PROVINCIA DI Servizio Pianificazione Territoriale ______

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

VARIANTE SPECIFICA (ai sensi dell’art.27 bis della LR 20/2000 e smi)

Adeguamento tematico del P.T.C.P. alla “Variante al Piano per l’assetto idrogeologico del bacino del fiume Po (PAI): torrente Baganza da Calestano a confluenza Parma e torrente Parma zona confluenza Baganza” – Del. del C.I. n. 4 del 7 dicembre 2016

Relazione Illustrativa

Adozione

Delibera di Consiglio Provinciale n. 37 del 22 Ottobre 2018

Elaborazione Ottobre 2018

VARIANTE SPECIFICA (art.27-bis della L.R. 20/2000) Relazione Illustrativa – Adozione Delibera di Consiglio Provinciale n. 37 del 22 ottobre 2018

INTRODUZIONE ...... 3

1. LA PROPOSTA DI VARIANTE E GLI ESITI DELLA CONSULTAZIONE IN FORMA SCRITTA AI SENSI DEL COMMA 2 ART. 27BIS DELLA LR 20/2000 E SMI ...... 5

2. GLI OBIETTIVI DELLA VARIANTE DI ADEGUAMENTO DEL P.T.C.P...... 7 2.1 La Variante al PAI adottata con Del. del C.I. n. 4 del 7 dicembre 2016...... 7 2.2 L’aggiornamento della delimitazione delle fasce fluviali (Variante PAI) ...... 10 2.3 Confronto dei metodi per la delimitazione delle fasce fluviali tra PAI e PTCP ...... 12

3. ELABORATI DELLA VARIANTE ...... 15 3.1 La cartografia di progetto...... 15 3.2 Integrazione delle Norme Tecniche di Attuazione (artt. 12–13–13ter)...... 17 3.3 Aggiornamento del Quadro Conoscitivo del P.T.C.P. (Repertorio Cartografico: Atlante PAI)...... 18

4. CONTENUTI E DESCRIZIONE DELLA VARIANTE ...... 19 4.1 L’aggiornamento del PTCP: confronto grafico...... 19 4.2 Tratto urbano della città di Parma...... 19 4.3 Tratto dal ponte della tangenziale di Parma a ...... 21 4.4 Tratto da Sala Baganza a Calestano (Sala Baganza – Marzolara) ...... 22 4.5 Tratto da Sala Baganza a Calestano (Marzolara - Calestano)...... 25 4.6 Il risultato della variante di aggiornamento del PTCP ...... 27

5. VALUTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E TERRITORIALE (ValSAT) ...... 28

Responsabile del procedimento Dott.Urb. Sergio Peri

Dott. Geol. Andrea Ruffini Ing. Andrea Corradi

Fonte Dati: Elaborati variante PAI adottati con Del. di C.I. n.4 del 7 dicembre 2016

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Introduzione Il Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume PO, con Deliberazione n.4 del 7 dicembre 2016, ha provveduto all’adozione della “ Variante al Piano per l’assetto idrogeologico del bacino del fiume Po (PAI): torrente Baganza da Calestano a Confluenza Parma e torrente Parma da Parma a confluenza Po ”. La Variante è stata successivamente approvata con DPCM del 22 febbraio 2018, oggetto di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 25.05.2018 (GU Parte Prima n.120 Anno 159). La Variante del PAI riguarda l’aggiornamento delle fasce fluviali del torrente Baganza e Parma, da Calestano a confluenza Parma in zona urbana, e il torrente Parma, da Parma alla confluenza in Po, con specifico riferimento alla definizione di obiettivi e misure di riduzione del rischio. Si è provveduto in particolare all’aggiornamento dei contenuti della pianificazione di bacino vigente (PAI) sia in termini di quadro conoscitivo di base che in termini di valutazioni di pericolosità e rischio, definendo conseguentemente obiettivi e misure anche tenendo in considerazione gli effetti conseguenti all’evento alluvionale del 13 ottobre 2014.

Al fine di adeguare i contenuti e le disposizioni di riferimento della pianificazione provinciale alle nuove previsioni di tutela della pianificazione di bacino, la Provincia di Parma, ai sensi della stessa Intesa PAI- PTCP e secondo quanto previsto dall’art. 65, commi 4 e 5, del D.Lgs.152/2006 1, provvede all’elaborazione di una specifica variante di adeguamento del PTCP, quale obiettivo di gestione specificato nel Documento Unico di Programmazione 2018.

Il PTCP, aggiornato ed integrato con i dati derivanti dalle elaborazioni dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume PO, potrà rappresentare, per la pianificazione comunale, uno strumento aggiornato e condiviso di verifica della sostenibilità delle scelte di trasformazione urbanistica, coerente a tutti di livelli di governo del territorio, oltre ad un quadro complessivo della programmazione ed attuazione delle necessarie azioni di mitigazione e riduzione del rischio.

L’adeguamento cartografico delle fasce fluviali del PTCP alle nuove perimetrazioni del PAI, garantendo omogeneità di assetto all’intero corso d’acqua, ha la finalità principale di aggiornare le fasce fluviali relativamente agli effetti conseguenti all’evento alluvionale del 13 ottobre 2014.

Tale evento alluvionale ha infatti evidenziato sia le criticità del torrente Baganza in corrispondenza della confluenza cittadina con il T. Parma, sia diversi scenari di squilibrio idromorfologico del corso d’acqua e del suo bacino idrografico non ancora previsti nella pianificazione provinciale e comunale attualmente vigente. Allo stesso modo, per quanto riguarda gli obiettivi e le misure di riduzione del rischio (opere strutturali e azioni non-strutturali) previste nel Piano di Bacino vigente e nello stesso PTCP, l'evento alluvionale del 2014 e le analisi modellistiche successive, utilizzate nell’elaborazione della stessa Variante PAI, hanno dimostrato come alcune opere strutturali già individuate siano effettivamente risultate non più necessarie. In tal senso la Variante al PAI ha rappresentato l’occasione di aggiornare anche il quadro delle necessità strutturali di gestione del rischio e dell’assetto di progetto dei corsi d’acqua interessati.

1 Art. 65 D.Lgs 152/2006: c.4 - Le disposizioni del Piano di bacino approvato hanno carattere immediatamente vincolante per le amministrazioni ed enti pubblici, nonché per i soggetti privati, ove trattasi di prescrizioni dichiarate di tale efficacia dallo stesso Piano di bacino. In particolare, i piani e programmi di sviluppo socio-economico e di assetto ed uso del territorio devono essere coordinati, o comunque non in contrasto, con il Piano di bacino approvato; c.5 - Ai fini di cui al comma 4, entro dodici mesi dall'approvazione del Piano di bacino le autorità competenti provvedono ad adeguare i rispettivi piani territoriali e programmi regionali quali, in particolare, quelli relativi alle attività agricole, zootecniche ed agroforestali, alla tutela della qualità delle acque, alla gestione dei rifiuti, alla tutela dei beni ambientali ed alla bonifica.

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L’adeguamento del PTCP potrà inoltre provvedere al coordinamento delle disposizioni contenute nel piano provinciale con i contenuti del “ Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni del Distretto Idrografico Padano (PdGRA)”, approvato dallo stesso Comitato Istituzionale con Deliberazione n.2 del 3 marzo 2016 ad integrazione dell’assetto di progetto già definito nel PAI stesso.

In ragione delle caratteristiche e degli obiettivi della presente variante si è ritenuto di poter ricorrere, in merito all’iter approvativo della stessa, alla procedura di cui all’art. 27 bis della L.R. 20/2000 e smi, che prevede un procedimento semplificato rispetto a quello ordinario, in quanto: - la variante proposta consiste, come sopra specificato, in un aggiornamento tematico quale adeguamento del piano a scenari territoriali oggetto di disposizioni e atti sovra ordinati di livello regionale e statale (art.27-bis, c.1, lett. b-c); - la variante proposta comporta modificazioni e aggiornamenti del Quadro Conoscitivo e delle conseguenti previsioni di piano attinenti alla riduzione dei rischi e alla difesa del suolo (art.27-bis, c.1, lett. e). Tale procedimento semplificato prevede che, in luogo della convocazione della Conferenza di Pianificazione, la consultazione degli Enti che svolgono compiti di governo del territorio, ai fini dell'elaborazione della variante, sia svolta in forma scritta tramite l’invio di copia della proposta di piano da adottare (anche attraverso apposito supporto informatico) ai soggetti di cui all'art.27 della L.R. 20/2000 e smi al fine di acquisire i rispettivi propri contributi istruttori entro il termine perentorio di sessanta giorni dal ricevimento. Successivamente risulteranno ridotti della metà i termini per il deposito del piano adottato, per la presentazione di osservazioni e per l'espressione delle riserve e dell'intesa da parte della Regione in applicazione dell'articolo 27, commi da 4 a 13, della L.R. 20/2000 e smi.

In riferimento all’entrata in vigore della nuova Legge Regionale sulla disciplina della tutela e uso del territorio (LR n. 24 del 21 dicembre 2017), come precisato da specifica nota del Servizio Giuridico del Territorio della Regione (PG/2018/0332182 del 09.05.2018), fino alla compiuta sostituzione del PTCP con il nuovo sistema di pianificazione territoriale (PTAV), attuato a norma dell’art.76 della LR 24/2017, tutte le ipotesi di adeguamenti specifici contemplati all’art. 27-bis della LR 20/2000, incidenti su contenuti ancora efficaci degli stessi PTCP, sono da ritenersi “operabili mediante la procedura di cui al medesimo art. 27-bis. Tale possibilità transitoria, pur non espressamente contemplata nelle disposizioni di cui alla LR 24/2017, deve ritenersi sussistente in ragione della provvisoria perdurante efficacia delle previsioni dei PTCP, definita dall’art. 76, e della necessità di assicurare la coerenza del sistema di pianificazione territoriale rispetto alla complessità e all’evoluzione dell’ordinamento incidente sul governo del territorio”2.

