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ABSTRACT 3RXLISGGEWMSRSJXLIXLERRMZIVWEV]SJXLI:MEVIKKMS4VM^I 4VIQMS:MEVIKKMS VIGIMZIH F]%RXSRMS +VEQWGM´W Lettere dal carcere MR  XLI GMX] SJ:MEVIKKMS XSKIXLIV [MXL XLI *SRHE^MSRI+VEQWGM 6SQI XLI-RWXMXYXSWXSVMGSHIPPE6IWMWXIR^EIHIPP´)Xk'SRXIQTSVERIE 0YGGE  WTSRWSVIH ERH SVKERM^IH E GSRJIVIRGI IRXMXPIH tra letteratura e politica. Il Premio Viareggio alle 0IXXIVI HEP GEVGIVI 70 anni dopo8LMW TETIV [EW SVMKMREPP] TVIWIRXIHEXXLMWGSRJIVIRGIMRSVHIVXSWLIHPMKLXSRXLMWGSRXVSZIVWMEPERHTMZSXEPIZIRX [LMGL[EWEXYVRMRKTSMRXJSV+VEQWGM´WVIGITXMSR

ella notte di ferragosto in modo significativo alla rinnovata vita del 1947, nei locali della politica e amministrativa della città. N ‘Capannina’ di Viareg- È per questo che riteniamo utile par- gio, il dodicesimo Premio Viareggio, tire proprio da questo contesto, le cui il secondo del dopoguerra, fu assegna- vicende ci introdurranno e verranno a to alle Lettere dal carcere di Antonio intersecarsi con la storia di quella asse- Gramsci. Il libro, il primo della previ- gnazione. sta edizione delle opere complete affi- data a Einaudi per la cura di Felice Pla- tone, era uscito in concomitanza con il C0EGSRXVEWXEXEVMTVIWEHIP4VIQMSRIP decennale della morte di Gramsci (27 HSTSKYIVVE aprile) ed aveva avuto un immediato successo: alla fine dell’anno si arrivò È noto che, dopo la fondazione del 1929 alla quarta ristampa. A tale popolari- e la prima assegnazione del 1930, il Pre- tà delle Lettere certamente contribuì mio Viareggio era rimasto fino al 1939 se- molto anche l’assegnazione del Premio, gnato vieppiù dalla presenza del regime, che fu a sua volta un evento clamoroso con la presidenza gestita dal 1931 al 1938 che coincise con una svolta nella sto- da Lando Ferretti e nel 1939 da Filippo ria del ‘Viareggio’, collegandosi anche Tommaso Marinetti. Rèpaci, fondatore  JIFFVEMSTT * _ Presidente dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Lucca. DOI

245  C (SGYQIRXM dell’impresa con Carlo Salsa e Alberto quell’anno ha vinto il Premio Viareggio Colantuoni, era rimasto in giuria qual- con un prestigioso ex aequo con Umber- che anno, in posizione sempre più defi- to Saba. Il tema dei premi letterari torna lata, fino alla sua uscita. Scriverà nel suo in una ironica vignetta finale – «il Natale Taccuino segreto: nel 1934 «il fascismo dei narratori» – in cui un Babbo Nata- mi defenestrò dal Premio»1. La sua posi- le è prodigo di premi a vari scrittori; tra zione di osservato speciale, che comun- di essi lo stesso Calvino che accetta un que non destava allarme politico ormai «premio purchessìa», sospirando: «gen- dal 1926, dopo la sua uscita dal Partito te era tempo!»5; un Pavese per il quale comunista2, non gli impedì in ogni caso si profetizza il ‘Viareggio’ (e Il compagno una adesione costantemente partecipe al sarà, in effetti, tra le opere considerate versante festaiolo e mondano delle estati in lizza); un Micheli che, dopo il ‘Via- viareggine e, per quanto possibile, dello reggio’, non può che ricevere … niente- stesso Premio. Lo documentano i passi meno che il Nobel; con una previsione del suo Taccuino che, nel 1939, pur non finale: «Il ’47 sarà dominato da noialtri, riservando al Premio neanche una pa- perbacco!»6. Noialtri einaudiani, si in- rola, notavano con passione ammirata il tende. Dice molto, il tono della lettera e trapasso di Viareggio dalla vecchia città della vignetta su come il premio lettera- di Viani «morta per sempre» ad una re- rio tornasse ad essere, dopo la diffusio- altà che, «da tanto che la conosco, mai ne e l’uso che ne aveva fatto il fascismo, […] si [era] fatta un viso più chic», con iniziativa molto seguita, manifestazione una spiaggia divenuta «più irresistibile di una nuova volontà di partecipazione che mai»3. culturale, luogo di effettiva diffusione di Negli anni della guerra era poi seguito conoscenze, strumento di valorizzazione un lungo silenzio del Premio, e anche del di nuovi ingegni e – perché no – aiuto Taccuino di Leonida4. Nel dopoguerra, economico effettivo per giovani autori di proprio le vicende culturali che si muo- talento. vono intorno a Viareggio ci offrono un Ma ripartire con il Premio Viareg- punto di osservazione interessante su un gio nel dopoguerra non era stato affatto panorama nazionale in grande fermento: scontato. quello dei premi letterari, in piena ripresa Retrocedendo rispetto a quella prima sotto il nuovo cielo. C’è una divertente (e edizione del 1946, merita senz’altro ri- per altri versi importante) lettera di Italo cordare – cosa che gli storici del Premio Calvino, inviata da Sanremo a Viareg- non fanno, e nemmeno Rèpaci fece – la gio in data 23 dicembre 1946: l’autore, fugace vicenda di un premio intitolato che ha appena terminato Il sentiero dei ad una rivista effimera quanto ambiziosa nidi di ragno, scrive a Silvio Micheli che e pregiata, nata per l’iniziativa proprio di (SGYQIRXM C 

Silvio Micheli: ‘Darsena nuova’. Il gio- Viareggio. Essa fu decisamente sostenu- vane scrittore viareggino si era piazzato ta dall’interlocutore uscito dalle elezioni nel serbatoio dei nuovi talenti letterari della primavera del 1946: l’amministra- einaudiani; Cesare Pavese ne era stato il zione rossa di Alessandro (Sandrino) patrocinatore, lo scopritore, «il Cristofo- Petri, sindaco comunista nella bianca ro Colombo»7. Dalla sua Viareggio, Mi- provincia di Lucca9. Nessuna meraviglia cheli mise all’opera tutta la rete dei suoi che i nuovi amministratori pensassero ad contatti al servizio della rivista, che esor- una ripresa del Premio Viareggio sotto le dì nel dicembre 1945 lanciando appunto insegne comunali, con un atto che dove- il Premio letterario ‘Darsena nuova’8. va segnare una sorta di riappropriazione In quel clima qualcuno poté anche cittadina di una iniziativa tutto sommato pensare che la novità passasse attraverso rimasta sempre appannaggio dell’univer- una archiviazione del ‘Viareggio’. Quale so della mondanità estiva di Viareggio e, altro significato dare infatti alla pungente negli ultimi anni, coinvolta nelle spire affermazione di Micheli, contenuta in una del regime. L’idea di avocare il Premio nota in calce al regolamento: «Teniamo a Viareggio alle istanze amministrative lo- precisare che il premio Darsena Nuova cali significava dunque democratizzarlo, non ha niente a che vedere con il passa- avvicinarlo al popolo, redimerlo in qual- to Premio Viareggio?». La giuria, posta che modo dal suo passato politicamente sotto la presidenza di Elpidio Jenco, an- compromesso. noverava Giovanni Bandini, Leonardo A spuntarla fu l’Azienda Autonoma Di Giorgio, Giancarlo Fusco, Riccardo Riviera della Versilia, l’ente preposto Marchi, Angelo Mele, Biagio Zagarrio, al turismo10, che, ottenuta una auto- Amedeo Ugolini, neo direttore dell’edi- rizzazione ministeriale a ripristinare il zione piemontese de «l’Unità»; ma anche Premio, istituì a tal fine una giuria con lo stesso Leonida Rèpaci, con Silvio Mi- dentro Giovanni Battista Angioletti, cheli segretario. Finì presto, la rivista (nel direttore de «La Fiera letteraria», Cor- luglio del 1946) e finì – poco dopo e male rado Alvaro e, appunto, Elpidio Jenco. – il premio, dalla cui giuria Rèpaci si era La manovra coinvolgeva dunque il presi- tempestivamente dimesso. Senonché l’a- dente del ‘Darsena nuova’, Jenco, dopo desione iniziale del dinamico Leonida era che l’Azienda, avviando l’operazione in il sintomo, quanto meno, di una qualche giugno, aveva espresso l’intenzione di