SLAVIA rivista trimestrale di cultura luglio settembre 1995 dicembre spedizione trimestrale in abbonamento postale 50% - Roma prezzo L. 25.000 slavia Consiglio di redazione: Mauro Aglietto, Ignazio Arnbrogio, Agostino Bagnato, Eridano Bazzarelli, Bernardino Bernardini (direttore responsabile), Sergio Bertolissi, Jolanda Bufalini, Piero Cazzola, Gianni Cervetti, Silvana Fabiano, Pier Paolo Farné, Paola Ferretti, Carlo Fredduzzi, Ljudmila Grieco Krasnokuckaja, Adriano Guerra, Claudia Lasorsa, Flavia Lattanzi, Aniuta Maver Lo Gatto, Gabriele Mazzitelli, Pietro Montani, Leonardo Paleari, Giancarlo Pasquali, Rossana Platone, Vieri Quilici, Carlo Riccio, Nicola Siciliani de Cumis. La rivista è aperta ai contributi e alle ricerche di studiosi ed esperti italiani e stranieri. Le opinioni espresse dai collaboratori non riflettono necessariamente il pensiero della direzione di Slavia Redazione e Amministrazione: Via Corfinio 23 - 00183 Roma. Tel. (06) 7006427 La rivista esce quattro volte l'anno. Ogni fascicolo si compone di 240 pagine e costa lire 25.000. I fascicoli arretrati costano il doppio. Abbonamento annuo - per l'Italia: lire 50.000 - per l'estero: lire 100.000 - sostenitore: lire 100.000 Conto corrente postale 13762000 intestato a Slavia, Via Corfinio 23 - 00183 Roma. L'abbonamento decorre da qualsiasi numero ed è valido per quattro numeri. SLAVIA Rivista trimestrale di cultura Anno IV numero doppio 314 1995 Indice PEDAGOGIA Nicola Sicilliani de Cumis. Questo Makarenko .......................................... P . .................................... :,i Beatrice Paternò. Intorno al "Poenra pedagogico " P . A.S. Makarenko. Battaglia al lago Rakitno ................................................ P . A.S. Makarenko. Sulle strade accidentate della pedagogia ....................... P . PASSATO E PRESENTE FrantiSek Janouch. La "normalizzazione" della Cecoslovacchia (parte terza) .................................................................................................. P . A.V. Antonov-Ovseenko, Stalin e il suo tempo (ultima parte) ..................... Giovanni Gravina, Per una sbria dell'Associazione Italia-URSS (parte terza) .................................................................................................. P . LETTERATURA V.A. Sollogub. La morte di Puikin ............................................................. P . Scheda dell'autore ....................................................................................... P . Tat'jana Civ'jan. L'Italia nella poesia russa .............................................. P . Elena Vindimian. Russia Anni Novanta: una letteratura che si nega ......... p. Tiziana Isita, I circoli letterari moscoviti .................................................... P . CINEMA Piero Nussio. Otar Ioseliatzi ........................................................................ P . Oriana Maerini. Intervista con Otar Ioseliani ............................................. P . ARTE Arte russa: la Collezione Sandretti .............................................................. P . Irina Lebedeva e Nina Kurieva. Opere da una collezione di arte russa moderna e contemporanea .......................................................................... P . Elenco delle opere esposte .......................................................................... P . ARCHIVIO L'Accordo culturale italo-sovietico del 1960 (testo integrale) ...................P . Decreto "Sulla riabilitazione delle vittime di Stalin " ................................. P . RUBRICHE Schede .......................................................................................................... P . Nella stampa ztalzana .................................................................................. P . Bibliografia ................................................................................................. P . Indice del1 'annata 1995............................................................................... P . Gentile lettore, l'Associazione culturale "Slavia", nella persona di alcuni studiosi, docenti universitari, giornalisti e ricercatori, si è assunta l'onere di conti- nuare la lunga esperienza culturale nata già nel 1950 con "Rassegna sovietica" e nello stesso tempo di promuovere iniziative nuove per divul- gare e approfondire la conoscenza del patrimonio culturale, artistico e storico dei Paesi slavi, a cominciare dalla Russia. Oggi infatti ancor più che nel passato si percepisce la necessità di informare tempestivamente su una realtà assai frastagliata ed in costante e tumultuosa evoluzione. La rivista si propone di essere un centro propulsore per attivare nuove iniziative ed intende essere anche punto di riferimento e luogo di dibattito e di supporto delle attività di carattere culturale, ed