La magia della musica in riva al lago che ispirò il celebre compositore

QUATTRO I CAPOLAVORI PUCCINIANI IN SCENA PER L’EDIZIONE 2010 DEL FESTIVAL PUCCINI DI TORRE DEL LAGO

La Fanciulla del West Il grande teatro, sulle rive del lago che ispirò , ancor più suggestivo nelle notti di luna, ospiterà nelle 17 SERATE d’opera in program- ma dal 16 luglio al 22 agosto LE PIÚ GRANDI STELLE DELLA LIRICA

Raffinate bacchette si alterneranno sul podio: da Eve Queler una delle prime direttrici donna, fon- datrice nel 1971 della Opera Orchestra of New York che la partitura di Madama Butterfly ha diretto per la prima volta nel 1970, a Pier Giorgio Morandi ,che ritorna sul podio di Torre del Lago per dirigere Tosca al direttore giapponese Hirofumi Yoshida al suo debutto al Festival di Torre del La- go, che cederanno la bacchetta a giovani talenti: Salvatore Percacciolo , Mauro Roveri, Fabio Mastrangelo.

Per il Centenario di La Fanciulla del West un nuovo allestimento che riprende il percorso Scolpire l’Opera il felice connubio arte e musica che vede al debutto nelle vesti di scenografo lo scultore Fran- co Adami. Sul podio Alberto Veronesi , anche direttore artistico della rassegna che ha scelto di proporre fe- delmente l’esecuzione andata in scena al Metropolitan cento anni fa riportando alla luce frammenti della partitura che lo stesso Puccini aveva deciso di eliminare dopo la presentazione dell’opera a New York. Completano il cartellone: il GALA che – il 28 LUGLIO – vedrà protagonista di uno straordinario concerto Renée Fleming diretta da Alberto Veronesi . Dopo aver vinto due Grammy Award, Re- née Fleming ha appena vinto quest’anno il Grammy come Miglior performance classica vocale. Tec- nica superba, timbro inconfondibile, talento nell’interpretazione, ma anche straordinario carisma da diva, quello di Renée Fleming. Con il suo nome i giapponesi hanno addirittura nominato un fiore, il Renée Fleming Iris! Debutto sul podio di Torre del Lago del giovane (15 anni) direttore e compositore Anthony Arcaini L’ 11 agosto appuntamento con un grande classico della danza ROMEO e GIULIETTA di Prokof'ev, che vede protagonisti, in esclusiva per l’Italia, i danzatori dell’Imperial Russian Ballet con i solisti Ma- ria Sokolnikova e Alexsander Smolyaninov del TEATRO BOLSHOI di Mosca. La 56° edizione del Festival Puccini di Torre del Lago apre con un nuovo allestimento di

La Fanciulla del West , (16,23 luglio e 7 agosto) il capolavoro pucciniano di cui proprio quest’anno ricorrono i cento anni dalla prima rappresentazione al Metropolitan di New York (10 dicembre 1910). La Fondazione Festival Pucciniano ha dedicato proprio a La Fanciulla del West una serie di appuntamenti che si sono susseguiti fin dai primi mesi dell’anno e che culminano con la messa in scena della nuova produzione dell’opera firmata dall’artista e scultore Franco Adami a cui sono state affidate le scene per il progetto Scolpire l’Opera che torna nel 2010 per ri- prendere il fortunato connubio arte-musica, e con la regia di Kir- sten Harms sovrintendente della Deutsche Oper di Berlino. A dirigere l’orchestra del Festival Puccini sarà il Maestro Alberto Ve- ronesi direttore artistico del festival torrelaghese. Grandi nomi per un cast stellare che vede nei ruoli principali Daniela Dessì (Minnie) una delle cantanti di riferimento del reperto- rio verdiano, verista e pucciniano, Fabio Armiliato tra i tenori più importanti del- la scena lirica internazionale (Dick Jo- hnson) e Carlos Almaguer (Jack Rance) per fondere e garantire sia l’alta qualità dell’allestimento scenico che quella degli artisti che ne saranno protagonisti. Nel ruolo di Ashby Luigi Roni , Giovanni Guagliardo sarà Sonora, Cristiano Oli- vieri Nick. Quattro saranno in tutto i titoli pucciniani in cartellone: oltre a La Fanciulla del West si alterneranno sul palcoscenico

Madama Butterfly (17, 25 luglio - 1, 14, 22 agosto) allestimento del 2000, nel- la versione del 2004, firmato dall’artista giapponese Kan Yasuda , i costumi della stilista Regina Schrecker e la regia di Vivien A. Hewitt che vedrà tra i pro- tagonisti, interpreti amatissimi dal pubblico di Torre del Lago Amarilli Nizza (17 luglio, 14 e 22 agosto) nei panni di Cio Cio San dopo aver riscosso ovazioni nei panni di Tosca nel 2009 e Do- nata D’Annunzio Lombardi (25 luglio e 1 agosto) che a Tor- re del Lago debutta nel ruolo dell’eroina pucciniana; Massimi- liano Pisapia (17 luglio, 14 e 22 agosto) torna in quelli di Pin- kerton alternandosi Luciano Ganci (25 luglio e 1°agosto), Re- nata Lamanda sarà Suzuki e passerà il testimone a Hermine – Claude Huguenel (25 luglio e 1 agosto), allieva dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici del Festi- val Puccini. Sharpless sarà interpretato da Fabio Capitanucci (17 luglio, 14 e 22 agosto) e Marzio Giossi (25 luglio e 1° ago- sto) mentre a dirigere l’orchestra saranno la statunitense Eve Queler fondatrice dell’ Opera Orchestra of New York mentre il giovane talentuoso Salvatore Percacciolo dirigerà l’orchestra il 14 luglio. Tosca (24, 30 luglio – 8, 13, 21 agosto) andrà in scena nell’allestimento tradizio- nale e filologico di Beppe De Tomasi che ne cura la regia, con le scene di An- tonio Mastromattei e i costumi di Pierl uciano Cavallotti . Cast d’eccezione con la straordinaria Maria Guleghina (24 luglio e 8 agosto) –che a Torre del La- go ha ricevuto il premio Puccini 2009- che interpreterà il ruolo del titolo a cui si alternerà Liudmyla Monastyrska (30 luglio, 13, 21 agosto), Walter Frac- caro artista invitato regolarmente pres- so i più prestigiosi teatri italiani per in- terpretare ruoli verdiani e pucciniani sarà Cavaradossi e si alternerà al bravissimo Sung Kyu Park (8 agosto) ; Giorgio Surian (24, 30 luglio e 8 agosto) torna a Torre del Lago nei panni di Scarpia ruolo che ha già interpretato con gran- de successo sul Lago di Puccini , mentre Marco Vratogna vestirà i panni del perfido barone il 13, 21 agosto; L’Orchestra del Festival Puccini sarà diretta dalla bacchetta del maestro Piergior- gio Morandi (24, 30 luglio e 8 agosto) e da Fabio Mastrangelo (13 e 21 agosto)

Turandot (31 luglio – 6, 12, 20 agosto) l’allestimento colossal diretto da Maurizio Scaparro con le scene di Ezio Frigerio e i costumi di Franca Squarciapino che vedrà sul palco la bravissima Marti- na Serafin applauditissima nei panni di Manon Lescaut nel 2009, debuttare nel ruolo del titolo alternandosi a Nila Masala ; l’inglese Ian Storey vestire i panni di Ca- laf; per il ruolo della dolce Liù torna la bravissima Dona- ta D’Annunzio Lombardi (31 luglio e 6 agosto) che si alterna alla versiliese Mimma Briganti (17 e 20 agosto) . Timur è Alessandro Guerzoni mentre le tre maschere saranno Roberto Accurso (Ping), Cristiano Olivieri (Pong) e Nicola Pamio (Pang). Sul podio il maestro Hi- rofumi Yoshida direttore Musicale del Teatro Sociale di Mantova dirige l’orchestra il 31 luglio e il 6 agosto e cede la bacchetta a Mauro Roveri (17 e 20 agosto). Ma il Festival Puccini non è solo opera: nel cartellone degli eventi spicca il Gala Concert con una delle più grandi voci femmi- nili del panorama interna- zionale, il soprano Renée Fleming , statunitense, pro- tagonista assoluta della se- rata del 28 luglio, in cui il Maestro Veronesi dirigerà l’orchestra del Festival Puc- cini con la partecipazione straordinaria del giovane compositore e direttore An- thony Arcaini di appena 15 anni, una stella nascente della musica.

Si riconferma l’appuntamento anche con i grandi classici della danza che la Fondazione Festival Pucciniano ha voluto inserire all’interno del cartellone già a partire dalla scorsa edizione, consa- pevole che il balletto, e il repertorio classico prima di tutto, è un’espressione artistica tra le più apprezzate e adatte ad essere rappresentate in un contesto magico come quello di Torre del La- go. È in programma per l’11 agosto Romeo e Giulietta , sulle celeberrime note di Sergej Sergeevič Prokof'ev, uno spettacolo struggente che vede protagonisti, in esclusiva per l’Italia i danzatori dell’ Imperial Russian Ballet of Gediminas Taranda con i solisti Maria Sokolnikova e Alexsander Smolyaninov del Teatro Bolshoi.

La divina Renée Fleming calca il palco- scenico del Gran Teatro Giacomo Pucci- ni per il Gala concert che la vede prota- gonista il 28 luglio. Dirige l’orchestra del Festival Puccini il Maestro Alberto Veronesi affian- cato dal giovanissimo direttore Anthony Arcaini, stella nascente della musica classica.

Un programma insolito per il pubblico di Torre del Lago che potrà ascoltare le voce di una delle più grandi interpreti del mon- do in un repertorio che spazia da Puccini a Strauss da Giordano a Leoncavallo passan- do per alcuni brani dei “classici” del musical. Renée Fleming Nata ad Indiana, in Pennsylvania, ma cre- sciuta a Rochester, New York , Renée Fleming è figlia di due maestri di canto. Anche la sorella Rachelle e il fratello Ted sono musicisti. Ha frequentato la State University of New York at Potsdam, studiando musica e canto. Si è esibita non solo come musicista classica, nelle produzioni della Messa in Si minore di Bach e di The Tender Land di Copland, ma anche come cantante di jazz. Tanto che, quando il sassofonista Illinois Jacquet ascoltò la sua interpretazione di You've Changed, le suggerì di iniziare un tour con il suo gruppo. Invece, Renée Fleming decise di continuare il suo tirocinio musicale alla Eastman School of Music, dove ha inter- pretato per la prima volta sulla scena un ruolo mozartiano, quello di Zerlina nel Don Giovanni. Do- po aver preso il Master, ha continuato gli studi alla Juilliard School e, nel frattempo, ha vinto una borsa di studio del Programma Fulbright che le ha consentito di trascorrere un anno in Germania, studiando con Arleen Auger ed Elisabeth Schwarzkopf. Il suo primo ruolo come professionista è stato quello di Konstanze in Die Entführung aus dem Serail, ma il suo primo grande successo è sta- to nei panni della Contessa nelle Nozze di Figaro al Houston Grand Opera. In questo ruolo, ha an- che debuttato al Festival dei Due Mondi, al Metropolitan Opera e al San Francisco Opera.

Rinomata per la sue interpretazioni mozartiane, Renée Fleming è stata Ilia in Idomeneo, Fiordiligi in Così fan tutte, Fortuna in Il sogno di Scipione, Pamina in Die Zauberflöte, e Zerlina, Donna Anna, e Donna Elvira in Don Giovanni. Tra gli altri ruoli nei quali si è distinta ci sono quelli della protago- nista eponima in Rusalka, Alcina e Thaïs, e quello di Imogene nel Pirata. Ha inoltre interpretato molte opere di Richard Strauss, compreso Der Rosenkavalier (Marschallin).

È stata la prima Rosina in The Ghosts of Versailles di John Corigliano, la prima M.me de Tourvel in The Dangerous Liaisons di Conrad Susa e la prima Blanche DuBois in A Streetcar Named Desire di André Previn. Antony Arcaini, californiano, 15 anni, enfant prodige il 28 luglio sarà sul podio del Festival Puccini di Torre del Lago. Il Maestro Alberto Veronesi, suo mentore, gli cederà la bacchetta nella serata del Gala Concert con la grande Renée Fleming .

Il giovane Arcaini, stella nascente della musica, ama la Toscana e Puccini. Alla To- scana, che ha scoperto grazie a suo padre Tonio, ha dedicato la composizione “ a dream of Tuscany ” che sarà eseguita in prima assoluta il 28 luglio nel Gran Teatro all’Aperto Giacomo Puccini di Torre del Lago .

Nella sua giornata tipo sveglia alle 5,00 del mattino per studiare musica, pianoforte e violoncel- lo sino alle 7,30 e dopo la scuola ancora musica, dalle 14,30 alle 16,00 per poi dedicare il resto della giornata allo sport e alla piscina. Un teenager davvero speciale che sposa la pas- sione per lo sport, gli animali e le spiagge della Florida con quella per la musica classica e per l’opera. Il 28 luglio il suo debutto a Torre del La- go alla testa dell’orchestra del Festival Puccini in occasione del Concerto di Gala di Renée Fleming . La sua seconda prova come direttore d’orchestra, do- po aver diretto la filarmonica di nel maggio scorso, enfant prodige e astro nascente del panora- ma della musica, che in pochissimi anni dal suo debutto avvenuto come violoncellista all’età di 11 anni è già stato applaudito su prestigiosi palcoscenici dal Forum Grimaldi, alla Andrews Hall di Boca Raton in Florida, all’Opera di Nizza, suonando sue composizioni anche per il Principe Alberto II di Monaco. Anthony Arcaini nasce il 15 agosto 1995 a Palm Springs, California. E’ pianista, violoncelli- sta e direttore d’orchestra oltre che compositore musicale. La madre, Rebecca, è tedesca, il padre, Tonio, è italiano. Il suo trisavolo era un compositore di musica sacra e suo nonno professore di violoncello. Anthony aveva quattro anni quan- do ha cominciato a suonare il pianoforte. A nove anni scrive il suo primo brano di musica, ispirato dal bosco che circonda la casa della nonna in Toscana. Parla inglese e tedesco. Ama giocare a calcio, tennis e si allena regolarmente nel golf insieme a suo padre. Studia attualmente con il famoso direttore Thomas Sleeper all’università di Miami e ha un mentore il Ma- estro Alberto Veronesi. Si sveglia alle 5 e fino alle 7,30 si esercita al pianoforte, alle 8,30 a scuola e dalle 14,30 sino alle 16,00 continua a studiare violoncello e pianoforte. Dalle 17,30 si dedica invece allo sport e ai giochi con i fratelli. Per la sua grande prova sul podio del Gran Teatro di Torre del Lago alla testa dell’Orchestra del Festival Puccini Anthony ha voluto una creazione originale “a dream of Tuscany” . Del repertorio pucciniano predilige La Bohème e la Rondine ma adora tutta la tradizione della musica clas- sica europea. Il suo sogno? Diventare un grande compositore e direttore d’orchestra. ROMEO e GIULIETTA UN GRANDE CLASSICO DEL BALLETTO A TORRE DEL LAGO

Si riconferma l’appuntamento con i grandi classici della danza che la Fondazione Festival Pucciniano inserisce nel cartellone 2010 del Festival Puccini, consapevole che il balletto, e il repertorio classico prima di tutto, è un’espressione artistica tra le più apprezzate e adatte ad essere rap- presentate in un contesto magico come quello di Torre del Lago.

È in programma per l’11 agosto Romeo e Giulietta , sulle celeberrime note di Sergej Ser- geevič Prokof'ev, uno spettacolo struggente che vede protagonisti, in esclusiva per l’Italia i danzatori dell’ Imperial Russian Ballet di Gedi- minas Taranda con i solisti Maria Sokolnikova e Alexsander Smolyaninov del Teatro Bolshoi. La compagnia è stata formata nel 1994 ed è composta da 40 danzatori provenienti dalle maggiori scuole di balletto della Russia.

Il nome della compagnia si rifà ai grandi maestri della Scuola Russa di Balletto Classico e alla Fami- glia Imperiale che contribuì enormemente allo svi- luppo della cultura Russa. Il primo stile coreografico adottato dalla compagnia è quello classico, ma gra- zie alla versatilità che la contraddistingue si conce- de anche nella danza moderna e nelle novità coreo- grafiche.

Romeo e Giulietta è una tragedia di William Shake- speare tra le più famose e rappresentate, e una delle storie d'amore più popolari di ogni tempo e luogo. Sono stati creati molti adattamenti danzati della tragedia, il primo dei quali nel XVIII secolo. Il più conosciuto è il balletto in quattro atti Romeo e Giulietta musicato da Sergei Prokofiev su libretto di Sergei Radlov, Adrian Piotrovsky, Leonid Lavrovsky e Prokofiev stesso. La prima del balletto, che si doveva tenere al Teatro Kirov di Leningrado, fu rimandata fino all'11 gennaio 1940. Per una serie di curiosi contrattempi la prima avvenne quindi non in Unione Sovietica, bensì a Brno (nell'attuale Repubblica Ceca) il 30 dicembre 1938 con la coreografia di Ivo Váňa-Psota. Da allora il balletto è stato messo in scena da tutti i maggiori coreografi. Festival Puccini OFF un cartellone per tutti i gusti per ampliare sempre più l’offerta di spet- tacolo nel Gran Teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago, tempio della lirica ma anche palcoscenico ideale per spettacoli e concerti pop, recital e musical.

Elisa (20 luglio)

Arturo Brachetti (3 agosto)

Paolo Conte (9 agosto)

Renzo Arbore (17 agosto)

quattro imperdibili appuntamenti che si alternano al cartellone del 56° Festival Puc- cini per offrire al pubblico di Torre del Lago un ricco ventaglio di spettacoli per vive- re le serate dell’estate 2010 immersi nella musica a 360°. Un cartellone quello della 56° edizione del Festival Puccini, che mira ad appagare le aspettative di un pubblico vastissimo affinché il Gran Teatro non sia fruibile solo da- gli appassionati di lirica, ma diventi un polo culturale di continuo scambio e dialogo tra generi eterogenei di spettacolo.