incertezza sugli scenari futuri possibili. giungere ad un esito che fosse «in colla- In parallelo all’alternativa ‘darsenot- borazione con il Premio Darsena Nuova ta’, si era però aperto per Rèpaci un e non in contrasto o in concorrenza»11. nuovo e più insidioso fronte: l’ipotesi L’iniziativa entrò però in rotta di colli- della avocazione pubblica del Premio sione con l’operazione che i tre fondatori  C (SGYQIRXM del ‘Viareggio’ avevano infine intrapre- dell’Università di Pisa) e di Alberto Si- so, costituendo a Roma un comitato or- mone (docente del locale liceo classico), ganizzatore e una giuria che riaffermò la in grado di coinvolgere, in una attività terza ipotesi, quella che risultò vincente: che fu soprattutto di conferenze, intel- la ripresa del Viareggio sotto la guida del lettuali di grande prestigio15. Tra questi suo fondatore. La soluzione fu allora un ci fu Luigi Russo, che ne inaugurò l’at- compromesso che vide riunite le giurie di tività sociale con una conferenza su La quell’anno12. In realtà, Angioletti, Alvaro letteratura italiana e la storiografia con- e Jenco, entrarono nella giuria del rina- temporanea. to Viareggio, ma non altri ‘darsenotti’, Ricevuto dunque il prestigioso incari- come per esempio Giancarlo Fusco che co, la Società di Cultura, per opera del se ne lamentò13. Fu una soluzione prov- suo presidente Bolelli, subito procedette visoria di fatto, sui cui ingorghi Rèpaci a mettere insieme nomi per una qualifi- sorvolò nel suo Taccuino: «Ho formato cata giuria, la cui presidenza fu affidata la giuria […] una giuria interlocutoria, proprio a Luigi Russo, mentre per la pre- messa su alla brava»14. Ma il ‘Viareggio’ sidenza onoraria fu ottenuta l’adesione era ripartito. del presidente della Costituente Umber- to Terracini. Era il 28 giugno quando un comuni- C0SWGIREVMSHIPP´EZSGE^MSRI cato stampa del sindaco portò la mano- vra allo scoperto. Furibonda fu la reazio- Nel 1947 tornò in scena lo stesso copio- ne di Rèpaci, che scatenò una battaglia ne, ché, se ormai non era più in discus- culturale, politica e legale in nome della sione la continuità del Premio Viareggio, continuità col passato, della dimensione la questione della sua titolarità era rima- nazionale e non locale del premio, della sta ufficialmente aperta. Le propensioni sua autonomia. Datata lo stesso 28 giu- avocazioniste spinsero allora Petri a ri- gno, una lettera della presidenza del Pre- prendere la partita con una nuova mos- mio, a cura del legale e segretario dello sa, il cui tramite fu questa volta la neona- stesso, avvocato Domenico Lipara, noti- ta Commissione comunale del turismo. ficò la formale diffida al sindaco a per- Questa, investita dall’Amministrazione severare nell’azione di avocazione, insie- del compito di procedere all’organizza- me con un invito, viceversa, a collabo- zione del Premio, individuò l’organismo rare all’opera già intrapresa dalla giuria atto a ciò nella Società di Cultura. Si dell’anno prima per una nuova edizione trattava di una istituzione sorta in città del Premio16. nell’ottobre del 1946, soprattutto grazie La questione fu risolta però definiti- all’azione di Tristano Bolelli (filologo vamente pochi giorni dopo da una se- (SGYQIRXM C  conda missiva, datata 1 luglio. Era la let- cratiche e divenuto in quei mesi condi- tera inviata al sindaco Petri da Palmiro rettore del quotidiano del nuovo Partito Togliatti: socialista dei lavoratori italiani: «L’U- manità»18. Per altro il Pci viareggino era Caro compagno, da informazioni pervenu- stato facilmente persuaso dalle ragioni temi ho appreso che tu hai richiesto l’avoca- del popolare Sandrino: un giudizio un zione al Comune del giudizio per il Premio po’ intransigente su quella sorta di vil- Viareggio. Ti segnalo che la Direzione del leggianti della cultura quali risultavano partito ritiene, e ti invita a regolarti in questo ai suoi occhi i giurati repaciani. senso, che il Premio debba essere assegnato Erano valutazioni che non mancava- dall’apposita Commissione, anche per le no di riecheggiare nella stessa lettera di ragioni che ti saranno chiarite a voce alla risposta a Togliatti. In essa infatti, accet- prossima occasione. È invece assai utile che tando senza obiezioni il diktat, Petri ri- tu accetti, come ti è stato offerto, di far parte levava, a mo’ di giustificazione della sua della Commissione stessa. Attendo da te un diffidenza, l’assenza di un qualunque cenno di assicurazione e ti invio intanto i più riscontro alla richiesta di rendicontazio- fraterni e cordiali saluti17. ne sulla gestione dell’anno precedente, ciò che non poteva non insospettire un L’invito non ammetteva ovviamente sindaco attento come lui («e vecchissi- repliche. Il 5 luglio Petri, con mille im- mo ragioniere, taccagno se tu vuoi»). I barazzate scuse, revocò il mandato che livelli di mediazione tra politica e cultu- aveva conferito alla Società di Cultura, ra del sindaco per altro non andavano innescando come è facile pensare pole- oltre la dichiarata preoccupazione che miche a non finire.L’intera questione era gli organizzatori fossero «persone di si- stata infatti seguita con grande parteci- curo affidamento politico e artistico», pazione dalla politica cittadina, specie sicché la sua «adesione quale membro nell’ambito della maggioranza di gover- della Giuria», consigliata come si è vi- no che aveva condiviso largamente le ra- sto dallo stesso Togliatti, compito di cui gioni generali in favore dell’avocazione. onestamente dichiarava di non sentirsi I socialisti poi, in particolare, avevano all’altezza, poteva essere da lui accettata sostenuto con convinzione l’alternativa solo affinché il suo voto potesse «influi- della Società di Cultura, dove l’area laica re sul verdetto nel senso desiderato dal aveva buona rappresentanza. E valevano Partito». La lettera si chiudeva poi con inoltre, per i comunisti, ma forse ancor il rinvio al prospettato incontro a Roma, più per i socialisti, le ragioni polemiche caldeggiato per altro, più che per la que- contro Rèpaci, entrato con la scissione di stione in campo, da considerarsi ormai Palazzo Barberini nelle fila socialdemo- risolta, per il bisogno di ricevere un «in-  C (SGYQIRXM dirizzo definitivo» su un’altra non spe- caso di coscienza a Sandrino, che però cificata faccenda evocata in modo non l’autografo non lo restituirà mai23). preciso in una «lettera testé giuntami dal Fu invece espressamente e contestual- compagno Barontini»19: Ilio Barontini, mente evocata e discussa la questione il mitico fondatore del Pci, antifascista e della candidatura al Premio Viareggio resistente, ora Costituente eletto nel col- di Gramsci. Era su questo, anche se non legio di Pisa. precisamente sul nome in campo, che Nella discussione interna al Partito Petri era stato messo sull’avviso dalla let- locale, Petri aveva avuto l’opposizione tera di Barontini. La discussione vide per del suo collaboratore Leone Sbrana20: altro i nostri un po’ spiazzati, anche per- scrittore, reduce dalla guerra con una ché gli interlocutori romani presentaro- bruciante esperienza di internato milita- no al riguardo un arco di posizioni assai re, questi era entrato negli organici del diverse. Fu in particolare uno a sostene- Comune assumendo la funzione di tito- re apertamente la soluzione del Premio lare dell’ufficio stampa, strumento a quei a Gramsci, seppure mettendo in campo tempi inedito che era stato istituito da – dice Sbrana – «dotte argomentazioni Petri su proposta dello stesso Sbrana per […] più