anno XVI (2013), n. 15 (2) Archivio ISSN 2038-3215 Antropologico Mediterraneo ARCHIVIO ANTROPOLOGICO MEDITERRANEO on line

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Semestrale di Scienze Umane ISSN 2038-3215

Università degli Studi di Palermo Dipartimento di Beni Culturali - Studi Culturali Sezione di Scienze umane, sociali e politiche Direttore responsabile Gabriella D’Agostino Comitato di redazione Sergio Bonanzinga, Ignazio E. Buttitta, Gabriella D’Agostino, Ferdinando Fava, Vincenzo Matera, Matteo Meschiari Segreteria di redazione Daniela Bonanno, Alessandro Mancuso, Rosario Perricone, Davide Porporato (website) Impaginazione Alberto Musco Comitato scientifico Marlène Albert-Llorca Département de sociologie-ethnologie, Université de Toulouse 2-Le Mirail, France Antonio Ariño Villarroya Department of Sociology and Social Anthropology, University of Valencia, Spain Antonino Buttitta Università degli Studi di Palermo, Iain Chambers Dipartimento di Studi Umani e Sociali, Università degli Studi di Napoli «L’Orientale», Italy Alberto M. Cirese (†) Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Italy Jeffrey E. Cole Department of Anthropology, Connecticut College, USA João de Pina-Cabral Institute of Social Sciences, University of Lisbon, Portugal Alessandro Duranti UCLA, Los Angeles, USA Kevin Dwyer Columbia University, New York, USA David D. Gilmore Department of Anthropology, Stony Brook University, NY, USA José Antonio González Alcantud University of Granada, Spain Ulf Hannerz Department of Social Anthropology, Stockholm University, Sweden Mohamed Kerrou Département des Sciences Politiques, Université de Tunis El Manar, Tunisia Mondher Kilani Laboratoire d’Anthropologie Culturelle et Sociale, Université de Lausanne, Suisse Peter Loizos London School of Economics & Political Science, UK Abderrahmane Moussaoui Université de Provence, IDEMEC-CNRS, France Hassan Rachik University of Hassan II, Casablanca, Morocco Jane Schneider Ph. D. Program in Anthropology, Graduate Center, City University of New York, USA Peter Schneider Department of Sociology and Anthropology, Fordham University, USA Paul Stoller West Chester University, USA

Università degli studi di Palermo Dipartimento di Beni Culturali - Studi Culturali Sezione di Scienze umane, sociali e politiche 5 Gabriella D’Agostino, Costruire o de-costruire il campo/Constructing or de-constructing the field Indice De-constructing the field

9 Vincenzo Matera, Ethnography: experiences, representations, practices for studying cultural diversity. Introductory notes

19 Thomas Fillitz, Spatialising the field: Conceptualising fields and interconnections in the context of contemporary art of Africa

29 Michela Fusaschi, Le silence se fait parole : ethnographie, genre et superstes dans le post-génocide rwandais

41 Ferdinando Fava, “Chi sono per i miei interlocutori?”. L’antropologo, il campo e i legami emergenti

59 Nigel Rapport, The informant as anthropologist. Taking seriously “native” individuals’ constructions of social identity and status

69 Paolo Favero, Picturing Life-Worlds in the City. Notes for a Slow, Aimless and Playful Visual Ethnography

87 Francesco Pompeo, «We don’t do politics». Rhetorics of Identity and Immigrant Representation in Rome City Council

Documentare

99 Mariano Fresta, Proprietà intellettuale, marchio e cultura popolare. Riflessioni sul caso dei bottari di Macerata e Portico di