Le mostre Tre mostre di grandi artisti trasformano il Teatro e il Parco della Musica in un gran- de spazio espositivo per fondere arte e musica nel nome di Giacomo Puccini 16 luglio – 29 agosto Franco Adami Controcanto - Gli universi armonici tra mito e leggenda Parco della scultura e della musica Giacomo Puccini

30 luglio – 29 agosto Luca Alinari: Quelle cose che non sappiamo come dipingere Foyer - Gran Teatro Giacomo Puccini Luca Alinari è nato a Firenze nel 1943. Vive e lavora nei dintorni della città. Pittore, scenografo, intellettuale tra i più impegnati e creativi in ambito inter- nazionale , è anche autore di scritti sulla pit- tura e racconti surreali che hanno ancor più fatto apprezzare la cospicua dote del suo poliedrico talento. Tra le innumerevoli rasse- gne pubbliche e private, nelle quali egli è stato protagonista in Italia come all’estero, si ricordano la Biennale di Venezia (1982) , la Quadriennale di Roma (1986), le grandi anto- logiche presso Palazzo reale di Milano (1993), Museo civico d’arte contemporanea di Geno- va, “Villa Croce” (1995), Palazzo Medici Ric- cardi di Firenze (2000), Galerie Adler di Parigi (2003). Nel 1999 il Museo degli Uffizi ha acquisito un suo autoritratto oggi inserito nella famosa raccolta collocata nel Corridoio Vasariano. Molti e autorevoli i critici, gli storici dell’arte, i poeti e gli scrittori che si sono occupati della sua opera, considerata fra le più alte nel panorama artistico attuale co- me quello del secondo Novecento; fra gli altri Renato Barilli, Enrico Crispolti, Alfonso Gatto, Marilena Pasquali, Gof- fredo Parise, Elena Pontiggia, Edoardo Sanguineti e, più recentemente persino il Nobel della letteratura, José Sara- mago.

6-29 agosto Guglielmo Malato: Vissi d’arte, vissi d’amore Sala Belvedere – Gran teatro all’Aperto Giacomo Puccini Guglielmo Malato è nato a Pesaro nel 1932. E' stato inse- gnante e preside dell'Istituto d'Arte Passaglia di e preside del Liceo Artistico della stessa città. Inoltre è stato preside degli Istituti d'Arte di Pisa, Pietrasanta e Pistoia. Sia in qualità di ce- ramista che di pittore ha conseguito nu- merosi riconoscimenti e importanti pre- mi. Sue opere si trovano nel Museo Inter- nazionale della Ceramica a Faenza, nel Museo Internazionale dell'Artigianato a Firenze, nel Museo Nazionale della Cera- mica a Pesaro, nella Galleria d'Arte Mo- derna a Lucca e in numerose collezioni private in Italia e all'estero.

La Fanciulla del West (16, 23 Luglio 7 Agosto ) Minnie Daniela Dessì Dick Johnson Fabio Armiliato Harry Ernesto Petti Jack Rance Carlos Almaguer Joe Nicola Pamio Ashby Luigi Roni Happy Claudio Ottino Sonora Giovanni Guagliardo Wowkle Larissa Demidova Nick Cristiano Olivieri Larkens - Billy Jack Rabbit Veio Torcigliani Trin Marco Voleri Castro Luigi Cirillo Sid Federico Benetti Jake Wallace Carlo Di Cristoforo Bello Massimiliano Valleggi Un postiglione Claudio Sassetti

Direttore Alberto Veronesi Regia Kirsten Harms Scene Franco Adami Costumi Giovanna Fiorentini

Disegno luci Valerio Alfieri Orchestra e Coro del Festival Puccini Maestro del Coro Stefano Visconti Assistente alla regia Lorenzo Nencini Assistente ai costumi Anna Storti

Kirsten Harms mette in scena “La Fanciulla del West” a Torre del Lago, nel cente- nario della prima rappresentazione dell’opera Il Festival Puccini percorre nuove strade con la proposta del progetto “scolpire l’opera”, affidando ad uno scultore, in questo caso Franco Adami, la realizzazione della scenografia. La messa in scena sarà quindi fortemente connotata dal punto di vista visivo, dal gusto personale ed elegante dello scultore; non avremo le tradi- zionali capanne di legno, tipiche degli allestimenti di quest’opera, ma ampi spazi e mobili raffinati, insomma dei veri e propri oggetti artistici. Dal punto di vista dell’impostazione più strettamente registica verranno rispettate quasi tutte le molteplici indicazioni registiche presenti nella partitura dell’opera; ma cercando di sviluppare una recitazione avvincente e ricca di tensione. Dopotutto è importante tenere presente che il gusto del pubblico è cambiato rispetto a cento anni fa, data della prima rappresentazione dell’opera. Attraverso il cinema e la televisione, il pubblico è diventato più esigente per quel che riguarda le capacità attoriali dei cantanti e la complessità della messa in scena, c’è bisogno insomma di tensione e di un raffinato e sottile lavoro sui cantanti e sulle masse. La sfida è riuscire a sviluppare il nocciolo del dramma. Fan- ciulla non è un film western, per quanto sia ambientata ai tempi della corsa all’oro. Per me è importante tirare fuori il dramma e lasciare da parte i cliché tipici dei film western del dopoguerra. In particolare la figura di Minnie ha un carattere complesso. E non verrà rappresentata come la tipica ragazzona dai modi maschili, sempre con la pistola in mano. Mi interessa invece rappresentare una eroina sensibile e indipendente inserita in una società maschile violen- ta e brutale. Una figura che, senza tradire la propria femminilità e rimanendo fedele a sé stessa, riesce a porsi di fronte alle esigenze e alle frustrazioni di questi uomini in maniera empatica, senza contrapposizione. Rappresenta insomma una sorta di “utopia umana”. L’opera è sicuramente un lavoro artistico di gruppo. Un buon regista non ba- sta se non si hanno cantanti e musicisti di livello; inoltre spesso quello che maggiormente rimane impresso nel pub- blico dopo uno spettacolo è legato maggiormente alla particolarità delle scene, dei costumi, delle luci. Ma i registi, con la collaborazione degli altri addetti alla parte scenica, sono coloro che devono creare qualcosa di nuovo, qualco- sa che non c’è. Mentre la parte musicale ha il compito di riproporre qualcosa di già scritto, di interpretare al meglio la partitura. In questo senso è vero che i registi sono la parte più discussa di uno spettacolo. Devono essere capaci di proporre una nuova interpretazione, di creare qualcosa di originale, inaspettato, non convenzionale, convincente. Sicuramente Fanciulla è una delle più difficili. Rispetto a Butterfly, ad esempio, richiede una puntuale realizzazione di complicate scene di massa nel primo e nel terzo atto, dove sono coinvolti il coro e moltissimi personaggi. La difficoltà sta appunto nel creare per ogni personaggio delle caratteristiche individuali e ben identificabili, senza però scadere nel disordine e mantenendo una tenuta d’insieme. D’altro lato il secondo atto è tra i migliori mai scritti da Puccini, e si mette in scena da solo. O quasi. Sicuramente un sogno sarà provare l’esperienza di un tramonto sul lago mentre lavoro al teatro all’aperto del Festival Pucciniano! Franco ADAMI – note dell’artista Con le mie sculture ho scelto di rappresentare simbolicamente gli elementi identificativi dell’Opera “La Fanciulla del West”, per ripro- durre in maniera figurativa quelle atmosfere che dal lontano 1910 ad oggi, dopo cento anni dalla prima rappresentazione dell’opera– restano senza dubbio le stesse, immutate, e si manifestano là dove l’animo umano si trova ad avere a che fare con il potere dei soldi e la forza dei sentimenti! Il punto nodale di quest’opera di Puccini è la caccia all’oro, elemento motore di ogni azione che ho voluto rendere metaforicamente con la mia scultura “la Pepita”, che torna come simbolo incalzante nei quadri dell’opera. I cercatori d’oro, un’armata di uomini forti, rudi, silenziosi, rappresentano certamente uno dei profili portanti di La Fanciulla. Quei mi- natori- raffigurati simbolicamente nella schiera delle sculture monumentali allineate a bordo scena come una sorta di coro muto – incarnano una schiera pronta a tutto per proteggere e difendere la Fanciulla, che veste ora i panni della femmina, ora della madre, ora quelli della “banconiera”! La mia Fanciulla incarna l’immagine dell’America al tempo stesso “Passionale”e puritana di un’epoca. Scolpire l’Opera è una scelta intelligente e felice del Festival Puccini che rappresenta un’occasione singo- lare e una sfida per l’Artista. Lo scultore coglie la scenografia da un punto di vista personalissimo, tradu- cendo immediatamente in monumentalità, spazi e volumi, l’intensità dell’azione, cercando di adeguarli ad una trama che deve rimanere se stessa, leggibile per i suoi contenuti. Ne nasce un approccio del tutto inedito, un mix tra arti, musica, teatro, creatività figurativa, rara a ritrovarsi se non in questa eccezionale iniziativa del Festival Puccini, che rimane assolutamente originale nel suo attingere ad una consuetudine del passato, quando pittori, scultori, architetti – persino i più grandi – venivano incaricati dai sovrani, dai regnanti per l’allestimento delle scenografie di opere, feste teatrali, quindi è il senso di una tradizione, raffinata ed intelligente, che continua. Sono poi particolarmente felice di aver avuto la possibilità di que- sto incontro con Puccini proprio attraverso la sua Fanciulla. Opera impegnata nell’eterno contrasto tra virilità e femminilità. Cioè quello stesso incontro-scontro, dialogo-contraddittorio che da sempre cerco di esprimere con le mie creazioni, nel loro rapporto tra la forza e la dolcezza, istintività e razionalità, pace e tumulto. Un’idea certo, non inconsueta per la mente di un Artista, ma genialmente collocata da Puccini con la Fanciulla del West in un ‘epoca- quella della conquista- in una terra – l’America - che del contrasto stesso furono il simbolo.

Kirsten Harms ha studiato ad Amburgo musicologia presso l’università e regia per il teatro musicale presso l’istituto di musica e di arte interpretativa. Si è imposta all’attenzione grazie alla sua messa in scena delle “Nouvelle Aventures” di György Ligeti presso lo Staatstheater Braunschweig. Nel 1983 ad Amburgo, è stata membro fondatore del libero gruppo teatrale “Mimesis”. Tra il 1985 e il 1988 ha lavorato come assistente alla regia presso gli Städtischen Bühnen di Dor- tmund, dove ha realizzato anche alcune proprie messe in scena. In seguito è stata scrittu- rata come regista, tra gli altri, a Brema, Hannover, Kiel, Saarbrücken, Darmstadt, Innsbruck e Mainz, dove ha messo in scena opere quali “La fille du regiment”, “La sonnambula”, “L’elisir d’amore” e “Madama Butterfly”. Nel 1992 ha ricevuto un incarico d’insegnamento per il corso di studi di regia del teatro musicale presso l’istituto di musica e arte interpre- tativa di Amburgo. Nel 1995 è stata nominata direttrice del teatro dell’opera di Kiel inau- gurando la prima stagione con una messa in scena della “Turandot” di Puccini. Nel corso degli otto anni in carica ha lasciato un’impronta nel panorama musicale e si è imposta all’attenzione in territorio tedesco, con regie, tra le altre, del “Ring des Nibelungen” di Wagner, di prime assolute come “The magic mountain” di Frederick Delius e “der Schimmelreiter” di Wilfried Hiller, così come di lavori poco rappresentati o riscoperti quali “Die Liebe der Danae” di Richard Strauss o i drammi musicali di Franz Schrekers. Kirsten Harms ha debuttato alla Deutsche Oper di Berlino nel 2003, con la messa in scena della “Semiramide” di Rossini. In questo stesso teatro è stata nominata direttrice dalla stagione 2004/2005, ed ha firmato la regia di diverse opere quali: “Germania” di Alberto Franchetti, “Cassandra” di Vittorio Gnecchi in coppia con “Elektra” di Richard Strauss, “Tannhäuser” di Richard Wagner e “Die Frau ohne Schatten” di Richard Strauss. Franco Adami Nato a Pisa nel 1933, vive e lavora a Parigi e a Pietrasanta, nell'entroterra Versiliese. Ha studiato presso la Scuola d’Arte di Cascina, l’Accademia di Belle Arti di Firenze e l’École des Beaux-Arts di Parigi, mentre si guadagnava da vivere facendo il restauratore di mo- bili antichi. Tra il 1960 e il 1970 lavora soprattutto il legno, materiale allora più semplice da reperire e scolpire: questi anni corrispondono ad un periodo di ricerca nello svolgi- mento della sua opera e, nonostante l’avvicinarsi all’arte contemporanea – in particola- re quella di Zadkine e Moore- il suo lavoro restava figurativo. Alla Francia sono legati i suoi esordi, quando nel 1975 l’artista partecipa per la prima volta al "Salon d’Automne" e poi, nel 1976, al "Salon des Réalites Nouvelles". La sua prima personale si svolge a Pisa nel 1977 presso il Centroartemoderna. Sue le mostre "Sculpture Contemporaine" al Centro Culturale di Villedieu nel 1984 e nel 1985 presso il Municipio di Mantes-la-jolie e a Ruen per l’Unicef. N el 1986 è a Cho- let, Collioure e Bourget e Ile de France aux Ulis. Del 1987 è la mostra al Museum Théodor- Zink di Kaiserslautem, al museo di Mau- beuge, alla galleria Triade di Barbizon, alla Galleria K di Parigi per poi ricevere il Premio di scultura della "Fondazione di Francia". Nel 1988 egli espone in varie ed importanti gallerie parigine e a Toulouse presso la galleria di Jenifer Pellé. nel 1992 espone in varie città francesi, di nuovo a Parigi, Ginevra, Amsterdam. Nel 1993 gira instancabile per la Francia; è a Parigi e a Pietrasanta, per poi esporre sempre in area francese, in Belgio e ad Amsterdam e a Colonia negli anni 1994-1996. "Les artistes Naturalistes", "Le Bestiaire di Franco Adami" e "S.A.G.A". sono tre importanti appuntamenti con lo scultore svoltesi a Parigi nel 1997, anno in cui egli espone anche a La Baule, dove si recherà nuovamente nel 1998. Nel 2001 Adami è alla Fondazione Veranneman a Kruishou- tem, all’Aia e alla Fiera di Beirut; partecipa a Start 2002 a Strasburgo, Nel 2004 è al Centre C ambronne, a Nantes; presenta la per- sonale "La forza della natura" al Parco La Versiliana a Marina di Pietrasanta; è alla galleria Piretti a Knokke L e Zoute e alla galleria Goinard di Parigi. Nel 2005 sua è la personale itin erante "Franco Adami, Itinéraires sculptures" a Metz-Koksijde-Camaiore. Ad ottobre 2006 é a Roma con la mostra "L’Art Animalier" presso la sede della BMW. Egli ha realizzato negli anni anche alcune opere monumentali, come quella p er la residenza del Presidente della Repubblica della Costa D’Avorio ad Abidjan, per la corte d’onore della Presidenza della Repubblica del Togo a Pya, un Monumento della pace a Lomè, sempre in Togo. Una sua statua si trova a Camaiore, mentre la grande scultura in bronzo "Il giudizio di Minotauro" è stata posta all’ingresso della "Piccola Atene degli arti- sti" a Pietrasanta.

Alberto Veronesi Direttore artistico del Festival Puccini Direttore d’orchestra Direttore artistico del Festival Puccini di Torre del Lago e artista ufficiale della Deu- tsche Grammophon, ha condotto una vasta ricerca nell’ambito del repertorio operi- stico del tardo Ottocento, inizio Novecento di compositori quali Pietro Mascagni, , Giacomo Puccini e altri ed ha programmato ed eseguito titoli poco conosciuti di questo periodo, nell’intento di dare una più vasta audience ad un repertorio spesso trascurato. Le registrazioni dal vivo delle sue recenti esecuzioni de L’amico Fritz alla Deutsche Oper di Berlino, con Angela Gheorghiu e Roberto Alagna, apprezzatissime dalla critica internazionale, sono contenute nel terzo album del Progetto Verismo, che Veronesi sta portando avanti con la Deutsche Grammophon, dedicato al repertorio post romantico italiano. La serie è iniziata nel 2006 con l’uscita di Edgar, l’opera giovanile di Puccini, registrata in versione integrale con Placido Domingo, molto apprezzata dalla critica. Il secondo album, Puccini Ritrovato, distribuito nel settembre del 2009, contiene versioni originali e alternative sia di arie ed ensembles famosi, sia di composizioni poco note, interpretate da Placido Domingo e dal sopra- no Violeta Urmana con i Wiener Philhamoniker. Il prossimo album, La Nuit de Mai, contiene un poema sinfonico e arie da camera di Leoncavallo, interpretati da Domingo, Lang Lang e l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna. L’uscita è prevista per marzo 2010. In qualità di ospite, Veronesi ha diretto l’Orchestra Guido Cantelli e I Madrigali Ambrosiani nel Falstaff di Salieri alla Bro- oklyn Academy of Music di New York; Andrea Chenier di Giordano al Tel Aviv Opera Theatre, Madama Butterfly alla NHK di To- kyo, I Medici di Leoncavallo con l'Orchestra e Coro del Teatro del Maggio Fiorentino, Tosca alla Deutsche Oper di Berlino e Fedora a La Monnaie di Bruxelles. Nato a Milano, Veronesi ha studiato al Conservatorio Verdi di Milano, diplomandosi a pieni voti in Pia- noforte, Composizione e Direzione d'Orchestra. Ancora da studente fondo' l’Orchestra Guido Cantelli che e' rimasta da allora or- chestra residente d el Conservatorio. Ha diretto questa formazione fino al 2000, con esecuzioni al Festival di Pasqua di Salisburgo (su invito di Claudio Abbado), a Santa Cecilia e al Maggio Musicale. Nel 1999 Veronesi e' stato nominato Direttore Musicale del Festival Puccini di Torre del Lago nell’ambito del quale ha diretto non solo tutte le opere del Maestro, ma e' stato anche fautore di un piano di rilancio della manifestazione, che ha portato alla costruzione di un nuovo Teatro. Nel 2003 la sua produzione de La Bohème, ha vinto il premio Abbiati, della Associazione Italiana Critici Musicali. Nel 2009 vi ha diretto Manon Lescaut e un gala con Angela Gheorghiu. Nel 2001 Veronesi è stato nominato Direttore Artistico e Musicale dell’Orchestra Sinfonica Siciliana di Palermo, dove esegue il ciclo completo d elle sinfonie di Beethoven, Bruckner, Mahler e Shostakovich, oltre alla musica sinfonica del Nove- cento italiano e opere contemporanee. Nel novembre 2008 ha ricevuto la nomina di Direttore artistico della Filarmonica del Tea- tro Comunale di Bologna. Da poco è stato nominato direttore musicale dal 2011-2012 della Opera Orchestra di New York, con sede alla Carnegie Hall. Veronesi e' anche direttore musicale aggiunto (Music Director Designate) per la stagione 2010-2011 Lo ha annunciato il presidente Norman Raben. Succederà a Eve Queler, fondatrice dell'Opera Orchestra, che diventerà a sua volta 'Conductor Laureate', quando Veronesi assumerà l'incarico per il prossimo quinquennio. Veronesi vive a Palermo con la moglie e la figlia. Daniela DESSÌ , soprano Con un impressionante repertorio che abbraccia una settantina di titoli operistici, Daniela Dessì si conferma oggi uno dei soprani più importanti degli ultimi tempi, con la consolidata carriera inter- nazionale di una delle cantanti di riferimento per il repertorio verdiano e, soprattutto, verista e pucciniano. Nata a Genova –come il compagno, il tenore Fabio Armiliato-, studió al Conservatorio Arrigo Boito di Parma (canto e piano), specializzandosi più tardi alla Accademia Chigiana di Siena. Nel 1980 vince il primo premio del Concorso Internazionale della RAI e debutta con La serva padro- na (Pergolesi) cominciando una carriera spettacolare grazie alla quale ha cantato nei teatri e festi- val più importanti del mondo, comprendendo un amplio spettro estetico che va da Monteverdi a Prokofiev, senza dimenticare un’importante tappa dedicata a Mozart. Oggi è considerata la miglio- re interprete d el repertorio verista. La sua presenza è costantemente richiesta negli scenari più prestigiosi e in quasi trent’anni di carriera e grazie a una tecnica impeccabile e a un istinto dram- matico eccezionale, Daniela Dessì ha collaborato con i direttori più autorevoli d ella sua gen erazio- ne. La sua emozionante Madama Butterfly nell’Arena di Verona e un tour memorabile con Tosca in Giappone con l’Opera di Roma (premiata con 45 minuti di applausi), sono solo alcuni dei successi delle ultime stagioni, ai quali si aggiungono la sua Manon Lescaut (regia di Liliana Cavani e direzio- ne musicale di Renato Palumbo) nel Liceu di Barcellona e n ella Staatsoper di , Don Carlo a Zurigo, Adriana Lecouvreur alla Scala di Milano, Tosca a Monaco, Ernani a Torino. Un’amplia discografia e un’importante collezione di opere in video e DVD testi- moniano questa traiettoria dove risalta anche la sua dedizione all’insegnamento, che l’ha portata a offrire master classes in im- portanti conservatori. Inoltre è stata protagonista di diversi programmi di televisione dedicandosi alla divulgazione dell’arte operi- stica (Prima della Prima, Loggione, Domenica In, ecc..).

