RELAZIONI E BILANCIO

al 31 DICEMBRE 2019

Relazioni e Bilancio

Al 31 Dicembre 2019

IW Società per Azioni Capitale Sociale Euro 67.950.000 Codice Fiscale e numero di iscrizione al Registro Imprese di Milano n. 00485260459 Sede Sociale e Direzione: Milano, Piazzale Fratelli Zavattari n. 12 Appartenente al “Gruppo UBI Banca” Aderente al Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia Soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Unione di Banche Italiane S.p.A. Durata della Società, come prevista da Statuto: 31.12.2050

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Indice

Cariche Sociali e Direzione Generale ...... 4 Articolazione territoriale del Gruppo UBI Banca ...... 5 Il Rating ...... 6 Principali dati e indicatori ...... 10 Relazione sulla Gestione ...... 11 Lo scenario di riferimento ...... 12 L’attività della Banca nel 2019 ...... 24 Il sistema di controllo interno ...... 31 Prospetti di bilancio riclassificati ...... 33 L’attività di ricerca e sviluppo ...... 47 Rapporti contrattuali con Società del Gruppo ...... 49 Altre informazioni ...... 50 Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio ...... 66 Evoluzione prevedibile della gestione ...... 66 Proposte all’assemblea ...... 67 Prospetti Contabili ...... 68 Stato Patrimoniale ...... 69 Conto Economico ...... 70 Prospetto della Redditività Complessiva ...... 71 Prospetto delle Variazioni del Patrimonio Netto ...... 72 Rendiconto Finanziario ...... 74 La Nota Integrativa ...... 75 Parte A - Politiche Contabili ...... 76 A.1 - Parte Generale ...... 76 Sezione 1 Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali ...... 76 Sezione 2 Principi generali di redazione ...... 76 Sezione 3 Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio ...... 80 Sezione 4 Altri aspetti ...... 80 Elenco dei principi IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea ...... 92 A.2 - Parte relativa alle principali voci di bilancio ...... 94 A.3 - Informativa sui trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie ...... 115 A.4 - Informativa sul fair value ...... 115 A.5 - Informativa sul c.d. “Day one profit/loss” ...... 126 Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale ...... 127 Parte C - Informazioni sul conto economico ...... 161 Parte D - Redditività complessiva ...... 177 Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura ...... 178 Sezione 1 Rischio di credito ...... 178 Sezione 2 Rischi di mercato ...... 231 Sezione 3 Gli strumenti derivati e le politiche di copertura ...... 240 Sezione 4 Rischio di liquidità ...... 241 Sezione 5 Rischi operativi ...... 243 Parte F - Informazioni sul patrimonio ...... 249 Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda ...... 255 Parte H - Operazioni con parti correlate ...... 256 Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali ...... 260 Parte L - Informativa di settore ...... 264 Parte M - Informativa sul leasing ...... 265 Allegati al Bilancio d’esercizio ...... 266 Glossario ...... 271 Relazione della Società di Revisione ...... 296 Relazione del Collegio Sindacale ...... 303

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Cariche Sociali e Direzione Generale

CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

Presidente Caio Massimo Capuano

Vice Presidente Elvio Sonnino

Consiglieri Andrea Giochetta Frederik Herman Geertman Silvia Quilleri Giancesare Toffetti Renato Tassetti

COLLEGIO SINDACALE

Presidente Paolo Prandi

Sindaci effettivi Maria Rachele Vigani, Sergio Comincioli

Sindaci supplenti Francesco Fortina, Giorgio Luigi Guatri

DIREZIONE GENERALE

Direttore Generale Dario Di Muro

SOCIETÀ DI REVISIONE

Deloitte & Touche S.p.A.

- Situazione aggiornata al 7 febbraio 2020 -

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Articolazione territoriale del Gruppo UBI Banca

Situazione aggiornata al 31 Dicembre 2019

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Il Rating

Si riportano di seguito i giudizi di rating assegnati al Gruppo UBI Banca dalle principali agenzie internazionali.

MOODY'S

Long-term Bank Deposits Rating (I) Baa2

Short-term Bank Deposits Rating (I) Prime-2

Baseline Credit Assessment (BCA) (II) ba2

Long-term Issuer Rating (III) Baa3

Long-term Counterparty Risk Rating (IV) Baa2

Short-term Counterparty Risk Rating (IV) Prime-2

Long-term Counterparty Risk Assessment (V) Baa2 (cr)

Short-term Counterparty Risk Assessment (V) Prime-2 (cr)

Outlook (Long-term Bank Deposits Rating) Stabile Outlook Stabile (Long-term Issuer Rating /Senior unsecured debt)

(I) Giudizio sulla capacità di rimborso puntuale dei depositi che riflette anche la perdita attesa in caso di default Lungo termine: scadenza originaria pari o superiore a 1 anno (Aaa: miglior rating - C: default) Breve termine: scadenza originaria pari o inferiore a 13 mesi (Prime-1: massima qualità - Not Prime: non classificabile fra le categorie Prime) (II) Il BCA non è un rating ma un giudizio sulla solidità finanziaria intrinseca della banca in assenza di supporti esterni (aaa: miglior rating - c: default) (III) Giudizio sulla capacità dell’emittente di onorare il debito senior e le obbligazioni a lungo termine (Aaa: miglior rating - C: default) (IV) Il Counterparty Risk Rating è un giudizio sulla capacità di onorare la porzione non garantita di passività finanziarie di controparte diverse dal debito (escluse quelle che si generano nell’espletamento delle funzioni operative essenziali di banca) e riflette anche l’eventuale perdita attesa nel caso tali passività non siano onorate (Aaa: miglior rating - C: default) (P-1: miglior rating - Not Prime: non classificabile fra le categorie Prime) (V) Il Counterparty Risk (CR) Assessment non è un rating, ma un giudizio sulla probabilità di default della banca negli impegni di pagamento generati dallo svolgimento di funzioni operative con la clientela [Aaa (cr): miglior rating - C (cr): default] [P-1 (cr): miglior rating - Not Prime (cr): non classificabile fra le categorie Prime]

Dopo il downgrade dell’ottobre 2018, il 15 marzo e il 6 settembre 2019, nell’ambito della consueta revisione semestrale, Moody’s ha lasciato invariati i rating assegnati all’Italia (“Baa3”/”P-3”) e l’Outlook Stabile. La valutazione dell’Agenzia riflette gli elevati livelli del debito pubblico - che non sono attesi in riduzione nei prossimi anni stanti le modeste prospettive di crescita e la mancanza di una coerente agenda di politica economica - un ancora debole settore bancario e un quadro politico non stabile. Punto di forza viene riconosciuta l’ampia e diversificata economia italiana.

Il 13 marzo l’Agenzia ha annunciato il completamento della revisione periodica dei rating di UBI Banca. Trattasi di un riesame periodico dell’appropriatezza dei rating alla luce delle loro metodologie, degli sviluppi recenti e di un confronto con il profilo finanziario ed operativo di peer aventi giudizi analoghi. In quanto non derivante dallo svolgimento di un comitato, la comunicazione non costituisce né l’annuncio di una rating action, né l’indicazione della probabilità o meno di un’azione di rating in un futuro prossimo.

Il 30 luglio 2019 Moody’s ha comunicato la conferma dei rating assegnati a UBI Banca unitamente alla modifica, da Negativo a Stabile, dell’Outlook sul rating del debito senior. L’Outlook sul debito senior unsecured è divenuto stabile in quanto riflette l’aspettativa dell’Agenzia che nel medio termine - anche alla luce del piano di funding portato avanti nei primi sette mesi dell’esercizio - le emissioni di debito senior e di debito subordinato della Banca saranno sufficienti a mantenere contenuto il rischio per questa categoria di debito, così come misurato dalla loro Analisi Loss_Given_Failure. La LGF

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Analysis di Moody’s misura infatti la rischiosità intrinseca di ciascuna tipologia di strumento in funzione del rispettivo stock in essere e di quello degli strumenti con subordinazione più elevata.

Il 4 dicembre l’Agenzia ha modificato da Negativo a Stabile l’Outlook del settore bancario italiano. Le prospettive sono state riviste alla luce del percorso di continua discesa dei crediti problematici al quale si sono accompagnati un miglioramento delle condizioni di accesso alla raccolta e livelli di capitale stabili. Ancorché la generazione di profitti si mantenga debole a causa di ancora elevate rettifiche su crediti ed elevati costi operativi, l’Agenzia si aspetta una stabilizzazione o un moderato miglioramento della redditività nel biennio 2019-2020.

Il 15 gennaio 2020, in occasione dell’emissione inaugurale di Additional Tier 1 da parte di UBI Banca, Moody’s ha reso nota l’attribuzione del rating “B2 (hyb)” alla nuova tipologia di debito emesso1.

S&P GLOBAL RATINGS

Long-term Issuer Credit Rating (i) BBB- Short-term Issuer Credit Rating (i) A-3

Long-term Resolution Counterparty Rating (ii) BBB

Short-term Resolution Counterparty Rating (ii) A-2 Stand Alone Credit Profile (SACP) (iii) bbb- Outlook (Long-term Issuer Credit Rating) Stabile

(i) L’Issuer Credit Rating riflette il giudizio sulla capacità della banca di fronteggiare i propri impegni finanziari. Si basa su una valutazione del merito creditizio intrinseco integrata da una valutazione del potenziale supporto straordinario (proveniente dal governo o dal gruppo di appartenenza oppure derivante dalla sua stessa capacità addizionale di assorbire perdite) su cui la banca potrà contare in caso di difficoltà Breve termine: capacità di ripagare il debito con durata inferiore ad un anno (A-1: miglior rating - D: default) Lungo termine: capacità di pagamento degli interessi e del capitale su debiti di durata superiore ad 1 anno (AAA: miglior rating - D: default) (ii) Il Resolution Counterparty Rating rappresenta un’opinione forward-looking sulla capacità di onorare alcune passività finanziarie che potrebbero essere protette dal default nell’ambito del processo di bail-in [Lungo termine AAA: miglior rating - D: default; breve termine A-1: miglior rating - D: default] (iii) Il SACP rappresenta il giudizio sul merito creditizio intrinseco della banca, in assenza di supporto esterno (dal governo, dal gruppo di appartenenza oppure dalla capacità addizionale di assorbire perdite). Viene ottenuto partendo da un “Anchor SACP” che sintetizza la valutazione dei rischi economici e industriali propri del settore bancario italiano, poi rettificato per tenere conto di specifici fattori della banca quali la patrimonializzazione e i risultati reddituali, la posizione commerciale, l’esposizione al rischio, la raccolta e la situazione di liquidità, valutati anche in ottica comparativa

Il 26 aprile e il 25 ottobre 2019, in occasione delle revisioni semestrali, S&P Global Ratings ha mantenuto invariati i rating e l’Outlook attribuiti all’Italia (“BBB”/Negative/”A-2”). Nel report del 26 ottobre 2019 S&P sottolinea come, nonostante il nuovo governo intenda coordinare le proprie politiche economiche e fiscali con i partner europei (l’appartenenza all’Euro zona rappresenta per l’Agenzia un fattore di forza istituzionale), la debole crescita in termini reali e nominali del Paese costituisca il principale rischio a medio termine per l’affidabilità dell’Italia e del suo percorso di bilancio. Il fattore più critico per il rating sovrano sarà l’introduzione di riforme in grado di sostenere l’occupazione e la produttività.

Il 15 gennaio 2020, in seguito alla prima emissione da parte di UBI Banca di debito ibrido del tipo Additional Tier 1 (AT1) l’Agenzia ha assegnato ai nuovi strumenti il rating “B+”2.

1 I rating assegnati tengono conto dell’elevato livello di subordinazione dello strumento, assimilabile a capitale del Tipo Tier 1, del meccanismo di cancellazione delle cedole e della clausola di abbattimento del valore nominale. 2 I rating assegnati tengono conto dell’elevato livello di subordinazione dello strumento, assimilabile a capitale del Tipo Tier 1, del meccanismo di cancellazione delle cedole e della clausola di abbattimento del valore nominale.

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FITCH RATINGS

Short-term Issuer Default Rating (1) F3 Long-term Issuer Default Rating (2) BBB-

Long-term Deposit Rating BBB

Viability Rating (3) bbb- Support Rating (4) 5 NF Support Rating Floor (5) (No Floor)

Outlook (Long-term Issuer Default Rating) Negativo

(1) Capacità di rimborso del debito a breve termine (scadenza originaria fino a 13 mesi) (F1+: miglior rating - D: default) (2) Capacità di fronteggiare puntualmente gli impegni finanziari nel lungo termine indipendentemente dalla scadenza delle singole obbligazioni. Questo rating è un indicatore della vulnerabilità al default dell’emittente (AAA: miglior rating - D: default) (3) Valutazione della solidità intrinseca della banca, vista nell’ipotesi in cui la stessa non possa fare affidamento su forme straordinarie di sostegno esterno (aaa: miglior rating - f: default) (4) Giudizio sulla probabilità di un eventuale intervento esterno straordinario (da parte dello Stato o di azionisti di riferimento) nel caso la banca si trovi in difficoltà nell’onorare le proprie obbligazioni senior [1: elevata probabilità di un supporto esterno - 5: non si può fare affidamento su un eventuale supporto (come nel caso delle banche europee in regime di risoluzione BRRD)] (5) Questo rating costituisce un elemento informativo accessorio, strettamente correlato al Support Rating, in quanto identifica il livello minimo che, in caso di eventi negativi, potrebbe raggiungere il Long-term Issuer Default Rating (No Floor per le banche europee in regime di risoluzione BRRD)

Il 22 febbraio e il 9 agosto 2019 Fitch Ratings ha confermato a “BBB”, con Outlook Negativo, il Long-term Issuer Default Rating assegnato all’Italia (“F2” il rating a breve, parimenti confermato). Il rating e l’Outlook risentono del livello estremamente alto del debito governativo, del trend molto contenuto di crescita del PIL, del rischio e dell’incertezza connessi all’attuale dinamica politica, alla quale è associato un rischio di peggioramento per le proiezioni sul debito pubblico formulate dall’Agenzia.

In relazione all’entrata in vigore dal 1° gennaio 2019 della “full depositor preference” nella gerarchia dei creditori in caso di insolvenza bancaria, il 2 aprile 2019, nell’ambito di un intervento che ha riguardato 16 Banche basate in Italia, Fitch ha assegnato a UBI Banca un rating sui Depositi a Lungo Termine pari a “BBB”, un notch sopra al Long Term Issuer Default Rating (“BBB-”). La manovra non ha interessato gli altri rating, che sono pertanto rimasti invariati. Il nuovo rating riflette l’aspettativa dell’Agenzia che la Banca disponga di buffer di passività subordinate e senior (preferred e non preferred) adeguati, anche in funzione del rispetto dei requisiti minimi sui fondi propri e sulle passività eligibili MREL.

Facendo seguito alla pubblicazione dei nuovi criteri per l’assegnazione dei rating a breve termine (avvenuta in data 2 maggio) il 7 maggio 2019 Fitch ha posto sotto osservazione (Under Criteria Observation) i rating a breve termine di 31 banche dell’area EMEA (Europa, Middle East, Africa). L’intervento non ha interessato UBI Banca. I nuovi criteri introducono cambiamenti nella tabella di corrispondenza fra rating a lungo termine e rating a breve, prevedendo una maggiore differenziazione ai livelli “A” e “BBB+”. Per le banche il cui rating a lungo termine è guidato dal profilo standalone, come riflesso nel Viability Rating, l’Agenzia utilizzerà il giudizio assegnato al fattore funding e liquidità quale principale determinante del livello di rating a breve da attribuire.

In sede di revisione annuale, il 15 novembre 2019 Fitch ha confermato tutti i rating di UBI Banca e l’Outlook negativo sul Long-term Issuer Default Rating. I rating assegnati tengono conto della riduzione in atto nel livello dei crediti deteriorati, che rimane elevato nel confronto europeo ed internazionale, della stabile base di depositi, dell’accesso libero ai mercati del funding istituzionale e della solida posizione di liquidità della Banca: d’altro canto, il comunicato sottolinea

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una redditività ancora debole ed un livello di capitale adeguato ma esposto ai rischi relativi ai crediti deteriorati ed ai titoli sovrani domestici.

Nelle revisioni semestrali dell’11 gennaio, del 12 luglio e del 15 novembre 2019 DBRS Morningstar ha confermato con Trend Stabile i rating assegnati all’Italia [“BBB (high)”/”R-1 (low)”]. La conferma del Trend incorpora l’opinione dell’Agenzia che il progressivo miglioramento della qualità del credito delle banche nazionali e una strategia fiscale più moderata da parte del governo mitighino i rischi per la sostenibilità del debito pubblico, nonostante l’instabilità politica del Paese e la stagnazione economica.

Il 20 novembre 2019, nell’ambito del consueto riesame annuale, DBRS ha confermato con Trend Stabile tutti i rating attribuiti ad UBI Banca. Il comunicato sottolinea in particolare come il livello del Long-term Issuer Rating (“BBB”) e il relativo Trend Stabile riflettano i progressi della Banca nella riduzione dello stock dei crediti deteriorati, l’adeguato livello di liquidità e i margini disponibili a livello di capitale. I rating tuttavia continuano ad incorporare stock di crediti deteriorati giudicati elevati nel confronto europeo e livelli elevati di rettifiche su crediti, correlati al processo di dismissione in corso, che rimangono il maggiore fattore di penalizzazione per la redditività.

DBRS

Long-term Issuer Rating (I) BBB Short-term Issuer Rating (I) R-2 (high)

Long-term Senior Debt (II) BBB

Short-term Debt (II) R-2 (high)

Long-term Deposits (III) BBB (high) Short-term Deposits (III) R-1 (low)

Intrinsic Assessment (IV) BBB

Support Assessment (V) SA3

Long-Term Critical Obligations Rating (VI) A (low) Short-Term Critical Obligations Rating (VI) R-1 (low)

Trend (tutti i rating) Stabile

(I) L’Issuer Rating non è un rating sulle emissioni ma sull’emittente, in quanto riflette una valutazione del merito di credito e quindi del rischio di default. Il giudizio viene assegnato su un orizzonte di lungo periodo utilizzando la scala dei rating a lungo termine e su un orizzonte di breve periodo utilizzando la relativa scala. Nel settore bancario l’Issuer Rating rappresenta un giudizio finale sul merito creditizio di una banca che incorpora sia l’Intrinsic Assessment, sia eventuali considerazioni su supporti esterni LTIR - AAA: miglior rating - D: default STIR - R-1 (high): miglior rating - D: default (II) Capacità di rimborso del debito a lungo termine (scadenza superiore a 1 anno), oppure a breve termine LTSD - AAA: miglior rating - D: default STD - R-1 (high): miglior rating - D: default (III) Capacità di rimborso dei depositi a lunga scadenza (superiore a 1 anno) e a breve termine LTD - AAA: miglior rating - D: default STD - R-1 (high): miglior rating - D: default (IV) L’Intrinsic Assessment (IA) è un giudizio sulla solidità finanziaria intrinseca della banca in assenza di supporti esterni. Vengono valutati i fondamentali della banca in cinque ambiti: rete commerciale, redditività, liquidità e funding, profilo di rischio e capitalizzazione AAA: miglior rating - CCC: peggior rating (V) Valutazione del supporto esterno (gruppo di appartenenza o governo) in caso di difficoltà. SA1: supporto interno dal gruppo di appartenenza; SA2: supporto esterno (governativo); SA3: nessun supporto esterno; SA4: potenziale supporto al gruppo di appartenenza (VI) Il Critical Obligations Rating (COR) è un giudizio sui rischi di default insiti in alcune categorie di obbligazioni/esposizioni con elevate probabilità di essere escluse dal bail-in (quali quelle rivenienti da derivati, servizi di pagamento, emissione di Covered Bond, ecc.) LTCOR - AAA: miglior rating - D: default STCOR - R-1 (high): miglior rating - D: default

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Principali dati e indicatori (in milioni di euro)

IW Bank S.p.A. 31/12/2019 31/12/2018

DATI PATRIMONIALI, ECONOMICI, OPERATIVI E DI STRUTTURA

Crediti verso clientela 479,2 528,7

di cui deteriorati 14,5 15,8

Raccolta diretta da clientela 3.346,1 2.807,6 Raccolta indiretta da clientela, compreso il risparmio assicurativo (al valore di 9.371,7 8.363,0 mercato) Totale ricchezza finanziaria 12.717,8 11.170,6

Patrimonio Netto (escluso utile/perdita di esercizio) 141,7 137,3

Utile/perdita della operatività corrente al lordo delle imposte 16,9 4,5

Utile/perdita dell'esercizio 10,9 4,5

Numero dei dipendenti effettivi 270 305

Numero dei consulenti finanziari 664 661

Numero dei wealth bankers 24 23

Commissioni passive per CF e WB 0,09 0,08

Numero sportelli bancari operativi 20 20

Numero degli Advice Center 43 40

INDICI DI STRUTTURA

Attività finanziarie/Totale attivo 67,83% 73,15%

Raccolta da clientela/(Passivo e Patrimonio Netto) 87,68% 85,88%

Raccolta da clientela/(Crediti verso clientela e Crediti verso Banche) 311,15% 401,34%

Raccolta da clientela/Crediti verso clientela 698,23% 531,00%

Raccolta gestita (compreso assicurazioni)/raccolta indiretta 72,50% 71,22%

INDICI DI REDDITIVITA', EFFICIENZA E PRODUTTIVITA'

ROE (Utile dell'esercizio/Patrimonio netto escluso utile dell'esercizio) 7,68% 3,25%

COST/INCOME 1 (oneri operativi/proventi operativi) 75,95% 89,16%

COST/INCOME 1 al netto delle componenti non ricorrenti 75,92% 87,85%

Tax rate 35,77% n.s.

Tax rate normalizzato 35,76% 15,64%

Margine di interesse/proventi operativi 35,70% 26,04%

Commissioni nette/proventi operativi 66,27% 73,57%

Rettifiche nette su crediti/crediti verso clientela 0,29% 0,23%

INDICI DI RISCHIOSITA'

Sofferenze/crediti verso clientela 1,39% 1,31%

Crediti deteriorati/crediti verso clientela 3,03% 2,99%

% copertura sofferenze 57,72% 57,64%

% copertura sofferenze al lordo delle cancellazioni 57,72% 57,71%

% copertura totale crediti deteriorati 44,77% 42,65%

% copertura crediti in bonis 0,35% 0,35%

COEFFICIENTI PATRIMONIALI (*)

Capitale primario di Classe 1/Attività di rischio ponderate (CET1 capital ratio) 13,37% 16,87%

Capitale di Classe1/Attività di rischio ponderate (Tier1 capital ratio) 13,37% 16,87%

Totale fondi propri/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 13,37% 18,67%

(*) In data 18 marzo 2019 è stata ricevuta l’autorizzazione da parte della BCE all’implementazione del modello avanzato relativamente alle esposizioni other retail - persone fisiche e other retail - qualificate rotative. Per ulteriori dettagli si rinvia a quanto indicato nella “Nota Integrativa – Parte F – Informazioni sul patrimonio”.

Gli indicatori sono stati costruiti utilizzando i dati riclassificati riportati nel capitolo “Informazioni sullo Stato Patrimoniale e sul Conto Economico riclassificati”.

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Relazione sulla Gestione

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Lo scenario di riferimento

Nel corso del 2019 si sono accentuati i fattori di rischio commerciali e geopolitici dello scenario mondiale con possibili riflessi sull’attività economica, già alle prese con segnali di rallentamento in particolare nell’Area euro. Se buona parte dell’anno è stata contraddistinta dalle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina - con un’escalation di dazi reciproci prima dei segnali di distensione emersi a fine anno3 - nelle prime settimane del 2020 si è assistito ad un preoccupante e rapido inasprimento delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti ed Iran4 culminato nell’azione militare che ha portato all’uccisione di Qasem Soleimani, generale iraniano capo delle Guardie della Rivoluzione, e alle conseguenti azioni di rappresaglia della Repubblica islamica contro le basi statunitensi in Iraq.

Il quadro generale di riferimento rimane inoltre influenzato da parecchie complesse variabili di natura geopolitica:  l’evoluzione del conflitto armato in atto tra le due fazioni libiche5;  i delicati rapporti diplomatici americani con la Corea del Nord6;  la strisciante conflittualità tra Stati Uniti e Russia7;  le tensioni presenti tra Stati Uniti e Messico sul fronte immigrazione8;  la richiesta di impeachment del presidente statunitense Donald Trump9;

Redatto sulla base dei dati disponibili al 21 gennaio 2020. 3 Nel corso del G20 tenutosi ad Osaka a fine giugno, Cina e Stati Uniti hanno riavviato il dialogo ma solo verso metà dicembre 2019 si sono creati i presupposti per un accordo che è stato siglato il 15 gennaio 2020 (c.d. “Phase one deal”): quali elementi essenziali si segnalano da un lato l’impegno della Cina ad acquistare almeno 200 miliardi di dollari aggiuntivi di prodotti agricoli ed energetici americani nei prossimi due anni, in cambio di un dimezzamento al 7,5% dell’aliquota imposta dagli USA il 1° settembre 2019 sulle merci cinesi. L’accordo ha ridotto le tensioni economiche tra i due Paesi in atto dall’inizio del 2018, ma i dazi in vigore restano nel complesso ben più elevati rispetto a due anni fa. 4 Nell’aprile 2019 gli Stati Uniti hanno annunciato la revoca delle eccezioni che avevano permesso per alcuni mesi a otto Nazioni, tra cui l’Italia, di continuare ad importare greggio iraniano in deroga alle sanzioni imposte alla Repubblica islamica nel novembre 2018. Il 15 maggio 2019 l’Iran ha a sua volta annunciato di aver violato gli obblighi sulle eccedenze di uranio arricchito previsti dall’accordo sul nucleare dal quale gli Stati Uniti erano usciti nel 2018. Gli Stati Uniti hanno a loro volta rafforzato la propria presenza aeronavale nel Golfo Persico quale risposta ad una serie di attacchi a petroliere ed impianti petroliferi nella regione, riconducibili secondo gli USA all’Iran, nonché al successivo abbattimento di un drone della marina statunitense da parte di un missile iraniano. La Casa Bianca ha inoltre avviato nuove misure punitive sul piano economico impedendo ai vertici del Paese islamico l’accesso alle risorse finanziarie, al sistema bancario americano e ad eventuali beni negli Stati Uniti. 5 Da aprile 2019 la Libia ha visto precipitare il precario equilibrio tra il governo del presidente Serraj, riconosciuto da buona parte della comunità internazionale, e le truppe del generale Haftar, uomo forte della Cirenaica, che stanno cercando di raggiungere Tripoli per insediarsi al potere. Nel Paese africano è pertanto in corso una guerra civile con riflessi sulla produzione petrolifera e sul flusso dei migranti verso l’Europa. Nei primi giorni del 2020 il presidente turco Erdogan ha annunciato l’invio in Libia di un contingente turco in appoggio del presidente Serraj mentre l’Egitto si è apertamente schierato a sostegno dell’azione militare intrapresa dal generale Haftar. La Conferenza di Berlino del 19 gennaio 2020 si è conclusa con un interlocutorio accordo di massima sulla cessazione delle ostilità nel medio-lungo periodo che dovrà richiedere un adeguato monitoraggio a livello internazionale. 6 A fine febbraio 2019 il leader della Corea del Nord ed il presidente degli Stati Uniti si sono incontrati per la seconda volta dopo il primo meeting del giugno 2018 per riavviare il dialogo sullo smantellamento dell’arsenale nucleare nordcoreano e per cercare un accordo sul trattato di pace post guerra 1950-1953. L’iniziale ottimismo non ha però trovato seguito nel raggiungimento di un preaccordo di massima fra le due parti. 7 Ad inizio febbraio 2019 gli USA hanno annunciato il ritiro dall’INF, l’accordo che vieta missili nucleari a medio raggio firmato da Reagan e Gorbaciov nel 1987. Il trattato serviva principalmente ad eliminare la possibilità che l’Europa fosse raggiunta da armamenti collocati su territorio sovietico, evitandole quindi la necessità di accogliere al proprio interno missili americani a propria difesa. 8 Dopo aver dichiarato in febbraio lo stato di emergenza sul confine tra Stati Uniti e Messico, laddove il presidente Trump intende erigere un muro, la Casa Bianca aveva minacciato l’introduzione di dazi sui prodotti importati dal Messico, proposito non realizzato in extremis in seguito al raggiungimento di un’intesa in primavera con la quale il Messico si è impegnato a mobilitare proprie truppe al fine di contenere l’ondata di migranti che sta cercando di entrare negli Stati Uniti. 9 Il 18 dicembre 2019 la Camera dei deputati ha approvato la messa in stato d’accusa nei confronti del Presidente USA per il reato di abuso di potere, in relazione alle pressioni esercitate da Trump sull’Ucraina, attraverso il blocco di 400 milioni di dollari di aiuti militari perché indagasse sul figlio del politico democratico Joe Biden. L’impeachment dovrà essere sottoposto a votazione anche da parte del Senato, caratterizzato però da una solida maggioranza repubblicana.

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 le perduranti tensioni sociali in atto a Hong Kong10;  le difficili situazioni economiche e sociali in Argentina, Venezuela e Turchia11.

In Europa si sono aggiunti ulteriori fattori specifici di carattere politico e sociale:  le incognite circa i tempi e le modalità dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea12;  la crescente attesa per le elezioni europee svoltesi il 26 maggio 2019: il loro esito ha visto un’avanzata delle forze antieuropeiste che però non sono riuscite a prendere il controllo del Parlamento, mentre alla flessione del partito popolare europeo e dei socialisti si è contrapposto un buon risultato dei liberali e dei verdi;  la crisi di governo spagnola scaturita dalla bocciatura della legge di bilancio presentata dal premier Sanchez che ha annunciato la fine della legislatura a soli otto mesi dalla caduta del governo Rajoy. Le elezioni svoltesi il 28 aprile 2019 hanno sostanzialmente confermato alla guida del Paese i grandi partiti tradizionali senza però consentire la formazione di un nuovo esecutivo. Si è pertanto reso necessario un ritorno alle urne il 10 novembre che, solo all’inizio del 2020, ha permesso la formazione, seppur con una maggioranza risicata, di un nuovo governo ancora guidato da Sanchez e sostenuto da una coalizione di sinistra;  il cambio del governo italiano avvenuto nel mese di agosto: la richiesta di ritorno alle urne da parte del ministro dell’Interno Salvini e le successive dimissioni del premier Conte hanno concluso dopo 14 mesi l’esperienza di governo “gialloverde”; dopo le consultazioni di rito il Presidente della Repubblica Mattarella ha nuovamente affidato a Giuseppe Conte l’incarico di formare un nuovo governo sostenuto da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle che il 5 settembre ha ottenuto la fiducia parlamentare e redatto la legge di Bilancio 2020;

10 Dal 15 marzo 2019 nell’ex colonia britannica sono in atto crescenti proteste che nell’arco dei mesi hanno coinvolto milioni di manifestanti. La crisi in atto - originata dalla promulgazione di una legge (poi sospesa) che avrebbe consentito l’estradizione in Cina di rei sospetti per essere processati da tribunali cinesi - può essere considerata la peggiore dal 1997, anno di riacquisizione di Hong Kong da parte della Cina. 11 Nel mese di aprile 2019 il presidente argentino Macrì ha varato un pacchetto di misure d’emergenza al fine di rallentare la corsa dell’inflazione, superiore al 50%. In agosto l’Argentina ha inoltre concordato con il Fondo Monetario Internazionale una ristrutturazione di 110 miliardi di dollari di debito alla quale hanno fatto seguito misure governative volte al controllo del mercato valutario al fine di limitare la fuga di valuta pregiata (dollari statunitensi) dal Paese e la svalutazione del peso. Le presidenziali di autunno hanno decretato la vittoria di Alberto Fernandez, inviso alla comunità finanziaria oltre che al Fondo Monetario Internazionale (FMI) chiamato a sbloccare l’ultima tranche da 14 miliardi di dollari dei finanziamenti ottenuti da Macrì solo a fronte di ristrutturazioni che il nuovo esecutivo non è disposto ad attuare. In Venezuela a fine gennaio 2019 il leader dell’opposizione Guaidò si è proclamato presidente “pro tempore” ottenendo immediatamente il riconoscimento internazionale da parte degli USA, del Canada e di altri capi di stato dell’America latina ed europei e promettendo elezioni libere ed imparziali per porre fine alla disastrosa crisi economica aggravata dall’altissimo livello di inflazione. Russia, Cina, Cuba e Turchia hanno invece confermato il loro sostegno a Nicolas Maduro. Nel mese di agosto gli USA hanno congelato i beni del governo di Caracas ed è stata proibita qualsiasi transazione, negoziazione o esportazione di beni in territorio nordamericano. In Turchia la ripetizione in giugno delle elezioni per nominare il sindaco di Istanbul (dopo l’annullamento della tornata elettorale di marzo ottenuto dal presidente Erdogan) ha premiato nuovamente il candidato dell’opposizione governativa, alimentando attese di un possibile cambio al vertice del Paese in un contesto economico che permane precario. Dopo aver più volte criticato la Banca centrale turca per il mancato taglio dei tassi, il 6 luglio Erdogan ne ha rimosso il governatore sostituendolo con il suo vice, intervento che ha destato parecchie perplessità circa l’indipendenza dell’istituto centrale. 12 Dopo la bocciatura da parte del Parlamento britannico dell’Accordo con l’UE firmato il 25 novembre 2018, la premier May ha provato in primavera a ridiscuterne il testo con i 27 Paesi dell’Unione proponendo modifiche in merito alla questione del confine irlandese. Nel marzo 2019 il Parlamento britannico ha escluso la possibilità di un’uscita del Regno Unito dalla UE senza accordo, aprendo così la strada ad un nuovo voto che ha decretato il rinvio dell’uscita oltre la data del 29 marzo 2019. I tempi oramai troppo ristretti hanno obbligato il Regno Unito a partecipare all’appuntamento elettorale del 26 maggio per l’elezione del nuovo Parlamento europeo. Il 7 giugno Theresa May - più volte privata del sostegno dagli stessi appartenenti al suo gruppo parlamentare - ha rassegnato le proprie dimissioni. Le elezioni tenutesi nel mese di luglio si sono concluse con la vittoria di Boris Johnson, ex sindaco di Londra e leader del partito Conservatore, che in ottobre è riuscito a raggiungere un nuovo accordo in sede europea da sottoporre all’approvazione del Parlamento britannico. Sabato 19 ottobre 2019 il Parlamento inglese ha comunque approvato una mozione che ha obbligato il governo a chiedere all’UE un rinvio della Brexit oltre il 31 ottobre. L’UE ha concesso un rinvio di tre mesi al 31 gennaio 2020 che ha fatto optare Johnson per la richiesta di nuove elezioni il 12 dicembre 2019, poi vinte nettamente, in modo da ottenere l’approvazione definitiva dell’intesa di uscita dall’UE da parte del nuovo Parlamento pro-Brexit. L’accordo raggiunto ad ottobre contempla un periodo di transizione verso un’area di libero scambio prima dell’uscita effettiva dalla UE che non avverrà almeno sino alla fine del 2020. Nel corso degli undici mesi successivi al 31 gennaio 2020 si svolgerà la negoziazione dei dettagli di un accordo commerciale che regolerà nello specifico le concessioni agli scambi tra settori diversi.

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 le preoccupazioni delle autorità europee nei confronti della sostenibilità del debito italiano che avevano condotto il 5 giugno la Commissione UE a raccomandare l’avvio di una procedura di infrazione per debito eccessivo. In seguito alla presentazione da parte del precedente Governo di una correzione in tema di finanza pubblica, la Commissione ha deciso il 3 luglio di ritirare la proposta, scongiurando l’applicazione di una misura che fino ad oggi non ha precedenti;  il 7 luglio si sono tenute in Grecia le elezioni anticipate che hanno decretato la vittoria del partito di centrodestra del neo premier Mitsotakis che ha preso il posto di Tsipras, ponendo al centro del proprio programma una ridefinizione dei rigidi accordi con l’UE stipulati dal predecessore nella fase più critica della crisi finanziaria ellenica del 2015.

Come evidenziato dal grafico, quale riflesso delle vicende che hanno caratterizzato il contesto politico italiano lo spread, ovvero il differenziale tra il BTP decennale e l’omologo Bund tedesco, ha mantenuto un’elevata volatilità nella prima metà dell’anno, tornando a sfiorare i 290 punti base nella prima decade di febbraio e a fine maggio, salvo scendere rapidamente nelle settimane successive, beneficiando anche delle crescenti attese circa nuovi interventi non convenzionali da parte della BCE a sostegno dell’economia. Dopo una breve ripresa in concomitanza con la crisi di governo estiva, lo spread ha subito una considerevole flessione sino a 131 p.b. in corrispondenza della nascita del nuovo governo, per poi riportarsi stabilmente sopra i 150 p.b. da novembre - quale effetto degli esiti di alcune elezioni locali nonché delle contrapposizioni sorte tra i partiti di maggioranza nella predisposizione della legge di Bilancio e sulla riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES)13. L’anno si è chiuso a 161 p.b. a fronte dei 253 p.b. di fine 2018.

Sul fronte monetario, le principali Banche centrali hanno continuato a condurre politiche accomodanti, con un’intonazione progressivamente più espansiva a sostegno di una congiuntura economica che permane debole.

Per quanto attiene alla Banca Centrale Europea:  nel Consiglio direttivo del 7 marzo è stata annunciata l’introduzione di una nuova serie di sette operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (TLTRO III) trimestrali, a partire da settembre 2019 fino a marzo 2021. I parametri fondamentali, approvati il 6 giugno, sono stati oggetto di parziale revisione da parte del Consiglio del 18 settembre: è stata elevata da due a tre anni la durata delle operazioni; è stato eliminato l’incremento originariamente previsto di 10 punti base rispetto al tasso medio applicato alle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema per la durata della rispettiva TLTRO originariamente previsto; le controparti possono ottenere finanziamenti per un importo non superiore al 30% dell’ammontare di prestiti idonei (al netto dei finanziamenti per l’acquisto di abitazioni) al 28 febbraio 2019. Concedendo prestiti netti idonei superiori ad un valore di riferimento,

13 Per approfondimenti sul MES si rinvia al paragrafo “L’evoluzione del contesto normativo” del successivo capitolo “Altre informazioni”.

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nelle TLTRO III le banche possono beneficiare di un tasso negativo inferiore a quello medio applicato ai depositi presso la banca centrale per la durata dell’operazione14;  il Consiglio direttivo del 18 settembre ha approvato un pacchetto di misure accomodanti di politica monetaria. In particolare: (i) il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali è stato mantenuto al minimo storico dello 0% mentre il tasso sui depositi delle banche presso la BCE è stato ulteriormente ridotto al -0,50%; (ii) la BCE ha eliminato il riferimento temporale alla prima metà del 2020, dichiarando di voler mantenere i tassi ai livelli attuali o inferiori fino a quando le prospettive per l’inflazione non saranno viste convergere ad un livello sufficientemente vicino, ma inferiore, al 2% dell’orizzonte di proiezione; (iii) è stato riavviato il programma di acquisto di attività (Asset Purchase Programme - APP) al ritmo mensile di 20 miliardi di euro a partire dal 1° novembre 2019; (iv) è stato confermato il reinvestimento dei flussi rivenienti dai titoli in portafoglio acquistati nell’ambito dell’APP per un periodo di tempo prolungato anche oltre la data in cui il Consiglio direttivo inizierà ad innalzare i tassi di interesse di riferimento ed in ogni caso finchè sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accommodamento monetario; (v) è stato introdotto il Tiering, un sistema a due livelli per la remunerazione delle riserve nel quale parte delle disponibilità bancarie in eccesso sarà esente dall’applicazione di un tasso di deposito negativo;  l’ultima riunione presieduta da Mario Draghi (24 ottobre 2019) e la prima sotto la presidenza di Christine Lagarde (12 dicembre 2019) hanno confermato quanto deciso in settembre.

Dopo i 4 aumenti realizzati nel 2018, la Federal Reserve ha manifestato crescente attenzione ai segnali di rallentamento dell’economia e dell’inflazione - che, su base annua, è rimasta al di sotto del target del 2% - riducendo per tre volte consecutive (in luglio, settembre e ottobre) di 25 punti base l’intervallo dei tassi di riferimento, ora all’1,50%-1,75%. Da metà settembre la FED ha fronteggiato forti ed improvvise tensioni sul mercato monetario statunitense ricorrendo all’annuncio di repurchase agreements (cessioni al sistema bancario di liquidità a fronte di titoli a breve termine in garanzia con promessa di rivendita al possessore originale), con l’obiettivo di riportare e mantenere il livello delle riserve intorno ai 1.500 miliardi di dollari. Nella riunione di dicembre 2019 i tassi di riferimento sono stati confermati lasciando intendere che le prossime mosse potrebbero intervenire nel 2021. La Bank of Japan ha confermato per tutto l’anno il tasso di riferimento in territorio negativo (-0,10%-0%) ribadendo l’intonazione espansiva della politica monetaria con misure di stimolo quantitativo e qualitativo focalizzate sul controllo dei tassi sulle diverse scadenze allo scopo di raggiungere il target d’inflazione del 2%. Nella riunione del 25 aprile 2019 la Banca centrale ha dichiarato che i tassi rimarranno agli attuali livelli almeno fino alla primavera del 2020, unitamente alla possibilità di introdurre una ETF Lending Facility per il prestito temporaneo ai partecipanti del mercato degli ETF che la BOJ detiene. Restando in attesa degli esiti dell’uscita del Regno Unito dall’UE, la Bank of England ha rinviato l’adozione di eventuali misure espansive, lasciando invariato il tasso ufficiale allo 0,75%. Nei principali Paesi emergenti gli orientamenti di politica monetaria hanno evidenziato un trend più accomodante a partire dalla seconda metà dell’anno anche per effetto del calo dell’inflazione. Al fine di fronteggiare il rallentamento dell’economia interna, la People’s ha avviato un piano di riforma dei tassi volto a ridurre i costi di indebitamento del sistema produttivo. In agosto è stato rivisto il meccanismo di determinazione dell’LPR (Loan Prime Rate), ora pari al 4,15%, legandolo al tasso di finanziamento a medio termine. La riforma dovrebbe contribuire a far applicare dagli istituti di credito tassi più vicini a quelli di mercato ed a reprimere la preferenza delle banche a finanziare società a partecipazione statale rispetto alle aziende più piccole. È stato altresì operato con efficacia 16 settembre 2019 un taglio di 50 punti base al 12,50% del coefficiente di riserva obbligatoria per tutte le banche con l’obiettivo di favorire un aumento della liquidità di circa 900 miliardi di yuan. In Brasile la Banca Centrale ha ridotto quattro volte (50 punti base a luglio, settembre, ottobre e dicembre) il tasso ufficiale portandolo al 4,50%, mentre la Banca Centrale russa ha operato ben cinque tagli (25 punti base a giugno, luglio, settembre e dicembre e 50 punti base a ottobre) che hanno fatto scendere il tasso di riferimento al 6,25%. In India infine le autorità monetarie sono intervenute cinque volte (25 punti base a febbraio, aprile, giugno e ottobre; 35 punti base ad agosto) riducendo il Repo al 5,15%.

14 Le prime due delle sette operazioni TLTRO III sono state regolate il 25 settembre ed il 18 dicembre 2019 assegnando rispettivamente 3,4 miliardi di euro a 28 controparti e 98 miliardi a 122 controparti, di cui 33 miliardi a 37 banche italiane. In corrispondenza dell’operazione di dicembre sono stati rimborsati 147 miliardi di euro presi in prestito con le operazioni della serie precedente (TLTRO II), di cui 51 miliardi dagli intermediari italiani.

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Sul mercato dei cambi, pur evidenziando un complessivo indebolimento nei dodici mesi nei confronti delle principali valute internazionali, l’euro non ha mostrato una tendenza uniforme nei diversi trimestri. In particolare, il cambio euro/dollaro ha sintetizzato trend contrapposti con un recupero della valuta europea nell’ultimo periodo, da correlarsi anche alla conferma da parte della nuova presidente BCE di una linea di continuità rispetto alla politica monetaria avviata dal predecessore. Nel quarto trimestre 2019 Principali cambi, quotazioni del petrolio (Brent) e delle materie prime si evidenziano da un lato la dic-19 set-19 giu-19 mar-19 dic-18 Var. % brusca interruzione della A B C D E A/E rivalutazione dello yen nei confronti della valuta Euro/Dollaro 1,1200 1,0898 1,1368 1,1217 1,1469 -2,3% europea e dall’altro un Euro/Yen 121,89 117,79 122,64 124,33 125,65 -3,0% Euro/Yuan 7,823 7,79 7,804 7,528 7,886 -0,8% rafforzamento della Euro/Franco CH 1,0850 1,0870 1,1100 1,1160 1,1260 -3,6% sterlina ascrivibile anche Euro/Sterlina 0,854 0,886 0,895 0,861 0,899 -5,0% al raggiungimento di un Dollaro/Yen 108,86 108,06 107,88 110,84 109,56 -0,6% nuovo accordo tra l’UE e il Dollaro/Yuan 6,9860 7,1480 6,8650 6,7110 6,9430 0,6% Futures - Brent (in $) 68,44 60,75 66,51 68,39 54,15 26,4% Regno Unito in merito alla Indice CRB (materie prime) 197,75 183,35 189,83 191,54 175,96 12,4% Brexit. Fonte: Thomson Financial Reuters

Dopo un iniziale apprezzamento, lo yuan remimbi ha risentito del protrarsi delle tensioni commerciali in atto con gli Stati Uniti evidenziando dal secondo trimestre un’inversione di tendenza nei confronti sia del dollaro che dell’euro che si è interrotta solo a dicembre in corrispondenza dell’avvicinamento all’accordo con gli Stati Uniti15.

Il quadro macroeconomico

Secondo le più recenti stime del Fondo Monetario Internazionale16 l’economia mondiale è cresciuta del 2,9% nel 2019 (+3,6% nel 2018), confermandosi disomogenea fra le diverse aree geografiche (+3,7% nelle Aree emergenti; +1,7% nei Paesi avanzati). Il ciclo mondiale ha continuato pertanto ad essere sostenuto dallo sviluppo delle economie emergenti - in particolare quelle asiatiche - seppure con minore intensità rispetto all’anno precedente, a fronte di un contributo solido, ma meno vigoroso, degli Stati Uniti e di una perdurante debolezza dell’economia europea frenata anche dal rallentamento della locomotiva tedesca. Le previsioni per il 202017 lasciano intravedere una moderata accelerazione della ripresa, sempre sostenuta dai Paesi emergenti, che dovrebbe beneficiare di un’attenuazione delle

15 Nel capitolo dedicato alle valute del “Phase one deal”, approvato il 15 gennaio 2020, la Cina si è impegnata a non utilizzare la svalutazione del cambio quale strumento competitivo negli scambi commerciali, mentre gli USA hanno eliminato la valuta cinese dall’elenco delle divise accusate di manipolazione del cambio. 16 Word Economic Outlook, update gennaio 2020. 17 +3,3%, di cui +4,4% per le Aree emergenti e +1,6% per I Paesi avanzati.

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dispute tariffarie tra Cina e Stati Uniti, ma che potrebbe essere condizionata dalle crescenti tensioni geopolitiche. Pur in un contesto caratterizzato da un eccesso di offerta e dagli effetti negativi dei contrasti USA-Cina sul commercio internazionale, l’indice dei prezzi delle materie prime è cresciuto del 12,4% nei dodici mesi, incorporando il drastico rialzo delle materie prime energetiche avvenuto nei primi quattro mesi dell’anno e nell’ultimo trimestre in seguito all’inasprirsi delle ostilità in diversi Paesi produttori. In particolare, il prezzo del petrolio di qualità Brent (54,15 dollari a fine 2018) è andato apprezzandosi fino a sfiorare i 75 dollari al barile in aprile, trainato principalmente dagli effetti dei tagli produttivi decisi dall’Opec nel dicembre 2018, nonché dalla riduzione dell’offerta per ragioni di carattere geopolitico da parte di Venezuela ed Iran. Nelle settimane successive i timori legati al conflitto commerciale tra USA e Cina e l’incremento delle scorte statunitensi hanno parzialmente invertito la tendenza del prezzo del greggio che dall’estate si è mantenuto pressoché stabilmente sotto i 65 dollari al barile, insensibile ai numerosi fattori di rischio emersi nel periodo (tra cui quelli connessi al conflitto in Yemen, sfociati nell’attacco di metà settembre al maggior impianto petrolifero saudita)18. In dicembre, l’inasprirsi delle tensioni nell’area mediorientale tra Stati Uniti e Iran ha innescato un rialzo delle quotazioni - il Brent ha chiuso l’anno a 66 dollari al barile per poi portarsi sopra i 70 dollari nei primi giorni del 2020 - che sembra essersi riassorbito rapidamente.

Dopo un temporaneo rialzo dei prezzi al consumo nella prima parte dell’anno in alcune aree emergenti, le dinamiche precedentemente descritte hanno determinato nella seconda metà del 2019 un rallentamento globale dell’inflazione che nei Paesi industrializzati permane ancora su livelli inferiori al 2%, obiettivo di medio-lungo termine delle principali Banche centrali.

18 Il vertice Opec del 1° luglio 2019 ha deciso di prolungare di altri 9 mesi, fino al 31 marzo 2020, i tagli produttivi di 1,2 milioni di barili a giorno in vigore dal 1° gennaio 2019. La decisione è stata condivisa anche nell’ambito della riunione dell’Opec Plus - coalizione tra i Paesi Opec e quelli che hanno aderito agli accordi di riduzione della produzione di greggio concordati a più riprese a partire dal novembre 2016 (tra i quali Kazakistan, Messico e Russia) - tenutasi successivamente. I vertici Opec e Opec Plus del 5 e 6 dicembre 2019 hanno poi approvato una riduzione addizionale di produzione per 500 milioni di barili al giorno da applicarsi a partire dal 1° gennaio 2020 che ha portato a 1,7 milioni di barili la decurtazione complessiva rispetto a fine 2018. L’efficacia di queste nuove misure potrebbe però essere compromessa dall’aumento di produzione da parte dei Paesi non Opec, quali USA, Brasile, Guyana e Norvegia.

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Consuntivi e previsioni: Paesi industrializzati

Disavanzo (+) Avanzo (-) Prezzi al consumo Disoccupazione Prodotto Interno Lordo Settore Pubblico Tassi di riferimento (tasso medio annuo) (tasso medio annuo) (% del PIL)

(1) (1) (2) (1) (2) (1) (2) (1) Valori percentuali 2018 2019 2020 2018 2019 2020 2018 2019 2020 2018 2019 2020 dic-18 dic-19

Stati Uniti 2,9 2,3 2,0 2,4 1,8 2,0 3,9 3,7 3,7 6,5 6,7 6,8 2,25-2,50 1,50-1,75 Giappone 0,3 1,0 0,6 0,7 1,0 1,4 2,4 2,7 3,1 3,0 2,3 2,5 -0,10-0 -0,10-0 Area Euro 1,9 1,2 1,1 1,8 1,2 1,2 8,2 7,5 7,2 0,5 0,8 0,8 0,00 0,00 Italia 0,8 0,2 0,5 1,2 0,6 0,7 10,6 10,0 9,9 2,2 2,2 2,2 - - Germania 1,5 0,5 1,1 1,9 1,4 1,4 3,4 3,1 3,2 -1,9 -1,2 -0,8 - - Francia 1,7 1,3 1,3 2,1 1,2 1,2 9,1 8,5 8,4 2,5 3,1 2,2 - - Portogallo 2,4 1,8 1,5 1,2 0,7 0,8 7,0 6,1 5,6 0,4 0,0 0,2 - - Irlanda 6,8 4,8 4,4 0,7 0,8 0,4 5,8 5,5 5,2 -0,1 -0,1 -0,3 - - Grecia 1,9 2,2 2,3 0,8 0,5 1,4 19,3 17,8 16,8 -1,0 -0,5 -0,8 - - Spagna 2,4 2,0 1,6 1,7 0,7 1,0 15,2 14,0 13,7 2,5 2,1 2,0 - - Regno Unito 1,4 1,2 1,0 2,5 1,9 1,6 4,1 3,8 3,9 2,3 2,4 2,1 0,75 0,75

(1) Previsioni Fonte: FMI, Prometeia e Statistiche ufficiali (2) Statistiche ufficiali ovvero, in mancanza, previsioni

Nel terzo trimestre il Pil statunitense è cresciuto su base congiunturale del 2,1% annualizzato - in linea con il periodo precedente (+2%), ma in rallentamento nel confronto con i primi tre mesi dell’anno (+3,1%) - essenzialmente grazie al favorevole contributo dei consumi, a fronte di un modesto apporto negativo degli investimenti fissi (seppur con un ripresa del comparto residenziale), delle scorte e delle esportazioni nette (riconducibile al calo dell’import) che non sembrano beneficiare della politica commerciale protezionistica19.Nonostante la solidità del mercato del lavoro - con il tasso medio di disoccupazione al livello minimo degli ultimi 50 anni - e del settore dei servizi, l’economia statunitense è attesa rallentare quale effetto anche delle persistenti difficoltà dell’industria, in particolare nei comparti manifatturiero e delle costruzioni. Il sostegno della politica economica, sia monetaria che di bilancio, permetterà di evitare una recessione ma la debolezza del quadro mondiale e l’incertezza sull’evoluzione della politica commerciale continueranno a rappresentare incognite per la crescita.

Consuntivi e previsioni: principali Paesi emergenti

Prodotto Interno Lordo Prezzi al consumo Disoccupazione Tassi di riferimento (tasso medio annuo) (tasso medio annuo) Valori percentuali 2018 2019(2) 2020(1) 2018 2019(2) 2020(1) 2018 2019(2) 2020(1) dic-18 dic-19

Cina 6,6 6,1 5,7 2,1 2,9 2,4 3,8 3,8 3,8 4,35 4,15 India 6,8 5,8 6,2 3,4 3,4 4,1 n.d. n.d. n.d. 6,50 5,15 Brasile 1,3 0,8 1,7 3,7 3,8 3,5 12,3 11,8 10,8 6,50 4,50 Russia 2,3 1,1 1,6 2,9 4,7 3,5 4,8 4,6 4,8 7,75 6,25

(1) Previsioni Fonte: FMI, Prometeia e Statistiche ufficiali (2) Statistiche ufficiali ovvero, in mancanza, previsioni

Negli ultimi due trimestri dell’anno l’economia cinese sembra essersi stabilizzata con una variazione su base annua del Pil pari al +6%, livello più basso dal 1992 (+6,4% e +6,2% rispettivamente nel primo e secondo periodo). La variazione media annua, pari al +6,1%, si è accompagnata ad un trend ancora favorevole, seppur in attenuazione, dei principali indicatori congiunturali. Gli investimenti fissi lordi stanno confermando una dinamica debole, a causa soprattutto del settore terziario, mentre segnali positivi continuano a provenire dai comparti real estate e industriale. L’introduzione nelle tensioni commerciali USA-Cina di elementi politici legati in particolare alla crisi in Hong Kong ha allungato i tempi per il

19 A metà ottobre sono aumentate le tariffe USA su alcuni prodotti di importazione dall’Europa come ritorsione a quelli che gli Stati Uniti considerano aiuti all’industria aeronautica europea, quindi concorrenza sleale. Per il momento sono stati invece rinviati gli aumenti di dazi sulle importazioni di autoveicoli e parti di essi che erano stati annunciati in primavera, mentre il presidente Trump ha rinnovato minacce di nuovi interventi tariffari su prodotti caratteristici dell’export europeo nel caso in cui venisse aumentata la tassazione sui colossi USA della comunicazione. Ad inizio dicembre Trump ha inoltre annunciato con effetto immediato l’imposizione di dazi su acciaio e alluminio di Brasile e Argentina, accusati di aver svalutato le rispettive divise a scopo competitivo. Alla fine del 2019, infine, il Congresso statunitense ha approvato il nuovo accordo commerciale fra USA, Messico e Canada (United States-Mexico-Canada Agreement - USMCA) che ha sostituito quello del 1994 (NAFTA) rendendo più restrittive le regole sull’origine dei prodotti e gli standard di produzione nel settore automobilistico.

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raggiungimento di accordi, stipulati solo all’inizio del 2020. Nel 2019 tale situazione si è riflessa in un rallentamento della dinamica commerciale che ha interessato sia l’import che l’export.

Lo sviluppo del Giappone è andato ulteriormente moderandosi nel terzo trimestre con il Pil cresciuto dello 0,4% su base congiunturale (+0,6% e +0,5% rispettivamente nel primo e secondo trimestre) che ha incorporato una sostanziale tenuta dei consumi ed un accresciuto apporto degli investimenti non residenziali a fronte di un contributo nullo dall’interscambio commerciale. Le aspettative per l’ultimo trimestre dell’anno non sono particolarmente favorevoli anche in considerazione dell’avvenuto aumento dell’imposta sui consumi scattato ad ottobre (dall’8% al 10%) che potrebbe aver penalizzato la componente prevalente della domanda privata. A settembre è entrato in vigore l’accordo commerciale bilaterale con gli Stati Uniti annunciato il mese precedente, ma l’economia nipponica continua a risentire soprattutto del rallentamento in atto in Cina. Ad accentuare i problemi delle esportazioni è inoltre il boicottaggio sud coreano a beni e turismo giapponesi, legato a tensioni politiche20.

Risentendo del rallentamento della Germania, nell’Area euro la crescita del Pil su base congiunturale si è stabilizzata da aprile su un modesto +0,2% (+0,4% invece nel primo trimestre) sostenuta nei mesi estivi da un contributo positivo della domanda interna, ma negativo della componente estera21 e della variazione delle scorte. Le prime informazioni relative al quarto trimestre non sembrano anticipare segnali di rafforzamento dell’economia che dovrebbe confermarsi stabile beneficiando in particolare del settore delle costruzioni e del deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro. L’indicatore €-coin elaborato dalla Banca d’Italia – che rappresenta una stima della dinamica di fondo del Pil europeo – in dicembre si presentava in marginale recupero rispetto al minimo raggiunto in ottobre, mentre la produzione industriale a novembre ha evidenziato un modesto incremento congiunturale dello 0,2% (invariata a ottobre), pur confermando un trend negativo su base annua (-1,5%; -2,6% a ottobre).

Nel corso del 2019 l’economia italiana è cresciuta ad un ritmo modesto e costante evidenziando in ciascuno dei primi tre trimestri una variazione congiunturale del Pil del +0,1%. Nei mesi estivi, in particolare, il trend è stato sostenuto da un accresciuto apporto dei consumi22 e delle scorte parzialmente compensato dal contributo negativo della domanda estera netta, mentre nullo è risultato quello degli investimenti fissi. Sulla base delle informazioni più recenti, nei mesi autunnali l’attività economica pare aver ristagnato come sembra emergere dalla complessiva debolezza della produzione industriale. L’indice tendenziale corretto per gli effetti del calendario ha evidenziato in novembre una variazione annua pari al -0,6%, nona flessione consecutiva dall’inizio dell’anno, sintetizzando andamenti merceologici contrapposti ancorché di diversa intensità. I principali aumenti hanno interessato i comparti “elettronico” (+8,1%), “del legno, della carta e stampa” (+7%), “chimico” (+2,9%) e “delle altre industrie manifatturiere” (+2,9%); per contro i decrementi più significativi si sono riscontrati nei settori “tessile e abbigliamento” (-5,4%), “fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati” (-5,3%) e “metallurgico” (-4,9%). Sempre a novembre il tasso di disoccupazione si è confermato al 9,7% del mese precedente, ma in progressiva riduzione dal 10,5% raggiunto in febbraio (10,4% a dicembre 2018), mentre il tasso relativo alla fascia di età 15-24 anni si è attestato al 28,6%, in diminuzione rispetto ai primi mesi dell’anno (32,1% a dicembre 2018), ma in risalita rispetto al minimo del 27,8% di agosto23. Il dato generale continua peraltro ad essere mitigato dalla presenza degli ammortizzatori sociali che nei primi undici mesi dell’anno hanno evidenziato un aumento tendenziale della Cassa Integrazione Guadagni: 243,4 milioni le ore autorizzate a fronte dei 202 milioni del medesimo periodo 2018 (+20,4%), quale conseguenza di un incremento più rilevante per la componente

20 L’intensità della debolezza congiunturale ha indotto il governo giapponese ad approvare un nuovo pacchetto fiscale di supporto all’economia dell’ordine di 125 miliardi di dollari con orizzonte marzo 2021: per due terzi sarà concentrato sulla ricostruzione delle aree distrutte dai recenti tifoni e sul cercare di garantire un rallentamento morbido degli investimenti pubblici e infrastrutturali al termine del periodo olimpico del 2020; per un terzo riguarderà invece provvedimenti mirati ad evitare un tracollo dei consumi. 21 Il 1° luglio 2019 l’UE e i Paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) hanno concluso un patto commerciale che riguarderà 780 milioni di persone e consoliderà le strette relazioni politiche ed economiche. L’accordo interregionale prevede l’abolizione della maggioranza dei dazi sulle esportazioni UE verso il Mercosur e aumenterà la competitività delle imprese europee, consentendo loro di risparmiare 4 miliardi di euro di dazi all’anno. 22 La crescita dei consumi tra giugno e settembre ha beneficiato delle maggiori erogazioni del Reddito di cittadinanza, del miglioramento delle attese delle famiglie tra luglio e settembre e del discreto dinamismo del mercato del lavoro in termini di crescita delle unità di lavoro, delle ore lavorate e dei redditi lordi. 23 Il dato esprime l’incidenza dei giovani disoccupati sul totale dei giovani occupati o in corso di occupazione.

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straordinaria (+33,4%) e più contenuto per la cassa ordinaria (+8,3%), a fronte di una riduzione per la cassa in deroga (-66,9%). L’inflazione (misurata dall’Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo) – costantemente su livelli inferiori a quelli dell’Area euro – ha chiuso l’anno allo 0,5% (1,2% a dicembre 2018), in recupero rispetto al minimo raggiunto tra settembre e novembre (0,2%), con una dinamica che in corso d’anno ha risentito del trend dei prezzi dei beni energetici. Nel periodo gennaio-novembre il saldo positivo della bilancia commerciale ha totalizzato 47,9 miliardi di euro (36,5 miliardi nello stesso periodo del 2018) in virtù di un rilevante avanzo dell’interscambio dei prodotti non energetici, del quale circa la metà riferibile ai beni strumentali, che ha più che compensato il deficit energetico (-35,4 miliardi). Il surplus complessivo riflette però un volume di scambi sostanzialmente ridotto a causa delle tensioni commerciali, con le importazioni in diminuzione a livello tendenziale (-0,6%) e le esportazioni in aumento del 2,1%24. Sul fronte della finanza pubblica, il nuovo Governo insediatosi in settembre ha predisposto la manovra di bilancio per il triennio 2020-2022, approvata il 23 dicembre 2019. Nel 2020 la manovra elimina gli aumenti della tassazione indiretta riconducibili alle clausole di salvaguardia e destina risorse principalmente alla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, agli investimenti pubblici e privati e al rinnovo dei contratti pubblici. A parziale copertura di tali provvedimenti espansivi, essa reperisce risorse ricorrendo soprattutto al contrasto all’evasione, ad un inasprimento della tassazione sui giochi e sui tabacchi e a risparmi di spesa. Nel 2019 il rapporto deficit/Pil si sarebbe confermato al 2,2%, mentre il debito pubblico, avrebbe evidenziato un peggioramento al 135,7% del Pil anche per la revisione metodologica sulla valutazione dei buoni postali fruttiferi e, in misura minore, sul perimetro delle Amministrazioni Pubbliche, che ha aumentato di circa 60 miliardi il livello del debito25.

I mercati finanziari

Nonostante una più contenuta performance Andamento dei principali indici azionari espressi in valuta locale nella seconda metà dic-19 set-19 giu-19 mar-19 dic-18 Var. % dell’anno, nel 2019 si sono A B C D E A/E registrati significativi Ftse Mib (Milano) 23.506 22.108 21.235 21.286 18.324 28,3% recuperi da parte di tutti i Ftse Italia All Share (Milano) 25.629 24.066 23.159 23.314 20.148 27,2% principali indici azionari Xetra Dax (Franc oforte) 13.249 12.428 12.399 11.526 10.559 25,5% che hanno consentito di Cac 40 (Parigi) 5.982 5.678 5.539 5.351 4.731 26,4% Ftse 100 (Londra) 7.587 7.408 7.426 7.279 6.728 12,8% annullare le gravi perdite S&P 500 (New York) 3.221 2.977 2.942 2.834 2.507 28,5% intervenute nell’ultimo DJ Industrial (New York) 28.462 26.917 26.600 25.929 23.327 22,0% trimestre del 2018. Lo Nasdaq Composite (New York) 8.946 7.999 8.006 7.729 6.635 34,8% Nikkei 225 (Tokyo) 23.657 21.756 21.276 21.206 20.015 18,2% spostamento dell’interesse Topix (Tokyo) 1.721 1.588 1.551 1.592 1.494 15,2% degli investitori dal MSCI emerging markets 1.115 1.001 1.055 1.058 966 15,4% segmento obbligazionario a Fonte: Thomson Financial Reuters quello azionario è stato sostenuto in primis dalla politica monetaria - in particolare della Federal Reserve con i tre tagli realizzati nell’anno - nonché dalle periodiche attese di una positiva soluzione della guerra commerciale sino-statunitense che si sono concretizzate all’inizio del 2020 con la stipula dell’accordo “Phase one deal”. Il trend dei mercati sembra invece non aver risentito del progressivo indebolimento delle prospettive macroeconomiche. In particolare, gli indici statunitensi - per i quali si sono registrati nuovi massimi - ed europei hanno chiuso il 2019 con incrementi ampiamente superiori al 20% con la sola eccezione della

24 Il 23 marzo 2019, in occasione della visita in Italia del presidente cinese Xi Jinping, il nostro Paese ha aderito alla cosiddetta “Nuova via della seta" (Belt and Road Initiative) firmando il Memorandum of understanding, ovvero un accordo quadro d’intesa entro il quale saranno successivamente negoziati accordi specifici in diversi settori dell’economia nell’ambito di un progetto che coinvolge 68 Paesi e circa il 65% della popolazione mondiale. Nella medesima circostanza sono stati firmati altri 28 tra accordi quadro ed intese commerciali volti a rafforzare le relazioni con la seconda potenza economica mondiale. 25 Al fine di chiarire l’entità degli squilibri macroeconomici la Commissione Europea avvierà a febbraio 2020 degli approfondimenti su 13 Paesi membri tra i quali l’Italia. L’elevato debito pubblico, la bassa competitività economica e la vulnerabilità del sistema bancario potrebbero indurre Bruxelles ad avviare una procedura per squilibrio economico.

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Borsa londinese che ha fatto comunque registrare un miglioramento di circa il 13% nonostante le tensioni legate al procrastinarsi della data della Brexit. Nel contesto sopra descritto, anche l’indice MSCI - che sintetizza l’andamento dei Paesi emergenti - ha registrato un miglioramento del 15,4% nei dodici mesi, sostanzialmente in linea con quello dei listini giapponesi. Nelle prime settimane del 2020 l’andamento dei mercati è stato temporaneamente condizionato dagli sviluppi della crisi mediorientale tra Stati Uniti ed Iran, salvo poi riprendere un percorso di crescita che ha portato i listini a segnare nuovi record storici.

Migliori tra i principali listini europei, i mercati gestiti da Borsa Italiana hanno chiuso l’anno con un incremento di oltre il 27% al quale hanno contribuito diversi fattori quali l’allentamento della politica monetaria posto in essere dalla BCE e la distensione dei rapporti con la Commissione europea (anche in fase di definizione della nuova Legge di Bilancio) da parte del nuovo Governo in carica da settembre. Il risultato è stato accompagnato da una flessione degli scambi in termini sia di numero (64,3 milioni; -9,7%), sia di controvalore (547,4 miliardi; -12,6%). Borsa Italiana ha confermato la leadership europea per contratti scambiati sui sistemi telematici, sia su ETF Plus che sul MOT. Sull’ETF Plus, in particolare, le masse gestite hanno raggiunto quota 87,8 miliardi di euro (+31,8% rispetto al 2018), mentre il controvalore degli scambi si è ridotto nei dodici mesi a 105,8 miliardi (-2,9%). Sul Fixed Income (MOT ed ExtraMOT26) il controvalore negoziato nell’anno è aumentato a 190,5 miliardi (+12%), mentre gli scambi si sono incrementati a circa 4 milioni (+8,4%).

In chiusura di esercizio a Piazza Affari risultavano quotate 462 società, in aumento rispetto alle 452 di fine 2018: nel corso dell’anno si è registrato il record delle ammissioni dal 2000 con l’ingresso di 41 nuove società, delle quali 6 sul mercato MTA - tra cui , uno dei principali collocamenti internazionali del 2019 e prima Initial Public Offering (IPO) in Europa per ammontare raccolto - e 35 sul mercato AIM Italia. In quest’ultimo mercato gli scambi sono cresciuti sensibilmente in termini di controvalore (+19,2%), ma soprattutto di numero (+56,1%).

Riflettendo la favorevole evoluzione degli indici azionari, la capitalizzazione si è attestata a 644,4 miliardi di euro, dai 542,4 miliardi di fine 2018, equivalenti al 36,4% del Pil italiano (30,7% un anno prima). Quale riflesso della diversa intensità di variazione tra il controvalore degli scambi azionari e la capitalizzazione, la turnover velocity27 si è ridotta dal 115,5% del 2018 all’84,9% del 2019.

26 Si segnala il lancio a settembre 2019 del nuovo segmento obbligazionario ExtraMOT PRO3, naturale evoluzione di ExtraMOT PRO per la crescita di piccole e medie imprese e società non quotate sui mercati regolamentati e/o con un valore di emissione inferiore a 50 milioni di euro, dedicato alla quotazione di obbligazioni o titoli di debito. Borsa Italiana è inoltre attiva nella promozione della finanza sostenibile, con un segmento trasversale ai mercati MOT ed ExtraMOT dedicato agli strumenti green e/o social, cresciuto in modo importante nel 2019. Con la quotazione di 25 nuovi titoli, di cui 15 corporate, Borsa Italiana si conferma tra le prime piazze finanziarie in Europa per i prodotti sostenibili. 27 Indicatore che – rapportando il controvalore degli scambi alla capitalizzazione – segnala il tasso di rotazione delle azioni.

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Il sistema bancario

La fragilità della congiuntura economica - evidente principalmente nella componente degli investimenti e solo marginalmente nella spesa delle famiglie - si sta riflettendo sul sistema bancario attraverso un rallentamento dell’attività di impiego, mentre va sempre più consolidandosi il miglioramento della qualità del credito, in parallelo con un aumento delle forme di raccolta meno rischiose anche se caratterizzate da una remunerazione minima.

Sulla base delle prime stime pubblicate dall’ABI28, a fine dicembre la dinamica tendenziale della raccolta diretta delle banche in Italia (depositi di residenti e obbligazioni) è risultata positiva e pari al +4,8% (+0,2% a dicembre 2018), dopo il massimo raggiunto a novembre (+7,3%) al culmine di un trend di progressiva accelerazione. Nei dodici mesi è andata attenuandosi la divaricazione tra l’andamento dei depositi (+5,6% dal +2,6% di dicembre 201829), e quello della raccolta obbligazionaria (invariata rispetto al -12,3% di fine 201830), in virtù dei numerosi collocamenti, soprattutto istituzionali, effettuati in corso d’anno sulla scia anche della riduzione dello spread sui titoli governativi italiani. Come evidenziato dai dettagli di Banca d’Italia relativi al mese di novembre31, l’aggregato dei depositi sta beneficiando dell’incremento dei conti correnti (+9,8% nei dodici mesi; +7,2% rispetto a dicembre 2018) e dei depositi con durata prestabilita (+12,5% nei dodici mesi; +12,7% rispetto a fine 2018), a fronte di una riduzione dei pronti contro termine (-4,9% nei dodici mesi; -7,4% da dicembre 2018).

Dalle prime informazioni relative a dicembre pubblicate dall’ABI32 i prestiti a residenti appartenenti al settore privato sono rimasti invariati su base annua (+2% a dicembre 2018) evidenziando, in termini di destinatari, una variazione solo marginalmente positiva per le famiglie e le società non finanziarie (+0,3% dal +1,9% di fine 2018). Le informazioni di dettaglio relative a novembre fornite da Banca d’Italia33 evidenziano che la crescita annua dei finanziamenti alle famiglie si è attestata al +2,3%, mantenendosi solida tanto per la componente mutui destinati all’acquisto di abitazioni (+2,5%) quanto per quella del credito al consumo (+8,2%). Per quanto attiene alle imprese, l’andamento tendenziale, tornato negativo da gennaio 2019, si presentava pari al -1,9% anche per il possibile venir meno dell’effetto di anticipo degli investimenti nell’ultima parte dell’anno a fronte della conferma per il 2020 del super ammortamento con trasformazione in credito d’imposta. La dinamica - che riflette una debolezza della domanda di finanziamenti nonostante tassi di interesse ai minimi storici - continua ad essere condizionata dall’andamento degli investimenti e del ciclo economico.

Sotto il profilo della rischiosità, la qualità degli attivi appare in deciso miglioramento, favorita dal calo dei flussi di nuovi crediti deteriorati nonché dai programmi di cessione di crediti in sofferenza e da azioni di riduzione dello stock di crediti classificati come inadempienze probabili (Unlikely To Pay - UTP). A novembre le sofferenze del settore privato al lordo delle svalutazioni34 risultavano scese a 80,3 miliardi di euro, evidenziando un importante calo su base tendenziale (-31,7%). Lo stock si presentava costituito per 22,8 miliardi dalle famiglie (- 35,7%) e per 55,3 miliardi dalle imprese (-30,9%).

28 ABI Monthly Outlook, Economia e Mercati Finanziari-Creditizi, gennaio 2020. 29 Le variazioni sono state calcolate escludendo dai depositi gli importi connessi con operazioni di cessioni di crediti e con controparti centrali. 30 Le variazioni sono state calcolate escludendo dalla raccolta obbligazionaria la quota che figura tra gli investimenti del portafoglio titoli. 31 Supplemento al Bollettino Statistico “Banche e moneta: serie nazionali”, gennaio 2020. 32 ABI Monthly Outlook, Economia e Mercati Finanziari-Creditizi, gennaio 2020. La variazione è stata calcolata dall’ABI in coerenza con il criterio utilizzato da Banca d’Italia di cui alla successiva nota 31. 33 Supplemento al Bollettino Statistico “Banche e Moneta: serie nazionali”, gennaio 2020. I tassi di crescita degli impieghi sono corretti da Banca d’Italia per tenere conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari. 34 Supplemento al Bollettino Statistico “Banche e moneta: serie nazionali”, gennaio 2020.

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Il rapporto sofferenze lorde del settore privato/impieghi al settore privato era così diminuito al 5,25% (6,50% a dicembre 2018). Le sofferenze nette, pari a 29,6 miliardi, registravano una contrazione del 22,7% su base annua. Il rapporto sofferenze nette/impieghi totali si era conseguentemente portato all’1,70% (1,85% a fine 2018). Sulla base del “Rapporto sulla stabilità finanziaria”, pubblicato da Banca d’Italia in novembre, a giugno 2019 i crediti deteriorati lordi del sistema (sofferenze, inadempienze probabili e scaduti) totalizzavano 177 miliardi di euro, equivalenti all’8,1% del totale dei finanziamenti lordi (2.198 miliardi35). Al netto delle rettifiche di valore la consistenza dei prestiti deteriorati risultava pari a 84 miliardi con un’incidenza del 4% sul totale delle esposizioni nette (2.094 miliardi). Il tasso di copertura - misurato dal rapporto tra le rettifiche di valore e l’ammontare lordo dei crediti deteriorati - si attestava al 52,5%, mentre quello relativo alle sofferenze era pari al 64,9%, a fronte del 38,9% per le inadempienze probabili e del 23,1% per le esposizioni scadute/sconfinate.

I titoli emessi da residenti in Italia nel portafoglio delle banche italiane ammontavano a novembre a 602,3 miliardi di euro, con un incremento di 30,1 miliardi in termini tendenziali (+5,3%) e di 36,5 miliardi rispetto a fine 2018 (+6,4%). Il trend riflette principalmente l’andamento degli “Altri titoli” (207,7 miliardi), in aumento di 21,8 miliardi su base annua (+11,7%) anche nella componente delle obbligazioni bancarie (+6,9%) che risulta in accelerazione nel confronto con fine 2018 (+9,1%). In parallelo anche gli investimenti in titoli di Stato italiani (387,1 miliardi) hanno evidenziato un progresso nei dodici mesi (+8,2 miliardi; +2,2%), sintetizzando un incremento dei titoli a più lunga scadenza, a fronte di un calo dei BOT e dei CTZ da circoscrivere integralmente al mese di dicembre 2018.

Relativamente al comparto delle famiglie e società non finanziarie, a dicembre il tasso medio della raccolta bancaria da clientela calcolato dall’ABI36, (che include il rendimento dei depositi, delle obbligazioni e dei pronti contro termine in euro) risultava sceso allo 0,58% (0,61% a fine 2018), mentre il tasso medio ponderato sui prestiti in euro aveva raggiunto il minimo storico del 2,48% (2,55% a dicembre 2018).

35 Per uniformare la modalità di calcolo dell’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti a quella utilizzata dalla BCE il totale indicato include, oltre ai finanziamenti alla clientela, anche le esposizioni interbancarie e quelle verso banche centrali. 36 ABI Monthly Outlook, Economia e Mercati Finanziari-Creditizi, gennaio 2020.

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L’attività della Banca nel 2019

Nel corso del 2019, sono proseguite regolarmente le iniziative evolutive di carattere operativo, informatico e commerciale, in attuazione delle linee guida di sviluppo della Banca.

Si rilevano in particolare specifiche progettualità, già avviate nel corso del 2018, inerenti l’adeguamento normativo, applicativo e di processo relativamente a Mifid2 e PSD2, con l’evoluzione delle procedure operative e l’aggiornamento del relativo impianto regolamentare.

In parallelo proseguono gli interventi finalizzati all’estensione della digitalizzazione operativa dei processi e all’evoluzione del servizio di consulenza tra i quali si evidenziano, in particolare: i) l’estensione dell’utilizzo della Firma Elettronica Avanzata per la disposizione di investimenti e disinvestimenti da parte di clienti in ambito di Offerta Fuori Sede ii) la digitalizzazione dei processi di vendita in Offerta Fuori Sede di prodotti e servizi bancari e finanziari (pacchetto IW Conto) con riconoscimento di clientela effettuato tramite webcam iii) le attività realizzative volte all’evoluzione del servizio di consulenza finanziaria, con il previsto lancio, entro fine anno, del nuovo servizio di consulenza a pagamento.

Negli ultimi mesi dell’anno sono stati ultimati ulteriori interventi mirati allo sviluppo tecnologico che consentiranno un utilizzo sempre maggiore di strumenti di gestione digitale di processi operativi, incrementando pertanto il tempo dedicato alle attività di supporto alla clientela, con positivo impatto atteso in termini di livelli di servizio, capacità competitiva ed efficacia commerciale della rete. In particolare è previsto l’avvio di un importante progetto finalizzato al lancio della nuova piattaforma commerciale dedicata ai Consulenti Finanziari. Alla fine dell’anno è stata definita l’ipotesi di Roadmap per l’adozione della nuova architettura omnicanale di Gruppo basata sulla soluzione CRM360 basata sulla piattaforma Lycia in sostituzione dell’attuale.

In ambito controlli sono proseguite le iniziative progettuali di continua evoluzione e di ulteriore potenziamento dei presidi organizzativi interni e dei sistemi applicativi di supporto nei principali ambiti di controllo della Banca, in particolare in ambito Antiriciclaggio, Antifrode, Market Abuse e Controlli a Distanza, con interventi attuati in coordinamento tra le strutture della Banca e le strutture di controllo della Capogruppo. In tal senso si è proceduto all’ottimizzazione della normativa relativa all’area Controlli rischi della banca. Proseguono anche gli interventi volti al rafforzamento del monitoraggio della clientela attiva sui servizi di trading evoluto e delle profilature Mifid della clientela.

L’evoluzione della gamma di offerta è orientata allo sviluppo di prodotti e servizi a valore, in linea con il posizionamento di Banca specializzata nella gestione degli investimenti, tramite piattaforme di banking e trading online e tramite rete di Consulenti Finanziari abilitati all’offerta fuori sede. In riferimento allo sviluppo dei prodotti e servizi a valore sono state attivate nel corso dell’anno numerose iniziative in riferimento alle quali si rimanda a quanto descritto nella sezione “l’attività commerciale della banca” esposta di seguito nel presente capitolo.

Lo sviluppo del modello di Consulenza Finanziaria è proseguito nel corso dell’anno con un positivo andamento del processo di reclutamento che si è concentrato su profili di consolidata esperienza e professionalità. A supporto dell’attività di reclutamento a partire dall’inizio dell’anno sono state introdotte nuove proposte di incarico di promozione finanziaria che prevedono una migliore valorizzazione delle nuove masse apportate dal Consulente Finanziario in un determinato arco temporale. In relazione alla formazione dei Consulenti Finanziari, per il corrente esercizio, è stato avviato un importante progetto formativo di alto valore sul nuovo modello di Consulenza Evoluta. E’ proseguito il progetto, già avviato nello scorso esercizio di formazione per i manager focalizzato sul recruiting. Infine è stato istituito il “Club Formatori”, tramite l’individuazione di circa trenta Consulenti Finanziari dedicati e remunerati per il supporto e la formazione operativa sul territorio dei consulenti finanziari in ambito di innovazioni procedurali.

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Nel corso del 2019 è proseguita con successo l’attività della Banca nell’attivazione dei processi trasversali tra canale online e canale di promozione finanziaria, conseguendo un significativo consolidamento di tali nuovi processi grazie all’effetto esperienza maturato sul campo, e abilitando in tal modo l’ampliamento dello spettro di offerta nei confronti dei clienti e la conseguente valorizzazione progressiva delle sinergie cross canale a livello aziendale.

Nell’ambito del piano di Gruppo di riduzione dei costi avviato nel corso degli ultimi mesi del passato esercizio, relativamente all’offerta trading online, è stato individuato un progetto che ha l’obiettivo di ottimizzare l’accesso ai mercati cash europei attraverso una riduzione dei costi di esecuzione e settlement e dei costi di accesso ai mercati ove IW Bank ha una adesione diretta, al fine di rendere più competitiva la relativa offerta commerciale.

All’inizio dell’anno IW Bank, quale emittente del prestito subordinato “IW Bank S.p.A subordinato Tier II - tasso variabile con rimborso anticipato, ha comunicato ad UBI Banca, quale unico sottoscrittore del prestito, la volontà di procedere al rimborso anticipato del prestito medesimo. Ai sensi dell’art.78 del Capital Requirements Regulation (CRR), l’autorità competente ha autorizzato il rimborso con comunicazione scritta del 23 aprile 2019 in quanto i fondi propri della banca, in seguito all’intervento in questione, superano ampiamente i requisiti minimi previsti dallo stesso CRR. Ai sensi di quanto stabilito nel regolamento del prestito subordinato in esame, il rimborso dello stesso è avvenuto alla fine del mese di giugno, contestualmente al pagamento della rata trimestrale degli interessi.

Nel corso dell’esercizio, in analogia alle determinazioni assunte dalla Capogruppo, IW Bank ha approvato il passaggio al sistema monistico di amministrazione e controllo. L’adozione del sistema monistico consentirà alla banca di accrescere l’efficacia delle attività di controllo e ciò in relazione alla partecipazione dell’organo con funzioni di controllo alle decisioni dell’organo con funzione di supervisione strategica e di gestione. Inoltre tenuto conto, ai sensi della normativa di vigilanza bancaria, l’organo di controllo della Capogruppo è chiamato anche ad operare in stretto raccordo con i corrispondenti organi delle controllate, l’armonizzazione del sistema di governo societario avrà effetti positivi sull’efficacia dei controlli a livello consolidato, con conseguenti ulteriori benefici in capo ad IW Bank. Alla fine dell’anno si è concluso il progetto finalizzato a far confluire le attività di Assistenza Clienti in ambito Banking di IW Bank in UBI Online mediante iter di esternalizzazione infragruppo dell’attività di Call Center. L’esternalizzazione ha comportato il distacco delle risorse operative in IW Bank presso la divisione UBI Online.

La struttura territoriale

Al 31 dicembre 2019 la rete distributiva della Banca è di 20 Filiali aperte al pubblico, così dislocate: Arezzo, Bari, Caserta, Cremona, Firenze, Genova, Grosseto, L’Aquila, Livorno, Milano (3), Monza, Napoli, Pescara, Pomigliano d’Arco, Roma (2), Salerno, Torino.

A Milano, sono presenti in Sede due strutture amministrative dedicate alla lavorazione di ordini sul risparmio gestito ed assicurativo finanziario provenienti dalla rete dei Consulenti Finanziari e Wealth Manager (Middle Office Servizi di Investimento) e di apertura e manutenzione dei rapporti bancari (Middle Office Banking).

In aggiunta alle filiali, vi sono i punti vendita della Banca rappresentati dagli Advice Center (n. 42) presenti nelle principali città italiane a supporto dei Consulenti Finanziari e dalle Wealth Management Unit (n. 6) presenti nelle città di Milano, Firenze, Torino, Roma, Genova e Pescara a supporto dei Wealth Manager.

L’attività commerciale della banca

IW Bank offre una gamma di prodotti e servizi molto ampia che consente di soddisfare tutte le esigenze, anche le più evolute, della propria clientela e che si articola negli ambiti di business di investimento, risparmio, trading e banking. I prodotti e i servizi vengono distribuiti valorizzando le opportunità derivanti dalla multicanalità della Banca e quindi offerti a distanza

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(tramite sito web), fuori sede (tramite i Consulenti Finanziari) e in sede (presso le filiali sul territorio).

Relativamente al comparto investimenti, IW Bank si caratterizza per un modello di offerta in “architettura aperta”, con una gamma prodotti tra le più estese nel mercato di riferimento, composta da prodotti di gestione collettiva del risparmio (vigenti accordi di collocamento con circa 50 case d’investimento italiane ed internazionali), gestioni patrimoniali, prodotti assicurativi (principalmente Ramo III e Multiramo) e prodotti previdenziali. Sui servizi di gestione del risparmio, IW Bank offre alla clientela, per il tramite della propria rete in Offerta Fuori Sede, il servizio di Consulenza in materia di investimenti, denominato UBI LIGHT PF, erogato tramite una piattaforma che consente ai gestori di effettuare la diagnosi, il monitoraggio e la manutenzione del portafoglio del cliente, anche tramite l’emissione di raccomandazioni personalizzate. In particolare, nell’ambito del servizio di Consulenza in materia di investimenti, sta proseguendo l’attività di valorizzazione commerciale della digitalizzazione dell’erogazione delle raccomandazioni personalizzate attraverso due innovativi servizi messi a disposizione dei Consulenti Finanziari:  la piattaforma applicativa di “web collaboration” che prevede l’interazione a distanza con la clientela, sia per l’accettazione delle raccomandazioni personalizzate, sia per la disposizione elettronica “a distanza” degli ordini;  la Firma Elettronica Avanzata Omnicanale - Firma OTP con la completa digitalizzazione dei processi operativi di Offerta Fuori Sede relativi alla fase di erogazione del servizio di Consulenza, di esecuzione degli ordini di collocamento dei prodotti del risparmio gestito, della compravendita di prodotti dell’amministrato e del collocamento sul primario di certificate e bond. Tale servizio ha efficientato l’operatività dei Consulenti Finanziari rendendo possibile, da inizio anno, la digitalizzazione, di circa il 60%, sia delle raccomandazioni erogate dalla Banca sia delle relative operazioni eseguite dalla clientela.

Al fine di incrementare il numero di operazione “in digitale”, si evidenzia l’allargamento del perimetro di servizi e strumenti collocabili tramite il nuovo servizio denominato Firma Elettronica Avanzata Omnicanale – Firma OTP con particolare riferimento: a) alla sottoscrizione del conto a pacchetto “IW Conto” e di alcuni servizi accessori (quali ad esempio il servizio di banca telematica); b) alla gestione digitale delle fasi di erogazione del servizio di consulenza e al collocamento di prodotti di risparmio gestito e amministrato; e infine c) alla gestione delle operazioni di post vendita per le Gestioni Patrimoniali;

Nell’ambito dei servizi evoluti del comparto investimenti, si segnala inoltre che i Consulenti Finanziari di IW Bank si avvalgono del distintivo “Servizio Web Paperless”, che consente di collocare Fondi e Sicav in un processo ottimizzato che non richiede l’utilizzo di documentazione cartacea. Come ulteriore evoluzione, al fine di favorire il processo di digitalizzazione dei servizi finanziari offerti dalla Banca, si sta lavorando per continuare ad allargare il perimetro di strumenti collocabili tramite il Servizio Web Paperless, con la progressiva inclusione di fondi di nuove case di investimento.

Sempre in ambito investimenti nel corso dell’esercizio sono state attivate diverse soluzioni a valore con particolare riferimento alle seguenti aree:  ampliamento della gamma dei prodotti di risparmio gestito distribuibili in offerta fuori sede con il proseguimento del processo di omogeneizzazione del catalogo di risparmio gestito afferente alla commercializzazione di fondi di diritto italiano e Sicav su diversi canali di vendita: estensione del canale di collocamento di alcuni O.I.C.R. all’offerta fuori sede con la contestuale attivazione del servizio Ordini Web Paperless e Firma OTP e avvio di nuovi servizi abbinati all’offerta esistente; è stato anche lanciato il primo collocamento di un prodotto Eltif;  attivazione di una soluzione di Bancassurance multi-ramo per clientela di alto standing, (composta da Ramo I e Ramo III) che offre alla clientela una soluzione di investimento in grado di ottimizzare la gestione del rischio e dell’orizzonte temporale di riferimento con possibilità di avere una percentuale di Gestione Separata fino al 80% e la rimanente componente in Fondi Esterni;

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 collocamento di dieci nuovi Certificates studiati specificamente per la clientela dei Consulenti Finanziari;  collocamento di un nuovo Prestito Obbligazionario denominato in USD emesso da Goldman Sachs.

Parallelamente la Banca ha avviato nuove progettualità, in fase di disegno funzionale e/o di avvio realizzativo, in riferimento allo sviluppo di nuovi prodotti / servizi tra i quali lo studio e la definizione dei requisiti di un nuovo servizio di Consulenza Finanziaria e Non Finanziaria (ad esempio immobiliare, successoria) evoluta, erogata tramite il supporto di una piattaforma applicativa a disposizione dei Consulenti Finanziari, caratterizzata da strumenti per il monitoraggio costante dei portafogli della clientela e da reportistica evoluta. È infine in corso un progetto volto all’evoluzione della piattaforma applicativa dedicata ai Consulenti Finanziari con l’obiettivo di realizzare nuove funzioni in grado di supportare la proposizione dell’offerta, incrementando l’efficacia commerciale della rete, in linea con le tendenze evolutive e i benchmark di mercato.

Relativamente al comparto trading, IW Bank si caratterizza per l’offerta delle piattaforme più evolute e innovative, tra quelle disponibili sul mercato. Nel corso del 2019 sono state avviate iniziative commerciali volte all’acquisizione di nuovi clienti; sono state in particolare introdotte nuove promozioni commerciali volte a rafforzare la focalizzazione dell’offerta formativa attraverso una partnership con il mercato Eurex. A conferma del rilevante posizionamento competitivo e del valore degli investimenti dedicati allo sviluppo di soluzioni innovative, la Banca anche nel corso del 2019 ha ricevuto il premio specialistico Fintech Age Award per l’offerta Trading più completa. Parallelamente, nell’ottica di rispondere alle esigenze della clientela più evoluta, sono state finalizzate nuove iniziative per l’introduzione di nuovi servizi e prodotti abbinati alle piattaforme (ad esempio l’abilitazione dei futures micro E-Mini sugli indici statunitensi, le opzioni settimanali su S&P, un upgrade dell’applicativo per la gestione dei filtri di mercato, i Trading Bonus su prodotti derivati, l’ottimizzazione dell’accesso ai mercati europei con un nuovo assetto di execution e settlement, il miglioramento della visualizzazione di alcune informative di mercato su strumenti finanziari e l’estensione del servizio Prestazioni alla clientela ex BPI dei Consulenti Finanziari), il rinnovo degli accordi di “Zero fee agreement” per la negoziazione di strumenti finanziari emessi da due primarie controparti italiane ed internazionali senza commissioni alla clientela. E’ stato, inoltre, finalizzato il lancio del pacchetto di offerta dedicato alla clientela istituzionale (Conto Trading per Istituzionali).

Per quanto riguarda il comparto banking, l’offerta di IW Bank prevede tutti i tradizionali prodotti / servizi in ambito di raccolta e impiego ai privati. Lato credito, è stata messa in offerta la possibilità di fornire credito non finalizzato. Parallelamente, in coordinamento con la Capogruppo e con particolare riferimento al comparto della monetica, sono state realizzate e/o avviate nuove iniziative progettuali finalizzate alla commercializzazione di nuove soluzioni innovative (es. attivazione dei servizi Google Pay e Samsung Pay, attivazione del servizio di Bonifico SEPA Istantaneo). Si evidenzia anche la rilevante revisione effettuate della App Banking, in conformità alla Direttiva Europea 2015/2366 sui servizi di pagamento (meglio nota come PSD2), che permette alla clientela, fra le varie funzionalità, di gestire - nel rispetto degli standard di sicurezza dettati dalla normativa in vigore - mediante le apposite notifiche push sia l'accesso all’area riservata della proprio home banking sia l’autorizzazione delle disposizioni di pagamento. Inoltre l’APP Banking consente, per i dispositivi mobile che lo prevedono, di autorizzare in pochi secondi le disposizioni effettuate direttamente dall’App tramite le funzioni di riconoscimento relative all'impronta digitale o al riconoscimento facciale.

A tutte queste attività sono state affiancate iniziative al fine di supportare i colleghi dal punto di vista commerciale nello svolgimento della loro attività di vendita.

La Banca ha anche realizzato nel corso dell’esercizio in esame, un intenso programma di iniziative di comunicazione a supporto delle diverse aree di business. In particolare, con riferimento alla Rete di Consulenti Finanziari, si evidenzia il Roadshow “The Quality of Excellence” svolto in partnership con diversi Asset Manager. Un programma che si compone

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di eventi esclusivi alla scoperta delle eccellenze italiane, dedicato ai più importanti Clienti e Prospect dei Consulenti Finanziari. Il progetto è finalizzato alla formazione dei Consulenti Finanziari e al consolidamento della relazione con i clienti.

Nel corso dell’anno è stata inoltre lanciata la unit dei Wealth Managers. In particolare sono state realizzate:  immagine coordinata: brochure, welcome kit, immagini per adv stampa e digital (sia per il recruiting che per l’acquisizione di nuovi clienti);  eventi in partnership con diverse Case di Gestione per la formazione dei Professionisti. Gli eventi sono stati pianificati anche in ottica di lancio della unit, attraverso un’importante visibilità sui canali social;  Roadshow “Top Italy Excellence”, un programma di eventi esclusivi sulla rete ed i suoi Clienti. Nell’ambito del programma abbiamo enfatizzato il concetto dell’elevatezza, un file rouge fatto di terrazze, posti elevati non solo dal punto di vista architettonico, ma anche dal punto di vista storico;  pianificazione di uscite editoriali e video con i principali media di settore (We Wealth, Advisor, Bluerating, il Sole 24 ore);  aggiornamento delle pagine del sito pubblico, creando una specifica sezione dedicata alla unit.

Accanto alle iniziative di comunicazione, a supporto delle diverse aree di business, si è sviluppato un percorso di posizionamento del Brand attraverso:  strumenti redazionali, advertising e digitali;  partecipazione ai principali eventi di settore (quali a esempio Consulentia e Salone del Risparmio);  convention aziendale annuale che si è svolta a fine gennaio;  pianificazione SEO off site per il sito pubblico finalizzata a scalare il ranking di Google;  pubblicazioni relative ai sigilli assegnati dall’Istituto Tedesco di Qualità per l’ottima consulenza finanziaria, premiata dai nostri clienti, e per le ottime condizioni di conto corrente.

Per quanto riguarda la Comunicazione interna con la Rete dei Consulenti Finanziari, è stato lanciato un nuovo Portale di informazione, rivisto e ottimizzato nella grafica e nell’organizzazione delle informazioni.

Per quanto riguarda le iniziative a supporto del Trading, il 2019 si è concentrato sullo sviluppo di due filoni paralleli e complementari: ottimizzazione della presenza digitale ed educational. Relativamente alla presenza digitale si è attivato un piano media “always on” avente l’obiettivo di garantire continua presenza nel paniere di scelta dei potenziali clienti. Con riferimento alla formazione, la Banca ha partecipato ai più importanti eventi di settore che si sono svolti a Rimini in giugno, durante il quale è stata sviluppata un’intensa attività di educational e presentata un’iniziativa promozionale in collaborazione con Eurex, che prevede un premio di carattere formativo, e a Milano in ottobre con analoga attività formativa ed una promozione commerciale finalizzata all’acquisizione di nuovi clienti. Nel corso dell’evento di giugno è stato ritirato il premio Fintech Age per “l’offerta Trading più completa”. Infine ha avuto luogo durante l’anno il Webinar “IWTradingMaster – Educational Tour”, un programma articolato in varie tappe (visibili sul sito iwtradingmaster.it previa registrazione), dedicato ad accrescere le competenze di chi sceglie di operare in autonomia sui mercati finanziari, con spunti formativi e operativi presentati tramite le piattaforme proprietarie IW QuickTrade e l’app Trading+ da trader professionisti e non. Il programma consente ai partecipanti di interagire con il docente tramite chat moderata.

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La rete dei Consulenti Finanziari abilitati all’offerta fuori sede

I soggetti abilitati a prestare attività di offerta fuori sede di prodotti finanziari bancari ed assicurativi e servizi di investimento (art.31 c.2 del TUF) operano all’interno dell’Area Consulenza Finanziaria e Wealth Manager e risultano iscritti all’Albo unico dei Consulenti Finanziari abilitati all’offerta fuori sede.

Il numero complessivo dei Consulenti Finanziari è passato dalle 684 unità di inizio anno alle 688 unità al 31 dicembre 2019, segnando un incremento netto pari a 4 unità ed una riduzione del turn over complessivo che si attesta al 15% rispetto al 19% del 2018.

Nel segnalare che a partire dall’inizio dell’anno il campione di società include Banca Euromobiliare e CHE BANCA ! SpA nonché l’attività svolta dai consulenti finanziari della divisione private da Credem SpA, la raccolta totale netta (dati Assoreti) realizzata dalle reti di Consulenti Finanziari nel corso del 2019 ha registrato un incremento del 16,44% rispetto al dato del medesimo periodo del 2018. In particolare la raccolta netta sui prodotti del risparmio gestito ed assicurativo ha registrato una crescita complessiva pari al 51,9% rispetto al 31 dicembre 2018. Di contro la raccolta in strumenti finanziari in regime amministrato ha registrato un netto calo rispetto al 2018 (- 9,2 mld di euro).

Nel periodo in esame, la rete dei Consulenti Finanziari e Wealth Bankers di IW Bank ha registrato una raccolta netta (dati Assoreti) di 743,1milioni di Euro, in deciso incremento rispetto alla raccolta netta dello scorso esercizio risultata pari a 189 milioni di Euro.

La rete dei Consulenti Finanziari di IW Bank ha proseguito, nel corso dell’anno, l’impegno nello sviluppo sinergico basato sulla “promotazione” della clientela on-line. Prosegue inoltre il forte impulso alla diffusione dell’operatività digitale dei Consulenti Finanziari con un incremento costante del numero medio mensile di nuovi contratti e di operazioni paperless.

Nella tabella sotto esposta vengono evidenziati i dati relativi al saldo della raccolta netta al 31 dicembre 2019, al 31 dicembre 2018 ed al 30 giugno 2019 e riferiti alla rete dei Consulenti Finanziari e dei Wealth Bankers della Banca (dati Assoreti).