2 Le indicazioni descritte costituiscono le precisazioni regionali circa la possibilità di attuare varianti specifiche ai piani territoriali già indicate nella “Tabella riassuntiva della fase transitoria della LR 24/2017”, allegata alla circolare assessorile “Prime indicazioni applicative della nuova legge urbanistica regionale” trasmessa a tutte le Amministrazioni territoriali dell’ambito regionale con Prot. Gen. n.179478 del 14 marzo 2018.

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1. LA PROPOSTA DI VARIANTE E GLI ESITI DELLA CONSULTAZIONE IN FORMA SCRITTA AI SENSI DEL COMMA 2 ART. 27BIS DELLA LR 20/2000 E SMI

Ai sensi del 2° comma art.27bis della LR 20/2000 e smi la Provincia ha provveduto all’elaborazione di una proposta di variante da sottoporre agli Enti territorialmente competenti, tramite non una conferenza di pianificazione bensì una consultazione svolta in forma scritta, a seguito dell’invio agli Enti suddetti della proposta di piano su supporto informatico, al fine di acquisire i rispettivi contributi istruttori entro il termine perentorio di sessanta giorni dal ricevimento.

La proposta di variante è stata approvata con decreto del Presidente della Provincia n. 117 del 19.6.2018, e successivamente trasmessa, con nota PEC n.17258 del 28.6.2018, agli Enti territorialmente competenti perché esprimessero eventuali contributi e valutazioni.

La Regione Emilia-Romagna, con nota PEC pervenuta in data 2.8.2018 Prot. n.20779, ha trasmesso la delibera della Giunta regionale n.1220/2018 relativa all’espressione del proprio contributo istruttorio al fine di dare corso alla procedura di approvazione della variante al PTCP prevista dall’art. 27 bis della L.R. 20/2000 e smi. Nella suddetto atto la Regione, pur apprezzando la volontà e l’impegno della Provincia nel mantenere aggiornato il proprio Piano al fine di proporre ai Comuni un efficace strumento di riferimento per le rispettive pianificazioni urbanistiche e un quadro complessivo della programmazione ed attuazione delle necessarie azioni di mitigazione e riduzione del rischio, ha ritenuto necessario evidenziare quanto segue: - il Gruppo di lavoro regionale ha accertato che le proposte della variante trovano riscontro nei casi previsti dall’art. 27 bis, della L.R. n. 20/2000 e smi; - la riperimetrazione e la riclassificazione delle fasce di tutela fluviale “Zone di tutela ambientale ed idraulica dei corsi d’acqua”, disciplinate dall’art.12 della NTA del PTCP vigente, costituiscono, così come presentate nella proposta, modifica al PTPR in quanto tali zone corrispondono anche a quelle dell’art. 17 del PTPR; - in ragione delle possibili modifiche al PTPR dovranno essere svolte specifiche analisi tecniche e prodotti gli approfondimenti paesaggistici necessari a motivare e documentare le modifiche proposte ed espletate le procedure previste dagli artt. 22, 27 e 40-quinquies, della L.R. n. 20/2000, s.m.d. per l’acquisizione dell’Intesa dell’Assemblea legislativa; - nel caso si intendesse procedere unicamente all’aggiornamento delle fasce PAI, si dovrà provvedere a individuare una adeguata restituzione cartografica e/o normativa che non comporti variazione alle perimetrazioni identificate come riferimento per l’applicazione dell’art.17 del PTPR; - la variante in esame rappresenta un aggiornamento del PTCP e delle conseguenti previsioni di piano al PAI, salvo nella zona di confluenza Parma-Baganza, per la quale si è ritenuto di mantenere le perimetrazioni di cui al PTCP vigente pur in assenza di specifiche motivazioni tecniche; - si suggerisce quindi di assumere, quale fascia B a tergo della B di progetto, l’area individuata nel PAI vigente quale “area inondabile per eventi della piena di riferimento in assenza dell’intervento di realizzazione del limite di progetto”, costituente elemento conoscitivo utile alla valutazione delle condizioni di rischio di cui al comma 5, art. 31 delle Norme del PAI; - in ragione della difformità sopra evidenziata, occorre valutare con attenzione e diversamente motivata la possibilità che la stessa variante rientri tra i casi di esclusione di cui al comma 5 lett. d) dell’art. 5 della L.R. n. 20/2000 e smi.

L’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume PO, con nota pervenuta in data 31.7.2018 Prot. n.20574, ha evidenziato la stessa difformità rilevata dalla Regione, proponendo allo stesso modo il recepimento, quale fascia B a tergo della B di progetto, dell’area individuata nel PAI vigente quale “area inondabile per eventi della piena di riferimento in assenza dell’intervento di realizzazione del limite di progetto”, pena il venir

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meno gli effetti dell’intesa PAI-PTCP con il conseguente perdurare della cogenza delle perimetrazioni della Variante PAI.

ARPAE - Area S.O. Strumenti di pianificazione e analisi del territorio, con nota PEC n.20958/2018 pervenuta in data 30.7.2018 Prot. n.20445, e AUSL, con nota PEC pervenuta in data 5.7.2018 Prot. n.17997, hanno espresso parere di competenza favorevole sull’adozione della variante in oggetto.

Il di Parma, con nota PEC pervenuta in data 29.8.2018 Prot. n.22539, ha provveduto a segnalare quanto segue: - la variante al PAI individua, oltre ai nuovi limiti tra le fasce (Fascia A, B, C e Limite di progetto tra la fascia B e C), anche “l’area inondabile per eventi della piena di riferimento in assenza dell’intervento di realizzazione del limite di progetto”. Tale individuazione non sembra compiutamente tenuta in considerazione dalla proposta di variante in esame. In particolare l’Allegato 2 non include, fra le zone di tutela idraulica, la porzione di territorio ad ovest del Baganza inondata durante l’evento alluvionale 2014, mentre ricomprende ancora aree non alluvionate, peraltro non identificate dalla Variante al PAI; - la necessità che gli elaborati di variante al PTCP siano strutturati al fine di garantire una migliore leggibilità della cartografia di piano nonché si auspica che le terminologie di riferimento siano uniformate in coerenza a quanto disciplinato nel PAI.

La Provincia, non modificando in alcun modo le disposizioni normative oggetto dell’intesa PAI PTCP, ha provveduto al recepimento dei contributi pervenuti, modificando di conseguenza gli elaborati della proposta di variante approvata con decreto del Presidente della Provincia n. 117 del 19.6.2018.

In ragione di quanto sopra, come descritto nei paragrafi successivi della presente relazione, è stata individuata un’adeguata restituzione cartografica (modifica della Tav. C1.6, Tav. C1.11 e Tav. C1.12 alla scala 1:25.000), con rimando ad apposito elaborato 3 ed esplicito riscontro nelle Norme di attuazione del PTCP (specificazione negli artt. 12 e 13), che non comporta modifica alle perimetrazioni identificate come riferimento per l’applicazione degli artt.17 e 18 del PTPR, per le zone di tutela dei caratteri ambientali, e che rappresenta l’aggiornamento delle fasce di tutela fluviale (artt.12-13-13ter della NTA del PTCP vigente), così come definite dall’art 28 del PAI ed aggiornate in coerenza con i contenuti della variante allo stesso Piano di Bacino. In tal senso non sono stati ritenuti necessari approfondimenti paesaggistici finalizzati a motivare e documentare le modifiche proposte, escludendo di conseguenza il ricorso alla procedura di cui all’art.40-quinquies, della L.R. n. 20/2000 s.m.i. per l’acquisizione dell’Intesa dell’Assemblea legislativa sulle eventuali modifiche alle perimetrazioni del PTPR. Come richiesto dalla Regione, dall’Autorità di Distretto e dal Comune di Parma, si è provveduto ad assumere, quale fascia B, a tergo della B di progetto nella zona a monte ed in prossimità di confluenza urbana del Capoluogo, l’area individuata nel PAI vigente quale “ area inondabile per eventi della piena di riferimento in assenza dell’intervento di realizzazione del limite di progetto ”, risolvendo in tal senso le difformità cartografiche evidenziate dagli Enti interpellati a seguito della consultazione scritta sulla proposta di variante al PTCP in oggetto.

Con Delibera di Consiglio Provinciale n. 37 del 22.10.2018 è stata adottata la Variante modificata rispetto alla proposta in considerazione del completo recepimento dei contributi pervenuti.

3 Variante al PAI Torrente Baganza da Calestano a confluenza Parma e Torrente Parma da Parma a confluenza Po - ATLANTE DELLE FASCE FLUVIALI DEL T. BAGANZA

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2. GLI OBIETTIVI DELLA VARIANTE DI ADEGUAMENTO DEL P.T.C.P. La presente variante specifica di adeguamento tematico del P.T.C.P. della Provincia di Parma, elaborata ai sensi dell’art.27bis della L.R. 20/2000 e s.m.i., si pone i seguenti obiettivi:

- adeguamento\aggiornamento delle delimitazione delle fasce fluviali del P.T.C.P. rappresentate nella Tavola C1 “Tutela Ambientale, Paesistica e Storico-Culturale” (scala 1:25.000), approvato con Del. di C.P. n.134 del 21.12.2007, attraverso il recepimento dei contenuti (definizione aggiornata dei limiti fascia A, B, B progetto e C) della Variante PAI adottata con Del. del C.I. n.4 del 7 dicembre 2016, relativa al Torrente Baganza (tratto Calestano – confluenza T. Parma e area urbana confluenza T. Baganza e T. Parma); - integrazione del repertorio cartografico (Fasce di pertinenza fluviale) del Quadro Conoscitivo del PTCP.

L’aggiornamento del P.T.C.P., in particolare del tematismo relativo alle fasce fluviali definite nella Tavola C1 “ Tutela Ambientale, Paesistica e Storico-Culturale ”, è previsto dallo stesso Protocollo d’Intesa, sottoscritto dalla Provincia, Regione Emilia-Romagna e ADBPO, per la definizione delle disposizioni del PTCP relative all’attuazione del PAI, ai sensi dell’Art.57 del DLgs n.112 e art.21 della LR 20/2000, nonché dell’art.1 delle stesse Norme di Attuazione del PAI.

