L. SANTINI (*) \ ! CONTRIBUTI ALLA CONOSCENZA DEI MICETOFILIDI ITALIANI. IV. SULLA BIOLOGIA DI LEPTOMORPHUS WALKERI CURTIS (DIPTERA, MYCETOPHILIDAE) NELL'ITALIA CENTRALE

CONTRIBUTION TO THE KNOWLEDGE OF ITALIAN FUNGUS-GNATS. IV. ON THE BIOLOGY OF LEPTOMORPHUS WALKERI CURTIS (DIPTERA, MYCETOPHILIDAE) IN CENTRAL

ABSTRACT

Both biology and ethology of Leptomorphus walkeri Curtis (Diptera, Mycetophilidae) were described for two different biotopes of North-West and originaI records on fungi species, as hosts of larva, were reported.

In un precedente contributo (cfr. SANTINI, 1980) ho riferito alcuni primi da­ ti biologici sul Dittero Micetofilide Sciofilino Leptomorphus walkeri Curtis che avevo· rinvenuto in diversi ambienti della Toscana nord-occidentale. Quanto in precedenza era noto circa la biologia di questa specie si limita­ va a brevi cenni sull'habitat e sull'attività degli stadi preimaginali in diversi Paesi europei quali l'Inghilterra (EDWARDS, 1925; MAnwAR, 1937) e la Svizzera (BROCHER, 1931) (1). Con la presente nota vengono riferiti i dati definitivi, raccolti complessiva­ . mente nei medesimi biotopi, negli anni compresi tra il 1966 e il 1983.

Leptomorphus walkeri Curtis, 1831

La specie è stata all'origine descritta dal Curtis nel 1831 e designata come specie tipo del genere Leptomorphus, stabilito contemporaneamente dallo stes­ so Autore. Diff~a in tutta Europa (KERTESZ, 1903; JOHANSEN, 1909; LANDROCK, 1927), essa è slflt,ç\: ripetutamente segnalata per l'Inghilterra (CURTIS, 1831; WALKER, 1856; THE

>;~::-. (*) Istituto di Entomoldgià-agraria dell'Università di . (1) Recentemente EBERHARD (1970) ha pubblicato una accurata descrizione dell'etolo­ gia di due specie congeneri nortl-aTnericane: L; bifasciatus (SA Y) e L subcaeruleus (Coc- quillet). . ... ;. ".. ~._. (2) JOHANNSEN (1911), nella sua monografia sui Micetofilidi del Nord-America, dice, senza ulteriori precisazioni, che questa specie è presente in «Europa. e New Jersey». /

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Per l'Italia, a quanto mi risulta, l'unica citazione preesistente alla mia del 1980 è quella del CECcoNlche, nel 1898, segnalava la specie per Vallombrosa (Firenze).

Fig. 1 - Femmina di Leptomorphus walkeri Curtis.

lo la rinvenni 'una prima volta in Provincia di Pisa, a , nel 1966 e, successi~àmente, oltre che in questa località, anche nel bosco di San Rossore e in ql.r~110 di Migliarino Pisano (Pisa). In questi biotopi mi è apparsa abbastanza frequente, seppur legata a particolari substrati. La detenninazione degli esemplari da me raccolti a Montefoscoli si deve al Prof. Filippo Venturi; che qui ricordo con profonda gratitudine. I successivi esemplari, raccolti a San Rossore e a Migliarino Pisano, sono stati esaminati dal Dr. Loic Matile del Museo di Storia Naturale di Parigi, che mi ha confer­ mato la precedente determinazione ed al quale rivolgo un cordiale, amichevole ringraziamento. Esprimo infine i sensi della mia riconoscenza al Prof. Antonello Crovetti, Direttore dell'Istituto di Entomologia agraria dell'Università di Pisa, per aver­ mi rivisto criticamente il testo .