Raccolta netta (Dati ASSORETI) 31/12/2019 Comp.% 31/12/2018 Comp.% 30/06/2019 Comp.%

Raccolta Diretta Clientela 388.272 52,25% 195.529 103,44% 277.773 74,16% Raccolta Indiretta Clientela 354.782 47,75% (6.504) (3,44)% 96.771 28,84% di cui risparmio gestito 111.594 15,02% (164.376) (86,96)% (70.648) (18,81)% di cui risparmio amministrato 133.186 17,92% 104.521 55,3% 92.295 24,64% di cui Assicurativo 110.002 14,80% 55.350 22,22% 74.944 20,01%

Total Assets 743.054 100,00% 189.024 100,00% 374.544 100,00%

Nel corso dell’anno 2019 sono stati fruiti 4.546 gg/uomo di formazione da parte dei Consulenti Finanziari tramite corsi di formazione sia in aula che a “distanza”, con particolare riferimento a tematiche di formazione a carattere normativo e inoltre formazione valida per l'aggiornamento professionale degli intermediari assicurativi e valida ai fini dell’obbligo di aggiornamento professionale previsto dal Regolamento Intermediari Consob (Aggiornamento Mifid II).

Le risorse umane

Al 31 dicembre 2019 l’organico di IW Bank è pari a 270 unità, di cui 194 a libro paga e 31 part time, rispetto alle 305 risorse presenti al 31 dicembre 2018. In corso d’anno, in relazione alle esigenze tecnico/organizzative della Banca sono stati inseriti profili acquisiti dal mercato esterno e per mezzo della mobilità infragruppo in ingresso ed in uscita si sono valorizzate alcune risorse.

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Nel corso dell’intero esercizio sono stati erogati 1.138 gg/uomo di formazione tramite corsi di formazione - vedasi tabella sottostante - sia in aula che a “distanza”, con particolare riferimento a tematiche di formazione a carattere normativo. Per quanto riguarda la formazione esterna sono stati fruiti un totale di 44 gg/uomo tra corsi specialistici e manageriali dedicati in particolare ai 10 Responsabili d’Area.

Inoltre, alcune risorse hanno fruito di assessment delle capacità, erogato come strumento di crescita manageriale e per quattro di queste, il buon esito dell’assessment ha favorito l’assunzione di una nuova Responsabilità di Unità Organizzativa della Banca

Incidenza Formazione a Altre Modalità Area tematica Aula Totale gg/uomo Tematica su distanza (stage, toj, ecc.) Totale % Obblig. - Assicurativa 4 281 0 285 25,0%

Obblig. - Mifid2 36 246 0 283 24,8%

Obblig. - Assicurativa + Mifid2 40 527 1 568 49,9%

Obblig. - Normativa 61 155 2 218 19,1%

Commerciale e Finanza 18 22 1 40 3,5%

Crediti 3 14 0 18 1,5%

Manageriale-Comportamentale 57 95 0 152 13,4%

Operativa ed altre tematiche 66 36 41 143 12,5%

TOTALE 244 849 44 1.138 100,0%

21% 75% 4%

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Il sistema di controllo interno

Modello di governance amministrativo finanziario adottato ai sensi della Legge 262/05 La legge 262 del 28 dicembre 2005 (e successive modifiche) “Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari” con l’inserimento nel TUF dell’art. 154 bis ha introdotto nell’organizzazione aziendale delle Società quotate in Italia, la figura del Dirigente Preposto a cui è affidata la responsabilità di predisporre la redazione della documentazione contabile dell’impresa. La citata riforma si propone, fra gli altri obiettivi, quello di potenziare il sistema dei controlli interni in relazione alla comunicazione finanziaria prodotta dagli emittenti quotati.

Il Gruppo UBI Banca è tenuto all’applicazione del disposto normativo e a tal fine si è dotato di un impianto organizzativo e metodologico (modello di governance amministrativo finanziaria) che, inserito in un contesto di compliance integrata, consente di regolare in via continuativa le attività inerenti alla verifica del livello di adeguatezza ed effettiva applicazione dei presidi relativi al rischio di informativa finanziaria e, conseguentemente, effettuare una corretta valutazione del sistema di controllo interno di riferimento.

Il modello sviluppato è stato formalizzato in uno specifico Regolamento Aziendale, emanato con il Comunicato di Gruppo n. 166 dell’8 agosto 2008. Tale Regolamento è stato integrato con l’”Allegato Metodologico per il presidio del rischio di informativa finanziaria di cui alla Legge 262/05”, adeguato al sistema monistico di amministrazione e controllo ed alla “Policy per la gestione del corpo normativo di Gruppo” e quindi pubblicato il 12 aprile 2019. Il modello metodologico adottato, la cui efficacia è oggetto di costante monitoraggio, adotta l’approccio c.d. “Risk driven” in applicazione del quale le attività di verifica sono prioritariamente condotte sui processi rilevanti ai sensi della Legge 262/05, ritenuti maggiormente rischiosi. Esso muove prioritariamente dall’individuazione del perimetro rilevante costituito dalle società del Gruppo UBI Banca, dai conti e dai processi ritenuti significativi, ai fini della produzione dell’informativa finanziaria, sulla base di parametri sia quantitativi, in relazione alla rispettiva contribuzione alle grandezze economico - patrimoniali rappresentate nel bilancio consolidato, che qualitativi, in relazione alla complessità del business e alla tipologia dei rischi impliciti. Sulla base di quanto sopra, la Banca è inclusa nel perimetro rilevante. Individuato tale perimetro, si procede con la definizione dell’ambito di indagine del periodo di riferimento mediante programmazione delle attività di verifica annuali, pianificate semestralmente, in applicazione del citato modello “Risk driven” che prevede l’attribuzione di un ranking di rischiosità ai processi. In ragione di tale modello si definiscono approcci di analisi differenziati, pur garantendo sempre un adeguato livello di presidio sui processi ritenuti più significativi, anche in ragione di elementi qualitativi desunti da: anomalie riscontrate in analisi precedenti, livello di stabilità dei processi, analisi delle anomalie riscontrate da altre funzioni di controllo.

Le attività di verifica svolte sull’adeguatezza del sistema di controllo interno posto a presidio dell’informativa finanziaria prodotta sono sintetizzate in una apposita relazione, indirizzata alla Banca, redatta dalla struttura specialistica interna alla Capogruppo in staff al Dirigente Preposto; in tale relazione è espresso un giudizio in merito all’idoneità complessiva delle procedure amministrative e contabili a rappresentare in bilancio in modo corretto la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della Banca. Tale relazione relativa all’esercizio 2019 riporta un giudizio di sostanziale adeguatezza ed effettiva applicazione delle predette procedure. Tale conclusione è supportata anche da specifiche attestazioni interne, prodotte dagli organi delegati delle singole Società/outsourcer del Gruppo UBI Banca come previsto dal “Sistema di attestazioni a cascata” contemplato nel modello di governance amministrativo finanziario definito.

La Direzione Generale della Banca rilascia apposita attestazione, su delega del Consiglio di Amministrazione, alla Capogruppo mediante la quale si dichiara:  l’adeguatezza in relazione alle caratteristiche dell’impresa ed effettiva applicazione nel periodo delle procedure amministrative e contabili;

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 la veridicità, completezza e rispondenza alle scritture contabili dei dati patrimoniali, economici e finanziari e delle informazioni aggiuntive del bilancio individuale fornite per l’elaborazione del bilancio consolidato e della relazione sulla gestione nonché per la descrizione dei principali rischi ed incertezze cui il Gruppo è esposto.

Per una descrizione del sistema dei controlli interni in termini di architettura, regole e strutture dello stesso si rimanda alla “Relazione sul governo societario e gli assetti proprietari di UBI Banca Spa” - consultabile nella sezione Corporate Governance del sito istituzionale www.ubibanca.it - in allegato alla quale sono riportate anche le specifiche informazioni richieste dall’art. 123 bis, comma 2, lettera b) del TUF (D.Lgs. 58/1998) in merito alle principali caratteristiche del sistema di gestione dei rischi e di controllo interno inerenti al processo di informativa finanziaria.

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Prospetti di bilancio riclassificati

Informazioni sullo stato patrimoniale e sul conto economico

Per consentire una visione più coerente con il profilo gestionale, nel presente capitolo della Relazione sulla Gestione sono rappresentati gli schemi riclassificati di Stato Patrimoniale e di Conto Economico.

A seguito dell’introduzione del nuovo principio contabile IFRS 16 a fare tempo dal 1° gennaio 2019, per rendere possibile un commento gestionale delle grandezze patrimoniali ed economiche, si è proceduto come di seguito indicato:  dal punto di vista patrimoniale, in termini di comparabilità con l’esercizio precedente, il prospetto riclassificato al 31 dicembre 2019 dà informativa dei valori, determinati in applicazione del nuovo principio contabile, al 1° gennaio 2019. Ciò consente il commento gestionale omogeneo delle variazioni intercorse nell’esercizio 2019. Per maggiori dettagli sugli impatti derivanti dalla First Time Adoption del nuovo principio si rimanda alla “Nota Integrativa - Parte A - Politiche contabili”.  dal punto di vista economico, per agevolare il commento gestionale dei valori 2019 con l’esercizio precedente, il prospetto fornisce informativa degli “impatti IFRS 16” riferiti al 31 dicembre 2019.

Ciò premesso, il conto economico è stato redatto in applicazione delle seguenti ulteriori riclassifiche:  il margine di interesse include il risultato della voce “140. Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni” dello schema contabile, posto che il rilascio dell’attualizzazione trova rilevazione nel margine di interesse;  i recuperi di imposta iscritti alla voce 200 “Altri oneri/proventi di gestione” (15.432 migliaia di euro al 31 dicembre 2019 e 15.044 migliaia di euro al 31 dicembre 2018) sono riclassificati a riduzione delle imposte indirette incluse tra le altre spese amministrative.

Infine si specifica che in ottemperanza alla Comunicazione Consob n. DEM/6064293 del 28 luglio 2006 ed al documento ESMA “Orientamenti - indicatori alternativi di performance (IAP)” del 5 ottobre 2015, nell’esercizio in commento nonché in quello di raffronto, sono stati rilevati i seguenti eventi ed operazioni non ricorrenti:

 Anno 2019:  oneri per incentivi all’esodo;  contributo straordinario al Fondo di Risoluzione Nazionale.

 Anno 2018:  intervento F.I.T.D.;  oneri per incentivi all’esodo;  impatto manovra finanziaria.

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Stato Patrimoniale riclassificato (in migliaia di euro)

ATTIVO 31/12/2019 01/01/2019 Variazione Variazione %

10. Cassa e disponibilità liquide 1.756 2.481 (725) (29,23) 20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 3.175 2.209 966 43,75 3) Titoli e derivati 3.175 2.209 966 43,75 30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 38 62 (24) (38,53) 3) Titoli 38 62 (24) (38,53) 40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 3.683.509 3.110.536 572.973 18,42 1) Crediti verso Banche 596.159 175.029 421.130 n.s. 2) Crediti verso Clientela 479.224 528.744 (49.520) (9,37) 3) Titoli 2.608.126 2.406.764 201.362 8,37 70. Partecipazioni 2.306 2.306 - - 80. Attività materiali 39.845 38.759 1.086 2,80 90. Attività immateriali 41.807 41.807 - - di cui: avviamento 41.807 41.807 - - 100. Attività fiscali 18.805 21.952 (3.147) (14,34) 120. Altre attività 58.535 73.228 (14.693) (20,06) Totale dell'attivo 3.849.776 3.293.340 556.436 16,90

PASSIVO E PATRIMONIO NETTO 31/12/2019 01/01/2019 Variazione Variazione %

10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 3.638.363 3.095.046 543.317 17,55 1) Debiti verso Banche 272.582 270.535 2.048 0,76 2) Debiti verso Clientela 3.365.781 2.814.507 551.274 19,59 3) Titoli in circolazione - 10.004 (10.004) n.s. 60. Passività fiscali 6.543 4.980 1.563 31,39 80. Altre passività 29.980 31.253 (1.273) (4,07) 90. Trattamento di fine rapporto del personale 1.290 1.192 98 8,23 100. Fondi per rischi e oneri: 21.053 19.093 1.960 10,27

a) impegni e garanzie rilasciate 467 513 (47) (9,08) c) altri fondi per rischi ed oneri 20.587 18.580 2.007 10,80 110.+120.+130.+140 Capitale, sovrapprezzi di emissione, riserve, riserve da valutazione e azioni proprie 141.659 137.317 4.342 3,16 .+150.+160.+170. 180. Utile (perdita) d'esercizio (+/-) 10.886 4.458 6.428 n.s. Totale del passivo e del patrimonio netto 3.849.776 3.293.340 556.436 16,90

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Conto Economico riclassificato (in migliaia di euro)

CONTO ECONOMICO 31/12/2019 31/12/2018 Variazione annua Variazione % annua

10.-20.+140. Margine d'interesse 32.758 20.396 12.362 60,61

- di cui: componenti IFRS9 crediti 91 14 77 n.s.

- di cui: componenti IFRS9 modifiche contrattuali senza cancellazioni (450) (451) 1 (0,14)

- di cui: componenti IFRS16 (759) - (759) n.s.

70. Dividendi e proventi simili 0 15 (15) (99,85)

40.-50. Commissioni nette 60.812 57.626 3.186 5,53

Risultato netto dell'attività di negoziazione, copertura, cessione/riacquisto e delle attività/passività 80.+90.+100.+110. 966 (697) 1.662 n.s. valutate al fair value con impatto a conto economico

200. Altri oneri/proventi di gestione (2.775) 993 (3.767) n.s.

Proventi operativi 91.761 78.333 13.428 17,14

160.a Spese per il personale (21.238) (21.577) 338 (1,57)

160.b Altre spese amministrative (43.621) (47.778) 4.157 (8,70)

180.+190. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali e immateriali (4.836) (490) (4.346) n.s.

- di cui: componenti IFRS16 (4.442) - (4.442) n.s.

Oneri operativi (69.695) (69.844) 149 (0,21)

Risultato della gestione operativa 22.066 8.489 13.577 n.s.

130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito di: (1.396) (1.220) (176) 14,43

a) att.fin. valutate al costo ammortizzato (1.396) (1.220) (176) 14,43

130.a - att.fin. valutate al costo ammortizzato - banche (3) 5 (8) n.s.

130.a - att.fin. valutate al costo ammortizzato - clientela (1.394) (1.225) (168) 13,75

170.a Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - impegni e garanzie rilasciate 47 56 (10) (17,53)

170.b Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - altri accantonamenti netti (3.768) (2.873) (894) 31,12

260. Utile (perdita) dell'operatività corrente al lordo delle imposte 16.949 4.452 12.497 n.s.

270. Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (6.063) 6 (6.069) n.s.

Utile (perdita) del periodo 10.886 4.458 6.428 n.s.

35

Conto Economico riclassificato al netto delle principali componenti non ricorrenti (in migliaia di euro)

Componenti non Componenti non ricorrenti ricorrenti 31/12/2019 31/12/2018 al netto al netto

delle delle Variazione CONTO ECONOMICO 31/12/2019 31/12/2018 Variazione componenti componenti % Oneri Contributo non Oneri Impatto non Intervento incentivi straordinario ricorrenti incentivi Manovra ricorrenti F.I.T.D. all'esodo F.R.N. all'esodo Finanziaria

10.-20.+140. Margine d'interesse 32.758 32.758 20.396 20.396 12.362 60,61

- di cui: componenti IFRS9 crediti 91 91 14 14 77 n.s.

- di cui: componenti IFRS9 modifiche contrattuali senza cancellazioni (450) (450) (451) (451) 1 (0,14)

- di cui: componenti IFRS16 (759) (759) - - (759) n.s.

70. Dividendi e proventi simili 0 0 15 15 (15) (99,85)

40.-50. Commissioni nette 60.812 60.812 57.626 57.626 3.186 5,53

Risultato netto dell'attività di negoziazione, copertura, cessione/riacquisto e 80.+90.+100.+110. 966 966 (697) 908 211 754 n.s. delle attività/passività valutate al fair value con impatto a conto economico

200. Altri oneri/proventi di gestione (2.775) (2.775) 993 993 (3.767) n.s.

Proventi operativi 91.761 - - 91.761 78.333 908 - - 79.241 12.520 15,80

160.a Spese per il personale (21.238) 20 (21.218) (21.577) 233 (21.343) 125 (0,59)

160.b Altre spese amministrative (43.621) 12 (43.609) (47.778) (47.778) 4.169 (8,73)

180.+190. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali e immateriali (4.836) (4.836) (490) (490) (4.346) n.s.

- di cui: componenti IFRS16 (4.442) (4.442) - - (4.442) n.s.

Oneri operativi (69.695) 20 12 (69.664) (69.844) - 233 - (69.611) (52) 0,08

Risultato della gestione operativa 22.066 20 12 22.098 8.489 908 233 - 9.630 12.468 n.s.

130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito di: (1.396) - - (1.396) (1.220) - - (1.220) (176) 14,43

a) att.fin. valutate al costo ammortizzato (1.396) - - (1.396) (1.220) - (1.220) (176) 14,43

130.a - att.fin. valutate al costo ammortizzato - banche (3) (3) 5 5 (8) n.s.

130.a - att.fin. valutate al costo ammortizzato - clientela (1.394) (1.394) (1.225) - (1.225) (168) 13,75

170.a Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - impegni e garanzie rilasciate 47 47 56 56 (10) (17,53)

170.b Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - altri accantonamenti netti (3.768) (3.768) (2.873) (2.873) (894) 31,12

260. Utile (perdita) dell'operatività corrente al lordo delle imposte 16.949 20 12 16.980 4.452 908 233 - 5.593 11.388 n.s.

270. Imposte sul reddito del periodo dell'operatività corrente (6.063) (7) (4) (6.073) 6 (300) (77) (504) (875) (5.198) n.s.

Utile (perdita) del periodo 10.886 13 8 10.907 4.458 608 156 (504) 4.718 6.190 n.s.

36

Informazioni sullo Stato Patrimoniale riclassificato

Interbancario La posizione interbancaria netta al 31 dicembre 2019 risulta creditoria ed ammonta a 323,6 milioni di euro. L’andamento dell’aggregato risulta principalmente influenzato dalla dinamica intercorsa nei rapporti intrattenuti con la Capogruppo, in particolare dall’incremento degli impieghi a vista.

Posizione interbancaria netta

Variazioni 31/12/2019 01/01/2019 in valore in % Importi in migliaia di euro Crediti verso banche 596.159 175.029 421.130 240,61 [(voce 40. a) dell'Attivo Patrimoniale )]

Debiti verso banche 272.582 270.535 2.048 0,76 [Voce 10. a) del Passivo Patrimoniale )]

Posizione interbancaria netta 323.577 (95.506) 419.083 (438,80)

Crediti verso clientela A dicembre 2019, gli impieghi complessivi verso la clientela si attestano a 479,2 milioni di euro in diminuzione di 49,5 milioni di euro (-9,4%). Il portafoglio in bonis evidenzia una riduzione del 9,4% conseguente alla contrazione del comparto “Mutui” (-52,6 milioni di euro, quale riflesso del naturale decalage e per effetto del cambio di business che vede la Banca quale intermediario nel collocamento di mutui erogati dalla Capogruppo); in controtendenza, invece, il comparto “Conti correnti” (+6 milioni di euro). Nella tabella seguente viene riportato il dettaglio dei crediti per forma tecnica.

Ripartizione dei crediti verso clientela

31/12/2019 01/01/2019 Variazioni

Primo e Primo e Terzo Terzo secondo Totale Incid. secondo Totale Incid. in stadio stadio in % stadio A+B % stadio C+D % valore B D A C Importi in migliaia di euro Conti correnti 67.547 677 68.223 14,24 61.500 860 62.360 11,79 5.863 9,40

Mutui ipotecari e altri finanziamenti a 336.471 13.457 349.928 73,02 389.031 14.347 403.378 76,29 (53.450) (13,25) medio/lungo termine

Carte di credito, prestiti personali e 26.174 183 26.356 5,50 27.802 167 27.969 5,29 (1.613) (5,77) cessioni del quinto

Altri finanziamenti 34.524 192 34.716 7,24 34.611 426 35.037 6,63 (321) (0,92)

Totale Voce 40. b) dell'Attivo 464.716 14.508 479.224 100,00 512.944 15.800 528.744 100,00 (49.520) (9,37) Patrimoniale Riclassificato

Dal punto di vista della qualità degli impieghi, i crediti deteriorati netti della Banca si attestano a 14,5 milioni di euro, in diminuzione di 1,3 milioni di euro rispetto all’esercizio di raffronto, e la loro incidenza sul totale dei crediti netti si attesta al 3,03% (2,99% al 31 dicembre 2018).

Al 31 dicembre 2019 le esposizioni forborne37 lorde sono pari a circa 10,8 milioni di euro equivalenti a 91 rapporti (11,4 milioni di euro/90 rapporti a fine anno) e così suddivise:

37 Si ricorda che a partire dal Bilancio al 31 dicembre 2015 è stata introdotta la forbearance, termine utilizzato per indicare situazioni in cui il debitore non è considerato in grado di rispettare le scadenze e le condizioni contrattuali

37

 performing euro 5,6 milioni (6,2 milioni a dicembre 2018);  non performing euro 5,2 milioni (dato invariato).

Situazione dei crediti per cassa al 31 dicembre 2019

Rettifiche Grado di Esposizione lorda Valore di bilancio di valore copertura Importi in migliaia di euro Crediti deteriorati (Terzo stadio) 5,33% 26.268 11.760 3,03% 14.508 44,77%

- Sofferenze 3,21% 15.804 9.122 1,39% 6.683 57,72%

- Inadempienze probabili 1,98% 9.755 2.577 1,50% 7.178 26,42%

- Esposizioni scadute/sconfinate 0,14% 709 61 0,14% 648 8,61%

Crediti in bonis (Primo e Secondo stadio) 94,67% 466.332 1.616 96,97% 464.716 0,35%

Totale 492.600 13.376 479.224 2,72%

Situazione dei crediti per cassa al 1° Gennaio 2019

Rettifiche Grado di Esposizione lorda Valore di bilancio di valore copertura Importi in migliaia di euro Crediti deteriorati (Terzo stadio) 5,08% 27.551 11.751 2,99% 15.800 42,65%

- Sofferenze 3,01% 16.338 9.418 1,31% 6.920 57,64%

- Inadempienze probabili 2,00% 10.826 2.299 1,61% 8.527 21,24%

- Esposizioni scadute/sconfinate 0,07% 387 34 0,07% 353 8,88%

Crediti in bonis (Primo e Secondo stadio) 94,92% 514.768 1.824 97,01% 512.944 0,35%

Totale 542.319 13.576 528.744 2,50%

Nel dettaglio:  le sofferenze nette si attestano a 6,7 milioni di euro, in calo rispetto al dato di inizio anno. Il loro rapporto rispetto agli impieghi netti è pari all’1,39%;  le inadempienze probabili nette totalizzano 7,2 milioni di euro. La loro incidenza percentuale sugli impieghi netti è pari all’1,50%;  le esposizioni scadute deteriorate nette ammontano a 0,6 milioni di euro, in crescita rispetto al consuntivo di raffronto.

Il livello di copertura dei crediti non performing risulta pari al 44,77% (42,65% nel periodo di confronto); più in dettaglio si rileva che:  il livello di copertura delle sofferenze si attesta al 57,72%;  il livello di copertura delle inadempienze probabili risulta pari al 26,42% (21,24% ad inizio anno).

Il processo di impairment collettivo dei crediti in bonis ha determinato una rettifica globale di 1,6 milioni di euro ed un livello di copertura pari allo 0,35%, dato invariato rispetto al 1° gennaio 2019.

Attività finanziarie Al 31 dicembre 2019, le attività presentano le seguenti dinamiche:

a causa di difficoltà finanziarie. Sulla scorta di tali difficoltà il creditore decide di modificare la scadenza e le condizioni del contratto per consentirgli di onorare il debito o di rifinanziarlo integralmente o parzialmente.

38

 le attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico, ammontano a 3,2 milioni di euro e sono essenzialmente rappresentative della partecipazione in Visa INC Classe C9 la cui valutazione positiva di fine esercizio, pari a 950 migliaia di euro comprensiva dell’effetto cambio, ha avuto impatto nella voce 110 di conto economico “Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico”. La voce comprende inoltre le attività finanziarie acquisite a seguito dell’intervento a favore di nell’ambito dello Schema volontario del F.I.T.D.. Per ulteriori informazioni si rinvia alla “Nota Integrativa - Parte A – Politiche Contabili - Sezione 4 – Altri aspetti”;  le attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, sono pari a 38 migliaia di euro e sono rappresentativi dei titoli di capitale acquisiti a fronte degli interventi di sostegno nell’ambito dello Schema volontario del F.I.T.D.;  le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - titoli, sono pari a 2.608,1 milioni di euro, in aumento rispetto a gennaio 2019 (+8,4% pari in termini assoluti a 201,4 milioni di euro) e sono interamente costituiti da prestiti obbligazionari emessi dalla Capogruppo e sottoscritti dalla Banca.

Partecipazioni La voce è costituita dalle partecipazioni di minoranza detenute nelle seguenti Società del Gruppo:  UBI Sistemi e Servizi S.c.p.A., pari al 4,31% del capitale sociale;  UBI Academy S.c.r.l., pari al 3% del capitale sociale. Non sono intervenute variazioni nell’esercizio.

Altre voci dell’attivo Le immobilizzazioni materiali ammontano a 39,8 milioni di euro. La voce comprende attività relative a diritti d’uso (euro 37,6 milioni relativi a fabbricati e 0,1 milioni relativi ad autoveicoli) iscritti in bilancio a seguito dell’entrata in vigore del principio contabile IFRS 16. In base alle previsioni del 6° aggiornamento della Circolare n. 262, la voce in commento include altresì le spese di manutenzione straordinaria su beni in locazione (circa 1 milione di euro), c.d. “migliorie su beni di terzi” inerenti contratti soggetti alle previsioni del principio sopra citato. Per maggiori informazioni si rinvia alla “Nota Integrativa - Parte A - Politiche contabili”.

Le immobilizzazioni immateriali ammontano a 41,8 milioni di euro, dato invariato rispetto gennaio 2019; la voce risulta interamente costituita dall’avviamento originatosi dalle diverse operazioni di aggregazione aziendale, infragruppo e non. Per maggiori informazioni si rinvia a quanto specificato nella “Parte A – Politiche Contabili – Sezione 4 - Altri aspetti – Impairment test degli avviamenti” ed alla “Nota Integrativa – Sezione 9 – Attività Immateriali”.

Le altre attività ammontano a 58,5 milioni di euro in riduzione di 14,7 milioni di euro rispetto ai 73,2 milioni registrati ad inizio anno. Si ricorda che in tale voce trovano rappresentazione le partite connesse alle operazioni di Covered Bond che rappresentano il disallineamento temporale tra gli incassi dei mutui oggetto di cessione e l’ammortamento dei finanziamenti erogati alla Società Veicolo. Per dettagli si rimanda alla “Nota Integrativa - Sezione 12 - Altre attività” ed alle informative dedicate nella “Nota Integrativa - Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche contabili - Sezione 1 - Rischio di credito”.

39

Raccolta da clientela

A dicembre 2019, i mezzi amministrati della clientela si attestano a 12.717,8 milioni di euro, evidenziando un incremento del 13,9% rispetto alle risultanze di inizio anno.

Massa amministrata

Variazioni 31/12/2019 Incidenza % 01/01/2019 Incidenza % in valore in % Importi in migliaia di euro Raccolta diretta (*) 3.346.083 26,31% 2.807.647 25,13% 538.436 19,18 Raccolta indiretta 9.371.705 73,69% 8.362.968 74,87% 1.008.737 12,06 di cui: risparmio gestito 6.794.884 53,43% 5.955.946 53,32% 838.938 14,09 Raccolta totale 12.717.788 100,00% 11.170.616 100,00% 1.547.173 13,85

(*) al netto delle componenti “Debiti per leasing” relative all’IFRS 16.

Raccolta diretta La consistenza della raccolta diretta da clientela risulta pari a 3.365,8 milioni di euro, in aumento del 19,2% rispetto ai dati di raffronto, ed esprime un’incidenza percentuale dell’87,43% sul totale del passivo.

Variazioni Incidenza Incidenza 31/12/2019 01/01/2019 % % in valore in % Importi in migliaia di euro Conti correnti e depositi a vista 3.276.934 97,36% 2.731.949 96,72% 544.985 19,95

Depositi a scadenza 16.773 0,50% 14.776 0,52% 1.997 13,52

Finanziamenti 35.491 1,05% 30.685 1,09% 4.806 15,66

- pronti contro termine passivi 28.807 0,86% 23.613 0,84% 5.193 21,99

- altri 6.684 0,20% 7.072 0,25% (388) (5,48)

Altri debiti 16.885 0,50% 20.233 0,72% (3.348) (16,55)

Subtotale debiti verso clientela 3.346.083 99,41% 2.797.643 99,05% 548.440 19,60

Debiti per leasing 19.698 0,59% 16.864 0,60% 2.834 16,81 Totale debiti verso clientela 3.365.781 100,00% 2.814.507 99,65% 551.274 19,59 [voce 10. b) Passivo patrimoniale ] Obbligazioni - 0,00% 10.004 0,35% (10.004) (100,00) Totale titoli in circolazione - 0,00% 10.004 0,35% (10.004) (100,00) [voce 10. c) Passivo patrimoniale ] Totale raccolta diretta 3.365.781 100,00% 2.824.511 100,00% 541.270 19,16

I debiti verso clientela ammontano a 3.365,8 milioni di euro registrando un incremento di 551,3 milioni di euro ascrivibile principalmente alla dinamica delle giacenze dei “Conti correnti e depositi a vista” (+545 milioni di euro) che costituiscono la componente più rilevante dell’aggregato (97,36%); in crescita anche il comparto “Finanziamenti” (+4,8 milioni di euro).

I titoli in circolazione dell’esercizio di raffronto rappresentano un prestito obbligazionario subordinato di 10 milioni di euro, sottoscritto dalla Capogruppo nel marzo 2014 e oggetto di rimborso anticipato nel mese di giugno 2019. Per ulteriori informazioni si rinvia a “L’attività della Banca nel 2019”.

40

Raccolta indiretta

Variazioni Incidenza Incidenza 31/12/2019 01/01/2019 % % in valore in % Importi in migliaia di euro In amministrazione 2.576.821 27,50% 2.407.023 28,78% 169.799 7,05

Risparmio gestito 6.794.884 72,50% 5.955.946 71,22% 838.938 14,09

Gestioni di Patrimoni Mobiliari 199.673 2,13% 183.127 2,19% 16.546 9,04

di cui: GPF 51.937 0,55% 46.021 0,55% 5.917 12,86

Fondi Comuni di Investimento e Sicav 5.206.048 55,55% 4.618.172 55,22% 587.876 12,73

Polizze assicurative e fondi pensione 1.389.164 14,82% 1.154.647 13,81% 234.517 20,31

di cui: Polizze assicurative 1.386.386 14,79% 1.151.869 13,77% 234.517 20,36

TOTALE RACCOLTA INDIRETTA 9.371.705 8.362.968 1.008.737 12,06

Al 31 dicembre 2019, la raccolta indiretta ai valori di mercato, è pari a 9.371,7 milioni di euro, in aumento del 12,1% rispetto all’esercizio di raffronto. Il risparmio amministrato si attesta a 2.576,8 milioni di euro, in crescita del 7,1%, pari in termini assoluti a 169,8 milioni di euro. Il risparmio gestito, pari a 6.794,9 milioni di euro, evidenzia un incremento del 14,1%, pari a 838,9 milioni di euro. Nel dettaglio la variazione è imputabile per 587,9 milioni di euro ai Fondi comuni di investimento e Sicav, per 234,5 milioni di euro allo stock delle polizze assicurative e per 16,5 milioni di euro alle Gestioni di Patrimoni Mobiliari. A seguito degli effetti sopra menzionati l’incidenza percentuale del comparto gestito sul totale della raccolta indiretta si attesta al 72,50% (71,22% l’incidenza rilevata ad inizio anno).

Altre voci del passivo Le altre passività si attestano a 30 milioni di euro, contro 31,3 milioni rilevati ad inizio anno. Per la composizione di dettaglio della voce si veda la Sezione 8 della Nota Integrativa, Parte B – Informazioni sullo stato patrimoniale – Passivo.

I fondi per rischi ed oneri ammontano a 21,1 milioni di euro e risultano in aumento di 2 milioni di euro rispetto all’esercizio di raffronto (pari a 19,1 milioni di euro). All’interno di tale aggregato trovano collocazione, per un importo complessivamente pari a 0,5 milioni di euro, i fondi rettificativi per rischio di credito, sia degli impegni a erogare fondi sia delle garanzie finanziarie rilasciate. La voce comprende inoltre gli accantonamenti agli altri fondi per rischi ed oneri (20,6 milioni di euro), che risultano composti da fondi posti a presidio di controversie legali (7,6 milioni di euro), principalmente in materia di servizi di investimento prestati dalla Banca e contratti bancari, da fondi oneri per il personale (0,6 milioni di euro), nonché dall’indennità suppletiva di clientela e sistema di fidelizzazione legati alla rete dei consulenti finanziari, pari a circa 12,4 milioni di euro.

Patrimonio netto Il patrimonio netto della Banca, non considerando l’utile dell’esercizio, che ammonta a 10,9 milioni, evidenzia un saldo di 141,7 milioni di euro. Si precisa che l’utile netto dell’esercizio 2018, pari a 4,5 milioni, risulta interamente attribuito a riserve, a seguito dell’approvazione del Bilancio d’Esercizio da parte dell’Assemblea dei soci avvenuta in data 27 febbraio 2019. Le riserve da valutazione hanno determinato, nell’esercizio, una riduzione di patrimonio pari a 120 migliaia di euro. Non sono intervenute variazioni nel capitale sociale che ammonta a 68 milioni di euro, ripartito in n. 22.650.000 azioni ordinarie, del valore nominale di 3 euro ciascuna, totalmente detenute dalla Capogruppo.

41

Per maggiori informazioni si rimanda ai “Prospetti contabili - Prospetti delle variazioni del patrimonio netto”, alla “Nota Integrativa - Informazioni sullo stato patrimoniale - Sezione 12 - Patrimonio dell’Impresa” nonché alla “Nota Integrativa - Parte F - Informazioni sul patrimonio”.

42

Informazioni sul Conto Economico riclassificato

Il margine di interesse al 31 dicembre 2019 si è attestato a 32,8 milioni di euro, in aumento rispetto ai 20,4 milioni registrati nell’esercizio di raffronto.

Var. dicembre ‘19 / dicembre ‘18 31/12/2019 31/12/2018 Assolute %

Margine Clientela 5.796 6.515 (719) (11,04)

di cui Comparti IW Special (100) (390) 290 (74,40)

Margine Tesoreria 29.328 15.903 13.425 84,42

Altri interessi (2.366) (2.022) (344) 17,00

TOTALE MARGINE D'INTERESSE 32.758 20.396 12.362 60,61

Il margine clientela ammonta a 5,8 milioni di euro, in diminuzione di 0,7 milioni di euro rispetto a quanto rilevato a fine 2018. All’interno della voce si evidenzia una contrazione dei crediti a medio lungo termine, sia in termini di redditività che di volumi, parzialmente mitigata dalla riduzione del costo della raccolta da clientela. Il margine di tesoreria ha dato luogo ad un flusso netto positivo pari a 29,3 milioni di euro, in crescita rispetto ai 15,9 milioni di euro registrati nell’esercizio di confronto. Tale incremento è espressione della crescita della redditività e dei volumi della componente obbligazionaria iscritta nel portafoglio della Banca. La voce “Altri interessi” comprende l’impatto negativo derivante dal rilascio del Fair Value Adjustment residuo dei mutui chiusi per estinzione anticipata o passaggio a sofferenze, rientranti nel perimetro di revisione della strategia di copertura del rischio tasso. Trovano inoltre rappresentazione in tale aggregato, in conformità al principio IFRS 9, gli interessi dovuti al trascorrere del tempo determinati nell’ambito della valutazione delle attività impaired, positivi per 179 migliaia di euro (192 migliaia al 31 dicembre 2018), la rettifica rilevata sulla quota parte degli interessi su posizioni deteriorate ritenuta non recuperabile, negativa per 88 migliaia di euro (-178 migliaia nell’esercizio di confronto), nonché la riclassifica della voce “140. Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni” per un importo negativo pari a 450 migliaia di euro (-451 migliaia nel dicembre precedente). Solo per l’anno in commento, in ottemperanza al principio IFRS 16, si rilevano gli interessi maturati sulla passività finanziaria rappresentativa dell’obbligazione a pagare i canoni di locazione lungo la durata del contratto (negativi per 759 migliaia di euro).

Le commissioni nette si sono attestate a 60,8 milioni di euro, in aumento di 3,2 milioni di euro (+5,5%) rispetto a dicembre 2018. In particolare, i “servizi di gestione, intermediazione e consulenza” al netto delle corrispondenti voci passive, evidenziano:  una sostanziale tenuta del Risparmio Gestito, all’interno del quale, all’incremento delle commissioni derivanti dal collocamento di fondi e Sicav, si contrappone una riduzione delle commissioni di mantenimento derivanti dallo stock stesso;  una lieve crescita della performance del comparto assicurativo;  una contrazione delle commissioni nette da trading conseguente al contesto competitivo che ha inciso sui prezzi pur in presenza di volumi in forte aumento rispetto all’esercizio precedente  un incremento delle commissioni rivenienti dal collocamento di strumenti finanziari “Certificates” per circa 2,9 milioni di euro.

Per quanto attiene i flussi reddituali generati dall’attività bancaria tradizionale si rileva una crescita del comparto “collocamento di prodotti e servizi di terzi” e “monetica”, mentre risultano sostanzialmente in linea con l’esercizio di raffronto i comparti “conti correnti”, “sistema dei pagamenti” e “commissioni su altri finanziamenti”.

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Il risultato netto dell'attività di negoziazione, copertura, cessione/riacquisto e delle attività/passività valutate al fair value con impatto a conto economico registra un saldo pari a circa 1 milione di euro ed è sostanzialmente rappresentativo della valutazione positiva del titolo Visa. Relativamente all’esercizio precedente si ricorda che la voce conteneva, oltre alla valutazione positiva del titolo sopracitato per 0,4 milioni di euro, la perdita netta derivante dalla cessione di crediti in sofferenza (“GACS”) per circa 0,2 milioni di euro, nonché l’impairment a valere sul titolo acquisito a fronte dell’intervento deliberato dal F.I.T.D. in favore di Banca Carige, per 0,9 milioni di euro. Posta la natura non ricorrente di tale evento, il suo effetto è stato oggetto di normalizzazione nell’ambito del conto economico. Per maggiori dettagli si rimanda all’informativa resa nel Bilancio al 31 dicembre 2018.

Gli altri oneri/proventi di gestione, negativi per 2,8 milioni di euro, rappresentano una voce residuale nella quale confluiscono costi e ricavi di varia natura, non classificabili nelle altre componenti del risultato operativo, ad esclusione dei recuperi di imposte che sono portati in diminuzione della corrispondente sottovoce delle altre spese amministrative. La voce comprende l’impatto netto negativo (pari a circa 3,4 milioni di euro) scaturito dalla definizione transattiva di una controversia sorta in materia di servizi di investimento; per maggiori dettagli si rimanda alle “Altre informazioni – Accertamenti ispettivi e provvedimenti”. Al 31 dicembre 2018, la voce comprendeva un provento di circa 0,5 milioni di euro riconosciuto alla Banca dal Fondo Nazionale di Garanzia quale residuo attivo della “Gestione Speciale” del Fondo stesso.

A seguito delle dinamiche sopra esposte, i proventi operativi si attestano a 91,8 milioni di euro, in aumento di 13,4 milioni (+17,1%) rispetto all’esercizio di confronto. Al netto dei sopracitati eventi non ricorrenti, la voce registrerebbe un incremento pari a 12,5 milioni di euro.

Sul versante dei costi, le spese per il personale, pari a 21,2 milioni di euro, risultano in calo di 0,3 milioni di euro rispetto a dicembre 2018. La voce recepisce l’onere, pari a 20 migliaia di euro nel 2019 e 233 migliaia di euro nel 2018, quale incentivo all’esodo per le uscite volontarie di personale previste dal Piano Industriale di Gruppo. Al netto di tale impatto, qualificabile come non ricorrente, le spese per il personale rileverebbero una riduzione di 0,1 milioni di euro quale effetto netto dell’evoluzione degli organici e delle retribuzioni.

Le altre spese amministrative, sono pari complessivamente a 43,6 milioni di euro. Dall’analisi dell’aggregato, i risparmi principali si evidenziano nelle voci “Canoni servizi resi da Società del Gruppo”, “Premi assicurativi” e “Manutenzione immobili e impianti”; in controtendenza le spese relative a “Pubblicità e promozione”, “Consulenze” e “Contributi associativi”. Relativamente a quest’ultimo aggregato si ricorda che comprende il contributo ordinario annuale al DGS “Deposit Guarantee Schemes” per 1,9 milioni di euro (1,6 milioni al 31 dicembre 2018) e, solo per l’esercizio in commento, la contribuzione addizionale al Fondo Nazionale di Risoluzione per 12 migliaia di euro; quest’ultimo impatto, stante la natura dell’evento, è stato oggetto di normalizzazione nell’ambito del conto economico. Si precisa inoltre che a seguito dell’entrata in vigore del nuovo principio contabile IFRS 16, i canoni connessi ai contratti di locazione rientranti nell’ambito di applicazione del principio non trovano più rilevazione per competenza alla voce “Altre spese amministrative”, tranne limitate eccezioni. Per maggiori dettagli si rimanda alla “Nota Integrativa – Parte A – Politiche contabili”.

Nella tabella seguente vengono indicate composizione e variazioni delle macrovoci componenti l’aggregato.

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Altre spese amministrative: composizione (valori in migliaia di euro)

Var. 31/12/2019 / 31/12/2018 31/12/2019 31/12/2018 Assolute %

Affitti passivi (1) (5.045) 5.044 (99,98)

Servizi professionali (462) (382) (79) 20,80

Consulenze (2.119) (1.412) (707) 50,08

di cui Consulenze strategiche ed organizzative (659) (146) (512) n.s.

Canoni di locazione hardware, software ed altri beni (150) (237) 87 (36,76)

Manutenzioni hardware, software ed altri beni (330) (392) 61 (15,70)

Conduzione immobili (1.048) (940) (108) 11,53

Manutenzione immobili e impianti (338) (436) 98 (22,46)

Contazione, trasporto e gestione valori (64) (66) 2 (3,31)

Contributi associativi (3.024) (2.755) (269) 9,76

Informazioni e visure (38) (47) 9 (18,68)

Periodici e volumi (11) (7) (4) 55,03

Postali (172) (239) 66 (27,84)

Premi assicurativi (815) (970) 156 (16,04)

Pubblicità e promozione (2.696) (1.708) (989) 57,89

Spese di rappresentanza (41) (36) (5) 13,85

Telefoniche e trasmissioni dati (5.538) (5.632) 93 (1,66)

Servizi in outsourcing (1.322) (1.413) 91 (6,41)

Spese di viaggio (274) (238) (36) 15,29

Spese per recupero crediti (103) (131) 28 (21,66)

Stampati, cancelleria e materiale di consumo (325) (261) (64) 24,36

Trasporti e traslochi (232) (226) (6) 2,70

Vigilanza (159) (143) (16) 11,35

Altre spese (15) (10) (5) 44,75

Canoni servizi resi da Società del Gruppo (23.423) (24.617) 1.194 (4,85)

Imposte indirette (16.351) (15.478) (872) 5,64

Totale (59.053) (62.822) 3.769 (6,00)

Riclassifica "recuperi di imposte" 15.432 15.044 388 2,58

TOTALE ALTRE SPESE AMMINISTRATIVE (43.621) (47.778) 4.157 (8,70)

Le rettifiche di valore su attività materiali ed immateriali, pari a 4,8 milioni di euro (0,5 milioni a dicembre 2018), sono costituite da ammortamenti su attività materiali di proprietà ad uso funzionale e su migliorie su beni di terzi. Relativamente al solo esercizio in commento, in conformità al principio IFRS 16, trova rappresentazione in tale voce l’ammortamento relativo ai diritti d’uso acquisiti in virtù di contratti di locazione (4,4 milioni di euro).

Complessivamente, gli oneri operativi ammontano a 69,7 milioni di euro, in calo dello 0,2% rispetto all’esercizio di raffronto (+0,1% la variazione al netto degli eventi non ricorrenti).

Quale sintesi dell’evoluzione complessiva dell’attività della Banca, il risultato della gestione operativa, si attesta a 22,1 milioni di euro, contro 8,5 milioni di euro rilevati nell’esercizio di confronto (9,6 milioni di euro al netto degli eventi non ricorrenti).

Le rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo ad attività finanziarie valutate al costo ammortizzato ammontano complessivamente a 1,4 milioni di euro. Relativamente ai soli crediti verso la clientela le rettifiche di valore su crediti non performing (1,4 milioni di euro) risultano composte da 0,8 milioni di euro su crediti in sofferenza e 0,6 milioni di euro le rettifiche di valore su inadempienze probabili; la valutazione dei crediti in

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bonis risulta positiva per 45 migliaia di euro. Complessivamente il costo del credito si attesta allo 0,29%, contro lo 0,23% del 31 dicembre 2018.

Gli accantonamenti netti a fondi rischi e oneri, impegni e garanzie rilasciate evidenziano un impatto positivo per 47 migliaia di euro riconducibile alla valutazione del rischio di credito sia delle garanzie finanziarie rilasciate (pari ad un valore lordo di circa 51,2 milioni di euro con un livello di copertura dello 0,47%), sia degli impegni ad erogare fondi (pari ad un valore lordo di 396,6 milioni di euro con un livello di copertura dello 0,06%).

Gli accantonamenti netti al fondo per rischi e oneri - altri accantonamenti netti ammontano a circa 3,8 milioni di euro, rispetto ai 2,9 milioni di fine 2018. Il dato dell’esercizio è riferito agli accantonamenti posti a presidio di controversie sorte con la clientela, relativamente alle prestazioni connesse a servizi di investimento ed a contratti bancari, nonché al Sistema di Fidelizzazione dei Consulenti Finanziari ed alla valutazione attuariale dell’indennità suppletiva di clientela.

Per effetto delle dinamiche sopra descritte, l’operatività corrente al lordo delle imposte, evidenza un risultato positivo pari a circa 17 milioni di euro rispetto a 4,5 milioni di euro del 31 dicembre 2018 (5,6 milioni di euro il risultato dell’esercizio precedente al netto delle componenti non ricorrenti).

Le imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente ammontano a 6,1 milioni di euro. Al 31 dicembre 2018 la voce includeva l’impatto, pari a 0,5 milioni di euro, derivante dalla manovra finanziaria ed oggetto di normalizzazione nell’ambito del conto economico. Il dato di raffronto includeva altresì l’effetto positivo, pari a circa 1,5 milioni di euro, derivante dell’applicazione del regime della partecipation exemption alla plusvalenza emersa dalla cessione della partecipazione Visa Europe Ltd. Nel periodo di imposta in cui avvenne la cessione (2016), la Banca prudenzialmente tassò integralmente il provento realizzato, presentando contestualmente interpello all’Agenzia delle Entrate per richiedere conferma della spettanza del regime agevolativo. A fronte della risposta positiva, ricevuta a febbraio 2018, si rilevava a conto economico l’effetto positivo IRES derivante dalla detassazione al 95% della suddetta plusvalenza.

L’utile dell’esercizio risulta pari a 10,9 milioni di euro.

Per effetto delle dinamiche sopra descritte e delle variazioni delle riserve da valutazione registrate nell’esercizio, la redditività complessiva si attesta ad un risultato positivo di circa 10,8 milioni di euro. Per ulteriori dettagli si rinvia ai “Prospetti contabili - Prospetto della Redditività Complessiva”.

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L’attività di ricerca e sviluppo

Le attività di Ricerca, Sviluppo e Innovazione sono prevalentemente finalizzate a studiare la possibile applicazione delle novità tecnologiche nei rapporti con la clientela, per migliorare e/o ampliare l’offerta di prodotti/servizi, così come nei processi interni aziendali, per semplificarli e renderli più efficienti.

Tali attività sono gestite e coordinate da un’apposita unità organizzativa di UBI Sistemi e Servizi che seguendo i principi e le metodologie tipici dell’Open Banking e dell’Open Innovation garantisce un’attività di ricognizione sui principali trend tecnologici identificando soluzioni da portare all’attenzione del Gruppo e successivamente testare per verificare i benefici ottenibili.

L’analisi delle tecnologie emergenti è resa possibile dall’ampio ecosistema di relazioni e partnership che il Gruppo ha costruito coinvolgendo diverse tipologie di attori, tra i quali: Fintech che offrono servizi distintivi, programmi di accelerazione per la crescita e lo sviluppo di startup promettenti, fornitori tecnologici, investitori e centri di ricerca. In aggiunta alle partnership attivate in precedenza, nel corso del 2019 il Gruppo ha siglato nuove collaborazioni con Fintech District (principale ecosistema italiano di fintech ed insurtech), con Plug and Play Europe (hub europeo focalizzato nello sviluppo di startup ad alto potenziale) e con Medici ed Ernst Young (promotori del programma di accelerazione “Magnifico” focalizzato sul regtech38).

Le principali tematiche innovative in cui il Gruppo è attivo sono: l’intelligenza artificiale, la blockchain39, il regtech e l’evoluzione della customer experience, sia in filiale che nell’interazione con i canali digitali della Banca.

Nel campo dell’intelligenza artificiale il Gruppo ha maturato un’esperienza significativa nello sviluppo di prototipi di assistenti virtuali in grado di gestire conversazioni testuali e vocali. Tale sperimentazione ha permesso di individuare tecnologie e partner con i quali è stato realizzato un Chatbot che consente alle filiali di ottenere assistenza automatizzata di primo livello su procedure e applicativi. Nel breve periodo si procederà allo sviluppo di ulteriori casi d’uso focalizzati nel supporto alla clientela e nell’assistenza interna.

In tema blockchain procedono le attività realizzate in ambito consortile con i principali istituti bancari italiani per semplificare le relazioni e le transazioni con le controparti. Si segnalano in particolar modo un’iniziativa in ambito assicurativo che ha portato allo sviluppo, alla vendita e alla gestione di polizze con procedure di rimborso automatizzate, e il lancio del sistema Spunta Banche coordinato da ABI Lab40.

In ambito regtech, il Gruppo ha aderito ad un programma di accelerazione focalizzato negli ambiti compliance, ALM e transazioni sospette. L’iniziativa prevede un percorso strutturato che partendo dall’identificazione di specifiche esigenze aziendali arriva ad individuare le migliori soluzioni proposte da Fintech o da fornitori tecnologici, da sperimentare su perimetri definiti e controllati.

Per quanto concerne infine l’evoluzione della customer experience, sono proseguite le attività di analisi e test delle soluzioni per automatizzare l’acquisizione e l’identificazione omnicanale della clientela. Sono inoltre stati avviati dei prototipi di sistemi per gestire la relazione da

38 Consiste nell’utilizzo di tecnologie per la gestione e l’elaborazione di dati utili ai Regolatori e alle entità da loro vigilate per automatizzare attività di compliance e monitorare processi. 39 È la tecnologia emergente che permette di scambiare via internet, in modalità distribuita e protetta, informazioni, pagamenti, beni e servizi. Blockchain è un database di transazioni sicuro, condiviso tra tutti i partecipanti all’interno di una rete definita di utilizzatori; registra ed archivia qualunque transazione che avviene nel network, eliminando la necessità di una terza parte centralizzata e “fidata”. 40 Si tratta di un progetto a cui il Gruppo ha aderito insieme ad altre 17 banche che ha portato alla realizzazione di una piattaforma innovativa per le riconciliazioni interbancarie. Grazie all’iniziativa ci si aspetta di ottenere trasparenza e visibilità delle informazioni, maggiore velocità di esecuzione delle operazioni e possibilità di verifiche e scambi direttamente sulla piattaforma.

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remoto tra il personale della Banca e i loro clienti, realizzati tramite l’utilizzo di software di audio/video comunicazione integrabili all’interno dei canali digitali della Banca.

Ambiente di lavoro Per quanto riguarda le tematiche disciplinate dal D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 (Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro) si rinvia al capitolo “Principali rischi e incertezze cui è esposta la Banca”, mentre gli aspetti di responsabilità ambientale sono trattati nell’ambito dell’informativa sulla responsabilità sociale e ambientale contenuta nel capitolo “Altre informazioni”.

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Rapporti contrattuali con Società del Gruppo

Conformemente alla Circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 emanata dalla Banca d’Italia, VI° aggiornamento del 30 novembre 2018, ed ai sensi dello IAS 24, il commento e le informazioni relative ai rapporti patrimoniali ed economici con le imprese del Gruppo e parti correlate è stato inserito in Nota Integrativa, parte H, alla quale si rimanda.

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Altre informazioni

Informativa su azioni proprie e di Controllanti art. 2428 cc. Si rileva che la Banca non ha effettuato, a valere sul portafoglio titoli di proprietà, operazioni di acquisto e/o vendita di azioni proprie, né di quote della Controllante ed a fine esercizio non risultano in portafoglio né azioni proprie né azioni della Controllante.

Aspetti fiscali Sintesi delle novità intervenute nell’esercizio Nel corso dell’anno 2019 vi sono state diverse novità in materia fiscale. Tra queste, quelle meritevoli di segnalazione sono le seguenti.

Legge 27 dicembre 2019, n. 160 “Legge di Bilancio 2020” La Legge 27 dicembre 2019, n. 160 contiene diverse misure per la crescita economica. Tra queste, devono essere evidenziate le seguenti:  aliquote IVA: sono stati rimodulati i previsti aumenti delle aliquote IVA ordinaria (22%) e ridotta (10%) e sono stati bloccati gli effetti per il solo anno 2020. In dipendenza della Legge di Bilancio 2020 l’aliquota IVA ordinaria passa al 25% nel 2021 e al 26,5% a far tempo dall’anno 2022. L’aliquota ridotta aumenta al 12% a far tempo dall’anno 2021;  credito di imposta per investimenti in beni strumentali nuovi: il superammortamento per investimenti in beni materiali strumentali nuovi termina la propria validità nel 2019 e non è oggetto di proroga. Viene sostituito da un credito di imposta, utilizzabile in compensazione e non cedibile neppure all’interno del consolidato fiscale. Tale credito spetta con aliquote e limiti differenziati a seconda della tipologia di bene interessato;  Aiuto alla Crescita Economica (ACE): viene ripristinato il meccanismo fiscale di aiuto alla crescita economica. La norma si applica in continuità con il passato e il rendimento nozionale da applicare per la determinazione dell’agevolazione è fissato all’1,3%. Viene contestualmente abolita la c.d. “mini IRES” che non ha mai trovato Tapplicazione;  imposta sui servizi digitali (digital tax): viene modificata la norma sulla digital tax già presente nell’ordinamento tributario italiano. Con effetto dal 1° gennaio 2020, l’imposta si applica con aliquota del 3% sui ricavi lordi derivanti dalla prestazione di servizi digitali svolti in Italia al ricorrere di determinate condizioni. Sono esplicitamente escluse dal campo di applicazione dell’imposta talune categorie di servizi, tra cui i servizi di pagamento ed altri servizi di natura bancaria/finanziaria;  deducibilità prima iscrizione IFRS 9: viene differita all’anno 2028 la deduzione originariamente prevista per l’anno 2019 della quota delle rettifiche sui crediti verso la clientela iscritte in bilancio in sede di prima adozione del principio contabile IFRS 9;  deducibilità svalutazioni e perdite su crediti verso la clientela: viene differita agli anni 2022, 2023, 2024 e 2025 e ripartita in quote costanti la deduzione originariamente prevista per l’anno 2019 della quota delle svalutazioni e perdite su crediti verso la clientela iscritte antecedentemente al 2015;  ammortamento dell’avviamento e di altre attività immateriali: viene differita agli anni 2025, 2026, 2027, 2028 e 2029 e ripartita in quote costanti la deducibilità delle quote non dedotte al 31 dicembre 2017 dell’avviamento e di altre attività immateriali che hanno dato luogo all’iscrizione di imposte differite attive qualificate;  IVA su locazione e noleggio imbarcazioni da diporto: cambiano le regole di determinazione della territorialità IVA dei servizi di locazione anche finanziaria, noleggio e operazioni similari delle imbarcazioni da diporto. Le nuove regole, basate sull’effettivo utilizzo e fruizione del servizio, si applicano a far tempo dal 1° aprile 2020;  segnalazioni FATCA in assenza di codice fiscale USA: al verificarsi di talune circostanze viene prevista la disapplicazione delle sanzioni amministrative italiane in caso di segnalazioni FATCA contenenti dati di US Persons prive di codice fiscale USA;  tributi locali: la deducibilità dell’IMU dalle imposte sui redditi viene aumentata al 60% nei periodi di imposta 2020 e 2021 e al 100% a far tempo dal periodo di imposta 2022. La misura riguarda esclusivamente l’IMU applicata sugli immobili strumentali;

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 riforma della fiscalità locale: a partire dal 1° gennaio 2021 viene riorganizzato il sistema della fiscalità locale. Tra le varie novità, vanno segnalati (i) l’accorpamento dell’IMU e della TASI in un nuovo testo normativo, e (ii) l’introduzione del c.d. “canone unico” volto a sostituire molteplici tributi locali.

Legge 24 dicembre 2019, n. 157 “Conversione in Legge, con modificazioni, del Decreto Legge 26 ottobre 2019, n. 124 recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili” (c.d. “Decreto Fiscale 2020”) La Legge 24 dicembre 2019, n. 157 contiene diverse misure di natura fiscale, prevalentemente volte a contrastare fenomeni di evasione fiscale. Tra queste, devono essere evidenziate le seguenti:  modifiche ai reati tributari e al Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231: la norma inasprisce le pene per i reati tributari, abbassa la soglia di punibilità ed introduce nel sistema penale-tributario l’istituto della confisca per sproporzione. Taluni dei reati tributari diventano inoltre rilevanti per la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche ex D. Lgs. 8 giugno 2001, n. 231;  indebite compensazioni di imposta: vengono introdotte nuove limitazioni e procedure per la compensazione orizzontale dei crediti di imposta;  ritenute su appalti e subappalti invito al contraddittorio: viene introdotto uno specifico obbligo di verifica a carico del committente di appalti, subappalti e affidamento di opere e servizi. Al ricorrere delle circostanze previste dalla Legge, il committente ha l’obbligo di verificare il corretto versamento delle ritenute IRPEF (e relative addizionali) effettuato dall’appaltatore e subappaltatore nei confronti dei propri dipendenti;  estensione regime del reverse charge: il regime IVA dell’inversione contabile viene esteso a prestazioni di servizi disciplinate da contratti di appalto, subappalto o affidamento di opere e servizi che siano basati sull’utilizzo prevalente di manodopera (c.d. "attività labour- intensive”);  incentivi all’utilizzo di pagamenti elettronici: nell’ambito delle iniziative volte ad incentivare l’utilizzo dei pagamenti con mezzi elettronici, vengono introdotti la c.d. “lotteria degli scontrini” per i privati e un credito di imposta sulle commissioni applicate sui pagamenti elettronici;  modifiche alla tassazione dei redditi corrisposti da trust esteri in Italia: viene rivista la disciplina fiscale dei redditi corrisposti a soggetti fiscalmente residenti in Italia da parte di trust esteri. In particolare, ove non sia possibile distinguere tra redditi e patrimonio, l’intero ammontare corrisposto da un trust estero è considerato reddito di capitale e perciò tassabile in capo al percettore;  modifiche al regime fiscale degli utili percepiti da società semplici: viene modificato il regime fiscale degli utili percepiti da società semplici, che vengono ora considerate “trasparenti” a fini fiscali.

Legge 28 giugno 2019, n. 58 “Conversione in Legge, con modificazioni, del Decreto Legge 30 aprile 2019, n. 34 recante misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi” (c.d. “Decreto Crescita”) La Legge 28 giugno 2019, n. 58 contiene delle misure per la crescita economica. Alcune delle misure introdotte sono state oggetto di successiva rivisitazione da parte delle norme entrate in vigore a fine 2019 e non vengono, quindi, qui descritte. Tra quelle che non hanno subito successive modifiche di natura sostanziale, devono essere evidenziate le seguenti:  invito al contraddittorio: eccezion fatta per taluni casi specifici, viene introdotto l’obbligo generalizzato per l’amministrazione finanziaria di instaurare un contraddittorio con il contribuente prima di emettere un avviso di accertamento (limitatamente agli avvisi di accertamento da emettere a far tempo dal 1° luglio 2020);  bonus per aggregazioni di impresa: a determinate condizioni, il valore di avviamento e il valore attribuito a beni strumentali materiali e immateriali per effetto dell’imputazione del disavanzo da concambio - per un importo complessivo non superiore a 5 milioni di euro - sono fiscalmente riconosciuti in caso di fusioni e scissioni aziendali poste in essere entro il 31 dicembre 2022 da soggetti non appartenenti al medesimo gruppo

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societario o legati da un rapporto di partecipazione superiore al 20 per cento. Le medesime disposizioni trovano applicazione anche a casi di conferimenti di aziende;  incentivi per la valorizzazione edilizia: i trasferimenti di fabbricati effettuati a favore di imprese di costruzione o ristrutturazione entro e non oltre il 31 dicembre 2021 sono soggetti a imposta di registro, ipotecaria e catastale in misura fissa qualora le imprese provvedano (i) alla demolizione e ricostruzione dei fabbricati (o ad una ristrutturazione degli stessi) rendendoli conformi alla normativa antisismica e con attribuzione di classe energetica NZEB, A o B, e (ii) all’alienazione degli stessi entro dieci anni dall’acquisto;  cedibilità crediti IVA trimestrali: viene normativamente disciplinata la possibilità di cedere il credito IVA trimestrale chiesto a rimborso a decorrere dal 1° gennaio 2020;  cartolarizzazioni: vengono introdotte alcune misure agevolative per la cartolarizzazione di crediti rivenienti da contratti di locazione finanziaria;  fondi di investimento europei a lungo termine: viene introdotto un regime fiscale di esenzione dei proventi derivanti dagli investimenti effettuati in fondi di investimento europei a lungo termine. Tale regime, sottoposto al soddisfacimento di determinate condizioni, si applica in via sperimentale agli investimenti effettuati nel 2020.

Legge 20 maggio 2019, n. 41 “Conversione in Legge, con modificazioni, del Decreto Legge 25 marzo 2019, n. 22 recante misure urgenti per assicurare sicurezza, stabilità finanziaria e integrità dei mercati, nonché tutela della salute e della libertà di soggiorno dei cittadini italiani e di quelli del Regno Unito, in caso di recesso di quest’ultimo dall’Unione Europea” La Legge 20 maggio 2019, n. 41 delinea il quadro normativo da applicare in caso di recesso del Regno Unito dall’Unione Europea in assenza di un accordo (c.d. “no deal”). Per quanto riguarda gli aspetti fiscali, viene disposto che nei 18 mesi successivi alla data di recesso continuino a trovare applicazione tutte le attuali previsioni normative in materia di imposizione diretta, comprese quelle dettate dalla normativa europea. La medesima disposizione trova applicazione anche per l’imposta sul valore aggiunto e per le accise, qualora le norme siano compatibili. Le modalità pratiche di attuazione sono demandate ad apposito Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze.

Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 5 agosto 2019 Il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 5 agosto 2019 contiene le disposizioni di coordinamento tra il principio contabile internazionale IFRS 16, adottato in conformità con le disposizioni comunitarie e le regole di determinazione della base imponibile dell’IRES e dell'IRAP, ai sensi dell'articolo 4, comma 7-quater, del D. Lgs. n. 38 del 28 febbraio 2005.

Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 20 giugno 2019 Il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 20 giugno 2019 sposta in via definitiva i termini per l'invio delle dichiarazioni annuali ai fini delle normative CRS e FATCA dal 30 aprile al 30 giugno dell'anno successivo a quello di riferimento. Inoltre, il Decreto ha (i) riconosciuto la valenza interpretativa ai fini della normativa CRS del commentario e del manuale di attuazione CRS predisposti dall’OCSE, e (ii) ha modificato il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 28 dicembre 2015, prevedendo che le giurisdizioni estere oggetto delle dichiarazioni annuali debbano essere individuate sulla base dell’allegato C a tale Decreto, come aggiornato alla data del 15 maggio di ciascun anno.

Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 10 maggio 2019 L’articolo 2, comma 5, del Decreto Legislativo 5 agosto 2015, n. 127 dispone che la memorizzazione elettronica con trasmissione telematica dei corrispettivi sostituisce la modalità di assolvimento dell’obbligo di certificazione fiscale dei corrispettivi delle operazioni disciplinate dall’articolo 22 del Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972. n. 633. In base al Decreto 10 maggio 2019, la procedura di memorizzazione elettronica con trasmissione telematica dei corrispettivi non trova applicazione alle operazioni poste in essere dalle banche e dagli intermediari finanziari.

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Tra i documenti di prassi amministrativa emessi nel 2019 devono essere menzionati:

 Risoluzione n. 108/2019 e Risoluzione n. 109/2019: l’Agenzia delle Entrate fornisce alcune indicazioni operative sul nuovo obbligo di verifica posto a carico dei committenti dall’articolo 4 del Decreto Legge n. 124 del 26 ottobre 2019;  Risposta n. 222/2019 e Risposta n. 487/2019: l’Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti sull’operatività del Gruppo IVA;  Risoluzione n. 72/2019: l’Agenzia delle Entrate illustra il comportamento da seguire nel caso di fatture passive contenenti errate indicazioni ricevute da soggetti appartenenti ad un Gruppo IVA  Circolare n. 6/E/2019: l’Agenzia delle Entrate ha commentato le disposizioni in tema di definizione agevolata delle controversie tributarie pendenti introdotta dall’articolo 6 del Decreto Legge n. 119 del 23 ottobre 2018;  Circolare n. 7/E/2019: l’Agenzia delle Entrate ha illustrato le principali caratteristiche della definizione agevolata dei processi verbali di constatazione introdotta dall’articolo 1 del Decreto Legge n. 119 del 23 ottobre 2018;  Circolare n. 8/E/2018: il documento ha fornito i primi chiarimenti sulle disposizioni introdotte dalla Legge n. 145 del 30 dicembre 2018 (c.d. “Legge di Bilancio 2019”);  Circolare n. 14/E/2019: l’Agenzia delle Entrate ha commentato le disposizioni in tema di fatturazione elettronica in vigore dal 1° gennaio 2019;  Circolare Ministero dell’Economia e delle Finanze n. 1/DF/2019: vengono riepilogate la disciplina e le modalità operative del processo tributario telematico, divenuto obbligatorio in via generale a far tempo dal 1° luglio 2019.

Contenzioso fiscale Sanzione per omesso parziale versamento saldo ritenute su interessi 2007 Nell’anno 2010 la Banca procedeva a regolarizzare un parziale omesso versamento a saldo di ritenute su interessi da depositi e conti correnti corrisposti alla propria clientela sull’anno 2007. La regolarizzazione è avvenuta mediante versamento integrale delle ritenute omesse con i relativi interessi, seguito dalla presentazione di una dichiarazione integrativa. IW Bank restava in attesa del provvedimento di irrogazione delle sanzioni amministrative posto che erano decorsi i termini per l’effettuazione del ravvedimento operoso. Nel 2011 l’Agenzia delle Entrate ha dapprima irrogato una sanzione amministrativa per infedele dichiarazione pari al 100% delle ritenute non dichiarate (sanzione versata da IW Bank in conformità alla legge vigente) e, successivamente, ha notificato ulteriore cartella di pagamento irrogando una sanzione per omesso versamento di ritenute alla fonte per circa 624 mila euro (pari al 30% delle ritenute non versate). La Banca ha impugnato in giudizio la cartella, risultando vittoriosa in primo e secondo grado. Nel 2014 l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione e la Banca si è costituita nei termini di legge. L’udienza di trattazione non è ancora stata fissata.

Sanzione per omesso parziale versamento acconto ritenute su interessi 2007 Nel maggio 2011 l’Agenzia delle Entrate ha notificato alla Banca una cartella di pagamento di circa 102 mila euro, rilevando un presunto insufficiente versamento di acconto per ritenute su interessi da depositi e conti correnti corrisposti alla propria clientela ed irrogando una sanzione di 94 mila euro oltre compenso di riscossione. La controversia si basa su fatto che la Banca ha versato l’acconto su ritenute alla fonte in misura pari al 90% di quanto dovuto per l’anno precedente, mentre l’Agenzia delle Entrate riteneva che la base di commisurazione dell’ammontare da corrispondere fosse il 100% di quanto dovuto per l’anno precedente. IW Bank ha impugnato in giudizio la cartella, risultando vittoriosa in primo e secondo grado. Nel 2014 l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso alla Corte di Cassazione e la Banca si è costituita nei termini di legge. L’udienza di trattazione non è ancora stata fissata.

Contestazioni antiriciclaggio per IW Bank Nell’anno 2019 non sono state notificate contestazioni per omessa segnalazione.

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Nessuna novità è intervenuta in relazione all’unica contestazione in essere notificata nell’anno 2018 per la quale si è provveduto ad inoltrare le relative memorie difensive entro i termini previsti.

Accertamenti ispettivi e provvedimenti Come già riportato nelle precedenti informative di Bilancio, il 3 dicembre 2015 era stato notificato ad alcuni consiglieri ed ex consiglieri e dirigenti ed ex dirigenti di IW Bank un “decreto di perquisizione locale e sequestro” contenente anche un “avviso di garanzia” in qualità di persone sottoposte ad indagini ai sensi degli artt. 369 e 369 bis C.P.P., emesso nei loro confronti dalla Procura della Repubblica di Milano. I reati dei quali veniva supposta l’infrazione e quindi contestati erano l’associazione a delinquere ex art. 416 C.P., il riciclaggio e il concorso in riciclaggio ex artt. 110 e 648 bis C.P., l’autoriciclaggio e il concorso in autoriciclaggio ex artt. 110 e 648.1 ter C.P., nonché il reato penale tributario (e relativo concorso ai sensi dell’art. 110 C.P.) di “sottrazione fraudolenta dei beni al pagamento delle imposte” ex art. 11 D.Lgs. 74/2000. Era infine anche contestata la supposta violazione degli obblighi, sanzionati penalmente, di adeguata verifica ex art. 55 D.Lgs. 231/2007. In relazione al procedimento in oggetto, il 20 luglio 2017 la Guardia di Finanza aveva notificato alla Banca un avviso di garanzia, con contestuale avviso di chiusura delle indagini preliminari, nel quale la Procura ipotizza la responsabilità dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale di IW Bank, nel periodo maggio 2008-maggio 2014, per il reato di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle Autorità Pubbliche di Vigilanza (ex art. 2638 C.C.), in particolare per aver omesso di segnalare esaustivamente alla Banca d’Italia talune contestate carenze dei presidi e delle procedure antiriciclaggio. Nei confronti di IW Bank, in riferimento al medesimo reato presupposto di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle Autorità Pubbliche di Vigilanza, la Procura aveva formulato una ipotesi di responsabilità amministrativa ai sensi del D.Lgs. 231/2001 (ex art. 25 ter del predetto Decreto). Con esclusivo riferimento a tale ipotesi di reato, di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle Autorità Pubbliche di Vigilanza (ex art. 2638 C.C.), il 26 ottobre 2017 l’Ufficio del Giudice per l’Udienza Preliminare presso il Tribunale di Milano aveva notificato ad IW Bank, nella sua veste di ente responsabile ai sensi del D.Lgs. 231/2001, il decreto di fissazione dell’udienza preliminare, prevista per il giorno 12 aprile 2018, a seguito della richiesta di rinvio a giudizio depositata dal Pubblico Ministero in data 17 ottobre 2017. Si rileva che sia nell’avviso di chiusura delle indagini preliminari che nella successiva richiesta di rinvio a giudizio non venivano riproposte le più gravi ipotesi di reato richiamate nel decreto di perquisizione eseguito nel dicembre 2015. Nel contesto dell’udienza preliminare tutti gli imputati ed anche IW Bank, nella sua veste di ente responsabile ex D.Lgs. 231/2001, avevano fatto richiesta di definizione del procedimento mediante rito abbreviato. Il Giudice aveva ammesso la richiesta ed aveva rinviato per la discussione del giudizio abbreviato all’udienza del 26 novembre 2018. In seguito di ulteriore rinvio, l’udienza di discussione si è tenuta in data 25 marzo 2019, con prosecuzione in data 26 e 28 marzo 2019. Il 10 aprile il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano ha pronunciato, in riferimento al reato di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle Autorità Pubbliche di Vigilanza e all’ipotesi di responsabilità amministrativa ai sensi del D.Lgs. 231/2001, sentenza pienamente assolutoria, con la formula “perché il fatto non sussiste”, nei confronti di IW Bank e dei consiglieri ed ex consiglieri, dirigenti ed ex dirigenti della Banca. Il 27 settembre 2019 la sentenza è divenuta irrevocabile. Con riferimento alle ipotesi di reato inizialmente formulate dal Pubblico Ministero, in occasione delle perquisizioni del dicembre 2015, di associazione a delinquere, riciclaggio e concorso in riciclaggio, autoriciclaggio e concorso in autoriciclaggio, sottrazione fraudolenta dei beni al pagamento delle imposte e di violazione degli obblighi di adeguata verifica, in data 10 gennaio 2020 il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta del Pubblico Ministero, ha disposto l’archiviazione del procedimento, per carenza degli elementi costitutivi dei reati ipotizzati.

L’11 luglio 2019 è stato eseguito, dietro richiesta del Pubblico Ministero ed accoglimento del GIP del Tribunale di Milano, un sequestro preventivo penale a carico della Banca di quasi 4 milioni di euro, avente ad oggetto, nella prospettazione accusatoria, il profitto dei reati di truffa

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ed abusivismo finanziario aggravati di cui viene accusato un ex consulente finanziario della Banca. IW Bank ritiene di aver operato in modo corretto e fornito un rilevante contributo all’emersione delle condotte sotto indagine, dapprima procedendo, in via autonoma e preventiva, ad incontrare i clienti interessati e raccogliendo dagli stessi la loro consapevolezza sull’operatività attuata tramite il consulente finanziario (chiudendo comunque i rapporti con tali clienti), poi alla sospensione cautelare e successiva revoca per giusta causa del consulente finanziario, nonché alla presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica di Milano e all’invio di segnalazioni a Consob e IVASS. La Banca ha richiesto e ottenuto la revoca del provvedimento di sequestro preventivo di cui è stata destinataria e definito la posizione dei clienti.

Covered Bond Nel corso dei precedenti esercizi il Gruppo UBI ha proceduto a realizzare un’ulteriore diversificazione delle proprie fonti di funding istituzionale effettuando alcune emissioni di Obbligazioni Bancarie Garantite (Covered Bond) nell’ambito di un Programma di massimi 10 miliardi di euro pubblicato nel luglio 2008 ed il cui massimale di emissioni è stato poi innalzato, nell’esercizio 2014, a 15 miliardi di euro. Tale programma, “multioriginator”, prevede la partecipazione delle Banche del Gruppo, fra cui IW Bank Private Investment.

Garante delle emissioni è la società veicolo UBI Finance S.r.l., presso la quale è stato costituito un portafoglio di mutui residenziali ceduti dalle Banche del Gruppo aderenti al programma.

In tale ambito la Banca ha apportato tempo per tempo un portafoglio complessivo che alla data di riferimento del presente bilancio ammonta a 133,5 milioni di euro, pari allo 0,84% del totale (debito residuo capitale al 31 dicembre 2019), come rappresentato nella tabella sottostante:

Programma Residenziale Obbligazioni Bancarie Garantite UBI Banca (Programma da 15 miliardi di euro)

% di partecipazione banche ORIGINATOR Partecipazione banche originator (*) originator (*)

UBI BANCA 15.680.970 99,16%

IWBANK 133.545 0,84%

PORTAFOGLIO COMPLESSIVO 15.814.515 100,00%

(*) Importo Debito residuo capitale al 31/12/2019 - (dati in migliaia di euro).

Nel corso dell’esercizio 2012, al programma da 10 miliardi è stato poi affiancato un secondo programma di Covered Bond, di massimi 5 miliardi di euro, finalizzato ad effettuare emissioni che saranno sottoscritte dalla stessa UBI Banca al fine di disporre di nuove poste stanziabili presso gli istituti centrali.

Anche per questa seconda operazione è stata costituita una apposita Società Veicolo, denominata UBI Finance CB2 S.r.l., con funzione di garante delle emissioni della nuova serie di Covered Bond; ad UBI Finance CB2 S.r.l. vengono ceduti principalmente mutui commerciali e, in aggiunta, mutui residenziali eleggibili ai fini di un’operazione di Covered Bond secondo la normativa nazionale.

Nell’ambito di tale secondo programma la Banca ha apportato un portafoglio complessivo di 14,5 milioni di euro pari allo 0,52% del totale (debito residuo capitale al 31 dicembre 2019), come rappresentato nella tabella sottostante:

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Programma Retained Obbligazioni Bancarie Garantite UBI Banca (Programma da 5 miliardi di euro)

% di partecipazione banche ORIGINATOR Partecipazione banche originator (*) originator (*)

UBI BANCA 2.790.236 99,48%

IWBANK 14.492 0,52%

PORTAFOGLIO COMPLESSIVO 2.804.728 100,00%

(*) Importo Debito residuo capitale al 31/12/2019 - (dati in migliaia di euro).

Riportiamo di seguito un prospetto riepilogativo delle emissioni di Covered Bond, relative ad entrambi i programmi, per l’ammontare in essere alla data della presente Relazione, e facciamo rimando per ulteriori dettagli sull’operazione e sul ruolo svolto dalla Banca in seno ai due Programmi Covered Bond, a quanto indicato in Nota Integrativa - Parte E - Sezione 1.1. Rischio di Credito - E. Operazioni di cessione - E.4 Operazioni di Covered Bond.

Programma Residenziale Obbligazioni Bancarie Garantite UBI Banca (Programma da 15 miliardi di euro) - Emissioni in essere al 31/12/2019

N. serie Data di Data di ISIN Denominazione Capitale (**) Mercato (*) emissione scadenza

3 IT0004599491 UBI BANCA TV CB due 30/04/2022 30/04/2010 30/04/2022 56.818.188 privata - BEI

6 IT0004682305 UBI BANCA 5,250% CB due 28/01/2021 28/01/2011 28/01/2021 1.000.000.000 Investitori istituzionali

12 IT0004966195 UBI BANCA 3,125% CB due 14/10/2020 14/10/2013 14/10/2020 1.500.000.000 Investitori istituzionali

14 IT0004992878 UBI BANCA 3,125% CB due 05/02/2024 05/02/2014 05/02/2024 1.000.000.000 Investitori istituzionali

17 IT0005067076 UBI BANCA 1,25% CB due 07/02/2025 07/11/2014 07/02/2025 1.000.000.000 Investitori istituzionali

18 IT0005140030 UBI BANCA 1% CB due 27/01/2023 27/10/2015 27/01/2023 1.250.000.000 Investitori istituzionali

19 IT0005155673 UBI BANCA TV CB due 14/12/2022 14/12/2015 14/12/2022 500.000.000 Retained

22 IT0005215147 UBI BANCA 0,375% CB due 14/09/2026 14/09/2016 14/09/2026 1.000.000.000 Investitori istituzionali

23 IT0005283491 UBI BANCA 1,125% CB due 04/10/2027 04/10/2017 04/10/2027 1.250.000.000 Investitori istituzionali

24 IT0005320673 UBI BANCA 0,50% CB due 15/07/2024 15/01/2018 15/07/2024 750.000.000 Investitori istituzionali

25 IT0005320665 UBI BANCA 1,25% CB due 15/01/2030 15/01/2018 15/01/2030 500.000.000 Investitori istituzionali

26 IT0005325151 UBI BANCA 1,780% CB due 23/02/2033 23/02/2018 23/02/2033 90.000.000 Investitori istituzionali

27 IT0005325334 UBI BANCA 1,750% CB due 25/02/2033 26/02/2018 25/02/2033 160.000.000 Investitori istituzionali

28 IT0005347973 UBI BANCA TV CB due 16/10/2028 16/10/2018 16/10/2028 700.000.000 Retained

29 IT0005355539 UBI BANCA TV CB due 10/12/2022 10/12/2018 10/12/2022 800.000.000 Retained

30 IT0005355547 UBI BANCA TV CB due 11/12/2023 10/12/2018 11/12/2023 500.000.000 Retained

31 IT0005364663 UBI BANCA TV CB due 25/09/2025 25/02/2019 25/09/2025 500.000.000 Investitori istituzionali

32 IT0005393936 UBI BANCA 1% CB due 05/12/2029 05/12/2019 05/12/2029 1.000.000.000 Retained

Totale emissioni in essere al 31/12/2019 13.556.818.188

Note: (*) si espongono solo le emissioni in essere alla data di riferimento del bilancio. Le serie che a tale data sono estinte sono pertanto state omesse dalla tabella. (**) per le obbligazioni in ammortamento si indica il valore nominale residuo alla data di riferimento del presente bilancio.

Tutte le obbligazioni sopra indicate presentavano, alla data del 31 dicembre 2019, rating pari ad Aa3 da parte di Moody’s e ad AA da parte di DBRS.

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Programma Retained Obbligazioni Bancarie Garantite UBI Banca (Programma da 5 miliardi di euro) - Emissioni in essere al 31/12/2019

N. Data di Data di serie ISIN Denominazione Capitale (**) Mercato emissione scadenza (*)

2 IT0004864663 UBI BANCA TV CB2 due 29/10/2022 29/10/2012 29/10/2022 300.000.000 Retained

4 IT0005122418 UBI BANCA TV CB2 due 14/07/2021 14/07/2015 14/07/2021 650.000.000 Retained

5 IT0005202400 UBI BANCA TV CB2 due 24/06/2022 24/06/2016 24/06/2022 300.000.000 Retained

6 IT0005318560 UBI BANCA TV CB2 due 21/12/2023 21/12/2017 21/12/2023 300.000.000 Retained

7 IT0005355554 UBI BANCA TV CB2 due 10/12/2024 10/12/2018 10/12/2024 200.000.000 Retained

8 IT0005393944 UBI BANCA TV CB2 due 05/12/2025 05/12/2019 05/12/2025 400.000.000 Retained

Totale emissioni in essere al 31/12/2019 2.150.000.000

Note: (*) si espongono solo le emissioni in essere alla data di riferimento del bilancio. Le serie che a tale data sono estinte non sono pertanto presenti nella tabella. (**) per le obbligazioni in ammortamento si indica il valore nominale residuo alla data di riferimento del presente bilancio.

Tutte le obbligazioni sopra indicate presentavano, alla data del 31 dicembre 2019 rating pari ad A da parte di DBRS.

Responsabilità sociale e ambientale Il Gruppo UBI Banca orienta le proprie strategie alla creazione di valore sostenibile - in coerenza con i valori e i principi sanciti nella Carta dei Valori e nel Codice Etico, e con le aspettative etiche, sociali ed ambientali dei propri stakeholder - attraverso l’affermazione di un’identità aziendale forte e distintiva, il perseguimento di un clima di fiducia del personale, della base sociale e del mercato e un robusto controllo dei rischi, anche di natura reputazionale. Per maggiori dettagli su “La responsabilità sociale e ambientale” si rimanda alla “Dichiarazione consolidata di carattere non finanziario redatta ai sensi del D.Lgs. 30 dicembre 2016 n. 254 (Bilancio di Sostenibilità)” del Gruppo UBI Banca.

Principali rischi e incertezze cui è esposta la Banca Di seguito viene fornita l’informativa a livello di Gruppo.

Rischi Il Gruppo UBI Banca, attribuendo valenza primaria alla misurazione, gestione e controllo dei rischi, quali attività necessarie a garantire una creazione di valore sostenibile nel tempo e a consolidarne la reputazione sui mercati di riferimento, si è dotato di un sistema di governo e presidio dei rischi che contempla gli ambiti organizzativo, regolamentare e metodologico al fine di garantire la coerenza dell’operatività alla propria propensione al rischio RAF (Risk Appetite Framework). Più in particolare, il Gruppo si è dotato di un framework di gestione dei rischi coerente con la regolamentazione e con le strategie del Gruppo, che si è evoluto nel corso degli anni in coerenza agli sviluppi della normativa di riferimento. Gli elementi principali del framework attuale riguardano la:  definizione della propensione al rischio (Risk Appetite Statement - RAS);  definizione del framework per la verifica di rischiosità prospettica quale elemento integrante del processo di pianificazione strategica;  definizione del framework di stress test;  definizione delle politiche di governo dei rischi;  definizione delle metodologie funzionali al RAF;  definizione del framework di gestione del rischio di non viability cui è associato il Recovery Plan di Gruppo;  declinazione e governo del RAF nelle Società del Gruppo;  definizione del framework e dei criteri di individuazione delle Operazioni di Maggior Rilievo (OMR);  definizione del framework di monitoraggio dei rischi e di autovalutazione in ottica SREP.

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Gli artt. 97 e seguenti della sezione III della Direttiva 2013/36/EU (c.d. CRD IV) disciplinano il “Processo di revisione e valutazione prudenziale” (Supervisory Review and Evaluation Process – SREP), ovvero il processo di controllo, revisione e valutazione prudenziale di competenza dell’Autorità di Vigilanza tramite il quale formula un giudizio complessivo sulla banca e attiva, ove necessario, misure correttive. A tal fine come previsto dall’art. 107 (3) della CRD IV, l’European Banking Autority (EBA) ha pubblicato delle “Guidelines”41 con l’obiettivo di promuovere procedure e metodologie comuni tra le Autorità Competenti per supportare il processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP).

Contribuiscono in maniera notevole alla determinazione dei requisiti di capitale e di liquidità nell’ambito del processo SREP di competenza dell’Autorità di Vigilanza i processi interni di determinazione e valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (Internal Capital Adequacy Assessment Process – ICAAP) e della liquidità (Internal Liquidity Adequacy Assessment Process – ILAAP), sulla base dei quali il Gruppo realizza annualmente “self assessment” focalizzati sull’identificazione dei rischi, sulle proprie condizioni di adeguatezza patrimoniale e di liquidità correnti, prospettiche e in condizioni di stress42.

Entro la fine del mese di aprile, in ottemperanza alla normativa vigente, il Gruppo UBI Banca ha inviato all’Autorità di Vigilanza i Resoconti ICAAP e ILAAP 2018. In tale occasione i risultati delle valutazioni di adeguatezza patrimoniale e della liquidità hanno confermato la disponibilità di margini significativi per il mantenimento di una posizione patrimoniale e di liquidità, a livello corrente, prospettico e in condizioni di stress, superiore ai requisiti richiesti.

Nell’ambito di tali processi, viene effettuata, in via continuativa, un’accurata identificazione dei rischi da sottoporre a valutazione. L’attività d’individuazione è finalizzata a verificare la rilevanza dei rischi già oggetto di valutazione e a cogliere i segnali del manifestarsi di eventuali altre categorie. L’identificazione prevede una precisa definizione concettuale dei rischi cui il Gruppo è esposto, l’analisi dei fattori che concorrono a generarli, nonché la descrizione delle relative modalità di manifestazione. Tale attività è realizzata attraverso un processo analitico centralizzato, integrato da un “self assessment” condotto con riferimento a tutte le entità del Gruppo.

Una volta completata l’attività di individuazione dei rischi rilevanti, il processo ICAAP prevede la valutazione dei rischi per i quali è attribuito un capitale interno, e la determinazione delle risorse finanziarie disponibili AFR (Available Financial Resources)43 adatte a fronteggiarli (capital adequacy), in ottica corrente e prospettica. Per una migliore valutazione dell’esposizione ai rischi, dei sistemi di attenuazione e controllo e dell’adeguatezza di capitale, ci si avvale anche di differenti prove di stress:  stress test specifici (sensitivity analysis) mediante i quali si valutano gli impatti a livello di singolo rischio)  stress test globali (scenario analysis) mediante i quali si valutano gli impatti su tutti i rischi contestualmente, anche in base a quanto previsto dai dettami forniti dalla Banca Centrale Europa nell’ambito degli esercizi ufficiali di stress test promossi dall’EBA;  prove inverse di stress (reverse stress test): esercizi che partono dall’individuazione di un risultato predefinito per poi analizzare gli scenari e le circostanze che potrebbero esserne state le cause.

41 Cfr. “Guidelines on common procedures and methodologies for the supervisory review and evaluation process (SREP)” EBA/GL/2014/13 19 dicembre 2014. Tali linee guida sono state finalizzate il 19 luglio 2018 ed applicate a partire dal 2019. 42 Cfr. Final Report “Guidelines on ICAAP and ILAAP information collected for SREP purposes”, EBA/GL/2016/10 3 novembre 2016. 43 Per risorse finanziarie disponibili AFR (Available Financial Resources) o - in alternativa - “capitale complessivo”, si intende la somma degli elementi patrimoniali che il Gruppo ritiene possano essere utilizzati a copertura del “capitale interno” e del “capitale interno complessivo”. Per “capitale interno” si intende il capitale a rischio, ovvero il fabbisogno di capitale relativo ad un determinato rischio che si ritiene necessario per coprire le perdite eccedenti un dato livello atteso. Con “capitale interno complessivo” si intende il capitale interno riferito a tutti i rischi rilevanti assunti dal Gruppo, incluse le eventuali esigenze di capitale interno dovute a considerazioni di carattere strategico.

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Nel Gruppo UBI Banca le fasi di individuazione e di mapping dei rischi sono strettamente correlate e dipendenti, in quanto permettono di definire, avuto riguardo alla propria operatività e ai mercati di riferimento, i rischi rilevanti ai quali il Gruppo è effettivamente esposto e le fonti di generazione dei rischi. In particolare, la fase di individuazione dei rischi è costituita dall’analisi dei Rischi di Primo Pilastro (già presidiati dal requisito regolamentare richiesto dalla Vigilanza) e gli Altri Rischi.

I rischi di Primo Pilastro - già presidiati dal requisito regolamentare richiesto dalla Vigilanza - sono i seguenti: • rischio di credito: rischio di subire perdite derivanti dall’inadempienza di una controparte nei confronti della quale esiste un’esposizione creditizia. È compreso nella definizione anche il rischio di controparte, che ne costituisce una particolare fattispecie, rappresentando il rischio che la controparte di un’operazione risulti inadempiente prima del regolamento definitivo dei flussi finanziari di un’operazione44; • rischio di mercato: rischio di variazioni del valore di mercato delle posizioni nel portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza per variazioni inattese delle condizioni di mercato e del merito creditizio dell’emittente45. • rischio operativo: rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni; rientrano in tale tipologia le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. In quest’ambito vengono valutati anche il rischio informatico46, il rischio legale, quello di condotta47, quello di non conformità e il rischio di riciclaggio e finanziamento al terrorismo che, con riferimento alla rilevazione delle perdite, confluiscono nei rischi operativi.

Gli Altri Rischi oggetto di analisi sono i seguenti48: • rischio di concentrazione: rischio derivante da esposizioni verso controparti, incluse le controparti centrali, gruppi di controparti connesse e controparti operanti nel medesimo settore economico, nella medesima regione geografica o che esercitano la stessa attività o trattano la stessa merce, nonché dall’applicazione di tecniche di attenuazione del

44 Nell’ambito del rischio di credito viene altresì monitorata l’esposizione al rischio paese (rischio di perdite causate da eventi che si verificano in un Paese diverso dall’Italia), al rischio di trasferimento (rischio che una banca, esposta nei confronti di un soggetto che si finanzia in una valuta diversa da quella in cui percepisce le sue principali fonti di reddito, realizzi delle perdite dovute alle difficoltà del debitore di convertire la propria valuta nella valuta in cui è denominata l’esposizione) e il rischio delle attività finanziarie di banking book. 45 In quest’ambito vengono valutati anche il rischio cambio e rischio di posizioni in merci, il rischio base, che rappresenta il rischio di perdite causate da variazioni non allineate dei valori di posizioni di segno opposto simili ma non identiche, ed il rischio sovrano, che riguarda la capacità, o la volontà, del debitore sovrano di onorare i propri impegni di pagamento. 46 Il ruolo sempre più determinante dei sistemi di Information and Communication Technology (ICT) nel raggiungimento degli obiettivi di business e strategici di lungo periodo, ha fatto emergere in maniera evidente la necessità di avere controlli più stringenti e una gestione più efficace dei rischi ad essi associati. Tali necessità hanno spinto il Regulator a definire specifici aggiornamenti normativi in modo da rafforzare gli strumenti di presidio e governo del sistema ICT. Con riferimento agli aspetti relativi alla misurazione e gestione del rischio informatico, il nuovo contesto normativo ha definito specifici criteri basati sulla valutazione del rischio potenziale e sulla gestione del rischio residuo. In conformità a tali requisiti normativi il gruppo UBI ha definito il suo framewok di rischio informatico come il rischio di incorrere in perdite economiche, di reputazione e di quote di mercato in relazione all’utilizzo di tecnologia dell’informazione e della comunicazione. Tale definizione include la tipologia di rischio denominata Cyber Risk ossia il rischio di incorrere in perdite economiche, di reputazione e di quote di mercato dovute a fenomeni di “Cyber Crime”. Per Cyber Crime si intende ogni comportamento e/o omissione messo in atto intenzionalmente da terze parti e/o dipendenti che, sfruttando le vulnerabilità dei dispositivi ICT che ne consente il funzionamento, è finalizzato alla sottrazione, distruzione, alterazione, danneggiamento di informazioni, dati, programmi informatici e/o a rendere, in tutto o in parte, inutilizzabili i sistemi informatici o telematici e/o ad ostacolarne gravemente il funzionamento. Sono incluse in tale definizione sia le azioni/omissioni messe in atto in prima persona sia quelle estorte con violenza, minaccia e/o abuso ai danni di soggetti terzi. Nella rappresentazione integrata dei rischi aziendali tale tipologia di rischio è considerata secondo gli specifici aspetti dei rischi operativi, reputazionali e strategici. 47 Il rischio legale è definito come il rischio di perdite derivanti da violazioni di leggi o regolamenti, da responsabilità contrattuale o extra-contrattuale ovvero da altre controversie, mentre il rischio di condotta è definito come il rischio di incorrere in perdite economiche derivanti da violazione di leggi da azioni e/o omissioni intenzionali o negligenti. 48 Oltre ai rischi descritti nel presente paragrafo, si segnala che sono oggetto di regolamentazione nella normativa interna anche il rischio di emissione di obbligazioni bancarie garantite e verso soggetti collegati.

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rischio di credito, compresi, in particolare, i rischi derivanti da esposizioni indirette, come, ad esempio, nei confronti di singoli fornitori di garanzie; • rischio di tasso d’interesse derivante da attività diverse dalla negoziazione: rischio attuale o prospettico di una variazione del margine di interesse e del valore economico del Gruppo, a seguito di variazioni inattese dei tassi d’interesse che impattano il portafoglio bancario; • rischio di business legato alla volatilità del margine da commissioni: rischio di variazioni avverse e inattese del margine da commissioni rispetto ai dati previsti, legati alla volatilità dei volumi dovuta a pressioni competitive e situazioni di mercato; • rischio partecipativo: rischio di variazione del valore delle partecipazioni non consolidate integralmente; • rischio immobiliare: rischio di variazione di valore delle immobilizzazioni materiali del Gruppo; • rischio assicurativo: rischio connesso all’incertezza inerente l’ammontare e la tempistica degli impegni di natura assicurativa riferiti all’attività prodotta dalle società di assicurazioni; • rischio derivante da cartolarizzazioni: rischio che la sostanza economica dell’operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio; • rischio di liquidità: rischio di inadempimento ai propri impegni di pagamento che può essere causato da incapacità di reperire fondi o di reperirli a costi superiori a quelli di mercato (funding liquidity risk) o dalla presenza di limiti allo smobilizzo delle attività (market liquidity risk) incorrendo in perdite in conto capitale49; • rischio di una leva finanziaria eccessiva: rischio che un livello di indebitamento particolarmente elevato rispetto alla dotazione di mezzi propri renda la banca vulnerabile, rendendo necessaria l’adozione di misure correttive al proprio piano industriale, compresa la vendita di attività con contabilizzazione di perdite che potrebbero comportare rettifiche di valore anche sulle restanti attività; • rischio di asset encumbrance: rischio connesso alla quota di attività vincolate, derivante dalla presenza di pretese sulla proprietà di un bene da una parte che non è proprietaria, che può avere impatto sulla trasferibilità e sull’uso del bene stesso; • rischio di non conformità: rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme imperative (di legge o di regolamenti) ovvero di autoregolamentazione (i.e. statuti, codici di condotta, codici di autodisciplina); • rischio reputazionale: rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca, investitori o autorità di vigilanza; • rischio residuo: rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla banca risultino meno efficaci del previsto; • rischio strategico: rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo e/o decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazione del contesto competitivo. Il rischio strategico in senso stretto, o di posizionamento, si riferisce all’insuccesso associato a cambiamenti strutturali, cioè caratterizzati da discontinuità. Rientra nel rischio strategico la componente più specifica direttamente riconducibile al rischio di business, ovvero il rischio di potenziale flessione degli utili, derivante da inadeguata attuazione di decisioni aziendali e da cambiamenti del contesto operativo con riferimento al modello di business e alle scelte di business mix del Gruppo.

I rischi individuati sono classificati in tre differenti categorie a seconda delle modalità di gestione e delle tecniche di misurazione/valutazione: • rischi misurabili, per i quali sono state identificate metodologie quantitative consolidate che conducono alla determinazione di un capitale interno e che consentono, unitamente a misure di natura qualitativa, la definizione di un processo di allocazione e di monitoraggio;

49 All’interno del rischio di liquidità come sopra definito, viene considerato anche il rischio di liquidità a medio/lungo termine (strutturale)derivante da uno squilibrio tra le fonti di finanziamento e gli impieghi.

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• rischi soggetti a limiti quantitativi, per i quali sono definibili limiti operativi coerenti con la propensione al rischio - di natura quantitativa e ampiamente condivisi anche in letteratura, oppure oggetto di prescrizioni normative - per la loro misurazione, monitoraggio e attenuazione; • rischi non misurabili (o rischi soggetti a valutazione), per i quali si ritengono più appropriate policy, misure di controllo, attenuazione o mitigazione non esistendo approcci consolidati per la stima del capitale interno utili ai fini del processo di allocazione.

Di seguito vengono rappresentati i rischi con potenziali impatti significativi per il Gruppo UBI Banca e le azioni che sono state poste in essere per mitigarli. I rischi diversi da quelli di seguito citati, di marginale rilevanza all’interno del Gruppo, non si ritiene debbano subire variazioni significative nel corso dell’esercizio.

Rischio di credito L’affinamento nel continuo dei modelli di gestione, monitoraggio e recupero del credito ha consentito al Gruppo UBI di affrontare in maniera appropriata le incertezze del contesto economico e di recepire in maniera puntuale le nuove disposizioni emanate dalle Autorità di Vigilanza nel corso degli ultimi anni.