Ai sensi dell’Art.8 del Protocollo sopra richiamato, gli studi di approfondimento di area vasta a carattere di necessità, svolti a scala di bacino in adempimento dell’art.1, comma 9, delle Norme di Attuazione del PAI, e della Deliberazione C.I. n. 12/2008 o in recepimento di dispositivi nazionali o comunitari, promossi dall’Autorità di Bacino del fiume Po sono preventivamente comunicati agli Enti territoriali interessati. Qualora la verifica dell’evoluzione dei processi fluviali e dello stato di realizzazione delle opere programmate evidenzi l’inadeguatezza della delimitazione delle fasce fluviali alle reali condizioni del territorio, possono successivamente essere promosse proposte di modifica relative alle fasce fluviali di corsi d’acqua già delimitati dallo stesso PAI.

Nella presente Variante di recepimento nel PTCP (Tavola C1 “Tutela Ambientale, Paesistica e Storico- Culturale”) delle nuove delimitazioni delle fasce fluviali del PAI per il T. Baganza e T. Parma (area urbana zona confluenza) sarà garantita l’unitarietà dei limiti delle fasce e la coerenza dei valori di portata nelle sezioni di raccordo tra la nuove delimitazioni e quelle esistenti.

La presente Relazione Illustrativa deriva i suoi contenuti dalla Relazione della stessa Variante al PAI.

2.1 La Variante al PAI adottata con Del. del C.I. n. 4 del 7 dicembre 2016

Il Piano di gestione del rischio di Alluvioni (PGRA) è stato approvato nella seduta di Comitato Istituzionale del 3 marzo 2016 con deliberazione 2/2016. Il PGRA sulla base della diagnosi di criticità e rischio rappresentata nelle mappe della pericolosità definisce per le Aree a Rischio Significativo (ARS) le misure di prevenzione, protezione preparazione e ritorno alla normalità per mitigare il rischio di alluvioni.

Le ARS distrettuali corrispondono a nodi critici di rilevanza strategica in cui le condizioni di pericolosità coinvolgono insediamenti abitativi e produttivi di grande importanza e numerose infrastrutture di servizio e vie di comunicazione.

I torrenti Baganza e Parma, dal Comune di Parma fino alla confluenza in Po, costituiscono una delle 21 ARS di livello distrettuale del bacino del Po. Le misure del PGRA costituiscono le azioni urgenti e

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prioritarie da attuare nei prossimi 6 anni (2016-2021), fra le quali in particolare per il torrente Baganza rientrano gli interventi post-alluvione. Tratti maggiormente critici: - attraversamento cittadino del T. Baganza (dal Ponte sulla tangenziale Sud fino alla confluenza nel torrente Parma in città); - torrente Parma immediatamente a valle dell’attraversamento cittadino di Parma; - attraversamento di , in corrispondenza del Ponte di piazza Garibaldi.

La Variante al PAI rappresenta l'attuazione di un’apposita misura prevista dalla specifica ARS del PGRA relativa ai torrenti Baganza e Parma. La finalità della Variante consiste in estrema sintesi nell’aggiornamento e nell’integrazione dei contenuti della pianificazione di bacino vigente (PAI e PTCP della Provincia di Parma) nelle sue componenti conoscitive e tecnico-operative, da attuarsi attraverso le seguenti attività:

- integrazione dei sistemi di fasce fluviali delineati dal PAI e dal PTCP; - integrazione dei nuovi elementi conoscitivi derivanti dagli studi condotti dalla Regione, dall’Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPo) e dalla Provincia di Parma; - integrazione dei nuovi elementi conoscitivi emersi in seguito all’evento alluvionale del 13 ottobre 2014; - recepimento dei contenuti del PGRA, in relazione alle mappe di pericolosità e di rischio e alle misure individuate per la specifica Area a Rischio Significativo (ARS).

La Variante è estesa sul torrente Baganza nel tratto a monte della sezione di chiusura delle fasce del PAI (ponte di Sala Baganza), dove sono attualmente vigenti le fasce introdotte dal PTCP della Provincia di Parma, al fine di garantire omogeneità di assetto all’intero corso d’acqua e tener conto degli effetti conseguenti al recente evento alluvionale del 13 ottobre 2014. Tale evento infatti non solo ha confermato la forte criticità del torrente Baganza in corrispondenza della città di Parma ma ha anche messo in evidenza un generale squilibrio del corso d’acqua e del suo bacino idrografico.

La piena del Baganza, confluita con quella del torrente Parma già laminata nella cassa, ha poi generato criticità anche nei tratti di valle con franchi ridotti sui rilevati arginali ed in particolare in corrispondenza della città di Colorno.

Gli elaborati di Variante al PAI, fonte dati per la presente relazione e per l’aggiornamento del Quadro Conoscitivo del PTCP, sono:

- Relazione Tecnica; - Atlante delle aree allagate del Torrente Baganza il 13 ottobre 2014; - Atlante geomorfologico del Torrente Baganza; - Atlante delle fasce fluviali del Torrente Baganza;

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Figura 1 – Quadro d’unione Variante PAI

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2.2 L’aggiornamento della delimitazione delle fasce fluviali (Variante PAI)

In conseguenza delle nuove conoscenze acquisite e della disponibilità dei DTM 2008 e 2014, è stata aggiornata la delimitazione delle fasce fluviali vigenti (PTCP, rif. Intesa sottoscritta in data 14.06.2011) del torrente Baganza, secondo il metodo di delimitazione definito nel PAI (allegato alle stesse Norme di Attuazione) e i seguenti criteri specifici.

Fascia A. La fascia A è stata delimitata tenendo conto delle aree di deflusso della piena dell’ottobre 2014 e dell’inviluppo degli alvei attivi dal 1976. Sono inoltre state ricomprese in fascia A le principali aree boscate ripariali prospicienti a sponde in erosione e le aree appartenenti al demanio fluviale.

Fasce B e C . Per la delimitazione delle fasce B e C si è tenuto conto di distinte situazioni con riferimento agli effetti dell’evento alluvionale, ricercando un equilibrio ottimale fra la necessità di salvaguardare gli insediamenti presenti, in alcuni casi molto rilevanti ai fini economici e produttivi, e quella di ripristinare una regione fluviale compromessa dagli interventi antropici: - aree allagate con interessamento di estese aree insediate (Parma e ); - aree allagate con marginale coinvolgimento di aree insediate; - aree non allagate in condizioni di naturalità o seminaturalità; - aree non allagate insediate che generano pressioni sulla regione fluviale.

Fascia B di progetto (aree allagate con interessamento di estese aree insediate). In corrispondenza del tratto urbano di Parma, fra la confluenza in Parma e il ponte della tangenziale, è stato inserito un limite B di progetto in corrispondenza del tracciato delle arginature storicamente presenti e tenendo conto del progetto degli interventi urgenti di difesa idraulica conseguenti l’evento alluvionale dell’ottobre 2014, progettati al giugno 2015 e realizzati da parte dell’ex STB della Regione Emilia Romagna. E’ stato inoltre inserito un tratto di limite B di progetto della fascia B in corrispondenza delle arginature di delimitazione della cassa di espansione del T. Baganza, così come individuate nel Progetto preliminare di AIPo e nel Decreto 2016/3 del 21.09.2016 del Presidente della Regione Emilia Romagna in qualità di Commissario di Governo.

Figura 2 –Variante PAI: fascia B di Progetto zona confluenza cittadina

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In corrispondenza dell’abitato di Felino è stato inserito un tratto di limite B di progetto il cui tracciato è posto in corrispondenza del limite delle aree del demanio fluviale, in relazione alla necessità di valutare, nell’ambito di un progetto di ri-funzionalizzazione idraulica e valorizzazione ambientale delle aree demaniali le opere necessarie per la difesa dell’abitato di Felino. Infine si è confermato il limite B di progetto, presente nel vigente PTCP, in sponda destra in località Marzolara, Comune di Calestano, per la difesa dell’insediamento produttivo, per il quale è stata definita una scheda di criticità specifica.

Figura 3 –Variante PAI: fascia B di Progetto e Marzolara (sx) Felino (dx)

L'evento alluvionale del 2014 e le analisi modellistiche successive hanno consentito la rivalutazione delle necessità strutturali individuate nel PAI in relazione a quadri conoscitivi e analisi aggiornate nonché dalla valutazione degli effetti della piena ottobre del 2014.

Fascia B in naturalità (aree allagate con marginale coinvolgimento di aree insediate e aree non allagate in condizioni di naturalità o seminaturalità). Come noto la fascia B è definita nel PAI come quella porzione di alveo interessata da inondazione al verificarsi della piena di riferimento funzionale ad assicurare la laminazione delle piene, dalla riattivazione delle forme fluviali ancora correlate da punto di vista morfologico, paesaggistico ed ecosistemica alla dinamica fluviale che le ha generate e dalla tutela delle aree di elevato pregio paesaggistico ed ambientale. Per il tratto a monte della città fino a Calestano, il limite di fascia B è stato quindi verificato ed aggiornato sulla base dei nuovi dati disponibili per tener conto delle aree allagate durante l’evento del 2014, delle aree boscate ripariali (Carta uso del suolo, Regione Emilia Romagna), delle aree di pregio naturalistico, del demanio fluviale, dell’inviluppo degli alvei storici attivi al 1976, in coerenza con il metodo di delimitazione. Al fine di assicurare un’efficace funzionalità idraulica, la nuova fascia B ricomprende in generale tutte le aree allagate nell’evento del 2014. Sono state escluse le sole aree urbane della città di Parma, dove è stato inserito il limite B di progetto e alcune aree anch’esse insediate molto circoscritte e coinvolte negli allagamenti per fenomeni locali di erosione e modesta tracimazione delle sponde, come è stato possibile accertare nel corso dei sopralluoghi post alluvione. Sono state incluse in fascia B ampie aree golenali ad uso prevalentemente agricolo, significative per la potenziale capacità di laminazione naturale ma che non sono state allagate durante l’evento dell’ottobre 2014, per effetto dell’abbassamento dell’alveo. Si è così definito un obiettivo del Piano che è quello di ripristinare la capacità di laminazione naturale e per questo il limite di fascia B è stato posto in corrispondenza degli elementi fisici (orli di scarpata, terrazzi, strade, ecc.) ancora rilevabili nei DTM e che delimitano la spazio di pertinenza fluviale.

