Direzione e Redazione: via Rossini 2/A - 87040 Castrolibero () Amministrazione: via Rossini 2, Castrolibero (Cs) Domenica 3 aprile 2011 ANNO 17 - N. 92 - € 1,20 Telefono (0984) 4550100 - 852828 • Fax (0984) 853893 - Poste Italiane spedizione in A.P. - 45% - art. 2 comma 20/B legge 662/96 - DCO/DC-CS/167/2003 Valida dal 07/04/2003 www.ilquotidianodellacalabria.it

Unità e Sud I grandi artisti A San Luca Cosenza Francis La Monaca, giro del mondo Serre incompiute in centinaia di sculture e ritratti frode milionaria Musolino di TONINO SICOLI alle pagine 18 e 19 ai danni dell’Ue e i cinque L’Italia disunita La Finanza ha segnalato patrioti Un Paese dilaniato da spinte centrifughe alla Corte dei Conti e il fuoco salvifico del Mezzogiorno la cooperativa del Bonamico di SAVERIO MUSOLINO e FRANCESCA CANINO di ROMANO PITARO alle pagine 15, 16 e 17 alle pagine 20 e 21 GIOVANNI VERDUCI a pagina 13 La necessità A Cosenza impasse finita. A Reggio ok di Cicchitto a Raffa. Udc divisa a Crotone vitale di essere Perugini vince la partita un Paese nor male Il Pd nazionale lo ha scelto come candidato a sindaco di MATTEO COSENZA L’HA spuntata Salvatore Pe- rugini. Il Pd nazionale ha deci- RIUSCIREMO a essere so che sarà lui il candidato a un paese normale? Para- sindaco di Cosenza. La deci- disi terrestri non se ne so- sione è arrivata nel pomerig- no visti e non se ne vedo- gio di ieri dopo il lungo tira e Bersani no in giro, ma non è nel- molla. «Le elezioni ammini- l'Eden che uno deve spe- strative di Cosenza rappre- rare, piuttosto si può le- sentano un test molto signifi- e l’ostinato gittimamente aspirare a cativo per la città e per tutta la vivere in un luogo - la pro- - ha detto Davide Zog- inseguimento pria terra, la propria pa- gia, responsabile Enti locali tria, la propria nazione - della segreteria del Pd -. Que- nel quale le cose avvenga- sti ultimi cinque anni hanno della Lega no secondo un ordine e dimostrato che il centrosini- nel rispetto di regole vali- stra e Perugini hanno bene de per tutti. Regole che, governato e il Partito Demo- di AGAZIO LOIERO proprio perché devono cratico chiede perciò al sinda- realizzarsi in un equili- co di continuare la sua espe- NEI giorni scorsi si è consu- brio tra soggetti diversi, rienza». Intanto a Reggio per mato in Parlamento un atto non puniscano alcuni Raffa arriva la benedizione di che diventerà cruciale nella per premiare altri e tute- Cicchitto e a Crotone l’Udc si vita politica italiana dei lino di più i deboli che so- spacca. prossimi anni. Il Partito De- no quelli che più ne han- mocratico ha consentito con no bisogno. L'Italia di og- M. CLAUSI, A. MOLLO il proprio voto d'astensione gi risponde a queste ele- M: F. FORTUNATO e C. TRIPODI l'approvazione del famoso mentari e fondamentali alle pagine 6 e 7 e nelle cronache fisco regionale. Provvedi- esigenze? Ieri abbiamo Caos a Lampedusa. Un tunisino dà fuoco a una roulotte mento caro alla Lega perché visto il video di un incon- le permetterà, negli anni a tro del presidente del venire, di trattenere nei pro- Consiglio con una folla di Nello sport pri territori tutte le risorse amministratori pubblici Caos e fiamme al porto di Lampedusa ivi prodotte, sottraendo ai campani, molti con le fa- Milan, le mani territori deboli come il no- sce tricolori. Berlusconi stro la possibilità di soprav- racconta una barzelletta. sullo scudetto A Manduria è fuga dalle tendopoli vivere. Non è un caso che Lunghissima (dura Bossi se ne sia assunto trion- quattro minuti), volga- Il Crotone ko falmente il merito, dichia- rissima (tratta di mele, fi- Berlusconi: «L’Italia è stato un paese di immigrati, ha il dovere dell’ospitalità» rando al Corriere della Sera: Ancora un pari “Con il Pd il dialogo dura da continua a pagina 23 della Reggina alle pagine 4 e 5 continua a pagina 23

Festa nel giorno dell’insediamento. Commozione del prelato: «Ho bisogno del vostro incoraggiamento»

Sombrero San Marco, bagno di folla per il vescovo Bonanno