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BIOTOPO E OSPITE

Le osservazioni sono state condotte, tra il 1966 e il 1983, sia nell'entroter­ ra collinare della media Val d'Era (Pisa) sia nei boschi di San Rossore e di Mi­ gliarino Pisano (pisa). Nel primo caso si tratta di un'area intensamente coltivata a cereali, vite, olivo e fruttiferi vari e la specie era presente nei biotopi umidi" di fondovalle, di norma coincidenti con le sponde, ricche di vegetazione arborea, arbustiva ed erbacea di piccoli corsi d'acqua. Nel secondo caso,' trattandosi di aree forestali non uniformi nella loro composizione, l'insetto era presente solo nelle parti di esse più depresse e umi­ de ove insiste il bosco misto ad alto fusto, in prevalenza costituito. da caduci­ foglie (Quercus sp., Fraxinus sp., Alnus sp., Carpi,?-us sp., Ulmus sp., Populus sp}..,e."presentante sul suolo grande quantità di tronchi e .. dL branche stramazz;:l~ te. . Secondo i diversi Autori le larye vivono sui carpofori della Poliporacea re- 'supinata Poria vaporaria Q~el.(= versipora (Pers)) e)sviluppantesi su branche morte (EDWARDs, 1924; LANDROCK, 1927, 1940; KESSEL e KEsSEL, 1939; SEGUY, 1940). Altri parlano più genericamente di «placche miceliche gelatino-mucose» (BROCHER, 1931) o di «funghi corticicoli che distruggono il legno di conifere» (BRAUNS, 1954 a e b). Nei biotopi anzi indicati io ho raccolto larve e pupe di Leptomorphus wal­ keri soprattutto su Schizophora paradoxa (= poria spp.), delle Polyporacee, e su Auricularia mesenterica (Auriculariacee), della quale ultima mi sono servito poi a lungo per allevare la specie in grandi gabbie all' aperto (vedi fig. 2) e con- trollarne con più precisione lo svolgersi del ciclo biologico. . . Occasionalmente ne ho trovate anche su altre Polyporacee quali Trametes gibbosa, Coriolus versicolor, Antrodia (= Physisporus) radula, Inontus hispidus nonché su Stereum ochroleucum (= sulphuratum), della famiglia delle Sterea­ cee, Peniophora pubera delle Corticiacee e su altre due specie indeterminate, identificantisi in placche sottili e gelatinose rispettivamente di colore crema e di color grigio-cenere (4). In realtà le larve di Leptomorphus walkeri, cosÌ come quelle della maggior parte di altri Micetofilidi ectofiti, si cibano in misura più o meno cospicua del­ le spore di diverse specie di funghi Basidiomiceti gelatinosi e legnosi, re sup i­ nati o meno, che si evolvono sul legno morto di latifoglie e conifere forestali, costituendone uno dei più importanti fattori di degradazione. .

NOTE ETOLOGICHE

La specie è polivoltina ed annualmente, se il decorso stagionale è favore- vole, svolge sino a 4 generazioni complete. . . Lo sverna.rnento avviene allo stadio di uovo deposto in nòvembre sopra o in stretta prossimità dei' carpofori di quelle specie di Basidiomiceti cotticicoli che costituiscono un substrato idoneo per le larve.

(3) GOVI .(1970), nella sua monografia sulle Polyporacee italiane, pone in realtà in si­ . nonimia Poria vaporaria e Pori~ versipora con Schizophora paraq.oxa (Schrad. ex Fr.). (4) La determinazione di tute le specie da me raccolte e indicate ,nel testo, mi fu cor­ tesemente eseguita dal Prof. A. Pilat, del Museo Nazionale di Storia Naturale di Praga, oggi scomparso e che io desiderù qui ricordare con profonda gratitudine.

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Fig. 2 - In alto: stazione di raccolta delle larve di Leptomorphus walkeriCurtis a Monte­ foscoli (pisa). con tronchi di Pioppo recanti, sulla superficie inferiore, le fruttificazioni resupinate di alcuni Basidiomiceti corticicoli. In basso: uno scorcio delle estese formazio­ ni di carpofori di Auricularia mesenterica, coltivata entro grandi gabbie all'aperto, a Pisa, per l'allevamento e lo studio dell'insetto in semicattività. - 243-