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Fascia C (aree non allagate insediate che generano pressioni sulla regione fluviale). La fascia C del PTCP vigente è stata localmente ampliata utilizzando il nuovo DTM e tenendo conto in particolare delle aree allagate durante l’evento dell’ottobre 2014. A conclusione della delimitazione, con riferimento alla necessità di ripristinare assetti morfologici di maggior equilibrio, si rileva che incidono sulla regione fluviale restringendola e in alcuni casi canalizzandola per tratti significativi, numerosi insediamenti produttivi in fascia C presenti su entrambe le sponde. Tali insediamenti non sono stati generalmente interessati da allagamenti per tracimazione delle sponde durante l’evento del 2014 e sono stati pertanto esclusi dalla fascia B. Tuttavia non possono essere considerati in sicurezza rispetto ai fenomeni di erosione, asportazione e crollo delle sponde. Per essi sono state individuate la stessa Variante ha individuato le principali criticità e gli indirizzi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza.

2.3 Confronto dei metodi per la delimitazione delle fasce fluviali tra PAI e PTCP

Il PAI nell’Allegato III, al Titolo II delle Norme di Attuazione, “Metodo di delimitazione delle fasce fluviali” definisce la metodologia per l’articolazione in fasce dell’alveo fluviale e delle relative aree di pertinenza. Gli studi condotti per la determinazione delle fasce fluviali dei corsi d’acqua del territorio della Provincia di Parma del PTCP vigente (Variante di adeguamento al PAI 2007 approvata con Del. di C.P. n.134 del 21.12.2007) sono stati eseguiti utilizzando la stessa metodologia definita dall’Autorità di bacino del Po, sopra richiamata. La delimitazione delle fasce fluviali nel PTCP vigente ha interessato, oltre che la rete idrografica principale (estensione a monte della delimitazione delle fasce fluviali del PAI su Taro, Parma e Baganza, Enza, Stirone) anche la rete idrografica secondaria. In entrambi i casi, la delimitazione delle fasce è stata estesa a comprendere i tratti collinari e montani dei corsi d’acqua. Tale metodo, che si differenzia per questo aspetto con quanto realizzato dall’Autorità di bacino del Po nel PAI, ha comportato una attività integrativa di confronto e approfondimento con le aree delimitate e classificate come esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio nel PAI (aree Ee, Eb, Em), che sono state verificate ed approfondite nell’ambito del PTCP. Si riportano nel seguito gli elementi sintetici di confronto relativamente alla metodologia di delimitazione delle fasce A, B e C del PAI.

Delimitazione della fascia A

Metodo definito nel PTCP Metodo definito nel -PAI Essa è costituita dalla porzione di alveo che è sede Essa è costituita dalla porzione di alveo che è sede prevalente, per la piena di riferimento (TR=200 prevalente, per la piena di riferimento, del deflusso anni), del deflusso della corrente, ovvero che è della corrente, ovvero che è costituita dall'insieme costituita dall'insieme delle forme fluviali riattivabili delle forme fluviali riattivabili durante gli stati di durante gli stati di piena. piena. Si assume la delimitazione più ampia tra le seguenti: Si assume la delimitazione più ampia tra le seguenti: - fissato in 200 anni il tempo di ritorno (TR) della - fissato in 200 anni il tempo di ritorno (TR) della piena di riferimento e determinato il livello idrico piena di riferimento e determinato il livello idrico corrispondente, si assume come delimitazione corrispondente, si assume come delimitazione convenzionale della fascia la porzione ove convenzionale della fascia la porzione ove defluisce almeno l’80% di tale portata. defluisce almeno l'80% di tale portata. All'esterno All’esterno di tale fascia, la velocità della di tale fascia la velocità della corrente deve corrente deve essere minore o uguale a 0,4 m/sec essere minore o uguale a 0.4 m/s (criterio (criterio prevalente nei corsi d’acqua mono o prevalente nei corsi d'acqua mono o pluricursuali); pluricursali); - limite esterno delle forme fluviali potenzialmente - limite esterno delle forme fluviali potenzialmente attive per la portata con TR 200 anni (criterio attive per la portata con TR di 200 anni (criterio prevalente nei corsi d’acqua ramificati). prevalente nei corsi d'acqua ramificati).

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Delimitazione della fascia B nel PAI e delle zone di tutela dei caratteri ambientali dei corsi d’acqua (fasce di espansione inondabili e zone di tutela ordinaria) nel PTCP

Metodo definito nel PTCP Metodo definito nel PSFF-PAI

Fascia di esondazione (Fascia B): esterna alla La fascia B è esterna alla A, costituita dalla precedente, costituita dalla porzione di alveo porzione di alveo interessata da inondazione al interessata da inondazione in relazione alla piena di verificarsi dell'evento di piena di riferimento a riferimento (TR 200 anni) e che svolge funzioni di tempo di ritorno 200 anni. Con l'accumulo laminazione. Con l'accumulo temporaneo in tale temporaneo in tale fascia di parte del volume di fascia di parte del volume di piena si attua la piena si attua la laminazione dell'onda di piena con laminazione dell'onda di piena con riduzione delle riduzione delle portate di colmo. portate di colmo Il limite della fascia si estende fino al punto in cui le Il limite della fascia si estende fino al punto in cui le quote naturali del terreno sono superiori ai livelli quote naturali del terreno sono superiori ai livelli idrici corrispondenti alla piena di riferimento idrici corrispondenti alla piena indicata, ovvero sino ovvero sino alle opere idrauliche esistenti o alle opere idrauliche esistenti o programmate di programmate di controllo delle inondazioni (argini controllo delle inondazioni (argini o altre opere di o altre opere di contenimento), dimensionate per la contenimento) dimensionate per la stessa portata. stessa portata. La delimitazione sulla base dei livelli idrici è stata poi integrata con: - le aree sede di potenziale riattivazione di forme fluviali relitte non fossili, cioè ancora correlate, dal punto di vista morfologico, paesaggistico e talvolta ecosistemico alla dinamica fluviale che le ha generate; - le aree di elevato pregio naturalistico e ambientale strettamente collegate all’ambito fluviale. Il sede di definizione della cartografia del PTCP, il confine di fascia B è stato fatto coincidere esternamente, e se poco distante, con un limite fisico facilmente individuabile (ad esempio strada e carraia).

Individuazione della fascia B di progetto

Metodo definito nel PTCP Metodo definito nel PAI Si intende quella porzione di fascia A e B che, per La delimitazione delle fasce, in particolare A e B, particolari motivi socioeconomici, viene sottesa da sottende l'assunzione di uno specifico progetto per uno specifico progetto per l'assetto idraulico, l'assetto di un corso d'acqua, comprendente funzionale al contenimento dei livelli idrici di piena. l'individuazione delle caratteristiche e della I limiti della fascia A e della fascia B vengono localizzazione delle nuove opere idrauliche per il evidenziati nella cartografia con la dicitura "di contenimento dei livelli idrici di piena e per la progetto" nei casi in cui essi si identifichino con il regimazione dell'alveo. I limiti della fascia A e della perimetro di nuove opere idrauliche (ad esempio fascia B vengono evidenziati nella cartografia del arginature). Piano con la dicitura "di progetto" nei casi in cui essi si identifichino con il perimetro di nuove opere idrauliche (ad esempio arginature).

Individuazione della fascia C

Metodo definito nel PTCP Metodo definito nel PAI Costituita dalla porzione di territorio interessata da Si assume come portata di riferimento la massima

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Metodo definito nel PTCP Metodo definito nel PAI inondazione in relazione ad una piena superiore a piena storicamente registrata, se corrispondente a un quella di riferimento. Si assume come portata di TR superiore a 200 anni, o in assenza di essa, la riferimento la massima piena storicamente registrata piena con TR di 500 anni. se corrispondente ad un TR superiore a 200 anni, o Per i corsi d'acqua non arginati la delimitazione in assenza di essa, la piena con TR =500 anni. dell'area soggetta ad inondazione viene eseguita con gli stessi criteri adottati per la fascia B, tenendo conto delle aree con presenza di forme fluviali fossili. Per i corsi d'acqua arginati l'area è delimitata unicamente nei tratti in cui lo rendano possibile gli elementi morfologici disponibili; in tali casi la delimitazione è definita in funzione della più gravosa delle seguenti due ipotesi (se entrambe applicabili) in relazione alle altezze idriche corrispondenti alla piena: - altezze idriche corrispondenti alla quota di tracimazione degli argini, - - altezze idriche ottenute calcolando il profilo idrico senza tenere conto degli argini.

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3. ELABORATI DELLA VARIANTE La presente variante specifica di aggiornamento della cartografia del dissesto del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Parma, ai sensi dell’art. 27-bis della L.R. 20/2000, è composta dai seguenti elaborati: - Relazione Illustrativa; - Tav. C1.6 – C1.11 – C1.12 Tutela ambientale, paesistica e storico culturale; - Variante al Piano per l’assetto idrogeologico del bacino del fiume Po (PAI): torrente Baganza da Calestano a confluenza Parma e torrente Parma zona confluenza Baganza (ATLANTE DELLE FASCE FLUVIALI DEL T. BAGANZA); - Stralcio Norme Tecniche di Attuazione (artt. 12–13–13ter); - Quadro Conoscitivo (Repertorio Cartografico): Atlante delle Fasce Fluviali di confronto fra il PTCP vigente e la Variante al PAI.

