Xvi Edizione Festival Filosofi Lungo L'oglio

Xvi Edizione Festival Filosofi Lungo L'oglio

Con la medaglia del Presidente della Repubblica Direttore Scientifico: Francesca Nodari XVI EDIZIONE FESTIVAL FILOSOFI LUNGO L’OGLIO Eros e Thánatos EROS E THÁN AT O S Eros e Thánatos è la parola chiave attorno alla XVI Edizione quale ruoterà la XVI ed. del Festival Filosofi lungo l’Oglio. Una manifestazione che ha saputo trasformare FESTIVAL FILOSOFI LUNGO L’OGLIO l’ostacolo in slancio, facendo leva sulla resistenza e sulla perseveranza, non interrompendo mai la sua corsa nonostante le innumerevoli difficoltà e le incertezze Con il Patrocinio di amplificate dal tempo pandemico e il duro colpo subìto dall’intero comparto culturale proprio nel momento in cui maggiore è il bisogno di cultura e la richiesta di senso. Abbiamo scelto – di concerto a tutte le municipalità, le istituzioni e i partner che hanno creduto in noi – di ascoltare quel grido, di andare avanti nonostante tutto, di non cedere alla fatica e allo sconforto scommettendo con tutto noi stessi, su quella «spes contra spem» Con il Patrocinio di attraverso la quale, già riusciamo a intravedere caldi raggi di luce. E nessun altro binomio sarebbe stato più adeguato per indagare e interrogarci sul nostro presente. Presi singolarmente e per l’etimologia delle parole, l’Eros è l’amore mentre Thánatos è la morte, due concetti che Con l’Adesione vanno considerati su binari apparentemente opposti, del Prefetto di Brescia ma che si attraggono vicendevolmente. Amore e conoscenza Eros (έρος) è il termine greco antico per amore. Nell’iconografia greca e latina, Amore/Cupido è rappresentato come un fanciullo alato con arco e frecce: e tristemente la fiaccola della vita. La vita si spegne. l’aspetto infantile simboleggia il comportamento puerile Accanto a Ker, Thánatos ha altri fratelli e sorelle, degli amanti, le ali alludono alla volatilità degli stati gli Oneiroi, i sogni, o le Moire che filano, reggono e d’animo amorosi, mentre i dardi si riferiscono alle ferite tagliano il filo della vita. Ma il suo gemello è Hypnos, il inferte dagli strali erotici (da Umberto Curi, Miti d’amore. sonno, col quale spesso viene rappresentato in coppia. Filosofia dell’Eros, cui siamo debitori di questo e molti Il superamento della morte è un tema antichissimo, che altri passaggi). Nel Medio Evo, agli inizi del Duecento si rispecchia in varia maniera nei miti classici. Sisifo circa, il suo aspetto cambia e Cupido è rappresentato per esempio riesce a imprigionare Thanatos per un bendato, come dire che il fanciullo colpisce alla cieca, da certo periodo, tenendo lontana la morte agli uomini; ma una parte, e rende ciechi, dall’altra, coloro che vengono alla fine tutti vengono da essa vinti. In età medievale colpiti. Questa nuova figura istituisce un rapporto e moderna Thánatos riceve un altro compagno e di mutua incompatibilità tra amore e conoscenza, antagonista nel dio adolescente Eros, in latino Amor. impensabile nella rappresentazione antica dove amore Insieme attraversano i paesi e lanciano le loro frecce e conoscenza vanno a braccetto; tanto più che nel - d’oro per l’amore, d’osso per la morte. Talvolta le pensiero greco conoscere equivale a vedere (teoria), scambiano e allora i vecchi si infiammano d’amore e Nel nuovo cammino, mentre si afferma l’idea che i giovani ad esso vengono prematuramente strappati. l’amore rende ciechi e fa perdere l’acume, l’intelligenza La tesi della “cecità” dell’amore, l’idea che esso sia e la lucidità di spirito, Cupido si unisce alla compagnia espressione di istinti e sentimenti e non anche di della Morte. ragione e saggezza è comunque limitata nel tempo Thánatos (θάνατος) è il termine greco antico per morte. e decisamente minoritaria. Temporalmente più lunga Nella mitologia greca Thánatos ne è il dio e presenta e sostanzialmente più consistente è la tesi ispirata caratteristiche diverse. Talvolta è descritto come alla “mutua incrementazione” (U. Curi) di amore e irremovibile: il suo cuore di pietra non conosce grazia, conoscenza in filosofia, come mostra il termine stesso ai suoi artigli non sfugge nessuno, ai prescelti taglia con di filosofia che unisce amore e conoscenza. Oltre che il coltello una ciocca di capelli. Contrariamente a sua nel testo chiave da esplorare (il Simposio di Platone, in sorella Ker, che personifica la morte crudele, Thánatos cui Eros, se seguiamo la sua guida verso la bellezza, rappresenta anche la morte dolce. Il giovinetto può farci diventare immortali), questa tesi può essere Thanatos con un movimento calmo abbassa in silenzio seguita in Platone, Aristotele, Spinoza, Bruno, Pascal, Schopenhauer, Nietzsche. Una specifica declinazione di Eros si indica il dio della passione amorosa, figlio del nesso eros-thánatos è costituito nella storia di di Ermes e Afrodite. L’eros come insegna Platone è Giulietta e Romeo (Piramo e Tisbe, etc.), in cui ciascuno nostalgia dell’assoluto, in grado di attuare nell’uomo la dei due amanti è confrontato con la morte