SFARFALLAMENTO E COSTUMI DEGLI ADULTI

Dalle uova svernanti, quando il clima non è eccessivamente rigido, già ne­ gli ultimi giorni di febbraio nascono le larve che in circa 30 giorni raggiungo­ no la maturità. Entro la prima quindicina di aprile si possono pertanto avere i primi adulti dell'anno. Questi hanno abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne e difficil­ mente si possono osservare in volo durante le ore di piena luce, anche quando il cielo è coperto. Forse per questo motivo gli Autori del passato, ai quali non erano note le larve e i loro 'costumi, ritenevano la specie assai più rara di quanto in realtà essa non fosse. Soltanto LANDROCK (1940) sostiene che gli adul­ ti sono «IUOltO frequenti, ma ben distribuiti)~, Le imagini, quando in fase attiva, sono molto vivaci e volatrici eccellenti (5) e, come la maggior parte degli Sciofilini, si nutrono avidamente delle goc­ cioline di liquidi vari che possono reperire sulla stessa superfi'cie dei funghi vi­ sitati, come pure sulle foglie e sui rami di altri vegetali. È interessante poi no­ tare che, quando si alimentano, )0 fanno con vistosi movimenti ritmici della te­ sta, dall'alto in basso, avvalendosi di un apparato boccale di tipo lambente­ succhiante (6). La durata della vita, da me rilevata su trenta maschi e trenta femmine al­ levate in grandi gabbie all'aperto, alla temperatura media di 19° C, non ha su­ perato i 6 giorni nelle femmine mentre nei maschi è risultata compresa tra. 12 e 32 giorni. Come in molti altri Nematoceri (Cfr. SANTINI, 1979), anche in questa specie si rileva. chiaramente una condizione protandrica, con i maschi che nello sfar- fal1amentò~ precedono di 4-5 giorni le femmine. . . Gli adulti, decisamente lucifugi, durante le ore del giorrio rima~gono inat­ tivi in luoghi riparati ed oscuri, di norma poggiando sul substrato con tutte le sei zampe, le ali divaricate ed un poco discoste dall'addome. Occasionalmente, così come fanno di regola i Keroplatini (cfr.SANTINI, 1979), qualche individuo può appendersi ad un qualsiasi sostegno con le sole unghie delle zampe proto­ raciche abbandonando il resto del corpo in posizione verticale.

ACCOPPIAMENTO

La femmina accetta la copula solo dopo 2-3 ore dallo sfarfallamento, an­ che se uno o più maschi insieme tentano reiterati approcci sin dal momento in cui essa si libera dalla spoglia pupale (1). L'accoppiamento può avvenire in qualsiasi momento del giorno, ma mi è risultato più frequente nelle prime ore del mattino e alla sera. La durata della

(5) THEOBALD (1982), senza indicare esattamente per quale particolare aspetto, dice che il volo dell'adulto assomiglia molto a quello dei Lepidotteri Pteroforidi del genere Pterophorus. (6) La maggior parte degli adulti che ho allevato in cattività si sono nutriti regolar­ mente, per tutta la durata della vita, di una soluzione di glucosio al 5%, spruzzata in gocce sulla rete delle gabbie. . . (1) Un analogo comportamento del maschio, tuttavia espresso in modo ancora più in­ calzante e determinato, è stato riscontrato daIl'EBERHARD (1970) anche in L. bifasciatus e L. subcàeruleus. "1' t - 244- I

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Fig. 3 _ Leptomorphus walkeri Curtis. Disegno semischematico illustrante le fasi successi- ve dell'accoppiamento. ·b"1. copula, svolta normalmente nella più assoluta immobilità, è abbasta.9~a lunga, superando di frequente le due ore. Una stessa femmina, poi, può al~mare la deposizione delle uova a più accoppiamenti successivi. .. -.-' La coppia, se disturbata, prende il volo senza disgiungersi ed è allora la femmina a compiere il volo attivo.

DEPOSIZIONE, UOVO E SVILUPPO EMBRIONALE 1 . Ogni femmina depone in media 80 uova sui carpofori fungini prescelti o l nelle loro immediate adiacenze. Analogamente . a quanto descritto da EBERHARD· (1970) per le due specie l neartiche affini (L. bifasciatus e L. subcaeruleus), essa abbandona i suoi germi, j uno ad uno, separatamente, dopo essere discesa sul substrato fungino e spo­ I standosi rapidamente con le zampe da un punto all'altro, spesso anche inseren- i dosi in strette fessure. . n' q

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Fig. 4 - Leptomorphus walkeri Curtis. Da sinistra a destra: larva di seconda e di terza età su Auncularia mesenterica.

