SALA OPERATIVA DI PROTEZIONE CIVILE.

Riferimento ad altri Piani di Emergenza Attese le considerazioni di cui sopra, per i danni causati da incidente da trasporto e rilascio sostanze pericolose, si rimanda altresì, per tutto quanto attinente all'emergenza, alla salvaguardia della pubblica incolumità, ed al soccorso, ai piani di emergenza aventi ad oggetto:  Emergenza incendi; La struttura del C.O.C. può essere attivata anche parzialmente, in modo direttamente proporzionale alla gravità del caso. ***************************************************************************** NORME DI COMPORTAMENTO DELLA POPOLAZIONE

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 - SI RITIENE DOVEROSO INDICARE LE NORME DI COMPORTAMENTO DA ADOTTARE IN CASO DI INCIDENTE DA TRASPORTO E RILASCIO SOSTANZE PERICOLOSE: TALI NORME DEVONO ESSERE OPPORTUNAMENTE OGGETTO DI INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE DA PARTE DELL’ UFFICIO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE. I comportamenti da adottare al segnale d’allarme sono i seguenti:  se si è all’aperto, ripararsi in luogo chiuso;  abbandonare cantine, autorimesse e locali interrati;  chiudere porte esterne e finestre occludendo spiragli con panni bagnati;  chiudere le fessure e le prese d’aria con nastro isolante o con panni bagnati;  chiudere gli impianti termico e del gas – spegnere ogni tipo di fiamma;  fermare gli impianti di ventilazione, di condizionamento e climatizzazione;  se si avverte la presenza di odori pungenti o senso di irritazione proteggere bocca e naso con un panno bagnato e lavarsi gli occhi;  mantenersi sintonizzati mediante radio e TV sulle stazioni emittenti locali ovvero prestare attenzione ai messaggi inviati mediante rete telefonica o altoparlanti;  non usare il telefono se non per casi di soccorso sanitario urgente;  non fumare;  non usare ascensori;  non andare a prendere i bambini a scuola. Sono protetti e a loro pensano gli insegnanti;  non recarsi sul luogo dell’incidente;  non sostare a curiosare sulle strade. *******************************

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Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -

Prospetto “A” Popolazione residente e numero di famiglie suddivise per via:

Descrizione Via N. persone N. famiglie Contrada Cagni 20 8 Contrada Signorindico 8 3 Largo San Pio da 4 1 Largo Sant’Alfonso Maria De Liguori 3 1 Passeggiata Gradoni Pizzone 8 3 Piazza Roma 12 6 Piazza Teglia 25 10 Rione Monsignore Ilario Roatta Trav. I 30 9 Rione Monsignore Ilario Roatta Trav. II 25 8 Rione Monsignore Ilario Roatta Trav. III 17 6 Rione Monsignore Ilario Roatta Trav. IV 8 5 Rione Monsignore Ilario Roatta Trav. V 6 2 Strada Statale Appia 185 69 Via Cagni 34 16 Via Cagni Vecchia 2 1 Via Croce 43 14 Via Cupa 25 9 Via Della Pace 1 1 Via Diocesi di Mondovì 2 1 Via Falco 10 3 Via Forchia Arpaia 45 18 Via Misciuni 117 39 Via Montagnella 92 31 Via Nola 33 14 Via Palata 26 9 Via Palata Pompilio 46 15 Via Penniniello 42 18 Via Pestantina 38 11 Via Rella 36 10 Via Roccarainola 52 18 Via San Nicola 4 1 Via Segreta 9 4 Via Signorindico 46 16 Via Tito Livio 7 2 Via Umberto I° 127 48 Viale Forche Caudine 5 2 Vico Cieco 1 1 Vico Dei Sanniti 23 9 Vico Zuoppo 11 4 Totali 1228 446 Data del prospetto 19 Dicembre 2012

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Prospetto “B” Popolazione residente suddivisa per via e classi di età:

Descrizione Via età età età età età età età età età età totale 0- 3- 6- 11- 14- 19- 26- 45- 60- 65- 2 5 10 13 18 25 44 59 64 oltre Contrada Cagni 1 0 0 1 1 0 5 3 2 7 20 Contrada Signorindico 0 2 0 0 0 1 2 2 0 1 8 Largo San Pio da Pietrelcina 0 0 0 0 0 1 1 2 0 0 4 Largo Sant’Alfonso Maria De Liguori 0 0 0 0 2 0 1 0 0 0 3 Passeggiata Gradoni Pizzone 1 0 0 0 0 0 6 0 0 1 8 Piazza Roma 1 1 0 0 1 1 4 3 0 1 12 Piazza Teglia 1 0 2 0 0 3 7 4 3 5 25 Rione Monsignore Ilario Roatta Trav. I 1 0 0 0 0 1 2 2 0 0 6 Rione Monsignore Ilario Roatta Trav. II 1 0 0 0 0 0 4 0 0 3 8 Rione Monsignore Ilario Roatta Trav. III 1 0 4 0 1 0 8 2 1 0 17 Rione Monsignore Ilario Roatta Trav. IV 0 0 0 2 4 4 6 5 2 2 25 Rione Monsignore Ilario Roatta Trav. V 0 1 3 3 2 4 8 5 2 2 30 Strada Statale Appia 8 9 13 9 7 7 65 28 12 27 185 Via Cagni 1 1 4 0 0 1 12 6 1 8 34 Via Cagni Vecchia 0 0 0 0 0 0 0 1 1 0 2 Via Croce 3 0 1 2 4 4 12 12 2 3 43 Via Cupa 0 0 2 0 1 5 7 6 2 2 25 Via Della Pace 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 Via Diocesi di Mondovì 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2 2 Via Falco 1 1 2 0 0 0 5 1 0 0 10 Via Forchia Arpaia 2 3 1 3 4 1 13 5 1 12 45 Via Misciuni 2 2 9 5 9 15 23 33 9 10 117 Via Montagnella 6 5 5 1 3 11 34 20 2 5 92 Via Nola 2 1 2 3 2 5 8 3 1 6 33 Via Palata 0 0 2 2 4 1 7 5 1 4 26 Via Palata Pompilio 1 1 3 0 3 8 13 10 2 5 46 Via Penniniello 2 2 3 3 3 2 17 6 1 3 42 Via Pestantina 1 1 5 2 2 5 7 7 4 4 38 Via Rella 0 5 2 1 1 5 9 6 2 5 36 Via Roccarainola 2 4 7 1 1 4 17 6 1 9 52 Via San Nicola 0 1 1 0 0 0 2 0 0 0 4 Via Segreta 0 0 0 0 0 0 2 2 0 5 9 Via Signorindico 0 0 4 2 4 4 14 8 3 7 46 Via Tito Livio 0 0 0 0 2 1 2 2 0 0 7 Via Umberto I° 1 1 9 4 9 15 34 28 5 21 127 Viale Forche Caudine 0 1 1 0 0 0 2 0 0 1 5 Vico Cieco 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 Vico Dei Sanniti 0 2 1 1 2 4 6 5 1 1 23 Vico Zuoppo 0 1 1 0 1 0 2 4 2 0 11 Totali 39 45 87 45 73 113 368 232 63 163 1228 Data del prospetto 19 Dicembre 2012 ********************************************* Comune di Forchia (Bn)

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Descrizione aree/immobili di proprietà del Comune di Forchia, ai fini dell’attuazione del Piano Comunale di Protezione Civile.

S C H E D A n° 1 DETTAGLIO AREA DA UTILIZZARE IN TUTTE LE EMERGENZE, ESCLUSO RISCHIO IDROGEOLOGICO ED INCENDIO D’INTERFACCIA

TIPO DI AREA (ATTESA, RICOVERO, AMMASSAMENTO/CENTRO SMISTAMENTO) RICOVERO, AMMASSAMENTO E CENTRO DI SMISTAMENTO

DENOMINAZIONE AREA PALAFORCHIA (campo polivalente)

UBICAZIONE AREA COORDINATE GEOGRAFICHE VIA MISCIUNI (ex contrada Cretazzo) 41° 01’ 57,95’’ N - 14° 32’ 25,21’’ E

RECAPITI TELEFONICI AREA NON E’ SERVITA DA LINEA TELEFONICA

SUPERFICIE AREA TOTALE mq 4.300 circa COPERTA mq 970 circa

TIPOLOGIA PREVALENTE SUOLO AREA (asfalto, terra, ghiaia, altro) ASFALTO PER L’AREA ESTERNA, PAVIMENTO IN LISTELLI DI LEGNO PER L’AREA COPERTA DEL POLIVALENTE E PIASTRELLE IN CERAMICA PER I BAGNI

INDICARE SE AREA PUBBLICA O PRIVATA PUBBLICA

INDICARE PRESENZA SERVIZI INTERNO AREA ACQUE REFLUE (si/no) SI ACQUA POTABILE (si/no) SI ENERGIA ELETTRICA (si/no) SI GAS (si/no) SI METANO SERVIZI IGIENICI (si/no) SI

CAPACITA’ RICETTIVA AREA (TENDOPOLI CIVILE: MODULO BASE 4 TENDE, OGNI TENDA MAX 6 POSTI LETTO) MAX 144 PERSONE

REFERENTE AREA DA CONTATTARE PER UTILIZZO (indicare nominativo, specificando se dipendente pubblico, e recapiti telefoni fisso e mobile) Arch.i Angeloceleste Miccoli, dipendente pubblico, tel. 0823950316, 0823950832, 3381691971 ****************************************************************************

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Comune di Forchia -Prov. di Benevento-