Tra i principali punti di forza del Gruppo si evidenziano:  l’adozione già dal 1° luglio 2019 del nuovo framework normativo in materia di nuova Definizione di Default (DOD) in recepimento delle linee guida emanate dall’EBA (European Banking Authority) per la classificazione a default delle controparti prenditrici (EBA/GL/2016/7), con particolare riferimento all’adozione e applicazione della nuova definizione di “Esposizione scadute e/o sconfinanti deteriorate (c.d. Past Due). Nonostante la complessità e la rilevanza degli interventi informatici e normativi richiesti, il Gruppo UBI ha realizzato tale passaggio in tempi molto contenuti, e con ampio anticipo rispetto alle tempistiche previste. In particolare, le più significative novità hanno riguardato: criteri più stringenti per la classificazione nello stato amministrativo di Past Due; l’allineamento dello stato amministrativo di Non-Performing a livello di Gruppo bancario; la propagazione dello stato di default a clienti connessi; l’introduzione di un periodo di monitoraggio (c.d. monitoring period) preliminare alla rimessa in stato Performing di un cliente a Past Due che abbia regolarizzato la propria posizione debitoria; l’introduzione del calcolo della c.d. Ridotta Obbligazione Finanziaria (ROF) in caso di misure di forbearance concesse a clientela performing e del trigger obbligatorio per la classificazione nello stato amministrativo di Inadempienza Probabile in caso di ROF maggiore dell’1%;  la presenza di strategie di concessione del credito personalizzate per tipologia di clientela, in funzione del livello di rischio e degli Outlook settoriali e del relativo processo di controllo della corretta attribuzione della politica creditizia appropriata e del rispetto della stessa;  il contributo alla crescita degli impieghi mediante l’applicazione di modelli statistici e processi automatizzati di pre-valutazione dei requisiti di affidabilità e di capacità di sostegno del debito della clientela, che ha consentito il conseguimento di elevati standard di qualità nell’ambito dei processi digitali di erogazione del credito a privati, sia sotto forma di prestiti personali che nella formula “Ricariconto”;  l’affinamento nel continuo del nuovo modello organizzativo di Regolarizzazione Crediti che persegue l’obiettivo di un rientro degli sconfini dopo pochi giorni dal loro manifestarsi, nell’intento di preservare la relazione con il cliente e prevenirne il passaggio ad uno stato di Non-Performing. Più generale il miglioramento dell'efficacia nella gestione e nella regolarizzazione delle posizioni irregolari viene traguardato attraverso il rafforzamento del modello operativo e organizzativo, offrendo un contributo fattivo alla Rete nella regolarizzazione del credito;  forte presidio territoriale delle esposizioni creditizie attraverso ruoli qualificati / specializzati che operano sulle posizioni che presentano anomalie supportando le strutture di rete nella relativa regolarizzazione;

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 il potenziamento nel continuo della struttura di gestione accentrata delle controparti Non-Performing che prevede la specializzazione del trattamento delle posizioni per classi di appartenenza (c.d. cluster) da parte figure dedicate e specializzate (Gestori NPL), in ottica di regolarizzazione delle posizioni e di presidio della qualità del credito;  l’arricchimento dei triggers di default detection – in coerenza con quanto previsto dalle Guidance BCE sui crediti Non-Performing, dalla DOD, nonché dalla disciplina in tema di Principio Contabile Internazionale IFRS9 – che rappresentano specifici indicatori di deterioramento della posizione al ricorrere dei quali la Banca è tenuta a valutare l’eventuale classificazione della controparte fra le Inadempienze Probabili o fra le Sofferenze ovvero a provvedervi direttamente in presenza di elevati livelli di gravità;  la finalizzazione, a supporto del nuovo modello di governance creditizia (distinto fra Filiera Performing e Filiera Non Performing), della reportistica, nuova ed univoca, realizzata grazie al c.d. Quadro di Controllo Creditizio, caratterizzata da un elevato livello di automazione che permetta di rappresentare i dati in modo omogeneo, con un livello di dettaglio adeguato e con evidenza degli scostamenti rispetto al Budget, al NPL Strategic Plan e al Piano Industriale;  l’ottimizzazione del modello di recupero crediti attraverso l’affinamento delle regole di assegnazione della clientela classificata a Sofferenze al fine di rendere più rapida ed efficace la gestione delle posizioni da parte delle strutture dell’Area Recupero Crediti;  la finalizzazione di operazioni di cessione di Sofferenze, in ottica di massimizzazione del beneficio finale netto per il Gruppo in termini di derisking e posizione patrimoniale complessiva post cessione;  l’avvio delle attività progettuali finalizzate al recepimento delle linee guida emanate dall’EBA in tema di concessione e monitoraggio dei crediti (“Loan Orgination”): le suddette direttive sono state pubblicate a luglio 2019 nella forma di “consultation paper” in vista della stesura definitiva prevista in data successiva. Esse si prefiggono l’obiettivo di rafforzare la stabilità finanziaria e la resilienza del Sistema Bancario Europeo, mirando altresì a completare il progetto di uniformare i sistemi bancari nazionali secondo standard rigorosi e prudenti. Questi ultimi dovranno essere implementati dalle banche nel 2020 (in base al “consultation paper”) e interesseranno le prassi, la governance, i processi ed i meccanismi in materia di concessione, gestione e monitoraggio del credito. In particolare essi riguarderanno la gestione dei profili del rischio creditizio, il pricing e le garanzie a presidio dei finanziamenti erogati.

Ulteriori rilevanti investimenti saranno finalizzati a:  ultimare l’implementazione dei residuali strumenti IT gestionali a supporto del framework normativo in materia di classificazione a default di cui sopra riferito;  ottimizzare i processi di regolarizzazione degli sconfini e di gestione/monitoraggio dei crediti performing riconducibili alle controparti con maggiore rischio di default (rating elevato);  potenziare ulteriormente l’efficienza della “macchina creditizia” in particolare in tema di Inadempienze Probabili e Sofferenze, affinando ulteriormente le attività di recupero del credito grazie ad interventi informatici che velocizzino ed automatizzino le componenti amministrative e le diverse fasi dei processi gestionali;  sostenere ulteriormente la crescita degli impieghi con elevati standard di qualità del credito, grazie ad evolute metodologie di clusterizzazione del portafoglio crediti secondo profili di rischio – rendimento. Particolare attenzione sarà riservata al finanziamento di iniziative che assumono una più evidente valenza sociale ed ambientale;  sostenere la crescita degli impieghi mediante l’estensione anche al segmento delle piccole imprese dell’applicazione dei modelli statistici e dei processi digitali di valutazione dell’affidabilità e della capacità di indebitamento, già positivamente sperimentata nell’ambito del segmento privati.

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Rischio di business La competizione in termini di prezzo sul fronte dell’erogazione di credito da parte degli operatori di sistema, anche in seguito all’accesso a forme di funding regolamentate dalla Banca Centrale Europea (leggasi Targeted Long Term Repo - TLTRO), risulta elevata. Contesto macroeconomico, estrema volatilità dei mercati e pressioni competitive conseguenti alla rilevante liquidità sul mercato del credito determinano compressioni dei margini e della redditività degli operatori. Il Gruppo UBI Banca continua pertanto a proporre opportune manovre sulla rete commerciale atte al conseguimento degli obiettivi individuati in termini di volumi e pricing degli impieghi in coerenza con il livello di qualità del credito prefissato.

Rischio sovrano Pur rimanendo ancora prevalente l'esposizione sui titoli governativi, per la maggior parte titoli di Stato italiani50, è da tempo in atto il piano di diversificazione e di graduale contenimento della concentrazione del portafoglio di banking book in coerenza con le linee strategiche fissate dal Piano Industriale.

Rischio assicurativo A seguito dell’acquisizione delle Nuove Banche il nuovo perimetro di Gruppo include anche la Società assicurativa Vita BancAssurance Popolari Spa. Limitatamente al perimetro assicurativo si segnala che le misurazioni gestionali del Solvency Ratio rispettano quanto previsto dalla normativa Solvency II.

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L’informativa di dettaglio sugli obiettivi e le politiche in materia di gestione del rischio finanziario, nonché sull’esposizione del Gruppo al rischio di prezzo, al rischio di credito, al rischio di liquidità e al rischio di variazione dei flussi finanziari - prevista dall’art. 2428 C.C. - è riportata nella parte E della Nota Integrativa Consolidata, alla quale si rimanda.

Incertezze L’incertezza è definita come un evento possibile il cui potenziale impatto, riconducibile a una delle categorie di rischio identificate sopra, non è al momento determinabile e quindi quantificabile.

Il Gruppo opera in uno scenario di crescita moderata sul quale gravano tuttavia alcuni specifici fattori di rischio, potenzialmente negativi per la crescita medesima. Tali elementi di incertezza potrebbero manifestarsi con impatti riconducibili essenzialmente ai rischi di credito, pur senza intaccare la solidità patrimoniale del Gruppo UBI Banca. Inoltre, l’eventuale acutizzarsi e il perdurare di tensioni sui mercati finanziari - con la possibile chiusura dei mercati istituzionali – potrebbero determinare rallentamenti nella raccolta di liquidità necessaria per finanziare gli impieghi caratteristici della Banca a medio/lungo termine, oltre ad un aumento del costo del funding.

In particolare, le principali incertezze individuate per il 2020 attengono ai seguenti aspetti:  l’evoluzione del quadro macroeconomico:

 a livello internazionale, anche se con alti e bassi derivanti da notizie contrastanti che si sono susseguite tra Washington e Pechino, persistono i timori relativi all’esito delle trattative sul commercio internazionale. Oltre alla disputa cino-statunitense, la Casa Bianca sta estendendo una serie di dazi anche a Paesi come Brasile e Argentina (in particolare su acciaio e alluminio) che fino ad ora erano stati esentati. Il motivo di tale offensiva risiederebbe nella svalutazione adottata dai singoli paesi delle rispettive monete locali a svantaggio del dollaro. Lo scenario in base al quale gli Stati Uniti stanno cercando di instaurare negoziati unilaterali appare sempre più

50 Per dettagli relativi al valore delle esposizioni al rischio sovrano si rimanda al capitolo “L’attività finanziaria” paragrafo “L’esposizione al rischio sovrano” della presente Relazione.

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chiaro. Ciò che tuttavia continua a preoccupare è principalmente il tema della tecnologia con la maggior parte dei paesi intenti a contenere l’avanzata cinese soprattutto sul 5G;  sul fronte europeo, in data 31 gennaio 2020, il Regno Unito è uscito ufficialmente dall’Unione Europea. Dal 1° febbraio è partito il periodo di transizione che durerà fino al 31 dicembre 2020, durante il quale le autorità Uk e Ue si siederanno al tavolo di negoziati per definire i dettagli del divorzio. Si temono ancora, seppur con minore intensità, potenziali ripercussioni su tutti i paesi dell’UE in relazione alla revisione degli accordi commerciali;  l’economia italiana continua a risentire del contesto di prolungata incertezza a livello internazionale e l’esigua crescita degli indicatori macroeconomici mostra segnali di stagnazione. Le peculiarità del contesto italiano aggravano ulteriormente la situazione economica domestica su cui pesa fortemente un elevato debito pubblico. Ulteriori cause di rallentamento giungono dalla frenata dell’economia tedesca che, soprattutto con il settore automotive, sta attraversando una crisi che si estende soprattutto ai paesi legati all’export.

 l’evoluzione del quadro politico:

premesso prudenzialmente che il raggiungimento di una fase avanzata dell’espansione economica rende necessaria una costante analisi preventiva volta all’individuazione di segnali di inversione del ciclo, vi sono specifici fattori di rischio che potrebbero compromettere un quadro che rimane di base favorevole: (i) questioni geopolitiche ancora irrisolte (Sud America, Medio-Oriente, …), (ii) modifica degli equilibri commerciali tra i maggiori partner internazionali, (iii) elevato livello di indebitamento globale.

 l’evoluzione del contesto normativo:

il contesto normativo è sottoposto a diverse dinamiche di mutamento a seguito sia dell'emanazione di vari provvedimenti normativi, a livello europeo e nazionale, con le relative disposizioni regolamentari di attuazione in materia di prestazione di servizi bancari, sia di correlati indirizzi giurisprudenziali. Tale scenario richiede un particolare sforzo sia interpretativo che attuativo e talvolta ha inciso direttamente sui profili di redditività delle banche e/o sui costi per la clientela. Tra i principali interventi normativi da parte delle Autorità di Vigilanza si segnalano le iniziative volte alla revisione del calcolo dei requisiti prudenziali aventi l’obiettivo di allineare maggiormente a livello europeo alcuni ambiti della normativa tramite la riduzione delle discrezionalità nazionali e la revisione della regolamentazione relativa ai modelli interni relativi al rischio di credito. Tali interventi potrebbero comportare adeguamenti nei modelli interni di rating e LGD e nelle svalutazioni dei crediti. A tal proposito si segnalano: (i) l’iniziativa della BCE, avviata a fine 2015, relativa all’analisi mirata dei modelli interni (Targeted Review of Internal Models – TRIM), finalizzata a rendere omogenee e robuste le risultanze dei modelli stessi e maggiormente confrontabili a livello europei i valori delle RWA determinate con l’approccio IRB; (ii) la pubblicazione da parte dell’EBA del documento “Orientamenti sulla stima della probabilità di default (PD) e delle perdite in caso di default (LGD) e sul trattamento delle esposizioni in stato di default” che definisce linee guida relative alle fasi di sviluppo e di stima dei modelli interni. Nell’ambito della gestione NPL la normativa51 potrebbe continuare a richiedere interventi di “derisking”. Le linee guida, infatti, raccomandano alle banche di definire una chiara strategia per la riduzione degli NPL, allineata al sistema di gestione dei rischi e al piano industriale anche al fine di ridurre il rischio di accumulo degli NPL nel futuro. Inoltre, sulle esposizioni sorte dopo il 26 aprile 2019, le banche vengono chiamate a svolgere ulteriori valutazioni, in termini di expected provisioning sui propri portafogli NPL, ai fini della determinazione dell’adeguatezza patrimoniale. In questo

51 BCE “Linee guida per le banche sui crediti deteriorati (NPL)”, pubblicata a marzo 2017 BCE “Addendum alle linee guida della BCE per le banche sui crediti deteriorati (NPL): livelli minimi di accantonamento prudenziale per le esposizioni deteriorate”, pubblicata a ottobre 2017; Regolamento UE 2019/630 relativo alla copertura minima delle perdite sulle esposizioni deteriorate, pubblicato a aprile 2019; BCE: “Communication on supervisory coverage expectations for NPEs”, pubblicato a agosto 2019.

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contesto il Gruppo, nel 2019, si è dotato di processi, strumenti e metodologie volte alla gestione di tali evoluzioni normative. In tema di gestione del credito la pubblicazione del documento EBA “Draft Guidelines on loan origination and monitoring” introduce diversi requisiti con rilevante impatto sulle fasi di concessione e monitoraggio del credito e fornisce un primo set di orientamenti in tema di considerazione dei fattori ambientali, sociali e di governance (ESG factors) all’interno dei processi di valutazione/concessione del credito con possibili effetti sull’operatività creditizia. A tale documento si aggiunge anche la “Proposta di Regolamento UE relativo all’istituzione di un quadro che favorisce gli investimenti sostenibili” del Parlamento Europeo volto all’istituzione di un framework finalizzato ad agevolare gli investimenti sostenibili. La definizione e l’effettiva applicazione di tali documenti potrebbero avere riflessi sull’operatività bancaria con potenziali impatti organizzativi e di processo e significative variazioni sulle metodologie e sui sistemi informativi da adottare nel percorso di progressivo adeguamento a tali linee guida. A fronte della sempre crescente sensibilità dell'opinione pubblica, nonché del legislatore, verso i fattori ESG il Gruppo UBI ha già avviato iniziative dedicate ad integrare nell’ambito del framework di governo dei rischi tali tematiche. L’introduzione del “Nuovo Codice della crisi di Impresa e dell’insolvenza” (D. Lgs. 12 gennaio 2019, n.14, in breve “CCI”) comporta inoltre per le banche obblighi di segnalazione delle eventuali revoche degli affidamenti agli organi di controllo delle imprese, con potenziali risvolti anche in tema di assunzione di responsabilità da parte delle banche stesse. Anche su questi temi il Gruppo UBI ha già avviato le attività volte a porre in essere i presidi necessari. Da ultimo la revisione del quadro regolamentare di Basilea III comporta modifiche nelle metodologie di calcolo delle attività ponderate per il rischio, per il rischio di credito, operativo e di mercato. La definizione di queste regole, che rientrano nel framework c.d. di Basilea IV, è volta ad allineare maggiormente a livello europeo alcuni ambiti applicativi della normativa stessa attraverso l’emanazione di specifici standard tecnici di implementazione che potrebbero richiedere alla Banca adeguamenti relativi alla gestione dei modelli e dei processi relativi al rischio di credito e all’adeguatezza patrimoniale. Tali evoluzioni normative sono oggetto di continuo monitoraggio e vengono fattorizzate nelle proiezioni e nella pianificazione aziendale.

* * *

I rischi e le incertezze sopra illustrati sono stati oggetto di un processo di valutazione teso anche a evidenziare gli impatti di variazioni di parametri e condizioni di mercato sulla performance aziendale. Il Gruppo infatti è dotato di strumenti di misurazione dei possibili impatti di rischi e incertezze sulla propria operatività (in particolare attraverso analisi di sensitivity e prove di stress), che consentono, con tempestività e continuità, l’adeguamento delle proprie strategie - in termini di modello distributivo, organizzativo e di gestione/razionalizzazione dei costi - rispetto ai mutamenti del contesto di riferimento. I rischi e le incertezze sono altresì oggetto di costante osservazione attraverso il corpo normativo di policy di rischio adottate dal Gruppo: le policy vengono aggiornate in relazione a cambiamenti della strategia, del contesto e delle aspettative di mercato. L’attività di monitoraggio periodico delle stesse è finalizzata alla verifica del loro stato di attuazione e della loro adeguatezza. Le analisi svolte indicano che il Gruppo è in grado di fronteggiare i rischi e le incertezze a cui è esposto, confermando pertanto i presupposti della propria continuità.

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Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio

Si rimanda a quanto indicato nella “Parte A - Politiche contabili - Sezione 3 - Eventi successivi alla data di riferimento del Bilancio”.

Evoluzione prevedibile della gestione

La dinamica dei proventi operativi per il prossimo esercizio è prevista in crescita sia nella componente del margine di interesse sia nella componente commissioni nette. Il margine di interesse è previsto in crescita sia per l’effetto della composizione del portafoglio di investimento sia per una positiva dinamica di tassi di interesse. Le commissioni nette sono previste in crescita per l’effetto combinato di diversi fattori, in particolare, l’effetto derivante dal reclutamento di nuovi Consulenti Finanziari con portafogli medi di alto standing, l’evoluzione dei servizi di consulenza evoluta, il costante ampliamento dell’offerta di nuovi prodotti di risparmio gestito, lo sviluppo dell’attività di trading grazie ad iniziative mirate e l’acquisizione di nuova clientela istituzionale. Gli oneri operativi sono previsti in lieve incremento principalmente per gli effetti derivanti dai combinati interventi in attuazione del nuovo piano industriale. La particolare prudenza che caratterizza il portafoglio in bonis e la costante riduzione del flusso di nuovi crediti deteriorati, dovrebbe consentire una riduzione del costo del credito.

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Proposte all’assemblea

Signori Azionisti,

sottoponiamo alla Vostra approvazione il Bilancio per l’esercizio 2019 in tutte le sue componenti.

Sottoponiamo altresì alla Vostra approvazione, il riparto dell’utile di esercizio di 10.886.090,01 euro come segue:

PROGETTO DI DESTINAZIONE DEGLI UTILI

Utile netto 2019 10.886.090

Utile da ripartire:

- a riserva legale 544.305

- a riserva straordinaria 111.094

- a riserva indisponibile ex art. 6 D.Lgs. 35/2005 1.170.691

- dividendi 9.060.000

Se le presenti proposte saranno da Voi approvate, potrà essere distribuito un dividendo di euro 0,40 per ciascuna delle n. 22.650.000 azioni aventi diritto al dividendo per l’esercizio 2019.

Milano, 7 febbraio 2020.

Il Consiglio di Amministrazione

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Prospetti Contabili

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Stato Patrimoniale (in unità di euro)

Voci dell'attivo 31/12/2019 31/12/2018

10. Cassa e disponibilità liquide 1.755.699 2.481.021

20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 3.175.115 2.208.785

a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 2.897 2.460

c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 3.172.218 2.206.325

30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 37.922 61.691

40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 3.683.509.190 3.110.536.475

a) crediti verso banche 3.204.285.207 2.581.792.651

b) crediti verso clientela 479.223.983 528.743.824

70. Partecipazioni 2.305.513 2.305.513

80. Attività materiali 39.845.450 1.331.392

90. Attività immateriali 41.807.484 41.807.484

- avviamento 41.807.484 41.807.484

100. Attività fiscali 18.804.643 21.951.701

a) correnti 9.466.264 12.013.402

b) anticipate 9.338.378 9.938.299

120. Altre attività 58.534.776 74.294.840

Totale dell'attivo 3.849.775.792 3.256.978.902

Voci del passivo e del patrimonio netto 31/12/2019 31/12/2018

10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 3.638.363.129 3.058.685.127

a) debiti verso banche 272.582.285 251.037.888

b) debiti verso clientela 3.365.780.844 2.797.642.827

c) titoli in circolazione - 10.004.412

60. Passività fiscali 6.543.243 4.979.891

a) correnti 3.350.650 2.135.407

b) differite 3.192.592 2.844.483

80. Altre passività 29.980.193 31.253.302

90. Trattamento di fine rapporto del personale 1.290.460 1.192.332

100. Fondi per rischi e oneri 21.053.309 19.093.276

a) impegni e garanzie rilasciate 466.646 513.241

c) altri fondi per rischi e oneri 20.586.662 18.580.035

110. Riserve da valutazione (762.427) (642.752)

140. Riserve 74.471.794 70.010.037

160. Capitale 67.950.000 67.950.000

180. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 10.886.090 4.457.688

Totale del passivo e del patrimonio netto 3.849.775.792 3.256.978.902

69

Conto Economico (in unità di euro)

Voci 31/12/2019 31/12/2018

10. Interessi attivi e proventi assimilati 38.250.094 25.384.251

di cui: interessi attivi calcolati con il metodo dell'interesse effettivo 37.544.557 24.899.751

20. Interessi passivi e oneri assimilati (5.041.964) (4.537.316)

30. Margine di interesse 33.208.130 20.846.935

40. Commissioni attive 123.363.361 115.019.971

50. Commissioni passive (62.550.988) (57.393.718)

60. Commissioni nette 60.812.372 57.626.253

70. Dividendi e proventi simili 23 14.918

80. Risultato netto dell’attività di negoziazione 17.113 64.234

100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: (1.528) (212.875)

a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (1.527) (212.895)

c) passività finanziarie - 19

Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a 110. 950.150 (548.094) conto economico

b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 950.150 (548.094)

120. Margine di intermediazione 94.986.260 77.791.372

130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito di: (1.396.424) (1.220.359)

a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (1.396.424) (1.220.359)

140. Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni (450.252) (450.896)

150. Risultato netto della gestione finanziaria 93.139.584 76.120.117

160. Spese amministrative: (80.291.413) (84.398.691)

a) spese per il personale (21.238.396) (21.576.641)

b) altre spese amministrative (59.053.017) (62.822.050)

170. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri (3.720.960) (2.816.906)

a) impegni e garanzie rilasciate 46.594 56.497

b) altri accantonamenti netti (3.767.555) (2.873.403)

180. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali (4.835.930) (318.606)

190. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali - (28.576)

200. Altri oneri/proventi di gestione 12.657.324 15.894.201

210. Costi operativi (76.190.980) (71.668.578)

250. Utili (Perdite) da cessione di investimenti - 3

260. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 16.948.604 4.451.542

270. Imposte sul reddito dell'esercizio dell’operatività corrente (6.062.514) 6.146

280. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 10.886.090 4.457.688

300. Utile (Perdita) d'esercizio 10.886.090 4.457.688

70

Prospetto della Redditività Complessiva (in unità di euro)

Voci 31/12/2019 31/12/2018

10. Utile (Perdita) d'esercizio 10.886.090 4.457.688

Altre componenti reddituali al netto delle imposte senza rigiro a conto economico (119.675) (24.994)

20. Titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva (32.013) (16.665)

70. Piani a benefici definiti (87.662) (8.329)

170. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte (119.675) (24.994)

180. Redditività complessiva (Voce 10+170) 10.766.415 4.432.694

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Prospetto delle Variazioni del Patrimonio Netto Movimentazione al 31 Dicembre 2019 (in unità di euro)

Variazioni dell'esercizio

Allocazione risultato esercizio precedente Modifica Operazioni sul patrimonio netto Redditività saldi complessiva Patrimonio Esistenze al apertura Esistenze al Variazioni esercizio netto al 31/12/2018 01/01/2019 riserve 2019 31/12/2019 Derivati Dividendi e Emissione Acquisto Acconti Distribuzione Variazione su Stock Riserve altre nuove azioni su straordinaria strumenti proprie options destinazioni azioni proprie dividendi dividendi di capitale azioni

Capitale 67.950.000 - 67.950.000 ------67.950.000

a) azioni ordinarie 67.950.000 - 67.950.000 ------67.950.000

b) altre azioni ------Sovrapprezzi di ------emissione Riserve: 70.010.037 - 70.010.037 4.457.688 - 4.069 ------74.471.794

a) di utili 15.146.752 - 15.146.752 4.457.688 ------19.604.440

b) altre 54.863.285 - 54.863.285 - - 4.069 ------54.867.355

Riserve da valutazione (642.752) - (642.752) ------(119.675) (762.427)

Strumenti di capitale ------

Acconti su dividendi - - - -

Azioni proprie ------Utile (Perdita) di 4.457.688 - 4.457.688 (4.457.688) ------10.886.090 10.886.090 esercizio Patrimonio netto 141.774.973 - 141.774.973 - - 4.069 ------10.766.415 152.545.458

In data 27 febbraio 2019 l’Assemblea dei Soci ha deliberato la destinazione a Riserve dell’utile dell’esercizio 2018, pari ad euro 4.457.688.

Gli importi indicati nella colonna “Variazioni di Riserve” alla voce “b) altre” corrispondono alla rilevazione, per l’esercizio in corso, della riserva di stock granting connessa al sistema di incentivazione del Top Management.

72

Prospetto delle Variazioni del Patrimonio Netto Movimentazione al 31 Dicembre 2018 (in unità di euro)

Variazioni dell'esercizio Allocazione risultato esercizio precedente Patrimonio Operazioni sul patrimonio netto Esistenze al Modifica Esistenze al netto al saldi di Redditività 31/12/2017 01/01/2018 Variazioni Derivati complessiv 31/12/2018 apertura dividendi e Emissione Acquisto Acconti Distribuzione Variazione di riserve su Stock a esercizio riserve altre nuove azioni su straordinaria strumenti proprie options 2018 destinazioni azioni proprie dividendi dividendi di capitale azioni

Capitale: 67.950.000 67.950.000 - - - - - 67.950.000

a) azioni ordinarie 67.950.000 67.950.000 - - 67.950.000

b) altre azioni - - Sovrapprezzi di - - - emissione Riserve: 76.751.784 - 75.401.304 (5.433.571) - 42.304 - - - 70.010.037

a) di utili 21.931.166 (1.350.480) 20.580.687 (5.433.571) (364) - - 15.146.752

b) altre 54.820.618 - 54.820.618 42.668 - 54.863.285 Riserve da (93.784) (523.974) (617.758) (24.994) (642.752) valutazione Strumenti di capitale - - - -

Acconti su dividendi - - - -

Azioni proprie - - Utile (Perdita) di (5.433.571) - (5.433.571) 5.433.571 4.457.688 4.457.688 esercizio

Patrimonio Netto 139.174.430 - 137.299.976 - - 42.304 ------4.432.694 141.774.973

I valori esposti nella colonna “Modifica saldi di apertura” rappresentano gli impatti sul patrimonio netto derivanti dalla First Time Adoption del principio contabile IFRS 9; per maggiori dettagli si rinvia alla “Parte A – politiche contabili” del Bilancio d’Esercizio al 31 dicembre 2018.

In data 28 febbraio 2018 l’Assemblea dei Soci ha deliberato la copertura della perdita dell’esercizio 2017, pari ad euro 5.433.571, mediante l’utilizzo delle Riserve.

Gli importi indicati nella colonna “Variazioni di Riserve” alla voce “b) altre” corrispondono alla rilevazione, per l’esercizio 2018, della riserva di stock granting connessa al sistema di incentivazione del Top Management.

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Rendiconto Finanziario (in unità di euro)

Metodo indiretto

Importo Importo A. ATTIVITA' OPERATIVA 31/12/2019 31/12/2018

1. Gestione 20.775.431 10.005.897

- risultato d'esercizio (+/-) 10.886.090 4.457.688 - plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e sulle altre (952.654) 547.979 attività/passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (-/+) - rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito (+/-) 1.562.092 1.476.437

- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) 4.835.930 347.183

- accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) 4.136.179 3.172.779

- imposte, tasse e crediti d’imposta non liquidati (+/-) 6.062.514 (6.146)

- altri aggiustamenti (+/-) (5.754.721) 9.978

2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie (560.657.995) (48.103.199)

- attività finanziarie detenute per la negoziazione 2.090 28

- altre attività obbligatoriamente valutate al fair value (15.744) (994.180)

- attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (907) 544

- attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (574.581.402) (40.011.315)

- altre attività 13.937.967 (7.098.276)

3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie 539.300.266 38.350.170

- passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 543.317.293 42.381.452

- altre passività (4.017.027) (4.031.282)

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa (582.297) 252.868

B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO

1. Liquidità generata da - 3

- vendite di attività materiali - 3

2. Liquidità assorbita da (143.024) (103.414)

- acquisti di attività materiali (143.024) (103.414)

Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento (143.024) (103.411)

LIQUIDITA' NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO (725.322) 149.457

Legenda: (+) Generata (-) Assorbita

Riconciliazione rendiconto finanziario

Importo Importo Voci di bilancio 31/12/2019 31/12/2018

Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 2.481.021 2.331.564

Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio (725.322) 149.457

Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio 1.755.699 2.481.021

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La Nota Integrativa

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La nota integrativa

La nota integrativa è suddivisa nelle seguenti parti:

1) Parte A - Politiche contabili 2) Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale 3) Parte C - Informazioni sul conto economico 4) Parte D - Redditività complessiva 5) Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura 6) Parte F - Informazioni sul patrimonio 7) Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti impresa o rami d’azienda 8) Parte H - Operazioni con parti correlate 9) Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali 10) Parte L - Informativa di settore 11) Parte M - Informativa sul leasing

Parte A - Politiche Contabili

A.1 - Parte Generale

Sezione 1 Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali

Il presente bilancio è redatto in conformità ai principi contabili internazionali IAS/IFRS52 emanati dall’International Accounting Standard Board (IASB) ed alle relative interpretazioni dell’International Financial Reporting Interpretation Committee (IFRIC) omologati dalla Commissione Europea ed in vigore al 31 dicembre 2019, recepiti dal nostro ordinamento dal D. Lgs. 38/2005 che ha esercitato l’opzione prevista dal Regolamento (CE) N. 1606/2002 in materia di principi contabili internazionali. Non sono state effettuate deroghe all’applicazione dei principi contabili IAS/IFRS.

Il bilancio contiene Stato Patrimoniale, Conto Economico, Prospetto della Redditività Complessiva, Rendiconto Finanziario, Prospetto delle variazioni del Patrimonio Netto, Nota Integrativa e le relative informazioni comparative, ed è corredato dalla Relazione sull’andamento della gestione.

Il progetto di bilancio, approvato dal Consiglio di Amministrazione del 7 febbraio 2020, è sottoposto a revisione contabile da parte della società di revisione Deloitte & Touche S.p.A., in esecuzione della delibera assembleare del 10 aprile 2017 che le ha conferito l’incarico fino alla redazione del Bilancio d’esercizio del 2025.

Sezione 2 Principi generali di redazione

La redazione del bilancio è avvenuta in base ai criteri di valutazione, adottati nell’ottica della continuità aziendale ed in ossequioI ai principi di competenza, rilevanza dell’informazione, nonché di prevalenza della sostanza economica sulla forma giuridica.

Il bilancio è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, la situazione finanziaria, il risultato economico dell’esercizio, la variazione del patrimonio netto ed i flussi di cassa.

52 Tali principi, nonché le relative Interpretazioni, sono applicati in funzione del verificarsi degli eventi da questi disciplinati a far tempo dalla data di applicazione obbligatoria dei medesimi, se non diversamente specificato. Per completezza informativa si veda, in proposito, il successivo paragrafo “Elenco dei principi IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea”.

76

Le informazioni riportate nel presente fascicolo di bilancio, se non diversamente specificato, sono espresse in euro quale moneta di conto e le situazioni finanziarie, patrimoniali, economiche, le note informative di commento e le tabelle esplicative sono esposte in migliaia di euro. I relativi arrotondamenti sono stati effettuati tenendo conto delle disposizioni indicate da Banca d’Italia.

Gli schemi di bilancio utilizzati nel presente bilancio sono conformi a quelli definiti dalla Circolare di Banca d’Italia n. 262/200553 e successive modifiche e integrazioni54; essi forniscono, oltre al dato contabile al 31 dicembre 2019 l’analoga informazione comparativa al 31 dicembre 2018 e non riportano le voci non valorizzate per l’esercizio corrente e precedente.

Come già segnalato nelle informative periodiche del corrente esercizio, ai sensi delle previsioni del nuovo principio contabile IFRS 16, le entità che in sede di prima applicazione optano per l’utilizzo del metodo c.d. “retrospettivo modificato” non devono rideterminare i dati comparativi. Conseguentemente, i dati patrimoniali ed economici al 31 dicembre 2019 non sono pienamente comparabili con quelli riferibili ai periodi di raffronto in quanto questi ultimi sono stati determinati in applicazione del principio contabile internazionale IAS 17, in vigore nel periodo oggetto di reporting.

Per completezza si segnala che nella redazione del presente fascicolo di bilancio si è inoltre preso atto, in particolare, dei seguenti documenti:  documento congiunto Banca d’Italia/Consob/Isvap n. 4 del 3 marzo 2010, con particolare riferimento all’informativa in materia di impairment degli avviamenti;  documento ESMA55 del 5 ottobre 2015 “Orientamenti – Indicatori alternativi di performance” volto a promuovere l’utilità e la trasparenza degli Indicatori Alternativi di Performance56 inclusi nei prospetti informativi o nelle informazioni regolamentate;  documento ESMA del 22 ottobre 2019, “European common enforcement priorities for 2019 annual financial reports” volto a promuovere un'applicazione omogenea dei principi contabili IAS/IFRS, per assicurare la trasparenza e il corretto funzionamento dei mercati finanziari, individuando talune tematiche ritenute particolarmente significative per i bilanci al 31 dicembre 2019 delle società quotate europee. Le principali priorità individuate per l’esercizio 2019 sono di seguito elencate: a. tematiche specifiche relative all’applicazione dei principi contabili IFRS 9 “Strumenti Finanziari”, IFRS 15 “Ricavi provenienti dai contratti con i clienti”, IFRS 16 “Leasing” e IAS 12 “Imposte sul reddito”; b. informativa in merito a eventuali modifiche degli “Indicatori Alternativi di Performance” (IAP) utilizzati, in seguito all’introduzione del IFRS 16; c. informativa di natura non finanziaria, con particolare focus alle questioni di natura climatica;  comunicazione Banca d’Italia del 23 dicembre u.s. “Bilanci degli intermediari bancari e finanziari chiusi o in corso al 31 dicembre 2019” con la quale l’Organo di vigilanza richiama l’attenzione degli intermediari sull’esigenza di fornire in bilancio: 1) talune informazioni in materia di cessioni di attività finanziarie. Più in dettaglio, in funzione del consolidarsi della prassi di cessione di tipo multioriginator di portafogli creditizi, riconducibili a uno dei due seguenti schemi: a) cessione dei crediti a un veicolo di cartolarizzazione ex legge 130/99 a fronte dell’emissione da parte di quest’ultimo di titoli (Asset Backed Securities) sottoscritti dagli intermediari cedenti;

53 Lo Stato patrimoniale elenca le attività e le passività in ordine decrescente di liquidità ed il Conto economico espone i costi secondo la natura degli stessi. Con riferimento al rendiconto finanziario, la liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie, che rappresenta flussi derivanti dall’attività di finanziamento/provvista ai sensi dello IAS 7 par. 44A, è classificata, come richiesto dalla Circolare di Banca d’Italia n. 262/2005, all'interno della liquidità riveniente dall'attività operativa 54 Più in dettaglio il riferimento è al 5° aggiornamento del 22 dicembre 2017. Per completezza informativa si segnala che, in data 30 novembre 2018, è stato pubblicato il 6° aggiornamento della Circolare le cui previsioni sono obbligatoriamente applicabili dal Bilancio al 31 dicembre 2019. 55 European Securities Market Authority. 56 Il documento in parola definisce un Indicatore Alternativo di Performance quale “un indicatore finanziario di performance finanziaria, posizione finanziaria o flussi di cassa storici o futuri, diverso da un indicatore finanziario definito o specificato nella disciplina applicabile sull’informativa finanziaria”.

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b) cessione dei crediti a un fondo comune di investimento con attribuzione delle relative quote agli intermediari cedenti, l’Organo di Vigilanza, richiamando le previsioni della Circolare n. 262/05 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione” in materia di informativa quali/quantitativa da fornire con specifico riferimento alle operazioni di cui alla lettera a), evidenzia la necessità che, nel caso di cessioni di crediti in cui intervenga un fondo comune di investimento, al fine di garantire che a fronte di schemi di cessione di crediti sostanzialmente equivalenti venga fornita in bilancio la medesima informativa; 2) l’informativa richiamata nel succitato public statement ESMA del 22 ottobre u.s.

Principi contabili I principi contabili esposti nella Parte A.2, relativamente alle fasi di classificazione, valutazione e cancellazione, sono stati oggetto di aggiornamento rispetto a quanto applicato sino al 31 dicembre 201857, in funzione dell’entrata in vigore delle previsioni del principio contabile IFRS 16 “Leasing”. Per l’illustrazione delle novità introdotte da tale nuovo principio contabile, nonché per una descrizione degli impatti derivanti dalla First Time Adoption (FTA) del medesimo, si rimanda a quanto illustrato nel successivo paragrafo “Altri aspetti”.

L’applicazione di tali principi, nell’impossibilità di valutare con precisione alcuni elementi di bilancio, comporta talora da parte della direzione l’effettuazione di stime ed assunzioni in grado di incidere anche significativamente sui valori dei ricavi, dei costi, delle attività e delle passività di bilancio e sull’informativa relativa ad attività e passività potenziali.

Nel ribadire che l’impiego di stime ragionevoli è parte essenziale della predisposizione del Bilancio, si segnalano qui di seguito le voci di bilancio in cui è più significativo l’utilizzo di stime ed assunzioni:  determinazione della perdita attesa su crediti, titoli, garanzie rilasciate e impegni;  valutazione di attività finanziarie non quotate su mercati attivi;  valutazione di attività immateriali a vita utile indefinita e di partecipazioni;  quantificazione degli accantonamenti ai fondi rischi ed oneri;  quantificazione della fiscalità differita;  definizione della quota di ammortamento delle attività materiali ed immateriali a vita utile definita;  valutazione del trattamento di fine rapporto e del fondo indennità suppletiva di clientela.

La rettifica di una stima può avvenire in seguito ai mutamenti nelle circostanze sulle quali la stessa si era basata o in seguito a nuove informazioni o, ancora, a maggiore esperienza. Se nel futuro tali stime e assunzioni, che sono basate sulla miglior valutazione da parte della direzione alla data del presente Bilancio, dovessero differire dalle circostanze effettive, saranno modificate in modo appropriato nel periodo in cui le circostanze stesse variano. Il mutamento della stima è applicato prospetticamente e genera quindi impatto sul conto economico dell’esercizio in cui avviene il cambiamento ed, eventualmente, su quello degli esercizi futuri.

A tal proposito si segnala che l’esercizio 2019 non è stato caratterizzato da mutamenti nei criteri di stima già applicati per la redazione del Bilancio al 31 dicembre 2018 se non per quanto di seguito descritto:  con specifico riferimento alla determinazione della perdita attesa su crediti, titoli, garanzie rilasciate e impegni, rimandando a quanto dettagliato nella nota integrativa al Bilancio consolidato, Parte A.2 “Parte relativa alle principali voci di bilancio” e Parte E “Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura”, si precisa che, con l’entrata in vigore a far tempo dal 1° gennaio 2018 del principio IFRS 9, la stessa è funzione anche di informazioni di natura prospettica quali, in particolar modo, l’evoluzione degli scenari macroeconomici utilizzati nel calcolo delle rettifiche di valore.

57 A tal proposito si rimanda alla successiva sezione A.2 “Principali voci di bilancio” della Nota Integrativa.

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L’evoluzione di tali scenari, nonché la ponderazione degli stessi, è oggetto di valutazione periodica, con cadenza trimestrale, con eventuale conseguente aggiornamento;  con riguardo alle posizioni creditizie per le quali è eventualmente ipotizzato il recupero anche tramite la loro possibile cessione a terzi, il Gruppo provvede periodicamente, in funzione delle eventuali evoluzioni relative alla possibile operazione di cessione, ad aggiornare i parametri assunti ai fini valutativi in termini di:  perimetro delle posizioni effettivamente cedibili;  probabilità di realizzo associate agli scenari in parola; nonché  prezzi di realizzo dello scenario di vendita.

L’impatto valutativo conseguente a tale aggiornamento è iscritto nella pertinente voce di conto economico.

****

Evoluzione normativa dei principi contabili internazionali IAS/IFRS. Principi contabili internazionali in vigore dal 2019 Con specifico riferimento all’introduzione, a far tempo dal 1° gennaio 2019, del principio contabile IFRS 16 “Leasing”, si rimanda al successivo paragrafo “Altri aspetti” per l’illustrazione delle novità introdotte dall’IFRS 16 nonché per una descrizione degli impatti per la Banca derivanti dalla First Time Adoption (FTA) del principio in parola.

Ulteriormente la Commissione Europea ha pubblicato i seguenti Regolamenti:  in data 26 marzo 2018 è stato pubblicato il Regolamento (UE) n. 2018/498 mediante il quale è stato omologato l’“Amendment to IFRS 9: Prepayment Features with Negative Compensation” che apporta talune marginali modifiche al principio IFRS 9 “Strumenti Finanziari” volte a specificare che gli strumenti che prevedono un rimborso anticipato potrebbero rispettare l’SPPI test anche nel caso in cui la ragionevole compensazione addizionale, da corrispondere in caso di rimborso anticipato, configuri una “compensazione negativa” per l’entità finanziatrice;  in data 24 ottobre 2018 è stato pubblicato il Regolamento (UE) n. 2018/1595 mediante il quale è stato omologato l’“IFRIC 23 “Uncertainty over Income Tax Treatments” con l’obiettivo di precisare quali fattori considerare, a fronte di fenomeni di incertezza, nella contabilizzazione delle imposte sul reddito;  in data 11 febbraio 2019 è stato pubblicato il Regolamento (UE) n. 2019/237 mediante il quale è stato omologato l’“Amendments to IAS 28: Long term interests in Associates and Joint Ventures” finalizzato a recepire l’applicazione dell’IFRS 9 alle interessenze a lungo termine in società collegate e joint venture;  in data 13 marzo 2019 è stato pubblicato il Regolamento (UE) n. 2019/402 mediante il quale è stato omologato l’“Amendments to IAS 19: Plan Amendments, Curtailment or Settlement” finalizzato a specificare le modalità di rilevazione delle componenti economiche relative alla modifica, riduzione o estinzione di piani a benefici definiti;  in data 14 marzo 2019 è stato pubblicato il Regolamento (UE) n. 2019/412 mediante il quale è stato omologato l’“Annual improvements to IFRS Standards 2015-2017 Cycle” che contiene modifiche marginali ai Principi IFRS 3, IFRS 11, IAS 12, IAS 23.

L’introduzione delle modifiche di cui ai Regolamenti sopra elencati non ha comportato per la Banca impatti significativi.

Principi contabili internazionali con applicazione successiva al 2019 La Commissione Europea ha pubblicato i seguenti Regolamenti la cui applicazione obbligatoria decorre a far tempo dal 1° gennaio 2020:  in data 6 dicembre 2019 è stato pubblicato il Regolamento (UE) n. 2019/2075 mediante il quale è stato omologato l’“Amendment to References to the Conceptual Framework in IFRS Standards” che modifica taluni principi contabili e talune interpretazioni al fine di aggiornarne i riferimenti esistenti alla precedente versione del Framework normativo IAS/IFRS sostituendoli con riferimenti alla versione aggiornata del Framework stesso;

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 in data 10 dicembre 2019 è stato pubblicato il Regolamento (UE) n. 2019/2104 mediante il quale è stato omologato l’“Amendment to IAS 1 and IAS 8: Definition of Material”. Con tale emendamento l’International Accounting Standards Board chiarisce la definizione di «rilevante» al fine di agevolare le entità a formulare giudizi sulla rilevanza nonché a migliorare la rilevanza stessa delle informazioni nelle note al bilancio.

Le modifiche di cui ai Regolamenti sopra elencati non comporteranno per la Banca impatti significativi.

Principi contabili internazionali non ancora omologati al 31 dicembre 2019

Principio (IAS/IFRS) Modifiche Data di pubblicazione Interpretazione (SIC/IFRIC)

IFRS 14 Regulatory deferral accounts 30/01/2014

Sale contribution of assets between an investor and its Associate or IFRS 10, IAS 28 11/09/2014 Joint Venture

IFRS 17 Insurance Contracts 18/05/2017

IFRS 3 Amendment to IFRS 3 Business Combinations 22/10/2018

Amendments to IFRS 9, IAS 39, and IFRS 7: Interest Rate Benchmark IFRS 9, IAS 39, IFRS 7 26/09/2019 Reform

I principi sopra elencati non rilevano ai fini della redazione del bilancio al 31 dicembre 2019 posto che la loro applicazione è subordinata all’omologazione, da parte della Commissione Europea, mediante emissione di appositi Regolamenti comunitari58. Per completezza informativa si segnala che la Commissione Europea ha omologato, in data 15 gennaio 2020, l’“Amendments to IFRS 9, IAS 39, and IFRS 7: Interest Rate Benchmark Reform”, mediante pubblicazione del Regolamento (UE) n. 2020/34. Il Regolamento, che dispone l’applicazione obbligatoria delle relative previsioni a far tempo dal 1° gennaio 2020, è volto a disciplinare gli effetti derivanti dalla riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse sulle relazioni di copertura in essere direttamente interessate dalla riforma.

***

Sezione 3 Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio

In relazione a quanto previsto dallo IAS 10, si informa che successivamente al 31 dicembre 2019, data di riferimento del Bilancio d’esercizio, e fino al 7 febbraio 2020, data in cui il progetto di bilancio è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione della Banca, non sono intervenuti fatti tali da comportare una rettifica dei dati presenti in bilancio.

Sezione 4 Altri aspetti

La transizione al nuovo principio contabile IFRS 16 “Leasing” Premessa L’informativa di seguito riportata, già oggetto d’illustrazione nel Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2019, quale prima situazione contabile redatta in applicazione delle previsioni dell’IFRS 16 “Leasing”, è redatta per consentire una comprensione adeguata del processo di transizione dal principio contabile internazionale IAS 17 “Leasing”, le cui previsioni sono state applicate sino al 31 dicembre 2018, al principio contabile internazionale IFRS 16.

58 Relativamente all’IFRS 14 si segnala che la Commissione Europea ha deciso di sospendere il processo di omologazione del principio in attesa della definizione del nuovo principio relativo alle c.d. “rate regulated activities”.

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Essa consta di un quadro riassuntivo degli aspetti di maggior rilevanza del nuovo principio, unitamente ad una descrizione del processo di transizione presso il Gruppo UBI Banca, e di conseguenza la Banca, nonché delle informazioni relative alla prima applicazione dell’IFRS 16 in termini di impatti di natura qualitativa e quantitativa.

1 L’IFRS 16 “Leasing” 1.1 Sintesi novità normative Il principio contabile IFRS 16 “Leasing” sostituisce, a far tempo dal 1° gennaio 2019, lo IAS 17 - “Leasing” e le relative interpretazioni (IFRIC 4 - Determinare se un accordo contiene un leasing, SIC 15 - Leasing operativo - Incentivi e SIC 27 - La valutazione della sostanza delle operazioni nella forma legale del leasing).

L’IFRS 16 è stato pubblicato dallo IASB in data 13 gennaio 2016 e l’omologazione del medesimo, in sede comunitaria, è avvenuta attraverso la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea59 del Regolamento (UE) n. 2017/1986 del 31 ottobre 2017.

L’IFRS 16 si applica a tutti i contratti di locazione (“leasing”) ad eccezione delle seguenti fattispecie, ricadenti già nell’ambito di applicazione di altri Principi: a. leasing per l'esplorazione o per l'estrazione di minerali, petrolio, gas naturali e risorse non rigenerative simili (IFRS 6 - Esplorazione e valutazione di risorse minerarie); b. leasing di attività biologiche (IAS 41 - Agricoltura) detenuti dal locatario; c. accordi per servizi in concessione (IFRIC 12 - Accordi per servizi in concessione); d. licenze di proprietà intellettuali concesse dal locatore (IFRS 15 - Ricavi); e. diritti detenuti dal locatario in forza di accordi di licenze per oggetti quali film, registrazioni video, opere teatrali, opere letterarie, brevetti e diritti d’autore (IAS 38 - Attività immateriali)60.

Il principio introduce nuove previsioni in materia di contabilizzazione dei contratti di “leasing” da parte dei locatari (leggasi gli utilizzatori dei beni oggetto del contratto) che si fondano sulla definizione di contratto di “leasing” inteso come un contratto che conferisce al locatario il diritto all’utilizzo di un bene identificato per un determinato periodo di tempo a fronte di un corrispettivo. Le nuove disposizioni prevedono un unico modello di rilevazione in bilancio dei contratti di leasing, richiedendo, quale regola generale, la rilevazione all’attivo patrimoniale del diritto d’utilizzo di un’attività (c.d. “right-of-use asset”) e al passivo patrimoniale di una passività finanziaria (c.d. “lease liability”) rappresentativa dell’obbligazione a pagare, lungo la durata del contratto, i canoni di leasing. Non è più consentito, tranne limitate eccezioni, adottare il trattamento contabile attualmente previsto per i leasing operativi (costituito dall’imputazione dei canoni di leasing a conto economico per competenza).

Per completezza informativa si ricorda che, sul fronte nazionale, per espressa previsione del D.Lgs. 38/2005, la Banca d’Italia, avendo mantenuto i poteri in materia di definizione dei prospetti contabili e di definizione della Nota Integrativa del Bilancio, in data 30 novembre 2018 ha emanato il 6° aggiornamento della Circolare n. 262/2005 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione”61.

1.2 Il progetto di transizione all’IFRS 16 Il Gruppo UBI Banca ha dedicato, nel corso dell’esercizio 2018, una specifica progettualità all’analisi delle previsioni del principio al fine di individuare gli impatti derivanti dall’introduzione del medesimo.

Si ricorda che il progetto, già oggetto di descrizione nelle precedenti informative contabili, si è articolato nei tre filoni di attività nel seguito sinteticamente richiamati:

59 Pubblicata in data 9 novembre 2017. 60 Un locatario ha la facoltà, ma non l’obbligo, di applicare l’IFRS 16 ai contratti di “leasing” aventi ad oggetto attività immateriali. 61 L’aggiornamento si applica a partire dai Bilanci chiusi o in corso al 31 dicembre 2019.

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a. Definizione del perimetro di applicazione e analisi impatti su processi Il Gruppo UBI ha effettuato un assessment interno ai fini di identificare il perimetro dei contratti soggetti alle previsioni dell’IFRS 16, scegliendo di non avvalersi del c.d. “grandfathering”62 bensì di procedere alla puntuale identificazione dei contratti che costituiscono o contengono un leasing sulla base delle previsioni dell’IFRS 16. Sono state identificate le seguenti tipologie di contratti rientranti nel perimetro di applicazione del nuovo Principio: a) contratti di locazione immobiliare; b) contratti di locazione autoveicoli aziendali; c) contratti di locazione server aziendali e altri contratti di locazione hardware.

Detto che qualora un contratto di leasing contenga “componenti non leasing” (c.d. “non-lease component”63) il locatario deve contabilizzare separatamente “componenti leasing” e “componenti non leasing” e ripartire il corrispettivo del contratto tra le diverse componenti sulla base dei relativi prezzi a se stanti, per i contratti di cui alle lettere b) e c) il Gruppo UBI ha scelto di procedere allo scorporo delle c.d. “non-lease component”, la cui rilevazione contabile è soggetta alle previsioni dell’IFRS 1564.

Successivamente all’identificazione del perimetro di applicazione del principio il Gruppo ha provveduto alla ri-mappatura integrale dei processi aziendali interessati dalla transizione dallo IAS 17 all’IFRS 16 e dei controlli insistenti su tali processi. b. Definizione delle regole e dei processi contabili Il Gruppo ha definito le regole e i processi contabili volti a disciplinare il nuovo trattamento, patrimoniale ed economico, delle operazioni di leasing in cui il Gruppo UBI è parte contrattuale, inclusi i contratti di locazione infragruppo. Successivamente sono state definite le scelte relative alla transizione al nuovo Principio e i flussi contabili necessari a governare il processo di rilevazione iniziale e valutazione successiva dei contratti leasing del Gruppo ed è stata aggiornata la relativa normativa aziendale. c. Selezione e implementazione della soluzione IT Tale fase è stata volta, in primis, a selezionare la soluzione IT deputata alla gestione dei contratti di leasing nella contabilità del Gruppo UBI, con interventi sui sistemi attualmente utilizzati al fine di garantire le necessarie integrazioni. Successivamente si è provveduto alla definizione, all’implementazione e all’attivazione delle necessarie personalizzazioni specifiche per il Gruppo dell’applicativo adottato. In ultimo, è stata completata la fase di test e messa in produzione della soluzione IT individuata.

1.3 Le possibili opzioni per la transizione al nuovo Principio previste dall’IFRS 16 In sede di prima applicazione il locatario può applicare il nuovo principio ai contratti di leasing: a) retroattivamente applicando lo IAS 8 “Principi contabili, cambiamenti nelle stime ed errori" ed effettuando il re-statement dei dati comparativi; oppure b) retroattivamente, secondo il c.d. “modified approach”, contabilizzando l’effetto cumulativo dell’applicazione del principio come rettifica del saldo di apertura degli utili portati a nuovo (o se opportuno di altra componente del patrimonio netto) senza effettuare il re-statement dei dati comparativi, come di seguito illustrato.

Nel caso si avvalga dell’opzione di cui al precedente punto b), per i leasing in precedenza classificati come leasing operativo, il locatario alla data di applicazione iniziale:

62 Ovvero la facoltà di applicare il nuovo Principio esclusivamente ai contratti che erano stati individuati in precedenza come leasing applicando lo IAS 17 Leasing e l'IFRIC 4 Determinare se un accordo contiene un leasing. 63 Si pensi, a mero titolo esemplificativo, alle prestazioni di servizi quali la manutenzione ordinaria. 64 Rinunciando alla facoltà prevista dal Principio di utilizzare l’espediente pratico, che consente, per classe di beni, di non separare le lease components dalle non-lease components, rilevando l’intero contratto sulla base delle previsioni dell’IFRS 16.

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 rileva la passività del leasing come valore attuale dei pagamenti residui relativi al contratto di leasing, utilizzando quale tasso di attualizzazione il tasso di finanziamento marginale del locatario in essere alla data di prima applicazione;  rileva l’attività consistente nel diritto di utilizzo del bene sottostante il contratto di leasing alternativamente: i. al valore contabile determinato come se il principio fosse stato applicato sin dalla data di decorrenza del leasing ma attualizzato utilizzando il tasso di interesse marginale del locatario in essere alla data di prima applicazione; ii. ad un importo pari all’importo della passività per il leasing (rettificato di eventuali ratei e risconti rilevati precedentemente la data di prima applicazione);  valuta l’attività consistente nel diritto di utilizzo sulla base delle previsioni dello IAS 36.

Nel caso si avvalga del c.d. “modified approach”, il locatario può, inoltre, avvalersi, ai fini della contabilizzazione dei contratti di leasing, dei seguenti espedienti pratici:  applicare a portafogli omogenei di contratti di leasing un unico tasso di attualizzazione;  basarsi su precedenti valutazioni, effettuate in base allo IAS 37, relative ai c.d. “contratti onerosi” per la contabilizzazione delle riduzioni cumulate di valore dell’attività consistente nel diritto di utilizzo alla data di prima applicazione;  contabilizzare quale costo direttamente a conto economico i contratti del leasing con durata residua non superiore a 12 mesi (indipendentemente dalla durata originaria del contratto);  escludere i costi diretti iniziali dalla valutazione dell’attività consistente nel diritto di utilizzo alla data di applicazione iniziale;  stimare la durata del leasing sulla base delle esperienze acquisite / alle informazioni disponibili alla data di prima applicazione in merito all’esercizio delle opzioni di proroga o risoluzione anticipata.

1.4 La transizione all’IFRS 16 nel Gruppo UBI Banca 1.4.1 Le scelte applicative Nell’ambito del Progetto di transizione all’IFRS 16 il Gruppo UBI ha assunto le seguenti scelte progettuali:  scelta di non avvalersi della facoltà di applicare il c.d. “grandfathering”, con conseguente rideterminazione del perimetro delle operazioni di locazione da assoggettare al nuovo Principio;  scelta di riconoscere gli effetti dell'applicazione iniziale del Principio secondo il c.d. “modified approach”, così come definito nel paragrafo 1.2 della presente sezione, senza quindi riconoscere retrospettivamente gli effetti dell’applicazione del medesimo in applicazione allo IAS 8;  scelta di rilevare l’attività consistente nel diritto di utilizzo del bene sottostante il contratto di leasing alla data di prima applicazione ad un importo pari all’importo della passività per il leasing. Tale scelta comporta che l’adozione dell’IFRS 16 non generi impatti sul Patrimonio Netto del Gruppo alla data di prima applicazione;  scelta di non avvalersi della facoltà di assoggettare i contratti di locazione aventi per sottostante immobilizzazioni immateriali alle previsioni dell’IFRS 16.

Dal momento che il Gruppo ha optato per rilevare l’attività consistente nel diritto di utilizzo del bene sottostante il contratto di leasing ad un importo pari all’importo della passività per il leasing), sono stati utilizzati, in base alle facoltà concesse dall’IFRS 16, i seguenti espedienti pratici in sede di transizione al nuovo principio “on a lease-by-lease basis”:  contabilizzazione quale costo direttamente a conto economico i contratti del leasing con durata residua non superiore a 12 mesi (indipendentemente dalla durata originaria del contratto);  esclusione dei costi diretti iniziali dalla valutazione dell’attività consistente nel diritto di utilizzo;  stima della durata del leasing sulla base delle esperienze acquisite e delle informazioni disponibili alla data di prima applicazione in merito all’esercizio delle opzioni di proroga o risoluzione anticipata.

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Il Gruppo UBI ha inoltre scelto di avvalersi dei seguenti espedienti pratici, applicabili in vigenza dell’IFRS 16:  non assoggettare alle previsioni del Principio i contrati di leasing operativo che abbiano durata inferiore a 12 mesi (tale durata è conteggiata tenendo conto anche delle opzioni di rinnovo, esplicito o tacito);  non applicare i nuovi requisiti contabili relativi alla rilevazione e valutazione del diritto di utilizzo e della passività per i leasing ai contratti che hanno come sottostante beni di modesto valore.

Infine, il Gruppo UBI ha deciso di adottare:  quale soglia di significatività 5.000 euro;  ai fini della determinazione del tasso di finanziamento marginale, utilizzato per la determinazione delle “passività finanziarie per il leasing” curve di attualizzazione costruite internamente tenendo in considerazione i tassi interbancari risk free maggiorati di uno spread creditizio che riflette le reali condizioni di funding del Gruppo per le operazioni di nuova raccolta non garantita presso la clientela istituzionale, corretto, per tenere conto del bene sottostante il contratto di leasing mediante l’utilizzo delle LGD di UBI Leasing, specifiche in funzione delle differenti tipologie di bene.

1.4.2 Impatti derivanti dalla prima applicazione al 1° gennaio 2019  Patrimonio netto contabile: a seguito della scelta del Gruppo UBI di avvalersi, in sede di transizione all’IFRS 16 del c.d. “modified approach” rilevando attività per il diritto d’uso per un valore pari alle passività finanziarie per il leasing, non sono stati rilevati impatti sul patrimonio netto contabile della Banca alla data del 1° gennaio 2019. L’attivo patrimoniale è aumentato, a fronte della rilevazione in bilancio di nuove attività, costituite dal diritto d’uso di beni immobili e autoveicoli, iscritti a voce 80 “Attività materiali” per complessivi 36,4 milioni di euro. In maniera corrispondente è aumentato il passivo patrimoniale a fronte della rilevazione in bilancio, alla voce 10 “Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato” di passività finanziarie rappresentative dell’obbligazione a corrispondere in futuro i canoni di leasing.  CET1 ratio: a seguito dell’effetto sugli attivi ponderati (RWA), derivante dall’iscrizione di nuove “attività materiali”, l’introduzione dell’IFRS 16 ha determinato un decremento del CET1 ratio pari complessivamente a 103 punti base.

Prospetto di riconciliazione tra i saldi patrimoniali al 31 dicembre 2018 (ex IAS 17) ed i saldi patrimoniali al 1° gennaio 2019 (ex IFRS 16) Si riporta di seguito un prospetto di riconciliazione tra i saldi patrimoniali al 31 dicembre 2018 (ex IAS 17) ed i saldi patrimoniali al 1° gennaio 2019 (ex IFRS 16):

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importi in migliaia di euro

Circolare 262/2005 6° aggiornamento 31.12.2018 1.1.2019 Impatto FTA IFRS 16 ATTIVO (IAS 17) (IFRS 16)

10. Cassa e disponibilità liquide 2.481 - 2.481

20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico 2.209 - 2.209

a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 2 - 2

c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 2.206 - 2.206

30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 62 - 62

40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 3.110.536 - 3.110.536

a) crediti verso banche 2.581.793 - 2.581.793

b) crediti verso clientela 528.744 - 528.744

70. Partecipazioni 2.306 - 2.306

80. Attività materiali 1.331 37.428 38.759

90. Attività immateriali 41.807 - 41.807

di cui:

- avviamento 41.807 - 41.807

100. Attività fiscali 21.952 - 21.952

a) correnti 12.013 - 12.013

b) anticipate 9.938 - 9.938

120. Altre attività 74.295 (1.067) 73.228

Totale dell'attivo 3.256.979 36.361 3.293.340

Circolare 262/2005 6° aggiornamento 31.12.2018 1.1.2019 Impatto FTA IFRS 16 PASSIVO e PATRIMONIO NETTO (IAS 17) (IFRS 16)

10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 3.058.685 36.361 3.095.046

a) debiti verso banche 251.038 19.497 270.535

b) debiti verso clientela 2.797.643 16.864 2.814.507

c) titoli in circolazione 10.004 - 10.004

60. Passività fiscali: 4.980 - 4.980

a) correnti 2.135 - 2.135

b) differite 2.844 - 2.844

80. Altre passività 31.253 - 31.253

90. Trattamento di fine rapporto del personale 1.192 - 1.192

100. Fondi per rischi e oneri 19.093 - 19.093

a) impegni e garanzie rilasciate 513 - 513

c) altri fondi per rischi e oneri 18.580 - 18.580

110. Riserve da valutazione (643) - (643)

140. Riserve 70.010 - 70.010

160. Capitale 67.950 - 67.950

180. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 4.458 - 4.458

Totale del passivo e del patrimonio netto 3.256.979 36.361 3.293.340

L’incremento delle attività materiali per complessivi 36,4 milioni di euro è riconducibile alla rilevazione del diritto d’uso relativo a:  immobili per 36,3 milioni di euro;  autoveicoli per 0,1 milioni di euro.

In base alle previsioni del 6° aggiornamento della Circolare 262/2005 di Banca d’Italia le spese di manutenzione straordinaria su beni in locazione c.d. “migliorie su beni di terzi”, inerenti contratti soggetti alle previsioni dell’IFRS 16, sono state riclassificate dalla voce “Altre attività” alla voce “Attività materiali”, ad incremento del valore del diritto d’uso, per complessivi 1 milione di euro.

Ciò premesso, al 1° gennaio 2019 risultano iscritte in bilancio attività relative a diritti d’uso (ex IFRS 16) per complessivi 37,4 milioni di euro, di cui:

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 36,4 milioni di euro afferenti nuove attività rilevate;  1 milione di euro afferenti attività riclassificate ad incremento del valore dei diritti d’uso.

Si specifica che non sussistevano in bilancio attività iscritte ai sensi delle previsioni dello IAS 17.

Informativa in merito al tasso di finanziamento marginale utilizzato La media ponderata del tasso di finanziamento marginale utilizzato ai fini della misurazione della passività per leasing alla data di prima applicazione risulta pari a 2,03%; nel dettaglio: immobili (2,04%), auto aziendali (0,98%).

Riconciliazione degli impegni futuri per leasing con le passività per leasing Si fornisce di seguito informativa in merito alla riconciliazione degli impegni futuri per leasing ex IAS 17 con le passività per leasing contabilizzate a bilancio alla data del 1° gennaio 2019.

importi in migliaia di euro

IMPEGNI PER IL LEASING PASSIVITA' FINANZIARIE DIFFERENZA (EX IAS 17) (EX IFRS 16)

41.299 36.361 4.938

La differenza è imputabile essenzialmente all’effetto dell’attualizzazione al tasso di finanziamento marginale dei flussi di cassa futuri rivenienti da contratti di leasing.

Impairment test degli avviamenti L’attenzione posta dai diversi enti di controllo e Vigilanza, nazionali ed internazionali, al tema impairment test del goodwill e degli intangibili a vita utile indefinita, permane alta anche in considerazione delle attuali condizioni di mercato. Infatti molteplici sono stati negli anni più recenti i documenti diffusi da tali enti con la finalità di sensibilizzare al pieno rispetto delle prescrizioni del principio IAS 36 “Riduzione di valore delle attività”, anche in tema di informativa resa in bilancio. In termini di riferimenti normativi, appaiono di particolare rilevanza, oltre al principio contabile internazionale già citato, i documenti di seguito elencati:

Documento congiunto Banca d’Italia/Consob/Isvap n. 4 del 3 marzo 201065 Nello scritto le autorità ribadiscono la necessità del pieno rispetto delle prescrizioni IAS 36 in merito sia alla procedura di impairment test adottata che alle informazioni fornite nelle note al bilancio. Con specifico riguardo all’impairment test sull’avviamento, viene specificato che: “(…) soprattutto in assenza di idonei piani aziendali, si ritiene necessario che la rispondenza della procedura di impairment test alle prescrizioni dello IAS 36 formi oggetto di formale e consapevole approvazione da parte dell’organo di amministrazione, responsabile della redazione dei bilanci della società. L’approvazione della procedura d’impairment da parte degli amministratori deve avvenire in via autonoma e anticipata rispetto al momento dell’approvazione delle relazioni finanziarie. Ulteriore aspetto che occorre sottolineare è la necessità che gli amministratori svolgano adeguate considerazioni in ordine all’esistenza di segnali esogeni di perdita di valore, quali, ad esempio, quelli espressi dal mercato finanziario, come la presenza di una capitalizzazione di mercato della società significativamente inferiore al patrimonio netto contabile”.

Linee guida - Impairment test avviamenti in contesti di crisi finanziaria e reale - Organismo Italiano di Valutazione In data 14 giugno 2012 è stato approvato dall’Organismo Italiano di Valutazione (OIV) il Discussion Paper “Impairment test avviamenti in contesti di crisi finanziaria e reale - linee

65 Il documento fa seguito alla Comunicazione congiunta Banca d’Italia/Consob/Isvap n. 2 del 6 febbraio 2009.

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guida”. Esso fornisce, in un contesto caratterizzato da segnali esogeni di perdita di valore, linee guida relativamente alle valutazioni compiute ai fini dell’impairment test dell’avviamento.

Documento ESMA In data 11 novembre 2016 l'ESMA ha emesso il Public Statement “European common enforcement priorities for 2016 financial statements” volto a promuovere un’applicazione omogenea degli IFRS ed individuando alcune tematiche ritenute particolarmente significative per i bilanci delle società quotate europee, anche in considerazione delle attuali condizioni di mercato, e invitando gli emittenti ed i loro revisori a prendere in considerazione, ai fini della predisposizione del bilancio, le indicazioni ivi fornite. L’ESMA in questa sede ha ribadito quanto espresso negli anni precedenti, chiedendo, relativamente al test di impairment del goodwill e degli intangibili specifici, di:  prestare particolare attenzione alla determinazione dei flussi di cassa futuri ai fini delle valutazioni raccomandando l’utilizzo di assunzioni che rappresentino aspettative future realistiche, e che muovano da una analisi degli scostamenti tra proiezioni utilizzate ai fini dei test di impairment precedenti e risultati a consuntivo;  fornire adeguata disclosure a bilancio per ogni Cash Generating Unit (CGU) cui è allocato goodwill, in relazione alle key assumptions utilizzate ai fini della stima del valore recuperabile (periodo di previsione dei flussi di cassa, tassi di crescita e tassi di sconto applicati e coerenza di tali assunzioni con l’esperienza passata);  fornire adeguata disclosure relativamente alle analisi di sensibilità dei valori recuperabili (sensitivity analysis) alla variazione degli input utilizzati ai fini della valutazione (tasso di crescita dei flussi, costo opportunità del capitale, marginalità).

La procedura di impairment test, le assunzioni sottostanti all’elaborazione dei dati prospettici ed i relativi risultati sono descritti in Nota Integrativa alla “Sezione 9 - Attività immateriali”.

Schema Volontario istituito presso il FITD Intervento a sostegno di Banca Carige

In data 30 novembre 2018 l’Assemblea delle banche aderenti allo Schema Volontario istituito presso il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD)66, cui il Gruppo UBI Banca aderisce a far tempo dal dicembre 2015, aveva deliberato favorevolmente in merito all’intervento di sostegno nei confronti di Banca Carige. L’operazione di rafforzamento di Banca Carige prevedeva in una prima fase l’emissione di obbligazioni subordinate (Tier 2) per un importo massimo pari a 400 milioni di euro, al tasso fisso nominale lordo del 13% annuo, di cui massimi 320 milioni offerti in sottoscrizione diretta allo Schema Volontario. In data 30 novembre u.s., a seguito della succitata delibera da parte dell’Assemblea dello Schema Volontario, lo stesso aveva direttamente sottoscritto obbligazioni subordinate per complessivi 318,2 milioni di euro67. A fronte di ciò il Gruppo UBI Banca, sulla base della propria quota di partecipazione allo Schema, aveva versato un importo pari a 24,4 milioni di euro (di cui per la Banca 23,4 milioni di euro). Da un punto di vista contabile, a fronte del versamento effettuato, si era provveduto a iscrivere un’attività finanziaria connessa ai titoli di debito in parola alla voce “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value”68. Ulteriormente si segnala che:

66 L’obiettivo dello Schema Volontario è quello di intervenire a sostegno di banche a esso aderenti, ai fini del risanamento delle stesse e per il perseguimento della stabilità finanziaria del settore bancario nel suo complesso. 67 Di cui 313,2 milioni mediante contributi versati dalle banche aderenti e 5 milioni mediante risorse già disponibili. Quale parte integrante dell’impegno a sottoscrivere le obbligazioni subordinate, lo Schema Volontario si è impegnato a prestare le stesse, per il mezzo di un contratto di prestito titoli, al soggetto incaricato dell’offerta dell’aumento di capitale, affinché possa eventualmente utilizzarle per sottoscrivere e liberare l’aumento di capitale stesso mediante compensazione. 68 Unitamente ad un’ulteriore attività per 0,4 milioni di euro, afferente i 5 milioni di euro sottoscritti dallo Schema Volontario con risorse già disponibili.

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 in data 22 dicembre 2018 l’Assemblea di Banca Carige non aveva approvato la delega al Consiglio di Amministrazione relativa all’aumento di capitale sociale69;  in data 2 gennaio 2019, a seguito dello scioglimento del Consiglio di Amministrazione dell’istituto, la Banca Centrale Europea aveva disposto per Banca Carige l’amministrazione straordinaria;  in data 7 gennaio 2019, il governo aveva approvato un Decreto Legge volto ad offrire le più ampie garanzie di tutela dei diritti e degli interessi dei risparmiatori di Banca Carige, anche al fine di consentire all’Amministrazione Straordinaria di perseguire il processo di consolidamento patrimoniale e di rilancio dell’attività bancaria.

Al 31 dicembre 2018, la Banca, in applicazione delle proprie prassi valutative in materia di valutazione di attività finanziarie la cui controparte è soggetta a liquidazione coatta amministrativa, aveva ritenuto opportuno rettificare il valore di carico dell’investimento per 0,9 milioni di euro iscritti alla voce 110b “Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value”. Il valore di carico dell’investimento post rettifica risultava pertanto pari, al 31 dicembre 2018, a 0,1 milioni di euro.

Il piano di rafforzamento patrimoniale di Banca Carige è culminato, in data 20 dicembre 2019, con un aumento di capitale sociale pari a 700 milioni di euro, unitamente all’emissione di un bond subordinato Tier 2 dell’importo di 200 milioni di euro (quest’ultimo interamente sottoscritto da investitori istituzionali), per complessivi 900 milioni di euro. Con specifico riferimento al citato aumento di capitale il medesimo è stato sottoscritto:  dallo Schema Volontario del FITD mediante conversione, per 313,2 milioni di euro, del prestito obbligazionario sottoscritto nel novembre 201870;  dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (ramo obbligatorio) per 300,95 milioni di euro (di cui 62,2 milioni ascrivibili alla garanzia prestata dal FITD sull’inoptato);  dai precedenti azionisti per 22,85 milioni di euro; e  da Cassa Centrale Banca per 63 milioni di euro71.

Da un punto di vista contabile, a fronte della conversione del prestito subordinato sottoscritto dallo Schema Volontario in capitale sociale di Banca Carige, la Banca ha provveduto a:  cancellare l’attività finanziaria connessa ai titoli di debito di cui al prestito subordinato, precedentemente iscritta alla voce “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value”72;  iscrivere, alla voce “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value”, un’attività finanziaria rappresentativa dell’investimento dello Schema Volontario nel capitale sociale di Banca Carige pari a 0,1 milioni di euro.

Al 31 dicembre 2019, UBI Banca ha confermato il valore di iscrizione nell’investimento, pari a 0,1 milioni di euro, ritenendolo la più corretta stima del fair value del medesimo73.

69 Come da previsioni contrattuali relative al Prestito Obbligazionario Subordinato Tier 2, in funzione di ciò gli interessi sull’importo in linea capitale del medesimo maturano al tasso del 16%, con effetto retroattivo a decorrere dalla data di emissione delle obbligazioni. 70 La quota parte, pari a 5 milioni di euro, di prestito subordinato sottoscritto dallo Schema Volontario con risorse proprie non è stata oggetto di conversione. 71 Più in dettaglio si segnala che, nella complessiva operazione di aumento di capitale sociale, è stata assegnata Cassa Centrale Banca una call option, esercitabile tra luglio 2020 e dicembre 2021 sulla totalità delle azioni sottoscritte dallo Schema Volontario e dal FITD. 72 Al 31 dicembre è iscritta in Bilancio alla voce 20c, un’attività finanziaria per un importo pari a 16 migliaia di euro, espressione della quota parte di prestito subordinato sottoscritto dallo Schema Volontario con risorse già disponibili e non oggetto di conversione. 73 Cui si sommano 16 migliaia di euro di euro afferenti la quota parte di prestito obbligazionario subordinato non oggetto di conversione.

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Contabilizzazione del contributo straordinario al Fondo Nazionale di Risoluzione La legge di Stabilità 201674 prevede, nel caso in cui la dotazione finanziaria del Fondo Nazionale di Risoluzione (c.d. FNR) non sia sufficiente a sostenere nel tempo gli interventi di risoluzione effettuati, che le banche versino contributi addizionali all’FNR stesso, entro il limite complessivo, inclusivo delle contribuzioni ordinarie e straordinarie versate al Single Resolution Fund (SRF), previsto dagli artt. 70 e 71 del Regolamento UE/2014/80675. Il Decreto Legge n. 237 del 23 dicembre 2016 specifica, all’art. 25, che le contribuzioni addizionali di cui sopra sono versate per la copertura di qualsiasi obbligazione, perdita, costo e qualsivoglia onere o passività a carico del Fondo di Risoluzione Nazionale comunque derivanti o connesse con l’esecuzione dei Provvedimenti di avvio delle risoluzioni e con l’esigenza di assicurarne l’efficacia, anche in conseguenza delle eventuali modifiche ad essi apportate. A tal proposito, tenuto conto delle esigenze finanziarie del Fondo, in data 7 giugno 2019 la Banca d’Italia, in qualità di Ente di Risoluzione nazionale, con riferimento all’anno 2017 ha provveduto a richiamare contribuzioni addizionali a carico della Banca per complessivi 12 migliaia di euro76. L’onere in parola, di competenza del secondo trimestre, è stato contabilizzato ai sensi dell’IFRIC 2177 e rilevato alla voce “Altre spese amministrative”.

Cancellazione contabile posizioni deteriorate (c.d. write-off) Ai sensi delle previsioni dell’IFRS 9, il write-off del valore contabile lordo di un’attività finanziaria viene operato quando non vi è alcuna aspettativa ragionevole di recupero78. In altri termini, il write-off costituisce un evento di eliminazione contabile (leggasi derecognition)79. Lo stesso, può riguardare l’attività finanziaria nella sua totalità o parte di essa e può essere contabilizzato prima che le azioni legali attivate al fine di procedere al recupero dell’esposizione siano concluse.

Ai sensi delle previsioni delle linee guida della BCE e alla luce del dettato normativo dell’IFRS 9, il Gruppo UBI Banca si è dotato di una politica, oggetto di affinamento nel corso del semestre, in materia di write-off volta a valutare l’esistenza o meno di una ragionevole aspettativa di recupero, tenendo in considerazione:  lo stato dell’esposizione (sofferenza, inadempienza probabile);  l’assoggettamento o meno a procedure concorsuali;  la tempistica di permanenza della posizione tra le esposizioni deteriorate (c.d. “vintage”);  la presenza e il valore di eventuali garanzie accessorie reali e l’evoluzione del processo di escussione.

Più in dettaglio, il Gruppo UBI Banca opera il write-off di posizioni deteriorate nei seguenti casi:  irrecuperabilità del credito, risultante da elementi oggettivi e precisi, come di seguito descritti:  assoggettamento a procedure concorsuali. In tal caso il write-off è operato secondo tempistiche differenziate in funzione dello stato del credito (inadempienza probabile o sofferenza);

74 Cfr. art. 1, comma 848, Legge n. 208/2015 del 28 dicembre 2015. 75 Pari ad un massimo di tre volte il contributo ordinario. 76 Il contributo è stato versato in data 28 giugno 2019. 77 In continuità con quanto operato con riguardo ai contributi addizionali rilevati nel 2016, in ossequio peraltro alla comunicazione Banca d’Italia “Contribuzioni addizionali al Fondo di risoluzione nazionale: trattamento in bilancio e nelle segnalazioni di vigilanza” del 25 gennaio 2017. 78 A tal proposito, le “Linee guida per le banche sui crediti deteriorati (NPL)” della Banca Centrale Europea, pubblicate nel marzo 2017 e successivamente integrate nel mese di ottobre 2018, forniscono indicazioni, tra l’altro, anche in merito alle politiche di cancellazione (leggasi stralcio, c.d. “write off”) delle posizioni deteriorate. 79 Il write-off non implica necessariamente la rinuncia da parte della banca al diritto giuridico di recuperare il credito; tale rinuncia, nota come “cancellazione del debito” (c.d. “debt forgiveness”), comporta in ogni caso cancellazione/stralcio della posizione deteriorata.

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 indicatori di anzianità (c.d. “vintage”). Per le posizioni chirografarie e i rapporti assistiti da garanzie personali, classificati a sofferenza e non assoggettati a procedure concorsuali, il write-off è operato al superamento di una “soglia di anzianità” di 10 anni dalla data di classificazione a NPL, determinata sulla base delle serie storiche di recupero, tale da rendere l’aspettativa di recupero non più ragionevole;  posizioni assistite da garanzia ipotecaria. In tal caso il write-off viene operato ove la procedura esecutiva veda il bene invenduto e si concluda;  rinuncia legale al credito, per remissione del debito (c.d. “debt forgiveness”), che può, ad esempio avvenire nel caso risulti anti-economico procedere /continuare con iniziative di recupero del credito.

Opzione per il consolidato fiscale Il Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) prevede la possibilità, per le società appartenenti ad uno stesso gruppo, di determinare un unico reddito complessivo globale corrispondente, in linea di principio, alla somma algebrica degli imponibili delle diverse società (controllante e società direttamente e/o indirettamente controllate in misura superiore al 50% secondo certi requisiti) e, conseguentemente, di determinare un’unica imposta sul reddito delle società del gruppo (c.d. “consolidato fiscale nazionale”, disciplinato dagli artt. 117-129 del TUIR). In virtù di questa opzione, la Banca ha aderito al consolidato fiscale nazionale della capogruppo UBI Banca e determinano l’onere fiscale di propria pertinenza trasferendo il corrispondente reddito imponibile alla capogruppo.

Informativa relativa alle esposizioni Sovrane In conformità a quanto disposto dal principio contabile IFRS 7 e tenuto conto delle indicazioni contenute nella Comunicazione Consob n. DEM/11070007 del 5 agosto 2011 (che a propria volta riprende il documento ESMA N. 2011/266 del 28 luglio 2011) in materia di informazioni da rendere nelle relazioni finanziarie in merito al “debito Sovrano”80, si precisa quanto riportato nella tabella sottostante:

Valore di Bilancio

Italia 7.085

- Crediti 7.085

Totale esposizione 7.085

Informativa per ESMA Il 12 novembre 2012 l’European Securities and Markets Authority (ESMA) ha pubblicato il documento n. 725/2012 finalizzato a rafforzare l’informativa finanziaria richiesta alle società che adottano i principi contabili internazionali (IAS/IFRS). In tale ambito l’Autorità di Vigilanza europea ha sollecitato una maggior trasparenza sulle esposizioni di rischio di credito rappresentate da titoli diversi dal debito sovrano. Viene pertanto proposta una tabella riepilogativa dei titoli di debito complessivamente iscritti nell’attivo patrimoniale della Banca (Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico, Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato). Di seguito si espone la tabella con le informazioni richieste:

80 Per “debito Sovrano” si intendono i titoli obbligazionari emessi dai governi centrali e locali e dagli enti governativi nonché i prestiti erogati agli stessi.

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Totale Titoli di debito iscritti FVTPL Obbligatoriamente al FV AC Banche nell'attivo di bilancio esclusi i Titoli di Stato EMITTENTE Nazionalità

Valore di Fair Valore Valore di Fair Valore Valore di Fair Valore bilancio Value Nominale bilancio Value Nominale bilancio Value Nominale

Corporate ITALIA 16 16 16 - - - 16 16 16

Totale Corporate 16 16 16 - - - 16 16 16

Bancario ITALIA - - - 2.608.126 2.672.060 2.600.000 2.608.126 2.672.060 2.600.000

Totale Bancario - - - 2.608.126 2.672.060 2.600.000 2.608.126 2.672.060 2.600.000

Totale Titoli di debito 16 16 16 2.608.126 2.672.060 2.600.000 2.608.142 2.672.076 2.600.016

Infine, a completamento dell’informativa richiesta dall’ESMA, si precisa che a dicembre 2019 (così come a dicembre 2018), la Banca non ha in essere contratti derivati su crediti (Credit Default Product), né tantomeno ha operato su tali strumenti nel corso dell’esercizio, per incrementare la propria esposizione ovvero per acquisire protezione.

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Elenco dei principi IAS/IFRS omologati dalla Commissione Europea

IAS/IFRS PRINCIPI CONTABILI REGOLAMENTI (UE)

1274/08, 53/09, 70/09, 494/09, 243/10, 149/11, 475/12, 1254/12, 1255/12, 301/13, IAS 1 Presentazione del bilancio 2113/15, 2173/15, 2406/15, 1905/16, 2067/16, 1986/17, 2075/2019, 2104/2019

IAS 2 Rimanenze 1126/08, 1255/12, 1905/16, 2067/16, 1986/17

1126/08, 1274/08, 70/09, 494/09, 243/10, IAS 7 Rendiconto finanziario 1254/12, 1174/13, 1986/17, 1990/17

1126/08, 1274/08, 70/09, 1255/12, 2067/16, IAS 8 Principi contabili, cambiamenti nelle stime ed errori 2075/2019, 2104/2019

1126/08, 1274/08, 70/09, 1142/09, 1255/12, IAS 10 Fatti intervenuti dopo la data di riferimento del bilancio 2067/16, 2104/2019

1126/08, 1274/08, 495/09, 475/12, 1254/12, IAS 12 Imposte sul reddito 1255/12, 1174/13, 1905/16, 2067/16, 1986/17, 1989/17, 412/19

1126/08, 1274/08, 70/09, 495/09, 1255/12, IAS 16 Immobili, impianti e macchinari 301/13, 28/15, 2113/15, 2231/15, 1905/16, 1986/17

1126/08, 1274/08, 70/09, 475/12, 1255/12, IAS 19 Benefici per i dipendenti 29/15, 2343/15, 402/19

Contabilizzazione dei contributi pubblici e informativa sull’assistenza 1126/08, 1274/08, 70/09, 475/12, 1255/12, IAS 20 pubblica 2067/16

1126/08, 1274/08, 69/09, 494/09, 149/11, IAS 21 Effetti delle variazioni dei cambi delle valute estere 475/12, 1254/12, 1255/12, 2067/16, 1986/17

1260/08, 70/09, 2113/15, 2067/16, 1986/17, IAS 23 Oneri finanziari 412/19

IAS 24 Informativa di bilancio sulle operazioni con parti correlate 632/10, 475/12, 1254/12, 1174/13, 28/15

IAS 26 Fondi di previdenza 1126/08

IAS 27 Bilancio separato 1254/12, 1174/13, 2441/15

1254/12, 2441/15, 1703/16, 2067/16, 182/18, IAS 28 Partecipazioni in società collegate e joint venture 237/19

IAS 29 Informazioni contabili in economie iperinflazionate 1126/08, 1274/08, 70/09

1126/08, 1274/08, 53/09, 70/2009, 495/09, 1293/09, 149/11, 475/12, 1254/12, 1255/12, IAS 32 Strumenti finanziari: esposizione nel bilancio 1256/12, 301/13, 1174/13, 1905/16,2067/16, 1986/17

1126/08, 1274/08, 495/09, 475/12, 1254/12, IAS 33 Utile per azione 1255/12, 2067/16

1126/08, 1274/08, 70/09, 495/09, 149/11, IAS 34 Bilanci intermedi 475/12, 1255/12, 301/13, 1174/13, 2343/15, 2406/15, 1905/16, 2075/2019, 2104/2019

1126/08, 1274/08, 69/09, 70/09, 495/09, IAS 36 Riduzione di valore delle attività 243/10, 1254/12, 1255/12, 1374/13, 2113/15, 1905/16,2067/16

1126/08, 1274/08, 495/09, 28/15, 1905/16, IAS 37 Accantonamenti, passività e attività potenziali 2067/16, 1986/17, 2075/2019, 2104/2019

1126/08, 1274/08, 70/09, 495/09, 243/10, IAS 38 Attività immateriali 1254/12, 1255/12, 28/15, 2231/15, 1905/16, 1986/17, 2075/2019

1126/08, 1274/08, 53/2009, 70/09, 494/09, 495/09, 824/09, 839/09, 1171/09, 243/10, IAS 39 Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione 149/11, 1254/12, 1255/12, 1174/13, 1375/13, 28/15, 1905/16, 2067/16, 1986/17

1126/08, 1274/08, 70/09, 1255/12, 1361/14, IAS 40 Investimenti immobiliari 2113/15, 1905/16, 1986/17, 400/18

1126/08, 1274/08, 70/09, 1255/12, 2113/15, IAS 41 Agricoltura 1986/17

1126/09, 1164/09, 550/10, 574/10, 662/10, 149/11, 475/12, 1254/12, 1255/12, 183/2013, IFRS 1 Prima adozione dei principi contabili internazionali 301/13, 313/13, 1174/13, 2343/15, 2441/15,1905/16, 2067/16, 1986/17, 182/18, 519/18

1126/08, 1261/08, 495/09, 243/10, 244/10, IFRS 2 Pagamenti basati sulle azioni 1254/12, 1255/12, 28/15, 2067/16, 289/18, 2075/2019

495/09, 149/11, 1254/12, 1255/12, 1174/13, IFRS 3 Aggregazioni aziendali 1361/14, 28/15, 1905/16, 2067/16, 1986/17, 412/19, 2075/2019

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1126/08, 1274/08, 1165/09, 1255/12, 1905/16, IFRS 4 Contratti assicurativi 2067/16, 1986/17, 1988/17

1126/08, 1274/08, 70/09, 494/09, 1142/09, IFRS 5 Attività non correnti possedute per la vendita e attività operative cessate 243/10, 475/12, 1254/12, 1255/12, 2343/15, 2067/16

IFRS 6 Esplorazione e valutazione delle risorse minerarie 1126/08, 2075/2019

1126/08, 1274/08, 53/09, 70/2009, 495/09, 824/09, 1165/09, 574/10, 149/11, 1205/11, IFRS 7 Strumenti finanziari: informazioni integrative 475/12, 1254/12, 1255/12, 1256/12, 1174/13, 2343/15, 2406/15, 2067/16, 1986/17

1126/08, 1274/08, 243/10, 632/10, 475/12, IFRS 8 Settori operativi 28/15

IFRS 9 Strumenti finanziari 2067/16, 1986/17, 498/18

IFRS 10 Bilancio Consolidato 1254/12, 313/13, 1174/13, 1703/16

IFRS 11 Accordi a controllo congiunto 1254/12, 313/13, 2173/15, 412/19

IFRS 12 Informativa sulle partecipazioni in altre entità 1254/12, 313/13, 1174/13, 1703/16, 182/18

IFRS 13 Valutazione del fair value 1255/12, 1361/14,2067/16, 1986/17

IFRS 15 Ricavi provenienti dai contratti con i clienti 1905/16, 1986/17, 1987/17

IFRS 16 Leasing 1986/17

SIC/IFRIC DOCUMENTI INTERPRETATIVI REGOLAMENTI (UE)

Cambiamenti nelle passività iscritte per smantellamenti, ripristini e IFRIC 1 1126/08, 1274/08, 1986/17 passività similari

IFRIC 2 Azioni dei Soci in entità cooperative e strumenti simili 1126/08, 53/09, 1255/12, 301/13, 2067/16

Diritti derivanti da interessenze in fondi per smantellamenti, ripristini e IFRIC 5 1126/08, 1254/12, 2067/16 bonifiche ambientali

Passività derivanti dalla partecipazione ad un mercato specifico – Rifiuti di IFRIC 6 1126/08 apparecchiature elettriche ed elettroniche

Applicazione del metodo della rideterminazione ai sensi dello IAS 29 IFRIC 7 1126/08, 1274/08 “Informazioni contabili in economie iperinflazionate”

IFRIC 10 Bilanci intermedi e riduzione di valore 1126/08, 1274/08, 2067/16

254/09, 1905/16, 2067/16, 1986/17, IFRIC 12 Accordi per servizi in concessione 2075/2019

IFRIC 14 Pagamenti anticipati relativi a una previsione di contribuzione minima 1263/08, 1274/08, 633/10, 475/12

IFRIC 16 Coperture di un investimento netto in una gestione estera 460/09, 243/10, 1254/12, 2067/16

IFRIC 17 Distribuzioni ai soci di attività non rappresentate da disponibilità liquide 1142/09, 1254/12, 1255/12

Estinzione di passività finanziarie con strumenti rappresentativi di IFRIC 19 662/10, 1255/12, 2067/16, 2075/2019 capitale

Costi di sbancamento nella fase di produzione di una miniera a cielo IFRIC 20 1255/12, 2075/2019 aperto

IFRIC 21 Tributi 634/14

IFRIC 22 Operazioni in valuta estera e anticipi 519/18, 2075/2019

IFRIC 23 Incertezza sui trattamenti ai fini dell’imposta sul reddito 1595/18

SIC 7 Introduzione dell’Euro 1126/08, 1274/08, 494/09

SIC 10 Assistenza pubblica – Nessuna specifica relazione alle attività operative 1126/08, 1274/08

Imposte sul reddito – Cambiamenti di condizione fiscale di un’impresa o SIC 25 1126/08, 1274/08 dei suoi azionisti

SIC 29 Informazioni integrative – Accordi per servizi di concessione 1126/08, 1274/08, 70/09, 1986/17

1126/08, 1274/08, 1905/16, 1986/17, SIC 32 Attività immateriali – Costi connessi a siti web 2075/2019

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A.2 - Parte relativa alle principali voci di bilancio

Di seguito vengono indicati, per i principali aggregati di bilancio, i criteri di iscrizione, classificazione, valutazione e cancellazione.

Attività valutate al fair value con impatto a conto economico (FVTPL) Definizione e classificazione Nella voce “20 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico” sono classificate le attività finanziarie diverse da quelle classificate tra le “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva” e tra le “Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato”. Nel dettaglio:

Attività finanziarie detenute per la negoziazione Un’attività finanziaria (titolo di debito, titolo di capitale, finanziamento, quota di O.I.C.R.) è iscritta nella voce “20. a) Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: attività finanziarie detenute per la negoziazione” se è:  gestita con l’obiettivo di realizzare flussi finanziari mediante la vendita della medesima, e pertanto associata al Business Model Others, in quanto: - acquisita o sostenuta principalmente al fine di venderla o riacquistarla a breve; - parte di un portafoglio di identificati strumenti finanziari che sono gestiti unitariamente e per i quali è provata l’esistenza di una recente ed effettiva strategia rivolta all’ottenimento di un profitto nel breve periodo;  oppure è un’attività finanziaria, quale un derivato81 (fatta eccezione per un derivato che configura un contratto di garanzia finanziaria o è uno strumento di copertura designato ed efficace).

Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value Un’attività finanziaria (titolo di debito, titolo di capitale, quota di O.I.C.R. e finanziamento) è iscritta nella voce “20. c) Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value” se é:  uno strumento finanziario il cui rendimento è valutato in base al fair value, ed è pertanto associato al Business Model Others;  connotata da caratteristiche oggettive, leggasi termini contrattuali, che non prevedono, a determinate date, flussi finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell’interesse sul capitale da restituire ovvero nel caso in cui il Solely Payment of Principal and Interest test (c.d. SPPI test) risulti non superato82.

81 Si definisce “derivato” uno strumento finanziario o altro contratto con le seguenti caratteristiche:  il suo valore cambia in relazione al cambiamento di un tasso di interesse, del prezzo di uno strumento finanziario, del prezzo di una merce, del tasso di cambio in valuta estera, di un indice di prezzi o di tassi, del merito di credito o di indici di credito o di altra variabile prestabilita;  non richiede un investimento netto iniziale o richiede un investimento netto iniziale minore di quanto sarebbe richiesto per altri tipi di contratti da cui ci si aspetterebbe una risposta simile a cambiamenti di fattori di mercato;  è regolato a data futura. Relativamente agli strumenti finanziari derivati, sono oggetto di compensazione in bilancio i valori correnti positivi e negativi in essere con la medesima controparte, qualora si abbia correntemente il diritto legale a compensare tali valori e si proceda al regolamento dei medesimi su base netta. Fra i derivati sono inclusi anche quelli incorporati in contratti finanziari complessi, in cui il contratto primario non sia un’attività finanziaria che rientra nel perimetro di applicazione dell’IFRS 9, che sono stati oggetto di rilevazione separata in quanto:  le loro caratteristiche economiche ed i rischi non sono strettamente correlati alle caratteristiche del contratto sottostante;  gli strumenti incorporati, anche se separati, soddisfano la definizione di derivato;  gli strumenti ibridi cui appartengono non sono valutati al fair value con le relative variazioni di valore a conto economico. 82 L’IFRS 9 prescrive, infatti, che la classificazione contabile delle attività finanziarie sia operata in funzione de:  il modello di business dell’entità per la gestione delle medesime;  le caratteristiche relative ai flussi finanziari contrattuali delle stesse.

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Criteri di iscrizione Le “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico” sono iscritte inizialmente quando, e solo quando, l’azienda diventa parte nelle clausole contrattuali delle medesime, ossia:  al momento di regolamento se titoli di debito/capitale o crediti; o,  alla data di sottoscrizione se contratti derivati. Il valore di prima iscrizione è pari al fair value dello strumento (generalmente coincidente con il costo dello stesso), senza considerare eventuali costi o proventi di transazione direttamente attribuibili agli strumenti stessi.

Criteri di valutazione Successivamente all’iscrizione iniziale, tali attività finanziarie sono valutate al fair value83 con imputazione delle variazioni di valore a Conto economico, nelle seguenti voci:  nella voce “80. Risultato netto dell’attività di negoziazione” per le attività finanziarie iscritte nella voce “20. a) Attività finanziarie detenute per la negoziazione”;  nella voce “110. b) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value” per le attività finanziarie iscritte nella voce “20. c) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value”. Tra gli interessi rilevati nella voce “10. Interessi attivi e proventi assimilati” sono ricompresi anche gli interessi maturati sugli strumenti finanziari configurati da crediti e titoli di debito classificati nella voce “20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione” dell’attivo patrimoniale.

Criteri di cancellazione Le “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico” vengono cancellate dal Bilancio nel caso si verifichi una delle seguenti situazioni:  i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle medesime sono scaduti; o  l’attività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà della stessa; o  l’attività finanziaria è oggetto di write-off84 ovvero quando non si hanno più ragionevoli aspettative di recuperare l’attività finanziaria, inclusi i casi di rinuncia all’attività85  l’entità mantiene il diritto contrattuale a ricevere i flussi finanziari derivanti dalle stesse, ma contestualmente assume l’obbligazione contrattuale a pagare i medesimi flussi ad un soggetto terzo; o  le modifiche contrattuali al contratto configurano modifiche “sostanziali”86. Il risultato della cancellazione di tali attività finanziarie è imputato a Conto economico nelle seguenti voci:  “80. Risultato netto dell’attività di negoziazione” per le attività finanziarie iscritte nella voce “20. a) Attività finanziarie detenute per la negoziazione”;  “110. b) Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value” per le attività finanziarie iscritte nella voce “20. c) Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value”.

83 La determinazione del fair value delle attività finanziarie è basata su prezzi rilevati in mercati attivi o su modelli interni di valutazione generalmente utilizzati nella pratica finanziaria come più dettagliatamente descritto nella Parte A.4 “Informativa sul Fair Value” della Nota Integrativa. 84 Si veda, inoltre, quanto riportato in proposito al successivo paragrafo “Altre informazioni”. 85 C.d. “debt forgiveness”. 86 Con riferimento all’identificazione delle casistiche di modifiche sostanziali si rimanda al paragrafo “Altre informazioni”.

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Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (FVOCI) Definizione e classificazione Nella voce “30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva” dell’attivo patrimoniale sono classificate le seguenti attività finanziarie (titoli di debito, titoli di capitale e finanziamenti):  strumenti finanziari (titoli di debito e finanziamenti) associati al Business Model Hold to Collect & Sell i cui termini contrattuali prevedono, a determinate date, flussi finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell’interesse sul capitale da restituire e che pertanto hanno superato il SPPI test;  titoli di capitale (interessenze azionarie non qualificabili di controllo, collegamento e controllo congiunto) per i quali si opta, in ossequio alla c.d. “OCI election”, per la presentazione delle variazioni di valore nel prospetto della redditività complessiva87. Sono associabili al Business Model Hold to Collect & Sell gli strumenti finanziari posseduti nel quadro di un modello di business il cui obiettivo è conseguito sia mediante la raccolta dei flussi finanziari che mediante la vendita degli strumenti stessi.

Criteri di iscrizione Gli strumenti finanziari valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva sono iscritti inizialmente quando, e solo quando, l’azienda diventa parte nelle clausole contrattuali dello strumento, ossia al momento del regolamento, ad un valore pari al fair value generalmente coincidente con il costo degli stessi. Tale valore include i costi o i proventi direttamente connessi agli strumenti stessi.

Criteri di valutazione Successivamente alla rilevazione iniziale tali attività continuano ad essere valutate al fair value88 con imputazione delle variazioni di valore alla voce “110. Riserve da valutazione”.

Nel Conto economico, nella voce “10. Interessi attivi e proventi assimilati”, sono rilevati gli interessi maturati89 sugli strumenti finanziari configurati da crediti e titoli di debito classificati nella voce “30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva” dell’attivo patrimoniale.

Ad ogni chiusura di Bilancio o di situazione infrannuale viene calcolata, per i soli strumenti associati al Business Model Hold to Collect & Sell, la stima delle perdite di valore di tali attività, determinata in ossequio alle regole di impairment dell’IFRS 990. Le rettifiche di valore sono iscritte immediatamente a Conto economico nella voce “130. Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito”, in contropartita contabile alla voce “110. Riserve da valutazione”, così come i recuperi di parte o tutti gli importi oggetto di precedenti svalutazioni. Le riprese di valore sono iscritte a fronte di una migliorata qualità dell’attività tale da comportare una diminuzione della svalutazione complessiva precedentemente rilevata.

Nel Conto economico, alla voce “10. Interessi attivi e proventi assimilati”, è rilevato l’importo rappresentato dal progressivo rilascio dell’attualizzazione calcolata al momento dell’iscrizione della rettifica di valore.

87 In ossequio alle previsioni dell’IFRS 9, infatti, per particolari investimenti in strumenti rappresentativi di capitale, che sarebbero altrimenti valutati al fair value con impatto delle variazioni di valore a Conto economico, al momento della rilevazione iniziale l’entità può compiere la scelta irrevocabile di presentare le variazioni successive del fair value nel prospetto delle altre componenti di Conto economico complessivo (c.d. Other Comprehensive Income - OCI). 88 La determinazione del fair value delle attività in parola è basata su prezzi rilevati in mercati attivi o su modelli interni di valutazione generalmente utilizzati nella pratica finanziaria come più dettagliatamente descritto nella Parte A.4 “Informativa sul Fair Value” della presente Nota Integrativa. 89 Tali interessi sono rilevati nel Conto economico mediante l’applicazione del tasso di interesse effettivo. 90 Per i cui dettagli si rimanda al paragrafo “Altre informazioni”.

