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La Città – La Squadra – Gli Eventi numero 11 del 16 giugno 2019

LE STORIE

IL RITORNO DELLE ‘‘VESPE’’

PUNTO NAVE

DANIELE IPPOLITO

ALL'INTERNO INSERTO SPECIALE astore tore P a oto Salv F CCAAPPPPUUCCCCIIOO L A S C R I T T U R A A L L A B A S E D I T U T T O

L’EDITORIALE di Giovanni Gaudiano

Certo da ieri in Brasile è iniziata la Copa América, oggi al nord d'Italia inizia l'Europeo Under 21, da una settimana si gioca in Francia il mondiale di calcio femminile con la nazionale azzurra di Milena Ci manca il Bertolini in bella evidenza. A fine settimana inizierà anche la Coppa d'Africa, con il nostro Koulibaly tra le stelle del torneo, che quest'anno si giocherà nella terra dei faraoni. campionato e le Volendo quindi, ci sarebbe da vedere e da seguire in televisione ma gli occhi e le orecchie dei calciofili saranno tutte tese a nazionali ed il raccogliere le notizie, o si dovrebbe dire le fantanotizie, provenienti dal calciomercato. Il Napoli è atteso da quelli che dovrebbero essere investimenti mirati e importanti. Si sa calciomercato non che Ancelotti ha formulato richieste precise, di sicuro non impossibili da esaudire anche perché il tecnico emiliano ha due grandi bastano qualità tr a le tante: la chiare zza nell'espressione e l'equilibrio. Il presidente Aurelio De Laurentiis è impegnato comunque a migliorare la squadra in senso l campionato è finito da neanche un qualitativo. Si parla di cedere prima per poi mese e già ci manca da morire. Una Ivolta si diceva che la domenica senza calcio non era domenica, oggi il concetto si può tranquillamente trasferire ad almeno tutto il fine settimana. Il calcio spezzatino con partite dal venerdì al lunedì a cui siamo sottoposti per nove mesi provoca di conseguenza una forte crisi quando la routine si interrompe e di certo gli impegni delle nazionali o gli altri sport di stagione non riescono a riempire il vuoto provocato dall'assenza del campionato, che per tutti noi continua ad essere il più bello del mondo.

3 L’EDITORIALE

rinforzare la rosa ed è un sistema corretto ed impeccabile finanziariamente ma non calcisticamente parlando. Il Napoli di Ancelotti già partirà per Dimaro con l'handicap di alcuni giocatori che arriveranno più tardi per gli impegni delle proprie nazionali e pensare di essere ancora in Trentino con giocatori che andranno via ed altri che ancora non sono arrivati ritengo sia un azzardo, se alla prossima stagione si è deciso di affidare obiettivi importanti. A proposito di Dimaro, adesso anche il sindaco Andrea Lazzaroni, contagiato, si Rodrigo De Paul mette a parlare di un mister X che dovrebbe comparire sui manifesti che tappezzeranno la ridente cittadina alpina. In realtà chi conosce un po' la situazione sa bene che il Napoli difficilmente ingaggerà un nome altisonante, ammesso che ce ne sia bisogno se dovesse essere confermata integralmente la rosa attuale, mentre la politica sposata pienamente dal tecnico è quella di trovare tanti nuovi Fabian Ruiz da Jordan Veretout portare in maglia azzurra. Di Lorenzo, prelevato dall'Empoli, è un ipotizzare cosa ci dovremmo aspettare dal prototipo degli investimenti che il Napoli si primo Napoli targato Ancelotti. Giuntoli sta appresta a fare: prezzo accessibile, ingaggio lavorando tanto. I nomi sulla sua agenda ragionevole ed età da Napoli. sono tanti, ci si augura tutti di vedere da In conclusione, da quello che accadrà da subito coperti i ruoli oramai individuati tra i domani al 6 luglio, data nella quale la punti deboli della rosa per poter partire dalla squadra si ritroverà a disposizione del prima di campionato prevista per il 24 agosto tecnico in ritiro sulle Alpi, si potrà iniziare ad con la giusta marcia.

4 dooa.it IN QUESTO NUMERO

Numero 11 del 16/06/19 In copertina: Ruggero Cappuccio, il direttore artistico del Napoli Teatro Festival Italia - Pag. 44 Foto di Salvatore Pastore Il ritorno della Juve Stabia in B da pag. 34 LA SQUADRA EUROPEO LE STORIE GLI EVENTI UNDER 21 E SOCIETÀ

11 Il Napoli al tempo del 18 Una vetrina di 66 Punto Nave: Le 49 Tony Laudadio calciomercato campioncini coordinate del buon “Il Tempo è veleno” di Mimmo Carratelli di Bruno gusto di G. Gaudiano 15 Zoff: Puntare sui Marchionibus di Lorenzo Gaudiano 55 La scrittura scenica settori giovanili 21 L'Italia punta al 74 Daniele Ippolito: di Davide Iodice di Salvatore Caiazza successo finale Un produttore di Lorenzo Gaudiano 24 Ruiz per una volta di Marco Boscia “vulcanico” 71 Caravaggio e il suo contro l'azzurro di Lorenzo Gaudiano periodo napoletano di Lorenzo Gaudiano IL RITORNO di Marco Boscia 29 Luperto – Un punto LA CITTÀ 77 Enza D'Esculapio: fermo per Ancelotti “L'ultimo sposatore” di Gianluca Mosca di Marina Topa 32 Le plusvalenze: 78 Hikikomori apparenza e realtà di Ciro Chiaro di Francesco 81 Volontariato per Marchionibus stroncare il bullismo di Marina Topa 34 Il mare che bagna Castellammare 59 Il Palazzo del Re di G. Gaudiano di Domenico Sepe 36 Gianni Improta e 63 I quattro Il ritorno della Juve “buontemponi” L'inserto speciale Stabia di Palazzo Reale sulle Universiadi è stato di Marco Boscia di Paola Parisi realizzato da G. Gaudiano, L. Gaudiano e B. Marchionibus 7 La Città – La Squadra – Gli Eventi n.11 del 16 giugno 2019 AUT. TRIBUNALE DI NAPOLI N. 50 DEL 8/11/2018

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TESTIMONE DEL TEMPO Il Napoli al tempo del calciomercato La società azzurra protagonista al ballo dei milioni dell'estate. Rico Colombari il primo colpo. Jeppson mister 105. La trattativa per Altafini. Una pistola per Savoldi. Krol dal Canada. Maradona, un sogno da 13 miliardi. La follia per Fonseca. Con Higuain, l'ultimo top-player

di Mimmo Carratelli Le prime ‘‘follie’’: da Colombari a Sivori Erano una bella cifra, nel 1930, le 250mila lire pagate al Torino per l'acquisto di Rico Colombari, un mediano di lotta e di governo, soprannominato, prima di Jeppson, “o Banco 'e Napule” per l'alto costo. Inevitabile che i tifosi dell'Ascarelli gridassero è caduto “o Banco 'e Napule” quando Rico ruzzolò per terra dopo l'intervento falloso di un avversario. Fecero epoca, nel 1952, i 105 milioni sborsati per avere Jeppson. Lauro portò di persona il contante al presidente dell'Atalanta Daniele Turani, commerciante bergamasco di pelli, in seguito senatore della Dc. Si incontrarono all'Hotel Excelsior di via Veneto a Roma e il Comandante gli mostrò la valigia contenente 10.500 banconote da diecimila lire: 75 milioni per il trasferimento del giocatore e trenta di ingaggio al centravanti svedese. Vinicio costò la metà del centravanti svedese (50 milioni al Botafogo nel 1955), ma rese il triplo e si legò a Napoli, da giocatore e da allenatore, oggi felice inquilino con donna Flora, la leonessa di casa, di un Hasse Jeppson

o l p i d i m e r c a t o , d a Colombari a Higuain, Cinseguendo oggi James Rodriguez, il pischello colombiano del Bayern, che non ha certo la maestà del pibe e di Krol, il Napoli è stato sempre in prima linea al ballo milionario del calciomercato, persino negli anni bui di Corbelli quando prese Edmundo in prestito dal Vasco da Gama. Luis Vinicio 11 TESTIMONE DEL TEMPO

azzurra. L'olandese dei trionfi con il magico Ajax di Cruijff, superati i trent'anni, giocava in Canada. Venne al Napoli (1980) in prestito per sette mesi, 110 milioni versati al Vancouver. Ruud rimase in maglia azzurra quattro anni. La trattativa infinita per Maradona Durò “un'eternità” nell'estate del 1984 la trattativa per il trasferimento di Maradona dal Barcellona al Napoli. Un giugno di voli tra le due città, trattative interrotte e riprese, passi avanti e passi indietro, le acrobazie finanziarie di Ferlaino, la tenacia e il bluff risolutivo di Juliano. Sul pibe piombò anche il Racing di Parigi appena promosso nella francese. Il presidente Jean Luc Lagardere, giovane proprietario dell'industria automobilistica Matra, con interessi editoriali e partecipazioni nelle industrie degli armamenti, voleva festeggiare la con l'acquisto del fuoriclasse argentino. Il Barcellona rifiutò tenendo, José Altafini intanto, il Napoli sulla corda appartamento panoramico di via benché il Consiglio del club Manzoni con vista sullo stadio San catalano avesse votato in Paolo. Nel 1965, Roberto Fiore segreto la cessione di Diego prese Altafini dal Milan per 280 (18 voti favorevoli, uno milioni con l'impegno, sottoscritto contrario del vicepresidente sul contratto del trasferimento, che Gaspart), ma aveva paura il Napoli non avrebbe mai ceduto della contestazione dei tifosi Josè all'Inter. Per avere Sivori, e del parere negativo dei Lauro contattò direttamente 108mila soci del Barça Gianni Agnelli, pagandolo 70 annunciando la rinuncia al milioni più l'acquisto dalla Fiat di giocatore. Juliano ebbe due motori marini. Fece cronaca e u n ' i d e a . F i n s e d i scandalo l'ingaggio di Savoldi, nel abbandonare la trattativa 1975, pagato al Bologna 1.400 inscenandone una finta con Omar Sivori milioni più la cessione di Clerici e di l'Atletico Madrid per avere metà del cartellino di Rampanti. H u g o S a n c h e z c h e Dopo l'accordo tra Ferlaino e il interessava al Barcellona. presidente del Bologna Luciano presidente catalano Nunez Conti, quest'ultimo, minacciato dai tremò. Rischiava di perdere tifosi emiliani, cercò di mandare a il lauto ricavato dalla monte l'impegno. Nell'albergo cessione di Diego e il milanese “Principe di Savoia” pare giocatore dell'Atletico. Alla che Ferlaino costringesse Conti a fine, il club catalano cedette. tenere fede al patto puntandogli Gaspert disse a Juliano: una pistola. Se era vero, si trattò di “Abbiamo fatto di tutto per una pistola scarica. Fu Antonio scoraggiar vi”. Tredici Juliano a portare Krol in maglia miliardi di lire per avere Beppe Savoldi 12 Diego, sette anni di felicità, due scudetti, la e la Coppa Uefa. Gli ultimi colpi Gianfranco Zola fu un colpo di Moggi che lo portò al Napoli per 300 milioni dalla Torres (1989). Zolino è stato un beniamino dei tifosi azzurri. Rimase in maglia azzurra per quattro anni, poi la forte crisi economica in cui venne a trovarsi il Napoli ne provocò la cessione al Parma per 13 miliardi. Il dopo- Maradona fu un tormento per Ferlaino. Come si poteva vincere ancora lo scudetto? L'idea fu di prendere dal Cagliari Fonseca (23 anni) che, in coppia con Careca (32), avrebbe assicurato un forte tandem d'attacco. L'uruguayano costò 15 miliardi nel 1992, prezzo gonfiato per salvare il club sardo dalla crisi economica. La follia per Edmundo (18 miliardi in prestito dal Boca nel gennaio 2001), con spettacolare presentazione al San Paolo, si Ruud Krol concluse con la retrocessione del Napoli (allenato per sette giornate da Zeman, poi da Mondonico) che mancò la salvezza per un punto. Il fallimento era alle porte. Con Aurelio De Laurentiis cominciò un'altra storia. Gonzalo Higuain è stato il colpo maggiore del nuovo presidente (38 milioni di euro nel 2013). Grazie ai contatti di Benitez, al Napoli arrivarono altri sei giocatori per una spesa complessiva di 94,7 milioni di euro, terzo maggiore investimento della nuova società al calciomercato. Con Higuain giunsero gli spagnoli Albiol (11,3 milioni) e Callejon (8,8), il belga Mertens (9,5), l’italo-brasiliano Jorginho (9,8), l’algerino Ghoulam (5,2) e il colombiano Zapata (7,6). Edmundo 13 www.mtaeronautica.com L'INTERVISTA