107 Leggere - Vedere - Ascoltare

109 Abstracts In copertina: Photographing the Taj (© Paolo Favero) Portico diCaserta* Riflessioni sulcasodeibottaridiMacerataCampaniae Proprietà intellettuale,marchioeculturapopolare. Mariano Fresta ducendo rumori esuonipersalutarel’anno vecchio ragazza”) inquantosimbolo dellafertilità,epro- be halaragazza”,“chebel senoprosperosohala canti dedicatialcorpodelle donne(“chebellegam- o cavalli, percorrevano le vie del paese, eseguendo o agruppettiche,supiccoli carritrainatidabuoi degli spiriti malevoli era devoluto a persone singole ma del1970questoaspettorelativoallascacciata scacciare gli“spiriti”cattividelvecchioanno.Pri- questue eleriffe,laproduzionedirumorivariattia di questetradizioni,comel’accensionefalò,le campane essahafinitoperinglobarebuonaparte tiche ritualidiiniziod’anno:nelleduecomunità solstiziale (17gennaio),quandosonoincorsopra- modesto Chiesa, avvienesoloaMacerataeintonopiuttosto celebrazione dellafestaantoniana,daparte Martino aMacerata;S.PietroPortico)echela te edueleparrocchiehannopatronidiversi(San origine ediconnotazionepopolare,vistochetut- devozione esimpatia. Un cultoquasicertamentedi il mondocontadinohasemprerivoltoparticolare un contestosiffattosispiegailcultodisantocui delle bufaleperlaproduzionedellamozzarella.In lentemente agricola,cuisiassociaval’allevamento tà sonostate caratterizzate da un’economia preva- unico confusoagglomerato(Fresta2007:48-50). nizzazione nonregolataavevafattoconfluireinun serviva anche a distinguere due centri che un’urba- cavano adessodiacquisireunaloroidentità;esso accorpate nellostessocomunediCasalbaechecer di duecittadinechedal1929al1946eranostate stesso tempo,astemperarel’accesocampanilismo serviva adevitareunainutileconcorrenzae,nello 17 gennaio,Porticoinquellasuccessiva.L’accordo distinte: Maceratanellasettimanaantecedenteil d’accordo nelcelebrarel’eventoinduesettimane pania, leduecittadinegiàdatemposieranomesse cisamente a e aMacerata Cam- sulla festadiS.AntonioAbate nel Casertano,epre- La festa di S. Antonio Abate cade nel periodo Quando nel2003cominciaiasvolgerelaricerca Fino aglianni’70delNovecentoleduecomuni- 1 . 1. L’antefatto - tolare didue marchiregistratipresso l’UIBM del messi adisposizionedaInternet. Egli,infatti,èti- intellettuale, soprattutto per mezzo degli strumenti di violareisuoidiritti copyright ediproprietà rata Campaniaecontroaltri, colpevoli,asuodire, “Santantuono –Battuglie di past’elesse”Mace- tribunale diNapoliunricorsocontrol’Associazione lo chepiùsignificativamenteindicavalafesta. termine “bottaro”. riuscì ad attirare la stessa attenzione che destava il notizia raccoltaall’iniziodellaricercamachenon piatto tipicochecaratterizzalaricorrenza,fuuna glie della “pasta con castagne lesse”), per via del “pattuglie, obattuglie,dellapastaellesse”(pattu- storia. Che igruppisuicarrisichiamassero anche che mifornivanonotizierelativeallafestaesua dagli abitantideglialtripaesi,siainformatori dalla gentecheassistevaalleloroperformance,sia e produconoisuonieranochiamati“bottari”,sia di canzoninapoletaneanticheemoderne. insieme conchitarreetastiereelettriche, esecutori micamente botti,mastelliefalci,accompagnando, che, direttedaun“capobattuglia”,percuotonorit- per leviecittadinetrasportandodecinedipersone di carriaddobbatiche,neigiornicanonici,girano rinnovata sicaratterizzaproprioperquesticortei ri enormitrainatidapotentitrattori.Lafestacosì di tiniedaunadecinabotti,collocatesucar adesso venivaprodottodadecinedifalci, spontaneo era statoritmicamente organizzato e che la trasformazioneriguardavail“rumore”cheda caratteristiche della cultura di massa: soprattutto diventata unfestaurbana,assumendomoltedelle delle trasformazionitantochenel2003eraormai pielli) efalci. forza, mediantemazzeebacchette,botti,tini(cu- che vaviael’arrivodelnuovo,colpercuoterecon Nel 2013,ilsignorCarmineRomanopresentaal Il termine, dunque, di “bottari” sembrava quel- Già nel2003,tutticostorocheoccupanoicarri Dopo glianni1990latradizionecontadinasubì 2. Ilfatto 99 -

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Ministero dello Sviluppo Economico: marchio ver- percussione delle botti, ha bisogno della specifica- bale “i bottari di Portico, i bottari di…” con as- zione della provenienza geografica per un’identifi- sociato un simbolo circolare, con registrazione del cazione forte ed univoca […] Ne deriva che non 03/05/2011 e brevetto n. 0001446950 più marchio c’è alcun rischio o pericolo di confondibilità con denominativo “bottari, i bottari, i bottari di Por- i Bottari di Macerata Campania, purché questi tico, i bottari di...”, verbale scritto in qualsiasi ca- utilizzino sempre la denominazione geografica di rattere con registrazione del 05/07/2012 e brevetto seguito alla parola Bottari. n. 0001499406. Poiché molti gruppi, promotori di feste durante le quali la percussione di botti, cu- Romano, insoddisfatto, ricorre in appello, ma, pielli e falci è uno degli aspetti principali, si fanno per motivi del tutto formali, i giudici non accolgo- chiamare “bottari”, si ritiene leso nei suoi diritti e no l’appello, e quindi non entrano nel merito della chiede che questa definizione di “bottari” sia vieta- questione. ta a tutti gli altri. Per questi motivi, chiede inoltre di Così la sentenza di primo grado diventa l’unico far cessare immediatamente l’uso del nome bottari, documento giuridico cui far riferimento per capire da parte di altri anche su Internet, che sia ordinato qual è attualmente il rapporto tra beni immateria- il trasferimento dei domini web a suo favore, di di- li, intangibili, propri delle tradizioni popolari e la sporre il sequestro di tutto il materiale discografico giurisprudenza relativa. Per il giudice che l’ha pro- e pubblicitario in genere, che sia fissata una som- nunziata, basandosi soprattutto sul buon senso, le ma di denaro da pagare per ogni giorno di ritardo frasi “i bottari di Portico” o “i bottari di Macerata” nell’esecuzione del provvedimento. potremmo dire che equivalgono ai “Filarmonici di Le motivazioni che hanno spinto il signor Ro- Vienna” oppure i “Filarmonici di Berlino”, visto mano a richiedere un marchio commerciale inte- che queste due ultime espressioni sono sufficienti stato ai “bottari” e a ricorrere in tribunale contro per distinguere l’orchestra sinfonica che ha sede a chi si autodefinisce “bottaro” hanno probabilmen- Vienna da quella che ha sede a Berlino. Tutti sanno te una loro ragione nel fatto che egli, insieme con che in Europa, da qualche secolo, è invalso l’uso, altre persone, ha costituito, anni fa, un complesso per ascoltare le opere dei compositori di musica sin- musicale di percussionisti, denominato “I bottari fonica, di dar vita a delle associazioni di musicofili, di Portico”, che ha avuto successo, tanto da essere denominate universalmente “filarmoniche” che, a chiamato a suonare la sigla musicale dei Campio- loro volta hanno dato vita ad orchestre dallo stesso nati mondiali di calcio del 1990. Il gruppo, inoltre, nome. E fino ad ora, nessuna associazione, nessuna ormai da un decennio, collabora periodicamen- orchestra, ancora oggi denominata “filarmonica”, te con il complesso di musica “etnica” diretto da ha avuto la bizzarra idea di far registrare come mar- Enzo Avitabile, un musicista molto rinomato nel chio particolare quel termine per impedire che altre suo campo. Insomma, il marchio avrebbe potuto associazioni ed altri complessi strumentali lo usino. essere un elemento di garanzia per un’attività pro- Quindi, partendo da un presupposto del genere, il fessionistica, che non può accettare una concorren- giudice ha stabilito che definirsi “Bottari di Mace- za diffusa e priva di regole. rata” è possibile perché non danneggia coloro che si fanno chiamare “Bottari di Portico”. Sia il ricorrente che i resistenti, per rafforzare 3. La sentenza e i suoi limiti le loro ragioni, avevano approntato, tra l’altro, una vasta documentazione di natura storico-linguistica, Il 14/06/2013 viene svolta l’udienza presso il frutto di ricerche effettuate su diversi dizionari, Tribunale di Napoli, III sezione civile. Il giudice storici e correnti, della lingua italiana, al fine di monocratico, dopo aver esaminato la vasta e non determinare i significati del termine “bottaro” e di sempre appropriata documentazione, presentata stabilire il tempo della sua comparsa nei vocabolari. sia dal ricorrente che dai resistenti, emette la se- Ma solo forzando le definizioni date dai dizionari le guente ordinanza favorevole a questi ultimi: due parti in giudizio sono riuscite a trovare risposte a loro favorevoli, perché non hanno tenuto conto di “Bottaro” è colui che fa o acconcia le botti e colui una importante particolarità: il termine “bottaro”, che percuote o colpisce le botti […] Il termine, in infatti, nel significato di “chi costruisce o vende campo musicale, descrive chi suona le botti […] vi botti”, non compare che eccezionalmente nei vo- sono numerosi gruppi che suonano le botti e che si cabolari della lingua italiana, perché appartiene al chiamano bottari […] Ciò conferma che il termine linguaggio del dialetto campano, e cioè ad è di uso comune, identifica genericamente una tra- un codice ristretto, e della lingua italiana arcaica; è dizione musicale contadina prevalentemente delle presente, invece, la forma con la terminazione mo- comunità locali del casertano, caratterizzata dalla derna “bottaio”2. Nel caso in questione esso si riferisce sia al set-

