
Manuale di diritto dei beni comuni urbani beni diritto dei di comuni Manuale Rocco Alessio Albanese Elisa Michelazzo Oltre duecento città italiane, dal 2014 a oggi, hanno adottato Regolamenti per la cura e la gestione condivisa dei beni comuni Manuale di diritto urbani, avviando esperienze che hanno valorizzato in modo innovativo il patrimonio comunale e posto le basi per inedite forme di collaborazione tra pubbliche amministrazioni dei beni comuni urbani e cittadini. Il volume analizza e spiega le norme di questi Regolamenti con l’obiettivo di offrire a cittadini, associazioni e amministratori proposte interpretative e soluzioni pratiche utili a sperimentare il “diritto dei beni comuni urbani”. In particolare, sono presentati alcuni istituti innovativi come l’uso civico e collettivo, la fondazione e il Community Land Trust. L’opera è frutto della ricerca condotta presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino e coordinata dal professore Ugo Mattei, nell’ambito del progetto Co-city, finanziato dal programma europeo Urban Innovative Actions. Il volume è introdotto da Alessandra Quarta e contiene due saggi di Ugo Mattei e di Roberto Cavallo Perin. € 19,00 manuale_beni_comuni_copertina.indd Tutte le pagine 04/02/20 17:04 Rocco Alessio Albanese ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze Giuridiche presso l'Università di Pisa nel 2016. Dal 2017, è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Torino. Ha fatto parte del gruppo di ricerca giuridica del progetto Co-City e attualmente, collabora con il gruppo di ricerca del progetto CO3 finanziato dal programma europeo Horizon 2020. Elisa Michelazzo è avvocato in Torino. Ha fatto parte del gruppo di ricerca giuridica del progetto Co-City. Questo manuale è frutto di una ricerca collettiva e può dunque considerarsi un prodotto scientifico unitario degli autori e del gruppo di ricerca impegnato nell'ambito del pro- getto Co-City. Sono comunque attribuiti: – a Rocco Alessio Albanese: il capitolo 1; il capitolo 2, paragrafi 1, 2, 3, 4 e 7; il capitolo 3, paragrafo 5; il capitolo 5, paragrafi 1, 2, 3, 4, 5, 7 e 8; il capitolo 7; il capitolo 8, para- grafi 1, 2, 3, 4 e 5; il capitolo 9. – a Elisa Michelazzo: il capitolo 2, paragrafi 5 e 6; il capitolo 3, paragrafi 1, 2, 3, 4 e 6; il capitolo 4; il capitolo 6; il capitolo 8, paragrafo 6; l'appendice A al volume. Antonio Vercellone ha contribuito con la stesura del capitolo 10. A Francesco Rebecchi sono infine attribuiti: il paragrafo 6 del capitolo 5; l'approfondimento n. 10 in margine del medesimo capitolo. Manuale di diritto dei beni comuni urbani Rocco Alessio Albanese Elisa Michelazzo con la collaborazione di Antonio Vercellone e Francesco Rebecchi introduzione di Alessandra Quarta con due saggi di Ugo Mattei e Roberto Cavallo Perin © 2020 Celid prima edizione: febbraio 2020 isbn PDF 978-88-6789-083-5 LEXIS Compagnia Editoriale in Torino srl via Carlo Alberto 55 I-10123 Torino www.celid.it [email protected] INDICE Introduzione di Alessandra Quarta 9 I beni comuni e le comunità locali. Dai lavori della Commissione Rodotà ai percorsi di rigenerazione urbana di Ugo Mattei 15 Parte I. Istituti e regole per il governo condiviso dei beni comuni urbani Capitolo 1 L’oggetto dei patti di collaborazione. I beni comuni urbani tra uso pubblico e accesso 25 1.1. L’emersione dei beni comuni urbani 25 1.2. L’identificazione e la qualificazione dei beni comuni urbani. Beni comuni urbani e comunità di riferimento 32 1.3. Beni comuni urbani di proprietà privata 39 1.4. I beni confiscati alle mafie come beni comuni urbani 44 Capitolo 2 I soggetti 59 2.1. I soggetti nei regolamenti 59 2.2. I cittadini attivi 59 2.3. Punti di forza e limiti del concetto di comunità di riferimento 69 2.4. I cittadini attivi tra cura dei beni comuni, volontariato e lavoro 70 2.5. La parte pubblica: il Comune 73 2.6. Le scuole 77 2.7. I soggetti terzi rispetto al patto 80 5 Capitolo 3 Le procedure per il governo condiviso 91 3.1. Introduzione, individuazione del bene e principi 91 3.2. Le collaborazioni ordinarie 93 3.3. La consultazione pubblica. 