Il grande Dino detta la ricetta per la risalita della nazionale italiana di Mancini Zoff: “Puntare sui settori giovanili” di Salvatore Caiazza i calcio se ne intende eccome. La carriera di è stata lunga. Prima da Dportiere (anche campione del Mondo) e poi da allenatore ne ha visti di campioncini crescere. È stato anche alla guida della Nazionale maggiore, dove ha portato su ottimi calciatori. Zoff sarà spettatore degli Europei Under 21 che l'Italia ospiterà dal 16 giugno. Si giocheranno anche dalle sue parti. Infatti uno dei campi di gioco sarà quello di Trieste. Quale migliore occasione per tifare per gli uomini di Gigi Di Biagio. Sarebbe bello poter essere campioni d'Europa in casa propria. Bisognerà, però, cominciare a fare bene all'esordio con la Spagna a Bologna. Poi ci sarà il confronto con la Polonia ed infine con il Belgio. «Sicuramente sarà una bella vetrina – ha ammesso Zoff – per i nostri ragazzi del futuro». Quante possibilità ha l'Italia di poter arrivare fino in fondo? «Abbastanza. Di Biagio nel corso degli anni ha saputo creare un ottimo gruppo. Ci sono calciatori che nelle loro squadre hanno fatto bene». Beh tra i pali c'è un suo corregionale … «Meret è un gran bel portiere. Ha solo 22 anni e già si è imposto in una grande piazza come quella di Napoli. È stato un peccato quell'infortunio che lo ha tenuto fuori per quasi mezza stagione. Ma 15 L'INTERVISTA quando è stato utilizzato non ha tradito le attese. pensato su due volte. Meret poi ha dato Ha personalità e sicuramente la metterà in campo immediatamente dimostrazione del suo valore e da titolare anche in questo Europeo». già si sta consacrando ad importanti livelli Sempre che non arrivi dalla prima squadra prestazionali. Mi auguro che possa essere Donnarumma ... protagonista in questo Europeo e continuare «Ben vengano tutti questi grandi portieri. naturalmente a fare bene con la maglia del Napoli, L'Italia ha sempre avuto una grossa tradizione. Io come ha già fatto vedere in questa prima stagione non posso che essere contento visto dove giocavo alle pendici del Vesuvio». prima di allenare. Sia Gigi che Alex sono il futuro A proposito di Napoli. Nella prossima stagione della nazionale maggiore che con Mancini può potrà la squadra azzurra avvicinarsi alla Juve di raggiungere dei risultati importanti. Soprattutto Cristiano Ronaldo? dopo l'amarezza per non aver disputato lo scorso «Io ho il cuore diviso a metà avendo giocato Mondiale». prima nel Napoli e poi nella Juventus. È naturale Secondo lei cosa serve per la svolta? che se non vince una mi auguro che possa farlo «Puntare sui settori giovanili. È da lì che l'altra. Di certo con Ancelotti qualcosa in più si può arrivano poi i campioni del domani. Basti pensare a fare. Non è facile avere a che fare con il giocatore Barella, Zaniolo, Chiesa, Cutrone, Calabria. Se si più forte al mondo ma si può migliorare. Con il continuano a comprare calciatori già fatti all'estero lavoro ma anche con qualche elemento di spicco. facciamo solo un piacere alle nostre avversarie ai Senza dimenticare i giovani…». Mondiali o agli Europei». Ma purtroppo il problema è sempre lo stesso: nessuno vuole aspettare per vincere ... «Sinceramente questo discorso non vale perché in Italia vince sempre la stessa da otto anni. La verità è che si fa la corsa a qualificarsi per la Champions, dove poi arrivano tanti soldi per le casse delle società». Chi deve temere l'Italia di Di Biagio in questa importante competizione? «La Spagna ha sempre comandato negli ultimi anni. Certo, le due finali di Champions ed Europa League hanno detto altro. L'Inghilterra oggi va per la maggiore così come la Francia. Ma starei attento anche alla Croazia che ha sempre espresso degli ottimi elementi». Del Napoli è stato convocato . Con Ancelotti hanno giocato quasi tutti gli elementi della rosa ... «Carlo è uno che conosce il calcio a 360 gradi. Non a caso ha vinto in tutti i campionati dove ha allenato. Sa bene anche lui che il futuro sono i giovani ed è per questo che quando si è trattato di buttare nella mischia qualche ragazzo non ci ha 17 LA COMPETIZIONE Europeo Under 21 – 2019 Una vetrina di campioncini di Bruno Marchionibus

Tante le pretendenti al titolo con l'Italia Tra le principali antagoniste dell'Italia nella caccia alla Coppa è da annoverare sicuramente la Spagna, vera e propria bestia nera degli azzurrini e come sempre composta da numerosi giovani interessanti. Pretendenti alla vittoria finale sono anche la Germania, vincitrice proprio sugli iberici due anni fa e pronta a difendere il titolo, e l'Inghilterra, desiderosa di sfruttare l'onda dell'incredibile stagione disputata dalle squadre di club inglesi in Europa. Occhio anche alla Francia; i Tre gironi per sei città ospitanti “galletti” mancano dalla fase finale del torneo dal Inizieranno il 16 giugno e si concluderanno il 30 2006 e senza dubbio affronteranno i quindici gli Europei Under 21 in programma in Italia e San giorni italiani vogliosi di ottenere il gradino più Marino. Per la seconda volta nella storia della alto del podio. Oltre alla conquista del titolo di rassegna, dopo l'edizione di Polonia 2017, a Campione d'Europa, inoltre, la rassegna prendere parte alla manifestazione saranno dodici continentale assegnerà alle quattro semifinaliste nazionali, divise in tre raggruppamenti da quattro anche i pass per le Olimpiadi di Tokyo della squadre ciascuno. A qualificarsi per le semifinali prossima estate, ecce zion fatta per la saranno le prime classificate di ogni girone più la rappresentativa inglese, non aderente al CIO, che migliore seconda. Il Gruppo A, in cui sono stati se dovesse raggiungere le semifinali sarà sostituita inseriti di diritto gli azzurri di Gigi Di Biagio in dalla vincente dello spareggio delle restanti quanto padroni di casa, comprende anche la seconde. Spagna, giustiziera proprio della selezione italiana due anni fa, la Polonia ed il Belgio. Il Girone B, invece, vedrà i tedeschi, campioni in carica, affrontare Danimarca, Serbia ed Austria, mentre nel Gruppo C a giocarsi il passaggio del turno con Inghilterra e Francia saranno Romania, assente dal 1998, e Croazia. Sei le città nelle quali si giocheranno le ventuno gare in programma: Bologna (Stadio Renato Dall'Ara), teatro dell'esordio dell'Italia contro le Furie Rosse e di una semifinale; Reggio nell'Emilia (Mapei Stadium), dove si disputerà l'altra semi; Udine, con lo stadio “Dacia Arena-Friuli” pronto ad ospitare la finale; Cesena (Stadio Dino Manuzzi); Trieste (Stadio Nereo Rocco) e Serravalle () per San Marino. 18 Come si è arrivati al format attuale È la Challenge Cup, trofeo risalente agli anni '60, la prima competizione internazionale tra selezioni giovanili c h e p u ò e s s e r e c o n s i d e r a t a un'antenata diretta dell'attuale Europeo Under 21. Tale Coppa, riservata all'epoca alle nazionali Under 23, era basata su una formula simile a quella adottata nel pugilato: la squadra campione in carica poteva mettere in palio il titolo in una partita secca a cadenza non prestabilita. Il primato degli azzurri nell'Albo d'Oro Q u e s t o fo r m at ve n n e p r e s t o L'attuale format dell'Europeo di categoria affonda abbandonato e sostituito dai le sue radici negli anni '60. Dopo aver subito varie Campionati Under 23, comprendenti modifiche, la competizione assunse la più nazionali, che nelle tre edizioni denominazione attuale a partire dal 1986; nel '94, poi, per la prima volta semifinali e finale si disputate videro un dominio dell'Est disputarono in un singolo paese organizzatore, E u r o p a c o n i s u c c e s s i d i mentre è solo dal 2000 che la formula ha iniziato a Cecoslovacchia, Ungheria ed U.R.S.S. prevedere dei gironi eliminatori. L'Italia, cinque Nel 1978 la UEFA, considerando volte campione, è la nazionale con più titoli in troppo ampio il divario tra Under 18 bacheca. Dopo la finale persa nel 1986 contro la ed Under 23, abbassò il limite di età Spagna dai ragazzi di Vicini, molti dei quali quattro all'Under 21, riservando a tali anni più tardi furono i protagonisti delle compagini la partecipazione alla indimenticabili Notti Magiche, gli azzurrini si sono aggiudicati tre edizioni consecutive della rassegna che nel 1986 ottenne la Coppa tra il '92 ed il '96 sotto la guida tecnica di denominazione attuale. A metà degli . Tra i tanti campioncini anni '90, decennio dominato dai colori avvicendatisi in quegli anni Peruzzi, Toldo, azzurri dell'Italia, la manifestazione Panucci, Nesta, Inzaghi, Vieri, Totti, Buso e Fabio iniziò ad essere disputata in un unico Cannavaro, questi ultimi due proclamati migliori paese ospitante, e dal 2000 nella fase giocatori della rassegna rispettivamente nel '92 e finale furono introdotti anche due nel '96. Successi italiani anche nel 2000, con gironi eliminatori. Le ultime Tardelli in panchina ed in campo i futuri Campioni del Mondo Pirlo, protagonista assoluto del torneo, modifiche apportate al format Gattuso e Zambrotta, e nel 2004, quando De Rossi dell'Europeo di categoria sono giunte e Gilardino guidarono la squadra di Claudio nel 2007, anno a partire dal quale la Gentile al trionfo sulla Serbia. Sconfitta in finale competizione è stata spostata negli per la selezione azzurra, invece, nel 2013, con a n n i d i s p a r i p e r e v i t a r e l a Verratti, Insigne ed Immobile fermati sul più bello concomitanza con Europei UEFA e dalla stratosferica Spagna di Alcantara, Isco e Mondiali FIFA, e nel 2017, quando Morata. Toccherà ai ragazzi di Di Biagio, dunque, nell'edizione in Polonia per la prima provare a conquistare per la sesta volta l'Europeo, combattendo anche con una tradizione sfavorevole volta i raggruppamenti sono diventati che accompagna le nazionali di casa; solo in una tre, con l'innalzamento del numero circostanza infatti, l'Olanda nel 2007, la squadra delle partecipanti a dodici. ospitante ha alzato la Coppa al cielo. 19 CENNAMO A R R E D A M E N T I

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www.cennamoarredamenti.com GLI AZZURRINI Under 21 – L'Italia punta al successo nale

di Marco Boscia La squadra di Di Biagio pronta al duro esordio contro la Spagna. Belgio e Po l o n i a l e a l t r e avversarie. Il tecnico si affida ai calciatori già nel giro della nazionale maggiore per provare a vincere il torneo in casa

“Azzurro” Di Biagio Il ricordo di mister Di Biagio 11 metri. Un pallone che pesa come un macigno. Gigi non si tira indietro e sul dischetto ci va lui. È l'ultimo calcio di rigore, quello decisivo, che o “Io dissi subito di sì, quando Maldini mi chiese se volessi tirare il rigore. È nel mio dna, ti porta in paradiso o ti spedisce all'inferno. Un da giocatore non ho mai detto di no a un boato dello stadio, riempito in ogni ordine di allenatore posto dai tifosi francesi, quando quel pallone si stampa contro la traversa della porta difesa da Barthez. È il mondiale del 1998, in Francia “Ricordo un particolare: inizialmente io dovevo essere il terzo, poi all'ultimo momento appunto, e l'Italia viene eliminata ai quarti di il Mister mi disse: “Tiri per ultimo”. La cosa finale proprio dai galletti, poi vincitori del non mi ha scosso, terzo o quinto per me era torneo. Ancora oggi Luigi Di Biagio viene uguale ricordato per quel penalty fallito. Nessuno ha memoria però della semifinale degli Europei di “All'ultimo ho deciso solo una cosa: che se due anni più tardi: con l'Olanda finisce 0 a 0, Barthez fosse rimasto fermo fino alla fine, ancora una volta sono decisivi i rigori e l'ex avrei dovuto metterla proprio un pelo sotto la centrocampista, fra i più bravi e dinamici degli traversa. Così, anche se si fosse abbassato di anni '90, si ripresenta sul dischetto. Stavolta poco, avrei segnato comunque. Per il resto segna e si riscatta. Si può riassumere così la volevo tirare forte, in modo da non fargliela carriera del Di Biagio calciatore con la maglia vedere proprio. Da quel giorno ad oggi, della nazionale. Una storia infinita, con comunque, avrò rivisto il mio rigore migliaia l'azzurro nel destino. Oggi l'avventura continua di volte sulla panchina dell'Under 21, di cui Gigi è allenatore dal 2013. 21 GLI AZZURRINI

La nazionale che andrà in campo L'Italia vuole giocarsi tutte le sue carte per provare a tornare al successo che manca dal 2004. Ha concrete possibilità di farlo, perché oltre a contare su una formazione di tutto rispetto, cui si sono aggregati i big convocati da per le partite di qualificazione agli Europei, per la prima volta le fasi finali saranno disputate proprio nel Bel Paese. Il mister ha in mente di schierare l'Italia con un 4- 3-3 offensivo. Serrato ballottaggio tra Meret e Audero per difendere i pali della porta azzurra. Linea difensiva composta da Adjapong a destra, Mancini e Romagna centrali con Dimarco a sinistra. A centrocampo si contendono una maglia da titolare i due calciatori della Roma, Pellegrini e Zaniolo, per il ruolo di mezzala sinistra. Centralmente dovrebbe agire da Mandragora, con Barella pronto a ricoprire il ruolo di mezzala destra. In attacco la stella è quella di , che con ogni probabilità sarà supportato sugli esterni da e Moise Kean, autentica rivelazione della Juventus. Pronti a dare una Meret unico ‘‘napoletano’’ in mano tutti gli altri azzurrini convocati: nazionale importanti comprimari del calibro di Bonifazi, È lui l’unico calciatore del Napoli su cui Di Locatelli, Orsolini ed i baby Tonali, sorpresa del Biagio ha puntato per gli Europei. Il portiere, Brescia, e Andrea Pinamonti. dopo un lungo stop, ha esordito in campionato l'8 dicembre e da quel momento la sua stagione è stata segnata da una c o n t i n u a c r e s c i t a . S i è r e s o protagonista nelle notti di Europa League con una serie di parate esaltanti, anche se ha commesso poi un errore contro l'Arsenal sulla punizione di Lacazette. Il numero uno del Napoli ha però qualità eccelse e potrebbe essere schierato a sorpresa come titolare dal tecnico. Escluso a sorpresa Luperto che, dopo aver fatto parte della lista dei preconvocati, non è stato confermato. Con il Napoli difatti non sono state molte le presenze, chiuso da due mostri sacri come Koulibaly ed Albiol prima, da Maksimovic poi. 22 BPMed – Banca Popolare del Mediterraneo S.c.p.a. Via Agostino Depretis N° 51 Napoli 80133 - Tel. 081 5521603 - Fax 081 5516704 - E-mail: [email protected][email protected] Filiale Palma Campania (NA) Via Nuova Nola, 16A - Tel. 081 8241120

