Mem. Descr. Carta Geol. d’It. XCvi (2014), pp. 45-46

Il sacro e l’ambiente The sacred and the environment

di mino m.R. (*)

nella religiosità antica, il concetto di sacralità è stret- nità emergenti dalla terra, quali appunto demetra e Kore. tamente connesso con l’ambiente naturale e con i suoi vitruvio, nel libro viii del trattato De Architectura, molteplici componenti, attraverso i quali si manifesta il analizzando con interesse scientifico l’elemento acqua, divino. l’incontro tra l’uomo e la divinità è infatti gene- ne riconosce come componenti inquinanti lo zolfo, il ralmente mediato da contesti ambientali caratterizzati bitume e l’allume. da questi elementi si genera nel sot- dalla presenza di grotte, di boschi, di corsi d’acqua o tosuolo un fuoco che porta alla fuoriuscita di gas ma- fonti, attraverso i quali si estrinsecano le proprietà salu- leodoranti. tari della divinità. nei suoi Commentarii all’eneide di vir- proprio a luoghi caratterizzati da sorgenti solforose, gilio, il grammatico Servio osservava infatti: nullus enim dalle esalazioni mefitiche, fonti antiche come virgilio fons non sacer. parimenti, i monti, i boschi, i “luoghi om- (eneide vii, 562) e plinio (Naturalis historia, ii, 97, brosi sono”, come rileva l’antropologo lombardi Sa- 207/208) collegano il culto della dea mefite, attestato triani, “spazi di mediazione con l’aldilà, sia esso inferico particolarmente in irpinia, nella valle del fiume An- o celestiale”. lo stesso studioso specifica, inoltre, che i santo. il sito del locale santuario di Rocca San felice è, Atti del Convegno 13-14 mAggio 2009 mAggio del Convegno 13-14 Atti boschi, come le sorgenti “affondano le loro radici nelle nello specifico, caratterizzato dalla presenza di un cra- viscere della terra” e rappresentano, pertanto varchi di tere vulcanico semispento e di un laghetto dalle acque comunicazione fra il mondo ctonio e quello catactonio. calde ribollenti. il già citato Servio definisce esatta- Analogamente, sono spesso collegati ad aree geo- mente la peculiarità di questa divinità italica, che im- grafiche dalle specifiche caratteristiche vulcaniche i culti persona il “puzzo della terra che esala dalle acque di divinità a duplice valenza ctonia e catatonia, quali solforose e che nei boschi è reso più pungente dalla demetra - persefone e la figlia Kore. densità delle selve”. parimenti, nel santuario dedicato molto diffusi, infatti, fin dall’epoca arcaica, sono i a mefite individuato a Rossano di vaglio, in Basilicata, santuari dedicati a tali divinità in ambiente siculo e è inscindibile il rapporto tra il luogo di culto, non mo- magno-greco (megara Hyblaea, Agrigento, Siracusa, numentalizzato e l’ambiente naturale in cui esso si col- Camarina e locri epizefiri), dove le due dee sono fre- loca. il culto di mefite è attestato da testimonianze quentemente raffigurate mediante busti votivi, che si pre- epigrafiche anche nel lazio meridionale, ad Atina, in sentano allungati fin quasi all’altezza della vita negli località madonna del Canneto e inoltre sul monte Col- esemplari più antichi, o tagliati sotto il seno in quelli più licillo (Alvito), sempre in ambienti dalla presenza di vicini all’epoca ellenistica. la forma del busto appariva, sorgenti solforose. infatti, particolarmente indicata per rappresentare divi- nel lazio arcaico risultano connessi all’acqua e so-

(*) ex dirigente ministero per i Beni e le Attività Culturali 46 m.R. di mino prattutto ai laghi vulcanici alcuni importanti santuari mantenimento di forme devozionali praticate nel culto federali, come quello di ferentina, presso il Lacus Turni, di ercole, in rituali cristiani diffusi presso gli strati più ai piedi di Castel gandolfo e quello di diana nemo- umili delle popolazioni locali, come l’attingere l’acqua rense, sulla sponda dell’omonimo lago. diana, nelle sue con ditali, che richiamano gli antichi vasetti miniaturi- varie accezioni di Artemide, ecate e Selene, è infatti an- stici, presenti in molti depositi votivi. ch’essa divinità dai diversi significati, ctoni e catactonii. parimenti, in alcuni rituali praticati nella devozione il culto della dea veniva spesso praticato in luoghi rico- a San domenico, diffusa nell’area subequana, in parti- perti da boschi e prossimi a laghi. Un ambiente sacrale colare a Cocullo, è evidente il richiamo al culto della di- di questo tipo, ricordato anche da livio, in cui si svol- vinità marsa Angizia, rappresentata circondata da geva il culto della dea presso un bosco sacro che si serpenti. Alla dea, cui si attribuivano proprietà magiche estendeva sulle sponde di un antico lago ora scom- ed oracolari, era dedicato proprio il santuario confede- parso, è stato rinvenuto lungo la via Casilina presso rale dei marsi, posto sulle rive dell’antico lago fucino, Anagni. in una località coperta da selve, nota come Angi- la specifica divinità cui era sacro sia il fuoco sotter- tiae (luco dei marsi). raneo che fuoriusciva dai vulcani, sia il fuoco celeste (la Altra divinità italica che presiede alla fecondità della folgore) era vulcano o efesto. natura ed ai cicli delle acque è , il cui culto, pro- le fonti antiche ricordano che alcune statue, colpite babilmente originario dal territorio sabino, si è poi dif- dal fulmine, erano rimosse dalla collocazione originaria fuso anche in area vestina e picena. i santuari di feronia e conservate nel Volcanal, il luogo sacro ai piedi del sorgevano generalmente in luoghi ricchi di vegetazione Campidoglio, posto tra il Comizio e il tempio di Sa- e, solo in epoca repubblicana o augustea, assunsero turno, che Romolo volle dedicare al dio. forme più monumentali. Così nel caso del famoso san- la divinità femminile paredra di vulcano era vesta tuario di presso Capena, ai piedi del o Hestia, il cui culto, molto radicato nella religiosità la- , del tempio di terracina e, nel caso di tina arcaica, era certamente attestato ad Alba longa, a loreto Aprutino, in provincia di pescara, dove è stato tivoli, ad Ariccia, dove è associata a diana nemorense recentemente rinvenuto l’unico tempio dedicato alla (Cil Xiv,2213) e a lanuvio, tutte aree dalle caratteri- dea pervenutoci in area vestina. le strutture del santua- stiche geologiche vulcaniche. rio insieme a significative testimonianze dei materiali Un fenomeno evidenziato dalla moderna antropo- votivi contenuti nella cella sono stati incredibilmente logia culturale è, indubbiamente, quello della sovrappo- preservati da un grande movimento franoso, risalente sizione di culti cristiani ad antichi culti pagani, dei quali al iii secolo d.C., che li ha sommersi ad una profondità essi conservano specifici rituali e forme devozionali. di 6-9 metri. tra i reperti di maggiore importanza va per rimanere in area centro-italica, è frequentemente citata una phiale (patera) ombelicata in bronzo sulla documentata la sovrapposizione del culto di santi cri- quale è incisa l’iscrizione dedicatoria: Fer [oniae] aedi da stiani, in particolare di San michele Arcangelo e di parte di tale Caio vibio Carbone. Sant’emidio a quello di ercole, attestato in particolare Altra caratteristica significativa del culto della dea era da numerosi sacelli disseminati lungo i percorsi della l’elemento acqua (Servio, Commentarii ad Aeneidem, viii, transumanza. Ad una specifica connessione del culto 564) documentata generalmente dalla presenza di sor- di ercole con fenomeni di natura sismica sembra, in- genti sgorganti presso i suoi santuari. Che anche feronia, vece, indirizzare la giustapposizione del culto di San- come demetra e diana, avesse inoltre una duplice va- t’emidio su quello del semidio a treba Augusta, presso lenza di divinità terrestre ed inferica sembra desumersi Ascoli piceno. nel territorio peligno, a Corfinio, la re- dalla sua denominazione in lingua greca come persefone, cente scoperta di un luogo di culto italico in località nome attribuito da dionigi di Alicarnasso (iii, 32, 1-2) fonte Sant’ippolito, ha confermato la continuità nel alla dea venerata nel tempio capenate.