100 tano alquantoinutili,perché essenonhannonullaa parti avverseepresentate in sedegiudiziaria,risul- le ricerche sui dizionari storici effettuate da tutte le un appositomarchio. avrebbe potutochiedernelaproprietà,registrando mine fossestatoregistratoneivocabolari,nessuno sempre toscano-centrica.Probabilmente,seilter qualche eccezioneneitempipiùrecenti,èstata da unalessicografiache,dallaCruscainpoi,con proprio perlasuaorigineeformadialettale, vocabolario. Tra l’altroèdifficilechevengaaccolto, di botti,perilmomentononèriportatodanessun nenza dialettale,nell’accezionedi“percussionista” recenti ecosìiltermine“bottaro”,conlasuadesi- cerata èstatastudiatascientificamente soloinanni se). LafestadiS.AntonioabatePorticoeMa- quello di“bruscellante”(usatoatutt’ogginelsene- (studiato allafinedell’OttocentodaCaix),manon studiosi; cosìcomeriportanoiltermineBruscello anche inaltreregioni,manonpassatialvagliodegli identico significatoinusoancoroggi Toscana ed quelli di “maggerini” e di “maggianti”, termini di li” (cioè,coloro che cantanoil “maggio”) ma non vocabolari riportanoancheilderivato“maggiaio- maggio deltempodiLorenzodeiMedici),cuii le. ÈilcasodelMaggio(piùnotocomeCalendi- Santoli) alivellodemologico,linguisticoelessica- dalla filologiaotto/novecentesca(D’Ancona,Barbi, riportano soloalcuniterminichesonostatistudiati nomeni delfolkloreritualeemusicale,ivocabolari lari; peresempio,tenendocinelcampodialcunife- il termineconcuisiindicasiarecepitodaivocabo- gi, ifolkloristiedialettologi,alloraèpossibileche vello nazionaleehacostituitoun“caso”perifilolo- standard dellalinguanazionale. aspetto linguisticononcorrispondeaiparametri alle altrecomunità,anche quelle contigue; b) il suo riferisce, cioè,acomportamentieusanzeestranei circoscritto nell’ambitodiunterritoriopaesano,si vari fattori,traiquali:a)iltermineèlocale,spesso non vengono raccolte si deve,probabilmente, a la culturapopolare.Ilmotivopercuiquestevoci tutti iterminiusatineivarifenomenipropridel- Medio Evofinoadoggi)noncontemplano,infatti, ni che essi hanno assunto durante la loro vita, dal i suoilemmisonodefinitisecondotutteleaccezio- plus ultradeidizionaridellalinguaitalianaperché in causahaconsultatoechepuòconsiderarsiilnon nario BattagliadellaUtet,chenessunadelleparti antichi equellirecenti(compresoilGrandeDizio- lessicografi. Ivocabolaridellalinguaitaliana,quelli lorica, chesoloeccezionalmentepuòinteressarei tori dibotti”)nell’ambitounaperformancefolk- tore dei dialetti sia ad unospecifico ruolo (“suona- Pertanto, tutte le discettazioni linguistiche, tutte Ovvio che se un fenomeno è stato studiato a li- Mariano Fresta,Proprietàintellettuale,marchioeculturapopolare.Riflessionisulcasodeibottari... - etnomusicologica della Campania campagna di ricerca per documentare la tradizione che, conaltri collaboratori, hanno svoltoun’intensa di quello di Roberto De Simone e Annabella Rossi cita tichi e recenti vocabolari della lingua italiana che l’originalità della suaidea,siserve, proprietà intellettualecontroaltri.Perdimostrare come marchio, per poter esercitare e difendere la l’ha volutafargiuridicamentepropriaregistrandola tini efalci”èstatausatadaluiperlaprimavolta termine come“suonatore,opercussionistadibotti, bottari” havolutosignificarecheladefinizionedel gibili eduraturi. stesso tempoincapacidicostruiredocumentitan- della circolazioneculturalepotentissimimanello si basasullamemoriaesull’oralità,duestrumenti alla stampa, la cultura popolare è “volatile”, perché scienza e di formalizzazione grazie alla scrittura e so le opere della letteratura, della filosofia edella lità diunacristallizzazionedeifenomeni,attraver identità. Mentreperlacultura“alta”c’èpossibi- trasformandosi, dandoluogoadaltreprovvisorie un paese,diunanazione)eprestorinnovandosi volta si parlava di identità culturale di un luogo, di a volteinqualcheluogoecaratterizzandolo(una tinuazione neicontenutienellaforma,fissandosi fluida, chescorreneltempo,modificandosiincon- rale. Essononhaunaconfigurazioneimmobilema me culturalidivariaprovenienzaspazialeetempo- a farpartedelpatrimonioculturalepopolare,for dotti dellaculturaaltadegradatisicoltempoefiniti empiriche di molteplicigenerazioni di popoli,pro- elementi di antiche pratiche religiose, le esperienze re comeunammassoeterogeneoincuiconfluiscono stinzioni nonesistono.Laculturapopolareciappa- i comportamenticulturali,perilfolklorequestedi- Illuminismo, Romanticismo,Verismo, perdefinire Medioevo, Rinascimento,oacertecorrenti,come “cultura alta”cisipuòrifareacertiperiodi,come termine “bottaro”appartiene.Seperlacosiddetta concetto difolkloreetradizionipopolari,cuiil patrimonio culturale; e poi riferirsisoprattutto al no, èbenerifletteresulconcettodiculturae mine “bottaro”, oltre a rifarsi al parlato quotidia- li sonoledefinizionichesipossonodaredelter la giustadefinizione. sopra, nonèsufficienteadarealtermine“bottaro” che lasentenzadelgiudice,comeèstatoaccennato o folklorechedirsivoglia.Nellostessotempo,an- che fareconlaterminologiadellaculturapopolare quanto percussionistidibotti emastelli,siaperché nianze chedocumentinola presenzadi“bottari”in vori deglistudiosiricordati nonsitrovanotestimo- Il ricorrente,conlaregistrazionedelmarchio“i Per sapereinquestocasoqualè,omeglioqua- a contrario, dei lavori di Ernesto de Martino e 3 . In effetti nei la- oltre chedian- 101 - - -