L'AVVERSARIO Ruiz per una volta contro l'azzurro di Lorenzo Gaudiano

pagna 1996. È il mese di aprile e a Los Mi sono innamorato del calcio grazie a Xavi. Palacios y Villafranca vede la luce un “ Sogno di ripercorrerne le orme” Sbambino con la passione per il calcio nelle vene ed un talento pronto a sbocciare con Nel settore giovanile della squadra biancoverde il passare degli anni. Qualche mese più tardi ai comincia a spianarsi per il giovane Ruiz la quarti di finale degli Europei di calcio in strada verso i campionati più importanti. Inghilterra la sua Spagna fu eliminata dai Inizialmente i suoi pochi centimetri di altezza padroni di casa dopo la lotteria dei rigori. fanno pensare ad un clone spagnolo di Messi. La Fabiàn Ruiz era ancora troppo piccolo per sua improvvisa e sorprendente crescita cambia comprendere e soffrire con i propri le carte in tavola. Il ruolo più adatto per lui viene connazionali, in quel momento sfiduciati e individuato nella zona nevralgica del campo, inconsapevoli dei grandi traguardi che dove Fabiàn aveva un modello a cui ispirarsi: sarebbero stati conseguiti di lì a poco. Xavi Hernandez. Oltre alle due finali di Champions nel 2009 e nel 2011 vinte con il “Mamma è la persona più importante per me. Barcellona, arrivano le vittorie agli Europei Ha fatto di tutto affinché potessi giocare a calcio” 2008 e 2012 e il Mondiale nel 2010, tutti successi ottenuti con il contributo a Con un pallone da calcio sempre tra le mani, c e n t r o c a m p o d i u n g i o c a t o r e anche quando si adagia sotto alle coperte per straordinariamente forte ed unico nel suo dormire, Fabiàn cresce. Tra le dritte della genere. Fabiàn allora comincia a cullare un scuola calcio vicino casa sua e il divertimento piccolo sogno, ovvero di diventare come il suo con i suoi coetanei, il dono naturale ricevuto dal grande idolo. giovane spagnolo viene incanalato nella giusta direzione. Le voci sul suo talento cominciano a Napoli è una città che mi piace: la gente ti accoglie girare in Spagna e la società più rapida e pronta “ come se fossi parte della famiglia. Il modo di vivere il ad offrirgli un'opportunità di svolta è il Betis di calcio è molto simile a quello di Siviglia” Siviglia. Del resto, Madrid e Barcellona lo avrebbero allontanato troppo dalla sua mamma Nel 2014 il debutto con la prima squadra, il e dai suoi fratelli, a cui il piccolo Fabiàn, che prestito semestrale nel 2017 all'Elche ed infine allora aveva solo 8 anni, è molto legato. l'esplosione definitiva grazie ai consigli del tecnico biancoverde Quique Setién, a cui Fabiàn Gli inizi ed i sacrifici della madre. probabilmente deve tutto. È arrivato il Si allena con il desiderio momento però per lo spagnolo di evolversi, di misurarsi con un calcio diverso per completare di emulare il suo idolo Xavi il suo percorso. Il progetto del Napoli lo attira ed arriva a Napoli particolarmente, soprattutto dopo l'ingaggio in grazie agli Ancelotti panchina di Ancelotti. I connazionali Albiol e Callejon lo aiutano ad integrarsi, Mertens gli 25 L'AVVERSARIO mostra di sera il fascino della città partenopea e lo porta ad assaggiare la pizza, che lo spagnolo stranamente non gradisce. Dopo un ottimo campionato arriva anche la chiamata della Nazionale maggiore, a cui Ruiz non può rispondere per una brutta influenza. Di tempo ce ne sarà in futuro per vestire la maglia un tempo indossata dal suo idolo, al momento invece per il giovane spagnolo c'è l'Under 21 spagnola e l'Europeo. Oggi sfiderà proprio l'Italia e il popolo napoletano appassionato di calcio quasi certamente farà il tifo anche per lui. Ho avuto la sfortuna di ammalarmi e di non poter giocare alla prima convocazione. Adesso ho davvero tanta voglia ed entusiasmo di rivestire la maglia della nazionale

26 Dicono di lui Il quotidiano Diario de Sevilla: “Dimostra ogni giorno che vuole migliorare sempre di più, continua a fare passi in avanti in tutto (fisico, carattere…), con l'animo del leader del futuro” Miguel Valenzuela (suo scopritore): “È un giocatore completo. La sua dote migliore è il fatto di essere tremendamente competitivo. Fabián è la fusione tra il lavoro per la squadra di Lampard e la qualità tecnica di Guti” Quique Setién (suo allenatore al Betis): “Sta diventando un grande calciatore. Ha davanti un futuro molto incoraggiante. Gli piace essere protagonista con il pallone. Ha qualità, sa inserirsi, sa imporre i tempi, si muove bene negli spazi stretti. Mi ricorda molto Glen Hoddle, uno di quei giocatori con grande personalità che non buttavano mai via una palla, nonostante la pressione” Ancelotti: “È un giocatore continuo, ha grande passo e grande presenza. Per l'età che ha, possiede grande personalità” L u i s E n r i q u e ( c t d e l l a Spagna): “Ha un tiro bestiale. Ha avuto il grande coraggio di affrontare un campionato difficile come quello italiano e sta crescendo con il Napoli. Ho voglia di vederlo all'opera con noi”

27 LIQUORE APERITIVO - TONICO

Spiritelli 1965 srl s Via D. Beneventano, 32 - 80044 Ottaviano NA [email protected] PROFILI di Gianluca Mosca LLupertouperto AzzurrAzzurroo Intenso

porta nelle sue giovanili. Il suo omonimo allenatore, Dal Salento a Napoli. Titolare ad Claudio Luperto, prima lo sposta sulla fascia di Empoli nella stagione 2017-18 difesa per poi dirottarlo centralmente, sfruttando appieno i suoi 191 cm d'altezza. Dopo tre grandi con la chiamata in Under 21. prestazioni contro Liac New York, Napoli e Honved Carlo Ancelotti sembra puntare nel Torneo di Viareggio, Luperto viene acquistato sul lungagnone nato a Lecce dal Napoli. Fin da subito aggregato alla Primavera di Saurini, Luperto gioca una buona prima stagione, ato a Lecce il 6 settembre 1996, con 3 reti in 25 gare. 21 sono le presenze l'anno Sebastiano Luperto nutre sin da piccolo successivo, 2014/15, nella quale continua il buon Nuna forte passione per il calcio, ma le rendimento. Il centrale di difesa viene tenuto partitelle con gli amici nei cortili e nelle strade della d'occhio anche da Rafa Benitez, che lo convoca in città salentina non gli bastano e passa alla scuola campionato e nella Supercoppa vinta ai rigori calcio San Cesareo, dove comincia l'ascesa che lo contro la Juventus. Questa parabola culminerà con porterà nel calcio che conta. Il ragazzo nasce l'esordio in Serie A nei minuti finali della 34esima attaccante, all'occorrenza esterno sinistro, e già da giornata contro il Milan. Per la stagione 2016/17 è subito le sue qualità attraggono il Lecce, che lo in prestito alla Pro Vercelli nel campionato cadetto 29 PROFILI

italiano, nella quale raggiunge 32 presenze ed un assist. L'anno successivo viene dato in prestito all'Empoli, sempre per disputare il campionato di . Con il club toscano il giovane leccese colleziona 28 presenze, 1 assist ed una rete. È proprio nella stagione in prestito all'Empoli che mostra appieno tutte le sue potenzialità: ottima scelta di tempo, buon senso dell'anticipo, forza fisica ed un buon piede mancino, qualità che gli procurano la convocazione con l'Under 21. Per la stagione 2018/19 torna al Napoli a disposizione di Ancelotti e, causa infortuni, diventa titolare, con buone prestazioni. Il ragazzo si trova bene nell'ambiente, sia con i tifosi che con i compagni di squadra: “Sono quasi 6 anni che sono qui e mi sono innamorato di questa città. A Napoli come a Lecce si cucina benissimo, sono capitato benissimo”. Ancelotti, essendosi reso conto delle potenzialità del ragazzo e dopo averlo trattenuto da possibili partenze in prestito la scorsa estate, lo ritiene un punto fermo per il futuro della squadra azzurra. 30 Via Gian Lorenzo Bernini, 68, 80129 Napoli NA Tel. 081 558 1970 Aperto dal lunedì al sabato dalle 09.00 alle 22.00 L’APPROFONDIMENTO di Francesco Marchionibus Le plusvalenze: apparenza e realtà L'argomento è sempre più discusso, anche se non tutti lo conoscono bene. Il Napoli dell'era De Laurentiis è una delle società che meglio ha saputo gestire questa determinante posta di bilancio, senza perdere di vista la competitività della squadra azzurra

ome ogni anno, alla conclusione del in quel momento nel bilancio della società dopo campionato l'attenzione generale viene aver sottratto gli ammortamenti del periodo in Ccatturata dai temi del calciomercato, e cui è stato di sua proprietà. Acquistando un tra i tifosi oltre che di voci, ipotesi, sogni e calciatore, la società acquisisce il diritto a godere speranze, da qualche tempo si discute sempre più delle sue prestazioni sportive per la durata del di contratti, bilanci e plusvalenze. E in effetti nel contratto sottoscritto: questo vuol dire che il calcio di oggi, che è (o dovrebbe essere) costo di acquisto, per essere correlato caratterizzato dal Fair Play finanziario e dunque correttamente all'utilità che ne deriva per la da ben precisi equilibri di bilancio, per le società il società, dovrà essere imputato a bilancio mercato rappresenta l'occasione, oltre che per suddividendolo negli anni di durata del contratto migliorare le proprie squadre, anche per ottenere del calciatore. Se ad esempio la società acquista ricavi attraverso le “plusvalenze” generate dalla un calciatore pagandolo 10 milioni con un vendita dei giocatori. Ma cerchiamo di contratto di cinque anni, il costo del calciatore approfondire un po' cosa sono e come maturano andrà “ammortizzato” in cinque anni, imputando le plusvalenze di bilancio in una società di calcio. a bilancio per ogni anno un costo di 2 milioni. Tecnicamente la “plusvalenza” sulla cessione di Parallelamente, nel bilancio della società il un calciatore è il ricavo che deriva dalla differenza valore del calciatore diminuirà di un quinto al fra il valore di vendita e il valore che è registrato termine di ogni stagione, perché la sua utilità si 32

Le maggiori plusvalenze realizzate dalla SSC Napoli

Calciatore Prezzo di cessione Plusvalenza Marek Hamsik 20.000.000 19.995.000 Jorginho 65.000.000 64.730.000 Gonzalo Higuain 90.000.000 86.300.000 Edinson Cavani 67.894.000 64.399.000 Ezequiel Lavezzi 28.947.000 28.632.000

ridurrà progressivamente all'avvicinarsi della le plusvalenze da cessioni diventano una voce scadenza del contratto. Questo vuol dire che se la fondamentale per mantenere i bilanci in società cederà il calciatore dopo tre anni di equilibrio. Il Napoli, che rientra tendenzialmente contratto sui cinque previsti, in quel momento il in questa seconda categoria di società, ha valore di bilancio sarà di 4 milioni: se la cessione realizzato negli ultimi dieci anni plusvalenze avverrà ad un “prezzo” superiore, la società complessive per oltre 250 milioni (al netto delle otterrà una plusvalenza, e dunque un ricavo da minusvalenze), supportando così in maniera imputare a bilancio, altrimenti dovrà sopportare significativa i risultati di bilancio, ma è riuscito una minusvalenza e cioè un costo che andrà a sempre a conciliare l'esigenza di ottenere gravare sul bilancio. In altri termini, se la società plusvalenze con quella di mantenere la squadra dopo tre anni di contratto decide di vendere per 7 competitiva. Nell'ultimo decennio infatti se da un milioni il giocatore acquistato a 10, anche se lato le cessioni eccellenti sono state solo cinque apparentemente “ci perde” tre milioni in realtà (Lavezzi, Cavani, Higuain, Jorginho e Hamsik), ottiene una plusvalenza, e dunque un ricavo, di 3 tanto che il Napoli statisticamente è la prima milioni rispetto al valore residuo del calciatore. squadra in Italia e la nona in Europa per stabilità Per alcune società i ricavi da plusvalenza in realtà dell'organico (come certificato da un recente sono complementari se non secondari rispetto a studio del CIES Football Observatory), dall'altro quelli ottenuti da biglietti e abbonamenti, diritti il valore complessivo della rosa è costantemente TV, sponsorizzazioni, sfruttamento dei marchi, aumentato e la squadra si è oramai stabilizzata ai vendita di gadgets, magliette, ect; per altre invece vertici del calcio italiano. 33 IL RITORNO IL CALCIO CHE BAGNA CASTELLAMMARE di Giovanni Gaudiano Castellammare e il calcio. Un binomio che affonda le radici lontano nel tempo. A pensarci, dove poteva cominciare la storia del football dalle nostre parti se non dalla costa partenopea, quella che inizia dai Campi Flegrei e termina proprio a Castellammare? Quel mare, da cui grazie ai mercantili inglesi arrivavano merci, spezie e novità a volte esotiche, è stato il mezzo grazie al quale è arrivato dalle nostre parti quello che sarebbe diventato il gioco più bello del mondo. Gli inglesi, che lo avevano di fatto inventato per come lo si conosce oggi, avevano anche pensato di esportarlo ovunque si fermassero nei continui viaggi con i quali battevano di fatto tutte le rotte possibili. In Italia lo avevano trapiantato in Liguria, ma poi si resero conto che Napoli ed i dintorni avevano più spazio, più respiro ed allora il calcio arrivò sotto il Maschio Angioino, passando per il pullulante e già rinomato mercato del pesce di Pozzuoli per arrivare poi a Torre ed a Castellammare. Il nuovo sport trovò terreno fertile proprio alle pendici del grande Vesuvio e proliferò spingendo la grande città, Napoli, che agli albori del secolo scorso era una vera e propria capitale nonostante tutti i suoi problemi, a prenderlo in seria considerazione. Fermiamoci però questa volta a Castellammare. Lo Stabia Sporting Club nasce nel 1907 e da allora, con vicende altalenanti ma sempre condite dalla passione per questo gioco, ha saputo interpretare 34 la vera essenza del gioco del calcio. Oggi è arrivato uno di quei momenti altisonanti e le “vespe” sono ritornate in serie cadetta. Lo stadio, intitolato all'indimenticato granata Romeo Menti che ha vestito la maglia gialloblù per una sola ma ricordevole stagione, quella del 1944-45, è di nuovo in festa. Per chi non lo ricorda, quella Juve Stabia vinse sul campo lo scudetto dell'Italia liberata dagli alleati che la FIGC non ha mai voluto riconoscerle. È dunque il momento anche di applaudire tutti a partire dal presidente Manniello, oggi dimissionario per il bene e lo sviluppo di questa società tanto amata, che ha saputo costruire in silenzio un ritorno nel calcio che conta per una terra che lo merita assieme alla sua competente tifoseria. Complimenti quindi alle “vespe”, ai dirigenti tutti, al tecnico, ai giocatori, allo staff ed anche alla città ed al pubblico di Castellammare di Stabia impegnati sin da questo momento a fare ancora di più per sostenere il sogno realizzato che può continuare, basta volerlo.

