Terna spa Nuova S/E e nuovo elettrodotto 150 kV Pontecorvo – Piedimonte S. Germano

Relazione Geologica Preliminare

Terna spa aprile 2010

Premessa La presente relazione geologica è allegata al progetto Terna finalizzato a soddisfare la richiesta di aumento di potenza avanzata dalla Fiat di ; in particolare Terna intende realizzare una nuova S/E di smistamento 150 kV nel di Pontecorvo da raccordare alle linee 150 kV “ – Garigliano” e “Pontecorvo C.le – ”; tale nuova stazione sarà collegata tramite nuovo elettrodotto 150 kV alla CP di Piedimonte S. Germano che alimenta lo stabilimento Fiat. Sulla base di tali premesse il progetto comprende le seguenti opere:

1. nuova S/E 150 kV nel Comune di Pontecorvo; 2. raccordi sulla nuova S/E agli elettrodotti esistenti 150 kV “Ceprano – Garigliano” e “Pontecorvo C.le – Piedimonte San Germano”; 3. nuovo elettrodotto 150 kV dalla nuova S/E Pontecorvo all’impianto di consegna FIAT Serene.

Nel complesso le opere previste consistono nella realizzazione della nuova S/E e nell’installazione di un totale di 33 sostegni.

Nella relazione verranno descritte le caratteristiche geologico – morfologiche, idrogeologiche e geotecniche dei terreni che saranno interessati dalle opere in progetto: dopo una breve descrizione delle opere, verranno descritti i caratteri geologici del tracciato facendo riferimento alle allegate cartografie tematiche.

Per quanto concerne la metodologia adottata, i dati riportati nella relazione si basano su informazioni bibliografiche e dati di sottosuolo provenienti da indagini svolte in precedenza nelle zone interessate dal tracciato. I dati bibliografici sono stati integrati da osservazioni dirette eseguite in occasione dei sopralluoghi svolti lungo l’asse del tracciato previsto.

La caratterizzazione del contesto geologico in cui si inserisce l’opera in progetto, consentirà di valutare le possibili interazioni tra la realizzazione dell’elettrodotto e gli equilibri ambientali esistenti.

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La relazione si conforma alla normativa vigente e si articola nei seguenti paragrafi:

1. Inquadramento geografico – descrizione delle opere 2. Inquadramento geologico generale 3. Caratteristiche geologiche e litologiche lungo il tracciato 4. Geomorfologia 5. Sismicità dell’area 6. Idrogeologia 7. Geotecnica 7.1. Criteri di progettazione delle strutture di fondazione 7.2. Considerazioni sulla stabilità degli scavi 7.3. Considerazioni sulle resistenze dei terreni 8. Considerazioni conclusive

Nel paragrafo relativo ai criteri di progettazione delle strutture di fondazione saranno fornite indicazioni circa la campagna di indagini geognostiche necessaria per il dimensionamento delle fondazioni delle opere in progetto.

In allegato sono consultabili le cartografie (tematismi geologici) cui si farà riferimento nel testo.

1. Inquadramento geografico – descrizione delle opere L’area oggetto degli interventi ricade nei territori dei comuni di Pontecorvo, Piedimonte San Germano e , tutti in Provincia di .

Partendo da Nord, il tracciato dell’elettrodotto in progetto esce dall’impianto Fiat e attraversa l’Autostrada Roma Napoli e la Nuova linea ferroviaria AV; in questo primo tratto (sostegni da 15 a 27 – vedi cartografia allegata con documentazione fotografica) il tracciato mantiene una direzione circa N – S con sostegni disposti in aree pianeggianti, in settori sommitali di piccoli rilievi o a fondovalle (vedi oltre - geomorfologia).

Dal sostegno 14 la direzione media del tracciato è all’incirca NE – SW e dopo aver attraversato il principale corso d’acqua di questo settore collinare ( Forma di Aquino ), all’altezza di S. Ermete scende nella piana del Fiume , dove è prevista la

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costruzione della S/E 150 kV Pontecorvo e la realizzazione dei sostegni che raccorderanno la S/E alle linee esistenti.

Nei paragrafi in cui si articola la relazione si farà sempre riferimento al tracciato iniziando a descriverne le caratteristiche (siano esse geologiche, geomorfologiche o geotecniche) da Nord (dallo stabilimento FIAT).

Per quanto riguarda la cartografia, il tracciato dell’elettrodotto è compreso nelle sezioni n. 403090, 403100, 403130, 403140 della Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000 della Regione .

