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Socialisti_e_comunisti_craxi - socialisti e comunisti 06/10/11 15.42 Pagina 1 GLI ANNI DI CRAXI Socialisti_e_comunisti_craxi - socialisti e comunisti 06/10/11 15.42 Pagina 2 Socialisti_e_comunisti_craxi - socialisti e comunisti 06/10/11 15.42 Pagina 3 Socialisti e comunisti negli anni di Craxi a cura di Gennaro Acquaviva e Marco Gervasoni Marsilio Socialisti_e_comunisti_craxi - socialisti e comunisti 06/10/11 15.42 Pagina 4 © 2011 by Marsilio Editori® s.p.a. in Venezia Prima edizione: ottobre 2011 ISBN 978-88-317-XXXX www.marsilioeditori.it Realizzazione editoriale: in.pagina s.r.l., Mestre-Venezia Socialisti_e_comunisti_craxi - socialisti e comunisti 06/10/11 15.42 Pagina 5 INDICE 9 Nota di Gennaro Acquaviva prima sessione 15 Il duello a sinistra negli anni Ottanta di Luciano Cafagna 23 Aldo Moro e Bettino Craxi: due uscite incompiute da una democrazia bloccata dal pci e dalla dc di Piero Craveri 39 La cultura politica del psi nell’elaborazione delle riviste di Luigi Covatta 65 Una guerra inevitabile: Craxi e i comunisti dalla morte di Berlinguer al crollo del muro di Marco Gervasoni 101 Testimonianze di Emanuele Macaluso, Claudio Signorile, Gianni Cervetti, Federigo Argentieri, Carlo Tognoli seconda sessione 133 Socialisti e comunisti in Italia e in Francia negli anni Settanta-Ottanta. Alcune riflessioni comparative di Marc Lazar 5 Socialisti_e_comunisti_craxi - socialisti e comunisti 06/10/11 15.42 Pagina 6 indice 159 La battaglia culturale contro il comunismo di Luciano Pellicani 169 Il pci, l’urss e il «socialismo reale» di Silvio Pons 181 Dalla politica alla società civile. L’ultimo pci nella crisi della sua cultura politica di Andrea Guiso 221 Il «nuovo pci» e il tema istituzionale di Andrea Romano 231 Testimonianze di Rino Formica, Umberto Ranieri, Claudio Petruccioli terza sessione 267 L’antisocialismo della sinistra cattolica nel rapporto con i comunisti di Gennaro Acquaviva 297 Socialisti e comunisti davanti alla «questione settentrionale» di Roberto Chiarini 317 Socialisti e comunisti del Mezzogiorno nella crisi della Repubblica (1990-1995) di Carmine Pinto 343 Cui Prodest? La fine del duello a sinistra senza vincitori di Simona Colarizi 351 Testimonianze di Fabrizio Cicchitto, Gianni De Michelis, Claudio Martelli, Giorgio Benvenuto 397 Gli autori 6 Socialisti_e_comunisti_craxi - socialisti e comunisti 06/10/11 15.42 Pagina 7 SOCIALISTI E COMUNISTI NEGLI ANNI DI CRAXI Socialisti_e_comunisti_craxi - socialisti e comunisti 06/10/11 15.42 Pagina 8 Socialisti_e_comunisti_craxi - socialisti e comunisti 06/10/11 15.42 Pagina 9 gennaro acquaviva NOTA Abbiamo iniziato questo lavoro di ricerca storico-critica su «Gli anni di Craxi» dieci anni orsono, all’indomani della morte del leader socialista. Esso si è tradotto nella pubblicazione, a tutt’oggi, di cin- que volumi dedicati alla documentazione e all’interpretazione della vicenda politica di un partito, il Partito socialista italiano, e del suo leader, Bettino Craxi, nel momento della loro maggiore affermazio- ne politica1. Il testo che oggi licenziamo è dunque il sesto contributo dedica- to a questo lavoro di ricerca; esso certamente non è in grado di con- cluderlo ma, nei nostri intendimenti, può almeno tentare di definir- ne un primo approdo. Come i precedenti, il volume è costruito a partire da un convegno di studio che la Fondazione Socialismo ha predisposto e poi realiz- zato nei giorni 18 e 19 novembre 2010, nella sede dove si sono tenu- ti anche i precedenti: e cioè nella «Sala del Refettorio» della Biblio- teca della Camera dei deputati, sita nel palazzo di San Mancuto, a Roma. In quei due giorni furono presentati i risultati delle ricerche assegnate sul tema ai diversi studiosi, e a esse seguirono le riflessio- ni e le testimonianze dei protagonisti del tempo. Di entrambi dà conto il volume. 1 La politica economica italiana negli anni ottanta, Venezia 2005; La grande riforma del Con- cordato, Venezia 2006; La politica estera italiana negli anni ottanta, Venezia 2007; Moro - Craxi. Fermezza e trattativa trent’anni dopo, Venezia 2009; La «grande riforma» di Craxi, Venezia 2010. 