35 IL RITORNO GIANNI IMPROTA: IL “BARONETTO DI POSILLIPO” di Marco Boscia Una passione smisurata per il calcio ed una carriera segnata dall'amore per la maglia azzurra. Il record di quasi quattro campionati senza mai essere sostituito ma un unico grande rimpianto: non aver vinto il primo storico scudetto con il Napoli nel ‘71 contro l’Inter a Milano

ativo di Napoli, vissuto e cresciuto in una delle zone più belle della città, più precisamente sulla Ncollina di Posillipo. Incontro Gianni Improta proprio al club Virgilio, locale notturno della movida partenopea che comprende anche il complesso calcistico Denza, che lo ha visto muovere i primi passi da calciatore e che oggi gestisce con il figlio. Se parli con Gianni Improta non puoi non partire dal suo percorso col Napoli: si emoziona visibilmente quando ripercorre la propria carriera in azzurro, dal principio fino al momento in cui dovette lasciare i partenopei. Racconta di una rivoluzione popolare. Questura e prefettura autorizzarono riferiva a me, considerandomi un calciatore cortei contro la sua cessione perché era diventato un che avrebbe potuto decidere la gara; da lì in beniamino della tifoseria; spuntò addirittura uno striscione poi hanno continuato a chiamarmi così. che recitava: “Il Vesuvio si può vendere, ma Improta no”. Ghirelli mi ha poi spiegato il motivo di quel Un passato glorioso dunque nelle file degli azzurri che titolo, sottolineando quanto fossi elegante ripercorre con classe, eleganza, educazione: qualità che nel pormi, nelle movenze in campo e nel lo contraddistinguono da sempre e che gli sono valse il vestirmi. Per me, allora ventitreenne, fu titolo di baronetto che, ancora adesso, lo accompagna e un'emozione indescrivibile: significava lo rende fiero di aver vestito i colori della propria città. sentirmi importante quanto, anzi di più rispetto ai campioni di quel Napoli come «Il titolo di baronetto è nato nel 1971. Dovevamo giocare Zoff, Altafini, Sormani, Juliano, Bianchi e una gara fondamentale. Eravamo secondi in classifica ad un tanti altri». punto dall'Inter e mancavano poche giornate al termine del campionato. Li affrontavamo in trasferta ed Antonio Una piccola pausa ed un gradito caffè Ghirelli, sul “Corriere della Sera”, presentò il match con il fanno da contorno al ricordo proprio di titolo: “ARRIVA IL BARONETTO DI POSILLIPO”. Si quel match con l'Inter. 36 Il Direttore dell'Area Tecnica Ciro Polito

Il presidente Franco Manniello

Io, Gianni Improta

“Ho incontrato due avversari veramente tosti nella mia carriera: un difensore centrale, Franco Baresi, che anticipava quasi sempre le mie mosse; l'altro, un mediano, Andrea Orlandini della Fiorentina, che riuscivo invece a superare ma che aveva un passo che gli permetteva di recuperarmi “Quando giocavo io con gli azzurri, pur non avendo vinto nulla, al San Paolo ogni domenica venivano sistematicamente in 90.000 “Mi sono tolto tante soddisfazioni, sia da calciatore che poi anche da dirigente del Catanzaro. Nonostante tutto, il mio più grande rimpianto è di non essere riuscito a regalare la gioia dello scudetto ai tifosi napoletani “Cammino sempre a testa alta. Sono contento di quello che ho fatto e di quello che ancora oggi faccio, guidato da sempre dalla passione

37 IL RITORNO

«A fine primo tempo vincevamo 1 a 0 con gol di Altafini e con il vantaggio di avere un uomo in più, vista l'espulsione di Burgnich. Nell'intervallo ci fu un via vai nello spogliatoio dell'arbitro Gonella da parte del presidente e di alcuni giocatori dell'Inter, fra cui Mazzola e Facchetti. Quando rientrammo in campo, dopo pochi minuti, l'Inter usufruì di un rigore inventato e pareggiò. Non riuscimmo più ad uscire dalla nostra metà campo, perdemmo la partita per 2 a 1 ed ovviamente anche lo scudetto. Arrivammo poi solo terzi a fine anno». Giocatore del Napoli ma ancor prima tifoso. Quanto è difficile differenziare la passione dalla professione? «Racconto un aneddoto per rispondere a questa domanda: nel 1979 giocavo nel Catanzaro e nonostante avessi quasi 32 anni, Inter e Napoli mi volevano fortemente. Avrei potuto scegliere i nerazzurri, guadagnare di più e vincere uno scudetto, ma ho preferito fare ritorno nella mia città. Per me, anche se oggi spesso non accade più, ha vinto la passione». 38 IL RITORNO DELLA JUVE STABIA IN SERIE B messo a disposizione degli altri. È stato per tre I l C l u b M a n a g e r I m p r o t a anni il presidente del comitato regionale della ripercorre la stagione che ha F.I.G.C. del settore giovanile e scolastico; quindi permesso alle “vespe” di ritornare dirigente dell'amato Catanzaro ed anche nella serie cadetta grazie all'unione opinionista TV di successo. Quest'anno Improta ha di intenti fra società, squadra e città. rivestito il ruolo di “Club Manager” della Juve Stabia. Poi lancia un'idea, studiare la Mi racconta, con altrettanta emozione, quali p o s s i b i l i t à d i o f f r i r e u n siano stati i principali ingredienti, visto che abbonamento unico per i tifosi del nomi e blasone non bastano, che hanno portato N a p o l i e d e l l a s q u a d r a d i la squadra di Castellammare, pur non partendo Castellammare di Stabia da favorita rispetto a squadre più attrezzate, alla vittoria del campionato di Serie C. erietà ed impegno, comportamento «Innanzitutto non bisogna fare grossi proclami esemplare e rispetto verso tutti. Qualità che, che molti giocatori non riescono a sostenere. Ci Scome dicevamo, hanno caratterizzato tutta vuole la fortuna di avere un gruppo di calciatori che la carriera di Gianni Improta. Le stesse che, siano prima uomini e poi atleti. Importante quindi assieme alla sua enorme esperienza calcistica, creare un giusto mix fra i più esperti e gli altri più anche una volta tolti i pantaloncini, il baronetto ha giovani e sfruttare le occasioni che capitano 39 durante la stagione. Ovviamente società e pubblico devono fare la propria parte. Il merito del successo raggiunto va equamente diviso fra Ciro Polito, responsabile dell'area tecnica, e Fabio Caserta, allenatore che ha gestito il gruppo in maniera eccellente. Alla base ci deve essere sempre la passione; la Juve Stabia è una società fatta da persone che lavorano in maniera organizzata, cosa che, pur non avendo una disponibilità economica elevata, ci ha permesso di fare un'impresa che tutti ci invidiano: dal Trapani al Catanzaro, dal Catania alla Casertana, che hanno investito tanto e più di noi». Sarà possibile, a partire dal prossimo anno, stringere rapporti con il Napoli per far crescere qualche giovane azzurro a Castellammare? «Già in passato sono passati per Castellammare giovani forti fra cui Zaza, Pavoletti, Biraghi e lo stesso Simone Verdi, che poi sono riusciti ad arrivare in squadre più blasonate ed anche a vestire l'azzurro della nazionale. Quindi per noi sarebbe un vero piacere collaborare con la prima società che ci rappresenta non solo in Campania, ma in tutto il Sud. Ciro Polito già cura i rapporti con il Napoli in merito al settore giovanile; ben venga un'ulteriore sinergia che possa permettere ai giovani azzurri di crescere nella Juve Stabia. La cosa bella è che Castellammare dista solo 20 km da Napoli e, difatti, i nostri tifosi, la maggior parte, sostengono entrambe le squadre. Lancio un'idea che potrebbe dare sia conforto al calcio Napoli sia, principalmente, alla Juve Stabia: creare una sorta di unico abbonamento che consenta ai tifosi stabiesi di seguire entrambe le squadre e viceversa a quelli partenopei. Questo permetterebbe di avere un Romeo Menti sempre pieno ed anche al San Paolo le presenze potrebbero crescere, riavvicinando i tifosi alla squadra».

M.B.

IL RITORNO

L’anno da ricordare di Gianni Improta

“Le emozioni vissute durante la stagione con la Juve Stabia non le avevo mai provate “Non essendo partiti favoriti, si toccava con mano, gara dopo gara, l'avvicinamento alla realizzazione di un sogno

“Castellammare è una piazza che, nonostante la squadra militi in categorie inferiori, fa sentire i calciatori come se si giocasse in Serie A

“Fabio Caserta ha una qualità fondamentale: legge le partite dopo 10 minuti “Non ho mai trovato uno spogliatoio unito come quello della Juve Stabia “Non abbiamo fatto un'impresa per caso. Se andiamo a guardare i numeri, ci si accorge di come, record dopo record, abbiamo meritato il successo

“Non abbiamo mai avuto paura di vedere sfumare l'obiettivo. L'ambiente ci ha aiutato tanto. L'unione fra città e squadra è stata bellissima

“Il gruppo degli ultrà della Juve Stabia non ci ha mollato un attimo. A Bisceglie addirittura i nostri tifosi erano più numerosi di quelli di casa

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COPERTINA

“Costruire un festival è come scrivere un romanzo” di Giovanni Gaudiano Il Direttore artistico del Napoli Teatro Festival Ruggero Cappuccio parla del teatro e dell'importanza della scrittura, della passione che deve animare qualunque attività, della manifestazione in corso e del valore eterno della cultura Da qualche giorno la nostra città e non solo è pervasa dall'anelito del teatro, degli spettacoli. È la cultura che cancella la consuetudinarietà della routine e che si impossessa per 37 giorni delle prime pagine e che dà sfogo a tutta la sua grande profondità, alla bellezza, grazie al r i c h i a m o d i u n a s e r i e d i r i l e v a n t i rappresentazioni previste nel programma dell'edizione del 2019 del Napoli Teatro Festival Italia. Al di là del fatto che ne è il direttore artistico, con Ruggero Cappuccio se ne potrebbe parlare comunque. Durante l'intervista in un passaggio ha chiaramente detto che la sua passione, il suo entusiasmo crescono quando vede realizzati lavori altrui di qualità, di successo perché il teatro ha bisogno di tutti e forse tutti avrebbero bisogno del teatro, anche se a volte non lo sanno. La prima domanda è scontata ma poi non tanto. Dovendo scegliere, quale ruolo dei tanti che ha

44 rivestito e riveste sente più suo? «Non mi sono mai posto il problema delle differenze tra i vari ruoli che ho ricoperto in campo artistico. In realtà sono ruoli apparentemente diversi ma intimamente congiunti. Ho sempre interpretato il mio lavoro come lo può interpretare un artista che ha una bottega e che vive per alcuni anni un innamoramento per gli oli su tela, viene poi attratto da un periodo di particolare fascino espressivo legato agli acquerelli e poi per due anni della sua vita lavora la terracotta e poi per altri due anni ancora si occupa soprattutto del marmo e così via. In realtà, se ci riflettiamo un momento, tutti i canali espressivi di cui mi sono occupato sono legati dalla scrittura. Per fare teatro bisogna scrivere, così come per fare un romanzo ed anche per fare un film la base è la scrittura. Quindi il comune denominatore di tutte queste attività è sicuramente la scrittura». Forse a questo punto il Direttore artistico può rappresentare la somma, con la sua funzione di organizzazione e raccordo con le istituzioni? «Il Festival lascia pensare ad un uomo d'azione mentre lo scrittore è un immaginario che ci apre una porta sull'uomo di pensiero. Però costruire un festival è come scrivere un romanzo, con la differenza che i personaggi del romanzo sono nel pieno dominio dello scrittore mentre i personaggi di un festival essendo viventi si muovono, si spostano e questo rende le cose più difficili ma anche più affascinanti. In fondo sono uno scrittore, colui che fondamentalmente immagina, poi il fatto che usi una penna per scrivere è relativo. Basta pensare a Socrate che è stato uno dei più grandi scrittori dell'umanità senza aver usato mai la scrittura vera e propria ma è stato tanto bravo da mettere in condizione gli altri di farlo». Analizzando i suoi lavori si nota la volontà di spaziare senza soffermarsi a lungo sullo stesso argomento. Volendo fare dei paragoni si sente