Utilizzando tale cartografia come base topografica di riferimento (che, sulla base del rilevamento di campagna eseguito, è risultata una rappresentazione fedele dello stato attuale dei luoghi – a parte l’assenza della linea ferroviaria AV e delle modifiche alla viabilità ad essa connesse), sono stati elaborati i tematismi allegati in scala 1:10000 e 1:20000.

In allegato è consultabile una localizzazione delle opere su C.T.R. con la documentazione fotografica relativa alle aree di progetto.

2. Inquadramento geologico generale L’area in esame è interamente compresa all’interno della depressione tettonica della , che si estende tra la dorsale del e la catena degli Aurunci; l’asse del tracciato è posto in sinistra idrografica del Fiume Liri.

La formazione della Valle Latina è legata all’azione della tettonica distensiva connessa all’apertura del bacino Tirrenico che, a partire dal Pliocene inferiore – medio, ha condotto allo smembramento ed allo sprofondamento di interi settori della catena appenninica lungo fasci di faglie dirette ad alto angolo che tagliano e dislocano le strutture compressive legate all’orogenesi.

Nella formazione della Valle Latina ha avuto un ruolo predominante l’azione di faglie dirette a direzione NW – SE e in particolare del sistema di faglie che bordano la dorsale Monte Cairo – – Rocca d’Arce.

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L’attività tettonica di tali faglie è stata molto intensa nel corso del Pleistocene medio basale, successivamente alla fase di intenso sollevamento regionale del Pleistocene inferiore: i depositi lacustri che costituiscono la successione di riempimento della valle risultano infatti ruotati e basculati verso NE.

L’assottigliamento crostale associato alla tettonica distensiva ha favorito la risalita di magmi che hanno dato origine a centri eruttivi in aree prossime alla zona in esame: il distretto vulcanico della media valle latina (attivo tra circa 700.000 e 190.000 anni fa) privo di un edificio centrale, ha assunto un carattere areale con numerosi apparati di modeste dimensioni per lo più monogenici e isolati; il vulcano di Roccamonfina, attivo tra 630.000 e 50.000 anni fa con tre fasi eruttive principali, ha fortemente condizionato l’evoluzione geologica dell’area di progetto: la formazione del vulcano avrebbe determinato lo sbarramento del corso del paleo Liri – Garigliano e lo sviluppo di un bacino a sedimentazione lacustre ( Lago Lirino ) nella depressione tettonica della Valle Latina. Successivamente (circa 200.000 anni fa) lo sbocco al mare del Garigliano avrebbe determinato il ritorno a condizioni fluviali. Attualmente sono presenti alcune sorgenti termali e attività sismica legate alle fasi post-vulcaniche di Roccamonfina.

La successione di riempimento del Lago Lirino è costituita da due termini principali: un’unità più antica prevalentemente limosa, riferita al Pleistocene medio basale (alcune datazioni della parte medio bassa riportano età intorno a 580.000 anni, compatibili con la genesi del bacino per sbarramento) che affiora dove l’erosione agente lungo i corsi d’acqua principali ha condotto alla formazione di valli incise, ed una più recente (Pleistocene medio) che affiora estesamente nella zona di progetto; quest’ultima unità è chiusa (e parzialmente in eteropia nella parte alta) dai litotipi travertinosi che affiorano lungo una fascia ben delimitata parallela al piede della dorsale del Monte Cairo tra Aquino e la zona sottostante Cassino. A partire dalla fine del Pleistocene medio, il ristabilirsi delle condizioni fluviali e l’alternarsi delle fasi climatiche calde e fredde ha condotto alla formazione di depositi fluviali terrazzati sospesi sul fondovalle attuale occupato dalle alluvioni recenti del Fiume Liri. Le caratteristiche litologiche di tali unità saranno descritte in dettaglio nel successivo paragrafo.

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3. Caratteristiche geologiche e litologiche lungo il tracciato Nel seguito verranno descritte le caratteristiche geologico – stratigrafiche dei terreni presenti nel primo sottosuolo del tracciato dell’elettrodotto.

In allegato è consultabile la Carta Geologica in scala 1:10.000 che illustra la distribuzione delle litologie affioranti lungo l’asse del tracciato; per comodità di consultazione è stato allegato anche uno stralcio di insieme della Carta Geologica (scala 1:40.000).

