MDCCC 1800 e-ISSN 2280-8841 Vol. 7 – Luglio 2018 Il «Parnaso de’ moderni artisti» Le collezioni artistiche di Ambrogio Uboldo Paola Carrea (Università degli Studi di Pavia, Italia) Abstract In March 1868, Vitaliano Crivelli and Giulio Sanpietro signed the appraisal of the Milanese banker Ambrogio Uboldo’s art collections, inherited by the future hospital located in his villa in Cernusco sul Naviglio: it was the beginning of an irreparable dispersion of works of art. Moving from that archival document, this essay aims to offer a virtual reconstruction of Uboldo’s gallery, also supported by the identification of a small number of the collection’s paintings. The range of subjects, art forms and genres (landscape and history paintings, portraits, sculptures and engravings) reflect the variety of relations established by the collector with the Milan art scene in the first half of the 19th century. Sommario 1 Introduzione. – 2 L’armeria. – 3 Le collezioni artistiche. Keywords Ambrogio Uboldo. Art collections. Milan. Cernusco sul Naviglio. Giuseppe Sogni. Francesco Hayez. Brera. 1 Introduzione alla rapida alienazione della quasi totalità delle opere d’arte ereditate dalla Causa Pia Uboldo e Discendente da una ricca famiglia di banchie- conservato presso l’Archivio dell’Ospedale Ubol- ri, membro di numerose accademie, cavaliere di do di Cernusco sul Naviglio (AOUC).2 I dati de- diversi ordini e quindi insignito da Ferdinando I sunti dalla perizia sono stati quindi incrociati con dell’ambito titolo nobiliare a legittimare socialmen- quelli ricavati dalle copie del testamento uboldino te i già prestigiosi interessi culturali, il milanese depositate presso l’Archivio Comunale di Cernu- Ambrogio Maria Martiniano Uboldo (1785-1865, sco (ACC),3 nonché dal parziale spoglio degli Atti fig. 1) riunì nel corso di una lunga esistenza cospi- dell’Accademia di Brera relativi all’Esposizione cue collezioni di pittura e scultura, prontamente Annuale di Belle Arti (Atti 1814-40; Atti 1841-57), celebrate in varie pubblicazioni d’epoca: oggetto grazie ai quali è stato possibile datare parte delle negli anni Trenta delle attenzioni di Andrea Fermi- opere citate nella documentazione archivistica. ni (1933a, 1933b, 1935) e Giacomo Carlo Bascapè Considerata la vastità della raccolta presa in (1934), la memoria delle disperse raccolte sarà ri- esame, costituita principalmente da opere otto- spolverata soltanto nel 1980 dalle complementari centesche, si è cercato di articolare l’esposizione incursioni di Simonetta Coppa (1980) e Gian Lo- della stessa per tecniche (pittura e scultura) e ge- renzo Mellini (1980), rimaste finora senza seguito. Muovendo da questi ultimi contributi, s’inten- de in questa sede proseguire l’esplorazione delle 2 La perizia, redatta tra gennaio e marzo 1868, è articolata collezioni uboldine sulla scorta di alcune carte ine- in tre sezioni: il «Rapporto accompagnatorio»; il «Prospetto degli oggetti d’arte provenienti dall’eredità Uboldi coll’indi- dite: tra queste, si segnala in quanto strumento di cazione dei rispettivi prezzi»; le «Osservazioni» riferite ad indagine privilegiato la perizia redatta nel 1868 da un ristretto numero di opere, delle quali viene discusso e giu- Vitaliano Crivelli1 e dal prete Giulio Sanpietro (con stificato il valore attribuito. Presso l’AOUC si trova inoltre, la consulenza dei ‘pittori storici’ Felice De Mauri- sempre in copia ottocentesca, la sezione «Oggetti d’Arte» di una prima perizia stilata verosimilmente nel dicembre zio e Giovanni Consonni), documento finalizzato del 1867, dopo l’avvenuta decisione da parte del Comune di Cernusco, principale legatario, di alienare gli «oggetti d’arte e l’armeria» (Coppa, Ferrario 1987, 95 nota 31) e probabil- Il presente articolo riassume parte della mia tesi di laurea mente ritenuta insoddisfacente. magistrale, discussa presso l’Università degli Studi di Pavia 3 Il testamento fu redatto a partire dal 1857 su foglietti nel 2016 e condotta sotto la guida del Prof. Gianpaolo Ange- sciolti e ripetutamente modificato fino al 24 febbraio 1865, lini, cui va il mio ringraziamento. data della pubblicazione. Presso l’ACC si trovano in aggiunta 1 Sull’amatore d’arte e collezionista Vitaliano Crivelli si diverse carte concernenti i lasciti della famiglia Uboldo al vedano Lissoni 2004 e Crespi 2014. Comune e un inventario degli Oggetti d’Armeria. DOI 10.30687/MDCCC/2280-8841/2018/01/005 Submitted: 2018-03-22 | Accepted: 2018-05-04 © 2018 | Creative Commons 4.0 Attribution alone 75 MDCCC 1800, 7, 2018 e-ISSN 2280-8841 2 L’armeria Le raccolte allestite in massima parte nel palazzo avito di via del Pantano4 e menzionate nelle prin- cipali guide della città di Milano erano meta di illustri visitatori, ugualmente attratti dalla cele- bre armeria composta da oltre millecinquecento pezzi di