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più vicino a Lucrezio, ad Epicuro o addirittura al grande eclettico Plinio il Vecchio? «Ho chiuso con il mio narcisismo vent'anni fa (sorride, ndr), non sono più interessato all'ego ma alla co-creazione. Per dirlo in maniera chiara, io sono felice quando posso condividere con altri la felicità. Quando nella vita si arriva al punto in cui lo spettacolo bello lo fai tu o un altro e ciò per te è la stessa cosa, si raggiunge uno stato di pace con se stessi che ti aiuta a vivere molto bene e ti aiuta a fare il direttore di un festival avendo totale disinteresse per se stessi, perché è importante essere interessati alla bellezza del processo che attivi. E qui torna di nuovo Socrate, quando diceva ai suoi discepoli che non è importante chi di noi trovi la verità: l'importante è che la si trovi». foto di Armando Cerzosimo Quanto le costa dedicarsi a Nel programma del Napoli ascolta, allora abbiamo capito q u e s t a s p l e n d i d a Teatro Festival spiccano poco perché il teatro è un manifestazione e dovere per ovviamente le prime che sono crocevia di esperienze. Uno forza di cose rallentare le altre s e m p r e m o l t o a t t e s e . scrittore generalmente a teatro sue attività? L ' a l l a r g a m e n t o d e l l a incontra degli attori, quindi la «Lavoro di notte per cercare di divisione in sezioni con parola scritta diventa parola non tralasciare nulla. Un mese fa l ' i n c l u s i o n e d i s p a z i e agita, parola suonata. Queste due è uscito un mio libro edito da laboratori riservati ai giovani e n t i t à i n c o n t r a n o u n o Feltrinelli, intitolato “Paolo e la grande rilevanza della scenografo, che è un artista Borsellino - Essendo Stato”. Ho s e z i o n e i n t e r n a z i o n a l e dell'immagine, e poi queste tre terminato di girare un docufilm dimostrano una notevole entità incontrano un musicista, incasellandolo nell'unico crescita di interesse attorno un compositore che deve dare periodo in cui era possibile farlo alla manifestazione. vita ad un'intersecazione tra ed ora sono in fase di montaggio. «In realtà la cosa sta così. Se musica e parola. Poi arriva il Il Festival in una città come vogliamo continuare a credere direttore della fotografia e si Napoli è totalizzante perché che il teatro consista nell'azione p o t r e b b e a n d a r e a v a n t i bisogna metterci il corpo se si in cui qualcuno parla su un a l l ' i n f i n i t o, p e n s a n d o a i vuole che le cose funzionino». palcoscenico a qualcun altro che coreografi, ai maestri d'armi e 46 poi a tantissime figure per cui il teatro è di fatto un crocevia di tante esperienze artistiche che f a n n o p a r t e d e l l a s t o r i a dell'umanità. Allora ho voluto un festival organico perché io credo fortemente nel concetto di interdisciplinarietà. Il teatro ha a che fare con tutto e tutti hanno a che fare con il teatro». Ci sono due aspetti nel Napoli Teatro Festival Italia che credo vadano evidenziati: il primo riguarda la possibilità concessa ad autori, registi, attori e produttori di mettere in scena i propri lavori; il secondo è volto agli spettatori per i quali un'inusuale politica di contenimento dei costi sta consentendo una maggiore partecipazione. «Queste sono le due cose che mi rendono più orgoglioso. Il nostro è un Festival impostato sulla contemporaneità. Lo s p e c i f i c o d i q u e s t a manifestazione è che l'85% dei lavori rappresentati sono scritti da autori viventi, contemporanei o a p p a r t e n u t i a l l ' u l t i m o sensibilmente il prezzo del contraddizione destinare questo cinquantennio del '900. Il biglietto perché il teatro ha uno finanziamento, volto a tutta la secondo aspetto che mi fa piacere scopo sociale, civile che ritengo cittadinanza, a beneficio di chi rimarcare è che, quando sono sia una cosa da tenere sempre in può consentirsi il lusso di venuto qui, ho trovato il costo d e b i t a c o n s i d e r a z i o n e . spendere per un paio d'ingressi del biglietto d'ingresso agli Oltretutto siamo molto fortunati 70 euro per una serata al teatro». spettacoli a 34 euro. A chi ci perché la Regione Campania è La manifestazione è alle porte stavamo rivolgendo con un costo quella che fa l'investimento più ed è il terzo anno della sua di questo genere, a quale classe corposo per quel che riguarda un direzione artistica. C'è sempre sociale? Siccome io amo le cose festival di teatro. Bisogna l'emozione come per il primo moderne, che in genere sono le r i c o n o s c e r l o , n o n c ' è giorno di scuola o sta già più antiche, e quindi amerei che nessun'altra regione in Italia che pensando a cosa proporrà il come nel quarto secolo a.C. la investa cinque milioni di euro su prossimo anno? gente come ad Atene entrasse a una manifestazione di questo «Cosa farò il prossimo anno teatro gratis, ho decimato genere. Sarebbe quindi una forte già lo so. Però debbo ammettere 47 COPERTINA

che l'emozione c'è tutta, perché Leopardi, avendo così poco favoriscono libri meritevoli ma nella nostra attività prevale il tempo. Quindi come si vota? E sono determinate in buona parte concetto di non saperlo fare, di poi molti giurati sono stati o dagli ostruzionismi e dagli non essere sicuri del risultato. In sono legati alle più importanti ostacoli che le stesse importanti caso contrario, saremmo degli case editrici. Ci sono di tanto in case editrici frappongono tra di abitudinari, sarebbe un lavoro t a n t o d e l l e f a v o r e v o l i loro. In quel caso si verifica la fondato sulla consuetudine. c o n g i u n z i o n i a s t r a l i c h e vittoria del milite ignoto». L'emozione in questo lavoro c'è sempre perché ogni volta mettiamo in campo una sfida, prima di tutto con noi stessi». Concludendo, due parole sulla splendida esperienza del Premio Strega sfiorato nel 2008 ma forse moralmente vinto. «Fu un'avventura nata completamente a mia insaputa, mi sono svegliato una mattina ed ho scoperto di essere tra i finalisti del Premio e devo ammettere che non ho mai avuto passione per i premi, che mi ricordano qualcosa di scolastico. Ricordo che Gianni Bisiach a quell'epoca intervistato disse che “La notte dei due silenzi” era di gran lunga il libro più meritevole di vincere il premio. Mi fu chiesto cosa ne pensassi di tale dichiarazione ed io risposi che allo Strega non concorrono gli scrittori ma gli editori e che le prime cinque posizioni si potevano ritenere già assegnate. Il mio libro era edito da Sellerio, che per la prima volta andò tra i finalisti dello Strega, ed arrivò sesto. Vorrei anche sottolineare come i circa 400 votanti del premio ricevono la settimana prima delle votazioni i 12 libri selezionati. Ora ritengo che per leggerli si dovrebbe essere un po' tutti dei piccoli Giacomo 48 LA PRIMA

Tony Laudadio: “Il Tempo è veleno”

Una prima di grande effetto al Sannazaro nell'ambito di Napoli Teatro Festival Italia, coprodotta da Teatri Uniti e Fondazione Campania dei Festival da un testo di Tony Laudadio con Francesco Saponaro alla regia e sul palco Andrea Renzi e Teresa Saponangelo

di Giovanni Gaudiano

arà una prima di grande interesse il lavoro durare qualche settimana. che Tony Laudadio ha pensato e scritto e «Teatri Uniti è una comunità – spiega Tony Sche Ruggero Cappuccio ha voluto per Laudadio – dove esiste una condivisione su quello questa edizione del Napoli Teatro Festival Italia. che è il teatro ma allo stesso tempo, più che un “Il Tempo è veleno” andrà in scena al Teatro modello fisso, il nostro gruppo è stato sempre Sannazaro, la bomboniera di Chiaia curata da Lara capace di esprimere le proprie sensibilità, finendo Sansone, lunedì 1 luglio alle ore 21.00 ed in replica per reinventare di volta in volta un modello martedì 2 luglio ma alle 19.00. La regia è stata personale con il proprio gusto e scegliendo senza affidata a Francesco Saponaro ed in scena con alcun condizionamento cosa fare. Siamo delle Laudadio troveremo Andrea Renzi, Teresa identità che, incastrate insieme, producono il Saponangelo, Eva Cambiale, Angela Fontana e proprio specifico, il proprio ruolo e questo credo sia Lucienne Perreca. una grande fortuna di Teatri Uniti ed una grande La pattuglia ha una chiara matrice di capacità di questo gruppo». provenienza, Teatri Uniti, dalla quale si parte Sull'argomento interviene anche Teresa per iniziare una conversazione che potrebbe Saponangelo. 49 LA PRIMA

Il Cast de “Il Tempo è veleno” al completo

«Sono ritornata alla mia famiglia d'origine e ad essere in Italia la più fertile, la più vivace, una quest'opportunità per me è una cosa meravigliosa. scena in continuo rinnovamento, particolare che a Ho debuttato nel 2000 con Servillo in “Tartufo”, ben guardare si nota. Non a caso a Napoli c'è il poi ho anche lavorato con Andrea Renzi ma Teatro Festival proprio perché era il luogo più ritornare a lavorare qui a Napoli con Tony adatto ed anche quello che lo meritava di più». Laudadio, Francesco Saponaro e Andrea Renzi è A questo punto tocca a Francesco Saponaro proprio bello. Mi lascia delle sensazioni parlare del suo vivere quotidiano e dell'attività estremamente positive». che può anche rappresentare un bisogno, una Gli attori stanno provando da qualche giorno nei necessità. locali dove Renato Carpentieri ha realizzato una «Io penso che partendo dalla compagine dove ci cosa di cui va molto fiero: lo “Spazio Carpentieri”, troviamo, soprattutto a Teatri Uniti, la cosa che ha voluto qualificare con uno slogan molto divertente è che c'è questa capacità e bellezza allo esplicativo: “Uno spazio – Un Centro culturale – stesso tempo di usare e di saltare da diversi Un Teatro a parte”. dispositivi. C'è una grande palestra che ci fornisce È quindi naturale parlare del teatro, della sua l'opportunità di passare dal cinema al teatro, alla presenza e delle sue ricadute sulla nostra città. lirica, alla televisione, alla musica che è molto «È vero, il teatro è un'arte non particolarmente importante anche nel testo che stiamo preparando diffusa che non produce grandissimi numeri – dice ed anche per ciascuno di noi. Il teatro quindi non è Tony Laudadio – ma Napoli curiosamente è in uno standard di modello legato alla parola o al controtendenza. A parte le altre capitali italiane teatro di posa perché ci sono i diversi linguaggi che della cultura noi conserviamo uno spirito ed un si intrecciano ed è anche un luogo dove amore per l'arte teatrale che secondo me continua s'incontrano tante persone, tante esperienze ma 50 anche tante forme di linguaggio diverse. Questo ha po' ci può spaventare, ci fa smarrire, ci sia il teatro a che fare con Napoli e con il laboratorio di Teatri che ritrova una sua definizione di linguaggio, Uniti, con questa possibilità di intrecciare tante ritrova un'identità forte in questi anni». cose e la riflessione mi porta a pensare allo Torniamo a parlare de “Il Tempo è veleno”. spettacolo che stiamo preparando in cui le «Non mi riesce facile parlare del testo – spiega esperienze personali in diverse epoche si Tony Laudadio –. È stata per me una scommessa intrecciano come un ricamo, come un filo dentro le raccolta da Ruggero che è stato generoso. Lo ha storie di ciascuno degli attori ed anche di ciascuno letto ed ha voluto che lo presentassimo in prima in di noi». quest'occasione anche se aveva il programma di Interviene sull'argomento anche Andrea Renzi. quest'anno già definito e la sua apertura non poteva «C'è un discorso comune a partire fortemente non essere raccolta da parte mia. Rispetto alle dall'esperienza di Toni Servillo che si è diffuso e anticipazioni sulla storia il testo non è proprio che poi è stato coniugato in modi diversi. Poi diviso scenicamente in tre epoche o meglio si parla paradossalmente noi siamo in mezzo ad una di tre epoche diverse ma la scommessa è stata rivoluzione tecnologica impressionante e questo proprio quella di vederle rappresentate tutte definisce il teatro in maniera più forte anche insieme contemporaneamente. Sulla stessa scena, rispetto a qualche anno fa. Il teatro e tutto lo che è fissa, lo spettatore vedrà due personaggi che spettacolo dal vivo è in generale in forte crescita vivono negli anni 70, due negli anni 90 e due ai come la musica dal vivo, gli incontri con gli autori, giorni nostri. Sarà come vedere con un unico colpo con gli scrittori e con personalità della cultura. d'occhio quasi 60 anni di vita di una famiglia. Le tre Sembra come se in una società che sta vivendo un generazioni da quella dei genitori a quella cambiamento importante non negativo, che poi un contemporanea utilizzeranno ognuna il proprio

