CA’ TERZA Umberto Todeschini

CA’ BOSA Umberto Todeschini

SCUOLA DELL’INFANZIA “FONATO” Oscar Ronzani

La Ca’ Terza Umberto Todeschini

Esiste a una vecchia e im- vore verso l’imperatore Massimiliano Terzo, della sua proprietà in Sarcedo ponente costruzione sulla riva destra in guerra con la stessa Venezia. di circa 63 campi e valutata in 5582 del torrente Igna conosciuta col nome ducati. Dal momento del loro inse- di Cà Terza, situata in una parte dei I Nobili Cogollo diamento in Sarcedo la casa domini- beni che un tempo furono dei conti I nobili Cogollo o Da Cogollo erano cale cominciò ad essere indicata col Maltraversi, poi ereditati dai nobili proprietari di molti campi nella parte nome di Cà Terza, cioè la casa dei Ter- veronesi Nogarola. Il complesso è co- settentrionale di Sarcedo confinante zo, provenienti da dove stituito da una casa dominicale con con Grumolo e della casa dominicale nelle loro case, nella chiave di volta o colombara, tezza, stalla, casa da lavo- che oggi viene detta la Cà Bosa. Pos- su qualche parete, si trovava lo stem- ratore, corte e orto il tutto circondato sedevano diversi altri campi più in ma della scala il che fa supporre che da mura. Per l’aspetto e per la tipolo- basso nella parte occidentale oltre fossero di origine veronese. Il primo gia dei materiali, la parte più antica l’Igna confinanti con i beni del Barcon documento nel quale la Cà Terza viene del fabbricato potrebbe risalire alla e probabilmente la costruzione che esplicitamente nominata è il testa- seconda metà del 1300 sul finire della prenderà in seguito il nome di Cà mento di Gio Batta Terzo del 18 otto- dominazione Scaligera. La costruzione Terza. bre 1614 dettato nella sua casa di abi- originale trecentesca, ha un aspetto tazione situata in contrà dell’Igna militare simile ad una “Bastia” posta a I Conti Terzo “vocata la Cà Terza”. Gio Batta Terzo difesa dei raccolti e dei lavoratori. Un L’arrivo a Sarcedo dei conti Terzo aveva nominati suoi eredi il fratello tempo dominava la campagna lonta- è documentato dalla vendita del 22 Marcantonio e i suoi figli. na da altre costruzioni, munita di una maggio 1609 da parte del nobile Isep- Dalla rinnovazione dell’estimo torre, successivamente capitozzata e po del fu Zanantonio Cogollo, fatta ai dell’anno 1640 si pùò rilevare il consi- trasformata in colombara. Anche a conti Marcantonio e Gio Batta fratelli stente patrimonio dei Terzo a Sarce- gli Scaligeri avevano costruito una fortificazione detta “Bastia” che fecero distruggere nell’agosto del 1387, per impedire che cadesse in mano padovana. La pre- senza a Sarcedo di una o più Bastie è documentata in almeno un paio di atti notarili nei quali incidentalmente tali costruzioni sono citate e una di queste è probabilmente quella che in seguito sarà chiamata la Cà Terza. E’ presu- mibile che in origine i proprietari sia- no stati i Nogarola successori ereditari dei beni un tempo Maltraversi, beni che poi passarono agli Alidosio in se- guito all’esproprio nei confronti dei Pubblicazione a cura del Gruppo Ricerca Storica di Sarcedo, della Consulta della Cultura Nogarola operato da Venezia quando e dell’Associazione Pro Loco di Sarcedo. Realizzata con il patrocinio del Comune di Sarcedo. quest’ultimi manifestarono il loro fa- Coordinamento editoriale: Ufficio Cultura Realizzazione a cura di Francesco Todeschini Stampa: Tipografia Ronzani snc – (VI) 2 Dicembre 2012 - distribuzione gratuita do: “Polizza n° 1093 dei beni stabili in contrà delle Giberte e Leder, in sieme ai fratelli Terzi ed eseguì numero otto ninzoli diversi di lino et - botte numero sei pezzo piene di vino Igna a mezzodì li medemi fratelli a che io Marc’Antonio Terzi q. Girola- contrà delle Bianchette, confina a le- l’inventario sia dei beni mobili che canevo usadi. per l’estate et per uso di operari. sera la Igna et a monti. mo, possiedo che dovranno essere al- vante parte con la strada comune e stabili lasciati loro in eredità. - tavaglioli dosene numero tre di ca- - un minareto con vino dentro per la - una pezza di terra broliva et arativa librati nell’estimo della città di Vicen- parte con il Co. Antonio Ghellini uxo- E’ interessante scoprire l’arreda- nevo e lino. famiglia. piantà de vide et arbori nelle medeme za detratte le gravezze seguenti che rio nomine, a mezzodì con il detto mento di una abitazione così impo- - un genochiatorio di lareze con soa- Nel canevino due vezoli de mastelli pertinenze e contrà con casa murata sono tenuto a pagare sopra detti be- Ghellino, con i Dotti da Padova e con nente come la Cà Terza a quei tempi ze. numero quatro pieni di vino”. et cupata de campi dieci in circa con- ni: la strada comune, a ponente e a tra- abitata dai conti Terzi: - scagni e careghe di nogara diversi Dopo l’elenco dei beni mobili venne fina a mattina gli heredi Zanoti, a - una casa domenicale in perti- montana con le strade comuni. “ In Sarcedo vicentino distretto in ca- numero vinti. compilato quello dei beni stabili così mezzodì la Igna et a sera ai monti li nenze di Sarcedo con teza a coppo, - campi 32 vacui con la giurisdi- sa dei signori Orazio, Gio Batta, - un lava man di ferro con coverchio e di case come di campi arativi, prativi heredi del signor conte Lodovico corte, orto e colombara, il tutto cinto zione dell’acqua per irrigarli in dette Francesco e Carlo fratelli e figli del cerchieto di rame grande. e montuosi : . da muro, con campi 42 arativi pian- pertinenze 12 in contrà del molin et fu Marc’Antonio Terzo. - un fornimento da focco con cavedo- “ - Una casa dominicale nella quale - una pezza di terra prativa piantà tadi di vide e arbori contigui alle det- 20 in contrà della Vegra confina a In una stanza della casa dominicale a ni d’otton grandi. habitano li sopradeti signori fratelli de piante giovani de campi sei in cir- te fabriche posto il tutto in pertinenze levante con gli eredi del q. Obizzo Ali- destra dentro della porta grande ver- Nella camara appresso la medesima : Terzi posta nelle pertinenze di Sarce- ca nelle suddette pertinenze e contrà di Sarcedo in contrà dell’Igna confina dosio e con il Co. Lodovico Thiene, a so i monti vi era : - due armari grandi di pezzo una lit- do in contrà della Igna confina a confina a mattina con li campi delli a levante il torrente dell’Igna, a po- ponenete con suddetto torrente - una lettiera di pero fornita con tiera di nogara fornita di stramazzo mattina li heredi del q. Francesco Za- medemi sig. fratelli a mezzodì con il nente con gli eredi del q. ms Iseppo dell’Igna e con il Co. Antonio Ghellin stramazzo e pagliazzo e coperta pagliazzo e coperta. notto a mezzodì Nadal Todesco et se- sig. Paulo Dotto padovan a sera li - un genocchiatorio - un paro cavaleti di pezzo con suo - due casse di nogara letto fornito. - una tavola grande - cinque casse grandi di nogara. - un tavolino Nella barchessa v’erano : - scagni e careghe di nogara numero - tinazzi grandi numero cinque. sei - tinazzi picoli numero quatro. - un quadro della beata Vergine. - due tine. Nella cusina vi era : - una mestella da travasar. - una littiera di nogara un stramazzo - due mestelli di misura. e pagliazo coperta fornito il letto. Nella caneva grande : - tre casse di nogara usade. - botte numero di pezzo nelle - due cassoni da farina un grande e quali ve ne sono cinque de mestelli un mezano. numero otto l’una piene di vino negro - una cassettina di nogara. grosso. - quattro sechi. - nelli tinazzi vino nero che boglie - trenta tondi diverse di peltre. d’ogni qualità grosso et picolo. - vinti quatro piatti di peltre grandi. - uva da follar colli numero ottanta. - due dosene di tondi di latesin. Sotto il fenille et sopra quello vi erano - una dosena di piatti di latesin. in cassi numero sei : Carpene, a mezzodì e a tramontana uxorio nomine, a tramontana con la - due antiani. - fieno carra numero trenta in circa. ra messer Dominico Franzan ai mon- medemi sig. fratelli. con la strada comune. strada comune. - due baccini d’otton con bronzini. Nella stalla : ti la Igna con corte et brollo di mezo - una pezza di terra nominata il Prà - una casa da lavorador con teza - una casa con teza a coppo, corte, - cinque candellieri d’otton. - bovi numero quatro con suoi forni- campo et orto di un campo il tutto dal Molino de campi cinque del corpo a coppo e campi 20 ad essa contigui orto, e brollo di campi 5 arativa pian- - cinque scudelle di peltre. menti così di carri come d’altro che dentro dalli muri. de campi dieci che la metà possiede et la metà prativi e l’altra metà arativi tà de vigne e arbori il tutto cinto da - fersore e gradelle per uso di cusina. s’aspetta alle boarie : - una possessione de campi settanta tiene nella lavorentia li lavoratori in dette pertinenze e contrà confina a muro in pertinenze di Thiene in con- - brondi due. - carri numero due. in circa arrativa piantà de vide et ar- confina a mattina li signori Alidosii a levante il torrente dell’Igna e dalle trà della Conca……….seguono beni a Nella camara di rimpetto alla cusina - un versoro. bori e fruttari posta nelle suddette mezzodì Dominico Franzan a sra il altre tre parti la strada comune. ”. : Sopra il granaro : pertinenze et contrà confina a matti- sig. conte Antonio Ghelin ai monti la - campi 8 prativi piantadi de vide Sono in tutto 183 campi. - una littiera di ferro con pagliazzo e - miglio stara numero vinti cinque. na Nadal Todesco et a mezzodì il me- rozza Verlata. et arbori in dette pertinenze e contrà Alla morte di Marcantonio Terzi stramazzo fornito e coperte. - sorgo turcho in panochie circa stara desimo Nadale a sera messer Domi- - una pezza di terra arativa piantà confina a levante e tramontana con il avvenuta nel 1650 i figli Orazio, Carlo, - un’altra di nogara medemamente cinquanta. nico Franzan, alli monti il ghebbo de vide et arbori nominata la Tor- Co. Lodovico Thiene, a mezzodì con la Francesco e Gio Batta accettarono fornita con pagliazzo e stramazzo e - fava stara vinti in circa. della Igna. nazza de campi ventiquattro in circa strada comune e a ponente con detto l’eredità paterna con beneficio coperte. - formento che doveva servire per la - il brolo nominato il Prà dalla Fon- del corpo de campi quarantotto de torrente dell’Igna. dell’inventario. - una credenza di nogara. semina stara numero vinti in circa. tana de campi otto piantò de vide et quali la metà cioè campi ventiquattro - una pezza di terra arativa di Il 18 ottobre1650 il notaio Gio Pao- - quatro casse grande et una piccola Nella caneva picola : arbori in dette pertinenze et contrà lavora li lavoratori che sarà campi 76 piantati di vide e arbori 50 lo Bevilacqua si portò a Sarcedo as- di nogara nelle quali v’erano para confina a mattina con il ghebbo della anch’essa descrita posta nelle dette