BAGNO di folla e tanta com- Decisionismo mozione ieri a San Marco Ar- gentano per l’insediamento GIORNATA campale per del vescovo Leonardo Bo- Berlusconi. Prima è vola- nanno. to a Lampedusa, per pla- care gli isolani ha detto: FRANCESCO RENDE ho comprato una villa da a pagina 35 voi, vi proporrò per il No- bel della pace, vi farò co- struire un casinò. Ma in- Cosenza tanto migliaia di tunisini ingolfano Ventimiglia, e Il Papa di corsa lo portano là: ho comprato una villa da appr ova voi, vi proporrò per il No- bel della pace, vi farò co- il miracolo struire un casinò. Frat- tanto scoprono le condi- di suor Elena zioni aberranti in cui ten- gono i ricoverati, e in A. GUALTIERI a pagina 11 fretta lo portano al mani- comio criminale: ho com- prato una villa da voi, vi 10403 proporrò per il Nobel del- la pace, vi farò costruire un casinò. 9 771128 022090 L’Unità d’Italia Il recupero di una pagina di storia: fu Cosenza a guidare la rivoluzione calabrese del 1848 ILPAT R I O TA

MUSOLINOdi SAVERIO MUSOLINO ra le iniziative incluse nel programma delle celebra- Il patriota calabrese zioni ufficiali predisposto Benedetto Musolino dal Comune di Cosenza per questo 150° dell’Unità fi- guraT l’intitolazione di una strada a Benedetto Musolino, nativo di Pizzo e fondatore della setta dei “Figlioli della Giovane Italia” - che propugnò gli ideali libertari e repubblicani nel regno delle Due Sicilie e fu l'unica Giovane Italia diffusa nel Meridione - e ai fratelli Ferdinando e Saverio Bianchi, nativi di Bianchi, che di quella setta fecero parte. Di questi patrioti si dice nel programma, che “combatterono a fianco dei cosentini valorosi”. L’iniziativa contribuirà a riaccendere i riflettori sui moti del giugno 1848, che videro Cosenza svolgere un ruolo guida nella rivo- luzione calabrese, le cui vicende so- no tuttavia pressoché ignorate dai testi di storia, che si soffermano su altri eventi (es., le Cinque giornate di Milano) più propagandati ma non per questo più rilevanti. Queste omissioni fan sì che intere genera- zioni di italiani - e quindi anche di ca- labresi - che su quei testi si formano, non abbiano consapevolezza delle gesta valorose di un popolo che reagì alla tirannide borbonica non solo in nome degli ideali di libertà, ma an- che all’insegna di una agognata Unificazione italiana, come viene inequivocabilmente testimoniato dall’organo di stampa del Comitato di Salute Pubblica (Governo provvi- sorio) che proprio a Cosenza si inse- diò nel giugno 1848, dal titolo, allo- ra profetico, “L’Italiano delle Cala- brie”. Dobbiamo essere grati al coordi- natore della Biblioteca Civica cosen- tina, dott. Chiodo, per aver riscoper- to e offerto alla Città questo prezioso documento, la cui conoscenza an- drebbe diffusa anche in ambito na- zionale, per contrastare una serie di pregiudizi su questa Regione. L’epo - pea del giugno-luglio 1848 andreb- be rivalutata tra gli stessi cosentini, che dovrebbero riappropriarsi di una parte della loro storia risorgi- mentale che, spesso, si focalizza sul- la rivolta del 15 marzo 1844 e sul conseguente eccidio dei Fratelli Bandiera. Ciò è probabilmente con- seguenza del fatto che solo questo tragico evento è stato assunto alla ri- balta della storia, scritta da Nord, fors’anche - il sospetto è forte - per gettare una luce sinistra sulla Cala- bria, dove quegli eroi trovarono la morte, ritenuta terra di reazionari e borbonici. Tutto il contrario di quel che realmente accadde: se i Bandiera scelsero di sbarcare in Calabria è perché anche a Corfù, dove si trova- vano, era giunta l’eco dei moti cosen- tini del 15 marzo 1844, domata con il sangue prima del loro arrivo; la col- pa dell’eccidio va attribuita al gover- no borbonico e non certo al popolo co- sentino, che pagò un proprio tributo di sangue. Quella cruenta reazione rafforzò tuttavia gli animi, non solo dei cospiratori liberali, se è vero che 4 anni dopo la rivoluzione a Cosenza coinvolgerà intere masse e non sarà solo opera di menti illuminate. Va premesso, per una miglior com- prensione dei fatti, che il 29 gennaio 1848 Re Ferdinando II, sulla spinta le Calabrie elessero, tra gli altri, Do- della Giovane Italia del Mazzini non