Una cornice come arrivare L’accesso al territorio delle Valli del Monviso è costituito dalle due strade provinciali che risalgono rispettivamente la Valle e la Valle Varaita, partendo la prima da Revello e la seconda da Costigliole . La Valle Varaita ha inoltre lo sbocco in per le tue emozioni territorio francese attraverso il valico dell’Agnello (apertura estiva dalla metà di giugno alla metà di ottobre). Valle Po: dall’Autostrada (A6) Torino-Savona, uscita 5 530 m), che termina con la cascata del Pissai, alta oltre 6 Marene, immettersi sulla S.S. 662 verso Savigliano, Grotta di Rio Martino 40 m, è privo di grandi difficoltà ed è in parte attrezzato Vallone dell’Alpetto proseguire per Saluzzo e poi per la Valle Po (S.P. 26 o La grotta sorge a 1.530 m s.l.m. sulle pendici della con passerelle che facilitano la visita anche ai visitatori Dalla località Meire Dacant, a , in Valle Po, parte il S.P. 260); dall’Autostrada (A21) Torino-Alessandria- Rocca Grané, accessibile dal ristorante “La Spiaggia” di meno esperti. La grotta possiede, inoltre, un importante sentiero che, in circa 2 ore, porta al Rifugio dell’Alpetto Piacenza, uscita Asti Est, proseguire per o dal ponte di Riondino. Ricca di concrezioni valore ecologico: ospita numerosi invertebrati e almeno ed all’omonimo lago. Alba-Bra-Marene-Savigliano-Saluzzo-Valle Po (S.S. calcaree, questa cavità ipogea si è formata per l’azione 10 diverse specie di chirotteri (pipistrelli) per il letargo In questa zona, nel 1866, sorse il primo ricovero 662); da Torino, tangenziale, uscita Pinerolo, proseguire erosiva delle acque dei torrenti subglaciali raccolte in invernale, di cui il Barbastello è la specie più numerosa realizzato dal Club Alpino Italiano e utilizzato come sulla S.P. 161, poi S.P 27 per Barge- fondo ai crepacci del grande ghiacciaio che ha formato (circa 200 esemplari). La grotta è visitabile solamente punto di appoggio per la salita al Monviso. Questa Valle Varaita: dall’Autostrada A6 Torino-Savona, uscita la Valle del Po. Complessivamente è lunga 3.200 m, nei mesi estivi, mentre ne è vietato l’accesso dal 1° struttura rimase in funzione fino al 1905, quando venne Marene, immettersi sulla S.S. 662 verso Savigliano – circondata da sale, pozzi, e gallerie collegate tra di novembre al 31 marzo, per tutelare il periodo di inaugurato il più ampio e confortevole Rifugio Quintino Costigliole S. da Strada statale Laghi di Avigliana: loro di difficile passaggio. Solo il ramo inferiore (lungo svernamento dei pipistrelli. Sella che assunse meglio la funzione di punto di Saluzzo-Verzuolo-Valle Varaita; oppure Cuneo-Busca- appoggio per le salite al Monviso. Oggi il ricovero Costigliole S.-Valle Varaita. dell’Alpetto custodisce un piccolo museo dedicato alla storia delle ascensioni alla vetta del Monviso, mentre il 1 Monviso 3 Laghi alpini moderno rifugio sorge poco distante. Questa zona del Parco ospita una flora particolarmente le strutture “Immagina posto verticalmente uno di quei pugnali L’acqua che scende dai nevai e dai ghiacciai forma veloci ricca con alcune centinaia di specie che sono state triangolari con cui solevano talvolta sbudellarsi i nostri ruscelli che alimentano numerosi laghetti alpini, di cui oggetto di studio da parte della Società Botanica uffici e centri visita padri: supponi quindi che si giri una delle costole del una ventina presenti nel Parco. I laghi sono una delle 2 Italiana: il periodo migliore per osservare e fotografare medesimo infino a che venga a porsi nello stesso piano testimonianze più evidenti dell’attività modellatrice del • Sede amministrativa Saluzzo magnifiche fioriture è il mese di giugno. verticale contenente un’altra costola, ed avrai una idea territorio svolta dai ghiacci in epoche remote e via Griselda, 8; tel. 0175.46505; fax 0175.43710; della forma del Monviso” . dall’acqua in tempi più recenti. In perenne e-mail [email protected]; Con queste parole, nel 1863, Quintino Sella, il primo trasformazione, i laghi raccolgono grandi quantità di 7 Bosco dell’Alevè sito www.parcomonviso.eu alpinista italiano a raggiungere la vetta del Monviso detriti portati dalle acque durante lo scioglimento delle Alle pendici del Monviso, in val Varaita, si trova il Bosco • Sede operativa e Spazio Escarton Casteldelfino descriveva il simbolo delle montagne piemontesi, in una nevi. I più noti e facilmente accessibili si trovano in Valle 4 5 dell’Alevè: è accessibile da Sampeyre, Pontechianale e via Pontechianale (apertura estiva); tel. 0175.46505; lettera al geologo Bartolomeo Gastaldi. La storia della Po lungo il così detto “giro dei laghi”, un percorso ad Casteldelfino per mezzo di mulattiere e sentieri. e-mail [email protected] conquista della vetta del Monviso vede, tuttavia, anche anello di circa 3 ore che, partendo da Pian del Re, tocca i È la cembreta più estesa delle Alpi (in lingua d’oc • Sede operativa Faule altri nomi illustri come i componenti della prima laghi Fiorenza, Chiaretto e Superiore. In alcuni laghi si 3 significa appunto bosco di cembri), di 825 ettari, dai via Casana; tel. 0175.46505; spedizione anglo-francese che raggiunse la vetta nel trovano pesci quali trote fario, salmerini e sanguinerole. 