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Ulteriormente, nel Conto economico, alla voce “70. Dividendi e proventi simili”, sono rilevati i dividendi afferenti ai titoli di capitale per i quali si è optato per la c.d. “OCI election”.

Criteri di cancellazione Le attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva vengono cancellate dal Bilancio nel caso si verifichi una delle seguenti situazioni:  i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle medesime sono scaduti; o  l’attività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà della stessa; o  l’attività finanziaria è oggetto di write-off91 ovvero quando non si hanno più ragionevoli aspettative di recuperare l’attività finanziaria, inclusi i casi di rinuncia all’attività92; o  l’entità mantiene il diritto contrattuale a ricevere i flussi finanziari derivanti dalle stesse, ma contestualmente assume l’obbligazione contrattuale a pagare i medesimi flussi ad un soggetto terzo; o  le modifiche contrattuali al contratto configurano modifiche “sostanziali”. Il risultato della cancellazione di tali attività è rilevato:  per gli strumenti finanziari associati al Business Model Hold to Collect & Sell a Conto economico alla voce “100. b) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva” in caso di cessione. Diversamente, in tutti gli altri casi, è rilevato alla voce “130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito”;  per i titoli di capitale per i quali si opta per la c.d. “OCI election” a patrimonio netto, nella voce “110. Riserve da valutazione”. A seguito della cancellazione di tali attività, il saldo di quanto rilevato nella voce “110. Riserve da valutazione” è riclassificato nella voce “140. Riserve”.

Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato Definizione e classificazione Nella voce “40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato” sono classificate le attività finanziarie (i titoli di debito e i finanziamenti) associate al Business Model Hold to Collect i cui termini contrattuali prevedono, a determinate date, flussi finanziari rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell’interesse sul capitale da restituire e che pertanto hanno superato il SPPI test.

Sono associabili al Business Model Hold to Collect gli strumenti finanziari posseduti nel quadro di un modello di business il cui obiettivo è il possesso dei medesimi finalizzato alla raccolta dei flussi finanziari. Più nel dettaglio, sono iscritti in tale voce:  i crediti verso banche (ad esempio: conti correnti, depositi cauzionali, titoli di debito);  i crediti verso la clientela (ad esempio: mutui, operazioni di locazione finanziaria, operazioni di factoring, titoli di debito).

Criteri di iscrizione Gli strumenti finanziari valutati al costo ammortizzato sono iscritti inizialmente quando, e solo quando, l’azienda diventa parte nelle clausole contrattuali dello strumento, ossia al momento del regolamento, ad un valore pari al fair value, inteso come il costo dello strumento, comprensivo degli eventuali costi e proventi direttamente attribuibili93.

Le operazioni di pronti contro termine con obbligo di riacquisto o di rivendita a termine sono iscritte in Bilancio come operazioni di raccolta o impiego. In particolare, le operazioni di

91 Si veda, inoltre, quanto riportato in proposito al successivo paragrafo “Altre informazioni”. 92 C.d. “debt forgiveness”. 93 Nel caso di crediti e finanziamenti eventualmente erogati a condizioni non di mercato, il fair value iniziale è calcolato mediante l’applicazione di apposite tecniche valutative descritte nel prosieguo; in tali circostanze, la differenza tra il fair value così determinato e l’importo erogato è imputata direttamente a Conto economico nella voce interessi.

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vendita a pronti e di riacquisto a termine sono rilevate in bilancio come debiti per l’importo percepito a pronti, mentre le operazioni di acquisto a pronti e di rivendita a termine sono rilevate come crediti per l’importo corrisposto a pronti.

Criteri di valutazione Tali strumenti finanziari sono valutati al costo ammortizzato94 mediante l’utilizzo del criterio del tasso di interesse effettivo. Il risultato derivante dall’applicazione di tale metodologia è imputato a Conto economico nella voce “10. Interessi attivi e proventi assimilati”. Il costo ammortizzato di un’attività finanziaria è il valore a cui la stessa è stata misurata al momento della rilevazione iniziale al netto dei rimborsi di capitale, aumentato o diminuito dall’ammortamento complessivo utilizzando il criterio dell’interesse effettivo su qualsiasi differenza tra il valore iniziale e quello a scadenza, e dedotta qualsiasi riduzione (a seguito di una riduzione di valore o di irrecuperabilità). Il criterio dell’interesse effettivo è il metodo di calcolo del costo ammortizzato di un’attività o passività finanziaria (o gruppo di attività e passività finanziarie) e di ripartizione degli interessi attivi o passivi lungo la relativa durata. Il tasso di interesse effettivo è il tasso che attualizza esattamente i pagamenti o incassi futuri stimati lungo la vita attesa dello strumento finanziario. Al fine della determinazione del tasso di interesse effettivo è necessario valutare i flussi finanziari tenendo in considerazione tutti i termini contrattuali dello strumento finanziario (per esempio, il pagamento anticipato, un’opzione all’acquisto o simili), ma non vanno considerate perdite future su crediti. Il calcolo include tutti gli oneri e punti base pagati o ricevuti tra le parti di un contratto che sono parte integrante del tasso di interesse effettivo, i costi di transazione, e tutti gli altri premi o sconti.

Ad ogni chiusura di Bilancio o di situazione infrannuale viene calcolata la stima delle perdite di valore di tali attività, determinata in ossequio alle regole di impairment dell’IFRS 995. Le perdite di valore riscontrate sono iscritte immediatamente a Conto economico nella voce “130. Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito” così come i recuperi di parte o tutti gli importi oggetto di precedenti svalutazioni. Le riprese di valore sono iscritte a fronte di una migliorata qualità dell’esposizione tale da comportare una diminuzione della svalutazione complessiva precedentemente rilevata. Nel Conto economico, alla voce “10. Interessi attivi e proventi assimilati” è rilevato l’importo rappresentato dal progressivo rilascio dell’attualizzazione calcolata al momento dell’iscrizione della rettifica di valore.

Criteri di cancellazione Le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato vengono cancellate dal Bilancio nel caso si verifichi una delle seguenti situazioni:  i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle medesime sono scadute; o  l’attività finanziaria è ceduta con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla proprietà della stessa; o  l’attività finanziaria è oggetto di write-off96 ovvero quando non si hanno più ragionevoli aspettative di recuperare l’attività finanziaria, inclusi i casi di rinuncia all’attività97; o  l’entità mantiene il diritto contrattuale a ricevere i flussi finanziari derivanti dalle stesse, ma contestualmente assume l’obbligazione contrattuale a pagare i medesimi flussi ad un soggetto terzo; o  le modifiche contrattuali al contratto configurano modifiche “sostanziali”. Il risultato della cancellazione di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato è rilevato a Conto economico alla voce “100. a) Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: attività finanziarie valutate al costo ammortizzato” in caso di cessione. Diversamente, in tutti gli altri casi, è rilevato alla voce “130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito”.

94 Il fair value è determinato per tutte le attività iscritte in tale voce ai soli fini di informativa. Nel caso di attività oggetto di coperture efficaci, viene calcolato il fair value in relazione al rischio oggetto di copertura per fini valutativi. Le modalità di determinazione del fair value delle attività valutate al costo ammortizzato sono descritte nella Parte A.4 “Informativa sul Fair Value” della presente Nota Integrativa. 95 Per i cui dettagli si rimanda al paragrafo “Altre informazioni”. 96 Si veda, inoltre, quanto riportato in proposito al successivo paragrafo “Altre informazioni”. 97 C.d. “debt forgiveness”.

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Partecipazioni Definizione e classificazione Partecipazione controllata Si definisce “controllata” la società su cui la Capogruppo esercita il controllo. Tale condizione si configura quando quest’ultima è esposta ai rendimenti variabili, o detiene diritti su tali rendimenti, derivanti dal proprio rapporto con la controllata e nel contempo ha la capacità di incidere su tali rendimenti esercitando il proprio potere su tale entità. Per determinare la presenza del controllo è valutata anche la presenza di diritti di voto potenziali e diritti contrattuali che attribuiscono al possessore il potere di influenzare significativamente i rendimenti della controllata.

Partecipazione controllata congiuntamente Si definisce “controllata congiuntamente” la società regolata da un accordo contrattuale con il quale le parti che detengono il controllo congiunto vantano diritti sulle attività nette dell’accordo. Il controllo congiunto presuppone la condivisione, su base contrattuale, del controllo di un accordo, che esiste unicamente quando per le decisioni riguardanti le attività rilevanti è richiesto il consenso unanime di tutte le parti che condividono il controllo.

Partecipazione collegata Si definisce “collegata” la società in cui la partecipante esercita un’influenza notevole. L’influenza notevole è il potere di partecipare alla determinazione delle politiche finanziarie e gestionali della partecipata senza averne il controllo o il controllo congiunto.

Criteri di iscrizione Le partecipazioni in imprese collegate o controllate congiuntamente sono iscritte in Bilancio al costo d’acquisto maggiorato di eventuali oneri accessori. La voce include le partecipazioni in società direttamente controllate e/o collegate, nonché le partecipazioni di minoranza in società controllate e/o collegate da/a altre società appartenenti al Gruppo. Le partecipazioni di minoranza detenute dalla Banca sono incluse nelle “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva (FVOCI)” il cui trattamento contabile è stato in precedenza descritto.

Criteri di valutazione Ad ogni data di Bilancio o situazione infrannuale viene accertata l’eventuale obiettiva evidenza che la partecipazione abbia subito una riduzione di valore. Si procede quindi al calcolo del valore recuperabile tenendo conto del valore attuale dei flussi finanziari futuri che la partecipazione potrà generare, incluso il valore di dismissione finale dell’investimento. L’eventuale minor valore, rispetto al valore contabile, così determinato viene imputato nell’esercizio stesso a Conto economico nella voce “220. Utili (Perdite) delle partecipazioni”. In tale voce confluiscono anche le eventuali future riprese di valore laddove siano venuti meno i motivi che hanno originato le precedenti svalutazioni.

Criteri di cancellazione Le partecipazioni vengono cancellate dal Bilancio quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dalle attività finanziarie o quando sono cedute con trasferimento sostanziale di tutti i rischi ed i benefici derivanti dalla loro proprietà. Il risultato della cessione di partecipazioni è imputato a Conto economico nella voce “220. Utili (Perdite) delle partecipazioni”.

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Attività Materiali Definizione e classificazione Le attività materiali comprendono gli immobili ad uso funzionale (leggasi strumentali)98, gli investimenti immobiliari99, i terreni, i mobili, gli arredi e le attrezzature di vario genere che si ritiene saranno utilizzate lungo un arco temporale maggiore dell’esercizio. In tale voce sono classificate anche le eventuali attività materiali, valutate ai sensi dello IAS 2 “Rimanenze”, derivanti sia dall’escussione di garanzie che dall’acquisto in asta. A partire dal 1° gennaio 2019, sono inclusi inoltre i diritti d’uso acquisiti con il leasing e relativi all’utilizzo di un’attività materiale (per i locatari), le attività concesse in leasing operativo (per i locatori), nonché le migliorie e le spese incrementative sostenute su beni di proprietà e diritti di utilizzo di attività materiali rivenienti da contratti di “leasing”.

Sono ricomprese tra le attività materiali (ad uso funzionale e detenute a scopo di investimento) anche quelle iscritte a seguito di contratti di leasing finanziario sebbene la titolarità giuridica delle stesse rimanga in capo all’azienda locatrice.

Criteri di iscrizione Le attività materiali, strumentali e non, sono iscritte inizialmente ad un valore pari al costo (nella voce “80. Attività Materiali”), comprensivo di tutti i costi direttamente connessi alla messa in funzione del bene ed alle imposte e tasse di acquisto non recuperabili. Tale valore è successivamente incrementato delle spese sostenute da cui ci si aspetta di godere dei benefici futuri. I costi di manutenzione ordinaria effettuata sull’attività sono rilevati a Conto economico nel momento in cui si verificano di contro le spese di manutenzione straordinaria (migliorie) da cui sono attesi benefici economici futuri sono capitalizzate ad incremento del valore dei cespiti cui si riferiscono. Le migliorie e le spese incrementative sostenute su beni di terzi derivanti da contrati di leasing ex IFRS 16 dalle quali si attendono benefici futuri sono iscritte:  se dotate di autonoma identificabilità e separabilità nella voce “80. Attività materiali”, nella categoria più idonea;  se non dotate di autonoma identificabilità e separabilità nella voce “80. Attività materiali”, ad incremento del diritto d’uso, rilevato in base alle previsioni dell’IFRS 16, cui si riferiscono. Le migliorie e le spese incrementative sostenute su beni di terzi, diversi da quelli di cui al paragrafo precedente sono iscritte:  se dotate di autonoma identificabilità e separabilità, nella voce “80 Attività materiali”, nella categoria più idonea;  se non dotate di autonoma identificabilità e separabilità, nella voce “120 Altre attività”.

Criteri di valutazione Successivamente alla rilevazione iniziale le attività materiali strumentali sono iscritte al costo, come sopra definito, al netto degli ammortamenti cumulati e di qualsiasi perdita di valore cumulata. Il valore ammortizzabile, pari al costo meno il valore residuo (ossia l’ammontare previsto che si otterrebbe normalmente dalla dismissione, dedotti i costi attesi di dismissione, se l’attività fosse già nelle condizioni, anche di vecchiaia, previste alla fine della sua vita utile), è ripartito sistematicamente lungo la vita utile dell’attività materiale adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti. La vita utile, oggetto di periodica revisione al fine di rilevare eventuali stime significativamente difformi dalle precedenti, è definita come:  il periodo di tempo nel quale ci si attende che un’attività sia utilizzabile dall’azienda o,

98 Sono definite “Attività ad uso funzionale” le attività tangibili possedute per essere utilizzate ai fini dell’espletamento dell’attività sociale ed il cui utilizzo è ipotizzato su un arco temporale maggiore dell’esercizio. Sono ricompresi anche gli immobili concessi in locazione a dipendenti, ex dipendenti e loro eredi nonché le opere d’arte. 99 Sono definite “Attività detenute a scopo di investimento” le proprietà possedute con la finalità di percepire canoni di locazione o per l’apprezzamento del capitale investito. Di conseguenza, un investimento immobiliare si distingue dall’attività detenuta ad uso del proprietario per il fatto che origina flussi finanziari ampiamente differenziati dalle altre attività possedute.

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 la quantità di prodotti o unità similari che l’impresa si aspetta di ottenere dall’utilizzo dell’attività stessa. In considerazione della circostanza che le attività materiali possono ricomprendere componenti di diversa vita utile, i terreni, siano essi a sé stanti o inclusi nel valore dell’immobile, non sono soggetti ad ammortamento in quanto immobilizzazioni a cui è associata vita utile indefinita. Lo scorporo del valore attribuibile al terreno dal valore complessivo dell’immobile avviene, per tutti gli immobili, in proporzione alla percentuale di possesso. I fabbricati sono per contro ammortizzati secondo i criteri sopra esposti. Le opere d’arte non sono soggette ad ammortamento in quanto il loro valore è generalmente destinato ad aumentare con il trascorrere del tempo. L’ammortamento di una attività ha inizio quando la stessa è disponibile per l’uso e cessa quando l’attività è eliminata contabilmente al momento corrispondente alla data più recente tra quella in cui l’attività è classificata per la vendita e la data di eliminazione contabile. Di conseguenza, l’ammortamento non cessa quando l’attività diventa inutilizzata o è ritirata dall’uso attivo, a meno che l’attività non sia completamente ammortizzata. Le migliorie e le spese incrementative sono ammortizzate:  se dotate di autonoma identificabilità e separabilità, secondo la vita utile presunta come sopra descritta;  se non dotate di autonoma identificabilità e separabilità, nel caso di beni utilizzati in forza di un contratto di locazione, secondo il periodo più breve tra quello in cui le migliorie e le spese possono essere utilizzate e quello di durata residua della locazione tenendo anche conto di un eventuale singolo rinnovo ovvero, nel caso di beni utilizzati in forza di un contratto di leasing finanziario, secondo la vita utile attesa dell’attività cui si riferiscono.

Ad ogni chiusura di Bilancio o situazione infrannuale si procede alla verifica dell’eventuale esistenza di indicazioni che dimostrino la perdita di valore subita da un’attività. La perdita risulta dal confronto tra il valore di carico dell’attività materiale ed il minor valore di recupero. Quest’ultimo è il maggior valore tra il fair value100, al netto degli eventuali costi di vendita, ed il relativo valore d’uso inteso come il valore attuale dei flussi futuri originati dal cespite. La perdita viene iscritta immediatamente a Conto economico nella voce “180. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività materiali”; in tale voce confluisce anche l’eventuale futura ripresa di valore qualora vengano meno i motivi che hanno originato la precedente svalutazione.

Attività materiali rappresentate dal diritto d’uso di beni di cui a contratti di “leasing” Ai sensi dell’IFRS 16 il “leasing” è un contratto, o parte di un contratto, che, in cambio di un corrispettivo, trasferisce il diritto di utilizzo di un'attività (l'attività sottostante) per un periodo di tempo. Un contratto di “leasing” finanziario trasferisce al locatario (utilizzatore), sostanzialmente, tutti i rischi e i benefici derivanti dalla proprietà del bene. Diversamente il contratto configura un “leasing” operativo. L’inizio della decorrenza del leasing è la data dalla quale il locatario è autorizzato all’esercizio del suo diritto all’utilizzo del bene locato, corrisponde alla data di rilevazione iniziale del leasing e include anche i c.d. rent-free period, ovvero quei periodi contrattuali nei quali il locatario usufruisce gratuitamente del bene.

Al momento della decorrenza del contratto il locatario rileva:  un’attività consistente nel diritto di utilizzo del bene sottostante il contratto di leasing. L’attività è rilevata al costo, determinato dalla somma di: - passività finanziaria per il leasing, - pagamenti per il leasing corrisposti precedentemente o alla data di decorrenza del leasing (al netto degli incentivi per il leasing già incassati), - costi diretti iniziali, e - eventuali costi (stimati) per lo smantellamento o il ripristino dell’attività sottostante il leasing;

100 Le modalità di determinazione del fair value degli immobili sono descritte nella Parte A.4 “Informativa sul Fair Value”.

101

 una passività finanziaria derivante dal contratto di leasing corrispondente al valore attuale dei pagamenti dovuti per il leasing. Il tasso di attualizzazione utilizzato è il tasso di interesse implicito101, se determinabile; in caso contrario viene utilizzato il tasso di interesse di finanziamento marginale del locatario102. Qualora un contratto di leasing contenga “componenti non leasing” (ad esempio prestazioni di servizi, quali la manutenzione ordinaria, da rilevarsi secondo le previsioni dell’IFRS 15) il locatario deve contabilizzare separatamente “componenti leasing” e “componenti non leasing” e ripartire il corrispettivo del contratto tra le diverse componenti sulla base dei relativi prezzi a se stanti.

Il locatario può optare per rilevare i pagamenti dovuti per il leasing:  direttamente quale onere nel conto economico, a quote costanti lungo la durata del contratto di leasing;  secondo un altro metodo sistematico rappresentativo delle modalità di fruizione dei benefici economici, nel caso di: - leasing a breve termine (pari o inferiore a 12 mesi) che non includano un’opzione di acquisto dell’asset oggetto del leasing da parte del locatario; - leasing in cui l’attività sottostante è di modesto valore103. Il Gruppo UBI ha optato per rilevare direttamente l’onere nel conto economico a quote costanti lungo la durata del contratto di leasing. La durata del leasing viene determinata tenendo conto104 di:  periodi coperti da un’opzione di proroga del leasing, in caso l’esercizio della medesima sia ragionevolmente certo;  periodi coperti da un’opzione di risoluzione del leasing, in caso l’esercizio della medesima sia ragionevolmente certo.

Nel corso della durata del contratto di leasing, il locatario deve:  valutare il diritto d’uso al costo, al netto degli ammortamenti cumulati105 e delle rettifiche cumulate di valore determinate e contabilizzate in base alle previsioni dello IAS 36 “Riduzioni di valore delle attività”, rettificato per tenere conto delle eventuali rideterminazioni della passività del leasing;  incrementare la passività riveniente dall’operazione di leasing a seguito della maturazione di interessi passivi calcolati al tasso di interesse implicito del leasing, o, alternativamente, al tasso di finanziamento marginale e ridurla per i pagamenti delle quote capitale e interessi. In caso di modifiche nei pagamenti dovuti per il leasing la passività deve essere rideterminata; l’impatto della rideterminazione della passività è rilevato in contropartita dell’attività consistente nel diritto di utilizzo.

Criteri di cancellazione L’attività materiale è eliminata dal Bilancio al momento della dismissione o quando la stessa è permanentemente ritirata dall’uso e dalla sua dismissione non sono attesi benefici economici futuri. Le eventuali plusvalenze o le minusvalenze derivanti dallo smobilizzo o dalla

101 Il tasso di interesse implicito del leasing è il tasso di attualizzazione per il quale, all’inizio del leasing, il valore attuale a) dei pagamenti dovuti per il leasing e b) del valore residuo non garantito, risulta uguale al fair value dell’attività sottostante e degli eventuali costi diretti iniziale del locatore. 102 Il tasso di finanziamento marginale del locatario è il tasso di interesse che il locatario dovrebbe pagare per un prestito con una durata e con garanzie simili necessario per ottenere un’attività di valore simile all’attività consistente nel diritto di utilizzo in un contesto economico simile. 103 E’ esclusa la possibilità di identificare quali attività di modesto valore attività oggetto di sub-leasing da parte del locatario. 104 Le opzioni di risoluzione detenute solo dal locatore non sono considerate in sede di determinazione della durata del leasing. 105 Nel determinare il periodo di ammortamento, si deve tenere conto del fatto che sia o meno previsto il trasferimento della proprietà dell’attività sottostante al termine della durata del leasing o che il costo dell’attività consistente nel diritto di utilizzo rifletta o meno il fatto che il locatario eserciterà l’opzione di acquisto. Nel primo caso, il periodo di ammortamento coincide con la vita utile dell’attività sottostante, determinata alla data di decorrenza. Nel secondo caso, il periodo di ammortamento coincide con la vita utile dell’attività consistente nel diritto di utilizzo o se inferiore alla durata del leasing.

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dismissione dell’attività materiale, pari alla differenza tra il corrispettivo netto di cessione ed il valore contabile dell’attività, sono rilevate a Conto economico nella voce “280. Utili (Perdite) da cessione di investimenti”.

Il diritto d’uso derivante da contratti di leasing è eliminato dal Bilancio al termine della durata del leasing.

Attività immateriali Definizione e classificazione È definita immateriale un’attività non monetaria, identificabile, priva di consistenza fisica ed utilizzata nell’espletamento dell’attività sociale. L’attività è identificabile quando:

 è separabile, ossia capace di essere separata o scorporata e venduta, trasferita, data in licenza, locata o scambiata;  deriva da diritti contrattuali o altri diritti legali indipendentemente dal fatto che tali diritti siano trasferibili o separabili da altri diritti e obbligazioni. L’attività si caratterizza per la circostanza di essere controllata dall’impresa in conseguenza di eventi passati e nel presupposto che tramite il suo utilizzo affluiranno benefici economici all’impresa. L’impresa ha il controllo di un’attività se ha il potere di usufruire dei benefici economici futuri derivanti dalla risorsa in oggetto e può, inoltre, limitare l’accesso a tali benefici da parte di terzi. I benefici economici futuri derivanti da un’attività immateriale possono includere i proventi originati dalla vendita di prodotti o servizi, i risparmi di costo od altri benefici derivanti dall’utilizzo dell’attività da parte dell’impresa.

Un’attività immateriale è rilevata come tale se, e solo se: (a) è probabile che affluiranno all’impresa benefici economici futuri attesi attribuibili all’attività; (b) il costo dell’attività può essere misurato attendibilmente. La probabilità che si verifichino benefici economici futuri è valutata usando presupposti ragionevoli e sostenibili che rappresentano la migliore stima dell’insieme di condizioni economiche che esisteranno nel corso della vita utile dell’attività. Il grado di probabilità connesso al flusso di benefici economici attribuibili all’utilizzo dell’attività è valutato sulla base delle fonti d’informazione disponibili al tempo della rilevazione iniziale, dando un maggior peso alle fonti d’informazione esterne.

La Banca considera attività immateriali l’avviamento, il software ad utilità pluriennale nonché il valore attribuito in sede di P.P.A. alla “Customer Relationship” relativo all’operazione di acquisizione dell’intera partecipazione in Twice Sim (operazione effettuata in nel 2009 in ex IW Bank).

Attività immateriale a vita utile definita È definita a vita utile definita l’attività per cui è possibile stimare il limite temporale entro il quale ci si attende la produzione dei correlati benefici economici. Tra le attività intangibili iscritte sono considerate a vita utile definita il software, gli intangibili legati al risparmio gestito (Asset Under Management - AUM) e al risparmio amministrato e i core deposit.

Attività immateriale a vita utile indefinita È definita a vita utile indefinita l’attività per cui non è possibile stimare un limite prevedibile al periodo durante il quale ci si attende che l’attività generi benefici economici per l’azienda. L’attribuzione di vita utile indefinita del bene non deriva dall’aver già programmato spese future che nel corso del tempo vadano a ripristinare il livello di performance standard dell’attività, prolungando la vita utile. Tra le attività intangibili iscritte sono considerate a vita utile indefinita gli avviamenti.

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Criteri di iscrizione L’attività, esposta nella voce di Stato patrimoniale “90. Attività immateriali”, è iscritta al costo ed eventuali spese successive all’iscrizione iniziale sono capitalizzate solo se in grado di generare benefici economici futuri e solo se tali spese possono essere determinate ed attribuite all’attività in modo attendibile. Il costo di un’attività immateriale include:

 il prezzo di acquisto incluse eventuali imposte e tasse su acquisti non recuperabili dopo aver dedotto sconti commerciali e abbuoni;  qualunque costo diretto per predisporre l’attività all’utilizzo.

Criteri di valutazione Successivamente all’iscrizione iniziale le attività immateriali a vita utile definita sono iscritte al costo al netto degli ammortamenti complessivi e delle perdite di valore eventualmente verificatesi. L’ammortamento è calcolato su base sistematica lungo la miglior stima della vita utile dell’immobilizzazione (vedasi definizione inclusa nel paragrafo “Attività Materiali”) utilizzando il metodo di ripartizione a quote costanti per tutte le attività immateriali ad eccezione delle attività immateriali legate ai rapporti con la clientela rilevate a seguito del processo di Purchase Price Allocation (PPA) conseguente ad operazioni di aggregazione aziendale. In tale caso l’ammortamento viene calcolato in funzione della vita media stimata dei rapporti con la clientela.

Il processo di ammortamento inizia quando l’attività è disponibile all’uso e cessa alla data in cui l’attività è eliminata contabilmente.

Le attività immateriali aventi vita utile indefinita (vedasi avviamento, così come definito nel paragrafo successivo qualora positivo) sono iscritte al costo al netto delle eventuali perdite di valore riscontrate periodicamente in applicazione del test condotto per la verifica dell’adeguatezza del valore di carico dell’attività (vedasi paragrafo successivo). Per tali attività, di conseguenza, non si procede al calcolo dell’ammortamento. Nessuna attività immateriale derivante da ricerca (o dalla fase di ricerca di un progetto interno) è oggetto di rilevazione. Le spese di ricerca (o della fase di ricerca di un progetto interno) sono rilevate come costo nel momento in cui sono sostenute.

Un’attività immateriale derivante dallo sviluppo (o dalla fase di sviluppo di un progetto interno) è rilevata se, e solo se, può essere dimostrato quanto segue: (a) la fattibilità tecnica di completare l’attività immateriale in modo da essere disponibile per l’uso o la vendita; (b) l’intenzione aziendale di completare l’attività immateriale per usarla o venderla; (c) la capacità aziendale di usare o vendere l’attività immateriale. Ad ogni chiusura di Bilancio o situazione infrannuale si procede alla verifica dell’esistenza eventuale di perdite di valore relative ad attività immateriali. Tali perdite risultano dalla differenza tra il valore d’iscrizione delle attività ed il valore recuperabile e sono iscritte, come le eventuali riprese di valore, nella voce “190. Rettifiche/Riprese di valore nette su attività immateriali” ad esclusione delle perdite di valore relative all’avviamento che sono iscritte nella voce “240. Rettifiche di valore dell’avviamento”.

Avviamento Si definisce avviamento la differenza tra il costo di acquisto ed il fair value delle attività e passività acquisite nell’ambito di una aggregazione aziendale che consiste nell’unione di imprese o attività aziendali distinte in un’unica impresa tenuta alla redazione del Bilancio. Il risultato di quasi tutte le aggregazioni aziendali è costituito dal fatto che una sola impresa, l’acquirente, ottiene il controllo di una o più attività aziendali distinte riferibili all’acquisito. Quando un’impresa acquisisce un gruppo di attività o di attivi netti che non costituiscono un’attività aziendale, questa alloca il costo dell’assieme alle singole attività e passività identificabili in base ai relativi fair value alla data di acquisizione. Un’aggregazione aziendale può dare luogo ad un legame partecipativo tra capogruppo e controllata nel quale l’acquirente è la controllante e l’acquisito una controllata dell’acquirente.

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Tutte le aggregazioni aziendali sono contabilizzate applicando il metodo dell’acquisto (c.d. Purchase Method). Il metodo dell’acquisto prevede le seguenti fasi: (a) identificazione dell’acquirente (l’acquirente è l’impresa aggregante che ottiene il controllo delle altre imprese o attività aziendali aggregate); (b) determinazione della data di acquisizione; (c) determinazione del costo dell’aggregazione aziendale inteso come il corrispettivo trasferito dall’acquirente ai soci dell’acquisita; (d) allocazione, alla data di acquisizione, del costo dell’aggregazione aziendale mediante rilevazione, classificazione e valutazione delle attività identificabili acquisite nonché delle passività identificabili assunte; (e) rilevazione dell’eventuale avviamento. Le operazioni di aggregazione realizzate con società controllate o appartenenti allo stesso gruppo sono contabilizzate in coerenza al riscontro della significativa sostanza economica delle stesse. In applicazione di tale principio, l’avviamento derivante da tali operazioni, nel Bilancio separato è iscritto: (a) a voce 90 dell’attivo di Stato patrimoniale nell’ipotesi di riscontro della significativa sostanza economica; (b) a deduzione del patrimonio netto in caso contrario.

Allocazione del costo di un’aggregazione aziendale alle attività acquisite e alle passività e passività potenziali assunte L’acquirente: (a) rileva l’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale come attività; (b) misura tale avviamento al relativo costo, in quanto costituisce l’eccedenza del costo dell’aggregazione aziendale rispetto alla quota d’interessenza dell’acquirente nel fair value delle attività, passività e passività potenziali identificabili. L’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale rappresenta un pagamento effettuato dall’acquirente in previsione di benefici economici futuri derivanti da attività che non possono essere identificate individualmente e rilevate separatamente. Dopo la rilevazione iniziale, l’acquirente valuta l’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale al relativo costo, al netto delle perdite di valore accumulate. L’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale non deve essere ammortizzato. L’acquirente, invece, verifica annualmente se abbia subìto riduzioni di valore, o più frequentemente se specifici eventi o modificate circostanze indicano la possibilità che potrebbe aver subito una riduzione di valore, secondo quanto previsto dall’apposito principio contabile.

Il principio stabilisce che, un’attività (ivi incluso l’avviamento) ha subito una riduzione di valore quando il relativo valore contabile supera il valore recuperabile, quest’ultimo inteso come il maggiore tra il fair value, dedotti i costi di vendita, ed il valore d’uso, definito dal par. 6 dello IAS 36. Ai fini della verifica di impairment l’avviamento deve essere allocato ad unità generatrici di flussi finanziari, o a gruppi di unità, nel rispetto del vincolo massimo di aggregazione che non può superare il segmento di attività identificato ai sensi dell’IFRS 8.

Avviamento negativo Se la quota di interessenza dell’acquirente nel fair value (valore equo) netto delle attività, passività e passività potenziali identificabili eccede il costo dell’aggregazione aziendale, l’acquirente: (a) rivede l’identificazione e la misurazione delle attività, passività e passività potenziali identificabili dell’acquisito e la determinazione del costo dell’aggregazione; (b) rileva immediatamente a Conto economico l’eventuale eccedenza residua dopo la nuova misurazione.

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Criteri di cancellazione L’attività immateriale è cancellata dal Bilancio a seguito di dismissione ovvero quando nessun beneficio economico futuro è atteso per il suo utilizzo o dismissione.

Fiscalità corrente e differita Le attività e le passività fiscali sono esposte nello Stato patrimoniale nelle voci “100. Attività fiscali” e “60. Passività fiscali”.

Attività e passività fiscali correnti Le imposte correnti dell’esercizio e di quelli precedenti, nella misura in cui esse non siano state pagate, sono rilevate come passività; l’eventuale eccedenza rispetto al dovuto è rilevata come attività.

Le attività (passività) fiscali correnti, dell’esercizio in corso e di quelli precedenti, sono determinate al valore che si prevede di versare/recuperare nei confronti delle autorità fiscali, applicando le aliquote fiscali e la normativa fiscale vigenti. Le attività e passività fiscali correnti vengono cancellate nell’esercizio in cui le attività vengono realizzate o le passività risultano estinte.

Attività e passività fiscali differite Per tutte le differenze temporanee imponibili è rilevata una passività fiscale differita, a meno che la passività fiscale differita derivi: . da avviamento il cui ammortamento non sia fiscalmente deducibile o . dalla rilevazione iniziale di un’attività o di una passività in un’operazione che: - non sia un’aggregazione di imprese; e - al momento dell’operazione non influisca né sull’utile contabile né sul reddito imponibile. Non sono calcolate imposte differite con riguardo a maggiori valori dell’attivo in sospensione d’imposta relativi a partecipazioni e a riserve in sospensione d’imposta in quanto si ritiene, allo stato, ragionevole che non sussistano i presupposti per la loro futura tassazione.

Le passività fiscali differite sono rilevate nella voce di Stato patrimoniale “60. Passività fiscali b) differite”. Per tutte le differenze temporanee deducibili è rilevata un’attività fiscale differita se sarà probabile che sarà utilizzato un reddito imponibile a fronte del quale potrà essere utilizzata la differenza temporanea deducibile, a meno che l’attività fiscale differita derivi da: . avviamento negativo che è trattato come ricavo differito; . rilevazione iniziale di un’attività o di una passività in un’operazione che: - non rappresenta una aggregazione di imprese; e - al momento dell’operazione non influenza né l’utile contabile né il reddito imponibile. Le attività fiscali anticipate sono rilevate nella voce di Stato patrimoniale “100. Attività fiscali b) anticipate”.

Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite sono oggetto di costante monitoraggio e sono quantificate secondo le aliquote fiscali che si prevede saranno applicabili nell’esercizio nel quale sarà realizzata l’attività fiscale o sarà estinta la passività fiscale, tenuto conto della normativa fiscale derivante da provvedimenti attualmente in vigore.

Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite vengono cancellate nell’esercizio in cui: . la differenza temporanea che le ha originate diventa imponibile con riferimento alle passività fiscali differite o deducibile con riferimento alle attività fiscali anticipate; . la differenza temporanea che le ha originate perde rilevanza fiscale. Le attività fiscali anticipate e le passività fiscali differite non vengono attualizzate e neppure, di norma, tra loro compensate.

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Fondi per rischi ed oneri Definizione L’accantonamento è definito come una passività con scadenza o ammontare incerti. Per contro, si definisce passività potenziale: . un’obbligazione possibile che scaturisce da eventi passati e la cui esistenza sarà confermata solamente dal verificarsi o meno di uno o più eventi futuri non totalmente sotto il controllo dell’azienda; . un’obbligazione attuale che scaturisce da eventi passati, ma che non è rilevata perché: - non è probabile che per estinguere l’obbligazione sarà necessario l’impiego di risorse finanziarie; - l’ammontare dell’obbligazione non può essere determinata con sufficiente attendibilità. Le passività potenziali non sono oggetto di rilevazione contabile, ma solo di informativa, a meno che siano giudicate remote.

Criteri di iscrizione e valutazione L’accantonamento è rilevato in contabilità se e solo se: . vi è un’obbligazione in corso (legale o implicita) quale risultato di un evento passato; e . è probabile che per adempiere all’obbligazione si renderà necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici; e . può essere effettuata una stima attendibile dell’importo derivante dall’adempimento dell’obbligazione. L’importo rilevato come accantonamento rappresenta la migliore stima della spesa richiesta per adempiere all’obbligazione esistente alla data di riferimento del Bilancio e riflette rischi ed incertezze che inevitabilmente caratterizzano una pluralità di fatti e circostanze. L’importo dell’accantonamento è rappresentato dal valore attuale delle spese che si suppone saranno necessarie per estinguere l’obbligazione laddove l’effetto del valore attuale è un aspetto rilevante. I fatti futuri che possono condizionare l’ammontare richiesto per estinguere l’obbligazione sono tenuti in considerazione solo se vi è sufficiente evidenza oggettiva che gli stessi si verificheranno.

Gli accantonamenti ai Fondi per Rischi e Oneri includono il rischio derivante dall’eventuale contenzioso tributario, nonché gli accantonamenti afferenti agli impegni e alle garanzie finanziarie rilasciate soggetti alle regole di impairment dell’IFRS 9106;

Criteri di cancellazione L’accantonamento viene stornato quando diviene improbabile l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici per adempiere l’obbligazione.

Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato Definizione e classificazione Le varie forme di provvista interbancaria e con clientela sono rappresentate nelle voci di Bilancio: . “10. a) Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: Debiti verso banche”; . “10. b) Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: Debiti verso clientela”; e . “10. c) Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: Titoli in circolazione”. In tali voci sono ricompresi anche i debiti iscritti dal locatario nell’ambito di operazioni di leasing107.

Criteri di iscrizione

106 Per i cui dettagli si rimanda al paragrafo “Altre informazioni”. 107 Si rimanda in merito al paragrafo “Attività materiali consistenti nel diritto d’uso di beni sottostanti contratti di leasing”.

107

Le passività in questione sono iscritte in Bilancio nel momento corrispondente all’atto della ricezione delle somme raccolte o all’emissione dei titoli di debito. Il valore a cui sono inizialmente iscritte è pari al relativo fair value, di norma pari al corrispettivo ricevuto o al prezzo di emissione, comprensivo degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili all’operazione e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati. Non sono inclusi nel valore di iscrizione iniziale tutti gli oneri che sono oggetto di rimborso da parte della controparte creditrice o che sono riconducibili a costi interni di carattere amministrativo.

Criteri di valutazione Dopo la rilevazione iniziale le passività finanziarie a medio/lungo termine sono valutate al costo ammortizzato utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo così come definito nei paragrafi precedenti. Le passività a breve termine, per le quali il fattore temporale risulta non significativo, sono valutate al costo108.

Criteri di cancellazione Le passività finanziarie sono cancellate dal Bilancio quando estinte o scadute. Il riacquisto di titoli di propria emissione comporta la cancellazione contabile degli stessi con conseguente ridefinizione del debito per titoli in circolazione. L’eventuale differenza tra il valore di riacquisto dei titoli propri ed il corrispondente valore contabile della passività viene iscritto a Conto economico nella voce “100. c) Utili (Perdite) da cessione o riacquisto di: passività finanziarie”. L’eventuale successivo ricollocamento dei titoli propri, oggetto di precedente annullo contabile, costituisce, contabilmente, una nuova emissione con conseguente iscrizione al nuovo prezzo di collocamento, senza alcun effetto a Conto economico.

Operazioni in valuta Definizione La valuta estera è una valuta differente dalla valuta funzionale dell’impresa, che a sua volta è la valuta dell’ambiente economico prevalente in cui l’impresa stessa opera.

Criteri di iscrizione Un’operazione in valuta estera è registrata, al momento della rilevazione iniziale, nella valuta funzionale applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio a pronti tra la valuta funzionale e la valuta estera in vigore alla data dell’operazione.

Criteri di valutazione A ogni data di riferimento del Bilancio: (a) gli elementi monetari109 in valuta estera sono convertiti utilizzando il tasso di chiusura; (b) gli elementi non monetari110 che sono valutati al costo storico in valuta estera sono convertiti usando il tasso di cambio in essere alla data dell’operazione; (c) gli elementi non monetari che sono valutati al fair value in una valuta estera sono convertiti utilizzando i tassi di cambio alla data in cui il fair value è determinato. Le differenze di cambio derivanti dall’estinzione di elementi monetari o dalla conversione di elementi monetari a tassi differenti da quelli ai quali erano stati convertiti al momento della rilevazione iniziale durante l’esercizio o in bilanci precedenti, sono rilevate nel Conto economico dell’esercizio in cui hanno origine, ad eccezione delle differenze di cambio derivanti da un elemento monetario che fa parte di un investimento netto in una gestione estera.

108 Le modalità di determinazione del fair value dei debiti e dei titoli in circolazione, operata per soli fini di informativa, sono descritte nella Parte A.4 “Informativa sul Fair Value”. 109 Si definiscono “monetari” gli elementi rappresentati da importi determinati di valuta ovvero da attività e passività che devono essere incassate o pagate per un importo determinato di valuta. La caratteristica di un elemento monetario è quindi il diritto a ricevere o un’obbligazione a pagare un numero fisso o determinabile di unità di valuta. 110 Vedasi, a contrario, quanto detto per gli elementi “monetari”.

108

Le differenze di cambio derivanti da un elemento monetario che fa parte di un investimento netto in una gestione estera di un’impresa che redige il Bilancio sono rilevate nel Conto economico del Bilancio individuale dell’impresa che redige il Bilancio o del Bilancio individuale della gestione estera. Quando un utile o una perdita di un elemento non monetario viene rilevato direttamente nel patrimonio netto, ogni componente di cambio di tale utile o perdita è rilevato direttamente nel patrimonio netto. Viceversa, quando un utile o una perdita di un elemento non monetario è rilevato nel Conto economico, ciascuna componente di cambio di tale utile o perdita è rilevata nel Conto economico.

Altre informazioni Impairment degli strumenti finanziari Ai sensi dell’IFRS 9, sono assoggettate alle relative previsioni in materia di impairment: . le “Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato”; . le “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva” diverse dai titoli di capitale; . gli impegni all’erogazione di finanziamenti e le garanzie rilasciate che non sono valutati al fair value con impatto a Conto economico.

Impostazione generale La quantificazione delle c.d. “Expected Credit Losses” (ECL), leggasi le perdite attese da rilevare a Conto economico quali rettifiche di valore, è determinata in funzione della presenza o meno di un incremento significativo del rischio di credito dello strumento finanziario rispetto a quello determinato alla data di rilevazione iniziale del medesimo. A tal fine, gli strumenti sottoposti alle regole di impairment sono associati convenzionalmente a differenti stage, caratterizzati da diverse logiche di quantificazione delle rettifiche di valore111. In particolare: . in assenza di un incremento significativo del rischio di credito rispetto alla rilevazione iniziale, lo strumento finanziario è mantenuto a stage 1 e relativamente al medesimo viene rilevata in Bilancio una rettifica di valore pari alla perdita attesa a 12 mesi (ovvero la perdita attesa che risulti da eventi di default sull’attività finanziaria che siano ritenuti possibili entro 12 mesi dalla data del periodo di riferimento); . in caso di presenza di un incremento significativo del rischio di credito rispetto alla rilevazione iniziale, lo strumento viene associato allo stage 2, o allo stage 3 se lo strumento finanziario è deteriorato112, e viene rilevata in Bilancio una rettifica di valore pari alla perdita attesa lifetime (ovvero la perdita attesa che risulti da eventi di default sull’attività finanziaria che siano ritenuti possibili lungo l’intera vita dell’attività finanziaria). Eccezione a quanto sopra è rappresentata dalle “Attività finanziarie impaired acquisite o originate” - c.d. POCI – e delle attività che sono valutate secondo le previsioni del c.d. “Metodo semplificato” per la cui trattazione si rimanda agli specifici punti del presente paragrafo.

Un miglioramento del rischio creditizio tale da far venir meno le condizioni che avevano condotto all’incremento significativo del medesimo oppure la perdita dello status di deteriorato comportano la riattribuzione dello strumento finanziario allo stage precedente. In tal caso l’entità ridetermina la rettifica di valore precedentemente rilevata rilevando nel Conto economico una ripresa di valore.

111 Gli stage risultano tra loro differenziati oltre che dalle modalità di quantificazione delle rettifiche su crediti anche da quelle di quantificazione degli interessi per le quali si rimanda a quanto scritto nell’apposito punto del presente paragrafo. 112 A tal riguardo si sottolinea che la Banca è allineata alla definizione di cui alla Circolare n. 262/2005 della Banca d’Italia in vigore, ovvero le esposizioni deteriorate corrispondono alla somma di: esposizioni scadute deteriorate, inadempienze probabili e sofferenze come definite dalle vigenti disposizioni in materia di Vigilanza.

109

Le perdite attese sono una stima delle perdite (ossia il valore attuale di tutti i possibili futuri mancati incassi) ponderata in base alle probabilità di default lungo la vita attesa dello strumento finanziario. L’approccio generale alla stima delle perdite attese è determinato dall’applicazione dei parametri di rischio regolamentari, aggiustati in modo da renderli conformi con i requisiti del principio contabile IFRS 9.

Le perdite attese nei 12 mesi successivi sono una frazione delle perdite attese lungo tutta la vita del credito, e rappresentano le perdite che si determineranno se un inadempimento si verificasse nei 12 mesi successivi alla data di riferimento del Bilancio, ponderati in base alle probabilità che si verifichi l’inadempimento.

La valutazione delle posizioni non perfoming avviene, di norma, secondo modalità analitiche. I criteri per la stima delle svalutazioni da apportare ai crediti deteriorati si basano sull’attualizzazione dei flussi finanziari attesi tenendo conto delle eventuali garanzie che assistono le posizioni e di eventuali anticipi ricevuti. Ai fini della determinazione del valore attuale dei flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati dall’individuazione degli incassi stimati, delle relative scadenze e del tasso di attualizzazione da applicare. L’entità della rettifica risulta pari alla differenza tra il valore contabile dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari attesi, scontati al tasso di interesse effettivo originario, opportunamente aggiornato in caso di strumento a tasso di interesse variabile, oppure, nel caso delle posizioni classificate a sofferenza, al tasso di interesse effettivo in essere alla data di passaggio a sofferenza.

Metodo semplificato La quantificazione delle perdite attese secondo le previsioni del metodo semplificato avviene sempre sulla base della ECL lifetime e non richiede pertanto la verifica della presenza del significativo incremento del rischio di credito rispetto a quello esistente alla data di rilevazione iniziale dell’attività. Il Gruppo UBI adotta tale metodo per i crediti commerciali e le attività derivanti da contratto in assenza di componenti finanziarie significative, ovvero per le sole casistiche per le quali l’adozione dell’approccio semplificato è obbligatoria ai sensi dell’IFRS 9. A tal riguardo infatti il Gruppo non ha optato per l’utilizzo di tale metodo per quelle casistiche in cui l’applicazione è facoltativa.

Calcolo degli interessi attivi su attività finanziarie soggette ad impairment Il calcolo degli interessi attivi avviene, come già anticipato nei precedenti paragrafi, mediante applicazione del “criterio del tasso di interesse effettivo”. La quantificazione degli interessi attivi differisce in funzione dello stage cui lo strumento finanziario è associato ai fini della determinazione delle rettifiche di valore. In particolare:  per le attività associate agli stage 1 e 2, ovvero le posizioni in bonis, il tasso di interesse effettivo viene applicato al valore contabile lordo dell’attività finanziaria, rappresentato dal costo ammortizzato dello strumento finanziario senza le rettifiche di valore complessivamente rilevate;  per le attività associate allo stage 3, ovvero le posizioni deteriorate, il tasso di interesse effettivo viene applicato al costo ammortizzato dello strumento finanziario, rappresentato dal valore contabile lordo diminuito per la rettifica di valore cumulata.

Modifiche contrattuali delle attività finanziarie Le modifiche contrattuali apportate alle attività finanziarie sono suddivisibili nelle due seguenti tipologie: 1. modifiche contrattuali che, in funzione della loro “significatività”, portano alla cancellazione contabile dell’attività finanziaria e pertanto sono contabilizzate secondo il c.d. “derecognition accounting”. 2. modifiche contrattuali che non portano alla cancellazione contabile dell’attività finanziaria e sono pertanto contabilizzate secondo il c.d. “modification accounting”.

110

“Derecognition Accounting” Qualora le modifiche contrattuali comportino la cancellazione dell’attività finanziaria, lo strumento finanziario modificato è iscritto come una nuova attività finanziaria. La nuova attività modificata è sottoposta al c.d. SPPI test al fine di definirne la classificazione ed è iscritta al fair value. La differenza tra il valore di Bilancio dell’attività cancellata e quello di iscrizione è rilevata nella voce “130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito”.

“Modification Accounting” In caso di “modification accounting” il valore contabile lordo dello strumento finanziario è ricalcolato scontando i nuovi flussi di cassa previsti dal contratto modificato al tasso di interesse effettivo originario dell'attività finanziaria. Tutte le differenze fra l’ammontare così ricalcolato ed il valore contabile lordo vengono rilevate a Conto economico nella voce “140. Utile/perdita da modifiche contrattuali senza cancellazioni”.

La Banca attribuisce la qualifica di “significatività” in funzione della natura della modifica richiesta dalla controparte. A tal riguardo sono identificate le due seguenti casistiche: 1. modifiche effettuate per difficoltà finanziarie della controparte (ovvero misure di forbearance); 2. modifiche effettuate per motivi di natura “commerciale”113.

Modifiche effettuate per difficoltà finanziarie della controparte Nel caso di modifiche verso controparti che presentano difficoltà finanziarie (sia performing che non performing) l’accezione data al termine “sostanziale” è essenzialmente qualitativa, poiché con tali modifiche il Gruppo intende massimizzare il recupero dell’esposizione originaria. Si considera pertanto irrilevante l’impatto quantitativo che le modifiche contrattuali possono determinare sul valore dello strumento finanziario le cui previsioni contrattuali sono oggetto di modifica. In funzione di ciò, si ritengono “sostanziali” le modifiche contrattuali dello strumento finanziario tali per cui il possessore dello stesso è esposto a nuove tipologie di rischi o a modifiche del medesimo che ne alterano in maniera sostanziale la natura quali, ad esempio, l’introduzione di clausole di conversione dello strumento di debito in strumento di capitale.

Modifiche effettuate per motivi di natura “commerciale” Nel caso di modifiche contrattuali effettuate per motivi esclusivamente commerciali, quali la revisione del tasso di interesse, la sostanzialità della modifica viene valutata, oltre che sulla base delle logiche qualitative di cui al precedente punto, anche sulla base della variazione percentuale dei flussi di cassa dello strumento finanziario ante e post modifica. A tal riguardo il Gruppo determina la significatività di tale variazione in funzione di un apposito parametro quantitativo la cui individuazione avviene sulla base dei tassi correnti di mercato, alla luce della considerazione che la sostanzialità di una rinegoziazione commerciale sia strettamente legata al livello dei tassi di mercato (ossia del parametro di tasso risk free di mercato), che influenza in modo determinante la redditività della banca in termini di margine di interesse. In particolare, il Gruppo UBI Banca definisce una pluralità di livelli di soglie di significatività in funzione del livello corrente dei tassi di interesse di mercato.

Write-Off Il valore contabile lordo di un’attività finanziaria è ridotto, ai sensi delle previsioni dell’IFRS 9, quando non vi sia alcuna aspettativa ragionevole di recupero. Il write-off, che costituisce un evento di eliminazione contabile (leggasi derecognition), può riguardare l’attività finanziaria nella sua totalità o parte di essa e può essere contabilizzato prima che le azioni legali attivate al fine di procedere al recupero dell’esposizione siano concluse. Il write-off non implica necessariamente la rinuncia da parte della banca al diritto giuridico di recuperare il credito; tale rinuncia, nota come “cancellazione del debito” (c.d. “debt forgiveness”), comporta in ogni caso cancellazione/stralcio della posizione deteriorata.

113 Si intendono, con tale accezione, tutte le modifiche contrattuali effettuate per motivi diversi da quelli dettati da difficoltà finanziaria della controparte.

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Gli eventuali recuperi da incasso, successivi al write-off, sono oggetto di rilevazione tra le riprese di valore.

Benefici ai dipendenti Definizione Si definiscono benefici ai dipendenti tutti i tipi di remunerazione erogati dall’azienda in cambio dell’attività lavorativa svolta dai dipendenti. I benefici ai dipendenti si suddividono tra:

 benefici a breve termine (diversi dai benefici dovuti ai dipendenti per la cessazione del rapporto di lavoro) che si prevede siano liquidati interamente entro dodici mesi dal termine dell’esercizio nel quale i dipendenti hanno prestato la relativa attività lavorativa;  benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro dovuti dopo la conclusione del rapporto di lavoro;  benefici dovuti ai dipendenti per la cessazione del rapporto di lavoro;  altri benefici a lungo termine, diversi dai precedenti, che non si prevede siano estinti interamente entro i dodici mesi dal temine dell’esercizio in cui i dipendenti hanno svolto la relativa attività lavorativa.

Trattamento di Fine Rapporto Criteri di iscrizione A seguito della riforma della previdenza complementare, di cui al D.Lgs. 252/2005, le quote di Trattamento di Fine Rapporto del personale maturande a partire dal 1° gennaio 2007 configurano un “piano a contribuzione definita”. L’onere relativo alle quote è determinato sulla base dei contributi dovuti senza applicazione di alcuna metodologia di natura attuariale. Diversamente, il Trattamento di Fine Rapporto del personale maturato sino al 31 dicembre 2006 continua a configurare un “beneficio successivo al rapporto di lavoro” della serie “piano a benefici definiti” e, come tale, richiede la determinazione del valore dell’obbligazione sulla base di ipotesi attuariali e l’assoggettamento ad attualizzazione in quanto il debito può essere estinto significativamente dopo che i dipendenti hanno prestato l’attività lavorativa relativa. L’importo contabilizzato come passività è pari a: (a) il valore attuale dell’obbligazione a benefici definiti alla data di riferimento del Bilancio; (b) più eventuali utili attuariali (meno eventuali perdite attuariali) contabilizzati in apposita riserva di patrimonio netto; (c) meno il fair value alla data di riferimento del Bilancio delle eventuali attività poste a servizio del piano.

Criteri di valutazione Gli “Utili/perdite attuariali”, rilevati in apposita riserva da valutazione del patrimonio netto, comprendono gli effetti di aggiustamenti derivanti dalla riformulazione di precedenti ipotesi attuariali per effetto di esperienze effettive o a causa di modificazioni delle stesse ipotesi.

Ai fini dell’attualizzazione viene utilizzato il metodo della “Proiezione unitaria del credito” che considera ogni singolo periodo di servizio come dante luogo ad una unità addizionale di TFR misurando così ogni unità, separatamente, per costruire l’obbligazione finale. Tale unità addizionale si ottiene dividendo la prestazione totale attesa per il numero di anni trascorsi dal momento dell’assunzione alla data attesa della liquidazione. L’applicazione di tale metodo prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche statistiche e della curva demografica e l’attualizzazione finanziaria di tali flussi sulla base di un tasso di interesse di mercato. Il tasso utilizzato ai fini dell’attualizzazione è determinato, con riferimento ai tassi di mercato rilevati alla data di Bilancio di “high quality corporate bonds” ovvero ai rendimenti di titoli caratterizzati da un profilo di rischio di credito contenuto.

Stock Option/Stock granting Si definiscono piani di stock option/stock granting i piani di remunerazione del personale ove la prestazione di un’attività da parte di un dipendente (o di un terzo) viene remunerata tramite strumenti rappresentativi di capitale (incluse opzioni su azioni).

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Il costo di tali operazioni è valutato al fair value degli strumenti rappresentativi di capitale assegnati ed è imputato nelle rispettive voci di Conto economico, “160. a) Spese Amministrative: spese per il personale” e “50 Commissioni passive,” in quote costanti lungo il periodo di cui alle condizioni di maturazione del piano. Il fair value determinato è riferito agli strumenti rappresentativi di capitale assegnati alla data di assegnazione e tiene conto dei prezzi di mercato, se disponibili, dei termini e delle condizioni in base ai quali tali strumenti sono stati assegnati.

Ricavi Definizione I ricavi sono flussi lordi di benefici economici derivanti dallo svolgimento dell’attività ordinaria dell’impresa, quando tali flussi determinano incrementi del patrimonio netto diversi dagli incrementi derivanti dall’apporto degli azionisti.

Criteri di iscrizione I ricavi derivanti da obbligazioni contrattuali con la clientela sono rilevati in Bilancio solo se sono soddisfatti tutti i criteri seguenti: a. le parti del contratto hanno approvato il contratto e si sono impegnate ad adempiere le rispettive obbligazioni; b. l'entità può individuare i diritti di ciascuna delle parti per quanto riguarda i beni o servizi da trasferire; c. l'entità può individuare le condizioni di pagamento dei beni o servizi da trasferire; d. il contratto ha sostanza commerciale (ossia il rischio, la tempistica o l'importo dei flussi finanziari futuri dell'entità sono destinati a cambiare a seguito del contratto); e e. è probabile che l'entità riceverà il corrispettivo a cui avrà diritto in cambio dei beni o servizi che saranno trasferiti al cliente. Nel valutare la probabilità di ricevere l'importo del corrispettivo, l'entità deve tener conto solo della capacità e dell'intenzione del cliente di pagare l'importo del corrispettivo quando sarà dovuto.

Rilevazione dei corrispettivi variabili I ricavi configurati da corrispettivi variabili vengono rilevati a Conto economico se attendibilmente stimabili e unicamente se è altamente probabile che tale corrispettivo non debba essere, in periodi successivi, in tutto o in una sua parte significativa, stornato dal Conto economico. In caso di forte prevalenza di fattori di incertezza legati alla natura del corrispettivo o al fatto che la probabilità di incasso è soggetta a fattori, difficilmente prevedibili, estranei al controllo della Banca, il medesimo viene rilevato solo nel momento in cui tale incertezza viene risolta, momento che di norma, per i corrispettivi in parola, è identificato in prossimità o in concomitanza della chiusura dell’esercizio.

Modalità e tempistica di rilevazione dei corrispettivi Il corrispettivo del contratto, il cui incasso deve essere probabile, viene allocato alle singole obbligazioni derivanti dal medesimo. Taluni contratti con la clientela prevedono, a fronte di un canone annuo complessivo, l’erogazione al cliente di un pacchetto di servizi, tali servizi costituiscono, ai fini della rilevazione in Bilancio del corrispettivo, differenti “performance obligation”, tra le quali la Banca ripartisce il prezzo dell’operazione sulla base del relativo prezzo di vendita a sé stante.

La rilevazione temporale dei ricavi avviene, in funzione delle tempistiche di adempimento delle obbligazioni in un’unica soluzione o, alternativamente, lungo la durata del periodo previsto per l’adempimento delle diverse obbligazioni.

Ricavi da attività finanziarie Gli interessi sono rilevati con un criterio temporale che consideri il rendimento effettivo del bene. Le componenti negative di reddito maturate su attività finanziarie sono rilevate alla voce “Interessi passivi e oneri assimilati”; le componenti economiche positive maturate su passività finanziarie sono rilevate alla voce “Interessi attivi e proventi assimilati”.

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Gli interessi di mora sono contabilizzati, nella voce “10. Interessi attivi e proventi assimilati”, al momento del loro effettivo incasso.

I dividendi sono iscritti contabilmente in corrispondenza del diritto degli azionisti a ricevere il pagamento.

I costi o ricavi derivanti dalla compravendita di strumenti finanziari, determinati dalla differenza tra corrispettivo pagato o incassato della transazione ed il fair value dello strumento sono iscritti a Conto economico in sede di iscrizione dello strumento finanziario solamente quanto il fair value è determinato: . facendo riferimento a transazioni di mercato correnti e osservabili del medesimo strumento; . attraverso tecniche di valutazione che utilizzano, quali variabili, solamente dati derivanti da mercati osservabili.

Costi I costi sono iscritti contabilmente nel momento in cui sono sostenuti nel rispetto del criterio della correlazione tra costi e ricavi che derivano direttamente e congiuntamente dalle medesime operazioni o eventi. I costi che non possono essere associati ai ricavi sono rilevati immediatamente nel Conto economico. I costi direttamente riconducibili agli strumenti finanziari valutati a costo ammortizzato e determinabili sin dall’origine, indipendentemente dal momento in cui vengono liquidati, affluiscono a Conto economico mediante applicazione del tasso di interesse effettivo. Le perdite di valore sono iscritte a Conto economico nell’esercizio in cui sono rilevate.

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A.3 - Informativa sui trasferimenti tra portafogli di attività finanziarie

A.3.1 Attività finanziarie riclassificate: cambiamento di modello di business, valore di bilancio e interessi attivi

La Banca non ha modificato il proprio “business model” relativo alla gestione degli strumenti finanziari definito in sede di FTA dell’IFRS 9 il 1° gennaio 2018; conseguentemente non sono state riclassificate attività finanziarie nel corso dell’esercizio.

A.3.2 Attività finanziarie riclassificate: cambiamento di modello di business, fair value ed effetti sulla redditività complessiva

La Banca non ha modificato il proprio “business model” relativo alla gestione degli strumenti finanziari definito in sede di FTA dell’IFRS 9 il 1° gennaio 2018; conseguentemente non sono state riclassificate attività finanziarie nel corso dell’esercizio.

A.3.3 Attività finanziarie riclassificate: cambiamento di modello di business e tasso di interesse effettivo

La Banca non ha modificato il proprio “business model” relativo alla gestione degli strumenti finanziari definito in sede di FTA dell’IFRS 9 il 1° gennaio 2018; conseguentemente non sono state riclassificate attività finanziarie nel corso dell’esercizio.

A.4 - Informativa sul fair value Informativa di natura qualitativa

L’IFRS 13 - “Fair Value Measurement” definisce il fair value come il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione. Tale valore si configura quindi come un c.d. “exit price” che riflette le caratteristiche proprie dell’attività o della passività oggetto di valutazione che sarebbero considerate da un operatore terzo di mercato (c.d. market participant view). La valutazione al fair value si riferisce ad una transazione ordinaria eseguita o eseguibile tra i partecipanti al mercato, dove, per mercato si intende: • il mercato principale, cioè il mercato con il maggior volume e livello di transazioni per l’attività o la passività in questione al quale la Banca ha accesso; • o, in assenza di un mercato principale, il mercato più vantaggioso, cioè quello nel quale è possibile ottenere il prezzo più alto per la vendita di un’attività o il prezzo di acquisto più basso per una passività, tenendo in considerazione anche i costi di transazione e i costi di trasporto.

Con l’intento di massimizzare la coerenza e la comparabilità delle misurazioni dei fair value e della relativa informativa, l’IFRS 13 statuisce una gerarchia del fair value che suddivide in tre livelli i parametri utilizzati per misurare il fair value. Tale classificazione ha l’obiettivo di stabilire una gerarchia in termini di oggettività del fair value in funzione del grado di discrezionalità adottato, dando la precedenza all’utilizzo di parametri osservabili sul mercato che riflettono le assunzioni che i partecipanti al mercato utilizzerebbero nella valutazione delle attività e passività.

La gerarchia del fair value è definita in base ai dati di input (con riferimento alla loro origine, tipologia e qualità) utilizzati nei modelli di determinazione del fair value e non in base ai modelli valutativi stessi; in tale ottica viene data massima priorità agli input di livello 1.

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Fair value determinato sulla base di input di livello1 Il fair value è determinato in base ad input osservabili, ossia prezzi quotati in mercati attivi per lo strumento finanziario, ai quali l’entità può accedere alla data di valutazione dello strumento. L’esistenza di quotazioni in un mercato attivo costituisce la migliore evidenza del fair value e pertanto tali quotazioni rappresentano gli input da utilizzare in via prioritaria nel processo valutativo.

Ai sensi dell’IFRS 13 il mercato è definito attivo quando la frequenza ed il volume delle transazioni per un’attività/passività è tale da garantire, su base continuativa, le informazioni necessarie per la sua valutazione.

In particolare sono considerati quotati in un mercato attivo i titoli azionari e obbligazionari quotati su mercati regolamentati (es. MOT/MTS) e quelli non quotati su mercati regolamentati per i quali sono disponibili con continuità, dalle principali piattaforme di contribuzione, prezzi che rappresentano effettive e regolari operazioni di mercato. Il fair value dei titoli quotati su mercati regolamentati è rappresentato, di norma, dal prezzo di riferimento rilevato all’ultimo giorno lavorativo del periodo di reporting sui rispettivi mercati di quotazione; per quelli non quotati su mercati regolamentati il fair value è rappresentato dal prezzo dell’ultimo giorno di transazione ritenuto rappresentativo sulla base delle policy interne.

Con riferimento agli altri strumenti finanziari con input di livello 1, quali ad esempio, derivati, exchange trade fund, fondi immobiliari quotati, il fair value è rappresentato dal prezzo di chiusura rilevato il giorno cui si riferisce la valutazione oppure, nel caso di quote di OICR, Fondi Comuni, SICAV e Hedge Funds, dal NAV (Net Asset Value) ufficiale se ritenuto rappresentativo secondo policy interne.

Nel caso di passività finanziarie emesse, dove l’emittente è l’unico liquidity provider della passività, il mercato non è, di norma, considerato attivo.

Fair value determinato sulla base di input di livello 2 Qualora non si riscontrino prezzi rilevabili su mercati attivi, il fair value è determinato mediante l’utilizzo di prezzi rilevati su mercati non attivi oppure tramite modelli valutativi che adottano input di mercato.

La valutazione viene effettuata attraverso l’utilizzo di parametri che siano osservabili, direttamente o indirettamente, quali ad esempio: • prezzi quotati su mercati attivi per attività o passività similari; • parametri osservabili quali tassi di interesse o curve di rendimento, volatilità implicite, rischio di pagamento anticipato, tassi di default e fattori di illiquidità.

In funzione di quanto sopra, la valutazione risultante dalla tecnica adottata prevede un’incidenza marginale di input non osservabili in quanto i più rilevanti parametri utilizzati per la sua determinazione risultano attinti dal mercato e i risultati delle metodologie di calcolo utilizzate replicano quotazioni presenti su mercati attivi.

Sono inclusi nel livello 2: • derivati OTC; • titoli di capitale; • titoli obbligazionari; • quote di fondi.

Le attività e passività valutate al costo o al costo ammortizzato per cui il fair value viene fornito in nota integrativa solo ai fini di informativa, sono classificate nel livello 2 solo se gli input non osservabili non influenzano in maniera significativa gli esiti valutativi. Diversamente sono classificate nel livello 3.

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Fair value determinato sulla base di input di livello 3 La valutazione viene determinata attraverso l’impiego di input significativi non desumibili dal mercato che pertanto comportano l’adozione di stime ed assunzioni interne.

Sono compresi nel livello 3 della gerarchia del fair value: • derivati OTC • titoli di capitale valutati: a. con utilizzo di significativi input non osservabili; b. attraverso metodi basati sull’analisi dei fondamentali della società partecipata; c. al costo. • gli Hedge Funds, per i quali si è tenuto in considerazione oltre ai NAV ufficiali il rischio di liquidità e/o di controparte; • opzioni con sottostante partecipazioni finanziarie; • titoli obbligazionari rivenienti da conversione crediti.

Si precisa infine che il fair value è classificato nel livello 3 laddove risultante dall’utilizzo di parametri di mercato significativamente rettificati per riflettere aspetti valutativi propri dello strumento oggetto di valutazione.

A.4.1 Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati Nel presente paragrafo vengono fornite informazioni relative alle tecniche di valutazione e agli input utilizzati ai fini della determinazione del fair value per quanto riguarda le attività e passività oggetto di valutazione al fair value in bilancio e quelle per le quali il fair value viene fornito solo ai fini di informativa.

Attività e Passività oggetto di valutazione al fair value Derivati OTC La metodologia adottata per il calcolo del fair value dei derivati OTC prevede sia l’utilizzo di modelli a formula chiusa che l’utilizzo di modelli simulativi. In particolare, i principali modelli di pricing utilizzati per i derivati OTC sono: Black Yield, Black Fwd, Black Swap Yield, Cox Fwd, Trinomial, Lnormal, Normal, CMS Convexity Analytical e Hybrid Model. Gli strumenti derivati non gestiti negli applicativi target, riferibili a strumenti posti a copertura di alcune tipologie di opzioni implicite nei prestiti obbligazionari strutturati emessi, vengono valutati con modelli interni (modelli stocastici con simulazioni MonteCarlo). I modelli di pricing implementati per i derivati sono utilizzati con continuità temporale e sono soggetti a verifiche periodiche volte a valutarne la consistenza nel tempo.

I dati di mercato utilizzati per il calcolo del fair value dei derivati sono classificati, secondo la loro disponibilità, in: • prezzi di strumenti quotati: tutti i prodotti quotati dalle principali borse internazionali o sulle principali piattaforme di data providing; • parametri di mercato disponibili su piattaforme di info providing: tutti gli strumenti che, pur non quotati su un mercato ufficiale, sono prontamente disponibili presso circuiti di info providing, attraverso la contribuzione, garantita nel continuo, da parte di diversi broker/market maker.

Sono compresi tra gli input utilizzati per il calcolo del fair value dei derivati OTC le curve di tasso e le volatilità dei Cap&Floor delle principali divise (Euro, dollaro US, GBP, YEN, CHF), i principali tassi di cambio con le relative volatilità e gli FX swap point. Come successivamente meglio dettagliato, il fair value di alcune tipologie di derivati OTC tiene conto della rischiosità della controparte; il calcolo di questa componente avviene tramite l’utilizzo delle probabilità di default e della percentuale di recupero dei crediti della controparte.

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Con riferimento al rischio di credito, si segnala che la prassi di mercato si è orientata verso l’adozione di due misure in grado di cogliere e imputare a fair value gli impatti generati da eventuali variazioni nel merito creditizio delle controparti: il Credit Value Adjustment (non-performance risk della controparte) e il Debt Value Adjustment (non-performance risk proprio). La metodologia attualmente adottata dal Gruppo UBI per la determinazione del CVA e DVA è basata su simulazioni Monte Carlo per stimare il valore futuro dei derivati Over The Counter (OTC). Questa metodologia prevede i seguenti step implementativi:  si determinano i parametri per il calcolo mediante approccio Monte Carlo;  ad ogni controparte corporate è associata, in base alla combinazione di settore/rating, la relativa curva di PD e la LGD di riferimento;  per le controparti per le quali non esistono curve di PD interne, sono utilizzati i CDS di mercato;  per ciascun derivato rientrante nel perimetro di calcolo, si calcola l’esposizione futura. In assenza di collateral, l’esposizione futura al tempo t è definita come il valore atteso del MtM al tempo t.

CVA e DVA vengono calcolati per i derivati OTC stipulati con controparti di esterne al gruppo per cui non siano presenti accordi di CSA con marginazione giornaliera o settimanale completa. Viceversa, per i derivati OTC assistiti da CSA con marginazione completa giornaliera o settimanale il rischio di credito della controparte e proprio è ritenuto non significativo rendendo quindi ragionevolmente nulli anche il CVA e DVA che di conseguenza non vengono calcolati per tale tipologia di strumenti. Analoghe considerazioni sono applicabili anche per i derivati infragruppo per le considerazioni riportate precedentemente.

Stante il preponderante utilizzo di input osservabili, il fair value dei derivati OTC viene classificato nel livello 2 della gerarchia fatta eccezione per quei derivati dove il CVA (stimato internamente) risulti rilevante ai fini della determinazione del fair value; per tali strumenti il fair value è classificato nel livello 3 della gerarchia.

La policy del Gruppo UBI Banca prevede, per le opzioni su partecipazione, la valorizzazione del fair value tenendo conto della probabilità di esercizio stante la natura peculiare delle opzioni in parola. Il fair value così determinato risulta classificato nel livello 3 della gerarchia.

Titoli di capitale Per quanto concerne i metodi di valutazione da utilizzare per la determinazione del fair value dei titoli di capitale non quotati su un mercato attivo, il Gruppo UBI ha individuato il seguente ordine gerarchico di tecniche di valutazione: 1) Metodo delle transazioni dirette; 2) Metodo delle transazioni comparabili; 3) Metodo dei multipli di borsa; 4) Metodi patrimoniali.

Per la valutazione dei titoli di capitale si procede valutando l’applicabilità dei metodi nell’ordine sopra esposto. In ultima istanza, nell’impossibilità di utilizzare le predette tecniche, tali titoli sono valutati al costo114. Si forniscono di seguito le caratteristiche delle tecniche valutative utilizzate al 31 dicembre 2019.

Metodo delle transazioni dirette L’applicazione del metodo delle transazioni dirette comporta l’applicazione della valorizzazione implicita derivante dalla più recente transazione significativa registrata su quote del capitale sociale della partecipata. Utilizzando input osservabili, il fair value così ottenuto viene classificato nel livello 2 della gerarchia.

114 L’utilizzo della valutazione al costo comporta la classificazione nel livello 3 della gerarchia

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Qualora la transazione verificatasi sul mercato abbia avuto ad oggetto una quota che comporti il controllo ovvero che comporti influenza significativa sulla partecipata da parte dell’acquirente, è possibile che il prezzo pagato incorpori un premio per il controllo; tale aspetto viene considerato attraverso l’eventuale rettifica del valore della partecipazione; pertanto il valore pro quota del capitale economico aziendale viene abbattuto in misura variabile tra il 25% e il 35%. Tale rettifica, derivando dall’utilizzo di input non osservabili e significativi, comporta la classificazione del fair value nel livello 3 della gerarchia.

Metodo delle transazioni comparabili L’applicazione del metodo delle transazioni comparabili comporta l’analisi delle operazioni di acquisto di quote di aziende con caratteristiche economico-patrimoniali omogenee a quelle della partecipata e successivamente la determinazione del multiplo implicito espresso dal prezzo della transazione. Utilizzando input osservabili, il fair value così ottenuto viene classificato nel livello 2 della gerarchia. Qualora la transazione verificatasi sul mercato abbia avuto ad oggetto una quota che comporti il controllo ovvero che comporti influenza significativa sulla partecipata da parte dell’acquirente, è possibile che il prezzo pagato incorpori un premio per il controllo; tale aspetto viene considerato attraverso l’eventuale rettifica del valore della partecipazione; pertanto il valore pro quota del capitale economico aziendale viene abbattuto in misura variabile tra il 25% e il 35% per riflettere la mancanza di poteri all’interno della partecipata. Tale rettifica, derivando dall’utilizzo di input non osservabili e significativi, comporta la classificazione del fair value nel livello 3 della gerarchia.

Metodo dei multipli di Borsa Tale metodo consente di valutare una società in base ai dati derivanti dalle quotazioni di società comparabili (in termini di fatturato, patrimonio netto, leverage), rilevate, sul mercato azionario di riferimento, in periodo compreso tra gli ultimi 30 giorni e l’ultimo anno a partire dalla data di riferimento della valutazione, attraverso l’elaborazione dei moltiplicatori più significativi (multipli di Borsa) risultanti dal rapporto esistente tra il valore che il mercato azionario attribuisce a queste società ed i loro indicatori economico-patrimoniali ritenuti maggiormente significativi. Utilizzando input osservabili, il fair value così ottenuto viene classificato nel livello 2 della gerarchia.

Nel caso, non infrequente, in cui si presenti la necessità di rettificare le valutazioni ottenute applicando il metodo dei multipli di Borsa per considerare possibili differenze nella comparabilità delle società utilizzate e nelle liquidità dei titoli oggetto di valutazione, il valore pro quota del capitale economico aziendale viene abbattuto in misura variabile tra il 10% e il 40% per riflettere la limitata liquidabilità dell’investimento e/o le significative differenze dimensionali tra la partecipata e le società inserite nel campione. Tale rettifica, derivando dall’utilizzo di input non osservabili e significativi, comporta la classificazione del fair value nel livello 3 della gerarchia.

Metodi patrimoniali I metodi patrimoniali forniscono una determinazione del fair value della partecipata a partire dal dato patrimoniale di bilancio, rettificato alla luce delle plusvalenze e minusvalenze implicite nell’attivo e nel passivo della partecipata e dell’eventuale valorizzazione delle componenti immateriali. Il fair value determinato dall’utilizzo di tali metodi, basandosi su input non osservabili, è classificato nel livello 3 della gerarchia.

Titoli obbligazionari La procedura di stima del fair value adottata dal Gruppo UBI Banca per i titoli obbligazionari prevede l’utilizzo di un modello valutativo specifico, il discounted cash flow model. Il processo di valutazione in oggetto è sintetizzabile nei seguenti step operativi: • stima dei flussi di cassa pagati dal titolo, sia per quanto riguarda la parte interessi che il rimborso del capitale; • stima di uno spread rappresentativo del merito creditizio dell'emittente del titolo; • stima di uno spread rappresentativo dell'illiquidità del titolo al fine di tener conto della scarsa liquidità che caratterizza il pricing di un titolo non contribuito.

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Stante il preponderante utilizzo di input osservabili, il fair value così determinato viene classificato nel livello 2 della gerarchia fatta eccezione per quei titoli dove la componente dello spread rappresentativo dell’illiquidità risulti essere rilevante ai fini della determinazione del fair value e per alcuni titoli obbligazionari rivenienti da conversione crediti che sono classificati nel livello 3 della gerarchia.

Sono compresi tra gli input utilizzati per il calcolo del fair value dei titoli obbligazionari le curve di tasso delle principali divise (Euro, dollaro US, GBP, YEN, CHF), gli spread di credito degli emittenti di cui si sta valutando il titolo (desunti da titoli quotati su mercati considerati attivi) e uno spread rappresentativo dell’illiquidità del titolo valutato, calcolato in ragione dello spread di credito dell’emittente.

Crediti Sono oggetto di valutazione al fair value crediti verso la clientela o crediti verso banche che sono stati rilevati nella voce 20.c “Attività finanziarie valutate al fair value: altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value” a seguito del non superamento del c.d. “SPPI Test”. La determinazione del fair value per i crediti verso la clientela avviene di norma mediante l’utilizzo di tecniche valutative. In particolare, la metodologia adottata dal Gruppo UBI per la stima del fair value dei crediti performing prevede l'attualizzazione dei cash flow, intesi come somma di capitale e interessi derivanti dalle diverse scadenze del piano di ammortamento, ridotti per la componente di perdita attesa e scontati a un tasso che incorpora la componente risk free e uno spread rappresentativo del costo del capitale e del funding.

Sono in particolare utilizzati i seguenti input: • discount rate base, riconducibile alla curva dei tassi Euribor; • rischio di default e della potenziale perdita, attesa e inattesa, riscontrabile sullo specifico credito durante l’intera vita del finanziamento. Tali dimensioni vengono rappresentate dai parametri interni di misurazione del rischio di credito quali il Rating, la PD e la LGD differenziati per segmento di clientela. La PD associata a ciascun rating è su base pluriennale e, così come per la LGD, considera i correttivi Point in Time e Forward Looking. Infine, per la componente di perdita inattesa si tiene conto del costo del capitale del Gruppo; • il funding spread è determinato attraverso l’utilizzo della curva Blended. Tale curva rappresenta, per ciascuna scadenza, il costo della raccolta marginale calcolato come media ponderata tra le curve di mercato relative al costo della raccolta della Banca presso la clientela (Curva Retail) e sui mercati istituzionali (Curva Wholesale Commerciale). I pesi utilizzati per ciascuna curva di Funding sono determinati almeno annualmente in occasione dell’aggiornamento del Regolamento Tassi di Trasferimento, sulla base dei nuovi flussi previsti dal Funding Plan.

Ai fini dell’individuazione del corretto livello gerarchico del fair value ottenuto tramite la predetta tecnica di valutazione, deve essere opportunamente valutato il livello di significatività degli input non osservabili utilizzati. A tal proposito, il fair value risultante dall’applicazione della metodologia sopra descritta viene confrontato con un’elaborazione “benchmark” che adotta una curva di sconto composta da dati osservabili di mercato. Se dal confronto il fair value si discosta in maniera significativa dalla succitata elaborazione “benchmark” il fair value viene classificato nel livello 3; diversamente si provvede a classificare il fair value nel livello 2. Tale stima è sviluppata tenendo conto degli elementi contrattuali che caratterizzano il credito e può comportare, ad esempio, la valutazione dei flussi di cassa rivenienti della vendita degli immobili posti a garanzia oppure la valutazione di eventuali strumenti di capitale acquisibili a seguito dell’introduzione di una clausola di conversione di equity della posizione.

Il fair value dei crediti verso banche, viene di norma determinato sulla base del Net Present Value dei flussi finanziari di tali strumenti.

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Quote di fondi di Private Equity Il fair value delle quote di Fondi di Private Equity è determinato partendo dall'ultimo NAV disponibile e considerando le varie comunicazioni ricevute dal Fondo (es. rimborsi, distribuzioni di dividendi), dalla data dell’ultimo NAV disponibile alla data di valutazione ed eventualmente rettificando il NAV per tenere in considerazione situazioni di particolare rischio e non performance associato all’investimento.

Quote di Hedge Funds Il fair value delle quote di Hedge Funds classificate nel livello 3 della gerarchia viene determinato partendo dal NAV ufficiale ed è rettificato per tenere conto dei rischi di liquidità e/o di controparte.

Attività e Passività il cui fair value viene fornito ai fini dell’informativa integrativa Crediti La determinazione del fair value per i crediti verso la clientela e verso banche, iscritti tra le attività finanziarie valutate al costo ammortizzato, elaborato ai fini della presentazione dell’informativa nella nota integrativa è effettuata con le medesime modalità descritte nella sezione dedicata ai “Crediti” presente nel precedente paragrafo riguardante le “Attività e Passività oggetto di valutazione al fair value”. Si precisa peraltro che il valore contabile è assunto convenzionalmente pari al fair value per:  tutte le operazioni non rateali (Conti Correnti e Crediti di Firma);  le operazioni con scadenza inferiore all’anno;  le posizioni non performing; che sono pertanto classificati nel livello 3 della gerarchia.

Relativamente alle posizioni non performing – fatte salve le situazioni in cui, stante la presenza di elementi oggettivi derivanti da valutazioni su portafogli e/o posizioni specifiche espresse da controparti terze, sono utilizzati i valori derivanti da tali valutazioni - il valore contabile è stato assunto quale approssimazione del fair value in quanto, sebbene nel corso del 2019 si sia manifestato anche in Italia un mercato attivo nell’acquisto di portafogli di credito deteriorato, i valori riscontrati hanno assunto - data anche la natura delle attività finanziarie in oggetto ovvero la specificità di ogni singolo portafoglio - un livello di variabilità particolarmente elevato con riferimento ai tassi di attualizzazione impliciti nei prezzi e quindi ai rendimenti attesi. Stante tale situazione si è ritenuto arbitraria/eccessivamente soggettiva l’individuazione di un diverso fattore di sconto, rispetto a quello adottato nell’ambito del costo ammortizzato, ai fini della determinazione del fair value delle posizioni non performing.

Attività materiali detenute a scopo di investimento Ai fini della determinazione del fair value degli immobili detenuti a scopo di investimento viene fatto riferimento al valore di mercato, prevalentemente determinato attraverso perizie esterne, inteso come il miglior prezzo al quale la vendita di un bene immobile potrà ragionevolmente ritenersi come incondizionatamente conclusa contro corrispettivo in denaro, alla data della valutazione, tra controparti indipendenti. Le metodologie adottate ai fini della determinazione del valore di mercato si rifanno ai seguenti metodi: • metodo comparativo diretto o del mercato, basato sul confronto fra il bene in oggetto ed altri simili oggetto di compravendita o correntemente offerti sullo stesso mercato o su piazze concorrenziali. Le quotazioni ricavate sono sottoposte a rettifiche volte a recepire le particolari caratteristiche del cespite; in particolare il valore attribuito al bene tiene conto dell’ubicazione, dell’accessibilità, della qualità e dell’eventuale presenza di elementi di unicità; • metodo reddituale basato sul valore attuale dei redditi potenziali di mercato di una proprietà simile, ottenuto capitalizzando il reddito ad un tasso di mercato; tale metodo

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si basa sull’esistenza di una relazione diretta tra il valore di un bene e il reddito che il bene stesso è in grado di generare. I metodi di cui sopra vengono eseguiti singolarmente ed i valori ottenuti tra loro opportunamente mediati.

Con riferimento ai terreni, la metodologia utilizzata per l’individuazione della percentuale del valore di mercato attribuibile ai medesimi è basata sull’analisi della localizzazione dell’immobile, tenuto conto della tipologia costruttiva, dello stato di conservazione e del costo di ricostruzione a nuovo dell’intero immobile.

I fair value così determinati vengono classificati nel livello 3 della gerarchia per l’assenza nel mercato italiano di indici di riferimento che possano confortare l’affidabilità della valutazione, aspetto che non consente di considerare gli input utilizzati come di livello 2.

Debiti Il fair value dei debiti verso banche e clientela viene di norma calcolato ai fini della presentazione dell’informativa in nota integrativa per le passività con scadenza superiore all’anno. La valutazione viene effettuata attraverso l’attualizzazione dei flussi di cassa futuri scontati con un tasso di interesse che incorpora la componente relativa al proprio rischio di credito ed è applicata, oltre ai debiti verso banche, anche ai debiti verso clientela ordinaria, comprese le società del gruppo “non bancarie”; basandosi su input rilevabili sul mercato di riferimento tale metodologia comporta la classificazione del fair value nel livello 2 della gerarchia.

Nel caso di passività con scadenza inferiore all’anno o indeterminata, il valore contabile di iscrizione può essere considerato un’adeguata approssimazione del fair value, aspetto che comporta la classificazione nel livello 3 della gerarchia. Tale classificazione viene adottata anche per l’indebitamento con la Banca Centrale Europea.

Titoli emessi Trattandosi di passività emesse detenute nell’attivo di soggetti terzi, le tecniche valutative utilizzate sono sviluppate dal punto di vista del market participant che detiene i titoli di debito nel proprio attivo. Nel caso specifico le componenti di cui si tiene conto sono le seguenti: • il valore temporale del denaro, misurato dalla curva dei tassi risk free; • il rischio di inadempimento alle proprie obbligazioni, misurato dal proprio spread di credito.

Gli input utilizzati ai fini della misurazione del fair value includono le curve di tasso delle principali divise (Euro, dollaro US, GBP, YEN, CHF) e gli spread di emissione di UBI Banca, rilevabili dalle condizioni di raccolta riscontrabili alla data di reporting, distinti per tipologia di controparte cui il titolo emesso è destinato.

Gli input utilizzati sono osservabili e comportano la classificazione nel livello 2 della gerarchia ad eccezione dei titoli obbligazionari emessi dalla banca collegati a finanziamenti concessi alla clientela. In tali casi la determinazione del Fair Value del titolo è effettuata con gli stessi parametri del credito ed entrambi gli strumenti sono classificati nel livello 3 della gerarchia.

A.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni Il Gruppo UBI si è dotato di specifiche policy per la determinazione delle valutazioni al fair value che hanno trovato formalizzazione in appositi regolamenti oggetto di approvazione da parte dei compenti Organi aziendali. Tali policy hanno la finalità di garantire un’applicazione corretta e coerente nel tempo delle previsioni dell’IFRS 13.

Con riferimento alle esposizioni creditizie, classificate tra le “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico – altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value”, la cui valutazione al fair value è classificata nel livello 3 della gerarchia, non viene prodotta l’analisi di sensitività perché, nel caso delle esposizioni performing gli impatti non

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sono ritenuti rilevanti mentre nel caso delle esposizioni non performing, posta la modalità di determinazione del fair value e stante la volatilità delle stime dei flussi di cassa attesi, l’analisi di sensitività non si ritiene significativa.

Con riferimento agli altri strumenti finanziari oggetto di valutazione al fair value e classificati nel livello 3 della gerarchia del fair value (derivati OTC, quote di fondi chiusi derivanti da cessioni di crediti performing, hedge funds, titoli obbligazionari rivenienti da conversione crediti e opzioni su partecipazioni), non viene prodotta l’analisi di sensitività perché le modalità di quantificazione del fair value non permettono di sviluppare ipotesi alternative in merito agli input non osservabili utilizzati ai fini della valutazione oppure perché gli effetti derivanti dal cambiamento di tali input non sono ritenuti rilevanti.

A.4.3 Gerarchia del fair value Con riferimento alle attività e passività oggetto di valutazione al fair value su base ricorrente, la classificazione nel corretto livello di gerarchia del fair value viene effettuata facendo riferimento alle regole e metodologie previste nei regolamenti aziendali. Eventuali trasferimenti ad un diverso livello di gerarchia sono identificati con periodicità mensile. Si rileva, a titolo esemplificativo, come tali trasferimenti possono derivare dalla “scomparsa” del mercato attivo di quotazione o dall’utilizzo di un diverso metodo di valutazione in precedenza non applicabile.

A.4.4 Altre informazioni Non sono presenti situazioni in cui il massimo e migliore utilizzo di un’attività non finanziaria differisce dal suo utilizzo corrente. Non si riscontrano inoltre situazioni in cui attività e passività finanziarie gestite su base netta relativamente ai rischi di mercato o al rischio di credito sono oggetto di valutazioni al fair value sulla base del prezzo che si percepirebbe dalla vendita di una posizione netta lunga o dal trasferimento di una posizione netta corta

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Informativa di natura quantitativa

A.4.5 Gerarchia del fair value

A.4.5.1 Attività e passività valutate al fair value su base ricorrente: ripartizione per livelli di fair value

31/12/2019 31/12/2018

Attività/Passività misurate al fair value L1 L2 L3 L1 L2 L3

1. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto 3 - 3.172 2 - 2.206 economico a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 3 - - 2 - - b) attività finanziarie designate al fair value ------

c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair - - 3.172 - - 2.206 value

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla --38- -62 redditività complessiva 3. Derivati di copertura ------4. Attività materiali ------5. Attività immateriali ------Totale 3 - 3.210 2 - 2.268 1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione ------2. Passività finanziarie designate al fair value ------3. Derivati di copertura ------Totale------

Legenda:

L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

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A.4.5.2 Variazioni annue delle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico Attività finanziarie di cui: c) valutate al di cui: a) di cui: b) Derivati altre attività fair value Attività Attività attività attività di finanziarie con impatto materiali immateriali finanziarie finanziarie copertura Totale obbligatoria sulla detenute per designate mente redditività la al fair valutate al complessiva negoziazione value fair value

1. Esistenze iniziali 2.206 - - 2.206 62 - - - 2. Aumenti 1.067 - - 1.067 1 - - - 2.1. Acquisti ------2.2. Profitti imputati a: 910 - - 910 1 - - - 2.2.1. Conto Economico 910 - - 910 - - - - di cui plusvalenze 910 - - 910 - - - 2.2.2. Patrimonio netto - X X X 1- -- 2.3. Trasferimenti da altri livelli ------2.4. Altre variazioni in aumento 157 - - 157 - - - - 3. Diminuzioni 101 - - 101 25 - - - 3.1. Vendite ------3.2. Rimborsi ------3.3. Perdite imputate a: - - - - 25 - - - 3.3.1. Conto Economico ------di cui minusvalenze ------3.3.2. Patrimonio netto - X X X 25 - - - 3.4. Trasferimenti da altri livelli ------

3.5. Altre variazioni in 101 - - 101 - - - - diminuzione

4. Rimanenze finali 3.172 - - 3.172 38 - - -

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A.4.5.3 Variazioni annue delle passività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

A.4.5.4 Attività e passività non valutate al fair value o valutate al fair value su base non ricorrente: ripartizione per livelli di fair value

Attività/Passività non misurate al fair value 31/12/2019 31/12/2018 o misurate al fair value su base non ricorrente VB L1 L2 L3 VB L1 L2 L3 1. Attività finanziarie valutate al costo 3.683.509 2.777.596 993.851 3.110.536 2.413.676 668.595 ammortizzato

2. Attività materiali detenute a scopo di investimento

3. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione Totale 3.683.509 - 2.777.596 993.851 3.110.536 - 2.413.676 668.595 1. Passività finanziarie valutate al costo 3.638.363 3.640.551 3.058.685 9.967 3.049.070 ammortizzato

2. Passività associate ad attività in via di dismissione Totale 3.638.363 - - 3.640.551 3.058.685 - 9.967 3.049.070

Legenda:

VB = Valore di bilancio L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

A.5 - Informativa sul c.d. “Day one profit/loss”

L’informativa fa riferimento alle eventuali differenze tra il prezzo della transazione ed il valore ottenuto attraverso l’utilizzo di tecniche di valutazione, che emergono al momento della prima iscrizione di uno strumento finanziario e non sono rilevate immediatamente a Conto economico, in base a quanto previsto dal paragrafo B5.1.2 A dell’IFRS 9. La Banca non ha posto in essere operazioni per le quali emerge, al momento della prima iscrizione di uno strumento finanziario, una differenza tra il prezzo di acquisto ed il valore dello strumento ottenuto attraverso tecniche di valutazione interna, basate su input non osservabili (livello 3 della gerarchia).

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Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale

ATTIVO

Sezione 1 Cassa e disponibilità liquide - Voce 10 -

1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

a) Cassa 1.756 2.481 b) Depositi a vista presso Banche Centrali - - Totale 1.756 2.481

Sezione 2 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico - Voce 20 -

2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018 Voci/Valori

L1 L2 L3 L1 L2 L3 A. Attività per cassa 1. Titoli di debito ------1.1 Titoli strutturati ------1.2 Altri titoli di debito ------2. Titoli di capitale 3 - - 2 - - 3. Quote di O.I.C.R. ------4. Finanziamenti ------4.1 Pronti contro termine ------4.2 Altri ------Totale (A) 3 - - 2 - - B. Strumenti derivati 1. Derivati finanziari ------1.1 di negoziazione ------1.2 connessi con la fair value option ------1.3 altri ------2. Derivati creditizi ------2.1 di negoziazione ------2.2 connessi con la fair value option ------2.3 altri ------Totale (B) ------Totale (A+B) 3 - - 2 - -

Legenda:

L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

I dati esposti sono comprensivi dei ratei maturati.

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2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori/emittenti/controparti

Totale Totale Voci/Valori 31/12/2019 31/12/2018

A. ATTIVITA' PER CASSA 1. Titoli di debito - - a) Banche Centrali - - b) Amministrazioni pubbliche - - c) Banche - - d) Altre società finanziarie - - di cui: imprese di assicurazione - - e) Società non finanziarie - - 2. Titoli di capitale 3 2 a) Banche - - b) Altre società finanziarie - - di cui: imprese di assicurazione - - c) Società non finanziarie 3 2

d) Altri emittenti - - 3. Quote di OICR - - 4. Finanziamenti - - a) Banche Centrali - - b) Amministrazioni pubbliche - - c) Banche - - d) Altre società finanziarie - - di cui: imprese di assicurazione - - e) Società non finanziarie - - f) Famiglie - - Totale (A) 3 2 B. STRUMENTI DERIVATI - - a) Controparti centrali - - b) Altre - - Totale (B) - - Totale (A+B) 3 2

2.3 Attività finanziarie designate al fair value: composizione merceologica

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

2.4 Attività finanziarie designate al fair value: composizione per debitori/emittenti

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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2.5 Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value: composizione merceologica

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018 Voci/Valori

L1 L2 L3 L1 L2 L3 1. Titoli di debito - - 16 - - 101 1.1. Titoli strutturati - - 16 - - 101 1.2. Altri titoli di debito ------2. Titoli di capitale - - 3.157 - - 2.105 3. Quote di O.I.C.R. ------4. Finanziamenti ------4.1. Pronti contro termine ------4.2. Altri ------Totale - - 3.172 - - 2.206

Legenda:

L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

La voce “Titoli di debito - Livello 3” rappresenta la quota residua dell’attività finanziaria acquisita nel 2018 a seguito dell’intervento dello Schema Volontario istituito presso il F.I.T.D. a favore di Banca Carige e rappresentativa della sottoscrizione del prestito subordinato emesso da quest’ultima. Per ulteriori dettagli si rimanda alla “Parte A - Politiche Contabili, Sezione 4 - Altri aspetti”.

La voce “Titoli di capitale” comprende:  il valore (3,1 milioni di euro) della partecipazione detenuta in Visa INC Classe C9, la cui valutazione di fine esercizio del titolo, pari a 950 migliaia di euro comprensiva dell’effetto cambio, ha avuto impatto nella voce 110 di conto economico “Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico”;  l’attività finanziaria rappresentativa dell’investimento dello Schema Volontario istituito presso il F.I.T.D. nel capitale sociale di Banca Carige, per complessivi 0,1 milioni di euro. Per ulteriori dettagli si rimanda alla “Parte A - Politiche Contabili, Sezione 4 - Altri aspetti”.

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2.6 Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value: composizione per debitori/emittenti

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

1.Titoli di capitale 3.157 2.105 di cui: banche - - di cui: altre società finanziarie 3.157 2.105 di cui: società non finanziarie - - 2. Titoli di debito 16 101 a) Banche Centrali - - b) Amministrazioni pubbliche - - c) Banche - - d) Altre società finanziarie 16 101 di cui: imprese di assicurazione - - e) Società non finanziarie - - 3. Quote di O.I.C.R. - - 4. Finanziamenti - - a) Banche Centrali - - b) Amministrazioni pubbliche - - c) Banche - - d) Altre società finanziarie - - di cui: imprese di assicurazione - - e) Società non finanziarie - - f) Famiglie - - Totale 3.172 2.206

Sezione 3 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - Voce 30 -

3.1 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: composizione merceologica

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018 Voci/Valori

L1 L2 L3 L1 L2 L3 1. Titoli di debito ------1.1. Titoli strutturati ------1.2. Altri titoli di debito ------2. Titoli di capitale - - 38 - - 62 3. Finanziamenti ------Totale - - 38 - - 62

Legenda:

L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

I Titoli di capitale sopra esposti rappresentano uno strumento finanziario acquisito nell’ambito degli interventi dello Schema Volontario del F.I.T.D..

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3.2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: composizione per debitori/emittenti

Totale Totale Voci/Valori 31/12/2019 31/12/2018

1. Titoli di debito - - a) Banche Centrali - - b) Amministrazioni pubbliche - - c) Banche - - d) Altre società finanziarie - - di cui: imprese di assicurazione - - e) Società non finanziarie - - 2. Titoli di capitale 38 62 a) Banche - - b) Altri emittenti: 38 62 - altre società finanziarie 38 62 di cui: imprese di assicurazione - - - società non finanziarie - -

- altri - - 3. Finanziamenti - - a) Banche Centrali - - b) Amministrazioni pubbliche - - c) Banche - - d) Altre società finanziarie - - di cui: imprese di assicurazione - - e) Società non finanziarie - - f) Famiglie - - Totale 38 62

3.3 Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: valore lordo e rettifiche di valore complessive

Stante l’assenza di Titoli di debito e Finanziamenti nel portafoglio “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva” si omette la pubblicazione della tabella.

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Sezione 4 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Voce 40 -

4.1 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei crediti verso banche

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

Valore di bilancio Fair value Valore di bilancio Fair value Tipologia operazioni/Valori di cui: di cui: Primo e impaired Primo e impaired Terzo Terzo secondo acquisite L1 L2 L3 secondo acquisite L1 L2 L3 stadio stadio stadio o stadio o originate originate

A. Crediti verso ------Banche Centrali

1. Depositi a - - - X X X - - - X X X scadenza 2. Riserva - - - X X X - - - X X X obbligatoria 3. Pronti contro - - - X X X - - - X X X termine 4. Altri - - - X X X - - - X X X

B. Crediti verso 3.204.285 - - - 2.672.060 596.159 2.581.793 - - - 2.346.820 175.029 banche

1. Finanziamenti 596.159 - - - - 596.159 175.029 - - - - 175.029 1.1 Conti correnti e 426.398 - - X X X 74.978 - - X X X depositi a vista 1.2. Depositi a 141.400 - - X X X 78.182 - - X X X scadenza 1.3. Altri 28.362 - - X X X 21.869 - - X X X finanziamenti: - Pronti contro - - - X X X 12 - - X X X termine attivi - Finanziamenti - - - X X X - - - X X X per leasing - Altri 28.362 - - X X X 21.857 - - X X X 2. Titoli di debito 2.608.126 - - - 2.672.060 - 2.406.764 - - - 2.346.820 - 2.1 Titoli ------strutturati 2.2 Altri titoli di 2.608.126 - - - 2.672.060 - 2.406.764 - - - 2.346.820 - debito Totale 3.204.285 - - - 2.672.060 596.159 2.581.793 - - - 2.346.820 175.029

Legenda:

L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

Le Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato comprendono 11,1 milioni di euro (5,2 milioni di euro a fine 2018) di crediti verso Banche rientranti nell’ambito di applicazione dell’IFRS 15.