mento, scoppiarono a Napoli dei tu- della rivoluzione siciliana, aveva menico Mauro, che aveva capeggia- giunse che l'eco), gli ideali repubbli- multi, forse anche orchestrati dallo concesso la Costituzione a tutto il Re- to la rivolta del 15 marzo, e Benedet- cani, di libertà e indipendenza. stesso re, che diede occasione alle gno. Ne era seguito un periodo di to Musolino, che, con la sua setta, Quel Parlamento, tuttavia, non si forze regie di operare una cruenta aperture, con libera stampa e libere aveva diffuso non solo nella Regione insediò mai, in quanto il 15 maggio elezioni del Parlamento napoletano: ma in gran parte del Regno (dove 1848, data prevista per l’insedia - continua a pagina 16 16 Domenica 3 aprile 2011 Domenica 3 aprile 2011 17 L’unità d’Italia e il Meridione La lapide in piazza Matteotti Il ricordo della fucilazione di cinque patrioti, colpevoli di aver incitato I cospiratori furono giustiziati nel Vallone di Rovito, dinanzi a un pubblico alla rivolta i concittadini durante un’epidemia, a Cosenza, nel 1837 disgustato e indignato per il sangue versato e per le vessazioni subite IL COLERA E I Una storia fatta Hanno preparato di eroi, rivolte il terreno allo sbarco e superstizione dei fratelli Bandiera

di FRANCESCA CANINO ciare sulla città, occupare l'Intendenza, sba- ragliare il presidio militare ed infine liberare i è una lapide in piazza Matteotti a prigionieri politici, in assetto di rivolta allo Cosenza, posta sulla facciata la- scopo di ingannare la gendarmeria. Un pro- terale della chiesa del Carmine, getto ambizioso che avrebbe dovuto avere ri- di fronte alla vecchia stazione, percussioni in tutto il Regno, con la diffusio- che ricorda la fucilazione di cin- ne della rivolta in ogni area del Meridione allo queC’ patrioti, colpevoli di aver incitato alla ri- scopo di ottenere l'emanazione della Costitu- volta i concittadini durante l’epidemia di cole- zione. ra del 1837. Sopraggiunse,però,un imprevistocheim- La spianatadel Carmine,come eradenomi- pedì ai cospiratori di portare a termine il loro nata in passato piazza Matteotti, era il luogo piano: l’arresto di alcuni ribelli insospettì gli prescelto per le esecuzioni capitali, forse per- altri Carbonari che decisero di rimandare l’in - chè vicino all’omonima chiesa in cui venivano surrezione. Alcuni messaggeri furono im- tumulate le vittime. Dal ‘37 in poi, però, nella mediatamente inviati ad avvisare i gruppi di spianata furono eseguite solo condanne rivoltosi che si sarebbero dovuti ritrovare a all’impiccagione, generalmente inflitte ai cit- Cosenza. Non tutti i messaggeri, però, giun- tadini accusati di reati ordinari, differenti dai sero in tempo per avvisare i ribelli che, reati politici di cospirazione contro il Regno. all’oscuro di tutto, si diressero nel luogo sta- Sono, però, qui ricordati Pasquale Abate, bilito ed attesero invano l’arrivo dei congiura- Luigi Stumpo, Carmine Scarpelli, Luigi Bel- ti. Dopo ore di inutile attesa, essi presero la de- monte eLuigi Clausi,ribelli Carbonariautori cisione di disperdersi ed un gruppetto si avviò del moto cosentino del 1837, i primi cospira- verso il catanzarese con la speranza di solle- tori ad essere giustiziati nel Vallone di Rovito, vare le campagne. I prigionieri, nel frattem- dinanzi ad un pubblico disgustato e indigna- po, ignari del rinvio della rivolta, seguirono il to per il sangue versato e per le vessazioni su- piano e si ribellarono, provocando l'interven- bite. Una storia tutta meridionale fatta di ri- to armato delle guardie. volte, di Carbonari, di superstizione e di fede. Altre rivolte scoppiarono contemporanea- Era l’estate del 1837, la calura avvolgeva la mente nell’Italia Meridionale, la polizia arre- cittàcome lefasceunneonato, fortimiasmisi stò molti cospiratori e l’Intendente di Cosen- propagavano per le anguste vie e voci e so- za, Giuseppe De Liguoro, napoletano ed ex uf- spetti sempre più incalzanti si insinuavano ficiale di gendarmeria che aveva fatto carrie- tra la gente, spingendosi in tutti gli angoli ra con il Ministro Del Carretto, arrestò i ribelli della