Fabio ARMILIATO , tenore Fabio Armiliato è uno dei tenori più importanti della scena lirica internazionale. La sua particolare vocalità, il suo impressionante registro acuto, la sua innata musicalità e il suo amplio registro dram- matico lo convertono in uno dei tenori favoriti del pubblico grazie anche al carisma che infonde ai suoi personaggi come Andrea Chènier e Mario Cavaradossi. Nato a Genova, studiò al Conservatorio Niccolò Paganini della sua città e debuttò nel 1984 come Gabriele Adorno nel Simon Boccanegra (Verdi, a Genova) e come Licinio in La Vestale (Spontini, Jesi), cominciando così una rapida carriera che lo ha portato ad affrontare i ruoli più importanti del suo registro nei più prestigiosi teatri del mondo. Quando nel 1990 partecipò al ciclo Puccini dell’Opera delle Fiandre (Anversa) diretto da Ro- bert Carsen, il suo nome si consolidò come quello di uno dei più completi interpreti della sua genera- zione. Con la sua unione con Daniela Dessì si è creata una delle coppie artistiche fondamentali della recente storia dell’Opera che ha ottenuto trionfi memorabili. Il suo lavoro con Zubin Mehta ha dato come risultato un Don Carlo antologico nella versione in cinque atti portata alla Staatsoper di Mona- co e al Comunale di Firenze, p er poi interpretare il titolo anche nel C apitole di Tolosa prima di tornare al Festival Verdi di Parma con , al Festival Puccini con La Fanciulla del West e, già nel 2007, al Festival di Baden-Baden con una trionfale Turandot diretta da Valery Gergiev e alla Staatsoper viennese con Manon Lescaut. Fabio Armiliato ha collaborato con i più importanti direttori delle ultime generazioni. La sua discografia raccoglie numerosi DVD e CD, tra i quali Love Duets (Philips) e Andrea Chénier (Universal), entrambi con Daniela Dessì. Con Decca, dopo l’album dedicato al grande Beniamino Gigli intitolato Romanze e canzoni, Fabio Armiliato rende omaggio alla musica di Giacomo Puccini con uno stra- ordinario recital: Nessun dorma, Armiliato sings Puccini.

Carlos ALMAGUER, baritono Carlos Almaguer è nato a Città del M essico, dove ha studiato con Francesco Amador ed ha cantato nel Coro della scuola e nel Monteverdi Madrigal. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti, che gli hanno aperto le porte di famosi corsi di perfezionamento. Ha ricevuto una borsa di studio che gli ha permes- so di continuare gli studi insieme a Carlo Bergonzi all’Accademia di Siena e con Vicente Sardinero a Madrid. Come vincitore della Singing Competition in Verviers, nel 1997, l’artista è stato scritturato per il ruolo di Amonasro / “Aida” a Colonia (1999) e all’Opéra Royal della Vallonia (2000). 1999.Carlos Almaguer ha debuttato all’Op era di Francoforte nel ruolo di Alfio, nella nuova produzione di “Cavalleria Rusticana”, per la regia di G. Del Mondo e diretta da P. Carignani. Dal 2000 Carlos Alma- guer interpreta i più importanti ruoli verdiani: : ‘Nabucco’, ‘’, ‘Don Carlo’ / “La forza del destino’, ‘De Luna’, ‘Renato’, ‘Amonasro’, ‘Simon Boccanegra’, ‘Jago’, ‘Ezio’, ‘Macbeth’, ‘Renato’ / “Un ballo in maschera” in Spagna (Barcellona, Madrid, Cordoba, Jerez, Sabadell, Las Palmas), Italia (Arena di Verona – “Cavalleria rusticana” – 2006, Palermo – “Aida” – 2008), Bologna, Torino, , Trapani Festival), Francia (Marsiglia, Tolousa, Nizza, Avignone, Strasburgo, Tolone, Angers, Nantes, Limoges), Germania (Colonia, Lipsia, Amburgo, Düsseldorf, Deutsche Oper Berlino), Monte Carlo, Svizzera (Avenches Festival), Belgium (Liegi, Bruxelles) Grecia (Atene), Australia (Melbourne). Include nel suo repertorio ruoli Veristi, che bene si adattano alla sua voce drammatica: ‘Scarpia’ (Tolone, Limoges, Montpellier, Amburgo, Francoforte, Città del Messico), ‘Michele’ / “Il tabarro” (Città del M essico), ‘Carlo Gérard’ (Torino), ‘Jack Rance’ (Melbourne), ‘Alfio’ (Montecarlo). Tra i suoi impe- gni futuri sono da menzionare: Un ballo in maschera” (Hamburgische Staatsoper), “Aida” (Hamburgische Staatsoper), “Il Trovato- re” (Opéra de Nice), “Cavalleria rusticana” (Opéra de Marseille), “Tosca” (Wiener Staatsoper, Hamburgische, Staatsoper, Deutsche Oper Berlin, Budapest State Opera), “Cavalleria rusticana / Pagliacci” (Teatro Massimo Palermo, Savonlinna Festival), “Rigoletto” (ORW Liegi), “Macbeth” (Teatro Villamarta Jerez), “Aida” (R.O.H. Covent Garden London). Luigi Roni, basso Luigi Roni è nato a Vergemoli, Lucca, ha fatto il suo debutto al Festival di Spoleto con il ruolo di Mefistofele nel Faust di Gounod. Ha cantato regolarmente nei più grandi teatri italiani come Bologna, Torino, Roma, Trieste, Napoli, Firenze, Venezia, Parma, Palermo, Festival Puc- cini di Torre del Lago, Caracalla, Macerata ecc. Nel 1973 debutta all’Arena di Verona con la Gioconda e negli anni successivi con la forza del destino, Lombardi alla Prima Crociata, Aida, Trovatore, Andrea Chenier, Norma, Rigoletto ecc. Luigi Roni da molti anni è presente nel Cartellone del Teatro Alla Scala di Milano, con Claudio Abbado ha canato: Aida, Un ballo in maschera, Edipus rex, Don Carlo, Boris Godounov, Ma- cbeth, Simon Boccanegra, L’amore delle tre melarance. Con Riccardo Muti sempre alla Scala: Guglielmo Tell, Falstaff, Rigoletto, Capuleti e Montecchi, Manon e Masnadieri. Con altri diret- tori quali Kleiber, Gavazzeni, Bohm, Molinari Pradelli, Pretre ecc. LA Fanciulla del West, LA forza del destino, Norma, il Trovatore, I lombardi, La dama di Picche, I Troiani, Fedora, il Trit- tico, Tosca, Il Giocatore ecc. La carriera internazionale dell’artista è ugualmente molto impor- tante. Ha cantato Aida, Giaoconda, Norma al Metropolitan Opera di New York e negli Stati Uniti ha cantato a San Antonio, Wa- shington, Chicago, Dallas. Sulla scena europea si è prodotto regolarmente nei teatri di: Amburgo, Monaco, Berlino, Bonn, Vienna, Londra, Birmingham, Bruxelles, Rotterdam, Ginevra, Losanna, Zurigo, Bilbao, Oviedo, San Sebastian, Siviglia, Barcellona, Madrid, Lisbona, Atene, Sofia, Mosca, Budapest, Praga, Brno ecc.

Giovanni Guagliardo, baritono Nato ad Augusta nel 1980, Giovanni Guagliardo ha iniziato giovanissimo gli studi musicali a Catania, per poi perfezionarsi in seguito a New York con il M. Schuman. Ha compiuto il debutto sul palcoscenico nel 2001 interpretando i ruoli di Sciarrone e del Carceriere nella Tosca al Taormina Opera Festival (regia di Giuseppe Di Stefano). In seguito ha interpretato i ruoli di Mandarino in Turandot (2002), Silvano in Un ballo in maschera (2004), Masetto in Don Giovanni (2005) e , ancora il Mandarino in Turandot (2003), Jake Wallace nella Fan- ciulla del West (2004), Yamadori nella Madame Butterfly (2006) e Schaunard nella Bohème (2007) al Festival Puccini di Torre del Lago (quest'ultimo ruolo affrontato in tournè in Mes- sico). Nel 2002 ha interpretato il ruolo di Berto nella prima mondiale in tempi moderni del Ricco di un giorno di Antonio Salieri con la Fondazione Arena di Verona e la regia di Gilbert Deflo. Ha preso parte inoltre al concerto "Le donne di Puccini" al Festival Puccini di Torre del Lago (con la partecipazione di Placido Domingo).Ha cantato inoltre Il barbiere di Siviglia (Fiorello) al Teatro Municipale di Piacenza ed al Teatro Sociale di Mantova (2005). Nel 2007 ha debuttato al Teatro dell'Op era di Roma nel ruolo di Sulpice nella Fille du régiment diretta dal Maestro Campanella ed al Teatro alla Sc ala come Commissario Imp eriale nella Madama Butterfly con la direzione di Myung-Whun Chung. Recentemente ha inter- pretato il ruolo di Lescaut in Manon Lescaut al Teatro Massimo "V. Bellini" di Catania. Sempre a Catania ha appena eseguito il Requiem di Faurè sotto la direzione del Maestro Soustrot. Ha debuttato negli Stati Uniti (Kansas) con il ruolo di Marcello nella Bohème e poco dopo ha debuttato alla Carnegie Hall con il ruolo di Gualtiero nell' Edgar di Puccini. Fra i suoi prossimi impegni annovera Rigoletto al Teatro Massimo di Palermo e al Teatro delle Muse di Ancona, Don Pasquale (Malatesta) in Florida (USA), Andrea Chénier e La vedova allegra al Teatro Carlo Felice di G enova, La bohème (Marcello) al Teatro Massimo di Palermo e Turan- dot (Ping) all'Opera della Coruna.

Cristiano Olivieri, tenore Compiuti gli studi universitari (lettere, filosofia, teologia), si diploma in canto presso il Conservato- rio “G.Rossini” di Pesaro. Quindi si perfeziona con A.Kraus, G.Kuhn, G.Zancanaro, M.Trombetta, A.Billard. E’ premiato con menzione speciale ai concorsi Internaziona- li “Corradetti” di Padova e “Ventidio Basso”(Ascoli). Debutta in Traviata al Masini di Faenza (1995). Da allora inizia una ininterrotta carriera, ricoprendo inizialmente secondi ruoli in tutti i principali teatri italiani, con i maggiori direttori (Kuhn, Gelmetti, Oren, Korsten, Guingal, Neuhold, Dawes, Morandi, Renzetti, Kovatchev, Lu Ja, ecc.) e registi (Zeffirelli, Pizzi, Vick, Montresor, Calen- da, Deflo, De Ana, Carsen). Tra gli altri è presente nel cast de: Salome ( Massimo di Palermo) Die Zauberflote (Opera di Roma), Lucia di Lammermoor (Lord Arturo,Carlo Felice di Genova, Sferisterio di Macerata), Peter Grimes (Rev. Adams, Teatro Comunale di Modena), I Pagliacci (Arlecchino, Arena di Verona), Otello (Cassio, Rovigo,Ravenna, , Trento, Savona), Idomeneo (Gran Sacer- dote, Teatro delle Muse, Ancona) Ha collaborato anche con Fondazione A.Toscanini (I Vespri Sici- liani, Norma) e As.li.co. (I Racconti di Hoffmann, Tosca). Ma negli ultimi tempi lo studio lo orien- ta a debutti sempre più frequenti ed importanti come protagonista.

Giovanna Fiorentini firma i costumi del nuovo allestimento di La Fanciulla del West - produzione per il centenario dell’opera. Madama Butterfly (17, 25 Luglio 1, 14, 22 Agosto)

Cio Cio San Amarilli Nizza (17 Luglio 14, 22 Agosto) Donata D’Annunzio Lombardi (25 Luglio, 1 Agosto) Suzuki Renata Lamanda (17 Luglio 14, 22 Agosto) Hermine – Claude Huguenel (25 Luglio 1 Agosto) Kate Pinkerton Eva Corbetta (17 Luglio 14, 22 Agosto) Lucia Dessanti (25 Luglio 1 Agosto) B.F.Pinkerton Massimiliano Pisapia (17 Luglio 14, 22 Agosto) Luciano Ganci (25 Luglio, 1 Agosto) Sharpless Fabio Capitanucci (17 Luglio 14, 22 Agosto) Marzio Giossi ( 25 Luglio 1 Agosto) Goro Mauro Buffoli Zio Bonzo Choi Seing Pil Il Principe Yamadori Giovanni Guagliardo Il Commissario Imperiale Claudio Ottino L’ufficiale del Registro Jorge Aguilera

Direttore Eve Queler (17, 25 luglio – 1, 22 agosto) Salvatore Percacciolo (14 agosto) Regia Vivien A. Hewitt Scene Kan Yasuda Costumi Regina Schrecker

Disegno Luci Fabrizio Ganzerli Assistente alla regia Luca Ramacciotti Orchestra e Coro del Festival Puccini Maestro del Coro Stefano ViscontI

Regina Schrecker Butterfly. Alla scoperta della dimensione eroica di Vivien Hewitt