di natura estetica che politica»: curare le relazioni pubbliche. Anche per era Giacomo Debenedetti, critico de questo Leone sarà il compagno di viag- «l’Unità» e giurato del ‘Viareggio’. Dun- gio di Sandrino a Roma, alla Direzione que, che la vicenda istituzionale del Pre- nazionale del Pci21. mio fosse dall’inizio collegata al ricono- Gli incontri, che si svolsero a ‘Botteghe scimento alle Lettere dal carcere è, anche oscure’ in successive riunioni protrattesi da questo episodio, provato. per più giorni, non videro l’apparizione di Togliatti, ma furono condotti con la partecipazione di quattro interlocutori C8SKPMEXXMIP´§STIVE^MSRI+VEQWGM¨ della Commissione Stampa e Propagan- da22. Nel merito della questione di cui In tutta questa duplice vicenda, la linea finora si è detto, non ci fu ovviamente di- del segretario generale del Pci si dimo- scussione. Petri fu chiamato a difendersi strò coerente con il suo disegno di una per non aver tenuto nascosto l’autogra- politica culturale che nel partito era tutta fo togliattiano, che ingenuamente aveva in costruzione. È appena il caso di ricor- esibito ai quattro venti, magari a riprova dare il fuoco della polemica con Vittori- della sua impossibilità a fare altrimenti, ni, che proprio in quei mesi si avvicinava per cui i suoi contenuti erano divenuti all’epilogo, con l’invito di quest’ultimo ormai di dominio pubblico; e anche per alla politica a rispettare l’autonomia delle non averlo restituito (cosa che creerà un battaglie culturali24. È chiaro come, al di (SGYQIRXM C  là della dura contrapposizione che portò zione nei confronti di un mondo che ri- alla chiusura de «Il Politecnico», Togliat- pagava – o si confidava ripagasse – que- ti concepisse l’idea di un lavoro da svol- gli atteggiamenti con partecipazione e gere, con attenta cautela, in direzione dei simpatia. tanti intellettuali che, pur non ‘organici’ È una situazione ben illuminata e una alla politica del partito e magari neppure scelta energicamente difesa nella rispo- iscritti, non sfuggivano alla possibilità di sta privata che, sulla questione, Togliat- un rapporto positivo con esso, nel loro ti dette in una lettera al vicesegretario sforzo di rinnovamento culturale25. della Camera del lavoro di Milano Italo Questo fu anche il senso della sua Busetto: «Ma io trovo pure non giusto apertura a Rèpaci, anche contro gli op- un intervento dall’alto per modificare la posti orientamenti dei comunisti di Via- giuria, ecc. Perché non lasciare che que- reggio. Eppure era un’operazione – To- ste cose continuino a farsele i letterati tra gliatti lo sapeva – non immune da rischi: di loro così come avevano incominciato la giuria del Premio Viareggio non era a fare anche sotto il fascismo? Se io sono propriamente un covo di comunisti; e lo intervenuto è proprio per consigliare stesso Rèpaci non era così affidabile sul che non si intervenisse in questo senso, piano politico, anche se la sua militanza e questo mi pare il contrario esatto di un socialdemocratica non passò l’anno, per metodo ‘dittatoriale’». Il mio, insomma gli ondeggiamenti a cui era comunque – rivendica Togliatti – è stato un inter- inguaribilmente soggetto. Oltretutto a vento che ha rinunciato ad esercitare in- Togliatti non mancava la conoscenza, gerenza. Pesantemente interventista era così come dei trascorsi rivoluzionari di in effetti, semmai, l’azione proposta da- Rèpaci, della rottura da lui consumata gli avocazionisti come Petri. E la conclu- con il movimento comunista, per il cla- sione sottolineava l’importanza nodale more anche pubblico che aveva avuto, della questione: «Ad ogni modo, quan- ma che nessuno allora ricordava o rievo- do ci vedremo ne parleremo più a lungo cava26. perché la cosa coinvolge parecchi aspetti L’apertura di credito verso Rèpaci del nostro atteggiamento verso gli intel- non dipese solamente dalla sfiducia, che lettuali»27. certo c’era, in una soluzione che fosse Quanto alla questione del Premio a affidata tutta a forze locali; non dipese Gramsci, l’appoggio di Togliatti, sicu- solamente dalla fiducia di avere comun- ramente già discusso con Rèpaci, incon- que all’interno del Premio pedine su cui trava anch’esso nel partito opposizioni. poter contare (e non si parla ovviamen- Esse erano per lo più di contenuto oppo- te del buon Petri). Ma fece parte di una sto, ma di segno in certo senso identico strategia di incoraggiamento e di atten- rispetto a quelle dei comunisti viareggi-  C (SGYQIRXM ni: orientamenti «identitari» che chiede- ovviamente in primo piano il sacrificio vano di lasciare pure il Premio Viareggio della vita del «capo della classe operaia» ai suoi personaggi e ai suoi riti, senza alla causa della lotta contro il fascismo; sporcarcisi le mani, senza «inghiottire il mirava però oltre a ciò ad affermare il rospo borghese»; meno che mai si pote- carattere nazionale del contributo cultu- va consegnare al Premio la testa del mi- rale di Gramsci: non semplicemente un tico fondatore del partito; si doveva in- ideologo e un organizzatore di partito, somma riservare al Pci la gestione delle non solo il comunista più illustre conse- sue memorie, il «monopolio dei [suoi] gnato al martirologio della causa antifa- monumenti»28. Alla data della citata let- scista, ma il grande intellettuale naziona- tera di Togliatti a Busetto, l’ipotesi della le, il cui contributo alla cultura italiana attribuzione del premio era già nell’aria: andava nel senso di arricchirla con la indiscrezioni cominciavano a passare an- componente nuova di una elaborazione che sulla stampa; e a Busetto, che aveva originale del marxismo30. sostenuto che premiare Gramsci sareb- È noto il riscontro favorevole addirit- be stato addirittura «disonorevole», ri- tura di Benedetto Croce che, recensen- batteva Togliatti: «che c’è di male a dare do le Lettere, affermò che quel libro, al il premio a Gramsci? Non ebbe anche di là dell’opera svolta da Gramsci per qualche comunista il Prix Goncourt?». la formazione di un partito comunista, Togliatti, come si è visto, non inter- «appartiene anche a chi è di altro od op- venne alla riunione con i viareggini, ne- posto partito politico»; e non solo per gando quell’«indirizzo definitivo» che la sua storia di «pericoli e persecuzioni Petri gli aveva richiesto; ma le sue idee e sofferenze e morte per un ideale» che erano ben chiare. Esse erano del resto in tutti suscita «orrore e interiore rivolta coerenti con la conduzione più genera- contro il regime odioso che lo oppresse le dell’«operazione Gramsci», nel cui e soppresse», ma anche «perché come contesto il Premio alle Lettere avrebbe uomo di pensiero egli fu dei nostri [corsi- rappresentato un episodio rilevante sul vo nostro], di quelli che nei primi decen- piano della risonanza pubblica29. ni del secolo in Italia attesero a formarsi L’operazione, lanciata come si è det- una mente filosofica e storica adeguata ai to nel decimo anniversario della morte problemi del presente, tra i quali anch’io di Gramsci, puntava, nelle intenzioni di mi trovai come anziano verso i più gio- Togliatti, a superare, pur non escluden- vani»31. dolo, lo sforzo meramente commemo- Naturalmente c’erano risvolti inde- rativo di un partito che celebra il suo siderati in quel riconoscimento, che il capo e lo richiama come un costitutore filosofo liberale non era certo disposto dei suoi fondamenti dottrinari; metteva ad estendere agli «odierni intellettuali (SGYQIRXM C  comunisti italiani» che «troppo si disco- derno, e Croce e Gramsci si