Nella seguente tabella sono descritte le caratteristiche principali delle unità geolitologiche che saranno interessate dalle fondazioni dei sostegni e delle strutture della S/E Pontecorvo. Nella tabella si fa riferimento al numero dei sostegni (riportato anche nella Carta Geologica)

Unità Descrizione Geolitologica

Travertini e Banchi calcarei di tipo incrostante su forme vegetali, concrezionari e sabbioni sabbioni travertinosi. I travertini affiorano lungo una fascia posta alla travertinosi base della dorsale di Monte Cairo e il loro spessore è di solito di pochi metri e tende a crescere nella zona di Aquino dove non Sostegni raggiunge i 18m. Per la quasi totale assenza di travertino litoide non 27,26,25,24,23 sono presenti cave. La genesi di questi travertini è legata alla risalita di acque lungo il sistema di faglie bordiere che ha determinato l’apertura della Valle Latina; le aree di precipitazione del travertino – in corrispondenza della riva settentrionale del Lago Lirino – sono progressivamente migrate verso SE e verso le sorgenti mineralizzate fredde che alimentano le terme di Cassino. Depositi del Lago I depositi di queste due unità si sono formati all’interno del bacino a Lirino sedimentazione lacustre denominato Lago Lirino la cui genesi

LRN 2 e LRN 1 sarebbe legata all’ostruzione del corso del Garigliano a seg uito della formazione dell’edificio vulcanico di Roccamonfina. Dal punto di vista litologico si riconoscono due unità sovrapposte in discordanza, entrambe caratterizzate da un certo grado di

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eterogeneità e composte in prevalenza da limi, limi argillosi, sabbie e Sostegni limi sabbiosi calcarei banchi e giallastri stratificati con concrezioni

22,21,20,19, calcaree; all’interno dell’unità più recente LRN 2, si riconoscono livelli

18,17,16,15, torbosi e lignitiferi; l’unità più antica LRN 1 risulta nel complesso a 14,13,12,11,10 granulometria più fine, e preval gono limi calcarei biancastri con diatomiti e livelli tufitici neri. I tralicci verranno realizzati nelle aree di affioramento dell’unità più

recente LRN 2 mentre i depositi più antichi affiorano solamente in corrispondenza delle incisioni vallive principali. Alluvioni Le alluvioni terrazzate ricoprono in discordanza i sedimenti del Lago terrazzate Lirino e si sono formate a causa dell’alternarsi di fasi climatiche differenti a partire dal Pleistocene medio finale; si tratta in Sostegni 9,8,7 prevalenza di sedimenti sabbioso – ghiaiosi grossolani di spessore variabile in relazione all’andamento della superficie di contatto con le sottostanti unità lacustri. Alluvioni di La piana alluvionale del Fiume Liri è caratterizzata dalla presenza fondovalle del Liri delle alluvioni più recenti del fiume che si sono deposte nel corso dell’Olocene e che costituiscono la sequenza di riempimento della Sostegni valle incisa nelle alluvioni antiche che risultano so spese sulla valle 6,5,4,4a,4b3,2,2a attuale, non in contatto con i depositi alluvionali più recenti. 74a,74b,75a,75b Le alluvioni costituiscono un corpo sedimentario a geometria complessa: si tratta in prevalenza di sabbie e ghiaie in matrice S/E 150 kV sabbioso – limosa ma sono presenti anche lenti o livelli di argilla e Pontecorvo limo formatisi in corrispondenza di settori a più bassa energia a sedimentazione fluvio – lacustre.

Le unità sopra descritte sono state osservate in affioramento prevalentemente in corrispondenza delle scarpate morfologiche principali e dei tagli stradali e ferroviari; la morfologia dolce della zona e la presenza di estese superfici coltivate, non favorisce infatti l’affioramento delle unità che sono caratterizzate da un certo grado di deformabilità ed erodibilità (vedi oltre).

4. Geomorfologia Le opere previste sono interamente comprese all’interno della depressione della Valle Latina, in sinistra idrografica del Fiume Liri; da Nord, la quota del piano campagna tende a scendere, sia gradualmente che con salti morfologici (come al limite della

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piana del Liri), fino alle quote minori in corrispondenza della S/E Pontecorvo (intorno a 43 m s.l.m.).

La porzione più settentrionale del tracciato che si sviluppa sui travertini, è caratterizzata da morfologia planare e quote all’incirca costanti comprese tra 93,57 e 91,62 m s.l.m.; la morfologia è legata alla presenza del travertino che risulta meno erodibile delle unità lacustri lirine.