dell’amato, conversione dal sensibile al sovrasensibile. In Platone realizzabile soltanto inscenando una prima morte e in Aristotele e in generale nel mondo greco, l’eros ha simulata di uno dei due. Imponendo una volontaria carattere esclusivamente acquisitivo e non donativo. Di rinuncia alla vita e superando l’ostilità originaria che contro, nel pensiero cristiano l’eros viene identificato con ostacola l’amore, quest’ultimo risulta alla fine vittorioso, l’amore carnale e concupiscente in contrapposizione amor vincit omnia. Ma dimostra anche che l’unione è alla agápe o carità, che è l’amore donativo verso Dio indissolubile dalla separazione, la felicità dal dolore, e verso il prossimo. Come è noto questo termine viene la vita dalla morte. In età contemporanea è Sigmund usato dalla versione greca dell’Antico Testamento e dal Freud che riporta a nuova vita la coppia, collocando i Nuovo Testamento per indicare l’amore di Dio per gli due opposti nella psiche dell’uomo. Amore e morte non uomini e la forma di esistenza che in esso si fonda. Il sono più forze naturali cui l’uomo è soggetto ma forze Nuovo Testamento vi riconosce il nucleo centrale della interne: Eros dell’istinto di sopravvivenza, Thánatos rivelazione cristiana, affermando che «Dio è amore» dell’impulso di distruzione e di morte. La dualità dei due (1 Gv 4, 8-16). principi come pure la loro unione scatena osservazioni Nei vangeli sinottici Gesù connette indissolubilmente e riflessioni di vario genere, persino sul fenomeno l’amore di Dio e l’amore del prossimo come i due moderno dell’archiviazione dei dati. Che sia un aspetti del più grande comandamento (Mt 22, 36-40). impulso, ossessione per sfuggire alla morte nell’aspetto L’amore cristiano (agápe, charitas) non deve colmare della dimenticanza? Per mantenere la funzione vitale un proprio bisogno, ma si dà con sovrabbondanza e dell’Eros nel ricordo e nella memoria che l’archiviazione gratuità. Su questa linea Agostino riprese l’elevazione dei dati permette di conservare? platonica, identificando l’amore con lo Spirito Santo: per tutto il Medioevo e il Rinascimento, dall’amore cortese Eros, agápe, amore di sè allo Stilnovo, al neoplatonismo fiorentino si ebbe Eros nelle più antiche cosmogonie designa una un’oscillazione tra l’amore sensuale profano e l’amore delle divinità fondamentali identificata con la forza dell’estasi religiosa, con punte di esoterismo e di generatrice del mondo, dal VI secolo a. C. con il nome misticismo. Empirismo e razionalismo si riappropiarono invece dell’idea aristotelica di amore come soddisfazione creativo. Per Eraclito la morte e la vita si assimilano di piacere o ricerca dell’utile, mentre con il romanticismo come parti di un unico movimento di metamorfosi. E si ritrova un amore fortemente appassionato e velato ancora, la morte designa in Parmenide la condizione di nostalgia per il divino. Contrapposto a eros e ad morale dell’uomo, che chiamato alla conoscenza della agápe, v’è l’amore di sé o amor proprio che, per i verità, non sa spogliarsi dell’attaccamento passionale moralisti francesi del ‘600, in particolare B. Pascal al finito. Del resto la filosofia stessa è, per Platone, e N. Malenbranche indica, rispettivamente, un preparazione alla morte. Assunta come oggetto di sentimento naturale che porta alla ricerca della propria pensiero la morte ha irretito la riflessione in uno dei conservazione e una passione disordinata che porta più inquietanti problemi di metodo. Da Epicuro a L. ad amare soltanto e stessi. J. J. Rousseau stigmatizzò Wittgenstein e a J.-P. Sartre la storia della filosofia l’amor proprio come «un sentimento … nato nella occidentale è stata attraversata, a più riprese, società, che porta ogni individuo a prestare più dall’impensabilità della morte come regola aurea per attenzione a sé che a ogni altro». Nel ‘700 britannico l’esercizio di un corretto pensiero, che nulla può dire la coppia di termini amore di sé-amor proprio venne di ciò che gli è per natura estraneo, come appunto la usata nel dibattito sul paradosso di B. de Mandelville, morte. Quasi parafrasando la celebre affermazione di che enuncia la dannosità della virtù e l’utilità del vizi. Epicuro contenuta nella Lettera a Meneceo: «quando In A. Smith l’amore di sé si identifica con l’interesse, ci siamo non c’è la morte, quado c’è la morte noi non il movente che sta alla base del funzionamento del siamo più», Wittgenstein ha scritto che «la morte non mercato. Dopo I. Kant, per il quale l’amore di sé «la è evento della vita. La morte non si vive» (Tractatus sorgente di ogni male», la coppia dei termini in oggetto logico-philosophicus, 1918). verrà soppiantata dal neologismo egoismo. Thánatos, finitezza, passaggio, nulla Morte e conoscenza La morte è per Sartre il rovescio di ogni possibilità, La sfida posta dalla morte alla conoscenza ha raggiunto «la possibilità dell’impossibile» che venendo incontro uno dei momenti più alti nella nascita della filosofia.

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