Le voci “Conti correnti e depositi a vista” e “Depositi a scadenza” sono essenzialmente rappresentative dei rapporti interbancari intrattenuti principalmente con la Capogruppo. In particolare, la voce “Conti correnti e depositi a vista” accoglie la liquidità necessaria per l’operatività corrente della Banca (regolamento delle operazioni in titoli, derivati e banking per conto della clientela).

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Non sono presenti crediti verso Banche Centrali in quanto la Banca è stata autorizzata ad assolvere gli obblighi di riserva in via indiretta per il tramite della Capogruppo. Il deposito costituito allo scopo è compreso al punto “B.1.2 Depositi a scadenza” ed ammonta a 30.953 migliaia di euro (28.182 migliaia di euro al 31 dicembre 2018).

La voce “Titoli di debito - 2.2 Altri titoli di debito” è rappresentativa di prestiti obbligazionari emessi dalla Capogruppo e sottoscritti dalla Banca.

4.2 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei crediti verso clientela

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

Valore di bilancio Fair value Valore di bilancio Fair value Tipologia operazioni/Valori di cui: di cui: Primo e impaired Primo e impaired Terzo Terzo secondo acquisite L1 L2 L3 secondo acquisite L1 L2 L3 stadio stadio stadio o stadio o originate originate

1. Finanziamenti 464.716 14.508 - - 105.536 397.692 512.944 15.800 - - 66.856 493.567 1.1. Conti correnti 67.547 677 - X X X 61.500 860 - X X X 1.2. Pronti contro - - - X X X - - - X X X termine attivi 1.3. Mutui 336.471 13.457 - X X X 389.031 14.347 - X X X 1.4. Carte di credito, prestiti 26.174 183 - X X X 27.802 167 - X X X personali e cessioni del quinto 1.5 Finanziamenti - - - X X X - - - X X X per leasing 1.6. Factoring - - - X X X - - - X X X 1.7. Altri 34.524 192 - X X X 34.611 426 - X X X finanziamenti 2. Titoli di debito ------2.1. Titoli ------strutturati 2.2. Altri titoli di ------debito Totale 464.716 14.508 - - 105.536 397.692 512.944 15.800 - - 66.856 493.567

Legenda:

L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

Le Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato comprendono 23,2 milioni di euro (26 milioni di euro a dicembre 2018) di crediti verso Clientela rientranti nell’ambito di applicazione dell’IFRS 15.

La voce “Mutui” comprende:  euro 146.365 migliaia (di cui 6.394 migliaia di euro deteriorati) a garanzia delle emissioni di Covered Bond effettuate dalla Capogruppo (al 31 dicembre 2018 rispettivamente 169.313 e 6.207 migliaia di euro). Per maggiori dettagli si rimanda alle “Altre informazioni - Covered Bond”;  i finanziamenti agevolati finalizzati al recupero degli immobili danneggiati dal terremoto dell’Abruzzo così come previsto dall’adesione della Banca alla Convenzione stipulata tra ABI e Cassa Depositi e Prestiti (CDP).

Per ulteriori informazioni relative all’andamento dell’aggregato si rimanda a quanto in commento nella “Relazione sulla Gestione - Informazioni sullo Stato Patrimoniale

133

riclassificato” paragrafo “Crediti verso Clientela” e nella “Parte E - Informazioni sui rischi e sulle politiche di copertura - Sezione 1 - Rischio di credito”.

4.3 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione per debitori/emittenti dei crediti verso clientela

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

Tipologia operazioni/Valori di cui: attività di cui: attività Primo e Primo e impaired impaired secondo Terzo stadio secondo Terzo stadio acquisite o acquisite o stadio stadio originate originate

1. Titoli di debito ------a) Amministrazioni pubbliche ------b) Altre società finanziarie ------di cui: imprese di assicurazioni ------c) Società non finanziarie ------

2. Finanziamenti verso: 464.716 14.508 - 512.944 15.800 - a) Amministrazioni pubbliche 7.100 - - 7.488 1 - b) Altre società finanziarie 9.985 53 - 4.937 403 - di cui: imprese di assicurazioni 10 - - 6 - - c) Società non finanziarie 33.427 535 - 33.278 176 - d) Famiglie 414.203 13.920 - 467.240 15.221 - Totale 464.716 14.508 - 512.944 15.800 -

4.4 Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: valore lordo e rettifiche di valore complessive

Valore lordo Rettifiche di valore complessivo

Write-off parziali di cui: complessivi Primo Strumenti Secondo Terzo Primo Secondo Terzo stadio con basso stadio stadio stadio stadio stadio rischio di credito

Titoli di debito 2.608.126 ------Finanziamenti 1.017.321 - 45.174 26.268 412 1.209 11.760 - Totale 31/12/2019 3.625.447 - 45.174 26.268 412 1.209 11.760 - Totale 31/12/2018 2.931.015 - 165.547 27.551 465 1.360 11.751 2

di cui: attività finanziarie X X - - X - - - impaired acquisite o originate

134

Sezione 5 Derivati di copertura - Voce 50 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 6 Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica - Voce 60 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 7 Le partecipazioni - Voce 70 -

La presente sezione viene redatta parzialmente in quanto l’obbligo di informativa è assolto a livello di bilancio consolidato dalla Capogruppo UBI Banca, così come previsto dalla circolare di Banca d’Italia n. 262, 5° aggiornamento del 22 dicembre 2017.

7.1 Partecipazioni: informazioni sui rapporti partecipativi

Quota di Denominazioni Sede Legale Sede Operativa partecipazione %

A. Imprese controllate in via esclusiva

UBI SISTEMI E SERVIZI ScpA Brescia 4,31%

UBI ACADEMY Scrl Bergamo 3,00%

B. Imprese controllate in modo congiunto

C. Imprese sottoposte a influenza notevole

Il punto “A. Imprese controllate in via esclusiva” comprende le partecipazioni in società del Gruppo ancorché di minoranza.

7.5 Partecipazioni: variazioni annue

Nel corso dell’esercizio il portafoglio partecipazioni non è stato oggetto di movimentazione pertanto si omette la pubblicazione della tabella.

135

Sezione 8 Attività materiali - Voce 80 -

Le attività materiali della banca sono valutate al costo, al netto degli ammortamenti, come precisato nella parte A della presente Nota Integrativa; si omette pertanto la trattazione del paragrafo relativo alle attività valutate al fair value.

8.1 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività valutate al costo

Totale Totale Attività/Valori 31/12/2019 31/12/2018

1. Attività di proprietà 1.148 1.331 a) terreni - - b) fabbricati - - c) mobili 963 1.064 d) impianti elettronici - 11 e) altre 185 255

2. Diritti d'uso acquisiti con il leasing 38.697 -

a) terreni - - b) fabbricati 38.639 - c) mobili - - d) impianti elettronici - - e) altre 58 - Totale 39.845 1.331 di cui: ottenute tramite l’escussione delle garanzie ricevute - -

Per effetto dell’introduzione del principio contabile IFRS 16, che si applica ai contratti di “leasing” intesi come contratti che conferiscono al locatario il diritto all’utilizzo di un bene indentificato per un determinato periodo di tempo a fronte di un corrispettivo, al punto 2 trovano rappresentazione i diritti d’uso iscritti in relazione a contratti di locazione immobiliare (pari a 37,6 milioni di euro, oltre a 1 milione di euro riferibile a manutenzioni straordinarie, c.d. “migliorie su beni di terzi, sui beni inerenti tali contratti) e di autoveicoli aziendali (pari a 0,1 milioni di euro). Per maggiori dettagli sulla transizione al nuovo principio si rimanda alla “Parte A – Politiche contabili” della presente Nota Integrativa. Si specifica che la Banca non possiede beni di proprietà oggetto di leasing operativo, né diritti d’uso acquisiti con il leasing operativo oggetto di sub-locazione.

8.2 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al costo

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

8.3 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività rivalutate

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

8.4 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al fair value

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

8.5 Rimanenze di attività materiali disciplinate dallo IAS 2: composizione

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

136

8.6 Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue

Terreni Fabbricati Mobili Impianti elettronici Altre Totale

A. Esistenze iniziali lorde - - 9.978 22.143 5.951 38.073 A.1 Riduzioni di valore totali nette - - (8.914) (22.132) (5.695) (36.741) A.1.2 Rettifiche saldi iniziali - 37.322 - - 106 37.428 A.2 Esistenze iniziali nette - 37.322 1.064 11 361 38.759 B. Aumenti: - 6.053 94 - 46 6.194 B.1 Acquisti - 38 94 - 11 143 - di cui operazioni di aggregazione aziendale ------B.2 Spese per migliorie capitalizzate ------B.3 Riprese di valore ------B.4 Variazioni positive di fair value imputate a ------a) patrimonio netto ------b) conto economico ------B.5 Differenze positive di cambio ------B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento - - X X X - B.7 Altre variazioni - 6.016 - - 35 6.051 C. Diminuzioni: - 4.737 196 11 163 5.107 C.1 Vendite ------di cui operazioni di aggregazione aziendale ------C.2 Ammortamenti - 4.471 190 11 163 4.836 C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a ------a) patrimonio netto ------b) conto economico ------C.4 Variazioni negative di fair value imputate a ------a) patrimonio netto ------b) conto economico ------C.5 Differenze negative di cambio ------C.6 Trasferimenti a: ------a) attività materiali detenute a scopo di investimento - - X X X - b) attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione ------C.7 Altre variazioni - 266 6 - - 271 D. Rimanenze finali nette - 38.639 963 - 244 39.845 D.1 Riduzioni di valore totali nette - (5.235) (9.102) (22.057) (5.848) (42.241) D.2 Rimanenze finali lorde - 43.873 10.065 22.057 6.091 82.086 E. Valutazione al costo ------

Quanto esposto alla riga A.1.2 Rettifiche saldi iniziali rappresenta la First Time Adoption di prima applicazione dell’IFRS 16, nonché la riesposizione delle c.d. “migliorie su beni di terzi” inerenti contratti soggetti alle previsioni dell’IFRS 16. Per maggiori informazioni si rimanda alla Parte A delle Politiche Contabili.

137

Gli ammortamenti sono calcolati sulla base della vita utile stimata del bene a partire dalla data di entrata in funzione. La vita utile stimata in mesi per le principali classi di cespiti è sotto riportata.

Descrizione Ammortamento Vita Utile

Patrimonio Artistico NO Indefinita

Terreni relativi ad immobili NO Indefinita

Immobili - Immobili in Leasing SI Sulla base di perizia

Impianti fotovoltaici SI 180 mesi

Impianti di sollevamento e pesatura SI 160 mesi

Costruzioni leggere e scaffalature SI 120 mesi

Mobili e arredi diversi SI 120 mesi

Mobili e macchine ordinarie d’ufficio SI 100 mesi

Porte scorrevoli SI 100 mesi

Beni non strum. n.a. NO Indefinita

Apparecchiature ATM SI 96 mesi

Mezzi forti e blindature prefabbricate SI 80 mesi

Macchinari, apparecchi e attrezzature varie SI 80 mesi

Macchinari vari, mobili e arredi SI 80 mesi

Banconi blindati o con cristalli blindati SI 60 mesi

Personal Computer SI 60 mesi

Tablet SI 60 mesi

Attrezzature mensa SI 48 mesi

Impianti interni speciali di comunicazione SI 48 mesi

Piattaforme Tecnologiche Centrali SI 48 mesi

Impianti di allarme SI 40 mesi

Impianti antincendio SI 40 mesi

Macchine Ufficio elettriche-elettroniche SI 30 mesi

Autoveicoli da trasporto SI 30 mesi

Autovetture SI 24 mesi

Autovetture in leasing SI Sulla base della durate del contratto

8.7 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

8.8 Rimanenze di attività materiali disciplinate dallo IAS 2: variazioni annue

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

8.9 Impegni per acquisto di attività materiali

Alla data di redazione del presente bilancio, così come rilevato anche nell’esercizio di raffronto, non risultano presenti impegni per acquisti di attività materiali; si omette pertanto la pubblicazione della tabella.

138

Sezione 9 Attività immateriali - Voce 90 -

9.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018 Attività/Valori

Durata Durata Durata Durata definita indefinita definita indefinita

A.1 Avviamento 41.807 41.807 A.2 Altre attività immateriali -- - - A.2.1 Attività valutate al costo: - - - -

a) attività immateriali generate internamente - - - -

b) altre attività -- - - A.2.2 Attività valutate al fair value: - - - - a) attività immateriali generate internamente - - - - b) altre attività -- - - Totale - 41.807 - 41.807

L’avviamento iscritto rappresenta quanto pagato dalla Banca a fronte della capacità dell’unità oggetto di aggregazione, di produrre benefici economici futuri per la Società “aggregante”.

Procedura impairment test L’impairment test dell’avviamento ai sensi del citato principio contabile richiede di verificare che il valore recuperabile dell’avviamento sia superiore al suo valore di iscrizione a bilancio. Poiché nello specifico caso l’avviamento non costituisce un’attività separabile dal resto dell’impresa il test di impairment consiste nel verificare che il valore dell’intera impresa (escluse le attività non direttamente funzionali allo svolgimento dell’attività, c.d. surplus assets) sia superiore al valore contabile complessivo. Per le aziende operanti nel settore bancario ciò significa confrontare che il valore stimato dell’equity (escluse le partecipazioni) sia superiore al patrimonio netto (escluse le partecipazioni).

Il principio contabile IAS 36 al § 18 definisce il “Valore Recuperabile” come “il maggiore tra il fair value (valore equo) di un’attività o di un’unità generatrice di flussi finanziari dedotti i costi di vendita e il proprio valore d’uso”. Al § 19 specifica inoltre che “Non è sempre necessario determinare sia il fair value (valore equo) dedotti i costi di vendita che il suo valore d’uso. Se uno dei due valori risulta superiore al valore contabile, l’attività non ha subito una riduzione di valore e non è necessario stimare l’altro importo”.

Nello specifico l’impairment test è stato condotto dal consulente incaricato facendo riferimento al “Valore d’uso” fondato sul budget 2020 e le proiezioni 2021–2024 e facendo uso di un modello di valutazione fondato sul Dividend Discount Model. Ai fini di impairment test è stato inoltre stimato il fair value less cost to sell ottenuto dai multipli di società comparabili europee che operano nel business dei conti correnti e del trading on line che è risultato inferiore alla stima del valore d’uso. Ai fini della stima del valore in uso il costo opportunità del capitale è stato calcolato facendo riferimento alle linee guida in tema di impairment test riportate nel documento “Impairment test dell’avviamento in contesti di crisi finanziaria e reale. Linee Guida” emanato dall’Organismo Italiano di Valutazione (OIV). Il tasso di crescita “g” nel terminal value è stato assunto pari allo 0%, ed è inferiore al tasso di inflazione attesa del 1,8% di lungo termine (Consensus Forecast - ottobre 2019, stima riferita agli anni successivi al 2024 per l’Italia). Questo tasso di crescita è allineato a quello utilizzato lo scorso anno sempre ai fini dell’impairment test.

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Per la determinazione del valore d’uso sono stati utilizzati il piano 2020-2022 e le proiezioni per il periodo 2023-2024 fondate sulle migliori stime effettuabili dal management in coerenza con gli scenari macroeconomici e macro-finanziari assunti dalla Capogruppo ed utilizzate dal perito per la stima del valore della Banca (Allegato 1). Le previsioni recepiscono le più recenti dinamiche societarie, che dovrebbero portare ad una crescita del margine di intermediazione, trainata dall’incremento previsto dal margine da commissioni, ed in misura minore del margine d’interesse. La crescita delle commissioni nette, ad un saggio di crescita medio annuo dell’8,7%, è inferiore al saggio di crescita medio annuo della raccolta indiretta pari all’11,0%. Di contro, a livello di margine d’interesse il saggio di crescita annuo è pari al 2,5% a fronte di una dinamica di crescita delle masse di raccolta diretta pari all’1,1% ed una decrescita dei crediti verso clientela pari al -2,9%. Gli oneri operativi sono previsti in crescita ad un saggio medio annuo dell’1,3%.

Per effetto delle dinamiche descritte il Return on Equity è previsto in crescita sino a pervenire ad un livello sensibilmente superiore al costo opportunità del capitale (assunto pari al 7,66% nel Terminal Value) per l’ultimo anno di previsione esplicita.

Il valutatore, per ragioni di prudenza e coerentemente con quanto effettuato il precedente anno, ha optato per correggere le proiezioni di risultato. In particolare, è stata rettificata la proiezione di commissioni nette correlate all’andamento della raccolta indiretta (risparmio gestito e amministrato), principale causa dello scostamento tra budget e forecast. I nuovi valori sono stati definiti: a) confrontando le stime di crescita dei volumi di raccolta formulate dal management con quelle di mercato (nel caso in specie sono state assunte le proiezioni Prometeia); b) una volta verificato che le proiezioni di crescita di volumi formulate da Prometeia sono più contenute, si sono ristimati i volumi target per gli anni 2020 - 2024 sulla base dello stock di raccolta indiretta di IW Bank al 2019 e dei saggi di crescita di fonte Prometeia; c) disponendo delle stime di volumi «adjusted» 2020 - 2024 si è proceduto a stimare la redditività della raccolta indiretta sulla base della redditività delle masse di raccolta indiretta proiettate nel piano e dell’asset mix (ripartizione della raccolta indiretta in risparmio amministrato e risparmio gestito) implicito nelle stime di volumi effettuate al punto precedente; d) sulla base delle differenti redditività della raccolta indiretta stimate per il periodo 2019 - 2023, sono state calcolate le commissioni nette target;

Poiché le proiezioni di margine d’interesse sono al ribasso rispetto a quelle formulate lo scorso anno, riflettendo lo scostamento intervenuto tra budget e forecast, e poiché la dinamica di oneri operativi nelle proiezioni è indipendente dalla dinamica di margine d’intermediazione non si è proceduto ad alcune rettifica di queste due voci di conto economico. Disponendo del nuovo ammontare di commissioni nette, si è proceduto a calcolare la rettifica all’utile netto (aliquota d’imposta del 33,07%).

La stima del terminal value avviene capitalizzando il dividendo generabile in perpetuity dal 2024 ad un saggio espressivo del differenziale tra il costo opportunità del capitale ed il saggio di crescita dei redditi sostenibile nel lungo termine. In un contesto, dal 2024 in poi, di tassi di interesse flat e di crescita pari a zero delle masse, si è optato poi per l’ipotesi di distribuzione integrale degli utili oltre il periodo di previsione esplicita. Tale ipotesi ha comportato, coerentemente con l’assumption di assenza di reinvestimento dell’utile e quindi di nuovi investimenti, un saggio di crescita dei dividendi oltre il periodo di previsione esplicita nullo.

Ai fini della stima del costo opportunità del capitale è stato utilizzato il modello del Capital Asset Pricing Model per cui:

Coe = Risk Free + Beta x (Equity Risk Premium)

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Risk Free = rendimento a scadenza del tasso interbancario, specifico per ogni anno di previsione, ai sensi del paragrafo A21 dello IAS 36, maggiorato dello spread tra il corrispondente rendimento a scadenza dei benchmark sui titoli di stato italiani e lo stesso tasso interbancario; il saggio risk free assunto per la stima di costo del capitale è coerente con i tassi futuri previsti dal management ed assunti per la stima dei flussi futuri utilizzati nella valutazione; nel terminal value il tasso risk free assunto è pari all’1,36% (dato dalla somma di un tasso interbancario dello 0,13% ed uno spread dell’1,22% desunto dal differenziale giornaliero osservato, nel corso del mese di dicembre 2019, tra il tasso governativo decennale ed il tasso interbancario) ed è coerente con le stime di saggi risk free assunti dal management ai fini delle previsioni di lungo termine del margine di interesse (Euribor medio annuo a 3 mesi previsto per il 2024 = -0,049%).

Beta = Beta desunto da società comparabili quotate europee e fondato nei loro rendimenti storici mensili a 5 anni e quelli dell’indice di borsa ove sono quotati alla data del 31.12.2019. Il beta storico (c.d. Unadjusted) delle società comparabili è stato aggiustato secondo la formula di Blume, in maniera tale da renderne una misura prospettica.

Equity Risk Premium = premio per il rischio di mercato, che incorpora il rischio paese Italia, pari al 6,0%.

Nel Terminal Value il Cost of Equity (Coe) risulta pari al 7,66%.

Ai fini della stima del cost of equity specifico per ogni anno, è stata utilizzata la struttura a termine dei tassi (Euribor).

Il valore in uso stimato, comprensivo del valore di carico delle partecipazioni risulta superiore al patrimonio netto al 31 dicembre 2019, pertanto non si rileva l’esigenza di procedere a impairment. Il fair value è risultato inferiore del 17,1% alla stima del valore in uso. Ai sensi dello IAS 36 è stata effettuata una analisi di sensitività volta ad identificare la variazione delle variabili chiave (cost of equity, costo del rischio, saggio di crescita dei redditi nel terminal value, cost income ratio) che rende il valore recuperabile eguale al valore di carico (pari al patrimonio netto). Tale analisi evidenzia come una variazione in aumento del 2,41% del costo del rischio, un rialzo del cost of equity del 4,28%, un abbassamento del saggio di crescita dei redditi nel terminal value a -6,57% ed infine un rialzo dell’8,22% del cost income ratio (=oneri operativi/proventi operativi) porterebbe ad allineare il valore recuperabile al valore di carico.

Esiti impairment test Il test di impairment effettuato in applicazione della metodologia sopra riportata evidenzia che il valore recuperabile è superiore al patrimonio netto contabile, al netto delle partecipazioni, e pertanto, ai sensi dello IAS 36, non si riscontrano impairment losses.

9.2 Attività immateriali: variazioni annue

Nel corso dell’esercizio la voce non è stata oggetto di movimentazione pertanto si omette la pubblicazione della tabella.

9.3 Attività immateriali: altre informazioni

Si forniscono le seguenti ulteriori informazioni: a) non vi sono impedimenti alla distribuzione agli azionisti delle plusvalenze relative alle attività immateriali rivalutate; b) non vi sono attività immateriali acquisite per concessione governativa; c) non vi sono attività immateriali costituite a garanzia di propri debiti; d) non vi sono impegni per l’acquisto di attività immateriali; e) non vi sono attività immateriali oggetto di operazioni di locazione.

141

Sezione 10 Attività fiscali e passività fiscali - Voce 100 dell’attivo e Voce 60 del passivo -

I criteri di iscrizione e cancellazione delle attività e passività fiscali, correnti e differite, sono indicati nella parte A.2 della presente Nota Integrativa. Nelle tabelle seguenti sono riportate indicazioni analitiche delle differenze temporanee, con il relativo effetto fiscale.

10.1 Attività per imposte anticipate: composizione

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

Effetto fiscale Effetto fiscale Ammontare delle (aliquota IRES Ammontare delle (aliquota IRES differenze differenze temporanee 27,50%, 5,57% temporanee 27,50%, 5,57% IRAP) IRAP)

Imposte anticipate con contropartita a conto economico 32.098 9.044 45.232 9.672

- Attività materiali 1.565 440 1.565 440

- Avviamento 5.608 1.484 5.608 1.491

- Costi del Personale 621 166 384 105

- Svalutazione crediti 6.927 2.181 6.927 2.174

- Fondi per rischi ed oneri 15.608 4.288 14.514 3.987

- Altre minori 66 18 77 21

- Riserva 9/10 FTA Crediti IFRS9 1.376 455 1.371 453

- Dta perdita fiscale e ACE 329 12 14.787 999

Imposte anticipate con contropartita a patrimonio netto 1.096 295 994 267

- Costi del Personale 1.096 295 994 267

Totale imposte anticipate iscritte 33.194 9.338 46.226 9.938

Totale imposte anticipate iscrivibili 33.194 9.338 46.226 9.938

10.2 Passività per imposte differite: composizione

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

Effetto fiscale Effetto fiscale Ammontare delle (aliquota IRES Ammontare delle (aliquota IRES differenze differenze temporanee 27,50%, 5,57% temporanee 27,50%, 5,57% IRAP) IRAP)

Imposte differite con contropartita a conto economico 9.223 3.039 8.099 2.671

- Altre minori 164 54

- Attività materiali 10 3 10 3

- Avviamento 8.863 2.931 7.948 2.628

- Costi del Personale 127 35 127 35

- Strumenti finanziari 59 16 14 5

Imposte differite con contropartita a patrimonio netto 979 153 1.041 174

- Valutazione titoli disponibili per la vendita 563 39 625 60

- Costi del personale 416 114 416 114

Totale imposte differite iscritte 10.202 3.193 9.139 2.844

Totale imposte differite iscrivibili 10.202 3.193 9.139 2.844

142

10.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico)

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

1. Importo iniziale 9.672 9.394 2. Aumenti 1.253 1.800 2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 1.227 1.757 a) relative a precedenti esercizi - - b) dovute al mutamento di criteri contabili - - c) riprese di valore - - d) altre 1.227 1.757 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - - 2.3 Altri aumenti 26 43 3. Diminuzioni (1.881) (1.522) 3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio (894) (1.046) a) rigiri (894) (1.046) b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità - - c) mutamento di criteri contabili - - d) altre - - 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - - 3.3 Altre diminuzioni: (987) (476) a) trasformazione in crediti d'imposta di cui alla L. 214/2011 - (476) b) altre (987) - 4. Importo finale 9.044 9.672

10.3bis Variazioni delle imposte anticipate di cui alla L. 214/2011

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

1. Importo iniziale 3.665 4.141 2. Aumenti - - - di cui operazioni di aggregazione aziendale - - 3. Diminuzioni - (476) 3.1 Rigiri - - 3.2 Trasformazione in crediti d'imposta - (476) a) derivante da perdite di esercizio - (476) b) derivante da perdite fiscali - - 3.3 Altre diminuzioni - - 4. Importo finale 3.665 3.665

143

10.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico)

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

1. Importo iniziale 2.671 2.392 2. Aumenti 377 307 2.1 Imposte differite rilevate nell'esercizio 349 307 a) relative a precedenti esercizi - - b) dovute al mutamento di criteri contabili - - c) altre 349 307 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - - 2.3 Altri aumenti 29 - 3. Diminuzioni (9) (29) 3.1 Imposte differite annullate nell'esercizio (9) (29) a) rigiri (8) - b) dovute al mutamento di criteri contabili - - c) altre (1) (29) 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - -

3.3 Altre diminuzioni - - 4. Importo finale 3.039 2.671

10.5 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto)

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

1. Importo iniziale 267 272 2. Aumenti 28 - 2.1 Imposte anticipate rilevate nell'esercizio 28 - a) relative a precedenti esercizi - - b) dovute al mutamento di criteri contabili - - c) altre 28 - 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - - 2.3 Altri aumenti - - 3. Diminuzioni - (6) 3.1 Imposte anticipate annullate nell'esercizio - (6) a) rigiri - (6) b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità - - c) dovute al mutamento di criteri contabili - - d) altre - - 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - - 3.3 Altre diminuzioni - - 4. Importo finale 295 267

144

10.6 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto)

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

1. Importo iniziale 174 153 2. Aumenti 8 29 2.1 Imposte differite rilevate nell’esercizio - - a) relative a precedenti esercizi - - b) dovute al mutamento di criteri contabili - - c) altre - - 2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali - - 2.3 Altri aumenti 8 29 3. Diminuzioni (29) (8) 3.1 Imposte differite annullate nell’esercizio - (8) a) rigiri - (8) b) dovute al mutamento di criteri contabili - - c) altre - - 3.2 Riduzioni di aliquote fiscali - - 3.3 Altre diminuzioni (29) - 4. Importo finale 153 174

10.7 Altre informazioni

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

Acconti versati al Fisco 671 393

Credito d'imposta 8.795 11.620

Ritenute alla fonte 1

Totale 9.466 12.013

145

Sezione 11 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate - Voce 110 dell’attivo e Voce 70 del passivo -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 12 Altre attività - Voce 120 -

12.1 Altre attività: composizione

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

Assegni tratti su terzi 73 2 Competenze da incassare 7.163 4.721 Crediti per consolidato fiscale 4.136 3.552 Crediti verso l'Erario 26.800 39.065

Migliorie su beni di terzi in locazione - 1.067 Partite connesse alle operazioni in Covered Bond 11.352 14.506 Partite in corso di lavorazione 3.077 5.504 Partite viaggianti con le filiali 228 1.643 Scarti valuta su operazioni in cambi 69 14 Scarti valuta su operazioni di portafoglio 4.176 2.629 Ratei attivi 77 19 Risconti attivi 259 352 Altre partite 1.124 1.222 Totale 58.535 74.295

I “Crediti per consolidato fiscale” rappresentano gli acconti e i crediti di imposte dirette trasferiti alla Capogruppo in ossequio alla normativa del consolidato fiscale nazionale.

I “Crediti verso l’Erario” sono costituiti da acconti di imposte indirette (imposta di bollo assolta in modo virtuale e imposta sostitutiva su finanziamenti ai sensi dell’art. 15 del D.P.R. 601/73) in riversamento nei primi mesi del 2020.

L’impostazione contabile adottata in osservanza dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, comporta la non cancellazione dall’attivo di bilancio delle Banche Originator dei finanziamenti ceduti alla società veicolo nelle operazioni di Covered Bond qualora - come avviene per IW Bank, la Banca Cedente assume anche il ruolo di Banca Finanziatrice della società veicolo. In virtù di tale impostazione (c.d. “non derecognition” degli attivi) gli effetti delle cessioni non impattano sulle voci “Crediti” dello Stato Patrimoniale, mentre la voce “120 Altre Attività” nell’attivo di Stato Patrimoniale” accoglie, per sbilancio, gli altri rapporti attivi/passivi fra la Banca e la società veicolo. Le voci di Partite connesse alle Operazioni di Covered Bond sopra esposte rappresentano quindi le componenti nette di credito/debito che la Banca vanta nei confronti della società veicolo, a fronte di somme che - in ottemperanza delle regole contrattuali e di garanzia di tali operazioni - vengono temporaneamente trattenute presso la società veicolo. Per una informativa più dettagliata sulle operazioni di Covered Bond cui partecipa IW Bank, si rimanda alla “Relazione sulla Gestione - Altre informazioni - Covered Bond” ed alla specifica sezione “Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura -Sezione 1 Rischio di Credito - Parte C. Operazioni di Cartolarizzazione e Parte E.4 Operazioni di Covered Bond”.

146

PASSIVO

Sezione 1 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato - Voce 10 -

1.1 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei debiti verso banche

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

Tipologia operazioni/Valori Fair Value Fair Value VB VB L1 L2 L3 L1 L2 L3

1. Debiti verso banche centrali - X X X - X X X

2. Debiti verso banche 272.582 X X X 251.038 X X X

2.1 Conti correnti e depositi a vista 145.268 X X X 57.312 X X X

2.2 Depositi a scadenza 13.363 X X X 13.372 X X X

2.3 Finanziamenti 89.394 X X X 177.123 X X X

2.3.1 Pronti contro termine passivi 89.394 X X X 177.123 X X X

2.3.2 Altri - X X X - X X X 2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti - X X X - X X X patrimoniali 2.5 Debiti per leasing 21.078 X X X - X X X

2.6 Altri debiti 3.479 X X X 3.231 X X X

Totale 272.582 - - 272.582 251.038 - - 251.038

Legenda:

VB = Valore di bilancio L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

La voce “Finanziamenti - Pronti contro termine passivi” rappresenta i depositi per operatività su prestito titoli.

Relativamente alla voce “Debiti per leasing” si rinvia al successivo punto 1.6.

La voce “Altri debiti” rappresenta i debiti di funzionamento ed è costituita principalmente da passività nei confronti delle società bancarie del Gruppo quali fornitori di servizi.

147

1.2 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei debiti verso clientela

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018 Tipologia operazioni/Valori Fair Value Fair Value VB VB L1 L2 L3 L1 L2 L3

1. Conti correnti e depositi a vista 3.276.934 X X X 2.731.949 X X X

2. Depositi a scadenza 16.773 X X X 14.776 X X X

3. Finanziamenti 35.491 X X X 30.685 X X X

3.1 Pronti contro termine passivi 28.807 X X X 23.613 X X X

3.2 Altri 6.684 X X X 7.072 X X X

4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti - X X X - X X X patrimoniali

5. Debiti per leasing 19.698 X X X - X X X

6. Altri debiti 16.885 X X X 20.233 X X X

Totale 3.365.781 - - 3.367.969 2.797.643 - - 2.798.032

Legenda:

VB = Valore di bilancio L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

La voce “Finanziamenti - Pronti contro termine passivi” è relativa ai depositi per operatività su prestito titoli.

La voce “Finanziamenti - Altri” rappresenta la provvista alla quale ha fatto ricorso la Banca per effetto dell’adesione, avvenuta a fine febbraio 2010, alla Convenzione stipulata tra ABI e Cassa Depositi e Prestiti (CDP) per la concessione di finanziamenti agevolati finalizzati al recupero degli immobili danneggiati dal terremoto dell’Abruzzo.

Relativamente alla voce “Debiti per leasing” si rinvia al successivo punto 1.6.

All’interno della voce “Altri debiti” trovano anche rappresentazione i debiti verso i consulenti finanziari sorti per le prestazioni erogate nel mese di dicembre ed oggetto di liquidazione nei mesi successivi.

148

1.3 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei titoli in circolazione

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

Tipologia titoli/Valori Fair Value Fair Value VB VB L1 L2 L3 L1 L2 L3

A. Titoli 1. obbligazioni - - - - 10.004 - 9.967 - 1.1 strutturate - - - - 10.004 - 9.967 - 1.2 altre ------2. altri titoli ------2.1 strutturate ------2.2 altre ------Totale - - - - 10.004 - 9.967 -

Legenda:

VB = Valore di bilancio L1 = Livello 1 L2 = Livello 2 L3 = Livello 3

Al 31 dicembre 2018 la Banca aveva in essere un prestito subordinato Lower Tier II da nominali 10 milioni di euro, denominato “IW Bank S.p.A. subordinato Tier II”, interamente sottoscritto dalla Capogruppo. Lo stesso è stato oggetto di rimborso anticipato a giugno 2019. Per ulteriori informazioni si rinvia a quanto già illustrato nella “Relazione sulla Gestione - L’attività della Banca nel 2019”.

1.4 Dettaglio dei debiti/titoli subordinati

31/12/2019 31/12/2018

A.1 Debiti subordinati - -

- banche - -

- clientela - -

A.2 Debiti non subordinati 3.638.363 3.048.681

- banche 272.582 251.038

- clientela 3.365.781 2.797.643

B.1 Titoli subordinati - 10.004

- banche - 10.004

- clientela - -

B.2 Titoli non subordinati - -

- banche - -

- clientela - -

Totale 3.638.363 3.058.685

1.5 Dettaglio dei debiti strutturati

Non sono presenti debiti strutturati.

149

1.6 Debiti per leasing

I debiti per leasing esposti nelle tabelle “1.1 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei debiti verso banche” e “1.2 Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione merceologica dei debiti verso clientela” rappresentano il valore attuale dei pagamenti residui relativi ai contratti di leasing rientranti nell’ambito di applicazione del principio IFRS 16.

Il debito per leasing esposto all’interno della voce “Debiti verso banche” per 21,1 milioni di euro è interamente attribuibile a contratti di locazione immobiliare stipulati con la Capogruppo.

Di seguito si fornisce:

- informativa dei flussi finanziari in uscita rappresentati da pagamenti per il leasing:

Contratti di locazione Totale immobiliare 31/12/2019

Fino a 1 anno 2.337

Da oltre 1 anno fino a 2 anni 2.168

Da oltre 2 anni fino a 3 anni 2.168

Da oltre 3 anni fino a 4 anni 2.140

Da oltre 4 anni fino a 5 anni 2.101

Oltre 5 anni 9.699

Flussi finanziari in uscita 20.612

- un’analisi delle scadenze in base alle previsioni dell’IFRS7:

Contratti di locazione Totale immobiliare 31/12/2019

Non oltre 1 mese 2.787

Da oltre 1 mese fino a 3 mesi -

Da oltre 3 mesi fino a 1 anno 1.565

Da oltre 1 anno fino a 5 anni 7.849

Oltre 5 anni 8.877

Debito residuo 21.078

Il debito per leasing esposto all’interno della voce “Debiti verso clientela” per 19,7 milioni di euro si riferisce per 19,6 milioni di euro a contratti di locazione immobiliare e per 0,1 milioni di euro a contratti di noleggio autoveicoli.

Di seguito si fornisce:

- informativa dei flussi finanziari in uscita rappresentati da pagamenti per il leasing:

Totale 31/12/2019

Contratti di locazione Contratti di noleggio Totale immobiliare autoveicoli

Fino a 1 anno 4.650 60 4.710

Da oltre 1 anno fino a 2 anni 2.166 10 2.176

Da oltre 2 anni fino a 3 anni 2.136 - 2.136

Da oltre 3 anni fino a 4 anni 2.044 - 2.044

Da oltre 4 anni fino a 5 anni 1.921 - 1.921

Oltre 5 anni 10.803 - 10.803

Flussi finanziari in uscita 23.721 70 23.791

150

- un’analisi delle scadenze in base alle previsioni dell’IFRS7:

Totale 31/12/2019

Contratti di locazione Contratti di noleggio Totale immobiliare autoveicoli

Non oltre 1 mese 622 6 628

Da oltre 1 mese fino a 3 mesi - 13 13

Da oltre 3 mesi fino a 1 anno 1.435 41 1.476

Da oltre 1 anno fino a 5 anni 7.617 11 7.628

Oltre 5 anni 9.953 - 9.953

Debito residuo 19.627 71 19.698

151

Sezione 2 Passività finanziarie di negoziazione - Voce 20 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 3 Passività finanziarie designate al fair value - Voce 30 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 4 Derivati di copertura - Voce 40 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 5 Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica - Voce 50 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 6 Passività fiscali - Voce 60 -

Fondo imposte dirette

Saldo 31/12/2018 2.135

Accantonamento 1.820

Utilizzi per pagamento imposte (461)

Altre variazioni (-) (143)

Saldo 31/12/2019 3.351

La tabella sopra riportata rappresenta la movimentazione delle passività fiscali correnti avvenuta nell’esercizio. Si specifica che la Banca aderisce al c.d. “Consolidato fiscale nazionale”, ai sensi dell’art. 117 e seguenti del D.P.R. 917 del 22 dicembre 1986 e successive modifiche ed integrazioni, pertanto crediti e debiti relativi all’IRES sono stati trasferiti alla Capogruppo e vengono iscritti in bilancio tra le altre attività e passività; le movimentazioni della tabella si riferiscono all’IRAP.

La composizione e la movimentazione delle passività fiscali differite sono esposte con le attività fiscali anticipate, alla sezione 10 dell’attivo della presente Nota integrativa.

Sezione 7 Passività associate ad attività in via di dismissione - Voce 70 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

152

Sezione 8 Altre passività - Voce 80 -

8.1 Altre passività: composizione

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

Competenze e contributi relativi al personale 742 1.361 Debiti per consolidato fiscale 3.643 - Debiti verso l'erario per ritenute da versare 4.088 4.634 Fornitori 4.302 5.332 Partite in corso di lavorazione 6.723 11.786 Partite viaggianti con le filiali 130 1.701 Ratei passivi 183 397 Risconti passivi 30 28 Altre partite 10.139 6.015 Totale 29.980 31.253

La voce “Competenze e contributi relativi al personale” include il debito residuo verso l’INPS per oneri relativi ai piani di esodi incentivati, che ammonta a 488 migliaia di euro (1.041 migliaia di euro al 31 dicembre 2018), nonché debiti verso dipendenti per altre componenti retributive ad erogazione differita.

I “Debiti per consolidato fiscale” sono costituiti dal debito verso la Capogruppo per l’Imposta sul Reddito delle Società trasferita ai sensi della normativa sul “Consolidato fiscale nazionale”.

153

Sezione 9 Trattamento di fine rapporto del personale - Voce 90 -

9.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

A. Esistenze iniziali 1.192 1.376 B. Aumenti 121 12 B.1 Accantonamenti dell'esercizio - - B.2 Altre variazioni 121 12 C. Diminuzioni (23) (196) C.1 Liquidazioni effettuate (15) (118) C.2 Altre variazioni (8) (78) D. Rimanenze finali 1.290 1.192 Totale 1.290 1.192

Al 31 dicembre 2019, le “Altre variazioni” in aumento comprendono le perdite attuariali per 121 migliaia di euro contabilizzate, al netto del relativo effetto fiscale pari a 33 migliaia di euro, a “Riserve da valutazione”.

9.2 Altre informazioni

Prospetto di sintesi delle Basi Tecniche adottate per la valutazione del Fondo TFR

31.12.2019

Tasso di mortalità Sono state utilizzate le tavole SI 2018.

Tasso di turn over È stata utilizzata apposita tavola ricavata da opportune perequazioni dei dati storici aziendali degli ultimi anni aggiornati con i dati del 2014.

Anticipazioni di TFR La probabilità di anticipazione è stata posta pari al 2%, mentre l’importo medio richiesto, determinato sulla base della norma civilistica introdotta con la Legge Finanziaria 2007, è stato stimato pari al 100%.

Tassi di inflazione Lo scenario inflazionistico che si prevede si possa attestare nel lungo periodo ha portato ad utilizzare un tasso pari all’1,50% annuale.

Tassi di attualizzazione Per la valutazione al 31.12.2019 è stata utilizzata la curva dei tassi EUR composite AA al 19 dicembre 2019.

31.12.2018

Tasso di mortalità Sono state utilizzate le tavole SI 2017.

Tasso di turn over È stata utilizzata apposita tavola ricavata da opportune perequazioni dei dati storici aziendali degli ultimi anni aggiornati con i dati del 2014.

Anticipazioni di TFR La probabilità di anticipazione è stata posta pari al 2%, mentre l’importo medio richiesto, determinato sulla base della norma civilistica introdotta con la Legge Finanziaria 2007, è stato stimato pari al 100%.

Tassi di inflazione Lo scenario inflazionistico che si prevede si possa attestare nel lungo periodo ha portato ad utilizzare un tasso pari all’1,50% annuale.

Tassi di attualizzazione Per la valutazione al 31.12.2018 è stata utilizzata la curva dei tassi EUR composite AA al 20 dicembre 2018.

154

Sezione 10 Fondi per rischi e oneri - Voce 100 -

10.1 Fondi per rischi e oneri: composizione

Totale Totale Voci/Valori 31/12/2019 31/12/2018

1. Fondi per rischio di credito relativo a impegni e garanzie finanziarie rilasciate 467 513

2. Fondi su altri impegni e altre garanzie rilasciate - -

3. Fondi di quiescenza aziendali - -

4. Altri fondi per rischi ed oneri 20.587 18.580

4.1 controversie legali e fiscali 7.532 7.876

4.2 oneri per il personale 586 454

4.3 altri 12.469 10.250

Totale 21.053 19.093

I fondi rischi e oneri per controversie legali riguardano principalmente contestazioni sui servizi di investimento e su contratti bancari prestati dalla Banca nello svolgimento della propria attività.

I fondi oneri per il personale sono costituiti principalmente dall’accantonamento per premio aziendale e sistema incentivante, passività ancora incerte nell’ammontare. La voce comprende inoltre la stima dell’onere per incentivazione all’esodo, pari a 20 migliaia di euro, relativo all’Accordo quadro siglato in data 14 gennaio 2020.

Gli altri fondi sono costituiti essenzialmente dal Fondo indennità suppletiva di clientela legato all’attività dei consulenti finanziari e dal fondo collegato al sistema di fidelizzazione dei Consulenti Finanziari.

L’importo indicato al punto 1 rappresenta il rischio di credito relativo ad impegni e garanzie rilasciate.

10.2 Fondi per rischi e oneri: variazioni annue

Fondi su altri Fondi di Altri fondi per impegni e altre Totale quiescenza rischi ed oneri garanzie rilasciate

A. Esistenze iniziali - - 18.580 18.580 B. Aumenti - - 5.813 5.813 B.1 Accantonamento dell'esercizio - - 5.794 5.794 B.2 Variazioni dovute al passare del tempo - - - - B.3 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - - 11 11 B.4 Altre variazioni - - 8 8 C. Diminuzioni - - 3.806 3.806 C.1 Utilizzo nell'esercizio - - 2.136 2.136 C.2 Variazioni dovute a modifiche del tasso di sconto - - - - C.3 Altre variazioni - - 1.671 1.671 D. Rimanenze finali - - 20.587 20.587

155

10.3 Fondi per rischio di credito relativo a impegni e garanzie finanziarie rilasciate

Fondi per rischio di credito relativo a impegni e garanzie finanziarie rilasciate

Primo stadio Secondo stadio Terzo stadio Totale

1. Impegni a erogare fondi 172 53 - 225 2. Garanzie finanziarie rilasciate 32 201 9 242 Totale 204 254 9 467

10.4 Fondi su altri impegni e altre garanzie rilasciate

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

10.5 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti

Non sono presenti fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti.

10.6 Fondi per rischi e oneri - altri fondi

Aumenti Diminuzioni

31/12/2018 31/12/2019 Altre Altre Accantonamenti Utilizzi variazioni variazioni

Controversie legali 7.876 2.037 11 (1.478) (913) 7.532

Oneri per il personale 454 496 8 (243) (130) 586

Altri fondi 10.250 3.261 (415) (627) 12.469

di cui per indennità suppletiva di clientela 4.042 1.355 (410) (307) 4.680

di cui altri fondi per rischi e oneri 6.208 1.905 (5) (320) 7.789

Totale 18.580 5.794 19 (2.136) (1.671) 20.587

Le stime sono state effettuate analiticamente sulle singole posizioni nel caso in cui la controparte abbia già intrapreso un’azione giudiziaria e sulla base del rischio stimato su serie storico-statistiche in caso di presenza di elementi oggettivi di rischio (es. presenza di reclami), non ancora concretizzatisi in azioni giudiziarie. I fondi rischi sono stati iscritti in bilancio al valore attuale, determinato in via analitica sulla singola controversia, tenendo conto delle differenti date in cui si prevede l’esborso finanziario. Si specifica che le somme stanziate a fronte degli oneri del personale hanno trovato contropartita nella voce di conto economico relativa alle spese per il personale.

Passività potenziali La Banca è coinvolta in procedimenti giudiziari di varia natura, originati dall’ordinario svolgimento della propria attività. Per quanto non sia possibile prevederne con certezza l’esito finale, si ritiene che l’eventuale risultato sfavorevole di detti procedimenti non avrebbe, sia singolarmente che complessivamente, un effetto negativo rilevante sulla situazione finanziaria ed economica della Banca. Le passività potenziali al 31 dicembre 2019 ammontano a circa 2,2 milioni di euro, e sono relative a controversie legali per circa 1,4 milioni di euro, riferibili principalmente a cause in materia di servizi d’investimento e a contestazioni inerenti a presunte attività non autorizzate da parte di soggetti terzi e/o consulenti finanziari, nonché a contenziosi fiscali in corso con l’Agenzia delle Entrate per circa 0,8 milioni di euro.

156

Sezione 11 Azioni rimborsabili - Voce 120 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 12 Patrimonio dell’impresa - Voci 110, 130, 140, 150, 160, 170 e 180 -

12.1 “Capitale” e “Azioni proprie”: composizione

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

Nr azioni ORDINARIE 22.650.000 22.650.000

da nominale Euro cadauna 3,00 3,00

La Banca non detiene azioni proprie in portafoglio.

12.2 Capitale - Numero azioni: variazioni annue

Nel corso dell’esercizio non è stata rilevata alcuna variazione in merito al numero delle azioni.

12.3 Capitale: altre informazioni

Valore nominale delle azioni Il capitale sociale è interamente sottoscritto e versato ed è costituito da n. 22.650.000 azioni ordinarie del valore nominale di 3 euro cadauna.

Diritti, privilegi e vincoli sulle azioni Sulle azioni della banca non vi sono né privilegi né pegni e, per quanto riguarda i vincoli alla distribuzione dei dividendi e nel rimborso del capitale si rimanda al prospetto di riepilogo delle voci di patrimonio netto distinte secondo l’origine e con l’indicazione della possibilità di utilizzo e distribuibilità ai sensi dell’art. 2427 comma 1, n. 7 bis c.c. riportato al termine della successiva voce.

12.4 Riserve di utili: altre informazioni

Le “Riserve di utili” ammontano a 19.604 migliaia di euro e sono così composte:  Riserva legale euro 1.660 migliaia;  Riserva straordinaria euro 4.235 migliaia;  Riserva riforma previdenza complementare negativa per euro 259 migliaia;  Altre riserve di utili euro 13.970 derivanti essenzialmente dall’operazione di incorporazione avvenuta a maggio 2015 e comprensive delle riserve di First Time Adoptions.

Le “Riserve altre” pari a 54.867 migliaia di euro rappresentano nel dettaglio:  Altre riserve di capitale per 60.125 migliaia di euro derivanti dall’operazione di fusione per incorporazione di ex IW Bank;  Altre riserve OPI -5.431 migliaia di euro: Riserva da operazioni under common control (fusione per incorporazione di Investnet International S.p.A. in ex IW Bank nel gennaio 2012)

157

 Riserva da stock granting connessa al sistema di incentivazione del Top Management per 173 migliaia di euro.

Composizione del Patrimonio netto secondo origine, disponibilità e distribuibilità al 31.12.2019

Riepilogo delle utilizzazioni effettuate nei tre VINCOLO precedenti esercizi POSSIBILITA' DI QUOTA IMPORTO FISCALE UTILIZZAZIONE DISPONIBILE (1) per per altre copertura ragioni perdite

A) CAPITALE 67.950

- Capitale sociale 67.950

C) RISERVE DI UTILI 19.604

- Riserva legale (2) 1.660 B

- Riserva straordinaria 4.235 A B C 4.235

- Riserva TFR Riforma previd. Compl. D.Lgs. (3) (259) n.d. 252/2005

- Riserva FTA IFRS9 (1.350) A B C -1.350

- Riserva Titoli FVOCI di capitale Part. Pos. - A B C - Chiuse

- Altre riserve di utili e utili portati a nuovo 15.320 A B C 15.320

D) RISERVA DI ALTRA NATURA 54.867

- Riserva stock granting 173 n.d.

- Altre riserve 54.695 A B

E) RISERVE DA VALUTAZIONE (762)

- Riserva da valutazione Utili/Perdite (714) n.d. attuariali TFR

- Riserva da valutazione Titoli FVOCI (49) n.d.

TOTALE 141.659 18.204 -

Quota non distribuibile 123.455

Quota distribuibile 18.204

Utile dell'esercizio 2019 10.886

TOTALE PATRIMONIO 152.545 18.204 -

Legenda: A: per aumento di capitale B: per copertura perdite C: per distribuzione ai soci n.d.: non disponibile

Note: (1) Importi in sospensione di imposta. (2) Utilizzabile secondo quanto previsto dall’art. 2430 Codice Civile (3) Riserva negativa di utili/perdite attuariali su debiti per TFR conseguenti alla riforma previdenziale ex DLgs 252/2005

12.5 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue

Non sono presenti strumenti rappresentativi del capitale.

12.6 Altre informazioni

Per la Banca non viene data alcuna informativa prevista dallo IAS1, paragrafo 136A, 137 e 80A in quanto la stessa non presenta tali fattispecie. Relativamente alla destinazione del risultato d’esercizio si rinvia alla proposta riportata nella Relazione sulla Gestione.

158

Altre informazioni

1. Impegni e garanzie finanziarie rilasciate (diversi da quelli designati al fair value)

Valore nominale su impegni e garanzie finanziarie rilasciate Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018 Secondo Primo stadio Terzo stadio stadio

1. Impegni a erogare fondi 386.172 10.417 1.692 398.281 415.779 a) Banche Centrali - - - - - b) Amministrazioni pubbliche 15 - - 15 11 c) Banche 16.472 - - 16.472 17.181 d) Altre società finanziarie 6.294 - - 6.294 7.117 e) Società non finanziarie 3.621 177 - 3.798 8.008 f) Famiglie 359.769 10.240 1.692 371.701 383.463 2. Garanzie finanziarie rilasciate 181.573 17.433 18 199.024 223.544 a) Banche Centrali - - - - - b) Amministrazioni pubbliche - - - - - c) Banche 173.460 - - 173.460 194.776 d) Altre società finanziarie - - - - - e) Società non finanziarie 107 403 - 510 460 f) Famiglie 8.006 17.030 18 25.054 28.308

2. Altri impegni e altre garanzie rilasciate

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

3. Attività costituite a garanzia di proprie passività e impegni

Non sono presenti attività costituite a garanzia di proprie passività o impegni.

159

4. Gestione e intermediazione per conto terzi

Importo Tipologia servizi 31/12/2019

1. Esecuzione di ordini per conto della clientela 50.649.135

a) acquisti 25.052.250

1. regolati 25.052.250

2. non regolati -

b) vendite 25.596.885

1. regolati 25.596.885

2. non regolati -

2. Gestioni individuale di portafogli -

3. Custodia e amministrazione di titoli 4.806.080

a) titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di - portafogli)

1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio -

2. altri titoli -

b) titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 2.203.836

1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio -

2. altri titoli 2.203.836

c) titoli di terzi depositati presso terzi 2.177.976

d) titoli di proprietà depositati presso terzi 2.602.245

4. Altre operazioni 237.682.894

5. Attività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi- quadro di compensazione o ad accordi similari

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

6. Passività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di compensazione o ad accordi similari

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

7. Operazioni di prestito titoli

Si fa presente che la Banca offre, fra gli altri, il servizio di prestito titoli sia a controparti istituzionali sia a controparti retail. Per quanto attiene alle controparti retail si precisa che tale servizio consiste nella possibilità del cliente sia di poter ricevere in prestito titoli (a fronte del pagamento di una commissione), sia di poter prestare titoli (a fronte della ricezione di un corrispettivo della Banca). Per quanto attiene invece alle controparti istituzionali, si precisa che la Banca provvede a prestare titoli a tali controparti a fronte della corresponsione di una commissione. Per l’impatto commissionale di tale operatività si rimanda alle tabelle esplicative relative alle commissioni attive e passive presenti nella “Nota Integrativa - Parte C - Informazioni sul conto economico”.

8. Informativa sulle attività a controllo congiunto

La Banca non è tenuta a fornire l’informativa sulle attività a controllo congiunto. La stessa viene redatta a livello di bilancio consolidato dalla Capogruppo UBI Banca.

160

Parte C - Informazioni sul conto economico

Sezione 1 Gli interessi - Voci 10 e 20 -

1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione

Titoli di Altre Totale Totale Voci/Forme tecniche Finanziamenti debito operazioni 31/12/2019 31/12/2018

1. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto 170 - - 170 5 a conto economico:

1.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione - - - - 5

1.2 Attività finanziarie designate al fair value - - - - -

1.3 Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al 170 - - 170 - fair value 2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto - - X - - sulla redditività complessiva

3. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: 29.952 7.593 X 37.545 24.900

3.1 Crediti verso banche 29.952 448 X 30.399 17.004

3.2 Crediti verso clientela - 7.145 X 7.145 7.896

4. Derivati di copertura X X - - -

5. Altre attività X X - - -

6. Passività finanziarie X X X 536 479

Totale 30.121 7.593 - 38.250 25.384

di cui: interessi attivi su attività finanziarie impaired - 477 - 477 375

di cui: interessi attivi su leasing finanziario - - - - -

Nella voce “Passività finanziarie” figurano gli interessi positivi maturati sulle passività finanziarie quale effetto dei tassi negativi.

La voce “Crediti verso clientela - Finanziamenti” al 31 dicembre 2019 comprende interessi maturati sui crediti ceduti a garanzia delle emissioni di Covered Bond per 1.795 migliaia di euro (2.103 migliaia euro nell’esercizio di raffronto).

1.2 Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni 1.2.1 Interessi attivi su attività finanziarie in valuta

Totale Totale Voci/Forme tecniche 31/12/2019 31/12/2018

Interessi attivi su attività finanziarie in valuta 642 388

161

1.3 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione

Altre Totale Totale Voci/Forme tecniche Debiti Titoli operazioni 31/12/2019 31/12/2018

1. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato (3.839) (158) X (3.996) (3.755)

1.1 Debiti verso banche centrali - X X - -

1.2 Debiti verso banche (843) X X (843) (404)

1.3 Debiti verso clientela (2.996) X X (2.996) (3.028)

1.4 Titoli in circolazione X (158) X (158) (323)

2. Passività finanziarie di negoziazione - - - - -

3. Passività finanziarie designate al fair value - - - - -

4. Altre passività e fondi X X - - -

5. Derivati di copertura X X - - -

6. Attività finanziarie X X X (1.046) (782)

Totale (3.839) (158) - (5.042) (4.537)

di cui: interessi passivi relativi ai debiti per leasing (759) - - (759) -

Nella voce “Attività finanziarie” figurano gli interessi negativi maturati sulle attività finanziarie quale effetto dei tassi negativi.

1.4 Interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni 1.4.1 Interessi passivi su passività in valuta

Totale Totale Voci/Forme tecniche 31/12/2019 31/12/2018

Interessi passivi su passività finanziarie in valuta (257) (151)

1.5 Differenziali relativi alle operazioni di copertura

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

162

Sezione 2 Le commissioni - Voci 40 e 50 -

2.1 Commissioni attive: composizione

Totale Totale Tipologia servizi/Valori 31/12/2019 31/12/2018

a) garanzie rilasciate 64 86 b) derivati su crediti - - c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza: 118.801 110.251 1. negoziazione di strumenti finanziari 11.037 11.780 2. negoziazione di valute 80 71 3. gestioni individuali di portafogli - - 4. custodia e amministrazione di titoli 362 293 5. banca depositaria - - 6. collocamento di titoli 76.003 68.092 7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 8.376 8.248 8. attività di consulenza - - 8.1 in materia di investimenti - - 8.2 in materia di struttura finanziaria - - 9. distribuzione di servizi di terzi 22.943 21.768 9.1 gestioni di portafogli 1.876 1.694 9.1.1 individuali 1.876 1.694 9.1.2 collettive - - 9.2 prodotti assicurativi 17.367 17.330 9.3 altri prodotti 3.700 2.743 d) servizi di incasso e pagamento 1.530 1.310 e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione - - f) servizi per operazioni di factoring - - g) esercizio di esattorie e ricevitorie - - h) attività di gestione di sistemi multilaterali di scambio - - i) tenuta e gestione dei conti correnti 746 759 j) altri servizi 971 1.418 k) operazioni di prestito titoli 1.251 1.196 Totale 123.363 115.020

La voce “Collocamento titoli” è costituita da commissioni per il collocamento ed il mantenimento di Fondi e Sicav per 66.254 migliaia di euro e da commissioni per il collocamento di certificates per 9.749 migliaia di euro.

La voce “Altri servizi” comprende la Commissione di messa a Disposizione Fondi per complessivi 213 migliaia di euro.

Il dettaglio delle commissioni conseguite su altri servizi è riportato nella tabella sottostante.

Totale Totale Dettaglio commissioni altri servizi 31/12/2019 31/12/2018

- estero 150 150

- finanziamenti, mutui e CDF 286 278

- altre 535 989

Totale 971 1.418

163

2.2 Commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e servizi

Totale Totale Canali/Valori 31/12/2019 31/12/2018

a) presso propri sportelli: 804 910

1. gestioni di portafogli - -

2. collocamento di titoli 797 905

3. servizi e prodotti di terzi 7 5

b) offerta fuori sede: 98.061 88.831

1. gestioni di portafogli - -

2. collocamento di titoli 75.125 67.068

3. servizi e prodotti di terzi 22.936 21.762

c) altri canali distributivi: 82 119

1. gestioni di portafogli - -

2. collocamento di titoli 81 119

3. servizi e prodotti di terzi 1 1

2.3 Commissioni passive: composizione

Totale Totale Servizi/Valori 31/12/2019 31/12/2018

a) garanzie ricevute (1) (1)

b) derivati su crediti - -

c) servizi di gestione e intermediazione: (61.337) (55.993)

1. negoziazione di strumenti finanziari (1.972) (1.936)

2. negoziazione di valute - -

3. gestione di portafogli: - -

3.1 proprie - -

3.2 delegate a terzi - -

4. custodia e amministrazione di titoli - -

5. collocamento di strumenti finanziari (4) (10)

6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi (59.361) (54.047)

d) servizi di incasso e pagamento (751) (972)

e) altri servizi (200) (125)

f) operazioni di prestito titoli (262) (304)

Totale (62.551) (57.394)

Nella voce “c)” sottopunto “6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi” trovano rappresentazione le provvigioni riconosciute alla rete di consulenti finanziari.

164

Sezione 3 Dividendi e proventi simili - Voce 70 -

3.1 Dividendi e proventi simili: composizione

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018 Voci/Proventi

Proventi Proventi Dividendi Dividendi simili simili

A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione - - - -

B. Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value - - 15 -

C. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva - - - -

D. Partecipazioni - - - -

Totale - - 15 -

Sezione 4 Risultato netto dell’attività di negoziazione - Voce 80 -

4.1 Risultato netto dell’attività di negoziazione: composizione

Utili da Perdite da Risultato Minusvalenze Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze (A) negoziazione negoziazione netto [(A+B) - (C) (B) (D) (C+D)]

1. Attività finanziarie di negoziazione 3 143 - (121) 25

1.1 Titoli di debito - - - - -

1.2 Titoli di capitale 3 - - (7) (4)

1.3 Quote di O.I.C.R. - - - - -

1.4 Finanziamenti - - - - -

1.5 Altre - 142 - (114) 29

2. Passività finanziarie di negoziazione - - - - -

2.1 Titoli di debito - - - - -

2.2 Debiti - - - - -

2.3 Altre - - - - -

3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio X X X X -

4. Strumenti derivati - - - (8) (8)

4.1 Derivati finanziari: - - - (8) (8)

- Su titoli di debito e tassi di interesse - - - - -

- Su titoli di capitale e indici azionari - - - (8) (8)

- Su valute e oro X X X X -

- Altri - - - - -

4.2 Derivati su crediti - - - - - di cui: coperture naturali connesse con la fair value X X X X - option Totale 3 143 - (129) 17

Sezione 5 Risultato netto dell’attività di copertura - Voce 90 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

165

Sezione 6 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto - Voce 100 -

6.1 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

Voci/Componenti reddituali

Risultato Risultato Utili Perdite Utili Perdite netto netto

A. Attività finanziarie

1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - (2) (2) 1.360 (1.573) (213)

1.1 Crediti verso banche - - - 1.193 (1.191) 2

1.2 Crediti verso clientela - (2) (2) 167 (382) (215)

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla ------redditività complessiva

2.1 Titoli di debito ------

2.2 Finanziamenti ------

Totale attività (A) - (2) (2) 1.360 (1.573) (213)

B. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato

1. Debiti verso banche ------

2. Debiti verso clientela ------

3. Titoli in circolazione ------

Totale passività (B) ------

Il risultato netto della voce “1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - 1.2 Crediti verso clientela” al 31 dicembre 2018 includeva, per 275 migliaia di euro, l’impatto negativo derivante dall’operazione di cessione crediti in sofferenza (c.d. “GACS”).

166

Sezione 7 Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico – Voce 110 -

7.1 Variazione netta di valore delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: composizione delle attività e passività finanziare designate al fair value

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

7.2 Variazione netta di valore delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: composizione delle altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value

Risultato netto [(A+B) - Operazioni/Componenti reddituali Plusvalenze (A) Utili da realizzo (B) Minusvalenze (C) Perdite da realizzo (D) (C+D)]

1. Attività finanziarie 910 - - - 910

1.1 Titoli di debito - - - - -

1.2 Titoli di capitale 910 - - - 910

1.3 Quote di O.I.C.R. - - - - -

1.4 Finanziamenti - - - - -

2. Attività finanziarie in valuta: differenze di cambio X X X X 40

Totale 910 - - - 950

L’importo indicato in tabella si riferisce al titolo azionario Visa INC Classe 9 detenuto in portafoglio.

167

Sezione 8 Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito - Voce 130 -

8.1 Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo ad attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: composizione

Rettifiche di valore (1) Riprese di valore (2) Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018 Operazioni/Componenti reddituali Primo e secondo Terzo stadio Primo e secondo Terzo stadio stadio Write-off Altre stadio

A. Crediti verso banche (3) - - - - (3) 5

- Finanziamenti (3) - - - - (3) 5

- Titoli di debito ------

di cui: crediti impaired acquisiti o originati ------

B. Crediti verso clientela - (213) (1.548) 45 322 (1.394) (1.225)

- Finanziamenti - (213) (1.548) 45 322 (1.394) (1.225)

- Titoli di debito ------

di cui: crediti impaired acquisiti o originati ------

Totale (3) (213) (1.548) 45 322 (1.396) (1.220)

8.2 Rettifiche di valore nette per rischio di credito relativo ad attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: composizione

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

168

Sezione 9 Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni - Voce 140 -

9.1 Utili (perdite) da modifiche contrattuali: composizione

La voce, negativa per 450 migliaia di euro (invariata rispetto al 31 dicembre 2018), accoglie gli impatti connessi alle modifiche contrattuali su impieghi a medio lungo termine con la clientela che, non configurando modifiche di natura sostanziale, secondo le previsioni dell’IFRS 9, nonché della normativa contabile di Gruppo, non comportano la cancellazione contabile (leggasi derecognition) delle attività in parola bensì la rilevazione a conto economico delle modifiche apportate ai flussi di cassa contrattuali.

Sezione 10 Spese amministrative - Voce 160 -

10.1 Spese per il personale: composizione

Totale Totale Tipologia di spese/Valori 31/12/2019 31/12/2018

1) Personale dipendente (16.735) (17.439)

a) salari e stipendi (12.077) (12.369)

b) oneri sociali (3.201) (3.292)

c) indennità di fine rapporto (719) (734)

d) spese previdenziali - -

e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale 2 3

f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili: - -

- a contribuzione definita - -

- a benefici definiti - -

g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni: (498) (498)

- a contribuzione definita (498) (498)

- a benefici definiti - -

h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali - -

i) altri benefici a favore dei dipendenti (243) (549)

2) Altro personale in attività (35) -

3) Amministratori e sindaci (354) (319)

4) Personale collocato a riposo - -

5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende 2.659 3.161

6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la società (6.773) (6.980)

Totale (21.238) (21.577)

La voce di spesa “Altri benefici a favore dei dipendenti” comprende l’onere, pari a 20 migliaia di euro, quale incentivo all’esodo per le uscite volontarie di personale previste dal Piano Industriale di Gruppo (233 migliaia al 31 dicembre 2018). Stante la natura non ricorrente dell’evento, il citato effetto è stato oggetto di normalizzazione nell’ambito del conto economico.

169

10.2 Numero medio dei dipendenti per categoria

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

1) Personale dipendente 292 290 a) dirigenti 12 13 b) quadri direttivi 97 97 c) restante personale dipendente 184 180 2) Altro personale 10 10 TOTALE 302 300

Il numero dei dipendenti include il personale di altre società distaccato presso l’azienda ed esclude i dipendenti dell’azienda distaccati presso altre società. Nella voce altro personale sono compresi gli amministratori, i sindaci, i lavoratori con contratto interinale e gli altri collaboratori.

10.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti: costi e ricavi

Non sono presenti fondi di quiescenza a benefici definiti.

10.4 Altri benefici a favore dei dipendenti

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

- Incentivi all'esodo e fondi a sostegno al reddito 137 (241)

- Recupero formazione personale (30) 30

- Spese assicurative (101) (80)

- Spese per partecipazione a corsi e formazione del personale - (18)

- Spese relative ai buoni pasto (260) (246)

- Altre spese 11 6

Totale (243) (549)

Si precisa che non sono presenti componenti di costo di cui allo IAS 19, paragrafi 131, 141 e 142.

170

10.5 Altre spese amministrative: composizione

Totale Totale Tipologia servizi/Valori 31/12/2019 31/12/2018

A. Altre spese amministrative (42.702) (47.344) Affitti passivi (1) (5.045) Servizi professionali (462) (382) Consulenze (2.119) (1.412) - di cui Consulenze strategiche ed organizzative (659) (146) Canoni di locazione hardware, software ed altri beni (150) (237) Manutenzioni hardware, software ed altri beni (330) (392) Conduzione immobili (1.048) (940) Manutenzione immobili e impianti (338) (436) Contazione, trasporto e gestione valori (64) (66) Contributi associativi (3.024) (2.755) Informazioni e visure (38) (47) Periodici e volumi (11) (7) Postali (172) (239) Premi assicurativi (815) (970) Pubblicità e promozione (2.696) (1.708) Rappresentanza (41) (36) Telefoniche e trasmissioni dati (5.538) (5.632) Servizi in outsourcing (1.322) (1.413) Spese di viaggio (274) (238) Canoni service resi da società del Gruppo (23.423) (24.617) Spese per recupero crediti (103) (131) Stampati, cancelleria e materiale di consumo (325) (261) Trasporti e traslochi (232) (226) Vigilanza (159) (143) Altre spese (15) (10) B. Imposte indirette (16.351) (15.478) Imposte indirette e tasse (386) (111) Imposte di bollo (15.765) (15.158) Imposte sugli immobili (5) (5) Altre imposte (195) (205) Totale (59.053) (62.822)

Le nuove disposizioni introdotte dal principio contabile IFRS 16 prevedono, quale regola generale, la rilevazione all’attivo patrimoniale del diritto d’utilizzo di un’attività (c.d. “right-of-use asset”), e al passivo patrimoniale di una passività finanziaria (c.d. “lease liability”) rappresentativa dell’obbligazione a pagare, lungo la durata del contratto, i canoni di leasing. I costi connessi ai canoni di locazione non trovano pertanto più rilevazione per competenza alla voce “Altre spese amministrative”, tranne limitate eccezioni, quali i leasing a breve termine e i leasing di modesto valore così come previsto dall’IFRS 16 par. 53 lettera c) e d). Per maggiori dettagli si rimanda alla “Parte A – Politiche contabili” della presente Nota Integrativa.

La voce “Contributi associativi” comprende il contributo ordinario al DGS “Deposit Guarantee Schemes” per 1.859 migliaia di euro (1.599 migliaia al 31 dicembre 2018); solo per l’esercizio in commento tale voce include inoltre il contributo addizionale versato al Fondo Nazionale di Risoluzione per 12 migliaia di euro che, stante la natura dell’evento, è stato oggetto di normalizzazione nell’ambito del conto economico.

171

Sezione 11 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri - Voce 170 -

11.1 Accantonamenti netti per rischio di credito relativi a impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate: composizione

Rettifiche di valore Riprese di valore

Specifiche Specifiche Di portafoglio Operazioni/Componenti Di Totale Totale Da Altre Da Altre 31/12/2019 31/12/2018 reddituali Cancellazioni Altre portafoglio interessi riprese interessi riprese Garanzie rilasciate - (4) (1) - - - - (5) 326

Impegni ad erogare fondi ------51 51 (270)

Altre operazioni ------

Totale - (4) (1) - - - 51 47 56

11.2 Accantonamenti netti relativi ad altri impegni e altre garanzie rilasciate: composizione

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

11.3 Accantonamenti netti agli altri fondi per rischi e oneri: composizione

Accantonamenti Totale Accantonamenti Riattribuzioni netti 31/12/2019

Controversie legali (2.038) 904 (1.134) (1.134)

Altri fondi (3.261) 627 (2.633) (2.633)

- di cui indennità suppletiva di clientela (1.355) 307 (1.048) (1.048)

Totale (5.299) 1.531 (3.768) (3.768)

La voce “Altri fondi” comprende, oltre all’indennità suppletiva di clientela, l’accantonamento al sistema di fidelizzazione dei Consulenti Finanziari, per un ammontare pari a 1.585 migliaia di euro.

172

Sezione 12 Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali - Voce 180 -

12.1. Rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione

Attività/Componente reddituale Rettifiche di valore Ammortamento per deterioramento Riprese di valore Risultato netto (a) (b) (c) (a + b - c)

A. Attività materiali

A.1 Ad uso funzionale (4.836) - - (4.836)

- Di proprietà (282) - - (282)

- Diritti d'uso acquisiti con il leasing (4.553) - - (4.553)

A.2 Detenute a scopo d'investimento - - - -

- Di proprietà - - - -

- Diritti d'uso acquisiti con il leasing - - - -

A.3 Rimanenze X - - -

Totale (4.836) - - (4.836)

La voce “Diritti d’uso acquisti con il leasing” accoglie i seguenti ammortamenti:  4.359 migliaia di euro relativi a contratti di locazione immobiliari nonché 112 migliaia di euro riferibili a manutenzioni straordinarie, c.d. “migliorie su beni di terzi”, sui beni inerenti tali contratti;  82 migliaia di euro attribuibili agli autoveicoli aziendali.

Sezione 13 Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali - Voce 190 -

13.1. Rettifiche di valore nette su attività immateriali: composizione

Per la Banca non rileva tale fattispecie.

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Sezione 14 Altri oneri e proventi di gestione - Voce 200 -

14.1 Altri oneri di gestione: composizione

Totale Totale Dettaglio Altri oneri di gestione 31/12/2019 31/12/2018

Ammortamento migliorie su beni di terzi - (143) Canoni di locazione finanziaria (9) - Oneri da operazioni Cartolarizzazione/Covered Bond (71) (64) Altri oneri (7.093) (464) Totale (7.173) (670)

In base alle previsioni del 6° aggiornamento della Circolare 262/2005 di Banca d’Italia, le spese di manutenzione straordinaria su beni in locazione c.d. “migliorie su beni di terzi”, inerenti contratti soggetti alle previsioni dell’IFRS 16, sono state riclassificate dalla voce “Altre attività” alla voce “Attività materiali”, ad incremento del valore del diritto d’uso. Conseguentemente si è provveduto ad attribuire l’ammortamento di tali migliorie nella voce “Rettifiche di valore nette su attività materiali”.

14.2 Altri proventi di gestione: composizione

Totale Totale Dettaglio Altri proventi di gestione 31/12/2019 31/12/2018

Fitti attivi su immobili 11 13 Recupero di costi da Società del Gruppo 29 28 Recupero imposta di bollo e imposta sostitutiva 15.432 15.044 Recupero spese ed altri ricavi su depositi, finanziamenti e conti corrente 175 151 Altri proventi e recuperi di spesa 4.184 1.329 Totale 19.831 16.564

Sbilancio oneri/proventi di gestione 12.657 15.894

Come previsto dalla normativa IAS/IFRS, le operazioni di Covered Bond poste in essere dalla Banca non consentono lo stralcio dal bilancio delle poste cedute quando la Banca Originator - come avviene per i Programmi Covered Bond del Gruppo UBI - assume anche il ruolo di Banca Finanziatrice della società veicolo. I crediti ceduti sottostanti le operazioni di Covered Bond vengono quindi rappresentati nell’attivo dello Stato Patrimoniale insieme ai crediti propri della Banca, ed i relativi proventi sono rappresentati tra gli interessi attivi; conseguentemente, i rapporti con la società veicolo sono rappresentati, per sbilancio, tra le Altre Attività e, simmetricamente, i relativi effetti economici vengono rappresentati tra gli Altri Oneri / Proventi di Gestione. Per una informativa più dettagliata sulle operazioni di Covered Bond cui partecipa IW Bank, si rimanda alla “Relazione sulla Gestione - Altre informazioni - Covered Bond” ed alla specifica sezione “Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura -Sezione 1 Rischio di Credito - Parte C. Operazioni di Cartolarizzazione e Parte E.4 Operazioni di Covered Bond”.

La voce “Altri proventi e recuperi di spesa” comprende la Commissione di Istruttoria Veloce (C.I.V.) pari a 15 migliaia di euro, nonché i recuperi di spesa da clientela connessi all’utilizzo delle piattaforme, sia proprie che di terzi, correlate al trading online per 224 migliaia di euro.

Lo sbilancio “oneri/proventi di gestione” comprende l’impatto negativo (pari a circa 3,4 milioni di euro) scaturito dalla definizione transattiva di una controversia sorta in materia di servizi di investimento; per maggiori dettagli si rimanda alla “Relazione sulla Gestione - Altre informazioni – Accertamenti ispettivi e provvedimenti”.

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Sezione 15 Utili (Perdite) delle partecipazioni - Voce 220 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 16 Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali - Voce 230 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 17 Rettifiche di valore dell'avviamento - Voce 240 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 18 Utili (Perdite) da cessione di investimenti - Voce 250 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 19 Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente - Voce 270 -

19.1 Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente: composizione

Totale Totale Componenti reddituali/Valori 31/12/2019 31/12/2018

1. Imposte correnti (-) (6.055) (1.930)

2. Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) - 1.532

3. Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio (+) - -

3.bis Riduzione delle imposte correnti dell'esercizio per crediti d'imposta di cui alla - 476 Legge n. 214/2011 (+)

4. Variazione delle imposte anticipate (+/-) 334 235

5. Variazione delle imposte differite (+/-) (341) (307)

6. Imposte di competenza dell'esercizio (-) (-1+/-2+3+3bis+/-4+/-5) (6.063) 6

Relativamente all’importo indicato al punto 2. “Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi” del 31 dicembre 2018, si rimanda alle “Informazioni sul conto economico riclassificato” paragrafo “Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente”.

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19.2 Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio

IRES Imponibile IRES %

Onere fiscale IRES teorico 16.949 (4.661) 27,50

Variazione in aumento permanenti

- spese per mezzi di trasporto non deducibili 97 (27) 0,16

- altre variazioni 1.052 (289) 1,71

- spese telefoniche 57 (16) 0,09

Variazione in diminuzione permanenti -

- Aiuto alla Crescita Economica D.L. 201/2011 art.1 conv. L.214/2011 (1.866) 513 (3,03)

- altre variazioni (1.061) 292 (1,72)

Onere fiscale IRES effettivo 15.228 (4.188) 24,71

IRAP Imponibile IRAP %

Onere fiscale IRAP teorico 16.949 (944) 5,57

Variazioni in aumento permanenti -

- costi del personale non deducibili ai fini IRAP 21.238 (1.183) 6,98

- rettifiche di valore su crediti non deducibili ai fini IRAP 1.396 (78) 0,46

- accantonamenti netti a fondo rischi e oneri 3.721 (207) 1,22

- spese amministrative 5.905 (329) 1,94

- ammortamenti indeducibili 484 (27) 0,16

- recupero a tassazione proventi di gestione 16.944 (944) 5,57

- altri oneri indeducibili 634 (35) 0,21

Variazioni in diminuzioni permanenti -

- deduzioni Cuneo fiscale (20.698) 1.153 (6,80)

- altre variazioni (12.913) 719 (4,24)

Onere fiscale IRAP effettivo 33.660 (1.875) 11,06

Totale onere fiscale effettivo IRES e IRAP 16.949 (6.063) (35,77)

La tabella sopra riportata espone analiticamente le variazioni in aumento ed in diminuzione che concorrono alla determinazione dell’onere fiscale effettivo di bilancio.

Sezione 20 Utile (Perdita) delle attività operative cessate al netto delle imposte - Voce 290 -

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 21 Altre informazioni

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

Sezione 22 Utile per azione

Le azioni della Banca non sono negoziate sui mercati finanziari, pertanto non viene fornita l’informativa relativa all’utile per azione.

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Parte D - Redditività complessiva

Prospetto analitico della redditività complessiva

Voci 31/12/2019 31/12/2018

10. Utile (Perdita) d'esercizio 10.886 4.458 Altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico (120) (25) 20. Titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva: (24) (25) a) variazione di fair value (24) (25) b) trasferimenti ad altre componenti di patrimonio netto - - Passività finanziarie designate al fair value con impatto a conto economico (variazioni del proprio merito 30. - - creditizio): a) variazione del fair value - - b) trasferimenti ad altre componenti di patrimonio netto - - 40. Coperture di titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva: - - a) variazione di fair value (strumento coperto) - - b) variazione di fair value (strumento di copertura) - - 50. Attività materiali - - 60. Attività immateriali - - 70. Piani a benefici definiti (121) (11) 80. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - - 90. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto - - 100. Imposte sul reddito relative alle altre componenti reddituali senza rigiro a conto economico 25 11 Altre componenti reddituali con rigiro a conto economico - - 110. Copertura di investimenti esteri: - - a) variazioni di fair value - - b) rigiro a conto economico - - c) altre variazioni - - 120. Differenze di cambio: - - a) variazione di valore - - b) rigiro a conto economico - - c) altre variazioni - - 130. Copertura dei flussi finanziari: - - a) variazioni di fair value - - b) rigiro a conto economico - - c) altre variazioni - - di cui: risultato delle posizioni nette - - 140. Strumenti di copertura (elementi non designati): - - a) variazione di valore - - b) rigiro a conto economico - - c) altre variazioni - - Attività finanziarie (diverse dai titoli di capitale) valutate al fair value con impatto sulla redditività 150. - - complessiva: a) variazioni di fair value - - b) rigiro a conto economico - - - rettifiche per rischio di credito - - - utili/perdite da realizzo - - c) altre variazioni - - 160. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione: - - a) variazioni di fair value - - b) rigiro a conto economico - - c) altre variazioni - - 170. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto: - - a) variazioni di fair value - - b) rigiro a conto economico - - - rettifiche da deterioramento - - - utili/perdite da realizzo - - c) altre variazioni - - 180. Imposte sul reddito relative alle altre componenti reddituali con rigiro a conto economico - - 190. Totale altre componenti reddituali (120) (25) 200. Redditività complessiva (Voce 10+190) 10.766 4.433

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Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura

Nel rispetto delle vigenti previsioni normative, il Gruppo UBI si è dotato di un sistema di controllo dei rischi che regola in modo integrato le linee guida del Sistema dei Controlli Interni, da intendersi come ambito organizzativo, regolamentare e metodologico a cui tutte le Società del Gruppo devono attenersi al fine di consentire alla Capogruppo di poter esercitare, in modo efficace ed economico, le attività d’indirizzo e di controllo strategico, gestionale e tecnicooperativo.

La Banca collabora pro-attivamente all’individuazione dei rischi cui è soggetta e alla definizione dei relativi criteri di misurazione, gestione e controllo. I principi cardine ai quali fanno riferimento l’analisi e la gestione dei rischi del Gruppo, al fine di perseguire una sempre più consapevole ed efficiente allocazione del capitale economico e regolamentare, sono:  rigoroso contenimento dei rischi finanziari e creditizi e forte presidio su tutte le tipologie di rischio;  utilizzo di logiche di sostenibile creazione del valore nel processo di definizione della propensione al rischio ed allocazione del capitale;  declinazione della propensione al rischio del Gruppo con riferimento alle specifiche fattispecie di rischio e/o specifiche attività in un corpo normativo di policy a livello di Gruppo e di singola entità.

Nella presente Parte sono fornite le informazioni riguardanti i profili di rischio di seguito indicati, le relative politiche di gestione e copertura messe in atto dalla Banca, l’operatività in strumenti finanziari derivati: a) rischio di credito; b) rischi di mercato:  di tasso di interesse,  di prezzo,  di cambio, c) rischio di liquidità; d) rischi operativi.

Per un quadro complessivo dei rischi e delle incertezze che gravano sulla Banca, si rimanda allo specifico paragrafo della Relazione sulla Gestione, redatto in ottemperanza a quanto previsto dal Decreto Legislativo n. 32 del 2 febbraio 2007, di attuazione della direttiva 2003/51/CE.

Sezione 1 Rischio di credito

Informazioni di natura qualitativa

1. Aspetti generali

Nella realtà del Gruppo UBI, la Capogruppo UBI Banca S.p.A. assume un ruolo di governance e formalizza le direttrici strategiche anche con riferimento all’assunzione e gestione del rischio di credito, nei confronti della clientela ordinaria, delle controparti istituzionali e dei soggetti esteri (rischi per singolo Paese). La capogruppo elabora, inoltre, le linee guida che informano le politiche commerciali del portafoglio consolidato degli impieghi, ne indirizza i processi e le metodologie di istruttoria, delibera, erogazione, monitoraggio del credito, e di recupero delle posizioni deteriorate.

Nell’elaborazione delle politiche a presidio dei rischi creditizi viene posta particolare attenzione al mantenimento di un adeguato profilo di rischio-rendimento e all’assunzione dei rischi coerenti con la mission del Gruppo UBI.

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Il Gruppo UBI intende rafforzare la propria posizione istituzionale a servizio dello sviluppo economico del Paese. Le relazioni con la clientela sono tese a costruire legami duraturi, che favoriscano una sostenibile generazione di ricchezza, secondo percorsi sensibili alle istanze sociali ed ambientali dei territori d’insediamento. Il Gruppo intende assicurare un’appropriata disponibilità di credito, aderendo fra l’altro agli “Accordi” fra l’Associazione Bancaria Italiana, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e le Associazioni di categoria, tempo per tempo stipulati.

Un continuativo sforzo di ascolto è stato profuso nei confronti delle richieste di finanziamento provenienti dalle famiglie e dalle piccole-medie imprese, queste ultime spesso inserite in più ampi sistemi di filiera originatesi anche grazie alla presenza di realtà produttive di maggiori dimensioni.

Il Gruppo UBI predilige comportamenti improntati alla trasparenza, e la clientela prenditrice è sollecitata a rafforzare l’attitudine alla disclosure informativa, considerata un requisito imprescindibile per il progresso della relazione creditizia: una maggiore visibilità sulla situazione economico-finanziaria della controparte da un lato consente di personalizzare le linee di offerta, dall’altro permette una più puntuale valutazione del merito di credito a vantaggio dei progetti a maggior valore aggiunto.

L’innovazione delle linee di offerta è tesa ad assecondare l’evoluzione della domanda attraverso proposte bilanciate, in cui i livelli di tasso d’interesse sono commisurati al rating e vengono modulati anche in presenza di fattori di mitigazione del rischio, come le garanzie reali e di firma. In occasione dell’ideazione dei nuovi prodotti, viene elaborata una puntuale informativa destinata ai vertici aziendali per illustrarne le coordinate di rischio-rendimento, al fine di una piena e trasparente consonanza rispetto agli indirizzi strategici in materia di assunzione del rischio di credito.

In particolare, con riferimento al segmento delle famiglie, l’aggiornamento dei prodotti e servizi proposti è stato orientato ad ottimizzare la flessibilità delle opzioni d’offerta ed a garantire nel contempo un’equilibrata composizione del portafoglio impieghi tra le principali tipologie di operazioni creditizie: finanziamenti assistiti da ipoteca, forme chirografarie, prestiti personali, crediti di firma, misure agevolate di tipo istituzionale o interno, aperture di credito per cassa, carte di credito/debito. In prevalenza restano, comunque, privilegiate le operazioni garantite in via reale rispetto a quelle chirografarie.

2. Politiche di gestione del rischio di credito

2.1 Aspetti organizzativi

Nello svolgimento dell’attività tradizionale d’intermediazione creditizia, la Banca è esposta al rischio che i crediti erogati non vengano rimborsati dai prenditori alla scadenza e debbano essere parzialmente o integralmente svalutati. Più in dettaglio, il profilo di rischio degli impieghi è sensibile all’andamento dell’economia nel suo complesso, al deteriorarsi delle condizioni finanziarie delle controparti (mancanza di liquidità, insolvenza, etc…) o ad altri fattori esterni (modifiche normative, deterioramento del valore delle garanzie finanziarie e ipotecarie legato all’andamento dei mercati). Un ulteriore elemento di rischio cui la Banca presta particolare attenzione è rappresentato dal grado di concentrazione del portafoglio impieghi rispetto alle controparti prenditrici.

2.1 Aspetti organizzativi

Il modello organizzativo di Gruppo in base al quale sono state strutturate le unità che presiedono all’attività creditizia, presenta la seguente articolazione:  Strutture della Capogruppo di controllo accentrato e coordinamento della Banca e delle Società Prodotto;  Strutture centrali preposte alla concessione e al Monitoraggio del Credito di UBI Banca;

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 Filiere di business specializzate su segmenti di clientela specifici (Top Private Banking, Corporate & Investment Banking, Remote Channels, Global Transaction Banking, etc);  Macroaree Territoriali (di seguito MAT) e Direzioni Generali delle Società controllate, dalle quali dipendono le Direzioni Crediti delle Società Prodotto.

Nell’ambito della Capogruppo, le strutture del Chief Lending Officer, Chief Risk Officer, Chief Financial Officer, Chief Audit Executive presiedono alla gestione delle politiche creditizie, al monitoraggio complessivo del portafoglio impieghi, all’affinamento dei sistemi di valutazione, alla gestione del credito problematico ed al rispetto delle norme.

All’interno di IW Bank, la Direzione Crediti gestisce l’attività di erogazione del credito nel rispetto delle policy di Gruppo e sotto il monitoraggio delle strutture Chief Lending Officer e Chief Risk Officer di UBI Banca.

Gli Organi deliberanti gli affidamenti creditizi agiscono secondo i criteri fissati dai Regolamenti interni ed in particolare trova generalizzata applicazione il principio di separatezza tra organo proponente e deliberante. Le facoltà delegate tengono inoltre conto del livello di rischio determinato dalla procedura di Internal Rating. Per tutti i soggetti (singoli o gruppi economici) a rischio basso con affidamenti in essere presso la Banca o le altre Banche e Società del Gruppo complessivamente superiori a 50 milioni di euro, ovvero superiori a 35 milioni di euro (rischio medio), ovvero oltre i 25 milioni di euro (rischio alto), la Capogruppo deve deliberare un Limite Operativo da intendersi come limite massimo di fido concedibile alla controparte a livello di Gruppo UBI. La competenza per la delibera di concessione / variazione / rinnovo / revoca dei Limiti Operativi è attribuita, sulla base di specifiche soglie, al Consiglio di Amministrazione o alla Direzione Crediti con obbligo di informativa alla Capogruppo in caso di delibera rilevante ai sensi della vigente policy a presidio dei rischi creditizi.

La Banca, inoltre, deve richiedere alla Capogruppo un parere preventivo consultivo non vincolante a fronte di combinazioni di specifici importi di affidamento e determinate classi di rating interno. È compito della Capogruppo valutarne la coerenza con gli indirizzi di Gruppo in materia creditizia, secondo i criteri ed i parametri fissati nel Regolamento Fidi. Non è necessaria l’espressione del parere preventivo per gli affidamenti relativi a controparti singole o gruppi economici rientranti nell’applicazione delle disposizioni inerenti i Limiti Operativi.

Le strutture attraverso le quali si articola IW Bank assumono competenze di ordine creditizio e commerciale, nonché responsabilità di controllo sull’attività svolta direttamente e su quella posta in essere dalle unità gerarchicamente dipendenti.

Nella Capogruppo il Chief Lending Officer è coadiuvato al suo interno dall’Area Politiche e Monitoraggio Crediti nella definizione delle regole e delle linee guida di riferimento per la gestione ed il presidio del portafoglio crediti del Gruppo monitorandone la qualità. La suddetta Area gestisce, inoltre, il sistema di reporting crediti unico a livello di Gruppo. Essa assicura il coordinamento della governance creditizia ed è inoltre dotata di un’unità centralizzata dedicata alla regolarizzazione dei crediti che supporta il Gestore di Relazione al fine di una tempestiva soluzione delle irregolarità creditizie (rate in mora/sconfini) rilevate sulla clientela performing, Privati e c.d. POE (Piccoli Operatori Economici). La suddetta unità si avvale: i) di attività di phone collection che consistono nel sollecito telefonico finalizzato al rientro dello sconfino e all’assegnazione delle posizioni stesse a Società di Recupero Esterno per il rintraccio in caso di irreperibilità del cliente; ii) di attività di negoziazione accentrata, per analizzare le cause che hanno generato l’irregolarità e valutare la sostenibilità per il cliente di eventuali concessioni, al fine di individuare le soluzioni più idonee per la regolarizzazione della posizione.

A riporto del Chief Lending Officer della Capogruppo UBI Banca, sono inserite due distinte strutture organizzative per la gestione del credito deteriorato, rispettivamente l’Area Recupero Crediti, che cura le posizioni a Sofferenza, nonché l’Area Credito Anomalo che gestisce le esposizioni classificate ad Inadempienza Probabile.

L’Area Credito Anomalo di UBI Banca è costituita, da servizi e funzioni specializzate:

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 la Funzione Supporto Credito Anomalo deputata al monitoraggio del portafoglio di credito anomalo (escluse le Sofferenze) e al supporto al responsabile dell’Area Credito Anomalo;  il Servizio Ristrutturazioni ed Esposizioni Rilevanti per la gestione delle controparti in corso di ristrutturazione o classificate ad Inadempienze Probabili Ristrutturate di UBI Banca e delle Banche o Società Prodotto che hanno conferito mandato;  il Servizio Credito Anomalo Privati, Aziende e Piccoli Tagli dedicato al presidio delle altre controparti deteriorate (con esclusione delle Sofferenze).

In forza di specifico mandato, l’Area Recupero Crediti di UBI Banca gestisce le posizione a sofferenza di IW Bank. Nel corso degli ultimi anni la suddetta Area è stata oggetto di un importante intervento organizzativo e la sua attività è caratterizzata da: logiche di segmentazione e portafogliazione delle pratiche a Sofferenza, in funzione della dimensione e della complessità del credito; specializzazione dei processi di recupero e delle strutture preposte, coerentemente con i segmenti ed i portafogli individuati; monitoraggio dei processi di gestione delle pratiche; assegnazione di obiettivi di recupero ai gestori e la valutazione dei risultati conseguiti; attivazione di strategie mirate ad ottimizzare il recupero su specifici portafogli, quali, per esempio, il ricorso a operatori immobiliari per la valorizzazione degli immobili a garanzia dei finanziamenti ipotecari. La suddetta Area è organizzata al suo interno attraverso servizi dedicati a segmenti specifici:  il Servizio Supporto Credito Anomalo preposto al monitoraggio complessivo sia delle posizioni ad Inadempienza Probabile di Gruppo sia delle Società di Recupero Esterne (SRE);  il Servizio Recupero Piccoli Tagli, preposto alla gestione crediti in Sofferenza chirografari relativi a privati di importo inferiore ai 25.000 euro;  il Servizio Recupero Crediti Rilevanti, specializzato nella gestione dei crediti in Sofferenza sia privati che imprese, di importo superiore a 1 milione di euro, o con valore netto di bilancio superiore a 500.000 euro. Sono ricondotte a tale servizio anche specifiche tipologie di pratiche di particolare complessità;  i Servizi Recupero Crediti Privati e Aziende rispettivamente Nord e Sud, preposti alla gestione delle altre tipologie di crediti che non risultano incluse nel perimetro dei Piccoli Tagli e Crediti Rilevanti.

Nella struttura riferita al Chief Risk Officer della capogruppo, si collocano le Aree: Capital & Liquidity Risk Management e Credit Risk Management, che, nell’ambito dei rischi di credito, attraverso le specifiche funzioni a loro riporto e ciascuna per le proprie competenze:  definiscono criteri e metodologie di Gruppo per lo sviluppo di modelli interni di rating - probabilità di default (PD), perdita in caso di default (LGD) ed esposizione al default (EAD) - in linea con i requisiti normativi e le best practices;  definiscono le metodologie aziendali per l’attribuzione del rating di controparte;  elaborano i tassi di decadimento del Gruppo e ne definiscono le modalità di calcolo per singole legal entities;  producono le analisi periodiche che illustrano il profilo di rischio del complessivo portafoglio crediti e dei sottoportafogli commerciali, a livello di Gruppo e di singole legal entity, in termini di distribuzione per classi di rating, LGD e Perdita Attesa, tassi di decadimento degli impieghi e di concentrazione dei Clienti maggiormente esposti;  sviluppano le metodologie per la determinazione degli accantonamenti collettivi di bilancio sulla base dei parametri di rischio (PD, LGD e CCF - Fattore di conversione Creditizia) attribuiti agli strumenti secondo una gerarchia di regole per cui vengono applicati prioritariamente modelli calibrati su dati interni al Gruppo (AIRB), modelli calibrati su dati di “Agenzie ECAI” su portafogli per cui non sono disponibili osservazioni interne, modelli calibrati su parametri interni gestionali e in ultimo parametri di sistema;  forniscono i parametri di input (PD e LGD) al pricing dei prodotti.

Nell’ambito del rischio di credito è previsto anche uno specifico presidio, in seno alla capogruppo, riguardante i crediti non performing anche alla luce delle nuove “Linee guida per

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le banche sui crediti deteriorati (NPL)”115 emanate a marzo 2017 dalla Banca Centrale Europea le quali richiedono alle Banche la definizione di una strategia per i Non Performing Loans116 con l’obiettivo di definire una governance per la loro gestione. Nel contesto della regolamentazione dell’autorità di Vigilanza e dell’Unione Europea, le banche vengono chiamate a svolgere ulteriori valutazioni, in termini di expected provisioning, sui propri portafogli NPL ai fini della determinazione dell’adeguatezza patrimoniale. In questo contesto, il Gruppo, nel 2019, si è dotato di processi, strumenti e metodologie volte alla gestione di tali evoluzioni normative. Con riferimento alla funzione di controllo dei rischi, in particolare, le summenzionate linee guida disegnano uno specifico ruolo di controllo di secondo livello per il presidio del complessivo portafoglio NPL, sia con riferimento alla predisposizione del piano di remediation posto in essere dalle banche, sia riguardo la coerenza dei livelli di svalutazione applicati. In linea con le indicazioni normative, la funzione di controllo rischi pone in essere, tra gli altri controlli, processi di backtesting di adeguatezza del provisioning e i controlli di Quality Assurance sulle perizie prodotte a supporto delle valutazioni creditizie. Inoltre, in coerenza con la normativa sui controlli117, alla funzione di controllo dei rischi è anche attribuito il compito di monitorare il portafoglio complessivo, tramite:  le verifiche massive volte ad analizzare l’efficacia e l’efficienza dei processi di gestione del credito e le analisi su singole posizioni (c.d. Single File Review) in merito ai processi creditizi di monitoraggio, classificazione, svalutazione e recupero del credito;  i controlli specifici ex ante finalizzati al rilascio di un parere volto alla verifica del rispetto delle regole stabilite dal Gruppo UBI per le proposte di delibera relative alla modifica o alla conferma dell’ammontare degli accantonamenti su posizioni non performing e alla sostenibilità economica delle misure di concessione (forbearance measures) a lungo termine successive alla prima;  il monitoraggio e i controlli delle perizie di stima dei beni immobili a garanzia

Inoltre, all’interno del Progetto Basilea 2, alla struttura riferita al Chief Risk Officer è attribuito un ruolo chiave nel:  fornire le linee guida in tema rischi di credito, anche con riferimento alla finalità di segnalazioni periodiche nei confronti dell’Organo di Vigilanza;  definire il piano di roll-out dei modelli implementati in Capogruppo;  monitorare il livello di copertura regolamentare dei modelli di rating interno;  coordinare le attività relative allo sviluppo e mantenimento dei processi e sistemi di rating interni;  definire le policy di assunzione e gestione dei rischi creditizi.

L’Area Credit Risk Management della capogruppo, in particolare, declina operativamente le policy attraverso la predisposizione dei regolamenti attuativi e dei documenti di dettaglio, sia per la Capogruppo che per le singole legal entities, documenti che illustrano gli aspetti relativi alla definizione, utilizzo, monitoraggio e informativa circa il rispetto delle linee guida e degli indicatori definiti.

Tali documenti vengono recepiti dagli organi aziendali delle varie legal entities del Gruppo, che devono essere consapevoli del profilo di rischio e delle politiche di gestione definiti dagli organi di vertice della Capogruppo e contribuiscono, ciascuno secondo le proprie competenze, all’attuazione, in modo coerente con la propria realtà aziendale, delle strategie e politiche di gestione del rischio decise dagli organi di vertice della Capogruppo. L’Area, inoltre:  fornisce supporto specialistico con riferimento alla implementazione operativa delle policy e dei regolamenti attuativi relativi all’assunzione e la gestione del rischio di credito e monitora periodicamente la coerenza delle medesime con l’operatività del Gruppo, proponendo eventuali azioni correttive;

115 Linee guida per le banche sui crediti deteriorati (NPL), Banca Centrale Europea, Banking Supervision, marzo 2017. 116 Non Performing Loans includono Past Due, Inadempienze Probabili e Sofferenze. 117 Cfr. Circolare 263/2006 (15° aggiornamento) e Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013.

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 monitora l’avanzamento delle leve strategiche oggetto dell’Operational Plan della NPL Strategy di Gruppo supervisionando gli indicatori di monitoraggio della strategia di gestione dei crediti deteriorati al fine di verificare l’effettiva attuazione delle azioni volte al raggiungimento degli obiettivi stabiliti in fase di formulazione della strategia NPL.