1.500 ai 2.500 m s.l.m. e-mail [email protected] 1861, due anni prima di Sella: William Mathews, Ma la ricchezza in termini di biodiversità va ricercata Conosciuto fin dai tempi dei romani, il bosco dell’Alevè • Museo naturalistico del Fiume Po Revello Frederick Jacomb, Jean-Baptiste Croz e Michel Croz. spesso in zone umide, di minore estensione: in Valle conserva esemplari secolari con un’età che supera il piazza Denina, 5. tel. 0175.46505; Ricordiamo, infine, Alessandra Boarelli, la prima donna a Varaita, per esempio, si incontra il Lago Bagnour nei mezzo millennio. Presso il rifugio Bagnour è possibile e-mail [email protected] salire sul Monviso nel 1864. Il Monviso venne citato già pressi dell’omonimo rifugio e, poco a monte di questo, osservare il pino cembro più vecchio con i suoi circa 550 • Centro visite Alevè Casteldelfino, nella letteratura antica, fra gli altri, da Plinio il Vecchio altre pozze temporanee certo meno spettacolari, ma anni, 360 cm di circonferenza e un’altezza di 18 m, via Roma, 26; tel. 0175.46505; che lo definì Mons Vesulus, ovvero monte visibile, nelle quali vive il Branchipus blanchardi , piccolo iscritto dal 2018 nell’elenco degli alberi monumentali e-mail [email protected] proprio per la sua inconfondibile sagoma. La sua cima, a crostaceo che in tutto il mondo si trova solo qui ed in 1 d’Italia. Dal 1949 il bosco è incluso nel prestigioso 3.841 metri, rappresenta anche il punto più alto del alcuni siti del versante francese. Registro dei Boschi da Seme: i pinoli vengono fatti • Museo del Piropo Parco. germogliare nei vivai e successivamente posti a dimora via Roma, 25; tel. 0175.46505; 4 Pian del Re, 6 per dare vita a nuove cembrete sulle montagne italiane. e-mail [email protected] 2 Buco di Viso Nell’area sono presenti due laghi: il Bagnour (2.017 m) • Centro visita e informazioni Crissolo e il Lago Secco (1.890 m), alimentati dai nevai d’alta loc. Pian del Re (apertura estiva) Questa antica opera di ingegneria civile, risalente al sorgenti del Po quota che danno origine a ruscelli che attraversano 1480, venne costruita per volontà del Marchese di • Ostello del Parco Saluzzo Pian del Re si trova a 2.020 metri s.l.m.; situate in la pineta. Saluzzo Ludovico II allo scopo di mettere in Regione Paracollo; tel. 349.5170538; questa conca, 7 km a monte di Crissolo in Valle Po, si La specie più caratteristica è la Nocciolaia, corvide dal comunicazione i territori dei comuni di Crissolo in Italia e e-mail [email protected] trovano le sorgenti del fiume Po. Le caratteristiche comportamento elusivo ma facilmente individuabile dal di Ristolas, in Francia. Il traforo, lungo oggi circa 75 m, si ambientali e la morfologia del suolo hanno dato origine, suo richiamo ripetuto che ha l’abitudine di approntare le trova a 2.882 m s.l.m. ed è collocato poco più in basso in prossimità delle sorgenti del Po, ad una torbiera che, dispense di semi (pinoli del cembro) per l’inverno. del Colle delle Traversette (2.950 m). A partire dal XVII rifugi nel parco per quanto ormai di ridotta estensione, ospita un habitat 8 Non riuscendo a ritrovare tutti i semi che ha interrato, secolo il Buco di Viso andò incontro a un lento declino di particolare interesse botanico, dove è ancora presente contribuisce così alla dispersione e alla crescita di • Rifugio Vitale Giacoletti Crissolo poiché le rotte commerciali avevano iniziato a seguire una ricca varietà di specie, tra cui spiccano “relitti” di nuovi alberi. tel. 0175.940104; altre vie: per poterlo riutilizzare, si dovette aspettare la flora glaciale approdati in queste zone più di e-mail [email protected] riapertura avvenuta agli inizi del XX secolo. La galleria duecentomila anni fa. Qui vive anche un raro anfibio • Albergo Pian del Re Crissolo scavata nella roccia consente, dopo il recente restauro 8 endemico, la Salamandra di Lanza, che si può osservare Vallone di Vallanta tel. 0175.94967; e-mail [email protected] realizzato nel 2014, un agevole passaggio agli più facilmente durante le giornate piovose. 7 Il Rio Vallanta scorre quasi rettilineo lungo il confine • Rifugio Quintino Sella Crissolo escursionisti, molti dei quali impegnati nella classica Da Pian del Re partono i sentieri che consentono di occidentale del Parco. Il sentiero che lo costeggia, tel. 0175.94943; e-mail [email protected] escursione del “Giro di Viso”. accedere in poche ore ai principali rifugi del Parco, ma partendo dai pressi della località Castello di • Rifugio Alpetto Oncino Ancora oggi il Buco di Viso svolge la sua funzione di anche i trekking più lunghi che si collegano alle Valli Pontechianale in Valle Varaita, conduce prima tel. 0175.576113; collegamento, non più a fini commerciali ma turistici, Varaita e Pellice ed alla vicina Riserva Nazionale all’omonimo Rifugio a 2.450 m s.l.m. e poi al Passo di e-mail [email protected] con oltre 13.000 passaggi di escursionisti ogni estate. Francese di Ristolas Mont-Viso. Vallanta (2.815 m), passaggio obbligato per chi percorre il Giro di Viso, che porta alla Riserva francese di Ristolas • Rifugio Grongios Martre Pontechianale Mont-Viso. tel. 340.0692705; Il sentiero del Vallone di Vallanta, per la sua notevole e-mail [email protected] escursione altimetrica (da circa 1.600 a circa 2.800 m) • Rifugio Bagnour Pontechianale offre splendidi e variegati panorami e permette di tel. 320.4260190; percorrere molti degli ambienti che si possono e-mail [email protected] incontrare nel Parco: si costeggiano dapprima i margini • Rifugio Alevè Pontechianale Parco del Legenda Monviso della cembreta dell’Alevè e alcune vecchie baite, come tel. 347.7672234; quelle in località Grange Gheit, per poi giungere e-mail [email protected] Parco del Monviso Confine di stato all’altipiano di Pian Para che precede la salita al Rifugio • Rifugio Vallanta Pontechianale Giro di Viso Strade principali Vallanta. Questa è anche una delle zone del Parco dove tel. 0175.956025; è più facile osservare camosci e stambecchi, ma anche Altri sentieri Strade secondarie e-mail [email protected] Rifugi l’Aquila reale e, con un po’ di fortuna, il Gipeto. Una storia millenaria Un paesaggio I fiori Gli animali La pianura