3.1 La cartografia di progetto

A seguito del recepimento dei contenuti della Variante PAI si è provveduto alla modifica delle seguenti tavole del PTCP vigente: - TAV. C1.6 (scala 1:25.000); - TAV. C1.11 (scala 1:25.000); - TAV. C1.12 (scala 1:25.000). Come già anticipato, per il tratto di asta fluviale interessato dalla Variante PAI (confluenza cittadina – Calestano), sulla base dei contributi pervenuti a seguito della consultazione scritta ai sensi dell’art.27bis della LR 20/2000 e smi, si è provveduto ad un’adeguata restituzione cartografica (modifica della Tav. C1.6, Tav. C1.11 e Tav. C1.12 alla scala 1:25.000), che mantiene inalterate le perimetrazioni delle tutele paesaggistiche per l’applicazione degli artt.17 e 18 del PTPR, consentendo, allo stesso modo, l’aggiornamento delle fasce di tutela fluviale (artt.12 e 13 della NTA del PTCP vigente), così come definite dall’art 28 del PAI.

Figura 4 – estratto della cartografia di progetto (Tav. C1.11) del PTCP

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Figura 4a – estratto della cartografia di progetto (Tav. C1.11) del PTCP

Per il tratto di asta fluviale interessato dalla Variante PAI si è provveduto: alla modifica della cartografia rappresentando con apposito retino le tutele di carattere paesaggistico di cui agli artt. 17 e 18 del PTPR, rimandando, quale riferimento per le tutele idrauliche, alle nuove perimetrazioni della Variante PAI rappresentate nell’elaborato “Variante al Piano per l’assetto idrogeologico del bacino del fiume Po (PAI): torrente Baganza da Calestano a confluenza Parma e torrente Parma zona confluenza Baganza (ATLANTE DELLE FASCE FLUVIALI DI T. BAGANZA)”, recepito nel PTCP quale parte integrante della cartografia di progetto.

Le analisi condotte per l’elaborazione della Variante al PAI hanno evidenziato, lungo l’asta del Baganza a monte della città di Parma fino a Calestano, alcune situazioni di criticità connesse principalmente a processi locali di esondazione ed erosione, come riscontrato durante l’evento alluvionale dell’ottobre 2014, in corrispondenza di insediamenti residenziali o produttivi realizzati su aree di pertinenza fluviale ancora coinvolte nei processi fluviali. Tali situazioni vengono segnalate nella cartografia dell’Atlante delle Fasce fluviali, parte integrante della cartografia di progetto della variante specifica del PTCP, con un apposito segno grafico (“BA_XX_Criticità locale”) che rimanda a specifiche schede, riportate della Relazione Illustrativa della Variante al PAI.

In tali schede sono state descritte in sintesi le criticità presenti per le quali dovranno essere definite le linee di intervento per la mitigazione delle condizioni di rischio (rilocalizzazione, interventi di difesa, azioni di protezione civile, ecc.). La criticità di tali aree è determinata anche dalla vulnerabilità delle opere di difesa realizzate nel tempo che si collocano in un contesto di dinamica fluviale attiva e possono essere seriamente danneggiate non solo per eventi di piena gravosi ma anche in concomitanza a eventi di piena ordinaria, per cui richiedono una manutenzione costante e particolarmente onerosa. Le Schede sono relative alle seguenti località: - BA 01 Calestano;

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- BA02 Calestano, loc. Marzolara; - BA 03 Felino, loc. Fornello; - BA 04 Sala Baganza, loc. San Vitale Baganza; - BA 05 Sala Baganza, loc. San Vitale Baganza- Castellaro; - BA 06 Felino, loc. San Michele dè Gatti; - BA 07 Felino; - BA 08 Parma, loc. Tarchioni;

Le schede di criticità locale riguardano tratti del corso d'acqua e situazioni puntuali di aree di contatto tra il territorio costruito e il fiume nelle quali, nel corso dell'evento di piena dell'ottobre 2014, si sono verificate criticità e squilibri che hanno coinvolto insediamenti produttivi, strade, acquedotti e limitate porzioni di tessuto residenziale. Si tratta per la maggior parte di “recenti” insediamenti, realizzati negli anni 80 (informazione dedotta dal volo aereo della Regione Emilia Romagna del 1976) in aree di pertinenza fluviale. Tali occupazioni hanno determinato il progressivo restringimento dell’alveo e quale sua diretta conseguenza, l’incisione del fondo alveo e l’accentuazione dei processi erosivi e l'esondazione delle aree di pertinenza fluviale durante i soli eventi di piena più intensi.

L’integrazione del Quadro Progettuale del PTCP con tali segnalazioni di criticità locali può rappresentare un fondamentale ausilio nella valutazione della compatibilità idraulica delle azioni di trasformazione del territorio operate nell’ambito della pianificazione urbanistica comunale, sia in un ottica di mitigazione del rischio che in un’ottica di protezione.

Di seguito si riporta l’elenco delle tavole C1 “ Tutela Ambientale, Paesistica e Storico-Culturale ” e delle corrispondenti tavole del PAI, con indicazione delle tavole aggiornate nelle presente Variante.

Figura 5 – Matrice di corrispondenza cartografica

3.2 Integrazione delle Norme Tecniche di Attuazione (artt. 12–13–13ter)

Si è provveduto all’integrazione degli artt. 12-13-13ter delle Norme di Attuazione del PTCP vigente al fine di chiarire e disciplinare le modifiche cartografiche apportate. In particolare nel testo degli articoli (al comma 1) è stato specificato che, per i tratti di asta fluviale del T. Baganza e T. Parma (zona confluenza urbana) interessati dalla Variante al PAI adottata dal C.I. dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume PO con Del. n.4 del 7 dicembre 2016 (Variante approvata

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con DPCM del 22 febbraio 2018 – G.U. Parte Prima n.120 Anno 159) vale la specificazione cartografica delle zone di tutela dei caratteri ambientali come rappresentate nelle tavole C1.6, C1.11 e C1.12 in scala 1:25.000, per le quali rimangono vigenti le norme del PTCP vigente in coerenza con le disposizioni di cui all’art.17 del PTPR. Per le fasce di tutela idraulica nei tratti di asta fluviale sopra richiamati sono comunque da intendersi efficaci le fasce idrauliche (Fascia A, B, C e Limiti di progetto) perimetrate dalla stessa Variante al PAI adottata dal C.I. dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume PO con Del. n.4 del 7 dicembre 2016, come rappresentate nello specifico elaborato “Variante al Piano per l’assetto idrogeologico del bacino del fiume Po (PAI): torrente Baganza da Calestano a confluenza Parma e torrente Parma zona confluenza Baganza”, parte integrante dell’Elaborato Cartografico C1 del presente Piano. In tali zone trovano applicazione le Norme per le fasce fluviali di cui al Titolo II delle NA del PAI, oggetto di Intesa ai sensi dell’art.57 c.1, del D.Lgs. 112/1998 e dell’art.21, c.2 della L.R. 20/2000.

3.3 Aggiornamento del Quadro Conoscitivo del P.T.C.P. (Repertorio Cartografico: Atlante PAI)

Nell’ambito della presente variante al PTCP si è provveduto all’integrazione del Repertorio Cartografico del Quadro Conoscitivo del Piano Provinciale con lo specifico “ Atlante delle Fasce Fluviali di confronto fra il PTCP vigente e la Variante al PAI Scala 1:10.000 ”, relativo al confronto tra le nuove perimetrazioni elaborate della Variante al PAI e quelle del PTCP vigente. 



Figura 6 – Inserimento dell’Atlante delle Fasce fluviali della Variante al PAI nel “repertorio cartografico” del PTCP

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4. CONTENUTI E DESCRIZIONE DELLA VARIANTE

4.1 L’aggiornamento del PTCP: confronto grafico

Al fine di meglio comprendere le modifiche di adeguamento al PTCP si riporta di seguito una sintesi dell’analisi degli aggiornamenti dalla Variante PAI, rimandando alla consultazione dell’integrazione del Quadro Conoscitivo del PTCP, operato nella presente variante, la completa indicazione delle modifiche e del confronto tra i due strumenti di pianificazione. L’analisi può essere sviluppata individuando i seguenti tratti: Tratto urbano della città di Parma; Tratto dal ponte della tangenziale di Parma a Sala Baganza; Tratto da Sala Baganza a Calestano (Sala Baganza - Marzolara e Marzolara – Calestano).

4.2 Tratto urbano della città di Parma

Nel tratto cittadino, compreso tra la tangenziale e la confluenza nel torrente Parma, il corso d'acqua ha un alveo tipo monocursale sinuoso intensamente vincolato dalle opere idrauliche presenti quasi con continuità. Il questo tratto infatti il torrente Baganza, come solitamente si verifica per i corsi d'acqua intensamente regimati, è caratterizzato da un alveo sinuoso con barre laterali alternate.

Dal confronto dei rilievi multi temporali di sezioni si evidenzia il consolidamento di una geometria d'alveo ben definita, in cui sono rilevabili modeste mobilità laterali e di fondo, che in generale a parte fenomeni locali registrati nel corso dell'evento di piena non sembrano prefigurare quei trend parossistici rilevati in passato negli altri corsi d'acqua emiliani.

In tal senso è da evidenziare che la variazione di 1 m del fondo alveo, rilevato a monte del Ponte dei Carrettieri (rilievo 2014 quota fondo alveo 59 m e rilievo 1972 quota fondo alveo 58 m), è da ricondurre ragionevolmente a lavori eseguiti in alveo finalizzati a spostare l'alveo inciso prossimo all'argine delle Piccole Figlie e a ringrossare la sponda.

Immagine Google Earth

Nel corso dell'evento del 13 Ottobre 2014 il corso d'acqua ha attivato processi erosivi lungo le sponde. Particolarmente significative sono state le erosioni in sponda sinistra poco a monte della tangenziale (Casino Barbieri, circa 10 m), in prossimità di Via Tommaso Campanella, e l'erosione in sponda destra della spalla del Ponte dei Carrettieri, mentre le quote di fondo alveo sono per lo più rimaste costanti rispetto a quanto misurato nel rilievo del 2006.

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Figura 7 – Estratto dell’Atlante cartografico di confronto alla scala 1:10000, area confluenza urbana

In corrispondenza del tratto urbano di Parma, fra la confluenza in Parma e il ponte della tangenziale, la Variante al PAI ha previsto l’inserimento un limite B di progetto in corrispondenza del tracciato delle arginature storicamente presenti e tenendo conto del progetto degli interventi urgenti di difesa idraulica conseguenti l’evento alluvionale dell’ottobre 2014, progettati al giugno 2015 e realizzati da parte dell’ex STB Regione Emilia Romagna.