Le strutture riferite al Chief Risk Officer, infine, declinano nel dettaglio e curano l’esecuzione di azioni di active credit portfolio management, finalizzate ad iniziative di mitigazione/controllo/trasferimento del rischio di credito, valutandone l’impatto sul capitale economico e sul requisito regolamentare sugli specifici ambiti.

2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo

L’Area Credit Risk Management, unitamente ad altre strutture che riferiscono al Chief Risk Officer, è co-responsabile della produzione dell’informativa sui rischi del Gruppo UBI, Per quanto concerne i rischi di credito, l’informativa è volta altresì a monitorare l’andamento della rischiosità degli impieghi delle singole Macro aree Territoriali (MAT)/Filiere di business/portafogli regolamentari. I report di IW-Bank vengono sottoposti trimestralmente all’attenzione del Consiglio di Amministrazione. I report descrivono le distribuzioni delle esposizioni per portafoglio regolamentare, per classi di rating interno e parametri di rischiosità. Viene inoltre rappresentato l’andamento della rischiosità media legata ai segmenti di clientela e delle varie forme tecniche/prodotti commercializzati. Vengono inoltre elaborati report “ad hoc” su temi specifici che riguardano le principali componenti del rischio di credito.

Il complesso dei modelli che costituisce il Sistema di Rating Interni del Gruppo è gestito dalla struttura riferita al Chief Risk Officer con il supporto dell’Area Crediti.

Il rating viene calcolato secondo un approccio per controparte; coerentemente con quanto indicato nelle policy interne, con cadenza di norma annuale, viene monitorato al fine di valutarne la “ricalibrazione” derivante dall’aggiornamento delle serie storiche. Per il portafoglio regolamentare “esposizioni verso Imprese”, i modelli di PD sviluppati dal Gruppo UBI esprimono una valutazione complessiva del rischio delle controparti attraverso la combinazione di una componente quantitativa e di una qualitativa. La componente quantitativa è sviluppata e integrata statisticamente: la tecnica scelta è quella della regressione logistica, tipicamente utilizzata per valutare i casi in cui la variabile dipendente (target) risulta essere di tipo dicotomico default/in bonis. La componente qualitativa del modello di rating, basata su informazioni raccolte dal Gestore della relazione o da una struttura centrale118 della capogruppo UBI Banca per le posizioni Large Corporate, risponde all’esigenza di incorporare nello stesso aspetti qualitativi e informazioni sulla clientela, non standardizzabili automaticamente, che affianchino e completino le analisi quantitative per meglio intercettare le tendenze evolutive e la solidità creditizia delle controparti. Per le classi di Esposizioni al Dettaglio (per Imprese Retail e Privati), valgono le stesse considerazioni di cui sopra, fatto salvo che non viene considerata la componente qualitativa. La componente quantitativa di erogazione e monitoraggio valuta il merito creditizio delle imprese di minori dimensioni integrando valutazioni di tipo geo-settoriale, economico- finanziarie, andamentali esterne ed interne; la componente quantitativa di erogazione dei mutui ai privati valuta la rischiosità della controparte integrando informazioni di tipo anagrafico e di prodotto mentre la componente quantitativa di monitoraggio dei mutui ai privati valuta il merito creditizio integrando informazioni di tipo anagrafico e andamentale esterne ed interne.

L’output dei modelli è rappresentato da 9 classi di rating a cui corrispondono le relative PD.

Con riferimento alla LGD i parametri determinanti sono: 1) LGD Sofferenza e tempo medio di recupero (ATR) 2) LGD Downturn 3) Danger Rate.

118 Tale soluzione è stata adottata per garantire un presidio accentrato da parte di specialisti nella valutazione di posizioni di grandi dimensioni, con uniformità di valutazioni all’interno del Gruppo.

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LGD SOFFERENZA, per il calcolo dei valori di LGD relativi ai rapporti in stato di Sofferenza è stato sviluppato un modello che stima i valori di LGD Contabile relativi a tutto il processo di recupero (modello “Lifetime Contabile”) ed un modello che ricalibra questi valori in funzione dell’anzianità della sofferenza (modello “Defaulted Assets Contabile”). Per il calcolo dei valori di LGD relativi ai rapporti in stato diverso da Sofferenza è stato sviluppato un modello che stima i valori di LGD Economica relativi a tutto il processo di recupero (modello “Lifetime Economica”). La profondità storica di osservazione dei dati per la stima della LGD Sofferenza garantisce sempre almeno otto anni di sofferenze chiuse. TEMPO MEDIO DI RECUPERO (ATR), per i rapporti in stato di sofferenza i valori di LGD Contabile ottenuti dai modelli (Lifetime e Defaulted Assets) sono attualizzati ad un tempo medio di recupero; questo parametro è ottenuto tramite un modello ad hoc. LGD DOWNTURN, è la stima, per i modelli econometrici regolamentari, della perdita economica realizzata sulle sofferenze in periodo di recessione, individuata mediante calcolo di un fattore correttivo della LGD Sofferenza rappresentativo della maggiore rischiosità attesa rispetto alla media di lungo periodo. Tale fattore correttivo viene applicato in misura moltiplicativa ai tassi di recupero. DANGER RATE, è il parametro che è necessario applicare alla LGD stimata (ovvero, LGD Sofferenza * LGD Downturn) per le controparti performing e non performing (relativamente agli stati di default Past Due e Inadempienza Probabile). Tale parametro definisce il possibile percorso di una controparte bonis o default (diverso da sofferenza) verso lo stato assorbente di sofferenza. Per la sua stima è necessario calcolare tre specifiche componenti:  Probabilità di migrazione tra stati di default che misura la probabilità di classificazione a sofferenza rispettivamente dagli stati bonis, past due e inadempienza probabile;  Delta Esposizione che misura la variazione di esposizione osservata dalla data di classificazione a default alla data di migrazione a sofferenza;  Costi indiretti relativi al processo di gestione del credito anomalo.

All’interno del Gruppo, i processi del credito si articolano sulle informazioni veicolate dal sistema di rating, come sotto dettagliato. Le unità operative coinvolte nel processo di erogazione e rinnovo del credito utilizzano i rating interni, che costituiscono elementi essenziali e imprescindibili delle valutazioni formulate in sede di istruttoria e revisione dei fidi; l’articolazione delle deleghe, definita tenendo conto del profilo di rischio del cliente e della transazione rappresentata dal rating e dalla Perdita Attesa, è gestita tramite l’applicativo della Pratica Elettronica di Fido (PEF). I rating sono utilizzati anche nel monitoraggio del credito e nell’ambito sia del sistema di reporting direzionale, sia dei flussi informativi resi disponibili alle strutture coinvolte nel processo del credito. L'attribuzione di una classe di rating diversa da quella calcolata dal Sistema di Rating Interno in base ai modelli adottati avviene attraverso la proposta di un override sul rating che presenta modalità di presentazione, di esame e di validazione diversificate nei casi di:  override migliorativo;  override peggiorativo.

Oltre all’override del rating, il Gruppo UBI Banca ha sviluppato uno specifico framework anche per la gestione dell’override della LGD. Il framework regolamenta il valore della LGDs (tasso di perdita storicamente osservato per le posizioni a sofferenza), in senso migliorativo o peggiorativo, determinato dai modelli regolamentari sulla base della effettiva capacita del collateral di soddisfare le ragioni di credito della Banca in caso di escussione della garanzia.

Tali variazioni sono motivate dalla valutazione di informazioni non già considerate dal modello di rating o LGD, non adeguatamente pesate dai modelli o la cui influenza futura si intende anticipare.

Oltre al processo di erogazione, rinnovo, e monitoraggio del credito ed al processo di reporting direzionale, sopra descritti, i processi direttamente impattati dai rating interni o nei quali vengono utilizzate le stime interne di PD e LGD sono:

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Calcolo dell’impairment collettivo sui crediti in bonis

Con riferimento al tema, si rimanda a quanto scritto a riguardo nel successivo paragrafo 2.3 “Metodi di misurazione delle perdite attese”.

Calcolo dei livelli di prezzo minimo teorico relativi a impieghi verso clientela

Il prezzo minimo teorico è il prezzo di break-even che assicura le remunerazioni della rischiosità degli impieghi quali la Perdita Attesa e la Perdita Inattesa, ossia il costo del capitale assorbito secondo quanto previsto dalla Normativa di Vigilanza prudenziale. Il prezzo minimo teorico esprime il livello di redditività aggiustata per il rischio coerente con le logiche di creazione di valore in essere nel Gruppo UBI Banca.

Creazione di valore, capital allocation e sistema incentivante

Il Gruppo UBI nell’ambito dei processi di capital allocation applica metodologie di valutazione delle performance aggiustate per il rischio, tese a rilevare e sintetizzare gli effetti delle variabili economiche, patrimoniali, di rischio (rettifiche di valore) e capitale (attività ponderate per il rischio e la perdita attesa al netto dei fondi di accantonamento su crediti) che influenzano e impattano la creazione di valore per l’azionista. La creazione di valore è pienamente recepita dal sistema incentivante in quanto elemento determinante di attivazione dello stesso.

Prove di stress

Il Gruppo UBI Banca, al fine di valutare le proprie vulnerabilità a livello di gestione del capitale e della liquidità ha sviluppato delle tecniche quantitative e qualitative con le quali valuta la propria esposizione a eventi eccezionali ma plausibili. Tali analisi, definite analisi di stress, misurano gli effetti per la banca, in termini di rischiosità, derivanti da movimenti congiunti delle variabili economico-finanziarie in ipotesi di scenari avversi. Le analisi di stress consentono di verificare la resilienza del Gruppo, simulando e stimando gli impatti di situazioni avverse, tenuto conto dei meccanismi di “propagazione” e forniscono agli intermediari importanti indicazioni in merito alla propria esposizione ai rischi e agli strumenti, all’adeguatezza dei relativi sistemi di mitigazione e controllo e alla capacità di far fronte a perdite inattese anche in ottica prospettica e di pianificazione.

Il Gruppo UBI Banca effettua tre tipologie di stress:  stress globali e regolamentari (scenario analysis): si tratta sia di esercizi promossi dalle Autorità di vigilanza (EBA, BCE, ..) volti a testare la resilienza delle Banche in condizioni avverse di mercato secondo un framework metodologico comune a tutte le istituzioni coinvolte sulle diverse tipologie di rischio contemporaneamente sia di esercizi svolti internamente sia nell’ambito del framework generale di gestione del rischio (inforischi) che in occasione della predisposizione (almeno annuale) del resoconto ICAAP-ILAAP e del Recovery Plan;  stress test specifici (sensitivity analysis): il Gruppo valuta gli impatti che lo stress di un singolo fattore di rischio (sia di tipo macroeconomico che finanziario), o di uno o più parametri regolamentari (es. Pd, LGD, Ead), o di possibili eventi idiosincratici può avere sull’adeguatezza patrimoniale e di liquidità e sulla redditività sia a livello consolidato che di singolo mercato o prodotto. Le prove di stress specifiche sono condotte attraverso analisi di sensitivity per valutare gli effetti della variazione dei fattori rischio oggetto di analisi;  reverse stress test: il gruppo UBI Banca effettua prove inverse di stress che partono dall'individuazione di un risultato predefinito con l'obiettivo di identificare le principali vulnerabilità del Gruppo e di migliorarne la gestione del rischio.

Nel corso del 2019 inoltre, è proseguita l’attività di revisione, aggiornamento e adozione di policy e di regolamenti per la gestione del rischio di credito. Di seguito vengono elencate le policy in essere, con un cenno ai principali contenuti.

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Policy a presidio dei Rischi Creditizi

All’interno del Gruppo UBI sono presenti la “Policy a presidio dei rischi creditizi del Gruppo UBI”, i relativi regolamenti attuativi e documenti di declinazione dei limiti, sia a livello di Gruppo che a livello di singole Banche e Società. Tale disciplina permette di mettere a fattor comune le logiche di assunzione del rischio e le modalità di gestione dello stesso sull’intero perimetro di Gruppo e di uniformare gli indicatori di rischio, tenendo conto delle specificità di ogni categoria di rischio. In particolare, la policy declina i limiti e definisce le modalità di assunzione delle seguenti categorie di rischio:  rischio di credito: rischio di subire perdite derivanti dall’inadempienza di una controparte nei confronti della quale esiste un’esposizione creditizia. Il rischio di credito viene distinto nelle seguenti fattispecie:  rischio di credito relativo alla operatività con la clientela ordinaria, con uno specifico focus relativamente al rischio di credito per operatività in finanza strutturata (Specialized Lending, tra cui le operazioni di Leveraged Transaction);  rischi di credito relativo alla operatività con la clientela istituzionale e con la clientela ordinaria residente in Paesi a rischio;  rischio di concentrazione: rischio derivante dall’esistenza di esposizioni di importo rilevante verso singole controparti o gruppi economici.

Clientela ordinaria

Con riferimento alla clientela ordinaria vengono stabiliti norme, principi e limiti per la gestione del rischio di credito, sia a livello consolidato che per singola Legal Entity, sulla base della disponibilità dei risk drivers prodotti dal modello di rating interno (classe di rating, probabilità di default e loss given default). L’articolazione dei limiti si sostanzia in una serie di indicatori espressi in termini di: allocazione di capitale, valori massimi di rischiosità (intesa come perdita attesa massima (early warning) e target e come costo del credito), limiti di assunzione dei rischi in termini di distribuzione delle esposizioni per classi di rating e in presidi qualitativi. L’Area Credit Risk Management produce informativa trimestrale circa il rispetto degli indicatori posti per tutte le Aree interessate e per gli organi societari di Capogruppo e Società del Gruppo.

Finanza strutturata

Presente nella Capogruppo uno specifico focus con riferimento alla operatività in finanza strutturata (specialised lending e leveraged transaction119). Per operazioni di finanza strutturata si intendono operazioni di finanziamento non standard, definite in base a esigenze particolari di clienti, solitamente effettuate per investimenti, industriali o infrastrutturali, ovvero caratterizzate da un elevato livello di leva finanziaria. Relativamente alla clientela Finanza Strutturata i limiti per ciascuna controparte sono definiti sulla base di un’analisi effettuata mediante un modello di portafoglio che considera la rischiosità e le caratteristiche del portafoglio di Finanza Strutturata, il capitale early warning ad esso attribuito e l’assorbimento di Primo Pilastro (relativo ai rischi di credito) e di Secondo Pilastro (a copertura del rischio di concentrazione single name). In particolare, sono definiti: limiti di rischiosità complessiva derivante dall’assorbimento patrimoniale in funzione dei target di ratio patrimoniali; limiti per singola esposizione sia a livello individuale sia consolidato, sulla base del rating della controparte in aggiunta ai criteri fissati dalla vigilanza; limiti di rischiosità del portafoglio sulla base della perdita attesa target

119 Finanziamenti che evidenziano le caratteristiche previste dalle Guidance on Leveraged Transactions emanate dalla Banca Centrale Europea nel maggio 2017. Rientrano in questa categoria le operazioni committed verso controparti con un rapporto tra debito e EBITDA post finanziamento superiore a 4 e/o controparti di proprietà di uno o più sponsor finanziario, ovvero società d’investimento in private equity o LBO con orizzonte temporale dell’investimento oltre i sei mesi.

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e massima (sul solo sottoportafoglio delle esposizioni per cassa leveraged transaction performing120).

Controparti Istituzionali e Paese

Con riferimento alla clientela istituzionale e ordinaria residente in Paesi a rischio, la policy a presidio dei rischi e i relativi regolamenti attuativi e documenti di declinazione limiti stabiliscono le norme, i principi e i limiti finalizzati a garantire un adeguato presidio dell’intero processo di assunzione, gestione e monitoraggio del rischio di credito in questo comparto. In particolare, vengono definiti i limiti massimi di esposizione al rischio di credito, declinati come:  limite massimo in termini di grado di rischio (minimo di rating) per le controparti istituzionali e per i paesi;  limiti di esposizione massima: limite globale di esposizione (utilizzi complessivi) declinati per classe di rischio delle esposizioni (combinazione tra rating della controparte e rating del Paese di appartenenza), a livello di gruppo e di singola società;  limiti di concentrazione sulla controparte: limiti massimi di affidamento di ciascun prenditore, declinati in funzione della sua classe di rischio (combinazione tra rating della controparte e rating del Paese di residenza), definiti a livello di gruppo;  limiti di concentrazione sul Paese: limiti massimi di affidamento per ciascun Paese, definiti a livello di gruppo e di singola società.

Rischio di concentrazione

Il rischio di concentrazione viene trattato all’interno dei cosiddetti rischi di secondo pilastro. Per tener conto della maggiore sensibilità di un portafoglio più concentrato, la policy pone uno specifico requisito patrimoniale. Il rischio di concentrazione single name viene trattato attraverso la definizione di limiti massimi di esposizione per la singola controparte, al fine di limitare i rischi di instabilità che deriverebbero da elevati tassi di concentrazione degli impieghi nei confronti di grandi prenditori nel caso di un eventuale default degli stessi. I limiti definiti sono declinati in funzione del rating della controparte e della tipologia di operazione.

I contenuti dalla policy sono declinati in un Regolamento attuativo e in un Documento di declinazione dei limiti.

Rischio derivante da cartolarizzazioni

Con l’aggiornamento del Risk Appetite Framework 2018 il rischio derivante da cartolarizzazioni è stato integrato in uno specifico capitolo della “Policy a presidio dei rischi creditizi”, definisce le linee guida che il Gruppo si pone con riferimento alla gestione del rischio derivante dalle attività di cartolarizzazione, inteso come “il rischio che la sostanza economica dell’operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio”. Tale rischio è riferito alle operazioni di cartolarizzazione sia di tipo tradizionale che sintetico, riguardo alle quali il Gruppo si pone come originator. Il processo di realizzazione di una cartolarizzazione deve prevedere la formalizzazione dell’obiettivo dell’operazione e del ruolo svolto dal Gruppo UBI nell’ambito della medesima, la quantificazione degli impatti sul bilancio e gli aspetti fiscali, la coerenza con gli indirizzi di sviluppo del portafoglio crediti nonché la verifica circa il pieno soddisfacimento dei requisiti prescritti dalla Normativa di Vigilanza e dalle altre disposizioni normative interne ed esterne121.

120 Per il sottoportafoglio specialised lending non sono definiti valori di perdita attesa regolamentare target ed early warning in quanto il Gruppo UBI è stato autorizzato su tali esposizioni ad applicare, per fini regolamentari, la metodologia Slotting Criteria. 121 Cfr aggiornamenti presenti nei regolamenti europei 2401 e 2402 del 2017 nonché al corpo normativa sulle cartolarizzazioni STS (Simple Transparent and Standardized).

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Per l’assegnazione del rating delle obbligazioni emesse e/o delle tranche, il Gruppo UBI fa riferimento alle sole Agenzie di rating riconosciute da Banca d’Italia (ECAI – External Credit Assessment Institution).

Policy di offerta di mutui tramite intermediari

La Policy disciplina le modalità di ricorso a reti esterne per l’offerta di mutui a clientela non captive, al fine di contenere potenziali rischi di credito, rischi operativi e rischi reputazionali. Più in dettaglio, il documento di Policy definisce:  vincoli minimi di capitalizzazione delle società di intermediazione e divieto di accordi diretti con mediatori creditizi ed agenti immobiliari;  contenuti minimi della convenzione tra rete di intermediazione e Società del Gruppo UBI, tra i quali si ricorda, ad esempio, la previsione di una lista minima di indicatori di rischio da monitorare, per i quali deve essere previsto in convenzione il mantenimento all’interno di valori soglia, superati i quali si attivano meccanismi di penalizzazione (nel caso in cui si siano superati i valori soglia massimi di rischio) o di premio economico (nel caso di conseguimento di livelli di rischio particolarmente bassi) della rete;  obbligo in capo alla banca stipulante la convenzione di avviare un processo che garantisca il monitoraggio dell’andamento degli indicatori di rischio di cui sopra, con un supporto da parte della Capogruppo.

Policy a presidio delle garanzie acquisite ai fini della Credit Risk Mitigation

La “Policy a presidio delle garanzie acquisite ai fini della Credit Risk Mitigation” è stata introdotta nel corso del 2018 dall’Area Credit Risk Management. Tale policy, sulla base dei rischi individuati nei documenti “RAF - Propensione al rischio” e “RAF - I rischi nel Gruppo UBI Banca”, stabilisce le linee guida relative al governo delle garanzie acquisite sia in fase iniziale, sia in fase di gestione e monitoraggio. La policy, inoltre, stabilisce il processo di monitoraggio ed i relativi indicatori di riferimento per il rischio “residuo” che sono ritenuti non misurabili rispetto ai rischi previsti dalla Normativa di Vigilanza con riferimento al Secondo Pilastro e, pertanto, non oggetto di allocazione di capitale interno. In ambito di Credit Risk Mitigation, la policy verifica la coerenza di quanto previsto nella normativa sul presidio degli strumenti di Credit Risk Mitigation, nel rispetto delle linee guida definite dagli Organi Aziendali e verifica “ex post” l’effettiva applicazione della normativa interna e l’efficacia/efficienza del modello di gestione delle garanzie nell’ambito dell’attività di controllo crediti di secondo livello definendo gli orientamenti strategici relativi al rispetto dei criteri prudenziali di ammissibilità e ai requisiti minimi di gestione delle garanzie acquisite e gli indicatori oggetto di monitoraggio se rilevanti per il corretto presidio dell’attività di CRM.

Policy in materia di controlli interni a presidio delle attività di rischio e dei conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati

La “Policy in materia di controlli interni a presidio delle attività di rischio e dei conflitti di interesse nei confronti di soggetti collegati” recepisce le disposizioni emanate da Banca d’Italia in materia di “Attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti dei soggetti collegati”. Il rischio controparti collegate origina dal fatto che “la vicinanza di taluni soggetti ai centri decisionali della banca possa compromettere l’oggettività e l’imparzialità delle decisioni relative alla concessione di finanziamenti e ad altre transazioni nei confronti dei medesimi soggetti, con possibili distorsioni nel processo di allocazione delle risorse, esposizione della banca a rischi non adeguatamente misurati o presidiati, potenziali danni per depositanti e azionisti”. La policy definisce le linee guida e i criteri per l’adozione da parte del Gruppo nel suo complesso di opportuni assetti organizzativi, sistemi di controlli interni e specifiche politiche interne a presidio di tale rischio nei due ambiti definiti dalla normativa: limiti prudenziali e procedure deliberative. Infine, per tener conto di potenziali rischi di conflitti di interesse determinati da controparti che non rientrano, in senso stretto, tra i soggetti collegati ma la cui attività professionale

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potrebbe avere comunque un impatto rilevante sul profilo di rischio della banca (es. c.d. “Persona rilevante”122, ovvero il dipendente o il collaboratore di Società del Gruppo che non sia parte correlata e che sia ascrivibile al perimetro del “personale più rilevante”) il Gruppo UBI si dota, in coerenza con quanto stabilito per le controparti collegate, di opportuni presidi per la gestione delle operazioni in cui tali soggetti potrebbero avere direttamente o indirettamente un proprio e diverso interesse.

Policy a presidio del rischio partecipativo

La “Policy a presidio del rischio partecipativo” completa l’adozione di policy a presidio dei vari rischi a cui è esposto il Gruppo UBI in relazione alle proprie caratteristiche operative ed organizzative e recepisce le disposizioni emanate da Banca d’Italia in materia di “Partecipazioni detenibili”. Per Rischio Partecipativo si intendono le “Esposizioni in strumenti di capitale”123 assunte dal Gruppo, con esclusione delle partecipazioni consolidate integralmente, relativamente a:  partecipazioni detenute direttamente sia in società finanziarie che non finanziarie e partecipazioni detenute indirettamente in Fondi di Private Equity (non vengono considerate le partecipazioni in Banca Assurance in quanto ricomprese nel Rischio Assicurativo);  altri strumenti di capitale che non abbiano una liquidabilità giornaliera (equity, OICR, fondi immobiliari, hedge fund, esposizioni debitorie e non debitorie, compresi i titoli di debito rappresentanti passività subordinate, che conferiscono un credito residuale subordinato, impegni residui, etc.) rientranti nei portafogli di Banking Book;  partecipazioni acquisite in imprese in temporanea difficoltà finanziaria e per recupero crediti.

Con l’adozione della policy il Gruppo adotta opportuni presidi diretti a:  contenere il rischio di un eccessivo immobilizzo dell’attivo derivante da investimenti partecipativi in imprese finanziarie e non finanziarie;  con specifico riferimento alle imprese non finanziarie, promuovere una gestione dei rischi e dei conflitti di interesse conforme al criterio della sana e prudente gestione.

E’ stato, infine, posto uno specifico focus con riferimento alla operatività in private equity, che consiste nella assunzione di quote di una società target sia acquisendo azioni esistenti da terzi sia sottoscrivendo azioni di nuova emissione apportando nuovi capitali all'interno della società target. In particolare, vengono definiti la mission e le strategie di riferimento distinguendo tra l’attività di acquisizione di partecipazioni dirette e di sottoscrizione di quote di fondi di private equity promossi da entità del Gruppo e da terzi.

2.3 Metodi di misurazione delle perdite attese

L’IFRS 9 prevede un unico modello di impairment, da applicare alle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato e a quelle valutate al fair value con contropartita a OCI (Other Comprehensive Income124, leggasi patrimonio netto) nonché alle garanzie finanziarie e agli impegni ad erogare finanziamenti, caratterizzato da una visione prospettica, che richiede la rilevazione immediata delle perdite su crediti anche se solo previste.

122 Crf. anche “Policy Unica in materia di operazioni con Parti Correlate ai sensi del Regolamento Consob n. 17221/2010, Soggetti Collegati ai sensi delle Disposizioni di Vigilanza 263 di Banca d’Italia, Personale Rilevante del Gruppo UBI, Soggetti Rilevanti ai sensi dell’Articolo 136 TUB e Altri Soggetti Rilevanti”, c.d. “Policy Unica” e “Regolamento per la disciplina delle operazioni con soggetti collegati del Gruppo UBI”) che contiene la disciplina, in termini di principi e linee guida, da adottare con riferimento a tutte le situazioni di effettivo o potenziale conflitto di interesse. 123 Cfr. “Regolamento UE n.575/2013” art. 133 ad eccezione delle posizioni con liquidabilità giornaliera e/o già ricomprese in altri rischi definiti nel “RAF – Propensione al Rischio”. 124 Diverse dai titoli di capitale cui l’entità decide di applicare la c.d. OCI election.

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Gli aspetti maggiormente interpretativi del principio, relativamente alle modalità di calcolo dell’impairment degli strumenti finanziari (crediti e titoli di debito), classificati e valutati al costo ammortizzato o a FVOCI, sono relativi:  alla stage allocation degli strumenti finanziari in funzione della determinazione del significativo incremento del rischio di credito; e  all’inclusione di scenari c.d. forward looking nella definizione della stage allocation e nella determinazione dell’Expected Credit Loss (ECL)125.

Stage allocation Con riferimento alle attività finanziarie che non siano impaired al momento dell’acquisto (ovvero all’origine), in funzione delle previsioni in materia di impairment dell’IFRS 9, le medesime sono suddivise in tre stage e la rilevazione delle perdite attese é determinata, in funzione dello stage di assegnazione come sintetizzato in tabella.

Calcolo importo Stage Performing/Non Performing Perdita attesa

Commisurata all’importo della perdita su crediti attesa nei successivi 12 mesi Attività finanziarie performing per le quali non si sia rilevato, rispetto (perdita attesa che risulti da eventi di Stage 1 all’iscrizione iniziale, un incremento significativo del rischio di credito default sull’attività finanziaria che siano oppure il cui rischio di credito sia ritenuto basso. ritenuti possibili entro 12 mesi dalla data del periodo di riferimento).

Commisurata all’importo della perdita su crediti attesa su tutta la vita dello Attività finanziarie performing per cui si è rilevato, successivamente strumento (perdita attesa che risulti da Stage 2 all’iscrizione iniziale, un incremento significativo del rischio di credito. eventi di default sull’attività finanziaria che siano ritenuti possibili lungo l’intera vita dell’attività finanziaria).

Commisurata all’importo della perdita su crediti attesa su tutta la vita dello strumento (perdita attesa che risulti da Stage 3 Attività finanziarie non performing. eventi di default sull’attività finanziaria che siano ritenuti possibili lungo l’intera vita dell’attività finanziaria).

Ciò premesso, si specifica che il modello di stage allocation del Gruppo, basato su una logica per singolo rapporto, o tranche se titolo di debito (vedasi quanto riportato nel seguito), ai fini della misurazione dell’incremento significativo del rischio di credito dalla data di prima iscrizione dello strumento finanziario a quella di valutazione, prevede l’utilizzo di criteri sia qualitativi che quantitativi.

Più in dettaglio, il passaggio di uno strumento finanziario da stage 1 a stage 2 è determinato dal verificarsi di una delle seguenti variabili:  variazione della Probability of Default (PD) life time rispetto ad un valore soglia, specifico per ogni rapporto, determinato in funzione delle caratteristiche rilevanti di rischiosità;  presenza di uno scaduto / sconfino continuativo a livello di controparte di almeno 30 giorni, se superiore a soglia di rilevanza alla normativa di vigilanza in tema di classificazione a deteriorato;  concessione di una misura di forbearance;

In particolare, in relazione all’indicatore quantitativo (variazione della PD lifetime), il significativo incremento del rischio di credito (SICR) è determinato di norma mettendo a confronto la variazione relativa della PD lifetime, registrata tra la data di prima iscrizione del rapporto, o tranche se titolo di debito, e quella di osservazione, con dei valori soglia specifici per ogni rapporto che considerino le caratteristiche rilevanti di rischiosità. L’attribuzione della PD lifetime ai singoli rapporti viene effettuata in funzione del segmento e della classe di rating assegnati al debitore, o emittente titoli di debito, sia alla data di prima iscrizione sia all’osservazione. Le PD utilizzate nella valutazione del SICR sono le medesime utilizzate per il calcolo dell’Expected Credit Loss, che includono la previsione dei fattori

125 Il principio definisce le perdite su crediti attese come “la media ponderata delle perdite su crediti sulla base delle probabilità che si verifichi un default”. La stima della perdita attesa deve essere effettuata considerando gli scenari possibili, tenendo pertanto in considerazione le migliori informazioni disponibili su: eventi passati, condizioni correnti, previsioni supportabili su eventi futuri (cosiddetto “forward looking approach”).

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macro-economici futuri tramite l’applicazione di appositi modelli satellite (vedasi quanto riportato di seguito).

La sopradescritta variazione relativa di PD life time rappresenta l’indicatore quantitativo della variazione del rischio di credito riscontrata nel periodo di riferimento. Al fine di stabilire se un incremento sia da ritenersi significativo, e pertanto comportare una differente allocazione negli stage, sono definite apposite soglie:  qualora la variazione relativa di PD life time osservata sulla posizione sia inferiore alla soglia di significatività, allora l’incremento del rischio di credito viene ritenuto non significativo e la posizione è classificate in stage 1 con valutazione della perdita attesa nei successivi 12 mesi;  qualora la variazione relativa di PD life time osservata sulla posizione sia superiore alla soglia di significatività, allora l’incremento del rischio di credito viene ritenuto significativo e la posizione è classificata in stage 2 con valutazione delle perdita attesa su tutta la vita residua dello strumento.

Tale valore soglia è determinato mediante modelli statistici derivanti dall’analisi della distribuzione delle variazioni di PD life time nel portafoglio. La calibrazione della soglia è definita ad un livello per il quale l’incremento significativo del rischio di credito è posto almeno pari al livello di deterioramento di lungo termine del portafoglio, il quale viene osservato dalle matrici di migrazione storiche dei rating.

Le soglie sono differenziate per segmento di controparte e tipologia di esposizione e sono condizionate alle caratteristiche rilevanti di rischiosità:  al rischio che il default si verifichi su uno strumento finanziario alla data di iscrizione;  alla permanenza dello strumento nel portafoglio;  alla scadenza residua dello strumento.

Ulteriormente il Gruppo ha deciso di:  ribattere la presunzione secondo cui una posizione scaduta da almeno 30 giorni è da classificare automaticamente nello stage 2, solamente con riferimento a crediti afferenti a specifiche aree di business comportando pertanto, in assenza di altri indicatori, il mantenimento del rapporto nello stage 1;  esercitare la “Low Credit Risk Exemption” limitatamente al portafoglio Titoli Sovereign, in considerazione delle caratteristiche proprie dei titoli in portafoglio. In funzione di ciò, gli strumenti, che sono connotati da basso rischio di credito, nel caso di specie identificato con il livello di rating “investment grade” (ovvero un perimetro caratterizzato da basso rischio anche alla luce delle statistiche dei default rate pubblicate da “External Credit Assessment Institution” - c.d. “Agenzie ECAI”), sono classificati in stage 1. Successivamente, qualora tali titoli perdessero il livello di “Investment grade” i medesimi saranno oggetto di trasferimento ad altro stage unicamente in funzione di un eventuale significativo incremento del rischio di credito rispetto alla data di iscrizione iniziale;  utilizzare il metodo FIFO (First In-First Out), al fine di confrontare, per ogni singola tranche di titoli di debito acquistata, il merito creditizio originario della medesima con quello ad essa attribuito alla data di reporting.

Il modello di Stage Allocation è un modello simmetrico ossia prevede il passaggio da Stage 1 a Stage 2 e viceversa. In particolare, se nella precedente data di bilancio uno strumento finanziario era stato classificato in Stage 2, ma all’attuale data di bilancio questo non soddisfa più i requisiti per la rilevazione di un fondo pari alle perdite attese lungo tutta la vita dello strumento, tale posizione viene riclassificata in Stage 1. Non sono pertanto applicati specifici criteri di permanenza in Stage 2, se non quelli propri dei parametri quantitativi e qualitativi che determinano lo staging (ad esempio con riferimento alle esposizioni forborne). In funzione di quanto sopra, a seguito del modificarsi di tali parametri e della conseguente riallocazione in stage 1, non si ritiene necessario considerare ulteriori tempi di permanenza in stage 2, poiché la sostenibilità del miglioramento del merito creditizio del cliente è già valutata durante i processi trattati dalla normativa di riferimento di ciascun parametro di staging.

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Ai fini dell’allocazione delle esposizioni nei diversi stage alla data di prima applicazione del principio, le esposizioni performing sono state classificate negli stage 1 e 2, diversamente dalle esposizioni non performing che sono state allocate nello stage 3. Con riferimento a tali ultime esposizioni, si specifica che il Gruppo UBI Banca è allineato alla definizione di cui alla Circolare n. 262/2005 della Banca d’Italia, vale a dire che le medesime corrispondono alla somma di esposizioni scadute deteriorate, inadempienze probabili e sofferenze, così come definite dalle vigenti disposizioni in materia di Vigilanza.

Stima dell’Expected Credit Loss e inclusione degli scenari forward looking La quantificazione delle c.d. “Expected Credit Losses” (ECL), leggasi le perdite attese da rilevare a Conto economico quali rettifiche di valore, è determinata in funzione della presenza o meno di un incremento significativo del rischio di credito dello strumento finanziario rispetto a quello determinato alla data di rilevazione iniziale del medesimo. Tali svalutazioni sono effettuate sulla base di parametri di rischio stimati per cluster omogenei differenziati sulla base della tipologia e della rischiosità di controparte (segmento di rischio e rating interno/esterno) e per le caratteristiche della forma tecnica della singola esposizione.

L’approccio generale adottato dal Gruppo ai fini della quantificazione delle perdite attese su crediti è di garantire raccordabilità con i parametri di rischio regolamentari.

Stage 1 e 2 Le perdite attese sono una stima delle perdite (ossia il valore attuale di tutti i possibili futuri mancati incassi) definite sulla base delle probabilità di default lungo la vita attesa dello strumento finanziario. In dettaglio, la stima delle perdite attese scaturisce dall’applicazione al debito residuo, ad ogni data di pagamento, della stima della perdita in caso di default (Loss Given Default - LGD) e della probabilità marginale di default (Marginal PD). Le perdite attese nei 12 mesi successivi sono una frazione delle perdite attese lungo tutta la vita del credito, e rappresentano le perdite che si determineranno se un inadempimento si verificasse nei 12 mesi successivi alla data di riferimento del bilancio. Le perdite attese, lifetime o nei 12 mesi, sono attualizzate alla data di riferimento del bilancio, utilizzando il tasso di interesse effettivo dello strumento finanziario determinato in sede di rilevazione iniziale opportunamente aggiornato in caso di strumento a tasso di interesse variabile; in sua assenza, viene utilizzato il tasso contrattuale o una media dei tassi di portafoglio per fattispecie residuali (principalmente riconducibili ad esposizioni fuori Bilancio). Con riferimento al modello di calcolo dell’Expected Credit Loss (ECL) per la misurazione della perdita attesa degli strumenti classificati in stage 1 e 2 sono stati apportati specifici adeguamenti ai parametri di rischio stimati a fini regolamentari per assicurare la piena coerenza, al netto delle differenti previsioni normative, fra trattamento contabile e regolamentare. I principali adeguamenti sviluppati sono volti a:  introdurre componenti point-in-time (di seguito PIT) ai parametri stimati in ottica through-the-cycle126 secondo le previsioni regolamentari;  introdurre scenari c.d. forward looking (leggasi prospettici);  estendere i parametri di rischio di credito ad un orizzonte pluriennale.

I parametri di rischio (PD, LGD e CCF - Fattore di conversione Creditizia) sono attribuiti agli strumenti secondo una gerarchia di regole per cui vengono applicati prioritariamente modelli calibrati su dati interni del Gruppo, e modelli calibrati su dati di “Agenzie ECAI” su portafogli per cui non sono disponibili osservazioni interne.

Ad ogni strumento è associata una curva di probabilità di default in funzione del segmento di appartenenza della controparte e del rating, secondo un processo di attribuzione del rating che tiene conto della disponibilità di una valutazione interna a livello di Gruppo o di una valutazione ECAI. In assenza di tali valutazioni viene assegnata, per le esposizioni tendenzialmente riconducibili ai segmenti di clientela non coperti da modelli interni di rating, la curva benchmark di PD lifetime AIRB che meglio approssima la rischiosità dell’esposizione

126 Secondo tale approccio sono rimossi i fattori ciclici dalla stima dei parametri di rischio, cogliendo la componente di lungo periodo nel merito di credito dei soggetti debitori indipendentemente dallo stato dell'economia al momento della valutazione. Diversamente, un approccio “point-in-time” produce parametri di rischio sensibili alle variazioni macroeconomiche di breve periodo del ciclo economico.

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e, solo in casi residuali, è attribuito il rating dello Stato di appartenenza della controparte peggiorato di un notch. La base di partenza per la stima delle PD è rappresentata dai parametri dei modelli interni AIRB, tali parametri vengono aggiustati, laddove necessario, al fine di renderli conformi con i requisiti del Principio Contabile. In particolare con riferimento a:  le curve di PD Multi-periodali Through the cycle;  l’aggiustamento PIT, che viene fattorizzato attraverso la ri-calibrazione ad un anno dell’orizzonte temporale storico di stima;  l’integrazione delle variabili macroeconomiche e forward-looking, effettuate mediante l’ausilio dei modelli satellite sviluppati ai fini di stress test sul rischio di credito.

La determinazione della perdita attesa in caso di default – LGD IFRS 9 compliant – avviene mediante l’applicazione di specifici correttivi apportati alle LGD regolamentari. In particolare, al fine di stimare una LGD IFRS 9 compliant, viene considerata la Loss Given Default Gestionale non attualizzata che differisce rispetto a quella calcolata ai fini patrimoniali per i seguenti aspetti:  assenza della componente downturn;  assenza della componente dei costi indiretti, in quanto già imputati a Conto Economico;  assenza della componente unexpected losses;  assenza di MOC (margin of conservatism); ammissibilità di tutte le garanzie ai fini di Credit Risk Mitigation.

Laddove non siano applicabili modelli interni di LGD gestionale stimati su dati interni del Gruppo, sono applicati modelli a partire dai recovery rate empirici delle agenzie ECAI; oppure è assegnato il valore di LGD previsto per le posizioni senior unsecured nel metodo FIRB nelle disposizioni prudenziali per i portafogli marginali per cui non sono disponibili serie storiche interne o esterne (e. g. Crediti verso Banche).

Con particolare riguardo alla previsione del principio contabile di incorporare nella stima delle perdite attese scenari forward looking anche di tipo macroeconomico, il Gruppo UBI Banca ha deciso di includere i medesimi, nonché le previsioni relative agli andamenti geosettoriali (negli ambiti in cui opera la controparte), in modelli interni già disponibili sviluppati per le finalità di Stress Test sul rischio di credito che sono stati oggetto di necessari aggiustamenti al fine di renderli compatibili con le specifiche previsioni del nuovo principio.

Nel rispetto delle previsioni dell’IFRS 9, per cui la stima dell’ECL deve essere il risultato della ponderazione di una serie di possibili scenari prospettici (c.d. “probability weighted”), tali modelli contemplano l’utilizzo di scenari “most likely”, ovvero l’utilizzo dello scenario ritenuto maggiormente probabile, unitamente a scenari “best” e “worst”, ad ognuno dei quali viene associata una percentuale di accadimento. Tali scenari macroeconomici sono coerenti con quelli assunti per le diverse finalità, quali ad esempio di budget e di capital allocation. La definizione delle probabilità di accadimento degli scenari e della ponderazione suddetta influenza il livello dell’ECL. A tal proposito si precisa che il Gruppo ha associato una probabilità pari al 70% allo scenario “most likely” e del 15% agli scenari “best” e “worst”.

Ai fini dell’elaborazione di scenari macroeconomici che includono proiezioni su indicatori macroeconomici e finanziari nazionali ed internazionali, il Gruppo UBI Banca utilizza un “Modello Previsionale Integrato” le cui previsioni sono oggetto di periodico aggiornamento. Il Modello è impiegato nella costruzione dello scenario baseline (Most-Likely) di norma basato esclusivamente sull’output delle equazioni dello stesso. Viene successivamente effettuata sia un’analisi di benchmarking prendendo come riferimento i principali istituti internazionali (quali, a titolo esemplificativo, FMI, BCE ed OCSE) sia una verifica dell'eventuale presenza di elementi esterni, tipicamente di politica internazionale e monetaria, esogeni al modello, solitamente non prevedibili né analizzabili con modelli statistici, ma che possono essere tali da avere un effetto non trascurabile sulle previsioni.

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Con riferimento alle principali variabili (es. PIL Italia, inflazione Italia, tasso di disoccupazione Italia, prezzi degli immobili residenziali e di quelli non residenziali nazionali, cambio euro/dollaro, Euribor a 3 mesi, rendimento del BTP decennale) e ai principali Stati europei e mondiali è prevista l’elaborazione di scenari alternativi (Add-On) utilizzando i programmi di calcolo predisposti. Tali scenari, migliorativi (best) e peggiorativi (worst) sono ottenuti grazie a tecniche statistiche di simulazione e alla successiva selezione della coppia di scenari "estremi" con uguali probabilità di realizzazione. È inoltre previsto l’utilizzo di scenari esterni che recepiscono ipotesi date o simulano l’impatto di shock. Per tutte le variabili del modello sono di norma costruite delle “soglie di accettabilità” delle stime, in funzione delle previsioni fornite da un benchmark di almeno due istituti internazionali specializzati. Al di fuori della soglia di accettabilità, il valore generato dal modello è sostituito dal valore del benchmark.

Si riportano di seguito le informazioni relative ai principali indicatori macroeconomici e finanziari utilizzati negli scenari “most likely”, “best” e “worst”, relative al triennio 2019-2021, la cui stima è stata sviluppata nello scorso mese di dicembre:  lo scenario “most likely” risulta caratterizzato da una crescita annuale del PIL Italia prevista in un range di valori compreso tra +0,3% e +0,7%. Il livello dell’inflazione Italia è atteso in un intervallo compreso tra +0,9% e +1,4%. Una tendenziale stabilità caratterizza il tasso Euribor a 3 mesi, atteso negativo sino al 2022, per un importo pari a -0,4%. Una crescita progressiva qualifica anche l’andamento del prezzo degli immobili in Italia stimato, rispettivamente, in un range compreso tra +0,3% e +1,1%, con riferimento agli immobili residenziali e tra -0,3% e +0,6%, per quanto riguarda gli immobili non residenziali;  nello scenario “best” la crescita annuale del PIL Italia è prevista in un range di valori compreso tra +1,1% e +1,4%. L’inflazione Italia è stimata all’interno di un intervallo compreso tra +1,3% e +1,9%. Il tasso Euribor a 3 mesi è previsto stabile nel triennio ad un importo prossimo allo zero. Nel caso del prezzo degli immobili Italia lo scenario “best” include un’aspettativa di una crescita nel triennio in un range compreso tra +2,3% e +3,1% nel caso degli immobili residenziali e tra +1,8% e + 2,6%, nel caso degli immobili non residenziali;  nel caso dello scenario “worst” il PIL Italia è stimato all’interno di un range compreso tra -0,4% e -0,1% . L’inflazione Italia è stimata all’interno di un intervallo compreso tra +0,4% e +1%. Il tasso Euribor a 3 mesi è previsto stabile nel triennio ad un importo pari a -0,9%. L’andamento del prezzo degli immobili Italia è atteso negativo, seppure in progressivo miglioramento nel triennio, all’interno di un range di valori compreso tra - 1,7% e -0,9%, nel caso degli immobili residenziali e -2,3% e -1,4%, nel caso degli immobili non residenziali.

Da un’analisi di sensitività condotta sui dati al 31/12/2019 relativamente alle probabilità di accadimento degli scenari forward looking risulta una variazione di ECL riferita alle posizioni classificate nello stage 1 e nello stage 2 nell’ordine del +4%/-4% (rispettivamente nel caso di adozione esclusiva dello scenario “worst” o “best”).

Si segnala infine che nel corso dell’esercizio di bilancio 2019 si è proceduto all’ aggiornamento della metodologia inerente la calibrazione della soglia utilizzata ai fini dell’identificazione dell’incremento significativo del rischio di credito, con conseguente aggiornamento dei parametri della regressione utilizzati ai fini della Staging Allocation.

Stage 3 Con riferimento alle posizioni non perfoming, la valutazione avviene, di norma, secondo modalità analitiche. I criteri per la stima delle svalutazioni da apportare ai crediti deteriorati si basano sull’attualizzazione dei flussi finanziari attesi tenendo conto delle eventuali garanzie che assistono le posizioni e di eventuali anticipi ricevuti. Ai fini della determinazione del valore attuale dei flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati dall’individuazione degli incassi stimati, delle relative scadenze e del tasso di attualizzazione da applicare. L’entità della rettifica risulta pari alla differenza tra il valore contabile dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari attesi, scontati al tasso di interesse effettivo originario, opportunamente

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aggiornato in caso di strumento a tasso di interesse variabile, oppure, nel caso delle posizioni classificate a sofferenza, al tasso di interesse effettivo in essere alla data di passaggio a sofferenza. In funzione della gravità dello stato di deterioramento e della significatività dell’esposizione, le stime del valore di recupero considerano un approccio c.d. going concern, che presuppone la continuità aziendale della controparte e la generazione continuativa di flussi di cassa operativi, o un approccio c.d. gone concern. Quest’ultimo si basa sul presupposto della cessazione dell’attività aziendale da cui discende che gli unici flussi di cassa, utili al recupero dell’esposizione, scaturiscono dall’escussione delle garanzie sottostanti. Le stime del valore di recupero del credito, espresse in coerenza alla situazione in cui versano le esposizioni, includono gli elementi forward looking disponibili. A tal proposito e con specifico riferimento alle posizioni in “sofferenza”, le regole di valutazione analitica includono elementi forward looking:  nella stima delle percentuali di abbattimento del valore dell’immobile posto a garanzia (stimate sulle perizie aggiornate o sulla relazione del Consulente Tecnico d’Ufficio - CTU);  attraverso l’introduzione di specifici scenari di recupero di specifiche esposizioni, in considerazione del fatto che il Gruppo preveda di venderle, in un lasso di tempo ragionevole, ad una terza parte, sia al fine di massimizzare i flussi di cassa nel breve periodo, sia in relazione ad una specifica strategia di gestione del credito deteriorato. Conseguentemente, la stima delle perdite attese di tali posizioni riflette, oltre che il recupero attraverso la gestione ordinaria del credito, anche la presenza, opportunamente calibrata, dello scenario di vendita e quindi dei flussi di cassa derivanti da tale operazione.

2.4 Tecniche di mitigazione del rischio di credito

Il Gruppo impiega tecniche di mitigazione del rischio tipiche dell’attività bancaria acquisendo dalla controparte, per talune tipologie di affidamenti, garanzie reali, immobiliari e finanziarie, e garanzie personali. La determinazione dell’ammontare complessivo degli affidamenti concedibili allo stesso cliente e/o gruppo giuridico ed economico tiene conto di appositi criteri per la ponderazione delle diverse categorie di rischio e delle garanzie. In particolare, al valore di stima delle garanzie reali vengono applicati “scarti” prudenziali, differenziati per tipologia di garanzia.

Le principali tipologie di garanzie reali accettate dal Gruppo sono rappresentate da:  ipoteca reale;  pegno.

Nel caso di garanzia ipotecaria, si attua la distinzione tra credito fondiario e credito ipotecario ordinario con riferimento all’ammontare del finanziamento che, nel primo caso, deve rispettare limiti stabiliti in rapporto al valore o al costo dei beni cauzionali. Il pegno rappresenta la seconda macro-categoria di garanzia reale utilizzata e all’interno del Gruppo esistono diverse possibili tipologie di pegno in funzione dello strumento che viene costituito in garanzia. Si distinguono:  pegno su strumenti finanziari dematerializzati quali, ad esempio, titoli di Stato, obbligazioni e azioni di società quotate, Gestioni Patrimoniali Mobiliari (GPM), prestiti obbligazionari del Gruppo, etc.;  pegno di titoli materiali, quali, ad esempio, valori e/o somme depositate in conto corrente o su libretto di risparmio nominativo o al portatore, certificati di deposito, quote di fondi comuni di investimento, azioni e obbligazioni di società non quotate;  pegno su polizze assicurative.

L’atto di pegno costituito sul valore dell’insieme degli strumenti finanziari viene effettuato utilizzando criteri di valorizzazione definiti e appositi scarti che riflettano la variabilità del valore del titolo oggetto di pegno. Nel caso di strumenti finanziari espressi in divisa, lo scarto previsto per la volatilità del cambio deve essere sommato a quello della volatilità del titolo.

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Si evidenzia che per ciò che concerne il pegno su diritti derivanti da polizze assicurative, esso può essere costituito solo su tipologie di polizze vita il cui regolamento preveda espressamente la possibilità di vincolo a favore della Banca e se ricorrono determinate condizioni (es. decorso del termine per poter esercitare il diritto di riscatto, devono essere escluse le polizze che prevedano il solo “caso morte”, e così via). Anche per le polizze assicurative sono definiti appositi criteri di valorizzazione e con appositi scarti. Al fine di assicurare la sussistenza dei requisiti generali e specifici richiesti per il riconoscimento a fini prudenziali delle garanzie reali, annoverate fra le tecniche di Credit Risk Mitigation (CRM) - secondo quanto previsto dalla Normativa di Vigilanza - il Gruppo UBI ha: • ridefinito i processi del credito relativi alla raccolta e gestione delle garanzie. Con particolare riferimento alle garanzie ipotecarie, è previsto l’obbligo di inserimento, nell’apposito applicativo informatico a disposizione dei gestori, di tutti i dati relativi all’immobile necessari a rendere la garanzia eligible. Particolare attenzione è stata posta all’obbligatorietà della perizia ed alla tempestività di recupero delle informazioni ad essa inerenti, ivi comprese quelle notarili (estremi di registrazione notarili), elementi determinanti per il perfezionamento della garanzia. • recuperato per le garanzie ipotecarie in essere tutte le informazioni necessarie ad assicurarne l’ammissibilità in linea con le normative in termini di requisiti specifici.

3. Esposizioni creditizie deteriorate

3.1 Strategie e politiche di gestione

La classificazione di stato delle esposizioni non performing recepisce i disposti normativi che nel 2015 hanno introdotto la seguente ripartizione: • “Esposizioni Scadute e/o Sconfinanti Deteriorate”, denominate anche “Past Due”; • “Inadempienze Probabili”; • “Sofferenze”.

Nella categoria delle Inadempienze Probabili sono confluiti i precedenti stati di classificazione “Incagli” e “Crediti Ristrutturati”. Oltre alle suddette tre classi è contemplata anche la fattispecie dei crediti problematici relativi al “Rischio Paese” per esposizioni non garantite verso la clientela, istituzionale ed ordinaria, appartenente a Paesi definiti “a rischio” come disposto dall’Organo di Vigilanza.

Il 1° luglio 2019 il Gruppo UBI Banca ha recepito le direttive europee in materia di classificazione a default delle controparti prenditrici (EBA/GL/2016/07 - “Linee guida sull’applicazione della definizione di default ai sensi dell’art. 178 del Regolamento (UE) n. 575/2013”). La nuova disciplina stabilisce criteri e modalità particolarmente rigorosi per l’esame delle esposizioni creditizie al fine di un’eventuale loro classificazione negli stati amministrativi non performing. Il cambiamento normativo voluto dall’Authority europea rappresenta anche un passaggio rilevante nella direzione dell’armonizzazione delle prassi e regimi disciplinari dei Paesi dell’UE.

Le linee guida EBA in tema di Definizione di Default (“DoD”) hanno segnato una significativa evoluzione sotto i seguenti profili: 1. allineamento della classificazione a default di una controparte prenditrice che abbia rapporti di finanziamento con diverse società facenti parte del medesimo gruppo bancario; 2. non compensabilità delle linee di credito; 3. soglie parametriche per la classificazione a Past Due; 4. modalità di calcolo dei giorni di sconfino ai fini della classificazione a Past Due e introduzione di un “monitoring period” preliminare alla riammissione in bonis; 5. propagazione dello stato Past Due; 6. obbligo del calcolo della Ridotta Obbligazione Finanziaria (di seguito anche “ROF”) per verificare l’opportunità della classificazione a default di una controparte prenditrice in bonis che trovandosi in difficoltà finanziaria ottenga una misura di Forbearance

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(si veda al riguardo al paragrafo 3.3. Attività Finanziarie oggetto di rinegoziazione commerciale e esposizioni oggetto di concessioni).

Recependo i disposti delle suddette linee Guida EBA Più, la policy creditizia del Gruppo UBI Banca dal 1° luglio 2019 prevede che: 1. ai fini della classificazione a Past Due, gli importi di sconfino/scaduto riferiti ai finanziamenti per cassa siano rilevati a livello di Gruppo bancario, considerando pertanto la sommatoria delle esposizioni debitorie verso tutte le società del Gruppo UBI Banca; 2. non sia consentita la possibilità di compensare eventuali sconfini/scaduti rilevati su alcune linee di credito con i margini di affidamento ancora disponibili per altri rapporti di finanziamento in capo alla medesima controparte; 3. sia abbassata all’1% la soglia di rilevanza relativa in precedenza pari del 5%, rispetto alla quale confrontare l’incidenza degli sconfini/scaduti sull’esposizione per cassa complessiva verso il Gruppo UBI di una controparte. È stata inoltre introdotta un’ulteriore soglia di rilevanza, definita assoluta, pari a: -100 euro per le esposizioni relative al portafoglio clienti “Privati” ed “Imprese Retail”; -500 euro per tutte le altre esposizioni; 4. per la classificazione automatica a Past Due sono necessari 90 giorni continuativi durante i quali gli sconfini/scaduti abbiano superato entrambe le soglie di rilevanza. Un elemento di rilevante novità che eleva il rigore della policy creditizia è rappresentato dall’obbligo di un “monitoring period”: una controparte che regolarizzi la propria posizione riportando gli sconfini/scaduti al di sotto di una almeno delle soglie di rilevanza non può essere contestualmente riclassificata in bonis. Per il ripristino dello stato performing è, infatti, necessario che sia verificata una condotta regolare di almeno 90 giorni consecutivi (monitoring period). La condizione di regolarità comporta che gli sconfini / scaduti rilevati a livello di Gruppo UBI non superino entrambe le soglie di rilevanza durante i 90 giorni di monitoring. 5. In presenza di rapporti di cointestazione classificati a Past Due, si può verificare una propagazione di tale stato amministrativo ai singoli cointestatari. La trasmissione del suddetto stato amministrativo avviene automaticamente qualora l’esposizione per cassa del rapporto cointestato superi il 20% dell’utilizzato per cassa complessivo riconducibile al cointestatario (somma delle esposizioni per cassa dei rapporti cointestati e di quelli intestati direttamente al cointestatario). Sono previsti anche meccanismi di propagazione dello stato amministrativo Past Due dai cointestatari alla contestazione in bonis, qualora almeno uno dei cointestatari assuma stato tale stato e nessuno dei restanti cointestarti risulti in bonis.

Le Esposizioni Scadute e/o Sconfinanti Deteriorate (Past Due) sono oggetto di costanti controlli per determinarne, entro un limite massimo gestionale di 180 giorni l’eventuale passaggio a stati peggiorativi di deterioramento. Il suddetto passaggio può temporaneamente essere sospeso solo nell’eventualità in cui la controparte abbia regolarizzato la propria posizione e stia attraversando il cosiddetto “monitoring period” (“Probetion Period” secondo la nomenclatura EBA/GL/2016/07 - “Linee guida sull’applicazione della definizione di default ai sensi dell’art. 178 del Regolamento (UE) n. 575/2013”); se quest’ultimo venisse interrotto per una ripresa di sconfinamento oltre le soglie di rilevanza si verificherebbe in automatico una classificazione ad Inadempienza Probabile. Il rientro allo stato performing è sempre subordinato ad una valutazione di merito e può avvenire solo al termine del cosiddetto monitoring period, una volta ristabilita la regolarità della posizione.

La gestione dei crediti problematici è presidiata in funzione del relativo livello di rischiosità ed è in carico alle strutture organizzative preposte alla gestione del credito anomalo di IW Bank, con l’obbligo di richiedere alla Capogruppo UBI Banca S.p.A. un parere di coerenza sulle proposte gestionali in presenza di esposizioni rilevanti; e della Capogruppo UBI Banca in forza di specifici mandati. In particolare rientrano in questo secondo caso le posizioni a Sofferenza di IW Bank gestite dall’Area Recupero Crediti di UBI Banca.

La policy interna del Gruppo UBI Banca è coerente con la normativa EBA/GL/2016/07 che vieta nell’ambito di un Gruppo Bancario di mantenere controparti comuni a più “Legal Entity”

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(c.d. clienti comuni) classificate in stato Performing presso una “Legal Entity” e in stato non performing presso un'altra “Legal Entity” del medesimo Gruppo.

Il ripristino da parte della clientela non performing della capacità di ottemperare regolarmente alle obbligazioni finanziarie assunte costituisce la condizione determinante per il rientro in stato performing. Tale evento è sostanzialmente concentrato in:  crediti classificati a Esposizioni Scadute e/o Sconfinanti Deteriorate per la cui rimessa in bonis deve essere superato con successo il periodo di monitoraggio di 90 giorni (“monitoring period”) propedeutico a verificare il recupero di una completa e stabile capacità di rimborso;  crediti classificati a Inadempienza Probabile per la cui rimessa in bonis deve essere accertata la riattivazione di una strutturale situazione di regolarità creditizia e di equilibrio economico/finanziario.

La valutazione dell’adeguatezza delle rettifiche di valore avviene di norma analiticamente, assicurando adeguati livelli di copertura delle perdite previste. L’analisi delle esposizioni deteriorate viene costantemente effettuata dalle singole unità operative che ne presidiano i rischi e dalla Capogruppo.

L’aggiornamento annuale del Piano strategico relativo alla riduzione degli NPL (Non Performing Loans), previsto dalle Linee Guida in materia di crediti deteriorati (Non Performing Loans – NPL) pubblicate dalla Banca Centrale Europea nel marzo 2017, è stato presentato all’Autorità di Vigilanza nel mese di aprile 2018.

L’aggiornamento annuale del Piano strategico relativo alla riduzione degli NPL (Non Performing Loans), previsto dalle Linee Guida in materia di crediti deteriorati (Non Performing Loans – NPL) pubblicate dalla Banca Centrale Europea nel marzo 2017, è stato presentato all’Autorità di Vigilanza nel mese di marzo 2019. Il Nuovo Piano, ad orizzonte temporale triennale, conferma la priorità della gestione interna del recupero crediti ma prevede anche il supporto di importanti operazioni di cessione dei crediti deteriorati. Per il conseguimento dei risultati pianificati sono state individuate le seguenti principali leve strategiche:  conferma della performance in termini di “recovery rate” e “default rate” raggiunte nel 2018, grazie al consolidamento del modello di gestione interna e perseverando con le iniziative volte a migliorare la qualità del credito  piano di cessioni straordinarie riguardanti le esposizioni a Sofferenze di crediti delle controllate UBI Factor e UBI Leasing

Il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi di riduzione degli NPL viene effettuato con cadenza trimestrale dalle strutture della Capogruppo rispettivamente Chief Financial Officer per gli aspetti economico-finanziari, e Chief Lending Officer con riferimento ai fenomeni di natura gestionale ed agli scostamenti rispetto ai target, esame quest’ultimo finalizzato ad approntare gli opportuni interventi correttivi. Al riguardo si precisa che nel corso del 2019 sono stati già raggiunti gli obiettivi di riduzione dei crediti non performing previsti al 2021 nel piano strategico NPL. Un contributo apprezzabile è stato altresì fornito dalle cessioni.

L’aggiornamento del piano strategico NPL ha cadenza annuale e la prossima release verrà presentata alla BCE entro marzo del 2020.

3.2 Write-off

L’operazione di write-off (stralcio contabile) si riferisce alla cancellazione parziale o totale di un’attività finanziaria dal Bilancio e non implica la rinuncia legale al credito da parte della Banca, che può continuare a far valere le proprie ragioni di credito sul debitore e sui garanti.

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Il write-off costituisce un evento di derecognition (eliminazione contabile ai sensi dei principi contabili di riferimento) da effettuarsi qualora non si abbiano più ragionevoli aspettative sulle possibilità di recupero del credito.

I crediti per i quali i competenti organi, con apposita delibera, abbiano preso atto della relativa irrecuperabilità totale o parziale, sono cancellati dal Bilancio con tempestività, nell’esercizio in cui il credito o parte di esso è considerato non recuperabile.

Con riferimento alle situazioni rispetto alle quali il Gruppo UBI procede ad effettuare il write- off si rimanda a quanto descritto nella Sezione 5 “Altri aspetti” della Parte A.1 delle “Politiche contabili”.

Non rientrano nel perimetro di applicazione dei write-off i rapporti in corso di cessione, dal momento in cui i rapporti entrano a far parte del perimetro della cessione.

Le esposizioni oggetto di write-off sono monitorate attraverso specifica reportistica, con la quale viene resa un’informativa semestrale in sede di Comitato Crediti UBI; inoltre al fine di assicurare che l’applicazione dei write-off sia in linea con il piano strategico della banca, l’andamento dei write-off è verificato in sede di monitoraggio periodico della “NPL Strategy”.

3.3 Attività finanziarie impaired acquisite o originate

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

4. Attività finanziarie oggetto di rinegoziazioni commerciali e esposizioni oggetto di concessioni

La regolamentazione adottata dal Gruppo UBI prevede chiare linee di demarcazione tra le di rinegoziazione di natura commerciale e gli interventi di concessione su rapporti creditizi in essere (c.d. misure di forbearance). Il carattere delle rinegoziazioni commerciali consiste nella finalità di consolidare la relazione con la controparte prenditrice la quale, a un’approfondita verifica, risulta comunque capace di adempiere puntualmente alle obbligazioni finanziarie originariamente assunte. Una misura di forbearance è invece rappresentata da una variazione dei termini contrattuali a favore di clienti debitori che, anche per eventi di natura temporanea, non risultino più in grado di rispettare le obbligazioni finanziarie inizialmente concordate. L’accertata difficoltà finanziaria configura pertanto un requisito decisivo per qualificare, come intervento di forbearance, le modifiche di valore, tempi e termini di rimborso del debito. Eventuali elementi oggettivi di anomalia dell’esposizione creditizia rilevati dal sistema supportano il gestore nella valutazione soggettiva (judgemental) del cliente. La difficoltà finanziaria oggettiva è sempre sottoposta ad una successiva valutazione soggettiva, con conseguente possibile conferma oppure esclusione della difficoltà finanziaria del cliente. La valutazione soggettiva viene comunque effettuata, indipendentemente dalla rilevazione di effettive anomalie oggettive. La situazione di difficoltà finanziaria è assunta come comprovata nel caso in cui la controparte sia classificata a non-performing. Ai fini della classificazione di un rapporto come “Forborne”, la misura di concessione accordata deve rientrare in un apposito perimetro di concessioni definito, nel rispetto della normativa comunitaria, nell’ambito della regolamentazione aziendale. A seguito di una richiesta di concessione da parte del cliente viene individuata la misura più congrua e sostenibile, considerando le caratteristiche presenti e future della controparte e la convenienza economica della soluzione individuata. Nell’ambito dell’identificazione della misura più idonea vengono altresì valutati: la natura della possibile difficoltà finanziaria del cliente e le relative cause, il tipo di rapporto creditizio sul quale opera la concessione; lo stato amministrativo della controparte. L’approvazione di una concessione:

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• contempla l’espletamento di iter strutturati che implicano una rigorosa valutazione finalizzata a verificare se la concessione possa essere efficace al fine di ristabilire un’autonoma condotta regolare del debitore, senza la necessità di ulteriori successivi supporti riportando l’esposizione in una situazione di rimborso sostenibile e, nel caso di esposizioni non-performing, con l’obiettivo chiave di porre le basi per il rientro in bonis. L’analisi effettuata si compone di diverse fasi che processano informazioni di natura sia oggettiva sia soggettiva; • comporta al perfezionamento della misura stessa l’attribuzione della qualifica di Forborne al rapporto interessato. Una controparte performing che riceva una concessione può conservare tale stato amministrativo. Tuttavia, il suo rating non potrà essere migliore del livello “medio” e l’esposizione del rapporto interessato alla misura sarà classificata a stage 2. Questi ultimi due vincoli dovranno essere rispettati per tutto il periodo in cui il rapporto creditizio interessato dalla concessione conserverà l’attributo Forborne. • per le sole posizioni performing, per le quali sia accertata la difficoltà finanziaria si procede - in applicazione delle Linee Guida EBA (EBA/GL/2016/07) - alla verifica del superamento della soglia dell’1% della cosiddetta "Ridotta Obbligazione Finanziaria". Quest’ultima è calcolata come di seguito rappresentato:

ROF = (NPV0 – NPV1) / NPV0

Dove:  ROF è la ridotta obbligazione finanziaria;  NPV0 è il valore attuale netto dei flussi di cassa (compresi gli interessi e le commissioni non pagati) previsti dagli obblighi originariamente pattuiti prima delle modifiche delle condizioni contrattuali. Il tasso di attualizzazione è rappresentato dal tasso di interesse effettivo originario dell’operazione;  NPV1 è il valore attuale netto dei flussi di cassa previsti sulla base del nuovo accordo, attualizzati utilizzando il tasso di interesse effettivo originario dell’operazione oggetto di modifica.

Nel caso in cui il calcolo della ROF come sopra rappresentato comportasse un valore superiore alla soglia dell’1%, al perfezionamento dell’operazione di concessione la controparte deve essere classificata a non-performing nello stato amministrativo di Inadempienza Probabile.

Al perfezionamento della concessione si avvia un periodo di osservazione denominato, a seconda dei casi, Probation Period (due anni per le esposizioni Forborne Performing) e Cure Period (un anno per le esposizioni Forborne Non-Performing). Al termine di tali lassi temporali, solo nel caso in cui il comportamento del debitore risulti effettivamente regolare e siano soddisfatte le condizioni previste dalla normativa di riferimento, potrà essere valutata la possibilità di un miglioramento della classificazione di stato o in caso di rapporti performing potrà essere considerata la rimozione dell’attributo Forborne. Premesso quanto sopra, si specifica che le caratteristiche delle modifiche contrattuali accordate alla clientela laddove siano ritenute “sostanziali”, sulla base di policy aziendali differenziate per modifiche di natura commerciale e modifiche derivanti da misure di forberance, possono determinare la cancellazione dell’attività finanziaria dal bilancio e la re- iscrizione di una nuova attività (c.d. “derocognition accounting”). In tale situazione e con specifico riferimento a quelle posizioni che superano il test SPPI, il Gruppo UBI ai fini dell’impairment, considera come data di prima iscrizione quella in cui avviene la modifica dell’attività. Diversamente nel caso di modifiche contrattuali ritenute “non sostanziali” e pertanto non oggetto di “derocognition accounting”, ai fini delle previsioni dell’impairment si considera come data di prima iscrizione quella in cui lo strumento è stato originato.

200

Informazioni di natura quantitativa A. Qualità del credito A.1 Esposizioni creditizie deteriorate e non deteriorate: consistenze, rettifiche di valore, dinamica e distribuzione economica A.1.1 Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)

Esposizioni Esposizioni Altre Inadempienze Portafogli/qualità Sofferenze scadute scadute non esposizioni non Totale probabili deteriorate deteriorate deteriorate

1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 6.683 7.178 648 22.671 3.646.330 3.683.509 2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva ------3. Attività finanziarie designate al fair value ------4. Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value - - - - 16 16 5. Attività finanziarie in corso di dismissione ------Totale 31/12/2019 6.683 7.178 648 22.671 3.646.346 3.683.525

Totale 31/12/2018 6.920 8.527 353 34.696 3.060.141 3.110.637

201

A.1.2 Distribuzione delle attività finanziarie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti)

Deteriorate Non deteriorate

Totale Portafogli/qualità Rettifiche di Rettifiche di (esposizione Esposizione Esposizione Write-off parziali Esposizione Esposizione valore valore netta) lorda netta complessivi* lorda netta complessive complessive

1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 26.268 (11.760) 14.508 - 3.670.621 (1.620) 3.669.001 3.683.509

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività ------complessiva

3. Attività finanziarie designate al fair value - - - - X X --

4. Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value - - - - X X 16 16

5. Attività finanziarie in corso di dismissione ------

Totale 31/12/2019 26.268 (11.760) 14.508 - 3.670.621 (1.620) 3.669.017 3.683.525

Totale 31/12/2018 27.551 (11.751) 15.800 2 3.096.562 (1.826) 3.094.837 3.110.637

Per la Banca la voce “Attività finanziarie detenute per la negoziazione” è scarsamente significativa in entrambi i periodi di raffronto, pertanto si omette la pubblicazione della tabella contenente sia le esposizioni nette sia le minusvalenze cumulate, così come previsto dalla Circolare n. 262, 5° aggiornamento.

202

A.1.3 Distribuzione delle attività finanziarie per fasce di scaduto (valori di bilancio)

Primo stadio Secondo stadio Terzo stadio

Portafogli/stadi di rischio Da oltre 30 Da oltre 30 Da oltre 30 Da 1 giorno a Oltre 90 Da 1 giorno a Oltre 90 Da 1 giorno a Oltre 90 giorni fino a giorni fino a giorni fino a 30 giorni giorni 30 giorni giorni 30 giorni giorni 90 giorni 90 giorni 90 giorni

1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 13.025 313 14 8.131 956 231 801 637 11.860

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva ------

3. Attività finanziarie in corso di dismissione ------

Totale 31/12/2019 13.025 313 14 8.131 956 231 801 637 11.860

Totale 31/12/2018 19.060 2.238 177 7.601 4.049 1.571 446 739 12.622

Si precisa che la tabella sopra esposta comprende, relativamente al Terzo stadio, le esposizioni deteriorate con un numero di giorni di scaduto pari o superiore a uno, pertanto le esposizioni deteriorate non scadute non sono rappresentate.

203

A.1.4 Attività finanziarie, impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate: dinamica delle rettifiche di valore complessive e degli accantonamenti complessivi

Rettifiche di valore complessive Rettifiche di valore complessive

Di cui: Accantonamenti complessivi attività Causali/ stadi di rischio su impegni a erogare fondi e finanziarie Attività rientranti nel primo stadio Attività rientranti nel secondo stadio Attività rientranti nel terzo stadio garanzie finanziarie rilasciate impaired acquisite o originate

Totale

collettive collettive collettive individuali individuali individuali Terzo stadio Primo stadio di dismissione di dismissione di dismissione Secondo stadio di cui: svalutazioni di cui: svalutazioni di cui: svalutazioni di cui: svalutazioni di cui: svalutazioni di cui: svalutazioni al costo ammortizzato al costo ammortizzato al costo ammortizzato al fair value con impatto al fair value con impatto al fair value con impatto Attività finanziarie in corso Attività finanziarie in corso Attività finanziarie in corso Attività finanziarie valutate Attività finanziarie valutate Attività finanziarie valutate Attività finanziarie valutate Attività finanziarie valutate Attività finanziarie valutate sulla redditività complessiva sulla redditività complessiva sulla redditività complessiva Rettifiche complessive iniziali (465) - - - (465) (1.360) - - - (1.360) (11.751) - - (11.751) - - (302) (205) (5) (14.090)

Variazioni in aumento da attività ------finanziarie acquisite o originate

Cancellazioni diverse dai write-off ------

Rettifiche/riprese di valore nette per 54 - - - 54 16 - - - 16 (1.347) - - (1.347) - - 99 (49) (4) (1.231) rischio di credito (+/-)

Modifiche contrattuali senza ------cancellazioni

Cambiamenti della metodologia di ------stima

Write-off non rilevati direttamente a ------1.474 - - 1.474 - - - - - 1.474 conto economico

Altre variazioni - - - - - 136 - - - 136 (136) - - (136) ------

Rettifiche complessive finali (412) - - - (412) (1.209) - - - (1.209) (11.760) - - (11.760) - - (204) (254) (9) (13.847)

Recuperi da incasso su attività ------finanziarie oggetto di write-off

Write-off rilevati direttamente a ------(213) - - (213) ------conto economico

204

A.1.5 Attività finanziarie, impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate: trasferimenti tra i diversi stadi di rischio di credito (valori lordi e nominali)

Valori lordi/valore nominale

Trasferimenti tra primo Trasferimenti tra Trasferimenti tra primo stadio e secondo stadio secondo stadio e terzo stadio e terzo stadio

Portafogli/stadi di rischio Da secondo Da secondo Da terzo Da primo Da terzo Da primo a stadio a stadio a stadio a stadio a stadio a secondo primo terzo secondo terzo primo stadio stadio stadio stadio stadio stadio

1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 16.825 478.122 2.635 1.380 1.108 187

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla ------redditività complessiva

3. Attività finanziarie in corso di dismissione ------4. Impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate 9.548 2.637 - - 1.466 39 Totale 31/12/2019 26.372 480.759 2.635 1.380 2.573 225 Totale 31/12/2018 26.081 56.570 3.381 1.701 711 3.675

A.1.6 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi e netti

Esposizione lorda Rettifiche di valore Write-off Esposizione Tipologie esposizioni/valori complessive e parziali Netta Non accantonamenti complessivi* Deteriorate deteriorate complessivi

A. Esposizioni creditizie per cassa

a) Sofferenze - X - - -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - X - - -

b) Inadempienze probabili - X - - -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - X - - -

c) Esposizioni scadute deteriorate - X - - -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - X - - -

d) Esposizioni scadute non deteriorate X - - - -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X - - - -

e) Altre esposizioni non deteriorate X 3.204.289 (4) 3.204.285 -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X - - - -

Totale (A) - 3.204.289 (4) 3.204.285 -

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio -

a) Deteriorate - X - - -

b) Non deteriorate X 200.276 - 200.276 -

Totale (B) - 200.276 - 200.276 -

Totale (A+B) - 3.404.565 (4) 3.404.561 -

205

A.1.7 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi e netti

Esposizione lorda Rettifiche di valore Write-off Esposizione Tipologie esposizioni/valori complessive e parziali netta Non accantonamenti complessivi* Deteriorate deteriorate complessivi

A. Esposizioni creditizie per cassa

a) Sofferenze 15.804 X (9.122) 6.683 -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 1.814 X (762) 1.052 -

b) Inadempienze probabili 9.755 X (2.577) 7.178 -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni 3.369 X (429) 2.940 -

c) Esposizioni scadute deteriorate 709 X (61) 648 -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni - X - - -

d) Esposizioni scadute non deteriorate X 23.092 (421) 22.671 -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X 405 (17) 388 -

e) Altre esposizioni non deteriorate X 443.256 (1.195) 442.061 -

- di cui: esposizioni oggetto di concessioni X 5.181 (145) 5.036 -

Totale (A) 26.268 466.348 (13.376) 479.240 -

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio

a) Deteriorate 1.710 X (9) 1.701 -

b) Non deteriorate X 407.823 (458) 407.365 -

Totale (B) 1.710 407.823 (467) 409.066 -

Totale (A+B) 27.978 874.171 (13.843) 888.306 -

A.1.8 Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

A.1.8bis Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni lorde oggetto di concessioni distinte per qualità creditizia

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

206

A.1.9 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde

Esposizioni Inadempienze Causali/Categorie Sofferenze scadute probabili deteriorate

A. Esposizione lorda iniziale 16.338 10.826 387 - di cui: esposizioni cedute non cancellate - - - B. Variazioni in aumento 1.871 3.604 709 B.1 ingressi da esposizioni non deteriorate 6 3.086 698 B.2 ingressi da attività finanziarie impaired acquisite o originate - - - B.3 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 1.839 320 11 B.4 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - - B.5 altre variazioni in aumento 26 198 - C. Variazioni in diminuzione (2.405) (4.675) (388) C.1 uscite verso esposizioni non deteriorate - (1.619) (2) C.2 write-off (1.344) (130) - C.3 incassi (1.060) (1.102) (40) C.4 realizzi per cessioni - - - C.5 perdite da cessione - - - C.6 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate - (1.824) (346) C.7 modifiche contrattuali senza cancellazioni - - - C.8 altre variazioni in diminuzione - - - D. Esposizione lorda finale 15.804 9.755 709 - di cui: esposizioni cedute non cancellate - - -

A.1.9bis Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni lorde oggetto di concessioni distinte per qualità creditizia

Esposizioni Esposizioni oggetto di oggetto di Causali/Qualità concessioni: concessioni: non deteriorate deteriorate

A. Esposizione lorda iniziale 5.244 6.153 - di cui: esposizioni cedute non cancellate - - B. Variazioni in aumento 1.888 3.294 B.1 ingressi da esposizioni non deteriorate non oggetto di concessioni 87 2.469 B.2 ingressi da esposizioni non deteriorate oggetto di concessioni 1.582 - B.3 ingressi da esposizioni oggetto di concessioni deteriorate - 823 B.4 ingressi da esposizioni deteriorate non oggetto di concessione - - B.4 altre variazioni in aumento 220 2 C. Variazioni in diminuzione (1.949) (3.861) C.1 uscite verso esposizioni non deteriorate non oggetto di concessioni - (2.083) C.2 uscite verso esposizioni non deteriorate oggetto di concessioni (823) - C.3 uscite verso esposizioni oggetto di concessioni deteriorate - (1.582) C.4 write-off (196) - C.5 incassi (929) (196) C.6 realizzi per cessioni - - C.7 perdite da cessione - - C.8 altre variazioni in diminuzione - - D. Esposizione lorda finale 5.183 5.586 - di cui: esposizioni cedute non cancellate - -

207

A.1.10 Esposizioni creditizie per cassa deteriorate verso banche: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

A.1.11 Esposizioni creditizie per cassa deteriorate verso clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive

Sofferenze Inadempienze probabili Esposizioni scadute deteriorate

Causali/Categorie di cui: di cui: di cui: esposizioni esposizioni esposizioni Totale Totale Totale oggetto di oggetto di oggetto di concessioni concessioni concessioni

A. Rettifiche complessive iniziali (9.418) (754) (2.299) (415) (34) - - di cui: esposizioni cedute non cancellate ------B. Variazioni in aumento (1.280) (308) (1.069) (265) (77) -

B.1 rettifiche di valore da attività finanziarie - X - X - X impaired acquisite o originate

B.2 altre rettifiche di valore (938) (178) (927) (229) (53) - B.3 perdite da cessione ------

B.4 trasferimenti da altre categorie di (342) (130) (27) - (3) - esposizioni deteriorate

B.5 modifiche contrattuali senza ------cancellazioni

B.6 altre variazioni in aumento - - (115) (37) (20) - C. Variazioni in diminuzione 1.576 300 791 251 50 - C.1 riprese di valore da valutazione 106 11 87 40 6 - C.2 riprese di valore da incasso 126 93 232 81 14 - C.3 utili da cessione ------C.4 write-off 1.344 196 130 - - -

C.5 trasferimenti ad altre categorie di - - 342 130 30 - esposizioni deteriorate

C.6 modifiche contrattuali senza ------cancellazioni

C.7 altre variazioni in diminuzione ------D. Rettifiche complessive finali (9.122) (762) (2.577) (429) (61) -

- di cui: esposizioni cedute non cancellate ------

208

A.2 Classificazione attività finanziarie, degli impegni a erogare fondi e delle garanzie finanziarie rilasciate in base ai rating esterni e interni

A.2.1 Distribuzione delle attività finanziarie, degli impegni a erogare fondi e delle garanzie finanziarie rilasciate: per classi di rating esterni (valori lordi)

Classi di rating esterni

Esposizioni Senza rating Totale classe 1 classe 2 classe 3 classe 4 classe 5 classe 6

A. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato - - 3.188.093 - - - 508.797 3.696.889 - Primo stadio - - 3.188.093 - - - 437.354 3.625.447 - Secondo stadio ------45.174 45.174 - Terzo stadio ------26.268 26.268 B. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività ------complessiva - Primo stadio ------Secondo stadio ------Terzo stadio ------C. Attività finanziarie in corso di dismissione ------Primo stadio ------Secondo stadio ------Terzo stadio ------Totale (A+B+C) - - 3.188.093 - - - 508.797 3.696.889 di cui: attività finanziarie impaired acquisite o originate ------D. Impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate - Primo stadio - - 189.929 - - - 377.816 567.745 - Secondo stadio ------27.850 27.850 - Terzo stadio ------1.710 1.710 Totale (D) - - 189.929 - - - 407.376 597.305 Totale (A+B+C+D) - - 3.378.022 - - - 916.172 4.294.194

209

Nella seguente legenda si espone la corrispondenza tra le classi di rating esterne indicate in tabella e le classi dalla società di riferimento Moody’s.

Classe di rating Rating Moody’s

1 Aaa, Aa, Aa1, Aa2, Aa3 2 A1, A2, A3 3 Baa1, Baa2, Baa3 4 Ba1, Ba2; Ba3 5 B1, B2, B3 6 Caa1 e inferiori

210

A.2.2 Distribuzione delle attività finanziarie, degli impegni a erogare fondi e delle garanzie finanziarie rilasciate: per classi di rating interni (valori lordi)

Classi di rating interni Senza Totale Esposizioni Classe Classe Classe Classe Classe Classe Classe Classe Classe Classe Classe Classe Classe Classe rating (A+B+C) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 A. Attività finanziarie valutate 9.867 118.535 154.727 9.771 65.289 31 4.708 28.786 3.287 10.874 12.033 2.799 1.842 446 3.273.895 3.696.889 al costo ammortizzato

- Primo stadio 9.867 118.535 151.607 9.771 60.852 30 4.659 18.724 2.536 2.979 8 0 - - 3.245.881 3.625.447 - Secondo stadio - - 3.120 - 4.437 1 50 10.063 751 7.895 12.025 2.799 1.842 446 1.746 45.174 - Terzo stadio ------26.268 26.268 B. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla ------redditività complessiva - Primo stadio ------Secondo stadio ------Terzo stadio ------C. Attività finanziarie in corso ------di dismissione - Primo stadio ------Secondo stadio ------Terzo stadio ------Totale (A+B+C) 9.867 118.535 154.727 9.771 65.289 31 4.708 28.786 3.287 10.874 12.033 2.799 1.842 446 3.273.895 3.696.889

di cui: attività finanziarie ------impaired acquisite o originate

D. Impegni a erogare fondi e garanzie finanziarie rilasciate

- Primo stadio 18.108 132.661 173.431 6.112 29.962 - 760 14.802 548 1.177 130 - - - 190.054 567.745 - Secondo stadio - - 1.775 - 566 200 41 2.265 51 22.573 224 143 12 - - 27.850 - Terzo stadio ------1.710 1.710 Totale (D) 18.108 132.661 175.206 6.112 30.528 200 801 17.067 599 23.750 354 143 12 - 191.763 597.305

Totale (A+B+C) 27.975 251.196 329.933 15.883 95.816 231 5.510 45.853 3.886 34.624 12.387 2.942 1.855 446 3.465.658 4.294.194

Le classi di Scala Maestra sono costituite da intervalli di PD (Probabilità di Default) all’interno dei quali sono mappate le PD puntuali corrispondenti alle singole classi dei diversi modelli di rating interno. Tale rappresentazione garantisce la confrontabilità delle esposizioni relative a controparti valutate con diversi modelli di rating interno. Le cinque classi di Scala Maestra meno rischiose presentano una concentrazione pari al 84,68% del totale delle esposizioni per cassa dotate di rating interno, mentre lo 0,54% è concentrato nelle 2 classi più rischiose. La classe 3 e la classe 2 risultano le maggiori in termini di esposizioni. La classe “Senza rating” comprende anche le esposizioni deteriorate. Non sono presenti esposizioni cartolarizzate.

211

A.3 Distribuzione delle esposizioni creditizie garantite per tipologia di garanzia

A.3.1 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche garantite

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

A.3.2 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela garantite

Garanzie reali Garanzie personali (1) (2)

Derivati su crediti Crediti di firma Totale Esposizione Esposizione (1)+(2) lorda netta Altri derivati

Immobili Immobili - Altre Altre Amministrazioni Altri - leasing Titoli garanzie CLN Altre Banche società Controparti Altri pubbliche soggetti Ipoteche finanziario reali Banche società finanziarie centrali soggetti finanziarie

1. Esposizioni creditizie per 397.292 387.300 327.681 - 54.682 ------2.203 384.566 cassa garantite: 1.1. totalmente garantite 392.374 382.443 327.681 - 50.785 ------2.053 380.519 - di cui deteriorate 21.293 12.774 12.461 - 73 ------187 12.721 1.2. parzialmente garantite 4.918 4.858 - - 3.897 ------150 4.047 - di cui deteriorate 25 12 ------2. Esposizioni creditizie fuori 10.859 10.844 240 - 8.612 ------1.364 10.216 bilancio garantite: 2.1. totalmente garantite 9.897 9.884 240 - 8.059 ------1.281 9.580 - di cui deteriorate 28 19 - - 19 ------19 2.2. parzialmente garantite 962 960 - - 553 ------84 636 - di cui deteriorate ------

A.4 Attività finanziarie e non finanziarie ottenute tramite l’escussione di garanzie ricevute

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

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B. Distribuzione e concentrazione delle esposizioni creditizie

B.1 Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela

Società finanziarie (di cui: Amministrazioni pubbliche Società finanziarie Società non finanziarie Famiglie imprese di assicurazione) Esposizioni/Controparti Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Esposizione Esposizione Esposizione Esposizione Esposizione valore valore valore valore valore netta netta netta netta netta complessive complessive complessive complessive complessive A. Esposizioni creditizie per cassa

A.1 Sofferenze ------42 (523) 6.641 (8.599)

- di cui esposizioni oggetto di concessioni ------1.052 (762)

A.2 Inadempienze probabili - - 53 (82) - - 493 (64) 6.631 (2.430)

- di cui esposizioni oggetto di concessioni ------492 (52) 2.448 (377)

A.3 Esposizioni scadute deteriorate ------648 (61)

- di cui esposizioni oggetto di concessioni ------

A.4 Esposizioni non deteriorate 7.100 - 10.001 (46) 10 - 33.427 (222) 414.203 (1.349)

- di cui esposizioni oggetto di concessioni ------5.424 (162)

Totale (A) 7.100 - 10.054 (128) 10 - 33.962 (809) 428.123 (12.439)

B. Esposizioni creditizie fuori bilancio

B.1 Esposizioni deteriorate ------1.701 (9)

B.2 Esposizioni non deteriorate 15 - 6.294 (1) - - 4.302 (6) 394.594 (451)

Totale (B) 15 - 6.294 (1) - - 4.302 (6) 396.295 (460)

Totale (A+B) 31/12/2019 7.116 - 16.348 (129) 10 - 38.264 (815) 824.418 (12.899)

Totale (A+B) 31/12/2018 7.565 - 12.551 (128) 7 - 41.918 (572) 893.722 (13.388)

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B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela

Italia Altri paesi europei America Asia Resto del mondo

Esposizioni/Aree geografiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Esposizione Esposizione Esposizione Esposizione Esposizione valore valore valore valore valore netta netta netta netta netta complessive complessive complessive complessive complessive

A. Esposizioni creditizie per cassa

A.1 Sofferenze 6.606 (8.990) 76 (132) ------A.2 Inadempienze probabili 7.167 (2.551) 11 (18) - (6) - - - (2) A.3 Esposizioni scadute deteriorate 647 (61) 1 ------A.4 Esposizioni non deteriorate 463.507 (1.614) 344 - 761 (2) 119 - - - Totale (A) 477.927 (13.216) 432 (150) 762 (8) 119 - - (2) B. Esposizioni creditizie fuori bilancio B.1 Esposizioni deteriorate 1.427 (9) 274 ------B.2 Esposizioni non deteriorate 389.822 (450) 10.931 (5) 3.947 (3) 500 - 5 - Totale (B) 391.250 (459) 11.205 (5) 3.947 (3) 500 - 5 - Totale (A+B) 31/12/2019 869.176 (13.675) 11.637 (155) 4.709 (10) 619 - 5 (2)

Totale (A+B) 31/12/2018 928.732 (14.001) 21.368 (77) 5.021 (9) 635 (1) 5 (2)

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B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche

Italia Altri paesi europei America Asia Resto del mondo

Esposizioni/Aree geografiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Rettifiche Esposizioni Esposizioni Esposizioni Esposizioni Esposizioni valore valore valore valore valore netta netta netta netta netta complessive complessive complessive complessive complessive

A. Esposizioni creditizie per cassa A.1 Sofferenze ------A.2 Inadempienze probabili ------A.3 Esposizioni scadute deteriorate ------A.4 Esposizioni non deteriorate 3.204.285 (4) ------Totale (A) 3.204.285 (4) ------B. Esposizioni creditizie fuori bilancio B.1 Esposizioni deteriorate ------B.2 Esposizioni non deteriorate 189.932 ------Totale (B) 189.932 ------Totale (A+B) 31/12/2019 3.394.217 (4) ------

Totale (A+B) 31/12/2018 2.793.680 (1) 6 ------

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B.4 Grandi esposizioni

Totale Totale Voci/Forme tecniche 31/12/2019 31/12/2018

a) Ammontare (valore di bilancio) 3.389.337 2.903.657

b) Ammontare (valore ponderato) 8.335 19.700

c) Numero 4 7

Sono definite “Grandi esposizioni” le posizioni d’importo nominale pari o superiori al 10% del Patrimonio di Vigilanza. Le singole Banche appartenenti a Gruppi Bancari sono sottoposte ad un limite individuale pari al 25% del proprio Patrimonio di Vigilanza. Quest’ultimo limite è riferito alla “posizione di rischio” ovvero l’esposizione ponderata secondo le regole previste dalla normativa vigente.

Nelle posizioni di rischio sono inclusi i rapporti in essere con la Capogruppo che rappresentano il 96,07% dell’esposizione di rischio complessiva.

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C. OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE

La Banca non presenta, alla data di riferimento, coinvolgimento in operazioni di cartolarizzazione, proprie o di terzi.

D. INFORMATIVA SULLE ENTITA’ STRUTTURATE NON CONSOLIDATE CONTABILMENTE (DIVERSE DALLE SOCIETA’ VEICOLO PER LA CARTOLARIZZAZIONE)

La Banca non è tenuta a fornire l’informativa sulle entità strutturate non consolidate contabilmente. La stessa viene redatta a livello di bilancio consolidato dalla Capogruppo UBI Banca.

E. OPERAZIONI DI CESSIONE

Per la Banca non si rileva tale fattispecie per quanto riguarda le operazioni di cartolarizzazione.

E.4 Operazioni di Covered Bond Programma di Obbligazioni Bancarie Garantite da 15 miliardi – “Programma Residenziale” Gli Obiettivi Nell’esercizio 2008 il Consiglio di Gestione di UBI Banca ha deliberato di procedere nella realizzazione di un programma di emissione di obbligazioni bancarie garantite strutturato, finalizzato al beneficio in termini di funding contestualmente al contenimento del costo della raccolta.

In particolare, il Consiglio di Gestione ha:  individuato gli obiettivi del programma;  individuato la struttura base di un’operazione di emissione di obbligazioni bancarie garantite alla luce della normativa, enucleando ed esaminando i principali elementi, tra cui il portafoglio iniziale di crediti e i criteri di selezione dello stesso nonché la struttura finanziaria dell’operazione ed i test;  valutato ed approvato gli impatti ed i necessari adeguamenti collegati di natura organizzativa, informatica e contabile. Tali adeguamenti sono stati realizzati per garantire il corretto presidio dei rischi anche sulle singole banche partecipanti. Nella predisposizione delle relative procedure si è altresì tenuto conto dei requisiti fissati dalla normativa emanata dalla Banca d’Italia;  valutato i rischi connessi con l’operazione di emissione di obbligazioni bancarie garantite;  valutato gli assetti organizzativi e gestionali della società veicolo al fine di verificare che i documenti contrattuali dell’operazione contenessero clausole atte ad assicurare un regolare ed efficiente svolgimento delle proprie funzioni da parte della società veicolo stessa;  valutato i profili giuridici, attraverso un’approfondita disamina delle strutture e degli schemi contrattuali impiegati, con particolare attenzione alle caratteristiche della garanzia prestata dalla società veicolo e al complesso dei rapporti intercorrenti tra la banca emittente, le banche cedenti e la società veicolo.

L’obiettivo del programma consiste principalmente nel permettere al Gruppo UBI di facilitare la raccolta a medio lungo termine, sia in termini di allungamento delle scadenze che in termini

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di contenimento del costo pagato. L’emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite infatti permette:  la raccolta a costi maggiormente competitivi rispetto alla raccolta effettuata con strumenti a medio/lungo termine alternativi quali i programmi EMTN o le operazioni di cartolarizzazione;  l’accesso a tipologie di investitori specializzati che attualmente non investono negli altri strumenti di raccolta utilizzati e utilizzabili dal Gruppo UBI Banca.

La struttura La struttura base dell’operazione di emissione di obbligazioni bancarie garantite prevede che vengano realizzate le seguenti attività:  Una banca (la Banca Cedente o Originator) trasferisce un insieme di asset aventi determinate caratteristiche (c.d. attivi idonei) ad un veicolo, formando un patrimonio segregato (cover pool); tale patrimonio, in virtù dei vigenti principi contabili internazionali, non viene però cancellato dal bilancio della banca cedente.  La stessa banca cedente (qui come Banca Finanziatrice) eroga al veicolo un prestito subordinato finalizzato a finanziare il pagamento del prezzo di acquisto degli asset da parte del veicolo.  La banca (la Banca Emittente) emette obbligazioni bancarie garantite supportate da una garanzia primaria, non condizionata e irrevocabile emessa dalla società veicolo ad esclusivo beneficio degli investitori detentori delle obbligazioni bancarie garantite e delle eventuali controparti di hedging coinvolte nella transazione. La garanzia è supportata da tutti gli asset ceduti al veicolo e che fanno parte del cover pool.

Nell’ambito del modello sopra descritto, il Gruppo UBI Banca ha avviato un programma di Obbligazioni Bancarie Garantite (di seguito anche OBG o “Covered Bond”) da dieci miliardi di euro di emissioni, massimale che nell’esercizio 2014 è stato aumentato a quindici miliardi di euro. La struttura che è stata adottata prevede peraltro che i portafogli che costituiscono il patrimonio separato della Società Veicolo siano ceduti da più Banche Originator (le Banche Cedenti).

A tal fine è stata costituita, ai sensi della legge 130/1999, un’apposita Società Veicolo, UBI Finance S.r.l., partecipata al 60% da UBI Banca127, che in qualità di garante delle emissioni fatte da UBI Banca ha assunto un portafoglio di mutui ipotecari residenziali128 ceduti dalle banche rete del Gruppo, partecipanti al programma sia come Banche Originator, che come Banche Finanziatrici. Ad esse nell’esercizio 2013 si è aggiunta come Banca Cedente e Finanziatrice anche UBI Banca, che in qualità di Capogruppo, riveste inoltre il ruolo di Master Servicer, Calculation Agent e Cash Manager dell’operazione. UBI Banca ha poi delegato alle Banche Originator, in qualità di Sub-Servicer, le attività di servicing correlate alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi al portafoglio ceduto da ciascun Originator (con esclusione della gestione dei portafogli di propria pertinenza e dei rapporti passati a sofferenza, presi in carico dall’Area Recupero Crediti della Capogruppo).

A partire dal mese di maggio 2018, inoltre, UBI Banca è subentrata a Bank of New York nel ruolo di Account Bank dell’operazione. The Bank of New York Mellon, London Branch, ricopre adesso il ruolo di Back-up Account Bank e The Bank of New York Mellon SA/NV, Branch di Paying Agent, mentre il Rappresentante degli Obbligazionisti è BNY Mellon Corporate Trustee Services Limited. Il ruolo di Asset Monitor, esplicitamente previsto dalla normativa per questo tipo di operazioni, è svolto da BDO Italia S.p.A.

127 La società viene consolidata da UBI Banca nel Bilancio Consolidato di Gruppo, secondo le norme contabili vigenti. 128 I principali criteri di identificazione dei mutui ceduti a garanzia da parte delle Banche Cedenti sono i seguenti:  mutui residenziali in bonis il cui debito residuo non eccede l’80% del valore della proprietà posta a garanzia, in accordo con quanto indicato nel Decreto MEF;  garantiti da ipoteca di primo grado economico;  non agevolati;  erogati a persone fisiche o cointestazioni di persone fisiche (escluse persone fisiche che sono o erano, alla relativa data di erogazione, dipendenti di società appartenenti al Gruppo Bancario).

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Il Programma da 15 miliardi è inoltre valutato da parte di due agenzie di rating: Moody’s, presente fin dalla prima emissione nell’ambito del programma, e DBRS, che ha sostituito Fitch nel corso dell’ultimo trimestre del 2015.

Gli adeguamenti organizzativi e le procedure di controllo Il testo che segue fornisce un’informativa di sintesi sulla nuova struttura organizzativa ed i processi di gestione del Programma di Obbligazione Bancarie Garantite approvati nell’esercizio 2013. Il testo è stato redatto sulla base di quanto presentato nella Relazione Programma presentata al Consiglio di Gestione il 15/1/2013, e negli aggiornamenti annuali successivi, nonché quanto indicato nella normativa interna di Gruppo129.

Il sistema organizzativo attualmente adottato nel Gruppo UBI per la strutturazione e gestione dei Programmi di obbligazioni bancarie garantite è il risultato di una generale revisione organizzativa attuata nell’esercizio 2013 come frutto della evoluzione dei processi di emissione e gestione sperimentati nel corso dei primi anni di vita del Programma, e degli affinamenti apportati negli esercizi successivi. Si segnala infatti che, è in corso di emanazione un apposito Quaderno Normativo di Gruppo, finalizzato a disciplinare ruoli e attività delle strutture di UBI Banca, di UBI.S e delle altre banche del Gruppo aderenti al Programma, nei processi di allestimento, gestione, emissione, monitoraggio e controllo dei programmi di Emissione di Obbligazioni Bancarie Garantite del Gruppo UBI130.