3 4 pertinenze in contrà della Igna confi- campi 24 avanti nomonati li campi le dette pertinenze in contrà del Ro- rà di quelli esser fatto inventario a Dopo alcuni anni i fratelli Terzi deci- Via Balzana detta La Tornetta sive In na a mattina con la strada commune della Tornazza in dette pertinenze vere confina a mattina la strada loro cautione et presentato una di- sero di liberarsi dei beni paterni pos- Cao confinante a mattina la Igna, a mezzodì con li signori Dotti a sera et contrà confina a mattina il conte commune a mezzodì li beni della Bea- chiarazione che si riservano essi sig. seduti a Sarcedo cominciando nel salvo però La Bassa della Giara sino con li signori Beregani ai monti la Antonio Ghelino a mezzodì li signo- ta Vergine del Rosario di Vicenza a fratelli facoltà di potere in ogni tem- 1654 con la vendita a Domenico Fran- al Terraglio che resti ai venditori, a strada commune et altri. ri Alidosii a sera domino Dominico sera li Zanoti et a monte la strada po aggiungere elevar dal presente zan di 6 campi nella contrà del Molin mezzodì i venditori, a sera la strada - un broleto cinto da siepe de campi Franzan ai monti li medemi signori comune. ogni sorta de beni così mobili come dell’Igna più altri 3 in contrà comune, a monte il compratore me- uno e mezzo prativa piantà de morari frratelli. - una casa murata cupata et solarata stabili et affitti perché ora intendono dell’Igna. diante la strada comune che va alla e fruttari nelle medeme pertinenze e - una pezza di terra arativa di due con corte et orto di dietro stalla et ca- di porvi la vera quantità per non Successivamente, il 24 maggio 1658, Igna di campi 6 circa”. contrà confina tutto attorno li beni torne di campi sedeci in circa posta neva et altre sue valentie posta nella aver né esser molto informati delle “Francesco Terzi che agisce anche a I Conti Barbieri delli suddetti signori fratelli et con le nelle dette pertinenze e contrà confi- città di Vicenza in contrà di San Lo- cose sue. nome del fratello don Gio Batta, ven- La vendita del rimanente della case. na a mattina dal Todesco a mezzodì renzo confina a mattina la casa del Et io Gio. Paulo Bevilaqua figlio di de a Domenico Franzan del fu Nicolò proprietà dei conti Terzi a Sarcedo, - una casa murata cupata e solarata la strada commune a sera la medema sig. Tomaso Cerato a mezzodì la Iseppo nodaro pubblico d’autorità 21 campi in Sarcedo alla Tornazza comprendente anche il grande fabbri- con finille di cassi cinque con corte et strada ai monti li medemi sig. fratelli. strada commune un’altra strada Veneta alle cose premesse rogato ho ossia Barcon, confinanti a mattina cato della Cà Terza e delle case da la- orto posta nelle medeme pertinenze e - una pezza di terra prativa in dette commune ai monti li heredi del sig, scritto et inventariato quanto di sopra con la strada comune, a mezzodì con voratore, arrivò il 24 marzo 1665 do- contrà confina a mattina Nadal To- pertinenze e contrà de campi nove in Antonio Avanti qual al presente tiene et sotto scritto L.D.O.M. (Laus Deo Francesco Zanin i Dotti di Padova il po una preliminare scrittura già del desco et la Igna a mezo Francesco circa confina a mattina la Igna a ad affitto il sig. Paulo Revese. Optimo Maximo) conte Ghellin, a sera i venditori e a giorno 11 febbraio 1663 : “I fratelli Zanin a sera li medemi ove al presen- mezzodì la strada comune a sera e a Quanto agli affitti che scodono li sud- In tutto sono campi 243 circa, eviden- monte la strada comune per ducati don Gio Batta e Francesco Terzi q. te habitano li lavoratori et nella qual monte li medemi fratelli. detti sig. fratelli per essere sgravi per temente tra il 1640 e il 1650 i Terzo 1527 soldi 8 danari 6 poi altri 6 cam- Marc’Antonio Terzi con scrittura 11 lavorantia vi sono li infrascritti beni : - una casa da paglia de cassi due con il molto tempo che non hanno habita- ampliarono con nuovi acquisti la loro pi nelle stesse pertinenze del valore di febbraio 1663 fecero alienazione ai - una pezza di terra arativa piantà li fondamenti da muro all’altezza del to alle case paterne si remettono ai prorpietà di Sarcedo. ducati 432 : 1 : 9.”. Co. Gio Domenico e Gio Antonio Bar- de vide et arbori de campi ottanta- coperto con una pezza di terra arati- loro estimi et ai lumi che stimano ha- Il giorno 20 dicembre 1650 venne Ancora il giorno17 dicembre1658, i bieri che acquistano anche a nome tre in circa del corpo de quali v’è va et prativa de campi 11 in circa nel- vere dalle loro scritture che pur dove- emessa la pubblicazione della senten- due fratelli vendettero a Domenico dei conti Gio Antonio e Iseppo, padre za in atti del notaio alla ragione Carlo Franzan altri 37 campi e mezzo con e rispettivi zii e per tutta la famiglia riguardante l’eredità di cason sopra coperto da coppo confi- Barbieri, dei seguenti beni per il Marc’Antonio Terzo. nanti con la Tornazza, per il prezzo di prezzo di ducati 116 al campo a fab- Il giorno 7 gennaio 1651 a distanza dei ducati 2590. briche morte per un totale di ducati figli del fu Marc’Antonio Terzo venne Il giorno 1 settembre1661. “ In contrà 11031 : chiesto l’inventario dei beni col bene- del Barcon in casa del conte Franzani Una possessione arativa e prativa ficio della legge. i fratelli Terzi vendono al conte Do- di campi 95 circa con case dominicale Il giorno 10 marzo 1651 il perito Va- menico Franzan campi 7 e mezzo e da lavoratore così composta: lentin Bassi di Thiene misurò e quan- piantati a viti e alberi in Sarcedo in - una casa in diverse stanze, cassi tificò l’ammontare dei beni ereditari contrà dell’Igna detta la Possessione nove di tezza, casare colombara, cor- pari a troni 101361, inferiore però al Cogolla confinante a mattina il gheb- te, orto in Sarcedo in contrà dell’Igna debito ammontante a troni 140366. bo dell’Igna, a mezzodì il venditore, a con casa da lavoratore con campi Per questo motivo i fratelli Terzi, sera la strada comune, a monte il arativi compresi pochi prativi nume- spiazzati da un risultato così sfavore- compratore e la seconda torna sopra ro 76 e mezzo circa confinanti a mat- vole e inaspettato, tergiversarono sul la Casa Terza. tina il torrente Igna, a mezzodì la via da farsi per poi decidere per la rinun- Il giorno 12 dicembre1662. “In Sarce- comune, a sera il Co. Gio Domenico cia all’eredità. Il giorno 22 novembre do in contrà dell’Igna in Casa Terza Franzan, a monte la strada comune. 1651, “Gio Paolo Bevilaqua, procura- abitazione del sig, Francesco Terzo. - una pezza di terra prativa detto tore dei fratelli don Gio Battista, Ora- Egli a nome anche del fratello Gio il Prà della Fontana, confinante a zio, Francesco e Carlo Terzi eredi col Batta vende a Domenico Franzan ponente il ghebbo dell’Igna, a levante beneficio della legge e inventario, del conte di Meduna, una pezza di terra e mezzodì la strada comune di campi fu Marc’Antonio loro padre, vista la arativa piantata di viti e alberi in 8.0.0.80 stima, l’inventario e seguita la sen- Sarcedo in contrà dell’Igna detta Le - terra prativa sotto la roza Verla- tenza di subordinazione, ripudia Descoverte, confinante a mattina col ta confinante a ponente Antonio Ca- l’eredità dopo aver scoperto la dan- prato dei venditori, a mezzodì col pra e il co Domenico Franzan e alle nosità stessa di essa eredità, riser- compratore e parte con la strada co- altre parti con roze di campi vandosi le ragioni sopra i crediti mune, a monte con i venditori di 9.3.½.100 elencati”. campi 4 circa, poi una pezza di terra - una pezzetta di terra arativa di piantata di viti e alberi in contrà di quarti 1 e mezzo tavole 3 di sotto la