Quest’anno vede il ritorno, dopo cinque anni di assenza, della nostra messa in scena di Madama Butterfly che ha conosciuto travolgenti successi in Giappone, Germania e U.S.A. L a nostra è una visione scenica che esplora l’aspetto epico- eroico di questo capolavoro ed è il risultato distillato di un lavoro quadriennale dedicato all’opera, dal primo germe dell’idea di fare nascere una produzione con un impianto scenico firmato dal grande scultore giapponese Kan Yasuda, fino all’ultima messa in scena in Giappone per l’Expo di Aichi. Mettere in scena Madama Butterfly con le sculture evocative di Kan era d’altronde, l’opportunità perfetta per esplorare i valori tragici e simbolici dell’opera, ten- tando nello stesso tempo di raggiungere una concezione di assoluta bellezza formale. In questo contesto il lago di Puccini e il palcoscenico del grande anfi- teatro torrelaghese costituiscono gli elementi naturali di acqua e di terra, men- tre i personaggi si muovano nell’aria libera in cui s’adagiano le forme minimali- ste dello scultore che, attraverso i fuochi di tanti grandi lumi cangianti, rifletto- no gli umori e le trasformazioni d’animo dei personaggi. Ciascun elemento scultoreo partecipa allo svolgimento della narrativa. Nel primo atto Ishinki (grande sasso) diventa cuore e anima della piccola Cio Cio San mentre Shosei (volare) rappresenta la sua transitoria presenza terrestre. Nel second’atto Tenmoku (passaggio impossibile), la grande porta con la sua colonna centrale so- spesa appena sopra la terra, rappresenta lo spazio quasi inimmaginabile attraverso il quale lo spirito d’ogni essere umano dovrà passare dopo la morte per ricongiungersi con l’universo spirituale. Il percorso diventa possibile solo con la presenza della grande porta aperta, Tensei, che appare solo nel momento in cui Butterfly abbraccia la morte quale fonte di liberazione dalla sofferenza esistenziale. Così ciascun elemento scenico rappresenta un valore o un’emozione, ma anche uno spazio delegato in cui compiere azioni quasi rituali. La casa di Butterfly è niente più che un praticabile che diventa quasi isola: nel secondo atto quell’isola acquisi- sce una passerella, simile a quella del teatro No, che permette la comunicazione simbolica di Butterfly con il mondo esterno che la distruggerà. In questo clima volutamente sognante, anche il c antante diventa espressione scultorea vivente nei costumi di Regina Schrecker che ha ridotto il kimono giapponese e i costumi coloniali fine ‘800 a forme pure e raffinate. Un’attenta ricerca tra le foto bianco e nero dell’epoca le ha permesso di ridurre il tutto ad una gamma coloristica limitatissima quanto luminosa ed effica- ce. In Giappone il fuoco è simbolo della morte e d el viaggio d ell’anima verso il paradiso. Così le fiaccole dei bonzi nel primo atto che accompagnano l’ostracizzazione di Butterfly per la sua conversione al cristianesimo cedono il passo al lume sacro che brucia durante il fatale duetto d’amore di Pinkerton; la vampata di un fiammifero brucia le dita di Butterfly mentre Sharpless cerca di comunicarle la notizia del ritorno di Pinkerton e, durante il coro muto, i lumi delle piccole sacerdotesse sono presagio della morta inevitabile della donna farfalla che ormai sta p er immolarsi sulla fiamma incen eritore d el suo grande ma insostenibile amore. L’impianto interamente bianco ci permette di accentuare il senso del passaggio del tempo e della mutabilità del paesaggio scenico -spirituale: così passiamo dal giorno verde e soleggiato d el matrimonio, al clima notturno dell’incontro amoroso e poi, n el secon- do atto, dalla gelida e sterile attesa d ell’amato, alla falsa primavera della fioritura dei ciliegi, per terminare in un impietrito bianco mortale che si scioglie nel bruciante rosso di una morte - tramonto di sangue. Nell’astrazione poetica della visione risulta però imperativo, tenere saldamente presente quella verità umana che Puccini andava cercando in ciò che lui stesso definiva la sua sforza artistica più sincera. I piani della tragedia: scontro di culture …. scontro uomo donna Puccini, prima di scrivere Madama Butterfly, passò oltre tre anni studiando Giappone e cose giapponesi: la musica, il teatro, il modo di vivere di quel paese allora lontano ed esotico. Era l’epoca della diffusione in Europa dell’opera di Hokusai e Hirosige e del collezionismo dei kimoni, delle armature Samurai, dell’oggettistica giapponese, ma era anche l’era di Freud e dei primi studi psicologici. E’ in questo clima che Puccini crea il suo personaggio ed esplora la sua mente e le sue emozioni per offrirci un personaggio assolutamente attendibile che esercita sul pubblico un fascino irresistibile. La bellezza figurativa e formale dell’azione e l’accurato approfondimento delle personalità dei protagonisti devono essere le fondamenta sulle quali questa regia è fondata. Il dramma di Cio-cio-san, amante delle cose piccole e silenziose, racconta in un macrocosmo una tragedia di proporzioni epiche che si svolge su due piani. Su di un piano abbiamo un tragico scontro culturale tra due mondi, tra Ovest e nascente Est, tra sistemi di valori diversissimi. Cio-cio-san, come un’eroina di Bunraku o Kabuki, raccoglie in se tutte le virtù giapponesi: onore, orgoglio, costanza, fedeltà, umiltà, amore e – fatalmente - ubbidienza, e come l’eroina del teatro classico in tutto il mondo, sigilla la sua fed e con Sopukku, ossia la morte suici- da. Pinkerton è l’antieroe di un occidente che si pone in discussione: bello, divertente, entusiasta, avventuroso, ma anche arro- gante, facilone, incostante, cinico, tollerabile solo perché genuinamente cieco alla sincerità altrui e finalmente affranto del danno commesso. Su un altro piano il Giappone dell’opera funge da contenitore suggestivo per l’incontro - urto tra una ragazza qualsiasi, naif, virtuosa, di buona famiglia, ma povera con un uomo più maturo, in condizioni economiche agiate e con aspettative e valori diversi dai suoi. Lei che possiede un padre suicida per modello si immola sull’altare dell’amore per un “lui” che ha costruito ideali- sticamente, nella sua mente diversa da “gli altri”, ma che scopre uguale o peggiore. E’ questa una tragedia umana e psicologica che trascende ogni limite di cultura di luogo e d’epoca storica. In questo contesto le sculture simboliche – astratte di Yasuda, tan- to giapponesi, quanto universali, sottolineano i due piani dell’opera in un allestimento forte e spettacolare, lontano dal quel finto Giappone kitsch di sbiadita memoria. Kan Yasuda (Bibai , 1945 ) è uno scultore giapponese. Nel 1969 si diploma all'Accademia postuniversitaria Geijutsu Daigaku di Tokio nella sezione scultura. Ottiene una Borsa di Studio dal governo italiano e si trasferisce a Roma dove frequenta l'Accademia di Belle Arti, allievo di Pericle Fazzini . Espone per la prima volta nel 1966 alla mostra "Kokuga" al Museo di Tokyo e "Zendoten" al Marui Art Salon di Sapporo dove vince il premio Zendoten. Nel 1969 allestisce la sua prima mostra per- sonale a Sapporo pres- so la Galleria Daimaru e nello stesso anno riceve il Premio Kokuga del Museo di Tokyo. In seguito apre il suo laboratorio a Pietra- santa dove produrre le sue opere scultoree in marmo e bronzo.

Eve Queler - direttore d’orchestra Fondatrice e creatric e della Opera Orchestra of New York, Eve Queler è pioniere nel campo della direzione d’orchestra, ponen- dosi come uno dei primi importanti direttori donna. E’ celebre per il suo inno- vativo lavoro con l’Opera Orchestra come direttore ospite di opere sinfoniche e operistiche su palchi che abbracciano la scena internazionale. Ha diretto molte opere raramente rappresentate, portandole all’attenzione del pubblico ameri- cano e introducendole in un reprtorio standard. Tra i suoi maggiori successi ricordiamo Rienzi di Wagner, Benvenuto Cellini di Berlioz, Dalibor di Smetana e Die Liebe der Danae di Strauss. Eve Queler ha celebrato la sua centesima rap- presentazione alla Carnegie Hall come direttore musicale dell’Op era Orchestra di New York nel corso della stagione 2007-2008. La Queler ha diretto come ospite in compagnie come la Kirov Opera a San Pietroburgo, in Russia, la Ham- burg Oper, la Frankfurt Oper, la Oper Bonn, l’Australian Opera a Sydney e la Nice Opera. Ha diretto molte orchestre sinfoniche, tra cui la Philadelphia Or- chestra, la Cleveland Orchestra, la Rome Opera e la Montreal Symphony. Re- centemente ha diretto l’Orchestra Sinfonica Siciliana a Palermo per la sinfonia no. 1 di Shostakovich e il Piano Concerto di Poulenc. La Queler è stata nomina- ta Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres (uno dei più alti riconoscimenti del governo francese) per il suo impegno nelle opere francesi ed ha ricevuto inoltre la Sanford Medal, il più elevato riconosci- mento in campo musicale della Yale University.

Salvatore Percacciolo - direttore d’orchestra Salvatore Percacciolo, si è diplomato in pianoforte con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Musica “A. Corelli” di sotto la guida della prof.ssa S. Tiano, perfezionandosi con V. Balzani e Paul Badura–Skoda presso l’Accademia Musicale “F. Liszt” di Weimar. Parallelamente allarga la propria formazione musicale con gli studi di composizione presso il Conservatorio di Musica “V. Bellini” di Palermo e consegue con il massimo dei voti il Master Universitario in “Alta Scuola di Direzione d’Orchestra” pres- so il Conservatorio di Musica “U. Giordano” di Foggia. E’ vincitore assoluto di numerosi concorsi pianistici nazionali, Ha ricoperto il ruolo di pianista accompagnatore presso la Fondazione Teatro Massimo di Palermo, al “Festival Puccini” di Torre del Lago e al Teatro Royal de “La Monnaie” di Bruxelles. Ha inciso per la Deutsche Grammophon, la parte del pianista “Lazinsky” nell’opera “Fedora” di U. Giordano, accanto ad Angela Gheorghiu e Placido Domingo con il quale attualmente collabora in altre produzioni discografiche. Ha collaborato con molti c antanti e solisti di fama internazionale. Attivo compositore, è particolarmente dedito all'esecuzione e diffusione della nuova musica, con varie esplorazioni nel mondo del jazz e del rock sinfonico, presentando in prima esecuzione molte composizioni di autori del nostro tempo. Amarilli Nizza - soprano Vive in campagna. Canta nel mondo. Lei è Amarilli Nizza, Soprano ‘glamour’ con vocalità agile, tim- bro corposo, grande duttilità tecnica; ma anche attric e talentuosa, carismatica, seducente. Nella campagna romana ha iniziato gli studi musicali e canto con la Nonna Claudia Biadi (nipote della grande soprano falcon Medea Mei Figner). Gli stessi luoghi nei quali e dai quali è iniziata la sua car- riera, nel 1992, con il Maestro Maurizio Rinaldi e Franca Valeri; e debuttò in Madama Butterfly al Teatro Tito Flavio Vespasiano di Rieti. Il Mondo è il palcoscenico di Tokio, Pechino, Liegi, Atene, Berlino, Monaco di Baviera, Washington, Seoul, Buenos Aires, Fukuoka, Zagabria, Palma di Majorca, Cipro. Ma anche Roma, Parma, Firenze, N apoli, Palermo Genova, Torino, Trieste, Macerata, Torre del Lago, Ferrara, Modena, Torino, Ravenna… e l’Arena di Verona dove, come Aida zeffirelliana, ha inaugurato la Stagione il 25 Giugno 2006, diretta dal maestro Daniel Oren e, ancora con Aida, l’ha chiusa il 27 Agosto; in Arena, dove ha replicato più volte Aida è stata anche Nedda ne I Pagliacci l’8 e 17 Agosto. Ha interpretato Tosca, Madama Butterfly (Cio-Cio-San), La Boheme (Mimì), Otello (Desdemona), (Violetta); Il Trittico (Giorgetta, Suor Angelica, Lauretta), Aida, Il Trovatore (Leonora), Luisa Miller, Adriana L ecouvreur, I Vespri Siciliani (Elena), Thais, Don Giovanni (Donna Elvira / Donna Anna), Simon Boccanegra (Amelia Grimaldi), I Cavalieri di Ekebù, I Masnadieri, La Vedova Allegra, Un Ballo in Maschera (Amelia). Ha lavorato , tra l’altro, con Franco Zeffirelli, Albero Fassini, Pier Luigi Pizzi, Hugo de Ana, Roberto De Simone, Massimo Ranieri, Ivan Stefanutti, Dieter Kaegi, Gilbert Deflo ; e con i maestri Oren, Renzetti, Callegari, De Bernart, Gelmetti, Veronesi, Ranzani.

Donata D’Annunzio Lombardi - soprano Giovanissima vince il Concorso “Mattia Battistini” e per la prima volta interpreta il ruolo di Mu- setta ne La Bohème di Puccini, personaggio con cui segna molte delle tappe fondamentali della sua carriera. E’ stata ospite dei più importanti teatri d’opera: il teatro alla Scala, il teatro Regio di Torino, il teatro Massimo di Palermo, l’Arena di Verona, il Regio di Parma, il teatro Comunale di Firenze, il San Carlo di Napoli, l’Opernhaus di Zurigo, il Théatre d es Champs Elysées, il Théatre Royal di Versailles, il Théatre du Chatelet, lo Staatstheater di Stoccarda, etc. Tra i diversi ruoli interpretati: Violetta ne La Traviata, Micaela n ella Carmen, Serpina ne L a serva p adrona (Pergolesi e Paisiello), Adalgisa nella Norma, Poppea ne L'Incoronazione di Poppea di Monteverdi, Poppea nell’Agrippina di Haendel, Adina ne L’Elisir d’Amore, Oscar in Un Ballo in Maschera, Su- sanna ne Le Nozze di Figaro, Sophie n el Werther, Thérèse n e Les mamelles de Tirésias (Poulenc), la Damoiselle ne La damoiselle Élue (Debussy). Grazie alle spiccate doti sceniche e agli studi gio- vanili presso la prestigiosa scuola di danza di Liliana Cosi e Marinel Stefanescu, affronta con disin- voltura anche il repertorio operettistico. La vittoria del primo premio assoluto al Concorso Inter- nazionale “Francesco Paolo Tosti”, la elegge preziosa divulgatrice del genere musicale della ro- manza da salotto in Europa, Giappone e America. La sua attività musicale è affiancata dalla ricer- ca culturale e musicologica: consegue la Laurea in Storia della Musica con lode presso l’università La Sapienza di Roma sul fraseggio di G. Puccini e quella in Psico-pedagogia con una tesi su “le distorsioni percettive nel mondo dell’opera lirica”.

Renata Lamanda - Mezzosoprano Giovanissima vince il concorso internazionale per cantanti lirici di Roma e debutta n el ruolo di Carmen al Teatro Brancaccio di Roma. La rapida ed intensa carriera l’ha condotta sui palcoscenici di alcuni fra i maggiori teatri italiani, fra i quali Teatro alla Scala (L’angelo di fuoco di Prokof'ev), Teatro dell’Opera di Roma (Rigoletto, Simon Boccanegra, Werther, Madama Butterfly, La traviata), Teatro San Carlo di Napoli (Affare Makropulos di Janácek, Suor Angelica, Madama Butterfly), Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma (Morte di Cleopatra di Ber- lioz), Festival Pucciniano di Torre del Lago (Madama Butterlfy). Ha collaborato con direttori d’orchestra quali Bruno Bartoletti, Daniel Oren, Evelino Pidò, Marcello Rota e Nello Santi. Fra le sue ultime interpretazioni si segnalano Madama Butterfly (Suzuki) al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Trouble in Tahiti al Teatro Verdi di Trieste, Aida (Amneris) e Madama Butterfly (Suzuki) alle Terme di Caracalla di Roma, Norma (Adalgisa) al Teatro Verdi Trieste, Rigoletto (Maddalena) al Teatro Massimo di Palermo. Ha presto parte all’incisione dei Medici di Leoncavallo a fianco di Placido Domingo e Daniela Dessì, per la Deutsche Grammophon (con la direzione di Alberto Veronesi).

Hermine-Claude Huguenel - Mezzosoprano Diplomata in canto al Conservatorio di Périgueux (Francia), Hermine Huguenel si perfeziona con Fernand Dumont dell’Opera di Parigi e partecipa a numerose Master-Class con personalità del mondo lirico come Michèle Command, Gabriel Bacquier, Henry Runey, Thomas Muraco e Romualdo Savastano dell’Opera di Roma. Vincitrice del concorso di Marmande, completa la sua formazione teatrale con Michel Fau e Eric Perez. Le sue qualità vocali le permettono di affrontare un largo repertorio che va dai grandi ruoli dell’opera barocca come Ruggiero nell’Alcina di Haendel e Orfeo nell’Orfeo e Euridice di Gluck, a ruoli di opere contemporanee come Miss Flora del The Medium di Menotti. Grazie alle sue qualità di musicista, Hermine Huguenel è anche sollecitata per la creazione di opere contemporanee come C abaret X di De- coust, Les paupières des dormeurs di Jakubowski, il Salve Regina di Von Burden e il quartetto per archi et voce Horizons perdus di Jam, e per l’interpretazione di musica sacra. Massimiliano Pisapia - Tenore Nato a Torino, inizia gli studi musicali nel 1992, perfezionandosi in seguito con Franco Corelli. Dopo aver vinto i concorsi “Giulietta Simionato” e “Tito Gobbi”, debutta come Pinkerton a Pavia, Brescia, Como e Mantova. La prima affermazione a livello internazionale è come Riccardo in Un ballo in maschera all’Opernhaus di Lipsia con la direzione di Riccardo Chailly. Una rapida ed intensa carriera l’ha condotto in palcoscenici importanti quali Teatro alla Scala di Milano, Op ernhaus di Zurigo, Bayerische Staatsoper di Monaco, Hamburgische Staa- tsoper, Opernhaus di Lipsia, Teatro Colón di Buenos Aires, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Carlo Felice di Genova, Regio di Torino, Massimo di Palermo, Arena di Verona, Teatro Verdi di Trieste, Regio di Parma e Festival Pucciniano di Torre del Lago. Ha collaborato con direttori d’orchestra quali Antonello Alle- mandi, Bruno Bartoletti, Riccardo Chailly, Kazushi Ono, Daniel Oren and Stefano Ranzani. Nel 2006/07 ha in- terpretato con grande successo Roberto Devereux al Teatro Donizetti di e alla Bayerische Staatsoper di Monaco, Un ballo in maschera a Lipsia e al Lirico di , La bohème e Simon Boccanegra a Valencia, La bohème al Maggio Musicale Fiorentino e a Torre del Lago, L’elisir d’amore al Regio di Torino. Nella stagione 2007/08 ha interpretato Attila ad Amsterdam, Simon Boccanegra ad Amburgo, Roberto Devereux e Un ballo in maschera alla Bayerische Staatsoper di Monaco, Gianni Schicchi all’Opera di Francoforte, Lucia di L ammer- moor a Las Palmas, Madama Butterfly a Valencia e ad Amburgo, La bohème a Santiago del Cile ed un concerto pucciniano con l’Orchestra Filarmonica della Sc ala diretta da Riccardo Chailly a Roma e Torre del Lago. Ha debuttato inoltre alla Wiener Staa- tsoper interpretando Riccardo in Un ballo in maschera. Ha inaugurato la stagione 2008/09 interpretando Un ballo in maschera a Strasburgo, Mulhouse e Colmar in Francia, La bohème al Carlo Felic e di Genova, Madama Butterfly al New National Theatre di Tokyo, a G enova, all’Opéra Bastille de Paris, La bohème e Madama Butterfly alla Hamburgische Staatsoper. Recentemente ha cantato Pinkerton in Madama Butterfly al Teatro La Fenice di Venezia, ruolo che sosterrà anche a Macerata, al Teatro Massimo di Palermo, al Regio di Torino e alla Bayerische Staatsoper di Monaco.