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E. De Martino si occupò di altre cose, sia perché un paesaggio è come voler conservare una lingua. l’inchiesta di De Simone e collaboratori riguardava Per quest’ultima, qualcuno ci ha provato, come gli soprattutto l’aspetto musicologico delle tradizioni antichi grammatici o, in tempi più vicini a noi, l’Ac- cantate. È vero che nel volume Son sei sorelle De cademia della Crusca, che ha compilato un vocabo- Simone tratta anche l’aspetto organologico, ma, tra lario della lingua italiana apparso già vecchio non i suonatori di tammorre, triccheballacche e chitarre appena stampato, perché la lingua nel frattempo si battenti, non trova l’occasione di nominare i “bot- era evoluta e trasformata. I lessicografi, in sostanza, tari”. Dal che il Romano ha dedotto di essere stato non fanno che inseguire la lingua nel suo perpetuo il primo ad usare questo termine e se l’è fatto regi- modificarsi; da parte loro, i geografi non fanno che strare. prendere atto delle modifiche e delle trasformazio- Può anche darsi, tuttavia, che a Portico e a Ma- ni dei paesaggi. cerata il termine “bottaro”, nel significato di “suo- C’è, dunque, una differenza notevole tra beni natore di botti”, non fosse in uso nei decenni pre- culturali che hanno una materialità tale che con- cedenti il 1970 e che sia entrato nell’uso solo più sente di conservarli e tramandarli integralmente (o tardi, ma non ci sono documenti per comprovarlo; quasi) ai posteri, e altri beni costituiti oltre che da ciononostante il termine appartiene ormai alla cul- elementi materiali anche da elementi immateriali, tura popolare, di cui segue regole e processi. Non è o addirittura effimeri: di un canto, infatti, possia- res nullius, come si potrebbe credere a prima vista: mo conservare le parole del testo, la trascrizione l’opinione che “siccome è di tutti, allora è di nes- su pentagramma della melodia, possiamo fissare suno” non vale e chiunque si appropri di qualsiasi su supporti di vario tipo l’esecuzione vocale e stru- forma o oggetto della cultura popolare, anche di mentale, ma il contesto psicologico, antropologico, un termine, per fini di lucro o altro, commette un culturale, in cui l’esecuzione avviene e che rappre- “furto”, ma nessuno, purtroppo, può denunziarlo senta un aspetto più importante del canto stesso, si ai Carabinieri. perde non appena finisce la performance. Si perde, Occorre ricordarsi, inoltre, che con la Conven- infine, tutto quel lunghissimo lavoro di elaborazio- zione del 2003 l’Unesco ha definito il “patrimonio ne sociale che possiamo definire come “stile” e che culturale” come la ricchezza di un territorio e della è «l’essenziale carattere virtuale di pratiche oral- relativa popolazione; tale definizione vale, a mag- mente trasmesse […] che non può essere reso da gior ragione, per quelle popolazioni la cui ricchezza una elencazione di dati ricavati dalla fissazione di culturale ed artistica si basa sulla memoria degli uo- un certo numero di esecuzioni, che ne mortifiche- mini. Il patrimonio culturale, veicolato dall’oralità, rebbero la natura» (Macchiarella 2011: 75). è collettivo ed è di tutti il diritto a goderne e ad Se si tralascia questo aspetto dello “stile”, il can- attingere ai saperi in esso contenuti. Nessuno, dun- to e la musica tradizionali sono vulnerabilissimi: que, può appropriarsi di una parte, anche minima, chiunque se ne può appropriare per utilizzarli nel di esso. modo più adatto alla commercializzazione (arran- giamenti suadenti, uso di strumenti di moda, ecc.). Così, negli anni del folk-revival in Italia c’è stato un 4. La salvaguardia e l’Unesco largo uso del patrimonio popolare anche da parte di musicisti seri che riproponevano, diffondendolo La tutela e la conservazione dei beni culturali con concerti, incisioni di dischi, spettacoli televisi- non è cosa facile e semplice. Intanto è già diffici- vi, il repertorio del canto tradizionale. La salvaguar- le individuare l’oggetto che definiamo “bene cul- dia e la valorizzazione di questo patrimonio ci sono turale”, tranne che si tratti di qualcosa di corposo state, ma a scapito spesso della living tradition e con e materiale, immediatamente riconoscibile da un il profitto, invece, di chi nei borderò della SIAE fa- senso comune “acculturato” o almeno scolarizza- ceva passare come propria invenzione musiche e to, come un edificio storico, un tempio religioso, testi tramandati dalle generazioni passate. uno scavo archeologico oppure un manufatto da Per non parlare di certe “riappropriazioni” che classificare come opera d’arte, per esempio una sta- hanno dell’assurdo e del ridicolo come la messa in tua o una tela o un affresco. In questi casi tutela e circolazione sul mercato internazionale di una fa- conservazione sono facili da attuare, almeno teori- mosa canzone popolaresca romana (Er barcarolo camente. Ma beni culturali sono anche i paesaggi la romano) rielaborata dal cantante senegalese Youssu cui conservazione, a meno di poterli mettere sotto N’Dur, ora vicepresidente del suo Paese, e spaccia- una campana di vetro, è impossibile, perché il pa- ta come canto etnico5. esaggio è un organismo vivente che è condizionato Oltre alla musica, anche le feste presentano mol- dagli agenti atmosferici e meteorologici e dalle atti- te difficoltà di tutela e di salvaguardia. Esse, infatti, vità dell’uomo (Fresta 2011: 205-218)4. Conservare oltre a includere elementi di cerimonialità, perché