5 6 rosta dell’Igna confinante con essa Passati i 10 anni l’affittanza verrà testatore dichiara che detta Teresa della Cà Terza ho misurato le infra- spinà et anco compresa in questa il e prese con sé come collega accompa- Igna con la roza consortiva e con il assegnata dal conte Gio Carlo Bar- non potrà pretendere cosa alcuna dai scritte pezze di terra situate nella sitto della Casa Terza con case e orti gnatore Antonio Todesco conoscito- Co. Gaetan Thiene. bieri a Gio Domenico Dal Ferro. suoi eredi essendo nata da sangue contrà della Vegra di sua ragione e in tutto eccetto la pascoliva e broliva re perfetto dei luoghi, dei beni e delle I nuovi proprietari conti Barbieri, Nel frattempo però successe un adultero. Universali suoi eredi istitui- sono come segue : due e mezzo alla quale confina a mat- contrade di Sarcedo, e fece la pertica- come di consuetudine, affittarono i fatto innaspettato che sconvolse il sce i conti Gio Carlo Barbieri figlio del - una pezza di terra arativa in tina il ghebbo dell’Igna a mezzodì e a zione di tutti i beni condotti in affitto loro campi a lavoratori locali. quieto uso dei beni di Sarcedo passati Co. Gio Domenico Barbieri e successi- dette pertinenze contrà della Vegra a sera la strada comune che va per il da Domenico Dal Ferro, sotto la “pa- L’affittanza del 23 maggio 1691 di mano dai conti Terzo ai conti Bar- vamente il Co. Iseppo suo figliolo, di quale confina a sera il ghebbo mezo di tutte le torne eccetto a quella tronia” che aveva, prima di questi venne così descritta : “Con la presente bieri. tutti i suoi beni presenti e futuri a ri- dell’Igna, alle altre parti il Co. Lodo- delli campi 18 a monte con giudizi, il conte Gio Carlo Barbieri scrittura io infrascritto Gio Carlo Una giovane donna,Teresa Terzi guardo dei disturbi e dei litigi che si vico Thiene trovata C 0.01/2.19. l’infrascritta nominata la torna di assegnati alla casa Terzi. Vennero Barbieri facendo per nome di mio di 17 anni, si presentò davanti ai giu- sono impegnati a sostenere per gli ac- - una pezza di terra prativa e par- S.Carlo C 14.½.½.100 travati campi 95 e quarti 1, di questi padre do in affitto a Francesco e figli dici e asserì di essere figlia del defun- quisti fatti da detto sig. Terzi testatore te arativa da poco svegrata confinan- - una pezza di terra arativa pian- non compresi campi 4 circa posseduti Pauletti la possessione nominata la to conte Francesco Terzi del fu Mar- e per molte altre cause”. te a mattina mezzodì e monte la roza tà confinante a mattina l’ultima in dai sigg. Franzani. Cà Terza in Sarcedo per ducati 425 cantonio e nipote della contessa Otta- I giudici inquisitori furono però di dei consorti a sera il conte Angelo questo descritta, a mezzodì la suddet- I capitali sui quali si definirono le da esser pagati in tre rate uguali dai via Valmarana che aveva sposato nel diverso avviso e acconsentirono alle Franzan Kr. C 9 ½.18 ta a sera strada comune e a monte quote spettanti alla detta Teresa fu- quali denari sarà detratto il valore 1597 il conte Marcantonio Terzo. Te- richieste di Teresa Terzi rivendicante - una pezza di terra prativa in l’infrascritta C 4.0.½.63 rono : della biava come qui sotto : resa, in base alle volontà testamenta- i beni Terzi con fabbricati sopra in contrà della Cà Terza di là dell’Igna - una pezza di terra arativa pian- - ducati 5000 dotali. L’affittanza principierà il Santo rie della contessa Ottavia del lontano Sarcedo in contrà dell’Igna ora pos- confinante a mattina e monte il Co. tà confinante verso mezzodì la detta, - ducati 1006 della eredità Cogolla. Martino 1691 e continerà per anni 19 marzo 1636, rivendicò la parte di sessi dal conte Gio Carlo Barbieri a Lunardo Thiene a mezzodì la strada a sera e monte strada comune, a mat- - altri. dieci… eredità a lei spettante riguardante i seguito dell’ atto 24 marzo 1665 del comune a sera il ghebbo dell’Igna C tina con l’infrascritta C 6.0.0.92 Affitti della possessione in Sarcedo Sarò obbligato ricevere stara cen- beni di Sarcedo ora possessi dal conte notaio Gio Gregorio Sartori. 8 ½. 37 - una pezza di terra arativa pian- ducati 430”. to di formento a troni 5 il staro e que- Gio Carlo Barbieri. Quest’ultimo, Il 17 gennaio 1699 i sindici inquisi- - una pezza di terra artiva piantà tà con morari e in parte vegra e parte Come si può rilevare Teresa Terzi sto condotto alla mia casa a Vicenza. chiamato in causa, contestò la legit- tori di terraferma ordinarono che un di vide e arbori in detta contrà con piantà de vide e abori vi era stato il riuscì a far valere le proprie ragioni e Più stara 200 sorgo a troni 50. timità di discendenza della giovane fante con un cavaliere si portasse a case da lavoradori confinante a mat- ghebbo dell’Igna e in parte di questa ottenere il compenso della sua parte Siano tenuti a piantare e semina- Teresa Terzi, come dichiarato nello Sarcedo e col mezzo di un estimatore tina il ghebbo dell’Igna a mezzodì vene è ancora di giara bianca con un di eredità. I conti Barbieri continua- re secondo l’occorrenza ma nel pian- stesso testamento del defunto France- pubblico venissero perticati ed escor- eredi del q. Francesco Zanin e il Co. reparo grande verso mattina che la rono ad abitare la Cà Terza ancora per tar di nuovo doverò io dargli gli ar- sco Terzi : porati tanti beni del Co. Barbieri e as- Angelo Franzan, a sera detto conte e difende da detta acqua, confinante a molto tempo almeno fino ai primi an- bori. “1687 maggio 26, in Grumolo vi- segnati a Teresa del fu Francesco Ter- la strada comune a monte mattina con il ghebbo dell’Igna e in ni del 1800 quando la gran parte dei Doveranno tenir due boarie e pa- centino in casa del testatore Francesco zi e a suo fratello e cioè una casa da l’infrascritta torna di terra mediante poca parte con il Co. Lunardo Thiene, nobili vendettero le loro proprietà sot- scolar tutto il fieno della possessione Terzo q. Marc’Antonio di anni 75, no- lavoratore con adiacenze e una pos- la strada C 18 ½.54 a mezzodì con la torna di S.Carlo e to l’incalzare della rivoluzione france- e ponere legname a beneficio della taio Gio Gregorio Sartori. Vuole essere sessione arativa di campi 95 e tavole - una pezza di terra arativa pian- ghebbo dell’Igna, a sera con le sud- se e l’arrivo in Italia di Napoleone Bo- medesima. sepolto nella chiesa dell’eremo dei 81 in contrà dell’Igna. tà chiamata la prima torna per mez- dette due torne, a monte con la stra- naparte. La colombara s’intenda a suo be- Romiti Camaldolesi di Rua dove è se- Il 22 gennaio 1699 il fante France- zo alla Cà Terza verso sera alla quale da comune C 2.¾.½.25. Troviamo notizie della presenza neficio dovendo contribuirmi quelli polto suo padre e suo fratello Carlo. sco Baroso condusse Ottavia Teresa confina a mezzodì la sopraddetta Sommano in tutto campi dei conti Barbieri nel 1721 in un atto colombi che vorranno. Nell’anno 1670 egli si maritò con An- Terzi anche per nome del fratello Ora- pezza di terra e in poca parte il Co. 90.0.½.0.90, dichiarando che nella del notaio Mattio Maculan, riguardan- Per onoranza doveranno dare pa- na Lazari sua serva, che conduceva zio sopra i beni e case e la pose in pos- Franzan mediante la strada, a sera e maggior parte ove dette pezze di ter- te una socceda tra i conti Gio Domeni- ra quattro capponi ovi 200 da Pa- una vita indegna per la quale fu con- sesso dandole in mano della terra, le- mattina srada comune a monte ra confinano con il detto ghebbo co e fratelli figli del fu Carlo Barbieri, squa, carezzi a Vicenza per fascine dannata come adultera, dalla quale è gne e sassi conducendola dentro e l’infrascritta pezza di terra C dell’Igna, sono dannificate dalla me- stipulato in casa dei detti conti in con- oltre la condotta del formento. nato Orazio battezzato con questo fuori casa, aprendo e chiudendo usci e 37.0.0.23 desima e vi vol assai spesa nel difen- trà della Casa Terza, ( Come si vede il Più doveranno condurre tutti li nome quale figliolo del detto testatore finestre ecc. - una pezza di terra, che è la tor- dersi. nome Cà Terza rimase nonostante il sassi per sostener li ripari et per quel- Francesco, che sospetta giustamente Il 29 marzo 1699 comparve il Co. netta di mezzo arativa piantà come Su ordine degli Inquisitori di ter- cambio dei proprietari), e i signori li potessero occorer di nuovo, così il non essere nato dal suo sangue, e che Gio Carlo Barbieri e produsse una se- sopra, alla quale confina a mattina e raferma venne fatta una contro perizia Iseppo padre e Bortolamio figlio Cu- sabion e sassi per la restaurazione de ciò nonostante per carità nomina ere- rie di 5 processi riguardanti gli acqui- sera la strada comune, a mezzodì la : nich di . muri. de della terza parte di tutta la sua fa- sti dei beni di Sarcedo “per quanto si suddetta terra, a monte l’ifrascritta Il 2 marzo 1700 l’agrimensore Zuan- Elenco degli animali tenuti in socceda L’orto s’intenda anco a mio uso coltà. E’ nata poi una figlia battezzata estende la proprietà Cogolla”. C 8 ½. ½.39 ne Scomazzon della comunità di Ma- per ponervi fasoli e arbori cioè due col nome di Teresa ora di circa tre an- Nei giorni 23 e 24 luglio 1699 egli - una pezza di terra arativa pian- rostica in esecuzione degli ordini im- Pecorini N° 100 a troni 18 il paro vaneze. ni come figlia di detto signor France- incaricò il notaio e agrimensore An- tà contigua alla suddetta verso mez- partiti dagli Inquisitori di terraferma Manze N°2 per il valor di troni 200 In caso di tempesta, che Dio non sco che però egli è sicuro essere figlia drea Bettanin a misurare e quantifica- zodì a sera, mattina, e monte strada del 23 giugno 1699 e altra del 9 gen- Cavalli N° 2 per il valor di troni 220 voglia, praticherò l’uso del paese nel dell’adultero Scipion Zannini per la re i suoi beni in Sarcedo : comune C 8.0.0.43 naio 1700 a favore di Ottavia Teresa Rilevano tutti uniti troni 1320. restoro ”. relazione tenne con detta Anna Lazari “Io infrascritto per ordine del Co. -una pezza di terra arativa piantà figlia del fu Francesco Terzi fu Marco e per la quale fu condannato in galera Gio Carlo Barbieri mi sono conferito compreso una pezzatella di terra bro- Antonio anche a nome del fratello (La socceda era un contratto tra il e lei in prigione. Per questa ragione il nella villa di Sarcedo e ivi in contrà liva sive pascoliva serrata con una Orazio, si portò nella villa di Sarcedo proprietario degli animali e colui che