città fino ad avvolgerla e stritolarla. Il ed istituì un Consiglio di Guerra. colera siera diffuso a Cosenza,mietendo mol- A questopunto dellevicende entròin scena tissime vittime dopo la carestia per le inces- un personaggio di grande astuzia che riuscì a santi piogge ed il forte terremoto del 1835. rimandare il processo dei ribelli: l’avvocato L’epidemia apparve subito molto grave tanto Gaetano Bova, chiamato alla difesa dei Carbo- che non si individuarono cure adeguate né Pagina a sinistra: , nari arrestati che propugnò la tesi dell’in - per il morbo, né per l’altro male ormai croni- ideatore della Giovine Italia e considerato competenza del Consiglio di Guerra a giudi- co, ossia l’ignoranza in cui versava il popolo uno dei padri della patria care i ribelli, poiché essi non erano stati trova- impaurito, stremato e indotto a credere che il In alto un’immagine di Cosenza, piazza ti in flagranza di reato. Ciò secondo quanto colera fosse stato diffuso dagli untori inviati della Ferrovia e a lato la lapide in piazza stabilito da un decreto del ‘34 ancora in vigore dal governo borbonico. Matteotti a Cosenza, posta sulla facciata nel Regno, che prevedeva l’istituzione di una Furono, forse, i Carbonari, nel tentativo di laterale della chiesa del Carmine a fianco Commissione Suprema per i reati di cospira- sollevare la popolazione, a diffondere la noti- una foto d’epoca della chiesa del Carmine zione e non, invece, un Consiglio di Guerra, zia che una cassa piena di sostanze nocive era idoneo a giudicare solo nel caso in cui l’impu - giunta da Napoli a Cosenza tramite un capita- tato fosse stato sorpreso in flagranza di reato no dei Borboni, il quale aveva poi consegnato o trovato armato. il veleno ad un prete della Chiesa del Carmine. Siprospettava,così, unasicuravittoriaper Questi, in occasione della festa della Madon- i ribelli, ma il vile Intendente giocò le sue carte na del Carmine ricorrente il 16 luglio, avreb- e corruppe uno dei giudici affinchè cambias- be dovuto “ungere” quanti più oggetti possi- se l’accusa in “avvelenamento”, compiuto nel bili nella chiesa per diffondere il grave morbo. periodo incui impersaval’epidemia dicolera. Non si sa se l’untore rimase vittima del suo L’imputazione fu, inoltre, arricchita di circo- malvagio operato o se la sua morte, avvenuta stanze talmente inverosimili da rendere grot- esattamente alla vigilia della festa, fosse acca- tesca l’intera costruzione dellavicenda, ma ai duta per un puro caso. Risultò tuttavia prov- fini pratici la nuova accusa condusse gli in- videnziale, poichè convinse la cittadinanza a sorti dinanzi al Consiglio di Guerra, che emi- gridare “al miracolo”: la Madonna, come sem- Quei valorosi calabresi secondanneamorte perPasqualeAbate,Lui- pre vicina al popolo cosentino, aveva fatto mo- gi Stumpo, Carmine Scarpelli, Luigi Belmon- rire il prete traditore per salvare la città dall'e- segue da pagina 15 naro (perché i soldati, per quanto motivati, l'archivio del patriota di Pizzo. te e Luigi Clausi, mentre altri furono condan- pidemia. andavano comunque pagati): la carenza di È bene allora che la Comunità cosentina - nati ai ferri o rimandati alla Corte Criminale; In poche ore scoppiarono violenti tumulti repressione. L’unica vera reazione fu ope- fondi, oltre alla sproporzione delle forze in ma l’invito vale per tutta la comunità cala- in pochi furono rimessi in libertà sotto la sor- che sfociarono in una caccia all'untore e che ra dei deputati calabresi, che scesero a Co- campo, sarà causa della precoce fine brese - acquisisca la piena conoscenza di veglianza della polizia. fece anche alcune vittime, probabilmente in- senza, dove il popolo «costrinse l’autorità a dell’esperienza rivoluzionaria, che si pro- questi eventi e ne perpetui la memoria, al L’esecuzione ebbe luogo nel Vallone di Ro- nocenti, ma tant’è, la fame di vendetta del po- riunire un comitato rivoluzionario» (la te- trarrà fino al successivo luglio. di là della stessa storiografia ufficiale, che vito, dove i condannati furono tradotti se- polo a volte esula dalla ragione per seguire