PROVINCIA DI PARMA - Servizio Pianificazione Territoriale 20 VARIANTE SPECIFICA (art.27-bis della L.R. 20/2000) Relazione Illustrativa – Adozione Delibera di Consiglio Provinciale n. 37 del 22 ottobre 2018

4.3 Tratto dal ponte della tangenziale di Parma a Sala Baganza

Dall'analisi dei dati ante alluvione 2014, si rileva un alveo di tipo transizionale (da pluricursale a sinuoso) con un trend che porterebbe al restringimento ed incisione dell'alveo, come riscontrabile dal confronto delle sezioni d'alveo 1972-2006 (quota fondo md 1-2 m inferiore a quella dei rilievi del 1972).

La sezioni tipo di questo tratto è caratterizzata da un alveo inciso, con quota media di 1-2 m inferiore rispetto alla quota delle sezioni rilevate nel 1972. Coerentemente le immagini ante alluvione mostrano un alveo di tipo transizionale sinuoso, nel quale si riconosce per lo più un alveo inciso principale sinuoso al quale si associano limitati rami laterali. L'interpretazione multitemporale delle foto aeree e delle ortoimmagini rivela la progressiva trasformazione dell'alveotipo transizionale sinuoso, già evidente in prossimità della tangenziale di Parma nel volo del 1976, che progressivamente nel tempo risale verso monte come risulta dalle ortofoto 2000.

Nel corso dell'evento alluvionale dell'ottobre 2014 tale assetto morfologico dell'alveo ha determinato l'inondazione parziale delle fasce fluviali, tuttavia i fenomeni morfologici manifestati nell'evento alluvionale dell'ottobre del 2014 e i rilievi post- alluvione sembrano evidenziare la propensione del corso d'acqua a contrastare tale trend di restringimento e abbassamento. Infatti durante l'evento del 13 ottobre 2014 il corso d'acqua ha mostrato la capacità, ad una quota di fondo inferiore di 1 - 2 m alla quota di fondo alveo del 1972, di recuperare un assetto del corso d'acqua a canali intrecciati coerente con le condizioni al contorno (granulometria, pendenza). Dalla interpretazione delle immagini aeree sono infatti riscontrabili significative erosioni spondali, riapertura/apertura di canali secondari così come confermato dai rilievi di Immagine Google Earth (sopra Loc. Gaione, sotto Sala Baganza) sezione e dal confronto dei DTM 2008 -2014.

Al fine di assicurare continuità al recupero morfologico manifestato durante il corso dell'evento alluvionale, contrastare i fenomeni di approfondimento e restringimento del corso d'acqua e favorire il pieno interessamento delle fasce fluviali in caso di inondazione, sono da escludere interventi di regimazione idraulica che prevedano l'estrazione e asportazione dall'alveo di sedimenti e sono da favorire invece, compatibilmente con l'uso del suolo, i processi di mobilità del corso d'acqua.

In località Sala Baganza - Felino è stato inserito un nuovo tratto di limite B di progetto della fascia B in corrispondenza delle arginature di delimitazione della cassa di espansione, così come individuate nel Progetto preliminare di AIPo e nel Decreto 2016/3 del 21.09.2016 del Presidente della Regione Emilia Romagna in qualità di Commissario di Governo.

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Figura 8 – Estratto dell’Atlante cartografico di confronto alla scala 1:10000, Sala Baganza

4.4 Tratto da Sala Baganza a Calestano (Sala Baganza – Marzolara)

L’alveo del torrente Baganza nel tratto da Sala Baganza a Marzolara presenta un alveo tipo a canali intrecciati con una larghezza media tra i 150-200m.

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In relazione ai dati ante alluvione ottobre 2014, si rileva una tendenza verso un alveotipo transizionale (da pluricursale a sinuoso). Il riscontro a tale interpretazione è dato dal confronto multitemporale di foto aeree e ortofoto – Foto aeree Regione Emilia Romagna 1976, Ortofoto Aima 1994, Ortofoto IT2000. Da tali immagini emerge infatti un accentuato restringimento di questo tratto di Baganza e l'affermazione e consolidamento di un singolo canale di deflusso a scapito della classica configurazione a più canali degli alvei pluricursali (vedi sezioni 53, 49, 40 e 37). L'affermazione di tale trend, come rappresentato nei modelli concettuali di riferimento della geomorfologia fluviale, comporta il restringimento e l'abbassamento del corso d'acqua con effetti negativi sulla stabilità dei manufatti idraulici e di attraversamento e più in generale sulle condizioni di equilibrio del sistema ambientale.

Tuttavia nel corso dell'evento del 13 Ottobre 2014 il corso d'acqua ha manifestato una significa resilienza morfologica in grado di riattivare processi erosivi di sponda rilevanti, attraverso i quali tende a riacquistare lo spazio di competenza (vedi erosione in sponda dx del campo pozzi a servizio del comune di Felino - sez. 55- e sponda sx lungo la Strada San Vitale Baganza - sez. 54) e a ridefinire una sezione tipica degli alvei pluricanale. Tali fenomeni indicano che persistono ancora le condizioni di portata solida, liquida e di mobilità tali da assicurare l'equilibrio dinamico del corso d'acqua.

Al fine di garantire tale equilibrio, scongiurare i trend rilevati nei dati ante alluvione e fare in modo che i fenomeni rilevati nel corso dell'evento alluvionale possano essere ricondotti nell'ambito del naturale processo morfologico di evoluzione di un corso d'acqua pluricursale, sono da escludere interventi di regimazione idraulica che prevedano l'estrazione e asportazione dall'alveo di sedimenti.

Nell’immagine a fianco: Felino (in alto); Loc. San Michele Gatti; Loc San Vitale Baganza; Loc. Marzolara (in basso).

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In Loc San Vitale, nel corso dell'evento alluvionale, si sono manifestati fenomeni erosivi particolarmente intensi che hanno interessato entrambe le sponde, recuperando alla dinamica fluviale aree che erano in corso di consolidamento.

In particolare in sx idrografica tali fenomeni erosivi hanno portato l'alveo inciso a ridosso del rilevato della strada di San Vitale Baganza in due tratti posti uno a monte e l'altro a valle dell’abitato, minacciandone la percorribilità.

La piena del T. Baganza ha parzialmente interessato gli insediamenti posti lungo la strada che attraversa il centro storico di San Vitale Baganza. Infatti le acque del T. Baganza fuoriuscendo a monte del campo da calcio, in prossimità di una depressione determinata dalla confluenza di un rio minore, si sono incanalate lungo la strada ed hanno interessato con battenti limitati gli edifici circostanti. Per quello che riguarda le criticità in Loc. San Vitale Baganza e Castellarano nel corso dell'evento alluvionale del 2014, si sono manifestati fenomeni erosivi particolarmente intensi che hanno interessato entrambe le sponde, recuperando alla dinamica fluviale aree che erano in corso di consolidamento e riaffermando forme e processi caratteristici degli alvei pluricursali. In particolare in sx idrografica tali fenomeni erosivi hanno portato l'alveo inciso a ridosso degli insediamenti produttivi presenti. Tale criticità dovrà essere valutata tenendo in conto, che i processi idromorfologici che si sono prodotti nel corso dell'evento di piena non vanno ostacolati ma gestiti attraverso il previsto programma di gestione dei sedimenti al fine di contrastare l'affermarsi della tendenza alla canalizzazione, alla riduzione della capacità di laminazione e all'aumento della velocità di propagazione delle piene. Anche in questo caso la piena del T. Baganza non ha interessato gli insediamenti produttivi.

In prossimità dell’abitato di Felino, nel corso dell'evento alluvionale, si sono manifestati fenomeni erosivi particolarmente intensi che hanno interessato entrambe le sponde, recuperando alla dinamica fluviale aree che erano in corso di consolidamento con la sponda. In particolare in sponda dx idrografica intense erosioni di sponda hanno provocato il dissesto della difesa di sponda presente e consentito l'esondazione del T. Baganza, con aggiramento dell'area sovralzata con riempimenti ed interessamento degli

Immagine Google Earth (Felino) insediamenti presenti.

Le esondazioni del T. Baganza hanno interessato, con tiranti complessivamente modesti, gli insediamenti posti in sponda dx: in parte l'impianto di lavorazione di inerti, posto su un rilevato, gli impianti sportivi retrostanti e infine alcune attività produttive poste a valle.

In relazione alle condizioni di pericolosità e rischio sopra specificate è stato definito un limite di fascia B di progetto coincidente con il confine del demanio fluviale.

L’attuazione del limite di fascia B di progetto dovrebbe derivare da un progetto di rifunzionalizzazione idraulica e valorizzazione ambientale delle aree demaniali, finalizzato a garantire un’efficace difesa delle aree produttive di Felino.

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Figura 9 – Estratto dell’Atlante cartografico di confronto alla scala 1:10000, San Vitale Baganza - Felino

4.5 Tratto da Sala Baganza a Calestano (Marzolara - Calestano)

Il torrente Baganza nel tratto da Marzolara a Calestano presenta un alveotipo pluricursale, con una larghezza media di 150 m, fatta eccezione del tratto Ronzano- Marzolara in cui il torrente si restringe incassandosi nella formazione marnosa di M. Sporno con un alveo tipo transizionale sinuoso (larghezza < 80m). In questo tratto il corso d'acqua rispetto ai rilievi storici considerati ha ridotto la sua larghezza a causa della sottrazione di aree di mobilità potenziale a favore di usi produttivi, insediativi e infrastrutturali (sponda dx del centro abitato di Calestano e sponda dx in loc. Marzolara). Tuttavia il confronto tra le sezioni del rilievo 1972, 2006 e 2014 mette in evidenza una generale stabilità altimetrica del corso d'acqua senza significativi processi di approfondimento. Nel corso dell'evento del 13 Ottobre 2014 il corso d'acqua ha manifestato la capacità di riattivare processi erosivi di sponda attraverso i quali tende a riacquistare lo spazio di competenza (vedi erosione in sponda sx che ha messo a rischio il metanodotto in prossimità del centro abitato di Calestano e l'erosione spondale in dx loc. Pioppona). Questi fenomeni, sebbene siano in alcuni casi fonte di impatto per le infrastrutture presenti nelle aree rivierasche, testimoniano la persistenza di processi propri di un corso d'acqua pluricursale e quindi prova di un sostanziale equilibrio dinamico del corso d'acqua Nell’immagine a fianco: Loc. Ramiano (in alto); Calestano (in basso);

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Nella Variante PAI è stato confermato il limite B di progetto, presente nel vigente PTCP, in sponda destra in località Marzolara, Comune di Calestano, per la difesa dell’insediamento produttivo, per il quale è stata definita una scheda di criticità specifica.