7 8 li alimentava e curava e a fine di ogni all’intorno d’intagli dorati : la stanza sima esser fatto secondo la prescri- oltre che a Sarcedo, a Vicenza, a Pa- campi il signor Dal Bianco anno fra le parti venivano egualmente poi contigua, cioè quella zione dell’Apostolico Breve cioè co- dova, ad Asiago e nei territori sia della Antonio del fu Giacomo, nel divisi i guadagni). dall’apertura somministrarà alle struito di muro, in sito decente, libero diocesi di Vicenza che in quella di Pa- 1863 il figlio di Antonio Dal In un atto notarile del 3 settembre graziate persone tutto il commodo e lontano da ogni uso domestico et ho dova e in ognuna delle loro abitazioni Bianco, a marzo del 1865 Va- 1729 il notaio di Sarcedo Mattio Ma- d’ascoltare la S.Messa e il sito con sommo piacere et edificazione ottennero di costruire un oratorio pri- soin Bartolomeo. culan nel delineare il luogo interessato dell’Oratorio sarà libero e immune da ritrovato un fornimento di ecclesia- vato e così nel passare degli anni ot- nel rogito scrive : “ In Sarcedo in con- ogni uso domestico, non avendo stica suppellettile per la celebrazione tennero sempre la dispensa papale per I Tretti trà del Torrente Igna, ossia S.Carlo, communicazione o vicinità con i luo- della messa, degno della distinta Pie- assistere in esso alla messa, privilegio A settembre dell’anno ossia Casa Terza….”. ghi di servizio”. tà di detti signoti conti”. esteso anche ai loro discendenti. 1865, la possessione della Cà Il 23 settembre 1741 la cancelleria Il 2 novmbre 1741 il papa Benedet- A Sarcedo, come già detto, i conti Terza fu acquistata dal signor L’Oratorio dei conti Barbieri vescovile, su segnalazione dei conti to XIV concesse la licenza di celebrare Barbieri rimasero fino ai primi anni Tretti Matteo fu Gio Batta, alla Cà Terza Terzo, invitò il parroco di Sarcedo a una messa giornaliera negli oratori del 1800. Dal registro sommarione figura importante fra i fonda- Nel 1741 i conti Barbieri fratelli recarsi personalmente a visitare privati costruiti nelle abitazioni dei che accompagna la mappa d’avviso del tori della Banca Popolare di don Carlo, Ludovico, Lorenzo e Giu- l’Oratorio da essi fatto costruire in conti Carlo sacerdote, Ludovico, Lo- 1809 riguardante il comune di Mon- Thiene. Egli già verso il 1850 seppe chiesero di poter costruire nella Sarcedo nella loro casa di abitazione. renzo e Giuseppe fratelli Barbieri, sal- tecchio Precalcino, nel quale sono in- aveva acquistato la possessio- loro abitazione alla Cà Terza un orato- “Egli dovrà osservare se sia riuscito a vo nei giorni di Pasqua, Pentecoste, dicati i proprietari dei fabbricati e dei ne che fu dei conti Thiene e rio privato. E’ probabile che in prece- norma del Breve Appostolico, cioè co- Natale e altre festività solenni. La di- terreni, individuabili da un numero di che comprendeva il colle e la denza avessero già costruito un capi- struito di muro, libero da tutti gli usi spensa fu estesa anche agli zii Gio mappale, risulta proprietario del Vil- chiesa di San Pietro in Bodo. tello intitolato a S. Carlo visto che il domestici ed ornato e provvisto di ec- Domenico e Gio Antonio, alla contessa lino Forni, poi Cerato, e di circa 42 Col nuovo acquisto si formò luogo dove essi abitavano a Sarcedo clesiastica suppellettile necessaria Laura Grassi loro madre vedova del fu campi contigui, il conte Carlo Barbieri un insieme di 300 campi. Pietro Tretti veniva individuato nel 1729 come per la celebrazione della S.Messa e conte Ottavio Barbieri loro padre, ai del fu Lodovico. Dopo la morte di Matteo av- bieri nobili e colti che seppero arre- “contrà Igna, ossia S.Carlo, ossia Casa darne relazione scritta”. consanguinei e affini, ai domestici e Verona, Dal Bianco, Vasoin venuta nel 1877 l’eredità passò al fi- darla e abbellirla anche con alcuni af- Terza”. Il 31 ottobre 1741 il parroco don agli eventuali ospiti nobili. Dal registro sommarione che ac- glio Pietro e dopo la sua morte avve- freschi di qualche pregio. La richiesta inoltrata alla curia ve- Giovanni Miolati inviò la relazione ri- Lo stesso giorno 2 novembre 1741, compagna la mappa d’avviso del co- nuta nel 1906 ai figli Pietro, Igino, Te- Poi cominciò il declino dovuto ai scovile di Vicenza seguì il consueto chiesta : “ Ho visitato personalmente il vescovo di Vicenza Antonio Marino mune di Sarcedo dell’anno 1809, ri- resa, Giusto, Guido e Irene. numerosi passaggi di proprietà e so- iter burocratico con incarico, 13 set- e con diligenza il già riuscito a perfe- Prioli, vista la relazione del rettore sulta proprietario della Cà Terza e dei pattutto al minor profitto derivante tembre 1741 da parte della cancelleria zione Oratorio privato dei nobili si- della chiesa parrocchiale di Sarcedo campi attigui Verona Pietro del fu Ni- Conclusione dall’agricoltura alla quale si sostituì vescovile, al parroco di Sarcedo di ve- gnori Conti Carlo, Lodovico, Lorenzo don Giovanni Miolati, che aveva visi- cola, possidente di Thiene al quale La Cà Terza ha seguito nel corso velocemente l’industria. Il fabbricato, rificare l’idoneità del sito per la co- e Giuseppe fratelli Barbieri situato in tato e trovato idoneo l’oratorio privato evidentemente furono venduti dai del tempo un po’ la sorte di tutte quel- sotto il peso degli anni, bisognevole di struzione dell’oratorio privato. questa Parrocchia e fatto da detti si- costruito a Sarcedo dai fratelli Barbie- conti Barbieri. le costruzioni rurali vecchie ed impo- una manutenzione sempre più onero- Così rispose, il 16 settembre 1741, gnori Conti costruire nella casa di lo- ri, concesse la facoltà di celebrare in L’anno di questa vendita dovrebbe nenti numerose nel nostro territorio sa s’incamminò a fare la fine di molte il parroco rettore della chiesa di S. ro abitazione e posso con verità ra- esso una messa quotidiana. collocarsi attorno al 1803, anno in cui vicentino. E’ stata abitata inizialmen- ville venete accomunate dallo stesso Andrea di Sarcedo don Giovanni Mio- guagliare Vostra Signoria Illustris- I conti Barbieri avevano proprietà il conte Carlo Barbieri chiese e otten- te in tempi difficili spesso funestati problema. lati : “Devo rendere, come umilmente ne la costruzione di un oratorio priva- dalla guerra fra Carraresi e Veronesi La Cà Terza fu tenuta a mezzadria rendo a Vostra Signoria Illustrissima to nella sua abitazione di Montecchio al tempo della dominazione Scaligera dalla famiglia Fortini fino all’anno le più distinte grazie per l’onore do- Precalcino nella quale si era trasferito poi in tempi più pacifici sotto il meno della sua vendita1974. Da allora è di- natomi dei pregiatissimi suoi cenni abbandonando Sarcedo. gravoso dominio Veneziano. Ha avu- sabitata e parte del tetto comincia a con lettera in data 13 andante. Ho Intorno al 1840, dai registri cata- to modo di vedere momenti di grande cadere. La Società del Golf sembra veduto il sito eletto dalli nobili signori stali della Mappa Austriaca, troviamo vivacità con l’arrivo dei conti Terzi ma ora intenzionata a procedere ad una Conti Carlo e fratelli Barbieri per il proprietario della Cà Terza e di diversi soprattutto con quello dei conti Bar- sua riqualificazione. suo privato Oratorio, il quale giudico decentissimo essendo chè a tal fine aprono un muro dell’ultima camera nell’appartamento terreno di loro abitazione fuori della qual apertura si alzeranno tre muri, che col suo co- perto formeran l’Oratorio. Dentro a questo recinto capiravvi oltre qualche persona, comodissimo un altare per il quale hanno di già preparato il suo quadro, e pensano di fornirlo

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nella casa che i Da Cogollo tenevano ad Umberto Todeschini La Ca’ Bosa affitto dai Ghellini fin dal 1493 fossero in corso dei lavori e forse proprio nella colombara che qui è nominata per la prima volta. Il 30 aprile del 1505 Gianmarco Cogol- lo acquistò definitivamente dai Ghellini il complesso di casa tezza e campi, prima tenuto in affitto e ora munito I Ghellini anche di colombara. L'abitazione di- Nella parte settentrionale di Sarcedo venne la casa padronale dei da Cogollo confinante con Grumolo , a Sarcedo. (Odierna Cà Bosa abitata dai tra i torrenti Igna e Refosco, si trova Pozzan). una bella costruzione rurale denomina- Gianmarco Cogollo continuò a fare ac- ta la Cà Bosa. quisti di terreni soprattutto nella zona I nobili Ghellini furono i probabili co- alta di Sarcedo confinante con Zuglia- struttori di questa casa dominicale mu- no, come il 16 febbraio 1506 quando rata, cupata, e solarata cioè costruita di acquistò dal nobile Valerio del fu Ales- muro con il tetto coperto di coppi e con sandro quattro campi in con- l’affittanza e poi con la vendita delle giano. Questi scritti sono stati visti ed una tezza pure in muratura ma coperta trada delle Balzane vicino alla strada e i loro possessioni. esaminati da me notaio. Essendo dette di paglia. Questa notizia è ricavabile da beni dello stesso Gianmarco, un altro sorelle nubili e non avendo altri beni un atto notarile del 7 dicembre 1497 campo sempre in contrada delle Balza- I Conti Thiene oltre alla loro proprietà, il nobile dot- quando i Ghellini la diedero in affitto ne presso i beni della chiesa di Santa Ormai erano rimaste uniche proprieta- tore Alberto del fu Girolamo Orgian perpetuo al nobile Gianmarco Cogollo. Anastasia di Grumolo e altri due campi rie del grande complesso rurale con ca- zio delle due sorelle decide di vendere Il primo nucleo della futura Cà Bosa è situati più in basso del Barcon in con- sa dominicale e colombara le due gio- la detta possessione ai fratelli reve- quindi databile almeno al 1497 anno trada delle Magie o Magge confinanti vani sorelle nubili Caterina e Angelica rendo Claudio ed Ercole Thiene figli dell'affittanza, ma non è escluso che la con il luogo detto Ciesalonga. orfane del fu Guido Cogollo e il loro zio del fu cavaliere Ludovico, e avere così costruzione sia stata effettuata qualche Dopo questo atto di acquisto non si dottor Alberto per avere modo modo di farle comodamente sposare, anno prima. Dotto altri quattro campi sempre in tre parti presso gli eredi di Gilino de trovano più tracce di Gianmarco Cogol- di farle sposare decise di vendere la per il prezzo di ducati 3300 da grossi contrada di S.Pietro. Gilino, poi del diretto e utile dominio lo probabilmente ammalato o morto in possessione. 31 per ducato”. I Cogollo Ma è importante l'investitura a livello su un appezzamento di terra arativa data imprecisata, perché a continuare Con l'atto del 18 febbraio 1589 del no- Segue la descrizione dei beni venduti : La presenza dei nobili Cogollo o da Co- perpetuo del 7 dicembre 1497 dello piantata a viti e alberi di circa 11 campi l'opera dei Cogollo a Sarcedo sarà suo taio Francesco Cerato di Vicenza venne “ Beni situati nella villa di Sarcedo e gollo a Sarcedo è accertata da numerosi stesso Gianmarco da parte di Giovanni situati in pertinenze di Sarcedo in con- figlio Giuseppe con l’acquisto il 1° di- descritto il complesso della futura Cà cioè la casa Dominicale murà, cupà e atti notarili riguardanti locazioni, ac- Gillino figlio di Gillino de Gilino (sono i trada delle Pergole. cembre 1543 da Valentino Rigoni di un Bosa messo in vendita : “ Le nobili si- solarà con colombara con 4 cassi di quisti e transazioni di vario genere. nobili Ghellini) di un sedime con casa Il 23 gennaio 1498 egli acquistò dal campo in contrada Ciesalonga e due gnore Caterina e Angelica sorelle figlie tezza da coppo, ara, orto e tutti i cam- Era consuetudine, mantenuta fino a murata cupata e solarata e tezza mura- nobile Giorgio del fu Giberto Sesso, per campi in contrada della Bianchetta. del fu nobile Guido del fu Iseppo Co- pi brolivi e arativi a quella contigui non molto tempo fa, dare inizio ad ta coperta di paglia in villa di Sarcedo il prezzo di 12 ducati d’oro, una pezza E’ anche l’unico atto che conosciamo golo, si trovano avere una possessione piantati di viti e alberi, come da perti- un’affittanza dal giorno di San Martino con un appezzamento di terra di quat- di terra di un campo in Sarcedo in con- riguardante Giuseppe Cogollo, già de- e fabbriche (case) in villa di Sarcedo, cazione, presso il ghebbo dell’Igna a e proprio in questo modo iniziò tro campi e mezzo in contrada di Bodo trada di Bodo presso la via comune funto nel 1553 quando la nobildonna da esse affittata di tempo in tempo per mezzodì, presso la via comune a sera e l’approccio dei Cogollo con Sarcedo. confinanti da due parti con la via co- presso i signori Dotti da un capo e Maddalena figlia del fu Giuseppe de ducati 130 nell’anno 1570 20 luglio al a monte, presso il nobile Zanmarco Il giorno 11 novembre 1480, festa di mune. (è l'affittanza di cui si è parlato presso il detto compratore. Cogollo e vedova del nobile Antonio de reverendo don Zanmaria Zanocco ret- Cogollo e un’altra via comune a le- San Martino, il nobile Giacomo Dotto più sopra trattando dei Ghellini). Un altro acquisto da Daniele Ferretto Cunnacis nominò suo procuratore il tore di Centrale come risulta dallo vante. Poi una casa da muro e tezza da investì di un affitto rinnovabile ogni Il 23 dicembre 1497, Gianmarco Cogol- di un campo piantato a viti e alberi in nobile Girardo de Cogollo cittadino vi- scritto di mano di Zampietro Polcastro lavoratore coperta da paglia in dette dieci anni Gianmarco del fu Bartolo- lo allargò i suoi possedimenti con contrada di S.Pietro vicino ai beni dei centino. L’atto fu redatto dal notaio sottscritto da testimoni, per ducati 120 pertinenze con tutti i campi a quella meo da Cogollo, di un appezzamento di l’acquisto da Pietro del fu Monte di Cli- Todesco, venne fatto da Gianmarco Bortolo Zanotto in casa degli eredi del l’anno 1573 11 gennaio al signor Leo- contigui arativi e di ogni sorte come terra parte arativa e parte prativa pian- vone per il prezzo di 250 ducati di un Cogollo il 3 agosto 1498 . E’ interessan- nobile Giuseppe de Cogollo sita in con- nardo Gasparini come da scrittura del da perticazione, presso la via comune tata di viti e alberi e olivari di circa sedime con due case ossia due cassi di te notare che l’atto venne concluso “in trada S.Pietro. nobile Alberto Orgian zio di dette so- a mattina e a mezzodì, presso il nobile quattro campi e mezzo situati in Sarce- casa murata cupata e tavellata e tezza talamo de subtus collumbariam” cioè Come si può notare i nobili da Cogollo relle, per ducati 120 l’anno 1582 3 di- Valerio del fu Alessandro Zugian e Mi- do in contrada di S.Pietro, con l’obbligo coperta da paglia, ara orto di mezzo nella camera sotto alla colombara alla per circa un secolo continuarono ad cembre a magistro Iseppo Zironda chiel di Merzari, Batta degli Ambrosii di solvere al locatore ogni anno a Nata- campo circa con tre morari dentro, si- presenza del magistro Giacomo del fu aumentare il loro patrimonio fondiario detto Balante da Thiene come da scrit- e Pietro Gasparini a monte, presso Gi- le 16 libbre di denari. Il 2 settembre tuato in villa di Sarcedo in contrada Giorgio muraro di Vicenza. La presen- a Sarcedo ma poi ad un certo momento to di mano del signor Gio Batta Bro- rolamo Gasparini a sera. Poi due 1493 Gianmarco Cogollo acquistò dai dell’Igna presso la strada pubblica da za del maestro muratore fa intuire che ci fu l’inversione di tendenza prima con