Il Parco del Monviso racchiude una storia modellato dal tempo La ricchezza floristica dell’area del Monviso è frutto Il Parco del Monviso ha eletto come proprio In pianura il Parco gestisce alcune Zone speciali di millenaria: già dal quinto millennio a.C. popolazioni della complessa morfologia dei territori delle Alpi animale simbolo la Salamandra di Lanza conservazione (ZSC) lungo l’asse fluviale del Po, in preistoriche percorrevano le Alpi dando inizio al Il Monviso, la montagna più alta delle Alpi Cozie, è Cozie e della loro storia geologica. Queste zone (Salamandra lanzai ), un piccolo e timido anfibio di un contesto dove la tutela degli ambienti naturali complesso rapporto tra l’uomo e la montagna che costituito prevalentemente da rocce originatesi sul infatti rappresentano il punto di incontro di specie grande rilievo conservazionistico. Specie endemica assume una grande importanza per la conservazione caratterizza, fino ai nostri giorni, la vita intorno al fondo di un oceano. La spiegazione di questo con una storia evolutiva e biogeografica molto delle Alpi Cozie, della Valle Po e del massiccio del di habitat e delle specie, fortemente minacciati Re di pietra. affascinante prodigio va cercata nella storia diversa. Qui possiamo osservare specie di origine Queyras sul versante francese, si mostra solo nelle dalle attività antropiche e dai mutamenti climatici in Risale a questo periodo la lavorazione delle pietre geologica locale. artico-alpina come la rodiola ( Rhodiola rosea ), un giornate più umide e uggiose. atto. Le confluenze con i fiumi Bronda, Pellice e verdi per realizzare asce rituali, rinvenute in tutta Il complesso fenomeno dell’orogenesi prende avvio lascito di periodi freddi e particolarmente adattata I laghi alpini sono luoghi di deposizione delle uova Varaita sono riconosciute sia come Riserve naturali Europa, testimonianza del valore simbolico del con la collisione tra il margine continentale europeo ai climi più rigidi, mentre l’iberella alpina per la rana temporaria, oltre ad ospitare miriadi di che come ZSC. Le aree di confluenza e i loro boschi Monviso e del fatto che le Alpi non sono mai state e la costa africana: in questo immane scontro (Hutchinsia alpina ) è rappresentativa di tutte quelle insetti, soprattutto allo stato larvale, e diverse ripariali costituiscono uno dei principali serbatoi di un confine, ma una via privilegiata per i commerci e (iniziato circa 80 milioni di anni fa) scomparve specie tipiche di climi più miti e che popolarono le specie di pesci, come trota fario. biodiversità, ospitando specie ormai rare come la le contaminazioni tra i popoli. l’antico oceano che divideva i due continenti. Alpi al termine delle glaciazioni. Di particolare interesse sono le colonie di chirotteri Rana di Lataste ( Rana latastei ), la trota marmorata Dopo l’insediamento delle popolazioni celtiche Stritolato e schiacciato fra le masse rocciose che si Il Parco del Monviso ospita anche numerosi svernanti nella grotta di Rio Martino. e la lampreda padana ( Lethenteron zanandreai ). e la colonizzazione romana, testimonianza più corrugavano e si accavallavano, l’antico fondale endemismi, come ad esempio la Saxifraga Tra i grandi animali tipici delle Alpi, lo stambecco, il Recentemente al Parco è stata affidata la gestione recente è la Repubblica degli Escartons, che dal dell’Oceano Tetide emerge oggi a formare il valdensis , la Veronica Allionii e la Campanula camoscio e la marmotta sono i mammiferi più di altre due ZSC: il Bosco del Merlino, a Caramagna 1373 al 1789 ha riunito in una repubblica libera i gruppo del Monviso. Piemontese. facilmente osservabili nel Parco, potendo contare su Piemonte è una foresta di Farnia ( Quercus robur ) territori italiani e francesi intorno al Monviso, così L’enorme pressione e il relativo aumento di Di grande interesse sono le torbiere alpine, popolazioni numericamente consistenti. che ospita numerose specie animali e vegetali