Volta a volta essa incurva in avanti gli uriti distali, sino a portarli al di sotto del torace, e deposita un uovo insieme ad una goccia di sostanza collete­ rica trasparente che subito si rapprende consentendone l'accollamento al sub­ strato. L'uovo è di colore biancastro, ha forma ovale allungata con l'asse maggio­ re misurante intorno a 0,7-0,8 mm e con l'intera superficie esterna del corion rivestita di sottili e fitte- spinule (8). Su di esso, poi, in prossimità di uno dei poli, si apprezza facilmente un'areoia sub-drcolare ave il corion, più sottile, va a costituire una sorta di opercolo che sj solleverà al momento della schiusa e consentjrà la fuoriuscita della larvetta. La durata dello sviluppo embrionale, in funzione della temperatura stagio­ nale, varia da 6 a9 giorni. Assai maggiore, ovviamente, è il periodo di incuba­ zione delle uova svernanti; di norma deposte intorno alla metà di novembre. I dati da me raccolti in proposito indicano che questo può oscillare da un mini­ mo di 120 ad un massimo di 135 giorni.

(8) 'Confronta anche il BROCHER (1931) che dell'uovo fornisce un piccolo disegno semi­ schematico. .. ! - 246- I LA LARVA E IL PERIODO POST-EMBRIONALE l

Al momento della schiusa la larva misura poco meno di 2 mm. e raggiun­ ge i 20-22 a maturità. Alla nascita essa è chiara, ialina, appena segnata da una leggera marmo- . reggiatura grigio-violacea che, con le età successive, diverrà sempre più eviden­ te e segnata, in ciascun segmento, ad eccezione dei primi tre e dell'ultimo, da una coppia di tacche nere dorso-laterali (vedi fig. 5). Essa h(l rigida, perché sclerificata, solo la piccola capsula cefalica mentre i restanti segmenti del cor­ po sono molli e costantemente umidi.

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l I I i l I Fig. 5 - Leptomorphus walkeri Curtis. Larva matura su Auricu.laria mesenterica. È eviden­ i te anche la tela, sottile ed opaca, prodotta' e distesa dalla larva stessa. i i ~ filftiintrs ST'" ,

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Le larve di Leptomorphus walkeri, così come quelle dei congeneri L. bila­ sciatus e ~. subcaeruleus, sono nettamente lucifughe e si possono rinvenire so­ lo sui carpofori fungini che si sviluppano al di sotto di branche e di tronchi abbattuti e marcescenti di molte piante arboree, nelle parti in cui questi non poggiano direttamente sul suolo. In realtà lo spazio compreso fra superficie del fungo recante le larve e quellasottostante più prossima non è mai inferio­ re a 3-4 cm; condizione questa indispensabile per consentire - come dirò più av4tnti - lo svolgersi della successiva ninfosi. Ciascuna larva poggia e si sposta sulla superficie esterna di una tela sotti­ le e opaca di sostanza serico-simile che la stessa emette dalle ghiandole labiali modificate, fissandola e distendendola, sollevata di circa un mm., sul supporto fungino' (vedi fig. 5) (9). , Su questa tela è sempre presente un complesso sistema ramificato di per­ corsi più marcati e rilucepti, in corrispondenza dei quali soltanto la larva si sposta da un, punto all'altro del fungo, avvalendosi di una' serie di'aree ambu­ lacrali poste sulla faccia ventrale di ciascun segmento addominale (l0). Uno dei caratteri più salienti delle larv'e, di Leptomorphus spp. è la freneti­ ca, continua oscillazione, da destra a sinistra e viceversa, della testa e dei suc­ cessivi tre segmenti toracici, mentre la restante parte del corpO rimane hnmo­ bile. Tale comportamento, già ricordato dal BROCHER (1931) per la stessa specie' e dall'EBERHARD (1970) per le due congeneri neartiche, è collegato evidentemen­ te al fatto che nel contempo la larva stende di fronte a sé, di contiIiuo, una se­ rie di sottili fili trasversali, strettamente' serrati glì uni agli altri, che costitui- scono la trama del velo sericosimile anzi ricordato. ' La funzione precipua di questa 'peculiare struttura, oltre che di .diretto supporto per la stessa larva, è evidentemente quella di raccogliere e trattenere' gran parte delle innumerevoli spore liberate dal fungo in corrispondenza della sua fase di maturità e di cui la larva si nutre abitualmente (11). Essa esercita tale attività trofica semplicemente ingerendo lembi più o me­ no ampi di velo infarcito di spore. Ne derivano cosi caratteristiche lacerazioni sub-circolari che la stessa larva poi riparerà con successive nuove fasi di tessi­ tura. Non mi risulta che le larvè di questa specie abbiano istinto gregario. Cia­ scuna di esse sembra in realtà condurre vita-- solitaria ed evitare con cura le consimili, anche quando, più di una insieme, si ritrovano a vivere su un comu- ne supporto trofico. " Negli ambienti toscani' da me considerati si J;"invengonolarve neonate già