muovono su stano dall’esempio del Gramsci»; e quel un terreno comune»: considerazioni che riconoscimento, Croce in un certo senso una premessa redazionale valutava utili lo revocherà allo stesso Gramsci quando, da pubblicare e da discutere, pur avver- uscito l’anno dopo Il materialismo stori- tendo che non si poteva «farle nostre per co e la filosofia di Benedetto Croce, egli tutto ciò di crocianeggiante che in esse vedrà nel primo un «ostacolo insormon- rimane»35. tabile» a svolgere la critica della secon- Questo solo per alludere a come Le da32. Ma Togliatti aveva già messo «don lettere avviassero anche un dibattito Benedetto» sull’avviso: Croce è costretto teorico, che preparava ai più pregnan- a «balbettare: questo è un grande spirito ti sviluppi che seguiranno con l’uscita e un grande uomo, ma voi siete diversi». dei Quaderni. E anche per documenta- Pensi lui ad adeguarsi all’onestà intellet- re un parallelismo allora molto sentito, tuale di Gramsci, ché adeguarci al suo anche ai massimi livelli, tra discussione insegnamento politico è fatto nostro!33. teorica e dibattito politico: talvolta un Del resto, la linea della acquisizione invischiamento reciproco, che ci aiuta a di Gramsci al patrimonio della grande contestualizzare anche le reazioni e i fatti cultura nazionale era ben rappresentata: che caratterizzarono l’edizione 1947 del Luigi Russo, commemorandolo in Nor- Premio. male a Pisa, lo pose sulla linea di Dante Una considerazione di Gramsci più e Machiavelli, Dorso e Croce, Fortunato distaccata dalle urgenze dell’analisi po- e Labriola34. Ma il dibattito era destinato litica, in favore di una valorizzazione, a rimanere molto aperto in casa comuni- in certo senso ‘prepolitica’, dei carat- sta, e riproduceva le due linee di tensione teri fondamentali della sua concezione che abbiamo evidenziato: di apertura o dell’uomo e della personalità individua- di arroccamento. Citiamo un solo esem- le, è quella estrapolata dalla lettura delle pio dall’ampia discussione che, a partire Lettere che fa Giacomo Debenedetti in dalle Lettere, sarà ospitata su «Società», Gramsci uomo classico, testo fondamen- strumento primario della discussione tale uscito per la prima volta sull’edizio- di area. L’azionista Paolo Alatri, com- ne nazionale de «l’Unità» del 22 maggio. mentando l’«interesse molto vivo verso Il metodo umano che Gramsci ci propo- il pensiero di Croce» riscontrabile in ne non è altro che il metodo della filo- Gramsci vi affermava che, «nonostante logia (quello studio così amato dietro le il divario e l’opposizione che ci può es- lezioni del prof. Matteo Bartoli), «allar- sere fra il neoidealismo e il materialismo gato su tutta l’estensione del vivere», un storico, le due dottrine sono figlie di uno processo verso la scoperta e l’analisi di stesso ceppo, che è il pensiero laico mo- sé stesso: «percepire le cose nel loro tut-  C (SGYQIRXM to complesso», «sensazione molecolare» superficialmente la situazione; sta di fat- qui applicata all’autobiografia. «Posses- to però che abbiamo potuto rimediare a so completo di tutte le molecole» e «non tempo e oggi il Premio è rientrato nella prescindere da nessuna delle molecole»: sua cornice naturale senza che la parente- queste sono le regole apprese e pratica- si abbia inciso a nostro discredito sia per te nella situazione carceraria. «Sul piano la nostra organizzazione quanto per la intimo e individuale, del contegno verso nostra autorità politica»39. Il 16 agosto, la se stesso, Gramsci trasferisce la medesi- mattina dopo l’assegnazione del Premio, ma ispirazione che, nella vita pubblica, di fronte al notaio Guido Casella, presso egli chiamerà politica di unità»: insom- il Comune di Viareggio, nell’ufficio del ma, l’individuo come blocco storico di Sindaco, si costituirà il Comitato Perma- relazioni e ideologie anche contradditto- nente del ‘Premio Letterario Viareggio’, rie, da traguardare nell’ottica di un idea- formato dai fondatori Rèpaci, Salsa e Co- le educativo e autoeducativo moderno36. lantuoni. Di esso entreranno a far parte di Le dotte argomentazioni «più di natura diritto il Sindaco di Viareggio pro tempore estetica che politica» di Debenedetti e il Commissario prefettizio nell’Azienda sono il binario che porta dritto al Pre- Autonoma Riviera della Versilia pro tem- mio. pore: nell’occasione rispettivamente Petri e Ciompi40. Segretario del Premio sarà nominato Leone Sbrana, che già aveva af- C0´IHM^MSRI fiancato Lipara quell’anno e che rimarrà nella carica per un totale di 17 edizioni. E torniamo appunto a Viareggio. Per dire Quanto alla assegnazione, le vicende che la questione ‘avocazione’, è ormai finali si svolgono tutte in una quindicina chiaro, finisce lì. Due lettere di Petri, del di giorni. Una riunione della commissio- 15 luglio e del 25 luglio, confermano la ne ha luogo il 29 luglio in casa Rèpaci revoca dell’incarico alla Società di Cultu- a Roma, in via del Babuino. È messa a ra: la motivazione ufficiale è la minaccia punto una prima ampia rosa di candi- legale presentata da Rèpaci37. Terracini e dati41. La dotazione risulta decisamente Russo capiscono e accettano senza pro- rilevante: 500 mila lire42. Leonida impar- blemi di farsi da parte38. A fine luglio Li- tisce le direttive per mettere insieme un para ringrazia il sindaco, che entra in giu- numero unico che sancisca la ormai si- ria, e gli chiede di impegnarsi alla ricerca cura ufficialità dell’evento, affidandone di sponsor. In un successivo chiarimento la pubblicazione alla cura editoriale di con Terracini, Petri tira il suo bilancio: Leone Sbrana43. «Evidentemente sono stati commessi da Rèpaci vi celebra il suo trionfo nell’ar- noi degli errori avendo valutato troppo ticolo di apertura: Facciamo pure il punto (SGYQIRXM C  del Premio Letterario Viareggio. Rievoca- ti attuali, giurati futuri e futuri vincitori. te le origini (con le quali – proclama il C’è chi assomma tutte e tre queste ca- fondatore – si era ricordato alla città di ratteristiche come , con Viareggio che «su queste rive, il rogo di un bel ricordo sulla Viareggio del primo Shelley non cessa di bruciare»), rammen- dopoguerra. E c’è Giuseppe Ravegnani tati gli anni sempre più tristi del fascismo (colui che presenterà come racconti per e l’interruzione della guerra, l’attenzione l’infanzia L’albero del riccio, le favole è tutta sulle ultime battaglie, quelle nelle gramsciane delle Lettere); Sibilla Alera- quali è stato affermato il diritto dei fon- mo offre una piccola anticipazione da datori a seguitare l’impresa, contro le Selva d’amore45; ci sono poi figure stori- pretese di chi (si chiamasse Amministra- che per la Versilia come Enrico Pea. Non zione comunale o Azienda autonoma o mancano storie di Resistenza: Antonello Società di Cultura) era arrivato in ritar- Trombadori parla di Giorgio Labò46; do a mettere in dubbio, in nome di «una una einaudiana del calibro di Natalia maggioranza qualunque, in un’accolta Ginzburg ripropone Inverno in Abruz- di ambizioni sbagliate», la «proprietà di zo, intensa testimonianza sul periodo una casa altrui»44. trascorso con i due figli e con il marito Inevitabile polemica repaciana a par- che si trovava al confino, come «interna- te, il numero presenta un seguito di illu- to civile di guerra», nel paese di Pizzoli stri contributi, più o meno liberamente (L’Aquila)47: un ricordo commovente an- ispirati all’evento del Premio, alcuni ine- che per il pubblico locale, per i trascorsi diti.Ci sono i giurati, quasi tutti: non Al- viareggini