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linguaggio e la storia presenterà la ricaduta che le azioni del passato ribaltano su quelle del futuro. Si può dire che la scena è anche una sorta di metafora della città di Napoli, dove la stratificazione presenta di fatto una convivenza con i suoi fantasmi. Ed è anche un po' quello il gioco, mettere insieme anime che vengono da epoche lontanissime però legate tra loro sia per un luogo, per una vicinanza genetica, affettiva, familiare e vederli reagire tutti insieme un po' come succede a Napoli, dove tu cammini per la strada e trovi dai greci ai francesi agli spagnoli e poi ti capita di entrare nel Centro Direzionale. Questo comunque è un testo che è più facile da vedere che non parlarne e leggerlo. Il teatro alla fine semplifica ed io credo che agli spettatori basterà uno sguardo per cogliere cose che faranno anche sorridere». Interviene sul testo Francesco Saponaro. «C'è addirittura uno stesso personaggio di due e p o c h e d i v e r s e p r e s e n t e i n s c e n a 52 dai media e non solo. «Il festival è aperto – spiega Andrea Renzi – su tre fronti: il primo si rivolge alla città con questo gesto di abbassamento del costo del biglietto, che è un gesto di politica culturale molto netto; il secondo è l'apertura della città che si apre al resto del mondo e accoglie spettacoli con delle prime importanti anche internazionali; il terzo riguarda l'inserimento del livello formativo che ha bisogno di tempo ma inizia ad essere importante. I laboratori ed i giovani che possono incontrare dei maestri sono tutte importanti stimolazioni a disposizione di tutti quelli interessati al teatro. Il festival è un motore che mette in circolo energie culturali». Sull'argomento interviene anche Teresa Saponangelo. «Credo ci voglia una continuità direttiva perché queste manifestazioni si possano consolidare. Avignone per esempio ha avuto lo stesso direttore per anni, può essere un bene o un male però la continuità, che significa progettazione negli anni e non finalizzata all'organizzazione dell'edizione corrente, è fondamentale per la crescita di un contemporaneamente, da giovane e da adulta, ed è festival. Solo così si può pensare di venderlo particolare trovare questa coincidenza in un unico all'estero come immagine e quindi ad attrarre delle momento percettivo, in un'unica casa, in cui tutto si firme tipo Le Monde, il Times che vengano a Napoli sovrappone. I personaggi di epoche diverse non e che ne parlino». parlano tra loro però sono presenti in scena contemporaneamente, non ci sono divisioni ed a Il Tempo è veleno volte sembra che qualcuno parli e quello di un'altra di Tony Laudadio epoca ti stia ascoltando. Di fatto non ci sono con Teresa Saponangelo, Eva Cambiale, segmenti, la storia si intreccia e di fatto si vive una Andrea Renzi, Angela Fontana, copresenza. È stato uno spettacolo molto Lucienne Perreca, Tony Laudadio complesso da costruire, che può essere definito Regia di Francesco Saponaro anche una commedia, nel senso che ha un Coproduzione Teatri Uniti e Fondazione particolare aspetto drammatico che si rifà alla Campania dei Festival - Napoli Teatro caratteristica dei napoletani che hanno questa via Festival Italia salvifica di non entrare fino allo spasimo in certe zone ma di essere capaci di uscirne, guardando con Prima Assoluta un attimo di disincanto la propria realtà». Napoli - Teatro Sannazaro Per la chiusura si ritorna a parlare del Festival, 1 luglio 2019 ore 21.00 della sua organizzazione, delle sue prospettive 2 luglio 2019 ore 19.00 e di come andrebbe valorizzato sempre di più 53

IL REGISTA La scrittura scenica di Davide Iodice Dalla Scuola Elementare del Teatro al Napoli Teatro Festival Italia con “La Luna”, in prima assoluta a Palazzo Fondi dal 12 al 14 luglio di Lorenzo Gaudiano

Qual capolavoro è l'uomo! Come nobile nell'intelletto! Come infinito nelle sue facoltà! “Quale espressione ammirabile e commovente nel suo volto, nel suo gesto! Un angelo allorché opera! Un Dio quando pensa!”. È l'Amleto di Shakespeare, una tragedia dove il drammaturgo inglese spazia su vari argomenti per focalizzare l'attenzione sui valori che regolano le azioni degli esseri umani e la loro esistenza. È Davide Iodice a proporre, o meglio suggerire, questo riferimento letterario per spiegare chiaramente la sua strada, l'obiettivo principale delle sue scritture sceniche. “La Luna”, che sarà in scena in prima assoluta dal 12 al 14 luglio in occasione del Napoli Teatro Festival Italia, ne costituisce soltanto una voce. Tanti lavori alle spalle, ma il più imminente è “La Luna”. «È un progetto inaugurato nella scorsa edizione del Napoli Teatro Festival Italia, che però ha più di qualche anno. Si tratta della terza tappa di un'indagine sociologica, antropologica e poetica sulla crisi del contemporaneo. Dopo La fabbrica dei sogni e Un giorno tutto questo, incentrati sul tema del sogno e dell'eredità spirituale, La Luna affronta la tematica del rifiuto inteso non soltanto nel senso di oggetto rifiutato di cui ci si vuole o ci si deve liberare, ma anche di rifiuto agito e subito. Dall'anno scorso abbiamo cominciato a diffondere una sorta di chiamata pubblica per la quale, 55 IL REGISTA

chiunque volesse, poteva consegnarmi un oggetto. Mi sono occupato poi di filmare queste storie che andranno a costituire la base costitutiva della drammaturgia». Il titolo dell'opera ha sicuramente un significato simbolico. «C'è un passo nell'Orlando furioso dove Astolfo cerca la ragione perduta, la soluzione per la follia del protagonista e la trova sulla luna, vista quindi come un “magazzino di umanità” dove sono custodite le cose perdute sulla Terra». Palesi richiami alle opere classiche. Una sua peculiarità quindi. «In realtà no. Sono trent'anni che mi occupo di riscrittura scenica, ovverosia parto da un'intuizione per poi trovare le fonti e il materiale poetico e umano. Quando incontro un classico, l'unica cosa che posso fare è dargli la mia vita, piegarlo ad un sentimento del presente. La peculiarità di questo lavoro sta proprio in questo uscire fuori dai confini del teatro per cercare un'intensità e una veridicità in storie che raccolgo nella vita». E allora usciamo da questi confini. Ritorniamo a quando tutto è cominciato. «La mia storia con il teatro è un po' da libro Cuore, una favola vera e propria. Sono originario della periferia orientale di Napoli, Cercola e Pollena Trocchia. Sono cresciuto in un contesto difficile e per questo il teatro, oltre alla mia famiglia, ha rappresentato per me una via di salvezza. Avrei potuto intraprendere strade non belle come molti amici fraterni hanno fatto. La mia passione teatrale è venuta fuori per caso. Inizialmente è maturata a scuola, per merito di un insegnante. A cambiarmi la vita poi fu uno spettacolo di Giorgio Barberio Corsetti, La camera astratta. Leggendo il programma, scoprii che aveva frequentato l'Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio D'Amico a Roma». Accademia a cui anche lei si è diplomato poi. «Allora non sapevo nemmeno cosa fosse e così in 56 quel momento decisi che sarebbe stata quella la mia strada. Non c'era Internet a quei tempi, telefonai all'Accademia per avere informazioni. Avevo bisogno del bando di concorso per potermi iscrivere ma non sapevo proprio come fare. Non volevo ancora dirlo ai miei genitori perché allora la cosa mi sembrava impossibile e trasferirmi a Roma non era alla mia portata. Chiamo un mio carissimo amico, Raffaele Romano, che venne a prendermi con una Vespa. Dopo essere entrato, per sette mesi andavo e tornavo da Roma tutti i giorni, tutte le mattine mi svegliavo alle 4. Papà mi accompagnava alla stazione Garibaldi, terminavo le lezioni alle 19 e tornavo a casa a mezzanotte». Di maestri nel suo percorso ne ha sicuramente avuti. «Durante i miei anni di Accademia ho conosciuto il mio maestro di regia, Andrea Camilleri. È diventato un secondo padre per me, mi ha pagato l'affitto per tre anni senza che i miei genitori lo sapessero. Determinanti per il mio percorso di formazione sono stati anche Carmelo Bene e Leo de Berardinis, che è stato un padre spirituale ed un riferimento artistico molto importante. Infine ho collaborato anche con Carlo Cecchi. Ho avuto quindi la fortuna di poter lavorare in grande autonomia con gli ultimi grandi maestri del Novecento teatrale». Tra i suoi progetti anche la Scuola Elementare del Teatro. «Oltre ad essere il nome dello spazio a San Giovanni dove operava la mia compagnia “Libera mente”, è stato anche uno dei principi teorici del regista polacco Tadeusz Kantor, un riferimento artistico per me e molti registi contemporanei. È un progetto che porto avanti da sei anni all'ex asilo Filangieri, un laboratorio che mette insieme ricerca, produzione ed integrazione e che quest'anno ha raggiunto i 150 iscritti. È gratuito e non è sostenuto ancora da nessun ente. Vi hanno preso parte tanti ragazzi con disabilità, giovani con un passato ed un presente difficili e professionisti di teatro e danza». 57

LA CITTÀ Il Palazzo del Re Da residenza a polo museale e biblioteca

el passeggiare nella zona della Galleria di Domenico Sepe Umberto, proprio di fronte al bar foto di Claudio Morabito NGambrinus, si può osservare il lato posteriore del Palazzo Reale di Napoli, la cui Affaccia su una delle più facciata principale s'affaccia su Piazza del belle piazze d’Italia. Il Plebiscito. Questo edificio ha conosciuto vari rifacimenti sino a poco prima dell'Unità d'Italia ma palazzo reale di Napoli ha originariamente fungeva da residenza per le visite attraversato nella sua storia dei re spagnoli e dei viceré nel Cinquecento per poi essere riadattato come residenza ufficiale della diverse ere con differenti capitale del Regno di Napoli. Ora è un polo dominazioni. Oggi è a museale molto importante, è sede della biblioteca nazionale che raccoglie un milione e mezzo di disposizione dei turisti e da volumi ed è sede di manifestazioni culturali, tra cui qualche anno del Napoli la 12^ edizione del Napoli Teatro Festival di quest'anno; per cui vale la pena raccontarne la Teatro Festival Italia storia. 59 LA CITTÀ

Da Palazzo Vicereale ad un Palazzo Reale La storia di questo complesso inizia dopo la conquista spagnola del Regno di Napoli con i primi lavori nel 1543 per il Palazzo Vicereale ma, nel 1600, il viceré Ruiz de Castro decise di costruire un nuovo palazzo in onore del re Filippo III d'Asburgo accanto al Palazzo Vicereale, il cui progetto fu affidato a Domenico Fontana. Nel 1734 Napoli fu conquistata da Carlo di Borbone e divenne capitale di un regno autonomo. Il nuovo re a questo punto decise di ampliare il complesso e di restaurarlo. Furono anche edificati due cortili interni, sistemati i giardini pensili e completata la facciata su via Acton. Nel 1837, a seguito di un incendio, si rese necessario un nuovo restauro dell'intero complesso da parte di Fe r d i n a n d o I I , i n c h i a v e neoclassica. Venne abbattuto il palazzo Vicereale e creato il corpo di fabbrica che oggi ospita la biblioteca nazionale. Questi lavori si conclusero nel 1858. Nel 1919 i Savoia lo cedettero al Demanio ed in questo periodo fu spostata la biblioteca mentre gli appartamenti furono conservati a scopo museale ed aperti al pubblico. Subì gravi I cortili e i giardini danni durante la Seconda Guerra Il Palazzo Reale sarà la cornice del Napoli Teatro Festival di Mondiale, con una bomba che colpì quest'anno con l'utilizzo di alcuni dei suoi cortili su cui vale la pena il teatrino di corte e l'utilizzo da soffermarsi. Andranno in scena opere delle Sezioni Italiana ed parte dei soldati angloamericani Internazionale con artisti sia del territorio che esteri, il tutto come luogo di ritrovo. Venne quindi valorizzando questo splendido complesso che si trova al centro di restaurato negli anni Cinquanta e Napoli come luogo di cultura. Il Cortile d'Onore fa parte del poi, di nuovo, negli anni 2010 progetto originario del Fontana, che prevedeva tre cortili in recuperando ciò che era prima dei corrispondenza dei tre ingressi. Si presenta a forma quadrata, con danni subiti. cinque arcate su ogni lato, intorno, al primo piano, una loggia. In

60 una nicchia nella parte orientale del cortile era posta originariamente una vasca, ma in seguito fu sostituita da una fontana, ornata con una statua della Fortuna. Il Cortile delle Carrozze, così chiamato per la vicinanza ad una rimessa di carrozze, si avvicina architettonicamente allo stile dato al palazzo da Domenico Fontana, ha una forma rettangolare, con al centro una vasca di forma ellittica in marmo, ed è unito al cortile d'onore e alla spianata dei bastioni da due corridoi di servizio. La rimessa delle carrozze è un ambiente voltato con spina centrale che verte su nove colonne in ordine dorico. Il giardino è ciò che rimane degli antichi giardini del palazzo Vicereale: venne realizzato nel 1842 e si trova protetto da un'ala nuova del palazzo, chiamata della Porcellana. È cinto tutto da una cancellata con lance dalle punte dorate; presso il cancello d'ingresso, ai lati è decorato da due Palafrenieri in bronzo, copia di quelli realizzati a San Pietroburgo. Da qui è possibile avere una visuale del Maschio Angioino ed è qui che si terrà il Dopofestival del Napoli Teatro Festival.