11 12 sendo stata accettata detta eredità dai Somaschi di San Giacomo in Vicenza. padri somaschi perchè ritenuta non Prima, una possessione arativa con conveniente a causa dei troppi oneri a fabriche sopra di casa, teza e tezonta, cui era condizionata. Lo si può rilevare corte e orto con pascoli contigui, di dall'atto del notaio Girolamo Fabretti quantità de campi quarantadue pian- riguardante il passaggio di proprietà tati di vite, arbori morari e fruttari della Cà Bagoza alla signora Sabina nelle pertinenze di Sarcedo in contrà Guazzo: del Reffosco o Igna tra i suoi confini. Dei beni mobili rimane poca cosa per- Sabina Guazzo - Marco Segalla chè il resto di essi fu venduto a benefi- 1652 14 dicembre. In Centrale in con- cio del reverendo don Gio Batta che li trada della piazza in casa di abitazione devolse ai padri Somaschi della San- dell'infrascritta signora Sabina. "Inven- tissima Trinità di Venezia". tario di tutti li beni così mobili come Marco Segalla aveva sposato Sabina stabili lasciati dal Reverendo padre Guazzo nel 1594 . In occasione del loro don Gio Batta che fu figliolo del fu si- matrimonio il reverendo don Bernar- gnor Vincenzo Bagozi, chierico rego- dino Capriano, rettore della chiesa par- lare Somasco al tempo della sua prof- rocchiale di S.Andrea di Sarcedo, donò campi circa di terra arativa e boschiva come di consuetudine, al momento del- fessione inventariati per me sottoscrit- al nipote Marco Segalla la possessione Domenico Franzani stigiosa dei conti Franzan. (per appro- presso la via comune a sera, presso la professione, dovette dotarlo con un to nodaro ad istanza della signora Sa- del Barcon comprendente una casa edi- I Franzani, commercianti di panni fondimenti sui Franzani o Franzan eredi del fu Ludovico Rigon da Sarce- certo patrimonio di beni occorrenti per bina figlia del fu Gio Antonio Guazzo e ficata murata, cupata e solarata con (merzari) erano arrivati a Thiene verso consultare tesi di laurea di Denis Bru- do alle altre parti” . il suo mantenimento. Gli fu assegnata moglie del signor Marco del fu Simon tezza propinqua coperta di coppi, corte la seconda metà del 1500 provenienti nello). nientemeno che la possessione della Cà Segalla presente con la potenza e as- cinta di muro, forno e pozzo e campi da un paese affacciato sulle rive del la- Anche la possessione della Cà Bagoza I Bagozo Bagoza, peraltro gravata da affitti e im- senso di detto signor Marco suo con- 70, rimanendo però usufruttuario dei go di Como. Qui fecero fortuna e inve- entrò nelle mire espansionistiche di Vincenzo Bagozo era affittuale con pegni per prestiti vari da onorare an- sorte per essecuzione di quanto dispo- beni donati durante la sua vita. Per in- stirono le loro ricchezze nell'acquisto di questa famiglia e l'acquisto fu perfezio- compiti di fattore nel Barco dei nobili nualmente a canonici, monasteri e a ne la legge concernente l'accettazione ciso si ricorda che la possessione del terreni e possessioni soprattutto nei nato da Domenico Franzani nell'anno Alidosio. Era una persona importante diversi privati. dell'heredità con beneficio dell'inven- Barcon era stata acquistata il 10 gen- paesi limitrofi. 1653. Con atto del notaio Girolamo Fa- che aveva facoltà di versare e prelevare Una volta scelta la vita monastica Ca- tario, come è stata accettata quella di naio 1590 dal signor Marcello Capriano E proprio a Sarcedo il 26 febbraio 1630 bretti, 9 febbraio di quell'anno, Sabina, somme, per conto degli Alidosio, nella millo Bagozo, divenuto padre Gio Bat- detto Reverendo don Gio Batta dalla di Vicenza, padre di prè Bernardino, Nicolò Franzani acquistò da Marco Se- moglie di Marco Segalla, divenuta ere- Camera degli Argenti del Santo Monte ta, con suo testamento rinunciò all'ere- predetta signora Sabina sua avia dal nobile Obizzo Alidosio per il prezzo galla la possessione del Barcon dove de mediante il testamento di suo nipote di Pietà di Vicenza, fare eseguire lavori dità che fu devoluta alla signora Sabina (nonna) materna in lei devoluta stante di 3504 ducati. successivamente verrà costruita la bella padre GioBatta Bagozo, concluso al di manutenzione nelle case dei vari af- figlia di Gio Antonio Guazzo, nonna la repudiazione dell'heredità medesi- villa con annesso oratorio, dimora pre- momento della sua professione, ven- fittuali, regolare liti e controversie e i materna del detto Gio Batta, non es- ma fatta dalli molto Reverendi Padri dette per il prezzo di 3000 ducati versamenti delle loro rate di affitto, i 42 campi e la Cà Bagoza a Do- come si può constatare da un atto no- menico Franzani del fu Nicolò in tarile del 20 aprile del 1644. pertinenze di Sarcedo in contrà Egli ebbe una posizione privilegiata del Refosco . che gli permise di raggiungere nel Il passaggio di proprietà della Cà tempo una certa agiatezza economica Bagoza dai Franzan ai Chilesotti che gli consentì di diventare proprie- di Thiene avvenne verso la se- tario, di quella che da quel momento conda metà del 1700. cominciò ad essere chiamata la Cà Bagoza, dopo averla acquistata dai Chilesotti conti Thiene intorno al 1652 forse per La mappa conservata nella bi- dotare il figlio votato a vita ecclesiasti- blioteca Bertoliana di Vicenza ca. Vincenzo Bagozo aveva sposato Ni- disegnata il 16 dicembre 1771 dal colosa figlia di Marco Segalla da Cen- perito Carlo Crestani rileva la trale dalla quale ebbe un figlio, Camil- possessione della Cà Bagoza lo, indirizzato alla vita monastica nel comprendente la casa dominica- convento dei Padri Somaschi di San le, corte , orto e colombara per Giacomo di Vicenza che prese il nome un totale di 33 campi, proprietà di padre Gio Batta. Vincenzo Bagozo,