102 diversa esempreugualenellasuaritualità sata, perchéessasirinnovadivoltainvolta,sempre ma attornoall’eventofestivononpuòesseremaifis- fatto che,comeperilcanto,l’atmosferachesifor ciano conaspettiimmateriali.Pernonparlaredel molto complesseincuielementimaterialisiintrec- attrezzature varie,ecc.).Sitrattacioèditradizioni ne, questua, processione, accensione di falò,cibo, no diverseattività(musicaecanto,danza,recitazio- spesso celebranounritodipassaggio, comunità “Patrimonio dell’Umanità”haprovocatoinalcune ti negativi che in qualche caso la proclamazione di hanno generatoiniziativepositive,aparteglieffet- spressività siafigurativamusicaleorale. meno l’esistenza e la vitalità di fenomeni legati all’e- all’attenzione dell’opinione pubblica mondialeal- patrimoni culturaliditradizioneorale,additando aver sollevatounaquestioneperlasalvaguardiadei 2003 sui beni immateriali ha il grande merito di to culturale. deviazioni e di utilizzazione impropria dell’elemen- menti delpatrimonioculturale,sicorrailrischiodi do inmanoaiprotagonistilasalvaguardiadegliele- culture umane. Altri, invece,ritengono che lascian- sformazione edievoluzionechesonopropridelle di bloccaretuttiiprocessicircolazione,tra- che lalivingtraditionnonsiasufficienteadevitare dia pressogliantropologi,alcunideiqualitemono li dellatradizione. vitalità ancheconinterventicreatividiversidaquel- ai portatori,protagonistichenegarantisconola dell’elemento culturale volatile è affidata, dunque, 15, 28).Latrasmissioneallegenerazionifuture no aigruppidiriprodurla»(Bortolotto2011:14, quelle operazioni (sociali, politiche) che consento- (musei, archivi,banchedati),madevefondarsisu sua protezionenegliappositispazidiconservazione rispondere alla documentazione della pratica o alla così com’è.Lasalvaguardia, invece, «nonpuòcor vincoli chetendonoafissarel’elementoculturale salvaguardia; perlaprimasiprevedonocriteridi 2003, chestabilisconocosasialatutelae nel programmaICHdellaConvenzioneUnescodel oggetti e delle loro particolari decorazioni, per evi- leggi apposite per vietare la riproduzione di quegli to anchequellodispingere alcuniPaesiademanare attività ed i suoiinterventi hanno avuto come effet- lia, delleAmeriche,dell’Asia edell’Africa.Lasua colori), propridipopolazioniindigenedell’Austra- mica, ecc.)eiloroelementidecorativi(design,stile, prattutto latuteladioggettimateriali(tessuti,cera- Per ilmomentolevarieConvenzionidell’Unesco Comunque sia,laConvenzionedell’Unescodel Sul programma ICH, tuttavia, non c’è concor Su questitemiesistonodellenormecontemplate 7 , perchélasuaazionehariguardatoso- Mariano Fresta,Proprietàintellettuale,marchioeculturapopolare.Riflessionisulcasodeibottari... comprendo- 6 . - - - stabilisce chesonoesclusi dalla registrazione diche perevitareeventuali abusi.L’art. 13delCPI Marchio comunitariositrovano ancheregolegiuri- industriale, infatti,enell’art. 7delRegolamento sul lanza. Nell’articolo13delCodicedellaProprietà che potrebberoagevolarequestocompitodivigi- biamo adisposizioneoggisitrovanonormeecriteri generazione all’altra. lo che è un patrimonio di tutti, trasmesso da una caso dei bottari, consentano di poter sfruttare quel- rilascino licenze, marchi, copyright che, come nel almeno checertiEntieUfficipubblicinon luzione, mapossiamoesserepiùvigiliperevitare problema nonècertodifacileedimmediataso- ne siaaccortooppuretral’indifferenzadeipiù.Il intangibili, volatili,effimeri,senzachenessunose popolare, siaperoggettimateriali,elementi nuti nelvastissimocampodelpatrimonioculturale e chissàquantiepisodidimalcostumesonoavve- e ’80delNovecentoinItaliaconilcantopopolare; Ho giàaccennatoaquantoaccadutotraglianni’60 trimonio culturalepopolareperinteressipersonali. certo ilprimotentativo di usareunpezzopa- giudice haimpeditochesicommettesseunabuso. della culturafolklorica;esoloilbuonsensodiun legali perpoterspeculareanchesualcuniaspetti l’Ufficio Brevetti italiano hafornitoglistrumenti Come nelcasodeibottaridiPorticoeMacerata, da esercitare nell’ambito delle tradizioni culturali. anche desideri di profitto edi attività affaristiche lontà di preservare le tradizioni di una comunità, tori, poeti,musicistieautoridicanzonette. copyright, fornitodallaSIAE,cuisirivolgonoscrit- questi ultimiprobabilmentesipensachebastiil teriali, nétantomenodibenivolatilioeffimeri;per nelle normeUIBMnonsiparlamaidibeniimma- estranei aipatrimonioralidelfolklore.Perquesto te individuatonelmercato;scopiquestideltutto dotto dalla concorrenza e ad essereimmediatamen- infatti, unmarchioèfinalizzatoadifenderepro- commercio edell’industria.Secondoquestenorme, è contemplatol’usodiunmarchiosonoquellidel il fattocheperl’Ufficiobrevettiicampineiquali scuterle; quellochesideveinvecesottolineareè semplici che non è il caso qui di illustrarle e di- tarne illorosfruttamentocommerciale Tra l’altroancheneglistessistrumenticheab- Il casodeibottaridiPorticoeMaceratanonè L’Unesco, tuttavia, ha risvegliato, oltre alla vo- Le normeperregistrareunmarchiosonocosì 5. Lasalvaguardiasecondolenorme dell’Ufficio BrevettiItaliano 8 . 103