61 LA STRISCIA DI CENZÌ

62 TRADIZIONI E LEGGENDE I quattro “buontemponi” di Palazzo Reale

di Palazzo Reale La Regina Margherita, i poveri prigionieri bendati e le quattro statue dei re pronti a duellare … anche di notte di Paola Parisi Castigat ridendo mores. La satira politica non è nata ieri né l'altro ieri ma nel popolo partenopeo è parte integrante del suo DNA sin dalla notte dei tempi. I carnefici diventano vittime di siparietti grotteschi afflosciando tutta la loro ridondante autorità e autocelebrazione, come abbiamo spesso e volentieri avuto modo di osser vare passeggiando per Piazza del Plebiscito con le sue celeberrime statue degli otto sovrani che hanno scritto la storia di Napoli e non solo. Di questi otto, solo quattro sono i protagonisti di una leggenda popolare che si tramanda di generazione in generazione. D'impatto si potrebbero paragonare a dei concorrenti di un reality show la cui conduttrice è la Regina Margherita di Savoia che, costipata di stomaco per aver mangiato un numero considerevole di pizze, si inventa il gioco del “non si passa”. Per 63 TRADIZIONI E LEGGENDE

La storia che si ripete La gogna della Regina Margherita è diventata un gioco per i turisti che visitano avere l'immunità dalla nomination, ciascun Napoli ed anche per gli stessi napoletani. In concorrente deve percorrere bendato la piazza tanti provano ad attraversare bendati la ... ma purtroppo ... prova non superata per cui i piazza, partendo dalla porta centrale di quattro nominati sono costretti al ludibrio Palazzo Reale per passare tra le due statue quotidiano di un pubblico esigente il quale, per equestri. Si tratta di un tragitto lungo 170 la dura legge del contrappasso, diventa sovrano metri ma la meraviglia all'arrivo di quelli che con palese soddisfazione di vederli almeno per ci provano è quella di aver fallito una volta, sudditi e succubi. Ed è così che completamente la prova. La difficoltà risiede trascorrono la loro giornata ... sempre in piedi nell'irregolarità e nella pendenza che ed immobili nelle loro nicchie e presi di mira da caratterizza la piazza. migliaia di turisti di ogni parte del mondo e martoriati dai gas di scarico delle auto e dei “So' stat io...e allor?” E dulcis in fundo Vittorio motorini. Sono pur sempre cavalli ... cavalli Emanuele II, illudendosi di porre fine alla motore ma sempre cavalli sono. Cala la notte ed discussione, tuona perentorio: “Mo' te lo è giunto il meritato riposo dei condottieri che taglio!”. I restanti quattro sovrani, che fino ad finalmente scendono dai loro abitacoli per allora stoici e fieri erano rimasti muti tutto il sgranchirsi le ossa. Ecco che il pignolo Carlo V tempo, sghignazzando lo sbeffeggiano: “Vitto' di Asburgo, infastidito, punta il dito in ma che vuo' taglia'... stai semp cu' sta spada corrispondenza di una pozza d'acqua ed 'mman ... pensa che poi sarai costretto a esclama: “Chi ha pisciato ca' n'terra?” Carlo III tagliarlo ad un tuo lontano discendente al quale di Spagna di rimando: “Je nun saccio nient” ... involontariamente gli stai spianando la strada Gioacchino Murat, invece, tronfio e spavaldo: per andare a ballare in TV”... 64

METTI UNA SERA A CENA

I fratelli Daniele e Simone Testa raccontano la storia di q u e s t o l o c a l e a “Punto Monter uscello che ha conquistato il favore di Le coordinate un'importante, vasta e famosa clientela di Lorenzo Gaudiano

Da piccolo accompagnavo mio nonno a pescare. Lui non si immergeva con lo ‘s‘cafandro ma lasciando sulla barca la bombola che gli dava ossigeno attraverso un tubo fino a 15-20 metri di profondità per raccogliere frutti di mare. Il mio compito all'epoca insieme ai miei cugini era semplicemente quello di seguirlo nei suoi movimenti per fare in modo che non si perdesse oppure che gli potesse passare sopra un motoscafo. Ogni 20-30 minuti risaliva in superficie e mi portava frutti di mare di ogni tipo con un profumo diverso a seconda della zona dove si immergeva’’. È Daniele Testa che racconta e che condivide uno dei suoi primi ricordi legati al mare. La passione che con il trascorrere degli anni si è evoluta, la preparazione che si è consolidata con l'esperienza e lo studio e il sostegno continuo della famiglia hanno dato origine nel tempo a quello che rappresenta oggi ‘‘Punto Nave’’, un ristorante prestigioso per la sua capacità di conquistare il cliente a partire dalla è un piacere poterla raccontare attraverso le parole pacate materia prima in esposizione all'ingresso di Daniele, che ama parlare di questa storia anche perché fino al design del locale, che si presta bene in questo modo finisce per parlare, oltre che di se stesso, per ogni richiesta della clientela con i suoi anche della sua famiglia. séparé e i tavoli di ogni misura, il tutto Partiamo dal nome del locale. costellato dal grande universo di vini che si «‘‘Punto Nave’’ è un nome che pensarono mio padre può ammirare durante il percorso ed una Domenico e mio zio Sabatino. Dare il punto nave significa volta seduti. La storia di questo ristorante indicare un punto preciso a chi vi deve trovare. In questo di Monteruscello risale a diversi anni fa ed contesto si potrebbe intendere come indicare un punto 66 Nave” del buon gusto

dove ritrovarci tutti per mangiare bene». propose dei menu di mare a circa 25-30 Una storia che quindi parte da lontano. euro, puntando molto anche sulla pizzeria. «Mio padre ed i suoi parenti rifornivano gran parte Io e mio fratello Simone, ancora della ristorazione flegrea. Era il 1990 e decisero di dare adolescenti, cominciammo a dargli una vita a Punto Nave per offrire ai propri clienti quello che mano». non vendevano. Per 5-6 anni i pescatori che tornavano dal Siete cresciuti poi e le cose sono mare si fermavano da noi per mangiare. Purtroppo tra soci c a m b i at e , c o m e s i p u ò ve d e re non andarono d'accordo e mio padre decise di rilevare il guardandosi un po' intorno. locale. Non avendo più la stessa forza economica di prima, «Passarono circa dieci anni. Mi 67 METTI UNA SERA A CENA

mancavano quei profumi del pescato e “allontanò” perché, chiudendo la pizzeria, di fatto lo stava incominciando ad affascinarmi il privammo di quello che era stato fino a quel momento un mondo del vino. Ci innamorammo di una po' il suo mondo e poi avevamo abbandonato quello che era ristorazione diversa, di una materia prima sempre stato il nostro introito certo per un qualcosa di eccellente. Questo di fatto comportò dei incerto». cambiamenti al locale. Il numero di coperti C'è voluto qualche anno per consolidarsi dopo un d i m i n u ì d r a s t i c a m e n t e, l e s p e s e simile cambiamento. aumentarono e i costi per la clientela «Eravamo consapevoli della difficoltà e che ci sarebbero lievitarono di parecchio. Mio padre si voluti uno-due anni per vedere i frutti del nostro lavoro. 68 La clientela doveva trovare presso di noi sempre lo stesso Il vino qui non manca … prodotto e la nostra bravura era fargliela percepire, «A fine anno arriveremo a 900 etichette adeguando il prezzo. L'obiettivo è sempre stato quello di circa. Abbiamo vini di diversa provenienza: diventare il loro chiodo fisso, di far sì che per i nostri dall'Italia alla Francia, passando per la clienti “Punto Nave” diventasse la sicurezza di una serata G r e c i a , l ' A u s t r a l i a e d a n c h e i l di qualità». Sudamerica». E quindi arriviamo a quello che rappresenta oggi Chiudiamo sul futuro di Punto Nave, Punto Nave. rivolgendo una domanda a Simone «Viaggia così da cinque anni. In questo periodo impegnato in cucina. abbiamo fatto tanta gavetta, ampliato le nostre «Abbiamo avuto proposte in tutta Italia conoscenze della materia prima, anche per guadagnare la per replicare il nostro marchio. Sono venuti fiducia dei pescatori che ci riforniscono». da noi con locali siti in piazze importanti di Una domanda personale. Il rapporto con tuo fratello grandi città per convincerci a duplicare Simone. ‘‘Punto Nave’’. Ci siamo rifiutati perché «È come un matrimonio, non si può andare sempre sarebbe impossibile replicare da lontano d'accordo. Entrambi abbiamo dei difetti ma l'importante è quello che facciamo qui e poi per un accettarli sempre. All'inizio ci siamo scontrati spesso ma discorso prettamente commerciale tra di noi c'è sempre stato un amore profondo. Insieme a verrebbe a decadere quella passione da cui noi, mia moglie ci dà grandissimo sostegno e mio padre ci siamo partiti per arrivare dove siamo guarda le spalle». oggi».

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LA MOSTRA Caravaggio ed il suo periodo napoletano È visitabile ancora per un mese la mostra dedicata al grande artista l o m b a r d o a l M u s e o d i Capodimonte e … al Pio Monte della Misericordia di Marco Boscia uale la verità sulla vita di Terzaghi e da Sylvain Bellenger, QMichelangelo Merisi detto C'è stata l'arte prima di lui e direttore del Museo e Real Bosco il Caravaggio? Difficile a l'arte dopo di lui, e non sono la di Capodimonte, vengono messe a d i r s i . B a s t a c o m u n q u e stessa cosa” disposizione dei visitatori sette accantonare ipotesi, aneddoti, (Robert Hughes su importanti opere del Merisi, storie certificate e guardare Caravaggio) provenienti da istituzioni italiane semplicemente all'artista che ha “ ed internazionali, con diciannove lasciato ampia testimonianza della opere di altri artisti napoletani, tra sua grandezza ed ha impresso la i quali spiccano Battistello sua orma indelebile nella storia Caracciolo e Massimo Stanzione, dell'arte. In uno dei frequenti oltre a quelle di altri importanti periodi turbolenti della sua vita precursori del caravaggismo. È Michelangelo Merisi arrivò per la ancora possibile per un mese, per prima volta a Napoli nel 1606 chi non lo avesse fatto, visionare i perché costretto a fuggire da sei dipinti del Merisi al museo di Roma, dove era stato condannato Capodimonte: i primi a rubare dalla giustizia per l'omicidio di l'attenzione, entrando all'interno Ranuccio Tommasoni, avvenuto della Sala Causa al piano terra, in seguito ad una rissa scaturita da sono La Flagellazione, eseguita nel Prendo in prestito dei corpi e un debito di gioco. L'incontro con degli oggetti, li dipingo per 1607, in prestito dal Musée des la capitale del meridione segnò per ricordare a me stesso la magia beaux arts di Rouen, capoluogo Caravaggio una svolta: inaugurò dell'equilibrio che regola della Normandia, e la seconda d i f at t i u n n u ovo m o d o d i l'universo tutto. In questa prova dello stesso soggetto, d i p i n g e r e , t o r m e n t a t o e magia l'anima mia risuona dipinta sempre a Napoli tra il 1607 drammatico. Ed è proprio questo dell'Unic“o Suono che mi ed il 1608, direttamente per la che si evince, come spiegano i riporta a Dio” chiesa di San Domenico Maggiore, curatori, dai dipinti (tutti (Caravaggio) p o i s p o s t a t a a l m u s e o d i realizzati nella città partenopea) Capodimonte. Oltre alle due ammirati in Caravaggio Napoli. “Flagellazioni”, gli altri quattro Nella mostra organizzata dalla casa editrice dipinti di Caravaggio che si possono ammirare Electa, curata dalla professoressa Maria Cristina continuando il percorso sono: il Martirio di 71 LA MOSTRA

I pareri di Vittorio Sgarbi Sant'Orsola, arrivato al Museo dal Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli; Salomé con la testa di Battista dalla National Gallery Caravaggio sceglie di Londra; l'altra Salomé dal Palacio Real di Madrid ed il San provocatoriamente i suoi soggetti, Giovanni Battista dalla Galleria Borghese di Roma. La visita sapendo bene di mettere in crisi non termina in sala video, dove in un breve estratto con solo i valori tradizionali dell'arte, sottofondo musicale di Enzo Avitabile viene illustrata ma anche quelli della morale e della religione. Dipinge pezzenti come l'influenza che la città di Napoli ha avuto sul pittore. Il video quelli che si potevano trovare nelle si conclude con una scritta che in questi mesi ha lasciato “strade della Roma del suo tempo e li interdetti i visitatori: “Caravaggio vi aspetta al Pio Monte trasforma in santi; converte prostitute della Misericordia”. I due musei difatti hanno sì trovato in madonne, ragazzini di facili l'accordo per mettere a disposizione dei turisti navette di costumi in personaggi biblici o trasporto da un luogo all'altro, ma appare abbastanza strano mitologici, senza alcun abbellimento, che non si sia riuscita a portare l'opera, stabilmente a Napoli con la loro fisicità schietta, chiassosa, in Via dei Tribunali, a Capodimonte mentre tre opere sono maleodorante, in un modo arrivate da parecchio lontano. Questo avrebbe permesso a straordinariamente realistico, tutti di visionare fra gli altri, in una sola sede, quello che è lavorando dal vero senza disegni forse il più grande capolavoro di Caravaggio: le Sette opere di preparatori, riproducendo la luce e Misericordia. l'ombra come nessun artista aveva mai fatto prima” Orari Mostra Caravaggio Napoli Aperta tutti i giorni, compreso il mercoledì giorno di chiusura del museo Sala Causa (8.30-19.30) Perché Caravaggio La mostra terminerà domenica 14 luglio è così grande? Perché si stenta a credere che le sue idee siano state concepite quattro secoli fa. Tutto, nei suoi dipinti, dalla luce al taglio della composizione, fa pensare a un'arte che riconosciamo, a un calco di “sensibilità ed esperienze che non sono quelle del Seicento ma quelle di ogni secolo in cui sia stato presente e centrale l'uomo; la si può chiamare pittura della realtà, e a questo deve la sua incessante attualità. Davanti a un quadro di Caravaggio è come se fossimo aggrediti dalla realtà, è come se la realtà ci venisse incontro e lui la riproducesse in maniera totalmente mimetica. Stabilendo per ciò stesso un formidabile anticipo, perché si può dire, in senso oggettivo, che Caravaggio sia l'inventore della fotografia”