La zona di affioramento dell’unità LRN 2 (sostegni 22 ÷ 10) è caratterizzata da morfologia collinare con rilievi tondeggianti separati da incisioni vallive anche molto pronunciate a fianchi mediamente acclivi lungo i quali affiorano i litotipi limosi e limoso – argillosi. Le zone di installazione dei tralicci ricadono sia nella zona sommitale dei rilievi sia in prossimità dei fondovalle (sostegni 22,19,18,17); solo nel caso del sostegno 20 l’area di installazione prevista è posta circa a metà di un versante mediamente acclive.

Le alluvioni terrazzate sono in questo settore caratterizzate da una superficie sommitale sub – pianeggante che degrada verso la valle del Liri; tale superficie è troncata bruscamente in corrispondenza del limite della piana del Liri e risulta sospesa sulla valle posta circa 20 m più in basso.

Per quanto riguarda l’idrografia superficiale oltre al corso del Fiume Liri , il corso d’acqua principale che taglia i rilievi in sinistra idrografica prende il nome di Forme di Acquino . Per quanto riguarda le interazioni con il tracciato in progetto si segnalano i seguenti corsi d’acqua minori: Rio Vernile e suo affluente minore (sostegno 22) che raggiunge il Rio Pioppeto e confluisce nel Fiume Gari (a monte della confluenza con il Liri con cui forma poi il Garigliano ); Fosso Ruscito (sostegni 19,18,17 in sinistra idrografica) che si raccorda al Rio Spalla Bassa affluente del Liri; Rio Termine (sostegno 9 in destra idrografica) affluente del Liri; Fosso Ravano (sostegno 5 in sinistra idrografica) affluente del Liri. Nella seguente tabella sono riassunte le principali caratteristiche geomorfologiche dell’area di installazione di ognuno dei sostegni previsti:

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QUOTE Caratteristiche geomorfologiche principali dell’area di N° s.l.m. installazione PALO A TERRA 2 44.67 Fondovalle del Liri 3 43.80 Fondovalle del Liri 4 47.52 Fondovalle del Liri 5 45.99 Fondovalle del Liri – Fosso Ravano 6 51.18 Fondovalle del Liri 7 72.46 Superficie sommitale alluvioni terrazzate 8 71.73 Superficie sommitale alluvioni terrazzate 9 66.47 Fondovalle del Rio Termine inciso nella superficie delle all. terrazzate 10 76.10 Zona sommitale di un rilievo - zona subpianeggiante 11 79.05 Sommità di un versante vallivo che degrada verso Forme di Aquino 12 69.35 Sommità di un rilievo arrotondato 13 70.70 Sommità di un rilievo arrotondato 14 72.25 Area sommitale subpianeggiante 15 80.12 Sommità di un rilievo alle spalle di area di testata di un fosso 16 74.87 Settore sommitale di un rilievo 17 58.73 Piede del versante – circa 2 m al di sopra del fondovalle 18 61.74 Piede del versante – poco al di sopra del fondovalle 19 67.04 Piede del versante – fondovalle 20 81.31 Settore intermedio di versante mediamente acclive 21 93.46 Area sommitale subpianeggiante 22 84.29 Fondovalle di un affluente del Rio Vernile 23 91.62 Area a morfologia planare 24 93.58 Area a morfologia planare 25 95.63 Area a morfologia planare 26 93.50 Area a morfologia planare 27 93.57 Area a morfologia planare

2A 43.64 Fondovalle del Liri

4A 43.20 Fondovalle del Liri 4B 43.20 Fondovalle del Liri

75A 46.74 Fondovalle del Liri 75B 45.38 Fondovalle del Liri

74A 43.30 Fondovalle del Liri 74B 44.04 Fondovalle del Liri

S/E Pontecorvo Fondovalle del Liri

Per quanto riguarda la stabilità geomorfologica e la pericolosità da frana, nell’area sono segnalati alcuni dissesti che interessano le litologie facenti parte dell’unità

LRN 2: si tratta in massima parte di fenomeni di tipo lento – colamento superficiale o soliflusso – che interessano litologie limose e limoso – argillose.