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i marchi composti esclusivamente da segni o indica- un archivio, quanto nel favorire un contesto in cui zioni che in commercio possono servire, per designare la la tradizione resti in mano ai suoi interpreti che per specie, la qualità, la quantità, la destinazione, il valore, la tramandarla ai posteri possono decidere di modifi- provenienza geografica, ovvero l’epoca di fabbricazione carla e di rinnovarla in continuazione, mantenendo del prodotto o di prestazione del servizio, o altre caratte- ovviamente quello stile che la fa identificare con la ristiche del prodotto o servizio. cultura di quella specifica comunità. Il termine “bottaro” rimanda ad un saper fare La ragione del divieto è quella di impedire che ben preciso, quello di percuotere a tempo di mu- qualcuno possa accaparrarsi il diritto esclusivo di sica attrezzi che appartengono al lavoro contadi- utilizzare termini che possono servire anche ad altri no; rientra pertanto nell’art. 2 della Convenzione per indicare la specie o la qualità o altre caratteristi- Unesco 2003, nel quale il patrimonio immateriale è che di un prodotto. La norma però prevede che il descritto come divieto valga quando il marchio è composto “esclu- sivamente” da un tale termine, lasciando intendere le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le cono- che quando il termine è usato in aggiunta ad altre scenze, il know-how come pure gli strumenti, gli oggetti, espressioni o ad una grafica esso possa essere vali- i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi – che damente registrato come marchio. È la norma sulla le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui rico- quale si è basata la sentenza del giudice nel dibatti- noscono in quanto parte del loro patrimonio culturale. mento della vertenza su i “bottari” di Portico e di Macerata. Si tratta allora solo di prendere atto che in al- Ma c’è un caso che forse può servire a risolve- cune manifestazioni del patrimonio e della cultura re problemi come quello creato dalla vertenza dei di una comunità (non importa se piccola o gran- “bottari”. Recentemente, infatti, il Tribunale di Pri- de) esistono degli strumenti particolari e delle co- mo Grado nella sentenza T-426/11 ha negato la re- noscenze precise che la comunità riconosce come gistrabilità come marchio del termine “Méditation “parte del suo patrimonio culturale”. Transcendentale” per servizi di educazione, di cura Già le società umane riconoscono come par- e per servizi resi alle persone per soddisfare loro te della propria cultura mestieri e professioni che bisogni personali e sociali, ritenendo appunto che identificano e indicano con termini specifici: così, tale espressione potesse qualificare una caratteri- odontotecnici, calzolai, falegnami, insegnanti e stica del servizio offerto. In sostanza “Méditation qualsiasi altro termine si riferisca ad un’attività la- Transcendentale” sarebbe stato registrabile se fos- vorativa, manuale o intellettuale, non può essere se stato riferito a qualsiasi prodotto commerciabile registrato come marchio: non tanto perché la legge (una sedia, un paio di scarpe), ma trattandosi di un lo vieta, ma perché è la consuetudine sociale ormai marchio relativo a servizi di cura o di intrattenimen- millenaria che ne impedisce l’esclusività. Suonereb- to, che avrebbero potuto basarsi sulla meditazione, be come un fatto assurdo che fosse registrato come la sua registrazione avrebbe potuto avere l’effetto marchio esclusivo il termine “pescatore”, oppure di impedire ad altri di offrire servizi analoghi basati “muratore”. I “bottari”, da un punto di vista so- anch’essi sulla meditazione che è una tecnica libe- ciale non hanno l’importanza, avvertita immedia- ramente utilizzabile da tutti. tamente e consolidata nei lunghi secoli della loro Anche percuotere ritmicamente delle botti e persistenza, di un potatore o di un fabbro, perché delle falci è “una tecnica liberamente utilizzabile la loro funzione si esercita solo per un brevissimo da tutti”; quindi se non è registrabile l’espressione periodo (per uno o tre giorni l’anno), ma il loro “meditazione trascendentale”, sembra ovvio che ruolo, la loro funzione e l’importanza che essi assu- non lo possa essere anche il termine “bottaro”. mono durante la festa ne fanno i rappresentanti di un evento culturale e rituale che segna annualmen- te la loro comunità. 6. Conclusioni