(9) L'emissione di «bave» o «tele» sericonsirnili, diversamente estese e conformate, sono un carattere costante della maggior parte dei Micetofilidi' ectofiti. In Leptomorphus spp., cosÌ come in diversi altri Sciofilini, al contrario di quanto accade, ad esempio, in tutti i Keroplatini, tali tele non sono costellate di goccioline di liquido trasparente al quale, da parte di alcuni Autori, si attribuisce un effetto tossico nei riguardi di numerosi piccoli invertebrati che finiscono impigliati nelle tele medesime (PLACTHER, 1979). . (l0) EnWARDS (1925), ,MAnwAR (1937) e LANDROCK (1940), riferendosi evidentemente a ta­ li piste, parlano' di «tubi mucillaginosÌ» e «t1;tbi abitabili» entro i quali, secondo questi AA, esse scorrerebbero in occasione, dei loro spostamenti., ' , (11) Ho osservato che ,in condizioni di laboratorio la larva matura occasionalmente può divorare in parte larve morte della stessa specie. Non mi risulta invece che in natu­ ra le larve si nutrano dei diversi piccoli invertebrati (prevalentemente Collemboli, Coleot­ teri Stafilinidi, Scafididi e Micetofagidi ed altri piccon Ditte'ri).che frequentano di regola il fungo o la stessa tela su cui la larva si sposta.

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Fig. 6 - Lep walkeri Curtis. A sinistra è raffigurata una larva matura, appesa a testa in giù con un breve tratto di filo sericosirnile, la quale, da circa sei ore, ha iniziato la ninfosi. A destra, la stessa, ormai pupa, ventiquattro ore dopo. '. l c.. • , ;rd ." . à>t~9~"-zr' 'G7Zt '~ffisr&~' citt1'!'t"r+~7

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negli ultimi giorni di febbraio. Esse derivano da uova che hanno svernato ed erano state deposte nel novembre dell'anno precedente. Successivamente, nell'arco di tutta la buona stagione e sino ai primi gior­ ni di novembre, si possono rinvenire larve di tutte le età. La durata dello sviluppo embriçmale, verificata ripetutamente con larve al­ levate su Auricularia mesenterica, in grandi gabbie all'aperto (vedi fig. 2), varia da 21 a 32 giorni, evidentemente in dipendenza del variare della temperatura e ,della umidità ambientale. La generazione più breve è risultata essere quella che si svolge a cavallo tra giugno e luglio, con temperature medie decadiche :comprese all'incirca tra 20 e 23° C. Quella che di norma si protrae più a lun­ go coincide con il pieno periodo estivo (fine luglio ~ primi di settembre) quan­ do localmente le temperature medie decadiche salgono a valori compresi tra 22 e 25° C, parallelamente a drastici abbassamenti dell'umidità relativa. Le larve tardive dell~ quarta generazione, che intorno alla fine di ottobre - primi di novembre non hànno ancora maturato la condizione idonea ad affron­ tare la ninfa si, risultano essere poi condizionate negativamente dai limiti ter­ mici inferiori dell'autt;lnno e dell'inverno e, di norma, non sopravvivono oltre gli ultimi giorni di novembre. Al contrario, le uova deposte entro la prima quindicina dello stesso mese assicurano alla specie il superamento della stagione fredda restando quiescenti sino agli ultimi giorni del febbraio successivo.