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La cartografia del Progetto IFFI (di cui si riporta di seguito uno stralcio) evidenzia la presenza di alcuni fenomeni di dissesto nella zona di installazione dei tralicci 20 ÷ 17:

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19

18

17

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Come evidente l’area di installazione del traliccio n. 19 è compresa all’interno di un settore che viene segnalato in frana: tale frana (ID: 0600297300) è definita colamento lento con un area totale stimata pari a 20498 m 2 e interessa tutto il versante fino al corso del Fosso Ruscito. Nel corso del rilevamento di campagna nell’area è stata evidenziata la presenza di litologie argilloso – limose con frammenti di sabbie calcaree addensate, con abbondanti venute d’acqua lungo il versante; il terreno risulta ad alta deformabilità e sono presenti alcuni indizi di deformazione.

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Il sostegno 20 e il sostegno 16 sono progettati in zona di versante in prossimità di aree a rischio frana con analoghe litologie affioranti.

L’insieme di tali dati induce a sottolineare che, soprattutto in questo settore, vengano svolte indagini e studi di dettaglio volti a valutare la fattibilità delle opere in rapporto alla stabilità geomorfologica, adottando soluzioni progettuali che impediscano l’aumento della pericolosità da frana e garantiscano la stabilità delle opere previste.

Nel caso del traliccio n. 19 andrà inoltre valutato il grado di attività e le caratteristiche del fenomeno franoso segnalato, così da definire la migliore soluzione progettuale (ipotizzando eventualmente la delocalizzazione del sostegno).

Per quanto riguarda il fondovalle del Liri va segnalata la presenza di alcuni settori a pericolosità idraulica circostanti il Fiume Liri; in particolare l’area della S/E 150 kV Pontecorvo e alcuni dei tralicci circostanti sono compresi all’interno della Fascia di esondazione (Fascia B)- sottofascia B2. Tale fascia è definita nel modo seguente nel Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico – Rischio Idraulico (PsAI–Ri) dell’Autorità di Bacino del Liri – Garigliano e Volturno: la Fascia B comprende le aree inondabili dalla piena standard, eventualmente contenenti al loro interno sottofasce inondabili con periodo di ritorno T< 100 anni. In particolare la sottofascia B2 è quella compresa fra il limite della Fascia B1 e quello dell’altezza idrica h=30 cm delle piene con periodo di ritorno T=100 anni .

La cartografia di dettaglio dell’Autorità di Bacino non è disponibile e i dati riportati derivano da una consultazione svolta presso la stessa Autorità.

La realizzazione delle opere infrastrutturali come quelle previste dal progetto all’interno della fascia B – sottofascia B1 è regolamentato dal PsAI-Ri all’articolo 25 di cui si riporta uno stralcio: Art. 25 - Interventi per la realizzazione di infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico All'interno delle Fasce A e B, come previsto negli artt. 8 e 9 delle presenti norme, è consentita la realizzazione di nuove infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico di

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trasporto o di servizi a sviluppo lineare (strade, ferrovie, acquedotti, elettrodotti, metanodotti, oleodotti, cavi di telefonia, ecc.) di competenza degli organi statali, regionali o degli altri enti territoriali a condizione che non modifichino i fenomeni idraulici naturali che possono aver luogo nelle fasce, costituendo significativo ostacolo al deflusso, e non limitino la capacità di invaso […]. A tal fine i progetti devono essere corredati da uno studio di compatibilità idraulica, che documenti l'assenza delle suddette interferenze. I progetti saranno sottoposti all’approvazione dell'autorità idraulica competente. In ogni caso é comunque vietato posizionare nella sola fascia A e B1, qualunque tipo di opera a servizio dell’infrastruttura stessa (stazioni ferroviarie, caselli autostradali, cabine elettriche, impianti di sollevamento delle acque) che preveda la concentrazione o la presenza continuata di persone.

Nelle successive fasi progettuali andranno nuovamente verificate le informazioni sopra riportate acquisendo la relativa cartografia di dettaglio; andranno inoltre realizzati eventuali studi di compatibilità idraulica come definito nella normativa, soprattutto per quanto attiene la S/E Pontecorvo.

5. Idrogeologia L’allegata Carta Idrogeologica descrive le litologie affioranti in relazione al loro comportamento rispetto alla circolazione idrica sotterranea e definisce tre Complessi Idrogeologici principali:  Complesso Idrogeologico dei Travertini : i terreni che costituiscono tale complesso sono in prevalenza a granulometria sabbiosa e a permeabilità medio – alta; questo complesso idrogeologico contiene falde acquifere che alimentano alcune sorgenti indicate al margine della zona di affioramento dei travertini; tali falde sono alimentate da venute d’acqua profonda, in risalita lungo le principali strutture tettoniche, presentano un certo grado di mineralizzazione e hanno condotto alla precipitazione dei travertini stessi.  Complesso Idrogeologico dei depositi lacustri e delle alluvioni terrazzate : in tale complesso sono raggruppati i terreni che affiorano tra i travertini e la piana alluvionale del Liri; come già visto si tratta di depositi eterogenei costituiti da sedimenti grossolani e sedimenti più fini, limoso - argillosi e limoso – sabbiosi; ne deriva una permeabilità complessivamente media con contrasti di permeabilità anche marcati in corrispondenza di variazioni granulometriche: è questo il caso

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della zona in cui sono segnalate le frane lungo il Fosso Ruscito ; in questo settore la presenza di litologie più fini a più alta deformabilità è probabilmente all’origine delle venute d’acqua osservate lungo il versante.  Complesso idrogeologico delle alluvioni di fondovalle : si tratta dei depositi ghiaioso – sabbiosi con lenti limoso – argillose a geometria complessa che costituiscono il materasso alluvionale del Fiume Liri e la successione di riempimento della valle; contengono una falda acquifera principale connessa alla circolazione idrica all’interno dell’alveo del Liri.

Per quanto riguarda la vulnerabilità della risorsa idrica sotterranea questa è funzione sia della permeabilità dei terreni che della profondità della falda; in generale in questo settore di territorio la falda acquifera è abbastanza superficiale e ben alimentata; la presenza di sedimenti a permeabilità da media ad alta induce a ritenere medio-alta la vulnerabilità della falda in tutta la zona. La realizzazione delle opere previste dovrà tenere conto di tale dato, evitando la penetrazione di inquinanti nel sottosuolo. In ogni caso, in sede di indagini geognostiche per la progettazione definitiva, dovrà essere rilevato il livello di falda in corrispondenza dei diversi complessi idrogeologici, sia ai fini della progettazione geotecnica che per la valutazione della vulnerabilità reale della falda acquifera.

6. Sismicità dell’area Per quanto concerne la sismicità dell’area, si può far riferimento alla Nuova Classificazione sismica del territorio della Regione Lazio (D.G.R. 387/09) che modifica la precedente classificazione definendo meglio il perimetro delle zone sismiche e istituendo alcune sottozone . La parte più settentrionale del tracciato, compresa nel territorio comunale di Piedimonte San Germano e di Pignataro Interamna è inserita in Zona Sismica 2 Sottozona A (2A).

Tale zona sismica è individuata secondo valori di accelerazione (a g) di picco su terreno rigido con probabilità di superamento del 10% in 50 anni compresi tra 0,20 ag/g e 0,25 a g/g. La restante parte del tracciato, compresa nel territorio comunale di Pontecorvo, è inserita in un settore a minore sismicità identificato dalla Zona Sismica 2 Sottozona B (2B)

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Tale zona sismica è individuata secondo valori di accelerazione (a g) di picco su terreno rigido con probabilità di superamento del 10% in 50 anni compresi tra 0,15 ag/g e 0,20 a g/g. Sulla base dei risultati delle indagini geognostiche che verranno eseguite ai fini della progettazione geotecnica o, preferibilmente, sulla base di specifiche indagini geofisiche (Down – Hole o MASW), i terreni di fondazione dovranno essere classificati secondo le Categorie di suolo di fondazione stabilite nella normativa vigente che sono definite in base al valore della velocità equivalente Vs 30 di propagazione delle onde di taglio nei primi 30 metri di sottosuolo al di sotto del piano d’appoggio fondazionale. Per ogni settore di progetto andrà definita inoltre la categoria topografica e valutato il rischio di liquefazione dei terreni fondazionali in presenza di falde acquifere superficiali. L’azione sismica di progetto, in base alla quale valutare il rispetto dei diversi stati limite presi in considerazione nella progettazione andrà definita partendo dalla pericolosità di base del sito di costruzione utilizzando come riferimento le informazioni disponibili nel reticolo di riferimento (tabella 1 nell’allegato B del D.M. 14/01/2008). Seguendo le nuove norme tecniche NTC 2008, quindi, la stima della pericolosità sismica viene definita mediante un approccio sito dipendente e non più tramite un criterio zona dipendente . Le forme spettrali vengono definite, per ciascuna delle probabilità di eccedenza nel periodo di riferimento, partendo dai valori dei seguenti parametri su sito di riferimento rigido (cat. A) orizzontale:

- ag: accelerazione orizzontale massima al sito;

- F0:valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale;

- Tc:periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione orizzontale. La forma spettrale è successivamente modificata per il sito di progetto attraverso il coefficiente stratigrafico Ss, il coefficiente topografico St, e il coefficiente Cc che modifica il valore di T c; sulla base dei valori determinati possono essere calcolati l’accelerazione orizzontale massima e i coefficienti sismici (tenendo in considerazione il coefficiente di riduzione β).

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7. Geotecnica Le caratteristiche geotecniche delle unità geolitologiche attraversate dal tracciato possono essere descritte in generale secondo le indicazioni della tabella seguente:

Unità Litotecnica Caratteristiche geotecniche di massima

Si tratta in massima parte di crostoni di concrezioni calcaree e sabbie grossolane calcaree a grado di addensamento variabile ma presu mibilmente medio. Il Travertini e sabbioni comportamento è essenzialmente di tipo granulare e travertinosi dipendente fortemente dal grado di addensamento. La

deformabilità può essere considerata medio-bassa in presenza di spessori rilevanti; possono contenere una circolazione idrica superficiale. Sedimenti eterogenei costituiti da limi, limi argillosi, limi sabbiosi calcarei e sabbie; a deformabilità da media ad elevata in corrispondenza dell’affioramento dei litotipi a granulometria più fine. Possono essere soggetti a deformazioni gravitative lente e Depositi del Lago Lirino probabilmente abbastanza superficiali, in zona di LRN 2 versante e in presenza di emergenze della falda

acquifera. Il comportamento è variabile in relazione alla percentuale di frazione fine. Può dare origine a ced imenti e, in presenza di movimenti di versante a cedimenti differenziali.

Generalmente a granulometria grossolana; bassa Alluvioni terrazzate deformabilità; caratteristiche geotecniche buone da

verificare con indagini dirette.

Sedimenti eterogenei a geometria complessa; Alluvioni di fondovalle del Liri granulometria in genere ghiaioso – sabbiosa ma con lenti di argille e limi ad alta deformabilità; falda acquifera superficiale; deformabilità variabile.

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7.1 Criteri di progettazione delle strutture di fondazione La progettazione delle strutture di fondazione delle opere in progetto dovrà basarsi sui risultati di una indagine geognostica correttamente dimensionata in relazione al contesto geologico sopra descritto.

Le indagini geognostiche dovranno consentire la modellizzazione geologica e geotecnica dei siti di progetto con la definizione dei valori caratteristici dei parametri geotecnici del terreno.

In particolare, dovranno essere adottate indagini in grado di investigare l’intero volume significativo al di sotto delle fondazioni e di definire il terreno fondazionale anche in termini sismici così da individuare la categoria di sottosuolo secondo le NTC 2008. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, in accordo con le indicazioni della normativa, è preferibile eseguire indagini geofisiche che forniscano un valore della

Vs 30 piuttosto che basarsi sul valore del N SPT da prove penetrometriche o il valore della resistenza al taglio non drenata c u. Sarà quindi opportuno prevedere l’esecuzione di prove down-hole (che richiedono però l’esecuzione di sondaggi fino a 30 metri) o di prove Masw che forniscono dati abbastanza affidabili.

Per quanto riguarda il tipo di indagine geognostica da adottare, in generale potranno essere eseguite prove penetrometriche dinamiche solo in presenza di depositi con caratteristiche note. Si suggerisce di eseguire comunque un certo numero di sondaggi geognostici, per l’osservazione diretta del sottosuolo e il prelievo di campioni da sottoporre a prove di laboratorio geotecnico. I sondaggi permetteranno di installare piezometri a tubo aperto per il controllo del livello di falda. Sulla base dei risultati dei sondaggi geognostici i dati di sottosuolo potranno essere ampliati con l’esecuzione di prove penetrometriche (ad esempio per verificare la continuità stratigrafica al di sotto dei 4 appoggi di un traliccio).

Nella relazione sono state segnalate alcune criticità relative alla stabilità geomorfologica in alcuni settori del tracciato; nel caso di un traliccio (19) l’area di progetto è compresa in un settore in cui è segnalata la presenza di una frana di tipo colamento superficiale. In queste aree la progettazione delle strutture fondazionali dovrà tenere conto delle deformazioni gravitative segnalate e potenziali; le indagini geognostiche dovranno essere sufficientemente approfondite al fine di descrivere

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completamente i fenomeni esistenti e consentire la progettazione di adeguate soluzioni. In questo senso dovranno essere svolte indagini in situ ed in laboratorio con un grado di approfondimento maggiore che in aree caratterizzate da maggiore stabilità. Nelle aree di fondovalle sono presenti sedimenti grossolani entro cui possono essere presenti lenti o livelli di materiale fine a più alta deformabilità; le indagini geognostiche (che dovranno consentire l’attraversamento dei depositi grossolani) dovranno assicurare che al di sotto della fondazione (in tutto o in parte) non siano presenti eterogeneità in grado di generare cedimenti differenziali.

7.2 Considerazioni sulla stabilità degli scavi Gli scavi per la posa in opera delle strutture fondazionali dovranno essere correttamente progettati, adottando ove necessario adeguate misure per la protezione delle pareti di scavo; i principali elementi di cui si dovrà tener conto sono le caratteristiche dei sedimenti in cui vengono realizzati e la presenza della falda acquifera. In presenza di terreni coesivi infatti potrà essere valutata la stabilità a breve termine delle pareti di scavo, mentre in terreni granulari sciolti questa può essere considerata poco rilevante. La presenza della falda acquifera costituisce un elemento di potenziale instabilità delle pareti e del fondo scavo.

Le indagini geognostiche dovranno consentire di valutare anche questo aspetto della progettazione.

7.3 Considerazioni sulle resistenze dei terreni I valori caratteristici (fk) dei parametri della resistenza al taglio del terreno – coesione e angolo di attrito interno – necessari per la stima delle resistenze del terreno, possono essere ricavati direttamente dai valori medi (fm) desunti dall’interpretazione delle indagini geognostiche. Nel caso di fondazioni superficiali, secondo le indicazioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, i valori caratteristici dei parametri sono prossimi ai valori medi (mentre in altri casi vanno considerati i valori minimi). L’applicazione dei coefficienti di riduzione dei parametri geotecnici consente di determinare i valori di progetto (fp) di c’ e φ’ necessari per il calcolo delle resistenze del terreno.

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Le strutture di fondazione dovranno rispettare le verifiche agli stati limite ultimi e di esercizio e le verifiche di durabilità.

Per quanto riguarda le opere situate su pendii o in prossimità di pendii dovrà essere verificata anche la stabilità globale del pendio in assenza o in presenza dell’opera.

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8. Considerazioni conclusive La presente relazione geologica è allegata al progetto Terna finalizzato a soddisfare la richiesta di aumento di potenza avanzata dalla Fiat di Cassino; in particolare Terna intende realizzare una nuova S/E di smistamento 150 kV nel Comune di Pontecorvo da raccordare alle linee 150 kV “Ceprano – Garigliano” e “Pontecorvo C.le – Piedimonte San Germano”; tale nuova stazione sarà collegata tramite nuovo elettrodotto 150 kV alla CP di Piedimonte S. Germano che alimenta lo stabilimento Fiat. Sulla base di tali premesse il progetto comprende le seguenti opere: 1. nuova S/E 150 kV nel Comune di Pontecorvo; 2. raccordi sulla nuova S/E agli elettrodotti esistenti 150 kV “Ceprano – Garigliano” e “Pontecorvo C.le – Piedimonte San Germano”; 3. nuovo elettrodotto 150 kV dalla nuova S/E Pontecorvo all’impianto di consegna FIAT Serene. Nel complesso le opere previste consistono nella realizzazione della nuova S/E e nell’installazione di un totale di 33 sostegni. Nella relazione sono state descritte le caratteristiche geologico – morfologiche, idrogeologiche e geotecniche dei terreni che saranno interessati dalle opere in progetto. Nell’area affiorano depositi quaternari legati al riempimento della depressione tettonica della Valle Latina; in particolare si riconoscono depositi travertinosi, depositi lacustri che rappresentano la sequenza di riempimento del Lago Lirino e depositi alluvionali terrazzati e recenti. La revisione di dati bibliografici e l’esecuzione di un rilevamento di campagna preliminare ha consentito di descrivere le litologie affioranti e individuare gli elementi geomorfologici di rilievo lungo il tracciato. In particolare sono state segnalate alcune criticità associate alla presenza di fenomeni gravitativi che interessano alcune aree di progetto; sono state inoltre riportate alcune indicazioni relative al rischio di esondazione nella piana alluvionale del Liri. L’insieme dei dati presentati ha consentito di fornire alcune indicazioni per la definizione delle indagini geognostiche di supporto alla progettazione definitiva delle strutture di fondazione.

Roma, aprile 2010 Dott. Geol. Lorenzo Manni

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