Quello dei “bottari”, comunque, è un caso estremo che propone una questione difficile da districare, perché il termine è solo un piccolo ele- mento che fa parte di una festa molto complessa. La festa, nella sua totalità, si può difendere; salva- guardarla e conservarla è più problematico, pur se le norme ICH mirano non tanto alla fissazione del fenomeno in una documentazione audiovisiva o in oggetti e testimonianze conservati in un museo o in

104 Appendice Capuano, unodeiresponsabilidell’Associazione. documenti sono state fornite dal Signor Vincenzo nizzazione NonGovernativa.Lenotiziesuidue sia all’UnescoperesserericonosciutacomeOrga- chiedere, atalescopo,l’accreditamentosiaWIPO la tradizionedelle“BattugliediPastellessa”eri- Macerata dichiaradivolerrispettareemantenere to delladeliberaconcuiilConsiglioComunaledi notizie diquestaAssociazioneeriportareunestrat- cultura popolaredellacomunità. che in qualche modo rispettasse le tradizioni della sede giudiziariaelementirisolutiviperunasentenza alla suaadesioneWIPO,hasaputofornirein di Pastallessa”MacerataCampania.Essa,grazie stata l’Associazione“Sant’Antuono&leBattuglie Portico”, discussa presso il Tribunale di Napoli, è mano nellacontroversiasulmarchio “i bottaridi Proprietà IntellettualeeRisorse Genetiche,Culture Sessione del Comitato Intergovernativo WIPO sulla osservatore (ad hoc ) observer nel corso della XXII (World IntellectualPropertyOrganization)come tuglie diPastellessa”èstata accreditatadalWIPO culture tradizionaliancoraviveneiterritori. gnata nellaconservazioneesalvaguardiadelle tiva chealivellonazionaleedinternazionaleèimpe- valori edisaperi”. dove tutt’oggidovrebberocontinuareaformarsii lenni sisonoformativaloriesaperiedèilluogo Patrimonio immateriale come nità, così come stabilito dall’Unesco, che intende il tradizioni popolariconsiderateunbenedellacomu- po, curasoprattuttolatutelaepromozionedelle oltre adessereunlaboratorioculturaleatuttocam- Pastellessa”, apolitica,apartiticaesenzafinedilucro, maceratese. te espressionedellaculturapopolarecomunità delle “Battuglie tenere viva,valorizzareepromuoverelatradizione Campania. Gliscopidell’Associazionesonoman- Abate” ele“BattugliediPastellessa”Macerata dalla fusionefral’antico“ComitatoSant’Antonio rocchia SanMartinoVescovo Pastellessa”, nasce La controparte più importante del Signor Ro- Per questimotivicisembraopportunoquidare Nel 2012l’“Associazione Sant’Antuono &leBat- L’Associazione fapartediun’ampiareteassocia- L’“Associazione Sant’Antuono&leBattugliedi L’“Associazione Sant’Antuono&leBattugliedi di Pastellessa”, che èun’importan-

il 1°aprile2008 Mariano Fresta,Proprietàintellettuale,marchioeculturapopolare.Riflessionisulcasodeibottari... & leBattugliediPastellessa Associazione Sant’Antuono

in MacerataCampania,

“Il luogo

in senoalla ove per mil-

Par- le Battuglie di Pastellessa” di Macerata Campania, pania insiemeconl’“Associazione Sant’Antuono& Abbaziale SanMartinoVescovo diMacerataCam- promotore eorganizzatore dellaFestalaChiesa culturale immaterialediMacerataCampania. di Pastellessa,FestaSant’AntuonoPatrimonio stellessa, BottaridiMacerataCampania,Battuglia ta promozione:MacerataCampaniaPaesedellaPa- le seguenti denominazioni e marchi per una corret - ne diMacerataCampaniasiimpegnaadutilizzare salvaguardia eilsostegnoditalepatrimonio. le” diMacerataCampania,ponendolebasiperla ca (XIII secolo), “Patrimonio culturale immateria- esclusivamente aMacerataCampaniainepocaanti- essa inerenti,comelamusicaa“Pastellessa”,nata Festa di Sant’Antuono e le espressioni culturali ad mune casertanoiltitolodi“PaesedellaPastellessa”. mento dellaFestadiSant’Antuono”,chedàalCo- della comunitàdiMacerataCampaniaericonosci- nio culturaleimmaterialeedelladiversità “Interventi disalvaguardiaesostegnodelpatrimo- delibera delsindacodott.LuigiMunnointitolata: ha votato,approvandoall’unanimità,lapropostadi ta aParigidall’Unescoil20ottobre2005; della diversitàdelleespressioniculturali”approva- la “Convenzionesullaprotezioneepromozione 2007 -Supplementoordinario57/L,cheratifica blicata nella Gazzetta Ufficiale n. 53 del 5 marzo approvata aParigidall’Unescoil17ottobre2003; salvaguardia delpatrimonioculturaleimmateriale” ottobre 2007,cheratificala“Convenzionesulla pubblicata nellaGazzettaUfficialen.238del12 rata Campania,n.29del21/11/2012 a BakuinAzerbaijandal2al7dicembre2013. attesa per la fine dell’Ottava Sessione che si svolgerà bre 2012.La comunicazione ufficiale dell’Unesco è svoltasi nella sede Unesco di Parigi dal 3 al 7 dicem- accolta nelcorsodellaSettimaSessionedelComitato, immateriale. Larichiestadiaccreditamentoèstata Unesco per la salvaguardiadelpatrimonio culturale servizi diconsulenzaalComitatointergovernativo Organizzazione NonGovernativaalfinedifornire ditamento all’Unescoperesserericonosciutacome tuglie diPastellessa”hapresentatorichiestaaccre- Tradizionali eFolklore. Con questoattoilComune riconoscequale Con l’approvazionediquestadeliberailComu- Obbiettivo delladeliberaèdiriconoscerela il ConsiglioComunalediMacerataCampania Vista laleggen.19delfebbraio2007, pub- Vista laleggen.167del27settembre2007 Deliberazione delConsiglioComunalediMace- Nel 2011l’“Associazione Sant’Antuono &leBat- Mercoledì 21novembre2012 105