72 Tonda Gentile S.r.l. Via Passanti, 403 - 80047 San Giuseppe Vesuviano (NA) Tel./Fax +39 081 8272250 - [email protected] LA TRASMISSIONE Daniele Ippolito: un produttore “vulcanico”

zio. Ho sempre creduto con convinzione nei miei A luglio partirà la seconda progetti ed è per questo che ho cominciato a stagione della sua creatura, produrmeli autonomamente. Sono un produttore esecutivo, un deus ex machina che si occupa di V u l c a n i c i – A r t i s t i mettere insieme i pezzi per la realizzazione di un Incandescenti, in onda progetto». questa volta su 7Gold Una delle tue creature, “Vulcanici”, è il frutto di Lorenzo Gaudiano di questa tua passione. «Negli anni Ottanta seguivo la trasmissione di Il nostro lavoro è un foglio bianco. Non Renzo Arbore in onda su RaiDue (Doc), che andava esiste, lo devi inventare». È questo il in onda nel primo pomeriggio, dove grandi artisti primo pensiero di Daniele Ippolito, che del mondo si esibivano dal vivo dinanzi al pubblico sareb«be riduttivo definire soltanto un produttore in studio. Negli anni Novanta invece c'era RoxyBar esecutivo. Se si pensa a Morire a Napoli, l'antologia di Red Ronnie. Questi programmi musicali mi fotografica edita da Rogiosi con Nicandro Siravo, interessavano particolarmente». al programma televisivo Vulcanici – Artisti Da qui è nata l'idea di “Vulcanici”? Incandescenti e al nuovo progetto lanciato da poco «In realtà ho pensato a questo progetto in virtù con ‘Mparate a parlà, subito risaltano agli occhi la del fatto che Napoli sta vivendo un secondo sua illimitata creatività e la forte ed innata passione momento di giovinezza dal punto di vista per la musica e per il nostro territorio. musicale. Ho notato che nelle reti televisive locali Una passione per questa professione di c'è una notevole opulenza di programmi sportivi, derivazione familiare. mentre ne mancava uno dedicato alla musica dal «A trasmettermela sono stati mio padre e mio vivo. Ho quindi realizzato nel 2017 una puntata 74 zero con la collaborazione di Mauro Spenillo e Pippo Seno, produttori artistici di Andrea Sannino. L'ho presentata a Canale 9 e il direttore Enzo Coppola è stato un pazzo (ride ndr) ad accogliere questa mia proposta. Ce ne siamo resi conto successivamente perché si tratta di un programma con diverse difficoltà realizzative. Si produce musica dal vivo e questo comporta una serie di esigenze di natura tecnica che necessitano di essere soddisfatte per la buona riuscita di questo lavoro così impegnativo». Come nasce il nome del programma? «Il primo era “Napoli Music Live” ma io Con Pippo Seno e Mauro Spenillo propendo più per nomi ad effetto. Mi venne in mente “Vulcanici” e Mauro Spenillo apprezzò. Non riuscivo a trovare un sottotitolo giusto. Quando commissionai a Max Laezza la realizzazione del logo, mi propose una grafica con “Artisti Incandescenti” come sottotitolo. Più che ad una caratteristica prettamente partenopea, il nome del programma è dedicato alla creatività degli artisti». L'anno scorso prima stagione con dieci puntate su Canale 9. A luglio si parte con la seconda. «Canale 9 fa parte del circuito 7Gold. Considerando che il programma si è rivelato di grande qualità per le riprese, i contributi, il montaggio etc., sarà trasmesso su rete nazionale. Questo importante risultato è stato conseguito anche grazie all'ottimo lavoro svolto dal conduttore Michelangelo Iossa e dalla regista Giada De Gregorio». Con Giada De Gregorio 75 Ÿ Filler labbra 3D Ÿ Mastoplastica additiva Ÿ Rio filler (naso ) Ÿ Tecnica RAS per infoltimento capelli Ÿ Blefaroplastica non chirurgica Ÿ Ginecomastia Ÿ Rinoplastica Ÿ Blefaroplastica chirurgica Ÿ Fusiomed per rimodellamento corpo

Studio Dott.ssa Gianmarì Di Nola Piazza Sannazaro Napoli Via Salvator Allende - Baronissi (SA) Via Zumbrini - Portici (NA) Info: +39 331 336338846 SCAFFALE PARTENOPEO di Marina Topa Vincenza D'Esculapio: “L'Ultimo Sposatore”

ocente di storia e filosofia, autrice di testi Che ruolo ha la scrittura nella sua vita? e trasmissioni televisive per ragazzi, «La scrittura per me è il “luogo dell'anima”, dove DVincenza D'Esculapio, Enza per gli si è soli con se stessi, dove si fondono e confondono amici, quindi per tutti grazie alla sua naturale verità, menzogne, banalità, fantasie lecite e illecite accoglienza, è la dimostrazione di come sia e le parole possono scorrere sulla carta come le possibile cogliere tutte le opportunità che la vita acque di un fiume in piena che va verso il mare offre rimettendosi sempre e comunque in gioco, aperto… e l'anima si libera. E la mia anima si è nonostante gli “inciampi della vita”, per dirla come liberata dal dolore. Un dolore inabissato in un lei... Nel 2016 esordì con La torre d'Avorio, un passato remoto, rimosso e seppellito nel fondo romanzo d'inchiesta in cui rivisitava le tappe e i della memoria emotiva per lunghissimo tempo. Poi nodi fondamentali della propria vita e la sua d'improvviso, alcuni anni fa, un altro grande esperienza con i testimoni di Geova, offrendo il dolore mi ha colto di sorpresa e stordita. Allora ho panorama di un'epoca superata, di fatto, solo negli sentito il bisogno di ricucire il mio passato. Ma ero aspetti più superficiali. Il 27 maggio, in occasione lì a guardare come in un film una vita che non del suo compleanno, ha presentato L'Ultimo ricordavo fosse la mia. Poi, ora dopo ora, giorno Sposatore. Un romanzo che fa conoscere, attraverso dopo giorno, il passato è tornato e con grande la storia della protagonista Dafne e della sua fatica interiore sono uscita allo scoperto e ho famiglia, antichi rituali della nostra cultura come scritto. È nato così, quasi per caso, il mio primo l'usanza di sposare le ragazze, le esposte, della Real lavoro La torre d'Avorio, edito da Homo Scrivens Casa della Annunziata. La lettura affascina sia per nel 2016. È la storia di uno spaccato di vita dal l'alternanza di registri linguistici che per carattere autobiografico. Ora nel secondo improvvise interruzioni del racconto dovute a dei romanzo “L'Ultimo Sposatore”, edito anche questo ricordi che riportano Dafne a rivivere episodi del da Homo Scrivens, ancora una volta ricucio un passato con intensità emotiva pari a quella lontano passato, che appartiene però alla storia di dell'epoca; e poi c'è il finale di cui, ovviamente, non Dafne, la protagonista, discendente di un antico è il caso di parlare ... casato su cui vige un misterioso silenzio ...». 77 LA NOSTRA SOCIETÀ Hikikomori Sembra un grido di guerra, invece è la tendenza partita dal Giappone che porta i giovani a restare rinchiusi in casa rifiutando il confronto con una società eccessivamente competitiva di Ciro Chiaro

un testo su una particolare forma di isolamento sociale, originatasi e molto diffusa in Giappone ma che per certi aspetti si sta espandendo anche in altri paesi industrializzati: l'Hikikomori. Come si apprende dal testo Hikikomori - I giovani che non escono di casa (Alpes Italia 2019), il termine in italiano significa l G i a p p o n e , u s c i t o r i c c h e z z a e c o n o m i c a , r i t i r a r s i e d è d i v e n t at o completamente distrutto contemporaneamente si stava un'etichetta sociale per indicare Idalla Seconda Guerra minando il patrimonio più quelli che si tengono in disparte Mondiale ha conosciuto poi una importante per il futuro della da tutto e da tutti, cercando poderosa crescita industriale che nazione: i suoi giovani. Infatti conforto al loro disagio nella lo ha reso per lungo tempo nella realtà nipponica diventava solitudine più totale. L'autore l e a d e r m o n d i a l e n e l l a sempre più evidente l'emergere descrive così questo tipo di p r o d u z i o n e d i a u t o , di varie problematiche, fenomeni d i s a g i o : u n a p u l s i o n e apparecchiature fotografiche, hi- anche abbastanza diffusi, che a l l ' i s o l a m e n t o f i s i c o , fi ed elettronica in generale. La a n d a v a n o d a l b u l l i s m o continuativa nel tempo, che si nuova ricchezza al paese ha all'autolesionismo, da varie innesca come reazione alle favorito la crescita demografica forme di disagio psichico ai e c c e s s i v e p r e s s i o n i d i e negli anni 80 Tokyo ha dovuto s u i c i d i g i ova n i l i . M a r c o realizzazione sociale, tipiche modificare la sua struttura Crepaldi, specializzato in delle società capitalistiche abitativa e potenziare il sistema psicologia sociale, ha condotto economicamente sviluppate. Ma dei trasporti. Mentre si palesava vari studi sul disagio giovanile perché questa autoesclusione? un notevole benessere legato alla ed ha recentemente pubblicato Sicuramente per sfuggire alle 78 a livello sociale vengono motivazione a intraprendere un richieste competenze sempre percorso spirituale mentre nel maggiori per mantenere il caso che ci occupa è solo una proprio status e la propria necessità di sfuggire ad uno immagine; infine vi è una sperimentato malessere sociale. componente psicologica legata Secondo l'autore è importante alla piramide di Maslow, capire cosa origina questa forma secondo la quale nella scala di di negatività e sfiducia delle soddisfazione dei bisogni nuove generazioni nei confronti individuali si parte da quelli delle relazioni interpersonali, la fisiologici (mangiare, bere, quale si traduce poi in un dormire) – che stanno alla base s e n t i m e n t o d i r i f i u t o p r e s s i o n i d e l l a della piramide – per poi salire più nell'accettarsi come parte autorealizzazione. Viviamo in in alto dove si incontrano i integrante della società. Il u n a s o c i e t à f o r t e m e n t e bisogni di sicurezza e quelli rischio è che da un lato il giovane competitiva e per alcuni la paura relazionali, fino ad arrivare alla vada a strutturare un concetto di fallire diventa insostenibile. punta che è l'autorealizzazione. negativo di sé, di bassa autostima Non è tanto il fallimento in sé Qualcuno potrebbe ricordare con una ricerca spasmodica di che spaventa quanto il giudizio che in passato ci sono stati gli quello che ha di sbagliato e negativo da parte degli altri. eremiti ma quello che stiamo dall'altro la solitudine che si Come si diceva prima, il descrivendo è un qualcosa di autoalimenta. Più ci si isola, più è fenomeno è diffuso nei paesi completamente diverso. Gli difficile uscirne. ricchi e socialmente evoluti per hikikomori si isolano con il almeno tre motivi: innanzitutto corpo, non con la mente. Pur vi è un motivo pratico, nel s t a n d o c h i u s i n e l l a l o r o momento del ritiro sociale il abitazione, mantengono un ragazzo deve avere una famiglia legame con la società costruendo alle spalle che può mantenerlo, relazioni digitali ma non bisogna nonostante la sua inattività; il consider arlo un inter net secondo di carattere sociale addiction. Chiaramente da un riguarda il fatto che a ognuno di punto di vista esperienziale le n o i v e n g o n o r i c h i e s t e comunicazioni via internet non p e r f o r m a n c e s e m p r e hanno la stessa valenza delle migliorative, l'asticella viene relazioni personali. Per gli posta sempre più in alto e quindi eremiti inoltre vi era anche la Marco Crepaldi 79

LE ASSOCIAZIONI

Volontariato e sensibilizzazione dei giovani per stroncare il bullismo

invece, i giovani che si avvicinano liberamente alle Il problema che riguarda molti organizzazioni di volontariato seguono un giovani è presente nella nostra percorso di crescita umana che li stupisce; società e stenta ad essere gioiscono nello scoprire il potenziale che hanno nello svolgere un ruolo sociale, cosa che li stimola debellato. Don Aldo Scatola e ad un coinvolgimento più responsabile. Ecco l'assessore della V^ municipalità perché credo che la scuola e tutti i centri di Valentina Barberio parlano delle aggregazione, oggi più che mai, abbiano la possibilità di educare a quei valori umani condivisi, loro esperienze personali che molte famiglie non sono più in grado di dare». Valentina Barberio, Assessore alle Politiche sociali di Marina Topa e legalità della 5^ municipalità, riporta i successi li esiti degli studi sociologici sul delle iniziative prese riguardo al tema del bullismo cambiamento dei valori che regolano le Grelazioni umane oggi sono preoccupanti. Per questo è opportuno sentire anche la voce di persone che operano concretamente sia a livello istituzionale che nelle associazioni di volontariato. La loro attività, purtroppo, ha un'eco inferiore a quella dei casi di bullismo ma è confortante quanto afferma Don Aldo Scatola, parroco della Parrocchia di Santa Maria del Soccorso, dove il volontariato è attivo e ben organizzato da anni. Quali cambiamenti nota nell'approccio al volontariato da parte dei ragazzi di oggi? «Certamente maggiore consapevolezza! Prima vivere le attività parrocchiali era una fase della routine di crescita dei figli di molte famiglie. Oggi, 81 LE ASSOCIAZIONI

e del cyberbullismo. Organizzato un team di figure professionali atte ad affrontare la questione nei vari aspetti (la psicologa Daniela Speranza, docente e referente per il bullismo per il MIUR; la prof. Renata Gemi, membro della consulta della Legalità della Municipalità; Roberto Bratti, autore del libro “Bulli con un click” e l'artista Mauro Maurizio Palumbo), ci sono stati degli incontri nelle scuole che ne hanno fatto richiesta e nella sala consiliare della municipalità per spiegare che gli atti di bullismo nascondono una fragilità emotiva risolvibile se discussa e analizzata. L'utilizzo di video e giochi dedicati al tema ha permesso di ben interagire con il linguaggio dei ragazzi, chiarendo la differenza tra atto di bullismo, violenza e scherzo; ne è prova il numero crescente di ragazzi desiderosi di raccontare eventi vissuti personalmente o da amici alla fine di ogni incontro. Come valuta questa esperienza e quali programmi ha per il prossimo anno? «La maggiore difficoltà è stata l'impossibilità di raggiungere i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado per dare a tutti gli stessi strumenti. L'emozione più bella è stata vedere, durante gli incontri, i ragazzi rapiti dalle parole dei relatori e realmente partecipi: la quantità delle loro mani alzate per esprimere le emozioni ci faceva comprendere di andare nella direzione giusta. Per il nuovo anno puntiamo ad estendere tali laboratori a tutte le scuole medie del territorio, aggiungendo la figura di un avvocato che spieghi, con semplicità, i risvolti legali del bullismo e del cyberbullismo. Sono numerose le adesioni al progetto, cosa che ci motiva a fare sempre di più e meglio».

Valentina Barberio 82