di Leone. varo né Bigiaretti, non Antonio Baldini Ci sono infine autori, come Aldo Ca- né Alba De Cespedes; non Petri, per la passo e Lionello Fiumi, che già erano sua impagabile discrezione; ma ci sono stati collaboratori, come molti dei nomi i cofondatori Salsa e Colantuoni e poi già fatti per altro, di ‘Darsena Nuova’48. Giovanni Battista Angioletti, Elpidio Ma soprattutto, tra gli scritti dei giurati, Jenco, Giulio Cenci, Antonio Ciampi, è riproposto il Gramsci uomo classico di Massimo Bontempelli, Manara Valgi- Debenedetti. E questo è l’esplicito riferi- migli. E c’è Concetto Marchesi, con un mento ad una scelta a cui mancava solo pezzo dedicato alle sue vacanze all’isola l’ufficializzazione. d’Elba, di cui è affezionato frequentato- Questo almeno è il nostro convinci- re. Ci sono anche i segretari: Lipara con mento, anche se la relazione della giuria le sue considerazioni legali e Sbrana con non manca di sciorinare un’ampia rosa di tre storie viareggine. candidati su cui ci si sarebbe soffermati: La rosa dei collaboratori del numero la produzione letteraria dell’ultimo anno unico è ancora vasta: ci sono concorren- – vi si legge – era stata «ricca e notevole  C (SGYQIRXM per varietà e impegno». Sono in particola- C)GLMTSPIQMGMIVEKMSRMMHIEPM re ricordati: Segreti dei Gonzaga di , La romana di Alberto Moravia, La posizione di Rèpaci, in tutti i momen- Il cielo è rosso di Giuseppe Berto, Prologo ti, dal concepimento dell’assegnazione, alle tenebre di , La sabbia e all’orientamento della giuria, alla scelta l’angelo di Margherita Guidacci, ma an- finale, era stata e fu di pieno, battagliero che altri, come Malaria di guerra di Enrico sostegno ad una ipotesi che dall’inizio gli Pea, Il compagno di Cesare Pavese, Così apparve del tutto giusta. Il verbale uffi- è stato di Natalia Ginzburg, Giorno dopo ciale della giuria riconosce «l’indiscuti- giorno di Salvatore Quasimodo, Quader- bile primato» delle Lettere gramsciane, no gotico di , Lamento del ga- «scritte nella più dura prigionia», «ani- belliere di Raffaele Carrieri49. Le cronache mate da una strenua volontà di difende- parleranno di un ‘sacrificato’ sopra tutti re la propria vita», da parte dell’autore gli altri: Alberto Moravia; ma in realtà che dal buio del carcere «riesce ancora le menzioni d’onore saranno per Enrico ad essere la guida morale per chi è rima- Pea, Elio Vittorini e Maria Bellonci 50. sto fuori». Conclusione: «La ‘condizio- Ma era Gramsci il vero, unico desi- ne umana’ non ha avuto in questi tempi gnato, anche se il racconto repaciano confusi un più lucido assertore e testi- tratteggia la scena, nella seduta decisiva, mone». La giuria ha premiato – come di una scelta ‘improvvisa’, con il cenno commenta «l’Unità» – «forse l’unico d’intesa tra Bontempelli, Debenedetti e libro che serva, l’unico libro che aiuti», Rèpaci, la candidatura autorevolmente quello che «riporta di colpo la funzione sostenuta da Concetto Marchesi, la pro- dell’uomo di cultura e dello scrittore, sul posta di unanimità che viene da Baldini, piano di un elevatissimo messaggio vali- il voto unanime che segue immediata- do per tutti gli uomini». mente, le feste fatte da tutti a Marchesi51. Una scelta del tutto giusta, dunque. Si arriva così alla serata finale, come al E del tutto anticonvenzionale: aver pre- solito nel vivo di una nottata danzante. miato l’opera di uno scrittore non di Passata abbondantemente la mezzanot- professione; aver premiato un ‘politico’; te, l’annuncio emozionato di Sbrana con aver premiato un autore morto dieci anni la lettura della relazione della giuria, il prima; aver premiato un ‘classico’. Nella discorso di Rèpaci che ricorda i bei tem- difesa di questo carattere anticonven- pi di Torino, dell’Ordine nuovo, quando zionale della scelta del ’47, Rèpaci dette il suo Maestro era stato anche il compa- veramente il meglio di sé nelle polemi- gno di lotta. E la festa che prosegue. che che inevitabilmente seguirono. Ché, se le polemiche sono una caratteristica costitutiva e si direbbe ineliminabile del (SGYQIRXM C 

Premio, quell’anno c’erano tutte le pre- zione del sindaco a mettere sotto tutela messe per passare il segno52. prefettizia la sua polizia municipale!56 Le più immediate furono quelle del Molti insistettero sulla cattiva orga- momento, che uscirono in cronaca nei nizzazione della serata, in quel locale, la giorni successivi all’assegnazione: le più Capannina del Marco Polo, presentata banali forse, spia però di una diffusa area come «un’onesta, feriale pista da bal- di antipatizzanti. Ci si era messa anche lo»57, se non come un locale di second’or- «l’Unità» a far confusione, facendo usci- dine che doveva rimontare la cattiva re nella sua edizione genovese, con un fama recuperata con i soldati neri della giorno di anticipo rispetto alla concor- 92a Buffalo. In realtà anche il Royal di renza, la notizia. Colpa o merito di cro- Gentili, quell’anno non disponibile, non nisti intraprendenti o impazienti (si fece era risultato impeccabile l’anno prima; il nome di Silvio Micheli collaboratore e la Capannina, che registrava lo sforzo de «l’Unità»53) o di segretari imprudenti dell’imprenditore milanese Baglietti, an- (Sbrana se ne attribuì la responsabilità54). noverava tra gli organizzatori di spetta- Ma come si è detto la notizia era coli un Sergio Bernardini all’inizio della nell’aria, se si registrò la presenza di sua carriera58. E poi, immancabili in una pubblico anche non aduso a tanta mon- perfetta serata versiliese, i cazzotti (per danità, come lavoratori e popolani mili- questioni galanti)59. Salendo di tono, non tanti di sinistra coinvolti nell’occasione. pochi notarono lo strappo alla regola, se Non propriamente parte del pubblico non al regolamento, dell’assegnazione sarebbero stati poi, presenti in visibile postuma. Ma l’eccezionalità del premia- quantità, membri di un servizio d’ordi- to non dovette lasciare molti dubbi sulla ne organizzato all’uopo, prevedendosi possibilità, anzi sull’opportunità dell’ec- possibili contestazioni o disordini. La cezione, che non rimase del resto l’unica notizia, evidenziata da Sandro Volta su nella storia del Premio60. «L’Europeo», fu irrisa da Rèpaci, che Semmai altre perplessità si nasconde- rinforzò la polemica esagerando con vano dietro alle obiezioni sul carattere partigiani «tra i tavoli con le bombe a postumo del Premio. Intanto, quella sui portata di mano»55. Ma, al netto di ogni destinatari effettivi: gli eredi di Antonio, evidente montatura, la circostanza non i suoi figli. Era pressoché sicuro, come risulta affatto improbabile, nella città fu in effetti, che Delio e Giuliano, citta- che un anno prima aveva visto impegna- dini sovietici, rispettivamente ufficiale di ti ufficialmente i partigiani dell’ANPI marina e musicista, non sarebbero stati nei servizi di ordine pubblico legati al presenti a ritirare quella sera il Premio, Casinò e che l’anno dopo, in occasione che rimaneva a loro disposizione per un dell’attentato a Togliatti, vedrà l’opposi- anno. Solo qualche mese dopo sarà pos-  C (SGYQIRXM sibile ottenere gli speciali permessi. La mentali65. Però il tema era di quelli da far venuta in Italia fu allora per i due fratelli breccia anche a sinistra. Risposta a que- l’occasione per un lungo giro organiz- sto genere di obiezioni, e direttamente zato dalla Direzione del PCI (dal con- a Angelo Magliano66, dette Rèpaci in un gresso comunista di Milano, alla visita articolo pubblicato sul suo giornale, dal a Ghilarza, fino