9 Socialisti_e_comunisti_craxi - socialisti e comunisti 06/10/11 15.42 Pagina 10 gennaro acquaviva Perché l’Italia fu teatro di un lungo, acceso e spesso aspro «duel- lo a sinistra», per tornare a ricordare il titolo del bel libro di Lucia- no Cafagna e Giuliano Amato di molti anni fa? Perché questa lotta politica ebbe l’esito infausto che conosciamo, che nel 1992-1994 si espresse nella morte del psi e nell’involuzione dell’esperienza del Partito comunista italiano? E ancora: quali conseguenze ebbe questo esito traumatico nel favorire il crollo della «Repubblica dei partiti»?. Che non si tratti di questioni «archeologiche» lo dice la semplice constatazione che all’insieme di questi fattori si debbono addebita- re, da un lato la riuscita metamorfosi e la successiva egemonia della de stra, e dall’altro l’imbastardimento e la conseguente minorità strut turale della sinistra, portando così il sistema politico odierno a un esito contraddittorio con l’esperienza della lunga prima fase del - la Repub blica. Fu con questi interrogativi e seguendo questo medesimo ragiona- mento che introdussi quel giorno, il 18 novembre del 2010, le rela- zioni e le testimonianze a cui era dedicato il convegno. Cercavamo così una risposta al tema che avevamo assegnato alla ricerca; una risposta che fosse insieme convincente e vera, che andasse comun- que oltre le banalità delle vulgate, tuttora prevalenti e fin troppo banalizzate. La vulgata, ad esempio, che ci racconta tuttora di un dissidio caratteriale esasperato tra Craxi e Berlinguer; o l’altra, quel- la che imputa l’incomunicabilità tra socialisti e comunisti alle debor- danti ambizioni, più da parvenu che da protagonista, che caratteriz- zarono allora gli atteggiamenti e i comportamenti del gruppo diri- gente del psi, con ciò muovendo e motivando la dura opposizione condotta, anche dopo il crollo del muro, dai giovani turchi allevati da Berlinguer. Bettino Craxi è stato certamente un socialista antiunitario, se per unitario si intende frontista o, peggio, compagno di strada dei comu- nisti. Eppure, appena eletto segretario del psi, il 10 agosto del 1976, così si esprimeva nella solennità della Camera dei deputati, nell’an- nunciare il consenso dei socialisti al governo della «non sfiducia», un governo presieduto da Andreotti e rispetto al quale, per la prima volta dopo il 1947, i voti comunisti tornarono a contare in una mag- gioranza parlamentare. Disse allora Craxi: Consideriamo il Partito comunista per quello che è e che ha saputo essere: un Partito cioè che rappresenta una parte importante del popolo 10 Socialisti_e_comunisti_craxi - socialisti e comunisti 06/10/11 15.42 Pagina 11 nota lavoratore. E lo giudichiamo anche secondo il suo contributo alla vita democratica del nostro paese. Siamo interessati a che il processo avviato si sviluppi coerentemente e riteniamo che se ciò avverrà si determineranno sempre maggiori fattori di novità positiva, non solo in Italia, ma in molti paesi europei e nell’insieme dell’Europa occidentale. Certo – proseguì Craxi – sono anch’io del parere, espresso anche recentemente dal compa- gno De Martino, che occorrerà del tempo dopo che la revisione sarà stata condotta alle sue conseguenze sul piano dei principi. E tuttavia, ragionan- do con mente aperta e critica di fronte ai fatti della storia, è giusto atte- nersi alla semplice verità, per la quale la violenza genera la violenza e non la libertà, e la democrazia, quando si radica negli animi e nel costume, genera la democrazia. Abbiamo fatto, per quel che ci riguarda, ciò che ci era parso giusto, ciò che ci era sembrato essere nostro dovere verso la democrazia, con lo scopo di fare cadere una discriminazione che è cadu- ta. Ora ciascun partito è posto di fronte in maniera chiara e con maggiore autonomia alle proprie responsabilità. Abbiamo combattuto e contrastia- mo le chiusure tipiche di una posizione egemone, non per aprire la strada ad un’altra egemonia; consideriamo importanti le convergenze unitarie, le possibilità attuali e future di obiettivi comuni tra le forze della sinistra, pur in presenza di strategie non identiche. Ma, colleghi, sentiamo anche forte- mente la necessità dello sviluppo autonomo di una forza socialista che si atteggi in maniera tutt’altro che rassegnata e subalterna nei confronti del- l’eurocomunismo, una forza che ricavi sempre più la sua identità dai filo- ni più attuali e più vivi della sua tradizione, da una scuola riformista che fece capo ad un grande socialista lombardo, dalla critica che ai limiti e alle debolezze di quell’esperienza mossero le più acute intelligenze del pensie- ro socialista e democratico meridionalista, dalla sintesi preveggente del socialismo liberale di Carlo Rosselli, dal rigore dei gruppi che concepiro- no la Resistenza come rivoluzione democratica, dalla coerenza dell’antifa- scismo socialista, dall’insegnamento che si può trarre dalle ricche e molte- plici esperienze del socialismo europeo occidentale, democratico e gra- dualista, in un confronto non limitativo e superficiale, ma critico e dispo- nibile. Ed è con queste parole, quasi pronunciando un suo piccolo «credo», che Craxi concludeva il suo intervento. Non vogliamo battere le strade né del socialismo della miseria, né del socialismo della burocrazia, quel neofeudalesimo burocratico di cui parla- va il filosofo ungherese Lukàcs. La nostra strada vuol essere quella di un socialismo moderno, che non volti le spalle al problema fondamentale della 11 Socialisti_e_comunisti_craxi

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