LA PUPA E LO SFARFALLAMENTO

Per impuparsi la larva, nell'ambito dello stesso substrato dal quale, sino a quel momento, ha tratto il nutrimento o spostandosi di poco, cerca un punto riparato ed oscuro. Essa in realtà non costruisce alcun bozzolo né si provvede di una protezione di altra sorta. In poco meno di 30 minuti, con la solita so­ stanza emessa dalle ghiandole salivari, tesse un filo, lungo mediamente 1,5 cm ,e, fissatone un capo al supporto e l'altro all'estremità del suo addome, si ap­ pende liberamente, con la testa rivolta. in basso (vedi fig. 6) (12). Perché ciò sia possibile è necessario; ovviamente, che il substrato colonizzato dalla larva ma­ tura non sia in stretta prossimità del suolo o di una qualsiasi altra superficie sottostante. In tale posizione la larva rimane pressoché immobileper circa 12-14 ore, dopo di che va incontro ad una rapida metamorfosi. Questa prende avvio con il riassorbimento della capsula cefalica e con una vistosa dilatazione dei seg­ menti toracici (vedi fig. 6) per compiersi poi nello spazio di qualche ora. La pupa che ne deriva presenta la spoglia larva]e raccolta all'estremità del suo addome ed evidenzia una nuova livrea che ne favorisce la mimetizzazione con l'ambiente circostante. Essa presenta inoltre una netta proiezione angolare della testa e del torace rispetto all' addome che la rende molto somigliante alla crisalide di un lepidottero Ninfalide. .

(12) Fra i Ditteri si conosce in realtà un certo numero di Namatoceri (Alcuni Pisicodi­ di, Tipulidi, Cilindrotomidi e, appunto, Micetofiloidei) che presentano la solita pupa ob­ tecta che nel caso risulta essere, come suoI dirsi, «esposta» o «libera», in quanto non racchiusa in bozzoli o celle di nessun genere. In questi casi è singolare far rilevare che dì norma la spoglia larvale rimane fissata all'ultimo urit~ della pupa, così come accade anche nei Coleotteri Latrididi e Coccinellidi. - 250-

Lo sfarfallamento avviene dopo un periodo di ninfosi che varia da un· mi­ nimo di 4 giorni, con temperatura media intorno ai 18° C, sino a un massimo di lO quando i valori medi della temperatura scendono intorno ai 13,5 0 C. La spoglia pupale si fende in corrispondenza del dorso del torace e della testa· e, attraverso tale fessura, apparentemente immobile nel suo insieme, l'imagine fuoriesce in circa 20 minuti, aiutandosi con una serie di contrazioni peristaltiche dell'addome (vedi fig. 7).

Fig. 7 - Leptomorphus walkeri Curtis. Fasi diverse dello sfarfallamento dell'imagine. ..,. I· :."j iX . "C' "" "t.,' I .~, i « :i 1 l - 251 -

'I: f L'adulto, se non disturbato, resta ancora per qualche ora capovolto, immo- j bile, con gli ultimi 2-3 uriti ancora inseriti nella esuvia della pupa.

PARASSITI E PREDATORI

SEGUY (1940) riferisce che la larva può essere parassitizzata da un Ortho­ centrus (Ichneumonidae, Orthocentrinae). lo ho raccolto in natura, nell'arco di 18 anni, 122 larve mature, dalle qua- li, allevate in laboratorio, non ho mai ottenuto parassiti. . Al contrario, così come avevo osservato per il Keroplatino Keroplatus tipu­ loides (Cfr. SANTINI, 1979), anche le larve di Leptomorphus walkeri occasional­ mente possono essere predate dall'Imenottero Vespide Vespula germanica.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Studi da me condotti su Leptomorphus walkeri negli anni tra il 1966 e il 1983, in aree coltivate di bassa collina e boscose di pianura della Toscana lito­ ranea, evidenziano come la specie risulti essere più frequente' di quanto fosse noto in precedenza. Nei suddetti biotopi, infatti, si può incontrare questo in­ setto con relativa facilità, seppur nel ristretto ambito di particolari substrati fungini. La specie, polivoltina, presenta annualmente 4' generazioni complete e lo svernamento è affidato allo stadio di uovo che segna l'inizio di una quinta. I primi adulti dell'anno si hanno entro la prima metà di aprile ed i ma­ schi compaiono 4-5 giorni prima delle femmine. Essi . sono attivi prevalente­ mente nelle ore crepuscolari e n6tturne - motivo per cui è assai difficile po­ tedi osservar.e in volo - e si nutrono attivamente di umori liquidi di varia na­ tura che lambiscono con un apparato boccale specializzato. La durata della vita, di non oltre 6 giorni nelle femmine, può raggiungere i 31 nei maschi. L'accoppiamento' si protrae per circa due ore, dopo di che la femmina depone immediatamente i propri germi, isolati, sul substrato fungino, spostandosi rapidamente con le zampe. Le uqva delle generazioni primaverili-estive e di quella autunnale schiudo­ no in un periodo variabile da 6 a 9 giorni, mentre si ha la diapausa per quelle destinate a superare l'inverno. . Le larve, fin dai primi giorni di vita, producono, con una sostanza serÌco• simile secreta dalle ghiandole labiali modificate, una tela apaca e sottile che, distesa in stretta aderenza della parte inferiore del carpoforo, ne raccoglie le spore di cui le larve stesse si nutrono. Raggiunta la maturità in u,n tempo variabile tra 21 e 32 gionli, la larva si appende a testa in giù con un breve tratto di filo. In tale posizione ha "luogo la ninfosi che ha una durata variabile, a secondo della stagione, tra 4 e lO giorni. Non sono mai stati ottenuti parassiti da un centinaio di larve raccolte in natura, mentre sono stati osservati più volte casi di predazione delle larve di terza e quarta età da parte dell'Imenottero Vespide Vespula germanica. - 252-