come la realizzazione nel 1480 del Buco di Viso da temperatura provocarono profonde trasformazioni: ecosistemi un tempo estesi ma oggi sempre più Da segnalare, infine, il ritorno recente del lupo, oggetto di particolare tutela come il moscardino

parte del Marchese di Saluzzo Ludovico II, le rocce calcaree, i materiali marnosi e argillosi minacciati dai mutamenti climatici e dalle attività unico grande carnivoro ad oggi presente nelle (Muscardinus avellanarius ), la licena delle paludi il parco del monviso del parco il passaggio che ha favorito i commerci e che ancora divennero bancate calcaree e dolomitiche alternati umane. Si tratta di zone caratterizzate dal costante Alpi Cozie. (Lycaena dispar ) e i grandi coleotteri come il cervo oggi è una delle tappe fondamentali del Giro del a marmi; le antiche lave si trasformarono invece in ristagno d’acqua e dalla presenza di numerose Il territorio del Parco accoglie inoltre un grande volante ( Lucanus cervus ) e il Cerambicide della Monviso. Teatro della nascita del Cai e di famose un nuovo tipo di roccia, resistente, verdastro, viscido specie estremamente localizzate sull’arco alpino numero di specie di uccelli. Nel periodo tardo- quercia ( Cerambyx cerdo ); il parco del Castello imprese alpinistiche, come la prima ascesa al ed untuoso al tatto, tanto da meritarsi il nome di come gli eriofori ( Eriophorum sp. ). primaverile ed estivo le pietraie, le praterie e le Reale di Racconigi, conserva anch’esso un relitto Monviso del 1861, ma anche delle due guerre ofiolite (rocce-serpente): sono queste le rocce verdi Da segnalare infine le comunità pioniere di Caricion foreste si animano di canti e di frulli d’ali. Molti di della originale foresta planiziale padana, mentre mondiali e della lotta per la Liberazione, il territorio del Re di Pietra. bicoloris-atrofuscae , ( Carex microglochi , Juncus questi uccelli giungono in questi luoghi dopo aver lungo le sponde del torrente Maira, si sviluppa un ha vissuto dal dopoguerra un progressivo arcticus e Carex bicolore ecc.), relitti glaciali, e la affrontato lunghe migrazioni, come nel caso bosco ripariale a latifoglie miste di grande valore