Si distinguono, infatti, in tale sistema, due ambiti principali di attività, a cui si affiancano le necessarie attività di controllo: 1) il primo ambito riguarda le attività necessarie per l’allestimento iniziale del Programma, che vengono attuate una tantum nella fase propedeutica all’emissione dei titoli, di cui si fornisce di seguito una descrizione sintetica: le ipotesi di strutturazione di un nuovo Programma vengono valutate dai competenti Comitati interni di UBI Banca ed approvate nelle loro linee di indirizzo dal Consiglio di Amministrazione; segue l’individuazione dei soggetti esterni che dovranno assistere la Capogruppo nella strutturazione e l’emissione del Programma (Studi Legali, Arranger, Asset Monitor, Agenzie di Rating); la definizione degli asset che dovranno far parte del portafoglio e la definizione della contrattualistica relativa all’operazione da parte di strutture interne ed esterne alla banca. Successivamente si procede con:  la costituzione della Società Veicolo;  le attività tecniche ed organizzative necessarie alla cessione degli attivi al veicolo ed alla corretta segregazione patrimoniale del portafoglio a garanzia;  l’attribuzione del Rating al Programma, inclusa la site visit da parte delle Agenzie di Rating;  la presentazione della Relazione al Programma131 e della Relazione di Compliance del Programma. 2) il secondo ambito riguarda invece le attività ricorrenti per la gestione, emissione, monitoraggio e controllo del Programma, che sono organizzate nei macro-processi che si descrivono di seguito: A. Pianificazione annuale: la definizione delle emissioni di Covered Bond da effettuarsi nell’anno viene fatta dalle competenti strutture di UBI Banca nell’ambito della più generale definizione delle modalità di copertura delle esigenze di liquidità, sulla base degli indirizzi strategici e con gli obiettivi di crescita e di rischio espressi dai competenti Organi Aziendali. Alla definizione del planning annuale sulle emissioni si affianca la fase di analisi annuale volta a definire l’ammontare del collateral che il Gruppo dovrà essere in grado prospetticamente di assicurare per garantire le

129 In particolare, la circolare di Gruppo 415/2013 “Revisione dei processi relativi al Primo Programma di Covered Bond”, in essere alla data di riferimento della presente Nota, il Regolamento “Collateral Management (a supporto della liquidità di gruppo)” ed il “Regolamento Tesoreria e Raccolta Istituzionale” che disciplinano, fra gli altri, ruoli e responsabilità nella strutturazione e gestione delle operazioni di Cartolarizzazione e di Covered Bond. Entrambi i regolamenti sono stati aggiornati nel 2019. 130 Il Quaderno normativo andrà a sostituire, una volta approvato, la citata Circolare di Gruppo n.415/2013. 131 La Relazione al Programma viene successivamente aggiornata solo in caso di modifiche sostanziali al Programma (ad esempio, aumento del massimale di emissione, cancellazione swap, ecc.).

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emissioni in essere e quelle future previste (c.d. analisi di sostenibilità). Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, previa verifica da parte dei competenti Comitati interni, è quindi chiamato a deliberare annualmente (c.d. “Delibera Quadro”) in merito a:  cessioni di nuovi mutui da parte delle Banche Originator partecipanti al Programma ed eventuali riacquisti;  nuove emissioni di Covered Bond. B. Cessioni periodiche di attivi alla Società Veicolo: in base alle linee guida definite come da punto precedente, vengono identificati in dettaglio i portafogli di attivi da cedere. Le competenti strutture della Capogruppo, con il supporto degli Studi Legali e degli Arranger ove necessario, predispongono quindi la documentazione contrattuale, effettuano i controlli preventivi e procedono agli adempimenti tecnici necessari per la segregazione e corretta gestione dei portafogli da parte dei Servicer e Sub- Servicer. Le Banche Originator inoltre, provvedono ad integrare i Finanziamenti Subordinati per quanto necessario in relazione all’ammontare dei nuovi portafogli ceduti. C. Emissione di nuove obbligazioni bancarie garantite: nell’ambito delle emissioni pianificate secondo quanto descritto ai punti precedenti, le competenti strutture di UBI Banca definiscono le caratteristiche dell’emissione e, nel caso di emissioni pubbliche, costituiscono il Sindacato di Banche dealers partecipanti all’emissione; quindi si dà l’avvio all’emissione con raccolte degli ordini dagli investitori istituzionali al termine della quale vengono formalizzati quantità e prezzo di emissione. A seguire si predispone, con il supporto degli Studi Legali e degli Arranger, la documentazione legale che sarà oggetto di firma fra le parti entro la valuta di decorrenza dell’emissione. D. Gestione on going del Programma di emissione: questo macro-processo regola le attività necessarie alla gestione nel quotidiano dei portafogli ceduti alla SPV, al regolamento dei flussi finanziari, all’espletamento dei controlli previsti dalla normativa ed alla produzione dell’informativa obbligatoria e per i mercati132. Questi i principali sottoprocessi, attuati dalle competenti strutture della Capogruppo (che agisce in qualità di Master Servicer, Calculation Agent, Cash Manager e Account Bank del Programma), o delle Banche Rete (in qualità di Sub-Servicer):  Regolamento giornaliero dei flussi finanziari rivenienti dal portafoglio a garanzia;  Determinazione mensile dei Test di Efficacia133 previsti normativamente e controllo del rispetto del rapporto massimo tra le obbligazioni garantite emesse e gli attivi ceduti a Garanzia;  Determinazione della cascata dei pagamenti mensile e gestione della liquidità;  Produzione dell’informativa periodica alle varie controparti, agli investitori (nel rispetto dei requisiti di disclosure e di controllo richiesti dalla normativa di vigilanza ai fini del trattamento prudenziale delle OBG) ed alle Agenzie di Rating;  Regolamento delle cedole delle emissioni in essere (con cadenza annuale o infra-annuale a seconda dell’emissione);  Determinazione (con cadenza semestrale) dei controlli previsti dalla normativa per monitorare i requisiti atti a garantire la qualità e l’integrità degli attivi ceduti a garanzia e valutazione dell’eventuale riacquisto di attivi non più eligible.

132 In merito, ricordiamo che le recenti modifiche delle Disposizioni di Vigilanza (Circolare Banca d’Italia 285/2013 citata) hanno esteso i compiti di controllo, oltre che alle competenti strutture interne di Controllo Rischi dell’Emittente, anche all’Asset Monitor, in termini di verifica della completezza, veridicità e correttezza delle informazioni messe a disposizione degli investitori e di rispetto dei limiti di Loan to Value alla cessione e all’atto dell’aggiornamento dei valori immobiliari (vedi infra Rischi Garanzie Immobiliari). 133 Su base mensile vengono eseguiti i “Test di Efficacia”, sia a livello complessivo che separatamente in relazione ai portafogli ceduti da ciascun Originator, per determinare la tenuta finanziaria del portafoglio di ciascuna banca. Come previsto dalla normativa, essendo il Programma multi-originator, caratterizzato da una cross- collateralization dei portafogli delle Banche Cedenti, l’unico test valido per gli Investitori è il test di tenuta del portafoglio calcolato a livello complessivo, mentre i test calcolati a livello di singolo portafoglio servono per determinare la tenuta del portafoglio di pertinenza di ciascun cedente ai fini della cross-collateralization fra le diverse banche cedenti

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I regolamenti e le normative interne di Gruppo disciplinano in dettaglio gli attori e le singole attività dei processi sopra delineati.

I rischi connessi con l’operazione: Nel corso degli esercizi 2012 e 2013 la Banca ha provveduto ad una revisione dell’analisi dei rischi individuati in sede di approvazione del Programma nel giugno 2008, e ha elaborato una nuova mappatura degli stessi; con cadenza annuale, successivamente, la Banca procede ad una verifica ed aggiornamento dell’analisi dei rischi, in considerazione anche dell’evoluzione normativa in materia. L’elenco di rischi qui di seguito individuati è derivato dell’attuale framework regolamentare (comunitario ed italiano) e fa riferimento alle attuali metodologie delle agenzie di rating. Le diverse tipologie di rischio sono ricondotte alle seguenti macro-categorie: 1. Rischio downgrade di UBI Banca: che comprende il rischio relativo alle attività di Account Bank svolte da UBI Banca, e il rischio relativo ai contratti swap -se presenti-, nei quali UBI Banca è controparte, in quanto in entrambi i casi un eventuale downgrade potrebbe comportare per UBI Banca la perdita della qualità di controparte “eligible” nei ruoli sopra indicati. In particolare, per quanto riguarda il ruolo di Account Bank, in caso di downgrade che comporti il trasferimento dei conti correnti della SPV ad una società terza, il mancato trasferimento immediato su tali conti delle somme incassate rappresenta il c.d. “commingling risk” di cui si tiene conto, secondo quanto indicato, nelle valutazioni delle Agenzie di Rating e, ad alcune condizioni, in sede di calcolo dei Test di Efficacia. 2. Rischio legato ai mutui sottostanti (Collateral): l’emissione di obbligazioni bancarie garantite poggia le basi del suo rating sul credit enhancement fornito dal portafoglio di mutui ceduto a garanzia alla Società Veicolo. I criteri delle agenzie di rating prevedono infatti che l’ammontare del portafoglio mutui a garanzia si mantenga su livelli più alti rispetto al valore delle obbligazioni emesse (c.d. over collateralization). Il livello di over collateralisation può essere influenzato, fra gli altri, dal possibile deterioramento della qualità dei crediti sottostanti, così come da un ammortamento del portafoglio più veloce di quanto atteso in sede di strutturazione (c.d. Rischio di prepayment), e dalla capacità degli Originator di cedere in sostituzione della quota di portafoglio ammortizzata la necessaria quantità di nuovi attivi di analoga qualità (c.d. Rischio di sostituzione). Una diminuzione del livello di over collateralization potrebbe portare in primis a un downgrade dell’operazione e, nei casi più gravi, al default dell’emittente, nel caso in cui non fosse garantito il livello minimo previsto contrattualmente e/o non fossero superati i test regolamentari. Per fronteggiare questi rischi sono previsti diversi meccanismi all’interno del Programma, quali: il Nominal Value Test e vari gradi di over- collateralisation, che mirano ad assicurare che la Società Veicolo sia in grado di garantire integralmente le obbligazioni bancarie garantite emesse anche a fronte di alcuni default sugli asset sottostanti; la possibilità di apportare denaro liquido a garanzia delle emissioni (nei limiti del 15% dell’importo complessivo degli attivi detenuti dalla Società Veicolo); la possibilità di inserire nel Portafoglio anche asset diversi dai mutui, quali i titoli emessi o garantiti da enti pubblici. Infine, per quanto riguarda il rimborso del capitale a scadenza da parte della Società Veicolo (in caso di default di UBI Banca), è stata prevista la possibilità di estendere la scadenza delle obbligazioni bancarie garantite di un anno (c.d. soft bullet maturity). In ogni caso è previsto che, con cadenza periodica, le strutture preposte di UBI Banca procedano alla verifica dell’adeguata disponibilità di mutui negli attivi delle banche del Gruppo per garantire la dovuta overcollateralisation a fronte delle obbligazioni bancarie garantite già emesse e di quelle che saranno emesse negli anni a venire. 3. Rischi connessi con la gestione del Programma nel continuo: il Programma coinvolge alcuni soggetti terzi (l’Asset Monitor, i Bank Account Providers, i Trustees, eventuali Swap Providers), per ciascuno dei quali sussiste il rischio che possa divenire inadempiente; al fine di limitare tale rischio sono state previste regole di sostituzione delle controparti al ricorrere di determinati eventi. Il Programma richiede poi una gestione nel continuo di tematiche quali l’attività di servicing, l’attività di investimento, la gestione degli eventuali contratti swap, il calcolo dei test regolamentari e la produzione di reportistica. L’adozione del modello organizzativo di cui si è dato conto nelle pagine precedenti ha permesso un ulteriore

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miglioramento nella gestione dei processi e dei rischi operativi correlati ed ha incrementato i punti di presidio e controllo grazie ad una più dettagliata attribuzione di responsabilità formalizzate in capo alle competenti strutture di Capogruppo. 4. Rischi legali, fra i quali si segnala, per la particolare struttura multi-originator del Programma UBI Banca, il Rischio di cross-collateralization: la partecipazione al Programma di più Banche Originator fa sì infatti che tutte le Banche Cedenti concorrano, pari passu tra loro, quali creditori subordinati della Società Veicolo e, soprattutto, assumano l’obbligo di ripristinare il portafoglio ai livelli previsti dai test in caso di violazione degli stessi, anche qualora la violazione non sia dovuta ad asset di propria pertinenza. Per mitigare tale rischio, la documentazione contrattuale prevede che, qualora la Banca Cedente tenuta a reintegrare gli attivi non adempia a tale obbligo, sarà tenuta, in suo luogo, in prima istanza la Capogruppo ad integrare il portafoglio fino al raggiungimento del livello di over-collateralization richiesto, mentre le altre Banche Cedenti (al momento quindi solo IW Bank) si troveranno a dover integrare il portafoglio solo qualora anche la Capogruppo non vi provveda.

In sede di Relazione al Programma 2015, tenuto conto anche delle evoluzioni normative intercorse, sono state formalizzate le due ulteriori categorie di rischio di seguito descritte: 5. Rischi Fiscali - impatti fiscali da cessione di asset: la legge istitutiva delle Obbligazioni Bancarie Garantite (L.130/1999, art. 7 bis) sancisce che le cessioni di asset alla Società Veicolo si considerano come non effettuate dal punto di vista fiscale laddove si verifichi, fra le altre, la condizione dell’identità fra il prezzo di cessione e l’ultimo valore di iscrizione degli attivi ceduti nel bilancio della Banca Cedente. Dal momento che le cessioni di attivi hanno luogo generalmente in un momento successivo alla data di riferimento dell’ultimo bilancio approvato delle Banche Cedenti, si è adottata l’interpretazione prevalente secondo cui, per la determinazione del prezzo di cessione, occorre riferirsi al valore di bilancio, ridotto delle quote capitale medio tempore incassate ed aumentato dei ratei di interessi maturati alla data di cessione, per tener conto della naturale dinamica finanziaria degli asset ceduti134. Si ricorda inoltre che, a partire dal 1 gennaio 2019, a seguito della costituzione del Gruppo IVA UBI, anche le società veicolo che svolgono il ruolo di garante nelle operazioni di Covered Bond del Gruppo UBI135 sono entrate obbligatoriamente a far parte di tale Gruppo IVA; trovano quindi necessaria applicazione le disposizioni in tema di responsabilità solidale dettate dalla normativa del Gruppo IVA (articolo 70bis e seguenti del DPR 633/1972) ancorché nei limiti e alle condizioni indicate nella Risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n.487 del 15/11/2019. 6. Rischio Garanzie Immobiliari: come previsto normativamente, la banca provvede all’aggiornamento su base semestrale del valore dei beni a garanzia degli asset ceduti. Il rischio in esame risiede nel possibile decremento del valore delle garanzie, che può portare ad una esclusione totale o parziale del finanziamento dal calcolo dei Test. Il valore aggiornato delle garanzie determina infatti il calcolo del loan to value corrente (current loan to value: debito residuo in essere rapportato al valore corrente della garanzia) e qualora tale indicatore superi la soglia dell’80%, la parte di finanziamento eccedente tale soglia non può essere ammessa nel calcolo dei Test. Inoltre, nel caso in cui il rapporto fra valore aggiornato della garanzia e quello della perizia immobiliare più recente sia inferiore al 70%, e, contestualmente, il current loan to value superi il 100%, il finanziamento deve essere escluso totalmente dal calcolo dei Test, a meno che non venga effettuata una nuova perizia tecnica entro tre mesi. In merito si segnala che, oltre ai controlli periodici attribuiti normativamente all’Asset Monitor, le strutture di Controllo di Rischi del Gruppo UBI procedono ad una verifica con cadenza mensile dei valori di loan to value, ed i processi organizzativi prevedono che le situazioni anomale rilevate vengano tempestivamente segnalate alle strutture competenti per attuare i necessari interventi correttivi.

134 Cfr. Disposizioni di Vigilanza delle Banche – Circ. 285/2013 – Parte Terza – Cap. 3. 135 Oltre alla società UBI Finance S.r.l., garante nel Programma in esame, anche la società UBI Finance CB2, garante nel Programma Retained, per il quale facciamo rimando allo specifico paragrafo.

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L’evoluzione del Programma Residenziale di Covered Bond UBI Banca Nell’ambito del modello sopra descritto, il Gruppo UBI Banca ha avviato il programma da dieci miliardi di emissioni di obbligazioni bancarie garantite nel luglio 2008 effettuando le prime cessioni di mutui da parte di due banche del Gruppo, Banco di Brescia e Banca Regionale Europea, per un valore complessivo, a tale data, di 2 miliardi di euro. Successivamente, nel corso degli esercizi 2008 - 2010, tutte le banche rete del Gruppo sono entrate a far parte del programma cedendo progressivamente quote dei propri attivi; ulteriori cessioni di attivi sono state poi concluse in ciascuno degli esercizi successivi. In particolare, per quanto riguarda l’esercizio 2019, segnaliamo che è stata perfezionata una nuova cessione di crediti in data 30 aprile 2019, con efficacia contabile ed economica dal successivo primo maggio, per un ammontare di 2,4 miliardi di euro, tutti di pertinenza di UBI Banca. Si segnala inoltre che nel corso del mese di agosto 2019, è stata effettuata da UBI Banca, in qualità di Originator, un’operazione di riacquisto di crediti in sofferenza, che ha interessato 2.241 posizioni, pari a 246,5 milioni di euro (in termini di debito residuo capitale). Le posizioni riacquistate dall’Originator sono state successivamente da questi cedute nell’ambito dell’operazione di cartolarizzazione “Iseo”, assistita da garanzia GACS, per la quale si fa rimando alla specifica sezione della presente Nota.

Nelle tabelle seguenti si riportano il dettaglio degli importi ceduti e di quelli retrocessi nel 2019:

CESSIONI DI ATTIVI A UBI FINANCE – ANNO 2019 CESSIONE TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK (dati in migliaia di euro)

cessione del 01/05/2019 2.433.244 2.433.244 0

totale cessioni 2019 2.433.244 2.433.244 0

RETROCESSIONI DI ATTIVI A BANCHE ORIGINATOR – ANNO 2019 RETROCESSIONE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK (dati in migliaia di euro) TOTALE

retrocessione del 12/08/2019 246.538 246.538 0

totale retrocessioni 2019 246.538 246.538 0

Alla data del 31 dicembre 2019 il portafoglio di mutui ceduto a garanzia delle emissioni, che contabilmente è rimasto iscritto negli attivi di ciascuna banca cedente, ammontava a 15,8 miliardi di euro complessivi in termini di debito residuo capitale.

La tabella seguente espone la distribuzione del portafoglio (debito residuo capitale) per classe qualitativa dei crediti al 31 dicembre 2019, secondo la classificazione utilizzata nella documentazione dell’operazione OBG:

TIPOLOGIA DI CREDITI - dati al 31/12/2019 PORTAFOGLIO DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK (Debito residuo capitale - in migliaia di euro) COMPLESSIVO

Performing loans 14.588.012 14.474.275 113.737

Arrears loans 816.843 806.744 10.099

Collateral Portfolio 15.404.855 15.281.019 123.836

Defaulted Loans 409.660 399.951 9.709

Totale portafoglio UBI Finance 15.814.515 15.680.970 133.545

Nel corso dell’esercizio 2019 tale portafoglio ha generato incassi complessivi per 2,3 miliardi di euro, così ripartiti fra UBI Banca e IW Bank:

INCASSI PORTAFOGLIO DI CUI IW DI CUI UBI BANCA (dati in migliaia di euro) COMPLESSIVO BANK

incassi esercizio 2019 2.338.178 2.316.474 21.704

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Nell’ambito del plafond di emissioni previste dal Programma, che come già ricordato è stato innalzato dai dieci miliardi iniziali a quindici miliardi, UBI Banca ha emesso Obbligazioni bancarie garantite per complessivi 13,56 miliardi di euro (titoli in essere al 31 dicembre 2019); che includono l’ultimo bond emesso a dicembre 2019 per un ammontare pari a 1 miliardo di euro nella tabella seguente si riportano le caratteristiche delle singole emissioni:

N. serie Data di Data di ISIN Denominazione Capitale (**) Mercato (*) emissione scadenza

3 IT0004599491 UBI BANCA TV CB due 30/04/2022 30/04/2010 30/04/2022 56.818.188 privata - BEI

6 IT0004682305 UBI BANCA 5,250% CB due 28/01/2021 28/01/2011 28/01/2021 1.000.000.000 Investitori istituzionali

12 IT0004966195 UBI BANCA 3,125% CB due 14/10/2020 14/10/2013 14/10/2020 1.500.000.000 Investitori istituzionali

14 IT0004992878 UBI BANCA 3,125% CB due 05/02/2024 05/02/2014 05/02/2024 1.000.000.000 Investitori istituzionali

17 IT0005067076 UBI BANCA 1,25% CB due 07/02/2025 07/11/2014 07/02/2025 1.000.000.000 Investitori istituzionali

18 IT0005140030 UBI BANCA 1% CB due 27/01/2023 27/10/2015 27/01/2023 1.250.000.000 Investitori istituzionali

19 IT0005155673 UBI BANCA TV CB due 14/12/2022 14/12/2015 14/12/2022 500.000.000 Retained

22 IT0005215147 UBI BANCA 0,375% CB due 14/09/2026 14/09/2016 14/09/2026 1.000.000.000 Investitori istituzionali

23 IT0005283491 UBI BANCA 1,125% CB due 04/10/2027 04/10/2017 04/10/2027 1.250.000.000 Investitori istituzionali

24 IT0005320673 UBI BANCA 0,50% CB due 15/07/2024 15/01/2018 15/07/2024 750.000.000 Investitori istituzionali

25 IT0005320665 UBI BANCA 1,25% CB due 15/01/2030 15/01/2018 15/01/2030 500.000.000 Investitori istituzionali

26 IT0005325151 UBI BANCA 1,780% CB due 23/02/2033 23/02/2018 23/02/2033 90.000.000 Investitori istituzionali

27 IT0005325334 UBI BANCA 1,750% CB due 25/02/2033 26/02/2018 25/02/2033 160.000.000 Investitori istituzionali

28 IT0005347973 UBI BANCA TV CB due 16/10/2028 16/10/2018 16/10/2028 700.000.000 Retained

29 IT0005355539 UBI BANCA TV CB due 10/12/2022 10/12/2018 10/12/2022 800.000.000 Retained

30 IT0005355547 UBI BANCA TV CB due 11/12/2023 10/12/2018 11/12/2023 500.000.000 Retained

31 IT0005364663 UBI BANCA TV CB due 25/09/2025 25/02/2019 25/09/2025 500.000.000 Investitori istituzionali

32 IT0005393936 UBI BANCA 1% CB due 05/12/2029 05/12/2019 05/12/2029 1.000.000.000 Retained

Totale emissioni in essere al 31/12/2019 13.556.818.188

Note: (*) si espongono solo le emissioni in essere alla data di riferimento del bilancio. Le serie che a tale data sono estinte sono pertanto state omesse dalla tabella. (**) per le obbligazioni in ammortamento si indica il valore nominale residuo alla data di riferimento del presente bilancio.

Tutte le obbligazioni sopra indicate presentavano, alla data del 31 dicembre 2019, rating pari ad Aa3 da parte di Moody’s e ad AA da parte di DBRS.

I rapporti con la società veicolo UBI Finance Si redige la presente sezione - per quanto non già indicato nei paragrafi precedenti - relativamente alla Società Veicolo UBI Finance S.r.l., in ottemperanza a quanto richiesto dall’IFRS12 come informativa sui rapporti con le società strutturate non consolidate, in considerazione del fatto che il relativo consolidamento viene effettuato nell’ambito del Bilancio Consolidato della Capogruppo.

Come già ricordato più sopra, l’impostazione contabile adottata in osservanza dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, comporta la non cancellazione dall’attivo di bilancio delle Banche Originator dei finanziamenti ceduti alla Società Veicolo (c.d. “non derecognition” degli attivi). Parimenti, le componenti economiche e valutative relative ai finanziamenti ceduti ma non cancellati continuano a figurare nelle specifiche voci di costo e ricavo del conto economico, come se l’operazione di cessione non fosse stata effettuata. Coerentemente con tale impostazione contabile, gli altri rapporti attivi/passivi ed economici fra la Banca e la Società Veicolo vengono esposti, per sbilancio, nelle voci “residuali” di Stato Patrimoniale e Conto Economico (“Altre Attività” nell’attivo di Stato Patrimoniale” e “ Altri oneri/proventi di gestione” di Conto Economico), ed il relativo saldo va a rappresentare le componenti nette di credito/debito e costo/ricavo che la Banca vanta nei confronti della Società Veicolo, ulteriori rispetto a quanto già rappresentato dai valori relativi ai finanziamenti ceduti e non cancellati, esposti a voce propria. Si fa rimando alle apposite sezioni della Nota Integrativa per l’ammontare delle poste di cui sopra, iscritte fra le Altre Attività e fra gli Altri oneri / proventi di gestione; nelle pagine seguenti, in ottemperanza a quanto previsto dalla normativa, si riporta l’informativa di

224

dettaglio sulle principali interessenze della Banca con la Società Veicolo UBI Finance S.r.l. in relazione al Programma di Covered Bond da 15 miliardi.

Attivi ceduti - valore di bilancio Si riporta nella tabella seguente l’ammontare del portafoglio cartolarizzato ceduto ad UBI Finance dalle Banche Originator secondo il valore di bilancio esposto nelle pertinenti voci dell’attivo dello Stato Patrimoniale; la classificazione segue la distribuzione del portafoglio ceduto in base alla classificazione di bilancio da ciascun Originator.

TIPOLOGIA DI CREDITI TOTALE UBI BANCA IW BANK Valore di bilancio al 31/12/2019 (migliaia di euro)

Esposizioni non deteriorate 14.594.536 14.479.361 115.175

Esposizioni scadute non deteriorate 810.911 800.612 10.299

Esposizioni scadute deteriorate 27.046 26.618 428

Inadempienze probabili 252.320 248.411 3.909

Sofferenze 58.578 56.521 2.057

TOTALE Attività cedute ad UBI Finance 15.743.391 15.611.523 131.868

di cui a voce 40 "Attività finanziarie al costo amm.to" 15.743.308 15.611.440 131.868

di cui a voce 20c "Attività finanziarie obblig. al fair value" 83 83 0

Per l’ammontare delle attività trasferite nell’esercizio, si fa rimando a quanto indicato nei paragrafi precedenti.

Finanziamento Subordinato Come indicato più sopra, ciascuna Banca Cedente – in qualità di Banca Finanziatrice – eroga alla Società Veicolo, in occasione di ogni cessione di attivi, una quota del prestito subordinato finalizzato a finanziare il pagamento da parte della stessa SPV del prezzo di acquisto degli asset ceduti in qualità di Banca Originator.

Si riporta nella tabella seguente l’ammontare dei finanziamenti erogati dalle banche Originator ad UBI Finance S.r.l. a fronte delle cessioni dell’esercizio 2019:

Finanziamenti Subordinati erogati nell'esercizio 2019 CESSIONE TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK (dati in migliaia di euro)

Finanziamento erogato per cessione del 01/05/2019 2.420.021 2.420.021 0

Totale erogazioni esercizio 2019 2.420.021 2.420.021 0

L’ammontare complessivo dei Finanziamenti Subordinati vantati al 31 dicembre 2019 da ciascun Originator nei confronti di UBI Finance S.r.l. è pari a 16,5 miliardi di euro (in termini di Debito Residuo Capitale):

Ammontare Finanziamenti subordinati al 31/12/2019 ( TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK dati in migliaia di euro)

Debito residuo capitale 16.512.267 16.368.306 143.961

Il valore contabile dei Finanziamenti Subordinati al 31 dicembre 2019 confluisce nel saldo netto delle poste iscritte a voce “Altre Attività” nell’attivo di Stato Patrimoniale, e rappresenta la massima esposizione alla perdita derivante dalla partecipazione delle Banche (Originator e Finanziatrici) al Programma di Covered Bond, nel caso in cui si attivasse la garanzia prestata dalla Società Veicolo e i flussi finanziari derivanti dai portafogli ceduti a garanzia venissero utilizzati per rimborsare gli investitori, e non fossero quindi disponibili, in tutto o in parte, per la restituzione agli Originator dei Finanziamenti Subordinati. La capacità di rimborso di tale finanziamento dipende dall’incasso dei crediti del portafoglio segregato ceduti alla Società Veicolo da ciascuna banca; coerentemente con l’impostazione contabile adottata, nel bilancio delle Banche Originator si è proceduto a valutare direttamente il portafoglio sottostante, iscritto a voce propria nell’attivo dello Stato Patrimoniale, come più sopra indicato.

225

Allo stato attuale, in considerazione dell’andamento dei rimborsi da parte dell’emittente UBI Banca non esiste alcun rischio in merito. Su tali Finanziamenti Subordinati gli interessi di competenza dell’esercizio 2019 ammontano a 289,2 milioni di euro, mentre l’ammontare dei Finanziamenti rimborsati nell’anno, a valere sugli incassi capitale a disposizione della Società Veicolo, risulta pari a 1,98 miliardi di euro. Nelle tabelle seguenti si riportano le somme sopra indicate distinte per banca finanziatrice:

Finanziamenti Subordinati - interessi pagati e maturati anno 2019 TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK (dati in migliaia di euro)

Totale interessi esercizio 2019 289.211 286.639 2.572

Finanziamenti Subordinati - somme rimborsate nell'esercizio 2019 TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK (dati in migliaia di euro)

Totale rimborsi esercizio 2019 1.983.500 1.962.000 21.500

Attività di Servicing - Sub-servicing Per le attività di servicing correlate alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi al portafoglio ceduto e per la gestione dei rapporti passati a sofferenza, la Capogruppo ha percepito dalla Società Veicolo, per quanto di competenza dell’esercizio 2019, compensi pari a 7,15 milioni di euro complessivi, mentre i compensi spettanti in qualità di Master Servicer e Calculation Agent ammontano a mila 755 mila euro. Contestualmente, IW Bank, per le attività di sub-servicing correlate alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi ai rispettivi portafogli ceduti, per quanto di competenza dell’esercizio 2019, ha percepito dalla Società Veicolo compensi complessivi pari a circa 54 mila euro.

Il valore contabile dei compensi di competenza per le attività di Servicing e Sub-Servicing è iscritto alla voce “200 Altri oneri / proventi di gestione” di Conto Economico.

Programma di Obbligazioni Bancarie Garantite da 5 miliardi - “Programma Retained” Nel corso del primo semestre 2012 è stata perfezionata la strutturazione di un nuovo programma di obbligazioni bancarie garantite, con l’obiettivo di utilizzare attivi presenti nel bilancio del Gruppo UBI, e non ancora utilizzati per operazioni di cartolarizzazione o per il Programma Residenziale, al fine di emettere nuovi titoli obbligazionari che saranno “retained”, ovvero saranno sottoscritti dalla stessa UBI Banca e saranno utilizzati per la stanziabilità in Banca Centrale Europea andando a rafforzare il pool di attivi rifinanziabili a disposizione del Gruppo.

A tal fine è stata appositamente costituita una nuova Società Veicolo denominata UBI Finance CB2 S.r.l., anch’essa partecipata al 60% da UBI Banca136, che riveste la funzione di garante delle emissioni della nuova serie di Covered Bond. Ad UBI Finance CB2 S.r.l. vengono ceduti dalle banche del Gruppo principalmente mutui commerciali e, in aggiunta, mutui residenziali eleggibili per la normativa nazionale ma non contemplati nelle metodologie delle Agenzie di rating per il primo programma137. Infatti, diversamente da quanto effettuato in relazione al Programma Residenziale, il Programma Retained è stato inizialmente strutturato senza

136 La società viene consolidata da UBI Banca nel Bilancio Consolidato di Gruppo, secondo le norme contabili vigenti. 137 I principali criteri di identificazione dei mutui ceduti ad UBI Finance CB2 da parte delle Banche Cedenti a garanzia dell’operazione sono i seguenti:  mutui in bonis il cui debito residuo non eccede il 60% del valore della proprietà commerciale posta a garanzia e/o l'80% della proprietà residenziale posta a garanzia, in accordo con quanto indicato nel Decreto MEF;  garantiti da ipoteca di primo grado;  erogati a una persona fisica (incluse persone fisiche che sono o erano, alla relativa data di erogazione, dipendenti di società appartenenti al Gruppo Bancario), a una persona giuridica (ad esclusione degli enti del settore pubblico, enti territoriali e amministrazioni centrali e banche centrali) o a più persone fisiche, o giuridiche, cointestatarie;  non agevolati.

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prevedere una valutazione da parte delle Agenzie di Rating e pertanto ha beneficiato soltanto dei rating senior della Capogruppo UBI Banca. L’agenzia Fitch ha attribuito, a fine 2013, un rating anche al Programma da 5 miliardi; il rating era pari a BBB+. Nel corso dell’esercizio 2015 si è proceduto alla sostituzione dell’agenzia Fitch con l’agenzia DBRS, la quale ha attribuito un rating pari ad “A (low)”, innalzato poi nel corso del 2016 al valore “A”. A valere su tale programma, UBI Banca potrà emettere Obbligazioni Bancarie Garantite per un importo complessivo di tempo in tempo in essere non superiore ad Euro 5 miliardi.

Anche per questo secondo programma, il Consiglio di Gestione ha:  individuato gli obiettivi del programma e della prima emissione;  individuato la struttura base dell’operazione, esaminando il portafoglio iniziale di crediti e i criteri di selezione dello stesso nonché la struttura finanziaria dell’operazione ed i test;  valutato ed approvato gli impatti ed i necessari adeguamenti di natura organizzativa, informatica, considerando che tali interventi erano già stati realizzati per garantire il corretto presidio dei rischi relativi al primo programma;  valutato i rischi connessi con l’operazione di emissione di obbligazioni bancarie garantite;  valutato gli assetti organizzativi e gestionali della Società Veicolo;  valutato i profili giuridici del Programma.

Si fa rimando a quanto indicato più sopra in merito al Programma Residenziale per quanto riguarda gli aspetti strutturali, organizzativi ed i rischi dell’operazione.

L’evoluzione del Programma Retained di Covered Bond UBI Banca Il portafoglio iniziale a garanzia delle emissioni del Programma Retained è stato ceduto in due tranches nel corso del primo semestre 2012, ed ha interessato attivi per complessivi 3 miliardi di euro. Hanno ceduto i propri attivi Banca Regionale Europea, Banca Popolare di Ancona, Banca Popolare Commercio e Industria, Banca di Valle Camonica Banca Popolare di Bergamo, Banco di Brescia, Banco di San Giorgio (poi incorporato in Banca Regionale Europea) e Banca Carime, mentre UBI Banca ed IW Bank hanno effettuato la prima cessione di propri attivi nel mese di dicembre 2015. Nel corso dell’esercizio 2019 si è dato luogo ad una cessione di nuovi portafogli, perfezionata alla fine del mese di maggio (con efficacia contabile primo giugno). Tale cessione ha interessato attivi per 674,8 milioni di euro complessivi ceduti esclusivamente da UBI Banca. Inoltre, nel corso del secondo semestre 2019, sono state effettuate due operazioni di riacquisto di crediti: la prima, nel mese di agosto, ha interessato 39 crediti in sofferenza, per un importo totale di 7,5 milioni di euro; la seconda, nel mese di dicembre, ha avuto ad oggetto 3 crediti deteriorati in stato di “inadempienza probabile”, per un ammontare complessivo pari a 1,04 milioni di euro. Le due fattispecie non hanno interessato il portafoglio ceduto da IW Bank. Come già per il Programma Residenziale, le posizioni a sofferenza riacquistate sono state successivamente cedute da UBI Banca nell’ambito dell’operazione di cartolarizzazione Iseo, assistita da garanzia GACS, per la quale si fa rimando alla specifica sezione della presente Nota. Nelle tabelle seguenti si riportano il dettaglio degli importi ceduti e di quelli riacquistati nel 2019.

CESSIONI DI ATTIVI A UBI FINANCE CB2 – ANNO 2019 CESSIONE TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK (dati in migliaia di euro)

cessione del 01/06/2019 674.798 674.798 0

Totale cessioni 2019 674.798 674.798 0

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RETROCESSIONI DI ATTIVI A BANCHE ORIGINATOR – ANNO 2019 RETROCESSIONE TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK (dati in migliaia di euro)

retrocessione del 12/08/2019 7.533 7.533 00

retrocessione del 06/12/2019 1.036 1.036 00

totale retrocessioni 2019 8.569 8.569 00

Il portafoglio complessivamente ceduto, che, come già per il primo programma, è rimasto contabilmente iscritto nell’attivo di bilancio delle Banche Originator ammontava al 31 dicembre 2019 a 2,8 miliardi di euro complessivi. Nella tabella seguente si riporta, nel totale e per ciascuna Banca Originator, la distribuzione del portafoglio (debito residuo capitale) per classe qualitativa dei crediti al 31 dicembre 2019:

TIPOLOGIA DI CREDITI - dati al 31/12/2019 PORTAFOGLIO DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK (Debito residuo capitale - in migliaia di euro) COMPLESSIVO

Performing loans 2.368.547 2.354.072 14.475

Arrears loans 139.990 139.972 18

Collateral Portfolio 2.508.537 2.494.044 14.493

Defaulted Loans 296.192 296.192 00

Totale portafoglio UBI Finance Cb 2 2.804.729 2.790.236 14.493

Anche per il portafoglio ceduto a UBI Finance CB2 S.r.l., il Master Servicer UBI Banca ha delegato alle Banche Originator, in qualità di Sub-Servicer, le attività di servicing correlate alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi al portafoglio ceduto da ciascun Originator, con esclusione dei crediti del portafoglio di propria pertinenza e dei rapporti passati a sofferenza, presi in carico dall’Area Recupero Crediti della Capogruppo.

Nel corso dell’esercizio 2019, tale portafoglio ha generato incassi per 485,2 milioni di euro così ripartiti tra UBI Banca ed IW Bank:

INCASSI PORTAFOGLIO DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK (dati in migliaia di euro) COMPLESSIVO

incassi esercizio 2019 485.234 482.703 2.531

Nell’ambito del plafond di emissioni previste dal Programma, UBI Banca ha emesso Obbligazioni bancarie garantite per complessivi 2,15 miliardi di euro (valore nominale residuo al 31 dicembre 2019) che includono l’ultimo bond emesso a Dicembre 2019 per un ammontare di 400 milioni di euro. Non sono state fatte, fino ad ora, emissioni pubbliche, pertanto tutte le emissioni in essere ad oggi sono “retained” nel portafoglio di UBI Banca.

Si riportano di seguito le caratteristiche delle singole emissioni:

N. serie Data di ISIN Denominazione Data di scadenza Capitale (**) Mercato (*) emissione

2 IT0004864663 UBI BANCA TV CB2 due 29/10/2022 29/10/2012 29/10/2022 300.000.000 Retained

4 IT0005122418 UBI BANCA TV CB2 due 14/07/2021 14/07/2015 14/07/2021 650.000.000 Retained

5 IT0005202400 UBI BANCA TV CB2 due 24/06/2022 24/06/2016 24/06/2022 300.000.000 Retained

6 IT0005318560 UBI BANCA TV CB2 due 21/12/2023 21/12/2017 21/12/2023 300.000.000 Retained

7 IT0005355554 UBI BANCA TV CB2 due 10/12/2024 10/12/2018 10/12/2024 200.000.000 Retained

8 IT0005393944 UBI BANCA TV CB2 due 05/12/2025 05/12/2019 05/12/2025 400.000.000 Retained

Totale emissioni in essere al 31/12/2019 2.150.000.000

Note: (*) si espongono solo le emissioni in essere alla data di riferimento del bilancio. Le serie che a tale data sono estinte non sono pertanto presenti nella tabella. (**) per le obbligazioni in ammortamento si indica il valore nominale residuo alla data di riferimento del presente bilancio.

Tutte le obbligazioni sopra indicate presentavano, alla data del 31 dicembre 2019, rating pari ad A da parte di DBRS.

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I rapporti con la società veicolo UBI Finance CB2 Analogamente a quanto fatto per il Primo Programma di Covered Bond, si redige la presente sezione - per quanto non già indicato nei paragrafi precedenti - relativamente alla Società Veicolo UBI Finance CB2 S.r.l., in ottemperanza a quanto richiesto dall’IFRS12 come informativa sui rapporti con le società strutturate non consolidate, in considerazione del fatto che il relativo consolidamento viene effettuato nell’ambito del Bilancio Consolidato della Capogruppo.

Attivi ceduti - valore di bilancio Si riporta nella tabella seguente l’ammontare del portafoglio cartolarizzato ceduto dall’insieme delle Banche Originator alla Società Veicolo, secondo il valore di bilancio esposto a voce propria nelle pertinenti voci dell’attivo dello Stato Patrimoniale di ciascun Originator; la classificazione segue la distribuzione del portafoglio ceduto in base alla classificazione di bilancio dell’Originator.

TIPOLOGIA DI CREDITI Valore di bilancio al 31/12/2019 TOTALE UBI BANCA IWBANK (migliaia di euro)

Esposizioni non deteriorate 2.362.406 2.347.927 14.479

Esposizioni scadute non deteriorate 137.723 137.705 18

Esposizioni scadute deteriorate 3.744 3.744 0

Inadempienze probabili 116.199 116.199 0

Sofferenze 109.481 109.481 0

TOTALE Portafoglio Cartolarizzato UBI Finance CB2 2.729.553 2.715.056 14.497

di cui a voce 40 "Attività finanziarie al costo amm.to" 2.728.835 2.714.338 14.497

di cui a voce 20c "Attività finanziarie obblig. al fair value" 718 718 0

Per l’ammontare delle attività trasferite nell’esercizio, si fa rimando a quanto indicato più sopra.

Finanziamento Subordinato Si riporta nella tabella seguente l’ammontare dei finanziamenti erogati dalle Banche Originator ad UBI Finance CB2 S.r.l. a fronte delle cessioni dell’esercizio 2019:

Finanziamenti Subordinati erogati nell'esercizio 2019 CESSIONE TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK (dati in migliaia di euro)

cessione del 01/06/2019 668.989 668.989 0

Totale erogazioni esercizio 2019 668.989 668.989 0

L’ammontare complessivo dei finanziamenti subordinati vantati al 31 dicembre 2019 da ciascun Originator nei confronti di UBI Finance CB2 S.r.l. è pari a 2,89 milioni di euro (in termini di Debito Residuo Capitale):

Ammontare Finanziamenti subordinati al 31/12/2019 TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK (dati in migliaia di euro)

Debito residuo capitale 2.894.628 2.878.896 15.732

Come per il Programma da 15 miliardi, il valore contabile dei Finanziamenti Subordinati al 31 dicembre 2019 confluisce nel saldo netto delle poste iscritte a voce “Altre Attività” nell’attivo di Stato Patrimoniale, e rappresenta la massima esposizione alla perdita derivante dalla partecipazione delle Banche (Originator e Finanziatrici) al Programma di Covered Bond, nel caso in cui si attivasse la garanzia prestata dalla Società Veicolo e i flussi finanziari derivanti dai portafogli ceduti a garanzia venissero utilizzati per rimborsare gli investitori, e non fossero quindi disponibili, in tutto o in parte, per la restituzione agli Originator dei Finanziamenti Subordinati. La capacità di rimborso di tale finanziamento dipende dall’incasso dei crediti del portafoglio segregato ceduti alla Società Veicolo da ciascuna banca; coerentemente con l’impostazione contabile adottata, nel bilancio delle banche Originator, si è proceduto a

229

valutare direttamente il portafoglio sottostante, iscritto a voce propria nell’attivo dello Stato Patrimoniale, come più sopra indicato. Anche per il Programma “retained”, allo stato attuale, in considerazione dell’andamento dei rimborsi da parte dell’emittente UBI Banca, non esiste alcun rischio in merito. Su tali Finanziamenti Subordinati gli interessi di competenza dell’esercizio 2019 ammontano a 40,25 milioni di euro complessivi per tutte le Banche del Gruppo partecipanti al Programma, mentre l’ammontare dei Finanziamenti rimborsati nell’anno, a valere sugli incassi capitale a disposizione della Società Veicolo, ammonta complessivamente a 496,5 milioni di euro. Nelle tabelle seguenti si riportano le somme sopra indicate, distinte per singola Banca Originator:

Finanziamenti Subordinati - interessi pagati e maturati anno 2019 TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK (dati in migliaia di euro)

Totale interessi esercizio 2019 40.253 40.067 186

Finanziamenti Subordinati - somme rimborsate nell'esercizio 2019 TOTALE DI CUI UBI BANCA DI CUI IW BANK (dati in migliaia di euro)

Totale rimborsi esercizio 2019 496.500 493.500 3.000

Attività di Servicing - Sub-servicing Per le attività di servicing correlate alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi al portafoglio ceduto e per la gestione dei rapporti passati a sofferenza, la Capogruppo ha percepito dalla Società Veicolo UBI Finance CB2, per quanto di competenza dell’esercizio 2019, compensi pari a 1,53 milioni di euro complessivi, mentre i compensi spettanti in qualità di Master Servicer e Calculation Agent ammontano 543 mila euro. Contestualmente, IW Bank, per le attività di sub-servicing correlate alla gestione degli incassi e dei rapporti con la clientela relativi ai rispettivi portafogli ceduti, per quanto di competenza dell’esercizio 2019, ha percepito dalla Società Veicolo compensi complessivi pari a circa 6 mila euro.

Il valore contabile dei compensi di competenza per le attività di Servicing e Sub-Servicing è iscritto alla voce “200 Altri oneri / proventi di gestione” di Conto Economico.

230

F. MODELLI PER LA MISURAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO

Sezione 2 Rischi di mercato

2.1 Rischio di tasso di interesse e rischio di prezzo - portafoglio di negoziazione di vigilanza

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali

Ai fini della compilazione della presente sezione si considerano esclusivamente gli strumenti finanziari rientranti nel “portafoglio di negoziazione di vigilanza”, come definito nella disciplina relativa alle segnalazioni di vigilanza sui rischi di mercato. Conseguentemente, sono escluse eventuali operazioni allocate in bilancio nel portafoglio di negoziazione ma non rientranti nell’anzidetta definizione di vigilanza. Queste operazioni sono comprese nell’informativa relativa al “portafoglio bancario”.

B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

Si veda il successivo paragrafo A. “Aspetti generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse”.

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Informazioni di natura quantitativa

1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari

Da oltre 3 mesi Da oltre 6 mesi Da oltre 1 anno Da oltre 5 anni Durata Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesi Oltre 10 anni fino a 6 mesi fino a 1 anno fino a 5 anni fino a 10 anni indeterminata

1. Attività per cassa ------

1.1 Titoli di debito ------

- con opzione di rimborso anticipato ------

- altri ------

1.2 Altre attività ------

2. Passività per cassa ------

2.1 P.C.T. passivi ------

2.2 Altre passività ------

3. Derivati finanziari - 1 ------

3.1 Con titolo sottostante ------

- Opzioni ------

+ Posizioni lunghe ------

+ Posizioni corte ------

- Altri derivati ------

+ Posizioni lunghe ------

+ Posizioni corte ------

3.2 Senza titolo sottostante - 1 ------

- Opzioni ------

+ Posizioni lunghe ------

+ Posizioni corte ------

- Altri derivati - 1 ------

+ Posizioni lunghe - 22.116 ------

+ Posizioni corte - 22.115 ------

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2. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione delle esposizioni in titoli di capitale e indici azionari per i principali Paesi del mercato di quotazione

Atteso l’importo irrilevante delle esposizioni in titoli di capitale e indici azionari si omette la trattazione della tabella.

3. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: modelli interni e altre metodologie per l’analisi della sensitività

Si segnala che IW Bank Private Investment non possiede posizioni significative negli strumenti elencati.

233

2.2 Rischio di tasso di interesse e di prezzo - portafoglio bancario

Il portafoglio bancario è costituito da tutti gli strumenti finanziari attivi e passivi non compresi nel portafoglio di negoziazione di cui alla sezione 2.1.

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse e del rischio di prezzo

Il rischio di tasso di interesse consiste nelle variazioni dei tassi di interesse che si riflettono: • sulla formazione del margine di interesse e, conseguentemente, sugli utili della banca (cash flow risk); • sul valore attuale netto degli assets e delle liabilities, impattando sul valore attuale dei cash flows futuri (fair value risk).

Il controllo e la gestione del rischio di tasso di interesse strutturale - da fair value e da cash flow - vengono effettuati in modo accentrato dalla Capogruppo, all’interno del framework definito annualmente della Policy a presidio dei Rischi Finanziari del Gruppo UBI Banca che individua metodologie e modelli di misurazione e limiti o soglie di attenzione, riguardo al margine di interesse e alla sensitivity del valore economico del Gruppo. La misurazione, il monitoraggio ed il reporting dell’esposizione al rischio tasso di interesse sono effettuati a livello consolidato ed individuale dall’Area Capital & Liquidity Risk Management della Capogruppo, che provvede a effettuare su base mensile: • un’analisi di sensitività finalizzata alla misurazione della variazione del valore del patrimonio; • una simulazione di impatto sul margine di interesse dell’esercizio in corso, attraverso un’analisi di gap statico (assumendo cioè che le posizioni siano costanti nel corso del periodo).

Sulla base dell’informativa periodicamente prodotta, il servizio ALM della Capogruppo provvede a porre in essere le opportune manovre al fine di evitare lo sconfinamento dei limiti ed eventualmente delle soglie di early warning. L’esposizione al rischio di tasso viene misurata, attraverso modelli di Gap analysis e Sensitivity analysis, su tutti gli strumenti finanziari, attivi e passivi, non inclusi nel portafoglio di negoziazione ai sensi della normativa di vigilanza. L’analisi di sensitivity del valore economico include una stima degli impatti derivanti dal fenomeno di estinzione anticipata di mutui e prestiti, indipendentemente dalla presenza di opzioni di rimborso anticipato definite contrattualmente. Ad essa è affiancata una stima della variazione del margine di interesse. L’analisi di impatto sul margine di interesse viene sviluppata su un orizzonte temporale di 12 mesi, tenendo in considerazione sia la variazione del margine sulle poste a vista (comprensiva del fenomeno della vischiosità) sia quella sulle poste a scadenza. In tale analisi viene inoltre inclusa una stima dell’effetto reinvestimento/rifinanziamento dei flussi in scadenza. La Policy a presidio dei Rischi Finanziari del Gruppo UBI Banca 2019 stabilisce, per la Sensitivity delle poste a scadenza e delle poste a vista rappresentate mediante il modello comportamentale, un Early Warning pari al 10% del totale dei Fondi Propri individuali. Il valore da confrontare con la soglia di attenzione è dato dal valore assoluto della Sensitivity negativa che deriva dalla applicazione di due scenari distinti di tasso (shock parallelo di +/-100 b.p. della curva dei tassi). Nello scenario di riduzione dei tassi di interesse, è stato posto un vincolo alla negatività degli stessi pari a -75 bps. Inoltre, nella medesima Policy, oltre agli scenari sopra elencati, la sensitivity di valore economico viene calcolata anche sulla base degli scenari regolamentari di shock parallelo della curva dei tassi di +/-200 bps e degli scenari regolamentari proposti dalle linee guida emanate dall’EBA in tema di rischio tasso di interesse138. Il rispetto dei limiti individuali è perseguito dalle Società del Gruppo tramite contratti derivati

138 EBA GL/2018/02, Guidelines on the management of interest rate risk arising from non-trading book activities.

234

di copertura conclusi con la Capogruppo. UBI Banca procede eventualmente alla chiusura delle posizioni con controparti esterne al Gruppo, operando coerentemente con gli indirizzi strategici e nell’ambito dei limiti consolidati definiti dagli Organi di Governo societario.

B. Attività di copertura del fair value Nel bilancio di IW Bank Private Investment non sono presenti relazioni di copertura del fair value.

C. Attività di copertura dei flussi finanziari Nel bilancio di IW Bank Private Investment non sono presenti relazioni di copertura di flussi finanziari.

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Informazioni di natura quantitativa

1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie

Da oltre 3 mesi fino a Da oltre 6 mesi a fino Da oltre 1 anno fino a Da oltre 5 anni fino a Tipologia/Durata residua A vista Fino a 3 mesi Oltre 10 anni Durata indeterminata 6 mesi a 1 anno 5 anni 10 anni

1. Attività per cassa 662.265 1.599.468 277.321 344.932 519.880 247.951 31.708 - 1.1 Titoli di debito 8.167 1.284.986 269.997 339.997 489.995 214.999 - - - con opzione di rimborso anticipato - - - - - 16 - - - altri 8.167 1.284.986 269.997 339.997 489.995 214.984 - - 1.2 Finanziamenti a banche 548.773 46.941 444 - - - - - 1.3 Finanziamenti a clientela 105.325 267.541 6.879 4.935 29.885 32.952 31.708 - - c/c 68.174 - - - - 49 - - - altri finanziamenti 37.151 267.541 6.879 4.935 29.885 32.903 31.708 - - con opzione di rimborso anticipato 2.435 267.541 6.879 4.935 29.885 26.269 31.708 - - altri 34.716 - - - - 6.633 - - 2. Passività per cassa 3.456.217 126.692 8.438 6.741 17.347 2.880 20.017 - 2.1 Debiti verso clientela 3.294.107 37.299 8.438 2.245 9.796 2.880 10.987 - - c/c 3.276.545 ------altri debiti 17.562 37.299 8.438 2.245 9.796 2.880 10.987 - - con opzione di rimborso anticipato ------altri 17.562 37.299 8.438 2.245 9.796 2.880 10.987 - 2.2 Debiti verso banche 162.110 89.394 - 4.497 7.552 - 9.030 - - c/c 13.451 ------altri debiti 148.659 89.394 - 4.497 7.552 - 9.030 - 2.3 Titoli di debito ------con opzione di rimborso anticipato ------altri ------2.4 Altre passività ------con opzione di rimborso anticipato ------altri ------3. Derivati finanziari (2.453) 2.060 63 95 235 - - - 3.1 Con titolo sottostante ------Opzioni ------+ Posizioni lunghe ------+ Posizioni corte ------Altri derivati ------+ Posizioni lunghe ------+ Posizioni corte ------3.2 Senza titolo sottostante (2.453) 2.060 63 95 235 - - - - Opzioni (2.453) 2.060 63 95 235 - - - + Posizioni lunghe 107 2.167 63 95 235 - - - + Posizioni corte 2.560 107 ------Altri derivati ------+ Posizioni lunghe ------+ Posizioni corte ------4. Altre operazioni fuori bilancio (240) 225 - - - 15 - - + Posizioni lunghe - 225 - - - 15 - - + Posizioni corte 240 ------

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2. Portafoglio bancario: modelli interni e altre metodologie per l'analisi di sensitività

Per IW Bank Private Investment, nel corso del 2019 sono stati rilevati i seguenti livelli di sensitivity:  nello scenario di variazione positiva della curva dei tassi (+100 bps), l’esposizione media registrata in termini di sensitivity risulta pari a +3,2 milioni.  nello scenario di variazione negativa della curva dei tassi (-100 bps), invece, si evidenzia un livello di sensitivity media pari a -4,3 milioni di euro.

Entrambi i livelli presentati includono, coerentemente con quanto previsto dai documenti di Policy, l’effetto del modello sulle estinzioni anticipate dei mutui a tasso fisso, la modellizzazione del profilo comportamentale delle poste a vista e delle poste a sofferenza.

Con riferimento agli scenari regolamentari di shock parallelo della curva dei tassi di +/-200 bps e agli scenari regolamentari proposti dalle linee guida emanate dall’EBA in tema di rischio tasso di interesse, l’esposizione risulta coerente con le soglie previste dalle previsioni normative.

L’impatto sul margine di interesse, in ipotesi di shift della curva dei tassi di riferimento pari a +100 bps, è pari a -0,03 milioni di euro (valore medio 2019), mentre in ipotesi di riduzione degli stessi (-100 bps) l’impatto sul margine di interesse è stimato in -4,73 milioni di euro (valore medio 2019). Di seguito è riportato il profilo dei flussi di cassa per data di repricing in input al modello interno per il calcolo dell’esposizione al rischio tasso di interesse.

Repricing Gap - Banking Book Dati in mln di euro Sbilancio Attivo/Passivo 1,500.0 Derivati di copertura

Gap Complessivo (inclusa stima estinzioni anticipate) 1,000.0

500.0

(500.0)

(1,000.0)

(1,500.0)

(2,000.0) VISTA 1M 3M 6M 1Y 3Y 5Y 7Y 10Y 15Y 20Y Oltre

237

2.3 Rischio di cambio

Il rischio di cambio rappresenta il rischio di subire perdite per effetto di avverse variazioni dei corsi delle divise estere su tutte le posizioni detenute dalla banca indipendentemente dal portafoglio di allocazione.

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio

L’esposizione al rischio cambio viene determinata sulla base della metodologia proposta da Banca Italia ed è quantificata nell’8% della “posizione netta aperta in cambi”, nel caso in cui quest’ultima sia superiore al 2 per cento del totale Fondi Propri. La “posizione netta aperta in cambi” è determinata: 1. calcolando la posizione netta in ciascuna valuta e in oro; 2. convertendo in euro le posizioni nette sulla base del tasso di cambio o del prezzo per l’oro; 3. sommando, separatamente, tutte le posizioni nette lunghe e tutte le posizioni nette corte.

Il maggiore fra il totale delle posizioni nette lunghe e il totale delle posizioni nette corte costituisce la “posizione netta aperta in cambi”.

B. Attività di copertura del rischio di cambio

L’operatività sui mercati dei cambi è svolta dalla Tesoreria di Gruppo che opera attraverso strumenti quali operazioni in cambio a termine, forex swap, domestic currency swap e opzioni in cambi, ottimizzando il profilo dei rischi rivenienti dalle posizioni in valuta del Gruppo.

238

Informazioni di natura quantitativa

1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività, delle passività e dei derivati

Valute Voci STERLINA GRAN YEN DOLLARO FRANCO ALTRE DOLLARO USA BRETAGNA GIAPPONESE CANADESE SVIZZERO VALUTE

A. Attività finanziarie 16.256 222 - - 6 57 A.1 Titoli di debito A.2 Titoli di capitale 3.056 A.3 Finanziamenti a banche 13.200 222 6 57 A.4 Finanziamenti a clientela 1 - - - A.5 Altre attività finanziarie B. Altre attività 6 4 - 1 - - C. Passività finanziarie 14.697 226 - 1 18 56 C.1 Debiti verso banche 13.362 - - 40 C.2 Debiti verso clientela 1.335 226 - 18 16 C.3 Titoli di debito C.4 Altre passività finanziarie D. Altre passività 1 6.650 E. Derivati finanziari - Opzioni ------+ Posizioni lunghe + Posizioni corte - Altri derivati (22) - - - - - + Posizioni lunghe 10.372 281 221 158 + Posizioni corte 10.394 281 221 158 Totale attività 26.634 506 - 1 227 215 Totale passività 25.092 506 - 1 239 6.864 Sbilancio (+/-) 1.542 - - - (12) (6.649)

2. Modelli interni e altre metodologie per l'analisi di sensitività

L’esposizione al rischio di cambio risulta nulla alla data del 31 dicembre 2019.

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Sezione 3 Gli strumenti derivati e le politiche di copertura

Si precisa che nel portafoglio della Banca non sono presenti strumenti derivati, pertanto si omettono le tabelle con le relative informazioni quantitative.

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Sezione 4 Rischio di liquidità

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità

Il rischio di liquidità si riferisce al grado di capacità della Banca di far fronte alle proprie obbligazioni di pagamento e/o di raccogliere sul mercato fondi addizionali (funding liquidity risk), oppure alla possibilità che il valore di una eventuale liquidazione di alcune attività differisca significativamente dai correnti valori di mercato (asset liquidity risk). A livello consolidato ed individuale il rischio di liquidità è regolato nell’ambito della Policy a presidio dei Rischi Finanziari che, oltre alla definizione dei limiti di esposizione e delle relative soglie di early warning, declina anche le regole volte al perseguimento ed al mantenimento, mediante politiche di raccolta e impiego coordinate ed efficienti, dell’equilibrio strutturale per le Società Prodotto. La Policy ha infine l’obiettivo di rendere omogenee, per tutte le società del Gruppo, sia le modalità di intervento che i criteri di identificazione delle condizioni economiche, individuando eventualmente a priori le specifiche eccezioni. I presidi del rischio di liquidità per conto delle Società del Gruppo sono accentrati presso la Capogruppo e competono: • alle strutture del Chief Wealth And Welfare Officer (presidio di 1° livello) che provvede al monitoraggio giornaliero della liquidità e alla gestione del rischio nell’ambito dei limiti definiti; • all’Area Capital & Liquidity Risk Management (presidio di 2° livello), cui compete la misurazione degli indicatori sintetici di rischio e la verifica periodica del rispetto dei limiti

Con particolare riferimento alla posizione in termini di equilibrio strutturale, il rischio di liquidità è monitorato principalmente attraverso un modello di liquidity gap in cui viene determinata l’evoluzione temporale dei flussi di cassa netti, allo scopo di evidenziare eventuali criticità nelle condizioni di liquidità attesa. A livello individuale è stabilito un livello target di sostanziale equilibrio tra raccolta, valutata in base al grado di stabilità, e impieghi, valutati in base al grado di liquidabilità.

241

Informazioni di natura quantitativa 1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie

Da oltre 1 Da oltre 7 Da oltre 15 Da oltre 1 Da oltre 3 Da oltre 6 Da oltre 1 Durata Voci/ Scaglioni temporali A vista giorno a 7 giorni a 15 giorni a 1 mese fino a mesi fino a mesi fino a anno fino a 5 Oltre 5 anni Indeterminata giorni giorni mese 3 mesi 6 mesi 1 anno anni

A. Attività per cassa 547.790 575 3.778 7.780 117.582 328.446 409.275 1.656.468 607.827 30.953 A.1 Titoli di Stato ------A.2 Altri titoli di debito 1.191 - - - 104.924 236.076 358.334 1.540.000 390.016 - A.3 Quote OICR ------A.4 Finanziamenti 546.598 575 3.778 7.780 12.658 92.370 50.941 116.468 217.811 30.953 - Banche 438.777 389 3.452 5.573 6.575 80.444 30.000 - - 30.953 - Clientela 107.821 187 326 2.207 6.083 11.925 20.941 116.468 217.811 - B. Passività per cassa 3.442.884 118.358 1.160 711 6.463 21.968 6.903 17.347 22.897 - B.1 Depositi e conti correnti 3.422.246 158 1.160 711 6.463 21.600 - - - - - Banche 145.268 - - - - 13.363 - - - - - Clientela 3.276.978 158 1.160 711 6.463 8.237 - - - - B.2 Titoli di debito ------B.3 Altre passività 20.637 118.200 - - - 368 6.903 17.347 22.897 - C. Operazioni fuori bilancio (240) 1 - - - - - 15 225 - C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - 1 ------Posizioni lunghe - 22.116 ------Posizioni corte - 22.115 ------C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale ------Posizioni lunghe ------Posizioni corte ------C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere ------Posizioni lunghe ------Posizioni corte ------C.4 Impegni a erogare fondi (240) ------15 225 - - Posizioni lunghe 3 ------15 225 - - Posizioni corte 243 ------C.5 Garanzie finanziarie rilasciate ------C.6 Garanzie finanziarie ricevute ------C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale ------Posizioni lunghe ------Posizioni corte ------C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale ------Posizioni lunghe ------Posizioni corte ------

242

Sezione 5 Rischi operativi

Informazioni di natura qualitativa

A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo

Si definisce rischio operativo il rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di processi, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Vi rientrano ad esempio le perdite derivanti da frodi139, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Tale definizione include il rischio legale140, il rischio modello141, le perdite operative in sovrapposizione con il rischio di mercato142 e le perdite operative in sovrapposizione con il rischio di credito143. Dalla definizione di rischio operativo sono esclusi il rischio reputazionale144 ed il rischio strategico145. Con il fine di garantire un profilo di rischio coerente con la propensione definita dall’Organo di supervisione strategica, il Gruppo ha definito un Modello Organizzativo basato sulla combinazione di diverse componenti individuate in funzione del ruolo ricoperto e della responsabilità assegnata dall’organigramma aziendale. Le diverse componenti sono individuate centralmente, presso la Capogruppo, e localmente, presso le singole entità giuridiche. Il modello prevede l’accentramento presso la Capogruppo delle funzioni di indirizzo e del sistema dei controlli di secondo e terzo livello.

In ciascuna entità giuridica sono stati individuati più livelli di responsabilità, di seguito elencati, attribuiti in funzione dell’ambito di operatività:  Referente Rischi Operativi (RRO): individuato nella figura dell’Amministratore Delegato o del Direttore Generale o nella figura aziendale equivalente secondo il proprio regolamento aziendale. Il Referente Rischi Operativi è il responsabile, nell’ambito della propria entità giuridica, dell’intero sistema di gestione dei rischi operativi definito dalla Policy di Gruppo;  Supporto Rischi Operativi Locale (SROL): tale ruolo è individuato nella figura del responsabile della struttura preposta al controllo rischi o nella figura aziendale equivalente secondo il proprio regolamento aziendale. Nell’ambito della propria entità giuridica supporta il Referente Rischi Operativi nella realizzazione e nel coordinamento del sistema di gestione dei rischi operativi definito dalla Policy di Gruppo;

139 In fase di accertamento dei fatti e delle responsabilità le presunte frodi devono essere equiparate alle frodi accertate. 140 Definito come il rischio di incorrere in perdite e/o sostenere costi aggiuntivi a causa di violazioni normative, procedimenti legali o azioni volontarie assunte per evitare il manifestarsi di un rischio legale (la definizione di rischio legale include anche le perdite derivanti da rischi di riciclaggio, misconduct events ed i rischi di non conformità). In conformità a quanto previsto dalle “Guidelines on Common Procedures and Methodologies for SREP, è altresi incluso il rischio di condotta, definito come il rischio attuale o prospettico di perdite conseguenti a casistiche di offerta inappropriata di servizi finanziari, incluse fattispecie di condotta inadeguata (dolo o negligenza). Sono esclusi dalla definizione di rischio legale: i rimborsi e/o pagamenti effettuati per opportunità di business, in assenza di violazioni normative e/o mancati adempimenti ad obblighi contrattuali e/o extra contrattuali; tutte le spese legali esterne sostenute per ragioni non riconducibili ad un rischio operativo 141 Definito come il rischio di incorrere in perdite e/o sostenere costi aggiuntivi a causa dei modelli utilizzati nei processi decisionali (ad esempio, modelli di pricing, modelli per la valutazione degli strumenti finanziari e/o di copertura, modelli utilizzati per il monitoraggio del controllo dei limiti dei rischi, ecc.). Sono escluse dalla definizione di rischio modello le perdite sostenute a causa di sottovalutazioni dei requisiti patrimoniali calcolati utilizzando modelli interni sottoposti all’approvazione delle Autorità di Vigilanza. 142 Definite come le perdite e/o i costi aggiuntivi legati alle transazioni finanziarie, incluse quelle relative alla gestione del rischio di mercato, causate da inadeguatezza e/o disfunzioni delle procedure, da errori operativi e/o di data entry, carenze dei sistemi di controllo interno, inadeguatezza dei processi di Data Quality, indisponibilità dei sistemi ICT, comportamenti non autorizzati, colposi e/o dolosi delle persone e/o da altri eventi esterni. 143 Definite come perdite economiche generatesi in fase di collocamento di un prodotto creditizio e/o nell’ambito del processo del credito, causate prevalentemente da un rischio operativo. 144 Definito come il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della Banca/Società da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o autorità di vigilanza. 145 Definito come il rischio connesso ad errate decisioni in materia di strategie di business o ad intempestività nel processo decisionale di adeguamento al mercato.

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 Risk Champion (RC): tale ruolo è attribuito ai Responsabili delle strutture a diretto riporto del Consigliere Delegato della Direzione Generale, ai Responsabili delle Direzioni146. Il ruolo di Risk Champion è altresì attribuito, anche in assenza di specifica struttura organizzativa, ai soggetti cui spettano le responsabilità di attività specialistiche. I Risk Champion riferiscono direttamente al Referente Rischi Operativi (RRO) tramite il Supporto Rischi Operativi Locale (SROL). Ad essi è demandata la responsabilità di presidiare operativamente il corretto svolgimento del processo di gestione dei rischi operativi in relazione all’attività di competenza e del coordinamento dei Risk Owner di riferimento;  Risk Owner (RO): tale ruolo è attribuito ai responsabili delle strutture con riporto gerarchico a un Risk Champion. Ad essi è demandato il compito di riconoscere e segnalare gli eventi di perdita anche potenziali riconducibili a fattori di rischio operativo che si manifestano nel corso delle attività quotidiane;  Addetto Contabile: tale ruolo è attribuito a specifiche figure di riferimento individuate nell’ambito delle strutture a cui è demandata l’attività di contabilità operativa. Ad essi è demandata la responsabilità di assicurare la corretta e completa contabilizzazione delle perdite operative;  Funzione Assicurazioni: tale ruolo è attribuito a specifiche figure di riferimento individuate nell’ambito delle strutture a cui è demandata l’attività di gestione dei sinistri per i quali è prevista una copertura assicurativa. Ad essi è demandata la responsabilità del corretto e completo censimento dei rimborsi assicurativi e di tutte le informazioni di supporto.

Il sistema di misurazione Il sistema di misurazione tiene conto dei dati di perdita operativa interni, esterni, dei fattori del contesto operativo e del sistema dei controlli interni, in modo da cogliere le principali determinanti di rischio (in particolar modo quelle che influiscono sulla coda delle distribuzioni) e da incorporare i cambiamenti intervenuti nel profilo di rischio. Per ulteriori dettagli sul funzionamento del modello di calcolo si rimanda al paragrafo dedicato al requisito patrimoniale.

Il sistema di reporting Il monitoraggio dei rischi operativi assunti è realizzato mediante un sistema di reporting standard articolato sui medesimi livelli di responsabilità previsti dal modello organizzativo. L’attività di reporting direzionale è svolta in service dalla funzione di controllo dei rischi operativi della Capogruppo che periodicamente predispone: – l’analisi andamentale delle perdite operative rilevate dal sistema di Loss Data Collection e dei relativi recuperi realizzati; – le analisi di benchmark con i dati di Sistema; – la sintesi delle valutazioni dell’esposizione ai rischi potenziali; – il dettaglio delle aree di vulnerabilità individuate e degli interventi di mitigazione intrapresi.

In virtù delle funzioni attribuite dal Regolamento Generale Aziendale, il monitoraggio del profilo di rischio assunto da ciascuna società del Gruppo, la sua coerenza con gli obiettivi di rischio, nonché il rispetto dei limiti operativi sono demandati alla struttura di controllo dei rischi della Capogruppo. A conclusione dell’attività di monitoraggio del profilo di rischio, sono identificati i più opportuni interventi correttivi, che confluiranno nel Portafoglio Progetti annuale.

146 In considerazione della complessità operativa sottostante agli ambiti di attività da essi presidiati, con il fine di agevolare l'attività di rilevazione ed aggiornamento del sistema di Loss Data Collection, sono esclusi dall’attribuzione del ruolo di Risk Champion i Condirettori Generali e Vicedirettori (ove previsti), i quali saranno periodicamente informati dai Risk Champion a proprio riporto gerarchico.

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Rischio legale La Banca è coinvolta in una pluralità di procedimenti legali originati dall’ordinario svolgimento della propria attività. A fronte delle richieste ricevute, la Banca ha ritenuto di appostare congrui accantonamenti a bilancio in base alla ricostruzione degli importi potenzialmente a rischio, alla valutazione della rischiosità effettuata in funzione del grado di “probabilità” e/o “possibilità” così come definiti dai Principi Contabili-IAS 37 e tenendo conto della più consolidata giurisprudenza in merito. Pertanto, per quanto non sia possibile prevederne con certezza l’esito finale, si ritiene che l’eventuale risultato sfavorevole di detti procedimenti non avrebbe, sia singolarmente che complessivamente, un effetto negativo rilevante sulla situazione finanziaria ed economica della Banca. Per quanto attiene al contenzioso societario, non direttamente riconducibile allo svolgimento dell’ordinaria attività, e al contenzioso fiscale si rimanda agli specifici paragrafi.

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Informazioni di natura quantitativa

Dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2019 le principali fonti di manifestazione del rischio operativo per la Società sono state “Processi” (50% delle frequenze e 32% del totale impatti rilevati), “Persone (Fattore umano)” (14% delle frequenze e 56% del totale impatti rilevati) e “Cause Esterne” (25% delle frequenze e 11% del totale impatti rilevati). Il risk driver “Processi”, tra le altre cose, include gli errori non intenzionali di esecuzione dei processi e la non corretta applicazione della normativa. Il risk driver “Persone (Fattore umano)”, tra le altre cose, include i comportamenti fraudolenti dei dipendenti e violazione della normativa sul lavoro. Il risk driver “Cause esterne”, tra le altre cose, include gli atti umani provocati da terzi e non direttamente controllabili dalla Società.

Incidenza delle perdite operative per Risk Driver (rilevazione 01 gennaio 2015 - 31 dicembre 2019)

Numerosità degli eventi Impatto economico

Le tipologie di evento147 che nel periodo oggetto di analisi hanno evidenziato una maggiore concentrazione delle perdite operative sono “Frode interna” (10% delle frequenze e 52% del totale impatti rilevati), “Clientela, prodotti e prassi professionali” (11% delle frequenze e 16% del totale impatti rilevati), “Esecuzione, consegna e gestione dei processi (38% delle frequenze e 16% del totale impatti rilevati) e “Frode esterna” (22% delle frequenze e 10% degli impatti rilevati).

147 Ci si riferisce alle tipologie di evento regolamentari previste dal Regolamento UE n 575/2013 di seguito riepilogate: Frode interna: perdite dovute ad atti di frode, appropriazione indebita, aggiramento di statuti, leggi, regolamenti o politiche aziendali (esclusi gli episodi di discriminazione o mancata applicazione di condizioni paritarie), che coinvolgono almeno un membro interno dell’azienda; Frode esterna: perdite dovute ad atti di frode, appropriazione indebita, aggiramento di statuti, leggi o politiche aziendali (esclusi gli episodi di discriminazione) perpetrati da parte di terzi; Rapporto di impiego e sicurezza sul lavoro: perdite dovute ad azioni in contrasto con le leggi o i contratti in materia di lavoro, salute e sicurezza sul posto di lavoro, e al risarcimento per infortunio, per episodi di discriminazione o per mancata applicazione di condizioni paritarie; Clientela, prodotti e prassi professionali: perdite dovute all’incapacità di realizzare gli impegni professionali con specifici clienti (compresi i requisiti fiduciari e di adeguata informazione sugli investimenti), oppure alla natura o alle caratteristiche tecniche del prodotto; Danni da eventi esterni: perdite dovute al danneggiamento, distruzione o smarrimento di beni materiali, perdite umane ed altre perdite dovute a disastri naturali o altri eventi; Interruzioni dell’operatività e disfunzioni dei sistemi: perdite dovute ad avarie e guasti nei sistemi e/o conseguenti interruzioni dell’operatività; Esecuzione, consegna e gestione dei processi: perdite dovute a problemi nel perfezionamento delle transazioni o nella gestione del processo, e nelle relazioni con controparti commerciali e fornitori.

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Incidenza delle perdite operative per tipologia di evento (rilevazione 01 gennaio 2015 – 31 dicembre 2019)

Numerosità degli eventi Impatto economico

Nell’ultimo esercizio le perdite operative risultano concentrate nei fattori di rischio “Persone” (33% delle frequenze e 76% del totale impatti rilevati), “Processi” (50% delle frequenze e 14% del totale impatti rilevati) e “Cause esterne (Contesto Esterno)” (11% delle frequenze e 9% del totale impatti rilevati).

Incidenza delle perdite operative per Risk Driver (rilevazione 01 gennaio 2019 – 31 dicembre 2019)

Numerosità degli eventi Impatto economico

Nell’ultimo esercizio le perdite operative risultano prevalentemente concentrate nelle tipologie di evento “Frode Interna” (26% delle frequenze e 74% del totale impatti rilevati), Esecuzione, consegna e gestione dei processi” (41% delle frequenze e 13% del totale impatti rilevati) e “Frode esterna” (11% delle frequenze e 9% del totale impatti rilevati).

Incidenza delle perdite operative per tipologia di evento (rilevazione 01 gennaio 2019 - 31 dicembre 2019)

Numerosità degli eventi Impatto economico

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Requisito patrimoniale

Con provvedimento di Banca d’Italia la Banca è stata autorizzata all’utilizzo del modello interno di tipo Avanzato (AMA). La misurazione del rischio è effettuata con un approccio di tipo Extreme Value Theory (EVT) in funzione delle perdite operative rilevate internamente (LDC - “Loss Data Collection”), delle evidenze empiriche rilevate esternamente al Gruppo (DIPO - “Database Italiano delle Perdite Operative”) e delle perdite potenziali valutate tramite scenari di self risk assessment (SRA - “Self Risk Assessment”). Le prime due fonti informative rappresentano la componente quantitativa del modello di misurazione e forniscono una prospettiva storica del profilo di rischio interno e del sistema bancario italiano. Le analisi di scenario sono invece una componente informativa di tipo quali-quantitativa, poiché derivano dalle valutazioni di rischiosità fornite nell’ambito del processo interno di Self Risk Assessment, e hanno lo scopo di fornire una visione prospettica del profilo di rischio interno, dei fattori di contesto operativo e del sistema dei controlli interni. Il modello sviluppato è di tipo Loss Distribution Approach e prevede che per ciascuna classe di rischio la stima delle distribuzioni di severity sia eseguita secondo due componenti distinte: una Generalized Pareto Distribution (GPD) per la coda e una distribuzione empirica per il corpo. Le stime di severity ottenute sulle code sono successivamente integrate con le informazioni di rischiosità valutate dal processo di Self Risk Assessment (SRA) e con quelle relative al sistema bancario italiano (DIPO). Le probabilità di accadimento degli eventi sono descritte utilizzando curve Poissoniane. La stima del capitale a rischio è determinata al 99.9- esimo percentile della curva delle perdite annue risultante dal processo di convoluzione tra le probabilità di accadimento degli eventi e la curva di severity integrata. Il requisito patrimoniale consolidato è determinato come somma del capitale a rischio stimato su ciascuna classe di rischio. La robustezza del modello, e delle ipotesi sottostanti, è verificata mediante un processo di stress testing che fornisce una stima degli impatti sulle misure di perdita attesa e di VaR al verificarsi di particolari condizioni di stress. Il Capitale a Rischio calcolato su base consolidata per ciascuna classe di rischio è allocato alle diverse entità giuridiche in funzione di un indicatore di sintesi determinato dalla rischiosità storica e prospettica rilevata e dal valore del requisito patrimoniale determinato tramite metodologia Standardizzata. Al 31 dicembre 2019 il requisito patrimoniale al netto delle perdite attese coperte da accantonamenti a Fondo Rischi e Oneri è pari a 36 milioni/€ (+76% rispetto ai 20,3 milioni/€ del semestre precedente). Tale aumento è prevalentemente riconducibile all’inclusione nel dataset di calcolo di un evento relativo ad operatività non autorizzata da parte di un ex consulente finanziario, a cui è stato revocato il mandato Come forma di mitigazione del rischio, il Gruppo UBI Banca ha stipulato adeguate polizze assicurative a copertura dei principali rischi operativi trasferibili, tenendo conto dei requisiti richiesti dalla normativa di vigilanza prudenziale. Si precisa che il Gruppo UBI non si avvale delle facoltà, previste dalla normativa vigente, di detrarre dal requisito patrimoniale gli effetti delle polizze assicurative e di altri meccanismi di trasferimento del rischio.

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Parte F - Informazioni sul patrimonio

Sezione 1 Il patrimonio dell’impresa

A - Informazioni di natura qualitativa

Il Patrimonio aziendale è costituito dal capitale sociale e dalle riserve, a qualunque titolo costituite. L’aggregato (i cui valori sono indicati nelle tabelle successive) risulta a presidio di tutti i rischi aziendali in precedenza commentati. Le politiche ed i processi adottati nella gestione del patrimonio riguardano l’insieme delle scelte volte a definire la dimensione e la combinazione ottimale tra diversi strumenti di capitalizzazione, affinché la dotazione patrimoniale sia coerente con gli obiettivi di propensione al rischio della Banca, nel rispetto dei requisiti di vigilanza.

B - Informazioni di natura quantitativa B 1 Patrimonio dell’impresa: composizione

Importo Importo Voci/Valori 31/12/2019 31/12/2018

1. Capitale 67.950 67.950 2. Sovrapprezzi di emissione - - 3. Riserve 74.472 70.010 - di utili 19.604 15.147 a) legale 1.660 1.437 b) statutaria - - c) azioni proprie - - d) altre 17.945 54.863 - altre 54.867 54.863 4. Strumenti di capitale - - 5. (Azioni proprie) - - 6. Riserve da valutazione: (762) (643) - Titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva (49) (17) - Coperture su titoli di capitale designati al fair value con impatto sulla redditività complessiva - - - Attività finanziarie (diverse da titoli di capitale) valutate al fair value con impatto sulla - - redditività complessiva - Attività materiali - - - Attività immateriali - - - Copertura di investimenti esteri - - - Copertura dei flussi finanziari - - - Strumenti di copertura [elementi non designati] - - - Differenze di cambio - - - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - - - Passività finanziarie designate al fair value con impatto a conto economico (variazioni del - - proprio merito creditizio) - Utili (perdite) attuariali relativi a piani previdenziali a benefici definiti (714) (626) - Quote delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate al patrimonio netto - - - Leggi speciali di rivalutazione - - 7. Utile (perdita) d'esercizio 10.886 4.458 Totale 152.545 141.775

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B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: composizione

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

Attività/Valori

Riserva positiva Riserva negativa Riserva positiva Riserva negativa

1. Titoli di debito - - - - 2. Titoli di capitale - (49) - (17) 3. Finanziamenti - - - - Totale - (49) - (17)

B.3 Riserve da valutazione delle attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva: variazioni annue

Titoli di Titoli di debito Finanziamenti capitale

1. Esistenze iniziali - (17) - 2. Variazioni positive - 1 - 2.1 Incrementi di fair value - 1 - 2.2 Rettifiche di valore per rischio di credito - X - 2.3 Rigiro a conto economico di riserve negative da realizzo - X - 2.4 Trasferimenti ad altre componenti di patrimonio netto (titoli di capitale) - - - 2.5 Altre variazioni - - - 3. Variazioni negative - (33) - 3.1 Riduzioni di fair value - (25) - 3.2 Riprese di valore per rischio di credito - - - 3.3 Rigiro a conto economico da riserve positive: - da realizzo - X - 3.4 Trasferimenti ad altre componenti di patrimonio netto (titoli di capitale) - - - 3.5 Altre variazioni - (8) - 4. Rimanenze finali - (49) -

B.4 Riserve da valutazione relative a piani a benefici definiti: variazioni annue

Le variazioni dell’esercizio delle riserve da valutazione relative a piani a benefici definiti sono rappresentate dai guadagni/perdite attuariali netti pari a 88 migliaia di euro.

250

Sezione 2 I fondi propri e i coefficienti di vigilanza

2.1 FONDI PROPRI A. Informazioni di natura qualitativa I fondi propri sono calcolati come somma algebrica di una serie di elementi positivi e negativi, la cui computabilità viene ammessa - con o senza limitazioni – in relazione alla loro “qualità” patrimoniale. L’importo di tali elementi è depurato degli eventuali oneri di natura fiscale. Le componenti positive dei fondi propri devono essere nella piena disponibilità della banca, così da poter essere utilizzate senza restrizioni per la copertura dei rischi cui l’intermediario è esposto.

In dettaglio, i fondi propri sono costituiti dai seguenti aggregati: 1. Capitale di classe 1 (Tier 1 – T1), a sua volta costituito da: a. Capitale primario di classe 1 (Common equity Tier 1 – CET1); b. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1); 2. Capitale di classe 2 (Tier 2 – T2).

1. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) L’aggregato è costituito principalmente dal capitale sociale (di fatto le sole azioni ordinarie), dalle riserve sovrapprezzo azioni, dalle riserve di utili e dall’utile patrimonializzato di periodo, al netto delle attività immateriali; non sono presenti strumenti innovativi di capitale né strumenti non innovativi di capitale. Dall’aggregato viene dedotta l’eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive, riferita ai portafogli regolamentari Corporate e Retail validati.

2. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) Non sono presenti elementi aggiuntivi nella determinazione del capitale di classe1.

3. Capitale di classe 2 (Tier 2 - T2) Non sono presenti prestiti subordinati computabili nel T2.

251

B - Informazioni di natura quantitativa

Totale Totale 31/12/2019 31/12/2018

A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) prima dell’applicazione dei 141.659 137.317 filtri prudenziali

di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie - -

B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-) (3) (2)

C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A +/- B) 141.656 137.315

D. Elementi da dedurre dal CET1 43.290 44.027

E. Regime transitorio – Impatto su CET1 (+/-) - 586

F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) (C – D +/-E) 98.366 93.874

G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) al lordo degli elementi da - - dedurre e degli effetti del regime transitorio

di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie - -

H. Elementi da dedurre dall’AT1 - -

I. Regime transitorio – Impatto su AT1 (+/-) - -

L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) (G - H +/- I) - -

M. Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del - 10.040 regime transitorio

di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie - -

N. Elementi da dedurre dal T2 - -

O. Regime transitorio – Impatto su T2 (+/-) - -

P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2 –T2) (M - N +/- O) - 10.040

Q. Totale fondi propri (F + L + P) 98.366 103.913

Al 30 giugno 2019 è stato rimborsato il prestito obbligazionario passivo pertanto non vi è più capitale di Classe 2. Per ulteriori informazioni si rinvia a quanto già illustrato nella “Relazione sulla Gestione - L’attività della Banca nel 2019”.

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2.2 Adeguatezza patrimoniale

A. Informazioni di natura qualitativa

B. Informazioni di natura quantitativa

Importi non ponderati Importi ponderati / requisiti Categorie/Valori 31/12/2019 31/12/2018 31/12/2019 31/12/2018

A. ATTIVITA' DI RISCHIO

A.1 Rischio di credito e di controparte 4.066.544 3.272.422 288.474 230.467

1. Metodologia standardizzata 3.431.874 2.862.678 160.302 164.127

2. Metodologia basata su rating interni 634.670 409.744 128.171 66.340

2.1 Base - - - -

2.2 Avanzata 634.670 409.744 128.171 66.340

3. Cartolarizzazioni - - - -

B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA

B.1 Rischio di credito e di controparte 23.078 18.437

B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del credito - -

B.3 Rischio di Regolamento - -

B.4 Rischi di mercato - -

1. Metodologia standard - -

2. Modelli interni - -

3. Rischio di concentrazione - -

B.5 Rischio operativo 35.795 26.085

1. Metodo base - -

2. Metodo standardizzato - -

3. Metodo avanzato 35.795 26.085

B.6 Altri elementi di calcolo - -

B.7 Totale requisiti prudenziali 58.874 44.523

C. ATTIVITA' DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA

C.1 Attività di rischio ponderate 735.919 556.537

C.2 Capitale primario di classe1/Attività di rischio ponderate 13,37% 16,87% (CET 1 capital ratio)

C.3 Capitale di classe 1/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 13,37% 16,87%

C.4 Totale fondi propri//Attività di rischio ponderate (Total capital ratio) 13,37% 18,67%

(*) Nelle voci C.1, C.2, C.3 e C.4 l’ammontare delle attività di rischio ponderate è determinato come prodotto fra il totale dei requisiti prudenziali (voce B.7) e 12,5 (inverso del coefficiente minimo obbligatorio pari all’8%).

Il patrimonio e i coefficienti di vigilanza indicati sono calcolati applicando la normativa Basilea 3 entrata in vigore a gennaio 2014. La Banca, a seguito delle autorizzazioni ottenute negli anni da parte dell’Autorità di vigilanza, utilizza i modelli interni per il calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte dei rischi operativi e del rischio di credito; relativamente a quest’ultimo nel dettaglio:  per il segmento “Esposizioni verso imprese” (“Corporate”);  per il segmento Retail regolamentare (sotto-classi “Altre esposizioni al dettaglio” (“SMERetail”) ed “Esposizioni garantite da immobili residenziali”);  per il segmento Retail afferente le esposizioni garantite da immobili non residenziali - persone fisiche.

Si precisa inoltre che in data 18 marzo 2019 è stata ricevuta l’autorizzazione da parte della BCE all’implementazione del modello avanzato relativamente alle esposizioni other retail - persone fisiche e other retail - qualificate rotative.

***

253

Il 1° gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova disciplina prudenziale per le banche e per le imprese di investimento contenuta nel Regolamento (UE) n. 575/2013 (Capital Requirements Regulation, c.d. CRR) e nella Direttiva 2013/36/UE (Capital Requirements Directive, c.d. CRD IV), che traspongono nell’Unione Europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria (c.d. framework Basilea 3). Il quadro normativo si completa con le misure di esecuzione, contenute in norme tecniche di regolamentazione o di attuazione (Regulatory Technical Standard - RTS e Implementing Technical Standard - ITS) adottate dalla Commissione Europea su proposta delle Autorità europee di vigilanza. Il CRR ha avuto diretta efficacia negli Stati membri, mentre la disciplina contenuta nella CRD IV è stata recepita nell’ordinamento nazionale dalla Banca d’Italia il 17 dicembre 2013 con la pubblicazione della Circolare 285 «Disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche» (successivamente aggiornata più volte), che ha dato attuazione alla nuova disciplina comunitaria, unitamente alle Circolari n. 286 («Istruzioni per la compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di intermediazione mobiliare») e all’aggiornamento della Circolare 154 («Segnalazioni di vigilanza delle istituzioni creditizie e finanziarie. Schemi di rilevazione e istruzioni per l'inoltro dei flussi informativi»). Il nuovo framework introduce diversi elementi di novità rispetto alla precedente normativa prudenziale prevedendo, in particolare: una ricomposizione del capitale delle banche a favore di azioni ordinarie e riserve di utili (c.d. common equity), al fine di accrescerne la qualità; l’adozione di criteri più stringenti per la computabilità di altri strumenti di capitale (gli attuali strumenti innovativi di capitale e le passività subordinate callable); una maggiore armonizzazione degli elementi da dedurre (con riferimento a talune categorie di attività per imposte anticipate148 e alle partecipazioni rilevanti in società bancarie, finanziarie e assicurative); l’inclusione parziale nel common equity degli interessi di minoranza.

Disciplina delle riserve di capitale A partire dal 1° gennaio 2014 i gruppi bancari a livello consolidato e le banche non appartenenti a gruppi bancari devono avere un livello di capitale di migliore qualità (Common Equity Tier 1) pari al 7% delle attività ponderate per il rischio, di cui il 4,5% a titolo di requisito minimo e il 2,5% come riserva di conservazione del capitale. Alle banche appartenenti a gruppi bancari si applica a livello individuale un coefficiente di riserva di conservazione del 2,5% dal 1° gennaio 2019. A partire dal 1° gennaio 2016 si applica anche la riserva di capitale anticiclica (al 31 dicembre 2019 è pari allo 0%). Sono state previste, già a partire dal 1° gennaio 2014, misure di conservazione che prevedono, nel caso di mancato rispetto del requisito combinato di riserva di capitale (pari alla somma delle varie riserve di capitale applicabili), l’applicazione di limiti alle distribuzioni (dividendi, remunerazioni variabili, acquisto azioni proprie, ecc.) e l’obbligo di dotarsi di un piano di conservazione del capitale che indichi le misure che si intendono adottare per ripristinare il livello di capitale necessario a mantenere le riserve di capitale richieste. Come sopra evidenziato, la Banca con i ratios patrimoniali rispetta ampiamente le soglie minime regolamentari.

148 Attività fiscali differite che dipendono dalla redditività futura e derivano da differenza temporanee (ad eccezione di quelle trasformate o trasformabili in crediti d’imposta).

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Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d’azienda

Per la Banca non esiste tale fattispecie.

255

Parte H - Operazioni con parti correlate

1. Informazione sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica

Compensi a Dirigenti (1)

0,00 Totale 31/12/2019 43.830,00 Benefici a breve termine per i dipendenti (2) 1.989

Benefici successivi alla cessazione del rapporto di lavoro (3) 169

Altri benefici a lungo termine 8

Pagamenti in azioni 4

(1) Per “Dirigenti” si intendono i “dirigenti con responsabilità strategiche dell’entità ivi inclusi gli amministratori dell’entità”. (2) A titolo esemplificativo: salari, stipendi e relativi contributi sociali, pagamenti di indennità sostitutive di ferie e di assenza per malattia, benefici in natura. Nell’importo sono compresi i compensi fissi e variabili corrisposti agli Amministratori in quanto assimilabili al costo del lavoro e agli oneri sociali a carico dell’azienda per i dipendenti. (3) A titolo esemplificativo: pensioni, altri benefici previdenziali, assicurazioni sulla vita e assistenza sanitaria successive al rapporto di lavoro.

In ordine ai compensi sopra indicati si precisa che, in aggiunta alla componente fissa della retribuzione, è presente anche una componente variabile legata al raggiungimento di obiettivi economico-patrimoniali stabiliti a livello aziendale. Con riferimento alla retribuzione fissa si evidenzia la presenza, oltre che della consueta erogazione in forma monetaria, di benefit a completamento del pacchetto remunerativo quali il fondo di previdenza integrativa, la polizza sanitaria e la polizza infortuni.

In particolare, si evidenziano i seguenti istituti retributivi (per le cui definizioni si rinvia all’apposito principio contabile): a) Benefici a breve termine Nei benefici a breve termine sono ricompresi stipendi, contributi per oneri sociali, indennità sostitutive per ferie non godute, assenze per malattia, permessi retribuiti, benefici quali assistenza medica, abitazione. b) Benefici successivi al rapporto di lavoro Nei benefici successivi al rapporto di lavoro sono ricompresi piani previdenziali, pensionistici, assicurativi nonché il trattamento di fine rapporto. Nei confronti dei dirigenti in questione sono attive forme di assicurazione sulla vita e di previdenza complementare con orizzonte temporale anche successivo alla cessazione del rapporto di lavoro dipendente.

2. Informazioni sulle transazioni con parti correlate

Conformemente a quanto disposto dalle vigenti disposizioni, si precisa che tutte le operazioni svolte dalla Banca e dalla Capogruppo con le proprie parti correlate sono state effettuate nel rispetto di criteri di correttezza sostanziale e procedurale, a condizioni analoghe a quelle applicate per operazioni concluse con soggetti terzi indipendenti.

Ai fini della redazione della presente Relazione, per parte correlata dell’emittente si intende, ai sensi del principio contabile internazionale (International Accounting Standard - IAS) n. 24, una persona o un’entità che è correlata all’entità che redige il bilancio. a) Una persona o uno stretto familiare di quella persona sono correlati a un’entità che redige il bilancio se tale persona: i. ha il controllo o il controllo congiunto dell’entità che redige il bilancio;

256

ii. ha un’influenza notevole sull’entità che redige il bilancio; o iii. è uno dei dirigenti con responsabilità strategiche dell’entità che redige il bilancio o di una sua controllante. b) Un’entità è correlata a un’entità che redige il bilancio se si applica una qualsiasi delle seguenti condizioni: i. l’entità e l’entità che redige il bilancio fanno parte dello stesso gruppo (il che significa che ciascuna controllante, controllata e società del gruppo è correlata alle altre); ii. un’entità è una collegata o una joint venture dell’altra entità (o una collegata o una joint venture facente parte di un gruppo di cui fa parte l’altra entità); iii. entrambe le entità sono joint venture di una stessa terza controparte; iv. un’entità è una joint venture di una terza entità e l’altra entità è una collegata della terza entità; v. l’entità è rappresentata da una piano per benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro a favore dei dipendenti dell’entità che redige il bilancio o di un’entità ad essa correlata. Se l’entità che redige il bilancio è essa stessa un piano di questo tipo, anche i datori di lavoro che la sponsorizzano sono correlati all’entità che redige il bilancio; vi. l’entità è controllata o controllata congiuntamente da una persona identificata al punto a); vii. una persona identificata al punto a) i. ha un’influenza significativa sull’entità o è uno dei dirigenti con responsabilità strategiche dell’entità (o di una sua controllante).

Per quanto concerne l’effetto prodotto dall’attività di direzione e coordinamento della Capogruppo, così come previsto dall’art. 2497 bis del Codice Civile, si segnala che coerentemente con il modello organizzativo adottato che prevede l’accentramento presso UBI Banca delle attività di indirizzo strategico e gestionale, presso UBI Sistemi e Servizi S.c.p.A. delle attività di tipo tecnico-operativo, e presso UBI Academy S.c.r.l. delle attività di formazione e sviluppo manageriale del personale; la Capogruppo e le sue controllate forniscono alle diverse Società del Gruppo una serie di servizi, regolati da appositi contratti infragruppo redatti sulla base dei criteri di congruità, trasparenza ed omogeneità; i corrispettivi pattuiti per i servizi resi a norma di tali contratti sono stati determinati in conformità a condizioni di mercato o, laddove non siano rinvenibili sul mercato idonei parametri di riferimento anche in relazione alle caratteristiche peculiari dei servizi resi, sulla base del costo sostenuto. Tra i principali contratti infragruppo in corso di validità alla data di redazione della presente relazione si segnalano quelli che attuano l’accentramento presso la Capogruppo delle attività nelle Aree di Governo, di Business e che coinvolgono la Capogruppo e le principali banche del Gruppo come pure i contratti attuativi del c.d. consolidato fiscale nazionale (di cui gli articoli da 117 a 129 del D.P.R. n 917/1986 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi) conclusi dalla Capogruppo. Sono inoltre da segnalarsi tutti i contratti infragruppo che attuano l’accentramento presso UBI Sistemi e Servizi delle attività di supporto di tutte le principali Società del Gruppo UBI.

Ulteriori informazioni in merito alle operazioni con parti correlate sono riportate nelle successive tabelle.

257

Rapporti verso le imprese del Gruppo e con le imprese sottoposte ad influenza notevole

31/12/2019

Attività Attività Attività Attività Passività Passività finanziarie finanziarie Passività finanziarie finanziarie finanziarie finanziarie valutate al valutate al finanziarie Parte correlata valutate al valutate al valutate al valutate al Passività fair value costo Attività valutate al costo Garanzie fair value costo costo costo finanziarie di Impegni con impatto ammortizzato materiali ammortizzato - A) rilasciate con impatto ammortizzato ammortizzato - ammortizzato negoziazione sulla - B) Crediti Debiti verso a conto - A) Crediti B) Debiti verso C) titoli in redditività verso banche economico verso banche clientela circolazione complessiva clientela

Controllante 3.182.820 18.446 51.023 173.460 16.469

Controllate

Collegate

Join venture

Controllate/Collegate dal/al Gruppo 4.842 456 5.869

Dirigenti 267 99 16

Altre parti correlate 105 1.131 -

I rapporti indicati nella riga “Imprese collegate” sono relativi a UBI Sistemi e Servizi ed UBI Academy, mentre nella riga “Controllate/Collegate dal/al Gruppo” sono indicate tutte le altre aziende del Gruppo consolidate sia integralmente che con il metodo del patrimonio netto.

31/12/2019

Interessi Interessi Parte correlata Dividendi e Rettifiche/Riprese di attivi e Commissioni Altri proventi passivi e Spese Commissioni Altri oneri di proventi valore nette su proventi attive di gestione oneri amministrative passive gestione simili attività materiali assimilati assimilati

Controllante 30.399 6.315 557 (1.875) (9.161) (298) (2.235)

Controllate

Collegate 12 (19.394)

Join venture

Controllate/Collegate dal/al Gruppo 19.582 - (10) 810 - (70) 60

258

Rapporti verso altre parti correlate

31/12/2019

Parte correlata Proventi e oneri da operazioni Interessi netti Commissioni nette Altri proventi ed oneri di gestione Spese amministrative finanziarie

Dirigenti 41 - (13)

Altre parti correlate 11 - (46)

Incidenza dei rapporti con parti correlate

31/12/2019

Attività Passività Attività Attività Attività Passività Passività finanziarie finanziarie finanziarie finanziarie finanziarie finanziarie finanziarie Parte correlata valutate al fair valutate al Passività valutate al fair valutate al costo valutate al costo Attività valutate al costo valutate al costo Garanzie value con costo finanziarie di Impegni value con ammortizzato - A) ammortizzato - B) materiali ammortizzato - A) ammortizzato - B) rilasciate impatto sulla ammortizzato negoziazione impatto a conto Crediti verso Crediti verso Debiti verso Debiti verso redditività C) titoli in economico banche clientela banche clientela complessiva circolazione

Con parti correlate - - 3.182.820 5.214 18.902 51.023 7.099 - - 173.460 16.485

Totale 3.175 38 3.204.285 479.224 39.845 272.582 3.365.781 199.024 398.281

Incidenza - - 99,33% 1,09% 47,44% 18,72% 0,21% - - 87,16% 4,14%

31/12/2019

Parte correlata Dividendi e proventi Proventi e oneri di Altri proventi ed oneri Rettifiche/Riprese di valore Interessi netti Commissioni nette Spese amministrative simili operazioni finanziarie di gestione nette su attività materiali

Con parti correlate 28.519 - 25.601 - 630 (27.804) (2.305)

Totale 33.208 - 60.812 966 12.657 (80.291) (4.836)

Incidenza 85,88% - 42,10% - 4,98% 34,63% 47,66%

259

Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali

A. Informazioni di natura qualitativa In attuazione delle Disposizioni di Vigilanza per le Banche, dal 2011 l’Assemblea degli Azionisti di UBI Banca ha approvato, per le risorse ricomprese nel perimetro del “Personale più rilevante”, ad eccezione degli Amministratori, l’erogazione di quote di premio maturate nell’ambito dei sistemi di incentivazione di breve e lungo termine in strumenti finanziari, nello specifico azioni ordinarie UBI Banca. I sistemi di incentivazione, descritti di volta in volta nella Relazione sulla Remunerazione, sono sottoposti a condizioni di attivazione (“gate”) fissati a livello di Gruppo, che garantiscano il rispetto degli indici di stabilità patrimoniale e di liquidità definiti nell’ambito del documento “RAF Gruppo UBI Banca - Propensione al rischio - Risk Appetite Statement 2018”, in particolare, gli indicatori individuati per il 2019 sono:  il Common Equity Tier 1 (“CET 1”) > 10,85%;  il Net Stable Funding Ratio (“NSFR”) ≥ 103%;  il Liquidity Coverage Ratio (“LCR”) ≥ 120%;  il Leverage Ratio (“LR”) > 3,75%.