eventualmen- te scientifico-didattico, dei russisti e degli slavisti. La redazione è interes- sata a pubblicare testi di conferenze, recensioni, resoconti e atti di conve- gni, studi e articoli di vario genere, ivi inclusi risultati originali delle tesi di laurea in lingue, letterature e culture slave, che sollecita numerosi. Ciò è già avvenuto nel passato, ma la rivista intende anche offrire le proprie pagine conle tribuna di dibattito e fornire un "servizio di raccordo" dei vari aspetti della ricerca e dell'informazione, scevra ovviamente di qualsi- voglia pregiudizio ideologico sull'evoluzione socioeconon~ica,politica e storico-culturale della Russia e dei Paesi est-europei. La rivista, non disponendo di altre fonti di finanziamento, confida nell'intelligente partecipazione dei lettori per l'attuazione del proprio pro- gramma di lavoro e invita a sottoscrivere o rinnovare l'abbonamento, anche da parte delle biblioteche universitarie e delle scuole medie supe- riori dove è attivato l'insegnamento della lingua russa, nonché di tutte le istituzioni di vario genere in cui si insegnano le lingue slave, in particola- re la lingua russa. La Redazione Questo Makarenko Nicola Siciliani de Cumis QUESTO MAKARENKO «I1 Poema pedagogico è uno di quei rari libri che sembrano scritti di getto, in un unico, ininterrotto periodo di ispirazione. In realtà invece il libro richiese all'autore un lunghissimo periodo di preparazione, di rac- colta paziente di materiali. Nel 1925 nella mente di Makarenko si delineò la prima parte del libro. Ma egli non volle passare subito alla sua stesura. La critica di Gor'kij al suo primo tentativo letterario, il suo forte spirito autocritico, il suo acuto senso della serietà e della responsabilità nel lavo- ro letterario, portarono Makarenko a un grande lavoro preparatorio. Da una parte, raccolta di materiali: quaderni e libretti di appunti, nei quali Anton SemenoviC annotava gli episodi salienti, trascriveva le battute più significative dei dialoghi. Dall'altra, una serie di schizzi preparatori, simi- li a quelli del pittore che prepara un grande affresco, e una costante eser- citazione letteraria e stilistican. Così Lucio Lombardo Radice, più di qua- ranta anni fa, all'inizio dell'ottavo paragrafo ("La lunga elaborazione del Poema pedagogicol1925-1935") della sua nota, notissima Introduzione alla prima traduzione italiana del romanzo makarenkiano, a cura di Giovanni Laghezza. Eppure, anche al di là dell'avvenimento traduttivo in se stesso (un grosso episodio culturale, allora,nonostante tutti i limiti tecnici della cosa, che avveniva in sé difettosamente e su una base testuale già compromessa nel russo giacchè si era adoperata la famigerata stampa del '47, la peggio- re a detta degli specialisti), eppure,proprio gli indicatori "genetici7'offerti dal Lombardo Radice avrebbero potuto essere oggetto di qualche integra- zione a monte: è Makarenko, personaggio ed autore del libro, ad avvertire all'intemo ed ai margini dell'opera, del tempo impiegato nello scrivere, e della laboriosità della sua scrittura; è ancor prima del '25 che si delinea- no, oggettivamente, le condizioni e gli esiti della raccolta dei materiali (individuali, collettivi), variamente utili alla stesura dell'opera letteraria, iniziata appunto con esplicita consapevolezza nel 1925; dovendo sceglie- re un'immagine, per esemplificare il lavorio del romanziere sui generis additato da Gyorgy Lukàcs in Makarenko (oltre che in un celebre saggio, in un luogo centrale dell'Estetica, ed in una quantità di altre pagine a diverso titolo "pedagogiche"), forse, accanto all'irnmagine del pittore, si sarebbe potuto pensare a quella del musicista, e più precisamente del Siciliani de Cumis direttore d'orchestra: e questo, non solo e non tanto per la "niusicalità" della pagina rnakarenkiana, quanto e soprattutto per la forza del suo vive- re-pensare collettivo, che impregna di sé lo stesso procedimento letterario in formazione, di certo, come tale, imprescindibilmente mediato da una inconfondibile soggettivita. Ecco perché, probabilmente, acquista un senso critico e poetico preciso, quando Makarenko parla della colonia "Maksim Gor'kij" come di un laboratorio (ed è ciò che fa proprio nei testi di cui Beatrice Patemò dà opportunamente conto nelle pagine seguenti), trasferirsi per un attimo, riflettendo, nel laboratorio stesso dello scrittore. Ecco perché, poi, aven- doci ragionato dal suo punto di vista, ti rendi pure conto di quanto lavoro richieda tuttora un approccio unitario, corretto, al Poema pedagogico, cioè antipedagogico, secondo la puntuale, esplicita definizione datane da Anton; e capisci, per quanto solo approssimativamente, il senso delle motivazioni (altra parola-chiave ricorrente nel secondo dei due capitoli espunti
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