spopolamento delle borgate: oggi il turismo IN BREVE presenza di numerose specie di orchidee. dell’averla piccola, del codirossone, dello stiaccino ecologico e paesaggistico. Di quest’ultima ZSC fa

Monviso responsabile (promosso con la Carta Europea del • SUPERFICIE : 8.950,48 ETTARI , PIÙ 650 ETTARI NELLA e del culbianco. parte anche il Centro Cicogne e Anatidi di P

arco del arco Turismo Sostenibile) e lo sviluppo sostenibile TENUTA DI STAFFARDA Altre specie come l’aquila reale, il gallo forcello, la Racconigi, luogo privilegiato per il birdwatching, (sostenuto dal riconoscimento UNESCO di Riserva • 12 COMUNI : CASTELDELFINO , CRISSOLO , coturnice e la pernice bianca sono invece presenti la ricerca ornitologica e le attività di educazione della Biosfera transfrontaliera del Monviso) sono il PONTECHIANALE , ONCINO , PAESANA , REVELLO , tutto l’anno, avendo sviluppato strategie di ambientale. miglior investimento per chi desidera continuare a SALUZZO , VILLAFRANCA , FAULE , PANCALIERI , sopravvivenza per i mesi invernali. vivere sulle Alpi. POLONGHERA , CASALGRASSO • 2 VALLI : VALLE PO E VALLE VARAITA IN BREVE