Luciano Ganci - tenore Nato a Roma, intraprende lo studio del canto e della musica nella Cappella Musicale Pontificia Sistina diretta dal M° Domenico Bartolucci. Studia pianoforte ed organo con Suor Domenica Mitaritonna, Daniela Agostino e Padre Raffaele Preite. Dal 1999 inizia una intensa attività di organista, accompagnatore ed artista del coro collaborando con numerose istituzioni musicali e direttori, maturando esperienza musicale di ampio raggio, dalla polifonia all'opera lirica, dal sinfonico al doppiaggio musicale. Dal 2005 intraprende lo studio della liric a. Frequenta dal 2007 al 2009 il Centro Universale del Bel Canto di Vignola ed è stato allievo di Mirella Freni. Attual- mente si perf eziona con il Maestro Otello Felici di Roma. Agli studi musicali affianca studi tecnici conseguendo prima il diploma di geometra e, successivamente, la laurea in Scienze Urbanistiche e Pianificazione Territoriale. N el 2007 è semifinalista al prestigioso World Opera Contest Opera- lia di Placido Domingo a Parigi ed è tra i vincitori della selezione "giovani tenori" indetta dall'As- sociazione in onore di Franco Corelli. Nel 2009 vince il primo premio assoluto, il premio della critica ed il premio del pubblico al VIII Concorso Internazionale Ottavio Ziino di Roma ed è finalista al XXVI Concorso Lirico Internazionale Maria Caniglia di Sulmona. Dopo alcune esperienze solistiche sinfonico ed operistiche ed anni di studio, nel 2009 intraprende a pieno l'attività di soli- sta. In Marzo 2010 ha debuttato Rodolfo ne La Bohème di Giacomo Puccini al Festival di Abu Dhabi diretta dal Maestro Alberto Veronesi, regia di Maurizio Scaparro e scene del Maestro Folon per il Festival Pucciniano di Torre del Lago con la soprano Anna Maria Martinez nel ruolo di Mimì. Fabio Maria Capitanucci -baritono nel 1998, a soli 23 anni, vince il Concorso del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto. Subito dopo vince le selezioni per l’Accademia di P erfezionamento del Teatro alla Scala che frequenta dal 1999 al 2001. Nel 2002 è stato insignito del Premio "Renato Bruson" alla sua prima edizione. Dal 1999 ad oggi è regolarmente ospite nelle stagioni d el Tea- tro alla Scala di Milano. Contestualmente al Teatro alla Scala ha debuttato in molti altri teatri italiani, europei ed americani. Dal 2005 è ospite al Rossini Opera Festival di Pesaro. La stagione 2008/09 lo vede impegnato in Il Barbie- re di Siviglia (Figaro) a Dresda, La Bohème (Marcello) a Stresa e Torino, Elisir d’amore (Belcore) a Firenze, Madama Butterfly (Sharpless) a Dresda, Il Pirata (Ernesto) a Marsiglia, Falstaff (Ford) a Vienna, Il Barbiere di Siviglia a Losanna, Le nozze di Figaro a Madrid. Ha inciso Madama Butterfly (CD) per EMI Classics sotto la direzione di Antonio Pappa- no, (Gina (Uberto) di F. Cilea (CD) per Bongiovanni, La Bohème (DVD) per Opus Arte, La Cambiale di Matrimonio (Slook) (CD) per Stradivarius, I Medici (Poliziano) di R. Leoncavallo (CD) e Fedora (De Sirieux) per D eutsche Grammo- phon.

Marzio Giossi – baritono Bergamasco, ha iniziato gli studi nella città natale con Giuditta Paris proseguendoli e perfezionandoli con la Professoressa Clotilde Ronchi a Bologna. Si è imposto all'attenzione del pubblico come vincitore di numerosi concorsi: "Battistini" di Rieti, "Laboratorio Lirico" di Alessandria, "Bastianini" di Siena,"Voci Verdian e"di Busse- to. E' il 25° Premio Mascagni d'oro 2005 di Bagnara di Romagna. Da 25 anni canta in tutto il mondo in Italia e all'Estero (cantando come baritono protagonista nelle opere: "TROVATORE ", "L'ELISIR D'AMORE", "DON PA- SQUALE", "RIGOLETTO", "BOHÈME", "IL BARBIERE DI SIVIGLIA", "PAGLIACCI", "TRAVIATA", "CAVALLERIA RU- STICANA", "FEDORA", "La GIOCONDA", "MADAMA BUTTERFLY", "LA FORZA DEL DESTINO", "LUCIA DI LAM- MERMOOR", "COSI' FAN TUTTE", "ROBERTO DEVEREUX", "TURANDOT", "MARIA STUARDA", "DON CARLO", "L'AMICO FRITZ", "FALSTAFF"(Ford)", "AIDA", "NABUCCO", "ERNANI", "CARMINA BURANA", "Il CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE", "IL MAESTRO DI CAPPELLA", "UN BALLO IN MASCHERA", "MESSA DI GLORIA" di Puccini. E' l'autentico tipico baritono lirico verdiano e Rigoletto è il suo cavallo di battaglia. Lucia Dessanti - Soprano È nata a Sassari e ha iniziato a studiare canto nella sua città nata- le, ma nel giugno del 2001 si è trasferita a Milano dove sta con- cludendo gli studi sotto la guida del M° Delfo Menicucci. Mette in luce le sue particolari qualità vocali sia nel repertorio lirico che in quello lirico sinfonico.

Eva Corbetta - Soprano Nata a Seregno (Mi), all’età di 16 anni inizia lo studio del pianoforte. Si laurea in Scienze dei beni musicali e musicologia nell’aprile del 2007, con una tesi sulla musica vocale da camera. Si trasferisce poi nelle Marche per riprendere lo studio del can- to con il M°Riccardo Serenelli, sotto la cui guida ha conseguito, in qualità di privatista, il diploma in canto presso il Conservatorio G.B. Pergolesi di Fermo nel settembre 2009. Nei mesi di Gennaio/Maggio 2010 è entrata a far parte dell'Accademia di alto perfezionamen- to della Fondazione Festival Pucciniano, continuando lo studio del canto sotto l'attenta guida di eccellenti maestri quali Lucetta Bizzi, Luigi Roni e Vivien Hewitt. Ha debuttato nel "Dittico - Suor Angelica e Gianni Schicchi", messo in scena, nel mese di Maggio, dagli allie- vi dell'Accademia a Torre del Lago, sotto la direzione del M° Valerio Galli e con la regia di Vivien Hewitt; allestimento che sarà riproposto nel mese di Agosto 2010 in Versiliana e in Garfagnana. Tosca (24, 30 Luglio 8, 13, 21 Agosto ) Floria Tosca Maria Guleghina (24 Luglio 8 Agosto ) Liudmyla Monastyrska (30 Luglio 13, 21 Agosto ) Mario Cavaradossi Walter Fraccaro (24, 30 Luglio 13, 21 Agosto ) Sung Kyu Park (8 Agosto ) Il barone Scarpia Giorgio Surian (24, 30 Luglio 8 Agosto ) Marco Vratogna (13, 21 Agosto ) Cesare Angelotti Mario Luperi (24, 30 Luglio 8 Agosto) Luigi Roni (13, 21 Agosto ) Spoletta Massimo La Guardia Il Sagrestano Federico Longhi Sciarrone Veio Torcigliani Un carceriere Luigi Cirillo Un pastore Valeria Niccoli Direttore Pier Giorgio Morandi (24, 30 Luglio 8 Agosto ) Fabio Mastrangelo (13, 21 Agosto ) Regia Beppe De Tomasi Scene Antonio Mastromattei Costumi Pierluciano Cavallotti Disegno Luci Fabrizio Ganzerli Assistente alla regia Luca Ramacciotti Orchestra e Coro del Festival Puccini Maestro del Coro Francesca Tosi Coro delle voci bianche del Festival Puccini Maestro del Coro Sara Matteucci

NOTE DI REGIA M° BEPPE DE TOMASI Tutte le volte (e sono tante) che ho messo in scena la Tosca di Puccini, mi sono chiesto quale sia stato il principale interesse che il grande maestro lucchese abbia avuto nel dramma del letterato francese Sardou. Evidente, prima di tutto, il senso dell’azione, questa non langue mai, i personaggi non si diffondono in analisi, ma parlano quanto è essenziale e, soprattutto, agiscono. Tutto è volto allo svolgimento di un fatto, ben chiaro nella mente del drammaturgo francese, il quale se lo taglia nella fantasia e nel modo che gli sembra più conveniente per la presentazione scenica. Ed è questo penso il principale motivo per il quale i registi sia di televi- sione, sia di cinema o spettacolo lirico, dalla fusione del dramma e della musica, abbiano mes- so in scena questo capolavoro. Il disegno dei personaggi, sia pur sommario e con particolare riferimento allo svolgimento, non manca; un suo pittoresco senso della storia e particolar- mente della rivoluzione francese e dell’epopea napoleonica non è assente nell’opera di Sar- dou ed è su questo disegno dei protagonisti nel contesto storico che si ispira la mia regia: penso non vi siano forzature di caratteri, ma una compartecipazione ai detti che spero il pubblico possa cogliere ed apprezzare.

NOTE DI SCENA— ANTONIO MASTROMATTEI Progettare una nuova scenografia per un’opera del grande repertorio è sempre un’impresa ardua. Sembra che nelle innumerevoli rappresentazioni che ci precedo- no, tutto sia già visto e fatto. Tosca poi dovrebbe svolgersi in luoghi precisi, S.Andrea Della Valle, Palazzo Farnese e Castel Sant’Angelo. Ma la grandiosità e la magnificenza di questi ambienti, non è riproducibile in modo credibile. A seguito di queste premes- se con il regista Beppe De Tomasi, si è comunque deciso di rispettare l’indicazione del libretto per quanto riguarda l’epoca di riferimento. Fatta questa scelta si è anche deciso di sdoppiare le tre scene. Lo stesso luogo viene visto da due punti di vista di- versi. Questo ci permette di concentrare o dilatare lo spazio seguendo le esigenze musicali e drammaturgiche. i cambi di scena come zoom cinematografici avvengono in tempi brevissimi non interrompono l’azione piuttosto ne seguono l’evolversi. L’elemento caratterizzante della scenografia è un boccascena che si ispira ai “capricci architettonici” della tradizione scenografica sette-ottocentesca. Architetture conce- pite liberamente in funzione della verità della rappresentazione teatrale e non della verità architettonica. Il bocca- scena si apre, si chiude, ruota e si integra con altri elementi scenografici diversi che caratterizzano i tre atti. Pier Giorgio Morandi – direttore d’orchestra Pier Giorgio Morandi ha studiato composizione presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano e dire- zione d’orchestra presso il Mozarteum di Salisburgo con il M° Ferdinand Leitner. Durante questi anni di permanenza alla Scala è stato assistente del M° Riccardo Muti e successivamente del M° Giuseppe Patanè. Nel 1987 si reca a studiare negli Stati Uniti con i Maestri Leonard Bernstein e Seji Ozawa e, nello stesso anno, è vincitore del premio "Tanglewood competition". Nel 1989 diviene vice Direttore Principale del Teatro dell’Opera di Roma dove dirige ERNANI, MADAMA BUTTERFLY e numerosi con- certi sinfonici. Nel 1990 incide il suo primo disco con l’Opera di Roma, il DON QUICHOTTE di Paisiello. L’attività sinfonica si è sviluppata con collaborazioni con importanti orchestre di livello internaziona- le, quali l’Orchestra Santa Cecilia di Roma, Bayerische Rundfunk Orchestra, Tokyo Philharmonic Or- chestra, Budapest Philharmonic Orchestra, Hungarian Radio Orchestra, London Philharmonic Orche- stra, London Symphony Orchestra, Flamish Royal Orchestra, Flamish Radio Orchestra. Ha al suo attivo anche numerose incisioni discografiche tra cui EDGAR al Festival Pucciniano di Torre del Lago nell’agosto 2008. Nella stagione 2009 è stato a Berlino, Vienna e Verona con TOSCA, a Stoccolma con IL BARBIERE DI SIVIGLIA e ELEK TRA. Ha inoltre diretto all’Arena di Verona IL GALA PLACIDO DO- MINGO. Il 2010 lo vedrà impegnato in: Tokyo con il GALA PLACIDO DOMINGO, Palermo con TRAVIA- TA, Las Palmas con TOSCA, Stoccolma con FALSTAFF, MACBETH, AIDA e NABUCCO, Copenaghen con NABUCCO. Attualmente rico- pre l’incarico di ”Principal Guest Conductor” del Royal Opera Theatre di Stoccolma.

FABIO MASTRANGELO – direttore d’orchestra Da marzo 2006 Fabio Mastrangelo è il Consulente Musicale della Fondazione Lirico Sinfonica Pe- truzzelli e Teatri di Bari, nomina giunta alla luce di una intensa attività artistica che nell’ultimo quin- quennio lo ha visto in particolar modo attivo a San Pietroburgo dove si è affermato tra le personali- tà musicali più significative della città. La collaborazione con Yuri Temirkanov, del quale è spesso sostituto alla guida dell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo (nell’occasione più recente alla Sala Tchaikovsky di Mosca), lo ha anche portato a dirigere un concerto in onore e alla presenza del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. Nato a Bari, ha intrapreso gli studi musicali all’età di 5 anni sotto la guida di suo padre. Si è quindi diplomato al Conservatorio “Piccinni” di Bari, con Pierluigi Camicia, al Conservatorio di Ginevra, con Maria Tipo, e alla Royal Academy of Music a Londra, al contempo perfezionandosi con Aldo Ciccolini, Seymour Lipkin, e Paul Badura-Skoda e ottenendo il 1° premio nei concorsi pianistici di Osimo (1980) e Roma (1986).

Maria GULEGHINA , soprano è una delle più celebri e acclamate soprano nel mondo. Durante la sua carriera ha collaborato con cantanti di livello mondiale e direttori d’orchestra tra cui Luciano Pavarotti, Placido Domin- go, Leo Nucci, Renato Bruson, José Cura e Samuel Ramey, Gianandrea Gavazzeni, Riccardo Muti, James Levine, Zubin Mehta, Valery Gergiev, Fabio Luisi e Claudio Abbado, oltre ad aver ricevuto riconoscimenti come il “Giovanni Zanatello” per il suo debutto in Arena di Verona, la medaglia d’oro “Maria Zamboni”, la medaglia d’oro al festival di Osaka e nel 2001 il Premio Bellini. Per il suo impegno sociale è divenuta membro del consiglio onorario nel Comitato Para- olimpico Internazionale, nonché Ambasciatrice di Buona Volontà per l’Unicef. Ha iniziato la sua carriera all’Opera di Stato di Minsk, debuttando dopo un anno al Teatro alla Scala nel ruolo di Amelia in Un Ballo in Maschera, diretta dal M° Gianandrea Gavazzeni, al fianco di Luciano Pavarotti. Al Teatro alla Scala ha cantato in 14 diverse nuove produzioni tra cui I due Foscari, Tosca, Fedora, Macbeth, Pique Dame, Manon Lescaut, Nabu cco, LA FORZA DEL DESTINO diret- ta dal M° Riccardo Muti. Ha debuttato al Metropolitan di New York nel 1991 in Andrea Chènier accanto a Luciano Pavarotti, e da allora vi è ritornata più di 130 volte con recite di TOSCA , Cavalleria Ru sticana, NORMA, ADRIANA LECOUVREUR, TURANDOT, PIQUE DAME, MACBETH, IL TABARRO, Aida, Nabu cco ed in Sly accanto a Placido Domingo (tutte produzioni trasmesse sia per radio che in televisione). Sempre nel 1991 ha debuttato alla Staatsoper di Vienna con Andrea ChÉnier: da allora è sempre presente nel cartellone del teatro. Nel 1995 debutta al Covent Garden con FEDORA sempre accanto a Placido Domingo; nel 1996 debutta con Nabucco all’Arena di Verona dove peraltro torna frequentemente ad esibirsi. Nel 1997 canta TOSCA per la prima volta all’Opera di Parigi, oltre a titoli quali Macbeth, Nabuc- co ed Attila. Da anni torna frequentemente ad esibirsi anche in Giappone. Ha partecipato ad un tour in Giappone anche con il Tea- tro alla Scala, come Leonora in LA FORZA DEL DESTINO, e con la Washington Opera nel ruolo di Tosca. Tra i suoi successi più recen- ti ricordiamo una serie di concerti con la Fondazione Gulbenkian di Lisbona, recite di TOSCA, NABUCCO, LA FORZA DEL DESTINO con Valery Gegiev durante il Festival “Stelle a notti bianche” del Teatro Mariinskij, NORMA, TURANDOT e le nuovi produzioni di MACBETH, IL TABARRO e ADRIANA LECOUVREUR al Metropolitan Opera. NABUCCO a Monaco di Baviera, ATTILA a Verona e il tanto atteso debutto nel ruolo di TURANDOT a Valencia con il M°Zubin Mehta, oltre alla sua esibizione durante la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali 2010 a Vancouver. Park Sung-Kyu , tenore Nato a Tae-Jeon (Corea del Sud) nel 1977, si laurea presso l'Università di Sham-Yook (Seul) in canto lirico. Si trasferisce in Italia nel 2000 per perfezionare lo studio della tecnica e del reper- torio italiano. Vince diversi concorsi internazionali, tra i quali il “Labò” di Piacenza (2004), il “Masini” di Reggio Emilia (2004), lo “Zandonai” di Riva del Garda (2005), il Concorso di Marsi- glia (2005). Debutta il ruolo del Duca nel Rigoletto a fianco di Leo Nucci. Partecipa alla produ- zione del Ballo in Maschera come cover di Salvatore Licitra e canta Alfredo in Traviata. Debut- ta nel 2006 il ruolo di Pollione in Norma a Modena, Ferrara, Livorno e Piacenza a fianco di Dimitra Theodossiou. Nell'ottobre 2006 tiene due recital di arie d'opera salutati con grande entusiasmo dal pubblico a Santa Cruz de Tenerife. Successivamente debutta con grande suc- cesso a Livorno il ruolo di Osaka nell'Iris di Mascagni; con repliche della stessa a Pisa, Rovigo, Lucca, Modena. Nella stagione 2008 ha eseguito "La Traviata" a Parigi, "Le Nozze di Figaro", "The Tale of Genji" in Giappone, "Madama Butterfly" al Cairo e "Don Car- lo" in Hong Kong. E' attualmente il direttore musicale all'Ichikawa Opera, professore associato del Toho College of Music e del corso di master nello stesso College. Dal gennaio 2010 ha avuto la nomina di Direttore Musicale del Teatro Sociale di Mantova.

Walter Fraccaro – tenore Walter Fraccaro è invitato regolarmente presso i più prestigiosi teatri italiani (Teatro alla Scala di Milano, Arena di Verona, Maggio Musicale Fiorentino, Teatro La Fenice di Venezia, San Carlo di Napoli, Opera di Roma, Teatro Massimo di Palermo, Teatro Carlo Felice di Genova) ed internazionali (Staatsoper di Vien- na, Metropolitan di New York, San Francisco Opera, Bayerische Staatsoper di Monaco, Deutsche Oper di Berlino, Staatsoper di Amburgo, Teatro Real di Madrid, Opernhaus di Zurigo, Liceu di Barcellona, etc.) Il suo vasto repertorio comprende tra gli altri i grandi ruoli verdiani Radames in Aida , Stiffelio , Riccardo in Un Ballo in Maschera , Ismaele ne Il Nabucco , Foresto nell’ Attila , Gabriele in Simon Boccanegra , Ma- cduff nel Macbeth , Alvaro ne La Forza del Destino , Don Carlo nel ruolo del titolo, Rodolfo in Luisa Miller , Manrico ne Il Trovatore ma anche i ruoli di Rodolfo ne La Bohème , Cavaradossi in Tosca , Pinkerton in Madama Butterfly , Faust in Mefistofele , Don José in Carmen , Enzo ne La Gioconda , Calaf in Turandot , Des Grieux in Manon Lescaut , Andrea Chenier nel ruolo del titolo, Dick Johnson ne La fanciulla del west , Turiddu in Cavalleria Rusticana . Ha debuttato nel 1994 in Nabucco al Teatro del Liceu di Barcellona dopo aver vinto, l’anno precedente, il secondo premio (primo non assegnato), il Premio Placido Domingo come miglior tenore ed il Premio Montserrat Caballé come miglior interprete verdiano al Concorso Internazionale “Francisco Viñas” di Barcellona.