Gli indicatori sono verificati alla fine del periodo di misurazione di riferimento, al 31/12 di ogni anno per il sistema incentivante di breve termine e fine periodo di riferimento per i sistemi incentivanti di lungo termine, in coerenza con il “Risk Appetite Framework”.

Sistema Incentivante di breve termine Lo stanziamento economico (cd. “bonus pool”) al servizio dei sistemi incentivanti potrà incrementarsi, senza pregiudicare la corretta remunerazione del capitale e della liquidità, fino ad un massimo prestabilito o ridursi fino all’azzeramento (cd. “malus”) - sia a livello complessivo che di singola entità legale - secondo soglie prestabilite, in funzione della performance rispetto al budget annualmente approvato dal Consiglio di Amministrazione - calcolata a livello di Gruppo sull’indicatore di “RORAC” e a livello di singola entità legale e business unit sull’indicatore di “Utile Netto rettificato per il delta tra il costo del capitale allocato e del capitale assorbito149”. In caso di superamento dello stanziamento disponibile, è previsto un criterio di ri-proporzionamento dei premi, sino a capienza dello stanziamento medesimo. In linea con i principi espressi nelle regolamentazioni normative, la struttura della corresponsione dei premi (cd “pay-out”) nell’ambito del “Personale più rilevante” prevede che150:  una quota tra il 50% ed il 55% del premio è commutata in azioni ordinarie UBI Banca e viene assoggettata a clausole di retention che allineino gli incentivi con gli interessi di lungo termine della Banca;  una quota tra il 60% e 40% del premio è differita a cinque o tre anni (per il Consigliere Delegato di UBI Banca viene differito il 60% per cinque anni a partire dal 2015151).

In conseguenza di quanto precede, la prima quota di premio commutato in azioni verrebbe assegnata nel corso del secondo anno successivo a quello di riferimento con assegnazione pro- rata della componente differita a partire dall’anno successivo. Al fine di assicurare nel tempo la stabilità patrimoniale e la liquidità, coerentemente con gli obiettivi strategici di lungo termine, la quota differita viene erogata a condizione che siano rispettati a livello di Gruppo adeguati livelli di stabilità patrimoniale

149 Per l’Asset Management,a basso assorbimento di capitale, e per le Compagnie Assicurative l’indicatore di riferimento è l’Utile Netto Normalizzato. 150 Per il sistema incentivante 2015 le risorse appartenenti al perimetro “Altro Personale più Rilevante” le regole di pagamento prevedevano il differimento di una quota pari al 30% del premio per due anni ad escludendo l’utilizzo di strumenti finanziari 151 Ad esclusione del 2017, per il quale il differimento è di tre anni in considerazione della riduzione della componente variabile di breve termine per effetto dell’avvio del nuovo piano di incentivazione di lungo termine 2017-2019/20.

260

(“Common Equity Tier 1”) e di liquidità (“Net Stable Funding Ratio”) coerentemente al “Risk Appetite Framework” definito nelle policy interne al termine del periodo di differimento. Il mancato soddisfacimento di dette condizioni comporta l’azzeramento della quota di premio differita (cd. “malus”). A partire dal 2015, in caso di maturazione di premi inferiori a 50.000 euro lordi e qualora il premio maturato individualmente sia inferiore al 15% della retribuzione fissa, la corresponsione avviene in modalità esclusivamente “up-front”, di cui il 50% “cash” al momento della maturazione e il restante 50% in azioni ordinarie UBI con una “retention” di 2 anni152. Negli anni precedenti il trattamento precedentemente descritto veniva applicato non considerando l’incidenza sulla retribuzione, ma qualora il premio maturato fosse stato inferiore ai 50.000 Euro. A partire dal 2019 la soglia sulla remunerazione variabile è stata innalzata al 25% con erogazione interamente in modalità “up-front cash”.

Sistemi di incentivazione di lungo termine Nel 2017, a sostegno del Piano Industriale, è stato avviato un nuovo piano di incentivazione a lungo termine per il periodo 2017-2019/2020 con l’obiettivo di allineare gli interessi del management con quelli di tutti gli stakeholder, oltre che nel breve, anche in una prospettiva di creazione di valore a lungo termine. Il Piano è mirato, tra l’altro, a rendere più competitivi i livelli target di remunerazione, valorizzando la componente variabile ed orientando il “pay-mix” verso la performance, anche al fine di favorire la fidelizzazione delle risorse strategiche. Destinatario di tale piano è il “Personale più rilevante”, ad eccezione degli Amministratori e dei Consulenti Finanziari non legati da rapporto di lavoro dipendente, delle Funzioni Aziendali di Controllo e di alcune specifiche posizioni, tenuto conto del relativo “pay-mix” e dei livelli di responsabilità. Nel corso del 2018 è stata prevista la partecipazione del “Personale più rilevante” di nuova identificazione, fatte salve le eccezioni di cui sopra. La valorizzazione dei bonus è prevista in azioni UBI (“Performance share”), considerate tra gli strumenti più appropriati per allineare gli interessi dei principali stakeholder con quelli del management. Ferme restando le condizioni preliminari di accesso (“gate”), sono previsti specifici obiettivi di creazione di valore per ciascun piano riportati nella Relazione sulla Remunerazione, a cui si rimanda per maggriori dettagli. La struttura della corresponsione dei premi (cd “pay-out”) prevede che l’erogazione avvenga:  una quota pari al 60% in azioni “up-front”, al termine del periodo di misurazione della performance (“accrual”), con una retention di due anni;  una quota pari al 40% in azioni, differita di due anni e con una retention di 1 anno. In ottica di adeguatezza alla normativa vigente, la quota è maturata prima del termine del periodo di differimento, ma sottoposta ad un ulteriore anno di retention per verificarne le effettive condizioni per il pagamento.

Al fine di assicurare nel tempo la stabilità patrimoniale e la liquidità, coerentemente con gli obiettivi strategici di lungo termine, la quota differita viene erogata qualora siano rispettati adeguati livelli di stabilità patrimoniale (“Common Equity Tier 1”) e di liquidità (“Net Stable Funding Ratio”) coerentemente al “Risk Appetite Framework” definito nelle policy interne al termine del periodo di differimento. Il mancato soddisfacimento di dette condizioni comporta l’azzeramento della quota di premio differita (cd. “malus”).

Tempistiche assegnazione delle quote di premio da erogare in strumenti finanziari relative ai sistemi di incentivazione Per quanto sopra, di seguito si riportano le tempistiche con le quali verranno erogate le quote di premio da erogare in strumenti finanziari:

152 In relazione agli specifici mercati di riferimento e della composizione del pacchetto retributivo, per le posizioni ricomprese nell’Asset Management il pagamento avviene in modalità “up-front cash” qualora il premio maturato individualmente sia inferiore a 80.000 euro e per i Consulenti Finanziari della Società IW Bank, qualora il premio maturato individualmente sia inferiore a 50.000 euro e al 33% della remunerazione ricorrente.

261

● nell’anno 2019 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2014 e della prima quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2016; ● nell’anno 2020 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2015 e della prima quota di azioni riferita al sistema incentivante di breve termine del 2017; ● nell’anno 2021 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2016, della prima quota di azioni riferita al sistema incentivante di breve termine del 2018 e della quota di azioni riferita al sistema incentivante di breve termine del 2019; ● nell’anno 2022 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2017, della prima quota di azioni riferita ai premi maturati per i sistemi incentivanti di lungo termine 2017-2019 e della quota di azioni riferita al sistema incentivante di breve termine del 2019; ● nell’anno 2023 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per il sistema incentivante di breve termine del 2018, della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per i sistemi incentivanti di lungo termine 2017-2019, della prima quota di azioni riferita ai premi maturati per i sistemi incentivanti di lungo termine 2017-2020 e della quota di azioni riferita al sistema incentivante di breve termine del 2019; ● nell’anno 2024 è prevista l’assegnazione della seconda quota di azioni riferita ai premi maturati per i sistemi incentivanti di lungo termine 2017-2020 e della quota di azioni riferita al sistema incentivante di breve termine del 2019; ● nell’anno 2025 è prevista l’assegnazione della quota di azioni riferita al sistema incentivante di breve termine del 2019.

B. Informazioni di natura quantitativa Sistemi di incentivazione di breve e lungo termine Ai sensi delle previsioni dell’IFRS 2 “Pagamenti basati su azioni” i piani in parola configurano un’operazione c.d. “equity settled”, ovvero un pagamento basato su azioni regolato con strumenti rappresentativi di capitale. In funzione di ciò, poiché l’IFRS 2 si pone l’obiettivo di riconoscere nel conto economico, sotto forma di spese per il Personale, l’impatto economico della remunerazione corrisposta mediante elementi del patrimonio netto, UBI Banca, nonché le società controllate coinvolte nei piani, hanno rilevato il costo di competenza dell’esercizio alla voce 160a “Spese amministrative: spese per il Personale” in contropartita ad un incremento del patrimonio netto mediante valorizzazione di un’apposita riserva data la circostanza che l’obbligazione in capo all’azienda verrà estinta mediante consegna di strumenti di patrimonio netto e tale obbligazione sarà in ogni caso regolata dalla Capogruppo. Con particolare riguardo alla quantificazione del costo dei piani si specifica che, in ossequio alle previsioni dell’IFRS 2, nell’impossibilità di quantificare con precisione il valore dei servizi offerti dai dipendenti, il medesimo è calcolato in funzione del fair value dell’azione UBI alla data di assegnazione moltiplicato per il numero di azioni che si stima matureranno. Nel dettaglio, il fair value degli strumenti di patrimonio netto assegnati, è determinato tenendo in considerazione che la consegna dei medesimi è prevista, in un arco temporale dal 2019 e sino al 2025; tali stime muovono dal prezzo di mercato delle azioni, dedotto il valore attuale dei dividendi distribuibili dal Gruppo UBI nel periodo immediatamente antecedente l’assegnazione delle azioni, e, in generale, ponderano adeguatamente i termini e le condizioni in base ai quali gli strumenti sono assegnati. Il costo complessivo stimato dei sistemi incentivanti di breve termine relativo alle azioni che verranno assegnate dal 2019 è pari a 92 migliaia di euro, e risulta così ripartito: ● quote up-front, valorizzate in:  n. 5.905 azioni assegnate nel 2019, equivalente a 17 migliaia di euro;  n. 8.591 azioni da assegnare nel 2020, equivalente a 23 migliaia di euro;  n. 6.520 azioni da assegnare nel 2021, equivalente a 21 migliaia di euro; ● quote differite, valorizzate (fatta salva la verifica delle condizioni cui è subordinato il differimento) in:  n. 1.687 azioni assegnate nel 2019, equivalente a 9 migliaia di euro;

262

 n. 3.937 azioni da assegnare nel 2021, equivalente a 10 migliaia di euro;  n. 4.770 azioni da assegnare nel 2022, equivalente a 12 migliaia di euro.

In funzione delle condizioni di maturazione ipotizzate, il predetto costo del piano è ripartito lungo tutto il periodo di maturazione previsto dal medesimo, imputando a conto economico la quota parte di competenza che, per l’esercizio in corso, è pari a 20 migliaia di euro. Si segnala inoltre che l’eventuale variazione del costo avverrà solamente in funzione della non maturazione dei requisiti e conseguente mancata consegna di azioni, per non soddisfacimento delle condizioni di risultato previste dal piano o in caso di non permanenza in servizio, e non anche in funzione delle variazioni di fair value delle azioni UBI. Il costo complessivo stimato del sistema di incentivazione di lungo termine attivato nel 2017 è pari a 115 migliaia di euro e è ripartito lungo tutto il periodo di maturazione previsto dal medesimo, imputando a conto economico la quota parte di competenza che, per l’esercizio in corso, è pari a 17 migliaia di euro, in particolare risulta così ripartito: ● n. 26.505 azioni da assegnare nel 2023, equivalente a 71 migliaia di euro; ● n. 17.670 azioni da assegnare nel 2024, equivalente a 44 migliaia di euro.

263

Parte L - Informativa di settore

La Banca non è tenuta a fornire l’informativa di settore. La stessa viene fornita a livello di Bilancio Consolidato dalla Capogruppo UBI Banca.

264

Parte M- Informativa sul leasing

Sezione 1 Locatario

Informazioni qualitative

In merito al perimetro dei contratti soggetti, a far data dal 1° gennaio 2019, alle previsioni dell’IFRS 16 sono state individuate, per la Banca, le seguenti tipologie:  contratti di locazione immobiliare;  contratti di locazione autoveicoli aziendali.

I contratti di leasing immobiliare rappresentano l’area più significativa in termini di valore dei diritti d’uso. Tali contratti includono nella grande maggioranza immobili destinati all’uso uffici o filiali bancarie. I contratti, di norma, hanno durata superiore a 12 mesi e presentano tipicamente opzioni di rinnovo ed estinzione esercitabili dal locatore e dal locatario secondo le regole di legge o previsioni specifiche contrattuali. Generalmente questi contratti non includono l’opzione di acquisto al termine del leasing oppure costi di ripristino significativi per la Banca. Nel caso degli autoveicoli, si tratta di contratti di noleggio a lungo termine riferiti alla flotta aziendale messa a disposizione dei dipendenti.

Per una più puntuale ed esaustiva descrizione del perimetro di applicazione, degli impatti sui processi aziendali, delle regole e dei processi contabili si rinvia a quanto illustrato nella “Parte A – Politiche contabili – A. 1 Generale – Sezione 4 Altri Aspetti”; mentre per quanto riguarda i criteri di iscrizione, classificazione, valutazione e cancellazione di tali contratti si rimanda alla “Parte A – Politiche contabili – A. 2 Parte relativa alle principali voci di bilancio”. Si specifica inoltre che le casistiche disciplinate nell’IFRS 16 paragrafo 59 ai punti b), c) e d) non hanno comportato significativi impatti per la Banca e che le fattispecie previste dal paragrafo 55 del principio non rilevano.

Informazioni quantitative

In relazione alle informazioni quantitative circa gli impatti sulla situazione patrimoniale ed economica della Banca, come previsto dalla normativa, si fa rinvio, per contenuto, alle specifiche sezioni della Nota Integrativa. Nel dettaglio:  per i diritti d’uso acquisiti con il leasing alla “Parte B Informazioni sullo stato patrimoniale - Attivo - Sezione 8”;  per i debiti per leasing a quanto commentato nella “Parte B Informazioni sullo stato patrimoniale - Passivo - Sezione 1”;  per gli impatti economici alla “Parte C Informazioni sul conto economico” rispettivamente alle voci interessi passivi e rettifiche di valore di attività materiali.

Sezione 2 Locatore

Per la Banca non rileva tale fattispecie.

265

Allegati al Bilancio d’esercizio

266

Prospetti riepilogativi dei dati essenziali della società controllante UBI Banca S.c.p.A. (ex art. 2497 bis del c.c.)

STATO PATRIMONIALE (in migliaia di euro)

ATTIVO 31.12.2018

10. Cassa e disponibilità liquide 732.742

20. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico: 1.203.500

a) attività finanziarie detenute per la negoziazione 407.000

c) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value 796.500

30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 8.889.656

40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato: 102.020.450

a) crediti verso banche 9.953.490

b) crediti verso clientela 92.066.960

50. Derivati di copertura 44.084

60. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) 97.429

70. Partecipazioni 1.467.282

80. Attività materiali 1.747.497

90. Attività immateriali 1.278.491

di cui Avviamento 1.195.839

100. Attività fiscali: 3.880.942

a) correnti 1.295.811

b) anticipate 2.585.131

- di cui alla Legge 214/2011 1.667.308

110. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione 2.525

120. Altre attività 1.240.334

Totale dell’attivo 122.604.932

PASSIVO E PATRIMONIO NETTO 31.12.2018

10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato: 109.359.943

a) debiti verso banche 16.946.039

b) debiti verso clientela 66.446.170

c) titoli in circolazione 25.967.734

20. Passività finanziarie di negoziazione 412.610

40. Derivati di copertura 109.169

50. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica (+/-) 74.297

60. Passività fiscali: 141.145

a) correnti 17.712

b) differite 123.433

80. Altre passività 2.950.457

90. Trattamento di fine rapporto del personale 286.105

100. Fondi per rischi e oneri: 413.089

a) impegni e garanzie rilasciate 63.289

b) quiescenza e obblighi simili 91.932

c) altri fondi per rischi e oneri 257.868

110. Riserve da valutazione (319.731)

140. Riserve 2.597.635

150. Sovrapprezzi di emissione 3.294.604

160. Capitale 2.843.177

170. Azioni proprie ( - ) (25.074)

180. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 467.506

Totale del passivo e del patrimonio netto 122.604.932

267

CONTO ECONOMICO (in migliaia di euro)

31.12.2018

10. Interessi attivi e proventi assimilati 1.919.868

di cui: interessi attivi calcolati con il metodo dell'interesse effettivo 1.775.039

20. Interessi passivi e oneri assimilati (376.092)

30. Margine di interesse 1.543.776

40. Commissioni attive 1.513.445

50. Commissioni passive (105.940)

60. Commissioni nette 1.407.505

70. Dividendi e proventi simili 126.547

80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 55.334

90. Risultato netto dell'attività di copertura (10.324)

100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: (20.131)

a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (78.185)

b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 63.626

c) passività finanziarie (5.572)

110. Risultato netto delle altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico (29.328)

b) altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value (29.328)

120. Margine di intermediazione 3.073.379

130. Rettifiche/riprese di valore nette per rischio di credito di: (442.782)

a) attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (443.540)

b) attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 758

140. Utili/perdite da modifiche contrattuali senza cancellazioni (37.072)

150. Risultato netto della gestione finanziaria 2.593.525

160. Spese amministrative: (2.442.796)

a) spese per il personale (1.326.370)

b) altre spese amministrative (1.116.426)

170. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri 42.228

a) impegni e garanzie rilasciate 23.518

b) altri accantonamenti netti 18.710

180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (60.949)

190. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (13.309)

200. Altri oneri/proventi di gestione 279.481

210. Costi operativi (2.195.345)

220. Utili (Perdite) delle partecipazioni 740

250. Utili (Perdite) da cessione di investimenti 1.019

260. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 399.939

270. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente 67.567

280. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 467.506

300. Utile (Perdita) d'esercizio 467.506

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Pubblicità dei corrispettivi di revisione contabile e dei servizi diversi dalla revisione a norma del Regolamento Emittenti Consob art. 149 duodecies.

Ai sensi di quanto disposto dall’art. 149 duodecies del Regolamento Emittenti Consob si riportano, nella tabella che segue, le informazioni riguardanti i corrispettivi erogati a favore della società di revisione Deloitte & Touche SpA ed alle società appartenenti alla stessa rete per i seguenti servizi:

1) Servizi di revisione che comprendono:  l’attività di controllo dei conti annuali, finalizzata all'espressione di un giudizio professionale;  l’attività di controllo dei conti infrannuali. 2) Servizi di attestazione che comprendono incarichi con cui il revisore valuta uno specifico elemento, la cui determinazione è effettuata da un altro soggetto che ne è responsabile, attraverso opportuni criteri, al fine di esprimere una conclusione che fornisca al destinatario un grado di affidabilità in relazione a tale specifico elemento.

I corrispettivi esposti in tabella, di competenza dell’esercizio 2019, sono quelli contrattualizzati, comprensivi di eventuali indicizzazioni (ma non anche di spese vive, dell’eventuale contributo di vigilanza ed IVA).

Compensi Tipologia di servizio Soggetto che ha erogato il servizio Destinatario del servizio (€/migliaia)

Revisione contabile Deloitte & Touche Spa IW Private Investment Bank SpA 178

Servizi di attestazione Deloitte & Touche Spa IW Private Investment Bank SpA 11

Totale 189

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Informazioni di cui all’Allegato A della Parte Prima, Titolo III, Capitolo 2 della Circolare Banca d’Italia n. 285 del 17 dicembre 2013

Lettera F) - Contributi Pubblici Ricevuti

A tal proposito si segnala, anche ai sensi di quanto disposto dalla c.d. “Legge annuale per il mercato e la concorrenza” (Legge n. 124/2017) nonché del D.L. 34/2019 (Decreto Crescita) convertito con legge 28 giugno 2019 n. 58, che la Banca non ha ricevuto contributi dalle Amministrazioni Pubbliche nell’esercizio 2019 o in precedenti esercizi. Si segnala inoltre che, in ottemperanza alle disposizioni previste per la compilazione dell’informativa in oggetto, sono escluse le operazioni poste in essere con le Banche Centrali per finalità di stabilità finanziaria oppure le operazioni aventi l’obiettivo di facilitare il meccanismo di trasmissione della politica monetaria.

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Glossario

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ABF (ARBITRO BANCARIO FINANZIARIO) L’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) è un organismo per la risoluzione stragiudiziale delle controversie (ADR dall’inglese: Alternative Dispute Resolution – cfr. definizione) previsto dall’art. 128-bis del TUB (Testo Unico Bancario), introdotto dalla Legge sul Risparmio (Legge n. 262/2005). L’organizzazione ed il funzionamento dell’ABF sono disciplinati dalle “Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari” emanate dalla Banca d’Italia il 18 giugno 2009 e successive modifiche ed integrazioni. L’adesione è obbligatoria da parte di tutte le banche e degli altri intermediari finanziari. All’ABF, operativo dal 15 ottobre 2009, possono essere sottoposte tutte le controversie, relative a operazioni o comportamenti non anteriori al 1° gennaio 2009, aventi ad oggetto l’accertamento di diritti, obblighi e facoltà, indipendentemente dal valore del rapporto al quale si riferiscono. Se la richiesta del ricorrente ha ad oggetto la corresponsione di una somma di denaro a qualunque titolo, la controversia rientra nella cognizione dell’ABF a condizione che l’importo richiesto non sia superiore a 100.000 euro. Sono escluse le controversie attinenti a servizi/attività di investimento e al collocamento di prodotti finanziari nonché alle operazioni e servizi che siano componenti di prodotti finanziari. Il ricorso all’ABF soddisfa la condizione di procedibilità per un’eventuale successiva domanda giudiziale, a norma dell’art. 5, comma 1-bis del D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni (cfr. definizione di Mediazione). Ad eccezione dei casi in cui la procedura di ricorso all’ABF è avviata dal Prefetto153, e di risposta negativa a una richiesta di rimborso di un’operazione di pagamento eseguita su iniziativa del beneficiario154, l’espletamento della fase di reclamo (cfr. definizione) presso l’intermediario costituisce condizione preliminare e necessaria per adire l’ABF155, al quale si può ricorrere nei casi di esito insoddisfacente del reclamo ovvero di mancato esito del reclamo nel termine dei trenta giorni dalla ricezione da parte della banca. Il ricorso è gratuito per il cliente, salvo il versamento di un importo pari a 20 euro per contributo alle spese della procedura che deve essere rimborsato dalla banca al ricorrente qualora il collegio accolga il ricorso in tutto o in parte. Tale contributo non è dovuto se la procedura è stata attivata dal Prefetto. A differenza dello strumento della conciliazione, che mira a favorire il raggiungimento di un accordo fra le parti, l’ABF esprime una decisione sui ricorsi ricevuti attraverso un apposito collegio giudicante, ferma restando la facoltà delle parti di ricorrere all’Autorità Giudiziaria o ad ogni altro mezzo previsto dall’ordinamento a tutela dei propri interessi. L’ABF è costituito da un organo decidente articolato in sette collegi (Milano, Torino, Bologna, Roma, Bari, Napoli e Palermo) ognuno con una segreteria tecnica presso la Banca d’Italia. In ciascun collegio l’organo decidente è composto da cinque membri, tre dei quali (compreso il Presidente) designati dalla Banca d’Italia, uno dalle associazioni degli intermediari e uno dalle associazioni che rappresentano i clienti.

ABS (ASSET BACKED SECURITIES) Strumenti finanziari emessi da una SPV (cfr. definizione) a fronte di operazioni di cartolarizzazione (cfr. definizione) il cui rendimento e rimborso sono garantiti da attivi (crediti) di proprietà della Società Veicolo ai sensi della Legge n. 130/99, destinati in via esclusiva al soddisfacimento dei diritti incorporati negli strumenti finanziari stessi. A titolo esemplificativo e non esaustivo, nel caso il portafoglio sottostante l'operazione di cartolarizzazione fosse

153 Con Provvedimento del 13 novembre 2012, Banca d’Italia – in attuazione di quanto previsto dall’art. 27-bis, comma 1 quinquies, del D.L. n. 1/2012, convertito con modificazioni dalla Legge n. 27/2012 – ha previsto che la procedura di ricorso all’ABF possa essere avviata, su istanza del cliente, dai Prefetti, in relazione a contestazioni inerenti alla mancata erogazione, al mancato incremento o alla revoca di un finanziamento, all’inasprimento delle condizioni applicate ad un contratto di finanziamento o ad altri comportamenti della banca conseguenti alla valutazione del merito creditizio. 154 Si veda il paragrafo 5.2 della Sezione IV delle Disposizioni di Banca d’Italia denominate “Attuazione del Titolo II del D.Lgs. n. 11 del 27 gennaio 2010 relativo ai servizi di pagamento (Diritti e Obblighi delle Parti)”. 155 A norma delle “Disposizioni sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari” (Sez. VI, par. 1, nota 1) sono tuttavia ammissibili i ricorsi proposti in assenza di reclamo all’intermediario relativi alle controversie pendenti davanti all’autorità giudiziaria per le quali il giudice abbia rilevato il mancato esperimento della condizione di procedibilità di cui all’art. 5, comma 1, del D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni.

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costituito da mutui ipotecari, gli strumenti finanziari sarebbero MBS – Mortgage Backed Securities.

ACF (ARBITRO PER LE CONTROVERSIE FINANZIARIE) L’Arbitro per le Controversie Finanziarie (ACF) è un organismo per la risoluzione stragiudiziale delle controversie (ADR dall’inglese: Alternative Dispute Resolution – cfr. definizione) istituito in forza della Delibera Consob n. 19602 del 4 maggio 2016, nell’ambito della quale la Consob ha adottato anche il relativo Regolamento concernente i criteri di svolgimento delle procedure di risoluzione extragiudiziale delle controversie presso l’ACF. L’adesione è obbligatoria da parte di tutti gli intermediari, comprese le banche italiane. All’ACF possono essere sottoposte tutte le controversie fra investitori e intermediari, relative alla violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza cui gli intermediari sono tenuti nei loro rapporti con gli investitori nell’esercizio delle attività disciplinate nella parte II del TUF, incluse le controversie transfrontaliere e le controversie oggetto del Regolamento (UE) n. 524/2013. Sono esclusi dalla competenza dell’ACF i danni che non sono conseguenza immediata e diretta dell’inadempimento o della violazione da parte dell’intermediario degli obblighi di cui sopra e quelli che non hanno natura patrimoniale. L’ACF è tenuto a collaborare con gli altri organismi di risoluzione stragiudiziale delle controversie, anche al fine di delimitare le reciproche competenze. Non rientrano nell’ambito di operatività dell’ACF le controversie che implicano la richiesta di somme di denaro per un importo superiore a 500.000 euro. Il ricorso all’ACF soddisfa la condizione di procedibilità per un’eventuale successiva domanda giudiziale, a norma dell’art. 5, comma 1-bis del D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni (cfr. definizione di Mediazione). La previa presentazione di un reclamo (cfr. definizione) all’intermediario sui medesimi fatti oggetto del ricorso all’ACF costituisce condizione preliminare e necessaria per adire l’ACF, al quale si può ricorrere nei casi di esito insoddisfacente del reclamo ovvero di mancato esito del reclamo nel termine dei sessanta giorni dalla sua presentazione, senza che l’intermediario abbia comunicato all’investitore le proprie determinazioni (il ricorso deve essere proposto entro un anno dalla presentazione del reclamo). Il ricorso all’ACF non può essere proposto quando, sui medesimi fatti oggetto dello stesso, sono pendenti, anche su iniziativa dell’intermediario a cui l’investitore ha aderito, altre procedure di risoluzione extragiudiziale delle controversie, mentre non costituisce impedimento la preventiva pendenza di un giudizio dinanzi all’Autorità Giudiziaria Ordinaria. Il ricorso all’ACF può essere proposto esclusivamente dall’investitore, personalmente o per il tramite di un’associazione rappresentativa degli interessi dei consumatori ovvero di un procuratore. Il ricorso è gratuito per il cliente. Le spese per l’avvio del procedimento sono poste a carico del fondo di cui all’articolo 8 del Decreto Legislativo n. 179 dell’8 ottobre 2007 e successive modificazioni, nei limiti di capienza del medesimo. L’ACF è costituito da un collegio decidente e da una segreteria tecnica. Il collegio è composto da cinque membri, tre dei quali (compreso il Presidente) designati dalla Consob, uno dalle associazioni degli intermediari e uno dalle associazioni che rappresentano i consumatori.

ACQUISITION FINANCE Finanziamenti al servizio di operazioni di acquisizione aziendale.

ADDITIONAL TIER 1 – AT1 (CAPITALE AGGIUNTIVO DI CLASSE 1) Si veda in proposito l’informativa sui fondi propri e sull’adeguatezza patrimoniale contenuta nell’informativa al pubblico (“Terzo pilastro” o “Pillar 3”).

ADR (ALTERNATIVE DISPUTE RESOLUTION) In italiano, “risoluzione alternativa delle controversie”. La sigla indica l’insieme dei metodi, strumenti, tecniche stragiudiziali di risoluzione delle controversie: una o entrambe le parti si affidano a un terzo imparziale per porre fine a una lite, senza rivolgersi all’autorità giudiziaria. Le procedure più diffuse sono la conciliazione e l’arbitrato.

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ALM (ASSET & LIABILITY MANAGEMENT) Gestione integrata dell’attivo e del passivo finalizzata ad allocare le risorse in un’ottica di ottimizzazione del rapporto rischio-rendimento.

ALTERNATIVE INVESTMENT Forme di investimento alternative rispetto alle azioni, alle obbligazioni e alla liquidità, fra le quali sono compresi, tra gli altri, gli investimenti di Private Equity (cfr. definizione) e gli investimenti in hedge fund (cfr. definizione).

ASSET MANAGEMENT Attività di gestione e amministrazione degli investimenti finanziari di terzi.

ATECO Versione nazionale, sviluppata dall’Istat, della classificazione delle attività economiche definita in ambito europeo e approvata con Regolamento comunitario. L’ultima classificazione è Ateco 2007, che ha sostituito la precedente Ateco 2002.

ATTIVO TANGIBILE Valore contabile degli attivi della Banca calcolato escludendo le attività immateriali.

ATM (AUTOMATED TELLER MACHINE) Apparecchiatura automatica per l’effettuazione da parte della clientela di operazioni quali ad esempio il prelievo di contante, il versamento di contante o assegni, la richiesta di informazioni sul conto, il pagamento di utenze, le ricariche telefoniche, ecc.. Il cliente attiva il terminale introducendo una carta e digitando il codice personale di identificazione.

ATTIVITÀ INTANGIBILE O IMMATERIALE Attività non monetaria identificabile priva di consistenza fisica.

ATTIVITÀ DI RISCHIO PONDERATE (RISK WEIGHTED ASSETS – RWA) Attività per cassa e fuori bilancio classificate e ponderate in base a diversi coefficienti legati ai rischi, ai sensi delle normative bancarie emanate dagli Organi di Vigilanza per il calcolo dei coefficienti patrimoniali.

AUDIT Processo di controllo sull’attività e sulla contabilità societaria che viene svolto sia da strutture interne (internal audit – cfr. definizione) che da società terze (external audit).

AUTORITÀ DI VIGILANZA Le Autorità di Vigilanza – Banca d’Italia, Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni), COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) – sono individuate dalla Legge 28 dicembre 2005, n. 262 “Disposizioni a tutela del risparmio e disciplina dei mercati finanziari” c.d. “Legge sul Risparmio”. La Consob svolge funzioni di controllo sui mercati mobiliari e con la Banca d’Italia attività di vigilanza sugli intermediari che svolgono attività di intermediazione mobiliare: banche, SIM, SGR e altri soggetti abilitati. Con riferimento a tali intermediari è competente per quanto riguarda la trasparenza e la correttezza dei comportamenti. L’IVASS è una autorità indipendente dotata di autonomia patrimoniale, contabile, organizzativa e gestionale. L'Istituto opera per garantire la stabilità del mercato e delle imprese di assicurazione nell'interesse degli assicurati e degli utenti in generale. La COVIP è l‘autorità amministrativa che ha il compito di vigilare sul funzionamento dei fondi pensione complementari. L’AGCM, detta “Autorità Antitrust”, è un’autorità indipendente che ha competenze in materia di tutela della concorrenza, in particolare concentrazioni, intese e abusi di posizione

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dominante; inoltre ha competenza in materia di pubblicità ingannevole e comparativa e di conflitto di interessi.

BACKTESTING Analisi retrospettiva volta a verificare l’affidabilità delle misurazioni di rischio associate alle posizioni di portafogli di attività.

BANCA CENTRALE EUROPEA (BCE) La Banca Centrale Europea, nata nel giugno 1998, assicura – direttamente o per il tramite delle Banche Centrali nazionali – lo svolgimento dei compiti assegnati all’Eurosistema e al Sistema europeo di Banche Centrali. Nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico, che comprende anche le autorità nazionali competenti, la Banca Centrale Europea è inoltre preposta alla vigilanza prudenziale sugli enti creditizi insediati nell’Area dell’euro e negli Stati membri partecipanti non appartenenti all’Area. Gli organi decisionali sono il Comitato esecutivo, il Consiglio direttivo, il Consiglio generale ed il Consiglio di Vigilanza. Il primo è costituito dal Presidente e dal Vicepresidente della BCE e da quattro membri, nominati dal Consiglio europeo. Il Consiglio direttivo, principale organo decisionale, è composto dai membri del Comitato esecutivo e dai governatori delle Banche Centrali nazionali dei Paesi dell’Area euro. Il Consiglio generale comprende il Presidente e il Vicepresidente della BCE e i governatori delle Banche Centrali nazionali dei Paesi della UE. Il Consiglio di Vigilanza annovera un Presidente, un Vicepresidente, quattro rappresentanti della BCE e cinque rappresentanti delle Autorità di Vigilanza nazionali. La Banca d’Italia, come le altre Banche Centrali nazionali, detiene una quota del capitale sociale della BCE.

BANCASSURANCE Espressione che indica l’offerta di prodotti tipicamente assicurativi attraverso la rete operativa delle aziende di credito.

BANKING BOOK Solitamente identifica la parte di un portafoglio titoli, o comunque di strumenti finanziari in genere, destinata all’attività “proprietaria”.

BASILEA 3 Disciplina prudenziale per le banche e le imprese di investimento in vigore nell’Unione Europea dal 1° gennaio 2014. Si veda in proposito l’informativa sui fondi propri e sull’adeguatezza patrimoniale contenuta nell’informativa al pubblico (“Terzo pilastro” o “Pillar 3”).

BASIS POINT (PUNTO BASE) Corrisponde a un centesimo di punto percentuale (0,01%).

BASIS SWAP Contratto che prevede lo scambio, tra due controparti, di pagamenti legati a tassi variabili basati su un diverso indice.

BENCHMARK Parametro di riferimento degli investimenti finanziari: può essere rappresentato dagli indici di mercato più noti ovvero da altri ritenuti meglio rappresentativi del profilo rischio/rendimento.

BEST PRACTICE Comportamento commisurato alle esperienze più significative e/o al miglior livello raggiunto dalle conoscenze riferite ad un certo ambito tecnico/professionale.

CAGR - COMPOUND ANNUAL GROWTH RATE (TASSO DI CRESCITA ANNUO COMPOSTO) Tasso di crescita annuale applicato ad un investimento o ad altre attività per un periodo pluriennale. La formula per calcolare il CAGR è [(valore attuale/valore base)^(1/n° anni)-1].

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CAPITAL ALLOCATION Processo che porta alla decisione di come distribuire l’investimento tra le diverse categorie di attività finanziarie (in particolare obbligazioni, azioni e liquidità). Le scelte di capital allocation sono determinate dalla necessità di ottimizzare il rapporto rendimento/rischio in relazione all’orizzonte temporale e alle aspettative dell’investitore.

CAPTIVE Termine genericamente riferito a “reti” o società che operano esclusivamente con clientela dell’azienda o del gruppo.

CARTOLARIZZAZIONE Operazione mediante la quale una Società (detta Originator, cfr. definizione) trasforma un’attività finanziaria o reale non negoziabile in strumenti finanziari negoziabili. L’operazione viene effettuata mediante la cessione delle attività a una Società Veicolo (SPV, cfr. definizione) o mediante l’utilizzo di strumenti finanziari derivati. Il corrispettivo che la Società Veicolo è tenuta a pagare all’Originator è ottenuto mediante l’emissione di titoli (cfr. ABS). Le attività di proprietà della Società Veicolo (ad esempio, i crediti acquisiti dall’Originator) sono destinati esclusivamente alla realizzazione dei diritti e degli interessi dei portatori dei titoli. In Italia la materia è regolata principalmente dalla Legge n. 130 del 30 aprile 1999, la quale prevede che le emissioni di titoli che vengono collocate in Italia presso il pubblico devono obbligatoriamente avere un rating (cfr. rating).

CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP) Istituto fondato nel 1863 alle dipendenze del Ministero delle Finanze e dotato, per effetto della L. 197/1983, di autonomia amministrativa e organizzativa. Esso è stato trasformato in società per azioni nel dicembre 2003. Dal settembre 2006 la Cassa Depositi e Prestiti Spa è inclusa tra le Istituzioni finanziarie monetarie. Dalla stessa data è soggetta al regime di riserva obbligatoria dell’Eurosistema. Dall’ottobre 2007 i dati di bilancio della Cassa Depositi e Prestiti sono inclusi nelle statistiche, compilate secondo i principi armonizzati del SEBC (cfr. definizione), sulla situazione dei conti delle banche e dei fondi comuni monetari residenti in Italia. Si occupa del finanziamento degli investimenti pubblici e dello sviluppo delle infrastrutture del Paese. Supporta le imprese italiane, favorendo l’innovazione e la crescita, promuovendo l’export e l’internazionalizzazione e sostenendo la cooperazione internazionale. Contribuisce allo sviluppo del mercato immobiliare italiano come principale operatore del social and affordable housing.

CASSA DI COMPENSAZIONE E GARANZIA (CCG) Società per azioni che svolge la funzione di controparte centrale sui mercati azionari a pronti e dei derivati gestiti da Borsa Italiana nonché sul Mercato Telematico dei titoli di Stato.

CESSIONE DEL QUINTO DELLO STIPENDIO O DELLA PENSIONE La cessione del quinto è una particolare tipologia di prestito personale destinata a lavoratori dipendenti e a pensionati. In tale forma tecnica il rimborso delle rate avviene tramite cessione di una quota dello stipendio o della pensione a favore del soggetto finanziatore. Tale quota, trattenuta direttamente in busta paga, non può eccedere la quinta parte dell’emolumento netto mensile. La materia è stata originariamente disciplinata dal D.P.R. 5 gennaio 1950, n. 180, integrato e modificato da successivi interventi normativi.

COMMON EQUITY TIER 1 - CET 1 (CAPITALE PRIMARIO DI CLASSE 1) Si veda in proposito l’informativa sui fondi propri e sull’adeguatezza patrimoniale contenuta nell’informativa al pubblico (“Terzo pilastro” o “Pillar 3”).

CONCILIATORE BANCARIOFINANZIARIO Il “Conciliatore BancarioFinanziario – Associazione per la soluzione delle controversie bancarie, finanziarie e societarie ADR” è un’iniziativa promossa con il patrocinio dell’ABI dai

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primi dieci gruppi bancari, fra i quali il Gruppo UBI Banca, per dare alla clientela servizi per la soluzione delle controversie rapidi ed efficienti, alternativi alla procedura giudiziaria (ADR dall’inglese: Alternative Dispute Resolution – cfr. definizione). I servizi offerti sono: . Mediazione (cfr. definizione): la procedura di mediazione presso il Conciliatore BancarioFinanziario è disciplinata oltre che dal D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni, dal “Regolamento di procedura per la mediazione” del relativo organismo depositato presso il Ministero della Giustizia. In relazione all’obbligo del preventivo esperimento della procedura di mediazione, quale condizione di procedibilità dell’eventuale domanda giudiziale relativa a controversie in materia di contratti bancari e finanziari, i contratti con la clientela individuano l’organismo di mediazione presso il Conciliatore BancarioFinanziario, quale organismo a cui sottoporre le citate controversie, in quanto specializzato in tali materie e presente con una propria rete di mediatori diffusa sul territorio nazionale; . Arbitrato: procedura in cui le parti – sulla base di una specifica clausola contenuta nel contratto oggetto di contestazione o, comunque, di comune accordo – sottopongono una controversia ad un arbitro o ad un collegio di arbitri, esperti in materia bancaria, finanziaria e societaria, riconoscendo loro il potere di decidere in merito.

CONDUIT Si veda in proposito la voce SPE/SPV.

CONFIDI (CONSORZI DI GARANZIA COLLETTIVA FIDI) Sono soggetti a natura cooperativa o consortile che rilasciano garanzie collettive a fronte di finanziamenti erogati a favore delle imprese socie o consorziate. Nell’attività di concessione del credito da parte delle banche alle Piccole e Medie Imprese, l’intervento dei confidi consente di ridurre i costi dell’informazione sui soggetti da affidare ed i rischi per i casi di inadempimento.

CONSUMER FINANCE Finanziamenti concessi alle famiglie consumatrici per fini personali collegati al consumo di beni e di servizi.

CORPORATE Tipologia di clientela riconducibile alle imprese di medie e grandi dimensioni (Mid-Corporate, Large Corporate).

CORPORATE GOVERNANCE Attraverso la composizione ed il funzionamento degli organi societari interni ed esterni, la struttura della corporate governance definisce la distribuzione dei diritti e delle responsabilità tra i partecipanti alla vita di una società, in riferimento alla ripartizione dei compiti, all’assunzione di responsabilità e al potere decisionale.

COST INCOME RATIO Indicatore economico definito dal rapporto tra i costi operativi ed il margine di intermediazione.

COVERED BOND Speciale obbligazione bancaria che, oltre alla garanzia della banca emittente, può usufruire anche della garanzia di un portafoglio di mutui ipotecari o di altri prestiti di alta qualità ceduti, per tale scopo, ad un’apposita società veicolo (fattispecie disciplinata dall’art. 7 bis della Legge 130 del 30 aprile 1999). Le banche che intendono emettere Covered Bond devono disporre di Fondi Propri non inferiori a 250 milioni di euro e di un Total Capital ratio a livello consolidato non inferiore al 9%. Degli attivi potenzialmente utilizzabili a garanzia, la quota ceduta non potrà superare i seguenti limiti, graduati in funzione del Tier 1 ratio e del Common Equity Tier 1 ratio a livello consolidato:

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 25% nei casi in cui congiuntamente Tier 1 ratio  7% e CET 1  6%;  60% nei casi in cui congiuntamente Tier 1 ratio  8% e CET 1  7%;  nessun limite nei casi in cui congiuntamente Tier 1 ratio  9% e CET 1  8%.

CPI (CREDIT PROTECTION INSURANCE) Polizze assicurative di protezione del credito che possono essere sottoscritte dai debitori di prestiti finanziari (prestiti personali, mutui e carte di credito) per garantire loro (in qualità di assicurati) di far fronte al pagamento del debito residuo o di un certo numero di rate nel caso di eventi negativi temporanei o definitivi (perdita involontaria del posto di lavoro, malattia, infortuni, invalidità permanente o morte). Tali polizze possono essere abbinate anche ai finanziamenti alle imprese, con una copertura assicurativa degli eventi che possono colpire i soci, gli amministratori o le figure chiave dell’azienda.

CREDITO AL CONSUMO Il credito al consumo è il contratto con il quale viene dilazionato il pagamento del prezzo ovvero concesso un prestito o altra analoga facilitazione finanziaria al consumatore per l’acquisto di beni e di servizi.

CREDIT DEFAULT SWAP Contratto col quale un soggetto, dietro pagamento di un premio periodico, trasferisce ad un altro soggetto il rischio creditizio insito in un prestito o in un titolo, al verificarsi di un determinato evento legato al deterioramento del grado di solvibilità del debitore.

CREDITI DETERIORATI Sofferenze, inadempienze probabili (cfr. definizione), esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate (cfr. definizione). Il complesso delle esposizioni deteriorate corrisponde alla categoria dei "non-performing" come definita nel Regolamento di esecuzione UE/2014/680 della Commissione Europea e successive modificazioni e integrazioni. Nell’ambito delle partite deteriorate rientrano anche le esposizioni oggetto di concessioni deteriorate che corrispondono alle “non-performing exposures with forbearance measures” come definite nel Regolamento sopra menzionato. Tali esposizioni sono classificate, a seconda dei casi, tra le sofferenze, le inadempienze probabili, oppure tra le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate.

CROSS SELLING Fidelizzazione della clientela tramite la vendita di prodotti e servizi tra loro integrati.

DEFAULT Identifica la condizione di dichiarata impossibilità ad onorare i propri debiti e/o il pagamento dei relativi interessi.

DERIVATI OTC NEGOZIATI CON LA CLIENTELA Attività di supporto alla clientela nella gestione dei rischi finanziari, in particolare di quelli derivanti dall’oscillazione dei tassi di cambio, dei tassi d’interesse e del prezzo delle commodity (materie prime).

DISASTER RECOVERY GEOGRAFICO Insieme di procedure tecniche ed organizzative attivate a fronte di un evento catastrofico che provochi l’indisponibilità completa del sito di elaborazione dati. L’obiettivo è riattivare le applicazioni vitali per l’azienda in un sito secondario (detto di recovery). Il sistema di disaster recovery si definisce “geografico” quando è locato ad almeno 50 km dal sistema di origine. L’obiettivo primario è quello di attenuare i rischi derivanti da eventi disastrosi con possibile impatto su di un’intera area metropolitana (terremoti, inondazioni, eventi bellici, ecc.) come prescritto dagli standard di sicurezza internazionali.

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DURATION Riferita ad un titolo ovvero ad un portafoglio obbligazionario, è un indicatore solitamente calcolato come media ponderata delle scadenze dei pagamenti per interessi e capitale associati al titolo stesso.

EAD (EXPOSURE AT DEFAULT) Stima del valore futuro di un’esposizione al momento del default (cfr. definizione) del relativo debitore.

EBA (EUROPEAN BANKING AUTHORITY) – AUTORITÀ BANCARIA EUROPEA Costituita dai rappresentanti delle Autorità di Vigilanza bancaria degli Stati membri dell’Unione Europea, l’EBA ha iniziato la sua operatività il 1° gennaio 2011, subentrando nei compiti e nelle responsabilità del Comitato delle Autorità europee di Vigilanza bancaria (Committee of European Banking Supervisors – CEBS) che è stato contestualmente soppresso. L’EBA tutela la stabilità del sistema bancario, la trasparenza dei mercati e dei prodotti finanziari e la protezione dei depositanti e degli investitori.

EFSF (EUROPEAN FINANCIAL STABILITY FACILITY) Strumento per l’assistenza finanziaria temporanea ai Paesi dell’Area euro in difficoltà istituito in seguito alla decisione del Consiglio della UE del 9 maggio 2010 e giuridicamente costituito in forma di società per azioni con sede legale in Lussemburgo. Dal 1° luglio 2013 è stato sostituito dallo European Stability Mechanism (cfr. ESM) nel fornire nuovo sostegno ai Paesi dell’Area dell’euro in difficoltà. Rimane in attività per la gestione dei programmi ai quali ha già preso parte (a favore di Irlanda, Portogallo e Grecia).

EFSM (EUROPEAN FINANCIAL STABILISATION MECHANISM) Strumento per l’assistenza finanziaria temporanea ai Paesi dell’Area euro in difficoltà istituito in seguito alla decisione del Consiglio della UE dell’11 maggio 2010. Amministrato dalla Commissione Europea per conto della UE, l’EFSM può erogare prestiti fino a un massimo di 60 miliardi di euro. Le operazioni di provvista sono garantite dal bilancio dell’Unione. L’EFSM è stato finora attivato per programmi di sostegno a Irlanda e Portogallo (entrambi conclusi nel 2014) nonché per la Grecia (finanziamento pienamente ripagato nell’agosto 2015).

ELIGIBLE ASSETS (ATTIVITÀ STANZIABILI O RIFINANZIABILI) Titoli posti a garanzia di operazioni con l'Eurosistema a fronte sia di operazioni di politica monetaria (finalizzate a immettere liquidità sul mercato) che dell'operatività infragiornaliera. Ai sensi dell’articolo 18.1 del Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC – cfr. definizione), tutte le operazioni di credito dell’Eurosistema devono infatti essere effettuate in presenza di adeguate garanzie. Per definire tali garanzie l’Eurosistema ha elaborato un quadro unico (denominato anche “lista unica”) che descrive le singole attività idonee alle operazioni di finanziamento ed i relativi haircut (cfr. definizione). La lista distingue attualmente gli strumenti eligibili fra: attività negoziabili (titoli quotati con adeguati livelli di rating) e attività non negoziabili (prestiti bancari).

E-MID (MERCATO INTERBANCARIO DEI DEPOSITI) Mercato per la negoziazione di depositi interbancari, garantiti e non, attraverso il circuito telematico gestito da e-MID SIM Spa.

EONIA (EURO OVERNIGHT INDEX AVERAGE) Tasso di interesse calcolato come media ponderata dei tassi overnight applicati su tutte le operazioni di finanziamento non garantite concluse sul mercato interbancario dalle banche di riferimento (reference ).

ESM (EUROPEAN STABILITY MECHANISM) Meccanismo permanente per la gestione delle crisi la cui costituzione è stata decisa dal Consiglio Europeo a fine 2010. Il 2 febbraio 2012 gli Stati membri dell’Unione Europea hanno

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emendato il trattato intergovernativo sottoscritto nel luglio 2011 che aveva istituito l’ESM. Operativo da ottobre 2012 e ubicato in Lussemburgo, si occupa del finanziamento degli Stati membri attraverso gli strumenti di intervento già a disposizione dell’EFSF (cfr. definizione) ed ha una capacità di credito massima pari a 500 miliardi di euro. L’8 dicembre 2014 il Consiglio dei Governatori dell’ESM ha adottato lo strumento di ricapitalizzazione diretta per le banche dell’Eurozona che consente all’istituzione di ricapitalizzare direttamente una banca a rilevanza sistemica dell’Eurozona solo però se si è già provveduto al coinvolgimento degli investitori privati.

ESMA (EUROPEAN SECURITIES AND MARKETS AUTHORITY) – AUTORITÀ EUROPEA DEGLI STRUMENTI FINANZIARI E DEI MERCATI Composta dai rappresentanti delle Autorità di Vigilanza dei partecipanti ai mercati finanziari degli Stati membri dell’Unione Europea, l’ESMA ha iniziato la sua operatività il 1° gennaio 2011 subentrando nei compiti e nelle responsabilità del Comitato delle Autorità europee di regolamentazione dei valori mobiliari (Committee of European Securities Regulators - CESR) che è stato contestualmente soppresso. L’ESMA tutela la stabilità del sistema finanziario, la trasparenza dei mercati e dei prodotti finanziari e la protezione degli investitori.

ESPOSIZIONI SCADUTE E/O SCONFINANTI DETERIORATE Vi rientrano le esposizioni per le quali la somma degli importi scaduti su ciascuna linea di credito relativa ad una singola controparte nei confronti di tutte le Banche e Società del Gruppo UBI: i. supera congiuntamente entrambe le Soglie di Rilevanza, rispettivamente assoluta e relativa, fissate dall’Autorità competente e di seguito riportate: a. Soglia di Rilevanza "assoluta", differenziata per tipologia di esposizione, ossia €100 per le esposizioni al dettaglio (Privati e Imprese Retail)9e €500 per le esposizioni diverse dalle esposizioni al dettaglio (esposizioni diverse da Privati e Imprese Retail): essa è rappresentata dal valore massimo che può raggiungere la somma di tutti gli importi in arretrato / sconfino dovuti da un debitore nei confronti del Gruppo UBI; b. Soglia di Rilevanza "relativa", pari all’1%: il valore che deve essere confrontato con tale soglia è calcolato come rapporto tra la somma degli importi in arretrato / sconfino (numeratore) e la somma degli importi complessivi di tutte le esposizioni (utilizzato) verso lo stesso debitore erogati dal Gruppo UBI (crediti cosiddetti “per cassa”); ii. presenta carattere continuativo e perdurare consecutivamente per almeno 90 giorni sopra entrambe le predette Soglie di Rilevanza.

ETC (EXCHANGE TRADED COMMODITY) Titoli di debito senza scadenza, emessi da una società veicolo a fronte dell’investimento diretto da parte dell’emittente in materie prime o in contratti future su materie prime.

ETF (EXCHANGE TRADED FUND) Fondi comuni di investimento che replicano l’andamento di un determinato indice di Borsa; i certificati rappresentativi delle quote sono ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato.

EURIBOR (EURO INTERBANK OFFERED RATE) Tasso di interesse interbancario al quale banche primarie si scambiano depositi in euro a varie scadenze. Viene calcolato giornalmente come media semplice delle quotazioni rilevate alle ore undici su un campione di banche con elevato merito creditizio selezionato periodicamente dalla European Banking Federation. All’Euribor sono legati vari contratti di prestito a tasso variabile (ad esempio i mutui casa).

ES (EXPECTED SHORTFALL) Misura la perdita potenziale attesa, relativa ad uno strumento finanziario ovvero ad un portafoglio, che eccede il VaR (cfr. definizione).

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FACTORING Contratto di cessione, pro soluto (con rischio di credito a carico del cessionario) o pro solvendo (con rischio di credito a carico del cedente), di crediti commerciali a banche o a società specializzate, ai fini di gestione e di incasso, al quale può essere associato un finanziamento a favore del cedente.

FAIR VALUE Corrispettivo al quale, in un regime di libera concorrenza, un bene può essere scambiato o una passività estinta, tra parti consapevoli e disponibili. Spesso è identico al prezzo di mercato. In base ai principi contabili IAS/IFRS (cfr. definizione) le banche applicano il fair value nella valutazione degli strumenti finanziari (attività e passività), nonché dei derivati, e possono altresì usarlo per la valorizzazione delle partecipazioni e delle immobilizzazioni materiali e immateriali (con diverse modalità di impatto sul conto economico per le differenti attività considerate).

FINANZIAMENTI IN POOL (PRESTITI SINDACATI) Prestiti organizzati e garantiti da un consorzio di banche ed altre istituzioni finanziarie.

FINTECH La tecnofinanza o tecnologia finanziaria (in inglese Financial Technology o FinTech) è la fornitura di servizi e prodotti finanziari attraverso le più avanzate tecnologie dell'informazione (ICT). Vista la loro natura altamente tecnologica, le imprese tecnofinanziarie sono generalmente nuove imprese che fondano la loro stessa filosofia di affari sulle ICT, contrapponendosi a quello più tradizionale delle aziende già esistenti. I servizi a cui può applicarsi la tecnofinanza sono, sostanzialmente, tutte quelle della finanza tradizionale, dalle transazioni e pagamenti all'intermediazione finanziaria, fino alla gestione del rischio finanziario e alle valute elettroniche.

FISCAL COMPACT Parte del Trattato sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance nell’Unione monetaria europea, sottoscritto il 2 marzo 2012 da tutti i Paesi della UE con l’eccezione del Regno Unito e della Repubblica Ceca ed entrato in vigore, a partire dal 1° gennaio 2013, per i Paesi della UE che l’hanno già ratificato (l’Italia lo ha ratificato con la Legge n. 114 del 23 luglio 2012). Il Fiscal compact impegna gli Stati firmatari ad inserire nella legislazione nazionale, preferibilmente a livello costituzionale, una norma che preveda il raggiungimento e mantenimento del pareggio o di un avanzo di bilancio in termini strutturali e un meccanismo automatico di correzione in caso di scostamento, elaborato sulla base di principi comuni proposti dalla Commissione. Il disavanzo in termini strutturali non può essere superiore allo 0,5% del Pil; può raggiungere l’1% solo se il rapporto tra il debito ed il prodotto è ampiamente inferiore al 60% e se i rischi per la sostenibilità di lungo periodo dei conti pubblici sono limitati.

FLOOR Contratto derivato su tasso d’interesse, negoziato al di fuori dei mercati regolamentati, con il quale viene fissato un limite minimo alla diminuzione del tasso creditore.

FONDI PROPRI Si veda in proposito l’informativa sui fondi propri e sull’adeguatezza patrimoniale contenuta nell’informativa al pubblico (“Terzo pilastro” o “Pillar 3”).

FORBEARANCE Termine utilizzato per indicare situazioni in cui il debitore non è considerato in grado di rispettare le scadenze e le condizioni contrattuali a causa di difficoltà finanziarie. Sulla scorta di tali difficoltà il creditore decide di modificare la scadenza e le condizioni del contratto per consentirgli di onorare il debito o di rifinanziarlo, integralmente o parzialmente.

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FRA (FORWARD RATE AGREEMENT) Contratto con cui le parti si accordano per ricevere (pagare) alla scadenza la differenza fra il valore calcolato applicando all’ammontare dell’operazione un tasso d’interesse predeterminato e il valore ottenuto sulla base del livello assunto da un tasso di riferimento prescelto dalle parti.

FUNDING Approvvigionamento, sotto varie forme, dei fondi necessari al finanziamento dell’attività aziendale o di particolari operazioni finanziarie.

FUTURE Contratti a termine standardizzati, con cui le parti si impegnano a scambiarsi, a un prezzo predefinito e a una data futura, valori mobiliari o merci. Tali contratti di norma sono negoziati su mercati organizzati dove viene garantita la loro esecuzione. A differenza delle opzioni (cfr. definizione) che conferiscono il diritto, ma non l’obbligo di comprare, i future obbligano i due contraenti a vendere o a comprare.

GOODWILL/BADWILL Identifica l’avviamento pagato per l’acquisizione di una quota partecipativa, pari alla differenza tra il costo e la corrispondente quota di patrimonio netto, per la parte non attribuibile ad elementi dell’attivo della società acquisita (Badwill nel caso di avviamento negativo).

HAIRCUT (SCARTO DI GARANZIA) Misura per il controllo dei rischi applicata alle attività stanziabili utilizzate nelle operazioni temporanee di rifinanziamento. La Banca Centrale determina infatti il valore delle attività costituite in garanzia deducendo dal valore di mercato del titolo una certa percentuale (scarto di garanzia). L’Eurosistema applica scarti di garanzia sulla base di caratteristiche specifiche delle attività.

HEDGE FUND Fondo comune di investimento che ha la possibilità – negata ai gestori tradizionali – di usare strumenti o strategie di investimento sofisticati quali lo “short selling” (vendita allo scoperto), i derivati (opzioni o future, anche oltre il 100% del patrimonio), l’hedging (copertura del portafoglio dalla volatilità di mercato attraverso vendite allo scoperto ed uso di derivati) e la leva finanziaria (l’indebitamento allo scopo di investire denaro preso a prestito).

IAS/IFRS Principi contabili internazionali (International Accounting Standards – IAS) emanati dall’International Accounting Standard Board (IASB), organismo responsabile dell'emanazione dei principi contabili internazionali. I principi emanati successivamente al luglio 2002 sono denominati IFRS “International Financial Reporting Standards” (IFRS). A livello internazionale è in corso uno sforzo di armonizzazione degli IAS/IFRS con gli US GAAP (cfr. definizione).

IBAN (INTERNATIONAL BANK ACCOUNT NUMBER) Standard internazionale utilizzato per identificare l’utenza bancaria. Dal 1° luglio 2008 l’uso del codice IBAN –composto da 27 caratteri – è obbligatorio non solo per i pagamenti esteri, ma anche per quelli fatti in Italia.

IDENTITY ACCESS MANAGEMENT Soluzione tecnico-organizzativa che permette di gestire e controllare l’intero ciclo di vita di assegnazione, gestione e revoca dei privilegi di accesso alle risorse informatiche e quindi alle informazioni aziendali da parte di ciascun utente.

INADEMPIENZE PROBABILI

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Esposizioni creditizie deteriorate, diverse da quelle classificate tra le sofferenze, per le quali la banca giudichi improbabile che il debitore adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle proprie obbligazioni creditizie, senza che vi sia la necessità di porre in essere azioni volte a preservare le ragioni di credito quali, ad esempio, l’escussione delle garanzie. Tale valutazione è effettuata dalla banca indipendentemente dalla presenza di eventuali insoluti laddove sussistano elementi che prefigurano una situazione di potenziale inadempienza del debitore.

INDEX LINKED Polizza vita la cui prestazione a scadenza dipende dall’andamento di un parametro di riferimento che può essere un indice azionario, un paniere di titoli o un altro indicatore.

INDICATORI ALTERNATIVI DI PERFORMANCE (IAP) Ai sensi degli orientamenti ESMA del 5 ottobre 2015 (entrati in vigore il 3 luglio 2016), per Indicatori Alternativi di Performance devono intendersi quegli indicatori di performance finanziaria, posizione finanziaria o flussi di cassa storici o futuri, diversi da quelli definiti o specificati nella disciplina applicabile sull’informativa finanziaria. Sono solitamente ricavati o basati sul bilancio redatto conformemente alla disciplina applicabile sull’informativa finanziaria, il più delle volte mediante l’aggiunta o la sottrazione di importi dai dati presenti nel bilancio. Esempi di IAP sono: gli utili operativi, gli utili di cassa, gli utili al lordo degli oneri una tantum, etc..

INDICE TANKAN Indicatore dell’economia giapponese costruito sulla base dei risultati di un’inchiesta condotta dalla Banca del Giappone l’ultimo mese di ogni trimestre. Oggetto dell’inchiesta sono sia il settore manifatturiero che quello dei servizi, con una segmentazione in funzione della grandezza delle imprese (grandi, medie, piccole imprese).

INTERNAL AUDIT Funzione alla quale è istituzionalmente attribuita l’attività interna di audit (cfr. definizione).

INVESTIMENTO IMMOBILIARE Immobile detenuto con lo scopo di ricavarne reddito o di beneficiare del relativo incremento di valore.

INVESTITORI ISTITUZIONALI Comprendono: le compagnie di assicurazione, i Fondi pensione, gli OICVM (cfr. definizione) e le Gestioni di patrimoni mobiliari.

INVESTMENT BANKING L’investment banking costituisce un segmento altamente specializzato della finanza che si occupa in particolare di assistere società e governi nell’emissione di titoli e più in generale nel reperimento di fondi sul mercato dei capitali. In tale ambito sono ricomprese anche altre attività quali, ad esempio, la consulenza in operazioni di fusione, scissione, incorporazione, acquisizione o ristrutturazioni societarie.

INVESTMENT GRADE Titoli obbligazionari di alta qualità che hanno ricevuto un rating (cfr. definizione) medio-alto (ad esempio non inferiore a BBB- nella scala di S&P Global).

INVESTOR Soggetto, diverso dall’Originator (cfr. definizione) e dallo Sponsor (cfr. definizione), che detiene un’esposizione verso una cartolarizzazione (cfr. definizione).

IRB (INTERNAL RATING BASED) APPROACH Approccio dei rating interni: prevede che tutte le stime dei parametri di rischio necessari per il calcolo del rischio di credito (PD, LGD, EAD, Maturity - cfr. definizioni) vengano realizzate

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internamente in via progressiva secondo un piano di roll-out definito con le Autorità di Vigilanza.

JOINT VENTURE Accordo tra due o più imprese per lo svolgimento di una determinata attività economica attraverso, solitamente, la costituzione di una società per azioni.

JUNIOR In un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione), è la tranche più subordinata dei titoli emessi, che sopporta per prima le perdite che possono verificarsi nel corso del recupero delle attività sottostanti.

LEASING Contratto con il quale una parte (locatore) concede all’altra (locatario) per un tempo determinato il godimento di un bene, acquistato o fatto costruire dal locatore su scelta e indicazione del locatario, con facoltà per quest’ultimo di acquistare la proprietà del bene a condizioni prefissate al termine del contratto di locazione.

LCR (LIQUIDITY COVERAGE RATIO) Il requisito di copertura della liquidità (LCR) è pari al rapporto tra la riserva di liquidità dell’ente creditizio e i deflussi netti di liquidità dello stesso, nell’arco di un periodo di stress di 30 giorni di calendario ed è espresso in percentuale. Il valore del rapporto non deve essere inferiore al 100%. Esso mira ad assicurare che una banca mantenga un livello adeguato di attività liquide di elevata qualità, non vincolate, che possano essere convertite in contanti per fronteggiare il proprio fabbisogno di liquidità nell’arco di 30 giorni di calendario, in uno scenario di stress. In base all’accordo raggiunto dal Comitato di Basilea per la supervisione bancaria il 6 gennaio 2013, tale indicatore è stato introdotto a partire dal 2015 con un livello minimo richiesto inizialmente pari al 60%, in progressivo incremento fino a raggiungere il 100% il 1° gennaio 2018.

LGD (LOSS GIVEN DEFAULT) Tasso di perdita stimato in caso di default (cfr. definizione) del debitore.

LIBOR (LONDON INTERBANK OFFERED RATE) Tasso d’interesse calcolato, per ogni scadenza prevista, come media aritmetica delle rilevazioni comprese fra i due quartili centrali dei tassi ai quali un gruppo di banche aderenti alla British Bankers Association (BBA) sono disposte a concedere depositi nelle principali divise alla clientela primaria.

LTV (LOAN TO VALUE) Rapporto tra l’ammontare del mutuo ed il valore del bene per il quale viene richiesto il finanziamento o il prezzo pagato dal debitore per acquisirne la proprietà. Il ratio LTV misura il peso dei mezzi propri impiegati dal debitore per l’acquisto del bene rispetto al valore del bene posto a garanzia del finanziamento. Maggiore è il valore del ratio LTV, minori sono i mezzi propri del debitore impiegati, minore conseguentemente è la protezione di cui gode il creditore.

MARK TO MARKET Valutazione di un portafoglio titoli e di altri strumenti finanziari sulla base dei prezzi espressi dal mercato.

MARK DOWN Differenza fra il tasso passivo medio delle forme tecniche di raccolta diretta considerate e l’Euribor.

MARK UP Differenza fra il tasso attivo medio delle forme tecniche di impiego considerate e l’Euribor.

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MATURITY Vita residua di un’esposizione, calcolata secondo regole prudenziali.

MEDIAZIONE La procedura di mediazione consiste nel tentativo di risolvere una controversia affidando ad un organismo di mediazione iscritto nell’apposito registro tenuto presso il Ministero della Giustizia il compito di agevolare il raggiungimento di un accordo tra le parti in tempi brevi, al massimo entro 3 mesi. La mediazione è disciplinata dal D.Lgs. 4 marzo 2010, n. 28 e successive modifiche ed integrazioni e richiede per determinate controversie, tra cui quelle in materia bancaria e finanziaria, l’assistenza di un avvocato. L’esperimento del procedimento di mediazione o, in alternativa, il ricorso, nell’ambito delle rispettive competenze, all’Arbitro Bancario Finanziario (cfr. definizione), all’Arbitro per le Controversie Finanziarie (cfr. definizione) è condizione di procedibilità per un’eventuale successiva domanda giudiziale relativa a controversie in materia di contratti bancari e finanziari, oltre che negli altri casi previsti dal citato Decreto. L’eventuale accordo raggiunto tra le parti, se sottoscritto dalle stesse e dai rispettivi avvocati o omologato, su istanza di parte dal presidente del Tribunale, costituisce titolo esecutivo.

MEZZANINE In un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione), è la tranche con grado di subordinazione intermedio tra quello della tranche junior (cfr. definizione) e quello della tranche senior (cfr. definizione).

MONOLINE Compagnie di assicurazione la cui unica linea di business è l’assicurazione finanziaria, ovvero l’assicurazione di obbligazioni (del tipo ABS e MBS) aventi come sottostante debiti di privati e mutui immobiliari. In cambio di una commissione, l’assicurazione garantisce il rimborso dell’obbligazione assumendosi direttamente il rischio di insolvenza del debitore.

MUTUI SUBPRIME Il concetto di subprime non è riferibile all’operazione di mutuo in sé, quanto piuttosto al prenditore (il mutuatario). Tecnicamente per subprime si intende un mutuatario che non dispone di una “credit history” pienamente positiva, in quanto caratterizzata da eventi creditizi negativi quali, ad esempio, la presenza di rate non rimborsate su precedenti prestiti, di assegni impagati e/o protestati e così via. Tali eventi passati sono sintomatici di una maggiore rischiosità intrinseca della controparte, cui corrisponde una maggiore remunerazione richiesta dall’intermediario che concede il mutuo. L’operatività con clientela subprime si è sviluppata nel mercato finanziario americano dove, a fronte della stipulazione di detti prestiti, solitamente faceva riscontro un’attività di cartolarizzazione ed emissione di titoli. Vengono definiti mutui ipotecari Alt-A quelli erogati sulla base di documentazione incompleta o inadeguata.

NEW MIC (NUOVO MERCATO INTERBANCARIO COLLATERALIZZATO) Segmento di mercato della piattaforma e-MID (cfr. definizione) nel quale vengono scambiati depositi interbancari su base anonima e garantiti dai rischi di credito, avviato l’11 ottobre 2010 come evoluzione del MIC (Mercato Interbancario Collateralizzato) che ha contestualmente cessato di operare. Il MIC era stato attivato il 2 febbraio 2009 dalla Banca d’Italia al fine di favorire una ripresa delle contrattazioni sui circuiti interbancari e una più ampia articolazione delle scadenze dei contratti. Rispetto al MIC, il New MIC si caratterizza - oltre che per il passaggio della gestione dello schema di garanzia dalla Banca d’Italia alla Cassa di Compensazione e Garanzia (cfr. definizione) – per un’estensione delle scadenze negoziate, un prolungamento degli orari di contrattazione ed una limitazione dei titoli accettati in garanzia.

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NFC (NEAR FIELD COMMUNICATION) La tecnologia NFC consente l’accettazione di pagamenti in modalità contactless ossia senza contatto fisico (lettura della banda magnetica o del microchip) tra la carta ed il terminale. Con tale tecnologia i pagamenti possono essere effettuati oltreché con carte contactless, anche con altri strumenti - quali smartphone NFC - e per movimenti di piccolo importo non viene emesso lo scontrino del POS e non è richiesta la digitazione del PIN o l’apposizione di firma a conferma della transazione.

NSFR (NET STABLE FUNDING RATIO) L’indicatore esprime il rapporto tra l’ammontare disponibile di provvista stabile e l’ammontare obbligatorio di provvista stabile. Il coefficiente, una volta entrato in vigore, dovrà essere superiore al 100%. L'indicatore stabilisce un ammontare minimo accettabile di raccolta stabile basato sulle caratteristiche di liquidità delle attività e delle operazioni di un’istituzione su un orizzonte temporale di un anno.

NON PERFORMING Termine generalmente riferito ai crediti aventi un andamento non regolare. Nello specifico il Gruppo UBI ripartisce le c.d. “Esposizioni Non-Performing” (o anche esposizioni deteriorate) nelle seguenti categorie segnaletiche, indipendentemente dall’acquisizione di eventuali garanzie (reali o personali) a supporto delle esposizioni: (i) “esposizioni scadute e/o cconfinanti deteriorate” (cfr. definizione), (ii) inadempienze probabili (cfr. definizione) e (iii) sofferenze (cfr. definizione).

NUTS (NOMENCLATURA DELLE UNITÀ TERRITORIALI PER LE STATISTICHE DELL’ITALIA) Nomenclatura usata per fini statistici a livello europeo (Eurostat), che prevede la seguente suddivisione: Italia settentrionale: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna; Italia centrale: Toscana, Umbria, Marche, Lazio; Italia meridionale: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna.

OBBLIGAZIONI STRUTTURATE Obbligazioni che comprendono una componente derivativa che consente al sottoscrittore di percepire un rendimento aleatorio legato all’andamento di una o più attività sottostanti (come azioni, indici azionari, merci, valute).

OICR (ORGANISMI DI INVESTIMENTO COLLETTIVO DEL RISPARMIO) Organismi il cui patrimonio è raccolto tra una pluralità di investitori mediante l’emissione e l’offerta di quote o azioni, gestito in monte nell’interesse degli investitori stessi e in autonomia dai medesimi, in base a una politica di investimento predeterminata. La voce comprende gli OICVM (cfr. definizione) e gli altri Fondi comuni di investimento (fondi comuni di investimento immobiliare, fondi comuni di investimento chiusi).

OICVM (ORGANISMI DI INVESTIMENTO COLLETTIVO IN VALORI MOBILIARI) La voce comprende i fondi comuni di investimento mobiliare aperti, italiani ed esteri, e le società di investimento a capitale variabile (Sicav).

OPTION Rappresenta il diritto, ma non l’impegno, acquisito col pagamento di un premio, di acquistare (call option) o di vendere (put option) uno strumento finanziario a un prezzo determinato (strike price) entro (american option) oppure ad una data futura (european option) determinata.

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ORIGINATOR Soggetto che cede il proprio portafoglio di attività a liquidità differita allo SPV (cfr. definizione) affinché venga cartolarizzato.

OTC (OVER THE COUNTER) Operazioni concluse direttamente fra le parti, senza utilizzare un mercato regolamentato.

OUTSOURCING Ricorso ad attività di supporto operativo effettuate da società esterne.

PATRIMONIO TANGIBILE Valore contabile del patrimonio netto calcolato escludendo le attività immateriali e gli strumenti di patrimonializzazione diversi dalle azioni ordinarie.

PATTO DI STABILITÀ E CRESCITA (PSC) Originariamente varato dal Consiglio Europeo nel 1997, il Patto è stato modificato dal pacchetto di provvedimenti entrato in vigore il 13 dicembre 2011, noto con il nome di six- pack, volto a rafforzare i meccanismi di sorveglianza multilaterale e ad aumentare gli incentivi alla disciplina di bilancio rafforzando l’automaticità del meccanismo sanzionatorio. In dettaglio:  i Paesi dell’Unione Europea si impegnano a convergere verso l’obiettivo del pareggio di bilancio con un miglioramento annuale del saldo strutturale di almeno lo 0,5% del Pil;  qualora il rapporto debito/Pil superi il 60%, l’eccedenza deve diminuire di un ventesimo all’anno nei 3 anni che terminano con quello di valutazione. Nel 2013 sono state approvate nuove disposizioni, note come two-pack, atte a potenziare il coordinamento economico tra gli Stati membri e ad introdurre nuovi strumenti di monitoraggio. Nel novembre 2014 un riesame delle norme six-pack e two-pack, previsto dalla normativa, ha stabilito che esse hanno contribuito al progresso del consolidamento di bilancio nell’UE. La Commissione Europea ha emanato all’inizio del 2015 delle linee guida relative alle modalità di applicazione delle norme del PSC, introducendo alcune clausole di flessibilità (in considerazione, ad esempio, delle riforme strutturali e degli investimenti attuati a sostegno dell’occupazione e della crescita).

PAYOUT RATIO Identifica la percentuale dell’utile netto distribuita dalla società ai propri azionisti.

PD (PROBABILITY OF DEFAULT) Probabilità che il debitore raggiunga la condizione di default (cfr. definizione) nell’ambito di un orizzonte temporale annuale.

PIR (PIANI INDIVIDUALI DI RISPARMIO A LUNGO TERMINE) La Legge di Stabilità 2017 (Legge 11 dicembre 2016, art.1, commi da 100 a 114), sul modello di analoghi prodotti esistenti in altri Paesi (quali Francia e Inghilterra), ha introdotto nell’ordinamento italiano i Piani Individuali di Risparmio a lungo termine (PIR) allo scopo di favorire la canalizzazione del risparmio delle persone fisiche verso gli investimenti nelle imprese, anche di medie dimensioni, residenti in Italia o in altri Stati membri dell’Unione Europea (ovvero in Stati aderenti all’Accordo sullo Spazio Economico Europeo). Il PIR è uno strumento di risparmio che trova espressione in un rapporto giuridico ad hoc (con particolari caratteristiche e soggetto ad uno speciale regime fiscale di esenzione condizionata) all’interno del quale i risparmiatori possono destinare somme di denaro o valori rispettando i vincoli previsti dalla norma.

PLAIN VANILLA SWAP Interest rate swap (cfr. definizione), in cui una controparte riceve un pagamento variabile legato al LIBOR (in genere il tasso LIBOR a sei mesi) e corrisponde all’altra controparte un

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tasso di interesse fisso, ottenuto aggiungendo uno spread al rendimento di una tipologia definita di titoli di Stato.

PMI (PICCOLE E MEDIE IMPRESE) Secondo la definizione della normativa comunitaria (Raccomandazione 2003/361/CE del 6 maggio 2003), sono considerate piccole e medie imprese le entità che esercitano un’attività economica, a prescindere dalla forma giuridica, impiegando meno di 250 persone, con fatturato annuo non superiore ai 50 milioni di euro o con totale di bilancio inferiore ai 43 milioni di euro.

POS (POINT OF SALE) Apparecchiatura automatica mediante la quale è possibile effettuare, con carta di debito, di credito o prepagata, il pagamento di beni o servizi presso il fornitore.

PREMIO PER IL RISCHIO PAESE (COUNTRY RISK PREMIUM) Rappresenta la componente del costo del capitale destinata a remunerare specificamente il rischio connesso all’instabilità economico-finanziaria, politica e valutaria di uno specifico Paese.

PRESTITI SUBORDINATI Strumenti di finanziamento il cui schema negoziale prevede che i portatori dei documenti rappresentativi del prestito siano soddisfatti successivamente agli altri creditori in caso di liquidazione dell’ente emittente. La Direttiva BRRD, all’art. 34 cita “i creditori dell’ente soggetto a risoluzione sostengono le perdite dopo gli azionisti, secondo l’ordine di priorità delle loro pretese con procedura ordinaria di insolvenza, salvo espresse disposizioni contrarie a norma della presente Direttiva”. Gli obbligazionisti subordinati, nell’ordine di priorità (depositor preference) previsto dal bail-in in relazione all’assorbimento delle perdite degli enti creditizi soggetti a piano di risoluzione, ricoprono un ranking di terzo livello, dopo azionisti e detentori di altri strumenti di capitale.

PRICE SENSITIVE Termine che viene riferito generalmente ad informazioni o dati non di pubblico dominio, idonei, se resi pubblici, ad influenzare sensibilmente la quotazione di un titolo.

PRICING Si riferisce generalmente alle modalità di determinazione dei rendimenti e/o dei costi dei prodotti e servizi offerti dalla banca.

PRIVATE EQUITY Attività mirata all’acquisizione di interessenze partecipative ed alla loro successiva cessione a controparti specifiche, senza collocamento pubblico.

PROCEDURA PER I DISAVANZI ECCESSIVI In base all’articolo 126 del Trattato di funzionamento dell’Unione Europea, i Paesi dell’Unione Europea devono evitare disavanzi eccessivi. A tal fine sono chiamati a rispettare due regole di bilancio: il disavanzo deve essere inferiore al 3% del Pil e il debito deve risultare inferiore al 60% del Pil o, se superiore, deve ridursi ad una velocità adeguata. Qualora un Paese non rispetti una o entrambe le suddette regole, la Commissione Europea avvia una procedura – denominata Procedura per i disavanzi eccessivi - volta a far riportare i conti pubblici del Paese in esame in una situazione coerente con le regole di bilancio del Trattato. La Procedura, i cui tempi e modalità di applicazione sono precisati dal Patto di stabilità e crescita (cfr. definizione), si articola in varie fasi e prende avvio con un rapporto della Commissione Europea.

PROJECT FINANCE Finanziamento di progetti sulla base di una previsione dei flussi di cassa generati dagli stessi. Diversamente da quanto avviene nell’analisi dei rischi creditizi ordinari, la tecnica di project finance prevede, oltre all’analisi dei flussi di cassa attesi, l’esame di specifici elementi quali le

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caratteristiche tecniche del progetto, l’idoneità degli sponsor a realizzarlo, i mercati di collocamento del prodotto.

RATING Valutazione della qualità di una società o delle sue emissioni di titoli di debito sulla base della solidità finanziaria della società stessa e delle sue prospettive. Formulata da un’agenzia privata specializzata, tale valutazione riguarda il merito di credito di un soggetto emittente obbligazioni sui mercati finanziari internazionali, ovvero definisce la probabilità che questi faccia fronte puntualmente al servizio del debito. Il rating fornisce agli operatori finanziari un’informazione omogenea sul grado di rischio degli emittenti e riveste una grande importanza per gli investitori che non sono in grado di effettuare autonomamente l’analisi del rischio di credito. L’assegnazione di un rating agevola per gli emittenti il processo di fissazione del prezzo e di collocamento dei titoli emessi. Le agenzie definiscono una graduatoria, a seconda della tipologia di strumenti emessi, in funzione del grado di solvibilità dell’emittente; questa graduatoria prevede, per il debito a lungo termine, un massimo di affidabilità AAA (assenza di rischio); sotto tale livello sono previsti vari tipi di classificazione.

RECLAMO Ogni atto con cui un cliente chiaramente identificabile contesta in forma scritta all’intermediario un suo comportamento o un’omissione.

REQUISITI PATRIMONIALI Risorse patrimoniali minime richieste a banche, SIM, intermediari finanziari vigilati e SGR, commisurate al tipo di attività svolta e ai rischi finanziari sottostanti.

RETAIL Tipologia di clientela che include principalmente i privati, i professionisti, gli esercenti e gli artigiani.

RETI D’IMPRESA Imprese che stipulano un contratto di rete con il quale più imprenditori possono perseguire lo scopo di accrescere la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato (articolo 42, D.L. 78/2010, convertito con modificazioni dalla L. 30 luglio 2010, n. 122).

RISCHIO ASSICURATIVO Il rischio assicurativo può essere definito come l’insieme delle tipologie di rischio cui sono sottoposte le compagnie assicurative del Gruppo nell’esercizio della loro attività e che possono incidere sulla solvibilità delle stesse.

RISCHIO DERIVANTE DA CARTOLARIZZAZIONI Rischio che la sostanza economica dell’operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio.

RISCHIO DI COMPLIANCE Rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o amministrative, perdite finanziarie rilevanti o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme imperative (di legge o di regolamenti) ovvero di autoregolamentazione (statuti, codici di condotta, codici di autodisciplina).

RISCHIO DI CONCENTRAZIONE Rischio derivante da esposizioni verso controparti, incluse le controparti centrali, gruppi di controparti connesse e controparti operanti nel medesimo settore economico, nella medesima regione geografica o che esercitano la stessa attività o trattano la stessa merce, nonché dall’applicazione di tecniche di attenuazione del rischio di credito, compresi, in particolare, i rischi derivanti da esposizioni indirette, come, ad esempio, nei confronti di singoli fornitori di

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garanzie. Il rischio di concentrazione può essere distinto in due sottotipi: rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi (single name concentration risk) e rischio di concentrazione settoriale (sector concentration risk).

RISCHIO DI CREDITO Rischio di subire perdite derivanti dall’inadempienza di una controparte verso la quale esiste un’esposizione creditizia.

RISCHIO IMMOBILIARE Rischio di variazione di valore delle immobilizzazioni materiali del Gruppo.

RISCHIO DI LIQUIDITÀ Rischio di inadempimento dei propri impegni di pagamento che può essere causato da incapacità di reperire fondi o di reperirli a costi superiori a quelli di mercato (funding liquidity risk) o dalla presenza di limiti allo smobilizzo delle attività (market liquidity risk) incorrendo in perdite in conto capitale. In particolare, viene definito rischio di liquidità strutturale il rischio derivante da uno squilibrio tra le fonti di finanziamento ed impiego.

RISCHIO DI MERCATO Rischio di variazioni del valore di mercato delle posizioni nel portafoglio di negoziazione ai fini di vigilanza per variazioni inattese delle condizioni di mercato e del merito creditizio dell’emittente. In esso sono inclusi anche i rischi derivanti da variazioni inattese dei tassi di cambio e dei prezzi delle merci che si riferiscono alle posizioni nell’intero bilancio.

RISCHIO OPERATIVO Rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Rientrano in tale tipologia le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Sono altresì compresi, con riferimento alla loro manifestazione monetaria, il rischio di non conformità, il rischio legale, rischio di riciclaggio e il rischio informatico.

RISCHIO PARTECIPATIVO Rischio di variazione del valore delle partecipazioni e degli strumenti di capitale detenuti direttamente, indirettamente, sinteticamente e non consolidati integralmente.

RISCHIO DI REPUTAZIONE Rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca, investitori o Autorità di Vigilanza.

RISCHIO RESIDUO Rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla banca (es. garanzie) risultino meno efficaci del previsto.

RISCHIO STRATEGICO Rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da:  cambiamenti del contesto operativo;  decisioni aziendali errate;  attuazione inadeguata di decisioni;  scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo. Il rischio strategico in senso stretto, o di posizionamento, si riferisce all’insuccesso associato a cambiamenti strutturali, cioè caratterizzati da discontinuità. Rientra nel rischio strategico la componente più specifica direttamente riconducibile al rischio di business, ovvero il rischio di potenziale flessione degli utili, derivante da inadeguata attuazione di decisioni aziendali e

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da cambiamenti del contesto operativo con riferimento al modello di business e alle scelte di business mix del Gruppo.

RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE DERIVANTE DA ATTIVITÀ DIVERSE DALLA NEGOZIAZIONE Rischio attuale o prospettico di una variazione del valore economico e del margine di interesse della società, a seguito di variazioni inattese dei tassi d’interesse che impattano il portafoglio bancario.

RISERVA OBBLIGATORIA La Riserva Obbligatoria nell’Area dell’euro è disciplinata dal Trattato sull’UE e da alcuni articoli dello Statuto del SEBC/BCE, dai regolamenti CE/1998/2531, CE/1998/2532, CE/1998/2533 e dal Regolamento CE/2003/1745 e successive modifiche/integrazioni. Il Regolamento della BCE ha stabilito che l’aggregato soggetto agli obblighi di riserva comprende le seguenti passività delle banche denominate in qualsiasi valuta: depositi, titoli di debito, strumenti di raccolta a breve termine. Sono escluse le passività nei confronti della BCE e delle Banche Centrali dei paesi che hanno adottato l’euro nonché delle altre banche soggette alla Riserva Obbligatoria dell’Eurosistema. In conformità all’art. 12 del Regolamento BCE, le istituzioni creditizie comunicano l’ammontare delle voci componenti l’aggregato soggetto a riserva attraverso le segnalazioni di vigilanza. Viene applicata un’aliquota di riserva pari all’1% a:  depositi a vista e overnight;  depositi con scadenza predeterminata fino a 2 anni;  depositi rimborsabili con preavviso fino a 2 anni;  titoli di debito in circolazione con scadenza predeterminata fino a 2 anni. Alle medesime tipologie di passività con scadenza predeterminata o preavviso oltre i 2 anni, nonché ai p/t passivi, è applicata un’aliquota dello 0%. Per il calcolo dell’obbligo di riserva di un determinato periodo di mantenimento, si fa riferimento alle segnalazioni statistiche relative alla fine del secondo mese precedente l’inizio del periodo di mantenimento stesso (l’Eurosistema ha adottato il meccanismo della mobilizzazione della Riserva Obbligatoria, che prevede un rispetto dell’obbligo nella media dei singoli periodi di mantenimento indicati nel calendario pubblicato da BCE).

ROE (RETURN ON EQUITY) Esprime la redditività del capitale proprio in termini di utile netto. Unitamente al ROTE (cfr. definizione) rappresenta l’indicatore di maggior interesse per gli azionisti in quanto consente di valutare la redditività del capitale di rischio.

ROTE (RETURN ON TANGIBLE EQUITY) Esprime la redditività del patrimonio tangibile (cfr. definizione).

SCT (SEPA CREDIT TRANSFER) Strumento europeo che consente ad un ordinante di trasferire fondi in euro ad un beneficiario nell’ambito dell’Area SEPA (cfr. definizione). Il completamento della migrazione verso l’SCT è divenuto obbligatorio dal 1° febbraio 2014.

SDD (SEPA DIRECT DEBIT) Strumento europeo che consente ai creditori di disporre addebiti diretti in euro sul conto dei propri debitori presso banche di tutti i Paesi SEPA (cfr. definizione). Il completamento della migrazione verso l’SDD è obbligatorio dal 1° febbraio 2014.

SEBC (SISTEMA EUROPEO DI BANCHE CENTRALI) Il Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC), istituito dal Trattato di Maastricht, è costituito dalla Banca Centrale Europea (BCE) e dalle Banche Centrali Nazionali (BCN) di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea (UE), indipendentemente dal fatto che abbiano adottato l’euro. Il SEBC comprende quindi anche le banche centrali nazionali degli Stati membri dell’UE che non hanno ancora adottato l’euro perché godono di uno status speciale o in virtù di una deroga. Questi Stati membri continuano a utilizzare le valute nazionali, per le quali gestiscono

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la politica monetaria, mentre le rispettive banche centrali mantengono per il momento la sovranità in tale ambito. Naturalmente non sono coinvolti nello svolgimento delle attività essenziali dell’unione monetaria, quali la conduzione della politica monetaria per l’Area euro. Le BCN dei Paesi non appartenenti all’Area euro si impegnano, tuttavia, a rispettare i principi di una politica monetaria volta alla stabilità dei prezzi. L’adesione al SEBC comporta, inoltre, diversi gradi di collaborazione attiva con l’Eurosistema in vari settori.

SENIOR In un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione) è la tranche con il maggior grado di privilegio in termini di priorità di remunerazione e rimborso.

SENIOR NON PREFERRED NOTES (STRUMENTI DI DEBITO CHIROGRAFARIO DI SECONDO LIVELLO) Nell’ambito dell’adeguamento della normativa nazionale alla direttiva UE/2017/2399, è stata introdotta una nuova categoria di titoli bancari, denominati strumenti di debito chirografario di secondo livello (L. 205/2017). Queste passività, destinate ad assorbire le perdite dopo il debito subordinato ma prima di quello chirografario, potranno essere computate nella componente subordinata del requisito MREL. In ragione della loro rischiosità, tali strumenti possono essere collocati solo presso investitori istituzionali con tagli minimi unitari di 250.000 euro.

SENSITIVITY ANALYSIS Sistema di analisi che ha lo scopo di individuare la sensibilità di determinate attività o passività a variazioni dei tassi o di altri parametri di riferimento.

SEPA (SINGLE EUROPEAN PAYMENTS AREA) Area Unica dei Pagamenti in Euro entrata in vigore dal gennaio 2008 all’interno della quale dal 1° febbraio 2014 si possono effettuare e ricevere pagamenti in euro con condizioni di base, diritti e obblighi uniformi. Ad essa hanno aderito 34 Paesi europei: oltre ai 28 Paesi dell’Unione Europea anche Svizzera, Norvegia, Islanda, Liechtenstein, Principato di Monaco, la Repubblica di San Marino e le Dipendenze della Corona Britannica (dal 1° marzo 2019 anche Andorra e la Città del Vaticano). Il codice unico bancario IBAN (cfr. definizione), l’SCT (cfr. definizione) e l’SDD (cfr. definizione) rientrano tra gli strumenti utilizzati per standardizzare le transazioni bancarie.

SERVICER Nelle operazioni di cartolarizzazione (cfr. definizione) è il soggetto che – sulla base di un apposito contratto di servicing – continua a gestire i crediti o le attività oggetto di cartolarizzazione dopo che sono state cedute alla Società Veicolo incaricata dell’emissione dei titoli.

SGR (SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO) Società per azioni alle quali è riservata la possibilità di prestare congiuntamente il servizio di gestione collettiva e individuale di patrimoni. In particolare, tali società sono autorizzate a istituire fondi comuni di investimento, a gestire fondi comuni di propria o altrui istituzione, nonché patrimoni di Sicav, e a prestare il servizio di gestione su base individuale di portafogli di investimento.

SHORTFALL Differenza positiva tra perdita attesa e rettifiche di valore iscritte a bilancio, relativamente alle posizioni che rientrano nel perimetro IRB (cfr. definizione).

SOFFERENZE Crediti nei confronti dei soggetti in stato d’insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dalla banca.

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SPONSOR Soggetto, diverso dall’Originator (cfr. definizione), che istituisce e gestisce una struttura di conduit (cfr. definizione) nell’ambito di un’operazione di cartolarizzazione (cfr. definizione).

SPREAD Con questo termine di norma si indica:  la differenza tra due tassi di interesse;  lo scarto tra le quotazioni denaro e lettera nelle contrattazioni in titoli;  la maggiorazione che l’emittente di valori mobiliari riconosce in aggiunta a un tasso di riferimento.

SPE/SPV Special Purpose Entity (SPE) o Special Purpose Vehicle (SPV) – detti anche “conduit” – sono soggetti (società, “trust” o altra entità) che vengono appositamente costituiti per il raggiungimento di un determinato obiettivo, ben definito e delimitato, o per lo svolgimento di una specifica operazione. Le SPE/SPV hanno una struttura giuridica indipendente dagli altri soggetti coinvolti nell’operazione e, generalmente, non hanno strutture operative e gestionali proprie.

STAND-STILL Accordi volti a consentire alla clientela affidata che si trova in situazione di temporanea difficoltà economico-finanziaria il congelamento transitorio delle linee di credito in essere, nelle more del superamento dell’originaria condizione di difficoltà ovvero in attesa di definire la complessiva ristrutturazione del debito e la predisposizione di un nuovo piano industriale.

STAKEHOLDER Individui o gruppi, portatori di interessi specifici nei confronti di un’impresa o perché dipendono da questa per la realizzazione di loro obiettivi o perché subiscono in modo rilevante gli effetti positivi o negativi della sua attività.

STOCK OPTION Termine utilizzato per indicare le opzioni offerte a manager di una società, che consentono di acquistare azioni della società stessa sulla base di un prezzo di esercizio predeterminato.

STRESS TEST Le tecniche quantitative e qualitative con le quali le banche valutano la propria vulnerabilità ad eventi eccezionali ma plausibili; esse consistono nel valutare gli effetti sui rischi della banca di eventi specifici (analisi di sensibilità) o di movimenti congiunti di un insieme di variabili economico-finanziarie in ipotesi di scenari avversi (analisi di scenario).

SURROGA Procedura mediante la quale il mutuatario (cioè chi ha stipulato un mutuo) contrae con un’altra banca un nuovo mutuo per estinguere il mutuo originario trasferendo alla nuova banca finanziatrice le medesime garanzie (in particolare l’ipoteca) che già assistevano la banca “originaria”.

SWAP (INTEREST RATE SWAP E CURRENCY SWAP) Operazione consistente nello scambio di flussi finanziari tra operatori secondo determinate modalità contrattuali. Nel caso di uno swap sui tassi d’interesse (interest rate swap), le controparti si scambiano flussi di pagamento di interessi calcolati su un capitale nozionale di riferimento in base a criteri differenziati (ad es. una controparte corrisponde un flusso a tasso fisso, l’altra a tasso variabile). Nel caso di uno swap sulle valute (currency swap), le controparti si scambiano specifici ammontari di due diverse valute, restituendoli nel tempo secondo modalità predefinite che riguardano sia il capitale sia gli interessi.

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TASSO RISK FREE – RISK FREE RATE Tasso di interesse di un’attività priva di rischio. Si usa nella pratica per indicare il tasso dei titoli di Stato a breve termine, che pure non possono essere considerati risk free.

TAX RATE Aliquota fiscale effettiva, ottenuta rapportando le imposte sul reddito all’utile ante imposte.

TEST D’IMPAIRMENT Il test d’impairment consiste nella stima del valore recuperabile (che è il maggiore fra il suo fair value dedotti i costi di vendita e il suo valore d’uso) di un’attività o di un gruppo di attività. Ai sensi dello IAS 36, debbono essere sottoposte annualmente ad impairment test:  le attività immateriali a vita utile indefinita;  l’avviamento acquisito in un’operazione di aggregazione aziendale;  qualsiasi attività, se esiste un’indicazione che possa aver subito una riduzione durevole del valore.

TEXAS RATIO Indicatore che mette in rapporto i “prestiti non performanti” (i crediti deteriorati considerati al netto delle rettifiche di valore che nel tempo le banche hanno effettuato per tenere conto dei rischi connessi a eventuali insolvenze) al patrimonio netto tangibile di una banca (cfr. definizione). L’obiettivo è quello di verificare se il patrimonio ha una consistenza adeguata per permettere alla banca di far fronte alle eventuali perdite su questi crediti: più basso è il valore di questo indicatore, tanto maggiore sarà il capitale a disposizione.

TIER 2 - T2 (CAPITALE DI CLASSE 2) Si veda in proposito l’informativa sui fondi propri e sull’adeguatezza patrimoniale contenuta nell’informativa al pubblico (“Terzo pilastro” o “Pillar 3”).

TITOLI DI STATO Titoli obbligazionari del Tesoro italiano. Attualmente comprendono i Prestiti della Repubblica, emessi sui mercati esteri, e le seguenti tipologie di titoli emessi sul mercato interno: BOT, BTP, Certificati del Tesoro - CCT, CCTeu e CTZ.

TLTRO “Operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine” (con scadenza quadriennale) volte a migliorare il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria, sostenendo il processo di erogazione del credito bancario all’economia reale. Dopo una prima serie introdotta dal Consiglio Direttivo della BCE nella riunione del 5 giugno 2014, nel marzo 2016 è stato deciso di lanciare un secondo blocco, TLTRO II, con partenza nel giugno 2016 e scadenze nel 2020/2021.

TRADING BOOK Identifica la parte di un portafoglio titoli, o comunque di strumenti finanziari in genere, destinata all’attività di negoziazione.

TRADING ON LINE Sistema di compravendita di attività finanziarie in Borsa, attuato in via telematica.

TRIGGER EVENT Evento contrattualmente predefinito al verificarsi del quale scattano determinate facoltà in capo ai contraenti.

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UNIONE BANCARIA Disegno europeo integrato per la supervisione, la ristrutturazione e la risoluzione delle crisi degli enti creditizi che si compone di tre pilastri: il Single Supervisory Mechanism (SSM), il Single Resolution Mechanism (SRM) e uno schema integrato di assicurazione dei depositi.

UNIT-LINKED Polizze vita con prestazioni collegate al valore di fondi di investimento.

US GAAP (GENERALLY ACCEPTED ACCOUNTING PRINCIPLES) Principi contabili emessi dal FASB (Financial Accounting Statement Board), generalmente accettati negli USA.

VAR (VALUE AT RISK) Misura la massima perdita potenziale che uno strumento finanziario ovvero un portafoglio può subire, per effetto dell’andamento del mercato, con una probabilità definita (livello di confidenza) in un determinato orizzonte temporale (periodo di riferimento o holding period).

VENTURE CAPITAL Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio che destinano almeno il 70% dei capitali raccolti in investimenti a favore di PMI (cfr. definizione) non quotate ad alto potenziale di sviluppo e crescita che si trovano nella fase di startup.

VITA MEDIA RESIDUA Per ciascun comparto di titoli, è la media dei tempi mancanti alla scadenza di ciascun titolo ponderata per il valore nominale degli importi di ciascun titolo in circolazione.

WARRANT Strumento negoziabile che conferisce al detentore il diritto di acquistare dall’emittente o di vendere a quest’ultimo titoli a reddito fisso o azioni secondo precise modalità.

ZERO-COUPON Obbligazione priva di cedola, il cui rendimento è determinato dalla differenza tra il prezzo di emissione (o di acquisto) ed il valore di rimborso.

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Relazione della Società di Revisione

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Relazione del Collegio Sindacale

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