Figura 10 – Estratto dell’Atlante cartografico di confronto alla scala 1:10000, Marzolara

Nel corso dell’evento 2014, le esondazioni del T. Baganza hanno interessato, con tiranti complessivamente modesti, alcuni insediamenti posti in sponda dx.

Nella Variante al PAI si precisa che l’attuazione del limite di fascia B di progetto (prevista anche nel PTCP vigente) dovrà essere preceduta da un’analisi a scala locale delle dinamiche di allagamento verificatesi durante l’alluvione dell’ottobre 2014. Contestualmente alla individuazione degli interventi di difesa dovrà inoltre essere valutata la possibilità di avviare programmi di riqualificazione urbanistica finalizzati al recupero delle aree degradate, ad un uso razionale delle aree residuali, e a ridurre la vulnerabilità degli insediamenti presenti, prevedendo, in relazione alle situazioni di rischio residuo che comunque permarranno, anche la loro delocalizzazioni e la contestuale riqualificazione delle aree da restituire all'ecosistema fluviale per ripristinare adeguate condizioni di funzionalità idromorfologiche.

Nel tratto di Calestano, la piena del T. Baganza del 2014 non ha prodotto danni al tessuto residenziale, produttivo e alle infrastrutture, che risultano difese da un sistema arginale posto in sponda dx che si interrompe in corrispondenza delle confluenze con i rii secondari. Nel corso dell'evento tale sistema difensivo ha contenuto i livelli di piena con franchi limitati.

Al contrario il reticolo secondario che attraversa il centro abitato di Calestano ha causato danni al tessuto urbano. In particolare il Rio Santa Agata, che è tombinato per tutto il tratto cittadino, è esondato, ed ha causato l'allagamento delle strade del centro del paese determinando significativi danni ad abitazioni ed infrastrutture, con interruzione dell'erogazione dell'acqua potabile ed evacuazione della scuola.

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4.6 Il risultato della variante di aggiornamento del PTCP

Nella Variante si è provveduto al completo dei contenuti (definizione aggiornata dei limiti fascia A, B, limite B di progetto e C) della Variante PAI adottata con Del. del C.I. n.4 del 7 dicembre 2016, relativa al Torrente Baganza (tratto Calestano – confluenza T. Parma e area urbana confluenza T. Baganza e T. Parma). Si è operato il mero recepimento delle nuove delimitazione del PAI garantendo l’unitarietà dei limiti delle fasce e la coerenza dei valori di portata nelle sezioni di raccordo tra la nuove delimitazioni e quelle esistenti. Si rimanda alla cartografia di progetto della presente Variante, rappresentata dall’ ATLANTE DELLE FASCE FLUVIALI DEL T. BAGANZA (Variante al Piano per l’assetto idrogeologico del bacino del fiume Po (PAI): torrente Baganza da Calestano a confluenza Parma e torrente Parma zona confluenza Baganza), la consultazione specifica delle nuove delimitazione delle fasce fluviali del PTCP. Nell’area urbana della Città di Parma, in corrispondenza della zona di confluenza Parma-Baganza, si è ritenuto, come richiesto dalla Regione, dall’Autorità di Distretto e dal Comune di Parma, si è provveduto ad assumere, quale fascia B, a tergo della B di progetto nella zona a monte ed in prossimità di confluenza urbana del Capoluogo, l’area individuata nel PAI vigente quale “area inondabile per eventi della piena di riferimento in assenza dell’intervento di realizzazione del limite di progetto”, risolvendo in tal senso le difformità cartografiche evidenziate dagli Enti interpellati a seguito della consultazione scritta sulla proposta di variante al PTCP in oggetto.

Figura 11 – Nuovo assetto delle fasce fluviali della Variante al PTCP per l’area urbana di Parma

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5. Valutazione di Sostenibilità Ambientale e Territoriale (ValSAT) La Regione Emilia-Romagna, con la L.R. 20/2000 “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio”, dispone che la Regione, le Province e i Comuni, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, nell’elaborazione ed approvazione dei propri piani prendono in considerazione gli effetti significativi sull’ambiente e sul territorio che possono derivare dall’attuazione dei medesimi piani, provvedendo alla Valutazione preventiva della Sostenibilità Ambientale e Territoriale (ValSAT) degli stessi, in conformità alla Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 (Valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente) e alla normativa nazionale e regionale di recepimento della stessa (Art.5 comma 1). Perseguendo tale obiettivo, nel Documento Preliminare dei Piani e in un apposito documento di ValSAT, costituente parte integrante del piano adottato ed approvato, devono essere individuati, descritti e valutati i potenziali impatti delle scelte operate e le misure idonee per impedirli, mitigarli o compensarli, alla luce delle possibili alternative e tenendo conto delle caratteristiche del territorio e degli scenari di riferimento descritti dal Quadro Conoscitivo e degli obiettivi di sviluppo sostenibile perseguiti con il medesimo piano (Art.5 comma 1).

La presente di Variante al PTCP si pone l’obiettivo primario di aggiornare gli strati informativi del Piano Provinciale (fasce fluviali) recependo le nuove elaborazioni e conclusioni della “Variante al Piano per l’assetto idrogeologico del bacino del fiume Po (PAI): torrente Baganza da Calestano a Confluenza Parma e torrente Parma da Parma a confluenza Po” adottata dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume PO con Deliberazione n.4 del 7 dicembre 2016. Tale aggiornamento del PTCP è utile ad indirizzare, nel pieno rispetto del ruolo strategico di settore che il piano provinciale ha assunto ai sensi dell’art.57 c.1 del D.Lgs. 112/1998, le scelte urbanistiche comunali verso ambiti territoriali caratterizzati da un minore grado di pericolosità, costituendo in tal senso una concreta azione non strutturale di riduzione e mitigazione del rischio idrogeologico stesso operate sia scala di area vasta che a scala locale. La variante del PTCP riguarda esclusivamente il recepimento tout-court della cartografia delle fasce fluviali aggiornate nel PAI dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume PO. La predisposizione della stessa Variante al PAI rappresenta l’attuazione di una specifica misura 4 per l’obiettivo generale di distretto di “riduzione dell’esposizione al rischio” del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (misura per l’ARS - Aree a rischio significativo Torrenti Parma e Baganza). Il Piano di Gestione Rischio di Alluvioni (PGRA) è un nuovo strumento di pianificazione previsto nella legislazione comunitaria: la Direttiva Alluvioni (Direttiva 2007/60/CE sulla valutazione e gestione del rischio di alluvioni, recepita nell’ordinamento italiano con il D.Lgs. 49/2010).

La Direttiva Alluvioni si inserisce nel quadro delle politiche europee in tema di acque, iniziato con la direttiva 2000/60/CE, che si prefigge l'obiettivo di salvaguardare e tutelare i corpi idrici superficiali e sotterranei e di migliorare la qualità della risorsa, con la finalità di raggiungere il buono stato ambientale in tutti i corpi idrici europei

Il PGRA è stato elaborato in base alle mappe di pericolosità, di rischio e delinea gli obiettivi per gestire il rischio. Il Piano è stato sottoposto alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) definita dal Titolo II, Parte seconda del decreto legislativo 152/2006 e smi, in recepimento della direttiva 2001/42/CE.

4 Il PGRA sulla base della diagnosi di criticità e rischio rappresentata nelle mappe della pericolosità definisce per le Aree a rischio significativo (ARS) le misure di prevenzione, protezione preparazione e ritorno alla normalità per mitigare il rischio di alluvioni. Le ARS distrettuali corrispondono a nodi critici di rilevanza strategica in cui le condizioni di pericolosità coinvolgono insediamenti abitativi e produttivi di grande importanza e numerose infrastrutture di servizio e vie di comunicazione. I torrenti Baganza e Parma, dal Comune di Parma fino alla confluenza in Po, costituiscono una delle 21 ARS di livello distrettuale del bacino del Po. Le misure del PGRA costituiscono le azioni urgenti e prioritarie da attuare nei prossimi 6 anni (2016-2021), fra le quali in particolare per il torrente Baganza rientrano gli interventi postalluvione.