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Scuola dell’infanzia dei signori Chilesotti di Thiene, pro- ed assuntori pel quale ho delineato li mibile che i tre cassi di tezza aggiunti Oscar Ronzani prietà conservata almeno fino al 1809, beni tutti posti nella contrà di Refosco alla casa dominicale che ancora oggi si come si può rilevare dai registri cata- ed Igna possessi dalli signori Giuseppe vedono siano stati edificati dai Chileso- “Fonato” stali relativi alla mappa d'avviso di e nipoti Chilesotti ed altri particolari, tti dopo l'acquisto dell'anno 1771. quell'anno riguardante il territorio di situati essi beni nelle pertinenze come Oggi il complesso della Cà Bosa è abita- 1922 - 2012 Sarcedo. Nella mappa del 16 dicembre nel presente(disegno) ed indice resta to dalle famiglie Pozzan ed ha subito 1771 sono raffigurati e numerati gli un- dichiarito. nel secolo scorso una notevole trasfor- dici appezzamenti della proprietà Chi- Terminato in Vicenza questo dì 16 di- mazione per ricavare alcune abitazioni lesotti così descritti dal perito Carlo cembre 1771 per me Carlo Crestani moderne e altri fabbricati sussidiari Crestani : pubblico perito. che ne hanno compromesso l'aspetto C’ erano una volta tre porcellini ... anche dall’atteggiamento favorevole della gente, e Nel disegno si possono notare, al N° 4 originale. Rimane comunque ancora quante volte i nostri bambini si preparano trepidanti accan- dall’esempio di iniziative simili che si andavano realizzando Indice del presente (disegno) della descrizione dei beni, una calcara una delle costruzioni rurali più maesto- to alla maestra quando sentono queste parole! in altri paesi. N° 1 Prativo con siti di Fabriche (fab- per la trasformazione in calce dei nu- se della nostra campagna di Sarcedo e Ora vogliamo raccontarvi un’altra storia che parla proprio Che l’idea di aprire un asilo fosse sorta già da tempo, ri- bricati) corte e orti in pertinenze di merosi sassi che si raccoglievano dai sarebbe giusto chiamarla ancora Cà di maestre e bambini. sulta da una relazione inviata dal Presidente della Congre- Sarcedo C 2 2/4 campi, e al N° 8 una casa, oggi non più Bagoza dal nome dei Bagozo che un Come è nata la nostra Scuola dell’Infanzia Fonato? gazione di Carità di Sarcedo, Aronne Martini, al Prefetto di N° 2 Arativa piantà (con piante) in esistente perchè distrutta da un incen- tempo la abitarono. Purtroppo si verifi- Vicenza in data 2 marzo 1922, da cui si desume che prima dette pertinenze dio nel secolo scorso nominata la Cà carono numerosi cambiamenti di nomi Asilo come necessità sociale dello scoppio della guerra il dott. Giuseppe Ranzolin aveva C 2 2/4 Bosetta. di luogo dopo il 1870 col passaggio ... dal 1920 in poi si verificò una significativa ripresa lasciato “un appezzamento di terreno su cui erigere l’Asilo N° 3 Arativa piantà in dette pertinenze dell'anagrafe dall'ufficio parrocchiale a dell’attività scolastica a Sarcedo, perché si era realizzata Infantile” e la somma di L. 10.000 per i lavori. Un progetto C 0 3/4 Riassumiamo le fasi di trasformazione quello comunale. Citiamo alcuni esem- una importante novità: l’istituzione dell’Asilo Infantile era stato già predisposto, e la spesa era stata preventivata N° 4 Pascoliva in dette pertinenze della Cà Bosa nel tempo : pi di storpiature di nomi rimasti poi di (come veniva chiamato allora). Il merito di questa preziosa di L. 12.000. Il sopraggiungere della guerra aveva fatto in- compreso il sito della Calchara Nel 1497 la casa dominicale risultava uso comune. Oltre alla Cà Bagoza di- iniziativa risale anzitutto all’ arciprete di quegli anni, don terrompere tutto il programma, e dopo “l’elevato costo dei C 0 2/4 già murata cupata e solarata cioè co- venuta Cà Bosa, la contrada di Ca- Antonio Rizzi, che, guidava la parrocchia dal 1911. materiali, mano d’opera e altro” impediva che si desse N° 5 Prativa in dette pertinenze struita di muro con il tetto coperto di stelcucco così per secoli nominata nei Fin dai primi anni si era guadagnato l’affetto e la stima esecuzione al progetto: per cui il Presidente della Congre- C 1 1/4 coppi mentre la tezza era pure in mura- documenti e ad un certo punto tra- del suo popolo, con la semplicità dei modi, con l’arguzia gazione con altra lettera chiedeva un contributo al Ministe- N° 6 Arativa piantà in dette pertinenze tura ma coperta di paglia. sformata in Monte Cucco. Oppure la bonaria della parola, sempre aperto e sempre sereno, pur di ro degli Interni. C1 3/4 Il 1498 fu l'anno della costruzione del- strada che dalla contrada Passamosche fronte alla complessità e alla delicatezza di tante situazioni. Per affrontare concretamente il problema, l’Arciprete, in N° 7 Arativa piantà in dette pertinenze la colombara. (Contrà Contrà) che costeggiava la rog- La guerra, in particolare, lo aveva messo in contatto con i pieno accordo con la Congregazione predetta, (che, come si C 2 1/4 Nel 1589 la casa Dominicale risultava gia Verlata e si dirigeva verso Madon- problemi più profondi e più umani di tante famiglie. Sotto- vedrà più avanti, riprese in mano alla fine la situazione, per N° 8 Arativa piantà de morari con sito murà, cupà e solarà con colombara e netta, chiamata Salbega perchè pas- linea bene questi aspetti del buon pastore d’anime don G. di casa e orto in dette pertinenze con 4 cassi di tezza da coppo, ara, orto. sava vicino al mulino dei Salbego, si Brazzale, nel suo libro “Sarcedo”. C 2 2/4 E' specificato, in questo caso, come la trasformò in Scaliega. Per non parlare Questo sacerdote riuscì a portare a compimento un’idea N° 9 Prativa in dette pertinenze tezza fosse a quel tempo coperta da della contrada Cà Marine, cioè la casa che da qualche tempo era maturata in lui, essendosi reso C 1 2/4 coppi e dell'ampiezza di quattro cassi dei signori Marini che l’abitavano, di- conto delle crescenti necessità della popolazione, che au- N° 10 Arativa vacua (senza piante nè (la distanza da un pilastro all'altro de- ventata Camerine, oppure la Cà Va- mentava di numero, ed osservando che, accanto ad una po- case) in dette pertinenze terminava l'ampiezza di ogni casso di lerana, così chiamata perché vi abita- vertà diffusa, molte persone, molte donne e madri di fami- C 1 2/4 tezza). va Valeriano Frighello, diventata Ca- glia erano occupate negli opifici, i bambini non erano segui- N° 11 Arativa piantà in più pezze nelle Nel 1771 il disegno del perito Carlo Cre- vallarana. ti e le famiglie giovani sentivano sempre più il bisogno di suddette pertinenze di Sarcedo stani riguardante la un aiuto valido per l’educazione dei figlioli, ancor prima C 13 2/4 proprietà dei signori della scuola elementare. Chilesotti di Thiene, L’ Asilo non era ancora la “scuola materna”, quale sareb------confermava in pieno be divenuto dopo la seconda guerra mondiale, ma non era Tutti li suddetti campi possessi dalli la descrizione fatta più il luogo di semplice raccolta e di custodia dei piccoli che signori Chilesotti rilevano (ammonta- nell'anno 1589 la attendevano l’età per andare a scuola, come era avvenuto no) C 33 casa dominicale, per i primi “asili” sorti nell’ottocento, quali “asili di carità”. Disegno a venti e misure formato da corte , orto e colom- Soprattutto ci voleva personale idoneo, con preparazione me sottoscritto per obbedienza del bara disegno ese- specifica abilitazione di scuola magistrale (cioè diploma del mandato 21 ottobre passato dell'illu- guito forse in occa- grado preparatorio), ed occorreva un ambiente adatto, con strissimo signor giudice delegato sione della vendita attrezzature adeguate per la lunga giornata di frequenza del all'officio dell'aquila ottenuto dalli si- loro fatta dai conti bambino. L’arciprete don Antonio Rizzi, parroco di Sarcedo dal 1911 al 1941. gnori Pietro e L.L.C.C. Dall'Aqua eredi Franzan. E' presu- In questo progetto l’arciprete era incoraggiato, quindi, Fu il principale promotore dell’istituzione dell’Asilo a Sarcedo.