Sede: Via Umberto I°, n° 45 – Tel. 0823950316, 0823951935, Fax 0823950857 Email: [email protected] , Pec: [email protected]

Piano Comunale di Protezione Civile – Rev.1 Dicembre 2015 -

SCHEDA DETTAGLIO NOMINATIVI / ISTITUZIONI / SOCIETA’ DI PRIMO CONTATTO PER EMERGENZE

SINDACO AVV. MARGHERITA GIORDANO, TEL . 0823950316 COMUNE, 0823950191 CASA, 3480335113

ASSESSORE DELEGATO ALLA PROTEZIONE CIVILE VICE SINDACO ASS. PINO PAPA, TEL . 0823950316 COMUNE, 3286813290

RESPONSABILE VIGILI URBANI V.U. PAPA GIUSEPPE, TEL. 0823950316 COMUNE, 3339164414

RESPONSABILE UFFICIO TECNICO COMUNALE (URBANISTICA, PROTEZIONE CIVILE, PATRIMONIO) ARCH.I ANGELOCELESTE MICCOLI, tel. 0823950316 COMUNE, 0823950832 CASA, 3381691971

RESPONSABILE PROTEZIONE CIVILE VICE SINDACO ASS. PINO PAPA, TEL . 0823950316 COMUNE, 3286813290

STAZIONE CARABINIERI DI RIFERIMENTO ARPAIA (Bn) , TEL. E FAX 0823950218

STAZIONE CARABINIERI DI MONTESARCHIO (Bn) TEL. 0824837222 – 0824837200

VIGILI DEL FUOCO DI RIFERIMENTO BONEA (Bn) , TEL. 115 - 0824831448 – BENEVENTO - TEL. 0824372511

SNAM -rete gas- DI RIFERIMENTO MONTESARCHIO (Bn) , TEL. 0824834995 - 800970911

SERVIZIO SANITARIO TEL. 118

TELEFONO PER EMERGENZE –Comune di Forchia- 0823950316 , 0823951935

VIGILI URBANI TEL. 0823950316 FAX 0823950857

FAX PER COMUNICAZIONI E/O AVVISI A CARATTERE DI PROTEZIONE CIVILE (Funzionante H24) –Comune di Forchia- 0823950857

INDIRIZZO PEC (Posta Elettronica Certificata) – Comune di Forchia - [email protected]

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Comune di Forchia -Prov. di Benevento-

Sede: Via Umberto I°, n° 45 – Tel. 0823950316, 0823951935, Fax 0823950857 Email: [email protected] , Pec: [email protected]

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SCHEDA DETTAGLIO NOMINATIVI DITTE PRIVATE DISPONIBILI PER EMERGENZE

Ditta Indirizzo Settore d’intervento Tel. Cell. Tel. Ufficio Albarella Antonio Via Palata n° 20 Impianti elettrici 3338356076 0823951369 82011 Forchia -Bn- civili-industriali Edil Impiantistica Via Montagnella n° 92 Impresa edile 3400645424 0823951475 Nuzzo s.r.l. 82011 Forchia –Bn- Impianti tecnologici civili-industriali Papa Franco Via Misciuni n° 30 Impresa edile 3486959694 0823950455 82011 Forchia -Bn- Sgombero neve Papa Livio Costruzioni Via Cagni n° 41 Impresa edile 3939744564 0823959012 82011 Forchia –Bn- Sgombero neve Calcestruzzi San Via S.S. n° 7 –Appia- Impresa edile 3357805564 0823951545 Vincenzo s.r.l. Via Pestantina Impresa stradale 82011 Forchia –Bn- Movimento terra Demolizione immobili con macchine operatrici Calcestruzzo fresco Sgombero neve Diglio Immobiliare s.r.l. Piazza Ponzio Sannita n° 43 Impresa edile 3807430289 0823950175 Arpaia –Bn- Sgombero neve Costruzioni Altieri s.r.l. Via Roccarainola n° 22 Impresa edile 3397890531 0823950087 82011 Forchia –Bn- Sgombero neve Azienda Verlezza di Via S.S. n° 7 –Appia- n° 69 Assistenza bestiame 3394874976 0823950386 Barbarino Michelina 82011 Forchia –Bn- Sgombero neve & C. s.a.s Spargisale Imposimato Antonio Via Pestantina n° 2 Impresa stradale 3473633481 0823951566 82011 Forchia –Bn- Coperture immobili Impiantistica Via Umberto I° n° 5 Impianti tecnologici 3473562902 0823950855 D’Onofrio s.a.s. 82011 Forchia –Bn- civili-industriali Va.Li. Service s.r.l. Via Cappella n° 13 Impresa edile verde 3476216587 0823951003 di Diglio Nicola 81021 Arienzo –Ce- pubblico Pulizie Industriali Impianti tecnologici civili- industriali Assemblaggio – cablaggio -stampaggio impianti tecnologici

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