95 3.4. Competizione vs collaborazione il caso della pluralità di proposte 102 3.5. La co-progettazione del contenuto dei patti di collaborazione 104 3.6. La firma del patto 110 Capitolo 4 La natura giuridica del patto di collaborazione 117 4.1. I patti di collaborazione: cosa sono, definizione nei regolamenti, peculiarità. Cosa significa governo condiviso 117 4.2. Il problema della natura giuridica 119 4.3. Patti di collaborazione e… concessione di beni 120 4.4. Patti di collaborazione e… atti non autoritativi 123 4.5. Patti di collaborazione e… contratti con causa solidale 124 4.6. Patti di collaborazione e… accordi amministrativi ex art. 11, l. n. 241/1990 126 4.7. Patti di collaborazione e… partenariati 128 4.8. Valutazioni conclusive. Il tema della giurisdizione 131 4.9. Il patto tipo nel progetto Co-city 134 Capitolo 5 Le attività dei patti 137 5.1. Le previsioni dei regolamenti e le questioni aperte 137 5.2. La cura 138 5.3. La gestione 141 5.4. La rigenerazione e l’assunzione diretta di interventi da parte dei cittadini attivi 148 5.5. L’affidamento di interventi e lavori a terzi da parte dei cittadini attivi 151 5.6. Attività di autocostruzione 154 5.7. Le regole sul destino di opere, miglioramenti e addizioni 157 5.8. Gli usi temporanei e la loro specificità 161 Capitolo 6 Le forme del governo condiviso e le forme di sostegno 177 6.1. Le questioni trattate in questo capitolo 177 6.2. Le opzioni di governo: cosa prevedono i regolamenti 178 6.3. Le opzioni di governo: cosa prevedono i patti di collaborazione 180 6 6.4. Altre forme di monitoraggio: i patti torinesi 182 6.5. Le forme di sostegno. Le previsioni dei regolamenti 184 6.6. L’auto-finanziamento 192 6.7. Forme di sostegno e… art. 12 legge n. 241/1990 193 6.8. Forme di sostegno e… sponsorizzazioni 194 6.9. Forme di sostegno e… mecenatismo e patrocinio 197 6.10. Forme di sostegno e… baratto amministrativo 198 Capitolo 7 Rischi, responsabilità, assicurazione 203 7.1. I problemi affrontati da questo capitolo 203 7.2. La prevenzione e il governo dei rischi. Le previsioni dei regolamenti 203 7.3. Rischio e uso dei beni comuni: alla ricerca di un quadro di regole 206 7.4. Le previsioni dei regolamenti in materia di responsabilità e il rapporto con la disciplina generale 213 7.5. Responsabilità dei cittadini attivi e responsabilità del concessionario. L’esempio torinese 214 7.6. La responsabilità da cosa in custodia 216 7.7. L’autoresponsabilità dei fruitori di un bene comune urbano 223 7.8. I casi di responsabilità per fatto illecito. Rinvio generale ed esempi specifici 226 7.9. Il regime di responsabilità nei casi di pluralità di cittadini attivi 227 7.10 I profili assicurativi 227 Capitolo 8 Il rinnovo, lo scioglimento e le patologie del patto di collaborazione 237 8.1. Le previsioni sulla durata del patto di collaborazione e la loro ratio 237 8.2. La fine fisiologica di un patto e le possibilità di rinnovo 238 8.3. Il senso delle regole sulle vicende patologiche 240 8.4. Il recesso 243 8.5. Le ipotesi di risoluzione 246 8.6. Il rapporto tra la revoca amministrativa e lo scioglimento del patto di collaborazione 251 7 Parte II. L’auto-governo dei beni comuni urbani e i suoi strumenti Capitolo 9 Gli usi civici urbani (o usi collettivi) 257 9.1. Gli usi civici tra origini storiche e legislazione vigente 257 9.2. Gli usi civici nel diritto dei beni comuni urbani e nell’esperienza napoletana 261 9.3. Auto-governo, produzioni culturali indipendenti e accessibilità dei beni comuni urbani 269 Capitolo 10 Beni comuni urbani, fondazione e altri strumenti di destinazione patrimoniale di Antonio Vercellone 273 10.1. Fondazione e beni comuni urbani 273 10.2. Costituzione e atto di dotazione 274 10.3. La partecipazione nella fase costitutiva 276 10.4. Amministrazione, organi e governo partecipato 278 10.5. Scopo, attività e vincoli di destinazione 280 10.6. Perché la fondazione? 283 10.7. Gli altri strumenti di destinazione patrimoniale per il governo dei beni comuni urbani: il trust e il community land trust 283 Proprietà pubblica e uso comune dei beni tra diritti di libertà e doveri di solidarietà di Roberto Cavallo Perin 287 Appendice a) La revisione del Regolamento torinese 307 b) Alcuni percorsi bibliografici di approfondimento 313 8 INTRODUZIONE Alessandra Quarta1 Le città rappresentano il terreno di sperimentazione più interessante per il nuovo diritto dei beni comuni. Con questa espressione facciamo riferimento all’insieme di principi e regole che, nel campo del diritto privato e in quello del diritto amministrativo, consentono di fondare modelli di gestione e procedure di “assegnazione” di beni immobili appartenenti agli enti locali (ma il discorso vale, con i dovuti adattamenti, anche per i beni in proprietà privata) ad associazioni o gruppi informali di cittadini che intendano prendersene cura, rigenerali e gestirli nell’interesse generale e in maniera inclusiva. Il diritto dei beni comuni urbani si è formato principalmente grazie a due interventi normativi occorsi a livelli diversi delle fonti. La nozione di beni comuni è stata introdotta dallo schema di legge delega elaborato da una Commissione, presieduta dal prof. Rodotà, incaricata nel 2007 dal Ministero della Giustizia di riformare il titolo I del libro III del codice civile dedicato ai beni e in particolare alla tassonomia dei beni pubblici.
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