15 16 portare l’opera a compimento) creò un “Comitato pro eri- venne indicato l’Asilo stesso nel periodo in cui fu ospitato nibili per iniziare l’attività scolastica: e anche se mancavano nuova denominazione di “Scuola Materna Fonato”, e con gendo Asilo”, di cui facevano parte alcuni volontari parroc- in quell’ambiente) furono ricavate due aule, arredate con le ancora molte cose si potè aprire l’Asilo ai primi bambini. Il l’inizio dell’anno scolastico 2002/2003 la scuola verrà chiani: Antonio Grotto, vicepresidente, Giuseppe Zanatta, cose indispensabili, in attesa che fosse costruito il nuovo materiale e l’arredamento utilizzabile vennero trasportati chiamata: “SCUOLA DELL’ INFANZIA FONATO”. cassiere, Giacomo Marchetti (Segretario Comunale, divenu- Asilo. gratuitamente dalla gente, e l’inaugurazione del nuovo edi- to poi podestà di Sarcedo), Giovanni Cusinato, Francesco ficio avvenne l’11 dicembre 1924. Fattambrini, Giuseppe Franzan, Stefano Scalco, oltre Costruzione dell’attuale edificio Si tratta di un edificio tuttora valido e funzionale, anche all’Arciprete stesso, che lo presiedeva: era una specie di Il Comitato, intanto, si era messo con impegno al lavoro, se l’edilizia scolastica si è nel frattempo adeguata ai nuovi gruppo di “saggi”, sensibili alle nuove esigenze e disponibili avendo a disposizione, come si è visto, il terreno occorrente indirizzi dell’attività didattica , costruito con una certa ele- ad operare per arrivare alla conclusione. Poiché ci sarebbe in area centrale del paese. Ma per provvedere all’attuazione ganza, seguendo il gusto del primo novecento, che contem- voluto ancora del tempo per avere l’ edificio progettato, dell’opera, nonchè all’arredamento, alle attrezzature neces- pera una gradevole armonia di linee con le esigenze di soli- mentre i bisogni premevano, si pensò che la popolazione sarie, e a tutto il resto si andava incontro ad un grosso im- dità e di sobrietà del complesso. I lavori erano durati quasi sarebbe stata certamente più pronta a rispondere alla ri- pegno finanziario, per cui il Comitato ricorse a varie inizia- due anni, con una spesa complessiva di L. 150.000. Erano chiesta di un aiuto finanziario se avesse visto iniziare ed tive (feste di beneficenza, sottoscrizioni, offerte raccolte in stati eseguiti dall’Impresa Francesco Tedesco di Sarcedo; operare la nuova istituzione. varie circostanze, ecc.), sensibilizzando tutto il paese. direttore dei lavori era stato l’Ing. Adelchi Zuccato, di Thie- Alla prima richiesta di due suore la risposta era stata ne- I lavori poterono incominciare nel 1923: ma si dovette far ne. gativa , per mancanza di personale disponibile (1921): ed ricorso anche a prestiti di privati, che misero a disposizione Poco più di un anno dopo (22 gennaio 1926) venne a uguale esito ebbe una seconda lettera dell’Arciprete del 1 la somma complessiva di L. 70.000 (cifra notevole, per mancare la generosa testatrice: così, divenute esecutive le gennaio 1922. Ma ad una nuova pressante domanda (marzo quegli anni!), senza esigere interessi. Era un atto di squisita disposizioni testamentarie, la Congregazione di Carità, pre- 1922) la Superiora Generale presentava all’approvazione carità, che chiudeva un grande buco: ma alla fine, comun- sieduta da Francesco Caretta, con deliberazione 21 marzo del Vescovo Mons. Rodolfi la richiesta di autorizzazione a que, il capitale doveva venire rimborsato. 1926 accettava il lascito Fonato, avviando le pratiche per concedere due educatrici per l’Asilo della parrocchia di Sar- l’autorizzazione prefettizia. cedo, e il Vescovo, visto anche il benestare del Mons. Vivia- Successivamente la Congregazione prendeva in consegna ni, dava il proprio assenso. “tutte le attività mobiliari e immobiliari riferitisi all’Asilo La nuova attività poteva cominciare. Infantile” e provvedeva quindi, con la vendita dei beni, a In tal modo, nel mese di ottobre 1922, nasceva - sia pure saldare i debiti contratti dal Comitato nell’esecuzione con una sistemazione di fortuna - l’Asilo Infantile, al quale dell’opera; con la cifra rimasta creava una riserva, in titoli Anni ’20 - Gruppo di bambini dell’Asilo con le loro insegnanti si iscrissero subito 64 bambini, il cui numero in pochi mesi di Stato, per il necessario completamento e per le necessità salì a 73. Le prime maestre furono suor Sira e suor Onofria. future. Intanto l’Asilo procedeva con un’attività sempre più artico- E’ di questi mesi una relazione che la superiora delle suo- L’atto di consegna del fabbricato, mobili, utensili, arre- lata e ricca di impegni e di iniziative, secondo i nuovi indi- re di Sarcedo invia alla Madre Generale, dalla quale traspa- damento e attività dell’Asilo alla Congregazione di Carità da rizzi pedagogici: non era ancora la “Scuola materna” come re non solo l’entusiasmo con cui le nuove educatrici si sono parte del Comitato fu concordato e stipulato nello studio si intende oggi, ma si era proposto un indirizzo educativo accinte all’opera preziosa, ma anche le condizioni di neces- del citato Notaio Pagliosa il 28 maggio 1928. sempre più aperto alle esigenze intellettive, spirituali, psi- sità in cui si trovavano molte famiglie. La lettera dice fra cologiche e fisiche dei piccoli, tenendo stretto collegamento l’altro: L’asilo infantile – Ente morale con le famiglie e quindi con la comunità parrocchiale, or- “ ...Le scrivo dalla Baracca, mentre i bimbi mangiano sa- L’ Asilo Infantile, ora Scuola dell’Infanzia, intitolato a Santa Fonato. Nello stesso tempo venivano avviate le pratiche per erige- ganizzando, in particolari circostanze, festicciole, recite, poritamente. Se li vedesse, i cari piccini, trangugiare a Con il lascito di questa benefattrice fu possibile costruire l’edificio, che re l’Asilo in Ente Morale, con le esplicite condizioni: che i giochi nella bella sala centrale, passeggiate istruttive e grandi cucchiaiate la minestra calda, e come si affrettano venne inaugurato nel 1924. debiti contratti per la costruzione fossero saldati; il fabbri- qualche gita, sempre interessante: a Vicenza, a Monte Beri- a terminare la loro scodella per averne dell’altra! Ne ab- cato e il terreno adiacente venissero sempre “adibiti ad uso co, sull’Altipiano dei , e altrove, con la parte- biamo 75, e in primavera passeranno sicuramente il cen- Donazione Fonato Asilo Infantile per i bambini di Sarcedo”; la “custodia ed cipazione e la collaborazione di qualche membro del Comi- tinaio. Che consolazione!...”. Ed ecco giungere in soccorso la Provvidenza nella perso- educazione dei bambini fossero affidati alle Suore”, come tato di gestione. La lettera è del 22 dicembre 1922: passeranno ancora due na della signorina Santa Fonato, di Francesco, di Thiene: fino a quel momento; e infine, che del “Comitato per la sor- Le educatrici, nel frattempo erano cambiate: alle prime anni prima di poter disporre del nuovo edificio. La prima con testamento depositato presso il notaio Francesco Pa- veglianza e la direzione dell’Asilo” facesse parte stabilmente due erano subentrate, in tempi diversi, suor Maria Gigliola cosa occorrente era un locale, sia pure provvisorio: ed allo- gliosa, pure di Thiene, in data 20 dicembre 1924, veniva l’Arciprete pro tempore. Tronchin, suor Secondilla, suor Maurina Bernardi ... ra l’Arciprete riuscì ad ottenere dall’autorità militare la di- disposto che tutti i beni immobili di proprietà Fonato esi- La pratica trovava compimento con il Decreto del Re Im- Col passare degli anni si nota un incremento costante del sponibilità di una “baracca”, cioè di un’ampia tettoia, chiu- stenti a Sarcedo (tre appezzamenti di terreno di complessi- peratore datato 16 dicembre 1937, con il quale l’Asilo Infan- numero dei bambini, che durante la seconda guerra mon- sa da muro e divisa da pareti in legno, adiacente al caseifi- vi ettari 3,91.97, con casa colonica, e due fabbricati di tipo tile veniva eretto in Ente morale con amministrazione au- diale superano il centinaio. cio urbano, siti in via Chiesa) passassero in eredità alla Con- tonoma e con la denominazione di “Asilo Infantile Fonato” Alcuni avvenimenti registrati di quegli anni: “S. Giuseppe” e confinante con le proprietà Cappellotto, gregazione di Carità (poi divenuta E.C.A. e successivamente e ne veniva approvato lo Statuto organico del 7 agosto pre- Nel settembre 1936, si festeggia Don Rizzi per il 25° lungo la strada dove è ora il piazzale Cavalieri di V. . I.P.A.B.) di Sarcedo, con la specifica destinazione di prov- cedente. Il Decreto era pubblicato nella Gazzetta Ufficiale anniversario di ingresso nella parrocchia; Si trattava di una struttura usata durante la guerra per il vedere all’erigendo Asilo per l’Infanzia. del Regno del 10-03-1938 numero 57. Nel novembre 1936 centenario di fondazione dell’ ricovero di materiale bellico. Nel frattempo i lavori erano proceduti alacremente, tanto Istituto delle Suore maestre di S. Dorotea; Nei primi mesi del 1922 nella “Baracca” (con questo nome che nel dicembre 1924 le strutture essenziali erano dispo- Dopo la seconda guerra mondiale (1945) l’Asilo assunse la Il 17 novembre 1940 si ricorda solennemente il 50°

17 18 di nascita della comunità delle suore di Sarcedo; questo provvedimento, che riguarda le scuole materne non Venne data a disposizione un’altra stanza per le attività tea- cabine per cambiarsi, mentre nella parte esposta alla strada Nel febbraio del 1941, muore l’Arciprete don Rizzi, a statali, viene confermata la “vigilanza” del Direttore Didat- trali con scenografie e costumi bellissimi, e inoltre venne si alzava un telo affinché non si vedessero dall’esterno. Og- cui subentra il prof. Don Mario Cola, già docente tico sulla scuola, che mantiene peraltro la propria autono- allestito anche il teatrino delle gi una soluzione di questo tipo ci fa sorridere visto la facili- del Seminario Vescovile di Vicenza. mia di indirizzo e di programma, e si conferma come scuola marionette. tà con la quale anche per un solo giorno possiamo andare al particolarmente atta a sviluppare le potenzialità del bambi- Tra le testimonianze e i ricordi del periodo, vi è mare. Dall’asilo alla scuola materna no, non per “istruirlo” in vista della scuola elementare, ma anche quello dei corsi di ricamo e cucito che le L’ attività, che riprende con pieno ritmo e con per “educarlo” e aiutarlo ad aprirsi ai valori fondamentali bambine frequentavano per tenersi impegnate nel periodo La vita all’asilo costante aumento di presenze dopo la fine del secondo con- dell’uomo, come cittadino e come cristiano. La legge estivo quando le famiglie, come nel resto dell’anno, erano La bidella, una “mamma per tutti” flitto mondiale, è ormai ricordo vivo di quanti hanno vissu- sull’istituzione della scuola materna statale, emanata 10 indaffarate nei lavori dei campi ... Inizialmente e per qualche decennio, le suore non abitava- to questi 67 anni di pace. anni dopo, non modificherà e non limiterà le caratteristiche no nell’Asilo ma in una casa lasciata loro in eredità dal sa- Ma in questi anni di trasformazione della vita italiana an- e le funzioni della scuola materna non statale così definita. cerdote don Antonio Faccin morto nel 1893, ed è per questo che l’ Asilo subisce un cambiamento. Come già si è accen- motivo che all’interno della struttura vi era l’esigenza di nato, esso diventa ora “scuola”, e precisamente “scuola ma- Attività all’interno della struttura una persona che si prendesse cura di tutto ciò che riguar- terna”, come del resto era previsto già nella Riforma Genti- L’ edificio era sorto con l’unico scopo di asilo, ma siccome dava la manutenzione e la pulizia dello stabile. Quindi chi si le (1923) ed era ben chiarito nel Teso Unico del 1928 (Legge la comunità non disponeva di molte strutture per le attività prese cura dei bambini e assicurò loro sempre stanze ri- 5 febbraio 1928 n. 577), per cui ne veniva riconosciuta la d’insegnamento e intrattenimento, vennero usate delle scaldate e ben pulite, fu la “bidella”, che abitava perfino funzione educativa e non più soltanto assistenziale, e si de- stanze dell’asilo per ospitarle. Ad esempio venne ricavata al nell’edificio, ed oggi si potrebbe chiamare anche custode. finiva il servizio e la funzione dell’ educatrice, preparata in piano superiore la V° L’ultima bidella dell’Asilo fu “Isetta”, e fu una un corso triennale nell’ apposita “Scuola Magistrale”. classe della suola elementare, come testimonianza viene custode davvero speciale. Il suo contributo fu amorevole ed Dopo la guerra, nell’ordinamento democratico, la nuova riportata qui sotto una foto degli anni ‘50 di Ranzolin Fran- umano oltre che pratico e lavorativo. Le sue mansioni era- Quasi tutti gli adolescenti delle comunità degli anni ‘30-’40 “scuola materna” viene aggiornata e regolata attraverso il cesco, uno scolaro di quella stessa classe. Da notare il no molte e comprendevano tutto ciò che riguardava l’Asilo. frequentavano il “solarium”. E si!!! Anche allora si aveva D.P.R. 11 giugno 1958 n. 584, con propri “Orientamenti di- commento di fine anno (sul retro) nel quale scrive di essere Verso le cinque del mattino “Isetta” si alzava per quella che oggi chiamiamo piscina. dattici” per indicare le linee operative dell’insegnante: con stato “sbociato”. accendere le stufe a segatura, affinché le suore e i bambini Oggi i nonni che l’anno frequentato, nel raccontarci di cosa trovassero i locali caldi al loro arrivo. Le fascine di legna si trattava, sorridono loro stessi increduli: In fondo al corti- per la cucina venivano regalate dal papà di Tarcisio Cappel- le della struttura venivano portate delle “tinozze” di acqua lotto, e “Isetta” le trasportava con la carriola fino all’Asilo. assieme a della sabbia, verso l’interno del cortile vi erano le

I bambini del solarium in costume da bagno (1930) Riconoscibili: M° Giovanni Lovison, Podestà “Barba-Ferro”, Ma Callin in Lovison - Suore e Assistenti

Altra rara foto dei bambini del solarium in costume da bagno (1930)