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Gli Obiettivi generali del Piano alla scala di Distretto risultano pienamente coerenti con l’obiettivo strategico del PTCP di migliorare la qualità ambientale del territorio, mirando alla sua tutela sia sotto il profilo dell’aspetto fisico che culturale. In particolare:

PGRA PTCP ai sensi dell’art. 7 della Direttiva 2007/60/CE e ai sensi dell’art. 20, comma 2, del D.Lgs 267/2000 e del D.lgs. n. 49 del 23.02.2010 dell’art. 26 della legge regionale 20/2000 Obiettivi per la salute umana - costituisce strumento di indirizzo e coordinamento per la - riduzione del rischio per la vita, la salute umana; pianificazione urbanistica comunale; - mitigazione dei danni ai sistemi che assicurano la - assume valore di piano di settore della difesa del suolo al sussistenza (reti elettriche, idropotabili, etc.) e l'operatività fine di garantire un livello di sicurezza sul territorio dei sistemi strategici (ospedali e strutture sanitarie, scuole, rispetto ai fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico. etc.). Obiettivi e finalità: Obiettivi per l'ambiente - migliorare la qualità ambientale del territorio, mirando - riduzione del rischio per le aree protette dagli effetti alla sua tutela sia sotto il profilo dell’aspetto fisico che negativi dovuti a possibile inquinamento in caso di eventi culturale; alluvionali; - individuare, anche in attuazione degli obiettivi della - mitigazione degli effetti negativi per lo stato ecologico dei pianificazione regionale, ipotesi di sviluppo dell’area corpi idrici dovuti a possibile inquinamento in caso di provinciale, prospettando le conseguenti linee di assetto e eventi alluvionali, con riguardo al raggiungimento degli di utilizzazione del territorio; obiettivi ambientali di cui alla direttiva 2000/60/CE. - definisce i criteri per la localizzazione e il Obiettivi per il patrimonio culturale e archeologico dimensionamento di strutture e servizi di interesse - riduzione del rischio per il sistema costituito dai beni provinciale e sovracomunale; culturali, storici, archeologici ed architettonici esistenti; - definisce le caratteristiche di vulnerabilità, criticità e - mitigazione dei possibili danni dovuti ad eventi alluvionali potenzialità delle singole parti e dei sistemi naturali ed sul sistema del paesaggio. antropici del territorio e le conseguenti tutele Obiettivi per le attività economiche paesaggistico-ambientali; - mitigazione dei danni alla rete infrastrutturale primaria - definisce i bilanci delle risorse territoriali e ambientali, i (ferrovie, autostrade, SGC, strade regionali, impianti di criteri e le soglie del loro uso, stabilendo le condizioni e i trattamento, etc.); limiti di sostenibilità territoriale e ambientale delle - mitigazione dei danni al sistema economico e produttivo previsioni urbanistiche comunali che comportano rilevanti (pubblico e privato); effetti che esulano dai confini amministrativi di ciascun - mitigazione dei danni alle proprietà immobiliari; ente; - mitigazione dei danni ai sistemi che consentono il - recepisce le disposizioni del Piano Stralcio per l’Assetto mantenimento delle attività economiche (reti elettriche, Idrogeologico dell’Autorità di Bacino del fiume Po, idropotabili, etc.). facendone propri i contenuti e assumendo il valore e l’effetto di piano di settore in quanto detta le disposizioni in materia di tutela dell’ambiente delle acque e difesa del suolo.

Gli obiettivi generali del PGRA sono riconducibili ai seguenti gruppi: misure di prevenzione, di protezione, di preparazione, di risposta-ripristino. Le misure di prevenzione riguardano essenzialmente la regolamentazione dell'uso del territorio, coerente con la pericolosità idraulica: le regole di pianificazione urbanistica, le misure di prevenzione dei PAI vigenti, le eventuali misure per la delocalizzazione e riallocazione di elementi a rischio, ecc. Le misure di protezione riguardano gli interventi di difesa, sia come opere strutturali di difesa (argini, casse di espansione, difese a mare, ecc.), sia come azioni di regimazione dell'assetto fluviale per il recupero della naturalità (recupero di aree golenali, sistemazioni idraulico-forestali, ripristino di aree umide, ecc.).

Le misure di preparazione riguardano il preannuncio ed il monitoraggio degli eventi (sistema di rilevamento, monitoraggio idropluviometrico, modelli di previsione meteo e valutazione degli effetti a terra), i protocolli di gestione delle opere in fase di evento, i piani di protezione civile per fronteggiare i danni attesi durante l'evento. Le misure di risposta-ripristino riguardano la rianalisi post-evento al fine di valutare ed eventualmente correggere le altre misure adottate.

In relazione alla verifica di coerenza tra gli obiettivi del PGRA, PAI e PTCP (con particolare riferimento alla presente proposta di variante) si riporta la seguente tabella di analisi:

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Prevenzione Vf Protezione Vf Preparazione Vf Recupero-analisi Vf Opere di difesa idraulica (casse di Modelli di previsione Supporto medico e Azioni e regole di espansione, argini, e allertamento psicologico, assistenza governo del territorio pennelli, briglie, finanziaria e legale soglie, ecc.) Manutenzione e Attività di ripristino Politiche di uso del suolo gestione dei corsi Sistemi d’allarme delle d’acqua condizioni pre-evento Delocalizzazioni - Azioni e piani di Regolamentazione Rianalisi e revisione protezione civile urbanistica Misure d’adattamento (norme di invarianza Protocolli di gestione Ripristino ambientale idraulica, riduzione della delle opere di difesa subsidenza) Informazione alla Valorizzazione Approfondimento delle popolazione e esperienze e conoscenze formazione conoscenze Monitoraggio Azioni e politiche di mantenimento e/o di ripristino delle pianure alluvionali Azioni specifiche mirate a ridare spazio ai fiumi

non di competenza del Vf Verifica: massima coerenza coerenza indiretta PTCP

Verificata la coerenza tra gli obiettivi del PGRA e il PTCP, perseguiti in modo specifico anche dal recepimento delle perimetrazioni PAI nel PTCP, rappresentando di fatto l’attuazione di una misura specifica dello stesso Piano di Gestione, in riferimento alla necessità di sottoporre la presente proposta di variante alla procedura di VAS\ValSAT, risulta evidente quanto di seguito considerato: - il PTCP vigente e le sue precedenti varianti sono dotate di specifica VAS\ValSAT ai sensi dell’art.5 della LR 20/2000 e smi; - l’aggiornamento del PTCP è attuato attraverso il mero recepimento dei contenuti dalla Variante al PAI, adottata dal C.I. dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume PO con Del. n.4/2016, per la quale sono stati assolti tutti gli adempimenti in merito alla forme di deposito e partecipazione previsti dalla normativa nazionale e regionale vigente 5, tra cui nello specifico la valutazione delle osservazioni di diversi portatori di interesse; - la variante proposta può rientrare nei casi di esclusione previsti dal comma 5 lett.d) dell’art.5 della LR 20/2000 e smi, in quanto si limita ad introdurre “modifiche necessarie per l’adeguamento del piano alle previsioni immediatamente cogenti contenuti negli strumenti nazionali, regionali o provinciali di pianificazione territoriale, di cui è già stata svolta la valutazione ambientale” ; - la variante non interessa previsioni o azioni strategiche previste dalla pianificazione provinciale;

5 Dell’adozione del Progetto di variante è stata data notizia nella Gazzetta Ufficiale n. 38 del 16 febbraio 2016 e nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna (Parte Seconda) n. 45 del 24 febbraio 2016, nonché sui siti istituzionali dell’Autorità di Bacino e delle Regioni facenti parte del distretto. Il Progetto di variante è stato, quindi, sottoposto a consultazione e ad eventuali osservazioni nel periodo 16 febbraio – 16 maggio 2016. I termini di consultazione e osservazione sono stati prorogati fino al 4 agosto, con pubblicata su G.U.R.I. n. 130 del 6 giugno 2016 e B.U.R. del 29 giugno 2016, a seguito di una richiesta di portatori di interesse in conseguenza della quale l’Autorità di bacino ha provveduto a pubblicare sul proprio sito web gli elaborati cartografici del Progetto di Piano anche in formato pdf, più accessibile ai diversi portatori di interesse.

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- in tema di valutazione delle possibili alternative, considerati gli obiettivi della stessa variante e le disposizioni normative vigenti, non risultano considerabili ulteriori alternative all’attuazione dell’aggiornamento della cartografia proposta; - in tema di aree protette, non si riscontrano interferenze negative con le perimetrazioni dei Siti della Rete Natura 2000 ed in particolare con gli obiettivi di tutela e conservazione degli stessi; - a seguito dell’aggiornamento dei contenuti del PTCP non risultano necessarie modifiche al piano di monitoraggio della ValSAT del piano vigente, con particolare riferimento alle modalità di raccolta dei dati, agli indicatori necessari alla valutazione ed ai target di riferimento; - nel complesso, anche sulla base delle valutazioni e conclusioni contenute nel Rapporto Ambientale di VAS del PGRA, non si evidenziano rilevanti effetti significativi negativi sull’ambiente connessi all’attuazione della variante specifica al PTCP proposta. - per i piani stralcio di distretto per l'assetto idrogeologico, redatti nelle more dell'approvazione dei piani di bacino (art. 67, comma 1, del D.Lgs 152/2006), è prevista l'esclusione dalla procedura di VAS ai sensi dell'art. 68 del D.Lgs 152/2006 6.

Per quanto sopra, ai sensi dell’art.5 della LR 20/2000, in coerenza con le disposizioni del Titolo II,Parte II del D.Lgs.152/2006 e s.m.i., si ritiene che la proposta di variante specifica al PTCP per l’aggiornamento delle fasce fluviali in recepimento, senza ulteriori modifiche cartografiche o normative, dei contenuti della Variante PAI, adottata dal C.I. dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume PO con Del. n.4/2016, non necessiti di essere sottoposta alla procedura di VAS\ValSAT .

I progetti dei possibili interventi previsti conseguentemente all’attuazione della variante, qualora inseriti negli Allegati II, III e IV alla parte seconda del D.Lgs. 152/06 e negli allegati della L. R. 9/99, dovranno essere sottoposti alle procedure di verifica (screening) o alle procedure di VIA ai sensi delle vigenti disposizioni normative, al fine di definire la migliore e specifica determinazione degli impatti ambientali e delle necessarie misure di mitigazione e/o compensazione.

6 DLgs 152/2006: art. 67 “I piani stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico e le misure di prevenzione per le aree a rischio” c.1 Nelle more dell'approvazione dei piani di bacino, le Autorità di bacino adottano, ai sensi dell'articolo 65, comma 8, piani stralcio di distretto per l'assetto idrogeologico (PAI), che contengano in particolare l'individuazione delle aree a rischio idrogeologico, la perimetrazione delle aree da sottoporre a misure di salvaguardia e la determinazione delle misure medesime. art. 68. “Procedura per l'adozione dei progetti di piani stralcio” c.1 I progetti di piano stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico, di cui al comma 1 dell'articolo 67, non sono sottoposti a valutazione ambientale strategica (VAS) e sono adottati con le modalità di cui all'articolo 66.

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