in Puglia). La cerimo- titolo invero paradossale, Abbiamo cri- nia di consegna del Premio, dalle mani stianizzato in Paganìa, che fa indossare a di Rèpaci, si svolse in municipio, il 30 Leonida addirittura le vesti del missiona- gennaio 1948. Ovvio come chi voleva rio: «Il Premio Viareggio ha voluto farsi far polemica rimarcasse la non italianità un dovere della diffusione fra gli italiani dei Gramsci, questi figli «degeneri» che del ritratto che Gramsci ha dato di sé at- parlavano solo russo61. Della qual cosa traverso gli anni del carcere». Di fronte essi si giustificarono, nelle poche parole «alla solita folla borghese?» E certo. Una dette in occasione del ritiro del Premio, folla che però ha pagato per venire a sen- ricordando come il motivo di ciò fosse tir parlare di un libro, che sapeva esserci la stessa causa che aveva condotto il loro «nell’aria la notizia della consacrazione padre alla morte: il fascismo62. letteraria del grande rivoluzionario», che Ben diversa, per tornare alle polemi- ha «ascoltato in religioso silenzio» la pro- che agostane, la questione di opportu- clamazione, che ha dimostrato insomma nità sollevata da Pavese, in una lettera «una sensibilità non del tutto ‘balneare’». privata a Pietro Pancrazi, in cui torna la «Non festa mondana, ma cristianizzazio- questione del carattere postumo del rico- ne, dunque. Missione. Abbiamo buttato noscimento. Consentendo con l’articolo un grande libro in mezzo a una folla sva- che Pancrazi aveva pubblicato sul «Cor- gata, perché riflettesse sul destino di un riere della Sera», che valorizzava l’opera uomo come Gramsci»67. Che poi voleva di Gramsci «in sede storica e di cultura» dire, più in generale, rivendicare il valore sicché il suo lavoro non sarebbe dovuto di divulgazione del Premio. rimanere patrimonio dei soli comunisti, Una reazione personale tutta partico- Pavese affermava: «avrei preferito che il lare riservò Rèpaci contro Sandro Volta premio non lo dessero a lui. Non è un e il suo sopra citato articolo pubblicato po’ un diminuirlo? Un premiare postu- su «L’Europeo»: l’unica che rimane sul mi, che so, Machiavelli o Cattaneo?»63. suo Taccuino segreto. È vero, la cronaca Rispetto alle caratteristiche del premia- di Volta è la fonte – o comunque ripren- to, dispiacque in effetti a molti il clima di de – tutte le notizie trash di cui si è detto. mondanità. Esso era indubbiamente co- Ma è anche quella che fa più male: Volta stitutivo del Viareggio e alcune di queste sa meglio di tutti come si sono svolti i polemiche risuonarono sicuramente stru- fatti; e riporta memoria e attenzione sul (SGYQIRXM C  tentativo della Società di Cultura (por- Sullo stesso tenore, ma oltre ogni limi- tando alla luce tra l’altro tre nomi di giu- te, Marco Ramperti: anche per lui, si era rati che avrebbero affiancato Terracini premiato uno «scrittore mediocre», «per e Russo: Pietro Pancrazi appunto, e poi far cosa grata al comunista Togliatti»70. Gianfranco Contini e Eugenio Montale). Fu questo intervento che evocò, a te- Ma Volta ha torto quando rimprovera la stimonianza invece di un consenso con- matrice politica della scelta. È evidente trapposto ben più significativo, un fermo – sostiene in opposizione Rèpaci – che documento sotto il quale Rèpaci raccolse non ci si può lamentare che ci sia qual- una quarantina di prestigiosissime firme; cuno che apprezza Gramsci anche senza molti giurati, ovviamente e poi, tra gli al- essere comunista, come si era riscontra- tri, , Giorgio Caproni, to in giuria (una giuria in cui i comunisti Emilio Cecchi, Guido Piovene, Umber- erano in netta minoranza), con un voto to Saba, Giuseppe Ungaretti71. unanime e una decisione praticamente Ma sarà proprio Giacomo Debene- indiscussa. detti a rivendicare nel modo più efficace In effetti, le accuse più roventi risul- la legittimità, l’autonomia e il valore del- tarono proprio quelle politiche, facesse- la scelta del 1947, trovandosi a riflettere, ro o meno riferimento all’intervento di qualche anno dopo, sulle passate vicen- Togliatti. La guerra fredda era davvero de del Premio. cominciata anche sul terreno culturale Nette quelle de «La Civiltà Cattolica»: […] tra le varie giurie, questa di Viareggio, il premio era stato un riconoscimento po- appunto perché così composita, numerosa e litico e non letterario, inserito nel quadro di così diversa estrazione, finisce coll’essere delle celebrazioni comuniste per il decen- una delle più equilibrate e delle meno parti- nale della morte; Gramsci faceva «tabula tanti; una delle più libere. Le famose baruffe rasa di tutti quei valori spirituali, religiosi viareggine, che sono state ampiamente scan- e morali la cui negazione è alla base del dalo e cronaca, diventano, all’indomani delle movimento da lui impersonato»68. libecciate, la maggior garanzia che le cose si Anche per Giorgio Bianchi, sul po- sono fatte secondo coscienza. polare periodico «Oggi», le Lettere, pur «alto e nobile documento morale» era Dalla sua seconda nascita in poi, cioè un’opera frammentaria che «artistica- dal ’46, il Premio Viareggio si è con- mente non regge alla critica», premiata quistato un titolo che ne illumina tutta solo grazie all’intervento di Togliatti, con la storia. Ha premiato all’unanimità le quella lettera in cui impartiva «l’ordine «Lettere dal Carcere» di Gramsci. Que- che fosse riconfermata in carica la vec- sto basterebbe a rassicurare per sempre i chia giuria del premio»69. nostri scrupoli di «giudici». Un premio,  C (SGYQIRXM

di solito, riesce a dare un po’ di fama al resta attiva fino al 1938, si rianima solo per le premiato; quella volta è stato il premiato pratiche di rilascio del passaporto: Rèpaci sog- a dare gloria veramente duratura al pre- giornò per periodi relativamente prolungati a mio72. Parigi. 3 _ TS, cit., pp. 263-264, 23 luglio 1939. 4 _ Furono anche anni di pausa della sua _ NOTE attività di romanziere. I suoi scritti si limitarono 1 _ L. RÈPACI, Taccuino segreto, Prima serie, in questo periodo ad articoli di critica artistica (1938-1950), M.P. Fazzi Editore, Lucca 1967, e teatrale, prevalentemente pubblicati su «L’il- p. 401. La notazione è attribuita al 4 gennaio lustrazione italiana». Si può vedere al riguardo 1946. L’opera (a cui d’ora in poi ci riferiremo S. BUCCIARELLI, Rèpaci e i compagni di strada con la semplice denominazione di Taccuino o dell’arte, in I segni incrociati. Letteratura Italia- con la sigla TS) rappresenta l’aggiornamento al na del ’900 e Arte Figurativa, a cura di M. Cic- 1950 del volume edito nel 1929 e ripubblicato cuto e A. Zingone, Mauro Baroni editore, Via- nel 1944 da Bompiani; contiene, distribuiti in reggio 1998, pp. 641-650. L’attività di Rèpaci ordine cronologico, scritti editi e inediti, pre- riprese in pieno subito dopo la liberazione di ziose cronache culturali e notazioni personali e Roma allorché dette vita, con Renato Angiolil- autobiografiche, sempre segnate dal tono batta- lo, al quotidiano «Il Tempo». gliero dell’autore e dalla sua incoercibile voca- 5 _ Il ‘premio purchessìa’ sarà nel 1947 per zione al protagonismo: un diario imprescindi- Calvino il Premio Riccione (riservato agli inedi- bile per conoscere e valutare la personalità e il ti), attribuito all’autore del Sentiero in ex-aequo ruolo del titolare del Premio. con Fabrizio Onofri, Morte in piazza, per il giu- 2 _ È quanto si ricava dalla sua scheda per- dizio di una qualificatissima giuria presieduta sonale in Archivio Centrale dello Stato, Casella- da . Ma Calvino non gradirà rio Politico Centrale, busta 4282, estremi crono- affatto la soluzione, non presentandosi a rice- logici 1922-1938. Rèpaci, nato a Palmi (RC) nel verlo. 