fattura perlopiù lombardo-milanese, or- dinati per epoche quasi a voler ricreare una sto- ria dell’armatura dall’antichità all’Ottocento.5 Il consistente corpus di oggetti d’armi, per nulla in- feriore per qualità e quantità a quelli delle Arme- rie Reali di Madrid (Jubinal 1838) e Torino (Seys- sel d’Aix 1840), fu materia di due volumi in folio piccolo curati dallo stesso Uboldo (1839, 1840) e dedicati alla Descrizione degli Scudi e degli El- mi, parte di un più ampio progetto editoriale mai portato a termine.6 Nel 1848 l’armeria venne gra- vemente saccheggiata dagli insorti, come ricorda un’emblematica tempera di Carlo Bossoli appar- tenuta allo stesso Uboldo e oggi conservata pres- so il Museo del Risorgimento di Milano (fig. 2; Morandotti 2008, 155-6; Ghibaudi 2011). Stando alla testimonianza di Bashford Dean (1914, 68) un gran numero di pezzi scampato all’assalto, inizialmente destinato a Re Vittorio Emanuele, fu venduto da Uboldo all’appassionato «cacciatore» d’armi William Henry Riggs (1837-1924) per poi confluire, nel 1913, nelle raccolte del Metropoli,- tan Museum di New York (McCormick 1914, 14; Figura 1. Giuseppe Sogni. Ambrogio Uboldo in divisa dei Dean 1916, 88). Ciononostante, alla morte del Cavalieri del Santo Sepolcro. 1854. Olio su tela. Cernusco, Cavaliere rimanevano circa trecentotrenta pezzi7 Ospedale Uboldo (Sorisi 2007). che, secondo le disposizioni testamentarie, avreb- bero dovuto essere sistemati, insieme alla quasi totalità delle collezioni d’arte di via del Pantano, neri o soggetti, con l’intento di offrire uno sguardo sulla varietà di rapporti intessuti dal collezionista con il panorama artistico e politico della Milano 4 Il palazzo, sito al numero 4690 (poi 18 e 15), era sede dell’epoca. Precede la trattazione una breve pre- della Banca Uboldi e Brunati oltre che dell’abitazione del finanziere. Alla sua morte passò al nipote acquisito Luigi Ra- sentazione della più nota armeria, a segnalare al- vizza, poi ai Piola ed infine al conte Ippolito Giorgio Vistarino cune fonti bibliografiche sinora ignote nonché a che vi ospitò, significativamente, l’Associazione dell’Arma di richiamare l’attenzione sulla ricchezza di interessi Cavalleria. Danneggiato dai bombardamenti alleati, l’edifi- del suo proprietario; una ricchezza che si esprime cio venne in seguito demolito (Bascapè 1945, 73-6; Bascapè, Mezzanotte 1948, 466; Tolfo 1991, 277-9). anche nella raccolta di incisioni e reperti archeo- logici cui è dedicato il paragrafo conclusivo. 5 Sull’armeria Uboldo si vedano Defendi 1835; Biorci 1839; Tettoni, Saladini 1843; Fermini 1933b; Boccia, Godoy 1985, Infine, la fortunata individuazione di alcuni 26-8 nota 6; Ghibaudi 2011. dipinti provenienti dalle raccolte uboldine, lungi 6 Della «costosa e magnifica impresa» editoriale (Biorci dallo scampare queste ultime a una dispersione 1839, 4) rimane traccia nell’Album di disegni di Antonio Das- irreparabile, si propone a ogni modo di offrire un si, donato nel 1886 dal Cavalier Damiano Muoni al Castello minimo contributo alla ricostruzione (virtuale) Sforzesco e composto da centoventisei tavole – raffiguranti della pinacoteca, il così detto «Parnaso de’ mo- ben settecentocinquanta pezzi – alcune delle quali riprodot- te negli articoli di Fermini (1933b) e Mellini (1992, 427-8). derni artisti», per riprendere un’entusiastica de- finizione comparsa nella coeva pubblicistica (G. 7 Il numero dei pezzi è quello risultante dall’inventario degli Oggetti d’Armeria; a questa cifra andrebbe sommato il Berta 1842, 28). gruppo di armi – perlopiù risalenti al periodo napoleonico – lasciato in eredità ad amici e parenti. 76 Carrea. Il «Parnaso de’ moderni artisti»: le collezioni artistiche di Ambrogio Uboldo e-ISSN 2280-8841 MDCCC 1800, 7, 2018 Figura 2. Carlo Bossoli. Assalto all'armeria Uboldo. 1848. Tempera su carta. 53,5 × 72,5 cm. Milano. Palazzo Moriggia, Museo del Risorgimento. © Comune di Milano. Tutti i diritti riservati nella villa neoclassica che il banchiere si era fatto al Metropolitan Museum e alcuni manufatti del costruire a Cernusco sul Naviglio e che, sempre Castello Sforzesco e del Museo Poldi Pezzoli di per volere del filantropo, in seguito alla sua di- Milano (Fermini 1833b, 627; Boccia, Godoy 1985, partita sarebbe stata convertita in ospedale.8 In 26-9, nr. 6; Ghibaudi 2011, 96). realtà, una serie di sessantaquattro cimeli venne messa all’asta presso l’Hôtel Drouot di Parigi nel 1869 ed infine dispersa (Catalogue 1869). Grazie 3 Le collezioni artistiche a una copia del catalogo di vendita appartenuta ad Alfred Beurdeley (1847-1919), conservata alla 3.1 L’interesse collezionistico e le esposizioni Bibliothèque nationale de France e costellata di braidensi annotazioni, possiamo supporre che almeno una parte delle armi messe
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