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Anno III, No. 13, www.cooperativasocialelafenice.it

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L'editoriale

Si è concluso il nostro ultimo ciclo di formazione iniziato a giugno del 2018. “Cooperative Learning: il gruppo e la sua energia nel lavoro educativo”. Per il lavoro che svolgono i nostri operatori è indispensabile utilizzare la forza e quindi l’energia del gruppo di lavoro per produrre risultati efficaci. Ormai da anni la formazione è uno dei pilastri del lavoro. Formazione in parte teorica ma soprattutto esperenziale che permetta ad ogni partecipante di calare nel quotidiano tutto ciò che viene appreso. L’approccio di fondo è di tipo olistico. Viene valorizzata ogni persona come unica e potenzialmente ricca di risorse, a volte non ancora espresse. Per alcuni aspetti ci si rifà ai principi della psicologia umanistica di Carl Rogers utilizzando empatia e accettazione non giudicante. Sono state approfondite le pratiche meditative di Mindfulness, meditazioni attive e di energetica, e le neuropersonalità apprese dal Villaggio Globale di Bagni di Lucca. Abbiamo quindi costruito un percorso che, prendendo i principi del lavoro cooperativo applicati al lavoro educativo, favorisse la condivisione, l’empatia, sviluppasse delle capacità nuove di gestire lo stato emotivo e anche quello psicofisico. Si cerca di oltrepassare il concetto di prevenzione del burn out per passare al concetto di mantenimento e promozione del benessere della persona nella sua interezza, con particolare attenzione al luogo di lavoro. E’ stato un percorso ricco sia di tematiche nuove che di docenti nuovi che hanno stimolato punti di vista diversi e riflessioni ricche di significato. Dott.ssa Patrizia Minetto

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Buona visione!

Un gruppo di ragazzi delle nostre strutture è stato ospite ad alcune proiezioni del Cineforum di Imperia. I ragazzi sono stati particolarmente coinvolti dal film Un sogno chiamato Florida (USA, 2017, regia di Sean Baker) in cui si narrano le vicende di tre bambini che vivono in una zona degradata vicina a Disneyland. Moonie, Scooty e Jancey hanno 6 anni e le loro madri (i padri sono assenti) si arrangiano a sopravvivere al limite della legalità. Ogni giorno i protagonisti esplorano la bizzarra periferia in cui vivono e trasformano ogni esperienza in un’avventura. A seguito della visione di questo film ognuno ha espresso quanto sollecitato: chi ricordando l’infanzia libera e poco controllata, chi soffermandosi sulle esperienze dolorose personali rievocate dalle scene viste, chi dicendosi estraneo alla realtà descritta. Cogliamo l’occasione per ringraziare il Cineforum di Imperia per l’opportunità concessa. Il cinema guidandoci dentro la scena, nell’intimità e al tempo stesso con la condivisione nel buio della sala permette a tutti di rivivere in modo amplificato le proprie emozioni e di immedesimarsi in personaggi diversi e differenti, offrendo, al di là dei temi affrontati, un momento di crescita.

Diverse suggestioni mi sono arrivate dalla lettura del libro “Buona visione, educare con i film” di Walter Brandani. Dott.ssa Cinzia Di Grazia

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Parliamo di benessere

Questo mese dedichiamo lo spazio a conoscere una delle pratiche più efficaci per il benessere. La Mindfulness. Il termine letteralmente significa “pienezza della coscienza”. E’ la tecnica base per sviluppare una consapevolezza Psicosomatica di Sé. E’ molto semplice ed essenziale. Per ottenere benefici la pratica richiede costanza e impegno. E’ basata sul respiro. Scompare la divisione tra corpo, emozioni e mente. Emerge uno stato di silenzio calma e benessere. E’ la tecnica di meditazione più duttile: si può praticare ad ogni ora e in ogni luogo. Si impara a portare attenzione all’esperienza interna così come accade. Momento per momento. E’ uno spazio naturale dell’essere. Si può praticare individualmente o collettivamente.

La Mindfulness è stata sviluppata negli anni ’70 dal suo fondatore Jon Kabat Zinn, professore di Medicina presso la University of Massachussettes Medical School. Questo metodo si è evoluto ed è attualmente applicato in tanti contesti e come parte integrante della medicina olistica. Le persone diventano più autonome nella gestione dello stress e del disagio. Sviluppare una capacità di mindfulness e praticarla migliora il benessere psicofisico. Riduce molti sintomi fisici. Favorisce la crescita dell’individuo.

La nostra Cooperativa, negli ultimi anni, ha fatto un percorso di formazione per imparare ad utilizzarla. Essa è divenuta uno strumento, insieme ad altre pratiche di benessere, per contrastare i fenomeni di burn out degli operatori e per migliorare la gestione delle emozioni.

Gli adolescenti inseriti in comunità spesso devono affrontare momenti difficili dovuti a tanti fattori. Anche a loro, con l’applicazione del Progetto Gaia, insegniamo a praticare la Mindulness per aiutarli a riconoscere meglio le loro emozioni, ad autoregolarle riducendo lo stress.

Il Progetto Gaia si basa sull’educazione alla consapevolezza di sé e alla salute psicosomatica, corpo, mente ed emozioni. Sviluppato dall’associazione Villaggio Globale di Bagni di Lucca, il progetto è indirizzato anche alle scuole con l’obiettivo di facilitare il superamento del disagio emozionale tipico dell’età adolescenziale.

Il protocollo Gaia è articolato in quattro principali aree educative che corrispondono alle principali dimensioni psicologiche umane: la consapevolezza di sé, che corrisponde alla funzione centrale del cervello, la consapevolezza corporea-emotiva del cervello sottocorticale, la consapevolezza scientifica dell’emisfero razionale e quella etica dell’emisfero intuitivo. L’integrazione di queste diverse dimensioni porta ad una consapevolezza globale, a livello individuale, sociale e culturale.

Dott.ssa Patrizia Minetto

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I dischi dell’isola deserta di Marco ‘Puglia’ Puglisi Xtc –

Gli XTC sono una di quelle band che potremmo stringerci attorno al tavolino di un qualsiasi bar con un arsenale di birre ghiacciate e non venire a capo di quale posto debbano occupare nei fulgidi annali del rock. Da un lato, un’ingiusta scuola di pensiero considera questi quattro ragazzi di Swindon, UK semplici epigoni dei Talking Heads, dall’altro chi giudica troppo eccentriche le loro composizioni perché ascrivibili a un genere di ampio consumo. La risposta è contenuta in un pezzo contenuto nel loro primo LP (, 1977), il manifesto di quest’arte inafferrabile: “!”. , il principale autore delle musiche dei nostri, addensa nella sua scorbutica figura Lennon, McCartney, Brian Wilson e, perché no, mr. Frank Zappa; questi sono, per meglio dire, i riferimenti angolari dell’universo XTC, quei canoni provenienti dalla cultura spensierata del music business inglese ed americano dei tardi anni ’60, rielaborati secondo i gusti, o meglio, le nevrosi dei tardi ’70, in un percorso il cui nocciolo è costituito da una decina di dischi, tutti a modo loro differenti uno dall'altro. Se nelle prime opere, quelle del biennio ’77-’78, l’influenza del dilagante fenomeno punk è ben presente, già con il terzo “” di fine ’78, avviene la virata verso un suono più personale e meno claustrofobico, anche grazie all’ingresso nella band di , uno dei chitarristi più originali dell’epoca. Le hit del periodo sono la pluricitata “” e le vignette kinksiane di “Scissor Man” e “Real by Reel”, composizioni in cui l’euforia strumentale e l’irruenza chitarristica sono a stento contenute. Segue “Black Sea” del 1980, forse il loro disco più ballabile, grazie soprattutto al saltellante episodio di “”, scritta dal bassista , il vero hitmaker dei quattro swindoniani. Nell’anno mirabilis 1981 esce “”, forse il loro capolavoro, un disco più acustico dei precedenti e che rappresenta il definitivo abbandono dell’irruenza postpunk in favore di sonorità più smaccatamente pop; ed è proprio nel novero di questo nuovo corso che s’inserisce “Skylarking”, disco del 1986 prodotto dal mago di Chicago Todd Rundgren (uno che la stagione del sixties pop americano l’aveva vissuta in prima persona, coi Nazz prima e in solo poi). Partiamo da un fatto puramente trascurabile: non c’è disco che conosca più a memoria di Skylarking, è quello attorno al quale è ruotata la mia vita degli ultimi 15 anni, tanto da essersi ormai tramutato, nel mio immaginario, in una persona fisicamente tangibile e alla quale rivolgersi quando le cose non girano a modo, o anche solo per farsi due chiacchiere senza un fine preciso; in altre parole, un amico. Di quelli che difficilmente cambiano opinione sulle cose, sui fatti nel corso degli anni. Di quelli di cui si pensa conoscere ogni più intimo dettaglio, ma che ad ogni incontro offre nuove sfumature di sé fino a quel momento ignote. L’arte degli XTC, specialmente in questo disco, è stata additata di essere fredda e raziocinante, tanto nella composizione quanto negli arrangiamenti, Partridge quale artigiano caustico e senza cuore della canzone pop. Quello che dai più è stato visto come un limite evidente di Skylarking, anche dai fan della prim’ora, ha invece per me, da musicista e autore nel mio piccolo, rappresentato un’imprescindibile lezione. Il pop con la p maiuscola è freddo come un ensemble da camera e calcolato come un canone di Bach; gli XTC hanno ampliato negli anni il loro repertorio unico ed irripetibile senza mai prescindere un momento dalla lezione dei loro maestri, spesso superandoli.

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In questo numero uno dei nostri ospiti ci illustra la sua ricetta preferita: il Yellow rice

Yellow rice

Ingredienti (Per 4 persone):

300 gr. di riso Carnaroli 100 gr. di piselli 1 carota 1 peperone rosso 3 cucchiaini di curry 600-700 ml di acqua q.b. brodo di verdura Mezzo porro 1 spicchio d'aglio Mezza cipolla q.b. sale q.b. Olio EVO

Preparazione:

La preparazione di questo piatto è molto semplice: soffriggete in una padella l’olio con l’aglio, la cipolla, il porro, la carota ed il peperone. Quando il soffritto è pronto, aggiungete il riso, quindi fatelo insaporire un po’, dopodiché aggiungete il brodo vegetale, il sale, i piselli e il curry. Fate cuocere finché il riso si sarà asciugato. Il piatto può essere servito sia caldo che freddo.

Buon appetito!

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L'angolo della poesia di A. C.

La primavera...

Il 21 marzo l'inverno finirà, e posto alla primavera cederà. Il freddo e il grigiore, verranno sostituiti da un bagliore, un bagliore di luce e allegria che scaccia la malinconia.

Profumi e sbocciature di fiori impreziosiranno il paesaggio e gli umori, giornate lunghe e solari sveglieranno gli alveari. Gli alveari pieni di api lavoratrici, che miele producono e rendono tutti amici.

L'inverno è una bella stagione che terminerà con un bell'acquazzone. Un bell'acquazzone di primavera, che sembra come una preghiera, per la bella stagione fare tornare.

A. C.

L'angolo del volontariato – La Fenice

La Cooperativa Sociale La Fenice Onlus ricerca volontari che vogliano vivere una bella esperienza presso le nostre comunità educative. Se siete persone dinamiche, volenterose e con tanta voglia di aiutare e supportare gli altri, contattaci, ti offriremo un'esperienza indimenticabile!

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L'immagine del laboratorio fotografico

Opera realizzata durante il laboratorio fotografico tenuto da Marco Donatiello con i ragazzi delle comunità.

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Il disegno del laboratorio di fumetto

Opera realizzata durante il laboratorio di fumetto tenuto da Massimo Bertoli con i ragazzi delle comunità.

Ci leggiamo al prossimo numero....

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