1898, collaboratore a Torino dell’Ordine nuovo 6 _ Per la fonte si rimanda al nostro scritto di Gramsci, socialista e poi comunista, si trasfe- citato nella successiva nota 8: Il sangue e la car- risce nel 1922 a Milano. La sua scheda è inau- ta, p. 118, nota 2. gurata in quell’anno con la segnalazione della 7 _ Lettera a S. Micheli del 20 marzo 1946, sua attività di avvocato in difesa degli imputati in C. PAVESE, Lettere 1945-1950, Einaudi, Tori- dell’attentato al teatro Diana. Il fatto culminan- no 1966, p. 64. te è poi, nel 1925, il coinvolgimento a Palmi in 8 _ Su Micheli, sulla rivista «Darsena nuo- una sanguinosa sparatoria contro i fascisti del va» e sulle vicende di quel premio, si rimanda luogo: assolto successivamente dall’accusa di ancora ai lontani saggi pubblicati sulla rivista omicidio, all’episodio seguì la sua uscita dal dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età Partito comunista. Da allora, la sua scheda, che contemporanea in provincia di Lucca: S. BUC- (SGYQIRXM C 

CIARELLI, Il sangue e la carta. Introduzione a fotostatica in Viareggio 50: 50 anni di cultura Silvio Micheli; M. CICCUTO, Una rivista del ne- italiana, a cura di F. Bogliari, G. Petroni, G. So- orealismo: «Darsena Nuova»; M. CASAGRANDE, brino, Edizioni delle autonomie, [Roma] 1979, Silvio Micheli, «Darsena Nuova» e la vita politi- p. 64. co-culturale a Viareggio negli anni del dopoguer- 18 _ Il quotidiano sorse con una direzione ra, «Documenti e Studi», n.12/13, dicembre a quattro: Virgilio Dagnino, Giuseppe Faravel- 1991, pp. 117-148, 149-165, 167-222. li, Aldo Valcarenghi e Leonida Rèpaci. L’inca- Un reprint della rivista, con saggi dei me- rico di Leonida durò in realtà pochi mesi, per desimi tre autori, è Darsena Nuova. Ristampa divergenze di vedute proprio in merito ai rap- anastatica dei cinque numeri 1945-1946, Mauro porti con i comunisti, a cui egli era favorevo- Baroni editore, Viareggio 1997. le. Estromesso dal giornale, alla fine dell’anno 9 _ S. BUCCIARELLI, Sandrino Petri: un sin- Rèpaci uscì anche dal partito. daco comunista nella provincia bianca, in «Do- 19 _ Lettera di Petri a Togliatti del 5 luglio cumenti e studi», n. 35, 2013, pp. 55-86. 1947, minuta in AP. 10 _ Il presidente di questo ente governati- 20 _ Nato a Viareggio nel 1912, la sua atti- vo, di nomina prefettizia, era Corrado Ciompi, vità antifascista è segnalata al Casellario Politi- che aveva ricoperto la carica di sindaco di Via- co Centrale dal 1931 (Archivio Centrale dello reggio fino alle elezioni del 1946. Stato, CPC, busta 4642, fascicolo 098965). Ri- 11 _ Lo rivela Elvo Puccinelli in una lette- chiamato alle armi nel ’42, fu colto dall’armi- ra a «La Gazzetta», 4 giugno 1946. stizio sul fronte greco e preso prigioniero dai 12 _ «La Gazzetta», 10 luglio 1946. tedeschi. Patì la condizione di IMI e, deportato 13 _ «E Leonida Repaci, che pure accettò in Polonia, riportò nella prigionia una grave di sedere in mezzo al minor senno dei giudici invalidità. Descrisse la sua esperienza in Gior- darsenotti, non si è preoccupato di gettare un ni che sembrano anni (Parenti, Firenze 1960), ponte tra le due rive?». Così EFFE [G. FUSCO], vincitore del Premio Prato nel 1960. Fine scrit- Perché Greppi e Petri no?, «La Gazzetta», 18 tore, sensibile autore di letteratura per ragazzi, luglio 1946. nel dopoguerra iniziò il suo percorso di orga- 14 _ TS, cit., p.441, 28 luglio 1946. nizzatore di cultura: dal 1947 per diciassette 15 _ Della costituzione e dell’attività della anni fu segretario del Premio Viareggio e, dal Società di Cultura dette notizia «La Fiera lette- 1955, animatore della Fiera del Libro. Attivo raria», II, n. 3, 16 gennaio 1947. militante del PCI dal dopoguerra, nel 1970 16 _ La lettera è presso l’Archivio privato fu per questo partito consigliere provinciale, della famiglia Petri (AP), copia integrale del carica alla quale fu rieletto nel ’75, anno del- quale è stata depositata ed è consultabile pres- la sua morte. Le vicende del Premio Viareggio so l’Istituto storico della Resistenza e dell’Età durante gli anni della sua segreteria furono da contemporanea in provincia di Lucca. lui raccontate in Il premio, Lucca, Maria Pacini 17 _ L’originale della lettera è in AP; copia Fazzi, 1973.  C (SGYQIRXM

21 _ Per la ricostruzione del clima e delle to, Roma 4 agosto 1947, in Togliatti editore di circostanze di quella discussione, e in partico- Gramsci, a cura di C. Daniele, introduzione di lare della ‘spedizione’ romana, facciamo riferi- G. Vacca, Carocci, Roma 2005, pp. 93-94. mento al racconto di Leone, ben sostenuto e 28 _ L’espressione è di M. ALBERTINI, Un confermato per altro dalle carte Petri: Il pre- Gramsci edificante, «Lo Stato Moderno», IV mio, pp. 5-24. (1947), n. 17, pp. 387-388. Gli interventi co- 22 _ La questione degli intellettuali era evi a cui d’ora in poi si farà riferimento sono ancora trattata in sottocommissioni e gruppi di in buona parte riscontrabili, come lo è questo, lavoro. La Commissione cultura nascerà nel Pci su Bibliografia gramsciana ragionata 1922-1965, nel 1948. vol. I, a cura di A. D’Orsi, Viella, Roma 2008. 23 _ Infatti è tuttora in AP. 29 _ Il rapporto è posto esplicitamente in 24 _ E. VITTORINI, Lettera a Togliatti, «Il F. C HIAROTTO, Operazione Gramsci. Alla conqui- Politecnico», 35 gennaio-marzo 1947. sta degli intellettuali nell’Italia del dopoguerra, 25 _ Si consideri il punto di riflessione fis- Bruno Mondadori, Milano 2011, il cui primo sato da A. AGOSTI, Le stecche del busto. Togliatti, capitolo è dedicato proprio a Il Viareggio alle il PCI e gli intellettuali (1944-1947), Laboratoi- Lettere di Gramsci (riprodotto come saggio in re italien [En ligne], 12, 2012: C’è un rapporto Antologia Premio Gramsci XII edizione – Ales tra questo ruolo quale lo concepiva Togliatti – Gennaio 2011, Editrice Democratica sarda, e le riflessioni di Gramsci in carcere ? […] È Sassari 2012, pp. 95-125, essendo la ripresa e proprio se dimostra la capacità di guadagnarsi l’ampliamento del lavoro vincitore dell’edizio- l’adesione non solamente dei suoi «intellettuali ne). organici» (quelli cioè che sono espressione di- 30 _ Con le parole di Calvino, Antonio retta dei suoi interessi), ma di strati assai più Gramsci fu un’esemplare figura di italiano mo- vasti di intellettuali, che una classe di governo derno che seppe «innestare nel tronco della più dimostra di essere non soltanto «dominante» rigorosa cultura tradizionale italiana la mor- ma «dirigente»: cioè di svolgere un ruolo «re- dente storicità del materialismo dialettico»: I. almente progressivo, che fa avanzare realmente CALVINO, Lettere dal carcere, «L’amico del po- l’intera società». polo», II (1947), n. 15. 26 _ Vicende e giudizi pesanti sull’uomo e 31 _ B. CROCE, A. Gramsci, Lettere dal car- sullo scrittore torneranno successivamente alla cere, «Quaderni della critica», III (1947), n. 8, luce, imbarazzanti e dolorosi per Rèpaci stes- p. 86. so, quando usciranno, con l’edizione critica di 32 _ B. CROCE, A. Gramsci, Il materialismo Gerratana dei Quaderni (1975), quelle pagine storico e la filosofia di Benedetto Croce, «Qua- gramsciane che lo riguardavano, che non erano derni della critica», IV (1948) 10, pp. 78-79. state pubblicate nelle edizioni togliattiane, ma 33 _ [P. TOGLIATTI], Antonio Gramsci e che Togliatti già allora doveva conoscere. don Benedetto, «Rinascita», IV (1947) 6, p. 152. 27 _ Lettera di P. T OGLIATTI a I. Buset- 34 _ Il discorso, tenuto il 27 aprile 1947, è (SGYQIRXM C 