19 20 In quegli anni non vi erano molte varianti sul pasto, si Gli anni ‘70 mangiava solamente la minestra o la pasta asciutta e in Con l’arrivo dell’acquedotto nel 1962 (prima l’acqua veni- piedi, con ciotole inserite in un buco nella panca di legno. va raccolta da un pozzo fatto costruire all’interno dell’asilo) Quando i bambini si sporcavano molto, “Isetta” li lavava e la partenza dell’”Isetta”, cominciano le prime trasforma- nel “mesteo” e spesso i più piccoli dormivano nel suo letto. zioni. Il sonnellino pomeridiano veniva fatto al piano superiore La comunità delle suore si ridusse a quattro unità, e ciò dell’edificio solo d’estate, perché d’inverno non essendo ri- rese più acuto il disagio della distanza della Scuola Materna scaldato era troppo freddo, così i bambini dormivano dove all’abitazione delle religiose. La situazione si protrasse per poi è stata costruita la cappella delle Suore. Alcuni genitori diversi anni, finché nel 1970, il Comitato gestore della andavano a riprendere i bambini quando portavano il latte Scuola Materna (che nel frattempo era stata intitolata “Fo- al caseificio, ma molto spesso presi dal lavoro, e indaffarati nato” a ricordo della benefattrice) presieduto dal Commen- dalle faccende quotidiane, dimenticavano i figliuoli dator Bortolo Saugo deliberò di effettuare un ampliamento all’Asilo, così l’Isetta comprensiva, li riaccompagnava a ca- della scuola e una trasformazione del primo piano. Al piano sa. terra venne ricavato: una sala per l’amministrazione, una sala giochi e dei servizi igienici, al primo piano vennero ri- cavati i locali per l’alloggio di tutta la comunità delle suore e una cappella. Per le suore i compiti, nell’ambito scolasti-

co, erano ormai soltanto quelli dell’attività didattica per i piccoli dai 3 ai 6 anni. Le suore gestiranno per molti anni questa struttura continuando a dare alla Comunità, come lo è sempre stato dal lontano 1890, oltre agli insegnamenti scolastici, i loro insegnamenti di Amore. Col passare degli anni per mancanza di vocazioni le suore verranno sostituite da insegnanti laiche, la prima di queste è stata Marisa Chemello, ora coordinatrice. La bidella è stata sostituita dal personale di servizio che si prende cura della struttura e della cucina. I bambini vanno a scuola in autobus, hanno il pranzo com- pleto e svolgono molte attività didattiche.

Refettorio negli anni ’20. Da notare che i bambini mangiavano in piedi con la ciotola inserita in un buco nella panca di legno.

Dal ‘24 al ‘60 La vita nell’Asilo fu sempre uguale: si partecipava ai fune- rali, indossando la mantella nera della scuola, alle funzioni religiose importanti, si andava in passeggiata e molto altro ancora ... Venivano fatte anche delle fotografie ai bambini con dei giocattoli, ed è curioso osservare che i giocattoli fotografati erano uguali per tutti, e che poi, puntualmente, venivano “messi da parte” assieme alla macchina fotografica.

21 22 Dagli anni ’90 ai giorni nostri Le prime analisi furono portate avanti assieme ad esperti Negli anni ’90 le suore vengono gradualmente avvicendate del settore collegati alla FISM (Federazione Italiana Scuole nell’insegnamento da personale laico. Materne non statali di ispirazione cristiana) e fu individua- Prima tra le insegnanti Marisa, poi Silvia, Laura, ecc…. to come ottimale il servizio di asilo nido integrato per bam- Per molti anni il Consiglio di amministrazione è stato retto bini di età da 12 a 36 mesi. “Integrato” perché si inserisce in dal Presidente Mario Castello che ha sempre posto grande una struttura di scuola materna e fruisce dei benefici edu- attenzione sia agli aspetti umani ed educativi che agli inter- cativo-didattici del collegamento con la stessa, ma a tutti gli venti strutturali come il rifacimento della copertura del effetti corrisponde ai requisiti specifici di un asilo nido con corpo principale della scuola e la riqualificazione della cu- un proprio progetto psico-pedagogico. cina. Verso la fine degli anni ’90 subentrò Paolo France- Si proseguì con uno studio di fattibilità sino a portare in schetto che garantì un’adeguata prosecuzione del sevizio approvazione dell’assemblea della scuola il progetto di ri- della scuola. qualificazione dell’edificio. Lo stesso consisteva nel recupe- Con la legge 62/2000 sulla parità scolastica, anche alla ro completo del piano primo, dove negli anni ‘70 c’erano gli Scuola Materna Fonato veniva riconosciuto lo status di appartamenti delle Suore, con inserimento della piattafor- Scuola Paritaria entrando a far parte del sistema di istru- ma elevatrice a servizio dei tre piani, di una nuova scala zione nazionale. esterna di sicurezza, e un parziale ampliamento per ricava- Nel 2000 si avviò la privatizzazione dell’ente, che da Istitu- re un nuovo vano scala e una nuova aula. Al piano terra ve- to Pubblico di Assistenza e Beneficenza (IPAB), divenne nivano invece previsti gli spazi per l’asilo nido. Gli spazi una Associazione di genitori denominata “Scuola esterni si arricchivano di una nuova area di circa 700 mq dell’Infanzia Fonato”. Il decreto della Regione Veneto del 4 acquisita sul lato ovest per garantire maggiormente gli aprile 2003, di riconoscimento della personalità giuridica, standard previsti dalla normativa sull’edilizia scolastica. fece seguito all’approvazione del nuovo statuto risultante I lavori furono realizzati a partire dall’estate 2001 consen- dall’atto a rogito del Notaio Cornelio Lorettu datato 13 di- tendo l’apertura del servizio di asilo nido a partire da otto- cembre 2002, e rese effettiva la de-pubblicizzazione ottenu- bre 2002. L’inaugurazione della rinnovata struttura avven- ta con decreto 149 del 14 novembre 2001. ne il 10 novembre 2002. La struttura scolastica, sempre gestita con molta attenzione Il risultato si esprime in un ambiente molto accogliente, e decoro dalle Amministrazioni che si erano succedute e dai con finiture accurate, rispettoso delle norme di sicurezza, collaboratori scolastici, necessitava di una evoluzione che dotato di materiali ed arredamenti adatti alle necessità dei consentisse di procedere nel senso del miglioramento della bambini e di nuovi spazi da sfruttare all’aria aperta. Al con- qualità e della sicurezza sottese al riconoscimento della pa- tenimento dei costi contribuirono 51 volontari, che realizza- rità scolastica. rono lavori pari a circa 42.500 euro, e alcune donazioni di Con l’inizio del 2000, il nuovo Consiglio di Amministrazio- opere realizzate da artigiani locali come l’originale piastra ne con Presidente Giorgio Meneghello e Consiglieri Don d’ingresso che rappresenta il nuovo logo della scuola, rea- Pompeo Cattaneo, Suor Miriam, Marino Mambrelli, Patri- lizzata in materiale cementizio decorato, il cancello con in- zia Busato, Gabriele Dalle Carbonare, Oscar Chemello e cisioni laser, la ringhiera della rampa di accesso. Al finan- Orazio Bertolin, Segretario Eliseo Dal Bianco, iniziò a ra- ziamento dei lavori concorsero fattori positivi come il con- gionare sulle possibili soluzioni. sistente avanzo di amministrazione derivante dalle gestioni La prima questione, già in fase di valutazione durante la di Mario Castello e Paolo Franceschetto, le maggiori risorse gestione Franceschetto, era di dare un ingresso in sicurezza della parità scolastica, l’ottenimento di contributi dalla Re- alla Scuola stessa, visto che l’ingresso principale da Via S. gione Veneto, dalla Fondazione Cariverona, dal Comune di Giuseppe diventava ogni giorno più pericoloso. Con Sarcedo, oltre che da vari gruppi ed aziende locali. Per l’Amministrazione Comunale fu portato avanti una solu- completare i lavori fu necessario contrarre un mutuo quin- zione per creare un accesso da nord a partire dall’area pub- quennale di 50.000 euro. blica collegata a Via Don Brazzale. Lo stesso Comune rea- lizzo la parte di percorso coperto da struttura metallica in- sistente su proprietà pubblica sino a quello che prima era un ingresso di servizio della Scuola. Superato questo primo aspetto l’attenzione si concentrò sulle crescenti esigenze della Scuola Materna relative a spa- zi per laboratori e ad un servizio che mancava a Sarcedo: l’asilo nido.

23 24 Costi ristrutturazione Scuola Materna ed Asilo Nido Piano Finanziario

Importo Importo

Voce (Euro) Voce (Euro)

Opere edili e spese tecniche 71.400 Avanzo di bilancio 2000 45.965 Acquisto e sistemazione terreno- nuovo in- Contributi derivanti dalla parità scola- gresso 64.800 stica 68.666 Impianti termoidraulico, elettrico e antincen- Contributo straordinario Comune di dio 61.300 Sarcedo 20.658 Serramenti esterni ed interni 18.200 Contributo Regione Veneto 76.194 Pavimenti- controsoffitti- tinteggiature 45.700 Fondazione Cariverona 20.000 Ascensore e scala di emergenza 18.800 Contributi Aziende 15.451 Arredamento nido e materna 19.200 Contributo Parrocchia 3.500 Attrezzature cucina 9.300 Contributo Gruppo Genitori 3.100 Lavori fatti in economia da volontari 42.500 Contributi Gruppi, Associazioni, Privati 5.166 Lavori fatti in economia da volontari 42.500 Mutuo 50.000 Totale costi (Euro) 351.200 Totale (Euro) 351.200

Rimanevano da completare la cucina, la sala mensa, il sa- Auguriamo allora Buon Compleanno alla Scuola lone, migliorare gli spazi esterni e necessitavano ulteriori dell’Infanzia Fonato, tanta strada hai fatto…. e tanta ne fa- sforzi sulla sicurezza. rai! Nel 2004 venne eletto Presidente Marino Mambrelli che già aveva svolto un lungo e produttivo servizio all’interno della scuola. Dopo varie valutazioni si decise, verso la fine del 2007, di ampliare il salone, cambiarne tutti gli infissi, insonorizzare e climatizzare l’ambiente, donando ai bambi- ni un ambiente confortevole e “incantato” come nelle fiabe a loro raccontate e garantendo una generale implementa- zione della sicurezza. Successivamente l’opera è proseguita con il Presidente Walter Ronzani sia per la valida gestione della qualità dei servizi erogati sia per gli ulteriori interventi sulla struttura quali l’insonorizzazione della sala mensa, la sostituzione di arredamento e il mantenimento complessivo. E’ stato attivato anche un utile sito internet www.scuolainfanziafonato.com che avvicina ancor più la scuola alle famiglie e fornisce utili informazioni sull’organizzazione scolastica.

La Scuola dell’Infanzia Fonato con l’Asilo Nido Integrato sono cresciuti anche per quanto riguarda il personale di- pendente. Risorse umane fondamentali rappresentate da otto insegnanti, una coordinatrice, quattro risorse nel per- sonale non docente, che garantiscono un alto livello educa- tivo per i bambini, creando un luogo stimolante per gli stessi ed arricchente per le Famiglie. Nel mese di settembre 2012 è stato ottenuto l’accreditamento istituzionale del Nido Integrato, in ottem- peranza alla L.R. 22/2002, motivo di orgoglio per tutte le persone che credono in questa scuola e a conferma del la- voro fatto in tanti anni di impegno.

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Indice

2 Ca’ Terza Umberto Todeschini

11 Ca’ Bosa Umberto Todeschini

16 Scuola dell’infanzia “Fonato" Oscar Ronzani

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