RIASSUNTO

L'Autore ha studiato la biologia e l'etologia di Leptom01phus walkeri (Diptera, Myce­ tophilidae) in aree coltivate di bassa collina e boscose di pianura della Toscana Nord­ occidentale. In questi biotopi la specie è relativamente frequente e presenta annualmente 4 gene­ razioni complete. Lo svernamento è affidato allo stadio di uovo deposto nel mese di no­ vembre. Le larve neonate compaiono già a fine febbraio - primi di marzo e sviluppano sui corpi fruttieri di diverse specie di funghi corticicoli della Famiglia Polyporaceae (Schizo­ phora paradoxa, Inonotus hispidus, Trametes gibbosa, Coriolus versicoIor, Anthrodia radu­ la), Steraceae (Stereum ochroleucum) e Auriculariaceae (Auricularia mesenterica), delle cui spore si cibano in prevalenza. . . Esse producono tele sottili ed opache che distendono sul substrato fungino e nel so­ lo ambito delle quali si spostano. La durata dello sviluppo embrionale varia da 21 a 32 giorni in dipendenza del varia­ re della temperatura e dell'umidità. La pupa è libera, appesa capovolta ad un breve tratto di filo fissato allo stesso sub­ strato trofico o in un punto poco distante. Anche lo stadio di pupa ha una durata variabile da 4 a 10 giorni in funzione delle stesse condizioni climatiche. I primi adulti dell'anno compaiono nella prima metà di aprile e ogni femmina depo­ ne in media 80 uova direttamente sui carpofori dei funghi. La durata dello sviluppo embrionale, per le generazioni che si succedono dalla pri­ mavera all'autunno, varia da 6 a 9 giorni. Per le uova svernanti esso può òscillare da un minimo di 120 ad un massimo di 135 giorni. Le larve sono attivamente predate dall'Imenottero Vespula germanica.

SUMMARY

Both biology and ethology of Leptàmorphus walkeri Curtis (Diptera, Mycetophilidae) was studied along lowhill cultivated areas and woody plains of North-West Tuscany. The specìes in reIatively common through these biotopes, where four its complete generations may be observed. Leptomorphus walkeri overwinters as egg, which is laied in November. New born larvae stH! appear between the end of February and the beginning of March, and develop on the pileus of several species of bark living fungi belonging to Polyporaceae (Schizo­ phora paradoxa, I.nonotus hispidus, Trametes gibbosa, Coriolus versicolor, Anthrodia radu­ la), Stereaceae (Stereum ochroleucum) and Auriculariaceae (Auricularia mesenterica) fami­ lies, spores of which they mostly feed ono They produce thin, dull webs spreading on the substratum, only along those moving. TheembryonaI development ranges from 21 to 32 days,depending on both temperature and humidity. . The pupa is free, upside-down hanging from a short segmentattached to the trofic substratum itself, or to a real1y near point. The stage of pupa also may vary in lenght from 4 to 10 days, depending on the some climatic conditions. The first adults in the year appear in the first half of April, females laying an avera- ge of.. 80 eggs each directly on the fungai pileus. . As the generations occurring from spring to fall, the lenght of embrional develop­ ment ranges from 6 to 9 days. For the overwintering eggs the same period· may vary from 120 to 135 days. Larvae are strongly preyed by the wasp Vespula germanica.

BmUOGRAFIA

BEI-BIENKO G., 1969 - Classificazione degli Insetti della parte europea dell'Unione Sovie­ tica.. Val. V, Ditteri, Afanitteri, Leningrado, 275.

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