riprodotto in L. RUSSO, Antonio Gramsci e l’e- 203, vol. 8. ducazione democratica in Italia, «Belfagor», II 41 _ Un notevole numero di opere all’esame (1947), n. 4, pp. 395-411. della giuria, «l’Unità», 3 agosto 1947. Sono ven- 35 _ P. A LATRI, Una noterella su Gramsci e tuno i titoli riferiti nell’articolo, tra cui figurano Croce, «Società», III (1947) 3, pp. 679-685. ovviamente le Lettere. 36 _ Al riconoscimento di questo ideale 42 _ L’anno prima erano state 200 mila. A educativo nel «tipo moderno di Leonardo da titolo di confronto si può ricordare che lo Stre- Vinci divenuto uomo-massa», esplicito in una ga esordì nel ’47 con la cifra di 200 mila lire di lettera a Giulia, si riferisce L. LOMBARDO RADI- primo premio, che toccò a Flaiano, e 100 mila CE, Spunti di educazione nuova nelle lettere di che andarono a Bigiaretti. Antonio Gramsci, «Rinascita», IV, n. 8, agosto 43 _ Il numero unico Il Premio Letterario 1947, pp. 229-230. L’articolo, che è datato 16 Viareggio – 1947 recherà la data della serata fi- agosto 1947, ci sembra l’unico della bibliogra- nale, il 15 agosto, uscendo dalla tipografia (F. fia gramsciana del periodo che si muova sullo Azzaro di Viareggio) due giorni prima. stesso terreno di Debenedetti. Su quest’ultimo, 44 _ Il testo di Rèpaci è riprodotto anche si veda il recente contributo di E. FORENZA, Il in TS, cit., pp. 485-490 (13 agosto 1947). Gramsci «molecolare» di Giacomo Debenedet- 45 _ La silloge uscirà per Mondadori entro ti: il problema politico dell’autobiografia, «Hi- la fine dell’anno. storia Magistra», 12 2013, pp. 123-136. Dalle 46 _ Al personaggio era dedicato il libro notazioni di Debenedetti, nonché dall’interes- Un sabotatore: Giorgio Labò, La Stampa Mo- se per gli spunti educativi di Lucio Lombardo derna s.r.l., Milano 1946, un’opera a più mani Radice, muoveva già D. RAGAZZINI, Leonardo comprendente il contributo di Trombadori, nella società di massa. Teoria della personalità recentemente riedita da Gangemi Editore spa, in Gramsci, Moretti&Vitali, Bergamo 2002 (da Roma 2014. noi recensito: Gramsci, Leonardo e la società di 47 _ Il brano, scritto nel 1944, era già stato massa, «Critica marxista. Nuova serie», n. 4 lu- pubblicato in «Arethusa» nel 1945. Sarà poi in glio-agosto 2002, pp.71-73). Le piccole virtù, raccolta di racconti pubblicata 37 _ Minute delle due lettere in AP. da Einaudi nel 1962. 38 _ Interessante il racconto che fa Sbrana 48 _ Marcello Ciccuto ha segnalato la si- del suo colloquio personale con Luigi Russo, cura vicinanza tra il numero unico e la rivista che gli espresse il solo «rammarico per non es- di Micheli, «per stile, sostanza degli interventi sere tra quelli che premieranno un libro ecce- e insieme anagrafico dei collaboratori» (saggio zionale» (SBRANA, op. cit., p. 27). citato alla n. 8, p. 151). 39 _ Lettera di A. Petri a U. Terracini del 6 49 _ Il verbale ufficiale della giuria è pub- agosto 1947, minuta in AP. blicato in Il premio Viareggio 1947 alle “Lettere 40 _ Rogito Notaio Casella 16 agosto 1947, dal carcere”, «l’Unità», 19 agosto 1947. registrato in Viareggio il 20 agosto 1947 al n. 50 _ Viareggio 50: 50 anni di cultura italia-  C (SGYQIRXM

na, I vincitori del dopoguerra, p. 144. 61 _ I figli di Gramsci parlano russo, «Il 51 _ L’articolo Un poeta. Non voto per Corriere dell’Isola», 23 novembre 1947. Gramsci, «Il Corriere dell’Isola», 14 settembre 62 _ Ne riferisce M. FERRARA, Il Premio 1947, darà notizia del mancato voto di Manara Viareggio’47 consegnato ai figli di Gramsci, Valgimigli. Ma la testimonianza è indiretta e la «l’Unità», 30 gennaio 1948. Sbrana ci dà un notizia non sicura. emozionato racconto di come egli accompagnò 52 _ Il Taccuino di Rèpaci riportava in il soggiorno viareggino di Delio e Giuliano, che apertura del mese di agosto colorite espressioni incluse visita pucciniana a Torre del Lago e fu- di una pugnace consapevolezza delle battaglie gace apparizione al ‘veglione rosso’ di Carneva- che lo attendevano al varco: «Il Premio Viareg- le (SBRANA, op. cit., pp. 30-33). gio contro il vento s’alleona. Pestare le onde 63 _ C. PAVESE, Lettere 1926-1950, I, Einau- che gli si appallònano davanti è il suo mestie- di, Torino 1966, p. 551: lettera a Pietro Pancra- re», TS, p. 485 (10 agosto 1947). zi, 22 agosto 1947. L’articolo sul «Corriere» di 53 _ «La patria», 17 agosto 1947. Pancrazi, Lettere dal carcere di Antonio Gramsci, 54 _ SBRANA, op. cit., p. 27. era, secondo l’autore, solo casualmente finito a 55 _ S. VOLTA, Il Premio Viareggio si è con- commento del Premio, nell’edizione del 17 ago- cluso a pugni, «L’Europeo», II, n. 34, 24 agosto sto 1947. In risposta alla lettera di Pavese, Pan- 1947, p. 2 e TS, p. 491: la risposta polemica di crazi rinforzava contro Rèpaci: «Aggiunga che Rèpaci contro le varie affermazioni contenute nella formazione del comitato e per aggiudicare in questo articolo, che nuovamente dovremo il premio si sono ripetuti metodi squisitamente citare, la leggiamo in TS, pp.490-493. fascisti». È da dire della vecchia ruggine tra lui e 56 _ Particolari nel saggio di cui alla nota Rèpaci, per una questione legata alla sua mancata 9, pp. 63, 72-73 e 83. presenza nella giuria del ‘Viareggio’, fin dall’edi- 57 _ G. GIANNANTONIO, Il Premio letterario zione del 1946, denunciata allora da Vigorelli su Viareggio a “Lettere dal carcere” di Gramsci, «La «Oggi» e dovuta, secondo Leonida, a dimissioni Nazione», 17 agosto 1947. volontarie (TS, pp. 446-447). 58 _ A. SANTINI, Breve curiosa avventura 64 _ G. PEPE, A Gramsci: il ‘Premio Viareg- del Premio Viareggio, Il Cavalluccio Marino gio’, «La Voce Repubblicana», 24 agosto 1947. Editore, Viareggio 1961, p. 65. Per altro Pepe era l’autore di una appassionata 59 _ Ancora Sandrino Volta, il titolo del e ricca recensione delle Lettere, pubblicata sul cui articolo (vedi nota 54) prende spunto pro- numero di giugno (IV, n. 6) di «Rinascita», in prio dall’episodio. L’anno prima, su una que- La battaglia delle idee, pp. 165-167. stione di posti a sedere, schiaffi ne aveva som- 65 _ L’atmosfera è restituita, con rispetto ministrati lo stesso Rèpaci (TS, p. 442). diremmo quasi oleografico del cliché mondano, 60 _ Fu così per I racconti di Antonio Del- dal servizio del cinegiornale «La Settimana In- fini, che vinse nel 1963: altra edizione cruciale com», Nel mondo delle lettere: il premio Viareg- e contestata. gio, 22 agosto 1947, riproducibile interrogando (SGYQIRXM C 

on line l’Archivio dell’Istituto Luce (http:// 69 _ G. BIANCHI, Polemiche viareggine, www.archivioluce.com/archivio/). «Oggi», III, n. 37, 14 settembre 1947, p. 2. 66 _ A. MAGLIANO, Questo Premio Viareg- 70 _ M. RAMPERTI, Sul Premio Viareggio, gio, «Corriere Lombardo», 24 agosto 1947. L’au- «L’Ora d’Italia», 24 agosto 1947. tore, già partigiano con Edgardo Sogno, vincerà 71 _ Gli scrittori italiani contro un libellista anche lui a Viareggio uno speciale premio opera repubblichino, «L’Unità», 31 agosto 1947. Al prima con La borghesia ha paura (1957). documento segue l’elenco dei firmatari. 67 _ L. RÈPACI, Abbiamo cristianizzato in 72 _ G. DEBENEDETTI, Una recensione scrit- Paganìa, «L’Umanità», 27 agosto 1947. ta su un assegno, in Il Premio ha 25 anni, a cura 68 _ A. GRAMSCI, “Lettere dal carcere”, «La di L. Sbrana, Luciano Landi editore, Viareggio Civiltà Cattolica», VCVII, n. 2340, pp. 575-576. 1955, p. 28.