• MONVISO : 3.841 M, LA MONTAGNA PIÙ ALTA DELLE ALPI • OLTRE 30 SPECIE DI MAMMIFERI

COZIE • CIRCA 200 SPECIE DI UCCELLI • SORGENTI DEL PO : A 2.020 M NASCE IL FIUME PIÙ LUNGO • OLTRE 10 SPECIE DI ANFIBI D’ITALIA • SPECIE ENDEMICHE TRA CUI LA SALAMANDRA DI LANZA , • BUCO DI VISO : IL PRIMO TRAFORO ALPINO , COSTRUITO NEL IL CROSTACEO BRANCHIPUS BLANCHARDI Una cornice per 1480 le tue emozioni

Il Parco del Monviso comprende principalmente due entità di grande rilievo ambientale e paesaggistico: il massiccio del “Re di pietra” (come il Monviso viene anche chiamato) e il bosco dell’Alevè. Il primo con le punte Visolotto, Udine, Venezia, Roma, , celebrate da una ricca ed originale storia alpinistica; il secondo, con la più estesa formazione di pino cembro della cerchia alpina. Aspetti di assoluto interesse sotto il profilo geologico e mineralogico sono le “pietre verdi” del Monviso e il giacimento di piropi di IN BREVE Martiniana Po-Brossasco, mentre, in comune di • 1 PARCO NATURALE , IL PARCO NATURALE DEL MONVISO , Crissolo, oltre alle sorgenti del Po, situate a “Pian E7RISERVE NATURALI : PAESANA , CONFLUENZA DEL del Re”, l’Ente Parco gestisce la Riserva naturale BRONDA , PARACOLLO , CONFLUENZA DEL PELLICE , della Grotta di Rio Martino, che costituisce FONTANE , CONFLUENZA DEL VARAITA , GROTTA DI RIO un’attrattiva anche dal punto di vista MARTINO speleologico. • 4 CENTRI VISITA : MUSEO NATURALISTICO DEL FIUME PO 8 1

0 Infine, nei primi 60 km del fiume Po, in provincia 2

8 DI REVELLO , CENTRO VISITE ALEVÈ DI CASTELDELFINO , 0

/

ì di Cuneo e fino al confine con il “Parco del Po v . MUSEO DEL PIRÒPO DI MARTINIANA PO , POLO EDUCATIVO M a

v torinese”, vi sono altre sei riserve naturali, da o n IN BREVE IN BREVE DI PIAN DEL RE A CRISSOLO a l l i Paesana a Casalgrasso, nonché i terreni, sempre V

-

f • FA PARTE DELLA RISERVA DELLA BIOSFERA • BOSCO DELL ’ALEVÈ : 825 ETTARI DI CEMBRETA , a r gestiti dall’Ente Parco, della tenuta di Staffarda, g y l l

o TRANSFRONTALIERA DEL MONVISO (MAB UNESCO ) LA PIÙ ESTESA DELLE ALPI OCCIDENTALI J che fanno da corona all’omonima, famosa a p m LA PRIMA DI QUESTO GENERE IN ITALIA , OLTRE 400.000 • OLTRE 20 LAGHI ALPINI a t abbazia cistercense. s

/ o s ETTARI DI TERRITORIO ITALO -FRANCESE • OLTRE 7 ETTARI DI TORBIERA i v n o

M HA OTTENUTO LA CARTA EUROPEA DEL TURISMO OLTRE 500 SPECIE DI PIANTE SUPERIORI Parco del • • l e d

Monviso o c SOSTENIBILE COINVOLGENDO OLTRE 70 OPERATORI SPECIE ENDEMICHE TRA CUI LA CAMPANULA PIEMONTESE r , • , a P e n TURISTICI SU 57 COMUNI LA GENZIANA DI ROSTAN , LA VERONICA ALLIONII Crediti fotografici o i z o Tutte le immagini riportate fanno parte dell’Archivio del Parco del m via Griselda, 8 • Saluzzo (CN) o r P Monviso. Gli autori sono Mariangela Aloi (Vallone di Vallanta), o i tel. 0175.46505 • fax 0175.43710; z i v r Mario De Casa (Sempervivum), Monique Eymard (Geum reptans e S

e-mail [email protected] n e Aquilegia alpina), Renzo Ribetto (tutte le altre). La cartina è g i s e sito www.parcomonviso.eu d stata realizzata da Andrea Piacenza - 4ucomunicazione.it.