Giorgio Surian , baritono Nato a Fiume, dopo gli studi musicali nella sua città natale, frequenta il Centro di Perfezionamento del Teatro alla Scala, dove debutta in Ernani nel 1982. In seguito viene inviato dall’Ente Scaligero a partecipare ad innumerevoli stagioni liriche e a varie tournées. Di rilievo la sua interpretazione di Guglielmo Tell per l’inaugurazione della Scala (con la direzione di Riccardo Muti) e le incisioni, per la stessa istituzione, di Ifigenia in Tauride, La donna del lago, La forza del destino e Rigoletto. La brillan- te carriera lo ha condotto rapidamente nei maggiori teatri del mondo. Giorgio Surian spazia con estrema facilità dal repertorio barocco alle più complesse partiture moderne, grazie alla sua straor- dinaria estensione vocale che, oltre a qualificarlo notoriamente come basso, gli permette di affronta- re anche diversi ruoli baritonali (Scarpia, Falstaff). Nel corso della sua carriera ha avuto modo di partecipare ad importanti produzioni, fra le quali Fidelio, Le nozze di Figaro, Così fan tutte, Don Pa- squale, L’incoranazione di Poppea (regia di Luca Ronconi), Attila e Falstaff (con la direzione di Zubin Mehta e la regia di Luca Ronconi) al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Lucia di Lammermoor al Théâtre du Capitole di Toulouse, Lucrezia Borgia a Oviedo e a Montecarlo, Nabucco ed Ernani all ’Opernhaus di Zurigo, Attila in Giappone con il Teatro La Fenice di Venezia, Marie Victoire (Cloteau), la Petite messe solennelle di Rossini, Tosca, Mefistofele ed Il cordovano al Teatro dell’Opera di Roma, Lohengrin (per la regia di Daniele Abbado e la direzione di Daniele Gatti), Lucrezia Borgia e L’incoronazione di Poppea al Teatro Comunale di Bologna, Lucia di Lammermoor e La damnation de Faust al Teatro Massimo di Palermo, Hamlet di Thomas al Teatro Regio di Torino, Luisa Miller al Teatro di San Carlo di Napoli, Il barbiere di Siviglia e Lucia di Lammermoor al Teatro alla Scala e Il barbiere d Siviglia al Metropolitan.

Marco Vratogna, baritono nato a La Spezia, ha iniziato gli studi musicali al Conservatorio “Puccini” e si è perfezionato sotto la guida di Leone Magiera. Ha debuttato nel dicembre 2000 nel ruolo di Stankar in Stiffelio al Teatro Verdi di Trie- ste, ottenendo grandi consensi di pubblico e di critica. E’ l’inizio di una brillante carriera che, nell’arco di breve tempo lo ha visto calcare le scene del Teatro La Fenice di Venezia (Paolo Albiani in Simon Boccane- gra ), al Teatro della Maestranza di Siviglia ( Conte di Luna ne Il Trovatore ), al Teatro Verdi di Salerno ( Germont ne La Traviata ) e ha debuttato nel ruolo protagonistico nel Macbeth al Teatro Comunale di Modena, dove è successivamente tornato per un recital e per il Concerto dedicato ai 40 anni di carriera di Luciano Pavarotti. Tra le sue interpretazioni ricordiamo Scarpia in Tosca all’Opera Company di Filadelfia e al Teatro Regio di Parma, Nabucco al Teatro Alighieri di Ravenna ed all’Opera di Francoforte, Tonio ( I Pagliacci ), Alfio (Cavalleria rusticana), al Teatro Municipale Verdi di Salerno, I Masnadieri al Teatro de la Monnaie di Bruxelles, in una nuova produzione di Otello allo Staatstheater di Stoccarda e all’Opera di San Francisco, L’amore dei tre re al Teatro Regio di Torino, Un ballo in maschera all’Opera di Francoforte e a Madrid. Ha ottenuto un enorme successo cantando in Luisa Miller a Lipsia, Andrea Chénier a Berlino e Otello e Tosca ad Amburgo.

Mario Luperi, basso Compie il debutto operistico nel 1977 nel Nabucco (Gran Sacerdote di Belo) presso il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino con la direzione di Riccardo Muti. L’intensa e rapida carriera lo conduce in alcuni dei maggiori teatri del mondo, fra i quali Teatro alla Scala, Covent Garden, Théâtre du Châtelet and Opéra Na- tional de Paris, Bayerische Staatsoper di Monaco Teatro Real di Madrid, Israeli Opera di Tel Aviv, Nederlan- dse Opera di Amsterdam, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Teatro dell’Opera di Roma, Festival Puccini di Torre del Lago, Teatro Massimo di Palermo, Teatro Regio di Parma. Nel corso della sua carriera ha collaborato con direttori del calibro di Riccardo Chailly, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Antonio Pappano e Georg Solti. Recentemente ha interpretato Tosca (Angelotti) al Festival di Baden Baden e al Festival Puccini di Torre del Lago, Gianni Schicchi (Simone) al Teatro alla Scala Samson et Dalila (Abimélech) al Teatro Comunale di Bolognae e a Santander, Madama Butterfly al Teatro Valli di Reg- gio Emilia, Le nozze di Figaro e Turandot alla Nederlandse Opera di Amsterdam.

Luigi Roni, basso Luigi Roni è nato a Vergemoli, Lucca, ha fatto il suo debutto al Festival di Spoleto con il ruolo di Mefistofele nel Faust di Gounod. Ha cantato regolarmente nei più grandi teatri italiani come Bologna, Torino, Roma, Trieste, Napoli, Firenze, Venezia, Parma, Paler- mo, Festival Puccini di Torre del Lago, Caracalla, Macerata ecc. Nel 1973 debutta all’Arena di Verona con la Gioconda e negli anni successivi con la Forza del destino, Lombardi alla Prima Crociata, Aida, Trovatore, Andrea Chenier, Norma, Rigoletto ecc. Luigi Roni da molti anni è presente nel Cartellone del Teatro Alla Scala di Milano, con Claudio Abbado ha canato: Aida, Un ballo in maschera, Edipus rex, Don Carlo, Boris Godounov, Ma- cbeth, Simon Boccanegra, L’amore delle tre melarance. Con Riccardo Muti sempre alla Scala: Guglielmo Tell, Falstaff, Rigoletto, Capuleti e Montecchi, Manon e Masnadieri. Con altri diret- tori quali Kleiber, Gavazzeni, Bohm, Molinari Pradelli, Pretre ecc. LA Fanciulla del West, LA forza del destino, Norma, il Trovatore, I lombardi, La dama di Picche, I Troiani, Fedora, il Tritti- co, Tosca, Il Giocatore ecc. La carriera internazionale dell’artista è ugualmente molto importante. Ha cantato Aida, Giao- conda, Norma al Metropolitan Opera di New York e negli Stati Uniti ha cantato a San Antonio, Washington, Chicago, Dallas. Turandot (31 Luglio 6, 12, 20 Agosto )

Principessa Turandot Martina Serafin Nila Masala Calaf Ian Storey (31 Luglio 6, 20 Agosto) Sung Kyu Park (12 Agosto ) Liù Donata D’Annunzio Lombardi (31 Luglio, 6 Agosto ) Mimma Briganti (12, 20 Agosto ) Timur Alessandro Guerzoni Ping Roberto Accurso Pong Cristiano Olivieri Pang Nicola Pamio Altoum Massimo La Guardia Un mandarino Carlo Di Cristoforo Il Principe di Persia Aldo Caroppo I Ancella Zaho Xin II Ancella Zhao Xuan

Direttore Hirofumi Yoshida (31 Luglio, 6 Agosto ) Mauro Roveri (12, 20 Agosto ) Regia Maurizio Scaparro Scene Ezio Frigerio Costumi Franca Squarciapino Regista assistente Susanna Attendoli Assistente alla regia Luca Ramacciotti Orchestra e Coro del Festival Puccini Maestro del Coro Francesca Tosi Coro delle voci bianche del Festival Puccini Maestro del Coro Sara Matteucci

NOTE DI REG IA di Maurizio Scaparro Amore. La prima emozione che porto con me in questi giorni di prove a Torre del Lago ri- guarda Puccini e la parola amor. Da qui sono partito sentendo tutta la responsabilità, il fa- scino, le difficoltà di mettere in scena oggi, per questa occasione, la Turandot che certo se- gna il momento poeticamente più alto (e quindi irrisolto) della parola amore per il musicista toscano. E ho pensato naturalmente al caso che mi ha permesso di costruire questa Turan- dot sempre a Torre del Lago dopo l'esperienza che mi è particolarmente cara della Boheme. Due momenti cosi diversi legati appunto alla parola amore, e alle passioni, le speranze, i sogni, le delusioni, le vitalità che mutano e che ,forse, possono tramutarsi in una parola cantata, e sperata ma non vera, "eternità" e l'altra, inevitabilmente vera, "morte". Forse non casualmente la "favola" di Gozzi genialmente vista con gli occhi di Schiller che ci fa usci- re dalla vita di tutti i giorni, giustifica nell'atmosfera di sogno le violenze più crudeli. E porta fino a punti altrimenti inarrivabili la tensione verso l'assoluto. E in effetti un punto non secondario delle mie riflessioni sulla Turandot riguarda lo straordinario amore di Puccini per il teatro. Penso alle sue parole per tanti aspetti provocatorie: "non avendo libretto come faccio musica? Ho quel gran difetto di scriverla solamente quando i miei carnefici burattini si muovono sulla scena. Potessi essere un sinfonico puro...ingannerei il mio tempo e il mio pubblico. Ma io nacqui tanti anni fa, tanti, quasi un secolo… e il Dio santo mi toccò col dito mignolo e mi dis- se : si vive per il teatro. Bada bene – solo per il teatro-. E ho seguito il suo consiglio." E le acute notazioni di Michele Girardi sul tema sottolineano nella Turandot " l'intento di fondere il grottesco che le maschere incarnano con l'eroico e il tragico di Turandot e Calaf e con l'elemento patetico rappresentato da Liù". Rispetto a Gozzi, Puccini "recupera così la dimensione novecentesca attra- verso Reinhard e Schiller e dunque la sua Turandot acquista una diversa fisionomia decisamente arricchita da quella umanità che per Puccini costituiva uno stimolo essenziale. Turandot è una sfida di vita cantata alle stelle dove cinesi sono le figure "teatrali" e del nostro mondo, e di Torre del Lago, le passioni amorose chiuse li in un segreto che non si svela ma che forse è per Lui, e per noi, frammenti di vita che in modo diverso, in momenti diversi, è dato vivere. Torno a Torre del Lago, perché anche da qui sono partito, per la costruzione dello spettacolo, per potere pensare intensamente e meglio a Puccini, provare a calarmi e a calarci in un periodo storico vivissimo della Versilia, di una Viareggio (e di un Paese) che era, ben più di oggi, centro internazionale di vita artistica, se- gnatamente teatrale. E la stessa parola Cina evocava qui pensieri e immagini, avventure di vita che si legavano (con tracce che resistono ancora oggi nel tempo) al Liberty, ricordano Musha, o Chini, primo scenografo della Turandot. Anche per questo mi è stato di grande conforto, di stimolo, avere accanto Ezio Frigerio per le scene e Franca Squarciapino per i costumi, che hanno sapu- to suggerire sapienti raffinate atmosfere che mi auguro si avvicinino e ci avvicinino a quelle degli occhi di Puccini, per non cadere in arbitrari percorsi e tenerci invece bene stretti al poetico pudore che nasconde nella Cina, nel tempo delle favole di Puccini, un sof- ferto grido, forse l'ultimo. Mi è capitato di dire durante le prove agli amici della Fondazione, alla direzione orchestra, ai cantanti con i quali ho lavorato benissimo e con gioia, al coro,a i tecnici, e a Susy Attendoli che mi è stata vicina per aiutarmi dove forse non sarei arrivato, mi è capitato di dire che forse a scoprire il "mistero chiuso in me" di Calaf o quello di Puccini possono essere utili poche parole che tutti noi una volta nella vita (almeno me lo auguro) abbiamo pronunciato: "t'amo da morire". Che è poi il segre- to, grande, per vivere.

Maurizio Scaparro Ezio Frigerio (Erba, 1930) è uno scenografo e costumista italiano. Nel 1948 lascia gli studi d'indirizzo scientifico per frequentare, l'anno seguente, l'Istituto Nautico di Savona. È nel 1955, grazie all'incontro col teorico e regista teatrale Giorgio Strehler, che inizia la sua attività al Piccolo teatro di Milano. Strehler gli affiderà il disegno dei costumi dello spettacolo La casa di Bernarda Alba di Federico García Lor- ca, per la regia dello stesso Strehler e le scene di Luciano Damiani . Inizierà una profi- cua attività di costumista per alcuni anni fino al passaggio alla scenografia, che cure- rà sempre affiancando Strehler e, dal 1972 , con la costumista e compagna di vita Franca Squarciapino. Divenuto famoso in ambito internazionale si dedica alla sceno- grafia del balletto grazie all'amicizia che lo legherà al danzatore Rudol'f Nuriev, per il quale cura nel 1979 il Romeo e Giulietta di Sergej Prokof'ev . Anche le scenografie operistiche saranno numerose, a partire dalle regie strehleriane alla Scala per prose- guire in ambito europeo nei più prestigiosi teatri d'opera del mondo. Per il cinema meritò la candidatura all'Oscar alla migliore scenografia nel 1991 per il film Cyrano de Bergerac di Jean-Paul Rappeneau , lavoro che gli valse nello stesso anno il Premio César per la migliore scenografia, lo European Film Award e il Nastro d'Argento alla migliore scenografia nel 1992.

Hirofumi Yoshida - direttore d’orchestra Hirofumi Yoshida, nato nel 1968, ha studiato direzione d'orchestra con i maestri Yasuhiko Shiozawa, Jun'ichi Hirokami e Yujiro Tsuda al Tokyo College of Music, dove si è anche specializzato in pianoforte, contrabasso e musicologia. Negli anni 1994 e 1995 ha studiato al Wiener Meister Kurse tenuto alla Hochschule fuer Musik a Vienna con i maestri Hans Graf e Julius Kalmar ottenendo il diploma finale. Nel 1996 ha seguito il master dell'Accademia Musicale Chigiana a Siena con i maestri Myung-Whun Chung e Juri Temirkanov Nello stesso anno ha vinto il premio al XIX "Master Players International Competition" in Italia. Dal 1994 al 1999 è stato assistente del direttore del Tokyo Nikikai Opera Theatre, dirigendo principalmente numerose produzioni d'opere di Mozart,"Die Zauberfloete", "Le nozze di Figaro", "Cosi fan tutte", ecc. Nel 2000 è stato in Svezia si è dedicato alle opere italiane "Aida", "Turandot", "Tosca", ed altre. Si è occupato infine di varie produzioni di opere come assistente del direttore del Nationaltheater Mannheim e del Bayerishe Staats Oper. Nel 2001 si è candi- dato in finale all' East Asian regional round of "Maazel/Vilar Conductors Competition". Nel 2002 è stato premiato all'Opera-Shinjinshou (premio come miglior giovane talento pro- mettente) nell'"Opera Division of the Gotoh Memorial Cultural Award"; tale riconoscimen- to gli ha offerto la possibilità di studiare a Roma. Nel 2003 è stato chiamato ad occupare la carica di direttore principale ospite presso la Adygeyan Republic National Symphony Orchestra in Russia. Dal 2004 è il direttore musicale dell'Ichikawa Opera a Ichikawa in Giappone. Nella stagione 2005 ha diretto la Rumania-Transylvania Orchestra, al Budapest Concert Orchestra (MAV). Sempre nello stesso anno ha diretto il Concerto di gala comme- morativo della XIV Gotoh Memorial Cultural Foundation con la Tokyo Philhamonic Orche- stra. Nella stagione 2006 ha diretto "Il concerto della notte" (della stazione televisiva Nip- pon) con la Yomiuri Nippon Symphony Orchestra. E' dello stesso anno la prima esecuzione in asia con l'Ichikawa Opera dell'opera"Edger". Inoltre ha diretto la Keio Wagner Society Orchestra alla Musikverein a Vienna, allo Smetana Hall di Praga. In aprile ha diretto uno spettacolo al Teatro Verdi di Trieste in collaborazione con il Teatro dell'Opera di Roma. Nella stagione 2007 ha diretto presso il Teatro Verdi di Trieste "La vida breve", al Cluj-Napoca in Romania "Tosca", al Cairo Opera House "Aida" e alle Terme di Caracalla alla stagione estiva del Teatro dell'Opera di Roma "Pagliacci", come primo direttore d'orchestra giapponese. Nella stagione 2008 ha eseguito "La Traviata" a Parigi, "Le Nozze di Figaro", "The Tale of Genji" in Giappo- ne, "Madama Butterfly" al Cairo e "Don Carlo" in Hong Kong. E' attualmente il direttore musicale all'Ichikawa Opera, professore associato del Toho College of Music e del corso di master nello stesso College. Risiede attualmente in Italia. Dal gennaio 2010 ha avuto la nomina di Direttore Musicale del Teatro Sociale di Mantova.