stimonianza è dello stesso B.Musolino, Numerosi sono gli episodi nei quali i ca- non ha inteso assumere siffatto compito. guendo la prassi prevista e fucilati come si percorsi che i posteri a fatica comprendono. nella sua opera “La rivoluzione del 1848 labresi dimostreranno il loro valore, ma In questo contesto, iniziative come quella conveniva per i reati di cospirazione. Il Vallo- Ai disordini seguì il linciaggio di due miseri nelle Calabrie”, già esposta presso la Civica non è possibile qui rievocarli tutti. Certo è programmata dall’amministrazione co- ne di Rovito, che fino a quel momento era stato individui sui quali era ricaduta l’infamante e attualmente presso la Prefettura di Co- che quell’esperienza e quel munale cosentina vengono uno spazio adibito alle esercitazioni militari, accusa di essere untori, mentre l’epidemia di senza). Qui si insediò un governo provvi- coinvolgimento popolare a costituire un’opera di diveniva ora teatro di esecuzioni per i reati po- colera si diffondeva così rapidamente da sorio, con la partecipazione degli stessi saranno fondamentali “supplenza” storica: porre litici, luogo certamente più funzionale per- riempire tutto l’ospedale e da dover predi- Mauro e Musolino ed anche del Miceli: la nell’entusiasmo con il quale A Musolino il nome di Benedetto Muso- chè vicino alle carceri che allora erano situate sporre un lazzaretto di fortuna nei pressi del- direzione fu tuttavia affidata al deputato le masse accoglieranno Ga- lino, anche sotto il profilo nell’antistante Convento di Sant’Agostino. la Riforma. napoletano Ricciardi (che era l’elemento ribaldi nel 1860, nel corso sarà intitolata toponomastico, accanto a Ilcolera infierìin cittàfinoal 1838,quando Centinaia e centinaia furono le vittime, le ritenuto più autorevole, ma al quale poi si della spedizione di Mille, cui quello degli altri patrioti il nuovo Intendente Giuseppe Parisio nominò autorità borboniche ne contarono oltre cin- imputeranno diversi errori di strategia). prenderanno parte alcuni una piazza già celebrati, costituirà non una commissione di studio per sconfiggere il quecento e si resero conto che sarebbe stato Il Musolino, peraltro, più volte fece la degli attori dei moti cosenti- solo un tributo ad un eroe morbo. Si decise di adottare una serie di prov- un pericolo immane se la responsabilità spola con le altre province - dove si costitui- ni del ’48: da Domenico Mau- che si è operato per la Città, vedimenti igienici che allontanarono l’epide - dell’accaduto fossericaduta sudi loro.Si pen- rono dei comitati - che «non volevano in- ro a Luigi Miceli allo stesso Benedetto Mu- ma sarà da stimolo per la sana curiosità dei mia, un risultato che determinò il successo sò, allora, di addossare le colpe sui Carbonari, sorgere, nè insorsero, se non dopo l’esem - solino, al quale Garibaldi affiderà l’incari - giovani, che potranno rievocare, attraver- della politica sanitaria cosentina, tanto che accusa che generò dubbi e contrarietà. pio dato da quel capoluogo» (cioè da Cosen- co di precederlo, alla guida di 200 uomini, so la biografia e l’opera del Musolino (nome essa divenne legge in diverse città del Regno. Fu questa la scaturigine di un moto insur- za: la citazione è sempre dall’opera del Mu- nello sbarco in Calabria, la notte dell’8 ago- che fino ad oggi rievoca, anche a Cosenza, Con la ritrovata salute, Cosenza riconqui- rezionale programmato per il 22 luglio. Uo- solino). Accorsero da ogni luogo volontari sto 1860: vicenda anche questa ignorata solo un omonimo brigante), le gesta del stò il suo ruolo di città inquieta, in breve ripre- mini armati, provenienti da diverse località pronti a combattere, alcuni dei quali furo- dalla storiografia ufficiale, ma testimo- “valoroso popolo” cosentino e calabrese. sero ad agitarsi le idee liberali che preparano del cosentino, si diedero appuntamento alle no mandati indietro per mancanza di de- niata dalla corrispondenza presente nel- Saverio Musolino il terreno al moto del ‘44 ed allo sbarco in Cala- Querce di Frugiuele con l'intenzione di mar- bria dei fratelli Bandiera.