Documentare Archivio Antropologico Mediterraneo on line, anno XVI (2013), n. 15 (2) con la collaborazione e il patrocinio del Comune di capolavoro del patrimonio mondiale orale (per il quale Macerata Campania. Inoltre, istituisce un archivio rimando a Macchiarella 2011). pubblico che raccoglierà tutto il materiale disponi- bile sulla Festa di Sant’Antuono a Macerata Cam- 8 Si vedano: WIPO s.d. pania, la cui gestione in modo gratuito sarà a cura della Chiesa Abbaziale San Martino Vescovo di Macerata Campania insieme con l’ “Associazione Sant’Antuono & le Battuglie di Pastellessa”. Riferimenti bibliografici

Bortolotto C. 2008 (a cura di) Il patrimonio immateriale secondo l’U- Note nesco: analisi e prospettive, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Roma. * Nella stesura di questo testo mi sono avvalso degli utili 2011 Identificazione partecipativa del patrimonio cultu- suggerimenti generosamente elargitimi da Paolo De Si- rale immateriale, a cura di ASPACI, Archivio di monis e soprattutto da Pietro Clemente, cui debbo an- Etnografia e Storia Sociale, Regione Lombardia, che molti incoraggiamenti che mi hanno consentito di Milano. affrontare il lavoro e di portarlo a termine. De Simone R. 1 Sulla modestia della festa religiosa si era espresso già 2010 Son sei sorelle, Squilibri, Roma. Piccirillo (2006: 628). ERreffe (La Ricerca folklorica) 2 Sia “bottaro” che “bottaio” sono gli esiti della termi- 2011 Beni immateriali. La Convenzione Unesco e il folk- nazione latina –arius, il primo più arcaico, come notaro lore, a cura di Guido Bertolotti e Renata Meazza, per notaio. Il Grafo, Brescia, n. 64.

3 Si vedano: Rossi, De Simone 1977 e De Simone 2010. Fresta M. 2007 in «La festa di S. Antonio abate: tradizione e in- 4 All’opposto abbiamo l’esperienza delle riserve naturali novazione nel Casertano», in Archivio di Etnogra- e delle oasi in cui nessuna attività umana è consentita, fia, 2: 45-71. lasciando ai processi naturali le trasformazioni dell’am- 2011 «La Val d’Orcia: ovvero l’invenzione di un pae- biente. saggio tipico toscano», in Lares, 2: 205-218. in c. di s. «Folklore e folklorismo: analisi di un caso», in 5 La canzone è del 1926, autori sono Pio Pizzicaria e Ro- Archivio di Etnografia (leggibile in www.mariano- molo Balzani. Youssou N’Dur per diversi anni è stato in fresta.altervista.org/Ritidipassaggio). Italia, dove ha collaborato con molti musicisti e cantanti italiani; ha partecipato anche al festival di Sanremo del Macchiarella I. 2009. Er barcarolo romano è stato registrato su disco col 2011 «Dove il tocco di Re Mida non arriva. A proposi- titolo Borom Gaal nel 2008, e ha suscitato qualche per- to di proclamazioni Unesco e musica», in ERref- plessità in Marco Boccitto sul quotidiano Il Manifesto fe (La Ricerca folklorica), n. 64: 71-80. del 26 marzo 2008. La canzone racconta il suicidio, per amore, di una donna, il cui corpo è ripescato nel Tevere Piccirillo P. P. dal suo ex amante; Youssu N’Dur racconta invece uno 2006 Portico di Caserta. Storia di un Casale rurale, Sac- dei tanti naufragi di persone in fuga verso l’Europa che coni, Caserta. avvengono nel Canale di Sicilia. Rossi A., De Simone R. 6 Ho affrontato questo aspetto della festa a proposito del 1977 Carnevale si chiamava Vincenzo, De Luca, Roma. Maggio di Castiglione d’Orcia, Folklore e folklorismo: analisi di un caso, di prossima pubblicazione su «Archi- WIPO vio di Etnografia». s.d. Intellectual property and traditional cultural expressions/folklore, Booklet n. 1, Booklet n. 2, 7 Si veda, per esempio, quel che è successo in Val d’Or- Ginevra-New York. cia (provincia di Siena) dopo la proclamazione di “Pa- trimonio dell’Umanità” (in Fresta 2011) e cosa è acca- duto dopo che il canto a tenores sardo è stato definito

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