Martina Serafin Soprano Nata a Vienna in una famiglia di musicisti e cantanti, ha calcato in breve tempo i palcoscenici dei più importanti teatri del mondo e collaborato con direttori quali: Antonio Pappano, Seiji Ozawa, Donald Runnicles, Welser-Moest, Riccardo Chailly, Gianluigi Gelmet- ti, Daniele Gatti, Stefan Soltesz, Renato Palumbo, Philippe Jordan, Lothar Zagrosek, Gabriele Ferro, Vladimir Jurowskj, Kazushi Ono e registi come Franco Zeffirelli, Nicolas Joel, Willy Decker, Gilber Deflo, Giancarlo Del Monaco, Ugo De Ana, Daniele Abbado, Christof Loy, Roberto De Simone. Il suo repertorio spazia da Mozart (Donna Elvira, Contessa, Fiordiligi) a Puccini (Tosca, Manon Lescaut, Fanciulla del West, Turandot), a Wagner (Die Walküre, Lohengrin, Tannhäuser), a Verdi (Macbeth, Don Carlo). Ha cantato inoltre Andrea Chénier (Maddalena) di Giordano, Adriana Lecouvreur (ruolo del titolo) di Cilea, Der Rosenkavalier (Marschallin) di R. Strauss, Pikovaya dama (Lisa) di Čaikovskij, Die verkaufte Braut di Smetana. E’ stata Manon Lescaut al Festival Pucciniano di Torre del Lago e Turandot nella storica inaugurazione della riapertura del Teatro Petruzzeli di Bari con la direzione di Renato Palumbo e la regia di Roberto De Simone, ruolo che aveva precedentemente cantato in forma di concerto con l’orchestra e il coro della Scala diretta da Riccardo Chailly a Torre del Lago e a Roma. Ospite in prestigiose sale da concerto è apparsa in produzioni televisive e radiofoniche, al Musikverein di Vienna al Concertgebouw di Amsterdam, a Berlino, Monaco, Washington, Roma con un repertorio che spazia da Wagner a Puccini, ai Liederabend dedicati a Schubert, Schumann, R. Strauss, e Wagner (Wesendonk-Lieder) a operette viennesi di Lehar e Johann Strauss. NILA MASALA Soprano Nata a Sassari nel 1973,si diploma in Canto Lirico presso il Conservatorio “Luisa D’Annunzio” di Pescara e dal 2000 al 2004 svolge attivita’ didattica in qualità di docente presso l’associazione musica per la pace “Bottega Ars Musicalis” nelle sedi di L’Aquila e Pescara. Si perfeziona presso l’Ateneo Internazionale della Lirica di Sulmona, seguendo i prestigiosi corsi di perfezionamento per cantanti lirici tenuti da docenti quali Mirella Freni, Gianni Raimondi,Gabriella Tucci e Dario Lucantoni. Dal 2000 al 2006 è stata Artista del Coro del Teatro Marrucino di Chieti. Debutta il ruolo di Bianca ne La Villegne di G. Albanese a Ortona. Interprete solista di un progetto personale “Natalina in America”, tra Gershwin e Brodway, al Teatro Marrucino di Chieti nel 2005. Interprete solista nella Passio et Resurrectio di S. Rendine presso la Catte- drale di San Giustino a Chieti nel 2006 è inoltre soprano solista nella Petite Messe Solennelle di Rossini e nella Nona Sinfonia di Beethoven a Bari. E’ Artista del Coro della Fondazione del Teatro Petruzzelli di Bari,e del Coro di Lecce. Nel luglio 2008 ha duettato con Albano Carrisi nella serata dedicata a Domenico Modugno a S. Pietro Vernotico (Br). Nel 2009 ha frequentato l’Accademia pucciniana di Torre del Lago sotto la guida del M° Luigi Roni. Ha eseguito per il Vaticano in dicembre un ciclo di concerti a Londra a scopo benefico.Al Teatro del Giglio di Lucca ,ha cantato in dicembre, per uno spettacolo interamente dedicato a G.Puccini.

DONATA D’ANNUNZIO LOMBARDI Soprano Contemporaneamente al debutto nei panni di Cio Cio San in Madama Butterfly torna nei panni di Liù nell’incompiuta pucciniana, dopo che proprio a Torre del Lago aveva debuttato questo ruolo nel 2008

Mimma Briganti soprano Studia pianoforte con L.Maraviglia e canto con V.Natali. Frequenta vari corsi di perfezio- namento con P.Venturi, A.Billard, A. Stella, L. Serra , K. Ricciarelli e Claudio Desderi, Vale- ria Mariconda Asciolla. Attualmente continua a perfezionarsi con il tenore Jorge Ansorena e il mezzosopra- no sig. Maria Casula. E’ vincitrice di diversi concorsiNel febbraio 2006 è stata insignita, dalla Sig.ra Mirella Freni e dal M° Gianni Raimondi, del premio “Rovere d’argento” in occasione del 35° anno d’attività del cir- colo lirico “G. Verdi” di Rovereto s/s (Mo). Nel 2009 debutta a Torre del Lago con il ruolo di Liù nella Turan- dot. Svolge intensa attività concertistica sia in Italia che all'estero. Ha cantato diverse volte le seguenti opere in forma di concerto: Rigoletto (a fianco del baritono Leo Nucci nel 1991 a Cecina (LI) e nel 1994 a Carpi (MO); Lucia di Lammermoor; Il Flauto Magico; La Bohème; La Traviata; L’elisir d’amore

Ian Storey tenore é nato e cresciuto a Chilton, nella provincia di Durham, in Inghilterra. Si è laureato in Architettura BA (Hons) alla Loughborough University, e poi accetta un posto d’insegnante in Nuova Zelanda, dove commin- cia a studiare il canto con Anthea Moller. Tornato nel Regno Unito, lui prosegue i suoi studi con Bryan Drake e Laura Sarti a Londra, poi con Dante Mazzola a Milano. Ha studiato più recentemente con Carlo Cossutta a Trieste. Adesso lui ripete con il Maestro James Vaughan. La sua carriera operistica ha iniziato nel 1991, come Male Chorus nel Rape of Lucretia, seguito da Rodolfo in La bohème e Radames in Aida, con la Opera East. Altri ruoli eseguiti sono stati Don José in Carmen, Osaka in Iris e i ruoli-titolo in Peter Grimes e Faust. Ha lavorato come cover nei maggiori teatri inglesi, nei ruoli di Mark in Midsummer Marriage, Cavaradossi in Tosca, Carlo VII in Giovanna d'Arco e Corrado in Il Corsaro per la Royal Opera, Covent Garden, ed Alvaro in La forza del destino per la Scottish Opera. Ha registrato in CD Nozze istriane, Jenůfa e Lulu. Registrazioni radiofoniche e trasmissione per la Radio 3 della BBC includono The Olympians di Bliss, The Spanish Lady di Elgar e A Tale of Two Cities di Benjamin. Lui ha anche registrato Nozze istriane per la Televisione Italiana.

Park Sung-Kyu , tenore Nato a Tae-Jeon (Corea del Sud) nel 1977, si laurea presso l'Università di Sham-Yook (Seul) in canto lirico. Si trasferisce in Italia nel 2000 per perfezionare lo studio della tecnica e del reper- torio italiano. Vince diversi concorsi internazionali, tra i quali il “Labò” di Piacenza (2004), il “Masini” di Reggio Emilia (2004), lo “Zandonai” di Riva del Garda (2005), il Concorso di Marsi- glia (2005). Debutta il ruolo del Duca nel Rigoletto a fianco di Leo Nucci. Partecipa alla produ- zione del Ballo in Maschera come cover di Salvatore Licitra e canta Alfredo in Traviata. Debut- ta nel 2006 il ruolo di Pollione in Norma a Modena, Ferrara, Livorno e Piacenza a fianco di Dimitra Theodossiou. Nell'ottobre 2006 tiene due recital di arie d'opera salutati con grande entusiasmo dal pubblico a Santa Cruz de Tenerife. Successivamente debutta con grande suc- cesso a Livorno il ruolo di Osaka nell'Iris di Mascagni; con repliche della stessa a Pisa, Rovigo, Lucca, Modena. Nella stagione 2008 ha eseguito "La Traviata" a Parigi, "Le Nozze di Figaro", "The Tale of Genji" in Giappone, "Madama Butterfly" al Cairo e "Don Carlo" in Hong Kong. E' attualmente il direttore musicale all'Ichikawa Opera, professore asso- ciato del Toho College of Music e del corso di master nello stesso College. Dal gennaio 2010 ha avuto la nomina di Direttore Musi- cale del Teatro Sociale di Mantova. Alessandro Guerzoni - Basso Nato a Pescara, fin da giovane grazie alla sua timbrata voce di basso-nobile e ad un eccellente talento scenico ha intrapreso una brillante carriera che lo ha portato sui palcoscenici dei maggiori teatri del mon- do lavorando con direttori d’orchestra quali: Antonio Pappano, Claudio Abbado, Zubin Mehta, Gianluigi Gelmetti, Semyon Bychkov, Hubert Soudant, Bruno Campanella, Myung-Whun Chung, Gabriele Ferro, Daniel Harding, Renè Jacobs, Alan Lombard, Kazushi Ono, Renato Palumbo, Jordi Savall, Marcello Viotti e registi come: Franco Zeffirelli, Peter Brook, Gilbert Deflo, Achim Freyer, Werner Herzog, Nicolas Joel, Da- niele Abbado, Pierluigi Pizzi, Luca Ronconi, Roberto De Simone, C. Loy, Alberto Fassini, Luigi Squarzina.

Roberto Accurso - Baritono Nato a Catania, avvia gli studi musicali a Milano con Carla Castellani. Nel 1993 vince il concorso “Adriano Belli” del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, dove segue i corsi di tecnica ed interpretazione vocale tenuti da Mietta Sighele. Nel 1993 debutta a Spoleto nella Tragédie de Carmen (Escamillo), una riduzione dell’opera di Bizet realiz- zata da Peter Brook e Marius Constant, in seguito sempre a Spoleto debutta il ruolo di Belcore nell’Elisir d’Amore. Da allora è presente nelle stagioni liriche dei principali teatri italiani, fra cui il Teatro dell’Opera di Roma, il Teatro Massimo di Palermo, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro alla Scala, il Teatro La Fenice , il Teatro Verdi di Trieste, il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro Comunale di Firenze, il Teatro Regio di Parma, nonché su importanti palcoscenici internazionali quali Liceu di Barcellona, Frankfurt Oper, Opéra National de Paris, Nederlandse Opera di Amsterdam, Festival Internazionale Art Lyrique di Aix-En Provence e Palau de les Arts "Reina Sofía" di Valencia.

Nicola Pamio ha debuttato a Cagliari nel 1992 interpretando il ruolo di Edmondo in Manon Lescaut. Si è poi esibito nei principali teatri italiani, partecipando anche a produzioni di opere di rara esecuzione. Tra le sue esibizioni si distinguono Il Barbiere di Siviglia (Conte di Almaviva) con la regia di Carlo Verdone e la direzione di Piero Bellugi al Teatro dell’Opera di Roma, Don Pasquale (Ernesto) al Tea- tro Vittorio Emanuele di Messina con la direzione di Fabrizio Maria Carminati, La notte di un nevrastenico con la direzione di Paolo Arrivabeni. Ha cantato il ruolo di Don Basilio in diverse produzioni de Le nozze di Figaro. Tra i suoi impegni più recenti segnaliamo Manon (Una guardia) al Teatro alla Scala, Madama Butterfly (Goro) al Teatro Carlo Feli- ce di Genova, Turandot (Pong) al Festival Puccini di Torre del Lago, Adriana Lecouvreur e La Traviata nuovamente al Teatro alla Scala di Milano, Le nozze di Figaro (Basilio) a Minorca e Parsifal al Teatro San Carlo di Napoli; Salome al Teatro Regio di Torino e Il Tabarro al Teatro Massimo di Palermo. Al Festival di Torre del Lago è stato Pang in Turandot. Orchestra del Festival Puccini L’ Orchestra del Festival Puccini nasce come organico destinato all’esecuzione delle opere pucciniane mes- se in scena nell’ambito del Festival Puccini di Torre del Lago e alle sue numerose attività collaterali.

Protagonista di alcune tournèe all’estero della Fondazione Festival Pucciniano, alla vocazione operistica, l’Orchestra del Festival affianca una prestigiosa attività concertistica sia in Italia che all’estero per la quale l’orchestra si articola in moduli cameristici, dal quartetto alla piccola orchestra d’archi, dal quintetto di ottoni all’ensemble di fiati, seguendo una programmazione che spazia dal Barocco alla musica del Nove- cento proponendosi come uno strumento versatile in grado di sviluppare, tra tradizione lirica e nuove pro- gettualità, molteplici funzioni culturali . Nel marzo 2008 le prime parti dell’Orchestra del Festival Puccini si sono esibite nella produzione di Turan- dot con il nuovo finale di Hao Weiya che ha inaugurato la stagione lirica del Gran Theatre di Pechino al fianco dell’orchestra dell’opera di Shanghai, riscuotendo grande apprezzamento. L’orchestra del Festival Puccini è stata diretta a Torre del Lago da illustri nomi del panorama lirico italiano e internazionale: Alberto Veronesi, Keri Lynn Wilson, Julian Kovatchev, Placido Domingo, Laurence Gilgore, Stweart Robertson, Joel Levi, Lukas Karitinos. Nella stagione 2009 del Festival Puccini l’Orchestra del Festi- val Puccini si esibita in Tosca, Turandot, La Bohème e Manon Lescaut sotto la direzione di: Fabrizio Maria Carminati, Alberto Veronesi, Marcello Rota, Valerio Galli, Giuseppe Acquaviva, Salvatore Percacciolo e Mauro Roveri e nei balletti Il Lago dei Cigni e Giselle sotto la direzione di Giuseppe Acquaviva e Gianma- rio Cavallaro. Nella stessa stagione l’Orchestra del Festival Puccini si è inoltre esibita nell’opera moderna Tosca “ Amo- re disperato” di Lucio Dalla, messa in scena nel Gran Teatro all’aperto di Torre del Lago, sotto la direzione di Beppe D’Onghia e in un grande Gala Lirico che ha visto protagonista Angela Gheorghiu e Vlad Mirita sotto la direzione di Alberto Veronesi. Tra il novembre e dicembre 2009 l’orchestra del Festival Puccini è stata impegnata in una tournèe di Turandot che, dopo il grande successo riscosso al Teatro Coccia di Novara, ha fatto tappa al Teatro Sociale di Mantova e al Teatro del Giglio di Lucca. Nel marzo 2010 l’Orchestra del Festival Puccini è stata impegnata ad Abu Dhabi con la produzione di La Bohème per l’inaugurazione della VII edizione dell’Abu Dhabi Music and Art Festival. Dopo il grande successo della mostra allestita lo scorso anno nel Gran Teatro di Torre del Lago, dedicata a Le donne di Giacomo Puccini Silvano NANO Campeggi firma il manifesto del 56° Festival Puccini di Torre del Lago e uno speciale manifesto da collezione dedicato a La Fanciulla del West

Nato a Firenze, frequenta la Scuola d’Arte ed è allievo di Ottone Rosai e Ardengo Soffici. Inizia la sua carriera illustrando libri e giornali per diverse aziende grafiche. Trasferitosi a Roma nel dopoguerra entra nello studio del pittore Tamburi, conosce il cartellonista Martinati e viene attratto dalla cartellonistica cinematografica. Ben presto viene chiamato dalle case cinemato- grafiche americane per la sua bravura nel ritratto e nell’inventiva. Dal 1945 al 1972 lavora per le maggiori case cinemato- grafiche americane: Metro Goldwin Mayer, Universal, Paramount, RKO, Dear Film, realizzando più di 3000 manifesti: Via col vento, Un americano a Parigi, Cantando sotto la pioggia, West Side Story. Tornato a Firenze negli anni ’70, realizza per l’Arma dei Carabinieri cinque grandi quadri di battaglie del Risorgimento italiano ed il ritratto di Salvo D’Acquisto, eroe della Resistenza. Questo ritratto fu realizzato come francobollo commemorativo dalle Poste Italiane nel 1975. Ritorna a dipingere dedicandosi soprattutto ai ritratti e realizzandone cento per l’Arma dei Carabinieri. Nel 1988 il Comune di Firenze gli dedica una mostra a Palazzo Medici Riccardi: “Il cinema nei manifesti di Silvano Campeggi”. Nel 1995 Promo Immagine Cinema organizza una sua personale al Palazzo delle Esposizioni a Roma, con pitture originali dei manifesti cinematografici più im- portanti, ed una serie di ritratti di attori e registi da lui conosciuti. Nel 1997 realizza 35 dipinti ispirati al calcio storico fioren- tino, allestiti poi in una mostra al Palagio di Parte Guelfa (Firenze) e a Lione (Francia). Nel 1998 nel Castello di Poppi, Enrico Crispolti cura la sua mostra “Sogni attaccati ai muri”, arricchita da schizzi, manifesti e ritratti di personaggi conosciuti da Campeggi nella sua lunga carriera. Nel 1999 il Comune di Firenze lo nomina Magnifico Messere del calcio in costume. Nel 2000 il quartiere fiorentino di San Frediano lo ospita con una rassegna culturale e sociale “Nano torna in San Frediano. O- maggio al M° Silvano Campeggi”: i negozianti del quartiere hanno esposto un’opera del Maestro per incentivare il recupero e la valorizzazione del quartiere. Nello stesso anno, riceve il Fiorino d’Oro, riconoscimento che la città di Firenze conferisce a coloro che hanno contribuito a farla grande. Nel 2001 il Comune di Bagno a Ripoli, località dove l’artista risiede, allestisce in mostra una selezione di 50 opere dedicate al cinema americano e pubblica il volume C’era una volta il cinema. A Modena si tiene la mostra di manifesti “Il Mito”. A Siena realizza il drappellone per il palio dell’Assunta, e contemporaneamente una sua mostra è allestita nel Museo di Santa Maria della Scala: “Pittura in diretta: È Palio”. Nel 2002 realizza un murale nel ci- nema di Lastra a Signa (Firenze), il ritratto del giornalista Luigi M. Personè ed inaugura a Bologna la mostra “Il cinema ritro- vato: Omaggio a Charlie Chaplin”. Silvano Campeggi vive e dipinge a Bagno a Ripoli, sulle colline di Firenze. PUCCINI OFF: un cartellone per tutti i gusti per ampliare sempre più l’offerta di spettacolo nel Gran Teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago, tempio della lirica ma anche palcoscenico ideale per spettacoli e concerti pop, recital e musical. Elisa (20 luglio), Arturo Brachetti (3 agosto), Paolo Conte (9 agosto), Renzo Arbo- re (17 agosto) , quattro imperdibili appuntamenti che si alternano al cartel- lone del 56° Festival Puccini per offrire al pubblico di Torre del Lago un ricco ventaglio di spettacoli per vivere le serate dell’estate 2010 immersi nella musica a 360° Il primo appuntamento con il cartellone del Puccini OFF è il 20 luglio con Eli- sa , cantautrice, compositrice, polistrumentista, arrangiatrice e produttrice discografica ita- liana. Originaria di Monfalcone, Elisa è una delle poche cantautrici italiane a scrivere la quasi totalità dei testi in inglese. Il suo repertorio è costituito principalmente da adult alternative rock e pop rock, ma numerose sono le influenze di vari generi musicali, quali ad esempio, elet- tronica, ambient , trip hop grunge , soul , Indie rock , Alternative dance e Soft rock . Venne scoperta dal grande pubblico a 19 anni con l'album d'esordio Pipes & Flowers , ma la notorietà giunse grazie alla vittoriosa partecipazione al Festival di Sanremo 2001 con la canzone Luce (tramonti a nord est) . La cantautrice ha venduto circa due milioni e mezzo di dischi, prevalen- temente in Italia in 14 anni di carriera.

Il 3 agosto sarà la volta dell’esilarante spettacolo Brachetti & friends , con Arturo Brachetti protagonista dello spettacolo-evento con ospiti sorprendenti tra i più grandi performers visuali al mondo. Una serata tra i ricordi e la fantasia che Arturo condivide con il suo pubblico, facendo rivivere il prete che gli ha insegnato i primi numeri magici, e gli incontri con alcuni tra i più talentuosi artisti internazionali conosciuti nei tanti paesi in cui ha lavorato in anni e anni di tournée in- ternazionali; amici che sono l'eccellenza mondiale dei più impressionanti numeri di forza, acrobazia e illusionismo, esistenti sul pianeta. Il 9 agosto calca il palcoscenico di Torre del Lago Paolo Conte uno dei più originali cantautori italiani, e di sicuro il più erudito e coerente. Il suo stile nasce dall'accordo tra le ninnananne fantasmagoriche di Leonard Cohen , la sensibilità da cantastorie parigino di inizio '900, le big band jazz di Duke Ellington e Bix Beiderbecke, la sensibilità del song jazz-pop di Hoagy Carmichael e della chanson di Jacques Brel. A questo va di certo aggiunto uno stile erudito di costruzione delle liriche, sempre in bilico tra passioni sfrenate, malinconie di me- morie passate, spiriti eleganti e forbiti, immagini traslate spontanea- mente verso la sinestesia e il simbolismo da belle epoque, dove a tratti si fa largo un ermetismo schivo.

La serata 17 agosto vedrà prota- gonista Renzo Arbore e la sua Orchestra Italiana. Sono quasi vent’ anni che lo showman italiano più conosciuto nel mondo gira ininterrottamente con la sua Orchestra, da un’estremità all’altra, agli Stati Uniti alla Cina, dal Messico al Canada con innumerevoli concerti acclamatissimi ovunque in un clima da re- cord. In questi anni Arbore - facendo presa sul pubblico di qualsiasi latitudine - ha ottenuto tantissimi premi e riconoscimenti, quantità di spettatori, cifre da “capogiro” che hanno premiato lo spirito assolutamente travolgente e contagio- so dell’artista. Sul palco con Arbore i 15 elementi dell’Orchestra, 15 grandi soli- sti e specialisti del proprio strumento. VERSILIANA Incontri: un caffè al Pucciniano ….in collaborazione con

Si rinnova anche nel 2010 la sinergia tra le due eccellenze culturali della Versi- lia, la Fondazione Festival Pucciniano e la Fondazione La Versiliana con una formula di collaborazione che, sperimentata con grande successo lo scorso anno, ha visto proporre a Torre del Lago, nei luoghi di ispirazione pucciniana, momenti di dibattito e incontri dedicati non solo alla musica, ma anche all’arte alla letteratura ai temi di attualità e di spettacolo e nel parco della residenza dannunziana della Versiliana di Marina di Pietrasanta, concerti di musica lirica, classica e jazz. Anche quest’anno il Guest Garden del Parco della Scultura e della Musica di Giacomo Puccini a Torre del Lago ospiterà dunque il salotto culturale in cui tutti i giovedì di luglio e agosto si potranno ascoltare gli inter- venti di ospiti illustri e grandi personalità. Uno scambio culturale che ci augu- riamo possa continuare a raccogliere successi.

Prof.ssa Francesca Bardelli Consigliera di Amministrazione Fondazione Festival Pucciniano Coordinamento “Incontri al Caffè” Intitolato a ENRICO CARUSO il nuovo auditorium del Gran Teatro Giacomo Puccini di Torre del Lago

Un omaggio dalla Fondazione Festival Pucciniano al PIU’ GRANDE TENORE DI TUT- TI I TEMPI che fu l’interprete acclamato della prima di La Fanciulla del West al Me- tropolitan di New York il 10 dicembre 1910 . Il suo debutto alla Scala nel 1900 av- venne con La Bohème.

La Fondazione ha indetto un referendum popolare chiedendo ai citta- dini di Viareggio e Torre del Lago e agli amici del Festival Puccini di segnalare nominativi a cui dedicare la nuovissima sala sorta all’interno del Gran Teatro di Torre del Lago. Numerosissime le indicazioni arrivate alla Fondazione Festival Pucci- niano sui nomi di Rosetta Pampanini interprete di La Bohème alla prima edizione al Festival Puccini, Arturo Toscanini e Enrico Caruso quali personalità preferite per l’intitolazione. La scelta del nome è caduta sul grande Enrico Caruso, il tenore per eccellenza che a Torre del Lago venne per incontrare e farsi ascoltare dal maestro Puccini. Una dedica all’acclamato primo interprete di La Fanciulla del West alla prima rappresentazione dell’opera al Metropolitan di New York nel 1910, di cui quest’anno il Festival Puccini celebra il centenario e a cui nel nostro Paese non sono sati dedicati spazi della musica. Una scelta fatta dalla Fondazione anche accogliendo un appello che aveva fatto qualche anno fa anche il Maestro Luciano Pavarotti chiedendo di ricordare in Italia il grande tenore intitolandogli spazi e raccogliendo la documentazione che testimonia della sua impareggiabile carriera, purtroppo interrotta dalla prematura scomparsa.

LA MUSICA IMMORTALE DEL MAESTRO E LA BUONA CUCINA Un fortunato connubio tra l’incanto dei luoghi pucciniani che ispirarono il celebre compositore e i sapori di una terra famosa nel mondo per la sua tradizione eno-gastronomica. Il Festival Puccini di Torre del Lago ogni anno è l’occasione ideale per un pub- blico che ha voglia di scoprire attraverso i cinque sensi un luogo dove arte, cultura e tradizione si fondono in nome del Maestro. È risaputo che nel mondo musicale classico i piaceri della tavola hanno sempre fatto parte della vita dei più importanti compositori. Molte storiche decisioni sulla scelta delle opere o dei libretti o dei soggetti di opere famose sono state tracciate durante lauti pasti annaffiati da buoni e corposi vini. Uno dei compositori più attenti e bendisposti ai piaceri della tavola fu il giovane Giacomo Puccini (1858-1924). Questa sua peculiarità risale infatti principal- mente agli anni della sua giovinezza, quando insieme con il suo fedele amico e collega Pietro Mascagni, coro- nava ogni stressante giornata lavorativa con una sostanziosa cena. Anche se non aveva certo molti soldi per i ristoranti alla moda, Puccini si dilettò sempre con la cucina, spesso preparando da sé molti gustosi piatti, e la cosa lo divertiva molto. Tutto ciò rispecchiava il suo carattere attivo ed indipendente, una trasposizione perfetta dalla musica alla cuci- na. Il piatto che Puccini amava più di ogni altro cucina- re era la pasta alle anguille, che probabilmente costa- va poco in termini economici e riscuoteva sempre un grande successo fra i suoi amici commensali, e c'era anche un altro piatto che si annovera fra i suoi preferi- ti: le aringhe coi ravanelli. Anche dopo anni di sacrifici e di lavoro duro per garan- tirsi la sopravvivenza prima ancora del successo, quan- do ormai queste esperienze erano solo un lontano ri- cordo, Puccini continuò a cucinare per la sua rumorosa schiera di amici goderecci, quando si trovava nella ca- panna di caccia a Torre del Lago. Un profondo amore durato trent’anni quello che legò Giacomo Puccini al ridente borgo di Torre del Lago. Puccini aveva due grandi passioni, la musica e la caccia e per lui il Lago di Massaciuccoli rappresentò il luogo ideale dove coltivarle entrambe. La passione per la caccia fece scoprire a Puccini la cucina della cacciagione, gustosa e di sapore molto forte, e molte volte dopo le battute di caccia egli si ritrovava ad arrostire fagiani e friggere pernici. Non perdeva occa- sione di mettersi a tavola, specie se in compagnia, mangiando di gusto, bevendo abbondantemente e terminando il pasto con un forte sigaro toscano, per chiudere in modo perfetto la serata. Giacomo fu un inveterato fumatore, un ghiotto mangiatore e bevitore, e nelle sue opere l'amore per il cibo e per il buon vino spesso traspare, ci sono molti brani in cui si canta il vino, si fanno brindisi o si inneggia all'ebbrezza enoica, come canta Musetta nella "Bohème" : "Ah, se nel bic- chiere sta il piacer/in giovin bocca sta l'amor" . La 56° edizione del Festival Puccini di Torre del Lago apre il 16 luglio nel Gran Teatro Giacomo Puccini di fronte alla villa dove il maestro visse 30 anni, con un nuovo allestimen- to di La Fanciulla del West (16, 23 luglio e 7 agosto) -scene di Franco Adami e regia di Kirsten Harms-, di cui si celebrano i 100 anni dalla prima rappresentazione. Oltre a La Fanciulla del West saranno in scena fino al 22 agosto Madama But- terfly (17, 25 luglio-1,14 e 22 agosto), Tosca (24, 30 luglio – 8, 13 e 21 agosto) e Turandot 31 luglio – 6, 12, 20 agosto) oltre al Gala Lirico (28 luglio) che vedrà protagonista assoluta la divina Renée Fleming e il classico della danza Romeo e Giulietta (11 agosto) su musi- che di Prokofiev. • Oltre alla straordinaria esperienza di assistere ad uno spettacolo di alta qualità arti- stica nel teatro in riva al lago la Fondazione Festival Pucciniano offre la possibilità di en- trare nell’atmosfera del Festival partecipando alla “Cena di Gala” in compagnia degli Arti- sti che si svolgerà al termine della première di ciascuna opera. Il ricevimento si svolgerà nel giardino della Fondazione Festival Pucciniano. La quota di partecipazione è di 65,00 Euro a persona. La prenotazione è obbligatoria e deve essere concordata con l’ufficio biglietteria almeno 30 giorni prima dello spettacolo. Grazie ad una iniziativa voluta e promossa dal Comune di Massarosa inoltre, è possibile gustare i piatti tanto amati da Giacomo Puccini nella sua terra . Un'occasione irripetibile che vede, dal 15 luglio al 30 agosto, i migliori ristoranti di Massarosa (Versilia), che hanno aderito al progetto A cena con Puccini , proporre nei loro menù le antiche ricette apprezzate dal grande Maestro. Tutte le portate amate da Puccini in- fatti sono riportate dagli chef di oggi grazie al ritrovamento di due carteggi intercorsi tra il maestro e la sua cuoca, Isola Nencetti Vallini. Un menù dedicato al Maestro

COCKTAIL Un Mandarino 1/3 di succo di mandarino appena spremuto e ben filtrato 2/3 di spumante brut o prosecco ben ghiacciati, inseriti nella flûte dopo il succo, e subito prima di servire. Taglierini alla Puccini 200gr. Di fagioli diecimini ammollati, 300gr. Di patate, 400gr. Di taglierini freschi, Aglio, Finocchietto selvatico, Rosmarino, Salvia, Sale e pepe, Olio extravergine, Lessa- te i fagioli, a metà cottura aggiungete le patate a pezzi. Poi passate il tutto al setaccio. Soffriggete 2 spicchi d’aglio con salvia e rosmarino e uniteli al passato di fagioli. Condite con finocchietto, sale , pepe. Buttate i taglierini nel passato e insaporite con olio crudo.

Folaghe di La Fanciulla del West 2 folaghe (oppure altri uccelli neri in numero sufficiente), poco meno di una cipolla, una carota, un gambo di sedano, ti- mo, due/tre foglie di alloro, un bicchiere di vino rosso, un pò di brodo di carne (oppure dado e acqua calda), pane casa- lingo, poche bacche di ginepro (non previste nella ricetta originale), olio extra vergine di oliva, sale e pepe. In una pentola mettete a rosolare, in olio extra vergine, il trito degli odori. Una volta appassiti gli odori, aggiungere i pezzi di uccelli prepararti come detto precedentemente. Rosolate per un quarto d’ora,bagnate col vino e fate ritirare. Salate e pepate, aggiungete poche foglioline di timo, l’alloro e le bacche di ginepro e continuate la cottura per circa 40 minuti ba- gnando con il brodo. A parte tostare delle fette di pane che bagnerete col sugo. Sulle fette adagiate i petti e le cosce e servite caldo.

Bon-bon Cio Cio San Cioccolato fondente al 70%, amaretti, rum bianco, marmellata di ciliege poco zuccherata, cacao amaro in polvere. Fate sciogliere a bagnomaria o nel microonde il fondente. Intanto bagnate con un gesto velocissimo, uno per uno, gli amaretti nel rum: appaiateli poi due a due, mettendo in mezzo un po' di marmellata. Rotolate quindi il bon-bon nel fondente, aiutandovi con due forchet- te, quindi nella polvere di cacao amaro e metteteli a freddare, in frigo o, semplicemente, fuor di finestra, su carta forno, finchè non si saranno solidificati. Fate tutto questo non mol- to prima di consumarli, per non lasciare che gli amaretti perdano del tutto la loro consisten- z a . Provateli, magari come evocativo accompagnamento al tè Madama Butterfly, una base giapponese con un sospiro di frutta, e l'azzurro del fiordaliso....

POMMERY POP DA GUINNESS PER IL NUOVO TEATRO DI TORRE DEL LAGO

Si rinnova la collaborazione con la Fondazione Festival Puccini con l’esclusiva linea do Champagne Pommery “Brinda al Belcanto”

Una bottiglia gigante di Champagne Pommery per l’inaugurazione della manifestazione “Teatro Porte A- perte”: un’opera unica per suggellare una volta di più il legame che unisce la Maison Pommery alla Fonda- zione Festival Puccini di Torre del Lago. Lo scorso anno infatti lo Champagne Pommery è stato partner uffi- ciale del Festival Pucciniano oggi considerato uno dei più importanti rendez-vous di Opera a livello inter- nazionale. Per sottolineare il legame con la Fondazione e in particolare con l’Opera, Pommery ha scelto di installare la grandiosa opera “Senza Oldenburg”, creata dal Maestro Franco Scepi in esclusiva per Pommery Italia, proprio in occasione dell’apertura della stagione con la tre giorni “Teatro Porte Aperte alla Musica e alla Cultura”, la cui inaugurazione si svolgerà venerdì 11 giugno. L’opera sarà posizionata all’entrata del Teatro di Torre del Lago nel parco della Fondazione e si inserisce così in uno spazio di grande prestigio dedicato proprio all’arte en plein air, dove sono esposte sculture di importanti artisti come Adami, Folon, Cascella, … “Senza Oldenburg” è la riproduzione in formato gigante (5 metri di altezza per 1500 chili) di una bottiglia di Champagne Pommery POP. Tra tante etichette d’eccellenza che portano la firma di Pommery, per quest’opera si è scelto di utilizzare la bottiglia POP, la più piccola, nel formato da 20 cl: Pommery è stato il primo marchio a proporre lo Champagne in monodose! Così, la più piccola tra le bottiglie di Champagne Pommery, si trasforma in questa grandiosa opera attraverso la sapiente e moderna mano del Maestro Scepi, che in quest’opera cita lo svedese Claes Thure Oldenburg, esponente della Pop Art noto per le sue sculture di gesso giganti, che spesso riproducono cibi e alimenti. L’opera di Scepi è stata realizzata con la tecnica utilizzata nella progettazione nautica, principalmente nella costruzione della struttura interna, co- me il telaio di una barca. L’esterno è realizzato in alluminio. Si rinnova così e si amplia la collaborazione di Pommery Italia con la Fondazione Festival Pucciniano. An- che quest’anno il celebre marchio proporrà per l’occasione “Brinda al Belcanto”, una linea esclusiva di Champagne in cinque eleganti confezioni che racchiudono la magia delle melodie pucciniane ed immorta- lano le splendide scenografie delle opere del Festival: La Boheme, Tosca, Turandot, Madama Butterfly e La Fanciulla del West, di cui si celebra quest’anno il centenario. Le pregiate bottiglie saranno in vendita in poche migliaia di esemplari nelle serate dell’evento. Le confezioni custodiscono la cuvée Pommery Noir, etichetta nera di Champagne bouquet di Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier, creata in esclusiva da Pommery Italia per il nostro Paese. Da sempre, sin dalla sua fondazione a metà Ottocento, il marchio Pommery si lega all’arte, tanto che oggi le suggestive cantine di Reims sono vere e proprie gallerie che custodiscono opere di varie epoche di ine- stimabile valore. L’idea di comunicare il marchio Pommery attraverso la creazione artistica anche in Italia è volontà precisa della filiale diretta che rappresenta la Maison nel nostro Paese. Il Bookshop del Festival Puccini si arricchisce di due nuove pubblicazioni con due produzioni del Festival Puccini: La Fanciulla del West nell’allestimento del 2005 firmato dall’artista statunitense Nall con la regia di Ivan Stefanutti prodotto da Raitrade; e Edgar nell’allestimento del 2008 di Roger Dean con la regia di Vivien A. Hewitt realizzato in col- laborazione con la Fondazione Banca del Monte di Lucca. Per il pubblico del Festival Puccini due nuove pubblicazioni da regalare o colleziona- re sono disponibili presso il fornito book store del teatro.

La Fanciulla del West nell’allestimento del 2005 firmato da Nall per scene e costumi e per la regia di Ivan Stefanutti, diretta da Alberto Veronesi con Daniela Dessì e Fabio Armiliato e Lucio Gallo nei ruoli dei prota- gonisti. Una produzione di Raitrade con sottotitoli in quattro lingue.

Edgar , allestimento del 2008 con scene di Roger Dean, costumi di Freyja Dean e regia di Vivien Hewitt, per una versione fantasy dell’ opera pucciniana con Marco Berti nel ruolo di Edgar, Cristina Gallardo Domas in quello di Fidelia, Rossana Rinaldi in quello di Tigrana; direttore Pier Giorgio Morandi. Il DVD di Edgar è stato realizzato dalla Fondazione Festival Pucciniano grazie al contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca.